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Presenze straniere:
viaggi di opere,
itinerari d’artisti
nel Quattrocento
di Enrico Castelnuovo
Storia dell’arte Einaudi 1
Edizione di riferimento:
in La pittura in Italia, Il Quattrocento, vol. II,
Electa, Milano 1986 e 1987
Per i primi decenni del Quattrocento il problema della
presenza di artisti e di opere straniere in centri italiani si
pone in modo non traumatico, all’interno di quell’ampia
circolazione, aperta a tanti diversi contri-buti, dell’arte
gotico-internazionale. La situazione subisce una
fondamentale svolta a partire dal decennio 1430-40
quando la fisionomia della pittura europea comincia a
trasformarsi in modo radicale in conseguen-za dello
stabilirsi di due centri innovatori situati l’uno a Sud
in Toscana, l’altro a Nord nelle Fiandre: di fron-te
alla diffusione di nuovi linguaggi prende lentamente a
declinare la poetica fondamentalmente unitaria del
gotico internazionale. La presenza di opere e di artisti
stranieri in Italia assumerà, da questo momento, un
nuovo significato permettendo l’instaurarsi di quella
feconda dialettica tra Mezzogiorno e Settentrione, tra
Italia e Fiandre che rimarrà per tutto il secolo
elemen-to costante. Stabilire un corretto bilancio di
questi rap-porti significherebbe fare la storia della
pittura europea