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SONETTI sente che le poche rime faticosamente costruite non valgono a lenirgli il male che prova il suo cuore,

deluso per l’amore contrastato e per la patria tradita.


Tra il 1798 e il 1803 il Foscolo, mentre lavora all’Ortis, compone anche alcune
Anche in questo sonetto appaiono evidenti gli elementi neoclassici e preromantici che caratterizzano le
brevi poesie liriche, fra cui i famosi 12 sonetti.
opere foscoliane.
I sonetti hanno un carattere autobiografico
Il neoclassicismo è un movimento letterario ispirato alla classicità, in particolar modo nella compostezza
Quasi tutti questi sonetti hanno carattere autobiografico e sono legati agli stessi
formale, nell’armonia, nell’equilibrio e nella sobrietà dell’arte classica attraverso la sublimazione delle
contenuti del romanzo: il dolore per le terribili sorti della patria, le passioni
passioni. Nel brano si può ritrovare questa nostalgica evocazione del mondo classico nell’amara
amorose, la solitudine angosciosa, la brevità della vita, la morte, il suicidio, l’esilio,
considerazione che l’autore fa della sua situazione attuale, nell’invocazione alla musa, nel ricordare “la
il distacco dalla madre...
stagion prima” della sua vita, quando la Musa ancora lo ispirava. A sottolineare questo aspetto vi è
sono uno sfogo sentimentale
inoltre un forte enjambement ( vv 4-5).
Questi brevi ma vibranti componimenti sono quindi uno sfogo del cuore: essi
Inoltre, per Foscolo, la poesia è il vertice dell’attività umana, in grado di vincere la sofferenza: in questo
esprimono, insomma, i sentimenti e gli stati d’animo più cari al poeta.
caso, però, lui risulta triste e nostalgico, poiché non reputa soddisfacenti i risultati del suo lavoro.
La critica è solita distinguere, e non solo in base ad un criterio cronologico, i primi
Il preromanticismo, invece, si pone come interprete della crisi del razionalismo e dell’ottimismo
otto sonetti dagli ultimi quattro. I primi otto sonetti, comunque piacevoli ed
illuministico. Nel sonetto si possono facilmente ritrovare le caratteristiche generali di questa corrente, a
interessanti, non raggiungono risultati estetici di altissimo valore in quanto gli
partire dallo stato d’animo dell’autore, che appare triste, malinconico e frustrato in tutto il
sfoghi autobiografici (talvolta eccessivamente enfatizzati) e le reminiscenze
componimento; la presentazione di paesaggi desolati, come il fiume Lete (verso 6); l’esaltazione della
classiche (talvolta esageratamente mitizzate) spesso non si fondono in una
poesia, presente in tutto il testo come motivo principale per il suo dolore; il senso di timore verso il
struttura organica, armonica, stilisticamente equilibrata.
futuro, che per noi è ignoto e talvolta pauroso ( verso 11).
I quattro sonetti maggiori...
Il sonetto risulta, quindi, come un lamento, una preghiera disperata rivolta alla Musa che lo lascia “alle
Negli ultimi quattro sonetti, invece, la passionalità del poeta appare più pacata...
pensose membrane, e del futuro al timor cieco” (ai pensosi ricordi e ad un cieco timore del futuro).
Come se il Foscolo, prima di rivelare anche i suoi stati d’animo più urgenti, si Proprio quest’ultima frase riflette al meglio il tema centrale della poesia: il dolore e l’incognita del
abbandonasse ad una lunga meditazione. La passionalità esasperata viene qui futuro, che affliggono e spaventano l’autore. Di rilevante importanza è l’utilizzo dell’interlocutore
dominata dalla dolente e serena riflessione: gli sfoghi esistenziali dell’uomo diretto, in quanto il sonetto non appare soltanto come componimento poetico, ma anche come una vera e
Foscolo diventano pertanto il pretesto per una più alta e profonda meditazione propria preghiera alla Musa, alla quale si rivolge direttamente nelle due quartine e nella prima terzina.
