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LUDOVICO ARIOSTO

Nacque nel 1474 a Reggio Emilia.


Il padre lavorava per Ercole I D’Este che era il signore di Ferrara e voleva che il
figlio studiasse legge per succedergli nella carica politica->Ludovico acconsentì ma
era già appassionato di lettere.
Nel 1484: si trasferì a Ferrara 
Nel 1500: morì il padre e dunque Ludovico per mantenere economicamente la
famiglia, entrò stabilmente nella corte di Ferrara.
Nel 1503: prese gli ordini minori in quanto non aveva obblighi, garantiva una certa
rendita e dei privilegi.
Sempre nel 1503 entrò a servizio del cardinale Ippolito D’Este, fratello del duca
Alfonso I.
Egli non gli concedeva del tempo per dedicarsi alla letteratura in quanto riteneva
che ciò lo avrebbe distratto dai suoi incarichi politici (poco otium, ovvero “riposo
dall’attività pubblica”, e tanto negotium, ovvero “attività a servizio dello stato”).
Nel 1517: si rompe il rapporto di lavoro perché Ariosto si rifiuta di lasciare Ferrara
per seguire Ippolito a Budapest presso una sede vescovile che avrebbe occupato il
suo otium.
Tra il 1517 e il 1522: rimase alle dipendenze di Alfonso d’Este come funzionario di
corte e letterato nel quale compose opere con finalità encomiastiche (con lo scopo
di lodare, elogiare)
Nel 1522: venne nominato commissario ducale a Garfagnana che è un paese in
provincia di Lucca.
Nel 1525: tornò a Ferrara come sovraintendente degli spettacoli di corte.
Nel 1533: morte di Ariosto e sepoltura nella chiesa di San Benedetto a Ferrara con
un funerale non fastoso.

Opere
Ludovico Ariosto ha realizzato 87 componimenti sperimentando diversi stili e
diverse forme metriche:
-il sonetto
-il madrigale (derivate dalla ballata)
-le egloghe (a sfondo pastorale)
-la rappresentazione teatrale
Ha come modelli da seguire Dante, i poeti dello stilnovo e i poeti latini come Ovidio.
Fu anche ispirato dal teatro latino in particolare dai maggiori commediografi della
commedia latina:
-Plauto (comicità popolare)
-Terenzio (comicità più raffinata e riflessiva)

Rime
Sono una raccolta di liriche in latino accompagnate poi anche da testi in volgare
Tema: amore per la donna che avrebbe sposato sviluppato in modi diversi:
presenta connotati umani, fisici e passionali.

Satire
Ludovico Ariosto scrisse le satire, ovvero opere che scrisse tra il 1517 e il 1522 in
cui esprime il suo disagio e le contraddizioni dei suoi incarichi politici,
opere che diventano uno strumento di riflessione sulla vita umana.
Il genere della satira nacque a Roma con Lucilio ed inizialmente era legato al
teatro.
Le satire vengono scritte in forma epistolare, ovvero sotto forma di lettera: con
destinatario e forma dialogica con interlocutore, in versi suddivisi all’interno di
terzine dantesche.

