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Questo volume fa parte del progetto Il piacere dei testi

978 88 395 15421


disponibile in due configurazioni
EDIZIONE ARANCIO
(per l’anticipo dello
studio storico della
letteratura nell’ultimo
anno del primo biennio) IL PIACERE DEI TESTI
IL PIACERE DEI TESTI
VOLUME Le origini della letteratura italiana VOLUME 1 - Dalle origini all’età comunale
978 88 395 1542 1 + Laboratorio delle competenze linguistiche
978 88 395 3222 0
VOLUME 1 - L’età comunale
+ Laboratorio delle competenze linguistiche VOLUME 2 - L’Umanesimo, il Rinascimento
978 88 395 1539 1 e l’età della Controriforma
978 88 395 3223 7
VOLUME 2 - L’Umanesimo, il Rinascimento
e l’età della Controriforma VOLUME 3 - Dal Barocco all’Illuminismo
978 88 395 3223 7 978 88 395 3224 4

VOLUME 3 - Dal Barocco all’Illuminismo VOLUME 4 - L’età napoleonica e il Romanticismo


978 88 395 3224 4 978 88 395 3225 1

VOLUME 4 - L’età napoleonica e il Romanticismo VOLUME Giacomo Leopardi


978 88 395 3225 1 978 88 395 3228 2

VOLUME Giacomo Leopardi VOLUME 5 - Dall’età postunitaria al primo Novecento


978 88 395 3228 2 978 88 395 3226 8

VOLUME 5 - Dall’età postunitaria al primo Novecento VOLUME 6 - Dal periodo tra le due guerre
978 88 395 3226 8 ai giorni nostri
978 88 395 3227 5
VOLUME 6 - Dal periodo tra le due guerre ai giorni nostri
978 88 395 3227 5

Pearson Digital System


È il “sistema aperto” di prodotti e servizi per l’attività didattica, che parte dal libro
di testo e ne amplifica le potenzialità formative grazie alla tecnologia digitale.

DIGILIBRO • Il materiale online del libro misto secondo le disposizioni di legge


Questo progetto, secondo le disposizioni di legge, ha forma mista cartacea e digitale, è parzialmente disponibile Guido Baldi Silvia Giusso Mario Razetti Giuseppe Zaccaria
in internet e rimarrà immutato, nella sua parte cartacea, per il periodo di tempo indicato dalle normative.
Per la durata di vita dell’edizione saranno periodicamente resi disponibili materiali di aggiornamento.
Le parti dell’opera disponibili online sono:
• più di trecento testi d’autore, corredati di note, analisi e proposte di lavoro • brani di prosa IL PIACERE DEI TESTI
e poesia recitati da attori teatrali • analisi del testo e verifiche interattive • approfondimenti
disciplinari e percorsi di attualizzazione • esercitazioni per l’esame di Stato • verifiche
semistrutturate e prove sul modello INVALSI • indicazioni guidate per la ricerca on line
Per accedere ai materiali, collegarsi al sito www.digilibro.pearson.it
Le origini della letteratura italiana
LIMBOOK • I Classici della Letteratura italiana © Pearson Italia spa
Questo progetto è dotato di materiali digitali a disposizione del docente per la Lavagna Interattiva
Multimediale (LIM) o per PC e videoproiettore:
Per il secondo anno del primo biennio
• videolezioni d’autore • vita e opere degli scrittori con assi del tempo, immagini, video e testi in linea con i nuovi programmi
a carattere autobiografico • mappe concettuali multimediali sulla poetica • testi con analisi
interattiva • confronti interdisciplinari tra letteratura e arte • la sfida (domande a partire da
97

contenuti multimediali) • lezioni in PowerPoint personalizzabili


8
88

G. Baldi, S. Giusso, Tutte le informazioni sulle estensioni digitali del libro su: www.pearson.it
39

M. Razetti, G. Zaccaria
5

IL PIACERE DEI TESTI


15

Le origini della letteratura


42

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o


1

opportunamente punzonato o altrimenti contrasse-


gnato) è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE
GRATUITO fuori campo I.V.A. (D.P.R. 26.10.1972,
n. 633, art. 2, comma 3, lett. d). Vendita e altri atti € 5,50
di disposizione vietati: art. 17, c. 2 e 4, L.633/1941.

9 788839 515421

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Guido Baldi Silvia Giusso Mario Razetti Giuseppe Zaccaria

Le origini della letteratura italiana


Il teatro per immagini
a cura di Gigi Livio
© Pearson Italia spa

EAN 9788839515421
vkak-pbjr-bqeg
EAN 9788839517777
1z3q-z7j6-kdeq
978 88 395 15421
Editor: Gigi Livio

Coordinamento editoriale: Franca Crosetto


Redazione: Simona Guglieri, Chiara Pastore

978 88 395 17777


Progetto grafico e copertina: Sunrise Advertising, Torino
Coordinamento grafico: Elena Marengo
Ricerca iconografica: Chiara Simonetti
Impaginazione elettronica: Essegi, Torino
Controllo qualità: Andrea Mensio
Segreteria di redazione: Enza Menel

L’opera è stata unitariamente concepita e discussa in ogni suo particolare da tutti gli autori.
Lo Scenario è di Guido Baldi con alcuni apporti di Giuseppe Zaccaria.
Le parti dello Scenario relative ai generi letterari sono di Giuseppe Zaccaria.
I Percorsi nascono dalla stretta collaborazione di Guido Baldi, Silvia Giusso e Giuseppe Zaccaria.
La revisione dello Scenario è a cura di Roberto Favatà.
Le schede Facciamo il punto sono di Silvia Giusso e di Roberto Favatà.
Le rubriche Pesare le parole sono di Guido Baldi.
Le Attività sul testo sono di Lorenza Pasquariello e di Roberto Favatà; in particolare, gli esercizi
di Riflessione personale e Spunti per la discussione in classe sono di Roberto Favatà.
I Laboratori di lessico e lingua e le Mappe riepilogative sono di Roberto Favatà.
Gli schemi e le schede In sintesi sono di Lorenza Pasquariello e di Roberto Favatà.
L’Analisi attiva e Verso le competenze sono di Alessandra Terrile.
Le rubriche Arte e Letteraturarte sono di Gianni Solinas.
La ricerca iconografica e le didascalie delle immagini commentate sono di Paola Fino.
Le schede Letteratura e cinema sono di Mariapaola Pierini.
Il teatro per immagini è di Gigi Livio.
La realizzazione grafica delle rubriche Arte e Letteraturarte è a cura di Elena Marengo.

Tutti i diritti riservati


© 2012, Pearson Italia, Milano - Torino

Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche e fotografiche appartenenti
© Pearson Italia spa

alla proprietà di terzi, inseriti in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire
nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. È vietata la riproduzione,
anche parziale o ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata.
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume
dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.
Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per
uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da
AIDRO, corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail segreteria@aidro.org e sito web www.aidro.org

Stampato per conto della casa editrice presso


La Tipografica Varese (VA), Italia

Ristampa Anno
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Premessa
Il volumetto Le origini della letteratura italiana fa parte di un nuovo progetto di Storia
e antologia della letteratura italiana dei professori Baldi, Giusso, Razetti e Zaccaria,
realizzato per rispettare la nuova periodizzazione proposta dalle Indicazioni mini-
steriali. Tali Indicazioni prevedono che alla fine del primo biennio lo studente si acco-
sti, «attraverso alcune letture di testi, alle prime espressioni della letteratura italiana:
la poesia religiosa, i Siciliani, la poesia toscana prestilnovistica […]».

Le novità del progetto


Il nuovo progetto resta fedele ai principi che hanno ispirato i precedenti manuali degli
stessi autori e che hanno incontrato il favore di docenti e allievi, ma propone nume-
rose e sostanziali novità, molte delle quali caratterizzano anche i contenuti di questo
volumetto:
∙ al fine di arricchire il lessico dei giovani sono state introdotte schede di carattere
linguistico, Pesare le parole, che, prendendo spunto da termini presenti nei testi
antologizzati, illustrano le variazioni di senso di tali termini dal passato a oggi, le
etimologie, le famiglie di parole derivate dalla stessa radice, le catene di sinonimi,
il tutto corredato di esempi dell’uso comune;
∙ un capitolo è dedicato alla storia della lingua, in rispondenza anche in questo caso
alle Indicazioni ministeriali, che richiedono di promuovere negli studenti la coscien-
za della storicità della lingua;
∙ per stimolare la partecipazione attiva dei ragazzi all’apprendimento e la pro-
gressiva acquisizione di strumenti critici sono proposte Analisi attive, in cui
l’analisi del testo è affiancata da domande che inducono a sviluppare gli spunti
presenti nel discorso analitico, e sezioni specifiche per l’allenamento e la verifica
delle competenze;
∙ molti testi sono stati corredati di parafrasi completa, per facilitarne la lettura a
chi non ha la sufficiente dimestichezza con la tradizione della nostra lingua lette-
raria che, come si sa, è lontana dalla lingua comune;
∙ numerosi esercizi sono arricchiti con la rubrica Laboratorio di lessico e lingua;
© Pearson Italia spa

∙ per illustrare i rapporti fra la letteratura e le altre espressioni culturali, sono


presenti una Storia del teatro per immagini, rinnovata per questa edizione,
e nuove schede su Letteratura e arti figurative, oltre a schede Letteratura
e cinema;
∙ è stato infine predisposto un ricco e vario repertorio di strumenti e materiali
multimediali per la LIM e per il web, utilizzabile anche con il videoproiettore.
Le specificità del volumetto
Poiché i destinatari di questo volumetto sono studenti del primo biennio, all’inizio del
percorso di acquisizione delle tecniche di analisi dei testi, dello studio degli autori,
dei generi e più in generale della storia della letteratura, la materia è affrontata con
particolare attenzione al registro comunicativo e alla mediazione didattica.
Per tale scopo sono stati progettati alcuni elementi specifici di questo testo:
∙ riquadri di chiarimento lessicale di termini concettualmente o linguisticamente
difficili, evidenziazioni in neretto delle idee centrali esposte nel profilo, schemi
e mappe concettuali su argomenti rilevanti e complessi, esplicitazioni dei temi
chiave contenuti all’interno di ciascun testo antologizzato. Tali strumenti favori-
scono la comprensione e la memorizzazione;
∙ esercizi arricchiti con le rubriche Riflessione personale e Spunti per la di-
scussione in classe con l’obiettivo di stimolare la formulazione di motivati giudi-
zi critici su un testo, anche mettendolo in relazione con le esperienze personali;
∙ lo scenario che delinea il contesto storico-culturale, linguistico e letterario è stato
rivisto e bipartito in due sezioni: Storia, società, cultura, idee e Storia della
lingua e forme letterarie.

