Sei sulla pagina 1di 21

VACANZA IN PUGLIA - CITTA DA VISITARE

MONOPOLI
Storia

Per approfondire, vedi Storia di Monopoli e Storia della Puglia.

Scudo della citt
La citt di Monopoli trae le sue antiche origini da una poderosa fortezza messapica situata al
confine della Peucezia (recenti scavi della Soprintendenza Archeologica di Puglia hanno fugato
ogni dubbio). Le mura messapiche cingevano l'intera penisola individuata dalla cala della Porta
Vecchia e dalla cala del Porto Antico; lungo via dei Mulini, all'interno del Bastione di S.Maria,
sotto il Castello, nei pressi del Palazzo vescovile, sono ancora conservati importanti tratti delle
fortificazioni del V secolo a.C.
Dell'epoca romana rimane solo la grande porta fortificata, inglobata nel Castello e qualche tomba
sotto la Cattedrale. Secondo la testimonianza dell'Indelli
[15]
, nel 43 San Pietro avrebbe predicato, di
passaggio, ad un gruppo di cittadini monopolitani. Dal I secolo a.C. fino a tutto il III secolo d.C.
certamente un porto prevalentemente militare. In seguito, grazie all'arrivo degli egnatini profughi
della loro citt (distrutta da Totila re dei Goti), diviene un centro di prima importanza. Dal X secolo
Monopoli un importante porto (nonch l'unico di una certa importanza) tra Bari e Brindisi; punto
di incontro tra entroterra e mare. Diviene crocevia di viaggi e contatti con l'oriente durante le
Crociate con conseguente grande sviluppo economico e demografico. proprio durante il
Medioevo che la citt di Monopoli conosce la sua massima espansione, tanto da inglobare le attuali
citt di Fasano, Locorotondo, Alberobello e Cisternino.

Monopoli nel 1700
Nel 1041 si svolge la battaglia di Monopoli tra bizantini e normanni
[16]
con la prigionia di Exausto.
La citt si unisce all'insurrezione pugliese chiedendo l'aiuto dei normanni. Nel 1042 Bisanzio invia
in Puglia il famoso e crudele generale Giorgio Maniace che si rivolge immediatamente contro la
citt ma, non riuscendo a prenderla, si accanisce sulle campagne e sui borghi rurali, con terribili
stragi e crudelt.
Nel 1045 Monopoli viene assegnata ma solo sulla carta, a Ugo Toute-Bone nell'assemblea
normanna di Melfi. Ugo per riesce a espugnarla solo nel 1049, ricorrendo all'interramento del
porto canale che gli consente l'aggiramento delle forti difese terrestri. Successivamente la citt,
fedele a Federico II durante la sua minore et, subisce numerosi attacchi da parte dei baroni ribelli
senza essere mai espugnata. Durante questi assedi le mura vengono notevolmente danneggiate e
Federico II mostra riconoscenza ricostruendole e ampliandole.
Il comune passa poi agli Angioini. Durante la dominazione aragonese Monopoli conosce un periodo
di ripresa che continua anche sotto la dominazione veneziana nel 1484. La citt passa dopo pochi
anni da Venezia ai francesi. Memorabile, crudele e ben documentato il "sacco" di Monopoli da
parte della flotta veneziana, che se la riprende in pochi giorni, dopo violenti e sanguinosi
combattimenti, attaccandola dal mare il 29 giugno 1495. Gli storici veneziani la descrivono come
una bellissima e ricca citt. Dopo la presa di Otranto del 1480 da parte della flotta ottomana, per
tutto il XVI e XVIII secolo, la citt conosce un periodo di grande tensione e preoccupazione (come
del resto tutto l'Adriatico).
La citt in realt non mai stata attaccata direttamente dalle flotte turche che la evitano a causa
delle sue poderose fortificazioni fortemente presidiate. Sono ricorrenti semplici scorrerie di singole
navi di pirati algerini che si limitano a rapire cittadini isolati fuori dalle mura per farli schiavi e
quando possibile ricavarne dei riscatti. Nel 1529 la citt, protetta dal suo efficacissimo sistema
difensivo, con l'aiuto di soldati veneziani e grazie all'eroismo dei suoi cittadini, resiste
vittoriosamente a tre mesi d'assedio da parte degli imperiali spagnoli al comando del marchese del
Vasto Alfonso III d'Avalos, che costretto a ritirarsi a causa delle importanti perdite.
Dopo la pace con Venezia, la citt passa pacificamente in mano a Carlo V d'Asburgo. Nel luglio del
1647, durante una rivolta popolare per una nuova tassa sul macinato, l'odiato governatore spagnolo
viene linciato insieme ad un povero armigero che cerca di difenderlo. Alla fine di settembre tutto
finisce con una durissima repressione operata dalle truppe di stanza a Bari. Ad eccezione di questo
episodio, dalla met del Seicento in poi Monopoli segue le sorti del resto del Mezzogiorno, con le
dominazioni dei Borbone, e quindi l'annessione al Regno d'Italia nel 1860. Dopo le guerre mondiali
e la dittatura fascista, Monopoli diventa enclave democristiana. Dagli anni novanta si susseguono
con alternanza governi di centrodestra e governi di centrosinistra.
Simboli e Onorificenze
Di rosso a tre rose d'argento disposte 2, 1
(Descrizione araldica dello stemma
[17]
)
Stemma

Stemma della Citt di Monopoli
L'antico stemma della citt di Monopoli era probabilmente a colori invertiti rispetto all'attuale: vi
figuravano tre rose rosse su campo bianco. In seguito, dopo la conversione della popolazione alla
fede cristiana, le tre rose furono convertite in rose bianche e il campo divenne rosso, come lo storico
Nardelli tramanda traendo spunto dalla Cronaca perduta di Bante Brigantino: Fidelium animas
fuisse ealbatas in sanguine agni immaculi C.J. (le anime dei fedeli furono imbianchite nel lavacro
della Rigenerazione).
Altra ipotesi riguardo allo stemma, forse pi storicamente attendibili, lo vedono concesso da
Federico II nel 1221 in seguito al valore dimostrato dalla popolazione nei confronti di Gualtieri IV
di Brienne, suo acerrimo nemico: in questo caso le rose indicherebbero la fedelt, mentre il campo
rosso il sangue versato dai vassalli monopolitani. Di ci testimonianza sarebbe l'iscrizione latina
posta un tempo al lato del Castello di Carlo V, oggi non pi visibile:

