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GENNAIO' 1993 - N. 1 -ANNO XX II - Sped. Abb. post, gr.

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22 ANNI BEN SPESI
uardate Elettronica Pratica di questo mese, ripassatela attentamen-
G te e nei dettagli. La riconoscete? Ma certo è la sana e bella ragazza
di sempre ...
Solo che a ventidue anni compiuti (infatti è nata nel 1971), adulta e sicu-
ra di sè come si sente, ha voluto farsi notare.
Ha cambiato, come si dice oggi, look, o meglio per esprimersi in bell'ita-
liano, si è tutta azzimata per il piacere dei suoi estimatori perchè anche
l'occhio vuole la sua parte.
Le intenzioni però rimangono concretamente sempre le stesse, anche se
con tante idee nuove e progetti in più.
Con la sua nuova veste Elettronica Pratica si farà guardare da molti più
ammiratori senza deluderne nessuno, perchè continuerà ad essere prati-
ca e chiara, piena di contenuti seri e collaudati. L'elettronica è una scienza
affascinante: solo se la si capisce bene dà buoni risultati.
Giorno dopo giorno entra sempre più dentro ad ogni aspetto della no-
stra vita. Chi la conosce e la "domina" è un individuo che oltre ad essere
invidiato e rispettato non ha nessun problema di inserimento sociale.
Conoscere l'elettronica significa garantirsi economicamente presente e
futuro ed assicurarsi la serenità, uno dei valori più preziosi per vivere
con soddisfazione e divertimento i nostri giorni.
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ELETTRONICA PRATICA, rivista mensile. Prezzi: 1 copia L. 6.000. Arretrato L. 12.000. Abbonamento Italia per un anno: 11 fascicoli con tester
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no, Via G. Govone, 56. La pubblicità non supera il 70%. Autorizzazione Tribunale Civile di Milano N 74 del 29-12-1972. Stampa: Litografica,
Via L. Da Vinci 9, 20012 Cuggiono (Ml). DISTRIBUZIONE A.&G. Marco, Via Fortezza, 27 - 20126 Milano - tel. 02/2526.
Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria riservati. I manoscritti, i disegni e le fotografie, anche se non pubblicati non si restituiscono. La rivista ELETTRONICA PRATICA
non assume alcuna responsabilità circa la conformità alle vigenti leggi a norma di sicurezza delle realizzazioni.

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ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 1


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• a punto di un nei vari punti di un circuito più la placca fosforescente di far danni un relè scatta
radioricevitore. in riparazione. diventa luminosa. provvidenziale.

4 Electronic news
6 Il multimetro
12 Antifurto magnetico
18 Generatore modulato
24 Conduttori ed isolanti
25 Sistema di controllo a distanza
26 Utile relè antigelo
34 Magnetizzatore smagnetizzatore
40 Sonda a radio frequenza
46 Una radio per amica
50 L'occhio magico
54 Galleggiante elettronico
56 Lettere dei lettori
59 Kit: i sempregiovani
63 Mercatino
Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE
responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492 UFFICIO ABBONATI • Tel. 0143/642232
Massimo Casolaro 0143/642493
fax 0143/643462 L'abbonamento a
Direttore esecutivo:
Carlo De Benedetti AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
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ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 3


ELECTRONIC NEW S
SALDATORE A GAS
Vi siete mai ritrovati a tentare di stagnare un filo staccato
scaldando un saldatore dalla resistenza bruciata con un
accendino? Chi ha progettato questo saldatore a gas per
circuiti elettronici doveva saperla lunga al proposito.
Esso infatti sembra nato apposta per l'impiego in condi-
zioni precarie. È dotato di un serbatoio di ricarica per il
gas come un normale accendino, ma la sua fiamma anzi-
chè accendere le sigarette, riscalda la punta di rame di un
saldatore a stagno. Quindi niente filo per la corrente e mas-
sima libertà di movimento. La potenza del saldatore con-
sente inoltre piccole fusioni di metalli come oro e argento
e l'impiego come taglierina per oggetti sensibili al calore
come la plastica. Costa lire 39.000. D. Mail (50136 Firen-
ze - Via Luca Landucci, 26 - te!. 055/8363040).

LIVELLA INTELLIGENTE
Questa livella dà l'indicazione elettronica di raggiunta
misurazione: se impostiamo una pendenza del 10% ciac-
corgeremo che i due led spia si spengono entrambi quan-
do la livella è inclinata del 10% rispetto al piano mentre
viene emesso un segnale sonoro. Se la pendenza è supe-
riore o inferiore a quella desiderata rimane acceso uno
solo dei due led. Va da sè che una misurazione così è
impossibile da ottenere con la normale livella a bolla d'a-
ria che lavora solo su piani orizzontali o verticali. L'ali-
mentazione è realizzata con una batteria radio a 9V po-
co ingombrante e leggera. Costa lire 49.000.
D. Mail (50136 Firenze - Via Luca Landucci, 26
tel. 055/8363040).

COMPLETO CENTRO
Vedendola si stenta a crederci, questa è una
radio, ma che radio! Le gamme d'onda co-
perte in ricezione vanno da 100 kHz ( onde
lunghe e lunghissime dove trasmettono sta-
zioni speciali e potentissime che possono es-
sere ricevute in tutto il mondo e persino dai
sottomarini in immersione) fino a 2036 MHz
(microonde dell'ordine di pochi cm dove può
succedere di captare indecifrabili segnali pro-
venienti da stazioni meteorologiche orbitanti
o addirittura dalla profondità dello spazio
siderale, la cosiddetta musica celeste). Solo
10 anni fa non si sarebbe potuto immagina-
re niente di simile.
Il circuito di sintonia è un classico superete-
rodina a tripla o quadrupla conversione da
cui deriva una perfetta separazione delle sta-
zioni anche quando sono limitrofe.
In più la scansione automatica per la ricerca
veloce permette di esplorare 20 canali al se-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 4
ELECTRONIC NEW S
CINEMA DIGITALE
Per gli amanti del buon cinema, c'è qualcosa di davvero straordina-
rio all'orizzonte. Un altro oggetto da viaggio o da compagnia davve-
ro molto, molto sofisticato: il Video Walkman GV S-50.
Si tratta di un vero e proprio studio televisivo compatto dalle carat-
teristiche qualitative che non hanno nulla da invidiare alle apparec-
chiature di maggiori dimensioni. Le dimensioni sono quelle di un co-
mune libro e in esso troviamo un video-registratore Video 8 in grado
di leggere anche le cassette registrate con il sistema Hi-8 e quelle con
il sistema americano NTSC. La riproduzione delle immagini avviene
attraverso uno schermo a cristalli liquidi a matrice attiva a colori di
4" mentre il suono giunge in modo stereo Hi-Fi attraverso l'uscita
cuffia. Collegandolo ad un televisore si possono effettuare registra-
zioni come da un normale videoregistratore da tavolo ma, con un
accessorio, che altro non è che un sintonizzatore-timer, è possibile
ZUCCHERI programmare e registrare fino a sei trasmissioni in un mese, in modo
del tutto autonomo.
sono CONTROLLO
Le striscioline reattive per determinare la gli-
La sua alimentazione multipla permette l'utilizzb dell'oggetto sia in
modo autonomo, a batterie, che collegato attraverso l'alimentatore
ad una rete di corrente qualunque, senza importanza per il voltag-
cemia del sangue possono essere valutate a gio, per cui lo si può utilizzare in qualunque parte del mondo.
occhio a seconda del colore che assumono; Ah, dimenticavo, se avete l'autista, il GVS-50 funziona anche allac-
la lettura però risulta un po' approssimati- ciandolo alla batteria dell'auto, attraverso l'adattatore collegato al-
va. Se ne desideriamo una molto precisa ci l'accendisigari. Sony Italia (00100 Roma - Viale SS. Pietro e Paolo, 50
occorre il Refloflux, uno strumento che per te!. 06/5924555).
riflessione valuta il colore della strisciolina
e ci dà il valore della glicemia sul display a
cristalli liquidi. II Refloflux inoltre può me-
morizzare i dati di una serie di letture per
poterli confrontare oppure per trasmetterli
al diario elettronico che può memorizzarne
fino a 250 gruppi. Costa lire 150.000.
Boehringer Mannheim (20126 Milano - Via
S. Uguzzone, 5 - te!. 02/25281).

DI RADIOASCOLTO
condo e di memorizzare fino a 400 stazioni.
La sensibilità è altissima e permette di ascol-
tare segnali appena percettibili, addirittura
di un microvolt (1 milionesimo di volt).
Permette di rendere intelleggibili tutti i tipi
di emissione radio in uso fra i radioamatori.
Il display di lettura, retro illuminato e a cri-
stalli liquidi, dispone, oltre a tutte le indica-
zioni di canale, frequenza, modo, ecc., di un
orologio digitale utilizzabile anche come timer.
Il ricevitore funziona a 13,8 volt di alimen-
tazione, può cioè essere usato in auto o in
barca senza accorgimenti particolari.
In casa viene collegato alla rete luce tramite
un apposito alimentatore fornito a corredo.
Il prezzo (lire 1.750.000) risulta convenien-
te se paragonato alle prestazioni del radio-
ricevitore.
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ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 5
CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA

RIMI Scopriamo i vantaggi


del multimetro digitale messo
a diretto confronto con il tester
classico. Valutiamo l'impedenza
. 3 SI
d'ingresso degli strumenti e i tempi
di misura. Impariamo a leggere
i display, sia quelli digitali
sia quelli a lancette,
e ad identificare le portate o scale
di misura. Inseriamo ed utilizziamo
i puntali nel modo più corretto.

IL MULTIMETRO (PRIMA PARTE)


a misura delle principali grandez- sua precisione, dal fatto di dover giu- Un altro vantaggio che un D.M.M. of-
L ze con cui abbiamo a che fare nel
campo dell'elettricità, e cioè tensione-
dicare ad occhio l'effettiva posizione
dell'indice fra le varie tacche delle sca-
fre, nel suo funzionamento come volt-
metro, rispetto al vecchio tester, è che
corrente-resistenza, viene normalmen- le corrispondenti alle diverse portate. si tratta di uno strumento elettronico (e
te eseguita con uno strumento unico Negli ultimi anni, si sono decisamente non elettrico), che quindi offre una re-
evidentemente pluriuso, in grado cioè affermati gli strumenti cosiddetti digi- sistenza d'ingresso molto più elevata,
di funzionare indifferentemente, con tali (anche qui dall'inglese digit = nu- paragonabile (guarda caso) a quella del
semplici commutazioni, da voltmetro, mero, cifra); in questi strumenti l'indi- vecchio voltmetro elettronico ana-
da amperometro o da ohmmetro. cazione del valore della grandezza sot- logico.
Fino a pochi anni fa gli indicatori usati to misura viene espresso direttamente Infatti un normale voltmetro analogi-
erano a lancetta, in pratica consistenti con il numero corrispondente a questo co presenta una resistenza interna sui
in strumenti elettromagnetici "a bobi- valore. 20.000 0 per volt di fondo scala: ciò si-
na mobile", nei quali cioè la grandezza Pur trattandosi sempre di tester univer- gnifica che, per esempio, in corrispon-
sotto misura forniva direttamente l'e- sali, la denominazione più affermata è denza di una scala da 3 V, la resistenza
nergia per far muovere l'indice sull'ap- quella di multimetri digitali, abbrevia- che i puntali del tester applicano in pa-
posita scala. to in D.M.M. (tanto per cambiare, nel- rallelo al circuito sotto misura è di
la dizione inglese). 60.000 n, valore che può anche risulta-
Se confrontiamo quello che può essere re dello stesso ordine di grandezza ( o
STRUMENTI ANALOGICI il tipo di lettura di una tensione di 12 addirittura più basso) della resistenza
V misurata su una vecchia scala ad in- d'ingresso del punto in cui si effettua la
Il nome attribuito a questi dispositivi dice e quello su una scala numerica, ri- musura.
era quello di tester universale (dall'in- sulta evidente come questa seconda vi- Il tester quindi, per muovere la sua lan-
glese test = misura, prova). Questo si- sualizzazione sia più precisa, nonchè più cetta, sottrae energia al circuito sotto
stema, considerando le numerose scale diretta e quindi di più facile lettura: in- misura, che ne viene quindi influenza-
di misura necessarie, richiedeva molta fatti è possibile leggere anche i decima- to, e la lettura risulta falsata.
attenzione nell'impiego e comunque la li dopo il 12. I multimetri digitali presentano invece
misura risentiva, per quanto riguarda la Ma non è tutta qui la differenza. una resistenza d'ingresso di almeno

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 6


L'interno dei due tipi di strumenti: il tester classico e il multimetro digitale. Nel primo la lettura avviene
direttamente sullo strumento a lancette, nel secondo viene eseguita da un circuito integrato e poi evidenziata
sul quadrante a cristalli liquldi. La lettura a lancetta è meno precisa, quella a display è molto precisa e immediata.

qualche MO (oltretutto costante), talchè


essi in pratica non alterano minimamen-
te il vero valore di tensione da misurare.
C'è tuttavia una caratteristica almeno
che resta a vantaggio del classico stru- La difficoltà di lettura o
mento a lancetta: appunto ... la lancetta! del display a lancetta
Supponiamo per esempio di misurare sta nel fatto di dover
identificare, tra le varie
un valore elettrico variabile con rapidi- presenti, l'esatta scala:
tà, come per esempio il segnale d'usci- l'operazione richiede
ta di un amplificatore di B.F.; l'occhio pochi secondi ma non
umano accetta le rapide variazioni del- è comunque immediata.
l'ago, direttamente correlate alla misu-
ra che si sta eseguendo, mentre risulta
molto meno immediatamente compren-
sibile il rapido susseguirsi di numeri che
si rincorrono nel display numerico.
Questo innanzitutto avviene perchè,
mentre il tester analogico dà una misu-
ra continua nel tempo, il multimetro di- Il display digitale
consente una lettura
gitale esegue, sulla grandezza da misu- immediata e precisa
rare, una lettura cadenzata, in questo grazie ai numeri di grande
caso particolare ogni secondo: e ciò, an- dimensione che appaiono
che se il numero "digitato" appare fer- sul quadrante.
mo (in altre parole, la circuiteria inter-
na fa sì che, ogni secondo, venga "cam-
pionato" il valore elettrico presente sui
)))

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 7


IL MULTIMETRO
NEG. POS.
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PILA 4,5V
Multimetro digitale commutato per misurazione di correnti continue. Viene misurata una pila da 4,5 volt
sulla portata di 1000 V per cui i decimali vengono esclusi dalla lettura. Se la lettura venisse effettuata
sulla portata 200 V verrebbe scritto un decimale (04,5) e due sulla portata dei venti volt (4,50).
Perciò se la portata è proporzionata alla lettura che si deve effettuare la misurazione è più precisa.

puntali, che poi è adeguatamente ela- Passiamo ora ad esaminare da vicino tevole interesse.
borato ed affidato al display numerico). come si presenta, com'è fatto e qual è Infine, sempre in basso ma sul lato de-
Ma la miglior leggibilità dell'indicazio- l'impiego specifico di un multimetro di- stro troviamo le tre boccole che accet-
ne analogica è anche legata al fatto che gitale. tano, a seconda dei casi, gli spinotti re-
il movimento della lancetta di per sè for- lativi ai due puntali di misura.
nisce un 'informazione visiva diretta- Diciamo subito, tanto per mettere i let-
mente legata al fatto che il segnale sot- COM'È FATTO tori sul "chi va là", che un errore nel-
to misura stia crescendo o calando d'in- l'inserimento di questi puntali può an-
tensità: per esempio, nel caso si stia mi- Riferiamoci allora alla prima illustra- che provocare un danno irreparabile al
surando una corrente, il fatto che l'in- zione fotografica del nostro D.M.M. e nostro strumento; occorre quindi un po'
dice parta velocemente verso il fondo cominciamo dall'alto, cioè dalla finestra di attenzione, e torneremo più avanti in
scala dà immediatamente la sensazione in cui si accendono i numeri (ed i sim- modo specifico su questo argomento.
di uno sbalzo forse eccessivo di assor- boli) relativi alla misura che stiamo ef- Viene fornita anche la vista fotografica
bimento, ancor prima che se ne debba fettuando, sorta di piccola lavagna lu- dell'interno dell'apparecchio, per sod-
leggere ed interpretare il valore, come minosa in cui vengono scritti i valori disfare la curiosità dei lettori (ricordia-
accadrebbe coi numeri diretti sul di- della grandezza sotto lettura. mo che si rende necessario aprirlo solo
splay numerico. A1 centro in bella evidenza e dimensio- per il cambio della pila, che del resto ha
Per quanto riguarda il tempo impiega- ne, è presente la manopola che esegue lunghissima durata).
to per fornire la misura del valore non tutte le commutazioni relative alle por- Vi si può vedere la pila in basso, il fusi-
c'è gran differenza fra i due sistemi: l'i- tate ed alle grandezze da misurare: l'am- bile sopra di essa, il circuito stampato
nerzia dell'equipaggio mobile degli stru- pia scala che la circonda riporta in mo- completo di tutti i componenti, compre-
menti analogici e la necessità di fare due do chiaro tutti i valori che è possibile so l'integrato a 40 piedini: si tratta di
o tre campionature per gli strumenti di- selezionare. un dispositivo ad altissima integrazio-
gitali richiedono mediamente 2-3 secon- Sulla sinistra in basso è presente uno ne (che contiene cioè nel suo interno
di in ambedue i casi, rendendo quindi, zoccoletto ad 8 terminali d'ingresso per qualche migliaio di componenti!) ed è
tutto sommato. l'uso di un multimetro poter effettuare misura e controllo dei esso in pratica che esegue tutte le misu-
digitale equivalente a quello di un te- parametri di un'ampia serie di transisto- razioni.
ster analogico. ri, possibilità che riveste tutt'oggi un no- Da notare poi un particolare interessan-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 8
to stampato, comincia a corroderne pi- anche in inglese.
ste e componenti, con la conseguenza Il cavo rosso dovrà, in questo caso, es-
che il D.M.M., presto o tardi, sarà da sere infilato nella boccola centrale, iden-
buttare. tificata con le unità di misura V ? mA
(su cui quindi non dovrebbe esserci
niente ... da tradurre).
LE PORTATE (O SCALE DI MISURA) Con i cavi inseriti in queste due bocco-
4,86 positivi: puntali la si possono eseguire misure di tensio-
correttam ente inseriti Normalmente, quando il multimetro ne (quindi in V), di resistenza (quindi
non viene usato, deve restarsene ... tran- in 0) e di corrente (quindi in mA): lin-

- quillo e "spento", vale a dire che l'in-


dice del commutatore dovrà essere in
posizione OFF, ben visibile al centro in
alto: è ovvio, dirà qualcuno, ma non lo
è abbastanza da dimenticarsene ogni
dicazione presente ci fornisce anche i li-
miti di fondo scala per tensione
corrente.
Infatti:
750 V AC è la massima tensione alter-
4,86 negativi: puntali rosso tanto! nata misurabile (V AC infatti sta ad in-
e nero invertiti Supponiamo ora di voler eseguire la pri- dicare i volt in AL TERNA TING
ma misura, per esempio verificando lo CURRENT, appunto corrente al-

I I
stato di carica di una classica pila piat- ternata);
t ta da 4,5 V. 1000 VDC è la massima tensione con-
4 Si tratta quindi di misurare una tensio-
ne, e precisamente in corrente continua
tinua misurabile (VDC infatti sta ad in-
dicare i volt in DIRECT CURRENT,
(essendo la pila il tipico generatore di che come già sappiamo è la corrente
1: la lettura supera la portata questa forma di energia): ma sul pan- continua);
occorre usarne una superiore nello del nostro strumento (e pressochè 200 mA è ... autospiegante!
di tutti gli altri strumenti del genere) Ecco ora necessario il richiamo ad una
cercheremo invano le parole: TENSIO- cosa già accennata: dobbiamo essere
NE, CORRENTE CONTINUA (e ter- ben certi di non aver infilato per errore
mini analoghi). la spina rossa nella terza boccola (o la
In primo luogo, non c'è spazio suffi- prima in alto), quella cioè contrassegna-
ciente per nessuna parola completa, e ta con 10 ADC (cioè 10 ampère conti-
1591: lettura di 1,5 V ci si deve abituare alle abbreviazioni che nui), in quanto questo provocherebbe
abbondanti eseguita sulla contraddistinguono tutte queste "semplicemente" un cortocircuito fra i
portata dei 2000 millivolt. punti di misura, con danni anche rile-
grandezze.
Poi, ci si dovrà abituare anche ad una vanti (se le correnti erogabili possono
cosa più importante, e cioè al fatto che essere elevate). Sì, è vero: l'errore è pac-
tutti questi termini tecnici sono espres- chiano, ma... capita, ragazzi, capita!
te, e cioè la molla sulla sinistra dell'in- si (e quindi anche abbreviati) in lingua Il display, dal canto suo, dopo un bre-
tegrato: essa serve a collegare alla mas- inglese, vista quella che è l'origine del- ve rimescolio nei numeri appena porta-
sa comune la bandella di stagnola che la tecnica e della tecnologia della secon- to il commutatore su scala DCV 1000,
è all'interno del coperchio posteriore, in da parte del nostro secolo. Allora veri- se ne sarà rimasto sostanzialmente tran-
modo da realizzare una buona scherma- fichiamo subito la dicitura che dobbia- quillo sullo 000, col segno che vi lam-
tura elettrica per tutto il circuito. mo aspettarci: peggia davanti a tratti.
Visto che stiamo parlando dell'interno corrente continua = DIRECT A questo punto (e solo a questo punto)
dello strumento, approfittiamo per CURRENT si potranno appoggiare i puntali ai ter-
prendere atto di alcune precauzioni da tensione == VOLTAGE minali della pila, supponendo di averli
rispettare rigorosamente. L'abbreviazione diventa così DCV; per applicati giusti: il nero al negativo (è la
Quando cambiamo la pila, facciamo abituarci a stare ... "dalla parte dei bot- bandella più lunga) ed il rosso al po-
ben attenzione a non danneggiare i toni", selezioneremo in partenza il va- sitivo.
componenti elettronici e, ancor di più, lore massimo di portata: quindi il com- Leggeremo quindi 004; fate i conti de-
che non cadano dentro allo strumento mutatore sarà posto in posizione 1000 gli zeri, ricordando che il commutato-
pezzetti di filo metallico o altro. nel settore DCV. re è su 1000 V fondo scala: sono 4 V.
Per nessun motivo poi cerchiamo di to- Attenzione: il posizionamento del com- Delusione?
gliere il circuito stampato dal conteni- mutatore va fatto con i puntali o non Beh, riflettete un attimo: la lettura è cer-
tore (basterebbe sfilare 2 viti) perchè c'è inseriti o ... penzoloni, cioè non collegati tamente poco indicativa, per il sempli-
il pericolo di sgranare tutto il commu- assolutamente ad alcun componente o ce fatto che la portata scelta prevede,
tatore generale di portata: ed il suo ri- circuito. come ultima cifra a destra, appunto i
montaggio, estremamente laborioso e Ora, però passiamo ad occuparci pro- volt, quindi non ci stanno più virgola
complesso, è possibile solo da parte di prio dei puntali, e sinceramente un'ec- e decimali per le frazioni di V.
personale specializzato. cezione a quanto detto possiamo farla: Basta allora portare il commutatore sul-
E a proposito di pila, quando la cam- il cavo nero può essere e restare sem- la posizione DCV 20, che è la portata
biamo, mettiamone una a lunga durata pre inserito nella boccola COM. COM immediatamente superiore alla misura
e di tipo ermetico (nonchè di buona è l'abbreviazione di comune, non per- letta; stavolta la lettura è completa e
marca): col tempo, le pile possono per- chè si sia voluta usare una parola ita- precisa, con un bel 4,86: è la tensione
)))
dere acido, e se questo arriva al circuì- liana, ma perchè il termine è lo stesso
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 9
IL MULTIMETRO
della pila, a vuoto e nuova, che in per- spetto alla polarità prevista.
fetta efficienza è sempre sensibilmente A questo punto, pensiamone un'altra:
superiore al valore nominale. Può ca- mettiamo il commutatore sulla portata
pitare che l'ultima cifra (e cioè nel no- ancora più bassa, cioè 2000 m; m sta per
stro caso il 6), non se ne stia fissa e sta- m V (abbreviazione dell'abbreviazione)
bile, ma altaleni fra il 6 e il 7: ciò sta e quindi 2000 m V =2V di fondo scala,
ad indicare che il valore reale della ten- mentre ormai ben sappiamo che la ten-

KIT sione sarebbe in realtà compreso fra


4,86 e 4,87 e ci vorrebbe quindi una ci-
fra decimale in più, a segnare per esem-
sione che stiamo misurando è di 4,5 V,
Il fatto che su questa portata, il nostro
D.M.M. accetti solamente fino a 2 V,
PER CIRCUITI pio, 4,865 V.
Ma poi, lo stesso discorso potrebbe pre-
sentarsi per la nuova ultima cifra (il 5),
anche in questo caso non arreca alcun
danno: semplicemente, sul display si
cancellano i numeri che indicano una
STAMPATI L. 18.000 e così via: ecco perchè si parla regolar-
mente, a proposito degli strumenti a di-
lettura qualsiasi e compare solamente,
come prima cifra, la cifra l, che sta ap-
splay digitale, della "indeterminazione" punto a segnalare che stiamo usando
Dotato di tutti gli elementi dell'ultima cifra. una portata sbagliata.
necessari per la composizione In questa portata invece possiamo mi-
di circuiti stampati su vetronite surare, sempre a scopo dimostrativo, e
o bachelite, con risultati tali ERRORI DI CONNESSIONE per prendere confidenza col nostro stru-
da soddisfare anche i tecnici mento, una piletta da 1,5; anche in que-
più esigenti, questo kit contiene Supponiamo di aver collegato, nono- sto caso, riferiamoci ad una pila bella
pure la speciale penna riempita stante le raccomandazioni e la figura, fresca.
di inchiostro resistente
al percloruro.
i puntali invertiti fra loro: niente di gra- La lettura sul display sarà 1591 mV, il
ve, non ne nascono danni allo strumen- che significa (tanto per intenderci me-
to, la misura è ugualmente fattibile con glio) 1,591 V; in corrispondenza di que-
tutti i crismi della precisione (contraria- sta portata, riusciamo a sfruttare tutta
Caratteristiche mente a quanto avviene con gli stru-
menti analogici).
la sensibilità e la precisione dello stru-
mento: sottolineiamo che l'ultima cifra
Consente un controllo visivo con- Semplicemente ora la tensione letta sul a destra sono millivolt!
tinuo del processo di asporto. display è preceduta dal segno-, il qua- La prima serie di misure sin qui esem-
Evita ogni contatto delle mani con le sta appunto a segnalare che ai pun- plificata prevedeva sorgenti di tensione
il prodotto finito. tali la tensione applicata è invertita ri- a corrente continua; per la lettura di
È sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo. '
Il contenuto è sufficiente per trat-
tare più di un migliaio di centime-
tri quadrati di superfici ramate,

Il kit per circuiti


stampati è correda-
3
to di un pieghevole,
riccamente illustra-
to, in cui sono elen-
cate tutte le opera-
zioni pratiche per la
preparazione del circuito. Il suo prez-
2
zo, comprensivo delle spese di spedi-
zione, è di L. 18.000. Le richieste deb-
bono essere fatte inviando l'Importo
citato a: STOCK RADIO - 20124 MILA-
NO - Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831)
a mezzo vaglia postale, assegno
1
bancario o conto corrente postale
n. 46013207.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 10


CELLULE
SOLARI
tensioni alternate invece dobbiamo ri- Sono cellule pronte per
ferirci al settore di scala ACV, dove AC
è (ricordiamolo) l'abbreviazione di:
il funzionamento
ALTERNA TINO CURRENT = cor- e provviste, sulla
rente alternata e V è l'ormai nota faccia retrostante,
VOLTAGE. di attacchi in ottone,
Le portate sono due: 200 e 750 V. che consentono
In questo tipo di misura non c'è ovvia- il collegamento,
mente alcuna polarità da rispettare ed in serie o parallelo,
alcun segno - di cui occuparsi. Poichè di più elementi, per
la tensione alternata più facilmente a eventuali e necessari aumenti
portata di mano per la verifica di fun- di tensione o corrente.
zionamento del D.D.M. è la rete a 220 Vengono vendute in due
V, il commutatore di scala andrà posto modelli, incapsulati in contenitore
su 750 ACV: ci si dovrà aspettare di leg-
gere valori anche ben diversi dal 220, di plastica, che erogano la stessa
dato che la tensione spesso non è esat- tensione di 450 mV, ma una diversa corrente. '
tamente il valore nominale, e quindi 10
V in più o in meno (specialmente in me-
no) rientrano ancora nella norma. Modello A - 400 mA {7646 mm) L. 6.500 (spese
Se il commutatore è stato posizionato di spediz. comprese)
(stavolta supponiamo pure per errore)
su 200 V anzichè su 750, anche stavol- Modello B - 700 mA (96 x66 mm) L. 7.600 (spese
ta succederà esattamente quanto già vi- di spediz. comprese)
sto precedentemente per le tensioni con-
tinue, e cioè niente se non che sul di-
splay compare unicamente la cifra J che
sta appunto ad indicare pazientemente
che avete sbagliato portata e che quin-
di occorre procedere ad una nuova im-
postazione della scala di misura su una
PANNELLO SOLARE
portata massima più elevata di quella Collegabile con tutti
precedente. i sistemi elettrici che
possono essere
ricaricati dal sole

Dimensioni:
Le tre boccole per 31 cm x 3 1 cm x 2,5 cm
l'inserimento del puntali
di un multimetro digitale:
1) comune, il puntale nero Caratteristiche:
va sempre inserito Potenza erogata = 4W
in questa boccola Tens. use. max = l6Vcc
2) posizione del puntale Corr. max = 0,22 A
rosso quando misuriamo:
tensioni (volt) sia
in corrente continua
che alternata, resistenza
Lire 115.000
(0), intensità (ampère)
in corrente continua fino
a un massimo di 0,200
(200 milliampere). Le cellule solari e i pannelli solari possono essere
3) posizione del puntale richiesti a: STOCK RADIO - Via P. Castaldi, 20
rosso quando misuriamo 20124 MILANO, inviando anticipatamente, tramite
intensità (ampère) vaglia postale, assegno bancario o versamento
in corrente continua sul conto corrente postale n. 46013207 }importo
oltre gli 0,200 e fino corrispondente al numero e al modello desiderato.
a 10 ampère massimo.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 11


SICUREZZA IN CASA

ANTIFURTO
MAGNETICO Sensori magnetici a porte e finestre.
Doppia alimentazione: rete luce
e batteria. Impossibilità di disinserire
l'allarme togliendo la corrente
a~'appartamento. Impossibilità
di fermarlo se non si sa dov'è
l'interruttore di reset. Chiunque
si introduca furtivamente in casa nostra
verrà messo in fuga dal frastuono creato
da questo dispositivo alla portata
di qualsiasi hobbista.

I I
I I I
e hi ricorda in Caccia al ladro di Al-
fred Hitchcock, le avventure de "il
gatto"? Quel ladro gentiluomo costret-
il derubato che con il suo comporta-
mento fa di tutto per essere colpito.
In realtà dissuadere un ladro "moder-
11 to a difendersi la "reputazione" insidia- no" dal derubarci è una cosa alla por-
Mi ta da un impostore che, sfruttando la tata di tutti; una luce che si accende al-
i sua stessa tecnica, compiva furti di l'improvviso, una sirena che si mette a
l gioielli negli alberghi che si affacciano suonare, addirittura le scritte "attenti al
i sull'affascinante Promenade des An- cane" o "segnale dall'allarme inserito"
ì ! glais a Nizza. sono spesso sufficienti a dissuadere i
I malintenzionati.
r I Povero gatto: se vivesse ai nostri gior-
t
I ni, con tutti i dispositivi antifurto che A questo punto, convinti come siamo
I
!

-
I
ci fornisce la tecnica moderna, non met- che un antifurto possa essere di grande
terebbe a segno nessuno dei suoi colpi utilità resta un solo problema: il costo.
e nemmeno attirerebbe la curiosità e la Un apparato commerciale appena pas-
I • simpatia di belle e ricche americane in sabile costa centinaia di kilolire; alcuni
I vacanza; chissà come si troverebbe alle sono costruiti e venduti da "gatti" che,
I ormai abbandonata l'antica professio-
prese con sensori magnetici, raggi laser,
! I avvisatori di prossimità, ultrasuoni. ne ed essendosi imborghesiti, rubano di-
I veri "gatti" ai giorni nostri sono sem- rettamente dalle tasche migliaia di ki-
i pre più rari e i furti vengono compiuti lolire; così una volta installato, l'anti-
I , I ' da gente che non vuole correre troppi furto diventa inutile perchè per acqui-
I \ I
I
1,
rischi; così rompono un vetro della starlo siamo rimasti al verde!
I
macchina per rubare l'autoradio, si ar- Noi però possiamo provare ad autoco-
Conviene mettere il sensore rampicano per i ponteggi delle case in struire un semplice antifurto dalle buo-
sul battente e la calamita ristrutturazione, più spesso prendono ne prestazioni, la cui realizzazione è al-
sulla porta In quanto quest'ultima l'ascensore come noi comuni mortali. la portata di tutti perchè non richiede
non deve essere raggiunta da fili. Il miglior complice del ladro è proprio nè la realizzazione di circuiti stampati
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 12
nè tarature a fine lavoro. Sul pannello di comando
Il numero dei componenti è limitato, il sono visibili i pulsanti "test"

=p,
loro costo irrisorio e c'è in più la possi- e "reset" azionando i quali si può
innescare o fermare il segnale
bilità di usare materiali recuperati. d'allarme. Da questo partono:
Se si esclude l'SCR, che deve essere il un filo nero per l'alimentazione,
tipo C106, tutto il resto lo possiamo due fili rosso e nero
procurare recuperandolo da qualche
vecchio apparato elettronico Surplus.
per la suoneria e un cavetto
per il circuito dei sensori.
[ causo

LA RETE DI SENSORI

Una serie di sensori magnetici viene si- L'interruttore vero e proprio


stemata in prossimità di ciascuna por- è un bulbo di vetro contenente
ta e finestra da proteggere; questi sen- due contatti a lamelle flessibili,
sori altro non sono che interruttori che questi sono normalmente aperti
ma quando viene avvicinata
sono normalmente chiusi quando si tro-
una calamita si chiudono
vano vicino ad un magnetino, ma che determinando passaggio
si aprono non appena questo viene al- di corrente. Nel nostro circuito
lontanato. Ora se montiamo il sensore questa corrente fa il giro di tutti
sullo stipite di una porta ed in prossi- i sensori e va a massa se non
mità di esso (però sul battente) appli- ne trova aperti. Altrimenti
chiamo un magnete l'interruttore sarà parte il comando che innesca
l'allarme.
"chiuso" quando la porta è chiusa e
"aperto" quando è aperta.
Vediamo ora come reagisce a questa ca-
))

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 13


u
1 O-
LP2
LP1 I
-
k
n1
a
L1 I I
I Il
T1
a

fscR
12 V
B .+
P24
sl c1'

RETE

Schema elettrico dell'antifurto a sensori magnetici: T1 alimenta Il circuito


dalla rete luce tramite D1 e LP2 che caricano contemporaneamente
la batterla. Il diodo controllato SCR lascia circolare corrente nel circuito
d'allarme, che attraversa LP1 e l'eventuale avvisatore acustico (U),
quando sul suo elettrodo di controllo G giunge Il segnale di comando
proveniente da R1 e L 1, comando normalmente disperso a massa
dal circuito dei sensori.

ANTIFURTO MAGNETICO
ratteristica la nostra centralina d'allar- via Rl-Ll, si manda corrente sul termi- st'allarme misterioso che funziona "sen-
me. Esaminando lo schema elettrico, ci nale di innesco (gate) del diodo SCR il za corrente"!
rendiamo conto che una debole corren- quale entra così in conduzione fra ano- Un altro pulsante (Pl) è stato previsto
te di controllo attraverso Rl e il led Ll do e catodo (A-K). Ciò fa circolare cor- per poter provare l'allarme senza dover
per essere applicata al terminale d'in- rente nel circuito d'allarme. Risultato: necessariamente andare ad aprire una
nesco (gate) del diodo controllato SCR. si accende la lampadina ed entra in fun- finestra. Quindi, premendo Pl l'allar-
La caratteristica di questo tipo di diodi zione l'avvisatore acustico eventual- me si innesca e con P2 si ferma.
è quella di lasciar scorrere una forte cor- mente collegato all'uscita. Tutto ciò è vero ovviamente se i senso-
rente fra anodo (A) e catodo (K) quan- ri sono collegati e se le finestre e le por-
do una debole corrente viene applicata te sono tutte chiuse, altrimenti nemme-
al gate (G). ALIMENTAZIONE AUTONOMA no P2 è in grado di fermare l'allarme.
Questa corrente di controllo tuttavia La presenza del condensatore Cl serve
trova anche il circuito dei sensori che Una volta innescato il diodo SCR, il cir- a proteggere il circuito dei sensori; poi-
la cortocircuita sul comune lasciando il cuito d'allarme non può più essere di- chè questi sono posti a tutte le porte e
gate a O volt. Fino a quando la corren- sinserito nemmeno staccando la corren- finestre e sono collegati in serie da un
te di controllo se ne va per quella via, te perchè è prevista una alimentazione unico filo piuttosto lungo, è facile il for-
la centralina "sa", è proprio il caso di secondaria a batteria. Perciò è stato in- marsi di interferenze che, se forti, pos-
dirlo, che tutti gli interruttori magneti- serito un pulsante (P2) con compito di sono far innescare accidentalmente l'al-
ci sono in posizione normale perchè tut- Reset, riporta cioè l'allarme a riposo e larme; C 1 posto in quella posizione le
te le finestre e porte sono chiuse. riattiva il circuito dei sensori. elimina tutte.
Non appena viene aperta una finestra E il ladro che ha disinserito la corrente La restante parte del circuito serve
o una porta, uno dei sensori si apre e al contatore viene messo in fuga da que- esclusivamente a mantenere sempre ben
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 14
alla
spina

carica la batteria e si compone di un tra-


COMPONENTI sformatore in discesa per abbassare da
220 a 12 volt la tensione alternata della
P1-P2 = Pulsanti normalmente chiusi rete luce, di un diodo raddrizzatore che
C1 = Condensatore ceramico 47 .000 pF ne elimina una delle due semionde ren-
R1 = Resistenza 10 K? 1/2 W (marrone-nero-arancio) dendola unidirezionale, di una lampa-
LP1 = Lampadina 12 V 0,1 A (con gemma) dina spia che svolge la doppia funzio-
LP2 = Lampadina 12 V 0,1 A (pisello) ne di segnalare la corrente di carica del-
D1 = Diodo raddrizzatore 1N 4007 la batteria (più la batteria è scarica più
T1 = Trasformatore 220V/12V 0,3 A corrente richiede attraverso la lampa-
L1 = Diodo led (verde o rosso) dina che si accende con maggior inten-
SCR = Diodo controllato tipo C106 sità luminosa) e di controllare grazie al-
Minuterie varie la sua resistenza interna la corrente di
carica.
Infine troviamo la batteria sotto carica
pronta a fornire la tensione elettrica in
caso manchi quella della rete 220V.
All'uscita, quale dispositivo d'allarme
vero e proprio, può essere collegato
qualsiasi segnalatore acustico funzio-
nante a 12 volt corrente continua; pos-
sono andare bene ai nostri scopi ad
Sensori magnetici collegatl In serie: possono essere illimitati
esempio un campanello oppure una si-
di numero, per semplicità ne sono stati Indicati 4 ma ne occorrono rena o un cicalino. Bisogna tuttavia te-
tanti quanti sono gll Infissi da proteggere. La spina coassiale ner presente che alcuni sono polarizza-
serve per collegarli alla relatlva boccola del circuito. ))

me--=--
S1 S2 s3 s4

] a"s'
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 15
ANTIFURTO MAGNETICO
ti, hanno cioè un morsetto + positivo FACILE CABLAGGIO le prese, ad esempio:
e uno - negativo e vanno quindi col- B = batteria
legati al circuito rispettandone la pola- In commercio esistono scatole di plasti- U = uscita + positivo
rità come facciamo quando cambiamo ca con coperchio metallico che si adat- R = reset per P2
le pile alla nostra radiolina. tano molto bene ai nostri scopi. T = test per PI
Stessa cosa vale per la batteria ricari- Se scegliamo questa soluzione, convie- S = sensori
cabile che è del tipo sigillato, ha una ne eseguire l'intero montaggio e relati- Per evitare che le lettere trasferibili si
tensione di 12 volt e circa 3 Ah (tre am- vo cablaggio sul coperchio metallico. stacchino è necessario proteggerle con
père ora) di intensità. Per prima cosa effettuiamo la foratura un leggero strato di vernice trasparente.
Non conviene inserire la batteria nella per tutti quei componenti che devono La seconda operazione è quella di mon-
scatola che contiene i circuiti bensì col- essere avvitati e che sono: il trasforma- tare tutti i componenti nei fori apposi
legarla alla presa appositamente previ- tore, due boccole e due prese, i due pul- e poi eseguire il cablaggio, collegare cioè
sta con un cavetto doppio (rosso + e ne- santi, il portalampada e le pagliette di tra loro tutti i punti che devono essere
ro-) interponendo sul conduttore ros- ancoraggio. uniti da fili.
so un fusibile di protezione di tipo vo- Sul frontale del pannello possiamo in- Per ultimo colleghiamo i componenti da
lante (con valore adeguato) disposto dicare con lettere, numeri o simboli tra- saldare: RI, CI, SCR, DI, LP2; nel fa-
in serie. sferibili la funzione delle boccole e del- re ciò dobbiamo tener presente che SCR

Tutto il circuito può essere chiuso in una scatola di piccole


dimensioni: visto che i componenti sono tutti fissati
al pannello frontale non ci sono circuiti stampati
da fissare alla scatola.

Collegamento della batteria. Il filo rosso, protetto dal fusibile in serie, viene collegato
al terminale centrale della spina coassiale; quello nero alla schermatura laterale.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 16


IL SENSO
DELLE CORRENTI
Esaminando lo schema elettrico è possibile vedere che sono due i princi-
paliflussi di corrente: il primo porta l'energia di esecuzione ed inizia dal
secondario del trasformatore, attraversa l diodo raddrizzatore e carica
la batteria; proseguirebbe attraverso la sirena d'allarme e il diodo con-
trollato SCR e raggiungerebbe il comune facendo scattare la suoneria se-
L1
nonché il diodo SCR si comporta come un interruttore spentofino a quan-
do non gli giunga una pur debole corrente sull'elettrodo di controllo (Ga-
te). Questa corrente, debolissima perché limitata dalla resistenza Rl e
dal diodo LED, è detta di comando, viene derivata dall'energia di esecu- ' eh» SCR
zione ed è applicata sia al gate dell'SCR che al circuito dei sensori.
Ora si sa che le correnti seguono sempre la strada dove incontrano minor
resistenza qui rappresentata dal circuito dei sensori che, se sono tutti chiusi,
} 1 Me
può essere considerato come un unico filo di cortocircuito per la corrente
di comando verso il comune. Per la legge di Ohm tuta la tensione cade
ai capi del circuito serie Led resistenza per cui l'eventuale voltmetro VI
indicherebbe 12 volt mentre il 2 resterebbe a O. Un amperometro A posto C1
in serie all'SCR non segnerebbe alcun passaggio di corrente e la suoneria
resterebbe spenta.
Aprendo una finestra si spegne un sensore interrompendo la corrente che
circola verso il comune. la tensione si accumula sul gate e può essere letta
sull'indice del voltmetro V2. Ciò determina una corrente di innesco che
----4-----~~-----~~-----
fa condurre I'SCR. E come se avessimo acceso un interruttore, l'energia
di esecuzione circola nel circuito d'allarme e la sua intensità può essere
misurata sull'amperometro.

e D 1 sono componenti polarizzati e cendersi per indicare che la batteria si dina LPl che deve essere spenta.
vanno collegati rispettando la piedina- sta caricando. ciò solo se la batteria è Proviamo ora a premere il pulsante Pl
tura chiaramente indicata nei disegni. scarica, viceversa la lampada non farà indicato con T (test); la lampadina de-
La polarità di Dl si individua tramite luce. Il led si accenderà indicando che ve accendersi indicando che giunge cor-
una fascia bianca ad una estremità del la corrente di controllo sta raggiungen- rente alle boccole d'uscita; colleghiamo
componente mentre SCR presenta una per un attimo il segnalatore acustico che
do il circuito dei sensori.
leggera smussatura sul suo involucro deve entrare in funzione, quindi premia-
dalla parte del gate, seguono nell ordi- Se non vogliamo disturbare il vicinato,
ne anodo e catodo. Lo stesso vale per stacchiamo il segnalatore acustico dal- mo P2 indicato come R (reset) per fer-
diodo led il cui catodo (K) è riconosci- le sue boccole e controlliamo la lampa- mare l'allarme.
bile da una tacca sul suo involucro.
L'SCR dispone inoltre di un'aletta per
il collegamento meccanico al telaio a Il catodo (K) del led L 1 si riconosce
dalla tacca sull'involucro.
scopo di dissipare calore. Nel nostro ca- L1 Il catodo (K) del raddrizzatore D1
so non è necessario seguire tale colle-
gamento ma è indispensabile evitare che
l'aletta tocchi altri fili o componenti per
non provocare corto circuiti, essa è in-
3
• k
TACCA

k II Ila
dalla fascia bianca. I tre elettrodl
dell'SCR sono disposti In fila
a partire dalla tacca e sono gate (G),
anodo (A) e catodo (K). L'anodo
fatti collegata internamente al diodo al è anche collegato elettricamente
terminale dell'anodo. alla piastrina metallica.
Ed eccoci pronti a tendere la trappola.
Iniziamo a disporre i sensori a porte e
finestre e nel farlo cerchiamo di nascon- a
derli meglio possibile, stessa cosa fac- k
ciamo con il filo. Il collegamento deve TACCA
essere fatto in serie cioè l'uscita di cia- SCR FASCIA
scun interruttore con l'entrata di quel-
lo successivo. L'entrata del primo e l'u-
scita dell'ultimo devono invece giunge- d
re alla centralina e collegarsi alla presa
S (sensori). Siamo pronti; proviamo a k a g
ollegare la corrente; LP2 dovrebbe ac-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 17

--
--T--
Forma di un'onda radio
modulata: la parte fitta
50%
-l
è l'onda principale
o portante; Il suo
andamento sinusoidale
è dovuto alla
sovrapposizione della
modulazione di un fischio
con forma d'onda
slnusoldale. Sarebbe
frastagliato in caso
di musica o parole.

RADIO FREQUENZA

GENERATORE
MODULATO
Questo circuito genera un'onda radio
modulata comportandosi come un piccolo
trasmettitore. Serve per eseguire la messa
a punto di radioricevitori.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 18


I Ricezione Trasmissione
N. Canale f (MHz) N. Canale f (MHz)

A 26.420 A 26.875
B 26.430 B 26.885
e 26.440 e 26.895
D 26.450 D 26.905
E 26.460 E 26.915
F 26.470 F 26.925
G 26.480 G 26.935
H 26.490 H 26.945
I 26.500 I 26.955
1 26.510 1 26.965
2 26.520 2 26.975
Ecco il circuito montato 3 26.530 3 26.985
e funzionante: la realizzazione 4 26.550 4 27.005
non comporta eccessive dlfflcoltà. 5 26.560 5 27.015
6 26.570 6 27.025
I
7 26.580 7 27.035
an mano che }a sperimentazione Innanzitutto, la stabilità e l'affidabilità 26.600 8 27.055
M nel campo della RF, specialmen-
te per quanto riguarda la ricezione, si
del segnale generato sono persino supe-
riori alle versioni normali del mercato,
8
9
10
26.610
26.620
9
IO
27.065
27.075
in quanto il circuito oscillatore vero e I 11 26.630 11 27.085
amplia e si approfondisce, aumentano 12 26.650 12 27.105
le esigenze e diventano più probabili le proprio è realizzato a cristallo, dato che 27.115
13 26.660 13
occasioni di dover disporre di un gene- CB-OM-SWL o semplici appassionati 14 26.670 14 27.125
ratore di segnali per la messa a punto della radio spesso dispongono di quar- 15 26.680 15 27.135
ed il controllo della sensibilità dei ra- zi che lavorano proprio sulle frequenze 16 26.700 16 27.155
interessate. 17 26.710 17 27.165
dioricevitori. 27.175
Evidentemente, questo pregio costitui- 18 26.720 18
Esistono naturalmente sul mercato, sia 19 26.730 19 27.185
nuovi sia d'occasione, fior di strumenti sce anche il limite del nostro generato-
20 26.750 20 27.205
nati apposta per queste (nonchè per ben re: l'oscillatore genera sì un segnale 27.215
21 26.760 21
molto stabile sulla frequenza opportu- 22 26.770 22 27.225
altre) applicazioni; ma, specialmente se
namente scelta e stabilita dalle caratte- 23 26.800 23 27.255
si tratta di apparecchi di buona qualità
ristiche del cristallo, però questa è lu- 24 26.810 24 27.265
e marca, il costo sarà piuttosto elevato. nica frequenza disponibile in uscita. 26.820 25 27.275
25
Ecco allora l'occasione di proporre un Si è provveduto allora ad aggirare par- 26 26.830 26 27.285
semplice generatore di segnali, oppor- zialmente l'ostacolo concependo il cir- 27 26.850 27 27.305
tunamente modulato, per poter esegui- cuito in modo che esso generi automa- 28 26.860 28 27.315
re con discreta affidabilità le nostre pro- 29 26.870 29 27.325
ticamente molte armoniche, in modo 30 26.880 30 27.335
ve e tarature. cioè che si possa disporre, contempo- 31 26.900 31 27.355
Naturalmente, non possiamo pretende- raneamente alla frequenza di targa del 32 26.910 32 27.365
re di duplicare uno degli strumenti cui cristallo, anche di alcuni dei suoi 33 26.920 33 27.375
si accennava poc'anzi, per l'eccessiva multipli. 34 26.930 34 27.385
difficoltà sia nella realizzazione sia nella Un quarzo da 27 MHz, per esempio, ge- 35 26.950 35 27.405
reperibilità di determinati componenti. nererà segnali (oltre. che sui 27 MHz) 36 26.960 36 27.415
Come al solito occorrerà invece trova- 37 26.970 37 27.425
anche sui 54, 81, 108, 135, ecc., pure se 38 26.980 38 27.435
re un buon compromesso fra le carat- con intensità diversa da armonica ad ar- 27.000 39 27.455
39
teristiche irrinunciabili e le prestazioni monica (in genere, con andamento de- 40 27.010 , 40 27.465
solamente utili e comode'. riteniamo, crescente). 41 21.92y 41 27.475
con questa soluzione, di esserci riusciti In altre parole, il segnale disponibile al- 42 27.030 42 27.485
in modo più che accettabile. ))) 43 27.050 43 27.505
44 27.060 44 27.515
45 27.070 45 27.525
La tensione a radiofrequenza 46 27.080 46 27.535
TENS. RF dell'oscillatore modulato diminuisce 3a 26.540 3a 26.995
con l'aumento della frequenza a cui 7a 26.590 7a 27.045
viene fatta oscillare. È massima I la 26.640 I la 27.095
sulle gamme di radioamatori CB. 13a 26.665 13a 27.120
15a 26.690 15a 27.145
19a 26.740 19a 27.195
22a 26.780 22a 27.235
26a 26.840 26a 27.295
30a 26.890 30a 27.345
34a 26.940 34a 27.395
38a 26.990 38a 27.445
I 42a
46a
27.040
27.090
42a
46a
27.495
27.545
27 54 81 108 135 freq. in MHZ
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 19
e 4 4 $ i o

R4 R5 R7
J1
c4 c8
r
C5
R6

•%97?
i
X1
la
R1 R2 R3 (E] R8

R9
C6

t @ 4 o e.

Schema elettrico dell'oscillatore modulato: il transistor TR1 oscilla a bassa frequenza generando
una nota musicale il cui tono è determinato dal valori dl C1-R1-C2-R2-C3-R3. Questo segnale audio
modula TR2 Il quale sta oscillando alla frequenza Imposta dal quarzo 1. Ne deriva un'onda radio modulata.
Praticamente un piccolo trasmettitore.

l'uscita del generatore sarà costituito da te il cristallo a 27 MHz, quando il va- to, esso sarebbe di scarsa utilità in
un corredo di componenti, tutte even- lore è di 47 pF; aumentando questa ca- quanto privo di alcuna informazione
tualmente utili e sfruttabili. Ora che è pacità fin verso 820-1000 pF, si riesce udibile; occorre allora "modulare" que-
stata preannunci.ata l'impostazione di a ... costringere il quarzo sulla frequen- sto segnale a RF sovrapponendogli una
base di quello che è il cuore del nostro za di base, cioè sui 9 MHz: in questo nota a frequenza audio, la cui presenza
generatore, passiamo ad esaminarne in modo, il corredo di armoniche sarà più è appunto quella che consente al nostro
modo particolareggiato il circuito vasto, e cioè 18-27-36, ecc. orecchio di rilevare e giudicare il fun-
completo. In ogni caso, il segnale composito risul- zionamento dell'apparecchio in prova.
Intanto possiamo subito notare, ad un ta localizzato, in uscita da TR2, sull'in-
primo colpo d'occhio, che il circuito duttanza posta in serie al collettore; in-
consiste in due sezioni ben distinte: l'o- fatti, data l'ampia gamma di segnali ivi LO STADIO MODULATORE
scillatore a RF controllato a quarzo è presenti, solo un'induttanza di valore
quello che fa capo a TR2, sulla base del opportuno può presentare un carico di La generazione della nota a frequenza
quale è appunto inserito-il cristallo di indipendenza accettabile anche per le audio necessaria per modulare la RF
quarzo Xl. armoniche più alte. prodotta da TR2 è compito del circui-
Il valore del condensatore di emitter Il segnale infine, disaccoppiato dalla to di TRI, il quale consiste in un oscil-
(C6) consente di scegliere (volendo) l'u- tensione di alimentazione tramite C7, latore a bassa frequenza (stabile in fre-
no o l'altro dei due possibili modi di viene portato al connettore d'uscita at- quenza e in livello diseguale) del tipo
funzionamento dell'oscillatore a RF; in- traverso il potenziometro di livello R 1 O: cosiddetto "a sfasamento", dove la re-
fatti un cristallo CB (quindi destinato l'ampiezza del segnale da applicare al- te di sfasamento è costituita dal grup-
a funzionare attorno ai 27 MHz) è in l'apparecchio sotto misura può quindi petto Cl-C2-C3 e Rl-R2-R3; i valori di
realtà un quarzo a 9 MHz, realizzato in essere regolato a piacere da zero ( o qua- questo gruppo di componenti sono tali
modo da esaltare la sua predisposizio- si) al massimo consentito dal gene- che la frequenza di oscillazione di que-
ne ad oscillare sulla terza armonica. ratore. sto stadio è di circa 1 kHz.
La variante circuitale legata a C6 per- Se però avessimo a disposizione il pu- Il valore di C4, il condensatore che ri-
mette allora di far oscillare regolarmen- ro e semplice segnale a RF così genera- ))))

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 20


GENERATORE MODULATO
s
Circuito stampato
visto dal lato
delle piste di rame.

COMPONENTI
Resistenze X1 = QUARZO (secondo
R1 • 8200 O la frequenza desiderata)
R2 • 8200 O VCC = PILA o alimentatore con
R3 • 8200 O tensione compresa
R4 • 1 MO tra 4,5 V e 14 V
R5 • 1500 O Condensatori
li R6 • 6800 O C1 • 10.00 pF
.
":"'GND R7 • 6800 O C2 • 10.000 pF
R8 - 3300 O C3 • 10.000 pF
R9 • 3300 O C4 • 10.000 pF
R10 • 470 O C5- 0,1 F (ceram.)
TR1 • BC 109 C6 - 47 pF (ceram.)
TR2 • 2N 2222 C7 - 1.000 pF (ceram.)
J1 - impedenza RF 22 H C8 - 0,1 F (ceram.)

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C8~
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1
1

c:al usc.RF

r' ~
s Al IR2 ]6 ] GND
Circuito stampato visto dal lato componenti. Le piste vanno immaginate viste in trasparenza.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 21


GENERATORE MODULATO
porta il segnale dall'uscita alla rete di quella del segnale a RF. più di pochi kHz.
sfasamento, bloccando la tensione Il tipo di modulazione ottenuta con Questa deviazione è comunque suffi-
continua di collettore, è invece scarsa- questo semplice sistema è prevalente- ciente a produrre un segnale audibile
mente influente sulla frequenza di la- mente AM (Amplitude Modulation, nei ricevitori per FM a banda stretta
voro. cioè modulazione di ampiezza), dalla (quelli per CM ed AM, tanto per inten-
Qualora, per qualsiasi motivo, si desi- quale si risa.le facilmente al fatto che derci), anche tenendo presente che, via
derasse variare la frequenza generata, l'ampiezza del segnale a RF è fatta va- via che cresce il numero di armonica
basta ritoccare i valori di Rl-'-R3 e/o di riare in misura del 50% dal segnale a utilizzato, così come viene moltiplicata
Cl-;--C3 (aumentandoli, si abbassa la bassa frequenza. la frequenza di oscillazione vera e pro-
frequenza e viceversa); in ogni caso, le Tuttavia, il segnale modulante, essen- pria del quarzo, altrettanto viene mol-
tre resistenze e i tre condensatori deb- do costituito da una tensione variabile tiplicata la deviazione conseguente alla
bono sempre essere di ugual valore fra applicata alla base del transistor, non modulazione.
di loro. solo provoca, come diretta conseguen- Quindi, se un quarzo viene fatto devia-
Il segnale audio così generato, attra- za, la corrispondente variazione della re di 2 kHz in più e in meno dalla sua
verso il solito condensatore di accop- tensione RF in uscita (generando ap- frequenza base, ascoltando la sua terza
piamento C5 raggiunge la base dell 'o- punto la modulazione dell'ampiezza del armonica la deviazione in FM sarà an-
scillatore a RF (TR2), ove avviene il segnale), ma provoca anche una seppur ch'essa il triplo, e cioè 6 kHz in più e
processo di modulazione, cioè quella modesta entità di modulazione di fre- 111 meno.
combinazione fra le due frequenze (BF quenza (FM). Queste spiegazioni teoriche sono sem-
e RF) che consente di far variare la RF Infatti la tensione a BF applicata all'en- plificate al massimo, ma servono a da-
al ritmo della BF, talchè il segnale im- trata del! 'oscillatore fa variare anche la re un'idea delle problematiche cui si va
presso a 1000 Hz potrà poi essere re- capacità intrinseca della giunzione di incontro nella messa a punto degli ap-
cuperato nell'altoparlante del rice- base, facendo di conseguenza variare al- parecchi riceventi: ad ogni modo, quello
vitore. lo stesso ritmo (anche se molto poco) che premeva sottolineare è il fatto che
Il livello di modulazione è circa del 50%: la frequenza di oscillazione, che devia da questo generatore, pur ridotto all'es-
ciò significa semplicemente che l'am- (cioè si sposta) leggermente dalla fon- senziale, si possono ricavare molteplici
piezza del segnale a BF è la metà di damentale del quarzo, comunque non possibilità di misura.

IL QUARZO
In natura il quarzo si presenta come un volgare sasso, appena un po' più bello
degli altri che se la tira da 'cristallo". Se non fosse che tagliato a fette e sotto-
posto alle correnti alternate ad alta frequenza, presenta comportamenti del tutto
impensati, non sarebbe certo il caso di tenerlo in considerazione. Invece, quando
viene attraversata da una corrente della giusta frequenza, una fettina di quarzo
si mette a vibrare e vibra con una precisione tale da fare invidia alle corde di
uno Stradivari. In parole povere risuona. Per capire cosa significa risonanza ri-
corriamo ad un esempio: se prendiamo due pezzi di acciaio armonico, ad esem-
pio due raggi da bicicletta, e li serriamo verticalmente in una morsa in maniera
che le due parti sporgenti siano esattamente lunghe uguali, ci accorgeremo che
acendo vibrare meccanicamente uno dei due, anche l'altro entra a sua volta in
vibrazione. Non solo, allungando e accorciando la parte sporgente dì entrambi
i raggi si può aumentare u diminuire la velocità di oscillazione cioè la frequenza.
Questa risonanza è di tipo meccanico ma il suo effetto è identico a quello della
risonanza di tipo elettrico che in realtà a noi interessa.
Aspetto di un quarzo oscillatore Un'antenna trasmittente, ad esempio, risuona alla frequenza dell'onda radio del
per radiofrequenza, normale trasmettitore, mentre quella ricevente, elettricamente uguale alla prima, risuona
e miniatura. in accordo con essa.
Il quarzo, ridotto in lamina, acquisisce una propria frequenza di risonanza che
dipende dallo spessore e dalle dimensioni della lamina nonchè dall'angolazione
del taglio. L'industria, tagliando opportunamente i cristalli, è riuscita a produrre
quarzi adatti per specifiche gamme d'onda che, data la precisione della frequen-
za di oscillazione, vengono utilizzati per rendere stabili gli oscillatori a radio fre-
quenza.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 22


DISPOSIZIONE ARIOSA
Il
Il
Ora che il circuito è stato descritto e
motivato, resta solo da realizzarlo; co-
me al solito, il montaggio (se eseguito
con la prevedibile attenzione) non de- Particolare
sta alcun problema, specialmente se si del clrculto
adotta la versione a circuito stampato. osclllante ad alta
La basetta è realizzata in modo da con- frequenza;
sentire una disposizione "ariosa" e or- rendendo TR2
dinata di tutti i componenti, così che sia varlabile C6
possibile verificarne uno per uno posi- è possibile entro
ceri limiti
zione ed inserimento. regolare
Gli unici componenti che in questo cir- la frequenza
cuito vanno montati verificandone con di risonanza
attenzione il verso di collegamento so- del circuito.
no i due transistori, per i quali fa fede
il dentino sporgente dal bordo: esso de-
ve essere orientato in direzione del lato
inferiore della basetta, verso cioè il bor- COND.
do sotto il quale viaggia la pista del ne-
gativo (GND).
Il cristallo è montato in orizzontale per
evitare un eccessivo ingombro in altez-
za; sarà quindi necessario dare una pre-
ventiva angolazione ai terminali dello
zoccolo, per poterli infilare negli appo- generatore è quella che prevede la ba- Occorrerà poi predisporre, per il colle-
siti fori e far appoggiare il fianco dello setta e gli accessori di controllo mon- gamento fra generatore e ricevitore in
zoccolo sulla superficie della basetta: tati entro un normale ma elegante mo- prova, un apposito cavetto coassiale del
questo naturalmente se si è riusciti a re- biletto metallico commerciale. classico tipo RG58 (lungo 1 m o poco
perirne la versione per circuito pii), che ad un estremo avrà evidente-
stampato. mente lo spinotto dello stesso tipo
Nel caso di terminali ad occhiello, ba- L'APPLICAZIONE DEL QUARZO "phono" presente sul pannello, mentre
sterà saldarvi due spezzoni di filo ad an- all'altro estremo avrà uno spinotto
golo retto, che poi andranno inseriti e È opportuno soffermarci un attimo sul- coassiale confacente al tipo di ricevito-
saldati allo stampato. la disposizione del pannello, sul quale re con cui caso per caso si abbia più
Il potenziometro d'uscita sarà anch'es- notiamo subito, sotto l'interruttore spesso a che fare.
so del tipo per circuito stampato, così da acceso-spento, il connettore per l'usci- Resta infine qualcosa da dire sull'ali-
poter essere direttamente allocato sulla ta del segnale a RF: si tratta di un nor- mentazione; Vcc può essere compresa
basetta; ad essa fanno capo solo 3 col- male ed economico coassiale del tipo fra 4,5 e 14 V: naturalmente, più alto
legamenti verso l'esterno, cioè l'alimen- per BF (che in un'applicazione del ge- sarà il valore di tensione, più forte sarà
tazione ed il segnale a RF: i relativi ca- nere va più che bene), cosiddetto "pho- il segnale in uscita, nonchè il consumo
vetti potranno essere fissati direttamen- no plug"; poi, oltre ai due controlli per di corrente, che viene indicato nella se-
te alle piazzole stampate o, ancor meglio, il livello d'uscita e per la scelta del fun- guente tabellina:
agli occhielli appositamente inseriti. zionamento del cristallo in fondamen-
Non è stata qui prevista alcuna possi- tale o in armonica, è stata anche previ-
bilità di intervento sul valore di C6: tut- sta una possibilità ... di comodo non an- 2,5 mA a 4,5 V
tavia, con una lieve modifica allo sche- cora citata, e cioè l'applicazione del 12 mA a9 V
ma, basta aggiungere, in parallelo al C6 quarzo sul pannello anzichè direttamen- 20 mA a 14 V
effettivamente montato sul C.S., o un te a circuito stampato.
altro condensatore da 400-600 pF (pro- Questa soluzione ne consente la rapida
vando 'il valore ottimale) mediante un sostituzione qualora si desideri cambia- Il valore ideale di alimentazione è sui
semplice commutatore, oppure un con- re, di poco o di molto, la frequenza d'u- 9 V; usando due pile del vecchio tipo
densatore variabile (magari del tipo iso- scita dal generatore; in tal modo, e con- piatto da 4,5 V collegate in serie, si avrà
lato in plastica per apparecchi a transi- siderando anche la possibilità di scelta disponibile una fonte di alimentazione
stori) della stessa capacità massima, in fra fondamentale e armonica, il gene- che: può essere facilmente entroconte-
modo che inserendo la capacità fissa o ratore si avvicina un po' alle prestazio- nuta nel mobiletto adottato; rende il ge-
ruotando quella variabile si possa, co- ni dei tipi a frequenza variabile, anche neratore completamente autonomo dal-
modamente da pannello, scegliere il mo- se grazie a qualche compromesso. la rete-luce e assicura una durata suffi-
do di oscillazione (fondamentale o ar- A tal proposito, ed anche perchè può cientemente lunga.
monica) del cristallo. essere di utilità generale, viene pubbli- A questo punto non resta che augurare
Comunque, una volta che il circuito sia cata la tabella contenente l'elenco dei buon lavoro (e buon divertimento, be-
stato realizzato e collaudato, una pos- quarzi per ricezione e trasmissione ri- ninteso), con questo modesto ma utilis-
sibile (nonchè consigliabile) soluzione spettivamente dei canali standard in simo ed affidabile strumento da labo-
per la sistemazione definitiva del nostro bande 27 MHz. ratorio di radio-elettronica.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 23
CONDUTTORI E ISOLANTI
L'elettronica sfrutta materiali che agevolano
o impediscono il passaggio della corrente:
ottiene così fenomeni complessi.

ualcosa di estremamente piccolo


Q viene spontaneamente definito mi-
croscopico, ma denominare microsco-
pica la particella che è alla base di tutti
i fenomeni elettrici, cioè l'elettrone, sa-
rebbe come paragonare un microbo ad
un elefante; nessun microscopio infatti
è mai riuscito a rendercela visibile.
L'elettrone è una delle particelle che
compongono l'atomo e nell'atomo gli
elettroni, disposti su una o più orbite,
ruotano intorno ad un nucleo centrale
come pianeti intorno alla loro stella.
Mentre il nucleo è indistruttibile con i
Conduttori ricavati mediante corrosione normali mezzi chimici, gli elettroni pos-
di una sottile lamina di rame incollata sono, più o meno facilmente, abbando-
su di una basetta isolante In vetroresina. nare la loro orbita e vagare per proprio
conto da un atomo all'altro; ciò deter-
mina il grado di conducibilità elettrica
dei materiali e li classifica fra condut-
tori (buoni e cattivi) ed isolanti.
Il filo di rame smaltato viene avvolto
su supporto isolante di plastica nelle bobine I metalli, con in testa platino e rame,
di slntonia radio; a sinistra un diodo lasciano liberi con facilità i propri elet-
per alta tensione isolato in ceramica. troni di entrare a far parte di flussi e
correnti. Hanno invece pochi elettroni
liberi, e sono cattivi conduttori, i met-
taloidi fra i quali è considerato pessi-
mo conduttore il diamante.
Le sostanze del tutto refrattarie a libe-
rare i propri elettroni vengono utilizzate
per fermare le correnti e sono definite
isolanti; ne sono esempio la plastica, il
vetro, la ceramica.
Il complesso degli elettroni liberi pre-
senti in un conduttore (ad esempio un
filo di rame) può essere messo in movi-
mento da una differenza di potenziale
o tensione: il flusso di particelle che vie-
ne così a crearsi è ciò che noi comune-
mente chiamiamo corrente elettrica.
Questa forza, che si misura in volt, può
essere prodotta con procedimenti chi-
mici (pile e accumulatori), fotochimici
( cellule fotoelettriche o fotovoltaiche),
elettromagnetici (dinamo e alternatori).
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 24
VIDEO

SISTEMA DI CONTROLLO
A DISTANZA
Telecamera e monitor
di controllo per vedere cosa
succede a distanza
ed eventualmente parlare
grazie al collegamento
sia video sia audio.

Q. uesto sistema di contro1lo a di- La lunghezza massima del filo fra tele- noro simile a quello citofonico con pos-
stanza per interni permette oltre al camera e monitor è 80 metri dopodichè sibilità di chiamata e risposta.
controllo video anche quello audio. Si- il video inizia a peggiorare. Comandi: on, off, volume (accende e
stemato nella camera dove giocano i spegne sia la telecamera che il monitor
bambini o in quella di un ammalato è e regola il livello sonoro di entrambi).
sufficiente volgere lo sguardo allo scher- VIDEOREGISTRAZIONE Il monitor può essere regolato sia in
mo monitor solo in caso di rumori so- contrasto che io luminosità.
spetti provenienti dalla camera control- I1 monitor può essere collegato ad un vi- Porre la telecamera ben in vista in un
lata. L'unità è composta da una teleca- deoregistratore qualora si desideri regi- negozio a rischio di furto spesso è suf-
mera per interni (non stagna), un mo- strare cosa accade in un luogo in nostra ficiente a scoraggiare i malintenzionati
nitor bianco e nero da 14, un alimen- assenza. La registrazione risulterà muta e in caso di rapina le indagini saranno
tatore dalla rete luce, mensola di soste- e non c'è possibilità di renderla sonora. facilitate dalla registrazione dell'azione
gno e viti. cavi di collegamento, istru- Fra la telecamera e il monitor è previ- dei banditi. Hobby Foto (16143 Geno-
zioni in italiano. sto anche un collegamento di tipo so- va- Via Torti, 79 - el. 010851764).

Il collegamento delta telecamera e del monitor


a un registratore TV permette la registrazione delle immagini
ma non del suono.
VCR

vIo~O
Ou'
o

MonHor bianco e nero con relativo


alimentatore che fornisce energia
anche alla telecamera.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1


CO MAN DO E CONTROLLO

UTILE
RELE ANTIGELO

Questo servorelè
scatta
automaticamente
quando
la temperatura
ambiente scende
al di sotto della
soglia di controllo.
P'uo' azionare

un segnale
d'allarme,
accendere
un impianto
di riscaldamento,
fermare
un frigorifero.

ELETT RONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 26


Circuito del relè sensibile
alla temperatura montato
su basetta a circuito stampato
visto dal lato componenti.

e ome tutti più o meno sappiamo,


nonostante le stranezze cui il tem-
po ci sta ultimamente abituando, i me-
acustico), una stufetta per il riscalda-
mento dell'ambiente, il sistema di ac-
censione di una caldaia, ecc.
valore della resistenza NTC adottato in
questo caso, troveremo (in corrispon-
denza dei valori di temperatura fissati
si di gennaio e febbraio (ma a volte an- Il circuito per ottenere, con tutta l'affi- di 5 in 5C)i valori di resistenza che ri-
che marzo) specialmente nel Nord Ita- dabilità del caso, le funzioni necessarie portiamo (affinchè i lettori più curiosi
lia portano spesso freddi intensi con ge- ad eseguire quanto è stato fino a qui de- possano divertirsi a verificarli) nella ta-
late ricorrenti e pericolose. Possono così scritto, è stato progettato e prototipiz- bella che segue.
derivarne danni di vario tipo, come lo zato utilizzando un circuito stampato;
scoppio di tubi dell'acqua, la morte di la spiegazione del suo funzionamento temperatura resistenza
piante da serra che mal sopportano fornirà anche l'occasione per affronta- (in °C) (in k2)
temperature rigide, il congelamento di re alcune nozioni di elettronica di ba-
cibi o altri prodotti conservati in locali se, certamente utili a chi si avvicina per +30 40
esposti, ecc. Fortunatamente anche in la prima volta a certi circuiti e compo- +25 47
questi casi l'elettronica può darci una nenti. Il cuore del circuito è l'elemento +20 55
mano, provvedendo ad avvertire noi o che "sente" la temperatura e consiste in +15 70
qualche dispositivo di ... pronto inter- una resistenza particolare che, al con- +10 80
vento, se la temperatura di un determi- trario di quelle usate normalmente in + 5 100
nato ambiente scende al di sotto di un elettronica il cui valore resistivo deve re- o 130
ben preciso valore opportunamente pre- stare indipendente dalla temperatura, 5 160
fissato. varia invece notevolmente il proprio va- -10 200
Il circuito che qui viene presentato è ap- lore nominale, che è quello misurato al- -15 250
punto in grado di far scattare un relè la temperatura standard di 25°C. -20 300
qualora la temperatura di un ambiente Il tipo qui usato è una cosiddetta NTC
o di un oggetto scenda al di sotto della e questa sigla dipende appunto dalle ini-
soglia di intervento; i valori entro cui ziali di quello che è il suo comportamen- IL CIRCUITO ELETTRICO
tale circuito lavora vanno da un mini- to tipico: N=negative, T=temperature,
mo di - 30°C ad un massimo di +30°C. C=coefficent; ciò significa che si ha a che Sfruttando queste variazioni resistive.
In pratica, da parte nostra, non si deve fare con una resistenza il cui coefficien- del resto anche piuttosto nette. si me-
fare altro che eseguire la giusta regola- te di temperatura è negativo: in altre pa- sce ad ottenere una variazione di or-
zione per scegliere il valore di tempera- role, all'aumento della temperatura il va- rente che, opportunamente elaborara
tura ritenuto il minimo tollerabile; se la lore di resistenza diminuisce, al diminui- provvede a far scattare il relè Pssia-
temperatura scende sotto questo valo- re della temperatura il valore di resisten- mo a questo punto al
re, lo scatto del relè provvede ad azio- za aumenta. esame dello schema
nare ciò che noi abbiamo predisposto: Infatti, se ci prendiamo la briga di an- Chi provvede a trasf
un allarme di qualsiasi tipo (ottico o dare a misurare, con un buon tester, il I

ELETTRONICA PRATIC
UTILE RELÈ ANTIGELO
Per avere un valore di temperatura
esatto per tarare il circuito conviene
fare una pozzetta in un cubetto
di ghiaccio con il saldatore:
il ghiaccio fondente è sempre a 0°c.

Taratura della posizione della


manopola di riferimento. Si esegue
confrontando la posizione della
manopola con la temperatura
a cui scatta Il relè e riportandone
R1 l'indicazione in corrispondenza
dell'indice.

ni di resistenza dell'NTC in un segnale sui 6V; ebbene in queste condizioni, ve infatti dividere il valore della resi-
elettrico ben preciso è l'integrato IC 1 cioè con le due tensioni di polarizzazio- stenza di controreazione (R5) per quello
di tipo operazionale, un comune A7 41. ne ai piedini d'ingresso uguali a 6V, an- che si ottiene considerando collegate in
che l'uscita dell'operazionale (piedino 6) parallelo R3 e R4 ( che in effetti lo so-
rispecchierà lo stesso valore. no attraverso l'impedenza praticamen-
INGRESSI IN EQUILIBRIO Non appena la tensione al piedino 3 di- te nulla dell'alimentazione). Essendo R3
venta inferiore a quella del. 2, perchè il e R4 di valore uguale, il loro valore
Il fatto su cui si gioca qui è che i due valore resistivo dell'NTC è diminuito, la equivalente in parallelo sarà la metà e
ingressi (i piedini 2 e 3) sono in equili- tensione all'uscita dell'IC diventa anch'es- cioè 19.500 Q; quindi l'amplificazione
brio elettrico solamente quando la tem- sa inferiore (e nettamente) ai 6V; vicever- possiamo ora calcolarla da:
peratura del sensore a NTC è sui 25°C. sa, se la tensione al piedino 3 diventa su-
Infatti, al piedino 3 (ingresso diretto) è periore a quella del 2 perchè è aumenta- 1.000.000
R5
applicato un partitore resistivo forma- ta la resistenza dell'NTC, allora la ten- = = 51 volte
to da Rl/R2 verso il+ e dall'NTC ver- sione d'uscita sale portandosi sui 12V. (R3/R4) 19.500
so il-; la taratura di Rl va fatta (co- La variazione di tensione, che si verifica
me vedremo nel paragrafo finale dell'ar- all'ingresso dell'integrato sul piedino 3 Adesso la situazione è più chiara: un au-
ticolo) in modo che il piedino 3, in cor- grazie al comportamento dell'NTC, si ri- mento, per esempio, di O, 1 V al piedino
rispondenza della temperatura di rife- percuote in modo molto più netto all'u- 3 provoca un aumento di 5, 1 V ( cioè
rimento (appunto i 25°C), sia polariz- scita delJ'IC stesso per un motivo molto 0,1x51) all'uscita di IC 1, il cui valore
zato a 6V, e comunque alla metà della semplice: l'integrato si amplifica! passa quindi da 6V a 11, 1 V.
tensione di alimentazione. Questo era facile da immaginare: un po' Vediamo allora cosa succede come con-
Il piedino 2, essendo polarizzato con un meno facile è individuare quanto l'in- seguenza delle variazioni della tensio-
partitore costituito da due resistenze tegrato amplifichi. ne di uscita da IC 1. In condizioni di
uguali (R3 ed R4), ha sempre tensione Ma per arrivare a ciò basta eseguire un equilibrio, come già sappiamo, la ten-
pari alla metà dell'alimentazione, cioè calcolo neanche tanto complicato: si de- sione presente in uscita è di 6V; poichè
in serie all'uscita è presente un diodo
Zener da 6,2V, la tensione prodotta dal-
La resistenza di un termistore (NTC) l'integrato non è sufficiente per far pas-
misurata con l'Ohmmetro a 25 gradi sare in conduzione lo Zener, il quale
di temperatura. quindi blocca il funzionamento del cir-
cuito non fornendo alcun pilotaggio
agli stadi che seguono.
Se la temperatura cresce, la tensione in
uscita da IC 1 scende sotto i 6V, equin-
di la condizione di blocco da parte del-
lo Zener è ancora rafforzata; all'uscita
del circuito continua a non succedere
niente.
Se invece la temperatura cala (cresce il
valore di NTC, ricordiamolo), il piedi-
no 3 riceve più tensione, e quindi si al-
za nettamente il livello del piedino 6,
che comincia a "marciare" verso i 12V
(il valore massimo che può rag-
giungere).
La tensione così disponibile riesce a ol-
trepassare lo Zener (cioè a portarlo in
TERMISTORE
conduzione) come differenza fra il va-
lore presente sul piedino 6 ed i 6V cui Una lampadina spenta presenta unt1
si può arrotondare la tensione di Zener certa resistenza, piuttosto bassa, al
(all'incirca, il minimo consentito dalle passaggio della corrente. Ciò è do-
tolleranze di fabbricazione). In altre pa- vuto alla presenza del filamento Il{
role, lo Zener sottrae la propria tensio- tungsteno. quello che diventa incan-
ne a quella del piedino 6 di IC 1, in mo- descente. Non appena questo co-
do tale che: mincia a scaldarsi la sua resisten-
za aumenta notevolmente e deter-
se il piedino 6 è a 6V dopo DZ mina una limitazione della corren-
avremo OV te che attraversa la lampadina; e
se il piedino 6 è a 7V dopo DZ la tensione aumenta il filamento si
avremo 1V scalda di più e presenta una resi-
se il piedino 6 è a 8V dopo DZ stenza leggermente maggiore, vice-
avremo 2V versa se la tensione diminuisce.
se il piedino 6 è a 12V dopo DZ Viene così a determinarsi, entro sono: misuratore di temperatura e
avremo 6V certi limiti, una stabilizzazione del- regolatore di corrente in funzione
la corrente. Questo sistema era pro- della temperatura. Se la colleghia-
fcuamente utilizzato nelle radio mo ad un circuito per misurare la
A questo punto, possiamo finalmente anni '50 (quelle con tutte le vaho- corrente che l'attraversa noteremo
occuparci di quello che succede nella le accese in serie) per determinare che essa varia in funzione delle tem-
parte di circuito che segue: per la pre- l'accensione rapida dei filame111i. peratura, quindi funziona da termo-
cisione, non appena la tensione che rie- Su questo principio affinato dalla metro,
sce ad oltrepassare lo Zener supera 1,4V tecnica moderna è nato un compo- Se la usiamo in un circuito di pola-
circa, si può verificare la commutazio- nente elettronico in grado di rego- rizzazione per la base di un transi-
ne dei due transistori collegati in confi- lare le correnti in funzione della stor di potenza e la sistemiamo in
gurazione Darlington: questi passano temperatura: è la termoresiswn=u
nettamente in conduzione (dato il for- modo che la parte sensibile sia cosi
o termistore. vicina ad esso da riceverne il calo-
te guadagno di corrente tipico di que- Si tratta di un dischetto che misu- re che dissipa, otteniamo una dop-
sta configurazione) ed il relè in uscita ra come una piccola pasticca com- pia protezione del circuito: una do-
del dispositivo viene attivato. Il circui- posto da un minerale che varia la uta al surriscaldamento della ter-
to è completato da due diodi LED, le sua conducibilità elettrica a secon- moresistenza in caso di corti circuiti
cui funzioni sono esattamente: da della temperatura. Dal dischet- e un 'altra in caso di surriscalda-
to fuoriescono due reofori per il col- mento del transistor durante il nor-
DLV indica che il circuito è ali- legamento ai circuiti mediante sal- male funzionamento; in quest'ulti-
mentato datura. mo caso la termoresislenza ne di-
DLR indica che il relè è eccitato. La termoresistenza può essere im- minuisce la polarizzazione facendo-
piegata in diversi modi, i principali lo amplificare meno.

Quindi la situazione sarà la seguente: se


TRl e TR2 sono in interdizione (per
mancanza di tensione alla base, e quin-
di per temperatura non sufficientemente Il diodo DI, opportunamente collega-
bassa), risulterà acceso il solo DLV; se to in parallelo alla bobina del relè, evi-
la temperatura è scesa sotto il livello ta che si localizzino sui semicondutto-
prefissato, e quindi il relè di azionamen- ri, per colpa dell'induttanza posseduta
to è eccitato, risulteranno accesi sia dall'avvolgimento di campo, pericolo-
DLV che DLR. se sovratensioni nei momenti in cui il 1 GIALLO
Un'ultima occhiata allo schema serve relè stesso viene eccitato e diseccitato.
La sua polarità di inserzione è infatti ta-
per spiegare la presenza di alcuni com-
ponenti non ancora citati. le che esso resta tranquillamente all'in- -ç;zJi_ 2 VIOLA
All'uscita di IC 1, subito dopo D2, tro- terdizione (e quindi è come se non ci
viamo un condensatore, C2, il cui sco- fosse) per la normale caduta di tensio-
po è quello di filtrare eventuali distur- ne (inversa) ai capi della bobina, in -3 ROSSO
bi localizzati all'ingresso dell'operazio- quanto il catodo risulta positivo rispetto
nale, specialmente nei casi in cui il ca- all'anodo, mentre passa in conduzione
Individuazione del valore
vo di collegamento allNTC debba es- (limitando quindi la tensione ai suoi ca- di resistenza di un termistore
sere particolarmente lungo: questi di- pi sotto 1 V) per i picchi di sovratensio- a 25 gradi In base al codice
sturbi infatti potrebbero attivare il relè ne (diretta). Il condensatore Cl, oltre del colori: giallo 4, viola 7,
indipendentemente dalla temperatura. ))) rosso 3 zeri = 47.000 2.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 29


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Il partitore formato dalla termoresistenza NTC e da R1 + R2 applica alla porta diretta (piedino 3)
una tensione variabile a seconda della temperatura. Quando quest'ultima scende oltre un valore stabilito
il circuito determina l'accensione del relè.

COMPONENTI
c1 = 100 F - 16VI (elettrolitico) R6 = 1200 - 1 /4 w IC1 = A 741
C2 = 100 F- 16VI (elettrolitico) R7 = 2200 n - 1 /4 w TR1 = BC107
R1 = 100 k (trimmer R8 = 1200 n - 1/4 w TR2 = 2N1711
a montaggio verticale) R9 = 1200 2 - 114 w NTC = resistenza NTC 47 k0
R2 = 47 k0 - 1/4W D1 = diodo 1N4004 (a dischetto)
R3 = 39 kQ • 1/4 W DZ = diodo Zener 6,2 V - 0,4 W RL = relè FEME MZP A
R4 = 39 k?- 1/4 W DLV = LED verde 001 45 02 (10+12 V
R5 = 1MQ- 1/4 W DLR = LED rosso 200 2 o più)

Basetta del circuito stampato


vista dal lato rame cioè
dal lato dove devono essere
eseguite le saldature.

Basetta del circuito stampato


vista dal lato componenti.
Le piste vanno Immaginate
in trasparenza.

ELETTRONICA PRATICA· Gennaio 1993- Pag. 30


UTILE RELÈ ANTIGELO
p l kg sa perfezionare questa mansione speci- che in ambedue i casi deve risultare ver-
fica di smorzamento, serve anche a fil- so il bordo dello stampato lungo il qua-
I trare possibili disturbi captati lungo la le corre la linea del +12; i diodi LED
linea di alimentazione. A proposito del- devono essere inseriti in modo che il
la quale, basta dire che una qualsiasi marcatore, che è la tacca ricavata sul
sorgente di tensione ( alimentatore da re- bordo ingrossato del corpo, deve esse-

E% te o batteria) che eroghi l2V decente-


mente stabili con almeno 50 mA di cor-
re girata verso R9 per DLV e verso DI
per DLR; i transistori vanno inseriti in
modo che il dentino che sporge dal con-

2' %
rente fa al nostro caso.
12vCC tenitore metallico sia disposto (pur con
una certa angolazione) verso il bordo
UNA COMODA BASETTA sotto cui scorre la linea del negativo; in-
I fine i due condensatori elettrolitici Cl
La riproduzione fotografica del proto- e C2 portano sempre chiaramente indi-
I tipo, se esamin ata e seguita con atten-
zione, rende il montaggio e la realizza-
cata la polarità (in certi casi il segno del
+, in certi altri il segno del ).
zione di questo circuito, già di per sè Il relè adottato è uno dei più diffusi mo-
I nient'affatto critici, veramente sempli- delli di piccole dimensioni e la sua pie-
ci ed affidabili. dinatura, oltre a non consentire inser-
I Praticamente tutta la componentistica zioni errate, è uno standard; nel nostro
s l=e=r
l (salvo NTC ed alimentazione) è dispo- caso, il tipo adottato è FEME MZP A
sta su una basetta a circuito stampato 001 45 02; la bobina può essere da
T di dimensioni 130x50 mm, dove risulta 10-12V cc, con contatti che reggono SA
comodamente e chiaram ente posiziona- a 220V, e che quindi permettono di
-·-·-·' ta. L'unica precauzione (del resto ov-
via) da seguire riguarda quei compo-
azionare dispositivi di intervento anche
abbastanza robusti.
nenti che, possedendo un qualche tipo Per facilitare i pochi collegamenti della
di polarizzazi one devono essere montati basetta verso l'esterno, è previsto Tim-
controllandone accuratamente il verso piego di occhielli a saldare; tuttavia nulla
di inserzione: per IC l (per il quale con- vieta di saldare i cavetti di cablaggio di-
sigliamo di adottare lo zocco lo) il rife- rettamente alle piazzole stampate.
rimento è costituito dal piccolo incavo Il tipo di resistenza NTC scelto per que-
rotondo che deve trovarsi dalla parte di sto circuito è identificato dalla forma e
R3/R5; per D l e DZ il riferimento è dalla codificazione a colori: giallo, vio-
rappresentato dalla striscetta colorata la e rosso.
che è dalla parte di uno dei reofori, e ))))

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I 12V

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ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 31


I

La scatola di montaggio del relè sensibile


alla temperatura comprende tutti i componenti
e la basetta del circuito stampato.

LA TARATURA

La parte più laboriosa di questo progetto (attenzione: si è


detto laboriosa, non difficile) è senz'altro la taratura della
manopola, o per meglio dire della scala, prevista per R I.
Quello che occorre fare è mettere la NTC in ambiente a tem-
perature via via diverse, conosciute. o misurabili con un ter-
mometro sufficientemente preciso, e riportarle sulla scala del-
la manopola.
L'unico punto a temperatura facilmente ottenibile nella pra-
tica quotidiana e casalinga è quello relativo a 0%C, che del
resto è anche il punto di riferimento più importante.
Basta prendere dal frigorifero un, bel cubetto di ghiaccio e
farvi (sul centro di una delle facce) un pozzetto sufficiente
per inserirvi al pelo buona parte dell'NTC; il sistema più sem-
plice per ottenere questo pozzetto è la punta del saldatore!
Il pozzetto resta pieno di acqua scioltasi dal ghiaccio; basta Sistemazione dei componenti sul circuito
attendere qualche minuto affinchè la temperatura dell'acqua stampato. I reofori vengono introdotti
nei fori e leggermente divaricati per creare
si assesti su 0°C (magari rimettendo il cubetto in frigorife- un provvisorio ancoraggio. Successivamente
ro) ed immergerci poi la NTC (se i reofori non si bagnano si provvede alla loro saldatura "in serie".
è meglio): dopo 1-2 minuti anche la NTC si sarà portata a
0C.
Posizionata con cura 1a manopola sul punto in corrispon-
denza del quale interviene l'azionamento del relè, si riporta
il riferimento O sulla scala di lettura.
Altri valori di temperatura più o meno bassi sì ottengono
sempre dal frigo (o addirittura dal freezer). naturalmente
provvedendo alle varie misure col termometro; la procedu-
ra di taratura della manopola segue la stessa prassi.
È ovvio che 1a resistenza NTC, che nel prototipo risulta sta-
gnata sui piedini d'entrata per migliore evidenza, va effetti-
vamente posta nel luogo e sul dispositivo di cui va monito-
rata la temperatura.
Hl collegamento tra NTC ed il nostro circuito è consigliabile
eseguirlo (specialmente se piuttosto lungo) con cavetto scher-
mato del semplice tipo per basse frequenze; in questo caso
Io schermo va collegato al piedino contrassegnato con 2, cioè
al comune.
Anche per quanto riguarda i due LED, che figurano diret-
tamente posti sul circuito stampato per evidenza grafica, in
realtà essi saranno posizionati sul pannello della scatola-
contenitore adottata per questo apparecchietto, e quindi col-
legati alla basetta mediante normale cavetto flessibile.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 32


UTILE RELÈ ANTIGELO
eofori dei componenti devono essere, Fissaggio degli ancoraggi (pin)
egati alla giusta distanza dei fori per la termoreslstenza. Prima della saldatura
Il dovranno ospitare; ciò dà al circuito vengono ripiegati dat lato rame per ancorarli
un aspetto gradevole e ordinato al c.lrcuito ln modo che non possano
e tacllita il montaggio. sfuggire durante l'operazione, di saldatura.

Misurazione del·vafore di un termlst.ore A saldatura avvenuta, la parte sporgente


esposto aD'a temperatura ambiente. del reoforo va tagliata a filo dello stagno.
È sufficiente rlscardare il componente 'L'operazione si. esegue con le forbici
con n calore delle dita per vedere o preferibilmente con un piccolo tronchesino.
I n.umerl scorrere sul display. Sono ideali quelli tagtiaunghfe.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag.


Possiamo provare
a far impazzire
l'ago di una bussola,
a creare
o distruggere
una calamita,
a smagnetizzare
un cacciavite
o un paio di forbici.
Queste. ed altre
esperienze sono res
possibili da questo
semplice dispositivo.
1

MAGNETIZZATORE
SMAGNETIZZATORE solo di qualche granulo di limatura
utti coloro che hanno a che fare torno un po' da tutte le parti, ma ne
T con i piccoli (o anche con i grossi,
perchè no!) lavori di meccanica, e quin-
vengano trattenuti; lo stesso può acca-
dere per una punta da trapano che. se
ferrosa.
Ecco quindi una piccola serie di esem-
di il modellista come il meccanico di of- magnetizzata. trattiene [a limatura di pi di una miriade di casi in cui può es-
ficina., il tecnico radioelettrico come ferro impedendo che si spanda tut- sere ugualmente importante, o quanto
!'bobbista in genere, conoscono i van- t'attorno. meno comodo, provvedere indifferen-
taggi. e anche gli svantaggi, di operare Naturalmente, c'è anche il rovescio del- temente a magnetizzare ovvero a sma-
con attrezzi magnetizzati. la medaglia: un cacciavite magnetizza- gnetizzare un qualche attrezzo di ferro
Il caso più classico è il cacciavite che, to ha sempre la punta "sporca" di li- o, ancor più, di acciaio.
se calamitato, può recuperare una vite matura ferrosa; una vite o una rondel- Per la sola magnetizzazione, potrebbe
caduta in un posto inaccessibile e che, la o un dado posizionati con una pinza bastare un comune magnete (che spes-
ancor meglio, può trattenere in punta magnetica tornano spesso indietro riti- so si ha in giro per casa), ma a parte che
la vite da inserire in posizioni un po' rando la pinza; dispositivi in ferro, o an- l'effetto ottenuto in genere non è mol-
scomode. cor più in acciaio, possono addirittura to robusto, poi questo povero magne-
Un tronchesino tagliafili può far sì che veder compromesso il loro funziona- te, tenuto in zona operativa, sarà come
gli spezzoni di filo (ferroso, naturalmen- mento una volta che, per magnetizza- il miele per le mosche: sempre ricoper-
te) una volta tranciati non schizzino at- zione casuale, si siano imbrattati anche to da trucioli, spilli e scarti vari.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 34


IN LABORATORIO
Questi sono i motivi concreti e ben com- se centrale della bobina. ne elettromagnetica, secondo il quale
nsibili per cui alcuni lettori ci han- Il doppio deviatore S 1 serve a selezio- una corrente elettrica che percorre un
o sollecitato a trovare una soluzione nare le due posizioni di funzionamen- conduttore fa nascere un campo magne-
semplice ma efficace: e noi abbiamo to: quando SI è nella posizione centra- tico attorno al conduttore stesso; se poi
_rovveduto a realizzare appunto que- le, indicata con 2, il circuito non alimen- questo conduttore viene ripiegato su se
sto progettino. Passiamo brevemente ad ta la bobina e quindi l'elettromagnete stesso a formare una spira più o meno
analizzarlo chiarendo subito (cosa del è disattivato. In posizione l la corrente circolare e molte di queste spire vengo-
resto piuttosto ovvia) che l'energia ne- alternata dal secondario del trasforma- no affiancate (e addirittura sovrappo-
cessaria sia a magnetizzare sia a sma- tore passa direttamente all'induttore, ste), il campo magnetico risulta forte-
gnetizzare gli oggetti viene sempre for- creando un campo magnetico dinami- mente concentrato, e quindi rafforzato,
nita dalla rete luce. co che risulta idoneo alla smagnetiz- all'interno della bobina così realizzata.
E infatti la prima cosa che troviamo sul- zaz10ne. Essa prende quindi il nome di indutto-
lo schema è il trasformatore Tl che ab- In posizione 3, il ponte raddrizzatore re ed è caratterizzata dal fatto di com-
bassa la tensione di rete dai 220V alter- PI, coadiuvato dai condensatori di fil- portarsi (intanto che è percorsa da cor-
nati tipici sino ad un valore più oppor- tro Cl e C2, provvede a trasformare la rente) come un vero e proprio magne-
runo. che assicura la necessaria efficien- corrente alternata in corrente continua, te, con le regolari polarità nord e sud
za del dispositivo: la tensione al secon- che produce all'interno di LI un cam- ai due estremi; appunto da tale motivo
ario del trasformatore si aggira infat- po magnetico statico il cui impiego è nasce la definizione di elettromagnete
ti sui 14V. idoneo per la magnetizzazione. o anche elettrocalamita.
È questa tensione che, direttamente o Per magnetizzare un oggetto (il classi-
po essere stata raddrizzata e filtrata, co cacciavite, per esempio), lo si intro-
viene applicata ad un induttore (Ll) il IL COMPORTAMENTO duce dentro la bobina, e si mette SI, che
quale si comporta pari pari come un DELLA BOBINA DI CAMPO normalmente (cioè a riposo) sta in po-
elettromagnete, genera cioè (grazie al- sizione 2, sulla posizione 3: ciò facen-
la corrente elettrica che lo attraversa) Questi comportamenti da parte della do, ricordiamolo, la bobina viene ali-
un campo magnetico particolarmente bobina LI costituiscono la più diretta mentata in corrente continua e quindi
concentrato al suo interno e lungo l'as- conseguenza del fenomeno dell'induzio- )»))

I pochi componenti necessari


alla realizzazione possono essere
collegati direttamente con del filo
senza bisogno della basetta stampata.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 35


T1

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RETE Schema elettrico del magnetizzatore: la bobina L 1 viene


sottoposta ad una corrente continua o alternata a seconda
che si Intenda magnetizzare o smagnetizzare
il metallo acciaioso introdotto nel suo nucleo.

il campo magnetico al suo interno è co-


COMPONENTI stante. Tenendo con delicatezza il cor-
po da magnetizzare tra le dita, si avverte
C1 = C2 = 4700 F 25 VI R1 = 1 KO 1/2 W nettamente il fatto che esso viene attrat-
DL = diodo LED di qualsiasi tipo S1 = doppio deviatore con zero to all'interno della bobina; assecondan-
L1 = 2000 spire di filo smaltato centrale
do l'attrazione in modo che il corpo as-
0,30 T1 = trasformatore 14W (prim.
suma la posizione preferita dal campo
P1 = ponte diodi 2 A 220V - sec-ond. 14V • 1 A)
magnetico, si può rimettere SI su 2, do-
po di che il pezzo può essere estratto,
L1 bell'e magnetizzato.
L'operazione dura in tutto un paio di
secondi, o poco più. È bene ricordare
o che attrezzi in acciaio ( o comunque in
a ferro duro) conservano la magnetizza-
zione indefinitivamente, o quantomeno
per tempi molto lunghi; il ferro dolce
invece (ammesso che si trovi ancora in
giro!) perde pressochè istantaneamen-
te la sua magnetizzazione. Per smagne-
tizzare, invece, il procedimento assume
qualche variante: innanzitutto, dopo
aver introdotto l'oggetto nella bobina,
S 1 va posizionato su I; rispetto al caso
precedente si dovrebbe avvertire un'at-
trazione minore, accompagnata comun-
que da una leggera vibrazione.
A questo punto (lasciando SI inseri-
to), si deve procedere ad estrarre len-
o prim. 220V o

Il dispositivo è costruito con componenti


relativamente Ingombranti e di numero limitato
per cui si è scelto il cablaggio tradizionale
invece di quello a circuito stampato.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 36


MAGNETIZZATORE SMAGNETIZZATORE
tamente l'oggetto dalla bobina, infine rame e forata per creare l'ancoraggio prototipo è stato realizzato, in modo
a riportare Sl su 2: con ciò si è prov- del filo). semplice e "pulito", sfruttando, come
veduto alla smagnetizzazione, ma oc- L'avvolgimento va eseguito con molta supporto dei vari componenti, il
corre una breve spiegazione sul come cura ed è realizzato con 2.000 spire (sì, pannello-coperchio (in alluminio) di
ciò avvenga. proprio duemila: oltre alla cura serve una scatola Teko P3, le cui dimensioni
Sappiamo che il campo magnetico pro- anche la pazienza!), su diversi strati so- sono 160x96x61 mm.
dotto da Ll, quando è alimentato in vrapposti: un motivo in più per poter Un paio di viti bastano per fissare (al-
corrente alternata, varia la sua polari- avvolgere le spire e sistemare gli strati meno, nelle dimensioni da noi adotta-
tà (magnetica, s'intende) 50 volte al se- con buona regolarità. te) il trasformatore di alimentazione sul
condo, in quanto 50 Hz è appunto la Se il filo usato è da 0,30 mm (il solito lato interno e la bobina sull'esterno del
frequenza della rete. Se noi commutas- filo di rame smaltato da trasformato- pannello; attraverso due fori di 5--6 mm
simo Sl su 2 togliendo istantaneamen- ri), occorrono circa 166 spire per stra- eseguiti vicino agli angoli passano ri-
te il campo magnetico in corrisponden- to, talchè vanno sovrapposti 12 strati; spettivamente il cavo di rete ed i fili (ben
za di una delle alternanze di rete, quasi non è necessario (almeno per motivi di isolati con tubetto sterlingato o in Vi-
certamente il corpo metallico restereb- isolamento) interporre fra strato e stra- pla) dell'induttore.
be magnetizzato. Sfilando invece con to alcun foglio, a meno che ciò non ri- Verso il centro del pannello sono posi-
una certa lentezza l'oggetto dalla bobi- sulti di comodità per meglio fermare zionati il deviatore di attivazione del-
na, l'influenza del campo magnetico di- le spire dello strato sottostante o per l'apparecchio e la lampada spia a LED;
minuisce gradualmente (sempre mante- avere una superficie d'appoggio più re- per quanto riguarda SI, l'ideale sareb-
nendo la sua inversione di polarità al golare. be adottare un deviatore che abbia le
ritmo di 50 volte al secondo), sino a to- In ogni caso, una volta terminato l'av- due posizioni esterne (1 e 3) instabili,
gliere tutto il "magnetismo"; questo si- volgimento è opportuno ricoprirlo con tali cioè da dover tenere premuta per il
stema consente quindi di realizzare con uno strato di carta robusta (o apposito tempo necessario la levetta, che altri-
la massima semplicità, e con buona ef- cartoncino), ricordandoci di applicarvi menti ritorna automaticamente in po-
ficacia, un campo magnetico smorzato. una targhetta autoadesiva con indica- sizione centrale di disattivazione. Sulla
to il numero delle spire ed il diametro parte opposta al trasformatore è piaz-
del filo (per futuri interventi!). zato (mediante un altro paio di viti) il
L'AVVOLGIMENTO Se fosse necessario realizzare una bo- ponte raddrizzatore; quello da noi scel-
bina con diametro maggiore (magari to è del tipo con fascetta metallica di
Occupiamoci ora della realizzazione per soddisfare l'esigenza di lavorare con serraggio, il che consente anche la dis-
pratica di questo attrezzo, il cui mon- oggetti o attrezzi di maggiori dimensio- sipazione del calore.
taggio è abbastanza semplice: l'unica ni), basterà, fermo restando il numero
cosa un po' "antipatica" è la bobina, di spire, utilizzare un filo diametro un
che deve essere autocostruita (natural- po' superiore (0,4-0,5 mm). CABLAGGIO VOLANTE
mente non è escluso che si possa trova- Se poi fosse necessario operare anche
re qualche piccolo artigiano attrezzato con potenza maggiore, dobbiamo in- Una volta che siano fissati al pannello
e disposto alla sua esecuzione). nanzitutto potenziare il trasformatore, questi componenti, si hanno a disposi-
Si parte da un tubo di plastica con dia- per esempio raddoppiando la tensione zione tutti gli ancoraggi che servono a
metro esterno 16 mm e lungo 60 mm; di alimentazione (28V circa, anzichè i posizionare i pochi componenti man-
le due spandine, che andranno fissate 14 previsti nel nostro prototipo) e rad- canti (Rl, Cl e C2) ed i fili di collega-
al tubo con un po' di collante, sono rea- doppiando anche il numero di spire di mento sia per il cablaggio interno che
lizzate con due piastrine di vetronite ra- LI; con ciò è anche necessario interve- verso l'esterno. I due condensatori elet-
mata per circuiti stampati, con foratu- nire su Cl e C2, montandone tipi da 50 trolitici sono ancorati saldandoli in pa-
ra di 16 mm al centro e due linguette VI. Per quanto riguarda il vero e pro- rallelo ai reofori + e del ponte, prov-
di massa saldate in modo da poter poi prio montaggio complessivo del)attrez- vedendo ad inguainare i fi.
fissare la bobina al pannello del conte- zo, la presenza di pochi componenti in La resistenza viene messa fra un termi-
nitore (una di queste sponde sarà op- circuito esclude automaticamente la ne- nale del diodo LED ed il centrale di uno
))))
portunamente fresata per eliminare il cessità di un circuito stampato; il nostro

Smorzamento del campo magnetico dinamico


cui è sottoposto un corpo da smagnetizzare.
Ottenuto con la lenta estrazione dell'oggetto
-+ dall'interno della bobina Induttiva.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 37


MAGNETIZZATORE SMAGNETIZZATORE
dei due settori di S1, se il giro dei reo-
fori di Rl non risultasse sufficientemen-
te lontano da altri conduttori scoperti,
il solito pezzetto di guaina isolante ri-
solve con sicurezza qualsiasi problema.
In fase di montaggio del trasformatore
di alimentazione, occorre rispettare la
precauzione di tenere il bordo del roc-
chetto su cui sono gli ancoraggi del pri-
mario (a 220V) girato in modo da esse-
re accostato al pannello, in modo che
il contatto casuale con conduttori sot-
to livelli pericolosi di tensione sia pres-
sochè impossibile. Come al solito occor-
re verificare che siano rispettate le po-
avvolgimento larità dei componenti che ne sono con-
fresature traddistinti: il catodo LED verso il ne-
gativo (altrimenti non si accende e oc-
corre quindi invertirlo); gli elettrolitici
Cl e C2 con le marcature in corrispon-
denza di almeno uno dei due terminali,
che devono coincidere con i segni + e
riportati sulla superficie del ponte di
diodi (per gli ingressi in alternata, le
uscite dal trasformatore possono esse-
re indifferentemente scambiate).
Per quanto riguarda il cablaggio del
Costruzione del supporto doppio deviatore, occorre rispettare le
per l'avvolgimento L 1. I materiali indicazioni numeriche, facendo rigoro-
che compongono il supporto devono
essere isolanti: plastica o cartone.
samente coincidere schema elettrico e
disegno pratico.
rame
DUE CONTROLLI

Terminato il cablaggio, e posizionato il


pannello-coperchio metallico sulla con-
chiglia in plastica, il nostro apparecchio
magnetico è pronto per l'uso. Se però
qualche lettore, in possesso di oppor-
tuno strumento di misura (serve un te-
ster con letture di tensione continua e
alternata), vuole preliminarmente con-
trollare il regolare funzionamento del-
1 'apparecchio, basta eseguire due
misure.
Con lo strumento disposto per tensio-
ni alternate (20+30V di portata), si mi-
sura, ai terminali 2 e 5 del deviatore, la
presenza di 14V circa (cioè il valore di-
rettamente proveniente dal secondario
del trasformatore); con lo strumento di-
sposto per tensioni continue (stessa por-
tata), si controlla che ai terminali 2 e 5
del deviatore vi sia una tensione ora un
po' superiore, cioè 17-18V circa.
Introducendo nel cilindretto che contiene l'avvolglmento Chi infine realizza questo circuito ha
un cacciavite o qualsiasi altro utensile si magnetizza anche effettuato un'interessante espe-
o smagnetizza in pochi secondi. rienza di elettromagnetismo.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 38


IL CAMPO MAGNETICO
Un filo percorso da corrente elettrica attrae, provare per credere, l'ago della bussola: ciò dimostra che
intorno si è creato un invisibile campo di forza. Se il filo percorso da corrente è avvolto su un tubetto
isolante in modo da formare una bobina, il campo di forza viene concentrato all'interno dell'avvolgimen-
to e l'attrazione ne viene molto aumentata. La bobina percorsa da corrente prende il nome di induttore,
il campo di forza quello di campo elettromagnetico. Una delle molteplici caratteristiche del fenomeno
elettromagnetico è quella di attirare materiali ferrosi ed acciaiosi come una calamita. I materiali ferrosi
ed acciaiosi immersi in un campo magnetico acquistano a loro volta proprietà magnetiche che possono
essere temporanee o permanenti a seconda delle caratteristiche dei materiali stessi. I materiali ferrosi
ad alto contenuto di carbonio (ghisa e ferro dolce} acquistano proprietà magnetiche nel momento in
cui sono sottoposti ad un campo di forza per perderle immediatamente e spontaneamente non appena
il campo viene a cessare. Sono quindi usati come elettrocalamite. Un esempio ne sono le gru che carica-
no il ferro nelle fonderie. Appeso al normale gancio che hanno tutte le gru, c'è un blocco di ghisa immer-
so in un campo magnetico creato da un 'enorme bobina e comandato a distanza da un interruttore. Il
gruista posa il blocco di ghisa sui materiali ferrosi da caricare e dà corrente, questi vengono attratti
e restano attaccati fino a quando la corrente non viene tolta: nel frattempo il gruista li ha spostar i fino
a destinazione. I materiali ferrosi a basso contenuto di carbonio, cioè quelli acciaiosi, tendono al contra-
rio a mantenere il magnetismo del campo in cui sono stati immersi quindi possono essere trasformati
in magneti permanenti cioè calamite e non perdono più questa caratteristica fino a quando non vengono
sottoposti ad un procedimento inverso adatto ad eliminare il magnetismo.
Con l'apparecchio descritto in queste pagine è possibile calamitare o scalamitare a nostro piacimento
piccoli oggetti d'acciaio come punte di cacciavite o di forbici, codoli di lime, ecc., fino ad arrivare a
costruire vere e proprie calamite. Infine una curiosità: qual è il metallo denominato diamagnetico per-
chè, anzichè attirato, viene respinto dai campi magnetici? Non lo sapete ... ? È l'oro.

Limatura di ferro sparsa su un cartone esposto a un campo magnetico; si dispone


lungo le linee di forza evidenziandole.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 39


STRUMENTI DI RILEVAZIONE

SONDA
A RADIO FREQUENZA
Un semplice rivelatore amplificatore
di segnali a radiofrequenza
per controllare la presenza delle onde
radio nei vari punti dei circuiti
m nparaztone.

puls.
led
@
punta c
~--
~~

coccodrilfÒ

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 40


b
e
i d

DL MF 1
TR1
Transistor TR1 Diodo led Transistor mosfet MF1
e = emittore; b = base a = anodo; k = catodo g1 = gate 1 = porta 1
c = collettore La freccia indica la tacca g2 = gate 2 = porta 2
Il punto di riferimento di riferimento s = source = sorgente
indica il collettore. sopra al catodo. d = draln = drenaggio

iversi sono i modi con cui è possi- di tensione siano di poche decine di mil- spositivo di misura presenti di per se
D bile rivelare la presenza di segnali
a RF localizzati nei vari punti di un
livolt.
La prima esigenza è quindi piuttosto
stesso un'impedenza piuttosto elevata.
cioè alto valore di resistenza e basso va-
qualsiasi circuito, anche in funzione del- evidente: se si ha a che fare con segnali lore di capacità d'ingresso. Queste pre-
la strumentazione di laboratorio even- deboli, occorre innanzitutto amplificar- messe sono quelle che giustificano lim-
tualmente disponibile. li, altrimenti le letture risultano o im- postazione del circuito del nostro rive-
Ma per l'hobbysta principiante non esi- possibili o falsate. latore, le cui caratteristiche più impor-
ste certamente alcun imbarazzo nella Un altro fattore che porta spesso a mi- tanti sono state ottenute grazie all'im-
scelta: un puntale, o sonda, di una cer- sure imprecise, in quanto va a modifi- piego di un mosfet (oltretutto per UHF.
ta semplicità (sia costruttiva, sia d'uso) care le prestazioni del circuito sotto pro- cioè adatto a lavorare fin verso i 1000
è quanto di meglio si possa inserire nella va, è la resistenza d'entrata dello stesso MHz!): la sonda che presentiamo ha in-
propria dotazione strumentale. rivelatore usato, e quindi collegato in fatti una resistenza d'entrata di circa 2
Diciamo pure che per la realizzazione parallelo al segnale a RF che si vuol ve- MO ed una capacità inferiore ai 2 pF.
di un sensibile rivelatore a RF non ba- rificare; questa influenza è tanto più for- A questo punto, indicate quelle che so-
stano certo un diodo ed un condensa- te quanto più è alta l'impedenza del cir- no le prestazioni più importanti che un
tore, particolarmente se si desidera ri- cuito sotto misura. dispositivo di questo genere deve offri-
levare la presenza di segnali i cui livelli La seconda esigenza è quindi che il di- ))

Il rivelatore di segnali
viene collegato al telaio
con una pinza a coccodrillo.
Toccando con la punta
.
Il circuito e azionando
Il pulsante si preleva
Il segnale la cui presenza
fa accendere il diodo led.

ll carico sul drain del mosfet


è rappresentato da 4
impedenze a RF anzlchè una
sola; ciò fa alzare la frequenza
di risonanza, cosa non
ottenibile con l'impiego
di una sola bobina
ad induttanza elevata.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pag. 4°


1- •- •- •- • - •- •- •- • - • • oo •••

e
vcc
PUNTA i e1 6
----==UJ=I ■ I I I
e

I
I
.
01 02 t]
»r
i ·& e

I c3 R3 R4
C5

.
PINZA
I._.-·-·-·-·-·-·-·-·_ .....
Schema elettrlco: Il segnale a radiofrequenza viene applicato al gate 1
del mosfet mentre al gate 2 viene appllcata la corrente di polarlzzazlone.
Il segnale a radiofrequenza amplificato e raccolto sul draln, rivelato
dal diodo DG1, llvellato da es. Diventa così corrente continua
che fa condurre TR1 determinando l'accensione del diodo led.
Segno che sulla punta è presente radiofrequenza.

COMPONENTI
Resistori MF1 • mosfet dual gate BF 960 o BF 966
R1 ~- 2,2 MO TR1 - transistor NPN germanio AC127
R2 • 39 KO D1- diodo 1N915 (1 N4148)
R3 - 22 KO D2- diodo 1N914 (1N4148)
R4 • 22 KO DG - diodo germanio qualsiasi tipo
R5 -1 KO J1 = 0,5H
J2 = 10 H
Condensatori J3 = 47 H
C1 • 4,7 pF J4 = 1 mH
c2- 47 KpF VCC • pila 9V
C3 - 3300 pF Tutti ceramici P1 - pulsante normalmente aperto
C4 • 3300 pF
C5 • 3300 pF

I Il ~
O
<
-.J
+110:

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 42


SONDA A RADIOFREQUENZA
re, passiamo all'esame del circuito nel sistor a giunzione TRl il quale, non es- di che si possa verificare alcuna errata
suo complesso. sendo in alcun modo polarizzato, pas- interpretazione.
L'ingresso di segnale, quello che costi- sa in conduzione solo in corrisponden- L'alimentazione, consistente in 9 Vcc
tuisce il collegamento vero e proprio za dell'applicazione di questo segnale. prelevati da una classica piletta rettan-
verso i punti di circuito interessati da Il fatto che TR 1 entri in conduzione golare "da transistori", viene applica-
segnali a RF, è realizzato con un oppor- provoca l'accensione del LED posto sul ta al circuito solo azionando un pulsan-
tuno puntale, secondo la tecnica co- suo circuito di collettore: abbiamo così te (Pl); ciò infatti impedisce di lasciare
struttiva delle sonde, tipo di strumento trasformato la presenza di un segnale inavvertitamente inserito il circuito, sca-
spesso completamente realizzato in ver- a RF di poche decine di millivolt (e pra- ricando così la pila.
sione da tenersi in pugno. ticamente di potenza zero) in una segna- Il consumo è comunque modesto: cir-
Se sul punto in cui si esegue la misura lazione luminosa da parte di un dispo- ca 5 mA in assenza di segnale (e quindi
la tensione a RF è di almeno una deci- sitivo, il LED, che richiede almeno a LED spento), ed una quindicina di
na di mV, si verifica l'accensione del qualche decina di milliwatt di energia mA con LED acceso.
LED apposito; vediamo come e perchè. elettrica, appunto per trasformarla in Un particolare su cui è necessario (non-
Il primo transistore, un mosfet a dop- luminosa. chè utile) dare qualche spiegazione è la
pio gate tipo BF966 (o BF960), ampli- presenza di una serie di ben 4 im
fica il segnale a RF su una banda piut- ze a RF, tutte diverse, poste sul drain
tosto larga, più o meno compresa fra i TRANSISTOR AL GERMANIO del mosfet.
I 00 kHz e 500 MHz. Facciamo quindi un passo indie
La gamma di frequenza è talmente am- Qui abbiamo quella che, al giorno d'og- Gli stadi amplificatori possono avere.
pia che non è possibile un 'amplificazio- gi, si può definire una particolarità: come "carico" ai capi del quale racco-
ne costante, ma servirebbe per questo TRl è un transistor al germanio (qual- gliere il segnale d'uscita, o una resi
un circuito di complessità ben superio- che modello è ancora reperibile in com- za (amplificatori RC) o un'induttanza.
re; del resto, il risultato che qui si ottie- mercio!) di tipo NPN o un circuito risonante vero e proprio
ne è più che sufficiente per un funzio- Infatti, nonostante la tecnologia sia più (amplificatori selettivi) o un trasfo
namento soddisfacente. I due diodi po- antiquata, questo tipo di semicondut- tore (in genere, amplificatori
sti subito all'entrata dell'amplificatore tore permette un pilotaggio (cioè una potenza).
a mosfet, in opposizione di polarità fra tensione di base per la conduzione di Nel nostro caso, è evidentemente adot-
di loro, hanno un semplice scopo pro- corrente in collettore) di soli 0,10-0,15 tata un'uscita ad induttanza, proprio
tettivo; essi infatti, dato il valore carat- V, contro i 0,6-0,7 V del silicio: in que- perchè il comportamento della sua im-
teristico della tensione di soglia di con- sto caso, ciò si riflette in una sensibilità pedenza sia adatto alle frequenze in bal-
duzione dei diodi al silicio (pari a O, 7 ben maggiore da parte della nostra son- lo, anche molto elevate.
V circa), "tosano" il segnale a RF se da a parità di semplicità circuitale. C'è però da tener presente un 'difetto"
questo è di tensione superiore a 0,7 V C'è anche il rovescio della medaglia: inevitabile delle induttanze (almeno, di
pp: ciò impedisce che un segnale d'in- proprio questa caratteristica del semi- quelle di normale costruzione): trattan-
gresso troppo potente abbia a distrug- conduttore usato fa sì che, a circuito ali- dosi di spire affiancate (cioè di condut-
gere il mosfet. mentato, il LED risulta sempre legger- tori vicini e paralleli), esse sono carat-
Ora il segnale è disponibile opportuna- mente illuminato (anche se la cosa si no- terizzate anche da una certa capacità,
mente amplificato, sul drain di MFl e ta solo in ambienti oscuri). di valore modesto ma tanto più alto
può essere applicato, tramite il conden- Ciò avviene perchè in TRl passa sem- quante sono le spire (e le loro dimen-
satore C4 (che lascia passare solamen- pre, fra collettore ed emettitore, una leg- sioni), e di effetto sempre meno trascu-
te la RF e non la tensione continua pre- gera corrente di fuga ( oltre all'effetto di rabile via via che aumenta la frequenza
sente sul mosfet)), ad un diodo al ger- qualche disturbo captato dal puntale), di lavoro. Ed un'induttanza con in pa-
manio che ha lo scopo di "raddrizza- ed è appunto questa che fa accendere rallelo una capacità rappresenta (do-
re" la RF, di trasformarla cioè in una appena appena il LED; quando però si vremmo saperlo bene) un circuito riso-
tensione continua, opportunamente fil- toccano i punti di un circuito in cui sia nante (un circuito cioè che ha una ri-
trata da C5. Questa tensione giunge fi- effettivamente presente della RF, il sposta spiccatamente marcata in corri-
nalmente alla base di un normale tran- LED brilla di luce intensa, senza quin- )))

Lato componenti e lato rame del circuito stampato. Le strisce ramate


sono viste in trasparenza nel primo e al vero nel secondo caso.

BATTERIA

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993- Pad


SONDA A RADIOFREQUENZA

spondenza di un ben preciso valore di positiva; ricordiamo che si deve 'adot- Attenzione: MFl va montato con la si-
frequenza (appunto, la frequenza di ri- tare un partitore di tensione, e non una gla girata verso la superficie del circui-
sonanza), comportandosi quindi in mo- singola resistenza di caduta, in quanto to stampato.
do del tutto variabile all'interno della la tecnologia del mosfet è tale che gli Inoltre, occorre sempre ricordare che i
gamma operativa, che ne risulta limitata elettrodi di controllo (G 1 e G2) sono mosfet sono dispositivi un po' delicati,
a poco oltre la frequenza di risonanza. elettricamente isolati dalla struttura del essendo sensibili alle cariche elettrosta-
Ecco allora che l'impiego, in un circui- dispositivo, cosicchè non possono essere tiche accumulatesi sul corpo umano o
to di questo tipo, di un'induttanza di attraversati da alcuna corrente (alme- alle tensioni da perdita di isolamento,
valore sufficientemente elevato per ot- no continua). per esempio, sulla punta del saldatore;
tenerne buone prestazioni alle frequenze C2 e C3 sono normali condensatori di i terminali vanno quindi manipolati con
più basse di lavoro, comporterebbe una filtraggio, così da tenere costante (e pu- cautela e con le opportune precauzioni.
severa limitazione alle frequenze più al- lita da segnali in corrente alternata) la Il diodo LED è generalmente contrad-
te, senz'altro nettamente superiori a tensione dei punti cui essi sono ap- distinto da una tacca nel corpo in pla-
quelle della frequenza di risonanza plicati. stica, sul fianco vicino alla base, tacca
(propria ed inevitabile) di detta in- Anche se non si tratta di un circuito del che corrisponde al catodo e che deve ri-
duttanza. tutto banale, il disegno ed il corredo fo- sultare dalla parte di R5 (altrimenti,
Si è quindi rimediato collegando in se- tografico rendono la realizzazione piut- semplicemente, il LED non si accende);
rie (in modo da sommarne gli effetti ed tosto semplice, senza particolari ele- esso va inserito quasi a fondo contro la
ottenere quindi un valore complessivo menti di criticità, specialmente se si ri- basetta, in modo da ridurne l'ingombro
sufficiente) quattro impedenze che, ol- produce la schedina a circuito in altezza quanto basti per farlo spor-
tre ad avere singolarmente un valore più stampato. gere appena dallo scatolino adottato co-
basso del totale necessario (e quindi fre- Il rispetto della polarità, e quindi delle me contenitore, provvedendo a sago-
quenze di risonanza ben più alte), pre- modalità di inserzione, si riferisce qui marne a misura i terminali con adatte
sentano valori crescenti da Jl a J4. ai soli semiconduttori; i due diodi d'in- pinzettine (magari a molla, del tipo "f-
Si può dire che è come avere tanti cir- gresso basta che vengano inseriti (sot- latelico"), cosi da non assoggettare a
cuiti risonanti posti in serie fra loro, in to questo aspetto) uno in senso oppo- sforzi pericolosi il corpo in plastica.
modo da distribuire opportunamente le sto all'altro; il terzo diodo (DG!) do- TRl ha un punto colorato sul corpo
singole frequenze di risonanza all'inter- vrà avere la striscetta in colore orienta- metallico a contrassegnare il collettore,
no di tutta la gamma operativa, e spe- ta verso C5. Per MFl costituisce riferi- che quindi deve risultare posizionato
cialmente verso le zone più alte della mento il reoforo del drain, che è quello verso il lato inferiore dello stampato
banda passante. Per quanto concerne lo più lungo e che va posizionato verso (per intenderci, quello ove viaggia il po-
schema elettrico, rimane ben poco da Jl/C4; occorre manipolare con una cer- sitivo dell'alimentazione).
dire. ta cura questo transistor, data la sua Delle quattro impedenzine adottate, so-
struttura radiale ed una certa esilità dei lo J2--J4 sono normalmente reperibili
terminali, che vanno piegati ad angolo in commercio; la Jl, essendo di valore
PARTITORE DI TENSIONE per un paio di mm almeno (sfruttando molto basso, deve essere autocostruita.
pinzettine a becco piatto) e poi verifi- Ma nessuno si spaventi: basta avere una
Il partitore resistivo R2-R3 è la classi- candone l'inseribilità, in modo che i punta da trapano di 4 mm, sul gambo
ca soluzione universalmente adottata quattro piedini ripiegati vadano ad in- della quale si avvolgeranno 10 spire ser-
per attribuire al secondo gate di MFl serirsi perfettamente a misura nei fori rate di filo da 0,3 mm (smaltato da tra-
il necessario valore di polarizzazione predisposti. sformatori); fatto ciò, basterà sfilare la

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 44


punta con delicatezza, in modo da non scelta in modo da calzare di misura sulla anche andar bene il corpo di un picco-
deformare la bobinetta così ottenuta, basetta. lo cacciavite, la cui base sia stata pas-
che sarà autosostenente, e con altrettan- Naturalmente, il contenitore necessita sata con tela abrasiva per poterlo
ta cura raschiare via dalle due estremi- di una lavorazione preliminare, consi- saldare.
tà (con forbicine, o lamette, o anche una stente nel foro in testa alla scatolina ve- Comunque, la saldatura alla basetta va
piccola lima piatta) lo smalto, chè al- ra e propria per il passaggio del punta- eseguita prima che la stessa sia stata po-
trimenti la saldatura al circuito o non le ed in due fori nel coperchio perchè sizionata entro la base del contenitore.
riesce o comunque non assicura un ne affiorino il LED ed il pulsante. Occorre anche realizzare, mediante un
buon contatto elettrico. breve tratto di cavetto, un collegamen-
Sulla base viene sistemato, in genere to fra il negativo della basetta e l'inter-
mediante apposito dado, il pulsante di IL PUNTALE no della scatola, la quale, essendo me-
accensione, e si fissano, opportunamen- tallica, è anche importante che sia con-
te accorciati, i fili di un normale porta- Tenendo presente che il puntale deve ri- nessa al "comune".
pile: e anche qui, occhio alla polarità sultare ben isolato dal bordo del foro In testa allo scatolino va infine fissato
(c'è ancora qualcuno che non sa che il relativo, è assolutamente consigliabile il cavetto di massa per la connessione
rosso va al positivo e il nero al nega- l'adozione di un "gommino" passaca- al circuito sotto prova; la soluzione più
tivo?). vo, che è opportuno sia in plastica, in semplice, trattandosi di una connessio-
quanto migliori ne sono le caratteristi- ne da realizzare in modo fisso ma tem-
che isolanti; quanto al foro, esso va ese- poraneo, è il vecchio "coccodrillo", col-
UN COMODO BOX guito di misura appropriata e precisa legato con una spanna di trecciola iso-
per assicurare la tenuta dell'isolante lata e fissata mediante saldatura o
A montaggio completato (e magari ri- stesso. stagno.
controllato), il complesso va sistemato Il puntale può essere ricavato da un pez- In tal modo, la' realizzazione del sem-
entro uno scatolino di dimensioni op- zetto di grosso filo di rame da trasfor- plice strumento è completata: ora sia-
portune; per il nostro prototipo è stata matori da 2-=-3 mm o, ancor meglio, da mo effettivamente in grado di ... vedere
adottata una comune scatolina Teko, un tondino di ottone, più rigido; può la radiofrequenza.

