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ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE JACOPO BAROZZI

PERCORSO DESAME

GLI ANNI DELLA GRANDE CRISI

dI

ORLANDI LUCA
CLASSE 5B MERCURIO A.S 2007/2008

GLI ANNI DELLA CRISI


STORIA La crisi del 1929 e il New Deal

FINANZE Jhon Maynard Keynes


DIRITTO I patti lateranensi e la libert religiosa ITALIANO Luigi Pirandello e il decadentismo ECONOMIA Levoluzione del sistema bancario

MATEMATICA La ricerca operativa

STORIA
La crisi del 1929 e il New Deal
Etimologia e cause principali Con il termine la grande crisi si usa indicare un periodo della storia economica durante il quale si ridussero su scala mondiale e in maniera considerevole tutte le grandezze economiche il cui andamento segna lo stato di progresso/regresso delleconomia di un paese. Una delle caratteristiche che rese unica questa crisi fu la rapidit della riduzione dellattivit economica. Le cause della crisi furono: - Lo sconvolgimento delle relazioni economiche, finanziarie e monetarie internazionali prodotte dalla prima guerra mondiale - Il collasso politico dellimpero Asburgo - La rivoluzione russa - Il collasso economico della Germania - La particolare situazione degli U.S.A

STORIA
La crisi del 1929 e il New Deal
Evoluzione della crisi Boom ininterrotto negli Stati Uniti fino al 1929 grazie a: - Espansione dellindustria edilizia - Innovazioni - Sviluppo dellindustria elettrica - Razionalizzazione dei processi produttivi Aumento del reddito nazionale Concessione di cospicui prestiti allEuropa Aumento delle quotazioni della borsa di New York che non era collegato a un aumento dei dividendi, ma a un gioco di speculazioni Nel 1929 gli Stati Uniti richiamano i capitali prestati

STORIA
La crisi del 1929 e il New Deal
Le conseguenze Diminuzione dei prezzi agricoli Diminuzione dei prezzi delle materie prime Diminuzione dei prezzi dei prodotti industriali Rapida contrazione del commercio mondiale Diminuzione dei salari e profitti industriali contenuti

Ad aggravare la crisi fu anche la politica economica seguita dagli U.S.A. Con le loro esportazioni di capitali avevano contribuito a mantenere in equilibrio la bilancia internazionale dei pagamenti; scoppiata la crisi, per non accrebbero questa esportazione di capitali, ma, al contrario, ritirarono quelli a breve termine dallestero.

STORIA
La crisi del 1929 e il New Deal
La crisi bancaria Forte indebitamento con le banche dellindustria e dellagricoltura. Le banche avevano concesso prestiti confidando in una restituzione regolare e dal fatto che i risparmiatori non avrebbero ritirato i depositi

In seguito alla caduta delle vendite e dei prezzi, un numero crescente di imprese non fu in grado di pagare i debiti alle scadenze, per molte banche erano pressate dai risparmiatori che avevano bisogno di liquidit, cos furono costrette a chiudere i battenti.

STORIA
La crisi del 1929 e il New Deal
La crisi internazionale Nel resto del mondo la crisi si manifest con la contrazione del commercio al quale segu una crisi finanziaria prima e monetaria poi. Il mercato di Londra si vide richiamare tutti i prestiti senza essere in grado di liquidarli, in quanto i capitali erano investiti a medio-lungo termine.

Il 1933 segn una svolta nella crisi. - Aumento della produzione industriale - Aumento delloccupazione - Frantumazione del mercato mondiale - Svalutazione del dollaro

STORIA
La crisi del 1929 e il New Deal
Il New Deal Il 4 marzo 1933, fu eletto il nuovo presidente Franklin Delano Roosevelt. La sua politica si basava sul New Deal (nuovo corso), che si proponeva di ripristinare leconomia attraverso il rilancio dei consumi e degli investimenti. Si adott una politica monetaria espansiva, con lobiettivo principale di far rialzare i prezzi cos da incentivare gli investimenti. - impose agli istituti bancari la sospensione dei pagamenti in oro - Successivamente proib lesportazione delloro e la sua tesaurizzazione, obbligando i possessori di oro a consegnarlo presso la Federal Reserve Bank - il 18 aprile 1933 autorizz le Federal Reserve Banks ad aumentare lemissione di banconote senza contropartita in oro - con un emendamento ebbe la possibilit di svalutare il dollaro fino al 150% del suo valore, al fine di avere un aumento del prezzo in dollari delle merci. Con questi provvedimenti si rialzarono i prezzi interni, specie quelli dei prodotti agricoli.

