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ADRIANA G:HOLLETT
Pontremoli
Le sue chiese e i suoi palazzi
Fotografie di A. G. Hollett
Importante precisare che fin da prima della divisione dei Malaspina del
1221esistevano nei loro feudi i MUNICIPI che erano composti da un Consolo,
quattro o sei Consiglieri e un Massaro. La MAGISTRATURA era costituita da un
Giudice dAppello che era il Marchese, di un Podesta eletto dal marchese, un
Vicario del Podesta, un Notaro, un Corriere e un Custode delle carceri. Ogni
terra aveva il proprio Municipio e tutti assieme quelli del feudo formavano il
General Consiglio.
Nel secondo Libro sono annotate norme e regole di diritto civile ma si deve
ritenere che dovea esistere precedentemente regole e norme da disposizioni
scritte o da consuetudini inveterate.
Alcune di queste norme erano: la donna se dotata non poteva succedere ai
genitori, il marito non poteva donare o lasciare per testamento alla moglie cosa
veruna; nella vendita dei fondi dovevano esser preferiti nella vendita i condomini,
i parenti fino al quarto grado, i confinanti; la prescrizione degli immobili
incorrevasi col lasso di venti anni ecc..
Nel terzo Libro si determinavano le trasgressioni e i delitti punibili con
pene corporali o pecuniarie o afflittive: la fustigazione per tutta la terra, il bando
perpetuo, il taglio della testa, la forca e la morte per mezzo del fuoco, la confisca
dei beni. Si puniva lomicidio col taglio della testa, ladulterio con lire venticinque
per luomo e la donna, lo stupro con la pena capitale, il furto, labigeato, il taglio
degli alberi e la rimozione dei termini con pene pecuniarie. Per la falsificazione
delle monete si era arsi vivi, la falsa testimonianza o lo spergiuro con la galera, e
nelle scritture con la forca. Il delitto di lesa maesta portava al taglio della testa.
Questi quattro Libri o Statuti furono adottati da tutti i discendenti di
Federico per tutte le Terre e le Castella da tutti gli Uomini, Universita e
Comunita che a loro furono soggetti.
history, fathered Alberto Azzo I and Oberto Obizzo I. The first of these two gave
rise to the house of Este and the second to that of the Malaspina.
Oberto Obizzo I established himself on the passes of the
Liguria-Tortona-Piacenza Apennines, in the high valleys of the Trebbia and
Staffora, and in this last valley, the centre of his dominion, he founded his
residence in the rock of Oramala, the only fortified castle in the valley, later
considered the cradle of the Malaspina family.
Subsequently, Oberto Obizzo I had a series of castles built that were to
become formidable points of defence and particularly of control of trade routes
that constituted, in terms of tolls, a large source of riches.
The Malaspina made these tolls very expensive and at times went as far as
to besiege, by themselves, the passing caravans, behaving like highway brigands.
Their castle at Villafranca became known as Malvido and later Malnido (in the
diploma conferred by the emperor Federico to Opizone in 1164), due to
plunderous tolls and thefts perpetrated by them at the expense of the caravans that
passed by in the Cisa pass.
Little is known of Oberto Obizzos son Alberto I and of his grandson
Obizzo II; what is known is that the son of Obizzo II, Alberto II became known by
the name of Malaspina. This appears in the peace treaty of Luni stipulated in 1124
between the bishop Andrea, on the one hand, and the marquis Alberto II known as
Malaspina, on the other hand.
In the division between Corrado and Opizzino in 1221, to Corrado lAntico
(1253), were assigned the possessions to the right of the river Magra, while
Obizino (1301), who changed the coat of arms from the spino secco (bare
thorn bush), to the spino fiorito (blossomed thorn bush), had the part of the
territories to the left of the river.
The division, therefore, was not only in terms of possessions, it was also
heraldic in that the family blazon was modified. That of the spino secco
presented a bush with six branches, one vertical and five horizontal, three of
which set to the left and two to the right, all with prickles. That of the spino
fiorito presented a green bush with six branches, one vertical and five horizontal,
two to the left and three to the right, terminated with three tiny white globes in a
cross at the extremities so as to form little flowers. The original blazon had a black
thorn bush on a gold background with the motto ad medelam (to me, it offers a
remedy).
