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Il nome della rosa


Il nome della rosa  è un romanzo scritto da Umberto Eco,
Eco, edito per la prima volta
nel 1980
1980.. Dopo aver scritto moltissimi saggi, Eco decise di scrivere il suo primo
romanzo, dopo alcuni anni di meticolosa preparazione,
preparazione, cimentandosi in un genere

abbastanza difficile come il giallo,


giallo, in particolare con il sottogenere deduttivo
deduttivo..
L'opera è ambientata nel Medioevo e viene presentata come il manoscritto di un
anziano frate che ha trascritto un'avventura vissuta da novizio,
novizio, molti decenni
addietro, in compagnia del suo maestro presso un  un  monastero 
monastero benedettino dell'Italia
settentrionale. La narrazione, suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita
vita  
monastica,, vede protagonisti Guglielmo da Baskerville
monastica Baskerville,, frate francescano, e il
novizio Adso da Melk,
Melk, il narratore della storia.
Dal romanzo è stato tratto nel 1986 un film omonimo per la regia di Jean-Jacques
Annaud..
Annaud

È la fine di novembre del 1327.1327. Guglielmo e Adso si recano in un monastero


benedettino di regola cluniacense sperduto sui monti dell'Italia settentrionale. Molto
probabilmente Eco ha preso spunto dalla Sacra di San Michele Michele,, sul monte
Pirchiriano,, all'inizio della Val di Susa,
Pirchiriano Susa, zona che conosceva bene, anche perché
nell'infanzia e nell'adolescenza trascorreva periodi estivi nella zona, presso parenti.
Questo monastero sarà sede di un delicato convegno che vedrà protagonisti i
francescani - sostenitori delle tesi pauperistiche e alleati dell'
dell'imperatore Ludovico -
e i delegati della curia papale, insediata a quei tempi ad Avignone.
Avignone. I due monaci
(Guglielmo è francescano e inquisitore "pentito", il suo discepolo Adso è un novizio
benedettino) si stanno recando in questo luogo perché Guglielmo è stato incaricato
dall'imperatore di partecipare al congresso quale sostenitore delle tesi
pauperistiche. Allo stesso tempo l'abate, preoccupato che l'inspiegabile morte di un
confratello durante una bufera di neve possa far saltare i lavori del convegno e far
ricadere la colpa su di lui, confida nelle capacità inquisitorie di Guglielmo affinché
faccia luce sul tragico omicidio, cui i monaci - tra l'altro - attribuiscono misteriose
cause soprannaturali. Nel monastero circolano infatti numerose credenze circa la
dell'Anticristo..
venuta dell'Anticristo
Nonostante la quasi totale libertà di movimento concessa all'ex-inquisitore
all'ex-inquisitore,, altre
morti violente si susseguono e sembrano tutte ruotare attorno alla biblioteca,
biblioteca, vanto
del monastero (costruita come un intricato labirinto a cui hanno accesso solo il
bibliotecario e il suo aiutante) e ad un misterioso manoscritto greco. La situazione è
 

complicata dall'arrivo dell'inquisitore eretici  


dell'inquisitore Bernardo Gui e dalla scoperta di due eretici
della setta dei dolciniani , profughi presso l'ordine dei benedettini (il cellario e il suo
amico semianalfabeta): così, in un'atmosfera inquietante, alternando lunghe
digressioni storico-filosofiche,
storico-filosofiche, ragionamenti investigatori e avvincenti scene
d'azione, Guglielmo e Adso si avvicinano alla verità penetrando nel labirinto della

biblioteca
rimasta dele secondo
scoprendo il luogo
libro della dove è custodito
Poetica il manoscritto
di Aristotele ), che trattafatale
Aristotele), della (l'ultima
commedia copia
e
riso.. Alla fine, l'assassino (il vecchio Jorge) divora le pagine avvelenate del
del riso
testo in modo che più nessuno possa leggerle. Nel tentativo di fermarlo, Guglielmo
e Adso generano un incendio che nessuno riuscirà a fermare e che divorerà l’intera
abbazia. Adso e il suo maestro partiranno infine da quelle macerie, in cui il giovane
tornerà anni dopo, trovando la solitudine più totale, in quello stesso luogo che era
stato teatro di omicidi e intrighi, veleni e scoperte.
Il punto centrale del romanzo sta nel fatto che se è ppossibile
ossibile ridere di tutto - come
affermato nella Poetica di Aristotele - è possibile ridere di Dio, contrapponendo al
dogmatismo la ragione umana e portando al relativismo e alla caduta della religione
(un tema classico dalla rivoluzione francese in poi). Il relativismo insegna che il
bene e il male sono difficilmente riconducibili a verità assolute, in quanto troppo
spesso celati in contesti apparentemente opposti. In altre parole, il bene si può
nascondere anche in una realtà del tutto intesa al male e viceversa. Jorge, infatti, è
lucidissimo nel suo proposito di salvare l'umanità dalla pericolosa riscoperta del
libro di Aristotele ("possiamo ridere di Dio? Il mondo precipiterebbe nel caos" ); ); egli
ne intuisce il pericolo ed è lui a provocare la catena di omicidi per impedire la
conoscenza del messaggio proibito. Ma proprio l'eccessivo amor di Dio e della sua
verità lo porta a compiere un'opera diabolica.
In tema di citazioni e ammiccamenti
ammiccamenti più o meno nascosti (di cui il romanzo è
disseminato dall'inizio alla fine) è abbastanza palese che tanto il nome di questo
personaggio (Jorge da Burgos), quanto il trinomio cecità/biblioteca/labirinto a lui
collegato, costituiscano un'allusione allo scrittore argentino Jorge Luis Borges.
Borges.
Una curiosità legata al titolo del romanzo, è (parzialmente) svelata alla fine del libro,
dove l'ormai vecchio narratore Adso da Melk conclude il suo racconto con
un'espressione latina:"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus " (la rosa
primigenia esiste in quanto nome, possediamo i semplici nomi). Si tratta di un
messaggio che - come prima detto - porta a riflettere affinché non si presuma di
essere depositari della verità, in quanto questa sarà sempre contestabile se non
addirittura risibile. Ma vi traspare anche il senso che l'esperienza, dopo che è stata
 

vissuta , può solo e deve venire raccontata .

« Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio que


tenemus. »

Eco, Il nome della rosa, Ultimo Folio , 1980)


(Umberto Eco,
Personaggi [modifica]
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Protagonisti
▪ Adso da Melk (voce narrante), novizio benedettino al seguito di Guglielmo.
▪ Baskerville, francescano, già inquisitore,
Guglielmo da Baskerville, inquisitore, in visita presso il monastero
dove si svolge la vicenda.
Monaci dell'Abbazia
▪ Abbone, abate del monastero; è l'unico, insieme al bibliotecario e al suo aiutante, a
conoscere i segreti della biblioteca.
biblioteca.
▪ Otranto,, miniatore ucciso nel primo delitto.
Adelmo da Otranto
▪ Alinardo da Grottaferrata,
Grottaferrata, il più anziano dei monaci e per il suo comportamento
considerato da tutti un pazzo ma si rivela utile alla risoluzione della vicenda.
▪ Aymaro da Alessandria,
Alessandria, trascrittore italiano.
▪ Bencio da Uppsala
Uppsala,, giovane scandinavo trascrittore di testi di retorica e nuovo
aiuto-bibliotecario.
▪ Arundel,, aiuto bibliotecario dell'abbazia.
Berengario da Arundel
▪ Jorge da Burgos,
Burgos, anziano cieco, profondo conoscitore dei segreti del monastero e
in passato bibliotecario. È il responsabile della catena di omicidi.

Malachia da Hildesheim,
Hildesheim, bibliotecario.
▪ Nicola da Morimondo,
Morimondo, vetraio.
▪ Remigio da Varagine
Varagine,, cellario ex-dolciniano
ex-dolciniano..
▪ Salvatore, ex-eretico
ex-eretico dolciniano, amico di Remigio; parla una lingua mista di latino e
volgare.
volgare.
▪ Severino da Sant'Emmerano,
Sant'Emmerano, erborista.
erborista.
▪ Casale,, francescano 
Ubertino da Casale francescano spirituale
spirituale..
▪ Venanzio da Salvemec,
Salvemec, traduttore dal greco e dall'arabo
dall'arabo,, conoscitore dell'antica
Grecia e devoto di Aristotele.
Aristotele.
Personaggi minori
▪ Magnus da Iona,
Iona, trascrittore.
▪ Patrizio da Clonmacnois,
Clonmacnois, trascrittore.
 

▪ Rabano da Toledo,
Toledo, trascrittore.
▪ Waldo da Hereford,
Hereford, trascrittore.
▪ Contadina del villaggio, il cui nome è taciuto; è l'unica donna con la quale Adso
prova l'esperienza sessuale.
Delegazione pontificia


Bernardo Gui , inquisitore dell'ordine
dell'ordine domenicano.
domenicano.
▪ Poggetto, cardinale a capo della delegazione pontificia.
Bertrando del Poggetto, pontificia.
Delegazione imperiale (minoriti)
▪ Berengario Talloni.
▪ Michele da Cesena,
Cesena, generale dell'ordine
dell'ordine dei frati minori e capo della delegazione
imperiale.
Interpretazione dei personaggi [modifica]
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I personaggi, anche quelli minori, si offrono ad una doppia (alle volte tripla) lettura;
alcuni sono di fantasia e altri realmente esistiti.
Fra' Guglielmo, oltre ad un medievale Sherlock Holmes,
Holmes, ricorda anche in maniera
Occam,, maestro del metodo
palese il filosofo francescano inglese Guglielmo di Occam
deduttivo;; peraltro, nelle citazioni l'autore inventa una fittizia discendenza
deduttivo
discepolare di fra' Guglielmo da Ruggero Bacone,
Bacone, anch'egli filosofo d'Oltremanica
tardo-medievale. Infine, il paese di provenienza di Guglielmo si richiama a Il
mastino dei Baskerville di Conan DoyleDoyle,, autore dello stesso Sherlock Holmes. Allo
stesso modo Adso ricorda Watson, il non meno celebre aiutante di Holmes, ed
entrambi sono narratori in prima persona dei fatti.
Alcuni epiteti di Jorge da Burgos sono direttamente tratti dagli strali lanciati dal
doctor mellifluus  Bernardo di Chiaravalle contro l'origine diabolica del riso. Il
personaggio, peraltro, appare una riuscita caricatura di Jorge Luis Borges
Borges:: ciò non
soltanto per la comune cecità e per
p er l'evidente assonanza dei nomi, ma anche per la
diretta discendenza borgesiana dell'immagine della biblioteca come specchio del
mondo e persino della planimetria poligonale con cui la biblioteca dell'abbazia è
disegnata (cfr. La biblioteca di Babele).
Babele).
L'ex dolciniano Salvatore - ed il suo grido "Penitenziagite!", con cui accoglie i nuovi
venuti all'abbazia - ci riporta alle lotte intestine della chiesa medievale, alle volte
anche sanguinose, tra i vescovi cattolici e il movimento degli spirituali, portato
avanti dai seguaci di fra' Dolcino da Novara.
Novara.
Altri sono personaggi storicamente vissuti come il domenicano Bernardo Gui,
Gui,
 