STORIA
La crisi del 1929 e il New Deal
Altro intervento di Roosevelt fu la politica del deficit spending (spesa in disavanzo), che consisteva nella sostituzione della carente domanda privata con quella pubblica, questa politica obbligava lo stato a un forte impegno finanziario, per, anche se il governo provocava deficit del bilancio statale, questo sistema stimolava gli investimenti, promuoveva lespansione delleconomia e riusc a far fronte al problema della disoccupazione. Sembrava che la situazione economica mondiale si stesse assestando, infatti negli anni che seguirono il 1934 la produzione continu a crescere, e con essa anche loccupazione e gli investimenti. Questa ripresa culmin nel 1937, facendo ritenere che si fosse di nuovo di fronte a un boom economico. Ma si poteva rilevare qualche segno di recessione.

SCIENZE DELLE FINANZE


John Maynard Keynes
Chi cerc di trovare una soluzione alla grave crisi che si stava diffondendo fu leconomista inglese Jonh Maynard Keynes(1883 1946). Keynes, convinto sostenitore del sistema capitalistico, si distaccava dalla maggior parte degli economisti ortodossi, perch teorizzava la Funzione indispensabile dell'intervento pubblico in economia. Nel suo pensiero egli sottolineava il ruolo dello Stato per soddisfare i bisogni degli individui in maniera pi equa, anche attraverso lerogazione diretta di servizi pubblici.

SCIENZE DELLE FINANZE


John Maynard Keynes
Egli non condivideva la convinzione classica che il mercato fosse sempre capace di adeguare domanda ed offerta dei beni a livelli ottimali della massima occupazione. Poteva anche darsi, che si affermasse un equilibrio recessivo, di sottoccupazione, come si stava proprio verificando negli anni '30. Toccava all'analisi economica individuare "quelle variabili che possono venire deliberatamente controllate o manovrate dall'autorit centrale", allo scopo di sostenere l'economia.

SCIENZE DELLE FINANZE


John Maynard Keynes
Le linee su cui i poteri centrali avrebbero dovuto muoversi per uscire dalla recessione erano fondamentalmente tre. 1) attuare, con strumenti fiscali o con interventi volti ad innalzare i livelli salariali, una redistribuzione dei redditi, in modo da incrementare il livello dei consumi da parte dei precettori di redditi mediobassi e stimolare, per questa via, una ripresa della produzione e quindi dell'occupazione. 2) facilitare l'accesso al credito da parte degli operatori economici tramite l'abbassamento del costo del denaro, cos da incoraggiare gli investimenti e per questa via allargare l'occupazione. 3) ricorrere all'ampliamento della spesa pubblica per finanziare opere pubbliche e fornire sussidi alla popolazione, in modo da dar lavoro alle imprese e, comunque, sostenere i consumi.

SCIENZE DELLE FINANZE


John Maynard Keynes
Le "ricette" che Keynes proponeva erano dunque: - gli altri salari - l'inasprimento della pressione fiscale sui redditi pi elevati - l'abbassamento dei tassi di sconto - l'incremento della circolazione monetaria ed il ricorso al deficit pubblico. Negli anni '30 le dottrine di Keynes vennero accolte ed applicate in misura limitata. Forse solo il New Deal di F.D.Roosevelt ne rappresent una parziale applicazione. Esse ebbero invece un grande consenso dopo la seconda guerra mondiale, per lo meno fino alla fine gli anni '70, e contribuirono senz'altro all'avvento dei consumi di massa ed all'ampliamento delle funzioni dello Stato sociale, anche se a lungo andare un incontrollato aumento del debito pubblico avrebbe potuto mettere a repentaglio questi risultati.

