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LICEO SCIENTIFICO G.

BRUNO
Venezia - Mestre

Fabio Scaggiante Classe VF

La Rivoluzione Industriale e le sue conseguenze sul piano sociale e letterario

INDICE
Introduzione..p. 3

Schema di Storia.. p. 4 Storia.p. 5 Schema di Filosofia.. p. 11 Filosofia.p. 12 Schema di Letteraturap. 15 Letteratura..p. 16 Schema di Inglese..p. 22 Inglesep. 23

Bibliografiap. 25

INTRODUZIONE
Ho scelto di realizzare questo percorso mosso dallinteresse e dalla curiosit nei confronti delle conseguenze di varia natura derivanti dalla prima rivoluzione industriale, i cui effetti, a mio parere, si fanno sentire ancora oggi. Il percorso, che ho intitolato La Rivoluzione Industriale e le sue conseguenze sul piano sociale e letterario, parte da Storia dove analizzo nei dettagli la prima rivoluzione industriale, mettendone in luce le conseguenze sul tessuto sociale (nascita della borghesia e del proletariato) e le modifiche e gli stravolgimenti apportati allambiente. Segue Filosofia dove espongo quelli che sono i due pensieri cardine della nuova societ venutasi a creare: quello liberista, di cui uno dei principali teorici fu lo scozzese Adam Smith, e laltro, opposto al primo, quello marxista, elaborato nel corso del XIX sec. da Karl Marx insieme anche al contributo di Friedrich Engels. Dopo aver passato in rassegna le novit del pensiero filosofico vado a toccare la sfera della Letteratura, evidenziando come tutti i cambiamenti e le novit che mutarono la societ del XIX sec. abbiano influenzato lopera di scrittori come Zola e Dickens, molto sensibili ai problemi di natura sociale che danneggiarono le fasce pi deboli e povere della popolazione. Infine in Italia queste tematiche, quasi del tutto assenti nel corso dell800 per una concomitanza di vari motivi, vennero riprese e rivisitate in chiave moderna, solo un secolo dopo, con Vasco Pratolini.

Storia
La prima rivoluzione industriale
Introduzione e analisi del termine Cronologia e aspetti della rivoluzione industriale Fattori della rivoluzione industriale inglese Premesse e conseguenze nel mercato estero

Le conseguenze della rivoluzione industriale Nascita del proletariato urbano e le sue condizioni di vita Trasformazione delle citt in termini urbanistici Trasformazioni del paesaggio

Le nuove componenti sociali e la lotta di classe


Il tramonto dei vecchi ceti sociali e lascesa della borghesia capitalista La nascita del proletariato Il movimento operaio I sindacati come interpreti delle esigenze del nuovo ceto produttivo

Storia
La prima rivoluzione industriale
Introduzione e analisi del termine
Lespressione rivoluzione industriale fu consacrata nelluso scientifico da quando figur come titolo del libro pubblicato nel 1886 dallo storico inglese Arnold Toynbee, ma era gi comunemente impiegata da molti decenni. Nel suo grande successo fin dallinizio del XIX secolo implicito un confronto con la rivoluzione francese, di cui la rivoluzione industriale inglese era una sorta di omologo: in Francia furono sconvolte le strutture politiche e sociali mentre in Inghilterra era toccata la stessa sorte alle strutture economiche e produttive. Il termine rivoluzione vuole suggerire una trasformazione profonda avvenuta secondo tempi particolarmente rapidi. Per parlare correttamente di rivoluzione industriale bisogna prima di tutto mettere bene in evidenza quelli che sono i caratteri di una societ industriale in rapporto a una societ agricola, al fine di presentare il passaggio dalluna allaltra come una forte discontinuit che merita il n ome di rivoluzione , se si prodotta in un arco di tempo relativamente breve. Un processo di industrializzazione implica tre aspetti evidenti: 1) un ritmo di aumento della popolazione industriale piuttosto rapido, pi rapido comunque del ritmo di aumento della popolazione; 2) un tasso di crescita molto significativo nella produzione agricola, seppure inferiore a quello industriale che dipende dalla concomitanza dellindustrializzazione con la crescita demografica, ma in parte anche dal trasferimento della forza lavoro dallagricoltura allindustria. Rilevante nel settore agricolo laumento della produttivit del lavoro fu vertiginoso in quello industriale. 3) laumento della produttivit si spiega a sua volta con lintroduzione di macchine capaci di aumentare la produzione per addetto in una data unit di tempo. Accanto ai tre elementi fin qui ricordati dobbiamo porre, per avere un quadro veramente completo, anche gli altri sette indicati dalla studiosa di storia economica Phyllis Deane: 1) lapplicazione diffusa e sistematica della conoscenza tecnologica allo sviluppo delle attrezzature produttive; 2) laumento della produzione diretta ai mercati nazionali e internazionali e la corrispondente diminuzione di quella diretta allautoconsumo o ai mercati locali; 3) un considerevole aumento del tasso di urbanizzazione; 4) la crescita delle dimensioni dellunit di produzione e la sua spersonalizzazione; 5) lo spostamento del lavoro dalle attivit agricole a quelle che producono beni industriali e servizi; 6) limpiego intensivo ed estensivo dei beni capitali in sostituzione e a completamento del lavoro umano; 7) la nascita di nuove classi sociali create dalla diffusione dei nuovi mezzi di produzione, e in particolare il proletariato urbano e i capitalisti imprenditori.

Cronologia e aspetti della rivoluzione industriale


Nei primi anni del XIX secolo, dopo che la rivoluzione industriale era gi stata avviata da pi di una generazione, il proletariato urbano era ancora lontano dallessere il tipo sociale pi comune di forza -lavoro e la grande fabbrica con oltre 100 operai non aveva fatto sparire in tutti i settori la piccola industria manifatturiera con caratteristiche ancora simili a quelle della bottega artigiana. Quanto detto pu far riflettere sullopportunit di usare il termine rivoluzione, visto che solo alla met del XIX secolo lInghilterra potr dire di aver subito una compiuta trasformazione in senso industriale. Linizio, fissato di solito nel ventennio 1760-80, stato pi o meno retrodatato e si proposto un processo di pi lenta durata, che occupa almeno larco di tempo che va dal 1650 al 1850. Ci sono altre questioni che fanno assumere importanza al problema della cronologia del processo di industrializzazione: ci si pu chiedere perch fu proprio lInghilterra il primo paese a industrializzarsi e quali furono le cause di questo fenomeno e se ce n una pi rilevante delle altre, poi si ci fu un settore di sviluppo industriale di punta, che

con la sua crescita trascin tutti gli altri, o se invece la rivoluzione industriale avvenne simultaneamente in molti settori che si rinforzavano vicendevolmente.

