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Unità 9

Il Barocco

Emanuela Pulvirenti, Artemondo, Zanichelli editore 2018 1


L’Europa nell’età barocca
Tra l’inizio del ‘600 e la metà del ‘700 si sviluppa l’età barocca, un’epoca di grande
fermento culturale e artistico, ma segnata da guerre, carestie, epidemie e persecuzioni
religiose

In Inghilterra Newton In Olanda nascono le


sviluppa le ricerche Province Unite
scientifiche di Galileo indipendenti dalla
Spagna

In Francia a Versailles In Germania si combatte


s’insedia la splendida tra cattolici e protestanti
corte del Re Sole, Luigi nella Guerra dei
XIV Trent’Anni

In Spagna, sotto il re
Filippo III e suo figlio La Roma papale è la
Filippo IV, fiorisce il culla del Barocco
«secolo l’oro»

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L’arte del Barocco
1) L’architettura 2) La fusione delle arti
L’architettura barocca si esprime attraverso linee L’arte barocca mira a coinvolgere lo spettatore con
curve e piante ellittiche di forte suggestione opere che fondono pittura, scultura e architettura

3) La pittura di genere 4) Il Rococò


In età barocca si diffondono nuovi generi pittorici, Nel Settecento nasce il Rococò, uno stile decorativo
come la scena di genere e la natura morta che caratterizza le residenze reali e aristocratiche

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La scena di genere
La pittura barocca vede definirsi come genere autonomo la «scena di genere», che consiste
nella rappresentazione realistica di persone colte nelle loro attività quotidiane

Il «mangiafagioli» Caravaggio dà la
di Annibale preferenza ai
Carracci è un personaggi di
contadino strada che lui
sorpreso nel stesso frequenta
mezzo di un abitualmente nelle
pranzo semplice vie di Roma

Caravaggio, I bari, ca. 1595


Annibale Carracci, Mangiafagioli, ca. 1580-1581

Nella bottega tra


Lo spagnolo
le carni esposte
Diego Velázquez
lavorano il
coglie in modo
macellaio e i suoi
realistico un
garzoni sotto lo
momento di
sguardo di un
quotidianità
soldato

Annibale Carracci, Grande macelleria, 1585 Diego Velázquez, Vecchia che frigge le uova, 1618

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La natura morta
Come la scena di genere così la «natura morta» barocca, che rappresenta oggetti inanimati
come frutti, cibi o strumenti, nasce dalla pittura fiamminga e olandese del Cinquecento

Baschenis rappresenta Jan Bruegel il Vecchio, Fiori in


strumenti musicali con tale un vaso di legno, 1606-1607
precisione da mostrare anche
il segno del dito sulla polvere

Il fiammingo Pieter Claez ama le


tavole imbandite con vetri
Evaristo Baschenis, Strumenti trasparenti e caraffe riflettenti su
musicali e tendaggio rosso, ca. 1660 cui compare nell’atto di dipingere

Figlio dell’antesignano del


genere Pieter Brugel il
Vecchio, Jan dipinse mazzi
di fiori ricchissimi di dettagli

Pieter Claez, Natura morta con argenteria e aragosta, 1641


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Canestra di frutta
Michelangelo Merisi, chiamato Caravaggio dal nome del paese lombardo dei suoi genitori in
cui si pensava fosse nato, rivoluziona la pittura a partire dalle prime nature morte

La rappresentazione di frutti
e foglie è caratterizzata da
precisione realistica

Si tratta però di una natura


in decomposizione che
simboleggia la fragilità
umana e il trascorrere di
tutte le cose terrene

Lo sfondo è
un’uniforme
superficie di
colore giallo
chiaro
Uva, mele, fichi e altri L’uva è a tratti troppo La canestra, posta sul
frutti e foglie sono matura, la mela è bordo di un tavolo su
disposti dentro una bacata e alcune foglie cui getta un’ombra, è
cesta di vimini sono avvizzite tridimensionale

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La Testa di Medusa
Negli stessi anni Caravaggio si cimenta con un soggetto mitologico e raffigura Medusa nel
momento drammatico in cui, mozzata la testa, sta guardando la sua immagine riflessa

Il mito racconta che


Medusa, il mostro che Al posto dei capelli
pietrificava con lo Medusa aveva dei
sguardo, fu sconfitto da serpenti che
Perseo grazie a uno Caravaggio raffigura
scudo specchiante con la pelle viscida
nell’atto di contorcersi

Lo sguardo atterrito, la
La testa è appena
bocca spalancata in un
stata recisa perché
grido di dolore e di
dal collo sgorgano
paura mirano a
ancora i fiotti di
suscitare emozione
sangue
nell’osservatore

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La Vocazione di San Matteo
In vista dell’anno santo del 1600, Caravaggio dipinge per la Cappella Contarelli, in San Luigi
dei Francesi a Roma, tre tele con la vocazione, la scrittura del Vangelo e il martirio di san Matteo

Matteo, esattore Dall’esterno e dall’alto


delle tasse, è entra un fascio di luce
seduto con altri che rappresenta la
uomini a contare i grazia divina
denari

Alla chiamata di Cristo giunge insieme a san


Cristo, Matteo si Pietro ripetendo il gesto della
volta e indica se Creazione di Michelangelo
stesso con stupore