DIRITTO
I patti lateranensi e la libert religiosa
Mentre negli Stati Uniti ci si avvicinava alla crisi in Italia si concludeva uno degli accordi pi importanti tra lo Stato italiano e la Chiesa, I Patti lateranensi. Un accordo che tuttora, anche se con qualche modifica, alla base dellart. 7 della Costituzione italiana. I Patti lateranensi venner firmati l11 febbraio 1929 dal cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini, capo del Fascismo, come primo ministro italiano e stabilirono il mutuo riconoscimento tra il Regno d'Italia e lo Stato della Citt del Vaticano Il contenuto dei Patti I Patti Lateranensi constavano di due distinti documenti: il Trattato che riconosceva l'indipendenza e la sovranit della Santa Sede e fondava lo Stato della Citt del Vaticano; il Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa ed il Governo.

DIRITTO
I patti lateranensi e la libert religiosa
L'inserimento nella Costituzione Nel 1948 i Patti furono riconosciuti costituzionalmente nell'articolo 7, con la conseguenza che lo Stato non pu denunciarli unilateralmente come nel caso di qualsiasi altro trattato internazionale, senza aver prima modificato la Costituzione. Qualsiasi modifica dei Patti deve inoltre avvenire di mutuo accordo tra lo Stato e la Santa Sede. L'articolo 7 non ha comunque inteso parificare il contenuto dei Patti alle norme costituzionali, ma soltanto costituzionalizzare il principio concordatario. Pertanto, a meno che non contrastino con i principi supremi dell'ordinamento, le disposizioni dei Patti Lateranensi devono essere modificate col procedimento ordinario nel caso ci sia mutuo consenso fra Stato e Chiesa, con il procedimento aggravato proprio delle leggi costituzionali nel caso sia lo Stato unilateralmente a modificare il testo dell'atto.

DIRITTO
I patti lateranensi e la libert religiosa
La revisione del 1984 La revisione che port al nuovo Concordato venne firmata a Roma, il 18 febbraio del 1984. Il testo del nuovo accordo dice che: lo stato e la chiesa si impegnano a riconoscere la rispettiva sovranit e indipendenza e a basare i loro rapporti sulla reciproca collaborazione per la promozione delluomo per il bene del paese. Sono stabilite esenzioni fiscali per gli enti ecclesiastici che operano nel territorio italiano purch essi abbiano finalit di religione, di culto, di beneficenza o di istruzione. I matrimoni celebrati secondo il rito cattolico continuano ad avere effetti civili per lo stato. Le sentenze di annullamento dei matrimoni pronunciate dai tribunali ecclesiastici hanno efficacia anche nellordinamento italiano. Linsegnamento della religione cattolica nelle scuole mantenuto, ma ora facoltativo. stabilito un contributo finanziario dello stato al sostentamento del clero Il protocollo addizionale, che fa parte integrante del nuovo concordato, dichiara non pi in vigore il principio secondo cui la religione cattolica la sola religione di stato.

DIRITTO
I patti lateranensi e la libert religiosa
La libert religiosa La fede religiosa quasi sempre un fatto collettivo; i fedeli fanno parte di comunit, che si sono formate indipendentemente dallo stato e che hanno propri ordinamenti e regole. Il problema della libert religiosa va visto in stretto collegamento con il problema del rapporto che lo stato intrattiene con le comunit. Lart. 7 della costituzione basato sui patti lateranensi regola il rapporto tra Stato e Chiesa cattolica: lo Stato e la chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani e i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. le modifiche dei patti, accettate dalle parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Lart. 8 invece regola i rapporti tra lo Stato e le altre confessioni religiose: le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno il diritto di organizzarsi secondo propri statuti, in quanto non contrastino con lordinamento giuridico italiano e che i loro rapporti con lo stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

ECONOMIA
Levoluzione del sistema bancario
Le norme del 1926 Prima della riforma del 1926 - Il sistema bancario era costituito da un grande numero di banche, molte delle quali avevano una struttura patrimoniale debole ed impiegavano una consistente parte dei depositi in operazioni di credito a medio e lungo termine e nellassunzione di partecipazioni in imprese industriali e commerciali.

Nel 1926 furono emanati alcuni decreti i quali: - fecero della Banca dItalia lunico istituto di emissione - Tutte le banche era vigilate dalla Banca dItalia - La costituzione di nuove aziende di credito, lapertura di nuovi sportelli e le fusioni tra banche dovevano essere autorizzate dalla Banca dItalia - Tutte le banche dovevano essere iscritte ad un apposito Albo - Obbligo di accantonamento a riserva legale di almeno 10% degli utili - Obbligo di presentare il bilancio desercizio e le situazioni periodiche alla Banca dItalia.