Gli autori
© Pearson Italia spa
Indice

Dalle origini
all’età comunale ON LINE
Lo scenario: storia, società, cultura, idee 4
testi 
1. L’evoluzione delle strutture politiche, Sant’Agostino
economiche e sociali nell’Europa 
Cultura cristiana e cultura pagana
medievale .......................................................................................................... 4 dal De doctrina christiana
2. Mentalità, istituzioni culturali, intellettuali San Benedetto
e pubblico nell’Alto Medio Evo ....................... 9 
L’importanza della lettura nelle attività
del monastero dalla Regola
MICROSAGGIO Lo studio della natura
San Tommaso d’Aquino
e della storia ................................................................................................................ 11
La verità dalla Summa Theologiae
3. Mentalità, istituzioni culturali, intellettuali verifica interattiva 
e pubblico nell’età cortese .............................................. 13
4. Mentalità, istituzioni culturali, intellettuali
e pubblico nell’età comunale ........................................ 17
PERCORSO 1
 FACCIAMO IL PUNTO .................................................................................. 21
 MAPPA RIEPILOGATIVA ........................................................................... 22 Le forme della letteratura
 IN SINTESI ................................................................................................................... 23 nell’età cortese ................................................................................... 42

Lo scenario: storia della lingua 1. Le chansons de geste ............................................................. 42


e forme letterarie 25 T1 Morte di Orlando e vendetta
1. La lingua: latino e volgare FILO ROSSO ............ 25 di Carlo .................................................................................................. 45
dalla Chanson de Roland, lasse
2. L’idea della letteratura e le forme CLXX-CLXXIII, CLXXV, CLXXVI,
letterarie nell’Alto Medio Evo ............................. 28 CLXXVIII, CLXXIX
LA VOCE DEI TESTI Immaginario ed enciclopedismo
medievali dal Fisiologo ............................................................................... 29
2. Il romanzo cortese-cavalleresco ................... 51
Letteraturarte L’epopea cavalleresca
Arte Figurazioni dell’immaginario medievale .... 30
nelle immagini ......................................................................................................... 52
© Pearson Italia spa

3. Caratteristiche e generi della letteratura


europea in età medievale e cortese .............. 32 Chrétien de Troyes .................................................................................. 55
4. Caratteristiche e generi della letteratura T2 La donna crudele e il servizio
italiana in età comunale ...................................................... 34 d’amore ................................................................................................... 56
da Lancillotto, o il cavaliere della carretta
 FACCIAMO IL PUNTO .................................................................................. 37
 MAPPA RIEPILOGATIVA ........................................................................... 38 3. La lirica provenzale ..................................................................... 62
 IN SINTESI ................................................................................................................... 39 Bernart de Ventadorn ....................................................................... 64
LETTERATURA E CINEMA Il nome della rosa ........................ 40 T3 Canzone della lodoletta ........................................ 64

Indice generale V
Andrea Cappellano ................................................................................ 67 PERCORSO 3
T4 Natura e regole dell’amore ............................ 67
Le origini della lirica italiana ........................ 91
dal De amore, III, IV, VIII, X
 FACCIAMO IL PUNTO .................................................................................. 69 1. Lingua, generi letterari e diffusione
 IN SINTESI ................................................................................................................... 70 della lirica .......................................................................................................... 91

ON LINE
2. La scuola siciliana ........................................................................... 92
Iacopo da Lentini ....................................................................................... 93
testi  T1 Amore è uno desio che ven da’ core 93
Thomas d’Inghilterra
Amore e morte dal Romanzo di Tristano e Isotta MICROSAGGIO Il sonetto ................................................................................... 93
Jaufré Rudel T2 Meravigliosamente analisi attiva .............. 95

Amore di Terra lontana
Arnaut Daniel
3. La scuola toscana di transizione ................... 99

Arietta Guittone d’Arezzo ..................................................................................... 99
verifica interattiva  T3 Tuttor ch’eo dirò «gioi’», gioiva cosa 100
dalle Rime
 FACCIAMO IL PUNTO .................................................................................. 102
 IN SINTESI ................................................................................................................... 102
PERCORSO 2

La poesia religiosa ..................................................................... 71 Verso le competenze


San Francesco d’Assisi ....................................................................... 74 Analisi del testo
T1 Cantico di Frate Sole ................................................. 74 Guglielmo d’Aquitania
LETTERATURA E CINEMA Francesco giullare di Dio ........... 78
Come il ramo di biancospino .................................... 103

Iacopone da Todi ....................................................................................... 80


T2 Donna de Paradiso ......................................................... 82 ON LINE
dalle Laude
testi
MICROSAGGIO La lauda ..................................................................................... 81
Iacopo da Lentini
ECHI NEL TEMPO La figura della Mater dolorosa ..... 88 
Io m’aggio posto in core a Dio servire
 FACCIAMO IL PUNTO .................................................................................. 90 Guittone d’Arezzo
 IN SINTESI ................................................................................................................... 90 
Ahi lasso, or è stagion de doler tanto
dalle Rime
ON LINE audio
Iacopo da Lentini
testi T2 Meravigliosamente
Iacopone da Todi verifica interattiva

Omo, mìttete a pensare dalle Laude
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
O iubelo del core dalle Laude
audio
San Francesco d’Assisi Il teatro per immagini ............................................................. 105
T1 Cantico di Frate Sole
Glossario ........................................................................................................... 114
Iacopone da Todi
T2 Donna de Paradiso dalle Laude Indice dei nomi .................................................................................... 121
verifica interattiva Indice delle schede ....................................................................... 122
Indice delle illustrazioni ...................................................... 122

VI Indice generale
Dalle origini all’età comunale
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Dalle origini all Dalle origini all’età comunale
476-1000 1000-1200
III-VII secolo Calo demografico in Europa; 1095-1099 Prima crociata
aumento delle zone incolte
1122 Il Concordato di
476 Deposizione di Romolo Augustolo, Worms tra Chiesa e Impero
storia e società

ultimo imperatore d’Occidente pone fine alla lotta per le


investiture
V-VII secolo Formazione del sistema curtense
632 Morte di Maometto 1147-1149 Seconda
crociata
732 Vittoria dei Franchi sugli Arabi a Poitiers
1152 Federico Barbarossa
800 Incoronazione di Carlo Magno; diventa imperatore
nasce il Sacro Romano Impero

843 Il trattato di Verdun suddivide 1189-1192 Terza crociata


l’impero carolingio in tre regni indipendenti

529-533 Corpus iuris civilis di Giustiniano 1088 Sorge a Bologna la


prima Università italiana
643 Editto di Rotari, prima legge scritta dei Longobardi
1121 Pietro Abelardo pone
cultura e idee

910 Fondazione del monastero benedettino di Cluny le basi della logica medievale
che si affermerà nella filosofia
X secolo Diffusione in Europa del mulino a vento scolastica

1163-1196 È costruita la
cattedrale di Notre Dame a
Parigi: uno dei primi esempi di
Gotico

Inizio del XII secolo


Chanson de Roland: poema del
ciclo carolingio in lingua d’oïl

1160-1180 Chrétien de
letteratura

Troyes, autore di romanzi legati


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al ciclo della Tavola Rotonda

1185 Andrea Cappellano


scrive il De amore (L’amore) e
fissa i canoni dell’amore
cortese

2 Dalle origini all’età comunale


l’età comunale V secolo XIII secolo
1200-1300
1216 Onorio II ufficializza l’ordine
domenicano fondato da Domenico di
Guzmán

1220 Federico II è eletto imperatore


1223 Onorio II approva la regola
francescana sancendo la nascita dell’ordine

1294 Elezione al soglio pontificio di


Bonifacio VIII

Inizio del XIII secolo Viene introdotto l’aratro pesante su ruote


e con vomero piegato. Nella navigazione si diffonde l’uso della bussola

1257 Fondazione dell’Università della Sorbona a Parigi


1267 L’inglese Ruggero Bacone mette a punto la prima formula europea
per preparare la polvere da sparo

1290-1295 Giotto affresca le Storie della vita di san Francesco nella


basilica di Assisi

Prima metà del XIII secolo


Fiorisce la scuola siciliana

1225 Francesco d’Assisi scrive il


Cantico di Frate Sole
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3
Dalle origini all’età comunale

Lo scenario
STORIA, SOCIETÀ, CULTURA, IDEE

1. L’evoluzione delle strutture politiche,


economiche e sociali nell’Europa
medievale
L’EUROPA FEUDALE NELL’ALTO MEDIO EVO
Elementi Nel 476 d.C. viene deposto l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augu-
di divisione stolo, e cominciano a formarsi i cosiddetti regni romano-barbarici, in cui persistono
e di unità
elementi dell’apparato amministrativo e culturale romano accanto a costumi, leggi,
mentalità introdotti dagli invasori provenienti dai territori germanici.
A partire da questa data viene fissato convenzionalmente l’inizio dell’Alto Medio
Evo, un periodo storico che si estende fino al X secolo e si distingue dall’epoca succes-
siva (il Basso Medio Evo, XI-XV secolo) per le profonde trasformazioni che si manife-
Si definiscono
stano nell’assetto sociale, economico e politico dell’Europa.
pastorali le azioni I primi secoli dell’Alto Medio Evo sono caratterizzati da un panorama politico e culturale
compiute dai sacerdoti estremamente frammentato, nel quale l’unico fattore unificante è costituito dalla Chiesa, che,
in funzione di guide
oltre all’azione pastorale, svolge un ruolo politico e culturale decisivo. La ricostruzione di un
spirituali dei fedeli.
organismo politico unitario si ha con la creazione del Sacro Romano Impero di Carlo Ma-

Carlo Magno e la creazione di un nuovo impero


Durante la messa di Natale dell’800 in San Pietro a Roma, il papa Leone III
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incoronò Carlo imperatore, titolo che non era stato più usato in Occidente
dalla deposizione di Romolo Augustolo nel 476 d.C. Secondo le fonti, fu il
papa a porre la corona sul capo del re franco, difensore della Chiesa contro i
musulmani di Spagna e conquistatore di popoli, costretti poi a convertirsi al
cattolicesimo. Di fatto un tale gesto decretava l’imprescindibilità della
consacrazione papale per l’investitura imperiale e, dunque, la
subordinazione del potere temporale a quello spirituale.

L’incoronazione di Carlo Magno, 1375-79, miniatura delle Grandes


Croniques de France, Castres, Musée Goya.

4 Dalle origini all’età comunale


gno (VIII-IX secolo), che comprende i territori della Francia, della Germania, dell’Italia.
L’ambizioso progetto di far rivivere l’Impero di Roma nel quadro di una nuova Europa
cristiana svanisce con la morte di Carlo Magno; dalla divisione dell’Impero tra i suoi suc-
cessori nasceranno infatti tre entità politiche distinte ( L’Europa dopo il trattato di Verdun).
Il feudalesimo Già Carlo Magno, per compensare i guerrieri che lo avevano sostenuto nelle sue im-
prese, aveva assegnato loro in godimento porzioni di territorio, definiti con termine
germanico “feudi”. Questi domini, divenuti in seguito ereditari, accentuano la fram-
mentazione politica e determinano un clima di perpetua instabilità, dovuta ai fre-
quenti conflitti dei feudatari tra loro e con il sovrano. L’assetto feudale è dunque ca-
ratterizzato da un debolissimo potere centrale, contrastato dal potere dei numerosi
signori locali, che nei propri territori sono dei veri sovrani, con il diritto di esigere im-
poste, di assoldare milizie, di amministrare la giustizia.

SOCIETÀ ED ECONOMIA NELL’ETÀ FEUDALE


L’immobilismo La società medievale è fortemente gerarchizzata e statica: la struttura sociale è ritenuta
sociale immutabile, in quanto rispondente al disegno provvidenziale che regola l’universo. Si pensa
infatti che Dio stesso abbia voluto la distinzione in tre “ordini” (o classi sociali), che rispec-
chiano la Trinità: quello dei guerrieri, quello dei sacerdoti e quello dei contadini, a ognu-
no dei quali è assegnata una funzione ben precisa ( Le classi sociali nell’Alto Medio Evo, p. 6).
Questa concezione della società ignora del tutto il principio di eguaglianza tra gli indi-
vidui: la disuguaglianza fa infatti parte dell’ordine provvidenziale dell’universo, che
ha voluto collocazioni diverse proprio per rispondere a compiti diversi.
Regresso economico I secoli immediatamente successivi alla disgregazione dell’Impero romano vedono un pro-
e calo demografico gressivo aggravarsi della crisi economica. L’economia, rappresentata quasi esclusivamen-
Autoconsumo designa te dall’agricoltura, è chiusa e si basa sull’autoconsumo e i metodi di coltivazione sono
un tipo di economia in rudimentali. Anche il commercio si spegne lentamente, soprattutto dopo la conquista araba
cui si tende a produrre
solo ciò che serve al
dell’Africa settentrionale (VIII secolo), che interrompe le comunicazioni tra Nord e Sud del
proprio sostentamento. Mediterraneo.

L’EUROPA DOPO IL TRATTATO DI VERDUN Regno dei Franchi occidentali


(a Carlo il Calvo)
Regno dei Franchi orientali
SASSONIA (a Ludovico il Germanico)
Re
no
Domini attribuiti a Lotario
a

s
Mo Colonia
Aquisgrana
BRETAGNA Parigi AUSTRASIA
NEUSTRIA LOTARINGIA
OCEANO Strasburgo Da
ATLANTICO nu
Tours BAVIERA
bio
ona
Sa Salisburgo
CARINZIA
BORGOGNA
© Pearson Italia spa

Lione
Rodan

AQUITANIA Milano
SP MA Tolosa Nimes REGNO ITALICO
AG RC PROVENZA
NO A M
AR
LA
AD
R
PATRIMONIO IATI
DI SAN PIETRO C
Barcellona CORSICA O

MAR MEDITERRANEO Roma

La carta illustra la spartizione dell’Impero carolingio tra gli eredi di Ludovico il Pio (figlio di Carlo
Magno), sancita dal trattato di Verdun (843).