Non tutti
rispondono alla
chiamata che è
una promessa di
salvezza

Soggetto Stile Significato


Chiamato da Cristo, il futuro È barocco per il realismo e Simboleggia la presenza di Dio
apostolo Matteo scopre la sua l’uso drammatico della luce ma pochi rispondono alla sua
vocazione chiamata
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Apollo e Dafne
Gian Lorenzo Bernini è lo scultore barocco più celebre e richiesto della Roma dei papi, il
cui talento straordinario emerge fin dalle prime opere, come il gruppo di Apollo e Dafne

La ninfa Dafne si sta


trasformando in un albero
di alloro per sfuggire alle
attenzioni del dio Apollo

Apollo ha una posa


instabile su un solo
piede mentre i capelli
e il drappo sono
mossi dal vento Dalle dita delle mani e dai
capelli germogliano rami e
foglie, i piedi sono già
radici e il corpo si sta
rivestendo di corteccia

Il marmo nelle mani di


Bernini diventa una materia
Il gruppo ha un andamento a plasmabile e viva
spirale, un effetto molto
dinamico tipico del Barocco

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L’Estasi di Santa Teresa
Tra il 1645 e il 1651 Gian Lorenzo Bernini decora la Cappella Cornaro in Santa Maria della
Vittoria a Roma con l’Estasi di Santa Teresa d’Avila, la fondatrice dell’Ordine carmelitano

Ai lati della cappella Bernini finge due


palchetti con i membri della famiglia
Cornaro che guardano la santa come
se assistessero a una scena di teatro

Un angelo sta Il gruppo è sospeso Santa Teresa è colta


per trafiggere la su una nuvola entro nell’estasi mistica, cioè
santa al cuore un’edicola sopra nel momento in cui entra
con una freccia l’altare in contatto con il divino

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Il Baldacchino di San Pietro
Per il baldacchino sopra l’altare maggiore della Basilica di San Pietro, voluto da papa
Urbano VIII, Bernini crea un’architettura colossale che sembra una scultura

La copertura a quattro Le quattro colonne


volute angolari con tortili in bronzo
drappi svolazzanti scuro appaiono
sembra mobile e leggera elastiche come
molle

Soggetto
Baldacchino monumentale con
quattro colonne e copertura a volute

Stile
È barocco per il dinamismo dato
L’enorme struttura è dalle colonne tortili e per
proporzionata rispetto l’abbondanza delle decorazioni
all’immenso spazio sotto
la cupola di Michelangelo Significato
Simboleggia la potenza della
Chiesa cattolica romana

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San Carlo alle Quattro Fontane


Collaboratore di Bernini al Baldacchino e suo rivale, Francesco Borromini ottenne i maggiori
incarichi dagli Ordini religiosi, a partire dalla chiesa detta di «San Carlino» del 1638-1667

Perimetro
mistilineo, cioè con
alternanza di linee
rette e linee curve

Cupola ellittica con


cassettoni a croci,
esagoni e ottagoni e
4 finestre nascoste

Chiesa a pianta
ovale con quattro
grandi nicchie
lungo gli assi
Facciata con prospetto
stretto e sinuoso

Soggetto Stile Significato


Chiesa a pianta ovale con cupola È barocco per l’alternanza di curve Suscita meraviglia nel fedele
a cassettoni e facciata ondulata concave e convesse e per il e rafforza la sua fede in Dio
dinamismo
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La Galleria di Palazzo Spada


Francesco Borromini fu il creatore di soluzioni architettoniche sorprendenti, come la
Galleria tra l’androne e il cortile di Palazzo Spada a Roma, costruita nel 1652-1653

Borromini riprende la Sequenza di


prospettiva accelerata del volte a botte
coro della chiesa milanese di cassettonate in
Santa Maria in San Satiro di forte scorcio
Bramante

Colonne
architravate
via via più
basse

Arco di uscita
alto la metà di
quello di entrata
L’illusione ottica riesce a far
sembrare una galleria di soli 8
metri lunga quattro volte di più Pavimento
rialzato

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La Basilica di Superga
Nato in Sicilia, Filippo Juvarra studiò architettura a Roma, ma dal 1714 si trasferì in
Piemonte per lavorare al servizio di Savoia, per i quali realizzò la Basilica di Superga

Fu voluta da Vittorio Amedeo II di Savoia come


ringraziamento alla Madonna per la liberazione di
Torino dall’assedio francese del 1706

La chiesa a
pianta centrale
è costruita su
una collina che
domina la città di
Torino

La cupola, ispirata a quella di


Michelangelo per San Pietro,
ha un alto tamburo
I campanili
con cupoletta
a cipolla La facciata a pronao
riprendono lo con quattro colonne
stile di quelli di ricorda il Pantheon di
Borromini Roma e la Rotonda di
Palladio

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La Palazzina di caccia di Stupinigi
Per i Savoia Filippo Juvarra progettò anche una palazzina di caccia a Stupinigi, nei pressi
di Torino: una preziosa e innovativa residenza regale immersa nel verde

Da un grande salone da ballo


centrale a pianta ellittica
partono quattro bracci disposti a
croce di Sant’Andrea, cioè con
la forma di una X schiacciata

Gli interni con stucchi,


affreschi e altre decorazioni
sono il trionfo del Rococò
e attestano il prestigio dei
Savoia

Il nucleo centrale è coperto a cupola ed è coronato da un


cervo in bronzo che richiama la funzione del palazzo

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