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Boccaccio -Decameron-

Boccaccio= una delle tre corone del ‘300 (+Petrarca;Dante). Si allude all’eccellenza dei tre autori fiorentini
attraverso una metafora regale. La letteratura italiana nasce adulta, tardiva rispetto a quella francese.
Nasce con Dante alla fine del XIII secolo. Firenze all’epoca era una delle città più ricche e sviluppate
d’Europa. Divenne centro economico importante grazie alla presenza di banchieri importanti, riuniti in
gruppi tra i quali: Bardi e Peruzzi → importanti per Boccaccio. Firenze lega i tre autori:
- Dante = fiorentino prima e dopo l’esilio; “fiorentino di nascita ma non di costume” nella
Comedia (terza cantica).
- Petrarca figlio di guelfo bianco, il padre esiliato nello stesso anno di dante. Petrarca nasce
ad Arezzo ma di famiglia fiorentina. Crescendo si sentirà non cittadino toscano ma del
mondo. Fondatore dell’umanesimo e primo uomo moderno. Privilegiati gli studia
humanitatis leggendo la classicità in un nuovo modo. > parte delle sue opere in latino =
unico modo per riscoprire il passato. Due opere romanze di Petrarca : Il canzoniere
“Rerum vulgarium fragmenta” = frammenti di cose in volgare→ amore non corrisposto per
Laura; Triumphi = aba bcb cdc.. autobiografica ma comedia come Dante.
- Boccacciaccio fiorentino legato alla modernità (verso cui Dante era contrario) il
commercio e i migranti. Figlio illegittimo di un mercante da Certaldo, Michelino. Nasce
nel 1313 a Certaldo o Firenze (non si sa). Padre affezionato lo vuole avviare alla carriera di
mercante. A 14 anni viene mandato a imparare il mestiere a Napoli. Di cultura francese
perché sotto il regno degli Angio, Boccaccio viene a contatto con l'ideale di amor cortese.
La cultura cortese rappresenta anche certo tipo di eros. La lirica provenzale in Francia
viene letta anche in Italia. Il concetto di amor cortese in italia si afferma alla corte di
Federico II, in cui si imitano le letture provenzali. Vivendo a Napoli, Boccaccio si
appassiona di questa letteratura. Il suo riferimento è Cappellano: scrisse un trattato di
amore per capire sia la letteratura francese sia la prima letteratura italiana del 200.
Teorizza un rapporto fra uomo e donna di tipo feudale = uomo vassallo serve la donna che
domina. Una morale quasi laica, concorrenziale a quella cristiana. Presuppone come
unica forma di amore perfetto quello adulterino = Lancillotto e Ginevra. La giovinezza
napoletana si conclude bruscamente, quando i Bardi entrano in crisi e viene richiamato
dal padre a Firenze. Si deve reinventare e cerca fortuna in città dantesche = Ravenna e
Forlì. Viene poi segnato da diverse disgrazie: peste nera 1348 (decimò la popolazione
fiorentina) ; muore la sua amata Fiammetta; muore il padre. Dopo la pandemia scrive la
sua opera più importante e complessa: Decameron. E’ un'opera spartiacque nella carriera
boccacciana. L’autore sopravvive alla peste per altri 20 anni, morendo nel 1375. L’ultima
fase della sua vita è segnata dall’ amicizia con Petrarca. Viene inviato a Ravenna per
risarcire la famiglia di Dante (ebbe una figlia) dopo l’ingiusto esilio. Prosegue il culto
dantesco e l’amicizia con Petrarca, con il quale condivide la riscoperta del classico. Muore
a Certaldo nel 1375.
Filostrato = prima opera importante del periodo napoletano 1335. Testo poetico in ottave di endecasillabi.
Metro narrativo fondamentale della nostra tradizione + metro della Commedia dantesca = aba bcb cdc..
Nell’opera ci parla di una vicenda d’amore infelice: Troiolo è schiavo d’amore. Figlio del re di Troia si
si innamora di una schiava greca Criseide, la quale lo tradisce. Filostrato = pseudonimo di troiolo.
Filocolo = romanzo in prosa dedicato a due amanti sfortunati della cultura medievale popolare, Florio e
Biancifiore. Titolo = difficoltà ad amare perché i protagonisti devono superare ostacoli per potersi sposare.
Ispirazione ovidiana e lettura di un poemetto popolare. Filocolo = nome di Florio per cercare
l’amata.
“Teseida delle nozze di Emilia “ = poema epico che voleva replicare l’Eneide in chiave volgare. Teseida
opera fallimentare in ottave , vorrebbe narrare in ambientazione greca la guerra Teseo e la regina delle
amazzoni Ippolita, si dedica poi alla vicenda amorosa tra Arcita e Palemone che si contendono
Emilia.

Negli anni ‘40 viene interrotto il periodo napoletano e Boccaccio si confronta con la tradizione dantesca.
Elabora un prosimetro che porta un titolo dantesco: Commedia delle ninfe fiorentine = Ninfale D’Ameto.
E’’ narrato un percorso di perfezionamento spirituale del pastore Ameto, rozzo ma nobilitato dall’amore
per una ninfa Lia. Protagonista maschile con 7 ninfe → rimando al Decameron = 7 novellatrici.
Eligia di Madonna Fiammetta = romanzo psicologico del 1344, il primo nell’età medievale e moderna. Testo
per lettrici, una lettera che Fiammetta dedica ad altre donne. Boccaccio si innamora di una
donna che identifica con lo pseudonimo Fiammetta, per la tradizione si riferisce alla figlia
illegittima del re angioino = Maria d’Acquino→ condizione superiore.

Ninfale fiesolano = poemetto che descrive l'origine dei fiumi Africo e Mensola, che sarebbero
rispettivamente un pastore e una ninfa. Finisce con quest’opera la stagione sperimentale . E il
decameron si pone come spartiacque.

Eterogenea tradizione narrativa occidentale di Boccaccio. A Firenze il primo tentativo di raccolta di


racconti brevi. 100 racc come Boccaccio, un libro riscoperto nel 500 “100 novelle antiche” (nuovo
titolo dopo scoperta). Boccaccio probabile conoscente della tradizione orientale del genere
novellistico, il quale girovagava anche in occidente in forma orale → Le mille e una notte. Sherazad
deve intrattenere il sultano suo marito, per scappare alla morte dopo la prima notte di nozze. IL libro di
novelle di Boccaccio = testo organico con testi a diversi livelli. I veri protagonisti sono i 10 novellatori +
interventi dell’autore per orientare il lettore. Boccaccio descrive il mondo devastato dalla peste “un
orrido cominciamento” + descrizione iniziativa di 7 fanciulle agiate fiorentine che si incontrano per
pregare nella chiesa dei domenicani , Santa Maria Novella”. La più risoluta tra le sette viene evocata
attraverso uno pseudonimo: Pampinea, che invita le altre sei a fuggire dalla degradazione morale e
sconvolgimento politico che il contagio ha portato. Filomena richiede la presenza di una compagnia
maschile, introducendo i 3 giovani maschi. Il narratore ci dice che i 3 sono amanti di tre delle fanciulle.
Si sente l’esigenza di un comando maschile → opera con leggere tracce di elementi misogini. Si
riuniscono sul colle tra fiesole e firenze. I nomi dei 10 novellatori sono taciuti da pseudonimi che
nascondono la loro reale identità. Nei 14 giorni, i 10 pg istituiscono un ordine ferrero in contraddizione
con il caos pestilenziale e le sue conseguenze. Predominio della prosa, ma vengono riportati i canti
dei giovani = prosimetro. L'ordine prevede in ogni giornata un re o una regina. Pampinea è la prima
regina, poiché promotrice della vacanza, propone di novellare in cerchio = perfezione→ valore morale:
i 10 personaggi sullo stesso piano ubbidiscono a un re o regina giornaliero. Le novelle sono il frutto di
questo dialogo. Due giorni a settimana l’attività viene interrotta : il venerdì ( venerdì santo, ci si
astiene) e il sabato (ci si prepara per la festa della domenica). La numerologia ha un significato
simbolico→ 100 = totalità secondo il modello dantesco , sostanzialmente laica. 10 numero della
perfezione, delle tavole della legge, dei novellatori e delle giornati. 7 sono i pianeti noti allora nel
sistema tolemaico, 7 frutto della somma tra le 4 virtù cardinali sia pagane che cristiane e i giorni della
settimana. Il libro si presenta come un essere umano con nome e cognome: Decameron, prencipe
galeotto. Un termine usato spesso dai 10 giovani è “ricreazione”. Il sottotitolo è prencipe galeotto ,
un’allusione. Il bravo lettore non è ingenuo, tutti i testi parlano ad altri testi e un bravo lettore deve
cogliere i riferimenti. Principe galeotto allude a dante (il libro di Paolo e Francesca fu galeotto per loro
condannandoli nel 2 girone dell’inferno, galeotto è ritenuto il Decameron). Galeotto inteso =
intermediario d’amore → ciclo bretone con Ginevra e Lancillotto = Galeot come intermediario
dell’amore adulterino tra i due amanti. Quando si definisce un libro galeotto (nel caso del Decameron)
è alludere all'incontro tra Dante e i lussuriosi. I 10 novellatori sono la nostra immagine di lettori dentro al
testo, obbediscono a un ordine ferreo senza cadere in errore.