Stemma di Federico II di Svevia Hohenstaufen: probabilmente i tre leoni dello stemma ispirarono le tre rose
di Monopoli
(LA)
CIVIBUS INVICTIS,IMMOTO ROBORE TUTIS
UNA FUIT PRO REGE MORI, SPES CERTA SALUTIS
DAMNA, MAMEN, TORMENTA, LUEM SUBIRE
VOLENTES
ASSUETA VIRTUDE, FIDEM, NON FATA
SEQUENTES.
TALIA VENTURI SERVENT VESTIGIA MORUM;
POSTERITAS INTENTA LEGAT MONUMENTA
PRIORUM
ASSUMPTAE CARNIS ANNI JAM MILLE DUCENTI,
ET DUE TRANSIERUNT, FEDERICO REGNA
TENENTI
(IT)
Agli invitti cittadini, sicuri d'irremovibile forza,
unica speranza
certa di salvezza fu la morte per il Re.
Di buon cuore subirono ferite, fame, sofferenze e
morte, col rinomato valore
seguendo la fede, non il destino. Ricordino i
venturi tali costumi;
l'attento futuro legga gli ammonimenti degli
antenati.
Sono passati gi 1202 dall'incarnazione, essendo
Re Federico.
(Testo originale e traduzione italiana)
Onorificenze

La citt di Monopoli stata insignita il 15 ottobre 1972 dal capo dello Stato Giovanni Leone della
Medaglia d'Argento al Merito Civile, per aver prestato soccorsi all'equipaggio e ai passeggeri di un
traghetto greco sulla tratta Patrasso-Ancona, l'Heleanna, incendiatosi il 28 agosto del 1971 al largo
di Torre Canne (a sud di Monopoli).
[18]

Monumenti e luoghi di interesse
Castello di Carlo V e il sistema di fortificazioni urbane

Per approfondire, vedi Castello di Monopoli.

Ingresso principale al Castello

Il castello Carlo V visto dal bastione Santa Maria
Il castello di Carlo V un fortilizio edificato durante la dominazione spagnola (secolo XVI-XVII)
in riva al mare, a protezione dell'ingresso del porto antico, sull'angolo nord-est della cinta muraria di
Monopoli. Costituisce l'elemento chiave del sistema di fortificazioni urbane.
La caserma spagnola (attuale biblioteca)
Nata come caserma o "casa erema" spagnola, fu edificata a spese della cittadinanza, con la spesa di
circa 40.000 ducati, nella seconda met del XVI secolo per alloggiarvi gli ufficiali e i soldati
spagnoli di stanza a Monopoli, con lo scopo di evitare il disagio delle famiglie costrette ad ospitare
gli ufficiali. Minuzioso, molto burocratico ma anche divertente il regolamento che prevedeva ogni
particolare della vita dei soldati e degli ufficiali (distinti tra quelli di nobile origine ricchi e quelli,
parimenti nobili ma senza mezzi di sussistenza). Questo prezioso documento giunto intatto fino a
noi ed conservato nell'archivio storico del Comune.
La caserma fu trasformata poi in palazzo civico e successivamente, nel XIX secolo in teatro
comunale, mentre al piano terra, fino alla fine del XX secolo, fu alloggiato il mercato del pesce.
Attualmente sede della Biblioteca Comunale per opera del senatore Luigi Russo. intitolata al
famoso ed illustre giurista monopolitano Prospero Rendella (1553 - 1630) "Amico delle Muse",
esemplare e nobile figura del Rinascimento meridionale. La facciata, a due logge sovrapposte
(quella superiore per frutto di un rifacimento ottocentesco), la scena maggiore della piazza
Garibaldi dal colore veneziano. La biblioteca posta al piano primo in avanzato corso di restauro,
mentre il piano terreno stato restaurato e trasformato in "Biblioteca dei Bambini".
Castello di Santo Stefano

Abbazia di Santo Stefano e Porto Ghiacciolo
Il Castello di Santo Stefano, posto sul mare, all'esterno delle mura cittadine, costitu per tutto il
Medioevo parte essenziale del complesso e articolato sistema difensivo della citt.
Torre Civica

L'antica torre civica con l'orologio
Esempio di arredo urbano d'altri tempi e di assemblage barocco, che utilizza la colonna infame
dell'antica gogna insieme ad altri materiali vitalizzanti in sovrapposizione: un'agile statuetta di San
Gennaro
[19]
, lo stemma cittadino e l'orologio.
Collegio dei Gesuiti (secolo XVII)
Grande edificio monumentale con portale manieristico, sorge nei pressi del porto antico, su via
Amalfitana (antica "Via Pubblica"). Iniziato nel 1616, ebbe anche una chiesa e una importante
biblioteca. Il palazzo venne realizzato con il patrimonio di Giovanni Antonio Guida che don in vita
l'intera sua parte eredit per l'attuazione di opere educative, con atto notarile redatto dal Notaio
Caiassi il 13 agosto 1611.
In realt i Gesuiti erano presenti in Monopoli sin dall'inizio del 1611 in una pi modesta
"residenza", come appare dai "Cataloghi triennali" della Compagnia,
[20]
. Dopo la drammatica
espulsione della fine del XVIII secolo dal regno di Napoli della Compagnia, il palazzo fu
confiscato, smembrato, venduto ai privati e la chiesa divenne un magazzino al servizio delle attivit
portuali. Successivamente sub molte modifiche interne che ne hanno snaturato la struttura
distributiva.
Palazzo Palmieri (secolo XVIII)
Il palazzo sorge isolato sul lato est della omonima piazza, la pi antica della citt con oltre 100
stanze. La costruzione di stile barocco leccese imponente nel disegno generale e nel contempo
raffinatissima nelle decorazioni e nel colore dorato del tufo. Splendido da un punto di vista
architettonico il grande portale impreziosito da due colonne che sostengono il balcone centrale e
lo stemma della famiglia. Dalla stessa piazza, si accede alla bellissima chiesa settecentesca di S.
Teresa e all'antica chiesa romanica di San Pietro, databile nelle forme attuali al XII secolo, che la
tradizione vuole fondata nel secolo IV; nel soccorpo in effetti si trovano i resti di un tempietto
paleocristiano. Il Palazzo fu costruito negli ultimi decenni del Settecento su iniziativa di Francesco
Paolo Palmieri. Nel 1921 il marchese Francesco Saverio Palmieri, nomina erede universale la
"Congregazione di Carit" e dispone che nel suo Palazzo siano ospitati un Asilo e una Scuola d'Arti
e Mestieri. Ultimamente ha ospitato l'Istituto Statale d'Arte (1965-1990). Lo stabile appartiene
all'A.S.P. Romanelli Palmieri di Monopoli. Nel 2010 stato set cinematografico per la fiction di
Rai Uno "Una Musica Silenziosa" per la regia di Ambrogio Lo Giudice.
Piazza Vittorio Emanuele

