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storia italiana” Parte seconda Plinio De Martiis presenta anche la mostra di un pittore
americano che, da appena un anno, aveva eletto l’Italia come
sua patria pittorica, oltre che biografica: Cy Twombly. “Chi
Del Roscio riferisce, del resto, di aver sentito la madre
dell’artista raccontare che, da bambino, Cy ripeteva sempre:
“Da grande andrò a Roma!”. E di “effetto-Mediterraneo”
Prima che la di Laura non ha lasciato un segno sul muro, inarrestabile impulso
di tracciare un segno, di fare un gesto, puro gesto sul
puro muro bianco?”1 si chiede, nella presentazione, Palma
ha parlato Roland Barthes: non inteso come un’oscura
spinta dionisiaca, ma come l’aereo soffio di un dio apollineo
che guida l’artista e che sembra rispondere alla divina
pittura ritorni: Cherubini e Bucarelli, allora direttrice della Galleria Nazionale d’Arte
Moderna a Roma. Certamente Twombly opera ancora nel
contesto della pittura informale, ma si potrebbe dire che se
aspirazione alla bellezza classica: l’ispirazione è “la felicità
del caso”, scrive in questo senso Barthes, proponendo
per Twombly la nozione di intervallo, il Ma giapponese...