PROEMIO=primo dei tre interventi del narratore, Boccaccio prende la parola come autore e ricorda di
quando si è innamorato di una donna di condizione sociale superiore alla sua , presumibilmente
Fiammetta. Ricorda il conforto di tipo verbale, il potere della parola. Le destinatarie di conforto sono le
donne, descritte con compassione così come il loro stato di vita, soggetto all’autorità maschile. La loro
condizione non permette loro di sfogare le proprie pene d’amore, come gli uomini sono liberi di fare. E’ la
letteratura mezzana, di diletto. A questo diletto si accompagna un utile consiglio,le novelle si collocano in
una dimensione anche esemplare. La lettrice deve ricavare insegnamenti morali dai testi.

Analisi:
“Compassione degli afflitti “ = le donne.
Attraverso la consolazione verbale dell’amico Boccaccio è guarito dalle pene d’amore. Sente la necessità di
aiutare a sua volta qualcun altro, scegliendo quindi le donne come destinatarie. Viene descritto in maniera
partecipativa emotivamente la condizione femminile dal pov di Boccaccio. (passo dal 9-12).
Boccaccio si propone di correggere il peccato prodotto dalla sorte che ha scelto due destini per maschio e
femmina (passo 13), dedicando a loro le storie. Le novelle di ventano “un premio di consolazione” per quelle
donne che amano ma non possono vivere quell’amore. Per le altre, travolte dalla noia, il rimedio è ago e filo
= lavori domestici sottolineando quale sia il ruolo in famiglia della donna → velati riferimenti misogini
seppur l’opera nasce per consolare le donne: fa parte del contesto e della realtà in cui Boccaccio nacque.

I novellatori:
1) Pampinea = la rigogliosa. Personaggio evocato nella Comedia delle ninfe fiorentine.E’ la
donna di polso, colei che propone la fuga per scappare dai disordini morali.
2) Filomena =l’amata. Allusione a Ovidio (Metamorfosi ) e a se stesso. Filostrato è dedicata a
una donna di nome Filomena.
3) Neifile= nuova mante, allusione a Dante nella Vita Nova
4) Filostrato= vinto d’amore , allude a sé come autore dell'omonima opera
5) Fiammetta = allusione alla fiamma della passione, alla donna amata da lui
6) Elissa= personaggio virgiliano
7) Dioneo= allusione alla madre di venere (dione), il più provocatore dei 3 maschi , eros
carnale
8) Lauretta= a petrarca
9) Emilia= a sé stesso, autore di Teseida delle nozze di emilia
10) Panfilo= pieno d’amore, l’uomo amato da fiammetta nell'opera Elegia di madonna
fiammetta.

Durante le 10 giornate in cui si raccontano, i giovani hanno un’evoluzione e una maturazione morale.
Vengono trattai 4 temi cardini: fortuna, ingegno, amore e la virtù morale di tipo laico.

Ci sono tre livelli nel libro, estremamente complesso, che rinnovano il genere novellistico. Il livello 0 è
Boccaccio che parla in quanto autore, che presenta il libro e introduce lo scopo dell’Opera nel proemio.
Le giornate:
Mercoledì I^ giornata = tema libero → dedicata al potere della parola ricreando il mondo distrutto dalla
peste attraverso la loro voce e nient’altro.
Giovedì II^ giornata = fortuna e peripezie
Domenica III^ giornata = ingegno e abilità
Lunedì IV^ giornata = amori tragici
Martedì V^giornata=amori a lieto fine
Mercoledì VI^giornata = motti di spirito
Giovedì VII^giornata =beffe ai mariti
Domenica VIII^giornata= beffe di vario tipo
Lunedì IX^giornata= tema libero→ funzione riepilogativa, ultime novelle prima di tornare a Firenze, i temi
intrecciati in maniera sintetica. Si crea lo spazio per l’ultima giornata.
Martedì X^giornata = cortesia e liberalità (virtù laiche).

Interpretazione del percorso attraverso i temi delle novelle, un percorso in ascesa . La prima novella
racconta del peggior uomo mai esistito, l’ultima parla di una donna che si comporta eroicamente nei
confronti del marito. Questi due protagonisti sarebbero la prova di un percorso ascensionale, passando dal
sommo del vizio al sommo della virtù. Questa interpretazione vista con sospetto→ è molto più ambiguo
rispetto a questa interpretazione di Branca. Infinite immagini di ambiguità→ Griselda non è esempio di
virtù femminile, ma un rapporto di sadomaso con il marito. Viene messa alla prova con delle sfide
crudelissime scelte dal marito. E’ un percorso contraddittorio con tappe ben precise. Le prime due
giornate sono ambientate in una villa descritta come un paradiso terrestre. Le donne, prima della giornata
dedicata alle beffe ai mariti scelto da Dioneo, si lavano purificandosi da ciò che aspetta loro con i racconti
impudici del dì seguente.

Critica di Bausi→ come non si legge antologicamente perché si dà troppo spazio ai protagonisti delle
100 novelle, come se il loro pov coincide con quello dell’autore o dei 10 novellatori. Sono di utili consigli ,
ma non sono esemplari. Vengono proposti dei temi che vanno problematizzati.

Prima giornata
Introduzione:
- QUADRO DELLA TRAGICITÀ’ PORTATA DALLA PESTILENZA.
“orrido cominciamento” (passo 4) con allusione alla selva oscura. Riflette il contesto socio
politico e il disordine che la pestilenza ha causato. Trionfo della morte è l’abbandono delle
leggi, non solo civili o religiose, ma anche i vincoli famigliari (passo 27). Le donne per farsi
curare dovevano compromettere la loro onestà (passo 29)

- FORMAZIONE NOVELLATORI: Il martedì mattina 7 giovani donne si trovano nella chiesa


di Santa Maria Novella. Boccaccio non le chiama con i loro veri nomi ma utilizza degli
pseudonimi che descrivono particolari caratteristiche delle giovani (passo 50-51).
Pampinea ha l’idea di scappare dalla città (passo 65). Filomena suggerisce l’aggiunta di
una compagnia maschile, descrivendo la condizione della donna sottomessa all’uomo:
tracce misogine in un’opera filogina (passo 74-75). Arrivano in chiesa 3 fidanzati di 3 di
queste 7 donne: Filostrato, Panfilo e Dioneo. L’idea di Pampinea viene accolta con
l’accompagnamento dei tre uomini.
- PRIMA REGINA E PRIMO TEMA: Pampinea la prima regina, è da lei che nasce l’idea di
passare le giornate a novellare, eleggendo un re o una regina giornalieri che scelgano il
tema( passo 111- 112). Il primo tema scelto per la giornata di martedì è il tema libero,
suggerendo che venga messo in funzione il proprio ingegno e rivolgendosi a anfilo quale
primo novellatore (passo 114-115)

Novella IV giornata I
La novella quattro della prima giornata è narrata da Dioneo, portando l’attenzione sull’eros. Si collega al
tema della novella precedente: un ebreo che si converte al cristianesimo dopo aver visto la corruzione del
clero romano = il cristianesimo si è diffuso nonostante la pessima morale del clero. Dioneo insiste
sull’ipocrisia dei religiosi e insiste sul tema dell’amore come pura attrazione sessuale.
Leggi la novella → la novella costruita intorno al motto finale: farsi opprimere dai digiuni e dalle veglie cos’
con l'abate si è fatto preme eroticamente dalla contadinotta, e il monaco lo aveva visto. Aveva visto l’abate
commettere il suo stesso peccato, quest’ultimo deve rinunciare a punire il monaco. Dal punto di vista
teologico, il peccato è ineluttabile. La prima donna è oggetto dell’attenzione e desiderio sessuale dell’abate
e del monaco: altre tracce misogino in un’opera filogina. Il sesso femminile vine riscattato nella novella
sucessiva: una marchesa di Monferrato.

La giornata è a tema libero ma con un mcm implicito: il potere della parola che si manifesta attraverso il
motto o la correzione di vizi per mezzo della parola stessa. Queste novelle sembrano fatte per mettere il
lettore del Decameron davanti alla necessità di interpretare il reale, dove le azioni non discendono mai in
modo limpido dai presupposti. Nella novella 4 della prima giornata ci poteva aspettare una punizione verso
il monaco, invece di un abate che cade nello stesso peccato carnale.

Novella V giornata I
Gli insegnamenti della prima giornata sono numerosi . La protagonista della quinta novella è la marchesana
di Monferrato ( piemonte). Primo esempio di donna, arguta che usa l’ingegno per sviare le attenzioni
amorose a lei rivolte. La novella di Dioneo è accolta con imbarazzo, prende la parola Fiammetta che
riscatta il genere femminile con la sua novella. Insiste sulla necessità di scegliersi amanti di condizioni non
inferiore alla propria (passo 4). Il re di Francia si innamora della fama di una donna, delle lodi a lei rivolte.
Il principe di Francia a sapere alla donna che l'avrebbe visitata. La donna inizia a domandarsi quale fosse la
ragione e abituata a conservare il proprio onore, inizia a prendere provvedimenti contro la possibilità
dell'innamoramento del re di Francia per lei. la donna prepara un banchetto simbolico, il quale serve per
preparare un motto che si addice alle donne. A loro è dato poco spazio per parlare, spazio che deve essere
sfruttato con frasi brevi ma piene di significato = motto. Fa radunare le galline e le fa mettere sulla tavola
per la visita del suo commensale. Il re giunto alla sua dimora e vedendo le galline chiese se fossero nate
senza gallo alcuno (passo 14). Il motto = ( passo 15 ), le galline diventano un referente simbolico per il corpo
della donna = il re ghiotto di loro. Il re comprende la verità del motto e spegne il suo desiderio ardente
(passo 16). E’ la prima novella apertamente filogina che troviamo.