ECONOMIA
Levoluzione del sistema bancario
IMI e IRI (1931-1933) La legislazione del 1926 si dimostr poco organica e risult carente in particolare sul versante della disciplina dellesercizio del credito, manifestandosi inadeguata ad evitare pericolosi squilibri fra la raccolta e gli impieghi. Quando la grande crisi mondiale del 1929 invest il nostro Paese il nostro sistema bancario era ancora fortemente legato alla grande industria e perci si trov in gravi difficolt. Lo Stato dovette intervenire con un duplice obiettivo: favorire il finanziamento degli investimenti durevoli delle imprese mediante mutui a medio- lungo termine; rilevare le partecipazioni industriali possedute dalle banche onde restituire ad esse la necessaria liquidit. Nacquero, cos, lIMI (Istituto mobiliare italiano), sorto nel 1931, e lIRI (Istituto per la ricostruzione industriale), costituito nel 1933 e divenuto il perno del sistema delle partecipazioni che lo Stato si era trovato a possedere in seguito agli interventi di cui si detto.

ECONOMIA
Levoluzione del sistema bancario
La riforma del 1936 Le carenze legislative evidenziate dalla grande crisi e dagli avvenimenti che la seguirono resero necessaria una radicale riforma del sistema bancario realizzata con una serie di decreti. La riforma bancaria del 1936 fu un intervento organico, integrale e unitario che poggiava sui seguenti punti: istituzione di un organismo statale avente funzioni di alta vigilanza e di direzione politica dellattivit creditizia; introduzione della specializzazione istituzionale, temporale e operativa degli enti di credito. In questo contesto fu fondamentale la netta distinzione fra le banche operanti a breve termine e gli istituti operanti a medio- lungo termine (specializzazione temporale). affermazione del principio della separatezza tra banche e industria, per cui le banche non potevano assumere partecipazioni in imprese industriali, commerciali, ecc

ECONOMIA
Levoluzione del sistema bancario
Il rinnovo della legislazione I principi introdotti dalla legge bancaria del 1936 sono rimasti validi per diversi decenni. Le profonde trasformazioni economiche, sociali e politiche che hanno caratterizzato la storia recente hanno condotto, maggiormente a partire dagli anni 70, a un progressivo adeguamento di quel quadro normativo, prima con provvedimenti delle autorit creditizie e poi in via legislativa, a recepimento delle direttive comunitarie. Le prime innovazioni, rivolte a introdurre elementi di maggiore concorrenza ed efficienza nel settore bancario, riguardano: lomogenizzazione operativa delle banche di credito ordinario, la cui attivit andata progressivamente uniformandosi, nonostante la diversa origine storica, la diversa forma giuridica e la natura pubblica o privata delle stesse; lavvio del processo di despecializzazione temporale delle banche.

ECONOMIA
Levoluzione del sistema bancario
La legge Amato La ristrutturazione delle banche di diritto pubblico secondo le norme della societ per azioni ha avuto un ruolo importante nel processo di razionalizzazione del nostro sistema bancario. Questo processo fu promosso e sostenuto dalla legge 30 luglio 1990, n218 (legge Amato), i cui obbiettivi fondamentali erano: rafforzare la struttura patrimoniale delle banche rendendo loro possibile il ricorso al mercato per la provvista di nuovo capitale di rischio, cio per la loro ricapitalizzazione favorire una gestione agile e trasparente e individuare con chiarezza doveri e responsabilit degli organi ad essa preposti porre il necessario presupposto per la privatizzazione degli istituti pubblici agevolare i processi di concentrazione delle banche, mediante operazioni di fusione tendenti a produrre dimensioni aziendali competitive a livello europeo.

