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Venezia
Venezia nel ‘500, assume un ruolo di rilievo, sia dal punto di vista culturale che da quello
economico.
Il cambiamento delle rotte commerciali dovute alla scoperta del nuovo mondo e
l’instabilità politica nella parte orientale del mediterraneo avevano imposto anche alla
serenissima un maggiore controllo dei propri possedimenti di terraferma, che ad
occidente erano giunti ai confini del Ducato Di Milano.
Oltre alle ricchezze e alla società culturalmente cosmopolita, Venezia difende la propria
identità culturale, mantenendo il rapporto con l’oriente Bizantino.
In un contesto così ricco, l’arte veneziana accoglie il linguaggio elaborato nelle regioni
dell’italia centrale, ma sviluppa all’inizio del ‘500 caratteri propri: vengono affiancati temi
profani ai soggetti sacri, spesso di matrice letteraria, in un continuo confronto tra arte e
discipline umanistiche.
Viene confermato il r uolo del colore come principale mezzo espressivo: sostituisce il
disegno nel costruire il volume, e si affianca alle leggi geometriche e proporzionali nella
definizione di spazio.
Viene, invece, introdotta la p ittura tonale: sfruttando le caratteristiche di trasparenza
della tecnica ad olio, con il colore steso per velature successive e sovrapposte,
determina delicati effetti di chiaroscuro e profondità.
Giorgione Da Castelfranco
La figura di Giorgio o Zorzi da Castelfranco, detto Giorgione, data la scarsità di notizie
documentate, ne ha tramandato un’immagine che sconfina nella leggenda.
Anche il catalogo delle sue opere risulta ridottissimo e l’attribuzione ha per molto tempo
diviso la critica.
L’artista, operò per una committenza privata e colta, frequentò circoli letterali, che a
venezia assumevano una particolare connotazione laica; certamente gli fù data ampia
autonomia, sia nella scelta dei soggetti sia nell’impianto esecutivo.
Baldassarre Castiglione, noto storiografo cinquecentesco, nel Cortgiano, lo affianca a
Mantegna, Leonardo, Michelangelo e Raffaello, come “eccellentissimo” pittore, mentre
Vasari lo indica, assieme a Leonardo, protagonista del passaggio verso la “Terza Maniera
dell’arte”.
Nelle opere di Giorgione l’elemento cotante è la sensibilità per la natura, resa attraverso
il colore, la cura del paesaggio, le atmosfere soffuse e intimiste, unificando i generi
attraverso l’idea di complementarietà tra uomo e natura.
Nasce con lui la pittura tonale, il colore diviene il vero “soggetto” dell’opera, così da
fondere le figure e l’ambientazione, rendere i passaggi di luce e le trasparenze
atmosferiche e produrre la sensazione di movimento.
I Tre Filosofi
La Tempesta