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il barbiere di siviglia

di rossini:
guida didattica
Per le scuole secondarie

DI CARLO DELFRATI
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guida didattica Per le scuole secondarie

Introduzione Le pagine che seguono, pensate per le clas-


«Io confesso che non posso a meno di crede- si di scuola secondaria, inferiore e superiore,
re che il Barbiere di Siviglia, per abbondanza intendono offrire all’insegnante suggeri-
di vere idee musicali, per verve comica e per menti su aspetti specifici del Barbiere, fra i
verità di declamazione, sia la più bella opera quali possa scegliere quelli più vicini al suo
buffa che esista».1 Così scriveva Giuseppe programma annuale, agli interessi degli
Verdi, che solo alla fine della sua carriera alunni, alle sue stesse predilezioni e meto-
(trascurando l’esperimento giovanile di Un do didattico.
giorno di regno) osò cimentarsi nel genere
comico, con Falstaff. Il giudizio era già stato La trama
espresso da personalità diverse come Be- Atto I
ethoven e Stendhal. I musicisti del secolo È notte. Il Conte d’Almaviva si è innamorato
scorso non potranno non essere conquistati della bella Rosina, l’orfana che il vecchio tuto-
dalla magia di quest’opera. Ildebrando Piz- re don Bartolo aveva adottato e che ora tiene
zetti: «Il barbiere di Siviglia è l’opera comica chiusa in casa con l’intenzione di sposarla.
più divinamente leggera e più compiuta- Sotto il balcone il Conte le canta una sere-
mente perfetta che sia mai stata scritta al nata, nascondendo la sua vera identità, per-
mondo».2 E un autorevole conoscitore ame- ché la giovane voglia amarlo per quello che
ricano del nostro teatro lirico, Philip Gossett: è, non per le sue ricchezze: si fa conoscere
«Il barbiere di Siviglia è forse la più grande di semplicemente come Lindoro. Ma come fare
tutte le opere comiche».3 per avvicinarla? Ci pensa il factotum della
In un percorso scolastico di educazione mu- città, il barbiere Figaro, vecchia conoscenza
sicale difficilmente può mancare l’incontro del Conte, che gli suggerisce di presentarsi
con Rossini, e soprattutto con il suo Bar- vestito da soldato nella casa di don Bartolo,
biere di Siviglia, l’opera in pole position nel con tanto di documento che lo autorizzerà
repertorio comico, non solo italiano. Buffa a farsi ospitare. Da don Bartolo però giunge
la vicenda e i suoi personaggi, orecchiabili prima il musicista don Basilio. Lo mette in
e indimenticabili le sue melodie, paradossali guardia proprio contro il Conte d’Almaviva,
certe situazioni sceniche, sfavillante l’orche- che sa appena giunto in città per conquistare
stra, esuberante l’invenzione melodica. Rosina, e gli suggerisce di far girare calun-
Il modo corrente di proporlo a una scola- nie sul suo conto. Figaro ha sentito tutto, e
resca è quello di raccontare la trama e pro- prepara un incontro di Rosina con Almaviva/
cedere all’ascolto ordinato delle sue scene, Lindoro. Questi finalmente arriva, travestito
selezionando se è il caso le più significative. da soldato, e si finge ubriaco. Bartolo oppo-
Questo sussidio audio, oltre il volume a cui ne un documento che lo esenta dall’ospitali-
s’accompagna, offre le opportune infor- tà ai militari. Reazione di Almaviva, che lascia
mazioni sull’opera, e il libretto intero. Una cadere un biglietto per Rosina. Ma il vecchio
nutrita serie di saggi storico-critici di emi- se n’accorge. Nasce una confusione tale da
nenti studiosi permetterà di approfondire far intervenire i gendarmi. Appena Almaviva
© 2016 Musicom.it S.r.l. la lezione. rivela loro furtivamente la propria identità, le
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guardie si allontanano ossequiose: lasciando Il libretto allestito da Cesare Sterbini segue Il criterio che suggeriamo è di esercitarsi in Almeno un terzo parametro merita di esse-
stupefatta l’intera compagnia. molto da vicino la commedia Le barbier de modo sistematico su ciascuno dei parame- re oggetto di esercizio, se si vuole arrivare
Séville del commediografo francese Pierre- tri ‘musicali’ del parlare. Il primo ce lo im- alla lettura sia pur minimamente espressiva
Atto II Augustin Caron de Beaumarchais, rappre- pone proprio il dialogo precedente. Al mo- di un testo. Ed è l’altezza, o meglio il proce-
Almaviva si ripresenta in casa di don Bartolo sentata a Parigi nel 1775, ed entrata stabil- mento di incontrarsi, il Conte e Figaro par- dere delle parole su e giù entro il range dai
in un nuovo travestimento, col nome di don mente nel grande repertorio storico del tea- lano tra sé e sé: dunque pianissimo; quando suoni più gravi, profondi, bassi della voce ai
Alonso. Si spaccia da sostituto musicista del tro di prosa. Tale fu il suo successo da essere il Conte riconosce il suo antico conoscente suoni più acuti o alti: che è il senso che que-
maestro don Basilio, che fa credere rimasto messa in musica, prima che da Rossini, da lo chiama forte: «Figaro!». Piano, forte, sot- sti aggettivi hanno in musica. Prendiamo la
a casa febbricitante. D’intesa col Conte, Fi- autori importanti come Ludwig Benda, Nic- tovoce, fortissimo, crescendo, diminuendo: scena in cui Figaro incontra Rosina. Muore
garo rade la barba al padrone di casa per colò Isouard, e soprattutto, nel 1782, da Gio- sono tutti modi di indicare il primo elemen- di noia la ragazza, «chiusa fra quattro mura,
distrarlo dalla conversazione dei due inna- vanni Paisiello. Se non ci fosse stata l’opera to: l’intensità. che mi par d’esser proprio in sepoltura». E la
morati. Quando inaspettatamente compare di Rossini, non solo il Barbiere di Paisiello, ma E quando poco dopo il Conte spiega a Figa- noia di solito si manifesta con una voce che
don Basilio, il denaro del Conte lo convince a gran parte del suo traboccante repertorio ro la ragione della sua venuta a Siviglia («Al scende giù. «Una ragazza bella e spiritosa»,
stare al gioco e a tornarsene a casa a curar- operistico sarebbe ben più presente oggi Prado vidi un fior di bellezza…», con che in- la incoraggia Figaro: c’è da credere portan-
si. Breve intermezzo nel quale ascoltiamo i sulle nostre scene: proprio come lo era prima tensità lo faremo parlare? Forte, a sottoline- do la voce nella zona alta, chiara… spirito-
rimpianti amorosi della vecchia serva Berta. che apparisse l’astro rossiniano. are la passione amorosa del Conte, o piano, sa. E se fosse il contrario? Acuta la voce di
La calunnia intanto lavora: Basilio e Bartolo L’opera del pesarese va in scena la prima vol- per lasciar intendere che la cosa deve resta- Rosina, grave quella di Figaro? Non ci sono
hanno fatto credere a Rosina che il suo gio- ta a Roma, il 20 febbraio 1816. Solo tre mesi re segreta? Non ci sono soluzioni obbligate. errori nelle scelte consapevoli dei modi di
vane innamorato Lindoro non è altro che un dopo si cimenta con il testo di Beaumarchais A teatro (il teatro di prosa) è il regista che leggere un testo; ci sono solo interpretazio-
intermediario intenzionato a spingerla fra le anche il perugino Francesco Morlacchi. È insieme all’attore lo decide. Il nostro libretto ni diverse. Una Rosina che parla nella zona
braccia del … Conte d’Almaviva. Indignazione sempre in quel 1816 che Paisiello muore, il 5 è pieno di situazioni che sollecitano i ragaz- alta la rivelerebbe, semplicemente, piagnu-
della fanciulla, dissipata presto quando Lin- giugno, dopo aver assistito al trionfo dell’o- zi a decidere con quale intensità parlare. colosa; e viceversa tranquillizzante la voce
doro si scopre a lei proprio come Almaviva. pera di Rossini, e al fatale immeritato declino Ma questo metodo di lavoro funziona an- grave di Figaro.
Conosciuta l’identità vera del suo innamo- della propria. che con gli altri parametri. Elementare tanto Sono solo brevi esempi di un lavoro volto a
rato, si appresta a fuggire con lui dalla fine- quanto l’intensità è la velocità. Prendiamo la educare i ragazzi non solo a usare in modo
stra della camera. Figaro aveva predisposto Lettura del libretto scena in cui dopo aver cantato la sua roman- espressivo e consapevole la propria voce
un’apposita scala; qualcuno, però, intuendo Un modo efficace di leggere in classe il li- za a Rosina, il Conte e Figaro sentono chiu- (propriamente un lavoro di educazione pro-
il piano del barbiere, aveva tolto la scala. I due bretto: distribuiamo le battute fra i ragazzi, dere bruscamente la finestra della ragazza. sodica), ma anche a cogliere e capire il senso
innamorati e Figaro sono scoperti da don Ba- in modo che tutti partecipino alla lettura. Per «Oh cielo!» si lascia sfuggire il Conte, col dia- di quanto stanno leggendo.4 E fin qui ci siamo
silio e dal notaio che proprio Bartolo aveva esempio l’incontro tra Figaro e il Conte af- logo che segue con Figaro. Qui è più facile confrontati solo con Sterbini, con i dialoghi
convocato per celebrare le proprie nozze con fidato a una prima coppia: «È desso, oppur immaginare che lo scambio di battute sia che il nostro librettista ha ricavato in modo
Rosina. Ma ancora una volta Figaro dà prova m’inganno?» // «Chi sarà mai costui?» // «Oh, rapido, come si conviene a un personaggio intelligente dall’originale di Beaumarchais.
del suo talento: non con don Bartolo ma con è lui senz’altro. Figaro!» // «Mio padrone»; per in ansia. Ma potremmo anche pensare che Ma i dialoghi di Sterbini non vivono di vita
Almaviva al notaio si comanda di unire in ma- passare a un’altra coppia. E così di seguito. l’ansia sia solo del Conte, e che Figaro invece propria. Sono come l’armatura, l’impalca-
trimonio Rosina. Don Basilio è costretto, con L’insegnante che si pone come obiettivo di mantenga la sua tranquillità: dunque veloce tura, su cui tocca a Rossini costruire il pa-
una nuova lauta ricompensa del Conte, a far curare l’espressione sa quali possono esse- il Conte, moderato Figaro. Veloce, moderato, lazzo. Ora spetta a noi scoprire l’armatura
da testimone insieme a Figaro. Al suo arrivo, re i problemi che incontrano i suoi ragazzi vivace, mosso, lento, adagio…: sono tutte in- e esplorare l’edificio, per capirne i caratteri,
Bartolo non può che arrendersi di fronte al nella lettura. Sa anche come affrontarli, ma dicazioni particolari del parametro velocità. le proprietà, i significati, e ammirarne, se ne
fatto compiuto, e al fallimento del suo pre- in dipendenza dal tempo che è disposto a Che come l’intensità non vale solo quando si saremo capaci, la genialità.
tenzioso progetto coniugale. concedervi a scuola. parla, vale anche in musica.
