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Arianna La Rosa – La Paralisi dell’Esistenza

Descrizione tecnica e concettuale di due opere della collezione presso la GNAM di Roma

Il Ghetto di Firenze – Telemaco Signorini 1835/1901, Olio su tela


(Le proposte di periodizzazione sono varie). La sua è pittura contrastata
con un uso consapevole della macchia come elemento principale del suo
linguaggio figurativo, infatti, in assenza di chiaroscuro sono i confini netti
tra le macchie di colore a determinare le diverse componenti del dipinto.
Sono presenti anche in quest’opera i chiari segni di una suggestione
realista ed impressionista. Qui, l’artista mostra la volontà di riprendere
una tranche di vita moderna; facendo emergere l'aspetto sociale del
tema e la denuncia delle situazioni di degrado della città. E’ proprio a
questo degrado che occorre dedicare qualche riflessione. Decidiamo di
associare a quest’opera il tema della paralisi per raccontare un
immobilismo sociale sofferto, che figura qui come un agglomerato di
miseria con il quale l’artista ci racconta la quotidianità del
sottoproletariato moderno insito nella Firenze ottocentesca.

L’Ovale delle Apparizioni – Carlo Carrà 1916/18 Olio su tela


(e Litografia nel 1952).
Appartiene alla fase metafisica del pittore. Nella
composizione sono presenti: un pesce di rame (che
secondo suggestioni paleocristiane rimanda al significato di
Cristo), la statua-tennista congelata nell’attimo prima di
colpire una pallina ma soprattutto l’eroe della poetica
metafisica, il manichino, raffigurato in primo piano in tutta
la sua solidità e “misura”. La forma ovale accentua la
suggestione di questa ambigua evocazione. Nella scena è
calato il silenzio ma alla sconfortante desolazione di De
Chirico, Carrà sostituisce un’accorata umanità.
Qui vi è il valore del silenzio e l’esigenza di fermare il gioco
della vita per cercarne il senso, come sospesa è la partita
della statua-tennista. Quanto detto finora su quest’opera, ci
porta al risultato di percepire la paralisi non con
un’accezione negativa, ma come un immobilismo
meditativo e salvifico in grado di poterci restituire una
concezione misurata della realtà.

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