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LEZIONE 28 ALESSANDRO CICERI VESCOVO IN CINA / VI FASE

Come Matteo Ricci nel corso del XVII e del XVIII secolo vi furono molti altri personaggi che operarono in
Cina. Uno di questi fu Alessandro Ciceri, che nacque a Como nel 1639 e a soli 16 anni, entrò nella
compagnia di Gesù e dichiarò la sua vocazione missionaria. Nel 1674 salpo per Goa in India dove si
trattenne per quasi due anni, riferendo ai superiori di essere stato accolto nel convento brasiliano con
molto calore, anche se il convento scrive: “ E poco ricco”.

In merito Alle missioni brasiliane illustra al superiore:” le missioni di queste parti sono poche ma assai
laboriose, è necessario andare in caccia dei brasiliani per le selve e boschi impenetrabili e deserti con
mortali insidie ed avanti di vederli alla Fede, occorre condurli in qualche villa a maniera di uomini. Molto
si patisce molto più che quello che in Italia si immaginano”.

Nell'aprile del 1677 riprese il mare diretto a Macao. Inizio qui a studiare la lingua cinese coadiuvando padre
Filippucci responsabili dei gesuiti di Canton. Da Canton scriveva ai familiari: “la provincia di Cantone sarà il
campo delle mie fatiche, è grandissima e tiene tanta gente quanta e forse più ne ha tutta l'Italia, finora
sono pochi i cristiani per le guerre e le percussioni passate, continuando l'imperatore con l'affetto che
mostra ai nostri Padri possiamo sperare molto maggior frutto”.
La lettera arrivò quasi dopo due anni, questi erano i tempi. Da queste parole traspaiono le buone relazioni
fra padri e istituzioni.

Nel frattempo in Italia il suo zelo fu premiato dalla compagnia e fu nominato procuratore a Roma. La sua
conoscenza della lingua e dei costumi l'avevano reso un punto di riferimento della compagnia tant'è che in
ottobre con due confratelli portoghesi si recò a Pechino per negoziare la libertà di predicazione della
religione cristiana in Cina così l'imperatore K’ANGHSI li accolse con favore ed emano un editto che permise
ai missionari di predicare il Vangelo e ai cinesi di accogliere la religione cristiana.

In seguito, fu nominato vescovo di Nanchino per volere di Papa Innocenzo XII e nel 1696 successe nella sua
diocesi al domenicano cinese Gregorio Lopez che era stato il primo vescovo della città,

La nomina di Ciceri si collocava nel mezzo delle dispute fra la congregazione di propaganda e il patronato
portoghese per la giurisdizione in Cina che intese per decenni estendersi su tutto il territorio del paese oltre
i confini della colonia di Macao sede vescovile dal 1576 . La complessa situazione si attenuò quando
divenne nota in Cina la nuova bolla dell'ottobre del 1696 di Papa Innocenzo XII secondo cui la giurisdizione
delle tre diocesi del patronato portoghese era limitata a sole sei province mentre il resto della Cina veniva
lasciato ai Vicari apostolici. Furono le difficoltà finanziarie causate dalla mancata rimessa dei fondi per il
mantenimento della sede vescovile da parte portoghese a costringere Ciceri a lasciare Nanchino per quasi
un anno . Rientro infine a Nanchino e vi rimase fino alla morte nel dicembre del 1703, la sua tomba si trova
nel cimitero a Nachino.

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