Novella IX giornata I
Il re di Cipro , padrone di un regno cattolico dopo la prima crociata e occupato indegnamente da un vile.
Una donna di Guascogna in pellegrinaggio al Sepolcro venne violentata. Elissa la novellatrice insiste su
l'arguzia della donna per ottenere la sua vendetta. Chiede udienza all’uomo indegno in cui attraverso la
parola arguta, sollecita fintamente la giustizia del re fannullone. Indica l’uomo quale portatore di ingiurie il
quale prende posizione rivendicò la donna e la violenza subita (passo 6-7).
Novella X giornata I
Maestro (medico) Alberto da Bologna, una donna voleva farlo vergognare ma con un contro-motto si
ribaltano i ruoli causando vergogna a lei. La novellatrice è Pampinea, che invita a usare ingegnamente il
motto approfittando dello spazio che viene dato a loro per poter parlare (passo 3-4). Se viene usato a
sproposito si possono ribaltare il ruolo del beffatore e beffato (passo 7-8). La novella è ambientata a
Bologna , dove l’uomo si innamora di una giovane di nome Margherita. La ragazza vorrebbe prendersi
gioco del suo anziano spasimante. Motto= le compagne domandarono come mai si fosse innamorato di
Margherita nonostante avversari più giovani. Il contro-motto di alberto con traccia misogina: il poco
senno di Margherita come di ogni altra donna è stato il motivo dell'innamoramento dell’uomo (passo 17-18).
La donna si sentì offesa da questo pungente motto dell’Alberto. Parallelismo tra porro = parte bianca la più
buona , bianca come i capelli dell’uomo.

Va notato che a chiudere le giornate è sempre l’ultimo novellatore. Questo perchè alla fine della prima
giornata, lui come personaggio più trasgressivo ottiene un doppio privilegio.
1. Non attenersi sempre al tema prescelto per quella giornata
2. Narrare per ultimo, così ha ascoltato già le altre novelle

Seconda giornata
Novella VII giornata II, una tra le più disturbanti e per questo non presente nelle antologie scolastiche.

La fanciulla Alatiel, promessa sposa al re Garbo cade tra le avances di 9 uomini innamorati di lei e nelle loro
mani. Venne restituita al padre come vergine da marito e torna a viaggiare per andare a sposarsi. Subisce
per 4 anni peripezie,ieri erotiche innamorando di sè i maschi nei quali si imbatte, piacendo con 8 di questi
9 . Con il potere ingannatore della parola, tornata a casa si spaccia come vergine, tornando al punto di
partenza. La donna esercita un'attrazione fatale, quasi maledetta. L'unico, uomo fedele e troppo vecchio e
Antigono che rifiuta di cadere dell'incanto femminile. La novella è affascinante per l'ambiguità anche
dell'autore stesso: novellatore uomo Panfilo, ma dietro a lui l'autore dedica il Decameron alle donne.
Apparentemente filogina con un nucleo fortemente misogino = altra ambiguità. Alatiel rappresenta quelle
donne incapaci di contenersi sessualmente e capaci di sconvolgere la mente ferma maschile, abili maestre
dell'inganno. Così come Alatiel, Angelica dell'Ariosto susciterà osservazioni caratterizzate dell'ambiguità tra
misoginia e filoginia.
Novella dedicata al caso/fortuna.

Analisi dei passi:


Panfilo novellatore dei racconti più importanti. In questo preambolo riflette dal pov religioso sulla vanità
dei desideri umani. Passo 3= uomini siamo cattivi giudici, così come le donne si dimenticano degli effetti
negativi della bellezza. Dovrebbero essere caute nel desiderare la bellezza. Cala la novella in un orizzonte
religioso: passo 6. La protagonista non è cristiana perché Alatiel cade nel peccato, è quindi islamica,
saracena. È un' odissea erotica.

Il punto di partenza : i marinai abbandonano nave e donne durante una tempesta convinto che sarebbe
naufragata. Muoiono, mentre la nave finisce sulle spiaggia Baleari (Cataloña)--> passo 13. Il primo uomo si
chiama Pericon da Visalgo. Il primo problema è la lingua, lei araba loro catalani (passo 17).Si innamora della
più bella di queste donne e di condizione superiori, Alatiel è al principio delle sue avventure erotiche usa
l'ingegno. Capisce che la sua bellezza la renderà oggetto di desiderio in quella terra straniera(passo 23). Alle
donne comanda l'anonimato e a conservare la castità, affermando che avrebbe fatto lo stesso =
contraddice il suo destino (passo 24). L'uomo la fa bere = alcol vietato dalla religione islamica. L'ebbrezza
apre la strada al primo amplesso (passo 29-30).

Il secondo amante non è altri dimeno se non il fratello di Pericone, il suo nome era Marato. Scoppia un
conflitto tra fratelli come per Caino e Abele. Marato voleva portare con se sulla nave Alatiel e uccise il
fratello per togliere di mezzo qualsiasi ostacolo. Alatiel viene consolata da Marato per la perdita del suo
primo compagno, chiaramente con doppi fini (passo 37). I due mercanti genovesi si innamorano entrambi
della donna. I due uccidono a loro volta Marato, confondendosi il corpo di Alatiel: uno ucciso, uno ferito
gravemente. Il terzo quindi non giace ma porta la nave al Peloponneso e attraccata.

Nel Peloponneso si innamora di lei il principe di Morea. Vedendo in lei nobildonna la trattava come moglie.
La porta nelle sue stanze, facendo rivivere la bellezza di Alatiel (passo 44 e 47). Il duca di Atene, sempre per
fama, si infatua della donna e si prende Alatiel come amante corrompendo un cameriere del principe e si fa
introdurre nelle stanze insieme a un suo compagno per ucciderlo (passo 48 e 52-53). L'Eros sfocia nel
tragico. Il principe era affacciato alla finestra, mentre Alatiel dormiva nel letto. Il principe viene trafitto e
così fece con il compagno Ciuriaci, poiché testimone pericoloso. Il duca si accosta nel letto con Alatiel, che
dormiva nuda come l'usanza che esisteva in antica grecia (passo 56).

La fama di Alatiel si diffonde anche nella cristianità d'oriente. Il principe di Costantinopoli vuole anche lui
conoscere questa donna. Costanzo, mentre il duca di Atene deve combattere con la vendetta del nuovo
principe di Morea, va dalla sorella chiedendo di poter prendere la donna che infanga il.suo nome. Con falsa
premura riesce a portare Alatiel all'isola di Chios. Alatiel non ha parlato neanche una volta, solo linguaggio
corporeo. (Passo 64 e 66)

Il settimo padrone è Osbech, che prende con la forza la donna del suo nemico Costanzo. Il primo a
celebrare le nozze. La porta a Smirne nel suo palazzo, come moglie legittima. (Passo 77)

L'ottavo è Antioco che conosceva la lingua di lei, si innamora e riesce a farne la propria donna portandola a
Rodi. Quest'ultimo amante ha un amico, dopo la morte naturale di Antico (per la prima volta non venne
ucciso) la donna viene lasciata in dono a lui ( Passo 80) .L'amico non la vuole possedere, l'ultimo amplesso è
una profanazione: profanazione del marito e rottura della promessa del mercante cipriota di non
possederla (passo 82 e 88).

Capita il vecchio funzionario del Cairo, Antigono e vede in lui un secondo padre capace di risollevarsi dalla
condizione in cui è caduta. Costruisce un racconto verosimile senza sfondo erotico. Racconta di essersi
rifugiata in un monastero, per essere conservata nella sua onestà. Le donne l'hanno mandata verso Cipro
con la.protezione di pellegrini. Li aveva incontrato Antigono che l'aveva riportata nel regno paterno.

La novella di Alatiel→ onnipotenza del caso misurata sul fatto che l'oggetto di analisi si rifiuta di essere
ridotto a costanti. La bellezza femmnnile incarnata da Alatiel, posseduta da diversi uomini fuori dai confini
del regno paterno, scelga il mutismo 7 volte su 9 usando il linguaggio corporeo. Non tutti la possiedono, il
mercante genovese resta dissanguato dopo il conflitto con il suo compagno di attività. Non tutti vogliono
fare di lei una donna oggetto = Antigono, si accorda con lei per raccontare menzogne al padre, facendo
prevalere un affetto paterno per la giovane sul desiderio. La bellezza fonte di sventura = avvertimento di
Panfilo. Il pov è maschile, novella sospesa ambiguamente tra misoginia e filoginia. Alatiel è uno specchio
dello sguardo mashcile sulla bellezza femminile, rimane visione maschilista = donna come potere sinistro.
L’anagramma del nome della giovane è quello di “La Lieta” = si diverte con gli uomini, inebriando i propri
sensi con il vino (ricordiamo: vietato dalla sua cultura consumare bevande alcoliche). L’altro aspetto
misogino è la donna ingannatrice: dopo aver vissuto in anonimato e nel mutismo , alla fine si rivela la
servitore del padre organizzando una frode che cancella il passato “avventuroso” della giovane (passo 106 a
118). Si inventa la storia di un convento nel quale trovò rifugio a San Cresci in Valcava = senso erotico un
toponimo → nel mugello.

Le novelle VIII, IX giornata II→ amori coniugali.


Le due novelle :
- VIII: vedovo Gualtieri fedele alla moglie morta anche dopo che la nuora del re di francia
voleva diventarne l’amante. L’amore adulterino fa si che sia lui che i figli passino per una
serie di sfortunati eventi prima di un finale felice
- IX: erso coniugale esaltato al femminile seguendo le vicende di Ginevra, moglie reietta per
colpa di un Ambrogiuolo il quale ingannò il marito. Costruisce una frode verosimile, il
marito di Ginevra crede in un tradimento della moglie e la donna viene ripudiata. Alla fine
si salva da un tentativo di ucciderla. Si imbatte poi nell’uomo che l’aveva calunniata, tra le
sue mani i segni della propria innocenza e alla fine viene scagionata dal marito. C’è un
ribaltamento. Il nome della donna = protagonista delle più fortunate vicende romanzesche
del ciclo arturiano → Lancillotto.