ECONOMIA
Levoluzione del sistema bancario
Il modello bancario europeo Lapprovazione del D.Lgs. Nel 1992, che recepiva nel nostro ordinamento la II direttiva di coordinamento bancario, ha consentito alle nostre banche di ispirarsi a modelli operativi simili a quelli delle principali concorrenti europee. Le norme europee hanno previsto per le banche comunitarie la possibilit di stabilirsi in tutti i paesi dellUnione e di operare in essi in base al principio del mutuo riconoscimento Lapplicazione di tale principio ha comportato due conseguenze di rilievo: - lautorizzazione unica, per cui la licenza allesercizio dellattivit bancaria rilasciata in qualunque Stato membro valida in tutta larea comunitaria - Lordinamento del Paese dorigine, ossia la possibilit per ogni banca comunitaria di operare in tutti i Paesi membri in base alla normativa vigente nel proprio Paese dorigine, esercitando tutte le attivit che essa consente, purch rientranti in quelle comprese in un apposito elenco.

ECONOMIA
Levoluzione del sistema bancario
Il testo unico del 1993 Il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, ha riunito in un quadro unitario e organico le disposizioni esistenti, delineando una nuova struttura e una nuova disciplina del settore creditizio Innanzi tutto lattivit bancaria: - Ha carattere dimpresa, cio va svolta con criteri imprenditoriali e privatistici - riservata alle banche, ossia alle imprese in possesso dellautorizzazione della Banca dItalia e iscritte nellapposito Albo. Dallimpianto della legge bancaria emerge un sistema creditizio fondato sul principio della despecializzazione delle banche: - Despecializzazione istituzionale: tutte le banche sono S.p.a o societ cooperative per azione a responsabilit limitata - Despecializzazione temporale: non esiste pi la distinzione tra banche che operano a breve termine e banche che operano a medio-lungo termine - Despecializzazione operativa: Le banche possono operare in ogni settore e possono offrire una gamma maggiore di servizi Inoltre le banche possono detenere partecipazioni nel capitale di imprese del settore industriale e commerciale e viceversa

ITALIANO
Luigi Pirandello
La vita e le opere Luigi Pirandello nato ad Agrigento nel 1867 ed e deceduto a Roma nel 1936, scrittore italiano, uno dei massimi drammaturghi del Novecento. Pirandello probabilmente l'autore che meglio rappresenta il periodo che va dalla crisi successiva all'unit d'Italia all'avvento del fascismo. Sul piano letterario il suo punto di partenza fu, come per gran parte degli autori nati nella seconda met dell'Ottocento, il naturalismo. Fin dal primo momento per l'oggetto privilegiato, o pressoch esclusivo, delle rappresentazioni pirandelliane non fu il mondo popolare bens la condizione della piccola borghesia. Da questa prospettiva lo scrittore seppe sviluppare una corrosiva critica di costume, cogliendo in profondit la crisi delle strutture tradizionali della famiglia patriarcale. Poich per anch'egli apparteneva alla piccola borghesia, fin per assolutizzarne i dubbi e le sofferenze, che rappresent come il segno di una condizione eterna di tutti gli esseri umani.

ITALIANO
Luigi Pirandello
Al centro della poetica pirandelliana, sta il contrasto tra apparenza e sostanza. La critica delle illusioni va di pari passo con una drastica sfiducia nella possibilit di conoscere la realt: qualsiasi rappresentazione del mondo si rivela inadeguata all'inattingibile verit della vita, percepita come un flusso continuo, caotico e inarrestabile. In un mondo dominato dal caso e privo di senso, Pirandello conferisce alla letteratura il compito paradossale di mostrare l'inadeguatezza degli strumenti logico linguistici di interpretazione della realt. L'arte, espressione del dubbio sistematico, diventa cos coscienza critica, dovere morale dello scrittore contro le mistificazioni e i falsi miti costruiti dagli scrittori del decadentismo, a cominciare da D'Annunzio.

ITALIANO
Luigi Pirandello
I rapporti con il Fascismo Ladesione di Pirandello al fascismo nel 1924, in piena bufera politica scatenata dallassassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, fu sostanzialmente una scelta opportunistica e non ideologica. Pirandello divenne fascista per pi motivi: - per il suo innato gusto dellandare controcorrente; - per la sua radicata diffidenza verso i partiti politici tradizionali; - per il sogno di favorire la nascita di un teatro di stato, protetto e sovvenzionato dal regime. Pirandello man mano si sottrasse allabbraccio del regime, viaggiando molto e risiedendo spesso allestero, nel 1931 pronunci allaccademia d Italia, un discorso commemorativo su Verga che suonava aspramente critico verso Dannunzio , allepoca lintellettuale fascista prestigioso. Quando nel 1934 gli fu assegnato il premio Nobel, la critica ufficiale accolse con freddezza il riconoscimento. Lultimo dispetto giocato da Pirandello al regime fu il proprio funerale, che lui volle poverissimo. Di fronte alla volont del fascismo di celebrare le solenni esequie di stato.

