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esempio di sofisma un ragionamento per zioni in mala fede. Ma grosso modo ser-
dimostrare che il presente non esiste, vono a farci capire come si deve fare, e
che il tempo é fatto solamente di pas- come si deve guardare al gia fatto, cioé
D Ler e t t ° 2 i :
sato e di futuro. a quel passato che é rimasto presente.
MASSIMO BONTEMPELLI, P.M. BARDI
Un atto vigoroso d’intuizione pud per- (& inteso che ogni teoria apparentemen-
Direzione: Milano, via Brera 21, 82-542
suaderci che non esiste altro che il pre- te programmatica — per esempio «ro-
Pubblicitéa: Istituto Editoriale Lombardo,
sente. manticismo », per esempio «realismo ma-
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Un’opera (d’arte, di pensiero, di azione) gico», ecc. — non é maisoltanto una nor-
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del passato, esiste solo in quanto ha sa- ma per fare, ma anche un modo dileg-
Un numerolire 5 - Conto Corrente Postale
puto trasformarsi a presente. Pensare il gere, di ascoltare, di contemplare e riva-
futuro non serve se non quando si riesce lutare).
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a trasformare quell’immaginato futuro in Ho avuto altra volta l’occasione di defi-
un reale presente. nire lunita del nostro tempo; ripeto qui
Principit (Bontempelli e Bardi) Ma il passato cometale, il futuro come la definizione: Jl massimo della espressio-
Arpira (ristampa da Mussolini) (commen-
tale, non servono a niente. Immergersi ne, il minimo di gesto, terrore del lento,
to di Nino d’Aroma)
TRADIMENTO (Gallian) nel passato é allinearsi con i morti; il fu- disprezzo per il riposo, edificare senza ag-
ANTILETTERATURA (Monotti) turo che rimane nella nostra mente come gettivi, scrivere a pareti lisce, la bellezza
PROGRAMMA D’ARCHITETTURA (11 architetti) futuro, é tanto poco nostro quanto il pas- intesa come necessita, il pensiero nato
SIGNIFICATO ESTETICO DEL RAZIONALISMO sato, € un passato a rovescio. Preteritismo come rischio, Vorrore del contingente.
(Pensabene)
e avvenirismo sono due equivalenti forme (Qui hanno posto tutti, l’uomo di pen-
CONTRO L’INTELLIGENZA SEDENTARIA (Ciocca)
ROME ET Nous (W. George) di suicidio. 5 siero, l’artista, il politico, colui che deve
ESORTAZIONE A IMITARE I FRANCESI (Bodrero) L’uomo non opera che per l’ansia di fer- accontentarsi di vivere giorno per giorno.
America (Soldati) mare se stesso nell’attimo in cui si sente. La definizione era contenuta’in una mia
AVVENIRE DEL FUNZIONALISMO (Sartoris) Quest’ansia é la sua porzione divina, e pubblica lettera del 25 giugno X, diretta
UFFICciIo pri Roma (rist. da Bontempelli)
Muri ar pirrort (Cagli) (commento di
Dio non é se non presente. (L’uomo si a P. M. Bardi. Era fatale che con Bardi
Norpb-Sup (C. B.) [Spaini) sente in un attimo come cosa compiuta, dovessi cominciare una piu stretta colla-
SITUAZIONE GRAFICA (Modiano) e il compiuto non @ che presente). Ma borazione: Quadrante).
RITRATTO D’UOMO AUTOREVOLE (P. M. Bardi) per la sua funzione demiurgica all’uomo
COLLOQUIO CON CASELLA (Belli) (Anche la Giustificazione con la quale
é necessaria la durata. La durata non é fu-
DETTO SENZA UN’ONCIA DI PESSIMISMO (A.
turo come tale; anzi é energia e origina- nell’ottobre V iniziavo la rivista «900», é
Bizzarri)
ESPERIENZA CORPORATIVA NELLA VITA DI FAB- lita rubata al futuro a servizio di quel no- tutta attualissima. Rileggerla e pensarcj
BRICA (Giovenale) stro presente, che lattimo bastava a crea- sopra). €2
Mopda: UN PROBLEMA (Soresina)
re e compiere in noi, ma non a esprimere.
Via VeIo (Santangelo) Importante spazzar via subito il piu gros-
CINQUE corSIvI (M. B.) (Gli storici e i profeti non hanno mai
so degli equivoci, anzi spropositi, che si
QUATTORDICI DISEGNI (Cagli) servito a niente).
OTTO TAVOLE FUORI TESTO fanno avanti quando qualcuno dice « eta
presente», «mondo contemporaneo», « il
Oggi (forse sempre, in alcuni tempi si in
nostro tempo», e simili. Qualche gente
altri no, ma a noi importa oggi) il centro
Pe tN Oe Pe 1 espressivo della nostra vita é l’architettura. traduce subito «ah l’epoca della macchi-
na, la civilt&é meccanica » ecc. Sproposito
In verita l’architettura é l’arte ora in
comune a passatomani e a futuromani. La
La ricerca pi. interessante che l’uomo maggior fiore. Quella in cui abbiamo il
possa fare guardandosi attorno nel pro- macchina, prodotto dello spirito umano,
maggior numero di buoni operatori, il
prio tempo, é la ricerca dell’unita. quando é fatta non é piu interessante,
senso di un’azione collettiva pronta a
Si vuole intendere: unita di visuale, e vive in sottordine a servizio pratico del-
creare e imporre il linguaggio di tutta
percié di giudizio. Tutti i problemi singoli Yuomo, né lo domina né lo esalta. E que-
un’epoca; e nessuna cariatide riconosciu-
di ogni attivita intelligente dell’uomo, so- sto oggi come ieri e come tanti secoli o
ta come maestro.
no riducibili_ a un problema unico. millenni fa. & altrettanto puerile temerla
(Maestro €@ colui che ferma un’epoca,
Trovare il centro donde si veda il muo- che esaltarla. Un motore a dodici cilindri
imbalsama il presente e cerca di farlo es-
versi della speculazione filosofica, della non contiene pit umanita che ne conte-
sere passato, cioé morto. Ma nessuna epo-
espressione artistica, dell’azione politica, nesse la prima ruota inventata chi sa
ca ha mai creduto ai maestri. Fingevano
della curiosita scientifica, del linguaggio, quando. Anche come suscitatrice di im-
di riconoscere un maestro, poi operavano
del costume, della vita d’ogni giorno — pressioni, la locomotiva o Vautomobile o
per conto loro: cosi continuava la Storia
come un solo fatto armonioso. Scovarne Velicottero possono servire quanto un al-
sacra del mondo. Oggi insieme a tante
il ritmo centrale. bero. Che importa, é l’animo umano, e
altre aboliamo anche questa ipocrisia).
(Investire tutta la vita. Vedere un’ope- niente altro.
Oggi Varchitettura (quella che ci impor-
ra darte come un fatto storico, studiare MASSIMO BONTEMPELLI
ta, che conta) ha inventato laggettivo
un fatto storico come fosse una costru-
razionale. Ha anche inventato l’aggetti-
zione d’arte).
vo funzionale. Come tutti gli aggettivi, co-
si anche questi sono imperfetti, esposti a Io non credo agli articoli scritti in due:
Non é interessante che il presente. Possibilita di equivoco, prestano il fianco per questo la nostra rivista non si inau-
Nei vecchi trattati di logica c’é come alle incomprensioni mediocri e alle obie- gura con un articolo programma, e ognu-

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no dei due direttori esprime un certo tempi e della partecipazione dell’arte al- tieri alacri e gioiosi, non c’é bisogno di
numero di idee, idee abituali della lo- la vita (e si intende per vita intanto la «posare » a superuomini con relativa tor-
ro polemica. Anche questo é un atto di Rivoluzione Mussoliniana come direttri- re d’avorio. E ormai vecchio gioco. Che
sincerita, che assumerad un nuovo valo- ce spirituale e come sintesi d’azione e di TYumanita sia buona o cattiva poco im-
re, ora che diro Vintenzione che abbia- pensiero) noi riteniamo che «Quadrante» porta; che sia composta di angeli o di
mo di annotare e far annotare da altri avra una funzione non inutile. demoni, di santi o di canaglie, importa
collaboratori, i nostri e gli altrui scritti, Il 'richiamoalle idee con le quali Musso-
ancora meno. L’essenziale é di vivere den-
con lo scopo che va subito svelato di lini apriva « Ardita» nel 1919 é€ per noi
tro questa umanita, di coglierla dovunque
realizzare una circolazione velocissima e essenziale. Forse non potremmo_ scrive-
e comunque si manifesti: nelle strade,
onestissima di idee. re una norma pit viva, pit carica di at-
nelle piazze, sui monti, sui mari, nelle cit-
Questa mia nota potrebbe essere super- tualita. La riproduciamo per intero, co-
flua, dopo quella di Bontempelli, perché me per darci una disciplina. Noi siamo ta frenetiche, nei villaggi dispersi, negli
egli ha precisato in un modo che non dei fascisti prima di tutto. Discuteremo, individui e nelle masse, nella fatica dei

pud generare equivoci alcuni lati delle ci agiteremo, combatteremo con tutta la muscoli, nel brivido divino degli intellet-

convinzioni che vogliamo sostenere in- franchezza, con tutto il disinteresse, con ti, nella passione esaltante: di tutti gli
sieme. tutta la liberta che distinguono l’uomo amori. « Ardita» vuole questo. E nata per
La lettera cui allude Bontempelli a me fascista. questo. Osera: e percid sara necessaria-
indirizzata dalle colonne della « Gazzetta Pensiamo che una Rivoluzione é€ appe- mente delicata, inevitabilmente crudele
del Popolo» é molto importante, anche na cominciata: e non concepiamo che le
come chi si accinge a segnare una «dire-
perché ha determinato la nascita di rivoluzioni permanenti.
zione », a fissare una meta alle inquietu-
« Quadrante ». P. M. BARDI
dini dello spirito moderno oscillante tra
Era fatale che con Bontempelli dovessi
le nostalgie dei mondi che crollano e le
realizzare una stretta collaborazione. Il
audacie dei mondi che sorgono. Ecco: io
decisivo ausilio che egli ha dato traver-
so alcuni suoi scritti alla polemica da
(RIS TAMPE ) prendo queste pagine e le scaglio al pub-

me intrapresa in favore di un’architettu- er i Als cone” blico perché le legga, le discuta, le strac-

ra razionale, é indimenticabile ed é giun- ci. «Ardita» va all’attacco e guarda in


(Presentazione deila rivista « Ardita»,
to in un momento in cui la rivolta dei alto, e sceglie a guida pel viaggio
marzo 1919).
conservatori delle arti stava per gridare
La stella piu lontana
Il programma di questa rivista é nel ti-
vittoria. Fu cosi che noi, io e gli archi-
La stella pix vicina
tetti nuovi, ci intendemmo con Bontem- tolo. E una rivista di coraggio, di volonta
Quella che sorge la sera
pelli in fraternita, scoprendo alcune cir- e di fede. Nasce accanto al quotidiano che
E non tramonta alla mattina....
costanze e chiarendo alcune idee sulla un po’ tumultuosamente vede e riflette
MUSSOLINI
necessita di costituire qualche cosa come Ja vita nel suo fantastico caleidoscopio
un fronte unico dell’estetica. di cose, di uomini e di avvenimenti, na-
« Quadrante» é nato in mezzo a un ap- Sce per ri-vedere. Cioé per vedere me- La nota di Mussolini, che « Quadrante »
passionante dibattito di idee cui hanno glio, per vedere in estensione e in profon- ristampa togliendola integrale dal primo
partecipato non soltanto scrittori e ar- numero del 15 marzo 1919 di « Ardita»,
dita. Intendiamoci: per ri-vedere, non at-
chitetti, ma musicisti, pittori, scienziati, merita molta attenzione. E’ un documen-
traverso gli occhiali gelidi del pedante o
scultori, ingegneri, e persino industriali: to vivissimo del Capo.
dell’accademico, ma cogli occhi fermi e
e ognuno ha contribuito all’affermazione Un senso strano ci ha afferrato, perché,
puri che indagano, abbracciano e com-
di aleuni punti fondamentali sull’intesa da allora a queste giornate, sono ripassa-
prendono: gli occhi della giovinezza. Tut-
deliberata di istituire un centro di ritro- ti davanti ai nostri occhi gli uomini, le
ti quelli che cominciano, hanno ormai
vo per un’intelligenza spregiudicata, avan- voci e le idee di quel dopoguerra che non
zata, originale. Yabitudine di lanciare questo grido: gio-
fu grigio, come si usa dire oggi, ma fu
Non ho bisogno di spiegare che cosa vinezza. Ma per molti si tratta di uno invece pieno di clamori, di propositi, di
sintenda per intelligenza, perché la po- sforzo vano o di una meschina illusione. eresie e di capovolgimenti. « Ardita» fu
lemica sul razionalismo ha coinvolto nel- Ora, la giovinezza é soprattutto intuiti- una rivista che Mussolini cred accanto al
la sua vasta orbita uomini e idee di ogni va: non € gia come pensano i cattedra- « Popolo d’Italia», una rivista che noi ra-
settore, vagliando ogni posizione e asse- tici, erudizione libresca. L’intuizione e la gaze compravamo ammirati dei « viaggi»
gnando a ognuno un posto sull’una o fantasia: ecco le ali dell’ingegno. Ci sono di Bontempelli e delle copertine allucina-
sull’altra sponda. Da che parte noi sia- te di Sinopico. Una rivista moderna, in-
nella realt&é aspetti minuti e complessi
mo é risaputo, come tutti sanno chi sono telligente, opposta, a Milano, alla pacata
che il grosso volgo non afferra che tardi.
i campioni d’una mentalita pigra, sospet- borghese sofficita della « Lettura». Scrit-
Ci sono nella vita dei cominciamenti che
tosa e inattuale che noi combattiamo tori e disegnatori novissimi: e, quello
Vintelligenza dei mediocri trascura. Ci so-
strenuamente con il proposito naturalis- che pitt contava, propositi assolutamente
no delle verita che bisogna proclamare,
simo di vincere. antitradizionali.
Tra tanta confusione, tra tanti acco- dei fermenti che bisogna esaltare, degli
Ma Varticolo di Mussolini, allora, non
modamenti, tra tanta rinuncia verso un uomini che bisogna difendere, delle stra- Vavevamo letto. Oggi esso ci incanta nel-
esame pieno e franco della questione de che bisogna battere senza preoccupar- la sua colonnina densa che ci sta sott’oc-
per noi cardinale d’un adeguamento ai si del. «seguito». Per questo lavoro di ar- chio, con quel periodare serrato dove le
parole sono cose e le notazioni, nel loro
andare noncurante, tutte hanno piena e
viva rispondenza.
« Intuizioni e fantasia, ecco le ali dell’in-
gegno», prorompe Mussolini d’un tratto.
E la plasticita della frase colpisce perché
il sapore vero di Mussolini scrittore é an-
cora e sempre questa sua qualita di sin-
tesi e di espressione, che senza mezzi gi-
ri inutili ti conduce dove vuole.
In questo caso, a farla breve, ecco un ti-
po di programma di una rivista letteraria,
tracciato senza generalizzazioni né pro-
messe retoriche. Ogni proposito appare
netto e, quel che pit conta, nonostante
gli anni questo articolo mussoliniano é
ancora attuale, é attualissimo.
Non é ‘forse pure oggi la nostra pena e
la nostra inquietudine « vivere dentro que-
sta umanita, coglierla dovunque e co-
munque »?
Il segreto della sorprendente giovinezza
di questa presentazione mussoliniana per
« Ardita», se sconvolge il lettore, é tutta-
via perfettamente comprensibile, quando
si pensi che l’unico uomo politico e di
cultura che é aggiornato dal 1914 é Beni- TRADIMENTO te. Quasi l’arte avesse una famiglia, un
rione i competenti, in un mondo di sor-
to Mussolini.
Non ci fa velo Vamore e Vobbedienza; c’é stato tempo in cui sapevo con cer- di, di ciechi, di distratti e di retrogradi:

ma fra gli dei che se ne sono andati, Egli tezza d’essere artista d’avanguardia e ne quando vedevo qualcuno passarmi accan-
rimane certezza del nostro cammino, poe- godevo un mondo: parola d’onore, mi sen- to, gli dicevo sul viso, neppur conoscen-

sia della nostra vita vivente. tivo un eroe. Non ho mai pit sofferto dolo di vista: Lei, signore, non é ancora

NINO D’AROMA tanto in vita mia, come in quel tempo: nato. Quand’é che verra alla luce del
patimenti d’ogni genere e privazioni sop- mondo? — Mi guatava, quegli, spaventa-
portavo, godendo a vanvera e a crepa- to, e non osava per fortuna sua venire
pelle; tutto indaffarato a sapere per cer- alle mani, ché forse capiva la giostra, co-

CORSIVO N. 1 to, a trar le prove, a guardarmi attorno si di primo acchito, non convenirgli trop-
e scoprire, affamato, ogni giorno di pit, po. Quest’uomo era l’anonimo ed aveva
In diect anni il Fascismo ha ricostruito ch’ero un artista d’avanguardia. Il mon- dalla sua quaranta milioni d’uomini!
all’Italia una politica e una morale. In do batteva intorno a me e contro la mia Oggi, ogni giorno che passa, (Dio, che
altri dieci anni vogliamoricostruirle un’ar- carne stranamente, con colpi unici e ine- spavento) capisco che mi son fatta una
te e una filosofia. quivocabili: io divoravo ogni cosa, pane esperienza: roba che dona le traveggole.
Le pit pericolose opposizioni ci vengono e case, giardini, letti, donne e fanciulli, Sicuro, i giorni passando, la vita volgen-
da un certo numero di fascisti della pri- dio Moloch santificato e innocente. An- dosi, capisco d’essermi fatta un’esperien-
missima ora, uomini magnifici, valorosi davo in cerca di fatti di cronaca, di am- za e a volte, trovata giusta questa mia
nella trincea e tra le squadre, ottimi gre- mazzamenti, di furti, di rovine, di bufe- convinzione, mi prendo a pugni e a calci.
gari del Capo nella ricostruzione ammini- re, di uomini ammalati o crepanti di sa- Parlo di me e vorrei parlare di tutti
strativa e morale del paese: ma quando lute, cercavo le donne partorienti per della mia generazione, tanto beneficata.
St accostano alle cose dell’arte e del pen- provare le grida loro, scovavo case dove Tutto vi ricorda che vi siete invecchiati,
siero diventano prudenti e temperanti co- si moriva e, appena morto l’uomo, appe- a trent’anni, non soltanto qualche filo
me tanti Giolitti. na accaduto il fatto straordinario, mi ve- bianco fra i capelli e una certa durezza
Allora al motto «me ne frego» sostitui- niva da gridare: — Bello, bello, accorrete, di cuore a volte e comel’avvertimento di
scono il motto «non esagerare ». é morto il signor Tal dei tali —: e rac- un’intima prudenza quasi sfacciata per
Ci lascino fare. Lo sanno benissimo che contavo quella gesta per la quale un uo- quel che mi consta. Ve lo ricorda il sole,
se non si da all’Italia un nuovo spirito mo, traendo lultimo respiro, passa da la luna, le stelle, le strade, i giardini, i
estetico e filosofico, anche il rinnovamen- questa, vita in un/’altra sconosciuta. palazzi, le praterie bonificate, i fiumi ar-
to politico e morale decade. Ma non san- Erano alla fine sensazioni tutte mie, ginati, i ponti nuovi ve lo ricordano, gli
no, che le cose dell’arte e del pensiero autentiche e indiscutibili, mie personali, acquedotti, le scuole, le citta nuove perfi-
vanno aggredite con la stessa violenza e inimitabili, speciali vorrei dire, non an- no che avevano fantasticato un giorno:
temerita che le cose della guerra e della cora provate da altri, e approvate da ragazzi, vi hanno fatto il museo perfino
rivoluzione. M. B. quelli del cerchio, e via via, dell’ambien- e non ve nesiete accorti. Sensazione spet-

3
trale, che mi dona i brividi. Tremate: la servono alla nostra fede rivoluzionaria? ANTILETTERATURA
folla non vi conosce, la folla non s’avver- Allora nausea, di tutto e di tutti, fran-
te di voi, la folla non vi prende in consi- camente: allora fuoco dagli occhi, con la La letteratura non é mai stata popolare
derazione. Calcola il palazzo nuovo pel gloriola di diventar presto o tardi, gli uo- in Italia. Le € mancato quel flusso ri-

quale voi avete dato il sangue, ma non mini lividi, ovvero indiani o cinesi. Allora flusso di sangue che solo il contatto con
voi; calcola il film di scarto e storico che nausea dell’Augusteo e del Teatro dell’O- le masse pud dare. Anche per questo, co-
voi avete vissuto e non voi: tiene in con- pera, riserbato ai soli borghesi, allora nau- loro che la praticano sono, dal punto

siderazione la prateria paludosa e ormai seo del Teatro di Varieta dove infierisce di vista del vivere intensamente, per non
bonificata e non voi, voi non contate, voi il jazz (che noia, in pochi anni) e nausea dire pericolosamente, di tanto inferiori a
quasi non esistete. E la generazione della del solito teatro a intreccio, allora nausea coloro che non vi si sono mai accostati.
guerra che viene avanti, che si fa strada, di Carducci e Leopardi, che la folla non Commercio di protezione, unioni tra con-
che vince, ogni giorno pili: la generazio- conosce, dei quali la folla fa volentieri a sanguinei. La nostra letteratura sta male.
ne della guerra ha qui la sua gloria indi- meno; allora nausea dei costumi dell’a- I futuristi, con le parole in liberta, so-
scussa, ristocrazia, della sala di té, del ballo al- no stati i primi a iniziare la reazione.
Per chi mai abbiamo faticato noi, tren- Valbergo, del tabarino, del festival che Ma, messisi impetuosamente in cerca del-
tenni anziani? ancora imperversa, ed evviva la festa lidra, non hanno neppur supposto che
Ecco: parliamo un poco di cose vere, dell’uva, evviva lo stadio, evviva la ban- potesse trattarsi di un bacillo. Ne hanno
da toccar con mano: per chi mai abbia- da che suona gli inni dopolavoristici, ev- fatto quasi esclusivamente una questione
mo scritto noi? Le nostre cose, i nostri viva l’osteria e la rivista e il programma di forma, mentre le questioni non sono
racconti, le nostre immagini strampalate, pel transito delle carrozze al Corso, nei che di sostanza.
autentiche, feroci, sono state rivedute, giorni di festa mnazionale: una letteratura L’antitossina della letteratura, pil che
corrette, messe in bella calligrafia e qual- utile e bella appunto per quel che vale. nella vita, termine che tutto racchiude,
cunag le spaccia per proprie e se ne van- O ci siamo ingannati o noi, secondo il va ricercata nell’azione. I confini tra que-
ta; in quindici anni, le prime musiche ri- vecchio uso degli artisti dell’ottocento, sti due campi non sono assoluti, ma si
voluzionarie, avventate, magari caotiche, vogliamo ingannare gli altri: il proble- sa che V’assoluto non esiste. L’azione, pitt
ma genuine, sono state trasformate ac- ma é questo. lo spirito che la determina, é la regola
curatamente in canzonette e girano ma- O chealla fine, nel campo della lettera- per tutte le arti, in quanto che le arti,
lamente nei caffé con concerto; quella tura, ci abbian traditi davvero? anche quando pitt creano e sembrano in-
che serve per i monumenti, la scultura, é Alla malora. Faremo la barba bianca, dipendenti, sono commento, e il commen-
residuo di altre statue riverniciate e ri- con la quale ci impiccheremo, un giorno to non si regge se esso stesso non é ca-
messe a nuovo; il film ci é proibito, il © Valtro, nella ricorrenza della Festa del rico del fatto che deve interpretare.
teatro mantiene chiuse le porte dinanzi Fiore o del Santo Patrono. E, non v’é dub- L’arte va dunque intesa come azione,
a noi, mancano gli attori per le nostre bio, alla fine siamo stati beneficati, per- che nell’atto di esprimersi si trasforma
commedie, mancano le grandi fiducie del- ché ci aiutano in ogni modo,ci sostengo- in commozione; pronta a rifare il cam-
le banche per le nostre trame cinemato- no, ci prendono a spunto d’ordine pubbli- mino e a ritornare azione. La letteratu-
grafiche: argomenti moderni, visioni no- co. Moriremo cosi, con la taccia di ingra- ra, che avrebbe dovuto essere la prima
stre, sono messi alla berlina da uomini ti e non saremo nemmenopianti. a capirlo, non se n’é resa conto che ra-
capaci di fare i banditori alla facilona ma O forse ci han preso in giro, soltanto in ramente. Le parole di D’Annunzio ai fan-
non gli artisti. Insomma, gli strumenti in- giro, ci ritengono ancora per gente dab- ti del ‘99, prima della battaglia del gi-
ternazionali, di divulgazione, nuovi, il tea- bene e credulona e ci riserbano le bricio- gno 1918 (bisogna forse esserci stato per
tro, il cinematografo, la radio — che toc- le: la carta, la penna, V’articolo di fon- capirle del tutto): «dovunque punterete
cano la folla davvicino — ci sono assolu- do e la poesiola da recitare nei salotti di- il piede, la Patria baceraé l’impronta»,
tamente proibiti; in nostra vece, é gente venuti grandi come mai; agli altri, la ra- erano gid eroismo, che ancora non ha fi-
tarda, comune, guardinga, che si salva dio, il teatro e il cinematografo. Roba nito di generarne altro.
pel rotto della cuffia, che cerca di non vecchia e borghese, quella checi é riser- Il divario che oggi esiste tra lettera-
compromettersi, di passarla liscia. bata, simbolo e stemma d’un circolo chiu- tura e azione puo essere valutato dalla
Rimarremo noi al romanzo, alla novella, so, di quattro intenditori a fondo perdu- misura del bisogno che una ha, dell’altra.
al frammento, alla carta scritta, alla poe- to e di cinque dame malate di Valéry Il letterato non pud fare a meno dell’uo-
siola, alla penna o alla macchina da scri- (che si tratti di 9 persone o di tutta la mo d’azione: non solo perché ne é nutri-
vere, all’orazione o all’articolo? Manco se borghesia, é questione di cifre: la sostan- to e protetto, ma persino per la sostan-
ci ammazzano. Rimarremo al quadro che za non cambia). za delle sue rappresentazioni. I suoi li-
serve alla parete di casa, alla statua che MARCELLO GALLIAN bri sono pieni di figure d’ingegneri, d’uo-
serve per l’angolo intimo, al trono invece mini che volano, di costruttori d’ogni
della poltrona, al baldacchino, al gioiello specie. Anche di serve e pagliacci. Co-
costoso, all’intarsio prelibato fatto pei ric- storo, invece, ignoranola letteratura d’og-
chi, al convegno speciale, all’armadio di
CORSIVO N. 2 gi, 0 se la conoscono, ne diffidano. Come
oro? Manco se ci ammazzano. sempre avviene, la colpa non é tanto di
Ci vien proprio preclusa la via della fol- La poesia sta tutta o dalla parte del Pa- chi abbandona, quanto di chisi lascia ab-
la e se mai, dovremmo attenerci alle radiso o dalla parte dell’Inferno. In mez- bandonare.
pratiche ministeriali per raggiungere que- zo c’é il borghese, da cacciar via. Cid € specialmente grave, dato che vi-
gli strumenti di propaganda, che tanto M. B. viamo in un tempo in cui é necessario
}
tornare all’essenza della vita, alla sua Altra riprova, il giornalismo. Il giornali-
UN PROGRAMMA
elementarieta, Il che non vuole ancora di- smo sta alla letteratura un po’ come il
re imbarbarirsi, per quanto il mondo sof- cinematografo sta al teatro. Per questo DARCHITETTURA
fra di civilta cresciuta male, e un po’ il giornalismo, non ostante esso sia di
d'imbarbarimento ne sarebbe il rimedio. tanto pit vicino all’azione, ha fatto ci- Esistono oggi in Italia diverse, forse trop-