Ubertino da Casale e Michele da Cesena,


Cesena, tutti primi attori della disputa francescana
tra conventuali e spirituali del periodo del papato avignonese di papa Giovanni XXII XXII  
e dell'impero di Ludovico il Bavaro.
Bavaro.
Il nome di Remigio da Varagine, ex dolciniano, può essere ricondotto al frate
domenicano Jacopo da Varagine,
Varagine, scrittore in latino, che deve la sua fama ad una
santi,, tra le quali spicca la Legenda aurea , una versione della
raccolta di vite di santi
leggenda della Vera Croce,
Croce, ripresa tra l'altro anche da Piero della Francesca per il
Fonti di ispirazione [modifica]
È d'obbligo menzionare qui che il romanzo storico con ambientazione medievale
era stato riscoperto da poco in Italia da Italo Alighiero Chiusano,
Chiusano, col suo L'ordalia.
L'ordalia.
Le diverse similarità (ambientazione temporale, genere inteso come romanzo di
formazione, e scelta dei personaggi principali, un novizio e il suo maestro, un
saggio monaco più anziano), e la notorietà che L'ordalia aveva nel 1979, che un
esperto di letteratura come Umberto Eco difficilmente ignorava, fanno ritenere
L'ordalia con molte probabilità una delle principali
p rincipali fonti di ispirazione de Il nome 
della rosa  [4].

giorno (ore canoniche nel romanzo di Eco) è un prestito dal celeberrimo romanzo
Ulisse di James Joyce
Joyce..
Per ambientare il suo romanzo, Eco si è ispirato alla Sacra di San Michele,
Michele, abbazia
benedettina monumento simbolo del Piemonte.
Piemonte.[5][6]

Titolo [modifica
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Il titolo provvisorio del libro, durante la stesura, era L'abbazia del delitto , poi Eco
aveva pensato anche al titolo Adso da Melk (ma poi considerò che nella letteratura
italiana - a differenza di quella inglese - i libri aventi per titolo il nome del
protagonista non hanno mai avuto fortuna), per approdare infine al titolo Il nome 
della Rosa tratto dal motto nominalista che chiude il romanzo: stat rosa pristina 
nomine, nomina nuda tenemus ("La rosa primigenia [ormai] esiste [soltanto] in
quanto nome: noi possediamo nudi nomi" - nel senso che, come sostenuto dai
nominalisti, non possiamo cogliere l'essenza delle cose - diversamente da quanto
sostenuto da Aristotele e dalla dottrina cattolica di san Tommaso d'Aquino d'Aquino).
).
Il titolo inoltre rimanda implicitamente ad alcuni dei temi centrali dell'opera: la frase
stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus ricorda anche il fatto che di tutte le
cose alla fine non resta che un puro nome, un segno, un ricordo. Così è per la
 

biblioteca e i suoi libri distrutti dal fuoco, ad esempio, e per tutto un mondo, quello
conosciuto dal giovane Adso, destinato a scomparire nel tempo. Ma in realtà tutta
la vicenda narrata è un continuo ricercare segni, "libri che parlano di altri libri",
come suggerisce lo stesso Eco nelle "Postille al Nome della Rosa" [7], le parole e i
"nomi" attorno cui ruota tutto il complesso di indagini, lotte, rapporti di forza, conflitti

politici e culturali [8].


Indice dei capitoli [modifica
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▪ Naturalmente un manoscritto
▪ Prologo
▪ Primo giorno
prima. dove si arriva ai piedi dell'abbazia e Guglielmo dà prova di grande acume
terza. dove Guglielmo ha una istruttiva conversazione con l'Abate
sesta. dove Adso ammira il portale della chiesa e Guglielmo ritrova Ubertino da
Casale
verso nona. dove Guglielmo ha un dialogo dottissimo con Severino erborista
dopo nona. dove si visita lo scriptorium e si conoscono molti studiosi, copisti e
rubricatori nonché un vegliardo cieco che attende l'Anticristo
vespri. dove si visita il resto dell'abbazia, Guglielmo trae alcune conclusioni sulla
morte di Adelmo, si parla col fratello vetraio di vetri per leggere e di fantasmi per chi
vuol leggere troppo
compieta. dove Guglielmo e Adso godono della lieta ospitalità dell'Abate e della
corrucciata conversazione di Jorge
▪ Secondo giorno
mattutino. dove poche ore di mistica felicità sono interrotte da un sanguinosissim
sanguinosissimoo
evento
prima. dove Bencio da Upsala confida alcune cose, altre ne confida Berengario da
Arundel e Adso apprende cosa sia la vera penitenza
terza. dove si assiste a una rissa
r issa tra persone volgari, Aymaro da Alessandria fa
alcune allusioni e Adso medita sulla santità e sullo sterco del demonio. Poi
Guglielmo e Adso tornano nello scriptorium, Guglielmo vede qualcosa
d'interessante, ha una terza conversazione sulla liceità del riso, ma in definitiva non
può guardare dove vorrebbe

sesta. dove
edificanti Bencio
sulla fa una strano racconto da cui si apprendono cose poco
vita dell'abbazia
 

nona. dove l'Abate si mostra fiero delle ricchezze della sua abbazia e timoroso
degli eretici, e alla fine Adso dubita di aver fatto male ad andare per il mondo
dopo vespri. dove, malgrado il capitolo sia breve, il vegliardo Alinardo dice cose
assai interessanti sul labirinto e sul modo di entrarvi
compieta. dove si entra nell'Edificio, si scopre un visitatore misterioso, si trova un

messaggio
che poi saràsegreto conper
ricercato segni
moltidaaltri
negromante,
capitoli, néeultima
scompare, appenaètrovato,
vicissitudine un libro
il furto delle
preziose lenti di Guglielmo
notte. dove si penetra finalmente nel labirinto, si hanno strane visioni e, come
accade nei labirinti, ci si perde
▪ Terzo giorno
da laudi a prima. dove si trova un panno sporco di sangue nella cella di Berengario
scomparso, ed è tutto
terza. dove Adso nello scriptorium riflette sulla storia del suo ordineo rdine e sul destino
dei libri
sesta. dove Adso riceve le confidenze di Salvatore, che non si possono riassumere
in poche parole, ma che gli ispirano molte preoccupate meditazioni
nona. dove Guglielmo parla ad Adso del gran fiume ereticale, della funzione dei
semplici nella chiesa, dei suoi dubbi sulla conoscibilità delle leggi generali, e quasi
per inciso racconta come ha decifrato i segni negromantici lasciati da Venanzio
vespri. dove si parla ancora con l'Abate,Guglielmo ha alcune idee mirabolanti per
decifrare l'enigma del labirinto, e ci riesce
r iesce nel modo più ragionevole. Poi si mangia il
casio in pastelletto
dopo compieta. dove Ubertino racconta ad Adso la storia di fra' Dolcino, altre storie

Adso rievoca o legge in biblioteca per conto suo, e poi gli accade di avere un
incontro con una fanciulla bella e terribile come un esercito schierato a battaglia
notte. dove Adso sconvolto si confessa con Guglielmo e medita sulla funzione della
donna nel piano della creazione, poi però scopre il cadavere di un uomo
▪ Quarto giorno
laudi. dove Guglielmo e Severino esaminano il cadavere di Berengario, scoprono
che ha la lingua nera, cosa singolare per un annegato.poi discutono di veleni
dolorosissimi e di un furto remoto
prima. dove Guglielmo induce prima Salvatore e poi il cellario a confessare il loro
passato, Severino ritrova le lenti rubate, Nicola porta quelle nuove e Guglielmo con
sei occhi va a decifrare il manoscritto di Venanzio
terza. dove Adso si dibatte nei pentimenti d'amore, poi arriva Guglielmo col testo di
 

Venanzio, che continua a rimanere indecifrabile anche dopo esser stato decifrato
sesta. dove Adso va a cercar tartufi e trova i minoriti in arrivo, questi colloquiano a
lungo con Guglielmo e Ubertino e si apprendono cose molto tristi su Giovanni XXII
nona. dove arrivano il cardinale del Poggetto, Bernardo Gui e gli altri uomini di
Avignone, e poi ciascuno fa cose diverse

vespri. dove Alinardo sembra dare informazioni preziose e Guglielmo rivela il suo
metodo per arrivare a una verità probabile attraverso una serie di sicuri errori
compieta. dove Salvatore parla di una magìa portentosa
dopo compieta. dove si visita di nuovo il labirinto, si arriva alla soglia del finis
Africae ma non ci si può entrare perché non si sa cosa siano il primo e il settimo dei
quattro, e infine Adso ha una ricaduta, peraltro assai dotta, nella sua malattia
d'amore
notte. dove Salvatore si fa miseramente scoprire da Bernardo Gui, la ragazza
amata da Adso viene presa come strega e tutti vanno a letto più infelici e
preoccupati di prima
▪ Quinto giorno
prima. dove ha luogo una fraterna discussione sulla povertà di Gesù
terza. dove Severino parla a Guglielmo di uno strano libro e Guglielmo parla ai
legati di una strana concezione del governo temporale
sesta. dove si trova Severino assassinato e non si trova più il libro che lui aveva
trovato
nona. dove si amministra la giustizia e si ha la imbarazzante impressione che tutti
abbiano torto
vespri. dove Ubertino si da alla fuga, Bencio incomincia a osservare le leggi e
Guglielmo fa alcune riflessioni sui vari tipi di lussuria incontrati quel giorno
compieta. dove si ascolta un sermone sulla venuta dell'Anticristo e Adso scopre il
potere dei nomi propri
▪ Sesto giorno
mattutino. dove i principi sederunt, e Malachia stramazza al suolo
laudi. dove viene eletto un nuovo cellario ma non un nuovo bibliotecario
prima. dove Nicola racconta tante cose, mentre si visita la cripta del tesoro
terza. dove Adso, ascoltando il "Dies irae", ha un sogno o visione che dir si voglia
dopo terza. dove Guglielmo spiega ad Adso il suo sogno

sesta.misterioso
libro dove si ricostruisce la storia dei bibliotecari e si ha qualche notizia in più sul
nona. dove l'Abate si rifiuta di ascoltare Guglielmo, parla del linguaggio delle
 

gemme e manifesta il desiderio che non si indaghi più su quelle tristi vicende
tra vespro e compieta. dove in breve si racconta di lunghe ore di smarrimento
dopo compieta. dove, quasi per caso, Guglielmo scopre il segreto per entrare nel
finis Africae
▪ Settimo giorno
notte. dove, a riassumere le rivelazioni prodigiose di cui qui si parla, il titolo
dovrebbe essere lungo quanto il capitolo, il che è contrario alte consuetudini
notte. dove avviene l'ecpirosi e a causa della troppa virtù prevalgono le forze
dell'inferno
Ultimo folio

Il nome della rosa

 
LETTURA STRUTTURALE

1 COORDINATE SPAZIALI TEMPORALI


← Il racconto si svolge in un'abbazia benedettina di cui non è noto il nome, gli unici dati
che conosciamo ci dicono che si trova sulla dorsale appenninica dell'Italia
settentrionale non lontano dal mare.