Fattori della rivoluzione industriale inglese


Fattore di fondamentale importanza per lo sviluppo della Rivoluzione industriale in Inghilterra fu l'agricoltura; infatti l'Inghilterra fu la prima ad avere una agricoltura di mercato (non per auto-consumo ma per profitto) che, unita all'innovazione tecnologica, elimin molta manodopera dalle campagne facendola rifluire verso la citt dove trover occupazione nella nascente industria. Ma il fenomeno delle enclosures, per cui molta terra demaniale lasciata al libero pascolo venne privatizzata e recintata, priv i contadini pi poveri del libero diritto di pastorizia e li spinse a trovare nuovo impiego nelle fabbriche. Altro importante fattore la rivoluzione agricola sviluppatasi nel corso del Settecento, che con sistemi di avanguardia, come la rotazione programmata delle colture, agevol lo sviluppo industriale e demografico.Le nuove tecniche di filatura e tessitura rimpiazzarono, malgrado iniziali resistenze, il lavoro a domicilio, basato su tecniche manuali, e portano alla costruzione di fabbriche nelle quali i nuovi macchinari venivano messi in funzione e verso le quali converge la forza lavoro. Nasce cos il capitalismo industriale. Anche altri fattori contribuirono allo sviluppo industriale. LInghilterra godeva in effetti di alcuni vantaggi: il primo era costituito dallabbondanza delle risorse minerarie di carbone e ferro, anche se, secondo alcuni studiosi, lincremento del carbone e del ferro appare piuttosto un effetto che non una causa della rivoluzione industriale. Un altro vantaggio fu la scoperta precoce di macchine che aiutarono il lavoro delluomo. Bench nota fin dal XVI secolo, la macchina a vapore si svilupp, agli inizi del XVIII secolo, con le sperimentazioni di Savery e di Thomas Newcomen per la costruzione di pompe a vapore, utilizzate per evacuare lacqua dalle miniere di carbone e di rame. Fu per James Watt a costruire il primo vero modello di macchina a vapore (1769), che divenne il simbolo della rivoluzione industriale, migliorando quella di Newcomen. Solo nel 1782, Watt chiar come trasformare il movimento doscillazione in movimento circolare permettendo, grazie anche allapporto di John Roebuck e di Mathew Boulton, un utilizzo pratico della macchina a vapore. A questo punto, vapore e carbone divennero gli strumenti del progresso.

La macchina a vapore

Premesse e conseguenze nel mercato estero


Infine, significativo per lo sviluppo industriale fu il commercio estero. Questo assunse un ruolo considerevole nella rivoluzione industriale soprattutto perch procur la materia prima costituita dal cotone grezzo, mentre la lana, il carbone e il ferro erano tutti di produzione nazionale. Gi molto tempo prima della rivoluzione industriale lo sviluppo economico inglese era stato fortemente legato al commercio estero. Lintero mercato britannico costituiva verso il 1770 il pi vasto e integrato complesso economico del mondo; allinterno delle isole britanniche non esistevano dazi doganali di nessun genere e la libera circolazione delle merci era la regola assoluta. La ricerca di una causa unica per il processo di industrializzazione inglese destinata a non avere molto successo. Come documenta lanalisi condotta, i fattori che portarono allindustrializzazione furono molteplici e inoltre utilizzando la terminologia proposta nel 1960 dalleconomista americano Walt W.

Rostow possiamo dire che il decollo (take off) verso lindustrializzazione fu preceduto da una lunga rincorsa nel XVII secolo e da unaccelerazione nel XVIII, anche se nel trentennio 1760 -90 che avvenne una vera trasformazione qualitativa di tutte le strutture economiche.

Le conseguenze della rivoluzione industriale


Nascita del proletariato urbano e le sue condizioni di vita
Laumento della popolazione e pi ancora la trasformazione dellagricoltura in un sistema di tipo capitalistico furono allorigine del nuovo proletariato industriale urbano. Secondo una definizione generalmente accettata dagli studiosi un proletario un uomo che non possiede mezzi di produzione e che percepisce un salario come rimunerazione del lavoro fornito; se il lavoro diventa una merce come tutte le altre e se esiste un mercato del lavoro sufficientemente sviluppato, il livello del salario sar determinato dalla situazione della domanda e dellofferta: quando la domanda di lavoro da parte degli imprenditori cresce, anche il salario tender a innalzarsi, quando c una eccedenza di offerta di lavoro da parte dei salariati il prezzo del lavoro tender a comprimersi. Il lavoro salariato dominava senza ostacoli in tutti i casi in cui non era richiesto nemmeno un minimo di specializzazione. Ci fu un problema relativo allorigine sociale degli operai salariati che cominciarono a popolare le fabbriche delle nuove citt industriali negli ultimi decenni del Settecento. Inizialmente la forzalavoro salariata era stata spesso fornita dalla popolazione marginale dei poveri e vagabondi. Con la legislazione inglese del Seicento, la migliore dEuropa sia per spietatezza repressiva che per efficienza assistenziale, cominci allora quella che stata chiamata lepoca della grande deportazione nelle case di lavoro: ai poveri validi, cio ritenuti in grado di compiere un lavoro utile, vennero sempre pi negati i sussidi della carit pubblica e si poneva loro lalternativa di vivere nella forma pi miserabile della povert (duramente repressa) o in reclusione negli ospedali dei poveri. Qui ad attenderli cera il lavoro coatto e condizioni di vita durissime, tanto che questi ospedali erano considerati una terribile minaccia per chi non riusciva a trovarsi un lavoro. Almeno per le condizioni di vita disumane e la completa sottomissione a una disciplina ferrea si pu dire che esista una certa continuit fra tali workhouses e le prime fabbriche nel senso moderno della parola. Si pu pensare che lo sviluppo dellindustria si accompagn ad un aumento di una popolazione margin ale e sradicata: in primo luogo perch la macchina viene vista come causa diretta della proletarizzazione in quanto consentiva una produzione a costi assai bassi e perci mand in rovina lintero mondo degli artigiani, costringendoli a declassarsi e a entrare nel mondo del proletariato. Si ritiene inoltre che lorigine del proletariato moderno sia da ricondurre alle campagne dove, espulsi dalla terra, un gran numero di contadini si sarebbero riversati nelle citt come masse proletarizzate pronte ad accettare le pi dure condizioni di lavoro. Il problema dellorigine del proletariato si combina con quello delle condizioni di vita degli operai delle industrie. I salari industriali erano di solito pi alti di quelli agricoli, e ci deve indurre a credere che lurbanizzazione non fosse solo il risultato di unespulsione dalle campagne, ma anche di una vera forza di attrazione della citt. La citt anonima e la fabbrica alienante resero il lavoro assai pi penoso che in passato. Le prime agitazioni operaie assunsero talora la forma della distruzione delle macchine, cui si attribuiva la responsabilit dei buoni salari e della disoccupazione, e soprattutto simbolo di unoppressione intollerabile.

Trasformazione della citt in termini urbanistici


Per decenni gli storici hanno collegato strettamente urbanizzazione e industrializzazione: non sarebbero state le citt, ma lindustria ad attrarre strati crescenti di popolazione. Accanto a citt industriali come Manchester crebbero citt assai meno industrializzate. Lafflusso in questa citt si spiega ricorrendo a tendenze economiche e sociali complesse, non esclusi gli aspetti di cambiamento della mentalit. Il miglioramento nei trasporti permise spostamenti pi rapidi di popolazione e favor anche una maggiore diffusione tra citt e campagne di modi di comportamento e di consumo. La crescita tumultuosa dellurbanizzazione e della popolazione provoc profondi cambiamenti nella stessa struttura fisica delle citt. Furono costruiti interi quartieri per decine di migliaia di persone: quartieri

generalmente monotoni e uniformi, costruiti non in base a un piano globale, ma lotto per lotto, isolato per isolato. I quartieri si differenziavano in base ai livelli di ricchezza: venivano contrapposti quartieri poveri e quartieri ricchi o, per meglio dire, quartieri borghesi e quartieri proletari. La differenza era visibile a occhio nudo, e facilmente misurabile in termini sanitari. Le grandi citt apparivano doppiamente ammalate: di inquinamento e sporcizia da un lato, di crimini dallaltro. Qui sotto presente unimmagine (si tratta di unopera di Gustave Dor) che facilmente fa capire quali fossero le condizioni di vita presenti nei bassifondi delle citt industriali.