The members of the family multiplied and, as a consequence, the blazon
was often modified; the best known, however, is that which depicts a rampant
crowned lion, side by side with branches, alternatively of bare or blossomed
thorns or both. It is noted that the rampant lion was assigned to Corrado detto
lAntico (1253), by Luigi IX, king of France, for the help received from Malaspina
in the crusade in Egypt in 1248.
Opizzino or Opizzone (1301), the second son of Federico (1264), was the
ancestor of the Marquis and Masters of Villafranca. His widow, Tobia
Spinola, guardian of his infant offspring, is worthy of mention as she who
composed, ordered and established the STATUES for Aulla and other
territories of hers. (The Statutes of Aulla of 1303 are preserved by Dott. Francesco
Raffaelli and by Dott. Lorenzo Ferri of Bagnone (1)).
It is important to note that even before the division of the Malaspina
territories of 1221, there were already in existence in their territories, the
MUNICIPALITIES that were composed of a Consul, four or six Counsellors and a
Massaro (farm overseer). The MAGISTRACY was made up of an Appeal Court
Judge who was the Marquis, of a Podesta (high official), elected by the marquis, a
Podestas Assistant, a Public Notary, a Courier and a Prison Custodian. Each
territory had its own Town Hall and all those of the territory formed the General
Council.
In the second Statue or Book, were annotated rules and regulations of civil
rights; however, it is believed that there had to exist rules and regulations prior
to these, available in written form or in inveterate use.
Some of these regulations were: a woman in possession of a dowry was not
allowed to inherit from her parents; a husband was not allowed to donate or leave
anything at all in his will to his wife; in the sale of real estate, joint owners, distant
relatives, neighbours were to have precedence; the loss of unexercised rights to
real estate after twenty years, etc..
In the third Book, were defined the transgressions and crimes punishable by
corporal punishment or fines: flogging throughout the territory, banishment for
life, decapitation, hanging and burning at the stake, the confiscation of
possessions. Murder was punished by decapitation, adultery by a fine of twenty
five liras for both men and women, rape by capital punishment, theft, rustling,
felling of trees and removal of boundary stones by fines. Counterfeiting was
punishable by being burnt alive, perjury by imprisonment and forgery by hanging.
The crime of treason led to decapitation.
These Books (four in all), were adopted by all the descendents of Federico
Malaspina throughout all of their Territories and Castles by all of the Men,
Universities and Communities under their rule.
Pontremoli
Valdimagra
carta di Lunigiana
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PONTREMOLI
Si pensa che i primi insediamenti in Pontremoli risalgano almeno a mille
anni a. C. In epoca romana era conosciuta come Apua da cui il nome di diocesi
"Apuana".
Nell'alto medio evo fu soggetta all'abbazia di San Colombano e la Via
Francigena, che attraversava tutta la Lunigiana, transitando per Pons Tremulus,
oggi Pontremoli, raggiungeva il Passo della Cisa e proseguiva nell'itinerario di
Sigerico di Canterbury.
Nel XII e XIII secolo divenne un Comune indipendente ed anche porta
d'ingresso per la Toscana.
Fu l'obiettivo di diversi Signori italiani e stranieri; passo' sotto il dominio
prima dei Malaspina nel 1319, poi degli Antelminelli nel 1322. Alla fine del
secolo XIII tra le rivalita' dei Guelfi e dei Ghibellini, Pontremoli venne divisa in
due campi e due piazze da una cortina a fianco al grande campanile.
Nel 1331 fu sottoposta a Mastino della Scala, successivamente ai Visconti.
Nel 1404 dopo un breve periodo sotto i Fieschi torno' ai Viscontidi Milano.