IL MOSFET
re senza variazioni di intensità. Se alla corrente di pola-
riz:azione viene aggiunta una debole corrente alternata,
energia di comando o segnale. questa si somma e si sot-
trae alla corrente di polarizzazione facendola variare e
determinando una proporzionale, ma più consistente, va-
riazione del flusso di elettroni nel componente.
Una debole corrente ne comanda una più grande la qua-
le è costretta a riprodurne tutte le variazioni.
Pregi e difetti dei tre diversi componenti.
La valvola è molto sensibile perchè la sua griglia presen-
ta un'alta impedenza resistenza alle correnti alternate)
di ingresso: di un segnale anche debolissimo non ne ie-
ne disperso nemmeno un po·. Per contro la valvola è in-
gombrante, delicata, richiede una tensione molto alta sul-
/ 'anodo (centinaia di volt) e in più deve essere riscalda-
Va/raia termoionica. transistor. F. E. T. field effect tran- ta necessitando quindi di un circuito a parte per I 'atcen-
sistor, o transistor ad effetto di campo), tre componenti sione dei fìlamenti.
studiati per svolgere la stessa funzione: amplificare de- Il transistor è poco ingombrante e non necessita di ace-
bolissime correnti alternate. per esempio quelle captate censione in quanto 11011 ha filamento: per contro la sua
da un 'antenna radio. Un flusso di elettroni (detto ener- base presenta una bassa impedenza d'ingresso per cui ne-
gia di eJecu::ionè) tende a scorrere all'interno del com- cessita di segnali già relativamente forti. Un segnale de-
ponente: fra anodo e catodo per la valvola, fra collettore bolissimo applicato alla base di un transistor può anche
ed emittore per il transistor, fra drain (deposito) e su ree sparire.
(sorgente) per il F. E. T. Un elettrodo di controllo è pre- Il F. E.T., assieme al suo derirnto il 1110.tfet. somma le
ente in ciascuno di questi componenti: nella valvola c'è buone caratteristiche della valvola a quelle del transistor
la griglia. nel transistor la base. nel F.E. T. il gate (por- senza far sue quelle negative.
ta). La quantità di corrente che circola all'interno del Presenta quindi un alta impedenza d'ingresso al gate, ha
componente è determinata dalla corrente di riferimento ridotte dimensioni e non deve essere acceso. Viene usato
che viene applicata all'elettrodo di controllo e che è det- prevalentemente come amplificatore di debolissimi segnali
ta polarizzazione. Questa è sempre in corrente continua per portarli ad un livello accettabile dai successivi stadi
e il flusso di elettroni che determina nel componente scor- a transistor.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 45


IL MONDO \
A PORTATA DI VOCE,/, !\
Queste pagine sono
riservate ad una rubrica

A
dedicata interamente
alla radio, per
ripercorrerne a grandi
passi la storia
e risvegliare nel neofiti
l'interesse per il magico
mondo delle trasmissioni
a carattere non
commerciale, quello
dei radioamatori.
Percorreremo insieme
tutta la strada che,
attraverso varie
esperienze,
ci dischiuderà i segreti
della propagazione
e della ricezione
delle onde radio fino
a giungere un giorno
a coronare il sogno
di trasmettere a nostra
volta con la dovuta
preparazione
e competenza.

UNA RADIO
uando la notte ascoltavo in cuf- Funzionava così bene che, tornato al ne-
Lunghezza d'onda Q fia la radio a galena usando co-
me antenna il neutro della rete luce e
gozio, non potei astenermi dal gridare:
"Questi diodi ... una vera rivelazione!".
e frequenza, modi come terra la "rete" del letto non pote-
Il mio sogno di allora era di essere quel
S.W.L. russo che aveva intercettato le
di ricezione, rapporti vo certo immaginare che la passione per
emissioni radio provenienti dalla leg-
di ascolto, nominativi la radio potesse durare per tutta la vita. gendaria tenda rossa dove i sovravvis-
Erano i tempi della curiosità e dei pri- suti della spedizione Nobile al Polo
5.W.l. mi esperimenti, spesso falliti ma qual- Nord battevano in Morse il loro dispe-
Ecco le prime cose che volta sorprendenti, come sostituire rato S.O.S. dopo la caduta del dirigibi-
da imparare se ci si vuole il rivelatore a galena con un diodo al le Italia sulla banchina polare.
germanio che il mio negoziante di elet- Ora che i capelli sono bianchi e passo
avvicinare con un corretto tronica mi aveva venduto, impegnando- molte ore in radio, il mio sogno è di-
atteggiamento al magico si a cambiarlo se non avesse funziona- ventato un altro: mi piacerebbe riper-
mondo del radioascolto. to, alla astronomica somma di 450 lire, correre insieme a voi la mia meraviglio-
un vero capitale per le mie finanze di sa avventura nel mondo della radio.
allora. Volete seguirmi...?

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 46


S.W.L. si diventa. trasmettono in onda corta.
S.W.L. è la sigla che indica un partico- Corta sì ...! Ma quanto?
lare tipo di radio ascoltatore; difatti La lunghezza d'onda. in metri è deter-
queste tre lettere sono le iniziali dell'in- minata dal rapporto fra la velocità del-
glese Short Wave Listener e significa- la luce (300.000 Km al secondo) e la fre-
no ascoltatore di onde corte; non di ra- quenza di trasmissione espressa in kHz
dio private o di musica, nè di giornali (kilohertz o chilocicli - migliaia di cicli
radio, sicuramente egli preferisce legge- al secondo). Per calcolare quella di una
re i quotidiani; tutte le stazioni che tra- stazione che trasmette su 3.6 MHz (me-
smettono entro un raggio di 300 Km da gahertz o megacicli - milioni di cicli al
casa sua (QTH), che si sentono bene, secondo) occorre innanzitutto trasfor-
senza interferenze e magari in stereofo- mare i MHz in kHz moltiplicandoli per
nica, non lo interessano. 1000 (3,6 MHz x 1000 = kHz 3600) e
L'S.W.L. cerca le stazioni deboli, quel- poi eseguire il calcolo; 300.000 : kHz
le che gli portano, miste a scariche e di- 3600 = 83 m di lunghezza d'onda.
sturbi atmosferici, voci da terre lonta- Onda corta quindi ma non cortissima
ne; quelle che per captarle e renderle in- in quanto le trasmissioni a lunga distan-
telleggibili bisogna saper eseguire sin- za verrebbero impedite dall'uso di on-
tonie perfette in quanto trasmettono in de troppo corte (vedremo ciò nei pros-
molte in un'unica fettina di banda e usa- simi appuntamenti quando affrontere-
no avanzati sistemi per occupare poco mo la propagazione radio ionosferica
spazio (S.S.B.); sono le radio dei radioa- delle onde).
matori (0.M.), delle spedizioni scienti- Le. lunghezze in onda corta assegnate ai
fiche, delle navi in navigazione e che )

Anche nelle zone più


isolate del globo nessun
uomo è solo quando
intravediamo un'antenna
spuntare. È la radio,
uno strumento che non
conosce ostacoli nè frontiere
nè divisioni sociali; uno
strumento nato per affratellare.
radioamatori sono 4: tessero ascoltare i suoi pensieri lo si sen- scoperto, che per ricevere le onde radio
80 metri pari a 3,750 Megacicli al tirebbe dire fra sè e sè: "Vado alla occorre l'antenna e l'antenna deve es-
secondo G.B.C. mi compro un bel ricevitore, ar- sere lunga quanto la lunghezza d'onda
40 metri pari a 3,500 Megacicli al rivo a casa attacco la spina e ascolto: oppure multipla o sottomultipla di es-
secondo cosa interessano a me i 'kilomegagicli sa. La prima cosa che salta agli occhi
20 metri pari a 15 Megacicli al secondo al secondo?'. guardando la tabella precedente è che
1 O metri pari a 30 Megacicli al secondo Tutto ciò serve ad imparare, quindi an- ciascuna lunghezza d'onda è doppia di
Qualcuno a questo punto si domande- diamo avanti! quella seguente e la metà di quella pre-
rà cosa possa servire tutto ciò; se si po- Tutti sappiamo, poiché Marconi l'ha cedente; ciò ci permette di usare, sia in

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 48


UNA RADIO
PER AMICA
mo su una delle gamme dei radioama-
tori ed eseguiamo la sintonia girando
molto, molto lentamente la manopola.
Non è detto che riusciamo subito a cap-
tare un O.M. ma dobbiamo insistere. Se
ci riusciamo, annotiamo la sua sigla, il
nome e la nazionalità, l'ora G.M.T.
(Greenwich Mean Time, tempo medio
di Greenwich), il giorno di trasmissio-
ne, il nome dell'eventuale corrisponden-
te con cui era in collegamento (QSO) e
la qualità della ricezione, seguendo le
indicazioni di una tabella appositamen-
te preparata:
Radio 1 appena percettibile, incom-
prensibile
Radio 2 percettibile con molta difficol-
tà, molte parole incomprensibili
Radio 3 intelleggibile, con difficoltà, al-
cune parole incomprensibili
Radio 4 intelleggibile
Radio 5 perfettamente intelleggibile
Se il ricevitore dispone anche di uno
strumento adatto a misurare la poten-
za del segnale radio (S-Master = misu-
ratore di segnale), si annota anche l'in-
dicazione data dalla lancetta dello stru-
mento. Questa va da 1 a 9 ma non so-
stituisce la precedente in quanto un se-
gnale forte S9 può essere intelleggibile
con difficoltà quindi R3, mentre un se-
gnale S2 può essere perfettamente intel-
leggibile quindi R5.
Tutti questi dati vanno annotati su
un'apposita cartolina (QSL) che viene
inoltrata alla radio ascoltata. Qualsiasi
radioamatore, ricevendo il nostro rap-
porto d'ascolto sarà ben lieto di ricam-
biare con una sua QSL di ringraziamen-
to che metteremo nella nostra col-
- + ]_ r-~-1+1:-~:: lezione.
>~
rie- +·A2- ls Radioamatori e S.W.L. sono rappresen-
Ma tu pegno4 ot abitudie
$eaie ol
tati in Italia da una loro associazione:
i'ARI, Associazione Radiotecnica Ita-
liana, 20124 Milano, Via Scarlatti, 31
THE RADIO AMATEUR'S WORLD MAP che fra le altre cose distribuisce gratui-
tamente in tutto il mondo le loro QSL.
È sufficiente consegnare le proprie, una
volta al mese, alla più vicina sezione
ricezione che (un giorno) in trasmissio-
ARI e il gioco è fatto, il mese successi-
la vecchia radio a valvole che abbiamo
ne, un'unica antenna. vo possiamo ritirare quelle che ci sono
in solaio, potremo usare come antenna
Se la facciamo di tipo dipolo filare lun- giunte in risposta.
un comune pezzo di filo, ma lo faremo
ga 20 metri, risuonerà in onda intera sui lungo 5 metri in modo che non sia trop- Con il prossimo appuntamento vedre-
20 metri, a due onde sui 1 O metri, a 1/2 po ingombrante e che risuoni 1/2 onda mo come inoltrare la domanda di no-
onda sui 40 metri e a 1/4 d'onda sugli sui 10 metri, 1/4 d'onda sui 20, 1/16 sui minativo d'ascolto.
80 metri. Su tutte le gamme risulterà 40 e così via. Alle prossime, ragazzi e ricordiamoci
perfettamente accordata. Ora se per i Qualunque sia il ricevitore per onda che per ora possiamo solo ascoltare ...
nostri primi esperimenti rispolveriamo corta di cui disponiamo, lo commutia- Old Man

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 49


VECCHIE RADI

L'OCCHIO
MAGICO
È una valvola il cui flusso di elettroni
rende luminosa una placca fosforescente.
Il segnale devia questo flusso e determina,
a seconda
. della sua
. intensità,.
una maggiore o minore porzione
di angolo buio.

e ertamente i lettori che ci seguono


in questa serie di puntate avranno
avuto modo di notare che molti appa-
più recenti, questo dispositivo ha assun-
to forme diverse), entro il quale si può
osservare che il settore luminoso varia
dicatore di sintonia a fluorescenza, ed
esso appartiene (nonostante le dimen-
sioni) alla famiglia dei tubi a raggi ca-
recchi radio degli anni 40-60 ( e per la la sua forma sintonizzando le varie sta- todici.
zioni. È proprio per la forma originale,
precisione, non proprio i più economi-
rotonda come l'iride posta al centro di
ci) sono caratterizzati dalla presenza, in una pupilla, che questo sistema ottico CATTURA LE STAZIONI
genere nei pressi della scala parlante (se fu lanciato inizialmente come "occhio
non proprio su di essa), di un sistema magico", denominazione indubbiamen- Il suo comportamento, almeno nella
ottico che si illumina di un bel verde te fascinosa che si è affermata e conser- stragrande maggioranza dei casi, è il se-
fluorescente, in genere a forma di disco, vata nel tempo, fino ai giorni nostri. guente: quando il ricevitore è sintoniz-
o meglio di ciambella (solo nelle radio Il termine tecnico più esatto è però in- zato su frequenze sulle quali non è pre-
sente alcuna stazione, l'occhio magico
è contrassegnato dalla presenza di una
zona scura di circa 90-100°.
PROTE Z. P2 PLACCA Il comportamento complessivo è illu-
LUMINO A
strato nel disegno di pag. 51 e in que-
sto caso ci stiamo riferendo alla situa-
ELETTRODO DI zione (A) (parte tratteggiata).
CATOOO CONTROLLO Se sintonizziamo una stazione di media
ANGOLO U1O
intensità, la zona scura si restringe (B),
per arrivare addirittura a chiudersi del
p tutto se la stazione è molto forte (C):
PLACCA in quest'ultimo caso quindi, l'occhio
TRIODO
magico è tutto uniformemente illumina-
La struttura Interna to (salvo notarsi la linea di congiunzio-
dell'occhlo magico: ne dei due lembi) di un bel verde chia-
Il dispositivo, nonostante ro, simile a quello delle lucciole.
le dimensioni, appartiene
Ecco quindi l'ausilio che questo indica-
alla famlglla del tubi
catodici. tore ottico fornisce in fase di sintonia
di una stazione: si deve cioè far in mo-
do che la zona d'ombra, ruotando con
delicatezza la manopola di sintonia, si
restringa il più possibile, dopo di che la
sintonizzazione (o, se vogliamo, la cen-
tratura della stazione) sarà perfetta.
))))

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 50


O A VALVOLE

Tre fasi della sintonia e di un ricevitore Le valvole indicatrici di sintonia presentano diversi
radio tramite l'occhio magico. sistemi di deviazione del fascio e di creazione
A) non sintonizzato o segnale debole dell'angolo buio da cui le diverse forme
B) segnale mal sintonizzato o segnale dello spot luminoso.
di media intensità.
C) segnale ben sintonizzato o forte.

CCHI0 MAGICO

M
Le radio a valvola di un certo
pregio erano dotate di indicatore
di sintonia detto anche occhio
magico per centrare
accuratamente le stazioni.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 51


L'OCCHIO MAGICO
SCALA MAGICO

TELAIO

Disposizione delle valvole e dell'occhio magico di un vecchio ricevitore: da sinistra


ampllflcatrlce RF, mescolatrice rlvelatrlce, ampliflcatrice di media frequenza,
occhio magico, ampllficatrlce audio, raddrizzatrice.

L'occhio magico, specialmente nei tipi tazione). un catodo il quale a sua volta emette
costruiti negli ultimi anni in cui esso fu Il tipo 6E5 GT è uguale in tutto, salvo elettroni (il lettore che non ricordi be-
usato, può assumere disegni diversi per che nel bulbo di vetro (di dimensioni ne questi concetti può andarsi a rivedere
quanto riguarda la zona a fluorescenza ben minori) ed in particolare nello zoc- i capitoli sulle valvole pubblicati nei n.
variabile. Oltre al tipo già descritto ne colo (che è OCTAL, mentre il primo ti- 3 e 4 del 1992); sono appunto questi
esistono altri tipi: uno un po' più sofi- po ha il cosiddetto zoccolo "america- elettroni che, tanto per cominciare, fan-
sticato ha due zone d'ombra pratica- no'). L'EM84 è un tipo relativamente no funzionare la parte triodo della no-
mente corrispondenti a due sensibilità moderno, ed ha la struttura tutto vetro, stra valvola, cioè i piedini 2 e 3 della
diverse, cosicchè anche con sègnali de- con zoccolatura NOV AL. 6E5 cui ci riferiamo. Gli elettroni di cui
boli si abbia un'indicazione ben netta sopra raggiungono poi, nel loro percor-
da una delle due zone: quando si è chiu- so, anche la placchetta che fa capo al
sa completamente quella dei segnali de- DENTRO L'OCCHIO piedino n. 4; questa placchetta, di for-
boli (la più piccola), inizia a chiudersi ma tronco-conica, è ricoperta al suo in-
l'altra. Vediamo i collegamenti agli elet- Dopo questa breve rassegna a caratte- terno di materiale fluorescente, cosic-
trodi di tre tipi di occhio magico fra i re sostanzialmente descrittivo, cerchia- chè, quando gli elettroni arrivano a col-
più famosi e diffusi. mo di vedere come questi dispositivi so- pire questo elettrodo, l'interno della
Il tipo 6E5, è stato il capostipite ed è no fatti "dentro" e quindi come se ne "cappa" si illumina. Entro il foro cen-
senza dubbio il più diffuso (anche per- può giustificare il funzionamento. Co- trale di questa placchetta, oltre al cato-
chè adottato su molti apparecchi sur, sia me tutte le valvole, gli indicatori di sin- do affiora anche un "bastoncino" che
di tipo ricevente che per strumen- tonia hanno un filamento, che riscalda ha lo scopo specifico di comandare l'an-
golo buio (è infatti, per una certa zona
EM84 della placchetta, di fronte al catodo, che
6E5GT 6E5 Collegamento degll
elettrodi di alcuni ne viene coperto per un certo angolo).
principali tipi di valvole Entro lo stesso bulbo di vetro (come al
indicatrici di sintonia. solito svuotato da aria e gas), troviamo
Le prime 2 sono sistemato un altro triodo ( di tipo nor-
americane, la terza male, stavolta) la cui placca PI è colle-
europea. gata all'elettrodo di controllo dell'an-
golo d'ombra (il già citato bastoncino).
Il catodo, comune a tutta la struttura
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 52
e che abbiamo visto affiorare al centro Per fare un esempio, diciamo che la ten- perchè diminuisce la tensione sulla plac-
della placchetta P2, è protetto (sopra) sione di polarizzazione "normale" (cioè ca PI, e quindi sull'elettrodo di coman-
da un dischetto metallico (l'iride dell'oc- in assenza di segnale) sia sui -2V; in do della luminosità, la cui azione diven-
chio magico!), in modo da non far ve- presenza di forti segnali essa può arri- ta sempre più trascurabile.
dere la luce che emette, essendo rovente. vare a -lOV.
È appunto questa variazione della ten-
sione di griglia controllo che "tiene sot- OCCHI SCHERMATI
COME FUNZIONA to controllo" l'amplificazione totale del
ricevitore, mantenendola sufficiente- Comunque, una emittente è perfetta-
Visto come è fatto, occupiamoci ora di mente costante; ed è questa stessa ten- mente sintonizzata in corrispondenza
come funziona, aiutandoci con lo sche- sione che provvede ad azionare l'occhio della massima chiusura dell'occhio ma-
ma, tratto da quello di un apparecchio magico. Esso infatti è collegato alla sud- gico, perchè ad essa corrisponde la mas-
radio d'epoca ed opportunamente sem- detta linea, generalmente tramite una sima tensione di CA V. Spesso gli occhi
plificato. resistenza da 1 MO e con un condensa- magici sono montati con schermo di al-
La linea che porta la tensione di CA V tore da circa 0,1F, che servono come luminio o anche di cartoncino nero: ciò
(controllo automatico di volume) agli gruppo di disaccoppiamento. solamente per evitare che la luce delle
stadi interessati si trova ad essere leg- Il segnale (cioè la tensione variabile di lampadine spia che sono all'interno del-
germente negativa, cioè col previsto va- CA V) viene amplificato dalla sezione la radio per illuminare la scala possa in-
lore di polarizzazione di griglia, in as- triodo della valvola, facendo variare la fluenzare la luminosità della placcetta
senza di segnali all'ingresso del ricevi- tensione della placca PI, e quindi del- fluorescente.
tore; se invece viene sintonizzata una l'elettrodo di comando per la zona Spesso, l'occhio magico è affacciato alla
stazione, tale tensione diventa più ne- d'ombra. scala parlante, e comunque non è mai
gativa, e tanto più lo diventa quanto più Maggiore è la tensione di questo segna- posto a telaio, bensì sospeso con appo-
la stazione è forte. le, più si restringe la zona illuminata, sito zoccolo.

V1 6AB
cr3
50 P
3
4 ..D.

Li I I
"e.#
;-è---- -1
I

, !I; -=-
I
240
4ML

R1
1Mn2

LINEA CAV
AT (+200+25V)

Il segnale da applicare alla griglia


controllo dell'occhio magico viene
prelevato dalla linea del controllo
automatico di volume (CA V) che fa capo
INDIC. di
alla prima media frequenza. SINTONIA
100kF
PROGETTI
LETTORI
I lettori sono invitati ad inviare un loro progettino, semplice
e inedito, che non impieghi più di 15 componenti elettronici.
Il più originale ed interessante di ciascun mese verrà
pubblicato e compensato con una preziosa attrezzatura
da laboratorio.

GALLEGGIANTE ELETTRONICO
elettrico, tanto che una piletta da 1,5 V
S noonoè unriuscito
lettore che in qualche an-
ad imparare, anche di tipo miniatura dura per parecchie
notti.
grazie alla vostra rivista, un po' di elet-
tronica. Il circuito si riduce allo schema elettri-
Dato che sono un accanito pescatore e co, che ... si riduce a sua volta al circui-
tante notti vado a pescare sul molo della to integrato e poco di più; la cadenza
mia cittadina, mi sono trovato a dover con cui oscilla ICI è stabilita dal valo-
risolvere il problema della pesca al buio. re di Cl: se Cl è da 100 ,uF, la cadenza
Normalmente si utilizzano galleggianti sarebbe di poco più di una volta al se-
fosforesenti, ma la durata della loro lu- condo.
minosità è limitata nel tempo. Anche lo stato di carica della pila in-
Allora ho provato a risolvere il proble- fluenza un poco la frequenza del lam-
ma ricorrendo all'elettronica e i risul- peggio; comunque, il consumo è bassis-
tati sono stati positivi. simo, attorno a 0,3:0,5 mA, tale quin-
Partendo da un integrato tipo LM 3909 di da giustificare l'uso di pilette da oro-
sono riuscito a realizzare un lampeggia- logio. Dal manuale delle caratteristiche
tore a LED con bassissimo consumo elettriche del LM 3909, si deduce che

STAMPATO "MILLEFoQ"
I
o

Il circuito è racchiuso
DL1
ermeticamente all'interno
dl un comune gallegglante
da pesca di quelli In plastica.
Il diodo led, lampeggiando,
permette di Individuare
il nostro galleggiante in mezzo
ad altri di tipo luminoso.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 54


questo integrato oscillatore, se alimen- DL1 LED R050
tato con una batteria del tipo "torcio- r 4)a
ne", funziona ininterrottamente per più
di 2 anni.
11 montaggio è stato fatto su una basetta
di tipo "millefori" con passo 2,5 mm;
essa serve, come montaggio elettrico ve-
ro e proprio, solo per il fissaggio di ICI 8 7 6 s
(e dei due componenti che lo comple-
tano), mentre la piletta viene fissata con
un poco di nastro, una volta che sia sta-
ICI= LM3909
±
1,5V
to effettuato il cablaggio elettrico. Tut-
to l'assieme viene poi infilato dentro un
galleggiante di dimensioni idonee e so-
prattutto ben impermeabilizzato. Il di- 1
segno di pag. 54 rappresenta questo gal-
leggiante; nella parte superiore (!}va si-
stemato il LED sfruttando tutta la lun-
ghezza dei suoi terminali (questa parte
deve essere quindi trasparente); la par- 1004F 16VL
te (2) è quella che rimane sott'acqua e
contiene il circuito vero e proprio; il
particolare (3) è l'anellino stringi-bava. Lo schema elettrico è sempllclsslmo e prevede
Per quanto riguarda il montaggio del solo 3 componenti oltre la plla. La reallzzazlone
circuito, visto che i componenti sono si effettua su una basettina modulare millefori.
pochissimi e che ci sono riuscito io a
farlo, c'è veramente poco da dire: si ve-
rificano e si rispettano le polarità di C 1
e della pila; il riferimento sull'integra-
to (corrispondente al piedino 1) si rico-
nosce dal punto marcato ( o "scavato")
su un angolo del contenitore dalla par-
te della siglatura.
Il LED deve essere scelto del tipo ad al-
ta efficienza e deve essere rosso: non si
usano LED gialli o verdi, per via della ±
loro scarsa visibilità. È pure possibile PIEDINAT. 1C1
montare un LED della cosiddetta serie
Per alleggerire La piedinatura di IC1:
Jumbo, grossi come una nocciola e Il galleggiante la piletta In pratica questo integrato
quindi realizzati con un'ottica che con- può essere di quelle svolge insieme a C1 tutte
sente una buona diffusione della luce. in miniatura da orologio. le funzioni del circuito.
Naturalmente, il circuito può essere uti-
le anche per altri impieghi, per esempio
nel settore del modellismo, e comunque
in tutti quei casi in cui c'è bisogno di
realizzare una forma di segnalazione lu-
minosa al buio.

PARTECl PA ANCHE TU!


1

Il lettore che ci ha inviato il progetto


del galleggiante elettronico vince questo mese
uno stupendo kit per saldatura con valigetta
contenente: saldatore stilo da 30 W,
supporto per mini montaggi, dissaldatore,
raschietto, appoggio per saldatore e punte
di ricambio. Per partecipare basta mandare
il progetto con una breve spiegazione a:
ELETTRONICA PRATICA - EDIFAI
Claudio Ferrari 15066 GAVI (AL)
(Imperia)

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 • Pag. 55


LETTERE Se avete un pro-
blema urgente

LETTORI
passate un fax:
cercheremo, nei
limiti del possibi-
le, di rispondervi
al più presto.

I tecnici della redazione di ELETTRONICA PRATICA sono


a disposizione dei lettori per risolvere al meglio i problemi
0143
643462
FAX
o le difficoltà che incontrano nelle loro realizzazioni. I quesiti
di interesse generale vengono pubblicati sulla rivista.
Potete scrivere a ELETTRONICA PRATICA· EDIFAI
15066 GAVI (AL)

G NO 8+ALI M. Tuttavia può succedere di disporre di


556 1
TRIGG. 2 7 SCARICA un 556 e di voler utilizzare un circuito
use. 3 6 SOGLIA con uno o due 555. In questo caso pos-
SCARICA 1 14 +AL!M, RESET 4 5 V. CONTR. siamo eseguire le varie modifiche al di-
S0GLIA 2 13 SCARICA
segno delle piste ramate in maniera da
V. CONTR. 3 12 SOGLIA 555 usare una o entrambe le sezioni del 556
REST 4 11 V. CONTR.
Dispongo di alcuni integrati NE 556 che al posto di uno o due 555.
USC. 5 10 RESE T
mi risultano simili all'NE 555; è possi- Se poi ci troviamo nella necessità di
TRIGG, 6 9 Usc.
bile utilizzarli in sostituzione di questi ul- montare, in un circuito già predisposto
GNDO 7 8 TRIGG.
timi? Come vanno collegati? per il 555, un 556, possiamo saldare ai
J \ Luigi Canestri ( Ferrara) piedini che ci interessano un pezzetto di
filo rigido ed isolato. Incrociando op-
1 2 li circuito integrato NE 556 è esattamente portunamente questi fili li colleghiamo
uguale, sotto il profilo elettrico a 2cir- al foro del circuito stampato elettrica-
cuiti integrati NE 555 ma i due non so- mente corrispondente. Allo scopo ecco
no materialmente sostituibili in quanto la disposizione della piedinatura di en-
dimensioni e piedinatura sono diverse. trambi i circuiti integrati.

,i
IL RELÈ SCATTA A 40 VOLT -i

Mi diletto di modellismo e talvolta mi sti in senso inverso uno all'altro (anti- fettamente continua, può eccitare la bo-
trovo con qualche problema da risolve- parallelo) ed è in questo simile al triac bina del relè il quale scatta passando da
re: stavolta ho a disposizione. una tensio- ma non dispone, come quest'ultimo, del spento ad acceso e dà corrente ai cir-
ne variabile fra 24 e 48 V ( in corrente terminale di controllo o innesco (gate). cuiti da esso serviti.
alternata a 50 Hz), e mi occorre un cir- Nel diac l'innesco avviene spontanea- R2 è un trimrner a filo perchè deve sop-
cuito che, quando la tensione raggiunge mente quando la tensione alternata a portare tutta la corrente che carica Cl
e supera i 40 V, mi faccia scattare un pic- cui è sottoposto supera una certa ten- ed eccita la bobina del relè, corrente suf-
colo relè. sione detta di soglia, tipicamente 30 ficiente a bruciare i normali trimmer a
Sandro Mei (Pordenone) volt. In altre parole, per porre un diac strato di carbone. Il suo compito è quel-
in conduzione bisogna superare la ten- lo di regolare entro certi limiti la soglia
È possibile ottenere un dispositivo co- sione di soglia oltre la quale avviene di eccitazione del relè portandola il più
me quello richiesto utilizzando il circui- l'innesco dopodichè la corrente lo attra- vicino possibile a quella desiderata. Fa
to qui presentato il cui funzionamento versa anche a tensioni inferiori. ciò regolando la costante di tempo di
è garantito da un diac. Entrato il diac in conduzione, la corren- carica del condensatore Cl.
Questo componente è fatto come se al te, limitata da R2, raddrizzata dal dio- Così concepito il dispositivo entra in
suo interno ci fossero due diodi dispo- do Dl e livellata da Cl, resa cioè per- funzione quando la tensione raggiunge

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 56


VENTOLA
----- CHE PARTE A TEMPO ___,

VENTOLA

MOT 1
$$ al

D1

D2

R1 = 100- 1W Una ventola di generose


D1-D2-D3-D4 = diodi al silicio da 5A/1000V dimensioni elimina gas
T1 = trlac per 220V/7 + A8A nocivi con estrema facilità.

Ho un problema forse banale, ma non so Facciamo la supposizione di impiegare di diodi conduce sia le semionde posi-
come risolverlo. Nel mio laboratorio elet- motori monofase a tensione di rete 220 tive che quelle negative della corrente
tromeccanico, dove mi trovo spesso a far Volt e di comandare la ventola tramite alternata per cui, visti dal punto di vi-
pasticci, vorrei montare un circuito in un triac (Tl). Il triac è un doppio dio- sta dei motori, questi quattro diodi so-
grado di far partire una ventola di aera- do controllato in grado di condurre fra no un unico conduttore.
zione quando 'accendo'' un paio di mo- gli anodi 1 e 2 entrambe le semionde Anche nel senso di conduzione, il dio-
tori elettrici ( 220 V 300 W), che per il della corrente alternata quando una do non si comporta esattamente come
particolare lavoro che fanno generano corrente alternata di comando viene ap- un conduttore; si lascia attraversare, sì,
gas, innocui, ma maleodoranti. Si dà il plicata al gate (porta). ma con una caduta di tensione di 0,8 V.
caso che non sussista l'agibilità dei col- La corrente che attraversa i due moto- Quattro diodi in controfase danno per-
legamenti veri e propri al motore (alme- ri, prima di chiudersi sul neutro, attra- ciò 0,8+0,8=1,6 V, ogni volta che viene
no nel mio caso) in quanto anche l'inter- versa i diodi Dl, D2, D3, D4 i quali so- acceso uno o entrambi i motori; questa
ruttore di accensione è incorporato nel no collegati in serie a due a due mentre tensione viene prelevata tramite Rl e
blocco motore. le coppie sono collegate fra loro in an- utilizzata come comando per il gate del
Angelo Canduri ( Bari) tiparallelo. Disposta così, la quaterna triac il quale si mette a condurre.

DIAC
COMPONENTI
C1 = 1000 FI64 VI (elettrolitico)
R1 = 6802 - 1W D1
R2 = 2200 (trimmer a filo)
D1 = diodo 1N4004
DIAC = qualsiasi tipo
RL = relè 12 Vcc (bobina da 2002
o più) E
24+48V 51 e 1
38-40 Volt circa e vi rimane anche con
tensioni inferiori; per spegnerlo si deve
togliere l'alimentazione in corrente al-
ternata o farla scendere a pochi volt in
maniera da diseccitare il diac.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 57
. LETTERE
'LETTORI
ALIMENTATORE STABILIZZATO
Normalmente la minima differenza fra è già livellata dalla presenza della bat-
la tensione di entrata e quella di uscita teria, ma serve a rendere utilizzabile il
richiesta per far funzionare un circuito circuito anche per le tensioni di ingres-
stabilizzatore è di 2 o 3 Volt. Per otte- so non livellate; D1, C2 e C3 mettono
nere 5 Volt stabilizzati occorrono, sul- a confronto le tensioni di ingresso e
1 'ingresso dello stabilizzatore, almeno 7 uscita mentre C4 livella ulteriormente
o 8 Volt. Oggi tuttavia si trovano sul quella di uscita. La presenza di Rl e del
mercato circuiti integrati stabilizzatori diodo LED servono esclusivamente a
in grado di lavorare anche con solo dotare il dispositivo di una spia acce-
mezzo Volt in più sull'entrata. Uno di so, spento e possono essere all'occor-
essi è adatto per l'applicazione qui ri- renza omessi.
chiesta. Si tratta dell'integrato L4941 Questo dispositivo è adatto ad alimen-
Ho la necessità di alimentare un circui- prodotto dalla SGS. tare apparecchiature a circuiti integra-
to elettronico con 5 V stabilizzati, aven- Il componente si presenta con tre soli ti che richiedono una tensione di 5 volt
do a disposizione, sia da un alimentato- piedini: entrata, uscita e massa; facilis- e una corrente intorno ad 1 Ampère.
re che da una batteria, solo 6V È possi- simi da individuare e contiene al suo in- Per la realizzazione è consigliabile una
bile in qualche modo ottenere questi 5 V, terno l'intero circuito stabilizzatore. basettina con le piazzuole di saldatura
ben stabili, partendo da soli 6 V? Cl non sarebbe necessario nel caso spe- o la preparazione di un piccolo circui-
Mirko De Vecchi (Catania) cifico, in quanto la tensione d'ingresso to stampato.

COMPONENTI
C1 = 100 F/16 VI (elettrolitico} R1 = 4702
C2 = O, 1 F (ceramico) D1 = 1N4004
C3 = O, 1 F (ceramico) DL = LED qualsiasi
C4 = 22/16 VI (elettrolitico) IC1 = L4941

D1

e u
IC 1
m

e +
:::J
+ e
U5V

E 6V
e Cl C2 c3 c4 e
DL

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1993 - Pag. 58


e e @

1 sempregtovan1
Quanti utili ed originali dispositivi possono essere realizzati partendo da una scatola
di montaggio! Tutti i componenti sono immediatamente disponibili: chiedono solo
di essere assemblati con cura e precisione. Il risultato è sicuro!

Per acquistare i kit occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o ver-
samento sul conto corrente postale n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO- 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20,
indicando con precisione nella causale il kit o i kit desiderati.

AMPLIFICATORE
BF 7 WATT
L'amplificatore di bassa frequenza, è un dispositivo parti-
colarmente adatto ad ogni tipo di impiego hobbistico. Nel
laboratorio del dilettante, infatti, potrà fungere da valido
strumento di controllo di molte sorgenti sonore, mentre nella
pratica corrente sarà in grado di rappresentare il più impor-
tante anello di una catena di amplificazione audio. Perchè
in esso va identificato uno stadio di potenza che eroga ben
4 W efficaci, su un carico di 4 Q, e 7 W efficaci su uno di
2 O, ottenuto mediante il collegamento in parallelo di due
altoparlanti da 4 Q ciascuno, che sono i modelli attualmente
più diffusi in commercio.
Naturalmente, i segnali amplificati, uscenti dall'apparato, so-
no totalmente privi di ronzii ed altri disturbi ed il funziona-
mento avviene in regime di massima affidabilità.
EP 2a Lire 19.200

CORRETTORE
DI TONALITÀ
La regolazione delle note acute e di quelle gravi è necessaria
in molte occasioni. Eppure la disponibilità di questo tipo di
controllo non sempre esiste negli amplificatori di bassa fre-
quenza e, più in generale, nei riproduttori audio, soprattut-
to in quelli autocostruiti dai principianti di elettronica.
Il semplice progetto, consente di completare le funzioni di
qualsiasi amplificatore audio, aggiungendo inoltre una
preamplificazione di bassa frequenza, di almeno dieci volte
in tensione e di altrettante volte in corrente, del segnale su
cui agisce. Essendo caratterizzato da una elevata impeden-
za d'ingresso, il circuito del correttore di tonalità bene si adat-
ta a qualsiasi tipo di lavoro, senza sovraccaricare il genera-
tore di segnali, che può essere quindi rappresentato da un
microfono, da un giradischi, da una testina magnetica e da
tante altre sorgenti di bassa frequenza.
EP 3b Lire 19.900
ELETTRONICA PRATICA - - Pag. 59
REGOLATORE
DI VELOCITÀ
Questo regolatore di corrente è adatto soprattutto per esse-
re utilizzato con carichi induttivi e specificatamente per mo-
tori elettrici; esso sfrutta la forza controelettromotrice ge-
nerata dagli avvolgimenti del motore per regolare la poten-
za disponibile. Fornisce quindi la massima potenza quando
il motore gira piano per diminuirla quando la velocità au-
menta oltre quella desiderata. Ciò consiglia di utilizzarlo so-
prattutto con i trapani dove questa prerogativa è partico-
larmente utile. Un simile funzionamento è possibile grazie
all'impiego di un diodo SCR mentre sarebbe impossibile uti-
lizzando il più sofisticato Triac.
A riprova di quanto detto è possibile un semplice collaudo:
alimentiamo un trapano alla minima velocità e ci accorge-
remo che è impossibile fermare il mandrino con una mano.
EP 4 Lire 21.400

MASSAGGIATORE
ELETTRONICO
Questo è un dispositivo che emette piccole scariche elettri-
che del tutto innocue ma in grado di provocare la contra-
zione dei muscoli nelle vicinanze di dove vengono applicati
gli elettrodi. L'effetto terapeutico è 'simile a quello della co-
siddetta ginnastica passiva, cioè quella in cui i movimenti
degli arti sono demandati a macchine apposite.
Il nostro dispositivo ha tuttavia delle controindicazioni: non
può essere applicato in zone prossime al cervello o al cuore
e non deve essere usato su persone anziane, bambini, donne
in gravidanza, portatori di pacemaker o su chi abbia subito
infarto cardiaco. Gli altri soggetti devono limitarsi ad ap-
plicazioni di breve durata. Altro uso può essere quello dian-
tifurto, in prossimità di una finestra dà una "salutare" scos-
sa a chi tenti di entrare.
EP 7 Lire 33.400

ANTIFURTO
PER AUTO
Questo antifurto ha la prerogativa di funzionare senza azio-
nare alcun segnale d'allarme perciò niente disturbo arreca-
to al vicinato per l'accidentale entrata in funzione del dispo-
sitivo per semplice nostra dimenticanza.
L'azione antifurto avviene inserendo e togliendo a sprazzi
la corrente al circuito di accensione delle candele per cui si
determina un inspiegabile sobbalzare del veicolo tanto da
renderne impossibile la guida.
Un eventuale ladro avrebbe l'impressione di aver rubato una
macchina difettosa e sarebbe costretto ad abbandonarla sen-
za fare nemmeno un metro di strada.
Oltre che come antifurto il dispositivo può essere utilizzato
come lampeggiatore o come temporizzatore.
EP 10 .:...................................... Lire 24.300

ELETTRONICA PRATICA - - Pag. 60


VOLTMETRO DIGITALE
GIGANTE
In laboratorio il normale tester digitale può portare ad in-
convenienti di lettura dovuti alla piccolezza dei numeri del
display.
Ben più utile sarebbe un quadrante a numeri cubitali da ap-
pendere al muro come un orologio in maniera da poterlo
consultare semplicemente volgendogli lo sguardo.
La realizzazione qui proposta è quella di un voltmetro per
misure da 6 a 1000 Volt corrente continua divise in 3 porta-
te: 9,99-99,9-999 Volt e con display a 3 cifre giganti.
La scatola di montaggio garantisce la disponibilità dei com-
ponenti del circuito stampato che, in questo caso, non sa-
rebbe facilissimo da realizzare e del display a numeri cubitali.
EP 6g Lire 78.500

LAMPEGGIATORE
MULTICOLORE
Serve per attirare l'attenzione su una vetrina o per abbellire
l'albero di Natale ma può essere usato come luci psichedeli-
che da taschino quando andiamo in discoteca. Collegando
la pila i led di questo lampeggiatore cominciano ad accen-
dersi e spegnersi in maniera del tutto casuale. Ciò deriva dal
fatto che pur essendo i tre circuiti oscillatori identici per co-
struzione e componenti, questi non lo sono elettricamente.
Infatti ciascun componente elettrico non è mai elettricamente
uguale al suo omologo. Questo fatto, conosciuto come "di-
spersione delle caratteristiche", fa sì che ciascuno dei tre lam-
peggiatori entri in funzione con cadenza diversa dagli altri
due. Ciò determina il lampeggiamento non sincronizzato dei
diodi led per cui l'accensione di ciascuna coppia avviene in
maniera e con tempo del tutto casuali.
EP 11 Lire 19.600

REGOLATORE DI
CORRENTI CONTINUE
Il peggior difetto dei regolatori di corrente è quello di con-
sumarne a loro volta un bel po' trasformandola in calore.
Il regolatore qui presentato basa la regolazione della cor-
rente sulla durata di un treno di impulsi generati da un cir-
cuito Darlington.
Il rendimento di un Darlington è altissimo e la dissipazione
di calore abbastanza contenuta, se in più consideriamo che
in tutto il circuito è l'unico componente a scaldarsi apprez-
zabilmente, ci rendiamo conto che lo spreco è minimo.
Questo regolatore serve a dosare le correnti che alimentano
motorini giocattolo, piccoli trapani, lampadine, ecc.; purchè
siano funzionanti a corrente continua. La tensione massima
di ingresso ammessa è di 15 Volt.
EP 8c Lire 18.500

ELETTRONICA PRATICA - - Pag. 61


TEMPORIZZATORE
CON IC 555
Questo kit basato sull'integrato 555 consente di ottenere un
temporizzatore che potrà interessare i fotografi, i modelli-
sti, le massaie, gli sperimentatori e quanti altri necessitano
di controllare il trascorrere del tempo nelle brevi misure.
Infatti il temporizzatore, per chi ancora non lo sapesse, è quel
dispositivo che informa l'operatore sul passare del tempo
segnalandone talvolta la cadenza attraverso un qualsiasi av-
visatore, che in questo caso è rappresentato da un relè, i cui
contatti si chiudono su preciso comando esterno e rimango-
no chiusi per un tempo prestabilito.
Dunque, il temporizzatore elettronico non solo è in grado
di segnalare il trascorrere del tempo, ma provvede pure ad
inserire e disinserire, automaticamente, qualsiasi apparato
elettrico.
EP 9t Lire 19.100

SVEGLIA SOLARE
Chiunque abbia necessità di svolgere un lavoro fin dalle pri-
me ore del giorno, può tranquillamente affidare la sveglia
a questo originale dispositivo, che emette, attraverso un nor-
male altoparlante, dei tocchi sonori ripetitivi, soltanto quan-
do la luce naturale comincia ad investire una fotoresistenza,
mentre rimane muto se, pur essendo già sorto il sole, il cielo
è molto nuvoloso e l'atmosfera oscura.
La funzione di sveglia solare dell'apparato non è tuttavia la
sola che possa giustificare la costruzione. Perchè il circuito
può essere adottato come antifurto, dispositivo di allarme
o strumento di misure precise di luminosità, Se poi, con que-
sto stesso progetto, tramite la semplice regolazione manua-
le di un trimmer, si vogliono produrre degli ultrasuoni, al-
lora il gallo elettronico si trasforma in uno scacciazanzare,
scacciatopi e, persino, in un deterrente contro l'avvicinamen-
to di alcuni animali.
EP 5s Lire 21.900

COME ACQUISTARE I KIT


PRESENTATI IN QUESTE PAGINE

Occorre Inviare anticipatamente l'Importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario


o versamento su conto corrente postale n. 46013207 Intestato a:
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responsa bile: Dino Ferretti tel. 0143/642492 UFFICIO ABBONATI • Tel. 0143/642232
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ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Paa. 1


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ETICHETTE ELETTRONICHE TERMOMETRO
Il termistore è un particolare tipo di re-
sistenza che varia il suo valore secondo
la temperatura. Qui prendiamo in con-
siderazione il tipo denominato NTC (ab-
breviazione del corrispondente inglese di
coefficiente di temperatura negativo) la
cui caratteristica è quella di diminuire la
resistenza (e quindi aumentare la corren-
te da cui è attraversato) in proporzione
all'innalzarsi della temperatura cui è sot-
toposto. Se colleghiamo il componente

La nuova etichettatrice Casio sibilità di stampare numeri sottofor-


KL-2000 consente di stampare, in ma di codici a barre (quelli che si pos-
modo rapido e semplice, bellissime sono leggere con il mouse del compu-
etichette autoadesive. ter). Basta digitare il numero che ci
Le parole da stampare sul! 'etichetta interessa e premere il tasto CODE;
vengono scritte su un display a cristal- anzichè in numeri arabi vedremo le-
li liquidi utilizzando la tastiera con tichetta uscire stampata in codice a
lettere e numeri disposti come in una barre. Questa funzione è indispensa-
macchina da scrivere e con in più i co- bile per etichettare le merci poste in
mandi simili a quelli di un computer. vendita e farne poi leggere il prezzo
Sull'etichetta possono essere scritti da un computer.
numeri o parole ed eseguiti piccoli di- La seconda novità è il nastro decal-
segni; si possono scegliere diversi ti- cabile a caldo; si stampa l'etichetta
pi di scrittura e due dimensioni dei ca- desiderata e poi con il ferro da stiro
ratteri. I nastri esistono di 2 altezze: la si decalca su qualsiasi tipo di stof-
18 mm, più adatta.per videocassette fa. La scritta è indelebile e resiste a
o dorsi di classificatori e 9 mm, uti- svariati lavaggi.
lizzabili anche per le cassette audio. Infine un incredibile accessorio: la co-
Sul nastro più alto è possibile scrive- py pen, permette di trasferire sull 'eti-
chetta qualsiasi disegno, scritta o
PUNTO NAVE IN
re una sola riga con i caratteri più
grandi o due righe con quelli più pic- marchio su cui venga passata. Costa Se mai vi è capitato di allontanarvi trop-
coli. lire 431.000. Distribuita da Ical po con la barca dalla riva vi sarete tro-
Questa etichettatrice possiede poi due (20145 Milano - Corso Sempione, 39 vati sperduti in un immenso cerchio az-
eccezionali novità: la prima è la pos- tel. 02/33104090). zurro dove l'orizzonte terrestre era spa-
rito e senza punti di riferimento una di-
Il nastro stampato esce Tolta la pellicola di carta protettiva rezione valeva l'altra. In un caso del ge-
dall'etichettatrice e viene tagliato l'etichetta autoadesiva può essere nere una semplice bussola può bastare
della giusta misura tirando la levetta. applicata su qualsiasi materiale. a trarci d'impaccio e permetterci di tor-
nare a terra ma per tentare questo tipo
di avventura è indispensabile saper ef-
fettuare la navigazione strumentale per
poter, in caso di avaria o pericolo, co-
municare la nostra esatta posizione.
Ensign GPS è il primo strumento di na-
vigazione appositamente ideato per sta-
re nel palmo della mano. Il potente com-
puter di navigazione e l'antenna incor-
porata fanno il punto in qualsiasi loca-

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 2


ELECTRONIC NEW S
A TE IISTORE
all 'Ohmmetro di un multimetro digitale
abbiamo realizzato un termometro. Uni-
co inconveniente: la scala del multime-
... o non e tarata in gradi bensì in Ohm
uii numeri che vi compaiono dan-
n'indicazione in una scala scono-
uta dal punto di vista termico. A ri-
rare la scala in due portate, gradi cen-
gradi e Fahrenheit, ci ha pensato la dit-
a che costruisce questo termometro a
termistore.
L'alimentazione è data da una batteria
a9V. La durata è di 200 ore continua-
tive, che significa poter effettuare 36.000
misure di 20 secondi ognuna prima che
la batteria sia scarica.
I cristalli liquidi del visualizzatore alti
RICETRASMETTITORE 144 432 MHz ■
Questo ricetrasmettitore in modulazione di frequenza copre le due bande VHF-
12.7 mm garantiscono una perfetta let- UHF assegnate ai radioamatori.
ra anche in condizioni difficili. Iri trasmissione lo stadio finale ha un'elevata potenza (50 Watt di radiofrequen-
La sonda ad immersione contenente le- za sui 144 e 35 Watt sui 432 MHz). Potenze inferiori possono essere impiegate
lemento sensibile alla temperatura è col- a seconda delle nostre esigenze.
legata allo strumento tramite un cavo Il trasmettitore può essere usato anche come cerca persone.
sibile che permette una notevole li- Su entrambe le bande in ricezione la ricerca delle stazioni viene effettuata da
rt"I di movimento e facilità di misura- un VFO (oscillatore a frequenza variabile) programmabile; con esso possono
none. essete memorizzati fino a 50 canali mentre un sistema di commutazione elettro-
contenitore dello strumento è realiz- nico consente di ascoltarne due contemporaneamente per vedere su quale c'è
zato i.n un unico pezzo stampato in pla- una chiamata in arrivo.
ABS autoestinguente, antipolvere Il frontalino di questo apparato è estraibile per non indurre in tentazione i ma-
ti urto. Costa lire 193.000. Masauto- lintenzionati.
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PAL O DI MANO
fil.à e in tutte le condizioni atmosferiche,
un margine di pochi metri.
L'unità fornisce, tra l'altro: latitudine,
longitudine. altitudine e velocità in tem-
tre naturalmente all'ora esat-
re grafico
. . di rotta, . calcoli
.
1gaz1ne, memor1zzaz1o-
otta, determinazione au-
rcorso di gara olimpico.
ioni sono in italiano.
dell'antenna e del ri-
o di operare anche al-
azioni di legno o di
è sempre possibile
esterna opzionale.
Champion Marine
Pergolesi, 6- tel.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 3


CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA

Misurare i valori delle resistenze e


/'intensità della corrente, provare
diodi e transistori sono tutte
operazioni piuttosto facili
se eseguite seguendo alcune
semplici indicazioni.

3est
IL MULTIMETRO (SECONDA PARTE)
iprendiamo, in questa seconda ed intenderci contrassegnato con n. ro, per la precisione 00,4: più o meno
R ultima puntata, l'esame delle mo-
dalità di utilizzo del nostro multimetro
La prima posizione a partire dall'alto la stessa indicazione si otterrebbe met-
è quella corrispondente alle misure di tendo direttamente i puntali ben a con-
digitale, passando ora ad interessarsi valore resistivo più elevato, fino a 2 MO tatto fra di loro.
delle misure di resistenza, sia nei valori (2000 K significa appunto 2000 kQ); la Ora che abbiamo sperimentato questi
più convenzionali per i veri e propri re- seconda posizione serve per misurare due casi estremi (isolamento e cortocir-
sistori di normale impiego nei circuiti resistenze fino a 200 kQ, e cosi via per cuito), proviamo a misurare e a leggere
elettrici, sia nei valori più alti (tipici del- i valori più bassi, fino al valore mini- correttamente i valori di 3 resistenze elet-
le misure di isolamento) ed in quelli più mo di portata (la quinta), corrisponden- triche vere e proprie procurandoci per
bassi (tipici delle misure di conduzione te a 200 0 di fondo scala. esempio i valori: 56 2, 33 kO, 820 kO.
elettrica). Sempre allo scopo di prendere confi-
Per far ciò, dovremo portare l'indice denza con il funzionamento del nostro
della manopola di misura su una delle strumento, cominciamo col vedere co- LA MISURA DELLE RESISTENZE
5 portate del settore verde, quello per sa esso indica se si fanno le misure su
un interruttore qualsiasi. Partiamo innanzitutto col ricordare che,
Se l'interruttore ha i contatti aperti, il durante la misura della resistenza, la po-
display indica 1, cioè il valore di fuori larità dei puntali non ha importanza al-
scala; infatti il valore di resistenza in cuna: la resistenza, da qualunque parte
Le misure questo caso è ben superiore ai 2 MQ di la si giri,... resiste sempre allo stesso mo-
di resistenza portata (l'isolamento di un normale di- do, pertanto i puntali, almeno in que-
e quella di spositivo elettromeccanico presenta va- sto caso, possono essere tranquillamen-
conduzione lori di resistenza sull'ordine delle mi- te invertiti fra di loro, che tanto la mi-
o isolamento gliaia di MO). sura non cambia.
si eseguono
scegliendo Se invece l'interruttore ha i contatti Prendiamo allora la resistenza da 56 n
una delle chiusi, utilizzando la portata opportu- ed inseriamola saldamente nel circuito
portate degli na, cioè la scala più bassa (quella dei di misura, attorcigliandone i terminali
Ohm (0). 200 Q), il display indica praticamente ze- attorno alle punte dei puntali, ed andia-
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 4
errar- e ze svnole indi-
ir e: z3cuna delle Misura di isolamento:
--- ate nella ta- un interruttore spento
dà un'indicazione di resistenza
infinita rappresentata
dall'indicazione del numero 1
LETTURA a sinistra del display.
000 CONTATTO APERTO
00.0
0.05
0.56
56.4

Aaizzame ke indicazioni ottenute.


Risper.ea valore di fondo scala delle
ne2e0r7ate. il valore della resi-
z zanr0a456?)è talmente basso
zz eire relative sono fuori scala: in-
:'"a::::: L:1::ma .:-ifra a destra è quella dei
Misura di conduttività:
2e:ia cala 2000 k e quella delle cen-
un interruttore acceso
:::iaia dì P. per la scala 200 k. dà un'indicazione di resistenza
L ·:n.cti.:azior.-...= è però tale (000, e non l' 1 nulla o minima.
iale) da segnalarci se non altro che
_-:,..;I:Imo a che fare con un valore posi-
ivomolto basso, tanto che praticamen- CONTATTO CHIUSO
e.. non entra nella scala di lettura.
ovvio, la portata più idonea è la
, e cioè 200 (0), dalla quale si
ottiene la massima precisione: di con-
nza non leggiamo mai il semplice
lore nominale, ma sempre qualcosa
in più o in meno, date le tolleranze di
costruzione.
In questo caso leggiamo 56,4 (valore di
ottima precisione).
))

lsura di resistenza con scelta sbagliata di portata: Misurazione di resistenza con scelta portata
resistenza da 56 ri su una portata di 2 MO corretta (2000). Il 4 ° decimale è dovuto alla tolleranza
rista" praticamente come un cortocircuito. del resistore in prova.

56 560
rrr
L.-

SELETTORE

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 5


gari anche abbastanza rapidamente, se-
condo la portata che è rimasta inserita.

LE MISURE DI CORRENTE

Passiamo ora alle misure di corrente.


Intanto dobbiamo riacquistare l'abitu-
dine al rispetto delle polarità: le inten-
sità misurabili da questo strumento so-
no solamente quelle continue, quindi il
senso di inserimento dei puntali è di
nuovo importante.
Come esempio per queste misure, rife-
riamoci ora al circuito realizzato sfrut-
tando la solita pila piatta da 4,5 V e la
resistenza da 56 0.
Partiamo stavolta col posizionare il
commutatore di portata su 200 m (equi-
valente a 200 mA) nel settore verde
DCA, corrispondente appunto ad "am-
père in corrente continua" (Direct Cur-
rent Ampère).
Perchè siamo partiti da 200 mA?
Resistenza da 58 k? (58000 ) misurata sulla portata di 200 kQ fondo scala: Beh, può essere stato un caso, può esse-
la lettura deve essere intesa k? 58,300. Gli 0,300 k? decimali
re la scelta della portata più alta fra le
sono dovuti alla tolleranza del componente.
normali scale di misura, può essere con-
seguenza di un conticino che ci siamo
Ripetiamo ora l'esperimento con la re- Ripetiamo infine le prove con la resi- permessi di eseguire, a mente (per chi è
sistenza da 33 kQ e riportiamo di nuo- stenza da 820 kQ, costruendo la solita meglio allenato) o con carta e matita, o
vo le letture ottenute su tutte e cinque tabellina. con la calcolatrice tascabile (è ammessa!).
le scale nella solita tabellina, Infatti la legge di Ohm (c'è qualcuno
che non la conosce?) ci dice che là cor-
SCALA O LETTURA
rente I che attraversa una resistenza R
SCALA ? LETTURA 2000 k 847 cui è applicata una tensione V si calco-
2000 k 032 200 k 1 la semplicemente dalla formula:
200 k 32.8 20 k 1
20 k 1 2000 1
1 200 1 V
2000 =
200 1 R

In questo caso l'unica scala idonea alla _4,5


Nel nostro caso I 80mA
In analogia con la prova precedente, la misura che stiamo eseguendo è ovvia- s6
prima portata risulta ancora troppo al- mente la prima, quella da 2000 k; gli
ta, però è già parzialmente indicativa, 1 sulle altre scale ci segnalano, ancora
segnando 32 kO. una volta, che siamo fuori portata. Quindi, la portata giusta è proprio la
La portata ideale è la seconda: è infatti La misura del valore resistivo può ser- prescelta; su questa, il display visualiz-
il valore di fondo scala immediatamen- vire sia a selezionare dei valori ben pre- za il valore esatto, pari a 74,2 (ricordia-
te superiore al valore nominale di resi- cisi di resistenza fra dei resistori regolar- mo che sulla misura effettiva incidono
stenza; il valore letto è 32,8, leggermente mente contrassegnati sull'involucro, sia le tolleranze di costruzione della resi-
inferiore al previsto, ma ancora di buo- ad individuare il valore effettivo di com- stenza e ancor di più il fatto che la pila
na precisone. ponenti resistivi incogniti ed anonimi, magari non è fresca di carica, e quindi
Sulle altre tre portate, il valore di fon- Si eviti, specialmente nel caso di misure con tensione effettiva un po' inferiore
do scala essendo inferiore alla resisten- di resistenza, di lasciare il multimetro ac- ai previsti 4,5 V nominali).
za sotto misura, l'indicazione è 1, cioè ceso e magari coi terminali che si tocca- Portando il commutatore (sempre re-
le scale sono inadatte alla misura. no: la pila si scarica inutilmente, e ma- stando nel settore DCA) sulle altre tre

Misura di una resistenza da 33 k!J


(33.000 2) sulla giusta portata
di 200 K. La lettura deve intendersi
32 K e 800 (32.800 2).

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 6


LTIMETRO
ioni, rispettivamente 20 m - 2000 Per far questo, occorre sostituire la re-
• la lettura è l'ormai classico sistenza da 56 O con una nettamente più
. che ci conferma che queste tre por- bassa, diciamo per esempio da 3,3 O; at-
le' sono errate per il valore di corren- tenzione però: stavolta, il resistore de-
te che stiamo misurando: meglio quin- ve essere anche di opportuna potenza,
di non insistere. esattamente sui 5 W.
Il settore per misurare la corrente con- La corrente letta sul display si aggira at-
tinua (DCA appunto) non offre altre torno ad 1,5 A: il valore dipende dallo
possibilità, ma ricordiamoci che imme- stato della pila (stavolta il valore di cor-
diatamente sotto c'è un 10 A, che guar- rente è piuttosto elevato per quella che
da caso vuol proprio indicare la porta- ne è la capacità) e dalla durata della mi-
ta 10 ampère fondo-scala; attenzione sura, che va tenuta piuttosto breve.
rò: se vogliamo usare questa portata Dopodichè, è importante ricordarsi di
rre ricordarsi (è l'unico caso) di riportare subito la spina rossa nella boc-
tare il puntale rosso inserendolo cola intermedia (quella contrassegnata
nell apposita boccola, appunto contras- dal numero 2), che non a caso è que!la
nata con I0 ADC, cioè 10 ampere
<seg di impiego più comune; infatti, se per
corrente continua. errore si facesse una misura di tensione
e il sistema di misura resta sempre col puntale dimenticato nella boccola 10
usato per le prove precedenti, ve- A, si creerebbe un bel cortocircuito: ne
do le ultime cifre fuori scala a de- potrebbero conseguire danni sia nel NERO
stra, la lettura è 0,07, dove è appunto DMM che nel circuito sotto misura.
Commutazione dello spinotto rosso
indicato anche l'opportuno inserimen- dalla boccola 2 alla 3 per eseguire
puntale rosso. la misurazione di forti correnti
\ÌSIO l'elevato valore di fondo sca- IL PROVA DIODI continue.
questa posizione, tanto vale che
fichiamo il funzionamento anche C'è poi da analizzare il funzionamento
ri più alti di corrente, in modo dello strumento con il commutatore di
trarne realmente le possibilità. ))))

Misurazione di deboli correnti continue sulla portata


di 200 mA fondo scala. Calcolata con la legge di Ohm
la corrente è data dalla formula:
Intensità (Ampère) = Tensione (Volt) : Resistenza (Ohm)
e cioè 4,5 V : 56 n = 0,08035 A = 80,35 mA

PILA 4,5 V

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 7


IL MULTIMETRO

Prova di un transistore NPN: i tre piedini EBC vanno individuati ed inseriti Commutazione del multimetro
nelle corrispondenti boccole. Per ciascun settore NPN - PNP c'è un collegamento nella posizione di prova diodi.
di emittore in più per consentire l'inserimento dei transistori Il diodo va inserito fra i puntali
con diverse sequenze di piedini. prima in un senso e poi nell'altro.

Indicazione di polarizzazione diretta mente, ma non tutte e due le cose as- Senza scendere troppo in dettagli teo-
sieme!), supponiamo che la lettura sul rici, questa grandezza coincide sostan-
display sia 716; ora il diodo è polariz- zialmente col cosiddetto 8 (lettera gre-
zato in senso diretto e conduce regolar- ca che si legge beta), numero che espri-
mente: il numero indicato corrisponde me il rapporto fra la corrente che scor-
alla tensione di soglia (che può essere re nel collettore del transitar e quella
anche un po' superiore, nonchè arriva- che scorre attraverso la base.
re a meno di 700), e comunque sta ad Esprime quindi il coefficiente di ampli-
indicare che il diodo è buono. ficazione del singolo transistor (essen-
Indicazione di polarizzazione inversa. do il rapporto fra la corrente attraver-
Se ambedue le letture ( quella in un sen-
so di inserimento del diodo e quella in so il circuito d'uscita e la corrente che

I I senso opposto) sono sempre , il diodo l'ha provocata nel circuito d'ingresso).
t in prova è decisamente interrotto; vice- La misura del suo valore, e quindi la ve-
4 versa, se ambedue le letture sono sem- rifica se esso è più o meno regolare, per-
mette di giudicare all'istante se il tran-
pre 000 (o poco più dello zero come ul-
tima cifra), il diodo è in cortocircuito: sistor funziona regolarmente oppure no:
misura posto nella posizione in cui è in ambedue i casi, da .gettare. ed infatti, inserendo opportunamente il
raffigurato un diodo: così facendo si Quando la misura del diodo in condu- transistor sotto esame nello zoccoletto
può controllare non solo se i diodi in zione si aggira sui 700 mV (poco più po- (col commutatore posto su hrp), sul di-
prova sono o no efficienti, ma anche se co meno), è segno che il diodo è del ti- splay appare proprio il valore numeri-
sono al silicio o al germanio (e comun- po al silicio. co del suddetto coefficiente di amplifi-
que quale ne è la polarità, ove il con- Quando la lettura si aggira su 300-400 cazione.
trassegno non sia evidente). m V, il diodo è del tipo al germanio. Lo zoccoletto è suddiviso (mediante
La prova consiste fondamentalmente l'indicazione sul pannello) in due settori
nell'applicare i puntali del DMM al dio- ben precisi: a sinistra vanno inseriti i
do sotto prova prima in un senso, poi IL PROVA TRANSISTOR transistor di tipo NPN, a destra quelli
nell'altro, interpretandone opportuna- di tipo PNP.
mente le indicazioni. Infine, resta da analizzare la misura di L'inserimento dei reofori dei transistor
La prima indicazione, secondo l'esem- hr dei transistori, misura fattibile va attentamente eseguito ed accurata-
pio di figura 9, sta ad indicare che il dio- sfruttando opportunamente lo zoccolet- mente rispettato.
do è inserito fra i puntali nel senso del- to in basso a sinistra, che viene inserito La maggior parte dei transistor ha i reo-
la non conduzione (o al limite, che es- portando il commutatore nella posizio- fori disposti secondo l'ordine EBC, ma
so è interrotto). ne compresa fra 10 A e il diodo. ce ne sono anche con sequenza BCE;
Invertendo il diodo ( o i puntali, ovvia- Ma cos'è questa hrt"? ciò spiega perchè ognuno dei due set-

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 8


tori ha due piedini marcati E, uno all'i-
nizio ed uno alla fine.
Importante da ricordare: durante la
prova, non si devono toccare con le di-
ta i reofori (e neanche il corpo, è me-
CELLULE
glio) del transistor, in quanto le letture
ne potrebbero risultare falsate.
Durante questo tipo di misura, i pun-
SOLARI
Sono cellule pronte per
tali del DMM non hanno alcuna fun- il funzionamento
zione e vanno lasciati liberi.
Cè da tener conto della notevole diffe- e provviste, sulla
renza che esiste fra i possibili valori del- faccia retrostante,
la h, di due transistor dello stesso ti- di attacchi in ottone,
po (del resto, la dispersione di caratte- che consentono
ristiche dei dispositivi a semicondutto- il collegamento,
re dovrebbe essere ben nota): per esem- in serie o parallelo,
pio, un BC 107 può avere una hp di più elementi, per
compresa tranquillamente fra 100 e 300, eventuali e necessari aumenti
ed essere ottimo. di tensione o corrente.
È evidente però che, se leggessimo 15 Vengono vendute in due
o 950, sarebbe chiaro indice che il tran-
sistor è difettoso.
modelli, incapsulati in contenitore
di plastica, che erogano la stessa
tensione di 450 m V, ma una diversa corrente.
Prova di un transistor PNP:
i terminali di Emittore Base
e collettore vanno inseriti
nelle presette contrassegnate Modello A = 400 mA (76 x46 mm) L. 6.500 (spese
con le lettere iniziali equivalenti di spediz. comprese)
{EBC) nel settore PNP dello zoccolo.
Modello B = 700 mA (96 X 66 mm) L. 7.600 (spese
di spediz. comprese)
PN P

PA ELLO SOLARE
Collegabile con tutti
i sistemi elettrici che
possono essere
ricaricati dal sole

Prova di un transistor NPN: Dimensioni:


va collegato in maniera esattamente 31cm X 31 cm x 2,5 cm
speculare al precedente. I transistor
che hanno come reoforo centrale Caratteristiche:
quello di collettore anzichè quello Potenza erogata = AW
di base si inseriscono utilizzando Tens. use. max = 16 Vcc
boccola E in basso anzichè in alto. Corr. max = 0,22 A
N PN
Lire 115.000

Le cellule solari e i pannelli solari possono essere


richiesti a: STOCK RADIO - Via P. Castaldi, 20
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corrispondente al numero e al modello desiderato.
RADIO
•------------------- ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 9
IL MONDO \.
A PORTATA DI VOCE'\ Queste pagine sono
riservate ad una rubrica
dedicata interamente
alla radio, per

<
A
ripercorrerne a grandi
passi la storia
e risvegliare nei neofiti
l'interesse per il magico
mondo delle trasmissioni
a carattere non
commerciale, quello
dei radioamatori.
Percorreremo insieme
tutta la strada che,
attraverso varie
esperienze,
ci dischiuderà i segreti
della propagazione
e della ricezione
delle onde radio fino
a giungere un giorno
a coronare il sogno
di trasmettere a nostra
volta con la dovuta
preparazione
e competenza.

LA PROPAGAZIONE
DELLE ONDE RADIO
Sveliamo il mistero della propagazione delle onde
radio, vediamo come esse sono influenzate dagli strati
ionizzati dell'atmosfera e dall'attività solare.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 10


entornati cari amici d'antenna, sciuto predecessore noi moderni SWL L'EFFETTO PELLE
B spero di ritrovarvi ancora più nu-
merosi a questo secondo appuntamen-
dobbiamo imparare a conoscere a fon-
do come funziona una radio; dobbiamo Ma come si propagano allora le onde
to. È passato appena un mese ma chis- sapere come si propagano le onde dal radio? Ecco come la realtà supera in
sà quante cose sono successe. trasmettitore al ricevitore superando gli questo caso la fantasia.
Saranno stati inventati nuovi compo- ostacoli naturali e la curvatura terrestre. La legge di Ohm ci dice che l'induzio-
nenti elettronici, ideati nuovi schemi per Agli albori della radio si credeva che la ne elettromagnetica, in un filo o in una
modernissime radio in grado di offrire propagazione delle onde avvenisse nel- bobina percorsi da corrente alternata,
prestazioni inimmaginabili soltanto po- l'atmosfera come accade con i rumori aumenta con la frequenza; ci dice an-
chi mesi fa. Nuovi satelliti avranno rag- che in assenza d'aria non si propagano. che che più alta è l'induzione maggiore
giunto le loro orbite. Ben presto ci si accorse però che una ra- è l'impedenza (resistenza al passaggio
E pensare che tutto è cominciato a Pon- dio posta sotto vuoto riceveva ugual- delle correnti alternate) del filo.
tecchio meno di 100 anni fa. Era il 1895 mente; occorreva allora fare altre sup- Poichè l'induzione inizia dal centro, alle
e Marconi, riprendendo gli esperimen- posizioni. Fra gli scienziati infuriava la frequenze basse la corrente trova impe-
ti di illustri scienziati dell'epoca, fra cui polemica su quale fosse il mezzo attra- denza solo nella parte centrale del filo,
il celeberrimo Righi del quale fu allie- verso il quale si propagavano le onde quella che potremmo definire l'anima.
vo, riusciva a trasmettere per primo un e non riuscendo a trovarlo pensarono Più, con la frequenza, aumenta l'induzio-
segnale radio alla distanza di due Km. bene di dargli almeno un nome: etere ne e più nel filo l'anima ad alta impeden-
Potessimo riascoltarlo adesso quel se- stazionario, ma non si è mai saputo be- za si ingrandisce fino a diventare grande
gnale; alle nostre orecchie viziate dal- ne che cosa immaginavano che fosse. come l'intera sessione del filo stesso.
l'alta fedeltà assomiglierebbe più ad una Ci fu perfino chi, a proposito della pro- Se la frequenza è piuttosto alta la cor-
pernacchia mal riuscita; quella pernac- pagazione della luce nel vuoto, tentò di rente è costretta a viaggiare solo sulla
chia tuttavia è stata il primo passo di misurare lo sfasamento che avrebbero superficie esterna del conduttore.
tutto il progresso a cui siamo abituati. dovuto subire due raggi luminosi iden- A questo fenomeno è stato dato il no-
Ma poichè per ogni radio che trasmet- tici ma orientati in direzioni diverse, in me di effetto pelle, non si sa se per ren-
te ci deve essere qualcuno in ascolto al- conseguenza del differente "vento" di dere bene l'idea di superfici percorse da
trimenti non servirebbe a nulla, un al- etere che avrebbero incontrato sul loro corrente o per ricordare le tremende
tro personaggio assai meno famoso percorso. scottature che la radiofrequenza dà a
quasi sconosciuto, probabilmente se ne Fu Albert Einstein, il padre della re- chi inavvertitamente tocca un filo che
ignora anche il nome, operava fianco a latività, a demolire definitivamente la ne è percorso.
fianco al grande scienziato. Era un con- teoria dell'etere. Egli riuscì a dimo- Diretta conseguenza dell'effetto pelle è
tadino, analfabeta, forse; ma sicura- strarne l'inesistenza, diciamo così, per che il campo magnetico, che viene a for-
mente intelligente se riusciva a seguire esclusione; tutta la teoria della relati- marsi intorno al filo percorso da cor-
gli esperimenti del maestro; era il pri- vità infatti si regge perfettamente in rente alternata ad alta frequenza, ten-
mo SWL, colui che, appostato dietro piedi a prescindere dall'esistenza del- de ad allontanarsi da esso fino a stac-
una collina, per primo ascoltò un segna- l'etere stazionario. carsene definitivamente e se la frequen-
le radio ed inviò la prima QSL sotto- Ancora oggi tuttavia, la parola etere ri- za è sufficientemente elevata, a propa-
forma di uno sparo di fucile. corre spesso per dare alle emissioni ra- garsi nel vuoto.
Per essere all'altezza del nostro scono- dio un sapore vagamente magico. ))

Cartoline QSL provenienti da diverse nazioni:


confermano i collegamenti fra radioamatori.

• $Ara J4PN

A3
Gcs

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 11


LA PROPAGAZIONE DELLE ONDE RADIO
L'antenna trasmittente altro non è che
un filo percorso da corrente alternata
ad alta frequenza. Il fatto che le sue di-
mensioni siano calcolate in base alla
lunghezza d'onda serve inoltre ad au-
mentarne il rendimento. Il campo ma-
gnetico che essa produce si propaga fi-
no a raggiungere le antenne riceventi.

PER ONDA RIFLESSA

L'atmosfera che circonda la terra e che


è una coltre alta svariati km, prende no-
mi diversi a seconda dell'altezza dal
suolo e dei fenomeni che vi avvengono.
Lo strato che più ci interessa per il suo
comportamento nei confronti delle on-
Riflessione via ionosfera: a seconda della maggiore o minore frequenza
le onde penetrano più o meno profondamente negli strati ionizzati, de radio è la ionosfera. Essa si estende
per cui l'angolo di riflessione è maggiore o minore. a partire da circa 80 km sopra le nostre
teste fino oltre i 1000 km ed è compo-
sta da gas molto leggeri come l'elio e li-
drogeno.
Altra caratteristica è l'elevata tempera-
tura che raggiunge lo strato quando è
illuminato dal sole; questo fatto rende
instabili gli atomi dei gas i quali perdo-
no facilmente le loro cariche negative
cioè gli elettroni.
In un atomo le cariche negative e quel-
le positive (protoni) si equilibrano; se
tuttavia un elettrone va perso, l'equili-
antenna brio diventa instabile perchè i protoni
emittente/e a-
,ampie? vengono a trovarsi in maggioranza.
«i»%lo
TERRA L'atomo diventa quindi positivo.
(zona " Gli atomi che si trovano in questa con-
Se la potenza trasmessa è sufficiente, l'onda che ricade viene dizione sono detti ioni, dal che deriva il
ulteriormente r)flessa dal suolo verso gli strati ionizzati e per successive nome di ionosfera e se uno strato ioniz-
riflessioni può fare il giro del globo.
zato raggiunge sufficiente spessore ac-
quista la proprietà di riflettere verso il
suolo le onde radio che lo raggiungono.
Ecco come le radiotrasmissioni, incu-
ranti degli ostacoli naturali e della cur-
vatura terrestre, riescono per successi-
ve riflessioni a fare il giro del globo evi-
tando di disperdersi nello spazio che ci
circonda come sembrerebbe a prima vi-
sta ovvio.

PER ONDA DIRETTA


TERRA
Quanto detto vale ovviamente se le sta-
zioni trasmittenti e quelle riceventi so-
A seconda dell'altezza dal suolo gli strati ionizzati sono contraddistinti no separate da ostacoli come catene
da differenti lettere dell'alfabeto. La propagazione radio è influenzata montuose o dalla stessa curvatura ter-
dagli strati E e F distanti rispettivamente circa 80 e 400 Km. restre. Se viceversa le due antenne, per
Questi a loro volta si dividono in substrati E1-2, F1-2, ecc. così dire, "si vedono", l'onda giunge per
la via più breve.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 12
I CICLI SOLARI tensa o scarsa attività solare con con-
seguente maggior o minor difficoltà nel-
Gli strati ionizzati nell'atmosfera si tro- la propagazione delle onde.
vano a diverse altezze e la loro forma- Per aiutare chi si occupa di radiotra- In tutti i casi l'intestazione
a

zione e intensità dipende quasi esclusi- smissioni viene pubblicato un bolletti- considerata la seguente:
amente dallattività solare. Conseguen- no della propagazione che fa le previ- Direzione Compartimentale P.T.
za diretta di tutti i fenomeni che avven- Ufficio 3- Reparto 4- T.L.C.
sioni di quali strati si ionizzeranno, di
gono sulla superficie del sole: le espio- seguita dall'indirizzo
che intensità sarà il fenomeno e quali
ioni. le perturbazioni, le macchie, sul frequenze conviene usare.
nostro pianeta ricadono continuamen- Eccoci arrivati cari amici d'antenna. Piemonte e Valle d'Aosta
raggi di tutti i tipi e un numero enor- Via Foggia, 3A- 10152 Torino
È stata un po' dura? Voglio a mio mo-
me di particelle che, cozzando contro
gli atomi degli strati più esterni dell'at- do ricompensarvi dando qui di seguito Lombardia
mosfera ne scalzano letteralmente gli tutte le informazioni per ottenere il no- Via Orefici, 15- 20123 Milano
lettroni dalle orbite favorendo la for- minativo d'ascolto e proponendovi una
speciale gara a premi a voi esclusiva- Trentino Alto Adige
mazione di zone fortemente ionizzate. Loc. Solteri - 38100 Trento
l'attività solare segue un suo ciclo ben mente riservata.
preciso la cui durata è stata individua- Alle prossime ragazzi e ricordiamoci Veneto
ta in ll anni per cui ci ritroviamo al- che per ora possiamo solo ascoltare ... San Giobbe - Fond. di Cannaregio
ternativamente di fronte a periodi di in- Old Man 30121 Venezia
Friuli Venezia Giulia
Via Sant'Anastasio, 12- 34134 Trieste

Nominativo d'ascolto Liguria


Via V. Rela, 8 - 16151 Genova
Ecco un fac-simile di domanda da Alla direzione Compartimentale P.T.
presentare alla DlrezJone Il sottoscritto . Emilia Romagna
Compartimentale P.T. competente per nato Il e residente a . Via Nazario Sauro, 20 - 40121 Bologna
in via a C.A.P .
territorio. La domanda deve essere chieda Il rilascio dell'autorizzazione ad im-
redatta In carta da bollo del valore di llre piantare ad esercitare nel proprio domlclllo Toscana
15.000 e una seconda marca di pari una stazione radio di ascolto sulle frequen- Piazza Repubblica, 6- 50123 Firenze
valore va allegata per essere applicata ze assegnate al Servizio di Radioamatore. Il
all'autorizzazione; occorre anche allagare sottoscritto dichiara di essere cittadino ita-
llano a di essere a conoscenza delle norme Marche
un certificato di cittadinanza ltallana. che regolano in Italia le radiocomunicazio- Via Piave - 60124 Ancona
In sostituzione dal certificato si può nl. In particolare si Impegna a non rivelare
autenticare la firma apposta sulla ad alcuno le comunicazioni al di fuori delle
domanda oppure presentare banda radlodllettantlstlche eventualmente
Umbria
personalmente la domanda anzichè spedirla. captata. Allaga una marca da bollo da L. Via Angeloni, 72 - 06100 Perugia
GII Indirizzi per ciascuna ragiona vanno 15.000 ed un certificato di cittadinanza ita-
liana. Con osservanza. Lazio
rllavatl dalla tabella pubblicata.
Data. . Piazza Dante, 25 - 00185 Roma
Abruzzi
Via Passo Lanciano - 65100 Pescara
Molise
Lettori in gara Via Toscana, 33 - 86100 Campobas
Puglia
Ascoltare la radio significa anche apprendere gli eventi mentre si Via G. Amendola, 116 - 70126 Bari
stanno svolgendo: ascoltare un radioamatore che trasmette da Bagdad
mentre è in corso la guerra del Golfo o da Mogadiscio mentre in Basilicata
Somalia sbarcano i marines, ascoltarne un altro mentre è impegnato in Via N. Sauro - 85100 Potenza
una difficile missione dì soccorso o di salvataggio, captare un SOS è
Campania
sempre stato il sogno di ogni SWL. Se mai vi è capitato o vi capiterà Piazza G. Garibaldi, 19 - 80142ap
una cosa simile e siete in grado di comprovarla con rapporti d'ascolto.
cartoline QSL, riconoscimenti, ecc., potete inviarne documentazione Calabria
alla nostra redazione. Ogni mese quella più interessante verrà Via Marlon - 89100 Reggio C
pubblicata mentre a tutte quelle pervenute sarà inviato un piccolo
riconoscimento. Diamoci da fare allora, la redazione è in attesa delle Sicilia
Via Ausonia, 69 - 90146 Palermo
vostre testimonianze.
Sardegna
Viale Trieste. 169 - 09122 Cagliari

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 13


DISPOSITIVI DI COMANDO

TELE-AVVIAMENTO
DI POTENZA
Un utile strumento per avviare o arrestare
carichi soggetti a forti correnti continue senza
agire direttamente sul circuito di potenza.
Grossi apparati ricetrasmittenti, motorini
di avviamento e tutto ciò che necessita
di grandi spunti di partenza può essere
facilmente avviato.
Realizzazione su circuito
stampato del comando di potenza;
il diodo SCR2 che deve sopportare
il carico è di quelli di potenza
ed è raffreddato da un dissipatore
ad alette. SCR1 fornisce solo
energia di comando e quindi
scalda praticamente nulla.

nche l'hobbista si trova a volte nel-


A la necessità di mettere in funzione
apparati alimentati in corrente continua
che assorbono correnti piuttosto elevate
(anche 20-30 A).
Pensiamo per esempio al caso di dover
alimentare dei grossi apparati ricetra- Diodi SCR (Silicon controlled rectifiers
smittenti di origine "surplus"; un nor- o rettificatori controllati al silicio).
male ricetrasmettitore del periodo Se-
conda Guerra Mondiale può assorbire,
alimentato a 120 24 V, anche 20-30 A,
specialmente nei primi secondi di avvia-
mento, a causa del picco iniziale di as-
sorbimento del filamento delle valvole,
spesso presenti in numero elevato.
A complicare le cose, c'è poi l'eventuale
presenza dei grossi carichi induttivi rap-
presentati dai generatori rotanti che
prendono il nome di dynamotor, veri e
propri motori in e.e. caratterizzati da un
forte spunto di corrente alla partenza.
Le apparecchiature citate vengono av-
viate, già nella loro versione originale,
tramite un sistema di grossi relè, che in
genere sono posti all'esterno degli ap-
parecchi stessi.
Se, per chiarirci le idee con un esempio,
vogliamo riferirci ad un caso pratico le- 1 A Schema elettrico del sistema
gato alla vita quotidiana della maggio- di avviamento di un'automobile.
ranza di tutti noi, pensiamo al sistema Il carico del motorino può essere
comandato dal circuito
di avviamento della nostra automobile.
presentato.
Quando giriamo la chiave della messa
in moto del motore, facciamo scattare
un contattore (nient'altro che un gros-
so relè), il quale provvede a chiudere il
circuito fra il motorino di avviamento
))

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 15


CJ

+DI
Il Il
z
+
SCRoa 75eT'
::i

$3
et

MO
R3
PN
O • -
o e
j4 IIC5

R6
+ R5
C2 C4
R2
11:==dil==-============-=======4~==9:==ee=:::j-=====-=======, 1

Schema elettrlco del comando di potenza In corrente continua: risolve brlllantemente Il problema di spegnere
un diodo SCR In conduzione, senza ricorrere all'Interruzione della corrente che alimenta Il circuito.

Assemblaggio dei componenti sulla basetta del circuito stampato; le piste ramate si intendono viste in trasparenza.
, SCR2 è disegnato senza l'aletta di raffreddamento che però è indispensabile.

Cl

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 16


TELEAVVIAMENTO DI A
e la batteria. ma, è stato messo a punto un circuito
Negli impianti industriali succede qual- adatto ad avviare o fermare grossi c
cosa di molto simile; qui è un pulsante chi da alimentarsi in corrente continua:
rosso che provvede ad avviare i grossi vediamo brevemente come funziona.
CARICO motori, ed è uno nero che li arresta: i
pulsanti, lavorando a bassa tensione (in
genere 24 V), sono appunto quelli che I DIODI SCR
comandano dei grossi relè che in que-
sto caso vengono chiamati teleruttori. Innanzitutto, da una prima occhiata ri-
Comunque per l'hobbista un sistema sulta evidente che il suo funzionamen-
analogo a quelli sin qui sommariamen- to si basa fondamentalmente sulle ca-
Ge te descritti risulta costoso nonchè labo- ratteristiche degli SCR (Silicon Control-
vcc
e rioso da mettere assieme.
Ma resta pur sempre il fatto che non ci
si può permettere di realizzare il con-
led Rectifiers, cioè diodi controllati al
silicio).
Questi dispositivi, disponibili normal-
tatto manualmente, se non altro perchè mente per forti intensità di corrente so-
si possono creare archi elettrici di no- no caratterizzati dal fatto di scattare in
tevole intensità, tali comunque da dan- conduzione fra catodo ed anodo solo
neggiare i circuiti interessati. quando all'elettrodo di controllo, chia-
Ecco allora che, per risolvere il proble- mato gate, viene applicato un impulso

o
1
CIIID
o
di opportuna ampiezza e polarità, do-
po di che il diodo resta in conduzione
COMPONENTI netta, almeno sino a quando lo stato di
conduzione non venga interrotto: e per
RESISTENZE C4 = 0,1 F - 250 VI far questo l'unico sistema possibile con-
R1 = 220 0 (mylar o poliestere) siste nel far venir meno, anche solo per
R2 = 100 2 es = 0,1 F - 250 VI un attimo, la tensione presente sul-
R3 = (v. tabella a pag. 19) (mylar o poliestere) l'anodo.
R4 = (v. tabella a pag. 19) Comunque, quando il diodo è passato
R5 = 5600 2 DIODI in conduzione, e per far questo si spin-
R6 = 152 D1 = 220 V/ 5 A ge il pulsante rosso PR sul gate (g) di
R7 = (v. tabella a pag. 19) SCR1 = C106D (o equivalente} SCR2, il carico da far funzionare risul-
R8 = (v. tabella a pag. 19) SCR2 = BT152/800 ta collegato alla sorgente di alimenta-
(è preferibile che tutte (o equivalente) zione; esistono SCR in grado di soppor-
le resistenze siano da 1/2 W) DLR = LED rosso tare anche centinaia di ampère.
DLV = LED verde Quando il carico si deve scollegare dal-
CONDENSATORI l'alimentazione, e visto che un SCR in-
C1 = 1000 F - 40 VI terrompe il suo stato di conduzione so-
(elettrolitico) PN = pulsante N.A. (nero) lo se gli si fa mancare per un attimo la
C2 = 100 F - 63 VI PR = pulsante N.A. (rosso) tensione di alimentazione, non si può
(elettrolitico) certamente mettere un interruttore in
C3 = 220 F - 63 VI serie all'SCR stesso, in quanto ciò non
(elettrolitico) farebbe altro che riportarci a quello che
))»)

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 17


TELEAVVIAMENTO DI POTENZA
era il problema iniziale. senta un impulso negativo sull'anodo di Il LED indicato come DLR (rosso) ser-
Ecco allora che un altro diodo control- SCR2, in quando momentaneamente ve invece a segnalare che il carico è in-
lato provvede a risolvere il problema sottrae corrente. serito e sta regolarmente lavorando sot-
connesso con le caratteristiche di fun- In altre parole: SCR2 è in conduzione; to tensione.
zionamento già spiegate: la necessità il suo anodo è quindi positivo di circa Il diodo Dl serve a proteggere i com-
cioè di avere un impulso negativo di 1 V rispetto al comune dell'alimentazio- ponenti in circuito dalle sovratensioni
ampiezza tale da far andare, sia pure ne; quando anche SCRI va in conduzio- di commutazione.
per una frazione di secondo, l'anodo di ne, il passaggio da una tensione positi- La "rete" C5-R6 serve come smorza-
SCR2 sotto zero (volt). va (pur molto bassa) dell'anodo di SCR2 mento dei disturbi generati dal funzio-
Vediamo qual è la dinamica. ad una tensione negativa, pur modesta namento del circuito (tipicamente a
Quando SCR2 è innescato, il suo ano- e limitatamente ad un attimo solo, pro- RF); analogamente si comporta Cl, che
do (essendo il dispositivo in conduzio- voca il disinnesco di SCR2, che passa limita i disturbi che potrebbero essere
ne netta) è praticamente a zero volt: tut- pressochè immediatamente dallo stato di portati in giro sui fili dell'alimentazio-
ta la tensione di alimentazione è infatti conduzione a quello di isolamento. ne Vcc, che potrebbe essere utilizzata
localizzata ai capi del carico; in questa È proprio il meccanismo che ci eravamo per altri dispositivi operanti in contem-
fase il condensatore C3 (che entra esso proposti di realizzare: agendo con un mo- poranea col commutatore.
pure a far parte del processo di commu- desto pulsante sul circuito di comando (e Ora che sono stati chiariti i come ed i
tazione) si carica attraverso Rl, essen- quindi a bassa potenza) si attua il pas- perchè del funzionamento circuitale,
do SCRl inerte e quindi essendo pre- saggio dalla condizione di interruttore passiamo ad occuparci della pratica rea-
sente sul suo anodo tutta la tensione di chiuso ad interruttore aperto (e vicever- lizzazione del dispositivo.
alimentazione. sa); inoltre, quel che più importa, il cir- Va subito precisato che il circuito non
Azioniamo ora il pulsante nero PN: cuito è perfettamente in grado di pilota- comporta di per sè alcun passaggio dif-
SCR 1 viene pilotato alla conduzione, re grossi carichi, vale a dire grossi livelli ficile, ma il montaggio vero e proprio
anche sul suo anodo la tensione cade di corrente (continua, ricordiamocelo!). richiede qualche attenzione, in quanto
praticamente a zero (localizzandosi tut- possono essere in ballo forti valori di
ta su R 1 ), e C3 non può che scaricarsi corrente.
quasi istantaneamente, approfittando COMPONENTI ACCESSORI La prima raccomandazione è appunto
del fatto che ora SCR I conduce; a li- quella di realizzare il dispositivo di te-
mitare il tempo di scarica di C3 c'è in- Completiamo ora l'analisi del circuito ri- Jeavviamento su una scheda a circuito
fatti solamente il gruppo R2-C2, inse- ferendoci ai pochi componenti accessori. stampato fatta come per l'esemplare da
rito allo scopo di non avere dei picchi Il LED indicato come DLV (verde) co- noi progettato o comunque ispirata al-
istantanei di corrente molto forti in fa- stituisce semplicemente la spia di fun- la stessa filosofia; sottolineiamo in par-
se di commutazione attraverso SCRl. zionamento, indicando che il circuito è ticolare le piste che interessano diretta-
Ecco allora che la scarica di C3 rappre- sotto tensione. mente la parte di commutazione del ca-
rico, che devono essere ben larghe e uni-
Per spegnere SCR2 e con esso l'eventuale carico, si preme sul pulsante PN formi, dato l'elevato passaggio di cor-
portando cosi SCR1 in conduzione. Ciò determina la rapida scarica rente.
del condensatore C3, coslcchè SCR2 riceve un Impulso negativo Anche i contatti di alimentazione che
sull'anodo che lo Interdice. consentono il collegamento della sche-
da verso l'esterno debbono essere scel-
1t
ti di tipo idoneo al passaggio di forti
Il
Ii correnti: i faston costituiscono il miglior
C3
Il compromesso fra portata in corrente,
reperibilità e costo.
a #Jr i f -
DISPORRE I COMPONENTI

Ma veniamo alla disposizione dei com-


ponenti sul circuito stampato.
Gli unici elementi di cui dobbiamo oc-
cuparci in modo particolare in fase di
inserimento a circuito sono i condensa-
,, tori elettrolitici ed i semiconduttori.
l/v1PULSO Il Cl, C2 e C3 sono appunto i "barilotti"
SCR1 NEGAT (condensatori elettrolici a montaggio
SCR2 verticale) di cui bisogna verificare l'e-
satta coincidenza fra polarità indicata
a disegno e simbolo della stessa ripor-

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Paa. 18


te, operando con una pinz a adatta e con pulsantini di avvio ed arresto: questa
un briciolo di cautela per non forzare K A G K A G possibilità è prevista per completezza di
troppo sul corpo in plastica. realizzazione, ma caso per caso può ri-
Nel prototipo è stato usato (e rappre- sultare più comodo (se non addirittura
I due SCR usati In questa
sentato) un SCR da 20 A massimi ; nel reallzzazlone: C106 è SCR1, BT152 necessario) piazzare i pulsanti o su un
caso si dovessero avviare carichi che as- è SCR2. Legenda degli elettrodi: eventuale contenitore in cui collocare il
sorbono maggior corrente, è necessario K = catodo, A= anodo, G = gate. nostro circuito o addirittura su un qua-
adottare dispositivi più grossi; in que- L'aletta metallica per Il collegamento dro comandi a distanza (in questo ca-
sto caso, oltre evidentemente a dover at- alla piastra di raffreddamento so, un cavetto schermato consente di
tuare una diversa sistemazione del SCR, è elettricamente collegata all'Interno connettere opportunamente pulsanti e
è probabile si presenti la necessità di di- del componente, non deve quindi circuito stampato).
minuire il valore di R4. toccare In alcun punto del circuito.
In ogni caso, SCR2 va montato su un
piccolo dissipatore (anche una lastrina
di alluminio ad U, per sfruttare al mas-
simo lo spazio disponibile sullo stam-
pato).
Il diodo DI presenta, come riferimen-
to di polarità, la striscia bianca ad un'e- IL DIODO SCR
stremità: è questo terminale che va in- L 'SCR ( Rettificatore Controllato al Si-
serito dalla parte del +. licio) è un ibrido a metà fra il diodo rad-
Restano da sistemare i due LED, il cui drizzatore e il transistore.
contrassegno è costituito dalla tacca Entrambi funzionano in corrente continua.
presente sul bordo sporgente dal corpo Nel transistore l'alimentazione è applica-
in plastica: il terminale relativo è il ca-
todo, l'altro è quello che va al positivo.
e
ta fra collettore ed emittore il comando
alla base. Nell'SCR {alimentazione va fra
anodo (A) e catodo K)e il e-amando al
gate (G: elettrodo di controllo).
RESISTENZA E TENSIONE La differenza consiste nel fatto che il tran-
sistore conduce più o meno corrente a se-
Un vantaggio di questo circuito (o me- conda dell'intensità riel comando e cessa
glio, della sua semplicità) è che lo stes- di condurre in assenza di esso; l'SCR una
so può essere adattato, naturalmente volta ricevuto impulso di comando entra
entro certi limiti, a diversi valori della in conduzione e vi rimane indipendente-
tensione di alimentazione disponibile. mente dalla persistenza del comando stes-
Basta per questo adattare alcuni dei so. In pratica'SCR si comporta come un
componenti al valore effettivo della ten- interruttore elettronico che una volta ac-
sione alla quale il circuito deve lavora- ceso non può più essere spento se non to-
re; si tratta in pratica di alcune resisten- gliendo l'alimenta:::iqne. Diodo SCR di potenza:
ze, i cui valori vanno scelti secondo Altra caratteristica de11'SCR è quella di In questa versione
quanto riportato nella tabella che segue. condurre forti intensità di corrente (del- gll SCR sono costruiti
! 'ordine addirittura delle centinaia di am- per sopportare decine
TENSIONE DI ALIMENTAZIONE père). Il problema di spegnere elettroni- di ampère. La vite
5-9 V 10-16 V 17+28 V camente un SCR in condu::ione senza do- filettata serve per
avvitarli ad una robusta
R3 680 Q 1200 2 2200 0 ver interrompere la corrente è brillante- aletta di raffreddamento
mente risolto nel progetto presentato in e rappresenta anche
R4 330 2 560 2 1000 2 queste pagine. Il contatto di catodo.
R7 560 0 1200 fl 2200 2
R8 560 fl 1200 2 2200 2

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 19


Entriamo nel mondo
dell'informatica,
impariamone il gergo,
vediamo come sono divise
le memorie e scopriamo
l'uso delle periferiche.

IL PERSONAL COMPUTER utti abbiamo visto qualche volta sistema, il microprocessore, un compo-
T un computer al lavoro; ce ne sono
in ogni banca o ufficio pubblico, in tutte
nente elettronico molto sofisticato che
si presenta all'aspetto come un grosso
le aziende. La prima cosa che si nota è millepiedi nero e che concentra la fun-
il monitor, quella specie di televisore sul zione di migliaia di transistor, resisten-
quale compaiono anzichè immagini, nu- ze, condensatori, diodi, ecc. nello spa-
meri e parole. zio di pochi centimetri quadrati.
La comunicazione tra computer e uten- Le funzioni del microprocessore sono
te avviene tramite lo schermo video di molteplici: svolge quelle matematiche a
questo monitor; quando vogliamo chie- partire dalle quattro operazioni per
dere qualcosa lo dobbiamo scrivere sul- giungere a qualsiasi tipo di equazione;
lo schermo e per la stessa via ci giun- immagazzina nella sua memoria numeri
p !:., gono le risposte. o parole, risultati o informazioni di ogni
La seconda cosa che salta agli occhi è genere; disegna, riproduce suoni o mu-
la tastiera, una specie di macchina da siche, ecc...
Per garantire la conservazione scrivere con i soli tasti; è priva della par- La sua funzione principale resta comun-
dei dati elaborati vengono te scrivente in quanto scrive direttamen- que quella di memorizzare ed elabora-
memorizzati su un dischetto te sullo schermo video. re informazioni per cui viene spesso de-
magnetico. Il computer vero e proprio è quella sca- finito elaboratore o cervello elettronico.
tola su cui normalmente appoggia il Memorizzate od elaborate le informa-
monitor; dentro c'è il cuore di tutto il zioni, il computer ci comunica i risul-

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 20


tati tramite lo schermo video; noi pos- mento deve ricevere istruzioni sottofor-
siamo leggerle, ma se volessimo portarle ma di programmi.
via dovremmo ricopiarle. Per usare un'espressione più pertinen-
Se abbiamo qualche volta seguito un'o- te si può dire che le parti meccanica ed
perazione al computer, ci sarà rimasto elettronica di un computer (macchina)
impresso che essa si conclude con il ru- sarebbero difficili da usare (hard-ware)
more stridente di una macchina per se non ci fossero i programmi a renderle
stampare, appunto la stampante. di facile uso (soft-ware). Macchina e
Con essa il computer ricopia su carta programmi sono perciò indispensabili
le informazioni che ci interessano. uno all'altro. Ogni computer tuttavia
deve ricevere le istruzioni e le informa-
zioni nell'unico linguaggio che com- Particolare della tastiera: parte
I PROGRAMMI
prende: una serie di O e di 1 disposti in numerica; la parte alfabetica è invece
Un computer da solo non sa fare asso- differente sequenza a seconda del signi- più o meno simile a quella di una
lutamente nulla; per il suo funziona- >»> macchina da scrivere.

Stampante: con essa il computer scrive


su carta i dati che ci interessano
per permetterci di portarli con noi. Funziona
come una macchina da scrivere di tipo
elettronico ma le battute le giungono, anzichè
dalla tastiera, dalla memoria centrale.

Schema a blocchi di un persona! computer:


sono indicati l'elaboratore centrale
a microprocessore, la suddivisione della sua
memoria e quasi tutte le periferiche
intendendosi con questa parola tutte le parti
staccate che vi sono collegate tramite fili.
In molti P.C. la memoria a disco si trova
in un vano a parte all'interno della scatola
che contiene l'elaboratore, ciò non toglie che
la definizione di periferica venga mantenuta.

MEMORIA RAM

-~~-
MEMORIA ROM 4;77lg
7-,L--_--·il
+

(VIRTUALE)

' '
PROCESSORE VIDEO
1STIRA
I
I
ELABORATORE
'-.
INTERPRETE CENTRALE DISCO FLOPPY

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Paa. 21


IL PERSONAL COMPUTER
ficato che si vuol loro attribuire (codi- memoria; ci sarebbe quindi una zona ri- funzione.
ce binario). servata all'articolazione dei movimen- Grosso modo possiamo dire che le prin-
Per contro a noi risulterebbe oltremo- ti, un'altra per ricevere gli stimoli deri- cipali zone di memoria nel microproces-
do difficile intravedere qualsiasi paro- vanti dai cinque sensi, una per sistemar- sore sono due; differiscono perchè una
la, numero o lettera dell'alfabeto in una vi i ricordi e via dicendo. è accessibile da parte dell'utenté e l'al-
sequenza di O e 1. Similmente il microprocessore di un tra no.
Nel microprocessore di ciascun compu- computer ha la sua memoria divisa in Quella accessibile è denominata RAM
ter funziona un programma interprete zone; ciascuna si occupa di una diversa (dall'inglese Random Access Memory)
in grado di eseguire la traduzione simul-
tanea di ciò che noi scriviamo sulla ta-
stiera.
Con la tastiera possiamo quindi far
giungere all'elaboratore sia i program-
mi che i comandi per farli funzionare
oltre ai dati che devono essere memo-
rizzati o elaborati.
Chi ha operato al computer sa bene che,
spegnendolo, tutti i dati e i programmi
vanno perduti; lasciarlo sempre acceso
non risolverebbe certo il problema per-
chè va tutto perduto quando si sostitui-
sce un programma con un altro.
Per salvare in qualche maniera dati e
programmi vengono utilizzati due siste-
mi di registrazione magnetica; quella a
nastro e quella a disco. Entrambi regi-
strano dati e programmi in linguaggio
macchina: con il primo metodo si uti-
lizza un normale registratore a casset-
te; con il secondo viene impiegato un re-
gistratore di dischi magnetici simili a
quelli da grammofono: è detto unità a
dischi o disk-driver. Con un comando
impartito alla tastiera si può ordinare
al computer di andare a rileggere ciò
che è stato registrato ed esso lo fa ad
altissima velocità per cui un intero ar-
chivio di dati o un lungo programma
possono essere reintegrati nella memo-
ria centrale in una manciata di secondi.
Spesso l'unità a dischi è alloggiata al-
l'interno dell'elaboratore; in questo ca-
so il mobiletto meta1\ico del computer
presenta una o più feritoie per l'intro-
duzione dei dischetti. Tutte le altre parti
esterne del computer che qui abbiamo
imparato a conoscere come il monitor,
la stampante, il registratore a cassette,
la tastiera, ecc. sono collegate all'elabo-
ratore centrale tramite fili e prendo-
no il nome di periferiche.

LE MEMORIE
Le ultime teorie sul funzionamento del
cervello umano lasciano supporre che All'interno della tastiera, gli impulsi meccanici di chi scrive vengono trasformati
a ciascuna differente zona della nostra in impulsi elettrici riconoscibili dal programma interprete del computer.
materia grigia corrisponda una diversa
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 22
o memoria ad accesso casuale. Vi si pos-
sono introdurre dati e programmi attra-
verso la tastiera o direttamente dalle
unità di memoria a nastro o a disco ma-
gnetici.
Questa zona di mem
diabilmente cancellata ogni
computer viene a mancare l
La seconda zona è riser
ria a sola lettura o ROM (dall'i
Read Only Memory). Essa con
programma per il funzionamento i
no del computer le cui istruzioni ven-
gono inserite nell'elaboratore in f.
costruzione. La ROM non può e non
deve essere cancellata per cui è alimen-
tata da una specie di accumulatore pe-
renne che le fornisce una debole corren-
te per mantenerla attiva anche a com-
puter spento.

IL CODICE BINARIO

Per tentare di capire la numerazione in


codice binaio, proviamo ad immagina-
re una fila di soldatini disposti affian-
cati; sono tutti sul riposo. Il comandan-
te si pone all'inizio della fila con il suo
fischietto. La regola è che ad ogni col-
po di fischietto i soldatini devono cam-
biare posizione, dal riposo all'attenti o
viceversa, solo se tutti i loro compagni
Intern o del monitor: possiamo riconoscervi un piccolo televisore privo che li precedono nella fila sono sull'at-
della parte ricevente ad alta frequenza qui non necessaria in quanto i segnali
giungono via cavo e in bassa frequenza.
tenti.
Al primo colpo di fischietto i soldatini
dalla posizione 2 in avanti trovano il
primo sul riposo e non possono cam-
biare posizione; il primo non ha com-
pagni che lo dividono dal comandante
e quindi scatta sull'attenti.
Continuando di questo passo ci accor-
geremo che per mettere sull'attenti tut-
ti e 5 i soldatini occorrono 31 fischi.
Ci rendiamo conto altresì che le posi-
zioni dei 5 soldatini sono tutte 31 difte-
renti.
Il codice binaio di un calcolatore fun-
ziona esattamente così: nel micropro-
cessore ci sono centinaia di migliaia di
interruttori elettronici detti flip-flop.
Ciascuno di essi può essere acceso o
spento (o meglio portato a livello I op-
pure O) solo quando tutti quelli che lo
precedono sono accesi.
Un qualsiasi numero digitato con lata-
stiera, fa partire un treno di impulsi che
andrà a modificare la posizione dei flip-
flop secondo le regole anzidette. Quel
numero resterà così memorizzato sot-
toforma di una serie di O e di 1.
Se con 5 soldatini abbiamo contato fi-
Interno dell'elaboratore: sono visibili una serie di circuiti integrati. no a 31 possiamo immaginare quanti
È qui che avviene la memorizzazione e l'elaborazione dei dati. numeri possono essere immagazzinati in
In basso a sinistra l'unità di memoria a dischi. un microprocessore.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 23
VECCHIE RADIO A VALVOLE

LE FUNICELLE
Ripariamoci da soli la funicella dell'indice
di sintonia. E possibile con il disegno
del percorso del filo in mano, anche
se occorre una grande pazienza.
La prima da posizionare è l'estremità
munita di occhiello.

a riparazione della funicella, che in che un ricevitore poteva, e può, presen- sintonia.
L ogni radio d'epoca serviva a far
scorrere (o anche ruotare, a volte) l'in-
tare.
Solo con pazienza e ripetuti tentativi
La meccanica che deve sostenere lasca-
la e realizzare i vari movimenti deve es-
dice di lettura della scala parlante, ha ( del resto, l'esperienza come si acqui- sere inoltre rigida, precisa e scorrevole
sempre rappresentato uno dei lavori più sta?) si riesce ancor oggi a ripristinare a seconda dei casi.
impegnativi per il radioriparatore: e, di- i movimenti del meccanismo anche più Le funicelle possono essere di acciaio,
ciamolo pure, in certi casi particolar- complesso. di seta o di nylon; l'equipaggio cui è ap-
mente ricchi di rinvii e ruotismi inter- Partiamo allora da quella che può es- plicato l'indice vero e proprio deve es-
medi, rappresenta un vero e proprio in- sere la considerazione di base: tutte le sere rigidamente connesso con la funi-
cubo, trattandosi oltretutto di un aspet- meccaniche delle scale parlanti degli ap- cella, onde evitare slittamenti e scorri-
to meccanico che quindi ha ben poco parecchi radio devono rispondere all'u- menti a vuoto durante le ripetute ope-
a che fare con il carattere squisitamen- nico scopo di trascinare l'indice da un razioni di sintonia dell'apparecchio, che
te radioelettrico della manutenzione estremo all'altro della scala, e ciò in cor- farebbero spostare la corretta posizio-
dell'apparecchio. rispondenza dell'apertura e della chiu- ne di taratura e quindi la "posizione"
Ciò soprattutto per la varietà di percor- sura totale del condensatore variabile (o delle stazioni.
si, pulegge, perni, indici anche multipli anche dell'induttore, talvolta) di Spesso la funicella è ancorata ai suoi

INIZIO DEMOLTIPLICA

Trascinamento
a funlcella
dell'lndlce della
scala parlante
e della ruota
MOLLA di demoltiplica
collegata
al condensatore
varlablle.
Il percorso è quello
di tipo standard
che ritroviamo
In molti ricevitori.
PERNO
MANOPOLA
I" FUNICELLA
(FILO)
INDICE
DI SINTONIA

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 24


estremi con una molla che ha evidente-
mente lo scopo di mantenerla ben tesa;
ebbene, col passare degli anni queste
molle possono allentare nettamente la
loro tensione, consigliando così la loro
inevitabile sostituzione quando ormai la
funicella, eccessivamente allentata, non
reagisce più alle sollecitazioni del co-
mando di sintonia.
In ogni caso, all'atto del rimontaggio, VOXON
ogni funicella va disposta rispettando ll cordino del comando sintonia
una norma di procedura elementare: la del ricevitore Zephyr 765
parte munita di occhiello è la prima che va sostituito seguendo il percorso
va posizionata sull'apposito aggancio, indicato; il condensatore variabile
è rappresentato completamente
quella con la molla è di conseguenza l'e- chiuso. Questa posizione è quella
stremità che va ancorata. di partenza per l'avvolgimento
Il punto di inizio del trascinamento del- da eseguire nel senso della freccia.
la funicella è quello che coincide (in ge-
nere) con la posizione "tutto aperto"
del condensatore variabile; si procede
poi con il posizionamento del filo
preoccupandosi di mantenerlo sempre
ben teso.
Arrivati al perno corrispondente con la
manopola di sintonia, si avvolge il filo,
per 2 o 3 giri, su se stesso, per poi pro-
cedere nel percorso previsto sino ad ar-
rivare all'aggancio della molla; comple- SIEMENS
tato così il posizionamento della funi-
cella, non resta che verificare che essa
sia effettivamente in tensione quanto
basta.
A questo punto, l'indice di scala può es-
sere posizionato opportunamente nel
tratto previsto, in genere alla fine della
zona rettilinea fra due opposte puleg-
ge: una volta verificato che alle due po-
sizioni estreme del rotore del conden- Montaggio della funicella dei ricevitori
satore variabile corrispondono i due a valvole modello 7058 e 7158. In alto
estremi di posizionamento dell'indice, è rappresentato lo schema relativo
una goccia di collante garantisce il man- al comando di controllo dei toni
tenimento nel tempo della giusta tara- alti e bassi. La sua lunghezza è di 260 mm.
tura di scala. Il disegno in basso rappresenta lo schema
di montaggio della funicella del comando
A questo punto, riteniamo che non sia della selettività variabile;
il caso di aggiungere altro, almeno co- la sua lunghezza è di 850 mm.
me descrizione scritta; in casi di questo
genere un disegno serve ben più di mil-
le parole.
Ecco il motivo per cui abbiamo prefe-
rito, vista l'amplissima casistica esisten-
te, fornirne una campionatura abba-
stanza vasta, consistente in 12 esempi
specifici, cioè riferiti ad altrettanti e ben
o
precisi tipi di radioricevitore.
Con questa documentazione assoluta-
mente indicativa ed esplicativa, conclu-
diamo questa serie di articoli, che do-
vrebbe aver fornito (almeno nelle no-
stre intenzioni) una panoramica suffi-
ciente ad intraprendere almeno i primi
passi in questo entusiasmante ed affa-
scinante settore.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 25
LE FUNICELLE

RADIO ALLOCCHIO BACCNINI


o
1: nei modelli 225 e 336 il montaggio va così
eseguito: si passa un terminale della funicella
attraverso il foro del rotore, fissandola con un nodo;
.... -.... I si gira verso destra, si passa nella puleggia
.,,. '- I
in alto a destra, quindi a sinistra, scendendo
,,
\ I

il
nella puleggia esterna in basso a sinistra
e avvolgendo due spire sul perno di comando.
I
2: meccanica della scala parlante del ricevitore
3 modello 319. Le linee tratteggiate indicano
il comando di sintonia per la scala FM.

3: meccanica della scala


parlante del ricevitore a valvole modello 216/M

RADIOM

==e #te
1: meccanica della scala
parlante del ricevitori modelli
9 U 65- 9 A 75•9 A 85 - 9 A 95.
2· tunicella della
i6i"i 5.
ree;
a t,anslsto,~' I
Le funicelle, In questo particolare
tipo di meccanica, sono tre.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 26


1: meccanica della scala parlante dei ricevitori
Phonola modelli 641 e 645.

2: montaggio funicella e indice del ricevitore


Phonola modello 661. Per questo tipo di scala
occorrono due diverse funicelle: una di seta
della lunghezza di 460 mm e una di acciaio
della lunghezza di 678 mm.

3: meccanica della scala parlante dei ricevitori


a valvole Phonola modelli 676 e 678.
Per questo tipo di scala occorrono una funicella PHONOLA
d'acciaio della lunghezza di 260 mm
e una di seta della lunghezza di 756 mm.

IARELLI

3: montaggio funicella 4: montaggio funicella


della scala parlante della scala parlante
del ricevitore a transistor del ricevitore modello RD183.
modello RD324.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 27


AVVISATORI ACUSTICI

CLACSON
MUSICALE
Avvisatore acustico per autoveicoli che si potrebbe
quasi definire ecologico, in quanto produce
un suono musicale gradevole e di intensità
moderata quanto basta
appiamo tutti che in città è giusta-
S mente vietato l'uso del clacson.
Tuttavia capita a volte la necessità di do-
ver avvertire, con un qualche segnale
d'allarme, un pedone o un ciclista di-
stratto che impegni improvvisamente la
strada (e altri esempi si potrebbero fare).
Ecco quindi che, partendo da proble-
mi di questo tipo, abbiamo realizzato
un avvisatore acustico un po' partico-
lare, cioè un clacson piuttosto melodio-
so, di volume relativamente basso, che
non dovrebbe infastidire il cuore del più
duro dei vigili.
Oltretutto, questo clacson musicale può
servire anche in altri ambienti od occa-
sioni: per esempio sui muletti per il tra-
sporto di merci nell'ambito di fabbriche
o magazzini, oppure su piccoli natanti;
ma più semplicemente è utile anche per
altri usi, magari più banali e quotidia-
ni, come un qualsiasi campanello, nell-
'hobbistica in genere, nel modellismo,
ecc.

IL SAB 600 Montaggio completo del clacson ecologico dove


sono visibili i due circuiti integrati. Quello a 8 piedini
Non c'è dubbio che il cuore del circui- genera la nota, quello a tre la amplifica
to sia rappresentato da ICI, un integra- per poter pilotare una piccola tromba.
to di tipo SAB 600: si tratta di un nor-
male dispositivo ad 8 piedini, che pre-
senta però una circuiteria interna già
piuttosto sofisticata, essendo in grado
di compiere funzioni anche molto com-
plesse.
Vale quindi la pena di fare un breve I
viaggio nel suo interno per vederne la
'
STAB. 9 V
costituzione.
Si parte da un oscillatore a bassa fre-
quenza (in questi casi si parla di
CLOCK, o orologio interno), che ge-
nera una frequenza base la quale va a t
,·-·-·- ,-·-·-·7 t
pilotare un circuito piuttosto comples- I
so a sua volta in grado di generare in CIRCUITO I GENERATORE NOTE AMPLIE BF
PULSANTE I
modo digitale un suono molto armonio- ~~ I

so, combinazione di diverse note, fatte ·uLs I


opportunamente pulsare: il classico NIz!
1Lo
r·-·-·_J
dlin ... dlon ... dian ...
Già da solo questo dispositivo sarebbe OSCILL
I
R
in grado di pilotare un piccolo altopar- ! I
(cLocx) USCITA
lante, grazie all'amplificatore BF pre- I ~
sente al suo interno e riportato nello
schema a blocchi; ma abbiamo ritenu-
to miglior soluzione quella di far seguire
I
--e
al primo ICI uno stadio amplificatore
di potenza vero e proprio, realizzato
con un altro integrato (IC2), così da
non sovraccaricare ICI ed ottenere un Schema a blocchi del clacson ecologico. L'alimentazione
livello acustico sufficiente anche per pi- viene fornita in tre punti: al circuito del pulsante, all'oscillatore
lotare una piccola tromba. e al generatore di note. L'alimentazione stabilizzata a 9 V
I particolari circuitali comprendono, in è necessaria perchè l'integrato IC 1 non sopporta più di 11 Vcc.
partenza, un pulsante Pl premendo il Ciò non è necessario nei riguardi
)) dell'amplificatore di bassa frequenza (BF).

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 29


CLACSON MUSICALE
quale si attiva appunto il SAB 600 che Infine, tramite il grosso condensatore di
provvede a generare il dlin-dlon-dlan, accoppiamento in uscita Cl2, il segna-
la cui velocità di ripetizione e nota ven- le passa all'altoparlante, che è consiglia-
gono regolate da R4, e definite dai va- bile sia del tipo a tromba, idoneo ad es-
lori, oltre che di R3 ed R4, anche da C4. sere usato anche all'aperto.
R2 dosa opportunamente il livello del Il valore di impedenza ideale per que-
segnale audio applicato all'entrata di sto altoparlante è 4 O; viene comunque
IC2 tramite il condensatore di accop- fornito qui di seguito il valore della po-
piamento C5. tenza erogata per le varie possibili im-
La tensione di alimentazione di ICI è pedenze di carico, sempre in riferimen- 2
mantenuta, oltre che costante, anche a to ad una tensione di alimentazione
livello accettabile dallo stesso SAB 600 compresa fra 12 e 14 V:
(che non sopporta più di 11 Vcc) me-
diante uno Zener da 9V (DZ), alimen- I (
tato tramite la resistenza di limitazione z = 22 P = 13W P1
R5 e disaccoppiato col condensatore z = 42 P = 8W
C6. z = 80 P 4W
C7 e C8 provvedono invece a filtrare la
corrente di alimentazione, per evitare
rientri di segnale dall'uno all'altro in-
tegrato. DISPORRE I COMPONENTI
IC2 provvede ad erogare un livello di
potenza tutt'altro che trascurabile; il Il nostro dispositivo viene realizzato
gruppo di componenti passivi che lo cir- nella classica versione a circuito stam-
conda fa parte del circuito di applica- pato; in questo caso, sconsigliamo vi-
zione suggerito in funzione delle carat- vamente di realizzare il circuito stam-
teristiche intrinseche dell'integrato stes- pato in modo diverso da quello da noi
so e delle esigenze circuitali (amplifica- suggerito, poichè abbiamo particolar-
zione, banda passante, ecc.). )))

Vista del circuito stampato lato componenti, le piste ramate-si Intendono


viste in trasparenza. Restano da collegare ai rispettivi morsetti il pulsante P1,
l'alimentazione +12V la massa e l'altoparlante.

COMPC
RESISTENZE
R1 = 56 k?
R2 = 470 n (trimmer)
R3 = 10k?
R4 = 47 kO (trimmer)
R5 = 150 2
R6 = 392
R7 = 2,2 O
R8 = 220 2
PI R9 = 12
(tutti i resistori sono da 1/4 + 1/2W)
DZ = diodo Zener 9V-1W
IC1 == SAB 600
TDA 2003
IC2
AP = altoparlante 42- 1 O W
(meglio se del tipo
a tromba)
F1 = fusibile 3 A
P1 = pulsante
(normalmente aperto)

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 30


.- - . . . -· -- . -- . -- . -- . - . -- . -- . -- . -- .. -- .

r,::,..
.O
Il I I
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8!1 j
C2

7 ...•• . ~
2
4
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C12
I

......
I
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e
RA Il Il Il Il Il ,e,__ t rn 4/ il Il
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-
6 Il Il Il ll C9 II R8
~
[
c4

-·--·--·--·---·--· --·--·--·--·--· --· --·--·--·--· --· -·'


Schema elettrico: Il circuito Integrato 1 (IC1) oscilla e pulsa per generare la nota.

NENTI -

CONDENSATORI
\
o n- o-o o o
C1 = O, 1 F (mylar
o policarbonato)
C2 = O, 1 F (mylar
o policarbonato) 6
Circuito stampato
C3 = 1500 pF visto dal lato
C4 = 2200 pf rame. Il disegno
CS = O, 1 F (mylar è a grandezza
o policarbonato)
C6 = 47 F - 16 VI (elettrolitico) naturale e può
C7 = 100 F - 25 VI (elettrolitico) essere ricopiato
con Inchiostro
ca = o, 1 F (mylar per circuiti
o policarbonato)
stampati
C9 = 47 F (mylar direttamente
o policarbonato)
sulla basetta
C1 O = 470 F - 16 VI (efettrolitico) ramata.
C11 = O, 1 F (mylar
o policarbonato)
e 12 = 1 O00 F- 16 VI (elettrolitico)

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 31


Clacson ecologico in funzione:
l'alim entazione è ottenuta con 3 pile
piatte da 4,5 V collegate in serie
per un totale di 13,5 V; l'altoparlante
è sta to ricavato da una radiolina,
ha 8 2 d'im pedenza e rende 4 W .
Per aum entare la potenza si possono
utili zzare altoparlanti per autoradio
da 4 oppure 2 2 di im pedenza.

Inserim ento dei com ponenti


sulla basetta del circuito stam pato:
i reofori vanno ripiegat i alla giusta
distanza dei fori di inserim ento.

Circuito stam pato e com ponenti


necessari per questa realizzazione:
neanche una trentina di pezz i
oltretutto facilm ente reperibili .

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 32


CLACSON MUSICALE

2 [3
Ai componenti più piccoli, come le resistenze Completato il montaggio ed eseguita la saldatura
e i diodi, nel montaggio di questo utile dispositivo si provvede a tagliare via la parte di reoforo sporgente
seguono quelli di medio ingombro come con un tronchesino; gli spezzoni più lunghi vanno
i condensatori e lo zoccolo per il circuito conservati per realizzare i ponticelli dal dritto contemplati
integrato. in questo circuito.

I 2 condensatori elettrolitici devono essere collegati Per ultimi vengono inseriti i due trimmer semifissi
rispettandone la polarità: quando non sono presenti R2 e R4 che hanno due compiti molto importanti:
diverse indicazioni, il reoforo più lungo è quello del +. rispettivamente quello di regolare il volume sonoro
Normalmente sull'involucro è presente una freccia grigia e la frequenza di oscillazione del circuito di clock
che riporta il simbolo + oppure che indica (orologio interno), determinando il timbro sonoro
il reoforo corrispondente. delle note musicali emesse.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 33


CLACSON MUSICALE
Collegamento dei componenti esterni
periferici al circuito stampato: vengono
PULS. P1 utlllzzati fili elettrici che fuoriescono
dal contenitore attraverso gommini
passacavo. Il filo del +
dell'allmentazlone proveniente
dalla batteria dell'auto deve essere
protetto con un fusibile passante
da 2-3 ampère massimo.

+12V

MASSA

mente curato le piste destinate al pas- do superiore della scheda è motivato dal il resto del mondo; questa fase del ca-
saggio di correnti elevate e l'opportu- fatto che l'aletta metallica deve provve- blaggio è semplificata al massimo dal-
no posizionamento di certi componen- dere alla dissipazione di calore, special- l'aver adottato (ed inserito a stampato)
ti destinati a dissipare calore di entità mente se l'uso può essere non intermit- le due morsettiere, rispettivamente a 2
non trascurabile. tente, e comunque prolungato; il siste- ed a 4 morsetti.
Dopo aver posizionato e saldato sulla ma più semplice di attuare il raffredda- Ai morsetti 1 e 2 viene collegato il pul-
scheda i componenti più piccoli e non mento è quello di avvitare l'aletta diret- sante; questo può essere posizionato
dotati di alcun verso di inserzione, si de- tamente all'interno di uno dei lati del sulla plancia, ove è quasi sempre previ-
vono montare, col dovuto rispetto del- contenitore metallico adottato per con- sta la possibilità di montaggio di un pul-
le polarità, i condensatori elettrolitici tenere il circuito (naturalmente, nessu- sante opzionale, o dove si può comun-
(C6-C7-Cl0-C12), contrassegnati sul no vieta di fissare invece all'aletta un que riuscire ad applicare un pulsantino
corpo dagli appositi segni (in genere, il apposito dissipatore di calore nei vari addizionale; in ogni caso non è minima-
positivo) in corrispondenza del relati- tipi commercialmente reperibili). mente necessario modificare il circuito
vo terminale, ed i semiconduttori. Una volta che il montaggio dei compo- originale del clacson di bordo.
Per quanto riguarda DZ, la fascetta su nenti sulla scheda sia terminato, occorre Ai morsetti 4 e 5 va collegata la piccola
un estremo del corpo (quella che con- verificarne il regolare funzionamento; tromba, il morsetto 3 si porta ad una
trassegna il catodo) deve risultare dal- per far questo, deve essere disponibile buona massa dell'auto, e infine al mor-
la stessa parte in cui è il terminale posi- una sorgente di alimentazione, che può setto 6, attraverso un fusibile "volante"
tivo di C6; l'integrato ICI ha come ri- essere la normale batteria della macchi- (da 2-=-3 A) va il positivo della batteria.
ferimento un incavo semicircolare su na, oppure un alimentatore da 12-14 Resta il problema di installare (dove e
uno dei bordi stretti, a contrassegnare V in grado di erogare 1,5-2 A. come) questa scatola all'interno dell'au-
la zona ove è il piedino l. to, le cui vibrazioni continue richiedo-
IC2, per la particolare disposizione dei no sistemi di montaggio oculati ed ac-
terminali, non va soggetto a possibili er- BOX IN ALLUMINIO curati; per esempio, se non si usano vi-
rori di inserzione; occorre comunque fa- ti autobloccanti, sicuramente queste vi-
re attenzione a non deformare i termi- Il lavoro va completato inserendo ap- brazioni allenteranno i tipi più norma-
nali in fase di manipolazione, anzi, per- punto la scheda in un adatto conteni- li di viteria.
fezionarne eventualmente l'allineamen- tore metallico, possibilmente di allumi- Comunque, chi ha poca confidenza con
to in modo che essi entrino senza for- nio, su cui si eseguono le poche foratu- la meccanica e con l'impianto elettrico
zare nei fori previsti. re per la fuoriuscita dei 6 fili che met- dell'auto. è preferibile vada a farlo mon-
Il posizionamento di IC2 a pelo del bor- tono il nostro clacson in contatto con ... tare dall'elettrauto.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 34


Gli automezzi più adatti
all'applicazione del nostro
clacson ecologico sono
quelli che lavorano
all'interno di cantieri,
fabbriche o cortili dove
più fastidioso risulterebbe
il suono di un normale
clacson. Qui lo vediamo
su un'Ape che lavora
all'interno di un mercato.

