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XII PAOLO BERTINETTI L'IDEA DI TEATRO DEL SECONDO NOVECENTO XIII

da Brecht, nella forma drammatica apparentemente si- tiana) ha svolto una funzione altrettanto radicale. E
mile a quella tradizionale Beckett introduce dunque un anzi è opportuno insistere sull'importanza storica di
ulteriore elemento di snaturamento di quella stessa for- Godot, sia nel senso che rappresenta una svolta decisi-
ma attraverso soluzioni teatrali che vengono da generi va nel teatro del dopoguerra, sia nel senso che è, con
spettacolari« bassi», per definizione antitetici alla for- Finale di partita, l'espressione pili alta nella forma dram-
ma «alta» del teatro borghese. matica di quella fase della storia europea.
- - Con Aspettando G_odot l'idea di teatro di Beckett, o
almeno il punto di partenza e la base della suawea di In una lettera al re · ericano Alan Schneider,
teatro, sono già chiaramente delineati. Per le sue ca- Beckett definisce F le di partita ome una pièce « mol-
...r_atteristiche - il mettere m scena i1 fatto teatrale stes- to difficile ed ellittica [... pm élisumana di Godot»; e
so, rivelandone là natura d1 rappresentazione teatrale; in una seconda lettera sottolinea la necessità di insi-
" so di forme di s ettaco o asso 'inter- stere sulla «semplicità dell'azione drammatica», che
no 1 un genere a to; lari uzione della conversazione presenta un interno spoglio, una specie di bunker, con
~ dialogo fine a se stesso priva a della sua fun- due personaggi, Hamm, cieco e immobilizzato su una
zione s1gmh cante - Godot svuota dall'interno a for- sedia a rotelle, e Clov, il suo servitore-figlio che non
ma teatrale da Beckett presa a prestito, ìa mantiene può mai sedersi e che cammina con un'andatura rigida
mentre e e dichiara l'rnadeguate.z.za. È°°una scelta d1de- e vacillante. In scena ci sono due bidoni della spazza-
cisi~purtanzache h~ influenzato alcuni dei testi tura in cui vivono e da cui emergono, con un formida-
ili interessanti del teatro contemRoraneo e che in bile coup de thédtre, i genitori di Hamm, Nelle Nagg.
B""èèkett, con la stessa rigorosa coerenza perseguita Nessun mutamento di rilievo si verifica nel corso del
nell'opera narrativa, si è tradotta in una riduzione co- dramma, tranne la morte di Nell, che tuttavia è trat-
stante dei mezzi drammatici, tesa verso l'immobilità e tata come un avvenimento non pili rilevante degli spo-
il silenzio, verso l'impossibilità del teatro stesso. Ma il stamenti di Hamm sulla scena, o dell'esaurimento del-
teatro, come la narrativa, trova altri modi e altre for- le scorte del suo calmante.
me in cui realizzarsi; oppure segue altri percorsi a par- Il presente propone una realtà degradata e in via di
tire dalle stesse premesse. definitiva dissoluzione, che la routine dei gesti dei per-
Aspettando Godot e i successivi testi teatrali becket- sonaggi e i loro brandelli di dialogo non fanno che sot- .
tiani rappresentano il contributo pili originale alla let- tolineare . La stessa cosa, contraddittoriamente, fa an-
teratura drammatica della seconda metà del Novecen- che la storia che Hamm racconta e che si racconta nel
to. È chiaro che essi restano nell'ambito del teatro di monologo finale (come nella Trilogia anche qui il nar-
parola; mentre invece un filone importantissimo del rare ha la funzione di «continuare» una situazione che
teatro degli anni Sessanta e Settanta (ma con espe- tende alla fine senza raggiungerla). Ma essa ha pure una
rienze già affermatesi negli anni Cinquanta e con altre valenza esclusivamente teatrale, consentendo a Hamm
che arrivano ai nostri giorni) si è mosso al di fuori di di essere al tempo stesso personaggio e attore; e lo stes-
questo ambito, proponendo, nelle scelte dei teatranti so vale per Nagg quando racconta la storiella ebraica
e non degli autori, alcune delle esperienze drammatur- del sarto e i pantaloni. Ancor pili che in Aspettando Go-
giche pili innovative e affascinanti del secondo Nove- dot, sono assai frequenti i momenti metateatrali, la de-
cento. Ma nell'ambito della letteratura drammatica nuncia della finzione, a partire dalla continua ricor-
l'idea di teatro di Beckett (ancor pili di quella brech- renza del verbo «jouer» (e di «to play» in inglese), dal
XIV PAOLO ilERTINETTI L'IDEA DI TEATRO DEL SECONDO NOVECENTO xv
