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CIVILTÀ MATERIALE
Collana diretta da Pier Luigi Bassignana ?
In pompo era la fabbrica
Immagini di archeologia industriale in Piemonte
I NOMI
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Sulle fabbriche, le scritte
e i nomi ci ricordano il passato.
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Cotonificio Vergnano, Chieri Fiat in Corso Dante, Torino
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SEI, Torino
Opificio Militare, Torino Leumann, Collegno
Lavaggi, Trofarello
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"ELICE PIACENZA
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Elementi decorativi floreali
di una facciata
del primo novecento.
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LE COSE
«Ricercasi anco il sapere
murare per fare forni, &
cannali al proposito, &
soprattutto bisogna intendersi
bene delle forme, nelle quali
sopra ogni cosa bisogna
intendere ottimamente, quali
habbiano da essere gli cavi, &
quali i pieni. Et la risolvo, che
tutta quest’ arte consiste in tre
attioni principali, l'una il
sapere fare bene le forme, &
bene disporle, la seconda il
bene fornderle, & liquefare le
materie de’ metalli, la terza
fare le compositioni delle
compagnie loro, secondo gli
effetti che si voglion fare»,
da: T. Garzoni, La piazza
universale di tutte le
professioni del mondo,
Venezia, 1626.
19
La produzione di manufatti in
ferro e ghisa è tipica del
Canavese. Il minerale
proveniente dalle miniere di
Traversella veniva fuso in
forni e fonderie site in centri
della gona come Canischio e
Locana.
Le più antiche notizie di
queste attività
protoindustriali risalgono ai
primi anni del '700.
21
Balle di lana in una fabbrica
abbandonata del biellese.
[La lana] "si sgamaita da i Verghezini sopra un graticcio con gli ogli di oliva, e con poco di lissiva forte, & onti che
fatto di certe bacchette sottili, con due verghetelle di sono, si danno a Pettinatori, che petinano con certi pettini
corgniale, fin che sia tutta disfatta, & si tenga tutta grandi, cavando certe faldelle, che si chiamano lo stame,
insieme come bombace: e poi se ne fanno certe falde
grandi, che i Maestri chiamano pezzi, i quali si ungono T. Garzoni, op. cit.
23
Anche gli stracci fanno parte
di un ciclo produttivo ben
definito. Dopo la cernita essi
passano al carbonizzo, tramite
acidi o in vecchi forni a
fiamma libera. Con questa
operazione si eliminano le
fibre vegetali non utilizzabili
nel processo produttivo
laniero.
Seguono poi la mista con altre
fibre, la cardatura e la filatura.
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M useo B orsalino, Alessandria
"Cappello, una copertura per il capo, che portasi dagli conica sopra uno zoccolo di legno, della destinata
uomini nelle parti d'Europa occidentali. I cappelli sono grossezza della testa del cappello; e così legandolo
principalmente fatti in pelo, di lana, ecc. lavorati, folati e intorno con una fiscella che chiamano spagatura; dopo di
fazzonati nella figura della testa che, con un pezzo di ferro o di rame, curvato a proposito,
"I cappelli fanno un capo considerabilissimo nel e chiamato palettone, gradatamente abbassano e
commercio. I più fini ed i più apprezzati fansi di puro sospingono giù la spagatura tutt'attorno, finché sia
pelo di un animale anfibio, cioè del Castore arrivata al fondo dello zocco: e così è formata la testa",
da: E. Chambers, Dizionario universale delle arti e scienze,
Dopo la prima formatura del cappello, "si procede a
Genova, 1771.
dargli la propria forma: lo che si fa con porre la berretta
25
Museo Borsellino, Alessandria
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LE MACCHINE
:
Trebbiatrice
29
Tignano
La Molinetta, Carignano
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Mulino [...] non ve n'è alcuno, che non sia con torla, di foli, di pistoni, di cagne, di battiferri, di battirami,
grandissimo artificio fabricato, sì per le ruote, sì per le di corli, di magli da acqua, di seghe, di casse di morelli,
moli, sì per l'ingegno, che li fa girare, & vi si scopre di ruotoli, di maie, di vangollini, di pestatoli, di mazzuoli,
dentro una architettura di base, di colonne, di scale, di di giove, di pile, di crocciole, di gramole, di gramolini, di
ruote, di denti, di cerchi, di ale, di tele, di roste, di concoli, & altre parte, veramente mirabili, e stupende”.
sboratori, di canali, di scadute di pale, di bottaci di stili,
di lieve, di bilichi, di asse, di rotaro, di dare acqua, di T. Garzoni, op. cit.