sull’uomo in generale. L’autore, in tal modo, cerca di coinvolgere maggiormente il lettore nella sua sofferenza.
sono una sintesi perfetta di passionalità romantica e compostezza Il sonetto è composto da due quartine, l’una incrociata (ABBA), l’altra alternata (ABAB), e da due
classica terzine (CDE). I primi sei versi comprendono il primo periodo, che, data la sua lunghezza, sembra avere
Da questa nuova disposizione d’animo trae vantaggio soprattutto lo stile: i sonetti, la funzione di introdurre il lettore nel dolore di Foscolo. Nei versi successivi, invece, i periodi sono
infatti, appaiono perfettamente equilibrati: una sintesi perfetta di passionalità decisamente più corti e, per ben due volte, punti esclamativi sottolineano maggiormente le invocazioni.
romantica e compostezza classica. Il ritmo presente è veloce, fatta eccezione per l’ultima terzina, che racchiude la riflessione dell’autore
sulla propria sofferenza.
UGO FOSCOLO – ALLA MUSA Nel primo periodo suoni e termini sono caratteristici del Dolce Stil Novo, mentre in seguito diventano
progressivamente più aspri, in particolar modo con l’utilizzo di “r” spesso accompagnate da consonanti
Parafrasi quali “t”, “m”, “c”.
Eppure tu, o Musa, un tempo versavi sulle mie labbra una feconda abbondanza di poesia, quando la Nel sonetto Alla Musa, domina la meditazione sulla brevità della vita, sulla
prima stagione della mia giovinezza fuggiva e dietro di lei veniva questa età presente, che scende con giovinezza che inesorabilmente trascolora, sui sogni e le illusioni che lentamente
me per una via dolorosa verso la muta riva del fiume Lete: ora ti invoco senza essere ascoltato;ohimè, lasciano posto ai ricordi ed ai rimpianti, sullo sconforto per un’esistenza solitaria e
solo una scintilla dell’antica ispirazione poetica è ancora viva in me. dolorosa che scivola fatalmente verso il silenzio della morte.
E tu, o Dea, fuggisti con lo scorrere del tempo, e mi lasci ai pensosi ricordi e ad un timore cieco del Approfondimento
futuro.
Perciò mi accorgo, e amore me lo ripete, che rare poesie, frutto di faticosa elaborazione, non riescono a Si possono facilmente riconoscere varie analogie tra questo e gli altri sonetti di Foscolo.
sfogare il dolore che ormai inevitabilmente mi accompagna. L’uso dell’interlocutore diretto è comune anche a “A Zacinto”, “In morte al fratello
Comprensione complessiva e analisi Giovanni”, “Alla sera”: infatti si rivolge rispettivamente al luogo di nascita, al fratello
Ugo Foscolo compose tra il 1802 e il 1803 quattro sonetti, in aggiunta ai precedenti, considerati i suoi deceduto e alla sera. Comune è anche la ripresa di elementi classici: la Musa, i Numi,
migliori e forse i più belli della letteratura italiana. Tra questi vi è “Alla Musa”, in cui lo scrittore, che Venere e Ulisse.
