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LEZIONE 23 MARCO POLO / V fase

Fra i numerosi mercanti che percorsero la via della seta ricordiamo i fratelli Polo soprattutto il
nipote Marco che per 17 anni visse la corte di Qubilai Khan ricoprendo incarichi amministrativi e
diplomatici.

Grazie al Milione abbiamo la prima estesa descrizione della Cina ,sappiamo che dispose di un
lasciapassare , un passaporto rilasciato dal governo grazie al quale lui e i commercianti potevano
spostarsi nelle varie regioni. Il Milione fu importante in Europa tante che Cristoforo Colombo fu
colpito dalla descrizione fatta del Giappone che tentò di trovare la via per raggiungere quelle
isole.Tutta la cosmografia medievale dipende dal testo di Polo. Infatti il Milione permise un enorme
passo in avanti nella conoscenza geografica del suo tempo e aprì l'occidente alla letteratura
scientifica moderna. Il testo è un'opera fantastica e documentaria e soprattutto un trattato
geografico nel quale ci descrive e la regione o una città e seguono commenti sulle produzioni locali
sui costumi caratteristici e le vicende storiche e infine gli aneddoti. Ci propone la storia della
affermazione del potere del Gran Khan ovvero Qubilai,i particolari sulla sua vita privata, la
descrizione del palazzo imperiale,delle feste e delle cacce per concludere col sistema monetario e
l'organizzazione postale.

C'è un ammirazione sconfinata per Qubilai,un ammirazione che a quel tempo si attribuiva di solito
ad Alessandro e Carlo Magno e nei reami della Fantasia ad Artù. Diverse sono le posizioni che sono
state assunte nei confronti del testo di Marco Polo:

-la prima è che una parte della critica ha ritenuto difficile giudicare le attendibilità del testo poiché
molti termini usati nel testo non sarebbero mai stati impiegati da contemporanei della dinastia Yuan.

-la seconda è che poiché Polo riferisce di essere stato scelto dall'imperatore per alcuni incarichi i
veneziani hanno pensato che fosse divenuto mandarino ma nelle fonti cinesi non vi accenno di
Marco Polo.

-la terza è che per mancanza di prove documentarie della presenza di polo in Cina hanno fatto
pensare ad alcuni che Marco Polo avesse inventato tutto o addirittura che non fosse mai esistito in
Cina tant'è che non si parla nel milione né di Confucio né della Grande muraglia.

Corradini risponde a queste obiezioni come la mancanza dei riferimenti confuciani con il fatto che
Marco Polo ebbe poca dimestichezza con i cinesi e inoltre la Grande muraglia era ritenuta inuntile
durante la dinastia mongola Yuan. Inoltre sappiamo che Marco Polo rientrato dalla Cina scrisse una
pratica della mercatura che sarebbe stata alla base dell'opera stesa da Rustichello da Pisa e in questo
caso cadrebbero tutte le omissioni e inesattezze del Milione che sarebbe stato fortemente
interpolato da Rustichello.

Sicuramente il Milione è una delle poche istantanee che noi abbiamo della Cina attraverso gli occhi
di un uomo del trecento che era interessato ai commerci e che però come gli altri italiani non ebbero
niente a che fare con i cinesi restando legato invece alla corte mongola e al mondo internazionale
dei commercianti dell 'intera Eurasia.
Appofondimento

