Indice
Trama
Contenuto
Stile
Storia editoriale
Personaggi principali
Influenze
Edizioni
Note
Voci correlate
Altri progetti
Contenuto
Come il titolo stesso suggerisce, Voyage au bout de la nuit è un cupo,
nichilistico romanzo in cui si mescolano misantropia e cinismo. Il titolo
deriva da una strofa di una canzone dell'ufficiale svizzero, Thomas Legler[2]:
«La nostra vita è come il viaggio / di un viandante nella notte; / ognuno ha
sul suo cammino / qualcosa che gli dà pena.»
(Voyage au bout de la
nuit - Paris: Folio plus
classiques, 2006, p.
442 )
Il romanzo, oltre a una dura critica alla società, rappresenta una satira nei confronti della professione medica e della vocazione alla
ricerca scientifica. Da notare che Céline volle dedicare il romanzo a Elizabeth Craig, ballerina americana di cui era innamorato, ma
che preferì rientrare inCalifornia.
Stile
Da un punto di vista letterario, il primo romanzo di Céline è notevole per un nuovo stile che sembra riflettere i discutibili protagonisti
e che avrebbe esercitato una considerevole influenza sulla letteratura francese successiva. Céline fa ampio uso di ellissi, iperboli e
parole gergali. L'opera godette di successo popolare e una larga approvazione da parte della critica quando fu pubblicato, nell'ottobre
del 1932, tanto che Albert Thibaudet, forse il più grande critico francese di quegli anni, disse che nel gennaio del 1933 il romanzo di
Céline era un comune argomento di conversazione serale.
Storia editoriale
Il romanzo venne mandato a Gallimard e a Robert Denoël. I lettori del primo editore esitarono. Benjamin Crémieux scrisse in una
nota: "Romanzo comunista contenente episodi di guerra raccontati molto bene. Scritto in francese argotico un poco esasperante, ma
in generale con molta verve. Bisognerebbe tagliarlo."[3] Il secondo editore invece reagì subito con entusiasmo, ma Céline aveva
mandato il dattiloscritto senza mettere il proprio indirizzo e Denoël non sapeva a chi rivolgersi per rintracciare l'autore. Contattò
allora l'ufficio della dattilografa che aveva messo il proprio timbro sulla busta. Riuscì a trovare l'autore e gli fece firmare un contratto
al limite della legalità: verrà infatti pagata la sua percentuale solo a partire dalle 4.000 copie vendute. Céline accettò ma impose che
non venisse cambiata una sola sillaba di quel che aveva scritto.
Ufficialmente il libro uscì il 17 ottobre 1932, ma qualche copia era già stata distribuita ai possibili recensori[4]. All'inizio ne vennero
stampate 3.000 copie. Nessuno poteva immaginare che da allora non sarebbe più uscito di stampa né che il titolo sarebbe passato a
Gallimard, che aveva esitato. Intanto, l'anno della pubblicazione venne mandato al
Premio Goncourt, ma non vinse.
L'opera è stata tradotta in italiano nel 1933 da Alex Alexis (pseudonimo di Luigi Alessio, 1902-1962), collaboratore di Gian Dauli
(pseudonimo di Giuseppe Ugo Malato, 1884-1945), direttore editoriale della Dall'Oglio. Dopo molte ristampe, la stessa casa, che ha
assunto a volte negli anni il nome Corbaccio fino a stabilizzarsi in questo, l'ha ripubblicata (per la prima volta nel 1992) in nuova
traduzione e con note diErnesto Ferrero.
Personaggi principali
Ferdinand Bardamu, narratore
Léon Robinson, errante e maledetto
Molly la bella, americana incontrata a Détroit
Lola, altra americana conosciuta a Parigi e ritrovata a Manhattan
Musyne, altra ragazza che suona il violino
Madelon, amante di Robinson (e una volta di Bardamu)
la signora Henrouille, vecchietta e suocera
Bébert, ragazzetto incontrato in periferia
La zia di Bébert
Roger Puta
Arthur Ganate, amico che all'inizio lo costringe a parlare
Dottor Baryton
Parapine
Sergente Branledore
Comandante Pinçon, vigliacco
Tenente Sainte-Engence, cavaliere
Tenente Grappa
Alcide, altro militare
Influenze
Kurt Vonnegut citò Viaggio come una delle sue influenze nelPalm Sunday, e le disavventure di Bardamu sembrano
aver avuto influenza anche sull'operaComma 22 di Joseph Heller.
