In altre parole i motivi principali dell’espansione in Asia e in Americhe erano due: cercare ricchezze
e convertire alla fede cristiana.
Con portoghesi e spagnoli inizia l’epoca dei conquistadores. Soggiogarono i popoli in brevissimo
tempo e si impegnarono nella diffusione della fede cattolico-romana in tutto il mondo. Guadagnarono
enormi ricchezze che conservarono per un centinaio di anni.
In questa seconda fase entrano in gioco gli olandesi, inglesi e francesi per la competizione d’oltremare
sia in Asia che nelle Americhe e il controllo del commercio. Nel 1601 gli olandesi e gli inglesi
organizzarono compagnie mercantili (nascita del capitalismo mercantile) per controllare il
commercio asiatico.
Il Portogallo fu la prima potenza a sfruttare cartografia, tecnologia, navi, bussola per l’espansione.
Popolazione di 1,5 milioni rispetto 18 milioni in Francia e 10 milioni in Spagna. Il principe Enrico fu
spinto da motivazioni economiche, religiose e personali: lo scopo era la ricchezza e convertire i pagani
alla fede cristiana. Morì nel 1460 ma rese il Portogallo una grande nazione, la prima potenza europea
di navigazione oltremare. Il suo successore Giovanni II (1481-1495) culminò il suo slancio,
incoraggiando le esplorazioni. Mando Vasco da Gama (flotta di 4 navi) a scoprire nuove rotte per
l’India dove scoprì il capo di buona speranza. Emanuele I continuò sfruttando le conoscenze di Vasco
da Gama. Riteneva che Dio guidasse il Portogallo verso le Indie per conquistare i pagani.
Finanziò la flotta di Cabral che raggiunse il Brasile nel marzo del 1500. Cabral ritornò a Lisbona
pieno di spezie e mercanzie che generarono un profitto del 100%. Le direzioni del Portogallo erano
Brasile e Indie, il loro intento era rubare il commercio delle spezie ai veneziani. Tra il 1497 e il 1500
furono inviate 17 navi in India. Tra il 1501 e il 1510 vennero mandati 150 vascelli in India. Lo scopo
dei portoghesi era controllare i punti strategici del commercio oltre mare, i punti nevralgici delle rotte
commerciali. Questi nodi comprendevano città strategiche nel Golfo Persico, nel mar Rosso e in
India. In questi nodi sarebbero state costruite fortezze, approdo sicuro per i portoghesi e svolto
funzioni di magazzino e trasbordo delle spedizioni commerciali per l’Europa e altrove. Questa
strategia dinamica e aggressiva chiedeva investimento da parte della corona e provocò polemiche sia
a Lisbona sia a Cochin. Alburquerque conquistò Goa il 25 novembre del 1510, giorno di Santa
Caterina. La conquista di Goa avrebbe garantito ai portoghesi il capitale per il loro impero asiatico
per i successivi 4 secoli.
Dopo che conquistarono Goa, dominarono il traffico delle spezie asiatiche per i successivi 80 anni.
