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Il CUBISMO

Picasso
Il Cubismo
È una delle prime Avanguardie storiche, Pablo Picasso e
Georges Braque ne furono i padri fondatori.

I pittori cubisti non imitano la realtà come fanno gli impressionisti.

Si sforzano di costruire una realtà nuova, diversa, non simile


a quella che conosciamo, ma ad essa parallela.

Braque sostiene che bisogna avere il coraggio di scegliere poiché


una cosa non può essere insieme vera e verosimile.

La riproduzione prospettica di un oggetto è verosimile, la


verità di quell’oggetto è diversa.
Ad esempio un cubo in veduta prospettica ci mostrerà solo tre
facce delle sei che, pur essendo quadrate, ci appariranno a forma di
parallelogrammi irregolari.
Gli spigoli non verticali che nella realtà sappiamo essere sempre
uguali e paralleli, risulteranno invece essere disuguali e
convergenti.
La visione di questo cubo risulta quindi essere verosimile.
Se osserviamo lo sviluppo del cubo, esso ha tutte le sei facce
perfettamente quadrate e uguali, con gli spigoli fra loro tutti
perpendicolari. Richiudendolo otteniamo la costruzione
tridimensionale del cubo, tale cubo è più vero del precedente,
anche sarà meno verosimile.

Visione prospettica, verosimile Sviluppo, visione reale


La realtà che percepiamo attraverso la vista, è spesso
diversa dalla realtà vera.

I bambini, che non conoscono ancora le regole della prospettiva,


disegnano la casetta mostrando contemporaneamente più facce.
La realtà cubista cerca di tenere conto anche del fattore tempo,
una variabile che è difficile da rappresentare nelle arti figurative.

Il pittore cubista infatti rappresenta diversi aspetti della realtà


in successione e per poterlo fare ha bisogno di muoversi per
poter assumere punti di vista diversi e, muovendosi, impiega del
tempo, così la variabile temporale entra nel processo di
produzione artistica, consentendo di rappresentare momenti
diversi in una medesima scena.

Il nome stesso deriva dall’uso cubista di scomporre la realtà


in piani e volumi elementari, assimilabili a cubetti.
Il critico Louis Vauxcelles, che già aveva coniato in senso
dispregiativo il termine Fauves, definì ironicamente alcuni
paesaggi di Braque come composti da banali cubi.
Fu così che anche il Cubismo assunse il nome che gli era stato
dato per scherno.

La storia del cubismo è determinata dai suoi due principali


artefici, Picasso e Braque, la cui amicizia inizia a Parigi nel 1907
e legherà i due maestri per buona parte della loro vita.
Il lavoro e la ricerca comuni hanno fatto da stimolo alla loro
creatività, riuscendo così ad ottenere risultati straordinari nel
campo artistico.

La rivoluzione cubista è stata troppo grande per poter essere


condotta da un solo uomo, per quanto geniale egli potesse
essere.
La data di inizio del cubismo risale al 1907, anno nel quale
Picasso dipinge Les demoiselles d’Avignon.

In quello stesso anno si tiene a Parigi una grande mostra


dedicata a Cézanne, scomparso l’anno prima, la cui pittura era
tesa all’astrazione dei volumi dalla natura e alla loro
scomposizione e ricomposizione.

Sarà proprio questa mostra ad esercitare un influsso


fondamentale per il cubismo.
Influsso fondamentale di Cézanne sul cubismo
La rappresentazione della realtà
fortemente geometrizzata da
parte di Cézanne costituisce la
premessa alla rivoluzione
cubista.
Già nel 1885 il maestro del
Postimpressionismo francese,
rappresenta il soggetto dei suoi
dipinti, una cortina di alberi in
primo piano e le abitazioni di un
paese dietro di essi,
attraverso pennellate di colore
giustapposte, queste
determinano i piani di cui sono
Paul Cézanne, Paese visto attraverso gli costituiti i volumi.
alberi, 1885, olio su tela, 65x81 cm,
Kunsthalle, Brema La percezione della realtà è perciò
definita da un fitto conglomerato
di colorati volumi elementari
solidamente interconnessi.
Sul finire del secolo,
nella pittura di
Cézanne, i volumi
diventano ancora più
evidenti ed
essenziali.