Charles Bukowski fa riferimento al Viaggio in alcuni dei suoi romanzi e brevi storie e impiega le tecniche diprosa
mutuate da Céline. Bukowski aveva un'altissima considerazione di Céline ("Céline è il più grande scrittore degli
ultimi duemila anni", si legge inCompagno di sbronze, ed. Feltrinelli), e lo cita in altre due opere Hollywood,
(
Hollywood!, ed. Feltrinelli, e Women, ed. TEA) dove all'interno di un'intervista, riportata nell'opera, si legge:
" - perché ti piace Céline?
- perché si è tolto fuori le viscere e ci ha riso sopra. un uomo molto coraggioso.
- perché è importante il coraggio?
- è una questione di stile. L'unica cosa che ci è rimasta."
Giorgio Gaber ha citato il Viaggio nella sua canzone La strada. Questi i passaggi del libro:
"Val mica la pena agitarsi, aspettare basta, dal momento che tutto deve finire per passarci, nella strada. Quella sola conta in fondo.
[...] Nelle case, niente di buono. Quando una porta si chiude dietro un uomo, lui comincia sùbito a puzzare [...]. ...conosco per
esempio un farmacista, avenue de Saint-Ouen, cha un bel manifesto in vetrina, una bella réclame: Tre franchi la scatola per purgare
tutta la famiglia! Un affare! Giù rutti! Si fa tutto insieme, in famiglia." (Corbaccio 2012, p.394)
Anche la canzone La festa (Polli di allevamento 1978) è ricca di citazioni delViaggio. Questi i passaggi del libro:
"È la musica meccanica che viene giù dai cavalli di legno, dalle automobiline che non lo sono, dalle montagne che non sono russe..."
(p. 344)
"Però loro andavano avanti le cocche. Non avevano l'aria di capire tutta la mala azione jellatoria ai nostri danni che metteva in moto
la loro canzone... Si lamentavano di tutta la loro vita sgambettando, ridendo, a tempo giusto..." (p. 400)
"Nessuno in fondo le resiste alla musica. Non hai niente da fare col tuo cuore, lo regali volentieri. Bisogna sentire in fondo a ogni
musica l'aria senza note, fatta per noi, l'aria della Morte." (p. 330)
"Mai si davano per vinti, mai sembravano essere stati tanto felici. Certi arrivavano al delirio. Bisognava strapparli ai loro disastri. Gli
avessero dato la morte in premio per venti soldi si sarebbero precipitati su quell'aggeggio." (p. 345)
La citazione introduttiva diViaggio al termine della notteè stata usata come "epigrafe" del filmLa grande bellezza di
Paolo Sorrentino: «Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario: ecco la sua forza, va dalla vita alla morte.
Uomini, bestie, città e cose: è tutto inventato».
Al romanzo è ispirata la canzoneBardamù di Vinicio Capossela, dall'album Canzoni a manovella.
Il romanzo ha ispirato la canzonePablo de Il Teatro Degli Orrori, dall'album Il Mondo Nuovo, dove viene raccontata
la storia del militare Alcide che Bardamu incontra nell'Africa Coloniale. Il testo della canzone riprende proprio alcune
frasi tratte dal romanzo, e racconta appunto la storia di Alcide, che nella canzone viene chiamato Pablo, chefre of
tutti i suoi averi a sua nipote rimasta orfana, che non ha mai conosciuto.
Edizioni
Viaggio al termine della notte, trad. Alex Alexis (pseudonimo di Luigi Alessio, Collana Scrittori di tutto il mondo n.31,
Milano, Dall'Oglio, 1933-1982.
Voci correlate
I 100 libri del secolo dile Monde
Altri progetti
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