Nel 1495 venne saccheggiata da Carlo VIII prima della battaglia di
Fornovo; nel 1526 divenne territorio francese sotto Carlo V fino al 1647 quando
passo' sotto la Spagna; venne acquistata dalla Repubblica di Genova fin quando
entro' a far parte del Granducato di Toscana.
Rimase in questa condizione fino all'unificazione del Regno d'Italia.
Nel 1778 divenne ufficialmente dichiarata Citta' di Pontremoli.
E' assai fondata l'ipotesi che Pontremoli corrisponda all'antica Apua,
capitale del Liguri Apuani i quali, sconfitti dai romani, per la loro aggressivita'
furono deportati nel Sannio. Una parte riusci' a sfuggire e rimase nascosta tra i
folti boschi. I resti dell'antica Apua sarebbero stati riconosciuti nei pressi della
frazione di Saliceto Belvedere lungo il corso della Magra poco distante dalla citta'.
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Pontremoli e'al centro di una vasta conca che abbraccia il territorio delle
valli del fiume Magra e dei torrenti Verde e Gordana. Si collega alle regioni
confinanti tramite i passi Appenninici della Cisa, del Bratello, del Cirone e del
Rastrello.
Venne menzionata per la prima volta da Sigerico, arcivescovo di
Canterbury, che attorno all'anno 990 si era recato a Roma seguendo la via Romea
o Francigena.
Fu libero Comune e venne riconosciuto da Federico Barbarossa e Federico
II. Fu sempre in lotta coi Malaspina che mai riuscirono a conquistare il pieno
governo del Borgo.
Verso la meta' del seicento il borgo si arricchisce di palazzi signorili,
chiese, il teatro della Rosa e innumerevoli ville di campagna.
Le linee morbide del barocco si accostano gradevolmente a quelle piu'
rigide mediovali creando quello che venne definito il " barocco pontremolese" e
che fece definire nel 1778 dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena, Pontremoli
"citta' nobile".
Qualche anno piu' tardi, nel 1787, la citta' venne innalzata a sede episcopale
da Pio VI.
L'arrivo delle truppe napoleoniche all'inizio del'800 sanci' la fine del primo
periodo granducale. Dopo la restaurazione Pontremoli torno' sotto il Granducato
di Toscana e quindi annessa al ducato di Parma al quale rimase fino all'Unita'
d'Italia.
Prima del 1859 Pontremoli divenne capoluogo di una provincia degli Stati
Parmensi, e comprendendo sei Comuni dell'alta Val di Magra: Pontremoli. Zeri,
Mulazzo, Villafranca, Bagnone e Filattiera venne chiamata "Lunigiana
Parmense".
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n. 1 Castello
n 2 Salita al castello
n 3 Ponte della Cresa
n. 4 Piazza del Duomo
n. 5 Piazza della Repubblica
n. 6 Palazzo Ruschi
n. 7 Torre dei Seratti
n 8 Ponte dello Stemma
n 9 Porta Parma
n 10 Via Garibaldi
n 11 Il Campanone
n 12 Via Ricci Armani
n 13 Palazzo Dosi Magnavacca
n 14 Via Cavour
n 15 Torre di Castelnuovo
n 16 Ponte del Giubileo
n 17 Via Mazzini
X Cortina dei Cacciaguerra
Y Sul lato sinistro, sul Verde, oggi troviamo il ponte
Zambeccari
sul lato destro, sulla Magra, l'attuale Ponte dei Quattro Santi
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La S.S.Annunziata.
Collocato in un'antica edicola sul ciglio della via Francigena l'affresco
dedicato alla S S Annunziata, si puo' ora ammirare, nella grande chiesa, da un foro
sotto l'altare nel tempietto del Sansovino.
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Questa era all'origine la prima chiesa dedicata alla S.S. Annunziata fatta
costruire alla fine del XV sec. per accogliere i fedeli che confluivano per assistere
alle apparizioni della Vergine Maria.
La primitiva costruzione venne inglobata nell'edificio attuale, annesso ad
un monastero degli Agostiniani, e consacrata nel 1524.
