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La vita Giovanni Pascoli

(1855-1912)

Nasce a San Mauro di Romagna nel 1855.


 
Il padre, amministratore di un latifondo
signorile, viene assassinato con un colpo di
fucile mentre sta rientrando a casa nel 1867.
Questo lutto, cui seguono quelli dei fratelli e
della madre, segnerà profondamente la sua
vita.
 
Studia a Firenze presso i Padri Scolopi e
consegue la laurea in Lettere a Bologna nel
1882. Inizia la carriera di insegnante in un
liceo a Matera, e poi passa a Massa (1884)
e a Livorno (1887).
 
Gli anni ’90 vedono la nascita delle prime
raccolte poetiche. Nel 1892 riceve il primo
premio al concorso di poesia latina ad
Amsterdam, ne seguiranno ben altri dodici.

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La vita Giovanni Pascoli
(1855-1912)

Dal 1895 prende casa a Castelvecchio di


Barga, presso Lucca, e lo stesso anno è
nominato professore di Grammatica greca e
latina all’Università di Bologna. Nel 1897
riceve la nomina dall’Università di Messina e
nel 1903 è trasferito all’Università di Pisa.
 
Negli ultimi anni partecipa attivamente al
dibattito politico, sostenendo una posizione
interventista.
 
Muore per un tumore a Bologna nel 1912 e
viene sepolto nella cappella dell’amata casa
di Castelvecchio.

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Le opere Myricae (1890-1897)

Raccolta poetica composta da 156 componimenti brevi


suddivisi in 15 sezioni distinte per forma metrica

Nuclei tematici 1

•Al centro della raccolta c’è la vita campestre, sobria, semplice, quotidiana.
La natura assume caratteri evocativi e fortemente simbolici, riferibili allo stato
d’animo del poeta.

•Un tema forte è quello del nido, simbolo della serenità e della sicurezza sempre
minacciato dall’esterno, e analogamente della siepe, simbolo anch’esso di rifugio e
protezione dal dolore.

•L’autobiografia si concretizza nella memoria in un sovrapporsi continuo di piani


temporali tra passato e presente: costante è la rievocazione dell’infanzia come
momento di innocenza e di felicità.
 
 
 
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Le opere Myricae

Nuclei tematici 2
 
•Centrale tuttavia è anche il nucleo tematico che si incardina sulla morte e sui morti,
i quali spesso appaiono in visioni oniriche e angosciose e rimandano ai lutti familiari
che funestarono la vita del poeta.

•Resta il valore della poesia, che viene intesa come unica consolazione al male del
mondo.

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Le opere Myricae
Lo stile 1

•Tratto caratterizzante è lo sguardo ravvicinato agli elementi della realtà naturale


(mandorlo, melo, lampi, stelle, vette, cavallette), sotto i quali si celano significati
simbolici tanto universali quanto riferibili al mondo interiore del poeta. In questo
senso fondamentali si rivelano l’analogia (soffi di lampi, nebbia di latte, nel concavo
cielo sfavilla) e il fonosimbolismo (finissimi sistri d’argento / tintinni a invisibili porte).

•Questo approccio si rivela significativo sul piano stilistico: la poesia appare


composta da frammenti impressionistici (a un tratto, col fragor d’arduo dirupo / che
frana, il tuono rimbombò di schianto: / rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, / e tacque,
e poi rimaneggiò rinfranto, / e poi svanì), che, come un’illuminazione istantanea,
svelano il mistero che si cela dietro all’oggettività del reale.

•La lingua è sperimentale a più livelli: pre-grammaticale nell’impiego di forme come


l’onomatopea (tonfi spessi), post-grammaticale nell’uso di linguaggi tecnici
(maggese, prunalbo) e gergali (quando partisti, come son rimasta!).

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Le opere Myricae
Lo stile 2
  
•Particolare attenzione è riservata ai valori uditivi (scampanellare tremulo) e visivi
(grigio/nero, vapor leggiero), cui concorrono le sinestesie (restò ne li aperti occhi un
grido), le assonanze (frasca rimasta), le allitterazioni (gora... sciabordare...
lavandare).

•Sul piano sintattico prevale la paratassi, specie per asindeto (la terra ansante,
livida, in sussulto, il cielo ingombro), ma frequente è anche la sfasatura tra metro e
sintassi affidata alla punteggiatura (Silenzio, intorno: solo, alle ventate),
all’enjambement (che pare / dimenticato), alla tmesi e alle cesure.

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Le opere Poemetti (1897-1900)
Primi poemetti (1904)
Raccolta di poesie in forma di racconto,
edite con nuovo titolo nel 1904

Nuclei tematici 1

•Argomento centrale della raccolta è la vita di una famiglia della piccola borghesia
rurale della Garfagnana, raccontata da componimenti la cui struttura è scandita
dall’avvicendarsi delle stagioni e dal succedersi delle ore della giornata.

•Di qui il prevalere di tematiche come la violenza e il destino di morte, espresse


attraverso quadri di memorie private densi di inquietudine.

•Caratterizzanti sono le descrizioni di natura di impianto simbolista, in cui si


moltiplicano presagi di morte e di rovina. 
 

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Le opere Poemetti
Primi poemetti

Nuclei tematici 2
 
•Alla memoria delle vicende biografiche si affiancano ora anche tematiche nuove,
che si ispirano a un ideale di socialismo umanitario:
•l’emigrazione,
•la guerra,
•la solitudine.

