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Tra 1870-90 non c’è solo Impressionismo in Europa e a Parigi, ci sono altre realtà che si

affermano anche se in modo meno coinvolgente, tra cui il

SIMBOLISMO

Riguarda ambito anche culturale e poetico.


Nel 1886 il poeta Jean Moréas pubblica il manifesto del Simbolismo, arte come idea → porta
a elevazione spirituale dell’animo. Il Puntinismo può essere guardato già in quest’ottica, la maglia
razionale e geometrica offre la possibilità di allontanarsi dal Naturalismo e dalla percezione sensoriale
tipica degli Impressionisti. L’esasperazione del dato ottico dei Puntinisti si allontana da Naturalismo e
Impressionismo.
Anche Gauguin con il suo uso del colore e il sincretismo cromatico vira verso Simbolismo.
Anche nella scuola di Pont-Aven con il Talismano di Paul Sérusier c’è l’idea simbolista.
Questi sono già passaggi che fanno capire che non c’è solo l’Impressionismo.
Il Simbolismo non è stato movimento o corrente, ma un clima culturale che ha toccato
l’animo di personalità artistiche in tutta Europa generando focolai, senza però presentarsi
mai come un movimento coeso.

ODILON REDON

Bisogna citare Huysmans con Controcorrente, romanzo di Des Esseintes, che raccoglie le
opere di pittori simbolisti francesi tra cui Gustave Moreau con l’Orfeo, ma l’artista più
importante che colleziona è Odilon Redon con L’occhio mongolfiera, pittore, incisore,
disegnatore. Muore nel 1916 a Parigi, e quindi il Simbolismo di Redon persiste fino alla
Prima guerra mondiale.

Nell’Occhio mongolfiera rappresenta il bulbo oculare


ingigantito che si libera verso mondi infiniti, trascinando
la testa e metaforicamente allude al distacco
dall’esperienza percettiva quotidiana, avviandola ad altri
schemi di pensiero → diritto di liberarsi dal reale, è giusto
passare al di là della realtà per esplorare dimensioni dell’io
che non necessariamente devono essere cupi e oscuri, possono
essere gradevoli e piacevoli. L’attività di Redon è ben
espressa da quest'opera, ma ha fatto molto di più.
Amava Goya, che già cercava di liberare l’io dell’artista,
conosce Mallarmé ed è imbevuto della letteratura simbolista
che va anche a illustrare → incisioni fantastiche ispirate a
Edgar Allan Poe, c’è un’altra serie intitolata Omaggio a
Goya, un’altra intitolata Noirs perché nel nero trova spunto.
E’ affascinato anche da un botanico francese che si chiama
Armand Clavaud, e inizia a osservare i fiori scoprendo
attraverso l’osservazione al microscopio parti infinitesimali della realtà che potenzia nella sua
immaginazione arrivando a renderli oggetto dei suoi dipinti → grande interprete della realtà
scientifica.
Il mondo della scienza gli viene svelato in questo modo ed è lo spunto per interpretare delle
figure bizzarre, possibilità di far scaturire mistero e irrazionale da un approccio scientifico e
razionale.

Ha avuto influenza sul periodo rosa di Picasso, ha annunciato diversi movimenti e tendenze
del XX secolo, raccoglie anche le esperienze degli artisti del suo tempo (Van Gogh,
Gauguin).
Il primo periodo si caratterizza dall’assenza del colore, carboncino, universo fantastico
dominato da figure mostruose.
Dal 1890 c’è la concezione del colore, transizione.

ARNOLD BÖCKLIN

Isola dei Morti di Böcklin, artista


svizzero, uno dei più importanti
accomunati al Simbolismo, ma si
afferma sulla scena di Monaco di
Baviera, insieme a Franz Von Stuck
farà nascere la secessione
monacense, che vuole secedere
dall’arte accademica e di tradizione
ottocentesca. Stessa reazione che
nel 1863 Manet cerca, nella realtà
tedesca si afferma in modo molto
più detonante anche se tarda.

Isola lugubre, solitaria, rocciosa, dove dentro l’anfiteatro di rocce sono scavati loculi. Il
mistero ruota attorno ai cipressi su un’isola aspra, contrasto paesaggistico interessante.
Verso l’isola sta arrivando una barca solitaria dove la figura bianca spettrale è a prua,
mentre la barca è traghettata a remi. La figura bianca è molto considerata dalla critica →
sorta di Caronte, la critica ha letto l’opera come metafora del navigare dell’uomo verso un destino
lugubre, macabro, di morte → una delle opere preferite di Hitler (ne possedeva una versione delle
cinque esistenti).
Böcklin è un profondo simbolista, anche Von Stuck nel Peccato mostra un’immagine della
donna e del serpente che la avvolge → carattere tentatore della donna seducente → carattere di tutto il
Simbolismo ma anche dell’Art Nouveau con Klimt, prima anche da Moreau.

HENRI ROUSSEAU (IL DOGANIERE)

“Il doganiere” perché faceva impiegato all'ufficio del dazio di Parigi, vive nella seconda metà
dell’Ottocento e muore nel 1910 a Parigi, autodidatta, non fa mai viaggi ma evade dalla sua
vita ordinaria coltivando il mito del primitivo, della purezza, delle origini. Senza viaggiare
costruisce questa fantasia consultando cartoline di luoghi esotici che arrivano tramite i commerci,
atlanti geografici, testi botanici e passeggiate allo zoo → sue fonti di ispirazione. Attraverso le fonti
racconta la passione per il primitivo, per le foreste lussureggianti dove è capace di elaborare un
messaggio unico → arte naive, modo di filtrare una realtà che non va a vedere di fatto, ma
riesce a immaginarla in ogni dettaglio.
Nell’opera La guerra fa tornare in mente
le prospettive alla Paolo Uccello. E’ un
artista particolare.

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