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Principato Piombino

Principato di Piombino nasce su di un promontorio che porta il suo stesso


nome; la città si sviluppa su di una zona formata in passato da diversi corsi
d’acqua che si estendevano per tutta la pianura dando vita a due stagni:
quello delle Monache o di Piombino e quello di Rimigliano. Con il passare dei
secoli questi due stagni si trasformarono in paludi e solo un massiccio
intervento di bonifica riuscì a risanare la città. Piombino è ancora intrisa delle
memorie del suo glorioso passato, in ogni angolo della sua città si ritrovano
testimonianze sia del primo periodo etrusco che dei tempi del Principato di
Piombino, di cui era la capitale. I primi ad abitare l’antica Piombino furono
sicuramente gli Etruschi, che fondarono sul versante Nord del Monte
Massoncello del promontorio di Piombino, l’antica Populonia. Populonia è
profondamente correlata con la città di Piombino tant’ è che lo stesso nome ”
Piombino ” sembra derivi da ” Populino ” cioè piccola Populonia; ma non solo
la stessa nascita della città, così come la conosciamo oggi ,può essere fatta
risalire  al periodo medioevale quando Populonia fu spesso attaccata e
depredata e questo fece si che i molti abitanti fossero costretti a spostarsi
verso il porto Falesia, che si trovava proprio sul promontorio di Piombino,
buttando così le basi per quella che sarebbe diventata  la futura città di
Piombino. Prima del 1000 non si trovano tracce storiche dell’attuale Piombino
se non riferendosi a quelle dell’etrusca Falesia. Presso il Porto vecchio
passava la via romana. Dell’antica Falesia vi è una
descrizione alquanto sommaria nell’itinerario marittimo di Rutilio Namaziano,
lo storico poeta romano del V secolo. In tale itinerario si parla del villaggio
dello stesso nome e dello stesso stagno pescoso che era allora separato dal
porto. Il documento più antico nel quale appare il nome di Piombino è un
diploma di Ottone I del 18 Aprile 969.Con tale atto legale si faceva donazione
da parte dell’imperatore, a persona a lui fedele, di beni situati in agro. Un
altro strumento è quello del 26 Settembre 114 pubblicato dal Muratori.
Umberto, abate di San Giustino di Falesia rinunziava con tale atto a favore
dell’Opera Primaziale di Pisa a case e terre poste dentro e fuori le mura di
Piombino. Con un secondo strumento lo stesso abate in data 22 Gennaio
1135 cedeva a Umberto Lanfranchi Arcivescovo di Pisa altri suoi beni.

Da questi due atti si rileva che a quel tempo Piombino aveva già una rocca
con mura attorno al Castello, per modo che si può fissare l’origine di questa
città, ad un tempo alquanto anteriore al secolo XII. Molto importante per il
futuro sviluppo della città fu l’anno 1022 quando sei monaci Benedettini
fondarono il monastero di San Giustiniano a Falesia proprio nei pressi del
porto Falesia. Questi sei monaci altri non erano che sei figli del conte Tedice
componente della nobile famiglia che poi prenderà il nome di ” Della
Gherardesca “. La presenza di questo monastero, che aveva a disposizione
non poche rendite fondiarie, favorì e incrementò notevolmente lo sviluppo
delle attività dei pescatori e dei naviganti ed anche il lavoro di diversi artigiani
e operai; già in questo momento è possibile scorgere quella che sarà la futura
comunità che darà vita a Piombino. Nel XI secolo vede la parte nord del
promontorio di Piombino ospitare i resti dell’antica città di Populonia ed un
altro importante monastero, quello di Quirico, anch’esso Benedettino come il
sopra citato monastero di San Giustiniano che si trovava sul lato a Sud del
promontorio, dove erano ubicati il porto Falesia e la Rocchetta. Quando
l’abate Umberto del monastero di San Giustiniano decise di cedere parte dei
beni del monastero all’opera della Primaziale Pisana di fatto la città diventò
soggetta alla Repubblica di Pisa e ,per interessi della stessa Pisa, diventò il
secondo porto della Repubblica Pisana, di conseguenza anche l’abitato che si
era sviluppato intorno al monastero, che ormai era diventato una città, fu
provvisto da mura di cinta poste a difesa dell’importante scalo industriale che
serviva a Pisa soprattutto per i traffici di minerale con l’isola d’ Elba. Le mura
di fortificazione erano provviste di due porte, la Porta a Marea noi arrivata
distrutta e la Porta a Terra visibile ancor oggi. Il passaggio da cittadina
dominata dall’Abbazia a comune libero avvenne nel XII secolo, periodo in cui
la città si dotò di proprie istituzioni e regolamentazioni. I documenti rinvenuti
narrano che nel 1283 Piombino fu investito da una flottiglia genovese
comandata dall’ammiraglio Corrado Doria, ma subito si scontrò con quella
pisana composta di 40 galee nel Porto vecchio di Falesia. Tale scontro fra
pisani e genovesi fu il preludio a quello memorabile della Meloria del 6 Agosto
1284.Dopo quella battaglia navale molti pisani furono accolti esuli in Piombino
e quivi si fortificarono. Ma nel 1289 Guido Montefeltro podestà e capitano
generale di Pisa inviò a Piombino gente armata per atterrare le loro torri e
abitazioni. La storia di Piombino comincia ad interessare dall’anno 1399 in
poi. Il 19 Febbraio di quell’anno la città di Pisa fu consegnata al Vicario del
Duca di Milano in nome del quale vennero presidiate le fortezze della città;
furono pagati a Gherardo d’Appiano signore di Piombino, centomila fiorini e
gli fu data garanzia per altrettanta somma. Questi, imbarcandosi sopra una
galea armata si fece trasportare in Piombino che destinò a residenza della
sua signoria. Col nome di Gherardo d’Appiano fu primo signore di Piombino;
ne formò uno stato per sé e per la sua discendenza. Alla sua morte gli
successe la moglie Donna Paola Colonna per testamento del suo defunto
marito, e a quella di lei successe il figlio Iacopo, che prese il nome di Iacopo
II d’Appiano sotto la protezione della Repubblica di Firenze che gli fu larga di
benefici e di appoggi. Questi non ripagò il bene ricevuto e fu talmente ingrato
che nel 1431 si alleò col duca di Milano nemico della Repubblica Fiorentina
mentre questa si trovava in guerra contro quella di Siena. I rapporti si fecero
migliori in seguito e si ristabilì l’antica amicizia. La dinastia degli Appiani si
mantenne in Piombino fino all’anno 1594 finche Iacopo fu creato principe
dall’Imperatore Rodolfo Mie lo stato di Piombino eretto in Principato. Quando
il 24 Marzo 1634 si estinse la dinastia degli Appiani, l’Imperatore Ferdinando
II e Filippo IV re di Spagna investirono del feudo di Piombino don Nicolò
Ludovisi principe di Venosa. Il principato venne a cadere e ad estinguersi
nell’estate del 1801 allorché i francesi si impadronirono del territorio e
dell’isola d’Elba per aggregarli all’Impero francese. Il 16 Agosto Napoleone
assegnò a Piombino e il restante territorio a sua sorella Elisa moglie di Felice
Baciocchi. I coniugi col trattato di Bologna del 26 Giugno 1805 furono
nominati principi anche di Lucca. Alla caduta di Napoleone il Principe don
Luigi Buoncompagni reclamò al congresso di Vienna la sovranità su Piombino
ma fu deciso che questo fosse incorporato nel Granducato di Toscana.

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