Gustave Dor, Visione di Londra da una Ferrovia, 1872

Trasformazioni del paesaggio


Non solo le citt modificarono il loro aspetto come conseguenza della rivoluzione industriale ma il paesaggio complessivo sub una trasformazione. Le innovazioni tecnologiche che dal settore del cotone si diffusero poi a quello della lana mutarono completamente la struttura geografica dellindustria tessile, specialmente dopo che lapplicazione della macchina a vapore ai fusi ebbe concentrato intorno a un unico attrezzo un volume di produzione in precedenza disperso tra molte decine di filatori rurali. La produzione di carbone di legna poteva avvenire in qualsiasi localit boscosa e lestrazione di carbone o di minerale ferroso era diffusa in tutto il territorio inglese. La macchina a vapore fece cadere in disuso i mulini ad acqua come attrezzi industriali della metallurgia e consent di spostare la produzione dalle alture, dove esistevano corsi dacqua con sufficiente energia, alle pianure. La polarizzazione delle attivit industriali ebbe un immediato riscontro sulla distribuzione territoriale della popolazione. Concentrazione e polarizzazione regionale vogliono poi dire anche grande sviluppo dellurbanizzazione. Se la macchina a vapore e gli attrezzi tessili meccanici crearono la fabbrica, questa a sua volta cre la citt industriale moderna, una tipologia urbana fino ad allora secondaria. Ancora pi significativo il fatto che queste nuove citt industriali nascevano spesso dal nulla, come per provare la capacit del processo di industrializzazione di reinventare completamente la propria materia sociale.

Le nuove componenti sociali e la lotta di classe


Il tramonto dei vecchi ceti sociali e lascesa della borghesia capitalista
LOttocento si qualific ben presto come un secolo dirompente anche dal punto di vista sociale oltre che economico e demografico: sia per i protagonisti collettivi che lo dominarono, sia per il tipo di struttura assunto dalla societ, che fu essenzialmente una societ di classi. Il XIX secolo vide come protagonisti sociali di primo piano le classi sociali e in particolare le classi fondamentali del moderno processo di produzione: la borghesia e il proletariato. Il termine classe, usato tradizionalmente in campo scientifico per designare gruppi di oggetti, piante o animali, venne assumendo un significato inedito: con esso si identificarono i gruppi sociali, le parti fondamentali della societ.

Lantico regime ragionava in termini di ordini o ceti: gruppi organici, la cui appartenenza era immodificabile. Invece la societ di classi defin essenzialmente la collocazione sociale degli individui in base alla loro posizione nel processo produttivo ed alla attivit lavorativa svolta. Le differenze tra i diversi gruppi sociali non erano pi fissate dal diritto, ma dalleconomia, ossia dal diverso grado di disponibilit della ricchezza e degli strumenti di produzione. Questa condizione si modificava nel corso della vita dellindividuo: si poteva salire nella scala sociale; o scendere, a seconda dei meriti, della capacit nellaccumulare ricchezza, del buono o cattivo andamento degli affari. La trasformazione della societ di ceti e ordini in una societ di classi non fu un fenomeno rapido, n avvenne ovunque contemporaneamente. Allo sradicamento dei vecchi ordini e alla formazione di una struttura sociale divisa in classi contribuirono diversi eventi e fenomeni: il superamento degli ordini feudali nelle campagne, la crescita delle grandi citt, lo sviluppo dei trasporti, le numerose riforme giuridiche e politiche, e soprattutto lindustrializzazione e la nascita della moderna borghesia imprenditoriale. A una classe sociale proprietaria delle terre e dei mezzi di produzione, la borghesia, si venne contrapponendo una classe che, per sopravvivere, disponeva esclusivamente della possibilit di vendere il proprio lavoro: il proletariato. Allinizio dellOttocento la parola borghese perse il suo significato originario per designare un complesso insieme di posizioni sociali: borghesi erano gli imprenditori industriali e i grandi finanzieri; o i funzionari e i professionisti che vivevano nelle grandi citt; oppure i grandi proprietari terrieri che avevano acquistato terre gi ecclesiastiche o feudali, o recintato terre comuni. Tutto quello che teneva unito un ceto cos particolarmente eterogeneo era il principio che la propriet fosse la base dellordine sociale e la contrapposizione ai vecchi ceti dominanti aristocratici e al proletariato emergente. Allinterno della borghesia spicca una nuova figura sociale: limprenditore. Egli lartefice di primo piano della rivoluzione industriale e parte integrante del nuovo regime economico caratterizzato dal libero mercato e dalla libera concorrenza. E anche il proprietario dimpresa che, investendo capitale proprio, utilizzava lavoro salariato nellambito di unattivit alla cui organizzazione e direzione partecipava direttamente e di cui si assumeva il rischio (rischio dimpresa) e si muove in un universo dove nulla certo n garantito da volont personali.

La nascita del proletariato


Allarticolato processo di formazione del proletariato contribuirono diversi fattori: da un lato la crisi delle antiche strutture corporative artigianali costrinse migliaia di piccolo produttori indipendenti a lavorare sotto un imprenditore; dallaltro la recinzione delle terre e lespulsione dallagricoltura della manodopera in eccedenza, oltre alla crescita demografica, che crearono masse consistenti di vagabondi spinti verso le citt industriali. Si origin cos una massa eterogenea di uomini, provenienti da condizioni sociali e aree geografiche diverse, accomunati dalla stessa condizione di sradicamento e miseria. Allinterno delle fabbriche gli operai si trovarono dinanzi a regole di comportamento fortemente costrittive, una lunga catena di doveri per i dipendenti e orari di lavoro uniformi e rigidi. Nacque la giornata lavorativa, lunga anche 15-16 ore, durante la quale loperaio si impegnava a fornire la propria capacit lavorativa sotto la direzione del padrone. La formazione del proletariato avvenne gradualmente e procedette per tappe segnate dallo sviluppo tecnologico, dallevoluzione del sistema di macchine e delle tecniche di organizzazione del lavoro.

Il movimento operaio
Tra classi proprietarie e classi lavoratrici la rivoluzione industriale stabil un confine sempre pi netto e una dura contrapposizione. Non esisteva solo una diversit nei livelli di reddito o nel tipo di funzione sociale svolta, ma di stili di vita contrapposti e persino di possibilit di sopravvivenza differenti. Grazie al conflitto sociale fece la propria comparsa un nuovo protagonista storico: il movimento operaio. Tale movimento, comprendente le fasce pi povere della popolazione che partecipavano subordinatamente alla produzione industriale, non us gli strumenti tradizionali e violenti della politica statuale come la repressione, ma forme civili di protesta, come lo sciopero e la libera associazione.

Il movimento operaio ebbe la sua culla in Inghilterra, il primo paese a essersi industrializzato, e quindi anche il primo a sperimentare il lento, duro processo di organizzazione del proprio proletariato. In breve tempo il proletariato, riconosciutosi come partito indipendente incominci a darsi una propria organizzazione e proprie rivendicazioni che assunsero la forma di un vero e proprio programma.

I sindacati come interpreti delle esigenze del nuovo ceto produttivo


In questo conflitto sociale i sindacati ricoprirono un ruolo importante in quanto non esistevano pi le relazioni che legavano tra loro i diversi ceti assegnando a ognuno una posizione fissa e immutabile. La redistribuzione del reddito e dei diritti si negoziava di volta in volta in base al rapporto di forza tra le varie componenti del processo di produzione sociale.

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Filosofia
Premessa: come si modificato il pensiero filosofico in relazione alle trasformazioni
industriali e societarie di fine Settecento

Adam Smith:
Breve descrizione della vita e delle sue opere principali La nascita delleconomia politica: la Ricchezza delle nazioni

Karl Marx:
Breve descrizione della vita e delle sue opere principali Il Manoscritto del Partito comunista Lanalisi delleconomia politica: il Capitale

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Filosofia
Premessa
Le trasformazioni, operate dalla rivoluzione industriale, che mutarono la struttura della societ e la sua economia nel XIX secolo furono oggetto dellanalisi di un nuovo pensiero filosofico, se non meno sensibile alle tematiche religiose o etiche in genere, certamente pi attento ad elaborazioni teoriche riguardanti i processi produttivi e le dinamiche della societ. La borghesia vide rispecchiate le proprie aspettative nella dottrina liberista di Adam Smith. Viceversa ai problemi del proletariato si interessarono unitamente Karl Marx e Friedrich Engels.

