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-RIVISTA MENSILE

°GIUGNO ANNO XI

: DIRETTORI
Pe APPLIGAZION DEL
LINOLEUM
PLEA Viele N NAL
DI MIPANO 1933 x1
segnano una nuova significativa affermazione di questo
prodotto nell’architettura e nell arte decorativa, quale:

pavimento per ambienti moderni


rivestimento di pareti
rivestimento di mobi li
| pid noti architetti italiani hanno dato la preferenza ai pavimenti
di linoleum per il Palazzo dell’ Arte e per le principali costruzioni
nel Parco della Triennale, per una superficie complessiva di circa
16.000 METRI QUADRATI
ll pavimento di linoleum deve questa preferenza alle sue spe-
ciali caratteristiche di afonicita, di sofficita, di estrema durata, e
alle sue doti estetiche altrettanto notevoli, che traggono origine
dalla varieta e dalla ricchezza di colorazioni e di disegni che
distinguono questa pavimentazione moderna.
‘Alla TRIENNALE DI MILANO sono stati pavimentati in linoleum, in totalita o
in parte:
Il Palazzo dell’Arte - II Padiglione della Stampa - La «Casa Media» - La «Ca-
sa sul lago per artista» - La «Casa d’acciaio» - La «Casa Coloniale» - La «Ca-
sa di campagna per un uomo di studio» - La «Villa-Studio per artista» - La
«Casa dell’Aviatore» - Le Casette di soggiorno estivo - La «Scuola tipo 1933»
La «Casa del Dopolavoro» - La «Casa Appenninica~ - Il Padiglione della
Scuola d’Arte - La «Casa Popolare» - La «Villa sul Golfo di Napoli» - La «Ca-
sa tutt’acciaio».

A tichiesta si fanno preventivi per pavimenti in opera ovunque.

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e dell’ arehitettura moderna

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a quelle molto notevoli gia dette grande pazienza, uno studio tena-
in questa adunanza. ce, una preparazione profonda. Le
D it Coat cu <One tira at : Noi abbiamo fatto una buona leg- cose estemporanee e superficiali
MASSIMO BONTEMPELLI, P.M. BARDI ge, una legge che funziona, cheri- sono destinate a non lasciare nes-
Direzione: Milano, via Brera 21, 82-542
sponde al suo scopo. E’ inutile, pe- suna traccia.
Pubblicita: Istituto Editoriale Lombardo,
rd, elogiarla a ogni pié sospinto. Il poema pit grande della lette-
via Santa Radegonda 10, 17-601

a
Concessionari esclusivi per la vendita: Essa tutela dei diritti, ma non crea ratura italiana, la « Divina Com-
A. e G. Marco, San Damiano 3, Milano gli autori. Nessuna legge puo crea- media», @ il poema del tormento
Abbonamento annuo L. 50; estero L. 100 re l’ingegno, e meno ancora il ge- di Dante, di cui ogni fibra freme
Un numerolire 5 - Conto Corrente Postale nio, che sta all’ingegno come al delle passioni di uomo, delle ama-
manovale sta l’architetto. Il genio rezze di esule, di amore e di odio;
$ 0 MM ARI QO — prodotto spontaneo della crea- e i tormenti stessi dell’inferno so-
C2658 ae te om oO x L) zione, altrettanto raro quanto me- no descritti anche per condannare
CERTEZZA NELLE FORZE DELLO SPIRITO E DEL-
L’INTELLIGENZA ITALIANA (Mussolini) raviglioso — nasce a distanza di nelle bolge i suoi nemici.
(CoMMENTO di Massimo Bontempelli) secoli e appare perlo pit nelle pri- Ho sentito parlare di una crisi
CONSIDERAZIONI SULLA V TRIENNALE del teatro. Questa crisi c’é, ma é@
(P. M. Bardi) mavere dei popoli.
RISTAMPE - Monza (« Belvedere », 1930) La legge dunque non basta. Non un errore credere che sia connessa
PITTURE MURALI ALLA V TRIENNALE basta che gli autori italiani siano con la fortuna toccata al cinema-
(Virginio Ghiringhelli)
VILLA-STUDIO PER UN ARTISTA inquadrati in un sindacato e ab- tografo. Essa va considerata sotto
(Figini e Pollini) biano un’adeguata tutela. Occorre un duplice aspetto, spirituale e ma-
TAVOLO DEGLI orRORI (tavola fuori testo e
che essi, in qualsiasi forma d’arte teriale. L’aspetto spirituale concer-
commento di P. M. Bardi)
La Mostra DEL C.1.R.P.A.C. (Gino Pollini) 0 di pensiero, si manifestino vera- ne gli autori, quello materiale, il
PADIGLIONE DELLA Stampa (Guido Modiano) mente e profondamente interpreti numero dei posti. Bisogna prepa-
RIFORMA DELLE Esposizioni (F. Monotti) rare il teatro di masse, il teatro che
del nostro tempo, che é quello del-
Kappa ENNE (Carlo Belli) possa contenere 15 0 20 mila perso-
Miri IN crist (Juan Ramon Masoliver) la Rivoluzione Fascista.
ne. La « Scala» rispondeva allo sco-
PERICOLO ED EQUIVOCI DI UN NUOVO UMANISMO Se da due avvenimenti, cosi capi-
(Renato Paresce) po quando un secolo fa la popola-
tali nella vita di un Popolo, quali
Questa Lapy CHATTERLEY (Diotima) zione di Milano contava 180 mila
Monpbo DA RISCOPRIRE (Edoardo Bizzarri) una guerra e una rivoluzione, noi abitanti. Non risponde pit oggi che
Lerrera A Matipiero (Fausto Torrefranca)
non sapessimo trarre inspirazione la popolazione é@ di un milione.
Russia Sovietica (Gaetano Ciocca)
a qualche cosa che abbia il sigillo La limitazione dei posti crea la
ARTE E TECNICA DEL COSTRUIRE (P. L. Nervi)
L’AMERIQUE ET LE CHIFFRE 3 (Fernand A. dell’ ingegno, dovremmo pensare necessita degli alti prezzi e questi
Grvoco DEL caLcio (Ezio Sclavi) Léger) che lo spirito moderno sta attra- allontanano le folle. Invece il tea-
LETTERE A QUADRANTE: SUL mosaIco (Gino
Severini) PER L’ARTICOLO pr CaGLi (C. Carra) versando un periodo di sterilita. tro, che, a mio avviso, ha pit effi-
La Mostra DI F1rENzE (Oreste Bogliardi) Come ovviare a questo pericolo? cacia educativa del cinematografo,
Corsivi (Cagli, Bottoni, P. M. B., M. B.) Con l’immergerci nella vita, con deve essere destinato al Popolo, co-
8 TAVOLE E DISEGNI di architetti
Vinibirci di straniarci da essa. si come l’opera teatrale deve ave-
La vita offre aspetti complessi di re il largo respiro che il Popolo le

CERTEZZA NELLE FORZE vicende, di lotte, di dolori, di gio- chiede. Essa deve agitare le grandi
ie. E mai, in nessuna altra epoca
DELLO SPIRITO E DELL’ come in questa nostra, essa ha of-
passioni collettive, essere ispirata
ad un senso di viva e profonda
INTELLIGENZA ITALIANA ferto tutti gli elementi che posso- umanita, portare sulla scena quel
Ricostruzione del discor- no concorrere ad eccitare‘il « pa- che veramente conta nella vita
so pronunciato dal Duce
thos » in unoscrittore. Ma ancora. dello spirito e nelle vicende degli
al Teatro Argentina il 28
Non basta vivere la vita del pro- uomini. Basta con il famigerato
aprile per il- cinquantesi-
mo anniversario della So- prio tempo: occorre scavare entro « triangolo >, che ci ha ossessiona-
cietad degli Autori. sé stessi e tendere a un’opera sem- to finora. Il numero delle compli-
pre piu perfetta, attraverso quel cazioni triangolari é oramai esau-
Riservandomi di pronunciare un
possente travaglio creativo che so- rito. Fate che le passioni collettive
discorso pit interessante fra 50 an-
lo pud imprimere un’impronta in- abbiano espressione drammatica,
ni — peril centenario della Socie-
delebile nella storia dell’arte, e voi vedrete allora le platee affol-
ta Italiana degli Autori ed Editori Poiché, anche le Opere dell’ in- larsi.
— voglio aggiungere alcune parole gegno richiedono pazienza, una Ecco perchéla crisi del teatro non

1
uereb- essere veramente e profondamente inter.
un altro verso, perchéli abit
puo risolversi se non sara risolto smo. Dico sol- preti di questo tempo (cioé del suo tem-
be a un cert o epic urei
questo problema. po). L’insegnamento va cercato soprat.
opere lette-
tanto che il creatore di tutto in quei due avverbi. La « interpreta.
Quanto alla poesia, io dico che bi- essere
rarie o artistiche non deve zione» di un’epoca, operata dall’opera
sogna tornare a leggere i poeti. biso gni di ordi ne ma-
assillato 62 Warte, é interpretazione in senso alto e
Perché non si potrebbe celebrarli teriale. spirituale, non é traduzione alla letter
non
ancora con l’incoronazione in Cam- Credo che queste mie parole dalla politica all’arte. Molti eccellenti fa-
pidoglio? Io non vedo in cio nulla di -
saranno state inutili ai fini di quan scisti chiedono allo scrittore o al pittore

inattuale. Basta che il poeta ci sia. to oggi celebriamo. di fare nelle loro opere «la propaganday
Ancheil romanzo é uno strumen- MUSSOLINI al Fascismo. Mussolini non ci ha mai as-
segnato questo compito. Mussolini non di-
to possente dell’educazione del Po-
Quasi ogni frase del discorso del Duce ce «propaganda», dice « interpretazione »
polo. Io non trovo che la lettera-
pud dar logo a lunghe e feconde medi- I rapporti interpretativi tra Vopera d’arte
tura italiana é negata al romanzo. aun tempo e le sue attuazioni politiche,
tazioni, Esempi:
Te

Senza riferirci a quello che é frai sono rapporti misteriosi, quasi sempre in-
capolavori del nostro genio e che * Tl genio... appare per lo pit. nelle pri- visibili se non a molta distanza. I corti-
mavere dei popoli. - E cosi possiamo dire giani che si sentivano leggere dall’Ario-
noi abbiamo imparato ad amare
che appare, per ogni popolo, nella prima- sto le ottave dell’Orlando, credevano che
fin da quando eravamo sui banchi
vera Wogni singola arte. Si intende per quello non fosse se non un divertimento,
delle scuole, é certo che oggi esi- primavera non tanto i primo germinare non si sognavano neppure che le favole
stono italiani — italiani fra i 30 di unvarte & primitivi), quanto la sua gio- degli antichi cavalieri di Francia e di
e i 40 anni, del dopoguerra — che vinezea alla soglia della maturita: la col- Inghilterra sarebbero state per noi la pit
ma maturita é gid piena dei segni della vera e profonda interpretazione del Cin-
meritano una fama universale. Vi
decadenza (Michelangelo). Cosi al pri- quecento italiano. Mussolini non ci ha
sono scrittori potenti, solidi nella
mo tempo della poesia italiana abbiamo mai chiesto una lirica d’argomento politi-
forma, e ricchi di pensiero. Ve li Dante, che poi nessuno, in sei secoli, rag- co. Sa che Roma é interpretata non me-
potrei citare, perché li leggo, co- giungera. Al primo tempo della nostra no da Lucrezio che da Virgilio, non meno
me leggo i poeti. Talora nelle mie pittura abbiamo Masaccio; al primo tem- da Catullo che da Orazio. Anche quelli
letture, esercito la critica ed acca- po della nostra musica abbiamo Monte- che ci additano Virgilio e Orazio, oppure
verdi, E pid nessuno raggiungera Dante, Dante e Petrarca, comelirici politici, non
de che qualche volta gli autori ri-
Masaccio, Monteverdi. hanno mai fatto osservazione, chela esal-
conoscano che ho ragione. La coscienza, pit o meno chiara, di que- tazione di una forma politica non é mai
Voglio dirvi che ho un’ assoluta sta legge, pud spiegare la necessitad di stata spunto a una grande lirica politica:
certezza nelle forze dello spirito e quei brevi periodi, che amano chiamarsi le grandi odi politiche del libro Terzo di
dell’ intelligenza italiana. Essa fa davanguardia o di rivoluzione, e di tan- Orazio (molto pit belle del Carmesecola-
to in tanto si presentano nella storia del- re) sono liriche di tremore per una gran-
prevedere sviluppi stupendi e fe-
Varte (diremmo meglio della preparazio- dezza di cui si sente la decadenza, e di
condi. Né potrebbe essere altri-
ne artistica), e soprattutto sono stati ca- violento incitamente a riscuotersi. Il can-
menti. ratteristict della fine del secolo scorso e to politico di Dante o di Petrarca é di ac-
Lo Stato non puod creare una sua del primo ventennio di questo, E’ una censione rivoluzionaria contro le condi-
letteratura. Ma esso pud e deve tendenza a ridiventare primordiali, é una
zioni a loro presenti; le parti apologetiche
specie di smania di fare tabula rasa per
tutelare gli autori, e, soprattutto, dell’Eneide sono le pit scarse di poesia, &
ritrovarsi alle origini di un’epoca. E cosi
onorare l’ingegno, favorirne 1’ af- per cid stesso le meno veramente e Pro
ricche e violente sono le risorse dello spi-
fermazione. fondamente interpretative della grandea-
rito umano, i suoi giochi di doppi fondi e za e spirituale ricchezea del suo tempo. Il
Le necessita della vita sono crude di piani coesistenti, che sentiamo di po-
pit grande interprete e illuminatore dello
e qualche volta riescono a logora- ter farci istintivi per riflessione, impulsi-
spirito greco del quinto secolo avanti Cri-
vi per volonta, barbari per suprema raffi-
re e deprimere l’ingegno. Anche la sto, € Platone che opera tutto in un cli-
natezza,
retorica della soffitta bisogna che ma pit git e piu su della realta politica
una buona volta scompaia. Una mi- * Occorre che essi (gli autori italiani) in contemporanea.
seria prolungata, le lotte estenuan- qualsiasi forma d’arte e di pensiero, si Nessuno di noi pud sapere oO immagina-
ti giorno per giorno finiscono per
manifestino veramente e profondamente re da quali trame materiali si foggert,
interpreti del nostro tempo, che é quello quali atteggiamenti assumera, in quale
spegnere le energie dello spirito; e
della Rivoluzione Fascista. - Ecco wna co- poetica s’inquadrerd, Vopera d’arte desti-
questo sanno coloro che 1’ hanno
sa Wimportanza suprema: la quale per nata a interpretare veramente e profon-
provato in sé o in chi era loro vi- una minoranza di gente che sa pensare damente la grandezza della Rivoluzione
cino. Con cid non voglio dire che gli é chiara e di valore assoluto, e per moltis- Fascista. Potrebbe accadere che un 10
autori debbano avere unaricca ta- simi in ottima fede ma scarsi pensatori manzo d’avventure lontane o unalirica di
vola imbandita e la Rolls Royce: é interpretata nel modo pit balordo. Mus- meditazioni trascendenti o una fiaba °
sarebbe questo forse un danno da solini ci avverte che dobbiamo cercare di un’analisi di passioni primordiali 0 wn'o-

2
pera di ricostruzione storica, ecc. riescano
infinitamente pit rappresentative dello
spirito fascista che non un racconto che
metta in scena la Marcia su Roma.
(EZ tuttavia quale tema formidabile, la
vita di Mussolini dalla fondazione del Po-
polo d'Italia al viaggio per le citta italia-
ne, 1914-1932, per uno scrittore di potente
evocazione fantastica).

*Bisogna preparare... il teatro che pos-


fs a
sa contenere 15 o 20 mila persone. - Jl pe- 4,4 A

riodo di «avanguardia» é finito con il


; i j rh 1 oe
nostro ritorno dalla guerra, se per avan-
guardia s’intende un linguaggio raro de-
stinato a essere inteso da pochi iniziati.
La nuova avanguardia vuol dire parlare he =—
a ventimila persone senza ripetere nessu- PHU CESbee Dae =
na delle parole che sono state loro dette
gia tante volte. Trovare la nuova parola
da dire a ventimila persone (la politica
ci ha insegnato la strada). Trovare la in-
terferenza tra il sublime e il popolare;
come han fatto i tragici greci, come ha
fatto Shakespeare, come ha fatto Verdi: Ludovico B. di Belgiotioso-Interno di und casa.

tutte persone che ai loro tempi erano


estremamente « contemporanee».
(Ci permettiamo di segnalare che il gu-
sto delle complicazioni triangolari é ormai
CONSIDERAZIONI blimi della discussione.
Noi amiamo metterci di fronte alle co-
decaduto cosi nel teatro come nell’arte SULLA V TRIENNALE Se con il nostro spirito. Il cervello ce lo
narrativa).
facciamo funzionare per nostro conto. La
Avevamo intenzione di dedicare un inte- pennace la guidiamo senza ispiratori. Av-
* Io non trovo chela letteratura italia-
ro Quadrante alla V Triennale e lo ave- vertiamo codesta nostra posizione perché
na é negata al romanzo. - E diciamo ad-
vamo annunciato; ma dobbiamo scusarci abbiamo riscontrato fin qui uno svariare
dirittura all’arte narrativa. Chi pud dir-
lo, se non per vanita personale qualche
con i nostri lettori se non manteniamola di articolesse veramente scriteriate. (C’é
serittore portato da natura ad altre for- promessa: la mostra non @ ancora del un tipo di giornalista il quale meritera
me? Da Boccaccio e Dante al Boiardo, tutto ultimata nelle sue sezioni. Lo sara lepitaffio seguente: «non scrisse mai
dall’Ariosto al Manzoni, da Nievo a Ver- prestissimo. Noi intanto apriamo la se- mezza riga di dissenso: per lui andd sem-
ga, tante smentite. Comunque, la lettera- rie degli articoli che intendiamo dedica- pre tutto bene». L’incompetenza dei gior-
tura narrativa sara probabilmente Varte re all’avvenimento, senza riscontro per nalisti € famosissima. Per questo in Qua-
caratteristica del nostro secolo, come il imponenza nello storia delle esposizioni drante gli ingegneri parlano di ingegne-
teatro tragico fu dei Greci, come le arti
italiane d’arte. ria, gli architetti di architettura, i pittori
del disegno dell’Italia dal Tre al Cinque-
La V Triennale in questo momento, al di pittura, i direttori di fabbrica e gli
cento, come il melodrammadeil’Italia del
domani della polemica accesa e dilagan- operai di sindacalismo, e via di seguito).
Sette e dell’Ottocento. Oggi anche la mu-
sica, anche la pittura e la scultura, anche te per l’architettura coerente con il tem- Noi oggi scriviamo sull’esposizione del
Varchitettura, a ben guardare, hanno ten- po, é un fatto che deve servire alle con- Parco di Milano perché siamo della par-
denze narrative. siderazioni piu attente. Il nostro con- tita, siamo ordinatori di esposizioni. E’
tributo sara come al solito sincero, im- materia nostra: ne parliamo, dunque,
* Voglio concludere con un’altra citazio- prontato alla spregiudicatezza di pensie- con competenza.
ne mussoliniana. Nel suo discorso (1 ago- ro che ci é ormai riconosciuta. Intendiamo
sto 1930) per la inaugurazione della nuo- parlare da amici ad amici: se affermia- Una esposizione va immaginata come
va sede romana della « Societd degli Au- mo cid fin dalle prime righe di questa Si immagina un poema, un edificio, una
tori ed Editori», Mussolini ha detto:
nota, € perché si va sempre pit prefe- macchina, una qualsiasi cosa, un qualsia-
“Gli autori debbono essere animati rendo quella scrittura giornalistica lezio- si atto; va realizzata con un gusto, un
da un grande spirito d’iniziativa. Si sa di iperboliche esaltazioni e d’incon- animo, una tecnica che si informano
facciano conoscere; se é necessario
trollati e infondati giudizi, che conduce scrupolosamente e puntualmente nell’idea
s’impongano,,.
molta stampa nei paradisi della passiva d'immaginazione.
MASSIMO BONTEMPELLI ripetizione, piuttosto che negli inferni su- Si pud, si deve combinare un capolavo-
non dovrebbe ripetersi assolutamente al-
ro anche ordinando una mostra. Natural- bastita con intenzioni d’indole architet-
tonica: anzi, per completare il tema, si la V Triennale a Milano nel ’33. Ormai,
mente bisogna sapere quello che si vuo-
sono costruite tre case isolate, e si € al- dopo tante salutari polemiche, dopo tan-
le, bisogna saper pensare.
lestita un’esposizione con i progetti di te discussioni (calde e vivaci talvolta,
36 ville. Il risultato pratico di questo ma sempre condotte per l’affermazione
Gli ordinatori della Triennale hanno
indirizzo architettonico é stato quello di d’un ideale artistico) ci sembra non yi
saputo immaginare, hanno saputo pen-
aver dato alla manifestazione il caratte- sia pil alcun dubbio sulla buona strada
sare, hanno saputo realizzare?
re di «mostra dell’arredamento moderno». da seguire: o inquadrarsi decisamente
In parte si e in parte no. Il direttorio
« Quali i frutti? Su un terreno neutrale nel movimento europeo con tutta l’am-
triumvirato, a nostro parere, non ha sa-
hanno combattuto due tendenze chiare bizione della nobile e difficile gara inter-
puto presentarci un’esposizione come ave-
vamo tutto il diritto di attenderci: ben e esplicite, quella neo-ottocentesca (in- nazionale, o isolarsi definitivamente fra

immaginata, ben pensata, ben realizza- negabilmente cara agli organizzatori) e gli «in folio» di Vitruvio o del Vignola.

ta, di soddisfazione per la gente che ca- quella cosi detta razionalista. Ufficial- «La «Triennale», malgrado lo sbaglia-

pisce la responsabilité di un fatto mora- mente questa diversita di opinioni arti- to nome di battesimo, si considera come

Je della portata di un’esposizione. Al stiche non é stata accentuata: i premi un’esposizione di architettura. Anche i

Parco noi vediamo uno sforzo, uno sfor- sono stati distribuiti con paziente egua- membri del Direttorio ci sembrano per-

zo grandissimo e per tanti versi enco- glianza tra i due gruppi, quasi per di- suasi che la cosi detta tendenza raziona-

miabile. Ma si tratta di un servizio reso mostrare che il piano di modernita arti- lista abbia spianata una strada: e i lo-
al buon indirizzo delle arti, di un servi- stica d’ambedue era identico. ro programmi parlano in questo senso,
zio che pud considerarsi come un ap- «Ma, la critica e il pubblico hanno in- con una serie di buone intenzioni che
porto al nostro tempo emergente nella vece dato segno di accorgersi di questa noi ci auguriamo completa ed esempla-

storia? confusione: la prima prendendo partito re. Bonta di intenti tanto pil necessa-
Non ne siamo sicurissimi. per l’uno o per Valtro dei due indirizzi; ria ora che é stato aggiunto al panora-
Cercheremo di dimostrare il perché di il pubblico, dimostrando la stessa ten- ma dell’arte decorativa tutto il program-
questa nostra personale convinzione. denza come se lesposizione fosse stata ma di esposizione internazionale d’archi-
fatta per decidere se andavano ancora tettura che, per la sua vastita e per la
E’ necessario premettere che noi non bene le palle, i timpani spezzati, le frec- sua importanza, dovra impegnare a fon-
arriviamo all’ultima ora, o freschi fre- ce, i cuori trafitti'e le nicchie vuote, op- do tutti gli architetti italiani.
schi. Vogliamo riportare per intero un pure se erano preferibili le nitide geo- «Orbene: di fronte agli errori passati,
nostro scritto comparso in «Critica Fa- metrie della «casa elettrica» della «sar- nella constatazione quotidiana del supe-
scista» nell’aprile X, non appena fu pos- toria » dei comaschi, degli « uffici» dei to- ramento rapido della mentalita cultura-
sibile conoscere il progetto del Palazzo rinesi. listica, al cospetto di tanta delicata re-

dell’Arte. «Non fummo allora dell’avviso che il sponsabilita, pud sussistere ancora il
Lo scritto dice testualmente: pubblico avesse ricevuto un contributo concetto della «manica larga», della «tra-

«Il destino della «Triennale» di Mila- alla sua educazione; d’altra parte, il tem- dizione da rispettare», del «pizzico di
no é un destino fra i pit curiosi che si po che ci separa dalla manifestazione, bugnato tanto per dirsi italiani»?
riscontrino nella storia delle esposizio- anche in seguito alla chiarificazione do- «Siamo sicuri di no. Pensiamo che le
ni: baster& pensare che nel ’33 sotto l’in- vuta alla polemica per un’architettura intenzioni del direttorio siano certamen-
segna delle «arti decorative» si terra viva, é servito a convincerci dello scarso te diverse, e le riteniamo indirizzate ver-
una grande esposizione d’ architettura, risultato morale delle mostre allestite in so una generosa ma anche intransigente

cioé di quell’arte in cui il decorativo non nome del «sano eclettismo». Vorremmo valutazione di tutte le serie affermazio-
é che un trascurabile forse inutile parti- delle mostre tendenziali, indicatrici, di- ni moderne.
colare: dunque non il mons che partori- dattiche: per indirizzare il gusto in un «Ma che cosa vuol dire « moderno »?
sce il mus, ma il mus che partorisce il determinato senso, invece che confon- « Questa spiegazione ce la dovrebbe da-
mons. Nata quisquiliando fra un ogget- derlo. re il direttorio della «Triennale»: per
tino e un qualunque arredo folclore o «Allultima Monza si € ammessa una tranquillita di tutti.
importazione, la «Triennale» ebbe una discussione d’arte e di civilta della gen- «Certi dubbi sulla sorte della « Trien-
sistemazione con l’amministrazione Be- te cha non aveva né voglia né diritto di nale», per associazione di idee, sono sor-
vione, attraverso un’opportuna immissio- impicciarsene, e si sono offerti sotto l’e- ti dopo la pubblicazione di qualche schiz-
n darchitettura (arte di sintesi e non tichetta della modernita, dei modelli fra zo relativo al Palazzo delle Arti di Mi-
solo di particolari) ambientale, che fu loro antitetici: l’esposizione si é pratica- lano, che dovra essere l’architettura ita-
la parte preponderante della scorsa ras- mente risolta come una <«battaglia arti- liana pit’ moderna nella grande rasse-
segna: l'ultima volta a Monza, tolte po- stica interna» tra le opinioni di quei due gna. Si tratta d’un edificio stile Palla-
che sale dedicate ai prodotti divisi per gruppi di architetti. dio. Ma in che annosiamo? »
materia, per destinazione, per centro di «Ma se un urto di opinioni é stato pos-
produzione, tutta la mostra é stata im- sibile e inevitabile nel ’30, pensiamo che Ci sembra che il nostro scritto sia an-