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Dal libretto alla musica passando per il baritono, il tenore, il contral- Applichiamolo all’inizio dell’‘aria della calunnia’ di Basilio. A sinistra sono scritte le note:
Un buon modo di partire consiste nel prende- to, il mezzosoprano); nonché dei ritmi e del
re coscienza che quello che vale nel parlare, vario combinarsi dei suoni sotto l’aspetto
vale anche nella musica. Vale anche in quella armonico.
re
musica che penetra nel corpo dei testi e li pie- Un primo esercizio tipico di ogni programma do#
ga a principi suoi propri, la musica cantata. di educazione musicale è quello che guida si
È sull’intonazione che è soprattutto impor- a riconoscere la direzione, ascendente o di- la
tante dedicare attenzione, nel confronto/ scendente, o orizzontale, di coppie di suoni sol
passaggio fra voce parlante e voce cantante. sempre più vicini fra loro. È il primo passo fa#
L’ascolto che conduce alla miglior compren- che porta a disegnare linee per tradurre il su mi
sione di una musica cantata parte proprio e giù delle note. Anche delle note del canto. re
da qui, dall’analisi del procedere delle al- Basta un po’ di esercizio per far arrivare un La ca- lun- nia è un ven- ti cel- lo,
tezze (cioè del profilo melodico), lungo una allievo a trascrivere l’andamento delle prime u- n’au- ret- ta as- sai gen- ti- le
gamma dai suoni gravi agli acuti (possibili ai parole cantate dell’opera («Piano, pianissi-
diversi registri vocali: dal basso al soprano, mo, senza parlar») così:
Analogamente si può continuare su altre mezzo della voce o degli strumenti... Qual è
pagine del Barbiere. il modello del musicista o del canto? La de-
Questo è un modo efficace per condurre gra- clamazione, se il modello è vivo e pensan-
dualmente gli allievi proprio alla lettura can- te; il rumore se il modello è inanimato. Bi-
sogna considerare la declamazione come
tata del pentagramma. Nel nostro percorso
Piano, pia- nissimo, senza parlar una linea, e il canto come un’altra linea che
di ascolto dell’opera diventa utile per cogliere
serpeggi sulla prima. Più la declamazio-
una delle caratteristiche del melodramma, ne, base del canto, sarà forte e vera più il
serio o buffo che sia: l’attenzione, grande o canto che vi si conforma l’interromperà in
All’inizio l’esercizio può essere accattivante per i ragazzi se lo applichiamo a canzoni che piccola, che il compositore dedica alle infles- un maggior numero di punti, più il canto
amano. Per esempio la prima frase di What a Wonderful World può essere trascritta così: sioni ‘naturali’ della voce parlante; e quindi la sarà vero e bello. I nostri giovani musici-
sua cura nel trasferire sul pentagramma i ‘toni sti lo hanno capito assai bene. Quando si
di voce’ di chi parla, in funzione del suo stato sente: «Io sono un povero diavolo», par di
d’animo e del suo temperamento. riconoscere il lamento di un avaro; se egli
non cantasse, parlerebbe sullo stesso tono
Possiamo trovare il procedimento in tutti gli
alla terra, allorché le affida il proprio oro e
autori di melodrammi, dal primo, la Dafne
le dice: «O terra, ricevi il mio tesoro» [Di-
che Jacopo Peri compose nel 1597, in poi. derot cita qui arie famose del suo tempo].
Lo troviamo spiegato o raccomandato da E quella giovanetta, che sente palpitare il
una quantità di musicisti e teorici. Leggia- suo cuore, che arrossisce, che si turba e
mo questa testimonianza del filosofo Denis supplica la sua signoria di lasciarla partire,
Diderot che nel 1760 scrive, nella sua splen- si esprimerebbe diversamente? Vi sono in
dida pièce Il nipote di Rameau: queste opere i più diversi caratteri, una va-
I see trees of green red ro- ses too I see them bloom for me and you rietà infinita di declamazioni; ed è sublime,
Il canto è un’imitazione dei rumori fisici o ve lo dico io. Ascoltate, ascoltate il pezzo in
degli accenti della passione – mediante i cui il giovane che si sente morire esclama:
suoni di una scala, inventata dall’arte o «Il mio cuore se ne va». Ascoltate il canto,
ispirata dalla natura, come più vi piace, per ascoltate la sinfonia, e mi direte dopo quale
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differenza vi sia tra le reali espressioni di un porale e colpo di cannone»: il clima tornato Per rendersi conto di quanto ‘mozartiana’, Possiamo ascoltare l’originale, come è ese-
moribondo e il movimento di questo canto; tranquillo, la voce che riprende il sopravven- del Mozart prima maniera, possa essere la guito nell’opera:
vedrete se la linea melodica non coincida to sugli strumenti, sottovoce, a pennellarci musica di un italiano suo contemporaneo (o https://www.youtube.com/
tutta intera con la linea della declamazio-
il «meschino calunniato»; voce e orchestra viceversa, di quanto ‘italiana’ sia la prima ma- watch?v=GsSK8PTMiGY
ne... Non vi è nulla di più evidente di questa
insieme a offrirci un nuovo crescendo fino al niera operistica di Mozart) possono bastare Kubrick ha inteso rafforzare la leziosità raffi-
definizione che ho letto in qualche posto:
Musices seminarium accentus, l’accento è
precipizio in cui il povero calunniato finisce un paio di ascolti. nata e altezzosa del mondo aristocratico con
il vivaio della melodia.5 per andare «a crepar». Gli amanti del cinema ricorderanno la sce- la leggerezza rococò della musica. Ma che
Il crescendo è uno degli stilemi che fanno na di Barry Lyndon, in cui il protagonista dà genere di musica? Se non si conoscesse l’ori-
Non deve sfuggire in questo brano di Dide- subito riconoscere Rossini. Perché Rossini un’ennesima prova della sua protervia baran- ginale, chi non potrebbe dire che quella pagi-
rot qualcosa che va oltre l’osservazione che non lo ottiene soltanto aumentano a poco do al gioco di carte. Il regista Stanley Kubrick na è stata composta da Mozart, per esempio
il canto imita gli «accenti della passione». Gli a poco il volume del suono degli strumenti, scelse a commento della scena proprio una per quell’Idomeneo che Mozart scrisse solo
accenti della passione sono solo una delle ma anche con ben dosate entrate graduali pagina del Barbiere di Paisiello: l’aria con cui quattro anni dopo il Barbiere di Paisiello?
‘imitazioni’ di cui il canto è capace. Ce n’è di nuovi strumenti. Questo crescendo rossi- il Conte canta la serenata a Rosina, con quel Non meno ‘mozartiana’ appare l’aria di Rosi-
un altro per il filosofo: «il rumore, se il mo- niano «è un passaggio progressivo dall’om- che segue. na «Giusto ciel»:
dello è inanimato». Se fosse vissuto più che bra fonda alla luce sfolgorante, dal mistero Nel film è eseguita sia dal tenore («Saper https://www.youtube.com/
centenario Diderot avrebbe potuto portare alla realtà, dalla forma larvale alla vitalità bramate») sia strumentalmente, in alternan- watch?v=mbIx1OjnZTg
a esempio le battute in cui Rossini descrive piena, dalla quiete meditativa all’esaltazio- za da mandolino e da violoncello. Nell’opera
come una calunnia arriva proprio a ‘far rumo- ne lirica. L’effetto ha qualcosa di orgiastico, è cantata dal Conte su questi quinari: Giusto ciel, che conoscete
re’ e alla fine a deflagrare. Il canto incomincia di frenetico, di travolgente, di trionfale. La quanto il cor onesto sia,
come un leggero venticello, poche sillabe risposta ff degli altri istrumenti, specie dei CONTE deh, voi date all’alma mia
Saper bramate, quella pace che non ha.
punteggiate da pause; con quella maliziosa bassi, al crescendo, è uno scatenarsi di sana
leggera impennata al re acuto. Scende quasi gioia e di vigore, l’esplosione di una certez- bella, il mio nome:
ecco, ascoltate, Beninteso potremmo rovesciare l’afferma-
a negarle importanza, per mettersi in moto za dominatrice, di un consenso entusiastico
ve lo dirò. zione, e riconoscere quanto ‘paiselliane’
implacabilmente, tra note punteggiate, note istintivo; nell’insieme, qualcosa che rasenta
Io son Lindoro, possano apparire certe arie di Mozart. A
ripetute, silenzi. E soprattutto facendo cre- da un lato il miracolo, dall’altro la follia».6
di basso stato; mostrare direttamente come Rossini rompa
scere progressivamente il canto dal piano né alcun tesoro definitivamente con quel linguaggio, è utile
al culmine fortissimo, quando la calunnia è Fra Mozart e Rossini darvi potrò. confrontare direttamente i due Barbieri, di
diventata ormai padrona dell’intera comuni- Basta l’‘aria della calunnia’ per farci capire Ma sempre fido,
Rossini e di Paisiello. Scegliamo l’‘aria della
tà. Ma non è più solo la voce del basso (don come le opere buffe di Rossini non sono solo ogni mattina
calunnia’. Nel libretto per Paisiello è cantata
Basilio) a farci sentire il gonfiarsi incalzante i capolavori che sappiamo. Prima ancora a voi mie pene,
cara Rosina,
su questi versi:
della calunnia fino all’esplosione, il «rumore» segnano un’autentica rivoluzione rispetto
di cui parla Diderot. Rossini scatena l’intera all’opera buffa della tradizione italiana set- col cor su’ labbri
orchestra, con la corsa irrefrenabile delle se- tecentesca, di Traetta, Jommelli, Piccinni, vi canterò. La calunnia, mio signore,
non sapete che cos’è?
microme e delle galoppanti crome puntate. fino a Cimarosa e a Paisiello. A questa tradi-
ROSINA Sol con questa a tutte l’ore
Un realismo immediato e naif, quanto mai zione molto aveva attinto lo stesso Mozart,
Dunque Lindoro si può far gran cose, affé.
lontano ormai dalle raffinatezze di Mozart nelle sue opere del primo periodo, prima di ogni mattina Questa qui, radendo il suolo,
o da quelle di Paisiello, come sentiremo tra quel Ratto dal serraglio dal quale la musica le di lui pene incomincia piano piano;
poco. Non meno incantevole e sorprenden- teatrale di Mozart spicca il volo donandoci i alla Rosi... e del volgo il vasto stuolo
te la scena che si apre alle nostre orecchie, capolavori delle Nozze di Figaro, di Così fan (s’ode chiudere la finestra con rumore) la raccoglie, e rinforzando
una volta cessati gli echi di «tremuoto, tem- tutte, di Don Giovanni, del Flauto magico. passa poi di bocca in bocca,
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ed il diavolo all’orecchie che il povero librettista, ben più modesto di il contenuto sociale della rappresentazio- sia scateni un’orgia di sonorità: all’orchestra
ve la porta, e così è. Sterbini, non offriva gran che alla verve del ne è radicalmente mutato. Nelle Nozze si aggiungono le voci, che cantano tutte in-
La calunnia intanto cresce, compositore). Chiusa in fretta la descrizio- mozartiane, la règie du jeu era condotta sieme, e ognuna per conto suo. Una specie
s’alza, fischia, gonfia a vista: sul filo di un edonismo razionalistico rit-
ne della calunnia, Paisiello non trova altro di ‘sonorizzazione del caos’.
vola in aria, e turbigliona, mato entro le forme chiuse di una casta
modo di continuare se non ripetendo banal- Mettiamoci (mettiamo i ragazzi) nei panni
lampeggiando stride e tuona; sociale autosufficiente che detiene il mo-
e diviene poi crescendo
mente il già detto. Insomma: un’unica «pas- nopolio dell’arte, e perciò staccata da ogni
di uno spettatore a una commedia di pro-
un tumulto universale, sione» avrebbe detto Diderot, ma anche un altra forma di vita sociale che non fosse sa, anzi meglio, alla visione di un film. Anche
come un coro generale, unico «rumore», con moderate varianti, dal riconducibile a quei ‘modelli’ e a quei dando per acquisito che lo spettatore accetti
e rimedio più non v’è. principio alla fine dell’aria. ‘canoni’. In Mozart è ancora l’etica della che i personaggi cantino invece di parlare,
Va anche detto che l’opera di Paisiello con- classe aristocratica che guida, nella sua come potrebbe spiegarsi il modo in cui si
Facciamo ascoltare il trattamento che ne tiene tante pagine geniali, come la scena indifferenza sentimentale, i personaggi rimbalzano dall’uno all’altro le parole? Ripe-
fa Paisiello: d’insieme incentrata sulla pedanteria mono- già pur borghesi della commedia di Beau- tendole per giunta in continuazione.
