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Luigi Mezzadri Paola Vismara LA CHIESA TRA RINASCIMENTO E ILLUMINISMO Citt Nuova, Roma, 2006 Biblioteca Civica di Varese

e ISBN 88-311-0340-7

INTRODUZIONE La Storia Moderna della Chiesa Cattolica si sviluppata su tre equivoci: una visione eurocentrica, l'idea che l'espansionismo europeo generava modernit per i popoli 'conquistati' e che i mali dell'Italia derivassero dal non aver accolto anch'essi la Riforma luterana, cosa che ci avrebbe resi pi capitalisti. PARTE PRIMA Una storia missionaria L'Europa del Quattrocento era piccola e le conoscenze del resto del pianeta limitate da leggende spesso infauste. La Chiesa di questo secolo si pose alla base di mutamenti storici. In primo luogo promosse le scoperte geografiche, in secondo luogo la cultura umanistica (furono tutti ecclesiastici i grandi umanisti del secolo); ci si accompagn ad un grande mecenatismo artistico. Tuttavia la Chiesa era attraversata ca contrasti interni, arrivismi; essere nel clero era pi un prestigio che un0aspirazione. Si diffuse la corruzione. 1490 inizio evangelizzazione del Congo 1492 scoperta dell'America 1498 arrivo dei Portoghesi in India. Per Poliziano lo scopo delle scoperte geografiche era poter indottrinare i nuovi popoli facendoli cos uscire dall'oscurantismo in cui vivevano. In realt vi era anche lo scopo di fare colonialismo di rapina e commercio di schiavi. La cultura classica, la scolastica e la patristica non bastavano pi a offrire risposte e neppure le lingue: i missionari dovettero imparare le lingue e adattarsi alle diverse culture per poter annunciare il Vangelo. La Chiesa da canto suo pareva sempre di pi essere un principato Italiano litigioso ed avido; tuttavia vide nell'evangelizzazione dei nuovi popoli un modo per riscattare la propria immagine funestata. Ogni terra scoperta dalle potenze occidentali doveva essere riconosciuta dalla Santa sede per mezzo di una bolla; fra il 1415 e il 1500 ne furono emanate 69 di cui una nel 1493 che riconosceva alla Spagna anche le future terre scoperte purch non gi sottoposte ad una altro principe cristiano e a patto che si provvedesse all'evangelizzazione. Nacque il patronato, ossia le potenze avevano l'autorit anche sulle chiese, sui vescovi e sulle bolle emesse dal clero locale. I missionari avevano la piena libert operativa. Tre furono le principali zone di evangelizzazione: l'America Latina, l'Africa e poi l'India. AFRICA Nell'Africa Islamica, fallito l'intervento militare, l'azione missionaria fu volta alla liberazione dei prigionieri di guerra cristiani per mezzo di veri e propri episodi di corruzione. Vi erano poi un 14% di rinnegati ossia preti spretati, avventurieri, criminali, divenuti acerrimi persecutori dei cristiani. Nell'Africa Portoghese il re Alfonso (1506-1543) autentico cristiano, ebbe il suo da fare per cercare di fermare la tratta degli schiavi. Quest'ultima fu un'ecatombe demografica: in tutto furono commerciati 11.000.000 di schiavi negri e circa 8.000.000 morirono nei trasporti. I viaggi duravano dai 35 ai 50 giorni in condizioni pietose. I maggiori commercianti furono gli Inglesi. Pi di un papa (Urbano VIII e Benedetto XIV) intervenne per limitare la tratta ma senza troppo successo: essi non avevano l'autorit per bloccarla. L'

Etiopia era l'unico regno cristiano d'Africa (seppur monofisita). Per combattere l'offensiva islamica furono invocati i portoghesi, assieme ai quali giunsero missionari gesuiti; uno di questi, Pedro Pez si distinse per aver imparato la lingua locale e cercato di assecondare la cultura e le tradizioni locali. Egli ottenne l'appoggio del re locale. Quest'ultimo, morto in battaglia nel 1607, fu succeduto dal 33enne figlio il quale , dimostratosi immediatamente favorevole ai gesuiti ma di carattere intransigente e lunatico, al limite del delirio di onnipotenza, giungendo a desiderare un harem ben fornito come Salomone. Morto Pez, gli successe Alfonso Mendez, buon teologo ma ignorante di questioni etiopiche. Il suo carattere autoritario unito alle metodologie del re resero insostenibili per la popolazione le nuove disposizioni di natura religiosa sino alla espulsione dei gesuiti dal suolo etiope a seguito della morte del re (detto anche negus). Il giudizio che se ne pu trarre che l'azione gesuita in Etiopia fu motivata da ragioni operative buone (merito loro fu la conoscenza che poi in Europa si avr della cultura della civilt etiope) ma caratterizzata da un probabile travisamento del precetto di Loyola seconso cui era buona cosa evangelizzare per primi i capi dei popoli e le classi dirigenti. AMERICA Nell'America Centro

Meridionale, dopo la scoperta effettuata nel 1492 le potenze europee provvidero ad una inesorabile conquista da est verso ovest; vale la frase di Lope De Vega: Al re un numero infinito di terre, a Dio un numero infinito di anime. Riguardo alla conquista spagnola vi chi sostiene che costoro furono sfruttatori e schiavisti, altri esaltano l'opera compiuta poich a loro avviso cre un popolo latino-americano, altri leggono in tutto questo il tentativo della Chiesa cattolica di estendere la propria egemonia in tutto il mondo nel pi completo disprezzo delle culture indigene. Fatto proprio precedentemente il concetto di Patronato e la relativa bolla alessandrina del 1493, si capisce quanto il ruolo della Chiesa fosse ininfluente anzi, davanti alle difficolt di civilizzazione che venivano alla luce, i domenicani ottennero dal re Ferdinando delle Leggi di Burgos (1512) secondo cui 1) gli Indios erano liberi 2) devono essere educati alla fede cattolica 3) i re possono ordinare che lavorino, purch ricevano un salario 4) i lavori devono essere proporzionati alla loro costituzione fisica 5) non si possono togliere loro le ore di riposo 6) dovranno avere una casa e un piccolo appezzamento di terra proprio. Nel frattempo, mentre in Spagna il dibattito era animato dalla legittimazione delle nuove conquiste, un tale Bartolomeo de Las Casas formul un nuovo modo di evangelizzare basato sulla buona e coerente immagine che il predicatore deve offrire di se stesso, sulla dolcezza e sulla volont di non scendere a compromessi. Tali nozioni furono accolte da Paolo III nella bolla Sublimis Deus (1537). Il metodo consisteva nella cosidetta Tabula rasa, ossia si provvedeva, con dolcezza e rispetto, a far comprendere agli indigeni quanto i loro riti tradizionali fossero sbagliati, dopo di che si sarebbe provveduto alla vera evangelizzazione. Per fare ci risultavano essere essenziali la conoscenza della lingua (per cui vennero create grammatiche e dizionari in lingue locali) e l'ausilio di supporti catechistici in lingue indigene. Furono formate anche le classi dirigenti per le quali i domenicani crearono numerose universit. Nacque l'esperienza delle cos dette 'riduzioni', ossia villaggi isolati in cui gli indios vivevano separati dagli

spagnoli affinch fossero preservati. Le Riduzioni volute nel 1609 da Padre Acquaviva dipendevano solo dal vicer ed erano tenuti al pagamento solamente di un tributo. Al centro del villaggio vi era la plaza mayor con la Chiesa ed il Municipo; l'istruzione era obbligatoria, grande importanza avevano il canto, le feste, il teatro ed ogni espressione artistica; grande era la preparazione ai sacramenti e ad una vita religiosa coerente ed ordinata. L'organizzazione sociale ed economica garantiva la pi assoluta uguaglianza ed un benessere esteso. Tuttavia, tra il 1636 ed il 1638 gruppi di paolisti (cacciatori di schiavi) presero a perseguitare le riduzioni; dapprincipio fu organizzato un esodo a sud, poi invece i gesuiti ottennero da Filippo IV di Spagna di potersi armare; il piccolo ma potente esercito indios, dimostrato sul campo grande valore e fermezza, riuscirono a sconfiggere i paolisti nel 1641. Le riduzioni poterono dunque prosperare e venne creato un sistema di reclutamento permanente. Nel 1700 quei figli di puttana, atei bastardi di Illuministi, avendo in odio i gesuiti, presero a denigrare l'esperienza delle riduzioni senza la minima cognizione di cosa stessero criticando (v.d comunisti). Nel Brasile

l'evangelizzazione fu alquanto saltuaria; anno di svolta fu il 1549 quando dal Portogallo sbarcarono i primi gesuiti guidati da Manuel da Nbrega. Essi impararono la lingua molto celermente e si dedicarono ad un'opera di evangelizzazione basata sull'amichevole rapporto con la popolazione locale. Poco poterono fare per alleviare la schiavit; nel 1661 furono espulsi proprio perch accusati di non aver fatto nulla contro ci. ASIA India Il

principale problema incontrato dai primi portoghesi giunti in loco fu il fatto che gli indiani conservassero ancora un rigido sistema di caste ed una fede nestoriana; si prov dunque, a seguito del sinodo di Diamper (1599) a imporre una netta rottura con le fedi ereticali. Nel 1653 un terzo dei cos detti siriaci misero in atto una secessione dalla Chiesa cattolica. Il loro limite fondamentale fu di aver confuso l'induismo con una protoforma di cristianesimo; tuttavia essi si guardarono bene dall'applicare il metodo della tabula rasa, scelta saggia. Alla fine del 1500 la confessione cristiana cont un aumento vertiginoso degli aderenti. Fu molto importante l'adattamento alla mentalit indiana, in particolar modo nel fasto della liturgia; inoltre fu assai importante comprendere la mentalit induista particolarmente per quanto riguardava le divisioni in caste; in questo, fu campione Roberto De Nobili. Questi mir ad avvicinare la classe dei Bramini (il non plus ultra della societ indiana) adottando tutte le precauzioni estetiche del caso. Alla fine del 1500 il grande Mogol promosse la creazione di una religione sincretista contenente elementi islamici, cristiani ed induisti. Vi giunsero i migliori gesuiti del tempo ma sotto Shah Jahan la cosa declin fino al fanatico musulmano che sar il successore. Cina Nel 1557 i portoghesi presero Macao e provvidero a occidentalizzarla sotto lo sguardo di disappunto della Cina. Tuttavia il resto del paese era precluso al resto degli occidentali. Matteo Ricci di Macerata assieme al Ruggieri agendo sotto copertura, giunsero sino a Pechino (1601). Egli si present alla corte come un saggio occidentale esperto di varie discipline, espertissimo anche di Confucio; valorizzando il confucianesimo che considerava una filosofia, cerc una frammistione col cattolicesimo (fra le due non vi era molto distanza). L'opera ebbe i suoi frutti