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 5


In questa situazione regredisce l’economia monetaria, sostituita dal baratto, e lo scam-
bio in natura domina anche nel campo del lavoro.
Le precarie condizioni di vita e le epidemie determinano un vistoso calo demografi-
co. In questi secoli i territori europei si spopolano e le terre incolte superano quelle
coltivate. Il regresso delle attività di scambio provoca inoltre la decadenza delle città
e i centri della vita associata si spostano nella campagna: sono i castelli dei signori
feudali, le abbazie e i monasteri.
La ripresa nel La situazione comincia a mutare dopo il Mille, in concomitanza con una maggiore sta-
Basso Medio Evo bilità politica e con la cessazione delle invasioni da Est. Si ha un netto incremento
demografico, si estendono coltivazioni, si perfezionano tecnologie e metodi agricoli, si
riattivano gli scambi, le città si ripopolano e si allargano.
La ripresa dell’Occidente si manifesta anche nell’espansione militare della cristia-
nità contro l’Islam: si hanno così le Crociate per la conquista di Gerusalemme e la re-
conquista in Spagna. Ha inizio una nuova fase storica, il Basso Medio Evo.

LE CLASSI SOCIALI NELL’ALTO MEDIO EVO


CLASSE SOCIALE Aristocrazia Contadini
Clero (oratores) Altri ceti
ORDO feudale (bellatores) (laboratores)

Individui di
Casta di origine Ecclesiastici;
condizione
guerriera, dedita oltre a esercitare
servile, legati alla
all’esercizio delle funzioni
terra che lavorano Artigiani
armi, da cui ricava religiose, essi
e privi di ogni (falegnami, fabbri,
potere e prestigio; rappresentano
libertà e di ogni maniscalchi...)
DESCRIZIONE nell’ambito dei anche il ceto
diritto personale e mercanti (la
feudi esercita intellettuale,
(servi della gleba); cui importanza
funzioni politiche occupandosi della
sono destinati crescerà dopo il
e giudiziarie, si conservazione
alla produzione Mille)
occupa della difesa e trasmissione
dei beni materiali
del territorio, del patrimonio
necessari al
riscuote i tributi culturale
sostentamento

LA SITUAZIONE POLITICA NELL’ITALIA DEL DUE E TRECENTO


Le città del Il panorama politico dell’Italia nel Duecento e nel Trecento vede una netta bipartizio-
Centro-Nord ne tra il Centro-Nord della penisola e il Sud: nell’area settentrionale e centrale si
afferma a partire dal secolo XI una fitta rete di città politicamente autonome, i Comu-
Il Sud e lo Stato ni, che si reggono con ordinamenti di tipo repubblicano. L’area meridionale, invece,
della Chiesa è stabilmente retta da forme monarchiche: prima il regno normanno, poi quello degli
Svevi, infine, la dinastia angioina che si installa a Napoli e quella aragonese che s’im-
padronisce della Sicilia. Il sistema feudale rimane forte e diffuso, al punto che l’impe-
© Pearson Italia spa

ratore Federico II di Svevia (1220-50) cerca di contrastare la frammentazione del


La teocrazia è una
potere organizzando saldamente lo Stato attraverso un apparato efficiente di funziona-
forma di governo in cui ri imperiali.
il potere civile e Nell’Italia centrale si consolida lo Stato della Chiesa, una particolare monarchia di
politico è esercitato da
un’autorità, una
tipo teocratico, in cui il potere temporale e quello spirituale sono nelle mani della
persona o stessa persona, il pontefice.
un’istituzione che Quindi, mentre nelle città del Centro-Nord si sviluppano una vivace vita civile e un’in-
ritiene di essere stata tensa vita economica basata sullo scambio, nello Stato della Chiesa e nel Sud le struttu-
investita da Dio.
re sociali ed economiche rimangono più arretrate e statiche.

6 Dalle origini all’età comunale


LA CRISI DELL’IMPERO E DELLA CHIESA
La crisi del potere Dopo la morte dell’imperatore Federico II (1250), si crea un vero e proprio vuoto di
imperiale potere in Italia, poiché i suoi successori non si occupano più dei loro domini d’oltral-
pe, presi dalla necessità di consolidare quelli germanici. La crisi del potere universale
dell’Impero consente ai Comuni italiani del Centro-Nord di affermare la loro autono-
mia. Ciò da un lato favorisce lo sviluppo civile ed economico, ma dall’altro provoca un
forte aumento delle conflittualità municipali, cioè delle continue guerre delle città
tra di loro e delle fazioni rivali all’interno di esse.
Il ruolo politico Anche lo Stato della Chiesa cerca di difendere e di ampliare i suoi privilegi, sia politi-
della Chiesa ci sia territoriali, e partecipa attivamente alle vicende che coinvolgono l’Impero, le
monarchie nazionali e i Comuni. Dopo un aspro conflitto con la forte monarchia nazio-
nale francese, ai primi del Trecento la Chiesa vede iniziare un lungo periodo di crisi e
decadenza, che si concreta nel trasferimento della sede papale ad Avignone, du-
rato ben settant’anni (la cosiddetta cattività avignonese: 1309-77).
I movimenti di Per altro verso, la Chiesa è impegnata sul fronte, per così dire interno, dei problemi religio-
riforma e le eresie si. Particolarmente difficile risulta l’atteggiamento da tenere nei confronti dei movimenti
ereticali, che spesso rappresentano l’esigenza spirituale di un profondo rinnovamento della
L’eresia è una dottrina
contraria ai dogmi e ai vita e dei costumi ecclesiastici per riportare la Chiesa alla purezza evangelica delle origini.
principi della Chiesa. Un fenomeno riformatore meno radicale e non finalizzato a negare l’autorità delle gerar-
chie ecclesiastiche e la validità della dottrina cattolica è costituito dalla fondazione
degli ordini mendicanti, caratterizzati da un forte richiamo alla povertà: quello dei
Domenicani e Domenicani, creato da Domenico di Guzmán (1170-1221 ca), e quello dei France-
Francescani scani, fondato da Francesco d’Assisi (1181-1226). I seguaci di questi ordini si propon-
gono di mettere in pratica l’insegnamento di Cristo attraverso una vita semplice, fatta
di predicazione, di penitenza e di opere di carità.

L’ITALIA POLITICA INTORNO AL 1300

Milano Verona La carta illustra


Venezia l’assetto geopolitico
Bologna
dell’Italia tra la fine
Ravenna del Duecento e l’inizio
Genova Rimini del Trecento. Esso è
Firenze
Pisa caratterizzato da tre
distinti soggetti politici:
Perugia
Siena l’Impero, la Chiesa e
la dinastia angioina
(di origine francese).
Roma La reale capacità di
controllo territoriale di
tali soggetti è tuttavia
fortemente limitata
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Impero germanico Napoli


dalle autonomie
Repubblica di Genova
comunali o signorili nel
Repubblica di Venezia Centro-Nord, e dalle
Stato della Chiesa spinte centrifughe
Regno di Napoli, retto dagli Angioini della Sicilia nello Stato
dal 1266 (venutiMAR
dopoMEDITERRANEO
i Normanni e
Palermo angioino. Ne risulta
gli Svevi). Nel 1302 gli Aragonesi un quadro di estrema
acquisiscono la Sicilia
frammentazione
Area di diffusione dei Comuni politica, che si riflette
anche a livello
linguistico e culturale.

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 7


LA CIVILTÀ COMUNALE IN ITALIA
La ripresa delle Dopo il Mille, la ripresa economica e demografica conferiscono un nuovo impulso alle
città dopo il Mille città italiane: nascono forme di organizzazione politica nuove, rivoluzionarie rispetto
al sistema feudale. Le città divengono dei piccoli Stati autonomi, che si governano
con ordinamenti repubblicani, fondati su Consigli composti dai cittadini più influenti
e cariche pubbliche elettive.
Il Comune Nascono in questo modo i Comuni, che si sottraggono al potere imperiale e affermano
i loro pieni poteri nell’amministrazione della giustizia, nell’esazione delle entrate fisca-
li, nell’organizzazione militare.
Guelfi e Ghibellini I contrasti tra i vari Comuni sono numerosi e altrettanto violenta è la conflittualità interna.
I Comuni sono soprattutto lacerati dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Questi scontri
riflettono il grande conflitto che, su scala europea, contrappone i fautori dell’Impero (i
Ghibellini) e quelli del Papato (i Guelfi). Ma nella situazione particolare di ogni città
questi grandi schieramenti ideologici si mescolano in modo inestricabile con interessi
locali, rancori e vendette tra famiglie e gruppi. In generale, la parte guelfa si identifi-
ca più con gli interessi del ceto “popolare”, cioè della ricca borghesia mercantile e ban-
caria, mentre quella ghibellina risponde piuttosto agli interessi dell’aristocrazia cittadina.

SOCIETÀ ED ECONOMIA NELL’ETÀ COMUNALE


L’economia Con l’avvento della civiltà comunale il centro della vita economica e sociale si sposta dal-
mercantile la campagna alle città: sono questi i luoghi in cui ci si incontra, si fa politica, si svolge
Il termine capitale
l’attività economica, si fa cultura. Se nel sistema feudale l’economia si basa essenzialmen-
indica il complesso te sulla produzione agricola, nella società comunale l’attività fondamentale diviene
delle proprietà mobili quella mercantile; se quella feudale è un’economia chiusa, quella urbana è un’econo-
– il denaro, soprattutto – mia aperta, fondata sullo scambio e sulla rapida e intensa circolazione di capitali.
e immobili – cioè i mezzi
di produzione – che
La figura sociale tipica della nuova età è quella del mercante. Originariamente egli è
servono un semplice intermediario nello scambio di merci tra un venditore e un compratore, ma
all’imprenditore per ben presto, grazie alla sua intraprendenza e agli ingenti capitali accumulati, si dedica
avviare la sua attività.
a un gran numero di attività, come viene illustrato nello schema seguente.

LE ATTIVITÀ DEL MERCANTE


INTERMEDIAZIONE INVESTIMENTI ATTIVITÀ
IMPRENDITORIA
COMMERCIALE IMMOBILIARI BANCARIA

Il mercante diventa Il mercante presta denaro


Il mercante acquista dei imprenditore in proprio, a interesse, spesso anche
prodotti per rivenderli ad producendo egli stesso le in grandissima quantità; i
Il mercante acquista
altri, e con i proventi di merci da vendere sul banchieri italiani, specie
proprietà immobiliari
questa intermediazione mercato: importa le quelli fiorentini,
(terreni, case, palazzi
accumula un capitale che materie prime (come la arrivarono a prestare
cittadini) e li concede in
viene usato per lana e la seta) e le fa denaro ai sovrani europei,
affitto
intraprendere nuove lavorare nella propria costretti a indebitarsi per
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attività di diverso tipo bottega oppure al finanziare le spese delle


domicilio degli operai corti o quelle militari

Profitto
Rendita
In ogni attività di tipo imprenditoriale – manifatturiero
Con questo termine si indicano i guadagni che
o commerciale – si definisce con questo termine la
derivano dalla pura proprietà di un bene, senza la
somma di denaro derivante dalla differenza tra i costi
necessità di intraprendere alcuna attività
dell’attività e i ricavi che se ne ottengono

8 Dalle origini all’età comunale


L’intensificarsi delle attività economiche nelle città attrae i nobili, che desiderano en-
trare a far parte della realtà urbana, divenendo essi stessi imprenditori. Si assiste per-
tanto a una graduale fusione tra i due ceti più influenti: ai primi del Trecento al potere
vi è una nuova aristocrazia, proveniente in parte dalla vecchia nobiltà feudale, che
ha ormai interessi economici nelle attività mercantili e bancarie, e in parte dall’alta
borghesia, che ha acquisito terre e stili di vita aristocratici.
Sono attratti dalla città anche i contadini, che sperano di migliorare le proprie condizio-
ni di vita. L’inurbamento delle masse rurali, unito all’incremento demografico stimolato
dalla crescita economica, determina un aumento a volte impressionante della popola-
zione e delle dimensioni delle città.
La struttura Schematizzando, la struttura sociale tipica delle città italiane viene a essere così composta:
sociale delle città
• i magnati (o grandi): sono per lo più di origine nobiliare e vivono delle loro rendite
immobiliari;
• il popolo grasso (o alta borghesia): è composto dai non nobili che esercitano le pro-
fessioni (uomini di legge, giudici, notai, medici, farmacisti, insegnanti) e sono orga-
nizzati in corporazioni o associazioni di mestiere, le Arti; da questi gruppi proviene il
personale politico del Comune, e anche la maggior parte del ceto intellettuale;
• il clero: è composto da coloro che appartengono alla gerarchia ecclesiastica o si oc-
cupano della conduzione dei monasteri o dell’amministrazione del culto; la loro pre-
senza è un elemento essenziale della vita cittadina, dato il ruolo che la religione rico-
pre nella società medievale;
• il popolo minuto: è composto dal popolo dedito ai mestieri meno remunerativi (bot-
tegai, impiegati, piccoli funzionari);
• i lavoranti a giornata: prestano il loro lavoro nelle botteghe o a domicilio dietro
pagamento di un salario e svolgono i lavori più duri e faticosi; non hanno la facoltà di
organizzarsi in corporazioni di mestiere e sono esclusi dai diritti politici;
• i poveri, i nullatenenti, i mendicanti: vivono di espedienti, di carità o di attività illecite.

