San Daniele e compagni, martiri a Ceuta sono stati sette frati minori francescani, missionari che nel 1227 furono inviati da Frate Elia, capo dell'ordine, dalla Toscana fra le popolazioni maomettane di Ceuta, in Marocco. Portarono avanti un'opera di evangelizzazione nel nome di Ges Cristo ma furono presto incarcerati e indotti ad abiurare la fede cristiana; tuttavia, riuscirono a resistere dal farlo e condannati alla decapitazione. I nomi dei martiri, i cui resti recuperati dai mercanti cristiani occidentali furono sepolti nei sobborghi della stessa Ceuta, sono: Daniele - originario di Belvedere in Calabria, Angelo, Samuele, Domnu o Donolo di Montalcino, Leone, Niccol di Sassoferrato e Ugolino. Erano tutti sacerdoti, eccetto Donolo. Dopo una permanenza in Spagna, i sette si trasferirono, suddivisi in due distinti gruppi, a Ceuta, in un luogo in cui le autorit avevano proibito ogni forma di propaganda cristiana. Essi tuttavia svolsero attivit di proselitismo presso i numerosi mercanti delle repubbliche marine di Pisa e Genova nonch provenienti da Marsiglia. Nell'autunno 1227 decisero di iniziare la predicazione alla popolazione islamica. Su disposizione di Papa Leone X del 22 gennaio 1516 vengono commemorati il 13 ottobre (san Daniele di Ceuta patrono di Orani, NU), anche se l'insieme dei compagni di martirio viene ricordato anche il 10 ottobre. Nel 1227, sette Frati Minori (Daniele di Calabria, Angelo, Samuele, Donnolo, Leone, Nicola, Ugolino) partirono come missionari del Vangelo tra i maomettani. Giunti nel Marocco, cominciarono subito a predicare il nome di Cristo. Incarcerati e spinti con lusinghe e minacce ad abiurare la fede cristiana, resistettero da forti; furono perci condannati alla decapitazione. I loro corpi pietosamente raccolti dai cristiani, furono sepolti a Ceuta. Leone X li annover tra i santi martiri. biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 2
Etimologia: Daniele = Dio il mio giudice, dall'ebraico Emblema: Palma Martirologio Romano: A Ceuta nel territorio dellodierno Marocco, passione di sette santi martiri dellOrdine dei Minori, Daniele, Samuele, Angelo, Leone, Nicola e Ugolino, sacerdoti, e Domno, che, mandati da frate Elia a predicare il Vangelo di Cristo ai Mori e patiti insulti, carcere e torture, conseguirono, infine, con la decapitazione la palma del martirio. Sulle ultime vicende di questi missionari francescani, si possiedono due relazioni che dall'esame del testo sembrano contemporanee agli avvenimenti. Molti critici, per, non ritengono coeva la lettera di un certo Mariano da Genova che avrebbe scritto a frate Elia per informarlo sulla sorte gloriosa dei missionari. Questo documento non sarebbe stato composto pochi giorni dopo il martirio, come afferma il compilatore. bensi nel sec. XVI-XVII. Sette francescani al principio del 1227 (dirigeva allora l'Ordine frate Elia) fecero vela dalla Toscana per la Spagna con l'intenzione di recarsi successivamente nel Marocco per convertire gli infedeli; erano gli anni dei grandi entusiasmi missionari del giovane Ordine Francescano. A capo del gruppo era Daniele, originario di Belvedere in Calabria e gi provinciale della medesima regione, mentre gli altri si chiamavano Samuele, Angelo, Domno (o Donulo) di Montalcino, Leone, Niccol di Sassoferrato e Ugolino. Dopo una breve permanenza in terra di Spagna, in due scaglioni a breve distanza l'uno dall'altro, si trasferirono a Ceuta nel Marocco. Era un atto veramente coraggioso, perch le autorit locali avevano proibito nella zona ogni forma di propaganda cristiana. Svolsero