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I FENICI

Fin dal III millennio A.C., sulla costa dell'attuale Libano, in una strettissima fascia compresa tra il
mare e le montagne, nacque il popolo dei Fenici. Le popolazioni che abitavano quelle terre erano
di lingua semitica e furono chiamati Fenici dai Greci. I Fenici venivano definiti il popolo rosso
perché gli fu dato il nome da PHOINX, che in greco voleva dire “porpora“, quindi, appunto popolo
rosso perché il mollusco da cui veniva ricavata la caratteristica tinta delle stoffe era rossa e
venivano esportate dalle popolazioni di tutto il bacino del Mediterraneo. Loro non aveva o
un’unità politica e amministrativa, infatti nei testi antichi ci si riferisce a loro come Cananei, dal
nome generico della terra che abitavano, Potevano anche essere chiamati Sidòni , dal nome di
Sidone , uno dei loro principali insediamenti. La frammentazione politica, come abbiamo detto
prima, è una delle caratteristiche più evidenti nel mondo fenicio: i Fenici vivevano in piccole città
stato indipendenti, governate da un sovrano questi non aveva potere assoluto, ma era assistito da
un consiglio e da un'assemblea, sui quali sappiamo pochissimo. Hiram di Tiro era appunto uno di
questi sovrani. Sappiamo che c'era una forte tra il potere regale e quello religioso, almeno in alcuni
casi, il sovrano può essere descritto come re sacerdote che amministra il culto del Dio della città. I
centri principali oltre a Sidone, erano Tiro, dove appunto veniva il sovrano di prima, Biblo e Bèrito,
dove oggi sorge la città di Beirut. Purtroppo non esistono dati archeologici che possiamo integrare
nelle informazioni documentarie , come ad esempio non conosciamo l'estensione e la precisa
conformazione urbanistica di questi centri, e non abbiamo neanche alcun dato sulla loro
consistenza demografica appunto sappiamo solo che si trattava di città costiere, con un entroterra
montuoso e poco adatto all'agricoltura, ma ricco di foreste di cedri, alberi ad alto fusto che
fornivano il legname necessario per la costruzione di resistenti imbarcazioni, che contribuirono
ispirare nel popolo fenicio per il commercio marittimo. Nel dodicesimo secolo a.C. dopo essere
state a lungo tributarie dell'Egitto, le civiltà Fenice conobbero una piena indipendenza con il
decretare della potenza egizia. I due secoli successivi furono il periodo più fiorente tra queste
piccole realtà che giunsero a dominare i traffici commerciali in tutto il Mediterraneo anche. se
successivamente la storia dei Fenici si intreccerà drammaticamente con l'espansione dell'impero
neoassiro prima e poi con quello neobabilonese , finendo per soccombere. La battaglia più
importante, con cui si ricorda la caduta Tiro nel 573 a.C., dopo un assedio ai babilonesi che si
protrasse per ben 13 anni. La città sacra a male quart, la principale tra le divinità Fenice, era in
effetti quasi inespugnabile, poi che sorgeva su un'isola distante circa mezzo chilometro dalla costa.
I grandi imperi mesopotamici, comunque, si limitarono ad esigere tributi e imporre funzionari che
controllassero le operato delle Città-stato. Non era loro interesse procreare a una conquista
militare che avrebbe potuto pregiudicare la lucrosa attività commerciale dei Fenici. Nella storia i
Fenici, hanno un posto privilegiato perché si ricordano come incredibili navigatori e commercianti.
