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LE FORME LETTERARIE BREVI

(o forme della narrazione) ampliamente analizzate da Calvino in "Se una notte d'inverno
un viaggiatore", 1979: analisi del tempo e della forma breve intesa come figuara che fissa
un' immagine; vera vocazione della letteratura italiana; mezzo attraverso il quale il poeta
riesce a dare del suo meglio.
Sono opere principalmente in prosa (la novella può essere in versi*) in cui è presente un
intreccio essenziale e concentrato nella singolarità di un' esperienza raccontata senza
lunghe digressioni. Esempi di Narratio Brevis possono essere: fiabe, favole, racconti,
exempla, miti, enigmi, casi, scherzi, leggende, ecc. Tutte forme contraddistinte da
brevitas, un nucleo di senso compiuto che possa essere letto rapidamente: da queste
nascerà il genere di novella, che a differenza di altre forme brevi necessiterà di un'
organizzazione in una struttura che a tenga unita.
FORME BREVI = CONTRADDISTINGUONO L' ITALIA
Rispetto al resto dell' Europa in Italia persistono le forme brevi della narrazione a discapito
di romanzi e delle cosiddette "forme lunghe". Secondo Alberto Asor Rosa la storia del
romanzo italiano è "naturalmente una storia anormale": infatti, rispetto agli altri paesi, per
avere un esempio di romanzo bisognerà attendere "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" nel
1802 e del "Fermo e Lucia" nel 1820. Questo perchè nei secoli precedenti l'Italiana è stata
la patria di romanzi cavallereschi, novelle ed opere poetiche.
1897: secondo Luigi Pirandello è difficile spiegare la differenza tra un romanzo e la
novella, perchè non si può fermarsi alla semplice distinzione di lunghezza ma bisogna
entrare nell' organizzazione dell' intreccio delle opere.

LA NOVELLA
Il termine "novella" proviene da nobitas, letteralmente "notizia". Nasce in Toscana tra il
XIII e il XIV secolo, in corrispondenza con la fondazione della letteratura italiana. È una
forma breve generalmente in prosa (*), con personaggi umani e contenuti verosimili,
generalmente però non storici. Non ha una morale, ma in alcuni casi si potrebbe evincere
una sorta di insegnamento (vedi Boccaccio nel Decameron); è un racconto unico, narrato
(spesso da una cornice esterna nonchè struttura reggente dei racconti, vedi
Decameron/Novellino) e racconta sempre una nobitas.
Il primo esempio è il Novellino (appellativo adottato dal 1500 nel momento in cui fu
stampato per la 1° volta), scritto da un anonimo fiorentino tra il 1281 e il 1300 ca. ed è
un compendio di forme di narratio brevis, nato probabilmente come "laboratorio
sperimentale", organizzato attraverso una struttura a cornice che contiente i racconti. Il
N. è conservanto in uno dei codici più antichi, il panciantichiano palatino 32 e contiene 85
narrazioni in prosa nella sua I sezione.

NOVELLA POST-BOCCACCIO

1400
-Giraldo Cinzio (Ferrara, 1504-1573) "Gli Ecatommiti": riprende la struttura
decameroniana e distribuisce 100 (113) novelle in 10 teche, raccontate da giovani che
scappano dal Sacco di Roma (cfr. Peste) navigando da Civitavecchia a Marsiglia.
-Anoton Francesco Grazzini, "il Lasca" (Firenze, 1505-1584) "Le cene": opera incompiuta
che inizia a distaccarsi dal mod. decameroniano, non utilizzando la cornice e introducendo
ogni racconto attraverso poche righe di descrizione.
Le due opere mettono in contrapposizione l'Italia cortigiana con il mondo fiorentino: nella
prima si racconta di un "iper Decameron cortigiano" con ideali di vita più alti, mentre nella
seconda si mette in rilievo l'umanità cinica, le situazioni di vita opposte con inganni, beffe,
artifici. In entrammbe però si tenta di riprogettare un' identità culturale, che sia nel
mondo cortigiano (Ferrara) che sia nel mondo cinico di Firenze.
1500
-Giovanni Sabadino degli Arienti (Bologna, 1445-1510) "Racconto alle Terme"
-Anton Francesco Doni (Firenze, 1513-1574) "I Marmi", racconto ambientato sui gradini
del Duomo di Firenze.
1600-1700
Inizio decaduta novella medievale. Prendono importanza forme della narratio brevis
diverse, spesso anche incrociate e spesso opera di autori differenti.
-"Le Novelle Amorose dei Signori Accademici Incogniti" (1641), raccolta di 100 novelle
scritte da 46 autori diversi, a cura di Mariolino Bisaccioni (a sua volta "novelliere").
-Anton Giulio Brignole Sale (Genova, 1605-1662) "L'Instabilità dell'Ingegno", ancora una
volta viene utilizzato l'espediente di Boccaccio: 8 ragazzi (4 uomini/4 donne) scappano
dalla peste e si rifugiano nelle colline vicino Genova, mettendosi a novellare.
FIABA LETTERARIA (1600)
-Giovanni Francesco Straparola (Caravaggio, 1480-1557) "Le Piacevoli Notti": mescola la
fiaba con la novella, appoggia la novità ma non vuole abbandonare l'espediente di
Boccaccio per la fama che gli porterebbe. Struttura il racconto in 13 notti caratterizzate da
75 enigmi e fiabe raccontate da 13 donne facenti parte di una brigata di Murano.
-Giovan Battista Basile (Giugliano in Campania, 1566-1632) "Lo Punto de li Punti": si
rifiuta di trasformare la fiaba in novella e segna l'ingresso effettivo della f. nella letteratura
(secondo Benedetto Croce).
ROMANZO>NOVELLA (1700)
Ultimi tentativi di novelle a stampo decameroniano:
-Francesco Argelati (Bologna, 1712-1754) "Decameron"
-Alessandro Bandiera (Siena, 1699-1770) "Gerotricamerone"
Entrambe raccontate attraverso nuove forme brevi dovute alla fioritura dei giornali: i
racconti di costume e le lettere da una parte e le novelle in versi dall'altra.
1700-1800
Nasce la novella in versi, spesso a sfondo amoroso.
-Giacomo Leopardi (Recanati 1798- Napoli 1837) "Consalvo": scritta durante il suo periodo
fiorentino caratterizzato dall'amore per Fanny, la "poesia" racconta di un personaggio,
Consalvo, e del suo amore per Elvira.
1800
Forte ripresa del genere della novella dovuta all'esperienza della Scapigliatura milanese, a
Verga, Pirandello e ai racconti campagnoli. Vengono ibridati alcuni generi tra cui n+altre
narratio brevis o n+romanzi, dando vita a sottogeneri necessari a causa di un pubblico più
amplio e composto da più ceti sociali.
-Rivista romantica "Il Conciliatore", 1818-1819, si affronta il tema delle forme letterarie.
-Pietro Borsieri (Milano, 1788-1852) "Storia di Lauretta"
-Federico Confalonieri (Milano, 1785-1846) "Viaggio di un Abitante della Luna sul Globo
Terrestre"
Da metà '800 arrivano i cosiddetti "narratori campagnoli" (vedi Verga) che mettono al
centro dei loro racconti la vita contadina. All'opposto, al nord, nasce la Scapigliatura di
stampo post-manzoniano, caratterizzata da narrazioni brevi con ibridazioni di generi e
dall'avvio della novella "fantastica" (vedi Pirandello).

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