Questo impero era amministrato a Goa. Questo impero comprendeva diverse fortezze in India che
sorgevano nei punti crociali delle rotte mercantili. Economicamente l’impero si basava Carreira da
India e il sistema dei cartez. La Carreira consisteva nel viaggio annuale da Lisbona a Goa lungo la
spina dorsale dell’impero. Ogni anno flotte di navi cariche di mercanzie europee, soldati, nobili,
salpavano da Goa. A metà del secolo raggiungevano Lisbona forse 4000 tonnellate di spezie di cui
circa 2400 di pepe. Si accontentavano di comprare pepe, cannella e altre spezie dai mediatori locali e
li rivendevano in Europa. Il sistema dei cartez invece prevedeva di controllare il monopolio del
commercio nell’oceano Indiano. Le navi dovevano possedere una cartaz (permesso) presso una delle
principali fortezze portoghesi. Chi lo possedeva poteva solcare i mari e poteva continuare perché era
in regola, mentre chi non lo aveva gli veniva confiscato il carico e l’equipaggio diventava schiavo dei
portoghesi. Questo era un sistema redditizio per pagare equipaggi e arricchire la corona, attenuando
le spese del regno. Adesso passiamo alla città di Goa. I primi missionari arrivarono in questa città nel
1540 e non era una città ideale per predicare vista la mole di hindu e musulmani presenti. Nel 1600
gesuiti, domenicani, agostiniani e francescani erano tutti ben insediati sotto il profilo ecclesiastico e
finanziario costruendo fino a 7 chiese parrocchiali. Molti si convertirono al cristianesimo ottenendo
agevolazioni fiscali ed economiche ed impiego. L’esito complessivo di tale campagna di conversione
fu limitato: nel 1600 c’erano forse 175 mila cristiani in tutta l’India su 140 milioni di individui. Nella
città di Goa circa i due terzi diventarono cristiani. Ma la cosa importante è la missione dell’Estado
dell’India dei portoghesi era di tipo economica, culturale e politica. In altre parole volevano una
conversione da cima a fondo e trasformarli come loro.
In Brasile l’esplorazione e la colonizzazione ebbero luogo in maniera più graduale. La flotta di Cabral
approdò vicino Bahia, a Porto Seguro. Egli trovò gli indios (stimati tra 1 e 8 milioni prima del 1500)
che parlavano un centinaio di dialetti e che praticavano un po’ la caccia, un po’ l’agricoltura, un po’
la raccolta essendo organizzati in federazioni tribali. Dapprima furono ospiti presso gli indios, dopo
i portoghesi li sterminarono con le loro armi e tecnologia e li decimarono con le loro malattie. Non
trovarono oro e argento presso queste terre ma si dedicarono all’agricoltura coltivando canna da
zucchero e tabacco e estraendo legno per importarlo in Europa.
Ben presto furono importanti sempre più schiavi neri da adoperare nelle coltivazioni. Inoltre come in
Asia, col tempo i missionari si insediarono tra la popolazione per insegnare i loro usi e costumi e
proteggerli dalle violenze locali dei portoghesi.
Il Portogallo si arricchì tantissimo e ottenne la gelosia delle altre potenze europee. Gli anni a partire
del 1560 segnarono l’apice dello splendore portoghese in Asia. Ma i problemi economici inizarono
tra il 1570 e il 1580 perché il pepe scese di prezzo (fu meno richiesto) e arrivarono le compagnie
olandesi e inglesi sulla piazza. Inoltre in questo periodo per via di problemi politici il Portogallo fu
annesso alla Spagna dando inizio alla “cattività spagnola”. Gli storici tuttavia sono convinti che il
problema principale del loro declino in Asia fu proprio l’organizzazione e la superiorità militare degli
olandesi che minò l’Estado de l’India riducendolo nelle sue dimensioni (prima era un gigante adesso
è nulla). L'aggressività degli olandesi fu presente anche nelle coste del Brasile. Nel 1624 gli olandesi
attaccano San Salvador conquistandola, ma fu riconquistata dai portoghesi nel 1625. Quindi è chiaro
che gli olandesi comprendono che per ottenere monopolio devono scacciare i portoghesi da quelle
terre ricche di risorse. Così iniziano a conquistare Porto Cavao e Fortaleza.
Sfruttarono anche un momento in cui il Portogallo era debole politicamente per intesificare la guerra
in Africa Occidentale e in Brasile contro i portoghesi. Così le chiavi dell’economia dello zucchero e
degli schiavi nell’Atlantico stavano passando in mano agli olandesi. I portoghesi quindi si trovarono
di fronte una difficile scelta: decidere quali territori cedere e quali difendere strenuamente.