ma non poche furono le difficolt. Innanzitutto il clero locale stentava di imparare il latino. Papa Paolo Vvenne incontro alle esigenze con una bolla del 1615 che rimase per lettera morta. Il secondo problema era su come definire il concetto di Dio. In terzo luogo vi era l'opposizione degli intellettuali provinciali reazionari. Giappone L'evangelizzazione del Giappone ebbe inizio per merito di San Francesco Saverio il quale si imbarc da Lisbona privo di competenze riguardo all'Oriente. Nel 1549 inizi con un annuncio di tipo tradizionale ma si scontr con l'evidente evoluzione del popolo giapponese che poneva precise domande. Per questi ultimi fatti la povert era considerata un non-valore; dovette presentarsi come un uomo colto e dell'alta societ, vestendo elegante e offrendo all'imperatore oggetti curiosi. Persino il Papa, in un viaggio apostolico del 1579, si accorse di questa evidenza, ossia che quella giapponese era una cultura profondamente verticistica, per cui era necessario che il missionario acquisisse uno status sociale elevato. Oltretutto vi era la necessit di imparare lingua, usi e costumi locali. Non faticarono molto per ottenere il benestare dell'imperatore. I gesuiti, come loro solito, adattarono un catechismo e costituirono diverse comunit. Venne costituita nel 1587 la diocesi di Funai cui fu messo a capo per primo Pedro Martins. Questi, ed in particolar modo il suo successore Luis Cerqueira, si occuparono particolarmente della creazione di seminari e della formazione dei nuovi presbiteri, molti dei quali subirono il martirio. Nel 1596 l'incagliamento e il successivo saccheggio di un galeone spagnolo da parte di un signorotto locale caus un incidente diplomatico fra giapponesi e l'incazzato capitano della nave a seguito del quale l'imperatore si scagli contro i missionari crocifiggendone 26; nel 1614 si scaten la caccia ai missionari e ai cristiani. Negli anni successivi la persecuzione si inaspr con l'applicazione di nuovi crudeli metodi di tortura ed esecuzione (era richiesta per la biura). Il clero buddista fu trasformato nel 1630 in una specie di polizia religiosa. Nel 1639, in fine, lo shogun (imperatore) Iemitsu espulse tutti gli occidentali. Totale 4045 casi di martirio attestato. Fino alla seconda met del 1800 continuarono a sopravvivere piccole comunit cristiane prive di pastore e pertanto privi di eucarestia. Le riforme Cattolici ed Ortodossi, seppur condividano la stessa fede, sono da sempre separati su diversi piani. La religione cattolica sempre stata caratterizzata da un maggior dinamismo, da un grande impegno apostolico e caritativo secondo il motto di San Bernardo per cui non progredire regredire. Fin dal XIV il dibattito sulla riforma fu in primo piano (Ecclesia semper reformanda); Il dibattito era sulla decadenza dei costumi e non sui contenuti teologici. Le riforme possono essere in capite, cio nelle strutture di vertice (Papa, Collegio Cardinalizio, Curia Romana) o in membris, nella base (diocesi, ordini, congregazioni), disciplinare (cambiare e adeguare i comportamenti), dottrinale (ritoccare le dottrine), esterne (quando vengono provocate dal potere laico) o interne (se nascono da un bisogno profondo). Quando si parla di riforma occorre tener presente il concetto di salvezza. Si cambia o si vuol cambiare per poter essere salvati. Di qui un'idea dell'uomo ( concezione antropologia).L'uomo considerato in duplice senso. Da un lato lo si coglie come centro, cio senza limiti, senza

peccato, capace di ogni traguardo grazie alla religione e alla libert. Dall'altro viene inteso come periferia esterna , svuotato del peccato , incapace di bene. La prima concezione tipica dell'Umanesimo, la seconda dall'agostinismo. Sono dimensioni che si possono integrare nella visione cattolica. Portate all'estremismo conducono al razionalismo-libertino o al fideismo pessimista. L'ambito della riforma la Chiesa. Ci si salva nella Chiesa e per mezzo della Chiesa, che annuncia la Parola, utilizza i segni sacramentali e vive la carit. Per l'uomo del Rinascimento la Chiesa era un ostacolo , perch poneva la Rivelazione sopra la Ragione. Per l'uomo delle riforme protestanti la chiesa era un ingombro, in quanto occorre un contatto diretto con la Parola. A questa riduzione aveva contribuito l'evoluzione, o meglio l'involuzione, che si era avuta nel tardo Medioevo, quando, da mistero e sacramento dell'incontro con Cristo, la Chiesa era venuta a ridursi a un puro fattore di appartenenza sociale. Si viveva nella Chiesa ma non della Chiesa. Il bisogno di riforma era condiviso da tutti, ma di fatto comport diversi percorsi e progetti. Storicamente si sono avuti quattro progetti: 1) un progetto spiritualista, che si ricollega al pensiero di Gioacchino da Fiore, secondo cui, a partire dal 1620, lo Spirito Santo sarebbe intervenuto per rifondare la Chiesa, che sarebbe diventata una Ecclesia spiritualis; 2) Teologi come Wycleff e Huss hanno criticato la 'vita' della Chiesa, cio i comportamenti , le modalit di governo. La moralit e la mancanza di povert dei sacerdoti, il diniego del calice ai laici, sostenendo che essi rivelavano una grave infedelt al Vangelo. Da essi nacque pertanto un progetto scismatico, in quanto ritenevano la Chiesa non pi riformabile. 3) A Lutero, ma lo stesso si pu dire di Calvino e degli altri esponenti delle Chiese protestanti, non bastava una semplice revisione pastorale o morale. Il problema che li angosciava non era quello della 'vita' ma della 'dottrina'. Di qui un progetto di riforma dottrinale, in quanto ci si doveva preoccupare non tanto dello stile di vita, ma del contenuto del credo. E' questa la riforma 'protestante'. All'interno del movimento scatenato da Lutero, Zwingli e Calvino ci sono notevoli diversit. Per questo motivo, pi che parlare di 'riforma' al singolare, si dovrebbe parlare di 'riforme'. 4) c'era infine il progetto cattolico di riforma. Esso partiva dal presupposto che Cristo mai avrebbe abbandonato la sua Chiesa. Se pertanto i sui membri possono sbagliare, essa non pu insegnare dottrine errate ed ha al suo interno gli anticorpi per rigenerarsi. Questo fatto comportava un restauro della Chiesa, non un suo rifiuto. Attraverso opportuni cambiamenti, attraverso un certo numero di modifiche , di 'ritorni', di adattamenti nel campo disciplinare, morale, organizzativo, pastorale si doveva cambiare lo stile di vita, ma non si poteva cambiare dottrina. Si doveva cio tornare a vivere della Chiesa e a considerarla come sacramento dell'incontro con Dio. Fu questo il fascio di riforme che culmin nella riforma tridentina. Riforme cattoliche LA RIFORMA DAL BASSO Si tratt di una classica riforma dal basso, spontanea ma assecondata e voluta anche dalle gerarchie; affinch, infatti, una riforma abbia successo necessaria 1) che sia voluta e sentita come un'esigenza dalla base 2) che vi sia collaborazione e cooperazione fra vertice e base 3) che sia spirituale 4) che sia progressiva, ossia non improvvisa 5) che si innesti con fedelt alla tradizione 6) che

sia uguale per il vertice e per la base. LE CONFRATERNITE Le confraternite sono associazioni di credenti (preti e laici), erette per compiere opere di carit, o per l'incremento e l'esercizio della preghiera. Secondo il fine esse si dividono in: confraternite di culto e confraternite di carit. Esse operarono in una triplice direzione: 1) rinnovamento spirituale 2) attenzione ai poveri, immagine del Cristo 3) finalit apostoliche. Ricordiamo La Confraternita del Divino Amore, che tra Genova e Roma fondarono 11 ospedali degli incurabili ed altrettanti monasteri. LE DONNE nel processo di rinnovamento le donne giocarono un ruolo importante. Alcune, come Domenica da Paradiso, ebbero l'ardire di predicare la Scrittura e di rivendicare la propria autonomia spirituale financo a giungere a scrivere al Papa Paolo III. Altre, come Brigida di Svezia, fondarono comunit miste in cui la donna non fosse relegata ad un ruolo subalterno. Ludovica Torelli fond a Milano I Barnabiti e le Angeliche. Molte di queste donne ebbero rapporti stretti con molti Papi. Angela Merici fond Le Orsoline, le quali esercitarono uno straordinario ruolo educativo e formativo. LA RIFORMA DEI RELIGIOSI Certosini e nuovi Ordini Tra il 1300 ed il 1400 fu tutto un fiorire di nuovi ordini: nacquero i Certosini non che altri ordini fra i quali quello dei Minimi che ebbe un'enorme diffusione nel corso del XVI secolo. Osservanze Esse ebbero come elemento ispiratore il ritorno alle origini, cio alla regola primitiva che doveva essere osservata. Si era convinti che il rispetto di simili regole avrebbe condotto alla santit. Benedettini La riforma di Santa Giustina di Padova fu l'esperienza pi importante di osservanza fra i Benedettini voluta da Ludovico Barbo nel XV secolo per rispondere al lassismo e alla corruzione morale dei propri monaci. Francescani La regola di San Francesco che prescriveva povert rigorosa e attivit questuale cominci a divenire ossimorica difronte all'opulenza delle Chiese gotiche, dei manoscritti e dei conventi nelle comunit molto numerose. La riforma (Osservanza) fu: 1) costituirsi di piccole fraternit 2) vita semi-eremitica3) rinunzia ai beni immobili, rendite, dispense. In un secondo tempo 4) alternanza tra vita ritirata e apostolato 5) apertura allo studio (era l'epoca dell'Umanesimo). Nel 1430 si ebbe una scissione fra osservanti e conservatori; con la bolla Ites Vos di Leone X vi fu l'indipendenza degli osservanti che presero nome di Cappuccini . Nel 1625 i Cappuccini contavano 1260 conventi con 17000 membri; grazie alla loro coerenza con la povert francescana e alla generosit in occasione di epidemie e sventure essi divennero una delle forze trainanti della Chiesa rinnovata. Domenicani L'esponente della fazione pi integralista, riformista e rigorosa fu Girolamo Savonarola. Egli mischi politica fiorentina con religione, predicando una nuova forma di governo basata su una sorta di democrazia diretta e fu protagonista della prima fase della Guerra d'Italia contro Carlo VIII quando, dopo la sconfitta, fu predicatore contro Piero de' Medici. Fu poi giustiziato nel 1498 insieme ai suoi seguaci, i piagnoni. Devotio Moderna fu una forma di spiritualit (XV-XVI sec) avversa alla speculazione fine a se stessa, molto pragmatica, individualistica e metodica. Chierici regolari il nome definisce quei raggruppamenti di chierici e laici che vivono la vita in comune, in conformit a costituzioni, che hanno oltre ai tre voti, anche un 'quarto voto' per scopi apostolici. Furono Teatini, Barnabiti, Gesuiti,

