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TASSO

TASSO
La produzione dei poeti di questo periodo risponde alla grande richiesta di poemi di carattere narrativo in
versi a partire dalla poetica di Aristotele si concepisce la letteratura in termini normativi, si cerca di
definire le norme di ogni genere.

Ci sono una serie di autori che si sforzano di riuscire a scrivere dei poemi che abbiano successo (gradevoli
come l’Orlando Furioso) ma che al tempo stesso si concilino meglio con le norme aristoteliche.

Nel 1560 viene pubblicato l’Amadigi di Bernardo Tasso poema che dapprima è in endecasillabi e
riguarda un solo eroe e poi viene modificato in ottave e riprende le caratteristiche narrative ariostesche.
Riprende la vicenda di Amadigi, attraverso intrecci.

La Gerusalemme Liberata

La Gerusalemme Liberata si forma fondendo modelli letterari molto diversi regole aristoteliche, classici e
Ariosto.
La Gerusalemme Liberata pone dei problemi enormi quando si parla di questo poema, si parla di
qualcosa di cui Tasso non ha mai autorizzato la pubblicazione, fu divulgata per altri motivi, senza chiedere
a Tasso un filologo, normalmente, cerca di risalite all’ultima volontà dell’autore (il testo deve
corrispondere alla volontà dell’autore).

L’opera è frutto di una lunga gestazione e di un lungo processo compositivo inizia a 15 anni a dargli un
abbozzo, per celebrare la prima crociata (1095) Libro Primo del Gerusalemme.

Sceglie di raccontare questa vicenda per il pericolo rappresentato dall’impero Ottomano, che in quel
periodo era particolarmente sentito qualcosa che si può aggiungere ai fattori storici legati alla
riaffermazione di alcuni dogmi del cattolicesimo (un po’ per frenare i protestanti e un po’ per il pericolo
dell’islam).

Successivamente (1562), Tasso compone il Rinaldo poema avventuroso epico-cavalleresco, in cui un


unico protagonista è impegnato in molteplici azioni, spesso legate alla sfera fantastica.
Egli entrò al servizio degli Este in questo stesso periodo prima al servizio del cardinale Luigi d’Este e poi
di Alfonso II d’Este.

La composizione della Gerusalemme Liberata è accompagnata ad una grande riflessione di carattere


teorico il 500 è un secolo di grande riflessione sul piano letterario, ed è da qui che inizia una larga
produzione di letteratura che si occupa di riflessione. Per gli autori la letteratura doveva essere
accompagnata da una riflessione.

Il problema che Tasso si pone è quello di conciliare le istanze che provengono da Aristotele con alcuni
elementi che hanno determinato la fortuna dell’Orlando Furioso poema in gradi di essere unitario ma che,
al tempo stesso, sappia contenere una varietà che possa renderlo piacevole.
L’idea è quella di avere un poema che rappresenti l’unitarietà dell’universo, ma che sappia contenere la
diversità che è propria dello stesso universo.

La scelta della crociata significa scegliere una vicenda che ha un inizio e una fine (un’unica vicenda) ma
all’interno della quale operano una moltitudine di personaggi.

Un altro aspetto importante è quello che porta Tasso a conciliare il meraviglioso (fantastico) con la
cristianità il meraviglioso viene detto meraviglioso cristiano. Ciò che è meraviglioso riceve l’intervento di
Dio o del Demonio, c’è una conversione di ciò che è tipico dei poemi cavallereschi. La magia, l’avventura, il
fantastico vengono cristianizzati.
Tasso conclude la prima stesura del Goffredo (sarà poi chiamato Gerusalemme Liberata) nel 1575 Tasso
si preoccupava del fatto che il suo poema non fosse conforme sia al cristianesimo che alla dottrina
aristotelica.
Era un artista tormentato viene preso a modello dai romantici, binomio genio-sregolatezza.