Piazza Vittorio Emanuele, comunemente detta Borgo, piazza centrale di Monopoli.
Tra le pi grandi di Puglia e d'Italia
[21]
, nata nel 1796 grazie all'approvazione del Re di Napoli, fu
costruita seguendo il progetto del regio architetto De Simone: il disegno, a maglie ortogonali, strade
rettilinee e traverse perpendicolari funzionale e trascura alquanto la regola classica, in voga in
quegli anni, sperimentando schemi urbanistici innovativi e che successivamente si imporranno.
Nel 1848 la Piazza divenne centro di una cospirazione antiborbonica: i liberali di Monopoli si
fecero promotori di un convegno di amici della libert. La mattina del 18 maggio il borgo accolse i
congressisti cospiratori: poich le due correnti attendiste e reazionarie non si misero d'accordo, la
cospirazione fall e i cospiratori furono condannati a durissimi anni di carcere. Una lapide ricorda il
luogo in cui si riunirono, posta all'angolo di via Giuseppe Polignani.
Nel 1872 la piazza fu risistemata dall'architetto Losavio che, modificando in parte l'idea originale
del De Simone, opt per lo schema della Piazza Giardino. La divise in due rettangoli alberati e
l'arricch di nuovi valori urbanistici. Se per gli alberi si dovette aspettare il 1893, fu invece possibile
aprire subito, nel mezzo dei due rettangoli, lo stradone, che da est sbocca in Largo Plebiscito,
mentre dal lato opposto si allunga a formare una sorta di decumano dell'intero impianto a scacchiera
della citt.
Il monumento ai caduti sorge nel rettangolo sud, opera dello scultore Edoardo Simone di Brindisi,
che lo eresse nel 1828, fedele alla statuaria ottocentesca e allo stile oratorio del Bistolfi, del Sartorio
o degli altri artisti di moda all'epoca. Il monumento l'unico in Italia ad essere innalzato non per gli
eroi, ma per il dolore straziante dei parenti, rappresentato con rara efficacia sul monumento. In
epoca fascista venne realizzata una fontana di buon livello formale, poi distrutta dopo la fine del
regime. Nell'estate del 2012 stata terminata la ricostruzione della fontana in forme moderne e
all'inizio del 2014 si sono conclusi i lavori di rifacimento della pavimentazione dell'intera piazza, il
restauro del monumento ai caduti e l'accesso e l'illuminazione delle gallerie sotterranee realizzate e
utilizzate durante il secondo conflitto mondiale come rifugi anti-aerei.
Piazza XX Settembre
intitolata al 20 settembre 1870, data della breccia di Porta Pia, era sede dello storico mercato
giornaliero di frutta, verdura e pesce. Realizzata nel XIX secolo come cerniera urbanistica tra il
cosiddetto "borgo murattiano" e il centro storico medievale, ha obliterato i resti del lato ovest del
sistema di fortificazioni urbano di Monopoli. La piazza si apre verso i volumi del convento e chiesa
di S.Domenico e della vicina Cattedrale. stata completamente ristrutturata nel 2013 e il 2014, nel
corso dei lavori, come prevedibile, venuto alla luce il poderoso Bastione di S.Domenico e tutto il
complesso di mura a questo connesso; il progetto di variante ha quindi previsto la valorizzazione di
questi reperti archeologici.
Chiese e Religione
Edifici sacri urbani
Concattedrale della Madonna della Madia

Per approfondire, vedi Concattedrale della Madonna della Madia.

Basilica Cattedrale
La prima chiesa costruita sui resti di un antico tempio pagano, fu dedicata al martire S.Mercurio, ma
venne abbattuta nel 1107 per le nuove esigenze della popolazione. Il Vescovo Romualdo inizi
allora la costruzione di una chiesa pi grande, che venne completata dieci anni pi tardi. Nel 1742, i
canonici del capitolo, presero la decisione di costruire una nuova Cattedrale.

Basilica Cattedrale, il campanile durante lavori di riparazione: scalatori a 60 metri d'altezza.
I lavori furono affidati a due "Maestri Muratori Ingegneri": Michele Colangiuli di Acquaviva e
Pietro Magarelli di Molfetta. La chiesa sub una totale ricostruzione in stile barocco, assumendo
all'interno la forma di croce latina e ricevendo un rivestimento marmoreo nel pavimento e nelle
colonne.
L'edificio, a tre navate, si sviluppa per una lunghezza di 64 m.; la navata centrale s'innalza con la
cupola ad un'altezza di 31 m. Nella parte superiore dell'abside, si trova la Cappella del "Trionfo"
della Madonna della Madia. Si trovano poi altre 12 Cappelle equamente distribuite a destra e a
sinistra.
Chiesa e convento di San Martino
Abbiamo prova della sua esistenza gi dal 996, ma la chiesa, nel corso della storia ha subito
importanti e radicali modificazioni. Completamente smantellata a causa dell'assedio spagnolo nel
1529, nel 1602 fu iniziata la costruzione del Monastero, destinato alle "zitelle civili", che fu
terminato nel 1620. La chiesa in stile barocco conserva un pregevole pavimento in maiolica
napoletana, un bell'altare marmoreo di pregio ed un organo originale del XVIII secolo
perfettamente conservato e funzionante.
Chiesa e convento di San Francesco D'Assisi
La costruzione della prima chiesa e convento di San Francesco, situati appena fuori della cinta
urbana, risale al 1275. Nella primavera del 1529, nel corso dei preparativi di difesa per l'incombente
arrivo delle armate spagnole, convento e chiesa, giudicati dal comandante veneziano Andrea Gritti
pericolosi per la loro vicinanza alle mura, vennero abbattuti. L'imperatore spagnolo Carlo V, verso
la fine del XVI secolo, li fece ricostruire dentro le mura della citt nella loro posizione attuale. Nel
1740 la chiesa sub un totale rifacimento e Michele Colangiuli di Acquaviva ne fu l'architetto. un
bellissimo esempio di edificio sacro del XVIII secolo, temperato da eleganti forme rinascimentali.
Si presenta con una grande navata e sei cappelle laterali. La chiesa custodisce un organo del
Settecento, proveniente dalla chiesa di Cristo delle zolle e alcune opere di notevole valore artistico,
fra cui alcuni dipinti di Domenico Carella, di Vincenzo Fato, ed un crocifisso ligneo con le statue
della Vergine e di San Giovanni di Antonio Brudaglio. Nel XIX secolo stata privata della parte
conventuale, divenuta sede del Comune di Monopoli.
Chiesa e convento di San Francesco da Paola

