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Storia Moderna

Monday, 13 September 2021

La storia moderna inizia con la scoperta dell’America (1492) e termina per convenzione
con il congresso di Vienna (1815) o con la rivoluzione francese (1789). Si chiama moderna
perché ha gettato le basi della società che viviamo oggi.

Globalizzazione e interazioni tra stati

In questo periodo comincia ad esserci quella che gli storici chiamano “prima
globalizzazione” [introdotto nei dizionari nel 1951, dagli anni 80 diventa di uso con il
signi cato che conosciamo oggi].

William Nester—> “la globalizzazione è inevitabile ed è iniziato oltre 500 anni fa”

A causa della globalizzazione è impossibile studiare uno stato in relazione solo a se


stesso, ma bisogna studiarlo nei rapporti con gli altri (non si può essere eurocentristi).

L’Europa va provincializzata e inserita nel mondo:

Per farlo vanno considerate le sue interazioni, che possono essere di 4 forme

1- Scambi commerciali

2-Flussi migratori (Legali e coatti)

3-interazioni biologiche (epidemie, malattie…)

4-Trasferimenti di conoscenze

1421: secondo Menzies la Cina scopre le Americhe

Fatto basato su fonti false ma comunque verosimile (la Cina possedeva 255 navi e aveva
già fatto 7 spedizioni navali).

Questo ci fa comprendere come non ci sia un inizio preciso della storia moderna che
valga per tutti. Sicuramente però la modernità è caratterizzata dal progresso e va
considerata nel lungo periodo.

La Cina

Parker pag. 48

Già nel 1300 ci sono rapporti commerciali molto sviluppati nel mondo. L’oceano Indiano è
il polo principale dove commerciano arabi, cinesi e giapponesi, ma l’Europa non ci arriva
via mare no a Vasco da Gama. Inoltre anche le 10 città più popolose dell’epoca sono
collocate principalmente in Asia con l’eccezione di Parigi. L’Asia era difatti una zona ricca
di risorse che favoriva un grande sviluppo. Per questi motivi la Cina è no alla ne del
1700 la potenza mondiale. La muraglia cinese ne è esempio ma dimostra anche una delle
sue debolezze: le incursioni ai con ni. La potenza della Cina risiede principalmente nelle
risorse (ne dispone in grande numero senza bisogno del commercio con l’Europa) e nel
controllo militare del territorio

Pechino era la città proibita e aveva una grande rete di canali navigabili che dimostrano
grandi conoscenze navali e sviluppo tecnologico a favore dell’agricoltura (1400—>25
milioni di ettari 1850—> 80 milioni di ettari). La Cina ha poi manufatti come le ceramiche
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e tecniche come la produzione della seta che nascono lì e poi vengono imitate e
importate in tutto il mondo.

Le due grandi dinastie a regnare la Cina sono la Ming (1368-1644) e la Qing [Ch’ing]
(1644-1911).

Nelle prime metà del 1400 l’Europa non rientra nemmeno nei rapporti internazionali con la
Cina.

“Cina” [regno di mezzo tra terra e cielo con l’imperatore come mediatore]

Da questa de nizione si evince che il dittatore avesse potere quasi assoluto, inoltre il suo
colore, il giallo, rappresenta l’armonia e l’equilibrio di cui è responsabile.

Matteo Ricci

Nel 1601 il primo europeo entra a Pechino: Matteo Ricci [gesuita (missione di
evangelizzare il mondo), matematico e parla il cinese]

Si stupisce del fatto che la Cina si sia sviluppata da sola (autosu ciente) e che l’Europa
per svilupparsi abbia dovuto avere contatti con gli altri. Matteo Ricci porta poi la
matematica e la geogra a in Cina traducendola. Studia anche il confucianesimo
diventandone ammiratore e causando tensioni tra lui e la Chiesa. I gesuiti vanno poi a
tradurre i testi confuciani in latino e i testi religiosi in mandarino. Ricci è anche un
importante geografo e insieme a un collega cinese realizzato l’atlante del mondo su sei
pannelli oltre ad essere la prima mappa cinese dove compaiono anche le Americhe. La
Cina viene posta al centro della mappa, poiché l’imperatore se ne era lamentato con
Ricci.

[Le mappe sono un prodotto culturale—> non esistono carte geogra che oggettive. La
cartogra a inoltre non è solo europea ma comune in tutto il mondo.]

Martino Martini [gesuita, geografo, cartografo, storico, sinologo] anche lui realizza un
atlante.

Fenomeno dell’INCULTURAZIONE [l'assimilazione della cultura del gruppo


d'appartenenza durante il processo di socializzazione dell'individuo]

Tuesday, 14 September 2021

Lettera dalla Cina di Jean-Denis Attiret

Jean-Denis Attiret [gesuita], scrive una lettera dalla Cina. Riesce di entrare a far parte
della corte dell’imperatore dopo 20-30 anni in Cina e ne fa parte solo grazie alle sue doti
pittoriche. Dalla lettera si evince come la gura dell’imperatore sia quasi sacrale e come le
persone che lo circondano siano solo mogli, e eunuchi. L’imperatore inoltre si crede il
sovrano del mondo considerando tutti gli stranieri inferiori (visione uguale ma ai poli
opposti degli europei). Per un cinese incontrare l’imperatore è la massima ricompensa,
ma Attiret so re presso la corte cinese per le condizioni di lavoro dure. (—> l’incontro con
nuove culture è di cile anche per chi è stato preparato) Il gesuita vorrebbe tornare in
Europa e si sente anche poco ripagato (in quanto per l’imperatore poter lavorare per lui è
già la migliore delle paghe). Non gli viene concesso di dipingere nulla di gusto europeo
(ad eccezione del ritratto della moglie e del fratello dell’imperatore), è costretto a
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realizzare opere con tecniche cinesi e commissionate dall’imperatore dando vita a delle
contaminazioni—> crea degli acquarelli mettendoci però degli aspetti europei generando
grande ispirazione per altri pittori cinesi.

La burocrazia

L’apparato burocratico cinese è molto sviluppato e gestito dai “mandarini” (gerarchia con
9 ranghi) [il nome deriva dai portoghesi e da un errore nella comprensione della
pronuncia]. Il sistema burocratico è meritocratico e ci si prepara n da bambini.

Confucio andava conosciuto alla perfezione e i suoi aforismi, che insegnavano valori
come la lotta alla corruzione, l’essere studiosi, la giustizia e la correttezza.

Il commercio navale in Cina

L’impero Ming è quello delle esplorazioni e dei commerci (7 spedizioni navali)

In alcune fasi però la Cina proibisce il commercio marittimo come ad esempio nel 1656
con l’imperatore Shunzi. Questo a causa di vari fattori come la pirateria giapponese e la
di denza del confucianesimo nei confronti del commercio, che esaltava l’agricoltura

Nel 1685 si ha una riapertura controllata —> le compagnie straniere si possono avvicinare
alla Cina solo in due basi commerciali decise dalla Cina.

Queste sono:

• Macau [Delta del ume delle perle], data ai portoghesi, e rimasta base dal 1552 no al
1887 e dal 1887 al 1999 colonia portoghese.

• Canton, dove non possono imparare il cinese (ci sono solo interpreti scelti dalla Cina)

Macao è in una posizione strategica molto vantaggiosa per i portoghesi, è vantaggiosa


anche per quanto riguarda l’argento (unica risorsa ad interessare ai cinesi). Si crea una
nuova rotta, ideata da un frate, che permette di andare da Acapulco (Messico) alle
lippine [Rotta Acapulco-Manila-Macao]. La Cina acquista l’argento anche dal Giappone
(soprattutto Nagasaki).

Macao: cominciano ad esserci i meticciati portoghesi, con i portoghesi che sposano le


donne Tanka/giapponesi/tailandesi/schiave ma non Manciù.

Ne nasce una nuova lingua “patuà” (lingua patrimonio UNESCO, in quanto in estinzione) e
una nuova società —> i Macanesi.

Da Canton non si può uscire e non si possono introdurre armi da fuoco o tabacco
(successivamente neanche l’oppio). Qui commerciano Inghilterra, Francia, Olanda,
Svezia, Danimarca e successivamente anche gli Stati Uniti.

Canton viene chiamata anche il “golden ghetto”.

Lo sviluppo dei commerci fa nascere anche fenomeni migratori dalla Cina verso le
Filippine (spagnole), le coste, il Vietnam e la Thailandia. L’emigrazione è solo maschile e
da vita a società multietniche Cinesi- lippini che si vanno a perdere con l’assimilazione.

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L’espansione territoriale e i problemi con le altre culture

La Cina con la dinastia Qing si espande moltissimo creando anche problemi per gli Zar
con la Russia che conquista la Siberia. La grande espansione cinese comporta
l’annessione di territori culturalmente e linguisticamente molto di erenti. La Cina decide
di non consentire i matrimoni misti in quanto si crede che questi matrimoni mettano a
rischio i con ni e la ducia nel governo centrale. In altri casi si hanno veri e propri stermini
considerati legittimi dal governo, come nel caso dei mongoli Dzungari, ovvero un’etnia
dalle grandi abilità militari in grado di creare incursioni in territorio cinese —> genocidio
(1750).

Al giorno d’oggi sono riconosciuti 56 gruppi etnici all’interno della Cina e sono ancora
molto di erenziati dai cinesi a cause dei matrimoni interenici proibiti.

Una cultura si esprime anche attraverso il taglio dei capelli, che può rappresentare
appartenenza a gruppi etnici, politici, sociali o religiosi diversi. Le varie dinastie cinesi
adottano capigliature diverse no ad arrivare al taglio successivo alla rivoluzione cinese
del 1912 dove il taglio diventa europeo (i più reazionari tengono il taglio precedente,
rischiando la vita).

Cosa hanno da offrire gli europei alla Cina?

Gli europei hanno da o rire l’argento, e si genera un vero e proprio commercio globale
con la compravendita di argento che aumenta esponenzialmente dopo la scoperta della
rotta diretta da Acapulco.

Si sviluppa anche il commercio del carminio (tintura rossa derivata dalla cocciniglia) che i
cinesi usano per colorare tessuti, tappeti e porcellane. Questo colore era utilizzato dagli
Aztechi e viene commercializzato a partire dalle colonie spagnole

Il fenomeno del tè

La Cina ha da o rire il tè [de nita la “pianta di civiltà globali”].

I mercanti olandesi provano ad importarlo, seguiti dai francesi i quali non lo amano. In ne
arrivano i portoghesi che lo vendono all’Inghilterra dove diventa molto popolare. La corte
reale ne consuma molto e presto diventa la bevanda anche della nobiltà e dell’alta
borghesia. Già nel 1663 Edmund Waller dedica al tè una poesia dove viene de nito
l’amico delle muse e quindi la fonte ispiratrice della poesia. Insieme al tè viene importata
la ceramica per berlo (tazzina senza manico) e l’alta borghesia si fa ritrarre mentre beve il
tè nei manufatti cinesi i quali diventano un vero e proprio status symbol. Di conseguenza
la produzione agraria viene intensi cata con un sostanziale impatto ambientale, con
grandi zone modi cate e adibite a coltivazione.

“Transculturazione” [—> processo di trasmissione di forme e pratiche culturali e loro


adattamento nel contesto di arrivo]

In Cina il tè era bevuto in momenti di spiritualità e veniva consumato per la depurazione,


in Europa si perde questo signi cato. Nel 1625 l’Inghilterra assume il monopolio della
rivendita del tè alle colonie portando al Tea Party di Boston nel 1773 quando 45 tonnellate
di tè furono rovesciate in mare.

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Wednesday, 15 September 2021

La porcellana

Qualunque palazzo o corte dell’epoca presentava grandi collezioni di porcellana. Nasce la


“chinoiserie” nel ‘700 con la moda e l’arte cinese che comincia ad in uenzare
signi cativamente l’arte europea —> la storia dell’arte europea coincide anche con i vari
boom dei consumi. La richiesta di porcellana è tale in Europa che gli olandesi cominciano
ad imitare gli originali —> a Delft nel 1940 si passa da 10 a 28 laboratori di ceramica in
pochissimo tempo. L’organizzazione economica e produttiva dell’Olanda muta
completamente con intere aree che si dedicano all’imitazione della porcellana in modo da
fornire più porcellana anche a chi non si poteva permettere quella originale. Anche in Cina
si matura un mercato che cerca di rispondere ai gusti degli europei, ispirandosi all’arte del
vecchio continente. Gli artigiani cinesi si adattano —> piatto ispirato a Rubens con il
cristo, mira solo al mercato europeo, come anche le statuette del governatore olandese e
sua moglie.