IL CIRCUITO INTEGRATO
Principalmente i circuiti integrati svolgono due tipi di funzione: quella logica
o di calcolo, eseguita in numeri binari O e I poi trasformati in decimali per
1 8 poter meglio essere interpretati dall'uomo, e quella analogica in grado di la-
vorare un segnale o di comparare e regolare una tensione rispetto ad un valo-
2 7 re di riferimento. Quello che succede all'interno di un circuito integrato non
ci interessa se non al momento del suo acquisto. Lo dobbiamo cioè scegliere
adatto ai nostri scopi dopodichè l'unica nostra preoccupazione sarà quella di
3 6 collegarlo in maniera che funzioni. Fra i tanti piedini dobbiamo individuare
le porte d'ingresso o entrate, quelle di alimentazione, una positiva ( + Vcc)
e l'altra negativa ( Vcc), ed eventualmente quella di massa o terra (GND),
4 5 poi quella di uscita. A volte porte supplementari permettono di collegare cir-
cuiti di regolazione. Le entrate sono normalmente due: una diretta (e+) e
l'altra invertita (e ). Un segnale applicato alla porta diretta lo ritroveremo
all'uscita con la stessa forma e polarità che aveva in ingresso, solo più ampio.
Lo stesso segnale applicato alla porta invertita uscirà con polarità e forma
Circuito Integrato SAB 600 d'onda contrarie. Quello che in ingresso era positivo sarà negativo all'uscita
a 8 piedini: è visibile la tacca e viceversa. Se ad entrambe le porte sono applicati segnali, essi si sottrarran-
di riferimento di cui si deve no algebricamente uno dall'altro creandone uno nuovo che in uscita avrà la
tener conto Inserendo forma diversa da entrambi ma di entrambi porterà le informazioni.
Il componente nel suo
zoccolo. Funziona come
Il SAB 600 utilizzato in questo circuito è un dispositivo ad 8 piedini con fun-
osclllatore di bassa frequenza zionamento già piuttosto sofisticato. E diviso in due sezioni: la prima viene
seguito da un generatore fatta oscillare per generare l'onda di bassa frequenza in grado di pilotare la
digitate di melodia, Il classico successiva sezione che qui funziona da sintetizzatore digitale di nota.
dlln ... dlon ... dian ... Il suono che ne risulta è una combinazione molto melodiosa.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 35


n oscillatore acceso emette radio-
U frequenza con una certa intensità
che può essere misurata da uno stru-
mento. Se a questo circuito oscillante
in funzione ne viene avvicinato un al-
tro, diciamo così, spento ma centrato
sulla stessa frequenza, avviene, per in-
duzione, un assorbimento di energia
con conseguente decremento del valo-
re segnato dalla lancetta dello strumen-
to. Questo decremento in inglese è det-
to dip. Un dip meter indica quindi il de-
cremento e indirettamente la frequen-
za di risonanza.
Costruendo una bobina occorre cen-
trarla nei parametri richiesti; il dip me-
ter serve a scoprire qual è la frequenza
a cui essa nsuona.
Aggiungendo o togliendo spire all'av-
volgimento questa frequenza può esse-
re aumentata o diminuita, ciò ci permet-
te di ottenere per tentativi una bobina
adatta ai nostri scopi.
Il dip meter che qui presentiamo dispo-
ne di un quadrante con sei scale di fre-
quenza; per ciascuna viene fornita la re-

DIP METER
A TRANSISTORI
Accertiamo la frequenza di risonanza
delle bobine o dei circuiti oscillanti, misuriamo
l'intensità dei segnali radio in arrivo, generiamo
una portante modulata per accordare le medie
frequenze, creiamo un segnale campione.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 36


lativa bobina d'accordo. Ogni gamm a re nell'apposita presa la bobina corri- può essere invertita; si può accendere
di frequenza ha sul quadrante un colo- spondente alla frequenza da testare. Il l'oscillatore o il trasmettitore in prova
re diverso; il giusto accoppiamento si ha commutatore di funzione va posiziona- e avvicinando ad esso il dip meter spen-
utilizzando la bobina del colore corri- to su oscillatore (OSC) prima ancora di to stabilire la frequenza di emissione.
spondente. accendere il dip meter agendo sull'in- L'operazione è simile alla precedente
La frequenza che può essere coperta va terruttore abbinato al potenziometro ma il potenziometro della sensibilità va
da 1,5 a 250 MHz divisa in 6 gamm e: della sensibilità (sensitivity). La mano- su OFF; la lancetta dello strumento ri-
pola deve essere regolata per ottenere mane a zero.
sullo strumento una lettura di circa 8, Sintonizzando con il quadrante trovia-
A) da 1,5 a 4 MHz quindi si avvicina il dip meter al circui- mo un punto in cui la lancetta dello
B) do 3,3 a 8 MHz to in prova. strumento sale per ridiscendere subito
C) da 6,8 a 18 MHz Regolando lentamente la frequenza sul dopo. La massima deviazione indica il
D) da 18 a 47 MHz quadrante come se stessimo cercando punto di sintonia e la frequenza può es-
E) da 45 a 110 MHz una stazione ci accorgeremo che l'ago sere letta sul quadrante.
F) da 100 a 250 MHz dello strumento ad un certo punto tor-
na leggermente indietro per risalire su-
bito dopo. Questo è il dip. Va regolato MISURATORE DI INTENSITÀ
Sullo strumento a lancetta (meter) so- per la sua massima profondità dopodi- DI CAMPO
no possibili differenti tipi di letture a se- chè si può leggere sul quadrante la fre-
conda della posizione dei commutatori quenza di risonanza del circuito. Accoppiando induttivamente un'anten-
di funzione posti sotto di esso. na alla bobina del dip meter spento e
commutato su OSC si può misurare
ONDAMETRO AD ASSORBIMENTO l'intensità dei segnali radio in arrivo; lo
COME SI USA facciamo cioè funzionare da F.S. Me-
Nella prova precedente era lo strumento ter (field strength meter o misuratore di
La prima cosa da accertare è l'efficien- ad oscillare e il circuito in prova, spen- intensità di campo).
za della pila dopodichè occorre inserì- to, ad assorbire energia. La situazione ))))

Interno del dip meter; questo strumento


serve a misurare il decremento di potenza
che subisce un circuito oscillante
quando viene avvicinato ad un altro
centrato sulla sua identica frequenza.
È utilizzato allo scopo di accertare
la frequenza di accordo dei circuiti
di risonanza.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 37


DIP METER A TRANSISTORI
OSCILLATORE MODULATO

Come al solito inseriamo la giusta fre-


quenza sul quadrante e la corrisponden-
te bobina nella presa del dip meter. Si
regola sensitivity su RF output (emis-
sione di radiofrequenza) e function su
MOD (modulazione).
In queste condizioni lo strumento si com-
porta come un piccolo trasmettitore che
emette una portante con su "incisa" una
nota musicale come modulazione.
Ma non è finita qui, il nostro dip meter
ci riserva ancora molte sorprese; può es-
sere infatti adoperato per altre prove di
laboratorio come: ricevitore radio,
oscillatore a cristallo, generatore di bas-
sa frequenza (in pratica generatore di
nota musicale), misuratore di capacità
e di induttanza (per stabilire il valore
di un condensatore o di una bobina sco-
nosciuti).
Viene fornito completo di libretto istru-
zioni molto dettagliato ma in inglese.
È distribuito da Marcucci (20129 Mi-
lano - Via F.lli Bronzetti, 37- tel.
02/7386051) e costa lire 182.000.

Per poter coprire la vasta gamma di frequenza da 1,5 a 250 MHz


Il dlp meter è fornito di 6 bobine di risonanza, ciascuna delle quali
copre una diversa porzione di gamma.

Questo dip meter cl permette anche di ascoltare i segnali radio


utlllzzando una cuffia a crlstallo. Non vanno bene le comuni
cuffie per radioline o walkman.

3. A: accoppiamento Induttivo: la bobina


del dlp meter viene direttamente


CIRCUITI
OSCILLANTI
I
CONDENSATORE
avvicinata a quella del circuito
oscillante in prova.
B: accoppiamento Induttivo Indiretto:
la bobina del dip meter e quella
5F del circuito oscillante sono accoppiate
mediante l'Interposizione di un llnk.
C: accoppiamento capacitivo:
~LUNGHE2ZA1/4 D ONOA aLUNGHEZZA20'ONDA si ottiene per contatto diretto
fra la bobina da testare e quella
. del dlp meter (ovviamente
I "' Il collegamento si effettua

/
sui piedini dello zoccolo).
CAVO/ ;· CAVO /

.3
COASSIALE Un condensatore di minima capacità
COASSIALE
tiene separati I due circuiti.
D: misurazione della frequenza
di risonanza di un'antenna a dlplo
APERTO CORTOCIRCUITATO aperto o chiuso, qui rappresentata
da uno spezzone di cavo coasslale.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 38


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Scongiuriamo pericoli di allagamento scoprendo subito
qualsiasi aumento dell'umidità nei luoghi a rischio
quali il bagno, la cucina o la cantina.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 40


gr
uaii e quante sono le occasioni di
vita quotidiana in cui può capita-
e una zona qualsiasi della nostra
schio intermittente quando c'è acqua sul
pavimento, o comunque quando viene
a localizzarsi umidità rilevante nella zo-
na che, per un motivo qualsiasi, noi vo-
Ne consegue che, sul collettore di TRl,
non rimane più tensione sufficiente a po-
larizzare TR2, la cui base gli è diretta-
mente collegata; quindi, quella goccia
casa (o comunque dei locali in cui ope-
riamo) venga più o meno allagata, po- gliamo tenere sotto controllo: l'impor- d'acqua che ha mandato in conduzione
tendone nascere problemi anche grossi? tante è che questo dispositivo compia piuttosto netta TR 1, manda di conse-
Beh, più di quel che si pensi, anche se il suo dovere quando si verifichi una guenza in interdizione ( o quasi) TR2: il
si tratta fortunatamente di pericoli che conducibilità elettrica anche minima collettore di TR2 passa quindi da poco
in genere rimangono allo stato poten- nella sonda di cui è equipaggiato. più di 0 volt iniziali ad un valore di ten-
ziale. sione nettamente più alto, vicino comun-
Il portello di una lavatrice chiuso ma- que a quello di Vcc (6-7 V).
BASTA UNA GOCCIA Al collettore di TR2 è collegato il pie-
le, un rubinetto dimenticato aperto per
rispondere al telefono, il freezer lascia- dino 4 del classico e usatissimo integra-
Normalmente, questa sonda è perfetta- to 555: qùando su questo piedino la ten-
to socchiuso per sbrinarlo più rapida- mente isolata fra i due terminali di cui sione applicata è zero volt (o poco più),
mente sono solo alcuni esempi di pos- è dotata; basta però una goccia d'acqua l'integrato risulta bloccato; viceversa, se
sibili, anche se modeste, cause di inon- o un velo di umidità per permettere un la tensione sale oltre i 2 V, esso viene
dazioni domestiche, che possono crea- pur debole passaggio di corrente; ed è abilitato al previsto funzionamento di
re danni a pavimenti ed oggetti, e ma- questo che provoca la conduzione da generatore ad onda più o meno rettan-
gari infiltrazioni al piano di sotto. Re- parte di TRl, il transistore sul cui cir- golare, la cui cadenza (e quindi frequen-
sta poi il pericolo ancor maggiore che cuito di base la sonda è collegata. Il fat- za) è regolabile tramite R6.
il bagnato può provocare se unito ca- to che TRl passi, in queste condizioni, Questa frequenza può essere resa varia-
sualmente all'energia elettrica presente in conduzione netta, fa sì che, dato l'al- bile, con i valori presenti in circuito (in
un po' in tutti i punti della casa. to valore della resistenza di carico R2, particolare C4, R ed R7) fra 1 e 1 O Hz,
Ecco così accennati alcuni dei motivi la tensione di collettore di TR 1 crolli cioè secondo una cadenza compresa fra
per cui proponiamo questo dispositivo praticamente a O, dato che tutta la Vcc un secondo ed un decimo di secondo;
elettronico, semplice quanto utile, che disponibile si localizza, per caduta, ai la tensione impulsiva che esce da ICI è
ha l'incarico di emettere un acuto fi- capi della citata resistenza. )))

Montaggio ultimato della parte


elettronica del rivelatore di perdite
d'acqua: questa semplice realizzazione
nonostante i pochi componenti e la facilità
di esecuzione garantisce il sicuro innesco
di un segnale d'allarme in caso di presenza
di umidità nel luogo dove viene posizionata
la sonda.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 41


·--. -- . -- . --· -- . -- . -- . -- . -. -- . -- . -- . -- . -- . -- . -- • -- • -- • -· --

R4

_ R2 :t-R3 RS
R1 4, s
C2
Il
Il
~ I 8

~
C3
- Il Il t ■

■ IC1 lb
'R7
i
$
- 6
il
' ~
il. l2
TR1 ' TR2
± I

--• --• -• -- o -- • - • --• --•--•- • --• - • --• --• --• --• --• --• --• - -l

~-----
SONDA
- Schema elettrico del rivelatore di perdite d'acqua: con la presenza di umidità fra le sonde
si ha un passaggio di corrente che raggiunge la base di TR1 polarizzandola.
Ciò pone in conduzione TR1, ne consegue l'Interdizione di TR2 e l'innalzamento della tensione
sul piedino di controllo n° 4 di IC1, attivandolo.

Assemblaggio
del circuito
255sa- lliià I• iI
stampato lato
componenti:
le piste sono viste
In trasparenza.
La sonda
CS(i)+ , .. R6

cJJ~ Il!
a,c~
e l'alimentazione
sono esterne
al circuito.

7
a ~
1111,
vcc
e ~
SONDA

DL
;\
di _,,,
B
a5% - ,,
---·~ ,,
-·-·-i
I RIVELATORE DI PERDITE D'ACQUA

+
Circuito stampato
C5 visto dal lato
delle piste di rame.
e
vcc
e
@g 0 o
COMPONENTI luogo in cui si teme la fuoriuscita di ac-
qua; è opportuno che la sonda resti
C1 = 47 nF piuttosto stabilmente nella zona e nel-
C2 =100F - 16 VI (elettrolitico) la posizione desiderata: è quindi consi-
C3 = 3300 pF gliabile fissarla al pavimento con nor-
C4 = 0,1F male nastro adesivo, o quantomeno con
C5 = 100F- 16 VI (elettrolitico) un peso sovrapposto.
R1 =1kO La sonda è realizzata con una piastri-
R2 = 220 kO na di vetronite ramata per circuiti stam-
R3 = 15kO pati: la cosa importante da rispettare è
R4 = 470 2 la spaziatura centrale fra le due zone
~·-·-·-·I R5 =1,5kO conduttrici.
R6 =1 MO (trimmer) Il solco isolante deve essere largo sui 2
R7 =470 kO mm e può essere realizzato (oltre che
R8 = 1 kO con le normali tecniche dei circuiti
DL = LED qualsiasi stampati) molto semplicemente con una
DZ1 = diodo Zener, 5,6 V - 1 W fresina che appunto asporti la pellicola
Ic1 = 555 superficiale di rame.
TR1 = TR2 = BC1O7 Si utilizza un vero e proprio circuito
B = buzzer attivo (Murata) stampato; data però la semplicità dello
schema, potrebbe anche adottarsi la so-
appunto quella che fa accendere il LED Per la pratica realizzazione del circui- luzione di montare i componenti su pia-
e fa azionare il buzzer, che nel nostro to, cominciamo proprio dalla sonda, strina millefori.
caso è previsto del tipo "attivo" e di che va collegata all'ingresso con un ca- Comunque ci riferiremo qui, per quan-
buon rendimento, per esempio un clas- vetto bifilare di qualsiasi tipo; se il col- to riguarda le modalità costruttive, al-
simo Murata, in grado di emettere un legamento, per motivi pratici di instal- la nostra versione, occupandoci di quei
fischio acuto e penetrante a circa lazione, dovesse risultare piuttosto lun- componenti che vanno montati secon-
go (qualche metro) può essere consiglia- do un verso ben preciso, e che quindi
2000-3000 Hz. Questo fischio risulta
bile l'adozione di un cavetto scherma- vale la pena di sottolineare.
così cadenzato dall'onda rettangolare
Come al solito, fra i componenti dotati
generata da IC 1: in pratica, si ascolta to (sempre bifilare, più lo schermo) per
di una polarità di inserzione ci sono i
un bip-bip-bip più o meno rapido a se- evitare captazione di disturbi tali da far
semiconduttori; lo Zener DZl deve tro-
conda di come è regolato R6. Il diodo scattare il dispositivo in modo impre-
varsi con la fascetta in colore (il cato-
Zener DZl (da 5,6 V) serve a stabiliz- visto: in tal caso, la calza schermante do) dalla parte della linea del positivo
zare la tensione di alimentazione dei andrebbe collegata al "comune" del cir- (quella che va al terminale 4); lo stesso
transistori TR 1 e TR2, in modo che il cuito. dicasi per i condensatori elettrolitici C2
loro regime di commutazione fra con- e C5 (di filtro sull'alimentazione), di cui
duzione e interdizione rimanga ben sta- va controllata la marcatura sul corpo
bile, e quindi legato solamente alle con- LA SONDA in corrispondenza dei terminali; per
dizioni ambientali della sonda; Cl e C3 TR 1 e TR2 fa fede, come riferimento
sono condensatori di fuga, inseriti per Ad ogni modo, la sonda va posiziona- per il corretto inserimento, il dentino sul
eliminare la possibilità che disturbi elet- ta sul pavimento, col lato rame (cioè bordo del corpo, che va orientato co-
trici captati dall'ingresso del circuito ab- con le due piste vere e proprie) a con- me in figura; per ICI funge da chiave
biano ad alterarne, o comunque in- tatto col pavimento stesso, e natural- di inserzione il piccolo incavo circolare
fluenzarne, il regolare funzionamento. mente nelle immediate vicinanze del ))))

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 43


RIVELATORE DI PERDITE D'ACQUA
visibile su un angolo; anche il buzzer, A proposito dell'alimentazione, il cir- la linea che porta alimentazione al cir-
e è del tipo attivo come consigliato, è cuito assorbe, per vari valori di tensio- cuito vero e proprio è a bassa tensione.
contrassegnato da una polarità che va ne, le seguenti correnti: Se il dispositivo, come probabile, è la-
rispettata come indicato a schema; il sciato costantemente in opera, occorre
diodo LED infine ha come riferimento provvedere, mediamente una volta alla
(corrispondente al catodo) un piccolo circa 40 mA se alimentato a15V settimana, alla pulizia della sonda che,
incavo sul bordo del corpo in plastica, circa 30 mA se alimentato a 12 V nella posizione in cui è installata, non
e questo incavo deve risultare dalla par- circa 20 mA se alimentato a 9 V può che raccogliere una certa dose di
te della traccia corrispondente al nega- sporcizia.
tivo (quella che va al terminale 3).
Tenendo conto che il circuito consiste
I terminali d'uscita e d'ingresso sono co-
L'ALIMENTAZIONE essenzialmente in un generatore audio
muni occhielli ad inserimento nel circui-
to stampato, i cosiddetti pin, cui si fis- ad intermittenza, se ne possono ricava-
sano poi i cavetti di interconnessione. L'entità dell'assorbimento ed il fatto re, con poche varianti, delle prestazio-
Una volta che il circuito sia ben con- che si tratta di dispositivo che va CO- ni differenti da quella per la quale è sta-
trollato e collaudato nel suo funziona- stantemente tenuto inserito sconsiglia- to pensato: per fare un esempio di uti-
mento, regolando il trimmer R6 per la no l'alimentazione a pile; si può vantag- lizzo, se al posto della sonda viene mes-
cadenza più gradita o efficace, va mes- giosamente usare un piccolo alimenta- un pulsante normalmente aperto (ed
so dentro uno scatolino facilmente re- tore da parete (di quelli in scatolino con pportunamente dislocato), il disposi-
peribile in commercio (male che vada, spina incorporata), in grado di fornire tivo può diventare una suoneria di al-
una scatola portasapone), che deve as- 12 V a 200-300 mA: la corrente è so- larme o cli chiamata, diciamo per una
solutamente essere in plastica. vrabbondante ma si tratta di un valore persona che. ammalata od immobiliz-
Dallo scatolino devono affiorare sia il classico di erogazione. zata. desideri far sapere che ha bisogno.
LED che il buzzer: occorre pertanto Fra l'altro, questo tipo di alimentatore A tale scopo. se si ritiene utile rallenta-
praticare i due fori, di misura piuttosto offre notevoli garanzie di sicurezza per re la cadenza dei bip, basta sostituire C4
precisa; vanno poi aggiunte due presi- la particolare applicazione (ambiente (che è previsto da 0,1 µ,F) con altro con-
ne tipo "fono RCA", cui fanno capo possibilmente umido), in quanto è in- densatore di capacità più elevata (per
l'alimentazione e la sonda. nestato direttamente sulla presa rete, e esempio 0,47 F).

IL BUZZER
e prendiamo ad esempio un campanel-
lo elettrico o un clacson per auto, entram-
i a corrente continua, ci accorgiamo che
il suono viene generato per vibrazione in-
terna e non è dovuto ad oscillazioni del-
la corrente che rimane rigorosamente
continua. Gli apparati elettronici di se-
gnalazione possono usare due tipi di tra-
sduttori acustici: l'altoparlante o il buz- La sonda sensibile all'umidità
zer. Nel primo caso deve essere la cor- è ricavata da una basetta per circuiti
rente ad oscillare alla frequenza di una stampati, la cui parte ramata viene
nota musicale; l'altoparlante ne riprodu- elettricamente divisa in due.
ce le oscillazioni e la rende udibile.
Il buzzer, al contrario, genera esso stes
so le oscillazioni quando è sottoposto ad
una corrente continua.
Per rendere di più l'idea diciamo che un
Un buzzer raggiunge altoparlante collegato ad une, pila non
a 30 cm emette alcun suono se non un leggero
una pressione sonora 'fluff' iniziale; un buzzer nelle stesse
di 75 dB min condizioni di collegamento eme i te la no-
a 9 V. la per la cui frequenza è predisposto.
In pratica il buzzer può essere parago- La sonda va posizionata con la parte
nato ad un campanello con funzionamen- ramata verso il pavimento; i fili
to elettronico anzichè elettrodinamico. sono collegati ciascuno a una
delle due zone ramate mantenendo
la saldatura molto sottile
per permettere un buon contatto
con il pavimento.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 44


L'ELETTRONICA
IN PUGNO

MISURA PRESSIONE
SUL DITO
a necessità era fortemente sentita
L e la riposta era, come si dice, nel-
l'aria. Ecco un sistema che permette di
Continuando a togliere aria fino a
quando le pulsazioni non si sentono più
per insufficiente gonfiaggio della fascia,
misurare facilmente la pressione del Manteniamo sotto controllo il medico determina anche il valore della
sangue per tenerla sotto controllo e ca- la pressione sanguigna pressione minima.
pire quando è necessario ricorrere al più
appropriato intervento del medico cu-
per scoprire per tempo Le innovazioni portate da questo misu-
ratore di pressione da dito semplifica-
rante. Gli sfigmomanometri, così si se è necessario ricorrere no molto le operazioni ma il procedi-
chiamano i misuratori di pressione san- ad un controllo medico. mento rimane identico a quello deserit-
guigna, sono normalmente da braccio. to. Anzichè stringere una grossa fascia
Funzionano così: una fascia a camera Ce lo permette questo intorno al braccio qui ne viene stretta
d'aria è stretta intorno al braccio e gon- sfigmomanometro una più piccola intorno al dito indice
fiata, un manometro indica la pressio- da ''dito'' della mano sinistra (meglio la sinistra
ne dell'aria che viene incrementata fi- in quanto l'arco dell'aorta volge proprio
no a provocare l'arresto della circola- in quella direzione).
zione del sangue nell'arto. Il cursore indicato come "regolazione
Il medico ascolta con lo stetoscopio le fascia" va spostato verso destra fino a
pulsazioni in prossimità della fascia, re- quando non si accende il led "troppo
gola lo sgonfiaggio fino a quando non stretto" quindi si torna indietro di una
le sente riprendere quindi legge sul ma- posizione.
nometro l'indicazione corrispondente Acceso a questo punto lo strumento con
alla pressione massima della nostra cir- l'interruttore giallo, vedremo il display
colazione sanguigna. )))

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 45


MISURA PRESSIONE.
a cristalli liquidi disporsi per la misu-
razione, dopo di che viene emesso un
bip ad indicare che lo strumento è
pronto.
Premendo il tasto celeste si dà inizio al
gonfiaggio della membrana'stringidito,
fino ad un valore elevato di pressione,
quindi inizia il lento sgonfiaggio.
Quando la misurazione vera e propria
avviene, sul display inizia a lampeggia-
re un cuoricino; smetterà a misurazio-
ne ultimata. Per tutto questo tempo oc-
corre rimanere ben fermi.
Terminata la misurazione la membra-
na si sgonfia completamente liberando
il dito mentre viene emesso un secondo
bip; sul display appaiono alternativa-
mente indicati i valori di pressione mas-
sima e minima e il numero delle pulsa-
zioni al secondo.
Internamente allo sfigmomanometro,
un complesso sistema di pompette elet-
triche, pressostati e rivelatori a polmo-
Tre soll comandi "a portata di dito" La rilevazione viene effettuata ne, hanno eseguito le misurazioni e ne
permettono di eseguire tutte da un sistema pneumatico composto hanno inviati i valori al microprocesso-
le misurazioni relative alla nostra da una pompetta elettrica, re, in pratica un piccolo computer, che
pressione sanguigna con questo un pressostato e un sensore ha provveduto a scriverle sul display.
strumento. a polmone. Queste informazioni restano in memo-
ria per poter essere confrontate con
quelle delle misurazioni successive.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 46


SUL DITO

Una membrana di gomma viene Le informazioni provenienti dal circuito pneumatico vengono
gonfiata e sgonfiata lentamente elaborate dal microprocessore, praticamente un piccolo
per trovare il punto di equilibrio computer, ed evidenziate sul display
fra pulsazioni e pressione dell'aria. a cristalli liquidi.

~TRAUNA REGOLATORE FASCIA

PRESSOSTATO
-~ AUTOMATICO

'\
MOTORINO TUBO IN GOMMA
POMPA

Lo sfigmomanometro da viaggio è distribuito da Temporex ~


(20147 Milano • Via Zurigo, 14 - tel. 02/48301466) a lire 159.000. 13
1: si inserisce il dito nell'apposita apertura contenente la fascetta pneumatica
che va stretta fino a che non si accende il led rosso "troppo stretto".
Occorre allora retrocedere di una tacca facendo spegnere il led.

2: stretta la fascetta attorno al dito si preme il pulsante ON/OFF: sul display


appaiono tutti i caratteri possibili per controllare se tutto funziona.
Si aziona infine il tasto START.

3: la fascetta si stringe intorno al dito e dopo pochi secondi, durante i quali


appaiono numeri casuali, compaiono sul display i valori di pressione
massima e minima nonchè il numero di pulsazioni al minuto.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 47


SALUTE E COMFORT

AMPLIFICATORE
PER DEBOLI D'UDITO /

Si sistema nel taschino di giacche o gilet


Funziona con una normale pila da 9 V
E soprattutto indicato da usare in casa
Risulta perfetto per ascoltare la TV
senza alzare troppo il volume

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 48


e protesi auditive hanno raggiun- dei dispositivi meno raffinati e minia- possono esibire la loro brava cuffia in
L to senza dubbio livelli notevoli di
miniaturizzazione, ma le loro dimensioni
turizzati, ma che, specialmente per per-
sone anziane meno suscettibili ai pro-
testa, e risolvere in modo conveniente
il problema del restare meglio inseriti
sono inversamente proporzionali al co- blemi estetici e meno vincolate ai det- nella vita che li circonda.
sto: e non solo costo d'acquisto iniziale, tami della moda, costituiscono un'alter- Questa lunga premessa dovrebbe esse-
ma anche di manutenzione spicciola. nativa ben più conveniente ed anche re più che sufficiente a spiegare i moti-
Le pilette con cui sono fatte funziona- meno critica. È il vecchio amplificato- vi per cui abbiamo deciso di mettere a
re sono estremamente costose, e in com- re da taschino, corredato con microfo- disposizione di chi abbia questo tipo di
penso ... durano pochissimo; per non no da occhiello e da una delle tante cuf- problema una soluzione semplice da
parlare delle frequenti revisioni e ripa- fie leggerissime che molti giovani "in- realizzare ed economica sia come acqui-
razioni che servono (o che comunque dossano" regolarmente per inebetirsi sto materiali sia come manutenzione
vanno eseguite). nell'ascolto dei vari walkman. SuccessIva.
E se qualcuno non avesse ben presente Cominciamo la descrizione del nostro
di cosa stiamo parlando, si tratta di que- progetto esaminandone lo schema elet-
gli amplificatori che, più o meno a for- RISPARMIO NEL TASCHINO trico.
ma di oliva o di banana, comunque sem- Il cuore del circuito è l'integrato ICI, un
pre estremamente miniaturizzati, vanno Consideriamo infatti che giacche e gi- operazionale di tipo a MOS, precisamen-
posti direttamente dietro l'orecchio dei lè, con tanto di regolamentare taschi- te un TL08 l, che è consigliabile non pro-
deboli d'udito: dispositivi oltretutto cri- no, fanno ancora parte del modo di ve- vare a sostituire con altri tipi di opera-
ticissimi nella loro regolazione, data la stire di tante persone, o magari sono so- zionali; la sua scelta è legata al fatto che
forte vicinanza fra microfono ed aurico- stituite da camiciole all'americana, es- anche il microfono è ad alta impedenza,
lare, e quindi ancor più suscettibili di in- se pure dotate di taschino, quindi il po- del tipo a condensatore preamplificato,
stabilità di funzionamento (che si tra- sto per lo scatolino dell'amplificatore con tre terminali d'uscita (possibilmente
sforma ben presto in un fischio acutis- può essere facilmente disponibile. con i fili di collegamento già applicati, an-
simo sparato direttamente dentro l'orec- E in uno scatolino tascabile si possono che se più difficile da trovare).
chio) al crescere della resistenza interna far stare pile piccole sì, ma non neces- La corretta polarizzazione di ICl, dal-
delle pile che si scaricano. sariamente miniaturizzate, e quindi la quale nasce il valore della tensione
Per tutti questi motivi, in commercio so- molto meno costose e meglio reperibili. (continua) d'uscita pari alla metà di
no reperibili, pur se in modo limitato, In tal modo, anche le persone anziane )»)

La miniaturizzazione di questo
amplificatore non è molto spinta;
lo possiamo definire "protesi
da taschino", risulta perciò molto
facile da realizzare. Per casa, dove
non c'è da nascondere la nostra
menomazione, possiamo utilizzarlo
per ascoltare la radio o la TV.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 49


AMPLIFICATORE PER DEBOLI D'UDITO
quella di alimentazione, è realizzata con
le resistenze (uguali) R2 ed R3.
R l (assieme al condensatore di filtro
Cl) serve per disaccoppiare opportuna-
mente l'alimentazione dell'amplificatore
da quella del microfono che, ricordia-
molo, è del tipo preamplificato, e quindi
già equipaggiato internamente con un
mosfet.
Il trimmer/potenziometro R5 consente
di regolare opportunamente l'amplifi-
cazione (e quindi il volume sonoro) del-
lo stadio, il cui valore si può tranquil-
lamente calcolare: si tratta infatti di di-
videre il valore di R4+R5 (=4,8 MQ COMPONENTI
massimo) per la resistenza d'ingresso
CONDENSATORI RESISTENZE
dello stadio, che poi è più o meno quella

l
c1 = 33F R1 = 220 2
d'uscita del microfono (sull'ordine di 2 al tantalio
C2 = 4,7F R2 = 33 k?
kO). 16 VI
c3 = 4,7F R3 = 33k?
Avremo pertanto
R4 = 100 kO
C4 = 100 F elettrolitici R5 = 4,7 MQ (trimmer)
C5 = 100 F }
4.800.000 16 VI
A = = 2400 M = microfono a condensatore
2000 IC1 = TL081 (amplificato}

valore piuttosto elevato, che va oppor-


tunamente regolato (riducendo il valo- meglio dire, binaurale), che risulta più C2-C3 vanno scelti del tipo al tantalio,
re di R5) per evitare l'effetto Larsen. riposante e gradevole, con una resa acu- sia perché sono caratterizzati da mino-
stica ben migliore. ri perdite, instabilità nel tempo e resi-
L'alimentazione, pur potendo essere a stenza interna. sia perchè le dimensio-
NIENTE FISCHIO tensione compresa fra 4 e 14 V, è pre- ni sono particolarmente, modeste.
vista con la classica piletta rettangola- Inoltre. nonostante che il circuito non
In che cosa consiste questo effetto? re per apparecchi a transistor da 9 V; preveda miniaturizzazione spinta, un
Dalla cuffia il suono non entra solo nel- il condensatore C5, posto direttamente paio di resistenze vanno montate in ver-
le orecchie ma viene (seppure molto in parallelo alla pila stessa, serve per at- ticale. per non debordare molto dalle
parzialmente) diffuso nell'ambiente tenuare gli effetti della resistenza inter- dimensioni previste per la presenza della
esterno, talchè una piccola parte viene na che la pila acquisisce quando comin- pila: dimensioni che comunque consen-
anche captata dal microfono e riampli- cia a scaricarsi, effetti che potrebbero tono una soluzione da taschino.
ficata; se il livello di amplificazione è te- aumentare la tendenza del circuito ad Come prevedibile, un controllo accura-
nuto molto alto, il circuito entra in innescare ed a produrre il già citato fi- to serve all atto dell'inserimento di quei
oscillazione, producendo un fischio a schio per "effetto Larsen". componenti che possiedono una pola-
frequenza piuttosto alta, comunque fa- rità ben precisa: i condensatori elettro-
stidiosissimo, fischio ben noto ai debo- litici (convenzionali o al tantalio) han-
li di udito che già usino protesi. MASSIMA COMPATTEZZA no precisi contrassegni sul corpo, che
Basta comunque non arrivare a questi devono coincidere con le indicazioni ri-
livelli di amplificazione, nonchè aiutarsi Il circuito è montato su una piastrina, portate; ICI ha, come contrassegno del
con l'orientamento del microfono, e i ri- che prevede anche il posizionamento del piedino I, il piccolo incavo circolare su
sultati sono di tutta tranquillità. trimmer-potenziometro per il control- un angolo della superficie superiore; i
All'uscita dell'amplificatore, isolata dal- lo di volume e J'interruttore di accen- fili uscenti dal contatto a clips per la pila
la tensione continua di alimentazione sione, i quali sporgono dal bordo stret- sono contraddistinti dal noto codice:
tramite il solito condensatore di accop- to per poter affiorare dal contenitore e ROSSO = positivo, NERO = negativo.
piamento C4, troviamo la cuffia cui si consentire quindi la manovrabilità
è già accennato; se è dei tipi citati, ha esterna; vicina al bordo opposto è fis- Il microfono, se del tipo coi cavetti già
un costo piuttosto basso (poche migliaia sata la presa-jack per l'inserzione della incorporati, è già pronto per essere di-
di lire) ed è leggerissima, sicuramente cuffia e quasi metà della dimensione rettamente saldato al circuito; altrimenti
meno fastidiosa dei vari "funghetti" da della piastrina è occupata dalla pila. si preparano due spezzoni, di lunghez-
infilare dentro l'orecchio. Come indicazioni particolari sui com- za per niente critica, e si collegano.
Oltretutto, il suono è bilaterale ( o per ponenti, c'è solamente da dire che Cl- ))))

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 50


R1

s1
+
+

ALIM
es

usC F
CUFFIA e
9V
MASSA

i
ne.
e
Il

Schema elettrico: i segnali captati dal microfono a condensatore, già molto forti per via della preampliflcazione
che subiscono all'interno del componente, sono ulteriormente ingigantiti dal circuito integrato IC1.

Assemblaggio sul circuito stampato: le piste sono intese in trasparenza.


La miniaturizzazione non molto spinta consente un'agevole disposizione dei componenti.
M

-:; - R2
R

$+ PRESA
CUFFIA

-
QC\CJ
%%_,

#a 'J
r
'
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 51
AMPLIFICATORE PER DEBOLI D'UDITO
Il montaggio del trimmer R5 necessita
di un breve collegamento aggiuntivo al
piedino centrale, che arriva allo stampa-
to con un pezzetto di filo nudo, avanzo
ritagliato da un qualche componente.

QUALE PILA

La pila è bene sia scelta del tipo a lun-


ga durata, del resto reperibile ovunque;
se poi fosse del tipo ricaricabile (occor-
positivo re quindi partire con l'acquistarne al-
meno un paio), la spesa iniziale risulta
più alta. ma la durata (se regolarmente
ALIM e ciclicamente caricata) è di qualche
anno.
use. BF Questo circuito è in grado di funziona-
re ancora decentemente (sia pure a mi-
MASSA nor volume) anche quando la pila è se-
miscarica, cioè fin verso i 4-5 V, cosa
che costituisce un vantaggio non indif-
Microfono a condensatore: dispone Condensatore miniatura al tantalio: ferente.
di tre fili in quanto possiede l'alto isolamento di questo materiale Una volta che il montaggio ed il cablag-
un amplificatore interno che deve consente di fare lo strato isolante
gio di componenti ed accessori è com-
essere alimentato. La calza del cavo sottilissimo e di contenere
schermato fa doppia funzione le dimensioni del componente. pletato e collaudato, il tutto può essere
di massa: per la corrente La polarizzazione è indicata sistemato entro un piccolo scatolino in
di alimentazione e per il segnale col segno + vicino ad uno plastica, facilmente reperibile in com-
a bassa frequenza. dei due reofori. mercio di dimensioni idonee. Questo
scatolino deve recare, sul bordo stretto
superiore, le due feritoie rettangolari
per l'interruttore a slitta e per la mano-
pola tangenziale incorporata nel trim-
mer, nonchè il foro centrale per la fuo-
riuscita dei cavi del microfono; sul bor-
do inferiore deve invece essere pratica-
to il foro per il passaggio dello spinot-
to a jack per la cuffia.
Per quest'ultima può servire un po' di
pazienza, e qualche tentativo, allo sco-
po di ottimizzarne la scelta ed avere
quindi i migliori risultati di ascolto.

UNA CUFFIA CHE RENDA

Una certa difficoltà sta anche nel tro-


Due tipi di trimmer: la resistenza, fra il piedino vare una cuffia con impedenza relativa-
centrale collegato al cursore e uno degli altri due, mente alta, che serve per ottenere un
può essere regolata agendo con un cacciavitino buon rendimento dallo stadio d'uscita
sull'asola centrale. Il trimmer potenziometrico dell'amplificatore; ciò significa che, fra
usato in questo circuito differisce per la fuoriuscita una cuffia da 16Q ed una da 50 2 (qua-
di un pernetto sul quale montare la manopola.
lora si trovasse) è senz'altro preferibile
quest'ultima.
I due padiglioni devono comunque es-
sere collegati fra di loro in serie, cosic-
chè l'impedenza complessiva raddoppi.
Sistemato l'apparecchietto entro il ta-
schino, il microfono deve sporgere dal-

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 52


L'EFFETTO LARSEN
l'orlo, sia perchè il suono utile non ven-
ga frenato dalla stoffa sia, in particola-
re, perchè se esso sfrega (muovendosi)
contro la stoffa, ne nascono rumori in-
desiderati continuamente e direttamente
riportati alle orecchie.
Per quanto riguarda il posizionamento
vero e proprio del microfono. bisogna
trovare un sistema, non tanto per ma-
scherarlo quanto per mantenerlo posi-
zionato ed aderente al capo di vestia-
rio cui va applicato.
Una volta risolti i problemini connessi
con l'installazione dello scatolino e de-
gli accessori, si può accendere lappa-
recchio (il circuito vero e proprio viene
naturalmente controllato per benino
una volta montato); non bisogna preoc-
cuparsi se l'amplificatore resta muto per
2-3 secondi e se solo dopo si sentono
i vari rumori ambientali: questo ritar-
do è del tutto normale, ed è dovuto al
lento caricarsi di C3.
L'assorbimento di corrente è modesto:
l . :. .2 mA in assenza di suoni, e un po'
di più in presenza di parlato.
Con questa soluzione semplice, pratica
ed economica, il mondo torna ad ani-
marsi di voci, suoni e (purtroppo) ru-
mori! Absalon Larsen era un elettrotecni- loro vicinanze, anche l'eco di quelli ri-
co danese vissuto fino al 1957; per trasmessi dagli altoparlanti.
svariati anni si è occupato del funzio- Accade cioè quello che viene definito
namento degli amplificatori audio ritorno di bassa frequenza. Il suono
portando un notevole contributo alla diffuso dagli altoparlanti rientra nei
loro progettazione. Il suo nome tut- microfoni e viene ulteriormente am-
tavia è rimasto indelebilmente attac- plificato dando luogo ad un ciclo sen-
cato, come spesso accade anche ai mi- za fine che sfocia nel noiosissimo fi-
gliori intelletti, all'unico fenomeno schio. Il rimedio più immediato per
negativo che non è riuscito a debella- evitare l'inconveniente è tenere micro-
re: il ritorno di bassa frequenza fra foni ed altoparlanti lontani, disponen-
gli altoparlanti e i microfoni. do per quanto possibile i primi in bas-
Tutti abbiamo avuto occasione di so e i secondi in alto.
ascoltare almeno una volta quel fasti- La regolazione del volume deve esse-
e'j dioso fischio che, spesso nel bel mez- re effettuata portando l'amplificazio-
S%il
j sj zo di una conferenza o di un concer- ne al limite dell'innesco per poi dimi-
I I to, viene diffuso dagli altoparlanti. nuirla leggermente. Nel caso specifi-
} i){amplif A quel punto salta sempre su qualcu- co di questo amplificatore per deboli

,1ii
...... I I
no che con aria da saputello e senza
nemmeno sapere cosa significa, esor-
disce: ''Abbassate quel larsen'' con-
d'udito, il guadagno è molto elevato.
in uscita troviamo 2400 volte il segna-
le presente nel microfono, per cui l in-
...... l
I' I I vinto che questo sia il nome che vie- nesco dell'effetto Larsen può aveni-
->' ne dato al fischio e nemmeno imma-
ginando quanto lo studioso da cui il
re per un ritorno di bassa frequenza
fra la cuffia e il microjono e può es-
fenomeno prende il nome, abbia de- sere favorito dall impiego di umi pii,
Dall'amplificatore disposto dicato all'argomento. non completamente carica.
nel taschino fuoriescono il microfono Il fenomeno, certamente indesidera- Si può evitare regolando opportuna-
e il filo della cuffia; affiorano to, avviene perchè nei microfoni en-
per una facile accesslbllltà Il comando mente l'angolazione del microfono e
del volume e l'Interruttore tra, mescolato ai suoni prodotti nelle il livello del potenziometro del volume.
dell'alimentazione.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 53


.PROGETTI
TETTORI
I lettori sono invitati ad inviare un loro progettino, semplice
e inedito, che non impieghi più di 15 componenti elettronici.
Il più originale ed interessante di ciascun mese verrà
pubblicato e compensato con una preziosa attrezzatura
da laboratorio.

SEGNALATORE DI CONTINUITÀ
o 20 anni e lavoro presso un elet-
H trauto. Quando dobbiamo ricorre-
re all'impiego di un tester per il control-
lo di cortocircuiti o per la misura di
continuità, magari anche solo per veri-
ficare lo stato di una lampadina, ci tro-
viamo spesso in difficoltà, e in genere
per vari motivi contemporaneamente.
Occorre tener in mano ( o fermo) il com-
A ponente o il cablaggio da misurare, lo
V stesso per i due puntali (che devono an-
che essere tenuti d'occhio per essere si-
curi che facciano contatto), ed il tester
vero e proprio siamo magari costretti ad
appoggiarlo in posizioni disagiate e non
perfettamente in vista e quindi la lettu-
ra dello strumento risulta piuttosto dif-
ficile.
Del resto, nei casi che ho citato, non in-
teressa eseguire una vera e propria mi-
sura, bensì occorre solamente avere una
segnalazione del passaggio di corrente:
un segnale acustico o ottico è sufficiente.
Reallzzazlone dell'indicatore
Appassionato di elettronica come sono
di continuità su un pezzetto
dl basetta modulare ed ispirandomi ad alcuni progetti no-
a dischetti: l'assemblaggio tati sulla vostra rivista, ho realizzato un
è eseguito dal lato rame rivelatore di continuità, congegnato sot-
e I collegamentl to forma di circuito che faccia accendere
sono reallzzatl un LED e contemporaneamente suona-
con pezzetti di fllo. re un avvisatore acustico, quando fra i
La sistemazione del circuito due puntali c'è continuità elettrica: il
avviene all'Interno di una scatoletta tutto, di modesto ingombro ed alimen-
dalla quale fuoriescono solo la punta tato da una normale piletta da 9 V.
e Il "coccodrlllo" di massa. II dispositivo che ho messo assieme pre-
vede l'impiego di un circuito integrato
tutto fare 4093B (quadruplo trigger di
Schmitt) e ... quasi nient'altro!

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 54


14
R1
40Kn0
±
3.
4
A>
o
O
o
C
-~12
11
43

±) 5 0 10
9V

t
PUNTA 6
::::)
7
%
IC1= 4093 PIEDIN.IC.1
PINZA
4

Rl polarizza l'entrata dell'IC, e quan- La tensione di alimentazione è data al Schema elettrico: il funzionamento
do non c'è nulla applicato fra i termi- circuito premendo un interruttore a pul- si basa su un Integrato 4093B.
nali d'ingresso, o comunque essi sono sante del tipo "normalmente aperto";
isolati, il LED è spento ed il buzzer po- mi sembra evidente che lo scopo di que-
sto in uscita è inattivo: questa è, per il sta soluzione offre il vantaggio di non
circuito, la condizione di interruzione
o interdizione.
dimenticare chiuso l'interruttore, come
invece potrebbe accadere montando un COMPONENTI
Se però i puntali d'ingresso vengono normale tipo a levetta, cosa che com- R1 =
resistenza 10 k?
cortocircuitati, o comunque 'fra di loro porterebbe lo scarico della pila: ma si R2 =
resistenza 1 k
risulta applicata una resistenzà'estrema- tratta di una scelta di tipo personale. DL1 = LED
mente bassa, la commutazione in se- Da parte mia, il montaggio dei compo- IC1 =
integrato 4093B
quenza dei vari dispositivi elementari nenti, data la notevole semplicità com- B =
buzzer attivo
presenti dentro l'integrato fa sì che suc- plessiva, è stato fatto sopra una baset- P1 =
pulsante
ceda .proprio quello che a noi interes- ta "millefori"; la basetta è stata dimen- normalmente aperto
sa: il LED si accende ed il buzzer emet- sionata in modo da poter essere inseri-
te un fischio piuttosto acuto. ta entro uno scatolino di plastica lun-
Passiamo subito ad alcuni suggerimen- go e stretto con i puntali di lettura rea-
ti di carattere costruttivo. lizzati uno sotto forma di vero e pro-
Innanzitutto, per avere un fischio po- prio "puntale a spillo" e l'altro con un
tente, il buzzer deve essere del tipo "at- morsetto a coccodrillo.
tivo" ( di quelli cioè che già contengo- Su una delle superfici ampie della sca-
no al loro interno degli elementi di am- tola sono stati ricavati i fori per far af-
plificazione); in questo caso è stato fiorare il LED, per scaricare meglio il
montato un tipo Murata, che risulta suono del buzzer e per fissare il pulsante
particolarmente efficiente. di prova.

PARTECIPA ANCHE TU!


Il lettore che ci ha inviato il progetto
del segnalatore di continuità vince questo mese
uno stupendo kit per saldatura con valigetta
contenente: saldatore stilo da 30 W,
supporto per mini montaggi, dissaldatore,
raschietto, appoggio per saldatore e punte
di ricambio. Per partecipare basta mandare
Il vincitore il progetto con una breve spiegazione a:
di questo mese è ELETTRONICA PRATICA· EDIFAI
Colombo Nicola 15066 GAVI (AL)
di Varese

ELETTRONICA PRATICA· Febbraio 1993- Pag. 55


LETTERE Se avete un pro-
blema urgente

LETTORI
passate un fax:
cercheremo, nei
limiti del posslbi-
le, di rispondervi
al più presto.

I tecnici della redazione dl ELETTRONICA PRATICA sono


0143/
643462
FAX
a disposizione dei lettori per risolvere al meglio i problemi
o le difficoltà che incontrano nelle loro reallzzazioni. I quesiti
di interesse generale vengono pubblicati sulla rivista.
Potete scrivere a ELETTRONICA PRATICA
EDIFAI • 15066 GAVI (AL)

GENERATORE AD ONDA TRIANGOLARE


Mi trovo nella necessità di realizzare un stanzialmente determinata da
oscillatore ad onda triangolare, con fre- RI-R2-CI; è per questo motivo che Rl
quenza sui 2 kHz; quale può essere un è un trimmer avente lo scopo di regola-
circuito semplice ed affidabile? re la frequenza sull'esatto valore richie-
Alberto Franchi (Treviso) sto. Naturalmente, variando i valori di
Rl/R2 e Cl, si può generare qualsiasi al-
Il ricorso al solito e benemerito 555 con- tra frequenza fosse necessaria, da pochi
sente di risolvere il problema nel modo Hz a qualche centinaio di kHz; anche il
più semplice ed affidabile. Nel nostro ca- gruppo R4-C3 va dimensionato di con-
so, l'integrato oscilla producendo onde seguenza: in ambedue i casi, i valori di
rettangolari; la presenza della rete R4-C3 C ed R devono aumentare per diminui- Traccia dell'onda triangolare,
trasforma le onde così generate in trian- re la frequenza, e viceversa devono ca- vista all'oscilloscopio, generata
golari. La frequenza di oscillazione è so- lare per alzare la frequenza di lavoro. dal dispositivo proposto.

2, Il IlIl
R1
/\/V\ COMPONENTI
c1 = 22.000 pF (mylar

1 l
R2-
o policarbonato
7I C2 = 22.000 pF (mylar
o policarbonato)
R4 c3 = 10.000 pF (mylar
R3$ I e o policarbonato)

2I L ICI
mT
+
E,
9:14/
e
C4

es
=
=
O, 1 F (mylar
o policarbonato)
22 FI16 V (elettrolitico)
R1 = 47 kO (trimmer)
6ll 1 Il Il Il Il Il Il R2 = 4,7 kO
R3 = 1 kO
R4 = 10 kO
C1 Il C2 li c3Il '-:;;/ Il Il IC1 = 555

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 56


CALIBRATORE A I MHz
Sono appassionato di vecchi ricevitori, in
particolare di quelli Surplus; però non so- S1
no un tecnico e ho poca strumentazione, J1 R2
così che per la taratura ed il controllo del-
ll
X1
la scala mi farebbe comodo un calibra-
tore, per esempio da 1 MHz; si potreb- B:J
be avere uno schema semplice ma di si-
curo affidamento? FO
TI d ali
Paolo Gatti (Milano)
C2
è
Il circuito che le suggeriamo pensiamo
che risponda ai requisiti da lei richie-
sti; in particolare per quanto riguarda
la semplicità, lo schema elettrico ne è
2. T 9V
e
buona testimonianza. Oltretutto, un ca-
libratore di questo tipo, con la retroa-
zione costituita direttamente dal quar-
C1 u
zo posto fra uscita ed entrata del FET
(e quindi piuttosto vigorosa), è in gra-
do di produrre anche le armoniche, cioè
segnali a frequenze multiple di 1 MHz
che possono risultare comodi e utili nel-
le varie esigenze di taratura. Viene im- COMPONENTI
piegato un transistore ad effetto di cam-
po (FTI) come oscillatore controllato C1 = 6:50 pF (compensatore) R2 = 150 2
a cristallo (quarzo X 1) per dare una no- C2 = 100 pF (qualche centinaio F1 = 2N3819 (o FET
tevole precisione e stabilità di frequen- di volt) similare)
za. Cl è un compensatore di piccola ca- C3 = O, 1 F (ceramico) J1 = 1 mH (impedenza a RF)
pacità che serve a regolare la frequenza. R1 = 100 kO s1 = interruttore di accensione

INTERRUTTORI A TRIAC
Ho sentito parlare più volte di interrut- fornisce la base per la sintetica spiega- lè" si chiude ed il carico risulta inserito
tori a TRIAC, o di relè a TRIAC. Cosa zione: quando SI è aperto (come indi- sotto alimentazione.
sono e come funzionano? E comunque, cato in figura) il TRIAC è in interdizio- Il dispositivo può quindi essere diretta-
possono essere riprodotti in casa'', que- ne, cioè non è possibile farvi passare al- mente piazzato in prossimità del cari-
sti interruttori? cuna corrente, il circuito funge da relè co da commutare, risparmiando lunghi
Marco Testa (Pesaro) normalmente aperto; quando Sl è chiu- fili di collegamento potenzialmente at-
so, la corrente attraverso RI porta il traversati da correnti anche forti, e li-
Il semplicissimo schema qui riprodotto TRIAC in conduzione netta, cioè il "re- mitando i lunghi percorsi al semplice
collegamento verso SI, interessato dal-
la debole corrente di eccitazione.
Chiaramente, essendo il circuito ridot-
:: I CARICO to ad un TRIAC e ad una resistenza,
esso può essere tranquillamente auto-
costruito: R 1 è da I k0 (circa) e TI è
a2 un qualsiasi tipo di TRIAC per 220 V
R1 e.a., naturalmente di caratteristiche ta-
REE li da reggere la corrente che lo deve at-
traversare, in funzione del carico.
Comunque, se ne trovano in commer-
cio adatti a manipolare correnti di di-
verse decine (o anche centinaia) di
S1 ampère.
A differenza degli SCR, il TRIAC è
adatto per funzionare in corrente alter-
nata.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993 - Pag. 57


LETTERE
LETTORI
------- SCAffA IL RELÈ OGNI 5 SECONDI
Mi occorre lo schema di un circuito ca-
pace di far scattare affidabilmente un relè
( di piccola potenza) ogni 5 secondi; que-
sto tempo deve però essere regolabile a
Il relè adatto per questa piacere entro un certo margine.
realizzazione è a bassa Giovanni Neri ( Ravenna)
tensione (12 V) e va
scelto fra quelli che
hanno una bobina
Il cuore del circuito che consigliamo è
di eccitazione con circa un timer realizzato con l'integrato 4060;
200 O di resistenza. il trimmer R 1 serve appunto per rego-
lare ampiamente fa cadenza di apertu-
ra e chiusura del relè (ove servissero
tempi ancora più lunghi, basta aumen-
tare la capacità di Cl ad 1 µ,F).
Il segnale prodotto in uscita da ICI vie-
1 ne amplificato da TRI in modo da po-
ter pilotare i.I relè. le caratteristiche dei
cui contatti dovranno essere adatte al-
l'utilizzo specifico previsto.
COMPONENTI DI serve per proteggere TR l dai pic-
chi di tensione che l'induttanza del relè
C1 = 0,1 F (mylar R3 =
10kO produce quando il transitar commuta.
o policarbonato) R4 =
1000 O R4 serve a "limitare la corrente che cir-
C2 = 0,1 F IC1 =
4060B cola entro la base di TR 1; C2 "pulisce"
R1 = 220 kO (trimmer) TR1 = 2N1711 un po' la tensione di alimentazione del
R2 = 10kO RL =
relè 12 V • 200 O o più circuito dai possibili disturbi.

Il Il RL
R1 Il ~- I16

C2 o,7-e 171---ru
I C 1 I Il # 1 o e
72 V

C1a 9I I 2 Il %%. »ai


e
Il I Il
'1
811 72

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1993- Pag. 58


e e @

1 sempregtovan1
Quanti utili ed originali dispositivi possono essere realizzati partendo da una scatola
di montaggio! Tutti i componenti sono immediatamente disponibili: chiedono solo
di essere assemblati con cura e precisione. Il risultato è sicuro!

Per acquistare i kit occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o ver-
samento sul conto corrente postale n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO- 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20,
indicando con precisione nella causale il kit o i kit desiderati.

AMPLIFICATORE
BF 7 WATT
L'amplificatore di bassa frequenza, è un dispositivo parti-
colarmente adatto ad ogni tipo di impiego hobbistico. Nel
laboratorio del dilettante, infatti, potrà fungere da valido
strumento di controllo di molte sorgenti sonore, mentre nella
pratica corrente sarà in grado di rappresentare il più impor-
tante anello di una catena di amplificazione audio. Perchè
in esso va identificato uno stadio di potenza che eroga ben
4 W efficaci, su un carico di 4 Q, e 7 W efficaci su uno di
2 O, ottenuto mediante il collegamento in parallelo di due
altoparlanti da 4 Q ciascuno, che sono i modelli attualmente
più diffusi in commercio.
Naturalmente, i segnali amplificati, uscenti dall'apparato, so-
no totalmente privi di ronzii ed altri disturbi ed il funziona-
mento avviene in regime di massima affidabilità.
EP 2a Lire 19.200

CORRETTORE
DI TONALITÀ
La regolazione delle note acute e di quelle gravi è necessaria
in molte occasioni. Eppure la disponibilità di questo tipo di
controllo non sempre esiste negli amplificatori di bassa fre-
quenza e, più in generale, nei riproduttori audio, soprattut-
to in quelli autocostruiti dai principianti di elettronica.
Il semplice progetto, consente di completare le funzioni di
qualsiasi amplificatore audio, aggiungendo inoltre una
preamplificazione di bassa frequenza, di almeno dieci volte
in tensione e di altrettante volte in corrente, del segnale su
cui agisce. Essendo caratterizzato da una elevata impeden-
za d'ingresso, il circuito del correttore di tonalità bene si adat-
ta a qualsiasi tipo di lavoro, senza sovraccaricare il genera-
tore di segnali, che può essere quindi rappresentato da un
microfono, da un giradischi, da una testina magnetica e da
tante altre sorgenti di bassa frequenza.
EP 3b Lire 19.900
ELETTRONICA PRATICA - - Pag. 59
REGOLATORE
DI VELOCITÀ
Questo regolatore di corrente è adatto soprattutto per esse-
re utilizzato con carichi induttivi e specificatamente per mo-
tori elettrici; esso sfrutta la forza controelettromotrice ge-
nerata dagli avvolgimenti del motore per regolare la poten-
za disponibile. Fornisce quindi la massima potenza quando
il motore gira piano per diminuirla quando la velocità au-
menta oltre quella desiderata. Ciò consiglia di utilizzarlo so-
prattutto con i trapani dove questa prerogativa è partico-
larmente utile. Un simile funzionamento è possibile grazie
all'impiego di un diodo SCR mentre sarebbe impossibile uti-
lizzando il più sofisticato Triac.
A riprova di quanto detto è possibile un semplice collaudo:
alimentiamo un trapano alla minima velocità e ci accorge-
remo che è impossibile fermare il mandrino con una mano.
EP 4 Lire 21.400

MASSAGGIATORE
ELETTRONICO
Questo è un dispositivo che emette piccole scariche elettri-
che del tutto innocue ma in grado di provocare la contra-
zione dei muscoli nelle vicinanze di dove vengono applicati
gli elettrodi. L'effetto terapeutico è 'simile a quello della co-
siddetta ginnastica passiva, cioè quella in cui i movimenti
degli arti sono demandati a macchine apposite.
Il nostro dispositivo ha tuttavia delle controindicazioni: non
può essere applicato in zone prossime al cervello o al cuore
e non deve essere usato su persone anziane, bambini, donne
in gravidanza, portatori di pacemaker o su chi abbia subito
infarto cardiaco. Gli altri soggetti devono limitarsi ad ap-
plicazioni di breve durata. Altro uso può essere quello dian-
tifurto, in prossimità di una finestra dà una "salutare" scos-
sa a chi tenti di entrare.
EP 7 Lire 33.400

ANTIFURTO
PER AUTO
Questo antifurto ha la prerogativa di funzionare senza azio-
nare alcun segnale d'allarme perciò niente disturbo arreca-
to al vicinato per l'accidentale entrata in funzione del dispo-
sitivo per semplice nostra dimenticanza.
L'azione antifurto avviene inserendo e togliendo a sprazzi
la corrente al circuito di accensione delle candele per cui si
determina un inspiegabile sobbalzare del veicolo tanto da
renderne impossibile la guida.
Un eventuale ladro avrebbe l'impressione di aver rubato una
macchina difettosa e sarebbe costretto ad abbandonarla sen-
za fare nemmeno un metro di strada.
Oltre che come antifurto il dispositivo può essere utilizzato
come lampeggiatore o come temporizzatore.
EP 10 .:...................................... Lire 24.300

ELETTRONICA PRATICA - - Pag. 60


VOLTMETRO DIGITALE
GIGANTE
In laboratorio il normale tester digitale può portare ad in-
convenienti di lettura dovuti alla piccolezza dei numeri del
display.
Ben più utile sarebbe un quadrante a numeri cubitali da ap-
pendere al muro come un orologio in maniera da poterlo
consultare semplicemente volgendogli lo sguardo.
La realizzazione qui proposta è quella di un voltmetro per
misure da 6 a 1000 Volt corrente continua divise in 3 porta-
te: 9,99-99,9-999 Volt e con display a 3 cifre giganti.
La scatola di montaggio garantisce la disponibilità dei com-
ponenti del circuito stampato che, in questo caso, non sa-
rebbe facilissimo da realizzare e del display a numeri cubitali.
EP 6g Lire 78.500

LAMPEGGIATORE
MULTICOLORE
Serve per attirare l'attenzione su una vetrina o per abbellire
l'albero di Natale ma può essere usato come luci psichedeli-
che da taschino quando andiamo in discoteca. Collegando
la pila i led di questo lampeggiatore cominciano ad accen-
dersi e spegnersi in maniera del tutto casuale. Ciò deriva dal
fatto che pur essendo i tre circuiti oscillatori identici per co-
struzione e componenti, questi non lo sono elettricamente.
Infatti ciascun componente elettrico non è mai elettricamente
uguale al suo omologo. Questo fatto, conosciuto come "di-
spersione delle caratteristiche", fa sì che ciascuno dei tre lam-
peggiatori entri in funzione con cadenza diversa dagli altri
due. Ciò determina il lampeggiamento non sincronizzato dei
diodi led per cui l'accensione di ciascuna coppia avviene in
maniera e con tempo del tutto casuali.
EP 11 Lire 19.600

REGOLATORE DI
CORRENTI CONTINUE
Il peggior difetto dei regolatori di corrente è quello di con-
sumarne a loro volta un bel po' trasformandola in calore.
Il regolatore qui presentato basa la regolazione della cor-
rente sulla durata di un treno di impulsi generati da un cir-
cuito Darlington.
Il rendimento di un Darlington è altissimo e la dissipazione
di calore abbastanza contenuta, se in più consideriamo che
in tutto il circuito è l'unico componente a scaldarsi apprez-
zabilmente, ci rendiamo conto che lo spreco è minimo.
Questo regolatore serve a dosare le correnti che alimentano
motorini giocattolo, piccoli trapani, lampadine, ecc.; purchè
siano funzionanti a corrente continua. La tensione massima
di ingresso ammessa è di 15 Volt.
EP 8c Lire 18.500

ELETTRONICA PRATICA - - Pag. 61


TEMPORIZZATORE
CON IC 555
Questo kit basato sull'integrato 555 consente di ottenere un
temporizzatore che potrà interessare i fotografi, i modelli-
sti, le massaie, gli sperimentatori e quanti altri necessitano
di controllare il trascorrere del tempo nelle brevi misure.
Infatti il temporizzatore, per chi ancora non lo sapesse, è quel
dispositivo che informa l'operatore sul passare del tempo
segnalandone talvolta la cadenza attraverso un qualsiasi av-
visatore, che in questo caso è rappresentato da un relè, i cui
contatti si chiudono su preciso comando esterno e rimango-
no chiusi per un tempo prestabilito.
Dunque, il temporizzatore elettronico non solo è in grado
di segnalare il trascorrere del tempo, ma provvede pure ad
inserire e disinserire, automaticamente, qualsiasi apparato
elettrico.
EP 9t Lire 19.100

SVEGLIA SOLARE
Chiunque abbia necessità di svolgere un lavoro fin dalle pri-
me ore del giorno, può tranquillamente affidare la sveglia
a questo originale dispositivo, che emette, attraverso un nor-
male altoparlante, dei tocchi sonori ripetitivi, soltanto quan-
do la luce naturale comincia ad investire una fotoresistenza,
mentre rimane muto se, pur essendo già sorto il sole, il cielo
è molto nuvoloso e l'atmosfera oscura.
La funzione di sveglia solare dell'apparato non è tuttavia la
sola che possa giustificare la costruzione. Perchè il circuito
può essere adottato come antifurto, dispositivo di allarme
o strumento di misure precise di luminosità, Se poi, con que-
sto stesso progetto, tramite la semplice regolazione manua-
le di un trimmer, si vogliono produrre degli ultrasuoni, al-
lora il gallo elettronico si trasforma in uno scacciazanzare,
scacciatopi e, persino, in un deterrente contro l'avvicinamen-
to di alcuni animali.
EP 5s Lire 21.900

COME ACQUISTARE I KIT


PRESENTATI IN QUESTE PAGINE

Occorre Inviare anticipatamente l'Importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario


o versamento su conto corrente postale n. 46013207 Intestato a:
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I Le fotocopie non saranno ritenute valide. I
I Indirizzo completo (in STAMPATELLO) I
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54 Un tester da campo
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56 Lettere dei lettori
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59 Kit: i sempregiovani
63 Mercatino
Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE
responsabile: Dino Ferretti
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ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 1
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MEMORIA AL SILICIO COMPONENTI
Quattro aziende giapponesi hanno annunciato, durante la conferenza internazio- AL SICURO
RICEVITORE nale sui circuiti a stato solido che si tiene ogni gennaio a San Francisco, di aver
realizzato prototipi di memorie per computer in grado di contenere una quantità E IN ORDINE
PALMARE colossale di dati; sono memorie da 256 mega bit (cioè 256.000.000 di bit) realizza-
te su uno strato di silicio (il :ninerale che è alla base della grande rivoluzione elet- Se vogliamo finalmente mettere ordine
nel nostro piccolo magazzino di com-
tronica) disegnandovi componenti elettronici grandi appena alcuni decimillesimi
di millimetro. Per rendere l'idea della capacità di una sola di queste memorie è ponenti elettronici nuovi o di recupero
utile dire che una lettera dell'alfabeto occupa I byte corrispondente a 8 bit e che che siano, abbiamo a disposizione que-
quella di un normale persona! computer è di 4 mega bit. ste scatolette colorate che ci permetto-
Queste memorie sono dette Dram (Dynamic random access memory) o memorie no di "archiviarli" con un certo criterio.
dinamiche ad accesso casuale) e su di esse vengono memorizzati dati e program- Si può, ad esempio, utilizzare scatole
mi durante il normale funzionamento di un computer. La comparsa delle Dram piccole medie o grosse dello stesso co-
da 256 mega bit sui mercati non è imminente e per ora i giapponesi stanno cer- lore per componenti di uguali caratte-
cando di mettere in piedi joint-ventures (alleanze) con ditte americane per realiz- ristiche ma di differenti dimensioni.
zare lo stabilimento da I miliardo di dollari dove produrle. Prevedibilmente i pri- I colori a disposizione sono 6: blu, gial-
mi esemplari di computer con queste memorie saranno pronti verso la fine del lo, rosso, verde, bianco e infine il nero
che è riservato alle scatole anti correnti
secolo. Per ora ci possiamo accontentare di memorie da 16 megabit mentre stan-
no per uscire quelle da 64 che non è poco. Ricerca Fujitsu, Hitachi, Nec e Toshiba.
SICUREZZA IN CASA statiche per componenti come i mosfet
L'integrazione dell'elettronica nella vita di tutti i giorni ci permette oggi di ef- che devono essere protetti.
fettuare la verifica ed il controllo in tempo reale delle varie situazioni di ri- Sono prodotte in tre diverse dimensio-
schio o reale pericolo presenti dove viviamo o lavoriamo. Guardian è una Se- ni: 17x29x21 mm, 33x29x21 mm e 33x
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gas, presenza di ossido di carbonio, black-out elettrico, intrusione di estranei. stono tutti i colori mentre per le altre
Lo fa attivando un potente allarme sonoro e accendendo una luce rossa: basta due solo blu, nero e bianco). Costano
premere un pulsante per mettere Guardiana riposo per 5 minuti, il tempo per a partire da lire 3.000. Pastorino Uten-
eliminare il pericolo, poi torna automaticamente in funzione. Durante la no- sili Elettronici ( 20134 Cocquio- VA
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gio sintetizzato. Guardian è facile da installare, da programmare, da teleco- ponenti elettronici.
mandare. È un prodotto brevettato della Actel (35100 Padova - Piazza De Ga-
speri, 4 - te!. 049/666022).

Palmare nel senso che sta veramen-


Una normale chiave contiene nella sua impugnatura un microcalcolatore program-
mabile il cui codice segreto viene riconosciuto solo dalla sua serratura.
SALATO O INSIPIDO?
Quando le chiavi sono più di una, per esempio in un ufficio dove gli impiegati
te nel palmo di una mano: il ricevi-
hanno ciascuno la sua, il programma può essere più diversamente articolato.
tore Alinco DJ-Xl copre le frequen-
Si può per esempio stabilire una priorità secondo la quale le chiavi degli impiega-
ze da 100 kHz a 1300 MHz.
ti aprono solo dopo che il capo ufficio ha aperto con la sua; oppure aprono solo
È quindi in grado di ricevere le on-
de lunghe, medie, corte e cortissime, dalle 8 del mattino fino alle 6 di sera; quella della donna delle pulizie apre solo
il sabato, ecc. Nel caso poi vada smarrita una chiave se ne può invalidare il fun-
le VHF e le UHF.
zionamento senza pregiudizio per tutte le altre. Tutte le chiavi possono infine es-
Le bande di frequenza possono es-
sere riprogrammate infinite volte a seconda delle necessità.
sere divise in canali. La distanza in
Securital (22033 Desio - Ml - Via Volta, Jl4 - te!. 0362/6300393).
kHz fra quelli adiacenti può essere
scelta a piacimento e se ne possono L'acqua distillata, si sa, non conduce elettricità; se ad essa aggiungiamo una
memorizzare fino a 100. certa quantità di un qualsiasi tipo di sale, la conducibilità elettrica aumenta
La ricerca delle stazioni viene effet-
tuata con 3 diverse velocità di scan-
CHIAVI in proporzione. Questo fenomeno fisico è opportunamente sfruttato dallo stru-
mento qui presentato per misurare la corrente che attraversa un qualsiasi li-
sione e con differenti livelli di sensi-
bilità.
INTELLIGENTI quido o fluido e determinarne così il grado di salinità.
La punta dello strumento è formata da due contatti metallici, dorati per mag-
Un ricevitore veramente completo gior garanzia igienica, ai quali viene applicata la corrente + e - delle pile;
quindi che tuttavia non rivela la SSB. il circuito interno non fa altro che misurare l'intensità di questa corrente per
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ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 2 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 3
CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA conda del tipo di funzione attuata dal
blocco logico particolare, l'uscita può es-
sere a +Vcc (quindi livello logico 1) op-
E1
E1 E2 u
pure a GND (quindi stato logico O). o o
zt
I O
Va infatti sottolineato che il principio o
base di funzionamento dei circuiti lo-
1 o '
goci è la presenza di due soli stati di fun- 1 o 0
zionamento, senza alcuna possibilità di ANO 1 1 1
livelli di tensione intermedi.

Cosa sono e qual è il significato INTERDIZIONE O SATURAZIONE E1 E2 u


elettrico dei livelli logici.
Esaminiamo le 5 funzioni logiche In altre parole, come conseguenza del- 4lr o
o
o
1
1
1
fondamentali.
lo stato elettrico di interdizione o di sa-
turazione di ogni singolo stadio circui-
Lr- 1 o 1

Come vengono combinate tali tale, i nostri voltmetri devono indicare NANO 1 1 o
sempre e solo tensioni praticamente
funzioni per ottenere coincidenti con O o + V cc; se, per esem-
Ecco la tabella
un determinato risultato. pio l'alimentazione del circuito è di 12
V, in particolare l'uscita ha sempre ten-
rlepllogatlva del tipi ET E2 u
fondamentall di funzione E1
o o o
tD>-
sione zero oppure 12 V: non possiamo loglca, comprendente
I

(e non dobbiamo) mai leggervi 3 V, o Il slmbolo grafico o 1 1


6 o 10. e la relativa "tabellina 1 o 1
A parte che questo sia il comportamen- della verità".
to tipico da cui derivano le caratteristi- OR 1 1 1
che funzionali di questa famiglia di di-
spositivi, c'è anche un'altra conseguen-
za da tenere in opportuno conto: que- ET E2 u
sti circuiti, lavorando con segnali di ti- o o 1

GLI INTEGRATI €C-MO


po "sì" o "no" (cioè nelle condizioni di
interdizione o saturazione già accenna- o 1 o
te) e oltretutto passando dall'una all'al- 1 o o
tra di queste condizioni operative con NOR 1 1 o
rapidi fronti di commutazione, dissipa-
(SECONDA PARTE) no ben poca energia elettrica, dovendo
così trasformarla in poco calore. Il circuito generico
Infatti, è evidente che, con uscita 1, il di partenza adottato

e ome avviene per le altre famiglie di


integrati, ed in particolare per i ben
noti TTL, anche i C-MOS, in base ai
tegrati anche molto complessi.
Le funzioni realizzabili dai vari circuiti
logici si basano tutte sugli stati elettrici
quindi si indica in genere come GND,
l'abbreviazione di ground = massa) che
va collegata al lato source del dispositi-
singolo dispositivo è interdetto, e quin-
di anche 12 V ai capi moltiplicati per
corrente praticamente nulla corrispon-
per verificare I llvelll
di tensione In entrata
e In uscita, presenti
a seconda della funzione
lo"
tipi di chips contenuti nel loro involu- che indichiamo normalmente con O (o vo stesso (da cui la sigla Vss). dono a potenza praticamente nulla; con
cro, sono in grado di espletare svariate livello basso) e con 1 ( o livello alto). Ovviamente, il blocco logico che stia- uscita O, cioè tensione residua limitata loglca che Il dispositivo
è In grado di compiere.
NOT
mo esaminando ha almeno un'entrata a quella di saturazione del dispositivo,
funzioni logiche. Per essere sicuri di capirci bene, prima
ed un'uscita, alle quali possiamo ipotiz- la potenza da dissipare è molto modesta.
Le più semplici e comuni sono natural- di proseguire a trattare questo argo-
mente le classiche funzioni elementari mento diamo una ripassata al significa- zare di collegare un paio di strumenti linea del VCC
AND, NAND, OR, NOR e NOT, com- to elettrico di questi livelli logici. (per la precisione, voltmetri) proprio
FUNZIONI LOGICHE
binando le quali si possono creare in- per leggerne i livelli di tensione presen-
ti nelle varie condizioni operative, che
Chiarito il funzionamento elettrico in-
Circuito Integrato C-MOS del tipo LIVELLI LOGICI si contrassegnano secondo l'abituale co- terno dei dispositivi elementari, passia-
I

4001 B In contenitore di tipo sintetico: dificazione dei livelli logici. I -


VDD
mo in rapida rassegna le funzioni logi- -

può essere allmentato da 3 a 18V Per questo, prendiamo come riferimen- Quindi, se l'entrata è collegata al+ Vcc I
che fondamentali, quelle cioè già citate
(max); Il campo di temperatura varia
da --40° a +85°C.
to un generico circuito che sia appunto (come la situazione di riferimento indi-
cata per il selettore d'entrata di figura),
poc'anzi: esse sono tutte riepilogate in e r hd.. - entrata
FUNZIONE
uscita
in grado di compiere qualsiasi funzio-
ne logica. cioè al livello di tensione più alto pre-
apposita tabella. vcc g 6°"7 A LOGICA
Come per qualunque circuito elettroni- sente in circuito, diciamo che questa en-
La prima colonna riporta quello che è
il simbolo grafico di ciascuna funzione, e 4l

co, è disponibile una tensione continua trata è a I.


»
'
quello cioè che si usa effettivamente ne- i
di alimentazione Vcc, il cui lato positi-
vo (che generalmente conserva questa di-
Viceversa, qualora l'entrata venga colle-
gata al negativo o GND, cioè al livello
più basso presente in circuito, diciamo
gli schemi elettrici complessivi; in altre
parole, non si disegna mai il circuito K] vss K

zione) va applicato al lato drain di que- elettrico interno che consente di esegui-
sto dispositivo (motivo per cui assume che questa entrata è a livello logico O. re una certa funzione logica, ma si in-
V1 V2
Passiamo ora all'uscita, per la quale la si- «by «r
la sigla VDD), ed il cui lato negativo di- dica la stessa mediante la massima sche- ·~
-
venta la linea del "comune" o massa (e tuazione è perfettamente analoga: a se- matizzazione possibile.
))
IL linea del GND (VSS)
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 4
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 5
Esempio di funzioni con i due Ingressi collegati Esempio di 3 ANO collegati In parallelo (sia le entrate
in parallelo allo scopo di ottenere ben precise che le uscite) in modo da poter fornire correnti
GLI INTEGRATI C-MOS caratteristiche funzionali. d'uscita più elevate.

14 7 7
a b 7 b
1

1I
E 7 y,
a e uscita
di pot.
o 7
u 7
7 e o d d
7
Lo schema slmbolico della costituzione Interna di un tlpico C-MOS contenente Da notare la variante costituita dalla plici ne contengono, racchiuse nel pro-
un quadruplo NANO, il 4011 B: nel particolare, a sinistra, lo schema elettrico presenza o meno del pallino vuoto che prio involucro, sempre più d'una con-
di una delle 4 sezioni del 4011 B. sta sull'uscita di alcuni dispositivi: si temporaneamente; a tal proposito è per RC
tratta di una codificazione simbolica per esempio illustrato lo schema grafico di
indicare che questo tipo di circuito uno dei tipi più diffusi, il 401 lB, che
provvede ad invertire l'uscita rispetto contiene appunto 4 NAND: ognuna di
all'entrata (in gergo si dice che l'uscita queste funzioni ha il circuito perfetta-
è NOT, da cui la lettera N posta apre- mente autonomo dalle altre, ed i quat-
Il cuore elettronico di un circuito integrato è il microchip: grande 2x2 mm
circa è sistemato su un supporto isolante in ceramica o plastica.
cedere il tipo di funzione).
Nella seconda colonna è invece riporta-
tro circuiti elementari sono perfetta-
mente identici. In comune i quattro
e RE
Una ragnatela di linguette metalliche collega i piedini ai contatti del mi- ta la "tabella della verità", cioè la com- NAND hanno solo l'alimentazione, da

1'
nuscolo circuito consentendo di disperdere il calore generato durante il binazione degli stati logici nelle varie si- applicarsi (è uno standard per molti in-
lavoro ma soprattutto di connettere il microchip con il circuito stampato. tegrati) ai piedini 7 e 14.
tuazioni operative: in pratica essa con-
Una colata di plastica rende il tutto solidale.
sente di identificare il reale funziona-
mento dei circuiti logici fondamentali.
Allora possiamo dire che un AND è un COMPOSIZIONE CIRCUITALE simbolo inversione
dispositivo che ha segnale d'uscita (cioè E u
:
livello 1) solo quando l'entrata 1 e (and, Tanto per rendersi conto di quella che
in inglese) l'entrata 2 hanno stato logi- è l'effettiva composizione circuitale, è


co 1; un NAND (essendo un AND in- anche riportato lo schema elettrico ve-
Un microchip ingrandito vertito) non ha segnale d'uscita (ha cioè ro e proprio di una singola sezione del VSS (GND)
clrca 25 volte: le piazzole stato logico O) solo quanto l'entrata 1 quadruplo NAND 401 lB (in particola-
numerate Indicano I rispettivi e l'entrata 2 sono alte; un OR è un di- re, quella indicata come a).
pledinl cul sono collegate. spositivo che ha segnale d'uscita (cioè Le funzioni logiche sin qui viste (ad ec-
è ad 1) quando El oppure (in inglese, cezione del NOT) vengono a volte usa-
or) E2 sono a livello alto; viceversa per te con gli ingressi collegati in parallelo, Esempio di utilizzo partlcolare di un NANO come amplificatore lineare.
il NOR, che sappiamo essere un NOT come è indicato nell'apposito esempio;
OR (cioè OR invertito); il NOT rappre- questo si fa per separare al meglio lo presenti: occorre allora ricordare che le dio amplificazione sostanzialmente li-
senta un puro e semplice invertitore di stadio d'uscita da quello di entrata e/o sezioni non utilizzate devono avere gli neare, in grado per esempio di amplifi-
stato logico: c'è uscita quando non c'è per invertire lo stato logico. ingressi collegati al + o al, secondo care un segnale.
entrata, l'uscita va a zero quando l'en- Se poi si tiene conto che ogni funzione il tipo di funzione logica. Va tenuto conto che, in questo partico-
1:I piedini: quando trata è alta. logica, specie se a C-MOS, può eroga- Solo le uscite possono essere lasciate lare utilizzo, la dissipazione di calore
il circuito Integrato viene Esistono naturalmente funzioni logiche re in uscita solamente pochi mA, volen-
ricoperto dl plastica tranquillamente scollegate, senza che dell'integrato aumenta notevolmente,
più complesse, ma verranno trattate più do potenziare il segnale in uscita si ri- venga minimamente influenzato il com- essendone completamente mutate le
sono gll unici contatti
esterni. avanti. corre al collegamento in parallelo sia portamento delle funzioni effettivamen- modalità di funzionamento. Il coeffi-
2: le minuscole linguette Ora prendiamo invece in esame una delle entrate sia delle uscite di più stadi. te utilizzate. È bene anche tener presen- ciente di amplificazione per un circuito
metalliche che collegano semplice funzione logica, la seconda In questo modo la corrente di uscita vie- te che alle varie entrate non deve mai di questo tipo è dato dalla formula
I piedini al microchip. della serie, cioè la funzione NAND, ne aumentata in entità proporzionale al essere applicata tensione di livello su-
3: Il microchip. contrassegnata da due ingressi ed un'u- numero di sezioni parallelate. periore a quello dell'alimentazione.
4: Il supporto isolante. scita (la presenza dell'alimentazione si li fatto che un integrato contenga nor- Adottando una funzione del tipo con Re
dà per scontata). malmente più funzioni logiche (diverse inversione (cioè NAND o NOR), essa A -
Re
I circuiti integrati che mettono a dispo- o uguali che siano) può provocare l'u- può venir trasformata, grazie ad una re-
sizione queste funzioni nei tipi più sem- tilizzo anche solo parziale degli stadi sistenza di controreazione, in uno sta- ))))

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 6 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 7
GLI INTEGRATI C-MOS CELLULE
Cosi, se Rc = 1 Med RE = 100 k2,
dalla formula ricaviamo che l'amplifi-
Per i valori più bassi è bene usare con-
densatori di tipo ceramico.
SOLARI
Sono cellule pronte per
cazione vale: Terminiamo questa trattazione con al- il funzionamento
cune indicazioni di carattere squisita- INTEGRATO e provviste, sulla
mente pratico. È bene che l'integrato, faccia retrostante,
specialmente se di tipo C-MOS, venga
1.000.000 montato a circuito stampato usando
di attacchi in ottone,
A = = 10 volte che consentono
100.000 l'apposito zoccolo.
il collegamento,
KIT LO ZOCCOLO
in serie o parallelo,
di più elementi, per
PER CIRCUII Date le caratteristiche intrinseche di
questa famiglia di integrati, Re potreb- Ciò è molto importante per non dover
eventuali e necessari aumenti
di tensione o corrente.

STAMPATI re.c» be raggiungere anche il ragguardevole


valore di 10 MO.
I due condensatori presenti in serie al-
l'entrata ed all'uscita servono, come al
operare col saldatore direttamente sui
piedini dell'IC, sia nella fase di montag-
gio del circuito sia (specie a livello hob-
Vengono vendute in due
modelli, incapsulati in contenitore
di plastica, che erogano la stessa
bistico) perchè la sostituzione, o l'even- tensione di 450 mV, ma una diversa corrente.
Dotato di tutti gli elementi
solito, a bloccare la componente in cor- tuale recupero per altri usi, di un inte-
necessari per la composizione rente continua lasciando invece passa- grato "sano" dopo essere stato saldato
di circuiti stampati su vetronite re il segnale, a BF o a RF che esso sia; direttamente sul circuito stampato è
o bachellte, con risultati tali il loro valore di capacità va adeguato
alla minima frequenza di lavoro, per cui
pressochè impossibile. Modello A = 400 mA (76 x46 mm) L. 6.500 (spese
da soddisfare anche I tecnici di spediz. comprese)
più esigenti, questo kit contiene
Naturalmente, anche con la soluzione
ne diamo qui alcuni valori tipici: ZOCCOLO
dello zoccolo non è detto che non pos-
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente sa verificarsi qualche inconveniente, pur Modello B = 700 mA (96 x66 mm) L. 7.600 (spese
se di altro tipo: nell'infilare l'integrato di spediz. comprese)
al percloruro. È normalmente consigliabile,
banda di lavoro capacità (a qualunque famiglia appartenga) oc- In particolare per I C-MOS,
corre fare molta attenzione che qualche adottare l'apposito zoccolo,
1 Hz + 100 kHz I 1 F piedino dello stesso non abbia a ripie- per non dover saldare
0,1 F
Caratteristiche 100 Hz : 1MHz
100 kHz + 1 O MHz! 10.000 pF garsi sotto il corpo in plastica o a re-
stare isolato all'esterno dello zoccolo.
(o dissaldare) direttamente
l'Integrato. PANNELLO SOLARE
Consente un controllo visivo con-
tinuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con Collegabile con tutti
il prodotto finito. i sistemi elettrici che
È sempre pronto per l'uso, anche possono essere
dopo conservazione illimitata nel ricaricati dal sole
tempo.
- Il contenuto è sufficiente per trat- Dimensioni:
tare più di un migliaio di centime-
'_ri quadrati di superfici ramate. Per chi volesse
31 cm x 3 1 cm x 2,5 cm
essere sicuro
di aver inserito Caratteristiche:
I C-MOS nel modo Potenza erogata = 4 W
Il kit per circuiti corretto esiste Tens. use. max = .16 Vcc
stampati è correda- questo inseritore Corr. max = 0,22 A
to di un pieghevole, 1
per Integrati da 16
e 14 piedini: costa
5
riccamente Illustra-
STOCK to, In cui sono elen-
cate tutte le opera-
llre 23.000 circa
(Weller). Cura partlcolare va posta
Lire 115.000
HA DIO zlonl pratiche per la nell'inserimento a zoccolo dell'IC;
preparazione del circuito. Il suo prez- In questo caso (un po'
zo, comprenslvo delle spese dl spedl- pessimistico!) Il pledino 1 è finito
zlone, è dlL. 18.000. Le richleste deb- ripiegato sotto Il corpo
dell'Integrato, mentre Il S Le cellule solari e i pannelli solari possono essere
bono essere fatte Inviando l'Importo richiesti a: STOCK RADIO - Via P. Castaldi, 20
citato a: STOCK RADIO - 20124 MILA- non è stato Infilato nel relativo
contatto dello zoccolo. 20124 MILANO, Inviando anticipatamente, tramite
NO - Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) vaglia postale, assegno bancario o versamento
a mezzo vaglla postale, assegno
bancario o conto corrente postale
STOCK sul conto corrente postale n. 46013207/ limporto
corrispondente al numero e al modello desiderato.
n. 46013207. H,, A DIO __.
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 8 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 9
uò capitare di aver a disposizione
ALTA FEDELTÀ P un qualche microfono di gran clas-
se, ma di non poterlo utilizzare perchè
sufficienti per ottenerne il tasso di am-
plificazione necessario.
Ma scendiamo più in dettaglio nei par-
ticolari circuitali.
Possiamo altresì notare, dallo schema ed Subito all'ingresso troviamo un trimmer
questi modelli hanno in genere un'uscita ancor più dalle illustrazioni che seguo- resistivo, che consente di regolare il li-
a livello molto basso e gli impianti di no, che esso è previsto per essere alimen- vello di preamplificazione; la sua presen-
cui si dispone presentano invece sensi- tato da una normale piletta a 9 V; ciò za è importante quando in ingresso ven-

PREAMPLIFICATORE
bilità non sufficiente. è possibile grazie al modesto consumo gano casualmente applicati segnali di li-
Ecco allora che questi microfoni diven- di corrente, che si aggira su 0,8 mA (sì, vello piuttosto elevato, in quanto con se-
tano dei soprammobili, da ammirare proprio 800 A, avete letto bene!). gnali di tensione superiore a 0,2 V si ve-
per la classica struttura secondo cui so- In questo modo si evita (senza ombra rifica il "taglio" delle creste del segnale
no stati costruiti, ma da lasciare quasi di dubbio) qualsiasi problema di rumori d'uscita, come indicato nell'apposita il-

DI BASSA FREQUENZA sempre inutilizzati: ed è un vero pecca-


to, perchè così si sprecano dei disposi-
tivi che potrebbero fornire ottime pre-
stazioni, indifferentemente dal pulpito
di un oratore come dallo studio di una
emittente privata, fino ai più modesti
e ronzii di fondo, così facili a verificar-
si con ritorni di massa non giusti in am-
plificatori alimentati in qualche modo
dalla rete luce.
lustrazione (normalmente riferita al fat-
to che il trimmer sia regolato al massi-
mo dell'amplificazione possibile).
)))

Eleva il livello audio di microfoni a debole


impianti dei radioamatori e dei CB.
uscita o in condizioni operative particolari. Il problema del livello d'uscita si può
Consente di ottenere valori di rumore infatti risolvere interponendo, fra mi-
crofono ed amplificatore vero e proprio,
e distorsione molto bassi. un preamplificatore che consenta di
È utilizzabile sia per microfoni hobbistici portare il segnale in uscita dal micro-
sia professionali. fono ad un livello sufficiente per pilo-
tare in pieno qualsiasi apparato in uso.
Ad un patto però: poichè siamo partiti
dall'idea di sfruttare dei microfoni di
classe, anche il preamplificatore deve es-
sere di classe almeno altrettanto eleva-
ta: in pratica, bassissima distorsione e
bassissimo rumore.
Occorre quindi adottare un circuito che,
pur essendo abbastanza semplice e tale
da non complicarci troppo la vita per
la sua realizzazione, soddisfi con tempo-
raneamente le esigenze qualitative ne-
cessarie in questi casi.
Il circuito che qui viene presentato è ela-
borato in modo da avere queste caratte-
ristiche, prestandosi egregiamente per tut-
ti quei casi in cui sia necessario amplifi-
care segnali BF di livello molto basso.
Cominciamo subito con l'esaminare lo
È bene che il circuito venga inserito in un contenitore di alluminio abbastanza
schema elettrico adottato. grande per ospitare la pila da 9 V, i due attacchi di entrata e uscita
Intanto vediamo che il circuito impie- e l'interruttore.
ga due soli transistori, del resto più che
rDISTORSIONE
I I
I I
9V
Se il segnale d'ingresso supera 0,2 V
(picco-picco), si genera distorsione
dovuta alla saturazione(0 V)
ed all'interdizione (9 V) raggiunte
dal transistor nel picchi massimi:
in pratica vengono tagliate le punte
più elevate (parti tratteggiate)
del segnale. La linea a 4,5 V
rappresenta la tensione alla quale
si suppone siano i collettori dei due
transistori.
e; ! 0V

.'., '
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 11
i- • - • - • -·
e »
·-·-·-·-·-·- --· -·- ·-·-· -· --tt.I·1
PREAMPLIFICATORE
i r -t è DI BASSA FREQUENZA
•[ li ±6 Il l kO di impedenza fiche, può capitare più spesso di quan-


R4 R I = I MO, per microfoni ad alta im- to si possa credere), ad esempio entro
pedenza. i 10 kHz, allora si monta (come C2) un
. TRI e TR2 sono due classici transisto-
ri per bassi segnali, o amplificatori di
condensatore da 4700 pF, e così pro-
porzionalmente per altri valori della fre-
I. tensione che dir si voglia; essi sono quenza di taglio massima.
montati con circuito fortemente "con- Comunque, l'inserimentdi C2 è preve-

C3
I troreazionato". Infatti la controreazio-
ne contribuisce a stabilizzare il punto
dibile (o comunque consigliabile) sola-
mente nei casi in cui il microfono da
c4
e e di lavoro (cosa alla quale collaborano preamplificare venga usato in unione

4
3es
anche le resistenze R2 ed R6), a ridur- con un trasmettitore a R.F.
b re al minimo la distorsione e ad appiat- Bene, ora che è stata studiata l 'impo-

u Li
11
TR2
u,
I
7 I fi tire nettamente la banda passante, allo stazione dello schema elettrico, occupia-

.I ,J,;,.1 .I e scopo evidente di mantenere il guada-


gno del circuito il più costante possibi-
moci della sua realizzazione.

r
C2 È come sempre consigliabile (anche nel

E I. I 9V le su tutta la gamma delle frequenze au- caso di un circuito piuttosto semplice

;
@ dio e anche ben oltre; come contropar- come questo) orientarsi verso la solu-
te, ne viene limitato il guadagno com- zione a circuito stampato, di cui viene

.I ,.
plessivo. data ampia illustrazione sulla base del

R2 R5 R6 R9
I
• I Y REAZIONE NEGATIVA
nostro prototipo, accuratamente studia-
to e realizzato.
Dei componenti da montare a circuito,
solamente TRl, TR2 e C5 devono es-

La controreazione, o reazione negativa, sere disposti rispettando un ben preci-
# 42l l l l l l l { è qui realizzata in due modi: innanzi-
tutto, la polarizzazione avviene prele-
so senso di inserimento, come indicato
a disegno.
vando la tensione continua direttamente L'elemento che costituisce riferimento
m I Il cuore del circuito è costituito dal due transistori TR1 e TR2, uguall tra loro, m dal collettore, attraverso le resistenze per i transistori è il piccolo dente che
più che sufficienti per ottenere Il tasso di amplltrcazlone necessario .
R3 ed R 7, ma assieme alla corrente di sporge dall'anello a sua volta sporgen-
polarizzazione ritorna alla base anche te dal corpo metallico, ed è in corri-
» o o • -• - • -• - • - • - e • - • - • - •
una piccola parte del segnale BF d'u- spondenza dell'emettitore; la polarità
scita; poi, le resistenze R5 ed R9 sono del condensatore elettrolitico è stampi-
inserite sugli emettitori senza alcun con- gliata sulla superficie esterna dello stes-
densatore di fuga, talchè ai loro capi si so, in corrispondenza del relativo ter-
COMPONENTI Circuito stampato visto dal lato
saldature in scala 1:1.
localizza anche una certa parte del se-
gnale d'uscita.
minale.
Gli ancoraggi, per i collegamenti d'en-
C1 = 0,2 F (policarbonato) I condensatori C 1, C3 e C4 servono trata e d'uscita, sono del tipo ad oc-
c2 = 4700 pF (policarbonato) semplicemente ad accoppiare il segna-
le utile da uno stadio al successivo,
chiello e ad essi si saldano i cavetti di
collegamento.
(vedi testo)
C3 = 0,5 F (policarbonato) mentre C5 consente di abbassare l'im-
C4 = 1 F (policarbonato) pedenza della linea di alimentazione,
es = 100F- 16 VI (elettrolitico) cosa importante specialmente quando
la batteria sia poco carica.
CABLAGGI ESTERNI

R1 = vedi testo Le caratteristiche elettriche ottenibili da Una volta completato e verificato il


R2 = 1 MO questo circuito sono: montaggio della scheda, si completa an-
ENTR. R3 = 4,7 M2 amplificazione, quasi 40 volte (il che si- che il cablaggio esterno, come indicato
R4 = 33 kO gnifica circa 30-;- 32 dB); nell'apposita figura; poi si passa al col-
R5 = 3300 2 massima tensione d'ingresso, circa 0,2 laudo statico preliminare, cioè controllo
R6 = 150 k? V p.p. (il che significa circa 8 V p.p. in (ed alla eventuale messa a punto) cir-
R7 = 330 kO uscita); risposta rettilinea fino a 50 kHz cuitale.
massa R8 = 5,6 kO circa. Si tratta di dare alimentazione alla sche-
R9 = 1 KO II trimmer R I deve essere di resistenza
adatta a quella del microfono che si in-
Ecco il momento di parlare della pre-
senza di C2, cui ancora non era stato
da e controllare le tensioni presenti nei
vari punti, verificando che i valori sia-
TR1 = TR2 = BC 109C tende amplificare; in linea di massima fatto cenno: i dati ora forniti si riferi- no all'incirca coincidenti con quelli in-
Piano di montaggio della scheda R I può avere questi valori: scono in effetti al circuito privo di C2; dicati sullo schema; in particolare, è im-
su cui Il circuito è reallzzato. R I = I O kO, per microfoni fino a I 0kO se invece si ha qualche buon motivo per portante che la tensione dei collettori sia
di impedenza ridurre la risposta in frequenza del piuttosto vicina alla metà di quella di
R I = I 00 kO, per microfoni fino a I 00 preamplificatore (in applicazioni speci- ))))

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 12


ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 13
PREAMPLIFICATORE DI BASSA FREQUENZA
la regolazione del trimmer dall'esterno;
ENTRATA CIRCUITO dallo stesso foro può altrimenti uscire
AMPLIFICATORE il perno del potenziometro, eventual-
mente corredato di manopola opportu-

I 5
namente graduata.
In pratica, la schedina è consigliabile in-
serirla in una scatola metallica, che ha
fondamentalmente lo scopo di funzio-
nare da schermo elettromagnetico: è
quindi opportuno che tale contenitore
sia di materiale ferroso piuttosto che in
PILA alluminio.
9V
IL CONTENITORE
m Su tale scatola trovano comunque col-
O locazione sia le prese-d'ingresso e d-'u-
scita (che abbiamo previsto di tipo jack,
ma che possono anche essere di qualsiasi
altro tipo che risulti più comodo per le
singole applicazioni) sia l'interruttore di
accensione; ci deve essere posto anche
per la pila di alimentazione: se invece
USCITA della normale piletta da 9 V, viene adot- Occorre prevedere un foro
tata una coppia di quelle rettangolari da nel contenitore In corrispondenza
4,5 V collegate in serie, se ne ottiene una del trimmer R1 che consenta
durata molto maggiore (si consiglia sem- di regolare, con un piccolo cacciavite,
pre di usare pile del tipo blindato ad al- Il livello di preamplificazlone.
ta capacità); comunque l'assorbimento
totale si aggira su 1 mA.
Cablaggio completo del circuito stampato e degli accessori esterni In ogni caso, la pila ( o la coppia di pi-
(pila, jacks ed interruttore): tutti i componenti vanno montati le) va in qualche modo fissata al conte-
su un opportuno contenitore.
nitore: se non si vuol adottare lappo-
sito portapile, un po' di nastro biadesi- LA CONTROREAZIONE
alimentazione; se invece il valore misu- va quindi fatta con voltmetro elettro- vo risolve il problema; inoltre occorre
rato se ne discosta sensibilmente verso nico o, ancor meglio, con multimetro ricordarsi di tenere "acceso" l'apparec- Applicare ad un circuito o ad un singolo stadio un certo tasso di controrea-
l'alto o verso il basso (per esempio, sui digitale, cioè con strumenti ad elevata AMPLIFICATORE zone, o reazione negativa o retroazione negativa), significa riportare una
chio (cioè attivato Sl) solo per il tem-
3 o sui 6 V) occorre ritoccare la resisten- impedenza d'ingresso, così da non fal- po di impiego effettivo del preamplifi- , A
trazione del segnale dall'uscita di un qualsiasi stadio amplificatore all'ingres-
za fra base e massa (R2 o R6) proce- sare le misure stesse. catore. so dello stesso. e comunque in relazione di fase tale da ridurne l'amplificazio-
dendo ad aumentarne o diminuirne il Un'ultima messa a punto riguarda il La realizzazione è così completata, e in ne in altre parole, con fase opposta, così da esserne sottratto). Il percorso
valore. trimmer Rl, che va regolato in modo effetti può prestarsi ugualmente bene per riportare indietro questo segnale dosandone opportunamente e contestual-
Se, per esempio, la tensione sul collet- che anche i suoni più forti non faccia- con qualsiasi tipo di microfono: per mente l'ampiezza può essere rappresentato da un condensatore, da una resi-
tore di TRl fosse troppo bassa, dicia- no raggiungere il livello di distorsione: esempio, pensiamo all'OM o al CB che senza o anche da un trasformatore. In ogni caso. gli effetti della controrea-
mo 3 V, si porta R2 sugli 820 kQ; se, comunque, una volta aggiustato per un desidera far QSO a notte fonda e che zone comportano un aumento della stabilità e della larghezza di banda ope-
viceversa, tale tensione fosse sui 6 V,R2 certo microfono, non si tocca più. deve parlare forzatamente a bassa vo- ratva dell'amplificatore stesso. nonchè una sensibile diminuzione della distor-
si porta ad 1,2 (o anche 1,5) MQ. Se invece le applicazioni fossero di ti- ce per non svegliare il resto della fami- .,ione: in altre parole, un sensibile miglioramento di vari parametri. Come con-
Se la differenza fosse a carico di TR2, po tale da richiedere che la regolazione glia, o addirittura i vicini di apparta- troparte, se ne ottiene una proporzionale diminuzione dell'amplificazione
si agisce su R6, provando valori sui 120 dell'amplificazione fosse importante mento. Quando si tratta di applicare un certo tasso di controreazione ad uno stadio
MICROFONO ALTOPARLANTE specifico a transistori, i sistemi più semplici ed abituali consistono appunto
oppure 180 kO. farla spesso, allora è bene sostituire il Abbiamo così riattivato, con modesto
In tal modo, portando la tensione sui trimmer con un vero e proprio poten- impegno, un microfono magari di qua- nel derivare la corrente di polarizzazione dal collettore attraverso una resi-
collettori ad un valore pari a circa me- ziometro di ugual valore (sempre rispet- lità ed altrimenti inutilizzato: ricordan- lenza di opportuno valore, talchè una parte del segnale d'uscita venga diret-
tà dell'alimentazione, si stabilisce il mi- tando la tabella fornita all'inizio dell'ar- do le precauzioni di tenere il microfo- tamente riportata sulla base, oppure nel lasciare senza condensatore di fuga
Riportando una frazione del segnale
ticolo), fissato sul pannello frontale del no abbastanza vicino al preamplifica- la resistenza di emettitore, cosicchè ai suoi capi si localizza una parte del se-
glior punto di lavoro agli effetti della In uscita da un amplificatore
contenitore che si adotta. Nel nostro tore (cioè il cavo di collegamento non all'Ingresso dello stesso si migliora gnale d'uscita che risulta cosi presente anche nel circuito di base del transi-
distorsione.
tanto lungo) e di non alimentare que- la qualità del segnale. store. La duplice sottrazione di segnale (seppure di modesta entità) dal cir-
È opportuno far notare che in alcuni prototipo è stata adottata una versione
cuito d'uscita dell'amplificatore è appunto ciò che provoca una diminuzione
punti del circuito sono presenti resisten- intermedia (potremmo anche dire di sto "pre" dalla rete a corrente alterna-
di amplificazione dello stadio: ma la cosa è decisamente a fin di bene!
ze di valore sensibilmente alto; l'even- compromesso) ricavando un foro R per ta, il risultato non può che essere eccel-
tuale misura di tensione in questi punti poter inserire un cacciavite che consente lente.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 14 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 15
...... questa la stagione che mette in cor- Oggi con le moderne apparecchiature a ha la frequenza inferiore di 455 kHz.
E po la voglia di fare, di agire dopo semiconduttori e integrati è diventata Per fare un esempio: se con il circuito
il forzato "letargo" invernale. Iniziano una pacchia e chi di noi desidera anda- oscillante d'ingresso siamo sintonizza-
IL MONDO Queste pagine sono
riservate ad una rubrica
le prime spedizioni/P (P = portatile) e
molti radioamatori si recano con le lo-
re sui monti per meglio ascoltare le sta-
zioni rare lo può fare con tutta facilità,
ti a 3.600 kHz, il VFO deve oscillare a
3145; se varia la frequenza del primo
A PORTATA DI dedicata interamente
alla radio, per
ripercorrerne a grandi
ro stazioni in sperduti isolotti, nel cuo-
re di foreste inesplorate o di deserti in-
non ci resta quindi che continuare la no-
stra teoria sul funzionamento della sta-
anche quella del secondo deve variare
proporzionalmente in maniera che la
passi la storia
fuocati. zione ricevente in maniera da imparare differenza dia sempre 455 kHz.
e risvegliare nei neofiti Per un SWL è una vera manna e la cac- non solo come fare a ricevere ma an- Poichè la sintonia del circuito oscillan-
l'Interesse per Il magico cia all'ascolto dei nominativi rari si fa che cosa succede durante la ricezione. te d'ingresso in un ricevitore varia a se-
mondo delle trasmissioni febbrile ma l'impresa non è sempre fa- conda della posizione del condensato-
a carattere non cile se si rimane nel proprio QTH. re variabile, si è dotato anche il circui-
commerclale, quello Una volta la cosa più complicata era CONVERTITORE DI FREQUENZA
dei radioamatori.
to oscillante dell'oscillatore locale di un
portarsi dietro una fonte di energia secondo condensatore variabile.
Percorreremo insieme adatta: noi disponevamo di un genera-
tutta la strada che, Il secondo stadio ricevente che prendia- Entrambi questi condensatori sono poi
attraverso varie tore a vento fatto con una dinamo da mo in considerazione è quello conver- stati montati su un unico asse di rota-
esperienze, automobile che caricava due batterie da titore di frequenza il quale si compone zione realizzando un condensatore va-
cl dischiuderà I segreti moto poste in serie. Per fare la 125 che di due sezioni: quella miscelatrice e riabile a due sezioni collegate meccani-
della propagazione era la minima tensione alternata occor- quella dell'oscillatore locale o VFO camente.
e della ricezione rente per i ricevitori a valvole usavamo (oscillatore a frequenza variabile). Spostando uno dei due si sposta anche
delle onde radio fino un vibratore elettromeccanico (a quei Cominciamo da quest'ultimo in quan-
a giungere un giorno
l'altro per cui i due circuiti in qualun-
tempi la parola non aveva ancora ac- to è strettamente legato al circuito oscil- que posizione si trovino oscillano sem-
a coronare Il sogno
di trasmettere a nostra
quisitoalcun significato osceno),era lante di sintonia descritto nella punta- pre con una differenza di frequenza di
volta con la dovuta una specie di campanello elettrico che ta precedente. 455 kHz.
preparazione alla velocità di 50 volte al secondo met- Il compito dell'oscillatore locale è quel- Qualcuno si domanderà cosa possa ser-
e competenza. teva in contatto ora il + ora il della lo di generare a sua volta un'onda ra- vire tutto ciò; se lo chiedeva anche il si-
batteria con il primario a bassa tensio- dio. Questa è di per sè simile a quella che gnor Franco Magni, grande radioama-
ne di un trasformatore in salita 6-125 V. viene ricevuta dall'antenna e seleziona- tore di Borgosesia, che con il sistema di
Che tempi! E che fatica! ... ta dal circuito oscillante d'ingresso, ma )))

Le sezioni della stazione di ascolto esaminate In questa puntata sono quella mlscolatrice e quella dell'oscillatore locale:
Insieme formano Il convertitore di frequenza.

STADIO D' INGRESSO MISCELATORE

U fo
MEDI A
FREQUENZA

ME DIA
FREQUENZA
455 Khz

LA STAZIONE AL MISCELATORE
DEMODULATORE

DI ASCOLTO
SEPARATORE
AMPLIFICATORE
AMPLIFICATORE
I

(SECONDA PARTE)

'I
Come sono fatte le due sezioni del convertitore
di frequenza.
Che compiti hanno l'oscillatore locale I
- ALTOPARLANTE

L _
e lo stadio miscelatore.
Quando si genera il fenomeno del battimento. OSCILLATORE
LOCALE
+ Vcc

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 17


ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 16
t
"Il mondo a portata di voce" è la ru-
LA STAZIONE DI ASCOLTO
ricezione supereterodina da lui ideato quenza; di loro ci occuperemo nella
brica che consente agli appassionati
di radio di avere tutte le nozioni
tecnico-teoriche per addentrarsi con
competenza nel fantastico mondo del-
E TUTTO ZIO OSCAR
creò l'impareggiabile ricevitore a con- prossima puntata. l'ascolto. Segnali, notizie, avvenimen- quenza per allora e vedremo se avevo ra- appuntamento in frequenza per la
versione di frequenza ormai in uso in Nella nostra descrizione è preso in con- ti, sensazionali o drammatici, che ac- gione. W6 RST terminando con la sta- notte del 29 marzo. I miei migliori
qualsiasi moderno apparato ricevente. siderazione un ricevitore a semplice cadono anche a decine di migliaia di
zione Il BML operatore Aldo. Migliori 73 e QSL I 00%. I 1 BML QSY su 80
Vediamo come funziona. conversione. Perciò la radiofrequenza in chilometri da noi giungono vivi al no-
ingresso viene convertita direttamente 73 QSL 100%. Over. metri.
Disponendo di due segnali radio, quel- stro orecchio. Ecco cosa abbiamo
nel valore di 455 kHz. ascoltato una di queste notti sulla • I I BML finalizzando con W6 RST, e W6 RST saluta gli SWL e passa
lo proveniente dall'antenna e seleziona-
Poichè i moderni ricevitori radio devo- banda dei 20 metri; il dialogo è avve- Roger carissimo Alan in Los Angeles in QRT.
to dal circuito oscillante d'ingresso e
quello proveniente dall'oscillatore loca- no essere molto selettivi in quanto le sta- nuto in inglese.
le che differisce dal primo di 455 kHz, zioni sono molte e molto vicine una al- Il fllm di Cllnt Eastwood "GII spietati", di cui vediamo una scena,
proviamo a metterli a confronto in uno l'altra, si è ricorsi alla doppia o addirit- • CQ CQ DX Italia I Bravo, Me- ha ottenuto quest'anno 9 nomination all'Oscar e quindi
stadio miscelatore, proviamo cioè a far tura alla tripla conversione di frequenza. xico, Lima chiama CQ DX ... Over risulta uno del magglori favoritl insleme a "Casa Howard".
loro fare battimento. Il primo stadio convertitore di questi ri- • Il BML da W6 RST. .. Over
cevitori è uguale a quello descritto in • Il BML per W6 RST; il mio
queste pagine ma la frequenza che se- QRA è Aldo e il mio QTH Alessan-
IL BATTIMENTO para oscillatore locale e segnale in arri- dria. il tuo rapporto RS S9. Condi-
vo è più alta, per esempio 7000 kHz. zioni di lavoro Trio TS 510 anten-
Battimento, ecco la parola magica che Un successivo stadio quasi identico na direttiva 6 elementi. Over.
provvede ad una seconda conversione • W6 RST per Il BML Aldo in
sta ad indicare che due correnti a radio-
di frequenza da 7000 kHz a 455 kHz che Alessandria; il mio QRA è Alan e il
frequenza, che si incontrano in uno sta-
è il valore standard di media frequenza mio QTH Los Angeles California.
dio miscelatore, si sottraggono (la mi-
dei ricevitori radio. Rapporto R5 S8 condizioni di lavoro
nore dalla maggiore) per dar luogo ad
Questo secondo stadio convertitore dif- Collins + antenna cubica/ quad. Mol-
una terza frequenza pari alla differen- ferisce dal primo in quanto la frequen- to piacere di ascoltarti per la prima
za fra le due. za dell'oscillatore locale non deve più zato è puramente pubblicitario, serve a
volta carissimo Aldo in Alessandria
Se ci riferiamo al disegno, vediamo che seguire le variazioni della sintonia del mantenere viva l'attenzione del pubblico
che non so in quale parte d'Italia si
il segnale radio essendo più debole en- ricevitore, compito già assolto dal pre- sul mondo del cinema. Over.
trovi. Over.
tra nel gate del Fet miscelatore contem- cedente stadio convertitore, per cui la • Hi Alan, non me lo sarei mai aspet-
• Il BML per W6 RST Alan in Los
poraneamente nell'elettrodo più sensibi- sua frequenza deve essere fissa. tato, il nome del più grande premio ci-
Angeles. Alessandria si trova nel
le, il segnale relativamente più potente Nel caso specifico (7000 kHz - 455 kHz nord dell'Italia in Piemonte, caris- nematografico del mondo è un nomi-
proveniente dall'oscillatore locale, entra = 6545 kHz) il circuito bobina conden- simo Alan. Los Angeles da noi è gnolo! Il BML continuando con W6
di source; all'interno del componente av- satore variabile viene sostituito con un molto conosciuta per via degli stu- RST Los Angeles California. Tuttavia
viene il battimento per cui, di drain esce quarzo a 6545 kHz che garantisce una di cinematografici di Hollywood e la statuetta è molto preziosa, 5 Kg d'o-
una terza corrente alternata uguale alla incredibile stabilità delle oscillazioni e per l'assegnazione dei premi Oscar. ro! Over.
differenza fra le prime due in gioco. con essa una notevole qualità della sin- A proposito quest'anno chi se li e W6RST per Il BML. Per niente ca-
Grazie a questo sistema, qualunque sia tonia che ne risulta molto stabile. prenderà? Over. ro Aldo, per niente. Pesa sì 5 Kg ma è
la frequenza della stazione scelta, que- Eccoci arrivati cari amici di antenna; la • W6 RST per Il BML Aldo in Pie- di metallo dorato di scarissimo valore in-
sta viene convertita nel valore di 455 cosa si fa via via più interessante, non Gabriele Salvatores è l'ultimo
monte. Roger, ho in mente la tua re- trinseco. È la finzione, la finzione cine- vincltore ltallano del premlo Oscar
kHz. Ciò permette di far seguire stadi vi pare? Ma quanta strada ci divide an- gione, vicina alla Francia; per ora si matografica che si estende anche al suo
amplificatori molto selettivi con conse- (Mediterraneo, 1992). Quest'anno
cora dal. .. l'altoparlante. Alle prossime sanno solo le nomination dei premi più grande premio. Over. sarà premiato Felllni.
guente buona separazione delle stazio- ragazzi e ricordiamoci che per ora pos- Oscar e non mi risulta alcun film ita- DIZIONARIO
• Il BML per W6 RST. Hi, Alan fal-
ni le une dalle altre. siamo solo ascoltare. liano in lizza. Ma l'Italia ha già un so anche il premio, che imbroglioni! Va CQ = chiamata generale
Questi stadi sono detti di media fre- Old Man Oscar assicurato, quello alla carrie- a finire che si sa anche chi lo vincerà!
DX = lunga distanza
ra per Federico Fellini. Over. Over.
Hl = risata
11 BML • WS RST = nominativi di
• Il BML Aldo ritornando per W6 • W6 RST per Il BML Aldo in Pie- stazione
RST. Roger, caro amico Alan in monte. Chi lo vincerà no/ Ma chi ha buo- Over = cambio
Los Angeles ma a che scopo viene ne probabilità sì: 'Gli spietati" e 'Casa ORA = nome della stazione
organizzato il premio Oscar e per- Howard" hanno 9 nomination, qualcosa ORT = cessare le trasmissioni
Il circuito di sintonia chè si chiama così? Over. si portano a casa di sicuro! E Clint Ea- QSL = cartollna; 100% garantlta
di una moderna radio • W6 RST per Il BML. Hi, Aldo stwood è candidato come miglior attore QSY = cambio frequenza
a transistor Impiega bobine non lo sai? Si chiama Oscar e credi- per 'Gli spietati". Over.
QTH = posizione geografica
e condensatori varlablll mi è la pura verità, perchè alla sua • Il BML ritorna per W6 RST Alan
QTR = ora
per scegllere fra le tante prima manifestazione prendeva par-
R5 S9 = rapporto d'ascolto
in Los Angeles. Chissà se le tue previ- intelleglbllltà e potenza
la frequenza della stazione te un 'attricetta che vedendo la sta- sioni si avvereranno? A proposito quan- del segnale
che si desidera ascoltare. tuetta esclamò: "Assomiglia tutta a do li danno i premi? Over. Roger = ricevuto
mio zio Oscar". La platea adottò il • W6 RST per Il BML Aldo in Pie- Trio TS 510 • Colllns = marche di
nomignolo che tuttora rimane. Lo monte. La notte delle stelle è il 29 mar- apparati ricetrasmittenti
scopo per cui il premio vene organiz- z0, se vuoi ci diamo appuntamento in fre- 73 = saluti

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 18 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 19
RILEVAZIONE

MISURATORE DI CAMPO
PER SEGNALI A RF
Funziona da 1 MHz ad 1 GHz circa' indicando
l'intensità di campo prodotta da un impianto
di trasmissione. Consente la messa a punto per
la massima resa di tutti gli impianti radiotrasmittenti.
Serve all'OM come al CB, a chi va in mare
Il circuito, estremamente semplice,
(160 MHz) come a chi fa manutenzione richiede solo sette componenti che possono
degli apparati per aerei. essere assemblati direttamente tra loro senza bisogno
di un circuito stampato.

I misuratore di campo a RF è mol-


I to semplicemente uno strumento che
permette di misurare l'intensità dell'e-
saria alcuna forma di alimentazione, il
che migliora la semplicità, la portatili-
tà e l'elasticità del misuratore.
risultano disponibili, come comodi an-
coraggi, i terminali degli elementi che
sono montati sul contenitore.
nergia a RF irradiata attorno ad un'an- L'analisi dello schema elettrico è presto Ecco allora che il cablaggio completo
tenna trasmittente. fatta: il segnale a RF captato dall'anten- può essere comodamente ed affidabil-
Ciò significa che, sistemando lo stru- nina dello strumento risulta localizzato mente risolto come nelle illustrazioni ri-
mento a distanza relativamente mode- ai capi dell'impedenza per RF J 1, e vie- portate, appunto sfruttando, come sup-
sta ma fissa, si possono apportare, sia ne quindi rettificato da DG e filtrato da porti base, lo strumento di misura, il po-
al sistema d'antenna che al trasmettito- Cl, dopo di che la corrente continua così tenziometro di sensibilità ed il connet-
re, tutti quegli accorgimenti e migliora- ottenuta, attraverso RI (che regola la tore coassiale destinato ad accogliere
menti utili a conferire al complesso tra- sensibilità dello strumento), può essere l'antenna a stilo, che è uno dei tanti ti-
smittente la massima irradiazione, cioè misurata dal microamperometro che pi commerciali per VHF.
la massima efficienza. funge da vero e proprio indicatore del- Sull'interno della presa BNC da pannel-
II circuito è molto semplice e si riduce l'intensità del segnale in arrivo. lo, montata sul retro di una classica sca-
a pochi e normalissimi componenti, co- tolina di alluminio (adatta a contenere
\ me dimostra lo schema elettrico da noi
adottato; si tratta, in ultima analisi, di IL MICROAMPEROMETRO
il tutto) e corredata della regolamenta-
re paglietta di massa, si riesce ad anco-
\ un ricevitore elementare, dotato della rare facilmente il gruppetto dei tre com-
\ sua brava antenna, il cui segnale, una Ai capi dello strumento, appositamen- ponenti d'ingresso, e cioè J1-DG e Cl;
\ volta captato, viene direttamente rad-
drizzato, cioè trasformato in una cor-
te scelto di tipo molto sensibile (50 A),
risultano collegati DS e C2; il diodo ser-
dato che è da qui che entra la RF (a va-
lori anche altissimi) occorre fare in mo-
\ rente continua misurata con opportu- ve a proteggere Io strumento nel caso do che i collegamenti di questo gruppet-
no strumento: maggiore è l'indicazione gli arrivino segnali troppo forti; il con- to siano veramente molto corti.
di questo strumento, maggiore è l'inten- densatore evita che lo strumento venga Poi, il filo che da qui va al potenziome-
sità del segnale prodotto dall'impianto influenzato dai campi a RF (se molto tro è percorso solo da corrente continua,
di trasmissione. forti) captati dai conduttori con cui es- e quindi problemi non ne esistono più.
so è costruito e collegato in circuito. Gli altri due componenti che avanzano
Per quanto riguarda il montaggio di si piazzano molto semplicemente sulle
SENZA ALIMENTAZIONE questo circuito, considerando che alcuni pagliette terminali dello strumento di
dei componenti devono essere installa- misura, un classico microamperometro
Da notare che, essendo l'apparecchio ti a pannello, o comunque sulle pareti giapponese facilmente reperibile sul
destinato a funzionare a qualche metro di un contenitore, quei componenti che mercato.
o a poche decine di metri dall'antenna invece sono destinati ad essere in qual- Sulla scelta dei componenti, special-
trasmittente, l'energia stessa del segna- che modo supportati sono ben ... cinque; mente dei soliti tre d'ingresso, le indi-
le è sufficiente a far muovere lo stru- non ha quindi senso pensare ad un cir- cazioni che si possono dare sono abba-
mento indicatore, e quindi non è neces- cuito stampato, anche per il fatto che )))»

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 21


BNC ANT
m MISURATORE DI CAMPO PER SEGNALI A RF
uA
µA
+
Reallzzazlone pratica del circuito,
J1 montato entro una scatola
CI SCATOLA In allumlnlo. È Importante che
I METALLICA Il gruppetto J1-DG-C1 venga
fissato sul connettore BNC

\ lasciando la lunghezza
del terminal! la minima possibile.