per qualche tempo un'attivit presso i numerosi mercanti di Pisa, Genova e Marsiglia che risiedevano nella citt, poi, ai primi dell'ottobre 1227, decisero di iniziare la predicazione in mezzo ai musulmani. Nelle strade di Ceuta, parlando in latino e in italiano (non conoscendo la lingua locale), annunziarono Cristo, bollando con roventi parole la religione di Maometto. Le autorit ordinarono la loro cattura: i missionari, dopo essere stati sottoposti a vari interrogatori, furono inviati ad abbracciare l'Islam e poi, di fronte alla loro mirabile costanza, vennero decapitati. I loro corpi furono straziati; tuttavia, i mercanti cristiani occidentali recuperarono i miseri resti e li seppellirono nei sobborghi di Ceuta. In seguito, le ossa furono trasferite in Spagna, ma Oggi non si sa con precisione ove siano venerate, quantunque citt della Spagna, del Portogallo e dell'Italia vantino il possesso di qualche reliquia. Leone X, con decreto del 22 gennaio 1516, ne permise il culto per il 13 ottobre. Fonte http://www.santiebeati.it/10/10/
Papa Leone X
Papa Leone X, in latino: Leo X, nato Giovanni di Lorenzo de' Medici (Firenze, 11 dicembre 1475 Roma, 1 dicembre 1521), fu il 217 papa della Chiesa cattolica dal 1513 alla sua morte. Giovanni era il quartogenito (il secondo figlio maschio) di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini e port alla corte pontificia lo splendore e i fasti tipici della cultura delle corti rinascimentali. Fu l'ultimo Papa a essere semplice diacono al momento dell'elezione biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 3
Infanzia e giovinezza
Venne destinato fin dall'inizio alla carriera ecclesiastica; ricevette la tonsura a sette anni con la nomina a protonotario apostolico, ad otto reggeva dei benefici quale abate di Montecassino e di Morimondo e prima dei tredici erano in corso negoziati per la sua elevazione a cardinale. Innocenzo VIII, il Papa regnante, era legato a Lorenzo de' Medici da ottime relazioni e da una comunanza di interessi e politiche; nel concistoro dell'8 marzo 1489 Giovanni venne nominato cardinale del titolo di Santa Maria in Domnica con la proibizione di vestire le insegne cardinalizie per tre anni, in ragione della giovane et. In questo intervallo di tempo tra il 1489 e il 1491 venne inviato a Pisa a studiare teologia e diritto canonico, e qui era anche Cesare Borgia. Gli impegni di studio di tipo ecclesiastico sembrano che siano stati meno congeniali al giovane principe della chiesa, rispetto all'elegante letteratura per la quale aveva ereditato il gusto del padre, e nella quale aveva fatto grandi progressi sotto la tutela di Poliziano e Bibbiena. Il 9 marzo 1492 vest le insegne cardinalizie presso la Badia di Fiesole e il 22 marzo entr in Roma, mentre il giorno dopo fu accolto in udienza dal papa. In tale circostanza ricevette dal padre una lettera di consigli, che a tutt'oggi figura tra le pi sagge e di valore nelle composizioni del suo genere.[senza fonte] Dopo poco pi di un mese dovette tornare a Firenze perch suo padre mor e dopo poche settimane fu di nuovo a Roma perch in luglio entrava in conclave dopo la morte di papa Innocenzo VIII. Nel giro di pochi mesi quindi le sue prospettive vennero completamente sovvertite, un doppio lutto che anche per l'Italia chiudeva un'era di pace, che la politica prudente di Lorenzo aveva procurato, e si inaugurava un periodo di invasioni straniere e lotte interne. Nel breve conclave dell'agosto 1492 fu eletto Rodrigo Borgia al quale egli non era molto legato, e decise di tornare a Firenze.