https://www.youtube.com/ tona di don Bartolo: «la musica raggiunge marchais […]. Rossini s’impadronì di que- Anche un grande ammiratore di Rossini,
sti ‘modelli’, ma li applicò alla nuova realtà
watch?v=Pe9eK5UgivA un culmine di espressione presentando la Stendhal, scrive, a proposito del concertato
sociale dell’uomo che era scaturita dalla
Un modo efficace per far ragionare i ragaz- monotonia come elemento comico».7 del finale I:
Rivoluzione francese; e lo spirito autocri-
zi sulle differenze che riescono a scoprire Ma in un progetto educativo come il nostro tico della nascente borghesia, che veniva
fra le due pagine è di proporre l’indagine non è tanto il giudizio di merito quello che inverosimile è la immobilità in cui precipita
sostituendosi al decrepito mondo aristo-
come lavoro di gruppo, sempre che l’inse- conta. I ragazzi troveranno infinite sollecita- il tutore, alla vista della giustizia del suo
cratico, è vivamente ritratto nel Barbiere
paese; forse ci era abituato, i caratteri aridi
gnante usi ricorrere con una certa abitudine zioni per esprimere nella vita giudizi di me- rossiniano. L’esperienza neobarocca si tra-
e ingiusti quali don Bartolo approfittano
a questo metodo. Un doppio ascolto sarà rito, tra chi o cosa vale, e chi o cosa non vale. muta così in gesto ironico; Rossini carica le
della tirannia anziché temerla; è gente che
necessario per poter fissare nella memoria Come al solito, facile è giudicare, difficile tinte, senza appesantire, ed i personaggi di
emargina al bilancio. Ho sempre visto che
i diversi passaggi musicali. capire. E qui stiamo cercando di far capire Beaumarchais acquistano un nuovo ritmo,
l’immobilità del tutore, mentre tutti canta-
Mentre Rossini ci offre in rapida successione prima di tutto in cosa oggettivamente, ossia una psicologia ancora più terrena e reali-
no «Freddo e immobile come una statua»,
stica: sono lo specchio di una quotidianità,
una sequenza di immagini sonore sorpren- stilisticamente, le due musiche si differen- produce un pessimo effetto. Non appena
i cui atteggiamenti e i cui difetti Rossini ac-
dentemente diverse, Paisiello parte con un ziano; e di riflesso di far cogliere anche nella lo spettatore abbia l’agio di accorgersi
centua, senza troppi complimenti, trasci-
motivo di sapore mozartiano, ripetuto tale musica i due diversi mondi di cui le opere che il ridicolo è troppo caricato, non ride
nando lo spettatore, dal sorriso alla sonora
e quale («La calunnia… cos’è»). Continua della tarda opera napoletana a quelle dell’i- più, e la farsa è cattiva. Bisogna stordire lo
risata, a riconoscervisi.8
anche lui con un crescendo, condotto però noltrato Ottocento sono testimonianza; il spettatore come Molière o Cimarosa; ecco
uno degli intralci della musica, essa non
in modo più elementare che in Rossini, con mondo rococò e quello preromantico, se Il tempo sospeso
sa andar presto, mentre le evoluzioni della
la melodia che sale diligentemente lungo la vogliamo: sapientemente stilizzati i caratte- I concertati (ossia i brani in cui le varie voci
farsa, per esser buone, devono essere, ra-
scala. Si ravviva all’immagine della calunnia ri del primo, stilisticamente esuberanti quelli sovrappongono linee melodiche diverse, e pide come il baleno. La musica deve darvi
che «vola in aria», con il contrappunto quasi del secondo. spesso anche parole diverse) sono la ‘risor- direttamente la risata che farebbe nascere
rossiniano degli strumenti, pronti a rendere Un possibile approfondimento interdiscipli- sa in più’ del linguaggio musicale rispetto a una buona commedia, recitata con fuoco.9
col tremolo degli archi il brontolio del tuono. nare del confronto tra Mozart o Paisiello da quello verbale. Nelle opere buffe Rossini li
Il confronto con Rossini diventa ingenero- una parte e Rossini dall’altra ci viene offerto usa molto spesso proprio per accentuare la Una nostalgia di Paisiello o Cimarosa si direb-
so per Paisiello quando si ascolta quel che dalla musicologia attenta agli aspetti stori- comicità della situazione. Gli basta trovare be, nelle parole di questo illustre ammiratore
succede, musicalmente, al «meschino ca- co-sociali delle opere d’arte. Nel Barbiere di nel libretto un personaggio che invita gli altri di Rossini: che non s’accorge come qui la co-
lunniato» di Rossini: Paisiello liquida il tutto Siviglia ad agire «zitti, zitti, piano, piano; senza fare micità sia proprio data dal paradossale con-
con una semplice cadenzina scolastica («e confusione» (una situazione che troviamo gelamento della situazione. La continua, esa-
rimedio più non c’è»: dove bisogna pur dire anche in Cenerentola), perché la sua fanta- sperata ripetizione delle frasi, che disturbava
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Stendhal come disturba oggi chi accosta per Se volessimo far conoscere ancora più da Il tempo nella prosa e nel melodramma concertati, dei cori. «L’alternanza di azione
la prima volta il melodramma, è proprio uno vicino lo spirito di Rossini troveremmo in Se un fan di Rossini come Stendhal ha potuto scorrevole e azione frenata provoca nell’o-
degli artifici essenziali del congelamento. non poche altre sue opere situazioni ana- sentirsi perplesso davanti a certe scelte del pera la dissociazione del tempo in due diver-
Aumenta la comicità della scena, nel contra- loghe, quelle di una comicità fondata sullo suo idolo, non c’è da sorprendersi che ritor- si decorsi temporali: uno legato alla forma
sto tra il realismo di fondo e l’innaturalezza stravolgimento del parlare quotidiano. Ba- nino, ancora più pesanti, nei nostri ragazzi. E musicale [pensiamo alla classica forma ABA,
voluta ed esasperata della situazione. sterebbero, dall’Italiana in Algeri (del 1813) allora è il caso di tornare sulla questione con dove si ripete alla fine quello che è già stato
Scorriamo rapidamente i casi più sorpren- l’insieme «Nella testa ho un campanel», o argomenti più mirati. detto all’inizio] ed uno legato al contenuto
denti, o meno ‘realistici’, se si vuole, creati da dalla Cenerentola (scritta l’anno dopo il Il primo riguarda lo specifico linguaggio drammatico».11
simili congelamenti. Barbiere): «Questo è un nodo avviluppato». dell’opera lirica, il suo essere altra cosa ri-
Fin dall’inizio. Il sipario si alza sull’entrata del Oppure: «Zitto zitto, piano piano». spetto al dramma in prosa. Quando si assiste Recitativo e canto
servo del Conte d’Almaviva, Fiorello, con il Nel Barbiere il caso più clamoroso (e dire a un dramma parlato, una commedia o un La diversità fra prosa e lirica sul fronte della
suo ensemble di musicisti. Si preparano ad ‘clamoroso’ è un ossimoro) si ha alla fine film, il tempo occupato dai dialoghi scorre ‘naturalezza’ lascia intuire che per apprez-
accompagnare la serenata del Conte sotto dell’opera. Lindoro si è scoperto a Rosina per come scorre nella realtà quotidiana; anche zare la seconda sia necessario capire le sue
la finestra di Rosina. Fiorello li invita a non quello che è: il Conte d’Almaviva. Effusioni se, mediante i flashback e altri procedimenti, ‘regole di funzionamento’; regole sue pro-
far chiasso. Suggerimento in fondo super- amorose tra i due, con Figaro che li sollecita si può passare da situazioni presenti ad altre prie e particolari, che non sono quelle della
fluo, o al più liquidabile in due parole. Fiorello inutilmente a filarsela, scendendo dalla scala del passato. In certi film passato e presente prosa. Cominciando da quella che è la più
invece, e poi il Conte, vanno avanti per ben che ha predisposto. In fretta, perché stanno si alternano in continuazione: ma ognuno ri- immediata, il loro terreno di contatto: fino
78 battute a ripetersi «Piano pianissimo…», per giungere Bartolo, Basilio e il notaio. Fi- spettando abitualmente il tempo reale. a che punto, e come, la melodia del canto
col risultato di suscitare proprio il deprecato nalmente il Conte si decide. Ancora una volta Nell’opera musicale le cose vanno ben diver- nel Barbiere si rifà al principio che abbia-
rumore, se non proprio il chiasso. ci aspetteremmo un’azione fulminea. Invece samente. «Al tempo continuo del dramma mo letto in Diderot, quella corrispondenza
Situazione analoga, e altrettanto assurda, Rossini ci offre come all’inizio ben 93 battute corrisponde nell’opera in musica un tempo tra prosodia («la declamazione come una
al finale del primo atto. La baraonda creata di partitura, in cui i tre non fanno che solleci- discontinuo». È normale nell’opera che «una linea») e la melodia («il canto come un’altra
dall’arrivo del Conte travestito da soldato ha tarsi a scendere dal balcone in silenzio: «Zitti situazione che in un dramma recitato dure- linea che serpeggia sulla prima»)?
chiamato alla casa prima Figaro, poi i gen- zitti piano piano, senza fare confusione…». rebbe un breve istante viene dipanata in un Il caso più elementare è già stato anticipato:
darmi. Stanno per arrestare i disturbatori Nei concertati i personaggi ripetono una tableau vivant dove l’azione s’arresta»,10 an- il recitativo secco. Perché non lo si ama? Per-
della quiete pubblica quando, preso atto di quantità di volte le stesse parole. Anche que- che grazie alla ripetizione frequente del testo. ché qui il canto non fa che ripetersi su cliché
trovarsi in presenza del blasonato, autorevole sto trattamento concorre a congelare le si- Questo non vuol dire, naturalmente, che l’o- obbligati, privi di qualsiasi carica espressi-
Conte d’Almaviva in abito militare, si ritirano tuazioni. Situazioni che nella realtà durereb- pera non abbia proprie regole riguardanti va. Le battute potrebbero anche essere par-
lasciando di stucco la compagnia. Anche qui, bero pochi attimi sono dilatate, esasperate. i tempi della rappresentazione. Nel tratta- late invece che cantate; se si cantano è solo
ripetizione a raffica di poche parole, dall’u- Il comico nasce dunque proprio dall’irreal- mento dei tempi si ha addirittura coinciden- per non uscire pericolosamente dal registro
no all’altro dei sei personaggi: «Fredda/o ed tà temporale, dalla sospensione del tempo; za tra prosa e lirica nel caso dei recitativi, pur espressivo della lirica e dalla specificità del
immobile come una statua». Lo spettatore e dai repentini cambiamenti della scena se cantati e accompagnati dagli strumenti. suo linguaggio (in tradizioni diverse come
può capire che tutti si ritrovino «storditi e (musicale). Come qui: lo sbalordimento del Ma guarda caso, i recitativi sono quasi sem- quella del germanico Singspiel, come nelle
sbalorditi», come leggiamo nel libretto; ma «Freddo ed immobile» si chiude con una ca- pre i momenti meno interessanti di un’opera: operette – per non dire del musical – non si
basterebbero poche interiezioni o anche solo denza squisitamente lirica degli archi, che addirittura a volte per niente interessanti: si ha questa preoccupazione, e si usa il parlato
pochi gesti per esprimere lo stupore. Invece spalanca il clima nel passaggio dal la bemolle spiega così l’antica usanza del pubblico me- invece del recitativo).12
Rossini crea un gioco contrappuntistico a sei maggiore al do maggiore (la terza sopra)! lomane che usciva dalla sala in attesa che Facciamo ascoltare ai ragazzi uno qualun-
voci, piano e lento; poi uno scatenato, vivace Per contrasto con l’inatteso attimo lirico, il recitativo finisse e arrivasse finalmente que dei dialoghi recitati del Barbiere. Aspet-
unisono: con tutti a raccontarsi di sentir la Rossini introduce qui lo scatenato battibec- quello che al cuore gli sta: il canto aperto, tiamoci che anche i ragazzi sperimentino la
testa trasformata «in un’orrida fucina». co tra il povero don Bartolo e i soldati. disteso, melodioso, delle arie, dei duetti, dei noia che prova il melomane. È a questo punto
14 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 15

che dovremo pur confessare loro che c’è ben quello che hanno in mente: don Bartolo si fa
Il Barbiere di Siviglia
poco Rossini in questi dialoghi: nel senso che sospettoso, Almaviva esultante. In un breve Il Barbiere di Siviglia
il compositore non fa che impiegare formu- frammento Rossini crea un’opposizione tra Esempio A
lette convenzionali e preesistenti. È quando dialogo esplicito e pensieri nascosti: la repli- Esempio A
il personaggio canta, canta davvero, che si ca inizialmente educata di Bartolo alle sman-

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Andante moderato
spalanca davanti a noi lo spirito di Rossini, il cerie di Alonso si trasforma a poco a poco in
suo mondo, l’anima dei suoi personaggi. irritazione, poi in esasperazione. E a questo &b c Œ œ œ œ œ œ œ
J J J J J J
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J J R R R R
Se pure non possiamo o non ci sentiamo di punto, ecco un altro espediente tipico del
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far ascoltare l’opera intera, c’è solo l’imba- melodramma: ancora in un ‘a parte’, i due Pa - ce e gio - ia sia con vo - i Mil - le gra - zie, non s'in -

œ œ œ œ ‰ ? œ œ J J ≈ R R œ
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cantano perfettamente insieme (per terze
R R R
razzo della scelta per far conoscere da vici-
&J J
no, nella loro anima, i personaggi rossiniani: parallele), sullo stesso ritmo fattosi indiavo- J J J J
dove ‘rossiniani’ vuol dire non quelli a cui lato, ma: Almaviva per esprimere esultanza
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co - mo - di. Gio - ia e pa - ce per mil - l'an - ni. Ob- bli - ga - to in ve - ri - tà

? bb œ œ œ œ diœ Siviglia
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danno vita i versi di Sterbini, ma quelli che («Ah mio ben fra pochi istanti»), don Barto-
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risultano dallo spartito, dal canto e dall’in- lo all’opposto il risentimento per il «perfido &J J J J J
J Il Barbiere J eccetera
tegrazione orchestrale. Al di là delle parole destino» che gli ha portato in casa questo
Esempio B Pa - ce e gio - ia sia con vo - i.
che pronunciano. seccatore.