Dopo la caduta dell’Impero Romano d'occidente l'Europa entro in un'epoca cosiddetta buia destinata a
prolungarsi per almeno un millennio. Le cose iniziarono a cambiare dopo il nono secolo con l'introduzione di
tecniche agricole piuttosto avanzate come l'aratura profonda la rotazione ternaria dei campi che
determinarono un innalzamento della produttività. L'accumulo di eccedenze costituì una condizione favorevole
per lo scambio dei beni materiali stimolando anche la costituzione del ceto mercantile. L'interscambio
commerciale in ambito europeo era piuttosto limitato e cioè niente ovviamente a paragone con quello cinese.
Da un lato a causa della scarsa libertà di investimento che le gilde del nord e le corporazioni cittadine
lasciavano ai mercanti, dall’altro per la ristretta varietà dei prodotti manufatturieri disponibili. In simili
condizioni l'acquisto di tessuti e spezie in oriente di metalli preziosi andò gradualmente a stimolare l'economia
dell'Europa insieme a tutte le ragioni che ho già spiegato nelle lezioni precedenti cioè il mito dell'est dell'Asia
con tutto quello che ne seguiva. Adeguandosi di fatto alla posizione di monopolio che il porto di Alessandria e i
paesi del Levante avevano guadagnato con l'ascesa dell'impero arabo, le città italiane e soprattutto Venezia,
Genova Firenze cercarono di sfruttare la loro condizione di intermediarie nella vendita di prodotti orientali
dedicandosi con particolare intensità nel periodo delle crociate al commercio di frontiera. Dopo la l'arrivo
dell'orda mongola all'inizio del duecento a partire dagli anni quaranta del XIII secolo si venne determinando un
sostanziale equilibrio tra le tre grandi regioni abitate dagli arabi, dai mongoli e dagli europei e fu tale equilibrio
la premessa per una nuova fase di sviluppo del commercio tra oriente e occidente. Sul versante occidentale il
porto di Alessandria e i paesi del Levante avevano ancora il monopolio dei traffici che passavano tra il Mar
Rosso il golfo di Persia e i paesi orientali, in particolare grazie alla fioritura del commercio in epoca Song e Yuan
seta porcellana spezie e altri prodotti orientali affluivano in Egitto e sui mercati dell'oriente facendo sì che il
commercio con l'oriente gestito dai commercianti della penisola italica diventasse sempre più dinamico. Questi
ultimi riuscirono gradualmente a stabilire nel Mar Nero, sui Balcani, Alessandria, Costantinopoli ma anche
appunto sulle coste settentrionale dell'Africa, in alcune isole del Mediterraneo gli avamposti della loro potenza
economica. Solo all'interno di Bisanzio si contavano più di diecimila Veneziani impegnati in attività commerciali
mentre i mercanti

di Genova erano presenti soprattutto lungo le coste del Mar Nero. Su levante orientale l'avanzata dei
Mongoli e la politica mercantilistica promossa da loro tolsero ogni impedimento ai percorsi che collegavano via
Terra Asia e Europa creando così una congiuntura che non si era mai verificata prima nel commercio tra
Occidente e Oriente. Ed è per questo motivo che il periodo che quel secolo che corre tra il 1250 e 1350 come ho
già avuto modo di anticipare è il secolo della pax mongolica. Proprio grazie alla circostanza del tutto favorevole
della Pace mongolica i commercianti italiani cominciarono appunto ad arrivare in Cina. Non è un caso che il
viaggio di Marco Polo si svolse proprio in questo periodo. Oltre ai Veneziani nel 1224 alcuni mercanti Genovesi
diedero vita ad una società per il commercio con l'oriente. Anche Fiorentino Francesco Pegolotti nel manuale
commerciale e lui compilò tra il 1335 e il 45 e che poi fu pubblicato col titolo pratica della mercatura, scrisse
che la via commerciale che dalle cime del Caucaso conduce alla Cina è sicura tanto di notte che di giorno, in
particolare, egli chiarì che se i commercianti europei fossero riusciti a spostarsi in gruppi di 60 persone la
sicurezza del viaggio sarebbe stata ancora maggiore. Ora da tutto ciò è possibile dunque dedurre come il
commercio tra la Cina e i mercanti italiani avesse a meta del 1200 raggiunto un grado notevole di sviluppo.
Attraverso il commercio diretto con la Cina e quello indiretto con i paesi asiatici tramite il porto di Alessandria i
commercianti italiani consolidarono il monopolio della vendita di prodotti orientali in Europa. Alla fine del
medioevo le spezie che dall'Oriente entravano nell'area mediterranea ammontavano circa a settecento
tonnellate all'anno, di queste, cinquecento erano nelle mani dei veneziani. I Genovesi diventarono invece
principali fornitori di seta dei mercanti europei, in sostanza i mercanti della penisola controllavano l'intero
mercato di vendita dei prodotti orientali in Europa. Perciò i veneziani valicarono i paesi alpini e avviarono
relazioni commerciali con la lega anziatica. A metà del trecento il commercio marittimo delle città marinare
con Inghilterra Francia e le Fiandre si svolgeva già con viaggi navali a cadenza regolare. Grazie ai commercianti
italiani, dunque, si era venuto gradualmente a formare tra il bacino del Mediterraneo e l'Europa continentale
un circuito commerciale regionale che superava i confini nazionali. Dunque, tra l'XI e il XIV secolo l'attività
commerciale dell'area mediterranea raggiunse una situazione di tale prosperità che alcuni storici hanno
utilizzato l'espressione rivoluzione commerciale del medioevo. Promotrice degli scambi fu per tutto il periodo
appunto la città di Venezia. Prima di costituirsi come Repubblica essa aveva dovuto superare molte difficoltà
potremmo dire ambientali come è noto nel v secolo non solo le mancavano la terra e le risorse minerarie per la
costruzione materiale di uno stato ma si trovava anche compressa fra i domini feudali europei, l'Impero
bizantino e il mondo arabo. I veneziani però avevano una profonda consapevolezza della loro identità
marinara, uno spirito aperto, progressista, l'incrollabile forza di volontà dei popoli di mare. Furono capaci di
valutare attentamente la situazione e con lungimiranza scelsero la via dello sviluppo marittimo riuscendo così a
fondare un impero commerciale duraturo.