Che pensiero avevano gli europei dei cinesi?

Che idee avevano gli europei dei cinesi? La Cina era molto idealizzata e si sapeva poco,
autori come Montesquieu (Cina come stato dispotico), Voltaire (la storia del mondo inizia
in Cina), Rousseau (i cinesi sono tutti corrotti) ne danno visioni senza mai averla visitata.
Come fonti questi autori prendono i testi dei gesuiti ma non fonti dirette in cinese.

Il tabacco e l’oppio

Il tabacco veniva prodotto nelle Americhe dai nativi, gli spagnoli imparano a lavorarne le
piante e le colonie inglesi (Virginia) ne diventano grandi produttori. Già a metà 1500 la
Cina inizia a coltivare piante di tabacco. Il tabacco comincia a di ondersi in Cina non solo
tra l’aristocrazia ma tra tutti, donne comprese. In Inghilterra e poi nel mondo nascono gli
smoking club. Si inizia a ragionare anche a livello medico sul tabacco per capire se ha
risvolti positivi o negativi sulla salute. La Cina decide di proibirlo e gli europei
commercializzano un’alternativa —> l’oppio e la miscela tabacco-oppio. Questi commerci
sono vietati in Cina, la quale non riesce però a fermare le importazioni illegali, prima di
olandesi e portoghesi, poi di inglesi. La Cina è veramente innondata dall’oppio (prodotto
in India) —> 1839: 20.000 casse di oppio bruciate —> questa è la prima causa della
prima guerra dell’oppio contro l’Inghilterra del 1839-1842. La Cina cede subito in quanto
non riesce a sostenere dal punto di vista navale le otte europee e americane. Questo
porta al trattato “ineguale” del 1842 dove gli europei chiedono il commercio libero in
almeno 5 porti, Nanchino e l’apprendimento libero del cinese. Prima i mediatori erano
scelti dal governo cinese, ora si ha un commercio più snello e libero. Con la prima guerra
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dell’oppio Hong Kong (prima villaggio di pescatori ma in grande posizione strategica),
diventa colonia inglese, la loro indipendenza arriva solo nel 1997 quando entra nella RPC.

1856-1860: Seconda guerra dell’oppio. La Cina perde di nuovo e ora gli stranieri
guadagnano libertà di movimento in territorio cinese, oltre alla rappresentanza
diplomatica a Pechino. La Cina deve anche concedere la libertà ai missionari cristiani —>
la Cina si deve aprire all’evangelizzazione, da questi anni nascono comunità protestanti in
Cina. A ne ‘800 un cinese su dieci è oppiomane, nel 1906 viene reintrodotto il divieto
sull’oppio ma ora oltre al contrabbando dall’estero si aggiungono le piantagioni illegali.

L’India dei Mughal

Parker pag. 65

L’impero Mughal (1526-1707) è uno dei tre imperi conosciuti come “Gunpowder Empires”
insieme all’impero ottomano e l’impero safavide (Iran). L’impero è di etnia musulmana-
sunnita malgrado la popolazione indiana sia di maggioranza indù. Il primo imperatore è
Babur che si era fatto strada dall’Afghanistan no all’India. Con Akbar e Aurangzeb si
arriva alla massima espansione che porta al controllo quasi totale dell’India ad eccezione
della parte portoghese. Akbar il Grande porta avanti una grande espansione territoriale e
favorisce l’introduzione sul territorio indiano di migrazioni islamiche —> parziale
islamizzazione del territorio. Con Akbar si ha una relativa tolleranza, con una politica di
integrazione simile a quella romana, ovvero con i matrimoni tra musulmani e élite locali e
senza tassazioni sulle popolazioni di etnie diverse, persino sciite. Questa fase può essere
chiamata prima islamizzazione, con la seconda islamizzazione subentra un grande
fondamentalismo. Il Taj Mahal è già un espressione di intolleranza (1592-1666).
Aurangzeb impone l’intolleranza, la tassa sui non musulmani e le conversioni coatte. Tutto
questo porta a un declino dell’India nel 1700, date le guerre e la compromissione dei
rapporti commerciali.

Le risorse indiane

L’India è ricca di risorse come spezie, cotone, pepe, sete, schiavi, avorio, oro, porcellane
e carta oltre a indaco [l’indaco è di origine vegetale e molto richiesto (colore associato alla
madonna e agli imperatori). Con la scoperta dei colori sintetici parti del territorio indiano
vanno in crisi in quanto si basavano esclusivamente sulla produzione dell’indaco], tessuti,
zucchero, oppio e tè ( ne ‘700). Inoltre l’India si prestava allo sviluppo intensivo
dell’agricoltura, che in Europa era richiesto. Anche la moda indiana diventa molto
importante in Europa, per i tessuti colorati di cili da imitare oltre che economici. Ad un
certo punto si arriva al divieto dell’importazione di questi tessuti (l’importazione causava
danni al commercio inglese e francese)

L’arrivo degli europei nell’oceano indiano

Nel 1498 Vasco da Gama è il primo europeo ad arrivare nell’oceano indiano con 3 navi
esploratrici. Seguirà una seconda spedizione con 21 navi da guerra per il controllo del
commercio, rompendo gli equilibri commerciali che si erano instaurati prima.

(Spedizione di Cabral —> bombardamento di 2 basi commerciali

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Vasco da Gama —> intercetta una nave di civili in ritorno da La Mecca e la a onda.).
Nella mitologia nazionale portoghese Vasco da Gama è un eroe. In realtà deve molto ai
suoi predecessori e all’aiuto dei mercanti arabi che peraltro usavano bussole genovesi. I
sovrani indù locali non si sorprendono dell’arrivo dei portoghesi tanto che Da Gama deve
aspettare moltissimo prima di essere ricevuto. Da Gama viene aiutato da Malindi (Kenya)
e Mombasa.

La nuova via commerciale

All’arrivo dei portoghesi in India saltano gli equilibri commerciali —> nuovi rapporti di
forza con i portoghesi che si impongono con le armi —> nasce la via delle spezie.

Si inizia con il commercio delle spezie: 10-15mila quintali all’anno di pepe verso l’Europa
e 40-50mila quintali di spezie varie (noce moscata, zenzero, chiodi di garofano, cannella).

Queste spezie venivano utilizzate principalmente per la farmaceutica e, in secondo piano,


per l’ambito culinario.

I portoghesi visti dai mercanti arabi

I mercanti arabi riportano una visione negativa dei portoghesi. In particolare ci sono
comportamenti portoghesi come la modalità di urinare, i riti religiosi e le espressioni che
infastidiscono molto gli abitanti indiani. I mercanti inoltre ne disprezzano l’iconogra a
delle statue e dei croci ssi —> per la religione musulmana difatti è vietato rappresentare
le gure umane (Maometto compreso). I portoghesi venivano chiamati Franchi, termine
che resta nel linguaggio arabo per indicare gli europei ancora dall’epoca delle crociate.
Una zona del Portogallo è a prevalenza di occhi azzurri e probabilmente anche una parte
dell’equipaggio di Da Gama lo era e questo cattura l’attenzione degli arabi. Gli arabi
disprezzano anche il tentativo dell’evangelizzazione di massa (soprattutto con i
francescani). Gli arabi vedono i portoghesi come impostori, che si ngevano mercanti ma
in realtà erano solo in cerca di territorio.

Monday, 20 September 2021

L’Estado da India

1510-1961 —> prima colonia europea in Asia (in India), con capitale GOA. In questo
territorio valgono le leggi portoghesi oltre che la religione. La popolazione del luogo si
ritrova quindi obbligata alla conversione. 1560—> introdotto il Tribunale dell’inquisizione
portoghese [più severo di quello di Roma, con un controllo sulla veridicità delle
conversioni degli indiani]. Non viene importato solo questo, si ha anche l’architettura
europea che si mescola con quella locale. Solo nel 1961 l’India si riprende il controllo
sull’Estado da India.

Oltre agli insediamenti portoghesi si ha il Malabar olandese (e molte altri basi commerciali
sempre olandesi) e diverse basi commerciali francesi. Per no i danesi arrivano ad
instaurare una base seppur per poco tempo. Le basi inglesi sono spesso anche forti cate
per difendersi dagli attacchi via mare delle compagnie di altri stati e dei pirati.

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British East India Company

1600-1858 —> ha un suo esercito privato oltre che diritti di conio della moneta (grande
potenza economica, militare e in uenza politica).

L’Inghilterra riesce piano piano a conquistarsi il controllo territoriale dell’India grazie alla
grande instabilità dovuta all’intolleranza religiosa dei Mughal. Dal 1858 l’India è una
colonia UK, no al 1947 quando nasce lo stato d’India e di Pakistan. L’anno dopo Ghandi
(esponente per l’attivismo dell’indipendenza indiana e pakistana) viene ucciso da un
radicale Hindu anti pakistano e anti indiano.

Testimonianza di medici veneziani

Nicolò Manuzzi [medico veneziano, raccoglie la sua esperienza indiana in un libro,


custodito alla bibliothéque nationale]. La sua opera è a bene cio di: viaggiatori, mercanti
e missionari (ovvero le tre categorie di persone che si spostavano all’epoca). Viveva come
medico presso la corte Mughul, con un grande riconoscimento economico.

Angelo Legrenzi [medico veneziano]. Conosce Nicolò Manuzzi in quanto uno dei medici
più retribuiti in India, lui però viaggia in Asia per curiosità verso quei territori con la volontà
di rientrare a Venezia dopo poco tempo.

Entrambi esprimono opinioni verso la vita indiana. Nessuno dei due ama la vita limitante
della corte anche per questioni culturali (cattolici in una corte musulmana). Legrenzi non
vuole difatti incatenare la sua libertà e ha una mentalità piuttosto chiusa, non
riconoscendo la religione musulmana. Manuzzi crede che la vita di corte non sia buona
per l’anima, soprattutto per la vita di tentazioni —> libertà sessuali (c’erano molte
concubine del regnante oltre alla possibilità di avere più mogli), lo trova detrimentale per
l’anima anche per la mancanza di cerimonie cattoliche. Dei due Legrenzi è sicuramente il
più intollerante, Manuzzi è insoddisfatto invece di non poter praticare liberamente la
religione cattolica ma non critica la cultura Hindu e musulmana.

I mercati internazionali

I mercanti si inserivano nel contesto Internazionale attraverso le compagnie, in quanto era


un business molto rischioso e costoso. Lo stato aveva una parte attiva nell’operato delle
compagnie. Lo stato era difatti socio delle compagnie e ne autorizzava le partenze. Le
compagnie mercantili arrivano ad essere talmente importanti sul mercato nanziario che
diventano quotate in borsa, prima a Londra poi anche a New York. La loro importanza è
tale che lo stato gli cede anche alcuni diritti come il conio della moneta, monopoli
commerciali, agevolazioni scali, difesa armata (sfocia in veri e propri scontri navali), diritti
di guerra, amministrazione della giustizia, conquista territoriale in nome del re, i mercanti
diventano rappresentanti diplomatici dello stato.

Moltissimi stati provano l’esperienza coloniale ma le compagnie più importanti sono


quelle inglesi e olandesi e, poco dietro, quella francese.

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Compagnia olandese delle Indie orientali (VOC)

Nasce nel 1602 e termina nel 1800 con lo sfondo del calvinismo che incita il successo
economico e quindi spinge per l’investimento in queste spedizioni. Lettera di un socio
della compagnia: “non si può far commercio senza guerra, né guerra senza commercio”.
Nella lettera difatti dice che per commerciare nelle zone orientali è fondamentale armare
le navi. Attraverso gli scontri navali difatti gli olandesi riescono ad imporsi sui portoghesi e
conquistare territori importanti come l’Indonesia, che viene colonizzata militarmente
(1619-1942). La VOC conquista anche il controllo di Città del Capo (di lingua afrikaans)

—> grande posizione strategica per il controllo del passaggio in Asia. Il predominio
termina nel 1795 quando l’Inghilterra si impone con il monopolio delle spezie.