Questa struttura sociale contiene elementi di mobilità, in quanto la classe mercanti-


le ascende proprio grazie alla sua energia e alla sua abilità spregiudicata, acquistando
sempre maggior peso economico e politico (anche se poi, raggiunto il potere, la nuova
classe egemone tende a ristabilire un nuovo equilibrio statico a proprio vantaggio, im-
pedendo l’ascesa di ceti inferiori).

Il principio di autorità
(in latino auctoritas)
nella cultura medievale
2. Mentalità, istituzioni culturali,
si riferiva a quelle
opere o a quegli autori
intellettuali e pubblico nell’Alto Medio Evo
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che si prendevano a

LA VISIONE STATICA DEL REALE


modello e a cui era
necessario riferirsi, in
primo luogo i testi sacri L’immobilismo sociale che caratterizza l’Alto Medio Evo trova un evidente corrispettivo
e quelli di Aristotele.
nella visione eminentemente statica della realtà intera. Tale visione è profondamen-
Religiosità e te permeata dalla religiosità cristiana, che domina la civiltà medievale: l’ordine del crea-
visione del mondo to, in quanto provvidenziale e voluto da Dio, è ritenuto perfetto e immutabile; la verità è
data una volta per tutte, consegnata definitivamente alla rivelazione delle Sacre Scritture
e all’autorità dei grandi pensatori, dei teologi cristiani come dei filosofi antichi.
In conseguenza di questa concezione, non vi è neppure la curiosità a esplorare l’ignoto,

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 9


a conoscere ciò che è al di là del già conosciuto, atteggiamento che è proprio invece
della mentalità moderna. Non solo, ma si ritiene che le possibilità della conoscenza
umana abbiano limiti precisi, determinati dalla pochezza delle nostre facoltà di esseri
mortali. Chi spinge il proprio sguardo oltre quei limiti è colpevole di superbia o di follia.
Universalismo I due massimi poteri, nella sfera spirituale e in quella temporale, cioè Chiesa e Impero,
e particolarismi derivano la loro autorità da Dio e sono quindi universali: il potere della Chiesa abbrac-
cia le anime di tutti gli uomini; il potere imperiale, di diritto, si estende ovunque, al di
là delle divisioni in singoli Stati. Anche i compiti delle due istituzioni rispondono a un
unico disegno provvidenziale, che prevede per esse finalità specifiche e distinte: com-
pito dell’Impero è condurre l’uomo alla felicità nella vita terrena, compito della Chiesa
è condurre l’uomo alla beatitudine della vita eterna.
Questa visione universalistica dei due massimi poteri contrasta con la realtà obiettiva
della vita medievale, nella quale impera il particolarismo più esasperato e il potere è in
mano a una miriade di grandi e piccoli signori feudali. Ma questo fa capire come le
grandi idee guida spesso non riflettano direttamente la realtà, bensì rispecchino le
aspirazioni dominanti e costituiscano perciò una proiezione mentale e ideologica che
non ha necessariamente un riscontro nella realtà effettiva.

ASCETISMO E TENDENZE NATURALISTICHE


Il disprezzo La visione del mondo medievale è essenzialmente religiosa, fondata sull’ordine divino
del mondo dell’universo. Il centro di questo ordine, Dio, non si identifica col mondo, considerato solo
Immanente e
un’apparenza imperfetta e passeggera, ma si colloca al di là di esso, in una dimensione
trascendente indicano trascendente. Il fine della vita umana non è su questa terra, ma è il raggiungimento
rispettivamente ciò che della salvezza eterna. La vera “patria” dell’uomo, la vera sede a cui egli è destinato è il
riguarda l’esperienza cielo, ma il peso della carne e i falsi beni mondani lo sviano verso obiettivi ingannevoli,
dei sensi, il mondo
sensibile e, al contrario,
allontanandolo dalla sua meta. È necessario perciò, per salvarsi, distaccarsi dalle vane
tutto ciò che si colloca apparenze, rinunciare ai piaceri, mortificare la carne con il digiuno, le punizioni, la me-
al di là del mondo ditazione della morte, la preghiera. È questo l’atteggiamento ascetico, uno degli aspet-
sensibile, in una sfera
superiore e assoluta.
ti più tipici e diffusi della spiritualità medievale: esso implica il disprezzo del mondo e
della vita terrena, visti come un cumulo di miserie, sofferenze e brutture, come qualcosa
di inconsistente e transitorio, dominato dalla presenza incombente della morte.
La rivalutazione Nel corso del Medio Evo si manifestano anche tendenze naturalistiche, che esaltano
delle forze naturali la natura di per se stessa, mettendo tra parentesi la visione trascendente, e, in contra-
sto con ogni idea di mortificazione, combattono contro tutti quegli ostacoli che impe-
discono alle forze naturali di espandersi liberamente. Queste tendenze, in un polemico
rovesciamento della mentalità ufficiale, celebrano la vita gaudente e i piaceri corporali.

Il disprezzo della vita terrena


Questa scena è un esempio di come la Chiesa
ricorresse alla paura e al terrore per indurre il credente
a ricordare la vanità di ogni valore mondano e a
considerare la morte come momento di transito verso
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la vita eterna. Tra i due gruppi compare la figura di un


eremita, che ha la funzione di indicare ai vivi i morti dal
corpo in disfacimento. I tre cadaveri, che riflettono
specularmente i tre personaggi viventi (come rivelano
i particolari della cuffia e del colore di capelli),
mostrano la progressiva opera di corruzione compiuta
dalla morte: la compostezza del corpo appena deposto
e ancora integro, lo stato di decomposizione del
cadavere al centro, l’inquietante ghigno dello scheletro L’incontro dei tre vivi e dei tre morti, XIV secolo, affresco, part.,
ormai disseccato. Subiaco, Monastero di San Benedetto (Sacro Speco), Scala Santa.

10 Dalle origini all’età comunale


LA CONCEZIONE DEL SAPERE E LE TENDENZE FILOSOFICHE
Il modello L’idea di un ordine unitario del reale è alla base di un altro aspetto fondamentale della
enciclopedico visione del mondo dominante nel Medio Evo, l’enciclopedismo. Se la molteplicità
delle forme del reale è tutta riconducibile all’unità del principio divino, anche la cono-
scenza di quelle forme non può che tendere a un sistema unitario. E siccome il centro
da cui tutto procede è Dio, tutti i settori del sapere devono essere subordinati alla scien-
za di Dio, la teologia. Questo modello enciclopedico presiede alla formazione dell’in-
tellettuale: l’uomo dotto non è uno specialista in un determinato campo, ma deve pos-
sedere tutto il sapere. Una cultura di questo tipo è ancora quella di Dante, che nella
Commedia mostra conoscenze non soltanto letterarie e filosofiche, ma anche storiche,
geografiche, mitologiche, astronomiche e astrologiche, scientifiche.
Razionalismo Il tentativo più grandioso di sistemare tutto il reale negli schemi di un sapere unitario,
e misticismo sulla base della teologia, è quello compiuto dalla Scolastica, una scuola filosofica affer-
Il misticismo è un matasi tra il XII e il XIII secolo il cui massimo pensatore è il domenicano Tommaso
atteggiamento d’Aquino (1225-74): essa mira a costruire un edificio coerente di pensiero, in cui la fede
spirituale secondo cui cristiana si fonda sulla ragione. La sistemazione di Tommaso incontra però l’opposizione
la conoscenza perfetta
è data dall’intima
di un’altra corrente di pensiero, quella mistica, il cui maggior esponente è il francesca-
unione dell’individuo no Bonaventura da Bagnoregio (1221-74); egli sostiene che la fede sia uno slancio
con il divino, fervido d’amore, che con la ragione non ha nulla a che vedere.
raggiungibile mediante

IL RAPPORTO CON I CLASSICI


la meditazione
interiore, la
contemplazione ecc. Già i primi pensatori cristiani tra il II e il IV secolo d.C. dovettero affrontare il problema
dei legami con la grande tradizione della cultura greco-latina, che vantava un altissimo
prestigio, ma che si fondava spesso su valori opposti a quelli del cristianesimo. All’ini-
zio prevalse un atteggiamento di condanna nei confronti della cultura precedente, con-
ON LINE
siderata quasi ispirata dal demonio, fonte di deviazioni e di errori. Sant’Agostino
Testi
Sant’Agostino (354-430) propone invece un rapporto con la cultura classica che non implichi una
Cultura cristiana condanna indiscriminata, ma sappia distinguere criticamente, all’interno di questa, ciò
e cultura pagana
dal De doctrina christiana che è buono da ciò che è invece contrario alla nuova fede.
Si sviluppa dunque un modo di leggere i classici che mira a cogliere, dietro la superfi-
cie del senso letterale, dei sensi riposti, che concordano con le verità rivelate. Il proce-
dimento è certo forzato e anacronistico, e introduce nei testi classici sensi che i loro
autori non avrebbero mai pensato di porre: si tratta della lettura allegorica ( Glossario).
Il metodo di lettura allegorico dei testi fu applicato dalla cultura cristiana innanzitutto
alle Sacre Scritture, dove, nei fatti della storia degli Ebrei, si scorgevano significati
morali; fu poi applicato anche alle opere profane della letteratura antica, come l’Eneide
di Virgilio.

MICROSAGGIO LO STUDIO DELLA NATURA E DELLA STORIA


Da quanto detto sopra emerge che non è possibile era quella simbolica. Di qui deriva il posto determi-
riscontrare nella cultura medievale qualcosa che sia nante che occupano nella cultura medievale il fanta-
paragonabile alle nostre scienze della natura o stori- stico, il magico, il sovrannaturale. Essi fanno parte
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che. Per noi la conoscenza della natura e della storia costitutiva della vita di tutti i giorni e non vengono
si basa sulla verifica dei dati attraverso l’esperienza distinti dal reale.
diretta e sul vaglio critico delle fonti. Per la mentalità Un discorso analogo vale per la concezione della sto-
medievale, poiché le presenze reali non contavano in ria: per l’uomo medievale essa non era il prodotto di
sé, ma solo in quanto segni di una realtà superiore, forze umane che si combinassero tra loro, ma il dispie-
distinguere reale e immaginario non aveva senso. gamento del piano sovrannaturale e provvidenziale di
Come rileva Umberto Eco, «un ippogrifo era reale Dio. Era assente, inoltre, il senso della profondità sto-
come un leone». L’effettiva esistenza materiale era rica, della distanza del passato e della sua differenza
insignificante, visto che l’unica esistenza che contava rispetto al presente.