Somaschi, Camilliani, Caracciolini. Si trattava di strutture centralizzate e assai dinamiche, dotate di propri personali rendite economiche che consentivano ai chierici di agire apostolicamente nella maniera pi libera possibile (ma comunque attinente alla Regola). Sant'Ignazio e i gesuiti Ignazio fu uomo di cultura, universitario, convinto che la riforma della Chiesa non passasse attraverso l'austerity ma attraverso un ritrovato slancio evangelico, attraverso l'operosit ed il rifiuto della staticit. La compagnia che fond, pertanto, fu particolarmente dedita alla predicazione del Vangelo sia nei luoghi gi cattolici ma anche, e soprattutto, nelle terre non ancora convertite o che s'accostavano al protestantesimo, con l'uso della predicazione, della carit e dell'istruzione gratuita. RIFORMA E CULTURA XIV e XV secolo assistettero ad un fiorire di universit in tutta Europa e di nuove disquisizioni in materia filosofico-religioso. In Spagna, in modo particolare, sorse un dibattito che mirava a separarsi definitivamente dalla leziosit, dai particolarismi passati per volgersi ai grandi temi d'attualit. Ma la grande rivoluzione fu la stampa. I testi religiosi costituivano il 45% della produzione (per lo pi Bibbie in latino o in volgare e testi dei grandi teologi e della patristica). IL RINASCIMENTO Questo fu anche il periodo del Rinascimento, cos definito gi dal Vasari, dell'Umanesimo, della Filologia, della Pedagogia, con una fisionomia urbana e fortemente signorile. Primo polo fu la Firenze medicea di Lorenzo il Magnifico, con Brunelleschi, Michelangelo, Lippi, Botticelli, Verrocchio. Secondo polo fu la Roma papale con il grande mecenatismo, la presenza di grandi artisti e grandi opere ma, per contro, l'assenteismo pastorale, il nepotismo, i figli di Alessandro VI, la corruttela dilagante. Terzo polo fu la Venezia dei dogi, caratterizzata da una politica estera fortemente espansiva e da un'arte che prender nome proprio di 'pittura veneziana'. L'Italia divenne l'oggetto dei cos detti 'viaggi di istruzione' che fecero della penisola una dei principali oggetti di ammirazione per gli stranieri. Importante fu la figura di Erasmo da Rotterdam, agostiniano, rimasto folgorato durante un viaggio in Italia. Propugn la docta pietas basata sullo studio dei classici e sul ritorno alla patristica. Rifiutava qualunque rito esteriore e qualunque opulenza. Ma fu pi distruttore che costruttore. I VESCOVI Il vescovato era concesso come beneficio dal sovrano e pertanto oggetto della sete di potere di molti casati importati all'estero come in Italia. I vescovi quasi mai risiedevano del vescovato e arrivavano addirittura ad accumulare pi di una carica. COLLEGIO CARDINALIZIO stesso discorso, con la differenza che a volte il cardinalato veniva venduto. I PAPI tra il 1417 e il 1565 si succedettero 19 papi di cui solo 3 stranieri. Paolo III fu il primo che attu una seria riforma a seguito dello sciagurato pontificato di Clemente VII (sacco di Roma). 1) rinnov il collegio cardinalizio con l'inserimento di cardinali del partito riformatore e di intellettuali quali il Bembo 2) favor le nuove congregazioni approvando svariati ordini religiosi 3) ripristin l'Inquisizione 4) inaugur il Concilio di Trento. Riforme protestanti LUTERO Nel percorso formativo di Lutero di riconoscono tre svolte. La prima svolta si ebbe tra il 1511 e il 1515 (esperienza della Torre) quando l'agostiniano cominci a giudicare la giustizia divina come troppo esigente, in quanto pone l'uomo davanti a prove che non in grado di superare. Da qui si

deriva la grazia per sola fide. La seconda svolta di ebbe nel 1517 quando Alberto di Brandeburgo, per ottenere il terzo vescovato, si propose di accollarsi i debiti (14.000 ducati) di quel vescovato verso Roma. Egli aveva gi dei debiti verso Roma (10.000) e verso l'imperatore (2.000). Trov una banca che gli finanziasse 29.000 fiorini ed il papa, per metterlo in condizione di onorare il debito, gli concesse l'appalto della vendita delle indulgenze per 8 anni. Alberto, dunque, nomin due commissari che andassero a predicare l'indulgenza a pagamento fra cui Tetzel. Lutero, assistito ad uno show di Tetzel si incavol ed invi ad Alberto le famose 95 tesi che, a sua insaputa, furono anche stampate e distribuite. Egli propugnava la sola scriptura, il conseguente venir meno del sacramento del presbiterato, l'abolizione di tutti i sacramenti fuorch due, l'abolizione dell'infallibilit papale, la gi citata sola fide. Nel 1520 fu scomunicato con una bolla di Leone X ma essa doveva essere ratificata da una dieta imperiale, la quale di ebbe a Worms nel 1521. Lutero non abiur. LA DIFFUSIONE DELLA RIFORMA Il successo fu dovuto alla semplicit e alla chiarezza del messaggio. Fu avvantaggiato dal sentimento anti-romano e anti-autoritario che pervadeva soprattutto i tedeschi. Inoltre fu appoggiato dalle classi dirigenti che vedevano nella Riforma l'occasione per mettere le mani sui grandi beni ecclesiastici e per amministrare loro stessi le chiese locali. Infine fu coadiuvato dall'uso della stampa e dalla diffusione dell'alfabetizzazione. DALLA RIFORMA ALLA RIVOLUZIONE Lutero si trattenne alla Wartburg studiando, traducendo il Nuovo Testamento e scrivendo il commento al Magnificat mentre i fatti degeneravano nella cos detta guerra dei contadini, un moto di ribellione popolare contro qualsiasi forma di autorit motivato da ragioni politiche e religiose all'un tempo. La cosa fu soffocata nel sangue nel 1525 con oltre 100.000 morti e contribu a creare una lega cattolica anti-protestante. IL RAFFORZAMENTO DELLA RIFORMA E LA MORTE un estremo tentativo di riappacificazione ebbe luogo nel 1530 con la Confessione di Augusta che tuttavia fu un fallimento. Nel 1531 i protestanti si unirono nella Lega di Smalcalda contro Carlo V il quale, dovendo affrontare il pericolo turco, procrastin lo scontro. Gli interessi in ballo erano per lo pi politici. In quell'anno ebbe luogo lo scandalo di Filippo d'Assia il quale, gi sposato, voleva divorziare e maritarsi con una 17enne. Melantone e Lutero gli concessero una dispensa e la madre della fanciulla la divulg. Fu uno scandalo enorme anche presso i luterani. Lutero mor nel 1546 all'et di 63 anni. CALVINO, nato a Noyon nel 1509, fu formato all'umanesimo e alla dottrina cattolica. Lo differenziava da Lutero il non essere chierico e l'essere molto meno estremista. La sua riforma aveva come base la capillare diffusione del messaggio in tutta la popolazione per mezzo di prediche e dottrina. Egli fu molto attento all'educazione dei giovani per i quali scrisse un catechismo. Centro della sua predicazione fu Ginevra dove non manco di venire ai ferri corti con l'autorit civile. Egli propugnava un'organizzazione della societ basata sul rigido controllo della c ondotta morale e religiosa dell'individuo. Quanto al credo, egli si differenziava da Lutero per la dottrina della predestinazione e considerava utili le opere. ZWINGLI, svizzero di Zurigo, sostenne che la sola fede in Cristo e non nella Chiesa dava salvezza. Nel dire ci fu 'adottato' dalle autorit municipali che decise ben presto per la

creazione di una chiesa di stato in citt. Religione e patriottismo di frammisero sino alla definitiva rottura con Roma e alla guerra che ne segu, nella quale Zurigo venne sconfitta e lo stesso Zwingli cadde in battaglia. CHIESA DI STATO INGLESE Il matrimonio fra Enrico VIII Tudor e Caterina d'Aragona non dava il sospirato figlio maschio ma gener solamente Mary Tudor. Nel 1528, punzecchiato dalla passione per la giovane Anna Bolena che era ritrosa a concedersi al re, questi nomin un parlamento dal quale poter ottenere l'annullamento del matrimonio con Caterina d'Aragona ma dal quale si vide dare torto (persino da Lutero, Melantone, dal papa e da tutti i giuristi pi in vista del tempo). Cos nel 1533 Enrico VIII nomin arcivescovo di Canterbury tal Cranmer il quale concesse l'annullamento del matrimonio al re. Questi si spos con Anna Bolena e inevitabile fu la scomunica di Clemente VII. Come reazione Enrico fece approvare l'atto di supremazia con il quale si autonomin capo indiscusso della chiesa inglese dal quale scaturirono violente persecuzioni verso i cattolici. Morto Enrico gli successe Edoardo VI, di 9 anni, che fu posto sotto la tutela del duca di Domerset il quale inaugur quel che fu definito come 'feudalesimo bastardo', ossia una forma di clamoroso clientelismo. Morto Edoardo VI gli successe Maria Tudor (vd sopra), cattolica, che inizi furiose repressioni contro i protestanti che gli valsero il soprannome di 'Maria la sanguinaria'. Dopo di lei sal al trono Elisabetta I. RIFORMA RADICALE All'interno del movimento luterano non mancarono frange che si distinguevano per la critica a Lutero. Affermavano, infatti, che se sola scriptura perch dover accettare il primato intellettuale di Lutero? Ognuno doveva credere e interpretare liberamente. Muntzer, ad esempio, oltre che da questa asserzione, era caratterizzato da un maggior manicheismo e da una tendenza all'estremismo. ANABATTISMO fu la corrente radicale che nacque a Zurigo nella cerchia di Zwingli. Oggetto della contesa fu il dare il battesimo ai bambini, che essi deploravano, e l'abbandono dei beni terreni e quindi dell'attivismo politico. Si affermava inoltre che solo gli esseri umani rigenerati appartenevano alla Chiesa, mentre gli altri ai poteri temporali ANTITRINITARI italiani, negavano la natura divina di Cristo e per giunta affermavano che Cristo morendo in croce da uomo non aveva salvato proprio nessuno. Negavano l'immortalit dell'anima ma tuttavia furono il movimento e pi pacifico e tollerante fra i protestanti. Il Concilio di Trento (1545-1563) Esso fu fortemente voluto e promosso a Carlo V il quale, re cristianissimo, voleva assolutamente evitare una spaccatura politica nei suoi domini conseguente ad una possibile riforma protestante, dal momento che l'unit religiosa significava unit politica (pace fra i cristiani e guerra contro gli infedeli era il suo motto). LO SVOLGIMENTO DEL CONCILIO Il papa non svolse mai un ruolo attivo all'interno del Concilio. All'inizio si ebbero due schieramenti: il primo desiderava che ci si occupasse solo della dottrina, il secondo voleva occuparsi anche di riformare la Chiesa; si opt per una soluzione di compromesso. Il primo periodo del Concilio (1545-1547) (Papa Paolo III) Dal momento che Lutero negava la valenza della Tradizione, il Concilio affront in primis l'argomento ribadendo che Tradizione e Scrittura dovevano essere gerarchicamente sotto la Buona Novella predicata da Cristo. Si provvide a definire che il Peccato Originale

