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Arte del costruire Claudio Camponogara

enrico agostino griffini


Complesso industriale
Redaelli a Rogoredo

Testimonianza, attraverso le foto d’epoca,


di alcuni padiglioni di servizi (uffici, spogliatoi,
laboratori, refettori) realizzati negli anni Venti
presso un grande complesso industriale
e attualmente demoliti o dismessi

Refettorio operai.
Particolare
della terrazza
d’ingresso.

“G
li edifici che illustriamo L. Riva ed in seguito era appartenuta carbonifero della Ruhr, con la zona sud
fanno parte di un com- ad A. Merati ed alla Società delle Fer- della Francia e con i mercati urbani ita-
plesso di opere assisten- riere Italiane. Intorno al 1895 viene liani e direttamente con Genova e il
ziali ed organizzative attuate dalla So- messa all’asta e la gara viene vinta dai suo porto (negli anni 1986 e 1988 altre
cietà Giuseppe e F.llo Redaelli nelle Fratelli Redaelli di Dervio assieme a importanti imprese siderurgiche si sta-
proprie Ferriere. L’architetto Enrico E.G. Falck. I fratelli Redaelli quindi, biliranno attorno a Milano e al suo
Agostino Griffini ha progettato cotesti proprietari di una ferriera, originaria- anello ferroviario).
edifici con un’architettura che sana- mente impiantata nel lecchese, si tra- Dopo una prima fase di espansione le-
mente riflette il carattere industriale sferiscono a Milano Rogoredo già agli gata alle grandi disponibilità di rottami
degli stabilimenti vicini: chiarezza e inizi del secolo alla ricerca di nuovi che venivano reperiti dai lavori di sosti-
semplicità nell’impostazione organica spazi. La Redaelli fin dal secolo scorso tuzione delle vecchie ferrovie (l’indu-
e volumetrica, modernità, essenzialità si occupava di lavorazione e trafilatura stria si dedicava alla trasformazione
e schiettezza di linee, eleganza e del ferro e dell’acciaio. La scelta di sta- del ferro già lavorato), si ebbe un mo-
gaiezza negli elementi decorativi, quali bilire l’azienda a Rogoredo era dettata mento di crisi tanto che nel 1892 si
fontane piantagioni, sistemazioni dalla esigenza di grandi quantità di ac- rese necessaria la chiusura degli im-
esterne, che valgono a lenire la severità qua che qui poteva essere fornita da pianti, che vennero riattivati solo nel
dell’ambiente circostante”. Così, nel numerose rogge e canali. Inoltre un 1895 al subentro dei nuovi proprietari,
1942, la redazione della rivista “Archi- ruolo positivo veniva svolto dalla vi- appunto Redaelli e Falck. Il sodalizio
tettura” presentava gli interventi di E.A. cina linea ferroviaria che poteva con- durò fino al 1905 quando si sciolse a
Griffini all’interno del complesso indu- sentire un facile scambio delle merci seguito della decisione di Falck di
striale della Redaelli a Rogoredo. ed una agevole circolazione della aprire una nuova società a Sesto San
La “Ferriera di Rogoredo” era stata forza-lavoro. La ferrovia permetteva, Giovanni. Da quel momento l’azienda
fondata nel 1886 dall’imprenditore inoltre, un collegamento con il bacino restò di proprietà familiare fino al 1979

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Refettorio operai rivestito in litoceramica rosso fiamma e intonaco Duralbo bianco. Refettorio impiegati. Vista dal giardino.