Bisogna imparare novamente che il pa- lecca in certi casi quasi quanto la lette- pe pubblicazioni di architettura. « Qua-

ne e l’acqua bastano per vivere. Lo senti ratura. Eccettuata la parte dedicata alla drante» occupandosi di architettura in
a suo tempo il nostro soldato; lo squa- politica, nella quale la Dio mercé non é modo esteso, spesso prevalentemente, non
drista che moriva in uno scontro affer- pit lecito scherzare, molti giornali sono rischiera in nessun caso di diventare un
mava col suo sacrificio la santita, il va- ancora in tutto simili a quei sé-medesi- « doppione».

lore della vita. Son cose che la letteratu- mi stampati in tempo di democrazia. Non «L’eclettismo delle tendenze » caratteriz-
ra ha dimostrato di capire meno di tutti. da essi potra lo storico di domani farsi za qualche rivista. «L’eclettismo nella
Uno scrittore, inutile dire non nostro, umidea di questo nostro fervore di rin- tendenza » ne: caratterizza altre (che vor-
rimpiangeva poco fa d’aver cominciato novamento, né il popolo attingere quell’e- rebbero essere piti attuali), La « tendenza
troppo presto a guadagnare coi suoi li- ducazione di cui ora pili che mai ha bi- nella tendenza» sara di « Quadrante» la
bri, lasciandosi cosi distogliere dall’im- sogno, caratteristica piu certa.
parare una quantita di mestieri. Mestiere Gli architetti che hanno preso parte al-
é parola che il letterato non ama, che Piu o meno lo stesso nel cinematografo. la fondazione di «Quadrante», questa
fa paura a tanti papa prima chea tanti Mette conto di osservare che nelle arti in nuova rivista hanno voluta perché cre-
figli. Degradazione da evitare a qualun- cui abbiamo una tradizione da eguaglia- dono ancora alla necessita di un’azione e
que costo, in favore di quella grasso-bor- re, questa tradizione ci pare insopporta- di una «linea», perché — comeieri cre-
ghese che é la professione. Meglio di tut- bile e diamo tutta la colpa a lei; dove devano al fronte unico anti-culturalista
ti resta perd sempre l’impiego nell’ammi- invece tradizione non esiste, ci troviamo — credono oggi al chiarimento anti-con-
nistrazione dello Stato (categoria A), che ancora pi a disagio. Il cinematografo fusionista e alle selezioni.
ha la stabilita delle Piramidi, l’aumento ha sostituito alle parole le immagini, ai Ed é proprio oggi che appare soprattutto
di stipendio a ogni quinquennio, il porto simboli le forme. E fin qui potrebbe an- necessario definire l’atteggiamento che
della pensione. che andare. Ma é arte di movimento, che pit urgentemente si impone:
si fa fuor di casa, manovrando uomini e 1) Chiarimento della situazione archi-
In questo modola letteratura ha quasi macchine. Edé qui dove la letteratura, tettonica attuale.
insensibilmente adottato la mentalita e vizio da camera, ci fredda. Il regista, 2) Messa a punto del confusionismo, in
la pedanteria del* professore (Carducci e colui che fonde in sé gli apporti di tutti atto circa i termini «moderno», « razio-
Pascoli compresi), in contrasto a quella gli altri, soggettisti, musicisti, macchini- nale», «architettura 900», e dei tentativi
del bambino che neppur pensa se domani sti, artisti, e crea lopera d’arte, dev’esser d’autentificazione delle opere-compromes-
mangera, e che non per tanto domani uomo d’azione, saper lavorare in maniche so neoclassicheggianti o culturaliste. Non
mangera. La storia della affinita dello di camicia, non aver paura di sporcarsi piu soltanto: «razionalismo contro acca-
studio, della liberté d’indagine, delle va- le mani: ahimé, per una volta tanto non demia-passatismo», ma anche, oggi so-
canze, non é che una scusa verso se stes- @inchiostro! Il cinema é lantiletteratu- prattutto, « razionalismo contro pseudo-ra-
si per nascondere l’impotenza di far da ra. Ecco perché i giovani guardano sem- zionalismo formalista», selezione del gu-
sé, il terrore del buio, V’odio del giorno pre pi da quella parte. sto e della tendenza.
per giorno. Tanto é vero che quando lo Tutti sanno cid che sta accadendo alla 3) Collaborazione con gli elementi gio-
Sscrittore finalmente si sveglia (Pirandel- Francia, paese in cui il bacillo della let- vani pil «sicuri» che lavorano oggi in
lo, Bontempelli), ripudia tutto, storia, teratura ha attaccato tutta la vita, e do- Italia nell’ambito di una razionalita con-
cultura, soprastrutture, pronto a metter- ve alle frontiere é stata messa a far guar- trollata e intransigente.
Si piuttosto a vender legacci da scarpe dia la gente di colore. Certi nostri scritto- 4) Affermazione della necessita di coe-
per la strada. ri faran bene a tener presente questo sistenza — accanto al «fatto artistico » —
La riprova che la nostra letteratura é esempio, se non vogliono esser tagliati del «fatto morale» (di una « coscienza
gravemente malata é che essa, a diffe- fuori dalla civiltaé che si sta preparando. morale», soprattutto) come elemento di
renza specialmente della pittura, non é Della letteratura, com’é oggi praticata dai misurazione nei confronti dell’individuo-
ancora riuscita a sentire il Fascismo. Am- piu in Italia, non si sente alcun bisogno, artista.
mettiamo (a malincuore) che cid sia av- ed é ora chei letterati si mettano alla co- 5) Affermazione — in seno al razionali-
venuto perché gli avvenimenti si sono da di coloro che han da raccontare qual- smo europeo — di una decisa tendenza
seguiti gli uni agli altri troppo in fretta, che cosa perché han fatto qualche cosa italiana, lineare e intransigente, quale se-
perché il rivoluzionamento é stato troppo
(oltre alle solite fornicazioni di seconda e gnata nelle fondamentali polemiche del
profondo, perché insomma é ancora trop-
terza mano, che non interessano piu nes- «gruppo 7».
bo presto. Ma non sarebbe stato troppo
suno). I letterati sono per loro natura dei 6) Precisazione dei caratteri della. ten-
presto per quella che fu la nostra guerra,
timidi, con predisposizione alla vilta. (Ve denza razionalista italiana. Affermazione
vista dalle nostre trincee e retrovie. Do-
derli quando si lanciano in polemica, cioé di «classicismo» e di « mediterraneita »
veva venire un romanziere del paese dei
in lotta). Non di rado é questa loro timi- — intesi nello spirito, e non nelle forme
cow-boys, lo Hemingway, per raccontarla
dezza o vilta, cid che essi chiamanolette- 0 nel folklore —, in contrasto col « nordi-
al mondo. E v’é ancora chi si stupisce ratura. smo», col «barocchismo » o coll’« arbitrio
che l’abbia raccontata a modo suo. FRANCESCO MONOTTI romantico» di una parte della nuova ar-

5
chitettura europea, libero, ha incontrato in questa liberta il scosita per cui, negli ambienti sociali, i
maggiore ostacolo. Si é visto dinanzi un risultati di carattere collettivo tendono a
7) Opposizioneaillle tendenze straniere di
mondo infinitamente instabile, inganne- permanere, si oppone, -per periodi molto
compromesso, appogsio delle tendenze pil
integralmente razionaliste (Corbusier, Gro- vole, pieno di seduzioniillusorie. Se ne e lunghi, ad ogni nuovo tentativo.
pius, Mies van der Rohe). lasciato trascinare, non misurando, per L’azione dei conservatori in arte é stata
mancanza di riferimenti, il suo effettivo sempre socialmente potente. La mentali-
8) Esame obbiettive dell’architettura eu-
distacco dal reale. ta giuridica sistematrice delle consuetu-
ropea e mondiale pil) attualmente interes-
Queste sono le condizioni che derivano dini, in forme cristallizzate, agisce per
sante, prescindendo a sciovinismi falsi e
dal prolungato divieto dei mezzi d’espres- analogia sulle altre attivita. Essa ha bi-
da prevenzioni proyincialistiche. Ripresa
sione. Quandosi sia trovata l’energia che sogno di elementi comuni, confacenti alla
e sviluppo degli scaimbi e delle esportazio-
ni intellettuali. occorre per plasmare la materia; quando pratica. La pretesa di una facile intelli-
9) Presentazione dell’ opera attualissima ci si senta gia in grado di estendere men- genza, che si acquista con l’uso, impone
talmente lo spazio quanto é reso necessa- il mantenimento, quanto pil a lungo pos-
svolta dai Congressi internazionali per la
Tealizzazione del problema architettonico rio da un’estensione effettiva; allora la sibile, delle forme passate. Ivi é il piu
contemporaneo (C.LR.P.A.C.), e collabo- tensione dello spirito si trova in quel pun- ovvio terreno d’intesa. Ridotte al livello
to, in cui non pud che raggiungereil reale. di simboli, le forme trasmesse divengono
razione agli stessi, mediante il contributo
del rinnovato pensiero italiano agli studi & impossibile, d’altra parte, crearsi un oggetto di scambi sempre pili agevoli, di

e alle ricerche communi, altro scopo. Si superera la necessita che rotazioni sempre pit perfette, che finisco-
ha ogni individuo di trovare intorno a sé no fatalmente per avvincere, con i loro
ARCHITEIt; PIERO BOTTONI,
MARIO CEREGHINI, LUIGI
il consenso. Ci si costringera alla astrazio- tentacoli, il reale.
ne di considerare gli altri uomini come Liimpiego di un’architettura passata é,
FIGINL GUIDO FRETTE,
non esistenti. Il lavoro immaginario sara in ogni caso, decorazione. E inevitabile
ENRICO A. GRIFFINI, PIE-
condannato alla continua mancanza di che in qualche parte si manifestino scis-
RO LINGERI, GINO POLLI-
un dato essenziale: la realta. sure. Non sara pit: possibile concepire l’e-
NI, GIAN LUIGI BANFI, LO-
DOVICO B. DI BELGIOIOSO,
La condizione dell’architetto @ la piu difizio nella sua realtaé spaziale (come é
esposta, per la natura della sua arte, a necessario per una valutazione estetica)
ENRICO PERESSUTTI, ER-
siffatte crisi. Vi sono periodi in cui le senza rendersi conto di profonde discon-
NESTO N. ROGERS.
condizioni sociali congiurano a sottrargli tinuita. Cosi é nata, per esempio, lidea
il suo mezzo. E perfettamente possibile della «facciata»: concetto squisitamente
che la sua vita scivoli sopra un piano di antiarchitettonico, di una concretezza di-
SIGNIFICATO ESTETICO irrealtaé, senza che questo possa presen- pendente da punti di vista particolari;

DEL RAZIONALISMO tare ai suoi occhi una qualsiasi fermata. mentre il valore dell’opera é solo intui-
Un impiego di energia in pura perdita, bile in sede spaziale. In questo senso J’ar-
E noto come molii siano, in Italia, i pre- una dissipazione nel nulla. Dovra scinde- chitettura coincide con la geometria. Il
giudizi che inceppano l’architettura, non re, in piena coscienza, la creazione in due suo pieno valore é dunque al di fuori del-
ultimo quello della tradizione, che oppon- tempi. La ricerca delle idee non sara si- la singola visione. Comeil significato del-
gano a ogniricerca. & la storia degli ulti- multanea alla loro realizzazione. Nessuna la musica é rilevabile dalla successione
mi trent’anni; durante i quali non é stato conquista interiore potra essere documen- delle varie parti nel tempo, quando que-
possibile presentare effettivamente delle tata. I volumi geometrici rimarranno sem- sta, essendo superata, diventi contempo- |
idee, senza vedersene negata, con certez- pre per lui allo stato di tendenze, parte- raneita; cosi opera architettonica é solo
za, la realizzazione plastica. cipi della natura caotica del sentimento. allora valutabile quando sia possibile co-
E stato un periodo in cui quest’arte, Il dualismo che si forma tra, il momen- struire nello spirito la sua estensione.
essendole inibiti i suoi mezzi, si é chiusa to puramente immaginativo e il momento Si era smarrita da un pezzo, o almeno,
in un mondo tutto immaginario. Ragioni della traduzione in pietra (non essendo non si era da lungo tempo manifestata
contingenti hanno circondato l’architetto. possibile l’assorbimento di ogni preceden- plasticamente questa idea totalitaria. Tut-
Ne é nata unasituazione altrettanto inte- te attivita nel secondo termine) rimane ta la storia delle architetture moderne ne
ressante quantoartificiale: per la quale aperto. L’artista sa che il suo lavoro é é stata nettamente fuori; tanto da poter-
egli si é trovato in condizioni simili a inutile. Per quanto sia grande la sua ener- si dire non far parte ormai, da secoli, le
quelle di un compositore, cui non sia per- gia spirituale, trovera sempre, contro di manifestazioni conosciute, se non di un
messo di eseguire la sua musica. Situazione sé, il pensiero di questa inutilita. campo diverso. Molte manifestazioni, pre-
che é servita perd, in alcuni casi, ad ac- Non gli é facile d’altra parte il tentati- gevoli in sé, perdono ai nostri occhi il
centuare straordimariamente alcune facol- vo di superare gli ostacoli esterni. Il suo loro valore, appunto perché non conside-
ta dell’artista. Se ne é sviluppato in senso pensiero (il cui valore consiste appunto rate nei loro giusti limiti. La loro natu-
della personalita: che, per un’alterazio- nella sua affermazione incondizionata), ra scenografica e decorativa é malamen-
ne naturale di equilibrio, é diventato so- reso impotente alla sintesi degli elementi te confusa con larchitettura: arte im-
lipsismo. L’architetto, trovando la possi- necessari (idee collettive, necessita natu- mensamente pil complessa e implicante
bilita di impostare la sua opera solo nel- rali, peso, avvenimenti storici), vede que- ben altrimenti il reale. La « facciata » non
limmaginazione, ¢ abituato a dover con- sti dinanzi a sé in istato di disorganiz- si distingue da una «scena»: cioé da
siderare le immagifi come oggetti, ha fi- zazione. Esso non é libero di fronte al suo una concezione ridotta della vita. Essa
nito col ricercare soltanto in esse ogni contenuto. Le forme, le soluzioni altrui é il simbolo di una frammentarieté che a
condizione del suo lavoro. Enormemente gli sono gia imposte. Quella speciale vi- ogni costo bisogna superare.
Questa necessita é oggi, divenuta impe- Da cinquant’anni a questa parte, noi gliosamente la questione su queste basi.
riosa. Si indovina la possibilita di con- stiamo facendo un pessimo uso della no- Comperiamo i minerali e le cose che
quistare allo spirito dei mezzi i quali, fi- stra intelligenza e dei doni impareggiabi- ci mancano soltanto da chi compera la
no ad oggi, sono rimasti inoperosi. Mai, li e delle conquiste scientifiche che l’in- nostra intelligenza. L’Italia conosce gia
come oggi, si é presentata lopportunita telligenza ci ha elargito. Per troppo tem- le strade del mondo e vi ha fatto anche
di sottoporre alla nostra iniziativa spa- po noi abbiamo adorato degli idoli. Noi le sue pit recenti fortune. Ma quale abis-
zialit& cosi vaste, masse cosi estese. abbiamo incensato i profittatori, i furbi, so tra l’emigrante di ieri e quegli che do-
I blocchi compatti degli edifizi, irrigidi- i ladri, e disprezzato i pensatori, quelli che vra essere l’emigrante di domani! L’emi-
ti dalle nervature, equivalgono all’ener- guardano in 1a. Abbiamo confuso la volon- grante di ieri portava in giro per il mon-
gia potenziale delle loro fibre. Vi é la ta di dominare, di vincere, con la volonta do le sue braccia, abbandonate dalla Pa-
possibilita di grandi superfici liscie, la di spogliare il prossimo. Abbiamo messo tria, al servizio delle altrui cupidigie.
cui bellezza sara nella rivelazione del lo- al sommo dei nostri desideriipacchi delle Quello di domani portera la sua mente li-
ro scopo. Lastre, pilastri, correnti, libera- banconote,gli stracci di carta, le gioie che bera chiara equilibrata, sara sorretto e
mente intersecati, manifesteranno tutta si comperano e non quelle che si conqui- guidato da Roma, al servizio di un unico
la schiettezza dell’immaginazione geome- stano. Questa é stata ed é tuttora la crisi. e grande ideale.
trica. Si tornera alla coscienza della arti- Del resto, che cosa é il Fascismo, in Le difficolta da superare sono molte, ma
ficialita dell’ architettura, della sua so- che cosa risiede la sua universalita, quale per la massima parte sono dentro di noi.
vrapposizione al reale. é il segreto del fascino che oggi Mussolini Al di 14 dei confini, le possibilita di collo-
Il problema dell’architettura si pone co- esercita sulle folle di tutto il mondo? Il camento, per dirla in linguaggio mercan-
me problema di liberta. Tutto un mondo vero fascismo é la tendenza a ridare for- tile, sono infinite. Larghissimi orizzonti
immaginario, limitato a se stesso, finira za ai valori spirituali, alla mente e al cuo- sono aperti alla tecnica, alla collaborazio-
col superare intorno a sé ogni vincolo. re. Il segreto di Mussolini é quello di af- ne, alla ricostruzione. Io ho avuto la sen-
La attivita dell’Io, bramosa di concretar- frontare il problema dell’assetto sociale sazione dell’inesauribile campo di attivita
si, finira col riportare vittoria sulle solu- non a base di denaro e di concorrenza e che si apre alle menti italiane risiedendo
zioni passate. Solo nel superamento del di profitti, ma a base di intelligenza, di in Russia, ove la crisi, per quanto scop-
dualismo tra utilita e bellezza, é possibi- volonta e di concordia. piata in una forma pit feroce e piu atro-
le, oggi, intravedereil principio della nuo- Il sogno di Mussolini diventera realta, ce che altrove, non potra risolversi che
va architettura. quando Jintelligenza si porra tutta al suo come si risolvera dappertutto, col preva-
GIUSEPPE PENSABENE servizio e cessera dall’essere passiva e se- lere dei valori spirituali e intellettuali.
dentaria. Le difficolta dentro di noi sono nella ten-
Bisogna che gli intelligenti si muovano, denza al quietismo, all’atteggiamento pas-
agiscano, costituiscano veramente la cor- sivo, al comodo sedersi, da cui l’intelli-
genza italiana non é ancora riuscita a
CONTRO L' INTELLIGENZA porazione viva e operante del pensiero.
Bisogna che, anche materialmente, gli uo- svincolarsi del tutto. Troppi seggioloni e

SEDENTARIA mini di studio escano dal guscio e si troppe ciambelle di cuoio vi sono ancora
sparpaglino per il mondo, a portare non in giro. Molte torri di avorio bisognera
Si ha, leggendo i giornali e sentendo cre- soltanto l’idea, ma anche la forza di rea- infrangere, molte bastigliette bisognera
scere di intensita il coro delle voci ammi- lizzazione. I missionari non hanno mai demolire.
rative del Fascismo costruttore, l’impres- convertito nessuno coi messaggi e con le Facciamolo, con fede e con volonta, e
sione che il mondo cerchi finalmente di circolari, non hanno mai pensato a con- faremo la fortuna d’Italia.
uscire dalla gabbia di ferro in cui la cri- vocare i cannibali a congresso sulle pit
GAETANO CIOCCA
Si economica lo ha rinchiuso. Guardia- belle sponde di laghi tropicali. Sono an-
mola bene in faccia questa crisi. Milioni dati, hanno operato di persona, hanno,
di uomini mancano di pane e di vesti, occorrendo, pagato di persona.
menitre il cotone e il frumento rigurgita- Si puod, direte, esportare lintelligenza, CORSIVO N. 3
no nei magazzini e vengono bruciati per oggi che tutte le barriere doganali sono
ristabilire, dicono graziosamente gli eco- chiuse? Si pud, stiamone certi. L’intel- L’Italia, sola tra tutte le nazioni, ha ca-
nomisti, Vequilibrio sul mercato. Milioni ligenza € e sar& sempre la merce pit pito fin dal marzo ’19 che la guerra non
di uomini non hanno lavoro, mentre i esportabile che esista; nulla vi é di pit era stata se non una battaglia, ch’essa
mezzi di lavoro e le possibilité di scambio utile, di meno ingombrante e anche di non era una conclusione ma soltanto il
sono, col progredire della scienza, centu- meno caro, messo in moneta, dei cer-
punto di partenza della ricostruzione di
plicati. Milioni di uomini sono senza de- velli. Bisogna naturalmente finirla coi
Europa.
naro, mentre le casse dei banchieri rigur- Piagnistei, con le dichiarazioni della no-
gitano d’oro, e gli stati danno Ja caccia stra poverta, della nostra debolezza, della
La coscienza di questa verita ha creato
ai barili del giallo metallo e li mandano nostra inferiorita per mancanza di mate- alVitaliano d’oggi il privilegio d’essere il
in giro per il mondo, comesi porterebbe
rie prime. Bisogna finire di adorare il solo tra i popoli del mondo che non sof-
in processione immagine del taumatur- fra di smarrimento morale.
carbone che esce dai pozzi e la nafta che
go, ad petendam serenitatem. Tutto que- sgorga dai tubi come gli apportatori della L’Italia é la sola tra le nazioni che ab-
sto non é néfatale, né trascendentale, né felicita, persuadersi che la materia vera- bia veramente guadagnato qualche cosa
catastrofico: € semplicemente cretino. 0 mente prima é la materia grigia del cer- di grande dalla guerra.
mondo é vittima della sua imbecillita, vello. Bisogna porre brutalmente e orgo- M. B.