← I fatti narrati hanno inizio una mattina di fine novembre nell'anno 1327 e hanno la
durata di sette giorni; ciascuna giornata è a sua volta suddivisa secondo le ore
liturgiche.

← Il tempo della vicenda è dichiarato esplicitamente dall'autore mentre riguardo al


luogo la collocazione del monastero va dedotta da alcuni elementi presenti nel testo,
che peraltro non ci forniscono l'esatta ubicazione di esso.

← La maggior parte degli ambienti dell'abbazia viene descritta in modo preciso e


dettagliato così come appare ad Adso, che riporta anche le diverse emozioni che essi
suscitano in lui.

  All'
All'in
iniz
izio
io del
del ra
racc
ccon
onto
to tr
trov
ovia
iamo
mo una
una dell
dellee desc
descri
rizi
zion
onii più
più sign
signifific
icat
ativ
ive:
e: qu
quel
ella
la
 

dell'abbazia. Essa si trovava sopra un monte ed era circondata da una cinta di mura,
dell'abbazia.
l'unico varco era un portale da cui partiva un viale, alla sua sinistra si estendeva una
vast
va staa zona
zona di orti
orti e il giar
giardi
dino
no bota
botani
nico
co,, in
into
torn
rnoo ai baln
balnea
ea,, al
all'l'os
ospe
peda
dale
le e
all'erboristeria. Sul fondo si ergeva l'Edificio, di forma quadrangolare con quattro
torrioni eptagonali. Al centro si trovava la Chiesa alla cui destra si estendevano
alcune costruzioni che le stavano a ridosso: la casa dell'abate, il dormitorio e la casa
dei pellegrini. Sul lato destro, al di là di una vasta spianata c'erano una serie di
quartieri colonici, stalle, mulini, frantoi, granai e cantine. L'intero complesso era
orientato secondo precisi dettami architettonici.
Un ambiente interno descritto con precisione è lo scriptorium: questo occupava
l'in
l'inte
tero
ro seco
second
ndoo pian
pianoo dell
dell'E
'Edi
dififici
cio.
o. Le volt
volte,
e, sost
sosten
enut
utee da rorobu
buststii pila
pilast
stri,
ri,
racchiudevano uno spazio soffuso di bellissima luce che entrava da tre enormi
finestre per ogni lato maggiore, venticinque minori e otto alte e strette che si
aprivano sul pozzo interno. L'abbondanza di finestre faceva sì che ci fosse una luce
continua e diffusa che attraverso vetrate non colorate manteneva la sua purezza. I
posti più luminosi erano riservati agli antiquari, ai rubricatori e ai copisti. In tutto
c'erano quaranta tavoli, ognuno con tutto l'occorrente per miniare e copiare: corni da
inchiostro, penne fini, pietra pomice, regoli per tracciare linee e un leggio.
Un'altra descrizione
descrizione importante è quella che riguarda lo scenario che appare ad Adso
quando questi torna sul luogo dove sorgeva l'abbazia: delle grandi e magnifiche
costruzioni che adornavano quel luogo erano rimaste sparse rovine. L'edera aveva
ricoperto i brandelli di muro e le colonne; erbe selvatiche invadevano il terreno. Del
portale della Chiesa erano rimaste solo poche vestigia corrose di muffa, il timpano
era rotto a metà. L'Edificio sembrava stare ancora in piedi, ma al suo interno ogni
cosa era distrutta, il tetto era aperto da grandi squarci. Tutto ciò che non era verde
di muschio era ancora nero dal fumo di tanti anni prima.
 

2 PERSONAGGI

▪ I protagonisti della vicenda sono Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk, che


vengono aiutati da Severino l'erborista, Nicola il fabbro e inizialmente Bencio da
Upsala e Abbone. Questi sono opposti al vecchio Jorge, il cui aiutante è Malachia.
L'oggetto del desiderio è rappresentato dal desiderio di scoprire chi è il responsabile
della morte di vari monaci; questa indagine porta anche alla ricerca di un manoscritto
protetto accuratamente, le cui pagine sono avvelenate; esso è un volume che
raccoglie un testo arabo, uno siriano, una interpretazione o trascrizione della Coena
Cypriani
del riso. e l'unica copia del II libro della poetica di Aristotele, che trattava della liceità

 

▪ La maggior parte dei personaggi viene inizialmente introdotta da una breve


descrizione fisica; successivamente vengono caratterizzati meglio tramite il loro
comportamento e le loro azioni. Ci troviamo quindi in presenza di una combinazione
di tecniche narrative. Fa eccezione naturalmente Adso, di cui è presente solo una
descrizione indiretta.


Guglielmo da Baskerville
Baskervill e è un uomo alto e magro; ha occhi acuti e penetranti con
sopracciglia folte e bionde, naso affilato e viso allungato e coperto di lentiggini. Ha
circa cinquanta anni, ma nonostante questo si muove con inesauribile agilità Di tanto
in tanto passa svariate ore disteso in cella con un’espressione assente negli occhi,
tanto da sembrare sotto l'effetto di qualche droga. Egli appartiene all'ordine dei
francescani e ,dopo essere stato per molti anni inquisitore è stato inviato
dall'imperatore a fare da mediatore fra il Papato, l'Impero e l'ordine francescano.
Come tutti gli intellettuali dell'epoca è in possesso di un sapere enciclopedico, è
quindi dotto e sapiente e ciò gli conferisce la facoltà di affrontare ogni situazione con
la giusta sagacità e prontezza nell'agire, a cui unisce un grande spirito d'osservazione
e un eccellente acume intellettuale, come dimostra nel ricostruire il labirinto della
biblioteca da fuori. Fra i personaggi dell'epoca ammira soprattutto Guglielmo
d'Occam e Ruggero Bacone, da quest'ultimo trae un interessamento alla tecnologia e
alle nuove scoperte che insieme a curiosità e desiderio di imparare sempre qualcosa
di nuovo formano un carattere dinamico, insolito per la staticità mentale del
Medioevo. Dal punto di vista simbolico Guglielmo rappresenta la voglia di conoscere e
la razionalità.

▪  Adso da Melk, di origini tedesche, è la voce narrante della storia. Durante gli
avvenimenti è ancora un giovane ma li racconta quando ha ormai raggiunto un'età
avanzata. Egli è un novizio benedettino ed è stato affidato a Guglielmo per avere un
maestro che lo istruisca. È molto giovane e per questo ancora ingenuo e inesperto,
ma allo stesso tempo voglioso di apprendere dal suo maestro che ammira
profondamente e di cui si fida, tanto da farne il suo confessore. Nei sette giorni della
vicenda egli matura molto e cresce sia dal punto di vista spirituale che intellettuale,
chiarendosi le idee su molti dei fenomeni del tempo, fra cui le eresie e la corruzione
della Chiesa. Ma la sua ingenuità lo porta a un momento di debolezza in cui cade nel
peccato carnale con una ragazza, questo episodio lo tormenta a lungo e anche da
anziano lo ricorda molto bene continuando a esserne sconvolto. Adso rappresenta
l'inesperienza e attraverso le sue domande dà indicazioni ai lettori meno colti.Jorge
da Burgos, come già Guglielmo, è descritto con precisione nel testo; è il più vecchio
dei monaci eccetto Alinardo, è cieco ma si muove e parla come se avesse il bene
della vista. Il peso degli anni lo ha reso curvo e gli ha reso bianchi i capelli e il viso;
tuttavia la sua voce è ancora maestosa. Spesso appare improvvisamente, come se
vedesse bene; passa molto tempo nello scriptorium dispensando consigli ai monaci, i
quali lo stimano molto e sovente si rivolgono a lui. Col passare degli anni ha acquisito
influenza come
Malachia ed importanza nell'abbazia,
bibliotecario fu luiper
manovrandoli a far eleggereanni.
quaranta Abbone
Jorgecome abateileriso e
disprezza
gli esseri umani che ridono perché' essi si prendono beffe della divinità e si
 

allontanano dalla realtà. Per questo s'impone di tenere segreto il II libro della poetica
di Aristotele che giustifica e apprezza il riso; egli causa molti dei delitti che
sconvolgono l'abbazia, cospargendo le pagine di quel testo con un potente veleno. Di
questo personaggio appare un giudizio estremamente negativo in quanto
rappresenta una religiosità irrazionale e dogmatica.Abbone è abate dell'ordine
benedettino; si occupa di guidare sia spiritualmente sia materialmente la vita
all'interno dell'abbazia ed è lui a concedere la possibilità di consultare i libri della
biblioteca. Ma a volte non riesce a tenere in pugno la situazione tanto che chiede
aiuto a Guglielmo per scoprire il motivo delle morti misteriose; per tanti anni segue la
volontà di Jorge e quando tenta di ribellarsi viene ucciso da questo che lo rinchiude
in un passaggio segreto. Abbone possiede una cultura molto ampia e prova piacere a
darne sfoggio come risulta chiaro quando parla delle pietre preziose; apprezza le
ricchezze materiali e aspira all'ammirazione di tutti verso la "sua" abbazia, è inoltre
una persona conservatrice che non ama le novità. Abbone è simbolo dell'amore per i
beni materiali.Bernardo Gui è un frate domenicano impegnato come inquisitore. Ha
circa sessanta anni, è esile ma diritto e ha due occhi grigi e freddi che colpiscono
 Adso. È una persona intelligente e acuta, ma non ricerca la vera giustizia bensì vuol
trovare dei colpevoli per rafforzare la potenza della sua carica.Malachia da
Hildesheim è bibliotecario dell'abbazia, l'unico che ha accesso in queste stanze e
conosce i vari passaggi segreti. È alto e magro, con membra grandi e sgraziate, ha
occhi intensi e volto pallido e avvolto nelle vesti nere col cappuccio alzato incute
inquietudine. Sembra melanconico, severo e pensoso ma in realtà è molto semplice;
successivamente Adso capisce che è manovrato da Jorge, il quale involontariamente
causa la sua morte.Salvatore è un monaco ma assomiglia più a un vagabondo per la
sua tonaca sporca e lacera. Ha la testa rasata e sopracciglia dense e incolte, gli occhi
sono rotondi con piccole pupille e la bocca ampia e sgraziata contiene denti neri e
aguzzi. È di origini semplici e ha un passato doloroso e irregolare, avendo girovagato
per tutta l'Italia fino a unirsi alle bande di fra Dolcino. È quindi un uomo ignorante e
rozzo senza un compito all'interno dell'abbazia, procura ragazze al cellario e per
questo viene catturato da Bernardo Gui.Remigio è il cellario dell'abbazia, cioè colui
che si occupa
aspetto volgaredell'amministrazione
ma gioviale, canutoeedell'approvvigionamento.
piccolo ma ancora robusto È un uomo pingue
e veloce. La sua e di
religiosità non è molto forte, infatti aveva aderito a un movimento eretico e
commette peccati di lussuria, per questo è processato e condannato da Gui.Severino
da Sant'Emmerano è il padre erborista, che si occupa dei balnea, dell'ospedale e
degli orti. Ha raccolto molte erbe e piante medicinali e fornisce a Malachia sostanze
che provocano visioni, la sua cultura nel campo dell’erboristeria è molto ampia. Cerca
sempre di aiutare Guglielmo e infatti è l'unico che trovato il libro non lo apre
immediatamente ma avverte i protagonisti.Nicola da Morimondo è il maestro vetraio
dell'abbazia e si occupa delle fucine, è molto utile a Guglielmo nel ricostruirgli le sue
lenti, è una persona affidabile e infatti viene nominato cellario dopo la cattura di
Remigio.Alinardo da Grottaferrata è il più vecchio dei monaci. Trascorre gran parte
delle
pazzo,sue
magiornate
in veritàtra le pianteun’ottima
conserva e in Chiesa e vieneedconsiderato
memoria da tutti uno
è utile a Guglielmo per sciocco
il
ritrovamento del passaggio che porta alla biblioteca.Ubertino da Casale era un frate
 