Dioneo racconta per ultimo la decima novella, stabilendo un filo sottile con il tema della giornata.

Novella X giornata II:


Paganino da monaco ruba la moglie a messer Ricciardo di Chinzica. Diventa amica dal rapitore della moglie
e gli viene concesso di riprendersela. La moglie rifiuta il marito. La novella dialoga con il tema della
giornata. Ricciardo è l’opposto degli altri uomini nelle altre novelle: il caso vuole che un pirata gli rubi la
moglie. Bartolomea (parte filogina della novella) è la povera donna maritata, infelice del proprio marito →
Ricciardo è vecchio, bigotto cercando scuse del calendario liturgico per non accoppiarsi con lei, la quale è
giovane e bella (passo 5-9).

Analisi:
Dioneo è dissacrante→ per lui donne tutte dedite all’adulterio (passo 3).
Paganino come amanti di Alatiel, catturato dalla bellezza di Bartolomea la rapisce come donna oggetto
(passo 15). Come Alatiel, il pianto di Bartolomea fu consolato da Paganino, con i fatti senza scusa liturgica
(passo 16). La donna iniziò a godersi di più il mondo al fianco di Paganino, come marito e moglie. Ricciardo
scopre il luogo in cui la moglie è tenuta. Paganino consente di lasciare libera la donna di scegliere, la quale
finge di non conoscere il marito per non tornare a Pisa (passo 20 e 25). inoltre la donna umilia il marito
(passo 31-32), anche sessualmente: “far festa al suo mmebro” =perifrasi esrotica. Paganino descritto come
un dono di Dio per lei, per salvare la sua giovinezza (passo 33). Forte componente blasfema: attribuire a dio
l'origine di un adulterio e non curanza delle festività , preferendo godersi appieno la giovinezza. Ricciardo
cerca di farla ragionare rimproverando del suo peccato (passo 35). Lei, fingendo di non capire, allude
ancora una volta alla sfera sessuale e al suo rapporto con paganino con un altra perifrasi erotica = mortaio
+ pestello (passo 37-38). Bartolomea esplicita superiorità minacciandolo di denunciare una tentata violenza
da parte sua (passo 41). A quel punto Riccardo ritorna a Pisa, solo e amareggiato.

Terza giornata
Si ragiona di chi usa l'ingegno ha recuperato/guadagnato qualcosa che desiderava. La giornata finisce per
essere la più trasgressiva delle giornate del Decameron (insieme alle 7), l'oggetto del desiderio (industria) =
il corpo della persona amata → eros. Dioneo, quale ultimo novellatore delle giornate, si allinea con il tema
della giornata per la prima volta senza trasgredire il filo conduttore (comunque trasgressivo). L’autore
decide di prendere la parola all’inizio della quarta giornata, per difendersi dalle accuse. Visione blasfemica
dei tre regni (inferno, purgatorio paradiso) = diventano figure per descrivere l’unione sessuale. L’eros è
inteso per lo più che indica il possesso erotico.

Novella I giornata III


Masetto da Lamporecchio si finge monaco. Tutte le monache concorrono a giacere con lui. Noi viviamo in
un’età nemica dell’eros = privi di immaginazione. La novella sembra fatta apposta per svolgere questa
funzione. Masetto lavora nell’orto “mettendo le corna a Dio” essendo oggetto del desiderio delle sue spose
(monache). Filostrato, primo novellatore, introduce il tema che si lega a quello Dioneo sostiene
sull'adulterio (passo 2) Masetto si finge muto per stuzzicare nelle monache il desiderio erotico (passo
11-12), promettendo niente scandalo. Lui viene proposto come lavoratore sordo-muto al monastero e alla
badessa, la quale rispose che se davvero avesse dimostrato di saper fare il suo lavoro, sarebbe stato d'aiuto
= rif.al desiderio carnale (passo 16-17). La badessa cade nello stesso peccato delle sue monache, come
l’abate della novella giornata I numero 4, lei tace. Masetto parla disperato al cospetto della badessa =
momento critico. Masetto sostiene che dieci uomini faticano a soddisfare una donna e lui solo ne deve
soddisfare nove donne = carattere misogino (passo 37). Parlando rivela la bugia= motivazione di masetto:
non nato sordo-muto ma causa di una malattia miracolosamente guarita (passo 38-39). Le Monache tutte
incinta gestirono le gravidanze con discrezione, senza che nessuno lo venisse mai a sapere. Lui diventò
padre, ricco e vecchio = adoperò bene la sua giovinezza. La novella si chiude con la vittoria del
protagonista: corna in testa a Cristo = blasfemia ben temperata (passo 42-43).

Novella IX giornata III


Giletta di Nerbone genera due figli per farsi maritare = ingegno per conquistare persona amata. Novella
dedicata alla virtù femminille: ingegno e costanza. E’ disposta a una frode per essere riconosciuta come
moglie dell’uomo che ama. E’ seguita dalla decima novella della decima giornata, la più scandalosa di tutto
il decameron.

Novella X giornata III


Il monaco Rustico inganna allieva eremita Alibech facendole credere che per servire dio sia necessario
“mettere il diavolo all’inferno” = fare sesso.

Conclusione:
Re Filostrato della prossima giornata. Lui allude alla possibilità di abbandonarsi all’eros alludendo a Masetto
di Lamporecchio e Alibech (passo 1-2). Neifile rispose: se gli uomini della brigata vogliono insegnare loro il
sesso, devono tacere come Masetto. Sarebbero sfiniti prima di diventare insegnanti = l’allusione viene
presa con leggerezza (passo 3).

Quarta giornata
Alla fine della terza giornata , una giovane Neifile è stata in grado di rispondere alle provocazioni di
Filostrato, re della giornata. Culmine trasgressivo nella terza giornata: eros + blasfemia. E’ urgente tornare
al grado 0 del testo: l’autore prende la parola non come narratore ma autore dell’opera intera. Boccaccio
immagina che queste tre giornate abbiano avuto una loro circolazione per cui urge difendere il suo lavoro
da 4 accuse (passo 5-7) sintetizzate nell’introduzione alla quarta giornata:
- all’autore piacerebbero troppo le donne = filoginia
- temi non convenienti per l’età matura dell’autore
- dedicarsi alle muse e non alle donne
- guadagnarsi il “pane onestamente” e non con temi fatui
Militia amoris= Boccaccio fedele all’idea dell’amore come un servizio che l'uomo da soldato presta alla
donna amata. E’ un segno di gratitudine verso le donne amate che devono essere consolate.
Risposte alle accuse:
- exemplum= la 101 novella del Decameron, non narrata dai novellatori ma dall’autore
stesso per difendere le altre 100 novelle → “Novellino” come modello ma con ironia . E’ un
apologo povero e brutale, sostanzialmente misogino = donne debilitano attenzione uomo
come demoni. Boccaccio la contestualizza, ambientandola a Firenze. Il protagonista
Filippo Balducci con suo figlio ( non viene nominato), condizioni umili ma benestanti e
destinato il padre alla vedovanza. Balducci e il figlio si ritirano sul monte Senario (sopra
colline di Firenze) della congregazione dei servi di Maria. Rinuncia ai suoi averi vivendo di
elemosina. Quando il figlio ha 18 anni, ritornano a Firenze, il figlio mosso da curiosità per
la città che non ha mai visto. Attenzione del figlio catturata da delle giovani donne ben
ornate che tornavano da un matrimonio. Domandò al padre che cosa fossero = papere
(risposta del padre) per non nominare la parola “femmine” = mala cose. Boccaccio
risponde quindi alla prima accusa attraverso la novella, che dimostra che l’uomo è per
natura e isitino filogino come il figlio di Balducci.(passo 20-29)

- Le seconda accusa viene sventata richiamando alla memoria degli scrittori passati che
anch’essi si dedicarono alla lirica amorosa: Cavalcanti, Dante…(passo 33-34)

- Le muse sono donne, e ancor più il motivo d’ispirazione sono le donne, destinatarie
dell’opera. (passo 35)

- Il valore civile della poesia è superiore alla ricerca del pane stesso. (passo 38)

Boccaccio conclude l’apologia sottolineando l’impossibilità di resistere alle forze naturali come per il figlio
di Balducci, che vuole beccare le papere. I sessi sono spinti a incontrarsi a causa di forze naturali non
controllabili.
Nella quarta giornata dal tema tragico, solo due trasgrediscono: Emilia che prova a renderla drammatica
ma con ironia inevitabile e Dioneo che è svincolato dal seguire il tema della giornata.