Da questo punto di vista Il barbiere di Siviglia
Esempio B
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Œ IlœBarbiere
Individui e tipi CELLULA aa
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è un capolavoro di ‘naturalezza’, di ‘realismo’.
Consideriamo la scena iniziale dell’atto se- Nelle opere scritte in epoche successive a
& c Œ œ. œ œ
˙ . di Siviglia
condo: «Pace e gioia sia con voi». Ci accor- quella di Rossini, i compositori si curano di
giamo subito che il finto Alonso (Almaviva) presentarci personaggi i cui stati d’animo, Esempio C
si presenta a don Bartolo nei modi di un le emozioni, la personalità stessa, cambia-
Esempio C
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untuoso ipocrita: fosse solo per via di quel- no lungo il corso dell’opera. Nel far parlare,
? bb c J RÔ ..Il Barbiere
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b R R di SivigliaRÔ R R
le acciaccature di fine frase, prima doppie nel nostro caso cantare, un personaggio, un
poi fin triple. Non dovrebbe essere difficile compositore può muoversi entro un arco
ridirle in classe in forma parlata, seguendo che va dalla caratterizzazione fissa, rigida, Esempio D A un dot - tor del - la mia sor - te que - ste scu - se si - gno - ri - na
con l’intonazione lo stesso su e giù del canto all’emozione più imprevedibile e mutevole.

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Vicino al secondo polo potremmo mettere i Esempio D
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(esempio A).

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ÔR
personaggi pucciniani. Butterfly si presenta
‰ RÔ J
Le repliche di don Bartolo sono ‘sullo stes-
so tono’, come si usa dire anche quando si all’inizio come una ragazzina innamorata e bb J
parla: il tutore esprime cortesia. È poi Alon- risoluta; nel secondo atto non nasconde il ti- Il Barbiere di Siviglia
vi con - si - glio mia ca - ri - na
so a ripetere lo stesso tono di don Bartolo, more dell’abbandono quando reagisce incol-
quando il tutore passa dai modi pazienti di lerita alle certezze della serva; alla fine la sen-
prima all’improvviso precipitare: «Questo tiamo raggelata in una cupa disperazione. Esempio EE
Esempio
œ œ œœ œ œ œ œ œœ
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volto non m’è ignoto»; che Alonso ripete L’insegnante che ha partecipato all’espe-
su «Ah se un colpo è andato a vuoto». Le rienza di «Vox Imago» sulla Traviata, trova un
b J R R R R R R RR
parole ora non sono pronunciate per esse- caso emblematico da presentare ai ragazzi,
re ascoltate dall’altro; Rossini ricorre al tra- nelle trasformazioni psicologiche di Violetta, A un dot - tor del - la mia sor - te que - ste scu - se si - gno - ri - na
dizionale espediente teatrale dell’‘a parte’: di Alfredo, di Germont.
i personaggi fanno conoscere al pubblico Rossini invece è più vicino al polo opposto.

©
16 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 17

I suoi personaggi sono sempre psicologica- millantatore, così indiavolatamente festoso». sopra una stessa vocale; l’altro è la ripetizio- Come esempio può servire la pagina di don
mente gli stessi, dall’inizio alla fine dell’opera. «Le scorribande dei violini ci dicono che il ne continua di una stessa parola, o di una Bartolo «A un dottor della mia sorte», con
Il musicista non è interessato agli svolgimenti cervello di Figaro è già in piena attività […]. frase. Sono pratiche occasionali quando si quel che segue, fino a «meglio meglio meglio
psicologici dei personaggi, ai loro ‘moti d’ani- Ma, si noti, per il momento l’orchestra suo- parla, normali nel canto, in Rossini più che meglio». Il tono è perentorio, con quel ritmo
mo’. I suoi sono – volutamente – piuttosto dei na piano, salvo a crescere poi d’intensità: mai. Non è difficile farne cogliere ai ragazzi di semiminima con due punti, seguito dal fre-
tipi, delle figure plasticamente e stabilmente è un mondo che nasce ancora confuso, un la ragione e il senso. mito degli archi (esempio C). Non disturba
scolpite fin dal loro apparire, e non saranno mistero; però annunzia qualcosa di gran- Nel vocalizzo, la parola è solo il punto di par- certo la ripetizione di quel «meglio»: anche
soggette a evoluzioni. Un po’ come lo sono le dioso, come indica l’aggettivo “maestoso” tenza per un’esplorazione puramente musi- a noi capita di ripetere un’esclamazione per
antiche maschere della commedia comica, o aggiunto alla parola “Allegro”. Tutte le volte cale dell’emozione. La parola finisce per dis- esempio davanti a uno che non si decide a
i personaggi del teatro dei burattini. che Figaro medita qualche astuzia sopraffi- solversi, la voce diventa puro strumento mu- muoversi: «vai vai vai…!». Ci sta anche che
«Per Rossini dunque non contano molto i na, questo motivo arguto, quando attacca sicale, traccia un lungo arabesco su questa o giunto alla fine ripeta «Vi consiglio mia carina
processi psichici dei suoi personaggi. Essi “All’idea di quel metallo”, si ripete come un quella vocale del testo. Basterà far ascoltare un po’ meglio a imposturar»: meglio insistere
non sono individui in senso stretto, diven- leitmotiv»14 (esempio B). ai ragazzi l’esempio più famoso: l’aria di Ro- nel rimprovero, pensa il vecchio!
tano piuttosto incarnazioni simboliche di Con quest’opera, Figaro si presenta come sina «Una voce poco fa». Era una pratica cor- Quando sentiamo ripetere «Vi consiglio mia
alcune concezioni del mondo».13 Così Rosina «una delle massime figure della storia dell’o- rente che i cantanti gareggiassero a chi sa- carina…» per la terza volta, scopriamo la ra-
«ha costantemente un’impronta civettuola e pera; e questo, in piena consonanza col per- pesse offrire al pubblico i virtuosismi canori gione essenziale della ripetizione: proprio
birichina: basta il preludio alla cavatina “Una sonaggio che Beaumarchais aveva creato più spericolati. Questo finiva ovviamente per quella che rende l’opera diversa dalla prosa:
voce poco fa” con quelle alternative di ritmi trasformando l’antichissimo ruolo di servo in compromettere l’unità o addirittura il signi- la terza esposizione serve a Rossini per svi-
energici e flessuosi, con le fratture ansiose esponente di quello spirito d’intraprendenza, ficato espressivi della pagina. Non è il caso luppare la sua trama musicale. Mentre il di-
della frase». «Ma se mi toccano…»: «anche i intrepido attraverso qualsiasi rovescio del- di Rossini, che proprio per evitare questo scorso verbale si è concluso, quello musicale
gorgheggi acquistano carattere irruente e la fortuna e nonostante l’inferiorità sociale, malcostume, ma al tempo stesso per ridare continua, e si rinnova in modo sorprendente:
pericolosamente giocoliero». Almaviva «è perciò in un simbolo dello spirito borghese in valore e smalto alla pratica della coloratura, è il motivo D: vero tema principale dell’aria,
nettamente caratterizzato come l’eterno lotta contro il privilegio della nascita. […] un scrisse di suo pugno i vocalizzi: là dove ser- che fa apparire C come un’introduzione
vagheggino; si mantiene da capo a fondo personaggio poliedrico, pronto a mutar dire- vivano a esprimere con la loro esuberanza (esempio D). La melodia che prorompe-
(salvo dove si finge soldato o gesuita) senti- zione, e sempre sotto il segno d’una vitalità l’esuberante emotività del personaggio. va impetuosa dalla fantasia di Rossini non
mentale e spasimante, con motivi carichi di irrefrenabile». La sua comparsa sulla scena è Quanto alla ripetizione di parole e frasi, que- trovava nel libretto altre possibilità se non
gorgheggi leziosi». Abbiamo già considerato «ritardata da una suspense: per oltre quaran- sto è un altro espediente del codice musicale quella di librarsi in volo ripetendo le stesse
il carattere dei due bassi, don Bartolo e don ta battute l’orchestra ci annuncia il suo arrivo, che sembra entrare in conflitto con i princi- parole. Ed ecco ancora il don Bartolo del li-
Basilio: il primo, «vecchio pretensioso, diffi- mentre della sua voce ci raggiunge ogni tan- pi della comunicazione linguistica. Il passo bretto ripartire daccapo con «A un dottor
dente brontolone» nell’aria «A un dottor del- to qualche “la ran la ran” fuori scena».15 avanti nell’impegnativo percorso del ‘capire della mia sorte», mentre il don Bartolo del-
la mia sorte»; il secondo sorgente dalla mu- il linguaggio operistico’ sta pur sempre nel la musica fa letteralmente svolazzare i suoi
sica sull’‘aria della calunnia’ «con una tronfia Vocalizzi e ripetizioni prendere atto che un testo verbale di per sé rimproveri su un terzo motivo ricco di voca-
reboanza falsamente ieratica, accresciuta A contraddire nel canto il realismo prosodico non ha certo bisogno di integrazione musica- lizzi (esempio E). Giunti a questo punto, li-
dal timbro cavernoso della voce». La figura (il canto come una linea che serpeggia sopra le; ma che quando questa integrazione esiste, brettista e musicista ripartono entrambi con
più fortemente scolpita, il deus ex machina la linea con cui quelle date parole sarebbe- allora è il codice musicale a chiedere l’atten- pensieri nuovi: il primo facendo rinfacciare a
dell’opera è Figaro: «Le poche battute del ro pronunciate nel parlare, come spiegava zione privilegiata da parte dell’ascoltatore. don Bartolo i trucchetti di Rosina: «I confetti
preludio a piena orchestra che ne annunzia- Diderot) sembrerebbe l’uso sistematico e La ripetizione di un testo ha in musica la fun- alla ragazza…» fino a «ferma là non mi toc-
no l’arrivo, gettano già una luce vivissima su continuo che Rossini fa di due pratiche: una zione di permettere al compositore di dilata- cate»; il secondo con il gioco spiritoso dei
la sua braveria enfatica, sul suo fanfaronismo è il vocalizzo (coloratura, gorgheggio, meli- re la sua melodia, di sviluppare l’architettura violini, piano e staccato, sulla cellula ritmica
astuto, su questo faccendiere chiacchierone sma), ossia lo svolgersi di un giro melodico musicale della pagina. aa (esempio B).