In “Bosco con rocce”,


tutte le forme della
natura sono
individuate da masse
squadrate e
angolose, composte
Paul Cézanne, Bosco con rocce, 1894-1898, dai diversi piani di
olio su tela, 48,5x59,5, Kunsthaus, Zurigo colore.
In un dipinto del 1909,
“Fabbrica”, Picasso
riprende le solide
volumetrie di Cézanne,
portando il suo
linguaggio alle estreme
conseguenze.

Edifici e alberi sono


ridotti a forme
geometriche
elementari che si
compenetrano
Pablo Picasso, Fabbrica, 1909, olio su tela, 65x54 secondo piani
cm, Musée National d’Art Moderne, Centre Georges
Pompidou Parigi, squadrati e taglienti.
Nello “Stabilimento Rio Tinto
all’Estaque”, di soggetto
analogo, Braque introduce una
forte scomposizione cubista che
porta a dissolvere
completamente il senso della
profondità.

La fabbrica e la campagna
circostante sono costruite
mediante piani di colore che si
compenetrano in una visione
unica e omogenea. È solo con
grande attenzione che il nostro
occhio riesce a ricostruire quei
Georges Braque, “Lo stabilimento Rio volumi scomposti in piatte
Tinto all’Estaque”, 1910, olio su tela, campiture di colore
65x54 cm, Musée National d’Art Moderne,
Centre Georges Pompidou, Parigi giustapposte.
Fasi del cubismo
Nel cubismo si possono individuare tre tappe:
1. Cubismo formativo, 1907-1909:
fase che precede il cubismo vero e proprio;
i volumi e lo spazio sono semplificati e resi mediante solidi
geometrici.
2. Cubismo analitico, 1909-1912:
periodo di massimo splendore del movimento.
Il sodalizio tra Braque e Picasso diventa tanto intenso che le
loro opere risultano indistinguibili.
Gli oggetti della realtà si scompongono secondo i principali
piani che sono poi ricomposti sulla tela variamente ruotati,
incastrati e sovrapposti.
I colori impiegati sono solitamente terrosi e di tonalità neutra,
di modo che non interferiscano con la comprensione delle
forme.
3. Cubismo sintetico, 1912-1913:
gli oggetti precedentemente frammentati si
ricompongono in oggetti nuovi, spesso fantastici che,
pur mantenendo qualche analogia con quelli originali,
vivono una loro realtà autonoma, con colori autonomi,
volutamente antinaturalistici e non verosimili.
Papiers collés e collages
I frammenti di realtà derivati dalla scomposizione analitica
sono rappresentati sulla tela da:
Braque con la tecnica dei papiers collés, carte incollate,
Picasso con la tecnica del collages, incollaggi.

Nel papiers collés si applicano sulla tela ritagli di giornali e di


carte da parati di varie qualità e colori.

Nel collages si utilizzano anche materiali eterogenei come


stoffa, gesso, paglia, legno.