Adam Smith
(Kirkcaldy,Scozia, 1723 Edimburgo, 1790)

Nato a Kirkcaldy, presso Edimburgo, nel 1723, Smith studi a Glasgow con Hutcheson e, qualche anno dopo la morte di questultimo, gli succedette sulla cattedra di Filosofia morale. Nel 1763 lasci l'insegnamento per andare in continente in qualit di precettore privato: durante questo viaggio soggiorn a Parigi, dove entr in contatto con l'ambiente della fisiocrazia francese, in particolare con Quesnay e con Turgot. Ritornato in patria, condusse a lungo vita privata, poi divenne commissario alle Dogane e infine Rettore dell'universit di Glasgow. Mor nel 1790. Studioso di filosofia morale, Smith rintracciava nel sentimento (simpatia,interesse, ecc.) il movente dellagire e dellassociarsi, e nellutile individuale e sociale il fondamentale criterio di comportamento. Nel 1759 pubblic la prima delle sue opere, Teoria dei sentimenti morali, dove affermava che luomo mosso e guidato nelle sue azioni dal desiderio di ottenere lapprovazione, e quindi la simpatia dei suoi simili. Nel 1776 pubblic le Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni, che pu essere considerato il primo trattato organico di economia politica. Lopera divisa in cinque libri, che trattano rispettivamente: del rapporto fra divisione del lavoro e produttivit e della distribuzione del reddito, dellaccumulazione, dello sviluppo economico dallimpero romano in poi in breve excursus, delle teorie economiche precedenti quella smithiana (mercantilisti, fisiocratici), della finanza pubblica. Testimone delle trasformazioni che investono la vita economica dellInghilterra dove si stanno affermando i meccanismi del moderno capitalismo industriale Smith sostiene che lelemento propulsore di ogni attivit economica linteresse individuale. Apparentemente, gli interessi individuali sono in conflitto: gli imprenditori hanno interesse a pagare il meno possibile il lavoro dei loro operai; questultimi, invece, vogliono percepire il salario pi alto possibile. Tuttavia, se si adotta un punto di vista generale, gli interessi individuali sembrano comporre un tutto armonico e determinare un vantaggio generale da cui traggono profitto anche coloro che sono apparentemente pi svantaggiati. I processi socio-economici rivestono un carattere naturale e rivelano un ordine intrinseco che non richiede lintervento artificiale umano. Per questo Smith asserisce che lazione dello Stato in fatto di economia del tutto dannosa. Regolamentando i processi produttivi o introducendo restrizioni nella libert di commercio,

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lintervento dello Stato rischia di compromettere il vantaggio generale che necessariamente si acquisisce quando si lascia che le cose seguano il loro corso naturale. In alternativa alla politica economica del mercantilismo seicentesco che prevedeva massicci interventi dello Stato, soprattutto in direzione della difesa della produzione nazionale Smith caldeggi linstaurazione del pi completo liberismo economico. Lunico intervento legittimo da parte dello Stato consiste nel prelevare imposte dai guadagni privati degli individui per garantire i servizi pubblici essenziali di beneficio a tutti. Smith ritiene che i meccanismi socioeconomici e le regole da lui illustrate in fatto di economia siano delle vere e proprie leggi, come quelle dei fenomeni naturali. La divisione del lavoro la causa principale del progresso nelle capacit produttive delluomo. Essa, fortunatamente, non uninvenzione artificiale delluomo, ma si fonda sulla sua tendenza naturale a barattare e scambiare ogni cosa, comprese le sue abilit personali. Se un individuo possiede o acuisce una particolare abilit nel produrre un determinato manufatto, tende dunque naturalmente a scambiare questultimo e di conseguenza labilit necessaria per fabbricarlo con i manufatti prodotti da altri individui. In questo modo ciascuno approfitta dellabilit di tutti gli altri e, mentre produce e scambia la propria opera pensando soltanto al proprio interesse, contribuisce di fatto al benessere generale. Emerge cos il presupposto ottimistico di Smith, per cui legoismo singolo si traduce nel vantaggio di tutti.

Karl Marx
(Treviri, 1818 Londra, 1883)

Marx nasce a Treviri, da famiglia di origine ebraica, malgrado ci non fu educato alla fede in quanto il padre, in seguito alle leggi razziali, prefer non aderire alla religione per poter esercitare la professione di avvocato. Studi a Bonn e poi a Berlino. Nel 1841 si laure in filosofia. Dedicatosi alla carriera giornalistica, fu redattore della "Gazzetta Renana" ma in seguito alla censura e in conseguenza delle sue idee rivoluzionarie si vide costretto a trasferirsi a Parigi. Qui conobbe Engels, Proudhon, e Bakunin, ovvero anarchici e precursori di quel pi vasto e organico movimento politico che fu il socialismo (e quindi il Comunismo). Nel 1848, assieme ad Engels (che diventer il suo pi stretto collaboratore), pubblica a Bruxelles il Manifesto del Partito comunista. Espulso anche da Bruxelles si trasfer definitivamente a Londra, dove per mantenere la famiglia si vide costretto ad accettare gli aiuti economici del compagno Engels. Nel 1864 fond la Prima Internazionale dei lavoratori, a conferma del suo attivo impegno politico in favore degli operai e delle classi meno abbienti. Nel 1867 vide la stampa il primo libro del Capitale, la sua pi celebre e monumentale opera, pubblicata interamente in tre volumi (1885 il secondo, 1894 il terzo). Mor a Londra nel 1883. Nel Manifesto del Partito comunista uscito a Londra allinizio del 48, Marx ed Engels si fecero assertori di un nuovo socialismo da loro definito scientifico in contrapposizione a quello utopistico dei Saint Simon e dei Fourier che univa una fortissima carica rivoluzionaria a un solido fondamento economico e filosofico. Il nucleo fondamentale del socialismo scientifico nucleo che Marx avrebbe poi sviluppato nella sua opera maggiore, Il Capitale sta in una concezione materialistica e dialettica della storia, vista essenzialmente come un susseguirsi di lotte di classe, di scontri fra interessi economici. I rapporti economici costituiscono, per gli autori del Manifesto, la base portante, la struttura di ogni societ. Le ideologie e le istituzioni politiche, a cominciare dallo Stato, sono solo sovrastrutture che servono a organizzare e a