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Qui le condotte dei due autori si scambiano i uno schema tipico, che si ritrova quasi re- scena cantata che seguirà. Quello che sen- se principale del compositore vada a una
ruoli. Mentre il don Bartolo del libretto prote- golarmente nelle altre opere di Rossini. Uno tiamo all’apertura del sipario è uno stacco o all’altra delle due componenti. Nel primo
sta con parole nuove: «figlia mia non lo spe- schema quadripartito, introdotto da una bre- netto rispetto al tono roboante che ci era caso è l’orchestra ad assumere il ruolo con-
rate», il don Bartolo musicale ci ripropone su ve preparazione, che serve a far convergere rimasto nelle orecchie con la sinfonia. Il cli- duttore. Con le sue «ampie configurazioni
quelle parole qualcosa che aveva già cantato nello stesso luogo personaggi diversi. ma è leggero e gentile. Leggero e gentile il tipicamente strumentali e perfettamente
prima: il motivo D. Non è solo un modo di passo con cui entrano in scena Fiorello e i formate che assorbono il massimo interesse
stimolare la memoria dell’ascoltatore ripor- Seguono le quattro situazioni del finale I: musicanti, reso dal pizzicato sottovoce de- dell’ascoltatore: su di esse la voce si inseri-
tando in primo piano il motivo principale. È – «1. incontrandosi, gli animi cominciano ad gli archi. Serena la melodia di violini, violon- sce quasi come una proiezione timbrica che
anche un obbligo verso la logica musicale agitarsi; s’avvia lo scontro dialettico che celli e fagotto, col suo seguito che anticipa ne riproduce la linea melodica oppure, del
del tempo (il tempo di Haydn, di Mozart, porterà allo scoppio della ‘bomba’ dram- il motivo con cui Fiorello invita i suoi. tutto svuotata di melodia, ne scandisce lo
di Beethoven, ma anche degli operisti loro matico-musicale»: «Che cosa accadde si- Preparare la pagina cantata con un’intro- schema ritmico, interamente o per forman-
contemporanei). Senza la ripresa del moti- gnori miei». duzione strumentale è la norma nel melo- ti».17 La linea del canto si «allaccia stretta-
vo principale un discorso musicale sarebbe – «2. grande ‘concertato di stupore’ come dramma del tempo. La ritroviamo in quasi mente alla linea musicale maestra dipanata
risultato ‘sgrammaticato’. Anche la musica reazione al colpo di scena inopinato: tutti tutte i brani del Barbiere, da «Ecco ridente dagli strumenti: anzi, la cura principale della
ha le sue regole, ha le sue norme costruttive, rimangono attoniti, il tempo psicologico in cielo» del Conte a «Di sì felice innesto», il voce sembra proprio esser quella di celar-
che sono ben diverse da quelle della prosa: è s’arresta, ognuno esprime per proprio con- pezzo con cui l’opera ha termine. si e di mimetizzare la propria presenza nei
l’idea di fondo da far maturare nei ragazzi in to il suo sonoro silenzio – un eloquentissi- Un episodio strumentale autonomo si ha confronti dell’evento sinfonico».
un percorso di avvicinamento al melodram- mo sgomento fattosi magicamente canto nell’ultimo atto. Rossini suggerisce nell’or- Nel secondo caso la situazione è rovesciata.
ma (e più in generale alla musica). […] con entrata a canone, un personaggio chestra il temporale notturno, che dopo l’aria «Qui è la voce che assume un ruolo protago-
L’ascolto di questa reprimenda di don Barto- dopo l’altro»: «Fredda ed immobile come di Berta prepara la scena culminante di tutta nistico ed afferra la guida del discorso svol-
lo non finirà qui, naturalmente. Non potremo una statua». la complicata vicenda. È un topos dell’opera gendolo con abbondante e regolare profu-
lasciarci sfuggire quel cimento virtuosistico – «3. ripresa di coscienza e rientro nella real- lirica. Come lo è spesso nei film d’azione o nei sione di simmetrici melismi (oppure, nelle arie
costituito dal velocissimo sillabare: «Signori- tà: la scena torna dinamica, si riaccende il thriller, per creare tensione e timori. Rossini dei bassi, con una delirante scarica di fonemi
na un’altra volta…»: anche questo con le sue dialogo interpersonale […] e la situazione lo usa in diverse sue opere, dal Barbiere a Ce- ottenuta attraverso la rapidissima sillabazio-
ripetizioni interne, di testo e di musica, per degenera in una crisi rovinosa»: «Ma si- nerentola al Guglielmo Tell, con una precisa ne). Il trattamento vocalistico mantiene un
planare (e far respirare il cantante!) sulla ri- gnor… Zitto tu». funzione drammaturgica: preparare la ‘ca- carattere strumentale». Se nel primo caso
presa, a mo’ di coda, del motivo principale – «4. grande strepito inconcludente […] coi tastrofe’, ossia l’acme drammatico nel quale «era la scarnificazione del canto in semplici
(D), cantato su «Un dottor della mia sorte». suoi ritmi irrefrenabili, coi suoi crescendo si risolvono gli ‘imbrogli’ fin lì intrecciati. Nel pulsazioni ritmiche o in spigolosi disegni stru-
Gli esempi precedenti servono a far capire mozzafiato […] fino alla liberazione con- Barbiere siamo giunti a una situazione che mentali», qui «l’orchestra si limita a scandire
come la musica abbia dunque regole di fun- clusiva»:16 «Mi par d’esser con la testa». potrebbe mandare in fumo il piano architet- un ritmo regolare senza offrire alternative te-
zionamento (morfologico e semantico) sue tato dai tre intriganti, Figaro, Almaviva, Ro- matiche alla linea vocale». Ma c’è anche una
specifiche, ben diverse da quello del linguag- Preso atto di questo principio costruttivo, sina; e che invece porterà al classico finale: situazione ibrida, in cui le due componenti
gio verbale. La musicologia, a cominciare dai non sarà difficile ai ragazzi ricercarlo nei matrimonio della coppia, gratificazione eco- si equilibrano, verrebbe da dire collaborano.
saggi pubblicati nel volume di «Vox Imago» concertati di altre opere rossiniane, come nomica dei due testimoni di nozze e scorno Facciamo ascoltare ai ragazzi il duetto tra
e in questo stesso dvd, ci offre suggerimenti L’italiana in Algeri o Cenerentola. del vecchio pretenzioso tutore. La tensione Figaro e il Conte nel primo atto: «All’idea di
in abbondanza per guidare gli studenti nella creata dalla musica si scioglie, come l’arco- quel metallo»: qui l’irruzione precipitosa de-
loro comprensione. Gli strumenti baleno sopraggiunge dopo la tempesta. gli archi non fa che dilatare e rinforzare la li-
Un esempio diverso, offerto da un altro musi- Rossini, secondo le usanze, introduce le Nel Barbiere la voce e gli strumenti hanno nea stessa del canto. Ma appena il Conte vuol
cologo, ci aiuta ad approfondire l’ascolto dei scene principali con un breve episodio entrambi una funzione essenziale. Ma in sapere cos’ha in testa Figaro, le frasi del can-
concertati di fine atto del Barbiere. Seguono strumentale, che serve a ‘dare il tono’ della due modi distinti, a seconda che l’interes- to intervengono solo a continuare il discorso
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attaccato da flauto e violini: «Su vediamo, La prima la sperimentiamo facilmente tutti effetto il comico esige qualcosa come un’a- caratteristici che nelle commedie comiche
su vediam di quel metallo». Il motivo stru- i giorni, quando ci si trova tra amici, o anche nestesia momentanea del cuore». La televi- vengono a scontrarsi: qui l’astuto Figaro da-
mentale diventa l’asse portante del resto del quando si va a teatro o al cinema. Nelle pa- sione spazzatura indulge nel presentarci si- vanti al vecchio, sciocco e brontolone don
duetto (il quasi-leitmotiv B di cui leggevamo role stesse di Bergson: «Non si gusterebbe tuazioni in cui persone, addirittura bimbi, op- Bartolo (già di per sé comico nella sua ge-
il riferimento nel commento di Roncaglia). il comico se ci si sentisse isolati. Sembra che pure animali compiono movimenti sbagliati losia per Rosina, che c’immaginiamo poco
In questo modo continua il dialogo. Predo- il riso abbia bisogno d’un’eco».18 Crea «una che li portano anche a farsi male. I program- più che adolescente). Ma Figaro si mostra
minio della parola diventa il festante com- complicità con altri che ridono, reali o im- matori televisivi sanno che lo spettatore ride anche più astuto del suo padrone, il Conte
plimento che i due si rivolgono: «Che inven- maginari». «Il riso deve avere un significato perché non ha nessun rapporto affettivo con d’Almaviva. Quando nel primo atto cantano
zione, che invenzione…». sociale. Rinsalda le relazioni sociali tra coloro la povera vittima. Nessuno riderebbe se quel insieme «Che invenzione, che invenzione…»,
Il caso di predominio totale dell’orchestra si che ridono. E contemporaneamente s’inter- vecchietto che inciampa, quel bambino che lo spettatore si rende conto che l’invenzione
ha quando Figaro comunica al Conte il suo rompe l’empatia nei confronti di coloro di cui va a sbattere con la slitta, quel cagnolino che è solo di Figaro, non del Conte.
indirizzo: «Numero quindici a mano manca». si ride». s’incastra sotto la rete metallica, appartenes- Fa ridere la situazione ripetuta del travesti-
La voce rimane inchiodata per 28 battute su Una seconda è data dai comportamenti irri- sero al proprio ambito familiare. mento di Almaviva: prima soldato che irrom-
una sola nota, il re, un canto monocorde, che giditi fino a diventare veri e propri automati- Nella vita quotidiana, così come nel cinema pe ubriaco nella casa del morigerato don Bar-
funziona da semplice bordone, da pedale smi. «Attitudini, gesti e movimenti del corpo o nel teatro, ci sono ben familiari le occasioni tolo (con tanto di inversione dei ruoli: il finto
ostinato, mentre l’orchestra anticipa integral- umano sono ridicoli nella misura esatta in al riso che vengono dai dialoghi tra i perso- soldato si propone come padrone di casa in
mente la melodia su cui il Conte canterà di lì cui questo corpo fa pensare a una semplice naggi o semplicemente dalla loro gestualità. casa di don Bartolo); ripetizione di situazio-
a poco «Ah che d’amore la fiamma io sento». meccanica». «Meccanicità placcata sulla vita: Troviamo battute spiritose anche nel libret- ne: il finto maestro di musica può finalmente
Siano i ragazzi ora a scoprire in qualche al- questo ancora il nostro punto di partenza». to di Sterbini. Fin dall’inizio, quando il Conte parlare con Rosina mentre Figaro copre don
tra scena quale dei due interlocutori – voce Da dove nascono le situazioni comiche? Dal ritrova l’antico camerata Figaro: «Conte: Ti Bartolo con il suo daffare da barbiere.
oppure orchestra – ha la parte importante, e fatto che «il corpo vivo s’irrigidisce in una vedo grasso e tondo». Figaro risponde: «La Non meno comica l’apparizione improvvisa
quale funge più propriamente da supporto. macchina». Tanto nei comportamenti quan- miseria, signore!». di don Basilio, e la reazione di Figaro e com-
Fin dall’aria con cui Rosina ci fa conoscere to nella psicologia. «Un personaggio è ge- Le barzellette sono il tipico inesauribile re- pagnia che gli fanno credere di essere affet-
il suo bel caratterino: «Una voce poco fa». neralmente comico nella misura esatta in cui pertorio di risultati comici raggiunti con i to dalla febbre scarlattina, e lo rispediscono
Oppure alla scena del finto soldato ubriaco ignora se stesso. Il comico è inconscio». giochi di parole. a casa a curarsi. In piccolo è comica anche
(«Ehi di casa buona gente»), dove non farsi Il comico nasce anche da situazioni ‘neutre’, Quanto alla gestualità, la situazione-tipo è la ripetizione (cantata!) di parole e frasi, da
scappare l’occasione di far notare ai ragazzi ma ripetute in modo imprevisto. Bergson quella del personaggio che imita i gesti di un parte di uno stesso personaggio, o fra un
il motivo dal passo militare che Rossini affida fornisce un esempio singolare: «un giorno altro a insaputa sua. Nel Barbiere (sia nell’o- personaggio e l’altro.
all’orchestra compatta per introdurre il Conte. incontro per strada un amico che non ho vi- riginale francese sia nel libretto di Sterbini) Tutte cose che potremmo proporre ai ragaz-
sto da tempo; la situazione non ha niente di la scena irresistibile è quella del balletto che zi di riscoprire nel cinema. All’insegna dell’in-
Perché si ride comico. Ma se lo stesso giorno lo incontro di don Bartolo improvvisa cantando «Quando terdisciplinarità. Opera lirica e cinema hanno
Il capolavoro di Rossini si presta per svilup- nuovo, e ancora una terza volta e una quar- mi sei vicina, amabile Rosina». Dietro a lui molto da condividere, molto da scambiarsi
pare con i ragazzi una riflessione intorno ta, si finisce per ridere insieme della ‘coin- Figaro ne copia le buffe movenze. reciprocamente. Le stesse funzioni che la
al concetto e alle proprietà del comico. Un cidenza’». Comica è anche l’inversione dei Se ci teniamo sul terreno che qui ci sta a musica ha nella lirica (caratterizzare perso-
tema trattato in modo esauriente e appro- ruoli ‘normali’: il persecutore vittima del suo cuore, quello musicale, ridiamo alle situa- naggi, far emergere stati d’animo, preparare
fondito dal filosofo Henri Bergson in un testo perseguitato o il ladro derubato. zioni descritte da Bergson, a cominciare da situazioni, accentuarle, evocare eventi tra-
diventato classico: Le rire (Il riso). Più sottile un altro carattere della comicità, quella rigidità caratteriale dei personaggi, scorsi eccetera) si ritrovano nelle musiche
Tra le diverse situazioni e condizioni che solle- o meglio un’altra condizione perché possa quell’assenza di empatia con l’altro, che fa di che accompagnano le sequenze filmiche.