Pre-pontificato
Una delle prime conseguenze della fine dei delicati equilibri politici fu l'irruzione francese in Italia, che ebbe come conseguenza l'espulsione della famiglia Medici da Firenze nel novembre 1494. La caduta dei Medici a Firenze fu favorita anche dal predicatore domenicano Girolamo Savonarola, che approssimandosi a Firenze Carlo VIII, tuon energicamente contro la remissivit mostrata da Piero de' Medici il suo fratello primogenito; sembra che il cardinale Medici avesse dovuto lasciare la citt in incognito vestito da frate minore.[senza fonte] A Firenze si instaur una repubblica, mentre il cardinale, con suo fratello maggiore e il loro cugino Giulio, futuro Papa Clemente VII, trovarono ospitalit presso la corte di Urbino. Poi il cardinale si rifugi a Bologna e vedendosi, ormai privato, almeno per il momento, d'importanza politica, oltre ad essere malvisto dal successore di Innocenzo VIII, Alessandro VI, decise d'intraprendere un viaggio con alcuni fidati amici in Germania, Paesi Bassi e Francia; conobbe molti uomini illustri ed ebbe anche problemi, come quando a Rouen fu arrestato ed espulso.[senza fonte] Torn in Italia nel 1500 e decise di rimanere a Roma, nel suo palazzo: l'attuale e famoso Palazzo Madama, sottraendosi per quanto possibile all'attenzione, disarmando le gelosie di papa Alessandro VI con la sua completa devozione per gli studi letterari e quindi raccogliendo intorno a se molti letterati e poeti. biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 4
Nel 1503 moriva il fratello maggiore Piero dei Medici e quindi egli diveniva capostipite della prestigiosa famiglia; contemporaneamente essendo morto Alessandro VI, e dopo il breve pontificato del 1503 di papa Pio III, fu eletto papa Giulio II, uomo dalle grandi doti politico-militari. Anche i rapporti con questo pontefice, sebbene non fossero contrastati, non furono neanche particolarmente amichevoli. Quando nell'agosto 1511 Giulio II si ammal gravemente, Giovanni fu visto muoversi pi di tutti gli altri cardinali in vista del possibile conclave.[senza fonte] Quando poi Giulio II si riprese, egli fu inviato come legato pontificio della Provincia Romandiol (con sede a Bologna) nell'ottobre 1511. Tale incarico fu svolto senza particolare impegno, almeno a giudizio di Giulio II.[senza fonte] Nel frattempo gli eserciti preparavano lo scontro. Giulio II, per contrastare i francesi di Luigi XII in Italia, costitu la Lega Santa alla quale nel 1511 aderirono l'Inghilterra, il Sacro Romano Impero, il Regno di Spagna e la repubblica di Venezia. Lo scontro avvenne l'11 aprile 1512 nella sanguinosa battaglia di Ravenna dove Giovanni de' Medici, che assisteva allo scontro, fu fatto prigioniero; i francesi, nonostante le numerose perdite, ebbero la meglio e si diressero verso Milano, ma sapendo che un esercito imperiale stava scendendo dalla Svizzera, furono costretti ad abbandonare la Lombardia; i francesi decisero di portare il cardinale de' Medici in Francia come ostaggio, ma il cardinale durante l'attraversamento del fiume Po, riusc a fuggire, riparando a Ravenna. Giulio II si rese conto che per ostacolare i francesi in Italia doveva ostacolare uno dei loro principali alleati, cio la repubblica di Firenze, e quindi favorire l'ascesa dei Medici, che erano stati costretti a fuggire dalla citt dopo la morte di Lorenzo il Magnifico. Da qui la consegna di alcune truppe al comando del Cardona al cardinale de' Medici. Entrarono in Toscana ed assediarono la citt di Prato. Alla sua capitolazione segu una tragica devastazione durata 21 giorni (episodio tragicamente noto come: "Il sacco di Prato"). Temendo che al sacco di Prato potesse seguire il sacco di Firenze il governo fiorentino passo' senza spargimento di sangue alla fazione medicea e cos i Medici poterono rientrare in Firenze riprendendone il controllo 14 settembre 1512, pur mantenendone le istituzioni repubblicane. Giovanni e il fratello Giuliano si prodigarono per sedare le tensioni e gli odi e tentare di rappacificare le fazioni. Ma in citt lo spirito repubblicano era ancora molto forte e fu scoperto un complotto contro i Medici proprio nel momento in cui giungeva la notizia da Roma della morte di papa Giulio II, avvenuta il 23 febbraio 1513. Il cardinale, che non aveva grandi rivali, si port subito a Roma per il conclave che inizi il 9 marzo. Grazie all'abile segretario Bernardo Dovizi da Bibbiena, che riusc a convincere molti cardinali elettori sulla opportunit di un papa mediceo dallo spirito conciliante e che probabilmente non avendo buona salute sarebbe durato poco, il 9 marzo veniva eletto papa. Non essendo che diacono, fu prima ordinato sacerdote e vescovo il 13 marzo 1513 e poi incoronato in modo solenne come mai s'era visto a Roma[senza fonte] il 19 marzo.