:
FOTOR) PRE
aODLZig,
i soe spate = =

TPAVOLA SD

Vr
Triennale - Arch, E, A. Griffini, Faludi e P. Bottoni
cora attuale, e che ci dia il diritto di
manifestare la nostra opinione. Quan-
do si conobbe il progetto fummo noi so-
li (solissimi) a esprimere un parere che
oggi é diffuso.
Perché quei critici d’arte ufficiali che |
giravano nei giorni dell’inaugurazione per
il Palazzo, mostrando alla chetichella le
fotografie di questa o quella costruzione
piemontese di mercato per cavalli, o que-
sto o quell’elemento palladiano allo sco-
po di far denunce di ispirazione, non
sono onestamente intervenuti un anno
fa? Un anno fa eravamo ancora in tem-
po per salvare Milano dall’edificio inat-
tuale preso oggi per bersaglio da ogni
ben pensante.
Invece ci lasciarono soli. Gli eroi sal-
tano fuori ora. A quanti eroi noi abbia-
mo detto di metterci in scritto il loro
odierno stato d’animo: c’é troppa gen-
te che pretende di tirare i sassi con il
braccio degli altri. Soli di fronte al fat-
to, ci capitd la solita avventura: passa-
re per bastian contrari, per critici dal
partito preso, per attaccabrighe, per in-
dividui che «poi sono sempre smentiti
Arch. Lodovico B. di Belgioioso.~Interno casa di condominio.
dai fatti».
Ecco la Triennale, Vora del bilancio. La
gente va al Parco per vedere: ha davan- quel contrasto ci sembra inspiegabile. E’ al cospetto di affronti come questo
ti il palazzone dall’indefinibile stile, e che ci domandiamo se i nostri amici
tutt’intorno il vispo sorgere delle picco- E’ stato detto che una cosa é la Trien- Ponti, Felice e Sironi — tre uomini con
le costruzioni erette all’insegna cosidet- nale, un’altra cosa é il Palazzo delle Ar- la testa sulle spalle — non possiedonoil
ta razionale. La Triennale si presenta di- ti. Il direttorio della Triennale si scusa: coraggio necessario che a un certo mo-
visa in due, eclettica, nelle due contra- ma intanto per legge le Triennali si ter- mento determina fior di pedate contro
stanti tendenze che avvertivamo nello ranno per l’ayvenire nella mole muzia- chi tenta introdurre nelle esposizioni il
scritto di «Critica Fascista», il contra- na. Senza contare che per ora, la V gusto caro ai cafoni.
sto della quarta edizione. Triennale nel suo ordinamento propen- Un salotto cosi fatto piace alle signore
Non c’é dubbio: il Palazzo é la beffa, la de nel modo pit visibile verso il gusto e alle «signorine»; pud piacere anche
boccaccia al razionalismo (e pseudo-ra- del Palazzo. Alludiamoall’esposizione del- ai maschi come sfondo dei minuti di
zionalismo) disseminato nel giardino; il le arti decorative. smarrimento; ma metterlo in una espo-
razionalismo € la beffa, la boccaccia al
Vi sono nelle varie sezioni (e certe se- Sizione é perdere la testa. Un’esposizione
palazzo. Il pubblico non ne capira nien- zioni sono ordinate con dignita, mentre deve essere un’opera di buon gusto. In
te: si confonder&é le idee, cerchera di alcune sono bellissime) ambienti che cor- quel salotto siamo nelle nuvole della sva-
scoprire che cosa hanno voluto proporgli rispondono perfettamente al fotomontag- gatezza: e si vede che hanno perduto la
comestile.
gio culturalistico che distingue l’architet- testa gli architetti progettisti, i fabbri-
Quando noi diciamo che un’esposizione
tura del Palazzo. Qualche volta il liber-
canti, gli operai, i trasportatori, gli alle-
va immaginata unitariamente vogliamo ty @ riabilitato. stitori: insomma, tutti quelli che vi hanno
appunto affermare che oggi non é pos-
Abbiamo osservato, in una galleria, un posto mano.
sibile presentare al visitatore un’esposi-
salotto con i cuscini a foggia di basti-
zione bifronte. mento con il pavese alzato, con la libre- Per un salotto tanto rumore?
Che si abbiano due stazioni antitetiche
ria a foggia di finto orologio da camera, Si, per un salotto noi facciamo tanto
(il cane e il gatto) come a Milano e a
con le poltrone di raso bianco con sopra rumore. Sono imperdonabili le sviste. A
Firenze in un periodo di transizione del-
la rete nera: un’arlecchinata insoppor- onor del vero questa é la svista pit. ap-
la moralita dell’architettura @ spiegabi-
tabile, che dovrebbe servire per gente di Pariscente. In altri salotti abbiamo ve-
le: ma che si inauguri un’esposizione con mare. duti perd certi mobili in vetro istoriato,
tendenziali, risultato di esperienza della
ge- . battuti per passatempo nella polemica?
e certe specchiere che fanno rimpian e nuo- vita sociale e politica.
- Le affermazioni relative alle esigenz
re amaramente tutto il fiorame murane Essendo rassegna internazionale appare
se che abbiamo fatto levar via da chissa
ve dell'architettura — interpretazione del
evidente l’impegno di pervenire a sele-
giusti- tempo — le hanno imparate tutti, ormai:
quante domestiche pareti, con la zioni rigorose e a espressioni esemplari.
ficazione che la condanna del gusto era
ayremmo desiderato che alla Triennale
Non riscontriamo uno spirito d’arte che
fosse risultata questa moralita del tem-
stata inappellabilmente pronunciata. equivalga lo spirito italiano dell’Anno XI.
po fascista.
Va bene: diamo addosso al floreale, e Poca chiarezza, a volte un agire dilettan-
architettu-
cid perché si deve fare il moderno, que- Avremmo voluto veder qui le
in pic- tesco, ’accumulare senza un controllo vi-
sto maledetto moderno che é come la re tipiche dell’Italia fascista: non
chio- gile, rivelano che scarsa é l’informazione
teologia: mette a posto tutto, tutto acco- cole fotografie appese con quattro
oni, sulle cose dell’Italia.
moda, tutto liscia, lustra, nasconde, sol-
dini, ma nei plastici, nelle costruzi
mo vo- Eppure Varchitetto Ponti ha girato tutta
con il contorno necessario. Avrem
letica, e imbambola. Ma certi orologi da V'Italia per rimediare il meglio da ogni
lavoro
tavolo che hanno il quadrante a forma
luto che lo sforzo di volonta, di
nella artista, da ogni fabbricante, da ogni ar-
di lumaca (lo domandiamoagli inservien- e di milioni si fosse concentrato
per le architet tu- tigiano. Si é che non basta girare: il cen-
realizza zione di studi
ti in vestitino azzurro) non sono creti- tro motore delle esposizioni é credere in
fisio-
ni? Pid cretini di tutte le poltrone con re che pili caratterizzano la nostra
una fede, seguire una linea. La Triennale
le zampe di bue fabbricate dai mobilie- nomia.
é un poco la rivelazione della tragedia
ri della Brianza di quarant’anni fa? Centinaia di paesi costruiscono 0 devo-
dell’aggiornamento degli architetti caduti
no costruire case del Fascio. La casa del
nella tromba marina del culturalismo.
Gli equivoci dovevano essere eliminati Fascio é@ edificio fondamentale non an-
Chi ha pensato per tanti anni sub specie
per mezzo di questa mostra: invece gli cora studiato, da studiare per esempio con
archi e colonne difficilmente potra met-
equivoci rifioriscono. Gli artefici degli tutta la passione che si mette nello stu-
tersi nella carreggiata del razionalismo.
equivoci sono terribili: quando si accor- dio del noioso villino. Ebbene, avremmo
(Non basta nascondere il passato e alli-
gono che infastidiscono qualcuno, s’infu- visto volentieri praticamente risolto il
neare il «moderno». Beato fidarsi delle
riano, e sfrenatamente imperversano. tentativo dei «Littoriali dell’ architettu-
ra» compiuto a Bologna per iniziativa
apparenze: l’architetto Piacentini ha fat-
coe ancora chi fa un’albero di ferro,
del L’Assaito, un annofa. to cadere il sipario sui suoi trascorsi, e
ce ancora chi tatua i muri come gli
ha presentato gli abbozzi di alcune scene
indiani si tatuano la pelle. Si creda a noi: il problema centrale
del rinnovamento dell’architettura con- della sua nuova farsa: c’é il plastico del

verge nelle soluzioni delle costruzioni po- Palazzo di Giustizia di Milano in marmo
Leggiamo sul catalogo, nelle didasca-
polari e d’uso popolare. Il problema del-
lucido, tanto pescecanescamente montato
lie: salotto, salottino, sala da gioco, stan-
la villetta sul golfo, sull’Appennino, sul che il pubblico dice subito: chiss& quan-
za di soggiorno, camera da stare, boudoir,
saletta della musica, sala da ginnastica lago, ecc. ecc. é un problema secondario; to é costato questo gingillo).

come sono secondarissimi quelli del vil- s’é ormai capito chi c’é nella mostra:
per signora in una villa, ecc.
Come nei filmi della «Cines»: tutti in lino dell’aviatore e della sala d’estate. tutti gli architetti « moderni»: a partire

frak, quando si beve sono bottiglie di La casa rurale: ecco un problema. La dall’autore del terribile palazzo della Bor-

sciampagna che si sturano, quando si casa in bonifica: eccone un altro. sa di Milano. Le esposizioni ufficiali pre-

cammina sono automobilone che si muo- Anche con le esposizioni d’architettura sentano inconvenienti del genere. Si deve

e darte decorativa bisogna andare verso largheggiare di manica. Ma la manica


vono, quando si fa festa sono trucolenti
tabarrini che si contorcono. il popolo, e, dunque, verso quelle realta larga conduce a creare confusione: anche

E’ questa l’osservazione generale che vo- che il popolo concreta traverso il suo la- i razionalisti ai quali sono stati fatti tut-

gliamo fare: la V Triennale é un’esposi- voro e la sua disciplina. ti gli onori non sono soddisfatti, ed é lo-

zione per la borghesia grassa e nemica gico: troppa inflazione di razionalismo,


del gusto. In tutto il Parco una sola ca- La Triennale con il Palazzo, con il com- scorpacciata troppo spropositata. Troppi

sa popolare. plesso delle inutilita decorative (hanno portoghesi.


Il tempo d’oggi per vittoria di Mussoli- costruito persino degli archi-calamita da-
ni é tempo del popolo: il popolo é ridi- vanti all’edificio, e non si riesce a capire Alcune costruzioni sono perd di un’im-

ventato protagonista della storia italia- perché) con gli arredi destinati alla bor- portanza spaziale. Ne parleremo in Quda-
na. Quante volte abbiamo detto che é fi- ghesia non del tutto meritevole di cer- drante via via che se ne presentera 1’oc-

nita l’epoca del villino, e che l’architet- te attenzioni, con l’algebra dei lussi pil casione. Vogliamo segnalare la casa di Fi-

tura rappresentativa della nostra epoca buffi e ridicolmente preziosi, non ci sem- gini e Pollini che ci pare la realizzazione

é Varchitettura delle case economiche, bra una esposizione che pud indicare una pitt definita e pil coerente con Ja nostra

delle caserme, dei sanatori, delle case del via, e rivelare un gusto al pubblico. giornata. Quando noi scriviamo la parola

Fascio, degli istituti del Regime. La Trien- razionalismo non tra virgolette intendiamo

nale non ha tenuto conto di queste idee. Immaginiamo queste grandi esposizio- riferirci (per spiegare con un esempio) al

Forse che noi e i nostri amici ci siamo ni concepite con intendimenti morali, modo di pensare e di operare che distin-
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TAVOLO DEGLI ORRORI
COMPOSIZIONEDI P. M. BARDI ee
gue questi due nostri architetti. Se inve- scanti. I giovanissimi superano come men- lavorano da anni nel solco di una moder-
ce di scrivere una nota comprensiva sulla talit&é e come mestiere i pittori che han- nita viva e coerente: Cuzzi, Chessa, Turi-
na, Sironi, Terragni, Figini, Bottoni, Ra-
Triennale dovessimo scrivere particolar- no avuto il merito di spianare la strada
va, Larco, Maggioni...
mente di ognuno degli espositori dediche- con la polemica novecentista. Tutto un
Non rincorreremo, dunque, lungo le sa-
remmo a Figini e Pollini un lungo di- gruppo di architetti nuovi avverte che esi-
le, con la gamba di legno e la frusta del-
scorso. ste una tendenza spirituale rivolta alla ri-
lo Scannabue, quelli che han preferito co-
Sostando nella casa dell’artista, noi ab- cerca e alla conquista delle nuove forme;
gliere la loro ispirazione, come una violet-
biamo ripensato all’urgenza di arrivare e che i camuffamenti, gli aggiornamenti,
ta appassita, tra le pagine delle riviste te-
alla soluzione del conflitto fra questo edi- la disinvoltura sono a quest’ora esercizi desche arretrate, o calcare con .passo da
ficio e il Palazzo delle Arti. Siamo insi- superati, scoperti, comici. bersagliere le strade percorse, facciamo
stenti nel far notare l’antitesi, alla stes- Insomma noi pensiamo che il direttorio un caso, dai mobilieri inglesi dell’ottocen-
sa maniera che domani faremmo notare dell’attuale Triennale che é poi il diret- to. Se anche non fossimo cosi spietati, e
un’antitesi politica. Gli organizzatori del- torio della-edizione di Monza (e per docu- ci limitassimo a riferire, che nella sala dei

la grande esposizione avrebbero dovutori- mentare la nostra posizione ristampiamo marmi abbiamo invano atteso il morto e
qui appresso un articolo comparso sul no- che ci siamo poi accorti che tutto era sta-
sparmiarci l’ossessionante dilemma.
to disposto per la rappresentazione della
Tl male si é: che il Palazzo é stabile e stro giornale « Belvedere» tre anni or so-
« Partita a scacchi»; se dicessimo che sul-
che le altre costruzioni sono effimere. Se no) non sia in grado di provvedere alle
lo scalone ci sembrava di andare per uno
Milano avesse avuto il coraggio di ripara- esigenze della VI Triennale.
scenario dell’« Ufa»; se scrivessimo cose
re all’ignominia estetica della Stazione Noi, con tutta franchezza, affermiamo
di questo genere, dovremmo sempre con-
con una fabbrica degna qui nel Parco, questo nostro personale parere, senza con-
cludere che ai costruttori italiani, di Mon-
le sorti dell’architettura avrebbero rice- fonderci naturalmente con l’esercito de- za beninteso, manca qualunque spirito di
vuto un’altra di quelle spinte in avanti gli scontenti che cercano di pescare nel iniziativa, e ia volonta di sboccare in un
che andiamo agevolando dal giorno del torbido, o di coloro che mettono il cuore arte decorativa moderna.
nostro primo articolo su L’ Ambrosiano. sopra i cambi della guardia. Preferiamo che queste considerazioni re-

Siamo dell’avviso che la Fondazione Ber- stino, per amor di patria, nella forma e

neechi abbia commesso un grave errore Detto questo, c’é da aggiungere che c’é nei termini nei quali le abbiamo accenna-
te; anche perché la Germania con i suoi
non bandendo il concorso tra tutti i co- tutta la parte positiva della mostra da
pentolini, i ferri da stiro, gli strumenti
struttori italiani, allo scopo di spremere registrare: e la registreremo con la pit
chirurgici offre lo spunto a paragoni trop-
dagli ingegni giovanile riflessioni pil. ade- viva cordialité nei prossimi numeri. La
po mortificanti: quella Germania che é
guate al tema. cordialita sara tanto pil calda dopo la
risorta dal disastro della guerra — dicia-
premessa che ci sembrava doverosa, men- molo anche a costo di ripetere un luogo
Tutte queste considerazioni sono ormai tre concludiamo la nostra nota ripetendo comune — e che é riuscita ad imporre al-
all’ordine del giorno, e le riferiamo non che a parte le considerazioni d’ordine ar- Europa lo stile di un popolo creatore, ir-
per il gusto di far riserve e critiche, ma tistico la Triennale é l’esposizione pit in- rigidito in una coerenza che ha qualcosa
con l’augurio che nella prossima edizione teressante realizzata dall’Italia, ricca di di fatale.
se ne tenga conto. partecipazione straniera e di iniziative: I tedeschi, in confronto ai francesi, ai
Noi ci auguriamo sopra tutto che la VI un’esposizione che consigliamo di visitare belgi, ai brasiliani, agli ungheresi, agli in-

Triennale sia immaginata, pensata, realiz- attentamente. glesi di Monza, rappresentano veramente
P. M. BARDI gli attici dell’Europa moderna. I tedeschi,
zata meno affrettatamente e da un diret-
e gli austriaci: sia detto con buona pace
torio rinnovato, da uomini che sappiano
fino in fondo quello. che vogliono.
(RISTAMPE ) di tutti.

Quando un istituto ha la fortuna di es- MONZA 1930 E’ Vimpegno della vita. moderna contro
i divertimenti e le dissipazioni del neo-
sere presieduto da un amministratore del- (Da « Belvedere» n. 4, aprile 1930) classicismo impotente e cortigiano.
la coscienza e della tenacia del dottor Chi volesse discutere questa esposizione Ai partiti di questa tendenza noi chie-
Giulio Barella, merita un direttorio re- di arte decorativa dal punto di vista del diamo come siano riusciti a spezzare il ca-
sponsabile dell’ordinamento artistico che gusto europeo si vedrebbe svanire fra le tenaccio del II articolo del regolamento
corrisponda in pieno all’aspettazione. mani l’argomento, e gli cadrebbe ognivel- della mostra: «L’esposizione accogliera
Diciamo francamente che con questa leita di polemica: a Monza, i costruttori soltanto manifestazioni d’arte decorativa
Triennale dovrebbe concludersiil ciclo dei e gli artisti italiani sono uomini troppo e industriale assolutamente modernee at-
neo-neoclassici, dovrebbe chiarirsi il dis- candidi, contro i quali, come sempre con- tuali per uso e destinazione, che abbiano
tro l'innocenza, si spuntano tutte le armi. nobilta di concezione e di esecuzione e
sidio artistico del direttorio in cui un
Erode non fu soltanto crudele, fu anche che rispondano ai criteri del programma.
Ponti é propenso al razionalismo e un Si-
uno che perdette tempo e fatica. Sono escluse le copie e le contraffazioni
roni non vi crede. Il ciclo dei neo-neoclas-
Escludiamo, naturalmente, gli ordinatori dell’antico... ».
sici é ancheil ciclo della pittura e della
di certe sale — la sezione dei metalli, la Vorra dire che a Monza le copie e le
scultura novecentista, che ha finito i suoi mostra grafica, la sartoria, e gli architetti contraffazioni di neo-classici le avremovi-
giorni come dimostrano le pareti dei fre- della casa elettrica — cioé gli uomini che ste soltanto noi.

7
loso a un chiaro indirizzo del pubblico, sante e volgare.
PITTURE MURALI NEL ottenendo in tal modo il rovesciamento Nel palazzo la pittura non ha funzione
PALAZZO DELLA TRIENNALE dei fini che si proponeva un tale tenta- collaboratrice con Varchitettura: si trat-
tivo in sede di Mostra d’arte decorativa. ta di muri messi a disposizione di artisti.
La pittura murale é all’ordine del gior- L’articolo in proposito di Ojetti sul Un edificio con pitture va pensato, pro-

no. Il desiderio di.abbandonare il qua- «Corriere della Sera» che ha svisato in- gettato, realizzato, partendo dall’idea che
dro di cavalletto per concentrare latti- teramente i risultati, ne é la prova pit Vedificio ha pitture. Codesta € una man-
vita pittorica sulle pareti é sentito da evidente. canza: e é un peccato che la si debba
tempo, e non soltanto in Italia. Nel Pa- L’esperimento é poi sciupato dal punto rilevare proprio in occasione del pri-
lazzo del Parco di Milano il problema di vista tecnico in quanto le condizioni mo e pit grande esperimento di un ri-
é stato affrontato traverso una prima delle pitture sono veramente pietose, e torno alla pittura murale. Il risultato
realizzazione. cid non é incoraggiante se la Triennale pitt certo é forse quello della prova tec-
Per merito della Triennale é stato pos- intendeva attuare la campagna per la nica di dipingere sui muri. Ma cid per
~

sibile passare da una fase di discussio- pittura murale. La pittura di Carra, una la ristrettezza del tempo. (Per il colloca-
ne (discussione alcuni anni fa proposta delle pareti pit importanti, é rovinata mento degli affreschi forse, il comitato
dal giornale « Belvedere ») a una fase di da visibilissimi trasudi che la offusca- non conosce quella buonissima regola leo-
esperienza condotta con mezzi assai im- no e la alterano in un modo cosi deso- nardesca che una pittura va veduta al-
ponenti. lante che soltanto un artista il quale la distanza di sei volte la sua altezza: e
Ma dobbiamo subito affermare che il abbia, amore per il suo lavoro pud com- come é possibile nelle gallerie strettissi-
risultato non ha superato il valore di prendere. Il risultato tecnico ha una me osservare pitture?).
un tentativo sperimentale. Non si pud grande importanza nel fascino misterio- D’altra parte l’architettura neo-neo-
certamente parlare di risultato positivo. so dell’opera d’arte; i committenti non classica di Muzio non poteva creare am-
Per conto nostro si é sbagliato creden- dovevano certo trascurare questo impor- bienti favorevoli a un’arte liricamente
do all’esistenza di un eccessivo numero tante fattore e non dovevano porre gli moderna. Il pasticcio culturalista nasce
di pittori capaci di cimentarsi nella pro- artisti nella condizione svantaggiosa di da ,qui, e la questione stessa degli acco-
va, murale. Trenta artisti sono molti, dovere dipingere su muri umidi. stamenti casuali di pitture dissonanti e
peggio se la selezione é stata cattiva. Se Ritornare ai muri, va bene; ma bisogna di valori enormemente disuguali avviene
proprio trenta doveva essere il numero ritornare ai muri con tutti gli attributi nel solito e nel peggiore dei modi di una
dei pittori, ci pare che si sarebbe dovuto e il desiderio di volonta del proprio tem- qualunque esposizione di tele.
tener conto, in un quadro pit nazionale, po. Peréd la definizione ritorno pud crea- Mancato Vordine informatore di un as-
delle personalité migliori: cioé, andava- re subito uno stato d’animo riflesso: i sieme, a noi non rimane che accostarci
no prescelti i trenta pit capaci. Invece grandi esempi del passato inceppano la alla. parete e osservarla singolarmente co-
pare che nella graduatoria della pittura fantasia creativa. Ne nasce una visione me fatto pittorico in sé.
il comitato, in alcuni casi, abbia addi- preconcetta; tre, quattro, cinquecento, o E allora dovremmorifare le osservazio-
rittura cominciato a scegliere seguendo Pompei, sorgono davanti con il loro gu- ni che si fanno in miglior modo, e in se-
a ritroso il cammino della graduatoria. sto nel comporre, nel chiaroscurare, nel- de pili adatta, nelle esposizioni di quadri
Negli ambienti vicini al Comitato si dice lo scompartire: e persino l’arcadia con per la pittura di Carra, di De Amicis, di
che dovette pervenire alla scelta che si tutto il suo bagaglio rettorico. Cagli, di Campigli, di De Chirico e an-
discute, per quelle inevitabili pressioni E’ il caso di Fumi e di molti altri che che di Severini se pure lo vediamo qui
di ordine organizzativo che sembrano una tentano di portarci indietro, in un acca- con un mosaico.
soggezione fissa nel mondo artistico. A demismo che é costato all’Italia qualche Questa esperienza murale ci lascia
noi non risulta che il Sindacato degli secolo di ritardo nella pittura europea. quindi nei singoli mondi di una fanta-
Artisti abbia questa volta la pil piccola E’ il culturalismo rettorico di un post- Sia individuale e di nuovo non restereb-
colpa. Crediamo piuttosto che le ragioni dannunzianesimo che tenta di risom- be che la misura metrica della super-
stiano in un campo molto pit ristretto, mergerci. ficie.
individuabili soltanto nei piccoli cerchi Il problema della pittura sulla parete A noi interessava segnalare l’importan-

delle clientele personali. é un problema di architettura. Si deve za Qell’esperimento, gli errori accaduti,
In una mostra internazionale il criterio accordare la pittura all’architettura; in la necessita di discutere a fondo, parten-
———

di responsabilité doveva essere pit viva- altre parole cercare un’armonia tra l’ar- do dai muri della Triennale, il problema
mente sentito, e il terreno nazionale po- tista architetto e Vartista pittore. Chia- di un ritorno alla pittura murale.
teva offrire una media di elementi facil- mare dei pittori ad affrescare muri é,
VIRGINIO GHIRINGHELLI
mente superiore. innanzi tutto, un atto di stima e di in-
Questo non é stato ancora detto pubbli- tesa artistica. Anche chi accetta l’incari-
camente, per quella mania di tenersi in
corpo le cose e di dirle sottovoce con
co di affrescare deve intendersi e stima-
re l’architetto.
CORSIVO N. 6
piccole dosi di malignita. E’ bene dirlo Esempi evidenti: la scultura equestre Un romanzo che si scrive o una parete
sinceramente: alcune pareti sono vera- del Melotti partecipa esattamente allo che si dipinge, sono un monologo quando
mente desolanti. stato d’animo che crea l’ambiente; la norm sono un dialogo — qualche volta se
La sproporzione di statura tra gli arti- deliziosa pittura di De Amicis, special- la fantasia ci abbandona si scrive invece
sti che si sono impegnati crea innega- mente come ci appare dallo scalone, é un diario nei libri o sulle pareti.
bilmente uno stato di confusione perico- invece spaesata sotto Varchitettura pe- CC:
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V. Triennale - Arch, Figini e Pollint = Pianta della ville studio per un artista,