Chiaramente sia il Brasile che l’Estado dell’India andavano protetti, e questo fu possibile grazie a una
stabilità politica nel Portogallo che si avvicinò alla fine del 1700. Nel 1640 c’era stata una rivoluzione
a Lisbona, nel 1668 viene riconosciuta la rivoluzione e il Portogallo si separa dalla Spagna Asburgica,
Brasile e Estado vengono ripristinati con dimensioni ridotte ma di buona prosperità economica.
Qua sta raccontando la storia di Colombo: la Spagna fu la prima a scoprire l’America. Tra il 1493 e
1520 la Spagna provò a fondare un impero nel Nuovo Mondo. Gli indios chiaramente erano
facilmente soggiogabili e con le armi li si poteva costringere a fare quello che si vuole. Sulle isole
caraibiche gli spagnoli non trovarono metalli preziosi, spezie o cose di altre valore così si spostarono
nel Mesoamerica. In questo periodo Magellano (1519 salpa, 1521 Filippine, 1522 i superstiti tornano
in Spagna) scopre un modo per aggirare quelle terre scoperte da Americo Vespucci e raggiungere
definitivamente le Indie. Effettua il primo giro intorno al mondo (anche se muore nelle Filippine).
Cortez conquista gli aztechi in Messico e Pizzarro gli inca in America meridionale. Al contempo le
malattie degli spagnoli fecero una strage presso gli indiani. Gli spagnoli scoprirono nuove culture in
quella terra come mais, fagioli, patate, ananas e al contempo decisero di portare grano, orzo, viti e
animali di grossa taglia come buoi, cavalli e maiali. Costruirono qui il sistema dell’encomienda: un
encomendero incaricato di sfruttare la terra, di prendere i tributi e di mandarli alla corona). Gli indiani
dovevano convertirsi al cattolicesimo, imparare usi e costumi della civiltà spagnola, conservavano il
diritto di coltivare la terra ma dovevano versare un tributo. Nonostante erano protetti dalla religione
cattolica e dalla corona che vietava il loro abuso, spesso vennero sfruttati e schiavizzati dai
governatori locali.
Le Filippine 1521-1700
La corona spagnola ritenne molto utile colonizzare queste isole anche se si rivelarono difficili da
sottomettere. Le isole a nord erano isole tributarie della dinastia Ming e altre isole invece
appartenevano al Giappone. Insomma, gli spagnoli avevano deciso di colonizzare un crogiolo
culturale estremamente ricco e complesso, che aveva già una lunga storia di assimilazioni di invasori
e influenze straniere. La conquista delle Filippine ebbe luogo solo dopo il 1560, quando Lopez ebbe
a disposizione una grande spedizione. Nel 1571 venne fondata Manila che divenne colonia spagnola.
L’autorità spagnola si consolidò grazie al successo dei missionari cattolici. Filippo II decretò che la
conversione non doveva avvenire con la forza. I missionari ottennero un grande successo in queste
isole grazie anche al trionfo della linguistica. Così Manila fu popolata da cristiani e per molto tempo
divenne un ponte commerciale tra il Nuovo Mondo e la Cina. I prodotti cinesi venivano pagati con
l’argento delle miniere del Messico e anche del Perù, cosicché questo metallo prezioso penetrava nel
sistema mercantile dell’Oceano indiano (per attraversare il Pacifico occorrevano 4 mesi). In questo
modo ¼ dell’argento del Nuovo Mondo entrò in Cina.
Tra il 1500 e il 1520 arrivarono circa 14 tonnellate d’oro nel nuovo mondo mentre a partire dal 1540
cominciò a predominare l’argento. La diffusione dell’argento consta di due periodi: quella
Potosi/giapponese che va dal 1540 al 1640 e quella messicana che va dal 1700 al 1750. L’argento
diventa il primo elemento di contatto internazionale, la prima merce scambiata a livello planetario.