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legittimare il dominio di una classe sulle altre. Anche i regimi liberali e democratici sono lespressione di un dominio di classe, quello della borghesia giunta alla fase matura del suo sviluppo. Secondo Marx ed Engels, la stessa borghesia ha svolto, nella fase della sua ascesa, una funzione rivoluzionaria. Infatti, dando via al capitalismo industriale, ha accresciuto enormemente le capacit produttive dellumanit ed ha abbattuto le disuguaglianze giuridiche della societ feudale. Ma, al tempo stesso, ha suscitato contraddizioni che non riesce pi a risolvere e ha prodotto il suo antagonista storico, il nuovo soggetto sociale che la soppianter: il proletariato. E infatti la logica stessa del sistema capitalistico-industriale che fa crescere continuamente il numero dei proletari e, contemporaneamente, li riduce a una massa indifferenziata, dequalificata, e fatalmente destinata a diventare sempre pi misera e pronta alla rivolta. Ribellandosi al sistema capitalistico, il proletariato non ha nulla da perdere se non le proprie catene: dunque una classe naturalmente rivoluzionaria, tanto pi in quanto rappresenta (al contrario della borghesia) gli interessi dellenorme maggioranza della popolazione. Per far valere i suoi interessi, il proletariato deve organizzarsi non solo allinterno dei singolo Stati, ma anche su scala sopranazionale, rifiutando la logica dei nazionalismi (Proletari di tutti i paesi, unitevi! il celebre appello con cui si conclude il Manifesto). Una volta organizzata, la classe operaia profitter dellinevitabile crisi del capitalismo (che colpir per primi i paesi pi industrializzati) e assumer il potere. In una prima fase, questo potere assumer le forme della dittatura, necessaria per contrastare i prevedibili tentativi di reazione della borghesia e per assicurare il passaggio alla vera societ comunista: la societ senza privilegi, senza classi e senza Stato, in cui verr eliminata la divisione del lavoro e dove le enormi potenzialit produttive saranno messe al servizio dellintera collettivit. Tutte queste proposte e indicazioni non ebbero un seguito ampio e immediato in un movimento operaio europeo che era ancora disorganizzato e frammentato. Le rivoluzioni del 48 scoppiate in coincidenza con luscita del Manifesto se da un lato avrebbero portato in primo piano le istanze di una classe operaia sempre meno disposta a subordinare i suoi obiettivi a quelli della borghesia, dallaltro avrebbero rivelato quanto questa classe operaia fosse debole e isolata e quanto la stessa borghesia fosse ancora lontana dallaver compiutamente realizzato i suoi ideali politici. Il fallimento dei moti di del 48 e la lunga stasi delle lotte sociali che ne segu, costrinsero Marx, in esilio a Londra, a ripensare modi e tempi del processo rivoluzionario che riguardava il proletariato. Marx, allora dedic gran parte del suo tempo allo studio delleconomia politica e lanalisi economica divenne sempre pi la base fondamentale del suo socialismo scientifico. Il frutto pi maturo di questa fase del pensiero marxista fu Il Capitale, opera composta in tutto da tre volumi: il primo, pubblicato nel 1867, contiene la teoria del valore, lanalisi dei rapporti di produzione nella fabbrica moderna e lindagine sulle origini storiche del sistema capitalistico; gli altri due volumi, invece, furono pubblicati da Engels nel 1885 e nel 1894, dopo la morte dellautore (1883). La sua analisi ebbe come punto di partenza gli economisti classici e soprattutto Ricardo. Di questultimo egli accolse e svilupp la teoria del valore-lavoro, giungendo allaffermazione che lessenza del sistema capitalistico nello sfruttamento della forza lavoro. Il valore delle merci, egli sostiene, dato dalla quantit di lavoro socialmente necessario per produrle; il lavoro stesso una merce e come tale viene comprato e venduto sulla base del valore-lavoro che esso contiene (ossia dei costi relativi alla formazione e al sostentamento delloperaio). Ma la caratteristica della merce-lavoro di produrre un valore superiore ai propri costi di produzione, di rendere pi di quanto non costi. La differenza fra il valore del lavoro e il valore del prodotto differenza di cui il capitalista si appropria detta da Marx plusvalore. Limprenditore che, assumendo salariati, acquista sul mercato il lavoro (la forza-lavoro secondo la terminologia di Marx) e vende il prodotto di questo lavoro, realizza cos un profitto. Da esso si forma il capitale, che si accumula e cresce su se stesso mediante limpiego di nuova forza-lavoro. Contrariamente a Smith e Ricardo che consideravano il modo di produzione capitalistico come un dato naturale e scontato, per Marx non era cos, infatti il capitalismo rappresenta solo una fase ben definita nello sviluppo storico dei rapporti di produzione, che destinata a concludersi quando il sistema sar distrutto dalle sue stesse contraddizioni. La pubblicazione del Capitale segn una data fondamentale nella storia del movimento operaio e della cultura occidentale. Per i lavoratori occupati nelle lotte sociali, ma non solo, Marx non era soltanto il teorico del materialismo storico, ma anche colui che aveva analizzato profondamente i meccanismi delleconomia capitalistica mettendone in luce le contraddizioni.

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Letteratura
Premessa: sviluppo e diffusione del romanzo nella prima met del XIX secolo

Letteratura francese:
Premessa: caratteri generali del Naturalismo francese

mile Zola:
Breve descrizione della vita e delle sue opere principali Ciclo dei Rougon-Macquart Presentazione generale di alcune opere del ciclo

Letteratura italiana:
Premessa: caratteri generali del Neorealismo italiano

Vasco Pratolini:
Breve descrizione della vita e delle sue opere principali La trilogia: Una Storia Italiana Presentazione ed analisi dettagliata di Metello

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Letteratura
Premessa
NellOttocento il romanzo diviene il genere pi diffuso e amato dai lettori. Il pubblico letterario quasi essenzialmente composto da lettori di opere narrative. Il romanzo soppianta la lirica, che ancora nel primo Ottocento, nonostante la comparsa del nuovo genere, era considerata la forma letteraria pi alta e prestigiosa. Il romanzo, giudicato in precedenza inferiore per ragioni retoriche e moralistiche, viene ora considerato da parte degli scrittori il genere per eccellenza della nuova et, lo strumento migliore per esprimere le nuove esigenze artistiche e per rappresentare adeguatamente le dinamiche e i problemi attuali della societ. Le ragioni di questo trionfo del romanzo sono evidenti: 1) poich lespressione pi tipica della civilt borghese, non pu mancare la sua piena affermazione nellet in cui anche lItalia si avvia a uno sviluppo moderno; 2) il romanzo, per argomenti, meccanismi compositivi, linguaggio, il genere che meglio risponde alle esigenze del pubblico dei lettori comuni, che si venuto sempre pi ampliando; 3) in unet che tende al realismo, a dare un quadro globale della realt, che ha fiducia nella possibilit di interpretare il reale, il romanzo si offre come lo strumento espressivo pi adatto: esso permette infatti di rappresentare vaste porzioni di realt sociale e di ordinarle in architetture rigorose mediante la costruzione di complessi intrecci. Il romanzo si sviluppa in forme differenti con il romanzo davventura alla fine del 700, con il romanzo storico e realista nella prima met dellOttocento, senza dimenticare la presenza di sottogeneri come il romanzo dappendice. E tuttavia il romanzo francese realista e soprattutto naturalista che arriva a sviluppare tematiche relative alla realt industriale.

Letteratura francese
Premessa
Il naturalismo ha come basilare principio lesigenza di un rapporto diretto dellartista con la concreta realt del mondo di tutti i giorni. In campo letterario il primo teorico del naturalismo fu il francese Hyppolite Taine (1828-1893) il quale elabor il concetto secondo il quale la resa dei sentimenti umani in letteratura pu essere ottenuta con la stessa rigorosa imparzialit con cui le scienze descrivono e classificano i fenomeni naturali. Luomo viene ritenuto come strettamente determinato e dipendente dalle condizioni ambientali (storiche, sociali) e dai fattori clinici che gli vengono trasmessi dallereditariet genetica. Il compito dello scrittore, soprattutto del narratore, di cogliere tale rapporto di causa-effetto e di seguirlo attraverso la concatenazione degli avvenimenti del suo racconto. con mile Zola che il naturalismo perviene ad una maggiore originalit di concezioni e, attraverso lesempio dei suoi romanzi, assume la consistenza di una vera e propria scuola.

mile Zola
(Parigi, 1840 1902)