VILLA-STUDIO politica alle arti), a determinare una «ten- Nel primo cortile semicoperto (cfr. l’im-
denza nella tendenza ». pluvio pompeiano, il «patio», il cortile
PER UN ARTISTA Funzionalismo classico. Che @ infinita- della Ca’ d’Oro) al di 14 di una vasca con
mente diverso, antitetico anzi, al classi- piante acquatiche, dei cespugli, e del ret-
A tre anni di distanza dalla « Casa elet- cismo accademico rifatto attuale da con- tangolo di prato, é posta come fondo
trica» (Triennale 1930-VIII) la « Villa- taminazioni formalistico-razionali. prospettico, sull’asse visuale dall’ingres-
studio per un artista » presenta oggi con so, una scultura a due colori, illuminata
maggiore evidenza quei caratteri di evo- Nella « Villa-studio per un artista» il dall’alto.
luzione e differenziazione, nel senso la- ritmo é determinato dagli intervalli co- Tl secondo cortile si sviluppa su tre la-
tino e mediterraneo, che distinguono at- stanti (cioé dal numero); gli spazi rit- ti (due pareti piene, una di cristallo) at-
tualmente una parte dell’ architettura mici si seguono lungo le prospettive dei torno a un grande pruno rosso che ne
nuova. pilastri, evadendo dall’interno verso l’e- forma quasi il centro; sul fondo un mu-
Influssi e ricorsi di una civilté mediter- sterno. ro pitt basso, affrescato. Al di 14 un cor-
ranea a tale differenziazione hanno con- La costruzione é stata realizzata median- tile chiuso, con piscina di marmo dispo-
tribuito; un contrasto Nord-Sud si va te una struttura in acciaio; i pilastri a sta in corrispondenza alla grande porta-
sempre pil. accentuando in seno alla mo- sezione quadrata risultano dall’accosta- finestra della camera da letto. Distesa
derna architettura europea. (All’estero le mento di due profilati a U collegati fra sullorlo della vasca una statua policro-
opere di Mies van der Rohe e lultimo loro; lo schemadella disposizione dei so- ma, ai lati una zona di prato e cespugli,
Corbusier ne portano le tracce inconfon- stegni verticali si risolve in un reticolo e un solario a settore di cerchio con pic-
dibili). a@ intervalli costanti nelle due direzioni colo reparto-palestra per la ginnastica.
Logicamente, istintivamente, i popoli la- ortogonali. Ritorno della statua e dell’affresco nel-
tini, la giovane architettura italiana so- La ricerca di dare alla casa una mag- Varchitettura modernissima. Si é qui cer-
prattutto, puntano su questa differenzia- giore intimitaé — ricerca contemporanea cato di raggiungere una armonia classica
zione classica, solare, antinord, del razio- a quella dell’adattamento all’ambiente con la studiata collocazione (prospettica,
nalismo. Differenziazione che tende sem- circostante (alberi, cespugli, prati, atmo- su un fondale di valore uniforme) della
pre pi a sottomettere il funzionalismo sfera) — ha portato a limitare le aper- scultura nello spazio (architettonico), e
della materia al funzionalismo dello spi- ture verso Yesterno, e ad aprire sugli una armonia cromatica col riprendere nel-
rito, a dotarlo di norme e di ritmi clas- spazi a cortile grandi pareti scorrevoli la statua i contrasti di colore dell’archi-
sici (una rinata classicité spirituale in- di cristallo, orientate in modo da evita- tettura-ambiente.
fluenza oggi l’Europa e il mondo, dalla re l’insolazione estiva. Una collocazione dell’affresco nello spa-
zio prima, e in superficie poi, si é tenta-
ta, isolandolo perché vivesse a sé vita
propria anche comearte pura. (Non cre-
diamooggi alla «pittura decorativa», ma
alla «pittura» senza aggettivi come cre-
diamoalla « architettura » e non alla « de-
corazione»; all’« arte» e non alle « sotto-
specie dell’arte »).
Qui si é@ collocato l’elemento « affresco »
come «materiale di rivestimento», il pit
ricco certo e il pi nobile di tutti i ma-
teriali; come «superficie colorata » (aven-
te valori spirituali propri), da situare e
Med
valorizzare in maniera nuova. his
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GINO POLLINI
LUIGI FIGINI IIIS
SIMI
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OLD
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Tutto bene, e la casa-studio di Pollini e
Figini puo essere un punto di partenza
per chiunque oggi voglia farsi una casa.
Guardando (e con molto desiderio) la
casa non da pittore ma da scrittore, pen-
so che non potrei scrivere di faccia a una
parete di vetro, come non saprei scrive-
re all’aperto. Forse per i pittori e sculto-
ri é un’alira faccenda. Tuttavia ricordo
che una volta Arturo Martini m’ha det-
to che non poteva lavorare negli studi con
lucernario, perché gli pareva che il Padre
Eterno stesse a guardarlo dall’alto; e que-
Areh Figinie Pollini- Villa studio per artista,
sto naturalmente: gli metteva soggezione.
Se Figini e Pollini creeranno della loro ca-
sa-studio una variante dedicata agli scrit-
tori, si ricordino chelo scrittore ha biso-
TAVOLO DEGLI ORRORI gO per rivelare quel patetico mondo: ma
fu tempo perduto. Abbiamo noi, oggi, il
gno di un angolo chiuso, protetto, garan- A un certo momento del secolo scorso, privilegio di svelare quel segreto.
tito; insomma, di una tana. quando dell’idea architettonica si era per- E’ andata cosi: abbiamo ammazzato Var-
Quanto alle pareti mobili che sono desti- duto persino Vodore, nacque Varchitetto chitetto culturalista, gli abbiamo aperto
nate ai quadri, per conto mio le sostitui- culturalista. Nacque, forse, nel botteghino il cranio, e abbiamo accuratamente rica-

rei con scaffalature a doppia faccia per


@un rivendugliolo di stampe antiche da vato tutto il suo paradiso mentale. Lo
padre eclettico e da madre accomodatutto. abbiamo ricomposto minuziosamente e fo-
i libri. Credo che tra qualche anno nes-
Crebbe, il piccino, con il latte di cento tografato, per darne notizie ai nostri let-
suno pi appendera un quadro a una pa-
balie, e alla scuola con le lezioni di cen- tori.
rete. Aversi dattorno tutti i quadri che si
to precettori: il ragazzo doveva immagaz-
possiedono, da vedere continuamente, e
zinare nella sua zucca un’enciclopedia dt Quel che raccontiamo avvenne tre anni
tutti insieme, é come se uno avesse tanti nozioni architettoniche. or sono, nella famosissima esposizione di
grammofoni che continuamente facessero « Conoscere», fu questo il motto che il architettura razionale realizata alla « Gal-
sonare tutti i suoi dischi. Chi ha dei qua- giovinetto incise nel suo ex-libris. Com- leria d’Arte di Roma». Di questa mostra
dri, deve tenerli come i pittori tengono le porre, fu questo V’impegno cheegli si as- molti si sono dimenticati, altri fanno fin-
loro tele; voltate e accatastate una addos- sunse di fronte al prossimo. Erigere case, ta che non sia mai avvenuta, altri anco-
so allaltra, appoggiate a una parete; e fu questo Vinearico che Vattonita borghe- Ta cercano di far credere che le cose an-
quando si vuol vederne qualcuna lo si va
sia, fiduciosa di lui, affidd al nuovo leone. darono in maniera differente.
Ogni uomo ha nel capo il suo paradiso, Ma la famosissima esposizione é pit vi-
a tirar fuori dalla catasta.
composto delle sue preferenze ideali, dei va che mai. Ecco che Velemento fonda-
Bellissimo nell’insieme di questa caset-
suoi amori, delle sue sottili e godute con- mentale, il «tavolo degli orrori» ci serve
ta é il suo senso strofico; il suo spirito as-
quiste morali: cosi Varchitetto culturali- oggi per risparmiarci un lungo articolo.
solutamente antiborghese; la ritrovata
sta ebbe il suo paradiso. Non si ebbe Abbiamo aggiornato il « Tavolo degli or-
continuita tra Vesterno, Vinterno, e tut- mai la chiave di quel limbo misterioso. rori». Si diverta il nostro lettore.
ta Varia fino al cielo. M. B. La storia del gusto, per suo conto, inda- P.M. B.
10
LA MOSTRA DEL “CIRPAC,, i dati che si riferiscono alle citté esistenti. CORSIVON. 7?
Questi studi — che riguardano numerose
L’attivitaé dei Congressi Internazionali di citt&é europee, americane, e anche asia- Il rimbrotto contro coloro i quali persi-
Architettura Moderna ebbe inizio nel 1928 tiche — costituiranno la base fondamen- stono a camminare a ritroso del tempo,
con una riunione preliminare tenutasi al tale di ogni ricerca successiva riferentesi costruendo allinsegna degli stili passati
castello della Sarraz (Svizzera); i pit noti all’organizzazione della citta. é ormai fuori di moda: un poco perché
architetti d’avanguardia europei, fra i qua- Il materiale e gli studi del C.I.R.P.A.C. Varchitetto retrospettivo sta scomparen-
li Le Corbusier, Gropius, Bourgeois, vi vennero presentati in Italia traverso due do ,un poco perché il pubblico ha impara-
parteciparono. Nel corso di questa prima Mostre della «casa minima» e della to a deridere gli invertebrati. Tuttavia
riunione — in seno alla quale l’Italia era « lottizzazione razionale » tenute a Milano ogni tanto ci si imbatte in certa edilizia
rappresentata da Sartoris e da Rava — (1931-1932) e a Bologna (1933). cosi irritante che pare di mancare a un
vennero fissati i punti fondamentali del Alla V Triennale i Congressi hanno ora dovere a non denunciarla. C’é sempre
programma, dei Congressi. organizzata una mostra di fotografie di qualeuno che va oltre i limiti.
Uno degli scopi del C.I.R.P.A.C. fu quello opere realizzate dai membri dell’Associa- Giorni sono stella nera su «Il Lavoro»
di stabilire una «sintesi della citta». Per zione. Sono presenti architetti di 11 na- coglieva in fallo un architetto che aveva
facilitare la soluzione dei problemi com- zioni: Svizzera, Germania, Spagna, Olan- ricostruito una Chiesa nei pressi di Ra-
plessi che si presentavano,il lavoro venne da, Finlandia, Francia, Ungheria, Belgio, pallo, in stile rinascimentino. Il figlio del
diviso in categorie ben determinate, per Polonia, Stati Uniti d’America, Italia. Ci- costruttore, pure esso (purtroppo) archi-
ciascuna delle quali doveva essere anzi- teremo: Hubacher, Steiger, Moser, Gro- tetto replicd con una lettera per specifi-
tutto raccolta una documentazione. pius, Mies van der Rohe, Breuer, Mendel- care che non si trattava di un’opera ri-
Il 2° Congresso, tenutosi a Francoforte sohn, Sert, Byvoet, Duiker, Aalto, Le Cor- nascimentino, ma di una rarita modernis-
nel 1929, si occupd tra l’altro del problema busier, Molnar, Bourgeois, Syrkus, Neu- sima in stile « medioevale, e precisamente
della cellula d’abitazione economica: «La tra. Il gruppo italiano é presente con Bot- romanico con elementi gotici», e allo sco-
casa minima». Sulla base della vastissima toni, Figini, Frette, Griffini, Libera, Lin- po di edificare il lettore del giornale ge-
documentazione presentata — chesi trova geri, Pollini, Ridolfi, Sartoris, Terragni, novese raccomandava di pubblicare le fo-
raccolta nel libro « Die Wohnungfiir das Vietti. tografie dello stato della Chiesa demolita
Existenzminimum» — é stato possibile sta- Da questa Mostra appaiono evidenti da- e lo stato della Chiesa rifatta dal padre.
bilire dei concetti positivi sulla «casa mi- ti di fatto che si prestano a considerazio- Liimpudenza ormai arriva fino al punto
nima», concetti che hanno condotto a im- ni di particolare importanza. di tentare il colpo di mano, speculando
portanti risultati pratici. Da tali studi é Si pud infatti constatare come le ricer- sullignoranza. La vecchia facciata era pu-
apparso evidente come la costruzione de- che per la nuova architettura si svolgano lita, semplice, espressione del buon senso
gli appartamenti minimi, salubri ed eco- in un clima europeo. Le opere degli ar- di un capomastro senza pretese ma senza
nomici, era difficile da realizzare finché chitetti dei vari paesi nascono nell’ambi- il cervello annebbiato dagli album delle
non fosse stato determinato il modo ra- to delle tradizioni e dello spirito nazio- scuole di architettura. La «nuova» fac-
zionale di costruire i quartieri. nale; i risultati positivi ottenuti trascen- ciata: la solita stupidité architettonica.
Il 3° Congresso — tenutosi a Bruxelles dono pero i limiti della nazione in cui fu- Avevamo appena finito di leggere l’epi-
nel 1930 — si occupd appunto dei sistemi rono raggiunti ed hanno valore universa- sodio, e appena eravamoribolliti, quando
di raggruppamento degli alloggi: « Lottiz- le. Non pud un popolo trascurare questi una lettera ci avverti misteriosamente (co.
zazione razionale ». Uno dei punti pit im- valori senza rischiare di trovarsi fatal- me in un romanzo giallo) di recarci d’ur-
portanti discussi, e sul quale presentaro- mente alla retroguardia del pensiero. genza verso il Forte Bravetta, oltre la Ma-
no importanti relazioni Le Corbusier, Gro- Questi risultati positivi si identificano donna del Riposo: qualche cosa di grosso
pius e l’americano Neutra, fu quello del- quasi sempre e soprattutto nello sviluppo stava per accadere. Andammo. Unatriste
Valtezza pili conveniente per i fabbricati: e nella creazione di nuovi schemi archi- giornata. Non c’é un termine per classi-
case basse, medie, o alte? I lavori del tettonico-costruttivi; ossia nella determi- ficare Varchitettura che abbiamo veduto.
Congresso e i documenti presentati ven- nazione dei rapporti spaziali di reciproca Si tratta della sede di un convento, del
nero raccolti e riprodotti nel libro: « Ra- collocazione e collegamento fra le « mura- « Monastero provinciale di Nostra Signo-
tionelle Bebauungsweisen». ture di protezione e di divisione» e 1’«os- ra di Carita del Buon Pastore ».
Seguendo un logico sviluppo di ricerche satura» (cfr. Villa Savoye, Villa Tugen- Un castello ineantato, un rifugio di ma-
e di pensiero, il 4° Congresso — che sara dhat). ghi, draghi, serpenti dalle diecimila te-
tenuto quest’anno ad Atene — avra come E ancora: una base comune di collega- ste? Impossibile a definire. Impossibile a
tema: «La citté funzionale»: questo ar- mento fra, le opere esposte é@ data dalla descrivere: mancano i termini, manca la
gomento sara all’ordine del giorno anche realizzazione del principio razionalista, in-
possibilita d’un riferimento. Il parto é
nel congresso successivo. L’ espressione
teso come necessita di un armonico colle- fantasticamente mostruoso. Un contorcer-
«citta funzionale» vuole Significare che gamento tra il fatto costruttivo (struttu- si di cornici, timpani, palle, archi, colon-
le funzioni essenziali della citta: abitazio-
ra), il fatto estetico (rapporti di volumi e ne; un inseguirsi di nicchie, ringhiere,
ne, lavoro, svago, collegate fra loro dall’e- di linee), e il fatto pratico (destinazione) mensole; uno svariare di materiali; pinna-
lemento trajffico, devono portare alla de-
di un edificio. Tale principio @, e deve re- coli, campanili, finestre di cento dimen-
terminazione delle forme dell’agglomerato
stare, alla base di ogni ricerca in atto per sioni, affari diversi tutti inconcepibili.
urbano. Per giungere a stabilire i principi la realizzazione dell’architettura contem- Ii lettore ha capito si tratta di un nuovo
della «citt& funzionale» si é considerato poranea. edificio di Armando Brasini.
indispensabile, prima di tutto, raccogliere
GINO POLLINI POMC

11
no per tempo i tipi nuovi. Un invito
(ricordare: si é trattato allora di due
PADIGLIONE DELLA STAMPA mostre ben diverse, una tecnica del ra-
chiaro, concreto: e le fonderie avrebbero
mandato molto materiale, anche apposi-
mo, laltra supremamente eclettica — ri-
La mostra della stampa alla Trienna- tamente studiato in quei loro reparti pre-
flettere su quanto abbia perduto in effi-
le costituisce un equivoco come program
- paratissimi, per valore di collaboratori ed
cacia la propaganda politica di allora,
ma d’esposizione e una occasione manca- quest’anno XI, con la Mostra della Ri-
efficacia tecnica, allo studio delle esteti-
ta come attuazione pratica. L’equivo
co é che grafiche e delle intelligenti applica-
yoluzione aperta e nel clima filo-fascista
annunciato nello stesso titolo, che auto- dell’Europa) si sarebbe dovuto evitare ogni
zioni dei tipi.
rizzava i grafici a sperare in una mo- Inquadrata in una sezione cosi predispo-
equivoco: al giornale ed alle manifesta-
stra sinceramente dedicata alla loro ar- zioni che ne derivano, l’intero padiglione sta, anche buona parte della mostra foto-
te, come ad una delle arti minori. Inve- di Baldessari; all’arte grafica, anzi alla ti- grafica — nella quale la scelta del mate-
ce per il direttorio, stampa é principal- riale doveva essere condotta con criteri
pografia, matrice di tutte le altre «arti»
mente sinonimo di «giornale»: cosa che
grafiche, uno spazio conveniente nella mo- pitt rigorosi e moderni: pitt « grafici» —
con Varte grafica ha niente di comune,
le muziana. avrebbe raggiunto un significato concreto
perché il giornale, nel caso nostro, é con- e attuale.
Nel pasticcio del Padiglione della Stam-
siderato sotto la specie politica e lirica.
pa, la tipografia rimane in sott’ordine e
Quale apporto provenga da questa atti- si vede tolta la sua autorita. Riflettere sulla possibilitaé di accostarsi
vita all’assunto dell’arte decorativa mo-
Dobbiamo concludere: ignorare quest’ar- a nuove forme, a nuove idee, di documen-
derna, chiunque pud vedere da sé: ea
te «minore» sarebbe stato preferibile al tarsi su nuovi impieghi, per quegli arti-
chi si meravigli di avvicinamenti tanto
presentarla in modo tanto poco coerente sti plastici e quegli architetti che in nu-
strani, bastera ricordare in quale conto colla-
con la sua importanza e con l’apporto che mero sempre maggiore diventano i
sia tenuta l’arte grafica, tra noi, in fatto
all’arte decorativa pud provenirne. boratori della tipografia, e ai moduli ti-
di esposizioni e di comprensione, e quali
pografici sono spinti dalle direttive del-
risultati si ricavino da tale atteggiamento.
Yarte attuale.
L’esperienza di Monza 1930 non haser- Su presupposti programmatici di questa
consistenza, erano impossibili delle attua- Riflettere sulla suggestione da questo
vito. In quella occasione la mostra gra-
mondo mal noto esercitata sopra il pub-
fica @ stata pretesto per esercitazioni spi- zioni pratiche documentate sulla tipogra-
fia attuale. Difatti la mostra é una copia blico: committente che impone troppo
ritose di «architetture metafisiche », cor-
spesso il proprio gusto, per ignoranza, in-
nice esuberante a un contenuto melanco- mediocre delle solite mostre: a parte il
fatto dell’irrazionalita architettonica, del- deciso e misoneista.
nico; a Milano, ’ambiente non é pit: adat-
to di allora alla presentazione di stampa- la illuminazione insufficiente dove (mo-
Tutti risultati raggiungibilissimi al pat-
ti e in pit la mostra ha servito a mani- stra della fotografia) non é addirittura
to che le idee fossero state chiare e an-
festazioni che per l’arte grafica sonoirri- contraria.
Si é dimenticato che la tipografia nuo- nuciate a tempo opportuno.
levanti.
va, in Italia, é ancora in una fase pole- Perché chi sia appena al corrente della
Recriminabile fatto, perché, anche sen-
za voler sopravalutare la tipografia, non mica: che la situazione grafica nel 1933 nostra situazione grafica, sa benissimo
si pud disconoscere la necessita della sua é quella dell’architettura nel 1928-29. Ep- come il materiale sufficiente non si trovi
nella produzione normale: ma debba es-
coerenza col gusto dell’epoca e delle al- pure bastava richiamarsi ai due assunti
della Triennale — risposta documentata sere preparato. traverso inviti, incarichi,
tre arti, per la forza propagandistica che
é contenuta nella sua universalita. ai negatori di uno stile del nostro secolo; concorsi.
Tl direttorio stesso ha mostrato di aver- opera di propaganda sulle masse e di coor- E come s’é stimato imprescindibile aver
lo inteso, sforzandosi di dare agli stampa- dinazione dei produttori — per inquadra- presenti gli architetti esteri, non v’era ra-

ti e alla propaganda della Triennale un re con la maggiore evidenza programma, ne seria che sconsigliasse di fare altret-

aspetto «alla giornata»: se poi gli uni e e attuazione della mostra che ci interessa. tanto con i tipografi esteri. La Triennale

Yaltra hanno tradito Vintenzione, con le Tipografi d’avanguardia con esemplari doveva essere « europea» anche, e soprat-
loro attuazioni di gusto, diciamo, dub- lavori, presentati genere per genere — tutto, in quell’arte grafica che é@ la pit
bio, ’importanza del riconoscimento non attuazioni moderne di stampati d’uso co- europea delle arti e fra noi, la menoalla
ne viene diminuita. mune, con i prodotti correnti accostati giornata. Soprattutto bisognava evitare
In sott’ordine a questo, due fatti impo- alle nuove interpretazioni, mediante ac- la sezione tedesca cosi com’é stata attua-
nevano una sezione seria, competente de- corgimenti grafici che rendessero chiari ta, per quanto rappresenta di sperequa-
dicata all’arte tipografica: — la rarita, a tutti le ragioni ed i risultati della ti- zione di materiale e d’umiliante confronto.
in Italia, di mostre grafiche organiche pografia nuova: pagine di cataloghi co-.
e rigorose; l’essere la tipografia nuova, me sono e come dovrebbero essere, pagi- Con rammarico vivo si deve prendere
sempre in Italia, troppo lontana da quel- ne di riviste neoclassiche e pagine di gu- atto di quale magnifica occasione é stata
la maturita che sola potrebbe legittimare sto vivo. sciupata per situare l’Italia grafica, alme-
un disinteresse propagandistico. Altro indice dell’impreparazione, é l’as- no come intenzioni, nel gruppo di testa
Ammesso, sebbene nonsia facile ammet- senza di una mostra dei caratteri: ele- delle nazioni europee: rammarico tanto
terlo, che si fosse ritenuto giovevole e lo- menti essenziali nella tipografia ed inte— pili vivo, perché questo si deve a un tre
gico inserire in una «sagra» dell’arte de- ressantissimi come dimostrazione di ten-- mendo nemico di ogni cosa seria nel cam-
corativa la mostra del giornale, per rin- denze, perché le fonderie hanno una sen- po dell’arte: il dilettantismo.
novare il fatto di Colonia e Barcellona sibilita acuta dei bisogni moderni e crea- GUIDO MODIANO
12
TAVOLA II

Cristoforo De Amicis - “Nudi al sole,,. Pittura murale nel Palazzo ‘della Triennale (assieme e particolare).