Quando gli olandesi arrivano nelle zone dell’Indonesia, impongono il lavoro coatto
(costretto) delle popolazioni locali, guadagnando un controllo totale sulla produzione, dal
seme alla pianta. A Giacarta (capitale Indonesia) ad esempio si produce lo zucchero di
canna attraverso il lavoro coatto e per no il reticolato urbano viene modi cato per
facilitare la produzione e il carico scarico merci. La noce di cocco viene introdotta nel
mercato come utensile in Europa. Ogni compagnia ha poi una base in Europa dove
venivano depositate e conservate le merci importate prima di essere distribuite. Gli
olandesi arrivano anche in Giappone (secondi rispetto ai portoghesi, i quali vengono però
cacciati lasciando solo gli olandesi in rapporto con loro).

I primi problemi di diritto internazionale

I mari diventano molto a ollati e tra gli europei in Asia sorge una domanda: di chi è il
mare? Mentre per la terra ferma il modus operandi è chiaro (il primo arrivato assume
legittimità su un territorio), per il mare la questione è più complessa e ci si pone un
problema giuridico alle basi del diritto internazionale. Ci sono due scuole di pensiero: una
è che il mare è libero e su di esso ci si può muovere e commerciare liberamente come
diritto naturale (—> pensiero anche di Grozio [giurista olandese pagato dalla VOC, padre
del diritto internazionale, crede nel “Mare liberum”]). Per I cinesi invece il mare doveva
essere chiuso e cercano di estendere la sovranità sui mari.

Tuesday, 21 September 2021

Nel 1625 Grozio scrive un altro trattato di grande importanza per il diritto internazionale:
“De Jure belli ac pacis” —> come risolvere i con itti nei rapporti internazionali.

• Strumento della giustizia

• Strumento della diplomazia

• Convenzioni, trattati

Per questo Grozio è considerato un paci sta nonostante si ponga anche il problema della
guerra —> considera la possibilità di una guerra giusta e legittima.

Con lo sviluppo dei mercati globali si cominciano anche le importazioni verso l’Europa di
animali esotici come rinoceronti, pappagalli e scimmie. Questi venivano portati nel
vecchio continente non solo per motivi commerciali ma anche per motivi di studi
scienti ci. Arrivano in Europa anche elefanti indiani con impatto sulla cultura europea, a
livello di pittura ma non solo (Ra aello; Palazzo Apostolico).

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Il Giappone

Struttura istituzionale

Al vertice si trova l’imperatore che conferisce agli shogun (shogunati) dominio politico e
militare su un territorio, con un sistema che assomiglia a quello feudale. Lo shogunato più
grande è quello dei Tokugawa (1603-1868), questo dominio supera di grandezza quello
dell’imperatore che è debole in questa fase denominata Edo, ovvero il nome antico di
Tokyo (città dove lo shogunato spostò la corte).

I portoghesi in Giappone

1543 I portoghesi arrivano in Giappone con una nave cinese. A bordo si trovano mercanti
e missionari che trasportano argento, armi, tabacco e lenti da vista. Gli europei invece si
portano indietro prodotti di lusso ma anche schiave.

1603 a Nagasaki viene pubblicato un vocabolario dal nipponico al lusitano (da


giapponese a portoghese) —> 32.000 parole tradotte dai gesuiti.

Grazie ai portoghesi il Giappone sviluppa una nuova cultura militare, con i fucili a polvere
da sparo.

Il commercio marittimo

Lo shogun controllava il commercio marittimo e dava un “sigillo rosso” come permesso


ad accedere al mare giapponese. Tra i mercanti in possesso di questo sigillo si trovano
giapponesi ma anche molti europei e cinesi (per via dell’argento). Nel periodo 1604-1634
si trovano 350 navi dal sigillo rosso in attività.

Nel 1639 il commercio marittimo viene vietato a causa dei problemi con i pirati. Dal 1639
al 1854 il Giappone si chiude completamente all’Occidente, in quanto ritenevano che la
Spagna si fosse comportata in modo scorretto —> con itto con gli spagnoli, per quanto
riguarda i portoghesi non è amata la presenza dei gesuiti. Rimangono però i rapporti con i
mercanti olandesi (protestanti) che hanno però accesso solo a una base mercantile.

I rapporti Giappone-Occidente

1635 viene emesso un editto:

• Divieto di rientro dei giapponesi all’estero

• Divieto di emigrazione ( no al 1868)

• Espulsione di donne che con relazioni con olandesi (possono stare solo a Deshima)

• Espulsione dei missionari (gesuiti, francescani, domenicani)

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Nella baia di Nagasaki si crea un’isola arti ciale chiamata Deshima, destinata al
commercio degli olandesi, che non potevano muoversi dall’isola.

Si ha una circolazione dei saperi con gli olandesi che esportano alcune loro abitudini e a
loro volta esportano le conoscenze botaniche giapponesi.

1720 il Giappone rimuove l’abolizione dell’importazione di opere occidentali ma lascia il


divieto sulle opere cristiane. I giapponesi aumentano parecchio le loro conoscenze in
campo medico grazie ai libri di produzione olandese.

Kusumoto Ine [primo medico di medicina occidentale giapponese, glia meticciata, di un


tedesco e di una giapponese. Il padre botanico viene espulso dal Giappone ma continua
a nanziare gli studi della glia].

L’evangelizzazione e le sue conseguenze

In Giappone si assiste ad un’evangelizzazione sradicata, caratterizzata da espulsioni e


persecuzioni. I gesuiti (tra cui Francesco Saverio) e i frati francescani e domenicani
riescono a convertire 250.000 giapponesi tra scintoisti e buddisti. Tutto questo non crea
problemi nché non si iniziano a convertire i samurai (élite militare) e alcuni membri delle
corti shogunate. Climax crescente:

• 1587 - espulsione dei gesuiti

• 1597 - editto di espulsione

• 1614 - cristianesimo proibito per nobili e samurai

—> iniziano le persecuzioni verso missionari e giapponesi convertiti

• 1624: rottura dei rapporti diplomatici con la Spagna

• 1639: interruzione dei rapporti commerciali

1637-1638: massacro di Shimabara —> rivolta contadina e di samurai convertiti contro


l’aumento delle tasse e delle norme anticristiane —> risolta nel sangue

I giapponesi convertiti sono quindi in fuga: molti scappano nelle lippine spagnole.

In Giappone non si aveva un tribunale dell’inquisizione, le autorità giravano per i paesi e


chiedevano ai cittadini di sputare o pestare tavolette con simboli cristiani.

I cristiani venivano puniti con la croci ssione —> 1622 “Il grande martirio”: rogo,
croci ssioni e decapitazioni di frati rimasti nelle isole giapponesi.

Nel 1640 i portoghesi cercano di riallacciare i rapporti con una delegazione di 74 persone

—> condannati a morte (61 decapitati), alternativa: abiurare. Ci sono anche esempi di
diplomatici samurai giapponesi convertiti. Si converte durante il suo viaggio in Europa ma
ripudia la conversione e si salva la vita.

USA vs Giappone

Nel corso dell’ottocento il Giappone rimane agrario e non conosce lo sviluppo industriale
(nave a vapore, ferrovia…).

Gli Stati Uniti cominciano ad interessarsi al Giappone soprattutto cercando un’apertura


commerciale e una tutela per i naufraghi. Gli USA si presentano con le navi militari di
ferro, sconosciute ai giapponesi, e nasce il trattato ineguale di “Kanagawa” (de nito
trattato di amicizia e pace). Dopo un con itto tra USA e Giappone si arriva a:

• Apertura di 5 porti

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• Extraterritorialità pro Occidentali (vige la norma del paese d’origine per gli stranieri)

• Libertà religiosa

• Si rmano trattati con: Corona inglese, USA, Francia, Russia, Paesi Bassi

Il Giappone dispone di prodotti come carbone, seta grezza e tè, ai giapponesi invece
interessano le nuove tecnologie tra cui nave a vapore e ferrovia ma anche tecnologie
agrarie.

1861: missione diplomatica in Europa di studenti giapponesi.

—> con questa apertura comincia la modernizzazione del paese con il ripristino del
potere imperiale (abolizione dello shogunato)

L’impero ottomano

Parker pag. 69

1299-1922

Moschea di S. So a a Istanbul (basilica dal sesto secolo d.C.) —> moschea (1453-1935)
—> museo (1935-2020) —> moschea di nuovo in seguito di un decreto di Erdogan del
luglio 2020. Con questo decreto si elimina il processo di secolarizzazione iniziato nel 1935
(l’edi cio non era più edi cio religioso ma museo).

L’impero ottomano vive nella sua storia una grandissima espansione che lo porta a
controllare nella sua massima espansione (1683) gran parte delle coste mediterranea, con
l’eccezione di Italia e Spagna. Medina e La Mecca diventano stati vassalli degli ottomani,
il che signi ca che l’impero diventa responsabile di questi luoghi sacri dando una grande
dimensione religiosa all’enorme potenza militare che già era.

Gli ottomani hanno anche il controllo di gran parte delle coste del Mar Nero,
guadagnando il controllo di un grande punto strategico per il commercio tra la zona russa
e quella europea. La potenza militare era collegata anche ad una grande conoscenza e
disponibilità economica per nanziare la costruzioni di grandi armi come cannoni di
grandezze notevoli (anche da qui il nome “impero della polvere da sparo”).

Venezia e gli ottomani

La prima guerra tra Venezia e l’impero Ottomano risale al 1570-1573, quando Venezia
perse Cipro. Nel 1571 si forma la Lega Santa formata da Venezia, Filippo II di Spagna e il
papato, che sfocia nella battaglia di Lepanto.

—> la otta ottomana disponeva di 220 galere di cui se ne salvano solo una quarantina.
Gli europei si portano a casa almeno 7200 schiavi musulmani anche se le relazioni
veneziane e spagnole parlano di 12-14 mila schiavi. —> i prigionieri di guerra diventano
automaticamente schiavi.

Venezia e gli ottomani però sono da sempre legati da interessi economici e diplomatici.

Lo dimostra anche la lettera dell’ambasciatore veneziano Andrea Badoaro che visita il


sultano per la confermazione della pace in seguito alla perdita di Cipro. Questa lettera
mostra dei rituali (baciare le mani del sultano) che sono consolidati da anni. Il diplomatico
rimane difatti stupito del fatto che il sultano non abbia indetto un banchetto come era
antica consuetudine fare. Sempre dalle lettere si comprende la ricchezza di entrambe le
potenze, con i veneziani che provano a stupire gli ottomani con vestiti ancora più sfarzosi
di quelli dorati ottomani. Nonostante ciò l’ambasciatore ammette che la ricchezza e la
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meraviglia dell’impero ottomano non si trova da nessun altra parte. Venezia permette nel
1621 ai mercanti ottomani di creare il loro fondaco (ora museo di storia naturale) no a
ne ottocento. Anche a Trento arriva l’in uenza turca —> tappeti turchi rappresentati su
Palazzo Geremia.

La struttura istituzionale

A capo dell’impero ottomano si trova il Sultano seguito da:

• Visir

• Governatori delle province

• Militari

• Funzionari salariati

Il Sultano aveva grande potere oltre che grandissime ricchezze in grado di nanziare
opere come il palazzo imperiale, realizzato con i materiali più prestigiosi e costosi.

La politica religiosa

La politica religiosa dell’impero ottomano è di “tolleranza”. Le minoranze monoteistiche


non musulmane venivano chiamate “Dhimmi” ed erano tutelati dallo stato. Queste
comunità godevano di un trattamento particolare da parte del sultano che instaura il
“sistema millet” che prevedeva:

• Una tassa da pagare (più o meno ingente a seconda del regnante)

• Divieto di matrimoni interreligiosi

• Potevano esserci sacerdoti ma il proselitismo (tentativi di convertire) era punito con la


morte

• Non potevano ambire a ruoli militari o dell’amministrazione

• Non potevano essere in possesso di armi

• Al loro interno le comunità minoritarie avevano una certa autonomia

—> L’impero ottomano non è interessato ad assimilare le culture diverse

I giannizzeri

L’élite dell’esercito musulmano —> avevano il privilegio di difendere il Sultano ma erano


bambini cristiani primogeniti sottratti lungo i Balcani. La pratica viene formalmente abolita
ad inizio Ottocento. Questi bambini venivano portati a Costantinopoli dove ricevono la
miglior formazione militare e vengono convertiti.

Tutto questo prende il nome di pratica del “devscirme”.

