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Presentazione di Casa di bambola
Il successo de I pilastri della società e il diffondersi della sua opera
in molti paesi europei, invece di appagarlo, spingono Ibsen a una crea-
tività sempre più intensa. Nel settembre I 878 durante un viaggio a Ro-
ma, che gli era sempre rimasta nel cuore, egli concepisce Casa di bam-
bola, destinato a restare il suo testo più fortunato. Ma la stesura vera e
propria, insolitamente rapida, avvenne a Amalfi nell'estate del 1879,
nella sua stanza a picco sul mare dell'Hotel Luna 1• Il 3 agosto Casa di
bambola era conclusa. Pubblicata all'inizio di dicembre con un'alta ti-
ratura per quegli anni (8000 copie), andò in scena al Det Kongelige
Theater di Copenaghen il 21 dicembre, iniziando da allora la sua
straordinaria fortuna sui palcoscenici di tutto il mondo.
In Italia fu rappresentata con successo solo nel febbraio 1891 da
Eleonora Duse, che doveva diventare la più alta e più prestigiosa inter-
prete dei capolavori ibseniani. Sulla sua interpretazione, lodatissima
da critici come Giovanni Pozza e da scrittori come Hugo von Hof-
mannstha/ soprattutto per il terzo atto dove la delusione e poi la rivol-
ta di Nora avevano accenti di lucida forza, non mancarono, tuttavia,
giudizi di genere assai diverso come quello di Ettore Albinf: «La si-
gnora Duse ebbe momenti felici, specie all'ultimo, ma la parte di Nora
non le va assolutamente. Non è una parte adatta né per il suo fisico né
per il suo genere di recitazione». Fra le numerose Nore che seguirono
l'interpretazione comunque fondamentale della Duse, la maggiore ri-
sultò certamente Emma Gramatica, felicissima - secondo un critico
severo come Piero GobettP - nei primi due atti con la sua «spontanea
freschezza, la ricca vivacità fanciullesca, l'esuberanza vitale, /'irre-
quietezzafantastica, la tenerezza dell'affetto che si esprime in infantili
moine», assai poco convincente nel finale che «pecca in lei di esube-
ranza incomposta e di patologica incertezza». Ai nostri giorni, l'inter-
prete che più volte ha interpretato il personaggio è stata Lilla Brigno-
ne, attrice di grande sensibilità, ma che non è mai riuscita a esprimere
tutti i risvolti di Nora neppure ne/l'edizione diretta nel 1951 da Gior-
gio Strehler (regista, peraltro, assai poco congeniale a Ibsen). Comun-
que le più recenti edizioni, con l'eccezione di quella televisiva diretta
1
Cfr. L.V. Reznicek, op. cit. , p. 68.
2
Cfr. L 'Italia, IO febbraio 1891 , ora in E. Albini, Cronache teatrali 1891-1925, Ge-
nova, Edizioni del Teatro Stabile, 1972, p. 87.
3
Cfr. P . Gobetti, Scritti di critica teatrale, Torino, Einaudi, 1974, p. 38. Su Gobetti
criti~? _te_~U:ale cfr. G. Antonucci, Storia della critica teatrale, Roma, Studium. 1990.
wl 1982 da Leonardo Cortese che aveva in Micaela Esdra una Nora
misurata e fine e in Roberto Herlitzka un memorabile Rank, hanno
mboccato il vicolo cieco de/l'infelice interpretazione di George Grod-
d1•ck secondo la quale4 «Nora nella casa di bambola ha semplicemente
locato alla fuga della bambola». Su questa strada, Manuela Kuster-
1an, nella messinscena del 1982 diretta da Giancarlo Nanni, bambo-
/1iggiava fino a fare del suo personaggio una sorta di Barbie, mentre
adda/ena Crippa, nonostante la regia di Beppe Nave/lo fosse diretta-
mente ispirata alla lettura di Groddeck, risolveva Nora, nella recentis-
,;ma edizione del 1993, in una recitazione tutta oltre le righe: «Eccessi-
va fin dal primo ingresso in scena, carica di pacchi natalizi, la Nora
Mia Crippa più che "il piccolo uccello canterino" di cui favoleggia il
11arito risulta una mitomane irresponsabile, madre distratta e moglie-
1mante confusionaria»5•
La storia della fortuna scenica di Casa di bambola conferma la
\lraordinaria vitalità dell'opera e la molteplicità di inte'tretazioni che
•.çsa è in grado di sostenere. fSe è vero, come ha notato Alberto Savi-
1io, che a/l'apparizione di Casa di bambola «Un campanello nuovo
\'quillò nei penetrali del palazzo mentale, una luce nuova si accese sul
1uadro segnalatore, il cervello del mondo si senti ricco di una ricchez-
nuova», è altrettanto vero che il dramma conserva oggi tutta la sua
validità e attualità, nonostante la condizione della donna sia radical-
mente cambiata da quel lontano 1879. La verità è che Casa di bambo-
lo oggi ci appare assai diversa da quando fu rappresentata per la prima