citano il riso scegliamo quelle meglio spendibi- aver luogo: «Il più grande nemico del riso è ciascuno di loro un tipo, un burattino, dun- Fin dalle sue origini il cinema ha dato spazio
li con i nostri ragazzi, e rinvenibili nel Barbiere. l’emozione». «Per produrre per intero il suo que qualcosa di meccanico. I personaggi alla comicità. A scuola un’occasione per far
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recuperare ai ragazzi l’apprezzamento per i biere in modo superlativo. Rossini si prende La comicità musicale di Rossini consiste La sinfonia
capolavori del passato, che la macchina di- gioco di un’umanità che agisce nella vita infatti quasi sempre nella ‘deformazio- Nel sito di Vox Imago l’insegnante trova pro-
voratrice del consumismo tende a cancellare come azionata da forze che mostrano di non ne’ ritmo-melodica della parola, di certe poste didattiche trasferibili dalla lezione su
parole caratterizzanti un’azione scenico-
dalla stessa consapevolezza dello spettatore controllare, e da cui mostrano di essere inve- un’opera a quella su un’altra. Una di queste
musicale. Uno spirito arguto e malizioso
contemporaneo. Chi sa godere oggi di quei ce dominati. Una versione in chiave comica proposte, suggerita nella Guida al Flauto ma-
come quello di Rossini era portato a pun-
capolavori di comicità che sono i ‘muti’ di della battuta che in forma tragica ascoltiamo tualizzare l’assurdità di certe proposizioni
gico di Mozart, riguarda la funzione dell’ou-
Buster Keaton o di Harry Langdon, per non dalla bocca di Macbeth, nel dramma di Sha- e discorsi che nella vita quotidiana, nelle verture (o sinfonia, o preludio): la pagina
parlare della comicità densa di pathos di kespeare: «la vita è una favola raccontata da istituzioni sia nobiliari, sia borghesi, risul- strumentale posta abitualmente all’inizio
Chaplin? Da qui fino a quella surreale di Mel un idiota, piena di rumore e di furore, che non tavano ‘prive di senso’ e perciò facilmente dello spettacolo. Vediamo lì essenzialmente
Brooks o di Jacques Tati, o, se proprio si vuo- significa nulla». Rossini è abissalmente lon- risolvibili nel ridicolo, tal quale come nel- tre funzioni:
le, fino a quella sbracata di Fantozzi, e si spe- tano da Shakespeare. Ma qualcosa al fondo lo schema stereotipo dei poeti dozzinali a)funzione-segnale: annuncia semplice-
ra non oltre: in internet troviamo un inesauri- li affratella: il nostro mondo è come un gran dell’opera seria.19 mente l’inizio dello spettacolo. È la fun-
bile elenco di film comici dalle origini a oggi. manicomio, dove gl’individui sono guidati da zione dell’ouverture barocca, a partire
Quanto alla prosa, è disponibile una illimitata forze che li dominano, come la marionetta è Il ritmo «ha quasi sempre in Rossini il caratte- dall’Orfeo di Monteverdi;
catena di capolavori: dal greco Aristofane ai mossa da fili per lei misteriosi. Qui sta l’assur- re dell’ostinato; ed è proprio dalla ripetizione b)introduzione diretta della prima scena. È la
latini Plauto e Petronio per spostarci sull’im- dità a cui da versanti opposti e così lontani meccanica e costante di microstrutture rit- funzione prediletta da Puccini. Per esem-
mancabile Boccaccio col suo Decamerone, sembra condurre la messinscena della vita. miche (riproducenti morfemi e fonemi) che pio nel Gianni Schicchi il motivo affidato
e poi Rabelais (Gargantua e Pantagruele), Attraverso i loro paradossi, entrambi sem- il discorso acquista senso e incidenza psi- all’orchestra a sipario chiuso è lo stesso
Cervantes (Don Chisciotte), Molière, Goldo- brano guardare il mondo, e proporci di guar- cologica sull’ascoltatore». Questo ritmo da che accompagna i finti lamenti dei perso-
ni, fino al Buon soldato Sc’wèik di Jaroslav darlo, per così dire ‘da sotto in su’. orologio è il modo scoperto per presentarci naggi che si affacciano sulla scena;
Hašek e a una serie incontenibile di capola- Le situazioni che Rossini mette in scena sono un’umanità meccanizzata. E ancora: c)riassumere il senso profondo della vicen-
vori comici del nostro tempo. umili, quotidiane, ma forse proprio per que- da. Emblematiche in questo senso le sinfo-
Rossini non adatta mai il ritmo musicale
Vedremo più avanti una ragione in più, e for- sto raggiungono l’obiettivo etico. Che è l’o- nie verdiane del Nabucco, della Forza del
alla scansione della parola, bensì riduce
se anche più importante, per far conoscere biettivo di ogni opera d’arte: aprire i nostri destino, dei Vespri siciliani. Una funzione
l’articolazione sillabica della parola alla lo-
da vicino i modi e le forme della comicità, e occhi – come si usa dire, ma almeno nel caso gica del ritmo musicale, la sottopone alla
analoga, ma in modo succinto, è ricono-
ricavarne un prezioso contributo all’educa- della musica diciamo aprire gli orecchi – sulle inesorabile struttura spazio-temporale scibile nel preludio di Traviata o in quello
zione, non solo musicale, dei nostri ragaz- dinamiche della vita: quella privata e quella della simmetria ritmica. La parola viene di Carmen.
zi. Prima ci restano da considerare alcuni sociale. come interrotta, automatizzata, ridotta E nel Barbiere? Dovremmo dire che la sinfo-
aspetti essenziali del Barbiere, in particolare Nel nostro mondo gli eventi si susseguono in spesso alla scansione di quelle note ribat- nia che lo introduce non risponde ad alcuna
quello, solo sfiorato, della tipologia dei suoi un modo che siamo portati a vedere/sentire tute che costituisce una delle formule più delle tre funzioni elencate. Per una semplice
personaggi. Per poi affrontare un tema che come ordinato, consequenziale. L’orologio frequenti e caratteristiche del burlesco ragione: il fatto che Rossini non la compo-
tante polemiche ha sollevato in passato tra è il garante della razionalità del nostro tem- rossiniano. se apposta per quest’opera, ma la prese di
gli addetti: quella sinfonia posta all’inizio po. Rossini invece, come dicevo, sospende il sana pianta dal dramma Aureliano in Palmi-
dell’opera, con la sua storia ambigua. tempo, offrendoci situazioni che contraddi- Rossini mette in moto e sorregge gran par- ra composto tre anni prima, che racconta
cono la logica ordinaria. te delle sue scene con raffiche martellanti le imprese dell’imperatore romano in Per-
La carica ritmica Lo strumento del suo arsenale espressivo di pulsazioni di crome in gruppi binari, ter- sia: un dramma serio dunque! E la sfruttò di
Andiamo più a fondo a cogliere l’essenza di che sta alla base del suo linguaggio è rico- nati, quaternari, a tempo semplice o com- nuovo nel 1815 per un altro dramma serio:
quella condizione di tipi, o burattini, o anche nosciuto quasi all’unanimità dagli studiosi. posto, a velocità diverse. Elisabetta regina d’Inghilterra: lavori, come
macchiette, se si vuole, meccanicamente fis- Ed è il ritmo. Il ritmo è la forza propulsiva si può intuire dai titoli, abissalmente lontani
si, che sono propri dell’opera buffa, e nel Bar- delle azioni sceniche. dal mondo del nostro Figaro.
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Era questa una prassi frequente, così come allo spartito le pagine preesistenti, o anche nonsense, su cui si prova a ridere, ma da cui etica di Rossini […che] sta nell’esplicitazione
era prassi trasferire in un’opera lirica arie dopo, a giochi conclusi. Per esempio può ben si può anche prendere le distanze… di un ‘bello ideale’ che impulsi non psicologici
composte precedentemente per opere aver trovato nel tema cantabile della sinfonia Il significato che potremmo allora attribuire ma puramente vitalistici mettono variamente
che poco avevano a che fare con il nuovo qualcosa che lo imparenta a un tranquillo dia- alla sinfonia del Barbiere non è direttamente in moto sino a un’esaltazione orgiastica; pro-
argomento. Anche per la sua Cenerentola logo tra Figaro e Almaviva; o nel crescendo contestuale alla vicenda. Lo diventa indiret- cesso che può ben orientarsi secondo una
Rossini riprende la sinfonia da un’opera pre- conclusivo un’eco delle parole con cui don tamente. La sinfonia appare come un occhia- traccia espressiva di determinate situazioni
cedente: La gazzetta. Basilio suggella l’intesa con don Bartolo. le colorato che, pur estraneo alla realtà a cui o di una determinata avventura drammatica
Se i ragazzi hanno capito che un’ouverture In altre parole, può ben essere il composito- si applica, arriva a mostrarcela sotto una luce (‘seria’ o ‘comica’ che sia), ma sempre al fine
prepara, in un modo o nell’altro alla trama re stesso a investire di un nuovo significato nuova, impensata. Lo stesso vale per quasi di trascenderle».23 È per questo che perso-
dell’opera, che spiegazione potranno darsi complessivo e profondo la sua sinfonia, ricon- ogni altra sinfonia di Rossini (non per quella naggi e situazioni possono essere spostati
di questa apparente indifferenza di Rossini testualizzandola. Proprio come possiamo ri- del Guglielmo Tell, che ha stretto riferimento con disinvoltura da un’opera all’altra senza
al compito di introdurre con la sua sinfonia utilizzare tali e quali dei testi o delle immagini all’azione del dramma), che indifferentemen- creare incongruenze. Ed è infatti quello che
il pubblico alla vicenda che sta per mettersi appiccicandoci un titolo che ne fa un ‘ogget- te potrebbe preludere alla tragedia come Rossini pratica tante volte, con scandalo in
in moto? to estetico’ diverso. Una lezione che può es- alla farsa: perché in realtà prelude a quello giustificato di qualche benpensante…
La risposta più semplice è che Rossini non sere sfruttata anche a scuola: «Ognuno di noi che appare a Rossini lo spettacolo della vita.