DG DS ANT

Il segnale RF captato dall'antenna giunge a J1 e viene quindi rettificato da DG


e filtrato da C1 dopo di che la corrente così ottenuta può essere misurata
dal microamperometro A.

massa

segnali nettamente più bassi che non il lunghezza corrispondente (o quanto po umano. Messo il trasmettitore in
COMPONENTI silicio (la cui soglia è sui 0,6+0,7 V); CI meno prossima) alla risonanza. funzione, si provvede a regolare o la IL DIODO AL GERMANIO
deve essere del tipo a pastiglia cerami- Se per esempio il misuratore di campo lunghezza dell'antenna montata o me-
C1 = 2.200 pF (ceramico) ca, e anche per esso il valore non è as- viene impiegato attorno ai 430 MHz, la glio il sistema di accordo eventualmen- Un 'onda radio è una corrente alternata pur debolissima ma ad alta fre-
c2 = 10.000 pF (ceramico) solutamente critico. lunghezza corrispondente al classico te presente, per la massima deviazione quenza e di per sè non può essere ascoltata nè utilizzata perchè le semion-
R1 = 10 kO lineare Sul microamperometro invece, il diodo quarto d'onda delle antenne verticali è dell'indice sul misuratore di campo: il de positive e negative si succedono con una tale rapidità da annullarsi re-
(potenziometro) di protezione è un normale tipo per bassi sui 17 cm; se lo strumento dovesse la- gioco è fatto. ciprocamente se vengono inviate ad un qualsiasi trasduttore acustico.
J1 = RFC 2,2 mH segnali ma al silicio; C2 deve ancora es- vorare sui 900 MHz (più o meno) l'an- Ove esista, sul trasmettitore, un control- In un ricevitore radio viene utilizzata soltanto una metà dell'onda.
DG = diodo al germanio sere ceramico; anche per questi due com- tenna può essere anche completamente lo della potenza a RF, queste prove L'operazione che 'taglia" a metà il segnale radio è detta rivelazione e
(OA95 e simili) ponenti vale il suggerimento di tenere i chiusa, tanto la lunghezza residua è più vanno fatte tenendo al minimo tale con- si esegue utilizzando le valvole o i semiconduttori. Il primo passo impor-
DS = diodo di segnale reofori più corti possibile, per evitare che che sufficiente. trollo; altrimenti, se l'indice del misu- tante nella rivelazione delle onde radio a mezzo di semiconduttori si è avuto
(1 N4148 e simili) essi funzionino... da antenna. ratore arrivasse a fondo scala, basta ov- col passaggio dal rivelatore a galena argentifera a quello al germanio e
A = microamperometro 50 A viamente allontanare un po' lo strumen- la successiva scoperta della giunzione P/N, ottenuta mediante l'accosta-
LA TARATURA to oppure far rientrare un poco lo stilo. mento di un pezzetto di germanio reso positivo ( P) ad un altro reso nega-
L'ANTENNA Ad ogni modo, queste messe a punto tivo (N) mediante aggiunta di opportune impurità.
Riferiamoci ora ad un esempio d'impie- vanno sempre fatte con antenna libera Il diodo al germanio contrariamente al più moderno diodo al silicio lavora
Per quanto riguarda l'antenna vera e go ben preciso, supponendo di dover ta- da ostacoli e corpi estranei nelle imme- con correnti a radiofrequenza molto deboli per cui viene utilizzato tutte
stanza semplici ed ovvie: l'impedenza ti- propria, è consigliabile che sia del tipo rare, per l'optimum di funzionamento, diate vicinanze. le volte che è necessario raddrizzare un'onda radio così com'è, senza pre-
po RFC è più comoda da installare se rientrante (o a cannocchiale) nonchè l'antenna di un apparato CB (cioè a 27 Ecco quindi che siamo riusciti ad arric- ventive o successive amplificazioni, per ascoltarla per esempio in cuffia
del tipo cilindrico, e comunque non è con snodo a 90° alla base; dato che la e rotti MHz), appena sistemato sull'auto. chire la nostra dotazione strumentale di o per utilizzarla in strumenti come i millivoltmetri per misurarne l'intensità.
molto critica come valore; il diodo è del sua lunghezza standard (la massima, Il misuratore va piazzato a qualche me- un apparecchio che, con modesto im-
tipo al germanio (OA95 o AAZ15 o si- s'intende) è sui 50 cm, essa deve restare tro di distanza, possibilmente dalla par- pegno e costo, consente di "toccare con Un diodo
mili, non ha grande importanza), in completamente estratta per tutti i tipi te opposta a quella in cui si deve resta- mano" quella che è la più importante al germanio:
quanto la tensione della soglia di con- di misura da effettuarsi sulla banda dei re per intervenire sull'antenna del tra- è più grosso
e diretta funzione di un qualsiasi appa- di quelll al slllclo.
duzione per il germanio è notoriamen- 144 MHz e frequenze inferiori, mentre smettitore, tenendo anche conto del fat- rato trasmittente, e cioè il campo elet-
te sui 0,150,20 volt, e quindi questo ti- per le frequenze superiori essa può an- to che il sistema irradiante sente l'effetto tromagnetico effettivamente prodotto
po di diodo comincia a rettificare con che essere accorciata, portandola alla dell'avvicinarsi o allontanarsi del cor- nello spazio che circonda l'antenna.
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 22 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 23
er ~hi sospettasse che l'Europa uni-
P ta e ancora un concetto astratto o
solo un argomento di tribune politiche
SERVIZIO 5 STELLE piego dei vari prodotti: così non rim-
piangeremo gli amichevoli consigli del
Gli ordini vengono raccolti per posta, negoziante di fiducia. Con RS infine

[ [rlilr]
televisive e chiacchiere da salotto, c'è un
avvenimento nel settore elettronico che
smentisce decisamente queste supposi-
zioni: la macchina Europa, anche se con
lentezza si è già messa in moto.
L'esempio più evidente per quanto ci ri-
fax o telefono; le linee telefoniche in
particolare funzionano ininterrottamen-
te 365 giorni all'anno 24 ore su 24: in
qualunque momento ci venga in men-
te, di notte, a ferragosto o di domeni-
non abbiamo nessun minimo imposto
e quindi possiamo ordinare anche un
solo pezzo salvo per i componenti più
piccoli (le resistenze per esempio sono
in confezioni da 10); tutti i prezzi indi-
ca, possiamo richiedere ciò che deside- cati nel catalogo sono bloccati per l'in-
guarda è certamente rappresentato dal- riamo. La RS Components (questo è il tera validità dello stesso.
lo sbarco in forze anche da noi di una nome della ditta) inoltre garantisce la
grossa ditta inglese che vende per cor- spedizione in giornata di tutto il mate-
rispondenza tutto il materiale necessa- riale ordinato entro le 4 del pomeriggio IL CATALOGO
rio per l'hobbista elettronico dai com- e visto che per il recapito non viene usa-
ponenti agli utensili, agli strumenti per ta la posta ma efficienti corrieri la mer- È un volume di grosso formato (21x30
il laboratorio. Si tratta di un'organiz- ce arriva a destinazione in tempi stret- cm) con 912 pagine tutte a colori e ric-
zazione con oltre 50 anni di esperienza tissimi. Altro capitolo degno di nota è che di informazioni tecniche sui prodot-
in Inghilterra dove oggi evade più di la totale disponibilità di oltre 16.000 ar- ti: disegni, tabelle, schemi elettrici e fo-
12.000 ordini al giorno e con sedi in ticoli in catalogo che ci assicurano di tografie costituiscono un formidabile
Francia, Germania, Austria, Irlanda, portare a termine il lavoro senza che, supporto per una scelta senza equivoci
Danimarca e da qualche tempo anche come purtroppo accade spesso nei ne- ed errori del materiale occorrente. Il ca-
in Italia. gozi, per colpa di un componente man- talogo è razionalmente diviso in 30 ca-
Certo l'idea della vendita per corrispon- cante si debba lasciare in sospeso la rea- pitoli riguardanti un singolo gruppo di
denza non costituisce di per sè una lizzazione a tempo indeterminato. articoli; i capitoli sono a loro volta rac-
grande novità (esistono da anni ditte E non manca nemmeno un'efficiente as- colti in 3 sezioni: componenti per elet-
che operano in questo settore) ma ciò sistenza tecnica telefonica prima e do- tronica ed elettrotecnica (la parte più
che è invece straordinario per noi èco- po l'acquisto in grado di soddisfare le sostanziosa), sistemi di misurazione, re-
me viene fatta e quali servizi offre. nostre richieste sulla qualità e sull'im- ))

Il catalogo
RS Components
ha 912 pagine, tutte
a colori, nelle quall
sono Illustrati I 16.000
artlcoll sempre
dlsponlbill
a magazzino; ogni
prodotto è descritto
dettagliatamente
e accompagnato
da foto, tabelle,

COMPONENTI EIPRESS
disegni o schemi
elettrici per guidarci
al meglio nella scelta.

RS Components è un sistema di vendita


per corrispondenza con un Iorganizzazione
straordinariamente efficiente.
Nel catalogo RS sono contenuti ben 16.000
articoli sempre disponibili a magazzino.
Alla prova dei fatti la RS ha mantenuto
tutte le promesse.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 24


clienti funziona a orario continuato.
La sorpresa più grossa comunque è sta- ALLA PROVA DEI FATTI
Indice Codice da 350-002 a 359
Co&ce Pagina Codice P'agi(ia Co(l:t:e p
COMPONENTI EXPRESS ta la mattina seguente quando alle ore
11,30 il camioncino del corriere Traco,
423
351.00 , .. ,.,.,..?-
1$ 352086
a meno di 24 ore di distanza dall'ordi-
150-002 351.027
350.010
350 02
423
423
351-033
351-049
IH
4s
352-092
32109
ne, ci recapitava il pacco. È importan-
15$8 352-115
30-000
350.046
423
423
351.055
35\-061
13s 152137 te sottolineare che l'indirizzo da noi for-
423 '" 352-143(
350-052
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423
351-0?7
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136 152-159 Il catalogo RS contiene ben 16.000 pro- nito non era in una grande città ma in
350 068
JSC-147
350-15.:J
350 169
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351.112
351-128'
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:1411 3~-r dotti sempre pronti in magazzino. aperta campagna, nelle colline tra Li-
150175
350-18\
,.,
,.,,.,
351-140
JSl-156
1411 352·
19,358 Per trovare ciò che serve basta consul- guria e Piemonte a 3 Km dal centro abi-
3.197 3s1162 149
30 204
150 210
,., -% tare uno dei tre indici a disposizione: tato più vicino, un paesino di 2.500 abi-
147 .f
350-226
360-232 ,,..
147 quello alfabetico, quello numerico per co- tanti. Certo il pacco ha percorso solo
150 248
dice e quello per categorie (per esempio 150 Km da Milano dove ha sede la dit-
"relè" o "circuiti integrati analogici"). ta ma ragionevolmente dovremmo sup-
Nelle pagine del catalogo i singoli pro- porre che nel giro di 48 ore possano es-
Indice Alfabetico dotti sono accuratamente descritti con sere raggiunte anche le più sperdute lo-
Solidi ad aggancio 227 darete {
5lene.à roant 22a termocoppie t tutte le caratteristiche tecniche, disegni calità del Centro e Sud Italia.
Stenta detergente
11:ll'itopmpano'o 748
Spino a rimpae"t"
Spin111presaòi!111tnemai ~,
(
esplicativi, foto e, quando occorre, anche Il prezzo da noi pagato, 55.500 lire, è
Sokente sgessante
So gni chimici
Sor.da11penet111ziool
748
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negsraton a casse@la
Spinea sldae. terminal
SpwieBNC■-V )
1 schemi elettrici. piuttosto alto per il materiale ordinato
(mo dallo K) $A Sine da re CEE?
Sonda d penetrazione
$oodllldllefT1pel"al\.ll&l)OI'
$49 Spire da rete uree
Splned,a!irMnlaVOlll ma, a parte l'eccezionale servizio, e il
super1'ieie 541 Spinedil&lellOM.
Seda 'ogl€a CMOS
• Sonda logo C3uSTT
o
609
rcu tarpoat
Spno e praie • po
fatto che le 11.000 lire di consegna in-
Sonda logica e TT 80 solante cidono notevolmente su un quantitati-
±2:2 •
± » » TUTTI GLI ART I COL I '
vo così limitato di componenti, dobbia-
mo dire che i prodotti inviatici, in par- I componenti del magnetizzatore smagnetizzatore.

E SEMPRE DISPONIBILI ticolare il trasformatore che costa da so-


lo oltre 20.000 lire, erano quanto di me-
Per mettere alla prova costi e tempi del servizio per corrispondenza del catalogo
glio si possa trovare sul mercato. RS abbiamo ordinato i componenti di un nostro montaggio. Il magnetizzatore-
smagnetizzatore, pubblicato nel numero di gennaio '93 a pag. 34. Ovviamente non
ci siamo presentati come Elettronica Pratica e quindi non possiamo aver goduto
golazione, elaborazione e visualizzazio- tempo che alzare il telefono e chiamare di favoritismi: la telefonata d'ordine è partita alle ore 13,00 del 28/1 e il pacco
ne, e infine progettazione, realizzazione la RS. Il maggior costo dei singoli arti- è arrivato... alle 11,30 del 2911. Incredibile visto che ci troviamo in aperta campa-
coli è però anche dato dalla elevata qua- gna e in un paese di 2.500 abitanti. Un po' alti in compenso i costi ( lire 55.500
e stoccaggio. È anche presente una sche-
lità degli stessi che in molti casi, pur compresa la spedizione) anche se i componenti sono di qualità molto più elevata
da per gli ordini con tutte le indicazioni
avendo le stesse caratteristiche tecniche di quelli normalmente in commercio e il servizio di consegna è veramente efficien-
e le istruzioni necessarie. te ( viene utilizzato il corriere Traco uno dei più collaudati e diffusi).
Per avere il catalogo, che ci viene invia- di quelli comunemente reperibili, sono
dotati di dispositivi di sicurezza aggiun- Ecco l'elenco dei componenti acquistati con la relativa spesa voce per voce e totale.
to gratuitamente, basta telefonare, la-
sciando i propri dati, al numero tivi, sono meglio finiti o semplicemen- c1 = C2 = 4700 F - 25 VI (elettrolitico) L. 6.170 l'uno
02/58316407 oppure scrivere a ODM Ser- te più solidi e quindi di maggior durata. DL = diodo LED L. 4.400 (1 O pezzi)
vice - 20135 Milano - Via F. Soave, 24. P1 = ponte diodi 2 A L. 2.440
R1 = 1 kO 1/2 W L. 970 (1 O pezzi)
PROMESSE MANTENUTE S1 doppio deviatore con zero centrale L.
T1
= 2.570
QUANDO CONVIENE = trasformatore 14w (prim. 220V
Prima di proporre ai nostri lettori que- second. 14V - 1A) L. 21.780
Tutti questi servizi, come è facile imma- sta nuova e moderna forma di acquisto
spedizione + L. 11.000
ginare, costano e quindi è chiaro che
non sempre conviene utilizzare questa ORDINI FACILI era indispensabile che provassimo a fare
un ordine non presentandoci ovviamen-
---------
L. 55.500
organizzazione. Innanzitutto le spese di
E SENZA "MINIMO" te come rivista Elettronica Pratica ma
come privati cittadini.
Il circuito elettronico montato con i componenti RS.
-
--- ~
spedizione ammontano a 11.000 lire e
sono fisse per cui sarebbe antieconomi- Gli ordini possono essere fatti per Così il giorno 28 gennaio '93 un nostro ASSISTENZA ..... .,,......,,., .
co richiedere quantitativi di merce trop-
po esigui: se abbiamo in mente di rea-
telefono (02/27425425), per fax
(02/27425426) o per posta ( RS
redattore ha telefonato alla RS spac-
ciandosi per uno sprovveduto hobbista TECNICA
lizzare alcuni montaggi è meglio rag- Components - 20090 Vimodrone e ordinando il materiale necessario per La RS Components mette a di-
gruppare tutti i componenti in un uni- MI- Via Cadorna, 66). Le linee realizzare uno dei montaggi pubblicati sposizione l'esperienza di persona-
co ordine in modo da ammortizzare "il telefoniche funzionano senza in- nel numero di gennaio ( esattamente il le tecnico specializzato per gui-
fisso" su una cifra più ingente. terruzione 7 giorni su 7, 12 mesi magnetizzatore-smagnetizzatore di pag. darci, prima dell'acquisto, nella
Se i pezzi sono molto comuni e quindi all'anno e 24 ore su 24, insomma 34). I componenti erano effettivamen- scelta del prodotto più utile alle ~
,......_ :::;,,
365 giorni all'anno anche di not- te tutti disponibili e una gentile signo- nostre esigenze e dopo l'acquisto \ ";
di facile reperibilità probabilmente è più
economico rivolgersi ai negozi vicini a te. Inoltre non è obbligatorio or- rina ci confermava che sarebbero par- per rispondere a qualsiasi doman-
casa visto che il prezzo di tutti i servizi dinare nessun quantitativo minimo titi in giornata e chiedeva se avessimo da sull'applicazione di ciò che ab-
si riversa in parte anche sul costo dei anche se, visto che le spese di spe- avuto bisogno di ulteriori informazio- biamo comprato.
singoli componenti; ma se per cercare dizione ammontano a lire 11.000 ni su quanto da noi richiesto. Il servizio tecnico ( telefono
un certo integrato bisogna attraversare e sono fisse, non conviene compra- Da notare che la telefonata cadeva du- 02/27425777) funziona dal lune-
la città o fare chilometri in macchina di re una sola resistenza. rante l'ora di pranzo, le 13 precisamen- dì al venerdi dalle 8 alle 18.
sicuro spendiamo di più in benzina e te, e quindi confermava che il servizio

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 26


uante volte, utilizzando apparati Il circuito si compone di pochi
AVVISATORI ACUSTICI Q alimentati a batterie o pile, ci sia-
mo improvvisamente ritrovati con lap-
componenti tra i quali risaltano
il grosso buzzer piezoelettrico
parecchio non più funzionante per l'im- passivo e l'integrato C-MOS
provviso "cedimento" della sorgente di a 7 + 7 piedini con zoccolo.
alimentazione!
Non solo, ma se la caduta di tensione

MONITOR è notevole e se le batterie usate sono del


tipo ricaricabile, in certi casi si rischia,
come conseguenza, di doverle buttare:
questo può verificarsi per il fatto che al-

DI BASSA TENSIONE
cuni tipi (segnatamente quelli sigillati o
stagni, cioè senza manutenzione) decisa-
mente non sopportano di arrivare alla
scarica completa e non si ricaricano più.
Alcuni apparecchi, in genere di tipo più
costoso e raffinato della media, incor-
Segnala automaticamente la caduta di tensione porano un display a cristalli liquidi nel
sotto un valore prefissato. quale è prevista anche l'indicazione di
"low battery"; ma anche in questi casi
Protegge apparati o circuiti che possono essere l'indicazione può risultare inutile ove
danneggiati da un'alimentazione troppo bassa. abbia a sfuggire all'attenzione visiva
dell'operatore.
Emette un segnale acustico intermittente. Ecco allora il motivo per il quale que-
sto segnalatore è stato studiato del ti-
po sonoro: in pratica infatti, quando la
tensione che esso deve controllare scen-
de sotto un certo valore prefissato, il
nostro apparecchio reagisce emettendo ma sezione di un quadruplo trigger di dovrebbe caratterizzare la sezione d (a
un trillo intermittente, richiamando così Schmidt (un integrato multiplo di tipo circa 3 kHz).
l'attenzione degli addetti ai lavori. 4093B della famiglia C-MOS); tale en- Per il circuito complessivo, questa è la
Il principio di funzionamento del nostro trata risulta quindi ad alto livello, cioè condizione di attesa, di "tutto OK".
circuito è indicato mediante la rappre- allo stato logico I. Qualora la Vcc scenda sotto il valore di
sentazione schematica delle funzioni dei In queste condizioni, come tipico com- conduzione per DZl, tutta la situazio-
singoli stadi. portamento di questo circuito, l'uscita ne risulta perfettamente rovesciata: la
è a livello logico O; ciò impedisce alla porta d'ingresso di a diventa O, talchè
sezione b di svolgere la funzione per cui l'uscita sale ad 1 e abilita l'oscillazione
TRIGGER DI SCHMIDT sarebbe prevista, cioè di oscillare (a cir- per cui la sezione b è prevista ( 1 Hz);
va 1 Hz). questo segnale, attraverso c, raggiunge
Nel particolare 1 dell'apposita figura Di conseguenza, la sezione b si trova d e nei momenti in cui tale onda qua-
(condizione di batteria al giusto livello con l'uscita allo stato logico 1; di nuo- dra è allo stato 1, essa abilita questa se-
di tensione), lo Zener DZI risulta in vo la sezione c provvede ad invertire zione ad oscillare a 3000 Hz.
conduzione e la corrente che lo attra- questa condizione, nel senso che la sua È in questi istanti che il buzzer genera
versa va a polarizzare l'entrata della pri- uscita è a O, bloccando l'oscillazione che )))

I 2 stati di funzionamento del monitor


1: la tensione è alta, quindi il buzzer è disattivato. 2: la tensione è bassa, quindi Il buzzer suona.

(j) I C f
@
';' r Il

OSCILLATORE 1 OSCILLATORE 2

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 29


ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 28
·--·--·-

MONITOR DI BASSA TENSIONE


1
Basetta a circuito stampato vista
dal lato saldature (scala 1:1).

or I e 1
Il .. @ Poichè pensa a tutto l'integrato, resta
TENSIONE Questi dati sono indicativi e comunque,
5 14 12 solo il condensatore Cl che, posto di- ove si debba ritoccare un poco (e verso
% DA coroLLAÉ- rettamente fra il positivo ed il negativo
11 l'alto) la tensione di Zener, si può ricor-
JJ 6II I 731 .Di dell'alimentazione da controllare, ser-
ve ad evitare rischi di autoscillazioni da
rere allo stratagemma di aggiungere, in
C1 serie ad esso, uno o più diodi di segna-
7 parte dello stesso ICI. le al silicio ( del tipo, per intenderci,
Per adattare il circuito a diversi possi- 1N914 o 1N4148): ognuno di essi au-
bili valori della tensione di alimentazio- menta di 0,60,7 V la tensione com-
ne, basta riferirsi, in linea di massima, plessiva.
R2 R3 ai dati della tabella che segue, la quale
R1 Il circuito, nelle sue due condizioni di
indica la tensione del diodo Zener da funzionamento, assorbe, dalla sorgen-
montare in circuito come OZI. te di alimentazione che si desidera con-
c2 trollare, una corrente compresa fra 2 e
3 mA (valore riferito al caso che la ten-
L l l l l l Z?E " Tensione a cui Valore del sione sia di 13 V, ma ben poco diverso
interviene l'allarme diodo Zener per le altre tensioni), tale comunque da
I non costituire sovraccarico ragionevo-
Le quattro sezioni di IC1 vengono fatte funzionare alternatlvamente come Invertitore ed osclllatore, I 4-5 V
6:7 V
3,3
4,7
V
V le per alcuna fonte di erogazione.
dove DZ1 stablHsce la soglla d'Intervento. I gruppi R2-C2 ed R3-C3 definiscono cadenza e frequenza Il montaggio di questo semplice dispo-
del segnale acustico. C1 evita rischi di autoosclllazlone di IC1. • - • - • - •- • 10-12 V 5,6 V
12-=-14 V 6,8 V sitivo è previsto nella classica soluzio-
»»

il trillo, evidentemente intermittente, e


COMPONENTI quindi ancor più facilmente rilevabile.
APPARATO DA MONITORARE
C1
c2 10
;iiF-
=
16 VI (
Bei.,,,"reco R3 = 220 kO
Dall'esame del comportamento dello
schema semplificato abbiamo avuto
-------. ------------,
- 1 o.ooo pF onato) conferma che il dispositivo è perfetta- I e l
DZ1
ic - vodi
"@di testo INT. I+
mente confacente alle prestazioni che ci I
B : 4093B siamo proposti di ottenere; quindi non I
R1 = 1kO - buzzer
passivopi ezoelettrico <
R2 = 680 kO
resta che qualche delucidazione a pro-
posito dello schema elettrico. CIRCUITO
ELETTRICO
e
i-.
I
I
OZI c3 @] @ H.

3
I

e
INTEGRATO TUTTOFARE I
I I I
IMTI Le quattro sezioni di ICI sono fatte fun-
zionare alternativamente come inverti- i _,I
C/ n ~ tore ed oscillatore, dove OZI stabilisce ---------- ----
la soglia di intervento ed i gruppi R2-C2
ed R3-C3 definiscono la cadenza e la
frequenza della segnalazione acustica.
I 1
R3
MONITOR
Basetta vista dal lato componenti
(con le piste In trasparenza). 2
"C2 JCJ Schema a blocchi del sistema
completo Interconnesso.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 30 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 31
. .
. .
. .
. . . . . . . . . .
.. . . . . . . MONITOR DI BASSA TENSIONE
. . . . . . . .
. . . .
. . 1 I componenti per la realizzazione

del monitor di bassa tensione sono
pochi e di facile reperlbilità: il diodo
zener va scelto In funzione del valore
minimo di tensione a cui vogliamo
far intervenire il circuito.

2• dopo aver realizzato il circuito


stampato può essere utile pulirlo
. . .. con cotone e bicarbonato: la leggera
azione abrasiva della polvere sulle
piste ramate elimina residui di grasso
e sporco migliorando la conduzione.

3 ■ come al sollto Il montaggio


si Inizia dal componenti più plccoli.
Il diodo zener va lasclato plù sollevato
degll altrl componenti In modo
da poterlo sostituire agevolmente
se occorre cambiare Il valore minimo
d'Intervento del circuito.

4. condensatore C1, del tipo


elettrolltlco, non presenta partlcolarl
iale di catodo; resta infine CI che, es- dlfflcoltà di montaggio; anche
ne a circuito stampato; la schedina rea- in questo caso conviene tenere
lizzata è quasi equamente suddivisa fra sendo di tipo elettrolitico, è contrasse- i reofori pluttosto lunghl.
il circuito elettronico vero e proprio ed gnato da una ben precisa polarità, chia- 3
il buzzer. ramente indicata sulla copertura in pla-
Come al solito, è presente sia lo sche- stica del "barilotto" in corrispondenza
ma pratico del montaggio che il disegno del reoforo relativo.
del circuito stampato, così da fornire
tutti gli elementi grafici necessari per
realizzare il pur semplice dispositivo. MONTATO IN PARALLELO
5• Il circuito integrato C-MOS
(4093B) a 7 + 7 piedini è bene sia
Non è presente o prevedibile alcun ele- dotato di zoccolo In quanto saldando
mento di criticità, salva l'ovvia neces- I collegamenti verso l'alimentazione si direttamente I piedini rischieremmo
sità di rispettare il verso d'inserzione di consiglia di ancorarli ai terminali ad oc- col calore o con l'elettricltà statica
quei pochi componenti dotati di pola- chiello tipici per l'inserimento a circui- trasmessa dal saldatore
rità; innanzitutto l'integrato, il cui rife- to stampato. di danneggiare lrreparabllmente l'IC.
rimento in questo senso è rappresenta- Naturalmente, data l'estrema semplici-
to dal piccolo incavo semicircolare pre- tà di questo dispositivo, esso potrebbe
sente su uno dei bordi stretti: esso sta anche venir "accrocchiato" o su un pez-
ad indicare che alla sua sinistra c'è il zo di basetta del solito tipo millefori.
piedino n° 1 (naturalmente riferendoci Comunque sia stato realizzato, il circui-
al posizionamento di figura); poi il dio- to dovrà essere montato direttamente in 6. per ultlmo sistemiamo il buzzer
plezoelettrlco, quello che provvede
do Zener DZ 1, che porta una striscetta parallelo all'alimentazione dell'appara-
in colore sul corpo in plastica ( o vetro) to da monitorare, ovviamente subito all'emissione sonora.
verso l'estremo corrispondente al termi- )))) 6
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 32 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 33
MONITOR DI BASSA TENSIONE COMPONENTI
dopo l'interruttore di accensione, come esso funziona. Sono diodi veri e propri
del resto indicato nell'apposito schema Alcuni preferiscono lavorare attorno a che si comportano come
a blocchi. 1
3kHz, altri attorno a 6 kHz; in quest'ul- piccole lampadine.
È previsto che questo circuitino, date le timo caso, il fischio sarà nettamente più
modeste dimensioni, possa essere mon- acuto e per ottenerlo occorre usare, per Per funzionare necessitano
tato dentro l'apparato stesso; sarebbe C3, una capacità sui 4700 pF, anzichè di pochi milliampere.
in effetti ridicolo pensare ad un appo- 10.000 pF (oppure si potrà pressochè di-
sito contenitore per sistemazione ester- mezzare il valore di R3).
La loro polarità si riconosce
na indipendente: tutto ciò naturalmen- Chiariti tutti questi aspetti, non resta da una tacca sul contenitore.
= DZ1+D1+D2 te a patto che l'apparecchio di cui va
monitorata la tensione di alimentazio-
che verificare il regolare funzionamen-
to del circuito, in altre parole procede-
ne non sia esso pure di tipo miniaturiz- re al fatidico collaudo, per il quale oc-

I DIODI LED
zato o ultracompatto.
corre avere a disposizione un alimenta-
tore (o altra sorgente di tensione) ad
1 IL BUZZER
uscita variabile.
Partendo da un valore di tensione più
,1[ a È opportuno spendere due parole sul alta di quella prevista d'intervento, si
buzzer; innanzitutto in questo caso è procede ad abbassare pian piano la ten-
sione d'uscita di questo alimentatore, si- 1 nome deriva dall'inglese "light
stato adottato il più normale tipo pas-
sivo (non cioè di quelli amplificati); sa- no a che si arriva ad un certo punto in Iluce)emitting diode" ( diodo che emette
e si riferisce ad un diodo un po'
Combinazione diodo rebbe però consigliabile poterne con- corrispondenza del quale s'innesca l'o-
zener + altrl diodi trollare la resa acustica, in quanto in scillazione; riportando l'uscita della no- particolare che ha la facoltà di emette-
al slllclo per ritoccare
commercio ve ne sono di varie marche stra sorgente di tensione a livelli più al- re luce quando una minima corrente
Il valore dalla tensione ti, l'allarme deve cessare quasi immedia- l'attraversa.
di Intervento. e qualità, alcune delle quali emettono Ecco come troviamo indicato Il led Nel montaggio del led occorre
suono debole, altre suono nettamente tamente. Se il minerale che compone la giunzio- sul nostri schemi elettrlcl. sempre rispettare la polarltà
più forte. Verificato che il valore di attacco e stac- ne di questo diodo è l'arseniuro di gal- La resistenza !Imitatrice, che qui altrlmenti Il componente non emette
Sul rendimento acustico del buzzer in- co dell'oscillazione si aggira attorno a lio, la luce che viene emessa è rossa; se vediamo collegata all'anodo, può luce. Il catodo si riconosce per una
- cidono qualità e modalità costruttive,
e quindi anche la frequenza alla quale
quanto previsto, il nostro dispositivo è
bell'e pronto per fare il suo dovere!
invece è gialla o verde il minerale è il
fosfuro di gallio.
anche essere collegata al catodo
purchè sla sempre In serie al led.
tacca sul contenitore ma anche per
Il piccolo trapezio cui è collegato
Il fenomeno per cui questi diodi emet- Il valore di questa resistenza varia all'Interno dell'ampolla e che si può
tono luce è molto complesso: è causato In funzione della tensione facilmente notare guardando Il led
da elettroni liberi e quindi dotati di una di allmentazlone. In trasparenza.
certa energia cinetica che, ritornando al
LA CORRENTE DIVENTA SUONO loro posto nell'atomo, liberano quest'e-
nergia sottoforma di radiazione lumi-
Una volta si chiamava cicalino ed era in genere realizzato mediante un dispositi- nosa. I led sono impiegati quasi esclu-
vo elettromagnetico, costituito da un 'armatura metallica immersa in un campo sivamente al posto delle comuni lampa-
magnetico variabile in modo da esserne messa in vibrazione veloce e produrre dine come spie luminose dal ridottissi-
quindi un suono ronzante (tant'è che veniva anche indicato come ronzatore). mo consumo.
Poi, il progresso tecnologico ha fatto sì che questo dispositivo possa anche venir Per evitare che troppa corrente li attra-
realizzato con soluzioni più efficienti e convenienti. versi danneggiandoli, in serie ai led vi
Nel nostro caso infatti è stato adottato un tipo piezoelettrico, consistente in un è sempre una resistenza limitatrice che TRAPEZIO
dischetto di materiale ( in genere, uno speciale impasto ceramico) che, sollecita- riduce la corrente a pochi milliampere.
to da una corrente alternata di frequenza opportuna, trasforma questo segnale Ecco una tabella che indica quale deve
in un suono di pari frequenza. essere il valore della resistenza limita-
2 Poichè l'intensità ottenibile da questo dispositivo può essere troppo modesta per
determinate applicazioni, ne esistono anche delle versioni nel cui contenitore è
trice in funzione della tensione di ali-
mentazione.
incorporato anche un transistor amplificatore; in questo caso l'aumento di eff-
cienza sonora comporta però che al buzzer venga fornito il necessario livello di
tensione ( e corrente) di alimentazione. V aliment. 0 resistenza

16+ 28 V 1800/2700
3 1: coperchletto
2: dischetto plazoelettrlco 12+16 V 1200/1600
KATODO ANODO
con Indicata la matalllzzazlone
per Il fissaggio del terminal!
3: base Inferiore
8+12 V 820/1200 "Re' 'a"
5+ 8V 470/ 820
4: pledini di collegamento
3+ 5V 220/ 470

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 34


ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 35
Un led verde si illumina per indicare che
la batteria è carica quindi occorre re-
golare la manopolina del potenziome-
tro fino all'accendersi del led rosso cor- M URO
rispondente.
Provocata l'accensione del led si torna
un poco indietro con la regolazione in
maniera da trovare il punto in cui si spe-
gne nuovamente.
Questo ci permette di trovare la massi-
ma sensibilità dello strumento dopo di
chè è possibile fare una prova avvici-
nando un oggetto metallico a seconda Quando occorre
della sezione che abbiamo acceso. Il led forare il muro
rosso deve accendersi senza intervenire per mettere
più sul comando. un tassello
Finita la regolazione per la massima rischiamo di
L'ELETTRONICA sensibilità si appoggia lo strumento al
muro nel punto in cui desideriamo fo-
danneggiare tubi
dell'acqua, del
gas o fili elettrici;
IN PUGNO rare; se il led rimane spento significa che
lì sotto c'è solo muro, se si accende ab-
biamo trovato qualcos'altro.
con questo
metal detector
il pericolo
Il nostro strumento è adatto ad esplo- è scongiurato.
rare fino a 20/30 cm di profondità, non
è mai consigliato bucare il muro con
TUBO IDRAULICO
Serve ad individuare fili punte troppo lunghe che potrebbero MURATO
elettrici, tubi del gas giungere là dove la sensibilità dello stru-
mento non è arrivata.
e persino travi metalliche
nelle intercapedini dei muri.
SETTE TRANSISTOR
Consente di forare
tranquillamente sapendo Per eseguire le sue funzioni lo strumento
cosa c'è sotto. utilizza cinque transistori nella sezione
più potente e due in quella meno sensi-
bile per tubi e fili. La parte elettronica dello strumento. Il circuito è diviso in due sezioni:
5 transistor compongono quella più sensibile, 2 quella meno sensibile.
Entrambe le sezioni hanno in comune
una sezione di bassa frequenza a circui-
to integrato che ha il compito di atti-
vare un buzzer segnalatore quando nel

METALDETECTOR muro sono presenti i materiali ricerca-


ti. L'alimentazione è demandata ad una
pila radio da 9 volt di quelle con l'at-
tacco a clip; grazie alle ridotte dimen-
sioni questa è alloggiata nell'impugna-

PER FILI TUBI E TRAVI tura e vi si accede tramite un coperchiet-


to nella parte posteriore. Costa lire
19.000 ed è distribuito da D. Mail
(50136 Firenze- Via Luca Landucci, 26
te!. 055/8363040).

gni volta che si deve appendere


O qualcosa in casa si ricorre ad un
buco col trapano e ad un tassello ad
tutto improbabile. Diversi tipi di stru-
menti sono stati messi in commercio
di in un unico apparecchio da impugna-
re come se fosse il manico di un ferro
con lo scopo di "radiografare" il muro da stiro.
espansione. prima di bucare ma nessuno come que-
È un sistema pratico e veloce ma piut- sto che presentiamo ha la duplice pre-
tosto pericoloso perchè si finisce sem- rogativa di scoprire oltre a fili e tubi an- LE DUE SEZIONI
pre per forare alla cieca senza sapere co- che tondini e travi metalliche.
sa c'è sotto. Imbattersi nei tubi dell'ac- Nello strumento sono presenti due cir- Lo strumento è diviso in due sezioni cia-
qua o del gas o finire sui fili dell'impian- cuiti sensibili: uno più potente in gra- scuna comandata da un potenziometro
to elettrico sotto tensione (se togliamo , do di individuare tondini di ferro e pu- per la sensibilità con interruttore incor-
la luce non possiamo più bucare col tra- trelle annegate nel calcestruzzo e un al- porato. Occorre accendere uno o l'al-
pano, a meno di usarne uno a batteria, tro per fili elettrici e tubi idraulici mu- tro a seconda che si stia cercando più
ma il rischio rimane) non è una cosa del rati a filo d'intonaco. Due circuiti quin- o meno in profondità. Ecco come si presenta
il metaldetector per fili tubi e travi.
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 36
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 37
DISPOSITIVI D'ALLARME

INCLINOMETRO Il circuito
è composto
da due schede
sovrapposte:

AL MERCURIO
È un indicatore di equilibrio su due dimensioni.
quella Inferiore
comprende
la parte
elettronica,
quella
superiore
I sensori
e I led
Se inclinato di pochi gradi ne dà segnalazione avvisatori.
sia ottica sia acustica.
Basa il suo funzionamento su quattro robabilmente le precisazioni forni- mente orizzontale, o meglio con una frequenza audio vengono applicate al
piccoli sensori al mercurio. P te nel sommario non sono suffi-
cienti per far capire che cosa è effetti-
leggerissima controinclinazione, la goc- piccolo integrato d'uscita IC2, il quale
cia se ne sta lontana dai due elettrodi; è in grado di pilotare con buon livello
vamente il "marchingegno" che qui vie- quando l'ampolla subisce un'inclinazio- un normale altoparlante da 8 O ed al-
ne presentato: è forse un gioco? È un ne del suo asse longitudinale, la goccia meno 1 W di potenza tollerata.
antifurto? È una livella su due dimen- di mercurio va a mettere in cortocircui- Per quanto riguarda i particolari circui-
sioni? È un circuito che serve per l'hob- to i due elettrodi interni: praticamente, tali veri e propri, c'è ben poco da ag-
bysta in generale e per il modellista in il contatto si chiude. giungere a quanto sin qui detto.
particolare? O è un generatore di musi- Dopo questo breve cenno sul dispositi- Le uscite dei 4 oscillatori, la frequenza
ca galattica? vo sul quale fondamentalmente si basa dei quali è prevalentemente definita dai
Ebbene sì, può essere una qualunque di il funzionamento dell'apparecchio, an- gruppi Cl-R5 / C2-R6 / C3-R 7 e C4-R8,
queste cose; anzi, è forse possibile "in- diamo ad esaminare lo schema elettri- vengono raggruppate (in qualche caso
ventare" qualche altra applicazione per co e l'impostazione complessiva. sarebbe più esatto dire: sommate) su un
questo dispositivo piuttosto strano. Il trimmer-potenziometro che consente di
principio di funzionamento su cui si ba- dosare il livello di segnale applicato al-
sa il nostro circuito è veramente sem- CIRCUITO A DUE PIANI l'ingresso di IC2, agendo quindi come
plice, nonostante tutto: 4 contatti, rea- regolatore di volume.
lizzati con interruttori al mercurio, van- I 4 interruttori al mercurio sono dispo- Lo schema secondo cui è montato IC2,
no ad attivare, uno o al massimo due sti a croce, intervallati da altrettanti led, l'onnipresente LM 380, è quello classi-
per volta, 4 oscillatori a frequenze di- ognuno dei quali è elettricamente col- co consigliato dai dati tecnici del co-
verse; un amplificatore di BF rende udi- legato ad uno degli interruttori. struttore: a parte i due condensatori di
bili queste note attraverso un piccolo al- Quando il circuito che supporta questi accoppiamento C7 e C9, è presente in
toparlante. componenti è posto su un piano perfet- parallelo all'uscita la rete di smorza-
Ecco così sinteticamente spiegato cosa tamente orizzontale, già sappiamo che mento C8-R 16, che compensa le possi-
è in grado di attuare la strana "trappo- gli interruttori risultano aperti; i 4 led bili anomalie del carico applicato all'u-
la" che vediamo nelle illustrazioni; pro- sono spenti, gli oscillatori bloccati e dal- scita dell'integrato.
babilmente ciò che costituisce maggior l'altoparlante non esce alcun rumore. L'alimentazione di ICI è ben separata
novità sono i 4 interruttori al mercurio, Se però il montaggio viene inclinato su e filtrata, oltre che stabilizzata, rispet-
cui quindi è opportuno dedicare qual- un lato, almeno uno degli interruttori to all'alimentazione direttamente pro-
che riga: come sono fatti e come fun- si attiva in quanto la sua goccia va a veniente da pile, batterie o alimentato-
zionano? chiudere il relativo contatto; così alme- ri da rete; la cella di filtraggio
Si tratta di piccole ampolle (bulbi in ve- no una delle sezioni di ICI viene com- C5-R l 4-C6, completata da un sempli-
tro del tutto simili alle piccole lampade mutata in oscillazione e grazie ad IC2 ce diodo zener da 6 V, risulta più che
al neon senza zoccolo), entro le quali la relativa nota viene resa udibile in al- sufficiente per il modesto assorbimen-
sporgono due elettrodi metallici; den- toparlante. to in corrente del solo ICI.
tro l'ampolla è presente una bella goc- I quattro oscillatori incorporati in ICI Comunque l'assorbimento complessivo
cia di mercurio. sono realizzati con circuiti che si diffe- del circuito si aggira sui 100 mA massi-
Il mercurio è l'unico metallo liquido esi- renziano solamente per i valori di mi (o poco di più).
stente ed è dotato di buona conducibi- R5-R6-R 7-R8; ciò è sufficiente per far Passiamo ora ad occuparci della realiz-
lità elettrica; la sua elevata tensione su- sì che le 4 note generate a seconda dei zazione pratica del nostro inclinometro
perficiale è appunto quella che contri- casi abbiano un suono differente, ren- tuttofare, che è un po' più complicata,
buisce a tenerlo unito sotto forma di dendo così riconoscibile anche ad orec- ma anche appariscente del solito, dato
gocce. chio ( oltre che dai led), la direzione del- che consiste in due circuiti stampati
Così, disponendo l'ampolla perfetta- l'inclinazione. Le note così generate a )))

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 39


r-·-·-·-·- ·- ·-·-·-·- ·-. -· -------·---·-·7-·-· -·1
r
L #r #T +M # T i
INCLINOMETRO AL MERCURIO
14
o o

DL2
R1

g hl
-
+
1

1M2
3 Ml
37
2J
I
R2 <i,
Il I I ■
7'\ la
I ~
9+15/
C2 e
~
o o
1M3 .
I

TI=
Il - I
8
e 1
Circuito stampato visto dal lato rame In scala 1 :1; sopra la scheda
"Inclinometro"; sotto la scheda "elettronlca".
I
R3-

si n
'" 2
k o
R7
C
n
li
1M
«J r = I] ~
7
- 11 lii Il
I l] R15
#é 1

A dispetto
dell'apparente
compllcatezza
del montaggio visto
I
I.
R<w...-

C4
~

j VOL.

=
R73
7

I
CB

In foto lo schema

-
elettrlco è piuttosto
lineare. 1.-. --· --· --· -· - . -· -· --· -· -· --· -· -· --· --· --· -·-··-· -· -·-
o
montati ... a castello; ma come sempre le LE AMPOLLE
COMPONENTI illustrazioni di corredo all'articolo sono
fa parte del progetto.
Mentre la prima scheda potrebbe esse-
in grado di chiarire qualsiasi dubbio che Le ampolle vanno montate con i termi- re realizzata su un supporto qualsiasi,
c1 = 47.000 pF (mylar) IC1 = 4093B R7 = 39 kO - 1/4 W
il testo non fosse riuscito a superare. nali piegati a 90° (o addirittura qualco- data la presenza di soli 8 componenti,
C2 = 47.000 pF (mylar) IC2 = LM380 (minidip) R8 = 56 kO - 1 /4 W
R9 = 15 kO • 1 /4 W Lo sdoppiamento delle schede, ed il sa di più) e perfettamente aderenti al questa è estremamente consigliabile sia
C3 = 47.000 pF (mylar) AP = altoparlante 8 O -1 W conseguente "impacchettamento", è piano del circuito stampato, accentuan-
R10= 15k?- 1/ 4 W montata con la tecnica del circuito
C4 = 47 .000 pF (mylar) IM1 -:- IM4 = interruttori stato effettuato sia per mantenere un in- do così la loro disposizione a croce ( o stampato, in quanto il cablaggio dei
C5 = 22 F - 16 V (elettrolitico) al mercurio R11= 15k0-1/4W
R 12 = 15k?-1l 4 W gombro complessivo limitato, sia per un a rosa dei venti, se preferiamo); i led so- componenti risulterebbe piuttosto labo-
C6 = 220 F - 16 V (elettrolitico) tipo di montaggio ed installazione più no invece piazzati in verticale, in modo rioso e quindi sarebbe facile combina-
R13 = 4,7 k (trimmer)
C7 = 47.000 pF (mylar) R1 = 1 kO - 1/4 W comodo ed elastico. da poter eventualmente fuoriuscire dal re dei pasticci.
R14 = 270 O - 0,5 W
ca = 0,1 F (mylar) R2 == 1k?-1/4 W
R15= 39k0 Sulla scheda superiore (ci riferiamo ov- coperchio superiore di un qualsiasi con- Del resto, tutti i nostri montaggi sono
C9 = 220F -16 V (elettrolitico) R3 = 1k?- 1/4 W R16 = 3,3 O - 0,5 W viamente al montaggio da noi adotta- tenitore appositamente adottato. fatti su circuiti stampati realizzati a ma-
R4 = 1k?-1/4 W to) sono presenti i quattro IM, cioè le Sulla scheda inferiore è presente il cir- no, come potreste farli voi: ciò per ca-
DL 1 -:- DL4 = LED qualsiasi tipo R5 = 15 kO - 1/4 W ampolline-relè al mercurio, ed i quattro cuito elettronico vero e proprio, sostan- pire quali siano effettivamente i proble-
DZ1 = Zener 6,2 V -1 W R6 = 22 kO - 1/4 W led di segnalazione ottica. zialmente tutta la componentistica che »»
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 40 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 41
INCLINOMETRO AL MERCURIO
Tutti sappiamo, almeno vagamente. cos'è il mercurio, se
mi che possano presentarsi a chi realiz- tenzione sulla scheda del circuito elet- ner ha invece una fascetta in colore vi-
non altro per il fatto che esso è contenuto nei normali ter-
za il dispositivo descritto. tronico vero e proprio sono, come al so- cino ad un'estremità del corpo: da quel
mometri ascellari; ma non si può certo dire che si tratti
L'installazione dei vari componenti ri- lito, i semiconduttori ed i condensatori lato esce il catodo; i tre elettrolitici por-
di un materiale col quale si abbia una gran confidenza: ec-
chiede la normale attenzione, quando elettrolitici. tano marcato, sul fianco del corpo ci-
co quindi l'opportunità di spendere qui due parole sotto for-
si tratti di elementi dotati di polarità o I due circuiti integrati portano, come lindrico, il segno che dà la polarità elet-
ma di una breve ... appendice comportamentale.
di un ben preciso senso di inserzione. contrassegno di riferimento, o un inca- trica del terminale corrispondente.
Il mercurio è un metallo liquido ad altissima densità e di
Sulla scheda superiore sono dotati di vo semicircolare su uno dei bordi stret- colore grigio lucido; ma, a prescindere dall'aspetto ( che
polarità i soli led, nei quali un piccolo ti, che risulta così posizionato fra i pie-
è ben noto), è anche abbastanza diffusa la cognizione che
incavo sul bordo del contenitore corri- dini I e I4, oppure un piccolo incavo COLLEGARE LE SCHEDE
si tratta di un materiale potenzialmente velenoso: tant'è ve-
sponde al terminale di catodo. circolare in prossimità dell'angolo dal
ro che quei tipi di pile la cui tecnologia è basata su questo
I componenti cui dedicare la nostra at- quale esce il piedino n. 1; il diodo ze- Una volta terminato il montaggio, con-
sigliamo di controllarne il funzionamen- metallo risultano altamente inquinanti, e quindi non vanno
dispersi nell'ambiente. Naturalmente. finchè il mercurio re-

o .- RI
$ l®'-=ma=
OZI li
+
------
~es
0-
RII, 19il5V
to singolarmente, facendo dei ponticelli
di collegamento provvisorio in ingres-
so, al posto dei contatti degli interrut-
sta dentro la sua piccola ampolla in vetro, non esiste alcun
pericolo; ma dato che il vetro non è certamente il conteni-
tore più robusto che si possa immaginare, un urto od una
tori. Fatto ciò, si può procedere al col-
=cii - @ @ legamento delle due schede: quello elet- caduta possono rompere l'ampolla e farlo fuoriuscire; la
o situazione allora non è per niente drammatica ma tale, co-
trico è realizzato con 5 fili che unisco-
no le piazzole contrassegnate da lettere munque, che vanno prese alcune precauzioni.
uguali; quello meccanico è invece effet- Come si è cercato di illustrare nelle apposite figure, il mer-
curio ovunque cada si dividerà in tante goccioline più o meno I quattro sensori al mercurio sono costituiti
tuato unendo le due schede fra di loro da plçcole ampolle contenenti un contatto elettrico:
mediante quattro colonnette (le solite sferiche; ecco allora che, aiutandoci con due pezzetti di car-
ta ( o cartoncino o plastica), dovremo cercare di riunire le quando la goccia di mercurio lo tocca scatta
esagonali forate e filettate) di circa 3 cm l'allarme ottico e acustico.
di altezza; altre quattro colonnette di goccioline portandole a contatto fra di loro, in modo tale
questo tipo (ma più basse) fungono da che esse vadano a formare una goccia unica via via più gros- rio ... a pizzichi, cioè con le dita, come fosse sale; ma
piedini distanziatori del pacchetto. sa. Terminata in questo modo la... raccolta delle gocce, se capitasse qualcosa del genere, cioè se questo metallo
Naturalmente è possibile, in casi in cui sempre con l'aiuto del pezzetto di carta rigido si metterà toccasse la pelle, non succede niente; dorrete solamente
le esigenze di installazione lo richieda- la goccia risultante entro un vasetto di vetro o di plastica, lavarvi, subito e con molta cura, usando normale sapone.
no, montare separatamente le due sche- e lo si andrà a depositare in uno degli appositi contenitori Infatti il mercurio è un veleno a lentissimo effetto sul-
de: l'inclinometro vero e proprio sul- per la raccolta di pile vecchie. o lo si" conserverà per ... gio- l'intestino e naturalmente se assunto in continuazione,
l'oggetto da controllare ed il circuito carci in futuro. Il motivo per cui il mercurio va trattato con anche in debole quantità.
elettronico nella zona di controllo; un pezzetti di cartone o simili è molto semplice: a contatto con Concludendo quindi, nessun pericolo da temere, special-
cavetto multiplo di lunghezza opportu- la stragrande maggioranza dei metalli, esso li scioglie e for- mente per brevi contatti. ma un po· dì prudenza da ri-
na funge da cordone ombelicale fra i ma una combinazione che si chiama amalgama. spettare durante la manipolazione (specie per chi ha
due stampati. Per una realizzazione ti- Non pensate comunque di andare a raccogliere il mercu- anelli d'oro alle dita!).
Plano di montaggio delle due schede: sopra quella contenente po la nostra, il montaggio viene com-
I componenti elettronlcl, sotto quella con i sensori e gli avvisatori. pletato inserendo il dispositivo in adatto 1: nel caso si rompa un'ampolla occorre recuperare Immediatamente Il contenuto di mercurio.
contenitore, che può essere in plastica Il modo più aempllce è quello di usare un foglletto di carta piegato.
2: ecco Il funzionamento del sensori al mercurio: Il circuito è chiuso quando la gocclollna
o lfv11 o trasparente, così da consentire la visio-
ne dei led, oppure di tipo e materiali
tocca I contattJ, aperto se non Il tocca.

6 qualsiasi, facendo però affiorare i led


stessi dal coperchio superiore, forando- 2 . . ONTATTI MERCURIO

o#s ±
ty
Cl
lo opportunamente.

,a
Sulla scheda inferiore è comunque pre-
o

o w4-<@ay; =6?
/(
visto l'utilizzo dei terminalini ad oc-
chiello per i collegamenti con l'esterno
(alimentazione ed altoparlante).
Prima dell'installazione definitiva, è
- CHIUSO

molto importante assicurare il giusto TERMINALI

i%.
posizionamento delle ampolle: con un t
o

0.4
O briciolo di pazienza si ottiene senz'al-
tro il giusto comportamento della goc- ~
o cia di mercurio. Tenendo anche presen-
te che i reofori, di metallo flessibile, non (@e.@» - (APERTO

o s7 o
garantiscono il mantenimento della po-
sizione assolutamente stabile, è consi-
lfv13 gliabile fissarle con una fascetta o con «e "
una goccia di collante alla piastra iso-
lante di supporto.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 42 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 43
0
a.
1
za.
di diamante ci porta ai tempi gloriosi La fedeltà del sistema piezoelettrico è sottilissimo raggio di luce che li unisce.
dall'immediato dopoguerra, ai favolo- tale che per svariato tempo fu conside- La lettura del disco avviene proprio co-
si anni '60, caratterizzati dal gran dif- rata insuperabile e l'attenzione degli sì; a vibrare è un sottilissimo raggio di
fondersi del suono riprodotto da dischi sperimentatori si rivolse a perfezionare luce, ma che luce ...
e di nuovi sound musicali. gli amplificatori e a studiare nuove tec- Laser è la sigla abbreviata che sta ad in-
La piezoelettricità è una corrente elet- niche di riproduzione come ad esempio dicare l'equivalente inglese di luce am-
trica che viene a prodursi ponendo in la stereofonia. plificata da stimolata emissione di ra-
vibrazione un cristallo di quarzo. L'ultima innovazione è ora qui sotto i diazioni.
La puntina percorrendo il solco vibra nostri occhi: via la puntina, via la testi- A differenza di una qualsiasi altra fon-
e pone in vibrazione il cristallo ad essa na piezoelettrica o magnetica che sia, te luminosa, che emette l'intera gamma
collegato, questo produce una corren- via ogni organo che possa in qualche cromatica dell'arcobaleno i cui colori
te elettrica amplificabile e riproducibi- maniera creare attrito, fruscio o strido- fusi insieme danno luogo alla luce bian-
le in altoparlante. re; restano solo il disco, il lettore e un ))

EIETTI Il frontale e l'interno di un moderno lettore per compact disc. Le diciture sulla parte elettronica
del dispositivo consentono di Individuare la funzione delle varie sezioni.

Il principio
di funzionamento
è lo stesso dei vecchi
giradischi. La musica viene
trasformata in catene
di dati in codice binario.
La qualità del suono
non risente di alcun
fruscio, disturbo
o rumore di fondo.

LETTORE
PER COMPACT DISC
imilmente ad un comune giradischi Thomas Alva Edison, che tutti ricordia- Un primo passo avanti avvenne con
S il lettore di compact disc si incari-
ca di leggere i suoni incisi su un disco
mo per via della lampadina, riuscì a col-
lezionare nella sua lunga vita più di
l'introduzione della testina magnetica.
Qui la puntina faceva vibrare una cala-
metallico sotto forma di microscopici 1000 brevetti. Il fonografo è del 1877 ed mita all'interno di una bobina di filo
solchi frastagliati. era a rullo; i primi fonografi a disco e elettrico; per via del processo magneto-
Sistemando un compact disc nell'appo- a tromba sono dell'inizio del nostro dinamico, ai capi della bobina si forma-
sito cassetto scorrevole e introducendo secolo. va una corrente elettrica alternata che
il tutto nel lettore, altro non si fa che riproduceva tutte le vibrazioni mecca-
porre il disco su un piatto giradischi in- niche inflitte dal solco del disco.
terno opportunamente schermato da DAL FONOGRAFO AL CD Questa corrente opportunamente am-
protezioni di metallo, vedremo poi il plificata riproduceva i suoni diretta-
perchè. La similitudine con il giradischi Una puntina metallica molto aguzza mente nell'altoparlante.
finisce qui; sono lontani i tempi dei pri- percorreva il solco precedentemente in- L'inconveniente più grosso era che la
mi esperimenti di Edison con il fono- ciso in un disco rotondo. Questa pun- puntina metallica si consumava e il di-
grafo ma la tentazione di ripercorrere tina era meccanicamente collegata ad sco si deteriorava rapidamente per cui
la storia di questo straordinario mezzo una membrana che vibrava solidarmen- la qualità del suono scadeva sempre più
di riproduzione dei suoni è così forte te e riproduceva i suoni. Una tromba ad ogni riproduzione.
che ci concediamo una piccola diva- si incaricava di dar loro corpo facendoli La scoperta dell'effetto piezoelettrico e
gazione. risuonare al suo interno. l'introduzione di puntine indistruttibili

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 44 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 45
LETTORE PER COMPACT DISC
1Le numerose funzioni del display
1 nonchè I moltl tasti di comando
presenti sulla parte frontale
del lettore richiedono per Il disco si Inserisce
Il collegamento con la scheda In un cassettino
elettronlca vera e propria un largo che a sua volta
nastro Isolante contenente decine entra
di plste slmlll a quelle del circuiti nell'apparecchlo.
stampati. La zona in cui
agisce Il laser
è coperta da una
piastra metalllca
che protegge da
pericolose
Irradiazlonl:
togllendo tale
piastra è
2 Il lettore laser vero e proprio imposslbile
è un blocchettlno di piccole azionare
dimensioni (20x20x20 mm circa) Il dispositivo.
dal quale fuoriesce, quando
è In funzione, un "occhio" che emette
Il raggio laser.

ca, un laser emette una luce monocro- più suoni ma una lunga teoria di numeri
matica detta coerente perchè il suo fa- 1 e O disposti in diversa sequenza a se-


scio non si allarga con la distanza ma conda del suono che viene codificato. ON OF

rimane concentrato in un piccolissimo Le note musicali non sono più note ma


raggio qualunque sia la lunghezza del- stridenti "file" di dati per computer.
la sua traiettoria. Se mai ci è capitato di ascoltare il ru-
Un laser di rubino, così detto perchè il more prodotto da questi "file" ce lo ri- OUT
raggio viene a crearsi all'interno di un corderemo come un fischio prolungato
seguito da una specie di pernacchia. I lettori più sofisticati sono dotati
cristallo cilindrico di rubino, emette un dell'uscita per Il collegamento
raggio con ben precisa e concentrata to- Il vantaggio di un suono così malamen-
all'ampllflcatore tramite cavetto
nalità di rosso. te ridotto è quello che non può essere a fibre ottiche. In questo modo
Tornando al nostro compact disc, un ulteriormente "rovinato". Un compu- la qualltà del suono si trasmette
sottilissimo raggio laser colpisce il sol- ter lo legge sempre come una teoria di Integralmente.
co nel disco mentre un lettore laser ne 1 e O qualunque sia, entro certi limiti,
legge le vibrazioni e le trasforma in cor- lo stato di conservazione del disco.
rente elettrica. La cosa potrebbe finire Riletto dal lettore laser del nostro com-
qui, opportunamente amplificata que- pact disc il "file" di dati viene analiz-
zato da un circuito convertitore digitale- I compact disc sono dotati
sta corrente potrebbe essere inviata agli di mlcrosolchl come I vecchi
altoparlanti. Senonchè a questo punto analogico che restituisce ai suoni il lo- dischi ma queste tracce
un'altra moderna tecnica decide di en- ro timbro originale. rimangono Invisibili
trare in ballo, quella del computer. Risultato: nella susseguente catena di ad occhlo nudo polchè,
amplificazione non è potuto entrare al- grazle alle minuscole
cun fruscio, disturbo o rumore di fon- dimensioni del raggio
CONVERTITORE ANALOGICO do come accade con i vecchi sistemi di che le legge, sono larghe
riproduzione del suono. frazioni di mllllmetro.
L'unico segno della
Si sa, per averlo più volte verificato, che L'amplificazione sarà così pulita che, in presenza dei
quando due differenti tecniche si incon- assenza di suoni, si stenta a credere che microsolchi sono
trano e si uniscono, il progresso esegue gli amplificatori siano accesi. gll strani rlflessl
passi da gigante. Il laser utilizzato nei lettori di compact che produce
La matrice del compact disc non viene disc è di piccolissima potenza, ma può Il dischetto
incisa direttamente con i suoni ma, tra- risultare pericoloso specialmente se do- Investito
vesse colpirci negli occhi. Viene quindi dalla luce.
mite un convertitore detto analogico-
digitale, tutti i suoni vengono trasfor- protetto da schermature metalliche e da
mati in catene di dati in codice binario circuiti che lo interdicono in caso di sua
e poi incisi. manomissione durante il suo funzio-
Visti in questa forma i suoni non sono namento.
LABOR[ORIO RV
to elettrico vero e proprio, esaminan-
done lo schema nei dettagli.

L'OROLOGIO 555 e
ALIMENTAZIONE
L' "orologio" che stabilisce la durata
degli impulsi è un semplice integrato
6
tutto fare, qual è il 555, che qui oscilla
ad una frequenza fissa di circa 90 Hz
(valore di comodo, che potrebbe essere
anche sensibilmente diverso).
La regolazione cui è preposto il poten-
ziometro Rl non serve (come si potreb-
be pensare di primo colpo) a modifica- Il sistema più semplice e veloce per regolare la potenza di un motore è quello
di collegare In serie ad esso una resistenza variabile (reostato).
re la frequenza, bensì la larghezza del- Una soluzione così elementare comporta però un forte assorbimento di calore
l'impulso, cioè il ciclo di lavoro del si-
Consente di variare stema (non a caso si chiama duty cycle),
da parte della resistenza che si surriscalda e spreca molta energia,
preziosa soprattutto se il motore funziona a batterla.
la potenza e quindi come è illustrato nei grafici allegati.
la velocità dei motori L'uscita dal 555 vien fatta prima di tutto
passare attraverso un led (che, con la
in corrente continua. sua accensione intermittente più o me-
È adatto sia per miniutensili no veloce, indica il regolare funziona- {A%-1
mento), per poi essere collegata alla ba-
da modellismo sia per se di un 2Nl711, a sua volta collegato
I
lampade elettriche. in configurazione Darlington con quello I
Funziona con tensione che è l'elemento di potenza vero e pro- I
prio, cioè un TIP 3055. I
fino a 24 V e con corrente
massima di 4-5 A.
ALTO GUADAGNO
I I
Il tipo di configurazione realizzata con MAX. POTENZA MIN.
TRI e TR2 è qui adottata in quanto
consente di ottenere un altissimo gua-

VARIATORE DI POTENZA dagno in corrente: in pratica è come se


si trattasse di un solo transistor (quello
di potenza) il cui coefficiente di ampli-
ficazione (o beta) è uguale al prodotto
Il circuito montato si collega ai tre
pins che vediamo a sinistra.
Esso risulta quindi esterno
al circuito stampato.

PER MOTORI IN CC
fra i beta dei due transistori.
Dato che il regime circuitale è di tipo
impulsivo (come è già stato spiegato
nonchè illustrato), cioè un continuo
ON-OFF ad onda più o meno quadra,
TR2 dissipa, e quindi scalda, pochissi-
er attuare un sistema veloce ed ov- potenza elettrica che vogliamo sottrar- todo della PWM. mo, e va quindi raffreddato solo se il
P vio col quale far variare la poten- re al carico). Per ovviare alla inutile perdita di ener-
gia elettrica, invece di variare diretta-
carico assorbe potenza molto elevata
(corrispondente, nel nostro caso, a 4-5
za assorbita per esempio da un motore Ne consegue perciò notevole surriscal-
(e quindi la sua velocità), la cosa più damento del resistore (o quantomeno, mente tensione e corrente per caduta, A).
semplice può sembrare quella di colle- il problema di evitarlo) e scarso rendi- si alimenta il carico (tipicamente il mo- La presenza di D3 sul collettore di Q2
gare in serie ad esso un reostato, cioè mento del sistema, data la potenza but- tore) con una serie di impulsi a durata serve per proteggere i transistori dalle
una resistenza variabile con continuità tata in calore ( e quest'ultimo aspetto è variabile (o modulabile) in questo sen- extratensioni provocate dall'induttanza
e regolabile a piacere. ancora più deleterio ove l'alimentazio- so: breve larghezza (o durata) se voglia- dell'avvolgimento del motorino o di al-
Questo sistema in effetti funziona ed è ne sia a batterie). mo bassa potenza (e quindi velocità); tro tipo possibile di carico.
molto semplice da realizzare, ma pre- Ecco i validissimi problemi per i quali larghezza (o durata) più ampia se vo- Una semplice lampadina-spia da 12 V
senta un grave inconveniente, come al il sistema a reostato non ha pratica uti- gliamo potenza elevata. serve per visualizzare, in modo un po'
solito per colpa delle leggi di Ohm e di lizzazione; tutte le volte che si deve ot- A questo punto, dopo le premesse di ca- semplicistico ma piuttosto efficace, il li-
Jaule: una forte dispersione di potenza tenere variazione di potenza erogata su rattere del tutto generico, per afferma- vello di potenza assorbita dal motore,
sull'elemento resistivo (che del resto è un carico che la trasformi in qualche ap- re meglio il funzionamento del sistema, grazie alla maggiore o minore lumino-
lì apposta per trasformare in calore la plicazione utile, viene impiegato il me- andiamo a vedere quello che è il circui- )))

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 48 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 49
. - . -· -·- ·- ·-· -- -· -··-· - . -·-·-· - . ,__. -· -· ..,
R5
NVi/1/'
VARIATORE DI POTENZA
m f f « j
_l+ALIMENTAZIONE
PER MOTORI
]éF f IN CC
f #

-
+ Il+ D04 I
-
R2 sità. Un altro componente risulta piut- ecco quindi il motivo della presenza del-
Il Il f e
I tosto importante sotto l'aspetto della la rete di filtraggio C3-C2-R5, nonchè
c2 [a I
protezione circuitale, e si tratta del dio- del diodo zener DZ, che consente di ali-
I do D4, stavolta posto in serie al moto-

°
mentare ICI con tensione stabile indi-
6 re; infatti un motore in movimento ge-
nera una tensione in C.C. come fosse
pendentemente dalle variazioni del ca-
rico o della linea di alimentazione.
11 D3
I una vera e propria dinamo, tensione che A smorzare i picchi di tensione che ab-
{ va in qualche modo a sovrapporsi a
quella di alimentazione.
biano a verificarsi ai capi di TR2 con-
tribuisce anche il condensatore C4.
/ C 1 TR1 Grazie a questa tensione, che nasce so- Il circuito che abbiamo presentato è in
ec # T 45l l prattutto quando gli impulsi di coman- grado di funzionare con tensioni com-

4
, , ... Il II do partono dal livello zero, abbiamo un prese fra 6 e 24 V; i componenti resta-
6I 1 t
USCITA altro motivo per trovare, sui collettori no gli stessi salvo per R5 ed LP, i cui

'4%
dei due transistori, livelli di tensione as- valori sono indicati nella tabellina che

?4 DL
Il
%% solutamente non graditi, e comunque
non raccomandabili per la salvaguardia
segue:

u llc4
del circuito.

TENSIONI DANNOSE
Vcc

& v
24 V
1
R5

1 o n - o,5 w
12V '180 2-0,5W 12v
390 Q - 1 W
& v
24 V
I
LP

D4 è appunto il semplice dispositivo che


impedisce il formarsi di queste tensio-
ni, o comunque il loro propagarsi dal Ora che lo schema elettrico è stato esa-
[' À i l l AL 7AucNzo ] motore al resto del circuito; con ciò si
riesce a stabilizzare soddisfacentemen-
minato nei suoi vari particolari, occu-
piamoci della sua realizzazione pratica,
te il funzionamento del nostro disposi- che come d'abitudine è stata effettuata
-. -.-. __. ......... - . - . - . - . - . -· - . - . - . - . .I. tivo, anche tenendo conto che i motori
in C.C. esistono nei tipi più svariati, an-
che piuttosto sofisticati (specie nel cam-
su una piccola scheda a circuito stam-
pato, sempre consigliabile anche se il
L'Integrato 555 stablllsce la durata degli impulsi, Il potenziometro R1 modifica Il ciclo di lavoro circuito è complessivamente piuttosto
po dei micromotori da modellismo), co- semplice.
del sistema mentre la configurazione di TR1 e TR2 consente di ottenere un forte guadagno In corrente.
sì da giustificare abbondantemente l'a-
dozione di questi accorgimenti.
Affinchè D4 possa espletare al meglio LE POLARITÀ
Schema di montaggio del variatore di potenza per motori la sua azione protettiva, esso deve es-
in e.e. lato componenti su scheda a circuito stampato. COMPONENTI sere montato vicinissimo ai morsetti del Nel montaggio vero e proprio dei com-
carico da regolare, specialmente se di ti- ponenti non c'è nulla di veramente cri-
c1 = 0,22 F (policarbonato) po induttivo (come il già previsto tico, se non il rispetto delle polarità e
c2 = 100 F - 35 V (elettrolitico) motore). del verso di inserzione di alcuni di essi.
B? ca$@ @)I + ALffvf. c3 = 100 F- 35 V (elettrolitico) Come sempre, è preferibile tener sepa- I diodi hanno tutti il riferimento rap-

3-s.$
c4 = 0,22 F (policarbonato) rata l'alimentazione della vera e propria presentato da una striscia in colore pre-
parte di controllo da quella di potenza; ))))
03 R1 = 50 kQ (poi. lineare)
R2 = 2200 n
R3 = 2200 n
=
gl ,@ e•
R4
R5 =
410 n
vedi testo

=55G@
a@ o D1
D2
D3
D4
=
=
=
=
1N4148
1N4148
1N4004
diodo 6 A
Circuito stampato In scala
1 :1 visto dal lato rame.

R3 / cs DZ = Zener 6,1 V/ 0,5 W


c2 IC1 = 555
TR1 = 2N1711
l= TR 1 @)I -AL/fvf. TR2 = TIP 3055
DZ DL = diodo LED
LP = vedi testo

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 50 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 51
VARIATORE DI POTENZA PER MOTORI IN CC
sente sull'estremità del corpo (in vetro do del corpo metallico, mentre TR2, dal denza del relativo terminale.
I7I
o in plastica) da cui esce il terminale del corpo rettangolare in plastica, ha le Altro componente caratterizzato da po-
catodo; ICI è contrassegnato da un in- uscite disposte come nel piano di mon- larità è il led (che qui si suppone inseri-
cavo su uno dei bordi minori, posto in taggio, il tutto visto dalla faccia in pla- to direttamente sullo stampato, ma che
mezzo ai pins 1 e 8, oppure da un pic- stica su cui è riportata la siglatura. potrebbe anche essere collocato, even-
colo incavo su uno spigolo, ad indicare I condensatori C2 e C3, essendo di ti- tualmente assieme al potenziometro di
il pin 1; TRl ha l'uscita di emettitore po elettrolitico, hanno la polarità ripor- regolazione, su un pannello esterno), il
indicata dal dentino che sporge dal bor- tata sul fianco del corpo, in corrispon- cui catodo è in corrispondenza del pic-
colo incavo presente sul bordo sporgen-
te del corpo in plastica.
Da notare infine la necessità di un pon-
Z UTY cYcLE ticello aggiuntivo di fianco ad ICI, rea-
lizzato con uno spezzone di filo avan-

+ 30 70 zato da un qualche componente.


90 70 50
Per i collegamenti con l'esterno, lasche-
V da porta fissati i terminali ad occhiello
cui saldare i relativi cavetti.
Uno dei casi più comuni in cui il variatore
di potenza risulta molto utile è per
PIASTRINA RADIANTE i minielettroutensili da modellismo che non
hanno mai-questo dispositivo-incorporato.
Sopra vediamo appunto il motore
Le illustrazioni qui riportate si riferisco- in corrente continua di un piccolo
no al caso del nostro prototipo, previ- minitrapano smontato con tutti
sto per erogazione medio-bassa di cor- i suoi componenti.
rente, e quindi senza alcuna necessità di
dissipazione aggiuntiva di calore per
TR2; invece, nel caso di corrente d'u-
scita che si avvicini ai valori massimi
previsti (4-5 A), in pratica occorrerà
piazzare una piastrina radiante avvita-
ta sull'aletta metallica di TR2, ricordan- LA PWM
do che essa è elettricamente collegata al
5 CICLI collettore, e che quindi non deve capi-
PWM è l'abbreviazione (si dovrebbe
tare a contatto coi componenti presen-
dire acronimo) di pulse width modu-
ti o quantomeno con le loro parti con- GENERATORE
lation, cioè del tipo di modulazione in
duttrici. cui è la larghezza (o durata) degli im-
Esempio grafico di una serie di impulsi variati in larghezza (e quindi Come al solito, la schedina può essere
In durata). Questo valore nel nostro circuito si regola in continuo pulsi che vien fatta rariare (restando
collocata in un piccolo contenitore di
tramite il potenziometro R1, invece costanti periodo ed ampiezza). O
plastica, sui cui posizionare a piacere il
controllo di potenza ed il led spia di
Occorre anche precisare che per mo- =
ALIMENTAZIONE
funzionamento; ne devono pure fuoriu-
scire i collegamenti al motore e all'ali-
dulazione si deve qui intendere non già
il significato specifico di sovrapposi- e
zione di un'informazione ad un'onda
mentazione. portante a RF, bensì quello che è il si-
Ricordiamo che, invertendo la polari- gnificato più generale. consistente nel
tà dei fili al motore, se ne inverte anche processo mediante il quale viene mo-
il senso di rotazione; inoltre, anche se dificata o l'ampiezza o la frequenza o V IMPULSI
appare ovvio, il circuito deve essere ali- la fase di una grandezza elettrica, fa-
mentato con il valore di tensione indi- cendola variare secondo le caratteri-
cato sulla targhetta del motore o di al- stiche imposte da un segnale di con-
tro carico da regolare. trollo.
La tensione di alimentazione non im-
porta che sia stabilizzata, ma deve es-
sere ben filtrata e comunque erogata da
un alimentatore di potenza sufficiente
(e con un certo margine) per il tipo di
Il sistema PWM (modulazione o
Il potenziometro lineare R1 di larghezza d'impulso)
si collega al circuito stampato
carico da far funzionare, pensando an- effettivamente adottato
con 3 spezzoni di filo da saldare che a eventuali sovraccarichi acciden- In questo circuito. POTENZA MIN.
ai pins appositamente predisposti tali oppure a sovratensioni causate da-
sia sul componente sia sulla scheda. gli spunti di partenza.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 52 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 53
Schema elettrico
del mlnitester
"da campo".
Nella parte
+ .
D1 Q

di destra,
sono Indicate
le configurazioni s1
circuitali
specificatamente
corrispondenti @
@
alle tre possibili
posizioni di misura, ds PILA

I lettori sono invitati ad inviare un loro progettino, semplice


e inedito, che non impieghi più di 15 componenti elettronici.
secondo quanto
elencato e spiegato
nel testo. s2 !±
PILA
g

Il più originale ed interessante di ciascun mese verrà 9V

pubblicato e compensato con una preziosa attrezzatura R060 + @


o
da laboratorio. PUNTALI ez
NE RO

UN TESTER DA CAMPO
ono un vosto fedele lettore da più prio perchè me lo sono fatto su misu- to pari pari lo schema e saldati pede- punto per segnalare che lo strumenti- tano fissati al coperchio dello scatoli-
S di 5 anni, appassionato di elettro-
nica oltre che elettrauto di professione.
ra, cioè di dimensioni piccolissime,
estrema praticità e buona rapidità di let-
stremente i fili, la realizzazione non pre-
senta alcuna difficoltà e l'uso diventa
no è in condizione di fungere solo da
ponticello e non di eseguire alcuni tipo
no; solo in un paio di casi, due compo-
nenti sono interconnessi con saldature
COMPONENTI
La disponibilità di attrezzatura del la- tura: insomma, è funzionale, ed è pro- semplice ed automatico. di misura. "volanti", ma date le dimensioni mo- S1 = S2 = doppio deviatore
(a slitta)
Fondamentalmente, le misurazioni fan- Oltre allo schema elettrico, fornisco an-
D1 = D2 = b3 = diodi 1 N4004
boratorio in cui lavoro non mi fa certo prio quel che serve quando si lavora. deste e la brevità del tratto, il tutto re-
mancare il tester di tipo tradizionale; Per questo, ve lo segnalo. no capo a tre led, e le funzioni dello che l'indicazione di una possibile rea- sta semplice da eseguire e di sicura af-
DLV= LED verde
ma proprio trattandosi di un lavoro che Esaminando lo schema, può apparire strumentino sono: lizzazione pratica del dispositivo, che fidabilità. DLR = LED rosso
avviene "sul campo", mi sono azzarda- un po' complessa la parte di commuta- 1°) prova tensione (se presente) sfrutta naturalmente un normale scato- È consigliabile porre in serie al puntale DLG = LED giallo
to a costruire un semplicissimo tester al- zioni relativa ai deviatori A e B, ma vi 2°) prova continuità lino in plastica, almeno nel mio caso negativo (il nero, per intenderci) un fu- R1 = 2,7 kO • 1/4 W
ternativo, che utilizzo tutti i giorni pro- possono assicurare che una volta segui- 3°) ponticello di cortocircuito senza particolari pretese. sibile da 3-;-5 A, per il semplice motivo R2 = 470 O • 1 /4 W
Nel primo caso (praticamente nella con- In fase di montaggio non ci sono parti- che, toccando coi puntali il+ e il- del- R3 = 680 O • 1 /4 W
dizione di riposo), esso provvede a se- colari precauzioni da rispettare, se non la batteria dell'auto quando lo strumen- 1 pila da 9 V
Soluzione costruttiva dello strumento. Lo scatolino adottato (va bene anche gnalare la presenza di una tensione seguire con cura lo schema elettrico; to è in posizione "ponticello", ne na- 2 boccole (1 rossa - 1 nera)
un portasapone!) è prevedibilmente in plastica ed è di dimensioni tali qualsiasi che, purchè compresa fra i 6 unica, ovvia attenzione è da porre nel- sce un bel cortocircuito; per far questo, 2 puntali da tester (1 rosso - 1 nero)
da contenere anche la classlca piletta da 9 V. l'individuazione dei contatti sui due de- si può ricorrere alla classica versione di 1 scatola in plastica (di misura
ed i 30 V, produce l'accensione del led opportuna)
rosso; in funzione del valore della ten- viatori a slitta, nonchè nella polarità dei portafusibile volante (o "lungo cavo"),
sione stessa varierà (e neanche poi di diodi (sia rettificatori che led). facilmente reperibile a basso costo in
RA tanto) l'intensità luminosa. Il cablaggio sfrutta come ancoraggi i qualsiasi negozio di materiale elettrico
Nel secondo caso (deviatore in posizio- terminali di quei componenti che risul- o elettronico.
ne A) si può misurare la continuità di
un qualsiasi circuito, verificare se una
lampada è interrotta o un diodo è in
corto, ecc.; comunque, se tra i puntali
esiste conduzione elettrica si accenderà
o
n1
un
o
)
..J
il led verde.
Nel terzo caso (commutando in posizio- PARTECIPA ANCHE TU!
o o
ne B), il deviatore S2 provvede a corto-
Il lettore che ci ha inviato il progetto
V circuitare i due puntali di misura; sem- del segnalatore di continuità vince questo mese
IJ bra una funzione strana, ma risulta in-
o uno stupendo kit per saldatura con valigetta
vece utilissima per avere a portata di contenente: saldatore stilo da 30 W,
0 mano, sempre facente capo allo stesso supporto per mini montaggi, dissaldatore,
strumentino, un ponticello di cortocir- raschietto, appoggio per saldatore e punte
cuito, senza dover andare a cercare di ricambio. Per partecipare basta mandare
spezzoni di filo più o meno "coccodril- ll vincitore il progetto con una breve spiegazione,
lati". Da notare che, in questo caso, una di questo mese è allegando una propria foto tessera, a:
Di Gangi Santino di ELETTRONICA PRATICA- EDIFAI - 15066 GAVI (AL)
sezione di S2 provvede anche ad alimen-
tare direttamente i led giallo e verde, che Settimo Torinese (TO)
si accendono contemporaneamente ap-

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 54 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 55
VOCE BASSA PER L'INTERFONO
ETTERE
LETTORI
Se avete un pro-
b I em a urgente
COMPONENTI R3
passate un fax:
cercheremo, nel
limiti del possibi- C1 =
=
10.000 pF R1 f c3
le, di rispondervi C2
=
0,2 F =I
&e
al più presto. C3 10.000 pF
C4 = 100 F - 16 VI
e
I tecnici della redazione di ELETTRONICA PRATICA sono
a disposizione dei lettori per risolvere al meglio i problemi
o le difflcoltà che incontrano nelle loro realizzazioni. I quesiti
di Interesse generale vengono pubblicati sulla rivista.
Potete scrivere a ELETTRONICA PRATICA
0143/
643462
FAX R1 =
R2 =
R3 =
R4 =
150 k?
47 KO
5600 O
5k? (trimmer)

e Il


-
L.
Il
Cc4
12 V
@

'e
EDIFAI - 15066 GAVI (AL)
TR1 = BC 108 (o equivalente) E(6)

GENERATORE DI SEGNALI NON MOD TO


Sono un CB un po' 'manesco'', e quindi Il signore è servito: lo schema è piutto- ma anche dalla solidità del contenitore MHz circa, mentre C3 è il trimmer che
sempre alle prese con esigenze di messa sto semplice, anche se un po' insolito col e del montaggio, nonchè della tensione va opportunamente regolato "una tan- Nel mio negozio ho installato un piccolo ne (a 12 V o meno) è talmente modesta
a punto. Vorrei quindi costruire, per il suo accoppiamento ad emettitore co- di alimentazione, che deve essere ben tum" appunto per centrare l'esatta co- impianto di diffusione sonora, per comu- che si può prelevare da qualsiasi tensio-
mio piccolo laboratorio, un generatore di mune, e di prestazioni discretamente af- stabilizzata, oppure fornita da una pila pertura di scala. nicare coi vari locali e servizi; tutto fun- ne già presente in loco.
segnali, ma non modulato: in pratica, po- fidabili nonostante la pochezza circui- ben carica. TR2 amplifica il debole segnale gene- ziona bene, ma resta un piccolo proble-
co più di un semplice oscillatore, che non tale. LI, C2 e C3 costituiscono il grup- C2 e C3 in particolare possono prove- rato da TR 1 e lo eleva ad un livello suf- ma: la mia voce. Ho infatti una voce di
impieghi più di 2.:,- 3 transistori. po da cui dipende la frequenza genera- nire dagli ottimi residuati che si trova- ficiente per l'impiego preposto. tonalità molto bassa, e ritengo quindi che, Il circuito si può Inserire direttamente
La gamma coperta deve ovviamente es- ta dal nostro circuito; però si deve an- no nel mercato del surplus; altrettanto Per un'esatta taratura di C3 si consiglia esaltando artificialmente le frequenze più nel contenitore dell'Interfono senza
sere da 26 a 28 MHz. che tener presente che la stabilità di un dicasi per il supporto di LI. di collegare all'uscita un frequenzime- alte dovrei riuscire a migliorarne la ri- che nulla rimanga In vista tranne
Elio Maranzana oscillatore dipende prima di tutto dal- Per l'esattezza, C2 è il variabile che con- tro oppure di ascoltare la portante di- produzione, equilibrando un po' il timbro; il comando del trimmer per regolare
(Frosinone) la qualità della componentistica usata, sente di eseguire l'escursione da 26 a 28 rettamente con il baracchino. quindi, su una delle entrate dell'amplifi- il tono; esso consente di rendere
catore vorrei mettere un circuito in gra- perfettamente comprenslblle
ogni tipo di voce.
do di esaltare le note acute.
Mi date una mano?

R1 R2 COMPONENTI Enrico Curcio ( Mantova)

Fortunatamente, il problema è molto


c5 C6 c1 = O, 1 F (ceramico)
C2 = 20 pF (variabile)
semplice da risolvere; basta infatti ve-
Il== C3 = 50 pF (trimmer)
dere quanto modesto è il circuito con-


C4 = O, 1 F (ceramico)
sigliato. In compenso, l'esigenza non è
e
es = 4700 pF (mylar)
poi così banale perchè un circuitino del
= genere (cioè un esaltatore di acuti) po-

• o C6 1 O pF (ceramico)
trebbe anche venir comodo per esem-

g z;
" %
i=
e

Il
e

;
9V
L1

R1
R2
=

=
=
1 O spire filo 0,8 mm
su supporto 8 mm
con nucleo in ferrite

33 kO
470 2
pio anche per chi fa collegamenti via ra-
dio: una voce un po' più acuta "passa"
più facilmente.
Infine, si tratta di una minuscola sche-
dina aggiuntiva, che quindi non richie-
de di manomettere i collegamenti e i
u Il R3 = 10k? componenti interni dell'amplificatore.
R4 = 1200 O Il circuito consiste semplicemente in un

C1 Il Il se e.é Il Il TR1 = TR2 = 2N2222


amplificatore che lascia passare (ed am-
plifica) prevalentemente le frequenze
più elevate della banda audio; il trim-
mer posto sul circuito di emettitore esal-
ta appunto, più o meno, questa carat-
teristica, regolando quindi il tono.
La corrente assorbita dall'alimentazio-

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 56 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 57
LETTERE
LETTORI •1se •
pregovan•
RADIORICEVITORE CON ZN 414 Quanti utili ed originali dispositivi possono essere realizzati partendo da una scatola
di montaggio! Tutti i componenti sono immediatamente disponibili: chiedono solo
Sono venuto casualmente in possesso di torino per Onde Medie; però, data la de- prevista tensione di 1,4 abbastanza sta- di essere assemblati con cura e precisione. Il risultato è sicuro!
alcuni integrati marcati ZN 414, dei qua- bole tensione di alimentazione, per ave- bilizzata. Il gruppo LC d'ingresso è tut-
li sono riuscito solamente a sapere che re un livello decente di ascolto in cuffia, to recuperato da qualche vecchio ricevi-
sono dei tipi piuttosto strani, a bassa ten- occorre aggiungere anche un transistor tore a transistori (ce ne sono tanti in gi-
Per acquistare i kit occorre Inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o ver.
sione. Non so bene che uso potrei farne, amplificatore a frequenza audio. ro guasti ed irrecuperabili); LI-L2 è la
samento sul conto corrente postale n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO- 20124 MILANO - Va P. Castaldi, 20,
ma penso che voi potreste suggerirmi Lo schema è congegnato in modo molto classica antenna in stecca di ferrite com- indicando con precisione nella causale Il kit o i kit desiderati.
qualche bel circuitino interessante; se poi classico: il circuito di sintonia in ingres- pleta di avvolgimento e C2è un norma-
fosse un piccolo radioricevitore, mi fareb- so, l'integrato amplificatore-rivelatore in le variabile sui 300-350 pF (il tutto, per
be particolarmente piacere. alta frequenza, un vecchio ma glorioso onde medie). La cuffia deve essere del
2N1711 come amplificatore che pilota di- vecchio tipo ad alta impedenza (per
Elio De Carolis ( Savona)
rettamente la cuffia. I due diodi in serie, esempio, i classici 600 O dei modelli mi- AMPLIFICATORE
litari). Data la semplicità circuitale, an-
Fortunatamente, si tratta di un tipo di in-
tegrato adatto anche per farne un ricevi-
D 1 e D2, servono (a somiglianza degli
Zener) ad alimentare lo ZN 414 con la tenna e terra devono essere ben efficienti. BF 7 WATT
L'amplificatore di bassa frequenza, è un dispositivo parti-
COMPONENTI colarmente adatto ad ogni tipo di impiego hobbistico. Nel
laboratorio del dilettante, infatti, potrà fungere da valido
C1 = 10.000 pF (ceramico) R1 = 100 k? L 1 /L2 = antenna in ferrite strumento di controllo di molte sorgenti sonore, mentre nella
c2 = variabile 350 pF R2 = 10k? completa (di recupero) pratica corrente sarà in grado di rappresentare il più impor-
C3 = 22.000 pF (ceramico) R3 = 2200 0 D1 = D2 = 1N4148 tante anello di una catena di amplificazione audio. Perchè
C4 = O, 1 F (ceramico) R4 = 150 k? IC1 = ZN 414 in esso va identificato uno stadio di potenza che eroga ben
es = 1 F (mylar o policarbon.) R5 = 33k? TR1 = 2N1711 4 W efficaci, su un carico di 4 O, e 7 W efficaci su uno di
c6 = 1 F (mylar o policarbon.) 2 O, ottenuto mediante il collegamento in parallelo di due
altoparlanti da 4 O ciascuno, che sono i modelli attualmente
più diffusi in commercio.
Naturalmente, i segnali amplificati, uscenti dall'apparato, so-
no totalmente privi di ronzii ed altri disturbi ed il funziona-
R3 mento avviene in regime di massima affidabilità.
EP 2a Lire 19.200

Cf ci R2
CUFFIA S1
o ALIMENTATORE
R4
E u STABILIZZATO
N
es

TR 1
=
3V
e• Alla collana delle nostre scatole di montaggio non poteva
mancare quella di un alimentatore stabilizzato, dalle carat-
teristiche non proprio eccezionali, ma adatto ad integrare
la strumentazione del laboratorio hobbystico, sia per la sua
çompattezza sia per il prezzo alla portata di tutti i lettori.
E adatto da accoppiare a tutte le apparecchiature elettroni-
L2 R1
01 C6 RSb .. che realizzate dal dilettante o acquistate in commercio qua-
li: amplificatori di bassa frequenza, generatori di segnali, ti-
mer ecc. L'esperienza ci insegna che il superalimentatore, as-
sai spesso, si rivela meno utile di due alimentatori di poco
C3 c4 02 costo e di modeste pretese tecniche. Infatti, durante i più co-
muni esperimenti di laboratorio, si lavora sovente con ten-
sioni di valori diversi, ma con assorbimenti di correnti non
superiori alle poche decine o centinaia di milliampere.
EP 13 Lire 24.800

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993- Pag. 58 ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1993 - Pag. 59
LAMPEGGIATORE
REGOLATORE MULTICOLORE uu

DI VELOCITÀ Serve per attirare l'attenzione su una vetrina o per abbellire


Questo regolatore di corrente è adatto soprattutto per esse- l'albero di Natale ma può essere usato come luci psichedeli-
re utilizzato con carichi induttivi e specificatamente per mo- che da taschino quando andiamo in discoteca. Collegando
tori elettrici; esso sfrutta la forza controelettromotrice ge- la pila i led di questo lampeggiatore cominciano ad accen-
nerata dagli avvolgimenti del motore per regolare la poten- dersi e spegnersi in maniera del tutto casuale. Ciò deriva dal
za disponibile. Fornisce quindi la massima potenza quando fatto che pur essendo i tre circuiti oscillatori identici per co-
il motore gira piano per diminuirla quando la velocità au- struzione e componenti, questi non lo sono elettricamente.
menta oltre quella desiderata. Ciò consiglia di utilizzarlo so- Infatti ciascun componente elettrico non è mai elettricamente
prattutto con i trapani dove questa prerogativa è partico- uguale al suo omologo. Questo fatto, conosciuto come "di-
larmente utile. Un simile funzionamento è possibile grazie spersione delle caratteristiche", fa sì che ciascuno dei tre lam-
all'impiego di un diodo SCR mentre sarebbe impossibile uti- peggiatori entri in funzione con cadenza diversa dagli altri
lizzando il più sofisticato Triac. due. Ciò determina il lampeggiamento non sincronizzato dei
A riprova di quanto detto è possibile un semplice collaudo: diodi led per cui l'accensione di ciascuna coppia avviene in
alimentiamo un trapano alla minima velocità e ci accorge- maniera e con tempo del tutto casuali.
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che del tutto innocue ma in grado di provocare la contra- corre servirsi di un selezionatore acustico, abbinato ad un
zione dei muscoli nelle vicinanze di dove vengono applicati amplificatore ad alta sensibilità, come quello presentato qui,
gli elettrodi. L'effetto terapeutico è simile a quello della co- che può diventare uno strumento di lavoro per il detective,
siddetta ginnastica passiva, cioè quella in cui i movimenti costretto a percepire, non visto e con chiarezza, la conver-
degli arti sono demandati a macchine apposite. sazione fra due o più persone inquisite. Ma il dispositivo è
Il nostro dispositivo ha tuttavia delle controindicazioni: non certamente in grado di agevolare anche l'attività di ogni cul-
può essere applicato in zone prossime al cervello o al cuore tore di scienze naturali, che cerca di registrare il canto degli
e non deve essere usato su persone anziane, bambini, donne uccelli allo stato libero, il ronzio delle api o il verso di molti
in gravidanza, portatori di pacemaker o su chi abbia subito animali selvatici. L'impiego di questa audiospia è semplicis-
infarto cardiaco. Gli altri soggetti devono limitarsi ad ap- simo. Si orienta un tubo contenente un piccolissimo micro-
plicazioni di breve durata. Altro uso può essere quello dian- fono verso l'origine dei suoni, si applica la cuffia in testa,
tifurto, in prossimità di una finestra dà una "salutare" scos- si regolano eventualmente due trimmer e si ascolta.
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sufficienti per scongiurare qualsiasi rischio . del manuale tutto diventa più facile.

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sono cresciuti a dismisura mentre l'impianto è rimasto lo stesso. di derivazione e portafrutti, canalizzazione dei cavi
Perchè allora non portarlo all'altezza di un compito ma soprattutto chiari schemi per la facile realizzazione
che così com'è fatica a sopportare, adattando le prese, di ogni tipo di circuito elettrico sono i temi centrali
gli interruttori, i punti luce non solo alle esigenze di oggi di questo manuale che mette chiunque in condizione
ma addirittura a quelle di domani? di installare un intero impianto elettrico.
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non si restituiscono. La rivista
48 Avvisatore d'incendi
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non assume alcuna responsa-
54 Saldare e dissaldare
bilità circa la. conformità alle vi-
genti leggi a norma di sicurez-
58 Segnalatore di stop bruciati
za delle realizzazioni.
60 Lettere dei lettori
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Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE
responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492
0143/642493
UFFICIO ABBONATI • Tel. 0143/642232
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L'abbonamento a
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neri e bianchi per i pannelli di comando, gomma speciale per cancellare in caso
di errore. Una volta tracciato il circuito, si trasferiscono i simboli con l'ausilio
di una spatola: il posizionamento è facile e preciso e non avvengono deformazio-
ni dei simboli, grazie alla qualità del materiale e alla presenza di crocini di riferi-
mento, quindi si connettono fra loro i simboli con i nastri adesivi oppure con le
piste trasferibili, entrambi disponibili in diverse altezze, e si realizzano le masse
con lo speciale adesivo. Il lavoro che ne risulta è di alta qualità: contorni netti,
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tali ai fini della buona riuscita del suo lavoro. In particolare è importante do-
tarsi, per maneggiare agevolmente e senza problemi i vari componenti elettro-
nici, di utensili precisi, robusti, affidabili, resistenti anche agli acidi e ai sol-
venti. Esiste una serie dì pinzette, realizzate in PBTP e fibra di vetro, che ri-
sponde a tutti questi requisiti. Il materiale con cui sono costruiti è antimagne-
tico, resiste agli acidi cloridrico e nitrico e ai solventi acetone e tricloroetilene;
è in grado di lavorare a temperature fino a 200 gradi ed è autoestinguente (cioè
incendiato si scioglie e si spegne per conseguente soffocamento). Le pinzette
sono fomite con cinque tipi di punte: piatte arrotondate, fini ad uncino, a spa-
tola, appiattite rinforzate, a punta in nylon e fibra di vetro. Costano da lire
9.000 a lire 14.000 a seconda dei tipi. Pastorino (21034 Cocquio - VA - Via
Milano, 90 - tel. 0332/975073).

UOVA DENTRO ANTICA FUORI


La foggia di questo radioricevitore per uso domestico ricorda tempi passa-
ti, in cui solo la radio portava nelle case tutta l'informazione che oggi riu-
sciamo ad avere attraverso svariati diffusori audio e video, e costituiva spesso
l'unica forma di intrattenimento. Non tutti inoltre potevano permettersi la
spesa di un apparecchio radio e allora accadeva che più famiglie si riunisse-
ro nell'appartamento di qualcuno che lo possedeva, per ascoltare notizie,
musica, commedie, opere liriche o concerti sinfonici. Per chi volesse rivive-
re l'atmosfera di quel tempo, raccontata magari dai nonni, oppure sempli-
cemente vestire la moderna tecnologia con un tocco di antico, esiste una
perfetta riproduzione di radio degli anni '30, realizzata in legno pregiato.
E antica solo all'esterno, con la struttura basata sulle forme arrotondate
tipiche di quel periodo, che si ritrovano sia sulla scala della sintonia che
sull'altoparlante, ricco di motivi ricurvi a scopo di ornamento. D'epoca an-
che gli interruttori e la suddivisione delle loro funzioni. All'interno sono
racchiusi moderni circuiti che permettono un'ottima ricezione delle gamme
AM, FM AFC. Viene alimentata attraverso la rete elettrica casalinga a 220
V. Lire 89.000. Catalogo O-Mail (50136 Firenze - Via Luca Landucci, 26
tel. 055/8363040).

ELETTRONICA PRATIC aggio 1993- Pag 3


CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA

Vediamo come realizzare


la funzione ANO usando
un apposito circuito stampato.
La scheda è studiata
per versioni sperimentali
o didattiche .
Passo passo il procedimento
per portare a termine
il lavoro senza errori.

GLI INTEGRATI C-MOS


(TERZA PARTE)
inalmente, da questo mese, il cor-
F so sui circuiti integrati C-MOS en-
tra nella fase della sperimentazione pra-
caso di zoccolo a 14 pins, restano libe-
re due piazzole.
terruttori aperti in serie: è del tutto evi-
dente che, per accendere la lampadina,
Alcune delle piazzole sono contrasse- occorre chiudere SI, S2 e S3; da questo
tica; ciò significa che la teoria sin qui gnate da lettere appositamente inserite gioco di parole viene confermato quan-
acquisita viene ampliata, verificata e per facilitare il montaggio. to già visto nelle puntate precedenti a
trasformata in circuiti pratici, sotto for- Il negativo dell'alimentazione è contras- proposito della funzione AND.
ma di montaggi sperimentali. segnato dal, mentre il positivo è con- Gli integrati più comuni che svolgono,
Per arrivare a questo, abbiamo innan- trassegnato dal +; la traccia del positi- con diverse possibilità e combinazioni,
zitutto provveduto a mettere i lettori in vo è volutamente spezzata in due brac- questa funzione sono: 408 IB, 4073B,
condizione di lavorare agevolmente su ci, ma in genere ne basta uno solo (co- 4082B, 4068B; ricordiamo che la B finale
un supporto base di utilità pressochè munque, ove necessario, si possono riu- sta per buffered, cioè che la corrente d'u-
universale, studiando e realizzando una nire con un ponticello). scita è maggiore di quella che si ottiene
schedina che permetta un facile mon- Da notare anche che il numero 1 con- con i circuiti integrati della serie, ormai
taggio (ed eventuale smontaggio) di trassegna il primo piedino dell'integrato. obsoleta UB (UnBuffered).
qualsiasi circuito si voglia sperimentare. Il 4081 B contiene, nel suo interno, 4 se-
Quindi occupiamoci subito di essa con zioni di AND identiche, con due entrate
una breve descrizione. Si tratta di un LA FUNZIONE AND ed un'uscita ciascuna.
circuito stampato senza previsione di Il 4073B contiene 3 sezioni di AND
foratura, una schedina di 5,5x6 cm, che Dopo questo esame preliminare della uguali, con tre entrate ed un'uscita.
può ospitare indifferentemente uno zoc- scheda-base sulla quale si può lavorare Il 4082B contiene 2 sezioni AND a 4 en-
colo a 14 o a 16 piedini. a piacere, dedichiamoci allo studio della trate ed 1 uscita; il 4068B contiene una
Le foto mostrano rispettivamente: la prima funzione digitale che costituisce sola sezione AND con 8 entrate e2usci-
basetta nuda, la stessa basetta con zoc- oggetto della presente puntata. te ( di queste, consideriamo per ora quel-
colo per IC a 14 piedini e con zoccolo Cominciamo per questo con un'occhia- la non invertente, da cui il simbolo sen-
per IC a I6 piedini; evidentemente, nel ta alla strana figura che comprende 3 in- za pallino): il tutto è opportunamente
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 4
La scheda
sperimentale
con tutti i componenti
montati: permette di realizzare
in pratica la prim a delle funzioni
fondamentali dell'elettronica digitale: la ANO.

illustrato nell'apposita serie di quattro


figure
Se vogliamo arrivare alla pratica realiz- 57 52 s3
zazione della funzione AND non pos-
siamo ovviamente ricorrere alla soluzio-
ne prevista con i tre interruttori in se-
rie, bensì dobbiamo ricorrere ad uno
stadio impostato su un apposito circuito
integrato, in questo caso (come evidente
dallo schema elettrico della schedina Versione "elettromeccanica"
sperimentale oggetto di questa punta- G
/ della funzione ANO: evidentemente,
ta) consistente in una porta NAND a vcc
~
per ottenere l'accensione della spia LP
tre ingressi; questi ingressi sono normal-
mente collegati allo zero (cioè alla ten-
e occorre chiudere tutti e tre
gli interruttori disposti in serie.
LP
sione Vss) attraverso tre gruppetti resi-
stenza (R1-R2-R3)- diodo LED (LVI-
LV2-LV3).
All'uscita è presente un altro LED (es-
so pure con in serie la sua brava resi-
stenza di limitazione R4) che sta ad in-
dicare lo stato o il livello dell'uscita stes-
sa, se cioè è O o l.
Nelle condizioni in cui i tre ingressi so-
no liberi, tutti i LED risultano spenti.
)))

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag 5


LI INTEGRATIC-MOS

Indicazione su come realizzare in pratica la messa a terra del corpo metalllco di un saldatore,
onde evitare che l'elettricltà statica o di dispersione presente sulla sua punta
abbia a deteriorare gli integrati C-MOS che risultano irrimediabilmente danneggiati
se agli elettrodi d'Ingresso viene applicata una tensione superiore ai 30-40 V.

PRECAUZIONI PER IL MONTAGGIO


Le norme di manipolazione degli integrati C-MOS sono già state pubblicate in qualche altra occasione. ma è comun-
que opportuno ripeterle: è meglio rileggere una volta in più questi consigli che ritornare una volta in più in negozio
a comprare un secondo integrato... perchè il primo si è bruciato'
Dovremmo ben sapere che rutti i dispositivi C-MOS sono piuttosto sensibili agli accumuli di elettricità statica, e
che tensioni superiori ai 30:40 presenti sugli elettrodi d'ingresso possono distruggerli.
Quando si eseguono i montaggi, ma anche (e soprattutto) le sperimentazioni con il circuito sotto alimentazione, non
si dovrebbe intervenire direttamente con il saldatore, che del resto può risultare pericoloso anche a circuito spento.
Qualsiasi intervento di saldatura sì può invece effettuare in tutta tranquillità se fa parte metallica del saldatore è
collegata a terra: e qui intendiamo per terra un rubinetto dell'acqua o, male che vada, un termosifone.
Per ragioni di maggior sicurezza generale. il collegamento a terra non è diretto, ma è eseguito attraverso una resi-
stenza il cui valore non è critico, ma che può essere sui 47000 - 2W, un terminale della quale sia strettamente girato
attorno al corpo metallico del saldatore (e magari bloccato da una fascettatura essa pure metallica).

Costituzione Interna del 4081B: esso contiene 4 sezioni Costituzione interna del 4073B: esso contiene 3 sezioni
di ANO con due entrate ed un'uscita. di ANO con tre entrate ed un'uscita.

14 14
13 13
12 12
11 11
10 10
9 9
8 8

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 6


Cominciamo ora, mediante i ponticelli Rappresentazione simbolica
PI, P2 e P3 già indicati a schema, a col- del dispositivo che esegue la funzione
legare progressivamente i tre ingressi al ANO: in questo caso si tratta
di un ANO a tre ingressi (o gate);
positivo (cioè alla tensione VDD): col- ne è riprodotta anche la "tabella
legando PI ad El, si ottiene ovviamen- della verità", cioè la combinazione
te l'accensione di DLVI e basta; colle- possibile dei livelli in entrata,
gando anche P2 ad E2, si accende pure e la conseguente situazione
DLV2e nient'altro; è solo collegando dello stato logico in uscita.
il terzo ponticello, P3, ad E3 che ( oltre Ricordiamo che 1 significa che

vo
I

all'ovvia accensione di DLV3) si ottie- Il piedino relativo ha tensione pari


ne finalmente luce anche dal LED ros- alla V; viceversa O indica
un piedino a tensione zero, cioè
ET E2 3
so in uscita, DLRI. La funzione AND '

è così ottenuta: le tre porte simulano


perfettamente gli interruttori S1, S2 ed
uguale a Vss (che poi sarebbe
il negativo dell'alimentazione,
come V ne è il positivo).
o o o -
S3, DLRI da parte sua simula LP. Aggiungiamo anche che Vcc (volt
in tensione continua) è la tensione
vera e propria che alimenta il circuito,
o o 7 o
-
SCHEDA SPERIMENTALE

Questo modesto ma significativo circui-


che spesso coincide quindi con V.
Per avere l'uscita ad 1, tutte
le entrate debbano essere ad 1,
o 7 1 o
caratteristica tipica della funzione
tino, dallo scopo evidentemente didat-
tico, può essere alimentato con la clas-
ANO; se anche solo un'entrata è a O,
l'uscita è inevitabilmente zero.
7 1 7 7
sica piletta rettangolare da 9V ed il
montaggio pratico è suggerito (come già cun controllo del senso di inserzione. Non è da dimenticare il ponticello ag-
era stato premesso) in modo da sfrut- Per quanto riguarda l'integrato, una giunto fra il piedino 7 ed il dell'ali-
tare con una certa semplicità la schedi- volta che lo zoccolo sia stato accurata- mentazione, realizzato con uno spezzo-
na sperimentale all'uopo descritta. mente fissato saldandolo alla schedina ne di terminale residuato da qualche
j fissaggio dei componenti avviene non stampata, esso va inserito in modo che componente. L'alimentazione di questo
già per inserzione dei terminali in ap- la tacca semicircolare presente su uno circuito (come degli altri che seguono),
positi fori, ma semplicemente appog- dei bordi stretti capiti fra le indicazioni può essere ovviamente tratta dalla clas-
giando i terminali stessi sulle piazzole 1 e 14 dei piedini. sica piletta a 9 V; però, dato l'aspetto
e provvedendo alla saldatura. I tre pon- Anche i LED sono polarizzati ed il ri- sperimentale (e quindi soggetto a lun-
ticelli sono effettivamente realizzati con ferimento consiste nella tacca ricavata ga ripetitività di prove) di questo tipo
3 cavetti che viaggiano dalla piazzola sul bordo del piattello di fondo del cor- di montaggi, può essere consigliabile
cui è ancorata la Voo ai LED. po: esso contrassegna il catodo, che nel avere una "scorta di elettroni" più co-
In questo circuitino solo le resistenze ed nostro caso deve risultare rivolto verso spicua: può cioè valer la pena di adot-
il condensatore di filtro sull'alimentazio- le resistenze, con l'unico LED rosso po- tare due batterie a pacchetto quadrato
ne Cl possono essere montati senza al- sto in corrispondenza di R4. da 4,5 V poste in serie.

Costituzione interna del 4082B: esso contiene 2 sezioni Costituzione interna del 4068B: esso contiene una sezione
di ANO a quattro entrate ed un'uscita. di ANO a 8 entrate e 2 uscite.

14 14
13 13
12 12
11 11
10 10
9 9
8 8

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 7


vDD

/ C 1
5
3
3 I[7 al .,. 11 Cf
è
9V
e

vss

Schema elettrico del circuito sperimentale che consente di attivare una funzione ANO.

Piano di montaggio della scheda a circuito stampato.

9V COMPONENTI
R1 = R2 = R3 = R4 == 1 kO
C1 = 0,1 F (ceramico)
IC1 = 4073B (ne è usata
una terza parte)
DLV1 = DLV2 = DLV3 = LED verde
Rl DLR1 = LED rosso

R2

R31j
Rt,

11
DLRJ

La basetta a circuito stampato


per montaggi sperimentali vista
dal lato rame In scala 1:1.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 8


GLI INTEGRATI C-MO
COME ORDINARE
LE BASETTE
Le basette a circuito stampato
per montaggi sperimentali
sono disponibili in confezioni
la 5 pezzi al prezzo di
L.. 15.000 {compreso le spese
di spedizione). Possono essere
richieste inviando
anticipatamente l'importo
tramite assegno bancario,
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N° 46013207 specificando
l'articolo richiesto.

STOCK RADIO
Via Panfilo
Castaldi, 20
20124
MILANO

1: la basetta a circuito stampato


ancora nuda, se si eccettuano
le plazzole relative allo zoccolo
che sono prestagnate per comodità.

2: l'operazione di prestagnatura
è consigliabile eseguirla anche
sul piedini dei 2 tipi di zoccolo
(a 14 ed a 16), preventivamente
divaricati.

3: la stessa basetta ha ora lo zoccolo


per IC a 14 piedini già saldato
sulle relative plazzole.

4: la basetta con saldato lo zoccolo


a 16 piedini.

5: per il montaggio si usa


un saldatore a punta affllata, nonchè
dello stagno sottile, presaldando sia
le piazzole per lo zoccolo sia i piedini
dello zoccolo completamente aperto,
e solo a questo punto saldando
lo zoccolo allo stampato.
SI procede poi con gli altri
componenti, controllando che non
si verifichino dei cortocircuiti fra
le singole piazzole, alcune delle quali
sono inevitabilmente molto vicine
l'una all'altra.
WATTMETRO
PER BF E RF
Misura il livello della potenza in uscita
di amplificatori e trasmettitori.
Sostituisce i valori più comuni di resistenza di carico.
E estremamente semplice da realizzare.
Il circuito va racchiuso in un contenitore d'alluminio
piuttosto sottile (1-1,5 mm); al posto
del microamperometro possiamo usare
un tester collegato al dispositivo.

ella maggior parte dei casi, gli stru- sistenza d'uscita dell'apparato di cui si za; l'altro bocchettone T è appunto
N menti destinati alla misura di po-
tenza, sia in bassa che in alta frequen-
vuol misurare la potenza, deve presen-
tare valori diversi da caso a caso.
quello al quale si collega il tappo R T.
R 1 ed R2 formano un partitore resisti-
za, sono costituiti da un carico fittizio Quindi, o si commuta o si sostituisce. vo 10 a 1 di valore sufficientemente ele-
(cioè da una terminazione resistiva, di Volendo eseguire contemporaneamente vato da non modificare, se non in mo-
valore identico a quello del carico ope- misure sia di bassa che di alta frequen- do trascurabile, la resistenza comples-
rativo vero e proprio, sulla quale si dis- za, il sistema della commutazione non siva del carico; tramite il deviatore S 1
sipa, come energia termica, l'energia è assolutamente consigliabile, oltretutto si selezionano le due possibili portate:
elettrica applicata) e da un opportuno a motivo della notevole complicazione in posizione B (come: bassa) si misura
voltmetro che misura la tensione di con- sia nella sua realizzazione che nella re- il più basso valore di fondo scala, 10 W;
seguenza localizzatasi ai capi del sud- peribilità di un commutatore adatto. in posizione A (come: alta) si misura il
detto carico fittizio. A conferma di ciò, va precisato che i va- più alto valore di fondo scala, 100 W.
Poichè la resistenza è nota, ed altrettan- lori tipici nel campo BF sono: 20 - 40
to lo è la tensione, attraverso le leggi di - 82- 162 (anche se con una certa pre-
Ohm e di Joule si ricava facilmente il valenza per i due centrali); per misure DIODO RETTIFICATORE
valore della potenza (che negli strumen- a RF invece il valore standard è 500.
ti commerciali è già riportata cometa- Occorre poi tener presente che la ter- Poi, proseguendo a schema, arriva fi-
le sulla scala del voltmetro). minazione resistiva deve essere in gra- nalmente il vero e proprio rivelatore,
Naturalmente anche nella realizzazio- do di dissipare, cioè di trasformare in che in questo caso è un rettificatore ( o
ne dell'apparecchio che presentiamo si calore, tutta la potenza che esce dal- se si preferisce un raddrizzatore), nella
segue questa classica soluzione circui- 1 'amplificatore o dal trasmettitore; fattispecie un diodo al germanio (pos-
tale, la quale ci consente di controllare quindi, anche sotto questo aspetto, il sibilmente del tipo rivelatore per segnali
la potenza d'uscita del nostro amplifi- suo dimensionamento deve essere ben video); esso, in coppia con il condensa-
catore BF (magari, un hi-fi), oppure del adeguato: dopodichè naturalmente, tut- tore Cl, trasforma il segnale BF o RF
nostro "baracco", nonchè (se l'apparec- ti i valori di potenza inferiori alla mas- in una tensione continua alla quale si
chio si realizza con la necessaria abilità sima sono automaticamente ben tolle- carica appunto Cl.
ed esperienza) del trasmettitore VHF. rati dal carico fittizio. Attenzione: dato il trascurabile assor-
Tutto quanto precede dovrebbe far in- bimento di corrente della parte di cir-
tendere i motivi per cui il massimo del- cuito che segue (pochissime centinaia di
CARICO FITTIZIO la nostra cura si dedica ad una soluzio- A), il condensatore Cl resta sempre
ne furba per la sostituibilità della resi- carico al valore di picco ( o di cresta o
Il concetto secondo cui si imposta il cir- stenza di terminazione, quella che ne- massimo) della tensione applicata all'in-
cuito non è per niente originale (anzi, gli schemi e disegni indichiamo con RT, gresso ( e quindi al carico), talchè si de-
come già si è accennato, abbiamo fatto e che abbiamo per la precisione battez- ve tener conto, nella taratura della sca-
del nostro meglio per adottare la solu- zato come resistenza-tappo, per rifare la dello strumento, che il valore di ten-
zione che ci consenta di andare assolu- il verso a qualcosa che assomiglia ad un sione misurata dallo stesso è uguale ad
tamente sul sicuro); un certo tocco di vero e proprio tappo presente in note 1,41 volte quello dell'ingresso.
originalità lo ha invece il sistema che ri- versioni commerciali di questo tipo di Infine, attraverso R3 (che permette ap-
solve le necessità di sostituzione della strumento. punto di tarare l'esatto fondo scala del-
terminazione resistiva, vale a dire del Ritenendo così sufficientemente giusti- lo strumento di misura) l'energia rica-
carico fittizio vero e proprio. ficato l'approccio alle soluzioni circui- vata dal segnale va a far deflettere pro-
Va infatti precisato subito che, volen- tali possibili, passiamo ad esaminare lo porzionalmente al suo livello l'indice del
do con questo wattmetro eseguire mi- schema elettrico del vero e proprio mi- microamperometro.
sure di potenza in gamme di frequenza suratore. La presenza di C2 in parallelo ai mor-
molto diverse, il valore del carico fitti- Al bocchettone E viene applicato il se- setti dello strumento è giustificata dal-
zio, dovendo essere pari a quello di re- gnale di cui si deve misurare la poten- ))»

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 11


51 01
B X
R1
A
E

R2 c1

T C2

m y

Schema elettrico del vero e proprio circuito di lettura.


Chi volesse economizzare sul microamperometro, può usare
al suo posto un tester analogico od un multimetro digitale
'TAPPO' sulle previste portate In tensione.

COMPO ENTI la necessità di assicurarsi, grazie all'ef-


fetto cortocircuitante della sua capaci-
tà, che il segnale non venga direttamen-
MISURATORE A = microamperometro 50: 100 A te captato dallo strumento stesso.
C1 = 0,1 F (ceramico) E,T = connettori coassiali tipo SO239 Passiamo ora ad occuparci di quella che
C2 = 0,1 F (ceramico) s1 = deviatore a levetta
è l'esecuzione pratica di questo circui-
R1 = 8200 2 to misuratore di potenza, esecuzione per
R2 = 1000 2 (pot.) TAPPO
la quale (data la pochezza dei compo-
R3 = 10k? (pot.) R1 = R2 = R4 = R5 = 2200 - 2W nenti ed i molti ancoraggi disponibili,
D1 = diodo al germanio R3 = 5602 - 1W nonchè i vincoli costituiti dalla possi-
1 connettore coassiale tipo PL259 bile operatività a valori molto alti di fre-
quenza) si adotta fa vecchia tecnica del
cablaggio libero (cioè non a circuito
stampato) dei componenti.
RT Le illustrazioni chiare e dettagliate con-
sentono di non spaventarsi troppo per
la realizzazione che appare forse più la-
boriosa del solito.
R4 Si parte innanzitutto dalla scelta del
contenitore, che può essere una delle so-
li te scatole metalliche (meglio se in al-

Schema elettrico della "resistenza-


tappo", consistente In una
combinazione di normali resistori
(possibilmente di tipo antllnduttlvo)
con la quale si riesce a realizzare
Il desiderato valore resistivo
ed a raggiungere la necessaria
dissipazione di potenza.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 12


T7METRO PER BF E RE
luminio) reperibili in commercio. ne termica sull'ordine dei 10 W, specie intenderci).
ccorre poi provvedere, oltre che all'e- per prove un po' veloci. Questo cavetto da una parte ha intesta-
secuzione dei fori necessari su quello Nel nostro caso, abbiamo 4 resistenze to il connettore coassiale maschio; dal-
e diventa il pannello frontale, anche da 2202 /2W, il cui valore resistivo di- l'altra parte si spella per circa 5 mm la-
lla sistemazione di uno schermo di al- venta 55; aggiungendone una da 5602 nima centrale e si toglie per 8-10 mm
luminio che separi la parte d'ingresso ancora in parallelo, si arriva appunto la guaina esterna in plastica; proprio da
dal resto del circuito, in modo da co- ai 502 (e qualche frazione) desiderati. questa parte il cavo si infila fino a far
stituire un vano di dimensioni appena La potenza complessiva risulta poco più toccare la guaina isolante sul bordo del-
maggiori di quelle del connettore T. di 8W, più che sufficienti per il tipo di la scatola, avendo cura che la calza
Ciò in quanto i due connettori, T ed E, servizio alternativo previsto. schermante entri pari, senza che abbia
debbono trovarsi vicinissimi, e vicinis- Qualche parola in più la merita, come a schiacciarsi e a rimanere all'esterno.
simo ad essi deve trovarsi il deviatore già si è accennato all'inizio, la realizza- Una volta che il moncherino di cavo è
Sl; in questo modo i collegamenti del- zione del carico fittizio. all'interno della testina, la calza scher-
la parte ad alta frequenza possono ri- mante si apre, rovesciandola contro il
sultare molto corti (e comunque vanno bordo interno, e si procede alla sua sal-
eseguiti con filo da I mm). IL CONTENITORE datura, robusta ma veloce.
I primi componenti da montare sono Per far questo, occorre usare un salda-
appunto i connettori, SI, i due poten- Innanzitutto, la scelta più opportuna tore bello grosso (di quelli, per inten-
ziometri ed il microamperometro. per lo scatolino contenitore è il piccolo derci, che assomigliano a delle piccole
Si eseguono poi i collegamenti di mas- modulo quadrato. in metallo stagnato asce di guerra indiane), molto stagno
sa come suggerito nel disegno di mon- della Teko, classicamente adottato per e ... molta cura.
taggio, usando del filo nudo da I mm circuitini a RF, su un lato del quale va Poi si saldano, una alla volta e ben alli-
e tenendo i tratti i più corti possibile eseguito un foro di circa 10-11 mm per neate, le 5 resistenze al fondo della sca-
(sfruttando anche un paio di "pagliette consentire il passaggio del cavo coassia- tola (con lo stesso saldatore di cui so-
di massa" sui connettori). le, uno spezzoncino lungo 10-20 cm di pra), naturalmente da un lato solo, e
Infine, i componenti: Rl a cavallo di Sl, RG8 (quello grosso da trasmissione, per )))
DI che sfrutta l'ancoraggio centrale di
Sl e quello più vicino di R3, su cui va Piano costruttivo del circuito
anche ancorato Cl; C2 sfrutta invece gli di misura, che sfrutta i punti
altri due ancoraggi di R3 oppure si col- di ancoraggio presenti
loca direttamente sullo strumento. sul dispositivi
elettromeccanici
fissati a pannello.
LE SALDATURE %.2%%. A
N A AE
di uno schermo
In tutti quei casi in cui ad uno stesso oc- metallico in zona
chiello si ancorano due componenti, la ingresso segnale.
procedura più raccomandabile da segui-
re è anche la più semplice: si infila il pri-
mo terminale e lo si ripiega in modo che
il componente resti ancorato; si infila il
secondo terminale nello stesso occhiel-
lo e solo ora si procede alla saldatura.
Se il cablaggio complessivo si esegue con
le precauzioni indicate nel testo ed illu-
strate nelle figure, lo strumento è in gra-
do di funzionare ugualmente bene in
bassa frequenza come in VHF.
Occupiamoci ora di quello che abbia-
mo battezzato il "tappo", cioè del ca-
rico fittizio che qui viene descritto ed
illustrato solo nel tipo relativo alla ter-
minazione da 500 per HF/VHF e per
una potenza massima di 10 W.
Lo schema elettrico in questo caso è ve-
ramente elementare, trattandosi di met-
tere in parallelo 5 resistori il cui valore
complessivo consenta di ottenere i 500
standard ed una capacità di dissipazio-
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 13
WATTMETRO PER B
modo da ottenere i valori necessari.
Se per esempio occorre un carico da 80
- lOOW (che costituisce la versione più
probabile di testina alternativa a quel-
la descritta), si possono per esempio
sfruttare 8 resistori da 680 del tipo a fi-
lo da 10-15 W; in BF non ci sono so-
stanziali problemi ad adottare tipi di re-
sistori non induttivi.
Qualora invece si desideri un carico da
502 - 100W (tipicamente quindi per RF)
si devono pazientemente ricercare gros-
se resistenze a carbone non induttive sul
PL259 mercato del surplus.
' 10Cm di RG8 SCATOLA
Rappresentazione
TEKO RF
del modo in cui il carico ± QUALI RESISTENZE
resistivo è costruito;
im portante la pur
sem plice soluzione con
Per quanto riguarda la scelta dei com-
la quale questa testina ponenti, è opportuno dare qualche in-
può essere scam biata dicazione a proposito di quelli resisti-
con altre costruite vi; innanzitutto, i due potenziometri de-
analogam ente ma per stagnare / vono essere rigorosamente del tipo a
valori diversi di la calza strato di grafite (guai cioè se fossero a
resistenza e potenza. filo); a tal proposito, si può notare che
i potenziometri presentano i moncherini
dei perni tagliati, senza alcuna mano-
pola applicata: la cosa si fa apposta,
perchè, una volta eseguita la taratura
cui essi sono preposti, non si devono più
Aspetto esterno del frontalino toccare (anzi, una goccia di vernice o
del contenitore nel quale il solito smalto da unghie rendono più
è montato lo strumento sicura la conservazione della taratura
di misura. Da notare che stessa).
i potenziometri di taratura, Il microamperometro adottato è il so-
dopo aver tagliato il perno lito giapponesino, che può essere da 50
a misura di circa 1 cm, sono
o 100 A; nel secondo caso la lettura
lasciati senza manopola,
magari ricavandovi in testa della scala risulta pressochè diretta, e
il taglio per un cacciavite, quindi più comoda; nel primo caso, si
così da limitare il rischio ha una maggiore riserva di sensibilità
di ruotarli inavvertitamente per bassi valori di potenza.
o per passatempo (arrivando Per quanto riguarda i resistori del tap-
così a starare il tutto!). po, nel caso della testina HF-VHF è op-
portuno scegliere i tipi ad impasto, che
sono senz'altro meno induttivi dei più
normali a strato; ne sono reperibili an-
cora, specialmente nei vari mercatini
con la piega del terminale tale che esse attendibili sino alle VHF. che si tengono molto spesso in giro per
risultino all'altezza del cavo. Per realizzare terminazioni resistive di P'Italia.
Gli altri 5 terminali, riuniti con cura at- altro valore, tipicamente di resistenza Invece per le testine da BF, anche delle
torno alla parte nuda del cavo coassia- più bassa e potenza più elevata per l'u- resistenze a filo, in combinazioni oppor-
le, vanno poi saldati tutti assieme (sta- so nel settore della hi-fi, occorre tener tune a seconda del valore di resistenza
volta basta il saldatore normale); ora, conto del fatto che difficilmente si tro- che si vuole ottenere, vanno più che bene.
il tappo è pronto. vano in commercio i resistori idonei a Ora, siamo arrivati al punto della tara-
Tenendo sempre presente la precauzio- realizzare direttamente il tappo deside- tura delle due portate previste, per la
ne di tagliare i terminali i più corti pos- rato. quale... occorre un alimentatore in cor-
sibile compatibilmente con le necessità Anche in questo caso quindi occorre rente continua, a tensione regolabile,
meccaniche e di cablaggio, un tappo sif- "parallelare" più resistenze, scelte di va- con voltmetro ben preciso (può essere
fatto consente di eseguire misure più che lore opportuno fra quanto reperibile, in incorporato, o può essere il tester o, an-
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 14
F E RF LA LETTURA DI V, P, R
multimetro digitale colle- Il problema della scala di lettura per il nostro wattmetro è comune a tutti
tatore). i circuiti che devono trasformare una lettura di tensione nel valore di potenza
inserito al suo posto di corrispondente; la relazione fra i due valori non è lineare ma quadratica, e
. e con il deviatore S 1 in quindi la scala ha sempre un andamento completamente diverso da quello ori-
i applica all'entrata del ginale dello strumento.
mentatore suddetto, re- Poi, dobbiamo anche considerare che questo wattmetro presenta la caratteri-
na precisione sui valori stica dei carichi intercambiabili per valori diversi non solo di potenza, ma cm-
0110 alle scale che si vo- che di resistenza; il problema delle scale diventa quindi ( sotto un possibile
, naturalmente tenendo aspetto grafico) piuttosto complicato.
edenza di carico cui rife- L'unico modo semplice e serio per risolverlo è allora quello di... rinunciarci
e, e quindi della resistenza e piuttosto ricorrere ad una tabella a doppia entrata, nella quale siano ripor-
tati i valori di potenza corrispondenti alle varie letture direttamente fatte sul-
quindi alla testina qui de- lo strumento, riferiti ai valori standard di resistenza di terminazione.
F. i cui valori sono 10 W Questi valori sono ricavati combinando fra loro le leggi di Ohm e di Joule.
1 502 di valore standard di che portano appunto alla formula risolutiva che si fornisce per i casi non pre-
dalla formula già ricorda- visti in tabella.
subito il valore di V che ser- Joule dice che: P = VxI; Ohm dice che: I= V:R
Se invece ci si riferisce ad Quindi, combinando le due: P = V?:R da cui V= VPR
nza-tappo da 100 W su 82. Dall'una o dall'altra di queste ultime due relazioni si possono ricavare, oltre
V che corrisponde a questa che tutti i dati della tabella, anche tutti quei valori che in alternativa ci inte-
è di 28,3 V. ressano.
ambedue queste testine, ser- ,
a da 30 V di portata: questa '
1e da applicare all ingresso Valori resistivi del tappo (in O)
o per tarare il primo valo-
cala.
2 4 8 16 32 50

REGOLARE LA SENSIBILITÀ volt potenze sui carichi (in W)


'i di regolare il potenzio- 1 0,5 0,25 0,12 0,06 0,03 0,02
ità dello strumento, e
che l'indice vada esat- 1,5 1,125 0,56 0,28 0,14 0,07 0,045
scala con i 30 V pre-
ti. 2 2 1 0.5 0,25 0,125 0,08
• intermedie sono ri-
appositamente ri- 3 4,5 2,25 1,25 0,56 0,28 0,18

ore di potenze su- 4 8 4 2 I 0,5 0,32


i sin qui si è fatto 12.5 6,25 3,12 1,56 0,78 0,5
5
lisporre SI sulla
siamo a 100 V; 7 24,5 12.2 6.1 3 1,5 0.98
lche modo (an-
uesto valore di 10 50 25 12,5 6,25 3.1 2
• ingresso del
S 1 sulla por- 15 112.5 56 28 14 7 4,5

nziometro di 20 200 100 50 25 12,5 8


indice del mi-
scala. ed an- 30 -
225 112 56 28 18
rova è siste-
40 - - 200 100 50 32
mata (naturalmente anche in questo ca-
so le misure intermedie si ricavano dal- 50 - - - 156 78 50
l'apposita tabella).
Sulla base dei due esempi qui citati. si 60 - - - 225 112 72
uò corredare il nostro wattmetro di al-
tre testine. pardon. di altre resistenze- 70 - - - -
153 98
ppo. a seconda delle esigenze del sin-
golo lettore.
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 15
IL MONDO \
4 PORTATA DI VOCE\ /
,
Queste pagine sono
riservate ad una rubrica

h dedicata interamente
alla radio, per
ripercorrerne a grandi
passi la storia
e risvegliare nel neofiti
l'interesse per il magico
mondo delle trasmissioni
a carattere non
commerciale, quello
dei radioamatori.
Percorreremo insieme
tutta la strada che,
attraverso varie
esperienze,
ci dischiuderà I segreti
della propagazione
e della ricezione
delle onde radio fino
a giungere un giorno
a coronare il sogno
di trasmettere a nostra
volta con la dovuta
preparazione
e competenza.