Composizione del conclave del 4 - 9 marzo 1513
Al conclave del 4-9 marzo 1513 parteciparono: 1) Raffaele Riario Sansoni, vescovo di Ostia e Velletri, Decano del Sacro Collegio 2) Domenico Grimani, vescovo di Porto e Santa Rufina, sottodecano del Sacro Collegio 3) Jaime Serra y Cau, vescovo di Albano 4) Marco Vigerio della Rovere, vescovo di Palestrina biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 5
5) Francesco Soderini, vescovo di Sabina 6) Giovanni de' Medici (eletto Papa Leone X) 7) Alessandro Farnese 8) Luigi d'Aragona, amministratore diocesano di Aversa e Capaccio 9) Tams Bakcz, arcivescovo di Strigonio e patriarca titolare di Costantinopoli 10) Marco Cornaro 11) Francisco de Remolins 12) Niccol Fieschi 13) Adriano Castellesi, vescovo di Hereford e amministratore diocesano di Bath e di Wells 14) Robert Guib, amministratore diocesano di Albi e di Vannes 15) Leonardo Grosso della Rovere, vescovo di Agen e Gran penitenziere di Santa Romana Chiesa 16) Carlo Domenico del Carretto, arcivescovo di Tours 17) Sigismondo Gonzaga 18) Sisto Gara della Rovere, vescovo di Padova, amministratore diocesano di Benevento e Lucca, Vicecancelliere di Santa Romana Chiesa 19) Christopher Bainbridge, arcivescovo di York 20) Antonio Maria Ciocchi del Monte, amministratore diocesano di Pavia 21) Pietro Accolti, vescovo di Ancona 22) Achille Grassi, vescovo di Bologna 23) Matteo Schiner, vescovo di Sion 24) Bandinello Sauli, vescovo di Gerace 25) Alfonso Petrucci, vescovo di Massa Marittima
Pontificato
Questo papa, raffinato e colto umanista in un'Europa che si stava avviando al fanatismo religioso e alle guerre di religione, provocate dalla Riforma protestante e dalla Controriforma, stato spesso criticato per le caratteristiche mondane del suo pontificato e per la mancanza di zelo riformista. Erasmo da Rotterdam gli dedic la sua edizione critica del Nuovo Testamento greco. In Deputazione toscana di storia patria (1859) si dice che il filosofo Marsilio Ficino (1433-1499), che praticava l'astrologia, gli abbia predetto il Papato quando lui era solo un giovinetto. Di lui gli avversari raccontano che quando divenne papa, a soli trentasette anni, l'11 marzo 1513, abbia detto a suo cugino Giulio: Poich Dio ci ha dato il Papato, godiamocelo. Si racconta viaggiasse attraverso Roma alla testa di una stravagante parata, in cui sarebbero apparsi pantere, giullari ed un elefante bianco. Avrebbe fatto servire cene con sessantacinque portate.[senza fonte] Divulg la bolla Inter Sollicitudines, durante il concilio Lateranense V, che proibiva di stampare libri non approvati dal clero. La pena per chi avesse pubblicato libri non autorizzati era la scomunica, il rogo pubblico dei libri stampati, una multa di cento ducati e il divieto di stampare per un anno. Qualora si reiterasse nella stampa libri non autorizzati, erano previste pene pi severe. biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 6
Gli obiettivi
Fondamentalmente i suoi obiettivi che emersero gi all'inizio del suo pontificato erano tre: raggiungere la pace con gli Stati stranieri evitando guerre, modernizzare lo Stato Pontificio, difendere gli interessi della sua famiglia medicea a Firenze. Tra i primi atti vi fu la riapertura del V concilio lateranense (27 aprile 1513, apertura della sesta sessione), gi iniziato dal suo predecessore, risanando i contrasti che avrebbero portato ad uno scisma. Inoltre richiese con un libello la liturgia in volgare e la traduzione della Bibbia (confutato poi dal Concilio di Trento che riconferm il latino). La difesa degli interessi fiorentini nella politica internazionale fu al centro della sua azione fin dall'inizio del pontificato; nel settembre del 1513, ad esempio, risolse in favore della sua patria un arbitrato con il quale assegn proprio a Firenze il dominio su Pietrasanta, citt fino a quel momento parte della Repubblica di Lucca.[senza fonte] Il 18 settembre 1520 eresse la diocesi di Sansepolcro, scorporandone il territorio, per la maggior parte, da quella di Citt di Castello, dal momento che questa si trovava fuori dello stato fiorentino.