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 11


I LUOGHI DI PRODUZIONE DELLA CULTURA E LE “ARTI LIBERALI”
Scuole parrocchiali Con la disgregazione della struttura politica dell’Impero romano si verifica anche la
ed episcopali scomparsa del sistema scolastico. Unica istituzione scolastica resta la Chiesa, che in
Laico originariamente molti casi sostituisce con le sue strutture quelle laiche ormai estinte. Esistono scuole
designa chi non fa parte parrocchiali, per livelli più bassi di istruzione, e scuole episcopali (istituite presso i
del clero. Il termine è vescovadi), per la formazione del clero.
poi venuto ad indicare
ciò che si riferisce ad
Al centro dell’insegnamento vi sono le “arti liberali”, così dette in quanto degne
una visione del mondo dell’uomo “libero”, cioè non obbligato a lavorare per vivere. Esse si dividono in arti del
indipendente dalla Trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del Quadrivio (aritmetica, geometria, astro-
religione (anche se non
nomia, musica). Le prime tre sono discipline di tipo linguistico-letterario e filosofico,
necessariamente in
conflitto con essa). mentre le seconde sono di tipo scientifico.
All’interno della Chiesa una funzione culturale di primo piano è esercitata dai mona-
I monasteri steri, nei quali sorgono scuole per istruire i monaci ed efficientissimi laboratori di
produzione di libri (gli scriptoria) dove alcuni monaci (detti amanuensi) si dedicano
alla riproduzione dei testi copiandoli a mano. Si può capire che, con tale sistema, pote-
La filologia (dal greco vano essere prodotte pochissime copie. Il libro, anche a causa dell’alto costo del mate-
phílos, amico, e lógos, riale, è un oggetto raro e prezioso, dalla circolazione limitata e difficile e il suo valore è
parola) è la scienza che
ha come fine la
spesso accresciuto da immagini colorate (le miniature) opera di altri monaci che sono
ricostruzione dei testi abilissimi artisti.
letterari nella loro forma Spesso i copisti non possiedono una cultura molto elevata e durante la fase di copiatu-
più vicina all’originale,
emendandoli da errori
ra il testo può subire modificazioni e alterazioni di varia portata. Il compito di ripristi-
di trascrizione e nare la lezione corretta dei testi copiati dagli amanuensi verrà assunto in seguito da
deformazioni varie, e una vera e propria scienza dai metodi rigorosi, la filologia, che comincerà a delinear-
che consente una loro si con Petrarca e con gli umanisti del Quattrocento. Nonostante questi limiti, i mona-
comprensione più
precisa attraverso la
steri benedettini hanno una funzione insostituibile nel conservare e tramandare il pa-
ricostruzione rigorosa trimonio culturale dell’antichità, salvandolo da una distruzione altrimenti inevitabile.
della loro genesi e dei Accanto ai laboratori di produzione dei libri si collocano poi le biblioteche, che, situate
loro contesti.
all’interno dei maggiori monasteri, diventano i luoghi dove si studia e si forma il sapere.

Il lavoro dei monaci benedettini


Si tratta di un’immagine simbolica con la quale
il miniaturista vuole mostrare la devozione dell’abate
Desiderio di Montecassino (1027-87) verso san
Benedetto (480-547), il fondatore dell’abbazia e
dell’Ordine benedettino. Desiderio porge al santo
i manoscritti prodotti nel monastero. Dopo la preghiera,
la produzione e la conservazione libraria costituivano la
principale occupazione dei monaci benedettini, secondo
i principi della regola ora et labora (“prega e lavora”)
dettata dal santo, mentre ai lavori dei campi
provvedevano servi e contadini. Si noti l’aureola
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circolare che cinge il capo di Benedetto, che indica che si


tratta di un santo, e che quindi è morto; mentre dietro il
capo di Desiderio è visibile l’aureola quadrata, che
segnala che il personaggio rappresentato è ancora
vivente.

L’abate Desiderio offre a san Benedetto i patrimoni


dell’abbazia, 1070 ca, miniatura dal Lezionario cassinese
dei santi Benedetto, Mauro e Scolastica, Città del Vaticano,
Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 1202, f. 2r.

12 Dalle origini all’età comunale


GLI INTELLETTUALI: CHIERICI, GOLIARDI E GIULLARI
I chierici Poiché la Chiesa è l’unica istituzione culturale nel corso dell’Alto Medio Evo, la figura
dell’intellettuale, colui che si occupa in modo specialistico della produzione e della
diffusione della cultura, coincide con quella dell’ecclesiastico, del chierico.
La lingua della cultura è esclusivamente il latino, lingua ufficiale della Chiesa, e poi-
ché il latino è conosciuto solo dai chierici, e tutto il resto della società, compresa l’ari-
L’élite è un gruppo
stocrazia feudale e i sovrani stessi, non sa né leggere né scrivere, la cultura è patrimo-
ristretto di persone che si nio di un’élite ristrettissima.
distinguono per cultura, La lingua parlata comunemente, il volgare, per secoli non viene impiegata per la pro-
prestigio o ricchezza. duzione di testi scritti, tanto meno letterari; per questo bisognerà aspettare il secolo XI
per la Francia, il XIII per l’Italia. Alla società “laica” la cultura arriva solo indiretta-
mente, attraverso la mediazione dei chierici, e attraverso il canale della diffusione
orale (costituito essenzialmente dalla predicazione). Ma, come avviene in tutte le cul-
ture poco alfabetizzate, a essere veicolo di cultura presso gli strati più vasti della po-
polazione è soprattutto l’immagine: più esattamente, le decorazioni delle chiese, le
sculture dei portali, delle facciate o dei capitelli, gli affreschi o i mosaici che rappre-
sentano la vita di Cristo e dei santi, episodi dell’Antico Testamento, punizioni inferna-
li o beatitudini paradisiache, o riportano raffigurazioni allegoriche di vizi e virtù.
Goliardi e giullari Accanto ai chierici occorre tener conto di figure di intellettuali collocati ai margini del
potere e delle istituzioni, con le quali sono pure in contatto, in condizioni di inferiorità e
precarietà: i cosiddetti chierici vaganti (clerici vagantes) o goliardi. Si tratta di religiosi
che non hanno una sede e una fonte di sostentamento stabile, frati fuggiti dai loro con-
venti, o studenti falliti, che non hanno mai terminato gli studi. Essi conducono un’esi-
stenza vagabonda e vivono intrattenendo con le loro produzioni letterarie un pubblico di
cultura medio-alta; le tematiche tipiche della loro produzione poetica sono basate su
forme di pessimismo esistenziale o di ribellione ideologica, di irriverenza verso tutto ciò
che è sacro e ufficiale, che induce a trattare con immediatezza cruda e brutale gli aspet-
ti più materiali della vita, l’amore fisico, la vita gaudente, la taverna, il gioco, il vino.
La loro fisionomia non è poi molto diversa da quella dei giullari, che, nelle piazze o
nelle corti signorili, improvvisano veri e propri spettacoli di intrattenimento, in cui si
mescolano la recitazione e il canto, o anche il mimo e l’esercizio fisico. La sola diffe-
renza è che i giullari si rivolgono a un pubblico che non conosce il latino e usano le
lingue volgari.

3. Mentalità, istituzioni culturali,


intellettuali e pubblico nell’età cortese
LA NASCITA DELLA CAVALLERIA E I SUOI VALORI
Si è visto che nell’Alto Medio Evo, fino almeno al secolo XI, la cultura è monopolio
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della Chiesa, che la figura dell’intellettuale si identifica con quella del chierico e che
la sua lingua esclusiva è il latino. La maggioranza della popolazione tuttavia non è più
in grado di comprendere il latino, ma impiega altre parlate (i cosiddetti “volgari”) con-
finate a un uso solo orale e destinate alle finalità pratiche quotidiane. Perché si passi a
usare il volgare anche per scopi culturali, e in particolare letterari, occorrono due con-
dizioni: che un nuovo gruppo sociale, “laico”, abbastanza forte e fornito di una
chiara coscienza di sé, senta il bisogno di esprimere la propria visione della vita e i
propri valori; che ci sia un pubblico “laico”, di lingua esclusivamente volgare, che
proponga una domanda di opere letterarie.

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 13


Le trasformazioni Nei paesi dell’area linguistica romanza queste condizioni si verificano storicamente per
sociali la prima volta in territorio francese verso la fine dell’XI secolo.
In Francia è infatti particolarmente sviluppata e forte la società feudale e il ceto domi-
nante è composto da un’aristocrazia di origine guerriera, ma questa con il passare del
tempo si dimostra insufficiente per sopperire ai bisogni di continue guerre. Il vecchio
ceto feudale viene perciò lentamente affiancato nel controllo dei territori dalla caval-
leria, la parte più importante degli eserciti, costituita dai soldati a cavallo. Entrano a
far parte di questa nuova classe militare i figli non primogeniti dell’antica classe no-
biliare, esclusi dalla successione ereditaria dei feudi, e gli appartenenti agli strati
inferiori della nobiltà, che non avevano mai posseduto dei feudi o li avevano perduti.
Il codice È per opera di questo ceto che si forma l’ideale cavalleresco, repertorio dei valori e
cavalleresco dei modelli di vita e comportamento che saranno cantati nella letteratura dell’area lin-
guistica romanza.
I valori fondamentali del mondo cavalleresco possono essere considerati:
• la prodezza, vale a dire il valore nell’esercizio delle armi, il coraggio e lo sprezzo del
pericolo;
• la sete di gloria e il senso dell’onore, da tutelare ad ogni costo e con ogni mezzo;
• la lealtà, il rispetto dell’avversario e del codice minuzioso che regola il combattimento;
• la generosità con i vinti;
• il rispetto della parola data;
• la fedeltà al signore o al sovrano.

Un altro principio basilare proposto dalla visione cavalleresca è che la vera nobiltà è
quella dell’animo, non quella esteriore, della nascita e del tenore di vita, un presup-
posto destinato ad avere grandi sviluppi in seguito, nella civiltà comunale italiana, che
insisterà sul valore della “gentilezza” come dato naturale della persona.

L’EVOLUZIONE DEL CODICE CAVALLERESCO E LE CANZONI DI GESTA


Il compromesso tra La Chiesa tenta ben presto di operare una mediazione tra la concezione guerresca
valori cavallereschi e quella cristiana. Gli originari valori guerreschi, rozzi e barbarici, vengono mitigati,
e religiosi
ingentiliti: il cavaliere deve mettere la sua prodezza al servizio dei deboli e degli op-
pressi, in particolare in difesa delle donne; la guerra non è più l’esercizio brutale della
pura forza, ma deve essere indirizzata alla difesa della vera fede da tutte le insidie che
la minacciano. Nasce inoltre il concetto di “guerra santa” contro gli infedeli musulma-
ni che occupavano i luoghi santi in Palestina e le terre cristiane nella penisola iberica.

Il rito cavalleresco della vestizione


Lo status di cavaliere era sancito da una cerimonia pubblica detta
“addobbamento”. Inizialmente (secoli XI e XII) il rito era piuttosto semplice:
alla presenza di testimoni il signore consegnava al giovane la spada e il
cinturone, dandogli una leggera percossa sulla spalla con la parte piatta
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della spada, oppure un lieve schiaffo sulla guancia. Il gesto stava a


significare che il cavaliere avrebbe dovuto vendicare sempre le offese
subite. Infine il neo eletto prometteva fedeltà al suo signore. Con il tempo,
per effetto dell’influenza esercitata dalla Chiesa sull’etica cavalleresca, la
cerimonia acquisì un carattere oltre che laico anche religioso divenendo
più complessa: l’aspirante cavaliere doveva trascorrere la notte della vigilia
della cerimonia in preghiera e fare un bagno di purificazione.

La vestizione del cavaliere, XIII secolo, miniatura dal Roman de l’Estoire


dou Graal di Robert de Boron (1200 ca), Parigi, Bibliothèque Nationale.

14 Dalle origini all’età comunale


Non è un caso che questa visione della vita si affermi proprio nel periodo storico in cui
cominciano a essere organizzate le prime crociate, attraverso le quali la casta militare
della cavalleria acquista un ruolo sociale determinante. Proprio in concomitanza con le
crociate nascono infatti in Francia le prime grandi opere letterarie in volgare, le canzo-
ni di gesta, poemi epici che esaltano le imprese di eroici cavalieri in difesa della fede.

GLI IDEALI DELLA SOCIETÀ CORTESE


Le canzoni di gesta riflettono forme di vita feudale ancora semplici, fortemente caratte-
rizzate dallo spirito di una casta militaresca. Ma col passare dei decenni, nel corso del
XII secolo, si affacciano modelli di comportamento più raffinati ed eleganti.
La vita di corte I valori cavallereschi della classe feudale trapassano nell’ideale cortese (così chiamato
e i suoi ideali perché i centri della vita associata sono le corti dei grandi signori feudali del Sud e del Nord
della Francia), che ne è lo sviluppo e il compimento, e rappresenta la visione più matura
della civiltà feudale. Alle virtù tipicamente militaresche, come la prodezza, l’onore e la lealtà,
che continuano a esercitare grande fascino, si aggiungono altre virtù per così dire “civili”:
• la liberalità: il disprezzo di ogni meschino attaccamento all’interesse materiale e la
generosità disinteressata nel donare;
• la magnanimità: la capacità di compiere gesti sublimi di rinuncia e di sacrificio, che
rivelano la mancanza di ogni gretto interesse egoistico;
• il culto della misura: il sapiente dominio di sé, l’atteggiamento signorile che non
scade mai in eccessi ritenuti volgari; il culto delle forme di vita lussuose e squisite,
delle belle cose, cibi, vesti e così via.