veniva cancellato dal Battesimo e restava unicamente la propensione al peccato; oltre a ci veniva chiarito che tramite la confessione il peccato non solo era perdonato, ma addirittura cancellato (chiara risposta alla dottrina della giustificazione per mezzo di fede di Lutero). La Prima Fase ebbe fine quando un'epidemia di tifo fecero spostare la sede a Bologna. Secondo Periodo (1551-1552) e Pace di Augusta (Papa Giulio III) furono definite le dottrine della penitenza, dell'eucaristia e dell'estrema unzione. I lavori furono per scossi da alcuni avveniventi nello scacchiere politico. La pace di Augusta (1555) aveva stabilito una pace perpetua fra luterani e cattolici. Carlo V fu costretto ad accettare il ius reformandi e lo ius migrandi ossia il diritto secondo cui era il sovrano a stabilire la religione dei sudditi i quali, se in disaccordo, avevano il diritto di emigrare. Carlo V abdic in favore del figlio Filippo II; il papa Paolo IV non ebbe abbastanza energia per gestire la situazione che si risolse in un gran caos anche a causa dell'uso indiscriminato dell'Inquisizione. Terzo Periodo (1562-1563) (papa Pio IV) fu inaugurato con l'imposizione dell'obbligo di residenza e visita per i vescovi. Fu vietato l'uso del volgare a messa, proclamata la missione pastorale di vescovi e preti, istituiti i seminari, istitu il sacramento del matrimonio, i registri parrocchiali, promossa l'educazione religiosa del volgo. Generalmente ne usciva una Chiesa che, abbandonati i fasti e le pretese di potere temporale, tornava alla lavanda dei piedi, al servizio dell'uomo. Tuttavia non fu sfiorata l'organizzazione ecclesiastica per evitare divisioni interne. Fu meglio disciplinato il clero ed la liturgia minuziosamente regolamentata a scapito dei culti semi-pagani e popolareschi. L'et del disciplinamento Il termine 'controriforma' improprio e sbagliato dal momento che la riforma della Chiesa non fu una reazione al Luteranesimo ma un moto spontaneo innescato dal protestantesimo ; il termine, inoltre, fa erroneamente credere che la riforma sia stata imposta con la forza delle armi mentre in realt fu abbracciata spontaneamente dalle varie membra della Chiesa. Con il termine confessionalizzazione si identifica lo scisma fra luterani, calvinisti e cattolici ed la conseguente definizione di ordini interni. Tale processo ha comportato: 1) Definizioni di verit di fede chiare. 2) Rafforzamento del potere magisteriale. 3) Disciplinamento e istituzionalizzazione del ruolo dell'uomo all'interno dell'organizzazione. 4) Controllo della condotta del singolo. 5) Eliminazione delle minoranze concorrenti (vedi Editto di Nantes in Francia). 6) Uso dei mezzi di propaganda ed educazione soprattutto nelle edites. 7) Integrazione delle chiese all'interno dell'organismo statale. Da canto suo l'autorit civile sfrutt il controllo della religione per una maggiore omogeneit della popolazione e per una maggiore disciplina. In seno alla confessionalizzazione viene da considerare il cos definito disciplinamento, inteso come la pretesa delle nuove confessioni religiose di imporre una fitta e generalizzata moralizzazione dell'individuo e della societ tutta. I PAPI E LA NUOVA CURIA ROMANA Il dopo Trento fu caratterizzato da figure vescovili quali San Carlo Borromeo che ag come una longa manus del concilio; vi da ricordare che la maggior parte di lavoro fu svolta dagli ordini religiosi. Come conseguenza si ebbe la centralizzazione del governo della chiesa, motivata da molteplici esigenze. 1) Nascita degli stati moderni con la

loro pretesa di controllo sulle chiese nazionali 2) Conflitti fra cardinali e papa. Il processo di centralizzazione port con s la creazione di Propaganda Fide con la quale il papa smetteva di delegare l'opera di evangelizzazione al potere temporale per cominciare ad occuparsene personalmente. Fu effettuata anche una riforma volta all'efficientamento delle istituzioni ed in particolar modo della curia romana. Il collegio cardinalizio, con l'aumento da 24 a 70 membri perse importanza ed influenza. La chiesa fu anche impegnata in ambito militare contro i Turchi e contro i Protestanti. La vittoria di Lepanto del 1571, clamorosa sul piano militare ma di poco conto su quello strategico, segn il trionfo del cattolicesimo. La flotta cristiana era composta da 207 galee, 67 galeazze veneziane e 30 velieri, 84.420 uomini e 1.850 cannoni. I Turchi erano in 88.000 con 220 galee, 60 fuste ma soli 700 cannoni. Alla fine della giornata le perdite turche furono: 80 affondamenti, 117 arrembaggi, 40.000 perdite, 30.000 prigionieri. Quelli cristiani furono 15 affondamenti, 7.000 perdite, 10.000 schiavi cristiani liberati. ORGANI DI GOVERNO essi necessitavano di una riassetto al fine di aumentare l'efficienza e la

competitivit in un mondo sconquassato. La bolla Immensa Aeterni Dei (1578) di Sisto V le competenze della curia romana furono ripartite fra 1)Dottrinale (Santa Inquisizione e Indice dei Libri Proibiti) 2)Pastorale (Concistoro, Concilio, Riti, Regolari, Vescovi) 3)Giudiziaria (Segnatura Apostolica) 4) Governo temporale (tutti gli affari che concernevano l'amministrazione civile di uno stato qualsiasi). Oltre a questi nuovi uffici sono da ricordare due strumenti fondamentali per il controllo del territorio e per le relazioni internazionali: la nunziatura, ossia l'ambasciata stabile in suolo straniero che consentiva un gran risparmio di denaro sulle delegazioni, e le visite ad limina ossia le relazioni scritte o orali che regolarmente erano tenuti a fare i vescovi delle loro diocesi. ORGANI DELLA DIFESA DOTTRINALE Il Sant'Uffizio fu creato come strumento di lotta all'eresia ma ben presto fu sfruttato come mezzo di terrore per tenere in pugno il collegio cardinalizio. Esso fu gestito principalmente da domenicani e francescani e fu estremamente all'avanguardia per quando riguarda la procedura giudiziaria che prevedeva gi l'avvocato difensore (addirittura quello d'ufficio), la preparazione della difesa, la conoscenza preventiva degli atti processuali, la possibilit del perdono; le pene erano generalmente miti se l'imputato era collaborativo e la tortura era ammessa solo con moderazione in caso in cui l'imputato di fronte all'evidenza negasse o si rifiutasse di dire il nome dei complici; in ogni caso doveva confermare le sue affermazioni sotto tortura dopo 24 ore. I condannati al rogo furono mai pi dell'1,9% degli imputati giudicati colpevoli. L'imprimatur era uno strumento di controllo preventivo sugli scritti grazie al quale un vescovo poteva autorizzare con un nihil obstat la pubblicazione di un libro oppure no. L'indice dei libri proibiti serviva, invece, a impedire la diffusione dei libri gi editi; venivano messi al bando soprattutto le opere religiose di eretici e le opere di magia e stregoneria, cabbale ebraiche, astrologia e le edizioni in volgare della Bibbia salvo autorizzazione vescovile. STRUMENTI PER L'ANIMAZIONE SPIRITUALE In primo luogo vi fu da scegliere la lingua: si opt per il latino dal momento che 'non importante che i fedeli comprendano la preghiera,

l'importante che Dio la capisca' (Bellarmino). Fu innanzitutto riformato il breviario che era monotono, ricco di testi apocrifi e troppo sostanzioso in termine di salmi e preghiere. Fu riformato il messale romano, ricondotto alla versione del 1474. Si revision, inoltre, l'edizione in volgare (vulgata) della Bibbia alla quale mise mano direttamente Sisto V e successivamente corretta sotto Clemente VIII nella definitiva edizione 'sisto-clementina'. VISITE E SINODI Il Concilio aveva imposto ai vescovi la visita annuale della propria diocesi, parrocchie, conventi, opere pie, ma anche quello di riunire una volta all'anno un sinodo diocesano e ogni tre uno provinciale col compito di ratificare e promulgare le decisioni prese dal vescovo. Fu stabilito che i parroci fossero obbligati a predicare la domenica e l'istituzione della messa di precetto ogni Domenica. Alcuno peccati gravi potevano, infine, essere assolti solo da un vescovo. PREDICAZIONE Erano in uso due forme di predicazione: la predicazione solenne e quella missionaria. La prima consisteva in uno spettacolo vero e proprio in cui un personaggio istrionicamente faceva bella mostra di capacit oratoriali ma di pochissimi contenuti dottrinali. Essa fu in seguito definita da papa Innocenzo XI una 'peste'. La seconda invece era svolta con criterio dottrinale e metodologico da ordini religiosi preposti che aveva come scopo la rievangelizzazione di terre e luoghi gi cattolici, allo scopo di infervorare, convertire e depurare le pratiche religiose da rminescenze pagane. Venivano sfruttate anche processioni di flagellanti i quali avevano un grande impatto visivo sugli spettatori. I QUADRI DEL RINNOVAMENTO: VESCOVI, SACERDOTI E RELIGIOSI fino a Trento la carica di Vescovo era unicamente onorifica e non comportava un impegno attivo; ma dopo Trento la variazione del significato port ad una generazione di grandi vescovi riformatori fra i quali bene ricordare San Carlo Borromeo, uomo pio, austero e grande campione della 'controriforma'. Per quanto concerne i preti, vi da ricordare che essi erano numerosissimi (1 prete ogni 81 abitanti a Roma); importante fu l'istituzione di moltissimi seminari. Riguardo ai religiosi 3 sono le mete verso cui volgeva la societ religiosa dell'epoca 1)la preghiera divenne pi privata e pi contemplativa 2)aument il senso di appartenenza alla Chiesa 3)fu sdoganato il bisogno di evangelizzare le Indie. RELIGIOSE Anch'esse numerosissime ma precluse all'apostolato poich la mentalit dell'epoca ed il Concilio stesso prevedeva per loro unicamente la clausura. Spesso prendevano questa via sotto l'azione di una coercizione familiare. Non mancarono casi in cui si cerc di impiegare le donne come 'religiose' e non come 'suore di clausura' ma ebbero molto insuccesso. Chiesa e Stato ITALIA In Italia i rapporti fra la riforma tridentina e gli stati non fu conflittuale, salvo l'episodio veneziano: la Serenissima, gelosa delle proprie prerogative, non accettava che in ambito religioso avesse voce in capitolo solamente la Chiesa. SPAGNA Filippo II aveva come chiodo fisso il mantenere l'unit religiosa dei propri domini e per tale ragione difese anche contro Roma l'Inquisizione Spagnola che considerava aggressiva al punto giusto dal momento che temeva la mollezza romana. FRANCIA Con il Parigi Val Bene una Messa di Enrico IV si chiudeva in Francia il periodo sanguinoso delle guerre di religione; l'editto di Nantes del