francescano spirituale che si era trovato in contrasto col Papa riguardo a questioni
sulla povertà del clero e per questo e stato accolto dai benedettini. All'arrivo della
delegazione papale è costretto a fuggire. È un vecchio dal volto liscio, la testa senza
capelli, grandi occhi celesti, pelle candida e bocca sottile tanto da sembrare un
fanciulla avvizzita.Bencio da Upsala è un giovane monaco scandinavo, studia retorica,
in lui si agitano fremiti d'indipendenza e accetta con faticai vincoli riguardanti la
biblioteca. Inizialmente aiuta Guglielmo nell'indagine rivelandogli la relazione tra
Berengario e Adelmo ma successivamente, venendogli offerto il posto di aiuto
bibliotecario, ha un atteggiamento di chiusura nei confronti del francescano.
Berengario da Arundel è l'aiuto bibliotecario, è giovane, dal volto pallido e dal corpo
bianco e molle. Soffre di convulsioni e spesso la notte fa bagni tiepidi.
Successivamente Guglielmo scopre che ha commesso un peccato carnale con Adelmo
e ha usato la possibilità di accedere alla biblioteca per procurarsi merce di scambi, ciò
gli costa la vita quando decide di leggere lui stesso il misterioso libro.Venanzio da
Selvemec è un traduttore dal greco e dall'arabo, che apprezza molto Aristotele. Viene
trovato ucciso la mattina del secondo giorno in un orcio pieno di sangue suino.
▪ Tutti i personaggi sono per lo più statici. Ognuno ha infatti una precisa funzione
all'interno del romanzo e mantiene intatte le proprie idee senza introdurvi
cambiamenti. Tutti infatti, da Jorge ad Abbone, sono convinti di possedere l'unica
verità.

Fa eccezione Adso che si pone in un atteggiamento diverso, egli è infatti disponibile a


imparare e a mettere in discussione le proprie idee; grazie a questo matura molto col
passare dei giorni ricevendo insegnamenti e esaminando meglio argomenti religiosi
(ad esempio le eresie), in generale impara a non fermarsi alle impressioni esteriori.
 

▪ IL NARRATORE E IL NARRATARIO

▪ Il narratore è interno alla storia ed è autodiegetico in quanto è uno dei protagonisti:


si tratta infatti di Adso da Melk che, già vecchio, racconta un episodio della sua
giovinezza.

▪  Adso è l'unico narratore, è presente quasi sempre una focalizzazione interna in


quanto gli avvenimenti vengono analizzai dal punto di vista dell'Adso diciottenne;
solo a volte interviene l'Adso ottantenne per spiegare alcune situazioni.


Il("lascio
narratario è esterno
questi alla storia
fogli a quelli in quanto Adso si rivolge alle generazioni future
che verranno").

 

▪ Si può rilevare uno sdoppiamento nel narratore: l'Adso agens che vive l'esperienza e
l'Adso scrittore che la trascrive: solo quest'ultimo è onnisciente in quanto conosce già
l'esito dell'indagine e dell'incontro delle delegazioni e comprende comportamenti e
azioni che l'Adso giovane non si spiegava.

▪ Il narratore conosce più fatti e pensieri degli altri personaggi in quanto narra gli
avvenimenti quando sono terminati.

▪ Le tecniche utilizzate maggiormente sono il discorso raccontato per le descrizioni,


quello diretto per i molti dialoghi riportati e il discorso indiretto per le situazione
raccontate da Adso. A volte ci sono personaggi che riflettono o raccontano episodi, in
questo caso è presente il monologo.


▪ LA CATENA CRONOLOGICA

▪ Gli avvenimenti non sono narrati nell'ordine fabula in quanto l'intera catena di omicidi
è ricostruita solo al termine della vicenda così come nel corso del romanzo appaiono
nuovi elementi sul passato di alcuni monaci (Jorge, Remigio, Salvatore...).

▪ Tutto il romanzo si presenta come un grande flashback in quanto è il ricordo di


un'esperienza vissuta in gioventù da Adso. All'interno di questa sono presenti altri
flashback, alcuni sono necessari per spiegare la catena di omicidi, altri raccontano di
avvenimenti
della morte diesterni all'abbazia,
frate Michele. Ognicome
tantoadèesempio
presenteilanche
racconto di Salvatore
qualche e il ricordo
anticipazione come
quella riguardante l'esito del viaggio in Francia di Michele da Cesena.

▪ Il punto culminante della vicenda è individuabile nella sera del sesto giorno in cui
Guglielmo è ad un passo dal risolvere il mistero; nonostante l'abate gli abbia tolto
l'incarico di investigare, Guglielmo con Adso penetra in biblioteca e riesce a dare la
soluzione dell'enigma che consente loro di entrare nel Finis Africae.

▪ SITUAZIONE INIZIALE: Guglielmo e Adso arrivano all'abbazia inviati dall'imperatore


per partecipare
arrivo ad un aincontro
Abbone chiede tra di
Guglielmo frati
farfrancescani e unadel
luce sulla morte delegazione papale. Al loro
giovane monaco
 Adelmo, il cui corpo è stato ritrovato in un precipizio.
 

▪ EVENTO COMPLICANTE: Accadono molti fatti strani nell'abbazia e vengono uccisi


 Venanzio, Berengario, Severino e Malachia. SVILUPPO DELL'AZIONE: Guglielmo
interroga molti monaci e penetra in biblioteca riuscendo ad intuire quasi per intero la
verità. Intanto vengono arrestati e condannati Salvatore e Remigio e ha luogo
l'incontro tra le due delegazioni che termina con esito negativo.CONCLUSIONE: I due
protagonisti riescono ad entrare nel Finis Africae e qui trovano Jorge e il libro
misterioso. Finalmente si riesce a ricostruire la verità e a trovare il colpevole ma
Jorge tenta di nascondere il libro e riesce a distruggerlo scatenando un incendio che
presto si estende a tutta l'abbazia. Dopo vani tentativi di spegnere le fiamme tutti
abbandonano il monastero che arde per tre giorni e tre notti.
▪ Per quanto riguarda la durata spesso il tempo della storia e quello del racconto
coincidono , ci sono quindi molte scene. Si possono trovare però anche alcune pause
in cui interviene l'Adso ottantenne che spiega alcune cose, è il caso ad esempio del
resoconto sulla lotta fra frati spirituali e curia papale che ci viene presentato quando
appare Ubertino. Dal punto di vista dell'ordine invece spesso il discorso descrive fatti
avvenuti in precedenza, ci sono quindi anacronie.

▪ STILE

▪ La varietà di linguaggio più usata è quella formale. Quando però il narratore riporta
discorsi diretti è presente un linguaggio che cambia a seconda della cultura e del
grado di istruzione di chi parla; esso va da quello colto di Abbone a quello gergale di
Salvatore.

▪ Il suono assume importanza nella scelta delle parole soprattutto in presenza di


descrizioni, i suoni delle parole aiutano infatti a intuire l'effetto e l'atmosfera che i
vari luoghi suscitano.

▪ Nel testo sono presenti arcaismi, termini insoliti, frasi interamente in latino e anche
nel dialetto tedesco parlato da Adso. Spesso c'è una forte presenza di aggettivazione.
Sono presenti alcune parole chiave che ricorrono spesso nel testo : libro , riso , Finis
 Africae , eresie e biblioteca.


Spesso nel testo
ogni elemento si trova
viene il linguaggio
evidenziato figurato,allegorico,
il significato soprattutto
ciònelle
non descrizioni
stupisce in in cui di
quanto
nel Medioevo ogni cosa era costruita secondo significati religiosi e simbolici e ogni
 

elemento aveva un diverso significato. L'intera narrazione dell'indagine può essere


intesa come metafora della ricerca filosofica della verità.

▪ L'autore adatta il tono al contenuto del romanzo e poiché vengono narrate morti,
raggiri e lotte il tono predominante è drammatico e referenziale. Solo a volte esso
diviene ironico quando sottolinea situazioni paradossali, ad esempio quando
Guglielmo dice di aver visto il cranio di Giovanni Battista all'età di 12 anni.

 
LETTURA SOCIOLOGICA

1 IL TEMA O I TEMI

▪ Il tema centrale dell'opera è rappresentato dallo svolgersi delle indagini di Guglielmo


e Adso riguardanti una serie di omicidi di monaci che Hanno turbato la tranquillità
dell'abbazia. Questa indagine allegoricamente simboleggia la ricerca di una verità


assoluta a cui tende la filosofia , una ricerca condotta con razionalità e logica.

▪ Sono presenti molti temi minori: uno tratta dei contrasti all'interno dei vari ordini
religiosi sulla povertà del clero, esso è approfondito in una pausa iniziale e nel
resoconto dell'incontro tra i rappresentati del papato e quelli dei francescani. Altro
tema di una certa importanza è quello riguardante le eresie che in quegli anni
nascevano numerose; è presente in alcune spiegazioni ricevute da Adso, nel ricordo
di lui della condanna di un fraticello e nelle confessioni di Salvatore e Remigio. Ogni
dotta conversazione fra i vari monaci ( ad esempio sul riso ) ci introduce un tema
diverso.

▪ I temi minori sono dichiarati esplicitamente dai personaggi della storia, i quali spesso
esprimono anche le proprie opinioni.

▪ L'opera è stata scritta tra il 1978 e il 1980.


▪ Il romanzo può attirare diverse categorie di lettori: si può essere attratti dalla trama
e dai colpi di scena, dalle discussioni e dai dibattiti filosofici o dalla fedele
ambientazione nel medioevo.

▪ Lo stesso Umberto Eco ha dichiarato di aver scritto questo libro " per semplice gusto
fabulatorio " e " perché glie ne è venuta voglia " , quindi solo perché ama scrivere;
 

afferma anche che è consolazione di uno scrittore il fatto che si possa scrivere per
puro amore di scrittura .

Il libro ha avuto un grande successo internazionale, è stato tradotto in molte lingue


ed è rimasto a lungo in testa alle classifiche di vendita italiane. Dalla storia è anche
stato tratto un film.