Strumenti espressivi che verranno poi ripresi in ambito


surrealista e in varie esperienze artistiche del dopoguerra.
Con queste tecniche i due artisti tentano di scindere la forma
dal colore.
Utilizzano così un ritaglio di stoffa, colore puro, per definire un
oggetto di tutt’altra natura, pura forma.
A dimostrazione che Il colore agisce simultaneamente alla
forma, ma non ha nulla a che fare con essa.
Lo scoppio della Prima guerra mondiale mette bruscamente
fine al Cubismo.
Braque parte per il fronte, congedato, nel 1916 ritorna a Parigi,
dove Picasso nel frattempo ha continuato a lavorare da solo.
Le loro strade sono ormai divise, senza alcun contrasto, con la
consapevolezza che la grande rivoluzione cubista si è ormai
conclusa.
Il Cubismo rappresenta, insieme al Rinascimento, uno dei
momenti di svolta dell’arte occidentale.
Dopo il cubismo nessuno ha potuto più dipingere o scolpire
come prima.
Una volta rotto l'illusionismo della prospettiva
rinascimentale, non è stato più possibile fare arte senza tener
conto della frantumazione delle forme o della molteplicità dei
punti di vista.
Il Cubismo ha spianato la strada alle altre Avanguardie storiche,
diventando il punto di riferimento per tutti gli artisti delle
generazioni successive.
Pablo Picasso (1881-1973)
Nasce a Malaga, Andalusia, suo padre insegnante della locale
scuola d’arte lo avvia ad un precoce apprendistato artistico.
Il giovane mostra uno straordinario talento, a 14 anni espone un
suo dipinto ad una mostra a Barcellona, ottenendo il consenso
della critica.
Da anziano amava ripetere:” A tredici anni dipingevo come
Raffaello, ci ho messo tutto una vita per imparare a dipingere
come un bambino”.
Frequenta la scuola di arti e mestieri di La Coruña, Galizia, ma
già a 14 anni viene ammesso all’Accademia di Belle Arti di
Barcellona, due anni dopo, l’Accademia Reale di Madrid.
Fantasioso, irrequieto e indipendente, si allontana presto dalla
famiglia per compiere numerosi viaggi in Catalogna.
Tornato a Madrid frequenta il Museo del Prado, studiando i
grandi pittori spagnoli, Velàsquez e Goya.
Non ancora ventenne si reca a Parigi e lì rimane per quasi
mezzo secolo.
Alla fine del primo conflitto mondiale alterna dipinti monumentali
a riprese cubiste, interessandosi anche alla grafica e alla
scenografia.
Nel 1925 partecipa alla prima mostra surrealista alla Gallerie
Pierre di Parigi, successivamente allarga l’esperienza
surrealista anche alla scultura con fantasiose sculture di
ferro e in materiali eterogenei.
Fino in tarda età continuerà a sperimentare materiali nuovi e
diversi.
Con la sua morte nel 1973, avvenuta a Mougins, in Costa
Azzurra, scompare il più grande artista del Novecento.
Dal Periodo blu al Cubismo
Prima del 1901, la pittura dell’artista
non ha ancora maturato uno stile
personale, una prima decisiva svolta
si ha con il:
Periodo blu, 1901-1904
Si tratta di una pittura dai colori
freddi, blu, azzurro, grigio, turchino,
quasi l’artista fosse pervaso da una
perenne malinconia.
Rappresenta soggetti poveri e
malinconici, segnati dal dolore e
sconfitti dalla vita.
Poveri in riva al mare o Tragedia,
Picasso, 1903, olio su tavola,
105,3x69 cm, National Gallery of Art,
New York
Periodo rosa, 1905-1906,
La tavolozza di Picasso
cambia improvvisamente
passando dai toni freddi
alle calde gradazioni dei
rosa, ocra, e arancio.
Questa fase è di intensa
produzione ma di breve
durata.
Rappresenta soggetti
ripresi dall’ambiente del
circo e dei saltimbanchi.
Famiglia di saltimbanchi, Picasso, 1905, olio su tela,
212,8x229,6 cm, National Gallery of Art, Washinghton
Periodo africano, ultimi mesi del 1906,
detto anche epoca negra
Picasso si interessa alla scultura rituale africana e
polinesiana, che i commerci con le colonie hanno diffuso.
In queste opere ingenue ma di grande espressività, egli
cerca la testimonianza di un’umanità spontanea e incorrotta,
non ancora contaminata dai condizionamenti sociali e culturali.
In queste opere è evidente lo stiramento verticale dei volti e
la scomposizione dei volumi che già preludono alla
successiva svolta cubista.
Maschera rituale del
Gabon, legno dipinto