1598 consentiva la libera pratica religiosa ai calvinisti. Essi, pur essendo numerosi a quell'epoca, diminuirono vistosamente dei decenni seguenti a causa della predicazione e dell'accresciuta fede cattolica. Tuttavia gli eventi rafforzarono il potere del re e si istitu il Diritto Divino del sovrano che aveva voce in capito addirittura per imporre una religione unica; la deriva giunse agli Stati generali del 1614 dove venne chiesto dal Terzo Stato la reintroduzione di pene medioevali per bestemmiatori e dissidenti religiosi creando un clima di intolleranza religiosa piuttosto diffuso. QUESTIONI APERTE Scienza e fede: il caso Galilei La grande questione dibattuta con i suoi avversari fu Aristotele. Fino a quel momento si credeva che le conoscenze fossero due: quelle empiriche e quelle filosofiche. Delle due, quella che era considerata veramente degna di nota era la seconda; Galileo ebbe l'ardire di sostenere il contrario e di entrare in contrasto col mondo accademico, per istituzione conservatore. Nel 1595 quando apparve una supernova l'ideale aristotelico di immutabilit del cielo parve cedere; ad esso Galileo aggiunse le sue teorie riguardo al fatto che molti pianeti ruotassero intorno al sole piuttosto che intorno alla Terra e lo dimostro tramite il cannocchiale, nuovo strumento, giungendo a redigere il Sidereus Nuncius che gli valse la cattedra a Pisa. Attacc il sistema tolemaico che oramai non poteva pi spiegare le rivelazioni da lui fatte sul moto degli astri. Ma il vero nodo fu riguardo il rapporto scienza-fede: desiderava infatti che la scienza dimostrasse l'empirismo mentre la fede ci che riguardava la religione; affermava che le scritture non contenevano verit scientifiche assolute ma che parlassero per metafore. Quando nel 1614 si rec a Roma il papa lo sottopose al Sant'Uffizio. Ammonito privatamente, per ben 7 anni Galileo non parl pi del sistema copernicano. Ma nel 1630 diede alle stampe Il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo opera volta a sostenere la tesi del moto terreste, spiegazione plausibile al fenomeno delle maree. Opera volta ad un pubblico di non dotti. L'imprimatur gli fu concesso ma a patto che fossero apportate delle correzioni e fosse stampato a Roma. Galileo non lo corresse e lo stamp a Firenze a causa della peste che imperversava a Roma. Nel 1632 Urbano VIII, divenuto stanco ed irritabile si infuri e revoc l'autorizzazione per Galileo. Nel 1633 fu convocato a Sant'Uffizio, processato, costretto all'abiura e condannato; il libro fu messo all'Indice. Santi e santit il periodo successivo il tridentino fu caratterizzato anche da un gran numero di canonizzazioni; in modo particolare venivano proclamati santi i fondatori di congregazioni e ordini religiosi. Tale scelta aveva un carattere principalmente politico, dal momento che era volta alla venerazione dei fedeli, all'aumento del numero dei religiosi, a scopi meramente educativi dei fedeli, all'aumento del senso di appartenenza alla Chiesa, in un momento storico in cui tale bisogno era assai sentito. Il processo di canonizzazione funzionava esattamente come un qualsiasi processo civile, cpn tanto di avvocato del diavolo; non fu pi richiesto il miracolo come parte integrante dell'essere santi, ma come prova del fatto di esserlo. Fede e arte il periodo che va dal sacco di roma (1527) e la fine del secolo detto 'manierismo'; quello che va dal 1600 al 1680 detto 'barocco'. Per rispondere alle spinte iconoclaste di tipo calvinista presenti soprattutto in Francia, il Concilio dovette redigere un decreto

che affermasse la legittimit del culto dei santi qualora fossero fedeli all'archetipo; l'arte, dunque, stando a questo decreto, dovendo rispondere ad un istinto didattico si doveva conformare agli ideali di verit e morigeratezza, contrari, quindi, ad ogni personalismo o al voler far cose curiose proprio della declinazione manieristica. Nell'architettura si preferirono costruzioni semplici e funzionali ma anche estremamente decorate (barocche), contrapposte ad ogni fasto goticheggiante. Il modello fu quello della 'chiesa gesuitica'. Quanto alla pittura, la maggior influenza che ebbe la Controriforma fu per quel che riguarda le immagini ed i soggetti, principalmente ultime cene, cene di Emmaus, immagini di santi, martirii e tutto ci che potesse rinvigorire la piet dei fedeli. In musica venne rifiutata la polifonia fiamminga, eccessivamente elaborata a scapito della comprensione del testo liturgico a favore di polifonie a non pi di 8 voci di cui furono campioni indiscussi Palestrina, De Victoria, Monteverdi, ma anche organisti quali Frescobaldi. PARTE SECONDA La Chiesa nel Sei-Settecento IL CATTOLICESIMO DI TUTTI: TRA DEVOZIONE E SOCIALITA'. Per lungo tempo gli studiosi hanno erroneamente considerato il culto popolare alla stregua di una superstizione; in realt essa era propria anche dei ceti pi alti ed era pare del culto nella sua globalit, era, cio, una forma che nascondeva una forte devozione. Pertanto sbagliato considerarlo un culto di serie B. LE PRATICHE RELIGIOSE si articolavano per lo pi in processioni propiziatorie e in occasione di eventi nefasti. Ad essi si univa un diffuso culto delle reliquie che non fu affatto osteggiato dal Concilio ma anzi, era considerato uno strumento efficace per unire la Chiesa anche nelle sue pi remote localit. Il principio della confessionalizzazione comportava una certa forma di conformismo, indotto anche e soprattutto dall'intreccio fra potere civile e religioso che imponeva, ad esempio, per legge di fare la comunione una volta l'anno nel periodo pasquale a pena. LA SPIRITUALITA' SALESIANA molto importante fu l'apporto dato da San Francesco di Sales il quale sostenne nella sua opera detta Filotea la possibilit anche per i laici di aspirare alla santit tramite l'accettazione del mondo e delle sue leggi e la vita attiva all'interno della comunit (Opus Dei). A Francesco di Sales si ispira la Compagnia del SS Sacramento, composta da laici, i quali intendevano agire all'interno della societ per cambiare la societ, i costumi e la morale. Furono ampiamente osteggiati da un mondo principalmente accademico che non vedeva di buon occhio l'impegno dei laici nella vita sociale e religiosa. Detto anche cattolicesimo dinamico. LE CONFRATERNITE sono forme di socialit cattolica in cui gruppi di laici si riuniscono per la preghiera, per la meditazione e svolgono fra di loro (ma anche al di fuori di loro) assistenza morale e spirituale. Costituite su un ordine gerarchico interno, manifesto anche nelle processioni da loro organizzate in cui si vestivano diversamente a seconda dello status, esse sono rappresentazione dell'ordine sociale stesso. Generarono non poche rivalit con i preti i quali non vedevano di buon occhio una forma di potere che esulava dalle loro competenze. Tuttavia, al di l di queste scaramucce, furono apertamente liberalizzate e incentivate dalla Chiesa. Vi furono anche confraternite femminili. CATTOLICESIMO AL FEMMINILE Non possibile negare che la figura femminile all'interno della

Chiesa sia sempre stata condizionata a seconda della mentalit contemporanea. Tuttavai due fatti molto importanti contribuirono all'emancipazione della figura femminile: il libero consenso al matrimonio e quello alla monacazione, per porre un freno ai matrimoni di comodo e alle monacazioni forzate. Per Vincenzo de' Paoli il rifiuto ad una di queste due cose non costituiva infrazione al 4 comandamento (onora il padre e la madre) ma una liceit consentita. Tuttavia l'applicazione pratica di queste nozioni fu scandita da rallentamenti vistosi a causa della connivenza di molti prelati e delle cos dette strategie familiari messe in atto da molte famiglie altolocate e benestanti che costituivano uno dei cardini su cui ruotava il potere. Riguardo propriamente alla vita familiare, a far da contrappeso ad una visione fortemente maschilista e misogina intervenne Francesco di Sales il quale considerava il matrimonio un potenziale strumento di santificazione, essendo esso voluto da Cristo recatosi alle nozze di Cana. La donna all'interno della famiglia fu sempre pi vista come un ruolo di evangelizzazione (matriarcato cattolico) dal momento che esse potevano agire favorevolmente sul coniuge e sulla prole, mitigando gli istinti pi propriamente maschili ed educando i figli al cattolicesimo, dato che esse passavano pi tempo con essi e si occupavano del loro allevamento. Prova ne l'aumento dell'attenzione rivolta all'istruzione non solo religiosa da impartire alle fanciulle da marito. Molti furono i casi di intellettuali donne. Tutta questa emancipazione femminile era anche dovuta al culto mariano che ridava importanza alla figura femminile. RITI E DEVOZIONI Il battesimo ricopre un ruolo fondamentale all'interno dei riti cattolici; esso doveva essere somministrato entro 3 giorni dalla nascita per via della credenza nel limbo. Alta per era ancora la mortalit infantile perinatale. Importante era anche la devozione eucaristica, contrapposta alla negazione della dottrina della trnsustanziazione dei luterani, manifesta in esposizioni eucaristiche e riti delle quarantore, di origine italiana. Si diffuse l'usanza della Prima Comunione in et prettamente giovanile e dell'istruzione catechistica in vista del sacramento. Si diffonde anche la Via Crucis e la devozione al Sacro Cuore. La messa era celebrata sempre in latino che, se da un lato diminuiva il potere di comprensione, dall'altro restituiva un senso di mistero. La lettura individuale della bibbia non era molto diffusa ma neppure disincentivata; molte erano le pubblicazioni e i parroci, con il miglioramento del loro livello di istruzione seguito all'istituzione dei seminari, provvedevano alla pubblica lettura e commento di passi biblici. Tuttavia non si pensi ad un quadro idilliaco: superstizioni, riti pre-tridentini continuarono a resistere pervicacemente all'azione controriformistica. Educazione cristiana: finalit e mezzi Uno dei principali mezzi utilizzati dalla Controrif.orma fu l'educazione dei fanciulli. CATECHIZZARE E ISTRUIRE lo strumento principe dell'educazione dei fanciulli fu appunto il catechismo, un testo nel quale erano raccolte tutte le fondamentali verit di fede; la forma, in uso sino al Vaticano II, consisteva in una serie di domande e risposte da impararsi a memoria, cosicch potessero essere utili anche agli analfabeti. Importante fu l'apporto dato dall'istruzione cristiana, fatta di scuole e universit di ispirazione religiosa fortemente volute gi da Carlo Borromeo. Essa pertanto fu diffusa ed amministrata