Vennero inventate le tecniche per estrarre l’argento con l’uso del mercurio. Nel 1630 furono estratti
181 tonnellate d’oro e 16 000 tonnellate di argento. Oltre all’oro e al metallo venivano sfruttate le
terre con la coltivazione e l’allevamento. Riproduciamo lo schema merci: dalle Americhe spedivano
oro, argento, tabacco e zucchero mentre dalla Spagna mandavano abiti, vestiti, schiavi, vino, olio,
armi. Nel mezzo di questo traffico a volte si trovavano navi inglesi, francesi e olandesi che provavano
a derubarle e dall’altra parte orde di pirati e mercanti privati che svolgevano un loro commercio sul
contrabbando.
Come hanno fatto a sopravvivere gli spagnoli a questi attacchi? Quattro fattori in gioco:
1) popolazione meticcia: gli spagnoli si fusero con gli indios. 2) Le enormi ricchezze furono gestite
bene e furono conservate, inglesi e olandesi non potevano dire che la Spagna non era gestita bene nel
commercio marittimo. 3) La diffusione della religione cattolica: la religione fu diffusa ovunque tranne
nel Brasile (in possesso ai portoghesi). Agostiniani, francescani, domenicani fecero la loro opera di
conversione. Questo processo fu finanziato dalle attività del Padroado Real che voleva che il clero si
diffondesse in America. Questo processo fece in modo che la Chiesa Cattolica e la sua liturgia
diventassero i pilastri della nuova cultura nel nuovo Mondo. 4) Cooperazione spagnoli e indios: visti
i matrimoni e anche la diffusione della nuova cultura ci fu una buona collaborazione tra questi due.
Prima di tutto è bene che tu guarda tutto il discorso sulla caduta della lega anseatica e sull’ascesa del
dominio olandese. Comunque gli olandesi erano invidiosi dei portoghesi e cercarono dei modi per
destabilizzare i loro impero. I paesi Bassi prima ottengono l’indipendenza dalla Spagna, le prime
rivolte iniziarono tra il 1560-1570. Prima queste terre erano appartenenti a Filippo II ma tra il 1572 e
il 1576 con Guglielmo d’Orange rivendicano la loro libertà (motivazioni politiche).
Con il viaggio di Hutman (1595-1597) gli olandesi esplorano nuove rotte per raggiungere le indie,
scoprono il capo di Buona Speranza e portarono indietro in Olanda delle ricchezze orientali ma contro
le simpatie dei sultani (Hutman aveva un pessimo carattere) e pagando un pesante tributo (troppi
morti e sofferenze lungo il viaggio). Inizialmente vi erano diverse compagne olandesi tra loro in
competizione (1597-1602), la prospettiva di guadagno era molto attraente per tutte. Ma queste si
resero conto che era meglio unire le loro forze per sconfiggere i portoghesi così nacque la VOC
(1602). Questa compagnia unificata ebbe tre periodi distinti nella sua storia:
1) una fase di consolidamento (1602-1636)
2) una fase di espansione e conquista (1636-1672)
3) una fase di declino per via di attacchi europei e problemi in patria (1673-1700)
La compagnia aveva il potere di fare guerra, negoziare pace e creare alleanze in nome del governatore
della repubblica olandese e costruire fortezze quando risultava vantaggioso.
In breve la compagnia godeva di autorità giudiziaria, militare, amministrativa e legislativa
nell’oceano indiano, nel mare cinese meridionale e nel Pacifico. La VOC rappresentò una delle
primissime società nella storia del capitalismo.
Nella sua prima fase la Voc concentrò le sue energie nell’Indonesia, in particolare nell’isola di Giava.