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Considerato il caposcuola del naturalismo, movimento che, come abbiamo gi detto, si prefiggeva l'osservazione imparziale e oggettiva della psicologia umana e dei rapporti sociali, soprattutto delle classi subalterne, fino ad allora escluse dalla grande letteratura, fu coinvolto in numerose polemiche, artistiche e non: prese le difese di Manet e degli impressionisti e si schier con gli innocentisti nel caso Dreyfus, scrivendo un pamphlet (Accuso !, 1898) che gli cost la condanna a un anno di prigione (vi sfugg riparando in Inghilterra). Dopo il primo successo, Teresa Raquin (1867), concep il progetto di un ciclo di romanzi che doveva prendere in esame tutti gli strati della societ attraverso le vicende di personaggi appartenenti a un unico ceppo familiare: nacquero cos i Rougon-Macquart, 20 romanzi (1871-93), fra cui l'iniziale La fortuna dei Rougon, Il ventre di Parigi (1873), La conquista di Plassans (1874), L'Assommoir (1877), Nan (1880), Germinal (1885), L'opera (1886), La bestia umana (1890) e il conclusivo Il dottor Pascal, spietati quadri di vita sociale, culturale e politica. Frattanto, nel 1880 erano apparsi il saggio Il romanzo sperimentale, in cui espose le sue convinzioni estetico-letterarie, e Le serate di Mdan, una raccolta di novelle di Zola, Maupassant, Huysmans e altri, che costitu una specie di manifesto della scuola naturalista. L'ultimo progetto fu ancora un ciclo, I quattro vangeli, ma rimase incompiuto (Fecondit, 1899; Lavoro, 1901; Verit, postumo, 1903) per la morte improvvisa dell'autore, causata dalle esalazioni di una stufa (ma il sospetto di un attentato non venne mai del tutto dissipato). La sensibilit sociale e l'onest intellettuale di Zola gli permisero di superare i limiti del naturalismo e il facile culto del progresso. Mentre le correnti estetizzanti e decadenti che ormai dominavano la letteratura sembravano non accorgersi neppure del problema sociale, Zola affront il conflitto cruciale del suo tempo, la lotta tra classe proprietaria e proletariato, dandone una rappresentazione potente, veritiera e impietosa. Nella sua produzione letteraria, latteggiamento ideologico di Zola decisamente progressista: da un lato violentemente polemico verso la corruzione e lavidit dei ceti dirigenti e verso lottusit interessata della piccola borghesia, dallaltro pieno di interesse per i ceti subalterni, operai, artigiani, contadini, di cui sono denunciate con vigore le condizioni subumane di vita. Tale atteggiamento anzi evolve da un generico democraticismo iniziale a posizioni dichiaratamente socialiste, di un socialismo umanitario pi che marxista. Lo scrupolo dello scienziato impedisce per che Zola, sotto la spinta della sua simpatia ideologica, dia una rappresentazione idealizzata e di maniera degli ambienti popolari: al contrario anzi lo induce a riprodurne con implacabile crudezza anche gli aspetti pi ripugnanti, come lalcoolismo, la violenza, la degradazione morale, lesistenza ridotta a impulsi puramente animaleschi dalle condizioni miserabili in cui si svolge, dal lavoro duro, dalla promiscuit, dalla fame. Questo aspetto dei suoi romanzi fu quello che pi colp il pubblico contemporaneo, suscitando la reazione violenta dei benpensanti e dei moralisti, ma assicurandogli anche, proprio attraverso lo scandalo, la fama e la ricchezza.

I Rougon-Macquart (1871-1893)
L'opera un ampio ciclo narrativo che intende raccontare la storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero. Le vicende di una intera dinastia sono analizzate come in una sorta di esperimento scientifico per mettere in luce la nefasta influenza apportata dall'ambiente. Nel progetto di un ciclo di romanzi, Zola trae ispirazione da Balzac con l'obiettivo dichiarato di indagare le storie dei componenti di un medesimo nucleo, al quale applica le innovazioni derivate dalle contemporanee teorie scientifiche di Darwin sulla selezione naturale delle specie e il determinismo, nonch i principi scientifici tratti dall'Introduzione allo studio della medicina sperimentale di Claude Bernard. Zola intende dimostrare le leggi dell'ereditariet, il concetto di determinismo biologico, i condizionamenti dell'ambiente che agiscono sui singoli ma anche sulla collettivit, la cui corruzione un prodotto della struttura sociale. Il ciclo, attraverso le vicende dei Rougon, esplora, infatti, l'abbrutimento dovuto all'alcol e alla miseria, la diffusione endemica della corruzione e dell'arrivismo, malattia che dal tessuto borghese finisce per estendersi anche al proletariato. Lo scrittore in tal modo denuncia la realt analizzandola con lucida fedelt, lontano sia dai toni filantropici o paternalistici di certa letteratura precedente sia da inutili moralismi, convinto che il progresso potr venire solo grazie ad un impegno intellettuale che sia garanzia di verit e che sappia dare rilievo alla questione sociale.

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Il ventre di Parigi (1873)


Con Il ventre di Parigi del 1873 Zola realizza la tormentata rappresentazione corale della citt vista attraverso il suo fulcro di vita economica, le halles, ovvero il luogo del mercato e dello scambio, il simbolo dell'arrivismo della borghesia avida e corrotta. La prima idea del romanzo, appartenente al ciclo dei Rougon, risale al 1872. L'opera riflette con chiarezza la volont dell'autore di esplorare la dimensione collettiva dell'universo urbano attraverso il suo centro pi rappresentativo. Le halles sono il ventre ingordo dell'urbe, metafora delle logiche consumistiche che schiacciano la gente comune, teatro in cui si consuma il dramma popolare. E' un romanzo, secondo il progetto dell'autore, moderno e vivo che dipinge, con i colori di una scrittura rigorosa e determinata, l'agitazione delle strade, il movimento della gente, il peso dell'amaro e continuo contrasto tra esagerata opulenza e diffusa miseria. Sullo sfondo della realt cittadina si muovono personaggi governati dalle logiche dell'interesse e dell'ambizione. Tra questi la figura di Florence, l'ex deportato vagamente idealista, l'unico personaggio moralmente positivo, finisce anch'egli per fallire. Il racconto corrisponde, dunque, sul piano collettivo, allo studio fisiologico della societ parigina, gi sperimentato sul piano delle personalit individuali in Teresa Raquin.

LAssommoir (1877)
Il romanzo, pubblicato nel 1877, ambientato nella Parigi operaia, e narra una storia di alcoolismo, di miseria e di degradazione umana.. Il titolo deriva dal nome dato in gergo alla bettola dove si beve acquavite. Assommoir significa propriamente mattatoio: la bettola cos chiamata perch lacquavite porta rapidamente allabbrutimento e alla morte gli operai che contraggono il vizio del bere. Gervaise, venuta a Parigi giovanissima dalla provincia meridionale con lamante Lantier, da questi abbandonata con due figli piccoli e vive stentatamente facendo la lavandaia. Conosce Coupeau, un operaio lattoniere onesto e laborioso, e lo sposa. La famiglia prospera, sinch Coupeau cade dal tetto dove lavora ad una grondaia. Dopo lincidente trascura il lavoro e si d al bere; la famiglia sopravvive grazie al duro lavoro di Gervaise, mentre Coupeau si degrada sempre pi. La figlia Anna (la futura protagonista del romanzo Nana) comincia a corrompersi nellambiente sordido dei sobborghi proletari. Anche Gervaise cade preda dellalcoolismo e muore in conseguenza di esso, dopo aver sperimentato la miseria pi atroce e labbrutimento totale. Il romanzo, oltre che esempio di narrazione naturalistica, per anche un esperimento stilistico, poich Zola vuol riprodurre il caratteristico gergo dellambiente proletario. Come afferma nella Prefazione; lo scrittore intende colare in uno stampo molto elaborato la lingua del popolo.