Prospetto della Chiesa di San Francesco da Paola a Monopoli, dopo il restauro del 2008.

Per approfondire, vedi Chiesa e convento di San Francesco da Paola (Monopoli).
Il convento, situato fuori dalle mura della citt, fu fondato nel 1530, la chiesa, realizzata demolendo
la precedente chiesa di Ges e Maria, fu iniziata nel 1543 e terminata nel 1623.
Chiesa e convento dei Cappuccini
La chiesa dei Cappuccini, annessa all'ex convento, fu edificata nel 1577 con il contributo
dell'Universit di Monopoli e di alcuni benefattori; ristrutturata nel XVIII secolo, ricca di
decorazioni a stucco e pittoriche, conserva numerose opere d'arte. Attualmente l'ex convento,
caratterizzato da un bel cortile e da graziose celle ben conservate, ospita la Casa di Riposo
Vitantonio Romanelli ed appartiene all'A.S.P. Romanelli Palmieri di Monopoli.
Chiesa e convento di San Domenico
La chiesa di san Domenico fu edificata per sostituire l'antica chiesa, denominata Santa Maria la
Nova, costruita nel 1296, annessa al convento dei Domenicani in zona Fontanelle a nord della citt
fuori le mura. Chiesa e convento vennero demoliti nel 1528, in preparazione all'attacco spagnolo del
1529, allo scopo di fare al nemico terra bruciata, togliendogli ogni possibilit di riparo
dall'artiglieria monopolitana.
La nuova chiesa di San Domenico fu costruita insieme al convento, nella seconda met del
Cinquecento, dove sorgeva la chiesa medioevale di San Silvestro, attribuita all'architetto
monopolitano Filippo Mitricchio, allievo di Costantino da Monopoli morto nel 1547. La chiesa fu
consacrata nel 1681 dal Cardinale Orsini divenuto poi Papa con il nome di Benedetto XIII
[22]
. La
facciata, di un classico stile rinascimentale, abbellita da un grande rosone, vero capolavoro di
ricamo lapideo. Pregevole inoltre il gruppo scultoreo di Stefano da Putignano, collocato sulla
sommit della facciata. Anche l'architetto salentino Mauro Manieri, nella prima met del XVIII
secolo, intervenne su San Domenico. Alla costruzione contribuirono le pi importanti e ricche
famiglie di Monopoli: Rendella, De Falcuni, Della Guida, Bellopede, Palmieri, Indelli e De Patritiis
che ottennero il "privilegio" delle rispettive cappelle.
Chiesa e convento di Santa Teresa o Conservatorio della Casa Santa (sec. XVII)

Interno della Chiesa di Santa Teresa
Nel 1585 alcuni fedeli acquistarono varie case nel vecchio abitato e trasformarono il tutto in una
istituzione religiosa denominata "Conservatorio della Casa Santa". Successivamente, sotto il
vescovado di Antonio Porzio, nel secolo XVII, si costru l'attuale edificio destinato a convento di
clausura con concessione dell'uso dell'abito regolare della Beata Vergine della Presentazione a tutte
le povere fanciulle orfane che avessero manifestato la volont di farsi religiose.
Nel 1715, su disegno dellIngegnere Vito Valentino, si pose la prima pietra della chiesa attuale,
sotto il provincialato di Padre Ilarione di S. Giuseppe, napoletano. l'edificazione fu iniziata
effettivamente nel 1716 dai Padri Carmelitani Scalzi, sotto il Regno di Carlo VI dAustria e il
Papato di Clemente XI. La sua costruzione si protrasse fino al 1735, sotto il Regno di Carlo, Infante
di Spagna, figlio di Filippo, e il Papato di Clemente XII; finalmente, l8 novembre 1735 la Chiesa
fu consacrata dal Vescovo di Monopoli Giulio Antonio Sacchi col nome di San Giovanni Battista
ed Anna.
I padri Carmelitani Scalzi abitarono in S. Teresa per circa un secolo, poi succedettero i Signori della
Missione e infine le Suore di Clausura Vescovile di Casa Santa col "conservatorio. Il convento
attualmente appartiene all'A.S.P. (gi I.P.R.A.B) Romanelli Palmieri di Monopoli mentre la chiesa,
rimasta di propriet della Curia di Conversano Monopoli ed sede della Parrocchia di S.Pietro.
Chiesa e convento di San Giuseppe e Anna
La chiesa, chiamata anche Monacelle, stata edificata insieme al contiguo monastero delle Clarisse
nel XVII secolo; estremamente raffinata ed elegante, in un certo senso inusuale per la ricca
architettura dell'epoca. Lo spazio interno essenziale e giocato su rapporti rigorosi e quasi classici;
l'esterno tende a fare corpo unico con le mura del convento: l'effetto visivo complessivo quello di
un vero e proprio fortilizio. Lo splendido pavimento in ceramica policroma, dei primi del
Settecento, forse il solo in tutta Monopoli, interamente conservato, anche nella zona del coro e dei
matronei. da segnalare anche la presenza di un sepolcreto sotterraneo, al centro della chiesa,
localizzato in corrispondenza della cupola.
Chiesa e convento di San Leonardo
Nel cuore del "centro storico" di Monopoli, San Leonardo fu edificata nella prima met del
Settecento, contemporaneamente al campanile ed al monastero contiguo; i lavori furono diretti da
Mauro Manieri, artista salentino, che lavor anche alla chiesa di San Domenico. La chiesa di san
Leonardo, architettonicamente, rivela evidenti influssi leccesi, in uno stile tardo barocco. Sempre il
Manieri scolp le statue di San Benedetto e di Santa Scolastica che adornano il campanile; sulla
facciata superiore, che guarda il mare, sono scolpite la tiara papale e le chiavi apostoliche, simbolo
dell'autorit pontificia.
Chiesa e convento di Sant'Antonio da Padova
[23]