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Il tempietto marmoreo realizzato nella meta' del 1526, contiene l'affresco di cui
sopra, e' attribuito a Jacopo Sansovino e agli artisti della sua scuola.
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Nella nicchia posteriore del tempietto e' collocata una pregevole statua di
Sant' Agostino,
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Annesso alla chiesa e' il Convento costruito nella meta' del XV sec. assieme al
grande santuario; consta di due chiostri affiancati.
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Dal Ponte dei Quattro Santi il fiume Magra e il Ponte del Giubileo.
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Sulla destra la Magra, alcune torri e in alto il castello detto del Piagnaro.
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Via Cavour.
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Via Cavour
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fregio
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Il teatro della Rosa sulla Magra visto dal ponte del Giubileo
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Chiesa di Nostra Donna, sulla Magra vista dal ponte del Giubileo.
La chiesa risale al XVI sec.dapprima oratorio sede della "Compagnia di Nostra
Donna del Castel di Pontremoli",poi della "Societa' dei Disciplinati", quindi della
"Confraternita della Concezione di Nostra Donna".Venne edificato tra il 1732 e il
1738 per volere delle famiglie piu' in vista dlla citta'.La chiesa di pianta ellittica e' un
vero gioiello del barocco pontremolese. L'interno e' rimasto completamente
inalterato dall'epoca in cui venne edificato.
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Via Mazzini
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Via Mazzini
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Nella
parte
piu'
meridionale del centro storico
attraverso il Ponte, dapprima
Cesare Battisti e in seguito del
Giubileo, si accede a via Mazzini
col bel settecentesco oratorio di
Nostra Donna; troviamo anche il
settecentesco Teatro della Rosa e
seguendo quello che fu il
tracciato della via Francigena,
quasi nascoste tra le case, si
possono notare la Chiesa di Santa
Cristina,
Palazzo
Petrucci,
Palazzo Negri, Palazzo Damiani,
la Chiesa di San Giacomo del
Campo, la Chiesa di San
Giacomo D'Altopascio, la Chiesa
di San Pietro.
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Interni
di
Palazzo Petrucci
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Eleganti
Malaspina
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portali
di
Via
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Palazzo Trincadini
Ponte Zambeccari
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Nell'ingresso della chiesa di San Francesco sono state collocate sulle pareti le
antiche lapidi sepolcrali un tempo situate sul pavimento del tempio.
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Marmo sepolcrale
della famiglia Damiani
" lorentio damiano
benedino de damianis 1425
die decembris"
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sopra
Coperchio marmoreo che
reca lo stemma del Cumune di
Pontremoli.
" comunis pontremuli pro
magnificis MCCCCLIII die
XXIII"
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"anno domini MCCCC de mense augusti hanc capellam construi fecit sub
vocabulo annunciationis virginis mariae dominus antonius de la fosa de regio in iure
civili licentiatus" Questo marmo completa con il sottostante la lapide della famiglia
Della Fossa, giurista chiamato nel 1388a compilare i capitoli della matricola dei Notai
"MCCCCLXII die XXVIII mensis martii hoc opus fecit fieri ser iullianus
quondam ser andree de parasachis". Lapide alla memoria della famiglia Del Fossa.
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a lato:
Francesco
Galbiati,
pontremolese morto
nel 1573, fu vescovo
di
Ventimiglia..
Fece
dono
al
Comune
di
Pontremoli
della
reliquia della testa di
una delle undicimila
compagne di S.
Orsola.
"fraciscus galbiatus episcopus intimiliensis motus pia animi significatione
et ad augendum christi domini nostri cultum necnon pietate qua persequitur
patriam suam caput unum undecim millium virginum et martirum ex comitatus
ursule dono gratuito dedit eidem patriae suae reponendum in sacello isto sub
titulo sanctae trinitatis iamdudum per magnificum dominum iulium fratrem
suum iuris utriusque doctorem adscripto domui ac familiae suae legi rogato per
dominum ioannem antonium costa notarium contentis colucente in primis iugiter
lampade sumptibus magnificae comunitatis anno domini MDLXXXX".