Rispetto ai portoghesi non volevano una conversione culturale e miravano soltanto ad aumentare i
loro profitti. Il loro arrivo nel bacino Indiano fu ben accolto dai sultani che detestavano la presenza
portoghese. Nella loro seconda fase iniziarono a progettare un piano per togliere i portoghesi il loro
monopolio sulle spezie. La strategia ideata da Coen che gestiva la società fu questa:
Non tutti i dirigenti della Voc erano d’accordo con Coen ma alla fine la sua strategia fu vincente. La
Eic (compagnia inglese) soffrì molto di questa strategia tanto è vero che gli lasciò campo libero (a
partire dal 1612). Coen tentò di penetrare in India e in Persia nel 1620 e da questa data fino al 1630
costruiscono navi direttamente in India, inoltre fu fondata una capitale: Batavia. Visto il successo
della Voc, inglesi e portoghesi si mettono d’accordo per frenarne lo sviluppo nella sua fase di
espansione. Purtroppo gli olandesi erano aggressivi e la Eic e i portoghesi non poterono nulla. Il
trattato di Westminster pose termine alla prima anglo-olandese (1652-1654). Visto il clima gli inglesi
girarono al largo e cercarono posto altrove. Tra il 1630-1640 Batavia ebbe delle tensioni interne e fu
attaccata dal sultanto Agung, ma gli olandesi resistettero strenuamente consolidando la base. La
compagnia ottenne il controllo dell’aria di produzione delle spezie. L’operato di Cohen viene ripreso
dopo la sua morte da van Diemen, che per 9 anni continuò l’espansione della Voc e sostenne la guerra
contro i portoghesi dall’India fino a Malacca. In Indonesia, Van rafforzò il controllo sulle spezie,
sopratutto su noce moscata e chiodi di garofano. Nel 1635, Van decise di fare il grande passo:
scacciare i portoghesi e distruggere l’Estado dell’India. Per farlo doveva ottenere il controllo su
cannella e pepe conquistando Ceylon (1638-1658) e riuscire a conquistare Goa così da impedire il
traffico da questa verso Lisbona. Cosa succedette?
Gli olandesi prima si allearono con le popolazioni locali a Ceylon (i cingalesi) per scacciare i
portoghesi e offrirono molto di più per la cannella (e poi la vendettero il doppio in Europa) , in seguito
dopo che i portoghesi se ne andarono li sottomisero (furbi!). Una parte dei portoghesi coloni restò
sull’isola ma non pensavano più al Portogallo, conservarono il diritto di stare in quelle terre senza
dare disturbi (furono loro stessi ad aiutare gli olandesi contro i cingalesi tradendo in un certo senso il
Portogallo e arrivando a questo accordo con gli olandesi).
Per quanto riguardo Goa non riuscirono a conquistarla ma il blocco fu efficace per mare e i portoghesi
si spostarono su altre rotte (Cochin). Van Diemen organizzò anche una campagna in Malacca e in
Giappone. Malacca era uno dei punti strategici dell’Estado dell’India e fu conquistata dagli olandesi,
mentre il Giappone riuscì a tollerare la presenza degli olandesi con lo shogun (1641) perché non
imponevano la loro cultura mentre cacciò via tutti i portoghesi giustiziandoli. In questa fase 1621-
1642 la Voc divenne potentissima, la più potente entità commerciale al mondo.
Nelle Americhe invece gli olandesi crearono la WIC (la sottomarca della Voc) per conquistare e
rivendicare territori. In America settentrionale i principali rivali degli olandesi erano gli inglesi, che
si stavano insidiando in Virginia e nel New England. Nei Caraibili la Wic sitrovò in concorrenza con
la potenza in declino degli spagnoli e le nascenti pretese degli inglesi e dei francesi. Curacao divenne
il centro amministrativo della WIC. Nel resto del secolo l’isola divenne un importante centro di
smistamento degli schiavi. A completamento di queste vittorie, la Wic mirava anche a controllare
l’Africa occidentale e le stazioni schiavistiche dei portoghesi. Tuttavia la Wic non ebbe successo
nonostante ripetuti attacchi. I portoghesi grazie a Giovanni IV si armarono bene per contrastarla in
questa parte del globo, tra il 1647-1654 fu espulsa dal Brasile, Angola e Africa Occidentale. Inoltre
gli inglesi stanchi di loro iniziarono una campagna contro l’Olanda tra 1660-1670 (fu conquistata la
nuova Olanda e fondata New York). Dopo queste sconfitte la Wic sopravviveva ancora ma non fu
mai come prima.