Complesso monastico realizzato nel XVII secolo, fino alla met del XVIII secolo era dedicato a
santa Maria delle Grazie, ora intitolato a Sant'Antonio. Attualmente situato nel centro urbano ma
al momento della realizzazione si trovava fuori le mura, sulla strada regia per Napoli, in
corrispondenza della prima (da nord-ovest) stazione di posta e locanda pubblica, ancora oggi
esistente. La chiesa a navata unica con ricche cappelle sul lato destro, in stile tardo rinascimentale.
Divenne lazzaretto durante la peste di Monopoli del 1690 1692.
Chiesa di San Pietro
Posta in piazza Palmieri, contigua a Santa Teresa, la chiesa di San Pietro, in stile romanico pugliese,
risale al 329 (secondo lo storico Brigantino). Nel corso dei restauri degli anni novanta del XX
secolo fu scoperta circa due metri sotto il piano di calpestio dell'altare una piccola chiesa mono-
absidata, molto rustica da un punto di vista strutturale e decorativo, che potrebbe corrispondere alla
S.Pietro e Bartolomeo del IV secolo. La chiesa del XII secolo risulta quasi integralmente conservata
in tutto il lato sinistro e parzialmente, per la zona delle navate centrali e laterali compreso le
colonne, almeno fino al livello delle chiavi degli archi, mentre tutta la muratura e le volte della
navata destra furono certamente coinvolte nel parziale crollo del XIII secolo. Il campanile
romanico, conservato fino alla quota dei beccatelli, risulta sovrapposto alla torre civica che segnava
il centro della citt altomedievale (riconoscibile dalla inconsueta muratura a fasce alternate di tufi e
calcare). Nel XVIII secolo il campanile fu sopraelevato con l'aggiunta della cella campanaria in stile
barocco. L'esterno della chiesa ricco di resti romanici, tra cui avanzi di murature, di archi, oltre ad
una piccola scultura romanica (capitello "a stampella") inserita nel fianco sinistro della chiesa, verso
piazza Palmieri, recentemente rimossa e conservata nella sagrestia della contigua chiesa di Santa
Teresa.
Chiesa di Santa Maria Amalfitana

Chiesa rupestre di Santa Maria Amalfitana, cripta della omonima chiesa.
Nel 1059, secondo tradizione, alcuni marinai di Amalfi, scampati ad una tempesta, scesero a
pregare in una grotta di monaci basiliani presso la scogliera dove erano approdati. Ai monaci
manifestarono il proposito di fare nella grotta un santuario e compiere cos il voto fatto alla
Madonna. Cento anni dopo, quando la presenza di questa colonia ebbe peso maggiore nella citt
cresciuta, gli amalfitani eressero sul tempietto sotterraneo la basilica romanica, che i restauri in
questo secolo hanno riportato alla luce. La facciata rimane quella del Settecento, ma l'interno stato
restituito agli archi e alle colonne dell'antica armonia.
Chiesa di San Salvatore
La chiesa di San Salvatore in "Pittaggio Pinnae", ha una storia che va dal periodo Paleocristiano
(sec. III-IV) fino al 1921, epoca in cui fu quasi abbandonata per il trasferimento della sede
parrocchiale in Sant'Antonio. Secondo il Nardelli (storico locale del XVIII secolo), la chiesa fu
costruita con l'aiuto dell'imperatore Costantino il Grande nel 313. Infatti nel 1711 e nelle
fondamenta sarebbero state trovate varie medaglie di questo imperatore. Nel corso dei secoli la
chiesa ha subito vari e sostanziali ritocchi. Nel 1707 per opera del parroco Francesco Pittore furono
iniziati i lavori di ampliamento e restauro. Fu ricostruita buona parte della chiesa e del campanile.
L'opera di ristrutturazione fu affidata all'ing. Pietro Magarelli di Molfetta (che lavor in seguito
anche alla costruzione della Cattedrale di Monopoli); fu consacrata dal Vescovo Antonio Sacchi i
primi di maggio del 1729, come ricorda una lapide posta al di sopra di una porta interna della
navata sinistra.
Chiesa di Santa Maria del Suffragio
Chiamata comunemente Chiesa del Purgatorio, fu costruita fra il 1600 ed il 1700, vicinissima alla
Cattedrale. Ha forma di croce latina, con cinque altari. Quello maggiore in stile barocco classico,
ed lavorato in pietra leccese. Fra i vari dipinti custoditi, spiccano quelli del Fato (1756), del Tatulli
(1819) ed una Madonna con Bambino in trono, probabilmente di Cesare Fracanzano, da altri
attribuita al Finoglio.
Chiesa e Convento di San Nicola in Pinna
[24]

La chiesa e l'annesso convento furono realizzati nel X secolo addossando la chiesa al corpo di
guardia sud della grande porta romana (attualmente inglobata nel Castello Carlo V) e utilizzando il
corpo di guardia stesso per gli ambienti abitativi. Il monopolitano Sassone, figlio di Kiroleone,
rimasto vedovo aveva deciso di prendere i voti e fondare il nuovo convento. Il termine Pinna, che
nei documenti viene indicato anche come Promontorium, indica la posizione del complesso
religioso nel punto pi sporgente della penisoletta fortificata della citt. La chiesa ad una sola
navata, monoabsitata, con cupola centrale. La facciata esterna sinistra, parzialmente visibile dalla
zona di arrivo della scala centrale del castello, conserva la traccia dei beccatelli romanici originali.
La tipologia sembra appartenere a quella delle chiese rurali del XI - XII secolo. Nel 1054 il
monastero, gi ricco e famoso, riceve da Argiro, figlio di Melo di Bari, la conferma dei propri
privilegi e l'aurorizzazione ad estendersi su tutto il resto del promontorio. Nel 1086 e nel 1119 il
conte di conversano, Goffredo, cede nelle mani del venerabilis Larentis, abate del convento, alcune
terre, nel 1180 la chiesa e il convento sono citati, nella bolla di papa Alessandro III, come
dipendenti dal vescovo di Monopoli Stefano, chiesa e convento vengono anche citati nella bolla di
papa Bonifacio IX del 1393.
Edifici sacri dell'agro
Chiesa di Sant'Angelo in Francisto o Frangestro