Le reti e le relazioni commerciali

Gli ottomani hanno reti commerciali nel mediterraneo, in competizione con i veneziani e i
genovesi, inoltre c’erano anche i pirati tunisini e i corsari. La rete inoltre si espande anche
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verso la Cina e verso l’interno dell’Africa. L’impero mantiene inoltre il controllo sulle reti
negriere orientali.

Già dal 1581 la compagnia mercantile inglese (compagnia del Levante) entra in contatto
con l’impero ottomano soprattutto per importare in Inghilterra:

• Tessuti: sete

• Tessuti: cotone

• Vini

• Pepe

• Ribes

• Indaco

• Oppio

Per quanto riguarda le reti negriere gli ottomani si espandono in tutta l’Africa con le loro
rotte per comprare schiavi e rivenderli attraverso rotte anche attraverso il Sahara con lo
scopo di portare gli schiavi sul mediterraneo e in Cina.

Il tulipano

A metà Cinquecento gli olandesi rimangono stupiti dal tulipano e decidono di importarne i
bulbi in grande quantità dall’impero ottomano. Si sviluppa una vera e propria mania per i
tulipani e si e ettuano grandi ricerche botaniche anche per sperimentare sui diversi colori.
Attorno al tulipano si sviluppa un grande interesse e comincia ad essere rappresentato in
diverse tele. Il tulipano arriva a costare più di una casa in centro ad Amsterdam facendo
crollare la borsa olandese. Molte ditte falliscono ma il tulipano rimane e continua ad
essere coltivato no a diventare simbolo di una nazione.

La sfera diplomatica

La sfera diplomatica ottomana è molto ampia, si estende no all’impero Mughal e s ora i


con ni cinesi. L’impero ottomano è addirittura alleato con la Francia, contro la Spagna,
malgrado le di erenze culturali e religiose.

1536 —> alleanza tra Francesco I e Solimano il Magni co. Ci sono anche pitture che
ritraggono svedesi che si recano alla corte imperiale. Tutto questo era possibile grazie ad
alcuni studiosi della lingua, ma principalmente grazie ai mediatori (soprattutto veneziani).

I diplomatici europei a Costantinopoli si fanno rappresentare con abiti turchi.

Jean-Etienne Liotard —> si muove per l’impero ottomano per realizzare ritratti e disegni
degli europei. Troviamo anche moltissime realizzazioni di mercanti europei che si fanno
ritrarre con l’intera famiglia in abiti turchi.

Lady Montague [moglie di un ambasciatore britannico in Costantinopoli], scrive le sue


“Letters” (1763), dove descrive l’impero ottomano con i suoi occhi, dando informazioni
interessanti anche grazie alla sua posizione vantaggiosa nella società.

—> dalle sue lettere si evince che quel genere letterario di viaggiatori era molto popolare.

Si capisce anche che ci sono moltissimi non ottomani e non musulmani (greci, francesi,
inglesi e italiani) , che rimangono sotto la protezione diplomatica inglese. In una
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successiva lettera traspare ancora la multiculturalità di Costantinopoli, data l’enorme
pluralità di lingue in un solo quartiere. [lingua u ciale nei trattati turco-russi è l’italiano]

Lady Montague ha anche importanza dal punto di vista medico. Riferisce difatti della
pratica della “variolizzazione/inoculazione”, con donne anziane che si guadagnavano da
vivere estraendo il pus del vaiolo dai malati per iniettarlo nelle persone sane. Riferisce
anche che non ci sono persone che ne sono morte e fa difatti vaccinare suo glio appena
nato (suo fratello era morto proprio di vaiolo e lei lo sopravvive). [Il vaiolo viene eradicato
solo nel 1980] Lady Montague aveva provato a convincere e ci riesce la corte a praticare
questa operazione per contrastare le migliaia di morti di vaiolo. Nel 1721 in Inghilterra
ricompare il vaiolo e si sviluppano scuole che studiano la pratica della vaccinazione.
Anche Voltaire è a conoscenza della pratica e li de nisce pazzi per quello che fanno, ma
riferisce anche che gli inglesi reputano vigliacchi gli altri europei che non hanno il
coraggio di fargli del male per salvargli la vita.

Turcherie

In Europa si sviluppa una vera e proprio turcherie con interesse verso i vestiti alla turca. Si
sviluppano incroci di culture importanti con i vestiti turchi, il colore blu, il cioccolato
indiano o americano e la porcellana cinese. L’ingresso del divano in Europa è dovuto
proprio alle relazioni con il mondo ottomano.

Anche sul piano musicale abbiamo delle in uenze: la musica alla turca
(Janitscharenmusik —> musica dei giannizzeri) anche Mozart si ispira e compone il
“Rondò alla Turca”.

L’impero Safavide

(Islam sciita)

É il terzo degli imperi della polvere da sparo, nasce in Azerbaigian ad inizio 500 no a
metà 700 quando la dinastia si indebolisce. Il fondatore dell’impero è Sa -al-Din, il quale
è fondatore di una “setta” mistica, il presunto discendente di Sa , Ismail, conquista un
grande territorio guadagnandosi il titolo di sha [re dei re - primo sha di Persia]. L’impero
sorge in una grande posizione strategica tra il mar Caspio e il golfo persico.

Nel 1514 con la battaglia di Chaldiran si blocca l’ambizione dell’impero safavide di


espandersi in territorio ottomano.

Espansione territoriale però signi ca anche espansione religiosa. L’area controllata dai
safavidi è difatti ancora oggi a maggioranza sciita.

Punti di forza dei safavidi:

• Organizzazione di apparati statali

• Ottimo sistema di trasporti

• Forte esercito

• Posizione importante nel contesto della rete commerciale internazionale (al centro della
via della seta e dei tappeti)

Ben presto la capitale safavide viene spostata a Isfahan, permettendo un grande controllo
data la posizione centrale. Qui troviamo moschee che dimostrano grande ricchezza oltre
che l’importanza della dimensione religiosa.

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La politica religiosa

La politica religiosa è tendenzialmente intollerante e si ha un’ortodossia sciita che porta a


persecuzioni in svariate fasi dell’impero.

I contatti europei con i safavidi

Gli europei e i safavidi entrano in contatto già nel 1514 con i portoghesi che si scontrano
con l’esercito safavide ottenendo il controllo del passaggio tra golfo persico e golfo di
Oman. Successivamente arrivano anche gli inglesi e la VOC. La presenza è abbastanza
intensa tanto che nel 1614 i safavidi chiedono aiuto agli inglesi per la guerra contro i
portoghesi nel golfo persico.

Abbiamo anche un quadro che rappresenta ambasciatori olandesi in viaggio verso


Isfahan per richiedere libertà di commercio in Persia, per non pagare dazi. L’impero
safavide lo concede in modo da poter vendere la loro seta grezza e i loro cavalli in
Europa. Anche diplomatici persiani arrivano in Europa più volte, soprattutto perché
avevano un nemico comune con gli europei, gli ottomani. C’è anche un incontro con il
papa documentato da testi ma anche da quadri.

Robert Shirley (inglese) fa parte della corte safavide come consulente militare a
dimostrare i contatti tra le due culture.

L’importanza degli armeni

I mercanti armeni si specializzano nella mediazione e diventano un riferimento importante


per i commerci tra europei e safavidi. A Isfahan si crea per no un quartiere armeno dove
sono liberi di professare la loro religione (chiesa ortodossa orientale). [pag 92-95 Parker].

Si trovano comunità armene anche ad Amsterdam, come a Venezia. A Venezia peraltro è


conservato un documento dove si descrivono i mercanti armeni. —> quasi da sempre
esiste a Venezia una comunità armena e hanno l’autorizzazione a professare la loro
religione. (Diaspora delle comunità armene)

[1915-1916 —> genocidio armeno con 1.5 milioni di deceduti, con il negazionismo turco.
Nel 2006 il parlamento francese ha vietato il negazionismo su questo particolare
genocidio].

Montesquieu nelle sue “Lettres persanes” racconta gli europei vista dal punto di vista di
due persiani. Nella lettera 85 parla della tolleranza e della pluralità religiosa e nello
speci co parla anche degli armeni. —> “Tutte le religioni contengono precetti buoni, utili
alla società” —> le persecuzioni non ci dovrebbero essere.

La fine dell’impero safavide

Nel 1979 l’ultimo scià di Persia viene mandato in esilio: Reza Pahlavi, a causa della
rivoluzione islamica che crea la Repubblica islamica (sciita).

La Russia dei Romanov

É caratterizzata da una grandissima espansione territoriale che inizia con la Russia


continentale per arrivare no all’Alaska.

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La nascita della Russia

Inizialmente i territori orientali russi erano di controllo Mongolo, a cui si susseguono gli
imperi Khanati (dinastie turche).

Ivan III il Grande, Principe di Moscovia (vassallo), decide di ribellarsi e non pagare più le
tasse. Riesce a conquistarsi l’indipendenza dai Khan e da il via alla storia russa (1480).

1530, sale al potere Ivan IV, il Terribile. Nel 1547 assume il titolo di Zar (Re/signore) di
Russia per primo. Il titolo decade nel 1721 a favore del titolo di “imperatore di tutte le
Russie”.

La sfera religiosa

Gli Zar vengono incoronati con rito bizantino religioso da parte del patriarca di
Costantinopoli, ovvero la massima autorità della chiesa ortodossa (che nasce nel 1054).
Mosca diventa quindi la nuova Costantinopoli. Lo Zar è il nuovo protettore della chiesa
ortodossa e sposa per no l’ultima discendente dell’ultimo imperatore bizantino. [il
patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I incontra sia papa Ratzinger che Francesco].

Ivan IV il terribile

(Controversie, si sospetta abbia ucciso il suo erede —> Putin lo difende)

Il suo impero è caratterizzato da:

• Forte centralizzazione

• Espansione territoriale verso la siberia

1. Verso la siberia

2. Conquista i Khanati

3. Verso il mar Caspio

• Fallisce nell’espansione verso i Balcani.

• Con itto con l’aristocrazia (boiari) che viene eliminata con ferocia

• Servizio militare anche per i possedenti (proprietari terrieri)

—> si arriva all’età dei disordini

Relazioni globali

Ci sono svariate relazioni globali della Russia ma degna di nota si ha una spedizione
inglese, che segue una via attorno alla Scandinavia per arrivare in Cina. La spedizione
arriva ad Arcangelo dove vengono soccorsi dalle popolazioni locali. Lo Zar chiede di
incontrare gli europei incuriosito ma durante il viaggio di ritorno le tre navi che erano
partite naufragano all’altezza della Scozia. Gli inglesi con questa spedizione riescono
comunque ad ottenere il monopolio del commercio con la Russia oltre che alcune basi
commerciali. Gli inglesi vendevano soprattutto lana e importavano pellicce.

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L’arrivo dei Romanov

L’età dei disordini creata da Ivan IV viene terminata dall’avvento di Michele Romanov
(dinastia boiarda). Con i Romanov si fa riferimento ai Cosacchi, ovvero dei mercenari, che
svolgono un ruolo importante nel proseguimento della politica espansionistica Romanov.
Altro ruolo importante è quello della servitù della gleba che viene consolidata sul piano
giuridico —> se si nasce da un servo della gleba si rimane servo della gleba. Questo da
vita ad un legame servile tra proprietario terriero e contadino, che non è però schivabile
(formalmente).

I nemici dello Zar - i Tartari

I tartari sono un popolo nomade/seminomade di grande cultura militare. Nel 1500 si


occupano della vendita di schiavi russi in Crimea (anche a Firenze si trovano schiave
russe) arrivando a vendere no a 10.000 schiavi/e all’anno. La base tartara in Crimea
(khanato di Crimea) viene conquistata solo nel 1783 da Caterina II.

I tartari sono nemici non solo dello Zar ma successivamente anche di Stalin, che nel 1944
ne ordina la deportazione —> punizione collettiva per presunto collaborazionismo
lonazista ma più probabilmente per una pulizia etnica.

La Crimea era parte dell’ucraina no al 1954 e nel 1991 si è formata la Repubblica


autonoma di Crimea, nel 2014 si ha l’adesione illegale alla federazione russa, con
l’appoggio anche militare di Putin.

Pietro I il Grande

Il primo Zar in Europa

Pietro I intraprende due volte un viaggio in europa, in incognito, in modo da non


condizionare nessuno. Qui decide di fare esperienze dirette per portare in Russia le nuove
conoscenze dell’epoca (Russia molto arretrata). [ga e alla corte parigina dove Pietro
prende in braccio Luigi XV che era ancora bambino].