Uno dei fattori principali del declino va ricercato nel cambiamento di alleanze e della rivoluzione
militare del 1600. Prima del 1667 Olanda e Francia erano alleate, dopo invece si allea con gli inglesi
per impedire ai francesi di espandere le proprie mire espansionistiche in Spagna.
Nella Voc aumentò la corruzione, diventò più difficile stabilire basi e costruire fortezze mantenendo
salda la posizione, cambia anche la domanda dei beni: le spezie non hanno più lo stesso valore di un
secolo fa subendo un calo in Europa. Questi prodotti diventarono meno interessanti. Invece gli inglesi
compresero le tendenze del mercato: tè e cotone chiedevano gli europei e le loro basi coloniali le
possedevano.
Gli inglesi a partire dal 1600
Per tutto il secolo iberico, agli inglesi e ai francesi toccavano le briciole: si dedicavano a depredare i
galeoni spagnoli di tanto in tanto che attraversavano l’Atlantico. Grazie ai regni di Giacomo I (1603-
1625) e Carlo I (1625-1649) iniziarono i presupposti per un impero d’oltremare (politica, economia,
società e religione nelle province del futuro nuovo impero). Gli inglesi si insediarono sopratutto in
Virginia e Massachusetts, inizialmente comprendeva due compagnie gemelle Plymouth e Londra.
Entrambe avevano operatività solo all’interno dei paralleli che gli erano propri.
Gli inglesi in queste terre iniziarono a coltivare tabacco la cui domanda cresceva e si arricchirono e
sdoganarono gli olandesi in America settentrionale. Nel 1700 gli inglesi possedevano ormai un
impero nel Nuovo Mondo che sarebbe prosperato fino alla rivoluzione americana. Venne sviluppato
un vantaggioso sistema di commercio noto come sistema “triangolare” o “quadrangolare”. Il pescato
e il legname del New England, il tabacco e il cotone delle colonie meridionali, lo zucchero, la melassa
e il rum delle isole dei Caraibi, gli schiavi dell’Africa Occidentale e i manufatti prodotti in Inghilterra.
Proprio come nel caso degli olandesi, il problema iniziale degli inglesi era trovare una strategia per
ottenere il controllo dei traffici in Oriente (non in America). Venne creata una compagnia al pari della
Voc nota come Eic ma inferiore dal punto di vista organizzativo e finanziario. Per renderci conto delle
dimensioni, dal 1602 al 1625 gli olandesi spedirono all’incirca un centinaia di navi mentre gli inglesi
qualche decina. Gli inglesi venivano screditati dagli olandesi che li dipingevano ai sultani dei luoghi
come pirati. Era chiaro che i maggiori profitti della compagnia londinese non sarebbero arrivati dal
mercato indonesiano. Gli inglesi dopo il massacro di Amboin, capirono che era meglio spostare le
rotte commerciali spostandosi tra il 1620 e il 1700 in India e in Persia. E fu un colpo di fortuna! Dopo
il 1700 il cotone fu più ricercato in Europa generando profitti. I tessuti di cotone indiani potevano
facilmente essere scambiati in Indonesia, e altrove con spezie e altri prodotti. L’India era stata uno
dei grandi obiettivi della compagnia fin da subito, gli inglesi crearono l’ diverse colonie. Dall’altra
parte gli inglesi si allearono con i persiani per scacciare i portoghesi da quelle terre. La Eic dopo la
vittoria ottenne la metà delle fortezze conquistate e il diritto al 50 % dei dazi doganali. Nel quadro
generale le attività mercantili della Eic rimasero piuttosto modeste rispetto a quelle dei portoghesi e
degli olandesi. Nel 1700 l’impero inglese nel mondo atlantico e nel bacino indiano aveva ormai solide
basi. Nonostante le sollevazioni politiche e sociali del XVII secolo, l’Inghilterra era pronta a diventare
la potenza imperiale predominante del 1700.