Per approfondire, vedi Chiesa di Sant'Angelo in Francisto.
La Chiesa di Sant'Angelo in Francisto o in Frangesto l'unica chiesa romanica dell'agro. Costituisce
quanto rimane dell'omonimo Monastero Benedettino (femminile) e dello scomparso, popoloso
casale.
Chiesa di Cristo delle zolle
La Chiesa di Cristo delle zolle, grande e monumentale edificio, realizzato in un severo stile tardo
rinascimentale nel 1651, situata nell'agro di Monopoli, al centro della pianura, tra mare ed
altopiano delle Murge. All'interno sotto l'abside ingloba la cripta di Sant'Angelo del pagliarolo.
Attualmente il complesso monumentale utilizzato dall'Amministrazione Comunale di Monopoli
come suggestivo "spazio teatrale".
Chiese rupestri

Chiesa rupestre di San Giorgio, localit Torre San Giorgio, come apparsa subito dopo la rimozione dei
detriti che la obliteravano.
Cripta di Romualdo (cripta urbana), ultimo resto della Cattedrale romanica del 1117, situata sotto
l'attuale Cattedrale barocca del 1742.
San Matteo dell'Arena (cripta urbana)
San Leonardo (cripta urbana)
Santa Maria Amalfitana (cripta urbana), inglobata nell'omonima chiesa
Santa Maria del Soccorso (cripta urbana)
Cripta di Sant'Angelo del pagliarolo, inglobata nella Chiesa di Cristo delle zolle
Cristo Campanarello
Iacovella
Lamalunga
San Giorgio (tra lama San Giorgio e Torre San Giorgio)
Santa Cecilia
San Giovanni in Staveta
Santi Andrea e Procopio

Particolare dell'architrave romanico della Cripta di Romualdo.
Spirito Santo
Altre chiese nell'agro
Chiesa di Maria Ss. del Rosario, contrada Cozzana
Chiesa della Sacra Famiglia, contrada Sicarico
Chiesa Santuario di Maria Regina, contrada Antonelli
Chiesa di San Francesco d'Assisi, contrada Tormento - Laghezza
Chiesa di Maria Assunta, contrada Assunta
Chiesa di Santa Lucia, contrada Santa Lucia
Chiesa di San Gerardo, contrada San Gerardo
Chiesa di Cristo Re, contrada Cristo Re
Chiesa di San Michele, contrada Virbo
Chiesa della Madonna del Rosario, contrada Balice
Chiesa di Maria Immacolata, contrada Gorgofreddo
Chiesa di Maria Addolorata, contrada Impalata
Chiesa di San Marco, contrada Zingarello
Chiesa di Santa Chiara, contrada Capitolo
Le Opere Pie
Monopoli ha sempre avuto una grande attenzione per le persone in difficolt e ricchissimi sono
sempre stati i lasciti della comunit alle Opere Pie cittadine. Alla fine del XIX secolo erano presenti
sei importanti organizzazioni il cui scopo era il sollievo dei diseredati: Ospedale Civile,
Orfanotrofio di Carit, Maritaggi ed opere elemosiniere, Asilo d'Infanzia, Asilo di mendicit,
Banco di pegnorazione. Nel 1886 La Congregazione di Carit amministrava: l'Ospedale Civile, il
legato Rendella, l'Orfanotrofio di Carit, i monti di carit Ysplues
[25]
, Quirismino, Bove, Rendella,
Scalera, Sant'Anna, Calefati, Mazzarella, Porcina, Antonucci, Manfredi, Siena, Romeo, Tiberio
Secondo, Laquosta, Romanelli, l'Asilo d'Infanzia, il Ricovero di mendicit.
Tra questi monti non figura pi nel XIX secolo il monte Indelli, fondato da Giovanni Battista Indelli
Dottula il 27 settembre 1616. Questo monte attribuiva la ragguardevole dote di "monacaggio", ben
1000 ducati, a fanciulle di qualsiasi condizione economica o sociale, con la completa discrezionalit
dei curatori. Questa particolarit e la possibilit di una conferma o di un'ascesa familiare, provocava
spesso conflitti, minacce e tentativi di corruzione nei confronti degli amministratori del monte.
Altro monte, non amministrato dalla Congregazione di Carit, il monte Affatati; sorto come
monte frumentario per volont testamentaria di Francesco Paolo Affatati nel novembre del 1855 fu
trasformato in monte di prestiti e pegni il 25/09/1880.
Particolarmente rilevante fu il lascito, alla Congregazione di Carit, del marchese Saverio Palmieri
all'inizio del secolo scorso. Nel XX secolo le Opere pie gestite si sono aggregate nell'ente pubblico
IPRAB. dal quale si poi distaccato l'Ospedale San Giacomo. Infine nel 2011, adeguandosi alla
normativa, l'I.P.R.A.B. si trasformata nella ASP Romanelli Palmieri e gestisce, oltre al grande
patrimonio ereditato, la Casa di Riposo Vito Antonio Romanelli.
Paleontologia e Scavi archeologici
Gli scavi della Grotta delle Mura, della Grotta di Cala Corvino e di Cala Camicia, localizzate
appena fuori dell'abitato antico, effettuati dall'universit di Siena e da quella di Firenze, si sono
mostrati di grandissimo interesse scientifico. Gli studiosi fanno risalire i reperti degli strati pi
antichi al Paleolitico superiore, collocando la presenza umana nella zona durante l'ultima
glaciazione, circa 80.000 anni fa. Numerosi ritrovamenti di strumenti in pietra quali amigdale, asce,
raschiatoi, dimostrano che anche il luogo ove sorge l'attuale Monopoli era abitato sin dalla
preistoria.
Scavi archeologici
Cripta della Cattedrale (Cripta di Romualdo). (necropoli dal V secolo a.C. al 1742)
Sotto il Castello Carlo V (resti di fortificazioni dal V secolo a.C. al XVI secolo)
Sotto Piazza Palmieri (dal XV secolo a.C. al XVI secolo)
Sotto Piazza Vittorio Emanuele (cimitero e convento medievale)
Sotto piazza XX settembre (resti di mura del XII secolo)
Contrada Baione (Resti di una villa romana)
Parco della via Traiana tratto urbano (tratto A), tratto Torre Cintola (tratto B), tratto Torre S.Giorgio
(tratto C)
Contrada Tortorella - S.Michele, attorno alla chiesa di Sant'Angelo in Francisto o Frangesto, (resti di
villaggio altomedievale e convento benedettino).
L'agro monopolitano
Il territorio della campagna monopolitana molto vasto, estendendosi per oltre 140 km: anche la
popolazione delle contrade numerosa, e cio di 10.250 abitanti circa. La maggior parte di essi
localizzata in contrada Impalata, a 366 m sul livello del mare. Per numero di abitanti seguono
contrada Santa Lucia, contrada Gorgofreddo, Cozzana, Antonelli, Virbo, San Bartolomeo,
S.Antonio d'Ascula, Capitolo e cos via, con un'estrema polverizzazione dei nuclei abitativi sul
territorio. Il tipo di insediamento prevalente quello a nucleo sparso, caratterizzato dalla presenza
di una chiesa o di una masseria o ancora di un casale, e dalle case che si sviluppano in maniera
disordinata in strade attorno al punto di riferimento pi o meno centrale. Notevole nell'agro,
soprattutto verso Castellana Grotte, la presenza di trulli, privi per delle tradizionali decorazioni
pittoriche sul cono come ad Alberobello, indizio di costruzione in epoca pi recente. L'agricoltura
l'impiego maggiore della popolazione, con 6000 ettari di terreno utilizzato per uliveti, 2606 per il
seminativo, 1698 ettari con fruttiferi, 869 per orto, 680 coltivati come foraggere, 312 lasciati a
bosco, 251 ettari utilizzati come prati e pascoli, 40 ettari come vigneto e 23 utilizzati per gli
agrumi.
[26]