31
Meccanismo di comando a
cremagliera per
l'azionamento di una
paratoia.
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La Molinetta, Carignano
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"Ma i Calderai, o
fabbriramarij sono quelli, che
per forza di martello cavano
dalla massa del rame tutti i
lavori loro nel principio, nel
mezo, & nehfine, i pezzi sono
incommodi, & spiacevoli a
maneggiare, & se li lavora alla
fucina col fuoco, si fa o per
affinare o per ricomporre in
un masso di nuovo per tirarlo
a caldo per gli colpi di qualche
grave mazza, o per ricuocere
li lavori, per poterli tirare a
freddo, & lavorare; nella qual
cosa oprandosi con grande
fatica, & industria, occorre
spesso di servirsi di martelli
grossi, & quando piccioli, e
quando con quelli lungo di
gambo, di ferro, e corti di
manico, o tirar il lavoro a
lungo, o stregnerlo, o
allargarlo col modo, &
attitudine nel battere,
battendosi hor di dentro, hor
di fuori, & quando con la
penna, & quando con la bocca
piana, garbeggiando, & dando
gratia a’vasi più che sia
possibile".
T. Garzoni, op. cit.
Fucina, Andrate
33
Maglio, Andrate
34
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Nel seicento a Sparone —
dice il Della Chiesa — erano
sei notai ed era terra povera di
popolo, per lo più operai in
rame che giravan il Piemonte
e la Lombardia".
La fonderia di Giuseppe Gay
aveva cinque ruote e tre
magli.
35
Magli. Sparone
36
Fucina, Sparone :
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43
Molino dell'Annunziata, Candii
Mulino. Carignano Mulino, Carignano
"Mulini ad acqua sono quelli che si girano per la forza, o protoindustriali: molini, frantoi per noci, peste da
caduta di un fiume, ecc. Di questi ve ne ha due specie; canapa.
quelli dove la forza dell'acqua s'applica sopra la ruota; e Presso Carignano, a Ojtana, all'inizio del 1300 venne
quelli dove ell’è applicata sotto la ruota''. aperto un canale detto poi il Canale dei Mulini di
E. Chambers, op. cit. Carignano.
In tutto il Piemonte, già nel Medio Evo esistevano canali, Le prime menzioni della bealera Pancalera, che, derivata
per la distribuzione delle acque irrigne. Lungo il loro dalle acque del Po nella zona di Pancalieri, arrivava sino
corso, a poco a poco sorsero i primi insediamenti a Ceretto, risalgono invece al 1461.
45
"Ruota da acqua ... è quella
ruota, la quale viene a
ricevere l’urto, od impulso
della corrente dell'acqua per
mezzo di quei romaioli di
tavola o siano spezie di
cassettoncini.
Monsieur Parent, membro
deH'Accademia Reale delle
Scienze di Parigi si è fatto a
determinare il massimo
effetto di una ruota da star
sotto acqua nell’uguaglianza
di sua velocità alla terza parte
della velocità dell'acqua
medesima, che ella spigne’’.
E. Chambers, op. cit.
1 *
Nè molini a vento o ad
acqua, i quali senza grande
opera e fatica d'uomo si fa,
credo che sia da osservare
l’osservanza del paese, la
quale non è vietata dà prelati,
ma i molini che macinano con
giumenti, si debbono
riposare".
da: Il Maestruzzo ovvero
Volgarizzamento della Somma
Pisanella.
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L'ACQUA E IL FUOCO
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Manifattura di Cuorgnè, Canali
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Mulino a Carignano
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"Nel 1737 i sigg. Duchène e
Tempia ottennero da S.M.
l'intera esenzione da
qualsivoglia diritto sopra le
merci, le lane, l'olio e tutto ciò
che si introduce o si trasporta
da Pinerolo per uso della
fabbrica di lanifici, in
compenso del gran vantaggio
che deriva ai poveri da siffatta
manifattura.