La sua politica:

• Tassa le barbe, in alternativa tagliarla. —> la barba aveva un grande valore simbolico,
ma per lo Zar tagliarle voleva signi care modernizzazione

• Costituisce un esercito imperiale con coscrizione obbligatoria —> anche qui


modernizzazione, non più mercenari ma soldati preparati

• Fa costruire San Pietroburgo —> all’epoca zona malsano, lo Zar ci fa trasferire migliaia
di persone e qui i ha l’in uenza di moltissimi artisti europei.

Caterina II la grande

Figlia di Pietro I

Con Caterina II si parla di “dispotismo illuminato” [—> contraddizione nel termine, il loro
potere resta ma mirano a introdurre alcune riforme nel loro paese seguendo il modello
teorico- loso co in parte degli illuministi (Caterina II invita a corte anche Beccaria, si
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ispira a Montesquieu). Tra gli aspetti da riformare c’era la giustizia civile e penale, la
scuola].

Oltre a queste opere di modernizzazione Caterina II porta avanti anche la politica


espansionistica russa.

L’”illuminazione” del suo dispotismo è relativo, la servitù della gleba non è abolita e si ha
la repressione con il sangue dei contadini e cosacchi ribelli.

Gli aspetti illuministici nella giustizia sono l’abolizione della tortura e della pena di morte,
malgrado ciò i capi rivoltosi (Pugacev) vengono comunque giustiziati.

L’espansione e le conquiste russe

• Penisola di Kamchatka (1697-1731)

• Popolazione Chukotka (1778)

• Alaska (1733-43) poi ceduta agli USA nel 1867.

Le reti diplomatiche russe

Le delegazioni russe, già nel 1500, faceva viaggi in Gran Bretagna, nel Sacro Romano
Impero e in Cina. Nel caso dell’imperatore Asburgo e del Papa l’interesse è reciproco, con
la Chiesa che sperava in una riconciliazione con la Chiesa ortodossa.

Data la vicinanza geogra ca sono intensi i rapporti con Cina e Giappone.

—> Prima spedizione di mercanti russi in Giappone (1775) fallimentare, Adam Laxman
(terza spedizione) riesce a portare in Russia alcuni vantaggi commerciali tra cui il non
essere obbligato all’inchino davanti agli inviati dello Shogun.

Con l’espansione territoriale ci si pone il problema del controllo delle nuove zone

—> la Siberia viene popolata con migrazioni coatte e anche volontarie.

- 1650: 34.000 contadini

- 1710: 300.000 russi

- 1850: 2.7 milioni

- 1900: 5 milioni

In concomitanza si costruiscono città e strade.

In Cina i matrimoni tra cinesi e nuove etnie conquistate erano vietati, qui invece era
permesso —> si parla di Russi cazione della Siberia attraverso matrimoni ma non solo:

• Cristianizzazione coatta (ortodossa) [sciamanesimo eradicato]

• Battesimi e nomi russi

• Esenzione scale come compenso

Queste politiche erano portate avanti da Pietro I, Caterina II è più tollerante del padre.

Alcune etnie siberiane sopravvivono anche se mescolate con quella russa

—> queste popolazioni sono protette, come ad esempio l’etnia Yukaghir.

Presso la corte di Caterina II il ritrattista u ciale è Giovanni Battista Lampi, pittore trentino
che si forma in tutta Italia, venendo poi riconosciuto per la bravura a Vienna e in ne a San
Pietroburgo.

Parallelismi tra l’espansione russa e quella dei colonizzatori nelle


americhe?

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• Colonizzazione a danno dei nativi

• Decimazione provocata dalle malattie

• Manodopera coatta

• Trasformazione dell’ambiente naturale

Le reti commerciali

Nel 1600-700 la Russia entra nelle reti commerciali internazionali, o rendo le pellicce
molto ra nate, le resine (usate come isolanti per le navi), legname (anche qui per le navi),
schiavi. Dalla Siberia arriva oro, rame, sale e pellicce preziose come l’ermellino, la volpe,
lo zibellino (concorrenza con le pellicce canadesi). Le pellicce erano un bene talmente
importante che le tasse si potevano pagare in soldi o in pellicce.

Permane inoltre la Muscova Company con relazioni speciali tra Russia e Inghilterra.

Sulla base di questa rete economica internazionale molti storici ri utano la de nizione
dell’economia della Russia come sistema feudale.

1787 —> interessa dei Borboni che vogliono importare a Napoli il legname russo.

Le grandi famiglie di mercanti russi accrescono così tanto i loro patrimoni che hanno la
possibilità di costruirsi veri e propri palazzi diventando baroni, guadagnando anche
in uenza politica.

L’arretratezza economica russa

L’industrializzazione è:

• Imposta dall’alto

• Assenza di impresa privata (borghesia)

• Tecnologia obsoleta

• Assenza di infrastrutture

• Mezzi di comunicazione inadeguati

Nel 1861 viene abolita la servitù della gleba, con 23 milioni di servi che diventano liberi.

Si ha una svolta con la costruzione della Transiberiana.

L’ultimo Zar è Nicola II che perde il potere con l’abdicazione del 1917. Nel 1918 lui e la
sua famiglia, che speravano nell’esilio, vengono uccisi.

Nel 2000 il patriarca canonizza la famiglia “martire”.

Gli imperi marittimi sull’atlantico

La corte portoghese di Enrico il navigatore, investe sulle esplorazioni sulle coste africane.

Vengono realizzate molte carte geogra che delle coste e successivamente delle
americhe. La prima rappresentazione delle americhe sembra risalire al 1507, realizzata da
Martin Waldseemüller. In questa carta viene chiamata “America” solo la parte meridionale
corrispondente al Brasile.

Lo spionaggio riguardante le cartine geogra che era punito con la morte

—> nel 1501 Angelo Trevisan, ambasciatore veneziano, si reca a Lisbona per acquisire
illegalmente delle mappe per arrivare in “india” via mare.

A Modena troviamo, presso la biblioteca estense, un planisfero portoghese rubato, sul


quale sono rappresentate le coste del Brasile.

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I portoghesi sono quindi protagonista di una rivoluzione marittima, con l’ideazione delle
caravelle —> agili, veloci e a dabili.

Cabral arriva in Brasile nel 1500 per errore, partendo dalla Costa d’Oro (dove si
acquistavano schiavi), arriva in Brasile a Porto Seguro con 13 navi e 1500 uomini.

1493 —> Papa Alessandro VI Borgia, spartisce il nuovo mondo tra Spagna e Portogallo,
spaccando l’america a metà.

Questo trattato non è apprezzato da tutti tra cui Francesco I di Francia.

Il commercio degli schiavi

Nella Costa d’Oro (Ghana, Togo…) i portoghesi ottengono decine di basi commerciali,
che vanno a forti care. Qui si commerciano oro, schiavi, avorio e pepe.

La base più famosa è Elmina, in Ghana. Da questa base si ha il maggior numero di tra co
di schiavi.

• 1482-1637: possesso portoghese

• 1637-1872: possesso olandese

• 1872-1957: acquisto da parte degli inglesi

I prodotti da tratta erano di almeno 100-115 tipologie diverse e venivano comprati con
tessuti, metalli (ferro e piombo), armi, porcellane e prodotti di lusso e in ne schiavi.

Gli europei si introducono in questo mercato per ultimi dopo il predominio arabo.

• 1519 inizia il commercio atlantico degli schiavi con il monopolio del Portogallo

• Nel 1596 subentra la concorrenza olandese

• Successivamente Inghilterra

• In ne Francia

Il Brasile abolisce la schiavitù solo nel 1888.

Gli schiavi erano sempre prodotti all’estero da bottini di guerra o prigionieri di guerra,
erano prodotti internamente solo nel caso di criminali.

Sul trasporto degli schiavi si impongono tasse soprattutto in Egitto e nell’impero


ottomano. I deportati sono almeno 12 milioni con una rete che si espande sempre di più
lungo le coste ovest dell’Africa. I deportati dalle tratte orientali invece (arabe) sono 15
milioni.

I deportati sono trasportati negli stati uniti, ma soprattutto nel Brasile e nei Caraibi.
Proprio i Caraibi entrano sotto il controllo di varie potenze, (es. Cuba —> spagnoli) e il

44% dei deportati totali sono qui. Nelle isole come Haiti e Santo Domingo (francesi) si ha
la piantagione intensiva di canna da zucchero.

“Che glorioso e pro ttevole commercio è mai questo degli schiavi!” [mercante francese
1725]

—> tutto questo è svolto alla luce della religione cristiana, ci si domanda la posizione
della chiesa su tutto questo.

Anche i Re africani partecipano al commercio di schiavi fornendo uomini di colore per


guadagno. Quando i commerci si fermano, per l’abolizione prima della tratta e poi della
schiavitù, i Re africani si lamentano perché vorrebbero proseguire a trattare con gli inglesi.

Dall’Africa alle Americhe nel periodo dal 1519 al 1867 ci sono 34.850 viaggi con almeno
12.5 milioni di persone trasportate di cui il 39% uomini, il 33% donne e il 28% bambini.

Fino alla ne del 19esimo secolo l’America è un’estensione dell’Africa con la schiavitù
abolita solo a ne Ottocento, quando peraltro nell’Africa subsahariana il 50% della
popolazione era in condizione schiavile.

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Il culmine della deportazione è dal 1720 al 1760 dove agiscono per il 50% gli inglesi e per
il restante 50% si dividono Francia e Paesi Bassi.

Nel 1948 l’ONU condanna la schiavitù con la dichiarazione dei Diritti Umani. L’ultima ad
abolire la schiavitù fu la Mauritania nel 1981.

I rischi delle tratte transatlantiche erano molti tra malattie, naufragi…

Gli africani erano però scelti poiché:

1. Gli schiavi amerindi erano deboli, avevano un alto tasso di mortalità

2. La servitù bianca con contratti di 3, 5 o 7 anni era costosa e richiedeva il pagamento


di alla ne del loro servizio

La mortalità tra schiavi africani è comunque alta, anche per questo si ha la continua
importazione di schiavi.

Dal 1680 si ha un regime di schiavitù formalizzata, prima molti erano ancora considerati
uomini liberi.

L’Atlantico spagnolo

La Spagna impone il divieto di ridurre in schiavitù i nativi e limita la compravendita di


deportati subsahariani. —> questo perché di ha un sistema economico e di
organizzazione diverso: le encomiendas. Qui peraltro erano anche permessi i matrimoni
misti.

“Asientos de negros”—> la corona spagnola concede dei contratti ai privati per il


monopolio del commercio degli schiavi verso le colonie spagnole

I primi sono i genovesi che per 8 anni portano 1000 schiavi all’anno in America.

Gli schiavi fornivano una manodopera a costo zero soprattutto per le piantagioni di canna
da zucchero. —> la domanda dello zucchero stava crescendo nel 17-18esimo secolo, sia
come medicinale/terapeutico che come dolci cante per i cibi e bevande. [l’alternativa allo
zucchero era solo il miele in quanto la barbabietola viene scoperta solo nel 700].

I semi della canna da zucchero viene portata in Europa da Colombo e una volta
compresane l’utilità viene portata alle Canarie e successivamente alle colonie, con un
grande sviluppo di piantagioni in Brasile.

Anche il sistema di piantagione vive un grande sviluppo con l’ideazione di un ciclo


produttivo completo controllato in tutti i suoi aspetti. Per questo si può parlare di una vera
e propria “rivoluzione dello zucchero” con impatti economici, sociali ma anche ambientali.

I Caraibi erano tra le più e caci produttrici di beni. Le Barbados (inglesi) producono
15.000 tonnellate di zucchero grazie a 85.000 schiavi. Alle Barbados si produce anche
molto Rum che ha successo in tutti i mercati, compreso quello africano.

In Giamaica (inglese) si hanno invece 173.000 schiavi di cui il 75% è impiegato nelle
piantagioni.

Anche Cuba diventa importante per la canna da zucchero —> 65.000 schiavi in 10 anni,
qui la schiavitù è abolita nel 1886.

Il 43% degli schiavi si dirige in Brasile (portoghese), ancora oggi ne vediamo gli e etti,
con ben 60 milioni di persone afrobrasiliane. Nel 18esimo secolo la tratta era stata abolita
ma non ancora la schiavitù, si hanno qui difatti 1.7 milioni di schiavi.

Il Brasile diventa poi importante per il ca è, che ha origine in Etiopia, Sudan e Yemen per
passare in Europa e arrivare in America.