Masolino da Panicale - Particolare dell’affresco “Il Battesimo,, nel Battistero di Castiglione Olona.
TAVOLA III

V Triennale»- Architetti Figini- Pollini


- Villa-Studio per un artista - La
fronte il retro - il fianco.
a
piuta. Arte e religione sono una cosa sola. sti siano pronti a fare almenoaltrettanto.
RIFORMA DELLE ESPOSIZIONI Oggi improvvisamente il ciclo riprende. Non la vita chiediamo loro, ma un po-
L’apertura della Triennale di Milano ha La rinascita fascista é il segno sicuro di co pid di coraggio e di fede. Osserviamo
riaperto una questione che per quanto si un vasto movimento mondiale. Ma arte, quanto é successo negli ultimi mesi. Se
voglia far apparire inesistente o superata che su; questa via di liberta ha precor- cera ung istituzione nata sotto felici au-
reclama pili che mai di essere risolta: so la politica, par ora voglia ritirarsi, spici, questa era la Triennale di Milano.
quella delle esposizioni. Innanzi tutto é far marcia indietro, vergognarsi d’aver Aveva rifiutato un palazzo reale e un par-
necessario chiarire un equivoco. Esposizio- osato troppo. Invece, se la Rivoluzione co meraviglioso, perché ivi s’era sentita

ne é parola troppo vaga, che non ha con- deve continuare, non pud continuare sen- abbandonata, isolata, perché irresistibile
fini ben ‘determinati nei confronti di quel- za di lei. le era giunto il richiamo libero e tumul-
la sua temibile concorrente che é la mo- Da un lato, bisogna percid liberare l’ar- tuoso della citta.
stra. Perché se ,é vero che esposizione é te dalle mura che limprigionano, resti- Quale migliore occasione per far pene-

una mostra di uno o pitt oggetti, oggi ele- tuirla alla strada, Yoggetto alla sua fun- trare larte nuova, fascista, nella vita
gantemente chiamati « pezzi», non si pud zione. Insomma, identificare l’esposizione nuova, fascista, del popolo italiano? In-
negare che mostra sia a sua volta una con la vita. E’ la vita che deve diventa- vece, la prima cosa che ha creduto di do-
esposizione, ecc. re il quadro naturale dell’arte. Un passo ver fare é stata di crearsi un’altra pri-
Ecco perché la Triennale, avendo nel indietro, e l’esposizione ritorna fiera, mer- gione, mura in cemento armato, piloni
suo programma la norma di non disgu- cato, materia per il Pescatore di Chiara- piantati profondamente nel suolo, tutta
starsi nessuno, ha preferito fare a meno valle. Vapparenza dell’eternita immobile. Dico-
dell’una e dell’altra parola e di chiamar- Che cosa sono le fiere del libro — oggi no che si tratti d’un brutto edificio. Non
si cosi, semplicemente, come una nuova si insiste per chiamarle feste, e non si ca- é una consolazione. La gente continuera
forza, della natura. Ad ogni buon conto, pisce lo snaturamento, l’abbassamento che a muoversi liberamente in Piazza del Duo-
quanto é detto per l’uma pud valere an- ne deriva — se non il tentativo estremo mo e sul Foro Bonaparte, ma insormon-
che per Valtra. dei mille e mille «eroi» che attendono tabili barriere la divideranno da quello
Le esposizioni, come i poveri, ci sono fra le pagine, per uscir dalla prigionia che dovrebbe esser diventato il nuovo
sempre state, le avremo sempre con noi. della bottega e rivivere a cospetto del po- cuore della cittéa. E se vorra entrare, do-
Quello che c’interessa @ di sapere sotto polo la loro gran giornata? E che cos’é vra passare per le forche caudine del
quale forma. Adamocacciato dal Paradi- la crisi del teatro se non la crisi delle tourniquet numeratore, biglietto d’ingres-
so terrestre, prima di avventurarsi alla mura chiuse, dell’aria vizza, dello spetta- so alla mano. E’ questa la cosa che non va.
scoperta del mondo, fa l'inventario, di- colo a ora fissa, solenne, fine a se stesso? Pure, i segni d’un cambiamento di rotta
ciamoala rivista, di tutte le sue ricchezze. Nel celeberrimo Boul. Mich. parigino vi non mancano. Tutto pud, anzi deve es-
Un cartoccetto di semi dell’albero del be- | sono pittori che espongono i loro quadri sere oggetto di esposizione, e oggi vedia-
ne e del male a cui deve la liberazione, allaperto, attaccati ai muri delle case, al- mo che alla Triennale si espongono in
poi l’ormai inseparabile foglia di fico, in- le porte, alle cancellate. E la gente si numero rilevante anche le case. La sal-
fine Eva stessa, prodotto del suo costato, ferma incuriosita, sosta a lungo. vezza sta appunto qui, nell’allargare sem-
lacrimante e pronta a ricominciare. E’ Che cosa importa se compra o no? Si pre piu, sino ai limiti estremi, il concetto
poco. Eppure l’umanita, con tutto il suo son visti artisti ridere e saltare, 0 sem- di esposizione. A poco a poco tutta l’Ita-
eterno fare e disfare, non avra mai di pit. plicemente soffermarsi commossi, all’ e- lia deve diventare una esposizione, cioé
Sono passati molti secoli, migliaia di an- sclamazione ingenua, all’interesse di un un modello, un esempio per tutte le altre
ni, 6 la terra rivive la sua avventura. E’ passante qualsiasi. Parlate con loro. Non nazioni, in ogni forma di vita e percid
il padre nostro Medio Evo che rida un sen- é@ ammirazione che chiedono, bensi com- di creazione e d’azione.
so alle cose, si innalza sui meandri della prensione e simpatia. Tl movimento che ormai s’é iniziato pro-
filosofia per tornare ad abbracciare la vi- E’ falso dunque pretendere che sia l’uo- mette di estendersi. In molti casi l’espo-
ta. Il pane bigio non ha ancora perso i mo che deve andareall’arte, dopo aver in- sizione ha gia abbandonato le mura del
suoi elementi fecondativi, la lotta cono- dossato l’abito festivo, magari come com- palazzo, o del padiglione, é uscita nei
sce ancora Vebbrezza dell’urlo, la conqui- plemento obbligato del biglietto a ridu- giardini, ha abolito le porte, é ricorsa
sta violenta e cruenta conserva all’uomo zione ferroviaria; ma é l’arte che deve alla trasparenza aerea del vetro. Biso-
il suo posto nel mondo animale. Iddio muovere verso di lui, affrontarlo, fargli gna ora farla entrare nella vita corrente,
vive ancora sulla terra, ¢ gli uomini van- capire che al mondo c’é anchelei e che dogni giorno. Sta agli uomini di buona
no a lui recando sulle braccia protese i con lei non si scherza. volonta spianarle la strada.
doni pit belli. Le colonne di pellegrini che Precisamente: l’arte come necessita. E’ FRANCESCO MONOTTI
ascendonoil monte salmodiando,le offer- tutta la mentalita corrente, quella dei di-
te posate sui gradini del tempio, gli ex- rigenti e degli stessi artisti, che va modi-
voto alzati sulla folla come bandiere, so- ficata a questo riguardo. Se nonaltro,il CORSIVON. 8
no le prime esposizioni nel nostro senso Fascismo dovrebbe aver insegnato questo A noi la lotteria di Tripoli con annessi
moderno, ancora mobili e vive. E il Si- agli artisti: che i piagnistei sono degni e connessi (descrizioni giornalistiche, cau-
eeene

gnore giudica e sceglie dalla purezza del- di chi li fa, e che gli uomini si conquista- se giudiziarie, telegrammi di congratula-
la fede che ognuno porta con sé. Il pre- no con l’amore e con la forza. Sul terre- zione, oroscopi, fotografie dei milionari,
mio é la sua grazia: felicita dell’animo, no politico, infiniti giovani sono pronti notti insonni, pasticci di divisione dei pre-
leggerezza dello spirito, senso di appaga- a dar la vita per quest’idea meravigliosa mi, ecc. ecc.) ha rivoltato lo stomaco.
mento e di soprayvivenza nell’opera com- di forza e d’amore: bisogna che gli arti- i
P.M. B. i
no le fabbriche pit perfette di questi pu- strazione, cronaca: antropomorfismo, os-
KAPPA ENNE pazei.
sia eterno umanino.
Arte é liberazione dall’eterno umanino.
Lrarte é. Beethoven idem.
ori di De Chirico, nostro e suo malgrado, é sem-
Essa quindi non é altra cosa alVinfu L’arte viene intesa dal pubblico come una
pre schiavo.
se stessa. sorta di antropomorfismo.
Morto Claudio imperatore, Plauto lo con-
L’arte non é dolore, non é piacere, non é La gente passa indifferente davanti alla
danna all’inferno, intento per sempre a
caldo, non é freddo. Essa non é in nessun vittoria di Samotracia perché é decapi-
modo un fatto umano. giocare ai dadi con un bussolotto senza
tata.
fondo.
Lopera d’arte non tollera la invadenza Scambiare Varte con se stessi sarebbe il Wagner ha speso in questa condanna. tut-
dell’ autore. Essa non é€ responsabile di colmo della distrazione se non fosse il ta la vita.
nulla di fronte al suo autore. Questi non colmo della presunzione.
Larte é maschio e agisce sull’uomo che é
é che il suo pubblico verso il quale essa
In Italia é fiorita ai tempi nostri una femmina.
non & rapporto alcuno.
estetica della mezza misura per cui Var-
Tanto piu si comprende Varte quanto me-
E’ soltanto la convenzionalita che fa ap-
te non sarebbe l’uomo, né la natura, ma
no vi & umanita. parire la verita come paradossale. Esiste
un equivalente artistico dell’uno e dell’al-
piuttosto una verita paradossale che é ap-
Valore disgiuntivo della congiunzione e: tra. Questa posizione é inutilmente con-
punto la convenzionalita.
vi sono uomini e artisti. cettuale e non riesce a tradurre se stessa.
Che cosa sara Varte se non é umanita?
Musica = musica (1). Beethoven ha iniziato e Debussy ha chiu- Arte.
Bach si. Beethoven no. so Veta medioevale della musica.
Una idea musicale. Cid é di pit facile im-
In questo periodo gli uomini hanno lot-
Ogni cosa é uguale a se stessa. maginazione che una idea pittorica.
tato con accanimento per contendere al-
Una idea pittorica, ossia la pura immagi-
Méta. Varte il diritto di essere se stessa.
Una mostra di opere che non portino tito-
nazione che entra in gioco nell’ordine del-
Arte non é espressione di stato d’animo, la pittura.
lo, senza firma degli autori e senza nessun
non é interpretazione di una realta visi-
riferimento umano, distinte Vuna dall’al- Il cubismo ha generato la pittura geome-
va, non é illustrazione, non é cronaca.
tra con semplici espressioni algebriche K, trica, algebrica, logaritmica: si é sentito
Ky, Kypee K,. (Assumeremo K, come Realta visiva presa come realtd cosmica. parlare di sezione aurea, di proiezioni orto-
espressione di questa idea). Tutta la pittura fino a certo cubismo non gonali coniugate, ecc. Il male é che tutto
é che il frutto di questo abbaglio. questo sforzo prezioso si é esplicato quasi
L’arte come universalita, che é il contra-
sempre in funzione di anatomia e sicco-
rio di arte per tutti. Il futurismo non ha fatto che girare at-
me cid presuppone un oggetto, é facile
Il Ky che una certa parte del pubblico torno al pupazzo: il cubismo lo @ sezio-
comprendere che si trattava ancora della
ammette in musica, non é tollerato in nato.
natura.
pittura @ non é visto in scultura. La strada del K, conduce alia impopola-
Elementi della pittura sono forma e co-
Bach puo indicare la via a certi pittori; rita.
lori. Facciamo dunque forme e colori.
il primo De Chirico a certi musicisti (2). A quarant’anni, rispettabili ingegni ita-
Uno per tutti: Raffaello non é né forma,
Il pubblico abituato a un’arte narrativa, liani, tedeschi e francesi, giunti sulla por-
né colore, ma bensi riproduzione dell’u-
passa per scultura soltanto il pupazzetta- ta che si spalanca davanti all’abisso del
na e dell’altro.
mento dell’umanitd. Ky, sono retrocessi in preda al terrore. Di
ritorno nelle case della convenzione, essi La parabola discendente ha inizio con la
La statuaria greca, Michelangelo, ecc. so-
hanno detto che Varte astratta é da con- invadenza dell’uomo nella propria opera.
siderarsi superata. L’emozione artistica non pud essere di
(1) E’ vero, ma é impossibile. Per ragio- Cio ha una curiosa analogia con la storia ordine psicologico.
ni demiurgiche, 0 da una parte o dall’al-
tra la musica ci raggiunge come umanita.
dell’uva e della volpe. Equivalenze.
Tuttavia c’é da osservare, che quando hai
La « deformazione » in un’arte che ha an- Pittura 900 — melodramma alla Pedrollo.
sentito Beethoven ti si é fatta presente
una certa somma di passione e oramai cora per base la realta visiva, é per lo me- Potremo credere di essere capiti quando
puoi immaginare un uomo costituito da no inutile quando non é ributtante (1). il lettore non passera come uno scherz0
questa somma di passione, senza pil te-
ner conto della musica che te lo ha fatto Raffaello era logico. accostamenti del genere: Mascagni-Sironi.,
conoscere. Invece se senti Bach o Mozart
si producono si in te movimenti di natu-
Realta visiva, pupazzo, stato d’animo,illu- Vi é anzitutto una materia artistica egua-
ra umana, ma non puoi immaginarli se le per tutti. Si tratta di lavorarla con
non incarnati in quella musica in funzio-
(1) La deformazione deve essere tale, che mezzo proprio: questo é lo stile.
ne di essa. In Beethoven 1’elemento uma-
no precede la musica e la crea, in Bach nessuno s’avvede che é deformazione, Lo stile é il lavoro, ossia quel lavoro.
la segue e ne nasce. (M. B.) fin che guarda l’opera comearte. La tra- Se Vuomo fosse apparso sotto forma di
gedia delle «avanguardie» é stata, guar-
(2) Quando mi hanno domandato da dando l’arte non come arte ma come co- manichino, De Chirico sarebbe Raffaello.
quali autori avevo pit ricavato per il mio sa, acgorgersi della deformazione. (Aver Ma in questo caso egli avrebbe fatto i
scrivere in prosa, ho risposto: Masaccio e confuso trasfigurazione con deformazio-
Monteverdi (v. «900» del 1929). ne, fu bassa demagogia). Raffaello in modo da essere sempre De
(M. B.) (M. B.) Chirico.

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Si rischierebbe di passare per ermetici e Arte non é& documentazione di vita so- Molta pittura di oggi comincia ancoracosi.
simbolisti se si lasciasse la formula K,=a ciale. Attenzione allo sviluppo. Esiste uno svi-
Senza spiegazione. La bellezza della necessita é@ materia di luppo formale (Beethoven) ed esiste uno
Volevamo dire allora la nostra convinzio- scandalo per il pubblico abituato alla ne- sviluppo di idee (Bach).
ne che é quella di oggi. Ossia che K, se-
cessita della bellezza. Evviva le idee. Abbasso i concetti.
gna il principio di tutto un nuovo mondo
che noi prendiamo come veritd. L’eta del- Quando sento lodare il mobile in « stile» Se De Chirico fosse nato nel 1904 e non
Varte &@ inizio col Ky. Il K, é il Christus cinquecento, penso alla bellezza di un
fosse andato a Monaco...
natus della storia dell’arte. cucchiaio.
Kokoschka non si pud pit vedere come
L’arte é un atto di pura ri ione, OS- Esempio di volgari: ione: Strauss non si pud pit sentire. Sono due
sia una apparizione della realta oggetti- 1+1=1+4+1
epilettici.
va. Per questo affibbiare all’arte un cdm- Ma un impeto insopprimibile ci costringe
@ scrivere cosi: 1+1=2. Edouard Goerg. Francis Poulenc.
pito di moralita umana é sminuire il suo
compito di moralita universale. Dobbiamo a questo soltanto la brutta fa- Creare importa, anche se brutto: ossia
ma di ermetici, oscuri, complicati, diffi- Léger.
Occorre avere il buonsenso di non avere
ceili, ecc,
senso comune. Boccioni diceva: «Un cavallo che corre
Esistono uomini moderni che si danno ha venti gambe ».
La critica pit intelligente dei nostri gior-
un gran Waffare a dimostrare che il tal
ni non é riuscita a sottrarsi alle afferma- Ma non si tratta delle gambe; si tratta
pittore, il tal musicista, pur nuovissimi,
zioni approssimative e alle dimastrazioni del cavallo!
non si allontanano dalla tradizione, da
per analogia.
cui le loro opere in fondo derivano. Tutto Bisogna rigettare Kolbe tuttavia.
Non solo occorre dubitare della realtd vi- cid, oltre che essere assurdo, é dannoso Formule.
siva, ma occorre negarla come veritd, per Vequivoco che crea. Noi adoratori di Il futurismo ha girato attorno all’oggetto;
poiché il. dubbio non implicherebbe per sé un certo passato — quello dei nostri idoli il cubismo lo @ sezionato; l’espressioni-
la falsita delle cose di cui si dubita. — abbiamo sempre diffidato della parola smo lo &@ distrutto. Di qui a inizio il K,.
(Dopo tanti secoli di evoluzione ci si av- tradizione per quel significato particolar-
L’oggetto non é la sua ombra. Questo
vede che tale posizione é@ esattamente mente professorale che le si attribuisce.
quella di Cartesio, il quale — come bene Dire che Strawinski ruprende in fondo la vuol dire che il ritratto della Gioconda
non é la Gioconda.
esplicd il Galuppi — passd dal dubbio tradizione bachiana non é esatto: tutt’al
delle cose sensibili e di tutte le altre, al- piu egli pensa, come Bach penso, che la Tutta la critica d’arte consiste nel ra-
la affermazione della loro falsita). inusica debba essere quella certa data co- gionare sull’ombra dell’oggetto come se
Credere che la verita sia nella realta vi- sa, piuttosto che un’altra. I grandi geni essa fosse Voggetto.
siva é puerile; credere che la verita sia sono tutti fuori della tradizione poiché,
Un interesse del tutto animale ci ha sem-
in se stessi é goffo; credere che la verita
caso mai, essi stessi ne iniziano una. Si
pre fatto asservire Varte ai nostri picco-
sia esterna e quindi oggettiva é l’unica
andra poi per qualche secolo in carrozza
li servizi umani.
possibilita che rimane alla nostra intel-
su quel binario. Dal punto di vista della
creazione, la tradizione non pud dunque Creare un’opera d’arte consiste nel fare
ligenza.
esistere. uno sforzo di intuizione.
L’opera darte non pud avere nessun rap-
Adoriamo solo un grande passato di ri- Le nuove generazioni, intrise di una se-
porto col pubblico.
voluzionari. rieta interiore, scoprono facilmente Varte
Non esiste un’arte per il pubblico, ma moderna che strizza lVocchio.
bensi un pubblico per Varte. La intuizione é necessaria, ma é un pri-
vilegio. Tutto quello che si eleva da una base
L’arte prima del K, era una cosa; dopo vecchia é lavoro inutile. Intendiamo per
il K, é diventata un’altra cosa. E” possibile affermare che tutta Varte esi-
base vecchia i concetti che non sono in-
stente fino a Kandinsky é stata soltanto
Baudelaire non é che uno zio saputone tuiti volta per volta, ossia i concetti.
una espressione analitica; ossia una tra-
ed eccentrico.
duzione di simboli in altri simboli, una Molti di noi sono arrivati a gioire di una
Arrivati a questo punto, ben pochi avran- rappresentazione, una convenzione infi- profonda emozione di fronte all’opera di
no capito che cosa intendiamo per pittu- ne; e ancora: la ricerca disperata di una Bach. E’ lecito affermare che questo ge-
ra. Noi contiamo sempre un po’ eccessi- equivalenza tra la realté e una specie nere di emozione, assolutamente estranea
vamente sulle possibilita intuitive dello di virtuosismo. al sentimento, deve stabilire in pittura
spettatore ed é per questo che, emesso Vopera d@arte.
i principio, trascuriamo in buona fede Alla base del Ky, si potrebbe porre il si-
stema bergsoniano. Trent’anni fa Berg- Kandinsky commuove. Grosz amuse.
tutto il resto.
son enunciava: C’é un comico che diverte e ce n’é uno
Cercate d@immaginare una pittura come
«La metafisica é la scienza che vuol fa- che si diverte.
Bach immaginava la musica. re a meno dei simboli». Il primo va al cuore; il secondo alla in-
Il bersagliere neil’arte. Una volta i conferenzieri, qualunque fos- telligenza.
Con lo stesso criterio: il consigliere dele-
se il loro téma, incominciavano sempre: Soprattutto sconcertante per il pubblico
gato della Societa anonima nell’arte. « Signori, fino dai greci e dai romani... ». é la verita. Se si tratta dunque della ve-
i
15
at ae

Una rivista — e cioé un gruppo di mer-


rita, il pubblico dira sempre verita disa- BPP Crs canti — impone Soutine, Vlaminck, e via
dorna. Ecco perché le Gymnopédies di Sa-
Ritornano a casa i pseudo geni di un dicendo allegando un ritorno al soggetto:
tie « passano» soltanto nella ornata edi-
giorno. Almeno da noi, in Spagna — i cui il neo-romanticismo. Irrompono, perd, i
zione orchestrale di Debussy.
artisti noti abitavano tutti a Parigi — sensali di roba cubista: « Macché sogget-
Il pubblico non pud comprendere che una si rivedono, in scala aritmetica, gli amici to! Serenita, astrazione!» E un’altra
musica Raffaello e un quadro Puccini. tornati in cerca di un «clima» pit mite. grande rivista parla di plastica si, ma
Fra le prime ripercussioni della crisi nord- poetica. Ogni maniera di Picasso é un
Alcune parti del «Sacre de printemps »
americana ci fu la morte di quel mercato punto di partenza — per non dire la
che ci vanno direttamente al cuore, sono
della pit recente pittura ch’era stato Bru- falsa riga — di pittorelli di ogni specie
proprie quelle di cui musicalmente pit
xelles, e la relativa sparizione delle quat- che si vogliono scaldare al sole del genio.
diffidiamo.
tro riviste che gia animarono codesta im- Proprio allora si scovano i giovani spa-
Il Sacre é un libro jche si lascia leggere palcatura. A Parigi, inoltre, gli effetti si gnoli che potranno fare le assurdita di
troppo apertamente. Se Strawinsky aves- sentono parecchio se, a quanto pare, gli Picasso, e di pit. Ecco perché i Bores,
se potuto assistere vent’anni fa al sonoro imprenditori di pittura non pagano pil i Cossio, Vifies, La Serna, Ortiz, Peinado,
di certi film africani, non avrebbe compo- loro beniamini e — come recentissima- sono lanciati. Uno di essi guadagna 10
sto questo momento di rappresentazione mente é capitato a Max Ernst — la pro- mila franchi mensili e, per dipingere, bi-
musicale. duzione di questi é messa all’asta. sogna, taylorizzare il lavoro: si colloca-
D’ora in poi, i pittori rimasti senza ac- no sei sette cavalletti di fila, si da il ros-
Il Sacre é stato superato dal cinemato-
quirenti vengono schierati — accanto ai so su ogni tela, poi il blu,il giallo, ecc.
grafo.
musicisti dei cinematografi e a tanti gior- Ma dopo gli anni di vacche grasse sono
A essere sicuri che Strawinsky non pen- nalisti — fra gli artisti disoccupati. Il arrivati quelli di vacche magre (gli « ame-
sava affatto alla terra che balla, noi pas- che, se deplorevole umanamente, artisti- ricani» si sono dileguati e non ci sono
seremo come esempio di musica final- camente é€ una vera fortuna: la crisi, pid pescecani in giro) e se nella storia
mente pura il pezzo intitolato Danza del- stacciando la pittura, ne ha conservato i c’era bisogno di tempo per crivellare J’ar-
la terra. Idem per la Danza della eletta. quattro soli artisti valenti. te salvandone i pochi veri artisti, oggi la
Non é forse troppo nota limportanza crisi ha risolto di colpo il problema del
Il pubblico che ha un debole speciale per
assunta dagli ebrei di Parigi nell’anda- colore storpiato, della tela sporcata e dei
la oggettivita non tollera l’oggettivismo.
mento della pittura contemporanea. Essi fitti costosi delle botteghe di rue de La
Il relativo porta al comico. sono i mercanti che accapparrano la pro- Boétie, gia paradiso dei mercanti.
Siamo quindi per Vassoluto. duzione di parecchi autori, per un tanto Pablo Ruiz Picasso, sara sempre Picas-
al mese, e ne dettano direi lo stile (Pi- so e cioé il massimo pittore di oggi, ma
Attenzione a certa oggettivita di giudi-
casso stesso persiste nella sua ultima ma- ha esercitato un nefasto influsso cosi co-
zio che ha Varia di non dare ragione a
niera perch’é, per il mercante, «cid che me nessun artista in nessun’altra epoca
nessuno e invece dd ragione a tutti L’
va pill»); influiscono pure sul colore del- — ogni suo capriccio essendo pasta per
una e Valtra faccia di questa oggettivi-
le riviste e obbligano i critici a fare il almeno due anni per l’insieme della Pit-
ta appartiene al borghese il quale accusa
loro giuoco. E lo snob, pigliato in trappo- tura. Soltanto coloro che recano in se
di personalismo colui che esprime una
la, paga le opere di quei tali — fauves stessi la spinta geniale hanno potuto fa-
idea.
o surrealisti che siano — tanto lodati. re a meno di tale influsso: alla testa di
La verita é sempre a meta. Spacciata la merce, i pittori vengono giu- essi, Joan Miré; il Max Ernst della serie
dicati per quello che valgono, cioé zero; della Storia Naturale, di « Tutto per cau-
C’é invece chi parla in nome di una ve-
e qui a sorprendersi i fortunati acquiren- sa di una rondine» e dei due libri ma-
rita intera. Questo basta per farci passa-
ti delle opere loro. Cosi é avvenuto con gnifici; il violento Salvador Dali; il primo
re per esagerati.
Venorme maggioranza dei cubisti (che per De Chirico. Forse anche Hans Arp (é
CARLO BELLI quanto abbiano fatto i Rosenberg e i Ber- quei due nomi che un altro potrebbe ad-
nheim per liberarsene ingombrano tutto- durre). Inutile cercare oltre questi. Re-
ra le loro botteghe) — da Metzinger a starono e restano Cézanne, Seurat; vaga-
Lhote passando per Braque —. con i pseu-
0 8 8 1 ¥,0.N.' 9 do-Rousseau e altri sub-epigoni.
mente si ricorda Derain; niente affatto
Picabia — e Marie Laurencin si vende,
ambiente artistico parigino, negli ul- in Boulevard Montparnasse, agli stessi
Quelli che si preparano all’arte della timi anni, altro non é stato che una lot- perversi raffinati che prenotano l’edizioni
scultura modellando, o all’arte della guer- ta mascherata fra mercanti per dare via limitate di Cocteau. Sono dimenticati
ra combattendo, commettono un grave er- le rimanenze di cantina e far fronte alla Gleizes, Braque, Léger, Ozenfant, Man
rore di sistema: perché alla vita conviene continua richiesta dei pescecami. Come a Ray; e la crisi affonda e seppellira Mas-
prepararsi con vita dissimile e comple- ogni stagione cambia la forma del cap- son, Morise, Marcoussi, Savitry...
mentare. pello delle donne, cosi un ismee succedet- Muoiono i miti, restano i veri pittori:
Questo per la legge dei complementari te all’altro e i marchands in cerea di no- malgrado la crisi, Joan Miré ha visto
che vale non soltanto per Vamore, ma per vita, si lanciavano alla scoperta di geni acquistata una buona parte della roba
ogni altro modo di sublimarsi che coroni per tutti gli angoli di Montparnasse (ma costituente la sua recente mostra pari-
la vita degli uomini. di Picasso ce n’é uno solo, e um solo Ernst gina.
Cc. C. e non due Chagall). E cominciano i miti. JUAN RAMON MASOLIVER
16
PERICOLO E EQUIVOCI chia, e si comprende quindi che alcuni
critici e storici dell’arte attuale si faccia-
le rinnovamento della fisionomia italia-
na, ’avanzata compatta di tutto il popolo
DI UN NUOVO UMANISMO no innanzi per chiedere che si torni a verso nuove mete, il culto dell’audacia in-
La storia di una nazione o di una epo- punti d’appoggio di provata solidita, o a fuso all’intera nazione hanno contribuito
ca é fatta, a quanto ci insegnano profes- punti iniziali di partenza rimettendo in a determinare fra gli artisti italiani, mo-
sori e semplici studiosi, di passi innanzi tal modo ordine e disciplina fra tanta vimenti centrifughi (o eccentrici se si
e passi indietro, di avanzate e di ripie- anarchia di individualismi. Da molte par- yuole) grazie ai quali é stata iniziata una