•Non mancano riflessi delle contemporanee tendenze del Decadentismo europeo,


che in Pascoli però si esprimono nel tono delle atmosfere o nei valori simbolici
assegnati agli elementi di realtà.
 
 

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Le opere Poemetti
Lo stile 1

•Il livello più complesso dei contenuti della raccolta è equiparato sul piano dello stile
dalla scelta di una poesia formalmente più alta.

•Il metro adottato è quello delle terzine dantesche, rivisitato però sul piano ritmico,
al fine di creare un contrasto inedito e originale tra metro e sintassi, dato dall’uso di:
•rime frante (tordi / fior di),
•enjambements (vedesti / più?),
•iperbati (quale vi sorrise oggi, alle grate, / ospite caro?).

•Sempre ricco il corredo retorico, in cui spicca l’attenzione ai valori visivi, tattili e
olfattivi sottolineati da parallelismi (guarda, sguardi, occhi, vedesti ... zirlano i tordi),
sinestesie (bagna / l’anima), allitterazioni (di vele al vento vengono).

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Le opere Poemetti
Lo stile 2

•Sotto il profilo lessicale, alle forme italianizzate di parole straniere (cianza,


ticchetta) Pascoli accosta parole inglesi (poor Molly, sweet), forme dialettali (barco,
fifa, il mi’) e nuovi tecnicismi (bombi).

•Nuovo è l’uso di inserti dialogati all’interno del tessuto lirico (E mai / non ci
tornasti? – Mai. – Non le vedesti / più? – Non più, cara), più tardi ripresi dai poeti
crepuscolari.

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Le opere Canti di Castelvecchio (1903)

Raccolta poetica nata in ideale continuità con Myricae

Nuclei tematici 1

•Sorta di “raccolta autunnale”: le poesie si dispongono secondo un arco temporale


che va da un autunno all’altro, seguendo i cicli stagionali e i ritmi del mondo
contadino.

•Fondante è il tema della natura che si rinnova costantemente, trapassando dalla


vita alla morte: attraverso di essa traspare il senso tragico dell’esistenza umana.

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Le opere Canti di Castelvecchio

Nuclei tematici 2
 
•Tornano le tematiche di Myricae:
•le angosciose memorie familiari,
•il nido,
•la morte,
•la vita umile della campagna,
•l’attenzione alla quotidianità che acquista valore simbolico.

•Si accentua il senso di minaccia incombente sulla vita umana esercitato dal
mistero e dall’ignoto.

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Le opere Canti di Castelvecchio
Lo stile 1

•I componimenti sono più ampi sotto il profilo strofico, come nei Poemetti, ma di
tono non più narrativo bensì lirico, come in Myricae.

•La poesia si arricchisce di nuove sperimentazioni realizzate con:


•variazioni ritmiche date dai rapporti tra metro e sintassi,
•rima ipermetra (petali / segreta),
•alternanza tra versi lunghi e versi brevi,
•enjambements iterativi (s’esala / l’odore di, s’esala / l’odore che),
•accentazione sillabica sulle voci verbali ad apertura di verso (Splende, Nasce,
Passa, brilla).

•Tornano gli effetti di fonosimbolismo (nebbia impalpabile e scialba), le allitterazioni


(Nascondi le cose lontane), l’onomatopea (don don di campane), l’ossimoro (aeree
frane).

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Le opere Canti di Castelvecchio

Lo stile 2
 
•Virtuosistica la ricerca di musicalità e la commistione inedita di registro alto,
letterario e aulico (involale, ebbro), e registro basso, dialettale e tecnico (viburni,
farfalle crepuscolari).

•Il poeta mira a restituire una lingua più vera e naturale, meno artificiosa.

•Colti con uno sguardo ravvicinato, gli oggetti acquistano densi valori metaforici (la
siepe, la mura, i due peschi, i due meli, lampi notturni).

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Le opere Il fanciullino (1897)

Saggio in prosa di riflessione teorica sulla poesia

Nuclei tematici 1

•Il “fanciullino” è presente in ogni uomo: è la sua capacità di percepire il mondo con
“meraviglia”, osservare con occhi innocenti la realtà nei suoi aspetti più comuni e
provarne stupore.

•Il fanciullino sa conoscere le cose di nuovo: come Adamo, egli dà alle cose il
proprio nome, scoprendo tra di esse relazioni misteriose.

•La finalità della poesia sta nello svelare quella sostanza, nascosta tra gli elementi
della realtà, che sfugge al senso comune: come tale, essa è il solo strumento di
conoscenza per l’uomo.

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Le opere Il fanciullino

Lo stile 1
 
•Il saggio si presenta sotto forma di prosa lirica (È dentro di noi un fanciullino che
non solo ha brividi ... ma lagrime ancora e tripudi suoi ... L’uomo riposato ama
parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l’armonia
di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d’un usignolo che gorgheggi presso
un ruscello che mormora).

•Lo stile, semplice e schietto, risulta lontano sia da quello retorico ed enfatico di
Carducci sia da quello prezioso e aulico di d’Annunzio.

•La scrittura è immediata, priva di costruzioni complesse che annullerebbero la


percezione spontanea della realtà.

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