"Il nome della rosa" di Umberto Eco

Umberto Eco

Umberto Eco,
Eco, filosofo d'arte italiana e scrittore. Lui è il fondatore della cultura semiotica. Il
suo romanzo "Il nome della rosa"
rosa" è noto ad un grande pubblico. Eco è nato il 5 Gennaio
1932 ad Alessandria. Dopo lo studio dal 1954 al 1959 ha prestato servizio in una nota
società radiofonica statale (RTI). Inoltre lavorava anche come docente per l'l'estetica
estetica  
all'università di Torino (1956-1964), dopo due anni all'università a Milano. Nel 1966 diventa
professore per la comunicazione visiva a Firenze. Durante la sua attività a Firenze
presentò le sue relazioni con i relativi titoli: La struttura assente (1968), che nel 1976 la
presentò nella versione aggiornata con il seguente titolo: Trattato di semiotica generale
che ha persino tradotto in tedesco. Dopo che Eco nel 1969 ha insegnato per due anni al
politecnico milanese, diventò nel 1971 professore di semiotica a Bologna e ha conosciuto
tanti professori delle università americane. Con i suoi studi teoretici sulla estetica
estetica  
medioevale, della storia degli spettri e della analisi dei segni e del significato si fece noto
nel circolo accademico ed anche nel mondo. La sua popolarità in Italia l'ha ricevuta dai
articoli apparsi in importanti giornali e settimanali. Nel mondo
m ondo e molto conosciuto per i suoi
due romani popolarissimi, cioè dal romanzo Il nome della rosa (1981), che si rivelò una
storia con il protagonista nei ruolo di un detective che si svolge in un monastero nell'anno
1327. L'altro romano molto noto si intitola Il pendolo di Foucault (1988), un romano irreale
su un gruppo di intellettuali. Sul romanzo Il nome della rosa è stato prodotto un film (1986)
con la regia di Jean-Jacques Annaud,
Annaud, noto regista francese.

Trama

Questo romanzo scritto da Umberto Eco fu pubblicato nell'ottobre nel 1980 e racconta gli
eventi accaduti in un'abbazia nell'arco della settimana. Nel prologo, Adso, il narratore, si
presenta, dà informazioni sul periodo storico della sua giovinezza, e infine descrive la
figura di Guglielmo da Baskerville (il dotto francescano inglese al cui servizio era stato

posto), impegnato, nel novembre 1327, in una difficile missione, per ricomporre i contrasti
che oppongono, il nome della povertà della chiesa, i francescani minorati ai fedeli del papa
Giovanni XXII, in un periodo in cui dilagano i movimenti ereticali Nel luogo in cui
 

avvengono gli incontri tra le due delegazioni religiose, ovvero ai piedi della roccia su cui
sorge l'abbazia, Guglielmo da prova della sua capacità di osservazione: Fa ritrovare infatti
il cavallo dell'abate, sfuggito ai monaci limitandosi a decifrare i segni lasciati nella fuga.
Nell'abazia, Adso e Gugliemo visitano i luoghi più significativi e in particolare lo
scriptorium, il luogo in cui vengono copiati e illustrati i manoscritti antichi, e la biblioteca

dalla struttura labirintica in cui l'accesso era consentito solo al bibliotecario, e li faranno la
la
conoscenza dei protagonisti della vicenda: Umbertino da Casale, L'abate Umbertin da
Casale, L'erborista Severino, Il bibliotecario Malachia, alcuni giovani traduttori e scribi, il
cellario Remigio che era l'addetto alle provviste, il servo Salvatore, e infine un vecchissimo
monaco cieco, Jorge da Burgos che non era altro che l'ex bibliotecario. Ma soprattutto
vengono a sapere della recentissima e misteriosa morte del giovane Adelmo da Otranto,
espertissimo minatore; Guglielmo è incaricato di indagare le cause. Il secondo giorno si
apre con un efferato delitto: Dalla vasca dove è raccolto il sangue dei maiali si intravede
un cadavere, che dopo essere identificato, si scopre essere il corpo di Venazio da
Salvemec, un sapiente di "cose greche". Guglielmo indaga anche sulla nuova morte e,

interrogando Bencio approposito di libri e dei componimenti peccaminosi del giovani


monaci, l'attenzione del giovane si rivolge sempre di più alla biblioteca e alla sua struttura,
scoperto un passaggio segreto, decide di accedervi. I due, entrati nel labirinto rischiano di
perdersi a causa di visioni fantastiche. Il terzo giorno si apre con la scomparsa di
Benengario. Mentre lo si cerca inutilmente, Adso ha modo di conoscere il grande fiume
ereticale e, da Ubertino, apprende la storia di Fra' Dolcino: Il capo carismatico dell'eresia.
Entrato da solo in biblioteca il novizio ne fugge spaventato ma per incontrare nella grande
cucina dell'abbazia una splendida fanciulla una ragazza del villaggio, che lo conquista ae
lo avvia a piaceri dell'amore. È Guglielmo a ritirarlo, in sovrastano:Proprio una sua parola
spinge Gugliemo ai palnea,dove scopre in una vasca piena d'acqua acqua,, il corpo di
Berengario. Il quarto giorno è dominato dall'orrore per l'annegato; Ma Gugliemo dopo
un'attento esame del cadavere, Propende con l'erborista Severino, per un avvelenamento.
Mentre si scoprono i legami con gli eretici di Remigio e di Salvatore, arrivano all'abbazia i
rappresentanti dei minori e del Papa. Gugliemo non rinuncia a trovare nel labirinto, ma
ancora una volta il segreto è impenetrabile a causa del buio della notte, e Salvatore è
sorpreso ad amoreggiare davanti alla cucina con la ragazza amata da Adoso, subito
imprigionata con l'accusa di essere una strega. L'attenzione nel quinto giorno sembra
essere soprattutto polarizzata dalle due legazioni e delle loro dotte disquisizioni Sulla
povertà di Gesù e sul potere temporale della Chiesa; Ma di nuovo un delitto riporta ogni
interesse ai ministeri dell'abbazia. Dopo aver parlato a Gugliemo di uno strano libro,
Severino viene scoperto con la testa spaccata. Trovato al suo fianco, il cellario è accusato
dell'assassinio, nonostante la sua protestata innocenza; La giustizia nell'abbazia è ormai
amministrata dai legati del Papa, e, mentre Umbertino da Casale preferisce la fuga, un
sermone di Jorge da Burgos ammonisce tutti sulla prossima venuta dell'Anticristo. Alle
prime luci dell'alba del sesto giorno, stramazza al suolo il bibliotecario Malachia. È la
quinta morte misteriosa. Gugliemo si accorge che, come la lingua di Berengario, anche i
 

polastrelli delle prime tre dita della mano destra di Malachia sono scuri. È il segno del
veleno. Decide dunque di non desistere dalle ricerche, nonostante il diferso parere
dell'abate e dei legati papali, e quindi di allargare le indagini al passato dell'abbazia e
soprattutto agli ex bibliotecari. Scopre infine il segreto per entrare nella parte più nascosta
del labirinto, la dove i misteri possono sciogliersi. Nella notte tra il sesto e il settimo giorno,
Gugliemo e Adso ritornano nella biblioteca. Mentre vi arrivano arrivano sentono i vagiti di
una persona agitarsi moribonda chiuso in un intercapedine nella parete, ormai in preda al
soffocamento, il sesto morto poi, si rivelerà essere proprio l'abate stesso. Nel punto più
interno trovano invece il vecchio Jorge da Burgos. Il mistero si svela: Nella biblioteca è
conservato il secondo libro della poetica di Aristotale, ma Jeorge lo ha sempre tenuto
nascosto, impedendone assolutamente
assolutamente la lettura di esso. Il libro era dedicato al riso, e
avrebbe potuto insegnare che "liberarsi dalla paura del diavolo è sapienza". Per questo il
vecchio ne aveva cosparso le pagine di un potentissimo veleno. Jorge è ora sconfitto, ma
non si da per vinto. Tenta di distruggere lui stesso il volume inghiottendone le pagine
avvelenate, e nella mischia che segue,appicca il fuoco alla biblioteca. Esso sarà il settimo
morto. Va così perduto definitivamente il secondo libro della Poetica. Il romanzo si
conclude con un ultimo folio:Informa che l'intera abbazia, cui le fiamme si sono estese,
sono state arse per "tre giorni e tre notti" ma Adso e Gugliemo hanno già ripreso la loro
strada,e presto si separeranno per mai più rivedersi.

PROLOGO Jacques Saunière, direttore del Louvre, ha un


inaspettato incontro notturno con un proiettile (gentilmente
fornito da un killer albino alto due metri appartenente
all'Opus Dei) che gli trapassa lo stomaco. Prima di morire
dissanguato nel salone principale del suo museo, l'anziano
direttore deve riuscire a passare a qualcuno un terribile
segreto che potrebbe cambiare la storia dell'umanità intera.
CAPITOLO 1 Robert Langdon, professore americano di simbologia
religiosa, viene svegliato nel cuore della notte da una
telefonata del portinaio del suo hotel (il Ritz di Parigi,
tanto per farvi capire perché i professori italiani tendono a
cercare lavoro all'estero). Portinaio: "Qui è la portineria,
Monsieur, c'è una persona che chiede di lei. Insiste che è
urgente" RL: "posso sapere chi è?" Portinaio: "in teoria si,
però non glielo dico perché altrimenti il lettore smetterebbe
di fremere di curiosità e si annoierebbe" RL "capisco"
(riappende il telefono) Dopo pochi secondi appare il tenente
Collet della polizia parigina bussa alla porta di RL, lo
informa della morte di Saulniere, gli mostra la foto del
cadavere in posa plastica e tutto pasticciato col sangue e lo
invita ad andare con lui al Louvre per aiutarlo nelle
indagini. CAPITOLO 3 Lo spazio-tempo viene alterato in modo
da rendere necessario un intero capitolo di riflessioni e
divagazioni per andare dal Ritz al Louvre, che stanno a poche
centinaia di metri l'uno dall'altro. CAPITOLO 4 La piramide

del Louvreera
Mitterand è costruita con 666
un satanista. lastre6 di
CAPITOLO vetro, quindi
L'Ispettore Fache
porta finalmente RL sulla scena del delitto. La Grande
 