Tre anni dappoi, addì 22
novembre, i signori Fratelli
Rignon e Aubert, unitamente
ai signori Andrea Rignon e
Baldassarre Pietro Arduin,
negozianti i primi in Torino, e
gli altri in questa città,
sapendo che i Duchène e
Tempia avevano dismesso il
lanificio da essi eretto in
Pinerolo, ne riassunsero i
lavori, ne ampliarono
l'edificio, e conseguirono dal
Follone sul Rio Moirano a Pinerolo Re Carlo Emanuele la facoltà
' ----- (10 novembre 1740) di erigere
le armi regie non meno sulla
fabbrica, che sul magazzino,
in cui tenevano e vendevano le
stoffe".
G. Casalis, op. cit.
La necessità di costruire un
acquedotto per la città di
Torino fu già sostenuta nel
1720 da Carlo Richa nella sua
Constitutio Epidemica
Taurinensis. Nel 1788 il
Marchese di Brezè presentò
alla Accademia delle Scienze
la prima analisi delle acque
Torinesi e solo nel 1832 Maria
Cristina vedova del Re Carlo
Felice incaricava l'ingegnere
Ignazio Michela di studiare i
mezzi più idonei per
convogliare acque sempre
fresche e pure alla città di
Torino. Alla relazione
dell’ingegner Michela seguì la
costituzione di una Società
che fu fondata nel giugno 1847
e fu presieduta dal Conte
Filippo di Collobiano.
Tra i primi fondatori compare
anche il Conte Camillo
Acquedotto Municipale a Sangano
Cavour. Tra i vari progetti fu
scelto quello che prevedeva il
prelievo dell'acqua dalla Val
Sangone.
56
.
Acquedotto Municipale, Sangano
Poiché le falde situate sulla sponda sinistra del Sangone della Società e nell'agosto del 1853 si iniziarono i lavori.
risultarono meno ricche del previsto, la Società acquistò Nel 1859 l’impianto di Val Sangone entrò in funzione
sulla sponda destra la tenuta della Contessa Malines. Con fornendo una portata media di acqua di 200 litri al
atto notarile del luglio 1852 furono approvati gli Statuti secondo alla città di Torino.
57
Mulino della Riviera, Dronero
58
Il 15 febbraio 1823, al Caffè
Gianetti in piazza San Carlo,
per la prima volta in Torino si
procedette ad un esperimento
di illuminazione a gas. Il
combustibile era prodotto in
un piccolo "gazometro" posto
in un locale attiguo al Caffè.
Per arrivare alla illuminazione
stradale si dovettero ancora
aspettare quindici anni. Sino
ad allora, rimasero ad
illuminare le vie ed i crocicchi
I
le lampade ad olio, volute sin
dal 1675 dalla Cittadinanza
Torinese.
:
Lampioni a gas in Corso Regina Margherita, Torino
59
Gasometri a Torino
60
Nel 1843 Gautier cedette la
Società del Gas all'ingegnere
Paolo Codier il quale ottenne
l'appalto della illuminazione
pubblica per centocinquanta
fiamme. Nel 1850 Torino era
illuminata da 284 fanali a gas.
Nello stesso anno sorse una
seconda Compagnia del Gas
dei fratelli Albani, i quali
ottennero l'appalto per nuovi
impianti pubblici. Nacque la
Società Anonima Piemontese
del Gas, con sede in via del
Mercato, presso la Dora.
LE CIMINIERE
Fornace presso Asti
65
\\
La terra da far pignatte vuole
essere una certa sorte di terra
viscosa, & densa, la qual non
I saria buona da far piatti, nè
scutelle, perché nel cuocere i
lavori non restano lisci e
politi, sì come gli altri, & così
parimente la terra, della quale
: si fanno i piatti, non è buona
da far pignatte, perché non
resiste al fuoco, ma creppa".
T. Garzoni, op. cit.
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Fornace presso A sti
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Manifatture Bìellesi sul Cervo
La Fomasetta, Casale
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" Quella [terra] da far pignatte
si piglia così umida, come si
truova, & sopra una tavola
soda si batte con verghe di
ferro sin tanto ch'ella sia
perfetta, & affinata in modo
che si possa lavorare; [...] poi
la lascia seccare affatto, &
seccata che sia la fa cuocere di
prima cottura, & poi le dà
quel marciacotto, il quale la fa
invitriata come ella è, & poi si
torna a cuocere ancora, & è
finita in tutto".