Germinal (1885)
Il protagonista del romanzo, Etienne Lantier, il figlio di Gervaise Macquart la cui storia raccontata nell' Assommoir. Egli lavora in una miniera del nord; infiammato dalla dottrina di Marx, si batte per il miglioramento delle condizioni di vita della classe operaia, cercando di guidare il movimento di protesta dei minatori. Essi vivono in condizioni di orribile umiliazione, subiscono la fame; la loro rivolta, che presto degenera in violenza, sedata dall'esercito che arriva a sparare sui ribelli. Quando la lotta appare placata, la miniera viene allagata da un anarchico con conseguenze drammatiche per i minatori intrappolati. Lantier vede morire la donna di cui innamorato, prima di venire salvato dopo lunghi stenti. Successivamente tornato a Parigi, spera di poter meglio dare spazio alla sua volont di azione rivoluzionaria con l'obiettivo di far progredire la societ verso pi umane condizioni di equit sociale e giustizia. Opera significativa di denuncia della degradante condizione dei minatori, Germinal il frutto pi incisivo della conquistata maturit artistica dello scrittore e rappresenta anche l'ideale conclusione del ciclo dei Rougon. In essa l'azione di protesta di Zola diviene amara constatazione delle leggi sanguinose del progresso da cui il mondo dei minatori come schiacciato nella sua assurda e miserevole estraneit. Tuttavia nel racconto emerge la fiducia nel possibile trionfo finale dello spirito rivoluzionario, nella direzione di un miglioramento complessivo della societ. Non casualmente il titolo di questo romanzo, scandito dalla folla popolare ai funerali dell'autore, per anni stato il grido di battaglia di molte manifestazioni della classe operaia francese.

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Letteratura italiana
Premessa
Una letteratura che affrontasse temi sociali, le condizioni di miseria o di sofferenza dei ceti popolari; una letteratura nella quale il protagonista non fosse pi lintellettuale, ma un contadino o un operaio, non si era pi avuta in Italia dopo la grande esperienza verghiana. Sarebbe troppo lungo indagarne le ragioni. Quello che certo che soltanto negli anni immediatamente precedenti e immediatamente successivi alla guerra, sulla spinta di ragioni morali (e politiche) venuta determinandosi una ricerca tematica che in forme tra loro ben diverse poneva in qualche modo le premesse di una letteratura sociale. I nomi di Vittorini ( Il garofano rosso e specialmente Conversazione in Sicilia), di Ternari (Tre operai), di Carlo Levi (Cristo si fermato a Eboli) possono costituire unindicazione. In questo ambito si colloca lopera di Pratolini, la pi organica su temi sociali che si sia avuta in Italia, e, in particolare, Metello.

Vasco Pratolini
(Firenze, 1913 Roma, 1991)

Nasce il 19 ottobre 1913 a Firenze, nel popolare rione di Santa Croce, che sar pi tardi lambiente di quasi tutti i suoi racconti. Di famiglia modesta e allevato dai nonni per la prematura morte della madre, praticamente autodidatta. Nel 1930, per insanabili contrasti con la matrigna, abbandona la casa paterna, esercitando vari mestieri e iniziando la collaborazione al Bargello, settimanale della Federazione Provinciale Fascista Fiorentina (vi collaboravano anche Elio Vittorini e Romano Bilenchi). Nel 1938 avviene la sua rottura col fascismo, segnata dalla fondazione del quindicinale Campo di Marte. Da allora prosegue sempre pi intensa lattivit letteraria, con ladesione al neorealismo nel dopoguerra, fino al progetto ambizioso del ciclo Una storia italiana, che si articola su tre romanzi (Metello, Lo scialo, Allegoria e derisione). Alla crisi del neorealismo va forse ascritto il lungo silenzio dello scrittore nei suoi ultimi venti anni. Di poche scrittori italiani si pu dire, come di Pratolini, che siano nati per narrare, e soprattutto narrare col romanzo. nel romanzo che Pratolini esprime il gusto dellampio, della strutturazione, dellintreccio, della coralit dei personaggi: un gusto che venuto definendosi in lui attraverso un continuo arricchimento di interessi e interrogativi, e che specialmente nelle ultime opere (Lo scialo, La costanza della ragione, Allegoria e derisione) lo ha portato a una pluralit di stili e tempi, a una frantumazione, in cui da riconoscere il segno della sua modernit. I suoi inizi furono dichiaratamente autobiografici, fra lidillio e al memoria. Nel giro di pochi anni Pratolini fa suo il romanzo, il mezzo espressivo a lui pi congeniale e non meraviglia che dopo gli anni cinquanta, sondate la propria vicenda personale, le passioni private e civili contemporanee, egli abbia sentito il bisogno di allargare lo spazio storico dei propri temi, per approfondirli e verificarli, e abbia concepito il vasto disegno di una trilogia rappresentativa del processo di sviluppo della nostra societ negli ultimi ottantanni. Appunto, Una storia italiana. I personaggi dei suoi romanzi sono sempre, o quasi, di estrazione popolare, se pure di quel particolare popolo incivilito e nutrito di storia qual il fiorentino.

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La trilogia: Una storia italiana


La trilogia occupa il posto centrale nella produzione pratoliniana e risponde a quella vocazione al romanzo storico, alla narrazione dampio raggio, che la qualit precipua del Pratolini della maturit. Partendo dalla fine del secolo (Metello), passando agli anni pi opachi e foschi del fascismo (Lo scialo) e pervenendo a giorni pi recenti (Allegoria e derisione), il ciclo un largo affresco di vita civile, la cui ambizione maggiore, che non sempre la critica ha saputo scorgere, sembra quella di cogliere il rapporto tra male privato e male pubblico, di testimoniare, specie ne Lo scialo e in Allegoria e derisione, che quando una societ in crisi entra in crisi anche lindividuo. Ununitaria concezione storica abbraccia e uniforma lintera sequenza narrativa, anche se ogni libro fa parte per se stesso, perfettamente delimitato nella sua area temporale e tematica. Ciascun romanzo risulter in s concluso, autonomo e senza rapporto, se non di circostanze marginali, con gli altri. Il filo che unisce la trilogia dato dal tempo, scriveva lo stesso Pratolini, presentando Metello.

Metello
La trama
Scritto nel 1952, ma pubblicato nel 1955, Metello copre larco di tempo che va dal 1875 al 1902: dalladolescenza alla maturit di Metello Salani. Il romanzo ha inizio dal momento in cui Metello quindicenne lascia la famiglia di contadini che lo ha allevato a Rendine nel Mugello e si avventura in citt. A Firenze, aiutato da un vecchio anarchico, gi amico di suo padre, si procura da vivere prima come scaricatore al Mercato, poi come apprendista muratore nellimpresa Badolati. Immesso nel clima anarchico -socialista diffuso nella societ operaia della fine del secolo soprattutto in Emilia e in Toscana, si delinea gi la sua formazione e di pari passo si realizza in lui la maturazione fisica. Di sensi svegli e vitali, dopo le prime fugaci esperienze adolescenziali passa a unesperienza pi profonda e significativa con una donna pi anziana, pi colta e benestante di lui: Viola, che gli si riveler poi di facili rapporti, ma tuttavia riscattata nella sua disinvoltura amorosa dal fatto di aver voluto un figlio, forse dallo stesso Metello. E su quelle private si innestano le vicende sociali. Il maggio del 98 accende vie e piazze dItalia. Il carcere in cui rinchiuso con altri manifestanti, serve oltre tutto a rivelare a Metello lamore che nutre per lui Ersilia, figlia di un compagno morto in un incidente di lavoro. Esce di carcere e la sposa. Leducazione del giovane sembra compiuta. Nel legame con Ersilia, ragazza serena e forte, nel lavoro, la vita di Metello si normalizza e procederebbe nel suo corso se i conflitti di lavoro non prendessero di nuovo il sopravvento. Ancora una volta, per rivendicazioni salariali, gli edili scendono in sciopero, sciopero che non come i precedenti di facile o rapida soluzione. La battaglia sindacale si ampliata e inasprita, sono comparsi i partiti destinati a determinare la futura societ italiana. Lo sciopero dellestate 1902, vero e proprio conflitto tra i lavoratori organizzati in sindacati dal Partito Socialista e il padronato organizzato in confederazioni, lungo, duro, penoso. La miseria e la stanchezza minano lunit sindacale. sempre presente il pericolo del crumiraggio, del cedimento. In questo periodo snervante Metello ha ancora unavventura erotica con lIdina, unamica della moglie: segno della tensione, del disorientamento che il lungo sciopero provoca nella sua coscienza. Lagitazione intanto raggiunge il culmine e Metello fa in tempo a tornare fra i compagni nel momento in cui la polizia spalleggia limpresa contro gli operai. Lintervento dellingegnere Badolati evita spargimento di sangue, anche se in un tafferuglio alcuni operai vengono colpiti. Lo sciopero si conclude con la vittoria della categoria. Tutto sembra finito. Ma una sera Metello ed altri, distintisi nellagitazione, sono arrestati. Saranno mesi di carcere, trascorsi i quali, temprato dagli eventi, acquista finalmente piena coscienza di s, egli riprender a fianco di Ersilia la sua vita di lotta e di lavoro.