Novella I giornata IV
Ghismonda principessa di Salerno e Guiscardo un cortigiano = amanti + Tancredi principe di Salerno.
Quelli della quarta giornata sono amori tragici perché contaminano classi sociali differenti. L’esito è
drammatico legato all’amor cortese a cui Boccaccio fa riferimento nel proemio parlando del suo amore per
una donna di condizione superiore alla sua. Salerno normanna (XII) secolo ma personaggi immaginari.
Novella ambientata negli spazi chiusi femminili evocati nel proemio, è claustrofobica perché confinata
negli spazi in cui è confinata la principessa sotto l’autorità patriarcale del padre Tancredi. La figlia è
rimasta precocemente vedova, tornata ad abitare con il padre che esercita un amore possessivo su
Ghismonda, riunendosi di farla risposare. Lei ha il dovere di adempiere all’obbligo dell’amor cortese,
scegliendo un amante di condizione inferiore sottraendosi all'autorità paterna. E’ una novella che mette a
confronto le due generazioni padre-figlia, ma anche i due sessi = padre geloso del corpo della figlia, piange
come una donna; Ghismonda con dignità virile ed eloquenza strabiliante = apice della retorica del
Decameron. Il padre farà avere il cuore di Guiscardo, lei piangerà prima di compiere un suicidio socratico =
avvelenamento.
Analisi:
Tancredi e Ghismonda = amore paterno ma possessivo. Lui ingegnoso e umano amava la figlia tanto da non
volerla cedere a uomo alcuno, finché non la maritò a un duca. La figlia è per il padre orgoglio ma anche
fonte di dolore= “più felice se non l’avesse avuta mai” (passo 3-4). Successivamente alla morte del duca,
Ghismonda si innamora di un valletto del padre, Guiscardo. Lo spazio dell’incontro è una caverna,
organizzato dalla donna, spazio ignoto agli altri (passo 6-7). La storia d’amore cortese con Guiscardo si
svolge in questi spazi limitati. Questo amore va avanti per qualche tempo, tuttavia il potere del caso
associato all’indole possessiva del padre mette fine alla relazione. La reazione del padre quando scopre i
due amanti nella stanza della figlia = silenzio e nascosto medita piano di vendetta (passintro 16-17 e 19-20).
Guiscardo preso per ordine di Tancredi, risponde come Boccaccio all'inizio dell'introduzione alla quarta
giornata: Amor come forza naturale non controllabile (passo 23). Tancredi cercò di dissuadere la figlia dal
continuare la relazione, minacciandola di uccidere l’uomo se non avesse messo fine alla storia. La prima
orazione di Ghismonda = virile e forte al contrario del pianto del padre nel convincerla (passo 31, 35-36).
Accusa il padre di aver ritardato un altro distanza dal padre chiamandolo per nome. Per la figlia il
comportamento del padre è patetico, lo invita a uccidere entrambi (passo 45). Guiscardo viene strangolato
e derubato del cuore, posto in una coppa d’oro (passo 46). Ghismonda aveva iniziato a preparasi
un’intruglio velenoso per raggiungere il suo amante. vedendo il cuore scoppia in un pianto che riempie di
lacrime l'oggetto fra le mani, per poi bere il veleno mentre in punto di morte arriva il padre (passo 56-57).
L’ultimo breve discorso della figlia, dicendo al padre di riservare le lacrime poichè quel che è accaduto (il
suicidio e la morte di Guiscardo) è colpa sua. Come ultimo desiderio la figlia richiede di essere sepolta
accanto all’amato (passo 60-61).

Novella V giornata IV
Elisabetta e fratelli mercanti che lavorano con un garzone toscano Lorenzo. Il nodo tragico = asimmetria
nella condizione degli amanti. Elisabetta da Messina non è nobile, ma sorella di una ricca famiglia di
mercanti. Lei ha come colpa di essersi innamorata del garzone di condizioni inferiori a lui = obbligo
dell’amor cortese. La rubrica, ancora una volta, ci riassume la storia della novella. Lorenzo appare in sogno
a Lisabetta, rivelando il luogo della sepoltura e chiedendole di portare la testa via per metterla in un vaso di
basilico. Piange sopra alla pianta tutti i giorni. Il vaso venne preso dai fratelli e lei morì per crepacuore. Lei
riceve il suo amante negli spazi di reclusione delle donne destinatarie dell’opera. I fratelli uccidono a
tradimento Lorenzo , per Dante il peccato più grave di tutto soprattutto quando viene infranta la fiducia di
qualcuno. Viene introdotto il soprannaturale = il sogno attraverso il quale Lorenzo si mette in contatto con
Lisabetta dopo la morte. Alla fine la giovane sviluppa un’ossessione patologica per la pianta, facendo
nascere nei vicini un sospetto. I fratelli trovano la testa nel vaso, inorriditi scappano da Messina e la
giovane muore. La tragicità è enigmatica. Lisabetta = vittima patriarcale dei fratelli. Nel finale , Filomena fa
riferimento a una canzone popolare che conoscevano (sia la brigata che i lettori/lettrici). Boccaccio
dimostra di essere abile nel proiettare quello che ha immaginato su una canzone popolare la suo tempo,
amplificando il legame con la realtà.

La quarta giornata presenta anche il livello più basso della stratificazione sociale del tempo.
Novella VII giornata IV
Boccaccio, come Dante, attribuisce il sublime anche alle origini umili. Protagonisti Simona e Pasquino. Lei,
giovane filatrice. Un amore operaio e umile. Siamo nel presente dei lettori, descritte azioni quotidiane nella
vita dei fiorentini dell’epoca di Boccaccio. La prima domenica di ogni mese, la chiesa concedeva il perdono
dai peccati = gita fuori porta. I due amanti si radunano per fare un pranzo nel giardino(passo 10). La salvia =
per pulire i denti. Misteriosamente, dopo essersi lavato i denti con la salvia Pasquino morì (passo 12-14.
)Nonostante le streghe non siano mai esistite è l’occhio maschile ha trasformato la donna in strega, alleata
dei demoni. Simona Poiché pover, incolta non si sa esprimere e viene accusata di stregoneria per la morte
inspiegabile della morte dell'amante (passo 15-16). Per convincelri dell’innocenza, si sfrega i denti con la
stessa salvia usata da Pasquino, compiendo il suicidio (passo 17-19). Alla fine si scopre quale fosse la causa
a rendere la salvia letale (passo 21 e 23)..
La salvia si trovava sopra una tana di un rospo velenoso che aveva l'aveva infettata = lieto fine troncato
dalla cattiva sorte.

Quinta giornata
Logica del superamento che caratterizza l’ordinamento ascensionale delle 10 giornate. Con Fiammetta si
supera il tema lugubre.

Novella IV giornata V
Il personaggio protagonista della novella è storico, descritto da dante nella cornice degli invidiosi. parlano
con dante due romagnoli della perduta cortesia della Romagna dei suoi tempi. Il passo verrà ripreso anche
da ariosto nell’ultima pubblicazione ufficiale dell Orlando furioso. Guido del Duca ripiange l’età perduta con
la formula “le donne, i cavalier li affanni e li agi “= chiasmo.
Lizio da Valbona , comportamento agli antipodi di Tancredi = padre possessivo che rivendica i suoi diritti
paterni sulla figlia costringendola al suicidio. In questo caso, Lizio è un altro padre, che scopre la figlia a
letto con uomo che non è il marito, Ricciardo Manardi (passo 6-8). Dall’amante, Lizio viene profondamente
disonorato. Lizio si accorda con Ricciardo per ripulire la macchia del tradimento coniugale della figlia, che
si riversa su l'onore familiare, prendendola in moglie. Lizio si astiene da macchiarsi le mani di sangue, al
contrario di Tancredi. Il novellatore è Filostrato, il quale per scusarsi del tema lugubre della giornata
precedente si redime con una novella che si fa beffa dei genitori. (passo 3).

Analisi:
Caterina e Ricciardo organizzano una beffa al danno di Lizio = doppio senso dell’usignolo→ beffa al
genitore e all’anziano (Lizio ha avuto la figlia in tarda età). L’unico modo della figlia Caterina di sottrarsi
all’autorità genitoriale è quello di farsi beffe di loro. Chiede il permesso di avere un letto sul balcone di casa
per sentire il canto dell’usignolo (passo 21). Ricciardo con l’aiuto della scala sale sul balcone di Caterina,
grazie all’ingegnosa idea della fanciulla. I due amanti unendosi sessualmenete fecero “cantrar più volte
l’usignolo” = il sesso di Ricciardo (passo 26-29). Lizio alzatosi per ammirare come la figlia avesse dormito
con l’usignolo, si ritrova a essere testimone del tradimento della figlia a letto con uomo che non era suo
marito (passo 31-33). Tuttavia Lizio rifiuta di vendicarsi con spargimenti di sangue, ma cerca di convincere
sua moglie a dare una possibilità a Ricciardo portando a avanti la metafora dell’usignolo (passo 36-39).
Decide di “ingabbiare l’usignolo” lasciando entrare in famiglia il giovane. I due giovani vengono svegliati e
spaventati si ritrovano i genitori davanti a loro. Ricciardo consapevole di aver meritato la morte, ma Lizio si
dimostra magnanimo (passo 42-43). Davanti a testimoni avvenne la promessa nuziale, consolidando il vero
amore che univa i giovani. L’usignolo può cantare legittimamente (passo 49).