La riconciliazione dopo il Concilio di Pisa
Nell'aprile del 1513 aveva rinnovato la Lega Santa antifrancese, stipulata da Giulio II e nel giugno 1513 a Novara gli Svizzeri, guidati da Massimiliano Sforza, inflissero una pesante sconfitta ai francesi, conquistando il ducato di Milano. Questo favor il ritorno di molti cardinali filofrancesi all'obbedienza pontificia. I cardinali Carvajal e Sanseverino fecero atto di sottomissione e dopo di loro quasi tutti i cardinali dissidenti. La sua tendenza alla conciliazione emerse subito appena eletto. Concesse il perdono ai cardinali che avevano aderito al "conciliabolo di Pisa" dove si era tentato di eleggere un antipapa; perdon Pompeo Colonna che aveva tentato di provocare un'insurrezione popolare per stabilire una repubblica a Roma; perdon i congiurati Boscoli e Capponi che avevano complottato contro di lui a Firenze, salvando la vita a Niccol Machiavelli.
L'ondivaga politica delle alleanze
n campo politico non ebbe una posizione ferma poich in base all'opportunit si schier dapprima contro la Francia, divenendone successivamente alleato, per poi passare apertamente contro l'Impero. All'interno riprese le abitudini nepotiste, cre Cardinale il cugino Giuliano che in futuro sar Papa Clemente VII ed il nipote Innocenzo Cybo. Nel gennaio del 1515 moriva il re francese Luigi XII, al quale successe Francesco I, uomo molto ambizioso, che avendo antenati tra la nobile famiglia dei Visconti, avanzava ancora pi energicamente pretese di possesso del ducato milanese. Gi a febbraio il papa si attiv per stipulare biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 7
un'altra Lega Santa anti-francese che comprendeva: l'Imperatore, Milano, Genova e gli Svizzeri, mentre Venezia era alleata con la Francia. Tale patto per non fu ratificato perch non tutti erano d'accordo sul fatto che Parma e Piacenza dovessero passare allo Stato Pontificio. Francesco I marci verso Milano nel settembre del 1515 e non trov grande resistenza. Il 13 e 14 settembre, nella battaglia di Marignano i francesi vinsero definitivamente le difese della Lega. Finita malamente la battaglia di Marignano, Leone X decise di punire il mancato appoggio promesso dalla citt di Urbino governata da Francesco Maria I Della Rovere, il quale aveva ospitato la sua famiglia alla cacciata da Firenze. Questo non attenu la decisione di spodestare Della Rovere da Urbino e mettervi un membro della famiglia Medici, cio Lorenzo suo nipote, gi Signore di Firenze.