La cortesia è un ideale di pochi, di un’élite gelosamente chiusa, che respinge tutti colo-
ro che non sono spiritualmente all’altezza di quei valori e stili di vita. Costoro vengono
sprezzantemente definiti “villani”: infatti la “villa”, cioè la campagna, abitata dai con-
tadini che lavorano, è ritenuta il luogo per eccellenza della rozzezza. L’antitesi cortesia-
villania è uno dei fondamenti della concezione della vita di questa élite, e avrà un’im-
portanza centrale anche nelle sue espressioni letterarie.
Il culto della In questa concezione acquista un rilievo primario la donna, che nelle rudi idealità mi-
figura femminile litaresche della cavalleria originaria non aveva posto (se non come creatura debole da
difendere), mentre ora diviene il simbolo stesso della “cortesia” e della “gentilezza”, il
soggetto intorno a cui ruota tutto questo sistema di virtù; anzi, è ritenuta addirittura la
fonte da cui esse si originano, perché ingentilisce tutti coloro che vengono in contatto
con lei. Questo culto riflette il nuovo ruolo che la donna di aristocratica condizione as-
sume all’interno della corte. Essa, pur essendo priva del potere reale, che resta in mano
all’uomo, diventa il centro ideale della vita associata delle élites, specie quando il signo-
re è assente per lunghi periodi. Il culto della donna diviene il tema dominante della
letteratura di questo periodo, e si traduce in una particolare concezione dell’amore.

IL CODICE DELL’AMORE CORTESE


L’amor cortese è una concezione che appare per la prima volta, nel corso del XII se-
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colo, nella poesia lirica dei trovatori ( La lirica provenzale, p. 33) provenzali, nella Fran-
cia meridionale, ma avrà poi lunga fortuna, sia nella letteratura del Nord della Francia
sia nelle tradizioni poetiche italiana e germanica.
Gli aspetti basilari Questa concezione subisce, a seconda delle epoche e degli ambienti, numerose trasfor-
dell’amor cortese mazioni, ma si possono riconoscere alcuni aspetti basilari:
• la donna è vista dall’amante come un essere sublime e irraggiungibile, in certi casi
addirittura divino, tale da produrre effetti miracolosi e da essere degno di venerazione
(culto della donna). L’uomo si pone pertanto in un atteggiamento di inferiorità rispetto
alla donna amata, presentandosi come suo umile servitore; la sua sottomissione e la sua

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 15


obbedienza alla volontà della donna sono totali (“servizio d’amore”). Talora l’uomo
può innamorarsi della donna senza mai averla vista, solo per fama, e adorarla di lontano;
• nella sua totale devozione, l’amante non chiede nulla in cambio dei suoi servigi.
L’amore è perpetuamente inappagato. Non si tratta tuttavia di amore spirituale,
L’amore platonico platonico, anzi, l’amore presenta spesso accese note sensuali, ma il possesso della
è una forma di amore
sublimato che esclude
donna è destinato a non concretizzarsi; l’amore impossibile genera sofferenza, tormen-
la dimensione sessuale e to perpetuo, ma anche gioia, una forma di ebbrezza ed esaltazione, di pienezza vitale;
passionale. L’accezione • l’esercizio di devozione alla donna ingentilisce l’animo, lo nobilita, lo purifica di ogni
nasce nel contesto della
filosofia di Platone
viltà o rozzezza. Amore si identifica infatti con “cortesia”: solo chi è cortese può amare
(pensatore greco vissuto “finamente”, ma a sua volta l’“amor fino” (la fin’amor, in provenzale) rende cortesi;
tra il 427 e il 347 a.C.) in
cui l’amore, inteso
• si tratta di un amore adultero, che si svolge rigorosamente al di fuori del vincolo
come moto dell’animo, coniugale; anzi, si teorizza che nel matrimonio non può esistere veramente “amor
è un impulso al fino”. Ciò si spiega anche storicamente col fatto che, nelle classi alte, il matrimonio
superamento della era un puro e semplice contratto, stipulato per ragioni dinastiche o economiche. Il
realtà sensibile verso la
dimensione ideale e carattere adultero dell’amore esige il segreto, che tuteli l’onore della donna; per
permette all’uomo di questo il suo nome non viene mai pronunciato dai poeti: alla donna si può alludere
ricongiungersi con il solo attraverso uno pseudonimo (senhal), per timore dei “malparlieri” (lauzengiers)
divino.
che possono spargere dicerie maligne;
• l’amore è una passione esclusiva, totale, esaltante, dinanzi a cui tutto si svaluta, tanto
che si parla appunto di “culto della donna” e di “religione dell’amore”: nasce così un
conflitto tra amore e religione, tra culto per la donna e culto per Dio. È signifi-
cativo che la Chiesa condanni l’amor cortese, come fonte di peccato e perdizione; a
sua volta l’amante cortese sente questo antagonismo insanabile coi princìpi religiosi
e ne prova un senso di colpa.

LE POETICHE DELL’AMOR CORTESE

Lirica provenzale
Lirica e romanzo cortese
Lirica in lingua provenzale
Minnesang: poesia d’amore germanica
Scuola siciliana
Scuola toscana

La carta mostra
le principali aree
M
AR d’influenza della
AD concezione dell’amor
R
IA
TI
cortese, sorta in
C Provenza nel XII secolo.
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O
La fortuna della lirica
provenzale fu favorita
dalla crociata contro gli
albigesi (ossia i seguaci
dell’eresia càtara, diffusa
MAR MEDITERRANEO
in Provenza), all’inizio
del XIII secolo, in seguito
alla quale molti trovatori
furono costretti a cercare
fortuna in altre regioni
d’Europa, tra cui l’Italia.

16 Dalle origini all’età comunale


LA GENESI DELL’AMOR CORTESE
È difficile spiegare come sia nata la concezione dell’amor cortese, tra XI e XII secolo.
Interpretazioni A riguardo le interpretazioni sono state molte e contrastanti, senza che una soluzione
contrastanti definitiva sia ancora stata trovata.
Secondo un’interpretazione politica l’amor cortese non sarebbe che la trascrizione me-
Il vassallo è colui che taforica, nel rapporto amoroso con la donna, del rapporto che lega vassallo e signore.
riceve dal signore Infatti la servitù d’amore, l’omaggio e la sottomissione dell’amante ricalcano da vicino
l’affidamento di
incarichi amministrativi
le forme dei rapporti feudali di vassallaggio. Viene riprodotto perfino il linguaggio: il
e la gestione di territori, trovatore, ad esempio, si rivolge all’amata con l’appellativo di midons, che significa
prestando un “mio signore”, al maschile.
giuramento di
obbedienza e fedeltà e
Un’interpretazione psicosociologica vedrebbe poi nelle corti e nei castelli una
ricevendone in cambio scarsa presenza femminile in un contesto perlopiù maschile composto di parecchi uo-
protezione. mini giovani, celibi e di condizione inferiore. La castellana è il centro intorno a cui
tutto si raccoglie. Cavalieri e trovatori rendono omaggio alla dama nobile e colta, ricca
e potente: «il pensiero sempre presente che la donna appartiene a uno e a uno solo, non
può non suscitare una tensione erotica, che per lo più, non potendo trovare altro sbocco,
si sublima nell’espressione dell’amor cortese» (Hauser).
Altri invece hanno visto l’origine dell’amor cortese nell’influenza della poesia amo-
rosa araba, altri nella devozione mistica alla Vergine (ma forse è vero l’opposto: la
devozione alla Madonna ricalca le forme del contemporaneo amor cortese); altri ancora
I càtari (dal greco l’hanno messo in relazione con l’eresia càtara, sviluppatasi appunto in Provenza negli
katharós, puro) erano anni della fioritura della lirica trobadorica, ed hanno letto tale poesia come trascrizione
i membri di un
movimento religioso
cifrata delle dottrine mistiche professate dai càtari.
ereticale: si Ricordiamo infine l’interpretazione sociologica di Erich Köhler, secondo cui l’amor
caratterizzavano per cortese rappresenta la spiritualizzazione di aspetti economici e sociali fondamen-
uno stile di vita rigoroso
e semplice che rifuggiva
tali nella società feudale. La poesia d’amore sarebbe espressione di uno specifico grup-
i piaceri e predicavano po sociale, una piccola nobiltà che non può più aspirare al feudo: l’irraggiungibilità
un profondo della donna sarebbe la trascrizione metaforica di questa frustrazione sociale. Ma, insi-
rinnovamento morale. stendo sul valore nobilitante dell’“amor fino”, questo gruppo rivendica la sua parità
ideale con l’alta nobiltà. L’“onore”, non essendo più un possesso materiale e tangibile,
diviene un valore morale, e come tale può essere posseduto anche dagli strati inferiori
della popolazione.

4. Mentalità, istituzioni culturali,


intellettuali e pubblico nell’età comunale
UNA NUOVA CONCEZIONE DEL MONDO E DELL’UOMO
La nuova organizzazione dell’economia e della società in ambito comunale ha riflessi
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evidenti sulla mentalità e la concezione del mondo. Si può dire che nelle città di questo
periodo sia in gestazione un uomo nuovo, rispetto a quello del mondo feudale.
Una visione La realtà cittadina è caratterizzata da un’economia aperta, dinamica, e da una struttura
dinamica sociale che consente una sia pur relativa mobilità e spezza la rigida struttura in caste:
della realtà
la conseguenza più naturale è una visione dinamica del mondo, l’idea che la realtà
può trasformarsi. Grazie alla figura ideale del mercante, un uomo attivo e intraprenden-
te, che incide sulla realtà circostante con la sua capacità di calcolare e prevedere, na-
sce una nuova fiducia nella forza dell’uomo che può trasformare la realtà e modellarla
secondo la sua volontà, mediante l’intelligenza e l’energia.

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 17


L’esperienza Da questo atteggiamento scaturisce la curiosità di esplorare anche ciò che non è
diretta del reale noto, al di là dei limiti fissati alla conoscenza dalla tradizione, in obbedienza ai propri
interessi: è il caso dei mercanti che si spingono nelle contrade più lontane pur di trova-
re fonti di merci e mercati, e scoprono così realtà nuove e impensate, che studiano con
attenzione e rigore (si pensi a Marco Polo nel Milione). Questa aderenza alla realtà
concreta rende anche l’uomo più attaccato alla vita terrena e più incline a giustificare
il godimento dei beni materiali.
La rivalutazione Entrano così in crisi i fondamenti dell’ascetismo medievale, caratterizzato dal “disprez-
della sfera mondana zo del mondo”, e si delinea una rivalutazione della sfera mondana, che non viene
più condannata come peccaminosa e fonte di perdizione.

I VALORI MERCANTILI
Accanto a una nuova visione generale del mondo e dell’individuo si affermano nuovi
valori che regolano la vita associata degli uomini.
La masserizia Se nella concezione feudale il valore centrale era la liberalità (il saper donare gene-
borghese rosamente, il rifiuto di ogni calcolo interessato, il disprezzo del denaro), nella menta-
lità mercantile la virtù fondamentale prende il nome di masserizia (l’oculata
amministrazione dei propri beni, il calcolo avveduto e prudente che evita ogni sper-
pero che potrebbe intaccare irrimediabilmente il patrimonio). Quelle che per il si-
gnore feudale erano manifestazioni di grettezza da disprezzare, per il mercante diven-
gono virtù.
Il conflitto con i La visione della realtà propria della società mercantile è in sé antagonistica, oltre che
valori della Chiesa a quella feudale, anche a quella della Chiesa. Il mercante, se era un buon cristiano,
non poteva non provare sensi di colpa nell’esercitare le sue attività, nell’accumulare
ricchezze e nel ricavare profitti dalle operazioni bancarie, perché la sua religione con-
dannava l’attaccamento ai beni materiali. In questo caso, la Chiesa mostra ai suoi se-
guaci un modo sicuro per tacitare i sensi di colpa attraverso le donazioni, la beneficen-
za e le penitenze.