T. Garzoni, op. cit.
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Fornace, Carmagnola
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Fornace nel Casalese
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"Valle inferiore di Mosso
vi è molto promossa
l'industria, perocché vi sono
una fabbrica di stoffe in lana e
vari edifizi meccanici sul
torrente Strona, cioè Folloni,
molini, torchi da olio e simili,
a cui i Terrazzani prestano
I l'opera loro''.
G. Casalis, op. cit.
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Fabbrica Tessile, Valle Mosso
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Manifatture Bìellesi sul Cervo, Biella
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Manifatture Biellesi sul Cervo
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[L'arte della lana] "è di gran guadagno più per li
mercanti, che per li poveri lavoranti, li quali se ben non : ■
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La Pettinatura Italiana fu costruita a Vigliano Biellese nel Il corpo più antico, un parallelepipedo a quattro piani, è ìi
1905 dalla Agostinetti e Ferrua secondo il modello inglese la sede della ex Tessitura Agostinetti e Ferrua.
Bradford di un'industria laniera completamente
***
Affermatisi solo alla fine del '700 nell'aristocrazia
li
meccanizzata. Le fabbriche, con sviluppo orizzontale
coprono una area di 12000 metri quadri e sono un tipico laniera, i Bozzalla provenivano da una cerchia di piccoli I
esempio di edilizia industriale dei primi del novecento. commercianti. Il figlio del capostipite Giovanni, Luigi JI
La Società Agostinetti e Ferrua oltre all'industria Tessile (1798 - 1856) fu il pioniere dell’industrializzazione della
di Tollegno aveva pure una filiale in Inghilterra, a Val Sessera. Quivi costruì una fabbrica alle falde del !
Bradford. L'intero paese di Tollegno ruota intorno al Rubello, presso il Rio del Carnaccio dotata dei più
complesso industriale tessile dove da tempo è stato il moderni macchinari. In essa furono introdotte le prime
pulsore di molteplici attività. mule-Jenny semiautomatiche.
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Manifattura di Lane, Borgosesia
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Manifattura di Cuorgnè
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I Bona, oriundi biellesi, stabilirono a Caselle e a Arti e Mestieri di Biella, a 15 anni dopo un breve ■
Carignano due dei complessi industriali lanieri più apprendistato presso i Vercellone, entrò nel 1870 nello
importanti del Piemonte. stabilimento "Maurizio Sella" diretto dal fratello Basilio.
il
Tra i nove fratelli, figli di un capo operaio di Sordevolo, Nel 1875 rilevò il posto del fratello e frattanto iniziò la
ricordiamo Basilio (1848-1915) e Valerio Massimo (1851- attività di industriale in proprio. Prima nello stabilimento
:•
1898). di Caselle, dal 1880 nello stabilimento di Carignano,
Valerio Massimo Bona ultimati gli studi alla Scuola di acquistato dai Cologno-Borgnana.
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Lanificio Fratelli Bona, Carignano
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Cotonificio Valle di Susa, Borgone
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Cotonificio Valle di Susa, Borgone
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"Gualchiera (che alcuni
antichi e parecchi moderni
:
forse dal latino "a fullo'',
forse anche dal francese
"foullon", dissero e dicono ;
anche follone) è una
macchina colla quale
mediante acqua, argilla,
sapone e altro e coll'aiuto di
ripetute percussioni, si soda il.
panno lano, cioè i fili !
dell'ordito e del ripieno
s'accorciano, si riuniscono
più equabilmente, e in certo
modo si feltrano, sì che
l'intero tessuto acquista
maggior corpo e diventa più
sodo''.
da: G. Carena, Nuovo
vocabolario italiano d'arti e
mestieri, Milano, 1868.
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Pesta da canapa, Gauna, Frazione Molìni
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"La Calce Idraulica di Casale
è da lungo tempo riconosciuta
la migliore e la più produttiva,
ed è impiegata tanto nei lavori
di canali che di fabbriche. La
cottura si eseguisce a Casale e
lo smercio in Torino e suo
circondario, e viene fatto
esclusivamente dal Sig.
Gibello Ant nel magazzino
apposito aperto sul Corso San
Martino presso la stazione
ferroviaria Porta Susa",
da: Il Monitore delle strade
ferrate, 1871.