Galleria è illuminata solo da una tenue luce rossastra,


mentre l'illuminazione principale viene lasciata spenta per
permettere allo scrittore di tirare in lungo con le
descrizioni e i dialoghi e impedire al RL di vedere il corpo
dell'anziano JS prima di un adeguato crescendo di tensione.
Finalmente il cadavere fa la sua comparsa in scena e
scopriamo così che, prima di morire, JS è andato dall'altra
parte della Galleria, si è spogliato completamente e si è
disegnato un pentacolo intorno all'ombelico. CAPITOLO 8 Prima
di fare questo però JS ha usato un pennarello speciale per
tracciare sul pavimento alcune scritte visibili solo ai raggi
ultravioletti, e più precisamente: 1) un enorme cerchio
dentro al quale si è poi sdraiato a gambe e braccia
spalancate per fare l'imitazione dell' Uomo Vitruviano di Da
Vinci 2) le scritte "13-3-2-21-1-1-8-5", "O, draconian
devil", "Oh, lame saint", "PS, trova Robert Langdon" Questo
ovviamente non può che significare una cosa: ossia che la
Chiesa sta cercando di distruggere il femminino sacro e che
JS faceva parte della Wicca, teneva un blog, era vegetariano
e aveva una sfrenata passione per i gatti. CAPITOLO 9-16
Arriva sulla scena del delitto anche Sophie Neveu che, come
dice il nome stesso, è la nipote di JS e anche, casualmente,
agente di polizia nella sezione di crittologia. Scopriamo
che: 1) RL è pesantemente sospettato dell'omicidio, viene
tenuto sotto stretta sorveglianza, ha una microspia nella
tasca della giacca. 2) "13-3-2-21-1-1-8-5" è l'anagramma di
"1-1-2-3-5-8-13-21" 3) I messaggi segreti di JS non erano
destinati alla Polizia, ma alla propria adorata nipotina
Sophie. Infatti la sua posizione da Uomo Vitruviano serviva
proprio per attirare la sua attenzione, visto che
probabilmente vedere la foto del proprio nonno morto e
sdraiato tutto nudo nel Louvre con un pentacolo disegnato sul

petto non
aiutare RLl'avrebbe
a fuggire incuriosita
dal Louvre. abbastanza. SN decide di
CAPITOLO 17-18-19-20-21-22-
23-24-25-26 SN e RL passano un bel po' di tempo nascosti nelle
toilettes del Louvre, mentre l'Ispettore Fache insegue una
saponetta per le vie di Parigi, pensando che si tratti di RL.
Cercando di non annegare nel mare di divagazioni più o meno
noiose e banali sui tarocchi, i pentacoli, le proporzioni
divine, Leonardo, la Gioconda e gli anagrammi, il lettore
scopre che JS era a capo di un'importante setta segreta e che
la sua nipotina Sophie l'aveva visto fare una cosa così
terribile, così terribilissima, ma così talmente
terribilissima che non la potrà rivelare fino al capitolo 74.
CAPITOLO 27 Fache arresta la saponetta e la costringe a

confessare di essere RL, poi chiama i poliziotti che sono


rimasti al Louvre e gli intima di entrare nella Grande
Galleria e di arrestare anche SN. CAPITOLO 28 RL e SN
 

risolvono infine gli anagrammi di cui al Capitolo 8, si


recano davanti al quadro della Mona Lisa (il cui nome
richiama ancora una volta al simbolismo femminile, come
qualunque veneto potrebbe confermare) e vi trovano un nuovo
indovinello di JS: "So dark the con of a man".Il riferimento
al femminino sacro è ovvio ed evidente, visto che "con" è il
nome francese di quello che in veneto viene chiamato "mona".
I nostri due eroi non riescono però a capire cosa possa
significare esattamente la frase "così oscura è la figa di un
uomo", e mentre meditano sul da farsi vengono raggiunti da
uno dei poliziotti presenti all'interno del Louvre che gli
punta la pistola e gli intima di fermarsi. CAPITOLO 30 SN
minaccia il poliziotto brandendo un quadro di Leonardo (più
"Madonna on the rocks
precisamente il celebre "Madonna rocks",
", in cui la
Vergine prepara un cocktail all'angelo Uriele), si fa
consegnare la pistola e scappa insieme a RL e tenendo in
pugno una misteriosa chiave che il nonno aveva nascosto
dietro al quadro. Ovviamente il nome del quadro era la
soluzione del difficilissimo indovinello sulla figa oscura.
CAPITOLO 32 RL e SN scappano a bordo di una Smart. La polizia
appostata intorno al Louvre scambia la macchina per una
saponetta a quattro ruote e la lascia passare. CAPITOLO 35 RL
e SN fingono di comperare un biglietto del treno ma in realtà
prendono un taxi per andare ad aprire la cassetta di
sicurezza il cui indirizzo è stato scritto dall'infaticabile
JS su retro della chiave misteriosa usando l'ormai celebre
pennarellone ad inchiostro invisibile. Ovviamente SN ha in
tasca una torcia a luce ultravioletta e può quindi leggere il
messaggio lasciatole dal nonno. CAPITOLO 37 Per arrivare
all'indirizzo scritto sulla chiave occorre attraversare il
Bois de Boulogne, celebre luogo in cui si celebra la fusione
tra il femminino e il mascolino. Durante l'attraversamento

del parco
preda alloun travone
shock, mostra
inizia l'uccello
a delirare alsanto
sul Professore
Graal,che,
i in
Templari e il Priorato di Sion. CAPITOLO 38 Il tassista,
terrorizzato dai deliri di RL decide di chiamare la polizia.
SN, essendo della Polizia, si affretta a rispondere
puntandogli la pistola alla tempia e intimandogli di scendere
dal taxi. CAPITOLO 40-41-42-43-44-45 I due fuggiaschi arrivano
all'indirizzo indicato sulla chiave, che si rivela essere la
sede di una filiale della Banca di Zurigo, infilano la
chiave, digitano la sequenza di Fibonacci, recuperano il
contenuto della cassetta (che, contrariamente alle
aspettative, non è il Graal) e, con la complicità del
direttore della banca, passano sotto al naso della polizia
nascosti dentro ad un furgone portavalori. CAPITOLO 46-47-48
La scatola misteriosa non è il Graal, ma contiene qualcosa
che può dare preziose indicazioni sul suo ritrovamento, a
 

patto che si riesca a indovinare la misteriosa parola di


cinque lettere che la farà aprire. Il Graal comunque non è
una coppa ma qualcos'altro di molto più importante che è così
sconvolgente che la sua vera natura non verrà rivelata fino
al capitolo 60CAPITOLO 49 Il banchiere svizzero cambia idea,
minaccia con una pistola SN e RL e si fa consegnare la
scatola, poi si fa dare una sportellata in faccia e si
accascia al suolo. I due avventurieri scappano con il furgone
portavalori alla ricerca di aiuto. CAPITOLO 51-52-53-54
L'aiuto cercato è quello di Sir Leigh Teabing, storico
inglese che abita in un gigantesco castello nella zona di
Versailles e maggior esperto mondiale di Graal e dintorni. Il
fatto che sia immensamente ricco e che abiti in un castello
pieno di ogni sorta di opera d'arte preziosissima
implicherebbe ovviamente il fatto che sia circondato da un
sistema di sorveglianza di prim'ordine e che ci siano
guardiani armati tutt'intorno al parco. Però questo
intralcerebbe il normale svolgimento della storia, quindi Sir
LT vive con la sola compagnia del fedele maggiordomo Rémy.
CAPITOLO 55 Il Graal non è un vero calice, ma qualcosa che è
adatto a contenere qualcosa di molto prezioso. CAPITOLO 56 Il
Graal è quello che la Chiesa cerca in ogni modo di
demonizzare e di mettere sotto una cattiva luce. Il Graal è
quello che i cavalieri cercavano in ogni modo di ottenere e
che i Trovatori cantavano nelle loro poesie. Il Graal è...

CAPITOLO 57 La polizia circonda la casa di Sir LT, nella quale


è appena entrato il killer albino gigante del capitolo 1.
CAPITOLO 60 Il Graal è Maria Maddalena, che ha la funzione di
calice per il Santissimo Sperma di Gesù Cristo. I Templari
hanno recuperato un tot di documentazione sulla vita
matrimoniale di Gesù e sulla sua discendenza e l'hanno usata

per ricattare la Chiesa, che però poi si è incazzata e li ha


sterminati tutti. Al Priorato di Sion, custode del Graal,
piace la vagina, mentre alla Chiesa non piace.
piace . I Merovingi
erano tutti figli di Gesù. CAPITOLO 61 RL inizia a delirare
pesantemente. "Il flauto magico parla del Graal!" "Leonardo
parla del Graal!" "Botticelli parla del Graal!". Poi guarda
il suo orologio di Topolino ed esclama: "Anche Topolino parla
del Graal! Walt Disney era un massone! Biancaneve è Maria
Maddalena! La mela avvelenata è una vagina! La sirenetta ha
un blog!" CAPITOLO 62-63-64-65-66-67 Il Killer albino
dell'Opus Dei entra in azione per recuperare la scatola
misteriosa e si fa prontamente abbattere dall'anziano e
poliomielitico professore inglese. La Compagnia del Graal
fugge su un fuoristrada, portandosi dietro il gigante albino
legato ed imbavagliato. CAPITOLO 68 RL, SN, Sir LT, il
maggiordomo francese Rémy e il gigante albino Silas salgono
 

sull'aereo privato dello storico inglese e partono per


Londra, sfuggendo così alla polizia francese. CAPITOLO 71
Nascosta sotto la scatola c'è una misteriosa iscrizione
apparentemente incomprensibile. Sembrerebbe una specie di
corsivo scritto all'incontrario, simile alla scrittura usata
da Leonardo Da Vinci nei suoi appunti. I due esperti di
simbologia iniziano ad accapigliarsi per cercare di decidere
di che misteriosa lingua si tratti: "sembra una lingua
semitica, ma non riesco a vedere i nekkudot!" "probabilmente
è una traslitterazione sefardita!" "Io direi piuttosto che
sembra un commentario di rashi, oppure uno STa''M delle
corone!". Dopodiché interviene Sophie, che guarda le scritte
ed esclama "hey, ma è inglese scritto al contrario con la
grafia di Da Vinci!". CAPITOLO 72 La scritta misteriosa è
l'ennesimo indovinello del mefistofelico JS: "Un'antica
parola di saggezza libera questo rotolo e ci aiuta a
mantenere unita la famiglia di Lei, dispersa. Una pietra
venerata dai templari è la chiave e Atbash ti rivelerà la
verità" Inizia la discussione tra esperti: RL "sono
pentametri giambici! Yin e Yang! Il pentacolo di Venere!
L'eterno femminino sacro!" Sir LT "e per di più sono in
inglese!" RL "Dobbiamo trovare una parola di saggezza!" Sir
LT "Atbash!" CAPITOLO 74 Davanti a tutti questi misteri
misteriosi e incomprensibili, Sophie decide di raccontare il
terribile segreto che da dieci anni turba il suo cuore. SN:
"un giorno sono andata a casa del nonno e c'erano delle
persone mascherate che intonavano inni misteriosi" RL:
"evidentemente una qualche cerimonia del Priorato di Sion, di
cui tuo nonno era Gran Maestro." SN: "e al centro della folla
osannante c'era mio nonno che faceva sesso con una donna" RL:
"stava senza dubbio celebrando l'Hieros Gamos, l'antico
rituale di unione mistica con i Sacro Femminino. ma che cosa

è successo
faceva poi?
sesso conche
miocosa tiera
nonno ha un
turbato?" SL: "la donna
po' sovrappeso" che
RL: "Santo
cielo, ma è terribile! Una donna sovrappeso! Posso capire che
questo ti abbia sconvolto così profondamente" SL: "..." RL:
"la notizia mi sconvolge talmente tanto da non farmi notare
l'assurdità del fatto che il Gran Maestro segreto di una
setta segretissima che custodisce un segreto
supersegretissimo organizzi le orgette a casa sua." SL: "e
che non lasci nessuno alla porta di casa per controllare che
nessuna nipotina curiosa venga a sbirciare" RL: "già, hai
ragione. ma d'altronde questo libro è tutto pieno di misteri
insondabili, non sarà certo questo piccolo dettaglio a
turbare il lettore" CAPITOLO 75-76-77-78 Finita la parentesi
pettegolosa, i protagonisti del libro ricominciano a cercare
la soluzione all'enigma che gli permetterà di trovare il
Graal. RL: "Un'antica parola di saggezza di 5 lettere...
 

