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Gli Imperi Coloniali

L’Asia è da sempre un paese ricchissimo di risorse, da cui l’Europa importava merci esotiche e pregiatissime
come particolari tessuti, spezie, pietre preziose, ecc.. Tali traffici commerciali erano gestiti dai mercanti
arabi. Con l’arrivo dei Turchi in Asia Minore, le vie carovaniere divennero insicure e si pensò a come
raggiungere l’Oriente per mare.

LE RAGIONI DELLA RICERCA DELLA VIA VERSO L’ORIENTE:


• la crescita demografica e del tenore di vita determinano un bisogno di maggiori risorse;
• il desiderio di sottrarre a Venezia il monopolio del commercio delle spezie, provenienti dall’Oriente,
fonte di grandi guadagni in quanto indispensabili;
• la chiusura delle vie carovaniere dell’Asia, in seguito alla caduta di Costantinopoli nelle mani dei
Turchi.

Impero Coloniale Portoghese


I Portoghesi, spinti dal loro sovrano Enrico I, detto il Navigatore, sapendo che dall’Africa provenissero
ingenti quantità di oro, avorio e schiavi, cominciarono l’esplorazione delle coste del Marocco, Senegal e
Guinea. Conquistando le isole della Madeira e delle Azzorre, si aprirono nuove rotte marittime per
raggiungere le stazioni commerciali a sud del Sahara.

Con il tempo riuscirono a circumnavigare l’Africa e a spingersi fino in India con Vasco da Gama, nonostante
le difficoltà del viaggio, date da un tragitto lungo e insidioso e dalla presenza degli Arabi. I Portoghesi, visti
come minacciosi, evitarono di colonizzare l’entroterra, si limitarono alle coste e ai porti che usarono come
basi di rifornimento per gli scambi commerciali. L’arrivo dei Portoghesi in India, aprì i traffici tra il Medio
Oriente islamico, l’India e il Sud-est Asiatico, fino ad allora gestiti dagli Arabi, sconfitti dalle navi e dalle
basi dei Portoghesi fortificate e armate, presenti in Africa orientale, India, Golfo Persico e Cina.

Tra le varie spedizioni, non sempre così agevoli, vi fu quella di Cabràl che incorse in una tempesta che lo
fece approdare in Brasile, che egli chiamò Terra di Vera Cruz e ne prese possesso nel 1500, in nome del suo
re. In Brasile si parla ancora il Portoghese.

CRISTOFORO COLOMBO
Prima che Vasco da Gama circumnavigasse l’Africa, Cristoforo Colombo attraversò l’Oceano Atlantico e
scoprì un nuovo continente. Egli cercava una traiettoria rettilinea verso occidente per approdare in Asia.
Infatti, secondo un principio della sfericità della Terra, già postulato dai Greci, aveva immaginato che la
circonferenza terrestre fosse più breve di quello che è in realtà, e questo lo spinse verso il mare aperto.

Inizialmente, Colombo si rivolse alla repubblica di Genova e al sovrano porteghese. Solo otto anni dopo
essersi rivolto ad Isabella di Castiglia, regina di Spagna, questa gli concesse tre navi (Pinta, Nina e la Santa
Maria) e circa 90 uomini con i quali il 3 Agosto 1492 salpò. Circa due mesi dopo arrivò nell’arcipelago delle
Bahamas, che egli chiamò San Salvador. Egli era convinto di trovarsi l’India; tali territori vennero chiamati
“Indie occidentali” e i loro abitanti Indios. Compì altre due spedizioni nelle quali scoprì le isole di Cuba,
Haiti, arcipelago delle Antille e costa settentrionale dell’America del Sud.
La scoperta delle Nuove Terre, che erano viste come sconfinate, ricchissime e facili da assoggettare per
l’inferiorità tecnologica e militare delle popolazioni indigene, scatenò la brama di conquista tra Portogallo e
Spagna: con il trattato di Tordesillas nel 1494 stabilirono di fissare una linea immaginaria lungo l’Atlantico:
ad Est si estendeva l’impero coloniale portoghese, ad Ovest quello spagnolo.
Ci furono altri esploratori che seguirono la rotta di Colombo come i veneziani Giovanni e Sebastiano Caboto
che, a servizio dell’Inghilterra, scoprirono il Canada. Con l’esplorazione del Canada e dell’America
Settentrionale, l’Inghilterra si insediava sulla fascia costiera che sarebbe diventata il nucleo iniziale degli
Stati Uniti d’America.
Amerigo Vespucci, contribuì molto alle conoscenze geografiche del tempo, scrivendo una relazione
chiamata Mundus Novus, e fece sì che il nuovo continente si chiamasse America. Si ebbe la conferma che
fosse un continente diverso nel 1513 quando venne scoperto quello che ora è denominato Oceano Pacifico.
Quando si capì che la terra sui cui era sbarcato Colombo non erano le Indie, ma un continente a sé stante,
venne ripensata la rappresentazione del globo; l’Europa venne denominata Vecchio Mondo in
contrapposizione al Nuovo Continente.
Nel 1519 Magellano si avventurò nel Pacifico perché cercava un passaggio tra l’Atlantico e il Nuovo Mare
per raggiungere le Indie Orientali, raggiunse le Filippine che vennero denominate tali in onore del re di
Spagna Filippo II.