Testa di donna, Picasso, 1908, Testa d’uomo, Picasso, 1908, gouache


matita e acquerello su carta, 32x24,7 su tavola, 27x21,3 cm, Musèe National
cm, Museum Berggruen, Berlino Picasso, Parigi

Guazzo o, gouache, tecnica che impiega un pigmento della stessa natura della tempera, ma è
reso più consistente con l’integrazione di gesso o biacca insieme ad un composto di gomma
arabica. La soluzione finale è un pigmento con un colore leggermente più opaco della normale
tempera.
Fase di Formazione, 1907-1909
Nel 1907, Picasso espone Les demoiselles d’Avignon,
capostipite del movimento cubista

Les demoiselles d’Avignon,


Picasso, olio su tela, 245x235 cm,
Museum of Modern Art, New York
Fase analitica, 1909-1912
I dipinti di Picasso e Braque
risultano spesso indistinguibili e
volutamente non sono firmati.

Ritratto di Ambroise Vollard, Picasso,


1909-1910, olio su tela, 93x66 cm, Museo
Puskin, Mosca
Fase sintetica, 1912-1913
Si evidenziano diversità stilistiche tra i due artisti.
È il periodo più intenso del Cubismo picassiano.
I colori sono neutri e le superfici piatte.
Il collage dà alla composizione un significato nuovo e
provocatorio.

Natura morta con sedia


impagliata, Picasso, 1912,
collage, olio e tela cerata su tela,
29x37 cm, Musée National
Picasso, Parigi
Poveri in riva al mare o
Tragedia
Risale al primo periodo blu.
Realizzato a Barcellona, quando
l’artista frequenta l’ambiente
anarchico-socialista del cabaret
“I Quattro Gatti”, conducendo
egli stesso una vita di privazioni.
I tre personaggi, scalzi e
infreddoliti sono la metafora
moderna della Sacra Famiglia.
Nonostante il loro misero
aspetto mostrano grande
dignità, soprattutto la madre.

Poveri in riva al mare o Tragedia, Picasso, 1903,


olio su tavola, 105,3x69 cm, National Gallery of
Art, New York
Nonostante la monocromia, l’artista differenzia marcatamente i tre
elementi primigeni della natura e della filosofia antica: terra
(spiaggia), acqua (mare), aria (cielo).
Le tre fasce orizzontali contrastano con i tre personaggi in primo
piano, contribuendo ad evidenziare il loro dramma.
Les demoiselles
d’Avignon, Picasso,
1907,olio su tela, 245x235
cm, Museum of Modern
Art, New York
Les demoiselles d’Avignon
Nelle ragazze di Avignone
Picasso parte dalle solide
volumetrie di Cezanne,
realizzando i corpi mediante
volumi squadrati.
Le cinque donne
rappresentano delle prostitute
all’interno di una casa di
tolleranza.
L’artista costruisce anche lo
spazio mediante piani
geometrici taglienti, che così
viene materializzato,
Les demoiselles d’Avignon, Picasso, 1907
olio su tela, 245x235 cm, Museum of Modern Art,
divenendo un oggetto al pari
New York degli altri.
Lo stesso procedimento
applica anche alla natura
morta con frutta e
tovagliolo, posta sul tavolino
al centro in basso.
Le figure femminili non
risultano nello spazio ma
da esso compenetrate,
cosicché ogni differenza tra
contenuto, i personaggi, e
contenitore, lo spazio, viene
annullato.

Les demoiselles d’Avignon, Picasso, 1907


olio su tela, 245x235 cm, Museum of Modern Art,
New York
Nella realizzazione dei volti
delle due figure centrali
Picasso si ispira a donne
iberiche, mentre in quelli
delle due figure di destra si
risente l’influsso delle
maschere rituali africane.
Sono stravolte tutte le
regole della prospettiva ma
anche quello del punto di
vista unico.