A Roma chiede a dei personaggi eminenti della cultura del tempo di leggere la sua opera e di darne le loro
opinioni, facendo nascere un dibattito a guidare questa commissione è il cardinale Scipione Gonzaga.
Quando buona parte del poema viene letto, nascono dei conflitti a causa del fatto che Tasso non accetta di
buon grado le critiche che gli vengono mosse.

L’opera non viene stampata per diverse ragioni Tasso medita alcuni cambiamenti importanti riguardo alla
trama e alla revisione dell’opera. Successivamente scoppia un’epidemia di peste a Venezia (dove doveva
essere stampato) e Tasso inizia ad accusare dei problemi psichici molto gravi.
Egli verrà rinchiuso in carcere, verrà internato in un ospedale psichiatrico per 7 anni ecc…

In realtà iniziano a circolare le prime stampe, a causa della diffusione dei manoscritti dell’opera dapprima
sono stampe parziali e successivamente nel 1580 escono le prime stampe complete, col titolo
Gerusalemme Liberata.
L’opera esce nella versione che conosciamo noi, senza che l’autore avesse dato l’ok per la pubblicazione.
Non abbiamo un’opera definitiva il testo si diffonde a prescindere dalla volontà dell’autore.

Negli anni successivi, Tasso modifica l’opera, facendola aderire meglio alla dottrina cristiana e ai poemi
omerici 1593 esce la Gerusalemme Conquistata, opera che effettivamente corrisponde alla volontà
dell’autore.
La Gerusalemme Liberata è comunque preferita, in quanto meglio riuscita stilisticamente.

L’evento scelto è storico importante perché è qualcosa di presente nelle menti di tutti, sul quale si poteva
intervenire con eventi fantastici (lontano nel passato ma tutti lo conoscevano, senza esserne degli esperti).
Era un evento che era sentito vicino toccava i lettori dell’epoca.

Il fatto di scegliere di parlare di un evento storico ha funzione pedagogica permette di trarne


insegnamenti per il presente.

Per quanto riguarda lo stile, Tasso vuole raggiungere lo stile magnifico (si distacca dallo stile mediocre in
cui era scritto l’Orlando Furioso, secondo lui) tenore elevato, parla di cose che sono tipiche dell’epica, ha
per fine la meraviglia (deve destare meraviglia nel lettore).
Questo stile è frutto di 3 fattori:

1. I concetti modi nei quali le materie vengono esposte.


2. Il lessico le parole devono essere di livello elevato. Il terreno lessicale è terreno di scontro dato
che la scelta di utilizzare lessico aulico implica di attingere a diverse fonti (non resta agganciato al
fiorentino 300esco).
Questo lo porta a scontrarsi con l’accademia della Crusca, che contesta le sue scelte lessicali in
nome della purezza linguistica egli risponde con una lettera, difendendo, di fatto, un testo di cui
non aveva permesso la pubblicazione.
3. La sintassi è un teorico del parlar disgiunto, ovvero la tendenza ad associare le parole attraverso
dei legami che non sono immediati. Si basa su sistemi associativi che prescindono da un legame
sintattico lineare.
Torsione della linea sintattica, figure di inversione, enjambements.

La struttura dell’opera:

 Canti I-III tenore positivo, si avvicinano i crociati a Gerusalemme (Saladino).


 Canti IV-XIII si apre un capitolo negativo. Armida (bellissima giovane) finge di essere una
principessa spodestata e chiede l’aiuto dei cristiani, provocando una serie di scontri. Ella semina
discordia, le forze demoniache cercano di far crollare l’esercito cristiano.
Rinaldo è un giovane focoso e viene allontanato dal campo cristiano perché ha ucciso un altro
soldato per una lite. Si scopre che Armida è una maga (riprende la maga Circe).
 Canti XIV-XVIII svolta positiva, il campo cristiano si ricompone e viene ritrovato Rinaldo
(innamorato di Armida). Viene ripresa la guerra.
 Canti XIX-XX Gerusalemme viene conquistata dai cristiani.