Sophie, come si dice 'saggezza' in greco?" SL: "Non saprei."


Sir LT: "Non si dice 'SOFIA'?" RL: "Uhm, lasciami
pensare...no, nessun Gran Maestro userebbe il nome della
propria nipote come password per un segreto così importante e
delicato. Dev'essere qualcosa di più difficile" Sir LT: "La
pietra venerata dai Templari... non potrebbe essere
Bafometto?" RL: "Si, mi sembra un'ottima intuizione. Adesso
prendiamo la parola "Bafometto", scriviamola in ebraico,
invertiamo l'alfabeto ebraico e riscriviamola di nuovo, poi
sostituiamo il Vav con la 'o', la 'Sh' con la 'S' e la 'Ph'
con la 'F'. Cosa otteniamo?" SN: "SOFIA" RL: "evviva! abbiamo
trovato la soluzione! ci abbiamo messo 4 capitoli, ma ne
valeva la pena!"CAPITOLO 79-80-81 L'aereo di Sir LT atterra in
un piccolo aeroporto nelle vicinanze di Londra, dove viene
accolto dalla polizia Britannica pronta ad arrestare i due
ricercati e a prendersi cura del loro prigioniero albino. Ma
i nostri eroi sono troppo scaltri per farsi fregare da un
bobby qualunque, così riescono a saltare giù dall'aereo e a
rifugiarsi nella limousine del ricco storico inglese, senza
che nessuno si accorga di nulla. Il tutto, ovviamente,
trascinando il corpo del killer albino gigante. Un'altra
anomalia spazio-temporale consente loro di "nascondersi"
nello spazio tra i sedili posteriori e quelli anteriori della
Jaguar di Sir LT senza che la polizia veda nulla. CAPITOLO 82
Il nuovo enigma da risolvere nella caccia al tesoro che ha
come premio il Graal è questo: "A Londra giace un Cavaliere
sepolto da un Papa. Il frutto del suo lavoro ha incontrato
una collera santa tu cerchi la sfera che dovrebbe essere
sulla sua tomba parla di carne rosata e di ventre inseminato"
RL: "abbiamo già fatto la battuta sul fatto che i 'Sir'
inglesi siano cavalieri, come i Cavalieri Templari?" SN: "si,
certo, a pagina 258, prima di andare da Sir LT" RL: "abbiamo

già parlato
Maestro del fattodi
del Priorato che Sir Isaac
Sion?" Newton
SN: "a era
pagina un Gran
383" RL:
"abbiamo fatto riferimento più e più volte alle dispute tra
Chiesa e Scienza, con particolare riferimento
all'astronomia?" SN: "ma si, abbiamo anche ambientato una
parte della storia all'Osservatorio Astronomico della Specola
Vaticana".RL: "l'enigma in versi parla di un frutto che ha
causato l'ira di Dio, di qualcosa di tondo, di carne rosata e
di semi al suo interno." SN: "e noi stiamo cercando una
parola inglese di 5 lettere..." RL: "una parola inglese che
abbia a che fare con un frutto rotondo e dalla polpa rosata
che causa l'ira divina, legata in qualche modo a un
'cavaliere' sepolto a Londra" SN: "io non riesco davvero a
capire di cosa possa trattarsi." RL: "già. Puttana Eva se mi
viene in mente qualcosa." Sir LT: "siete due fessi. La poesia
in pentametri giambici (il pentacolo! Venere! La Rosa!
 

Leonardo da Vinci! Maddalena! Il Graal!) parla evidentemente


di un cavaliere templare che è stato sepolto nella Chiesa del
Tempio, costruita dai templari stessi a Londra. dobbiamo
trovare qualcosa che dovrebbe essere sulla sua tomba ma che
invece non c'è" CAPITOLO 83-84-85-86 Mentre i tre Sbirulini
del Graal cercano il messaggio nascosto sulle tombe, il
Maggiordono Rémy si rivela essere un servitore del malvagio e
misterioso "Maestro", cioé di colui che ha ingaggiato
l'albino Silas per accoppare il Gran Maestro del Priorato di
Sion e i suoi tre assistenti in modo da farsi rivelare il
nascondiglio del Graal. Il Maestro è ingabolato con l'Opus
Dei, che a sua volta è ingabolato con il Vaticano e tutti
cercano di trovare il Graal per farlo sparire definitivamente
nel nulla. A quanto traspare nei capitoli precedenti, anche
l'ispettore francese Fache è implicato nella faccenda. Rémy e
Silas fanno irruzione nel Tempio a pistole spianate e si
fanno consegnare il misterioso cilindro contenente le
indicazioni per trovare il Graal e rapiscono Sir LT. La
situazione appare disperata.CAPITOLO 92 Ma ecco che a RL viene
un'idea geniale per risolvere il mistero del cavaliere
sepolto a Londra: cercare su Internet! Ed ecco che, a furia
di risultati utili solo a nuove divagazioni da parte
dell'autore (Wagner, Parsifal, i Tarocchi, Artù) i nostri
eroi riescono a capire che la filastrocca parla di Sir Isaac
Newton. CAPITOLO 97 RL e SN si recano all'abbazia di
Westminster per cercare di capire quale sia questo misterioso
oggetto tondeggiante che non è stato messo sulla tomba di
Newton. RL: "Che tomba originale!" SN: "Già. Originale.
Peccato che non si riesca a trovare la soluzione
dell'enigma." RL: "Peccato... originale... frutto tondo...
Non mi viene in mente niente!" CAPITOLO 98 Il Malvagio Maestro,
dopo aver eliminato Rémy nel capitolo 94, si mostra

finalmente
allegorie. ai
Si protagonisti di questa epopea
tratta nientepopodimeno di simboli
che di.... (rulloe di
di
tamburi) Si tratta di Sir LT, che la sa troppo lunga e che è
da anni che cerca in tutti i modi di arrivare al Graal e che
ha deciso di mettere in mezzo anche quei poveri ingenuotti
del Vaticano e dell'Opus Dei per riuscire a raggiungere i
suoi loschi fini. Dopo aver ucciso il Gran Maestro e i suoi
tre Siniscalchi (unici al mondo a conoscere il segreto del
Graal) e senza aver ottenuto nulla da questi efferati
omicidi, ha deciso di seguire Sophie e Robert per vedere se
riusciva a farli fessi all'ultimo secondo. Questa rivelazione
ovviamente toglie ogni minimo brandello di logica agli eventi
delle 470 pagine precedenti, ma chissenefrega.CAPITOLO 99
Puntando la pistola contro di loro, Sir LT spiega che Nonno
Saunière avrebbe dovuto rivelare al mondo il segreto del
Graal per sputtanare il Vaticano, ma che non l'aveva fatto
 

per paura che la Chiesa gli accoppasse la nipotina a cui


aveva già ucciso i genitori in un finto incidente stradale.
Quindi, in definitiva, meritava di morire. CAPITOLO 101 RL,
mentre guarda fuori dalla finestra in cerca di ispirazione,
vede un enorme albero di mele e per un attimo ha la bizzarra
sensazione che i suoi rami gli sussurrino la soluzione
all'enigma. Sforzandosi di capire le parole della natura, RL
inizia a percepire qualcosa, ma quando si accorge che il melo
gli sta urlando "coglione! coglione!" smette di prestargli
attenzione. "un coglione è tondo, pieno di seme e di carne
rosata. ma non è un simbolo femminile, e poi non so come si
dica 'coglione' in inglese" riflette amaramente RL mentre Sir
LT punta la pistola contro SN. La situazione è tesa. Lo
storico inglese cerca di convincere il professore americano
ad aiutarlo nella ricerca. Sir LT: "Unisciti a me, figliolo:
insieme io e te domineremo il mondo" RL: "Non mi interessa
dominare il mondo. E comunque non ho alcuna intenzione di
abbracciare il lato oscuro della Forza." Sir LT: "Ma così
facendo fai un favore alla Chiesa! Pensa a quanti danni ha
fatto la Chiesa in questi duemila anni: l'inquisizione, la
repressione sessuale, l'annullamento del valore della donna,
le molestie ai chierichetti, i film di Don Camillo..." RL:
"Stai per convincermi, ma non cederò alle tue lusinghe perché
sono quasi 500 pagine che ci provo con SN e continuo a fare
riferimenti obliqui alla sessualità e all'accoppiamento senza
ottenere alcun risultato se non quello di passare per un
professore arrapato che vede vagine in ogni dove. Non posso
lasciare perdere proprio ora che mi dai la possibilità di
fare l'eroe e di salvarle la vita!". Così dicendo, RL scaglia
in aria il contenitore che protegge la pergamena che contiene
il segreto del Graal. Sir LT, scaltro come una volpe, si
lancia per afferrarlo al volo ma, essendo paralitico, si

sfracella a terra
l'urto rilascia uninsieme
liquidoal contenitore
magico stesso che
che distruggerà laper
pergamena. RL si impossessa della pistola e, facendosi beffe
dei Sir LT gli mostra la pergamena che ha precedentemente
estratto dal suo nascondiglio grazie alla sua superiore
intelligenza che gli ha consentito di trovare la parola
magica che apriva questo importante scrigno. Sulle note di
"cogli la prima mela" il lettore fissa stupito la scritta
"APPLE", soluzione del concorso per il migliore aspirante
templare del millennio. Bill Gates, che ha speso un
fottiliardo di dollari per comperare il Codice Hammer per
imparare a leggere al contrario, si rammarica molto della
cosa e denuncia immediatamente Leonardo da Vinci per
concorrenza sleale. CAPITOLO 104-105 Tutto è bene quello che
finisce bene. La pergamena conteneva l'ennesimo indovinello
in pentametri, la soluzione è nascosta a Rosslyn, vicino ad
 

Edinburgo, in un antico tempio dei templari. Qui Sophie trova


il suo fratello segreto e la sua nonna segreta e scopre di
essere discendente diretta di Gesù Cristo e Maddalena. Si
scopre inoltre che la Stella di David rappresenta in realtà
un pene e una vagina e che gli studiosi di simbologia sono un
pochettino monotematici. EPILOGO Il vero mistero
inesplicabile è il fatto che questo libro abbia venduto così
tante copie, mentre Martin Mystère non lo compera più quasi
nessuno. Secondo me è colpa di Java.