principalmente da enti regolari religiosi, per inerzia da parte del potere civile. Figura di riferimento fu JeanBaptiste de La Salle il quale con i suoi Fratelli delle Scuole Cristiane fond numerosissime scuole autofinanziate rivolte ai poveri. Per quanto concerne l'educazione delle ragazze se ne occupavano le orsoline. L'educazione era considerata una forma di carit. PREDICARE si distinguono due forme di predicazione: quella svolta da oratori di professione, vana, ampollosa, pi un esercizio di retorica che altro, e quella svolta dai preti semplici in lingua volgare. I LIBRI DI PIETA' essi sono dei testi, per lo pi di piccole dimensioni e caratterizzate da una forte maneggevolezza, che sono utili al fedele per la meditazione personale, per la preparazione al sacramento eucaristico, per seguire la messa. Il Seicento l'epoca in cui questa produzione ebbe un exploit importante. La missione oltre le frontiere d'Europa Gi a fine XV secolo papa Alessandro VI aveva istituito con due bolle il cos detto sistema del 'patronato', la delegata data ai sovrani in materia di evangelizzazione delle nuove terre. Tuttavia bene presto ci si accorse che l'ingerenza dei poteri temporali degli affari di fede nelle nuove terre era un gravame insopportabile per un papato controriformistico che tentava in tutti i modi di affermare la propria indipendenza dai poteri temporali. A tal scopo nel 1622 papa Gregorio XV istitu Propaganda Fide, un organismo curiale appositamente ideato ed istituito per provvedere all'evangelizzazione dei nuovi popoli motu proprio. Essa si occup principalmente di due settori strategici: acquisizione di informazioni dalle zone interessate e formazione del clero da mandare in loco. Problema fondamentale fu costituito dalla lingua per la quale spesso mancavano insegnanti. Non mancarono episodi di insubordinazione fra i missionari che accettavano mal volentieri gli ordini romani, ancorati al vecchio modo di fare per il quale essi avevano la piena libert d'iniziativa alla stregua dei primi gesuiti. I GESUITI E LE RIDUZIONI L'esperienza delle riduzioni soprattutto il Brasile e Paraguay continu e fu florido. Motivo di contrasto era l'assoluta autosufficienza che i gesuiti si ostinavano a mostrare nei confronti del mondo esterno. PROPAGANDA FIDE E L'ASIA Per ovviare all'ingerenza soprattutto del governo portoghese, il papa istitu i cos detti vicari apostolici, ossia vescovi privi di vescovato che si recavano nelle varie aree geografiche in vece del papa ed in sua rappresentanza. Non possedendo un vescovato essi non erano dipendenti dal potere imperiale ma, essendo all'un tempo vescovi, potevano esercitare tutte le prerogative del loro status. Non mancarono ovviamente opposizioni. IL METODO DELL'ACCOMODAMENTO per alcune culture non era possibile venir l con usi e costumi europei a predicare il Vangelo poich non ci si sarebbe fatti accettare, anzi. Fu cos che gi nel Cinquecento moltissimi missionari talentuosi agirono 'sotto copertura', ossia mischiandosi a tal punto con la cultura locale da farsi accettare come saggi. il caso dell'India dove molti missionari erano considerati al pari dei bramini, o del Giappone dove il gi citato Matteo Ricci divenne astronomo di corte. LA QUESTIONE DEI RITI CINESI E MALABARICI Non mancarono dibattiti riguardo l'attivit missionaria stessa. Oggetto del contendere fu la presenza di riti popolari, di tradizioni, di superstizioni nei popoli da evangelizzare. Se da un lato Propaganda Fide li condannava in toto, il Sant'Uffizio dall'altro accettava quei riti che

non fossero di tipo religioso e idolatrico e accettava gli altri come espressione di una tradizione locale tollerabile. Negli ambienti pi in vista della cultura (culturona) soprattutto in ambito francese, per, si diffuse un dibattito circa i metodi attuati dai gesuiti per diffondere il messaggio cristiano. Molti sostenevano, infatti, soprattutto alla Sorbona, che non fosse bene 'snaturare' il messaggio compromettendosi con le culture e le tradizioni locali come erano soliti fare proprio i gesuiti. In molti sostenevano che il messaggio cristiano dovesse essere impartito cos com'era genuinamente, senza alcuna forma di mediazioni. Ovviamente questo sterile dibattito era condotto dai soliti francesi incompetenti di qualsiasi materia che miravano pi che altro a criticare i gesuiti, motivati da un illogico odio nei loro confronti. Rievangelizzare l'Europa? Sembra paradossale asserire che nella stessa Europa dell'epoca esistesse il reale bisogno di evangelizzazione alla stregua delle Indie. Eppure era cos, in particolare nelle regioni rurali ed in quelle ad influenza protestante. Per esse si mosse addirittura Propaganda Fide che organizz di concerto con i gesuiti un fitto intervento di riqualificazione religiosa delle aree interessate. Per esse si parla di 'missioni interne' o 'missioni popolari' e se ne ha memoria unicamente per le periodiche relazioni che i missionari facevano delle loro operazioni. Tali relazioni, seppur valenti su un piano storiografico, risentono di una autoapologetica tipica di chi vuole esaltare l'azione e le gesta da lui compiute. In molte aree rurali il problema consisteva in una devastante ignoranza delle pi basilari conoscenze religiose, in altre da pratiche religiose non conformi ai canoni tridentini, in altri in una commistione fra elementi protestanti e cattolici. Si parla dunque di una vera e propria riconquista delle campagne basata su una predicazione fitta e persuasiva e l'uso di cerimonie religiose molto suggestive, come i culti eucaristici e quelli dei flagellatori. Molta importanza venne data al sacramento della confessione, dal momento che per la gente era preferibile confessarsi presso un missionario di passaggio che presso il parroco presso comare del paese. Tutto fu volto verso una cristianizzazione dei costumi veicolata anche grazie all'uso non solo della parola, ma anche di spettacoli teatrali di ispirazione religiosa. La catechesi era effettuata sia con i consueti mezzi, sia per mezzo di canti gi profani con testo scritto allo scopo di far memorizzare verit teologiche; esempio ne 'tu scendi dalle stelle' di Alfonso de' Liguori. Se ne ebbe come risultato un forte aumento della devozione e del pietismo che caratterizzer la spiritualit religiosa sino al XX secolo. Arte, fede e devozione Il Seicento si configura dunque come il secolo del Barocco, ossia l'arte fastosa, ricca di decorazione e di complessit formale, propria di un'epoca che mirava alla massima glorificazione di Dio. Tutto, dalla musica all'arte figurativa, doveva aiutare il fedele nell'aumentare la sua devozione ed il suo pietismo, a farlo sentire parte di qualcosa di grande e a glorificare Dio come un essere inconoscibile e grande. ROMA CAPUT MUNDI Paradigma di quest'arte e della volont di grandezza fu la Basilica di San Pietro, un edificio che all'epoca come oggi di mostruosa grandezza e bellezza; situato in una congerie di case ammassate l'una affianco all'altra, essa si apre allo spettatore in maniera imprevista lasciandolo stupefatto. Il colonnato del Bernini che si

apre come a voler abbracciare tutta la cristianit, la grandezza degli interni e quella cattedra con il baldacchino bronzeo fanno di questo luogo un esempio di ci che voleva apparire Roma e la Chiesa ai suoi fedeli ed anche a coloro che non lo erano. Alcuni papi fra i quali Alessandro VII si occuparono di abbellire assai la citt ed indissero giubilei per far affluire le genti ad ammirare lo splendore e la forza dirompente di un papato che dopo lo scossone luterano si era ripreso ed era forte come non mai. LUOGHI DI CULTO E RAFFIGURAZIONI SACRE Gli altari diventa uno dei fulcri della controriforma artistica: essi infatti sono i luoghi su cui si svolge la celebrazione eucaristica che i luterani avversavano in quanto sostenevano l'inesistenza della presenza di Cristo nell'ostia. Cos, l'altare diviene il luogo su cui ribadire con vigoria una verit negata. Crescono, infatti, i culti eucaristici: viene istituito il Corpus Domini e le Quarantore. Si diffondono le raffigurazioni dei santi, della Madonna e dei martiri utilizzati quali modelli da seguire e di diffondono nuovamente le piccole immagini di culto che erano state molto in voga nel Medioevo. Celebri saranno anche i luoghi di pellegrinaggio, non pi grandi e lontani luoghi, ma pi vicini e meno conosciuti: il che far della pratica del pellegrinaggio una pratica pi intima e meno collettivo-rituale. CONTRO IL BAROCCO: DAI GIANSENISTI AI SOVRANI I soliti francesi per non vedevano di buon occhio tutto questo fasto; la Francia, infatti, fu terra di diffusione del giansenismo, dottrina religiosa che ricercava una maggiore spiritualit e rifiutava quasi interamente le manifestazioni di pietismo e fastosit tipiche della Chiesa seicentesca. Ne nacque una disputa circa le immagini sacre, in modo particolare quelle pi popolari facenti riferimento ai Vangeli apocrifi, la raffigurazione di Dio e della Trinit, deprecata dai giansenisti. Intervenne il papa in persona, Benedetto XIV, a protezione della bont di tali raffigurazioni. Ma fu dopo il Concilio di Pistoia che l'intento di abolire determinate declinazioni del culto barocco vennero codificate e i sovrani illuminati (soprattutto austriaci) se ne fecero il braccio armato. Questi ultimi avevano come scopo ultimo il combattere tutto ci che era, a loro avviso, eccessivamente estetico. Erudizione e cultura la necessit dei luterani era quella di dimostrare la continuit fra il proprio culto e quello delle origini. Per questo si pu dire che la storiografia cristiana nacque proprio con la riforma protestante. LA STORIOGRAFIA CONTROVERSISTICA Alla met del Cinquecento vennero editi le Centurie di Brandeburgo, un'opera organizzata per secoli che si prefiggeva di dimostrare che la storia della Chiesa dal medioevo sino a Lutero era stata caratterizzata da una progressiva decadenza e da una scontro fra l'Anticristo (la Chiesa) e la Chiesa vera. Opera evidentemente faziosa e peraltro priva delle pi elementari nozioni estrapolabili dalla ricca pratica filologica umanistica. Prima di tale documento ebbero (guarda caso) maggior fortuna gli Annales Ecclesiarum del cardinale Cesare Boronio i quali invece, dimostrano maggiore utilizzo critico delle fonti. L'ERUDIZIONE NEL XVII SECOLO Importanza notevole ebbe la pubblicazione degli Acta Sanctorum alla met del Seicento, un'opera di straordinario valore letterario e di fine abilit critico-filologica che trattava delle vite dei santi disposte secondo il calendario. Il XVII secolo si caratterizz in generale per una grande fioritura della