7
tribuent 4 le rendre haissable.
transgression de la beauté physique, la fa-
ROME ET NOUS culté de rendre par les jeux innombrables Les premiéres tentatives en vue de ré-
la physionomie tout le registre des habiliter ’art romain authentique ont été
Mon action en faveur d’un nouvel hu- de
émotions humaines, qui sont les plus beaux faites par les savants viennois Wickhof
manisme dans l’architecture et dans les
titres de gloire & l’actif des peintres, des et Alois Riegl. Dans son célébre ouvrage
arts plastiques a été fondée dés ses dé-
mosaistes et des sculpteurs romains, ont « Spatromische Kunst Industrie», Riegl
buts sur la religion de la Romanité. Com-
me suite a la petite exposition de l’art été méconnus par les archéologues de 1’é- s’est efforcé de définir l’apport de V’art
de Rome que j’avais présentée dans une re néo-classique. Tout ce qui dans Vart du Bas Empire qui anticipe sur l’art du
galerie privée (Paris, Juin 1930) et qui romain dépasse les cadres du formalisme Moyen Age et qui contient en germe les
antique et constitue un apport original caractéristiques de la sculpture gothique.
groupait, en dehors de quelques bustes
d’Empereurs, des oeuvres provenant des passait pour décadent. Si les archéologues Les théories de Riegl ont été aprement
provinces et des colonies romaines: des faisaient table rase de la modernité de discutées par son compatriote, Strzy-
Gaules, de la Syrie, de l’Egypte et de Rome, les artistes: Schadow, Thorwald- gowski.
YAfrique du Nord, je publiais un numéro sen, Canova ne mettaient a profit que les Strzygowski ne nie pas, 4 proprement

de «Formes» consacré a la Reichskunst, aspects solennels et altiers de art augus- parler, apport de l’art de Rome. II nie,

c’est-a-dire a l’art romain d’Empire. Ce téen. Aussi l’art romain est-il devenu bien- par contre, que cet apport soit un phéno-

numéro, auquel collaborérent les plus tot aux yeux du grand public l’incarnation méne spécifiquement romain. I] attribue
grands romanistes francais, anglais, alle- vivante d’un style cérémonieux a tendan- le mystérieux passage d’un état dans un
mands et italiens n’a eu aucun succés. ces officielles. Les *poétes et les peintres autre que réalise la « Décadence Romai-
Je dois reconnaitre qu’un grave malen- romantiques voyaient dans l’art romain ne» a laction conjuguée du Nord et de
tendu me séparait de ceux qui m’accor- la premiére expression de cet académisme VOrient qui détournent l’art latin de ses
dérent leur collaboration. de mauvais aloi auquel ils s’attaquaient. sources, qui le déromanisent.
Madame Eugenia Strong, M. von Kasch- Ils confondaient dans leur ressentiment Dans le domaine de V’histoire de J art,
nitz-Weinberg et M. Romanelli ont bien David, le style Empire et les sculpteurs Strzygowski peut justement passer pour
voulu admettre que notre position ne pou- contemporains d’Auguste. Orienté vers le un initiateur. Dans le domaine de V’histoi-
vait pas et ne devait pas étre une position Nord et vers le Moyen-age, le romantisme, re tout court il a des devanciers. Depuis
objective-scientifique et que notre devoir ce nouveau panthéisme, ne pouvait ac- Montesquieu la plupart des historiens de
était de soustraire l’art romain a la tutel- cepter les normes et les canons de l’hu- Rome attribuent la désagrégation de la
le des Instituts savants et des Académies. manisme Romain. Romanité, non tant aux invasions barba-
Les archéologues répugnent généralement Le «réalisme optique» introduit dans res, qu’a la présence d’éléments allogénes
& une attitude active et combattive. Ce Yart contemporain par Courbet et ses dans le corps de l’Empire. On connait la
sont des archivistes ou de purs historiens. suiveurs allemands: Hans Thoma, Leibl, rengaine! Il reste a savoir ce que vaut
Dans mon esprit une manifestation d’art Triibner, ne présentait aucune analo- le raisonnement par ailleurs si spécieux
romain ou de culture romaine avait pour gie avec le «réalisme magique» de l’art du professeur Strzygowski qui ignore l’art
objet de déplacer le centre du gotit con- romain. Le divorce paraissait donc com- étrusque, cet art romain avant la lettre.
temporain. C’était une réaction, au sens plet entre l’esprit nouveau et lVart de Les hellénistes et les orientalistes dé-
physiologique du mot. En placant sous les Rome. célent dans les oeuvres d’art romaines a
yeux des artistes, des critiques, des mar- Le mouvement vers le style qui s’est ma- partir du IIIe siécle, plus particuliére-
chands et des collectionneurs, des bustes nifesté chez Ingres, chez les Nazaréens et ment dans les oeuvres provinciales, les
romains et des médailles romaines, je cro- chez les Préraphaélites était lié, dans une symptémes d’une «barbarisation» de la
yais pouvoir détourner l’attention du pu- trés large mesure, & une renaissance des culture, du métier et du gotit. Les uns
blic cultivé des arts sauvages et archai- idées religieuses. Il procédait de la pein- le déplorent, les autres s’en réjouissent.
ques. J’estimais, 4 tort ou a raison, que ture gothique. L’esthétisme fin de siécle Ceci dit-on est en droit de se demander
Rome pouvait agir sur l’opinion comme est fondé sur le culte de Florence. De quel sens faut-il donner au terme «bar-
un contre-poison. Cet effort de redresse- Burkhardt a Bernard Berenson, en pas- bare» envisagé dans ses applications 4
ment du gotit n’a pas été compris. sant par le lyrique Pater, tous les criti- Vhistoire de Vart.
L’art romain reste la forme d’expression ques et tous les écrivains mettent l’accent Si on appelle barbare toute oeuvre an-
la plus impopulaire qui soit. Cette carence sur la Ville qui vit naitre Benozzo Gozzo- ti-classique, toute oeuvre qui s’écarte des
du public tient a des causes multiples. li et Sandro Botticelli. Le culte exclusif modéles helléniques, on est bien obligé
L’art romain est une notion moderne. de la grande Renaissance alterne avec le d’admettre que l’art romain porte la « bar-
L’homme de la Renaissance parlait de culte du Quattrocento. L’esprit décoratif barie» & son plus haut période, avant
Vart antique, sans faire de distinction en- et le maniérisme des primitifs toscans méme que Empire soit colonisé par les
tre Rome et la Gréce. Quand Winckel- cadrent parfaitement avec les besoins du peuples germaniques!
mann aborde l'étude de V’art romain, il snobisme éclectique que professent les in- Résumons.
témoigne 4 l’égard de cet art d’une incom- tellectuels. Le prestige de l’art grec rési- Quand Vhelléniste ne nie pas Tart ro-
préhension pour le moins surprenante. Ce ste, tant bien que mal, 4 cette victorieu- main, en tant qu’art national, le germa-
restaurateur de la beauté antique juge se poussée du médiévisme. Le philhelléne, niste tend a l’assimiler aux manifesta-
Rome du point de vue d’Athénes. C’est poéte et philosophe, défend la « Belle An- tions d’un nouveau génie septentrional.
dire qu’il la juge avec sévérité. tique » comme on disait jadis. Traité en L’archéologie et Vhistoire de l’art se ré-
La découverte de la vie intérieure, l’avé- parent pauvre, l’art romain passe pour vélent fonciérement incapables de sortir
nement de la «conscience morale», la une forme batarde. D’autres raisons can- de cette tragique impasse. Faute d’idées
directrices les études romaines au 20e sié-
cle tournent dans un cercle vicieux.
Des essais que j’ai publiés dans « For-
mes» (N. 8, 1930) je retiens le remarqua-
ble article de M. Romanelli sur les rap-
ports entre l’art italien (l’art romain d’I-
talie) et Yart gallo-romain, l’art ibérique,
Yart romain de Syrie, d’Egypte etc...
M. Romanelli est le seul écrivain qui ait
compris la nature des rapports entre la
métropole et les provinces lointaines de
lVEmpire des Césars. Ces rapports sont
‘régis, dans l’art, aussi bien que dans la
politique, par l’idée-force d’une conscien-
ce impériale. Les peuples appartenant a
la grande communauté romaine, les peu-
ples pétris par Rome développent leur
personnalité dans le cadre d’une vaste
fédération dont la Ville Eternelle demeu-
re le coeur ardent.
L’art romain est donc un art de cadres
qui fournit & chaque peuple un répertoire
de formes et une grammaire plastique,
mais qui respecte les caractéres ethniques
des idiomes et des dialectes locaux.
L’art romain, ne l’oublions point, est
un art a double polarité, Il est moder-
ne, individualiste, voire méme subjectif,
quand il aborde le probléme du portrait,
quand il traduit tous les états de l’Ame,
quand il engendre des visages réceptifs,
nettement différenciés. Mais, par un au-
tre cété, la statuaire romaine reste atta-
chée 4l’idéal antique de dignité humai-
ne, et d’anthropocentrisme.
L’esprit de caste, l’esprit sénatorial, 1’es-
prit conservateur qui a trouvé sa plus
pure expression dans la frise célébre de
YAra Pacis subsiste, malgré certaines al-
térations, jusque dans l’art de Constantin
le Grand.
Ce sont les marques visibles de cet état
desprit qui valent 4 V’art romain, dans
un monde avili par la démocratie, l’im-
popularité, dont nous avons parlé. Le dé-
mocrate moderne,le libéral, le révolution-
naire, le marxiste, le socialiste-chrétien, le
protestant et le régionaliste, sans parler
du «bon Européen », au mauvais sens du
mot, c’est-a-dire du «pélerin de Gené-
ve», haissent par dela les statues impé-
riales, par dela les effigies hautaines de
ceux qui furent les souverains du monde
et ses éducateurs, un ordre moral, un
idéal de vie et une ligne de conduite.
L’Europe tout entiére se dresse depuis
cent ans-contre lidée impériale, celle de
Vunité dans la diversité, celle d’une fé-
dération dotée d’un centre de vie spiri-
tuelle et administrative, celle de la Paix
Romaine. L’art Romain patit du discré
aboutit 4 un mariage d’amour, dont té-
dit ou est tombée lidée d’un Etat fort, été le simple chef-lieu d’une République,
dun Empire ou d’un Royamelatins. Ro- moignen les monuments romains qui s’é-
dont les élites détiennent tous les le-
me, qu’on le veuille ou non, est la matri- chelonnent sur la route qui méne des
viers. L’héroique effort de sélection ac-
ce du monde occidental. Elle en est le bords du Rhin 4 Nimes et 4 Orange.
compli par l’Empire heurte l’égalitarisme
principe d’énergie et la moelle épiniére. Voila pourquoi l’art de "Empire Romain
de l'homme du 20e siécle. Par dela l’art
Elle en est le point de ralliement. est la seule base solide de l’art européen.
romain le Professeur Strzygowski lance
Souffrez que je me cite. En conclusion Voila pourquoi cet art actif et dynamique
Yanathéme contre le primat de Rome,
de mon modeste essai: Profits et Pertes qui joint au sentiment du style et du
contre’ son impérialisme, contre son pre-
stige et contre sa légende, contre ses di- de Vart contemporain, j’ai écrit 4 peu «grand got» une conscience dramatique,

prés ce qui suit: L’esprit européen re- peut engendrer un nouvel humanisme en
sciplines, contre l’idéal de vie qu’elle re-
trouvera la conscience de son apostolat, doublant victorieusement le cap du faux-
présente.
s'il reconnait la légitimité de sa filiation classicisme et de l’académisme.
C’est aux archéologues fascistes qu’il ap-
spirituelle romaine. La Société des Na- Faites connaitre l’art romain. Faites-le
partient de faire comprendre au monde
tions met sur pied une Internationale. apprécier par l’élite. Faites-le aimer par
et d’actualiser Vhistoire de l’art romain.
les masses populaires. Faites-en compren-

=e
C’est aux sources romaines que Il’art fa- Elle ne peut procréer l’Europe. L’Occident
renaitra, de ses cendres s’il accepte et s'il dre la portée nationale et internationale.
sciste, réagissant contre le matérialisme
fait sien un mythe 4 la faveur duquelil Faites en l’emblémede la culture plastique
de lVart démocratique, devra puiser les
premiers éléments de son ispiration. agira et se comportera comme un groupe de la jeune Italie. J’en appelle 4 votre

consanguin. Or, ce mythe, il le cherchera conscience fasciste, 4 votre conscience ro-


Je vois d'ici M. Marinetti me répondant
sur un ton impérieux que le régime fasci- en vain hors des données de la culture maine et impériale.
antique qui seule permettra au monde WALDEMAR GEORGE
ste s’oppose au passéisme et qu'il prépare
Yavenir. Cette objection est de peu de européen, quel que soit son statut, de vi-

valeur. La Rome actuelle liquide la mys- vre conformément & sa loi morale.
tique du progrés. Rome incarne l’unité La Gréce est un souvenir ou une aspira-
tion. Rome est une réalité.
ESORTAZIONE A
dans le temps. Le fascisme est une révo-
lution. Mais cette révolution s’oppose de Liart de Empire Romain qui est un IMITARE I FRANCESI
toutes ses forces & l’idéologie du révolu- Surétat est la premiére expression collec-
tionnisme, de la Réforme et de l’esprit tive de l’esprit européen formé et fécon- Osserva il Leopardi nello Zibaldone che
critique. Le fascisme est un retour aux dé par Rome. Cet art qui est, 4 tous les i francesi assai spesso tendonoall’esagera-

sources et un magnifique retour sur soi- points de vue, une anticipation, porte en zione, quando dicono: «non ho mai ve-

méme. lui les vertus et les vices de l’art occiden- duto una cosa pit bella di questa, non ho
Tl reste & étudier la question des rap- tal moderne. Il sacrifie le corps, principe mai mangiato un frutto pil buono», etc.

ports entre l’Europe et Rome. L’idée de de proportion, 4 la téte, principe de vie Alfredo Panzini nella sua simpatica gui-

Yanti-Europe telle que l’expriment cer- psychologique. Il découvre le regard. Il da alla grammatica italiana, uscita di re-

tains milieux fascistes est grosse de con- fixe un instant du visage. Il est relatif. cente, soggiunge: «La lingua francese

séquences. Je crois avoir compris que le Il est impressionniste. I] s’intéresse aux comporta esagerazioni che non stanno
mouvement anti-européen reposait sur un cas particuliers plus qu’aux types géné- niente bene in italiano. Certa prosa fran-

malentendu. Les intellectuels de lItalie raux. Il s’adapte 4 toutes les circonstan- cese risente un ondeggiar di pennacchi,
nouvelle confondent 4 plaisir deux no- ces. La persistance du répertoire romain un tintinnar di sproni che contrasta con
tions: celle de l’Europe modelée par I’es- dans Vart du Moyen age et de la Renais- la nostra naturalezza e nobilta. Un fran-
prit luthérien, par 1’ Encyclopédie, par sance ne signifie nullement un retour en cese dira che adora le fragole: noi dire-
Rousseau, par la « Déclaration des Droits arriére. Elle prouve la continuité d’une mo che ci piacciono, che siamo ghiotti
de ’Homme et du Citoyen», et l’Euro- tradition vivante et organique. delle fragole. Dira terribile, abbominevo-
pe, patrie spirituelle d’Alexandre le Grand, L’Empire est une synthése du Nord et le, orrore! di cose molto pil miti. Dira
de Jules César, de Charlemagne, de Char- du Midi, des temps modernes et de l’anti- perdéno dove noi diciamo scusa». E, sog-
les Quint, de Louis XIV et de Napoléon. quité. L’Empire est tolérant. Il offre aux giungo io, il francese manca del superla-
Une semblable confusion me parait re- peuples qu’il a conquis un alphabet plas- tivo relativo, desinente in issimo, salvo la
grettable. L’Italie fasciste a un message. tique. Il n’opére pas une transfusion de eccezione richissime che é italiana. In
Au lieu de nier l’Europe, elle doit l’ame- sang. Les provinces utilisent 4 leurs fins francese non si pud dire che trés beau o
ner & une compréhension plus juste de personnelles un matériau romain. Mais pure le plus beau; il primo accoglie tutte
ses droits et de ses devoirs. elles modifient la terminologie fournie le sfumature di valore, il secondo non ne
La France fétait l’année derniére le par l’occupant. Elles s’ expriment libre- accoglie nessuna; il primo é a mala pena
cinquantenaire de 1’Ecole Francaise de ment dans des cadres extensibles de la un’intensificazione, il secondo é assoluto.
Rome. Les orateurs qui ont pris la paro- grammaire latine. La conquéte de la Gau- , Non so se questa sia una conseguenza
le au cours de cette cérémonie exaltérent le par les légions Romaines qui étaient oO una causa del modo francese di giudi-
la Ville, dont ils ont dit qu’elle était la les premiers « Kulturtrager» n’est pas care. Certo si é che questa amplificazione
premiére capitale de la latinité. Ministres une main-mise d’un pays sur un autre. verbale ha molto giovato alla imperativa
et académiciens ont débité des couplets C’est une «pénétration» (le mot est de propaganda delle cose loro. Hanno essi
emphatiques sur la fraternité des deux Lyautey). una scorta cospicua di aggettivi reclami-
nations latines. Que vaut unetelle défi- Cette conquéte, sanglante 4 ses débuts, stici come admirable, ravissant, épatant,
nition? Rome n’est pas, elle n’a jamais comme le sont la plupart des conquétes, formidable, délicieux, etc. di cui si servo-
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no con abbondanza, ma senza una cor-
retta disciplina che li disponga gerarchi-
camentefra il trés beau edil le plus beau.
Oltre di che usano un tono, nell’afferma-
zione delle cose loro, che sembra non am-
metta replica e che é sempre superlativo
assoluto perché non consente possibilita
di confronti né di riserve.
Di pitt essi ritengono che ogni giudizio
su qualunque cosa deva esser commisura-
to alla maggiore o minore conformita del-
la cosa giudicata, con la corrispondente co-
sa francese, presa sempre, forse per la
ragione detta pill sopra, come archetipo
indiscutibile. Il palazzo dei Dogi a Vene-
zia o il Vaticano a Roma sono pili o me-
no lodevoli quanto pi o meno rassomi-
gliano o sono in qualche modo compara-
bili a Versailles. Un pittore italiano mo-
derno é pi o meno pregevole in quanto (27 e
riveli pit o meno l’influsso di Renoir o di pevoli. Per esempio, in uno studio su Ti- lois, di George Roux, pit' volte citato.
Matisse, di Degas e di Gauguin. La loro ziano, buttar 14 come per caso il nome di Perd, non c’é che dire, sanno scrivere
democrazia é€ ragguaglio permanente per Corot (che in realta non é che un pittore bene, si fanno leggere, son divertenti e
ogni sistema politico, compreso il Fasci- di calendari) o in uno sul Cellini nomi- profondi, arguti e spigliati, sanno trattare
smo (vedi una mia recensione di La crise nare Houdon o Falguiéres, o in un’enu- con grazia e chiarezza qualunque argomen-
de la démocratie contemporaine del Bar- merazione di poeti mettere assieme Ome- to, hanno una lingua che si presta a ogni
thélemy). In una citta di occupazione in- ro, Dante Shakespeare, Lamartine e Goe- facilita e a ogni raffinatezza, e possono
teralleata dopo la guerra, fu organizzato the. Ho letto l’annuncio di un libro inti- per cid vender bene la loro merce. EH’ giu-
un concorso ippico tra ufficiali di caval- tolato Solitudes che ha per sottotitolo De sto criticarli, tanto pit che la breve scorsa
leria delle varie nazioni: glitaliani vin- Vinei & Valéry et de Goethe a Gide: cer- fatta pill sopra a traverso vari esempi dei
cevano ed allora il generale francese di- to la strada per i due trapassi dev’essere loro metodi, quanto all’Italia, potrebbe
rettore del concorso li escluse perché non lunghetta. Altro frontispizio: L’école fran- esser ripetuta anche perle altre nazioni,
montavano secondo le norme della scuola eaise de violon de Lulli a Viotti che erano ma sarebbe anche l’ora di imitarli. Poiché
di Saint Cyr. Ma poi si fecero riammette- Italiani tutti e due. Tutte cose che ho vi- disgraziatamente, per tutto il secolo con-
re. E’ interessante a questo proposito leg- ste con i miei occhi, cosi come ho con le cluso con la Marcia di Roma, tutta I’Ita-
gere quanto dice il Goldoni nelle sue me- mie orecchie udito una signorina francese lia ha ciecamente creduto in quelle impo-
morie su le cantanti francesi che avevano dirmi che non poteva soffrire Raffaello sizioni e come ha supinamente accettato
voluto emanciparsi dalla scuola italiana (m’agace, il m’énerve, il m’embéte etc.) e il germanesimo delle scienze, si é servil-
e che strillavano come anitre. poco dopo affermarmi con voce commossa mente assoggettata al francesismo delle
Quando proprio non ce la fanno a in- che quando vede un quadro di Manet vor- arti, sino ad esser la prima a svalutare il
quadrare le cose altrui in tali loro sche- rebbe inginocchiarglisi davanti. La stessa, suo patrimonio tradizionale e i suoi tito-
mi, allora si servono di vari trucchi che mentre io parlavo di Verdi, mi chiese: li di nobilta quanto alla storia; specialmen-
é opportuno sapere. L’uno é quello del- «Voi siete dunque ancora uno di quelli te antica, per tirannide teutonica, e quan-
Yomissione, a volte prodotta da mancanza che prendono sul serio Verdi? ». Cosi pu- to alla letteratura ed alle arti del secolo
di conoscenza di cid che non é francese, re, un artista francese m’affermé con tut- XVIII in poi, per snobistica passivita di
a volte compiuta per animo deliberato: ta la sua pit convinta sicurezza cheil pit fronte all’importazione francese.
vedi i giornali francesi quanto ai giochi grande scultore che sia mai esistito é Ora bisognerebbe prima di tutto imitar-
olimpici di Los Angeles. Altro trucco é Rodin: al che obiettandogli io il nome del li nella benevolenza che essi dimostrano
quello di svalutare quel che non sanno Buonarroti, esclamo: « Ma Michelangelo é per coloro che lavorano. Da noi, da Jaco-
fare: esempio, in una cronaca di gram- proclamato tale solo dagl’italiani, mentre pone messo in gabbia e da Dante manda-
mofoni d’un settimanale letterario parigi- Rodin il mondointiero lo porta! ». V’é in to in esilio, in poi, sono assai rari gli ar-
no si legge: «Le bel canto continue a fine il tentativo di accaparramento, quale tisti che abbiano avuto fortuna, ma sino
sévir sur nos disques». A volte si tratta é quello chesi legge nel libro, d’altra par- alla morte son stati perseguitati da in-
di falsi: il giro automobilistico di Francia te simpatico, dello Schreiber, Rome aprés Vidie, diffidenze, avversioni, lotte asper-
fu vinto al primo, secondo e terzo posto Moscou, ove a pag. 93, dopo aver parlato rime. Cid dovrebbe farci pensare che a
dall’« Alfa Romeo» e un giornale france- a proposito di Fascismo, di Sorel, di Berg- traverso tali martellamenti i nostri arti-
se annunzid su sei colonne che Caracciola son e di Proudhon, dice: «Sono dunque sti, scrittori, pittori, musicisti, siano tutti
aveva vinto il giro di Francia su pneuma- questi tre pensatori francesi che si trova- geni. Invece anche dopo morti sentiamo
tici Dunlop. no in fatto all’origine della dottrina fa- il bisogno di screditarli. In Francia chiun-
Ma i trucchi pid seri e pericolosi son scista ». que fa la pit piccola cosa, tutti lo aiuta-
quelli che vogliamo ritenere meno consa- = sempre La Gaule conquise par les Gau- no, lo spingono, gli fanno la fama, lo