gamenti disordinati in apparenza, inde- ti si consigliano ritorni che possono giu- coraggiosa e sistematica esplorazione di
terminati come sembra esser la maggior stificarsi in quanto conseguenze di par- mondi nuovi. Si sta cosi interamente rin-
parte delle azioni umane; ma mai incom- tenze disordinate e destinate a non con- novando —e con un ritmo che a taluni
patibili colle molte benintenzionate teo- durre ad una qualsiasi meta. Questo con- pare pericolosamente accelerato — Tlar-
rie del progresso. Questa altalena perpe- siglio @ stato ripetutamente offerto ai chitettura. Si esplora il funzionalismo, si
tua di partenze e di ritorni, arricchiti componenti della cosidetta «Scuola di combatte pro o contro il progetto della
ogni volta di nuove esperienze, ha in ogni Parigi» invenzione dei catalogatori di nuova stazione di Firenze e si sta fin da
caso una sua intima logica in quanto un tendenze. Sarebbe il caso di parlare pit ora parlando una lingua architettonica
ritorno al punto di partenza o ad un che di scuola, di atmosfera, e di atmosfe- che, se anche non é pura, non é quella di
qualsiasi punto intermedio presuppone un ra non sempre artistica; ma sia o non sia Corbusier o di Mallet-Stevens. Fra bre-
salto antecedente, un movimento innanzi scuola, nei suoi riguardi il consiglio alla ve sara chiara lingua italiana, e lo sara
compiuto a partire da un dato punto che prudenza non era paradossale. anzi proprio quando la partenza sara
nella storia delle vicende umane non é E’ incomprensibile perd 14 dove non vi realmente avvenuta e la comoda dimora
mai del tutto annientato dal movimento é stata partenza e quindi neanche peri- consueta irrevocabilmente abbandonata. Vi
in senso opposto. E, anzi, in questo resi- colo di anarchia. Tuttavia v’é ora chi é dovunque in questa nuova Italia, feb-
duo indistruttibile, non annientabile, ri- scongiura i nostri artisti a precipitarsi bre di partenze, e tanti giovani son gia
siede la possibilita di un progresso. a corsa verso stazioni e a salire spesso in- avanti nella loro marcia che é lecito prean-
Orbene si’ vuole applicare anche all’arte, decorosamente in uno sgangherato car- nunciare una abbondante messe di sco- —
ed alla pittura in special modo, questa rozzone di terza classe per far ritorno a perte. Ma vi sono i richiami.
teoria delle partenze e dei ritorni. Non capo chino a un nuovo umanesimo o ad Niente di pericoloso, se questi richiami
v’é epoca nella quale non siano comparsi una indefinita e indefinibile forma di alla prudenza uscissero dalla bocca dei
critici o magari artisti a chiedere un ri- classicismo basato su canoni di composi- passatisti. Non sarebbero pericolosi, per-
torno a pil sani principi, a canoni d’arte zione e di interpretazione della cosidetta ché consigli di mummie rivolti a mum-
dimenticati, a tecniche trascurate o a Natura che i critici si guardan bene dal mie onde persuaderle a non far cid che
fonti d’ispirazione disseccate. La stessa precisare ma che tutti sanno esser quelli non possono fare, ossia muoversi. Se perd
rivoluzione francese, che tanto ha distrut- della tradizione peasana. Ottimo é il con- provengono da critici o da artisti propu-
to e creato, ha avuto pure i suoi apostoli siglio, com’é quello di non nuotare per gnatori di esplorazioni di mondi scono-
del ritorno al classicismo a lato dei ro- evitare il pericolo di annegare. Se non va sciuti, maestri di inquietudini, é necessa-
mantici propugnatori di salti nell’ignoto. persa di vista la meta é forse bene che rio gridare: alto 14. Questo ritorno é rea-
L’anteguerra e quasi tutto il dopo guerra non si perda neanche di vista il punto di zione. Questoritorno é glorificazione del-
sono stati anni di sperimentazione, di ten- partenza. E’ in altre parole il consiglio le mummie, di chi non s’é mosso, non
tennamenti e di conati di realizzazioni. che si da ai timorosi perché possano tor- vuole o non sa muoversi.
L’Europapolitica letteraria artistica é sta- nare alla svelta alla loro casa ed alla ca- Il neo-umanesimo é un pericolo che va
ta un colossale laboratorio di nuove idee. ra e comoda poltrona. A vero dire, del- affrontato perché é dottrina di tranquil-
Era inevitabile che l’esame delle idee del- l’arte di queste pecore coll’occhio fisso al- lo vivere, é arma della quale ha bisogno
Vepoca precedente e chei tentativi di ap- Vovile non si sa, bene che cosa se ne po- immobile per distruggere la distanza che
plicazione delle idee nuove dovessero crea- trebbe fare; ma comunque i consigli al lo separa da coloro che si son mossi. E’
re uno stato di disordine e di disarmonia «Safety first» non vanno ignorati. Oc- dottrina che mira a conferire aureola di
confinante coll’anarchia. di questa si scor- corre perd vedere se, puta caso, non si modernita a chi appartiene al passato,
gono indizi spesso inquietanti nelle opere diano oggi consigli di prudenza a chi non di audacia, a chi rimane indietro. Ed é
darte dell’ultimo ventennio o trentennio. ha mai fatto fagotti. pericolosa per l’artista, perché fornisce al
Post-cezannismo, fauvismo, futurismo, cu- Ritorno all’umanesimo: benissimo. Ma pubblico retrogrado ed apatico il mezzo
bismo, post cubismo, surrealismo ed irrea- lo si € mai abbandonato? Ritorno, diceva- sicuro di combattere l’arte nuova, e di
lismo, per non citare che movimenti ca- mo, presuppone partenza. Orbene, esami- ostacolare i passi dell’artista realmente
talogati e battezzati, si sono alternati, ac- nando il panoramadella pittura italiana moderno. F
cavallati e combattuti a vicenda in una dell’ultimo ventennio si é costretti a con- Questi propugnatori di perpetui ritorni,
lotta che, a differenza di tante altre, non statare che la partenza, se non altro in si ostinano a parlare di tradizione, ossia
ha seminato vittime, perché i movimenti un senso collettivo, non @ ancora avve-: a non comprendere che essa non é@ cosa
esistono tutt’ora ed hanno anzi prodotto nuta. Nessuno per essere esatti é rimasto che si formuli sulla tela o nel marmo ap-
gruppi sottogruppi e tale un frazionamen-
a «piétiner sur place». Tutt’altro. Vi so- plicando regole facilone e stereotipate;
to di propositi da far quasi di ogni opera
no stati audaci partenze e basta citare ma, la si porta in sé. Si é nella tradizione
un programma o una bandiera. quella, avventurosa di Boccioni e Severini, perché si é italiani e non perché si imi-
E’ incontestabile che l’ultimo quarto di e quella ancor pitt audace, perché pit’ me- ta Tiziano o Raffaello.
secolo pittorico é stato un periodo di anar-
ditata di Carra. Negli ultimi anni il tota- RENATO PARESCE

17
fino agli scienziati ormai — ci sono caduti
le altre, voglio. dire le maritate e le li
QUESTA LADY CHATTERLEY pere professioniste, hanno molto salda-
in pieno (tanto € vero che Yuomo pit
é@ intelligente e sensibile e pit é destinato
mente fondato la loro vita economica
Gli anglo americani hanno scoperto Ja a essere schiavo delle donne) aiutando-
sul sesso. Credo che tutti siano convinti
questione sessuale e ce la servono in tut- le nel loro intento senza saperlo, portan-
di questo e che non ci sia bisogno di
te le salse — da Joyce a Lawrence, da do un contributo tale alla questione che
dimostrazione: basterebbe guardare C0
Ludwig Levisohn a Anderson. Ora, Lady Je cose si sono imbrogliate sempre piu.
me Ja donna americana (che, per non
Chatterley @ ancora una forma di ma- E le donne, assecondando l’uomonel suo
essere ancora uscita da una giovane bar-
dambovarismo, che per essere moderniz- orgoglioso senso di forza, lasciandosi pro-
barie, non sa dare forma decente a1 pro-
zata, ha sorpassato il romanticismo ed é teggere, rendendosi necessarie e lascian-
prio giuoco) abbia istituito una tariffa pa-
entrata nel piu evidente, e, per dirla con do intanto che lui si sbrigasse con tutte
gabile in dollari per mancata promessa di
una parola cara agli artisti moderni, pla- le difficolta, hanno saputo farsi nella vi-
matrimonio o per un certo numero di baci
stico realismo. Gli intellettuali si sono im- ta difficile e dura la parte del leone.
ricevuti, insomma per qualunque questio-
pauriti dell’intellettualismo e sono ricorsi Del resto che potevano fare? la sola co-
ne inerente al traffico dei sessi.
ai mezzi eroici dell’istinto. sa che gli uomini lascino far loro di buo-
Le donne sono pratiche e furbe, e se non
Ma dovremo proprio prendere sul serio na grazia: se lavorano le guardano con
queste faccendee le relative impostazioni sono tali di proposito, lo sono d’istinto —
ostilita, se tentano qualche arte si burla-
polemiche? Da gran tempo ci siamo resi e qui apro una parentesi.
Quando dico le donne, intendo tutta la no di loro, e prendendo nel migliore dei
conto delle questioni dell’istinto e ne ab-
generazione femminile da Eva in poi, e casi un’aria di compatimento benigno, non
biamo riconosciuto e accettato pienamen-
qui mi riferisco alle primissime, a quelle Jasciano occasione per rimandarle alle lo-
te la forza e la supremazia. Chi non ha
che insieme con i primi uomini hanno ro mansioni femminine.
in comune con Lady Chatterley e il suo
dato una forma sociale alla vita, sia pure E allora? il debole non ha che la fur-
compagno di gioco certi atteggiamenti
embrionale, brancolando nelle incertezze beria per salvarsi: bene ha fatto la don-
puerili nelle ore solari della volutta? Non
caotiche originarie. Mi riferisco a1 tem- na a usarne e abusarne, tanto pit che
sono queste le cose che ci turbano.
po favoloso quando gli esseri primitivi si Yuomo di quella merce ne chiede e ne
Che ci turba é l’equivoco in cui l’uma-
trovavano indifesi contro le forze brute, richiede e non si stanca mai di chiederne.
nita sta immersa — le arti e la lettera-
tura ve la tengono ben ferma — la lette- e gli uomini lottavano non solo col fred-
do e la fameoltre che con le bestie sel- Arrivati alle estreme decadenze del ro-
ratura, la complice delle donne.
vagge, ma anche con le donne. La lotta manticismo, gli uomini si sono accorti che
Perché non voler riportare la questione
dei sessi comincia dal primo principio quella atmosfera s’era logorata e per rea-
entro i suoi veri limiti? Come e perché
della vita, quando la femmina era un’al- zione hannoriscoperto la primitiva forza
la questione sessuale abbia un fascino
tra creatura da preda per il maschio, in- — la forza che muoveil il mondo — la for-
universale, magari fondato su motivi in-
confessabili, @ evidente: data la sua na- sieme con gli animali che bisognava uc- za dell’istinto. Ma come tutte le reazioni
cidere per procurarsi il cibo e le pelli. La anche questa ha ecceduto ed é caduta
tura essa soddisfa la libidine che pil o
meno nascosta sta in ogni essere umano. donna, servendo da viva, non si poteva nell’eccesso opposto.
Ma la parola era brutale, e il concetto uccidere, bisognava catturarla e farsene E allora, forza con Vistinto: le cose pil
poteva, divenire leggermente disgustoso. padroni. Da tale stato di cose é naturale grossolane e puerili sono permesse poiché

Allora la si trasforma in passione, in amo- si sviluppassero in lei le qualita del piu si tratta di rimettere in valore Vistinto.
re. Bisogna crearle intorno una atmosfe- debole, l’astuzia, la praticita, la furberia, Uno scrittore compreso di serieté come
ra poetica, un fulgore spirituale: V’arte si e anche, perché no? V’arte del simulare Lawrence non si perita di farci assistere
ispira al sentimento per velare il deside- dell’ingannare dell’abbindolare. ai dialoghi sconcertanti di John Thomas

rio, la letteratura inventa l’Amore con l’a Tali possibilita, che possono considerar- con Lady Jane (ahi ahi, che a farli
maiuscola, il romanticismo ne crea i mar- si qualité o difetti secondo il punto di uscire dall’alcova, dove infine ognuno se

tiri e gli eroi. Col dannunzianesimo ven- vista, hanno subito modificazioni attra- la cava come pud,certi argomenti cado-
gono di modale donne fatali (dalle Lyde verso l’incivilimento, affinandosi e cor- no in un gusto di pessima lega) e di de
alle Grete e alle Marlene il legame é pit rompendosi, lasciando inesorabilmente tut- scrivere le scene pit: grottesche quali l’in-
che evidente) e alla fine tutto é andato ti quei tabu e tutte quelle tare che comu- coronazionefioreale dei rispettivi sessi dei
talmente a impantanarsi nel cattivo gu- nemente si riscontrano nelle donne e che protagonisti, creando un’ atmosfera che
sto, che la nausea doveva portare una gli uomini rimproverano loro. oscilla, da certe problematiche forme ero
reazione energica. Infine, quando le donne hanno capito tiche dell’antica Grecia agli estetismi del-
E chi ha inventato tutto questo? Yimpero che potevano avere sul maschio le danze ritmiche di Isadora Duncan.
Le donne. e qual era insomma, il loro punto debole, Gli effetti di una tale letteratura su chi
su quello hanno lavorato creando tutto legge? poniamo sulle ragazze che vivono
Le donne ne vivono, tutte, nessuna questo bellissimo edificio delle faccende oggi in questa atmosfera da crogiolo &
esclusa (e se qualcuna é esclusa perché amorose. Cosi si sono fatto un posto nel- non hanno nessuna certezza cui aggtaP-
troppo ripugnante e antiamabile, s’é fat- la vita che la vecchia societaé non potreb- parsi?
ta femminista e a ragione é odiata dal- be toglier loro. Gran parte di queste figlie della borghe-
le altre perché non capisce nulla della Quanto agli uomini, quelli che non guar- sia vive in una libera promiscuita appa
loro creazione e minaccia di guastarla dano troppo per il sottile hanno accetta- rente, ma non hail coraggio di abbando-
con certe manie di uguaglianza dei ses- to le cose con rassegnazione — gli altri, narsi all’amore e aspetta il matrimonio,
si). Ma le donne, quelle vere, le une e gli intellettuali, gli artisti, e col froidismo, senza essere convinta né di una cosa né

18

.
dell’altra: da cid nasce uno stato d’incer-
tezza e di malcontento, che, pur avendo
sede in altri problemi, non é affatto dissi-
mile dal malcontento e dall’incertezza de-
gli uomini.
Una societa dall’equilibrio profondamen-
te scalzato come la nostra, che ha visto
crollare valori monetari e valori morali,
non pud trascurare questi elementi: si

ssoF
tratta di forme morali che, si sopravvi-
vono, ma é inutile chiudere gli occhi per
non vedere che i vecchi punti fermi —
differenza di una morale maschile da una

NERS a
femminile, verginita, ecc. — sono mina-
ti e si reggono soltanto in vista dell’a-
bitudine e dell’ipocrisia. E anziché guar-
dare a certi effetti con occhio benevol-
mente cinico, sarebbe necessario studiar-
ne profondamente le cause e vedere come
questa questione di pari passo con le al-
tre faccia parte di quell’atmosfera di rivo-
luzione che dal dopoguerra va scalzando
tutte le forme della societ&é borghese.
Non so bene come il comunismo abbia
risolto le cose, ma probabilmente essendo
esso una variante della societa attuale,
fondata su valori essenzialmente pratici,
non si é troppo occupato di queste fac-
Arch. Figini e Pollini - Studio d’ interno,
cende, e penso che anche in regime co-
munista i rapporti tra i due sessi poggino
tuttavia sullo sfruttamente reciproco.
E tutto dipende dal fatto che questi es- nissimo: e sarebbe gia un fatto magnifi- Passata la crisi, preso atto di questa vit-
seri (le donne) brancolanti non hanno co. L’errore comincia quando su questo toria, del corpo sul resto, l’essere umano
piena coscienza di sé, non sentono come fatto transitorio — starei per dire empi- deve saper valutare queste faccende al
necessité di dover collaborare e non sfrut- rico — vogliono ricostruire le proprie esi- giusto valore, uscendone come un essere
tare l’uomo, essere la sua compagna, non stenze in comune, e portare listinto ses- libero che ha acquistato piena coscienza
la sua appendice. suale al valore di sentimento, vogliono di sé, ed é riuscito a trasportare l’interes-
Ma compagna — compagna di lavoro o cioé da uno schietto desiderio fisico far se dal campo passionale a quello spiritua-
di sport o di tendenze artistiche — non scaturire le complicazioni delle intese spi- le, dando un valore nuovo e universale al-
vuol dire necessariamente compagna di rituali, dei compromessi sentimentali, ge- Vesistenza, moltiplicando per mille aspet-
Non capisco perché gli uomini e le don- nerando una deplorevole confusione. ti amore alla vita, infondendo un senso
neci tengano tanto a mescolare i rappor- Tl sentimento é una cosa a parte e non di pienezza e quindi di felicita all’essere.
ti riunendoli tutti in una sola persona. ha niente a che vedere con listinto e col Questo perla spirito.
Dev’essere una forma di economia, di desiderio. L’intendersi spiritualmente non
avarizia, un residuo della mentalita che ha come necessario complemento il pos- Quanta al corpo, gli é facile, destandosi
si é limitata tra le pareti della casa. Ma sesso fisico. e prendendo coscienza della propria for-
se la vita moderna vuol costruire case di Sara assai meglio quando tutti, convin- za, sommergere momentaneamentelo spi-
vetro, é perché tende a uscire da quella ti di questo, risolveranno la questione fi- rito, avendo in suo potere gli atti con-
limitatezza e angustia. siologica con gli esseri che esercitano gli creti; ma l’inquietudine il fastidio e la
Pit svariati sono i contatti con gli esse- uni sugli altri un’attrazione sessuale, aven- noia che ben presto turbano quel fugace
ri, pil il mondo interiore si allarga e ar- do poi a parte le loro brave e care e pu- benessere, non lasciano dubbi sul fatto
ricchisce. L’impoverimento viene quando lite amicizie. che il gravare dell’animalita 6 dannoso e
si vogliono limitare i rapporti alla sola
funesto alla serenita dello spirito.
coppia: mobilitando tutte le possibilita, Esistono molte donne — ed é il caso di
la vita diventa piu interessante e varia, questa Lady Chatterley — che non si Quanto al corpo dunque, la volutta é an-
assume toni pitt caldi, esce dalla noia conoscono in questo senso, perché non cora in sede cerebrale e ognuno pwd tro-
quotidiana. hanno trovato il maschio che le riveli a varla dove e come pud — basta aver pre-
loro stesse nell’atto del piacere, ed @ na- sente che il corpo é un signore che non
E’ chiaro che Lady Chatterley e il suo turale che fino al momento in cui l’in- bisogna lasciar diventare troppo padrone.
guardiacaccia non saranno mai amici, non contreranno siano in uno stato d’inquie-
s'intenderanno mai altro che a letto. Be- tudine. DIOTIMA

19
una nuova potenza, capace di rivaleg- Ma ignara del fermento dei popoli di co-
MONDO DA RISCOPRIRE giare con lei nel dominio dei mari; cosi lore, dimentica della missione storica di
Uno dei pensieri che pit turbo le nostre prve anche alla Francia che sui dieci civiltaé che per millenni é stata prerogati-
candide menti di ragazzi fu questo, im- milioni di chilometri quadrati dei propri va assoluta della razza ariana, l’Europa

moralissimo: lesser nati troppo tardi. possedimenti coloniali non era riuscita va abbandonandosi a una politica diffi.
Sino al 1850 circa i grandi popoli euro- a spargere neppure un milione dei suoi dente e chiusa, che non trova nella sto.
pei non si erano accorti che buona parte uomini. ria riscontro se non nei periodi pit in-

dell’Africa ignorava ancora lorma del Dopo la guerra mondiale simili convin- tensi delle lotte dinastiche. E mentre le
bianco, e Livingstone compiva Ia traver- zioni si accentuarono sempre pil. Lo grandi industrie chiudono le fabbriche e
sata del continente solo centotrenta anni «stato quo» divenne un intangibile mi- per le vie di Londra e di Berlino sfila-

dopo il romanzesco capitano Singleton to e fu affidato gelosamente alle paterne no colonne di decine di migliaia di disoc-
di Daniele De Foe. Al principio del 1900, cure ginevrine. La vecchia Europa, ri- cupati, oltre i mari d’Europa milioni di
perd, il mappamondo, 1a ove un tempo gurgitante di pi che meta della razza ettari di terreno fertile attendono d’es-
figuravano spazi bianchi e le scritte « ter- bianca, ha dimenticato che la sua popo- sere colonizzati.
ra incognita », era tutto cosparso di mac- lazione rappresenta appena un quarto
chie di vario colore, a seconda della na- della popolazione mondiale e il suo ter- Non vogliamo alludere al pericolo giallo
zione dominatrice, nettamente distinte e ritorio neppure la quattordicesima parte 0 a quello nero, non vogliamo neppure,
limitate; la linearita geometrica dei con- delle terre emerse. in base alla dottrina economico-politica
fini poteva apparire strana solo a chi igno- «Sapete voi (dice Veditoriale del volu- detta, del «mondo aperto», dimostrar co-
rasse che li avevan tracciati a tavolino me Mondo aperto di Otto Corbach) che me solo aprendo gli sbocchi all’emigra-
uomini diplomatici, maculando sulla car- in Africa si trova un’immensastriscia di zione e intraprendendo lo sfruttamento
ta regioni non ancora toccate dal piede terra, un altopiano dell’altezza di 1200 delle molte terre vergini si possa ripri-
dell’uomo. In una parola tutto era stato metri, la cui estensione é pari a due ter- stinare il turbato rapporto tra l’uomo e
Scoperto e quel che é peggio occupato; zi dell’Europa, che ha clima temperato, la macchina. Vogliamo solo rilevare una
tra non molto il mondo, per opera della terreno propizio, e che é abitata da soli determinante della viziata situazione cui
colonizzazione e della civilta, sarebbe di- 25 milioni di uomini mentre ne pud nu- é giunta la civilté dell’Occidente, ed é
venuto tutto eguale e uniforme. Questi trire 300? questa: non aver l’Occidente compiuta
mendaci insegnamenti furono propinati «Sapete voi che J’Australia, vasta quan- quell’opera di colonizzazione, che di ogni
al secolo nascente; e noi versammo la- to i quattro quinti dell’Europa, conta sol- grande civilta é stata sempre manifesta-
grime di innocenza e di rimpianto sui li- tanto 6 milioni di abitanti, mentre la sua zione precipua. Quando si parla di co-
bri dei viaggi e sulla vita degli esplora- sola costa settentrionale, ampia due vol- lonie inglesi francesi e cosi via, si cade
tori, dei pionieri, dei coloni. te la Francia, fertile, con porti eccellenti, in una grossa improprieta di linguaggio:
Frattanto leghe e associazioni neo-mal- he potrebbe nutrire decine e decine di si identifica a torto la colonia con quel
thusiane seguitavano a lanciare allarmi milioni? che é, in senso romano, la provincia.
per il pericolo della sovrapopolazione, im- «Sapete voi che il Canada, assai pid Roma colonizzd propriamente golo I’Ita-
minente nel mondo. La Lega Malthusia- vasto dell’Europa, conta 9 milioni di abi- lia. L’estensione della cittadinanza ro-
na presentava nel 1923 alla Societa delle tanti? ». mana a tutta Italia (90 a. C.) fu il rico-
Nazioni questa mozione: « Ogni nazione Noi lo sappiamo. Sappiamo anche che noscimento di un’unité etnica raggiunta
che desidera far parte della Lega deve le regioni sud-est dell’America del nord, attraverso le coloniae civium Romano-
impegnarsi a limitare la sua quota di na- lungo il Mississipi e le coste settentrio- rum, che erano state progressivamente
talita in modo cheil suo popolo possa vi- nali del Golfo del Messico a clima mon- con lo sviluppo di Roma fondate avendo
vere comodo nel proprio territorio senza sonico (che é tra i climi il pid favorevole sempre a base un numero di famiglie non
sentire il bisogno di una espansione ter- all’insediamento umano) hanno una den- inferiore a trecento (a Venosa, per esem-
ritoriale. Ogni nazione deve riconoscere sita dij neppure dieci abitanti per chilo- pio, furono trapiantati ben 20.000 coloni).
che un aumento della popolazione non metro quadrato; che solo un ettaro su Non lo stesso valore ebbe nel 212 d. C. la
giustifica né la conquista di nuove terre cento € coltivato in Australia, due nel Lex Antoniana de civitate con la quale
né Vimposizione ad altri paesi di acco- Canada, tre nell’Africa del Sud; che l’A- Caracalla estese la cittadinanza romana
~

gliere i propri emigranti ». merica del Sud ha terreno coltivabile per a tutti i sudditi dell’Impero. Oltre Italia
Da che cosa nasceva questo senso di un miliardo e mezzo di abitanti e ne con- le colonie non poterono essere cosi nu-
mancanza di spazio, questa convinzione di tiene solo ottanta milioni, dei quali ap- merose e demograficamente forti da as-
aver raggiunta una stabilita dalla quale pena la meta bianchi. E troppe altre co-

Sorbire la popolazione indigena; di modo


Je non conveniva rimuoversi, questa ri- se del genere sappiamo. Sola a ignorarla che quei domini rimasero semplicemente
nuncia alla conquista? La civilta dell’Oc- é questa cara e balorda civilté dell’Occi- province, che voleva dire paesi soggetti
cidente rivelava inconsciamente la propria dente in crisi. all’Impero e gravati da imposte fisse. Al-
impotenza, confessava, senza accorgerse- Frattanto gli Stati Uniti d’America, cer- la mancata assimilazione demografica
ne, il proprio esaurimento. Alla malthu- cando nuovi sbocchi ai loro mercati di 1a Roma perd seppe supplire con la forza
siana Inghilterra, incapace di colonizza- la dal Pacifico, fomentano in Cina il ri- di espansione della sua civilté. I sudditi
re i propri domini, in un mondo che per glio di una coscienza nazionale e il po- delle province, se non romani di sangue,
nove decimi chiedeva ancora di essere tenziamento di una nazione cinese; non erano intimamente romanizzati. E il gal-
fecondato dall’opera del bianco, parve non diversamente da quanto é accaduto in In- lo Rutilio Namaziano, nel V secolo del-
vi dovesse essere posto per l’affermarsi di dia per opera del mercantilismo inglese. ' VImpero, poteva dire di Roma:

TAVOLA VI

V Triennale Arch, Figini e Pollini - Villa-Studio per un artista - Il cortile solario - Scultura di Lucio Fontana.
Piscina di marmo LASA - Bardiglio sfumato.
TAVOLA VII

V Triennale - Architetti Figini e Pollini - Villa-Stu


dio per un artista,

Dall'alto verso il basso, a sinistra: Cortiletto del pruno, Lo stesso


cortile visto dall’ interno, con

il muro di fondo affrescato da Angelo Del Bon - A destra: Veduta


prospettica dall’ingresso

Cortile a impluvio - Interno (colla piccola galleria per quadri) - Interno (dalla
Sala da pranzo)
Pavimenti di marmo LASA; interni: giallo-rosa - cortile a impluvio: verde-rosa, Altri
pavimenti in LINOL grigio e nero - pannelli di rivestimento dele pareti ottenuti con
un doppio strato esterno e interno di INSULITE intonacata - porte di legno a pannello pieno realizzate
conil sistema “nido dapi,, FELTRINELLI - la vasca per piante acqua-
tiche, del primo cortile, é di ceramica nera; la piscina del solario di marmo
LASA bardiglio sfumato - muri perimetrali di recinsione sono in blocchi di
cemento colorato in pasta.
Arch. Mario Cereghini Villa di campagna (disegno alla V Triennale).