LA STAZIONE
DI ASCOLTO (TERZA PARTE)
A cosa servono le Caroline.
Come si accordano le bobine di media frequenza.
In che modo si elimina il fading ottenendo
un livello sonoro stabile.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 16


entornatì e benvenuti cari amici raccontata con una tale convinzione e supporto e dalla sezione del filo.
B d'antenna: bentornati a tutti voi
che seguite questa rubrica dalle punta-
dovizia di particolari che non ho mai
osato metterne in dubbio la veridicità.
Normalmente si stabilisce il numero
esatto di spire usando il dip-meter, uno
e precedenti: benvenuti ai nuovi, spe- Miracoli della miniaturizzazione, oggi strumento il cui funzionamento è stato
ro numerosi. che solo ora si aggregano un filtro di media frequenza è sì e no descritto sul fascicolo di febbraio '93 di
nostro viaggio nel cuore della radio. grande come un fagiolo. questa nostra rivista.
Siamo giunti ad esaminare i circuiti ac- Se ne usano normalmente due; il com- Realizzato l'avvolgimento, nel foro cen-
cordati cli media frequenza. Essi sono pito del primo è quello di lasciar pas- trale filettato del supporto si avvita un
formati da bobine sintonizzate sul valo- sare la frequenza della stazione sinto- nucleo di ferrite (una specie di vitina ne-
re della media frequenza proveniente dal nizzata e convertita dai precedenti sta- ra che sembra di carbone) regolando il
recedente stadio convertitore. Questo di nel valore della frequenza interme- quale è possibile variare entro certi li-
alore è normalmente pari a 455 kHz. dia, di dividerla da eventuali segnali vi- miti la frequenza di risonanza della
A proposito di bobine mi tornano alla cini che siano riusciti a passare impu- bobina.
memoria i racconti di alcuni radioama- nemente attraverso il convertitore per Praticamente ci troviamo di fronte ad
tori che erano già vecchi quando io ero poi applicarla ad uno stadio amplifi- un piccolo trasformatore di tipo un po'
ancora un ragazzino. Costoro afferma- catore. speciale; il suo rendimento è elevato alla
vano che, agli albori della radio, ave- La seconda media frequenza preleva il frequenza di risonanza e scarsissimo a
vano costruito bobine talmente grandi segnale amplificato, lo filtra a sua vol- tutte le altre.
che una persona poteva tranquillamente ta e lo invia ai successivi stadi rivelato-
alloggiarvi all'interno. re e amplificatore di bassa frequenza.
Le avevano soprannominate Caroline Ma vediamo un po' come sono fatte le IL FATTORE DI MERITO Q
in ricordo di una ragazza di facili co- nostre moderne Caroline. Il filo di ra-
stumi, appunto Carolina, che un gior- me smaltato o di rame millecapi ricoper- Due bobine elettricamente identiche
no avevano convinta ad introdursi nu- to di seta (il cosiddetto filo Litz) è av- possono non avere eguale rendimento.
da all'interno di una di queste bobine volto su un tubettino isolante di suppor- Ciò dipende dalla precisione degli av-
dicendole che la radiofrequenza le to in maniera da formare due bobine. volgimenti e dalla qualità dei materiali
avrebbe restituito la verginità perduta. Il numero delle spire occorrenti dipen- usati.
E vi assicuro che questa storia veniva de dalla frequenza, dal diametro del ))))

La parte della stazione d'ascolto in esame in questa terza puntata è quella del circuiti accordati di media frequenza
formati da bobine sintonizzate sul valore di frequenza Intermedia proveniente dallo stadio convertitore.

STAIO DO' INGRESSO MISCELATORE E 2'MEDIA FREQUENZA

+
fu
-----7
I
I
I
I

SEPARATORE
AMPLIFICATORE
AL MISCELATORE
11

<.
DEMODULATORE

AMPLIFICATORE
Il
I
I
L _

+ Vcc + Vcc ALTOPARLANTE

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 17


LA STAZIONE DI ASCOLTO
Senza entrare troppo nei dettagli pos- dicare una rapida fluttuazione dell'in-
siamo dire che nelle bobine il Q sta ad tensità dei segnali radio. Il fenomeno è
indicare qualcosa che è sinonimo di dovuto agli ostacoli, soprattutto atmo-
coefficiente di qualità. Più alto è il Q sferici, che incontrano le onde nella lo-
più stretto è il canale della banda pas- ro propagazione.
sante, inoltre sono minori le dispersio- Per rendere indipendente il segnale in
ni del segnale. uscita, quello dell'altoparlante, dalle
Stabilita la frequenza che desideriamo fluttuazioni del segnale in ingresso,
usare come media (normalmente 455 quello dell'antenna, si ricorre ad un in-
kHz ma non è detto) si collega un ge- gegnoso stratagemma.
neratore di radiofrequenza all'ingresso Una parte del segnale che dovrebbe an-
della prima media e lo si regola per la dare all'altoparlante, si preleva a valle
frequenza prescelta. dello stadio rivelatore e si reintroduce
Agendo con un cacciavitino (di plasti- in quello di media frequenza con il com-
ca perchè quelli metallici fanno da sup- pito di diminuirne l'amplificazione
plemento di nucleo), si regolano i nu- agendo sulla polarizzazione del relati-
clei della prima e della seconda media vo amplificatore.
frequenza alternativamente fino ad ot- Fin qui niente di buono, siamo solo riu-

I
455 KHz I

I r "\
I
"Il mondo a portata di voce" è la ru-
brica che consente agli appassionati
di radio di avere tutte le nozioni
tecnico-teoriche per addentrarsi con
competenza nel fantastico mondo del-
l'ascolto. Segnali, notizie, avvenimen-
ti, sensazionali o drammatici, che ac-
cadono anche a decine di migliaia di
chilometri da noi giungono vivi al no-
stro orecchio. Ecco cosa abbiamo
p 50
I
KHz
/ \.. 460 KHz b ascoltato una di queste notti sulla
banda dei 40 metri; il dialogo è avve-
nuto in inglese.
I i I • CQ 40 metri - CQ 40 metri YU
5 DKN chiama CQ 40 metri. Over.
Curva della banda passante di un filtro di media frequenza, accordato
a 455 kHz, vista come appare all'analizzatore di spettro.
• YU S DKN IK 2 NOL QRA Mi-
lano. Over.
• YU 5 DKN per IK 2 NOL il mio
QRA è Marko e il mio QTH Sara-
tenere la maggior uscita in altoparlante. sciti a diminuire il rendimento della no- jevo - rapporto per te R4-S7- mol-
L'operazione qui descritta è quella che stra radio, ma poichè l'intensità di que- to QRM e QRN in frequenza. Over.
viene definita taratura e se è ben esegui- sto, che potremmo definire controse- • IK 2 NOL per YU 5 DKN Mar-
ta permette di ottenere risultati notevoli gnale, varia in proporzione a quello del- ko in Sarajevo. Il mio QRA è Fran-
con mezzi anche modesti. 1 'antenna, un segnale forte fa amplifi- co e il tuo rapporto R4-S6. Condizio-
care poco o nulla lo stadio di media fre- ni di lavoro Trio TS 515 antenna di-
quenza mentre uno debole lo fa ampli- polo. Ti prego di riferirmi sulla situa-
IL FADING ficare al massimo. zione nella tua città. Over .
Si ottiene così un livello sonoro stabile QRZ - QRZ - QRZ IK 2 NOL per
Il segnale prelevato dall'ultima media YU 5 DKN. Over.
in altoparlante.
• YU 5 DKN ritorna per IK 2
frequenza viene applicato allo stadio ri- Eccoci agli sgoccioli cari amici d'anten- NOL Franco in Milano. Ho molte
velatore che sarà l'argomento della na, con la prossima puntata conclude- difficoltà - la situazione è disperata,
prossima puntata. Qui è invece neces- remo l'esame del ricevitore mentre in manca luce, gas e telefono; uso un
sario esaminare il circuito del control- quelle successive passeremo a ... generatore di corrente e un rice-
lo automatico del volume, quello dise- Cosa stavo per dire! Ricordiamoci piut- trasmettitore surplus militare; anten-
gnato a tratteggio nel nostro schema tosto che per ora possiamo solamente na dipolo autocostruito. Sono rima-
esemplificativo. ricevere. ste in funzione sono solo alcune sta-
Fading è la parola inglese che sta ad in- Old Man zioni radio e un giornale che viene
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 18
UNA VOCE DA SARAJEVO
stampato in poche copie. Over. sione presso le autorità serbe per far
• IK 2 NOL ritorna per YU 5 DKN. cessare questo martino. Owr.
Sono senza parole carissimo Marko in • IK2NOL per YU5 DKN T prego
Sarajevo: ma col tempo le cose vanno caro Marko di passarmi nati gli evena-
meglio o peggio? Over. li QTO da far giungere agli altri OM ita-
• YU 5 DKN per IK 2 NOL Franco liani. Mi impegno a divulgarli. Over .
in Milano. Altro che migliorare! Qui si QRZ- QRZ- ORZ IK NOLper Y
muore: di fame, di malattie e sotto il ti- 5 DKN. Oer. QRZ - QRZ- QRZ IK
ro dei cecchini. Over. 2NOL per YU5 DKN Non vascolo
• IK 2 NOL riprendendo. Ma gli aiuti più Marko! QRZ. Oer.
internazionali giungono almeno? Over. IK2 NOL non copia YU5 DKN. spero
• Negativo - YU 5 DKN riprendendo tu mi stia ancora ricevendo carissimo
- abbiamo sentito parlare di colonne di Marko in Sarajevo e ti faccio tanti au-
aiuti che sono bloccate lungo il percor- guri affinchè la situazione migliori. spe-
so ma qui non è arrivato ancora nulla. ro di risentirti presto. IK 2 lVOL Fruncc,
I paesi occidentali dovrebbero far pres- in Milano QRT.

1: in un cimitero di Sarajevo una


donna piange il figlio morto. DIZIONARIO
2: milizie serbe alle porte di Sarajevo CQ = chiamaìa generale
preparano l'ennesimo attacco alla città. 40 metri = gamma d'onda pari a 7 MHz
YU 5 DKN • IK 2 NOL = nominativi
Over = cambio
2 QRA = nome della stazione
QTH = posizione geografica
R (4) = intelleggibilità del segnale
S (6) = potenza del segnale
QRM = disturbi radio
QRN = disturbi atmosferici
QRZ = chi sta chiamando?
QTO = messaggio
QRT = cessare le trasmissioni
Copiare = ascoltare in maniera
comprensibile
LABORATORIO

ALIMENTATORE
A 5 TENSIONI
Permette di ottenere tensioni fisse
e stabilizzate anche contemporanee.
Fornisce valori di corrente di 150-200 mA.
È adatto a chi si avvicina per la prima
volta alla radioelettronica.
Eroga 3,3-6,6-9,9- 13,2e20 V.
iciamocelo francamente: i valori
D delle tensioni di cui può aver biso-
gno un normale hobbista (specie se al-
le prime armi) sono più o meno sempre
quelle; le correnti che più spesso servo-
no per i circuitini di chi sta facendo i
primi passi nella radioelettronica rara-
mente superano le poche centinaia di
mA, che sia la radiolina di casa o un
montaggio appena realizzato ed in fase
di collaudo.
Ecco quindi dei motivi sacrosantamente
giusti per desiderare un alimentatore
realizzato all'insegna della semplicità ed
economia, privo quindi di (in questi ca-
si) inutili sofisticazioni circuitali e di al-
trettanto inutili ampère di riserva (ed in-
gombri rilevanti).
Questa impostazione rispecchia l'idea
base per il circuito che qui presentiamo: I pochi componenti necessari
alcuni valori di tensione fissa, erogazio- per la reallzzazione si sistemano
ne prevista sui 150-200 mA, stabilizza- su una scheda a circuito stampato.
zione limitata ai soli diodi Zener (quat- '
tro), un circuito facile facile.
Direttamente dalla tensione raddrizza- ner collegati in serie, che stabilizzano la
ta è tratta la corrente di accensione del tensione a 4 valori diversi.
IL TRASFORMATORE LED spia che, collegato (attraverso la Tutti gli Zener sono stati previsti da 3,3
classica resistenza di caduta) tra questo V (per 1 W di dissipazione), talchè il va-
Stando così le cose, possiamo passare punto e il comune, si accende segnalan- lore complessivo, corrispondente alla
direttamente all'esame dello schema do che il circuito sta lavorando o co- somma delle 4 tensioni singole, raggiun-
elettrico del circuito, e partiamo dal tra- munque è sotto tensione. ge 13,2 V (ricordiamo che si sommano
sformatore, anche se esso non è com- Con la resistenza, che limita la corren- anche le potenze, talchè su questa po-
preso fra i componenti montati sull'ap- te attraverso i diodi Zener (cioè R2), la sizione d'uscita è come fosse montato
posita basetta a circuito stampato. tensione continua raggiunge 4 diodi Ze- ))).

Il prototipo realizzato parte dalla dispo-


nibilità di un trasformatore da 5-=-6 W, Possibile soluzione di montaggio complessivo dell'alimentatore multiplo
per la precisione con un secondario da in apposito contenitore (preferibilmente in plastica).
15 V e circa 300 mA; è appunto questo
secondario che entra nel circuito elet-
trico vero e proprio, applicato ad un
ponte di diodi al silicio che provvedo-
no alla rettificazione di ambedue le se-
mionde.
I condensatori Cl e C2, posti fra i brac-
ci del ponte, servono a bloccare i distur-
bi a RF che possono nascere dalla com-
mutazione dei diodi, e quindi perturba-
re per esempio l'ascolto di un apparec-
chio radio o di un amplificatore audio LED
con forti ronzii o crepitii.
C3 ha invece la classica funzione di li-
vellare la corrente pulsante quale esce
dal raddrizzatore, in modo da renderla
pressochè perfettamente continua eco-
munque tranquillamente utilizzabile.
Infatti, la prima delle 5 tensioni porta-
te in uscita è proprio questa, non stabi-
lizzata, ma al valore massimo di tensio-
ne disponibile; il valore a vuoto è sui 20
V: infatti la tensione alternata di 15 V,
moltiplicata per 1,41 per raggiungere il
valore di picco, fornisce 21 V circa, ai
quali va sottratta la caduta ai capi dei
diodi, cosicchè restano appunto 20 V
cIrca.
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 21
e a o»e o.

T1
R2

1
DZI
15V
s1

t
DZ2
+
+
1
c4 DZ3
C3

,
D24,
Schema elettrico
dell'alimentatore.
La linea tratteggiata
indica tutta la parte
di circuito montata
sulla basetta.
• n

. --
13 V
C1 =
COMPONENTI
47.000 pF (ceramico) R1 = 18000-0,5W
DZT C2 = 47.000 pF (ceramico) R2 = 56 O - 2 W
C3 = 2200 F - 25 VI D1 = D2 = D3 = D4 = 1 N4004
9,9V (elettrolitico) DZ1 = DZ2 = DZ3 = DZ4 = 3,3V-1W
072
C4 = 470 F - 16 VI T1 = trasformatore 5 ~ 6 W,
(elettrolitico) secondario 15 V
6,8V S1 = interruttore di rete

Variante della parte d'uscita


dello schema elettrico, relativa
al caso di chi voglia una
diversa combinazione
5,2V dei valori di tensione
in uscita. In questa situazione,
determinati valore di tensione
sono ottenuti, in mancanza
di diodi Zener adatti,
combinando in serie alcuni
normali diodi rettificatori
3,1 V inseriti nel verso
della conduzione.
OZ5 3,7 V

.
NEGATIVO
I □
COMUNE
Il circuito stampato
visto dal lato rame
D01 C4
in scala 1:1.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 22


a e •

.
[ovos ALIMENTATORE A 5 TENSIONI
si parla, ed è giustificato dall'opportu- Il normale rispetto delle polarità è l'uni-
nità di avere disponibili 5 V. ca precauzione che, come al solito va ri-
13,2V In questo caso, i valori di tensione so- spettata per questo circuito; i diodi, rad-
no un po' più strani, e quindi ognuno drizzatori e Zener, hanno il terminale di
può risolvere combinando variamente catodo segnalato dalla fascia di colore sul
quanto riesce a trovare nella sua zona corpo di plastica o di vetro; i condensa-
di rifornimento. tori elettrolitici C3 e C4 portano sul cor-
9,9V Già qui si usano, per un paio di bracci po (di fianco o in testa) il segno della po-
del ramo in serie (DZ3 e DZ4) non già larità del reoforo corrispondente.
diodi Zener veri e propri bensì normali Il diodo LED, che nel nostro prototi-
diodi raddrizzatori tipo 1N4004; que- po è collocato direttamente sulla baset-
sti, collegati in modo da risultare in con- ta, in realtà va sistemato sporgente dal
duzione diretta, sono caratterizzati da pannello di un eventuale contenitore in
una tensione abbastanza precisa e co- cui tutto il complesso si monta, come
stante su 0,7 V, quindi combinandone illustrato nell'esempio di soluzione co-
rispettivamente 2 o 3 in serie, si otten- struttiva specificamente riportato; ad
3,3V gono degli pseudo-Zener da 1,4 o 2, 1 V. ogni modo, il catodo è contrassegnato
dal leggero scasso sul bordino.
I vari cavetti che costituiscono il cablag-
LE POLARITÀ gio facente capo alla basetta si ancora-
no saldandoli ai terminali ad occhiello
COMUNE Su questo semplice circuito si è già det- fissati precedentemente sul circuito
to a sufficienza; passiamo ad occupar- stampato.
ci del suo montaggio, realizzato su una L'uscita delle tensioni dal contenitore
normale basetta a circuito stampato avviene tramite una morsettiera di quel-
(anche se potrebbe montarsi facilmen- le simili ai cosiddetti mammuth, però in
te su una piastrina millefori, o su un plastica anzichè gomma (se non altro,
qualunque supporto analogo). sono più funzionali).

uno Zener unico da 13,2V / 4W). La basetta a circuito stampato vista dal lato componenti:
Gli altri valori di tensione disponibili in le 5 diverse tensioni si ottengono collegando I fili In uscita
uscita sono via via: 9,9V - 6,6V - 3,3V; rispettivamente negli appositi plns e nel comune.
essi risultano leggermente superiori a
quelli che sono i valori nominali di ali- DL
mentazione per molti apparati, ma ciò
non crea assolutamente alcun proble-
ma, rientrando tranquillamente nei li- O k~
- el 2 O
miti di tolleranza previsti. DL I

POSSIBILI MODIFICHE
1 G[+132V

-e
Se però si preferisce, o addirittura si ab-

%@?
bia bisogno di disporre di tensioni su
valori più precisi si può naturalmente
modificare la combinazione dei vari
1
-
diodi secondo necessità.
Analogamente, qualora si voglia aumen-
tare un po' la possibilità di erogazione ~C2 ~ ~+ ~DZJ @ +6,6V rri
di corrente, si può provvedere alle mo-
difiche necessarie: un trasformatore di ~ I I I
(
- ' ~ = @ I + J,J V
corrente adeguata (per esempio 0,6 A), ~ __, j -- .,___

C3 e C4 di capacità doppia, R2 di valo-


re circa metà (270), Zener da 3 W. " D3 CA g l COMUNE
Un esempio specifico di soluzione diver- DZ4
sa per quanto riguarda i valori delle ten-
sioni è riportato come parte di schema
O - O
elettrico riferito alla sola variante di cui
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 23
Per misurare la frequenza
di trasmettitori e oscillatori.
Per conoscere quella delle
stazioni radio in ricezione.
Per eseguire tarature
di apparati ricetrasmittenti.

IL
tudiando la legge di Ohm in cor- sia dovuto a un qualche fenomeno mec- lo a fondo dal punto di vista della fre-
S rente alternata ci accorgiamo ben
presto che oltre a tensione e corrente,
canico come una molla che trattiene e
rilascia il rotore ma non è così; il feno-
quenza.

una terza grandezza entra in gioco, la meno è di tipo elettromagnetico ed è


frequenza; le prime due, già note in cor- chiamato strappo. È dovuto al passag- LA FREQUENZA
rente continua, sono facilmente com- gio di bobine, dette induttori in corri-
prensibili ma la frequenza è un'assolu- spondenza dei poli dei magneti perma- Se il nostro alternatore da bici gira pia-
ta novità. nenti (calamite), con conseguente pro- no e fa per esempio 10 giri al secondo,
Vediamo di capirci qualcosa e per far- duzione di corrente elettrica. otteniamo dieci periodi completi al se-
lo analizziamo l'andamento di una cor- Nel tratto in cui la resistenza meccani- condo (oppure 20 se la dinamo è a quat-
rente alternata. ca aumenta, la tensione continua a sa- tro poli). Facendola girare più veloce
Immaginiamola percorrere un filo col- lire, è massima nel punto di strappo otteniamo nella stessa unità di tempo un
legato ad un generatore (un alternato- elettromagnetico, poi ridiscende. numero maggiore di periodi: essi sono
re da bicicletta per esempio, quello che Ogni calamita ha un polo nord e uno cioè più frequenti.
impropriamente viene definito dinamo). sud detti per semplicità positivo e ne- Per frequenza di una corrente alterna-
Girando l'alternatore a mano ci accor- gativo oppure +e. Nella bobina il ta si intende quindi quante volte al se-
giamo che incontriamo una certa resi- senso della corrente è positivo o nega- condo viene completato un periodo.
stenza meccanica che aumenta fino ad tivo a seconda che passi vicino al + o La misura si esegue in Hertz (Hz).
un certo punto, poi diminuisce di colpo al della calamita. 50 Hz significa che la corrente fa 50 pe-
per tornare a farsi sentire subito dopo. Visto come si crea il fenomeno della riodi al secondo.
Qualcuno potrebbe pensare che il fatto corrente alternata vediamo di esaminar- Nelle correnti alternate a radiofrequen-

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 24


za i periodi al secondo sono talmente
frequenti che per indicarli si usano mul-
tipli di Hz e cioè chilohertz (1 kHz =
1000 Hz) o megahertz (I MHz =
1.000.000 di Hz).
Le correnti a frequenza elevata hanno
la facoltà di generare campi elettroma-
gnetici che si propagano nel vuoto, dan-
do origine ai complessi fenomeni della
trasmissione radio.
Queste correnti ad alta frequenza non
possono tuttavia essere generate da si-
stemi meccanici (che dovrebbero gira-
re a velocità pazzesche); si incaricano
di generarle dei circuiti elettronici detti
oscillatori. Ed è proprio qui che inizia
la necessità di eseguire precise misure
di frequenza.
Con i moderni strumenti digitali fare
queste misure con assoluta precisione è
diventato facilissimo.
Il segnale a radiofrequenza viene intro-
dotto con un cavetto o con un'antenna
alla boccola d'ingresso dello strumen-
Frequenzimetro
to dove trova uno stadio amplificatore a microprocessore: è il primo
sensibilissimo che lo rende adatto al in commercio che si possa
successivo stadio a microprocessore tenere comodamente
(praticamente un piccolo computer). in mano o in tasca.
Qui i periodi al secondo vengono lette-
ralmente contati dopodichè la loro fre-
quenza viene scritta su un display a cri-
stalli liquidi.

IL PRIMO TASCABILE

Quello che presentiamo in queste pagi-


ne è il primo frequenzimetro a micro-
processore al mondo che si possa tene-
re comodamente in mano o in tasca.
Le ridotte dimensioni non vanno però
a scapito della qualità che rimane mol-
to elevata.
Le gamme di frequenza misurabili van-
no da 10 Hz, praticamente le vibrazio-
ni di una corda di contrabbasso, fino
a 1250 MHz e comprende le frequenze
audio, le onde lunghe, medie e corte, le
VHF (frequenze molto elevate che com-
prendono le onde televisive), le UHF
(frequenze ultraelevate che arrivano fi-
no al limite delle frequenze radar).
La precisione è incredibile e raggiunge
il decimo di 1 Hz (0,1 hertz); la sensibi-
lità è buona: basta un segnale di 50 m V
(50 millesimi di volt).
La sorgente di alimentazione è compo-
sta da una batteria di pile stilo da 1,5 V
Interno del
di quelle di uso comune e a basso costo. frequenzimetro:
Accendendo l'interruttore il display si l'estrema compattezza
illumina e indica O o qualche valore ca- è dovuta all'impiego
suale se il tasto delle sensibilità è su al- di un piccolo computer
ta sensibilità. che esegue la misura
Tramite il cavetto coassiale in dotazio- e la scrive sul display
)))) a cristalli liquidi.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 25


Inserimento dell'antenna telescopica
per la misurazione della frequenza
dei trasmettitori in prova. Questa
viene effettuata captando l'onda radio
come fa un normale ricevitore.

Particolare della boccola d'innesto a baionetta (BNC):


occorre Inserire l'antenna e poi ruotare la ghiera
godronata per ottenerne il bloccaggio in posizione.

ne si introduce nella boccola apposita più premuto) in modo da evitare che, L'apparecchio è prodotto dalla ditta
il segnale da misurare. per distrazione, si consumino comple- Lutron, porta la sigla FC1200 ed è di-
Sul display compare immediatamente il tamente le pile. stribuito in Italia da Marcucci ( 20129
valore della frequenza del segnale. Le misurazioni in vicinanza di trasmet- Milano - Via Fili Bronzetti, 37 - te!.
Durante la misura è possibile memoriz- titori in funzione si eseguono senza col- 02/7386051).
zare la frequenza trovata semplicemente legamenti diretti. Si elimina il filo di col- Il frequenzimetro costa lire 316.000
premendo un tasto e richiamarla sul di- legamento e si sostituisce con l'apposi- mentre gli accessori, venduti a parte, co-
splay quando occorre. ta antenna dotata di attacco a baionet- stano rispettivamente: lire 13.500 l'an-
Terminata la misura il frequenzimetro ta (BNC). tenna, lire 9.500 la custodia e lire 13.500
si spegne automaticamente dopo 30 mi- Il segnale giunge in questo caso come i cavetti di collegamento (che però è fa-
nuti (se nessun tasto di funzione viene una normale onda radio. cile autocostruirsi).

Portata Tempo selezionato Grado di precisione Tempo di misurazione


FAST 1000 Hz 0.5 SEC
SLOW 100 Hz 2.75 SEC
1250 MHz
SLOW (SELECT 1) 200 Hz 1.5 SEC
SLOW (SELECT 2) 500 Hz 0.75 SEC Tabella indicante
il grado
FAST 100 Hz 0.75 SEC di precisione
(Resolution) della
I SLOW 10 Hz 6 SEC misura a seconda
500 MHz della posizione
SLOW (SELECT I) 20 Hz 5 SEC dei tasti di funzione
del frequenzimetro
SLOW (SELECT 2) 50 Hz 1.5 SEC ed il tempo
per eseguirla.
FAST 10 Hz 0.5 SEC
SLOW I Hz 1,25 SEC
10 MHz
SLOW (SELECT 1) 0.2 Hz 6 SEC
SLOW (SELECT 2) O.I Hz 11 SEC

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 26


IL FREQUENZIMETRO

Date le dimensioni molto ridotte


del frequenzimetro Lutron FC1200
è disponibile una comoda custodia
In similpelle che consente
di trasportarlo, Insieme al suol
accessori, per effettuare
misurazioni al di fuori del nostro
laboratorio proteggendolo
dallo sporco, dall'umldltà
e dalla 'polvere.

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RILEVAZIONE

PROVATRANSISTOI
PNP / NPN
Serve per i transistor senza nome cioè quelli
che riportano sigle non facilmente identificabili.
Consente di individuare se il componente è PNP o NPN
e di valutare se è efficiente oppure no.
Il circuito montato su una scheda a circuito
stampato; i due led sono quelli che
visualizzano la risposta al quesito:
PNP o NPN?

"Hoplusacquistato alcune schede sur-


zeppe di transistor, cosic-
Oltretutto, data l'indicazione a LED, le
dimensioni della nostra realizzazione
Il factotum (quasi) è in questo caso l'in-
tegrato 4047B, il solito C-MOS che qui
chè ne ho recuperato un certo numero. sono tali da renderla molto adatta an- viene usato come oscillatore sulla fre-
Purtroppo sono tutti siglati in modo che per uso portatile. quenza di 4 Hz circa; questo valore è
strano e comunque non trovo corri- stabilito dalla costante di tempo del
spondenze coi tipi più normali. gruppo C1-R1, e quindi nel caso si vo-
È possibile sapere almeno se si tratta di C-MOS TUTTOFARE glia per qualsiasi motivo variare la fre-
PNP o NPN?? quenza basta cambiare opportunamen-
Oppure: "Sono appassionato di elettro- Infine, il circuito è idoneo alla verifica te (e proporzionalmente) il valore di
nica ed ho accumulato, negli anni, un di transistor di piccola, media ed alta questi componenti.
bel mucchietto di transistor diversi, al- potenza: ci sembra proprio che basti! L'IC poi provvede, per la sua dotazio-
cuni dei quali, pur essendo siglati in mo- Vediamo allora come abbiamo provve- ne circuitale interna, a dividere per 2 la
do probabilmente convenzionale, io duto a mettere in piedi questo proget- frequenza generata dalla parte oscilla-
non conosco assolutamente: un norma- to, esaminandone lo schema elettrico, trice, per cui ai piedini I O e 11 trovia-
le hobbysta ben raramente è equipag- che ragionevolmente è molto semplice, mo questa frequenza esattamente ridot-
giato con i data sheets di tutti i transi- ma che ci permettiamo di trovare an- ta alla metà.
stor reperibili. che piuttosto elegante. )))

Come fare quindi per eseguire su questi


transistor altrimenti inutilizzabili qual-
Rappresentazione
che semplice controllo tipologico?".
grafica delle forme
E ancora: "Vorrei selezionare dei tran- d'onda del segnale
sistor: è possibile avere un progettino in uscita dai piedini 10
che permetta di individuare se sono 10e 11 dell'IC Q
PNP o NPN e se sono buoni?". (rispettivamente Q
Queste richieste sono solo una scelta in- e Q negato); proprio
dicativa fra le molte arrivate in redazio- la situazione
ne: ecco il motivo che ha spinto Elet- di opposizione di fase
dei due segnali
tronica Pratica ad elaborare un circui- consente di far
to, semplice ed economico ma anche ef- accendere l'uno
ficace, in grado innanzitutto di far ca- 17
o l'altro dei LED che Q
pire se il. transistor sotto esame è di ti- indicano il tipo
po PNP o NPN; inoltre, esso ovviamen- di costruzione
te consente di valutare anche se il dispo- del transistor
sitivo è efficiente oppure no. sotto esame.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 29


e • e e

14
C1 l
,i li R2
M
V

R1 I I PNP NPN
2

1
I
IC1
L il R3

l
1 7
t
I
Il

Il
Il

Il
PI

Il
. • ■I C2
I.
I.
I I , I
- • - J-1. - • - • - • - • - • - • - • - • - • - • -· -

9V
H=€) G hl
Schema elettrico del provatransistor. Tutta la parte tratteggiata
è montata su una basetta a circuito stampato.

C'è poi un'altra caratteristica interes-


Il circuito stampato
COMPONENTI sante di questo IC, e cioè il fatto che le
visto dal lato rame in scala 1 :1. due uscite (ci riferiamo sempre ai pins
C1 = 0,47F (policarbonato) 10 e 11) risultano in opposizione di fa-
C2 = O, 1 F (ceramico) se fra loro; infatti sono ambedue con-
trassegnate con la lettera Q: però, in
R1 = 100 kO corrispondenza del piedino 11, c'è il
R2 = 820 !J trattino sopra la Q, talchè si legge "Q
R3 = 10 KO negato", appunto per significare la fa-
se opposta di questa uscita rispetto al
DLR = LED rosso Q normale.
DLV= LED verde È proprio questa particolarità che per-
IC1 = 4047B mette di risolvere facilmente il proble-
P1 = pulsante normalmente ma della polarità: infatti il transistor in
chiuso esame viene alimentato prima positiva-
S1 = interruttore a levetta mente sul collettore (e questo va bene
o per i tipi NPN) e poi positivamente sul-
l'emettitore (e questo va bene per i
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 30
-· -·
PROVATRANSISTOR PNP / NPN

.I 3è TRANSISTOR
D] ICI
et
IN ESAME
I

o SI
%
PILA
9V

Plano di montaggio del circuito secondo il prototipo appositamente


studiato e realizzato. Lo strumento può essere, per Il massimo di semplicità
ed economia, lasciato In versione nuda, riportando le necessarie diciture
sul circuito stampato, oppure inserito In un piccolo contenitore, da cui
affiorano i due interruttori ed I due LED, nonchè del cavetti con coccodrllli
per Il collegamento al transistor in esame.

o rifica della sua efficienza, a patto di adatto qualora si voglia usare lo stru-
mantenere premuto il pulsante stesso. mento per le sue caratteristiche di por-
La realizzazione pratica di questo stru- tatilità; basta allora risolvere saldando
mento è come al solito risolta con una ai tre terminali dei normali cavetti con
piccola basetta a circuito stampato, su i soliti piccoli coccodrilli in testa.
cui trova posto tutto quanto previsto a Sul montaggio vero e proprio c'è ben
schema, e non presenta alcun elemento poco da dire, anche perchè ... c'è ben po-
critico. co da montare.
L'unico dilemma che si presenta in fa- Solamente integrato e LED impongo-
PNP). se di impostazione risolutiva è la scelta no un ben preciso verso di inserzione;
A segnalare di che cosa si tratta prov- dei contatti per il collegamento al tran- per l'integrato, fa riferimento la tacca
vedono due LED di colore diverso e na- sistor in prova. presente su uno dei lati corti, immedia-
turalmente montati in opposizione di tamente a sinistra della quale c'è il pie-
polarità: essi si accendono quindi sin- dino n° l; per il LED, c'è un leggero
golarmente, rivelando senza possibilità TERMINALI SALDATI
smusso sul bordino terminale del cor-
di dubbio se il transistor in esame è
Fra le varie soluzioni possibili, e cioè po in plastica: in corrispondenza, si tro-
NPN o PNP.
A questo punto, per quanto riguarda il mollette, boccole, coccodrilli, morsetti, va il terminale del catodo.
circuito, non rimane praticamente nien- ecc., noi scegliamo quella più laborio- Ad un altro paio di terminali a spillo
t'altro di cui parlare; possiamo ancora sa ma certamente più affidabile: dei nor- si collega una piletta da 9 V, più che suf-
sottolineare la presenza di ben due in- mali terminali a saldare. ficiente per lunghi periodi di utilizzo (il
terruttori: uno a levetta, che semplice- Certo, l'operazione di fissaggio è più consumo, quando lo strumento è nel-
mente dà tensione al circuito e quindi lunga, e bisogna avere il saldatore a l'esercizio delle sue funzioni, è di pochi
esplica la funzione di acceso-spento; portata di mano, però è garantito un mA).
uno a pulsante (normalmente chiuso) contatto solido e sicuro, a differenza La basetta, non essendo particolarmen-
che inserisce in circuito la base del tran- delle altre soluzioni elencate. te delicata ed ingombrante, può anche
sistor in prova consentendo così la ve- È evidente che questo sistema non è il testo segue a pag. 34

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 31


KIT
PER CIRCUITI
STAMPATI +e»
Dotato di tutti gli elementi
1 : il circuito è ora pronto per essere 5: l'Interruttore a levetta S1 inserisce
collaudato: mettiamo a contatto i tre o disinserisce l'alimentazione
necessari per la composizione reofori del transistor con i pins del circuito; il montaggio
di circuiti stampati su vetronite curando di far corrispondere base non presenta alcuna difficoltà.
o bachelite, con risultati tali collettore ed emettitore con le lettere
da soddisfare anche i tecnici riportate sulla basetta.
più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
2: ecco i pochi componenti necessari 6: le saldature, da eseguire con una
di inchiostro resistente punta abbastanza fine, vanno
al percloruro. alla realizzazione del provatransistor: eseguite prima di tagliare i reofori
sono tutti di facile reperibilità. dei vari componenti.

3; dopo aver scritto sul lato


Caratteristiche componenti del circuito stampato
tutte le diciture necessarie con 7: quando il circuito è completamente
montato, le saldature eseguite
Consente un controllo visivo con- un pennarello indelebile possiamo
iniziare il montaggio, come sempre e I reofori tagliati, sistemiamo
tinuo del processo di asporto. Il circuito integrato nel suo zoccolo.
dai componenti più piccoli.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
4:1 due led, rosso e verde, che danno
È sempre pronto per l'uso, anche segnalazione visiva del tipo 8: i contatti tra i terminali
dopo conservazione illimitata nel di transistor in prova vanno lasciati del transistor e i pins del circuito
tempo. piuttosto alti in modo che risaltino si realizzano semplicemente
Il contenuto è sufficiente per trat- il più possibile tra tutti gli altri per contatto oppure per saldatura
tare più di un migliaio di centime- componenti. se i reofori sono lunghi.
tri quadrati di superfici ramate.

2
Il kit per circuiti
stampati è correda-
to di un pieghevole,
riccamente illustra-
to, in cui sono elen-
cate tutte le opera-
zioni pratiche per la
preparazione del circuito. Il suo prez-
zo, comprensivo delle spese di spedi-
zione, è di L. 18.000. Le richieste deb-
bono essere fatte Inviando l'importo
citato a: STOCK RADIO - 20124 MILA-
NO - Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831)
a mezzo vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale
n. 46013207.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 32


PROVATUNSISTOR PNP / NPN

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 33


ROVATRANSISTOR PNP / NPN
restarsene nuda, senza cioè porsi pro- Una volta collegato un qualsiasi tran- trollo dell'efficienza è risolto.
blemi di scatoline e contenitori. sistor da esaminare ai tre piedini e-b-c, Infatti, se ambedue i LED rimangono
si chiude S 1 cosicchè il circuito sia ali- spenti, è segno che il TR è aperto; vice-
LED LAMPEGGIANTI mentato. versa, se i LED si accendono contem-
Allora, se il TR è un PNP, lampeggia poraneamente, significa che il TR è in
Alcune scritte, eseguite sul lato compo- il LED rosso; se il TR è un NPN, lam- cortocircuito: in ambedue i casi, è da
nenti dello stampato con un normale peggia ovviamente il LED verde: e co- buttare!
pennarello indelebile, consentono di sì, la polarità del transistor incognito è Tutto ciò naturalmente si basa sul pre-
contrassegnare le funzioni per il miglior precisata. supposto che la disposizione dei reofo-
impiego di questo semplice ma prezio- Si passa poi a premere il pulsante Pl; se ri terminali o piedini dei TR in prova
so strumento accessorio. il transistor è buono, il LED che stava sia conosciuta, così da poter collegare
Vediamo allora come esso si usa. lampeggiando si spegne: ed anche il con- e-b-c- nella giusta sequenza.

I DUE TIPI DI TRANSISTOR


Non è certamente il caso di riportare qui, in questo breve spa-
zio esplicativo, la trattazione di un argomento tanto vasto e
complesso quale potrebbe essere la tecnologia ed il funziona-
mento dei transistor.
Riteniamo però utile ricordare brevemente quelle che sono le
differenze fra i due tipi fondamentali di transistor a giunzio-
ne, vale a dire le combinazioni NPN e PNP.
N Allo scopo di afferrarne meglio l'aspetto costruttivo e funzio-

-eb N p nale, un transistor si usa comunemente rappresentare come for-


mato dall'unione di tre blocchetti di materiale, alternativamente
P ed N.
p N Questi blocchetti sono costituiti da silicio purissimo cristalli-
no, che è stato "drogato" immettendovi delle piccole quantità
( qualche percento) di elementi opportuni, che introducono nel-
! 'intimo della struttura le cariche elettriche negative (elettro-
ni) oppure positive (lacune) necessarie affinchè si possa veri-
ficare l'indispensabile conduzione di corrente.
PNP NPN Quando il silicio è drogato con elementi che diffondono cari-
che positive, il materiale si dice di tipo P; quando gli elementi
droganti diffondono nel silicio cariche negative, il materiale
si dice evidentemente di tipo N.
Ecco quindi che, a seconda dell'avvicendamento dei supposti
e @
e
blocchetti di materiale ( in effetti, la tecnologia costruttiva con-
sente di operare su un singolo pezzo di materiale), la disposi-
:ione degli stessi entro il transistor fa nascere i tipi PNP od

#.
NPN.
Nella pratica circuitale, la differenza sta più che altro nel fat-
to che per i transistor PNP l'alimentazione al collettore va fatta
col segno negativo, mentre per i transistor NPN l'alimenta-

e zione al collettore vien fatta dal positivo.


Il simbolo grafico con cui il transistor viene rappresentato ne-
gli schemi elettrici evidenzia in qualche modo il senso opposto
di circolazione della corrente; esso infatti differisce per i/fat-
to che i PNP hanno la freccia dell'emettitore rivolta verso l'in-
terno, mentre gli NPN hanno la freccia rivolta verso l'esterno.
Per motivi tecnologici, da tempo, si sono diffusi in modo net-
Simboli elettrici e simboli pratici del transistor tamente superiore i tipi NPN.
nelle due versioni: PNP a sinistra, NPN a destra.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 34


COMPONENTI

I CONDENSATORISono composti da due armature separate


da un materiale isolante.
La quantità di corrente che possono immagazzinare
dipende dall'area delle armature.

condensatore è generalmente for-


Ite una1mato da due strati di materiale aven-
buona. conducibilità elettrica in-
tercalati da uno di dielettrico isolante.
Questa combinazione tra i materiali
CAPACITA '
permette al condensatore, all'aumentare
della tensione posta sulle sue armature TENSIONE
(così vengono definite le parti termina-
li del componente), di accumulare ener-
gia fino al momento in cui, avendo rag- Struttura Interna di un condensatore:
giunto un valore massimo determinato sull'Involucro esterno sono riportati
I valori di capacità e la tensione lavoro.
dalla sua struttura interna, essa può es-
sere scaricata in modo istantaneo o gra-
duale. La quantità di corrente che un
condensatore può immagazzinare fra le
sue armature (i due fogli metallici affac-
ciati) è tanto maggiore quanto più è TERMINALI
grande l'area delle armature stesse; es-
sa è detta capacità e si misura in micro- Simbolo elettrico di un condensatore
farad (F) o sottomultipli con le seguen-
ti equivalenze:
0,001 F = 1 nanofarad (nF)
0,000001 F = I picofarad (pF)
non polarizzato e di uno elettrolitico;
sono diversi nell'isolante posto
fra le armature. - 411
Questi componenti possono essere col-
legati in parallelo o in serie ma, contra- Condensatori di diversa capacità e struttura: i più grossi sono elettrolitici
riamente alle resistenze, i condensato- e sono polarizzati come le pile.
ri, in parallelo sommano la loro capa-
cità mentre quelli in serie la diminuisco-
no. Esistono due eventualità di calco-
lo. Se tutti i condensatori hanno ugual
capacità basta dividere il valore di uno
per il numero di quelli che compongo-
no la serie; esempio: per 5 condensato-
ri da 10.000 pF in serie la capacità to-
tale è uguale a 2000 pF (10.000 pF: 5
condensatori). Se tutti i condensatori
che compongono la serie hanno valori
diversi, la capacità totale è inferiore al
valore di quello più basso. Esempio: 3
condensatori da 1000 - 10.000 - 100.000
pF in serie danno una capacità totale
inferiore a 1000 pF.
La resistenza che i condensatori oppon-
gono al passaggio delle correnti alter-
nate si chiama reattanza capacitiva e si
misura in Ohm.
p06
L'ELETTRONICA
IN PUGNO

SCACCIACANI
AD ULTRASUONI
on sempre il cane è il migliore ami- za di un'onda sonora (e così pure di una
Ci protegge da cani
particolarmente
N co dell'uomo. Per molti, infatti, il
semplice incontro con un cane risulta
qualunque altra onda) è definita dal nu-
mero di oscillazioni al secondo e la sua
aggressivi mettendoli sgradevole e rappresenta motivo di al- unità di misura è l'hertz (Hz). L'udito
larme. Alcuni cani, poi, sono realmen- dell'uomo riesce a percepire suoni con
in fuga senza far loro alcun te aggressivi e inducono giustificato ti- frequenze da 20 a 20.000 hertz, mentre
male. Basa il suo more. In tutti questi casi l'elettronica of- molti animali, fra cui i cani, percepisco-
fre un valido aiuto a chi voglia sentirsi no i cosiddetti ultrasuoni, cioè quei suo-
funzionamento su un più protetto o intenda proteggere i suoi ni con frequenze superiori a 20.000 Hz.
emettitore di ultrasuoni familiari, in particolare se si tratta di
non udibili dall'uomo ma bambini. Esiste infatti un dispositivo,
semplicissimo da usare e a buon mer- LA PIEZOELETTRICITÀ
fastidiosissimi per il cane. cato, che permette di tener lontani i ca-
ni grazie all'emissione di ultrasuoni. Lo scacciacani elettronico emette dun-
Come è noto le onde sonore sono pro- que ultrasuoni a frequenze tali che ri-
dotte da vibrazioni meccaniche che si sultano addirittura sgradevoli per i ca-
propagano nella materia. La frequen- ni, al punto da farli allontanare.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 36


1: particolare del dispositivo
emettitore di ultrasuonl. È efficace
nel raggio di 4 m circa quindi basta
puntarlo contro Il cane
in avvicinamento per metterlo In fuga.

2: il dispositivo può essere agganciato


alla cintura dei pantaloni In modo
da rlsultare facilmente disponibile
all'occorrenza.

3: interno dell'apparecchio: si nota


Il circuito che produce la tensione
elettrica oscillante per attivare
il generatore di ultrasuoni.

Gli ultrasuoni sono generati nel dispo-


sitivo grazie ad una delle possibili ap-
plicazioni di un fenomeno elettromec-
canico denominato piezoelettricità. In
questo caso variazioni di tensione elet-
trica si traducono in vibrazioni mecca-
niche.
Le variazioni di tensione elettrica sono
ottenute con un circuito oscillatore,
progettato per funzionare ad una fre-
quenza corrispondente a quella degli ul-
trasuoni che si intendono ottenere in
uscita.

TRASDUTTORE CERAMICO

La tensione oscillante è applicata ad un


componente chiamato trasduttore ad
ultrasuoni e realizzato in materiale ce-
ramico. Sfruttando il fenomeno della ri-
sonanza, il trasduttore risponde al se-
gnale elettrico oscillando e generando
le onde acustiche.
L'intero apparecchio, che è efficace in
un raggio di azione di circa 4 metri, è
assai pratico da usare: si impugna age-
volmente con una sola mano ed è pos-
sibile, col dito pollice, premere i due
pulsanti.
Il primo pulsante, di colore rosso, ser-
ve ad emettere gli ultrasuoni, il secon-
do, di colore giallo, fa accendere una
lampadina che, collocata sulla parte
frontale, è molto utile se si vuole usare
il dispositivo di notte o comunque in zo-
ne non illuminate. L'alimentazione è
fornita da due comuni batterie a stilo.
Costa lire 29.000. D. Mail (50136 F-
renze - Via Luca Landucci, 26 - tel.
055/8363040).
KIT DI MONTAGGIO

ARIA PULITA
CON L'OZONO
Un generatore di ozono consente di depurare l'aria
- nei piccoli ambienti.
E particolarmente indicato per l'auto
se fumiamo al suo interno.
L'ozono ha il profumo dell'aria di alta montagna.
urante e dopo i temporali ricchi di
D fulmini, come si nota particolar-
mente in montagna, l'aria sa "di buo-
no", è comunque fresca e pungente: ciò
è dovuto alle pur modeste concentrazio-
ni di ozono che, prodotte dai fulmini, Forma d'onda del
purificano e deodorano gradevolmen- segnale prodotto
te l'aria. dall'integrato
Per ottenere questi effetti anche negli 555; è costituita
da una serie
ambienti di normale abitazione, si può
ragionevolmente rimediare con scintil-
di Impulsi + ---
di brevissima
le elettriche di ben più modeste propor- durata ma
zioni di quelle che scoccano fra le nu- di elevato valore
vole ed il suolo, ed è proprio a ciò che del picco
vogliamo arrivare con questa realizza- di tensione.
zione: del resto, e non a caso, la nostra
è una rivista di elettronica pratica e non T
di ... fantascienza meteorologica!
Tutti i generatori di ozono sfruttano,
come fenomeno di base, l'effluvio che
una scarica elettrica ad alta tensione, fa-
cilmente ottenibile anche in casa, pro-
duce attorno a sè; e per effluvio s'inten-
de non già una vera e propria scintilla
di tipo violento e distruttivo, bensì sca-
rica controllata che assume in genere
l'aspetto di un pennacchio violetto un
po' ballerino vagamente somigliante ad Rappresentazione
una fiammella gassosa. oscillografica
degli Impulsi
Premesse queste poche righe, e riman-
presenti al capi
dando all'apposita finestra per appro- di una spira
fondire le caratteristiche comportamen- del secondario
tali dell'ozono, passiamo subito a de- del trasformatore
scrivere il circuito adottato per il nostro d'uscita (L2);
generatore, che innanzitutto è previsto da notare
per funzionare con tensione di alimen- l'elevato valore
tazione compresa fra 12 e 15 Vcc e con di tensione
un consumo in corrente che si aggira fra presente.
300 e 400 m.A: almeno da questa parte, FREO 70 KHZ V5VPP
quindi, non c'è alcun pericolo di scosse
dannose.

OSCILLATORE 555 Il piedino d'uscita di ICI è direttamen- tici, tenendo conto che la corrente rag-
te collegato al gate di MFl, un piccolo giunge, anche grazie alla presenza di C3
Dallo schema elettrico possiamo subito che costituisce un buon serbatoio di ca-
ma robusto mosfet di potenza.
notare che il cuore del generatore risie-
Come si sa (ma se non si sa, lo diciamo rica, qualche ampère.
de nel più che prevedibile integrato 555 Per le leggi dell'induzione elettromagne-
(con o senza NE), il quale c'è apposta qui!) un mosfet, specialmente se di po-
tenza, fintanto che il suo gate è a ten- tica (rafforzata anche dalla presenza del
per produrre, con la massima semplici-
sione inferiore a 2-3 V (secondo il ti- nucleo in ferrite su cui LI ed L2 sono
tà circuitale, un'oscillazione ad una fre-
quenza di circa 70 kHz (valore prevalen- po), non conduce alcuna corrente: su- avvolti), sul secondario L2 si genera una
temente determinato da Cl ed R3). perando questo valore (ed abbiamo già tensione altissima, nonostante la sem-
Grazie alla presenza di DI, il "duty- detto che l'ampiezza dei picchi in usci- plicità del circuito e la modesta strut-
cycle" della forma d'onda generata è ta da ICI è quasi pari alla tensione di tura di L2.
brevissimo; in altre parole, sul piedino alimentazione) il dispositivo entra ve- Con l'oscilloscopio è stata misurata una
3, uscita dell'integrato, esce un treno di locemente in conduzione, rispondendo tensione di 45 V su una sola spira, co-
impulsi di durata limitatissima, la cui agli impulsi che lo pilotano con forti me illustrato nella riproduzione diretta
ampiezza è quasi uguale alla tensione picchi di corrente attraverso il circuito dell'immagine dallo schermo; essendo
di alimentazione e la cui forma è appun- drain-source. Orbene, sul drain di MFI L2 costruito con 250 spire, se ne dedu-
to molto utile per ottenere il "rialzo" troviamo L 1, primario del trasformato- ce che, almeno a vuoto, la tensione in
di tensione che ci servirà ... fra poco. re d'uscita Tl: i velocissimi e robusti uscita su L2 raggiunge gli 11.000 V cir-
C4, C3, C2 ed R4 servono per filtrare picchi di corrente che MFl conduce, at- ca (basta fare 250x45!).
l'alimentazione da possibili ritorni dan- traversando LI, vi provocano altrettan- Il test è un po' semplicistico, ma sen-
nosi di questi picchi impulsivi. to veloci e robusti campi elettromagne- ))

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 39


$ $ # $ $ t

Schema elettrico dell'ozonizzatore.


Da notare con quanta semplicità
circuitale se ne ottengono
le interessanti (e abbastanza
complesse) prestazioni.

SCARICATORE

R2 LN LN
250


01 Il
3

5I
I

"2
IC1

I Il
Il

,dll
Il

Il L1
. l>>

O
7 11
~ o lO

"Mg l
R5-
MF1
Il
Ct

.--·--·--·-··· ..

Plano di montaggio della basetta a circuito stampato, su cui trova posto


anche il vero e proprio circuito scaricatore ad alta tensione.

COMPONENTI
C1 = 1000 pF (polistirolo)
C2 = O, 1 F (mylar)
c3 = 47 F - 25 VI
C4 = O, 1 F (mylar)

R1 = 220 n
R2 = 1 kO
R3 = 22 kO
R4 = 220 0
R5 = 1 kO
d
IC1 = 555 'd MFl
MF1 = IRF532
T1 = vedi testo [ ,3l]°
LN = lampade neon
(vedi testo)

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 40


ARIA PULITA CON 'OZONO
EP 937
o
o
o
o
o o ,.. . g . Il
1
o o g s
o o d
Il circuito stampato visto dal lato rame in scala 1:1; la basetta Piedinatura del mosfet 532: il drain
viene fornità già pronta nel kit e in ogni caso autocostruirsela è collegato sia al reoforo centrale
non comporta eccessivi problemi. sia all'aletta di ancoraggio.

z'altro indicativo; tanto che a questo po pochi secondi di funzionamento, si sua temperatura di esercizio non rag-
punto c'è da pensare che i lettori si stia- avverte l'odore inconfondibile dell'ozo- giunga livelli pericolosi; il senso di in-
no chiedendo: "perbacco, ma poi cosa no, con o senza effluvio visibile: eque- serimento, oltre ad essere chiaramente
ce ne facciamo di questo po' po' di ten- sto è quanto importa. visibile dalle illustrazioni, è anche diret-
sione? Come facciamo a trasformarla ... Prima però di arrivare a tanto, dobbia- tamente documentato dalla piedinatu-
m ozono 9» .. mo ancora montarcelo, il nostro bel cir- ra riportata.
Bene, questa tensione molto alta, ma cuito; passiamo quindi ad occuparci di A questo punto giunge la fase più deli-
molto impulsiva (e quindi con basso questo aspetto. cata, che consiste nella realizzazione pre-
contenuto di energia, per evidenti mo- Anche se lo schema è molto semplice e liminare dei due gruppetti consistenti nel
tivi di sicurezza) va proprio a scaricar- con pochi componenti, l'adozione di trasformatore e nello scaricatore.
si su quell'accrocchio, strano sia circui- una basetta a circuito stampato dà sem- Ma invece di cominciare subito a preoc-
talmente sia costruttivamente, che si no- pre (e specialmente in questo caso) le cuparci, leggiamo attentamente la descri-
ta in uscita dal trasformatore e che è migliori garanzie di funzionamento ed zione che viene qui fornita e lavoriamo
formato da due lampade al neon accop- affidabilità; infatti lo stadio d'uscita con cura e pazienza: il montaggio ne
piate sia direttamente sia induttivamen- comporta una certa delicatezza sia co- uscirà fuori ben fatto e funzionante.
te ( con alcune spire) ad L2. struttiva che di montaggio, e quindi è
La stranezza dell'accrocchio è anche le- meglio stare sul sicuro.
gata al fatto che gli elettrodi delle lam- Occupiamoci innanzitutto della parte COSTRUZIONE DI T1
padine al neon sono collegati in corto circuitale più classica e squisitamente
circuito; ma nonostante ciò, con que- elettronica, sostanzialmente cioè quel- Cominciamo col procurarci un tondi-
ste tensioni e queste frequenze, le LN la relativa ad ICI; si comincia con l'in- no di ferrite (quella da antennine inter-
si accendono intensamente sotto l'effet- serire le resistenze e quasi tutti i conden- ne per radioline a transistor, per inten-
to del forte campo elettrostatico gene- satori, che non offrono problemi di al- derci, ma del tipo cilindrico, non piat-
rato. cun senso di inserzione da rispettare; so- to) del diametro di 10 mm e lungo una
Di conseguenza, le lampade vengono lo C3 ha una polarità ben precisa, chia- decina di cm. Vi si avvolgono sopra 250
circondate dal regolamentare effluvio ramente riportata sul corpo dello stes- spire di filo smaltato da trasformatori
elettrico ad alta tensione, che è appun- so; D 1 ha l'uscita di catodo contrasse- da 0,3 mm; i capi di inizio e fine del-
to quello che produce ozono; in questo gnata dalla fascetta in colore; ICI por- l'avvolgimento possono esser tenuti sal-
caso però la luminescenza violetta del- ta come riferimento un piccolo incavo damente fermati con piccole fascette
l'effluvio risulta invisibile per il semplice circolare vicino ad un angolo, ad indi- fermacavi in nylon. L'avvolgimento va
motivo che la luce di color arancio (ti- care il piedino n° 1. realizzato avendo cura di tenere le spi-
pico del neon) emessa dalle lampadine C'è poi da montare MFl, il quale va re ben ordinate ed affiancate: ora L2 è
è molto forte. preventivamente fissato su un piccolo pronto.
Comunque, quel che è certo è che, do- dissipatore ad U, per assicurarsi che la ))»)

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 41


ARIA PULITA CON L'OZONO
Poi, sopra ad L2 e verso un estremo, si Il trasformatore così completato si ada- Attenzione: Ll deve essere avvolta con
avvolge LI, che consiste semplicemen- gia sulla basetta nella posizione chiara- lo stesso senso di avvolgimento con cui
te in 6 spire di filo flessibile da cablag- mente indicata in figura e si fissa sal- è stata realizzata L2.
gio del normale tipo ricoperto in pla- damente allo stampato mediante due Occorre anche ricordarsi che la bobina
stica: le spire devono essere spaziate di cavallotti, o mezze spire (aperte, altri- è lì apposta per generare alta tensione,
3-:--4 rnrn. Anche in questo caso, inizio menti cortocircuitano il campo magne- perciò in particolare l'avvolgimento L2
e fine avvolgimento si bloccano con le tico) di filo flessibile isolato, saldati nel- deve essere ben pulito e asciutto; quin-
solite fascette. le piazzole previste. di, una volta finito e montato (e special-
mente se si hanno mani grasse o spor-
che), si provveda a pulirlo per benino
con alcool.
C'è da aggiungere ancora un suggeri-
IL GAS CHE PUNGE mento che in certi casi può risultare
molto importante per il regolare funzio-
L'ozono (O) è un gas incolore, la cui presenza si riconosce per il carat- namento della zona ad alta tensione.
teristico odore pungente che l'aria assume dopo un temporale o attorno Se il circuito, per un motivo qualsiasi,
ad apparecchiature elettriche soggette ad alte tensioni. vien fatto lavorare in ambienti umidi,
È anche presente nella stratosfera, dove nasce dal/'a:;ione esercitata sul- è necessario che Tl (o meglio L2) ven-
l'ossigeno da radiazioni ultraviolette ad alta energia e la sua presenza a
ga verniciato con apposita vernice co-
quelle quote, anche se a bassa concentrazione, serve ad assorbire la mag- prente, tipo quella usata per impregna-
gior parte della radiazione ultravioletta solare, che altrimenti potrebbe pro- re i trasformatori. •
vocare danni notevoli agli organismi viventi sulla superficie della terra.
Allo scopo, potrebbe anche andar be-
L'ozono gassoso è praticamente una sorta di superossigeno, essendo co-
ne ... lo smalto per unghie (così almeno
stituito da molecole triatomiche rii ossigeno (mentre lo molecola dell'os-
serve a qualcosa di utile!) ma meglio an-
sigeno normale è biatomica), e si ottiene normalmente facendo passare
cora è il composto che si ottiene facen-
una corrente d'aria (o meglio di ossigeno) attraverso una zona in cui av-
vengono scariche elettriche ad alta tensione; ne risulta una miscela di ozono do sciogliere del polistirolo (quella pla-
stica semitrasparente e un po' fragile di
e gas originali (ossigeno) adatta per scopi industriali e medicali.
È un fortissimo ossidante e decolorante e si comporta come potente ger- certi tubetti o scatoline) in acetone, e
micida, cosicchè è molo usato per sterilizzare liquidi, come pure per to- spennellando.
gliere odori e sapori non gradevoli.
Le sue caratteristiche però non sono solo positive ed il suo caratteristico
odore di "aria pulita', oltre che purificare ambienti da odori e batteri, LO SCARICATORE
può anche provocare allergie, mal di tesla e piccole patologie analoghe.
L'aspetto più problematico è il fatto che l'ozono provoca assuefazione, Il termine è un po' impegnativo, ma in
nel senso che inizialmente il nostro olfatto avverte molto bene il suo odo- fondo sono solo due lampadine al neon,
re, poi però vi si abitua e non lo sente più: col risultato che, se un ozoniz- del tipo a pisello, su cui sono stretta-
zatore rimane in funzione per lungo tempo in un locale, non non ne avver- mente avvolte ( e distanziate) tre spire
tiamo più la produzione. E invece il suo funzionamento, appunto per evi- di filo nudo e rigido da collegamenti;
tare inconvenienti sul nostro fisico, va limitato nel tempo (diciamo 5- l0 particolarmente in questo caso, le illu-
minuti) negli ambienti frequentati da persone. strazioni spiegano meglio di ogni di-
scorso come è fatto l'accrocchio.
Comunque un filo nudo e grosso, piega-
to ad U e fissato negli appositi fori pre-
FILO DI visti sulla basetta, consente di ancorare
a L2 SUPPORTO a testa in giù, saldandovi i terminali, le
i Indicazione
due LN; i due fori, che sono indicati sotto
le stesse, non è che servano per far spun-
dettagliata delle tare dall'altra parte il picciolo di chiusu-
modalità costruttive ra del vetro, bensì per facilitare (ove ser-
dello scaricatore va) il flusso d'aria che, lambendo le lam-
ad alta tensione padine, trasporta l'ozono generato nelle
che produce loro irnrnediate vicinanze.
materialmente Il circuito deve essere messo dentro una
l'ozono. scatola di plastica, ben forellata per la-
sciar circolare l'aria opportunamente
ozonizzata. Ed ora, possiamo respira-
3 SPIRE re anche in casa nostra l'aria di alta
montagna, ed a pieni polmoni: attenti
però a non ... ubriacarci.
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 42
Il trasformatore T1 è costituito
da un nucleo in ferrite sul quale
vengono avvolte 250 spire di filo
smaltato per trasformatori 3 mm.
I capi del filo vanno bloccati
con fascette in plastica.

FASCETTA NYLON Indicazione dettagliata delle modalità


costruttive del trasformatore d'uscita

l ad alta tensione: esso è in grado


di innalzare la tensione fino a 11.000 V.

TUTTO PIÙ FACILE


CON IL KIT EP 937
Da questo mese Elettronica
Pratica offre una nuova
possibilità ai suoi lettori: uno
dei montaggi che proponiamo è
disponibile anche in un comodo kit
comprendente tutti i componenti
illustrati a pag. 40 e la basetta
del circuito stampato già inciso.
E un'occasione da non perdere per far
pratica di montaggi elettronici senza lire
alcun pericolo d'errore realizzando
un oggetto utile in mille situazioni. 28.500
COME ORDINARLO
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ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 43


Consente di disporre
contemporaneamente
della massima sicurezza
e di un'alta affidabilità.
Le chiavi elettroniche
sono facilmente
programmabili con
le funzioni più varie.
L'alimentazione, a bassa
tensione, è impossibile
da disinserire.

LA SERRATURA ELETTA
'elettronica è oggi molto utilizza-
L ta nel campo delle serrature e i
sistemi diventano sempre più affidabi-
Nel più moderni sistemi di serrature li, sicuri, facili da usare.
di sicurezza una chiave dalla forma
tradizionale contiene un microcircuito Le soluzioni più avanzate sono quelle
basato su memoria a semiconduttori in cui l'utente a prima vista non si ac-
che permette di programmare codici corge delle differenze rispetto ad un si-
di accesso sicuri ed affidabili. stema tradizionale fatto di chiavi e ser-
rature meccaniche; questo avviene gra-
zie ad una perfetta convivenza di tec-
nologie meccaniche ed elettroniche.

CONTROLLO DI ACCESSI

I più moderni sistemi di controllo di ac-


cessi a zone che richiedono elevata si-
curezza come laboratori, banche, archi-
vi consistono nel comandare una serra-
tura mediante segnali elettrici prove-
nienti da un altro locale. Questi sono
generati da un apparato che elabori in-

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 44


formazioni: potrebbe ad esempio "tra-
durre" un certo codice impostato su
una tastiera, oppure leggere una sche- PROTEZIONE
da magnetica posseduta da una perso-
na avente diritto all'accesso. I segnali
elettrici sono interpretati da un circui-
to detto decodificatore che viene mon-
tato dentro una normale porta. Il de-
codificatore traduce i messaggi ricevu-
ti in impulsi che attivano un motore
elettrico che a sua volta agisce sul mec-
canismo della serratura. Il decodifica-
tore, il motore e il meccanismo della ser-
ratura sono tutti raggruppati in un'u-
nica scatola di acciaio assai robusta che
viene montata all'interno del telaio della
porta e che quindi sostituisce la parte
della serratura che propriamente viene
denominata contro bordo. Il tutto è ali-
mentato a bassa tensione attraverso
contatti situati sullo stipite della porta;
altri contatti, sempre sullo stipite, tra-
smettono al controbordo i vari segnali
di controllo. Il sistema comprende di-
verse possibilità di espansione grazie al
fatto che è modulare, cioè costituito da
diversi tipi di componenti separati. Que-
sto permette alla stessa unità di control-
lo di comandare diversi accessi, oppu-
re di inviare gli stessi segnali da un al-
tro apparecchio situato altrove; un al-
tro dispositivo può inoltre segnalare, at-
traverso indicatori a led, quali porte so-
no aperte e quali chiuse in un determi-

.ONICA
nato istante. La modularità ha dunque
due vantaggi fondamentali: alta sicurez-
za, perchè la dislocazione dei compo-
nenti in varie zone fa diminuire i rischi
SISTEMA DI CHIUSURA
di una manomissione, e possibilità di DEL CATENACCIO
creare svariate soluzioni di impianto. AD INFRAROSSI

CHIAVI ELETTRONICHE

Un'altra soluzione per la sicurezza con-


siste nell'introduzione di una codifica
elettronica in una serratura che all'ap-
parenza non è diversa da quelle tradi-
zionali. In realtà la serratura compren- I sistemi di chiusura
de un cilindro elettronico in grado di elettronica illustrati
leggere le informazioni memorizzate in sono della ditta
Kaba Nova distribuita
una speciale chiave. La forma e la fun- in Italia da Securital
zione della chiave sono quelle consuete (22033 Desio - MI
ma all'interno dell'impugnatura è pre- Via Volta, 114
sente un microcircuito con una memo- te/. 0362/6300393).
))

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 45


LA SERRATURA ELETTRONICA

1: schema completo dell'impianto


2 di un moderno sistema di controllo
elettronico di accesso:
1: controbordo controllato
elettronicamente; 2: cavi per
alimentazione e segnali di controllo;
3: cassetta con le connessioni varie;
4: trasmettitore comandi;
5: indicatore a led di porta
aperta o chiusa; 6: pannello per
controllo manuale a distanza;
7-8-9: interruttori vari;
1 O: alimentatore;
11: rivestimento protettivo.

2: i componenti di un sistema
elettronico di controllo accessi non
sono raggruppati in un'unica unità
ma sono distribuiti su varie schede.
Questa soluzione permette sia
di aumentare la sicurezza (maggiore
difficoltà di sabotaggio
o manomissione del sistema) sia
di realizzare svariate soluzioni
di impianto (ad esempio più unità
di controllo, sia manuali che
automatiche, possono inviare
comandi ad un gruppo di porte).

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 46


ria a semiconduttori. Il sistema viene
rogrammato con un apparecchio por-
atile: esso viene collegato, mediante un
o, alla chiave, che a sua volta va in-
serita nella serratura. La coppia chiave-
rratura viene istruita a seconda delle
igenze di sicurezza richieste. Innanzi-
tutto viene impostato un codice grazie
l quale la serratura riconosce quella
hiave e non altre. Quindi sono pro-
grammati gli orari di accesso: ad esem-
pio una chiave potrà consentire ad una
persona di aprire una porta solo duran-
te certi orari; un'altra chiave potrà per-
nettere ad un'altra persona di varcare
la stessa porta in orari diversi. Le possi-
bilità sono praticamente infinite e la pro-
grammazione è molto semplice, perchè
è basata sul modernissimo concetto di
interattività: all'utente sono via via for-
mulate, attraverso un display, delle do-
mande a cui viene data risposta tramite
i comandi disponibili sulla tastiera. A
questa semplicità d'uso si affianca un'al- 3: particolare della serratura che viene 4: per programmare i codici
ta sicurezza, poichè anche l'apparecchio aperta con la "chiave elettronica": di sicurezza del sistema elettronico
per la programmazione è protetto dal- all'esterno il tamburo ha l'aspetto chiave-serratura si usa
l'uso da parte di non autorizzati grazie tradizionale, all'interno è collegato un apparecchio portatile.
ad un codice di accesso che è conosciu- ad un circuito che riconosce Si inserisce la chiave nel tamburo
to solo dal programmatore. La memo- la chiave e può quindi decidere e quindi la si collega con un cavo
di aprire o no la porta. Il circuito all'apparecchio che è molto facile
ria della chiave può essere anche letta ed da usare perchè l'utente deve
può essere installato sia vicino
è possibile ottenere la stampa della "sto- al tamburo, come avviene nelle porte semplicemente rispondere con
ria" del sistema: data e ora delle varie interne, oppure ad una certa distanza i comandi della tastiera alle domande
programmazioni e dell'ultima sequenza per i cancelli all'aperto. del display.
di aperture della serratura (ad esempio
delle ultime cento). Per quanto riguar-
da la serratura, essa ha un tamburo dal-
l'aspetto tradizionale, collegato all'inter-
no ad un circuito che, dopo aver inter-
pretato il codice memorizzato nella chia-
ve, fa scattare o no la serratura. Le bat-
terie per l'alimentazione del circuito han-
no un'autonomia superiore ad un anno
e quindi evitano frequenti interventi di
smontaggio. È possibile installare que-
sto circuito intelligente vicino al tamburo
oppure anche a 100 metri di distanza,
aumentando così la sicurezza in quanto
vengono diminuiti i rischi di sabotaggi
o manomissioni (questa è la soluzione
preferita nei casi di accessi all'aperto).
In qualunque momento la coppia
chiave-serratura può essere riprogram-
mata con altri codici ed altre limitazio-
ni sugli orari di accesso. Questo sistema
può essere installato praticamente ovun-
que. È altamente affidabile e sicuro e so-
prattutto facile da usare, perchè richie-
de solo il gesto abituale di inserire una
chiave in una serratura. 4
ELETTRONICA PRATICA - Maggio .
RIVELAZIONE

AVVISATORE
D'INCENDI
Ci avvisa tempestivamente in presenza di un principio
di incendio. Basa il suo funzionamento su un dispositivo
fotosensibile che rileva la presenza di fumo
in un ambiente. Va collegato ad un campanello,
a una sirena o a qualsiasi altra fonte sonora.
La basetta a circuito stampato con tutti
i componenti montati: Il diodo fotosensibile
va posizionato in modo che sporga leggermente
dal perimetro della scheda così da poter fuoriuscire
dalla scatola in cui chiudiamo Il circuito.

uante volte abbiamo sentito parla-


Q re di incendi a case di abitazione,
locali commerciali, ripostigli vari? Tipo di installazione del sistema di controllo nell'ambiente previsto
Ne leggiamo sui giornali, nei casi più (e relativo schema elettrico, che prevede l'inserzione di un diodo al silicio
eclatanti li vediamo in TV; ma in gene- in serie alla lampada, allo scopo di esaltare la modulazione ottica a 50 Hz).
re, capitano agli altri, quindi... ci pen-
seranno i vigili del fuoco!
Ma poi, se capita sotto casa nostra, ma-
gari (solamente!) al box dell'auto, allo-
ra... che tremenda disgrazia, perchè non
ci abbiamo pensato prima a prendere
qualche precauzione, e così via.
Bene, pensiamoci allora.
Il problema però non è di così facile so-
luzione, in quanto un circuito realmente
efficace per rivelare se c'è un principio
di incendio obiettivamente non è di fa-
cile attuazione; e a dimostrazione di ciò
ci sono diversi casi eclatanti verificatisi
anche ultimamente (la regina d'Inghil-
terra, per esempio, ne sa qualcosa).
Comunque, mettendo da parte tutti
questi bei discorsi, esiste qualche siste-
ma, se non infallibile, per lo meno di-
scretamente affidabile, per evitare che
tante cose importanti e di valore pos-
sano andarsene in fumo?
Ecco, proprio il fumo è la nostra ancora
di salvezza: e non certo nel senso che, una
volta capitato il disastro, uno non abbia
altra soluzione che mettersi a fumare co-
me un disperato decine di sigarette!
))

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 49


• --· - • -- • - • • o. .-. . 4 • - - • - - · - - ·- - · - - · - ·- - · -

RJ R9

A Il
R2 y i
R5
M
R6
RIO

I' a
Il
# tf7 Y-II]
c4 •
D1 b

I B
c2l DZII 7a2 Il c3 Il lr
R7 RB
=
I -·--·--·--·-- --·--·--·--·--·--·--·--·--·--·--·--·--· --· --· --· -- •
Schema elettrico del circuito di controllo ed attivazione del sistema. Il dispositivo fotosensibile
è esterno ano stesso essendo, come già visto, p:tazzato nell'ambiente sotto controllo.

e1@ COMPC
,tRIO TR
b

RII
.~
g e
12V C1
C2
C3
C4
=
=
=
=
O, 1 F (mylar)
100F- 16 V (elettrolitico)
3,3 F (ceramico)
O, 1 F (mylar)
=iii= C5 = 47 µ,F - 16 V (elettrolitico)
es = 100F- 16 V (elettrolitico)
c;=iiiJ==.D2
o
R1 = 1 O kn (trimmer)
R2 = 820 n
o R3 = 15 kO
R4 = 15 kQ
o R5 = 22 kO
R6 = 1 MQ (trimmer)
R7 = 22 kO

FD
o
RL Sulla basetta a circuito stampato
si monta (con le migliori garanzie
di funzionamento) il circuito completo
di controllo.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 50


,lq
AVVISATORE D'INCENDI
Il discorso serio è questo: ben difficil- zione luminosa, la mod
mente scoppia un incendio senza che sia viene resa più intensa p
accompagnato da fumo; anzi, in gene- alla lampada un diod
re la prima cosa che si produce quando Con ciò si perde un po' nell'
si ha a che fare con un incendio è pro- (cioè la luce prodotta è più t
prio il fumo, ed anche piuttosto inten- viene accresciuta :la percentual.
so, per poi passare alla combustione più dulazione sulla luce stessa.
o meno violenta. Il raggio così emesso attraversa l'am-
biente sotto controllo e va a colpire un
+ e
12V FUMO NELL'ARIA
dispositivo fotosensibile; questo (o me-
glio, il circuito cui è collegato) ha la sen-
C6 e sibilità regolata in modo che, non ap-
La caratteristica del fumo, più o meno pena l'emissione luminosa della lampa-
come la nebbia, è quella di ridurre la vi- da scende sotto il livello prefissato, il
sibilità fra due punti in mezzo ai quali circuito reagisce innescando una qual-
si sia prodotto; ecco allora la deduzio- che forma di allarme.
ne risolutiva: se mettiamo, ai due estre- Il fatto di utilizzare un raggio di luce
mi dell'ambiente da proteggere, da una modulato (pur se in modo molto sem-
parte una lampada opportunamente ali- plicistico) protegge il dispositivo da
5 mentata e dall'altra parte un 'fotorive- eventuali raggi di luce (tipicamente so-
latore", la quantità di luce che quest'ul-
lare) che possano cadere direttamente
timo è in grado di rivelare diventa sem-
sul fotosensore aprendo una porta o
pre minore col procedere della combu-
una finestra, a patto però che non sia
stione (specialmente nella fase iniziale).
Se quindi installiamo un relè pilotato da molto intensa.
« •
un circuito che reagisce all'opacizzarsi Quindi, nei periodi in cui l'allarme è at-
dell'aria, abbiamo installato un dispo- tivato, è chiaro che il locale deve resta-
sitivo sufficientemente affidabile ed at- re in penombra.
tendibile. Il circuito, così com'è congegnato, può
A questo punto passiamo ad esamina- utilizzare due tipi di fotosensore: o un
re l'installazione vera e propria, inizian- diodo (per esempio un BPW34) 0ppu-
do dall'impianto di controllo dell'am- re un fototransistor, come il Darlington
biente. Una lampada, il classico faret- 2N5779; quest'ultimo è evidentemente
to alimentato dalla rete a 220 V c.a.. la soluzione preferita, data la sua mag-
emette la sua luce più o meno regolar- giore sensibilità.
)NENTI mente; però, per rendere più particola- A questo punto, quando la luce modu-
re e meglio riconoscibile questa radia- ))))

R8 = 22 k0
R9 = 180 2
R10= 8,2 k0
R11= 1k0

D1 = 1 N4148
D2 = 1N4004
DZ = 9, 1 V • 0,4 W
IC1 = TL061
TR1 = BC107
TR2 = BC177
FD = fotodiodo BPW34
RL = relè 12V • 3000 (tipo FEME
MZP A 001 45 05)

La scheda a circuito stampato in scala


1 :1 evidenzia come vi siano alcuni
punti, in corrispondenza dello
zoccolo di IC1, piuttosto delicati cui
occorre prestare molta attenzione.
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 51
AVVISATORE D'INCENDI
lata colpisce il dispositivo fotosensibi- condensatore Cl; non così la frequen- Passato il solito condensatore di bloc-
le, ai suoi capi si genera una tensione za di modulazione, cioè il segnale a 50 co per la e.e. (C4), questo segnale viene
continua modulata a 50 Hz; per esami- Hz, che raggiunge ICI sull'ingresso in- rettificato da DI e definitivamente tra-
nare cosa succede, dobbiamo passare vertente. L'integrato esegue la funzio- sformato in corrente continua da C5,
pari pari al circuito elettrico da noi mes- ne per la quale è stato inserito in cir- che la filtra opportunamente, andando
so a punto per questo allarme antincen- cuito e cioè amplifica il segnale secon- a polarizzare (in conduzione netta, o
dio. do la regolazione dell'apposito poten- pressochè in saturazione) il transistor
La tensione continua, presente ai capi ziometro R6 e propone all'uscita un se- TRl; in queste condizioni, la base di
gnale bello robusto. TR2 risulta nettamente polarizzata (ri-
del foto transistor, viene bloccata dal
cordiamo che per TR2, essendo un
PNP, le cose vanno completamente al-
l'opposto di TRI), pertanto anche TR2
LP SPIA
è saturato e quindi il relè rimane conti-
r
test
D 1 nuamente eccitato.

ALLARME AUTOALIMENTATO
RL
La normale condizione di lavoro del re-
lè è cioè quella di eccitazione; ovvia-
BATTERIA 12V mente c'è un motivo ben preciso in que-
sto: se, a seguito di un eventuale incen-
a dio, viene a mancare corrente (cosa
+ estremamente probabile), il relè "cade"
in posizione di riposo in quanto gli vie-
1 ne a mancare l'alimentazione, facendo
così scattare l'allarme, il quale dovrà
1 : cablaggio del dispositivo di allarme. Il deviatore consente di eseguire evidentemente essere alimentato da un
la fase di taratura senza Il disturbo ripetitivo di campanello o sirena. circuito di emergenza, tipicamente a
2: variante dello stadio d'uscita, che consente di mantenere a riposo il relè batteria.
In fase di attesa. La sua realizzazione comporta qualche semplice variante Se poi, per un motivo qualsiasi, questa
al circuito stampato ed è consigliabile venga adottata solo in casi soluzione a qualcuno non piacesse, vo-
di comprovata necessità.
gliamo fornire una soluzione alternati-
va, modificando la parte finale dello
2 schema elettrico come da schema alter-
=====a:=========~0 nativo anch'esso riportato.
In pratica, TR2 è stato sostituito con
un NPN, tipo il solito BC107, ed il relè
risulta normalmente a riposo.
RL

+z
La variante si risolve con leggerissime
modifiche allo stampato; tuttavia noi
continuiamo a consigliare la soluzione
D2 originale.
A proposito dello schema elettrico, ri-
mangono ben poche precisazioni da ag-
a giungere; il trimmer Rl serve ad adat-
tare la tensione di polarizzazione per l'e-
lemento fotosensibile scelto, comprensi-
bilmente diversa a seconda che si tratti
di un diodo o di un transistor; il diodo
TR2 (npn) Zener DZ serve ad ottenere una tensio-
ne piuttosto stabile sia per la polarizza-
zione del fotosensore che per l'alimen-
tazione di ICl, il cui valore di polariz-
zazione (ricavato dal partitore R3-R4)
deve costituire riferimento per l'integrato
--===~t========>0 stesso; il solito diodo è posto a protezio-
ne del transistor di pilotaggio contro le
sovratensioni di apertura e chiusura pro-

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 52


IL FOTODIODO
vocate dalla commutazione di corrente Si tratta di un dispositivo semicondutto-
entro la bobina di campo; l'elettrolitico re le cui caratteristiche elettriche cam-
C6 funge da by-pass per i disturbi che biano al variare della luminosità ambien-
possono viaggiare lungo la linea di ali- tale che lo colpisce.
mentazione, che può provenire da una In realtà, un po' tutte le giunzioni a se-
qualsiasi forma di energia adatta all'im- miconduttore sono in qualche misura fo-
piego particolare. tosensibili ( ed è per questo che in genere
Ora non resta che passare al montag- sono racchiuse in un contenitore opaco),
gio del circuito che, come prevedibile, ma solo quelle progettate appositamen-
si effettua su una basetta a circuito te per accrescerne la sensibilità alla luce
stampato di cui forniamo illustrazione cadono nella denominazione "fotodiodi''
completa e dettagliata. Sotto /'aspetto costruttivo, si tratta sem-
Seguendo la soluzione da noi realizza- plicemente di una giunzione a semicon-
ta e proposta, non ci sono problemi so- duttore ( appunto, un diodo) contenuta in
un involucro che in certa misura racco-
stanziali nè di componentistica nè di
funzionamento, salvo naturalmente te- glie e focalizza la luce ambiente sulla FD
ner conto delle solite modalità di mon- giunzione stessa. Questo dispositivo è k.
taggio per quei componenti di cui oc- normalmente polarizzato con tensione in-
corre rigorosamente rispettare un ver- versa ( cioè col catodo collegato al posi-
so ben preciso. tivo); pertanto, al buio, la corrente di a
Essi sono: il circuito integrato, la cui conduzione è molto modesta e la resisten-
tacca di riferimento su uno dei bordi za elevata. Quando invece è illuminato,
corti va posizionata esattamente come la corrente cresce in modo proporziona-
nel disegno di montaggio, contrassegna- le alla quantità di luce che lo illumina.
to il piedino l; i due transistor, per i Il tipo da noi scelto, e cioè il BPW34, si
quali va ben controllata e rispettata la distingue per la sua forma a parallelepi- Simbolo elettrico e schema
posizione assunta dalla linguetta metal- pedo, che ne fa un dispositivo di piccolo di funzionamento
lica che sporge dal corpo a contrasse- ingombro e di alta efficienza. di un fotodiodo.
gnare l'uscita di emitter; i diodi, per i
quali va tenuto conto che il terminale
di catodo è quello che esce dalla parte La potenza di questa lampada va defi- terponendo un solo dito davanti al fo-
ove c'è la striscetta in colore; i conden- nita per tentativi, in quanto è legata al- tosensore e facendo in modo che la di-
satori elettrolitici C2-C5-C6, che porta- la tratta da monitorare. Il fotosensore minuzione di illuminazione che ne con-
no stampigliati sul corpo il simbolo di (qualunque esso sia) si monta dentro un segue sia in grado di far scattare ugual-
polarità (spesso il negativo) che corri- tubetto opaco (l'ideale sarebbe smeri- mente il relè: è in questa fase che occor-
sponde al terminale. gliato) e rivolto più o meno verso il fa- re un po' di pazienza.
Per gli altri componenti: il senso di in- retto. Una volta che tutto il complesso La possibilità di smistare l'allarme su
serimento è a piacere, oppure non ci so- sia montato e cablato, occorre proce- una lampada spia (anzichè su campa-
no dubbi in quanto c'è una sola possi- dere alla sua messa a punto, regolando nelli, sirene o simili) prevista nello sche-
bilità (trimmer e relè). opportunamente R 1 per la polarizzazio- ma di assemblaggio complessivo serve
ne più adatta del sensore: proprio in questa fase: è infatti eviden-
1) nel caso si usi un fototransistor, la te che, durante la messa a punto, con-
CABLAGGI ESTERNI tensione fra A e B deve essere compre- trollare il regolare intervento del dispo-
sa fra 3 e 6 V, con il sensore colpito dal- sitivo con l'accensione e/o lo spegni-
I soliti terminali ad occhiello consento- la luce del faretto; mento di una lampada fa certamente
no un comodo e sicuro ancoraggio cui 2) nel caso di fotodiodo, la tensione fra meno fracasso dell'altro tipo di segna-
saldare i collegamenti da e verso l'esterno. A e B deve essere la più bassa possibile lazione.
Una volta terminato il montaggio dei (anche se, in questo caso, la variazione Qualunque sia l'allarme da azionare,
componenti, occorre provvedere al ca- di tensione regolando Rl è molto mo- serve una batteria da 12 V, di cui ven-
blaggio del sistema d'allarme comple- desta). ga periodicamente controllato lo stato
to, cioè di tutto quanto prosegue dopo Si passa poi alla regolazione di R6, che di carica e manutenzione.
il relè; ed anche per questo viene forni- in realtà risulta un po' laboriosa. Ora, tutto dovrebbe essere a posto; ri-
to lo schema elettrico dettagliato (an- Si comincia col mettere una mano da- spettando le precauzioni via via consi-
che se a blocchi). Per quanto concerne vanti al fotosensore, regolando R6 in gliate nell'articolo, chi abbia installato
la lampada che emette il raggio di cui modo che il relè scatti: e questo si ot- il sistema può godere di un briciolo di
il fotosensore deve "sentire" la regola- tiene facilmente. Togliendo la mano, il tranquillità in più (oltretutto. ad am-
re presenza, può essere, come già det- relè torna allo stato normale, però con biente vuoto, e con le opportune cau-
to, un normale faretto ad incandescen- un certo ritardo dovuto alla presenza di tele, si può anche accendere un foche-
za del tipo direzionabile. C5. Ora la regolazione va affinata, in- rello di prova!).
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 53
SAPER FARE

SALDARE
E DISSALDARE
Scopriamo come si usa il saldatore, cos'è l'anima disossidante
del filo di stagno e a cosa serve la pasta salda.
Impariamo a disossidare e pulire le piste rame e i reofori.
Ricordiamo che una sola stagnatura mal fatta pregiudica
il funzionamento di un intero circuito.

uella che viene normalmente chia-


Q mata saldatura a stagno è in real-
tà una brasatura, in quanto i terminali
quanto si supererebbero di molto i 400
gradi centigradi. La brasatura a stagno
viene scelta perchè questo metallo fon-
Quello istantaneo, infatti, è alimentato
da un trasformatore con secondario a
bassissima tensione e forte intensità.
dei componenti elettronici non vengo- de completamente già intorno a 300 La punta saldante rappresenta il cari-
no fusi di per sè ma avviluppati in un gradi, temperatura che può essere facil- co di questo secondario per cui oltre ad
bagno di metallo liquefatto con il qua- mente raggiunta anche con saldatori ri- essere sottoposta come già detto, ad una
le fanno molto superficialmente lega. scaldati da resistenze elettriche. debole tensione, induce anche un forte
Per poter parlare di saldatura dovreb- I due tipi di saldatore più usati in elet- campo magnetico. Questi due fattori
bero essere i terminali metallici a scio- tronica sono quello a resistenza e quel- possono essere causa di deterioramen-
gliersi e a fare lega fra loro con o senza lo istantaneo. to dei componenti elettronici che con
l'ausilio di materiale d'apporto. Sebbene il primo richieda tempi di pre- questo saldatore vengono brasati.
Ovviamente così facendo i componenti parazione più lunghi (bisogna attende- Altro fattore negativo è la potenza, in-
elettronici verrebbero tutti distrutti dal re che raggiunga la temperatura di eser- torno ai 100 W, valore sufficiente a de-
calore al momento della saldatura in cizio) è decisamente più consigliabile. teriorare componenti o piste di circuiti
stampati per eccessivo calore. È quindi
importante scegliere saldatori a resisten-
za e con potenza non superiore a 30 W
L'attrezzatura per evitare di vanificare in partenza il
necessaria per funzionamento di qualsiasi circuito.
eseguire Lo stagno che viene usato in elettroni-
le stagnature
dei componenti ca si presenta sotto forma di filo forato
elettronlcl con tre anime contenenti ciascuna una
comprende, oltre sostanza disossidante.
al saldatore Queste sciogliendosi aggrediscono chi-
e allo stagno, micamente il metallo ripulendolo da
una pinzetta sporcizia e ossidi per una più agevole
per ripiegare stagnatura.
i reofori dei Nonostante ciò è sempre meglio prima
componenti,
un troncheslno pulire con abrasivo fine i contatti da
per tagliarne stagnare per immergerli poi leggermente
la parte nella pasta salda che è un disossidante
eccedente assai potente venduto in scatolette me-
e la pasta talliche dall'aspetto di barattolini di
disossidante per grasso. La quantità di pasta deve esse-
ripulire re minima; pressapoco è sufficiente quel
chimicamente velo che si viene a formare intingendo-
le parti da unire.
vi un attimo il contatto da stagnare.
))))

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 54


Stagnatura dei reofori dei com ponenti al lato ram e di un circuito stam pato. Occorre un saldatore non troppo potente
per evitare lo scollaggio delle striscioline di ram e dalla basetta. La stagnatura deve essere calda cioè fare lega
sia con il reoforo sia con la piazzuola di ram e. Si riscalda Il punto di saldatura per qualche secondo quindi si im m ette
lo stagno che fondendo avv iluppa reoforo e pista ram ata. Da evitare l'im m issione di troppo stagno che potrebbe
unire due piste adiacenti.

Saldatore di piccola potenza (20 watt) utile


nell'Im piego su circuiti stam pati. La punta
sottile e la potenza lim itata, pur
garantendo saldature accurate,
non pregiudicano l'aderenza
delle striscioline ram ate
alla basetta.
Il dissaldatore è una specie di pompetta
che risucchia lo stagno fuso dal saldatore.
Lo stantuffo viene compresso ed è tenuto
agganciato da un ancoraggio. SI sgancia
al comando di un pulsante e scatta all'indietro
richiamato da una molla provocando il risucchio
dello stagno all'interno del cilindro.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 55


SALDARE E DISSALDARE
LE BASETTE ficienza quando il suo colore torna gri- succedere di dover sostituire un compo-
gio opaco. La sistemazione dei compo- nente bruciato e bisogna salvare il cir-
Ormai quasi tutti i montaggi elettroni- nenti sui circuiti stampati avviene ripie- cuito stampato.
ci avvengono su basette isolanti recan- gandone accuratamente i reofori alla di- In commercio sono stati posti dei sal-
ti le piste di rame del circuito stampato. stanza dei corrispondenti fori presenti datori alla rovescia, cioè dei dissalda-
La stagnatura deve quindi avvenire fra sulla basetta; si procede a metterli al lo- tori, che grazie ad una pompetta aspi-
il reoforo del componente e la basetta ro posto ripiegando leggermente in fuo- rano lo stagno fuso.
ramata, e quindi occorre non insistere ri la parte di reoforo sporgente dal sot- Quelli che funzionano davvero bene so-
troppo con il saldatore per non scolla- to. I componenti restano così provviso- no piuttosto costosi e hanno uno stan-
re la strisciolina ramata della basetta. riamente ancorati. tuffo a molla che scatta indietro a co-
D'altro canto, se non si raggiunge la Completata la sistemazione si capovol- mando. Gli altri non sono nemmeno da
giusta temperatura, la brasatura non ge la basetta e si iniziano le stagnature prendere in considerazione.
può creare un contatto perfetto: si dice lavorando in serie. Un'altra tecnica di dissaldatura consi-
in questo caso che è stata eseguita una Terminata l'operazione si rende neces- ste in una trecciola di rame che scalda-
stagnatura fredda. sario tagliare i reofori che risultano ta raccoglie lo stagno fuso; c'è però il
Il risultato migliore si ottiene accostan- sporgenti. L'operazione può essere ese- rischio di ritrovarsi anzichè col compo-
do al punto di brasatura la punta ben guita anche con le forbici ma l'attrezzo nente dissaldato, con la trecciola attac-
pulita del saldatore riscaldando per due più adatto risulta essere il tronchesine. cata al circuito.
o tre secondi; si immette quindi lo sta- Se brasare può già rappresentare una Un metodo di dissaldatura in uso an-
gno che sciogliendosi diventa una goc- difficoltà, dissaldare un componente da che presso molti radioriparatori è quello
ciolina di colore argenteo. un circuito senza creare danni è quasi di soffiare via lo stagno. Si usa il salda-
Appena la gocciolina ha avviluppato i un'impresa. tore per scioglierlo e un tubetto di pen-
contatti da stagnare si toglie il saldato- Bisogna riuscirci senza danneggiare il na biro senza refi] per soffiare via lo sta-
re e si lascia raffreddare. E solida a suf- circuito o altri componenti; inoltre può gno con la bocca.

1 2

1 : il dlssaldatore aspira lo stagno dlsclolto dal saldatore


3 STAGNO grazie al risucchio provocato dalla repentina risalita
dello stantuffo richiamato da una molla.

2: i terminal! di ancoraggio e I reofori del componenti


devono essere disossidati e prestagnatl; vanno poi
pulitl dall'eccesso di stagno In maniera da llberare
nuovamente i fori.

3: la prestagnatura permette di effettuare una saldatura


rapida che non scalda eccessivamente Il componente
elettronico. Non si corre così Il rischio di deteriorarlo.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993 - Pag. 56


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PROGETTI
LETTORI
l lettori sono invitati ad inviare un loro progettino, semplice
e inedito, che non impieghi più di l componenti elettronici.
Il più originale ed interessante di ciascun mese verrà
pubblicato e compensato con una preziosa attrezzatura
da laboratorio.

SEGNALATORE
DI STOP FULMINATI
A ppassionato di elettronica e vostro
assiduo lettore da molti anni, qual-
visto di quella importante segnalazio-
ne che corrisponde alle luci di arresto
efficiente, quando il pedale del freno
viene azionato, TRl (la cui base viene
che tempo fa mi è venuta l'idea di ri- o "stop", per pura e semplice brucia- così richiusa sull'emettitore) va in inter-
solvere un problema che ha molte pro- tura della relativa lampadina: e questo, dizione, cioè non consente più alcun
babilità di verificarsi sulla propria mo- specialmente di notte, può risultare ve- passaggio di corrente; di conseguenza
tocicletta, grossa o piccola che sia; ne ramente pericoloso (codice a parte!). la corrente va, attraverso R2-R3, a po-
è venuto fuori un progettino alquanto Ecco allora la realizzazione del mio cir- larizzare la base di TR2 che passa così
semplice ma altrettanto efficiente, tal- cuitino, che parte dal pur modesto cir- in conduzione, facendo accendere il
chè, pensando che possa incontrare l'in- cuito elettrico esistente in ogni moto: si LED: la spia sull'efficienza del micro-
teresse di molti appassionati delle due preleva l'alimentazione dal punto 2 del- switch o della lampada viene così at-
ruote, ho pensato di inviarvene una suc- lo schema elettrico, cioè dal positivo co- tivata.
cinta descrizione. mune alla lampadina del freno ed all'in- Supponiamo invece che la lampada sia
Succede a volte che si è ignari di star terruttore azionato dal relativo pedale. bruciata: il transistor TR 1, che a riposo
circolando con il proprio mezzo sprov- Se tutto è regolare, cioè la lampada è prelevava la sua polarizzazione dal nega-

] -
Ecco come
si presenta
il circuito
del segnalatore
di stop bruciati
montato su una
basetta mlllefori:
i pochi componenti
(7 per l'esattezza)
3 non necessitano
di un circuito
stampato.

PIASTRINA "MILLE Fo2i"

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 58


CIRCUtTl DI BORDO

AL + DELLA BATTERIA

TR1 TR2

INTERRUTTDRE
PEDALE
FRENO

DA

LP
T4-TR2
FRENO La disposizione
del terminali dei due
transistor TR1 e TR2
viene definita osservando
la posizione della
linguetta.
3
MA56A VEICOLO
I
1 Schema elettrico del circuito e, a sinistra oltre la linea tratteggiata,
J come quest'ultimo va collegato all'impianto elettrico della motocicletta.

tivo attraverso la lampada stessa, risulta modo da poter intervenire prelimi-


all'interdizione anche senza azionare il narmente. COMPONENTI
freno, talchè il LED spia resterà acceso. Posso garantire che il circuitino, che ho
Se poi si frena, TRl non si sposta asso- montato su un "francobollo" di piastri- R1 = 3,9 kO
lutamente (anzi!) dalla sua situazione di na millefori (riuscendo a piazzarlo sen- R2 = 10 kO
interdizione, e quindi a maggior ragio- za particolari problemi e portandomi R3 = 470 O
ne la spia conferma la sua accensione. con due fili il LED sul manubrio) fun- R4 = 330 O (x 6V);1 k?(x 12V)
Morale: quando la lampada dello ziona regolarmente ed affidabilmente.
"stop" è in buone condizioni la spia del Spero di poter farmi risentire con qual-
D1 = 1N4004
DL = LED tipo "jumbo"
nostro segnalatore è spenta a riposo e che altro progetto, magari migliore e TR1 = BC178 (o equivalente PNP)
accesa pigiando il freno; se la lampada più impegnativo.
è bruciata, la spia resta accesa anche a Dimenticavo di precisare che il circui-
freno non azionato, denunciandone su- to funziona indifferentemente con bat-
bito l'irregolarità di funzionamento, in terie da 6 o 12 V (salvo ritoccare R4).

PARTECIPA ANCHE TU!


Il lettore che ci ha inviato il progetto vince
uno stupendo kit per saldatura con valigetta
contenente: saldatore stilo da 30 W,
supporto per mini montaggi, dlssaldatore,
raschietto, appoggio per saldatore e punte
di ricambio. Per partecipare basta mandare
il progetto con una breve spiegazione,
Il vincitore allegando una propria foto tessera, a:
di questo mese è ELETTRONICA PRATICA- EDIFAI - 15066 GAVI (AL)
Bioggini Daniele
di Cremona

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 59


LETTERE
LETTORI
I tecnici della redazione di ELETTRONICA PRATICA sono
Se avete un pro-
bi e ma urgente
passate un fax:
cercheremo, nei
limiti del possibi-
le, di rispondervi
al più presto.

a disposizione dei lettori per risolvere al meglio I problemi


o le difficoltà che Incontrano nelle loro reallzzazionl. I quesiti
di interesse generale vengono pubblicati sulla rivista.
Potete scrivere a ELETTRONICA PRATICA
EDIFAI • 15066 GAVI (AL)

TRASFORMATORE AD ISOLAMENTO
Sono venuto in possesso di un trasforma- Lo schema consigliato consiste appun- ver dissipare molto calore e quindi, ol-
tore del tipo per "isolamento dalla rete", to in un duplicatore di tensione, circui- tre a dover essere scelte di opportuna
caratterizzato quindi dal fatto di avere to nel quale ognuno dei due diodi rad- dissipazione, vanno montate sufficien-
un solo secondario a 220 V. lo vorrei uti- drizzatori provvede a caricare presso- temente "arieggiate".
lizzarlo per alimentare un trasmettitore chè al valore di picco il condensatore Gli elettrolitici impiegati in questo cir-
di tipo surplus, e quindi a valvole, che ri- che gli compete. cuito devono avere sufficiente margine
chiede due tensioni, una sui 300 V e l'al- Delle resistenze presenti in circuito, R 1 di tensione, e quindi devono essere in
tra sui 600. Come posso impiegare que- ed R4 sono presenti in serie al passag- grado di reggere 400 e più volt.
sto trasformatore? gio della corrente erogata allo scopo di Chi però metta le mani alla realizzazio-
Piero Cipollina (Napoli) limitare i picchi di corrente; R2 ed R3 ne di questo circuito deve prestare mol-
servono da zavorra allo scopo di limi- ta attenzione, perchè le tensioni sono di
Giocando sul rialzo della tensione e sul- tare un poco, col loro assorbimento di valore elevato e le correnti erogabili pu-
le prestazioni di un duplicatore di ten- corrente sempre presente, le variazioni re: quindi prendere la scossa qui è mol-
sione, è possibile ottenere più o meno di tensione al variare del carico: queste to facile, ed anche piuttosto perico-
quanto serve. due ultime resistenze si trovano a do- loso.
01
16Va
T1
R2
308Va CO PONENTI
C1= C2 = 100 F - 400 VI
( elettrolitici}
R3 R1 =
56 0-2W
massa R2=R3=22 k?- 10 W
R4 = 102-1W
D1 = D2 = 1N4007
R4 T1 =
trasformatore
02
da 220 V secondari

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 60


LEGGE DI OHM ALLA PROVA
qualche tempo mi sono dedicato allo
dio dell'elettronica, e... sono comincia-
i i dubbi!
Cercando di verificare in pratica la leg-
di Ohm, ho realizzato ( con quello che
vevo sotto mano) il circuitino di prova La tensione rilevata
di cui allego lo schema: le due resistenze dal tester non corrisponde
sono rigorosamente uguali; tuttavia, mi- esattamente a quella
surando col tester tra i punti 'b'' e ''e'' prevista dalla legge
on trovo l'esatta metà della tensione di Ohm a causa della
come dovrebbe essere a rigor di logica ... resistenza Interna
di Ohm), ma molto meno. Perchè? al tester che in pratica
rlsulta In parallelo ad R2.
Franco Calcagni (Arezzo)

Esaminiamo lo schema che il nostro Jet-


re ci segnala; per quanto riguarda il
ircuito di prova vero e proprio, non c'è e
bra di dubbio che fra "b" e "c" ci
ia sicuramente una tensione di 4,5 V,
ioè il valore della tensione di alimen-
1azione diviso per 2: infatti, essendo le quella dei 10 V fondo scala, esso equi- valore già molto elevato), fossero state
due resistenze di ugual valore, proprio vale ad una resistenza di 20.000x 1 O = per esempio da 470 2, il valore effetti-
la legge di Ohm ci dice che anche le ca- 200.000 n presente fra i puntali, e quindi vamente letto con lo stesso tipo di volt-
dute di tensione localizzate ai loro capi posta direttamente in parallelo alla re- metro sarebbe stato quasi esattamente
er via della corrente che le attraversa sistenza da 470 kO. 4,5 V, ed il problema non si sarebbe po-
(che è la stessa) sono uguali. Il risultato è che il ramo basso del par- sto. Viceversa, l'effetto dello strumen-
Tuttavia, quando andiamo a fare la mi- titore, cioè fra "b"e"c", presenta una to sarebbe trascurabile se si trattasse di
sura della tensione, avviene che in pa- resistenza effettiva dell'ordine dei 150 voltmetro elettronico o digitale, in
rallelo ad R2 viene posta la resistenza kO, e quindi la tensione ai capi della quanto la resistenza interna di questo
interna del tester. combinazione R2-tester analogico è sul- tipo di strumenti è molto alta, in prati-
Ora, supponendo che il tester sia di ti- 1 'ordine di 2 V. ca una decina di megaohrn almeno, col
po normalmente buono da 20.000 O/V Evidentemente, se le due resistenze che i conti della legge di Ohm tornereb-
e che la portata su cui è commutato sia adottate, anzichè da 470 kO (quindi di bero nuovamente.

SONDA A TRE LUCI al.,_h

Sono un elettricista, e quindi mi capita positiva, si accende il LED rosso; se il nei circuiti od apparecchi con cui si ha
spesso di lavorare in posizioni scomode filo è negativo, è il LED verde che si ac- a che fare; in linea di massima, un buon
e magari poco illuminate; mi dedico in cende; se la corrente è alternata, non c'è campo di lavoro potrebbe essere: Rl =
particolare alla manutenzione di impianti bisogno di un terzo LED, bensì si ac- 2-3 k0 per tensioni sino a 30 V; I =
R

alimentati in corrente continua, e quin- cendono ambedue quelli presenti, for- 8-10 kO per tensioni sino a 100 V; RI
di, per facilitarmi le operazioni di con- nendo quindi un'indicazione altrettan- = 18227 k per tensioni sino a 220 V.
trollo, mi servirebbe una piccola sonda to valida. La sondina può essere realizzata entro
a 3 luci: per esempio, se si accende la ros- Il valore di Rl va dimensionato in ba- un qualsiasi tubo di plastica o magari
sa, vuol dire che sto toccando il filo po- se alla tensione normalmente presente in un grosso puntale.
sitivo; se si accende la verde, il filo è il
negativo; se si accende la gialla, sto toc-
cando corrente alternata. PUNTA R1
Mi rivolgo a voi sperando mi possiate
proporre un circuito adatto.
Alberto Burrone (Milano) a

U circuito che proponiamo nello sche-


ma qui. accanto ci sembra particolar-
nente adatto, anche per la sua notevo- \ v
e semplicità.
[I funzionamento previsto è il seguen-
e: se il puntale tocca un filo a tensione
PINZA

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 61


del
LETTERE
LETTORI
I •

INTEGRATI DI RECUPERO "-.L,

Ho recuperato un paio di integrati tipo tegrato, basta una manciata di compo-


TBA810P. So che il tipo è un po' anti- nenti ed un buon altoparlantino.
quato, ma se ne vale la pena vorrei uti- Se l'amplificatore si prevede di usarlo
lizzarne uno nella costruzione di un am- con continuità alla massima potenza,
plificatore BF (poi, se funziona bene, l'integrato va raffreddato con apposito
COMPONENTI magari sfrutto anche l'altro per farne un
piccolo stereo). Gradirei pertanto avere
radiatorino.
Oltre allo schema elettrico, riteniamo
lo schema elettrico per qualcosa del ge- opportuno ricordare le principali carat-
C1 == 1 F
100 F - 16 VI nere, possibilmente previsto per 12 V di teristiche del TBA810P.
C2 Tensione di alimentazione: da 4 a 20 V
C3 = 100 F - 16 VI alimentazione.
C4 = 100 F - 16 VI Demetrio Barbieri (Genova) Potenza d'uscita: 6 W su 4 O (con
es = 470 F - 16 VI V=14V)
C6 = 0,1 F Si può fare ed anche con risultati di Resistenza d'ingresso = 5 MO
C7 = 220 F - 16 VI buona qualità.
Lo schema suggerito è praticamente
Risposta in frequenza: 40-10.000 Hz.
I pochi componenti rendono possibile
R1 = 0,5 MO (potenziometro quello consigliato dalla casa costruttri-
ce ed è quindi' la versione classica da
il montaggio con cablaggi volanti o su
una basetta del tipo millefori ma la pre-
volume)
R2 = 100 0 tempo reperibile sulla letteratura tecni- senza del circuito integrato ci consiglia
R3 = 100 2 ca: ciò garantisce ulteriormente l'affida-
bilità di questo piccolo amplificatore.
di utilizzare un circuito stampato, più
laborioso da realizzare, ma più sicuro
AP = altoparlante 4 O - 5 W Per completare il circuito attorno all'in- e duraturo.

IC1 = TBA810P

C6 C7

C5
8
C1 + e
12 V
e
E R1
AP

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1993- Pag. 62


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I Le fotocopie non saranno ritenute valide. I
I Indirizzo completo (in STAMPATELLO)
I
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I CITTÀ •••• ············································-··-····••···················· VIA ················································-·······················
CAP •••••••••• ••••••••••••••••••••
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per i quali è necessario prendere determinate precauzioni: a saltare? Si è verificato un corto circuito? La nostra lavatrice
staccare l'interruttore generale quando occorre, installare ha la carcassa sotto tensione? Nessun problema, ogni guasto
gli indispensabili dispositivi di protezione e osservare tutta ha la sua causa e ogni causa il suo rimedio, basta intervenire
una serie di piccole regole di sicurezza sono gli accorgimenti con competenza e precisione: seguendo le chiare indicazioni
sufficienti per scongiurare qualsiasi rischio . del manuale tutto diventa più facile.

Come Come
ampliare realizzare
un impianto
esistente
. .
un nuovo
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impianto

Negli ultimi anni gli elettrodomestici d'ella nostra casa Tracciatura, scasso, posa di guaine flessibili, scatole
sono cresciuti a dismisura mentre l'impianto è rimasto lo stesso. di derivazione e portafrutti, canalizzazione dei cavi
Perchè allora non portarlo all'altezza di un compito ma soprattutto chiari schemi per la facile realizzazione
che così com'è fatica a sopportare, adattando le prese, di ogni tipo di circuito elettrico sono i temi centrali
gli interruttori, i punti luce non solo alle esigenze di oggi di questo manuale che mette chiunque in condizione
ma addirittura a quelle di domani? di installare un intero impianto elettrico.
ANNO 22° - Luglio/Agosto 1

Il generatore di luce L'anticalcare, installato La macchinafotografica Quella del radioricevitore


ultravioletta consente vicino ad un tubo in cui elettronica è stata smontata russo è una costruzione
di verificare la validità scorre l'acqua, impedisce ed accuratamente studiata utilissima per chi desidera
di banconote o francobolli il formarsi di incrostazioni per analizzarne le incredibili avventurarsi nel magico
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20 La musica del cuore
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74 del 29-12-1972. Stampa: 28 L'anticalcare
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40 Luci psichedeliche da taschino
Tutti i diritti di proprietà artisti-
ca e letteraria riservati. I ma-
46 La macchina fotografica elettronica
ascritti, i disegni e le fotogra-
e, anche se non pubblicati 50 Radioricevitore russo
non si restituiscono. La rivista

ELETTRONICA PRATICA
ume alcuna responsa-
58 Provacontinuità acustico
ca la conformità alle vi-
" a norma di sicurez-
60 La schemoteca
izzazioni.
62 Lettere dei lettori
63 Mercatino
Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE
responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492 UFFICIO ABBONATI • Tel. 0143/642232
Massimo Casolaro 0143/642493
fax 0143/643462
L'abbonamento a
Direttore esecutivo: Redazione: AMMINISTRAZIONE
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ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Paa. 1


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ANTIFURTO AL VOLANTE
Fra i vari tipi di antifurto per automobili presenti sul mer-
cato ne esiste uno che si applica al volante. Si tratta di una
sbarra di acciaio speciale al carbonio, lunga mezzo metro,
che viene fissata con un morsetto.
Da sola rappresenta già un ostacolo al tentativo di furto della
vettura perchè rende praticamente impossibile la guida. In
più contiene al suo interno un sensore che entra in funzione
dopo pochi secondi dall'attivazione del dispositivo attraverso
l'apposito interruttore.
L'antifurto reagisce ai tentativi di intrusione nell'automobi-
le con una sirena dal suono potente e penetrante, di intensi-
tà paragonabile a quella dei veicoli di emergenza.
Contemporaneamente un lampeggiatore dalla luce abba-
gliante, situato all'estremità della sbarra, è in grado di infa-
stidire anche il ladro più ostinato. Il dispositivo non richie-
de alcun cablaggio all'interno dell'auto e quando viene in-
serito si accende una spia luminosa visibile dall'esterno e dal-
l'effetto deterrente per qualunque malintenzionato.
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DCC: ARRIVANO LE MUSICASSETTE DIGITALI


La nuova era della registrazione del suono e cominciata con sualizzate sul display durante la riproduzione. Fra i vari ap-
un sistema digitale funzionante grazie alla stessa tecnologia parecchi in commercio è interessante il modello Philips DCC
del Compact Disc (CD), che è ormai diffuso da alcuni anni 130, portatile (misura solo 125x35x118 mm e pesa 450 gram-
e ha praticamente sostituito il vecchio disco di vinile. Il nuovo mi) e dotato di tutte le funzioni fondamentali per la regi-
sistema si chiama DCC (Digitai Compact Cassette) ed è sta- strazione e la riproduzione di cassette sia analogiche che di-
to creato dalla Philips. Permette di registrare e riprodurre gitali, compreso il display. Philips (20162 Milano - V.le F.
il suono con la massima purezza e il minimo disturbo, le stes- Testi, 327 - tel. 1678/20026 chiamata gratuita).
se caratteristiche che ci sono già note grazie ai CD. Una sua
interessante peculiarità è la possibilità di leggere anche le cas-
sette audio tradizionali, evitando così la duplicazione di ap-
parecchi oppure la sostituzione totale della collezione di cas-
sette registrate. Questo può avvenire grazie al fatto che le
nuove cassette digitali hanno lo stesso formato di quelle
tradizionali. In più hanno la possibilità di contenere
molte più informazioni quali titoli e durata dei bra-
ni, nomi degli artisti e altre, che vengono vi-
ELECTRONIC NEW S
MINITRAPANO
SUPERECONOMICO
Nel montaggio dei circuiti è necessario praticare fori,
sia per il fissaggio dei componenti che per lassem-
blaggio di diverse schede l'una sovrapposta all'altra,
mediante gli appositi supporti. Questo lavoro può es-
sere eseguito a regola d'arte con un mini trapano dal-
le elevate prestazioni e dal costo molto contenuto. L'u-
tensile funziona a 24000 giri al minuto, viene alimen-
tato a 12 V attraverso un trasformatore collegabile 1

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PIASTRINA PELTIER
Due metalli diversi, posti a contatto, se sono percorsi da cor-
rente possorio assorbire oppure dissipare una quantità signifi-
cativa di calore. Questa dipende, oltre che dalla temperatura del-
l'ambiente, dalla natura dei metalli. Vi è assorbimento o emis-
sione a seconda del verso della corrente. Questo fenomeno è
chiamato effetto Peltier e può essere sfruttato ad esempio per
il riscaldamento o il raffreddamento di piccole quantità d'ac-
qua, nei frigoriferi da viaggio, in piccoli sistemi di condiziona-
mento dell'aria. Per queste ed altre applicazioni esiste una pia-
stra di dimensioni assai ridotte (40x40 mm) e molto sottile ( 4,2
mm). È in grado di smaltire o assorbire calore fino ad una po-
tenza di 53 W e di produrre una differenza di temperatura fino
a 68 gradi. Ai due connettori elettrici va applicata una tensione
massima di 15,4 V. Costa lire 59.000. D. Mail (50136 Firenze
Via Luca Landucci, 26 - tel. 055/8363040).

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GRANDI PRESTAZIONI
La JBC ha messo in commercio un nuovo saldatore deno- giunto dopo 40 secondi dall'accensione (contro i 180 della
minato SL-2006. dotato di caratteristiche tali da renderlo su- media degli apparecchi in commercio) e la riserva di poten-
ualunque saldatore convenzionale. Innanzitutto za è assai elevata (200 W contro i consueti 40 W).
oregolato con un sistema elettronico. Questo par- Si distingue dagli altri saldatori anche per la ricca dotazione
struttivo, che ha eliminato i componenti mecca- di punte (ne comprende 23).
pia soggetti ad avaria. rende molto lunga la vita del sal- L'alimentazione avviene dalla rete, con la possibilità di se-
datore, che è stata stimata in 2000 ore contro le 600 delle lezione fra 120e 240 V. Pesa 20 grammi in più di un model-
izionali. La temperatura, selezionabile fra 250 lo medio convenzionale, che è poca cosa in confronto alle
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ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 3


CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA

Impariamo a realizzare
la funzione logica ''OR'
utilizzando la basetta didattica
e il circuito integrato 4075B.
Vediamo quali caratteristiche
deve avere il condensatore
di fuga da montare nel circuito.
Quali sono gli integrati
più comuni previsti per
la funzione ''OR'.

GLI INTEGRATI €C-MOS (QUINTA PARTE)


ella lingua inglese, il termine OR lamente se tutte e tre le entrate sono a
N significa semplicemente "o", "op- O, anche l'uscita è a livello O.
ET E2 E3
-
ul pure". Ancor più del significato lette-
rale del termine ( del resto, abbastanza
Chiarita così quella che è l'impostazio-
ne di base di questa nuova funzione lo-
o o 0 o
.,___ esemplificativo), interessa però capire la gica, passiamo alla sua realizzazione
o o 7 ~ 1 funzione elettrica vera e propria; comin- pratica, che in questo caso viene effet-
ciamo quindi con l'introdurre lo sche- tuata utilizzando una delle tre sezioni
o 7 7 1
...__ ma di un circuito OR a 3 ingressi e ad dell'apposito integrato 4075B.
7 7 --7 1 esso riferiamoci per una prima presa di
contatto di tipo pratico.
Si tratta semplicemente di accendere CIRCUITO SPERIMENTALE
TABELLA VERITÀ
una lampada (LP) che è collegata all'a-
limentazione ( + Vcc) attraverso 3 inter- Il circuito elettrico ha una struttura ana-
ruttori (S l-S2-S3) in parallelo fra loro. loga a quella delle altre versioni realiz-
+>- U
E2 La funzione elettrica del complesso di zativo-didattiche già presentate nelle
E3 interruttori è evidente: basta chiudere precedenti puntate del corso C-MOS.
o S1, 0 S2, 0 $3, oppure più d'uno de- Nello schema vediamo indicati i tre
OR gli stessi e LP si accende in tutti i casi ponticelli (Pl-P2-P3) che gestiscono i li-
e le combinazioni possibili. velli delle tre entrate; se nessuno dei tre
Ecco così realizzata la funzione OR, di ponticelli è inserito nelle entrate E 1, E2,
Simbolo grafico con cui viene cui viene rappresentato il simbolo gra- E3, queste ultime risultano a livello lo-
rappresentato, nel circuiti elettrici, fico circuitale (sempre riferito ad un cir- gico O, essendo collegate a Vss o GND
Il dispositivo o circuito che esplica
la funzione OR (nell'esempio, del tipo cuito a 3 entrate), con la relativa tabel- attraverso i tre gruppetti resistenza-
a 3 ingressi). La tavola della verità la della verità: risulta evidente che ba- LED: pertanto l'uscita è anch'essa a li-
rappresenta la combinazione sta uno dei tre ingressi a livello 1 per vello O e, in queste condizioni, tutti i
del possibill stati logici. avere anche l'uscita a stato logico 1; so- LED sono spenti.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 4


Il circuito, una volta completato
il montaggio, appare quasi Identico
a quello adatto a realizzare
la funzione NANO: In pratica cambia
solamente Il circuito integrato
utilizzato.

Se colleghiamo uno solo dei ponticelli


(supponiamo sia Pl) si accende sia
DLVI che DLRl, in perfetta corrispon-
denza con la tavola della verità.
Collegando anche P2 e P3, si accendo-
no i due LED d'ingresso relativi, men-
tre il LED DLRl in uscita resta sem-
pre acceso, ancora una volta secondo
la tabella.
Per completare l'esame dello schema
elettrico, dedichiamo ancora qualche ri- 52
ga ad uno studio un po' più approfon-
dito del solito della funzione di Cl. Schema di un circuito
elettricoche concretizza,
in modo pratico
e spicciolo, la funzione
CONDENSATORE DI FUGA elettrica OR: basta

In effetti, si tratta di un normale con-


densatore di fuga da 0,1 F, che deve
chiudere uno dei tre
interruttori e la lampadina
si accende in tutti i casi
e le combinazioni
G
vcc
e a LP
essere del tipo ceramico: infatti, questi
possibili.
:ooden.satori hanno, come caratteristi-
ca principale, quella di presentare una
bassa induttanza interna.
Come. stiamo parlando di capacità e
fuori l'induttanza?
))))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 5


VDD

/Ct
14
. 6
e -

"l e
7 al - 9V
e

vss
Schema elettrico del circuito sperimentale che consente di verificare le prestazioni caratteristiche della funzione OR,
L'Integrato è un 4075B del quale viene utilizzata una sola delle tre sezioni disponibili.

COMPONENTI
C1 = O, 1 F (ceramico)
R1 = R2 = R3 = R4 = 1 kQ
IC1 = 4075B (una sola sezione)
DLV1-2-3 = LED verdi
DLR1 = LED rosso
IC1 = 4075B

SALDATURA

Struttura interna
schematizzata di 11

un condensatore
ceramico di tipo
multistrato,
In certo qual modo
assimilabile ad un ~CERAMICA
pacchetto di
microcondensatori
collegati ree»un
in parallelo.
GLI INTEGRATI C-MOS
9V di questo argomento che trattavano le
altre funzioni elementari, altrettanto
importanti da recepire ed approfondi-
re e quindi irrinunciabili per chi non le
avesse avute sott'occhio.
Naturalmente è cambiato (rispetto alle
precedenti versioni) il circuito integrato,
che stavolta deve essere in grado di
espletare la funzione OR, modificando
R2 i risultati elettrici ottenuti dalla basetta.
A tal proposito, passiamo ora in rasse-
gna i tipi più. comuni di integrati C-
MOS previsti per la funzione OR.
Il 4071B è un quadruplo OR a 2 ingressi.
Il 4072B è un doppio OR a 4 ingressi.
Il 4075B è un triplo OR a 3 ingressi; una
sezione di questo tipo di integrato è ap-
punto quella usata per il nostro circui-
to applicativo.
Il 4078B è una funzione OR singola con
ben otto entrate e due uscite, di cui una
non invertente (piedino l); al piedino 13
invece (regolarmente dotato di pallino)
fa capo l'uscita invertente, nel qual ca-
so se ne ottiene la funzione NOR (alla
quale sarà dedicata la prossima puntata).
Realizzazione della basetta a circuito stampato di tipo La specifica descrizione del nostro cir-
modulare e disegno del montaggio componenti cuito può così considerarsi terminata,
per la versione OR. salvo aggiungere qualche considerazio-
ne ancor più concreta.
Certo: pensiamo un attimo alla versio- Se invece Cl, di valore opportunamen-
ne più classica di condensatore, consi- te elevato, presenta capacità pura e sem-
stente in due nastri di stagnola, con un plice, tutte le reattanze parassite risul- DALLA TEORIA ALLA PRATICA
altro nastro isolante fra i due, il tutto tano neutralizzate, e quindi non vengo-
avvolto o arrotolato: ebbene, non ricor- no sentite dall'integrato, specialmente Il funzionamento, o per meglio dire le
da, questa tecnica, l'avvolgimento con se Cl è collegato molto vicino ai piedi- prestazioni di questo circuito si riduco-
cui si realizzano le bobine? ni di alimentazione. no agli aspetti dimostrativi sin qui de-
Ecco quindi che un condensatore di Ecco allora la necessità di adottare un scritti; quindi chi ci sta seguendo nella
questo tipo, equivalente cioè ad una ca- condensatore adatto allo scopo. nostra panoramica può anche trovare
pacità cui si aggiunge un'induttanza I condensatori ceramici (in particolare queste realizzazioni poco stimolanti.
(pur se modesta), acquisisce una sua fre- questi a capacità già elevata) sono rea- D'altra parte, le funzioni logiche ele-
quenza di risonanza comportandosi co- lizzati a strati alternati di ceramica (il mentari rappresentano la base di par-
me un circuito oscillante. materiale isolante, o dielettrico) e di me- tenza per realizzare l'enorme numero di
Un circuito integrato, di qualsiasi tipo talizzazione direttamente riportata sulle circuiti logici onnipresenti nelle appa-
esso sia, in genere ha dentro di sè cir- due facce di questi settori; tutti gli stra- recchiature sia professionali che elettro-
cuiti sofisticati, ad alto grado di ampli- ti, sostanzialmente paralleli a costitui- domestiche dei giorni nostri: dagli oro-
ficazione sino a frequenze anche piut- re due gruppi di armature, fanno poi ca- logi ai computer, dalle calcolatrici ai
tosto elevate; quindi i tratti anche bre- po ai due reofori d'uscita: con questa servocomandi, che incorporano decine
i di conduttore di collegamento, tipi- tecnologia le induttanze parassite risul- di migliaia di questi circuiti elementari.
camente sull'alimentazione, possono tano del tutto trascurabili. Infatti sono tutte queste funzioni sem-
rovocare instabilità in tutto il circuito. plici, addirittura elementari, che vengo-
Ebbene. proprio CI ha (in questo ca- no realizzate in numero elevato a costi-
lo scopo di evitare, o se vogliamo L'INTEGRATO ADATTO tuire un chip unico, di dimensioni pic-
rtocircui tare, le cause o gli effetti di colissime ma in grado di formare una
ilità; ma se CI introduce, Terminato così l'esame dello schema funzione anche molto complessa.
a capacità, dei parametri elettrico, dedichiamoci brevemente al- È proprio per documentare gli aspetti
indesiderati di reattanza induttiva, il la vera e propria realizzazione; la tec- ben più pratico-costruttivi che andiamo
circuito elettrico com- nica esecutiva è la stessa (circuito stam- ad esaminare come in realtà è realizzato
intrattabile. pato compreso) delle precedenti puntate ))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 7


GLI INTEGRATI C■MOS
CONDENSATORI SMD
un montaggio ad alta integrazione, con-
sistente nella parte elettronica recupe-
rata da un orologio, cioè il suo circuito
stampato prevedibilmente rotondo, nel-
la cui fotografia spiccano le piste do-
rate.