Quale fu la strategia adottata da Venezia nel secolo della pax mongolica? In sintesi in 3 punti:

- primo aspetto, dopo aver raggiunto l'indipendenza dal dominio bizantino la Repubblica sottomise le città
lungo le coste dalmate che producevano una grande quantità di legno pregiato, fu tale legname utilizzato per
appunto avviare una fiorente costruzione navale e nel x secolo la città lagunare disponeva di una sua flotta ma
arrivò anche ad esercitare il controllo dell'intero Adriatico. Mettendo a disposizione le sue imbarcazioni in
occasione delle crociate, Venezia è lì che ottenne abbondanti ricompense riuscendo così ad ampliare l'area
sotto il suo controllo economico. Nel XIII secolo il suo raggio di azione raggiungeva ormai i territori del
Mediterraneo orientale. All'epoca contava già più di centomila abitanti e vantava una fiorente lavorazione
della lana e della seta, nella costruzione navale e nella produzione delle armi era una delle città all
avanguardia. La città poi controllava il commercio tra Oriente e Occidente e interessava appunto l'area del
Mediterraneo e dell'Europa continentale.

- secondo aspetto, fu la strategia politica. I Veneziani divennero infatti un'importante garanzia per la
costruzione del loro impero commerciale marittimo da un punto di vista politico, penalizzati dagli strettissimi
confini, tra cui era possibile espanderlo lo stato e dalla popolazione tutto sommato esigua si impegnarono per
guadagnarci uno spazio vitale tra la pressione dei signori feudali europei e quella dell'impero bizantino. Nel
conflitto tra sacro romano impero e la chiesa di Roma mantennero con angoli parti rapporti commerciali senza
lasciarsi coinvolgere nello scontro politico ed evitando così la calamità della guerra e fu tale capacità politica
che fu messa in atto anche poi durante i secoli del confronto tra Cristianesimo e Islam che permise di
mantenere sempre il commercio veneziano nelle città e arabe e cristiane e si può dire in definitiva che fu
proprio questo tipo di strategia politica di evitare la guerra e di mantenere relazioni con tutte le parti a rendere
possibile la costruzione e il rafforzamento dell'impero commerciale marittimo di Venezia.