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Il caffè

Attorno al ca è si sviluppa poi anche una storia sociale —> Nascono le co ee houses in
Inghilterra. Questo fenomeno è così popolare che a ne Seicento delle donne a Londra
protestano per una regolamentazione della vendita di ca è, in quanto i mariti spendevano
tutto nella bevanda.

—> Il Ca è e I fratelli Verri in Italia.

Il consumo è anche disapprovato da alcuni, come Federico il Grande di Prussia che cerca
di limitarlo.

Un fenomeno analogo scaturisce con il cioccolato.

Il cotone

Nel 1845 la tratta degli schiavi è ancora in crescita in Brasile, in quanto ne si aveva
bisogno per le piantagioni di cotone, materiale importantissimo per la Rivoluzione
industriale.

Iniziano poi ad esserci ispezioni sulle navi negriere brasiliane e portoghesi da parte
dell’Inghilterra che limita quindi l’importazione in Brasile di schiavi.

Questo porta al cessare delle importazioni e successivamente all’abolizione della


schiavitù. Ci si pone quindi il problema di come sostituire la manodopera e se risarcire i
proprietari terrieri. Il governo non ha soldi e quindi non si riesce a risarcire nessuno.

L’abolizione della schiavitù in Brasile

Dal 13 maggio 1888 la schiavitù in Brasile è formalmente estinta.

La manodopera non è quindi più su ciente, malgrado alcuni schiavi rimangano a lavorare
nelle piantagioni come regolari. Per rimpiazzare la manodopera si guarda quindi al
Giappone, con veri accordi tra Giappone e Brasile, ma anche all’Italia (oggi gli italo-
brasiliani sono circa 25 milioni | in Argentina sono 20 milioni). Uno dei primi consolati
italiani è proprio costituito in Brasile.

L’Atlantico inglese

Le colonie inglesi in Nordamerica partono da Jamestown (1607). Qui arrivano solo 104
uomini che tentano di costruire una base commerciale contro svariate avversità
(popolazioni locali e territorio ostile). In loro soccorso arriva Pocahontas, donna nativa che
si sposa con John Rolfe, un proprietario terriero inglese —> primo matrimonio tra una
nativa e un inglese nelle colonie inglesi. John Rolfe ha una grande importanza per la
coltivazione del tabacco —> si adotta un sistema a piantagione con manodopera
inizialmente bianca ma poi schiavile, che permette di controllare l’intero processo
produttivo: dalla pianta alla messa in commercio. Nel 1619 arrivano a Jamestown i primi
schiavi africani, nel 1638 si ha invece un’asta dove vengono messi in vendita 23 schiavi.

1650: ci sono già 19.000 colonia bianchi e 400 africani. 50 anni dopo gli schiavi diventano
145.000. L’aumento del numero di schiavi è legato anche all’aumento della produzione e
del consumo del tabacco in europa. La schiavitù nel Nordamerica è comunque più di usa
nelle colonie meridionali dove si investe in piantagioni, non in quelle settentrionali —> dal
1600 al 1850 entrano negli USA circa 550.000 schiavi. Gli schiavi sul mercato non sono
solo subsahariani però, 50.000 nativi vengono venduti da altri nativi come schiavi ai
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mercanti inglesi. Questi vengono portati ai Caraibi in modo da limitare le possibilità che
scappino.

Tutti questi uomini venivano impiegati nelle piantagioni di tabacco ma anche nelle
piantagioni di riso (della South Carolina) e in ambito domestico.

In Virginia inizialmente i lavoratori neri hanno un contratto (1619), nel 1628 il 28% della
popolazione nera è libera, dal 1662 invece vengono emanati gli Slave code secondo i
quali “da madre schiava nasce prole schiava”. 1667: il battesimo non implica la libertà.

Inoltre dal 1670 vengono proibiti anche i matrimoni misti che prima erano rari ma
comunque permessi. L’equivalente dello slave code della Virginia è il Code noir in
Louisiana e lo slave code in Carolina.

Colbert con l’emanazione del “Code noir” limita anche il mescolamento tra razze —>
c’era uno squilibrio demogra co grande tra bianchi e neri, proibire che i gli meticciati
fossero riconosciuti dai bianchi faceva in modo che i bianchi non fossero troppo in
minoranza.

La Georgia nel 1848 emana un nuovo slave code, prevedendo multe o punizioni corporali
a chi insegnasse a scrivere e leggere a schiavi o persone libere di colore.

Nel 1808 GB e USA aboliscono la tratta degli schiavi, ma la schiavitù rimane. Nel 1821 si
crea lo spartiacque —> a nord degli USA la schiavitù è vietata, mentre a sud è ammessa.

Per l’abolizione totale della schiavitù bisogna aspettare il 1865 con la guerra civile.

Anche il cotone sfrutta il sistema a piantagione con manodopera schiavile, soprattutto in


Georgia.

Quando la schiavitù viene abolita nel nord, gli schiavi non vengono liberati, ma trasferiti al
sud.

I bene ci principali del sistema schiavistico sono: redditività, produttività e praticabilità.

Nel 1860, gli Stati Uniti del sud controlla i 3/4 della produzione mondiale del cotone
superando il Brasile.

“Gli abolizionisti dovettero far fronte al compito più scoraggiante: s dare un'istituzione
altamente e cace, redditizia, e, in questo senso, moderna”.

Le colonie inglesi non sono abitate solo da inglesi ma anche da africani, olandesi,
tedeschi, irlandesi, scozzesi, svedesi e gallesi.

Questo comporta anche di erenti religioni nello stesso territorio —> Ad esempio il
Maryland era cattolico con un barone britannico. (Mobilità europea variegata).

1670: 100.000 immigrati vero USA

1780: 722.000 immigrati

—> Di questi almeno 50.000 sono emigranti bianchi, che contro la loro volontà venivano
imbarcati in catene.

Gli Stati Uniti d’America

Le prime 13 colonie sono l’una indipendente dall’altra ma non dalla madrepatria. La


relazione economica tra le colonie e la madrepatria è forzata con l’Inghilterra che è l’unica
autorizzata a commerciare con gli USA. Ciascuna delle 13 colonie aveva però delle
“competenze coloniali” con delle libertà per quanto riguarda la gestione locale.

Questo sistema porta dei bene ci come il mercato sicuro verso la madrepatria e anche
una sicurezza navale e militare. Gli svantaggi sono: l’obbligo alla partecipazione militare,
anche dal punto di vista nanziario —> Guerra dei 7 anni, tra Inghilterra e Francia, [prima
guerra globale] (1754-1763) ha grandissimi costi, e le colonie si ritrovano a dover pagare
più tasse del solito. Nel 1766 viene introdotto lo slogan “no taxation without
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representation” a protestare contro la mancata rappresentanza a Londra. In questo
momento storico nessuno pensava a staccarsi dalla madre patria, si chiedeva solo la
rappresentanza. La corona inglese commette diversi errori:

• Introduce esercito permanente

• Riduce l’autonomia amministrativa

• Impone tasse senza l’autorizzazione coloniale

—> Boston Tea Party (1773)

Le colonie decidono di inviare una petizione al Re, ma Giorgio III dichiara lo stato di rivolta

—> questo causa l’inizio della guerra d’indipendenza.

Thomas Paine in uenza con il suo pamphlet “Common Sense” i padri fondatori.
Attraverso la sua scrittura radicale trasmette principi come:

• No monarchia

• Si repubblica

• Sovranità popolare

Si arriva al 1776 con la dichiarazione di indipendenza.

—> Qui entrano nuovi principi e valori:

• Sovranità popolare e segretezza del voto

• Forma repubblicana

• Diritto di resistenza

• Distinzione e separazione dei poteri

• Indipendenza del potere giudiziario

• Elezione delle magistrature

• Eguaglianza giuridica del cittadini

Successivamente nel 1791:

• Laicità dello stato

• Libertà di coscienza

Per quanto riguarda i diritti individuali si tutela:

• La vita

• La proprietà

• La ricerca della felicità

- diritto alla realizzazione di sé stesso come uomo libero e indipendente

- la capacità di provvedere a sé e alla propria famiglia

- libero da condizionamenti imposti dallo stato (tutt’oggi lo stato americano


interviene molto poco nella vita privata)

- Diritto a una condizione di sicurezza

• La libertà di pensiero

• La libertà di culto

A Versailles nel 1783 nascono gli Stati Uniti d’America, con le ex-colonie che diventano
“libere, sovrane, indipendenti”.

Thomas Jefferson

É un proprietario di piantagione in Virginia e, a causa dei debiti, vende circa 130 schiavi.
Sembrerebbe anche avere un rapporto con una schiava nera, con la quale è probabile
abbia avuto 6 gli (i gli sono poi liberati ma non la schiava).

—> incoerenza tra la dichiarazione di indipendenza (valori come l’uguaglianza) e la sua


vita privata nella quale aveva anche posseduto schiavi. Ha sicuramente delle attenuanti
per il periodo storico in cui vive (schiavitù normalizzata in quella società).

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L’organizzazione istituzionale

All’indipendenza ci sono due scuole di pensiero: i federalisti (potere centrale forte) e gli
antifederalisti (poteri locali forti).

Il risultato è un compromesso —> checks and balances (pesi e contrappesi): i singoli stati
hanno ampia autonomia e al governo centrale spetta difesa, politica estera e il conio.
Inoltre si introduce la separazione dei poteri.

Il primo presidente è George Washington. Alla ne della guerra, circa il 20% dei fedeli alla
corona inglese decidono di trasferirsi in Inghilterra.

La vera e propria costituzione degli Stati Uniti risale al 1787 con i relativi emendamenti
(integrazioni):

I. Libertà di stampa, religione e petizione

II. Diritto di porto d’armi (in virtù di questo emendamento è di cile anche solo limitare il
possesso di armi)

XIII. Schiavitù abolita: 1 gennaio 1863 —> tutti gli schiavi diventano liberi, ma la schiavitù
può sussistere se un tribunale condanna un reo a questa pena. Nonostante ciò ne le
donne, ne i nativi, ne gli ex schiavi godono ancora di pieni diritti —> movimento delle
su ragette. Gli schiavi peraltro erano più tutelati durante la schiavitù —> si forma il
KKK, ingressi separati per bianchi e neri agli edi ci ecc.

La rappresentanza politica nell’Antico regime

Il Re, al contrario di come si possa pensare, non emanava mai leggi a proprio piacere
senza prima interpellare la corte, giuristi e ministri (—> “lo stato è uno spazio composito e
a ollato”).

La società dell’epoca prende il nome di “società per ceti” (o anche società per ordini,
stati, parlamenti o cortes), ovvero costituita da gruppi de niti dallo stato sociale e
giuridico:

- Clero

- Nobiltà

- Terzo stato

1649 —> primo sovrano ad essere decapitato —> un tribunale popolare giudica Carlo I
come tiranno e decide di punirlo con la morte. Carlo I (Inghilterra) era difatti colpevole di
aver cercato di accentrare su di lui il potere trascurando il parlamento. Il vero potere
assoluto non esiste e i sovrani seguenti ci prestano attenzione. Sistema pattizio —> patti
tra Re e assemblee dei ceti.

All’epoca si pensava che il Re avesse capacità taumaturgiche (dipinto di un bambino che


prova a raccogliere il sangue del sovrano decapitato).

—> Questo fa comprendere la concezione del potere che si aveva all’epoca (potere
divino).

La “Rivoluzione inglese” ha una più corretta denominazione in guerra civile-religiosa


(16442-1649), tra puritani e anglicani, radicali e conservatori. —> vittoria di Cromwell
(puritano).

Dopo la guerra civile si ha la Glorious Revolution (1689) contro il Re Giacomo II Stuart,


che porta al Bill of Rights, rmato da Guglielmo d’Orange e Maria Stuart. Qui si
ride niscono i poteri del sovrano e del Parlamento —> nasce la monarchia parlamentare.

Il concetto di assolutismo è stato inventato da Thomas Hobbes, nel suo “Il Leviatano”.

[Nicholas Henshall - “The Myth of Absolutism” —> bisognerebbe parlare di Limited


Monarchs non di Absolute Monarchs].

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Si sfocia nella Rivoluzione francese a causa di una mancanza di rappresentanza, difatti gli
Stati generali non venivano convocati da più di 170 anni.

—> il dissenso era comunicato anche attraverso la satira ma non solo.