Novella IX giornata V
Fiammetta è la narratrice, che presenta l’amore di Federigo degli Alberighi innamorato di una donna
Giovanna non nobile ma bellissima. La sfrotuna della giovane sarà la fortuna per lui.
Notiamo che la novella riceve un supplemento di autorità→ In questo caso Fiammetta ci avvisa che lei ha
ricevuto questo racconto da uno dei personaggi più autorevoli di Firenze, uomo politico.
La novella ha due protagonista a tutti gli effetti: Federigo e Giovanna.
Analisi:
Federigo è un nobile decaduto. La virtù nobiliare per eccellenza = magnificenza. La manifestazione di
opulenza = grandezza d'animo → percezione dell’epoca. Si innamora di una donna di nome Giovanna, bella
e ricca ma non aristocratica. E’ una novella con assoluto coprotagonismo della donna, Giovanna = convinta
onestà coniugale (passo 6). Giovanna cade nella sfortuna: il marito muore e il figlio si ammala. Il figlio era
in buoni rapporti proprio con Federigo, perché la casa di campagna di Giovanna non era lontana da quella
di lui. Inoltre, il figlio si era invaghito del falcone di Federigo. Ricatta la madre per avere il falco
promettendogli una sua pronta guarigione(passo 12-13). Dal pov dei valori d’amor cortese doveva essere
riconoscente a Federigo per l’ostentazione al ei dimostrata. Lei per il bene del figlio non si sottrae alla
richiesta, si reca da Federigo per chiederle il falcone (passo 14). E’ costretta a dissimulare la sua richiesta:
risarcire i danni, ricambiare la sua generosità. Lo gratifica con la richiesta di un dono = il falcone. Federigo,
cortese fino in fondo, nega qualsiasi danno lei sosteneva avesse lui recato. In quel momento, Federigo
riconosce la propria miseria (passo 24). Non avendo nulla degno della sua donna amata, decide di offrire
una vivanda raffinata : il suo falcone, proprio l’oggetto della richiesta di Giovanna. La donna rivela quindi la
sua richiesta durante il pasto e Federigo scoppia in lacrime (passo 27 e 32). Lui sente la sventura dell’amore
che provava per lei raggiungere il culmine: il falcone lo aveva ucciso per lei e non poteva darlo in dono.
Giovanna capisce il sacrificio fatto in nome dell’amore di Federigo per lei (passo 35-36). Alla fine della
novella Giovanna viene travolta da un nuovo lutto: il figlio. Lei rimane vedova sola e ricchissima, spinta dai
fratelli a rimaritarsi. Lei diventa la svolta che porta l’amore di Federigo da una svolta tragica a un finale
felice. Lei avrebbe accettato solo di sposare Federigo, consapevole che nulla aveva più. Nonostante questo,
Giovanna insiste sulla nobiltà d’animo di Federigo mettendo in secondo piano le ricchezze materiali (passo
40-43).

La morale non è univoca ma pesca da diverse virtù: la morale cortese; la morale classica che predicava la
saggezza/temperanza/autocontrollo;
Il lettore saggio del Decameron si rassegna non affidare un messaggio univoco a nessuna delle 100 novelle.
La raccolta di novelle può essere letta alla luce del criterio di un critico russo: Bachtin, nato con i Romanov
ha visto e vissuto durante la rivoluzione russa. L’importanza delle sue opere scritte in russo è stata colta
alla fine della sua vita e soprattutto dopo la sua morte, grazie alle traduzioni che vennero fatte. E’ un
teorico del romanzo , un grande studioso che ha riflettuto su i caratteri di questo genere narrativo, che
muta faccia nelle diverse epoche. In sintesi, Bachtin sostiene che il tratto tipico del romanzo → capacità
nel dar voce a diverse istanze, messaggi che si intrecciano tra loro. Il tipo di polifonia del romanzo si
contrappone al messaggio univoco dell’epica, antagonista del romanzo. Il genere romanzesco scardina i
messaggi autoritari dell’epica. Il Decameron anche se non è un romanzo, può essere letto secondo il
concetto di polifonia di Bachtin.

Sesta Giornata
Elissa regina e dedicata ai motti di spirito→ espressione verbale dell’ingegno = prima giornata di questo
tema.

Novella I giornata VI
Oretta = forma abbreviata per Laura. La novella ha funzione metanarrativa= il testo riflette su se stesso;
Novella dedicata all’arte di narrare novelle. Oretta si è imbattuta in un cattivo novellatore, disgusto verso
una novella narrata male. La narratrice è Filomena (seconda regina del Decameron). Viene sottolineato
ancora una volta lo spazio entro il quale la donna può muoversi = l'ingegno verbale. Il motto può essere
pungente o da interpretare come un oracolo dalla difficile interpretazione. La virtù non sta solo nel
costruirli ma anche nella loro decifrazione.
Analisi:
Personaggio storico = Oretta. Si riflette sulla possibilità di novellare male. Un cavaliere senza cavallo si
ritrova a camminare accanto a oretta. Le rivolge una richiesta cortese: portarla a cavallo novellando. Il
cavallo è metaforico(passo 7-8). Il racconto come una sella del cavallo sopra il quale Oretta dovrebbe
sedere. La donna accetta ma si ritrova davanti l'opposto dell’arte nobile del novellare, difesa dai 10
novellatori del Decameron. Una novella bellissima distrutta da un cattivo novellatore, facendo soffrire la
donna nel sentire il cavaliere novellare male. Proprio sul limite della pazienza, Oretta con il moto chiede di
scendere da cavallo e proseguire a piedi = smettere di raccontare (passo 11).

Ci troviamo in una sezione nevralgica, è il centro quantitativo del Decameron. Il motto di Madonna Oretta
ci fanno capire che l’ingegno vale anche da un punto di vista metapoetico: un conto è avere belle novelle,
altra cosa è saperle narrare bene. Il motto definisce l’ingegno dei 10 novellatori e di G. Boccaccio stesso.
Il cavaliere che si è proposto di accompagnare la donna a cavallo di un piacevole racconto non mette sotto
pressione Oretta tale da spingerla a rischiare la sua vita.

Novella VII giornata VI


Il motto della ci dice che i motti di spirito possono riscuotere da un pericolo. La novella vede un assetto
politico misogino, messo in discussione e modificato attraverso l'ingegno straordinario di una donna.
Boccaccio realizza l’amore in quanto roza nel Decameron, non stupisce che questo motto d’ingegno sia
proferito da una donna innamorata. La novella di Madonna Filippa (narrata da Filostrato) è ambientata in
un passato imprecisato, ma remoto. La locazione è Prato. Nella città è presente una legge profondamente
misogina che imponeva: arsa come una strega se commette adulterio o condotta deplorevole come
prostituta (passo 4). Filostrato ci ricorda che il ben parlare può sottrarre una persona alla morte ( passo 3).
La moglie fedifraga è maritata, tradisce il marito perché si ritrova in casa un poco di buono. Il marito si
trova nella stessa situazione di Gianciotto Malatesta. Rinaldo dei Pugliesi è un pavido, che trova la moglie
innamorata dell’amante in casa, seppur avesse potuto uccidere entrambi temeva la vendetta della famiglia
di Filippa (passo 4-7). Rinaldo la fa chiamare, lei si rivela una donna eroica e di gran cuore. Al cospetto del
giudice, durante il processo, Filippa non nega il suo atto adulterino seppur gli fosse stato consigliato di
negare per salvarsi, dimostrando forza d’animo (passo 13). Con la sua abile eloquenza, Filippa sostiene che
con la legge misogina è solo la donna a essere punita con la morte per l’adulterio, non uomo che commette
lo stesso crimine. Inoltre nessuna donna è stata consultata nel corso della scrittura di tale legge (passo 14).
Il motto che le salva la vita riguarda lei individualmente e la sua relazione con il marito: consapevole della
stupidità del marito. Fa riferimento ai rapporti coniugali tra lei e Rinaldo, chiede una piccola grazia =
domandare a lui se gli piacesse o no quando lei si concedeva per dovere coniugale a lui (passo 15). Rinaldo
sostenne inconsapevolmente sua moglie. Continuando, Filippa riuscì con il motto a sviare lattnzione del
giuice: dopo i rapporti sessuali con il marito lei insoddisfatta aveva bisogno di sfogare la sua libidine (passo
17). In questo modo, dopo una clamorosa risata nell’aula di giustizia, diedero ragione alla donna. Rinaldo,
stupido fino alla fine rimase confuso nel vedere il successo della moglie accusata.

All’inizio della sesta giornata la servitù dei 10 novellatori irrompe nella cornice e il narratore dona
pseudonimi anche ai servi: Tindaro e Licisca. Si discuteva sulla verginità delle donne prima del matrimonio,
Dioneo immancabilmente sostiene che nessuna donna arriva vergine all’altare.
Settima giornata
Alla fine della sesta giornata, nella conclusione Dioneo si riallaccia alla diatriba e introduce un nuovo tema.
Esplicito riferimento a Licisca: beffe ai mariti (passo 6). Secondo Dioneo, re della settima giornata, le leggi
si sono alleggerite durante la peste così come l’onestà (passo da 9-12). Prima di iniziare la giornata con un
tema scabroso, le donne sentono la necessità di purificarsi in acqua (passo 29-32). Emerge una condizione
di superiorità delle donne: una minoranza che con l’ingegno può addirittura tradire i mariti. *
*passo della conclusione della sesta giornata

Novella II giornata VII


La fonte della novella è un testo classico che Boccaccio amava molto, Le metamorfosi di Apuleio. Un
protagonista viene trasformato in asino e durante la sua condizione animalesca conosce altre storia e
vicende. Filostrato, narratore, cerca di smantellare la situazione, sostenendo che dovrebbero essere
divulgate le beffe delle donne agli uomini per mette questi ultimi in guardia prima di fare qualche torno alle
donne (passo 3-5).Peronella, umile filatrice e moglie di un muratore napoletano. Vivevano vicino al porto e
la moglie aveva un amante nobile = triangolo. Il marito si rivolge all’amante con il “voi”. Apuleio narra la
vicenda come esempio di sfacciataggine femminile. Un giorno, mentre Peronella era convinta che il marito
fosse andato a lavoro aveva invitato a casa sua l’amante. Il marito torna a casa e sente la porta chiusa a
chiave, la sua stupidità emerge fin dall’inizio = lei aveva chiuso responsabilmente la porta dopo che il
marito si era avviato a lavoro per non far entrare nessuno (passo 11). Perché ci sia la beffa è necessario da
un lato l’ingegno, dall’altro la stupidità del beffato. Peronella nasconde l’amante dentro una botte (prima
fase della beffa)( passo 12-13). Il marito era tornato perché aveva un giorno di riposo per una festività
ricorrente a Napoli. Inoltre doveva vendere la botte in cui si era nascosto l’amante a un acquirente.
Peronella attacca il marito, rinfacciando gli di non essere andato a lavoro, ignorando il vero motivo. Il
marito si scusa e Peronella trasforma l’amante nascosto in un acquirente che è disposto a pagare di più per
la botte, a suo dire troppo ingombrante(passo 21). Con il supporto di Gianello (l’amante) rimane al gioco,
consigliando la pulizia della botte (passo 29). Con il marito dentro la botte a pulirla, Perenella sopra alla
botte e Gianello come uno stallone si pose dietro alla donna chinata a “controllare” il lavoro del marito.
Finito l’amplesso, lei ottenne duplice vittoria: economica e d’ingegno (passo 33-35).