Fecisti patriam diversis gentibus unam: agli elementi di colore. civilté dei popoli ariani, la colonizzazione
Urbem fecisti quod prius Orbis erat. Roma si era demograficamente esaurita e la rivendicazione del mondo alla razza
L’Occidente non solo ha ignorato la co- nella colonizzazione d'Italia. Per l’Occi- bianca. Il circolo vizioso in cui l’Europa
lonizzazione, ma é fallito anche nel ten- dente simile ragione non pud valere. An- si é chiusa si va sempre pitt stringendo.
tativo di assorbire alla sua civilta i po- cora oggi, nonostante il forte regresso del- Con gli incartamenti e gli scartafacci gi-
poli barbari. Dalle province di Roma le nascite, ’Europa ha una notevole for- nevrini la civilta dell’Occidente prepara
vennero fuori scrittori filosofi poeti, as- za demografica, che, attraverso l’espansio- la sua inonorata sepoltura.
sertori tutti e rappresentanti della roma- ne e la colonizzazione, potrebbe convali- Queste non sono profezie; ché troppo
nita. Dallincivilimento invece dell’India darsi ed accrescersi di molto. Il fatto é facile é il trarle. Non sono neppure fosche
viene fuori Gandhi. I negri americaniz- che le nazioni che ebbero a spartirsi tra previsioni giacché leredita spirituale di
zati di Harlem cominciano a sentirsi fra- loro i territori d’oltre mare, e che sino a Roma, che i barbari di Gallia e di Bri-
telli dei negri d’Africa e dall’Islam al ieri rappresentarono nel mondola civilta tannia non seppero mantenere e conti-
Capo si parla di una comuneazione aven- bianca, mancarono di quella capacita di nuare, torna a sorgere 1a ove fu la sua
te per programma «L’Africa agli africa- espansione e di quella forza spirituale che culla. Sono semplici constatazioni. Vien
ni». E non dovremo molto attendere per contrassegnano le grandi civilta. La con- fatto solo di pensare (tra tanto parlare di
vedere che verra fuori dall’incivilimento quista del mondo fu intrapresa e condot- civilta, di progresso, di evoluzione dell’u-
commerciale e industriale fomentato in ta a termine sotto l’insegna del mercan- manita) che se il Machiavelli e il Vico
Cina dagli Stati Uniti. te, non sotto quella del guerriero e tanto tornassero oggi a vivere, l’uno saprebbe
A 400 anni dalle grandi scoperte geogra- meno del colono. Oggi, anche volendo, ancora trarre dall’esame della storia di
fiche solo la meta di un continente é sta- quelle nazioni sarebbero incapaci di colo- Roma insegnamenti di politica attuale,
ta conquistata alla razza bianca. E non fu nizzare. l'altro ben saprebbe servirsi della storia
neppure opera voluta di colonizzazione, La civiltaé detta dell’Occidente ogni gior- di questi due ultimi secoli per pit: ampia-
giacché per pitt di due secoli l’America del no pitt si sfalda: crollano i principii mo- mente documentare la sua teoria dei cor-
Nord fu considerata come la sentina ove rali, e le dottrine sociali, e le costruzioni si e ricorsi storici.
versare gli ospiti indesiderati, i reietti del- politiche, e le concezioni economiche che Passando a un ordine di considerazioni
lOccidente, i diseredati di tutte le nazio- di essa parvero creazione novissima e sa- meno generale e pil, politicamente, attua-
ni d’Europa. Anche questa conquista non piente. Da molti anni si parla di pace, le si pud anche notare che l’uso romano
pud davvero dirsi definitiva: la popolazio- di paneuropa, di superamento degli inte- di fondare colonie é rimasto oggi in Ita-
ne dell’America settentrionale é oggi per ressi e delle concezioni strettamente na- lia: vedere Littoria. « E’ questa la guerra
un quarto di colore e, data la chiusura zionali; ma si lascia da parte l’unica base che preferiamo » ha detto Mussolini inau-
dell’immigrazione e la scarsissima natali- su cui tale superamento potrebbe effetti- gurando la nuova citta. Ma ben poco spa-
ta dei bianchi, tale proporzione é desti- vamente svolgersi, su cui potrebbe for- zio é rimasto ormai in Italia per svolge-
nata ad aumentare molto rapidamente. In marsi una volonta unitaria di politica non re questa nostra pacifica guerra feconda-
tutti gli altri continenti i bianchi sono da pill rigidamente europea ma mondiale: la trice.
‘ molti anni in continuo Tegresso rispetto solidarieta di razza, la missione storica di EDOARDO BIZZARRI

al \
LETTERA A MALIPIERO compitino svelando |’ impedimento dei
dieci anni, 0 non mi avrebbero creduto o
segno é che mi ha aiutato a rimanere
giovane; e questo é il solo lato buono del-
Caro Malipiero, dovevo scrivere un arti- mi avrebbero preso per matto; ma sono la tragedia.
colo per te e invece ti scrivo unalettera. rimasto ben saldo nel proposito di non Ferruccio Busoni mi viene di nuovo in
Ma non é strano che io prenda la pen- rispondere né ad attacchi né a critiche soccorso. Egli scriveva, nel 1912: « Questa

na proprio oggi per scrivere a te? ingiuste né a quelle altre, che non voglio Italia é prossima alla sua fine o ricomin-

La domanda ti é gia sembrata — forse definire, consistenti nel farti dire quel- cera a vivere?» Noi sappiamo ora —

— ridicola e mi pare di sentirti rispon- Jo che non hai mai pensato. ma sapevamo ancheallora — cheil pri-

dere in tono amichevolmente canzonato- Ti confesso che la liberta riacquistata mo corno del dilemma sarebbe caduto,
rio. In tal caso, hai torto. mi seduce assai poco; forse, tu ne inten- Tuttavia ricordiamo e ricorderemo, per
Ascoltami. Ciascuno di noi ha i suoi se- di le ragioni. E meglio le intenderai quan- un pezzo, che allora «intelligenza e cul-
greti. Io non voglio sapere 4 tuoi. Ma, in do ti avrd detto che ancora sento dentro tura erano veramente elevate presso I’é-
compenso, ti chiedo di prestarmi orec- di me, e lo sentird sempre, un imperativo lite ma, la proporzione degli imbecilli, del-
chio perché debbo rivelartene uno dei che mi impone di non far pit critica quo- Vindifferenza e dell’ignoranza era terrifi-
miei. Uno fra i tanti; ma é il solo che tidiana. cante» (anche questa é di Busoni).
possa mettere in piazza. Ma questo é un altro segreto che mi é In quel mondoterrificante ci siamo in-
Non dubitare; non si tratta di lavori proprio sfuggito di penna, e me ne di- contrati, prima e dopo la tua Canossa.
che dormano — irrequieti come i bimbi spiace: perché parecchi colleghi ne sa- Fu per te una durissima sconfitta ma —
che han la febbre — nel mio cassetto. ranno soddisfattissimi. poi ch’eri forti e geniale — ancheil prin-
Queste sono cose troppo naturali e risa- Ecco un terzo segreto: esso é rimasto cipio di una vita nuova. Sei stato forseil
pute perché possano costituire un segre- tra me te. solo musicista italiano, della mia gene-
to. Quando si fa qualche cosa di nuovo Quando, sulla fine del 1919, a Capri, mi razione, che abbia subito compreso quale
é come se si fosse sposato la serva; la facesti sentire le Baruffe chiozzotte (e, spinta volesse dare alla nostra musica la
tua vita diventa una serie di malintesi se ben ricordo, altri brani delle Comme- Vita musicale dello spirito. E io sono or-
con gli altri e specialmente con i colle- die goldoniane) e inoltre Pantea e Le goglioso che essa ti abbia liberato da tan-
ghi e con gli editori, dico io). La frase, sette canzoni, io, che pure avevo tre an- te scorie e ispirato a scegliere la tua nuo-
che é degna di essere segnata col solito ni di ospedale militare da riguadagnare va via.
albo lapillo, é del 1914 e Vha scritta Bu- per i miei studi di storia, ti promisi che Ti hanno detto che l’arte tua é@ di ori-
soni. Mi pare che sia da tener in conto, avrei scritto, per primo, un saggio sul- gine straniera. E, vedi, anche in questo
a consolazione mia e, se permetti, anche Yarte tua. Non scrivo per narrare né a le nostre strade corrono parallele. An-
tua. te né agli altri i miei casi privati ma per che di me si disse — allora — che avevo
E’ vero che I’Italia é di tanto mutata, ricordarti che le difficolta della vita — e portato in Italia idee tedesche, pur ag-
in questi ultimi dieci anni; e che il Fa- allora crescevano come Ja marea del giungendo che questo era un grande me-
scismo ha messo finalmente ordine per Firth of Forth — mi sospinsero lontano, rito; e doveva venire, tra noi, proprio un
tutto ed é anche riuscito a raddrizzare diciamo in alto mare, e la promessa non tedesco a farci sapere che quelle idee
tanti cervelli e a plasmare a nuovo tan- fu adempiuta. Poi, venne a guastar tut- erano tanto poco tedesche che egli le
tissime coscienze. Ma certa gente, che to quel giuramento che, come vedi, non aveva cercate tutta la sua vita e final-
non @ mai stata né carne né pesce, co- era. melodrammatico. mente le aveva trovate, sotto il mio no-
me potrebbe il Fascismo trasformarla? me. Ma in Italia, tu sei il solo che non
ee

Forse provando, alla romana, a buttar- Dal 1919 tu hai lavorato moltissimo e mi abbia detto: « anch’io, sa, avevo pen-
0

la a fiume: nella speranza — non si sa lo studio promesso dovrebbe diventare sato le stesse cose, ci siamo proprio in-
mai — che si tramuti definitivamente in un volume. Né mi sara possibile parlare contrati». Ricordo un colloquio con una
pesce? Certo sarebbe un bel guadagno di te senza parlare di altri: troppo -ho persona che allora era molto in alto nel-
sia per quella gente — che troverebbe, preso labitudine alla considerazione sto- la vita culturale italiana. Desideroso di
con gioia, un nuovo modus fluctuandi — rica dei problemi artistici. Ma la mia Sapere quali fossero le mie idee, mi ecci-
sia per l’Italia nuova: che é fatta per parola mi impegna ancora verso di te, tava ad esporle e intercalava i miei di-
le posizioni nette. e€ poiché non potrd sciogliere subito la Scorsi con risposte incoraggianti che era-
Ma questo non é un segreto, come ben promessa, non me ne volere se ti scrivo, no proprio fatte per raffreddarmi le pa-
vedi; né, tanto meno, il mio. Il segreto per ora, queste poche righe. Ma il volu- role sulla bocca: «ma sicuro, altro che,
che dovevo rivelarti ¢ che, da dieci an- me verra: stanne certo; e questa lette- altro che, certo certo». Ma si decise poi
ni, non faccio pit critica perché avevo ra servira pure a qualche cosa: per lo per l’«altro che» sicché quella conver-
giurato di non farne pil — precisamente meno a spiegare a te, agli altri musicisti sazione rimase, nella mia memoria, sotto
— per almeno dieci anni, non sentendo- — a quelli che io e te stimiamo di pit quel simbolo. (E se fossi musicista, l’a-
mi di nutrire il proposito eroico di non — ed a me stesso perché mai io senta di vrei gia illustrata in una composizione
farne pil in eterno; e i dieci anni sono dovere riprendere contatto con l’arte tua. alla Satie). In compenso, ci fu chi non
scaduti. E servira a fissare qualche idea che po- trovd in quel libro altro che verbosité e
Se, qualche rara volta, mi son dovuto traé essere meglio svolta ed illustrata il wuoto. Vedi bene se Busoni aveva ragio-
rassegnare a prender la penna — due o giorno — che non pud tardare — in cui ne e se non era, forse, un tantino otti-
tre in tutto, se ben ricordo — stato mi sard liberato, in un modo o nell’al- mista verso la cosiddetta élite. Oggi un
perché le circostanze me l’hanno impo- tro, dalla schiavitt quotidiana che, se giovane mi ha detto che quel libro se
sto e, se avessi tentato di sottrarmi al non ha ancora spezzata la mia volonta, gna, fra altro, la nascita dell’espressio-
“ ™_YRIPROD LUZON)

En? ico ~P € ries ie wt - Albergo per an q @ at sie 6 ac 0 Pr ee:

nismo; che sembra a tutti — oggi — dell’estetica. Ma io ho, su questo punto, so vivo e sicuro. Con questo ancora di
cosa tedesca ma della quale quando scri- una ben diversa opinione, e penso che, fecondo: che il nostro espressionismo —
vevo — nel 1907 — io nulla potevo sa- purché un’estetica sia realmente fondata il quale considera lo stato d’animo come
pere; e che, del resto, era ancor ben lun- su la sostanza viva dell’arte e veramente distaccato o almeno distaccantesi da
gi dall’essere battezzato. Anzi, egli mi ha capace di interpretarne lessenza, essa qualsiasi esperienza e come atto supre-
assicurato che in quelle pagine si legge pud anche polarizzare, in un senso nuo- mo della vita spirituale — vive in moi
proprio la parola (allora non ancora co- vo, arte stessa. sopra tutto di musica e non sconfina nél-
niata) di espressionismo; e la s’intenda Se ho detto tutto questo, non é gid per le arti che male possono incarnarlo; ©
— chiaramente — come antitesi dell’im- fare rivendicazioni a nostro uso e con- per cid stesso rimane vitale e non esige
pressionismo e del wagnerismo. sumo, si bene per darti una prova di co- né battesimi né cresime, ma gli basta
Sara, non mi metterd a rileggere me me si faccia attenzione a coloro che «é di seguitare a vivere e di crescere, per
stesso per verificare se le mie carte sono come se avessero sposato la propria ser- conto suo, innominato. Invece lespres-
in regola. Ma che dell’espressionismo io va», e anche per dirti che l’arte tua, Sionismo battezzato (e con questo, come
fossi consapevole, mi sembra di poter af- appunto perché strettamente legata alle tu sai, non si vuol dire che sia cristiami0)
fermare tranquillamente dopo venticin- mie idee, é tanto italiana quanto — né é andato gi& troppo oltre in quella libe-
que anni di silenzio — se permetti, signo- pit, né meno — la mia estetica; e che razione dell’elementare musicale da me
rile — su questa comesu altre priorita. tanto io quanto tu possiamo. vantarci, proclamata sin da allora come neces#a-
Se ora parlo, non é soltanto per quella con buone prove, di essere stati giovani ria; e per cid é gia morto o prossimo @
faccenda dei dieci anni scaduti ma an- e di esserlo ancora. Siamo stati dunque, morire. E poiché nella vita spirituale di
che perché sono stufo di sentirmi dire e mi pare che lo siamo ancora,tutto cid chi opera per necessita, e non per oppor-
che le mie idee sono vecchie: dal punto che di pit: novecentistico si pud pensare. tunitaé, tutto si lega in profonda unita,
di vista del crocianesimo, s’intende; il Con questo di vivo: che il nostro nove- Scoprendo i cembalisti veneziani e le sin-
quale crocianesimo, poi, vorrei sapere centismo si riallacciava, ben lontano, al- fonie del Sanmartini e proponendo I’e-
quale movimento artistico abbia ispirato. la tradizione: perché della nostra storia sempio del loro impressionismo ritmiico
Mi diranno che questa non é funzione musicale abbiamo sempre avuto un sen- ai musicisti italiani, io venivo ad indli-

=
viduare alcuni elementi tecnici fonda- concetto ristretto di cid che é melodia; gaudeamus igitur.
mentali del futuro oggettivismo — che e che non sanno o non intendono o non I primi — appunto perché sono tenagj
é ancheil tuo — ma nel senso pil sano. ricordano o non vogliono ricordare che e la tenacia é coraggio — si lasciano dire
Predominio, dunque, nella musica, della melodia é dovunque la musica respira e impavidi tutte le insolenze che, secondo
vita ritmica, rinuncia al tema come idea vive in buona salute. Ma vallo a far ca- gli altri, meritano. Costoro, invece, pre-
che esiga fatalmente uno svolgimento, pire a colui che — sissignori — ti dice tendono di essere promossi capi di cucina
concatenazione di diverse idee secondo che dovresti essere figlio di Puccini. ogni volta che il piatto é mal riuscito,
affinita ritmiche ed espressive non secon- — e cheil lesso deve essere messo sulla

do basi armoniche e contrappuntistiche, Vedi, caro Malipiero, ogni grande fatto graticola, l’arrosto-lesso infuso nella bro-
liberta armonica gia intesa a scalzare le spirituale, a questo mondo, é uno e due. da dei capperi, o il vitello tonnatorilg-
basi della tonalita tradizionale; e mi pa- Anche il Fascismo — intendo quel senti- vato nell’aceto e tagliuzzato d’urgenza.
re che basti perché il contrappunto fitto mento della nuova grandezza d’Italia che Non faremo cattivo sangue per questo.

alla Bach non é — e non sara mai — promana dal Duce — é uno e due: an- Come potremmo?
cosa nostra. Vedi, dunque, quante cose ci che, e sopra tutto, nel campo spirituale La vita non ci obbliga forse ad essere
uniscono e quanto queste cose uniscano sia dell’arte sia del pensiero. giovani, a cinquant’anni?
noi alla musica di altri compositori: sia Ci sono di quelli che lavorano duro e in Possiamo dunque permetterci il lusso di
guastarci il fegato?
mets =e

italiani, che stranieri. silenzio: paghi se vivono senza troppo

Certo, se molte cose ci uniscono, qual- stentare, felici se possono lavorare senza Ci mancherebbe soltanto questo guaio,

cuna anche ci divide. Io ho esaltato la essere troppo oppressi dalla vita, impa- da aggiungere agli altri. Ma no; e poi,
melodia belliniana sin dal 1908; non ho radisati se riescono a dedicare almeno tu sai quanto poco certi giudizi vengano

mai parlato male di Verdi anzi ne hori- qualche mese dell’anno alla loro arte o condivisi dalle persone di buon senso e

conosciuto la grande forza morale ed al loro pensiero. Questo é Fascismo, an- da quei tuoi colleghi che io e tu stimia-
analizzato, per primo, la nobile — titani- che se qualcuno dice che non é — per- mo e che stimano mee te.
ca — crisi spirituale in un mio Verdi con- ché gli fa comodo — e interpreta in al- E ci ritroveremo in un’altra Capri, ve-
tro Verdi che, s’intende, nessuno scrive tro modo il silenzio degli operosi. drai, e non saremo, forse, soltanto noi
nella colonna dei miei crediti. E ricono- Ci sono di quelli che non fanno cosi ma due. E tu mi farai sentire le tue nuove
musiche; ed io scriverd quanto pit fer-
eeag

scevo bene e riconosco i meriti di un mu- in altri modi; e i modi sono cento, sono
sicista — che mi permetterai di non no- mille ma puoi giurare che nessuno di vidamente potrd le mie impressioni. E
minare — il quale in molte opere, ma spe- essi é fascista. chissa che non mi riesca — finalmente
cialmente in una, seppe racchiudere un Passano gli anni e non te ne accorgi, — di sentire, in un teatro d'Italia, qual-