La Selva di Saron
I cristiani devono ricostruire la macchina da guerra distrutta precedentemente. Il mago infedele Ismeno
vuole impedire che i crociati possano ricostruire la macchina da guerra e getta un incantesimo sulla selva,
facendo in modo che gli alberi vengano abitati da diavoli.
Goffredo manda una forte squadra di guerrieri eletti ma scappano tutti Tancredi riesce a superare tutti gli
ostacoli e arriva ad una radura in cui c’è un cipresso. Comincia a colpire con la spada questo cipresso e da
questo albero escono sangue e parole.
L’albero parla con la voce di Clorinda che lo accusa di infierire su di lei dopo averla già uccisa l’albero è
l’incarnazione dei fantasmi psicologici di Tancredi, è ciò che più lo spaventa e lo ossessiona.

I personaggi sono tormentati, che cambiano hanno delle evoluzioni (Rinaldo) e sono personaggi umani,
con le loro emozioni e paure.

IL CORTEGIANO DAL CASTIGLIONE 

Una delle opere della letteratura più influenti. Trattatistica del comportamento —> descrive i
comportamenti, il galateo, da tenere in società. Anche fuori dall’Italia, sono visti come libri per imparare a
stare in società. Il Cortegiano però è un’opera ben più complessa. È un dialogo molto articolato, poiché
vive molto del confronto tra i vari personaggi che per alcune sere si intrattengono, e discutono sulla forma
del perfetto cortegiano. Tratta diversi temi cruciali (come la visione dell’uomo rinascimentale). Il trattato si
chiude parlando dell’amore, esponendo una teoria dell’amore neoplatonica. È interessante assistere al
modo in cui si sviluppa il dialogo e nel modo in cui emergono i vari temi. Nel primo libro, viene definito il
principio che fa sì che l’uomo di corte, il gentiluomo, sia dotato di quella grazia che nel dialogo viene
definita come “la qualità più importante che un gentiluomo deve possedere”. Il conte Ludovico di Canossa
espone la sua idea e deve definire in cosa consiste questa grazia. Egli dice che la regola universale
consiste nel cercare di rifuggire l’affettazione: il mettere in mostra lo sforzo e le proprie qualità. Il principio
che informa la grazia è quello della sprezzatura (noncuranza) capacità di far qualcosa, riuscendo a
nascondere la fatica e lo sforzo che si fa per compiere l’azione; qualcosa che nasconda l’arte. L’esito
dev’esser fatto con estrema disinvoltura, senza nessuna esibizione. Quando si legge questo dialogo si ha
l’idea di un’estrema naturalezza. Eleganza priva di qualunque esibizione, segno di sforzo. Ideale dal punto
di vista estetico, classico (armonia). Ideale della sprezzatura come ciò che produce la grazia, e quindi della
grazia vista come ideale supremo estetico. Idea che si debba parlare na lingua di tenore alto ed elegante,
ma l’eleganza è data anche dalla naturalezza. 

Questo ideale estetico nella seconda metà del ‘500 entra in crisi. Da un lato non c’è più armonia tra
gravitas e piacevolezza, c’è una scissione (della Casa spinge sul pedale della gravitas).

Diventa sempre più evidente un’insistenza della poesia verso una marcata artificiosità: il manierismo.

IL MANIERISMO
“il Manierismo in letteratura rappresentava […] il ripiegarsi e l’incrinarsi degli equilibri rinascimentali,
complessi a luminosi, in opere sempre più artificiose, dominate appunto dall’esercizio di una “maniera”, e
da un rastremarsi e complicarsi degli esiti poetici, in soluzioni raffinate fino all’estenuazione”.

IL BAROCCO

Ci troviamo nel mondo dell’esibizione, della ricerca artistica. 

