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2 “Intossicazione”
Breve prosa di G tra le più giornalisticamente incontrollate ma tra le più
preziose e indicative della sua ideologia lett
Pubb su “Il Momento”, 17 maggio 1911
Ancora il motivo:è la vita ad imitare l’arte
articolo che tratta di un doppio omicidio compiuto da 17enne valsusino
Stefano Ala ->ma scrive in versi in italiano e francese …
<-Doppia personalità interpretata da G secondo lo schema del fanciullino
pascoliano
<-documento del pascoliamo gozzaniano da contrapporre al fastoso
superomismo di D’Annunzio
Stefano uccide la sua compaesana perché elle deride i suoi “voli poetici”
preferendogli un reduce di Francia ->omicidio al vallo pubblico
Il poeta si trasforma in omicida per colpa di “Monna Letteratura” :
motivo della “tabe letteraria” o “intossicazione letteraria”
Cmq, più che da Wilde g sembra riprendere il saggio di Max Nordau “Qual è
il contenuto della letteratura poetica?” dove si legge “L’influenza del teatro e
del romanzo, al pari di ogni altra suggestione, agirà con forza maggiore su
individui di sviluppo incompleto o sugli infermi di mente o di corpo, mentre lo
spirito dell’uomo originale, o forte e normale opporrà una resistenza più o
meno grande” Nordau positivista che si oppone con forza al “misticismo
letterario” di Wilde
Il termine “intossicazione” in riferimento alla letteratura può essere stato
ripreso da Bourget §(lo riferiva ai due capolavori di Flaubert)
G registra a separazione tra vita e lettormai, dice, ne siamo “immunizzati”
chi non se n’è accorto sarà vittima della “tabe letteraria”
NB:”gli imparaticci poetici” di Stefano trovano eco negli “imparaticci
d’annunziani” di cui G si confessava vittima nella lettera alla Guglielminetti del
5 gennaio ‘07
L’errore non sta più per G nella scelta di un modello impuro e corrotto,
ma nella stessa accettazione, alle radici, di un modello letterario,
categorialmente Ala non vittima del dannunzianesimo ma di un
semplice Stecchetti!
Molto importante la prosa “La Casa dei secoli”, pubb su “La Donna” nel ’14
(e poi raccolta in “L’altare del passato”)dedicata a Palazzo Madama:”sintesi
di pietra di tutto il passato torinese”
G si dimostra affascinato da sentimento del tempo. Inoltre, tipico di G, il
passato rivive in forza di una figura femminile, vagheggiata nel suo profilo
remoto e indeterminato (cfr anche l’Amica di nonna Speranza e Cocotte)
Qui, profilo di Cristina di Francia, prima Madama Reale
^ Esercizio di ritrattistica (quasi in gara con la pittura) tra le sue passioni più
vive importanza, in particolare, del vestiario (sempre segno di una
determinata epoca)
Sang parla di filosofia dell’arredamento e filosofia dell’abbigliamento
G cerca una “oasi risparmiata dal tempo”, un luogo, un’immagine in cui risulti
negato, con il presente, il fluire stesso della vita. il perpetuo corrompersi della
realtà
Recuperare il tempo morto a Palazzo Madama e dimenticarsi della “vita
moderna che pulsa intorno” volontà di restituire all’ambiente l’aspetto di
“cosa morta” . Si apre così uno spazio dove “il nostro sogno prende non so
che tinta crepuscolare livida e paurosa, non priva di una fascino indefinibile:il
fascino delle cose non certe”
Casa dei secoli come allegoria della casa ideale di G , simbolico rifugio
Già la migliore delle liriche giovanile abbandonata nella “Via del rifugio”, “Un
rimorso” (’07) si apriva con “O il tetro Palazzo Madama …”
4 “Un vergiliato sotto la neve”
^ Amore per Torino non precoceper ammissione del poeta stesso
inizialmente atteggiamento snob …
Prosa pubb nel aprile (ma scritto ne febbraio) ’11 su “La Lettura”, ancora
ispirata dall’Esposizione Universale
NB un certo impegno letterariocfr il titolo (dannunziano!) + epigrafe di
Pascoli su Torino
Amica di infanzia Jeannette (che prima si chiamava Giovannina), figlia del
portiere “della casa che abitavamo un tempo”:ora dirige una casa di moda …
(NB:”Non si è fatta bella. “Si è fatta”, semplicemente”)
ancora attenzione al vestiario …
Jea prototipo della crestaia torinese cfr la sestina Torino :anche là
l’immagine crestaia e quella della neve comparivano!
Neve cara a G perché produca una “abolizione momentanea di ogni traccia di
moderno progresso”
quando ogni volta fa entrare in scena Jea G gioca sullo choc provocato
dall’urto del passato e del presente
cfr “Non il conte Cavour incontro, riparando da via Roma sotto i portici di
piazza Castello, ma Jeannette” …
Vergiliato che conduce Jea al Valentino dove si tiene l’Esposizionepiù bello
del Tiergarten di Berlino e del Prater di Vienna
cfr la “mole più volte secolare “ del Castello del Valentino VS i padiglioni
“effimeri” dell’Esposizione
cfr sul finale il “filosofare cupamente” di Jea (e G si dimostrerà sempre
commosso per il “pessimismo delle anime incolte”), che ricorda a G l’incisione
di Durer, la Malinconia
Importantissima confessione di poetica: a G stanno principalmente care
“tutte le cose strudule”
Il termine vergliato compare (lo ha notato il Calcaterra) nei capitoli III e IV del
3 libro del Piacere proprio a proposito delle passeggiate di Andrea Sperelli e
Maria Ferres in una Roma innevata
archetipo per la passeggiata di G: ma nota tutta la diff!