Significato dellopera
Nella narrativa italiana il primo esempio di romanzo rigorosamente ideologico, che abbia per protagonisti un operaio e la lotta sociale. Non un caso che, al suo apparire, trovasse disorientata la critica, che, pur avanzando riserve (talune non esenti da motivazioni dordine politico), non pot tuttavia disconoscere loriginalit di un libro che conserva ancora tutta la sua forza di rappresentazione.

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Nei momenti di conflitto lo scrittore intendeva dimostrare come i buoni sentimenti privati non abbiano peso nelle controversie collettive: e infatti, una volta preso nella spirale dei suoi interessi di classe, Badolati non esita a opporsi anche lui allagitazione operaia e a tentare di corrompere lo stesso Metello. Notevoli restano nel libro le pagine intime e damore, non staccate dal contesto della vita civile ma anzi tali da completarla, in quellunit di vicende private e di vicende pubbliche che, come si detto, sono alla base dellispirazione pratoliniana. Metello costituisce dunque per la verit dei suoi personaggi, per la tensione storica, per le passioni che lo animano, un momento compiuto e di lunga durata tanto nella storia di Pratolini, quanto nella moderna letteratura italiana. Metello un romanzo che guarda ai modelli del realismo e del naturalismo ottocenteschi, nella tematica come nellimpostazione narrativa, e si rif ad unideologia di sinistra programmaticamente ottimistica, fiduciosa nel progresso del proletariato. un tipico prodotto della stagione neorealistica, che ormai volgeva al tramonto e al suo apparire suscit un vasto dibattito. Metello un romanzo che oggi rivela tutti i suoi limiti, ma storicamente importante, poich riassume esemplarmente in s la poetica del Neorealismo e lideologia del populismo, che era dominante in quel periodo. Il suo impianto mira a costruire un quadro storico attraverso figure e vicende tipiche, cio i personaggi vogliono essere compiutamente delineati nella loro fisionomia individuale, ma, attraverso il radicamento in un preciso terreno storico, puntano a divenire rappresentanti di tutta una classe, a fornire il quadro esauriente di una societ. Sono evidenti i modelli ottocenteschi, naturalistici: la tematica dello sciopero rimanda scopertamente allo Zola di Germinal. Dal punto di vista formale il romanzo ignora le inquietudini sperimentali di tanta narrativa novecentesca, e riproduce moduli di narrazione molto tradizionali: il racconto in terza persona, con un affabile narratore eterodiegetico ed onnisciente che guarda i fatti allesterno, e talora interviene nel narrato con riflessioni, giudizi, spiegazioni, anticipazioni del futuro, analisi degli stati danimo dei personaggi.

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Inglese
Premessa (in italiano): caratteristiche generali della narrativa inglese nel XIX sec.

Charles Dickens:
A short description of his life and works Oliver Twist: a short introduction of the story Hard Times: a short introduction of the story

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Inglese
Premessa
La narrativa inglese, pur attenta alla realt sociale, molto lontana dal Naturalismo di tipo zoliano. Le sue caratteristiche generali sono da un lato la rappresentazione della realt quotidiana, comune ed il rifiuto delleroico (una tendenza tradizionale nella letteratura inglese); dallaltra il fine umorismo, che sa tratteggiare una galleria saporosa di ritratti, di personaggi caratteristici, colti spesso nei loro aspetti caricaturali e grotteschi, e si esprime in forme bonariamente conversevoli.

Charles Dickens was born at Portsmouth in 1812. When he was ten the familiy moved to London and there he was given regular schooling until, in 1824, his father was sent to prison for debt. At the age of twelve Charles was forced to go to work in a factory, where he stuck labels on bottles of shoe-polish. The experience was traumatic. Prison, the poor quarters of London, life in the city streets and the other boys working in the factory remained in his mind and profoundly influenced his life. At the age of fourteen, he went to work as a clerk in a legal office. There he soon developed a permanent hatred of and contempt for lawyers and the law as an institution another major theme in his novels. In The Posthumous Papers of the Pickwick Club (generally called The Pickwick Papers), his first novel dealing with the adventures of a group of eccentric people travelling on the English roads, the comic and picaresque elements are mixed. Dickens was deeply conscious of social injustice, political incompetence, the poverty and suffering of the great mass of people, and of the class conflicts of Victorian England; the result was an increasingly critical attitude towards contemporary society. An example is Oliver Twist, which recounts the sufferings of an orphan brought upon in a workhouse, who then runs away to London and joins a gang of thieves made up of children. In Martin Chuzzlewit he attacks cruelty in boarding schools, while in Hard Times he deals with the faults in the factory system and the harm done by the Utilitarian philosophy. Dickenss novels present a variety of settings: the countryside, provincial towns and industrial settlements. However, Dickens most typical or most successful sceneries are those of London. London life was essential to Dickens imagination, acting as a stimulus. Dickens characters portray a vivid picture of Victorian England. They are mainly from the lower and middle class, and their physical features, ways of dressing, moving and speaking are captured by Dickens. Upperclass and aristocratic characters are much less well-portrayed and tend to fall into stereotypes. As for the plots of his novels, they are all complex. They involve many characters, many parallel stories plot and sub-plots -, intrigue, often mystery, and incredible coincidences. The reasons for his success are mainly the following: The creation of vivid unforgettable characters; A masterly use of language in the comic style; The invention of dramatic, melodramatic and picaresque plots; A subtle use of themes linked to social issues.

OLIVER TWIST (1837-38)


This is perhaps Dickens most internationally famous novel. The reasons for its popularity are apparent: Dickens combines the sentimental, melodramatic story of an orphan child exploited by a gang of thieves typical of romances about crime written by the Newgate School of novelists, named after Londons prison with keen social satire and realism to tackle important social issues. It also refers to the system of the workhouses as totally inadequate to solve the problem of the poor and of abandoned children, only increasing their sufferings instead.

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HARD TIMES (1854)


This novel is set in Coketown, an industrial city (the fictitious name means town of coke, coke being a kind of coal used in industry). It explores the related themes of the inhumanity of the factory system and of the Utilitarianism which judged anything according to its practical value. The book is relatively short and tightly constructed around its twin themes.

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BIBLIOGRAFIA
Storia:
S. GUARRACINO, P. ORTOLEVA, M. REVELLI, Storia dellet moderna, Ed. Scolastiche Bruno Mondatori 1993

Filosofia:
AA.VV., LUNIVERSALE La Grande Enciclopedia Tematica FILOSOFIA voll. I e II, Garzanti Libri S.p.A., Milano 2005

Letteratura:
G. BALDI, S. GIUSSO, M. RAZETTI, G. ZACCARIA, dal testo alla storia dalla storia al testo (voll. E, H), Paravia Bruno Mondatori Editori 2000 Per la parte di Zola stato consultato anche il seguente sito Internet: http://cultureeuropee.irrepiemonte.it/citta/a_zola.htm V. PRATOLINI, Metello, Arnoldo Mondatori Editore 1974

Inglese:
A. CATTANEO, D. DE FLAVIIS, W. FARRAR, A World of Words, Carlo Signorelli Editore, Milano 1995

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