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SIMBOLISMO
ODILON REDON
Bisogna citare Huysmans con Controcorrente, romanzo di Des Esseintes, che raccoglie le
opere di pittori simbolisti francesi tra cui Gustave Moreau con l’Orfeo, ma l’artista più
importante che colleziona è Odilon Redon con L’occhio mongolfiera, pittore, incisore,
disegnatore. Muore nel 1916 a Parigi, e quindi il Simbolismo di Redon persiste fino alla
Prima guerra mondiale.
Ha avuto influenza sul periodo rosa di Picasso, ha annunciato diversi movimenti e tendenze
del XX secolo, raccoglie anche le esperienze degli artisti del suo tempo (Van Gogh,
Gauguin).
Il primo periodo si caratterizza dall’assenza del colore, carboncino, universo fantastico
dominato da figure mostruose.
Dal 1890 c’è la concezione del colore, transizione.
ARNOLD BÖCKLIN
Isola lugubre, solitaria, rocciosa, dove dentro l’anfiteatro di rocce sono scavati loculi. Il
mistero ruota attorno ai cipressi su un’isola aspra, contrasto paesaggistico interessante.
Verso l’isola sta arrivando una barca solitaria dove la figura bianca spettrale è a prua,
mentre la barca è traghettata a remi. La figura bianca è molto considerata dalla critica →
sorta di Caronte, la critica ha letto l’opera come metafora del navigare dell’uomo verso un destino
lugubre, macabro, di morte → una delle opere preferite di Hitler (ne possedeva una versione delle
cinque esistenti).
Böcklin è un profondo simbolista, anche Von Stuck nel Peccato mostra un’immagine della
donna e del serpente che la avvolge → carattere tentatore della donna seducente → carattere di tutto il
Simbolismo ma anche dell’Art Nouveau con Klimt, prima anche da Moreau.
“Il doganiere” perché faceva impiegato all'ufficio del dazio di Parigi, vive nella seconda metà
dell’Ottocento e muore nel 1910 a Parigi, autodidatta, non fa mai viaggi ma evade dalla sua
vita ordinaria coltivando il mito del primitivo, della purezza, delle origini. Senza viaggiare
costruisce questa fantasia consultando cartoline di luoghi esotici che arrivano tramite i commerci,
atlanti geografici, testi botanici e passeggiate allo zoo → sue fonti di ispirazione. Attraverso le fonti
racconta la passione per il primitivo, per le foreste lussureggianti dove è capace di elaborare un
messaggio unico → arte naive, modo di filtrare una realtà che non va a vedere di fatto, ma
riesce a immaginarla in ogni dettaglio.
Nell’opera La guerra fa tornare in mente
le prospettive alla Paolo Uccello. E’ un
artista particolare.