- terzo aspetto, la politica mercantilistica adottata da Venezia favori una situazione di prosperità duratura e
fino dalla fondazione dello stato il governo veneziano, infatti, applicò una politica di monopolio sulla vendita
del sale, dei prodotti alimentari e riuscì quindi a garantire i bisogni vitali della popolazione dall’altro però anche
incrementare le entrate fiscali con un gettito continuo. E chiaro che il commercio marittimo necessitava sempre
di ingenti investimenti e allora il governo sovvenzionò la costruzione di porti, di cantieri navali ed e poi li diede
in affitto alle varie gilde locali per la costruzione delle navi mercantili. In alcuni casi provvide anche alla
costruzione di navi che potevano essere prese in affitto dai commercianti. Durante appunto quella che gli storici
medievali hanno chiamato la rivoluzione commerciale del medioevo, Venezia era solita mandare dei propri
emissari con il compito di stilare rapporti riservati sulle questioni commerciali e dunque si dotò di apposite
imbarcazioni molto veloci affinché le informazioni raccolte fossero fatte pervenire nel minor tempo possibile al
governo della città. E poi lo stesso governo cominciò a distribuire a mercanti che si avventuravano in mare un
manuale di pratica commerciale che illustrava la situazione internazionale diciamo così e descriveva i prodotti
tipici delle varie aree del Mediterraneo, i prezzi i porti etc.… per garantire la sicurezza dei trasporti Venezia
stabili anche delle norme specifiche relative alla partenza delle imbarcazioni dal porto Adriatico e a loro rientro
nella città lagunare. In particolare, contro i pirati che infestavano le coste ordinò che le navi salpassero soltanto
in gruppi, inviò inoltre dei velieri da combattimento per proteggere la navigazione e dotò di armamenti le flotte
mercantili in partenza da Venezia. In considerazione di tutto ciò, dunque, si capisce come la politica di stampa
mercantilistico che Venezia adottò abbia contribuito alla fondazione e alla conservazione dell'impero
commerciale marittimo e quindi anche poi a quello che a noi interessa l'arrivo in oriente.

- quarto aspetto, riguarda la fioritura economica della Repubblica Marinara fu stimolata anche dalla strategia
commerciale e dai metodi innovativi adottati dai mercanti Veneziani che erano noti per loro spirito
imprenditoriale, la vicenda della famiglia Polo testimonia la disponibilità di affrontare qualsiasi viaggio e
pericolo per il semplice gusto degli affari. Pur mantenendo alcuni metodi seguiti con successo dagli arabi negli
scambi con l oriente i mercanti di Venezia aggiunsero alcune pratiche che proprio loro inventarono. Vennero a
creare così un complesso di tecniche commerciali piuttosto articolato oltre ad istituire nelle località proprio più
remote dei fondachi, dove c'erano sempre dei compaesani, introdussero delle attività di compravendita, la
pratica della vendita su provvigione e quella dei certificati di credito cartacei diffondendo così il sistema di
assicurazione marittima e i metodi di pagamento con assegni. Fu così che il sistema creditizio bancario e degli
istituti di cambio cominciò a prendere piede nella società dell'epoca. Anche in questo caso si può affermare che
la progressiva diffusione delle pratiche commerciali innovative contribuì alla prosperità e rafforzamento
dell'impero commerciale marittimo veneziano.

- quinto aspetto, la conversione del capitale commerciale in capitale industriale fu base per il consolidamento di
tale impero. Come gia detto per compensare la situazione di svantaggio derivante dall'intermediazione dei
paesi del levante nel commercio con l'oriente, Venezia avesse cominciato a convogliare il capitale commerciale
nella manifattura investendo nei settori della produzione della seta e della lana, poi delle navi e dell'artiglieria.
Ora traendo spunto da alcune tecniche arabe sviluppò i settori della lavorazione del cotone e quello della
produzione di sapone di produzione di carta di vetro e anche di altro. Questi prodotti inizialmente venivano
importati dall'Egitto e dal vicino Oriente successivamente cominciarono a essere esportati dalla città verso i
paesi del levante andando così ad aumentare la forza complessiva economica e commerciale di Venezia.
Questo processo rese però necessario un continuo incremento della manodopera ed ecco così che comparvero i
primi germogli di una produzione di tipo capitalistico e nel complesso dunque il processo di portò alla
formazione dell'impero commerciale marittimo-veneziano non solo fece entrare la Repubblica in una duratura
epoca di crescita ma promosse anche la rivoluzione commerciale del Mediterraneo e lo sviluppo economico
dell'Europa continentale e tutto ciò si deve proprio alla forza e allo spirito dei mercanti come i Polo che non
furono altro che i mercanti di cui abbiamo più notizie grazie al milione ma sono soltanto una famiglia delle
numerosissime che si ricavano in Cina nel secolo della pax Mongolica.

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