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Vetrerie A VIR, Asti
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Vi sono tre spezie di Fornaci ne' lavori del vetro. una pentola raffinata, per lavorare fuori da essa, ed
La prima chiamata il Calcar, serve a preparare o un'altra per il metallo, che vi si raffina, mentre egli
calcinare il sale e le ceneri. Elle'è fatta a maniera di un lavora fuori dalla prima. [...]
forno, dieci piedi lunga, sette larga, e due profonda. [...] La terza, è la Fornace del vetro verde, che è un composto
La seconda, è la Fornace, che serve per liquifarvi il di tutte le altre. Ell'è fatta quadra (le due prime essendo
metallo, o fare il vetro. La sua figura è rotonda, tre canne circolari) ed ha un arco a ciascun angolo, per ricuocere, e
di diametro, e due alta, essendo per tutto di sopra arcata, raffreddare i vetri. Il metallo si lavora nè due lati opposti,
o a volta. Tutt'attorno nell'interno vi sono collocate otto, e negli altri due, v'hanno i lor fornelli, nei quali per certi
o più pentole, e sopra quelle dell'altre ammontonate. Il fori passa il fuoco dalla Fornace per cuocere il sale e le
numero delle pentole è sempre il doppio di quello delle ceneri; e per li stessi fori si scarica il fumo,
bocche, o di quello degli operai, affinché ciascuno abbia da: E. Chambers, op. cit.
93
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94
1
Mulino Feyles, Via S. Donalo, Torino
"... Che ogni, e qualunque persona di qualsivoglia stato, granaglie, legumi, e vettovaglie ad altri Molini forestieri
grado e condizione, abitante nella presente città, e suoi non appartenenti alla Città, e per conseguenza nemmeno
Borghi, e Territorio, debba far macinare le sue granaglie, a quelli di Grugliasco, Stupinigi e Badia di Stura,
legumi, ed altre vettovaglie alli Molini della presente eccettuati rispetto a questi ultimi, gli Abitanti nè
Città, con pagarne, oltre il consumo naturale, o sia calo Cassinali di detta Badia..."
della volatica, la moltura a ragione di uno per ogni sedici,
sinché altrimenti venga ordinato, senza che sia lecito a Declaratoria della Regia Camera sovra la Bannalità dè
chicchessia di detti Abitanti di far macinare dette loro Molini della Città di Torino, 19 settembre 1756.
95
Nel 1847 il chimico casalese
Ascanio Sobrero scoperse la
nitroglicerina. Da questa
invenzione lo svedese Alfred
Nobel nel 1865 perfezionò la
fabbricazione della dinamite.
Nel settembre 1882 veniva
attivata la prima centrale
Termoelettrica al mondo: a
Pearl Street (USA).
Meno di un anno dopo la
prima in Italia venne
installata a Milano. Delle
centrali idroelettriche la
prima in Italia fu quella degli
impianti Isoverde della Soc.
Acquedotto de Ferrari
Galliera di Genova (1890) (sul
torrente Gorzente con 11
gruppi e potenza totale di 1200
kW).
Quindi furono aperti gli
impianti di Tivoli (1891), la
Centrale Bertini di Paderno
d'Adda (1896).
Un anno dopo venivano
inaugurati gli impianti di
Porte Preti e di Colle Mosso;
entrambi in Piemonte.
Ciascuno forniva una potenza
di 1640 kW in corrente
alternata.
La centrale di Colle Mosso fu
realizzata dalla Società
Anonima Elettricità Alta Italia
nel 1896-1898 su progetto
dell'ing. Serra. È un esempio
di gotico-industriale con forti
elementi neorinascimentali.
All’interno, volte a ogiva
affrescate e capitelli corinzi,
completano l’ambiente.
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FIAT Lingotto, Torino
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Lancia Ricambi, corso Peschiera, Torino
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La fabbrica di panni in lana
Schaufuss e Weller fu fondata
da una famiglia di
imprenditori nel 1886 e fu
adibita alla lavorazione di
lana proveniente dalla
Germania. Nel periodo di
massima attività impiegò sino
a 250 operai.
Il frontone semicircolare con
l'orologio ed alcune bifore
sono tra gli ultimi resti di una
struttura, attualmente in
avanzato stato di degrado.