Les demoiselles d’Avignon, Picasso, 1907


olio su tela, 245x235 cm, Museum of Modern Art,
New York
Si ha una nuova percezione
della realtà, non più visiva
ma mentale, volta a
rappresentare tutto quello
che c’è e non solo quello
che si vede.
Di un personaggio vediamo
contemporaneamente due o
più lati, è come se si girasse
attorno e si ricostruissero poi
sul dipinto le diverse viste
sovrapponendole l’una
all’altra.
Les demoiselles d’Avignon, Picasso, 1907
olio su tela, 245x235 cm, Museum of Modern Art,
New York
Ritratto di Ambroise Vollard
È un ritratto del periodo del
Cubismo analitico.
Rappresenta un collezionista
d’arte amico di Picasso.
Nella rappresentazione l’artista
rinuncia a qualsiasi
verosimiglianza fotografica
del personaggio, pur
mettendo in luce le sue
caratteristiche più
significative che ne
permettono l'identificazione.

Ritratto di Ambroise Vollard, Picasso,


1909-1910, olio su tela, 93x66 cm, Museo
Puskin, Mosca
Non si tratta di una conoscenza
esteriore e formale come può
avvenire attraverso gli occhi, e
della quale si accontentavano
gli Impressionisti, ma di una
conoscenza profonda, che
esprime l'essenza stessa della
realtà.

Ritratto di Ambroise Vollard, Picasso,


1909-1910, olio su tela, 93x66 cm, Museo
Puskin, Mosca
La composizione è
minutamente frastagliata, sia
Villard che lo sfondo sono posti
sul medesimo piano a interagire
con uno spazio frammentato.
Così dalla materia indistinta
dello sfondo fuoriescono e
prendono forma la spaziosa
fronte calva del collezionista
e i diversi oggetti che fanno
parte della composizione.

Ritratto di Ambroise Vollard, Picasso,


1909-1910, olio su tela, 93x66 cm, Museo
Puskin, Mosca
a) Fronte calva e spaziosa
b) Bottiglia sul tavolo dello
studio
c) Libro sullo scaffale
d) Giornale che Vollard sta
leggendo
e) Bottone del panciotto
f) Fazzoletto nel taschino
g) Manica destra della giacca
In assenza di prospettiva, il
davanti e il dietro non sono
distinguibili, per cui il giornale
non copre la giacca, il libro e la
bottiglia fluttuano sullo stesso
piano.
Guardando con attenzione
sembra quasi che l’immagine
piano piano prenda forma e si
palesi dalla minuta
frantumazione di piani in cui è
stata scomposta la realtà.

Ritratto di Ambroise Vollard, Picasso,


1909-1910, olio su tela, 93x66 cm, Museo
Puskin, Mosca
Il colore è steso
corposo e i
taglienti piani in
cui la realtà è
frantumata sono
individuati da
sottili tracce
scure.

Ritratto di Ambroise Vollard, Picasso, 1909-1910, olio su tela, 93x66 cm, Museo
Puskin, Mosca
Picasso e Braque hanno sempre fatto attenzione a che la
loro pittura non sconfinasse mai nell’astrazione, cioè in
qualcosa di puramente mentale, senza più alcun rapporto
concreto con la realtà.
Per questo motivo nel periodo del Cubismo sintetico, i due
artisti introducono nelle loro opere lettere dell’alfabeto e
numeri.
In questo modo l’astrazione è bloccata dalla riconoscibilità di
questi elementi che richiamano la realtà.
Sempre per radicare nella realtà la propria pittura, Picasso
adotta la tecnica del collage, cioè dell’incollaggio sulla tela di
materiali diversi che richiamano alla mente oggetti reali.
Natura morta con sedia
impagliata
L’opera, del periodo del
cubismo sintetico.
Rappresenta una natura
morta ambientata
all’interno di un caffè
parigino.
Il tutto è realizzato con
colori ad olio della
gamma dei bruni, intonati
Natura morta con sedia impagliata, Picasso, al ritaglio di tela cerata
1912, collage, olio e tela cerata su tela, 29x37, che rappresenta con
Musée National Picasso
realismo l’impagliatura di
una sedia, materia che
diventa forma.
Natura morta con sedia impagliata, Picasso,
1912, collage, olio e tela cerata su tela, 29x37,
Musée National Picasso
La finta paglia
rappresenta una sedia
vera, quindi il soggetto,
la paglia è falso, ma il
materiale, la tela cerata,
è vera.
Soggetto e materiale sono
entrambi falsi quando
vogliono rappresentare
una sedia.
In questo modo l’artista
Natura morta con sedia impagliata, Picasso,
dimostra quanto sia labile
1912, collage, olio e tela cerata su tela, 29x37, la differenza tra la realtà e
Musée National Picasso la sua rappresentazione.
La monocromia
dell’insieme, la forma
ellittica, la fune usata
al posto della cornice
sono richiami alla
forma fatta da materia
e della materia che
prende nuove forme,
estranee alla sua
natura.