dupli11 , Ìf1 11ifhw 111 d i i.:11K'l ll l' l' rtci Lare. Il gioco che me- comporti e coincida con la scomparsa del significato del
1.d11111.11111~ 1111: "n 11111d t lo svolgimento del dramma è linguaggio. Il parlarsi si rivela un mganno, perché gli
q111 ll11 dq;li tìCHcd ii , come indica il titolo. Hamm «è il md1v1dm non possono comunicare conversando: la co-
111 q11 c11 111 p nll il u a scacchi persa sin dall'inizio», municazione «annuncia che non è piu possibile nessu-
s piq~!'I lk~·kc t t. «Sin dall'inizio sa di fare delle mosse na comunicazione». In quanto al luogo in cui si svolge
sc 11 z,1 Sl' ll SO I... ] Ora nel finale fa delle mosse insensa- il dramma Adorno rileva gli elementi che fanno pen-
te che solt an to un cattivo giocatore farebbe. Un bravo sare a un rifugio che ospita dei sopravvissuti a una ca-
giocatore avrebbe già rinunciato da tempo . Sta soltan- tastrofe atomica: ma quel mondo non è altro che il
to cercando di rinviare la fine inevitabile». La situa- mondo dopo la seconda guerra mondiale, in cui tutto
ione drammatica estremamente semplice si avvale è distrutto senza saperlo, in cui l'umanità continua a
dunque di valenze metateatrali e metaforiche che non vegetare «dopo che sono accadute cose a cui in verità
possono essere ignorate e che le conferiscono una ric- non possono sopravvivere nemmeno i sopravvissuti».
chezza di implicazioni che vanno ben al di là del dato Questa realtà, descritta in modo non realistico, perché
di partenza. il realismo non può piu coglierne l'essenza, sta alla ba-
Simile osservazione vale anche per il dialogo. Esso se di Finale di partita. Non c'è piu posto neppure per
è estremamente semplice, sebbene nasconda svariate la speranza: rimane soltanto la consolazione stoica,
allusioni letterarie e filosofiche, ed è caratterizzato da espressa en passant in uno scambio di battute tra Hamm
due meccanismi fondamentali: la negazione di ciò che e Clov. «CLOV: Ci sono tante cose terribili. - HAMM:
è stato affermato in precedenza e l'abbandono con suc- No, no, non ce ne sono piu tante».
cessiva ripresa degli argomenti della conversazione.
Della conversazione quotidiana Beckett fa cosi emer- Una prima svolta nella produzione drammatica di
gere l'aspetto dell'inconsequenzialità, la mancanza di Beckett è offerta da L'ultimo nastro di Krapp. Innanzi-
uno sviluppo logico, che corrisponde al vacuo susse- tutto per la scelta della lingua. Nel 1945 Beckett ave-
guirsi di battute con cui Hamm tenta di allontanare la va deciso di abbandonare la lingua madre, l'inglese in
fine inevitabile; ma che costituisce anche una «sco- cui aveva scritto i racconti e i romanzi degli anni Tren-
perta» di straordinario valore, la scoperta dell'illogicità ta e del periodo della guerra, e di adottare il france-
nella conversazione di tutti i giorni, quell'illogicità che se come lingua destinata all'espressione letteraria.
c'è nella realtà e che mvece il realismo non ha sottoli- L' adozione del francese, al di là delle dichiarazioni di
neato mai ~ farà poi propria l'intuizione becket- Beckett, nasceva da un lato dal bisogno di abbando-
tiana, in un contesto linguistico però totalmente di- nare una lingua in cui a lungo (sulla scia di Joyce) ave-
verso, non «neutro» come quello di Beckett, bensi for- va esercitato il virtuosismo linguistico, l'invenzione in-
temente idiomatico e quotidiano). tellettualistica e barocca, il gioco di parole piu sofisti-
Finale di partita è il lavoro teatrale beckettiano su cui cato; dall'altro dalla necessità di usare una lingua che
piu a lungo si sono soffermati i critici, cercando di iden- gli si presentava con caratteristiche di logicità, rigore
tificare le ragioni che fanno di questo testo cosi pieno e chiarezza corrispondenti ai suoi intenti narrativi.
di suggestioni un'opera paradigmatica della nostra epo- A partire dal francese Beckett ha elaborato uno sti-
ca. L'interpretazione piu convincente è quella di Ador- le che procede per passaggi logici purificati da ogni con-
no, che, identificato filosoficamente il senso del dram- cessione retorica, uno stile astratto, nitido e privo di echi
ma nella sua mancanza di senso, evidenzia come ciò linguisticamente determinati, cosi come privi di riferi-

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