11
onorano, a cominciare dai loro re, lo im- zion fatta per Bizet). il Carducci, si , come liberato dalla
pongono all’estero. In Italia appena uno In letteratura invece la via é pitl.lun- sollecitudine storica, stilistica, linguistica,
comincia tutti si mettono d’accordo per ga. Perd io ho provato, per mio eserci- e vi trova pregi e attrattive insospettate.
fargli la forca. La invece appena uno sa zio privato, a cominciar certe traduzioni L’arte contemporanea italiana, come
starnutare in i invece che in wu, diven- in francese dell’Incantesimo del Prati, tutta la nostra vita, ha un suo carattere
ta un genere di esportazione e tirano in della Conchiglia fossile dello Zanella, del di giovinezza e di liberazione, perché é
ballo Leonardo e Washington. Monte Circello dell’ Aleardi: credo che riflesso dal tempo in cui vive, e vuol di-
Ma c’é altro da dire. Ed @ che sarebbe vengano fuori dei capolavori che supe- mostrare per cid d’essersi emancipata da
Yora di rivalutare il nostro ottocento. rano di gran lunga Victor Hugo, Sully ogni dialettica artistica e di voler fare
Siamo del novecento, dobbiamo creare Prudhomme, Leconte de Lisle e altri. Bi- da sé. Bisogna procedere su questa via,
V’arte del nostro tempo e non restar fissi sognerebbe provare a far fare quelle tra- con la sensibilita allo scoperto. Fino ad
su posizioni che devono avere solo un duzioni da un poeta francese e comin- ora ogni artista doveva esser giudicato
valore storico e di ragguaglio; non vo- ciare a mandarle intanto cosi anche noi a seconda della sua maggiore o minore
gliamo rinnegar l’ottocento, ma guarir- per il mondo. La letteratura francese dipendenza da un quadro storico artisti-
ne, non screditarlo, ma dargli il suo po- non ha un grande romanzo nazionale co prevalentemente parigino o tutto al
sto, non cancellarlo, ma renderlo museo, come Le confessioni di un ottuagenario pitt monacense. Al parigino ed al mona-
antologia, storia dell’arte, patrimonio no- che si mangia cinquanta volte quel pol- cense bisogna scappargli di mano in mo-
bilissimo del passato. Appunto per questo pettone insopportabile che si chiama J do che quando sente una musica, vede
credo sia giunto il momento di rivedere Miserabili, e se non possiede un Dumas, un quadro o una statua, legge un libro,
Yottocento e' cominciare anche noi ad ha i suoi romanzi storici che valgono al nostri, non possa classificarci in nessuna
affermare con assoluta sicurezza che Fon- meno quanto Sue e forse di pil. Non ab- delle sue categorie. Il Fascismo ha gia
tanesi pud valere Corot, Appiani Ingres, biamo il loro teatro, ma essi non hanno fatto questo quanto alla politica: bisogna
Medardo Rosso Rodin e via discorrendo. il nostro melodramma, genere in cui sal- compiere altro e tanto nella coltura ¢
Quanto alla musica credo che si tratti vo che con la Dannazione, Carmen, Faust nell’arte. Solo allora si potra parlare esat-
di cosa assai facile, perché la storia mon- e un po’ di Massenet, non esistono nel tamente di arte del tempo di Mussolini.
diale della musica sarebbe la stessa, se secolo. D’altra parte chi di noi abbia let-
non esistesse la musica francese (ecce- to in francese la Vita Nuova, il Leopardi, EMILIO BODRERO
TAVOLA I

PF une usta (EL Bracciano)


Tra Ue d i
°
2
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°
3

Adunata d i popolo a un discorso di Mussolini (Mi Taino)


TAVOLA II

Mies . an der Roh e ad? abi tazione


TAVOLA III

tees ted a a 0 a

Archi e colonne (Marce llo P iacentini


- Nuova casa del Monte dei Tas Cate, i n Roma)
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(P ANORAM I)
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Il giudizio corrente sulla crisi americana
é errato perché parte dal presupposto che
la prosperita antecedente la crisi fosse un
preordinato benessere di civili, mentre fu
una cuccagna improvvisa di barbari. Chi
va oggi in America per la prima volta
non capisce nulla di cid che ha sotto gli
occhi. Le opere e le abitudini della pro-
sperita continuano e progrediscono a fian-
co del pauroso crollo quotidiano di sem-
pre nuovi istituti, societa, individui. Nel
1928 gli Stati Uniti sembravano un paese
invaso da una immane orda di tartari
che venissero scoprendo ogni giorno un
bottino apparentemente senza fondo. Ogni
droghiere, ogni barbiere, ogni operaio era
un piccolo Gengis Kan, giunto di colpo
in possesso di tesori, ma memore soltan-
to di deserto, poverta, rozzezza. Grandi i
mezzi finanziari, limitatissima ancora la
capacita di sfruttarli. Adulti gli organi,
bambinoil desiderio. Si pensi allo stile di
O. Henry, prezioso senza tradizione, spro-
porzionatamente complicato per la ele-
mentare psicologia dei personaggi.
In Europa, come in qualunque paese ci-
vile, si compra quando si ha bisogno di
comprare e cioé quando un dato articolo
é necessario o per lo meno piacevole. In
America prima, della crisi e se hanno un
po’ di denaro anche adei-o, le donne
escono di casa affermando d, andare shop-
ping (far compere) cosi come da noi si
direbbe: vado a prendere una boccata di
aria. Per questo in America c’é un nu-
mero di negozi molto maggiore del neces- della quantita. Per sfuggire alla noia, al noia nacque, come un lusso, come un ec-
sario. Le vetrine sono zeppe di oggetti vuoto interno, si corre, si guarda, si com- cesso di piu, il gangsterismo.
che non hanno utilita alcuna né danno pra, si legge, si mangia senza tregua. Inutile mettere in ballo la necessita. Un
alcun piacere. Il cittadino americano non Nulla soddisfa mai. La folla delle gran- uomo della intelligenza, della abilita po-
ha nessuna idea di scelta, nessun senso di cittaé sembra muoversi posseduta da litica e del sangue freddo di Al Capone
del rapporto di un oggetto col proprio un affanno generale e misterioso. Si sen- poteva primeggiare in qualunque altro
gusto individuale. Compra delle scatole te nell’aria, nella gloria gigantesca di mestiere, poteva, se voleva, diventare
di farinacei preparati, dei fasci di gom- un edificio e nel catastrofico squallore Presidente. Praticamente parlando gli
me da succhiare, delle mele insipide e di una via attigua, un richiamo continuo sarebbe convenuto. Ma pensd, e a ragio-
stampigliate, non perché questi cibi gli
alla vita o alla morte, una tragica spe- ne, che sarebbe stato molto noioso. Non
Piacciano, ma perché il proprio desiderio ranza di andare di li a pochi minuti in sara questo il caso di tutti coloro che si
€ vacante e le innumerevoli pubblicita che
fondo alle cose. E nelle citta di provin- fecero gangsters prima del 1929; ma bi-
i suoi occhi annoiati incontrano ogni pas-
via, i quartieri di residenza, le stermina- Sogna tener conto dei molti milioni di
so hanno finito per creare in lui uno
te silenziose sequele di identici villini, gangsters dilettanti che costituiscono la
pseudo-gusto verso quei farinacei, quelle circondati da identiche aiuole e divisi grande maggioranza del popolo america-
mele, quelle gomme. Le sigarette pid no- da identiche vie asfaltate dove mai si no. I gangsters non sarebbero certo di-
te e pil fumate sono di gran lunga le
vede un uomo a piedi ma solo automo- ventati cosi potenti e cosi numerosi sen-
peggiori, le pid insipide, le pit malsane
bili, rivelano lo stesso tedio, la stessa in- za Vinteresse, l’amore e vorrei dire l’in-
del mercato. Inutile dire che accade lo
conscia disperazione. In quasi tutti gli vidia che destarono nella massa dei loro
stesso nel campo della cultura, coi
libri, scrittori americani, da Poe a Heming- concittadini, meno coraggiosi ma egual-
con la musica, ecc. Mancando il senso del-
way, si sente qualche cosa di campato mente ‘annoiati. Pitt o meno consciamen-
la qualita, si sopperisce con la mania in aria. La noia. E per ribellione alla te i giornali americani hanno visto e

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continuano a vedere nel gangster l’eroe. si a nuove condizioni, piuttosto che arran- CORSTLVOG NC
E hanno ragione. Mi si risparmi di pro- giarsi a lustrar scarpe o a vender mele e
varlo con fatti, che sarebbe una rela- castagne perla via, si permettono il lusso Anche le leggi di estetica e di poesia si
zione troppo nostalgica anche per me. furibondo di uccidere un paio di poliziotti, trovano guardandosi attorno e non lucu-
Basta comprare un quotidiano america- anche se sanno che nel caso poco proba-
brando sull’astratto.
bile di una lieta fine ci guadagneranno
no di qualunque giorno per trovare in Ecco qui due costruzioni fatie sull’iden-
tutt’al pit una quarantina di dollari e cioé
prima pagina titoli tragici ed eroici sui
tre o quattro bottiglie di whisky e un paio tico « materiale». Il materiale é la storia
gangsters. Poco pi di un mese fa, sotto
di ragazze. Ralph Marshall Florence, di Italia dalla fondazione del « Popolo d’I-
Ja fotografia di Bob Zweick, tutto pieno
di cerotti (la polizia riuscl ad arrestarlo cui voglio qui ricordare il nomegentile, la talia » in poi.
soltanto dopo estrema lotta e avendogli notte del 13 dicembre 1932 per la prima Tutto questo materiale — senza un ritoc-
inferto quattordici ferite) si legge: Ai volta in sua vita tenne in mano un re-
co, senza una deformazione — é messo
chirurghi sbalorditi venuti per estrargli volver e, sorpreso in una aggressione, uc-
in costruzione nelia Mostra della Rivolu-
due proiettili dal palato, Bob affermando cise al primo colpo il capo pattuglia
George L. Gerhard. zione Fascista. E si esce dalla Mostra del-
di fregarsene e di non voler essere nar-
cotizeato sostiene la straziante operazio- Florence aveva diciassette anni. Vorrei la Rivoluzione come da un mito. Tutta
ne sveglio sorridente. poter pubblicare la sua fotografia, allora questione di « montaggio»? Altri potreb-
forse tutti capirebbero. Era un giovane
be \dire «di stile»? Altri vorrebbe dire
Lo storico americano Gaudens Megaro dallaspetto distinto, educato, buono. Era
«di tecnica»? Noi diciamo: di poesia,
dice che la crisi, limitando la ricchezza bello, biondo, dall’occhio dolce, dalla fron-
te serena. Non puod essere stato il bisogno cioé di passione. La passione é, che ha
@ un certo numero di cittadini, comincia
a@ formare nel popolo americano una né bassa delinquenza, Fu la noia, la paz- fatto di questa Mostra — senza bisogno

gradazione di classi sociali, secondo le zia, ’America. di una deformazione, di un ritocco —


possibilita finanziarie di ciascuna. A po- Il fatto di Florence veniva dopo una Se- quaicosa che ci lascia stupefatti e turba-
co a poco, col controllo del bisogno, sor- rie particolarmente cruenta di simili as-
ti e mossi e accesi come alla lettura del-
gerebbe cosi il senso della qualita, la salti, nel corso di pochi giorni. Perduta
la pit maravigliosa leggenda.
differenza dei gusti, la civiltaé insomma. la pazienza, Commissioner Mulroney (il
Forse il Megaro la vede lunga. Ma per questore di New York, si direbbe noi) c’é la tentazione di dire che non pote-
ora la crisi non ha cambiato l’anima diede ordine ai poliziotti, quando si tro- va accadere altrimenti, data la grandez-
americana. Se nel 1928 i Gengis Kan era- vassero in una aggressione a mano ar- za del. « materiale ».
no 99% dei cittadini americani, ora sono mata (hold-up), di sparare per primi.
Ma non é vero. Ecco Videntico materiale
solo 60%. Magli altri 40, mal ridotti co- Ma il domani, davanti alla sede centra-
— storia d’Italia dalla fondazione del «Po-
me sono, invece di industriarsi per ca- le della polizia e cioe davanti all’ufficio
polo d’Italia» alla fondazione di Littoria
varsela, invece di tirare a campa, ricor- dello stesso Mulroney, in una automobi-
rono sempre agli estremi rimedi, rima- le rubata fu trovato il corpo di una spia — serve a mettere insieme il film di For-
nendo tartari come prima del 1929. Ho della polizia, racchiuso entro un sacco. zano. E ne usciamo vuoti e desolati. Que-
saputo di un padre di famiglia con cin- Da giorni tutti i poliziotti avevano in ta- stione di mancata tecnica? Noi diciamo,
que figli, disoccupato da due anni, che sca il numero della licenza di quell’auto-
di mancata poesia, cioé passione.
ha rifiutato un posto perché doveva la- mobile. Ma per ore e ore nessuno, di, mi-
Ecco tutto. L’arte non é solamente «il
vorare anche la domenica, preferendo co- gliaia che vi passarono innanzi, se ne ac-
si continuare a fare la fame e forse un corse. Finché uno che bighellonava no- materiale», visto che quel materiale me-

giorno non lontano affidare le proprie to qualcosa di rosso, come un filo scar- desimo che nella Mostra della Rivoluzio-
sorti a una buona rivoltella piuttosto che latto, alla bocca del sacco. Si accostd e ne ci si € mostrato maraviglioso, assisten-
rinunziare a uno dei lussuosi barbari pre- vide che era sangue.
do al film dobbiamorisvegliarcelo in noi
giudizi della sua razza. I giornali di New York recarono in pri-
@ occhi chiusi per risentirne la maravi-
Anche adesso, il delitto in America é ma pagina titoli come i seguenti: La ri-
pit. istinto lussuoso e vizio poetico che sposta all’ordine di Mulroney. Una sfi- glia. Quanto a coloro che, arretrati di
non effetto della crisi e della disoccupa- da alla polizia. 5000 poliziotti passano trent’anni, dicono ancora «Varte é defor-
zione. Con la crisi si é sviluppata in Ame- davanti alla spia cadavere senza avveder- mazione dei dati di fatto», no; visto che
rica la delinquenza spicciola. Uno, due, sene.
nella Mostra il dato di fatto ce Vhanno
tre uomini che, revolver alla mano, as- Tali raffinatezze, e ogni giorno ne ac-
offerto puro, e Varte cioé la commozione
saltano e derubano passanti, latterie not- cadono, non lasciano pit dubbi sul carat-
turne, piccole banche della periferia, quel- tere della delinquenza americana. Si trat- é raggiunta in pieno.
lo che capita. Non si tratta di bande or- ta di un prodotto della noia; di una de- L’arte é qualche cosa, che in un attimo
ganizzate, ma di un lavoro molto piu ri- linquenza lussuosa, artistica e percid tan- solo e unico é insieme materia e stile e
schioso di quello dei gangsters. Per pochi to piu terribile; di roba che se tornasse
passione. La poesia é la passione che per
dollari si ha appena il 50% delle proba- in vita il vecchio De Quincey e gettasse
vie indimostrabili ci rivela la realta a noi
bilita di non essere accoppati. Ogni gior- uno sguardo sull’ultimo giornalucolo di
no la sola New York registra almeno una Chicago, impallidirebbe di vergogna e pi familiare, come il pit mitico poema.
dozzina di questi assalti e molti con vit- di ammirazione.
time. Sono dei pazzi. Incapaci di adattar- MARIO SOLDATI M.B.

‘14
TAVOLA IV

Mies Van der Rohe - Casa =


Tugendhat a Brno Le 7 itis naam
Corbusier
:
Casa
SES
Savoye
:
a
eels
Paissy

Mies Van.der Rohe - Casa Tugendhat a Brno ALDeG@rio- Sartor i's - Chiesa a Lowpeces
Av VY 2°" FO FE da e, non potendo quindi pili considerare intende orientare l’arte verso la purezza

DEL FUNZIONALISMO
Yestetica sotto Vantico aspetto, non vi é elegante'e sana, in cui l’armonia é la
da temere che il Nord possa avere sul nota dominante. D’altra parte, da que-
Sud un’influenza disgregatrice. sta armonia é nata la teoria estetica
Quattro grandi espressioni vitali, nella Quello che a noi serve, nel tempo pre- della struttura funzionale, la quale ha
civilté europea, si sono poste sotto Vegida sente, € sapere perché Nord e Sud van- avuto il potere di modulare nell’infinita
del modernismo europeo, per definire le no di fronte, a parita di grado, a parita varieta le sveltezze sapienti della nuova
caratteristiche salienti dell’epoca nostra. di valori. Perché il modernismo, come V’ar- architettura. Struttura funzionale, strut-
Oggi, vi é ’'uomo secondo lo spirito, l’uo- te ellenica e quella della prima Rinascen- tura astratta, struttura armonica che in-
mo secondo il corpo, l’uomo secondo la za, malgrado Vuniformita della ispirazio- foca i principi del razionalismo europeo.
tecnica e l’uomo secondo l’arte. Secondo ne, malgrado il purismo rispettoso e vo- Un esempio sintomatico comune a tutto
lo spirito, ’uomo c’interessa dal solo pun-
lontario delle intenzioni plastiche, é esen- il moderno razionalismo, dimostra la pre-
to di vista cerebrale che é gia (lo rico- te da monotonia e da oscurantismo. Anzi, valenza del mondo astratto su quello na-
nosciamo volentieri) di per sé stesso una assume aspetti che si confanno agevol- turalista. Rivolte alla ricerca e allo sfrut-
conquista umana della materia compia-
mente alle diversitéa climatiche, politiche tamento intensivo di nuove audacie co-
cente; secondo il corpo, l’'uomoci pud at- e nazionali dei singoli paesi. Volendo struttive, le tendenze dell’architettura eu-
trarre per i suoi valori fisici, per le sue creare una estetica dell’architettura mo- ropea, si contendono il primato dei prin-
inquietudini o per certe sue profondita
derna, e pur ammettendo che si possa cipii della struttura armonica cui abbia-
sentimentali che possono raggiungere i ancora trovare un insegnamento nella mo accennato. Sicché al sorgere della
vertici della sensibilita morale; secondo Divina proporzione del Rinascimento ita- nuova architettura parve a tutta prima
la tecnica e Varte, ’uomo @ per noi il liano, senza perdersi per questo in tediose che i modernisti volessero unicamente
segno manifesto, inconfondibile, del feno- disquisizioni teoriche, dall’esame delle leg- fissare una morale pratica dei materiali
meno moderno, L’uomo europeo, ’uomo gi del razionalismo attuale ci sara facile da costruzione. Cid potrebbe essere asse-
razionale il quale ha appianato con viva trovare che il rinnovamento dell’arte edi- rito con certezza soltanto quando V’archi-
passione, con spietatezza forse, ma pur
lizia ¢ dovuto non soltanto alla grandezza tettura fosse fine a sé stessa, mentre, og-
con logica superiore, le vie della nuova del pensiero che la ispira e alla ricerca gigiorno, il razionalismo rivela di quante
architettura, le vie dell’arte madre.
fervente di forme nuove, ma anche al e quante risorse pud essere questo elemen-
La disamina di alcuni preconcetti criti- fatto di costruire Vopera d’arte secondo to astratto dell’organismo strutturale che
ci ci consente di stabilire l'infondatezza necessita e ragioni che contano col fatto- sdoppia lo spirito dell’artista, il quale ha
della teoria estetica che ha tentato di in- re economico e sociale. Percid, non costri- creato, per puro sforzo dell’intelligenza,
fognare l’arte moderna opponendo Nord zione della fantasia, paventando ogni in- materie astratte — comeil cemento — che
a Sud o viceversa. Non crediamo quindi tervento cerebrale, ma puntare oltre i non hanno pitt con gli elementi naturali
che Nord e Sud possanoessere presi co- confini del creato, trasferire il vero non nessuna affinita. Chi lamenta Vassenza
me elementi antitetici dell’uomo secondo nel sogno né nella finzione simbolista, ma del simbolismo e del decorativismo dall’in-
la tecnica e Varte, poiché certi principii farlo convergere verso realta metafisiche dirizzo attuale dell’architettura europea,
della nuova architettura che abbiamo con- le quali raggiungono efficacemente Videa
rinnega verosimilmente le qualita eletti-
venuto di considerare nordici, sono, tal- del dramma cosmico. Come J’architettura ve della tradizione, poiché é merito del
volta, principii dell’architettura sudica di
umanistica di Francesco Borromini trovo sistema razionalista V’aver avuto, se non
altri tempi. Infatti, i Romani — grandi nello sviluppo della geometria — in cui
gli si volesse riconoscere altri pregi, al-
urbanisti — concretarono soluzioni archi- la spirale, Velisse e la parabola avevano
meno quello importantissimo di scoprire
tettoniche accese da entita spirituali, tec- soppiantato il circolo — una nuova vir- gli elementi universali dell’arte passata,
niche, economiche e sociali, che sono poi, tuositéa matematica e costruttiva, Varchi-
che nell’epoca nostra sono stati ripresi
— colle debite trasposizioni dovute all’e-
tettura razionalista, nella sua divorante
poca —, in parte quelle dei problemi valo-
dalle correnti moderne. Le Corbusier —
attivité e nella sua appassionata curiosi-
rizzati praticamente,
che nessuno pud tacciare di simpatizzare
e per primi, dalle ta sperimentale, trova nei nuovi materia- troppo col tradizionalismo — ha notato
concezioni nordiche dell’arte edilizia odier- lie nuovi metodi, nuove possibilita di
na. Creata da costruttori audaci, anche infatti, che il primo cubismo s’intravide
adempiere a nuove funzioni sociali, tec-
gia nel Partenone dove Ictino e Fidia
Yarchitettura gotica offre l’esempio di due
niche e plastiche. idearono le prime sagome quadrate, come
fatti universali di origine diversa; l’uno
Alinfuori delle finalita dello spirito geo- pill tardi, aggiungiamo noi, nell’opera di
di ordine spirituale, altro di ordine
strut- metrico e del pensiero teorico, il senti- certi pittori della Rinascenza si poterono
turale. Fatti che risultano ancora
oggi mento preso isolatamente non puo creare
nelle opere del razionalismo latino. presentire studi assai evidenti di schemi
Che le forme dell’arte. Riuscira forse ad uma-
gli influssi del Sud abbiano avuto sin dal- cubisti. D’altro canto, tanto gli Egizi quan-
nizzarle, ma rimarra sempre cosa specio-
to i Greci impiegarono nelle loro modula-
Yarte primitiva una rispondenza pid ef- samente ermetica, e se intendera mate-
fettiva coi sentimenti naturali zioni architettoniche e plastiche, basate
dell’uomo rializzare concetti stilistici, si chiudera sul movimento e sulla statica cei rettan-
ed un‘importanza maggiore per lo svilup- nell’ambiente puramente naturalistico od soli. dinamici, tracciati geometrici rigo-
po delle arti plastiche in genere, non sa- imitativo. Le dottrine astratte, invece, rosamente esatti e in certo qual modo
remmo noi a negarlo. Ora, perd, questa possiedono eminenti facolta creative, le
differenza di livello spirituale non identici a quelli che informano le com-
esiste quali, intensificando le realta costruttive, posizioni dei razionalisti europei e le pro-
pit. Tutte le correnti e le tendenze
del- non ottundono, come quelle del sentimen- porzioni caratteristiche rivelate dall’ossa-
Varte moderna si compenetrano a
vicen- to, le espressioni architettoniche di chi
epider l=

tura delle loro opere.