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La cappella
dei Notai e' la prima a
destra dell' altar
maggiore dove si
vede ancora l' antico
stemma dei notai.In
questa
cappella
furono trasferite le
confraternite della
Concezione e della
Morte.
"domino
francisco protectori
zacharias
seraptus
regiae
celsitudinis
cosmi III magni ducis
hetruriae
fiscalis
camerae
auditor
generalis &c posuit
anno MDCCII"
E'
posto
sull'altare
della
cappella
della
famiglia Seratti.
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a destra.
lastra
tombale
Francisco Serapto (1819)
di
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sotto:
il
loro
stemma e' riportato anche
nella torre del castello di
Malgrate
sopra:
lo stesso stemma, molto grande, e'
collocato nel castello del Piagnaro all'ingresso
del museo. Il lopo palazzo e' forse in Via
Cavour.
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sotto:
Il
portale
del
Seminario
Vescovile
collegato
alla
chiesa.
A fianco:
un
simbolo
francescano nella
chiesa simile a
quello del portale.
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Nello scalone di
rappresentanza una veduta
prospettica di Antonio
Contestabili, " un trompe
l'oeil", che simula una serie
di ambienti immaginari.
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Piazza della Repubblica-Il Campanone e' il simbolo dei Pontremolesi nel mondo.
Per impedire i frequenti violenti conflitti tra le fazioni guelfe e ghibelline,il
Castracani nel 1322 fece edificare una "cortina" detta poi dei Cacciaguerra, fortificata
da tre torri, che sbarrava l'abitato dal Magra al Verde.
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Il Palazzo del
Tribunale in Piazza della
Repubblica.
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Codice Giustiniano;
Lugduni;1548-1550;
Hugonem Porta; 5 tomi in
folio (40+28) rilegati in
pergamena d'epoca con
titolo ms sul dorso; marca
tipografica incisa ai 5
frontes, molti capilettera
ornati e figurati...
...qualche
leggera
macchia d'acqua, varie
sottolineture
in
penna
d'epoca,
varie
carte
ingiallite,
restaurati
i
margini dei frontes...
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Il Palazzo Comunale.
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Su piazza della Repubblica si apre una delle tre facciate di palazzo Pavesi,
oggi di proprieta' della famiglia Ruschi Noceti, il piu' grande e ricco dei palazzi
barocchi di Pontremoli.
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Il
palazzo
conserva
tutt'ora arredi e decorazioni
settecentesche.
Gli appartamenti interni
sono completamente affrescati
con architetture dipinte, "trompe
l'oeil" opera della bottega
dell'arch. Natali.
La grande struttura del
palazzo e la distribuzione degli
ambienti rimasti inalterati nel
tempo ci illustrano uno spaccato
della societa' e del gusto
settecentesco.
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Drogheria e Pasticceria
FRATELLI AICHTA &C
Pontremoli
Su
piazza
della
Repubblica si apre un locale
rimasto inalterato nel tempo che
appartiene ancora agli eredi
della famiglia Steckli.
Chiamato anche "caffe'
degli svizzeri".
Nell'ottocento pasticceri e
cioccolatai svizzeri e austriaci
scesero in Italia,i Rivoire, gli
Odin, i Kingluti, i quali ci
lasciarono dolci come la famosa
spongata e i divini Amor.
L'arredamento
liberty
della pasticceria e del bar e'
datato 1905.
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Questa fattura dell'ottocento testimonia una data piu' antica di quella dichiarata
ufficiamente dalla pasticceria. Il 2 febbr. 1899 viene indirizzata al sig. Enrico
Mazzini, di antica nobile famiglia di Castiglione del Terziere,per richiedere il
pagamento di vari generi di pasticceria,savoiardi, rosolio e cognac, degli anni 1896 97- 98.Nel convento degli Olivetani, che divenne nel '700 "casa Mazzini",si celebrava
in settembre una grande festa e il paese dopo la processione era invitato nel palazzo.