Le contrade dell'agro monopolitano sono:
Antonelli, Aratico, Arenazza, Assunta
Baione, Balice, Barcato, Bellocchio, Belvedere
Cacaveccia, Capitolo, Carmanna, Carluccio, Carrassa, Casale, Cavallerizza, Cervarulo,
Chianchizza, Chiesa dei Morti, Ciminiera, Ciporelli, Conchia, Corvino, Cozzana, Cristo
Cozzana, Cristo delle Zolle, Cristo Re
Due Torri
Gorgofreddo, Gravina, Grotta dell'Acqua, Guadiano, Guidano
Impalata
Laghezza, Lama di Macina, Lamalunga, Lamammolilla, Lamantia, Lamarossa,
Lamascrasciola, Losciale
Macchia di Casa, Macchia di Monte, Mazzone, Monte Scopa, Moredifame, Mozzo
Nispole
Padresergio, Pagliericci, Pantano, Parco di Tuccio, Paretano, Passarello, Passionisti,
Peroscia, Petrarolo, Piangevino, Pilone
Romanelli
Samato, S. Andrea, S. Antonio d'Ascula, S. Bartolomeo, S. Francesco da Paola, S.
Gerardo, S. Luca, S. Lucia, S. Nicola, S. Oceano, s. Oronzo, S. Stefano, S. Teresa, S.
*Vincenzo, Scarciglia, Sicarico, Sorba, Spina, Stomazzelli
Tavanello, Terranova, Tormento,Torichiano, Torre d'Orta, Torricella, Tortorella
Vagone, Virbo
Zampogna, Zecca, Zingarello.
Ricordiamo inoltre alcuni toponimi non facilmente collocabili (nomi di contrade caduti in disuso,
strade comunali, nomi alternativi di contrade sopra ricordate, zone intorno ad antiche masserie):
Spagosottile, More di Fame, Strasciddone, Putta, Americano, Faccia di Trippa, Cacaveccia, Ebreo,
Cardillo, Parmaiorca, Ronzapane, Catalluccio, Spadacciuddo, Montenetto, Donnarosa, Mandorla
Amara, Finorio, Nico, Li Pizzi, Casotto, Termine Luongo, Codaderito, Gronco, Coda di Rete,
Carbonaro.
Masserie fortificate
Le masserie fortificate dell'agro di Monopoli, come si evince dalle lapidi ritrovate nei luoghi di
fondazione, sorsero in molti casi in un periodo compreso tra il 1610 e il 1690, in concomitanza con
un aumento della coltivazione arborea nella zona. Cresce l'antropizzazione dei luoghi e nasce
l'esigenza di creare strutture autonome, in grado di adattarsi al territorio. Il regime, non rigidamente
feudale, favorisce questa tendenza. La presenza di una torre presso la masseria una evoluzione
delle prime torri di vedetta che furono erette un po' ovunque nella zona dell'agro: di solito la torre
ha pianta quadrata a tre superfici, con un piccolo ponte levatoio e una scala esterna. Presenti spesso
caditoie per gettare olio bollente sui probabili nemici e invasori.
La differenza allora strutturale fra le torri di avvistamento lungo la costa e le torri delle masserie
fortificate praticamente assente. Nemico per eccellenza da cui la fortificazione doveva proteggere
la masseria, i suoi abitanti e le sue derrate, erano i turchi: attorno alla fine del Seicento la maggior
parte delle masserie passarono nelle mani di enti ecclesiastici, trasformandosi da elementi difensivi
a strutture ricche di ogni decoro: scalinate monumentali, balaustre, finestre timpanate, cappelle
baroccheggianti. Attorno agli inizi dell'Ottocento la masseria sub un duro colpo, a causa dei sistemi
ancora antiquati dell'agricoltura rispetto alla industrializzazione veloce in tutti gli altri settori. La
crisi agraria del 1820 provoc inoltre molti problemi al mercato interno di olio e vino, e dal quel
momento la masseria conobbe un declino inarrestabile, decretato anche dal richiamo della citt che
in quel secolo e nel Novecento fu superiore al fascino della Masseria stessa.
[27]