NUOVI CENTRI DI PRODUZIONE E DIFFUSIONE CULTURALE


Come si è visto, nell’Alto Medio Evo e nella società cortese i principali centri di elabo-
razione della cultura erano perlopiù il monastero e la corte feudale. Nella società urba-
na invece le occasioni di incontro e di confronto diventano più frequenti e si rafforzano
alcune istituzioni che avevano avuto origine nei secoli precedenti:
• la Chiesa: essa conserva un ruolo di primaria importanza soprattutto per quanto ri-
guarda la produzione dei testi scritti; accanto al latino, che rimane la lingua ufficiale
della cultura, i chierici utilizzano il volgare per opere finalizzate all’insegnamento
morale e religioso e indirizzate a un pubblico comune (vite di santi, raccolte di predi-
che e di esempi edificanti, visioni dell’aldilà, laude [ p. 81] e sacre rappresentazioni);
• la scuola: anche il ceto mercantile, in seguito alla propria affermazione economica e
politica, necessita di elevarsi culturalmente, sia per sostenere il prestigio sia per esi-
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genze pratiche (contabilità, stipula di contratti, redazione di lettere commerciali);


tutto ciò determina il bisogno di una formazione scolastica, che fornisca le necessarie
conoscenze; in città esistono scuole tenute da religiosi, anche se le famiglie borghesi
più facoltose preferiscono assumere maestri privati per l’educazione dei figli; più
avanti si formano vere e proprie scuole laiche, anche a cura degli stessi Comuni che
determinano di fatto la nascita dell’istruzione laica;
• l’università: originariamente è un’associazione privata e spontanea di maestri e
allievi, una corporazione (universitas è infatti il termine che designa l’associazione
che raggruppa la “totalità” dei docenti e dei discenti); più tardi queste associazioni

18 Dalle origini all’età comunale


ricevono una consacrazione istituzionale, che può provenire dal vescovo (come a
Parigi), dal Comune (come a Bologna) o dal sovrano (come per la scuola di medicina
di Salerno, promossa da Federico II); in esse si impartivano insegnamenti di livello
superiore, che si organizzavano in quattro facoltà: arti, diritto, teologia e medicina; il
corso di studi durava di regola parecchi anni e terminava con il conferimento della
“laurea”, così detta dalla corona d’alloro che tradizionalmente indicava la vittoria e
che divenne il simbolo del titolo acquisito; l’insegnamento era impartito in latino,
quindi non vi erano barriere linguistiche nazionali, e gli studenti accorrevano da
tutta Europa, attratti dalla fama dell’uno o dell’altro maestro; le università hanno
un’importanza incalcolabile nell’elaborazione della cultura del Basso Medio Evo: in
esse si consolida l’organizzazione enciclopedica della conoscenza ( La concezione del
sapere e le tendenze filosofiche, p. 11), l’idea cioè di un sapere che abbracci organica-
mente tutto il reale, ordinandolo in un sistema gerarchico, che ha come centro la
teologia;
• la corte: un fenomeno unico nel suo genere è costituito dalla corte dell’imperatore
Federico II di Svevia in Sicilia; intorno all’imperatore, che è uomo colto, studioso e
poeta egli stesso, si forma tra il 1230 e il 1250 una scuola poetica, costituita dai fun-
zionari della stessa corte: è la “scuola siciliana”, che riprende nel volgare locale i
temi dell’amore cortese della poesia provenzale; di qui prende le mosse la tradizione
della lirica illustre italiana, destinata ad ampi sviluppi;
• gli spazi urbani: nonostante il diffondersi dell’alfabetizzazione, il canale ancora
predominante nella diffusione della cultura è quello orale; centri di elaborazione
culturale possono essere considerati il Consiglio a cui partecipano i cittadini, la bot-
tega dove avviene la formazione professionale, perfino la strada, la piazza, il mercato,
dove vari tipi di giullari intrattengono il pubblico popolare con spettacoli e recitazio-
ne di cantari cavallereschi; la lettura era un fatto eminentemente pubblico: il testo
veniva letto ad alta voce in un circolo di persone, come gli appartenenti ad una corte,
un gruppo di dame, una brigata elegante, una famiglia; anche la poesia lirica era
spesso accompagnata dalla musica, e quindi veniva eseguita da un cantore dinanzi ad
un pubblico.

LA FIGURA DELL’INTELLETTUALE
Nella società urbana due e trecentesca i chierici conservano un ruolo importante: ela-
borare e trasmettere la cultura di ispirazione religiosa. Tuttavia la figura più tipica di
questa fase è quella dell’intellettuale laico.
Gli intellettuali Il primo gruppo omogeneo e organizzato di intellettuali laici in Italia è quello che si for-
laici alla corte ma, nei primi decenni del Duecento, alla corte siciliana dell’imperatore Federico II.
di Federico II
I poeti della “scuola siciliana”, a differenza dei trovatori e dei giullari, non fanno del-
l’attività poetica la loro professione, ma sono funzionari dell’amministrazione che ope-
rano nella cancelleria imperiale e si dedicano alla letteratura per svago e per diver-
timento.
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Gli intellettuali Ben diversa è la fisionomia dell’intellettuale che si afferma poco più tardi nei Comuni
cittadini centro-settentrionali: qui prevale la figura dell’intellettuale-cittadino, che partecipa
attivamente alla vita politica del suo Comune, ricopre cariche pubbliche, vive intensa-
mente le passioni di parte e i conflitti civili. Anche questi intellettuali non traggono sosten-
tamento dalla loro attività di scrittori, ma la affiancano all’esercizio di altre professioni
(spesso sono giudici, notai, insegnanti, mercanti). Lo scopo fondamentale delle loro opere
è quello di “educare” la coscienza dei concittadini, poiché la divulgazione e l’ammae-
stramento sono l’abito mentale dominante nella letteratura di questo periodo. Accanto
all’intento didattico l’intellettuale comunale porta poi nella sua produzione la sua pas-

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 19


sione politica e, ricorrendo ad una terminologia moderna, a un forte “impegno” civile,
il suo attaccamento al Comune. Talora invece, come nel caso della poesia lirica di ispira-
zione amorosa, si tratta di una produzione altamente aristocratica, rivolta ad un’élite chiu-
sa ed esclusiva.

LA CIRCOLAZIONE DELLA CULTURA


Un nuovo Si è visto che nell’Alto Medio Evo la cultura scritta aveva una circolazione chiusa: i
pubblico dotti scrivevano per altri dotti. Nella società urbana invece il pubblico dei lettori
si allarga decisamente grazie alla diffusione delle scuole e all’alfabetizzazione dei
ceti emergenti (soprattutto i ricchi mercanti e le donne appartenenti alla borghesia ur-
Il libro bana). Per quanto riguarda poi la produzione dei libri, nelle città nascono vere e
proprie botteghe di copisti professionali, che producono libri dietro pagamento.
I prezzi rimangono altissimi perché sono condizionati anche dall’alto costo dei mate-
riali e il libro resta perciò un oggetto di lusso che pochi possono permettersi, e spesso
il lettore provvede egli stesso a copiare il libro, per poterlo possedere. Accanto alle
biblioteche ecclesiastiche, si vanno però formando quelle delle università, dei
grandi signori o dei grandi intellettuali abbastanza ricchi da potersi permettere di ac-
cumulare libri, come Petrarca, che possedeva oltre duecento testi, un numero altissi-
mo per quei tempi.

ETÀ FEUDALE ED ETÀ COMUNALE: ECONOMIA,


SOCIETÀ E MENTALITÀ A CONFRONTO
ETÀ FEUDALE ETÀ COMUNALE

Aperta e dinamica, in cui i beni si


Chiusa, con scambi limitati e scarsa
Economia scambiano, anche a lunghe distanze, e
circolazione monetaria
la ricchezza circola

Statica, caratterizzata da scarsa Dinamica: consente una sia pur


Struttura sociale
mobilità sociale relativa mobilità

Statica e chiusa: la realtà appare


Dinamica: la realtà può trasformarsi
Visione del mondo organizzata in un ordine eterno e
grazie all’azione dell’uomo
immutabile, rispondente alla volontà di Dio

È un essere attivo, che grazie alla


È ritenuto un essere misero e debole,
sua intelligenza ed energia può
Visione dell’uomo che s’inserisce passivamente in un
trasformare la realtà, modellandola
ordine voluto da Dio
secondo la sua volontà
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È il frutto della curiosità di esplorare


È adeguamento a ciò che è stato
Conoscenza ciò che non è noto, di sperimentare
tramandato dall’auctoritas
direttamente la realtà concreta

È condannata come peccaminosa e È una forza sana e benefica da


Natura / realtà terrena
fonte di perdizione assecondare

20 Dalle origini all’età comunale


FACCIAMO IL PUNTO
Storia e società
1. Quali sono le principali caratteristiche del sistema feudale?

2. Com’è organizzata la società in epoca medievale?

3. Quale andamento ha l’economia nel corso del Medio Evo?

4. Quale ruolo svolgono la Chiesa e l’Impero fino al XII secolo?

5. Quali trasformazioni subiscono i Comuni italiani nel corso del XIII secolo?

6. Quali sono le principali conseguenze della crisi dell’Impero e della Chiesa?

7. Che cosa si intende con il termine “eresie”? Che cosa sono gli “ordini mendicanti”?

8. Da quali classi è composta la società tipica dei Comuni italiani?

9. Quali attività caratterizzano il ruolo sociale ed economico del mercante?


Cultura e idee
1. Quale visione del mondo e quale concezione del sapere si affermano nell’Alto Medio Evo?

2. In che cosa consiste la visione universalistica dei poteri?

3. Quale rapporto con i testi classici propone sant’Agostino?

4. Che cosa si intende per “arti liberali”?

5. Chi sono gli amanuensi? Chi sono i chierici?

6. Che differenza c’è tra i goliardi e i giullari?

7. Quali sono i valori fondamentali del mondo cavalleresco?

8. Quale evoluzione subisce il codice cavalleresco nel corso del XII secolo? Quali sono le cause di questo

cambiamento?
9. Quali differenze è possibile riscontrare tra l’ideale cavalleresco e l’ideale cortese?

10. Che cosa si intende per “amor cortese”? Quali sono le caratteristiche fondamentali di questa concezio-

ne dell’amore?
11. Quali sono i valori fondamentali su cui si fonda la mentalità mercantile?

12. Quale concezione del mondo si afferma in età comunale? Quali differenze si possono riscontrare ri-

spetto all’epoca precedente?
13. Quali sono i nuovi centri di elaborazione e diffusione della cultura in età comunale?

14. Quale figura di intellettuale si afferma nella società urbana duecentesca?


La prima università italiana


Con l’affermazione di un insegnamento libero e indipendente
dalle scuole ecclesiastiche nasce l’università, inizialmente come
corporazione di studenti che provvedevano a pagare i loro
maestri. Nel 1200 hanno già una sede universitaria importante
numerose città d’Europa, non solo i grandi centri o le capitali,
ma anche le piccole cittadine. L’università di Bologna, nata nel
1088, è la prima sorta in Italia (e si contende con Parigi il titolo
di università più antica), seguita da quelle di Siena, Napoli e
Padova. Le prime sedi universitarie si distinguono per la fama
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dei loro insegnanti: a Bologna, in particolare, insegnano


numerosi maestri di diritto, tenuti in grande considerazione.
Il loro prestigio è testimoniato dai sontuosi monumenti
sepolcrali dedicati ad alcuni. In questo rilievo, che decora la
tomba di un celebre docente dell’ateneo bolognese attivo nel
XIV secolo, è raffigurata con vivace realismo una classe di
studenti intenti a seguire una lezione.

Iacobello e Pier Paolo Dalle Masegne, Tomba di Giovanni da


Legnano, 1383-86, rilievo in marmo, part., Bologna, Museo Civico.