quando divenne una holding. operai del reparto “Acciaierie”, lo spo-


L’azienda seguì le sorti più generali del gliatoio lavatoio per gli operai del la-
comparto siderurgico italiano: ebbe un mianatoio, gli uffici di gestione e con-
momento di particolare attività du- tabilità con il padiglione medagliere
rante la prima guerra mondiale, a se- operai, il padiglione pesa e spogliatoio
guito della forte domanda di metalli da delle guardie. Vengono inoltre siste- Schema di distribuzione dell’edificio del refettorio.
impiegare nella produzione di armi, cui mati gli uffici di direzione. In ultimo
seguì negli anni del dopoguerra la dif- viene realizzato un padiglione labora- vano una vasta sala di circa sessanta
ficoltà della riconversione. Tuttavia do- torio sperimentale. Il primo edificio, il metri di lunghezza. I fronti dell’edificio
vette essere un problema affrontato refettorio appunto, risale al 1939. Sor- erano in parte rivestiti di klinker rosso
con successo se negli anni Venti nuovi geva in una zona della vasta area dello fiamma, in parte in intonaco Duralbo
capannoni si rendono necessari in stabilimento appartata e sistemata a bianco levigato e diviso in campi da
quanto sorgono i reparti per treno-la- giardino. Era costituito da due corpi di profonde scanalature. L’effetto croma-
miere e per la trafila, mentre il reparto fabbrica: il più alto comprendeva il re- tico risultava decisamente ben armo-
laminazione deve essere ampliato il fettorio per gli operai, mentre quello nizzato. Gli schemi distributivi propo-
decennio successivo. Diviene quindi più basso era riservato ad impiegati ed sti, la cura degli elementi compositivi e
indispensabile la progettazione di operaie e conteneva i servizi generali. I delle particolarità costruttive rientrano
nuovi edifici da adibire a servizi per il due corpi erano separati da una ter- in una impostazione che concepisce la
personale dei vari livelli. Nascono così razza coperta alla quale avevano ac- stessa progettazione in funzione del
l’edificio del refettorio per operai e im- cesso tramite grandi porte a libro che, flusso produttivo: in questo caso l’otti-
piegati, lo spogliatoio lavatoio per gli aperte in determinate occasioni, crea- mazione delle risorse riguardava la di-

Refettorio impiegati. Vista della sala d’attesa. Lavatoio-spogliatoio “Acciaieria”. Spogliatoio operai del reparto trafila.
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Padiglioni di servizio. Portico d’ingresso agli uffici della direzione. Padiglioni di servizio. Veduta del cortile degli uffici della direzione.

stribuzione dei servizi (cibi, stoviglie febbrile nel realizzare forme corrispon- l’ampia finestratura, una conveniente
ecc.) ed i percorsi riservati al perso- denti al progresso della nostra epoca, illuminazione e favorire, inoltre, l’e-
nale che di questi servizi doveva fruire. dall’auto al dirigibile, dal transatlantico spulsione del vapore acqueo dalle fine-
Di fronte a questo tipo di esigenze, all’aereoplano. In seguito vengono pro- stre di aerazione. I fronti erano comple-
Griffini si pose anzitutto come inge- gettati gli spogliatoi. Il primo edificio, tamente rivestiti in litoceramica rosso
gnere, cioè uomo concreto che ha og- in prossimità del capannone forni, com- fiamma e le pareti delle campate, su
gettivamente in mano gli strumenti pra- prendeva al piano terreno gli spoglia- cui si aprivano le porte d’ingresso,
tici e teorici per proporre delle solu- toi-lavatoi e gli uffici per il personale erano costituite da diffusori Iperpan a
zioni al problema. È questa d’altronde addetto alla trafilerie, al piano supe- camera d’aria. Le linee semplificate,
una sua caratteristica costante: il cer- riore quello al personale addetto al ca- utilizzate da Griffini, tanto negli interni
care di dare delle risposte operative a ricamento dei forni. Le facciate dell’edi- quanto negli esterni, imperniati sulla ri-
problemi reali, a vere esigenze di per- ficio erano interamente rivestite in mat- petizione di maglie a moduli rettango-
sone, piuttosto che spendersi in prete- toni di litoceramica bruno avana. lari, ben si adeguano alla funzionalità
stuosi dibattiti teorici. In questa scelta Il secondo edificio, il lavatoio-spoglia- operativa degli edifici.
architettonica si ritrova la sua conce- toio “Vergella”, era invece situato in
zione del dinamismo che l’introduzione prossimità del capannone dei treni di
della macchina avrebbe diffuso in tutte laminazione. Esso era costituito da un
le sue forme della vita moderna. Tutto solo piano ed era diviso in due sezioni
sarebbe cambiato: espressioni, prati- riservate agli operai e ai capo reparti,
che, modalità, e ciò sarebbe stato de- con soffitto a volta rampante parabo-
terminato dallo slancio e dall’attività lica, così da permettere, attraverso Pianta del lavatoio-spogliatoio “Vergella”.

Lavatoio-spogliatoio “Acciaieria”. Veduta dall’ingresso. Laboratorio-spogliatoio “Vergella”. Veduta del fronte dal viale interno.

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Padiglione uffici
e medagliera operai.
Veduta d’insieme.

Nella pagina a fianco:


padiglione uffici. Sala degli
sportelli.

Laboratorio sperimentale.
Veduta dell’atrio d’ingresso.

Laboratorio sperimentale.
Veduta dell’ingresso.