sempre e soltanto dalla poesia ha tratto conforto alle sue pene, avverte che la Musa lo abbandona, poiché
CHE STAI? GIÀ SECOL L'ORMA ULTIMA LASCIA ultima lascia” si può inoltre percepire che il poeta riuscirebbe a definirsi
Sonetto, con due quartine a rima incrociata (ABBA ABBA) e due terzine a rima alternata anche eroe solo grazie alle sue opere, come avviene in “A Zacinto” dove
(CDC EFE), di endecasillabi piani. Foscolo, rispecchiandosi in Ulisse, può attribuire una dignità eroica al proprio
 FIGURE RETORICHE esilio esaltando, come Omero, la propria poesia eternatrice. Paragono con “In
 DEL SIGNIFICATO morte del fratel Giovanni” si possono fare per quanto riguarda la definizione
■ METAFORA di esiliato: il poeta ricorda la famiglia dispersa, la madre lontana e contempla
 “notte”, “freddo”=oblio, nulla eterno, dimenticatoio il perenne esilio che è la propria vita; nel suo animo si ravvivano perciò la
■ PERIFRASI certezza di un destino oscuro ed avverso, di un angoscia interiore, del
 “l'orma ultima lascia”=si conclude, “dove del tempo son le leggi desiderio della quiete fatale. Per quanto riguarda “I Sepolcri”, nella quarta
rotte”=nell'eternità, “troppo hai del viver tuo l'ore prodotte”=hai parte che va dal verso 213 al 295, si riprende la definizione di fallito che
vissuto già troppo può riguardare i primi vent'anni della vita di Foscolo (prima strofa), e quella
di eroe mediante i suoi versi: se la funzione delle tombe, che in quanto
1. COMPRENSIONE DEL TESTO oggetti materiali sono sottoposte a un'opera di distruzione, è limitata nel
tempo, la poesia non è sottoposta alle leggi materiali, quindi la sua armonia
In questo sonetto l'autore si rivolge a Ugo Foscolo con il tu, quasi per dare l'idea di
può sfidare i secoli, vincere il silenzio a cui sono destinate le opere umane,
un dialogo interiore: nella prima strofa lo incita a non indugiare perché il XVIII
conservando in eterno il ricordo. In questo modo Foscolo può riscattare
secolo sta per finire e si poterà nell'oblio gli anni già trascorsi della sua vita; poi
tutte le sue delusioni ed i suoi fallimenti.
continua spiegando che deve muoversi a lasciare ai postere degli esempi, dei ricordi
2.2. Da quanto lascia capire l'ultima terzina del sonetto, Foscolo ritiene che
sotto forma di opere perché la vita altrimenti è solo una tortura senza significato e
l'impossibilità di compiere azioni eroiche può essere rimpiazzata dalla
solo così può migliorare. Nella terza strofa lo descrive nei suoi aspetti più sensibili
possibilità di scrivere opere che assicurano fama per l'eternità, e in questo,
definendolo infelice perché orfano, amante senza speranza per le grandi passioni non
oltre ad Omero, si avvicina ad Alfieri; anche secondo Alfieri infatti la
corrisposte,senza patria perché esiliato, aspro e visibilmente vecchio nonostante la
letteratura supera l'azione e la poesia è dispensatrice di immortalità come è
giovinezza. Infine riprende la prima strofa e lo rinvita a non indugiare perché l'arte, a
successo ad Ulisse per merito di Omero.
differenza della vita, vive lungo i secoli e anche perché, se non può compiere gesti
eroici, gli resta almeno una possibilità di avere successo mediante i suoi versi. 2.3. Dalla prima emerge un'idea del tempo come scorrere ineluttabile degli
anni e distruzione di tutto ciò che è materiale: tutto ciò che è solido
2. ANALISI DEL TESTO
scompare nel corso del tempo,cade fra le tenebre del nulla eterno (filosofia
2.1. Il ritratto che Foscolo traccia di se stesso in questo sonetto è chiaro nella
materialistica). Lo stesso si percepisce nel sonetto "Alla Sera" in cui il tempo
terza strofa in cui si definisce figlio infelice, disperato amante senza patria
viene definito “reo”, colpevole della distruzione dei ricordi: ne deriva la
e caratterialmente poco piacevole per la sua asprezza: questi tratti non sono
volontà di allontanarsi dal presente per immergersi in una dimensione cosmica
un novità, bensì un luogo comune se si va ad analizzare le sue altre opere,
fuori del tempo, nella morte, che è totale annullamento ma anche pace, in cui
anche se non si parla esplicitamente della morte come unica soluzione al
si placa il tumulto interiore.