Natura morta con sedia impagliata, Picasso,


1912, collage, olio e tela cerata su tela, 29x37,
Musée National Picasso
I tre musici, Picasso, 1921, olio su tela, 201x223 cm, Museum of Art Modern, New
York
I tre musici
Quest'opera si rifà al Cubismo
sintetico in modo nuovo, il
colore è applicato con larghe
campiture omogenee e si
utilizza nella rappresentazione
un’ironia quasi fumettistica.

I tre musici, Picasso, 1921, olio su


tela, 201x223 cm, Museum of Art
Modern, New York
Il dipinto raffigura due
personaggi della commedia
dell’arte: Pulcinella che suona il
flauto e Arlecchino chitarrista
che insieme ad un monaco con
uno spartito tra le mani,
improvvisano un allegro
terzetto musicale, mentre un
cane se ne sta accucciato sotto
il tavolo.

I tre musici, Picasso, 1921, olio su


tela, 201x223 cm, Museum of Art
Modern, New York
Abbandonate le terrose
monocromie e le
frammentazioni della fase
analitica, Picasso distende i
colori su ampi e piatti piani
ottenendo una
rappresentazione
rigorosamente frontale e
bidimensionale che fa
pensare a sagome ritagliate nel
cartoncino colorato.
I tre musici, Picasso, 1921, olio su
tela, 201x223 cm, Museum of Art
Modern, New York
La bidimensionalitá dei
personaggi, si trasforma in
tridimensionalitá della stanza
scura.
Si tratta di una prospettiva
illusoria ambigua, in cui la
parete laterale di sinistra
appare più lunga, suggerendo
così uno spazio sghembo,
come quello di alcune
scenografie teatrali alle quali
I tre musici, Picasso, 1921, olio su l’artista stava lavorando.
tela, 201x223 cm, Museum of Art
Modern, New York
I tre musici, Picasso, 1921, olio su tela, 201x223 cm,
Museum of Art Modern, New York
Guernica, Picasso, 1937, olio su tela, 351x782 cm, Museo Nacional, Centro de Arte
Reina Sofia, Madrid
Guernica,
Picasso,
1937,olio su
tela, 351x782
cm, Museo
Nacional, Centro
de Arte Reina
Sofia, Madrid

Guernica
Il 26 aprile del 1937, nel pieno della guerra civile spagnola,
scatenata dai franchisti contro il legittimo governo repubblicano del
Paese, Picasso è sconvolto dalla notizia del bombardamento della
cittadina basca di Guernica.
L’azione terroristica, rivolta contro la popolazione civile nel giorno
del mercato, ispira l’artista alla realizzazione di questo grande
dipinto in soli due mesi. Rappresenta un vero atto d’accusa contro
la guerra e la dittatura.
Guernica,
Picasso,
1937,olio su
tela, 351x782
cm, Museo
Nacional, Centro
de Arte Reina
Sofia, Madrid