storiografia cristiana. ERUDIZIONE, STORIA E CULTURA: DAL SEI AL SETTECENTO questa fase dominata dalla figura quasi ingombrante di Ludovico Antonio Muratori, uno dei pi fini storiografi che si possano enumerare in questo periodo. Egli fu autore di uno sterminato numero di opere di storiografia fra le quali bene citare gli Annali per la loro tipicit. Muratori non desiderava fare una storiografia utile all'apologetica ma dire 'il vero'. Con lui si perse momentaneamente da faziosit nello studio della storia (ora principalmente in mano ai comunisti) per volgere verso un uso razionale delle fonti. Inoltre, al sua era un'opera concreta, si occupava, ossia, di cose utili per il lettore e non di ampollose disquisizioni retoriche fini a se stesse. Dopo di lui, tuttavia, il rinvigorimento delle tesi gianseniste riport ad un uso indiscriminato della storiografia usata per dimostrare la valenza delle tesi. Clero secolare e secolare IDEALI E REALTA' NEL CLERO SECOLARE La cellula della vita religiosa era costituita dalla parrocchia nella quale erano amministrati il precetto pasquale e la maggior parte dei riti. I cimiteri non erano visti come luoghi santi e spesso erano dei pascoli. FORMARE I SACERDOTI Di importanza capitale fu la formazione dei sacerdoti; essa fu presa in gran considerazione durante il Concilio di Trento, tant' che vennero istituiti i seminari; tuttavia, il costo dell'istruzione sacerdotale e la sua non proprio capillare diffusione posero il problema di come rendere agevole l'accesso agli studi per gli aspiranti sacerdoti. In questo grande operativit ebbero congregazioni ed ordini appositamente preposti alla formazione del clero. Pierre de Berulle fond un oratorio allo scopo di formare spiritualmente i sacerdoti; dopo l'approvazione papale, queste case si diffusero sino a contare il numero di settanta. Vincenzo de' Paoli, invece, si occup prettamente dei ritiri spirituali per gli ordinandi. In generale per l'opera di formazione e di uniformit fu condotta daile cos definite 'conferenze ecclesiastiche' ossia un surrogato dei sinodi, in cui periodicamente il clero locale veniva convocato allo scopo di discutere di argomenti scottanti e di aggiornarsi sulle nuove disposizioni. In occasione di questi eventi venivano spesso redatti libri che erano utilizzati per proseguire anche oltre la formazione del clero. Il risultato fu una uniformit nei costumi e nella formazione del clero. IL CLERO ALL'OPERA l'aumento del livello qualitativo dei sacerdoti port con s anche un miglioramento del servizio reso da questi ultimi; in modo particolare da notarsi quanto il clero secolare si fosse accostato alla predicazione, arte che fino ad allora era riservato unicamente a gesuiti ben formati. Dopo il Concilio, inoltre, ai parroci fu chiesto di redigere le anagrafi (movimenti della popolazione). Non mancavano tuttavia episodi di scarsa attenzione alla funzione svolta ma diciamo molto meno del XVI secolo. SACERDOTI O FUNZIONARI? Nel corso del XVIII secolo soprattutto nella Lombardia Austriaca e nell'Austria stessa si diffuse la convinzione soprattutto nei cos detti 'monarchi illuminati' che la fede ed il Clero dovessero svolgere principalmente un'opera di moralizzazione della societ civile; per tale ragione, il clero fu sottoposto al vincolo statale e la loro formazione impartita dal potere civile. Si diffuse l'immagine di un 'buon sacerdote' dedito pi a creare buoni cittadini laboriosi e rispettosi della legge e ossequiosi

dell'autorit che buoni cristiani. Molti parroci furono conniventi per opportunismo, altri addirittura perch erano persuasi della bont di simili nozioni. I VESCOVI il corpo episcopale rest sempre di estrazione nobiliare ma progressivamente caratterizzato da una maggiore disciplina nel rispetto degli ordini impartiti dal Concilio. Uno fra questi era l'obbligo di residenza che venne digerito anche se con non poche difficolt; infatti, per lungo tempo si fece ricorso alle dispense emanate dalla Congregazione Curiale preposta. Altro strumento fu la visita pastorae che avveniva quasi annualmente ed era seguita da decreti atti a correggere nell'immediato ci che veniva riconosciuto scomposto; in occasione di queste visite i vescovi redigevano relazioni sempre pi minuziose e si diffuse la pratica di archiviarle con cura per ragioni che non necessario specificare. Alla met del Seicento fu ripresa poi la pratica del sinodo che consentiva di incontrare tutti i parroci della diocesi e di tenerli sotto controllo. I REGOLARI TRA CRESCITA E DECLINO Nell'ambito della Controriforma il ruolo svolto dagli ordini regolari fu assai importante e sfruttato dalle classi dirigenti ecclesiastiche. Tuttavia, alla met del XVII secolo si dovette ricorrere ad un riordino e ad una potatura: papa Innocenzo X promulg una bolla nel 1652 allo scopo di chiudere i conventi troppo piccoli e poco attinenti alla regola, ma tale bolla si riferiva alla sola Italia e non al resto d'Europa che ne rimase esente. Uno dei motivi di 'contrasto' fra ordini religiosi e vescovi fu il fatto che simili ordini o congregazioni non dipendevano giuridicamente dall'autorit del vescovo ma del solo priore e del papa. Sorgono nuovi ordini volti alla predicazione e all'evangelizzazione interna ma soprattutto ordini femminili di laiche che si occupavano dell'assistenza ospedaliera e dell'istruzione grazie ai quali si assistette ad un miglioramento del livello di alfabetizzazione femminile. Alla met del Settecento si diffuse, soprattutto fra gli illuministi francesi, la convinzione che la vita monastica fosse un male da estirpare. Il motivo stava nella convinzione che tutto dovessero essere soggetto all'autorit del sovrano e gli ordini religiosi non lo erano, dal momento che rispondevano al papa soltanto. Fra i sovrani si diffuse la convinzione che fosse necessario per prima cosa limitare le monacazioni ed in secondo luogo ricondurre gli ordini religiosi sotto il controllo statale: il caso di Giuseppe II d'Austria che in poco tempo confisc e chiuse numerosissimi conventi e mise la gestione dei rimanenti nelle mani dello Stato, nonostante il papa si fosse recato in visita personalmente per scongiurare tale eventualit. In realt vi erano dietro motivi anche e soprattutto economici legati agli obblighi in denaro che i sovrani dell'epoca avevano nei confronti di Roma e alla penuria costante di denaro nelle casse viennesi. La campagna denigratoria contro gli ordini religiosi era basata su due principali argomentazioni: che essi non fossero 'utili' dal momento che erano descritti come un luogo di ozio legittimato ed un ostacolo alla biologia, in un periodo in cui la potenza di un popolo era misurata in termini di popolazioni e militari, e che gli ordini presi dai fedeli fossero contrari alle leggi naturali dell'uomo. I gesuiti GLI INIZI DELL'AGGRESSIONE: PORTOGALLO FRANCIA, SPAGNA nel 1759 i gesuiti venne espulsi in massa per un motivo prettamente coloniale: essi, con le loro riduzioni in Uruguay, protessero gli indios

dallo sfratto e la cosa degener in un vero e proprio conflitto fra riduzioni e portoghesi. In Francia la chiesa locale, sull'influsso giansenista e rigorista, gi non vedeva di buon occhio i gesuiti considerati 'romani' in terra gallica; il casus belli fu la bancarotta di un gesuita e il rifiuto da parte dell'ordine di saldare i conti in sospeso lasciati dall'uomo. Nel 1764 si pass allo scioglimento della compagnia e alla chiusura e alla statalizzazione di tutti i monasteri. Nel 1767 Anche nella cattolicissima Spagna si provvide all'espulsione notturna di tutti i gesuiti. I motivi di un simile accanimento ingrato in tutta Europa furono sostanzialmente3: 1)il ruolo svolto dall'ordine nel campo dell'insegnamento, soprattutto delle lites, che osteggiava la diffusione dell'Illuminismo 2)la lapalissiana potenza economica dell'ordine che faceva gola alle esauste casse statali prosciugate dalle Guerre che imperversavano e da una pessima gestione finanziaria 3)la tenace difesa del legame con Roma e la conseguente autonomia dell'ordine in un contesto in cui i sovrani desideravano assoggettare tutto ci che fosse possibile alla loro autorit. Nel 1814 la compagnia venne ricostituita e prosper alla faccia di quei farabutti atei bastardi comunisti che furono i giansenisti e gli illuministi. Religione e morale ORIENTAMENTI TEOLOGICI Probabilismo: dottrina teologica che consentiva al fedele, in caso di dubbio, di decidere in funzione della propria coscienza e di decidere per la scelta meno probabile. ProbabiLIOrismo: contrario di probabilismo, chiedeva di scegliere per la scelta pi plausibile. Lassismo e tuziorismo: il primo considerava pi importante la libert di coscienza rispetto alla Legge, il secondo il contrario. UNA MORALE RIGORISTA Soprattutto in area francese, come si detto, si svilupp un dibattito acceso contrario al probabilismo e auspicante un ritorno alla chiesa della tradizione passata, rifiutando il concetto che i costumi vadano cercati nel mondo contemporaneo e che i padri della Chiesa spesso non avessero a che fare con realt inedite. Grande problema fu riguardo il prestito ad interesse, comunque definito ad usura indipendentemente dalle condizioni contrattuali: esso era condannato dalla teologia tradizionale ma diveniva sempre di pi uno strumento fondamentale del progresso economico. FUGGIRE IL MONDO O VIVERE NEL MONDO fu dalla met del Seicento che si diffuse soprattutto nelle classi elitarie la convinzione che la virt religiosa si ottenesse solamente rifuggendo e odiando il mondo. All'opposto vi era Francesco di Sales, gi citato per la sua particolare concezione per cui sono la vita attiva all'interno della societ civile conduce alla perfezione del cristiano (opus dei). Sulla stessa lunghezza d'onda stava la Compagnia del Santissimo Sacramento. Giansenismi Si tratta di un fenomeno multiforme dai contorni abbastanza fumosi; alcuni studiosi e persino i contemporanei sostennero provocatoriamente che esso non esistesse. LE ORIGINI DEL GIANSENISMO E PRIME CONDANNE esso nacque all'interno delle diatribe in merito al rapporto grazia divina-libero arbitrio e al confine vigente fra la volont di salvezza di Dio e le opere umane, argomento evidentemente caro a Lutero e a Calvino. Trento ribad la visione cattolica senza scalfirne le verit fondamentali, asserendo che l'uomo ha la liberta (libero arbitrio) di scegliere fra bene e male, ma uomo avvisato mezzo salvato: la grazia di Dio solo per