è proprio per nulla interessato a mettere in […] in quanto artista è libero di servirsi delle Dicevo che nelle sue opere Rossini si rivela Un filosofo rossiniano
relazione la sinfonia con quel che di specifico opere d’arte esistenti per nuove creazioni». interessato più al dinamismo dell’azione che Al suo apparire la musica di Rossini susci-
succede nei due atti dell’opera. Ma sarebbe Così Benedetto Croce giustificava l’operazio- non alla psicologia particolare di personaggi tò in tutta Europa un’aspra contesa tra una
troppo facile pensare che la sinfonia del Bar- ne portando come esempio la rivoluzione di e situazioni. Gli uni e le altre sono piuttosto gli decisa maggioranza che ne fu conquistata
biere preceda l’opera al modo stesso che in senso a cui un sonetto del poeta Tansillo an- ingranaggi, in qualche modo neutri, di mac- e una minoranza fin ostile. È un grande filo-
un concerto sinfonico potremmo ascoltarla dava incontro nella semplice ripresentazio- chinazioni rinnovate con fantasia inesauribi- sofo, Hegel, a riconoscerlo, prendendo de-
seguita da un Concerto di Brahms. ne in chiave filosofica, da parte di Giordano le. Per questo nell’insieme della sua produ- cisamente la parte dei fans di Rossini: «Oggi
Pensando al melodramma buffo che tra Bruno, di quello che era originariamente un zione, possono essere spostati da un’opera si discute pro o contro Rossini e la moderna
poco dovrà svolgersi sulla scena, scrive un inno all’amore. «Palinsesto» il Croce chiamava all’altra senza creare incongruenze. Perché scuola italiana. Gli avversari spacciano infatti
influente musicologo, «l’ascoltatore è porta- questo genere di operazioni.21 quello che a lui importa non è caratterizzare la musica di Rossini come un vuoto solletico
to a sentire [nella sinfonia] il sorriso rossinia- Possiamo andare più a fondo, in qualcosa quella vicenda, ma immergere le sue vicende dell’orecchio. Ma se si entra un po’ nelle sue
no che preannuncia la prossima risata». Ma di connaturato alle idee e alla personalità (quali che siano) in uno spazio-tempo frene- melodie, questa musica è invece estrema-
Rossini non aveva scritto questa ouverture di Rossini. Qualcosa che Rossini sentiva tico, che sfugge al controllo della ragione e mente ricca di sentimento, di spirito, e pene-
per un’opera seria? «Questo importa tanto intimamente, e al quale la sinfonia dell’Au- alla ragione dei sentimenti. tra nell’animo e nel cuore, sebbene essa non
poco che anche la famosa melodia che vien reliano offriva materiali invitanti. Non l’e- Due musicologi lo dicono diversamente: si abbandoni a quel genere di caratteristica
fuori dall’Allegro vivace nonostante la lamen- vocazione di situazioni concrete, come per Luigi Rognoni «l’ouverture rossiniana che è preferito specialmente dal rigoroso
tosa intonazione in minore, acquista ora [per potrebbero essere le sinfonie verdiane; ma ha la funzione di predisporre innanzitutto intelletto musicale tedesco». È il suo stesso
quello stesso spettatore] un sapore ironico. situazioni più astratte; che vanno proprio al l’ascoltatore alla gioia fisica del suono, di «rigoroso intelletto tedesco» a fargli ammet-
Il discorso ritmo-melodico si sviluppa gio- cuore dell’ispirazione rossiniana, al suo nu- elettrizzarlo: essa permette di individuare tere che «troppo spesso Rossini è infedele al
cando a rimpiattino sino a sbottare nell’alle- cleo centrale: il dinamismo irrefrenabile, la immediatamente e con certezza la ‘formula’ testo e con le sue libere melodie oltrepassa
gria, per poi placarsi e sparire nei frammenti vita immaginata come «il racconto narrato rossiniana che nel petulante cicaleccio degli ogni confine, cosicché si ha la scelta se re-
della solita ‘sospensione’».20 Interpretazione da un idiota» evocato da Macbeth: nonsen- strumenti preannuncia il battibecco vocale stare nell’argomento [della vicenda, del li-
gratuita, campata in aria? Non si può sin- se. In fondo la rinuncia, da parte di Rossini, dei personaggi sulla scena».22 Per Fedele d’A- bretto] ed essere insoddisfatti della musica
ceramente escludere che lo stesso Rossini a scrivere opere dopo il 1829 può essere mico, la destinazione ‘aperta’ della sinfonia che non vi concorda più, oppure rinunciare al
ci abbia pensato: al momento di attaccare ricondotto a questa filosofia: la vita come «rispecchia semplicemente le radici della po- contenuto e senza impedimenti ricrearsi alle
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libere invenzioni del compositore e godere Una risata vi seppellirà L’altra frase posta sopra come titoletto, Una a gruppi – una propria ‘opera comica’: una vi-
con l’anima che vi è in esse».24 Alla fine del Barbiere i personaggi escono di risata vi seppellirà, fu coniata nel passato da cenda in cui proprio l’oggetto della loro san-
Infedeltà al testo? Mancata concordanza tra scena tutti in un modo o nell’altro gratificati: contestatori del potere politico, per dire in zione sia trasformato in caricatura, in satira,
testo e musica? O non piuttosto un rappor- Figaro esaltato nella sua inesauribile esplo- fondo, quale che fosse la sua marca politica, in teatro dell’assurdo. E tanto di guadagnato
to inedito, dove, quando l’autore vuole, sa siva creatività; don Basilio compensato con la stessa grande verità. Qualcuno ha scrit- anche per l’educazione musicale se questo
penetrare nella condizione emotiva del per- denaro sonante; Rosina e il Conte addirittura to che se davanti ai gesti e alle frasi tronfie o quel motivo, strumentale almeno se non
sonaggio, e il più delle volte – qui sta forse la uniti in felice matrimonio. No, a dire il vero non del nostro duce, la folla raccolta sotto il suo cantato, possa essere impiegato come co-
causa della perplessità di Hegel – investe per tutti. Anche lasciando nel suo umile angolo la balcone in piazza Venezia fosse esplosa in lonna sonora nella realizzazione finale.
così dire dall’alto l’intera situazione? serva Berta, che nell’opera ha vita solo per la- una fragorosa risata, forse il mondo avrebbe
mentarsi della propria vecchiaia, esclusa dal- avuto un corso diverso. Accontentiamoci di Prima estensione: temporali in musica
le lusinghe dell’amore, chi dalla vicenda esce servirci a scuola di occasioni più modeste. Ogni esperienza come quelle che qui pro-
Rossini riesce a dar corpo a ciò che per He- invece deriso, umiliato e alla fine sconfitto, è In fondo il duce e il suo grande amico Hitler gettiamo di proporre ai nostri alunni può es-
gel è «l’esigenza più profonda del comico», il vecchio tutore don Bartolo. Sconfitto il per- non mutarono di una virgola i loro progetti sere assunta anche come trampolino di lan-
che non si appaga di ridere della «stoltez-
sonaggio, prima che dai suoi compagni d’av- al vedersi coperti di ridicolo dalla caricatura cio per planare su contenuti e obiettivi d’al-
za, dell’insensatezza, della stupidità, degli
ventura, dalla messa in berlina che dei suoi che ne aveva fatto Chaplin nel suo film Il dit- tra natura. Vediamone un paio. Il primo ha
uomini, ma gode dell’infinita certezza di
sapersi elevare al di sopra della propria
difetti ci fornisce Rossini: la rigidità, la suppo- tatore. Che se non altro alimentò la coscien- a che vedere con la scena finale dell’opera,
contraddizione e di non essere in questo nenza, la gelosia, l’autoritarismo, l’avarizia… za collettiva di chi aveva potuto visionarlo. dove Rossini inserisce il brano strumentale
per niente triste e infelice». Il Figaro del La comicità dell’opera deriva non solo dalle Chi può escludere che al rinsavimento della che evoca il temporale. Non è certo il solo o
Barbiere, ad esempio, è un personaggio di buffe situazioni che vi s’incontrano, ma prin- coscienza collettiva negli anni dell’incubo il primo musicista che si cimenta con le incle-
questo tipo. Non sono gli altri, il pubblico, a cipalmente proprio dalle corbellature che nucleare, non abbia almeno un pizzico con- menze di madre natura. Almeno da Vivaldi in
ridere di lui, di qualche suo difetto, egli non don Bartolo arriva a procurarsi con le sue tribuito la visione del Dottor Stranamore, il poi il soggetto è sempre stato un’occasione
è «oggetto del riso altrui», bensì egli stesso stesse azioni da parte dell’allegra compagnia. film di Kubrick che si chiude con l’immagine solleticante per le palette strumentali dei
può ridere di un riso libero e soddisfatto, Gli imbrogli di Rosina, di Figaro, del Conte, del pazzo a cavallo del missile atomico lan- compositori.
che è manifestazione del suo piacere per
sono altrettante punizioni che Rossini gli ri- ciato a distruggere il pianeta? Mettere a confronto le diverse pagine può
l’intrigo, e per l’avventura, ma in ultima
fila. Proprio come capiterà al Falstaff verdia- L’indagine che in precedenza suggerivamo avere almeno un paio di utilità. La prima ci
istanza della sua gioia di vivere, della sua
elettrizzante vitalità. Come gli altri perso-
no. La commedia finisce e naturalmente non sulle forme e le proprietà del comico, sfrut- facilita una delle esperienze di base dell’e-
naggi del Barbiere anche Figaro è caratte- sappiamo se la lezione gli sia servita. Nella tando il saggio magistrale di Bergson, può ducazione musicale: l’analisi dei mezzi di cui
rizzato psicologicamente dalla musica di vita vera le lezioni si ripresentano in continua- essere anche il punto di partenza per un’atti- i compositori si servono per esprimere le
Rossini, e tuttavia più ancora che Figaro, zione, e possiamo seguirne lo svolgimento. vità creativa degli studenti. situazioni a cui s’ispirano (gli strumenti, i rit-
quel Figaro, che canta quelle parole, che Nella vita vera troviamo personaggi rigidi, Senza arrivare ai temi tragici che insangui- mi, le melodie….); e sulla base di tale analisi,
compie quelle azioni, egli è l’impulso primo autoritari, gelosi eccetera; fin crudeli. Nella nano oggi le nostre società, e che sembrano arrivare a cogliere i contenuti espressivi che
di un’allegrezza che pervade tutta l’opera, vita la parte degli eroi positivi del Barbiere, resuscitare altrettanti dottor Stranamore quei mezzi procurano.
di una comicità che «è celebrata come va- o meglio la parte di Rossini, può essere as- in ogni angolo del pianeta, quali casi cono- Da Vivaldi in poi l’insegnante può trovare
lore a sé». I personaggi comici di Rossini
sunta da ognuno di noi se siamo capaci di scono i ragazzi di situazioni quotidiane che una varietà di musiche ispirate a tempo-
sono tanti sentieri diversi che confluiscono
servirci del riso per neutralizzare le condotte potrebbero essere oggetto di creazioni loro? rali o tempeste. All’esempio rossiniano del
in un’unica grande strada maestra, quella
dove indugia la soggettività felice, a volte
negative. Castigat ridendo mores, con il riso È fin troppo facile raccoglierne un elenco: Barbiere (raddoppiabile con l’analogo caso
felicemente distaccata dalla propria con- castiga i costumi: la celebre massima latina gli ultrà dello sport, il bullismo, i pregiudizi dalla Cenerentola) si può affiancare quello
sapevolezza.25 viene a dirci che coprendo di ridicolo i costu- di genere, il disprezzo del diverso, i guasti dal Rigoletto di Verdi: anche lì siamo al pun-
mi, le abitudini, possiamo contribuire effica- all’ambiente… Altrettanti temi possibili per to finale di svolta della vicenda; una vicenda
cemente a riformarli. far costruire ai ragazzi – anche qui, meglio se tragica, che si chiude con l’omicidio di Gilda.
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Verdi intensifica la drammaticità della pagi- vo: lo stesso tema della pioggia, molto ral- Lieder o di canzoni popolari. Fra i Lieder me- Un caso diverso è offerto dal compositore
na affidando l’evocazione del vento burra- lentato: il simbolo sonoro dell’arcobaleno, riterebbe di essere fatta ascoltare ai ragazzi ungherese Zoltán Kodály, nella suite sinfo-
scoso al coro a bocca chiusa di voci umane. che riporta la serenità nel cielo e nei cuori. A la Canzone della pulce su testo di Goethe, nica dal suo Háry János, come si chiama il
Passiamo alle pagine orchestrali. Nelle Quat- proposito della Pastorale Beethoven scrive- messa in musica da Beethoven e poi da Mu- protagonista di molte leggende popolari del
tro stagioni di Vivaldi, «van coprendo l’aere va che questa è più una pittura di sentimenti sorgskij. Il confronto rivelerebbe due modi suo paese: un fanfarone dalla fantasia ine-
di nero ammanto e lampi e tuoni» scrive lo che non di eventi naturali. Ma questo vale incredibilmente diversi di immaginarsi il re sauribile, uno spaccone capace, a sentir lui,
stesso compositore in testa al primo movi- per tutti i compositori che nell’Ottocento che s’innamora a tal punto di una pulce da delle imprese più incredibili, come quando
mento della Primavera. «Tuona e fulmina il si sono cimentati con un evento naturale. farle attrezzare accanto a sé un trono appo- parte, tutto solo, a far guerra all’esercito di
ciel» in quello dell’Estate. Se nel Concerto Per trovare una descrizione che astrae dal sito per lei; solo che come spesso succede Napoleone. Il tema che l’accompagna è spa-
dell’Autunno Bacco ci tiene al riparo dalle ‘sentimento’ e si cura di rendere da vicino anche fra gli umani, finisce che tutto il paren- valdamente affidato ai tromboni, poi ripetu-
intemperie, Borea si scatena per quasi tut- lo svolgersi sonoro di un temporale, ono- tado della pulce viene a installarsi a corte…26 to con l’aggiunta di trombe e percussione.
to il Concerto dell’Inverno. Un ascoltatore matopeicamente, facciamo ascoltare ai ra- Quanto alle canzoni, da Jannacci a Elio e le Un colpo fortissimo dei piatti interrompe
non informato sull’argomento, che lo stes- gazzi l’episodio corrispondente dalla Grand Storie tese ci sarebbe solo l’imbarazzo della il tema. La gente ride e fa sberleffi a Háry.
so compositore dichiara nei suoi sonetti, Canyon Suite dell’americano Ferde Grofé. scelta. Kodály rende la risata con il glissando degli
ben difficilmente arriverebbe a immaginare Incomincia con un motivo che richiama un La comicità di quelle pagine nasce dall’in- ottoni e il trillo degli ottavini. Il povero Háry
l’oggetto della descrizione. Per la semplice canto di cow-boy, come la calma che pre- contro di parola e musica. Ma sarà mai pos- ci resta male; ma è questione di un attimo, e
ragione che Vivaldi non può che servirsi dei cede l’arrivo del temporale. A poco a poco sibile ottenere un risultato comico con una il racconto riprende, più spavaldo di prima.