fallimento della sua vita; tale tema è invece trattato ne “Le ultime lettere di
2.4. Si possono individuare antitesi all'undicesimo a dodicesimo verso che
Jacopo Ortis” dove per il protagonista, alter ego dell’autore, l’unica via che
riportano al tema del tempo che tutto distrugge (“rugoso in sembiante”),
si offre per uscire da una situazione negativa, al tempo stesso insostenibile e
anche ciò che sembra dover durare (“giovine d'anni”): ancora una volta il
immodificabile è la morte, intesa come distruzione totale e nulla eterno. In
tempo dell'uomo, della sua vita, è definito “breve” ma viene fatto notare che
“Alla Sera” filo conduttore di tutta la poesia è l'accostamento sera–morte,
l'arte, la scrittura di versi ed opere, invece dura molto di più e non è
tematica già presente nell'Ortis, ma con una sfumatura diversa: se nel
soggetta alle leggi del tempo (“lunga è l'arte”).tale presa di coscienza una
romanzo il pensiero della morte è accompagnato da un senso di rassegnazione
nuova soluzione, una svolta radicale nell'esistenza del Foscolo.
al corso delle cose, nel sonetto si può ritrovare la contemplazione della vita
2.5. Il sonetto rispecchia i caratteri del monologo di un eroe tragico grazie alla
con serenità, pur mantenendo la certezza che tutte le sofferenze cessano
struttura stessa, al rivolgersi a se stesso, alla presenza di domande che
solo con la morte. Negli ultimi versi del sonetto “Che stai? Già il secol l'orma
sottolineano la drammaticità del momento, che incitano come in un dramma
tragico a riflettere sulle proprie azioni che finora hanno seguito una strada
«E tu ne' carmi avrai perenne vita»
che non può portare a nessun risultato positivo per il poeta. Eroe tragico
risulta anche Jacopo Ortis perché rispetta chiaramente i pensieri di Foscolo
adeguandosi al suo mondo interiore e alla sua vitalità passionale impetuosa; Composto intorno al 1800, si riferisce all'amore del Foseólo per Isabella Roncioni; ma il dato
egli si mostra con tutta la sua assoluta ansia di libertà ed il suo desiderio di biográfico è soltanto un'occasione
gloria, come avviene per lo scrittore nella realtà e nel sonetto “Che stai?...”.
che la poesia trasfigura in un'intuizione più vasta. Il poeta rievoca la fanciulla amata sulla
3. APPROFONDIMENTO prospettiva delia storia delia Firenze medioevale, dagli eventi tumultuosi e drammatici,
Il componimento risulta un bilancio esistenziale per Foscolo e risulta avere dai lati ricingendola di alone di bellezza radiosa, di compostezza serena, anzi «divina».! donna appare
positivi ed altri negativi:negativo è il dover vivere inutilmente perché il tempo che come il mito delia bellezza serenatrice, tema cenale delle Odi e delle Grazie.
scorre inesorabile cancella le tracce del passato e vanifica ogni azione che lo stesso 1. E tu: anche tu. ne' carmi... vita: è un motivo
centrale dELLA concezione foscoliana délia vita:
Foscolo ha compiuto nell'arco di vent'anni; il positivo sta in una soluzione: la stesura E tu ne' carmi avrai perenne vita la poesia dona l'immortalità a ció che celebra.
di opere degne di lode che possono conquistare la fama eterna come già è successo sponda che Arno saluta in suo 2. sponda... cammino: Allude al Lungarno
per le opere di Omero. Proponendosi di scrivere versi che denotano un animo libero, Corsini.
cammino 3-4. partendo... fuggita: dividendo Firenze, la
Foscolo ha una speranza di non vanificare tutto il suo operato lungo la sua vita. città che fino all'inizio dell'età moderna (finor)
partendo la città che dal latino accoglieva il superstite riflesso, ora dileguato
Perché indugi? il secolo sta per nome accogliea finor l'ombra fuggita. (ombra fiíggita), delia gloria dl Roma (latino
nome). Néï'Ortis, nei Sepolcri, nelle Grazie il
finire, sopravvivendo solo nei Foseólo celebra Firenze, per la sua splendida
ricordi, dove le leggi del tempo si cíviltà del tardo Medioevo e del Rinascímento; es-
annullano, portando con sé nelle Già dal tuo ponte all'onda impaurita sa è per lui come il cuore d'Italia.