ITALIANO
Luigi Pirandello
Le opere principali: 1889 Mal Giocondo (poesia) 1894 Amori senza amore (novelle) 1901 Lesclusa (romanzo) 1904 Il fu Mattia Pascal (romanzo) 1913 I vecchi e i giovani (romanzo) 1916 Pensaci Giacomino!, Liol (opere teatrali) 1917 Cos (se vi pare) (opera teatrale) 1918 Il giuoco delle parti (opera teatrale) 1921 Sei personaggi in cerca dautore (opera teatrale) 1922 Enrico IV (opera teatrale) 1924 Ciascuno a suo modo (opera teatrale) 1925-26 Uno, nessuno centomila (romanzo) 1930 Questa sera si recita a soggetto (opera teatrale)

ITALIANO
Il decadentismo
Il termine Decadentismo deriva dalla parola francese dcadent, che significa appunto decadente. Il termine originariamente indicava un movimento letterario nato nella Parigi di fine Ottocento. Siccome all'interno di questo movimento vi erano altre correnti che poi si sarebbero sviluppate autonomamente, la storiografia letteraria italiana, nel Novecento, ha assunto il termine a designare un intero movimento letterario di portata europea. L'uso del termine con questo suo secondo significato prevalentemente diffuso in Italia mentre in altri paesi sono preferite diverse denominazioni, quali ad esempio il "simbolismo".

ITALIANO
Il decadentismo
Il crollo del positivismo Il positivismo, movimento dedito al progresso e alla ricerca scientifica, non fu pi capace di dare risposte all'uomo, e le scoperte scientifiche vennero "sentite" quasi come un senso del limite, perch incapaci di spiegare gli interrogativi umani. Infatti, tutte le risposte che l'uomo cercava attraverso la scienza non furono trovate. La scienza dovette ammettere i suoi limiti, come per i fenomeni naturali, che non era propriamente in grado di spiegare, ma solamente di classificare e categorizzare. Inoltre le nuove teorie, come quella della fisica quantistica ammisero l'improbabilit e l'inesattezza come realt. La nascita della psicoanalisi di Sigmund Freud fu interpretata come una base scientifica del Decadentismo, in quanto riusciva a spiegare i vari istinti e riflessi inconsci che erano alla base della creazione poetica e letteraria di ogni artista decadente. Il precursore Charles Baudelaire che sottolinea i due aspetti entro cui si dibatte la crisi dell'intellettuale.

ITALIANO
Il decadentismo
Il decadentismo in Italia In Italia si soliti individuare due periodi distinti di decadentismo: il primo, di cui facevano parte D'Annunzio e Pascoli, ancora caratterizzato dalla necessit di costruire miti decadenti. Al contrario nel secondo, di cui occorre ricordare in particolare Pirandello e Svevo, la coscienza della crisi ormai acquisita e la realt viene sottoposta ad una critica molto lucida e distruttiva.

Gli aspetti del Decadentismo Il Decadentismo caratterizzato da una nuova tipologia di poeta: esso non pi il vate che guidava il popolo del Romanticismo, ne il promotore della scienza come nell'Illuminismo o cantore della bellezza nel Rinascimento. Diventa cos veggente, cio colui che vede e sente mondi arcani ed invisibili in cui si chiude. Il poeta cos un artista solitario, capace di scavare nell'interiorit umana e nel mistero dell'ignoto.

MATEMATICA
La ricerca operativa
LA STORIA La ricerca operativa nasce per esigenze militari durante la seconda guerra mondiale. Tra il 1935 e il 1937 la Gran Bretagna lavor sul progetto radar Nel 1939 questa metodologia fu applicata con successo contro i sommergibili Tedeschi. Nel settore civile, la ricerca operativa riprese tecniche note del settore Industriale migliorandole ed arricchendole con l'uso di strumenti matematici e di conoscenze organizzative: si occup della standardizzazione della produzione, di problemi connessi alla pianificazione e programmazione industriale.