“Se il Manierismo riflette un’arte introversa e preziosa, il Barocco partecipa di una situazione teatralmente
grandiosa ed espansiva, rutilante nel suo esibizionismo; se l’uno persegue un’aulica raffinatezza, l’altro
mostra anche una tendenza più popolare ed emotiva […]; se il primo predilige la concentrazione del
virtuosismo, il secondo mira a espandersi con la lussuria e l’abbondanza esagerata, dissipando i suoi tesori
in modo da stordire e stordirsi in un delirio megalomane” (A. Battistini)

 “i caratteri più marcati del Barocco sono l ricerca del nuovo e l’effetto della meraviglia. […] l’ordine e
la misura del classicismo rinascimentale lasciano il posto [..] all’inedito e al bizzarro, la cui ricerca
esasperata si sottomette al gusto del fruitore”

 Sul docere prevale ora il delectare ( deve creare piacere)

 La metafora può essere considerato l’emblema della letteratura barocca. Essa è la base per la
creazione dei concetti

 Il massimo teorico della metafora come “il più alto colmo delle figure ingegnose” è Emanuele
Tesauro, autore del “Cannocchiale aristotelico” (1654).

LA POESIA DEL SEICENTO

 Si assiste a un notevole allargamento degli oggetti “poetabili” rispetto alla tradizione

 La donna è rappresentata come un’attenzione per la fisicità e con tratti di sensualità estranei al


petrarchismo

 Tra le maggiori novità c’è lo spazio dato al brutto, al grottesco, al deforme , al bizzarro

 Il metamorfico e l’illusione visiva sono un altro motivo ricorrente

 Tra i temi più praticati vi sono quelli della caducità e della morte, con effetti lugubri e macabri

 L’ampliamento degli oggetti si traduce in una sorta di gioco elencatorio e classificatorio, volto
quasi a esaurire tutte le varianti possibili

 I testi poetici mirano a creare sorpresa, soprattutto nel finale, e sono caratterizzati dalla mancanza
di approfondimento interiore

GIOVAN BATTISTA MARINO


 Massimo poeta barocco italiano

 Vita contrassegnata da varie vicende, finisce più volte in carcere. Vita molto avventurosa

 Personaggio dalla biografia particolarmente affascinante

 Mai portata a compimento l’idea di prendere la Gerusalemme Liberata di Tasso e modificarla, con il
titolo della Gerusalemme distrutta 

 Marino è autore di una sterminata produzione lirica, consegnata in particolare alla Lira (1614),


divisa in tre parti, (le prime due pubblicate nel 1602) secondo un’organizzazione estranea al
modello petrarchesco, è organizzata per temi, idea di un repertorio. Il poeta è qualcuno che per ogni
tema è in grado di tirar fuori versi

 L’opera più famosa di Marino è l’Adone di venti canti, un immenso poema (tre volte la Lierata) che
parte dall’esile storia dell’amore tra Venere (si innamora di lui, per uno scherzo di Cupido, suo figlio
che per vendetta la fa innamorare di Adone e sarà un amore infelice poiché lui morirà ucciso da un
cinghiale) e Adone (figlio di un rapporto tra Mirra e suo padre, rapporto incestuoso , giovane di
straordinaria bellezza, destinata a durare poco), per raccontare un’infinità di storie (quasi dei poemi
nel poema) e toccare molti altri generi e temi. Si tratta di un’opera non riducibile a una formula
unitaria4

L’ADONE

 Le prime notizie dell’opera risalgono al 1594

 Il progetto iniziale era quello di un poemetto di qualche centinaia di ottave

 La crescita del poema fino alla misura attuale si compì nel giro di pochi anni, dal 1614 al 1621 (il
poema originale delle Metamorfosi, viene allargato a dismisura)

 Abbondanza vista come qualità del suo poema

 Il poema fu compiuto in Francia, dove venne pubblicato nel 1623 e venne dedicato infine al Re Luigi
XIII, e alla regina madre, Maria de’ Medici (in realtà divisi da un duro conflitto)