Lo scenario: storia, società, cultura, idee 21


Mappa riepilogativa
STORIA E SOCIETÀ

L’ALTO MEDIO EVO E L’ETÀ CORTESE L’ETÀ COMUNALE

• crollo definitivo dell’Impero Romano d’Occidente • nel Nord dell’Italia si affermano i Comuni
• invasioni da parte delle popolazioni germaniche • a Sud si alternano monarchie straniere
• formazione dei regni romano-barbarici • trasferimento della sede papale ad Avignone
• Carlo Magno diventa imperatore del Sacro Romano (1309-77)
Impero (800 d.C.) • diffusione dei movimenti ereticali
• affermazione del sistema feudale • fondazione degli ordini mendicanti:
• divisione della società in classi sociali rigide e - Francescani
statiche: - Domenicani
- guerrieri • indebolimento dell’autorità imperiale
- sacerdoti • intensificazione delle lotte tra Guelfi e Ghibellini
- contadini all’interno dei Comuni italiani
• arretratezza dei modi di produzione • intensificazione dei traffici commerciali
• economia basata sull’agricoltura e sull’autoconsumo • generale ripresa economica e demografica
• progressivo calo demografico a causa di frequenti • fenomeno dell’inurbamento
carestie e pestilenze • formazione di nuove classi sociali:
• affermazione dell’ereditarietà dei feudi - magnati
• crescita del ruolo sociale esercitato dalla cavalleria - clero
• lotta per le investiture tra la Chiesa e l’Impero - popolo grasso
• proclamazione delle crociate per la liberazione della - popolo minuto
Terra Santa • ascesa del ceto mercantile
• persecuzioni contro le eresie

CULTURA E IDEE

L’ALTO MEDIO EVO E L’ETÀ CORTESE L’ETÀ COMUNALE

• visione teocentrica del mondo • nuova fiducia nelle capacità dell’uomo


• esaltazione del sapere teologico • esaltazione della vita attiva e dell’intraprendenza
• concezione trascendente della realtà: • apertura di nuovi spazi di conoscenza
- interpretazione simbolica del mondo • ampliamento del pubblico dei lettori
- lettura allegorica dei testi antichi • affermazione della figura dell’intellettuale laico
• atteggiamento ascetico: • aumento dei luoghi di produzione e diffusione della
- disprezzo dei beni materiali e dei piaceri mondani cultura:
- esaltazione della vita ultraterrena - scuole
• affermazione del principio di autorità - università
• elaborazione di posizioni critiche nei confronti della - corte signorile
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cultura ufficiale - spazi pubblici (piazze e mercati)


• concezione elitaria della cultura - botteghe dei copisti
• pubblico dotto e poco numeroso
• affermazione della figura del chierico e del trovatore
• egemonia dei monasteri come luoghi di elaborazione
culturale:
- studio degli autori antichi
- riproduzione e conservazione dei testi scritti
• formazione dell’ideale cortese
• diffusione del codice dell’amor cortese

22 Dalle origini all’età comunale


In sintesi
Storia e società
ON LINE
Verifica L’Alto
 Medio Evo e l’età cortese L’inizio del urbane che si reggono con ordinamenti di tipo repub-
interattiva
Medio Evo è fissato per convenzione al 476 d.C. con la blicano; nell’Italia centrale si consolida lo Stato della
deposizione dell’ultimo imperatore romano d’Occi- Chiesa, una particolare monarchia di tipo teocratico,
dente in seguito alle invasioni da parte delle popola- mentre l’area meridionale è stabilmente retta da for-
zioni germaniche e alla formazione dei regni romano- me monarchiche e il sistema feudale rimane stabile.
barbarici. La prima parte di questo lungo periodo Dopo il Mille, grazie alla generale ripresa economica e
della storia europea è definita Alto Medio Evo (dal demografica, i Comuni si sottraggono al potere impe-
476 all’anno 1000) e i suoi primi secoli sono caratte- riale e affermano i loro pieni poteri nell’amministra-
rizzati da un panorama politico e culturale estrema- zione della giustizia, nell’esazione delle entrate fiscali,
mente frammentato, almeno fino all’anno 800, quan- nell’organizzazione militare. Il centro della vita econo-
do Carlo Magno diventa imperatore del Sacro mica e sociale si sposta perciò dalla campagna alle
Romano Impero, un organismo politico unitario che città, dove si vengono a creare nuovi luoghi di incon-
comprende i territori della Francia, della Germania e tro, di discussione politica, di contrattazione econo-
dell’Italia. Per compensare i guerrieri che lo avevano mica e di elaborazione della cultura. Rispetto all’Alto
sostenuto nelle imprese di conquista, Carlo Magno Medio Evo la struttura sociale tipica delle città italia-
assegna loro in godimento porzioni di territorio, defi- ne risulta caratterizzata da maggiori elementi di mo-
niti con termine germanico “feudi”. Questi domini, bilità e viene a essere così composta: i magnati (nobi-
divenuti in seguito ereditari, accentuano ulterior- li proprietari terrieri), il popolo grasso (i mercanti e
mente la frammentazione politica e determinano un coloro che esercitano le professioni), il clero, il popolo
clima di perpetua instabilità, dovuta ai frequenti con- minuto (bottegai, impiegati, piccoli funzionari) e i po-
flitti dei feudatari tra loro e con il sovrano. veri.
La società medievale è fortemente gerarchizzata e Dopo la morte dell’imperatore Federico II (1250), si
statica; la popolazione è divisa in tre classi (guerrieri, crea un vuoto di potere in Italia, e questa crisi consen-
sacerdoti e contadini) e la struttura sociale è ritenuta te ai Comuni di affermare una volta per tutte la loro
immutabile. autonomia. L’equilibrio di questi piccoli Stati viene
I secoli dell’Alto Medio Evo vedono un progressivo ag- però scosso frequentemente dagli scontri per il domi-
gravarsi della crisi economica. L’economia, rappresen- nio territoriale e commerciale e dai sanguinosi con-
tata quasi esclusivamente dall’agricoltura, è chiusa e si flitti tra le fazioni (particolarmente intense saranno le
basa sull’autoconsumo e i metodi di coltivazione sono lotte tra i Guelfi e i Ghibellini all’interno dei vari Co-
rudimentali. Le precarie condizioni di vita e le epide- muni).
mie determinano un vistoso calo demografico. La si- La Chiesa nel frattempo, a causa di un aspro conflitto
tuazione economica e demografica comincia a miglio- con la monarchia francese, perde il suo prestigio poli-
rare con il Basso Medio Evo (dal 1000 al 1492), in tico ed entra in un periodo di decadenza, che raggiun-
concomitanza con una maggiore stabilità politica e ge il suo culmine con il trasferimento della sede papa-
con la cessazione delle invasioni da Est. le ad Avignone, durato ben settant’anni (1309-77).
L’esigenza spirituale di un profondo rinnovamento
L’età comunale Sotto il profilo politico l’Italia del della vita e dei costumi ecclesiastici determina inoltre
XIII secolo è segnata da profonde differenze tra il Cen- due fenomeni di grande rilievo: la diffusione dei movi-
tro-Nord e il Sud: nell’area settentrionale e centrale si menti ereticali e la fondazione degli ordini mendicanti
affermano (già a partire dal secolo XI) i Comuni, entità (Domenicani e Francescani).
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Cultura e idee
L’Alto
 Medio Evo e l’età cortese L’Alto Medio essere conosciute dall’uomo; l’unica verità alla quale
Evo è caratterizzato da una visione statica della realtà, si può avere accesso è quella rivelata da Dio attraverso
in gran parte determinata da un atteggiamento pro- le Sacre Scritture. L’unica sapienza a cui venga ricono-
fondamente dogmatico e religioso: l’universo è rite- sciuto valore è la scienza di Dio, cioè la teologia, che
nuto perfetto e immutabile e le sue leggi non possono contiene dentro di sé tutta la conoscenza possibile.

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Inoltre è molto diffusa l’abitudine di interpretare la sone più deboli (soprattutto le donne). Nel corso del
realtà in modo simbolico, di riconoscere significati se- XII secolo i valori cavallereschi, modificati e corretti, si
greti nascosti dietro ogni aspetto della natura e perfi- trasferiscono nell’ideale cortese, che rappresenta la
no nei testi letterari della tradizione classica: da que- visione più matura della civiltà feudale. In questa
ste convinzioni deriva la tendenza medievale alla nuova concezione acquistano un rilievo primario la
lettura allegorica, che mira a ritrovare nelle opere del virtù della cortesia (un misto di liberalità, magnanimi-
passato un significato segreto che concordi con le ve- tà e senso della misura) e il culto della donna, che di-
rità rivelate. venta l’oggetto di un amore puro e capace di nobilita-
La mentalità ufficiale promossa dalla predicazione cri- re l’animo di chi si sottomette ad esso (il cosiddetto
stiana impone il disprezzo assoluto nei confronti dei amor cortese).
beni materiali e dei piaceri mondani perché la vera Questo nuovo codice amoroso appare per la prima
vita per l’uomo sarà dopo la morte e per conquistare volta nella poesia lirica dei trovatori provenzali e si
la salvezza della propria anima è necessario assumere diffonde velocemente nelle esperienze letterarie che
un atteggiamento ascetico. nascono in territorio italiano e germanico.
Si oppongono a questa visione cupa e angosciante La donna è considerata un essere sublime e inarrivabi-
dell’esistenza terrena alcune posizioni critiche, che le e l’amore che essa genera nel cuore dell’amante è
esaltano al contrario una concezione puramente edo- destinato a restare inappagato; il premio per la devo-
nistica: si tratta della poesia goliardica, che trae origi- zione dell’amante non è infatti il godimento dell’amo-
ne nell’ambito della cultura carnevalesca. re sensuale, ma il raggiungimento di un’elevazione
Nel corso dell’Alto Medio Evo la Chiesa rappresenta morale che distingue l’uomo cortese da chi è total-
l’unica vera istituzione culturale e i monasteri eserci- mente privo di nobiltà d’animo.
tano un ruolo determinante nello studio e nella con-
servazione dei testi scritti, poiché al loro interno ven-  L’età comunale Le profonde trasformazioni so-
gono creati laboratori per la produzione di libri. La ciali che si realizzano in età comunale grazie alla rapida
figura dell’intellettuale in questo periodo coincide ascesa del ceto mercantile, attivo e intraprendente,
con quella del chierico, che è a tutti gli effetti un influenzano notevolmente il pensiero e l’immaginario
membro del clero. collettivo. Entra in crisi l’atteggiamento ascetico che
L’unica lingua usata per scopi letterari resta per molto aveva caratterizzato in gran parte l’Alto Medio Evo con
tempo ancora il latino e l’accesso alla cultura rappre- il suo disprezzo per i beni materiali e per i piaceri mon-
senta un privilegio concesso a una minima parte della dani e si delinea una nuova fiducia nelle capacità
società. dell’uomo e nella possibilità di aprire nuovi spazi di co-
In seguito all’indebolimento dell’aristocrazia di origi- noscenza.
ne guerriera, si afferma un nuovo gruppo sociale che I principali centri di elaborazione della cultura nella
svolge un compito di grande importanza all’interno società urbana diventano la scuola, l’università, la
dell’esercito: si tratta dei cavalieri, ossia i figli non pri- corte signorile e gli spazi pubblici (la piazza e il merca-
mogeniti dei grandi signori feudali e coloro che, pur to).
essendo nobili di nascita, sono privi di possedimenti I chierici conservano un ruolo importante, ma la figu-
territoriali. ra più tipica di questo periodo è quella dell’intellet-
In conseguenza del rapido affermarsi di questo nuovo tuale laico che partecipa attivamente alla vita politica
ceto si forma l’ideale cavalleresco, il repertorio dei va- del suo Comune e spesso anche ai violenti conflitti
lori e dei modelli di comportamento che saranno can- che dividono i concittadini, oppure si pone al servizio
tati a lungo nelle letterature dell’area linguistica ro- di un signore allo scopo di celebrare la corte e confe-
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manza. rirle nuovo prestigio attraverso la sua opera.


Poiché la Chiesa considera rozzi e barbarici gli ideali Il pubblico dei lettori aumenta in modo considerevole
guerreschi che ispirano inizialmente la mentalità ca- grazie alla diffusione delle scuole e all’alfabetizzazio-
valleresca, essi vengono in seguito mitigati e ingentili- ne dei ceti emergenti e nascono vere e proprie botte-
ti, in modo da poter indirizzare questo nuovo sistema ghe di copisti professionali, che producono libri dietro
di valori verso la difesa della fede cristiana e delle per- pagamento.

24 Dalle origini all’età comunale

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