MATEMATICA
La ricerca operativa
Ricerca operativa La ricerca operativa una metodologia scientifica sviluppata per risolvere problemi di scelta. Problema di scelta Un problema di scelta un problema nel quale si deve ottimizzare una funzione (cio renderla massima o minima), spesso di natura economica, nel rispetto di determinate condizioni (vincoli). Fasi della ricerca operativa 1) Analisi della situazione reale e raccolta delle informazioni 2) Individuazione delle variabili e della funzione da ottimizzare 3) Costruzione del modello matematico (funzione obiettivo + vincoli) 4) Risoluzione del modello (ottimizzazione della funzione obiettivo) 5) Verifica della soluzione trovata (ad esempio attraverso una simulazione) 6) Se la verifica negativa si ritorna al punto 3 oppure se la verifica positiva sipassa allattuazione

MATEMATICA
La ricerca operativa
Classificazione dei problemi di scelta 1) Livello o ambito di un problema di scelta

- Livello famigliare (o individuale) (esempio: acquisizione di elettrodomestici, della casa, ecc.) - Livello aziendale (esempio: scelta tra acquisto di unattrezzature da terzi o acquisizione tramite leasing , ecc.) - Livello sociale (esempio: costruzione di dighe, quartieri, strade, ecc.)
2) Caratteristiche di un problema di scelta - A una o pi variabili - Nel discreto o nel continuo - Con effetti immediati o differiti - In condizioni di certezza o di incertezza (aleatorie)

MATEMATICA
La ricerca operativa
SCORTE DI MAGAZZINO Il problema delle scorte di magazzino un problema di scelta nel quale unazienda deve ottimizzare lapprovvigionamento di merce col vincolo della quantit complessiva da acquistare in un determinato periodo (ciclo produttivo). Tale ottimizzazione consiste nel minimizzare la funzione che rappresenta i costi complessivi

I costi dordinazione sono le spese necessarie per gestire gli ordini I costi di magazzino sono le spese necessarie per gestire il magazzino La giacenza media la quantit che rimane in media ogni giorno dellanno in Magazzino Si dimostra che, sotto opportune ipotesi semplificatrici, la giacenza media data da x/2 dove x la quantit ordinata ogni volta. Le ipotesi semplificatrici sono le seguenti: Il consumo giornaliero di materie prime costante (o uniforme) La nuova quantit ordinata verr consegnata esattamente nello stesso momento in cui ilmagazzino si svuota

MATEMATICA
La ricerca operativa
Problemi di scelta con effetti differiti Sono problemi di scelta nei quali gli eventi si verificheranno certamente ma gli effetti delle scelte effettuate si avranno solo dopo un determinato tempo. Ambito dei problemi di scelta con effetti differiti Economico/finanziario (investimenti e finanziamenti) Industriale (es: acquisto (mutuo) o leasing di attrezzature) NB: Tutti i problemi di scelta con effetti differiti sono problemi di scelta fra alternative diverse delle quali si sceglie la pi conveniente. Ambito economico finanziario I criteri utilizzati per risolvere questi problemi sono: criterio della Preferenza assoluta: i dati delle varie alternative permettono una immediata valutazione della scelta pi conveniente. criterio del Valore Attuale (Risultato economico attualizzato) criterio del Tasso effettivo

MATEMATICA
La ricerca operativa
Ambito industriale Un problema di scelta con effetti differiti in ambito industriale riguarda la scelta relativa allacquisto di un macchinario o in generale di pi attrezzature. La scelta deve avvenire valutando, tra pi alternative, quella pi conveniente. In generale quindi si confrontano proposte diverse di attrezzature equiparabili nelle caratteristiche (capacit produttiva). Delle varie proposte si andr a valutare il costo dacquisto dellimpianto, i costi periodici relativi alla manutenzione, la durata teorica dellimpianto leventuale valore di realizzo (nellipotesi di sostituirlo con un altro equivalente) I criteri utilizzati per risolvere questi problemi sono: criterio della Preferenza assoluta: i dati delle varie alternative permettono una immediata valutazione della scelta pi conveniente. criterio del Valore attuale criterio dellOnere medio annuo

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