chi si comporta come Egli vuole. Nel 1640 fu pubblicato l'Augustianus di Giansenio, olandese, opera molto complessa e di ampio respiro. L'idea di fondo era fortemente pessimistica: 1)alcuni uomini tendo a compiere la volont di Dio ma non ci riescono perch manca loro la Grazia 2) errato dire che Cristo sia morto per tutti gli uomini. Nel 1642 giunse la condanna da parte di Urbano VIII e nel 1643 quella di Innocenzo X. GLI SVILUPPI: MORALE ED ECCLESIOLOGIA era ovvio che la morale giansenista si sarebbe presto scontrata con quella gesuitica e ne sarebbe nato un conflitto aspro e non privo di colpi bassi; infatti, la morale giansenista, proprio perch credeva che non tutti gli uomini fossero illuminati dalla grazia divina e pertanto propensi alla perfezione richiesta da Dio, si basava su una rigidit quasi selettiva che si concretizzava per esempio nella convinzione che per la confessione con bastasse l'attrizione, ossia il timore delle conseguenze dei proprio peccati, ma soprattutto servisse la contrizione, ossia un autentico dolore dei propri crimini. Ci conduceva a procrastinare l'assoluzione e a non concedere la comunione. Questa rigidit selettiva era imposta anche da una visione di Dio pi vicina a quella dell'Antico Testamento che al Nuovo, un Dio temibile e vendicativo. I gesuiti, che invece adottavano un approccio pi morbido allo scopo di condurre pi persone possibili sulla retta via, non potevano non diventare lo spauracchio dei giansenisti: Blaise Pascal nelle Lettere Provinciali se ne fece un sol boccone. Quanto alla concezione ecclesiologica pare facile dedurre come la concepissero: essi volevano una chiesa pi radicata nelle tradizioni antiche, gelosa delle antiche prerogative, una Chiesa che aveva come modello quello medioevale; essi, infatti, consideravano alla stregua dello strame la modernit considerata l'anticamera dell'inferno, volendo una Chiesa monolitica esclusiva dei pochi chiamati alla salvezza. LA CHIESA E ISOVRANI CONTRO I GIANSENISTI i motivi di attrito fra il nazionalismo del clero francese e Roma non si fecero attendere: nel 1713 con la bolla Unigenitus papa Clemente XI condann le teorie di Pasquier Quesnel, uno dei massimi esponenti della fazione giansenista; dal momento che costui mischiava in parti diseguali politica e morale religiosa, la condanna fu anche rivolta implicitamente alle mire secessioniste di una minima parte del clero che si sent minacciata, la quale non manc di trovare validi appoggi fra gli illuministi. L'EVOLUZIONE SETTECENTESCA di particolare peso fu lo Scisma di Utrecht consumatosi nell'anno 1722 a seguito della nomina dell'arcivescovo di Utrecht da parte del capitolo in piena autonomia rispetto a Roma. DAL SINODO DI PISTOIA ALLA AUCTOREM FIDEI Il giansenismo italiano ebbe uno stretto rapporto con i sovrani locali. Ne un esempio lampante il Sinodo di Pistoia del 1786, convocato dal vescovo di Pistoia e Prato Scipione de' Ricci con l'appoggio del granduca di toscana Pietro Leopoldo, fratello di Giuseppe II d'Austria e suo successore all'impero col nome di Leopoldo II. Il sinodo, di chiari intenti scismatici, era volto ad affermare l'autorit dei sovrani in materia religiosa, essendo essi voluti da Dio. Tuttavia, si addentr anche in problemi piuttosto controversi, quali il matrimonio; secondo il de' Ricci il matrimonio non doveva essere considerato tanto un sacramento quanto un contratto civile, pertanto esente dall'autorit religiosa ma unicamente dipendente da quella civile. La condanna a tutte le 85 proposizioni del

sinodo arriv nel 1794 con la bolla Auctorem Fidei. Spiritualit e mistica SPIRITUALITA' ED ANTROPOLOGIA Il Seicento religioso francese stato definito 'secolo di sant'Agostino' da Agostino di Ippona teologo vissuto a cavallo fra il IV e il V secolo dopocristo. Le sue tesi erano molto prossime al giansenismo, tant' che i giansenisti ne fecero una vera e propria bibbia. L'uomo per Agostino un uomo che, impegnato nelle bassezze della miseria umana, non pu da solo aspirare alla santit; solo la Grazia lo potr aiutare. Ne consegue un forte disinteresse se non un disprezzo per le cose del mondo. Di contro, si sviluppa una dottrina, stavolta basata su Tommaso d'Aquino, che vedeva un rapporto armonico fra naturale e sovrannaturale; ne consegue che, a fronte del pessimismo agostiniano vi un ottimismo aquiniano. MISTICI Il Seicento fu anche l'anno della grande diffusione della pratica dell'ascesi e del misticismo, con un grande aumento della produzione libraria in questo senso. Fecero grande successo ancora una volta gli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola. La pratica del misticismo si diffuse soprattutto in ambito monastico femminile. IL QUIETISMO si trattava di una pratica religiosa basata sul totale abbandono dell'anima a Dio in una sorta di connubio perfetto. Questo significava che il totale abbandono dell'anima a Dio esentava il proprietario dell'anima da qualsiasi preoccupazione terrena persino le opere. Ovviamente una simile dottrina minava gli ideali di attivismo, e gerarchizzazione della Chiesa post-tridentina. Trattandosi di una religione fortemente individualistica, essa presuppone il venir meno della mediazione sacerdotale. Il capo di questo obbrobrio fu Miguel de Molinos. Gallicanesimo e giurisdizionalismo GALLICANESIMO si tratta di una corrente di pensiero peculiare della Francia che rivendicava per la Chiesa francese autonomia quasi assoluta, motivata da una forma di rancore per Roma. Tale autonomia si concretizzava in una delega da offrirsi al potere civile in materia di fede. Nel corso del XVIII secolo esso venne a coincidere con l'assolutismo monarchico tanto da generare attriti fra l'autorit sovrana e il papato. GIURISDIZIONALISMO, FEBRONIANESIMO, GIUSEPPINISMO Il gallicanesimo di per s una forma di giurisdizionalismo, da intendersi come la pretesa da parte dei sovrani di assoggettare il potere ecclesiastico a quello civile. Essi, infatti, miravano creare proprie chiese nazionali funzionali alle loro politiche e capaci di influenzare 'positivamente' la morale e l'opinione pubblica. Per febronianesimo si intende la dottrina di tal Febronio, pseudonimo di un vescovo, che sinonimo di episcopalismo, ossia la convinzione che il primato del papa fosse solo onorifica e che si dovesse effettuare un decentramento delle prerogative e dei poteri verso i vescovi. A differenza delle chiese nazionali, questa teoria manteneva l'unit indiscussa della Chiesa ma assecondava le istanze nazionalistiche dei singoli stati. Il giuseppinismo una forma di giurisdizionalismo estremistica che prende nome da Giuseppe II imperatore d'Austria. Il suo giurisdizionalismo era caratterizzato dalla pretesa non solo di assoggettare la chiesa locale ma anche di riformarla. In primo luogo egli accentu una politica gi intrapresa dalla madre ma di concerto con i vescovi (mentre lui lo fece d'autorit) ossia limitare il

numero dei conventi e dei regolari: procedette alla soppressione e all'incameramento dei beni di molti conventi; i profitti dovevano servire per una cassa di sostentamento del clero che tuttavia non serv ad altro che a finanziare le spese militari. I preti divennero dei veri e propri funzionari statali. Intese prendere il controllo del clero a partire dalla formazione, chiudendo tutti i seminari (soprattutto nella Lombardia austriaca) e istituendone pochi e statali. Soppresse le confraternite e impose leggi per limitare processioni e le manifestazioni esteriori di devozioni. Tutto fu improntato ad un forte utilitarismo.

I pontefici (1644-1799)

Una religione in mutamento: il Settecento L'APOLOGETICA Furono ancora una volta quei cacchio di francesi ad essere la culla di alcune correnti di pensiero in ambito religioso: da un lato vi erano libertini, ribelli che non accettavano la morale religiosa e anzi la criticavano aspramente, e deisti, ossia coloro che erano convinti che una religione valeva l'altra dal momento che erano tutte parto della mente umana, dall'altra vi erano gli apologeti che invece difendevano a spada tratta la religione cattolica e criticavano i giansenisti per essere stati gli apripista di una corrente filoprotestante; a loro volta erano accusati d lassismo dai giansenisti. LA BATTAGLIA INTORNO ALLE DEVOZIONI in questo contesto si iscrive anche la diatriba circa l'utilit e la validit delle devozioni popolari. In molti criticavano i presunti eccessi di un culto eccessivamente esteriore rifacendosi al Muratori che metteva in guardia circa gli eccessi. Essi erano fautori di una religiosit pi interiore e intima, meno incentrata su culti che erano generalmente da loro indicati col termine 'superstizioni'. CHIESA E ILLUMINISMO Gli Illuministi, i soliti primi della classe, sostenevano una forma di deismo che non negava l'esistenza di Dio, ma la relegavano ad una esistenza che non interagisce mai con le vicende umane. Come prevedibile, erano contrari ai culti esterni e alle devozioni ed erano convinti che la morale cattolica dovesse essere soppiantata dal lume della ragione a cui tutti i fedeli avrebbero dovuto fare riferimento. Contro di essi Clemente XIII emise una bolla allo scopo di limitare la pubblicazione di libri con simili contenuti. Il cattolicesimo come maggioranza e come minoranza La religione era considerata dai sovrani una prerogativa essenziale per l'unit dei propri domini tanto che uno stato multiconfessionale era giudicato uno stato debole. L'EUROPA NELLE GUERRE DI RELIGIONE Al termine della Guerra dei Trent'anni, furono intavolati i trattati di pace che sfoceranno nella pace di Westfalia del 1648 che si pu dire determini un momento di svolta nella storia della Chiesa cattolica: infatti iil momento in cui gli stati europei disconoscono il principio dell'unit religiosa uguale unit politica e definitivamente archiviano il primato papale sulle chiese nazionali, aprendo le porte alla confessionalizzazione. Tuttavia persiste ancora forte l'esistenza di una Europa cristiana tanto che degli anni successivi la pace di Utrecht del 1713 la cos detta Riconquista religiosa dell'Europa centrale. GLI STRUMENTI: COSTRUZIONE DEL CONSENSO E REPRESSIONE Vi da precisare che a parte l'Inquisizione Roma sottoposta al diretto controllo pontificio, gli altri sant'Uffizi erano dipendenti dai sovrani. L'alto numero di condanne inferte dall'Inquisizione spagnola fu il frutto di un eccesso di zelo da parte dei sovrani cattolici, non della chiesa. Persistettero sino al Settecento inoltrato le cacce alle streghe e alle stregonerie soprattutto in Germania e Svizzera.

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