Alla fine della settimana giornata viene incoronata Lauretta. Lei rimarca il fatto che il tema della giornata
non va a onore del sesso femminile. Trascurando una possibile vendetta per il tema della giornata
precedente, Lauretta propone un tema sulle beffe universali, non circoscritta alla sfera coniugale (passo
2-4 della conclusione settima giornata).

Ottava giornata
Beffe universali con regina Lauretta.

Novella VII giornata VIII


La novella è la più lunga del Decameron, ma si memorizza bene dal pov strutturale. Prima una beffa di una
donna a un intellettuale : uno studente si innamora di una donna vedova. La donna vedova ha conosciuto i
piaceri coniugali e ne è rimasta priva = motore dell’eros. Alla beffa della donna, il ragazzo risponde con una
beffa molto più sadica e misogina.
La sera di Natale la donna convoca il suo spasimante sotto casa, promettendogli di donare sé stessa ma
invece gli viene comunicato della presenza del fratello. In realtà Elena si trova in casa con il vero amante,
con il quale deride il povero scolaro che rimane fuori al freddo. Percepisce l’inganno solo dopo la lunga e
fredda nottata. La controbeffa avviene alla luce di una logica dantesca: contrappasso per contrasto. Una
punizione contraria al peccato commesso. Un ribaltamento: s elena gli ha fatto patire una notte di freddo,
lui le fa patire un caldo atroce nel mese di luglio. Nel caso della beffa natalizia, lo scolaro era in basso sotto
casa mentre Elena rideva dall’alto nella sua camera. Viceversa, nella beffa ai danni della donna, Elena verrà
costretta stare nuda sul tetto di una torre una notte e un giorno di luglio.

Analisi: Pampinea introduce una novità, la controbeffa come vendetta (passo 3). Una giusta retribuzione
per una beffa crudele. Lo studente è tornato a Firenze da Parigi. Incontra una donna vestita di nero
(vedovanza) di nome Elena e di lei si innamora (passo 6). Elena dal canto suo dimostra consapevolezza del
proprio fascino e si compiace delle attenzioni che Rinaldi, lo studente, gli rivolgeva. Nonostante le relazioni
soddisfacenti sessuali con il suo amante, fece finta di provare interesse per il giovane studente (passo 8-10).
L’intermediaria, la mezzana, è la fante di Elena che insieme si fanno beffe di lui. Facendogli credere di
ospitarlo per Natale nella sua dimora (passo 15-17), gli fa credere, con la complicità della fonte, di non
poterlo fare entrare per l’arrivo del fratello. Lasciò quindi il ragazzo intellettuale fuori al gelo e nel mentre
si gode il caldo e il piacere che il suo amante le dava dalla stanza, ridendo alle spalle di Rinaldi (passo
20-21). Il giovane, dopo aver passato una notte congelandosi in attesa di essere aperto e ospitato da Elena,
attiva una metamorfosi organizzando la vendetta per il torto subito (passo 39-40). Qualche tempo dopo,
Elena viene lasciata dal suo amante profondamente addolorata. Ecco che interviene la fante, incoraggiando
Elena a chiedere l’aiuto dello studente per attivare la negromanzia e riportare il suo amato da lei (passo
46-48). Rinaldi non si lascia scappare l’occasione di una vendetta alla donna. I due si trovano in Chiesa per
prendere accordo (passo 49-52). Successivamente, Elena seguì tutto quello che lo studente si era
raccomandato dovesse esser fatto per ottenere il suo amante. Si bagnò vicino all’Arno e nuda salì su una
torre, ripetendo un’orazione affinché gli restituissero il suo amato. Cos’ la giovane bella ELena trascorse
una notte e un giorno tra le piaghe del caldo estivo di luglio, facendo sfiorire la belelzza di cui lei era tanto
vanitosa (passo 65 e 69-70).

Vedova = ideale erotico di Boccaccio perchè ha conosciuto quell’esperienza amorosa e n’è stata privata.
E una novella di vendetta quella di Pampinea. Lo scolaro non viene nominato per esaltare la sua funzione,
la vendetta di un intellettuale può essere feroce e quindi una beffa peggiore a quella subita. La sua beffa è
per contrasto (termine dantesco in riferimento alla legge del contrappasso). La peggior specie di dannati
nella prima cantica è il tradimento della fiducia, punito con il ghiaccio prodotto dallo sbatter d’ali di
Lucifero. La beffa di Elena è sadica. Sfruttando l’occasione di richiesta di negromanzia, lo scolaro mette in
atto la sua vendetta. Elena deve recarsi con un fantoccio del suo amante che l’ha abbandonata a una torre,
nuda e dopo essersi bagnata. Sulla torre avrebbe dovuto aspettare due donne che le avrebbero riportato
indietro il suo amante, ripetendo un’orazione più e più volte. L’erotismo di boccaccio parla
all’immaginazione = apici dell’erotismo del Decameron → lo scolare si nasconde di notte quando Elena si va
bagnarsi nell’Arno. A fine vendetta la bellezza della donna viene spazzata via, si apre un’immagine splatter.
Lo scolaro si eccitò alla vista di Elena nel fiume, nuda e disposta a seguire ogni sua parola. Avrebbe quasi
ceduto al desiderio sessuale e alla compassione, che si sarebbero uniti perdonandola, tuttavia il fantasma
erotico viene lasciato andare e lo scolare prosegue con il suo piano (passo 66-67). Non c’è cesura tra il
Decameron e il Corbaccio di cui si iniziano a vedere le radici = predicazione femminile in un’opera filogina
come il decameron. All’indomani del bagno, il giovane si reca alla torre per vedere le condizioni di Elena e
continuare a farsi beffe di lei, chiedendole se fossero arrivate le donne a riportarle l’amante, ovviamente
non arriveranno mai. Viene invitata al suicidio per porre fine all’angoscia (passo 91). Il culmine horror della
novella è il mezzogiorno, il momento più caldo nella giornata estiva = le piaghe del sole e le punture di
tafani l’hanno resa la cosa più brutta al mondo, arrossando quella sua pelle chiara che vinceva le tenebre
della notte (passo 113 e 116 + 119-120). Non volendola liberare, va a chiamare la fante a Firenze. Lei arriva
dalla torre quando un lavoratore aveva percepito la voce di Elena, sale e la vede completamente devastata
(passo 139-141). Tornando giù cadde dalla scala e si ruppe una gamba, come punizione e vendetta per
essere stata complice della prima beffa verso il giovane (passo 142).
Nona giornata
E’ un’antologia delle giornate sette e otto: ingegno, amore e fortuna. Tema libero per creare una “cornice”
che isola le giornate con il tema obbligato. Introduzione: i novellatori combattono il fantasma della morte
per vincerlo o essere vinti (la peste).

Novella IX giornata IX
I protagonisti vanno da Salomone per chiedere consiglio, come un oracolo: come farsi amare e come far
star buona la moglie. Emilia, novellatrice, dà spazio solo alla seconda questione con pov fortemente
misogino. Emilia introduce la trama (passo 3-4) ed enuncia l’utile consiglio della novella misogino: bastone
per far stare buone le donne: moralmente = picchiate; sessualmente = godimento sessuale. E’ sconvolgente
la punta misogina delle parole che vengono pronunciate da una donna (passo 8-9).
Melisso dalla Turchia per capire come farsi amare; Giosefo da Antiochia per capire come far star buona la
moglie, addolcirla = due pellegrini al cospetto di re Salomone. Per essere amato, Melisso riceve come
risposta “ama a tua volta”. A Giosefo fu detto di andare al ponte dell’Oca. Tornato a casa dalla moglie
applica i consigli del sovrano Salomone e riesce a far addolcire la moglie (passo 11-15).

Decima giornata
Novella IX giornata X
Messer Torello da Pavia il quale inizia una gara di magnificenza con Saladino. Aveva lasciato sua moglie
libera di risposarsi se non fosse tornato a Pavia. La moglie Adalieta (anti Alatiel), come Penelope
procrastinare le nuove nozze aspettando il ritorno del marito, che ritorna su un tappeto magico. Vince
l’amore coniugale.

Novella X giornata X
Novellatore Dioneo, essendo ultima novella della giornata. Il marchese di Saluzzo, Gualtieri, non voleva
prender moglie. Fu costretto dai sudditi e per ripicca. Prende in moglie la figlia di un villano, fonte di
infelicità amorosa = la differenza di classe sociale. Fa credere alla donna che ha sposato, ora marchese, le fa
credere di aver ucciso i suoi figli. Inoltre riporta a casa la figlia maggiore di Griselda per farle crede di
averla sposata, cacciando la madre. Griselda rimase paziente davanti a ogni prova atroce che le venne
sottoposta. Tornata a casa le vengono mostrati i suoi figli, vivi e allevati altrove. Il marchese è descritto
come “matta bestialitade” = crudeltà allo stato puro. Avere una moglie paziente (e masochista) come
Griselda è una fortuna troppo grande per una persona così maligna quale in marchese.Griselda è la
coprotagonista della novella = i due personaggi sono sullo stesso piano. La donna si rivela il modello di una
virtù sublime di tipo coniugale, femminile che ancora non è stata analizzata dagli altri novellatori. Il
risultato = introduzione del tema di una virtù cristiana → l’umiltà.