L’i ncisione ritorna una terza volta nel racconto apparso il 18 novembre
’11 sul “Momento”, intitolato “LA città moritura”, elegiacamente medita
intorno alla distruzione ormai imminente degli effimeri
padiglioniGripensa al suo vergiliato quando contemplava
l’esposizione nascente:ora non può non fermarsi sull’”esposizione
agonizzante sotto una cortina di neve candida”
5 Nel parco
^ Motivo che non si esaurisce nel primo novecento , ma sicuramente tema
topico della lett del tempo (cfr fino a Montale e Robbe-Grillet)
Sonetto giovanile “Il castello d’Agliè” (’03)
espressione “tutto tace” torna nell’ode carducciana “Alle fonti del Clitumno”
Il parco non natura ma storia , storia delle aristocrazie defunte, di una nobiltà
squisita
^ cfr i licheni “verde-gialli” che anticipano il colore delle ginestre in “Le due
strade”
Per i vari elementi G prende da “Climene” (contenuta nel “Poema
paradisiaco”) , contenuta nella zona dell’ “Hortus larvarum”
cfr per tutta la raccolta anche il tema delle statue
nel ’04 G scive non a caso il “Viale delle statue” dove contempla le
“ceature sublimi di marmo” “sole consolatrici” del suo “tedio infinito”
”bianche antiche statue” in rovina, “acefale o camuse” !
G arriva a far apparire la bisavola ammiratrice di Byron e il poeta stesso!
siamo già sulla strada verso “L’amica di Nonna Speranza”
6 Il misticismo moderno
NB lettera 5 giugno ’03 di un ventenne Guido a Savignano per conseguire la
licenza liceale (tra le migliori del suo esiguo epistolario pubb) all’amico Fausto
Graziani in occasione della sua ordinazione sacerdotale
cfr la “santa poesia” della missione avvertita anche dal laico G vs la
“incoscienza della volgarità” dei suoi compagni
Citati S Francesco S Chiara e S Caterina G prende tutto dalle Vergine della
Roccia di D’A!!! <- cfr es. il rapporto tra Francesco e Chiara …
Misticismo estetizzante tipico della cultura decadente che ha il suo esito
paradigmatico in “A rebours” e “La-bas” di Huysmans
cfr anche articolo del ’05 su “Gazzetta del Popolo della Domenica” : “Il
misticismo moderno e la rievocazione del Serafico” (Il misticismo
moderno era un famoso libro del Troilo del 1899)
tema di quello che potrebbe chiamarsi misticismo liberty, che ha punti di
contatto assoluti con l’età del Rinascimento
Ma l’aspetto più interessante dell’articolo è l’analogia istituita tra il nouveau
style pittorico e il nouveau style letterario
NB G riconosce subito che “Questo misticismo non è sincero” ma volto
solo a “velare le ambascie della cruda realtà”, a evadere dallo squallore della
vita prosaica al pari di quanto si potrebbe fare “con le droghe oppiche
dell’Estremo Oriente”
Misticismo liberty che agisce nel G minore fino al punto di approdo in
felicissimo del “San Francesco”, un soggetto cinematografico (o
“orditura foto grammatica”) G sarà sempre molto critico vs cinema
7 “Alle soglie”
cfr l’epistolario con la Guglielminetti
lettera 13 aprile ’07 da Torino con dono della “Via del rifugio” ; nel giugno
dello stesso anno lei invia “Le vergini folli” interessante perché G ne elogia
organicità a lungo poi ricercata nei Colloqui (cfr lettera a l direttore del
Momento del 22 ottobre ’10: “benché indipendenti- saranno unite da un sottile
filo ciclico”
G applaude alla difesa della vergine,al tempo definita Signorina con un
termine “degno prodotto del nostro tempo di evoluzione che anche della
vergine ha fatto una creatura oppressa” sin dal titolo allora si comprende
il significato del futuro capolavoro “La Signorina Felicita”
^ G la paragona a Gaspara Stampa, esaltandola nel confronto
La Guglielminetti 7 giugno cita la Graziella di “Le due strade” come positivo
esempio di riabilitazione della “figura così spesso antipatica della signorina”
Nelle stesse lettere di G alla Gugl impossibilità di amare: “io snn sono
innamorato che di me stesso; voglio dire:di ciò che succede in me stesso”
Ancora sulla tabe letteraria cfr espressione “tutte anime fraterne e malate
del nostro stesso male”
nel ’07 G pubb col titolo “I Colloqui” con la data “ S Francesco d’Albaro,
Convento di S Giuliano, 3 maggio 1907” e con la dedica a Giovanni
Cena, sulla rivista “la Rassegna Latina” quella poesia che poi avrà titolo
“Alle soglie” e inaugurerà la seconda parte del libro
cfr i dottori … e la radioscopia … i cui raggi vengono paragonati ai
“gelidi raggi improvvisi” che solcano l’oscura casa del cuore
virtuosismo mortificato ma pur sempre di eleganza manieristica
Importante lettera del 28 giugno ’07 al De Frenzi su tale poesia: NB “Tutti
sintomi che fanno passare la voglia di cantare le cose non serie:sdegno dei
retori e mia unica delizia! Cantare le cose serie? Temo che non siano il mio
forte”
Tutto ciò si rivede in “Pioggia d’agosto” proclamazione polemica della
propria poetica di lirico frivolo
Sempre lettera al De Frenzi: fedeltà ora , malato, alla “Musa tubercolotica”