L'OROLOGIO
La macchia scura presente al centro non
è altro che la protezione in resina pla-
stica sotto la quale è l'integrato tutto-
fare dell'orologio. Ci sono poi due con-
densatori tipo SMD (cioè dispositivi a
montaggio superficiale) e il quarzo, dal
classico valore di 32. 768 Hz.
Il compensatore consente di variare leg-
germente la frequenza, in modo da re-
golare l'orologio nel caso in cui vada
SPUGNETTE
FERMACIRCUITO - avanti o rimanga indietro.
Vi è poi la microscopica lampadina che
si accende per leggere l'ora di notte nel
display a cristalli liquidi.
LAMPADINA QUARZO I 3 pezzetti bianchi, infine, non sono al-
tro che spugnette che tengono fermo il
circuito all'interno della cassa.
Questo è tutto: comunque la cosapiù
rilevante di cui prendere atto èforse il
Questo montaggio ad alta integrazione è stato recuperato da un orologio. fatto che, almeno in questo caso, la
La macchia scura al centro della basetta. è la protezione in resina plastica
per il circuito integrato. Il quarzo ha un valore di 32.768 Hz mentre
maggior parte della superficie dello
il compensatore consente di variare la frequenza per regolare l'orologio. stampato è occupata non già dai com-
La minuscola lampadina illumina il display a cristalli liquidi. ponenti, bensì dalle piste!

GLI STATI Già nelle puntate precedenti si era detto che lo stato logico I corrisponde
in pratica ad un valore elettrico pari al positivo della tensione di alimenta-
LOGICI zione (+Vpp), mentre lo stato logico O significa assenza di tensione o co-
munque potenziale a livello comune o di massa ( GND). Questa assunzio-
ne resta perfettamente valida, però solamente in prima approssimazione:
VDD in realtà, le cose possono essere leggermente dii-erse. Per i valori ed ira-
gionamenti che seguono occorre r(ferirsi a!l'èippositafìgura qui riprodotta.
Come si sa, un circuito C-MOS può funzionare con tensioni comprese al-
l'incirca fra 3 e 15 V. Per la precisione, s'intende come livello logico 1 quello
Jr 4 ·79%/, corrispondente ad un valore di tensione compreso fra il 100%ed il 70% del-
la tensione + Vpp. Analogamente, s 'intende come livello logico O quello cor-
e
No/• vcc
e
rispondente ad un valore compreso fra lo 0ed il 30% della stessa tensione
di alimentazione. Generalmente, questi due stati logici coincidono sì con
il valore VVD (l) o Vss (0), ma a volte risultano anche leggermente infe-
riori o superiori rispettivamente, pur restando rispettate le prerogative del-
le singole funzioni logiche. Lo spazio intermedio, quello cioè compreso fra
o i valori corrispondenti al 70% f! al 30% della tensione di alimentazione, rap-
presenta comunque una zona nella quale il circuito non deve assolutamente.
lavorare. Questa zona corrisponde infatti alla manipolazione di segnali di
vss tipo lineare, e non di tipo ONOFF come avviene in tutti i circuiti logici:
ci riferiamo agli amplificatori e circuiti analogici, mentre per i circuiti logi-
I C-MOS non possono funzionare ci si avrebbe un inaccettabile indeterminatezza di funzionamento oltre che
entro un certo Intervallo di tensione. un serio aumento della dissipazione di potenza.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 8


a - I
I I

3 I p
o
4 I I I
I\)
5 -I
6
CO I:
7 I -I 8

Integrato di tipo 4071 B (quadruplo OR a 2 ingressi). Integrato di tipo 4072B (doppio OR a 4 ingressi).

COME ORDINARE LE BASETTE SPERIMENTALI


Le basette a circuito stampato per montaggi sperimentali sono
disponibili in confezioni da 5 pezzi al prezzo di L. 15.000
(comprese le spese di spedizione). Possono essere richieste inviando
anticipatamente l'importo tramite assegno bancario, vaglia postale
o versamento sul conto corrente postale N ° 46013207
specificando l'articolo richiesto. STOCK
STOCK RADIO - Via Panfilo Castaldi, 20 - 20124 MILANO
HA IDIO

Integrato di tipo 4075B (triplo OR a 3 ingressi). Integrato di tipo 4078B (singolo OR ad 8 entrate e 2 uscite).

14 14
13 13
12 12
11 11
10 10

9 9
8 8

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 9


LA BORA TORIO

GENERATORE
DI LUCE ULTRAVIOLETTA
Produce una luce nera moltospettacolare a vedersi.
Consente di verificare la vblidità di banconote
e francobolli rendendone visibile la filigrana.
E utile per impressionare la piastra ramata
presensibilizzata dei circuiti stampati
ottenuti fotograficamente.
Il circuito del generatore di luce ultravioletta
è montato su una basetta ramata ma senza bisogno
di incidere il circuito stampato: i collegamenti sono
realizzati su un apposito supporto.

imandando all'apposita finestra le


R considerazioni fisico-comporta-
mentali sui dispositivi che consentono
ST

di produrre la radiazione ultravioletta,


occorre comunque eseguire un'analisi
preliminare del circuito elettrico che è Schema elettrico
necessario attuare per far funzionare il di un normale impianto
tubo normalmente adottato per questi di illuminazione con
scopi; ci si riferisce in partenza a quel- lampada al neon in cui S/A
lo che è lo schema di montaggio di un è l'interruttore
qualsiasi tubo al neon o similare. di accensione,
Al chiudersi dell'interruttore spento- Z1 è il reattore,
acceso, la corrente elettrica, mantenu- ST è lo starter
e Lil tubo fluorescente.
ta opportunamente limitata dal cosid-
detto reattore (Zl) e passando attraver-
so il contatto dello starter ST, va ad ac-
cendere due piccoli filamenti normal- I
mente presenti nei tubi; questi, secon- /
do quella che è la loro funzione tipica,
emettono elettroni, che vanno a colpi-
re lo strato fluorescente depositato sul-
l'interno del tubo, il quale a sua volta
T1
emette radiazione elettromagnetica, in
Trasformatore
particolare luce: bianca, gialla, azzur- di isolamento
ra, nera. particolarmente
Dopo pochi secondi che la corrente cir- consigliabile in fase
cola in tutto il circuito, ed in particola- 220V di collaudo, allo scopo

7
re nello starter, i contatti di questo si di minimizzare gli effetti
aprono automaticamente, i filamenti si di eventuali scosse
spengono, ma entro il tubo la corrente dall'alta tensione presente
si autosostiene, in quanto si mantiene in circuito (questa
innescata la scarica elettrica, e la luce precauzione di sicurezza
andrebbe adottata in tutti
continua ad essere emessa. i laboratori e per tutti
Anche (e particolarmente) in questa fase i montaggi elettrici).
è importante la presenza del reattore,
il quale mantiene (guarda caso, grazie
))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 11


C1 D2 L

+
R1
D1 C2

ere
Il Il .±t
E) Il Il Il C3

%1 Il
Il Il
Schema elettrico completo del dispositivo di accensione di una lampada per ultravlolettl. In fase di impiego,
se si hanno difficoltà a far innescare la scarica nella lampada, si provi ad invertire l'Inserzione della spina "ella presa.

alla propria reattanza) entro i valori


COMPONENTI previsti la corrente nel tubo durante il
funzionamento a scarica innescata.
C1 = 1 F - 1000 VI R1 = 822-1W Il circuito che abbiamo appena esami-
(poliestere o mylar) R2 = R3 = 470 k? - 1 W nato, tipico di qualsiasi impianto di il-
C2 = C3 = 22 F - 350 VI luminazione domestica, in questo caso
(elettrolitici) D1 = D2 = 1N4007 presenta alcuni inconvenienti, fonda-
mentalmente per il fatto che sia lo star-
ter che il reattore debbono essere adat-
Piano di montaggio pratico del circuito nel suo complesso. ti, in modo abbastanza rigoroso, al tipo
La piastra base (in supporto ramato per circuiti stampati) è lunga 24-25 cm di tubo adottato: se i livelli di potenza
(in funzione del tubo adottato, comunque) ed è larga 8-10 cm. in gioco non collimano, il tubo può non
Nel cavo rete, il cavetto di colore verde-giallo è (come standard accendersi o, viceversa, bruciarsi.
internazionale) quello di terra; la fase è invece di colore nero o marrone
' e il neutro blu.
E se questi livelli di potenza sono mol-
to bassi, come può facilmente capitare
z0cc00 , per i tubi a luce nera (tipicamente po-
chi watt, e non i soliti 20-40 W delle
normali lampade), il circuito d'innesco
deve essere completamente riveduto.

APPOSITO CIRCUITO

È stato quindi realizzato, appositamen-


te per questi tubi a scarica di piccole di-
mensioni, un circuito idoneo (cioè sem-
plice ed efficiente) che però ha un in-
conveniente: nei fili scorrono (inevita-
PIASTRA bilmente) tensioni molto elevate.
SCHERMO Infatti, su un lato del tubo, prima del-
l'innesco, la tensione raggiunge circa 600
V; fortunatamente il circuito, una volta
realizzato, viene messo entro una scato-
TERRA la isolante opportunamente chiusa.
Comunque, è bene operare con la mas-
sima attenzione e solo se si ha conoscen-

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 12


E DI LUCE ULTRAVIOLETTA
za di ciò che si sta facendo; e per lavo- bo: al suo interno non passa ancora nes- spetto alla corrente che il loro prodot-
rare sicuri, in pratica per evitare peri- suna corrente, quindi nessuna caduta di to (P=VxI) è uguale a zero.
coli di scossa elettrica, il lettore avve- tensione si verifica in circuito. Il filo di terra, se collegato ad una pia-
duto può interporre, fra rete e disposi- A questo elevato valore di tensione, il stra conduttrice posta in vicinanza del-
ivo, un trasformatore di isolamento a gas neon presente nel tubo innesca ra- la lampada, non fa altro che facilitare
rapporto I:1. pidamente e la scarica, oltre che a pro- l'innesco della scarica.
D'altra parte, si tratta di un componen- durre luce, dimostra che c'è corrente in Nel circuito elettrico vero e proprio non
e che, assieme alla presa di terra, non circuito. restano che le resistenze R2 ed R3, po-
dovrebbe mancare in nessun laborato- Ecco quindi che la tensione ai capi del ste in parallelo ai capi di C2 e C3 rispet-
rio. casalingo o professionale che sia: es- tubo si porta subito sugli 80 volt (valo- tivamente, per equalizzare con buona si-
so permette di isolare strumenti, attrezzi re d'innesco del gas), in quanto la reat- curezza il valore delle tensioni raddrizzate
e circuiti dal collegamento diretto con tanza di Cl produce ora una caduta di presenti ai capi dei due condensatori.
la rete, riducendo così la pericolosità tensione opportuna, secondo la formula: Nonostante la disposizione (e conse-
dell'alta tensione. guente spiegazione) del circuito elettri-
Oltretutto, se ne trovano normalmente co fondamentale di una lampada al
in commercio ed un economico model- 1 neon, il particolare circuito di innesco
lo da 100-200 W è sufficiente per la c <e,2s·+·c messo in atto nel nostro caso fa sì che
maggior parte delle necessità e non so- non sia necessario accendere i filamen-
lo hobbistiche. ti in quanto l'innesco della scarica nel
dove X·è appunto la reattanza (capa- gas avviene automaticamente grazie al-
citiva), f è la frequenza della corrente l'elevato valore iniziale della tensione
TENSIONE DI RETE alternata di rete (nel nostro caso 50 Hz), applicata.
C è il valore della capacità.
Tutto ciò premesso, possiamo finalmen- Infatti, in condizione di scarica innesca-
te dedicarci all'esame del circuito elet- ta entro la lampada, buona parte della CABLAGGIO VOLANTE
trico adottato per il nostro dispositivo; tensione di rete si localizza per caduta
poichè esso sfrutta direttamente la ten- su CI, senza però che il condensatore La realizzazione del dispositivo parte da
sione presente alla presa rete ( o all'u- subisca alcun riscaldamento e quindi una piastra base di supporto per circui-
scita del trasformatore-separatore, co- senza problema alcuno di potenza da to stampato, facilmente reperibile e la-
me già suggerito), prendiamo innanzi- dissipare (a meno che il condensatore vorabile, su cui viene montato, diretta-
tutto in esame quest'ultima che, negli stesso non sia di pessima qualità oscar- men te, il tubo con due portalampada
impianti fatti a regola d'arte, presenta so isolamento, tale da presentare per- angolari, nonchè una striscetta di anco-
tre fori: dite) in quanto una capacità produce raggi verticali, su cui è cablata la parte
1)la vera e propria tensione a 220 V, uno sfasamento tale della tensione ri- ))))

detta anche fase (quella comunque che


dà la scossa); I collegamenti trai componenti si realizzano su un apposito supporto
2)la terra (sempre al centro), che serve che ospita sulla parte frontale le tre resistenze, sul retro i due condensatori
come elemento di sicurezza per collega- e a cavallo dei contatti i due diodi.
re a potenziale zero tutte le parti me-
talliche delle apparecchiature elettriche
connesse;
3)il neutro, che è il polo di ritorno per
la fase: in genere è a potenziale di terra
o comunque a pochi volt (in ogni caso,
non deve dare la scossa).
Ora. il nostro circuito funziona prele-
vando la fase vera e propria che, attra-
verso il gruppo R1-Cl, alimenta un cir-
uito rettificatore-duplicatore costitui-
to da D1-D2 e C2-C3.
La tensione che se ne ricava agli estre-
mi di R2-R3 è uguale a:

220x1,41x2 = 616Vcirca.

Nella fase iniziale dell'accensione, que-


sta è la tensione che risulta effettiva-
mente dislocata ai due estremi del tu-
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 13
GENERATORE DI LU
circuitale vera e propria: con 8 termi-
nali (più 2 di fissaggio a saldatura) si
trova un facile e sicuro posizionamen-
to per tutti i componenti previsti; co-
munque foto e disegno chiariscono mol-
to bene i vari posizionamenti sull'anco-
raggio. Per i nostalgici dei circuiti stam-
pati, ricordiamo che sino ad una tren-
tina d'anni fa tutti gli apparecchi era-
no montati, con la massima affidabili-
tà e soddisfazione, in questo modo. La
tecnica del montaggio consiste nell'in-
filare i reofori di ogni singolo compo-
nente entro uno dei fori presenti nell'an-
coraggio metallico vero e proprio; poi,
quando il posizionamento dei vari com-
ponenti è completato ( o quanto meno
lo è per un certo gruppo di ancoraggi)
si procede alla saldatura.

LE POLARITÀ

Sulla nostra striscia di ancoraggi, alcu-


ni componenti vanno montati secondo
un senso ben preciso ed obbligato che,
per i diodi, è rilevabile dalla posizione
della striscetta in colore (bianco su cor-
1: le saldature vanno eseguite, come 2: alcuni componenti vanno saldati po nero) presente vicino ad uno dei due
sempre del resto, con molta cura; sulla parte alta dei contatti metallici estremi, mentre per i condensatori elet-
si inseriscono i reofori dei componenti contenuti nell'ancoraggio in bachelite: trolitici C2 e C3 è indicato dal vero e
nei fori presenti negli ancoraggi qui non ci sono fori e i componenti proprio segno di polarità presente sul-
di bachelite e si saldano dalla parte si saldano dallo stesso lato da cui
opposta.
la plastica che li protegge. Alla suddet-
vengono montati.
ta striscia di ancoraggi verticali arriva-
no anche i fili di cablaggio, che sono poi
i due che fuoriescono dai portalampa-
da ed i tre che costituiscono il cavo rete.
Dopo aver ricontrollato accuratamen-
te che il montaggio sia realizzato cor-
rettamente, non resta che infilare la pre-
sa nella spina; il tubo, acceso ed in am-
biente piuttosto scuro, lascia trapelare
la luce violetta.
Se proprio non si vede niente e la lam-
pada fatica ad oscillare, si può provare
ad invertire la spina di rete. Eseguito il
collaudo, è bene inserire il dispositivo
entro una scatola, magari anche solo di
cartone (naturalmente, plastica o legno
vanno ugualmente bene) da cui affiori
il solo tubo.
Il trasformatore di isolamento è racco-
mandabile solamente durante il perio-
do di collaudo, quindi non ha senso in-
scatolare anch'esso. A questo punto e
ricordando di lavorare sempre in con-
dizione di semioscurità, possiamo co-
minciare a giocare, a lavorare o comun-
que a sperimentare con la luce nera.
CE ULTRAVIOLETTA

Il particolare tubo
al neon che
produce la luce
ultravioletta
è dotato di normali
attacchi a baionetta
da inserire
nei comuni
portalampada
per lampade
fluorescenti.
Il montaggio del
tubo, vista l'alta
tensione
presente nel
circuito, va
assolutamente
fatto a spina
disinserita.

La struttura interna
del tubo al neon
che produce luce
ultravioletta non
è molto diversa
da quella delle
altre lampade
fluorescenti.

RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE
La luce ultravioletta è quella radiazione elettromagnetica la cui lunghezza d'onda cade fra la luce visibile ed i raggi
X; è cioè adiacente all'estremo violetto dello spettro della luce visibile.
Spesso chiamata luce nera, la radiazione ultravioletta risulta invisibile all'occhio umano; ma quando va a cadere
sulla superficie di certi materiali, ne provoca la fluorescenza, cioè l'emissione di luce visibile (e comunque si nota
un po' di radiazione violetta sempre presente).
La luce ultravioletta, altre ad essere prodotta dalla superficie ad altissima temperatura del sole, può anche essere
prodotta da apposite lampade (dette anche a luce di Wood) normalmente consistenti in tubi a scarica elettrica con
materiali che emettono radiazioni alla frequenza desiderata, cioè immediatamente superiore al violetto della luce
visibile. Il bulbo di queste lampade in genere è di quarzo o vetri speciali che lasciano passarela radiazione ultraviolet-
ta molto meglio del vetro normale. Nelle vere e proprie lampade a luce nera (o lampade di ood) l'ampolla è realiz-
zata in vetro all'ossido di nichel, il quale assorbe la radiazione visibile e lascia passare solamente la radiazione ultra-
violetta, che ha lo scopo specifico di provocare fluorescenze e fosforescenze, eccitare sostanze solide luminescenti,
impressionare determinati materiali fotosensibili, ecc.
La luce nera è anche chimata luce di ood perchè, verso il 1930. R.. Wood (fisico americano) dimostrò che il
passaggio di una corrente elettrica entro un tubo ad atmosfera rarefatta e con le pareti ricoperte di particolari sostan-
ze, provoca una ionizzazione secondaria e quindi fluorescenza.
Il tipo di lampada riportato nell'illustrazione è del tipo al neon ( o per meglio dire, a scarica nel gas); è internament
ricoperto da un deposito di fosfori particolari, che appunto emettono la radiazione prevalentemente ultravioletta.
Ai due estremi del tubo .s.ono presenti dueJì./amenti, come vi fossero due piccole lampade ad Incandescenza, ma nella
versione circuitale da noi adottata essl non sono utilizzati.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 15


IL MONDO \
PORTATA DI VOCE\/,

e
h
Queste pagine sono
riservate ad una rubrica
dedicata interamente
alla radio, per
ripercorrerne a grandi
passi la storia
e risvegliare nel neofiti
l'interesse per il magico
mondo delle trasmissioni
a carattere non
commerciale, quello
dei radioamatori.
Percorreremo insieme
tutta la strada che,
attraverso varie
esperienze,
ci dischiuderà I segreti
della propagazione
e della ricezione
delle onde radio fino
a giungere un giorno
a coronare il sogno
di trasmettere a nostra
volta con la dovuta
preparazione
e competenza.

LA STAZIONE
TRASMITTENTE (PRIMA PARTE)
Come si è arrivati alla prima trasmissione
di segnali via radio.
In che modo funziona / oscillatore che genera
1

l'onda a radiofrquenza.
L'importanta dei quarzi nella moderna radiotecnica.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 16


a prima volta che ho provato a tra- bo di vetro. È la fine, rinuncio a tenta-
L smettere, cari amici d'antenna fu
un fiasco clamoroso e non nel senso che
re altri esperimenti e mi metto a studiare
to e accordata in maniera da risuonare
su una sola di queste frequenze ne de-
per vedere di capirci qualcosa. termina la trasmissione.
i miei ascoltatori mal gradirono il pro- Scopro così che, al confronto di quelli Lo scoccare della scintilla è facilitato da
gramma, ma perchè proprio non riuscii condotti agli albori della radio, il mio un getto d'aria che perturba la zona fra
a trasmetterlo. esperimento è di una banalità incredi- i due elettrodi.
A quei tempi mi sarei accontentato di bile: far oscillare una valvola? Sarebbe Altro che 6V6: il rumore della scarica
irradiare un'onda portante e di ascol- stata un'inezia, solo che non le aveva- è assordante e tutt'intorno si diffonde
tarne il "soffio" nel ricevitore di casa no ancora inventate e nell'attesa del lie- l'inconfondibile odore dell'ozono; se
dotato di ben 5 gamme d'onda. to evento si facevano oscillare scintille spegnamo la luce notiamo che i circuiti
Purtroppo l'unica valvola che possede- elettriche da 100.000 volt diventano luminescenti e ci accorgiamo
vo era un'amplificatrice di bassa fre- che avvicinandovi le dita, inneschiamo
quenza a quei tempi all'avanguardia scintille lunghissime ed innocue.
una 6V6 nuova di zecca. SCINTILLA A 100.000 VOLT Era così che operavano i primi radioa-
Un mio amico che aveva già trasmesso matori, con il rischio che un guasto al
giurava che le 6V6 potevano oscillare Con un trasformatore per alta tensio- condensatore procurasse loro un bel
a radiofrequenza. ne si eleva la tensione disponibile fino faccia a faccia con i 100.000 volt di bas-
La mia provai a collegarla a tutti i mo- a 100.000 volt e con essa si carica una sa frequenza anticipandone il rendez-
di: l'accendevo con 4 pile torcia colle- bottiglia di Leida, in pratica un grosso vous con gli antenati.
gate in serie mentre l'alta tensione con- condensatore ottenuto foderando l'in- Al giorno d'oggi, per far oscillare un
tinua per l'anodica la ricavavo diretta- temo e l'esterno di un barattolo di ve- transistor può bastare una piletta da po-
mente dalla rete luce usando un raddriz- tro con carta stagnola. chi volt e la precisione in frequenza è
zatore a piastre ricoperte di selenio Questo condensatore si scarica attraver- notevole grazie all'impiego di circuiti ri-
( quelli che scaldandosi emanavano un so due elettrodi distanti alcuni millime- sonanti di elevata stabilità come quelli
buon odore di uova marce). tri e produce nell'aria una grossa scin- a cristallo di quarzo.
Dopo diversi tentativi infruttuosi un bel tilla che altro non è che una corrente Di per sè ogni oscillatore è un piccolo
giorno la 6V6 inizia a fare una luce sem- oscillante comprendente una miriade di trasmettitore, ma il segnale che emette
pre più intensa mentre una nuvoletta di frequenze. è la pura onda portante che opportu-
fumo bianco ne rende lattiginoso il bui- Una bobina collegata in serie al circui- ))»

L'anallsl della stazione trasmittente Inizia dall'oscillatore ossia li dispositivo che s'Incarica
di generare materialmente l'onda a radiofrequenza.

OSCILLATORE ALTA FREQUENZA

+ MODULATORE AMPLIFICATORE
AMPLIFICATORE
I
RADIOFREQUENZA FINALE

'lMN\I\J\M MIR

ANTENNA

BASSA FREQUENZA

U AMPLIFICATORE
MICROFONO,

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 17


LA STAZIONE TRASMITTENTE
namente amplificata e potenziata si ir- circuito accordato sulla frequenza che
radia dall'antenna. si vuole esaltare.
Le prime emissioni radio ci limitavano Più il circuito oscillante è stabile più è
a questo: mettere e togliere la portante stabile la frequenza. Il massimo risulta-
con la cadenza data dai segnali in alfa- to si ottiene allo stato attuale della tec-
beto Morse. nica utilizzando un quarzo oscillatore.
Una portante di breve durata= punto,
una di durata più lunga = linea
Il tasto telegrafico agiva direttamente IL QUARZO
sul circuito di emissione.
Per qualche decina d'anni la radio si li- 11 cristallo di quarzo opportunamente ri-
mitò a questo: inviare e ricevere mes- dotto in lamine ha la prerogativa di
saggi in codice morse sotto forma di oscillare ad un'unica frequenzadetta di
sprazzi di onda portante guadagnandosi risonanza e che è determinata dallo spes-
l'appellativo di telegrafo senza fili. sore della lamina e dall'angolaziohe del
Mentre le città erano collegate da una taglio. L'industria variando opportuna-
rete telegrafica normale (con i fili) e mente questi due fattori riesce a produr-
molte isole erano raggiunte da questo re un tipo di quarzo per ciascuna fre-
servizio con cavi sottomarini, le navi in quenza in uso nelle radio.
navigazione potevano finalmente esse- Se ad esempio vogliamo trasmettere a
re collegate con la terraferma sia per le 27625 MHz nella citizen band (CB) il
comunicazioni commerciali sia soprat- nostro quarzo deve essere di quelli che
tutto per quelle di soccorso. risuonano a 27625 MHz. Inserito nel cir-
cuito oscillatore ne stabilizza i cicli a
questa frequenza determinando un'emis-
L'OSCILLATORE sione ben ferma.
Eccoci arrivati cari amici d'antenna; ab-
Il primo stadio di qualsiasi trasmettitore biamo stabilito cosa accade nel primo
è quello che si incarica di generare l'on- stadio del nostro trasmettitore quando
da a radiofrequenza: quella che deve come si sente dire nei peggiori QSO
staccarsi dall'antenna e propagarsi.
La cosa più importante è che quest'on-
da sia stabile in frequenza.
Le oscillazioni si fanno innescare pre-
levando una piccola parte del segnale
"schiacciamo la portante".
La portante non è qualcosa che si schiac-
cia ma che si genera nel momento in cui
schiacciando l'apposito interruttore a
pulsante mettiamo in funzione lo stadio
TUTTI
in uscita dall'oscillatore stesso e reintro- oscillatore del nostro trasmettitore. "Il mondo a portata di voce" è la ru-
ducendolo al suo ingresso tramite un Old Man brica che consente agli appassionati di
radio di avere tutte le nozioni tecnico--
Il rudimentale trasmettitore a scintilla usato prima dell'invenzione teoriche per addentrarsi con compe-
delle valvole per generare onde a radiofrequenza. tenza nel fantastico mondo dell'ascol-
to. Segnali, notizie, avvenimenti, sen-
sazionali o drammatici, che accadono
anche a decine di migliaia di chilome-
SCINTILLA tri da noi giungono vivi al nostro orec-
chio. Ecco cosa succede quando in fre-
quenza c'è un nominativo raro: un ra-
dioamatore francese, trasmettendo da
SFERE IN OTTONE San Marino, viene collegato in rapi-
da sequenza da tanti "colleghi" di tut-
ta Europa che fanno la fila per rice-
CONDENSATORE A BOTTIGLIA
DI LEIDA vere la preziosa QSL di ritorno dalla
piccola repubblica. Il dialogo, come
sempre avvenuto in inglese, è stato poi
1 tradotto in italiano.

I U 100.000 VOLT 1: la rocca di San Marino.


2: Il palazzo sede
dell'amministrazione della più
piccola repubbllca d'Europa.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 18


DIZIONARIO
QRA = Il mio nominativo è ...
QRB = La distanza della mia stazione dalla
tua è di .... Km
QRG = La mia frequenza esatta è ...
QRH = La tua emissione slitta
QRI = Il tono della tua emissione è ...
QRK = La comprensibilità del suo segnale
è ...
QRL = Sono occupato. Questa frequenza è
occupata
QRM = Sono disturbato da interferenze
QRN = Sono disturbato da rumori atmosfe-
rici
QRO = Aumento la potenza d'emissione
QRP = Sto trasmettendo a bassa potenza
QRQ = Aumento la velocità di tramissione
QRS = Trasmetto più adagio
QRT = Chiudo le trasmissioni
QRU = Non ho altro da comunicare
QRV = Sono pronto
QRX = Sono in attesa
QRZ = Chi mi chiama?
QSA = La forza del tuo segnale è ...
QSB = Il tuo segnale varia
QSD = La tua manipolazione è difettosa
QSK = Mi senti?
QSL = Confermo, ricevuto
QSO = Collegamento. C'è un collegamento
in corso
QSP = Avverti ... della mia presenza. Passa
a ... questo QTC
QSS = Userò la seguente frequenza
QSU = Trasmetterò sulla solita frequenza
QSV = Ti mando una serie di V
QSW = Trasmetto su questa frequenza
QSX = Resto in ascolto di... su ... (kHz/MHz)
QSY = Cambio frequenza
QTC = Messaggio
QTH = La mia posizione è ...
QTR = L'ora esatta è ...

IN FILA PER SAN MARINO


• Italia Kilo I Foxtrot Bravo Delta • Tango 7 I Charlie Eco da DL I HDL
Francesco per Tango 7 I Charlie Eco. 5/9.
• QSL grazie Francesco arrivi 519 qui • T7 1 CE QRZ.
è la T7 1 CE San Marino operata da F • EA 1 SPF (radioamatore spagnolo).
6 FQK quindi QSL via Francia 6 Fran- • EA l?
cia Quebec Kilo. • Eco Alfa I Siera Papa Foxtrot 5/9.
• DL 1 ECY (radioamatore tedesco). • Solo la Eco Alfa 1 per favore.
e Charlie Yankee? • EA 1 Siera Papa Foxtrot.
• DL 1 ECY. • Negativo non copio la EA 1 interro-
• DL 1 ECY 5/9 ok arrivi 5/9 in San gativo interrogativo T7 1 CE QRZ.
Marino qui è la T7 1 CE QRZ. • DO KEJ 5/9 (radioamatore tedesco).
• SV 3 BIL (radioamatore di Creta). • Finale Juliet?
e Finale Lima finale Lima? • Delta Zero Kilo Eco Juliet 5/9.
• Sierra Victor 3 Bravo India Lima • Delta Zero Kilo Eco Juliet 519 qui è
• Ok SV 3 BSL solo la SV 3 BSL per la T7 1 CE QRZ.
favore. • FP 3 DFR 5/9 (radioamatore fran-
• Negativo Sierra Victor 3 Bravo Italy cese).
London. • Francia Papa 3 DFR qui è la F 6 FQK
• Ok Sierra Vietar 3 Bravo Jtaly Lon- a bordo della T7 I CE Ti prego di fare
don 5/9 in San Marino qui è la T7 1 CE un breve QTC alla mia famiglia in quan-
QRZ. to ho difficoltà a telefonare da San Ma-
• DL 1 HDL (radioamatore tedesco). rino il numero lo hai?
• Delta Lima 1 Hotel Delta Lima qui • Roger te li saluto QSL.
è la T7 I CE 519. • QSL ciao grazie T7 I CE QRZ.
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 19
SALUTE

LA MUSICA
DEL CUORE
I

Trasforma i battiti del cuore in musica.


Permette di rilevare la frequenza cardiaca
e di individuare eventuali anomalie.
Oltre che molto utile, è un circuito
anche simpatico e spettacolare.
Il circuito si compone
di una scheda che comprende
1 BASETTA tutta la parte elettronica
e di un dispositivo esterno
che funge da sonda.

TONO VOLUME
tavolta, invece di dedicare un'am- titi, del nostro cuore.
S pia parte iniziale dell'articolo a de-
cantare la prestazione di questo dispo-
li segnale così ottenuto passa innanzi-
tutto attraverso un filtro passa-basso,
sitivo all'apparenza un po' strano e la cui frequenza di taglio si aggira sui
complicato, partiamo affrontando su- 3 Hz (sì, avete letto giusto!).
bito quella che è l'impostazione circui-
tale, così da chiarire che non si tratta
di uno scherzo, bensì di un circuito se- IL FILTRO
rio (e anche un po' più laborioso del so-
lito); oltre ad essere di un certo effetto, Per maggior completezza di documen-
può anche fornire dati che, seppur ru- tazione e miglior comprensibilità, vie-
dimentali, possono essere interpretati in ne riportato anche il grafico con la cur-
modo utile e importante. va di risposta del filtro, dalla quale si
Per affrontare il problema con la neces- può rilevare la bontà delle sue presta-
saria gradualità, cominciamo con l'esa- zioni; prendiamo, per esempio, la fre-
me e relative spiegazioni dello schema quenza di 50 Hz (valore pericoloso per-
a blocchi. chè irradiato un po' ovunque dalle li-
Il punto di partenza è un LED ad alta nee di alimentazione a corrente alterna-
efficienza la cui luce (rossa) è sufficien- tae ci circondano
ch e ancor più perchè
te per attraversare un dito e raggiunge- va a modulare le normali fonti di illu-
re una fotoresistenza posta esattamen- minazione artificiale, cioè la luce delle
te dall'altra parte. lampadine): l'attenuazione prodotta dal
Però la luce ricevuta dalla fotoresisten- tipo di filtro che qui è stato realizzato
za non è più costante e uniforme come è tale che, supponendo di iniettare un Aspetto costruttivo della sonda-
segnale a 50 Hz di 3 V all'ingresso, quel- sensore, realizzata con due
era quando emessa dal LED, bensì ri- piastrine di materiale fenollco
sulta modulata dal movimento del san- lo che si ritrova come residuo all'uscita ramato, opportunamente lavorate.
gue che fortunatamente continua ad es- del filtro è di circa 0,4 V. Le dimensioni delle singole
sere pompato nelle nostre arterie; per- Se poi si considerano i 100 Hz (anch'es- piastrine sono 35x45 mm
tanto ai capi della FR usata come sen- so valore di frequenza potenzialmente e le colonnette-dlstanzlali
sore risulta disponibile una tensione va- fastidioso in q~anto corrispondente al- di fissaggio sono lunghe 25 mm
riabile secondo il ritmo, o meglio i bat- )))) (o poco meno).
·--.___

Schema a blocchi del dispositivo, In cui sono semplicemente evidenziate


le funzioni del slngoll stadi che lo compongono.

SENSORE vco
FILTRO AMPLIFICATORE AMPLIFICATORE

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 21


o== = ==I' 1 t== = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = ~ 'I\I'-== ===,,
RIO

12 V R11

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--· ---· ---· -- . -- . -- . --· --· -- . -- . --· ---· --· --· --·-- ·--· -- . --·
Il cuore del circuito è costituito dall'Integrato doppio con Ingressi a FET TL082 che consente
di realizzare in un colpo solo sia Il filtro d'Ingresso che lo stadio amplificatore.

@ la 2 armonica della rete luce), l'attenua-


zione porta lo stesso segnale sui 0,2 V.
Naturalmente un filtro ancor più effi-
cace di questo è possibile e tutt'altro che
inutile, ma lo si dovrebbe realizzare con
circuiti nettamente più complessi; tut-
to sommato, nella pratica (evitando il-
Cl luminazione diretta da lampade di re-
te), il circuito da noi adottato risulta
perfettamente idoneo alle esigenze di
questo dispositivo.
Ritorniamo al nostro schema di prin-
U cipio per verificare che il segnale utile
estratto dal filtro, certamente piuttosto
==Giiif=
Rl Piano di montaggio della basetta
contenente il circuito elettrico vero
e proprio (il condensatore C1 è stato
scelto del tipo non polarizzato per
le migliori caratteristiche qualitative).

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 22


LA MUSICA DEL CUO
l '/ p mq

o
13,5V
~

6
Il circuito stampato è visto dal lato rame in scala 1:1.

CO PONENTI
c1 = 10 F (policarbonato) IC3 = LM386 (8 pins)
C2 = 22.000 pF (mylar) R1 = 10k0
C3 = 0,1 F (mylar) R2 = 100 k0
C Il C4 = 100 F - 16V (elettrolitico) R3 = 100 kQ
Af/ Il es = 0,1 F (mylar) R4 = 100 k
C6 = 100 F- 16 V(elettrolitico) R5 = 820 Q
C7 = 47.000 pF (mylar) R6 = 2,2 MQ
5l b Il I es = 1 uF (policarbonato) R7 = 3,3 k?
C9 = 220 F - 16 VI(elettrolitico) R8 = 100 k0
~ I I c10 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) R9 = 1 MO (potenziometro)
C11= 0,1F (mylar) R10= 680 2
-·-·-· _j I DL = LED rosso (alta efficienza) R11= 100 0
FR = fotoresistore qualsiasi R12 = 120 kO
DZ1 = DZ2 = diodo Zener 6,2V/1W R13= 10 k0
IC1 = TL082 R14= 22 k? (potenziometro)
IC2 = 4046, R15= 3,3 0

debole in partenza, viene opportuna- Infine, troviamo un altro amplificato- delmente il circuito stampato come da
mente preamplificato mediante un am- re di piccola potenza stavolta, che ha noi proposto e seguendone con atten-
plificatore ad alto guadagno; all'uscita semplicemente lo scopo di portare a li- zione le indicazioni).
di questo stadio il nostro segnale rag- vello udibile in altoparlante il segnale Comunque, partendo dal presupposto
giunge pertanto il sufficiente livello di così elaborato. che chi si accinge a realizzare questo cir-
qualche volt. Ora che abbiamo passato in rassegna i cuito possieda un briciolo di prepara-
blocchi che costituiscono la composizio- zione ed esperienza in più del princi-
ne di massima del dispositivo, risulta piante assoluto, nella descrizione dello
ILVCO più semplice un esame dettagliato del- schema elettrico non giustifichiamo
lo schema elettrico vero e proprio. proprio tutti i particolari più banali, da-
Il terzo blocco presente è un VCO, cioè Ci rendiamo conto che questo circuito ta anche l'abbondanza di componenti
un oscillatore la cui frequenza (in que- può apparire relativamente complesso presenti.
sto caso una nota audio) è determinata e forse non idoneo al principiante; in Un doppio integrato con ingressi a
dalla tensione di pilotaggio apposita- realtà, non essendovi alcun punto od FET, il TL082, consente di realizzare in
mente applicata; la tensione di controllo elemento critico, è solo necessario sa- un colpo solo sia il filtro d'ingresso che
è appunto il segnale uscente dall'ampli- per far bene le saldature ed eseguire il lo stadio amplificatore.
ficatore, che provvede a far slittare va- montaggio con la cura necessaria per Infatti ICl "a" è appunto il filtro che
riamente la nota a frequenza audio ap- non commettere errori (ovviamente nel- consente di ottenere il taglio sopra 3 Hz
positamente prodotta. la previsione che venga riprodotto fe- ))»

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 23


LA MUSICA DEL CUORE
ed il gruppo RC costituito da R2-R3- ziona come VCO, generando una nota (se molto lunga).
R4 e C2-C3 è appunto quello che ga- la cui frequenza di base è determinata Sull'alimentazione abbondano i con-
rantisce la giusta frequenza di taglio e dal valore di C7 e di R8-R9; infatti R9 densatori di disaccoppiamento (o by-
l'attenuazione già preannunciata. è sotto forma di potenziometro proprio pass) per separare bene i vari stadi, da-
ICl "b" è invece normalmente monta- allo scopo di regolare la nota secondo ta l'alta amplificazione complessiva.
to ad amplificatore ad alto guadagno, le preferenze.
come suggerisce il valore elevato di R6. Resta solo lo stadio finale di potenza,
La tensione di alimentazione di ICI e al quale il segnale prodotto da IC2 si LA SONDA
IC2 è stabilizzata mediante i due diodi applica dopo essere passato attraverso
zener DZl e DZ2, collegati in serie non il potenziometro di volume RI4. L'in- Dopo questa ripassata, un po' più ve-
tanto perchè sia impossibile trovarne tegrato IC3 è il solito LM386, il cui cir- loce del solito, dello schema elettrico,
uno solo del valore giusto, bensì per cuito è ridotto al minimo viste le non possiamo cominciare ad occuparci del-
realizzare il valore di metà tensione cui eccessive esigenze di fedeltà e potenza; la sua messa in pratica, che avviene me-
devono lavorare le entrate e le uscite, è semplicemente presente la rete diante due settori separati e ben preci-
appunto, di ICl a e b. Rl5-Cll, contro eventuali instabilità si: la sonda vera e propria ed il circuito
IC2 è un C-MOS che tipicamente fun- dovute all'altoparlante o relativa linea stampato complessivo.
La sonda va realizzata utilizzando due
piastrine di materiale fenolico o vetro-
resina con la laminatura in rame tipica
dei circuiti stampati; come indica l'illu-
strazione, la soluzione di montaggio è
talmente semplice che basta ricavare,
mediante incisione del rame (con una
I I fresina, o semplicemente con la punta
J / - /\
. "'"' ,,
'r - .r 'r del trapanino da stampati, o ancor più
semplicemente con le lame di uno Stan-
ley o simile), due piazzole a striscia alle
quali saldare i reofori "caldi" della FR
e del LED.
Poi, le due piastrine vanno fissate fra
loro mediante 4 colonnette (metalliche
o di plastica) lunghe 20-25 cm.
Per il montaggio del circuito elettrico
Aspetto di una forma d'onda slmlle a quello che può essere visualizzato
collegando al nostro circuito un oscllloscoplo (praticamente
vero e proprio, la soluzione realizzati-
un elettrocardiogramma!). va è quella solita del circuito stampa-
to, in questo caso maggiormente prefe-
ribile data una certa complessità.
V Approfittiamo dell'occasione che qui si
presenta per ribadire che un'accurata
Rappresentazione grafica della risposta inserzione dei componenti, tenendo an-
del filtro d'ingresso. Sull'asse vertlcale che conto delle polarità che in alcuni ca-
3 + sono riportati I valorl di tensione, si vanno rispettate, consente un funzio-
mentre su quello orlzzontale sono
le frequenze applicate all'Ingresso. namento al primo colpo del nostro
circuito.
I componenti di cui verificare non solo
2 la posizione, ma anche il verso, sono co-
me al solito i semiconduttori ed i con-
densatori elettrolitici.
I diodi zener hanno la striscia di riferi-
mento in colore che deve capitare dalla
1 parte giusta della basetta; gli integrati
ATTENUAZIONE hanno la tacca semicircolare sul lato
corto, o un leggero incavo circolare in
un angolo, che fungono da riferimento
per il loro posizionamento (trattandosi
o---------------- di contrassegno relativo al piedino 1).
Per quanto riguarda i condensatori elet-
0,7 3 6 100 HZ trolitici, la polarità (in genere, il segno
+) è stampigliata sul fianco del conte-

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 24


IL V.e.o.
Il significato preciso di questa abbreviazione è: voltage controlled oscilla-
nitore in corrispondenza del relativo tor, vale a dire oscillatore controllato in tensione.
terminale. In pratica si tratta di un circuito generatore di segnali in corrente alterna-
Per il resto della componentistica inve- ta, indifferentemente ad alta o bassa frequenza, in cui la variazione che
ce c'è solo da controllare la giusta po- si desidera imporre alla frequenza d'uscita si ottiene mediante la regola-
sizione; i cavetti di uscita sono ancora- zione di una tensione esterna applicata all'ingresso del dispositivo appun-
ti mediante capofili ad occhiello oppor- to per effettuarne la sintonia sui valori di frequenza desiderata.
La frequenza d'uscita è legata alla tensione di controllo d'ingresso secon-
tunamente inseriti e lo stesso dicasi a
do una legge matematica: in genere ne è direttamente proporzionale, tan-
proposito dei Test Point indicati a
t'è vero che il VCO è definito anche convertitore tensione-frequenza.
schema.
Può essere assunta, come versione base di un VCO, quella che è stata la
Una volta completato il montaggio se-
soluzione originale, e cioè uno dei tanti circuiti oscillatori tipici della ra-
condo le illustrazioni riportate per que- dio tecnica classica ove, al posto del normale condensatore variabile inse-
sta basetta, si provvede ad interconnet-
rito nel gruppo LC che definisce la frequenza di oscillazione, è montato
tere il sandwich-testina con la basetta un diodo varicap che appunto costituisce l'elemento la cui capacità viene
circuitale vera e propria: una spanna di fatta variare mediante la polarizzazione applicata al diodo stesso.
sottili cavetti di colori diversi risolvo- Da questa impostazione circuitale si è poi passati ai VCO integrati, vale
no facilmente il problema. a dire a circuiti spesso di tipo digitale che, combinando vari stadi ( alcuni
Ed è così giunto il momento fatale, con- dei quali di tipo "multivibratore'') consentono appunto di ottenere dal sin-
sistente nell'applicazione dell'alimenta- golo dispositivo la funzione sostanziale di convertitore tensione-frequenza,
zione al dispositivo; la tensione è indi- da pochi Hz a diverse decine di MHz a seconda dei casi.
cata a 13,5 V proprio per far capire che
si consiglia l'uso di tre pile piatte da 4,5
V collegate in serie (per i motivi accen- L'oscillatore controllato
nati all'inizio, è sconsigliato l'uso di un In tensione (VCO) eroga una
normale alimentatore da rete). frequenza che risulta essere
direttamente proporzionale
Appena data tensione, si sente un vero alla tensione.
e proprio fischio uscire dall'altoparlan-
te: basta regolarne nota e livello secon-
do gradimento.
Si procede in ogni caso al controllo del-
la tensione presente al punto TPl: si de- ti accennati. struire un qualche tipo di rapporto!
ve leggere 6-6,2 V circa, e così per tutti Si comincia con l'inserire l'indice fra il Volendo aggiungere, all'aspetto più o
i piedini attivi di ICI. LED e la FR: il dito si incastra bene fra meno melodioso della nota che slitta di
Nel caso in cui il circuito faccia le biz- i due componenti (cioè deve toccare sia frequenza, anche un aspetto visivo, si
ze (manifestando irregolarità di funzio-
sopra che sotto), oltre che per una buo- può ricorrere ad un classico strumento
namento e fischi strani), il fatto è pro-
na illuminazione, anche per la massima analogico (ad indice, per intenderci),
babilmente dovuto all'eccessiva ampli-
ficazione; basta quindi mettere, al po- stabilità. predisposto appositamente oppure co-
sto di R6, una resistenza di valore più Inoltre, il pollice ed il medio devono stituito dal classico vecchio tester; ser-
basso, diciamo 1 MQ (anziché 2,2). stringere saldamente le due colonnine ve una portata di 10 V fondo scala ed
Riducendo l'amplificazione, il circuito della sonda, per rendere ancora più im- i puntali vanno collegati: il positivo al
ritorna stabile ed anche l'assestamento mobile il dito sotto ... esame; infatti, se TPl ed il negativo al TP2.
del dito nel sensore diventa più facile. questo resta libero di muoversi all'in- Qualora il nostro laboratorio sia attrez-
È opportuno montare un altoparlante terno del sensore, i risultati ottenibili zato con oscilloscopio (anche se di qua-
da 16 (o anche 32 0), ove reperibile, in non hanno un minimo di serietà, per- lità non eccelsa) allora, collegandone gli
modo da ridurre il consumo delle pile, chè il movimento o tremolio del dito si ingressi fra massa e TP2, abbiamo rea-
mantenendo però un livello audio suf- trasforma in un'inutile forma di modu- lizzato, seppure non in versione profes-
ficiente. lazione. sionale e diagnostica (sarebbe chiedere
Superata comunque la fase iniziale della troppo!) un semplice elettrocardiogra-
presa di confidenza con questo, del re- fo: la traccia sullo schermo, un vero e
IL. COLLAUDO sto semplicissimo, marchingegno, si proprio elettrocardiogramma, ha un an-
sente il fischio che esce dall'altoparlan- damento come quello illustrato.
Una volta eseguite le verifiche prelimi- te variare con ritmica regolarità seguen- Un ultimo avvertimento: tutte le volte
nari sul regolare funzionamento del do appunto il movimento del sangue che si accende l'apparecchio, cioè da
complesso, si passa al collaudo funzio- pompato dal cuore fin sulla punta del- quando viene applicata la tensione di
nale vero e proprio del nostro cardio- l'indice. alimentazione, il circuito ha bisogno di
display. Se poi nelle vicinanze compare una bella circa un minuto prima di inserire il di-
Bisogna cominciare col creare, nell'am- ragazza, il riscontro auditivo dell'even- to nel sensore, affinchè l'oscillatore si
biente in cui ci si trova, la semioscuri- tuale aumento del battito cardiaco può assesti stabilmente sulla sua frequenza
tà: i motivi, oltre che ovvii, sono già sta- essere un interessante elemento su cui co- di funzionamento.
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 25
L'ELETTRONICA
IN PUGNO
Consente di effettuare
chiamate telefoniche
solo a chi conosce
un certo codice.
Il montaggio è facile
e veloce.

e bollette telefoniche hanno il loro lefoni interni, sia quella con l'esterno. di ciascun utente, ad esempio consenti-
L peso non solo sul bilancio delle fa-
miglie, ma anche su quello delle azien-
Nel secondo caso occorre comporre pri-
ma il numero O (talvolta il 9) e di con-
re in certi casi solo telefonate urbane,
in altri anche quelle extraurbane.
de, siano esse grandi o piccole. seguenza l'abilitazione alla telefonata è Esiste un apparecchio di controllo au-
Un tipico impianto telefonico azienda- data dal consueto segnale di libero. tomatico sulle chiamate esterne che rap-
le comprende più apparecchi, sistemati I moderni apparecchi telefonici e le con- presenta una soluzione molto pratica
in vari locali o posti su diverse scrivanie. nessioni all'interno dell'impianto per- per limitare le telefonate, adatta soprat-
È possibile sia la comunicazione tra i te- mettono di programmare le possibilità tutto a piccoli impianti. Quando viene

L'Installazione va fatta "a valle" dei vari telefoni, prima delle connessioni con la linea
esterna. Le lettere A e B contraddistinguono i due morsetti e sono indicate
all'Interno dell'apparecchio: la tratta proveniente dagli apparecchi telefonici
LINEA deve essere collegata al morsetto B, quella diretta all'esterno al morsetto A.
ESTERNA
TEL.1 TEL.2 TEL.3

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 26


installato a valle dell'impianto (cioè pri-
ma delle connessioni con linee esterne)
permette di telefonare solo a chi cono-
sce un certo codice impostato.

CODICE DI BLOCCO Il codice


di blocco
si imposta
Il funzionamento del dispositivo viene at- tramite due serie
tivato dall'invio del tono corrispondente di 6
allo O o al 9, sia attraverso i moderni ap- microinterruttori
parecchi telefonici a tastiera, sia con quel- a due stati che
li basati ancora sul disco combinatore. permettono
Solo dopo aver composto il numero di di scegliere
un numero da
tre cifre corrispondente al codice, in se- 111 a 166.
guito al consueto segnale di abilitazione I microinterruttori
è possibile telefonare formando il nume- non sono
ro desiderato. All'interno dell'appare- accessibili
chio due serie di sei microinterruttori (a dall'esterno.
due stati) permettono di impostare due
numeri compresi fra 1 e 6. Essendo la pri-
ma cifra del codice sempre 1, ne segue che
l'utente può scegliere un numero fra 111
e 166. Quando viene inviato il tono cor-
rispondente allo O o al 9, il dispositivo
si attiva automaticamente. piccole dimensioni (I 5x8x3,5 cm circa) rna della connessione con la linea ester-
Alcuni circuiti integrati decodificatori e di peso molto ridotto (meno di 200 na e i capi fissati ai due morsetti.
elaborano il segnale telefonico corri- grammi). Può quindi essere montato Dal morsetto A esce il cavo diretto ver-
spondente alle tre cifre successivamen- praticamente ovunque e anche nasco- so l'esterno, al morsetto B va connesso
te composte. Le cifre sono confrontate sto dai tentativi di manomissione. quello proveniente dall'impianto.
con quanto impostato sui microinter- L'installazione è molto semplice. L'apparecchio viene alimentato attra-
ruttori collegati ai circuiti di codifica e Aprendo il contenitore si notano, ad verso la linea telefonica stessa cui è col-
se c'è corrispondenza viene attivata la un'estremità della piastra, due morset- legato. Costa lire 89.000. D-Mail
linea, inviando verso l'apparecchio il ti contrassegnati con A e B. Uno dei ca- ( 50 I 36 Firenze - Via Luca Landucci, 26
consueto segnale. L'apparecchio è di vi della linea telefonica va tagliato pri- te!. 055/8363040).
All'interno del dispositivo sono contenute due piastre sovrapposte. Quella superiore contiene i microinterruttori
per l'impostazione del codice e i relativi circuiti integrati di codifica. I circuiti interni montati nella parte
inferiore decodificano i segnali provenienti dal vari apparecchi telefonici, confrontando i numeri ricevuti
con i codici impostati e inviando il segnale di "consenso".

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 27


IDRAULICA

L'ANTICALCARE
Genera un campo elettrico che impedisce
al calcare di depositarsi all'interno dei tubi.
Si collega in modo semplice e rapido
con due fascette in lamiera d'ottone.
Occorre usare componenti di qualità poichè
il dispositivo rimane acceso per anni.
Circuito del dispositivo anticalcare
a montaggio completato:
è Indispensabile utilizzare
una basetta a circuito
stampato In quanto
i componenti sono
piuttosto numerosi.

ià da qualche anno sta sempre più La forma ,d'onda A


G diffondendosi un particolare appa-
recchio che serve fondamentalmente ad
risultante dal
funzionamento
eliminare le incrostazioni calcaree nei combinato di IC
"a" e "b",
tubi attraversati dall'acqua potabile. consistente in un
Più o meno, tutti sappiamo come van- treno d'onde
no le cose: il calcare (prevalentemente rettangolari la cui
carbonato di calcio) è contenuto nell'ac- frequenza viene
qua disciolto all'origine e a lungo an- ogni secondo B
dare tende a depositarsi sulle pareti dei commutata fra
tubi, sinanche arrivando ad otturarli. 5 e 1 O kHz circa.
HZ 10'000 5000 10000 5000
Ciò può succedere nelle serpentine di ri-
scaldamento o nei radiatori, impeden-
done così le funzioni termiche; ma può
anche avvenire (seppure in forma di
grumi) nei nostri reni (ciò che chiamia-
mo comunemente calcoli).
Purtroppo molta dell'acqua italiana, dannosi per la salute. fatto che, per otturare un tubicino piut-
specialmente quella delle zone relative Meno problematico è ridurre gli effetti tosto sottile, il calcare impiega anche
alla dorsale appenninica, è ricchissima della presenza: ed a questo si presta par- 5-6 anni, talchè le prove in questo sen-
di calcare: per rendersene conto in mo- ticolarmente bene il sistema elettronico. so risultano particolarmente lunghe da
do molto semplice, basta depositare una Prima di iniziare a spiegarne l'applica- effettuare.
goccia d'acqua su un vetro e lasciarla zione, è doverosa una precisazione: es- Abbiamo quindi cercato la complicità
evaporare: si nota alla fine una leggera so agisce in modo non ben chiaro, ma di un tecnico che esegue la manutenzio-
incrostazione, costituita appunto in pre- è abbastanza certo che il calcare disciol- ne di elettrodomestici come lavatrici e
valenza da calcare. to nell'acqua, se è sottoposto ad un par- lavastoviglie le cui serpentine sono spes-
L'eliminazione del calcare dall'acqua è ticolare campo elettrico, perde la pro- so soggette a questo problema e ci sia-
cosa laboriosa e costosa, e spesso i ri- prietà di attaccarsi ai tubi. mo fatti spiegare cosa sono effettiva-
medi adottati per ottenerla risultano Il problema fondamentale risiede nel )))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 29


• $ e t # tee-ed o»

Df
R5

22V
I C 1
b

I C5
1E16w 14 DL
~ ;;:::-; e

l12V 1i
b"I R2
.........
T

~ d
11 C6
+ J.
Il

7
.I
:::i

DZ 11CJ T
.I
I .i o t o o.

Schema elettrico del dispositivo antlcalcare. Le quattro sezioni di Integrato


C-MOS appartengono ad un unico 4093B. II collegamento del circuito
agli elettrodi si effettua tramite I plns 3 e 4.

Piano di montaggio del dispositivo su basetta a circuito mente i dispositivi anticalcare, come so-
stampato: le saldature in corrispondenza dello zoccolo no fatti e come funzionano.
dell'Integrato vanno eseguite con grande cura Oltre ad essere stati rassicurati sul fat-
in quanto le piste sono molto vicine e potrebbero
Inavvertitamente essere collegate tra loro.
aU' to che molte persone, dopo aver instal-
lato questi depuratori elettronici, han-
no dichiarato di non aver più avuto
.-----------R7~
:l pg
•w
problemi di depositi calcarei, abbiamo
± # -ii5@- avuto la sorpresa di constatare che il

I[']
H '
+
.s t
;±IMM
a 4'
TR2 e b
L
1
C')
r--
--
circuito elettronico da realizzare è piut-
tosto semplice: si tratta infatti di gene-
rare, pur se in modi diversi da caso a
caso, una tensione sui 30-;-50 V ad on-
da rettangolare che si alterni opportu-
namente su due valori diversi di fre-
w~l,I d
"%il#i.g quenza, tipicamente sui 5 e sui 10 kHz.
Questo segnale viene applicato capaci-

V"
I 74% TRJ r:::::a
tìvamente ad un tubo entro cui scorre
l'acqua: basta che questo tubo, almeno
un tratto di esso, sia in plastica, e l'ap-
plicazione del dispositivo risulta estre-
mamente semplice.
Il calcare presente nell'acqua che scor-

ELETTROI\IICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 30


-·-·7

R7

3 2
Circuito stampato visto dal lato rame in scala 1:1.
Il numero 1 in piccolo identifica Il piedino 1 dell'integrato 4093B
e cl indica quindi Il senso In cui Inserirlo.

17

COMPONENTI
C1 = C2 = 1000 F - 35 VI R4 = 1k0-1/2 W
( elettrolitici) R5 = 33 k?- 1/2 W
C3 = 100 F- 25 VI {elettrolitico) R6 = 1k?- 1/2 W
3l I C4 = 1F- 63 V {poliestere R7 = 1K0-2W
o policarbonato)
es = C6 = 10.000 pF (poliestere IC = 4093B
-· _ .. -· -· __ I I o policarbonato) TR1
TR2
=
BC107
=
2N1711
R1 = 150 - 1/2 W D1 = D2 = 1N4004
R2 = 3,3 M?- 1/2 W DZ = 12 V - 1 W (diodo Zener)
R3 = 1k0- 1/2W DL =
diodo LED

re in questo tratto di tubo, sottoposto vo naturalmente quel che riguarda il cir- il funzionamento del circuito generatore
al campo elettrico di tipo opportuno ap- cuito elettrico vero e proprio). vero e proprio, formato dalle quattro
plicatovi, subisce un 'azione tale (presu- Passiamo quindi all'esame dello schema sezioni di un quadruplo trigger di
mibilmente a livello ionico) che non si elettrico, partendo dalla disponibilità di Schmitt, un 4093B.
attacca più alle pareti dell'impianto. una sorgente a tensione alternata sui 16 La sezione "a" di questo integrato oscil-
L'installazione in loco è illustrata e spie- V, in grado di erogare circa 300 mA. la (grazie ai valori di C4-R2) a circa 1
gata nell apposito disegno. e risulta Applicando questa tensione all'ingres- Hz e va a comandare, attraverso DL
estremamente semplice, senza richiedere so del nostro circuito (cioè ai piedini in- che lampeggia appunto con questo rit-
alcun intervento specialistico. dicati come 1 e 2), il gruppo DI e D2 mo, TRl; il transistor si comporta nè
/ Cl e C2 ne esegue la duplicazione e più nè meno come fosse un interrutto-
la trasformazione in C.C. Otteniamo re, il quale (sempre al ritmo di un col-
RISPARMIO E FUNZIONALITÀ quindi, all'uscita del duplicatore una po al secondo) va ad inserire e disinse-
tensione pari a: 16x2x1,41=44,8; tolta rire alternativamente C6in serie a C5.
Anche il circuito, che ora andiamo a la caduta ai capi dei diodi, abbiamo di- Questa commutazione automatica fa
proporre, è poco impegnativo e altresì sponibili (almeno a vuoto, ma poco di variare la frequenza di oscillazione della
poco costoso; e questo è l'elemento che meno a carico) 44 V circa. sezione "b" da S kHz (quando C6 è cor-
più ci tranquillizza, in quanto sincera- Dal punto centrale del circuito dupli- tocircuitato dalla conduzione di TR])
mente non abbiamo ritenuto di mante- catore possiamo anche prelevare metà a 1 O kHz, quando C6 risulta diretta-
nere noi un 'installazione sotto prova di questa tensione, cioè 22 V, che, op- mente in serie a C5, dimezzandone la
comparativa per, diciamo, 5 anni, e portunamente ridotta e stabilizzata (me- capacità complessiva.
quindi presentiamo un circuito ben spe- diante il diodo zener DZ), ci consente In pratica quindi il settore "b" di IC va-
rimentato da molti, ma non da noi (sai- di disporre anche dei classici 12 V per ))))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 31


L 'ANTICALCARE

Questo circuito è In grado


di generare un campo elettrico
che impedisce al calcare
presente nell'acqua di attaccarsi
ai tubi occludendoli.
Nel particolare si può vedere
la forma dell'onda in uscita
dal circuito rilevata
all'oscilloscopio.

1
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 32
1 : i componenti necessari alla 3: il condensatore elettrolitico C3 5: C4 è un condensatore in poliestere
realizzazione del dispositivo riporta sull'involucro protettivo o policarbonato dunque non
antlcalcare sono 18 tutti di facile in plastica una freccia scura (che ne polarizzato: lo possiamo inserire
reperibilità. C1, C2 e C3 sono contiene a sua volta una chiara) senza dover rispettare un preciso
polarizzati e dunque occorre prestare rivolta verso uno degli elettrodi: senso; attenzione a non addossarlo
attenzione al senso d'inserimento. questo è il polo negativo. troppo allo zoccolo.

2: come sempre il montaggio si inizia d; i transistor TR1 e TR2 riportano 6: i due grossi condensatori
dai componenti più piccoli e più bassi sul corpo metallico un dente che elettrolitici C1 e C2 riportano
quindi i diodi, le resistenze indica l'emettltore e permette chiaramente il segno +
e lo zoccolo dell'integrato. In questo di individuarne il senso d'inserimento in corrispondenza di uno dei due
modo si evita di lavorare in spazi rispetto allo schema pratico; reofori. Tra i due componenti occorre
troppo stretti. nella foto il montaggio di TR2 . prevedere due ponticelli.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 33


L'ANTICALCARE
di inserimento ed è quindi opportuno
elencarli in dettaglio.
400 TRl e TR2 portano, come contrasse-
gno di riferimento, il dentello che spor-
TUBO ge dal corpo metallico e quindi i tre reo-
fori vanno inseriti, rispettandone l'alli-
neamento naturale, in modo che tale

• I
dentello risulti orientato come indica-
to nel disegno del montaggio pratico
sulla basetta; ICI è contrassegnato dal-
.. FAscE ws'
orroie'' l'incavo semicircolare su uno dei bordi

-- stretti, che sta ad indicare la zona del


pin n° 1; i diodi Dl-D2-DZ portano una
fascetta in colore sul corpo isolante che
sta verso l'estremo da cui esce il cato-
ALL'USCITA
-
4
do; DL ha. per indicare il terminale di
catodo, un piccolo smusso sulla spor-
genza di base del corpo in plastica; re-
stano infine i condensatori elettrolitici
come sempre contrassegnati, in prossi-
3k- mità dello specifico reoforo, con il se-
gno della corrispondente polarità.

Posizionamento e realizzazione del sistema di elettrodi che agiscono


sul flusso dell'acqua. Gli elettrodi possono essere due fasce di sottile CABLAGGI ESTERNI
lamiera di ottone (così vi si possono saldare I cavetti di collegamento,
flessibili ed Isolati), larghe circa 1 O cm e distanti circa 40 cm. Per i collegamenti in uscita dalla baset-
ta, si consigliano i soliti terminali ad oc-
ria, una volta al secondo, la sua fre- chiello annegati nella basetta stessa.
quenza di oscillazione a: Da non dimenticare, infine, i due pon-
Vxl = 44x44 = 1,93 W ticelli (da eseguirsi con spezzoni di filo
5 kHz quando la capacità complessiva
è 10.000 pF nudo avanzati da qualche componente
I O kHz quando la capacità complessi- In pratica, basta che R 7 sia da 2 W, in già montato) presenti nella zona di
va è 5.000 pF. quanto il segnale ai suoi capi, il solito stampato fra i due elettrolitici CI e C2.
Le sezioni "c" e "d", appositamente treno di onde rettangolari, consente an- Una volta completato e controllato, il
collegate in parallelo, vanno a pilota- che momenti di respiro in corrisponden- circuito può essere posto entro un adat-
re, con un treno di onde quadre quale za degli istanti di non conduzione; ciò to contenitore, tipicamente una scato-
illustrato nell'apposita figura, la base di costituisce anche un elemento di tran- la in plastica e lasciato in funzione per
TR2, un normalissimo transistor di ti- quillità per il 2N1711, che non arriva anni; pertanto, all'interno della scatola
po 2N1711, il quale ha il carico di col- neanche a riscaldarsi. può essere previsto anche l'alloggiamen-
lettore (R7) direttamente collegato ai 44 A questo punto, il segnale così ottenu- to del trasformatore da 16 V, il quale
V ottenuti dal duplicatore. to, presente sui terminali d'uscita (in- deve quindi essere di tipo previsto per
Merita un cenno il dimensionamento in dicati come 3 e 4) può essere applicato, funzionamento continuo.
potenza di questo resistore. mediante cavi in trecciola flessibile iso- Del resto, un po' tutti i componenti di
Poichè le onde quadre applicate alla ba- lata, ai manicotti di alluminio o rame questo montaggio piuttosto singolare
se di TR2 portano questo transistor in avvolti attorno al tubo in plastica; è op- devono essere previsti con buon mar-
saturazione, praticamente tutta la ten- portuno che questi cavetti siano tenuti gine di qualità.
sione si localizza (in fase di conduzio- piuttosto corti, diciamo non più di mez- Poichè il LED DL può servire per veri-
ne) come caduta ai capi di R7; la cor- zo metro. ficare il normale funzionamento del cir-
rente che attraversa R 7 e TR2 risulta La descrizione del nostro circuito può cuito, nel caso di inscatolamento deve
quindi: considerarsi conclusa, talchè ora non affiorare dal coperchio appunto per
resta altro che montarlo. mantenere il tutto sotto controllo.
Per questo è prevista la soluzione a cir- Non resta che collegare la spina alla rete
V 44
= = 44 mA cuito stampato qui ampiamente illustra- ed i cavetti d'uscita ai manicotti sul tu-
R 1000 ta, così da fornire le migliori garanzie bo dell'acqua; ci ritroveremo fra 5-6 an-
di affidabilità se nel montaggio vengo- ni per verificare il risultato che sarà cer-
no rispettate le norme più elementari. tamente quello di avere un tubo libero
La potenza che il resistore si trova a do- Diversi fra i componenti di questo cir- dal calcare o qualsiasi altra incrosta-
ver dissipare vale allora: cuito prevedono un senso ben preciso zione.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 34


I DUPLICATORI DI TENSIONE
Il circuito di raddrizzamento adottato in questo apparecehio è realizzato in modo da consentire il raddoppio della
tensione ottenibile dal trm,j'ormatore. Nel primo disegno qui rappresentato. è riportato lv schema di principio del
tipo di duplicatore ad onda intera, quello cioè che offre il miglior rendimento utilizzando, per il rialzo della tensione,
ambedue le semionde della cùrrente alternata disponfbile.
Il funzionamento del circuito può essere ben afferrato esaminando gli altri tre disegni.
Durante la mezz 'onda positiva fornita dal secondario del trasformatore (fig. 2), è il diodo "a" che conduce, carican-
do il condensatore Cl ad l.4JxVc.a.; Db è bloccato, essendo polari::aro in se11so im11_1rso.
Durante la mez:::'onda negativa, è il diodo "b' che conduce (.Jìg. 3) caricando il c.ondensarore C2 ad 7,41-Vc:.ct.;
Da ora è bloccato. La tensione disponibile all'uscita è la somma delle due tensioni localizzate ai capi di ciascun con-
densatore, quindi è pari a 2,8x Ve. a. ( almeno, in assenza di carico).
La fig. 4 mostra come ognuno dei condensatori riceve alternativamente carica una volta per ciclo.
L 'ejjertiva capacità di filtro risulta essere quella corrispondente ai due condensatori Cl e C2 collegati in serie ( cioè
metà dei singoli valori) ed anche l'intensità di corrente circolante è metà di quella prevista per il secondario del tra-
sformatore (essendo la tensione doppi'a, e la potenza prevista per il trasformatore costante, la corrente in uscita dal
duplicatore deve necessariamente dimezzarsi).

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il
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2

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-
3
conduce
4

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 35


CONOSCERE I FENOMENI

FILTRAGGIO
CON COMPONENTI PASSIVI
Impariamo come ottenere un buon filtraggio
su una tensione rettificata utilizzando
condensatori e induttanze.
Costruiamo un circuito sperimentale
per verificare praticamente all'oscilloscopio
cosa succede nelle varie versioni adottabili.
Tutti i componenti
necessari
a realizzare
il montaggio
sperimentale
del flltro più
efficiente, ossia
quello il cui schema
elettrico è
rappresentato
nella figura F
del disegno
di pagina 39.

ggi, quando vogliamo essere sicu- piedi la serie di circuiti su cui sperimen-
O ri di ottenere un buon filtraggio su
una tensione rettificata, siamo abituati
tare i risultati ottenibili è il seguente:
rico ( cioè della lampada che lo rappre-
senta), si rileva la presenza delle semion-
de costituenti la corrente alternata, di-
a ricorrere a transistor, diodi Zener, cir- ventate tutte positive appunto per l'azio-
cuiti integrati, ecc., che oltretutto prov- Ti = trasformatore 220 V ne del ponte raddrizzatore. L'ampiezza
vedono a stabilizzare la tensione stessa. / 12 V-1 A di queste semionde raggiunge quasi 16
Tuttavia, è bene sapere cosa si può ot- Z = trasformatore 220 V V di picco, valore derivante dai 12 V
tenere utilizzando i sistemi classici a / 12 V - 1 A (utilizzato nel moltiplicati per 1,41 (che rappresenta il
componenti passivi, cioè utilizzando solo avvolgimento se- picco di tensione) e diminuiti della ca-
condensatori e/o induttanze e ciò, sia condario) duta per soglia di conduzione dei diodi.
perchè capita sempre un caso partico- C1/C2 = condensatori elettroli- La frequenza con cui questo segnale pul-
lare in cui non c'è proprio il bisogno del tici da 2200 F - 25 V sa è di 100 Hz, in quanto risultano rad-
filtraggio (e conseguente stabilizzazio- e.e. doppiate le semionde a 50 Hz.
ne) elettronico, sia perchè, prima di que- R = lampada 12 V - 5/6 W
sto, c'è sempre in circuito una qualche (funge come resistenza
forma di filtraggio passivo. di carico) CIRCUITO B
L'argomento dei vari tipi di rettificazio- P1 = 4 diodi da 1 A / 200 V o
ne e di celle di filtro è sempre presente più Avendo posto in serie all'erogazione di
sui libri di testo, trattato in modo più corrente un'induttanza Z, la tensione
o meno esauriente; però capita spesso raddrizzata cade ad un valore medio di
che, se non è sufficientemente appro- Per i 4 diodi naturalmente, se si dispo- circa 8 V, con un ronzio sovrapposto
fondito, l'utilità che se ne trae è scarsa; ne di un ponte già confezionato di ca- (che quindi modula il valore medio) di
se invece lo è, ci troviamo ad aver a che ratteristiche analoghe o superiori, tan- circa 4 V: ciò significa che il minimo del-
fare con formule complicate e con gra- to meglio. la tensione è sui 6 V ed il picco massi-
fici non molto più semplici; tutto ciò, mo sui IO V.
più che aiutare a capire, scoraggia dal La leggera inclinazione (o asimmetria)
proseguire. CIRCUITO A del ronzio residuo non è un'imprecisio-
Ecco il motivo per cui, con l'aiuto di un ne di disegno bensì una scarsa sinusoi-
oscilloscopio e pochi accessori, abbia- Esaminiamo allora, caso per caso, le dalità (richiama lontanamente il dente
mo realizzato una serie di esperimenti prestazioni ottenibili da ogni singola di sega) in quanto la rampa in salita è
per illustrare, con dati precisi ma sinte- versione circuitale; nei vari schemi si dà un po' più lenta di quella in discesa.
tici, quello che succede veramente con per scontato che il ponte di diodi ven- La netta diminuzione del valore di ten-
le varie versioni adottabili; inoltre, il let- ga direttamente collegato al secondario sione è ovviamente dovuta alla reattan-
tore attrezzato con un oscilloscopio an- del trasformatore di alimentazione, tal- za induttiva ( oltre che a qualche resi-
che modesto, può verificare quanto da chè ai morsetti risultano sempre appli- stenza interna) che Z presenta ai 100 Hz
noi elaborato. cati i 15 V e.a. dello stesso. del segnale rettificato.
Il materiale necessario per mettere in Collegando l'oscilloscopio ai capi del ca- ))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 37


FILTRAGGIO CON COMPONENTI PASSIVI
CIRCUITO C

Stavolta, l'evoluzione del circuito ha


portato a togliere l'induttanza ed a met-
tere invece, in parallelo al carico, un
Forma d'onda condensatore di capacità opportuna-
(visualizzata mente elevata (quindi di tipo elettroli-
all'oscilloscopio) tico); ecco allora che il condensatore,
ottenuta prelevando per le sue caratteristiche intrinseche, si
il segnale in parallelo
al carico d'uscita carica ad un valore di tensione poco in-
dello schema B. feriore a quello di picco, e cioè sui 15
Questa onda rappresenta V medi, con una modulazione di ron-
l'ondulazione residua zio sui 2 V (ondulando cioè fra 14 e 16
(Ripple). V circa).
La forma d'onda stavolta è nettamente
a dente di sega, però ha tipicamente la
rampa in salita veloce e quella in disce-
sa nettamente più lenta, dato il segno
contrario che la reattanza capacitiva ha
rispetto a quella induttiva.

CIRCUITO D

È la combinazione fra il B ed il C, cioè


un filtro misto capacità-induttanza, con
ingresso capacitivo. Praticamente, ri-
Forma d'onda
(visualizzata
spetto alla versione C, l'unica differen-
all'oscilloscopio) za è che la Z agisce solamente sul ron-
ottenuta prelevando zio residuo, che viene diminuito a circa
il segnale in parallelo 1 V, mentre il valore medio della ten-
al carico d'uscita sione resta sui 15 V.
dello schema B.

CIRCUITO E

Il fùtro è sempre del tipo misto


capacità-induttanza, però stavolta l'in-
gresso è induttivo. Ora la tensione è su-
gli 8 V, come nel caso B, tuttavia (gra-
zie alla presenza della capacità) il ron-
zio residuo è nettamente più basso, sul-
1' ordine di 100 mV (nel disegno non è
in scala, altrimenti non risulterebbe vi-
sibile).
Forma d'onda
(visuallzzata
a 11' oscilloscopio) CIRCUITO F
ottenuta prelevando
il segnale In parallelo Ora il filtro è completo, risultando dal-
al carico d'uscita la combinazione di tutte le versioni pre-
del filtro più completo
(F nel disegno): l'onda cedenti; sotto certi punti di vista, si trat-
risulta praticamente ta quindi della versione ottimale.
piatta e quindi filtrata. La cella di filtro è la cosiddetta "a pi gre-
ca", ed alla sua uscita la Vcc è sui 15,5
V, con un ronzio residuo di 20 mV circa.
Possiamo quindi dire di aver ottenuto
al meglio la situazione di corrente con-
tinua vera e propria.
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 38
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ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 39


GIOCHI

LUCI PSICHEDELICHE
DA TASCHINO
Una piccola basetta a led intermittenti che può
essere usata come spilla luminosa da mettere
nel taschino o sul cruscotto dell'auto.
I led, variopinti, si accendono con una sequenza
casuale producendo un effetto che attira l'attenzione.
Il montaggio si reallzza su una basetta
a circuito stampato di piccole
dimensioni In modo che il dispositivo
risultl tascabile. La plla--
di alimentazlone trova posto
sulla basetta stessa. ~·

All'alimentazione del circuito


provvedono due pile da 12 V collegate
In parallelo (notevole autonomia) o due
da 6 V collegate in serie (minor
ingombro). Per entrambi I voltaggl
esistono modelli al NI-Cd ricaricabili.

lle soglie del 2000, l'elettronica of- gadget, possiamo pensare ai vari modi
A fre la possibilità di risolvere pres-
sochè tutti i problemi connessi all'indu-
di utilizzarlo: per esempio, mettendolo
sulla plancia o sul lunotto dell'auto o,
stria, ai trasporti, alle telecomunicazio- ancor meglio, nel taschino della giacca
ni, quindi alle esigenze pratiche e più o della camicetta (magari solo quando
importanti della vita quotidiana. si va in discoteca), oppure su un qual-
Però esiste anche l'altra faccia della me- che cappello (e questo decisamente so-
daglia: vale a dire che quella stessa elet- lo a carnevale).
tronica offre anche la possibilità di rea- Ciò premesso, diamo uno sguardo allo
lizzare circuiti che praticamente non schema elettrico, per il quale, data la
servono a niente, ma in compenso risul- sua semplicità, basta appunto un'oc- Ecco come abbiamo disposto i led
tano molto divertenti ed originali. chiata; infatti oltre alle due file di 4 di vario colore sulla nostra basetta:
LED ciascuna, in circuito non trovia- I due diodi blu sono di difficile
Questo vale soprattutto quando si tratta reperibilità ma producono un effetto
di effetti luminosi, particolarmente in mo altro che le relative resistenze di li- molto spettacolare. Nel caso non
sintonia con i circuiti elettronici più mitazione. riuscissimo a reperirli possiamo
svariati. sostituirli con altri arancioni.
Ecco quindi il giochino che vi presen-
tiamo in questo articolo; si tratta, nè più L'ALIMENTAZIONE
BLU O BLU O
nè meno, di due catene di LED posti in ARANCIONE ARANCIONE
serie, ognuna delle quali contiene tre L'alimentazione (da pila entrocontenu-
LED normali ed uno temporizzato: ta o da batteria dell'auto) è prevista
questo, lampeggiando com'è suo dove- compresa fra 12e 14-15 V; dati i valo-
re, trascina gli altri tre, facendoli lam- ri di tensione di conduzione dei vari
peggiare anch'essi. LED nei diversi colori, la classica piletta
Gli otto diodi sono accuratamente in- a 9 V quasi certamente (con questo ti-
tercalati tra loro, per cui se ne ottiene po di circuito) non riuscirebbe a farli ac-
un effetto cromatico intermittente mol- cendere.
to bello; inoltre, dato che i due LED Il montaggio è altrettanto semplice
temporizzati non hanno mai la stessa quanto lo è lo schema: si tratta, tutto
esatta cadenza, il lampeggio risulta sommato, di montare sull'apposita ba-
pressochè casuale, migliorando l'effetto. setta a circuito stampato, 8 LED (ricor-
A questo punto, dato che abbiamo già dando di porre attenzione alla loro po-
detto che il dispositivo è un divertente ))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 41


s1
B1 RTi

e
/
vcc
e Rl R2
T Schema elettrico dello "pslcollght". I due LED Indicati col pallino entro
Il normale simbolo grafico sono del tipo lampeggiante ad Intermittenza.

G2 B2 larità), 2 resistori, un interruttorino di


COMPONENTI acceso/spento ed eventualmente un pac-
chetto di pile per i 12 V, che stia nello
B = LED blu spazio libero, in modo che il tutto pos-
G = LED gialli sa anche essere infilato nel taschino di
V = LED verdi giacche o camicie.
RT = LED rossi intermittenti Una volta che questa decina di compo-
R1 = R2 = 150 O nenti è montata, un breve collaudo con-
S1 = interruttore a slitta
sente di accertarne il regolare funziona-

G1

o Schema
di montaggio
del dispositivo
su apposslta
basetta; lo spazio
che resta llbero
dal circuito
SPAZIO PER consente
LA PILA di piazzarvi
la pila per
l'alimentazione
entrocontenuta
da 12 V.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 42


LUCI PSICHEDELICHE DA TASCHINO

EP93
Circuito stampato visto
dal lato rame in scala 1:1.

mento: se per caso una catena di 4 LED


resta sempre accesa (cioè senza che si
verifichi l'intermittenza), proviamo a
cambiare il LED temporizzato, che do-
vrebbe essere difettoso; se invece rima-
ne sempre spenta, sicuramente uno dei
LED è stato montato invertito.
Del resto, l'unica operazione cui va pre-
stato un minimo di attenzione in fase
I led sono tutti
di montaggio è la stagnatura dei reofo-
polarizzati e quindi
ri, perchè le piste (allo scopo di tenere occorre prestare
ridotte le dimensioni della basetta) so- attenzione al senso
no sottili e vicine. di inserimento:
Il catodo
si riconosce per una
IL COLORE DEI LED tacca o una
spianatura sul
bordino
Bene, con qualche ora di sano passa-
dell'Involucro
tempo, abbiamo realizzato un bel gio- in plastlca.
chino per noi o, perchè no, per il no-
stro bimbo (chissà che con questo, non
si appassioni anche lui all'elettronica).
Per quanto riguarda il colore dei LED, L'interruttore S1,
se quello blu fosse di difficile reperibi- che provvede
lità o non ci interessasse questo colore, all'accensione
possiamo sostituirlo con uno di color e allo spegnimento
del circuito,
aranc1o. costituisce, oltre
Comunque, anche se queste spille lumi- ai led e alle due
nose vanno abbastanza diffondendosi, resistenze, l'unlco
saremmo fra i pochi ad avere anche la altro elemento
luce blu. del circuito.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 43


LUCI PSICHEDELICHE
DA TASCHINO

Nel montaggio del led occorre sempre


rispettare la polarità altrlmentl Il componente
non emette luce. Il catodo si riconosce
per una tacca o una splanatura sul contenitore
ma anche per Il piccolo trapezio cui è collegato
all'interno dell'ampolla e che si può
facilmente notare guardando il led
in trasparenza.

I DIODI LED
Il diodo LED è un dispositivo a semiconduttore che emette luce ( colorata) quan-
do è attraversato da corrente elettrica di valore opportuno.
+ Il nome deriva da light emitting diode ( appunto, diodo emettitore di luce) e con-
trassegna un dispositivo a giunzione PN ( arseniuro e fosfuro di gallio) che con-
verte, con buona efficienza, energia elettrica in radiazione elettromagnetica visi-
bile o infrarossa, grazie al fenomeno dell'elettroluminescenza che si verifica quando
la suddetta giunzione, grazie ai materiali particolari con cui è realizzata, è pola-
rizzata in conduzione.
La resistenza, sempre presente in serie ai LED, ha appunto lo scopo di limitare
la corrente di conduzione fra alcuni mA e 20-25 mA al massimo; il suo valore
è pertanto proporzionato alla tensione di alimentazione del .singolo LED.
Naturabneme, la luminosità emessa dal LED è proporzionale alla corrente che
vi facciamo circolare (mediamente, sui 10-1I5 mA): più corrente gli si dà, più
luce emettono.
La tensione propria, localizzata ai capi di ogni LED, resta invece abbastanza
costante ed è tipica per ogni colore.
I LED rossi presentano una caduta di tensione pari a circa 1,6 V; quelli arancio
circa 2 V: quelli gialli circa 2,4 V; quelli verdi circa 2,6 ; quelli blu 3 V: sì,
Ecco come troviamo indicato perchè esistono anche i tipi a luce blu.
li led sul nostri schemi elettrici Se abbiamo qualche difficoltà a reperirli, possiamo sostituirli con altri di colore
(sopra) e come si riconosce arancione ma quelli blu producono senz'altro un effetto più appariscente che cer-
Il catodo (sotto). La resistenza tamente può lasciare stupito chi se ne intende (e sa quindi quanto è difficile
limitatrice, che qui vediamo trovarli).
collegata all'anodo, può anche Unico problema è che il LED blu costa circa 10 volte più del LED normale: sì,
essere collegata al catodo proprio così, ma se si tratta di togliersi uno sfizio...
purchè sia sempre In serie Anche i LED rossi che vengono usati in questo circuito non sono quelli più nor-
al led.
malmente adottati, bensì sono del tipo intermittente: nel loro interno cioè è con-
tenuto, oltre alla solita giunzione fotoemittente, anche un piccolo circuito inte-
grato ( visibile attraverso la plastica del corpo come un piccolo punto nero), che
riesce a far lampeggiare il LED con cadenza di 0,5-l secondo.
R%
Il Trattandosi di diodi, tutti i LED sono polarizzati: occorre quindi inserirli in cir-
cuito rispettandone l'esatta polarità.
Il catodo si riconosce in quanto esce in corrispondenza della leggera tacca (o
spianatura) presente sul bordino che sporge dal corpo del LED; guardandoli in
trasparenza è anche possibile vedere il piccolo trapezio cui è collegato il catodo.
Fortunatamente, invertire il verso di montaggio di un LED non reca danno alcu-
no; semplicemente, esso resta spento: basta smontarlo e rimontarlo invertito, e
a k tutto va a posto.
Certo che, in casi come quello del nostro circuito, se tutti i LED di una serie
restano spenti, è più difficile individuare il colpevole.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 44


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I I cuore della
moderna fotocamera
è il microprocessore,
che ne controlla tutte
le funzioni. Gli apparecchi
più evoluti sono sistemi
intelligenti programmati
con l'esperienza dei
migliori fotografi.

LA MACCHINA FOTOGRAFICA
ELETTRONICA
anti anni fa una pubblicità recita- chè questa è fissata su valori medi op- La corretta esposizione di una fotogra-
T va pressappoco così: "Voi pensate
solo allo scatto, al resto ci pensiamo
pure, in modelli un po' più costosi, è da-
ta da un sistema autofocus.
fia è determinata da una buona scelta
del diametro del diaframma dell'obiet-
noi". Era riferita a macchine fotografi- Per avere apparecchiature dotate di tivo e del tempo di esposizione della pel-
che piuttosto economiche che tutti po- obiettivi intercambiabili, con lenti di licola, che corrisponde alla durata del-
tevano usare con estrema facilità. qualità migliore e che permettano tutti l'apertura del cosiddetto otturatore.
I risultati erano però largamente inferiori i tipi di ripresa, occorre passare al mon-
a quelli ottenuti con apparecchi profes- do delle fotocamere reflex. Il nome de-
sionali o comunque piuttosto costosi. riva dal fatto che il fotografo vede at- IL MICROPROCESSORE
Oggi "al resto" ci pensa l'elettronica, e traverso il mirino l'esatto campo inqua-
la differenza rispetto al passato è che an- drato, perchè riflesso da un sistema di L'elettronica ha cominciato ad aiutare
che con prezzi molto bassi si possono specchi chiamato pentaprisma. É in il fotografo quando l'esposimetro, cioè
realizzare ottime fotografie. Si trovano questo tipo di fotocamere, che appar- lo strumento che misura la quantità di
infatti a buon mercato apparecchi con tengono alla fascia di prezzi medio-alta, luce, è stato incorporato nella fotoca-
obiettivo fisso in cui tutti i calcoli sono che il progresso tecnologico ha dato i mera. I moderni esposimetri sono cir-
fatti automaticamente. Basta inquadra- migliori frutti. cuiti alimentati da batterie e contenen-
re il soggetto attraverso il mirino e scat- Le più evolute sono dotate di un micro- ti dei fotoresistori. Le diverse condizioni
tare. Sono particolarmente indicati per processore programmato per molte fun- di illuminazione fanno variare una re-
chi non abbia nozioni tecniche di foto- zioni e a sua volta programmabile. sistenza, quindi una corrente e il circui-
grafia e quasi sempre evitano anche la Possono essere usate sia dal fotografo to è collegato ai meccanismi di apertu-
preoccupazione della messa a fuoco per- professionista che dal principiante. ra dell'otturatore e del diaframma.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 46


Nel sistema di esposizione chiamato
manuale il fotografo regola il tempo di
posizione e l'apertura del diaframma
fino a far collimare un indicatore mo-
bile con una traccia visibile attraverso
iJ mirino. Nelle fotocamere denomina-
te automatiche a priorità di tempi il fo-
tografo imposta il tempo di esposizio-
ne e il diaframma viene aperto automa-
ticamente al valore corretto grazie ad
un collegamento meccanico fra. esposi-
LETTURA ►
t ATT IVAZ IONE
LETTURA 2 ►
..... PROGRAMMA SUL
metro ed obiettivo. Esistono anche ap- a- MICROPROCESSORE
o
....
LETTURA 3 ►
parecchi automatici a priorità di dia- t

- 2
frammi, in cui il fotografo sceglie l'a- g
pertura del diaframma, l'esposimetro rruRA 4
viene automaticamente tarato su que- o
LETTURA 6 o
sta e la corrente elettrica generata pilo- 0
ta il meccanismo di apertura dell'ottu-
ratore per la durata corretta. In parti-
colari situazioni (ad esempio forti con-
trasti fra zone illuminate ed ombre) l'in-
Sistema esposlmetrlco multlzona: Il campo Inquadrato è suddiviso In più parti,
dicazione dell'esposimetro non basta a
ciascuna delle quali è "esplorata" da un sensore. La combinazione delle letture
»» consente la scelta del tempo di esposizione e del ~iaframma ottlmall.

SENSORE PER LA C JRCU IT I ELETTRONICI


MESSA A FUOCO AUTOMAT ICA DELL 'OB IETT IVO, COMPRENDENTI
UN MICROPROCESSORE PER
IL 'DIALOGO' CON IL COMPUTER
PR INC IPALE DELLA MACCHINA

DISPLAY PER IL
CONTROLLO DI TUTTE
LE FUNZ /ON I

COLLEGAMENTO
MECCANICO FRA
CORPO DELLA FOTOCAMERA
E OBIETTIVO PER
LA MESSA A FUOCO
AUTOMAT ICA

MOTORE PER
IL TRASCINAMENTO E
IL R JAVVOLG /MENTO SENSORE DEL
DELLA PELLICOLA SISTEMA ESPOS JMETR /CO
LA ACCHINA FOTOGRAFICA ELETTRONICA
Nel moderni slstemi autofocus l'immagine giunge anche ad un sensore
fatto di elementl CCD (dispositivi ad accoppiamento di carica) attraverso
partlcolarl lentl che la "sfasano" (cioè la spezzano) se non è a fuoco.
Ciascun elemento CCD (sono 200 In tutto) trasmette al calcolatore,
attraverso un convertitore analogico/digitale, un livello di luminosità
rappresentato da un numero. L'Immagine diventa così una specie
di mosaico dove ogni "tessera" può essere analizzata dal programma
del microprocessore. Se fra due valori vicini alla linea di mezzo
dell'immagine-mosalco c'è una forte differenza significa che l'immagine
è sfuocata. In questo caso Il calcolatore corregge la messa a fuoco.

• •
SENSORE IMMHAG INE SFUOCATA IMMAG INE DIGITALE
DI MESSA COME ARRIVA TRASMESSA DAL SENSORE
A FUOCO AL SENSORE

garantire un buon risultato. Ecco allo- zate tecnologicamente non solo l'espo- imprimere sulla pellicola data e ora del-
ra che nel mondo della fotografia en- sizione ma tutte le funzioni sono con- lo scatto, ricezione dei segnali provenien-
tra il microprocessore. trollate dal calcolatore. Esiste un micro- ti dagli obiettivi. Questo microprocesso-
processore principale programmato per re comunica con quello principale e la
interpretare le istruzioni date dal foto- suddivisione dei compiti rende la foto-
PIÙ SENSORI grafo e per controllare tutte le azioni camera più veloce nella risposta a tutte
che si svolgono dall'istante dello scatto le situazioni (ad esempio un'improvvisa
Nei sistemi di esposizione più evoluti so- a quello in cui si apre l'otturatore. variazione di illuminazione al momen-
no presenti più sensori, ciascuno dei Inoltre esso regola il sistema esposime- to dello scatto). Una delle ultime inno-
quali risponde ad una zona del campo trico, la sincronizzazione del lampaggia- vazioni nel campo dell'elettronica appli-
inquadrato. Le indicazioni fornite dal tore (flash) se questo è installato e il si- cata alla fotografia consiste nella presen-
sensore su una certa zona sono confron- stema di messa a fuoco automatica. za di un microprocessore anche all'inter-
tate dal calcolatore con quelle delle zo- Riceve i segnali dai vari sensori, li ela- no degli obiettivi zoom (cioè dotati di
ne adiacenti. Si possono verificare così bora e invia i comandi a circuiti di re- lunghezza focale e quindi ingrandimen-
diverse situazioni, per ciascuna delle golazione delle funzioni della fotocame- to variabile). L'obiettivo è diventato così
quali il microprocessore determina le- ra e ai motori. parte attiva dell'apparecchio e questo
sposizione migliore. Questo avviene gra- rende possibili particolari riprese. Un
zie al software (cioè l'insieme dei pro- esempio è la programmazione dello scat-
grammi del microelaboratore) realizza- TRE MOTORI to di una sequenza di fotografie ad un
to sulla base delle conoscenze dei foto- soggetto che si avvicina al fotografo, in
grafi più esperti. Questo esperimento in- In una moderna fotocamera reflex ci so- modo da vederlo inquadrato sempre con
telligente è particolarmente utile nelle si- no tipicamente tre motori: il primo for- la stessa dimensione. Mentre lo zoom si
tuazioni in cui il fotografo deve cogliere nisce l'energia meccanica per il movi- muove comunica continuamente il valo-
istantaneamente un certo soggetto e non mento dello specchio e dell'otturatore; re della lunghezza focale al calcolatore
ha il tempo di ragionare sul tempo e il il secondo è collegato meccanicamente centrale della macchina, che è così in
diaframma che ritiene ottimali. Se inve- all'obiettivo per la regolazione della mes- grado di controllare la messa a fuoco di
ce dispone di tempo, può programmare sa a fuoco; il terzo sposta la pellicola e ogni scatto.
il microprocessore in modo da passare la riavvolge. Esiste anche un micropro- Dunque le moderne fotocamere elettro-
ad altri sistemi di determinazione dell'e- cessore secondario, programmato per al- niche, oltre ad avere il pregio di auto-
sposizione, ad esempio a quello automa- tre funzioni: controllo del display in cui matizzare completamente le funzioni
tico a priorità di tempo o di diaframmi compaiono tutte le indicazioni sul fun- tradizionali, offrono nuove possibilità
oppure anche a quello manuale. zionamento dell'apparecchio, controllo che stimolano sempre di più lo spirito
Nelle fotocamere elettroniche più a van- del datario che può essere attivato per creativo di qualunque fotografo.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993- Pag. 48


Per poter essere contenuti nel poco spazio disponibile, tutti i componenti
elettronici e i relativi circuiti di connessione sono disposti su un supporto
flessibile, che viene montato tutto ripiegato all'interno dell'apparecchio.
Il circuito della macchina che abbiamo esaminato (una Nikon 801-S)
si articola su un micro-computer principale da 8 bit, su un micro-computer
secondario da 4 bit e da ben otto circuiti integrati.

Schema di controllo delle varie funzioni di una moderna reflex. L'organizzazione del lavoro è strutturata in modo
da assicurare una risposta precisa ed istantanea nella messa a fuoco, nella rilevazione dei dati di luminosità
e di contrasto, nella loro elaborazione, nell'elaborazione del valore di esposizione e nella sua trasposizione
In tempo e diaframma, nel controllo e nell'uso delle informazioni provenienti dai computer degli accessori impiegati
(obiettivi e datari) e nel controllo delle sequenze di lavoro che portano allo scatto.

-
r

SENSORE PER
LA MESSA A
FUOCO
MICROCOMPUTER
) COMANDI AL DIAFRAMMA
E ALL'OTTURATORE
AUTOMATICA
PRINCIPALE COMANDI A I MO TOR I

SENSORE DEL
SISTEMA
<à { MICROCOMPUTER
SECONDARIO é
<?
ESPOSITIVO
COMUNICAZIONE
CON
L'OBIETTIVO

o o
DATAR IO

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 49


RADIORICEVITORE
RUSSO
È un circuito nato con la tecnologia dei primi anni '60
e riadattato con qualche modifica alle nostre esigenze.
Consente di eseguire una piacevole e proficua
sperimentazione sulla costruzione di questi dispositivi
ottenendo una radio perfettamente funzionante.
La radio viene montata su una basetta a circuito stampato
di ampie dimensioni che possa contenere, oltre alla parte elettronica
vera e propria, anche Il diffusore. Se volessimo creare attorno
a quest'ultimo una cassa acustica per ottenere prestazioni sonore
mlgllorl occorre separarlo dal circuito.

, roporre oggi l'autocostruzione di


:p parare contemporaneamente un po' di nostra rivista, abbandonando fortuna-
' un ricevitore radio è senza dubbio teoria e di pratica radioelettronica, sen- tamente il testo in puro cirillico e leg-
un gesto coraggioso, quando una buo- za per questo aver pretese di inventare germente adattato ed aggiornato.
na radio AM-FM può essere acquista- niente di nuovo o di costruire dei gioielli Il circuito è di una chiarezza estrema,
ta a 15-20 mila lire, è ben rifinita, fun- di tecnica e di miniaturizzazione. con una costituzione assolutamente
ziona senz'altro discretamente ed ha un classica, e in più presenta uno stadio a
elegante mobiletto. RF (molto importante per queste solu-
Oltre a questi aspetti estetico-economi- SCHEMA RUSSO zioni) veramente interessante; passiamo
ci, c'è poi da aggiungere il fatto che la quindi all'esame dello schema elettrico.
costruzione di un ricevitore di questo ti- Tempo fa, in un mercatino di cose usa- Il circuito d'entrata prevede la classica
po è anche abbastanza difficile. te, ci capitò di trovare alcune riviste di barretta di ferrite su cui è avvolto il tra-
Tanti anni fa, quando le radioline a radiotecnica russe, di cui si potevano sformatore a RF; quindi il segnale a RF
transistor non erano ancora così diffu- apprezzare, da parte di noi comuni sintonizzato da Ll-C3, giunge alla ba-
se e il loro costo era proibitivo, sulle pa- mortali solo le figure; e infatti, dalle pa- se del transistor TR 1 che lo amplifica
gine di tutte le riviste di radioelettroni- gine ingiallite (ma forse la carta era gial- notevolmente; via C4, il segnale passa
ca apparivano schemi di ricevitori da lina già in partenza) apparivano tutta alla base di TR2, che lo amplifica ulte-
autocostruire: si trattava in genere di una serie di schemi elettrici magari un riormente.
circuiti reflex, a reazione, superreattivi, po' vecchiotti ma all'apparenza tecni- Cumulando così l'azione combinata
a supereterodina con 2 o 3 transistor, camente ben fatti. della coppia TRI-TR2, il segnale a RF
e così via. Uno, in modo particolare, attirò la no- risulta fortemente amplificato e può es-
Ma, oltre ai problemi economici di quei stra attenzione: un ricevitore in onde sere efficacemente rivelato (o demodu-
tempi, c'era la scusa di sperimentare tec- medie. lato che dir si voglia) dai diodi
niche nuove e senz'ombra di dubbio ci La fantasia decollò subito, immaginan- DG l-DG2, che costituiscono un rive-
siamo anche divertiti. do ragazzi che, in un paesino sperduto latore ad onda intera.
Con tutte queste premesse è compren- della steppa siberiana, erano intenti ad Il segnale, ripulito da C6, è ora tornato
sibile come solo raramente viene pro- avvolgere bobine, stagnare componen- ad essere l'informazione audio di par-
posta oggi la costruzione di un radiori- ti, stendere fili: questo, assieme ai ricor- tenza che, opportunamente dosata dal
cevitore, oltretutto anche a causa delle di dei decenni passati (citati all'inizio potenziometro di volume, viene presen-
scarse prestazioni che inevitabilmente si dell'articolo), ha costituito la molla che tata all'amplificatore BF che pilota lo
ottengono con circuiti troppo semplifi- ha fatto scattare la voglia di provare stadio finale di potenza; in questi stadi
cati. quel circuito un po' antiquato ma affa- i condensatori di accoppiamento (non-
Rimane tuttavia un ottimo motivo per scinante e dall'aspetto affidabile. chè di fuga) sono diventati elettrolitici
presentare, ogni tanto, un ricevitore: I risultati ottenuti sono stati buoni, e dato il basso valore delle frequenze ora
quello di fare qualcosa (che poi funzio- pertanto il circuito dalla vecchia rivista in gioco e di conseguenza gli alti valori
ni) con le proprie mani e quello di im- russa rivede la luce sulle pagine della Il testo segue a pag 54

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 51


·-.-·-~
A -- . -· -· - . - . - . - . - • - ··-. - • - ·-. -· -· - • -· -· -· -
I

s?v.
I ,

R8
R11
±e
7
R32
TR2

C1 e:
R1

R4
± \
35V
I
Il R12

ca
4,6V Il+
e

2V
b TR3 r9 R/3
Lf I ..
C2
, Il b ~
I
e

1
TRf 8
R
R2 ~ R10 e Il Tf
C3
- RII,

J
3
I
Schema elettrico complesso del radioricevitore per onde medie, opportunamente adattato
I ed aggiornato rispetto al circuito originale russo .

l_ ,IT • iii

Plano dl montaggio della basetta a circuito stampato; la notevole dimensione ed il posizionamento di tutto respiro
dei componenti sottolineano !'aspetto didattico-sperimentale di questa realizzazione.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 52


-·-·-·-·-·,
i
y bm
RADIORICEVITORE RUSSO
51
Circuito stampato, visto dal lato rame In scala 1 :1. La basetta,
molto grande, può essere ridotta separando dal circuito
elettronico il diffusore acustico.

7
+
'c12

-3V +
C11

AP

o o

'AP

COMPONENTI
C1 = 47 pF (ceramico)
c2 = 6800 pF (ceramico)
c3 = cond. variab. (v. testo)
C4 = 6800 pF (ceramico)
es = 6800 pF (ceramico)
C6 = 6800 pF (ceramico)
c7 = 47 F - 16 V (elettrolitico)
es = 1 o µF • 16 V (elettrolitico)
Cc9 = 1 0F- 16 V (elettrolitico)
e1 O = 47 F - 16 V (elettrolitico)
Ci1= 100F- 16 V (elettrolitico)
C12= 47F- 16 V(elettrolitico)
R1 = 220 kQ R8 = 100 Q
R2 = 47 kO R9 = 3300 O
R3 = 5600 Q R10 = 220 0
R4 = 47 kQ R11 = R13 = 47000
RS = 1000 2 R12 = 1800 2
R6 = 4700 Q R14 = 1800 Q
R7 = 1 MQ R15 = 3,3 Q
L1-L2 = vedi testo
TR1 = TR2 = TR3 = BC1O7B
TR4 = TRS = 2N1711
DG1-DG2 = diodi germanio
AP = altop. 8 Q
S1 = interrutt. accensione

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 53


ADIORICEVITORE RUSSO
di capacità necessari. C7 e C12 provvedono a disaccoppiare
Lo stadio finale è del tipo a due transi- l'alimentazione da possibili disturbi eri-
stor in controfase, con inversione auto- torni di segnale, facili a verificarsi spe-
matica di fase per le due basi attraver- cialmente quando le pile cominciano ad
so i partitori resistivi di polarizzazione essere scariche, e presentano quindi ele-
consistenti in Rl l-Rl2 e Rl3-R14. vata resistenza interna.
R 15 serve per proteggere e controrea- Il montaggio del ricevitore è stato pre-
zionare lo stadio finale, assicurando una visto su una comoda ed ampia basetta
buona stabilità di funzionamento. a circuito stampato, proprio per le fi-
IT Anche lo stadio pilota TR3 ha applica-
ta una certa controreazione, sia per la
nalità didattiche cui si è accennato al-
l'inizio dell'articolo.

PER CIRCUITI presenza della resistenza RIO (non by-


passata da alcun condensatore), sia per
la resistenza R 7 direttamente collegata
I componenti sono molto distanziati e
comodamente accessibili, cosa che ne
favorisce prima di tutto il montaggio,
STAMPATI L. 18.000 fra collettore e base.
Tutto il circuito funziona a 6V; nulla
vieta di farlo funzionare anche a tensio-
poi la sperimentazione.
In un angolo della piastra è sistemato
anche l'altoparlante, così da avere tut-
ni diverse (specialmente se più alte); ba- to concentrato sullo stesso supporto; in
Dotato di tutti gll elementi
necessari per la composizione sta per questo modificare qualche va- queste condizioni, pur molto comode,
di circuiti stampati su vetronlte lore di resistenza: il più importante su la resa audio è un po' scarsa, mancan-
o bachelite, con rlsultatl tali cui intervenire è quello di R2. do qualsiasi forma di cassa acustica.
da soddisfare anche I tecnici
più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di Inchiostro resistente o Nel caso non risulti reperibile uno
al percloruro. dei tipi di condensatore variabile
descritti nel testo, si può adottare
la più normale versione da ricevitori
giapponesi in miniatura, collegandone
Caratteristiche le due sezioni in parallelo; nel nostro
caso "a" ed "o" vanno collegati
Consente un controllo visivo con- In parallelo, "m" va collegato a massa
tinuo del processo di asporto. ("a" ed "o", nel montaggi orlginall,
Evita ogni contatto delle mani con sarebbero rispettivamente
il prodotto finito. i collegamentl all'antenna
ed all'osclllatore).
È sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
Il contenuto è sufficiente per trat-
tare più di un migliaio di centime-
'stri quadrati di superfici ramate.

Il kit per circuiti


stampati è correda-
to di un pieghevole,
riccamente Illustra-
to, In cui sono elen-
cate tutte le opera-
zioni pratiche per la
preparazione del circuito. Il suo prez-
zo, comprensivo delle spese di spedi-
zione, è di L. 18.000. Le richieste deb-
bono essere fatte Inviando l'Importo
citato a: STOCK RADIO - 20124 MILA-
NO - Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831)
a mezzo vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale
n. 46013207.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 54


LA SUPERETERODINA
Naturalmente, per chi abbia pretese di In questo articolo, più volte si cita il circuito di tipo supereterodina come ter-
buona fedeltà di risposta, una piccola mine di confronto ottimale nella realizzazione di radioricevitori di qualità,
càssa acustica separata fornisce indub- anche se poi (per motivi di semplicità realizzativa) si è adottato un più mo-
biamente risultati migliori. desto circuito del tipo ad amplificatore a RF sintonizzato.
Come già detto, il complesso bobine è Anche se non è qui il caso di approfondire un circuito che poi non viene adot-
ricavato da una vecchia radio a transi- tato, è comunque opportuna una breve analisi, per meglio intendere la strut-
stor, con tanto di bacchetta in ferrite tura di base di quanto, nei casi più normali, costituisce la soluzione ottimale
piuttosto lunga e del tipo cilindrico, fis- del problema.
sata allo stampato con una fascetta di Il termine supereterodina è direttamente correlato al processo della conver-
plastica nella sua zona centrale; natu- sione di frequenza; in esso, le frequenze dei segnali da ricevere vengono tra-
ralmente, qualsiasi altro tipo di bobina- slate (mediante un oscillatore locale di battimento) ad un valore fisso ed uni-
antenna può dare buoni risultati, salvo co. detto media frequenza; è appunto su questo segnale che vengono applica-
risolvere in modo appropriato il proble- te la selettività e l'amplificazione nella misura necessaria (e in genere piutto-
ma del suo posizionamento e fissaggio. sto rilevante) ad ottenere le migliori caratteristiche del radioricevitore nella
Il condensatore variabile C3 (CV) deve separazione dei canali.
avere una capacità minima sui 200 pF, La struttura di un apparecchio supereterodina può quindi essere riassunta gra-
ma meglio se più alta; d'altra parte, dif- ficamente nello schema a blocchi qui riportato; esaminiamone brevemente le
ficilmente si trova in commercio un CV caratteristiche funzionali.
bello e professionale come quello usa- Amplificatore a RF: ha lo scopo di aumentare i deboli livelli dei segnali cap-
to sul nostro prototipo (che però è re- tati dall'antenna collocata all'ingresso ed al contempo introduce una certa
peribile presso i rivenditori di materia- dose di selettività.
li surplus e nelle tante mostre-mercato Convertitore di frequenza: ha lo scopo di trasformare i segnali provenienti
che riempiono i week-end degli appas- dall'antenna ( e preamplificati) in un valore unico di frequenza, effettuando
sionati italiani). il battimento fra la "f del segnale entrante e quella del segnale generato in
Si può comunque rimediare facilmente loco dall'apposito oscillatore (in genere, a frequenza variabile ).
usando una sezione (la maggiore) di un Oscillatore locale: è il circuito che genera il segnale a frequenza tale che, com-
più normale condensatore variabile binata con il segnale da ricevere, dà sempre, come somma o come differenza,
doppio, recuperato da un vecchio rice- il valore di media frequenza.
vitore a valvole più o meno cannibaliz- Amplificatore di Media Frequenza: è il complesso di stadi che introducono
zato; oppure ricorrendo ad un CV del nel ricevitore buona parte dell'amplificazione complessiva e tutta la selettivi-
solito tipo miniatura in plastica, ma con tà richiesta per separare i canali di ricezione l'uno dall'altro in modo da ren-
le due sezioni in parallelo. derli udibili singolarmente.
Rivelatore: si tratta del circuito che serve a recuperare, dal segnale converti-
to dalla RF alla MF, l'informazione ' audio ad esso sovrapposta.
L'ALTOPARLANTE Bassa frequenza: è lo stadio che attua l'ultima dose di amplificazione per por-
tare il segnale audio ad un livello tale da risultare sufficiente alla percezione
Come già accennato, l'altoparlante è un da parte del nostro udito.
normale "giapponesino" da 66 mm (0,3 Schema a blocchi di un apparecchio a supereterodina: nel testo sono
W) con alette di fissaggio, posizionato dettagliatamente descritti tutti gll elementi che lo compongono.
nelJo spazio libero appositamente pre-
visto sulla basetta nel modo più sempli-
ce possibile, cioè in orizzontale median- OSCILLATORE
te quattro colonnette esagonali (in me- LOCALE
tallo o in plastica) alte 20-30 mm, che A
possono essere sostituite anche da viti
opportunamente lunghe e relativi dadi
e controdadi.
All'ancoraggio isolante posizionato sul
cestello dell'altoparlante vanno preven- AMPLIFICATORE~CONVERTITORE rrMPL/F/CATORE
tivamente saldati due brevi cavetti per RF I I MF
arrivare agli occhielli sullo stampato.
Il resto della componentistica è ben più
normale e presenta unicamente le soli-
AP
te problematiche di montaggio, consi-
stenti, in certi casi, nel dover assoluta- AMPLIFICATORE }d RIVELATORE
mente rispettare polarità e versi di in- BF
serzione.
DG1-DG2, i due diodi al germanio con
)))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 55


RADIORICEVITORE RUSSO
cui viene effettuata la rivelazione dei se-
gnali, vanno montati con la striscia in
colore (bianca o nera che sia) orientata
secondo quanto previsto dalle illustra-
zioni: cosa ovviamente analoga vale per
i cinque transistor con il dentello spor-
gente dal bordo del contenitore metal-
lico che funge da elemento di riferimen-
to per il loro regolare inserimento; i
condensatori elettrolitici C2-C7-C8-C9-
CIO-Cl l-Cl2 recano, stampigliato sulla
plastica che ne avvolge il corpo, il se-
gno della polarità (in genere, il negati-
vo) che va rigorosamente rispettato.
Tutti gli altri componenti non presen-
tano nessuna modalità di inserimento
da rispettare, se non quella di fare le co-
se in modo pulito e accurato.
È prevista anche un'entrata per una ve-
ra e propria antenna filare, nel caso che
i trasmettitori della RAI siano disloca-
ti molto lontani dalla nostra abitazio-
ne o occorra fare un po' di ascolto più
sofisticato, installando un bel pezzo di
filo lungo fuori dall'abitazione: in que-
sto caso, viene buona anche un'efficien-
te presa di terra.
Attenzione però: ascoltando con una
lunga antenna esterna, se capita di ri-
cevere un'emittente piuttosto vicina (se
quindi il segnale risulta piuttosto for-
te), il nostro semplice circuito va facil-
mente in saturazione, cosicchè l'ascol-
to diventa distorto.
Infine, non meravigliamoci se capita di
sentire qualche stazione confusa con
un'altra vicina: la selettività è un po'
scarsa, tipico difetto dei ricevitori-com-
promesso, cioè non a supereterodina.

1: il condensatore variabile C3, oltre


ad essere connesso al circuito
stampato tramite 2 contatti
va collegato con un ponticello
volante al condensatore C1.

2: il potenziometro R6 consente
la regolazione del volume:
è impossibile sbagliare Il senso
d'inserimento in quanto basta che
l'alberino esca verso l'esterno
della basetta.

3: il diffusore si monta sulla basetta


con 4 colonnine In metallo o plastica
e relativi dadi e controdadi. E anche
possibile app'ltcarlo separatamente.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 56


ARIA PULITA CON L'OZONO:
UTILISSIMO KIT
Il kit EP937 consente di realizzare
un dispositivo che produce
ozono ossia quel gas che
conferisce all'aria di alta
montagna il suo pungente
profumo. Azionando
l'ozonizzatore per pochi minuti
in casa o nell'abitacolo dell'auto
si eliminano tutti i cattivi odori.
Il kit comprende tutti i componenti
del montaggio e il circuito stampato;
le caratteristiche e la realizzazione
lire
sono descritte nel fascicolo di maggio '93. 28.500
COME ORDINARLO
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sigla, inviando anticipatamente l'importo di lire 28.500 a mezzo
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• Sperimentare. Scopriamo con alcuni faclll


esperimenti come funziona l'hovercraft e grazie a quale
principio viaggia sul pelo dell'acqua o della terra.

• Nautica. Come costruirsi con del compensato


marino e della vetroresina una barca a vela: servono
pochi e comuni utensili, è un'Impresa alla portata di tutti.

• Costruzioni. Impiegando del tubi di rame


reallzzlamo un raffinato lampadario "all'olandese"
a sei bracci.

PERGOLE E GAZEBO
DOSSIER FACILI DA MONTARE

tto a 1 lir
I lettori sono invitati ad inviare un loro progettino, semplice
e inedito, che non impieghi più di l5 componenti elettronici.
Il più originale ed interessante di ciascun mese verrà
pubblicato e compensato con una preziosa attrezzatura
da laboratorio.

PROVACONTINUITÀ
ACUSTICO
el corso di elettronica della scuola rificarsi in impianti elettrici, in macchi- elettrico; si tratta del resto di una classi-
N che sto frequentando abbiamo re-
centemente affrontato l'argomento de-
ne o apparecchiature varie oppure an- ca versione di circuito oscillatore di ti-
cor più comunemente, tra le piste di un po astabile (un cosiddetto "multivibra ...
gli oscillatori, nella loro forma più clas- circuito stampato, senza per questo do- tore") in grado di generare un segnale
sica a transistor singoli (cioè, non an- ver ricorrere al tester o al multimetro a frequenza audio che, con i valori da
cora a circuiti integrati che fanno tutto digitale e ancor meglio senza dover stare me previsti, si aggira sui 2600 Hz.
da soli senza che si capisca come), co- a tener d'occhio una scala graduata o La coppia di transistor che costituisce
sicchè ho subito pensato di trarne una un display. la parte "attiva" del circuito consiste in
qualche applicazione pratica, che risulti Infatti il vantaggio di adottare una so- due normalissimi BC107, il cui coeffi-
contemporaneamente semplice e di uti- luzione di questo tipo risiede anche nel- ciente di amplificazione ed il cui limite
lità pressochè quotidiana. la velocità e semplicità di utilizzo. di tensione massima risultano perfetta-
Ho così realizzato un dispositivo per Il circuito è motto semplice, come risul- mente compatibili per questo impiego;
cercare i cortocircuiti ohe possano ve- ta immediatamente visibile dallo schema tuttavia, una qualsiasi altra coppia di

Il montaggio del clrcul'to


sl realizza su un pezzo
di basetta preforata a circuito
stampato o su un qualsiasi
supporto Isolante;
all'alimentazione provvede
una plla da 9 volt che trova
posto Insieme al circuito In una
1

scatola di adatte dimensioni


da cui fuorlescano I due puntali.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 58


transistor NPN pressochè equivalente
nella vasta famiglia dei "general purpo-
se" può funzionare ugualmente bene R2
(per esempio, il BC548A).
I componenti di valore più determinan-
te per quanto riguarda la frequenza di
oscillazione sono Cl e C2, i quali pos-
sono essere cambiati di valore a secon-
da che si desideri una nota più acuta (di-
minuendo la capacità) o più bassa (au- 9V
mentandola). • rp4 TR2
Il punto di intervento che consente di
azionare il dispositivo è qui l'emettito-
re di TR2, in serie al quale risultano col-
legati due puntali da tester con cui si va
a "palpare" la situazione presente nei
vari punti del circuito o dell'apparato
Il circuito oscillatore di tlpo astablle
in prova; ogni qual volta i due puntali è in grado di generare un segnale
individuano un cortocircuito, o comun- a frequenza audio sul 2600 Hz.
que un collegamento a bassa resisten- La coppia di transistor costituisce
za, l'emettitore di TR2 viene pratica- la parte attiva del circuito.
mente chiuso verso massa e in queste
condizioni il multivibratore inizia im-
mediatamente ad oscillare.
Il segnale audio, prelevato dal colletto-
re di TR2 (ma sarebbe indifferente ope- voro pulito e funzionale; la disposizio-
rare anche su emettitore e collettore di ne è illustrata nell'apposita figura. COMPONENTI
TRl) va a pilotare o un piccolo altopar- Il tutto può poi essere inserito in una
lante, o un "sounducer" estirpato da delle tante scatolette in plastica reperi- C1 = C2 = 0,22 F (ceramico)
certi orologi elettronici oppure (anco- bili sul mercato (o, perchè no, nel cas- C3 = 100 F- 16 VI (elettrolitico)
ra meglio) dal classico buzzer cerarni- setto degli avanzi!).
co, il cui elevato rendimento (assieme Una volta terminato il cablaggio, il cir- R1 = R4 = 1000 0
all'alta impedenza) consentono di otte- cuito è già pronto per funzionare, sen- R2 = R3 = 10 k?
nere la miglior efficienza dal nostro di- za bisogno di alcuna taratura e messa
spositivo di prova. a punto: basta cortocircuitare i puntali TR1 = TR2 = BC107
L'alimentazione del circuito non è per e si sente il fischio del buzzer. BZ = buzzer (ceramico)
niente critica e può essere effettuata o Se poi non basta che il dispositivo fun- S1 = interruttore accensione
mediante una normale piletta a 9 V op- zioni come prova-continuità, si può, per
pure un alimentatore a valori di tensio- esempio, sostituire ai due puntali i con-
ne anche piuttosto diversi. tatti di un tasto telegrafico e si realizza
Per quanto riguarda il montaggio vero un oscillofono per esercitazione col co-
e proprio, un pezzo di basetta perfora- dice Morse.
ta a circuito stampato a bollini, oppu- Altre idee possono venire singolarmen-
re una piastrina isolante qualsiasi con te, all'insegna dell' "imparare diverten-
qualche occhiello o terminale di anco- dosi" (o "divertirsi imparando", ma è
raggio, si prestano benissimo ad un la- lo stesso!).

PARTECIPA ANCHE TU!


Il lettore che cl ha Inviato Il progetto
vince uno stupendo kit per saldatura con
valigetta contenente: saldatore stilo da 30 W,
supporto per mini montaggl, dissaldatore,
raschietto, appoggio per saldatore e punte
di ricambio. Per partecipare basta mandare
Il progetto con una breve spiegazione,
allegando una propria foto tessera, a:
ELETTRONICA PRATICA - EDIFAI - 15066 GAVI (AL)
Il vincitore Tutti coloro che cl Inviano documentazione delle proprie
di questo mese è reallzzazlonl ricevono comunque un omaggio.
Crispino Alfonso
di Napoll

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 59


In questa rubrica proponiamo schemi semplici e funzionali
che possono risolvere problemi di interesse generale
anche suggeriti dagli stessi lettori.

MISURATORE DI SEGNALI ARE]


ella riparazione di radioline, barac- In tal modo la misura può facilmente corrente continua.
N chi per la CB ed apparecchiature
similari può essere utile misurare il li-
riportarsi a quello che è il reale valore
di partenza; cioè, se il tester misura, per
Per quanto riguarda la realizzazione
pratica del circuito, qualsiasi soluzione
vello dei segnali a RF. anche di piccolo esempio, 1,5 Vcc, significa che la ten- può andar bene, a patto che i collega-
valore. sione d'ingresso realmente presente è di menti dei (e fra i) vari componenti sia-
Questo è possibile, secondo il semplice 0,15 V RF. no tenuti molto corti, se vogliamo che
circuito qui riportato. All'uscita del FET troviamo un diodo l'amplificatore di misura funzioni affi-
L'adozione di un FET come amplifica- rettificatore al germanio (scelto per per- dabilmente anche a frequenze piuttosto
tore di segnale consente di ottenere dere il minimo di tensione, e quindi di elevate.
un'elevata impedenza d'ingresso, e cioè sensibilità sui bassi segnali, essendo la Per l'alimentazione, è prevista una nor-
un grosso vantaggio. in quanto non ne soglia di conduzione del germanio cir- male piletta "da transistor" a 9 V.
vengono disturbati i circuiti sotto mi- ca 0,10-0,15 V). Probabilmente vien da chiedersi: perchè
sura. Un filtro costituito da J I e C3 filtra la R2 deve essere regolato per un guada-
Il carico del FET è un trimmer (R2) che tensione d'uscita, che risulta così per- gno di 7 volte circa per ottenere una let-
va regolato in modo che il circuito gua- fettamente continua e comunque tale da tura (in e.e.) 1 O volte più alta?
dagni circa 7 volte. poter essere applicata ad un tester in Semplice: il segnale a RF. vale a dire in
corrente alternata, si misura col suo va-
lore efficace; il raddrizzatore d'uscita va
invece a caricare Cl al valore di picco,
che è l,4l volte quello efficace.
Quindi

2
FTI R~

3. "
c?
Cc4
COMPONENTI
Il J1 C1 = 22 pF
C2 = 1000 pF {ceramico)
E ±a C3 = 10.000 pF (ceramico)
C4 = 0,1 F (ceramico)
R1 = 2,2 M2
u R2 = 4700 Q (trimmer)
D1 C3 J1 = 4,7 mH (impedenza RF)
FT1 = 2N3819 (0 FET equivalente)
S1 = interruttore di accensione
E = presa fono RCA
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 60
CAMPANELLO AL CB
n molti ricetrasmettitori CB, quando
I si riceve un segnale, c'è un LED che
si accende. È possibile realizzare un cir-
cuitino che (senza manomettere in alcun
modo l'apparato) faccia suonare un cam-
panello, sfruttando appunto il fatto che
un LED si accende. Bastano due transi-
stor ed un relè con l'inevitabile aggiunta
di un fotoresistore. Ed è proprio da que-
sto che inizia il circuito; quando FR
(piazzato in posizione strategica, cioè D1
esattamente di fronte al LED giallo e ri-
parato da altre fonti intense di luce) vie-
ne illuminato dalla luce del LED acceso
a pochi millimetri, i due transistor pas-
sano nettamente in conduzione, RL scat-
ta e il campanello (o quant'altro sia col-
legato in uscita) inizia a suonare. A se-
conda del tipo d'impiego, può essere
eventualmente utile prevedere un inter- COMPONENTI
ruttore sull'alimentazione, per disinseri- R1 = 1 O kO (trimmer) TR2 = BC177 (o PNP equivalente)
re il segnalatore durante il collegamento R2 = 10kO D1 = 1N4004
(basta poi non dimenticarlo disinserito!). R3 = 1 kO FR = fotoresistore
La sensibilità d'intervento del dispositi-
vo può essere regolata per mezzo di R 1.
TR1 = BC107 (o NPN equivalente) RL = relè 12 V • 300 O

STEREO A 9 VOLT IN AUTO I


ricevitori stereo portatili spesso fun- to è sotto tensione, ed ancor più che c'è
I zionano con tensione di 9 V (da pile tensione alla sua uscita, è presente una COMPONENTI
interne o da alimentatore esterno). normale lampada spia da 12 V (il mar- c1 = 470 F- 25 VI (elettrolitico)
Volendo farli funzionare anche utiliz- gine di tensione ne assicura una vita più c2 = C4 = 0,1 F (ceramico)
zando la batteria dell'auto, occorre lunga). C3 = 5F- 25 VI (elettrolitico)
adottare un circuito apposito che per- I vari condensatori presenti all'entrata c5 = 22F-25 VI(elettrolitico)
metta dì ottenere questa riduzione di ed all'uscita dell'integrato assicurano la R1 = 220 2
tensione nel modo migliore.
La soluzione, piuttosto semplice, si ba-
miglior stabilità di funzionamento del
componente regolatore.
R2
F1
== 2200 O (trimmer)
fusibile 2 A
sa sull'adozione di un circuito integra- LP = lampada 12 V
to stabilizzatore di tensione che da so-
lo risolve ottimamente il problema.
IC1 = LM317
1c1 u
P
ICI è un regolatore ben noto e reperi- n I ~ %4

bile, un LM3 l 7, che va montato con 1

r
un'aletta di raffreddamento in quanto
un buon ricevitore stereo può presen-
tare un assorbimento di corrente anche
o IlFt Il < RI
piuttosto elevato.
A tal proposito, all'ingresso della bat-
teria è inserito un fusibile di protezio-
ne da 2A; la soluzione migliore è quel-
la di usare un portafusibile in versione
volante da montare lungo il cavo di col-
legamento.
I.- I1
& r, T., T, s
l T, ± e
eu
@

Il partitore resistivo RI-R2 serve per ot-


tenere in uscita il valore di tensione de-
siderato; a tale scopo, R2 va regolato R2
in modo che fra i tenninali di uscita vi
siano esattamente i 9 V previsti.
Ad indicare il fatto che il nostro circuì-
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1993 - Pag. 61
LETTERE I tecnici della redazione di ELETTRONICA PRATICA sono
a disposizione del lettorl per risolvere al meglio I problemi
o le dlfflcoltà che Incontrano nelle loro realizzazionl. I quesiti
di Interesse generale vengono pubblicati sulla rivista.

