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La 

Pala di Castelfranco di Giorgione

Giorgi
one, Pala di Castelfranco, 1500 ca. Olio su tavola, 2 x 1,52 m. Castelfranco Veneto, Cattedrale di San
Liberale.
L’opera fu commissionata dal condottiero Tuzio Costanzo con intenti commemorativi
e realizzata nel 1500 circa per la Cattedrale di Castelfranco, paese natale dell’artista,
dove ancora oggi è conservata. La semplice composizione di questa sacra
conversazione è ancora legata agli schemi iconografici tradizionali. Giorgione
rinunciò alle complesse ambientazioni architettoniche: abolì infatti la tradizionale
nicchia absidale e sostituì lo sfondo con un vasto e luminoso paesaggio.

La Madonna col Bambino siede isolata sul trono, poggiato a sua volta sopra un
altissimo basamento che poggia su un sarcofago di porfido, decorato da eleganti
tappeti e dallo stemma di famiglia del committente. Lo stemma "parlante" della
famiglia Costanzo raffigura sei coste (Costanzo-coste o costole) con una banda rossa.

Giorgione, Pala di Castelfranco, 1500 ca. Particolare con


la Madonna e il Bambino sul trono.

San Francesco e san Nicasio, si trovano ai piedi della Vergine e formano gli estremi
di base del triangolo compositivo. San Nicasio indossa un’armatura di metallo
lucente e sorregge un vessillo con l’ordine di Malta. San Francesco invece porta la
mano destra contro il petto e sembra invitare l’osservatore con un gesto della mano
sinistra.
Giorgione, Pala di Castelfranco, 1500 ca. Particolare con San Nicasio e San Francesco.

Lo sfondo architettonico: una metà terrena inferiore, con il pavimento a scacchi


in prospettiva e un parapetto liscio di colore rosso come fondale (in realtà
sembrerebbe un telone srotolato attorno alla struttura di sostegno cilindrica) e una
metà celeste superiore, con un paesaggio collinare, ricco di prati e alberi,
è un’immagine “diretta” della natura, nel senso che le sue distanze sono misurate e
dunque costruite sulla tavola attraverso le diverse reazioni dei colori alla luce. Allo
stesso tempo, il paesaggio partecipa intimamente al carattere dei santi in primo piano:
il turrito castello sovrasta infatti il giovane guerriero, mentre al melanconico frate
corrisponde una dolce e distesa prateria.

Particolare con il castello sullo sfondo.


. Particolare con il paesaggio collinare sullo
sfondo.

Il tramonto che domina la scena è probabilmente simbolo di avvicinamento alla fine


della vita. Invece le rovine ed i soldati che riposano nei campi alludono alla morte in
guerra del figlio del committente.

La Vergine, che appare quasi turbata osserva in basso verso la tomba con uno
sguardo triste e assente, sembra isolata e neanche in grado di poter comunicare con i
santi ai suoi piedi. Per accentuare il suo isolamento, Giorgione non esitò a utilizzare
nel quadro due sistemi prospettici autonomi, uno per la parte bassa e uno per la parte
alta del piedistallo. In tal modo la figura femminile, nonostante l’evidente corporeità,
è trasfigurata nel ruolo dell’icona, diventa essa stessa pala d’altare, quasi un dipinto
nel dipinto.

Particolare della Madonna col Bambino.

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