Masseria Caramanna
Caratterizzata da una singolare scala circolare, anteposta in maniera anomala al prospetto orientale
quasi a circondare una palma secolare, forse la pi conosciuta e la pi famosa fra le masserie
fortificate di Monopoli. Risale al 1659 e ancora oggi conserva inalterato l'antico nucleo: ancora
presente la torre quadrangolare con ponte levatoio, campanile, feritoie e caditoie. Fino al 1754
furono aggiunte una cappella, una rimessa e altre strutture commerciali e abitative. Importante la
presenza fino al 1820 della casata monopolitana degli Affatati.
Masseria Spina Grande
Masseria caratterizzata dal forte contrasto fra colori rosso e bianco con cui dipinta: oggi di
propriet della nobile famiglia dei Meo Evoli. Sviluppata su tre piani, fu radicalmente trasformata
nel 1762 quando venne sovrapposto un porticato alla struttura originale. Singolare la posizione del
complesso, che pur essendo vicino al mare, presenta il prospetto rivolto ai monti. Molto diverse le
stanze padronali e quelle del colono: le prime caratterizzate da volte a botte, grandi stanze e ricche
decorazioni. Materiale di costruzione il carparo, di colore rosaceo, con le decorazioni in pietra
naturale. Oggi sono stati allestiti alcuni spazi di vetrina, dove sono in mostra oggetti ed utensili
della civilt contadina. La chiesetta risale al 1700, dedicata alla Vergine la cui statua spicca sul
frontale, con in mano la masseria in miniatura.

Masseria Caramanna - prospetto
Masseria Spina Piccola
Situata a ridosso del centro cittadino, una semplice torre di fortificazione a due piani e a base
quadrangolare, risalente alla fine del Quattrocento. Riprende lo schema delle semplici torri costiere,
con una caditoia per ogni facciata. Nel Seicento venne costruito il muro di cinta, interrotto da un
piccolo arco di ingresso, con una piccola caditoia. Presente anche un primitivo insediamento
rupestre con i resti di una croce e l'affresco di una Vergine con i Santi, molto rovinato. Poco lontano
sorge un tratto della Via Traiana.
Masseria Garrappa
costituita da un originario edificio a torre, risalente al XVI secolo, poi ampliata e arricchita. La
zona inferiore presenta decorazioni a stucco sul tema della Fuga in Egitto, di San Francesco in
preghiera e di Sant'Antonio. Sulla grande caditoia dell'ingresso vi appare la scritta IHS (Iesus
Hominum Salvator). Vari archi con motivi floreali conferisce dinamicit alle forme della struttura.
Nel timpano della chiesetta annessa presente una Vergine in trono, e attorno un vasto agrumeto con
la presenza di ipogei, alcuni adibiti a frantoi. Oggi diventata una struttura turistica.
Masseria Conchia
La costruzione risale al XVII secolo, ed dal 1931 di propriet della famiglia Palmieri. Il doppio
campanile e la scala imponente danno l'idea della ricchezza e della magnificenza degli antichi
proprietari, cos come la presenza di quattro garitte pensili, feritoie, caditoie in gran numero
segnalano i diversi assalti a cui la masseria era soggetta a causa della sua ricchezza. L'area
padronale e quella colonica hanno in comune solo un pozzo, per il resto nettamente separate.
Attorno alla masseria presente un grande ovile lastricato a chianche, e vicino molti ipogei adibiti a
ricovero di ovini e a frantoio. Al centro della corte sorge un'icona antica della Madonna della
Madia.
Masseria Cavallerizza
Sorge su una collinetta in ottima posizione strategica, costruita per ordine di Alfonso di Aragona,
dal 1495 al 1530. Qui venivano allevati i cavalli di Venezia, e proprio qui sarebbe nato, da un
incrocio tra cavalli locali e arabi, il morello pugliese, razza ottima per la battaglia. L'addestramento
avveniva nel vicinissimo Canale di Pirro. La presenza veneziana testimoniata dal bassorilievo
raffigurante San Marco posto sull'entrata. Priva di torre, comprende terrazzi strategici e una chiesa
con decorazioni settecentesche forse di Giovanni Sgobba.
Masseria Petrarolo
Caratterizzata da un grande accesso verso la corte, ricoperta di chianche, comprende stalle in cui le
mangiatoie sono decorate ad arco, nicchie sul muro come colombaie e un vasto agrumeto a cui si
giunge tramite una stretta porta. Priva di torre, circondata da melagrane, pianta caratteristica e
tipica anche della contrada omonima, insieme a fichi e piccole vigne. La chiesetta annessa risale al
1698 ed dedicata a Maria Santissima della Grazie, con una tela del XVIII secolo a cui gli abitanti
del luogo riservano altissima devozione.
Antichi casali
La Monopoli medievale era ricca di villaggi agricoli detti "casali", poi distrutti o abbandonati a
causa delle scorrerie delle truppe bizantine che intorno ai primi anni del mille contendevano la zona
ai Normanni. Probabilmente la localizzazione delle attuali contrade corrisponde in parte a quella
degli antichi "casali".
La chiesa di Sant'Angelo in Francisto o San Michele di Frangesto o pi esattamente Ecclesia S.Angeli
de Frangestro, parte di un monastero Benedettino femminile attivo fino alla fine del XIV secolo,
costituisce l'ultimo resto del grande e antico casale di Frangestro, abitato sin dal neolitico ma
distrutto dal generale bizantino Giorgio Maniace nel 1042. Attualmente la zona dell'antico casale
corrisponde alla Loggia di Pilato, in contrada Tortorella.
Casali di S.Lucia, S.Cataldo, S.Simeone, S.Maria de Genna, S.Maria de Termineto, S.Maria de Bernis,
Cisternino, S.Gio: di Fagiano, Talona, S.Pietro di Ottava, Barsento, Castro, citati in una bolla di papa
Alessandro III tra il 1179 e il 1180.
[28]

Potrebbero piacerti anche