LETTORI Potete scrivere a ELETTRONICA PRATICA


EDIFAI - 15066 GAVI (AL)

sima per cui si può presupporre che 2


Telefono Questa pannelli siano sufficienti a caricare le
due batterie.
senza fili antenna
ground-plane
esiste nella
Tuttavia essendo la corrente di soli 0,22
ampère la carica è di una lentezza este-
Sono in possesso di un telefono senza fi- verslone da nuante.
lo, modello KX-T4001E, della Panaso- 50 e 7O MHz Se l'utilizzo delle luci nel pollaio si li-
nic, il quale copre al massimo una distan- ed è mita a pochi minuti al giorno e consi-
za di 300 metri in zone aperte. apposita mente
concepita per
derando irrilevante il consumo del se-
Vorrei sapere se si può realizzare un cir- gnale d'allarme, due pannelli possono
cuito per aumentare il più possibile il rag- l telefoni
senza filo. risultare sufficienti.
gio d'azione del telefono, ponendo anche Costa Per impieghi più gravosi, ai primi due
un 'antenna esterna. 60.000 llre. va posta, in parallelo, una seconda se-
Roberto Buemi ( Messina) Intek (tel. rie di due realizzando così un serie pa-
02/95360470). rallelo in grado di fornire quasi mezzo
Aumentare la potenza di emissione di te- ampère.
lefoni di questo tipo non è ammesso dal- Per quanto riguarda il secondo quesito
le norme in vigore in quanto potrebbe non riteniamo sia necessario un circui-
causare interferenze radio TV o peggio. to che interrompa la corrente di massi-
Il raggio d'azione può tuttavia essere ma carica in quanto con 0,5 ampère le
aumentato utilizzando per la stazione batterie possono essere lasciate sempre
fissa un'antenna esterna (sul tetto della sotto carica (in tampone).
casa) di tipo ground-plane che consen-
te di aumentare il raggio d'azione e por-
tarlo a oltre 1 Km senza creare eccessi-
vi problemi.
Per fare ciò si deve smontare l'antenna
a stilo della stazione base e nel foro la-
sciato libero mettere un connettore
coassiale per radiofrequenza tipo
PL509. Il filo che era collegato all'an-
tenna va collegato al terminale centra-
Pollaio solare
Posseggo un pollaio in un terreno agri-
le del PL mentre la carcassa metallica colo senza acqua potabile e luce elettri-
di quest'ultimo va collegata alla massa ca e l'interno viene illuminato tramite due
comune della stazione base.
batterie per auto a 12 V in serie le quali
L'antenna ground-plane deve avere gli
alimentano anche un antifurto.
elementi lunghi 1/4 d'onda. Scoperta la
frequenza su cui la stazione base tra- Per tenerle in efficienza devo portarle
smette, la lunghezza d'onda si calcola nella mia abitazione e metterle sotto ca-
con la formula 300.000 : frequenza in rica almeno ogni 15 giorni in particolare
kHz oppure 300 : frequenza in MHz. nel periodo invernale.
Il numero così ottenuto va diviso per 4 Vorrei montare dei pannelli solari per ali-
e si ha la lunghezza di ciascun elemento. mentare le due batterie: quanti pannelli
Non trovano una ground-plane di que- solari 16 V 4 W occorrono?
sta misura se ne acquista una con gli ele- Può servire un circuito che interrompa il
menti più lunghi e si tagliano poi le pun- passaggio di corrente quanto le batterie Questo pannello solare eroga
te. sono cariche? una tensione massima di 16 volt,
Fra il PL della stazione base e l'anten- Davide Saurino (Como) misura 159x27817 mm ed è
na si esegue un collegamento con cavet- resistente a tutti gli agenti atmosferici.
La tensione di due batterie poste in se- Per caricare una batteria da 24 volt
to schermato per radiofrequenza tipo
con sufficiente rapidità ne servono
RG58. Una soluzione più costosa ma rie si somma per cui necessita caricarle almeno 4 collegati in serie-parallelo.
anche più efficiente consiste nell'acqui- a 24 volt. Ognuno costa 79.000 llre. O-Mail
stare un'interfaccia telefonica che tra- Due pannelli solari da 16 volt posti in
smetta il segnale via radio. serie ne danno 32 ma è la tensione mas-
ELETTRONICA PRATICA· Luglio/Agosto 1993 - Pag. 62
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mità alle vigenti leggi a norma di
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sicurezza delle realizzazioni. 62 Lettere dei lettori
63 Il mercatino
Direttore Editoriale Fotografia: REDAZIONE
responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492
0143/642493
UFFICIO ABBONATI ·Tel. 0143/642232
Massimo Casolaro
fax 0143/643462 L'abbonamento a
Direttore esecutivo: Redazione: AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
Carlo De Benedetti Aldo Bergaglio tel. 0143/642398 con decorrenza
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Grazie alla miniaturizzazione sempre crescente dei com-


ponenti elettronici, nei moderni orologi al quarzo è vera- • :LITE
mente ridotto lo spazio occupato dai circuiti necessari
alle funzioni dell'orologio. e quindi ne rimane molto per
incorporare altre funzioni. Inoltre la tecnologia dei
display a cristalli liquidi, che consumano pochissima
energia, permette di avere sempre disponibili al polso
numerose informazioni. Fra i tanti orologi multifunzioni
realizzati, ne esiste uno davvero originale. perchè com-
prende una macchina fotografica. Funziona con una
micro-pellicola da sette esposizioni. montata su apposito
supporto circolare. La messa a fuoco è fissa e l'otturato-
re, come pure l'avanzamento della pellicola, sono azio-
nati dai pulsanti ai lati della cassa dell'orologio. Assie-
me all'orologio-fotocamera viene venduto anche tutto il
necessario per lo sviluppo della pellicola.
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conoscerne approssimativamente il volume. La Stanley, da anni all'avanguardia
nella realizzazione di metri per diversi usi, ha ora prodotto uno strumento funzionan-
te ad ultrasuoni e che non richiede contatto con l'oggetto da misurare. L' apparec-
chio viene attivato da due pulsanti gialli posti ai suoi lati. Un segnale acustico avvisa
dell'avvenuta misurazione e il numero appare sul display. E' possibile valutare
distanze da 60 cm fino a 10 metri con un errore dell' 1 %. Pesa 75 grammi e funziona
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Esistono numerose applicazioni commerciali, ind
e anche hobbistiche in cui occorre installare contatti
magnetici. Ne sono esempi: sensori per porte nei sistemi
di sicurezza, sensori di posizione e di livello, sensori per
il conteggio. In molti casi la limitazione di spazio costi-
tuisce un fattore critico per la realizzazione dell'appara-
to. La C.P Clare ha prodotto dei contatti magnetici
miniaturizzati adatti proprio a risolvere il problema dello
spazio ridotto. Questi contatti "reed" (cioè lamellari
sono racchiusi in involucri di vetro di appena 1 cm di
lunghezza. Possono commutare una potenza di 5 VA.
che va fornita da parte del circuito esterno di eccitazione
la cui realizzazione dipende dal tipo di applicazione .
I contatti sono realizzati con un materiale che garantisce
alta efficienza e sono contenuti in un'ampolla sigillata in
modo ermetico. I terminali di contatto sono piatti e quin-
di adatti al montaggio superficiale. C.P. Clare (20066
Melzo - Ml - Via C. Colombo, IO/A - tel. 02/957:37160).

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Questo saldatore si chiama "Minor" e grazie al
suo peso e alle sue dimensioni assai ridotte per-
mette di lavorare con precisione su microinter-
rutori e altri dispositivi miniaturizzati e anche
di effettuare operazioni sotto il microscopio.
Per queste sue caratteristiche trova applicazio-
ne nella produzione e riparazione di strumenti
di misura, orologi, macchine fotografiche.
La particolare forma della punta ricurva riduce
la distanza fra l'estremità di questa e l'impu-
gnatura, facilitando quindi la saldatura dei
componenti miniaturizzati. Ha un consumo di
5W e richiede una tensione di alimentazione di
6 V in corrente continua, che va fornita con ali-
mentatore a parte. Lire 41.500. Ersa distributo-
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La nuova videocamera V1-max7s prodotta
rappresenta una vera rivoluzione nel mondo dei video-
matori. E' dotata di due obiettivi. con cui è possibile
miscelare inquadrature diverse al momento stesso della
ripresa. L'operatore può così riprendere contemporanea-
mente una scena e un particolare ingrandito della stessa.
Nello stesso tempo può fondere le due immagini diretta-
mente sulla macchina, con varie possibilità di dissolven-
ze, sfumature immagine-bianco e viceversa, effetto
"wipe" (immagine che si forma a partire dal centro).
La seconda immagine può anche apparire in un riqua-
dro, rimpicciolita. Oltre a queste funzioni veramente
rivoluzionarie nel settore, l'apparecchio ne contiene
altre anch'esse molto interessanti: super grandangolo,
zoom istantaneo, mirino con monitor a colori registra-
zione audio in alta fedeltà. Lire 2.160.000. Sharp
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ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 3
ì CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA

Il frigger di Schmitt, un
RIMI circuito dal nome famoso
e altisonante, è presentato

ISSI qui sia in veste


sperimentale che nella
vera e propria
applicazione pratica.
Le sue prestazioni sono
da tempo ottenibili
in modo elementare
grazie ai circuiti integrati
appositamente prodotti
per realizzare questa
funzione.

GLI INTEGRATI €C-MOS (SETTIMA PARTE)

Ecco il tipico
L a denominazione di questo circuito
incute probabilmente un certo reve-
renziale timore a quei lettori che non
aspetto
hanno ancora molta dimestichezza con i
dell'evoluzione
di un segnale
circuiti logici; ma, in analogia con le
analogico; funzioni elementari che abbiamo sin qui
potrebbe essere studiato, alla fine di questo articolo il
l'uscita termine, ed ancor più il circuito, rappre-
di un qualsiasi senteranno qualcosa di abbastanza fami-
trasduttore. liare.
Cominciamo intanto col riepilogare bre-
vemente quelle che sono le differenze di
base fra circuiti logici ( o digitali) e cir-
cuiti analogici (o lineari).
Un segnale elettrico (per esempio, una
V tensione) si definisce analogico in quan-
•1 • Al contrario del to può variare con continuità entro i
- - - - segnale analogico,

° in quello logico
varia solo
la durata
limiti dei propri valori massimi e assu-
mere un numero infinito di valori in
analogia col variare della grandezza in
esame.
'e degli impulsi.
Segnali analogici sono quelli prodotti
i -
tipicamente da trasduttori, generatori,
ecc.
Un segnale elettrico di tipo logico può
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag. 4
essere generato solamente da circuiti 1: trasformazione
1
logici, circuiti nei quali la form a d'onda di un segnale analogico V
in un segnale logico
tipica dei segnali vari abili presenti com-
corrispondente; la soglia
pie brusche transizioni fra due livelli di commutazione in effetti S0GA
sempre identici. In altre parole il segna- non è netta bensì
le elettrico non assume mai valori inter- è compresa entro una
medi bensì vari a quasi istantaneamente fascia di valori. 7
da zero a tutto o viceversa; si tratta per-
tanto di una serie di impulsi di varia 2-3: zoccolatura, V.
durata, ma sempre di ampiezza "O" o simbologia e foto di due
·1" tipici integrati a trigger di
Ciò premesso e data la diffusissima Schmitt; occorre notare
necessità di trasformare un segnale ana- che entro il simbolo
logico in uno digitale per poterlo poi grafico della funzione
opportunamente elaborare diciamo che specifica c'è il simbolo
dell'isteresi, che indica T
per effettuare questa conversione uno
trattarsi di un trigger.
dei circuiti più usati è appunto il già
citato trigger di Schmitt.
La nuova funzione è un circuito a scatto
che fa sì che, se il segnale applicatole in
entrata è inferiore ad un certo valore,
all'uscita abbiamo stato logico "O" e,
viceversa, abbiamo stato logico "l" ove
il segnale d'entrata superi quella certa
soglia.

GLI INTEGRATI ADATTI

Due fra gli integrati più comuni che


concretizzano questa funzione sono: il
4093 B che racchiude 4 funzioni
NAND triggerate e il 40106 B che rac-
chiude 6 funzioni AND triggerate.
Si noti come, all'interno del simbolo
grafico che rappresenta questa specifica 3
funzione elettrica, sia presente a sua
40 106
volta un simbolo particolare, che sta a
rappresentare l'isteresi (ritardo) elettrica
tipica di questo circuito, dettaglio fun-
zionale che al nostro livello è ben poco
importante approfondire. Basta specifi-
care che la soglia di commutazione del
dispositivo non è una pura e semplice
riga che definisce un ben preciso valore
di interventi bensì una fascia entro la
quale stanno valori diversi; il trigger
cioè commuta un po' dopo all'andata
(valore più alto) ed un po' dopo al ritor-
no (valore più basso).
Se per esempio per commutare l'uscita a
livello "O" occorrono 4,6 V in entrata,
per commutare l'uscita a livello "l" la
tensione deve scendere a 3,5 V: il disin-
nesco è sempre ad un valore un poco
inferiore ( cosa del resto che capita rego-
larmente anche con i relè elettromecca-
nici).
Questo esempio si riferisce ad una ten-
sione di alimentazione di 9 Vcc ed è qui
riportato lo schema elettrico di una sem-
plice soluzione circuitale appositamente
ISTERESI
po
realizzata per verificare in pratica il
)>»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 5


Schema elettrico di un
generatore "clock"
realizzato con lo stesso
integrato; ne esce
/ e 1
un treno di onde
rettangolari di frequenza
compresa
E
(con opportuni valori 7 a a.....
di RC) fra frazioni di Hz 3
e qualche MHz. 11 2 a
7 R2
9V
e
G
e
C2
R1

Cl

CADENZA

COMPONENTI La realizzazione pratica di


questo circuito risulta
C1 = 47 µF • 16 VI (elettroliUco) estremamente semplice
C2 = 0,1 µF (ceramico) se si adotta la basetta
Ri = 100 KO (trimmer potenz.) a circuito stampato
R2 = 10 KQ già predisposta
R3 = 12002 per il montaggio
DL = diodo LED dei componenti
(a) = 'f di 4093 B necessari.

L'uscita,oltre che ad un LED,


può essere applicata
ad un qualsiasi circuito
cui serva questo tipo
di pilotaggio.

l 11,

'R3
e"
I @ 6
ICI

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993 - Pag. 6


GLI INTEGRATI C- MOS
comportamento tipico di un trigger di
Schrnitt. Rl è appunto la semplice rego-
lazione che consente di variare a piacere
la tensione di scatto applicata al disposi-
tivo e misurata da un qualsiasi voltmetro IL TRIGGER DI SCHMllT
sufficientemente preciso (se poi è il
multimetro digitale a suo tempo dato in Si tratta di un oscillatore bistabile, la cui uscita dipende dalle variazioni
omaggio agli abbonati tanto meglio). del segnale d'ingresso, portato verso l'alto o verso il basso; in particolare
Ma il comportamento del trigger è se la tensione d'uscita è a livello basso, esso commuta quando la tensione
denunciato dall'accendersi del LED in d'ingresso vien fatta diminuire fino a raggiungere una "soglia negativa";
uscita, corredato dalla normale resisten- se la tensione d'uscita è a livello alto, esso commuta quando la tensione
za di limitazione. d'ingresso vien fatta aumentare fino a raggiungere una "soglia positiva".
Una delle più importanti applicazioni del trigger di Schmin è il suo uso
come comparatore di ampiezza, per scattare nel momento in cui una parti-
FACILE MONTAGGIO colare forma d'onda raggiunge uno specifico livello di riferimento di ten-
sione.
Questo circuito, a scopo squisitamente Altra tipica applicazione è quella di usarlo come circuito squadratore,
sperimentale-didattico ma ugualmente come illustrato in figura. Qui il livella del segnale d'ingresso è arbitrario
utilissimo, è realizzabile con estrema salvo che presenta un'escursione abbastanza ampia da superare i limiti
facilità sulla solita basetta stampata già della fascia d'isteresi: Vh = VI-V2.
adottata per realizzare e sperimentare le L'uscita che se ne ricava è un'onda quadra (o rettangolare) la cui ampiezza
precedenti funzioni logiche. è indipendente dall'ampiezza della forma d'ingresso.
Essendo già stata abbondantemente
descritta e sfruttata, non ci dilunghiamo All'entrata del trigger abbiamo un'onda irregolare che ritroviamo
più di tanto sul suo utilizzo. squadrata all'uscita.
Il solito zoccolo a 14 piedini (o anche a
16) fissato nella zona centrale consente
di sperimentare vari integrati senza V
dover porre mano al saldatore. Il trim-
mer-potenziometrico Rl, appoggiato e
% \ 2 nn\
saldato direttamente sulle piste
nell'angolo alto a sinistra, risulta più
che comodo e robusto per il tipo di o\
i \-TI N/V{lA
I
i '
I
i
I I
il
I ,.
,ENTRATA
impiego che gli compete. R2 e C 1 si • I I I I
montano, secondo le indicazioni, senza II I I
alcuna preoccupazione per il verso; 1 I I
V 11 1
solamente DL ha una ben precisa pola-
rità, come al solito indicata dallo scasso
sul bordino che contrassegna il catodo.
Non dimentichiamo i due ponticelli in
filo nudo. o

Con l'alimentazione da una comune o USCITA


piletta a 9V ( o anche da altra sorgente a
9V qualsiasi) si possono rilevare i dati
comportamentali del dispositivo in
))))»

COME ORDINARE LE BASETTE SPERIMENTALI


Le basette a circuito stampato per montaggi speriment ali sono
disponibili in confezioni da 5 pezzi al prezzo di L. 15.000
(comprese le spese di spedizione). Possono essere richieste
Inviando anticipatamente l'importo tramite assegno bancario,
vaglia postale o versamento sul conto corrente postale .-
N° 48013207 specificando l'articolo richiesto. STOCK
STOCK RADIO • Via Panfilo Castaldi, 20 • 20124 MILANO. RADIO

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 7


3

IC1
c1

Schema elettrico del circuito sperimentale che


consente di verificare strumentalmente e visivamente
il funzionamento tipico del trigger.

prova. Un circuito di vera e propria uti-


OMPO E lità pratica, e sempre consistente in un
tipico utilizzo di questi integrati, è
C1 = 0,1 F (ceramico) DL • diodo LED l'oscillatore di bassa frequenza di tipo
R1 = 100 KO (trimmer potenz.) (a) = '/ di 4093 B impulsivo, altrimenti detto clock, usatis-
R2 = 12002 simo in diversi campi dell'elettronica.
Quantitativamente parlando il circuito
comprende due componenti in più
rispetto al caso precedente ma le varianti
di schema ne determinano appunto pre-
Schema di montaggio del circuito di verifica del trigger di Schmitt. stazioni differenziate: vediamone quindi
Lo strumento di controllo della tensione di scatto può essere un tester il funzionamento. Quando si dà tensione
qualsiasi o, ancor meglio, un multimetro digitale.li montaggio si al circuito,Cl parte scarico, talchè
esegue sull'apposita basetta per realizzazioni sperimentali. nell'istante iniziale le due entrate (colle-
gate assieme) sono a stato logico "O;
ne consegue che l'uscita è a"1 cioè a
livello alto di tensione. Attraverso RI-
VOLTMETRO R2, Cl comincia a caricarsi e quando la
tensione ai suoi capi si porta al livello di
commutazione (circa 3,5 V con Vcc = 9
V), l'uscita da "1" passa a "O". Tale
situazione fa sì che Cl si riscarica, sem-
pre attraverso R1 - R2; giunta a zero la
tensione su Cl l'integrato commuta
nuovamente ed il ciclo si ripete all'infi-
nito.
Coi valori dei componenti indicati per la
nostra realizzazione sperimentale, la
costante di tempo è tale che il LED
d'uscita si accende e spegne con caden-
za compresa fra 1/2 secondo e qualche
secondo in funzione della regolazione di
Rl; in altre parole regolando Rl si può
tarare il clock esattamente alla frequen-
za voluta. Il circuito, con valori idonei
della costante di tempo RC, è in grado
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 8
GLI INTEGRATI C- MOS
Il montaggio dei componenti
sulla apposita basetta
va eseguito prestagnando
le piazzole da impegnare
e poi scaldando il metallo
d'apporto a contatto
con i piedini dei componenti.

di generare segnali digitali con frequen-


ze fino a qualche MHz: il segnale in
uscita è ovviamente rettangolare, più o
meno asimmetrico a seconda della fre-
quenza. Per quanto riguarda il montag-
gio, esso ben poco differisce da quello
precedentemente visto, comunque la
documentazione grafica è più che suffi-
ciente per l'opportuna sistemazione dei
pochi componenti; si segnala soltanto
che, essendo il suo valore elevato, Cl è
del tipo elettrolitico e quindi ne va
rispettata la polarità; inoltre stavolta c'è
un solo ponticello da effettuare.
Naturalmente il segnale d'uscita, oltre a
far lampeggiare il LED, può essere uti-
lizzato per avere a disposizione, se
occorre, una forma d'onda rettangolare
ad opportuno valore di frequenza.

• COSTRUZIONI Realizziamo un acquario


da 100 litri con lastre di vetro, plexiglas e silicone per unire.
E' una costruzione importante, ma facile.

e RIPARAZIONl e verstane sono sottoposte asi


attacchi del sole, della pioggia, del vento: interveniamo
al momento giusto prima che il danno sia grave.

• SPERIMENTARE Facciamo scoccare potenti


scintille tra i due terminali di uno spinterometro.
Una bobina ed una pila sono gli ingredienti
per questo generatore di alta tensione.

DOSSIER GLISENZA ANTIFURTO


FILO

tutto a colori lire 6,000


ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 9
PROTEZIONE

ANTIFULMINE
ALL'ANTENNA
Il dispositivo
antifulmine,
essendo
composto
di pochi
componenti,
non necessita
della basetta a
circuito
stampato:
i cablaggi
si eseguono
all'interno
di una scatola
in alluminio Teko
3B (o similare).

hi si trova ad utilizzare, sia per capi del sistema d'antenna finchè (in una tone predisposto per scaricare diretta-
C hobby sia per professione, apparati
ricetrasmittenti o anche solo riceventi ( e
frazione di secondo o in tempi ben più
lunghi a seconda delle condizioni
mente a terra. Possiamo anche aggiun-
gere che non è del tutto igienico mettersi
sono molti), comincia a nutrire com- meteorologiche ambientali) lo squilibrio ad armeggiare attorno al cav
prensibili timori tutte le volte che in elettrico prodottosi arriva al collasso proprio quando c'è pericolo di scanche ;
cielo si addensano le nubi e che all'oriz- mediante una scintilla più o meno pode- infine i fenomeni descritti possa
zonte appaiono le tracce seghettate e rosa e comunque lunga alcuni cm alme- ficarsi spesso anche a bordo di automez-
fiammanti dei fulmini. no. zi o di barche e nat
Sul tetto o vicino a casa c'è sempre Il fenomeno può via via ripetersi anche costituire una tipolo
un'antenna, che spesso è anche un trap- in rapida sequenza. e variegata, che giu
polone gigantesco, che sembra fatto l'adozione di un sis
apposta per attrarre le scariche elettriche piuttosto semplice
tipiche delle situazioni temporalesche. ANTENNA A TERRA intelligente. Sin q
Ma non è che quando il tempo è bello e spiegato i fenomeni
l'atmosfera ben secca, magari con un Risulta quindi evidente, da questo com- carsi ma non le loro
filo di vento che strofina delicatamente plesso di situazioni estremamente diffe- che. Beh, queste so
ma continuamente i conduttori renziate ma con un quorum di pericolo- scarica elettrica, an
dell'antenna, la situazione (anche se psi- sità sempre notevole, che un buon siste- non distruttiva. danne
cologicamente più tranquillizzante) sia ma d'antenna deve sempre comprendere stadi d'ingresso (e
migliore, anzi; in queste condizioni anche un sistema di protezione automa- d'uscita) dei ricetrasr, ·+

1' elettricità statica si accumula ai capi tica che provveda a cortocircuitare mente data la presenza di semicondutto-
delle capacità cui inevitabilmente i con- l'antenna (e quindi il cavo coassiale) a ri, le riparazioni costano care, costringo-
duttori equivalgono, nonchè ai capi terra quando l'apparecchiatura non è in no a restare a digiuno diversi giorni e a
della capacità intrinseca dei cavi coas- uso; è infatti molto probabile che, quan- volte lasciano il segno sugli apparati.
siali. In ambedue i casi esemplificati (i do si manifestano le suddette condizioni Quindi, concludendo questo lungo
fulmini che cadono nei dintorni e l'accu- di pericolo di scariche, noi non siamo in preambolo, decidiamo senz'altro di rea-
mulo di cariche statiche) si producono casa pronti a scollegare il bocchettone lizzare un sistema automatico di distac-
tensioni di svariate migliaia di volt ai d'antenna per infilarlo in altro bocchet- »»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993 - Pag. 11
ANT

SCATOLINO RELE
L '
d.
i i
l. .
i

RL

-- R2
2
R1

CAVO 2

12V

wmn1
Schema elettrico del dispositivo antifulmine, quasi esclusivamente costituito
da un relè coassiale. Sono ben visibili, all'intemo del relè, i contatti
che permettono di far passare il segnale o di cortocircuitarlo a massa.

I pochi componenti
necessari
per realizzare
il dispositivo
antifulmine: l'unico
elemento un po'
particolare è il relè
coassiale che può
essere comprato
presso i rivenditori
di materiali per CB/OM
ad un prezzo che varia
dalle 50.000
alle 200.000 lire.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 12


ANTIFULMINE ALL'ANTENNA
Piano di montaggio del dispositivo entro il contenitore metallico; morsetti di alimentazione dell 'antenn.a.
da curare in modo particolare contatti e saldature di massa non possono assolutamente crearsi delle
indispensabili per un corretto funzionamento dell'apparecchio di
protezione.
tensioni nè alte nè basse.
Una volta che si voglia utilizzare il
nostro apparecchio. eh
mente collegato al connettore a
occorre evidentemente ac
mentazione: la stessa sorgen
menta la radio ai 12+13 Vstandard
va anche il relè coassiale, il
muta portandosi sulla posizion
mantenendo così il sistema d'an
collegato al relativo ingresso del -
CAVO smettitore.
3 La bobina del relè viene alimentata
verso la resistenza Rl (di basso valore
che ha il solo scopo di limitare un poco
la tensione ( e quindi la corrente) cli , •
tazione così da limitare il possibile
scaldamento della bobina st
Una lampadina, anch'essa da 12 v

serve ad indicare che il relè è in


eccitazione e che pertanto l'antenn
inserita sull'apparato il quale può
operare normalmente. Spostando
l'esame al connettore d'antenna. JI
R2 costituiscono una precauzione in
per impedire il formarsi di cariche
RTX ANT. che nel caso in cui si utilizzasse I
in condizioni atmosferiche parti,
infatti la corrente continua con cu1 s1
COMPONENTI potrebbe caricare il cavo d'antenna --
scarica attraverso la resistenza compies-
R1 = 102-2W RL = relè coassiale siva R + RJ1) mentre il segnale a RF
R2 = 22002 - 5wW Magnecraft • 12V viene bloccato (rispetto alla massa}
J1 = VK 200 LP1 = lampada 12V reattanza di J1. Nient'altro da dire
con portalampada schema elettrico data la sua
semplicità; pure il montaggio è relativa-
co e cortocircuito dell'antenna quando tipi a dimensioni modeste, per la preci- mente semplice, anche se è necess "
l'impianto RTX non è utilizzato (e quan- sione un Magnecraft con uscite diretta- po' di lavorazione meccanica, in
do noi, comuni mortali, pur essendo a men te in cavo coassiale, in grado di tutto il circuito va montato ed ancorato
portata di mano dell'apparato, potrem- lavorare con 250 W max fino a 150 in un contenitore metallico, cio' nchi
mo dimenticarci di scollegarlo!). MHz; la tensione di eccitazione della un po' di forature ed otime saldature
Lo schema elettrico del dispositivo è bobina è 12 V. massa.
estremamente semplice ed il cuore del La scatola adottata per il nostro
circuito è un relè di tipo coassiale, irri- plare, che si presta ottimamente per
nunciabile quando si debbono commuta- IL RELE' sto tipo di montaggio, è la Teko 3B (in
re delle antenne e quindi dei segnali alluminio), ma naturalmente qualsi: "i

(anche robusti) a RF. Di relè coassiali in Al bocchettone d'antenna viene collega- altro tipo di dimensioni analoghe va
commercio ne esistono (come prevedibi- to il cavo coassiale che appunto corri- altrettanto bene.
le) di diversi tipi e marche. Naturalmen- sponde ali' entrata antenna del relè (per la Nel lato che serve da pannellino vanno
te sono reperibili presso i rivenditori di precisione, quello che esce singolarmen-. praticati 4 fori: 2 per i connettori S0239
apparati e materiali per CB/OM e sono te dal lato piccolo). cui colleghiamo antenna e transceiver.
tutti abbastanza costosi: la fascia dei Quando il relè è a riposo, il conduttore uno per la normale lampada spia a 12V
prezzi può infatti indicarsi compresa fra centrale del cavo viene messo diretta- ed uno per un connettore tipo phono
le 50 e le 200 mila lire; esiste tuttavia il mente a massa, nettamente in cortocir- RCA per il collegamento dell ' alimenta-
mercato del surplus dove con cifre netta- cuito con la propria calza schermante (il zione. Il relè è fissato mediante due viti
mente inferiori si può trovare roba collegamento interno è quello indicato al fondo dello scatolino. Sotto i tre con-
buona e seminuova. come 1-2) in tal modo è garantito che nettori coassiali e sotto una delle viti del relè
Il relè da noi adottato è un classico dei fra conduttore interno e calza, cioè ai »)>

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 13


KIT
PER CIRCUITI
STAMPATI reo»
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite
o bachelite, con risultati tali
da soddisfare anche i tecnici
più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
al percloruro.

Caratteristiche
Consente un controllo visivo con-
tinuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
È sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
Il contenuto è sufficiente per trat-
tare più di un migliaio di centime- ALIMENTATORE ALL' ANTENNA-
tri quadrati di superfici ramate.

RELE

Il kit per circuiti


stampati è correda-
to di un pieghevole,
riccamente illustra- RTX
STOCK to, in cui sono elen-
HADIO cate tutte le opera-
zioni pratiche per la
preparazione del circuito. Il suo prez-
zo, comprensivo delle spese di spedi-
zione, è di L. 18.000. Le richieste deb-
bono essere fatte inviando l'Importo
citato a: STOCK RADIO - 20124 MILA-
NO· Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831)
a mezzo vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale
n. 46013207. 4
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 14
RELE' AD IMPEDENZA
COSTANTE
Alcuni lettori non molto addentro nelle tecniche circuitali della ricezione e
trasmissione a RF, esaminando la pur semplice struttura del dispositivo
qui presentato, si potrebbero chiedere, interessatamente ma comprensibil-
mente, come mai siamo andati a scegliere, per le nostre esigenze di com-
mutazione, una versione così dispendiosa (dalle 50 alle 200.000 lire) di
relè. cioè quello coassiale.
Bene, potrebbe bastare la definizione del termine per spiegarne i motivi:
un relè coassiale è realizzato in modo da aprire o chiudere un circuito in
cavo coassiale senza introdurre sulla linea alcun disadattamento di impe-
denza che potrebbe provocare riflessione di energia.
In altre parole la struttura interna di questo tipo di relè è disegnata in
modo che il percorso del segnale e la commutazione dello stesso avvenga-
no in cavità coassiali che sostanzialmente rispettano quella che è l'impe-
denza caratteristica del cavo d'antenna (diversa da quella di un cavo nor-
male ); in questo modo, non si verificano discontinuità fra i diversi tratti
della linea (cosa che invece succederebbe inevitabilmente con un relè nor-
male, piccolo o grande che sia), non viene riflessa indietro alcuna percen-
tuale rilevante della potenza in gioco, morale: non nascono onde staziona-
rie se non di entità trascurabile.
Quindi il principio del rispetto assoluto dell'impedenza, specialmente nei
circuiti d'antenna ove sono presenti elevati livelli dipotenza, è determi-
nante anche nei dispositivi di commutazione, e segnatamente nei relè.

Il relè coassiale
del tipo Dow Key
differisce da
quello utilizzato
nella nostra
1: le saldature dei cavi coassiali realizzazione
sui due bocchettoni devono per le 3 uscite
essere eseguite con molta cura
coassiali.
facendo attenzione Per il resto le sue
a non cortocircuitare il cavetto
caratteristiche
centrale con la calza sono uguali
che lo avvolge.
se non migliori
e può essere
2: la resistenza R2 deve essere ugualmente
del tipo a vite centrale per il impiegato.
fissaggio al telaio sia per
facilitarne il montaggio sia per
avere due ancoraggi cui collegare
rispettivamente J1 e la massa.
è necessario prevedere l'inserimento di opportuno trovarla del tipo con vite cen
3: alla presa per il cavetto di
una classica "paglietta" di massa, cui trale per il fissaggio al telaio (il valore
alimentazione saldiamo il reoforo saldare le calze dei cavi coassiali ed i ohmico non è critico) semplicemente
della resistenza R1 sul contatto vari ritorni cli massa rispettivamente; del per facilitarne il posizionamento e per
centrale e la massa della resto l'impiego di relè coassiali del tipo avere un paio di ancoraggi in più cui
lampadina e del relè avente le uscite direttamente in cavo collegare rispettivamente J1e massa.
su quello laterale. coassiale,e non già 3 connettori coassiali Il cablaggio, anche se in questo caso non
(come il Dow-Key, del resto di qualità è previsto alcun circuito stampato, è
4: ecco come deve essere la eccezionale), è più che giustificato, oltre piuttosto semplice in partenza e risulta
disposizione tipo della stazione che dal modesto ingombro, da una mag- facilitato dall'apposito disegno, che
RTX nella quale è inserito giore semplicità di cablaggio. La resi- indica con precisione i vari percorsi dei
il dispositivo antifulmini. stenza R2, in questo caso specifico, è cavi ed i rispettivi ancoraggi di massa.
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 15
Queste pagine sono
riservate ad una rubrica
dedicata Interamente
alla radio, per
ripercorrerne a grandi
passi la storia
e risvegliare nel neofiti
l'Interesse per Il magico
mondo delle trasmissioni
a carattere non
commerciale, quello
dei radioamatori.
Percorreremo insieme
tutta la strada che,
attraverso varie
esperienze,
cl dischiuderà I segreti
della propagazione
e della ricezione
delle onde radio fino
a giungere un giorno
a coronare il sogno
di trasmettere a nostra
volta con la dovuta
preparazione
e competenza.

IL SISTEMA
RADIANTE (LE ANTENNE)
Come si calcola la lunghezza di un'antenna.
Qual è la differenza fra lunghezza meccanica e
lunghezza elettrica. Individuiamo l'impedenza
carafferistica di linee di trasmissione e sistemiradianti.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1993-Pag. 16


e' è un esperimento riportato in tutti i
libri di fisica che, dato per scontato
che funziona, nessuno ormai fa più; si
meno abbastanza simile. Perchè possa
risuonare alla frequenza radio del tra-
smettitore l'antenna deve essere lunga
corte del necessario; se prendiamo ad
esempio un'antenna per gli 11 metri da
usare in auto, anche ammettendo di
tratta della risonanza meccanica fra due quanto la lunghezza d'onda oppure impiegare 1/4 d'onda, deve pur sempre
pezzi di filo armonico. Se sono lunghi quanto multipli o sottomultipli di essa. essere lunga 2 metri e settantacin
uguali, facendo vibrare uno dei due In teoria quindi un'antenna per i 40 po' troppi per portarla a sp
anche l'altro si mette spontaneamente a metri può avere gli elementi lunghi 40 dell'auto.
vibrare. metri (onda intera), 20 metri In questo caso si ricorre al
Da ragazzo era un esperimento che face- (mezz'onda), 10 metri (1/4 d'onda), 5 ma di ridurre l'antenna
vo spesso quando andavo a giocare metri (1/8 d'onda). Spesso negli schemi decenti allungandola poi
nell'officina da ciclista di mio padre. teorici la parola onda è sostituita dalla ponendole in serie una
Prendevo due raggi di bicicletta e li ser- lettera greca landa () per cui si parla di opportunamente calcolata
ravo verticalmente nella morsa tenendoli 1/22, 1/40 ,1/82, ecc. ma il significato così costruite vengono iv
distante alcuni centimetri e curando che non cambia. antenne caricate. Segue
le parti sporgenti fossero esattamente Tutto questo in teoria come si diceva, ragionamento le antenne I
lunghe uguali. Flettevo leggermente uno perchè in realtà il rendimento cala mol- elettricamente accorci·
dei due, lo rilasciavo di colpo ed esso tissimo ed è sconsigliabile scendere diventare multibanda.
vibrava: il secondo faceva lo stesso sotto il 1/4 d'onda. Un tipico esempio è la
senza toccarlo. un'antenna multi banda che
Il fenomeno non si verificava più se le nome dalla sigla del radioam
parti sporgenti dei raggi erano di lun- LUNGHEZZA D'ANTENNA ricano che l'ha ideata. Si tr
ghezza diversa a meno che non fossero dipolo filare lungo in tutto
esattamente una la metà dell'altra nel Quando la lunghezza di un'antenna è circa con due circuiti risonant
qual caso la risonanza tornava a farsi uguale alla lunghezza d'onda o a multi- lelo formati da una bobina e
sentire anche se in maniera meno accen- pli e sottomultipli di essa, la sua lun- densatore e posti in serie ai du
tuata: ponendo in vibrazione il più lungo ghezza meccanica ed elettrica corrispon- dipolo. I rami sono lunghi cire
vibrava anche il più corto e viceversa. dono; spesso però, per ragioni di spazio, e mezzo ma i due circuiti risonanti Dosa
Parlando di antenne si verifica un feno- è indispensabile usare antenne molto più

In questa puntata esaminiamo l'amplificatore finale e il sistema radiante-, cioè l'antenna.

AMPLIFICATORE BF MODULATORE

H' s
j_
-I
[w

I -
PORTANTE

1
NON
MODULATA
IN
ASSENZA
DI SUONI

OSCILLATORE AMPLIFICATORE AMPLIFICATORE


RADIOFREQUENZA FINALE

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-P,


LA STAZIONE TRASMITTENTE
a 10 metri dal centro del dipolo lo ren- mettere in atto le prime vere trasmissio- L'IMPEDENZA
dono elettricamente lungo appunto 10 ni radio. Un'antenna avente le giuste
metri e quindi adatto alle lunghezze dimensioni in rapporto alla frequenza di Dal punto di vista elettrico un'antenna
d'onda multiple o sottomultiple di 10 trasmissione assorbe tutta la potenza a può essere considerata come una bobina
mentre lo lasciano invariato per le altre. radiofrequenza generata dal trasmettito- di una sola spira: chiusa se costruita a
C'è un aneddoto secondo il quale Mar- re. Semplificando fino ali' estremo pos- dipolo ripiegato o aperta se costruita a
coni avrebbe casualmente scoperto l'uti- siamo affermare che la consuma alla dipolo semplice. In quest'ultimo caso il
lità dell'antenna. Mentre eseguiva i suoi stessa maniera che una lampadina con- circuito si chiude nel vuoto. Come tutte
esperimenti nella Villa di Pontecchio suma la corrente della rete luce; ma le bobine anche l'antenna presenta una
una parte del trasmettitore entrò in acci- mentre la lampadina crea come effetto certa reattanza induttiva (L) e una picco-
dentale contatto con la catena di cui era ;econdario la luce, l'antenna crea intor- la reattanza capacitiva (C), quest'ultima
dotato il camino della villa determinan- no a sè, come effetto secondario del dovuta al fatto che gli elementi che
do un notevole incremento della potenza consumo di radiofrequenza, un invisibi- compongono l'antenna si comportano
trasmessa. In realtà Fuso dell'antenna le campo magnetico ed elettrico conca- fra loro come un piccolo condensatore.
era già stato teorizzato e sperimentato tenati in grado di propagarsi nel vuoto. Essendo opposte L e C si sottraggono la
dal fisico russo Popov il quale non era L" antenna ricevente, che ha dimensioni maggiore dalla minore e danno luogo
però giunto a risultati apprezzabili. Sco- elettricamente identiche a quella trasmit- all'impedenza cioè la resistenza tipica
perta accidentale o approfondimento tente, immersa in questo campo ne sente dell'antenna alla corrente alternata al cui
degli esperimenti di Popov, sta di fatto le fluttuazioni e le ritrasforma in una valore di frequenza l'antenna risuona.
che grazie all'antenna Marconi riesce a corrente alternata a radiofrequenza. Tipicamente un dipolo ripiegato ha 300

Vediamo quali sono i più comuni tipi d'antenna reperibili in commercio.

4
3

1: antenna ground piane;


2: antenna cubica ;
3: antenna direttiva con
polarizzazione orizzontale.
4: antenna direttiva con
polarizzazione verticale;
5: antenna dipolo multibanda
con trappole;
6: antenna
veicolare accorciata e caricata
~,..... _JR- alla base da una bobina;
l -0
5

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 18


30- 70•~

Installando sul tetto di casa un' antenna ground plane per CB é possibile raggiungere distanze diverse a seconda
del tipo di antenna ricevente.

Ohm di impedenza mentre un dipolo sem- le a sprecare metà della potenza trasmessa. ne è orizzontale , se invece vi è appesa e
plice ne ha 75, altri tipi di antenne apposita- Se usiamo 100 W, 50 vanno in antenna e 50 penzola nel vuoto la polarizzazione è
mente calcolate ne hanno 50. Affinchè tutta li usiamo per scaldare il cavo, se poi verticale. Si usa una o l'altra soluzione. a
la potenza del trasmettitore sia assorbita l'antenna non è perfettamente centrata sulla seconda delle difficoltà d'ingombro.
dall'antenna occorre che le impedenze di frequenza di trasmissione, la presenza di Le ground piane o antenne a piano di
uscita del trasmettitore, quella della linea di onde stazionarie nel cavo può ancora terra riportato sono antenne a stilo, cioè
alimentazione (normalmente· cavo coassia- dimezzare la potenza trasmessa e di 100 W ad un solo elemento detto polo caldo:
le) e dell'antenna siano identiche, ad esem- ne restano 25. Se al contrario usiamo un l'altro elemento dell'antenna è la terra.
pio tutte 50 oppure 75, oppure 300 Ohm. cavo a bassa perdita(ad esempio l' ottimo Poichè l'impedenza di un'antenna a stilo
In caso contrario occorre eseguire adatta- RG 8 perde solo 0,8 dB ogni dieci metri) e varia con l'altezza dal suolo si è pensato
menti impiegando adattatori di impedenza un'ottima antenna (ad esempio una direttiva di uniformarla ad un certo valore mon-
detti ballum, bazooka, ecc. a due o più elementi che guadagna 4 o più tando alla base dello stilo dei radiali col-
Se le impedenze sono perfettamente equi- dB rispetto al dipolo), equivale a trasmettere legati a terra.
valenti la radiofrequenza viene assorbita con il doppio della potenza; 100 W che ne Per quanto alta venga disposta questa
interamente dal carico rappresentato rendono 200. In ricezione è la stessa cosa: i antenna è come se fosse sempre appog-
dall'antenna, in caso contrario viene in segnali possono venir esaltati o attenuati da giata verticalmente al suolo. L'insieme è
parte irradiata dal cavo o riflessa lungo lo un buono o cattivo impianto radiante. definito piano di terra riportato.
stesso con conseguente ritorno di radiofre- Concludendo è preferibile risparmiare la Per concludere facciamo alcune osserva-
quenza allo stadio finale del trasmettitore somma occorrente all'acquisto di un bel zioni di carattere generale sulle antenne:
(onda stazionaria). amplificatore lineare e impegnarci nella se rispettiamo la regola che la lunghezza
Con i moderni stadi a transistor la cosa è realizzazione di un efficiente sistema dell'elemento radiante ( quello a cui si
molto grave perchè oltre alla conseguente radiante. collega il cavo) deve essere multipla o
diminuzione della potenza trasmessa si sottomultipla della lunghezza d'ond
rischia facilmente di bruciare i transistor possiamo dire che l'antenna più lunga è
finali di potenza. meglio è.
L'antenna completa della sua linea di ali- POLARIZZAZIONE Altra regola: un'antenna più è alta e
mentazione è comunemente detta sistema libera da ostacoli più è efficiente tant'è
radiante ed è dalla cura e dalla qualità dei Per polarizzazione di un'antenna si inten- vero che un'antenna pure semplice come
materiali impiegati che dipende il buon de la sua inclinazione rispetto al suolo. può essere un dipolo posta in alto rende
risultato sia in trasmissione che in ricezio- Immaginiamo un piano orizzontale figu- meglio di un qualsiasi altro tipo posto in
ne. Se ad esempio usiamo un cavo di catti- rato ad una certa altezza dal suolo. Se basso e magari in prossimità di ostacoli
va qualità che perde 3 decibel (dB), equiva- l'antenna vi poggia sopra la polarizzazio- Old man

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993 - Pag. 19


[ LABORATORIO

IL PROVATUTTO
Un utile disp_ositivo che consente di provare l'efficienza ed individuare la
tensione di lavoro di diodi zener, varistori, lampade al neon, valvole
stabilizzatrici e diac. L'alimentazione con pila da 9 V per renderlo portatile
consente di provare i componenti acquistati nei mercatini o negozi surplus.
La basetta a circuito stampato
indispensabile per la
realizzazione del dispositivo
prova componenti deve essere
dotata di 4 distanziali filettati
poichè nella parte inferiore
sporgono i dadi di serraggio
dei due terminali ad occhiello.

"4 360

I n elettronica esistono diversi compo-


nenti che, per il loro comportamento
intrinseco, sono caratterizzati da un
Indicazione pratica
per l'esatto
inserimento
valore abbastanza preciso e stabile di del, voltmetro
tensione localizzata ai loro capi e per (qui è indicato lo
strumento digitale
tale motivo sono quindi usati come sta-
che viene dato
bilizzatori di tensione sufficientemente in omaggio agli
affidabili (o per funzioni circuitali più abbonati). nonchè de.i
o meno analoghe). componenti
Un caso specifico è proprio il diodo in prova: le valvole
Zener, realizzato secondo ben precise stabilizzatrici (VST)
tensioni di lavoro, valore che spesso è ed i diodi Zener sono
chiaramente ricavabile dalla sigla polarizzati e quindi
stampigliata sul diodo stesso ma che, vanno collegati
fors'anche più spesso, è mascherato da rispettandone
una sigla standardizzata. la polarità.
Pure i vecchi tubi a gas stabilizzatori
di tensione (del tipo a valvola per
intenderci) hanno una tensione di lavo-
ro fissa e diversa da tipo a tipo (anche
se per valori limitati). richiedono un sistema con ampio mar- rente e soprattutto con adatta resistenza
Cosa analoga può dirsi per le lampade gine di tensione, tale da poter far fronte di limitazione (appunto della corrente),
al neon (quelle direttamente alimentate ai vari valori tipici di funzionamento. che va ad alimentare il dispositivo sot-
senza alcuna resistenza in serie E' appunto questo apparecchio di toprova, in parallelo al quale si collega
s'intende). prova che qui viene presentato e la cui un voltmetro per C.C. di opportune
Infine ci sono anche i varistori che pre- costituzione viene come d'abitudine caratteristiche e comunque di buona
sentano una tensione abbastanza preci- esaminata seguendo passo-passo lo qualità.E' questo voltmetro che indica
sa (anche se con intervento non molto schema elettrico, invero piuttosto sem- il valore tipico della tensione di stabi-
netto) e qualcosa del genere avviene plice. lizzazione del dispositivo in prova.
per i diac. Ecco quindi una serie di Sostanzialmente si basa su un genera- Vediamo allora il circuito elettrico, per
dispositivi con caratteristiche piuttosto tore di tensione continua relativamente il quale ci siamo proposti di realizzare
eterogenee che per essere provati elevata (300+400 V), ma di debole cor- >»»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag. 21
R4

I C 1
C3 R5
Dz1
MF1

3
il4..g
È
il ' I
I
----------

,
R1

R2

Cf rsr @
t===---~

Schema elettrico del dispositivo di prova; V sta semplicemente ad indicare un qualsiasi strumento di misura,
analogico o digitale che sia, da 400 V min f.s., mentre X è Il componente in esame per il quale, se si tratta di diodo
Zener o tubo stabilizzatore, è necessario rispettare la polarità come indicata.

PRESA TESTER
P4=G55
Montaggio su
basetta a circuito
stampato del
circuito completo.
La basetta può
anche essere
utilizzata nuda,
equipaggiata
solamente con
4 colonnette
di supporto.

una soluzione di grande praticità, tale su un 4093, la cui sezione (a) oscilla a la tensione di segnale ad un valore
da poter essere facilmente trasportabile 455 KHz: perchè proprio questo valo- piuttosto elevato: questa necessità è
ed alimentabile, guarda caso per essere re, lo vedremo fra qualche riga. risolta mediante un comune trasforma-
in grado di controllare componenti Le sezioni (b), (c) e (d), collegate in tore di media frequenza (ecco il motivo
nelle varie fiere-mercatini o anche parallelo l'una con l'altra, costituisco- dei 455 KHz) collegato in salita appun-
presso venditori di materiale tipica- no un amplificatore-separatore in to per produrre il rialzo della tensione,
mente surplus: ci sembra almeno que- grado di fornire in uscita un segnale di che arriva così sui 60 Vpp (natural-
sta ultima sia ben soddisfatta in quanto una certa consistenza, tale da poter mente in condizioni di accordo ottima-
il nostro dispositivo può essere alimen- pilotare un transistor 2N 1711 che lo le).
tato a 9V ( dato il basso consumo di 60 amplifica ad un discreto livello di A questo punto occorre una soluzione
mA) da una normale piletta miniatura. potenza. Sul circuito di collettore è circuitale che consenta di portare i 60
Tutta la prima parte del circuito si basa necessario un trasformatore che porti Vpp alternati a circa 350 V continui;
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993 - Pag. 22
1 IL PROVATUTTO
o o

1
o o

Circuito stampato visto dal lato rame in scala 1 :1

COMPONENTI
C1 = 500 pF (polistirolo) RS = 120
c2 = 100 pF (ceramico) RG = 10kO
C3 = C4=0,1F (ceramico) MF1 trasf. media frequenza
es = entrocontenuto in MF1 455 KHz nero
C6= C7=C8=c9=C10=Cc1i=47.000 D1-D2-D3-D4-D5-D6= 1N4148
pF-250V {policarbonato) IC1 = 4093 B
R1 = 12002 TR1= 2N1711
·····-·-·- I
R2 = 47002 (potenz.) P1 = pulsante attivazione
R3 = 10KO norm. aperto
R4 = 100Q
serve c1oe un circuito che provveda a
rettificare il segnale e contemporanea-
mente ad apportarvi la necessaria mol-
tiplicazione: a ciò provvede appunto un
sestuplicatore di tensione, realizzato Al contatto tra i
mediante la catena D 1-D6 e C6-C 11. componenti in
prova e il circuito
provvedono due
TENSIONE ELEVATA terminali
a occhiello da
Già qui qualcuno potrebbe preoccupar- inserire
si dell'elevato valore di tensione in altrettanti
morsetti a vite,
dichiarato disponibile fra i morsetti di uno rosso
uscita, ma non è il caso di preoccuparsi e uno nero.
troppo: la corrente disponibile in usci- Nel montaggio
ta, grazie in particolare alla resistenza di questi ultimi
di limitazione R6 (nonchè alla caduta occorre
dello stesso circuito sestuplicatore se prevedere
sovraccaricato), è debolissima e quindi una rondella
non c'è concreto pericolo di scossa! isolante tra
Ancora qualche parola occorre spen- bullone e fondo
derla per i restanti componenti in cir- circuito.
cuito; R2 è il trimmer che serve a rego-
lare al giusto valore la frequenza di
oscillazione di ICI/a; R3-C2 è la rete
che provvede al pilotaggio più oppor-
tuno di TRI; R5-C4 disaccoppia l'ali-
mentazione fra gli stadi del dispositi-
vo; DZI infine (filtrato da C3) consente
)))»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 23


IL PROVATUTTO
di alimentare l'oscillatore con tensione basso profilo che non presentano alcun to di questo componente risulta obbliga-
sufficientemente stabilizzata, tale da problema di polarità (resistenze, con- ta e lo stesso può dirsi del potenziome-
garantire la costanza della frequenza densatori, zoccolo per l'integrato), si tro-trimmer R2.
generata da ICl. passa ai semiconduttori: IC 1 porta, Restano, senza alcun problema di mon-
Bene, ora che abbiamo esaminato lo come contrassegno del verso di inseri- taggio, Pl e le due piccole boccole-mor-
schema elettrico del nostro "prova-tutto' mento la tacca semicircolare su uno dei setto per il collegamento del voltmetro.
non resta che passare alla sua realizza- lati corti (in prossimità del piedino 1); Un paio di terminali ad occhiello facili-
zione pratica, per la quale è stata preve- TRl va inserito rispettando la posizione tano l'ancoraggio ai cavetti della batte-
dibilmente adottata la soluzione a circui- del dentino che sporge dal bordo del ria mentre 4 colonette di 15+20 mm
to stampato, che presenta la miglior corpo metallico; i diodi, infine, sono sugli spigoli tengono correttamente sol-
comodità ed affidabilità per il montag- tutti contrassegnati dalla striscia in colo- levata la basetta e quanto ne sporge da
gio,pur non essendo presente alcun ele- re. (in genere nero sul vetro naturale) che sotto.
mento di criticità. indica il terminale corrispondente al Come sempre disegni e foto chiarificano
Su questa basetta, salvo (ovviamente) lo catodo.Anche MFl, il trasformatore, il montaggio di questa basetta in quei
strumento di misura, prendono posto richiede un ben preciso modo di inseri- punti in cui la presente descrizione non
tutti e quanti i componenti presenti mento appunto per rispettare il rapporto sia sufficiente.
schema: qualche indicazione serve in salita: infatti il secondario presenta Una volta ultimato e controllato il mon-
appunto per il loro posizionamento. (anche se ne vengono sfruttati solo due) taggio del circuito si procede molto
Dopo aver montato tutti i componenti di ere terminali; ad ogni modo l'inserimen- semplicemente alla sua taratura; per
questo occorre inserire, nelle boccole @)
e<i puntali di un voltmetro da 1000 V
ll pulsante P1 serve da interruttore per attivare il circuito: f.s. (o comunque con portata superiore a
la soluzione a pulsante anzichè a levetta consente di non dimenticarsi 400 V cc) e passare poi a regolare R2 in
mai il dispositivo alimentato evitando un rapido consumo della pila.
modo da avere la massima lettura di ten-
sione: qualora la lettura restasse scarsa o
non variasse in modo sensibile durante
questa regolazione, proviamo a ritoccare
anche il nucleo del trasformatore MFl.

SCATOLA ADATTA

La basetta a questo punto può anche


essere opportunamente inscatolata; ad
ogni modo la messa in opera del circuito
si esegue premendo semplicemente il
pulsante P 1, soluzione adottata allo
scopo evidente di evitare che la pila si
possa scaricare qualora ci si scordasse
( con un normale interruttore a levetta) il
circuito sempre alimentato.
L'inserimento sui morsetti dei compo-
nenti in prova va fatto tenendo debito
conto del tipo specifico che si deve met-
tere sotto misura; infatti alcuni di essi,
come lampade al neon, varistori e diac,
non sono polarizzati, pertanto possono
essere collegati senza dover rispettare
le polarità mentre diodi Zener e tubi sta-
bilizzatori a gas debbono essere inseriti
con preciso rispetto della polarità, come
indica la figura specifica (altrimenti la
lettura di tensione non risulta affatto
attendibile).
Comunque è prudente che la portata del
voltmetro venga eventualmente commu-
tata sul valore di fondo scala più ade-
guato solamente dopo aver inserito il
componente in esame.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag. 24


COSA SI PUO'
TESTARE
Il varistore è un resistore a
semiconduttore il cui valore di
resistenza dipende dalla
tensione applicata. A seconda
del tipo può essere a carburo di
silicio o a semiconduttore.

Lo Zener è un particolare diodo


al silicio consistente in una
giunzione PN a forte drogaggio.
La costruzione consente, ad un
ben preciso valore di tensione
Inversa, una conduzione molto
nena, con varare ed andamento
taJI da renderlo adatto come
riferimento di tensione
In circuiti stabilizzatori.

Le lampade al neon
contengono un gas Inerte
(il neon appunto} che, quando
viene stimolato
elettricamente
sottoponendolo ad una
determinata tensione, emette
una luce uniforme- di colore
arancio intenso,

Il dlac è un diodo trigger


a valanga a tre strati. E' un
dispositivo di commutazione a
semiconduttore a caratteristica
li
bidirezionale usato per
controllare in fase l'innesco dei ~
e.
triac. Esso infatti Innesca e
conduce quando la sua tensione
alternata di soglia viene
superata da una qualunque delle
due polarità della corrente
alternata di pilotaggio.

Le valvole stabilizzatrici,
Inserite in un apposito
circuito, fomiscono una
tensione praticamente
costante al variare [entro
certi limiti) della corrente
e della tensione applicata.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 25


Esiste una soluzione per
eliminare i cattivi odori del
frigorifero di casa: i batteri
che li producono sono
uccisi dall'ozono generato
da un piccolo apparecchio
a batterie che va posto
dentro l'elettrodomestico.

ASSORBI ODORI
ADL OZONO a temperatura bassa mantiene "fre-
sco" il cibo, cioè lo preserva da quei
dell'ossigeno Oo (composta di due
atomi) che è quella che dà vita agli orga-
microorganismi chiamati batteri che lo nismi, l'ozono non permette la vita e
altererebbero. Nonostante il freddo, quindi uccide i microorganismi che infe-
alcuni batteri riescono a insidiare ugual- stano i cibi.
mente certi alimenti e sono i maggiori All'interno dell'apparecchio l'ozono è
responsabili dei cattivi odori che spesso prodotto da una scarica che avviene
si sentono aprendo lo sportello del frigo- fra due elettrodi. L'alta tensione pro-
rifero. Esiste un piccolo apparecchio viene dal circuito contenuto all'inter-
che, posto dentro l'elettrodomestico, eli- no dell'apparecchio, che viene invece
mina gli odori sopprimendone proprio la alimentato a bassa tensione ( 4 batterie
ausa. Il principio di funzionamento è la da 1,5 V). La tensione continua delle
generazione di ozono, una molecola che batterie è inizialmente resa variabile,
si indica con O (essendo composta di e in questo modo è possibile applicar-
Ecco l'elettrodo che genera le la ai capi di un piccolo trasformatore
tre atomi di ossigeno) e che può essere
scariche elettriche in grado dì
produrre l'ozono: un trasformatore prodotta da scariche elettriche (ad esem- che la alza fino al valore idoneo a
alza la tensione ad un livello pio si. genera ozono nell'atmosfera creare le scariche.
sufficiente perchè si verifichino quando ci sono temporali con molti ful- L'apparecchio, a tenuta stagna per evita-
tali scariche. mini). A differenza della molecola re sia l'umidità sia i contatti accidentali,
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag. 26
è dotato di due aperture a griglia.
Dalla prima entra l'aria inquinata dai FILTRO ELETTRODO
cattivi odori, che viene assorbita grazie AL CARBONE
all'azione del ventilatore contenuto
all'interno. L'ozono generato attraverso
gli elettrodi uccide i batteri, un filtro al
carbone attivo lo ritrasforma in ossigeno
• ed elimina odori residui, quindi
dall'altra apertura esce l'aria purificata.

PANNELLO COMANDI

Ali' esterno dell'apparecchio, oltre alle


due griglie per il flusso dell'aria e allo
sportello per inserire le batterie, è pre-
sente un mini-pannello controllo.
Contiene un piccolo interruttore dotato
di protezione anti-umidità e una spia
realizzata con un LED di colore verde.
Dopo l'accensione il dispositivo funzio-
na automaticamente per 25 minuti e la
spia rimane accesa. In seguito funziona
ad intermittenza, per 90 secondi ogni 50 VENTOLA VANO BATTERIE
minuti. Si tratta di tempi ottimali sia per
risparmiare le batterie che per avere
sempre aria purificata all'interno del fri- Funzionamento del dispositivo: Gli elementi che compongono
gorifero. fra due elettrodi scariche elettriche il dispositivo antiodori sono, o
Durante gli intervalli in cui il dispositi- generano ozono, che uccide all'elettrodo che genera ozono,
vo è automaticamente disattivato, la spia i batteri responsabili dei cattivi odori non visibile, la ventola, il ci
lampeggia ogni 6 secondi. Se le batterie del frigorifero. Un filtro catalizzatore elettronico vero e proprio con
stanno per esaurire la carica c'è un lam- al carbone attivo ritrasforma l'ozono il trasformatore di alimentazione
in ossigeno e permette di ottenere dell'elettrodo e il filtro a carboni
peggio ogni secondo. Costa lire 49.000. in uscita aria purificata. attivi.
D. Mail (50136 Firenze-Via Luca Lan-
ducci, 26- tel. 055/8363040).

Il retro del circuito elettronico


comprende l'interruttore
per l'accensione/spegnimento
e una spia a LED verde. Dopo
l'accensione il dispositivo funziona
automaticamente per 25 minuti e
la spia rimane accesa, in seguito
funziona ad intermittenza, per 90
secondi ogni 50 minuti.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag. 2


Consente di sorvegliare
il sonno dei bimbi,
di ritrasmettere una
telefonata in un altro
ambiente, di ascoltare a
distanza i suoni della
natura, di giocare a 007.
Il nuovo microtrasmettitore che proponiamo si
caratterizza per un ingombro particolarmente limitato se
si considerano le grandi prestazioni offerte.
Tutti i componenti, compresa la basetta a circuito
stampato già incisa, sono disponibili anche in un pratico
kit che facilita notevolmente la realizzazione pratica.

L ,precedentemente
esperienza acquisita dai progetti
pubblicati, nonchè
modo per noi non avvertibile) e che
quindi ne varino, anche se impercettibil-
menti casuali di frequenza è che. avvii-
nando le mani o altro oggetto coadunore
le osservazioni o le esplicite richieste dei mente, le caratteristiche; ciò almeno per i a qualsiasi oscillatore libero, la sua
lettori, hanno stimolato i nostri tecnici a primi minuti, fintanto che non è stata quenza inevitabilmente si sposta per gli
realizzare il progetto di un nuovo radio- raggiunta una temperatura di regime. accoppiamenti capacitivi che si verifica-
microfono che è anche disponibile in kit Nei ricevitori per FM di qualità appena no; occorre pertanto sistemare il
e che comunque offre i seguenti vantag- decente, per ovviare all'inconveniente radiomicrofono lontano da pari mobl
gi: massima stabilità di frequenza com- dei leggeri slittamenti di frequenza ini- che potrebbero provocare rapidi s
patibilmente alla semplicità con cui è ziali, è presente un apposito circuito, menti di frequenza.
realizzato il circuito (la deriva è di 5 kHz denominato AFC (da Automatic Fre- Altro tipo di deriva, questa piuttosto
dopo 15 minuti dall'accensione, a patto quency Control), che ha appunto lo lenta, è provocata dal fatto che la pila di
che l'alimentazione sia stabilizzata); sen- scopo di mantenere agganciato l'oscilla- alimentazione fornisce una tensione '
sibilità microfonica elevatissima (a livel- tore di conversione presente nel ricevito- cui valore è soggetto a calare lentamente
li raramente riscontrabili); basso consu- re con la frequenza della stazione che si ma inesorabilmente nel tempo;
mo della pila (il che non guasta). sta ricevendo. la frequenza dell'oscillatore. spec
Dato che si tratta di mettere assieme un Altro motivo per il verificarsi di sposta- te se del tipo realizzato a van,
trasmettitore VHF (anche se di debolissi- abbassa conseguentemente: al
ma potenza), occupiamoci subito di questo caso non è possibile pensare
quello che è il parametro più delicato per Il vecchio microtrasmettitore inserire un circuito di stabilizzazione. in
un oscillatore libero, specie se in VHF, e proposto in passato da quanto esso assorbirebbe più potenza di
Elettronica Pratica e venduto
cioè la stabilità in frequenza che dipende quella complessivamente assorbita dal
in kit da Stock Radio è stato
da molteplici fattori. radicalmente riprogettato.
trasmettitore, riducendo drasticamente la
In primo luogo, importante è una scelta durata della pila.
oculata di componenti elettrici di parti- A questo punto, anche allo scopo di ren-
colare qualità e intanto con questo ci derci meglio conto delle interessanti
siamo messi le spalle al sicuro nel senso me caratteristiche di questo apparecchio.
che un problema è risolto. Ciò non toglie andiamo ad esaminare in dettaglio il suo
però che sia importante conoscere gli schema elettrico. Il microfono M. del
altri motivi, quelli più diretti ed imme- tipo a condensatore. serve tipicamente a
diati, di deriva di frequenza. trasformare le onde sonore che ne colpi-
Innanzitutto, all'atto dell'accensione del scono la membrana sensibile in segnali
circuito il fatto che la corrente inizi a elettrici perfettamente corrispondenti;
passare nei componenti ed in particolar data l'elevatissima impedenza del
modo nei semiconduttori, comporta che microfono vero e proprio a condensato-
la loro temperatura aumenti (anche se in »>»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 29


R9 R10
C5 I

. 4 t e o i

Circuito stampato, re, nel suo involucro è pure incapsulato


visto dal lato rame un FET, che trasforma questa impedenza
in scala 1:1. altissima ad un valore relativamente più
basso (senza perdere segnale nel proces-
Piano di montaggio del so di trasformazione) così da potersi col-
radiomicrofono su una legare all'ingresso (invertente) dell'inte-
classica basetta a circuito grato amplificatore.
stampato, la cui adozione Essendoci, dentro la capsula, uno stadio
(data una certa complessità amplificatore a MOSFET, il dispositivo
circuitale e la necessità di necessita di una tensione continua di ali-
una discreta compattezza) è mentazione ( con corrente di pochi mA),
assolutamente consigliabile. cui provvede la resistenza Rl.
Il segnale elettrico reso così disponibile
all' uscita di M viene applicato
all'ingresso di ICI attraverso il conden-
satore Cl, che provvede ad isolare il pin
2 di ICI/a dalla componente continua di
alimentazione del microfono, cosicchè la
polarizzazione dell'integrato sia esatta-
mente ed esclusivamente quella prevista
dalle prestazioni richieste e dal valore
della resistenza R4.
L'altro ingresso di IC 1 è polarizzato
mediante il partitore R2-R3, che stabili-
sce quindi il valore della tensione d'usci-
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 30
E q
MICROTRASMETIITORE
COMPONENTI microripetitore va tenuta poco più che al
minimo mediante l'opportuna regolazio-
ne di R7.
C1 = 1 µF (miniatura non Se invece si volesse ascoltare una con-
elettrolitico) versazione sussurrata, o comunque pro-
C2 = 100 F-. 46V (elettrolitico) veniente da altri locali (come si vede in
C3 = 1F {i.c.s.) certi film polizieschi americani), o addi-

I
C4 = 1 F (i.c.s.)

U,~,
rittura si desidera ascoltare i suoni della
C5 = 10.000 pF {i.c.s.) natura un bosco (per non parlare delle
in

C6 .::: 5,6 pF (ceramico NPO) voci dell'aldilà oggi piuttosto di moda)


■ C7 = 10.000 pF (i.c.s.) allora la sensibilità va spinta quasi al
c8 ~ C8 = 10.000 pF (i.c.s.) massimo.
C9 = 10.000 pF (i.c.s.) Ed è proprio qui che occorre prestare la
C10 = 10 pF (compensatore massima attenzione nella regolazione di
cilindrico) R7, in quanto il radiomicrofono non è in
@ R1 = 22002 grado di farci ascoltare con decente
9V R2 = 10K0 fedeltà rumori forti quando sia regolato
6 I R3 = 10KO alla massima amplificazione; se il livello
R4 = 10 KO dei suoni diventa appena un po' alto si
RS = 10 Ko verifica una fortissima distorsione.
R6 = 10K0 Il fatto è dovuto, oltre che ai livelli
R7 = 4 70 Kn (trimmer eccessivi raggiunti dal segnale audio,
miniatura verticale) all'eccesso di deviazione di frequenza
R8 = 15K0 che ha luogo sul segnale RF modulato,
R9 = 6800 Kn con le conseguenze indicare nell'apposi-
R10= 3902 ta illustrazione.
R11 = 100 KO
L1 = (Bobina a più spire)
3l u I DEBOLI SUONI
DV = varicap BB 505
IC1 = TL 072
Completiamo, già che stiamo trattando
TR1 = 2N 2219
l'argomento, gli aspetti acustici di un
o I M = 'microfono a condensatore
dispositivo di questo genere segnalando
ANT a stilo
un altro fatto che a noi è parso straordi-
nario, tanto che in principio ci aveva
ta, a riposo, dell'integrato stesso: dato va che si può ottenere dagli stadi di lasciati perplessi e che poi un medico ci
che le due resistenze sono uguali, la sud- bassa frequenza del nostro microtrasmet- ha molto semplicemente spiegato:
detta tensione d'uscita è esattamente pari titore è semplicemente: A= 20x47 = 940 l'orecchio umano non percepisce, o
a metà della tensione di alimentazione, volte. quanto meno non risponde, a suoni e
cioè 4,5 V. Magari il valore trovato (ed il relativo rumori debolissimi, esiste cioè una certa
In queste condizioni di lavoro la sezione calcolo) dicono qualcosa di preciso solo soglia sotto la quale la struttura interna
(a) di ICI amplifica circa 20 volte. ad una parte limitata di lettori ma per dell'orecchio non dà risposta. Tuttavia,
La sezione (b) preleva dal partitore di tutti quanti pensiamo che parlare di se amplifichiamo quanto basta quello
cui sopra la stessa tensione di polarizza- un'amplificazione microfonica (massima che ci sembrava silenzio, compare un
zione per l'ingresso non invertente (pin possibile) di quasi 1000 volte, faccia pur rumore di fondo particolare e del tutto
5), mentre all'altro ingresso è regolar- sempre colpo! naturale che però il nostro orecchio nor-
mente collegata, in controreazione, Attenzione però: è importantissimo che malmente non percepisce: il microtra-
l'uscita. Fra l'ingresso di (b) e l'uscita di questa potenzialmente elevatissima smettitore in questi casi si comporta
(a), per motivi esattamente identici a amplificazione venga opportunamente come certe telecamere da ripresa nottur-
quanto precedentemente visto, il segnale adeguata all'uso che si fa del radiomi- na (credo che tutti ricordiamo le immagi-
viene applicato tramite il condensatore crofono, in altre parole a quello che pre- ni della recente guerra del Golfo) dove
C4: la resistenza R5 ha lo scopo di vedibilmente sarà il livello dei suoni o l'immagine appare tutta sgranata ed il
aggiustare le impedenze di accoppia- rumori da traslare. fuoco di un cerino sembra un'enorme
mento fra i due stadi, ed il relativo gua- Per esempio se si vuol sorvegliare il fiammata. Anche in questo senso quindi
dagno. E appunto l'amplificazione che si sonno o il normale stato di veglia di un le esperienze col nostro microdispositivo
ottiene dallo stadio B è regolabile (grazie bimbo o se si vuol ascoltare da qualche possono risultare particolarmente inte-
alla taratura di R 7) su valori compresi ambiente fuori casa se il telefono o il ressanti.
fra 1 e 47 volte. campanello stanno squillando oppure se Ma ritorniamo alla descrizione dello
A questo punto possiamo fare un conto si vuol captare il normale colloquiare di schema elettrico. Il segnale audio, ampli-
facile facile: l'amplificazione complessi- altre persone, l'amplificazione del nostro »»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 31
MICROTRASMETTITORE
1 : il condensatore elettrolitico C2
è dotato di polarità da rispettare:
il terminale negativo va sistemato
verso l'esterno del circuito ed è
identificato da una bandina in
colore contenente il segno "meno",

2: il diodo varicap DV va montato


con la fascetta nera presente sul
suo corpo disposta verso l'esterno
della basetta; date le dimensioni
molto ridotte conviene sistemarlo
con una pinzetta.

3: compensatore cilindrico C1 O
consente di regolare con
precisione la frequenza all'interno
della banda prescelta; il suo senso
d'inserimento è obbligato.

4: il trimmer R7 è quello che


permette di regolare la sensibilità
del microfono in modo da adattarla
alle necessità (alta per suoni
deboli, bassa per suoni forti).
Il montaggio non presenta alcuna
difficoltà.

5: forse l'operazione che richiede


più attenzione nella realizzazione
del circuito è la saldatura di uno
dei due terminali del condensatore
ceramico C9 sulla bobina L 1:
occorre che il collegamento si
effettui esattamente alla fine della
prima spira.

6: microtrasmettitore può essere


nascosto in qualunque posto
lasciando sporgere soltanto il
piccolo microfono a condensatore:
l'alta sensibilità audio
(l'amplificazione del segnale è di
quasi 1000 volte) consente
di percepire qualsiasi suono
nel raggio di qualche metro.

7: il materiale necessario alla


realizzazione del progetto può
essere acquistato anche in un
comodo kit comprendente, oltre
a tutti i componenti, la basetta
a circuito stampato e il filo
per costruire le bobine.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 33


ICROTRAS ETTITORE
ficato da ICI, viene applicato all'anodo diodo delle variazioni di capacità; poichè to (cioè alla tensione alternata a frequen-
del diodo varicap DVl attraverso la resi- il diodo costituisce parte integrante za audio applicata al varicap), avviene
stenza Rll, la quale ha lo scopo di impe- dell'oscillatore a RF, sono queste varia- una corrispondente modulazione di fre-
dire che i segnali a RF presenti in quel zioni di capacità che determinano una quenza. Il circuito oscillante vero è pro-
punto abbiano a cortocircuitarsi a massa corrispondente variazione (cioè modula- prio è costituito, oltre che da DV, dalla
approfittando della bassa impedenza zione) della frequenza generata dallo sta- bobina Ll, dal compensatore CIO e dal
d'uscita dell'integrato. dio oscillatore. Quindi, proporzional- condensatore C6; naturalmente c'è anche
Questo segnale audio. provoca su tale mente. all'intensità del segnale amplifica- TR 1, che fornisce l'energia sufficiente a
mantenere innescato il regime oscillato-
rio nonchè quella da irradiare (seppure in
modesta misura) nello spazio circostante,
almeno nelle immediate adiacenze.
LA BANDA PASSANTE Lo stadio a RF è del tipo con base a
massa; infatti la base di TRl è "bypas-
sata" a massa, per quanto riguarda il
La banda passante di un ricevitore FM, cioè la "finestra" entro cui passa- segnale, dall'elevata capacità di C5,
no le frequenze utili, è oggi determinata quasi sempre da filtri ceramici mentre per quanto riguarda la compo-
centrati sul valore standard di 10,7 MHz; il valore di tale banda è compre- nente continua la polarizzazione è
so fra 250 e 350 KHz secondo i tipi. Un buon filtro è quello la cui risposta determinata dai valori del partitore resi-
è sagomata in modo da consentire una buona separazione fra segnali stivo R8-R9 nonchè dalla resistenza di
molto vicini, e quindi non deve consentire il passaggio a frequenze al di controreazione RIO. La vera e propria
fuori della propria banda passante. rete di retroazione che determina l'inne-
Nel caso della FM, il segnale ricevuto deve avere una deviazione massima sco del regime oscillatorio dello stadio
di frequenza non superiore alla banda passante del ricevitore, altrimenti è sostanzialmente composta da C6, che
una parte del segnale trasmesso, non passando attraverso la "finestra" del riporta una frazione del segnale d'uscita
filtro, non viene sfruttato: la perdita di questa parte di informazione provo- (dal collettore) all'ingresso di TRl
ca una forte distorsione sul segnale audio ricevuto. In genere, la deviazione (l'emittore), provocando la necessaria
di frequenza di un trasmettitore in FM è data anche dal livello d'uscita dose di reazione positiva.
dell'amplificatore audio: scarso segnale audio significa bassa modulazione Il circuito in uscita è reso risonante,
ma indistorta; segnale audio di ampiezza giusta dà modulazione qualitati- oltre che dai citati condensatori, dalla
vamente buona con livello ottimale audio in uscita dal ricevitore; modula- bobina L1, da una presa dalla quale è
zione eccessiva provoca distorsione anche molto forte del segnale audio. prelevato il segnale che va ad alimentare
A queste tre indicazioni qualitative di massima si è data una rappresenta- una qualche forma di antenna trasmit-
zione grafica mediante la figura qui riportata, che riproduce quella che si tente, anche se, senza alcuna antenna, il
chiama l'analisi spettrale ( nel senso di "spettro" delle frequenze coinvol- microtrasmettitore è in grado già di fun-
te) nelle tre condizioni. zionare e di farsi sentire almeno nelle
A: è presente solo la portante al centro della banda passante del ricevitore immediate vicinanze.
(siamo cioè in assenza di modulazione). Siamo giunti all'antenna, abbiamo capi-
B: la modulazione è ottimale, in quanto la deviazione di frequenza sta ben to come il nostro segnale sia in grado di
entro la banda passante del filtro di ricezione (ascolto buono). essere irradiato dall'apparecchietto,
C: la deviazione è nettamente eccessiva. (parte delle bande laterali cadono siamo quindi nelle migliori condizioni
decisamente fuori dalla finestra), con conseguente distorsione. per passare alla sua realizzazione.
Trattandosi di un circuito a RF (ed
anche piuttosto elevata) e trattandosi
oltretutto di un circuito nel quale è
presente uno stadio ad altissima

f +-AwoA
PASSANTE RX
preamplificazione sul segnale audio,
dovendo infine essere un circuito di
dimensioni abbastanza compatte
(anche se non precisamente microsco-

I , I
,Iw
--:I piche), la soluzione della basetta a cir-
cuito stampato è di rigore.

__ :
Nel nostro caso è stata disegnata e rea-
: _ ___ : : _ lizzata tenendo anche conto di un mini-

' -

mo di accessibilità e comodità di mon-


taggio, proprio per non mettere in ecces-
siva difficoltà costruttiva coloro che non
@ © hanno sufficiente dimestichezza con
questo tipo di lavoro.
Partendo quindi con l'aver realizzato la
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 34
Piedinatura dei
semiconduttori impiegati
in questo circuito.
Le frecce indicano \ \ e

>>
il riferimento che è
necessario considerare 2118
7
per eseguire 3 6
un corretto inserimento 4 5
di questi componenti nella
e
basetta; TR1 in questo
caso s'intende visto da
sopra (e quindi i piedini
1
sono sotto, visti in IC1 DV TR1
trasparenza).

basetta a circuito stampato e dopo aver to dalla barretta in colore (in genere nero
preso visione di tutti i componenti che su corpo in vetro) che va verso il vicino
entrano a far parte del circuito, si inizia- bordo esterno della basetta; TRl porta
no ad inserire gli stessi (naturalmente un dentino metallico di riferimento che
dalla parte opposta a quella ove sono le sta ad indicare l'uscita di emettitore.
piste di rame) possibilmente secondo un Per il montaggio di C2 occorre rispettare
ordine che abbia un minimo di logica. la polarità indicata sul corpo dello stesso,
Si può quindi cominciare dalle resistenze mentre C9 va inserito e saldato momen-
e da tutti i condensatori (salvo C2 e C8), taneamente solo dalla parte del terminale
che in questo caso possono essere mon- che va nel foro immediatamente adiacen-
tati senza dover tenere in alcun conto la te al bordo stampato.
posizione dei due terminali non essendo
presente alcun elemento polarizzato.
Questi condensatori piuttosto miscrosco- LA BOBINA
pici hanno l'indicazione del valore
secondo una chiave di lettura apparente- Nel kit è prevista una matassina di filo
mente un po' strana, che però non è altro conduttore (nudo e stagnato) che serve
che il codice a colori riportato diretta- per realizzare la bobina Ll secondo le
mente in numeri (e misurato in picofa- caratteristiche riportate nell'apposita
rad). Per esempio, dove c'è scritto 105, tabella; una volta che la bobina sia
si potrebbe pensare che si tratti di un 10 avvolta e sagomata, si salda sullo stam-
seguito da 5 zeri; in effetti è proprio pato ed il terminale libero di C9, oppor-
così: 10 seguito da 5 zeri significa tunamente accorciato, si stagna a circa
1.000.000 di pF, cioè 1 µF. Analogamen- un terzo-un quarto delle spire verso
te 103, cioè 10 seguito da 3 zeri, signifi- l'estremo che va all'alimentazione. La bobina L1 è quella che
ca 10.000, appunto 10.000 pF e così via. La capsula microfonica si collega determina la banda di frequenza su
Montiamo poi il trimmer resistivo R7 e all'ingresso previsto mediante due nor- cui il microtrasmettitore è in grado
di funzionare. Quindi, a seconda
quello capacitivo ClO; anche questi non mali cavetti isolati, piuttosto corti; i col- della banda che si voglia scegliere,
sono polarizzati ma hanno un verso di legamenti di uscita ed alimentazione si va montata una delle bobine qui
inserimento obbligato (dalla posizione ancorano a tre terminali ad occhiello. raffigurate e dimensionate.
asimmetrica dei piedini), cosicché non si A questo punto ci si deve ricordare di Tutte le bobine sono realizzate
può sbagliare il montaggio. inserire IC 1 nel suo zoccolo, sempre con filo nudo da 1 mm
L'integrato ICl è assolutamente consi- rispettando la posizione del piedino 1, (nel kit è presente)
gliabile che sia montato su zoccolo; è il cui riferimento è rappresentato da su supporto da 6 mm. Con 10 spire
quindi il momento giusto per fissare lo una tacca sulla parte superiore o sul si copre da 50 a 65 MHz
zoccolo nella posizione prevista, tenendo bordo stretto dell'IC stesso. Ora final- Con 7 spire si copre
conto anche per esso della posizione del mente il nostro microtrasmettitore è da 65 a 82 MHz
piedino l, contrassegnata dall'incavo pronto per funzionare basta collegargli Con 5 spire si copre
presente in uno dei bordi stretti; partico- una normale pila da 9V (meglio se del da 82 a 100 MHz
lare cura va dedicata alla saldatura dei Con 3 spire si copre
tipo a lunga durata); l'assorbimento si
da 100 a 130 MHz
piedini che, data la loro vicinanza, aggira sui 1 O mA. Comunque la copertura in frequenza
rischierebbero di trasformarsi in Si sconsiglia l'uso di alimentatori da rete dipende molto, oltre che dal numero
un'unica striscia di stagno. poichè inevitabilmente essi introducono di spire, anche dalla loro spaziatura.
Passando ai semiconduttori, si fissa il ronzio specie ove sono presenti delle I dati di cui sopra si riferiscono
varicap DV, il cui catodo è contrassegna- »» al micro TX alimentato a 9 V.
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag. 35
La versione di antenna amplificazioni molto alte.
più semplice In fase di descrizione del montaggio
e classica consiste abbiamo dato per scontata la banda di
in un semplice spezzone frequenze, basandosi sull'apposita figu-
di cavetto lungo circa
un quarto di lunghezza
ra; tuttavia la scelta delle frequenze su
ai d'onda, da collegarsi cui far funzionare il circuito non è così
all'apposito terminale. semplice. La decisione più ovvia è quel-


A1 La lunghezza si può la di adottare la classica banda FM
facilmente ricavare dalla 88+108 MHz; c'è però da considerare
formula: I = 300 : 4 : f che in questa banda sono presenti, in
' s dove I è la lunghezza gran quantità, le stazioni cosiddette pri-
I del conduttore pari
ad un quarto di lunghezza
vate con segnali anche molto forti e tro-
vare uno spazio libero può risultare dif-
d'onda ed f è la frequenza ficile.
TX scelta in MHz. Esiste anche Ove l'escursione di CIO non lo consen-
una versione più efficiente, ta, si può spostare un po' la frequenza
A2 che è il dipolo a mezz'onda ;
dell'oscillatore di trasmissione verso il
esso consiste in due
elementi di antenna basso (80 MHz) o verso l'alto (110
a quarto d'onda, collegati MHz), schiacciando od allargando leg-
TX rispettivamente ai terminali germente le spire della bobina, in modo
4e3. da avere l'ascolto appena sotto od appe-
na sopra la banda FM del ricevitore
casalingo.

PUOI COMPRARLO ANCHE IN KIT IL RICEVITORE


Il microtrasmettitore descritto
in questo lungo e approfondito Naturalmente, esistono soluzioni alter-
articolo è disponibile in un comodo native per quanto riguarda il ricevitore:
kit contenente tutti i componenti ci sono versioni VHF a copertura piutto-
necessari alla realizzazione sto ampia e relativamente economiche
più la basetta a circuito stampato oppure si può ricorrere a qualcuno dei
e il filo per costruire le bobine. tanti scanner presenti sul mercato (il
Per richiederlo occorre inviare costo però è sensibilmente elevato).
anticipatamente l'importo indicato In ogni caso, qualora si ricorra all' acqui-
(specificando il codice dell'articolo)
sto di un ricevitore apposito, è bene
a mezzo vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale
accertarsi che esso, oltre ad essere dota-
n. 46013207 to di AFC, sia anche in grado di ricevere
intestato a : STOCK RADIO la WBFM, cioè la modulazione di fre-
20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 quenza a banda larga.
(tel. 02/2049831). Ancora due parole sulla portata che,
all'aria aperta e senza akuna antenna
solo lire 27'500 applicata in uscita, può arrivare sin
verso i 100 m; collegando alla presa
ANT uno spezzone di filo lungo circa un
quarto d'onda ( alla frequenza di lavoro
(di 80+110 MHz, servono 70+80 cm) la
portata, sempre in spazio libero, sale a
200+300 m.
Naturalmente, essa dipende anche dal
tipo di ricevitore usato ed in particolare
dalla sua sensibilità. A seconda di quello
che può essere l'utilizzo specifico di
questo microtrasmettitore, possiamo sin-
golarmente decidere se lasciare la baset-
ta nuda come è presentata nel kit (in
quanto si prevede di inserirla in qualche
altro contenitore) o se invece dotarla di
un apposito scatolino (meglio se in pla-
stica) di adatte dimensioni e forma.
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voluto sapere sull'elettricità
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salati dell'elettricista o per fax (0143/643462). Lo riceverete
ed avere un impianto comodamente a caso vostra e pagherete
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più adatto alle esigenze
di contrassegno e spedizione.
della casa moderna.

regol ffl
r lavorare • pa
utta g
rena pu €co n
In elettricità non esistono lavori pericolosi, ma soltanto lavori La presa non funziona più? L'interruttore generale continua
per i quali è necessario prendere determinate precauzioni: a saltare? Si è verificato un corto circuito? lo no.stra lava1rice
staccare l'interruttore generale quando occorre, installare ha la carcassa sotto tensione? Nessun problema, o
gli indispensabili dispositivi di protezione e osservare tutto ha lo sua causo e ogni causo il suo rimedio, basta i
una serie di piccole regole di sicurezza sono gli accorgimenti con competenza e precisione: seguendo le chiare
sufficienti per scongiurare qualsiasi rischio. del manuale tutto divento più focile.

Come ome
ampliare realin
un impiant
astenie

Negli ultimi anni gli elettrodomestici dello nostro cosa Tracciatura, scasso, posa di guaine flessibili, scatole
sono cresciuti a dismisura mentre l'impianto è rimasto lo stesso. di derivazione e portafrutti, canalizzazione dei ca v i

Perchè alloro non portarlo all'altezza di un compito ma soprattutto chiari schemi per lo facile reoliz.zazio=
che così com'è fatico a sopportare, adattando le prese, di ogni tipo di circuito elettrico sono i temi centrali
gli interruttori, i punti luce non solo alle esigenze di oggi di questo manuale che mette chiunque in condizione
ma addirittura a quelle di domani? di installare un intero impianto elettrico.
COMPONENTI ~-

LA MAPPA
DEI TRANSISTOR
Un pratico schema che consente di chiarirsi le idee
su funzionamento, polarizzazioni e caratteristiche
dei transistor. Le nozioni più importanti che
giustificano l'impiego dei vari stadi amplificatori.

E ,reproprio quando si inizia p:rendc-


un poco confidenza coi
a
circuiri
ni che ne giustificano il funzionamento
e l'adozione, anche perchè queste spie-
gazioni schematiche date nelle didasca-
lie che seguono dovrebbero consentire
elettronici che si cominciano a notare I gazioni in genere sono necessariamente una rapida individuazione degli elemen-
differenze dei singoli stadi che com lunghe, nonchè possono risultare un ti-base del funzionamento specifico.
gono un qualsiasi apparecchio. po' difficili da digerire per chi è alle Resta solo da precisare che nelle varie
Naturalmente, queste differenze s rime armi. figure è sempre rappresentato il transi-
motivate dalle esigenze specifich :' per questi motivi che si è pensato di stor di tipo NPN, in quanto si tratta del
quel circuito e di quello stadio e la riepilogare, in un'unica mappa, le più comunemente usato; ovviamente
stica è molto ampia. nozioni fondamentali e più importanti tutte le considerazioni valgono in modo
Del resto, non è possibile che per ogni 1ft gìustrficano l'impiego dei vari stadi assolutamente identico per il tipo PNP,
transistor presente in un circuito. plifcatori realizzati a transistor. salvo ovviamente invertire polarità di
possano ogni volta fornire le La sintesi grafica della mappa e le spie- tensioni e correnti.

Montaggio pratico del circuito Montaggio pratico del circuito Lo stadio amplificatore con
raffigurato nel disegno 2: di figura 4, ossia lo stadio emettitore a massa (rappresentato
il transistor corredato delle tre amplificatore con base a massa: in figura 5): l'uscita è il connettore
resistenze di base, collettore l'entrata è il connettore con due con un ancoraggio, l'entrata quello
ed emettitore. ancoraggi, l'uscita quello con uno. con due.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 38


1: attraverso gli elettrodi di un
transistor scorrono tre correnti:
lb=corrente di base
lc=corrente collettore
le= corrente di emittore, che non è
altro che la somma delle prime due;
vale quindi:
le=lc+lb
2: sugli elettrodi sono normalmente
posizionati tre resistori, ognuno dei
quali ha una motivazione diversa
e ben precisa:
Rb =resistenza di base (o di 1 2 3
polarizzazione): è quella che
stabilisce il valore della corrente
che deve esser fatta scorrere nel
circuito di base del transistor.
Re= Resistenza di collettore; è in

I"
u I
pratica il carico ai capi del quale si
localizza il segnale in uscita
Re= Resistenza di emettitore (non è
obbligatoriamente presente); ha in
genere lo scopo di stabilizzare le
condizioni di funzionamento del e-
E; I 4. »4

transistor oppure può rappresentare


il carico su cui si localizza
il segnale d'uscita.
al 5
GUADAGNO IN POTENZA BUONO OTTIMO
GUADAGNO IN TENSIONE DISCRETO _l-_:_ BUONO
BUONO
NO (interiore a 1
GUADAGNO IN CORRENTE NO (inferiore a1) BUONO OTTIMO
IMPEDENZA D'INGRESSO 11 BASSA (=502) MEDIA (=10002 ) ALTA (E= 200 KQ)
IMPEDENZA D'USCITA 11
ALTA (=500K2) MEDIA (=30 KO) BASSA (E=1002
INVERSIONE DI FASE NO SI NO

3: la relazione fondamentale fra i


parametri di ogni transistor dice che
la corrente di collettore (le) divisa
per la corrente di base (lb) dà un
e - a

numero che rappresenta il

i
3-
coefficiente di amplificazione Il Il
(naturalmente in corrente) del b "7"
transistor; questo numero si indica
con la lettera greca B (si legge

--
beta).
Se, per esempio, nel transistor di e
figura 1, per far passare in collettore
una corrente lc=500mA occorre che
la base sia attraversata da una
corrente lb=10 mà, significa che
- l 8l 9
questo transistor è caratterizzato da
un valore 7: ogni giunzione è caratterizzata stato logico "1", in altre parole con
= lc:lb = 500:10 =50
Da tener presente che il valore del
da un ben preciso valore di
tensione, valore che non deve
polarizzazione tale da portare il
transistor in conduzione netta, cioè
varia anche molto da transistor a superare, in nessuna condizione in saturazione, la tensione di
transistor della stesso tipo, nonchè operativa, i limiti indicati dal collettore si porta quindi pressochè
con la corrente e con la costruttore del tipo di transistor, al valore di massa (o comune·
temperatura. pena la distruzione della struttura quindi in stato logico
interna del semiconduttore.
\ 9: in analogia alle precedenti
4: stadio amplificatore i detto con
8: quando il transistor funziona in considerazioni, se alla base non è
base a massa (o comune)
J condizioni di non linearità (cioè si applicata alcuna tensione di
comporta più come interruttore polarizzazione (quindi il suo Jiv.,
5: stadio amplificatore detto con che come amplificatore), i suoi logico è "0), il transistor non
emittore a massa (o comune). livelli operativi si contrassegnano conduce alcuna corrente, è cioè i
secondo le notazioni della logica interdizione, quindi nessuna caduta
6: stadio amplificatore detto con elettronica; nel caso particolare, la di tensione si verifica
collettore a massa (o comune). base è polarizzata "alta", cioè in resistenza m caico.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag.


- RADIOTECNICA _

FACTOTUM PER LA FM
Un glorioso e sempre arzillo dispositivo che, proprio
per il motivo di essere risultato utilissimo a tanti
radiosperimentatori, è degno di essere ben conosciuto
anche dagli hobbysti più giovani. Risulta indispensabile
in ogni apparecchio ricevitore di segnali radio.
Per l'integrato TDA 1200-CA.
è previsto un circuito da montare su
basetta a circuito stampato visto il numero
e le dimensioni dei componenti uti

ENTRATA 1 16 NON USATO

ISACC. 2 15 USC. AGC


DISACC. 3 14 GN D
no dei circuiti integrati meglio Piedinatura
U conosciuti da tutti gli appassionati
di radioricezione è, senz'ombra di dub-
dell'integrato
TDA 1200-
GND 13 USC SMTE R

bio, il vecchio CA3089 E (questa è la CA3089 ENTR. SQC. 5 ]12 usc sQc.
siglatura americana) oppure TDA 1200 Le abbreviazioni
secondo la siglatura europea. Si tratta di significano: use. B.F. 6 I I 11 + ALIM.
un dispositivo estremamente complesso, SQC = squelch
con funzioni molteplici, ma di funziona-
QUAD = use. AFC 7 I 710 ENTR
quadratura.
mento nient' affatto critico, apparso in 8 1 } QU4AD.
USC. QUA. I 9
migliaia di progetti su pressochè tutte le
pubblicazioni specifiche un po' in tutto
il mondo. Allora qualcuno può chiedersi
perchè ne stiamo riparlando.
Beh, innanzitutto perchè molti giovani anche l'approfondimento di cui sopra. contro!) che serve cioè a controllare il
continuano ad entrare nelle file dei Vediamo intanto che cosa il TDA livello di amplificazione degli stadi a
radiohobbysti, con tutti i diritti di impa- 1200/CA 3089 A è in grado di fare: è un RF; incorpora un circuito in grado di
rare a conoscere i vari dispositivi e poi, ottimo amplificatore di media frequenza pilotare lo S- meter di un ricevitore; ha
in secondo luogo, perchè raramente in per 455 KHz o 10,7 MHz per FM; è il circuito di comando e controllo della
quei progetti cui si è accennato si è scesi dotato di un rilevatore per segnali FM funzione "squelch"; una sezione del suo
in profondità per spiegare come questo (sistema "a quadratura") atto a demodu- circuito provvede a generare una tenso-
integrato è fatto dentro e quali funzioni !are deviazioni tipicamente da ±75 KHz ne apposita per I'AFC (automatic fre-
è effettivamente in grado di svolgere. (quelle delle normali trasmissioni FM) a quency control), che serve appunto a
Lo scopo di questo articolo è duplice: ±5 KHz (trasmissioni radiantistiche o mantenere "agganciata". entro ceri limi-
oltre a descrivere un circuito base per radiotelefoniche); ha un circuito genera- ti di frequenza, la sintonia della stazione
sfruttare le molteplici caratteristiche, c'è tore di segnale per AGC (automatic gain »»»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 41


@vcc
-
11

AGC [15l= r n

R2 l-

-
ENTRATA
CIRCUITO
T1 STAMPATO
- - - - - - - - -,a l,
r.,\ su_
C1
15 11 10 9

I ✓

] I C 1 8

3
, __________ 1 - j --
c2
Il I 2 4 14 5 72 6 13 7

R5

C3
Schema elettrico del
circuito da noi preparato +1
per sfruttare in pieno ■
le caratteristiche C6
del dispositivo. T1 si
prevede sia la media
frequenza della parte
a RF che precede;
controlli e comando
vanno collegati
all'esterno facendo capo GND
ai terminali numerati.

o
11y-
(G
, 15
/
COMPONENTI
C1 =
10.000 pF (ceramico) RS = 47002
C2 =
O, 1 µF (ceramico) R6 = 1068 KQ (secondo la
oG13 c3 = 0,1 µF (ceramico) sensibilità dello strumento)

$747e"; C4
C5
C6
= 50 µF • 16V (eletrolitico)
= 0,1 F (ceramico)
= 1 µF • 25V (eletrolitico)
R7 = 3900n
R8 = 47002
T2 = primario trasformatore MF
C7 = 5000 pF (ceramico) ("rosso")
C8 = 22.000 pF (ceramico) RQ = vedi tabella 1 (reattanza
(vamontato sui terminali) quadratura)
R1 = 3300 V1 = 0,11mA (S-meter)
Circuito stampato visto dal lato R2 = 10Kn V2 = idem, a zero centrale
rame in scala 1 :1. Risultano R3 = 120 KO {indicatore di sintonia)
evidenti le modeste dimensioni R4 = 470 KO IC1 = CA 3089 • TDA 1200
complessive, entro le quali è
" compattato" un circuito piuttosto ~~

elaborato dalle molteplici Tabella VAL.ORE BONA RELATRICE DEVIAZIONE LuELLO 8F


prestazioni; ciò rende ancor più R6 RO MODUL. FN h USCITA
necessaria per MF {MHz} UTT o
chiara l'esigenza di adottare individuare il 10,7 2,2H 75 39000 22µH +75 KHZ 400 mv
un circuito stampato realizzato valore della 10,7 2.2H 120 = 120H +5 KHz 280mV
con le opportune precauzioni
di posizionamenti e percorsi.
reattanza di 10.7
quadratura RQ. 0,455
2,2µH
100µH
120
65
-
68K0
1,3 PF
1mH
+5 KHz
±5KHz
2.90mV
400mV

ELETrRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 42


... T2 ,
FACTOTUM PER LA FM
AGC @.VCc aV2-C8
hl»«e

'S"METER

INDICATORE
R.2
RQ r #"
VCC-GND

Jt
AFC

Il circuito è realizzato su basetta a circuito stampato, la cui


adozione è in questo caso assolutamente raccomandabile per
eliminare criticità di comportamento da parte di questo
integrato, di struttura piuttosto sofisticata.
ER
mente perdendo un po' nelle sue presta- Per realizzare questa reatt
zioni, specialmente per quanto riguarda tezziamo RQ (reattanza di auadratura)
il guadagno. si usa in genere un'adatt
cui valori sono piuttosto criti
no qui riportati nella speeif
IL QUASI RICEVITORE potrebbe usarsi anche un condensatore
Vcc-GND ma il valore di capacità è an
I Allo scopo di sperimentare concreta-
mente le interessanti caratteristiche di
tico, e per tale motivo questa soluzione
molto meno usata. L'insieme dei com-
questo quasi-ricevitore, ne è stato ponenti applicati a vari p:iedini dclJ' ime
approntato un montaggio semplice, ma grato è derivato dal suo manuale appli-
affidabile e poco ingombrante, che costi- cativo, e serve per fornire tutte le possi-
ta; incorpora un circuito di preamplifica- tuisce senza dubbio la base costruttiva bili prestazioni che già sono
zione a BF; pur non corrispondendo ad per un buon ricevitore FM. cate e che comunque sono ben
un vero e proprio circuito interno, è pos- Il segnale già convertito sul valore pre- te a schema. I quadretti numerati rappre-
sibile trame i segnali che danno, su un visto di media frequenza (cioè i soliti sentano le entrate o le uscite, ove possi-
opportuno milliamperometro a zero cen- 10,7 o 455) entra, attraverso il normale bile portano lo stesso numero del pin cui
trale, l'indicazione della perfetta sinto- trasformatori no "di media", sul piedino sono collegate; gli unici numeri non
nia; possiede infine un generatore inter- 1 dell'integrato, che (ben lo sappiamo) usati sono 2/9/14.
no di tensione, stabilizzata a 5,6 V (pin provvede ad amplificarlo, tosarlo ( o, Spiegare le funzioni dei singoli compo-
n° 10). Tutto ciò è realizzato entro un meglio, limitarlo in ampiezza) per elimi- nenti costringerebbe ad un approfondi-
contenitore dual-in-line a 16 piedini. nare gli inevitabili residui di AM che mento esageratamente lungo e comples-
Le diverse figure qui riportate servono riporterebbero dentro disturbi, ed infine so della teoria di funzionamento di vari
ad illustrare il dispositivo con una certa rivelarlo tramite il già citato circuito a circuiti; è per tale motivo che questo
completezza, dal disegno della piedina- quadratura. Questo sistema di demodu- aspetto non viene neand ~ affrontato.
tura sino a quello che è il vero e proprio lazione è piuttosto complesso, ma tanto Ci occupiamo invece del montaggio di
schema elettrico interno qui fornito, pensa a quasi tutto l'integrato; da parte questo modulo operativo, che è eseguito
nonostante la sua indubbiamente diffici- nostra è sufficiente inserire un circuito a circuito stampato, disegnato e realizza-
le comprensione, proprio per mostrarne di sintonia (naturalmente sul valore to in modo un po' particolare assoluta-
la complessità circuitale (sono impiegati della media frequenza di lavoro, tant'è mente consigliabile; avendo l'integrato
più di 80 transistor!). che è appunto costituito da un trasfor- un'amplificazione sui 60 dB (valore di
Questo integrato può funzionare con matorino MF), nonchè una reattanza di tutto rispetto) occorre prendere le pre-
segnali di frequenza compresa fra 455 opportuno valore e segno ( che può cioè cauzioni necessarie per evitare inneschi
KHz e 20 MHz almeno; è stato fatto essere induttiva o anche capacitiva), da ed autooscillazioni: con questa versione
lavorare finanche a 30 MHz, prevedibil- mettere fra i piedini 8 e 9. »»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 43
FACTOTUM PER LA FM
1 + ALIM. possiamo stare sul sicuro.
I ---------~--- !!)--- --,I Il montaggio è molto semplice e la mag-
gior parte dei componenti non ha nean-
1 I aeh.ce che il problema della polarità d'inserzio-
I AMPLIF_ MEDIA FREO AFC ne da rispettare, problema che compete
l
ENTR.L!
,.. re45 solo a C4-C6-T2-IC1.
I C2 e C4 hanno il segno della polarità
use. indicato sulla protezione in plastica, T2
G BF.
I ha la posizione obbligata (un lato del
[ID trasformatore ha 3 piedini, cioè presenta
I una presa intermedia non utilizzata);
AGc[E ICl consente di individuare il piedinol
l RIVEL. DI LIVELLO mediante lo scasso ricavato su uno dei
l [cRc. 'METE due bordi stretti.
Nel nostro caso, il problema RQ è stato
L_ - ~--~------
GND
risolto con una impedenza tipo RFC.
Un congruo numero di terminali ad
occhiello costituiscono comodo anco-
1: schema a blocchi dell'integrato, da cui risultano evidenti le molteplici raggio per sfruttare le molteplici uscite,
funzioni di questo dispositivo. e quindi funzioni, del dispositivo; natu-
2: schema interno complessivo dell'integrato; la notevole complessità ralmente, diverse uscite sono opzionali e
circuitale ne sconsiglia un esame approfondito, ma lo schema viene qui quindi possono non essere utilizzate:
riportato appunto perchè ci si possa rendere conto di quanto il circuito anche i due strumenti evidentemente lo
sia elaborato. sono.

OUlldratura o.tector/lF Output


2

MUlf lf- lltQf(


IF PMk Oeteèt on and Ori"vws tot ttvtt pur
u tru t ttta AFC, Audio nd Mute Contro! Amnplitir
0yyt

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 44


L'INTEGRATO LINEARE TDA 1200
Le principali caratteristiche di questo integra-
to (che costituisce un vero e proprio sistema
per media frequenza di ricevitori FM) sono le tensione d'ingresso
seguenti: elevata sensibilità di limitazione, di limitazione
elevata reiezione dell'AM, elevato livello (-3dB) pin 1 I Af =±25 KHz 12 µ
audio recuperato, buon rapporto di cattura,
bassa distorsione, possibilità di silenziona- Vo tensione recuperata Vi>60V
mento.
in uscita (pin 6) f = 10,7 MHz
Il TDA 1200 è un circuito integrato monoliti-
co al silicio in contenitore plastico dual-in- im= 1KHz
line a 16 piedini. Esso fornisce un completo Af =+25 KHz 140 m
subsistema per l'amplificazione di segnali FM d distorsione Vi>1mV 0.5 z

Le funzioni incorporate sono: S+N


--
rapporto segnale 110,7 MHz
-demodulazione ed amplificazione FM N
-silenziamento controllo intercanali I I
disturbo fm = 1 KHz
- AFC normale e ritardato per sintonizzatori Af =±75 KHz
FM
-commutazione del decodificatore stereo 60 :
-pilotaggio di un misuratore di intensità di
campo. AMR reiezione di I
I Vi>1mV
Il TDA 1200 può essere usato per applicazioni modulazione f = 10,7 MHz
I
come amplificatore MF in FM nel campo d'ampiezza fm = 1KHz
dell'Hi-Fi, autoradio e ricevitori per teleco- f =±25 KHz
municazioni. m=0,3 40 ,..,._

I valori massimi dell'integrato. Vi tensione ingresso


per azione AGC
Vs = tensione di alimentazione min 9 V- max 16 V
ritardato (pin 1) I 10
lo = corrente d'uscita (dal pin 15) 2mA
Ptot = dissipazione totale di potenza (70°C) 500 mW AV15 pendenza Vi>10mV
4V controllo f = 10,7 MHz ~-
Tstg = temperatura magazzinaggio -55+150 °C AGC I «0 ~-'

Top = temperatura funzionamento - 25+70 °C

Caratteristiche elettriche statiche Al7_ pendenza


di Vs = 12V alla temperatura di 25° C. Sf controllo 1
( -1!::__
AFC +z
I
parametro
corrente alimentazione
valore
23 I
unità
mA
I
's I
v, tensione ingresso 1,9 V A V13 pendenza
amplificatore t,,, Vi uscita per
Vg,a tensione al
misuratore
Bypass d'ingresso 1,9 V intensità di campo 42 c
Ve tensione uscita
audio 5,6 V V13 sensibilità
uscita per
V 1 o tensione polarizzazione
di riferimento 5,6 V misuratore
intensità
Caratteristiche elettriche di campo I Vi=1m/
dinamiche riferite a Vs=12V
alla temperatura di 25° c. f=10,7 MHz 1.7

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Pag. 45


Sono tutti costruiti con un
oscillatore al quarzo, che
garantisce la massima
precisione. Grazie a
microcircuiti dotati di
materia sempre più estesa,
possono incorporare le più
svariate funzioni: si può cosi
avere al polso un
barometro, una calcolatrice,
un'agenda e tanfi altri
strumenti.

ROLOGI
ERDOTATI
a secoli l'orologio misura il 1empo l'ampiezza e la frequenza delle oscilla- sari al funzionamento dell'orologio, e
D grazie alle oscillazioni meccaniche
generate al suo interno dall'energi
zioni, in modo da generare un impulso
ogni secondo (o frazione di secondo).
quindi lascia spazio, dentro l'orologio
da polso, a moltissime altre funzioni,
immagazzinata in una molla carica. Il Se l'orologio ha un quadrante di tipo anch'esse realizzate con circuiti minia-
movimento viene trasmesso, da un pen- analogico (cioè con lancette) il circuito turizzati (microprocessori e memorie ad
dolo o da un bilanciere, a ruote dentate aziona un minuscolo motore elettrico di alta capacità). Inoltre grazie alla tecno-
costruite in modo tale da scandire i tipo passo-passo, cioè che gira a scatti logia dei cristalli liquidi, che consumano
secondi, i minuti, le ore. Più il pendolo o uno al secondo) dando così il movi- pochissima energia elettrica, sono stati
il bilanciere si muovono rapidamente, mento alla lancette. In un orologio di creati display ricchissimi di informazio-
più l'orologio è preciso. Il quarzo è un tipo digitale (dal latino digitum, nume- ni, sempre a portata di mano.
minerale che, eccitato da un campo elet- ro), il circuito di controllo viene collega-
trico, oscilla molto più velocemente di to a contatori (per scandire, oltre ai
questi dispositivi meccanici e quindi ha secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi) DALL'AGENDA
permesso di costruire orologi precisissi- e a circuiti codificatori per trasformare ALLA CARTA DI CREDITO
mi. le cifre binarie nei segmenti che forma-
II cuore di ogni orologio elettronico è un no le cifre o i simboli del display. Un orologio oggi può contenere ad
cristallo al quarzo e il campo elettrico La miniaturizzazione dell'elettronica esempio una rubrica, un'agenda, una
viene applicato collegandovi una pila. permette oggi di ridurre al minimo lo calcolatrice a otto cifre, e può indicare
Esiste poi un circuito che controlla spazio occupato da tutti i circuiti neces- l'ora di qualunque parte del mondo.
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 46
Si accede a tutte le funzioni attraverso
una tastiera miniaturizzata. Le micro-
memorie contenute in questo apparec-
chio perm ettono di registrare sulla rubri-
ca fino a 100 nomi e di annotare fino a
100 promemoria sull'agenda. I dati pos-
sono essere anche mantenuti segreti gra-
zie ad un codice di accesso.
Si possono memorizzare appuntamenti e
programmare segnali acustici che li
ricordino all'ora giusta.
A proposito di segnali acustici, esiste un
orologio dotato di una sveglia molto ori-
ginale: l'ora che compare sul display
viene recitata da una gradevole voce
femmi nil e, mentre il suono della sveglia
programm ata è la riproduzione del canto
del gallo.

AVVISATORE DI CHIAMATE
TELEFONICHE
RUBRICA
Per chi deve essere sempre informato Rubrica telefonica, agenda degli Utile ed economico è l'orologio
sulle chiamate telefoniche ricevute esi- appuntamenti e calcolatrice: tutto da polso parlante: l'ora viene
ste un orologio dotato del cosiddetto incorporato in questo orologio annunciata da una gradevole voce
cercapersone (conosciuto in Italia come in cui alle varie funzioni si accede femminile, la sveglia viene data
Teledrin): si tratta di un ricevitore di attraverso una micro-tastiera. dal canto del gallo.
impulsi trasmessi dalle linee telefoniche,
che contengono gli avvisi delle telefona- zione via radio a corto raggio, i dati Esiste un cronografo (cioè misuratore
te in arrivo. L'apparecchio memorizza sono letti nel momento in cui si fa pas- registratore di tempi) per chi voglia con-
fino a sei numeri da richiamare e altret- sare il polso accanto ad un terminale di trollare in modo completo le proprie
tanti messaggi in codice. controllo. In Italia è già stato utilizzato prestazioni sportive.
Un modello decisamente innovativo è per l'accesso agli impianti sciistici, in Misura tempi parziali con la precisi
quello in cui è possibile immettere dati altre parti del mondo anche per altri ser- del centesimo di secondo, ne memorizza
personali da utilizzare come lasciapassa- vizi (ad esempio come sostitutivo della fino a 50, permette di richiamarli al
re. Grazie ad un sistema di comunica- carta di credito). »

Schema di principio di un orologio al quarzo: il cristallo del minerale viene fatto oscillare dal campo
elettrico generato dalla pila. Le oscillazioni, controllate da un circuito, pilotano un motore passo-passo
che fa muovere le lancette (orologio a quadrante analogico) oppure dei circuiti contatori e codificatori
collegati a un display (orologio a quadrante digitale).

OROLOGIO ANALOGICO

MOTORE
PASSO-PASSO

PILA QUARZO
+

3 CIRCUITO DI
CONTROLLO

CONTATORI E
CODIFICATORI

OROLOGIO DIGITALE

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 47


OROLOGISUPERDOTAT

LASCIAPASSARE BIORITMI
La funzione del "cercapersone Memorizza dati personali da Per chi vuole sempre avere
è incorporata in questo modello utilizzare come lasciapassare, l'indicazione dei propri bioritmi,
che riceve gli avvisi di chiamata che vengono letti facendo passare ecco un orologio che giorno per
telefonica, ed è in grado iJ polso accanto agli appositi giorno indica lo stato di forma
di memorizzarne fino a set, terminali di lettura. del fisico, dell'emotività, delle
L'unico handicap di questo ln ltalia è stato già sperimentato funzioni intellettuali, attraverso
orologio è quello come skipass, in America ha già grafici, estremamente facili
di una scarsa autonimia. sostituito la carta di credito. da leggere, a diversi colori.

momento desiderato. intellettuali di ciascuno di noi) hanno quote fino a 5000 metri. Il secondo, fun-
Per chi non va alla ricerca di grandi trovato posto ali' interno di un orologio zionante con lo stesso principio, è inve-
stazioni atletiche e per il semplice da polso: basta immettere la data di ce tarato per le profondità marine.
cante di jogging, esiste un leggerissimo ita e giorno per giorno si può legge- Il terzo è un termometro, che funziona
cronografo in cui è possibile inserire ' ul display, il completo stato di da -20 a +50°C, con la precisione di un
proprio peso, la lunghezza del forma. decimo di grado.
ed altri dati. Anche questo apparecchio Gli aviatori possono invece avere al
misura tempi intermedi e parziali polso le informazioni fondamentali di
precisione di 1/100 di secondo. F PER LA MONTAGNA, cui necessitano durante il volo grazie ad
varie informazioni, fra cui il numero L MARE, L' AREONAUTICA un modello che determina la velocità
calorie consumate. media, la durata del viaggio, le conver-
A chi le voglia tenere sono controllo in L'orologio ideale per chi va in barca a sioni fra chilometri e miglia ed altre.
modo ancora più rigoroso è dedicat o un vela è oggi quello che ha incorporata E' possibile avere al polso l'indicazione
altro modello specializzato ussola perfettamente leggibile dell'ora con la massima precisione otte-
tipo di calcolo. he di notte. Contiene anche un nibile in Europa, grazie al primo orolo-
Oltre ad alcuni dati personali, occo re che calcola tutti i tempi gio al mondo radio-pilotato. Un'antenna
immettere il numero di calorie in una gara (ad esempio in miniatura, contenuta nel cinturino,
vogliono bruciare; un segnale a boe) e ne può memoriz- capta il segnale emesso da un orologio
avvisa quando il valore programmato zare atomico situato a Francoforte, in Germa-
viene raggiunto. Chi invece si dedica alla pesca ha biso- nia. L'antenna ha una portata di 1500
Per chi invece ha la necessità di ten gno di conoscere bene i movimenti della chilometri. Fuori da questo raggio
continuamente sotto controllo la pres- una, da cui dipende la pescosità di una d'azione, l'orologio passa automatica-
sione esiste un modello dotato di du erta zona. Esiste un orologio che fori- mente al funzionamento autonomo,
sensori: il primo rileva i battiti cardiaci tutte queste informazioni, presentan- mantenendo la massima precisione. Per
attraverso le pulsazioni del polso. il dole sul display attraverso grafici. gli appassionati di astronomia esiste
secondo la pressione sanguigna. I valori Grazie a perfezionati sensori in miniatu- invece un orologio in cui sono program-
misurati sono confrontati con quelli ra, è stato possibile realizzare una serie mati i movimenti dei pianeti del Sistema
misurati precedentemente ed esiste un di orologi in grado di misurare l'altitudi- Solare e della Cometa di Halley dal
allarme acustico che indica il supera- ne. la profondità, la temperatura esterna. 1901 al 2200. Le varie posizioni dei pia-
mento dei valori "standard" (rilevati in Il primo, basandosi sul principio che la neti e della cometa, uniti alle indicazioni
un momento opportuno). pressione atmosferica varia con l'altez- sulle varie eclissi, sono rappresentate su
Anche i bioritmi (cioè i cicli della forma za, è un barometro tarato come altimetro un grafico che è sempre presente sul
fisica, dell'emotività. delle capacità e permette di rilevare con precisione display.
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 48
TERMOMETRO CRONOMETRO
Grazie ad un sensore esterno, Un modello adatto per chi vuole Un modello per il calco
questo orologio fornisce, con conoscere le proprie prestazioni calorie bruciate durante l'attività
aggiornamenti ad ogni minuto, sportive: sono possibili diversi fisica. E' dotato di un avvisatore
l'indicazione della temperatura. calcoli di tempi parziali, intermedi sonoro che indica il raggiungimento
La precisione è di 1/10 di grado. e totali. del limite prefissato.

LE PILE
Il tallone d'Achille dei moderni
orologi elettronici dotati di svariate
funzioni sono le pile.
Se ormai l'elettronica permette
di racchiudere nel piccolo involucro
dell'orologio un gran numero
di circuiti non si può dire altrettanto
per le pile, piccole ma tutt'altro
che eterne. I modelli più semplici,
come la pila a pastiglia, possono
Le pile all'ossido d'argento funzionare anche 3 anni ma più le L'ossido di mercurio le rende
liberano energia in modo funzioni aumentano più aumenta molto inquinanti. Vanno
costante per tutta la loro durata l'assorbimento: nell'orologio assolutamente smaltite
ad una tensione di 1,5 volt. cercapersone, caso limite, lasciandole al rivenditore che le
L'autoscarica ridotta consente le batterie vanno sostituite sostituisce o gettandole - - -••
un lungo stoccaggio. ogni poche settimane. appositi cassonetti.

Le pile a bottone alcaline sono ll volume interno delle pile zinco- La grande reattività chimica del
molto più convenienti delle aria è riempito quasi litio permette di costruire pile
precedenti ma hanno il difetto di completamente da zinco che piccolissime ma di alta
avere un'erogazione di corrente assicura leggerezza e lunga durata. capacità. Sono insensibili alle
meno stabile. Adatte anche per Sono molto usate anche per gli temperature estreme e possono
calcolatrici e fotocamere. apparecchi acustici. durare anche 1 O anni.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 49


ALIMENTATORI

ENERGIA STABILE
IN AUTO
Consente di limitare gli sbalzi di tensione
che si verificano normalmente nella corrente erogata
dalla batteria dell'auto. E' anche in grado di filtrare
i disturbi che spesso si sovrappongono a tale corrente.
L'alimentatore per l'auto
va montato su una
basetta a circuito
stampato in modo
da contenente le
dimensioni e da renderlo
più solido visto che
i continui sbalzi
e le vibrazioni
sottoposto potrebbero
far distaccare qualche
saldatura volante.

L a tensione che alimenta tutti gli


apparati elettrici a bordo di un'auto
è fornita da una batteria che viene tenuta
Raffronto fra la tensione
disponibile all'impianto
di bordo di un'auto e quella
17
16
arica da una dinamo o più spesso da un
alternatore di cui si rettifica la corrente
erogata dal dispositivo
stabilizzatore y15]$
generata. La batteria pressochè univer- (diagramma in colore). {da.lu.
1-4
salmente adottata è del tipo a 12V; ciò 1: corrente a motore spento;
2: corrente durante
,«hlfti
1g]
ignifica che, a motore spento, la tensio-
ne di bordo si aggira sui 12V, mentre col
la messa in moto;
3: corrente con motore
l'
i
12mdi
1[
motore al massimo dei giri la tensione acceso al minimo dei giri;
può arrivare anche a 15 V (se non di più, 4: corrente con motore al I I
nei casi in cui il regolatore del generato- massimo dei giri; I I
re sia mal regolato).
Risulta quindi evidente il fatto che la
5: corrente con motore
a regime medio.
O O
tensione di bordo è tutt'altro che costan-
te, potendo variare fra un minimo di 12V stessa tensione dopo l'applicazione del 2: è il momento della messa io moto
(o anche qualcosa di meno) ed un massi- circuito appositamente progettato per (l'elevato spunto di corrente fa scendere
mo di 15 V ( o anche qualcosa di più). ovviare l'inconveniente: e l' inconvenien- bruscamente, ed inevitabilmente. la
E non basta: la tensione può anche essere te risiede nel fatto che i valori più elevati sione di batteria);
sporcata (e spesso lo è) dai disturbi elet- di tensione possono danneggiare il tran- 3: corrisponde al motore a
trici generati dai vari congegni elettro- sceiver, IHiFi, o quant'altro applicato ed minimo dei giri;
meccanici presenti (tergicristalli, ruttori, i disturbi possono far perdere i segnali 4: è il motore al massimo dei gi
ventole, ecc.) più deboli ricevuti o la qualità di riprodu- 5: corrisponde al normale numero
La figura qui riportata mostra appunto zione. Esaminiamo nel dettaglio la situa- cioè al regime medio.
l'andamento della tensione contempora- zione in corrispondenza dei punti con- E' evidente la differenza di valoni rispet-
neamente variabile in funzione dei giri trassegnati: to all'andamento dopo l'inserimento
del motore e disturbata dagli accessori di 1: è la posizione corrispondente al moto- nostro circuito (linea in colore).
bordo; sempre la figura mostra anche la re spento;

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993-Paa. 51


-Q

51
R3
DZ

~ ,I
.L. .I± TR1

g
~ ,i T. T:, j RI
R'?
b
e
Il+
e; --. --
2l il Il Il IIC
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C3
I Il I 1 i
'1 a
-·-·-·-·-· -·-·-· -·-·-

ALL'IMPIANTO DI BORDO

+ - Schema elettrico del dispositivo di stabilizzazione filtraggio.


I due transistor, se l'erogazione in corrente raggiunge i 2+ 3 A, è necessario
BATTERIA vengano raffreddati o mediante apposito dissipatore o montandoli
a parete nel contenitore eventualmente adottato.

Circuito stampato eseguito per la realizzazione del I componenti necessari alla realizzazione: in questa foto
nostro prototipo, visto dal lato rame in scala 1 :1. sono compresi due transistor dalla forma diversa
L'incisione del circuito stampato non comporta alcuna rispetto a quelli che vediamo montati nel circuito;
difficoltà data la semplicità del tracciato e la larghezza le loro caratteristiche sono identiche, ma questi
delle piste (che però deve essere rispettata). permettono una migliore dissipazione del calore.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993 - Pag. 52


C1J ENERGIA STABILE IN AUTO

TR2

C6

~ 43
Montaggio del circuito su basetta a circuito stampato. Stante,
la semplicità circuitale, il montaggio può anche essere realizzato
su qualsiasi supporto o ancoraggio opportunamente isolato.

Il problema da risolvere consiste quindi leggermente inferiore ai 12 V di linea


nel realizzare un circuito stabilizzatore (almeno, per modesti valori di corrente.
che, senza rubare troppa tensione, con- Data la semplicità del circuito, una leg-
senta una drastica riduzione di tutte le gera influenza sulla tensione di uscita il!
escursioni sulla linea di alimentazione; valore di corrente seguita ad averla, ma
occorre infatti tener presente che i nor- in modo trascurabile per gli scopi di que-
mali stabilizzatori di tensione non riesco- sto circuito.
no a risolvere un problema di questo tipo I vari condensatori ancora presenti (C3-
perchè fra entrata ed uscita richiedono C4-C5-C6) contribuiscono ad eliminare
una caduta di 4+5 V almeno: ciò signifi- pressochè completamente i disturbi resi-
ca che, per stabilizzare 12V, ne servireb- dui e più tenaci.
bero 16+ 1 7 in entrata. Man mano che la tensione sale oltre i
12V nello zener inizia a scorrere corren-
te ed ai capi di RI si localizza una te-

BASSO ASSORBIMENTO sione che (in percentuale) polarizza sem-


COMPONENTI Esaminiamo invece la soluzione qui
pre di più TRl; la conduzione di
transistor toglie la corrente di pilo:
adottata, riferendoci ovviamente allo a TR2, il quale provvede ad aumentare
C1 = 0,1F (ceramico) schema elettrico. automaticamente la caduta di tensione
c2 = 220F - 25 VI La corrente prelevata, direttamente dai suoi capi, compensando cosi in pari
(elettrolitico) morsetti della batteria , previa inserzione misura quello che era stato l'aumento
C3 = 10F -25 VI di un idoneo fusibile, attraversa l'inter- della tensione presente all entrata: è qae-
(elettrolitico) ruttore di accensione del circuito, dopo sto il processo che porta ad una buona
C4 = 10µF - 25 VI di chè si nota la presenza dei due con- stabilizzazione della tensione d'uscita.
(elettrolitico) densatori C 1 e C2, che servono ad una Il punto di intervento di questo meccani-
es = 220F - 25 VI prima attenuazione dei disturbi eventual- smo è regolato mediante Rl, che defini-
(elettrolitico) mente sovrapposti alla componente con- sce così la tensione di lavoro del circai-
C6 = O, 1 µF (ceramico) tinua. to.
R1 = 100Q(trimmer) Se la tensione è al pelo dei 12V (o addi-
R2 = 822 rittura più bassa), nello zener DZ non
R3 = 5,62- 5W passa corrente, per cui TRI, non polariz- FACILE MONTAGGIO
DZ = diodo Zener 12V/1W zato tramite Rl, risulta interdetto (quindi
TR1 = TR2 TIP 3055 come non fosse presente); allora il TR2 è Le modalità di funzionamento sono tutte
F1 = fusibile 23 A pilotato in saturazione attraverso R3 ed qui, possiamo quindi occuparci del mon-
S1 = interruttore accensior al suo emettitore è presente una tensione »»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 53
ENERGIA STABILE IN AUTO
taggio del circuito, che non presenta
assolutamente alcun elemento di criti-
Aspetto e piedinatura ALETTA COLLETTORE cità, ma che noi ugualmente consiglia-
dei due transistori mo di realizzare su basetta a circuito
adottati; nel montaggio stampato, come fatto per il nostro proto-
su dissipatore, essendo
tipo.
l'aletta connessa
Dopo aver inserito R2, R3, Cl e C6, che
col collettore, occorre
usare il normale kit di possono essere montati senza preoccu-
isolamento pazione alcuna di polarità, Rl, che ha il
(mica e rondella). senso obbligatorio per il montaggio,
nonchè il ponticello fra R2 e C4 ( con
4SE u u uno spezzone di filo nudo avanzato dai
reofori dei componenti), si passa ai
col.Errore) EMETTITORE componenti di cui va accuratamente
verificato il senso di inserimento.