’ 15
.

sando tra il piccolo e il grande elemento


Mediante le capacita della scienza e del- nalista. La necessit& di dividere una li-
lo stesso rapporto che esiste tra il gran-
la tecnica nuova, una luce tagliente e rin- nea in due segmenti ineguali condusse
de elemento e il tutto, va considerata,
novata segna con.precisione le forme del- quindi l’arte verso il numerod’oro. In ar-
nell’opera architettonica, come l’afferma-
Yarte di costruire, le infonde il gusto del- chitettura, Vartista ebbe poi spesso da
zione ineluttabile del « fremito della ma-
le esperienze temerarie, ne esalta il rit- porre in atto questo frazionamento ine-
guale, poiché la divisione simmetrica in teria» che nasce al contatto della realta
mo crescente, ne ordina le regole, ne ar-
due parti uguali, benché sia talvolta indi- nel concetto claudeliano. Stabilité mecca-
roventa l’immagine e la fantasia, ne con-
spensabile in rapporto all’uno dei due assi nica equilibrata al sommo grado, la quale
ferma i valori intrinseci e le varie pos-
di una figura plastica, é spesso dannosa
in esclude ogni tema d’arte irrazionale nel-
sibilita di sviluppo. Come dicevamo in-
rapporto ad un altro asse. In un edificio, le congetture degli assi della simmetria
nanzi, questi postulati della nuova archi-
ad esempio, un asse o piano di simmetria asimmetrica della sezione aurea. Simme-
tettura stillano anche da nozioni di ori-
orizzontale é in genere abusivo o contra- tria dinamica, simmetria statica, simme-
gine antica che hanno avuto, sull’ arte
tria perfetta che si conchiude nella bel-
mediterranea particolarmente, una im- dittorio, anche se considerato dal solo
punto di vista estetico. Il numero possibi-
lezza estetica e nelle finalita architetto-
pronta di ordine imperativo, la cui strut-
le delle divisioni asimmetriche e delle lo- niche del cubo, del parallelepipedo, del
tura organica si apparenta al famoso nu-
cilindro e della sfera.
mero d’oro, che era — allora — indispen- ro combinazioni plastiche, é naturalmente
Noi crediamo quindi che il razionalismo
sabile per chi volesse creare e fissare nel- infinito e, come la sezione dorata, benché
avrebbe tutto da guadagnare studiando,
Yopera forme plastiche consentanee colla introduca nell’arte la nozione dell’incom-
nelle sue applicazioni all’architettura fun-
sensibilita e lo spirito dell’epoca. Tale cre- mensurabile, é perd il risultato di una
zionale, le filosofie e le estetiche dell’ar-
scenza armonica nello spazio, tale suc- logica e semplice operazione geometrica.
te nuova. Associando, ad esempio, ai prin-
cessione dinamica nel tempo, si sono tra- Dal pari, le opere create secondo questo
cipii rinnovati della divina proporzione, la
mandate sino a noi e oggi, pi che mai, procedimento teorico assumono un aspet-
conoscenza del tempo di Paul Claudel, l’e-
gli architetti modernisti sono stati avvin- to di potenza serena, dato dall’impressio-
logio dell’umanismo di Edmond Humeau
ti da una bellezza plastica, che non pud ne di complessita astratta, dall’armonia
(dal quale si avrebbe modo di afferrare il
essere un miraggio, ma forse la possibi- lineare e volumetrica, dall’equilibrio rag-
concetto virgiliano dell’ architettura mo-
lita eterna di elaborare l’opera d’arte nel- giunto nell’inegualitaé dei rapporti archi-
derna), come pure l’euritmia plastica del-
la perfezione assoluta, nella serenita pil tettonici. I1 modernismo contemporaneo
di la prospettiva optico-fisiologica di Milou-
alta, pili impensata. Quello che Luca Pa- non ha plagiato né carpito lo spirito
tale metodo plastico, ma lo ha assimila
- tine Borissavliévitch, si cadrebbe certa-
cioli chiamava la Proportio divina e Leo-
mente in sorprese dottrinali inavvertite
nardo da Vinci la Sectio Aurea, tormenta to e riacceso di nuova vita nelle regole
que- capaci di portare l’architettura in un cam-
novamente V’anima dei costruttivisti. Ed della dottrina razionalistica. E per
sto Le Corbusier non é venuto meno al-
po d’azione di una ricchezza estrema.
é bene che la sezione dorata sia ritorna-
la coscienza del razionalismo realizzan- Per l’appunto, il futurismo italiano al
ta, coi suoi misteri e le sue profondita, a
do nella pit. nuda severita il progetto del quale si deve concedere di aver saputo
tiranneggiare propiziamente l’estro avvili-
to di chi aveva fatto cadere, nei primi an- Mundaneum di Ginevra e lavilla di Gar- fissare la tendenza dinamica dell’arte, po-

ni del nostro secolo, Varchitettura nelle ches secondo gli schemi e i tracciati re- trebbe servire al razionalismo europeo

regioni del nero e della malinconia. Estrin- golatori della sezione dorata, celebrando per la ricerca delle leggi costruttive della
secando dalla geometria del pentagram- cosi le virtti esoteriche della divina.pro- traiettoria di un mobile che dovra sugge-
ma e dat temi della sezione d’oro, i trac- porzione in una congenita sinfonia co- rire Yidea generale del suo movimento e
smica. creare la rappresentazione grafica del-
ciati di alcune sorgenti estetiche della
nuova architettura, ove le masse ed i vo- La conoscenza del tempo di Paul Clau- Yambiente in moto e degli elementi ar-
lumi dell’ edificio s’incurvano plastica- del, rinfrancata nel suo portentoso Art chitettonici che lo compongono. E non -si
Poétique, potrebbe essere giustamente
ri- tratta qui di rivendicare le prerogative
mente secondo le fasi di un purismo rigo-
rosamente ortogonale, essi hanno conces- levata dagli architetti modernisti come dell’incosciente o del subcosciente, perché

so all’arte edilizia la facolta di esterioriz- saggio estetico della loro passione costrut- conducono al subisso delle teorie razio-
tiva, giacché « V interpretazione dell’
uni- naliste dell’arte, ma di incanalare nella
zarsi sotto forma di reazioni planimetri-
che — rettilinee e curvilinee —, di chia- verso e della figura che formano attorno pratica le concordanze della traiettoria

ri stati d’animo, di dinamismi antimor- a noi le cose simuitanee », é la definizione di un mobile cosciente, meccanico e an-

fologici, di cromatismi vivificatori. magistrale dell’idea di continuita plastica che astratto, regolato da una legge pu-

Per approfondire le ragioni dell’abban- che informa larchitettura e lurbanisti- ramente cinematica che si riduce, insom-

dono premeditato dei sistemi naturisti per ca razionaliste. Argomento di preludio a ma, all’evocazione reale di un movimento
un nuovo appalesarsi del tempo e dello uniforme, periodico e trasmissibile. Nel
quelli della sezione dorata, che é ritorna-
ta nei metodi del razionalismo, sara uti- spazio, che nello spirito claudeliano invo- caso dell’evoluzione di un centro in moto,
Je richiamare l’attenzione sul suo praces- ca per lo spazio — il disegno finito —, potrebbero essere riprese, mediante un di-
so di composizione. Dividere una lunghez- e per il tempo — il disegno chesi accin- spositivo strutturale aggiornato, le linee-

za in due parti ineguali tali che il rap- ge a costituirsi in un movimento univer- forze le quali accorderebbero certamente,
sale (che é il tempo). alla nuova architettura, la possibilita di
porto fra la piccola e la grande sia ugua-
Je al rapporto tra quest’ultima e la som- L’intelligenza delle cose vigente nei prin- organizzare singolari e importanti movi-

ma dei due, rispetto alla lunghezza ini- cipii estetici del numero d’oro che vuole menti dinamici di funzioni costruttive. In
che un tutto diviso in due parti ineguali questa congettura, gli studi di Matila C.
ziale, @€ insomma la giustificazione del
metodo asimmetrico della tendenza razio- sia bello dal punto di vista formale, fis- Ghyka sulla geometria delle forme natu-

16
rali inorganiche e vive, sull’equilibrio cri-
stallino e la pulsazione di crescenza, sulle
costanti morfologiche dell’arte mediterra-
nea, e sulla filosofia matematica greca
quale fondamento dell’architettura occi-
dentale, potrebbero avere molti punti di
appoggio e di comunanza coi capisaldi del
razionalismo europeo.
Indagando con tal metodo nel numero
complesso e intricato delle virtualita del-
le teorie moderne dell’arte, ammesse a
un concilio di revisione critica, si potreb-
bero segnare con rigore le probabilita
estetiche di ogni singola formula, unendo-
le ai dettami del razionalismo contempo-
raneo, preparandocosi gli spunti necessa-
ri a una ultima e decisiva polemica sui
diritti e sulle finalita della nuova archi-
tettura. Procedendo per parallelismo ana-
litico, dagli Elementi del postulato eucli-
diano che costituiscono le basi della geo-
metria piana, dalle creazioni platoniche
dell’ architettura idealistica e dalle sor-
genti rinnovate del numero d’oro si giun-
gerebbe ad una nozione meno democrati-
ca dell’arte, passando traverso i princi-
pii fisionometrici dello spirito nuovo di
M. Seuphore i fotogrammi e le dimostra-
zioni dei fenomeni luminosi e dei movi-
menti plastici astratti di Ladislas Moho-
ly-Nagy, per citare soltanto alcune delle
numerose regole estetiche che andrebbe-
ro considerate attentamente in rapporto
al razionalismo europeo che é ormai il
polso rivelatore dell’opera d’arte.
Nel circolo delle tendenze costruttive con-
temporanee, l’architettura non é pit cir-
coscritta nei limiti tracciati dalle epoche
successive, ma costituisce un assieme di la rivoluzione), «l’uomo approssimativo »
leggi creatrici che sono in parte soltanto di Tristan Tzara, nella sua incoerenza or-
ARCHITETTURA
la incarnazione delle teorie dei secoli pas- ganica, sara certamente perfetto se inte- IN GERMANIA
sati. L’architettura moderna evolve con so nel senso poetico della parola, ma non
la vita, in un organismo vasto e destro di in quello lirico e geometrico del mondo Sembra che in Germania, la nazioneri-
formazione incessante. Questa delimita i architettonico moderno, che non é soltan- tenuta all’avanguardia della nuova archi-
piani multipli dell’espressione e della pro- to la manifestazione di una rivoluzione tettura, soprattutto per l’eccellenza di
duzione architettonica e crea quei concet- artistica, ma pur quella della ricerca del- maestri come Gropius e Mies Van der Ro-
ti aristocratici della costruzione pura che Yordine, nella grandezza e nella bellezza he, spiri cattiva aria in fatto di raziona-
il funzionalismo europeo antepone a cer- di forme nuove. lismo. Cid in seguito ai mutamenti politi-
to conformismo aleatorio confinante col- ALBERTO SARTORIS ci determinatisi dopo l’avvento di Hitler.
Yarte proletaria. La quale, nonostante i
L’equivoco che Varchitettura moderna
suoi fini di espansione sociale, é pure in Questo numero, lo sappiamo, manca di sia contraria ai principii nazionali e che
aperto contrasto con le nozioni fondamen- «gaiezza». Non ci sono spezzature, non le forme razionali corrispondano all’in-
tali dellattivita collettiva ordinata dal- ci sono cosette da leggere qua e la subito, ternazionalismo politico é stato da noi
Yuomo libero, dall’uomo moderno, dal- pare perfino che non ci siano punte pole- completamente chiarito. Si verifica in
Yuomo razionale. L’uomo secondola tec- miche. Germania un fenomeno stranissimo: i
nica e Varte trova nelle relazioni ritmi- Anche gli altri numeri saranno ugual- Tedeschi ricusano la paternita di quel-
che della vita introdotte spontaneamente
mente privi di invitanti amabilita. Sare- Varchitettura che i tradizionalisti italia-
dal fattore economico, la volonta mani- mo sempre pit densi e duri. Questo «Qua- ni chiamano tedesca, i patrioti francesi
festa di immedesimarsi nelle misurazioni drante» anela a essere d’acciaio. Perché chiamano boche, e i Tedeschi invece cer-
plastiche del tempo d’oggi. L’uomo dadai- non ci proponiamo di lusingare cuori te- cano di relegare tra le negazioni della
sta (che alcuni additano come luomo del- neri, ma di picchiare su teste dure. patria.

17
(RISTAMPE)
UFFICIO DI ROMA
Tl dramma della storia civile degli uo-
mini poté altra volta sembrare una lotta
tra lo spirito d’Oriente e lo spirito di
Occidente, identificando Roma con lo spi-
rito occidentale. Il procedere dei tempi
ci ha mostrato che tale interpretazione é
un errore.
Quando a un certo punto del processo
storico vedevamo imporsi, prima un’Eu-
ropa non pili romana, poi un’America non
pill europea, credevamo di salvare Jo spi-
rito mediterraneo ragionando in questo
modo: — La cultura greca, nata dal Me-
diterraneo, si trovd nel Mediterraneo i C8 sh.
suoi organi di espansione di dominio:
fondamentale non é Roma-Oriente; l’an- vismo e democrazia. (Si osservi come il
Roma; e il proprio rinnovamento spirl-
tuale in una terra mediterranea: la Pa- titesi in profondo é Oriente-America. L’In- duello tra, il bolscevismo e gli stati demo-
dia’ antica e America nuova, Budda e la cratici autentici assume forme diverse da
lestina. Allora a poco a poco tutta l’Eu-
ropa, comincid a costituirsi come il gran- bandiera stellata, ecco lo spirito Oriente quelle del duello tra bolscevismo e Roma).
de entroterra intellettuale del Mediter- e lospirito Occidente. -In filosofia: ’Oriente assale l’Occidente
raneo ellenico-romano-cristiano. E a suo Roma é, e dura, in quanto si viene con- con la teosofia; l’Occidente anglosassone
tempo l’America civile, che non ha una trapponendo, a seconda dei tempi, all’u- nella accettata teosofia annulla lo spiri-
lingua propria, si presentdO come una co- no o all’altro di questi due spiriti. Ro- to buddista, democratizzandolo e metten-
lonia e una propaggine e un campo di ma @ la forza equilibrante del mondo, dolo a disposizione delle zitelle mature e
destinata a creare d’epoca in epoca le degli arricchiti che hanno paura di mo-
diffusione della cultura europea: ultimo
limite di irradiazione della vita mediter- sintesi del processo dialettico, a dettare rire.
ranea, originaria. la conclusione del sillogisma. Talvolta i due spiriti si alleano: cosi
Ma, in Europa — e nella sua propaggi- Roma s’é trovata pit: volte a difendersi nell’unione tra massoneria e giudaismo,
ne transoceanica — gli schemi mediter- dallo spirito d’Oriente, e massime al de- nella quale alleanza frammenti delle for-
ranei di civilté e di pensiero si svolge- cadere dell’Impero; come pit volte, e me e del pensiero dell’uno e dell’altro spi-
ranno poi in modi autonomi. Si é parla- massime al decadere del secolo decimo- rito appaiono visibili.
to, scoperto appena l’americanesimo, di nono, s’é trovata a combattere contro lo
europeismo. Forse che bastera, a spiegar- spirito occidentale. Oriente-Occidente-Roma: ecco i perso-

lo, il dichiarare, come s’é fatto, che per Assalto d’Oriente contro Roma poté es- naggi del dramma.
europeismo dobbiamo intendere una col- sere il Cristianesimo primitivo, poté es- Primevo e immutabile lo spirito d’Orien-
laborazione armoniosa a favorire il predo- sere nel medioevo il francescanesimo, te, cadetto e continuamente trasformato
minio delle aristocrazie europee, per man- poté essere ieri il bolscevismo. lo spirito d’Occidente: Roma é la forza
tenere all’Europa la situazione di centro Lotta d’Occidente contro Roma potero- che li equilibra, rinnovando di éra in éra
pensante del mondo? Pud accontentarsi no essere Lutero, ’umanitarismo enciclo- le fonti della civilta umana.
considerare l’Europa e l’America comeil pedico della Rivoluzione francese, la de- Li equilibra e li combina, spesso assor-
semplice e innocente ampliamento del mi-+ mocrazia anglosassone. bendoli.e in sé annullandoli. Roma, che
sterioso e primigenio dominio spirituale Spirito d’Oriente: la ricerca della veri- risponde all’assalto orientale del primiti-
del Mediterraneo? ta, tendenza all’assoluto, smania di spi- vo Cristianesimo imprigionando la liber-
Soffermarci a preferenza sul nome e sul- rito puro, perfezione come antimateria e ta sconfinata del Cristo nella costruzione
Yimmagine di America pud darci maggior antinatura, la vita mortale considerata doro e di pietra della Chiesa cattolica,

lume. Sia pure America, al principio del- da un punto di vista immortale, la terra vera continuazione e salvazione della uni-
la sua storia nella civilta, quale propaggi- veduta da Sirio, il trionfo dell’Eterno. versalita romana. Che respinge l’assalto
ne dell’Europa. Ma,.come gia il nostro con- Spirito d’Occidente: attaccamento alla occidentale di Lutero cristallizzando col
tinente comincia colonia di Roma e poi realtéa, abbandono al contingente, fetici- Concilio di Trento i limiti e gli atteggia-
diviene Europa, cosi in America a un de- smo della materia, felicita come antispi- menti del credibile e del pensabile. Che si
stinato momento si generano e svolgono rito, ignoramento volontario delle leggi difende dall’assalto combinato di Oriente
valori autonomi e inconfondibili. supreme, la vita mortale considerata ul- e Occidente (bolscevismo e democrazia)
Per definirli pienamente e utilmente, timo fine, il cielo stellato come spetta- creando la nuova dominazione aristocra-
ci basta dimenticare la vecchia antite- colo offerto alla Terra, trionfo del quoti- tico-popolare e ponendo a centro dello
si Roma-Oriente, e far coincidere con l’A- diano. Stato assoluto lo spirito corporativo.
merica lo spirito occidentale. D’un tratto In, politica i due spiriti assumono incar-
vediamo allora che lantitesi autentica e nazioni diverse: le ultime furono bolsce- MASSIMO BONTEMPELLI, 1928

18
TAVOLA V

Walter Gropius - Case popolari a Berlino Mies Van der Rohe - Casa Tugendhat a Brno

Le Corbusier - Casa Savoye a Paissy Giuseppe Terragni-Novocum 1929

DelVAcqua - Stabilimento industria le, Como Baldessari, Figini, Pollini - Stabilimento De Angeli Frua, Milano
MURI AI PITTORI
Richiamo l’attenzione su due fatti di
grande importanza: uno avviene in pit-
tura, altro in architettura. Fatti dai
quali non si pud prescindere se si vuol
supporre per logica anziché per intuizio-
ne il divenire dell’estetica nella plastica
contemporanea.
In pittura, e ormai da tempo, e sotto
diversi cieli, si manifestano aspirazioni
all’arte murale, all’affresco. Manifestazio-
ni antitetiche anche se parallele nell’in-
tenzione, per la diversa genesi geografica
© spirituale. Nel primo caso sottolineo il
senso culturale e snobistico che pud ave-
re Vaffresco in un nordamericano affin-
ché si noti quanto sia pil spontanea la
stessa aspirazione in un umbro o in un
toscano. Né intendo sostenere diritti di
tradizione. Ma penso al mirabile esordio
dei maestri Comacini con le prime for-
me Romaniche, e al loro metafisico per-
durare (se non é@ leggenda la strage su-
bita) in comaschi del nostro secolo fino
a Sant’Elia e Terragni.
Quanto alla genesi spirjtuale alludo ai
motivi che inducono alla pittura su pa-
rete. Molteplici, iniqui o giusti che siano.
Iniqui motivi: quelli che sono in funzio-
ne di una accademica diagnosi dell’ulti-
mo trentennio, e di un mediatore spirito
Pseudo-umanistico che porta a vagheg- cagl
giare forme rinascimentali (esistono an-
cora preraffaelliti) traverso il caleidosco- ra contemporanea occorrono i muri, le no Modigliani, che é dei pit grandi, é
pio falso e scolastico dei bozzetti, dei pareti. stato piuttosto sommario che sintetico.
cartoni, degli spolveri. Segnalata lV’aspirazione murale della pit- Larchitetto che non ha il senso orche-
Giusti motivi: quelli che segnano il su- tura odierna, V’altro fatto importante da strale dell’unité delle arti, non @ raro
peramento delle forme pure e preludono considerare riguarda larchitettura. Allu- oggi, ma si trova in condizioni di bar-
a sensi di pittura ciclica; al neoformali- do alla crisi estetica che va traversando barie. A questo punto conviene ricordare
smo classicheggiante, e arcaico, contrap- quell’arte, crisi che ancora pit si inaspri- che barbarico non significa primordiale.
ponendo il primordiale.
ra il giorno che il razionalismo sara dive- Allora, passato col vento su tali questio-
Nella necessita del ciclo, nella movenza nuto patrimonio comune. ni della pittura e della architettura, con-
di primordio, sono visibili i segni di un
Ho sostenuto altrove che i ritmi dell’ar- Siderati i caratteri essenziali che sono,
Superamento delle tendenze di ripiego,
chitettura contemporanea sono in fun- nell’una la volonté di potenza e Vaspira-
fra le quali é da considerare tipica la
zione di una metafisica troppo scoperta, zione ciclica, nell’altra V’intelligenza del-
Scuola del novecento milanese. e collaborano a un’estetica, dopotutto, la costruzione fino all’inaridirsi della fan-
Né tale situazione é singolare della pit-
barbarica. Respinti, per le ragioni che tasia, vedo che si pud concludere invo-
tura. In musica, in letteratura, in tutte le
tutti sanno, moduli e fastigi, modanatu- cando la collaborazione delle arti, se non
arti, & lo stesso bisogno di stupore
e di re e capitelli, Varchitetto innovatore ha la fine delle specializzazioni.
primordio che si fa sentire, la stessa an-
ritrovato dell’architettura il senso e il CORRADO CAGLI
goscia di abbandonare il frammento,
e, metro; ma, insieme a queste altissime
liberati da un complicato intelletto,
farsi conquiste, ha contratto vizi stilistici e La posizione che ha assunto in questi
i muscoli e il fiato per un’arte ciclica e
incongruenti ripugnanze. Questa é la sta- ultimt tempi Corrado Cagli, interloquen-
polifonica.
gione in, cui la parete bianca non chiede do nella polemica per Varchitettura, di-
Quanto si fa in pittura oggi al di fuori
alla statuaria soccorso per divenire allu- pingendo e parlando direttamente della
della aspirazione murale, (che ha persino
Siva e profonda, né chiede le figurazioni sua arte, credo che sia tipica e rappre-
mutato lo spirito della pittura da
cayal- dipinte per un’errata interpretazione del- sentativaper la giovane generazione, l’ul- i
letto influenzandone limpianto e la
ma- le parole «sintesi» e «metafisica». In tima affacciatasi finora nel mondo della
teria) é fatica minore e, storicamente,
nome di queste due virtt si é operato in cultura; una posizione che, se proprio
vana. A convogliare le forze della
pittu- «poverta» e «vaneggiamento» se perfi- non ct intimidisce, dobbiamo confessare

19
di trovarla invidigbilissima. Avessimo
stra ch’egli si augura, molti strumen
ti
NORD - SUD
i;
hanno ancora bisogno di essere intonat
avuto noi, vent’anni fa, questa beata li- il
ma egli, per suo conto, va dritto dove Occorre dunque ripetere che larchitet-
berta di spirito, questa accorta indiffe-
renza di fronte ai principi ed alle teo- suo istinto di artista lo porta, cioé verso tura cosidetta razionale ha salvato l’Ita-
rie, questo felice eclettismo che accetta le grandi pitture murali. In questo suo lia dalla ignominia dei compromessi con
bisogno, riconosce il bisogno dell’epoca: Vestero, proprio al contrario di quanto
senza battere ciglio qualsiasi enunciato
felice superbia.
teorico, riconoscendovi al primo sguardo comunemente si crede? Al tempo della
Il cafarnao e la tebaide pittorica degli
cid che di effettivo ed essenziale vi si polemica ormai famosa, é@ stato possibi-
ultimi vent’anni hanno messo a contatto le dimostrare con argomenti precisi l’ab-
cela dietro! D’altra parte dobbiamorico-
noscere, con un certo compiacimento, che gli artisti di tutte le ricetie, di tutti i paglio in cui erano cadute le spiritate
mezzi, di tutte le regole ae grammatica.
la non facile iniziazione alle estetiche vestali, custodi della patria tradizione,
Oggi ognuno le adopera indifferentemen-
esoteriche, per la quale gli artisti degli protese in un moto di indignazione con-
ultimi venti anni hanno sudato sangue, te: non é pit il piccolo quadro, colla con-
tro i razionalisti italiani che accusavano
ha dato i risultati pix brillanti e, proprio, quista tecnica, col frammentario volo li-
di esterofilia, di nordismo e di teutoni-
perfetti. rico, che pud soddisfare. Gli. strumenti smo, proprio mentre i razionalisti di Ber-
L’idea della collaborazione delle arti che sono a disposizione, perfetti, per tentare
lino, adoperando identici modelli, veniva-
qualsiasi impresa. Corrado Cagli pud, nei
il Cagli propone, ci sarebbe potuta veni- no tacciati di latinismus e di mediterra-
re anche da altre parti, magari insieme suoi disegni improvvisati, toccare le pit neita... Quando si dice Vignoranza.
all’appello per le colonne e gli archi; ma eteree altezze liriche: un’insoddisfazione
Proprio cosi. Dal vecchio Wagner, a Gro-
é importante che un giovane di vent’an- gli rimarra sempre per queste musiche
pius, a Mendelsohnn e su fino al grande
ni arrivi a questa conclusione dopo il pe- irreali, accessibili a lui ed a pochi inizia-
Mies Van der Rohe, gli architetti tede-
riplo cosmico compiuto dall’arte moder- ti. L’artista oggi — sara un bisogno pra-
schi — per secolare tendenza portati ver-
na — viaggio nel quale la generazione di tico, ma é@ fondamentale per vepoca —
so un estetismo ellenico-mediterraneo —
Ojetti non ha mai sospettato di potersi vuole parlare a grandi masse, creare ope- non hanno fatto che studiare il modo di
avventurare. Perché, e questo spiega tut- re durevoli, a tutti visibili e comprensibi- sposare il loro sapiente « funzionalismo »
to, non sono le idee e le proposte che ab- li, erigere, insomma, il monumento che
con le belle e chiare forme greche,lati-
biano la pix piccola importanza; ma la testimoni di lui domani e sempre, e rias- ne, iberiche e arabe, che il buon senso
maturita artistica dalla quale le idee suma le sue fatiche tecniche e le sue aspi- degli antichi costruttori ha profuso su
germogliano. Ora, date le difficilt tra- razioni metafisiche. Dunque la necessita
tutti gli incantevoli litorali del mare no-
versie subite dall’arte italiana nel suo della pittura murale. L’architettura oggi
strum. Cosi, come Gropius si é ispirato
pix recente passato, oggi possiedono una batte un’altra strada? Forse no; ma, se
pit volte alle maravigliose case dei pesca-
assai maggiore maturitd artistica gli uo- mai, mi pare che questi ragazzi, tagliati
tori di Capri, Mies Van der Rohe,inarri-
sulla misura del Cagli, riesciranno un
mini di vent’anni che quelli di sessanta. vabile poeta della nuova architettura, ha
giorno a far andare Varte per la strada
E’ sintomatico percid, che mentre la bat- ricreato la casa pompeiana, senza dire
che vorranno loro. In fondo, é tutta que-
taglia inflerisce pit violenta proprio attor- degli olandesi che per primi in Europa
no alla quota del francescanesimo razio- stione di personalitd.
hanno adottato lo sviluppo orizzontale.
nalista, e gli architetti attuali difendono ALBERTO SPAINI
Mentre avveniva tutto cid, gli architetti
come possono le loro ascetiche pareti Il tema proposto dalla nota di Cagli, e italiani, educati alla scuola del liberty e
contro le viziose ornamentazioni che 7 dal commento di Alberto Spaini, é di at- del liberal-nazionalismo artistico d’ante-
vecchi vorrebbero riappiccicarvi, proprio
tualita. La sua importanza non sfuggira guerra, compivano i loro bravi viaggetti
fra le estreme pattuglie di avanguardia ai lettori. Ci proponiamo di fare esami- a Monaco e a Berlino, insuperabili sedi
si verifichino casi di sedizione e quasi di nare da altri artisti e scrittori le affer- del celebre cattivo gusto alemanno.
tradimento, come questo del Cagli, con la mazioni di Cagli. « Quadrante», non ap- Monaco: la Konigsplatz! Berlino: dal-
pretesa di sopprimere quella metafisica pena la pubblicazione delle varie note sa- la porta del Brandeburgo fino git al
autonomia dei muri e delle pareti che og- ra ultimata, riassumera la discussione Reichstag e al Friedrichmuseum! Ventre
gi a fatica si va conquistando, per fare esprimendo il proprio pensiero. mio fatti capanna!... L’architetto italia-
dell’opera architettonica, se non proprio no, culturalista, provinciale, pregno il
un pretesto a sostenere fregi dipinti e cervello di uno storicismo scolastico e
scolpiti, almeno un prodotto incompleto,
che di quei fregi ha bisogno per soddi- CORSIVO N. 5 convenzionale, aveva trovato finalmente
di che pascersi tra tanti falsi Partenoni,
sfare interamente alle esigenze dell’arte.
Il Cagli non ja differenza nel giudizio La scienza, le invenzioni, il gusto, il co- tra tanti marmi, timpani, colonne, meto-

stume, la cultura, con Vandare degli anni pe e scalee. Di ritorno in patria, egli non
sulla propria e sullaltrui arte: in verita
e dei secoli si ampliano, migliorano, e ve- seppe pil vedere l’architettura che sotto
del medesimo male soffrono insieme tut-
ramente si pud dire che progrediscono. la specie di un monumentalismo tronfio,
te le arti figurative — cioé di una certa
Tre cose non progrediscono nei secoli, vuoto e goffo, per cui git, palazzi in stile
incompletezzea — ed il rimedio sta nel
anche se mutano aspetti. E sono la poe- quattrocento, git, fabbriche di conserve
_ portarle a fondersi in un’opera unica. Si
_ sia, Varte della guerra, e il modo di go- alimentari con la facciata del Pantheon.
ripeterebbe dunque i caso del teatro: c’é
vernare i popoli. Forse perché fin da prin- Tutto questo doveva rappresentare, bada-
bisogno di un maestro di scena.
cipio queste tre arti sono perfette nel- te, un «sano ritorno alla tradizione ita-
Evidentemente il Cagli avrd ragione. Cc. B.
Vuomo. M. B. liana »!
Non proprio oggi, perché in quell’orche-