 Nel frattempo Marino provvide anche a una stampa a Venezia, con alcuni interventi pesanti per il
pubblico e soprattutto per la censura italiana

 Marino torna in Italia, il poema conosce un immediato successo, ma poco dopo Marino è costretto
all’abiura dell’Adone, poiché in questa poesia la componente erotica era estremamente importante
e presente. Uno degli aspetti che può aver contribuito alla condanna,  è il fatto che c’è un elogio
dello stesso Galileo. Nel 1623 Galileo pubblica il “Saggiatore” dove entra in contrasto con i gesuiti
(lui manderà una copia a Marino, il quale contraccambia con l’Adone)

 Nel 1623 è diventato papa Urbano VIII, papa rilevante poiché poi condannerà Galileo all’abiura, il
quale come Marino era convinto che il papa potesse essere un’alleato

Galielo fra tre scoperte rilevanti (1610, Siderus Nuncius):


1. Scopre che la luna, vista con il telescopio, rivela di essere molto simile alla Terra (superficie
irregolare) —> produce l’idea per cui in realtà i corpi celesti non sono diversi rispetto alla Terra,
nessuna differenza qualitativa 

2. Scopre l’esistenza di un numero di stelle molto superiore a quello che si credeva (galassia), in
particolare scopre la Via Lattea.

3. Scopre l’esistenza dei satelliti intorno a Giove —> implica la possibile esistenza di altri sistemi
planetari che non hanno come centro la Terra (cade il modello geocentrico).

PRINCIPALI OPERE IN VOLGARE DI GALILEO (1564-1642)

 Lettere Copernicane (o teologiche): quattro lettere che discutono in maniera rivoluzionaria il


problema del trasporto tra fede e scienza

 Il Saggiatore (1623): trattato scientifico in forma epistolare (indirizzato a Virginio Cesarini), dedicato
a Urbano VIII, nasce dalla polemica con il gesuita Orazio Grassi (Lotario Sarsi) sulla natura delle
comete (in realtà Galileo si sbagliava) con queste opere sviluppa il moderno sistema scientifico. La
nuova scienza non si pone di arrivare al perché delle cose, alla causa prima, ma al perché delle
cose, perché avvengono determinati fenomeni

 Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano (1632): dialogo in quattro
giornate tra tre personaggi Giovan Francesco Sagredo, Filippo Salviati e Simplicio sul confronto tra
geocentrismo ed eliocentrismo. A causa di quest’opera sarà costretto alla famosa abiura. Bisogna
trovare un modo per eludere la condanna del 1616. Per questo finge di voler esporre idee diverse,
decide di esporre la tesi copernicana come se si trattasse di una semplice tesi matematica che
l’autore non sposa, in realtà però dal dialogo emerge chiaramente l’idea dell’autore. Fa emergere le
proprie idee attraverso il confronto che a sua volta rende più piacevole la lettura. 

 Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica e ai
movimenti locali (1638): probabilmente il capolavoro di Galileo dal punto di vista scientifico.  

Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano

 Sagredo è un interlocutore non intendente, che da domande e orienta e  movimenta il discorso,


spiritoso e sarcastico; Salviati è il portavoce dell’autore; Simplicio è un ottuso difensore delle tesi
aristoteliche

 La prima giornata intende abbattere i presupposti della scienza aristotelica, dimostrando che anche
i cieli sono corruttibili (tesi già esposta nel Sidereus nuncius)

 La seconda giornata dimostra il moto di rotazione della Terra e presenta i grandi principi della
nuova fisica di Galileo

 La terza giornata si concentra sugli aspetti astronomici e discute e respinge tutte le obiezioni
opposte al movimento annuo della Terra

 La quarta giornata parla delle maree come prova del moto della Terra (tesi erronea)

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