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Il primo nucleo del borgo sorse intorno al castello del Piagnaro sul monte
Molinatico. In epoca medioevale era cinto di mura e difeso da tre fortezze:del
Piagnaro, del Cacciaguerra e Castelnuovo, nonche' da sei torri.
Le porte di accesso erano sette delle quali ne rimangono quattro: Porta
Parma nella parte superiore, Porta Verde verso Borgallo o Porta San Francesco di
sopra, porta di Castelnuovo a est, Porta di Imoborgo con la torre dei Seratti.
Contrariamente al resto della Lunigiana Pontremoli si libero' del dominio
dei Malaspina e per difendenere da costoro i propri territori fece costruire tre
grandi fortezze sulla linea del Caprio davanti a Filattiera: il castello di Imocaprio,
il castello di Sant'Anna e quello di Muceto sopra Serravalle, di proprieta' degli
Alfieri ( oggi scomparsi)
Nel 1300 le profonde discordie tra le fazione dei guelfi e dei ghibellini
costrinse il signore della citta', Castruccio Castracani, a dividere in due il borgo
di Pontremoli facendo costruire la fortezza dei Cacciaguerra, una linea initerrotta
chiamata anche cortina dei cacciaguerra, della quale faceva parte la torre che
divenne poi il campanone, che divise il borgo in due parti, con due piazze, a sud
l'attuale piazza della Repubblica e a nord Piazza del Duomo.
Nel borgo superiore si trovavano i guelfi fedeli al Papa, mentre nel borgo
inferiore o Imoborgo i Ghibellini sostenitori dell'imperatore e dei Malaspina.
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Nella foto soprastante sono visibili due delle torri che assieme alla terza sulla
sponda del Verde, oggi demolita (a fianco del tribunale) costituivano la cortina dei
Cacciaguerra, quella che era stata fatta costruire da Castruccio Castracani nel 1300
per dididere le fazioni cittadine.
A sinistra vediamo la cupola del Duomo e a destra, dietro ,allineata al
Campanone, una delle tre torri posta sulla sponda della Magra.
Si nota anche bene dove nel 1500 la primitiva torre venne rialzarta a formare
una torre campanaria; quello che oggi chiamiamo il Campanone simbolo dei
Pontremolesi nel mondo.
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PREMIO BANCARELLA
La nascita del Premio Bancarella e' dovuta alla tradizione dei librai
Pontremolesi che dall'Alta Lunigiana, terra di emigrazione, dai paesi di
Monteregio, Parana, Pozzo, Mulazzo, Busatica, Filattiera e Bratto, si davano
appuntamento in primavera al passo della Cisa, sulla via Francigena, per
dividersi le zone di vendita, chiedere informazioni sull'acquisto dei libri e le
nuove pubblicazioni.
Era la loro una vita piena di grandi sacrifici ma anche di soddisfazioni.
Nella gerla portata a spalla oltre agli almanacchi utili per la conduzione
dei campi vendevano libri sui cavalieri antichi: il Guerrin Meschino, i Tre
Moschettieri, Bertoldo Bertoldino e Cacasenno, la Genoveffa, l'Orlando
Furioso, la Gerusalemme Liberata, le Tragedie del Manzoni e le Poesie del
Giusti.
Nella gerla avevano anche pietre da limare ed altra merce.
Molti di loro non sapevano leggere ma avevano imparato a declamare a
memoria le ottave che avevano sentito da altri aprendo una pagina qualsiasi e
giurando che tutto quanto recitavano era scritto in quel libro.
La Fondazione Citta' del Libro, l'Unione Librai Pontremolesi e l'Unione
Librai delle Bancarelle organizzano ogni anno il Premio Bancarella da
assegnarsi a quell'opera che a giudizio dei librai, interpreti sensibili ed attenti
del vasto pubblico dei lettori, abbia conseguito un chiaro successo di merito e
di vendita.
Il Premio Bancarella e' nato nel 1953 e viene consegnato nella citta' di
Pontremoli l'ultimo sabato o domenica di Luglio.
