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📩 carla.subrizi@uniroma1.it
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Si cerca anche di fare una storia globale via la storia dell’arte locale: si voglie
decentrare la storia dell’arte in storie locali, di modo che diventa in una “storia
dell’arte provinciale”. Come esempio possiamo cedere Insertions into
ideological circuits, di Clido Mendez (1970). Ri essiona sul denaro e tutto che
rende possibile, anche il suo uso come utilizzazione per misurare la ricchezza.
*Il deposito del museo è l’altra storia dell’arte: è quello che non si vede, che si
decide che non si vede. Quello ch’è occulto costruisce anche il canone e la
storia dell’arte. In molte occasioni, ci sono opere importantissimi nel deposito. I
motivi per cui non si espongono le opere d’arte possono essere politici. Molto
spesso i motivi per cui si acquistano opere in un museo sono economici: è
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acquisito quello che ha valore di mercato, non sempre quello ch’è importante
per la storia dell’arte.
Si ha capito che il veicolo più potente per fare conoscere qualche mostra,
artista, opera d’arte… sono le rete sociali come Instagram. Però, non è
unicamente una forma per dare a conoscere queste cose, ma di monetizzare
l’arte.
C’è un altro processo che ha prodotto cambi importanti nella storia dell’arte: la
prospettiva feminista, liderata per Linda Nochlin (la mejore). Il canone della
storia occidentale non è oggettivo ne inclusivo. Non ci sono le donne, quindi il
canone non è completo: si discrimina a la donna come persona non creativa.
L’ordinamento tradizionale dell’Accademia esclude alle donne.
Per conoscere a fondo la storia dell’arte e fare una storia dell’arte completa si
devono studiare queste cose (il mercato, l’arte con prospettiva di genere…):
non si trata di fare un’altra storia dell’arte fuori del canone incluyendo una lista
di nome di donne; ma di ripensare l’estruttura della storia dell’arte e il modo in
cui si costruisce. La storia dell’arte come la conosciamo è sempre costruita di
forma escludente, sea omitiendo quello che non ha un valore di mercato, le
donne artiste, quello che va contra l’accademia o la tradizione… Anche non si
può annalizzare artisti utilizzando i tecniche che utilizziamo con altre artisti: non
si può, ad esempio, analizare artisti contemporanei nel modo che le vite di
Vasari analizzavano i artisti del Cinquecento.
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Abbiamo anche il bisogno di analizzare gli scambi trasculturali.