Il concordato di Bologna
Il Concordato di Bologna fu un accordo siglato il 18 agosto 1516 a Bologna fra papa Leone X e il rappresentante del re di Francia, Antonio Duprat con il quale il papa rinunciava al ducato di Parma e Piacenza, ma otteneva la revoca, da parte del sovrano francese, della Prammatica Sanzione di Bourges. Esso fu il frutto di trattative intraprese a Bologna nel dicembre del 1515 tra Francesco I, il cui prestigio si era da poco fortemente accresciuto a seguito della vittoria di Marignano, e il papa. Esso disciplin le relazioni fra la Chiesa cattolica ed il regno di Francia fino al 1790, conferendo ai re di Francia un potere sulla Chiesa francese, del quale nessun altro sovrano cattolico disponeva.
Storia Un compromesso
Questo concordato fu un compromesso che mise fine alla Prammatica Sanzione di Bourges ma ufficializz con un trattato la pratica della concessione dei benefici ecclesiastici iniziata nel XIV secolo da Filippo il Bello. Il papa si trov cos liberato dalle teorie sulla superiorit del concilio generale, proclamate al concilio di Basilea, Ferrara e Firenze mentre il re di Francia otteneva i benefici maggiori, cio il controllo su 150 fra diocesi ed arcidiocesi.[1] ai quali si aggiungevano 500 abbazie o priorati.
Il potere dei "re cristiani" sulla Chiesa gallicana
Le elezioni dei vescovi vennero soppresse. In pratica le principali tappe per la nomina di un vescovo divennero: Il re "nomina" entro sei mesi un candidato alle maggiori diocesi vacanti; Il papa fa esaminare le candidature: il candidato deve avere pi di 27 anni di et, la licenza dottorale in teologia ed in diritto e deve essere di buoni costumi; biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 8
Se esso dispone di questi requisiti, il papa gli conferisce l'"investitura canonica", che gli d il potere giurisdizionale sui fedeli della sua diocesi; I nominati prestano successivamente un giuramento di fedelt al re di Francia, che conferisce loro l'incarici: la cosiddetta "investitura temporale" Il parlamento di Parigi oppose al re la tradizione che voleva che ciascuna Chiesa locale potesse scegliere il proprio pastore e, nel 1518, cerc di rifiutare l'approvazione di questo accordo, ma Francesco I la impose con la forza. Tuttavia, in pratica, le nuove disposizioni non cambiarono le usanze istituite dalla Prammatica Sanzione che permetteva al re, di fatto, di far eleggere il proprio candidato. La differenza sta nel riconoscimento da parte della santa Sede del diritto di nomina regia e nel divieto di procedere ad elezioni. Infine, nel ducato di Bretagna e nella contea di Provenza, che non erano comprese nel concordato, la situazione canonica fu precisata in un indulto del 30 ottobre 1516. Negl'Istituti religiosi, ove l'elezione era la regola, il re: Deve nominare nei sei mesi un candidato; Costui deve avere pi di 23 anni ed essere religioso professo del medesimo ordine In base a queste condizioni egli pu ricevere l'investitura pontificia. Certe chiese, abbazie o priorati conservarono il diritto ad eleggere il loro pastore in virt di un privilegio accordato loro dalla Santa Sede. Conservavano inoltre il diritto di eleggere la loro guida le case religiose femminili ed i priorati secolari. Tuttavia, Leone X, che aveva giustificato la stipula del concordato con la volont di por fine agli abusi, riapr suo malgrado a questi la porta nelle varie, importanti, deroghe. Potevano infatti essere nominati, in deroga alle disposizioni enunciate: le persone di sangue reale; le persone di alto rango (...personis sublimibus). Ma fino a qual grado di parentela si deve intendere il sangue reale? O dove inizia l'alto rango? Tutto ci non fu precisato. I benefici potevano essere talvolta accordati a coloro che non ne avevano i requisiti, cumulati ed utilizzati per far beneficiare del favore regio coloro che il re voleva legare a se per riceverne la fedelt.