20
TAVOLA VI

4
al
Corrado Cagli - Affresco nel Palazzo della Mostra di Edilizia a Roma (assieme e particolari)
TAVOLA VII

Pietro Lingeri - Sede della “Amila,, a Tremezzo (Lago di Como). Fotografie della sistemazione definitiva e particolari
TAVOLA VIII

mate
anes
: Sa se

burro. Martini H s@é salvato dalle acque (parttiecolare) V Triennale

Brust) OF om tania < Complesso dt maschere nelle studio delle scultore


~~ YRIPRODUZ

.
tbaos

SITUAZIONE GRAFICA
Una tipografia rimasta estranea al mo-

NOI DOBBIAMO
vimento che sconvolge e feconda le altre
arti, sarebbe stato un fatto pit. preoccu-
pante che curioso. Perché essa costituisce,
forse, lo strumento di maggior efficacia
nella propaganda del gusto nuovo: i suoi
prodotti, in tutte le ore e sotto tutte le
forme, attingono ogni gradazione del pub-
CREARE UN NUOVO PA-
blico e possono portare alla persuasione
i cervelli dopo di avere persuaso gli occhi.
La tipografia, ramo dell’architettura, ha
seguito con aderenza l’evoluzione dell’ar-
TRIMONIO DA PORRE AC-
te maggiore. Bizzarra o indecisa sul fini-

CANTO A QUELLO ANTICO


re del periodo umbertino, di una prezio-
sita equivoca all’ epoca dell’ infatuazione
dannunziana, culturalista e neoclassica
nel decennio del dopoguerra, oggi é razio-

UN’ARTE NUOVA
nale ed espressionistica.
Naturalmente, ogni revisione di indirizzo
costruttivo eccitava le polemiche fra con-
servatori e revisionisti. Per questo oggi nel

UN’ARTE DEI NOSTRI TEMP!


campo grafico i contrasti sono vivi, come
nel campo dell’ architettura.
Tanto piu che la nuova tipografia non é
una questione di impiego di nuovi, o pseu-

UN ARTE
do nuovi, elementi formali sopra lo sche-
ma, tradizionale: ma opera in profondi-
ta, intaccando l’essenza del sistema co-

FASCISTA
struttivo in atto.
Caratteristica della tipografia italiana di
oggi, é il neoclassicismo derivato, con po-
che varianti, dalle attuazioni di quegli
a
americani che le compostezze alla Adam,
cui gli inglesi sono tenacemente attacca- logo, sono i prodotti caratteristici del no- sti avevano dimenticato Sant’Elia.
ti, hanno reso piu vive attraverso lo stu- stro tempo, per comprendere perché il La questione di «fare all’italiana » nella
dio intelligente degli archetipi cinquecen- modulo neoclassico negli impieghi moder- tipografia é un espediente dialettico, nep-
teschi, particolarmenteitaliani. ni tanto pil denuncia di essere espresso pure abile.
Appunto dopo essersi ispirato a quelle da sensibilita lontane, rivolto ad altri fini, Messi alle strette, i migliori campioni di
attuazioni, qualche nostro tipografo pid creato per altro materiale. Gli adattamen- questa teoria non sanno precisare in che
avvertito, s’@ accorto di seguire copie di
ti non sono riusciti a saldare le formear- consistano veramente le formule « italia-
roba italiana. E stata una grandissima caiche con i bisogni della espressione e ne»: perché al loro buon senso non sfug-
Scoperta che, nella soddisfazione del fi- della presentazione moderne: né lo pote- ge comeil gusto tipografico cinquecente- ~
ne raggiunto, ha fatto dimenticare il mez- vano, evidentemente. { sco sia stato anch’esso un gusto europeo,
zo: la «nuova» paginaitaliana vista at-
La tipografia nuova sta vivendo la stes- come i suoi moduli siano inesorabilmente
traverso la mentalita anglosassone; don-
Sa cronaca dell’architettura nuova. Venu- anacronistici, come lo stile neoclassico sia
de l’espressione «nitida» ma gelata, pe-
te dopo le attuazioni straniere (di 1a do- ormai una formula congelata ed inespres-
culiare alla tipografia neoclassica. Cosi
ve un intelligente e premuroso amore stu- siva, dove il moderno é rappresentato sol-
che, considerate soltanto le caratteristi-
dia all’arte grafica aspetti pit coerenti tanto da pennacchi postfloreali di gusto
che formali dello stile — quei caratteri
con i bisogni attuali), le nuove costruzio- discutibile e transitorio.
arcaicizzanti che ci riattaccavano
alle glo- ni grafiche sono state definite/« roba d’im- Gli eccessi e le deviazioni della nuovati-
rie della rinascenza; quei respiri
dei portazione », tanto dagli interessatissimi pografia sono le manifestazioni naturali
margini ampi e cromatismi decorativi,
esponenti del neoclassicismo quanto dai della ricerca e del tentativo. Farne og-
che portano in sé elementi definiti me-
loro epigoni, pit’ pigri e meno informati. getto di critica 6 una cosa: cercarvi la
diterranei — sulla scorta di quelle si é ri-
Anche qui, i difensori della italianita » stroncatura, un’altra cosa.
tenuto legittimo proclamare una italia-
hanno dimenticato, per esempio, che i fu- Per il legame cheesiste fra architettura
nita» arbitraria dello stile neoclassico,
turisti italiani furono i primi a cercare e tipografia, i tipografi 1933 possono le-
Basterebbe por mente al fatto che
que- una nuova espressione attraverso l’annul- gittimare i loro concetti con gli stessi ar-
sto é stato creato per il libro, mentre non
lamento dello schema tradizionale: al mo- gomenti dialettici che servono agli archi-
il libro ma larivista, Topuscolo, il
cata- do stesso che gli architetti antirazionali- tetti 1933. GUIDO MODIANO

21
sulla ta, dopo un passar di mano, sopra il pia-
confezione di una torta preparata
RITRATTO D' UOMO base di una ricetta del tempo di Carlo VI. noforte, tra un campaniletto in alabastro
ricordo di Pisa e una conchiglia dipinta ri-
AUTOREVOLE Ma i bimbi non poterono trattenere
le
cordo dell’incantevole golfo di Napoli?
poesiole che avevano mandato a mente,
fausta Fra le spire della sua fumata di mezzo
Come manna che cade dalcielo, un gior- in tutto segreto, per recitare nella
toscano, ’! Uomo definitivamente autorevo-
no, VUomo candidato all’autorevolezza en- giornata dell’arrivo della busta: cosi, uno
dopo Valtro, declamarono il «pio bove», le inseguiva i fantasmi partoriti dalla sua
trando in casa si ebbe dalle mani inanel-
«rondinella pellegrina», la «vispa Tere- mente accesa dal lambrusco. Che fare? In-
late della placida consorte e tra lo stre-
sa», ecce. La pi grande delle figlie suond tanto mettere un gallone sulla divisa del-
pitare della prole, una larga busta con su
una novissima romanza di Toselli. Vautista; far partire la famiglia per la
molti timbri e indirizzo scritto a corposi
— E io? — disse la Signora. Valle d’ Aosta; nominare un segretario
svolazzi. La busta conteneva uno di quei fo-
— E tu, amore? — chiese premuroso particolare; poi, far subito stampare nuo-
gli doppi in carta a mano leggermente sati-
Uomo autorevole, mettendosi le doppie vi dbiglietti da visita; se i giornali volesse-
nata, che hanno nell’angoletto alto di sini-
lenti. ro delle fotografie, farsene fare, formato
stra uno stemmae la serittura di sotto in
— Io ti ho preparato un bellissimo ber- gabinetto.
corsivo inglese, perfetto lavoro litografico.
rettino da notte, con le cifre ricamate. La casa ringalluzziva. E’ indescrivibile
L’Uomo candidato all’autorevolezza les-
— Evviva, evviva. quel che accadde; cosi non lo descrivia-
se senza trepidazione giacché aveva rice-
Il dono fu mostrato, dentro una bella mo. Tuttavia sveliamo che il vicinato con-
vuto in ufficio un telegramma confiden-
scatola lavorata al traforo dal maggio- sultatosi immediatamente dopo le prime
ziale che gli annunciava la nomina: pote,
re dei ragazzi. Un’ora di commozione. Ar- indiscrezioni dette dal personale di servi-
cosi, darsi un tono di apparente calma al
rivarono gli antipasti: tutti andarono a zio, invid una piccola commissione a ester-
cospetto delia festante famigliuccia, con
tavola. Le conversazioni si impostarono nare il proprio gaudio per la nomina che
serva curiosante dal buco della serratura.
sullo struggimento di bile cui le famiglie veniva a premiare un’indefessa attivita:
Poscia sorrise; e, come ogni volta che en-
amiche sarebbero state soggette nel mo- cid che fu esternato. La comitiva fu rice-
trava in casa, filo nella stanza di decenza.
mento della lettura della rubrichetta del- vuta in un piccolo « fumoir» in stile ci-
Fu atteso; usci ancora tra le grida di
gioia dei piccoli e le felici occhiate della le «nomine» nel «Corriere della Sera» nese, dai lampadari a torcia medicea.

del domani. L’Uomo autorevole non anelava che d’in-


moglie. L'Uomo non pit candidato all’au-
torevolezza ma ormai convalidato — da — Vedrai che ai Rabbietti verrad un ac- contrarsi con René Clair per passare al-
quel foglio di carta — autorevole con tut- cidente. la storia.
— Crepino tutti — sentenzio il festeg- Ma si pud sapere quale nomina ricevette
tii crismi ei sacramenti utili in tal fatta
di bisogne, aveva indossato il giacchetto- giato — quelle sono canaglie: non han- L'Uomo in discorso, dentro la famosa bu-
ne di lana rossa con risvolti gialli, giac- no mai voluto credere al mio genio. sta che sta sul piano?
chettone che gli era consueto nelle ore di Nel frattempo arrivd uno zio della pa- — Semplicissimo: Capo delle arti belle.

sosta trascorse in casa. Egli non sorrideva drona di casa: un vecchio antiquario di P. M. BARDI
con abbandono: cominciava a sentirsi au- via del Babuino. Le congratulazioni non
torevole. E, com’é risaputo, l’autorevolez- finirono pit. Giunse'la torta con si scritto
za, specie nei primi momenti d’investitu- in burro giallo « Viva 'Uomo autorevole ».
ra, lascia perplessi, spaesati, pensosi, ri- (Lo confessiamo, noi parliamo per invi- DISEGNI DI CAGLI
flessivi. dia: perché come manna che piove dal
L'Uomo autorevole si gonfid un pochino cielo non c’é mai capitata fra capo e col- Tutti i disegni pubblicati in questo nu-
con tutto quel se stesso che riusci a ra- lo una sola crocetta di cavaliere). mero sono di Corrado Cagli. « Quadran-
cimolare nel sub e nel cosciente. Sempre Ma proseguiamo con ordine. Durante la te» ogni mese presentera un artista con
attorniato dalla premurosa signora e dai colazione cominciarono ad arrivare le pri- questo sistema, in modo cheil lettore pos-
pargoletti, si lascid cadere su una poltro- me telefonate; verso il caffé una serie sa ricevere un’impressione precisa sulla
na tipo Savonarola. Traverso le tende ri- ininterrotta di piccoli trilli di campanello personalita degli artisti presentati.
camate in punto veronese del ’600 filtrava avvisava a mano a mano che sul vassoio Corrado Cagli é giovanissimo, uno dei
qualche accenno tenue del primo sole di d@argento a sagoma barocca, posato sul giovanissimi che raccolgono i maggiori
marzo. Un’aria dolce; il calorifero acceso, tavolone in stile bolognese dell’anticame- consensi dei migliori. Marchigiano, ha

la finestra dai vetri colorati alla cinque- ra, si andavano ammonticchiando i tele- ventun’anni, ha cominciato affrescando,
centesca, appena socchiusa. Anche i qua- grammi di felicitazione. La notizia si era a sedici anni, il gruppo rionale Giulio
dri di ipoteticit antenati dal settecento al- ormai sparsa nel Paese. Giordani di Roma. Daallora egli si é de-
Vottocento parevano partecipare ilari e L’Uomo prendeva via via un contegno: dicato quasi esclusivamente alla pittura
giocondi alla letizia d’improvviso sprigio- pensava che avrebbe cambiato la «514» murale: oggi ne scrive in « Quadrante»,
nata nel sontuoso appartamento al pia- con un’« Isotta», che avrebbe traslocato, mentre sta ultimando un’ ampia pittura
no nobile: quelle facce burbere da secoli che avrebbe regalato alla sposa diletta su una parete nel Palazzo delle arti a Mi-
finalmente incresparono le labbra atteg- madre esemplare di quasi tutti i suoi fi- lano.
giandole al sorriso. Entrd, domandando gli, un bellissimo braccialetto con un cion- Non vogliamo esprimerci con parole di
permesso, la servetta offrendo al nostro dolo raffigurante un quadrifoglio. E poi? interpretazione 0, come si suol dire, di

illustre personaggio, un mazzo di garofa- E poi, che cosa avrebbe potuto fare per critica; preferiamo che il lettore compia
itera ene

ni bianco pallido. Di la dalla cucina la aumentare il suo stile giusta la novella egli stesso la sua scoperta traverso la se
cuoca con voce altissima annunciava la condizione derivatagli dalla busta ora fini- rie di disegni che pubblichiamo.
COLLOQUIO CON CASELLA
Negli ultimi giorni di febbraio, ho discus-
so a lungo con Alfredo Casella sullo stato
della musica in Italia. Un pomeriggio, gli
manifestai la nostalgia che sentivo per
una Italia musicale colta, snella, spregiu-
dicata nel modopit assoluto. Certo, il ter-
mine «spregiudicato» é in uso ormai nel
suo significato meno proprio, come a in-
dicare sbarazzinaggine, iconoclastia, su-
perficialita o goliardia, mentre al contra-
rio esso deve intendersi come equivalente
di serieta, di intelligenza e di convinzione
approfondita. Una Italia musicale spre-
giudicata dunque, cosciente della sua vera
tradizione musicale, che non precisa-
mente il melodramma, e aperta con cor-
diale franchezza anche alle pit. audaci
conquiste della modernité. Tutto questo
é purtroppo assai lontano ancora da noi.
— Occorre stibito dire una cosa, — inter-
ruppe Casella — e cioé che I’Italia, con-
trariamente all’opinione universalmente
diffusa — non é oggi una nazione molto
musicale. Essa ha prodotto un buon nu-
mero di geni creatori, ha dato origine al
melodramma e alle forme pit alte della
musica strumentale; ma considerando la
situazione che il predominio assoluto del
melodramma ottocentesco ci ha lasciato,
non é possibile scacciare un certo pessimi-
smo. E’ vero che in questi ultimi vent’an-
ni abbiamo avuto una confortante rina-
scita sinfonica, ed é pure vero che il me-
lodramma ha cominciato a dare sintomi
di aspirazioni verso un nuovo orientamen-
to, affrancato dalla tirannia ottocentesca
e soprattutto dalla decadenza verista. L’I-
talia deve riguadagnare il suo ritardo.
Abbiamo fatto parecchia strada in que-
sto primo terzo di secolo, soprattutto do-
po la guerra. Ma intanto hanno cammi-
nato anche gli altri: fatte le somme e le
sottrazioni, il ritardo del quale soffre oggi
V'Italia @ su per git’ quello stesso del
1913. Ogni qualvolta si vuol riconoscere
onestamente questo stato di cose, gli otti-
misti a tutti i costi (quelli del beato idio-
ta ottimismo tanto deprecato dal Duce)
non mancano di far rilevare quanto si é
fatto negli ultimi anni in materia di or-
ganizzazione musicale: sovvenzioni ai va-
cagl,
ri teatri, doti alle orchestre, Sindacato na- mi sonori del momento: nonsi é riusciti Bologna nel 1912: «Sono giunto alla mo-
zionale dei Musicisti, manifestazioni di a far sorgere da noi quel senso appassio- struosa conclusione che gli italiani odier-
ogni genere a Venezia, a Firenze, a Sie-
nato e quasi religioso che hanno ad esem- ninon hanno nessun sentimento per l’ar-
na, ecc., Carro di Tespi, perfino. Con tut- pio i Russi o i Tedeschi per la musica. te. Essi discutono, ascoltano e yedono ma-
to questo perd, non si pud dire chesi sia Casella aperse un libro e prosegui: — le. Costruiscono orribili case e le riempio-
creato un profondo interesse nella Nazio- Un grandeItaliano, abbastanza sconosciu- no di roba sprovvista di ogni elementare
he per l’arte musicale. La massa del pub- to in Italia come uomo di pensiero e di buongusto ». E in una lettera del medesi-
blico rimane distante dai grandi proble- azione — Ferruccio Busoni — scriveva da mo anno: «Vi é in Italia una élite di al-

23
ergo

tissima intelligenza e coltura, che non é rovieri inutili, non sia riuscito a cacciar tutti i «manifesti», tutte le basse con-
seconda a nessuna nel mondo. Ma attorno fuori dai maggiori giornali una ventina giure della musica politicante. E il fatto
a questa, la proporzione di imbecilli, di di pseudo-critici, i quali recano un danno che questa semplicita sia stata gia rag-
enorme alla cultura e al prestigio della giunta da qualche musicista italiano, ba-
ignoranti e di indifferenti ¢ semplicemen-
Nazione. Qualora non fosse tragico, po- sta per l’orientamento futuro della gio-
te terrificante. Gli italiani sono poi rovi-
nati dalla loro mania di sbranarsi e di- trebbe essere altamente comico il vedere ventitaliana, la quale fino da oggi é in
la disinvoltura con la quale la maggior grado di sapere benissimo da che parte
struggersi a vicenda». Sono, queste paro-
parte dei critici nostri affronta personali- sia la strada della vera tradizione e da
le, — ripetiamolo — del 1912. La situazio-
ne, oggi, nonostante illusorie apparenze, ta formidabili quali, ad esempio, uno Stra- che parte invece stiano gli allettamenti
non é mutata come l’élite avrebbe spera- winsky, disinvoltura che é pari alla loro di falsi idoli e di bugiarde superate forme
to. La Rivoluzione fascista, che ha recato ignoranza e incapacita estetica. E’ questa darte.
una situazione umiliante e afiliggente. — Non credo — dissi io — che la gio-
nella vita della Nazione quel rinnovamen-
to formidabile che tutti sappiamo — non Quei giornalisti intralciano con ogni mez- venti sia sempre in grado di operare una
zo (non escluso la pil insigne malafede) distinzione tanto giusta e tanto precisa.
é ancora riuscita a penetrare a pieno nel-
Yarte; e cosi dobbiamo ancora lottare con- il progresso culturale della nazione. La veritaé non pud essere troppo spesso
tro intollerabili residui di epoche tra-
toccata da ragazzi che non hanno ancora
Dopo tanti anni che se ne discute, la finito la loro preparazione, e che per col-
montate. Con questo, io — nato ottimista,
— tale rimango, e lavoro per un’Italia mu- semplicitd, raggiunta dalla gran parte dei mo di sventura si imbattono a vivere in
sicale che ho sempre sognato. Credo fer- compositori moderni, rimane pur sempre un’et& come questa, pericolosa per l’arte
mamente che vi siano in Italia considere- una méta lontana per il pubblico, il quale come tante altre che segnarono un gran-
voli possibilita di costruire una nuovasi- continua a detestare le beau d Vair faci- de trapasso. Bisognerebbe anzitutto puni-
tuazione musicale che verra forse rag- le, e a immaginare un’arte tutta maiusco- re gli autori del falso-moderno, che, nean-
giunta tra 40 o 50 anni. Ma occorre per la dall’aspetto grandioso. Il pubblico vuo- che a farlo a posta, detengono I’etichetta
questo che siano al piu presto eliminati le ancora una musica-stazione di Milano. della «nuova» arte italiana. La reputa-
dalla vita artistica tutti quegli uomini che Ma poiché tutte le attivita, in fondo, si zione di una intelligenza fascista pura e
nascondono, sotto tanto di distintivo fa- equivalgono, dovrebbe sembrare inutile il ardita, viene ogni giorno compromessa da

scista, anime appartenenti all’epoca mas- voler annettere al lavoro di un composito- astuti mestieranti, quasi orecchianti del-
sonico-umbertina-cafona-dilettantesca del re una certa idea di sublime a tutti i co- Yarte, che passano per geni e ai quali si

tardo ottocento. Quando avranno il co- sti, di solenne e di cerimonioso. Tutto que- affida cosi la costruzione di intere citta,

mando delle faccende musicali della Na- sto diviene un coturno inutile che finisce la organizzazione di manifestazioni inter-

zione gli uomini della generazione succes- per falsare la verita e darci non gia una nazionali di musica, mostre importantissi-

siva e i giovani pi audaci e preparati, musica, ma una musica-personaggio. Bi- me, ecc. Essi sono i prototipi della picco-

allora si potra parlare di un vero progres- sogna essere soltanto buoni operai. L’Ita- la paura del pubblico, della mancanza di
so. Fino a quel giorno, le cose tireranno lia avrebbe bisogno di un «culto Satie» ogni coraggio, della mezza misura borghe-
avanti come oggi, e, dobbiamo dirlo per da praticare con quell’amore domenicano se, ed é veramente insopportabile che tale
franchezza, forse anche peggio. che ispira i nostri migliori architetti ra- fisionomia essi diano di un’Italia fascista
In verita, noi assistiamo con l’animo zionalisti. che per puro ardimento politico é in testa
esacerbato da una amarezza intima a Casella continuo: — L’idea della sempli- a tutto il mondo.
certe manifestazioni. Nel volgere di un cité moderna é unarisultante delle situa- — Non bisogna annettere troppa impor-
tempo abbastanza breve abbiamo avuto zioni precedenti. E’ ovvio che fino a quan- tanza all’arte ufficiale — disse allora Ca-
il manifesto musicale, la lettera sugli ar- do si vorra far credere al pubblico che la sella. — Non vi é regime capace di impe-
chi e le colonne, la critica milanese al retorica e l’enfasi — che il Regime hali- dire che gran parte delle maggiori ricom-
concerto Strawinsky. Quest’ultimo dispia- quidato nella vita politica della Nazione pense nazionali vadano agli artisti meno
cere soprattutto lo riteniamo nocivo alla — debbano essere proposte a modello in- coraggiosi. Questo si verifica dappertutto.
salute dell’Italia fascista, ossia a quel pre- superabile ed eterno della italianita, nul- Si pud obiettare, é vero, che abbiamo pre-
stigio di intelligenza che una Nazione co- la vi sara da fare. La semplicita che vo- cisamente un regime ben diverso dagli al-
me la nostra dovrebbe godere nel mondo. gliamo in musica — che é assai affine a tri, il quale dovrebbe allora permettere
Le sciocchezze che si sono scritte sull’A- quella degli amici razionalisti architetti agli audaci di arrampicarsi pi presto ai
pollo Musagete, e il modo volgare con cui — é tuttavia una idea gia in atto. Il su- posti di comandodella vita artistica della
sono state dette, offendono non gia l’auto- blime a tutti i costi, il solenne e il ceri- nazione. Ma abbiamo gia veduto — a pro-
re o la sua opera, ma Videa di un «am- monioso sono cose che la vita moderna, posito della critica — come un regimeri-
biente » culturale italiano moderno che é si incarica di eliminare da sé, senza quasi yoluzionario possa essere pure impotente
da un pezzo in cima alle nostre aspira- che nessuno se ne accorga. Comesi inco- di fronte a certi problemi. artistici della
zioni. mincia oggi a vedere che un’architettura nazione. Pitt che di regime, percid,si trat-
Si-venne cosi a parlare di critica e io razionalista pud benissimo convivere vi- ta di tempo: non bisogna quindi mai da-
proposi: cino ai pill insigni monumenti del passa- re eccessiva importanza all’arte ufficiale
— Certo — disse Casella — il problema to, cosi fra non molto la ‘semplicita rien- di certi artisti che il tempo si incarichera
della critica italiana é pit che mai all’or- trera anche nella musica. A dire il vero, magnificamente di rimettere al loro giu-
dine dek giorno. In questo campo é dolo- essa esiste gia da parecchi anni nella mu- sto posto, o magari di precipitare pit pre-
roso vedere che un regime il quale ha sica nostra, in quella precisamente contro sto, di quanto non si creda, in un merita-
avuto il coraggio di licenziare 100.000 fer- la quale si appuntano tutte le camorre, to oblio.