La ditta "Fortunato
Bauchiero eC." nata agli inizi
del secolo, fu costretta per
ingrandirsi al trasferimento a
Condove. Si era nel 1907 e la
"Società Officine
Moncenisio", questa divenne
la nuova ragione sociale,
raggiunse un fatturato di ben
6 milioni.
Dagli articoli di tappezzeria e
selleria per carrozze si passò
ai carrelli ferroviari, a
strumenti di precisione per la
marina.
Nel 1950 le officine
Moncenisio presentarono alla
Mostra della Tecnica di
Torino, la prima macchina,
per la lavorazione tubolare
delle calze: la "Derby".
102
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La industria per la produzione
di caratteri tipografici
j Nebiolo fu fondata da
Giovanni Nebiolo nel 1878, il
i quale rilevò l'attività e gli
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I impianti della modesta
officina di corso Vittorio di
I i Giacomo Narizano.
l Mentre in quest'ultima, sorta
nel 1852, la attività fu sempre
di carattere artigianale, con la
nuova gestione vennero
introdotti macchinari e
tecnologie innovative con
l'assorbimento di una
fonderia per la ghisa, la
Nebiolo estese la sua
produzione dai semplici
caratteri, alle macchine per la
stampa e alle macchine tessili.
!
Nel 1906 il vecchio
stabilimento della fabbrica di
automobili "Rapid",
incorporata dalla FIAT,
venne acquistato dalla
"Compagnia Italiana
Westinghouse dei freni"
appena costituita con rogito
del notaio Teppati, il 10
novembre.
Il primo brevetto di freno per
veicoli ferroviari era stato
depositato dal giovane George
Westinghouse nel 1869.
La prima fabbrica era sorta a
Pittsburg, nel 1870.
104
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De’ pellicciari, et cuoiari:
[...] Et nell'arte loro si
trovano le tine, e'1 calcinaccio,
e'1 metter le pelli a mollo, e
metterle nel calcinaccio,
scarnarle, & acconciarle con
tutti quei modi, e maniere,
che si vedono in Roma, in
Milano, in Vinetia, in
Alemagna, & altrove, dove
questo mestiere in se stesso è
sporco, & vile, ma di buon
guadagno, & esercitato
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assai .
da: T. Garzoni, op. cit.
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Lavorazione Italiana Pellami (LIP), Trofarello.
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Zuccherificio, Spinetta Marengo
106
Carpano, Via Nizza, Torino Fabbrica Caramelle Leone, Corso Regina Margherita, Torino
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Sorta nel 1906 in una piccola
officina di via Marocchetti a
Torino, la RIV fu trasportata
Tanno successivo dal suo
fondatore Giovanni Agnelli a
Villar Perosa. Si passò così
dai primi 23 operai in meno di
quattro anni a più di trecento
dipendenti.
Attorno alle officine di Villar
Perosa in sempre crescente ;
espansione, sorsero, come
accadde per altre industrie,
numerose iniziative sociali.
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Villaggio operaio Officine Villar Perosa
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Villaggio operaio Leumann, Collegno
Tra gli anni 1890 e 1911 sorse per volere di Leumann un gli operai. L'anno seguente è aperto il locale Bagni e
villaggio costituito da una trentina di palazzine docce.
plurifamiliari e degli edifici per i servizi sociali. Sorgono poi a partire dal 1906 le scuole materne ed
Lo stabilimento rimase attivo sino al 1972. elementari, la biblioteca, lo Sport Club Leumann (1909),
Nel cotonificio Leumann nell'anno 1890 sono al lavoro la Cassa puerpere, la Cassa nuziale, la Scuola della Buona
500 dipendenti. Massaia.
I lavori di costruzione del villaggio, che copre un'area di Il villaggio si completa con la costruzione di una chiesa,
35.000 metri quadrati iniziano nel 1896. di un Ambulatorio, di un Albergo, delle Poste e della
II primo maggio del 1901 è fondata la Cassa pensione per Stazione per il trenino Torino-Rivoli.
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INDICE
I nomi pag. 9
Le cose » 17
Le macchine » 27
Le ruote » 41
L'acqua e il fuoco 49
Le ciminiere » 63
I luoghi e gli edifici » 73
Le case » 109
Coordinamento testi e materiali
a cura di Vittorio Marchis
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