L’Orlando furioso
Nel 1505 Ludovico Ariosto inizia la sua composizione dell’Orlando Furioso che
continuerà con moltissime revisioni fino alla morte:
1516: prima pubblicazione dell’Orlando furioso(40 canti in ottave)->ebbe un grande
successo tanto che l’anno successivo, nel 1507, Isabella d’Este scrive una lettera
al fratello, il cardinale Ippolito, in cui afferma di aver ascoltato già parte
dell’opera(opere venivano raccontate nell’ambiente di corte per intrattenere)
1521: seconda versione dell’Orlando furioso, non particolarmente modificata ma
rivista dal punto di vista linguistico e morfologico->toscanizzazione della lingua,
infatti il toscano e richiesto a livello letterario(sprovincializzazione)
1532: terza versione dell’Orlando furioso
->aggiunta 6 canti con un’atmosfera e riflessioni più cupe sulla morte e sulla guerra
->nuova revisione linguistica
Temi: 
-amore del cavaliere per Angelica, donna amata da tutti gli uomini.
Per amore dei cavalieri si intende un desiderio di possesso fisico
-guerra tra cristiani e musulmani. Il tema della guerra riprende il contesto epico con
la differenza che qua non vi è una netta distinzione tra bene e male infatti ogni
personaggio presenta pregi e difetti poco consoni al loro ruolo (natura dell’essere
umano molto complessa che contiene sia male che bene). 
-ricerca:
1)di Angelica
2)di Ruggero (figlio del mago Atlante) convertitosi al cristianesimo per amore di
Bradamante.
Manca il tema religioso, infatti la ricerca religiosa è sostituita da quella
sentimentale. Ariosto si discosta dall’ottimismo rinascimentale e vengono rivalutati il
dubbio e l’imperfezione dell’uomo lontani da Dio->senza Dio si ha insicurezza e
consapevolezza dei propri limiti.
Titolo: “furioso” perché Orlando impazzisce di rabbia per amore non corrisposto e
gelosia.
Senno degli uomini: custodito sulla Luna in ampolle di vetro di varie dimensioni
(che variano in base al senno perso).
Metrica: presenta la metrica tipica del poema epico-cavalleresco->testo in ottave e
versi endecasillabi.
Narratore: onnisciente->interventi ironici sui personaggi.
Livello narrativo: opera caratterizzata da un intreccio complesso dato
dall’Entrelacement ovvero una tecnica narrativa che consiste nella
rappresentazione di una situazione che viene interrotta prima della sua conclusione
per essere ripresa successivamente. 
Ha 2 scopi: 
->creare interesse nel lettore
->rappresentare la grande difficoltà del reale, difficilmente comprensibile-> la
monoliticità dei valori medievali lascia spazio ad un mondo in cui è facile perdersi e
difficile ritrovarsi a causa delle situazioni difficili incontrate
Pubblico: elite della corte, abituata alla lettura di opere letterarie soprattutto di
poemi epico-cavallereschi
Ambienti predominanti: 
-foresta, simbolo di una situazione labirintica, infatti si vivono tante avventure ma ci
si puo’ anche perdere per i pericoli che vi incombono. 
-palazzo di Atlante (padre adottivo di Ruggero che rinchiude il figlio nel castello per
salvarlo): legato alla magia e alla situazione labirintica->il castello è un’illusione, le
cose non sono come appaiono.
Dalla situazione labirintica simboleggiata dall’ambientazione emerge che bisogna
ricercare la “strada giusta” senza perdersi nei pericoli, nelle difficoltà e nelle
illusioni.
Personaggi: descritti e caratterizzati dalle loro azioni e da alcuni interventi ironici di
Ariosto ma non dalle loro riflessioni.
Visione della donna: la donna cortigiana, come Isabella D’Este la destinataria del
poema oltre ad Ippolito, gestisce la corte e sono le destinatarie privilegiate di
letterati->hanno un ruolo attivo nella fruizione della cultura.
Angelica: principessa del Catai, proveniente dall’Asia, ed è contesa da diversi
cavalieri, in particolare Orlando e Rinaldo. Angelica scappa perché non vuole
essere considerata un oggetto/premio e non vuole che qualcuno scelga per lei. Alla
fine, sceglierà di sposare Medoro, un uomo umile. Dopo averlo sposato di lei non si
saprà più nulla perché Ariosto la fa uscire di scena.
Differenza con le altre donne della letteratura precedente: non è una donna
angelica ma è legata alla dimensione terrena e alla sfera sessuale
Orlando: grande eroe e paladino che tutte le donne tranne Angelica vorrebbero.
Caratteristiche: fedeltà ai valori cortesi-cavallereschi e all’amore per Angelica-
>immaginata come una donna pura e casta ma quando scopre che non è così
scatta la pazzia->idealizza la donna e questo fa capire al lettore che lei non lo vuole
e che Orlando dovrà scontrarsi con la realtà.

Nel proemio (parte introduttiva dell’opera) ci sono:


-protasi->sintesi dell’opera con la presentazione delle tematiche: “danno”, “amori”,
“cavallier”, “arme”
Conclusione: dopo l’uscita dalla scena di Angelica, Astolfo recupera il senno di
Orlando al quale lo restituisce. Dunque, Orlando vince la guerra contro i
musulmani. La vicenda si conclude con il matrimonio tra Ruggero e Bradamante-
>al banchetto nuziale il guerriero musulmano Rodomonte sfida Ruggero per aver
sfidato l’Islam ma viene sconfitto.
C’è anche il tema della ricerca.
-invocazione all’amore attraverso la donna amata->paragone tra Ariosto e
Orlando
-parte encomiastica nei confronti di Ippolito e della famiglia d’Este.

Filologia
Filologia: da “philo” e “logos” dunque amore per la parola.
Il cosiddetto metodo filologico è il metodo per approcciarsi ad un testo antico che
permette di ricostruire testi e opere letterarie del passato in modo scientifico e
rigoroso.
Dopo il rinvenimento dell’opera viene studiata e confrontata con altre copie per
risalire all’originale mentre nel medioevo i testi venivano affrontati alla luce delle
Sacre Scritture.

Problema della lingua nella civiltà umanistico-rinascimentale


Nel Medioevo vi era corrispondenza tra argomento trattato e registro linguistico
utilizzato.
A partire dell’Umanesimo nasce la questione della lingua in merito a quale lingua
utilizzare nelle opere letterarie:
-tesi cortigiana: la lingua deve essere quella delle corti, soprattutto quella romana
perchè era la più importante e dunque deve fare da modello linguistico
-tesi del fiorentino: la lingua deve essere il fiorentino parlato. Imposto grazie agli
scrittori del 300 e poi modificato nel tempo
-tesi arcaizzante: la lingua deve essere il toscano dei principali trecentisti->
Boccaccio per la prosa e Petrarca per la poesia

Prose della volgar lingua: opera di Pietro Bembo in cui discute della lingua, dello
stile e del registro da utilizzare. Egli afferma che:
-bisogna scrivere in volgare
-tesi cortigiana non sostenibile perchè le corti sono in decadenza e lotta tra loro
-tesi del fiorentino non adeguata in quanto Firenze non è sufficientemente influente
sulla penisola da poter imporre la sua lingua
-tesi arcaizzante è l’unica sostenibile in quanto è grammaticalmente e
stilisticamente già riconosciuta

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