Marcia delle donne (1789): donne marciano a Parigi per chiedere che il re torni a Parigi e
che il costo del grano e della carne sia abbassato oltre che una tassazione equa. Il re si
ritrova quindi obbligato a ritornare a Parigi.

La rivoluzione di Haiti

La storia di Haiti inizia come colonia francese di Saint Domingue. Questa colonia era al
90% composta da schiavi ed era la prima produttrice mondiale di canna da zucchero. Nel
1789 con la convocazione degli stati generali in Francia, Saint Domingue chiede la
rappresentanza, che non viene però concessa.

Vengono concessi altri diritti come i diritti politici a mulatti e neri nati liberi.

Poco dopo però si ha una ribellione degli schiavi che massacrano i bianchi e distruggono
le piantagioni (1791)—> intervengono anche Spagna e Gran Bretagna.

A questo punto si riconosce l’uguaglianza razziare solo a Santo Domingo (1792) e l’anno
dopo viene abolita SOLO QUI la schiavitù. Per l’abolizione in tutte le colonie bisogna
aspettare il 1794.

Nel 1793 parte dai Caraibi una delegazione di Haiti, composta da un nero (ex-schiavo), un
mulatto e un bianco. Con l’arrivo di Napoleone, la Francia punta a riconquistare la zona e
reinstaurare la schiavitù. L’esercito di ex-schiavi fa perdere molti soldati ai francesi che
non sono abituati al caldo avverso, ben 40.000 soldati muoiono.

1804 —> Prima repubblica di colore nonché il primo stato indipendente nell’America
centro-meridionale. A seguito della rivolta 500.000 schiavi vengono liberati.

Quelli che restano ad Haiti si ritrovano senza capitali e senza competenze agricole, inoltre
il nuovo stato non viene riconosciuto causando il blocco commerciale e diplomatico.

Mobilità globale

In Cina i matrimoni interetnici non sono concessi, mentre lo sono in Russia, purché la
minoranza subisca la russi cazione. Per quanto riguarda l’America settentrionale il tasso
di matrimoni interrazziali non è alto anche a causa di una scarsa immigrazione di donne
verso l’America, inoltre dal 1760 i matrimoni tra bianchi e neri sono proibiti. I matrimoni
invece tra bianchi e nativi sono rari ma comunque concessi ad eccezione che in Virginia
(che poi cambia posizione) e North Carolina. Esiste poi il concubinato con molti mercanti
europei che convivono con donne native, favorendoli nei commerci con le tribù.

Alcuni matrimoni restano vietati no anche al 1966 (in Virginia, Texas, Oklahoma,
Arkansas, Alabama, Florida, Delaware…), storicamente l’opinione pubblica continua ad
essere contro ai matrimoni interetnici no a metà Novecento, quando il trend comincia ad
invertirsi.

Nell’America spagnola invece i matrimoni interetnici sono autorizzati già dal 1514, anche
se c’è una necessità di classi care i gli di queste coppie, creando una gerarchia sociale
basata sull’appartenenza etnica. Vengono identi cati 26 incroci che vengono anche
rappresentati con delle immagini (es. se si è nati in Spagna o Portogallo si ha una
posizione favorevole rispetto a chi nasce in America da genitori europei—>Creoli). Alla
base della gerarchia c’erano i nativi e gli africani. Alla cima invece troviamo i purosangue,
ovvero gli europei, c’è anche un meticciato di alto rango tra europei e principi o
principesse nativi.

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In Brasile I matrimoni misti sono autorizzati, anche con gli schiavi, ma vige l’endogamia

—> ci si sposa solo all’interno della propria classe sociale

Anche in Asia abbiamo società multietniche anche se isolate (Macau, Cina —> le donne
non potevano emigrare e gli europei potevano solo accedere a questa città).

Nelle Filippine spagnole valeva sempre il concetto delle caste e dei lineaggi puri.

Lungo le coste africane, americane e nell’impero Safavide trovano rifugio molti ebrei

(—> tra cui gli ebrei espulsi dalla Francia e dalle colonie da Luigi XIV), oltre che le
comunità armene cristiane. Anche in Sudamerica quindi gli ebrei e gli armeni svolgono un
ruolo importante come mediatori con le popolazioni locali.

Ci si pone la domanda sulle motivazioni scienti che per la verità del colore della pelle

—> molti autori scrivono trattati dove cercano di spiegare questo fenomeno e si svolgono
per no esperimenti su corpi di schiavi (Studio secolarizzato e slegato da risposte
religiose). Si studiano anche casi come la malattia della vitiligine e gli albini, nati da due
genitori neri.

Fino a questo momento non esisteva il “razzismo scienti co” e una teoria della razza. Si
sviluppa solo nel corso dell’Ottocento anche con il pensiero di Kant (illuminista).

Le religioni

I mercanti svolgono un ruolo importante di di usione delle religioni. Avere omogeneità


religiosa facilita molto i rapporti commerciali difatti.

Lo scisma d’Occidente porta alla creazione di nuove confessioni all’interno della religione
cristiana:

1. Ci sono sollecitazioni ad una riforma interna alla Chiesa cristiana (prima di Lutero)

2. Questi tentativi non sono abbastanza e non soddisfano le chiese tedesche

3. Si arriva a Lutero con le sue 95 tesi del 1517 con grande impatto a livello mondiale 

—> traduce anche la bibbia in tedesco con una grande importanza della stampa
guadagnando il nome di padre della lingua tedesca

4. Lutero viene scomunicato e le sue tesi condannate (ha protezione politica da principi
tedeschi)

5. Si arriva alla Dieta imperiale di Worms che condanna Lutero come eretico

A. Con l’Atto di Supremazia (1534) anche l’Inghilterra si stacca dalla chiesa di Roma

6. Si arriva al Concilio di Trento per rispondere alla riforma protestante, cercando di


riformare alcuni aspetti della chiesa. Non tutti partecipano al concilio (Francia)

Proprio in questa fase (1542) viene anche introdotto il tribunale dell’inquisizione per
combattere il calvinismo e il protestantesimo —> si trova anche nelle colonie spagnole
e nell’Estado da India. In questi anni nasce anche l’ordine dei gesuiti per di ondere il
cristianesimo.

7. Dopo la guerra tra protestanti e cattolici si arriva alla pace di Augusta con la quale si
stabilisce che la religione del principe che controlla un territorio è la religione della
popolazione di quel territorio (i sudditi possono solo emigrare o dissimulare se non
d’accordo) [i calvinisti non partecipano alla pace di Augusta]

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Nel 1620 molti Puritani (calvinisti) chiamati “Pilgrim fathers” emigrano per motivi religiosi
sulla nave May ower in America. —> successivamente i Puritani arrivano oltre che in
America settentrionale (New England) ma anche in Sudamerica, nei Caraibi inglesi.

Ne “Il patto dei Pilgrim Fathers”, si trova l’idea di costituire una colonia con obiettivo la
di usione della fede cristiana senza tenere conto delle popolazioni native, con cui
scoppierà poi una guerra.

Altri emigrati dall’Inghilterra per motivi religiosi sono i Quaccheri (calvinisti), questi
ri utavano il servizio militare, i giuramenti le gerarchie ecclesiastiche e i titoli. Inoltre sono
anche contro la schiavitù e credono nella tolleranza religiosa —> non sono ben visti dai
puritani.

Anche i calvinisti francesi: gli Ugonotti, devono emigrare. Il Re Sole revoca l’editto di
tolleranza e moltissimi scappano, anche nelle colonie francesi gli Ugonotti vengono
espulsi. —> Si crede che uno stato solido possa esserci solo con unità confessionale.

I matrimoni interconfessionali sono vietati da tutte le Chiese. L’accesso libero agli archivi
vaticani (Wojtyla), ha fatto scoprire migliaia di richieste, con risposta positiva, di
autorizzazione a matrimoni interconfessionali.

Per I protestanti non ci possono essere degli ordini religiosi —> la di usione è a data ai
pastori.

Gli anglicani istituiscono la Society for the Propagation of the gospel in Foreign Parts, di
cui fa parte John Eliot (“apostolo degli indiani”), il quale riesce a creare dei gruppi di
preghiera tra i nativi. Eliot traduce anche la bibbia in allochino e stende una grammatica
inglese-algonchino.

I Gesuiti

Nascono nel 1534 con l’obiettivo di evangelizzare il mondo (“salvare tutte le anime”),
l’ordine è soppresso 1759. Evangelizzazione coincide anche con civilizzazione ovvero
insegnare alle popolazioni native l’agricoltura, l’allevamento ma anche l’urbanizzazione, la
vita nei nuclei urbani e in ne l’abbigliamento all’europea.

La presenza dei gesuiti (oltre che in Asia) è ben radicata anche in America, nelle colonie
cattoliche a ovest e nel Maryland. Anche in Canada si sviluppa la dottrina cattolica grazie
ai gesuiti francesi. L’evangelizzazione del Sudamerica è arrivata grazie all’appoggio della
corona spagnola —> nelle colonie spagnole non ci si poteva muovere liberamente inoltre
bisognava essere sempre accompagnati da militari sia per motivi difensivi che burocratici.
I gesuiti svolgono anche attività diplomatiche tra stati con importante funzioni di
mediazione e paci cazione. A loro è anche dovuta una parziale tutela dei nativi (non
sempre), tentativi di mediazioni culturali oltre a vocabolari bilingue e mappe delle zone.

L’Islam

L’islam di divide in due grandi gruppi:

• Sunniti: il gruppo più numeroso

• Sciiti: 15% dei fedeli islamici

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Ci sono anche dei sottogruppi con di erenze sostanziali ma questi sono i due gruppi
principali, da sempre opposti e in tensione in seguito alla morte di Maometto (632).

Gli sciiti credevano che gli imam (capi religiosi), dovessero essere consanguinei di
Maometto indicando un cugino, mentre i sunniti non credono nella consanguineità e
indicano un cognato di Maometto come imam. [ISIS—> gruppo estremista sunnita, gli
sciiti sono loro nemici]. La più grande di erenza tra sciiti e sunniti è nel ruolo dell’imam
che per gli sciiti ha un ruolo molto importante, anche politica e necessita una formazione
speciale. Per I sunniti qualunque fedele è all’altezza del ruolo e il clero è meno importante.

L’islamizzazione è caratterizzata da due fasi:

• Prima ondata: ruolo dei mercanti e dei missionari Su con un atteggiamento aperto al
sincretismo e all’eclettismo

• Seconda ondata: caratterizzata dall’ortodossia (“puri cazione”) con il tentativo di


tornare al dettato originale del Corano —> attraverso la condanna dei Su e del
sincretismo

Durante quest’ultima ondata la dinastia dei “wahhabiti” fa una riforma della religione
musulmana cercando di puri carla.

Il wahabbismo è ancora in pratica in stati come Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi.

Le religioni pre cristiane come Mandei, Yazidi, Zoroastriani, Copti, Drusi, Kalasha e
Samaritani erano considerate pagane e quindi perseguitate sia da cristiani che
musulmani. L’idea dell’ISIS è che le donne di queste minoranze possano essere
trasformate in schiave sessuali. [Nadia Murad - Yazida —> premio nobel 2018].

Centinaia di queste Yazide sono rifugiate in Canada e Germania.

Al di fuori dell’impero safavide, del medio oriente e dell’africa l’islam è ancora presente al
15% in India. In Cina troviamo la minoranza islamica degli Uiuguri, considerati terroristi
dallo stato, con un vero e proprio genocidio culturale con il quale si cerca di fare un
lavaggio del cervello reprimendo la cultura musulmana.

L’Ambiente e le sue interazioni

“I migranti non erano solo vettori di cambiamento, ma anche portatori di sistemi


biologici”. All’epoca non si pensava di trasportare malattie da una parte all’altra del
mondo —> gli europei con l’arrivo nelle americhe portano malattie per le quali i nativi non
avevano protezioni. [Art. CdS: “civiltà plasmate dai microbi”]

Tra le malattie di use globalmente, principalmente dagli europei ma non solo:

• Vaiolo

• Tifo

• Morbillo

• Orecchioni

• Malaria

• Febbre gialla

• Peste

—> queste malattie vengono portate nelle Americhe, in Siberia e in Oceania.

Popolazioni come l’impero Inca sono stroncate da malattie come il vaiolo che aveva una
mortalità tra questi nativi tra il 60 e il 90%.

Dal Sudamerica il vaiolo si di onde rapidamente in Nordamerica e anche in Europa e


Africa —> eradicato solo nel 1980.