24
— Eppure — io ripicchiai — troppe vol-
te la nostra gioventt scodinzola attorno
alle feluche.
— La gioventu artistica italiana — ri-
spose Casella — manca troppo di corag-
gio. I giovani artisti, ai quali la genera-
zione nostra ha spianato la via con aspri
sacrifici, con dure rinunce, con gravissi-
me battaglie, anziché continuare l’opera
nostra, si compiacciono in situazioni di
riposo, confinandosi in un’arte che tutto
é fuori che audace. Si vorrebbe vedere,
ad esempio, i nostri giovani musicisti pro-
cedere baldanzosamente sulla strada che
abbiamoloro riaperta e ben tracciata. In-
vece essi si attardano in un linguaggio
musicale fiacco, sciapo, sentimentale, con
mezzi tecnici che sembrano talvolta quel-
li dell’anteguerra e nemmenodei pili pro-
grediti. Vi é in tutta questa gioventu una
paura del rischio, una circospezione nel- Cash
lincedere, una tendenza al piede di casa,
che sono abbastanza inquietanti. A que- Un’altra sera eravamo nel ridotto del tuttavia che sia alquanto utopistico lo
sto proposito é profondamente doloroso teatro. La Nijinska, sui trampoli di una Sperare che la massa del pubblico possa
e avvilente il constatare che spesso i fi- intelligenza eccezionale, stava approntan- — perlunghissimo tempo almeno — arri-
schi suscitati da musiche nuove, proven- to le danze per La Favola di Orfeo. Le vare a quella nozione dell’arte pura che é
gono precisamente da loggioni carichi di ballerine e i ballerini di quell’alta scuola il privilegio di pochi. Cid non é soltanto
studenti e di allievi di Conservatorio. Al- eseguivano evoluzioni stupende, di una per gli italiani, ma per il mondo intero.
tra prova chelo spirito fascista ha anco- purezza tutta coreica. Le danze potevano E’ questa una eredita romantica che pesa
ra molta strada da compiere prima di ormai prescindere anche dalla musica. su di noi, e che durera per un bel pezzo
raggiungere gli strati pil’ profondi della Esse erano fatalmente danza e null’altro ancora, fino a quando non sisia ristabili-
vita spirituale della nazione. che danza. to quell’equilibrio tra sentimento e rappre-
— Cid dipendera anche dal calcolo pit Mentre si é giunti in alcuni circoli d’Eu- sentazione che era perfetto nel classici-
o menoforte in cui si vorra tenere la ne- ropa a un estremo limite di purezza nel smo e che il romanticismo ha distrutto ad
cessita da noi pit volte prospettata, di considerare, per esempio, con il conforto esclusivo beneficio dell’espressione imme-
adeguare a poco a poco i programmidel- di una convinzione assoluta, espressioni diata e violenta e incontrollata del sen-
le scuole e le nozioni del pubblico alla come: musica=musica, — rimane nella timento impuro ed incosciente.
modernita. maggior parte della critica italiana una Frattanto il lieve baccanale con cui fini-
— Oh, per questo — concluse il mio in- convinzione opposta, romantica quindi, e sce la Favola, era stato ricamato dalla
terlocutore — non sembranoesservi trop- non poco accanita, nell’affermare non gia compagnia, e mentre i ballerini rompe-
pe speranze. Il nostro teatro é di un’igno- una musica che sia musica e soltanto mu- vano le righe, la Nijinska veniva verso di
ranza enorme in fatto di evoluzione mo- sica, ma bensi una «musica d’espressio- noi. Poco prima, io le avevo portato alcu-
derna. Nonsi conosce nulla del movimen- ne» in cui lo stato d’animo dell’autore, ne riproduzioni di quadri di De Chirico.
to operistico straniero. Si danno come la illustrazione della natura, il riferimen- Ella giungeva ora con una di quelle in
novita Ariane et Barbableu venticinquen- to comunque a un fatto d’ordine umano mano. Riconobbi Le muse inquietanti.
ne, oppure Sadko, quarantenne. Della sce- sia il fine supremo. Tutto cid abbassa l’ar- — C’est du Perugino @aujour@hui — dis-
nografia, poi, é€ carité non parlare. In te al livello terreno, e — poiché tale inda- se la danzatrice, e quindi prese parte ai
questo campo — salvo rare eccezioni — gine incomincia ad avere la sua eta — nostri discorsi sulla purezza dell’arte.
ritardiamo da cinquanta a settant’annisul non si comprende come, anche lentamen-
CARLO BELLI
movimento straniero contemporaneo. Co- te, lo spettatore non possa evolvere se
si, € davvero grottesco il vedere oggi an- stesso fino a percepire un’idea, anziché P.S. Non resisto al desiderio di dire che
cora posto in discussione il valore reale un concetto musicale. la cittd in cui si svolsero questi colloqui é
di artisti quali Strawinsky, Ravel, Hinde- E’ verissimo — disse Casella —: non solo Brescia, dove Casella si trovava per diri-
mith, © magari Malipiero, individui che per la maggior parte della nostra critica, gere la sua Favola di Orfeo e la Nijinska
si possono gia considerare passati alla sto- ma anche per parecchi dei nostri miglio- per allestire alcune scene di questa e tut-
ria. Mentre si persiste ad avere cosi incre- ri musicisti, la musica é qualche cosa di to Petruska. Queste due rappresentazioni,
dibili dubbi, si pud assistere al famoso autobiografico e quasi sempre un linguag- eccezionali per un pubblico di provincia,
referendum indetto sul valore (?) della gio che serve — invece che a raggiungere furono possibili anche per la volonta di
Gioconda ponchelliana. E’ probabile che lastratto, cid che é il cOmpito unico della ottimi amici come Giulio Scalvini e Inno-
seguanoaltre inchieste sul valore del bal- musica — a raccontare i fatti personali cente Dugnani, ed ebbero un esito felicis-
lo Excelsior o dell’Inno a Garibaldi. privati e della propria famiglia. Ritengo simo, carico di significato.

25
DETTO SENZA UN’
ONCIA DI PESSIMISMO
Fra le prediche nerissime dei preti e i la-
gni elaborati di certi uomini di lettere é
anche da noi nata alla fama una pretesa
crisi dellintelligenza, o intellettuale che
dir si voglia. «Crisi» é parola di moda,
ma qui non si vuol discorrere della for-
tuna delle parole. D’altra parte siffatte la-
mentazione (il pix delle volte importate
e, al solito, dalla terra di Francia: Benda
e C. tengono cattedra) non ci interessano.
Troppe cose ci sono da fare. Cid non to-
glie che una «crisi» esista sul serio nel
mondo delle arti e delle lettere nostre,
ma non dell’intelligenza: crisi di mora-
lita.
Non credo che occorrano molti chiari-
menti. La cosa, se pur taciuta, é pacifica,
e gli esempi che si potrebbero addurre in-
finiti. Basti pensare a quelli clamorosi e
recenti nell’architettura. Non é inutile in-
vece riaffermare che la moralita é il vero naturale effetto dell’equivoco che regna in alle loro polemiche, diffidente. Artisti e
primo fondamento per quella tanto an- questi campi. Gente che s’é mossa creden- letterati non hanno mai avuto al pari di
nunciata rivoluzione artistica che ognu- do di combattere sul serio, e poi s’é ac- oggi tante possibilita di far giungere al
corta che gli altri impugnavano armi di popolo la loro voce, le loro discussioni:
no presenta a modo suo; deve essere il
presupposto spirituale dei nuovi fatti este- cartone. Gente che ha faticato per avere ma proprio cid da ragione alla diffiden-
tici: altrimenti castelli di sabbia e confu- consensi, ha messo su un esercito e al mo- za. Non occorrera illustrare, per esempio,
mento buono, quando s’é voltata indietro, la babele delle terze pagine. L’uomo della
sione che giova a tutti tranne che alle
coscienze nette. Invece sono anni ormai non ha trovato pit nessuno: s’erano tutti strada non sa pit a chi credere, di chi
che si arranca dietro la rivoluzione poli- sistemati strada facendo. fidarsi: due che se ne sono dette di tutti
tica senza riuscire a tenere il passo. E’ cosi che, giovani, noi siamo spesso ri- i colori li trova a un tratto sottobraccio,

Diciamolo aperto: questa che da noi nel dotti a sperare soltanto nei ragazzi che spesso li sorprende, a polemica chiusa, a
campo politico é Veta della via maestra, verranno. Melanconia somma. spartirsi la stessa torta; vede scambiarsi
del parlar chiaro e del diritto procedere, insulti come di carnevale si lanciano le
rischia per il settore delle arti e delle let- In quanto fin qui sé detto non un tocco stelle filanti: finita la festa gli inservien-
tere di passare alla storia come Veta del di colore, né un’oncia di pessimismo. Ma ti scopano il pavimento e non rimane pit

compromesso. Sotto il ragionare pit gra- appinto perché siamo profondamente ot- traccia della battaglia di. carta.
ve e composto ti accade a un tratto di timisti diciamo che é tempo di finirla.
scoprire sentimenti e interessi inconfes- Non sappiamo che farcene dei furbi, dei Data la malafede che impera non sara
sabili, cosi come dietro lo slancio e Velo- tiraccampare, dei trasformisti, di quelli inutile avvertire che niente é da noi pit
quio pit alato scopri un ben meditato cal- pronti a tutti gli usi. Vorremmo invece lontano dei lamentatori di professione, dei
colo. Le idee sono in funzione dei fatti dalle pagine di questa rivista fare Vappel- quacqueri nostrani, degli imbelli predica-

personali, e non il contrario. Le parole, lo di quegli ingenut che non possono vi- tori i quali mascherano Vimpotenza pro-
anche quelle pur mo’ nate, messe appe- vere senza «compromettersi», che pren- clamandosi brevettati custodi della tradi-
na in circolazione perdono consistenza, si dono sul serio gli impegni, che non ti la- zione e sfogandosi in geremiadi e omelie

svuotano d’ogni preciso valore. Afflosciate sciano a mezza strada, che credono sem- sul tempo presente. Ripetiamo la dichia-

si ritrovano sulle labbra come sgonfi pal- pre a cid che dicono. razione di ottimismo. Noi amiamo questo
loncini, e ognuno ci soffia dentro come nostro tempo (nostro: di noi italiani) con
vuole; docile la membrana si stende al Malcostume: questa é la vera crisi in- tutta Vanima, crediamo in esso come éra
soffio nelle forme pit impensate, mo- tellettuale d’oggi, la ragione del disagio e nuova per la nazione e per il mondo.
struose talvolta. della confusione artistica, giustificazione Proprio per questo non sappiamo rasse-
c’é, é vero, una minoranza onesta che si della diffidenza del popolo. Questo popo- gnarci al malcostume qui denunciato.
sente sempre pit estranea a questa babele lo che in pochi anni ha incredibilmente Non possiamo guardare a mente fredda
dell’arrivismo e dei fatti e interessi per- affinata la propria sensibilita, che segue certi giochetti e acrobazie e trasformismi,
sonali. Gente che spesso ha promosso le e sente come non mai la politica del Pae- certo inconcludente parlare e affaristico
polemiche con serieta e sincerita d’animo se, anche perché ci vede chiaro, perché agitarsi, mentre tanto avvenire si co-
e le ha vedute ridicolizzarsi nello svolgi- sa che si puo fidare, rimane sordo ai ri- struisce.
mento, e non per colpa propria, ma per chiami dei letterati e degli artisti, estraneo ALDO BIZZARRI
ESPERIENZA CORPORATIVA
NELLA VITA DI FABBRICA
Dopo la Marcia su Roma e prima chele
linee fondamentali dell’ordinamento cor-
porativo fossero tracciate, i rapporti fra
industriali e operai traversarono un pe-
riodo nebuloso nel quale serpeggiava si
il presentimento di quello che l’avvenire
avrebbe preparato, e che é oggi realta, ma
in cui erano pochi coloro che avessero
un’idea della strada che ormai bisognava
prendere. Nella classe dei datori di lavo-
ro era diffuso l’equivoco che il Fascismo
non avrebbe dovuto servire che da mar-
tello contro una massa operaia diventata
minacciosa sotto la guida di sobillatori,
che avevano svelato un’assoluta incapaci-
ta di comandoe il solo desiderio di pesca-
re nel torbido; e prevaleva il pensiero che
i lavoratori, ormai in disarmo, fossero da cagh
trattarsi come un nemico a lungo com-
battuto e finalmente sconfitto; verso il te. Scettica, quelli che non avendo pit gere come a essere intransigente. Forse fu
quale, in omaggio a quei principii di col- nulla da temere dalle vecchie organizza- questo il periodo pit difficile della sua af-
laborazione che gia erano il nucleo della zioni ormai in via di sfacelo, non stima- fermazione. Nacque col Fascismo, ma so-
dottrina fascista, fosse tutt’al pil da usar- vano la nuova capace di sostituirsi a quel- lo pit tardi fu riconosciuto come un aspet-
si la generosita di non pretendere la resa le, 0 comunque la ritenevano addomesti- to essenziale del Fascismo. Per un certo
a discrezione. Si apriva del resto un pe- cabile sia per quell’equivoco di cui abbia- tempo vi fu chi credette a una sua vita
riodo di relativa prosperita, che il nuovo mo detto sopra, sia per la supposizione grama, in margine al movimento politico
regime doveva potentemente favorire, e che i nuovi organizzatori operai dovessero irrompente, quasi istituzione parassitaria
in cui sostanziali controversie di lavoro tardare molto ad acquistare quella prati- in cui il Fascismo avrebbe scaricato gli
non potevano essere gravi e numerose. ca, quel tatto, quell’abilitaé che si richie- elementi meno abili delle sue gerarchie.
Non si creda perd che gli operai disposti dono per dirigere in modoefficace un sin- Nacquero ad un suo pitt rapido sviluppo
ad affrontare rischi per i loquaci predica- dacato operaio. gli stessi contrasti che il nuovo regime
tori del verbo sovversivo fossero in mag- La parola «collaborazione» poteva an- dovette superare dal 28 ottobre 1922 al 3
gioranza. Anzi, la maggioranza pigliava che essere presa come sinonimo di arren- gennaio 1925. Durante questo periodo at-
costoro per cid che veramente erano: aspi- devolezza; e ci fu chi credette a tale si- tivita politica e attivita sindacale restaro-
ranti a rapide carriere politiche, ignoran- nonimia. Indifferente era invece l’attesa no in gran parte confuse alla periferia, e
ti dalla parola facile, scaltri imprenditori di altri che avendo sempre considerato il Si ramificarono in episodi isolati che ri-
dell’« industria del proletariato», in mez- fenomeno sindacale come un fatto pato- sentivano della lotta ancora accesa tra fa-
zo ai quali si aggirava qualche romantico logico buono tutt’al pi da occuparsene scisti e residui delle opposizioni, e che ave-
nutrito di illusioni. Si é visto poi quanti Vautorita di pubblica sicurezza, e giudi- vano nelle fabbriche strascichi e ripercus-
furono coloro che li seguirono con asso- candolo ora scomparso, erano imprepa- sioni inquietanti.
luta dedizione, 0 aspettarono a disingan- rati a vederne sorgere una forma nuova. Tl nuovo sindacalismo aveva dovuto im-
narsi il giorno in cui quelli gettarono via Dal canto loro gli operai rimasero, non provvisare i suoi quadri, e non sempre
il loro manto di falsi profeti. L’operaio ita- diciamo con le armi al piede, ma in pas- ai posti pi avanzati, in diretto contatto
liano ha troppo buon senso per montarsi siva attesa, non proprio delusi dei loro coi lavoratori, si trovarono gli uomini pit
davvero la testa con fandonie. passati condottieri per la semplice ragione adatti. Diremo pid avanti della estrema
Sarebbe ingenuo tuttavia ritenere che che non avevano mai avuto troppa fidu- delicatezza del loro compito. Ma vi furo-
quegli stati d’animo formatisi durante un cia in loro, scettici circa i sentimenti dei lo- no di quelli che non ne avevano una no-
lungo periodo di lotte di classe, potessero ro padroni, e incerti ancora su quello che zione adeguata, non conoscevano i con-
a questo punto sciogliersi come per in- potevano attendersi dal nuovo sindacali-
fini del loro mandato, né erano dotati di
canto. Non c’é dubbio che gli industriali smo in cui a poco a poco venivanoattratti.
qualita intellettuali o di esperienza suffi-
furono subito in gran parte col Fascismo cienti per tracciarseli, credevano che la
in quanto movimento politico, ma non si Il sindacalismo operaio fascista, se or- loro funzione fosse di fiancheggiamento
puo dire che fossero legione coloro che ne mai poteva considerarsi vittorioso dei su- 0 di prosecuzione dello squadrismo, o di
afferrarono subito il particolare indirizzo perstiti sindacalismi di opposizione, dove- controllo personale sui dirigenti delle in-
economico-sindacale e si disposero a con- va ancora far breccia nel campo antago- dustrie, o di puro reclutamento di asso-
formarvisi. Molti assunsero allora un at- nista, fare riconoscere la sua capacita, la ciati, e via dicendo. Ad organizzazione pid
teggiamento di attesa scettica o indifferen- sua forza, la sua attitudine cosi a transi- matura coloro che non si erano dimostra-

27
laborazione, che, da un punto di vista
ti idonei furono sostituiti, ma quelli che il sindacato operaio pud invece intender-
la nel senso che lindustriale mantenga sociale oltre che economico, puod ayere
vennero dopo incontrarono difficolta assai conseguenze pitt vaste ed importanti di
accresciute dagli errori commessi, dove fu- elevati i salari anche se i profitti si an-
quella che si limita ad accordi salariali,
rono commessi. nullano.
Collaborazione significa trovare il livello Sono pochi gli operai che non si sento-
L’ ufficio dell’ organizzatore fascista era no inclinati a prendere al loro lavoro un
economicamente esatto di comune accor-
ormai reso formalmente pili agevole per jnteresse che va ben oltre la misura della
do, senza il ricorso a litigi acrimoniosi, a
le clausole del patto di Palazzo Vidoni, e paga che ne ritraggono. L’operaio in ge-
serrate o a scioperi. Non di rado in una
soprattutto per la legge del 3 aprile 1926. nere ama J’ordine, l’organizzazione, il me-
controversia salariale, i rappresentanti
Non c’era pitt l’impaccio o il pretesto di
degli operai non rifiutano di ammettere todo: e si sente intralciato e infastidito
associazioni sindacali concorrenti, e la ra- dal compagno svogliato che fa proseguire
che una riduzione di costi é condizione
gione di molti cavilli era scomparsa. La
insopprimibile di sopravvivenza di una in- il lavoro disarmonicamente. Studia i mez-
Carta del Lavoro sopravveniva a dichia-
dustria, ma invitano gli industriali a cer- zi di cui dispone, ne scopre tosto i difetti,
rare un concreto e definitivo programma
care la riduzione non nei salari ma in al- cerca quali potrebbero esserne i migliora-
di cooperazione sociale.
tri elementi di costo. E non capiscono che, menti; tutto questo con una passione non
Un pit largo e sicuro contatto tra orga-
il pit delle volte, questo non farebbe che molto minore di quella che pud avere l’ar-
nizzatori e operai da una parte, e organiz-
trasferire il problema su industrie forni- tigiano nella sua bottega. Ben lo si vede
zatori e industriali dall’altra era stabili-
trici di quella in cui la discussione é na- negli incidenti sul lavoro, quando nasce
to, ma si era appena, all’inizio della vera
ta. Cosa che se si tratta di industrie este- qualche guaio imprevisto. Con prontezza
e profonda collaborazione di classe. Per
re si pud ammettere, a parte la possibilita allora gli operai accorrono rimedianori-
un certo tempo si poté credere chela col-
di riuscire, ma se si tratta di industrie parano, e uno comandaall’altro e Valtro
laborazione consistesse in cortesia cerimo-
nazionali, € semplicemente contradditoria ubbidisce senza discutere, e chi é pit: pra-
niosa durante discussioni pili 0 meno ac-
cademiche, con qualche reciproca conces- con il carattere corporativo e nazionale tico impone tosto il suo volere, con poche
sione su faccende di poca importanza: so- della politica economica fascista, e po- parole, o qualche cenno persuasivo, 0 ma-
prattutto da parte industriale ci fu chi si trebbe avere unSignificato solo se i lavo- gari con una bestemmia che fa subito ta-
immagind, o amo credere, che corporati- ratori di queste altre industrie godessero cere gli altri. E all’occasione sanno ay-
vismosignificasse trattare coi guanti i ca- di rimunerazioni singolarmente elevate. visare il superiore di cosa che non vada.
pi dei sindacati pel corrispettivo di essere E’ noto che ormai gli industriali non esi- A questa collaborazione si ricorre di so-
lasciati in pace a fare i proprii comodi. tano minimamente a esibire ai rappresen- lito assai poco. Il dirigente, di qualunque