Conseguenze Tutto questo permise l'introduzione nel regno di Francia del regime delle commende. da questo momento che agli accordi fra un paese e la Chiesa cattolica viene dato il nome di "Concordato". Dopo il concordato del 1801, stipulato dalla Santa Sede con Napoleone Bonaparte, Luigi XVIII tent di tornare al Concordato di Bologna appoggiandosi agli ultrarealisti. biografia San Daniele e compagni Martiri a Ceuta Pag. 9
o La congiura Il Cardinale Alfonso Petrucci, fratello di quel Borghese Petrucci che era stato estromesso nel 1516 dal potere in Siena da parte del cugino Raffaele Petrucci, Vescovo di Grosseto, ord una congiura per assassinare Papa Leone X mediante avvelenamento. Per ottenere questo scopo corruppe il medico personale del Papa, Battista da Vercelli, ma la congiura fu scoperta grazie all'intercettamento di una lettera di Alfonso al suo segretario Antonio de Nini. Il Cardinale, arrestato e tradotto a Roma, fu giustiziato in Castel Sant'Angelo per strangolamento il 16 luglio 1517, mentre il suo Segretario e il Medico del Papa furono condannati a morte per squartamento. Altri quattro cardinali risultarono coinvolti nella congiura, Raffaele Riario, Bandinello Sauli, Francesco Soderini e Adriano Castellesi, che se la cavarono con il pagamento di una multa.
La questione delle indulgenze A corto di fondi per le guerre contro la Francia e i grandi lavori edilizi in corso a Roma, Leone fece un accordo con l'arcivescovo Alberto di Hohenzollern in Germania, che avrebbe aiutato a proseguire l'opera di completamento della basilica di San Pietro a Roma. Egli accett da Alberto la somma di 10.000 ducati in cambio dell'arcivescovado di Magonza. Affinch Alberto potesse restituire la somma alla casa finanziaria di Jakob Fugger, da cui aveva ottenuto il prestito, il 31 marzo 1515 il papa con la bolla Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris gli diede il privilegio di dispensare un'indulgenza nei suoi territori per un periodo di sei anni. Met del denaro ricevuto sarebbe stato versato al Papa per il finanziamento della fabbrica di San Pietro allora in costruzione, e l'altra met a Fugger come restituzione del prestito.[senza fonte] Il 18 settembre 1520 - reiterando un provvedimento gi emanato il 23 settembre 1515 ma rimasto lettera morta - eresse la diocesi di Sansepolcro, sottraendo cos alla diocesi di Citt di Castello i territori del dominio fiorentino, ormai egemonizzato dalla famiglia Medici. Martin Lutero critic Leone X per la vendita di indulgenze e la predicazione grossolana del frate domenicano Johann Tetzel, sottocommissario per la predicazione delle indulgenze dell'arcidiocesi di Magonza. Il 31 ottobre 1517 Lutero affisse le sue 95 tesi sulle indulgenze sul portone della chiesa di Wittenberg e la riforma protestante, con il suo furore religioso, fu il peggior colpo allo splendore umanistico della Corte papale del Rinascimento, di cui Leone fu uno dei maggiori esponenti. Il 15 giugno 1520 Leone X pubblic la bolla Exsurge Domine con la quale vennero condannate alcune delle tesi di Lutero e con la quale minacci di scomunica Lutero se non avesse ritrattato entro 60 giorni le sue posizioni. Lutero ignor la bolla e successivamente la bruci nella piazza di Wittenberg. Il 3 gennaio 1521 papa Leone X scomunic Martin Lutero con la bolla Decet Romanum Pontificem.
Il decesso Il 1 dicembre dello stesso anno in cui aveva scomunicato Lutero, Leone moriva e fu seppellito nella basilica di Santa Maria sopra Minerva. Il suo decesso, avvenuto quando aveva soli 46 anni di et, diede luogo a numerose dicerie e sospetti di avvelenamento, tanto che fu persino arrestato per breve tempo il suo coppiere, ma non si venne a capo di nulla in proposito.
SERMONI FAMILIARI di S. CARLO BORROMEO Cardinale di S.ta Prassede e Arcivescovo di Milano fatti alle Monache dette ANGELICHE dell’insigne Monastero di S.Paolo in Milano. 1577 - 1584