5-7. Rievoca le lotte medioevali fra Guelfi e
gelide tenebre dell'oblio quattro il papale furore e il ghibellino Ghibeüini, che tingevano di sangue le acque
lustri della tua vita. mescean gran sangue, ove oggi al dell'Arno. dal tuo ponte: giù dal tuo ponte.
Se la vita è solo errore, ira, Secondo il Porena, deve intendersi quello di
pellegrino Santa Trinita, e lo scontro a cui s'allude è quello
affanni, hai vissuto anche troppo; awenuto nel 1300 fra i Bianchi e i Neri (confusil
ora cerca di cambiarla in meglio e del fero vate la magion si addita. Foseólo coi Ghibellini, oppositori del Pa e i Guelfi
lascia ai posteri l'esempio con suoi fautori); ma è forsc me lasciare indeterminate
il ricordo storico.J
opere d'erudizione. l'onda... sangue: il furore delle due fasni
Tu sei stato un figlio infelice, un Per me cara, felice, inclita riva mescolava alle acque dell'Arno, tmpmte perché si
amante disperato, un uomo senza trattava di sangue fraterno i
ove sovente i pie' leggiadri mosse lotte selvagge, rivi di sangue (gran : gue).
patria, scontroso con gli altri, mai colei che vera al portamento Diva 7-8. ove... s'addita: in quel luoghi
soddisfatto di sé stesso, giovane ora al visitatore riverente (pellegri
nell'età, ma vecchio nell'aspetto, s'addita la casa dell'Alfieri, il vate fieri
disdegnoso. La figura dell'Alfieri è colld
perché indugi? la vita dura poco, ta in uno sfondo di lotte e di vigoróse ]
l'arte è immortale; le opere in me vologeva sue luci beate, sioni.
letterarie nutrite di spirito di mentr'io sentia dai crin d'oro 9. cara, felice, ínclita: cara, quella \
del Lungarno, e felice per la dolcezzj
libertà tentino almeno di acquistare commosse l'intima gioia che il poeta vi ha provatí
fama a chi non è concesso di spirar ambrosia l'aure innamorate. che essa costantemente gli ricorda) ved
realizzare grandi imprese. do colà incedere l'amata. L'aggettivo id
ta (nobile) allude al fatto che Isabella i
duta come una dea per la sua bellezza:
11. vera... Diva: dotata veramente
aspetto e di un portamento simile a qü costituiscono una sorta di diario poetico in cui Foscolo annota esperienze, riflessioni ed emozioni. Il
d'una divinità. sonetto e` un componimento in endecasillabi tipico della tradizione lirica italiana, e` formato da due
12. luci beate: occhi beatificanti. strofe di quattro versi(quartine) e due di tre versi(terzine).
13-14. dai crin... innamorate: :
l'aria, mossa soavemente dai suoi i 13
biondi, esalare intorno un profumo ■ MERITAMENTE
brosia. L'ambrosia è, secondo il F., i
fumo, la fragranza che spirano le cl.' POIché ti ho potuto lasciare, ora mi dispero meritatamente davanti al Tirreno e piango inutilmente.
divinità evócate dalla sua poesia. Poiché sono andato in esilio, a causa delle leggi umane e forse anche di quelle Divine, per lungo tempo
tra popoli che non tengono in conto i giuramenti, lontano dall'Italia, dove tu vivi la tua gioventù, seppure
Metro: sonetto (ABBA, ABBA, CDC, EDE). triste, ho sperato che il tempo e le difficoltà della vita e questi monti che supero col pensiero e le foreste
di alberi sempreverdi dove io dormo, come fossi una bestia selvaggia, sarebbero stati di conforto al mio
Anche tu, avrai una vita immortale nella poesia, o riva, che l’Arno saluta al suo passaggio, ividendo la cuore addolorato. Fu una speranza inutile. L'Amore mi seguirà perfino nell'aldilà, immortale,
città, che dalla rinomanza o la gloria latina di Roma, durante il Medioevo ed il Rinascimento, onnipotente.
raccoglieva le tracce o il ricordo ora dileguato.