Analisi:
Dioneo sfregia la novella precedente (passo 2). Atto di autoiconoclasta di Dioneo = Gualtieri non avrebbe
dovuto incontrare una donna tanto pura, ma una donna che se fosse stata cacciata come Griselda avrebbe
trovato qualcun’altro che l’avrebbe soddisfatta sessualmente (passo 69). Per Dioneo non è modello da
seguire la virtuosa Griselda (passo 68).
Vede una bella paesana che torna con l’acqua a casa, la chiede in sposa al padre (patriarcale). Il patto tra
Griselda, Gualtieri e il padre inizia fin da subito. Il patto si basa sull'obbedienza, Griselda come moglie e
schiava (passo 18). Griselda entra in casa del marchese senza dote, e come “risarcimento” Gualtieri la fa
entrare nuda in casa (passo 26). Ambiguità = Griselda è ubbidiente come Maria ma non sta rendendo
testimonianza divina, solo un patto folle con uomo esplicitamente evocato come “bestiale” le cui ragioni ci
sfuggono. Il rapporto sadico di Gualtieri nei confronti della moglie prosegue facendole credere di voler
sottrarre la figlia e farla uccidere, al quale Griselda rispose con una frase mariana “fai di me quel che ti fa
più onore” (passo 28). Griselda deve sacrificare sua figlia a un uomo crudele, parallelismo biblico con
Abramo e Isacco oltreché con Maria. La donna sempre consapevole delle sue scelte di obbedienza. La figlia
viene allontanata, così come succede al secondogenito per farle credere di essere mandati a morire, in
realtà vengono cresciuti a Bologna (passo 30 e 33). Successivamente, le viene imposto di lasciare casa
perché avrebbe preso una nuova moglie con il consenso del Papa. Griselda accetta e chiede solo una
vestaglia come segno di quella verginità che in quella casas si era portata dietro (passo 43-45). Ultima sfida
crudele, adornare la casa e la nuova sposa (passo 50). Griselda si addolcì al destino crudele della nuova
moglie, sposa di un uomo tanto ignobile. Il finale sorprende, Gualtieri rivela di aver sottoposto la donna a
tutte quelle prove crudeli che testavano la sua pazienza per insegnarle a essere una buona moglie =
controfigura di Dio (passo 61). Alla fine Griselda venne baciata e abbracciata dal marito, viene rivestita da
nobile e ripresa a vivere al palazzo (passo 64-66).

La novella di Griselda è fortemente enigmatica. Gualtieri è l'opposto dei nove modelli maschili di libertà e
magnanimità del tema della giornata, è il tema trasgressivo mentre Griselda è il massimo della virtù =
dell'obbedienza che la moglie deve al marito. E’ una novella che proietta sulla contadina dei modelli di virtù
spirituale. E’ al tempo stesso una maria = sia fatta la sua volontà; Giobbe; Abramo = disposta a sacrificare i
figli. Griselda è un modello di virtù femminile tributata a un marito sadico che agisce senza che sia chiara
la sua volontà. Solo alla fine, quando parla, si giustifica verso coloro che lo hanno reputato bestiale dicendo
di aver voluto insegnare alla moglie il suo ruolo. Secondo Gualtieri la relazione coniugale nasce da queste
prove crudelia cui viene sottoposta la donna. Dioneo sfregia l'immagine di Griselda, suggerendo di non
prendere questa donna come modello e sostenendo un possibile amore adulterino per lei per compensare
quello che il marito non le ha dato = espressione blasfema di Dioneo. Così si chiude il secondo livello
narrativo, quello delle novelle (il primo è Boccaccio narratore).

Chiusura in pianissimo, il narratore volutamente tace quello che i lettori hanno più a cuore = il destino dei
10 novellatori dopo la fine della vacanza, veri eroi del Decameron. L’ultimo brano è la conclusione alla
decima giornata di novelle: Parla Panfilo, come re della decima e ultima giornata, il più autorevole dei 3
maschi. Alla fine del 14 giorno di vacanza si rivolge alle donne, lasciando loro la decisione di tornare a
Firenze o cominciare un nuovo ciclo di racconti (passo 3). La compagnia si congratula con se stessa per
essere stata onesta fino in fondo, le novelle non sono risultate galeotte (passo 4). Si è creata una società
ideale che ha riequilibrato la Firenze della peste. Per non mettere a repentaglio tale equilibrio viene
proposto il ritorno a Firenze (passo 7-8). Le donne vengono lasciate alla chiesa dove si trovarono il primo
giorno della fuga, il narratore sospende la vicenda dei suoi 10 protagonisti con il compiacimento di Panfilo
per la superiorità della società ideale creata dalla loro compagnia. La conclusione di Boccaccio non
permette di rapportare i sessi fra loro. Ci limitiamo al nome e cognome “Decameron, prencipe galeotto" . Il
libro propone un utile consiglio con ambiguità. Può essere letto come uno dei testi all’origine del romanzo
europeo alla luce della critica del russo Bachtin, sostenendo che il romanzo per sua natura è polifonico e
carnevalesco. Il genere non si pone in una posizione autoritaria ma ci presenta una varietà di opinioni in
conflitto tra loro.

Altro punto di vista: parlare del Decameron in una prova scritta con 4h di tempo. Elaborato di 4-5 pagine
da costruire coerentemente. Descrivi una (o più) dal pov antropologico (presentando anche il tema del
corso sulla questione femminile) o storico-culturale.
es: Tracce bocacciane con uno svolgimento diverso da parte nostra.
- descrivi storia compositiva, struttura e contenuti del Decameron
- analizza e commenta la novella 6.7 del Decameron
- rappresentazione del rapporto sessi nel Decameron, sulla base di brani che si portano
all’esame
Per una scrittura critica e un allenamento a tale finalità = riflessione sulla scrittura altrui durante le letture.
Affrontiamo la prima traccia come esempio: svolgimento che potrebbe avere un modello nel capitolo su
Boccaccio in uno dei manuali in programma. E’ richiesta una misura nel descrivere un'informazione
completa storico-letteraria. Costruire il discorso dando diversi sfondi, alludendo a ciò che non si può
scrivere in maniera esaustiva. Quindi non divagare. Ad esempio per i 10 novellatori: “identità celata da
pseudonimi che alludono agli autori di riferimento di Boccaccio: Dante , Petrarca, Virgilio e Ovidio e al
proprio patrimonio letterario”, senza analizzare singolarmente il significato di ogni pseudonimo. Non
bisogna farsi prendere la mano, rispettare i confini del tema. Se nella seconda traccia è richiesta l'analisi di
una novella in particolare mi devo attenere ad essa, spiegando i temi trattati prima della novella, una volta
finito tutto quello da dire dopo induttivamente posso parlare di come il tema viene trattato nell’opera ma
senza divagare troppo. Sapersi immedesimare nel lettore/lettrice. Ci si aspetta un’analisi del testo, si parte
da quello ed EVENTUALMENTE si amplia il discorso. L’ultimo esempio : costruire la prospettiva che vi
interessa del Decameron, ricordare dati secondo la vostra intenzione della costruzione del discorso: i tre
livelli narratori e dove si situa la condizione femminile (in tutti e tre).

Bausi = il Decameron è un libro fortunatissimo ma resta sostanzialmente senza eredi. E’ una struttura
troppo complessa e troppo difficile da replicare, per cui i diversi ammiratori di B e Decameron opereranno
scelte drastiche. La struttura viene indebolita o ridotta contenitori, le novelle estrapolate e tradotte in
latino (Petrarca). Verranno privilegiati alcuni registi, novellieri solo comico-osceno o orrido. Fortuna
rinascimentale , alcune novelle daranno sostanza ad altri generi = teatro comico. Nel ‘400 la commedia
come genere teatrale, successivamente Ariosto con la Cassaria e Suppositi (1509;1510). Anche Machiavelli
con la Mandragola (basata su una novella). Nel ‘500 Boccaccio importantissimo anche per ragioni
linguistiche. 1525 = le prose della Volgar lingua di Pietro Bembo, patrizio veneziano. Un’opera sottovalutata
negli ambienti scolastici, diventa legislatore della lingua italiana. Bembo si deve rassegnare al fatto che gli
stati che compongono la penisola sono frammentati, mentre predica la possibilità di unità culturale italiana
che passa attraverso la scelta della lingua da usare per la prosa e poesia. Bembo, rinuncia a elevare il
veneziano come lingua letteraria ma eleva il fiorentino di due secoli prima, quello di due modelli esemplari:
Petrarca e Boccaccio. Questo modello linguistico di Bembo avrà una fortuna enorme e piace perché azzera
i campanilismi. Il Decameron fissa un modello di prosa letteraria illustre che durerà fino all’età romantica,
in cui nasceranno nuovi problemi diversi da quelli che si occupa Bembo. Il fiorentino classico di Boccaccio
diventa un modello cardinale fino al Romanticismo. Decameron messo all’indice due volte 1559 e 1564
perché parla male del clero, ma al tempo stesso Bembo lo impose come modello linguistico
imprescindibile. Vengono proposte edizioni rassettate nel 1573 e 1582: corrette e riviste. Il destino del
Decameron di fatto è simile a quello del Furioso, al culmine del romanzo cavalleresco. Ariosto anch'egli
visto con sospetto, ma non si rischia il ridicolo per censura.

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