Padiglione uffici. Veduta


dalla strada interna.
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Il padiglione “nuova gestione della con- L’altra struttura ad andamento curvili- All’interno predominavano pareti in ve-
tabilità” comprendeva una struttura li- neo era il laboratorio sperimentale. trocemento a tutta altezza.
neare alla quale era accostato un arco Si trattava di un edificio a pianta semi- Alla fine degli anni Ottanta la fabbrica
di cerchio: la prima era adibita ad ufficio circolare sviluppato su due piani. è stata completamente dismessa e gli
gestione, l’altro ospitava uffici per il Al piano terreno si trovava la sezione edifici in gran parte demoliti, tranne il
personale (paga, assistenza, ecc.). Que- delle prove fisiche, che aveva al centro laboratorio sperimentale attualmente
sta forma planimetrica un po’ partico- una grande sala per gli apparecchi di sede di una società informatica.
lare era stata pensata per rispondere a prova contornata dai vari laboratori L’attività dell’architetto Griffini non si
due diverse esigenze: la costruzione dove si predisponevano i provini da limitò soltanto alla progettazione e
doveva svilupparsi in un’area limitata sperimentare. Il piano superiore pre- creazione di spazi legati alla vita pro-
da edifici esistenti ed essere accessibile sentava una struttura analoga e la duttiva dell’azienda, ma si rivolse an-
al personale dall’esterno. Le facciate grande sala era destinata alle prove che alla realizzazione di case per ope-
erano, nella parte lineare, in litocera- chimiche. Anche qui i fronti sono tutti rai, agli spazi destinati alla ricreazione
mica grigio perla, in quella curva nello in klinker rosso fiammato. I davanzali (Cral) ed infine alla colonia marina per
stesso materiale color rosso fiamma. sono in marmo botticino. i figli dei dipendenti a Cesenatico. ¶

Nota biografica tendenze architettoniche degli anni Venti e temi della casa collettiva a partire dalla imposta-
Trenta. Infatti ad opere di spiccata impronta Li- zione di A. Klein. A ulteriore testimonianza del-
Enrico Agostino Griffini nasce a Venezia il 19 ago- berty (la palazzina “Malteca” del 1925), si affian- l’interesse per il tema della casa razionale rea-
sto del 1887. Si laurea in Ingegneria Industriale cano opere in cui domina il linguaggio Novecento, lizza con Bottoni alla V Triennale del 1933 il pro-
presso il Politecnico di Milano nel 1910 e nel 1926 come il quartiere “alla Fontana”(1928) realizzato getto di “Elementi di case popolari”; l’edificio
ottiene la laurea in Architettura. Appena laureato in collaborazione con Manfredi, per approdare ad condensava al suo interno varie parti di case po-
partecipa nel 1912 al concorso Gariboldi per una opere che segnano la definitiva transizione al ra- polari secondo diverse soluzioni di alloggi tipo.
stazione di metropolitana e l’anno successivo ai zionalismo come la casa “Operaia al Bissoncello” Nella prima metà degli anni Trenta partecipa,
concorsi per l’Orfanotrofio di Bergamo e per il Po- (1929/30). Nel 1928 aderisce al Miar e il suo de- spesso in collaborazione, a numerosi concorsi di
liclinico di Parma. Affianca da subito all’attività ciso orientamento verso il movimento razionali- urbanistica: piano regolatore di Genova Centro
professionale l’attività didattica: nel 1914 viene sta si manifesta attraverso la partecipazione a (1932), di Verona (1932), di Gallarate (1933) e di
assunto come assistente al corso di costruzioni di mostre, conferenze e articoli. Conquistato dall’i- Aprilia (1935), Nel 1939 in collaborazione con Ma-
macchine al Politecnico di Milano e dal 1916, con dea di approfondire i problemi della casa in tutti i gistretti, Muzio e Portaluppi vince il concorso per
l’interruzione della guerra fino al 1933, è assi- suoi aspetti, non tralascia occasione per affron- la sistemazione della Piazza del Duomo a Milano.
stente alla cattedra di Disegno d’Ornato; dal 1939 tarne lo studio, viaggiando all’estero, visitando le Altre opere significative sono: il Padiglione Gra-
al 1949 tiene il corso di Architettura pratica, infine più significative realizzazioni di quartieri popo- nelli al Policlinico di Milano, la casa nei Giardini
dal 1949 al 1952 è professore ordinario di Archi- lari, raffrontando indagini e ricerche. Nel 1931 in- Annunciata, la villa dell’avvocato P. a San Colom-
tettura tecnica alla Facoltà di Ingegneria di Pisa. fine esce il manuale “La costruzione razionale basno al Lambro, e i padiglioni per opere assi-
Nell’attività progettuale di Griffini si riflettono le della casa” con cui in Italia vengono presentati i stenziali per la Soc. Redaelli a Rogoredo.

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