mezzi espressivi del suo tempo, una piccola l’atmosfera si anima. Un tremolo del gong ci musica non cantata, solo strumentale? I casi Di nuovo lo interrompono, e stavolta Háry si
orchestra d’archi, nel modo stesso, fatto di ri- avverte che qualcosa di preoccupante sta sono infrequenti, pure esistono. arrabbia: guai a chi oserà ancora! Perché sta
petizioni tematiche, di passaggi armonici, di per arrivare. Il tempo fattosi Allegro dà il via per raccontare la sua impresa più gloriosa:
ripetizioni, di dinamiche, con cui componeva allo scatenarsi degli elementi, con interventi Anche la musica pura può assumere tratti quando solo con la sua spada ha fronteggia-
i suoi concerti ‘senza titolo’. Ciò non vuol dire alternati fra i diversi strumenti dell’orchestra: parodistici. Si adopera allora a contraffare, to l’intero esercito francese.
che non avesse in mente con i concerti delle glissandi dei violini, del pianoforte, dell’ar- per eccesso o per difetto, il suo apparato Rullo di tamburo: un tema famoso si affaccia
stagioni quelle realtà, ma solo che le poteva pa… Prima del ritorno alla normalità, un ul- formale, a sottolineare i suoi manierismi a poco a poco, eseguito da tromboni e tuba
procedurali e i suoi errori costruttivi. La
ascoltare unicamente attraverso lo schema timo violento scroscio d’uragano, finché va e deformato. È la Marsigliese, l’inno dell’e-
costruzione può risultare volutamente
disponibile al linguaggio musicale del suo ritornando il sereno. Un compositore del sercito che Háry ha sconfitto. Ecco inginoc-
scomposta, formalmente sgangherata, a
tempo: il linguaggio tardo-barocco. Novecento come Grofé aveva a disposizio- beneficio del divertimento dell’ascoltato- chiato, davanti a Háry in trono, Napoleone
Ben lontano dal clima vivaldiano è il terzo ne una tavolozza orchestrale e un insieme re. I difetti costruttivi o esecutivi dell’opera stesso: piegato, lui e il suo esercito, a invoca-
movimento della Sinfonia Pastorale di Be- di procedure compositive che gli permette- sono allora evidenziati, accentuati carica- re perdono. Qui Kodály inserisce una breve
ethoven, che ci fa seguire il decorso di un vano di ottenere quello che era impossibile turalmente ed esibiti, prodotti da un’e- marcia funebre. Anche una marcia funebre
temporale, dalle prime gocce affidate alle a un Vivaldi: far sì, come un buontempone strema maestria e non da un’insipienza di può far ridere!
rapide note staccate dei violini allo scoppio commentava l’episodio musicale, che gli musici del villaggio.27 È vero che a consolidare il significato comi-
improvviso dove tutta l’orchestra partecipa ascoltatori sentissero il bisogno, di… aprire co della situazione concorre la vicenda sot-
allo scatenarsi degli elementi. Poi un colpo l’ombrello. Tanto realistica è l’imitazione del- Lo studioso porta come esempio lo Scherzo tesa alla partitura orchestrale. Resta il fatto
di timpani, guizzi in su dei violini a suggerire la realtà acustica. musicale K 522 di Mozart, che si prende gio- che questa è creata con mezzi puramente
il lampo. Il culmine è raggiunto quando Bee- co dell’incompetenza di musicanti da stra- musicali. Un esempio ancora più probante
thoven inserisce l’ottavino, raramente usato Seconda estensione: pazzo. Occorre l’orecchio di un ascoltatore della possibilità di suggerire il comico all’a-
nelle orchestre del tempo. Poco per volta il il comico nella musica strumentale educato al linguaggio mozartiano perché scoltatore lo offre un altro grande composi-
clima si rasserena, come avviene spesso in Lo spirito comico trova espressione in una possa rendersi conto dei ‘comici’ svarioni tore ungherese, Béla Bartók. Correva l’anno
estate. L’oboe ci fa sentire un placido moti- quantità di opere e di operette, così come di degli orchestrali. 1941. Nella Leningrado assediata dall’eser-
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cito nazista, Šostakovič componeva la sua Šostakovič continuamente eseguita alla ra- NOTE
Sinfonia n. 7, evocatrice dei tragici eventi di dio che decise di farne una caricatura: e scel-
1. I copialettere di Giuseppe Verdi, a cura di Gaetano 17. Paolo Gallarati, Dramma e ludus dall’«Italiana» al
quei giorni. Nel primo movimento introdu- se proprio il ‘tema nazista’. Stava componen- Cesari e Alessandro Luzio, Milano, Commissione «Barbiere», in Il melodramma italiano dell’Otto-
ce un tema che poi ripete dodici volte, in un do il suo delizioso Concerto per orchestra. esecutiva per le onoranze a Giuseppe Verdi, 1913, cento, Torino, Einaudi, 1977, p. 239. Le successive
continuo implacabile crescendo affidato a Il tema conduttore è giocoso. Ma qualcosa p. 415. citazioni sono tratte dalla p. 242.
un’orchestra sempre più folta, sopra un rit- interviene a disturbare la festa... Uno zum 2. Ildebrando Pizzetti, Intermezzi critici, Firenze, Val- 18. Henri Bergson, Le rire, in Oeuvres. Édition du Cen-
lecchi, 1914, p. 115. tenaire, Paris, PUF, p. 389. Citazioni successive alle
mo ostinato delle percussioni: un modello pa pa un po’ zoppo, ed ecco comparire in
3. Philip Gossett, Gioachino Rossini, in New Grove pp. 401, 410, 430-431, 432, 388, 389.
preso a prestito esplicitamente dal Bolero accelerando proprio il motivo di Šostakovič: Dictionary of Music and Musicians, xvi, p. 232. 19. Luigi Rognoni, Realismo comico e soggettivismo
di Ravel. Con questo tema il compositore lo esegue il clarinetto ma allungandolo e in- 4. Un percorso di educazione prosodica, con una romantico in Rossini, «Il Verri», 27, 1973, p. 6; cit.
intendeva suggerire l’aggressione sempre fiorandolo di ghirigori che lo ridicolizzano. serie di attività, l’insegnante può trovarlo nel volu- successive: pp. 10 e 7
più soffocante dell’esercito tedesco. Il mi- Ma il ridicolo maggiore, un vero e proprio metto: Carlo Delfrati, La voce espressiva, Milano, 20. Rognoni, Gioacchino Rossini cit., p. 183.
Principato, 2001. 21. Benedetto Croce, Problemi di estetica, Bari, Later-
crofilm della sinfonia riuscì fortunosamen- sberleffo, sono i tremoli e le scalette dell’or- 5. Denis Diderot, Le neveu de Rameau, Genève, Cailler, za, 1949, p. 136. Oggi il termine ‘palinsesto’ è usato
te a sfuggire all’assedio di Leningrado. Fu chestra e soprattutto i glissandi della tuba, 1950, pp. 78-79. nel senso di elenco delle trasmissioni radio o TV;
portato in un paese alleato, gli Stati Uniti, e che coronano la chiusa del tema. La serenità 6. Gino Roncaglia, Rossini l’olimpico, Milano, Bocca, originariamente indicava il «manoscritto di papiro
qui eseguito e trasmesso in continuazione di una vita raccolta è ormai degenerata in un 1953, pp. 169-171. e, più spesso, di pergamena, nel quale la scrittura
7. Andrea Della Corte, Paisiello, Torino, Bocca, 1922, p. 91. più antica è stata cancellata, mediante raschiatura
alla radio: era una musica esaltante, che do- clima da baraccone, sembra dirci Bartók. E
8. Luigi Rognoni, Gioacchino Rossini, Roma, ERI, 1968, o scoloritura, e sostituita da un’altra più recente»
veva infiammare gli animi alla guerra. Non così, su una banda (legni e ottoni) scatenata pp. 62-63. (Grande dizionario della lingua Italiana, fondato
tutti erano però portati a queste esaltazio- in un girotondo da fiera, i violini ripetono una 9. Stendhal, Vita di Rossini, Bagno a Ripoli, Passigli, da Salvatore Battaglia, xii, Torino, UTET, 2004, p.
ni collettive. In un letto d’ospedale, a New seconda volta, saltellando comicamente, il 1990, p. 123. 404). È in questo senso che lo usa metaforica-
York, giaceva malato Béla Bartók, musicista motivo di Šostakovič. Che torna un’ultima 10. Carl Dahlhaus, Le strutture temporali nel teatro d’o- mente Croce.
pera, in La drammaturgia musicale, a cura di Loren- 22. Rognoni, Realismo comico cit., p. 11.
dalla personalità schiva, lontano quanto mai volta, da uno strumento che non lascia dubbi zo Bianconi, Bologna, Il Mulino, 1986, pp. 183-184. 23. d’Amico, Il teatro di Rossini cit., pp. 61-62.
dai modi fin plateali del suo collega sovieti- sulle intenzioni ironiche dell’autore: la tuba! 1 1. Ivi, p. 184. 24. Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Estetica, Torino,
co. Fu tanto irritato dal sentire la musica di Con tanto di risatina finale. 12. È vero che proprio come recitativo accompagnato Einaudi, 1976, p. 1060. Nelle pagine precedenti
nasce il melodramma, agli albori del Seicento, ma Hegel aveva preso le distanze da quell’«odierna
sappiamo anche come il musicista geniale – pen- musica drammatica [che] cerca spesso i propri
siamo a Monteverdi – seppe colmare di pathos le effetti in contrasti violenti, costringendo nello
linee smorte di primi recitativi, dando vita ai primi stesso svolgimento musicale opposte passioni
grandi capolavori del melodramma. Un approfon- con una lotta condotta ad arte. Così, per es., essa
dimento questo, per l’insegnante interessato a esprime gioia, sposalizi, sfoggio di lusso, introdu-
condurre una lezione sulla storia del melodramma. cendovi al contempo odio, vendetta, inimicizie,
13. Alessandra Lazzerini Belli, Hegel e Rossini: «Il di modo che nel mezzo della letizia, della gioia,
cantar che nell’anima si sente», «Revue belge de della musica e del ballo si scatena contempo-
musicologie», ii, 1995, pp. 211-230. Consultabile on raneamente la lite veemente e la discordia più
line all’indirizzo http://users.unimi.it/gpiana/dm1/ spiacevole». Non è a Rossini che si riferisce ma ai
dm1rosal.htm. romantici, a cominciare da Weber e dal suo Frei-
14. Roncaglia, Rossini l’olimpico cit., pp. 284-290. schütz (nel capitolo terzo della parte prima; pp.
15. Fedele d’Amico, Il teatro di Rossini, Bologna, Il Mu- 181-182). Mentre ciò che lo disturbava in Rossini
lino, 1992, pp. 89, 91-92. era subito neutralizzato dal fascino irresistibile
16. M arco B eghelli , Morfologia dell’opera italia- che la sua musica suscitava in lui, senza riserve
na da Rossini a Puccini, in Enciclopedia della sarà la sua condanna dell’opera romantica. Per
musica,diretta da Jean-Jacques Nattiez, iv: Storia cogliere il clima rovente di quegli anni, basti leg-
della musica europea, Torino, Einaudi, 2004, pp. gere questo giudizio che circolava all’epoca nei
902-903. Consultabile on line: http://users.unimi. salotti della stessa Vienna: «Mozart e Beethoven
it/musica/programmi/melo-Beghelli.pdf. sono dei vecchi pedanti, la stupidità dell’epoca
32 • CARLO DELFRATI

precedente ne godeva; soltanto dopo Rossini si 25. Lazzerini Belli, Hegel e Rossini cit.
sa cos’è la melodia. Fidelio è un’immondizia: non 26. Ho proposto il confronto fra le due musiche nel
si capisce come ci si dia la pena di andare a sentir- testo scolastico All’opera insieme, Milano, Princi-
lo, per annoiarsi», citato da Lazzerini Belli, Hegel e pato, 2008, pp. 72-73. Dallo stesso testo riprendo
Rossini cit. All’insegnante di filosofia che intenda gli esempi successivi di Bartók e di Kodály.
approfondire e far conoscere agli studenti le idee 27. Fausto Petrella, Spazio artistico e umoristico in
di Hegel sulla musica il filosofo offre l’intero capi- musica, in Cantando e scherzando, Cremona, Cre-
tolo secondo della parte terza dell’Estetica (pp. monabooks, 2014, p. 14. Lo studioso conduce una
991-1071). lucida analisi del comico musicale.

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