Questa definizione si spiega con la situazione geografica dei territori in cui si trovavano a vivere,
cioè zone adattissime a fare da collegamento tra Oriente e occidente ma sostanzialmente prive di
spazi per praticare attività agricole, si esclude anche la coltivazione di alberi da frutto e altre
culture e colture specializzate. Il commercio riguardava l'esportazione di prodotti artigianali creati
Nelle botteghe Fenice , come bronzi avori, tessuti imporpora , come avevamo visto un altro nome
per definire i fenici era appunto il popolo rosso, ma producevano anche vetri di elaboratissima
fattura , perle e gioielli. Anche legname ricavato dalle foreste di cedro era molto importante per le
esportazioni Fenice. Le importazioni riguardavano invece le materie prime, come il rame stagno
argento e ferro. I finisci come dicevamo prima si ricordano per essere dei fantastici navigatori e
commercianti ma, anche dei pirati. Le navi Fenice solcarono per secoli il Mediterraneo, da Cipro
alla Sicilia e alla Sardegna, dalle coste africane alla Spagna. Tra il 1100 El 800 a.C. Cerca, i fenici
agirono in regime di sostanziale monopolio e durante questo periodo acquisirono una grande
fama, anche.se non sempre accompagnato da amministrazione. Omero, nell odissea, ne parla
come dei “navigatori famosi , furfanti, che portano cianfrusaglie infiniti sulla nave nera”. dall'altra
parte non bisogna dimenticare come quell’epoca fosse sei diffusa la pirateria , un fenomeno
molto distinguibile dalla normale attività commerciale appunto. Come dicevamo prima i Fenici
avevano una grande competenza Marina sia dal punto di vista della pirateria, sia dal punto di vista
del commercio. Nell andare per mare, i fenici furono favoriti dal loro eccezionale competenza
Marina che ne fece degli alleati preziosi per la costruzione e la manutenzione di flotte da guerra,
così come li rese veri precursori nell esplorazione di rotte sconosciute: marinai Fenici giunsero fino
alle isole britanniche. Nel campo della marineria, va segnalata la loro capacità di tenere la
rottaanche.se di notte grazie alla conoscenza approfondita della posizione delle stelle : i Fenici
furono i primi, ad esempio, a saper sfruttare come punto di riferimento la stella polare, che per
questo ora era chiamata nell'antichità stella fenicia appunto. I fenici grazie alla competenza
Marina riuscirono a formare nuove colonie. Nei primi secoli delle loro frequentazioni nelle coste
mediterranee, i fenici si limitarono a servirsi di scali dotati di attrezzature per le navi generalmente
organizzati intorno a un santuario luogo dove si svolgevano anche le transazioni commerciali e
quando necessario si stoccavano le merci una fase avanzata della loro espansione commerciale,
però , a partire dal incirca dal nono secolo a.C. , i Fenici presero a fondare delle vere e proprie
colonie. La più famosa tra queste fondazioni, destinata a un ruolo di grandissimo rilievo nel
Mediterraneo, fu Cartagine, “città nuova” in fenicio, sorta nell 814 a.C. sulle coste dell'africa
nell’attuale Tunisia per iniziativa di coloni giunti da Tiro. Un'altra colonia fenicia , sorta nel
territorio siciliano, fu panormos, cioè in fenicio voleva dire Palermo. Ai finisci è attribuita anche
l'invenzione dell'alfabeto, vale a dire di quel sistema di scrittura estremamente semplificato basato
sulla corrispondenza tra segni e suoni che giunse a comprendere solo 22 lettere dalla quale i greci
tra scrissero, con qualche modifica, il loro alfabeto. Questa e un iscrizione fenicia, viene chiamata
stele di Nora, circa tra il nono e l'ottavo secolo A.C. La storia dell’invenzione dell'alfabeto è molto
complessa e si sonda per gran parte del secondo millennio a.C, coinvolgendo un po’ tutto il Medio
Oriente : dopo aver conosciuto un primo tentativo con 30 segni del cosiddetto alfabeto di ugarit,
una città a nord della fenicia , una vera e propria scrittura alfabetica che si sviluppò effetivamente
nelle città-stato Fenice, in particolare a Biblo : il processo e da ritenersi concluso intorno alla fine
del dodicesimo secolo a.C. Molti passaggi rimangono però ancora da chiarire, Sante una
documentazione molto carente; Così non è del tutto ovvio che lo scopo iniziale dell’invenzione
fosse la necessità di facilitare più le registrazioni commerciali ma appunto esistono numerose
ipotesi alternative, tra cui quella di un possibile legame tra prime sequenze alfabetiche e
registrazioni di tipo astronomico.

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