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Niccolò Machiavelli
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La vita di Ariosto Le opere di Ariosto
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La vita di Machiavelli Le opere di Machiavelli
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LA VITA DI ARIOSTO
(1474-1533)
LA VITA
Ariosto rappresenta la tipica figura dell’intellettuale cortigiano del
Rinascimento, ma il suo rapporto con l’ambiente della corte è
percorso da una segreta ambivalenza.
Egli nacque a Reggio Emilia l’8 settembre 1474. Dall’84 il padre si
stabilì a Ferrara, dove Ludovico intraprese i primi studi giuridici.
Lasciati gli studi poco graditi, si dedicò alla sua formazione
letteraria e umanistica.
A Ferrara soggiornò Pietro Bembo ed Ariosto ne subì l’influenza,
indirizzandosi verso la poesia volgare.
La morte del padre, nel 1500, lo mise di fronte alla necessità di
occuparsi del patrimonio familiare. Per far fronte alle necessità
familiari dovette accettare cariche ufficiali da parte degli Estensi.
LA VITA
Nel 1503 entrò al servizio del cardinale Ippolito, figlio del duca Ercole I, con missioni politiche e
diplomatiche. Per aumentare le entrate assunse anche la veste di chierico.
A causa dei rapporti tesi tra Alfonso I ed il papa Giulio II, Ariosto dovette recarsi più volte, tra il 1509
e il 1510, come ambasciatore a Roma. Nel frattempo cominciò a stringere rapporti con il cardinale
Giovanni de’ Medici. Quando quest’ultimo divenne papa con il nome di Leone X, nel 1513, Ariosto
credette di ottenere incarichi maggiori, ma le sue aspettative andarono deluse.
Intanto a Firenze aveva stretto legame con una donna sposata, Alessandra Benucci. Nel 1515 il
marito morì, ma Ariosto, costretto al celibato a causa degli ordini minori, la sposò in segreto solo
anni più tardi.
Nel 1517 Ariosto passò al servizio del duca Alfonso. Nel 1522 questi gli affidò il compito di
governatore della Garfagnana.
Egli tornò a Ferrara nel 1525. Questi furono anni più tranquilli, con pochi spostamenti e circondato
dagli affetti familiari. Ammalatosi di enterite, morì nel 1533.
Ariosto e il suo tempo
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LE COMMEDIE
Incaricato di allestire gli spettacoli scenici per le feste di corte, Ariosto inaugurò una produzione originale di
commedie in volgare, prima in prosa poi in versi: esse segnano la rinascita di questo genere letterario
d’ispirazione classica in età moderna. I modelli sono i commediografi latini e principalmente Plauto e Terenzio,
ma si nota anche un’influenza della produzione novellistica italiana. La tematica ricorrente era una storia
d’amore contrastata dagli anziani.
LE OPERE MINORI
L’EPISTOLARIO
Si tratta di 214 lettere, sia private sia ufficiali. Non essendo state composte in vista della pubblicazione, esse sono
scritte in uno stile semplice e immediato e fanno emergere il buon senso pratico con cui Ariosto seppe
affrontare le diverse situazioni in cui si trovò coinvolto.
LE SATIRE
Sono sette componimenti in forma di lettere poetiche in terzine dantesche. Ispirate alle Satire e alle Epistole del
poeta latino Orazio, le Satire di Ariosto hanno in comune con il modello la varietà dei temi, i riferimenti
autobiografici, il tono colloquiale, l’impostazione dialogica, la struttura divagante, l’ironia bonaria con cui si
rappresentano i difetti degli uomini, l’esaltazione di un ideale di vita quieta e libera da condizionamenti esterni.
La rivendicazione dell’indipendenza personale come valore supremo è strettamente connessa alla polemica nei
confronti dell’ambiente cortigiano, che limita la libertà dell’intellettuale costringendolo ad assecondare in tutto la
volontà del principe.
L’ORLANDO FURIOSO
Nel 1505 Ariosto incominciò a comporre l’Orlando furioso. A una prima edizione, pubblicata nel
1516, ne seguì un’altra nel 1521 e poi quella definitiva nel 1532, nella quale il poeta ampliò la
materia e adeguò la lingua ai canoni classicisti fissati da Bembo nelle Prose della volgar lingua.
Nella scelta dell’argomento, Ariosto opera una fusione tra materia carolingia e materia
bretone.
Intorno al nucleo narrativo dell’amore tra Ruggiero e Bradamante convergono i motivi
celebrativi che non possono mancare in un’opera legata all’ambiente cortigiano.
L’opera è pensata per la diffusione attraverso la stampa ed è indirizzata a una corte “ideale”.
Il poema delinea l’immagine di una realtà labirintica nella quale i personaggi si muovono alla
ricerca costantemente inappagata di oggetti irraggiungibili. Al disordine della materia fa da
contrappunto l’ordine armonico della narrazione. In questo senso l’opera rappresenta
compiutamente l’ideale rinascimentale dell’uomo che domina razionalmente la realtà.
L’ORLANDO FURIOSO
- Continuazione dell’Orlando innamorato di Boiardo
MATERIA - Sono tre i nuclei tematici: la guerra tra franchi e saraceni, le peripezie
cavalleresche e l’amore tra Ruggiero e Bradamante