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Orazio

Egli segue 2 filoni poetici  Satirico: Epòdi e Satire


 Lirico : Odi (egli antepone la poesia Lirica a quella
Satirica)

Epòdi

• Egli li chiamava iambi


• Ne scrisse 17
• Li scrisse in un momento di difficoltà economica tuttavia non è escluso che
li scrisse per un interesse etico-politico
• Egli si rifece ad Archiloco e Ipponatte per quanto riguarda la forma
invettiva
• Si rifece a Callimaco per il suo Labor limae
• Gli epòdi hanno diversi contenuti: vere e proprie invettive, elogi della vita
agreste, contenuto erotico e simposiaco, contenuto politico.
• Orazio impiega 7 sistemi metrici: 6 a forma epodica e uno in cui usa il trimetro
giambico
• I toni variano dall’ira aspra, all’antipatia ,dall’atteggiamento ironico ,
all’ammirazione , dalla serena rassegnazione , alla preoccupata ansia per il
destino di Roma

Satire

• Si collocano all’interno dei sermones insieme alle Epistole


• Non hanno un destinatario
• Sono in totale 18 (libro I - 10, Libro 2 - 8)
• La Satira ha come ascendente remoto la commedia greca antica , l’inventor
della satira romana fu Lucillio tuttavia Orazio critica il suo stile fangoso e
prolisso prediligendo lo stile Callimacheo.
• Il linguaggio è vicino al sermo cotidianus
• Le Satire Libro I 4 e 10 , Libro II 1 costituiscono difese della Satira stessa
• Orazio non intende attaccare nessuno, semmai se attaccato è capace di
difendersi. Il suo scopo è migliorare se stesso.
• I temi delle satire:
• Il giusto mezzo: la giusta misura consente di evitare gli eccessi opposti
(cit. “Ne quid nimis” – “Est modoin rebus”)
• L’autosufficienza: autàrkeia, consiste nella riduzione dei bisogni e nella
convinzione che basta soddisfare quelli primari
• L’amicizia: amicizia disinteressata che prescinde dalla condizione sociale

• Il libro I presenta prevalentemente due schemi formali: narrativo e discorsivo


• Il libro II presenta prevalentemente schema dialogico, questo mutamento
coincide probabilmente con maturazione poetica
• Lo stile è caratterizzato da una grande semplicità, assume grande rilevanza il
labor limae e il lessico è modellato sul lessico romano anche familiare ma
rifiuta il sermo vulgaris e le sue grossolanità
• La sintassi predilige la paratassi all’ipotassi
• I componimenti sono inoltre caratterizzati dalla brevitas che rifugge il superfluo
e la ripetizione e dalle callide iuncturae, inusuali accostamenti di termini.

Odi

• Complessivamente sono 103 articolate in 4 libri (38 -20 -30 -15) + il Carmen
saeculare commissionato ad Orazio da Augusto in occasione dei Ludi
saeculares (17 a.C.)

• I temi riprendono quelli delle altre raccolte , tuttavia Orazio nelle odi li sviluppa
con una maggiore maturazione artistica e da nuovi punti di vista.
• I temi delle odi sono l’ideale di una vita semplice, il tema del carpe
diem , il tema del canto civile, l’amore, l’amicizia, il convivio, la natura
e la campagna .