L’opera presentata nel Padiglione spagnolo dell’Esposizione


Universale di Parigi del 1937, destò scalpore e commozione nel
mondo libero, ma totale indifferenza nella Germania di Hitler e
nelI’Italia di Mussolini.
Guernica per le sue grandi dimensioni denuncia la propria
funzione di manifesto ideologico e politico, fatto per essere
osservato da un grande numero di persone.
Guernica,
Picasso,
1937,olio su
tela, 351x782
cm, Museo
Nacional, Centro
de Arte Reina
Sofia, Madrid

Il dipinto rappresenta il drammatico momento del


bombardamento.
Il colore é espresso da una gamma di grigi e azzurri su fondo
antracite.
Le figure sembrano spettri urlanti, illuminate all’improvviso dai
bagliori delle esplosioni.
La composizione, apparentemente caotica, è invece organizzata
in tre fasce verticali, le due laterali sono più strette.
Nella fascia centrale è ammassato il maggior numero di
personaggi.
L’ambientazione è
contemporaneamente interna,
come si deduce dal lampadario
quasi in alto e decentrato rispetto
alla metà del dipinto …
ed esterna, come è suggerito dall’edificio in
fiamme all’estrema destra.
Questa contemporaneità di visione non è solo
cubista, ma rende con immediatezza la
tragedia del bombardamento che sventra e
demolisce interi palazzi, sparpagliando
ovunque corpi e oggetti.
In questo spazio caotico e indifferenziato
uomini, donne e animali fuggono e urlano,
sovrapponendosi e compenetrandosi,
accomunati dallo stesso dolore.
All’estrema sinistra della composizione una
madre lancia al cielo il suo grido straziante.
La madre stringe fra le braccia il
cadavere del figlioletto, la cui testa
rovesciata costituisce il tragico
indizio della morte.
Dal lato opposto della tela un altra
donna urlando alza le braccia al
cielo in segno di disperazione.
Al centro un cavallo ferito nitrisce
mostrando una lingua aguzza.
Ovunque c’è morte e distruzione,
evidenziate da un disegno duro,
tagliente, anche i raggi di luce del
lampadario sembrano schegge acuminate.
Chi può cerca di fuggire, come la donna
che, dall’angolo inferiore destro, si
slancia diagonalmente verso il toro.
Le gambe pesanti quasi ancorate a
terra, a simulare quanto il terrore abbia
la capacità di impedire anche la fuga.
Un’altra donna si affaccia disperata
ad una finestra, reggendo una
lampada a petrolio, simbolo della
regressione alla quale la guerra
conduce.
Al suolo cadaveri straziati.
A sinistra una mano protesa, con
la linea della vita simbolicamente
spezzata in piccoli segmenti.
In basso, al centro, un’altra mano
stringe una spada spezzata da cui
sorge un fiore, simbolo della vita e
della ragionevolezza che avranno la
meglio sulla morte e sulle barbarie.
Guernica,
Picasso,
1937,olio su
tela, 351x782
cm, Museo
Nacional, Centro
de Arte Reina
Sofia, Madrid

In questo dipinto Picasso fonde Cubismo analitico e


Cubismo sintetico.
Tutto è movimento convulsione, dramma.
Le bocche rivolte al cielo urlano dolore e vendetta.
L’alternarsi di luci, bianco, e ombre, nero e l’intera gamma dei
grigio-azzurri, sottolinea il susseguirsi delle esplosioni.
Picasso è riuscito a rendere udibile attraverso la pittura, il
rombo della guerra e le grida delle vittime innocenti.
Guernica,
Picasso,
1937,olio su
tela, 351x782
cm, Museo
Nacional, Centro
de Arte Reina
Sofia, Madrid

È un Picasso maturo che non esita a schierarsi con la


democrazia e la civiltà, contro ogni forma di dittatura e di
fascismo.
Torna attuale l’insegnamento di Francisco Goya, verso cui
Picasso non ha mai smesso di sentirsi debitore:

“Il sonno della ragione genera mostri”

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