Quest'anno e' alla sua 60 edizione.
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Premio Selezione
Bancarella
dell'anno
2009.
nella foto il prof.
Benelli a Paola Gassman.
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La Madonna Nera e' una statua lignea esposta all'adorazione dei fedeli in una
nicchia dietro l'altare maggiore della Concattedrale dedicata a Santa Maria del
Popolo di Pontremoli.
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OLIO SU PIETRA
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La chiesa Cattedrale di Santa Maria Assunta e' stata edificata a partire dal
1636 sul precedente oratorio di Santa Maria di Piazza che dal medioevo conservava
la veneratissima immagine della Madonna Nera detta "Madonna del Popolo"
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Gli affreschi della volta della navata e del transetto eseguiti dall'arch. Natali
nel '600 furono sostituiti da stucchi nell'ottocento.
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Il Fonte Battesimale
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Il convento dei Padri Cappuccini sorge sul colle prospiciente il Ponte dei
Quattro Santi che introduce verso il centro di Pontremoli.
E' risalente al XVII secolo.
Al suo interno e' custodito un altare in legno con una tela raffigurante " la
Vergine e il Bambino, i santi Francesco e Lorenzo" del veronese Jacopo Ligozzi,
mentre su un altare laterale si conserva la " Concezione", tela di O. Ferrari.
Troviamo infine un grande quadro del sarzanase Domenico Fiasella raffigurante
i Santi Domenico e Felice.
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...su per la salita tra muri di pietra che si sostengono l'un l'altro.
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Ma l vicolo che sale, oltrepassa le mura di pietra, entra nel verde e ci rasserena
mentre ci accompagna alla chiesa di San Ilario per proseguire al castello.
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A nord la torre
semicircolare
del
1400.
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Gli spalti e i cortili di uno dei piu' grandi castelli della Lunigiana
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sotto:
arme della famiglia Cavalli
collocato tra gli stemmi nobiliari
nella torre del castello di Malgrate.
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La prima statua stele e' stata rinvenuta nel 1827nel comune di Zignago; nel 1886 due
piccole statue stele vennero ritrovate nel Golfo della Spezia 12 m.sotto il livello del mare
(sono andate perdute.)
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via Garibaldi
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E' la chiesa parrocchiale piu' antica di Pontremoli. Fondata ai piedi del castello
del Piagnaro con l'abside rivolta ad oriente e la facciata che si apriva nella via interna al
contrario di oggi. La chiesa venne quasi totalmente ricostruita nel tardo medioevo
cambiando l'orientamento della facciata e del presbiterio. Quando nel 1664 apparve la
Madonna nella chiesa ricominciarono nuovi lavori di ristrutturazione.
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Gli ultimi interventi sono del 1960 con la costruzione della nuova facciata e la
monumentale porta di bronzo. All'nterno si conserva la scultura lignea del Cristo Nero
del XVI secolo.
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Cartiglio
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L'antico
stemma di Pontremoli.
La torre dei
Seratti e il Ponte del
Casotto.
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sopra:
ingresso su via
della Cisa.
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In epoca medioevale le porte del borgo erano sette, oggi ne rimangono quattro:
Porta Parma nella Parte superiore, Porta Verde verso il Borgallo vicino al
ponte romanico a schiena d'asino di san Francesco di sopra, Porta di Castelnuovo a
est, Porta di Imoborgo con la torre dei Seratti.
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Davanti al ponte della Cresa, ogni anno, si svolge la sfida dei falo', quello
di san Gemignano e quello di san Niccolo'. Due parrocchie e due patroni. Il
falo'piu' riuscito vince la sfida e porta fortuna alla fazione. Lo spettacolo e'
visibile dal ponte Zambeccari.
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I
falo'
raggiungono anche
l'altezza di trenta
metri
Ponte Zanbeccari
Zago Ferruccio Zambeccari, di antica famiglia pontremolese
(1655-1728)maestro di anatomia, medicina e scienze, scrisse molti trattati di
coltivazione e produzione di prodotti agricoli.
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