i insegnamento che nemmeno i suoi pil perché sei distratto e uomo di buona fe- cuna delle tue «rappresentazioni d’ani-
scalmanati panegiristi compresero e che de e pensi alle cose tue: al lavoro ch’é la ma», e che non abbia la gioia di vederle
nessuno dei suoi seguaci raccolse. tua vita. applaudire come a Francoforte — nell’ot-
Tu, invece, sei molto anti; e questo ti Poi, a, un tratto, qualcuno ti scopre Puc- tobre del 1930 — il tuo San Francesco.
ha fatto del male. Ma ha fatto anche del cini ossia il musicista che pit contrasta
FAUSTO TORREFRANCA
bene, all’arte tua. col clima dell’Italia d’oggi: sentimentalo-
Strano che, ancora oggi, nessuno o ben ne, fievole, elegante se vuoi, ma tutt’al-
pochi vogliano ammettere che pud essere tro che virile ed eroico. Musica cheal-
una necessita, per un artista, crearsi e lenta le corde dell’anima; personaggi che
nutrire delle belle e ardenti fobie; e che rivelano uno sfondo di dolce abulia. E al- CORSIVON. 10
la scusante, se é una sola, ha il merito lora ti accorgi che c’é chi non pud essere
di valere per tutte. — la propria geniali- fascista, chi non pud essere uomo dell’I-
A Roma hanno tenuto un congresso he-
ta, quando c’é, s’intende: la quale esige talia nuova, chi non pud essere giovane,
geliano: chissd poi il perché, e con quale
di essere difesa gelosamente e ad ogni né a trenta, né a quaranta, né a cinquan-
costo dagli assalti altrui: da quelli dei tanni. perché cova un dissidio interno giustificazione.
vivi e da quelli, pit pericolosi, dei morti. che non glielo consente. Questi filosofi e questa filosofia da uni-
E tu, del resto, sei musicista melodico. Ci sono di quelli che non hanno maivol- versitd cominciano a essere noiosissimi.
Sai bene, per istinto (comeio so per pen- to le spalle ai propri ideali e non si so- Il bello si é che nelle storie dei filosofi
siero) che la melodia non é gia ristagno no mai rimangiati né giudizi né idee: an- e della filosofia (precisiamo: d’universita)
dell’azione ma sospensione; un incantesi- che in questo, se non m’inganno, ci asso-
ci mettono sempre dentro il Fascismo, con-
mo, versato sull’azione stessa; e che, per- migliamo,
cid, essa sara, sul teatro, eterna. Il che Ci sono altri che, da venti anni almeno, dito e ricondito in salse le pix diverse.
non vuol dire che dobbiamoritornare al- hanno rivoltato sotto e sopra Verdi, Puc- Ma cheil Fascismo non c’entrasse un fi-
le canzonette, anche se Giuseppe Verdi cini, Wagner, romanticismo, impressioni- co con Hegel é stato avvertito dallo zittio
ne ha composte di quelle che vanno, an- smo, futurismo e te li hanno cucinati in generale cui i filosofi (insistiamo d’un.)
cora oggi, diritte al cuore del popolo. Tof- quattro o cinque salse diverse, secondo
sono stati fatti segno da tutte le parti ri-
folo Marmottina delle Baruffe chiozzotte la stagione delle idee correnti, proprio co-
spettabili della coltura italiana.
e lo Spensierato del Torneo notturno ba- me il lesso delle pensioni di famiglia;
sterebbero a smentire coloro che ti cre- che prima diventa arrosto e poi vitello
Basta con questi filosofi (d’un.) tra i pie-
dono nemico della melodia. Questo. si di- tonnato e da ultimo fricandd o polpetta, di del Fascismo.,
ce, s’intende, per coloro che hanno un per il conforto degli stomachi giovani dei P. M. B.
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(PANORAMI) nazioni borghesi. Passano sugli schermi a per nulla Nuova York ha fornito a Mo
ora a ora scene di disoccupazione, di scio- sca i modelli del primo piano quinquen-
RUSSIA SOVIETICA peri, di rivolte, e i volti torvi degli operai nale.
soggiogati dal capitalismo; poi visioni del Sotto la maschera delle dottrine comu-
Il soggiorno prolungato in Russia, a con- fervore ricostruttivo del piano quinquen- niste, la repubblica dei Sovieti @ una im-
tatto con la vita sovietica, lascia l’incan- nale nelle campagne e nelle fabbriche, fol- mensa societa anonima di produzione di
cellabile impressione di una visione dan- le floride e sorridenti e pacato lavoro. In cui gli operai delle fabbriche sono gli azio-
tesca. Ogni fantasia é superata dallo spet- questa propaganda immaginifica l’elemen- nisti e i governanti sono gli amministra«
tacolo di questa nazione, che rinuncia a to fantastico prevale, e ci fa ripensare tori. Che Stalin sia un uomopolitico che
norme e consuetudini millennarie e vuol ancora a Dante e agli episodi istorianti i fa della finanza e che i magnati delle
distruggere anche le vestigia del passato, ripiani del Purgatorio, nei quali i pecca- banche americane siano dei finanzieri che
sconvolgendo il bene e il male, sfidando tori, offuscati dalle caligini del vecchio reggonole sorti della politica, é questione
la sorte e gli stessi imperativi della na- mondo, imparano a vedere il buono e il di nomi. Anche in Russia lo scopo del-
tura. cattivo sentiero. lassociazione é il predominio economico,
Non si pud ripensare alla Russia senza E’ difficile giudicare quanto di reale e i sistemi per ottenerlo sono la progressiva
che ritornino alla mente le tragiche lotte di fantastico, di buono e di cattivo, di du- oligarchia, il disprezzo del sentimento, la
che la popolazione quotidianamente com- raturo e di effimero vi sia nelle manife- essenza di scrupolo.
batte contro le durezze della vita materia- stazioni della vita sovietica. E’ un quadro Fatalmente uguali circostanze conduco-
le: le pazienti vigilie delle donne che at- che va visto due volte, prima molto da no a uguali conseguenze. Russia e Ameri-
tendono nelle piazze, anche se cade la ne- vicino, per conoscere i particolari, poi da ca, le due nazioni del mondoalle quali fu
ve, la distribuzione del cibo; la intimita lontano, perché risaltino i contrasti. Tut- concessa la maggiore varieta e profusioné
familiare mortificata dalla promiscuita to sembra, a prima vista, irreale e lon- i risorse naturali, le uniche che possono
delle abitazioni; le baracchetetre e le ve- tano da noi. darsi il lusso del totale isolamento econo-
stimenta lacere e i mercati squallidi e il Un esame pit profondo fa scoprire affi- mico, sono quelle sulle quali la crisi si é
perduto sorriso delle moltitudini erranti nita profonde e impensate tra i fenomeni con maggior violenza abbattuta, e dove
per le strade o ammassate nelle stazioni economici sovietici e i fenomeni economi- il rendimento della produzione é al livel-
e sui treni, in preda a una inquietudine ci del resto del mondo e specialmente po- lo pil basso. In America il pessimo ren-
che non ha pausa né meta. ne in luce i punti di contatto tra l’econo- dimento complessivo é la risultante del
Simili ai dannati di Dante,i rari soprav- mia russa e l’economia americana. rendimento a oltranza (qualcuno lo chia-
vissuti della antica classe dominante,
ma sfruttamento) del lavoro organizzato,
esposti al disprezzo, abbandonati dalla
Russia e America sono oggi i due pit e del rendimento nullo della spaventosa
legge, minacciati della deportazione, pa-
genuini rappresentanti del « capitalismo percentuale di disoccupati; in Russia tutti
iono lasciati in vita soltanto perché il po-
di classe», sbocciato nel secolo scorso a sono occupati, ma tutti rendono in misu-
polo in essi possa riconoscere e odiare
i Sostituire il tradizionale capitalismo di ra insufficiente. Non vi é che una diffe-
relitti del regime oppressore. casta. Il punto di partenza é il medesi- renza di fattori, uno spostamento negli
Nei cinematografi sovietici la rappresen-
mo: la concentrazione e la meccanizza- addendi. Il risultato della operazione non
tazione dei quadri della futura felicita co-
zione, spinta all’eccesso, dei processi pro- muta.
munista si alterna con la raffigurazione
duttivi; la questione economica ridotta a
delle difficoltaé che turbano la vita delle
una questione di bilancio contabile. Non Per spiegare l’apparente contradizione
dell’infierire della crisi nelle due nazioni tili, o che viene consumata oziando. A producono attrito e dispersione di ener-
che hanno loro disposizione i pil po- questa stregua, il mondo é oggi infinita- gia attiva. Per una strana inversione, i]
tenti mezzi naturali per combatterla, é mente pit ricco di un secolo fa. Avanti risparmio perde la sua caratteristica be-

necessario risalire alle origini del male. che corressero i treni sulle strade ferrate, nefica di vivificatore delle intraprese. 1)
La veritaé @ che in questo momento tutto almeno i nove decimi del lavoro umano credito pesa sulla produzione, la opprime
il mondo sta scontando gli effetti della — duro e brutale lavoro — erano impe- e la isterilisce. Assistiamo al fenomeno
eccessiva rapiditaé con la quale si é svolto gnati per « donare la poverta» e soltanto pauroso di una crescente folla di perso-
il processo di industrializzazione. Gli ef- un decimo era disponibile per la maggior ne che, nel pieno vigore della vita, rinun-
fetti sono massimi nei paesi in cui si é felicitaé dei privilegiati. Oggi, non piu di ciano a lavorare appena un modestissimo
voluto camminare pili rapidamente. quattro lavoratori su dieci occorrono per reddito consente loro di trascinare una
Il progresso teenico che nell’ultimo seco- darci il pane quotidiano; in un prossimo esistenza, povera e parassitaria, ma senza

lo si é in ogni campo avverato e il ritmo domani ne basteranno due. Gli altri otto incertezze. L’ideale economico é la pen-

accelerato che la guerra ha impresso alla saranno disponibili al servizio della ge- sione.
meccanicita della produzione, hanno pro- nerale ricchezza. Cosi, i benefici del progresso tecnico so-
fondamente perturbatoil tradizionale equi- no in massima parte perduti. Il marasma

librio, che da millenni durava, delle for- Le conseguenze di questa rivoluzione eco- si trasmette come un contagio, e costrin-
ze economiche. Ne é derivata principal- nomica appaiono chiare agli occhi di tut- ge, per ragioni di difesa, le nazioni a

mente la diffusione sempre pili larga del- ti. Un secolo fa, l’abitare nei tuguri e il chiudere i transiti ed elevare le barriere
le possibilita di benessere traverso gli riscaldarsi nelle stalle costituiva per le doganali, rinunciando alle maggiori fon-
strati sociali, favorita dai nuovi procedi- masse una triste necesitéa. Oggi si pud, ti della prosperita commerciale.
menti industriali e dalla progressiva af- con le cifre alla mano, dimostrare che
francazione dell’uomo dal lavoro manua- cinque anni di lavoro della quinta parte La conclusione é, che la nostra economia
le, che essi portavano seco. Cresceva la degli uomini validi sono sufficienti per @ troppo vecchia. Quando la ricchezza
disponibilita dei beni atti al godimento, costruire le abitazioni occorrenti per tut- era limitata e forzatamente costituiva
mentre la fatica per approntarli diminui- ta la comunita. I cibi e le vesti vengono privilegio e forza di pochi, l’impossessarse-
va. La strada del progresso tecnico non é consumati in misura almeno doppia e ne richiedeva una lotta senza quartiere,
chiusa, e dobbiamo anzi ritenere di aver- quadrupla di un secolo addietro. Godia- ora feroce, ora subdola, di rapina e pil
ne percorsa una minima parte. Nuovi per- mo una quantita di agevolezze che i no- spesso d’astuzia. Oggi il problema é spo-
fezionamenti ci attendono. Bastera mi- stri avi ignoravano. Un viaggio a Roma stato. Non é pit necessario lottare per
gliorare i mezzi di produzione esistenti e in treno popolare (questi treni popolari la ripartizione del magro bottino. Ce n’é
sostituire quelli antiquati per portarci sono un esempio tipico delle possibilita per tutti, purché la produzione sia bene
avanti di tanto, di quanto abbiamo avan- rivoluzionarie della nuova economia) co- regolata e bene distribuita.
zato sino a oggi, anche se in un prossimo sta la centesima parte di quanto costasse HL mondo é impreparato a essere ricco.
futuro ’umanita non abbia a beneficare lo stesso viaggio in diligenza, nel 1833. Permane la anacronistica mentalita del
di nuove scoperte scientifiche. Ford ha dato un automobile a tutti gli mercanteggiare, dell’ingannare, del di-
americani. Non fu un miracolo, ma la sperdere le risorse economiche nei tenta-
Si dice che la pil precisa valutazione conseguenza logica di una buona orga- tivi di soverchiarsi a vicenda arricchen-
della ricchezza consista nel calcolare da nizzazione. Anchein Italia trentamila ope- do, anziché a spese di una migliore pro-
un lato quanto lavoro occorre impegnare rai potrebbero in cinque anni fornire un duzione, a danno della ricchezza altrui,
per assicurare alla popolazione il minimo automobile a ogni famiglia, compensando, Permaneil feticismo dell’oro, barbara for-
necessario per la vita e cioé per donare ove occorra, l’importazione dell’acciaio con ma di assicurazione contro la frode negli
la povertd, dall’altro lato quanto lavoro Yesportazione di qualche prodotto della scambi, per la quale viene pagato un pre-
rimane disponibile per donare la ricchez- terra. mio — il costo d’estrazione — uguale al
za. Un aggregato economico é tanto pit Il disagio economico é derivato dal fatto valore delle cose assicurate.
ricco — potenzialmente — quanto pit é che al rapido aumento della ricchezza po- Le origini della crisi economica sono
grande la somma di lavoro disponibile in tenziale non ha corrisposto un adeguato troppo profonde perché le piccole rifor-
confronto della somma di lavoro impegna- aumento nella prosperita generale. La ric- me possano risolverla. Né vale sperare
to. Quando tutto il lavoro é impegnato chezza, esiste, ma viene in minima parte che la crisi passi da sé. Il liberalismo eco-
per Je imprescindibili necessitaé fisiche, goduta e in massima sperperata. La crisi nomico fondato sulla lotta sfrenata per
si ha la poverta assoluta, che é la schia- ha disorientato le file della produzione, il denaro, condotta sino al logoramento,
vitt. economica; quando tutto il lavoro é come quelle di un esercito in rotta. Vi é é condannato definitivamente. L’esempio
disponibile perché non é necessario alcun sovrabbondanza nella disponibilita di ogni dell’America, che, non ostante le sue Ti
jJavoro per vivere, si ha la ricchezza asso- genere di prodotti, ma la distribuzione é sorse, € la nazione pid colpita dall’a
luta, quella. di Adamo prima del peccato. difettosa e cosi mentre in un luogosi bru- narchia economica, quella in cui la di-
Una simile valutazione pone, come é logi- ciano i frutti della terra, nell’altro le in- struzione dei beni e Visterilimento della
co, allo stesso livello economico la ricchez- tere popolazioni soffrono la fame. Si chiu- attivita produttrice é maggiore, dimostra
za goduta, che é la parte di lavoro dispo- dono le fabbriche e ingrossano le torme chiaramente a quali conseguenze porta J’a-
nibile che viene usufruita per la produzio- dei disoccupati. I rapporti finanziari si vere yoluto considerare il lavoro e la tet-
ne di cose utili, e la ricchezea sperperata vanno sempre complicando, lorganizza- nica come semplici armi della guerra fi-
che é@ la parte di lavoro disponibile che zione sociale si appesantisce, si escogita- nanziaria e non come le pure fonti della
viene usata per la produzione di cose inu- no nuovi meccanismi, nuovi legami, che prosperita.
La concezione economica liberista ¢ dun- le é la strada-da percorrere. Essa é quel- agitata in pieno sole, senza infingimenti
que un anacronismo. Ma altrettanto ana- la della collaborazione dentro l’orbita del- né bassi egoismi.
cronista é la concezione sovietica, che si lo stato di tutte le forze attive della so- Questi sono i motivi che mi convinco-
richiama, alla lotta di classe e al grido del cieta, individuali e collettive del braccio no, che ogni fatica per fornire agli ita-
manifesto di Marx e di Engel — lavora- e della mente, allo scopo di conseguire liani una miglior conoscenza sulla Russia
tori di tutto il mondo unitevi — grido che il massimo rendimento delle energie pro- sia meritata e giovi all’ideale che l'Italia
era comprensibile quando gli operai vive- duttive e distribuire i frutti della produ- e il suo Capo perseguono: che la societa,
vano forzatamente in una schiavitt, dal- zione nel modo pili equo e pit risponden- lasciato dietro sé ogni mare crudele, cor-
la quale non avrebbero potuto liberarsi se te al vantaggia collettivo, che non é solo ra finalmente acque migliori.
non soggiogando alla loro volta i padroni. materiale ma anche morale.
Oggi il problema é diverso non soltanto Liniziativa di Roma, per la sua univer- GAETANO CIOCCA
per i capitalisti ma ancheper i proletari, salita e per il ricorso della storia che si
i quali hanno il medesimo interesse dei rinnova a venti secoli di distanza, non
padroni, anzi un interesse molto maggio-
re, a farsi parte diligente nel migliorare
puo restare chiusa nella cerchia, per quan-
to gloriosa, delle mura aureliane. Essa é
CORSIVON. il
il rendimento della produzione, per pote- fatalmente votata alla internazionalita. In
Combattiamo da anni la battaglia per
re in crescente misura partecipare alla questa espansione oltre i confini non si
Vaggiornamento del clima architettonico
distribuzione dei relativi frutti. Se doma- puo ignorare la Russia, che é oggi il pit
italiano: abbiamo richiesto questa evolu-
ni, come é possibile, si riuscisse ad assicu- vasto laboratorio di esperienze sociali.
zione del clima e dell’ambiente per una
rare ai contadini il benessere che un tem- Gli esperimenti sovietici ci interessano e
dignita nazionale e wmana, e per dare
po era sconosciuto ai valvassori e dare al- da un punto di vista realistico e da un
all’arte la possibilita di sublimarsi in ope-
Yoperaio il trattamento che oggi hanno punto di vista ideale. Nel camporealisti-
re che fissino la nostra epoca: i capolavori
gli ingegneri — e speriamo possa essere co, la sostituzione, a cui tendiamo, di una
dell’architettura non possono nascere co-
anche migliore — parlare di rivalita di economia fascista — nel senso pil. gene-
me fiori mostruosi e fuort tempo da una
classi sarebbe come partire in guerra con rale della parola — alla economia classi-
serra incubatrice. Quindi l’aggiornamento
gli archibugi o con le triremi. sta, capitalistica o comunistica che sia,
del pubblico e della critica.
La miglior prova che, per il rispetto eco- trova ostacoli nel passato, a cui bisogna
Siamo stati intesi ma anche fraintesi.
nomico, la Russia é stretta tra le ferree rinunciare, e nel futuro, che bisogna crea-
Alcuni hanno creduto che chiedessimo
catene della realta non altrimenti dalle re. Il problema centrale é quello della
agli artisti di aggiornarsi e che ritenessi-
altre nazioni, sta in questo, che le dottri- competenza; sceverare le attribuzioni e
mo cid possibile. E allora, fra quelli che
ne comuniste, cosi feroci e assolutiste nel le iniziative che competono alla colletti-
sannoil « mestiere » dell’arte (come avreb-
campo politico, diventano accomodanti e vita da quelle che competono all’indivi-
bero fatto qualunque altro mestiere) vi
conciliative appena si entra nel campo duo. In Russia, ove gli ostacoli del passato
furono i pronti ad accodarsi nella sesta
economico. Si va fatalmente, a Mosca, sono stati distrutti, noi abbiamo la prova
giornata al movimento razionalista o
verso la tendenza di Nuova York di con- degli effetti disastrosi che porta con sé
quelli che pensarono di farlo nel trigesi-
siderare la questione sociale come una Yaccentramento nello stato di tutte le
mo, 0 che lo fanno o lo farebbero ora in
questione contabile, un affare di ordina- iniziative, specialmente nel campo delle
uno qualunque degli anniversari.
ria amministrazione. Lo stato che espro- gestioni economiche, ma abbiamo anche
Gente tutta perd che agisce e polemizza
pria la proprieta privata, che gestisce le la dimostrazione dei benefici dell’ inter-
con argomenti e con opere che furono di
industrie, che fa ogni mestiere e prende vento statale, specialmente nel campo
altri, in tempi passati e che oggi non
ogni iniziativa, cosicché milioni di abi- delle manifestazioni intellettuali. La tec-
valgono pit. Gente che rimane sfasata o
tanti dipendono dal cenno e magari dai nica l’arte e la scienza che si pongono al
ancora al punto di prima. Gli artisti e
capriccio di poche persone — il trust servizio dello stato e del bene collettivo,
metallurgico che compera le fabbriche, le glt architetti fra i primi debbono di con-
che si abituano a guardare dall’alto o ri-
tinuo aggiornare la loro tecnica, ma non
gestisce dalla miniera all’automobile fini- nunciano ai vecchi schemi, hanno aperto
ta, estende continuamente i suoi tenta- possono aggiornare la loro sensibilita. Es-
avanti a sé orizzonti nuovi e inaspettati.
coli in campi pit vasti, concentra le pos- sa é nei veri artisti sempre a giorno.
Gli ostacoli di carattere ideale, che si
sibilita produttive, cosicché la vita di in- Vanno come scalatori verso una vetta
oppongono alla marcia in avanti, non han-
tere popolazioni dipende dagli interessi @ gruppo o soli e sui ripiani e sulle cen-
no cittadinanza né etichetta politica, so-
di poche persone — sono, in fondo, la no sempre e ovunque i medesimi. Da un
gie arrivano primi sempre gli stessi. Gli
stessa cosa. altri, i falsi artisti giungonocol fiato moz-
lato la mala fede e l’ingordigia e la gros-
20 quando i primi si sono gid mossi o le
solana furbizia e il quietismo, dall’altro
Cosi stando le cose, é comprensibile lo strade sono gia chiodate e credono d’es-
Vignoranza, la sfiducia e Yodio nato tra-
speciale interessamento che ha per gli sere giunti alla cima. Non sanno che die-
verso le sofferenze.
italiani la conoscenza delle condizioni eco- tro a una cima é un’altra cima pit alta
La radicale rivoluzione nei cervelli e ne-
nomiche sovietiche. L’Italia (ed é inutile in arte.
gli spiriti, che @ necessaria, non si com-
dire per quali vie e per quali porti pas- Per questo vi é una tragedia dell’aggior-
pie all’ombra di un campanile, ma ponen-
sando, poiché il mondo ormai sa cheil namento: perché i primi hanno per desti-
do la propria umanita a contatto con la
movimento di revisione dei valori econo- no di andare e gli altri quello di dover-
piti provata e sofferente umanita altrui,
mici e morali iniziatosi a Roma non é un li raggiungere.
portandooltre i confini la fede, lattivita
movimento di reazione) ha mostrato qua- e la sicurezza in sé e nella propria causa, PIERO BOTTONI

27
ARTE E TECNICA
DEL COSTRUIRE
Una delle caratteristiche fondamentali
della tecnica e particolarmente di quella
abbastanza sviluppata del nostro tempo
é la sincerita.
Quando si considerano equilibri di forze
notevoli, imponenti dinamismi prodotti da
velocita elevate, vincoli di rendimento, o
dannose resistenze passive, bisogna esse-
re profondamente sinceri perché i feno-
meni sono al di sopra di noi, veramente
fatali e non si possono guidare se non
piegandosi alle loro leggi.
Mi pare che lV’influenza prodotta da que-
sto pil intimo collegamento delle leggi
fisiche ai mutevoli sentimenti umani, deb-
ba avere conseguenze grandissime e di
una portata ben maggiore di quella che
gia si manifesta nella creazione architet- Arch. Figinie Pollini-Interno della Villa-Studio alla Triennale,
tonica.
Infatti, se nei tempi passati si poteva di essi, ma quella del sentimento e del ca- decorativo da applicarsi all’opera esegui-
determinare la forma di un ponte o del- rattere degli equilibri statici e dinamici ta a male intese necessitaé pratiche, ha
la soprastruttura di una nave, o di un che si possono pensare e realizzare. staccato il costruttore dalla parte pit vi-
veicolo, o di un piccolo ambiente, con cri- Lo stesso problema si pud quasi sempre tale della progettazione e della realizza-
fae