volta come un dramma «a tesi», che propugnava la liberazione della
lonna dalle tante catene che ne imprigionavano la personalità. In Ib-
.\·en certamente la denuncia aveva un suo ruolo non marginale, nono-
.\'tante egli si proclamasse e si sentisse un poeta e non un ideologo ri-
'ormatore, ma la denuncia era solo lo sp_unto di partenza per andare
molto più avanti e creare un teatro_necessario che tornassi!' alle origini
alla sua funzione primaria: «per layrima volta dopo Sliakespeare (e
orse dQPO i Greci) con Ibsen, scrivere per il teatro torna a significare
ivolgersi alla coscienza dei contemporanei"e imporre loro la questio-
ne: "Di che cosa viviamo". L'illusione classicistica che l'uomo possa
vivere di un mondo morale bell'e fatto, con Ibsen finisce per sem-
re>>1: Casa di bambola è il testo ibseniano in cui per la prima volta
viene affrontato in maniera rigorosa e con coerenza <<fra azione este-
riore, movimento interiore e parola»8, «il dramma dell'uomo alle pre-
se con la verità, deciso a andare fino in fondo alla propria natura, a
are i conti col mondo in cui vive, e quindi a non fermarsi dinanzi a
nessun rispetto uman0>>9. È proprio ciò che fa Nora non soltanto per
riscattare la sua condizione femminile, ma anche e soprattutto la sua
4 Cfr. G . Groddeck, li teatro di Ibsen. Tragedia o commedia?, Napoli, Guida, 1985,
p. 40. La prima edizione tedesca è del 1910.
5 Cfr. G. Geron, «Quando gli dei ridono della Bambola», Il Giornale, 3 marzo 1993.
6
Cfr. A. Savinio, op. cit., p. 20.
1 Cfr . N . Chiaromonte, La situazione drammatica, Milano, Bompiani, 1960, p. 44.
8 Cfr. N. Chiaromonte, Scritti sul teatro, Torino, Einaudi, 1976, p. 108.
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libertà e verità di essere umano, che fino allora era vissuto nella men- PI RSONAGGI
zogna delle convenzioni sociali e morali. Difronte a questo imperativo
categorico kantiano, essa va avanti fino in fondo e non la ferma né il l'orvard Helmer, avvocato
pensiero dei tre figli, ai quali pure è legatissima, né la situazione (non Nora, sua moglie
solo umana) del mari!J].,; Sostenere, come fa Groddeck, che tutto il Il dottor Rank
dramma di Nora è la commedia di una bambola in una casa di bambo- I ·~ signora Linde
la significa non solo svuotare il testo della sua coerenza e necessità, ma rogstad, procuratore
1
anche, e soprattutto, misconoscere il senso profondo e ultimo della I tre figli di Helmer
drammaturgia ibseniana: drammaturgia della ricerca della verità di se /\nne Marie, bambinaia in casa Helmer
stessi e degli altri, non fantasia infantile, ma anzi proprio il suo con- I Jna domestica
trario. l Jn fattorino
Interpretazioni psicanalitiche come questa si sono recentemente ac-
compagnate a una lettura marxista del testo ibseniano per la quale i I 'azione si svolge in casa Helmer.
sentimenti sarebbero marginali di fronte all'ansia di carriera, di suc- Prima rappresentazione: Kobenhavn, 1879. Edizione definitiva: Kristiania, 1880.
cesso e di denaro che sarebbero tipici della società borghese di quegli l'rima rappresentazione in Italia: Milano, 1891 (Compagnia Città di Roma con
anni. In realtà, anche questa interpretazione non ha alcun fondamen-
/'/eonora Duse)
to e rischia di datare un dramma che è invece modernissimo proprio
nello scavare nelle contraddizioni e nelle difficoltà del rapporto di
coppia. Casa di bambola è, infatti, oltre al dramma esistenziale e mo-
rale di Nora, una stupefacente analisi, per introspezione e raffinatez-
za, del legl!!.!1!!_che unisce un uomo e una donna, legame che va al di là
del matrimonio in quanto istituzione giuridica. Sotto questo aspetto, il
dramma è esemplare nel cogliere anche i risvolti di Torva/do, che non
è assolutamente il personaggio gretto o addirittura inconsapevole di
un,errata tradizione interpretativa. Ibsen ne coglie con grande finezza
la psicologia individuale e insieme quella sociale e ne fa un elemento
fondamentale dellq crisi di Norq, crisi - non sarà male ricordare -
che non è solo legata al suo matrimonio, ma anche, se non soprattut-
to, a..)JillLJJLesa di coscienza, prima d'allora nascosta e soffocata, di
fronte alla complessità del reale. Ma la presa di coscienza è quella non
di un personaggio dalle certezze solide, ma di 1i!1 personaggio in crisi,
problemaJico come tutto il testo. Un testo che in questa feconda amoi-
guità conserva un'attualità sorprendente in una società tanto mutata
come la nostra.
G.A.