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(1855-1912)
Nuclei tematici 1
•Al centro della raccolta c’è la vita campestre, sobria, semplice, quotidiana.
La natura assume caratteri evocativi e fortemente simbolici, riferibili allo stato
d’animo del poeta.
•Un tema forte è quello del nido, simbolo della serenità e della sicurezza sempre
minacciato dall’esterno, e analogamente della siepe, simbolo anch’esso di rifugio e
protezione dal dolore.
Nuclei tematici 2
•Centrale tuttavia è anche il nucleo tematico che si incardina sulla morte e sui morti,
i quali spesso appaiono in visioni oniriche e angosciose e rimandano ai lutti familiari
che funestarono la vita del poeta.
•Resta il valore della poesia, che viene intesa come unica consolazione al male del
mondo.
•Sul piano sintattico prevale la paratassi, specie per asindeto (la terra ansante,
livida, in sussulto, il cielo ingombro), ma frequente è anche la sfasatura tra metro e
sintassi affidata alla punteggiatura (Silenzio, intorno: solo, alle ventate),
all’enjambement (che pare / dimenticato), alla tmesi e alle cesure.
Nuclei tematici 1
•Argomento centrale della raccolta è la vita di una famiglia della piccola borghesia
rurale della Garfagnana, raccontata da componimenti la cui struttura è scandita
dall’avvicendarsi delle stagioni e dal succedersi delle ore della giornata.
Nuclei tematici 2
•Alla memoria delle vicende biografiche si affiancano ora anche tematiche nuove,
che si ispirano a un ideale di socialismo umanitario:
•l’emigrazione,
•la guerra,
•la solitudine.
•Il livello più complesso dei contenuti della raccolta è equiparato sul piano dello stile
dalla scelta di una poesia formalmente più alta.
•Il metro adottato è quello delle terzine dantesche, rivisitato però sul piano ritmico,
al fine di creare un contrasto inedito e originale tra metro e sintassi, dato dall’uso di:
•rime frante (tordi / fior di),
•enjambements (vedesti / più?),
•iperbati (quale vi sorrise oggi, alle grate, / ospite caro?).
•Sempre ricco il corredo retorico, in cui spicca l’attenzione ai valori visivi, tattili e
olfattivi sottolineati da parallelismi (guarda, sguardi, occhi, vedesti ... zirlano i tordi),
sinestesie (bagna / l’anima), allitterazioni (di vele al vento vengono).
•Nuovo è l’uso di inserti dialogati all’interno del tessuto lirico (E mai / non ci
tornasti? – Mai. – Non le vedesti / più? – Non più, cara), più tardi ripresi dai poeti
crepuscolari.
Nuclei tematici 1
Nuclei tematici 2
•Tornano le tematiche di Myricae:
•le angosciose memorie familiari,
•il nido,
•la morte,
•la vita umile della campagna,
•l’attenzione alla quotidianità che acquista valore simbolico.
•Si accentua il senso di minaccia incombente sulla vita umana esercitato dal
mistero e dall’ignoto.
•I componimenti sono più ampi sotto il profilo strofico, come nei Poemetti, ma di
tono non più narrativo bensì lirico, come in Myricae.
Lo stile 2
•Virtuosistica la ricerca di musicalità e la commistione inedita di registro alto,
letterario e aulico (involale, ebbro), e registro basso, dialettale e tecnico (viburni,
farfalle crepuscolari).
•Il poeta mira a restituire una lingua più vera e naturale, meno artificiosa.
•Colti con uno sguardo ravvicinato, gli oggetti acquistano densi valori metaforici (la
siepe, la mura, i due peschi, i due meli, lampi notturni).
Nuclei tematici 1
•Il “fanciullino” è presente in ogni uomo: è la sua capacità di percepire il mondo con
“meraviglia”, osservare con occhi innocenti la realtà nei suoi aspetti più comuni e
provarne stupore.
•Il fanciullino sa conoscere le cose di nuovo: come Adamo, egli dà alle cose il
proprio nome, scoprendo tra di esse relazioni misteriose.
•La finalità della poesia sta nello svelare quella sostanza, nascosta tra gli elementi
della realtà, che sfugge al senso comune: come tale, essa è il solo strumento di
conoscenza per l’uomo.
Lo stile 1
•Il saggio si presenta sotto forma di prosa lirica (È dentro di noi un fanciullino che
non solo ha brividi ... ma lagrime ancora e tripudi suoi ... L’uomo riposato ama
parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l’armonia
di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d’un usignolo che gorgheggi presso
un ruscello che mormora).
•Lo stile, semplice e schietto, risulta lontano sia da quello retorico ed enfatico di
Carducci sia da quello prezioso e aulico di d’Annunzio.