acques Saunière, famoso curatore del Louvre, viene brutalmente colpito durante
una notte all’interno dello stesso museo parigino. In un ultimo gesto disperato,
l’uomo di settantasei anni, si aggrappa ad un dipinto di Caravaggio e fa scattare
l’allarme. La pesante saracinesca
saracinesca di ferro viene immediatamente giù, bloccando
l’ingresso al suo inseguitore. Gli ultimi minuti di vita, Saunière li impiega per
togliersi i vestiti, distendersi sul pavimento e disporsi come il celeberrimo
disegno di Leonardo Da Vinci, l’uomo di Vitruvio. Quando giungono i primi
soccorritori si trovano davanti ad una scena agghiacciante: vicino al corpo nudo
senza vita alcuni numeri e un nome: Robert
Robert Langdon.Così ha inizio il thriller dai
risvolti esoterici che ha suscitato numerosissime
numerosissime polemiche e che è diventato un
fenomeno editoriale tradotto in quarantaquattro lingue e con oltre quaranta
milioni di copie vendute. L’idea di fondo della storia è che la chiave del segreto
del Graal, che la Chiesa si è prodigata a nascondere attraverso “la più grande
opera di insabbiamento della storia”, sia da ricercare nell’allusivo linguaggio
della pittura. Tra realtà e fantasia Dan Brown riesce a rapire e a coinvolgere,
costruendo una trama incalzante e avvincente grazie all’utilizzo dei simbolismi
della religione e dell’arte. Molti studiosi hanno criticato questo libro a causa delle
senza dubbio imprecise ricostruzioni storiche, documentali e artistiche. Ed anche
molti critici hanno sostenuto che le idee principali del libro siano state tratte da
opere precedenti
precedenti e meno famose. Una di queste è il saggio Il Santo Graal di
Michael Baigent e Richard Leigh i quali hanno perfino citato Dan Brown in
tribunale per plagio. La controversia giudiziaria si è conclusa a favore di Brown,
Il codice da Vinci 
stabilendo
due storici,che pur riprendendo
non è stato copiato. Una alcuni
curiosità: forse unoelementi dell’opera
dei personaggi del dei
romanzo, lo storico Leigh Teabing, è stato scelto utilizzando il cognome di
Richard Leigh e l’anagramma del cognome di Michael Baigent. Io credo che tutte
le critiche, anche quelle più aspre, siano motivate dal desiderio di contestarne il
contenuto, dall’enorme diffusione che il libro ha avuto e dall’importanza della
Chiesa e del Cristianesimo. E credo inoltre che, mentre siano assolutamente
comprensibili quelle che provengono dal mondo cattolico a causa del riaccendersi
del dibattito sull’attendibilità dei vangeli, non lo siano invece quelle degli altri
studiosi o presunti tali. Il Codici da Vinci è solo una storia, non un libro di storia;
è un romanzo in cui finzione
fi nzione e realtà possono più o meno intrecciarsi a seconda
della fantasia, della capacità narrativa, della volontà di stupire e far parlare di sé
dell’autore, non un saggio con la presunzione di portare alla luce verità storiche
e di documentare
caccia avvenimenti
all’errore senza accaduti
precedenti. duemila anni
duemila
E’ veramente fa.diSidire
il caso è scatenata una per
“Tanto rumore
nulla”. E’ un bel libro, scorrevole e intrigante al punto giusto, può farti
 

trascorrere qualche ora piacevole e forse può portare a qualche riflessione più o
meno profonda. Cosa volere di più? Moltissimi lo hanno letto; chi non lo ha fatto
non si lasci condizionare troppo dai commenti negativi o al contrario entusiastici.
Ognuno si faccia una personalissima opinione. Un libro è proprio questo: uno
stimolo al ragionamento e alla riflessione; a volte divertimento, evasione e
svago. Lo si legga e lo si prenda per quello che è: una storia.

Costretta dalla ragion di stato ad abbandonare il convento rimase suora nel cuore per 
sempre. Così è presentata negli immortali versi di Dante che la beatifica nel cielo della
luna , il luogo dove stanno gli spiriti mancanti,
m ancanti, anche se non per colpa loro.

Il romanzo di Carla Maria Russo comincia proprio dal momento in cui Costanza, che è in
convento da molti anni, viene richiamata di nuovo a corte perché deve sposare il figlio
dell'imperatore Federico Barbarossa per poter salvare l'integrità del regno dei Normanni di
Sicilia e Napoli, privo di un erede autorevole ed esposto alle mire espansionistiche del
papa e dell'imperatore stesso.
Costanza ha superato la trentina, ma si spera possa avere un erede che riunisca nella sua
persona le due corone e blocchi il tentativo del papa di fare intervenire in Italia il re di
Francia.
Costanza è bellissima e, nello svilupparsi della trama incalzante e resa dalla scrittrice con
un linguaggio fresco ed efficace, scopriamo che non è refrattaria al mondo come ce la
presenta Dante
Dante.. Il motivo per cui si è fatta suora sembra più il desiderio di sfuggire alle
voglie del fratellastro e perché nutre un amore impossibile per un aristocratico di rango
inferiore. Costretta dal nipote a divenire regina di Sicilia chiede a Dio un segno del suo
volere. Non vuole essere considerata spergiura come le sibila in faccia il messo del papa
che sarà il suo peggiore nemico. Come regina parte per Milano dove incontrerà Enrico il
suo sposo. Federico vuole che le nozze si celebrino nella città lombarda per sottolineare la
riconciliazione con i comuni della Lega Lombarda, una volta suoi acerrimi nemici. E' il
primo di alcuni lunghi viaggi che sarà costretta a fare nella sua vita di sovrana. Il
matrimonio è un legame infelice perché il giovane principe la tratta come una donna da
poco, le rifaccia continuamente la sua età avanzata e la sua sterilità. La morte di Federico
peggiora la situazione perché il nuovo imperatore si muove con ferocia e incapacità nei
confronti dei sudditi normanni e fa scoppiare una rivolta capitanata da Tancredi, nipote di
Costanza e ben visto dal papa.
Costanza viene in Italia col marito che la disprezza pubblicamente, ma è attratto dalle sue
grazie mature e non la vuole lasciare in Germania
Germania.. Con uno stratagemma la donna è

rapita dal nipote e per un po' vive a Palermo, formalmente prigioniera di Tancredi che si è
proclamato re di Sicilia, ma in realtà riverita
r iverita e stimata da tutti come la vera regina.
r egina.
Ritornata sotto il controllo del marito è costretta a tornare in Germania dove finalmente
 

resta incinta. Enrico, tornato in Italia per domare con ferocia la rivolta, non crede alla sua
futura maternità e la tratta da spergiura. Costanza riparte per l'Italia
l' Italia e a Iesi dà alla luce un
figlio maschio(il futuro Federico II) che lei chiama Costantino perché lo vorrebbe tutto per 
sé: è il segno che Dio le ha finalmente inviato! Bellissima la scena del parto con le donne
del paese che l'aiutano e la proteggono. Ma Enrico la costringe a raggiungerla in Sicilia

perché ha scoperto una sua lettera inviata al vecchio spasimante e l'accusa di tradimento.
Per fortuna il giovane sovrano muore e Costanza con uno stratagemma riprende il figlio
che lascerà orfano all'età di tre anni nelle mani del suo nemico che, però, come emissario
del papa è l'unico che lo può proteggere. Il romanzo si conclude con Federico che prende
il potere a 14 anni dopo aver trascorso gli anni della sua infanzia in una Palermo tollerante
abitata da siciliani, normanni
normanni,, arabi e ebrei
ebrei..
Il pregio del libro sta nella capacità della scrittrice di utilizzare i documenti storici con
sostanziale rispetto e solo di tanto in tanto concedersi qualche licenza poetica per rendere
più umana e più affascinante questa grande donna del nostro lontano Medioevo Medioevo..

Costanza, figlia del defunto re di Sicilia,


S icilia, Ruggero II, trentatreenne, unica discendente
degli Altavilla, a diciassette
di ciassette anni, entra in convento, a Palermo, con la vocazione, per 
diventare suora di clausura. Per salvare il regno dei Normanni di Sicilia e di Napoli,
esposto alle mire espansionistiche del Papa e dell’Imperatore stesso, Guglielmo II, re
di Sicilia, in punto di morte, indica la zia Costanza come erede e obbliga i cavalieri a
giurarle fedeltà. “La vecchia monaca” deve sacrificarsi: viene convinta a rinunciare ai
voti, per andare in moglie al futuro imperatore Enrico VI, figlio di Federico
Barbarossa, con il dovere di mettere al mondo un erede maschio, per assicurare la
successione.Pur tra dubbi, angoscia e tormenti, sostenuta solo dalla preghiera,
Costanza accetta per salvare il regno. Il futuro Imperatore, un giovane brutale e
insolente, è contrariato dalla decisione del padre: non vuole sposare una donna che
potrebbe essere sua madre e in più cercare di metterla incinta, ma, gli dice ili l padre, è
solo una questione di stato: Costanza è una reginaregi na che diventerà un giorno
imperatrice, lui deve solo metterla incinta, e, una volta assolto il suo compito, può
anche
Milano,non
nel degnarla più.Quando,
1186, Enrico vede perperò, il giorno
la prima g iorno
volta delle nozze, che
la promessa si celebrano
sposa, a
rimane inebetito:
Costanza è bellissima, è alta e snella, ha un portamento regale e sembra una
giovinetta. Nello stesso tempo è spaventato: lui che credeva di dominare “la brutta b rutta
vecchia”, si accorge di essere dominato da quella splendida donna che ha un
portamento regale naturale, mentre lui si sente goffo, in i n quanto più basso di lei,lei , e
sporco (tra l’altro, non si è lavato neanche il giorno delle nozze, come al solito). Per 
un attimo è anche terrorizzato: lei lo troverà ripugnante e goffo? Tanto peggio per lei:
avrebbe dovuto assoggettarsi ugualmente a lui e sottostare ai suoi desideri. Questa Q uesta
cinica riflessione riesce a calmarlo. La vita coniugale non è facile: tra Sicilia e
Germania, Enrico che è un uomo particolare e zotico, zoti co, il figlio che n
non
on arriva mai, …
ma ecco che sei anni dopo, Costanza rimane incinta e lo sa mentre il marito è in
Sicilia. Come fare a convincerlo che aspetta un bambino? Lui non n on ci spera neanche
più; infatti ha quasi quarant’anni, troppo vecchia per mettere al mondo un figlio.La figli o.La
distanza tra Germania e Sicilia è tanta, il viaggio sarebbe pericoloso per lei anche per 
il freddo intenso che dovrebbe affrontare; ma l’imperatore
l’i mperatore potrebbe non riconoscere
 

come legittimo erede suo figlio; e infatti Enrico - quando il messo gli dà la notizia -
non ci crede , pensa
p ensa che sia una menzogna per raggirarlo e mettere sul trono un
pupillo della consorte…Costanza prende una decisione: deve assolutamente andare
in Sicilia e mostrare all'imperatore che è incinta, ne va del trono del figlio.Così fa…
ma il viaggio è lungo, fa molto freddo (si è in inverno) e il corteo si deve fermare più
spesso del previsto,… la gravidanza avanza inesorabilmente,… il bambino può
nascere da un momento all’altro... Sono arrivati solo a Jesi, nelle Marche. Che fare?
Sono costretti fermarsi, il bambino sta per venire alla
a lla luce… Costanza ha un'idea
geniale: dà ordine di piantare una grande tenda nella piazza principale, poi fa invitare
le donne del paese ad andare da lei a darle coraggio e aiuto… Quasi tutte le donne
di Jesi, in fila, entrano nella tenda dove lei sta partorendo, ognuna le dice una parola
di conforto…tutte la possono vedere… e poi testimoniare che quel bambino è uscito
da lei… Diventerà Federico II.

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