POPOLAZIONI INDIGENE
• MAYA: città-stato indipendenti, non alleate tra loro e governate da re-sacerdoti. Avevano molte
conoscenze sulle scienze astronomiche, fisiche e matematiche e avevano una scrittura geroglifica.
Nel 15 secolo furono decimati da cataclismi naturali.
• AZTECHI: avevano un vasto impero grazie al carattere bellico, si distinsero per le espressioni
letterarie e artistiche.
• INCAS: monarchia che era considerata di origine divina, al re appartenevano tutte le terre di cui un
⅓ erano in affidamento al clero, ⅓ alle famiglie. Avevano una rete stradale che permetteva al re di
avere il controllo sul territorio e alla popolazione di gestire gli scambi commerciali.

Alla volta del Nuovo Mondo partirono gli Europei, soldati, marinai, agricoltori in cerca di terre e guadagni: i
conquistadores. Tra loro, il più celebre è Hernan Cortes che intorno al 1520 si impadronì dell’impero
Azteco. Nel ventennio successivo gli Spagnoli sottomisero i Maya e ne saccheggiarono le miniere d’oro e
d’argento. Francesco Pizarro e Diego de Almagro distrussero l’impero degli Incas. Le vittorie degli Europei
furono possibili grazie alle armi da fuoco e dai cavalli.
Presto la smania di potere, portò i conquistadores a lottare fra di loro; la monarchia spagnola decise allora di
intervenire per gestire direttamente i commerci con un Consiglio Supremo delle Indie, che, nei territori
conquistati, svolgeva le questioni amministrative, giudiziarie ed ecclesiastiche.
Il colonialismo spagnolo assunse l’aspetto di uno sfruttamento: con il motivo della diffusione del
cristianesimo tra gli indigeni, i conquistadores non ebbero scrupoli nei confronti delle popolazioni autoctone,
sottraendo oro dalle miniere e appropriandosi di quanto conquistato. I conquistadores erano giustificati
giuridicamente perché autorizzati dal sovrano spagnolo. Tramite l’encomienda i territori venivano affidati in
concessione a un encomendero che li amministrava a suo piacimento versando poi al sovrano una
percentuale delle rendite, mediante repartimiento. Così agli Spagnoli venne reso possibile lo sfruttamento
delle miniere d’oro e d’argento e la coltivazione delle piantagioni di canna da zucchero, poi caffè, cacao,
tabacco, ecc…Venne anche resa possibile la tratta degli schiavi africani, praticata sin da XVI secolo, a causa
dell’arta mortalità delle popolazioni indigene, sottoposte a lavori forzati e malattie portate dagli Europei,
come il vaiolo, colera, morbillo…
Le violenze dei conquistadores furono denunciate da alcuni missionari spagnoli come Las Casas. Dopo
alcuni controlli da parte dell’imperatore Carlo V, si decise di intervenire creando due vicereami, quello della
Nuova Spagna (attuale Messico), e quello del Perù, così da accentrare l’amministrazione di questi luoghi e
sottrarli alle barbarie dei conquistadores e encomenderos.
Carlo V emanò le Nuove leggi, che prevedevano la lotta contro lo sfruttamento degli Indigeni. La monarchia
si preoccupò di fondare speciali tribunali per punire tali abusi. Questi provvedimenti avevano anche una
finalità politica: in un periodo in cui gli Stati erano governati secondo un assolutismo molto rigido, era
inammissibile che il sovrano di Spagna si lasciasse sfuggire i nuovi territori. Nonostante ciò, e condizioni
degli Indios non migliorarono perché le leggi non vennero rispettate. In Europa la gente era indignata per la
pubblicazione di Las Casas che denunciava il numero di indigeni morti a causa delle conquiste, e per quella
di Francisco de Vitoria, secondo il quale la colonizzazione si poteva giustificare solo come espressione
missionaria e se compiuta nel rispetto dei diritti umani.
I portoghesi, seguendo il modello delle encomiendas spagnole, oltre a controllare il traffico di spezie in Asia,
colonizza le coste del brasile. L’opera di colonizzazione divenne poi più pacifica grazie ad ordini religiosi
che volevano diffondere la cristianità e la tradizione portoghese.
Anche Inghilterra, Olanda e Francia cominciarono poi la loro politica espansionistica in America.

CONSEGUENZE
La scoperta dell’America e la colonizzazione causarono trasformazioni economiche, politiche e sociali nel
Vecchio Continente.
ECONOMICO:

• Centro dei traffici commerciali dal Mediterraneo all’Atlantico, danneggiando le Repubbliche


Marinare in Italia.
• Sviluppo delle marine mercantili e la formazione di enormi capitali da parte di potenti compagnie
commerciali, che favoriscono lo sviluppo del moderno capitalismo;
• L’afflusso in Europa di enormi quantità d’oro e d’argento
• La trasformazione della produzione agricola, determinata dall’introduzione di prodotti come il lino,
la vite, la canapa, il caffè, il pomodoro, il tabacco, le patate ecc.
POLITICHE:

• Formazione di vasti imperi coloniali


• Insorgere di conflitti tra le maggiori potenze coloniali
SOCIALI:

• Venne innescato il fenomeno dell’emigrazione: molte persone che volevano lavorare o fuggire dalle
persecuzioni politiche e religiose partivano;
• Assume maggior rilievo sociale la ricca borghesia (mercanti, armatori, banchieri..) a danno della
nobiltà
• Mutamento dei costumi e dei valori
• L’estinzione quasi totale delle popolazioni autoctone dell’America meridionale
• L’importazione di schiavi dall’Africa, per la necessità di manodopera.

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