Quell’epoca é tramontata, perché ormai i tanti dei lavoratori i libri e i documenti grado, si crede molte volte un segnato da
quadri dell’organizzazione sindacale ope- da cui risulta la vera condizione delle lo- Dio. Cosi ritiene sempre di saperne di pil
raia sono assestati, con gente che ha avu- ro imprese, e percid non dovrebbe pit: es- sul modo come loperaio deve muoversi,
to modo di rendersi ben conto della situa- sere difficile per questi rappresentanti ri- collegare il suo lavoro a quello degli altri,
zione. conoscere se le richieste di riduzioni di risparmiare le sue energie. E’ una pessima
I malintesi, le rappresaglie, i casi parti- paghesiano giustificate o no. I sindacati abitudine. Non bisogna aver paura d’in-

colari che facevano scoppiare controver- fascisti degli operai sono disgraziatamen- terrogare gli operai, sentire il loro parere,

sie spinose ed inutili, son diventati raris- te entrati in piena efficienza in un’epoca discuterlo, accoglierlo quando lo si trovi
simi e di portata trascurabile. di prezzi calanti, nella quale, su questo giusto. Tutto questo non costa un soldo
Glindustriali, che in grande maggioran- punto dei salari, é caduto proprio sugli di pid. Anzi ne pud far costare di meno,
za aderirono al Fascismo fin dai primi operai il pi grosso onere della collabora- perché certi sbagli non si commetterebbe-
anni, comprendono ormai perfettamente zione. Quando in avvenire la situazione ro, se prima di agire si sentisse semplice-
che la tranquillita, l’ordine che il Fasci- economica si capovolgera, avremo occasio- mente quello che ne pensanogli operai.
smo assicura, e che sono un fattore essen- ne di vedere l’altra parte alla prova; ma Queste considerazioni che osiamo chia-
ziale di prosperita, non possono rimanere se ora le dimostrazioni pit. dolorose di mare pratiche, anche se faranno sorride-
senza contropartita. Quella prosperita, a buona volonta hanno dovuto darle i lavo- re qualcuno, non solo non sono estranee
cui mediante unaforte disciplina tende il ratori, non é colpa di nessuno. a quelle che abbiamo fatte fin qui sul
Fascismo, deve andare a beneficio di tut- Dobbiamo perd riconoscere che una ra- sindacalismo fascista, ma toccano la sua
ti; e gli industriali non solo si sottopon- gionevole opposizione a sistematiche ridu- anima. Perché se la collaborazione di
gono di buon grado alle contribuzioni a zioni di salario come facile, troppo faci- classe deve stabilirsi e svilupparsi nel
cui per legge sono tenuti, e che vanno ad le, mezzo di riduzione di costi, non pud Superiore interesse della Nazione, non
esclusivo beneficio dei lavoratori, ma a che recare un salutare effetto sul progres- sappiamo vedere questo superiore inte-
molte altre si prestano di libera iniziativa. so industriale. Senza una vigile opposizio- resse che nel benessere materiale e nella
Quando si parla di questi argomenti é ne operaia, si ridurrebbero i salari dove elevazione morale di tutte le classi.
frequente luso di parole del cui significa- invece una riduzione di costi pud essere Usciremmo troppo dall’argomento se di-
to temiamo che si abbia comunemente ottenuta con una migliore organizzazione, cessimo come, a nostro avviso, qualcuna
un’idea troppo vaga. Cosi quandosi dice con lo studio di procedimenti nuovi, ap- delle istituzioni esistenti dovrebbe evol-
collaborazione si possono intendere molte Plicazione di attrezzature pit perfeziona- versi per incamminare gli operai su que-
cose. Un industriale pud intenderla nel te, ricerca di surrogati. sta strada, fuori dell’ambiente della fab-
senso che il sindacato operaio non faccia Nella ricerca di mezzi per la diminuzio- brica; ma intanto sosteniamo che l’evo-
opposizione irremovibile ad un desiderato ne dei costi, diversi dal ribasso dei sala- luzione corporativa non potra essere fe-
ribasso di salari se gli affari vanno male; ri, si svela un’altra forma di possibile col- conda di risultati durevoli senza rendere
28
cas)
assai pil intima, pil reciprocamente fi- societa. La collaborazione deve gia trova- plausi erano sempre pronti ad annuncia-
duciosa, la collaborazione fra datori di la- Te il suo terreno fuori del lavoro, in una re Veta dell’oro. Da molto tempo invece
voro e lavoratori. fraternita di classe che pur non escluden- gli organizzatori fascisti convocano gli
Il distacco di cui abbiamo parlato, tra do naturali disuguaglianze, lasci credere operai per annunciare nuovi sacrifizi, per
dirigenti e lavoratori, trova riscontro in a chi non é favorito dalla fortuna o si esortarli alla pazienza, per indurli a spe-
un distacco spirituale pil profondo an- dibatte sull’orlo della miseria che sara rare in un avvenire migliore da raggiun-
cora tra la cosi detta borghesia e la clas- aiutato se si aiutera, che c’é al mondo del gersi con la disciplina, la volonta. C’é un
Se operaia. Quando si dice borghesia ci posto anche per lui. Crediamo che il fa- campo di minuta assistenza in cui lintesa
si vuol riferire a tutte quelle persone che scino irresistibile di Mussolini sugli ope- coi datori di lavoro é perfetta; e in cui
per agiatezza, o per coltura, o per le ca- rai, quel fascino che li conquista con po- la collaborazione delle due parti é vera-
riche che occupano, si sentono in qualche che parole che vannodiritte al cuore, de- mente feconda. Sono gli operai stessi che
maniera superiori alla gente del popolo. rivi dall’esperienza vera che egli ha della lo riconoscono quando trovano chele ra-
Moltissime di queste persone considerano loro anima e che glie ne fa comprendere gioni di certi provvedimenti quali essi
gli operai come esseri di un’altra raz- come a pochi la psicologia. E non dimen- sentono dalla bocca dei loro superiori, in
za, anche se formalmente non ne fanno ticheremo mai il fremito e il pianto che fabbrica, sono le stesse che hanno sentito
mostra. Nulla tralasciano per tenerseli e sprigionod una sua frase a Torino, in Piaz- dire dal loro rappresentante.
tenersene lontano. Si meravigliano che za Castello e le espressioni di riconoscen- Il loro posto é uno dei pitt delicati, se
gli operai amino qualche ricercatezza di za, che ciascuno balbettava fra sé, come non il pit delicato, dell’ordinamento fa-
vita, mangino certi cibi o si prendano se parlasse al proprio cuore. scista. Si ricordi che gli operai vedono il
certi divertimenti, pretendano di manda- Per terminare, vogliamo dire ancora Fascismo in gran parte attraverso la con-
re alle scuole superiori i loro figli. Parto- qualcosa di quei pil modesti funzionari dotta lopera l’esempio degli uomini che
no da queste persone le declamazioni che dell’organizzazione sindacale che sono in li rappresentano. Fascio e sindacato so-
spesso si sentono sugli operai scialacqua- diretto contatto cogli operai, ne sono gli no per loro una cosa sola. Si giudichi
tori e frequentatori delle osterie, e sulle ambasciatori, per non dire i portavoce. dunque, quanto sia importante che que-
loro figlie che spendono tutto quello che Dopo questi anni travagliatissimi, dopo le sto posto sia occupato da persone idonee
guadagnano per metterselo in dosso. prove che questi uomini hanno dato sa- sotto ogni aspetto e fornite di doti apo-
Orbene, andare verso il popolo, signifi- rebbe poco generoso industriarsi a ricer- stoliche oltre che di tecnica organizzativa.
ca rompere questo troppo duro e tenace carne i pochi difetti. Si pensi quanto era
diaframma di pregiudizi e di orgoglio, che pitt agevole e pili sollecito il mestiere di BERNARDO GIOVENALE
divide le classi operaie dalle altre della quei tribuni che per strappare voti e ap- direttore di fabbrica
\

MODA: UN PROBLEMA
mente sana, con vedute nette, con idee gliamento immaginandolo indossato, che

precise. L’Italia é ricca di idee: ne ven- conoseano perfettamente tutti i movimen-


de al mondo. ti che il corpo umano compie abitualmen-
Il problema é semplice e puo essere
Problema di artisti, di sarti, di pubbli- te mentre si muove e sappiano adattare
espresso in due parole: per un complesso
co: problema che richiede mentalita da ad essi stoffa, taglio, ornamenti, linea;
di ragioni di ordine etico ed estetico non
battaglia, preparazione accurata, educa- che conoscano perfettamente la tecnica
@ possibile che in pieno anno undicesimo
zione rigida, organizzazione perfetta, spi- di sartoria e di tessitura, che siano ca-
fascista noi, 0, per meglio dire, le nostre
rito pronto, volonté dura. Problema nel paci, insomma, di portare al sarto un
donne vestano alla moda francese.
quale sono coinvolti interessi industriali contributo artistico interessante e di
L’abito riceve tutti i caratteri dell’am-
imponenti, ma al quale é anche legato a grande valore pratico, e offrire al tessi-
biente in cui é creato; un abito francese
fil di ferro il nostro prestigio artistico, la tore un consiglio prezioso.
quindi non é tale soltanto perché é stato
nostra sede di indipendenza, la nostra vo- Artista raro fra noi, questo, tanto raro
eseguito a Parigi. E noi sappiamo chi
lonta di affermazione. che francamente non sappiamo se oggi
sia, cosa possa insegnare, quale conside-
Mentalita, preparazione, educazione, or- possiamo disporne di tanti da poterli con-
razione goda nel mondo, oggi, la Fran-
ganizzazione, spirito, volonta. Esaminiamo tare sulle dita di una mano.
cia. Ma c’é di pit: vestire un abito signi-
questi sei vocaboli: mentalita di batta- Raro anchee soprattutto perché le gran-
fica partecipare alle idee contenute nell’a-
glia, cioé fascista. Occorrono uomini che di sartorie francesi hanno sempre fatto
bito stesso; indossare un abito significa
sentano profondamente il Fascismo. Uo- grandi acquisti di pittori italiani, adatti
elevarlo all’onore di vestire il proprio cor-
mini che sappiano cosa si deve distrug- naturalmente ad essere istruiti e coltiva-
po, significa sceglierlo a propria divisa.
gere e comprendano perché si deve di- ti col loro concime.
Donne che sappiano comprendere J’im-
struggere. Uomini che siano capaci di L’educazione del sarto? e del tessitore?
portanza del problema non crediamo ne
curare contemporaneamente alla distru- E’ pur vero che non si pud a rigor di lo-
esistano molte; esse seguono la moda
zione delle forme straniere, la creazione gica rimproverare ad essi di trascurare
passivamente, per vecchie consuetudini
di forme nostre; che sappiano allineare i nostri artisti, se di artisti non ne ab-
© per vero e proprio snobismo, comun-
nella loro mente, e le comprendano,tut- biamo, ma é anche vero che il modo col
que forme inattive e false. Nel nostro
te quelle idee che dovranno governare la quale si creano oggi gli abiti in sartoria
ambiente elegante le donne vestono abi-
ti francesi perché cosi usa, come non pil costruzione della nostra moda nell’abbi- e si eseguisce la cattiva copia dei tes-
tardi di quaranta o cinquanta anni or gliamento: non idee pazze, ma idee pra- suti stranieri desta un senso di grande
sono infioravanoil discorso di parole fran- tiche e realizzabilissime. Che penetrino pena.
cesi e parlavano con l’erre moscio per- quella cosa nebbiosa e passiva che é la L’educazione del pubblico? Questa sara
mente di una donna, e che sara la posi- la pitt grande battaglia e da essa dipen-
ché allora usava cosi, e come fino a dieci
anni or sono consideravano somma ele- zione nemica che bisognera conquistare dera la vittoria; e percid sarebbe bene
distruggendo tutto quanto mezzo secolo sorprendere il pubblico a preparazione
ganza recarsi di tanto in tanto in devo-
to pellegrinaggio alla «ville lumiére». di cattivo gusto francese pud aver radi- compiuta, con cose realizzate seriamente.
Oggi che italiani e stranieri guardano ne- cato in essa. Uomini che abbiano quel E solo quando artista, sarto e tessitore
cessariamente a Roma, a Parigi vanno meraviglioso senso di indovinare il « mo- saranno alleati nella buona causa. Quan-
soltanto, due volte all’anno, i nostri sar- mento giusto», di conoscere esattamente do saranno superate le difficolta piccole
ti ad acquistare brutti abiti. quando la preparazione potra dirsi com- e grandi della complessa organizzazione

Perché sono soprattutto brutti gli abiti piuta e quando il risultato potra farsi e della difficile preparazione.
francesi; brutti non solo perché sono sta- sentire: il gran senso mussoliniano di La volonta caparbia e la resistenza ad
ti creati con concetti artistici opposti ai stabilire date esatte in epoche opportu- ogni fatica sono due attributi tipicamen-
nostri, perché hannoin sé la fragilita e ne. Che non si facciano illusioni arbitra- te italiani, e nella soluzione di questo
la leziositaé ditutto un mondo che ci 6 rie, ma comprendano perfettamente la problema bisogneraé far buon uso dell’u-
estraneo, perché richiedono alla donna nostra impreparazione e la nostra quasi na e dell’altra cosa. Sara facile e inevi-
di rovinare la sua struttura fisica com- assoluta incapacita attuale. E’ un proble- tabile commettere errori, le prime cose
promettendo seriamente e sovente ine- ma di artisti, questo, e per il quale man- che si faranno saranno brutte, si rasen-
vitabilmente la disposizione alla sua pit cano gli artisti preparati. E per risolver- tera Vorlo del fiasco, ma si dovra corag-
alta funzione naturale, ma sono brutti lo é assolutamente necessario, in primo giosamente resistere ad ogni costo. L’er-
anche perché sono veramente e indiscu- luogo, formare gli artisti, affidandone la rore pill grave, e che tuttavia prevedia-
tibilmente brutti. preparazione a scuole adatte, cioé crean- mo, sara quello di copiare, insensibilmen-
La moda francese é rappresentata da do scuole o corsi di specializzazione in te e-inevitabilmente, quel dettaglio di
un edificio grandioso, stupefacente, ma scuole gia esistenti. Intanto vedere chi forma o quel complesso di linea dal qua-
che non ha né ebbe mai fondamenta fat- pud essere arruolato subito, chi disponga le si doveva star lontani, e in questo la
te di solidita artistica. Ne testificano gli gia di una sufficiente preparazione tec- preparazione deve svolgersi con rigidita

abiti prodotti in qualunque epoca nelle nica, artistica e culturale. Metterli alla assoluta. Del resto bisognera anche con-
prova ed al lavoro, drizzandone le even- fidare nel nostro gusto e nel nostro cli-
grandi sartorie francesi. E’ un edificio di
carta al quale deve essere facile dar fuo- tuali inclinazioni sbagliate. ma politico, capace veramente di ispira-
co, che occorre demolire. Demolire con la Occorrono artisti che abbiano innato re la creazione di un lavoro d’arte. Solo
critica. ragionata, con la dimostrazione quel gran senso di eleganza che non si cosi si dovra combattere questa battaglia
impara. a scuola, che sappiano costruire con la certezza di giungere alla vittoria.
pratica.
Demolire e ricostruire. Ricostruire con un abito o un qualunque oggetto di abbi- MARIO SORESINA

30
‘ae eae | 0
(OVVERO DEL CINEMA)
Credo che si sia tutti d’accordo in Ita-
lia sulla necessita di creare una indu-
stria cinematografica forte e sana e, quel
che piu conta, artisticamente moderna e
perfetta. Non esitiamo a dire che é que-
sta, ormai, una questione di prestigio
nazionale: finora si é potuto dire che
una cinematografia nazionale avanzata e
convenientemente pregiata in Italia e
fuori d'Italia sarebbe stata utile sia eco-
nomicamente che politicamente. Oggi con-
viene andare pili in 1a e credere che es-
sa @ necessaria a compiere il prestigio
che in ogni angolo del mondo gode I’Ita-
lia, nella sua storia antica e recente, nei
suoi originalissimi ordinamenti politici,
nella forza espansiva irresistibile del suo
lavoro. La cinematografia italiana é ne-
cessaria all’Italia per completare il qua-
dro suggestivo del suo progresso nel de-
cennio di Regime Fascista.
Su questo punto, dicevo, non esiste op-
posizione. Dove le opinioni cominciano a
divergere, dove ognuno vuol dire la sua,
é nei mezzi idonei per raggiungere lo
scopo. Noi siamo certi che la grande in-
dustria cinematografica italiana, (cioé le
due case che producono regolarmente del-
le pellicole), @ pienamente convinta di
fare tutto quanto pud; e fors’anche é
orgogliosa del suo lavoro, nella presunzio-
ne di aver giovato in qualche modo al-
Yeconomia nazionale e al prestigio del-
l'Italia fascista nel mondo.
Tutto é relativo. Ripensando alla storia
della nuova industria cinematografica no- sé una parte di quella stessa merce che Chi dunque, e in che modo, dara all’I-
stra, un tal sentimento si comprende e si a@ caro prezzo aveva fino allora importata. talia la sua cinematografia?
giustifica anche troppo. Il fu Pittaluga, Giustificato in tal modo il nascere del- Il lettore non si aspettera certo da noi
creando i vasti e complessi stabilimenti lindustria, potremo renderci conto che nome e indirizzo degli uomini che rispon-
di via Vejo, aveva presente, lui commer- essa € perfettamente nel vero quandori- deranno coi fatti alla domanda che corre
ciante, la merce che gli passava per le tiene di essere riuscita nello scopo pre- ormai su tutte le bocche: ma una cosa
mani: ossia il 100 per 100 della mediocri- fissosi né potremolamentarci del cambio possiamo dire, che saranno uomini nuo-
ta cinematografica dominante nel mon- tra certe pessime pellicole straniere e le vi. Saranno i primi che si metteranno
do dopo l’avvento del cinema sonoro. Egli pellicole italiane, sempre mediocri, pessi- all’opera con una fede cieca nelle proprie
volle acquistare un certo grado di indi- me quasi mai. capacita; saranno i primi che sapranno
pendenza di fronte ai suoi fornitori e si Questa sete di mediocrita, questo spiri- tagliare i ponti col passato, che sapran-
appagava, probabilmente, che la sua in- to imitativo soffoca in modo irreparabile no dimenticare tutto quello che é@ stato
dustria restasse allo stato potenziale e e definitivo l’industria cinematografica fatto negli anni della gloria come in
gli giovasse da un lato a offrire meno di italiana quale essa é in questo momento. quelli della ignavia; saranno i primi che,
quanto gli veniva chiesto per le pellicole Lasciamo dunque che le due case roma- messisi con animo semplice davanti alla
importate, dall’altro a riempire i vuoti ne lavorino tranquillamente nel campo macchina da presa, al microfono, alla
delle programmazioni che il decadere del-
che si sono proposte di coltivare, e depo- pellicola vergine e alle luci ascolteranno
la produzione americana e tedesca mi-
niamo in modo definitivo la speranza solo le voci interne; i primi che daranno
nacciava paurosi. In ogni caso, la risor-
che di 1a arrivi, non solo agli italiani, retta al proprio gusto di spettatori e si
gente industria cinematografica naziona- ma alle genti d’ogni nazione, il verbo proporranno, percid, non di imitare quel-
Je non aspirava a nulla di pit che a una
nuovo. Tersite non pud togliere a Ercole lo che si é visto, ma di fare cose in tut-
aurea mediocrita: volle insomma, far da il carico delle sue fatiche. to diverse; saranno i primi che passeran-
scultura, la rivoluzione. Il riformismo e

SN Orie ina
no all’azione fra quanti sanno che cine-
ma sonoro, cinema muto e teatro sono tre il liberalismo sono morti nel campo arti-
cose distinte e inconfondibili. stico come nel campo politico; e gli arti- Vers un Nouvel Humanisme
Queste nostre affermazioni possono sem- sti italiani si gloriano di avere ricono-
brare troppo facili e presuntuose a quan- sciuto e imposto a sé stéssi questa metes-
sita prima di quelli di ogni altro paese
WALDEMAR
ti hanno sentito dire che il problemaci-

“4.0.0 NeG-S 3M, DLN Odi D>» 2S.4,G:


nematografico italiano é irresolubile per e, lode al vero, prima chei politici siessi.

mancanza di mezzi. Mancano i quattrini, Contro il vecchio mondo cinematografi-


si ripete da anni, mancanoi teatri, man-
cano gli attori, mancanoi direttori, man-
co, marcio e vuoto, una schiera di gio-
vani animosi, intelligenti, preparatissimi,
GEO RU ES
cano i soggetti, mancano le canzoni, man- muove battaglia; e muove con tali in-

PROFITS
cano i tecnici, mancano gli operatori. tenti e con un cosi ricco bagaglio di idee,
SeRE

Non so che altro sia mancato ai cinema- che nessuna coalizione, nessun giuocodi
tografari italiani, in questo poco tempo interessi, nessun sofisma pud arrestarli

ET PERTES
che lavorano: e tanto ne sono convinti, soffocandone le vive energie. E destino
che hanno via via provato a importare dei morti essere seppelliti e lasciare il
Yuno o altro elemento, secondo che nel- posto ai vivi: non c’é ragione che nel
la giustificazione della mancata riuscita mondo cinematografico le cose debbano

DE ART
della pellicola precedente si era parlato andare diversamente. Al disopra delle
dell’una o dell’altra mancanza. Sono ve- posizioni personali, al disopra degli inte-
nuti gli ingegneri, sono venuti gli atto- ressi dei singoli o, sia pure, delle potenti

CONTEM.
ri, sono venuti i direttori, sono stati com- organizzazioni finanziarie, c’é in Iialia
prati soggetti e canzoni senza che le cose qualcosa di pill grande, di pil poiente,

‘J11AISNIDXS
cambiassero; ma anzi cristallizzandole di pil rispettabile: l’interesse della Na-

PORAIN
sempre pit fino a cadere nel viziaccio di zione. E, ripetiamolo ancora una wolta,
Onan, ché tale é l’imitazione di sé stessi. la risoluzione del problema cinemaiogra-
Tanto gli pareva di aver fatto bene, ai fico @ ormai una questione di prastigio
cinematografari di via Vejo! Né hanno nazionale. Sia pure, come da qualcuno
fatto di meglio coloro che hanno a suo si é affermato, un puntiglio: é un punti-
tempo esclamato: « Glielo fard vedere io, glio nobile e degno della nuova wita e
come si fa il cinematografo» e per far delle nuove fortune d'Italia.

NOSIVW
meno fatica nell’importazione degli ele-
menti tecnici si-sono portati addirittura
GIULIO SANTANGELO Pi Beale Neda US Rete
una scelta di attori a Berlino.
Ecco l’errore capitale. I denari ci sono ARCHITECTURE
stati e ci sono. La massima casa cinema-
tografica italiana dispone di capitali de- ART DECORATIF

NG
Siamo veramente troppo generosi. Que-
gni di una compagnia di navigazione e
uno dei suoi amministratori ha dimostra- sta sembra una piccola rivista, unu «ri- ART THEATRAL

ZYAIT
to, poche settimane or sono, che il mer- vistina». Ebbene: le sue 32 pagine, le sue
cato interno basta da solo ormai perri- 96 colonne, contengono come tipagrafia ART POPULAIRES
pagare la media spesa di una pellicola.
la quantita di un volume normale di 234
I teatri si sono fatti, e sono anche trop-

"SIVONWYd
pagine (come cervello molto di will). -
po perfetti per quello che richiedono i
Cioé, con i 14 disegni e le 8 tavole juori- ‘
progressi successivamente realizzati dal-
la tecnica. Gli attori, i direttori, gli ele- testo, di un volume che si metierebbe in
32 reproductions
menti tecnici di ogni sorta, indigeni, im- vendita a ventiquattrolire, a buttarlovia.
portati o di nuova formazione, ci sono.
Eppure non si esce dalla mediocrita. Non Paine GD ies
3.0) de

appare dunquearrischiato affermare che


solo si puo agire, per ottenere un vero e Tl prossimo fascicolo di « Quatante »
soddisfacente progresso, sul terzo lato del che sara messo in vendita ai primi di giu-
triangolo della produzione del cinema. “LE CODE DE L'ART
slavd SNA edsio bass

gno, sara dedicato alla V Triennalle.


Il problema da risolvere é il problema
DE DEMAIN,
estetico; ma inutile sarebbe sperare di
giungere a una risoluzione radicale di
questo problema attraverso una evolu-
“LE PROCES DE L'ART
zione 0 un progresso. Ci vuole, come in MASSIMO BONTEMPELLI &
D'AUJOURD'HUI
ogni altro campo della vita moderna, ci piRETTORI; P. M. BARDI DIEETTORE
ii vuole nella cinematografia comenella let- SOCIETA GRAFICA G. MODIANQ*
ae

teratura, nella architettura come nella €GORSO@ KX VII o TT 6

32
A meta di maggio
il nuovo romanzo d 4
peso eyy e@ 58
a= ef
aS O autore di Un’ avventura a Budapest

ja
i. 10

E questo il nuovo libro dell’Autore di quella “Avventura a Budapest,, giun-


ta in pochi mesi alla VII edizione in Italia, e ormai famosa per verdetto di
pubblico e per giudizio della critica mondiale.
‘Via Bodenbach,, una avventura di viaggio.
Bastano poche ore, basta che un bel viso fresco di fanciulla, un vecchio ma
piu maturo che vecchio, un ragazzino, ma non del tutto ragazzino, e un
uomo qualunque, un maschio tra il romantico e il positivo, e fornito di una
sua lucidita sbrigativa come ce ne sono tanti, si trovino a respirare I’ atmo-
sfera provvisoria di uno scompartimento ferroviario, perche una comunione
ambigua si formi e la fantasia si sbrighi e il cuore batta affannosamente su
un ritmo celere, scandito di tappa in tappa, di dubbio in dubbio, di deside-
rio in desiderio, dalle pause che segnano gli accorgimenti con cui Ciascuno,
tentando di celarsi, rivela la propria intimita.
Questo volume, che appare contemporaneamente nelle principali lingue, con-
ferma per originalita, costruzione e schiettezza di ispirazione |’ arte attualis-
sima di Ferenc Kérmendi.

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ALLEMAGNE: JULIUS POSENER — ANGLETERRE: W.W. WOOD
AUTRICHE: EGON RISS — BELGIQUE: EMMANUEL HENVAUX
BULGARIE: LUBAIN TONEFF — ESPAGNE: GUITIERRE SOTO
ETATS-UNIS: ANDRE J. ROBIN — GRECE: GEORGES KALYVAS
HONGRIE: GEORGES MASIREVICH — ITALIE: P. M. BARDI
POLOGNE: SZYMON SYRKUS — PORTUGAL: PARDAL-MONTEIRO
SUEDE: VIKING GOERANSSON — U.R.S.S.; NICOLAS ILYINE
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YOUGOSLAVIE: L. ILITCH ET S. PLANITCH

ANDRE BLOC, DIRECTEUR - M™M. E. CHAEN, SECR. GENERAL » PIERRE VAGO, REDACTEUR
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