I Francesi
La sfida francese alla conquista di un impero oltremare cominciò con Francesco I (1515-1547). Nel
1524 finanziò la prima spedizione al comando di Giovanni Verrazzano per trovare un passaggio nord-
ovest. Giovanni arrivò nelle coste settentrionali ma non si spinse oltre soltanto segnalando al re la
presenza di terre ricche e sfruttabili ma il re era impegnato in Europa con le guerre continentali (fu
pure prigioniero di Carlo V il re Francesco). Più tardipartì la spedizione di Cartier raggiungendo
Terranova nel 1534 e acquistò pellicce dagli indiani delle tribù micmac. I tentativi del 500’ di trovare
un passaggio nord-ovest erano falliti per i francesi e inoltre non riuscirono a colonizzare il Canada
per vie del duro inverno. Andarono anche in Brasile tra il 1555 e il 1560, ma proprio nel 1560 furono
cacciati via dai portoghesi. Fu solo all’inizio del 1600 che i francesi si ripresero, sotto Enrico IV e
Luigi XIII ottennero un nuovo sostegno della monarchia. Ritornarono in Canada per sconfiggere gli
irochesi e uroni e cercare un passaggio per India e Cina. Tra il 1620 e il 1630 iniziarono le tensioni
con gli inglesi perché quelle tribù possedevano ottime pellicce e si contendevano il commercio.
Emulando le politiche imperiali dei suoi rivali, la Francia costruì un impero più redditizio dei suoi
predecessori. Principalmente quindi andarono in Canada e nei Caraibi , in quest’ultimo per il tabacco,
il cotone, commercio di schiavi neri, zucchero ecc. Nel 1763 le colonie caraibiche erano così
redditizie che preferirono concedere le terre canadesi piuttosto che queste dopo la guerra dei 7 anni.
Le ambizioni francesi riguardo al mercato asiatico risalgono ai regni di Luigi XII (1498-1515).
Tuttavia nel 1500 il principale intervento della marineria francese sulle tratte asiatiche fu costituito
da azioni di pirateria ai danni delle caracche portoghesi traboccanti di prodotti asiatici. Fu solo con la
fine delle guerre di religione e con l’inizio di Enrico IV che i tentativi francesi di rompere il
monopolio portoghese sul traffico delle spezie cominciarono a dare i primi frutti.
Nel novembre 1600 venne costituita la compagna dei mari d’Oriente ma questa compagnia fino
all’epoca di Colbert fu fallimentare e senza successo nonostante fosse appoggiata in termini finanziari
e materiali. Perché? Un certo Caron animato dal risentimento per la Voc cercherò di introdurli nel
commercio e di fare da mediatore. Ma i francesi in genere erano pessimi mercanti, gestivano male gli
affari e pagavano a un prezzo esorbitante prodotti poco ricercati che gli causavano debiti. I francesi
erano molto meglio nell’arte della guerra così pensarono di sbarazzarsi direttamente della Voc e di
gestire loro il monopolio commerciale una volta fuori. Tuttavia non poterono competere con la Voc,
con gli inglesi e con i portoghesi che erano militarmente messi bene via mare. Era un sogno utopico
pensare di poterli sconfiggere per mare. La flotta francese fu distrutta in Persia perché la corona
trascurava molto le spedizioni per mare, invece era molto più interessata alla guerra continentale. La
distruzione della squadra di Persia produsse un contraccolpo devastante alle ambizioni economiche e
politiche francesi dell’oceano indiano.
Dopo la morte di Colbert le spedizioni continuarono ma in genere i privilegi monopolistici della
compagnia furono sospesi.