In Siberia invece la mortalità dei nativi è intorno al 50% per si lide e vaiolo.

Un’altra malattia terribile di usasi globalmente è la peste che in europa spazza via il 30%
della popolazione.

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Colombo ha tra i suoi vari capi d’imputazione quello di genocidio [—> volontà di
distruggere sicamente un determinato gruppo etnico, culturale o religioso].

Dalla de nizione di genocidio si capisce che è storicamente scorretto imputare a colombo


questo crimine. Colombo non è però innocente, difatti viene anche arrestato per aver
schiavizzato “civili” indigeni senza il permesso della Corona spagnola.

L’impatto sull’ambiente della scoperta dell’America

La scoperta dell’America ha impatto sull’ambiente innanzitutto per il grande usso


globale di animali e piante che in uenza la storia, l’economia la demogra a e molti altri
aspetti. In Canada per esempio il 60% delle specie erbose proviene dall’Europa mentre
negli USA il 40%.

Tra il Settecento e l’Ottocento la patata vive una grande ascesa. Nel secolo precedente
veniva usata solo alla nutrizione di maiali e animali vari ma diventa successivamente
l’alimento in grado di far sopravvivere intere popolazioni (—> ad esempio l’Irlanda
produce solo patate).

Dalle Americhe proviene anche il granturco (mais) che favorisce la crescita demogra ca di
Cina e Europa.

L’avvento dei mercati globali hanno impatto anche sulle foreste: basti pensare alle 4.000
navi della VOC, tutte in legno.

Altri ambienti venivano modi cati completamente per essere adibiti all’agricoltura, con
piantagioni intensive, in Cina e in Sudamerica ma anche in Siberia. Qui nel 1800 il 50%
del terreno siberiano è reso coltivabile attraverso la deforestazione.

Grande impatto ecologico deriva dalle miniere, in particolare di mercurio (Bolivia),


sostanza tossica in grado di inquinare acque e uccidere chi troppo esposto a esso.

Durante questo periodo si vivono anche cambiamenti climatici:

Dal 1550 al 1800 si vive la “Little Ice Age”, con un calo generale delle temperatura, gli
inverni che diventano più freddi e più lunghi in Europa e in Nordamerica causando tra
l’altro il congelamento dei canali (evento molto raro). —> Nel 1780 il porto di New York si
ghiaccia causano l’impossibilità per le navi di attraccare.

Tra la ne del Seicento e l’inizio Settecento si vivono anni piovosi e freddi durante tutto
l’anno con estati non calde. Questo fenomeno ha svariate ripercussioni:

- Carestie

- Emigrazione

- Elevata mortalità di uomini ma anche di animali

- Calo delle nascite

—> “Carestia apocalittica”

Anche la fauna subisce mutamenti:

È il caso delle aringhe che si spostano dalle acque fredde del nord a quelle dei Paesi
Bassi e dell’Inghilterra. Le due nazioni avranno poi una disputa per il controllo della pesca
di questo pesce.

Tra la ne del Seicento e l’inizio del Novecento si parla di “imperialismo glaciale”, questo
impero inizia il suo declino nel 1870 con lo scioglimento dei ghiacciai sempre più
costante.

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Sembrerebbe esserci una relazione tra la Rivoluzione francese e il clima freddo.

Il clima era già sfavorevole alle colture in più un anno prima dello scoppio della rivoluzione
c’è una rovinosa grandinata —> questo provoca carestia e aumento del prezzo del pane.

Da almeno 150 anni, quando si è cominciato a registrare le temperature, si è registrato


una progressiva diminuzione delle temperature invernali con le altre stagioni più calde.

Anche le eruzioni vulcaniche possono mutare il clima [Shelley scrive Dr. Frankenstein
durante un’estate senza sole causata da un’eruzione].

La rivoluzione industriale

Nel 1650 lo Stato più potente del mondo era indubbiamente la Cina, nel 1850 l’equilibrio
cambia e la grande potenza mondiale diventa l’Inghilterra con uno sviluppo divergente.

Nel Settecento la base economica europea è l’agricoltura con una produttività medio-
bassa. Questo sistema è molto vulnerabile poiché soggetto alle intemperie. In questo
periodo si ha però un aumento demogra co del 29% con un calo della mortalità. I
trasporti rimangono invece gli stessi dei secoli precedenti.

In questo contesto scoppia la rivoluzione industriale che cambia completamente gli


equilibri globali. Questa rivoluzione è un processo, in costante accelerazione, che ha
come turning point il 1850. Il gap non è solo europeo-asiatico ma anche interno
all’Europa tra Gran Bretagna (che ha vissuto la prima rivoluzione industriale) e altri paesi
come l’Italia (che non avevano conosciuto la società industriale). Tra il 1850 e il 1870
questo gap tecnologico è superato. La transizione non è comunque immediata, è lenta e
solo nel 1884 ci se ne rende conto.

L’Asia perde il primato militare —> soprattutto sul piano tecnico, Cina e altri stati come il
Portogallo non avevano investito nell’avanzamento tecnologico. In questo periodo
troviamo un grande numero di brevetti in Inghilterra a testimoniare gli investimenti fatti nel
campo della tecnologia.

Ci sono molte teoria per cui l’Inghilterra sia stata investita da questa ondata di nuovi
macchinari ma tra i più importanti troviamo il ruolo della Gran Bretagna nell’economia
globale che le permetteva di acquistare direttamente materie prime a basso costo (es.
cotone in India…) per poi lavorarle e rivenderle inoltre commerciava con gli Stati Uniti.

A favorire l’ascesa contribuisce la vittoria della guerra dei 7 anni contro la Francia che
aumento lo strapotere coloniale inglese.

La rivoluzione industriale è anche dovuta a uno sviluppo regionale (Manchester, Liverpool,


Leeds, Birmingham sono tutte zone che diventano fortemente industrializzate, con la
popolazione che aumenta esponenzialmente —> Manchester + 550.000 abitanti in meno
di 100 anni).

In Italia invece il superamento della popolazione impiegata nell’industria rispetto a quello


nell’agricoltura avviene solo nel 1958.

Lo sviluppo dell’industria in Inghilterra è anche dovuto al protezionismo inglese e allo


svilupparsi della mentalità capitalistica.

Nasce il concetto di economia moderna —> caratterizzata dal capitale ma soprattutto


dalle infrastrutture che permettono al mercato di diventare globale (il boom economico
italiano è collegato a un grande miglioramento di autostrade e ferrovie), inoltre c’è anche
l’importanza di una moneta forte e una banca centrale ma anche delle doti diplomatiche
in grado di far entrare uno Stato nel mercato internazionale.

Il sistema capitalista ha grande importanza nel progredire della rivoluzione industriale


caratterizzato da accumulazione di capitale umano e tecnico e da economia di mercato,
libertà di impresa, proprietà privata. Inoltre lo Stato piò anche aiutare l’economia
nazionale adottando tecniche protezionistiche.

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In Inghilterra mutano anche completamente gli stili di vita:

• Trasformazione della vita sociale urbana e rurale

• Urbanizzazione

• Proletarizzazione

• Nuova organizzazione del lavoro

• Coscienza operaia

• Incremento del reddito (per gli operai specializzatiI)

• Sviluppo tecnologico

Altri aspetti invece rimangono invariati come il lavoro minorile e i sistemi schiavili nelle
Americhe.

I settori strategici inglesi sono il cotone e l’industria siderurgica.

Il cotone

É il primo prodotto attraverso i quale è stata avviata la costituzione di un’economia


globalizzata. É difatti il prodotto più importante del 18esimo e 19esimo secolo superando
il suo precedente: la lana.

Nascono i cotoni ci e l’industria cotoniera dove sono impiegati bambini e donne sfruttati
per le loro mani di dimensioni ridotte che dà maggiore facilità nell’utilizzo di nuove
tecnologie come il latoio.

Per assicurarsi il controllo della manifattura del cotone l’Inghilterra proibisce


l’esportazione dall’India del prodotto tessile nito [Calico Act] (“Calico” —> tessuti molto
colorati e apprezzati), anche la Francia lo limita istituendo persino la pena di morte per chi
lo importa. Questi provvedimenti fanno comunque capire che l’Asia avesse una certa
importanza e che rappresentasse una minaccia per l’Inghilterra.

India deve quindi concentrarsi sulla produzione del cotone grezzo, aumentando le aree
adibite alla coltivazione. Nel 1830 più del 50% del valore delle esportazioni inglesi sono
tessuti di cotone. In seguito alla guerra dei 7 anni l’Inghilterra guadagna anche le basi
commerciali francesi in India sancendo un punto di svolta nella storia indiana e un
aumento enorme del controllo inglese —> la East India Company mantiene un potere
secolare in India no al 1858.

Il cotone era però prodotto in grandi quantità anche in Brasile, grazie al sistema schiavile.

Un’altra area di produzione del cotone per l’Impero Britannico è Smirne (Impero
Ottomano). Anche la Cina è coinvolta —> nel 1860 a Canton c’è una sommossa dei
latori contro l’importazione dei tessuti di cotone dalla Gran Bretagna.

Ghandi scrive una storia del cotone in India e decide di lare il cotone in casa —> azione
politica simbolica per protestare la presenza coloniale inglese manifestata con il controllo
della produzione e esportazione del cotone. Il movimento di indipendenza indiano invece
usa il latoio indiano come simbolo di protesta, e il simbolo viene anche posto sulla
bandiera indiana al congresso indiano del 1930.

Il Brasile già produceva cotone ma la crescita esponenziale della produzione coincide con
la rivoluzione industriale (1780), con grandi esportazione registrate verso Liverpool.

Ad inizio ‘800 il primo esportatore di cotone diventano gli stati del Sud degli Stati Uniti
(nel 1860 la produzione del Sud diventa pari a 3/4 della produzione mondiale).

La produzione sempre più rapida avviene anche grazie a nuove invenzioni come la
sgranatrice di Eli Whitney che permette di velocizzare il processo notevolmente.

Con lo scoppio della guerra civile americana la produzione si ferma e subentrano nella
produzione India, Egitto (stato vassallo dell’Impero Ottomano) e Brasile.

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Oggi il cotone è coltivato principalmente in Cina, India, Uzbekistan e Senegal mentre la
lavorazione è presente in Cina, Turchia e Pakistan. Il prodotto nale invece è realizzato in
Bangladesh, Vietnam e Romania.

Legato al cotone c’è anche la coltivazione di piante da cui ricavare i colori. L’indaco
acquista sempre più apprezzamento in Europa con una conseguente coltivazione
intensiva di indigofere nelle colonie.

Nel 1789 l’Inghilterra impone il divieto agli operai tessili di emigrare per limitare il contro
spionaggio industriale. Samuel Slater viola il divieto e riesce ad emigrare verso gli Stati
Uniti esportando il suo know-how. In Inghilterra era visto come traditore mentre in
America era celebrato come padre della rivoluzione industriale statunitense.

Il settore siderurgico

Abraham Darby scopre come pulire il carbone e renderlo più utilizzabile, inventando il
carbone depurato (coke). Questa invenzione fa si che non si realizzino più ponti in pietra
ma solo in ferro.

La vera invenzione del millennio però è la macchina a vapore.

Questa invenzione è frutto di un processo: tutto inizia con la pompa a vapore che
permetteva di estrarre l’acqua dalle miniere di carbone. James Watt era riuscito a
trasformare il calore (energia termica) in energia cinetica.

Nel 1800 si sviluppano i primi treni che velocizzano il trasporto del carbone (prima
e ettuato a cavallo).

Lo sviluppo infrastrutturale inglese dimostra come senza di esse non ci possa essere
sviluppo o modernizzazione. Infrastrutture non è solo ferrovie però, si parla anche di
sistemi importanti di canali arti ciali in Inghilterra.

Il battello a vapore è un’altra invenzione che velocizza estremamente il trasporto di


persone e merci. Nascono anche le navi a vapore transatlantiche che permettono di fare
rotte come Rotterdam-Suriname in soli 11 giorni (prima la traversata impiegava mesi),
questo permette un aumento della rapidità ma anche un grande abbattimento dei costi.

Queste navi non sono più realizzate in legno ma in ferro.

Queste navi diventano anche uno strumento di guerra —> nella prima guerra dell’oppio
un semplice piroscafo di ferro fa arrendere i cinesi senza che ci sia una vera e propria
guerra.

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