• Il carpe diem: occorre cercare la felicità nel presente, tuttavia la


felicità non è da intendersi come uno smodato edonismo ma come un
piacere misurato (giusto mezzo)
• La moderazione e l’autàrkeia: Solo chi raggiunge la saggezza di vivere
nella moderazione può essere autosufficiente e schivare le influenze che
ostacolano la libertà interiore
• l’amore e l’amicizia: l’amore per il poeta è o un gioco o un ricordo
malinconico, egli rimase celibe per motivi anche sociali. Egli preferì
all’amore l’amicizia
• Il banchetto e il vino: il tema del simposio (o convivio) che costituiva un
momento di discussione politico e culturale , il vino elemento centrale
del tema doveva essere bevuto con decorum e modus , ossia senza
valicare il limite della giusta misura.
• La religione e gli dei: il futuro appartiene agli dei, il presente all’
uomo. Egli ha un orientamento epicureo e colloca dunque gli dei in una
dimensione lontana, pur non negandone l’esistenza. Orazio non bandisce
tuttavia dalla vita dell’uomo il divino, la presenza occulta della Fortuna.
• Il canto civile: da un lato Orazio riprova il vizio e la corruzione morale
esaltando il passato, dall’altro celebra la grandezza di Roma e di
Augusto. Egli si pone come vates ossia si pone come voce di denuncia
esortatrice al rinnovamento. Fa parte di questi 20 carmi (15 nei primi 3
libri, 4 nel IV) anche il Carmen Saeculare in cui il poeta celebra la pax
Romana attraverso i valori propagandati da Augusto.
• Il tono e l’atteggiamento del IV libro sono diversi: Orazio si sente vecchio e la
malinconia e la nostalgia prendono il sopravvento. Egli inoltre è già un poeta
affermato e scrive più per se stesso che per gli altri riprendendo temi già
trattati con una più profonda spiritualità.

• Orazio adattò i modelli della poesia lirica greca in schemi latini. Si


richiama prevalentemente ai classici (Saffo ed Alceo in particolare) che egli
trasferisce nel mondo romano tramite l’ aemulatio (emulazione)
• Le odi sono dunque ricche di riferimenti culturali (aemulatio) e sono dunque
rivolte ad un pubblico mediamente colto come gli equites.
• Il lessico tende alla precisione lasciando poco spazio all’ambiguità. Sono
infatti infrequenti arcaismi, neologismi e diminutivi.
• Lo stile è per lo più semplice , e risente degli influssi greci. È frequente
l’uso di antitesi ed enjambement, rare le metafore, le metonimie o le
allitterazioni.

Epistole

• Fanno parte dei Sermones insieme alle satire


• Constano di 2 libri : il I pubblicato nel 20 a.C. raccoglie 20 epistole
Il II pubblicato nel 13a.C. raccoglie 3 epistole di
tematica letteraria
• Orazio può essere considerato l’inventor delle epistole come genere
letterario.
• Sono espresse come le satire in esametri dattilici.
• I destinatari , a differenza delle Satire, sono reali

• Le epistole del II libro:

• 1: è indirizzata ad Augusto che aveva chiesto ad Orazio un dono poetico.


Orazio tuttavia dice di non essere adatto alla poesia celebrativa e avvia
una disquisizione sulla valutazione della letteratura latina arcaica,
della quale Orazio evidenzia più i difetti che i pregi
Egli inoltre affronta il tema della ripresa del teatro al quale Orazio si
dimostra poco interessato (il teatro era ormai tramontato e la poesia
prediligeva l’interiorità)
• 2: è indirizzata a Floro . Orazio espone i suoi nuovi ideali morali e
artistici. Egli intende sospendere gli svaghi poetici e dedicarsi alla
riflessione morale e filosofica.
• 3: epistola ad Pisones, fu intitolata Ars Poetica e forse
originariamente costituiva un’opera a se stante. Orazio discute la facoltà
di concepire l’argomento (poiesis) , poi riflette sull’espressione
poetica (poiema) discutendo stili , generi e versificazione, infine Orazio
si sofferma sulla figura del poeta.
Fra le questioni affrontate da Orazio una è importante: se la poesia sia
frutto della fantasia creativa (ingenium) o dell’elaborazione (ars).
Per Orazio essa è frutto dell’incontro di entrambe.

• Orazio nelle epistole riflette su se stesso e sulla vita , tuttavia non


assume il tono di chi insegna la propria saggezza ma di chi si sforza di
correggere i propri difetti indicandoli agli altri perché li evitino.

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