teri mutevoli e transitori dovuti a moda risolvere in modi differenti. Archi, tra- zione dell’opera.
oO a stile puramente formale, i problemi vate rettilinee, strutture reticolari sempli- Il costruttore é diventato « appaltatore»
che si presentano oggi all’architetto sono, ci o complesse possono ugalmente servire che fornisce metri cubi di muro dipietra
se non tutti, in gran parte obbligati a co- a vincere una portata e a sopportare ca- o di cemento armato senza entrare nello
Si severi vincoli statici o dinamici, da richi, ma ognuna di tali soluzioni ha in- spirito dell’opera che costruisce.
non potersi risolvere se non con la pid trinsecamente un proprio e specifico ca- Di qui sorge non solo la quasi impossi-
perfetta comprensione e il pit. compiuto rattere che deve essere profondamente bilitaé di realizzazione dei particolari an-
adattamento alle leggi che regolano forze sentito per realizzare il risultato che si che piccoli, di rifinitura e di esecuzione
e cose. Un che di assoluto entra cosi a far vuol raggiungere. che pure tanto valore hanno nel raggiun-
parte del nostro modo di pensare e ci ren- L’evidenza dello sforzo nelle nervature gimento del risultato finale, ma, sorge
de, come non mai, alleati e schiavi della di una struttura reticolare pud in certe pure un: fatto, a mio modo di vedere pit
natura. costruzioni raggiungere un carattere di grave, la mancanza dell’apporto, fin dalla
Sono, poi, profondamente convinto che dinamicitaé e di leggerezza in perfetta ar- concezione dell’opera, di quelle conoscen-
da questi caposaldi, ogni giorno crescenti monia con il complesso dell’opera, mentre ze delle possibilita reali dei materiali, de-
di numero, di costruzioni o di cose neces- in altre, concepite con diverso spirito, gli ardimenti tentabili o delle prudenze
sariamente sincere, debba per naturale creerebbe un insanabile contrasto. necessarie che il vero costruttore per il
adattamento estendersi l’amore della sem- Si aggiunga che mentre alcuni equilibrii suo quotidiano contatto con la realta dei
plicita organica anche a quella manife- statici sono di per sé armonici, altri, materiali é, meglio di tutti, in grado di
stazione dell’attivita umana che per la ugualmente possibili, danno una sensa- conoscere,
loro minor mole e per altre ragioni po- zione di sforzo o di non naturale equili- E’ logico pensare ad organismi tecnico-
trebbero essere svincolate da ogni legge. brio che nessun artificio decorativo o su- esecutivi che sotto la direzione del pro-
E poco probabile che l’'uomo abituato al- perficiale potra pit togliere. gettista e in un intimo contatto di que-
le forme naturali del velivolo o del gran- Si vede quindi quanto ampio sia il cam- sti con i tecnici esecutori, realizzino la
dissimo ponte, o della nave veloce, o del- po dei mezzi realizzativi offerti al pro- concezione e la esecuzione dell’opera al-
lautomobile, possa poi con piacere vedere gettista che in definitiva deve pensare lo stesso modo che i cantieri navali pro-
Yoggetto o il mobile domestico o la fac- non solo con forme da tradurre in mate- gettano ed eseguono la grande nave, con
ciata della sua casa, espressi in forme ria resistente, ma anche con sistemi equi-
risultati di unita, di corrispondenza prati-
complicate non spontanee e non ispirate librati di forze agenti e resistenti che ca ed economica alle finalita da raggiun-
a quell’armonia elementare geometrica a occorre comporre in armonici complessi
gere non altrimenti ottenibili.
cui in cosi numerosi altri campié stato co- ognuno dei quali ha, tra i vari possibili,
Larchitetto, considerato come creatore
stretto. un suo particolare carattere espressivo. completo dell’opera, ritornerebbe alla sua
Con la parola « tecnica» intendo non so- La moda dei recenti decenni che ha ri- vera funzione specificata nel significato
lo la conoscenza delle proprieta resisten- dotto la veste architettonica degli edifici etimologico della parola: architetto = ca-
ti dei materiali e del modo di impiego quasi esclusivamente a un rivestimento po costruttore. P. L. NERVI
28
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TAVOLA VIII
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issue —: le risque de cet absolu devait les lutionnaires et constructifs @ la fois.
séduire. Crier @ la faillite de ce nouvel ordre de
Les vieilles civilisations Judéo-Latines se chose, et passer & Vextréme en prénant le
sont édifiées sur un «relatif» millénaire «Gandhisme» c’est un peu trop facile.
— qu’elles connaissent & fond, infiniment Il faudrait tenir compte ne serai-ce que
plus souple trop souple méme et contre des conditions géographique et climatique,
lequel devaient réagir des races plus mo- Gandhi c’est oriental et pas exportable,
dernes. son dispositif au ralenti vaut par 30 de-
Mettons 4 Frs 95, dit le latin. gré au-dessus de zéro. Mais au-dessous?
Mettons 5 Frs, dit Vameéricain. Il y a quelque part dans l’espace et dans
Ces deux chiffres sont deur civilisations. le temps une machine admirablement ré-
Le Nord a voulu simple, clair, droit, c’est glée transparente et invisible qui fonc-
beau c’est neuf, mais c’est dangereur. Par- tionne a temps voulu, et qui régle, et qui
tir sans regarder derriére soi, chiffre en dose, et qui tempére les accés romanti-
main, c’est héroique; immédiatement l’at- ques, sociaux et individuels.
mosphére s’éclaircit, des tas de voiles, de Tous les libérés, les affranchis, les poé-
chiffons, d’entre-actes, d’intermédiaires et tes, les cambrioles, les artistes, les aven-
de politesses a retardement disparaissent, turiers et les fous, tous cous qui veulent
ce’est la fin du clair-obscur, de la boutique dépasser la norme, et vivre plus haut; les
ténebreuse, et de la combine commerciale. trop riches, les trop grands qui ne veulent
Une vie en pleine lumiére avec des chif- pas prendre le trottoir, les trop fort qui
fres en gros plan sans virgule. ont voulu « sauter le pont», tous ceux qui
Des murs nets ou Varaignée ne peut plus ont du génie sous la peau, et qui sont les
tendre sa toile. rois du monde, Tous ont senti a certains
Magnifique programme mais qui exige tournants de leur vie orgueilleuse, une
un contréle trés étendu et la direction des pression mystérieuse, mais implacable sur
commandes mondiales. leur épaule.
C’est vouloir construire en deux temps: C’est une mécanique & «réder les geantsy
Blanc ou noir. Oui ou non. cest un flic qui ne permet pas de passer
Un et deux. une ligne x — c’est l’ordre social et c’est
La valeur grise, le peut-étre, Vimpondé- aussi la mesure. C’est encore le chiffre 3.
rable que j’appelerai le chiffre 3, on Véli- Cette pression est haissable, car elle ar-
mine. Malgré toute la sympathie que l’on réte V’élan individuel, Venthousiasme, la
peut avoir pour cette formule majeure et spontaneité, elle est profondément raison-
radicale, elle est dangereuse. nable,
Le chiffre 3 c’est Vhuile du systéme; on Elle est ld pour rappeler aux hommes
le connait peu, il est partout et nul part, que le monde ne peut vivre qu’établi sur
mystérieux, il échappe a Vanalyse — il est des moyennes controlées, qu’il faut res-
L'AMERIQUE ET impair — il est détestable pour un Ro- pecter sous peine de mort.
LE ©@f1? fa 2°9 mantique. Les Américains ont voulu «le C’est un chiffre qui commande les pro-
faire sauter», ils ont manqué leur coup blémes les plus subtils, il peut justifier
La civilisation Anglo-Sazonne qui était parce qu’ils ont voulu partir trop tét, il Voeuvre de génie comme il peut la dé-
en train d’absorber le monde, subit un y a erreur de date, Vaddition est fausse truire, il se situe exactement entre la sen-
arrét dangereuz. — «2 et 2 ne font pas encore 4». sibilité instinctive et Vintelligence.
Persuadé que 2 et 2 font 4, les Améri- Cette génération ultra-rapide qui est VA- 3 c'est un centre toujours viable, car il
cains ont voulu édifier un « catégorique » mérique moderne, qui a tant risqué tant est restriction et équilibre.
la dessus. inventé, a résolu ce paradore énorme d’a- Deur c’est romantique et abstrait c’est
Leur erreur viens de ce que dans la vie voir une capitale ou la circulation est la un extréme.
moyenne actuelle 2 et 2 n’ont jamais plus lente du monde: Excés de vitesse, Trois c’est impair. C’est un pivot, il do-
fait 4. C’est una position arithmétique ab- plus de vitesse — Chiffre 2. mine toutes les civilisations. Elles com-
straite, théorique mais qui n’est pas pra-
Trop de simplification devient compli- mencent par le chiffre 2 et déclinent len-
tiquement humaine.
cation. Cette race verticale sortira de cet- tement dans V’abus du chiffre 3.
Deux et 2 font.un peu plus ou un peu
te impasse et continuera sa course qui est La mystérieuse machine vient d’entrer
moins, autour, & peu de chose prés, mais
sa fatalité et sa raison d’étre... en mouvement direment enrayant un dis-
jamais le chiffre.
« Deux ouvriers étrangers demandent de positif que Von croyait gagnant.
Vouloir le chiffre c’est toute une autre
Vv embauche dans une usine Taylorisée, Cette mécanique porte en lettre lumi-
affaire, jfavoue qu’il était tentant
pour Vun est coiffeur, Vautre mécanicien, Je
une race jeune, pour des « Nord Dynami-
neuse sur son chapéau: Attention, deux
prendre le coiffeur, dit Ford, je perderai et deux ne font pas encore quatre!
que» qui n’ont pas encore donné toute
moins de temps a lui apprendre le métier S'il y a un Dieu, il est le mécano de cet-
leur puissance de sortir par cette porte
la — ils n’avaient d’ailleurs pas d’autre
qu’a desapprendre les routines de Vautre ». te machine 1d.
Des faits de cette qualité 1a sont révo- FERNAND A. LEGER
———— —

compagno che nell’attimo d’arresto del


G6I10CO DEL CALCIO
manda quasi sempre a mani aperte o qj
pallone era libero; ma piuttosto accom- pugno, e il calcio di rinvio lo calcia qi.
pagnando il pallone nel rimbalzo non rettamente come farebbe un terzino. Que.
Insegnamenti della par-
tita Italia-Inghilterra (13 perdendo mai il controllo di esso, e sen- sto si spiega in parte coi regolamentiin.

maggio). za pregiudicare la stabilité del giocatore, glesi che permettono la carica al portiere;
stabilita. che si ottiene mediante un’in- quando un portiere blocca un pallone @
Ho atteso con impazienza questo incon- tensa preparazione atletica. Questa pre- sottoposto a una violenta carica; per eyj-
tro tra la squadra nazionale inglese e la parazione atletica in Italia @ quasi total- tare questo essi rimandanoil pallone co-

italiana, per vedere quello che realmente mente trascurata non ostante sia la base me possono, molte volte coi piedi, basta
valevano questi giocatori inglesi, non vo- principale per un giocatore cosi che sa- che il pallone si allontani. Qui entra di
lendo prestar fede al superlativismo cui rebbe utile, non solo usarla come metodo nuovo in ballo la questione del tempera-
erano fatto oggetto da parte dei giornali di allenamento, ma anche indire gare mento: se un, portiere italiano si recasse
di tutto il continente; ed anche se era atletiche, obbligatorie a tutti i giocatori in Inghilterra sono convinto che conti-
il caso che noi dovessimo imparare da lo- cosi che non capiti pil di vedere sul cam- nuerebbe a usare gli stessi metodi che
ro; oppure, e questo era un mio deside- po giocatori che non sanno saltare per usava in Italia senza sentirne svantag-
rio nascosto, insegnare. prendere un pallone di testa, non sanno gio, adattandosi a schivare la carica 0 a
Lincontro di per se stesso era di quelli fare uno scatto di cinquanta metri per subirla preparato, senza perd mai abban-
che a ragione si possono considerare in- raggiungere un avversario fuggito col pal- donare la presa del pallone.
teressantissimi. Da una parte una squa- lone; oppure che dallo scontro tra un Questo credo che sia un vantaggio dei
dra, l’inglese, preceduta da una fama di giocatore inglese e uno italiano sia Ti- portieri continentali.
superioritaé cosi grande a confronto con taliano ad andare a gambeall’aria e l’in- Sarebbe molto utile continuare i con-
le continentali da non dare a sperare che glese a filarsela. Solo perché Jitaliano é fronti con l’Inghilterra e non credo che
si degnasse di scendere in campo a misu- stato urtato un poco rudemente. VInghilterra ne uscirebbe in vantaggio:
rarsi con le altre squadre europee; dal- Anchele finte del corpo sono bellissime, noi potremmoda loro assimilare elementi
Yaltra Vitaliana, in continuo progresso, ma non attaccano pit; l’avversario non tecnici per perfezionarci, ma loro, sempre
che nel continente mietava vittoria su si lascia pi ingannare da una mossa del per la ragione del temperamento, non
vittoria conquistando per la prima volta corpo o della gamba, guarda solo il pallo- potrebbero pil in futuro mantenersi alla
la coppa internazionale, considerata co- ne, entra solo se vede che il pallone é nostra altezza, con grave pregiudizio del
me un campionato europeo. giocato. loro primato europeo.
Ora che lincontro é avvenuto, ora che Ci hanno anche insegnato che @ possi- EZIO SCLAVI
il risultato é stato discusso, e i giornali bile giocare duro senza essere scorretti,
Si sono sbizzarriti in mille modi, esaltan- ma, credo sia difficile che questo si possa
do e il gioco inglese e l’italiano e i singo-
li giocatori, analizziamo quello che é il
prendere alla lettera: se wn giocatore
italiano riceve un colpo, anche regolare,
CORSIVON.12
gioco inglese e quello che ci ha insegnato lo vuole subito rendere, magari con l’in- Ci sono pittori e scultori apparentemen-
questo incontro. Per me c’é molto da di- teresse del cento per cento, e sara quin- te illogici nel loro manifestarsi. La real-
scutere su questo: sono convintissimo che di molto difficile formare quella discipli- ta é che in arte una sola logica é danno-
it—<——E——= ———=

quasi tutti gli istruttori che sono in Italia na sportiva che sarebbe uma gran bella sa; percid pittori e scultori, che sieno
attualmente d’ora in avanti cambieranno cosa se potesse esistere. grandi, hanno una seconda logica della
quasi radicalmente metodo di allenamen- Come metodo collettivo credo non sia quale non fanno mai a meno senza per
to, per insegnare quello che a loro é sem- il caso di-parlarne, sempre tenendo conto questo fare a meno della prima.
brato un metodo inglese. Non tenendo della differenza di temperamento; loro E quando gli altri uomini, che per Voc-
conto che noi non potremo usare maigli entrano in campo con uno schema di gio- casione potrebbero chiamarsi monologici,
stessi metodi perché tra noi e gli inglesi co da syolgere e lo svolgono sempre sal- si scandalizzano di tale eccesso, non ve-
vi @ troppa differenza di temperamento. vo trovarsi poi alla sprovvista se in area dono che ai temperamenti plastici sono
Noi in Italia abbiamo un sole che é pit. di rigore avversaria trovamo un po’ di necessarie due logiche, come alla forma
caldo, un’aria differente dalla loro. Il no- confusione creata dai difemsori; allora per rivelarsi é necessaria la copula della
stro organismo é pit del loro sottoposto hanno bisogno di passare il pallone mol- luce e dell’ombra.
a repentini cambiamenti, e poi noi siamo to indietro a una della linea mediana o
insofferenti di quella disciplina sportiva a una delle mezze ali, che si trovano qua- L’eclettismo apparente del pittore mo-
er

che richiede sacrifici che sotto il cielo si sempre a meta& campo, per avere il derno dipende dall’avere scoperto la nd-
d'Italia non si possono fare. tempo di riorganizzare di nwovo l’attacco. tura dei «generi pittorici». Come Varte
Dagli inglesi bisogna prendere quel tan- Giocano in profondité solo con le ali le poetica ha i suoi generi (lirica, épica, idil-
to che i giocatori italiani sono capaci di quali hanno cosi la possibilitaé di tirare lica) cosi la pittorica ha i suoi che non
afferrare e imparare: per esempio, sareb- in rete molto pil. vantaggiosamente degli sono paesaggio, figura e natura morta, ma
be bellissimo che si insegnasse che lo altri: ma in Italia é facile arrestare un’a- sono V’astratto e il formale.
stop non va pitt fatto come.d’abitudine, la sia per la bonta dei difemsori sia per Superato il dissidio fra i due generi (st
cioé arrestando la palla sotto il piede, la ristrettezza dei campi da gioco . puo fare epica e lirica senza mutare ani-
perché questo arresto sciupa un tempo Un’altra cosa che ha impressionato sfa- ma) si riscatta Vastrattismo della polemi-
prezioso e da modo ai giocatori avversari vorevolmente é il gioco del portiere: questi ca per trasportarlo nell’arte.
di mettersi in posizione e marcare quel non arresta mai in presa il pallone,ri- c. C.

ih 30
come pittura in genere, e quindi di crea- correnti umane, sociali, e religiose, non-
LETTERE A "“QUADRANTE,, re fra sé stesso e i suoi « collaboratori» ché lo stile di vita che gli artisti eredita-
un affiatamento il pit possibile perfetto. rono dal Rinascimento, non son morti
Sul mosaico come modo di
Non bisogna nascondere che le qualita ancora interamente, ma dovranno morire.
espressione e di tecnica.
richieste per essere un buon mosaicista I giovani cominciano anch’essi a render-
sono quelle stesse che costituiscono la si conto che tutto quel che fu tentato fin
Cari Amici, virti del pittore. E’ quindi una cosa piu qui ha fatto fallimento per mancanza di
Per tante ragioni che sarebbe troppo lun- che certa che se non prova, prendendo un forte sostegno spirituale; il sentimen-
go analizzare, da moltissimo temposi trat- un pugno di tessere colorate, quell’emo- to generale é che tutto pud essere ricon-
ta il mosaico in modo assolutamente op- zione caratteristica che soltanto il pittore quistato, e a me piace un tale ottimismo
posto a quello che la sua*materia, e la re- conosce, se non ha inoltre l’amore della giovanile, dal quale si pud infatti tutto
lativa estetica, imperiosamente esigono. materia che impiega cosi grande, che, sperare, compresa quell’umilta operaia che
Comei cattivi pittori trattano la pittura, toccandola, ne senta tutte le possibilita, non esclude affatto il dono di poesia e di
modellando quasi sempre il colore soltan- é meglio che rinunzi a fare il mosaicista, trascendenza, come si vede appunto chia-
to con le sue gradazioni di tono. La pittu- a meno che non si contenti di fare il ramente negli anonimi mosaicisti di Ra-
ra e il mosaico, che é un modo di espres- mosaico come si fa in San Pietro, il che venna, del Battistero di Venezia, o del
sione essenzialmente pittorico, son cose é molto pit facile. Duomo di Torcello.
alquanto diverse e un po’ pitt complesse. Ma se invece l’operaio é pittore, egli GINO SEVERINI
Dico che il mosaico é un « mododi espres- sentira subito la necessita e la volutta
sione essenzialmente pittorico», anche se di «modulare» il colore facendolo conti-
alla base della sua estetica ch’é un fine nuamente contrastare non solo con le sue
decorativo e ornamentale; anzi, si pud di- variazioni di tono, il che crea lo stupido
Per Varticolo di Cagli MU-
re ch’essq é la «pittura pura» per eccel- chiaro-scuro delle accademie, ma con le
RI AI PITTORI pubbli-
lenza, ma pittura pura intesa come «sin- sue variazioni di gamma, che possono, an-
cato nel primo numero.
fonia», e cioé monumentale, grave, di- zi debbono andare dagli analoghi fino ai
gnitosa, e non come « musica da camera », complementari.
Cari amici,
e quindi tutta in finezze e sottigliezze, ma- E pit il mosaico é destinato a trovarsi in
gari spirituali, ma che danneggiano spes- alto, e quindi lontano dallo spettatore, pit La questione da voi posta in discussione
so la purezza e l’integrita dell’arte e la { contrasti dovranno essere forti, e cioé i é della massima importanza — a parte i
conducono verso una gratuita cosi assolu- colori distanti fra loro come tono e co- valori intrinseci che sempre si giudicano
ta, che ogni «contenuto» si perde, eva- me gamma. La multiplicita dei toni e del- direttamente davanti alle opere. Epperd,
porando nel puro giuoco, fine a sé stesso. le gammechesi trovano negli smalti, nei rispondendo al vostro invito, non intendo
Il mosaico invece é un modo di espres- marmie nelle pietre, facilita molto il mo- avanzare alcuna di quelle proposte ro-
sione troppo potente per poter fare a me- saicista, ma pud anche farlo deviare da mantiche che ancora tanto piacciono agli
no di un contenuto, egli é quindi «stru- quella disciplina e severitaé che conviene artisti, gente per lo pit facile a lasciarsi
mento», ma non bisogna intender cid nel al mosaico. pigliare dalle belle frasi.
senso di limitazione, o diminuzione, del Alla comprensione del colore e del to- Lasciando da parte ogni considerazione
suo valore, o delle sue possibilita d’ordine no, corrisponde naturalmente un’analoga dordine teorico sulla cui entita suppongo
artistico e spirituale, poiché egli é, cosi comprensione della linea e della forma in pertanto non possa sussistere disaccordo,
potentementee spiritualmentepittura, che genere; ai contrasti dei colori devono per- ancorché vi fosse — e non c’é — dissen-
tutto gli é possibile, come il canto grego- cid rispondere i contrasti delle linee che so sulle idee e tendenze estetiche, sup-
riano nell’organo da chiesa, che pud an- possono andare dall’angolo di 12 gradi a pongo che saremo voi ed io del parere
dare dagli accordi piu fini ai pit potenti, quello di 90.
medesimo sul fatto generale. Forse si ur-
e tradurre tutte le gamme dei sentimenti Ma tutto cid conserva le regole della leré contro di noi nei santuari della bea-
umani, e tutte le aspirazioni verso il so- « composizione » e quindi, di nuovo, ci tro- ta bigotteria, se noi diciamo che vogliamo
pra-umano, viamo nel campo dell’arte pittorica in ge- riportare le nostre forme d’arte sui muri
Ma, comeil canto gregoriano, egli ha bi- nerale di cui il mosaico é, in conclusione, e sulle pareti delle case italiane.
sogno di una tecnica semplice e severa; una forma pitt potente, pit disciplinata, Costoro, purtroppo, sono ancora i domi-
di una tecnica che, pur essendo, rispetto e, nello stesso tempopit ricca, si che me- natori della situazione, faranno di tutto
allarte, d’ordine esteriore, le @ cosi stret- glio di ogni altra si confa alle grandi per stroncare sul nascere le nostre aspi-
tamente e intimamente legata da identi- aspirazioni etiche che cominciano ad abi- razioni.
ficarsi con essa, tare il cuore dei giovani artisti. Tali aspi-
Aggiungerd che forse noi saremo frain-
Per tali ragioni é assurda quella separa- razioni non possono del resto realizzarsi, tesi persino da non pochi giovani artisti
zione che esiste oggi fra l’artista che fa pienamente e con forza, se non nella pit- e letterati, se affermeremo che siamo ar-
il cartone ed i mosaicisti che lo eseguisco- tura murale; diamo quindi «i muri ai rivati a ricredere alla pittura murale per
no, e non vi é che un rimedio: bisogna pittori »,
uno sviluppo conseguenziale dei principi
che Vartista conosca a fondo il « mestie- E’ vero, tuttavia, che ancora impera un estetici a cui ci richiamiamo dalla guerra
re» del mosaico anchese, per diverse ra- certo gusto del frammentario, una religio- mondiale in qua. Pochi, insomma, inten-
gioni, non pud eseguirlo intieramente, e ne della liberta male intesa e dell’avven- derannoche trattasi di un portato che ha
cid gli permettera, in primo luogo, di pen-
tura; in altri termini l’arte-giuoco, l’arte le sue origini piuttosto lontane, e cioé fin
Sare il suo cartone come mosaico e non che viene dalla cultura pid che da potenti
da quando nel nostro spirito incomincid

31
la reazione alle tendenze individualiste e LA MOSTRA DI FIRENZE
INTONACO
romantiche dei tardi epigoni dell’ottocen-
tismo (ancorché autodicentesi talvolta Antonio Maraini ha effettuato nella mo-
avanguardieri e rivoluzionari). stra di Firenze la leva in massa della gio-
Aggiungerd ancora che non vorrei esse- vane pittura italiana. Questo non ci sem-
re accomunato, se considero la pittura
italiana destinata a ritornare al muro,
bra un piccolo merito per il commissario
del Sindacato nazionale fascista Belle ar-
ORIGINALE
con certa gente che va buccinando di ar- ti, insegnando qualche cosa a quanti —
te a contenuto sociale, parendo, a me, che
cotesti contenutisti non siano molto dis-
per varie ragioni — fingono di ignorare
Yesistenza della giovane pittura. TERRANOVA
simili dalle vecchie barbe romantiche (le La critica d’arte giornalistica, come era
quali, per altro, sono giustificate storica- prevedibile, non ha saputo rilevare conve- PER FACCIATE E INTERNI
mente dall’« atomismo sociale» che carat- nientemente il fatto straordinario, per la
terizzd l’ottocento). cronaca delle grandi esposizioni naziona-
AN
In altre parole, credo fermamente che
Yartista debba ritornare ad essere womo
li, e ha usato i suoi soliti ferri vecchi
dun mestiere ormai inglorioso.
aonee Ola
tra gli uomini, come fu nelle epoche del- Tanto noi constatiamo semplicemente, MILANO
la maggiore civilté mediterranea. Cosi senza alcuna animosita, poiché da anni
la pittura italiana ritrovera la sua vera consideriamo la critica Gel tutto esauto-
funzione e.sapra riprendere quel vasto
respiro che sempre la distinse nei secoli.
rata, dallo spirito del tempo cheesige, per ALLA V TRIENNALE
DI MILANO STA-
poter parlare ragionevolmente d’arte, ben
altra preparazione di quamta ne possegga-
CARLO CARRA’
no in genere, salvo rare eccezioni, i critici
dei nostri quotidiani.
TO APPLICATO
Per nostro conto siamo lieti di riconosce- NELLE SEGUENTI
CORSIV ON. 13 COSTRUZIONI:
re che i valori messi in linea nella mostra
fiorentina, si orientano su strade diver-
sissime, e spesso fieramemte contrastanti;
Dov’é la fantasia? Noi vediamo infinite Firenze annulla evidentemente il perico-
cose ogni giorno — muri, strade, riviste, lo della nuova accademia novecentistica Elementi di Case Popolari, Ca-
cinema — ogni sera noi siamo stanchi per che da qualche tempo imcombesulle sorti sa sul Golfo, Scuola d’ Arte,
mille immagini; pei ragionamenti che si dell’arte italiana: codesto risultato é il pit Casa del Dopolavorista, Scuo-
fanno, per i propositi, per le lotte che importante che si poteva chiedere all’e- la 1933, Villa’ di Campagna,
ogni giorno si sostengono. Ma, immagini sposizione, la cui iniziativa spetta a Ma- Casa Coloniale, 2 Ville delle 5,
e ragionamenti non si rinnovano mai. So- raini.
Casa per Vacanza, Sala d’Esta-
fismi e analisi hanno monotono governo te, Arte Sacra (Chiesa), Villetta
E’ necessario dar credit, spronare le li-
dei nostri impeti. Ci si allontana ogni economica, ecc.
bere pattuglie ad affrontare arditamente
giorno pit dagli elementi durevoli. Si in- i complessi problemi dell’ arte odierna,
venta Vidolatria della macchina o altre mettendole sull’avviso a guardarsi dalle
posizioni effimere. sirene incantatrici che mon mancheran-
OLTRE Al TRE PORTALI
Lo so che non conta essere effimeri, ma no di farsi incontro a loro, per disar- MONUMENTALI E AL
fintanto che duriamo conterad essere ar-
marle degli entusiasmi migliori con gli SALONE DEL PALAZZO
monici. ipocriti avvertimenti di wna pretesa sag-
Ripeto che non é male essere effimeri se DELL’ARTE (ARCH. MUZIO)
gezza.
il consumarsi é legge della natura: ma Oggi l’Italia ha pit necessita di passio-
fintanto che duriamo contera essere fe-
IN TOTALE OLTRE 9500 MQ.
ni che di calcolo: ecco perché si richiama PER LA MAGGIOR PARTE
condi. Chi é abbandonato dalla fantasia sempre e dappertutto ai giovani. SPRUZZATO A MACCHINA
potra essere fecondo? Come un uomo che Firenze era indicatissinua per accogliere
volesse durare nei suoi figli senza avere
un simile avvenimento: Ia sua antica tra-
donna da possedere.
E la fantasia rifugge dagli uomini che
dizione e la vitalita di alcuni elementi S. A. ITALIANA
che ospita le rende possibile di compren-
vivono la giornata, e nella febbre di es- dere e apprezzare al smo giusto valore INTONACI
sere utili e opportuni non s’accorgono di
costruirsi intorno un muro.
ogni sincero ardimento.
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Su quel muro mille immagini di strade,
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riviste e cinema e dentro: ragionamenti
che si fanno: mille immagini che sono un VIA PASQUIROLO, 10
solo aspetto dell’anima. Dentro al muro, * ry P *” TELEFONO 82-783
MASSIMO. BONTE} ae = P. M. BARDI
Vopportunita storica: fuori, la fantasia
dell’infinito.
DIRETTORI; P. M. oto )PIRETTORE RESPONSABILE Mobo A ONS
CORRADO CAGLI

32
IIL bis

Un armonioso insieme di colori, un magico alternarsi di


ombree di luci, nella fusione perfetta che offre il rilie-
vo: ecco gli elementi di successo che mette a Vostra
disposizione la SILEXINE, il rivestimento plastico
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verra ottenuta con una incredibile semplicita
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PROVINCIA, CONSIGLIO PROVINCIALE DEL-

L’ECONOMIA, CASSA DI RISPARMIO DI PADOVA

SOTTO L'ALTO PATRONATO DIS. M. IL RE

7sGIUGNO X'

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