Una volta, dal ponte, alle acque dell’Arno, inorridite per la strage fraterna, i feroci Guelfi Neri favorevoli Te nudrice alle muse, composto per la proposta di abolizione
al papa e i Guelfi Bianchi, ostili al papa, mescolavano e versavano sangue, nel teatro in cui oggi al dell’insegnamento del latino
forestiero si addita la casa dell’Alfieri, il fiero vate, profeta dell’unita d’Italia.
Per me sei cara, felice e gloriosa, perché in quel tratto spesso mosse i suoi piedi leggiadri quella che,
autentica dea dell’aspetto, volgeva i suoi occhi divini verso di me, mentre io sentivo le aure innamorate,
mosse dai suoi capelli d’oro, diffondere intorno l’ambrosia della sua divina presenza ( sentivo l’aria,
Così gl'interi giorni
così per giorni interi (cioe: durante la giornata, tutta) mi lamento in un lungo incerto sonno; ma poi,
mossa dai suoi capelli biondi, esalare intorno un profumo di Ambrosia).
quando la notte scura chiama nel cielo gli astri e la luna, e l'aere (cielo, atmosfera) freddo è coperto di
ombre silenziose, allora io, vagando lentamente nei luoghi dove la terra è più boscosa e più solitaria,
Rigo 3-4; 10-11: enjambement
vado a palpare ad una ad una le ferite con le quali la cattiva sorte, e l'amore e il mondo hanno straziato il
″ 13-14: allegoria
mio cuore.
ora mi appoggio stanco al tronco di un pino, ora prostrato parlo e deliro con le mie speranze là dove le
onde si scatenano.
Solcata ho fronte Ma spesso, donna, dimenticando per te le ire mortali e il destino, io sospiro verso te: luce di miei occhi,
chi ti nasconde a me?
Ho la fronte solcata, occhi incavati intensi;
capelli rossi, guance smunte, aspetto ardito;
labbra tumide ben delineate, lente al riso; "Non so chi fui" di Foscolo
testa china, bel collo, petto peloso: Noi si riferisce al poeta, è un plurale "majestatis". Le foglie dell'alloro, speranza della sua
membra armoniose; abito semplice distinto;
poesia giovanile,sono ormai cadute.
veloci i passi, il pensiero, gli atti, la parola:
generoso, sobrio; umano, scontroso, sincero; Egli sperava di acquistare fama e lodi con le poesie giovanili (l'alloro è la pianta con cui si
contrario al mondo, contrari a me gli avvenimenti; facevano corone ai poeti), ma non vi è riuscito.
quasi sempre triste e solo; sempre pensoso; Da quando la situazione socio-politica (empia licenza) e la guerra (Marte) lo hanno
incredulo alle speranze e al timore; rivestito del loro mantello di sangue (l'uniforme di soldato)l'ispirazione della mente e il
il pudore mi fa timido; e l'ira coraggioso:
prudente mi parla la ragione; ma il cuore, sentimento si sono stravolti (cieca la mente,guasto il core)ed in lui è cresciuto il bisogno e
ricco di vizi e di virtù, fa cose irragionevoli: il desiderio del denaro,ed egli compone poesia solo per ottenere quello.Speme del giovenil
Morte, tu mi darai gloria e pace. mio canto rappresenta la delusione di speranze giovanili se collegato alle foglie
sparte(disperse)del lauro.Sostanzialmente si tratta di trovare una ragione ad un
Commento suicidio,che da Foscolo viene rinviato dalla carità di figlio e dal furor di
Nel 1802 Foscolo pubblica a Pisa, nel "Giornale dei Letterati" otto sonetti, fra cui questo autoritratto, in gloria;praticamenta da una speranza che non è ancora morta.E la poesia sostituisce questa
cui il poeta si descrive con simpatia e sincerita. Queste poesie, ricche di riferimenti autobiografici, richiesta di suicidio tramite l'invocazione che salva il poeta da una disperazione
devastante.Il noi della prima quartina è un pluralia maiestatis riferito alle tante facce del
poeta e della sua anima che sono ormai dimenticate o superate.es:l'ingenuità

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