LE POLARITA'

C2,C3,C4 e C5 riportano sulla plastica


che ricopre il corpo l'indicazione della
polarità; Dz ha la fascia in colore in cor-
rispondenza del terminale di catodo;
TRl e TR2 (uguali) vanno montati con
la parte in plastica rivolta verso l'interno
della piastrina, in modo da riportare la
sequenza standard -b, c, e - per gli elet-
trodi. Entrata ed uscita dell' alimentazio-
ne fanno capo ai normali terminali ad
occhiello.
La regolazione di R 1 va eseguita con
una certa precisione; infatti, se il poten-
ziometro è regolato scarso il circuito
interviene in modo poco efficace; vice-
1 versa, se si dà troppo tensione alla base

1: sul lato componenti della


basetta (tra due punti chiaramente
indicati nello schema di
montaggio) è necessario prevedere
un ponticello di filo nudo
(eventuahnente un pezzo di reoforo
tagliato): questo serve per
scavalcare una pista del lato rame
della basetta.

2: il grosso dissipatore di calore


deve rimanere in posizione
perpendicolare alla basetta: visto
che il peso di questo elemento
tende a piegare i sottili terminali
dei due transistor potrebbe essere
utile bloccarlo in posizione
incollando lo spessore
della basetta alla superficie
del dispersore.
di TR l, l'intervento del circuito è tale da
I DISPERSORI DI CALORE
porta re addiri ttura la tensione d'uscita a
. zero quando la tensione d'entrata arri va Quando l'impiego è molto impegnativo i transistor possono scaldarsi anche
sui 15V. oltre la normale temperatura di lavoro, la quale viene però ripristinata mon-
Quest'ultim a caratteristica può però tor- tando sul componente delle alette di raffreddamento dette dissipatori.
nare utile in applicazioni diverse, per Ne esistono di piccole, medie e grandi dimensioni; l'abbassamento di tempe-
esempio per impiego come disgiuntore ratura che se ne ottiene permette di pretendere dal transistor l'erogazione di
se la tensione sale troppo. La taratura si una maggior potenza. C'è però un inconveniente; poichè i transistor più
esegue collegando come carico d'uscita potenti hanno il collettore collegato elettricamente e meccanicamente
un resistore di valore opportuno (pari all'involucro esterno non possono essere abbinati al dissipatore. che normal-
cioè alla tensione di lavoro dell'apparato mente è collegato al telaio, senza interporre un isolante. Allo scopo sono
da alimentare divisa per la corrente disponibili kit di montaggio comprendenti oltre alle viti un foglietto di mare-
assorbita), con in parallelo un voltmetro riale isolante (generalmente mica) e gli isolatori passanti. Terminato il mon-
per controllare la tensione: non vanno taggio sul dissipatore conviene controllare con il tester che ci sia efferivo
usate lampadine come carico, in quanto isolamento tra l'involucro del transistor e il dissipatore sortonaml!.
da fredde presentano un valore di resi-
stenza troppo basso.
I due transistor debbono essere raffred-
dati, specialmente se l'assorbimento è
previsto per i2+3 A (massimi) che il
circuito può sopportare; avendo il collet-
tore collegato ali' aletta, essi devono per
forza venir montati isolati tramite la
solita rondella di mi ca, isolatori e grasso
al silicone.

IL CONTENITORE

Se il circuito, invece di essere montato


nudo in qualche angolo del cruscotto o
del cofano, è collocato entro un conteni-
tore (specialmente se in alluminio), una
parete di questo può servire da dissipato-
re di calore. In ogni caso, ed in particola-
J
re quando si lavori a bordo di automobi-
li, con la massa collegata al negativo ed g g. ]
ancor più con le capacità di erogazione
delle batterie, occorre fare molta atten-
zione a contatti casuali che possono cau-
i---VITE

(e} RONDELLA
4 l».o
ICK_
sare cortocircuiti: c'è il fusibile, d'accor- ISOLANTE
do, ma la batteria genera picchi di cor- TRANSISTOR
rente elevatissimi (in grado quindi di far
incendiare qualche cavo), inoltre, se c'è ggu. ISOLATORE
qualche semiconduttore in mezzo, parte DI MICA
sempre molto prima questo che non il
fusibile.
Per quest'ultimo bisogna usare un tipo di
portafusibile cosiddetto volante, cioè a DISPERSORE
montaggio lungofilo, posto nelle vicinan-
ze del morsetto positivo della batteria.
Ricordiamo infine che i cavi di collega-
mento, sia in entrata che in uscita della
basetta, debbono avere sezione adeguata
(2 +3 mmq, meglio abbondare), altri-
haura
menti, specie in trasmissione, se si ha a RoNoe-LA
che fare con un RTX, si perde tensione
)o40o
per caduta; anche il percorso va posizio-
nato con molta cura, per evitarne dan-
neggiamenti.
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 55
IL RITORNO DELLE VALVOLE

MUSICA
PER APPASSIONATI
Erano state sostituite dai transistor per il minor ingombro e
la maggior potenza. Oggi le valvole si prendono la loro
rivincita ritornando nei più sofisticati amplificatori audio come
indispensabili componenti per ottenere un suono migliore.
Vediamo perchè.

I n quest'ultimo decennio si è manife-


stato un crescente interesse per quello
che, tra i componenti elettrici, è forse il
musica, i quali non si lasciano scorag-
giare dalle difficoltà che il loro utilizzo
presenta. La prima di esse è rappresenta-
transistor. Inoltre, le valvole, durante il
loro funzionamento, emanano un note-
vole calore e ciò, imponendo di colloca-
più popolare e ricco di storia: la valvola ta dalle dimensioni e dal peso di questo re questi apparecchi in luoghi molto
Tale interesse è motivato dal fatto che apparecchiature, che sono superiori, a areati, ne impedisce la disposizione su
esso non solo è un indispensabile ogget- parità di potenza, a quelle costruite con scaffalature che obblighino alla sovrap-
to di ricambio per collezionisti di ai: posizione dei componenti. Un altro osta-
recchi radio riceventi o trasmittenti Le colo che s'incontra è quello del periodi-
d'epoca, ma è oggi nuovamente impie- impareggiabili co bisogno di regolare le correnti "bias"
gato in ambito audio, poichè da molr qualità e di sostituire le valvole, appena queste
viene giudicato ineguagliabile nell' am- musicali presentino segni di esaurimento. Vi è,
plificare suoni e musica ai massimi stanno alla poi, un ostacolo di carattere psicologico,
livelli di alta fedeltà. La sopravvivenza e base del che nasce dalla presunta fragilità attri-
anzi il rinato successo degli amplificato- ritorno delle buita alle valvole e dal rifiuto di tornare
ri valvolari dipendono, infatti, dalla par- valvole negli
a una tecnologia ritenuta, a torto, supe-
amplificatori
ticolare qualità sonora che questi sono in audio.
rata. Il fattore determinante che ha
grado di esprimere, che li rende appa- decretato la graduale scomparsa dal
recchi destinati ai veri appassionati di mercato degli amplificatori valvolari,
comi nciata attorno agli anni '60, è stato
che, se si sottopongono questi apparec-
chi a mi sure di laboratorio, essi rilevano
prestazioni stru mentali peggiori di quelle
che si riescono, invece, a ottenere dai
circuiti a stato solido, cioè con transistor,
ma sfet, integrati, ecc.
Fu appunto negli anni '60 che, contem-
poran eam ente alla nascita delle apparec-
chiature transistoriz zate, vennero adotta -
te dai costruttori di queste una serie di
mi surazioni stru mentali, atte a dimostra-
re che i nuovi prodotti eran o mi gliori dei
vecchi. Alcune persone, però, che si
fidavano solamente delle proprie orec-
chie, in special modo i musicisti, i quali
possedevano grande sensibilità e allena-
mento all'ascolto, essendo essi stessi
creatori di musica, maturarono diffiden-
za verso questa nuova tecnologia, rite-
nendola meno valida sotto l'aspetto pret
tamente musicale. Molti di essi conti-
nuarono a preferire gli amplificatori a
valvole, nonostante la loro mole impo-
nente in rapporto alla potenza resa e,
quindi, alla difficoltà diusarli nelle loro
performance. Così, mentre in campo HI-
FI si assistette a un rapido cambiamento
a favore delle amplificazioni transistoriz-
zate, con la quasi completa scomparsa,
salvo rare eccezioni, dei circuiti a valvo-
le, nel campo dell'amplificazione stru-
mentale, invece, questa tecnologia non è
mai stata abbandonata, anzi, ha conser-
vato, a dispetto degli anni e dell'evolver-
si delle circuitazioni e della componenti- Amplificatore a valvola singola Amplificatore stereo con potenza
stica, la fama di maggior musicalità e (a monotriodo) capace di una musicale in uscita di 15+1
fedeltà nella riproduzione del suono. potenza di 25+25W. E' considerato Monta una coppia di valvole 243 0
Questo fatto si spiega considerando che i forse il migliore amplificatore 6B4 ( le due a sinistra) di pilotaggio
a volvole in commercio per il suo e altre due coppie amplificatrici
musicisti sono soliti adoperare le loro suono quasi perfetto e il suo prezzo di segnale. Ha un costo inferiore
apparecchiature al limite delle loro pos- lo indica chiaramente: costa al tipo precedente
sibilità, incorrendo frequentemente in circa 60 milioni di lire. (15-20 milioni di lire).
sovraccarichi prolungati durante i pas-
saggi più sostenuti delle loro esecuzioni.

IL CLIPPING

Questa consuetudine provoca il "clip-


ping" dell'amplificatore, il quale si viene
a trovare con una tensione all'ingresso
superiore a quella da esso accettata e,
quindi, saturandosi, produce delle distor-
sioni. Nel caso di un amplificatore val-
volare, le distorsioni emesse durante il
clipping hanno un contenuto di armoni-
che decrescente al crescere della fre-
quenza riprodotta, con regolare presenza
di prodotti di ordine pari. Questo è molto
importante per l'ascolto, poichè le prime
due armoniche sono direttamente corre-
late al segnale trattato; in special modo,
la seconda tende a conferire profondità
»»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 57
USICA PER APPASSIONATI
al suono, senza modificarne la struttura questione vasta e complessa: perciò sarà
timbrica. La distorsione introdotta dagli necessario occuparsene in più puntate.
amplificatori valvolari al clipping viene Inizia qui un viaggio attraverso la tecnolo-
definita "morbida" perchè questi, anche in gia valvolare applicata alle circuitazioni
presenza di tassi elevati di distorsione, rie- audio di qualità, che si prefigge lo scopo
scono a mantenere un suono ugualmente di affrontare l'argomento nei suoi molte-
accettabile all'ascolto, il che permette il plici aspetti, in modo da offrire anche ai
loro utilizzo in una più vasta zona di più giovani l'opportunità di acquistare
amplificazione. Questo non avviene, inve- una certa conoscenza delle tecnologie
ce, con gli amplificatori a transistor, i costruttive, applicative e funzionali di tali
quali sono, di regola, fortemente contro- dispositivi.
reazionati, cosicchè introducono al clip-
ping notevoli distorsioni di ordine dispari,
che dapprima si concretizzano in un RISPARMIO E QUALITA'
suono offuscato e confuso, il quale, poi,
diventa sempre più stridente e metallico, Chi avrà la costanza di seguire questa
fino alla completa saturazione. trattazione saprà orientare le proprie
Questo comportamento degli amplificato- scelte in fatto di apparecchiature Hl- FI
ri a transistor sottoposti al clipping viene, con cognizioni di causa, mentre i più
perciò, immediatamente evidenziato, il abili potranno intraprendere l'autocostru-
che ne limita la dinamica effettivamente zione. di componenti audio, per speri-
utilizzabile. mentare il suono valvolare, senza dover
Da questa sostanziale differenza nasce spendere considerevoli somme di denaro
l'impressione di maggior potenza che in prodotti commerciali. Certamente
danno gli amplificatori valvolari a parità queste realizzazioni non hannola pretesa
di dati di targa. di confrontarsi con le più blasonate
Non è questo, però, il solo aspetto che apparecchiature esistenti in commercio,
La GL 845 (siglatura commerciale) contraddistingue e contrappone il suono ma l'autocostruzione permette di cimen-
o VT4C(siglatura militare) è una tarsi con componenti dell'indubbio
delle più potenti valvole di potenza.
valvolare a quello transistorizzato.
La disputa riguardo a tale argomento è più fascino, traendone anche notevoli soddi-
E' grande circa 4 volte una normale
valvola di segnale. che mai aperta, dato che si tratta di una sfazioni sotto il profilo dell'ascolto.

Alcune valvole di segnale (doppi triodi) usati negli stadi di preamplificazione: in pratica questi componenti
elevano il segnale d' entrata per fornire il giusto pilotaggio alle valvole di potenza.
Quelle riprodotte qui sotto sono i tipi più comunemente usati.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 58


LE ARMONICHE
Per poter accertare la qualità di una catena di amplificazione audio, non è
sufficiente prendere in considerazione il suo comportamento rispetto ai soli
segnali di forma sinusoidale, ma bisogna tener conto che i suoni da amplifica-
re sono composti di un susseguirsi di onde di fonna e frequenza diverse, estre-
mamente complesse. Se prendiamo in considerazione, ad esempio, il suono di Ecco la forma d'onda
un violino, notiamo che questo segnale si differenzia in modo notevole dalla del suono emesso dal violino:
tradizionale forma sinusoidale. non è sicuramente sinusoidale
Se, però, osserviamo attentamente tale figura, notiamo che questa è composta ma si può notare una certa
di un susseguirsi di onde che, pur non essendo sinusoidali, presentano, tutta- regolarità.
via, una certa regolarità, giacchè a intervalli di tempo costanti assumono un
andamento uguale a quello del ciclo precedente. db
40
Questi cicli, che si ripetono consecutivamente e che sono tutti uguali tra loro,
30
prendono il nome di FORME D'ONDA PERIODICHE ed è proprio questa la
caratteristica che distingue una precisa nota musicale da un qualsiasi suono 20
generico. 10
Questa caratteristica ci permette anche di poter suddividere tale forma 4400 8800
d'onda in un certo numero di segnali di tipo sinusoidale, aventi diversa fre-
quenza, ampiezza e fase, tali che, sommati tra loro, danno come risultato il Spettrogramma della nota di
segnale di partenza. violino della figura
Le frequenze di questi segnali sono: la stessa del segnale periodico d'origine precedente. Le linee verticali
(frequenza fondamentale o prima armonica); la frequenza doppia ( seconda rappresentano l'ampiezza
delle diverse armoniche, la cui
armonica del secondo ordine); la frequenza tripla (terza e annonica del terza frequenza è espressa sulla
ordine) e così via. scala orizzontale.
Mentre per detenninare la frequenza delle varie armoniche che compongono La fondamentale è di 440 Hz.
un segnale periodico qualunque, è sufficiente moltiplicare la frequenza fonda-
mentale per I o per 2 o per 3 ecc., la determinazione della loro ampiezza e
delle fasi non è così immediata, ma richiede calcoli matematici di notevole
complessità, che tralasciamo di esporre qui.
Per poter esaminare il comportamento di un segnale periodico non sinusoida-
le al suo passaggio in una catena di amplificazione, bisogna quindi, suddivi-
derlo nelle singole armoniche che lo compongono e considerare separata-
mente i componenti di queste.
Ciò può essere rappresentato in forma grafica mediante due assi cartesiani:
su quello orizzontale vengono poste le varie frequenze dell'armonica, mentre
su quello verticale ne viene raffigurata l'ampiezza. la figura così ottenuta è
detta SPETTROGRAMMA: ad esempio, effettuando un 'analisi della forma
d'onda riportata in figura 1 ( il suono del violino, come si è già visto), si ottie-
ne uno spetto di armoniche del tipo riportato in figura 2. In questo caso, com-
pare una frequenza fondamentale, che è pari a 440 Hz, mentre le annoniche
prese in esame si estendono, in pratica, fino a 15. 000 Hz ( teoricamente, inve-
ce, si estenderebbero all'infinito). La frequenza fondamentale determina
l'altezza di un suono musicale, mentre il contenuto di annoniche superiori ne
detennina il timbro.
Ad esempio, se si suona la stessa nota con un violino e con un pianoforte, non
I
varia la frequenza fondamentale, ma, ciononostante, noi possiamo distinguere l7
chiaramente le fonti, poichè le annoniche, che sono ancora uguali come fre- IV
quenza, sono molto dissimili per quanto concerne le ampiezze relative e le
fasi. Così, se si eliminano le armoniche superiori, si toglie a ogni suono musi- "I" è la forma d'onda
cale il suo carattere peculiare. sinusoidale fondamentale
Di conseguenza, quando si vuole amplificare un suono fedelmente, occorre ossia la prima armonica
che l'amplificatore abbia una banda passante molto ampia. mentre "r è la seconda
armonica; "S2 è la curva
risultante dalle due.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 59


L'ANTIFURTO
- CHE NON SUONA
A differenza dei tipi normali di antifur-
to, la versione da me realizzata si
inserisce automaticamente ogni qualvolta
spegniamo il motore. Il circuito, compo-
nentisticamente parlando, è piuttosto
semplice, la sequenza è invece un po'
laboriosa; esaminiamone il funzionamen-
_;Q'._U~r===:;;;;;;;= / :C;;
A;; TI_. to passo per passo.Chiudendo il contatto
IR=C:.U;;;;l;;;;
/ [] l ORo di accensione, cioè inserendo la chiave, il
positivo della batteria resta interrotto
(verso la circuiteria di bordo) in quanto il
contatto 12 del relè RL è aperto. Solo pre-
mendo PI (un pulsante in miniatura
situato in un punto opportunamente
nascosto del cruscotto o della carrozze-
ria), la tensione positiva, appunto attra-
BASETTA verso Il e P 1, raggiunge il punto A, e
cioè la bobina del relè, provvedendo così
alla sua eccitazione.
Di conseguenza 12 si chiude e consente
Schema di montaggio dell'antifurto: i pochi componenti si così la piena alimentazione, svolgendo
possono montare su un qualsiasi supporto isolante avendo cura una duplice funzione: quella di autorite-
di eseguire le saldature a regola d'arte e di fissare il tutto in nuta del relè ( ora 12 è chiuso in parallelo
modo che nulla si muova poichè vibrazioni e sobbalzi a PI) che resta cioè eccitato e quella isti-
dell'auto potrebbero danneggiare i contatti. tuzionale di portare il positivo sulle punti-
ne o sulle candelette, secondo che si tratti
di motore a benzina o diesel. Viceversa,
fermando il motore, quindi estraendo la
chiave ed aprendo il contatto I 1, viene
4 automaticamente a mancare la tensione
</ positiva su A, cosicchè RL si diseccita, il

l il>!E" - contatto I2 si apre, l'alimentazione

' f•
ali' auto viene tolta. Quando occorre ripar-
A I CIRCUITI tire, bisogna inserire la chiave e premere
DI BORDO PI, riattivando nuovamente la sequenza
già vista; il diodo DI è aggiunto in paral-
± lelo alla bobina di RL appunto per smor-
B Schema elettrico del zare le extratensioni che si producono ad
dispositivo con indicazioni ogni azionamento. DLI, che è un diodo
per il collegamento LED di tipo intermittente, lampeggia
D1 all'impianto dell'auto. quando l'antifurto è inserito, cioè quando
Il relè RL, comandato dal Il e 12 sono aperti: la corrente circola
pulsante P1, interrompe il attraverso lo stesso DLI, Rl ( la sua resi-
positivo che alimenta le stenza di limitazione) ed RL; quando inve-
puntine sulle macchine ce l'antifurto è disinserito ( in pratica Il e
a benzina o le candelette 12 sono chiusi), DLI ed RI risultano cor-
su quelle diesel.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993 - Pag. 60


Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
semplice e inedito,
che non impieghi più di 15
componenti elettronici.
Le realizzazioni (una breve
spiegazione, qualche t. y
disegno ed una foto tessera
dell'autore) devono essere
inviate a
ELETTRONICA PRATICA
EDIFAI - 15066 GAVI (AL):
a tutti i partecipanti sarà
ll kit per saldatura in valige tta comprende
Il vincitore spedito un utile omaggio. saldatore istantaneo da 1 0O W, saldat ore a
di questo mese Ogni mese il progetto stilo da 30 W, suppo rto per min i montagg i
è Ammirati Marco dissaldatore , raschietto, appoggio per
di Scafati (SA). migliore verrà pubblicato e saldatore e pun te di ricambio
premiato con uno stupendo
kit per saldatura in valigetta.

tocircuitati appunto da Il e 12, quindi il A generare l'onda di ba


LED non lampeggia. C'è ancora D2, la
cui funzione è quella di consentire solo
TELEGRAFO praticamente una nota m
ai 3 kHz quindi adatta
l'eccitazione di RL attraverso Pl, quando PERSONALE quella prodotta dai suoni
esso viene premuto: in pratica, potrebbe no, provvede un circuit
infatti accadere che, spegnendo il motore, Chi ha detto che per telegrafare occorra comunissimo NE 555, me
dimentichiamo inserito qualche utilizzato- necessariamente agire sul circuito di determinano la costante di t
re di bordo (lunotto termico, ventilatore di emissione della portante? di il timbro della nota. Vol
servizio, o simili); quindi al momento Guido Salemme, quindicenne studente sostituire R2 con altra resist
dell'accensione, premendo PI per disatti- di Fondi (LT), preferisce modularla con re leggermente superiore
vare l'antifurto, attraverso Pl circolerebbe un'onda di bassa frequenza; così può tra- maniera da trovare una nota
una corrente senz'altro eccessiva, che pro- smettere in telegrafia attraverso la presa nostro orecchio.
durrebbe in breve la bruciatura dei contat- del microfono del suo baracchino a 27 Il pulsante si incarica di e
ti. Per montare il circuito, consistente in MHz; chi riceve poi, non ha bisogno del scollegare l'uscita di questo
un relè e 4 componenti aggiuntivi, una BFO (oscillatore di bassa frequenza) per con la presa del microfor
qualsiasi basettina isolante si presta senza rivelare le sue emissioni in CW (telegra- sostituito da qualsiasi t
problemi di sorta; il piano di montaggio è fia). È un po' come trasmettere fischian- L'alimentazione, 3V cc
comunque suggerito nel!' apposita figura. do in Morse nel microfono, ma il siste- due pilette da 1,5 V. coll
Naturalmente, il cablaggio comporta un ma funziona egregiamente per gli appa- volendo miniaturizzare.
qualche pur modesto intervento rati a 27 MHz che operano in modula- glietta al mercurio per calcol
sull'impianto di bordo; l'unico problema è zione d'ampiezza (AM). pre a 3 V.
l'individuazione del cavo per collegarvi in
serie il contatto L2, cosa comunque ele-
mentare per qualsiasi elettrauto. Il posizio-
namento va accuratamente scelto in zona
INDICATORE
piuttosto protetta. DI POLARITA
COMPONE IC1 [ o
3
• USCIA
P1 Spesso capita di dover trovare
sconosciuta di un qualsiasi generatore di
D1 = D2 = 1 N 4007 (o similari) corrente continua o di stabilii
P1 = pulsante miniatura punto del circuito in esame. la te
DL1 = LED intermittente positiva o negativa.
R1 = 6802 - 1/2 V 1 GND
c1 Renato Di Cori di Artena (RM, che è
per batteria 12 V per le risposte decise. ha pensato di rea-
47+562- 1/2 W R1 = 12 KQ resistenza 1/2 W.
R2 470 KO resistenza 1/2 W.
lizzare questo indicatore di polarità che
per batteria 6 V =
C1 = 220000 pF condensatore dà il suo responso tramite l'accensione
RL = relè tipo automobilistico ICI = NE 555 circuito integrato di due LED.
6 o12V-20%31 A P1 = pulsante normalmente Il dispositivo si collega direttamente alla
aperto o tasto telegrafico fonte di corrente continua tramite due
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 61
Se la batteria dell'auto è
scarica perchè abbiamo
dimenticato di spegnere le
luci di posizione, questo
circuito, che Michelangelo
Moriconi, giovane studente
di Lucca, ha realizzato per
l'auto di suo padre, sembra
fatto apposta per noi.

maggior resistenza e resta spento; ma in accensione (porta invertente).


caso di fusione il LED si accende, la Quando entrambe le tensioni sono pre-
debolissima corrente che lo attraversa senti, sull'uscita (piedino 3) non c'è ten-
non pregiudica però i circuiti a valle. sione, manca quindi la polarizzazione

= el caso di fusibili posti sulla rete luce alla base di TR 1 il quale è interdetto e
il LED viene sostituito con una lampada non fa scorrere corrente nel cicalino.
al neon a 220 V. Se si spegne il motore dimenticando
a DL2
Immaginate che bello poter individuare accese le luci, la corrente è presente solo
immediatamente e anche al buio quale è sulla porta diretta di IC 1; ciò determina
il fusibile bruciato mentre la lampadina la presenza di corrente in uscita con
R1 = 1000 resistenza 1/4 W spia ci fa quel tanto di luce che basta per conseguente polarizzazione della base di
D1 = D2 = 1N4007 diodi sostituirlo. TRl il quale fa scorrere corrente attra-
raddrizzatori verso il cicalino.
F1
DL1 = diodo LED verde t 4=
(O)
DL2 = diodo LED arancione
CIRCUITI STAMPATI
pinzette a coccodrillo dopodiché
accendersi il led verde. Se si IN 7 MINUTI
quello arancione, occorre invertire F1 = fusibile
posizione delle due pinzette così Per corrodere completamente la sottile
R1 = 10002 resistenza 1/2 W
accendere quello verde. Quando qu DL1 = diodo LED o lampadina lamina di rame delle basette per circuiti
situazione si verifica, la pinzetta rossa e. al neon (vedi testo) stampati, occorono 30- 40 minuti; se
collegata al segno + e quella nera al poi fa freddo l'azione dell'acido è ancora
segno -. più lenta. L'inchiostro per disegnare i
Nel caso si intenda invece controllare la
polarità nei vari punti di un circuito, il
ALLARME circuiti, dovendo resistere a lungo
immerso, deve essere di tipo apposito e
coccodrillo rosso può essere sostituito LUCI ACCESE quindi più costoso.
Non avendo né tempo da perdere né
con un puntale rosso per tester.
Il coccodrillo nero si collega a massa .,3 g soldi da buttare, Sigifredo Bertù di
or? b Milano ha realizzato questa vaschetta

se
mentre con il puntale si toccano i vari
punti di tensione: se si accende il led nella quale la soluzione di cloruro ferri-
verde, in quel punto la tensione è positi- ww. b' re
TRt co viene mantenuta costantemente in
va, se si accende il led arancione. in quel "agitazione" dalle bollicine d'aria pro-
punto la tensione risulta negativa, rispet- dotte da una macchinetta per aerosol.
to a massa s'intende. Risultato: la corrosione avviene in soli 7
minuti e si possono usare, per disegnare
i circuiti, penne ad inchiostro, indelebile
FUSIBILI SOTTO IC1 =
TR1 =
NE 555 circuito integrato
2N1613 transistor
come lo Stabilo N° 196 con punta fine,
media e grossa, reperibili in cartoleria a
CONTROLLO D1 = D2 = 1N914 diodo sole 2.500 lire circa.
raddrizzatore
Se un'apparecchiatura non funziona, la c1 = 10 µF condensatore
prima cosa da controllare è che non sia elettrolico 16 V al tantalio
c2 = 15 pF condensatore
saltato il fusibile; questo lo sanno rutti, 3
P1 = 500 kO trimmer semifisso
ma Alessandro Giuntini di Terricciola 1/4 W
(PI) vuol andare a colpo sicuro e ha s1 cicalino 12 V assorbimento
=
dotato i suoi fusibili di un LED spia che massimo 100 mA
ne segnala l'avvenuta bruciatura. I cir- R1 = 562 resistenza 1/4 W
cuito si può realizzare in due R2 = 47002 resistenza 1/4 W
versioni: per le correnti continue e per R3 = 10kO resistenza 1/4 W
quelle alternate. Nel primo caso si usa 1 motorino per areosol
ICI è un circuito integrato comunissi- =
un diodo LED con in serie la relativa 2 = vaschetta in plastica
resistenza limitatrice di corrente, il tutto mo: l'NE 555; ai suoi due ingressi sono 3 = soluzione di cloruro ferrico
posto in parallelo al fusibile da segnala- presenti sia la corrente prelevata a valle 4 = tubetto in PVC
re. Con il fusibile efficiente nessuna cor- dell'interruttore (porta diretta) sia quella 5 = collante tipo Bostic
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ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1993- Pag. 62


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3 o'e/le realizzazioni. 62 W l'elettronica
EDIFAI - 15066 GAVI (AL} 65 Il mercatino

Direttore ed.itoriale Fotografia: REDAZIONE


responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492
0143/642493
UFFICIO ABBONATI ·Tel. 0143/642232
fax 0143/643462 L'abbonamento a
Redazione: AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
Aldo Bergaglio tel. 0143/642398 con decorrenza
Massimo Casolaro jr. da qualsiasi mese

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e realizzazioni: Antonella Rossini tel. 02/89500673 PER TELEFONO
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ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 1
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SCACCO
ALLA
CALCOLATRICE

UN CAMPIONE DI LETTURA
La Appie ha realizzato il PowerCd, un vero e proprio trionfo sia della miniaturizza-
zione che della tecnologia digitale.
È infatti un apparecchio portatile, alimentato a pile, in grado di riprodurre tre diver-
si formati di compact disc (CD) contenenti altrettanti tipi di informazione: i ben
noti CD musicali, i CD-ROM (memorie di dati), i Photo-CD (fotografie digitali).
Per leggere i dati contenuti nei CD-ROM occorre collegare l'apparecchio ad un
computer Appie della serie Macintosh.
I Photo-CD sono invece riprodotti sul normale televisore di casa. Le fotografie pos-
sono essere anche ruotate, ingrandite o ritagliate agendo semplicemente su un tele-
comando. Se invece il contenuto di un Photo-CD è trasferito nella memoria di un
computer, le foto possono essere modificate a piacere per mezzo di appositi pro-
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Per utilizzare al meglio la possibilità di ricevere i programmi televisivi
diffusi in tutto il mondo dai satelliti artificiali l'utente deve dotarsi
di tutta l'attrezzatura idonea.
È bene anche raccogliere un po' di informazioni preliminari prima
di fare un acquisto. Soprattutto perché non sono molte le industrie
che producono attrezzature per questo tipo di ricezione e inoltre
perché i pochi venditori spesso non sono molto informati data la
giovinezza di questo settore. Va ricordato che le trasmissioni sono
diffuse dai satelliti secondo uno standard chiamato MAC ( esistono
i sistemi di D2-MAC e HD-MAC), in cui i segnali di luminanza e
crominanza sono trasmessi in tempi diversi.
Questo riduce drasticamente i vari disturbi, che sarebbero invece
presenti con il consueto standard PAL in cui i due segnali sono
trasmessi contemporaneamente. Pertanto occorre installare un
ricevitore in grado di decodificare lo standard MAC. La Nokia
produce, oltre ad una vasta gamma di antenne paraboliche (diametri
di 28, 65, 85, 99, 120, 150 e 180 cm), vari tipi di convertitori mono
e multi-banda e ricevitori stereofonici in standard sia PAL che D2-
MAC. Questi sono dotati di Eurocrypt, Televideo e OSD (On Screen
Display). I sistemi Nokia per la ricezione da satellite, caratterizzati
da alta affidabilità e facilità d'uso, sono commercializzati dal 1984
col marchio Salora.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 2


ELECTRONIC N EWS
si sente parlare dell'Intel-
ligenza Artificiale, cioè del tentativo
di riprodurre su macchine quelle fun-
zioni che nell'uomo sono svolte dal
ervello. E un campo molto vasto e
mplesso, di cui molto si studia, si
ive. ma dove ancora molti sono i
problemi da risolvere e poche le vere
realizzazioni pratiche trasformate in
prodotti. I gioco degli scacchi, nel
uale l'intelligenza dell'uomo viene
molto esaltata, è stato una delle pri-
missime applicazioni dell'Intelligenza
Artificiale.
Da molti anni infatti i calcolatori pos-
sono essere ottimi avversari perché si ETROMARCIA SICURA
è riusciti a tradurre in programmi Un automobilista, facendo retromarcia, può accorgersi troppo tardi di certe
l'esperienza dei migliori giocatori del insidie, come ad esempio un sasso o un vaso di fiori, che possono recare danno
mondo. Oggi il computer che gioca a all'autovettura. Hanno scarsa visibilità in retromarcia soprattutto le automobili
scacchi esiste, anche in formato tasca- di grosse dimensioni.
bi le e ad un prezzo accessibile, grazie Oggi però anche auto medie possono dare questo problema se hanno la parte
alla miniaturizzazione crescente e al posteriore rialzata. Esiste un prodotto della Bosch che rende più sicura la
costo sempre più basso dei micropro- retromarcia e può essere installato su tutte le auto. Si tratta di una coppia di
essori. Si tratta di una mini-scacchie- sensori ad ultrasuoni che vengono montati, ovviamente nella parte posteriore,
ra ultrapiatta con display a cristalli in corrispondenza dei paraurti. Sono efficaci in un angolo di 120° in orizzontale
liquidi. e di 50° in verticale. Sul cruscotto dell'autovettura viene montato un segnalatore
Permette di giocare contro un compu- luminoso ed acustico. Finché l'automobile si trova a 160 cm di distanza
ter che può opporsi con ben 64 livelli dall'ostacolo la spia ha una luce verde, che poi diventa gialla quando la distanza
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L'OSCILLOSCOPIO PIU' FACILE DEL MONDO


iste sul mercato un oscilloscopio par-
ticolarmente adatto anche per i meno
perti, o comunque per l'hobbista che
debba fare per la prima volta l'acquisto
di questo importantissimo strumento. Il
modello in questione è infatti estrema-
mente semplificato nelle sue funzioni,
ma questo non significa che le sue
caratteristiche tecniche lo rendano infe-
riore ad altri modelJi più sofisticati. È in
grado di analizzare segnali con frequen-
re dalla continua a 1 MHz. La tensione
massima in ingresso è 600 V picco-
picco e la deflessione verticale è da 5 a
20 mV per divisione, con passi 1-2-5.
La base dei tempi ha 20 portate diffe-
re nti, da 0,2 microsecondi a 0,5 secondi
per divisione. È un apparecchio compat-
t0 (356 x 147 x 435 mm) e anche il peso
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ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 3


CORSO ELEMENTARE DI ELETTRONICA

Presentiamo la versione
didattico-sperimentale di
uno degli elementi di più
ampio impiego nella
tecnica digitale, e cioè il
circuito FLIP-FLOP.
Il montaggio si esegue
sull'indispensabile basetta
sperimentale.

GLI INTEGRATI €C-MO (NONA PARTE)


ontrariamente a quanto qualche solito impostato in modo pratico ed un sione di una lampada tramite un pul-
C buontempone potrebbe immagina-
re, il nome flip-flop non sta ad indi-
po' terra terra, anche perché si tratta
di una di quelle funzioni (non a caso,
sante, di quelli che, se si tiene premu-
to, la lampada si accende se si rilascia,
care un personaggio dei cartoni ani- complesse) cui si potrebbe dedicare un la lampada si spegne.
mati bensl un circuito elettrico, o numero intero della rivista senza esa- La funzione circuitale del FF (almeno,
meglio una funzione complessa, fra le gerare. quella del circuito elementare qui ripro-
più comuni della logica elettronica. Per poter capire molto velocemente che dotto nel suo schema elettrico) è una
Prima o poi a chi si interessa di elet- cosa è un FF (non spaventiamoci: è sorta di memoria elettrdnica: la sem-
tronica o per studio o per hobby, capi- l'abbreviazione di flip-flop, che d'ora plice pressione del pulsante attiva la
ta di doverla affrontare; noi quindi ne in avanti useremo per comodità), pen- circuiteria del FF e la lampadina si
)>»
facciamo qui un breve esame, come al siamo al semplice circuito di accen-
1: circuito elementare con
1 2

r•
cui una lampada può
1 essere. accesa, mediante il
pulsante mantenendolo
continuamente premuto.
FF

V L 2: circuito elementare
e in cui, per accendere
permanentemente
la lampada con
una breve pressione
sul pulsante, è stato
inserito un flip-flop.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 4


Il montaggio didattico che abbiamo realizzato
per illustrare il circuito flip-flop sfrutta, come La struttura funzionale interna,
sempre, la pratica basetta sperimentale e la zoccolatura, sono relative
già pronta che consente una esecuzione veloce uno dei più diffusi tipi di FF
e senza possibilità di errori. cioè il 4013 B.

La tabella consente di identificare la funzione dei piedini


dell'integrato 4013 B indicando così le possibilità
di comando relative alle varie entrate. Il testo, tradotto
in italiano, è di immediata comprensione. 0 } 4 14[V0@

SIGLA SIGNIFICATO
Q ]2 l

voo + Terminale da collegare con la linea


di alimentazione positiva.
VSS- Terminale da collegare con la linea
di alimentazione negativa.
CLOCK Terminale d'ingresso del segnale di commutazione.
RESET Se questo terminale viene collegato al VSS,
l'integrato funziona in continuità. Se invece, tramite
un qualsiasi comando, lo si collega al VDD, il FF
si ferma per ritornare allo stato originale del ciclo.
Va normalmente collegato al VSS, ma si utilizza
soltanto in casi particolari.
Uscita con stato logico uguale a quello SET
d'entrata.
Si legge O NEGATO. Rappresenta un'uscita allo
stato logico sempre opposto a quello O oppure
a quello d'entrata.
vss 7
DATA [ Va collegato in modo da decidere quale delle due
uscite O o O deve iniziare il ciclo.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 5


VDD

R1
Il
14 DLV
2 a
3l r= ,Il w/ Il
C1 11 @
IC1 I - vcc
9%, T
4.Il
P1
Il

Il
I

11
6 7
Il
l a

R2
°
vss
Schema elettrico del circuito da realizzare per verificare
i vari aspetti funzionali del nostro flip-flop:
i componenti sono pochi e di facile reperibilità

esplicito al 4013 B, tipo ben noto se


COMPONENTI non addirittura il più comune.
Si tratta di un IC in contenitore a 14
ci= 0,1 F (ceramico) piedini, entro cui sono presenti due FF
identici (indipendenti l'uno dall'altro),
R1= 3300 2
anche se noi ne usiamo uno solo.
R2= 1 KO
A differenza delle funzioni logiche sin
IC1 = 4013 B (1/2)
qui studiate, il FF è una funzione ( elet-
DLV= LED verde
tricamente) complessa: ed è proprio per
DLR= LED rosso rendersi conto di ciò, che viene forni-
P1 = pulsante N.A. to anche lo schema elettrico dei cir-
cuiti interni che compongono un sin-
Piano di montaggio della scheda golo FF; vengono mantenute tutte le
PI diciture in inglese, in quanto sono
modulare a circuito stampato;
@ Rl
55Ga-@
con qualche piccolo adattamento
del cablaggio, essa si presta
ottimamente a realizzare anche
entrate a far parte della normale ter-
minologia, senza necessità di alcuna
traduzione dei temini in italiano.
questo importante circuito. Comunque il significato della termi-
nologia relativa ai piedini d'uscita
accende, rimanendo accesa anche se il In elettronica, per svolgere la funzio- viene spiegata nell'apposita tabella, che
pulsante viene rilasciato; solo azio- ne FF, viene utilizzata un'ampia serie indica così le possibilità di comando
nando una seconda volta il pulsante di circuiti integrati appositi, natural- relative alle varie entrate.
(dopo un intervallo di tempo lungo mente disponibili oggi in tecnologia C- Dal punto di vista operativo il 4013 B,
quanto si vuole) la LP si spegne. MOS; in genere, ne sono disponibili come del resto tutti i C-MOS, ha la
In questo esempio classico, l'accop- versioni multiple più o meno "acces- massima frequenza di lavoro legata alla
piata pulsante-FF funge quindi da com- soriate", ma la loro struttura base resta tensione di alimentazione, nel senso
mutatore ad autoaggancio o autorite- appunto quella del FF. che, maggiore è questa, maggiore è la
nuta (prestazione che potrebbe ottenersi In questo caso, data l'amplissima dispo- frequenza: in particolare, con 5V si può
anche con particolari congegni elettri- nibilità di modelli con prestazioni più lavorare sino a 7 MHz, con 10 V sino
ci o meccanici). o meno sofisticate, ci riferiamo in modo a 16 MHz e con 15 V a 24 MHz.
ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 6
GLI INTEGRATI C-MOS
··- I
A questo punto passiamo direttamente VDD
a toccare con mano il funzionamento I CLOCK D R s Q Q
del nostro FF, realizzando il circuito
di principio qui ampiamente docu- CLOCK 3
14
] Q J o o o o ]

mentato e che fa uso di una sola sezio-


ne delle due che compongono l'inte-
grato. RESE T 4
FF 2 a
r ] o o ] o
Anche questo circuito conclusivo viene
1 4013 I
1 NESSUN CAMB. DEI 0
realizzato sfruttando la solita scheda a SET 6 5 DATA o o
circuito stampato su cui ormai da un
2 X X 1 ]

anno abbiamo fatto tanta utile espe- 7 X X o 1 ] o


rienza per afferrarne in pieno le moda-
lità operative, esaminiamo prima di 1 vss 2 X X 1 1 1 1
tutto lo schema elettrico.
1-2: simbolo grafico del FF adottato
LED PER CAPIRE in questo articolo, con relativa
tabella della verità (nella quale la
Quando si dà tensione al circuito (i lettera X sta ad indicare
una condizione irrilevante).
soliti 9 V della piletta standard), il LED
rosso si accende, mentre resta spento
il LED verde; premendo anche solo per 3: ecco come si presenta
la siglatura del circuito
un attimo il pulsante P 1, si dà un impul- integrato 4013 B prodotto
so che spegne il DLR e accende il DLV, dalla Toshiba.
che resta acceso sintanto che il circui-
to non riceve altri impulsi. 4: struttura circuitale
Ignorando comunque il DLR, vediamo (in pratica, schema
chiaramente che, premendo Pl, il DLV a blocchi) dello stesso
si accende e si spegne alternativamen- integrato, che serve
te, restando nello stato in cui è sino al ad indicare, nonostante
successivo impulso; DLR non è altro la semplicità funzionale,
)>) una certa complessità realizzativa.

4
MASTER SECTION SLAVE SECT1ON
CL

TG
1G
DATA.'
CL CL CL
CL
TG

CL
SET

CL CL BUFFE RED
PIN 14=VD
PIN 7 =V55

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 7


Gli I TI C- 05
che l'opposto elettrico di DLV, per il costruttive sono ormai state ripetute vengono adottate particolari tecniche
semplice motivo che ogni sezione del troppe volte e le illustrazioni sono più circuitali abbastanza semplici dette di
FF ha due uscite, una complementare che chiare ed esplicative), se ne può debouncing (appunto antirimbalzo ).
dell'altra, appunto quelle indicate Q e verificare il funzionamento. Sempre nella fase di sperimentazione
Q che vanno a pilotare i due LED. si nota che, tenendo premuto a lungo
Per quanto riguarda il vero e proprio IL PULSANTE Pl, la commutazione delle uscite avvie-
funzionamento del FF, le due resistenze ne quando Pl viene rilasciato , in pra-
presenti in circuito hanno il semplice Può anche capitare, agendo ripetuta- tica quando il piedino di CLOCK passa
scopo di polarizzazione e limitazione. mente su P 1, che qualche volta i LED da VSS, attraverso Rl, a VDD, diven-
Tutti i componenti del nostro circuito non si accendano regolarmente, ma tando cioè positivo.
(ben 7 anzi 8, se si conta anche lo zoc- lampeggino un poco; ebbene, non si Non succede invece nulla (sempre che
colo di ICI) sono montati, come già tratta di un difetto del FF, bensì è il Pl non sia soggetto a rimbalzi) quando
accennato, sulla scheda modulare di pulsante che chiude o apre il contatto il pin CLOCK passa da VDD a VSS.
tipo universale che è stata adottata fin non in modo unico e pulito: si verifi- Con questo, chiudiamo la serie dedica-
dalla prima funzione logica e che in cano cioè, nel momento della commu- ta allo studio elementare delle funzioni
questo caso va completata (per ovvi tazione, dei rimbalzi fra i contatti. C-MOS, sperando di aver aperto un utile
motivi di adattamento) con alcuni pon- Negli innumerevoli circuiti applicativi spiraglio a coloro che intendono intra-
ticelli di collegamento aggiuntivo. che sfruttano i FF, per ovviare a que- prendere i primi passi nel grande setto-
Una volta realizzata la schecla speri- sto inconveniente che provoca incer- re della circuiteria digitale o, per meglio
mentale (le modalità e le precauzioni tezze ed irregolarità di funzionamento, dire, della logica elettronica.

Per realizzare il montaggio sperimentale del circuito Il ponticello tra il piedino n. 5 dell'integrato e l'anodo
flip-flop sull'apposita basetta modulare occorrono del led verde va realizzato usando uno spezzone
alcuni adattamenti: qui uno dei ponticelli di cavo rivestito dalla guaina isolante spellato
in filo nudo necessari. per pochi millimetri alle estremità.

COME ORDINARE LE BASETTE SPERIMENTALI


Le basette a circuito stampato per montaggi sperimentali sono
disponibili in confezioni da 5 pezzi al prezzo di L. 15.000
(comprese le spese di spedizione). Possono essere richieste inviando
anticipatamente l'importo tramite assegno bancario, vaglia postale
o versamento sul conto corrente postale N 46013207
STOCK specificando l'articolo richiesto.
RADIO STOCK RADIO - Via Panfilo Castaldi, 20 • 20124 MILANO.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 8


IL MULTIVIBRATORE BISTABILE
Flip-flop è sinonimo di multivibratore bistabile, cioè di in modo da formare il necessario anello di controrea-
circuito commutatore che presenta due stati stabili di zione.
funzionamento, per passare da li 'uno all'altro dei quali ll primo schema funzionale qui riportato nella sua ver-
occorre liii opportuno impulso di comando da li 'esterno sione più semplificata è costituito da due porte NOR col-
( ed 1111 altro ne occorre per tornare allo stato di parten- legate in modo incrociato; esso presenta due terminali
za). ldue stati stabili di uscita, opposti, corrispondono d'ingresso, S ed R S = set, cioè "impostare"; R = reset,
ai livelli logici I e O, ovvero Q e Q negato. cioè "azzerare"), e due terminali d'uscita Q e Qnor-
ll circuito, sotto l'aspetto funzionale, può essere ottenu- malmente, i li valli logici presenti sulle uscite sono com-
to connettendo fra loro 2 circuiti NANDe 2 circuiti NOR, plementari).
la caratteristica principale e fondamentale del flip-flop
consiste nel fatto che questo dispositivo possiede una
R memoria; infatti, supponendo che ad un dato istante i li-
Q velli logici su S ed R siano per esempio O e I, è possihi-
le, esaminando lo stato delle uscite, determinare quali
erano i livelli logici presenti su S ed R immediatamente
prima di quelli a/luali.
Se invece vogliamo inquadrare il FF sotto /'aspe/lo
dell'elettronica classica, cioè come puro e semplice mul-
tivibratore bistabile, ci si riferisce al secondo circuito.
ove la commutazione del FE chiaramente legata allo
stato alternativo di conduzione ed interdizione dei due
transistor; lo stato ON e OFF permane fino a che non
giunga dall'esterno un nuovo impulso di comando.
E appunto 1111 circuito di questo tipo, opportunamente
Q adattato ed ampliato. che costituisce la base su cui ven-
s 2 gono realizzate le circuiterie ben più complesse che ri-
sultano presenti all'interno dei vari circuiti integrati da
1 tempo usati.

1: lo schema
funzionale, 2
in versione
semplificata,
è costituito da
due porte NOR
collegate
a formare
un anello
di controreazione.

02'6

2: il flip-flop visto
come semplice
multivibratore
bistabile in cui
la commutazione
è chiaramente
legata allo stato
alternativo
di conduzione
dei transistor.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 9


KIT DI MONTAGGIO l

LUCI
A TEMPO DI MUSICA
Un semplice circuito per luci psichedeliche realizzato
con un sofisticato contatore digitale sincrono.
Il dispositivo è in grado di comandare 4 lampade
colorate della potenza massima di 100 W.
La centralina per luci psichedeliche
richiede per il montaggio una
notevole attenzione, visto l'alto
numero di componenti in buona
parte polarizzati.

1: l'operazione
di squadratura
di un segnale audio d'ingresso ad
opera dell'integrato TLO71,
offre elevate possibilità di amplificazione
che vanno opportunamente dosate tramite R5.

L o scopo·di un generatore di luci


psichedeliche è sempre stato quel-
lo di trasformare i suoni presenti in un
ambiente (parole, musica o anche ru-
mori) in lampi più o meno rapidi di
luci a colori differenziati.
Il circuito che qui presentiamo non fa
naturalmente eccezione a questa im-

IIILL
postazione: è realizzato secondo le
tecnologie più moderne ed è dunque 2: azione del contatore-
l'ideale per rallegrare le festicciole in divisore 4518 su un
cui si faccia un po' di musica (magari segnale audio squadrato
disco, per ballare), nonché per viva- applicato all'entrata,
per ognuna delle 4
cizzare le vetrine di negozi e comun-
uscite.
1
que in tutte quelle occasioni in cui an-
che l'occhio voglia la sua parte.
Poiché sull'utilizzo e sul funziona-
mento di un dispositivo di questo ge-
2
nere non è proprio necessario dilun- ENTRATA
garsi oltre, vediamo subito di capirne
l'impostazione passando ali' esame
dello schema elettrico.
Il segnale captato da un normale mi-
crofono viene fortemente amplificato
da IC 1, un operazionale a FET le cui
elevate caratteristiche di guadagno
portano il segnale d'uscita a sfruttare 0
tutta la tensione di alimentazione pos- ) PIN 5
sibile, trasformando i suoni in tante ::)
onde rettangolari la cui ampiezza salta PIN 6
da O a 12 V e viceversa.
))))

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993 - Pag. 11


R6

r
~
o

R2
Il R5
===IWN
I16 k a g

il J
RIO

- 7 R9
2
• I C2 8

R7 SCR1 SCR2 SCR3

a
7 117 118 CATODI

9 Ik
C2
RII I] R/3

L--·-· --· -· -· -·-· -· - -. -- ·11•· -· -·

Schema elettrico del generatore "psycolight", in grado


di pilotare, alternativamente o contemporaneamente,
4 lampade da 100 W max cadauna.

RETE

M
Piano di montaggio
del generatore completo
o..
-.J
(salvo le lampade)
su basetta di supporto
a circuito stampato;
da notare la fila dei quattro
SCR che vanno appunto
a pilotare le lampade
(o faretti) tollerando
sino a 100 W cadauno.

R-ROSSO
B-BIANCO

ALLE LAMPADE
ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993 - Paa. 12
-·-·1
5
Il
c5

I}r re LUCI A TEMPO DI MUSICA
N
RETE
Il circuito stampato visto dal lato rame in scala 1:1.

,r o

SCR4 #!
a
W%"o@l
R14
TI
C1 = 1 F (policarbonato) R15 = 3302 • 1W
c2 = 1 µF (policarbonato) IC1 = TL071
l6E 1
C3 = 220 F-16 VI. IC2 = 4518
(elettrolitico) D1 = 1N4007
C4 = 220 F-16 VI. DZ = 15 V-1W
(elettrolitico) DL 1 = DL2 = DL3 = DL4 =
C5 = 0,47 F-250 V c.a. LED rossi
(o 630 V c.c.) SCR1 = SCR2 = SCR3 =
R1 = 27000 SCR4 = TIC 106
R2 = R3.= R4 = 10K2 LP1 = LP2 = LP3 = LP4 =
R5 = 1 MQ (trimmer) lampade (o faretti) 220 V-.
R6 = 1502 100 W max
R7 = R8 = R9 = R10 = 1KO M = microfono
R11 = R12 = R13 = R14 = 1KO a condensatore

Non c'è infatti alcuna necessità di ri- conduzione e la lampada ad esso col- perdita di potenza), combinata con
spettare fedelmente la riproduzione dei legata si accende con la sua bella luce l'effetto stabilizzante del diodo Zener
suoni captati, se non la frequenza e la colorata. (R 15 ha solo lo scopo di limitare i pic-
durata, tanto più che l'integrato che se- chi di corrente che possano verificarsi
gue (mezza sezione di IC2) gradisce il I FARETTI all'atto dell'inserzione della spina nel-
pilotaggio con onde quadre. Questo in- la rete luce), fornisce i 15 V e.e che
tegrato, un contatore binario sincrono Normalmente si montano lampade servono appunto alla parte squisita-
tipo 4518 B che trasforma la sequenza (ancor meglio se faretti) di 4 colori di- mente elettronica del nostro circuito.
degli impulsi di segnale in entrata in un versi, così da rendere ben appariscente Scendendo un po' nei particolari, DZ
segnale BCD con divisione di frequen- l'effetto luminoso; la potenza consen- spedisce le semionde negative al co-
za per ognuna delle uscite, consente tita per ogni segnale è di 100 W: nel mune del circuito e limita a 15 V circa
semplicemente di attivare con sequenze caso si pretenda di più occorre prov- quelle positive: Dl perfeziona il rad-
ben precise le lampade impiegate e vedere a dissipare l'eccesso di riscal- drizzamento per le semionde positive,
questo è quel che conta. damento degli SCR montandoli ognu- C4 è il condensatore di filtro per ripu-
Le uscite di IC2 (piedini 3-4-5-6), la- no su un radiatore termico isolato. lire da residui alternati la V e.e.; segue
vorando con segnali digitali, sono a Anche l'alimentazione degli IC, cioè anche, per alimentare l'amplificatore
tensione corrispondente a 15 V (livel- quella a bassa tensione, è tratta dalla d'ingresso, una ulteriore cellula di di-
lo logico 1) oppure a O V (livello logi- rete luce, sfruttando sostanzialmente saccoppiamento R6-C3.
co O). Quando una qualsiasi (o anche la caduta di tensione che la corrente Ben poco resta da dire sullo schema, e
più d'una) delle uscite è "alta", si ac- alternata a 50 Hz subisce passando at- solo sulla parte d'ingresso: R 1 è la re-
cende il relativo led spia, la corrente traverso la reattanza del condensatore sistenza di caduta che serve per l'ali-
che lo attraversa raggiunge il gaie del- C5; questa reattanza ( che, ricordiamo- mentazione del microfono, del tipo
l'SCR corrispondente, lo fa scattare in lo, produce caduta di tensione ma non »»
ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 13
LUCI A TEMPO DI MUSICA
1 : i componenti sono piuttosto
numerosi ma non dovrebbero
presentare problemi di montaggio
se non per quelli polarizzati
di cui però è chiaramente
indicato il senso d'inserimento.
Il kit comprende tutto il
necessario per la realizzazione,
basetta a circuito stampato
inclusa.

2: er identificare la polarità
del diodo Zener è presente,
sul corpo del componente,
una fascetta scura su fondo
chiaro o trasparente: questa
va rivolta verso l'esterno
della basetta.

3; i diodi led, tutti di colore


uguale, vanno montati molto
vicini alla basetta,
praticamente a contatto
con essa.
La polarità si riconosce
come sempre da un incavo
che identifica il catodo.

4: i 4 SCR sono tutti dello stesso


tipo e occorre rispettare
il corretto senso d'inserimento.
Nel caso si desideri alimentare
lampade con potenza superiore
ai 100 W occorre fornire gli SCR
di un dispersore di calore.

5. microfono a condensatore
si salda ai terminali 7 e 8 cosiddetto a condensatore a due fili; stenze ( che non hanno problemi di po-
della basetta una volta R2 ed R3 costituiscono il partitore per larità), il trimmer R5 (che ha l'inser-
completato il montaggio. alimentare (al centro fittizio di tensio- zione obbligata dalla forma), gli zoc-
"Inscatolato" poi il circuito, ne) l'ingresso N.I. dell'integrato, con coli per gli integrati, ed i due diodi;
il microfono non deve sporgere
C2 come by-pass; R5 è il controllo di questi ultimi vanno inseriti rispettando
in quanto rimane sotto tensione.
sensibilità, che serve a determinare il la posizione della fascetta in colore
punto di intervento per l'accensione (bianco su corpo nero, o nero su corpo
delle lampade (la maggior amplifica- in vetro) che indica il terminale di ca-
zione, e quindi sensibilità d'interven- todo. Si può poi passare ai 4 LED, di
6: prima di provvedere to, si ha al massimo della resistenza). cui va scrupolosamente individuato
alla sistemazione definitiva li circuito comincia ad essere di quelli l'incavo sul bordino sporgente dal
del dispositivo nell'apposito un po' complicati da realizzare, più corpo in plastica: questo è il riferi-
contenitore conviene provare
l'efficienza del circuito
che altro per la quantità di componenti mento per il catodo.
in laboratorio facendo attenzione che vanno piazzati con cura: un moti- Vengono quindi i condensatori: Cl e
ad evitare i numerosi punti vo in più per eseguire il lavoro del C2 (senza problema alcuno); C3 e C4,
che si trovano sotto tensione montaggio su circuito stampato. che hanno il contrassegno della pola-
di rete. Si comincia col montare tutte le resi- )

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 15


LUCI A TEMPO DI MUSICA
FORO REGOLAZIONE
SENSIBILITA

KIT
PER CIRCUITI
STAMPATIo»
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite
o bachelite, con risultati tali
da soddisfare anche i tecnici
più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente Esempio di soluzione finale del dispositivo che risulta inserito per ragioni
al percloruro. di sicurezza entro un contenitore plastico di misura a piacere,
dal quale escono solamente i collegamenti alla rete ed alle lampade.
Anche il microfono non deve sporgere dal foro ma deve solamente
Caratteristiche esservi affacciato dal lato interno (essendo potenzialmente
sotto tensione).
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
rità (in genere il negativo) stampiglia- aspetto, anche se molto evidente, di
- Evita ogni contatto delle mani con il
to sulla protezione esterna in plastica un circuito di questo tipo: esso, pur-
prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche assieme alle altre diciture; infine C5, troppo, è direttamente collegato alla
dopo conservazione illimitata nel le cui ampie dimensioni sono giustifi- rete, proprio per le caratteristiche in-
tempo. cate dal fatto che la sua tensione di la- trinseche di funzionamento. Quindi,
- Il contenuto è sufficiente per trattare voro ( essendo direttamente sulla rete) questo significa semplicemente che,
più di un migliaio di centimetri qua- è di 250 V e.a. (o 630 V e.e., che si e- trafficando attorno al circuito per le o-
drati di superfici ramate. quivalgono). perazioni di controllo e collaudo, oc-
Rimangono ora da montare gli SCR, corre fare attenzione per non prendere
che vanno posizionati con la superfi- la scossa.
cie in plastica recante le diciture verso
il bordo vicino della scheda, ovvero TENSIONE DI RETE
verso il terminale d'uscita alle rispet-
Il kit per circuiti tive lampade; nell'inserimento occorre Naturalmente, il sistema per elimina-
stampati è corre- mantenere i singoli SCR ben verticali, re, o comunque ridurre al minimo,
dato di un pie-
STOCK ghevole, ricca- per evitare che qualche aletta faccia detto pericolo è quello di adottare un
contatto con quella vicina. normale trasformatore d'isolamento
RADIO mente illustrato,
in cui sono elen- A questo punto, servono alcuni termi- ( cioè un trasformatore che abbia pri-
cate tutte le ope- nali ad occhiello per i collegamenti mario e secondario, isolati, a 220 V),
razioni pratiche per la preparazione di adeguata potenza: questo può esse-
del circuito. Il suo prezzo, compren-
con l'esterno (il microfono viene col-
sivo delle spese di spedizione, è di legato, almeno provvisoriamente per il re fatto anche solo provvisoriamente,
L. 18.000. Le richieste debbono es- collaudo, a due di questi, rispettando i appunto in fase di messa a punto.
sere fatte inviando l'importo citato colori dei fili incorporati) ed è oppor- È comunque possibile arrangiarsi an-
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO • tuno prevedere per ICI ed IC2 gli ap- che in altro modo: si noti che, in corri-
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno ban- positi zoccoli: il cablaggio alle lampa- spondenza della spina di rete, sono
cario o conto corrente postale n. de esterne ed alla rete luce rende l'ap- presenti le due lettere F (per fase) ed
46013207. parecchio pronto da collaudare. N (per neutro). Bene, come molti san-
Si rende ora necessario sottolineare un )))

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 16


no, nell'impianto di casa la fase dà la stenza, si orienta il lato della scatola
scossa, il neutro no; basta allora indi-
viduare, sulla presa dell'impianto, le
in cui è il microfono verso la zona di
origine dei suoni (le lampade devono PUOI AVERLO
stesse posizioni, dopodiché inserire la
spina rispettando queste polarità: al-
meno, si sa con precisione in quali po-
risultare spente), quindi si inizia a
ruotare R5 in modo da aumentare la ANCHE IN KIT
sensibilità del dispositivo sino a che le La centralina per luci
chi punti è presente la fase (sulla ba- lampade non si accendano in pieno in psichedeliche descritta in
setta, solo nel terminale 5). corrispondenza dei livelli voluti. questo lungo e approfondito
articolo è disponibile in un
LA SCATOLA IL COLLAUDO comodo kit contenente tutti i
componenti necessari alla
Poi, una volta collaudato, il circuito Non si può dire di più, in quanto que- realizzazione più la basetta a
va sistemato entro una scatolina di sta regolazione va fatta a seconda dei circuito stampato.
plastica (due fori di fissaggio sono casi, cioè del tipo di installazione e Per richiedere la scatola di
previsti sulla basetta) da cui fuorie- delle preferenze personali: si può so- montaggio (denominata
LPS11) occorre inviare
scano solamente i fili elettrici per an- lo suggerire di tenere questa regola-
anticipatamente l'importo
dare alla rete ed alle lampade; nella zione appena sopra il minimo richie- indicato (specificando il
scatola vanno quindi preventivamente sto, sia per mantenere una buona dif- codice dell'articolo) a mezzo
eseguiti 3 fori: uno per il passaggio ferenziazione fra gli interventi delle vaglia postale, assegno
dei fili suddetti, uno per far entrare i singole lampade, sia per evitare la- bancario o conto corrente
suoni da captarsi da parte del mi- zionamento da parte di rumori indesi- postale n. 46013207
crofono, che si incolla sul bordo in- derati. intestato a: STOCK RADIO
terno (non deve sporgere perché an- In tal modo, si riesce ad avere una 20124 MILANO
ch'esso sotto tensione) ed un terzo buona sequenzialità fra i suoni emes- Via P. Castaldi, 20
per eseguire, con un cacciavite isola- si ed il lampeggiare delle luci. (tel. 02/2049831).
to, la regolazione di R5 per ritocchi e Una volta superata questa fase, la
adattamenti.
Per il collaudo, collegato l'impianto
scatola, ben riposta ma anche ben o-
rientata e vicina alle sorgenti sonore
solo
nella sua completezza ed avendo pre-
regolato R5 al minimo della sua resi-
da psichedelizzare non richiede più
alcun intervento.
42.000 lire

IL DOPPIO CONTATORE SINCRONO 4518


i tratta d un mntegrato che c ontene due dente rontatory B[ toe a
odifi ame decimale bmnaran, ogmuno det qual e costituto da quattro
tadi divisori d frequenza del upo flip-flop.
asun contatore puo essere usato indipendentemente dal altro, conta "i
avanti" e none presentable.
aturalmente RT tl reset, coe l azzeramento) basso ed EN twoé ena-
ble, lablitame)e "alto"; con questa predisposizmne, l contatore avan-
a di un contgto per ogmu trans4zone del lock verso l positivo.
L uscue vgurmno l codice BCD / 24 .8,e tutte cambuno stato n nero-
nsro.
Come opone. prono essere mesi "bass" sia RSThe CE il clockr n
tali conditomi e la transiaone vero U negativo che fa avanzare di un con
tceto, cost da poter trggrerare anche sul bordo negat o del mpulu.
il RST e reo "alto", il contatore si resetta allo stato tooo)e v rimane
fino a che RST rorn nuovamente al lvetlo "basso"
l segnali di Cl e d E dovranno essere puliti da rumore e da rimbalza di
contatti, ed inoltre presentare una sola transizione nella gusta direzion
per on conteggio desiderato, t tempi di caduta d CL ed EN devono essere
mnfenon a I) se.
la massauna frequenza di clorck e tipicamente MH: on Io h almenta
zone e 2,5 MH:con S V. La corrente totale ad I Ml: helol è 0,8 mA a 5
V.e sale a lo mA a I0 V
vss

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 17


IL MONDO \
PORTATA DI VOCE\/ Queste pagine sono
riservate ad una rubrica
dedicata interamente

h
alla radio,
per ripercorrerne a grandi
passi la storia
e risvegliare nei neofiti
l'interesse per il magico
mondo delle trasmissioni
a carattere non
commerciale, quello
dei radioamatori.
Percorreremo insieme
tutta la strada che,
attraverso varie
esperienze, ci dischiuderà
i segreti della
propagazione
e della ricezione
delle onde radio fino
a giungere un giorno
a coronare il sogno
di trasmettere a nostra
volta con la dovuta
preparazione
e competenza.

BARACCHINO
CHE PASSIONE
Nata negli Stati Uniti la Banda Cittadina, meglio nota
come CB, venne illegalmente utilizzata in Italia per molti
anni da coraggiosi pionieri. Dopo l'alluvione di Firenze
è stata legalizzata per la sua utilità sociale.

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 18


l culmine della mia "carriera" di
A radioamatore, ricevevo QSL da ogni
parte del mondo, iniziavo ad interessarmi
ai primi esperimenti di SSTV (televisio-
ne a lenta scansione) ed alla ricezione
delle immagini dai satelliti meteorologi-
ci, quando in Italia scoppia un fenomeno
imprevisto: quello della Citizen Band
(CB o Banda Cittadina).
Eh sì, cari amici d'antenna; importati
dall'America, dove la CB è sempre stata
legalmente riconosciuta, i primi trasmet-
titori vengono posti in libera vendita ma,
contraddizione tipicamente italiana, ne
era vietato l'uso. Così la banda dei 27
MHz ( 11 metri di lunghezza cl" onda) ini-
zia ad essere popolata da stazioni che tra-
smettono clandestinamente.
Ma chi erano questi nuovi carbonari?
E come si permettevano di trasmettere
senza avere né permessi né licenza? Ma Questo modernissimo ricetrasmettitore sui 27 MHz (CB) è predisposto
soprattutto senza aver fatto tutti i sacrifici per l'installazione in auto: può essere inserito nella stessa plancia
di noi OM e fregiandosi molto spesso di un'autoradio compatibile evitando un doppio montaggio. È prodotto
dell'appellativo di radioamatori. da CTE international (42010 Mancasale - RE • Via R. Sevardi, 7
La cosa mi disturbava sinceramente un Tel 0522/516660).
po'. Decido di indagare più da vicino e
per questo modifico la gamma dei 10
metri del mio ricevitore Geloso adattan-
dola per gli 11.
SIGNAL METER
TRASMISSIONI CLANDESTINE

C'era la stazione Snoopy con la sua XYL 5 7 m9


Raggio di Luna che trasmetteva dal
"monte che punge". Si dava appunta-
mento in frequenza con il suo amico
Charlie 11 che per compagna aveva la
Charlie 12 e poi si mettevano d'accordo
2a3a 51O
per andare tutti insieme a farsi due valvo-
le (bevute). POER METER
Hl era un esperto che installava barac-
chini per tutti, Alfa lima aveva un piace-
vole e fluente QSO. Verso lo 010 (Geno-
va) c'era la Susy Calor che scandalizzava Il "signal meter" o misuratore
la frequenza con trasmissioni a dir poco di segnale consente di stabilire

24
pomofoniche. la potenza del segnale delle
Trasmettendo era necessario mantenere stazioni ricevute in base ad una
l'anonimato e cercare di non essere indi- scala che va da 1 a9. In alcuni AW
apparecchi l'indicatore, anzichè

37
viduati dai centri d'ascolto e dagli agenti
a lancetta, è del tipo
dell 'Esco-post, considerati dai CB una
a led luminosi.
specie di Gestapo.
Nasce così un cifrario segreto (si fa per TX
dire) per individuare il QTH delle stazio-
ni senza dirlo espressamente in frequen-
za. Il selettore di canali è quasi
Ricordo che Tortona era la Grande torta sempre dotato di un'indicatore
e Milano lo 02, c'erano poi l'Albero digitale per la stazione in uso.
delle ciliegie (monte Brisco), la Tana del Un normale baracchino
ha solitamente 40 canali nella
tasso (Tassarolo) e decine di altri nomi, banda dei 27 MHz, 11 metri
tanto pittoreschi quanto clandestini, per di lunghezza d'onda. Spesso
individuare le varie località della zona. ci sono anche due led luminosi, uno
Nei QSO venivano usati una parte del rosso e uno verde,
codice Q, lo spelling internazionale che ci dicono se siamo in fase
») di trasmissione o ricezione.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993-Pag. 19


BARACCHINO CHE PASSIONE
NATO, e alcune delle abbreviazioni per ottenere il riconoscimento della CB
telegrafiche ma con deformazioni che in Italia occorre attendere la successiva
variavano da operatore ad operatore; conferenza di Ginevra sulle telecomuni-
alcune di queste sono state poi assunte cazioni durante la quale viene riclisegnata
nel comune linguaggio CB. la mappa delle frequenze includendo,
Alfa Lima è "il padre" dell'espressione anche per l'area 3 di cui fa parte l'Euro-
YLini (figli della YL) che si pronunciava pa, uno spazio sugli Il metri per trasmet-
i-greco-ellini deformato poi in gringhelli- titori fino a 5 watt di potenza.
ni. La potenza massima ammessa per le Uscita dalla clandestinità la CB perde
apparecchiature dalle disposizioni di quel fascino di proibito che aveva all'ini-
allora era 10 mW (10 millesimi di watt) zio e diventa per dirla con un'espressione
sufficienti sì e no per parlare con il del giornale Il sorpasso: "23 salotti nel
palazzo di fronte, sicché i CB che tra- cielo sulla città".
smettevano con I o 5 watt erano conside- Oggi i canali a disposizione sono 40 che
rati fuori legge. i baracchini, molto perfezionati, ottengo-
Nascono le prime associazioni di CB ed no con sintetizzatori di frequenza a cir-
addirittura un giornale (Il sorpasso edito cuiti integrati; i modi di emissione sono
a Genova), che con varie iniziative tenta- AMe SSB.
no di ottenere un riconoscimento di lega- Oltre al normale servizio cittadino la CB
lità per la Banda Cittadina. consente, durante le ore di "propagazione
Durante le alluvioni cli Genova e Firenze, aperta", di effettuare collegamenti a
la CB si dimostra di grande utilità perché lunga distanza, con l'America addirittura,
le apparecchiature sono portatili (cosa o con i paesi nordici dell'Europa; se
fino allora proibita per le stazioni di capita di farne qualcuno è d'obbligo lo
radioamatore) e perché il limitato scambio della QSL di cortesia come per
ambiente cittadino è particolarmente un qualsiasi QSO.
adatto alla frequenza degli Il metri; ma Old man.
Anche il baracchino esiste Fac-simile della domanda
nella versione palmare (portatile) da presentare alla direzione
con un'antenna caricata lunga circa compartimentale delle PT
20 cm. L'apparecchio può funzionare competente nella nostra
con pile o batteria ricaricabile. regione di residenza.

ALLA DIREZION E COPA RTMMENTALE P, T. applicare una Dichiara inoltre che:


marca da
baio da (- utilizzerà esclusivamente le frequenze stabilite con DD. MM. 15/7/77 e 2/4/85
~. 15.000 - adotterà in frequenza lo pseudonimo ..
Il sottoscritto:
- utilizzerà l'apparato personalmente pure lo farà utilizzare dai seguenti
(cognome e nome) .. familiari inclusi nel nucleo lfamiliare specificato, assumendosene tutte le
(luogo di nascita) (data di nascita) . responsabilità.
(comune di residenza) (cap.) . 1) (oog,ome e nome) 2) (oog,ome e nome)
(Via o Piazza) (numero civico) . 3) (oog,ome e nome) 4) (oog,omt e nome) .
CHIEDE
a nonma di quanto previsto dalrart. 334 D. P.R. 2913173, l'autorizzazione all'uso lega alla presene:
di nr .................apparatoi radioricetrasmittente/i di debole potenza per gli Aie tazione comprovante I'aweerubo versamento su oc p, ne375402, inlestabo al a Direziono Compari mntale
scopi di cui al punto 8 del predetto articolo 334: PI ERUM. V, del canon annuo d Lire: 15.000 per ogni apparato.
M 1 marca da bollo da Lit 10.000
(marca e modello) (serie) . Certificato in bolo.

A tal fine dichiara (ai sensi art. 2 legge 4/1/68, N° 15) consapevole delle Luogo e data... ...o..........Firm a (da autenticare)
responsabilità penali cui può andare incontro in caso di dichiarazione mendace. PARTE RISERVATA ALL'AUTENTICAZION E DELLA SOTTOSCR IZION E
A) di essere nato a il .
B8) di essere residente in via ..
C) di essere cittadino italiano
(intestazione dlt'ufficio)
O) che il proprio nucleo familiare é composto da:
(da compilare qualora l'uso de i appar ati voglia essere esteso anche si familiari conviventi)
vi del'art. 2O Leggo /1/68, N 15 atta dhw l Si
ldtnUcato oon
(relazione parentela)
1) (oogme e nome) ................................ (uogoedatacinasata) CAPO FAMIGLIA
Rilasciato in data ... da ..
2) (0ognome e nor) ................................. (uogo e data d nssita) Preventivamene ammonito sule responsabilità penali au può andare oonto in caso d dichiara.zone
n

3) (oog,ome e nome)...... .. (uogo e dataci nasata) medaoo, ha sottoarito, n mia presenza, le dichiarazioni sostitutive dei oorffcai d aui ai punti:
4) (oog,ome e nome) .. (kJogo e data ci nasata)
5) (oog,oi;nt e nome) (kJogo e dataci nasàla) Luogo e data . .. (i Funzionario)

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 20


INSTALLAZIONE ALLA PORTATA DI TUTTI
L'uso maggiore del baracchino è
quello che si ejfeuuo in macchina e
in barca. per non essere soli ma
.,opraII111to per ,··onwnica:ioni di ANTENNA GROUND PLANE
emerwm:a. Il rischio è che presto
questo mezzo venga sgominato dal
tdefo,w rellulote. Sta ai CB renderlo
indispensabile scoprendrme 1111uve
pouihilità.
L'installazione è molto semplice e in
tutto simile a que/lu di una comune
autoradio. C'è i11 più 1111 microfono e
{ ·ontemw. 1111 po· diversa, va rtirnta
per il massimo rendimento.
orma/mente il baracchino viene
installato su un supporto sottoplan-
cia e alimentato prelevando la cor-
rente de/l'impianto di bnrdo dalla
presa dell'accendisigari.
L ·w11e1111t1 vo inxrallata il più possibi-
le in centro al tetto della vettura in
quanto si ratta abitualmente di uno
stilo, caricato alla base da uno hobi-
na che lo allunga elettricamente. al
ALIMENTATORE
ROSMETRO I

)
CAVO DI DISCESA
TIPO RG 58/U
\ \
quo/e il tetto dell'auto fa da piano di
2A·l2.6 V
terra ripor/al().
La taratura dell'antenna avviene con
1 • impiego di 1111 normale rosmetm. le
istruzioni sono quelle presentate
Quando si installa una stazione base il rosmetro viene
nella puntata precedente. collegato all'apparecchio solo per il tempo necessario
Se le onde stazionarie non sono nei ad eseguire le prove dopodichè può essere eliminato
limiti I 111ax 1,5: I) si ogisce sulla /un- collegando direttamente il cavo coassiale
ghe::..;::a dello stilo clie 11.ormalme111e è al trasmettitore. L'antenna ground piane può essere
regolabile tramite un morsetto. installata sia sul tetto sia su un balcone.
on riuscendo per questa via si può
anche provare (l{/ i11clì11are /egger-
1111'11U: lo stilo rispetto al teflu. Per installare una stazione mobile in auto o in
Se il baracchino viene installato in barca non è necessario utilizzare l'alimentatore
asa come stazione base, deve essere perchè solitamente la tensione di
necessarìamenre alimentmo a 12 volt funzionamento del baracchino (12 V) è uguale a
:·orrenre conrinua. quella della batteria del mezzo. Nel caso di
camion invece ( con batteria a 24 V) occorre un
Essendo [ 'assorbimento dell'appa-
riduttore di tesione.
recchio molto varicrf?ile quando si
passa in trnsmissione e si parla nel
microfono, 11011 va bene 1111 normale
alimentatore ma ne occorre 11110 con
la tensione d'uscita stabìli::.ata.
e ne trovano in commercio ma può
essere facilmente autocostruito.
La potenza erogabile deve essere
intorno a 15-18 wolt.
L'antenna può essere di tipo ground
piane" 114 d'ondt1 con stilo e rcu/;ali
lunghi 2 metri e 75 cm.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 21


PROTEZIONE

Un utile dispositivo di protezione che impedisce alle


sovratensioni, causate da fulmini o malfunzionamenti ,
di danneggiare gli apparecchi elettrici. E anche indicato
per salvaguardare /'alimentatore da forti campi a RF
prodotti dai trasmettitori.
Il dispositivo di protezione contro
le sovratensioni si caratterizza
per la notevole compattezza e la facilità
della realizzazione che va comunque eseguita
usando la basetta a circuito stampato.

13,5 yce

Stru ttu ra tipica


schem atizza ta
di un alim entatore
stabilizza to da rete.
R = rete luce in c.a. R
T = trasformatore s
C= capacità
di livellamento
S = circuito +
stabilizzatore u
U = uscita in c.c. e

n po' tutti gli alimentatori da rete 12-14 V d'uscita, prelevando ed elabo- za) presenti in questo stadio possono, a
U stabilizzati (che sono quindi la stra-
grande maggioranza) possiedono un
rando opportunamente la tensione di
rete, usano, come primo e fondamentale
seguito di corto circuiti esterni da cui
non siano sufficientemente protetti, o
pericolo intrinseco, connaturato cioè componente, un trasformatore il cu.i per qualche scarica d'alta tensione che
con la loro circuiteria realizzativa: nel secondario, per compensare le cadute rientri dalla rete luce in caso di fulmini
caso di guasto, o anche in presenza di sul circuito di raddrizzamento e sul vicini o per cause qualsiasi di deteriora-
forti campi a RF, può succedere facil- regolatore-serie normalmente presente, mento, guastarsi: e possiamo star sicuri
mente che la tensione d'uscita diventi è a tensione (alternata) compresa fra 16 che, in questo caso, non si "aprono"
improvvisamente quasi il doppio di e 18 V almeno. Una volta raddrizzata e quasi mai, ma vanno regolarmente in
quella nominale. filtrata, questa tensione ( continua) assu- corto.
In altre parole, ci si può trovare (in pre- me un valore appunto compreso fra 22 e La conseguenza inevitabile è che i 22-
senza delle anomalie sopra citate) con 24 V e.e. 24 V (almeno) già citati ce li ritroviamo
una tensione che, invece di essere i clas- Questa tensione viene poi applicata allo tutti in uscita: e allora, molto spesso,
sici 12-14 V e.e. salta di colpo a 22-24 stadio stabilizzatore di tensione, che addio radio, addio registratore, addio
V (o anche di più). provvede a ridurla ai 12-14 V e.e. pre- TV, ecc.
Il motivo è piuttosto semplice: i normali visti. Sì certo: gli apparati in genere sono pro-
alimentatori in grado di fornire appunto Bene, i transistor (specie quelli di poten- )>»

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993 - Pag. 23


F1
: I I (e=,) I I I i ii

@
R3

~+ .Il. s
scRL,
t
DZl

3 ?".
°
TJ

t
I

c1

io lit o» » od a t i » » e

Schema elettrico del dispositivo OVP, cioè di protezione


contro le sovratensioni sull'alimentazione in c.c.

tetti da fusibile, il quale però presenta


COMPONENTI un certo tempo di reazione (vale a dire
C1 = 0,1 F (ceramico) D1 = diodo 100 V-6 A che prima di riuscire a bruciare deve
c2 = 100 F-35 VI DZ1 = Zener 12 V-1W passare una qualche frazione di secon-
(elettrolitico) LP1 = lampadina pisello 24 V do); i transistor invece, che sono molto
F1 = (v. testo) più bravi, hanno tempi di reazione asso-
C3 = 0,1 F (cer.amico)
SCR = (v testo) lutamente trascurabili (almeno in questo
R1 = 2202 (trimmer)
senso), e in una qualche frazione di
R2 = 100 2 2 morsettiere a vite per c.s.
secondo se ne bruciano a iosa salvando
R3 = (v. testo) con 4 contatti
l'apparecchio alimentato.
Se poi consideriamo che i fusibili sono
surdimensionati (perché salta il fusibile

o, l BE da 2 A? mettiamolo da 4 per essere più


sicuri), il gioco è ancora più facile.
Abbiamo accennato all'eventuale pre-
senza di forti campi a RF: se per esem-

i-+'!' ■ ■ 1· \
pio l'alimentatore è destinato a far fun-
zionare un trasmettitore di alta potenza,
o addirittura un amplificatore lineare, la
a ca, RF emessa nell'ambiente circostante gli

Il
t.
.. s---
I I I 4. apparati può essere tanto intensa da
essere captata dalla circuiteria interna
dell'alimentatore e andare così a modifi-
care profondamente le condizioni di
f: _,,..,_ lavoro dei vari transistor o (specialmen-
te) integrati, con risultati analogamente
disastrosi.
Inoltre, più l'alimentatore è potente,
maggiore è la corrente che ne può uscire

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 24


ELIMINARE L
Il circuito stampato visto dal lato rame in scala 1 :1 Con la stessa soluzione circuitale, si può
evidenzia la generosa dimensione delle piste. portare il dispositivo a funzionare anche
con tensioni superiori fino a 48 V;
occorre però adeguare il valore dello
zener, che deve sempre essere appena
inferiore alla tensione di intervento.
A questo punto, passiamo ad occuparci
della realizzazione pratica del nostro
circuito, montato su una piccola scheda
a circuito stampato; il circuito in sè è
piuttosto semplice da mettere assieme,
ma presenta una particolarità di cui
occorre tenere ben conto: le correnti in
gioco sono abbastanza elevate ( o quanto
Piano di montaggio della basetta a circuito stampato meno, dobbiamo prevedere che lo pos-
su cui sono inseriti tutti i componenti riportati sano essere).
a schema.
CORRENTI ELEVATE

Già abbiamo visto che i morsetti


d'entrata e d'uscita sono sdoppiati
(devono comunque essere scelti di
buona qualità, per essere in grado di
sopportare 10-15 A cadauno); anche i
percorsi sullo stampato devono essere
adeguati al servizio, vale a dire che
alcune delle piste vanno previste suffi-
cientemente ampie per una portata di
10-15 A.
Se poi le correnti in gioco sono ancor
(e un po' anche la tensione del trasfor- zione, R3). più alte, diciamo 15-30 A, allora è
matore), e quindi più facilmente si pos- La saturazione dell' SCR è praticamente necessario ricoprire accuratamente con
sono verificare danni. un cortocircuito, che si verifica stagno le piste direttamente interessate
Per tutti questi motivi e per evitare i nell'istante in cui si è prodotta la sovra- al passaggio di queste correnti: ciò
problemi che ne possono derivare, tensione, quindi la tensione di alimenta- migliora considerevolmente la conduci-
abbiamo ritenuto opportuno realizzare e zione crolla, se non a zero, ad un valore bilità elettrica dei percorsi.
proporre il semplice dispositivo qui illu- molto basso, e comunque di sufficiente Ora che abbiamo motivato il disegno
strato, il cui schema del resto, almeno in tranquillità: ciò significa intanto che il del circuito stampato, possiamo occu-
parte, è già stato ampiamente adottato; nostro apparecchio è salvo. parci del suo montaggio.
come al solito esaminiamone il funzio- Ma non è finita qui: il corto rappresenta- ))»

namento, che si riduce a quanto segue. to da SCR provoca naturalmente un


forte aumento della corrente erogata
COME FUNZIONA dal\' alimentatore, che passa attraverso il
fusibile, il quale fa il suo dovere bru-
Applicata un tensione e.e. ai morsetti di ciando in qualche frazione di secondo:
entrata E (che sono sdoppiati per con- ora il problema della protezione è defi-
senti.re il passaggio anche di correnti nitivamente risolto, evitando sia ulterio-
piuttosto forti), intanto che la tensione ri danni ali' alimentatore che qualsiasi
resta sotto i12V circa, il circuito non fa danno ali' apparecchio.
altro che consentire il trasferimento Col fusibile bruciato, LPl si accende,
inalterato del!' alimentazione ali' uscita segnalando così l'intervento e funzio-
U (anche qui, ovviamente, morsetti nando come spia di allarme per la sosti-
sdoppiati). Se invece la tensione supera tuzione dello stesso.
di qualcosa i 12 V, lo zener DZl entra Sullo schema non e' è altro da dire, se
in conduzione (a seconda del posiziona- non che DI, C2 e C3 servono a smorza-
mento di Rl ), e la corrente che vi circo- re le tensioni oscillatorie che possono I morsetti del dispositivo devono
la polarizza il gate di SCR sino ad inne- nascere quando SCR scatta in conduzio- essere quelli previsti per la tensione
scarne la conduzione netta (c'è solo una ne, filtrandone i disturbi e proteggendo di rete a causa delle forti correnti
bassa resistenza di limitazione e prote- l'apparato alimentato. che potrebbero dover sopportare.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 25


ELIMINARE LE SOVRATENSIONI
È come al solito consigliabile partire dai
componenti piccoli, che in questo caso
sono pochi, ma resterebbero scomodi e
soffocati; quindi si inseriscono la resi-
stenza R2, i condensatori CI e C3 e il
diodo zener. Solo per quest'ultimo va
tenuto conto della polarità di inserimen-
L'SCR, che to , riferendosi alla striscia in colore
costituisce
il cuore del
che, sul corpo dello stesso, è dalla parte
nostro circuito, del catodo.
va fissato con Poi si può inserire DI, che ha lo stesso
dado e rondella tipo di contrassegno ora visto, e C2,
autobloccante direttamente marchiato col simbolo
avvitati sul suo (positivo o negativo a seconda del
stesso gambo costruttore); si montano poi R3 ed i
filettato; visto componenti elettromeccanici (morsettie-
che il dado re, portafusibile, trimmer).
stesso provvede L'inserzione del diodo qui prescelto
al contatto ( del tipo C 13 8 per essere sicuri di otte-
elettrico nere il massimo della corrente) è obbli-
non c'è alcun
gata, in quanto consiste nell'imbullonar-
elemento
da saldare. lo nel foro centrale della schedina
(all'atto dell'acquisto, esso viene fornito
completo di rondella e dado). Due pic-
coli spezzoni di cavetto isolato (sottile
per il gate e piuttosto grosso per il cato-
do) provvedono poi a collegare l'SCR
alla basetta.
Rimane infine da montare LPI, che
teniamo per ultima data una certa deli-
catezza meccanica delle lampadine a
pisello.

FUSIBILE DI PROTEZIONE
SCR E CORRENTE Non basta: manca ancora, a bordo, la
Valore di R3 Corrente SCR Tipo Riferendoci alla corrente che "ciambella di salvataggio", vale a dire il
(0 e W) max In A da a suggerito l'alimentatore in uso è in grado fusibile, che deve essere dello stesso
di erogare I'SCR previsto a sche- valore di quello presente sull'alimenta-
0,47-5 3 4 (75) C106 ma deve essere adattato caso per tore a batteria dell'apparecchiatura cbe
caso. in linea di massima secon- vogliamo proteggere; se le apparecchia-
0.22-7 10 12 (100) C126 do la tabella riportata a lato. ture fossero più d'una (per esempio,
O, 10-15 30 35 (200) C138 Occorre tener presente che, al RTX e lineare), allora si devono som-
momento dell'innesco e per la mare i valori di corrente ed adeguare il
frazione di secondo che il fusibi- fusibile. A questo punto la schedina,
k le impiega a bruciare, nell'SCR eventualmente inserita in un adatto sca-
circola una corrente elevatissi- tolino a piacere, va collegata all'impian-
G ma; fortunatamente però si può to; c'è per questo un'illustrazione che

s
a k speculare sul fatto che gli SCR suggerisce come.
sopportano correnti di picco Il doppio morsetto d'entrata serve per
enormemente più elevate di eseguire il collegamento verso l' alimen-
quello che è il loro valore stan- tatore con doppi cavetti (meglio se corti
e 125 dard in c.c. (e infatti in tabella, i e grossi); la doppia uscita può servire
valori tollerati dai vari tipi di per utilizzazioni multiple oppure, ancor

7
SCR consigliati sono appunto meglio, per raddoppiare il collegamento
indicati fra parentesi). ali' utenza singola.
l V lo Naturalmente esistono molti Ora è necessario procedere ad una sem-
a corrispondenti di questi diodi. plice operazione di taratura, comincian-
k
do col mettere il cursore di Rl tutto
ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 26
girato verso il e col togliere il fusibile
F 1; la tensione d'uscita dell'alimentato- AL
re va regolata alla tensione limite di
13,5 V (consigliabile non oltre i 14 V).
Poi si comincia a regolare lentamente
Rl sino a che LPl si accende di colpo;
si ritorna appena appena indietro con la
regolazione di RI, e si spegne subito
l'alimentatore.
Ovviamente, si spegne anche LPI, che
deve restare spenta riaccendendo l'ali-
mentatore; ora il circuito è tarato, e
provvede a scattare automaticamente
non appena la V di alimentazione rag-
giunge la tensione di taratura (se ci
siamo ricordati di rimettere il fusibile,
questo brucia regolarmente non appena
il dispositivo interviene).
Evidentemente, questo circuito è desti-
nato a non funzionare mai, se non quan-
do si guasta l'alimentatore; cioè un po'
come un'assicurazione infortuni: augu- Modo di inserimento del circuito di protezione in serie
riamoci di aver speso i nostri quattro all'impianto utilizzatore; è fatto l'esempio di un apparato ricetrasmittente;
soldi inutilmente e di non avere mai si raccomandano (specialmente fra alimentatore
bisogno che intervenga. e circuito OVP) collegamenti corti e grossi.

I
• re
Sperimentare e.
iscono alla fiamma determinate
sostanze? Scopriamo gli splendidi colori

che si producono e realizziamo allegri
fuochi <l'artificio casalinghi.

• miniaturizzare
Renortaae La voglia di
id"cose che ci circondano
non conosce ostacoli: un vero maestro ha
creato uno straordinario luna park dove,
ridotte a modellini, trovano posto, e
funzionano, tutte le giostre del mondo.

• simpatiche
Natalesoluzioni
luminoso Tante
per addobbare la tua
casa con variopinte decorazioni natalizie:
impariamo come costruire, riparare o
modificare i cordoni di luci.

COSA BISOGNA SAPERE


PER COSTRUIRE UNA SCALA
I,I,IIII
Grazie alla
miniaturizzazione
del sensore racchiude
funzioni che fino a pochi
anni fa richiedevano diversi
apparecchi: telecamera,
videoregistratore, monitor.
E dotata di automatismi
che garantiscono
a chiunque riprese
tecnicamente perfette.
Alcuni modelli stanno
nel palmo di una mano.

DENTRO
LA VIDEOCAMERA L'integrato che
contiene il sensore
CCD misura
L a videocamera permette di realizza-
re riprese televisive e di registrarle
contemporaneamente su una normale
solitamente 1 cmq.
È soprattutto
videocassetta.
grazie a questo Fino a pochi anni fa queste due opera-
componente che è zioni, ormai alla portata di tutti, oltre ad
stato possibile unire essere più complicate richiedevano
telecamera, monitor l'uso di due apparecchiature separate:
e videoregistratore. telecamera e videoregistratore. Oggi
tutto è incorporato in un unico oggetto,
grazie alla miniaturizzazione del!' elet-
tronica, ed in particolare dei componen-
ti per la ripresa televisiva.
Dieci anni fa il dispositivo in grado di
O
rispondere alle variazioni di luminosità
z di un'immagine generando gli impulsi
o
3& elettrici che formano il segnale televisi-
vo era il cosiddetto "tubo elettronico di
ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 28
ripresa", spesso chiamato anche "vidi- Tutte le testine di registrazione
con". Oggi è sostituito da un micro-cir- audio e video, fisse e rotanti,
sono estremamente
cuito chiamato "sensore", su cui si
miniaturizzate tanto da poter
proietta l'immagine focalizzata dalle
essere montate
lenti di un obiettivo. su un unico supporto.
Nelle videocamere più sofisticate
le testine possono essere anche
ISENSORICCD 9: 4 per la registrazione video,
4 rotanti per quella audio
I sensori delle moderne telecamere e una fissa di cancellazione.
sono costituiti da componenti chiamati
CCD, realizzati con la tecnologia dei
semiconduttori. Le tre lettere sono le
iniziali del termine inglese Charge
Coupled Device cioè dispositivo ad
accoppiamento di carica.
Questi elementi, raggruppati in un
unico circuito integrato, sono disposti a
matrice, cioè su righe e su colonne, e
ognuno di essi si comporta come un
fotodiodo. È cioè sensibile alla luce ed
è in grado di generare una quantità di
carica elettrica (e quindi una tensione)
proporzionale ali' intensità della porzio-
ne dell'immagine che "cade" su di
esso. Per registrare il colore i dispositi-
vi sono di tre tipi, ciascuno sensibile ad
uno dei tre colori primari (rosso, verde,
blu) che compongono la luce.
Ciascun "pacchetto" di cariche viene
accumulato in un micro- condensatore.
L'immagine viene così trasformata in
un mosaico, dove ciascun elemento è Le innumerevoli funzioni di cui sono dotate le moderne videocamere
memorizzato nel valore di tensione rispondono tutte a comandi disposti in modo razionale e raggiungibili
elettrica del micro-condensatore. con la mano che impugna l'apparecchio. Normalmente esiste anche
)))» un display ricco di informazioni.

Schema molto semplificato del principio di funzionamento


6 del sensore CCD: un'immagine viene focalizzata
dall'obiettivo su una serie di elementi sensibili alla
luce, disposti secondo righe e colonne. Su ciascuna riga,
gli elementi generano una quantità di carica elettrica Q
proporzionale alla luminosità di quella zona dell'immagine.
Ad una luminosità maggiore corrisponde una carica
maggiore. Applicando ai dispositivi un impulso elettrico,
le cariche scorrono da un elemento CCD all'altro. Dalle
cariche che via via "escono" dalla riga si ottengono i valori
di tensione che costituiscono il segnale televisivo di riga.
ZONA ZONA
PIU' SCURA CHIARA
USCITA
I DELL'IMPULSO
DISPOSITIVI eco DI TENSIONE
DELLA RIGA 3 CORRISPONDENTE
A 010
010

•••
01 02 03 04

----
SITUAZIONE DOPO
L'APPLICAZIONE
DI UN IMPULSO
I\_
ELETTRICO
01 02 03 09

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 29


Questo valore si chiama pixel (contra-
zione di due parole inglesi: picture ele-
ment, cioè elemento di immagine).
Sui cataloghi viene chiamato pixel
anche il singolo componente a semicon-
duttore. Il sensore ha tipicamente una
superficie di circa un centimetro qua-
drato, e contiene quasi mezzo milione
di pixel. Maggiore è il numero di CCD
in un sensore, più alta è la definizione
delle immagini, cioè la capacità di
riprodurre i più piccoli dettagli dei sog-
getti che vengono ripresi.
I sensori a CCD sono realizzati con una
tecnologia tale che permette, applican-
do impulsi elettrici, di fare scorrere le
cariche da un pixel all'altro. In questo
modo avviene la scansione dell'imma-
gine, cioè i diversi valori di tensione
vengono "letti" da un circuito che com-
pone il segnale televisivo in uscita da
I microfoni zoom ciascuna riga.
stereofonici contengono
4 piccoli microfoni
a condensatore, due per
la stereofonia e VIDEOREGISTRATORE
due per il controllo E MONITOR
direzionale: a seconda delle
informazioni che ricevono Il sensore e i vari circuiti integrati per
dallo zoom ottico l'amplificazione ed il controllo del
cambiano gradualmente le segnale televisivo, cioè tutti i compo-
caratteristiche di ricezione. nenti della telecamera vera e propria,
stanno in pochi centimetri cubi. Quasi
tutto il volume interno di una videoca-
Una videocamera mera è occupato dai componenti elet-
semiprofessionale tronici ed elettromeccanici del videore-
permette di registrare gistratore.
le immagini
Per registrare le alte frequenze dei
su nastri
VHS ottenendo
segnali televisivi occorre un'elevata
effetti speciali sia velocità relativa fra testine e nastro: per
audio sia video. ottenerla evitando lunghezze di nastro
La qualità enormi non solo scorre il nastro ma
della registrazione anche le testine si muovono essendo
è migliore rispetto montate su un tamburo rotante, a cui si
ai modelli compatti. avvolge il nastro.
Esistono poi la testina per la registra-
zione del suono, che avviene attraverso
un microfono incorporato nella video-
camera, e la testina per la cancellazio-
ne. Certi apparecchi sono in grado di
effettuare registrazioni stereofoniche e
Una videocamera quindi contengono due testine per la
compatta sta registrazione audio.
nel palmo di una
Esistono poi tre motori: il primo per la
mano e pesa meno
di 1 Kg: rotazione del tamburo contenente le
le sue funzioni sono testine di registrazione video, il secon-
sempre numerose do per lo scorrimento del nastro, il terzo
e la registrazione per il posizionamento del nastro
avviene su cassette all'interno del sistema di testine. La
di piccolo formato. velocità dei primi due viene regolata
con alta precisione mediante circuiti di
ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 30
controllo automatico, perché da essa
dipende la buona qualità della registra-
zione.
Il segnale televisivo generato dalla tele-
camera oltre ad essere registrato giunge
anche a un micro-monitor in bianco e
nero le cui imm agini sono visibili attra-
«02
verso l'oculare. Oltre a svolgere la fun-
zione di mirino, esso permette di rive-
dere una ripresa subito dopo averla
effettuata, e quindi di rifarla se non è
soddisfacente.
La videocamera può infatti funzionare XI
X6
in due modalità fondamentali: la prima
è quella di ripresa, la seconda di ripro-
duzione. Nel secondo caso sono dispo-
nibili tutti i comandi del videoregistra-
tore: stop, avanti, indietro, fermo-
immagine.

Lo zoom, presente con varie


AUTOMATISMI possibilità d'ingrandimento su
E FUNZIONI INTELLIGENTI tutti i modelli di videocamera,
è normalmente dotato
Ogni videocamera è dotata di obiettivo di motorino che consente
zoom, dotato cioè di focale variabile. È di regolare con precisione
l'inquadratura prescelta
così possibile scegliere per ogni sogget-
agendo su due pulsanti,
to l'inquadratura ritenuta migliore. uno per allargare, l'altro
L'ingrandimento dell'obiettivo viene per stringere il campo.
regolato da un motore comandato con
un pulsante posto in posizione molto
agevole, in modo da permettere le
"zoomate" anche durante la ripresa.
Come
La messa a fuoco e la determinazione accessorio
corretta del valore di apertura del dia- per molte
framma dell'obiettivo avvengono in videocamere è
modo completamente automatico, gra- disponibile un
zie a dispositivi simili a quelli presenti generatore di
nelle macchine fotografiche. caratteri che
Assieme a questi automatismi che evi- consente
tano ogni problema tecnico di ripresa, i di sovraimporre
cataloghi delle videocamere presentano alle immagini
un numero sempre crescente di altre titoli, date,
funzioni. Una delle più interessanti e nomi o
anche più pubblicizzate è lo stabilizza- quant'altro
ci venga
tore automatico di immagini, che evita
in mente.
di ritrovare sulla videoregistrazione gli
effetti sgradevoli dovuti al tremolio
))»

Come nelle fotocamere


è possibile regolare la velocità
dell'otturatore ottenendo
una migliore definizione delle
immagini in veloce movimento:
questa funzione può essere
selezionata sia manualmente
sia automaticamente.

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 31


DENTRO
LA VIDEOCAMERA
TUTTI I MESI
Un'opera completa e
assolutamente gratuita che
della mano. guida, con testi chiari ed
Il sistema si basa sul confronto fra esaurienti, con grandi
l'immagine che viene ripresa in un illustrazioni tutte a colori,
certo istante e quella ripresa preceden-
temente, che viene trasferita alla nell'affascinante mondo
memoria di un microprocessore. dell'elettronica.
Il computer è programmato per rilevare
le differenze fra le due immagini e per
stimare da queste il movimento invo- Le ricche dispense mensili
lontario dell'operatore, che viene com- di 4 pagine sono dedicate
pensato automaticamente, cioè non soprattutto a chi comincia ma
viene registrato. contengono tanti approfondimenti
interessanti anche per i più
I DIVERSI STANDARD esperti.
Non tutte le videocamere funzionano
con lo stesso standard di videocassette. Raccogliendo e conservando
Vanno innanzitutto distinte quelle con gli inserti si collezione, fascicolo
nastri VHS oppure Video8, che richie- dopo fascicolo un completo ed
dono due tipi diversi di videoregistrato- inedito manuale sull'elettronica
re per riprodurre le cassette registrate.
Per ciascun formato del nastro si ha poi
di base.
la possibilità di registrare le immagini Ma bisogna non perderne
con diversa definizione, cioè con un neanche un numero
diverso numero di righe televisive.
Ad esempio nel caso del VHS le righe
sono 200, nel caso del SuperVHS sono
450, e questo significa avere immagini
di qualità superiore perché molto più
ricche di dettagli. I prezzi sono
ali' incirca il doppio nel secondo caso,
sia per la videocamera che per il video-
registratore.
I modelli più pratici sono quelli com-
patti, veri e propri gioielli della tecnica
che pesano meno di un chilogrammo e
stanno nel palmo di una mano. Sono
prodotti per i formati Video8 e VHS-C.
LEMl P%
Nel secondo caso la C sta appunto per
"compatto" e identifica le speciali [LII
videocassette richieste da questi model-
li, che hanno dimensione pari a meno
della metà di quelle VHS normali.
Per riprodurle su un videoregistratore
VHS occorre acquistare un apposito
adattatore.
Oltre ovviamente a scegliere videoca-
mera e videoregistratore compatibili fra
loro è consigliabile acquistare apparec-
chi dotati della possibilità di effettuare
montaggi audio-visivi.
Sul mercato infatti si stanno diffonden-
do diversi modelli che rendono facile
creare le colonne sonore e anche certi
effetti speciali, il tutto a beneficio di
risultati senza dubbio spettacolari.
UN LINGUAGGIO
UNIVERSALE
Esiste una lingua che permette di leggere i circuiti elettronici
in ogni parte del mondo: quella degli schemi elettrici e pratici.
Il suo alfabeto è formato dai simboli (in questo caso pratici) dei vari
componenti che uniti sapientemente formano circuiti funzionanti.

l'er ,,,,..,.. a termine


qualsiasi realizzazione elettri
il fondamentale disp'orr~ .r. 1
·\
M

del due schemi di montaggio ..,;i.


quello elettrico e queli iato. - e i-.' ii: t.


t
• i
1· {++
·+_f--@
. ~-·-~•...-·
~·-,-■-
,
..
BOBINA
000001 un vero alfabeto
Qualunque apparecchio elettronico contiene dei circuiti, i quali a loro
Il simbolo assomiglia molto volta sono insiemi di componenti connessi fra loro. Per descrivere un
alla sua reale struttura. circuito elettronico si traccia un disegno, chiamato schema elettrico.
CONDENSATORE ] dove i vari componenti sono rappresentati con simboli.
Questi sono paragonabili alle lettere dell'alfabeto di una lingua: le lette-

ll-
Il condensatore normale si
re, disposte in un certo ordine, formano delle parole con un preciso
significato; i simboli elettronici, opportunamente collegati fra loro, rap-
presentano un circuito che svolge una determinata funzione.
Le resistenze (chiamate anche resistori) e i condensatori sono sempre
disegna con due rettangolini pieni. presenti nei circuiti elettronici. Le prime hanno la funzione di stabilire
determinate tensioni e correnti elettriche e ad esse è associata una gran-
dezza fisica chiamata resistenza, il cui valore va sempre indicato vicino
al simbolo. I condensatori sono i componenti in grado di accumulare
cariche elettriche. Svolgono inoltre importanti funzioni di filtraggio sui
segnali elettrici che passano in un circuito, cioè ne lasciano passare alcu-
Il condensatore elettrolitico ni mentre ne bloccano altri.
riporta l'indicazione di polarità. La funzione delle bobine, che per loro natura son.o in grado di generare
un campo magnetico, è complementare a quella dei condensatori nella
realizzazione dei filtri. I condensatori e le bobine vengono rappresentati
su uno schema indicando a fianco del simbolo il valore della capacità e
dell'induttanza rispettivamente.
Con una coppia di bobine si realizza un trasformatore, cioè il compo-
Il condensatore variabile nente in grado di abbassare o alzare una tensione alternata, applicata al
è attraversato da una freccia. circuito primario (la bobina indicata a sinistra nel simbolo) ad un valore
ottenuto ai capi della bobina chiamata secondaria (indicata a destra).
DIODO I diodi e i transistor sono i componenti di base dell'elettronica moder-
na, grazie ai quali si possono realizzare le più svariate apparecchiature.
Ne esistono di numerosi tipi, alcuni dei quali specializzati per certe
applicazioni (come ad esempio i diodi Zener o i LED). Tutti questi com-
ponenti (e i loro derivati quali SCR, diac, triac) sono contraddistinti da
Il simbolo contiene un codice, riportato nei vari cataloghi, che è opportuno indicare a fianco
l'indicazione di anodo e catodo. del simbolo grafico.
I circuiti integrati all'esterno si assomigliano tutti ed è quindi obbliga-
torio indicare negli schemi elettrici il codice che identifica la funzione
svolta, scrivendolo a fianco del simbolo o all'interno dello stesso. Se in
un circuito viene inserito un cristallo di quarzo, è bene indicare anche la
frequenza delle oscillazioni da esso generate.
Nel diodo Zener al triangolino
si oppone una zeta stilizzata.
INTEGRATO

Il triac è formato da due diodi


Il diac conduce quando SCR collegati.
la tensione supera un certo valore. 4

A-ANODO

Il varicap è un diodo A seconda dei casi si disegna


Nel diodo led la freccia spezzata un rettangolo o un triangolo.
indica la luminosità.

ao [ GENERATORE ][ INTERRUTTORE
+ -
@ -
Nel diodo SCR le polarità L'alimentazione e la sua L'interruttore meccanico
da identificare sono 3. polarità vengono così disegnati. ha un simbolo molto semplice.
La disposizione dei
componenti sulla
basetta a circuito
stampato non rispecchia
quella dello schema
elettrico per cui si rende
necessario un altro
disegno: lo schema
pratico.

Lo schema di un circuito deve essere, nel suo complesso, il più chiaro


possibile. I simboli e le scritte devono essere facili da leggere e da inter-
pretare. Per questa ragione è opportuno evitare di trascrivere i codici dei
componenti se sono troppo lunghi; è meglio sostituirli con sigle più
corte, rimandando la descrizione (e l'indicazione del codice) ad un elen-
co riportato sotto lo schema.
L'alimentazione è solitamente indicata nella parte superiore del dise-
gno: il valore in Volt può essere scritto accanto ad uno dei simboli che
permettono di rappresentarla graficamente.
Le masse vanno invece indicate nella parte bassa, e in generale uno
schema risulta più chiaro se tutti componenti collegati a massa sono
uniti da una riga alla quale è collegata il simbolo.
E anche importante indicare con chiarezza se i conduttori che uniscono i
vari componenti (che in un circuito stampato sono le piste cli rame) sono
TRANSISTOR
fra loro connessi oppure se si incrociano senza toccarsi.
Va infine ricordato che uno schema è più chiaro se lo si può interpretare
leggendolo da sinistra a destra. allo stesso modo cioè in cui siamo abi-
tuati a leggere un qualunque testo.
Il segnale ( tensione o corrente elettrica) applicato all'ingresso del circui-
to va pertanto indicato a sinistra (ad esempio il debole segnale captato Ha due simboli diversi a seconda
dall'antenna di un ricevitore radio) mentre a destra va indicata l'uscita che sia del tipo NPN o PNP
del circuito (nel nostro esempio il segnale- radio amplificato che arriva
alle nostre orecchie).

MASSA
E
--
I punti che vanno messi a
terra sono uniti a questo triangolo.
Il trimmer è una resistenza variabile
che si aziona di rado
Il transistor FET può essere di tipo
a canale No P

QUARZO
I
I0I-
Il suo simbolo assomiglia
/\\-
Il potenziometro è concepito (00000f a
a quello del condensatore. per essere regolato spesso.
----
RESISTENZA

È il simbolo più usato negli


schemi elettrici.
6
La fotoresistenza conduce solo
quando è colpita dalla luce.
Il suo simbolo si disegna come
due bobine di misure diverse
separate da una riga più spessa.
l'importanza di una buona ricetta
La parola elettronica, pur essendo entrata ormai nel voglia apprendere questa materia per realizzare. un
linguaggio di tutti i giorni. evoca ancora in molte perso- giorno. un'applicazione pratica.
ne un mondo misterioso, la cui conoscenza è riservata Non è un'impresa difficile: bastano anche pochi compo-
ad una categoria di eletti. nenti per formare circuiti molto semplici eppure molto
Certe persone. soprattutto fra i non più giovani. sono utili. Anche certi cibi sono ottimi pur essendo cucinati
spesso scoraggiate ad avvicinarsi a questa materia:; altre ìn breve tempo e con pochi ingredienti.
ne sentono il fascino, utilizzano apparecchiature elet- hi vuole imparare a cucinare de\e partire Ja piatti
troniche, ma ritengono che comprendere questa materia emplici, e allo stesso modo chi si vuole avvicinare
sia un compito troppo gravoso. all'elettronica deve cominciare a comprendere il signifi-
A questo atteggiamento mentale contribuisce il fallo cato e il funzionamento di pochi elementi connessi cor-
che i mass media attribuiscono ai dispositivi elettronici rettamente fra loro.
aggettivi altisonanti come sofisticato. complesso, intel- Gli stessi, miniaturizzati grazie ai moderni processi
ligente e così via finendo per mettere in soggezione il della tecnologia dei materiali semiconduttori, sono i
neofita: se è "complesso" per loro che sono esperti figu- mattoni che costituiscono i circuiti integrati e quindi
rarsi per me. In effetti è vero che esistono apparati dalle quelle incredibili macchine intelligenti e superveloci di
dimensioni estremamente piccole che, svolgendo le più cui si parla tanto.
svariate funzioni a velocità elevatissima. sembran "Integrato" vuole dire proprio raggruppato, realizzato
sfuggire al controllo dell'uomo. assieme e nell'elettronica si riferisce a tanti microsco-
Ed è vero anche che l'elettronica è un settore in evolu- pici componenti riuniti in un unico blocco dalle
zione e che esistono oggetti il cui funzionamento non è dimensioni di pochi millimetri quadrati.
di immediata comprensione come avviene in altri rami Questo mondo è senz'altro affascinante, sofisticato. ma.
della tecnica (al profano si riesce infatti a spiegare più dopo aver compreso il significato e la funzione di ogni
elocemente il funzionamento di un motore a scoppio componente basta avere una buona ricetta (e noi di
che non quello di un qualunque circuito amplificatore' Elettronica Pratica lavoriamo per questo) per ottenere
Questi fatti però non devono condizionare chiunque risultati concreti in breve tempo.

Nello schema pratico sono rappresentati


i componenti nella loro forma reale e nel modo
in cui sono montati sul circuito stampato. Il disegno
risulta indispensabile per montare componenti
polarizzati poichè ci consente di individuarne il
senso d'inserimento. Le piste ramate sono
solitamente viste in trasparenza.

R3

._u
Nello schema TR1 u Il Il+

elettrico i vari
T.,
componenti sono
indicati con sigle e la
spiegazione viene data
C1 Il Rl //

I li C5 IIC6

in un elenco a parte. Il C4
La disposizione +
dei componenti ::i

non corrisponde
c3
a quella reale ma
segue un ordine
puramente teorico.
'

jovITi
DiroRIAE
Tutto ciò che avreste
I o
o
voluto sapere sull' el'ettricità
e non avete mai osato
chiedere: oltre 200 foto
e disegni, testi chiari
I
ed esaurienti, tutti "fai da te l'elettricista'', nuovissimo manuale
i trucchi del mestiere pratico grande formato, può essere ordinato
per dimenticare
definitivamente i conti
per telefono (0143/642232)
salati dell'elettricista o per fax (0143/643462). Lo riceverete
ed avere un impianto comodamente a cosa vostra e pagherete
più sicuro, più razionale, al postino lire 21.000 comprese spese
più adatto alle esigenze
di contrassegno e spedizione.
della casa moderna.

Le regol ffl
per lavorare •
pa
in tutta i guast ,
•curezz u comuni
In elettricità non esistono lavori pericolosi, ma soltanto lavori La presa non funziona più? L'interruttore genero/s Conhnuc
per i quali è necessario prendere determinate precauzioni: o saltare? Si è verificato un corto circuito? Lo nostra lavatrice.
staccare l'interruttore generale quando occorre, installare ha la carcassa sotto tensione? Nessun problema, ogni guasto
gli indispensabili dispositivi di protezione e osservare tutta ha lo sua causa e ogni causa il suo rimedio, basta intervenire
uno serie di piccole regole di sicurezza sono gli accorgimenti con competenza e precisione: seguendo le chiare indicazioni
sufficienti per scongiurare qualsiasi rischio. del manuale tutto divento più facile.

Negli ultimi anni gli elettrodomestici della nostra casa T roccia turo, scasso, posa di guaine flessibili, scatole
sono cresciuti a dismisura mentre l'impianto è rima sfo lo stesso. di derivazione e portofrutti, canalizzazione dei CD' •
Perchè allora non portarlo clii' altezza dii un compito ma soprattutto chiari schemi per lo facile realizzazi
che così com'è fatica a sopportare, adattando le prese, di ogni tipo di circuito elettrico sono i temi c.enlrali
gli interruttori, i punti luce non solo alle esigenze di oggi di questo manuale che mette chiunque in condi-·
ma addirittura a quelle di domani? di installare, un intero impianto elettrico.
ACCESSORI RADIO----

PREAMPLIFICATORE
MICROFONICO
Un accessorio utilissimo per quei casi particolari
in cui è necessario ricorrere ad un microfono
di sensibilità nettamente superiore alla media.
Si installa senza modificare il circuito dell'RTX
e può essere usato con qualunque microfono.
Sulla basetta, di dimensioni abbastanza
ridotte (92x61 mm), trova posto, oltre
ai componenti, anche il portapila.
Questo consente di utilizzare una scatola
piuttosto compatta come contenitore
per il circuito.

RTY

Questa rappresenta
A torto o a ragione, uno degli acces-
sori più richiesti dal CB, ma spes-
so anche dall 'OM, è il microfono
la soluzione ottimale
per completare la propria
stazione ricetrasmittente
amplificato, che risulta infatti reperibi- con il preamplificatore
le sul mercato in varie versioni e solu- microfonico presentato.
zioni, più o meno appariscenti, pac-
chiane e costose.
C'è da dire che il microfono originale
in dotazione all'RTX all'atto MICRO
dell'acquisto è in genere ( e per la stra-
grande maggioranza dei casi d'impie-
go), se non quanto di meglio si possa
desiderare, comunque perfettamente della tecnica elettronica; chi trasmette zare il microfono in normale dotazione
adatto ed efficiente. di notte, per non disturbare i propri all'apparato, interponendo il dispositi-
Tuttavia, esistono casi particolari familiari o vicini; chi si dedica al DX vo preamplificatore che ci accingiamo
d'impiego in cui può essere quanto ( collegamento a lunga distanza) e al a descrivere, il tutto risultando di sem-
meno utile, se non addirittura necessa- contest (gara fra radioamatori che com- plice realizzazione e di costo ridotto.
rio, ricorrere ad un microfono la cui porta centinaia di collegamenti nel giro L'unico punto critico, non essendoci in
sensibilità sia portata a livelli netta- di poche ore), per risparmiare un po' di genere lo spazio disponibile entro il
mente superiori alla media. voce. transceiver od il microfono da pream-
Innanzitutto, chi è afono per natura può In questi casi, riportati come esempio plificare, è dato dalla necessità di dover
trovare indispensabile questo ausilio di utilizzo, si può continuare ad utiliz- )»

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 39


. a .« o «-.a .a

PTT..-, Il R2 I Il

gel.-± [ I
all"RTX

'I
.} -.;ilw'
il
1,g '
{ f
4y 4 4o
=.3
l!,.g__
I
!
à
I 'I l Il ~
• BF
R3 R6 4 e]
c2l $ I I

Schema elettrico del preamplificatore; la parte circuitale vera e propria,


contenuta nel riquadro tratteggiato, corrisponde a tutto quanto
è montato sulla schedina a circuito stampato.

COMPO R7 ENTI
=10KO
reperire una coppia spina-presa di boc-
chettoni dello stesso tipo di quella che
C1 = C2= C3 = 1 µF usa il microfono originale (ma ormai
(policarbonato) IC1 = TL 061 esiste una certa standardizzazione),
C4 = 10 F -25 V TR1 = BC 177 nonché dalla necessità di conoscere i
R1 = 4700 2 D1 = D2 - 1N4148 collegamenti al connettore stesso (ma
R2 = R3 = 10 KO 1 connettore microfonico in genere esiste un libretto-manuale che
R4 = 4700 2 presa da pannello riporta le informazioni del caso).
R5 = 470 K2 (trimmer-pot.) 1 connettore microfonico Affrontiamo ora direttamente l'esame
R6 = 1 Kn (trimmer-pot.) spina volante del circuito completo ed accessoriato,
iniziando dal cablaggio del microfono.
Un microfono per ricetrasmettitori è
collegato al suo apparecchio mediante
almeno tre fili:
Gli unici a) la massa o schermo "GND"
componenti b) il segnale audio "BF"
di cui è c) il comando che dalla levetta o pul-
necessario sante sul microfono consente di com-
rispettare mutare fra la situazione di trasmissione
le polarità e quella di ricezione, e viceversa; in
sono i due pratica quest'ultima operazione avviene
diodi e il chiudendo il PTT verso GND per pas-
condensatore sare in trasmissione e scollegando il
elettrolitico PTT per la ricezione.
C4: per cui
Vediamo ora lo schema elettrico vero e
il montaggio
si presenta
proprio, che può essere sostanzialmente
abbastanza suddiviso in due blocchi funzionali: il
semplice. preamplificatore puro e semplice ed il
comando PTT.
li preamplificatore è tutto concentrato
attorno ad ICI, un operazionale a FET

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 40


PLIFICATORE ICROFONICO
di bassissimo consumo (600 A in
assenza di modulazione), con una con-
figurazione circuitale estremamente
classica: R I ed R4-R5 costituiscono
l'anello di reazione che definisce
l'amplificazione massima (pari ad
R5/RI = 100 volte); R2-R3 è il partito-
re che polarizza l'ingresso N .I. di IC l;
Cl e C3 sono i normali condensatori di
accoppiamento per il segnale audio,
mentre C2 è il by-pass della polarizza-
zione.
Gli unici elementi un po' particolari del
circuito sono i due controlli di livello
4 audio: R5 regola l'amplificazione di
L___ ..,........, 1 ICI; R6 regola il livello della BF prele-
vata in uscita.
Ci occuperemo al momento giusto della
motivazione di ciò; or-a il segnale audio
può uscire dal circuito ed essere appli-
GND BF
Gs n 2
cato ali' apparecchio ricetrasmittente.
viaggiando col classico cavetto scher-
1 mato da microfoni.

, I rJ \

l
e!br
ll- .
QC3
•Ic1"
,

't.- , ~. e
c.Y
PORTA PILA
9V
CIRCUITO
DI COMMUTAZIONE

Studiamo ora il circuito di commuta-


zione, il cui cuore e TRI; la base di
questo transistor PNP è normalmente

cffj ±=.,9l (a -GGG@=


X tj,,
=yc2

priva di polarizzazione grazie alla pre-
senza di DI: pertanto TRl si compor!
come un interruttore aperto, cosicché J
tensione della piletta da 9V non può
andare ad alimentare ICI (siamo in
O e ricezione, del preamplificatore di
modulazione non ce n'è proprio biso-
GND gno, si risparmia nel consumo di cor-
>
1: il circuito stampato (visto qui
dal lato rame in scala 1 :1) si compone 3
di piste molto segmentate e piuttosto
sottili in corrispondenza
dello zoccolo di IC1.

2: piano di montaggio della basetta


a circuito stampato; su di essa
è montato anche un apposito portapile
che consente di contenere
le dimensioni della scatola
in cui inserire il dispositivo.

3: i due diodi riportano sul corpo


una fascetta di colore scuro
che consente di identificare senza
pericolo d'errore il senso
d'inserimento; questi componenti
insieme alle resistenze ed allo zoccolo
di IC1 sono i primi che vanno montati.

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 41


PREAMPLIFICATORE MICROFONICO
Il preamplificatore microfonico, del catodo, il cui terminale è quello
una volta inserito dalla parte della striscia in colore (in
nel suo contenitore, va collegato genere, nero sul corpo in vetro); lo zoc-
ai due bocchettoni colo per IC 1 ha l'incavo su uno dei
per allacciarsi al microfono bordi stretti: questo deve corrispondere
da un lato e all'RTX dall'altro. a quello presente sull'integrato.
Gli altri componenti con senso di inser-
zione obbligato sono C4 e TRl; C4 ha
stampigliato sul corpo il contrassegno
della polarità, mentre TR I ha il dentino
sporgente dalla base del contenitore ad
indicare il terminale di emitter.
R5 ed R6 presentano inserzione obbli-
gata, e sono del tipo trimmer-potenzio-
metro, in quanto la presenza del perno
consente di farli appena sporgere dal
pannello di comando in modo da potere
regolare i parametri di funzionamento
del circuito.
Alcuni terminali da circuito stampato
ad occhiello consentono di effettuare i
collegamenti vari verso l'esterno; per il
connettore d'entrata bastano dei piccoli
spezzoni di cavetto singolo da collega-
mento; l'uscita del segnale avviene
attraverso un breve tratto di cavo scher-
mato microfonico, attorno al quale si
può avvolgere il cavetto del PTT per il
transceiver.
Per ultimo si sistema il portapila.
Una volta completato, il circuito va
Il condensatore elettrolitico C4 rente e di pila). montato entro una scatola metallica,
riporta, sul corpo in plastica, Premendo il PTT per passare in tra- preferibilmente in alluminio (una delle
una bandina grigia in campo nero smissione (ciò avviene attraverso D2), solite Teko od equivalenti).
che identifica la polarità. anche D 1 conduce, inviando la prevista
polarizzazione a TRl, che va in satura- LA TARATURA
zione netta: ciò permette ali' alimenta-
zione di passare dalla pila ad ICI, che Quando tutto è finito, resta solo da dare
assume così la sua funzione preamplifi- una regolatina ad R5 ed R6.
catrice. Se fosse disponibile un oscilloscopio,
R7 serve a proteggere la base di TRl la messa a punto di R5 sarebbe imme-
limitandone valori eccessivi di corren- diata ed elementare: col microfono col-
te; C4 è un semplice filtro per l'alimen- legato ali' ingresso e con l'oscilloscopio
tazione di ICl. collegato sul pin 6 di I Cl, parlando ad
Lo studio dello schema è terminato, alta voce nel micro R5 si regola (par-
non resta che realizzarlo, non prima di tendo dalla minima uscita) finché il
aver sottolineato come questa nostra segnale non comincia visivamente a
soluzione, oltre a sfruttare il micro ori- distorcere; si torna indietro leggermen-
ginale, non richiede alcun intervento te e R5 non si tocca più.
sugli apparati in uso. Qualcosa di analogo si può fare con
Il dispositivo è inevitabilmente realiz- una cuffia, però del tipo ad alta impe-
zato a circuito stampato, e corrisponde denza (almeno 6002, se più è meglio),
a tutto quanto racchiuso nel riquadro affidandosi alle orecchie anziché agli
tratteggiato dello schema, pila e porta- occhi: attenzione, la cuffia va collegata
pila compresi. ai capi (estremi) di R6, cioè dopo C3 e
Come al solito, si dà la preferenza ad non sul pin 6.
iniziare il montaggio dei componenti In mancanza di tutto ciò, ma con un po'
più piccoli e bassi; i diodi D1 e D2 di pazienza, la messa a punto si fa
vanno inseriti rispettando la posizione direttamente in trasmissione, tenendo
però R6 al livello minimo per sentire
qualcosa, e regolando R5 esattamente
come già detto. Il portapila
Infine, anche R6 si porta al liveUo mas- da circuito stampato
simo che non arreca distorsione e permette
disturbi: un trasmettitore sovramodula- di bloccare
in posizione
to (e col micro preamplificato capita
la pila rendendo
facilmente), oltre a peggiorare la qua-
più compatto
lità, e quindi la comprensibilità della il dispositivo. Oltre
voce, può facilmente disturbare i canali ai piedini da saldare
adiacenti. c'è anche una vite
Le caratteristiche tecniche del disposi- che ne migliora
tivo sono le seguenti. l'ancoraggio.
Uscita massima indistorta: 4,5 V p.p.
(per 45 mV d'entrata); segnale per cui
si verifica la "tosatura": 100 mV p.p.;
segnale fornito da un micro normale:
0,2-0,3 V p.p.

SOVRAMODULAZIONE E DISTORSIONE
La doppia regolazione di livello audio presente in Ambedue i casi comporta11u preved1hilme111e delle
questa pur semplice versione di preamplificatore conseguenze, che sono sostanzialmente negative.
microfomeo non rappresenta né un'esagerazione né In primo luogo. la .forma del segnale modulante non è
un lusso (che sarebbe poi il costo di 1111 trimmer). più 11na fedele riproduzione di quanto esce dal
bensi una scelta precisa per evitare, mediante una microfemo: li risultato è 11110 vvce più grucchiante e
corretta regolazione di R5. la distorsione per tosatura strappata: insomma, diswrta.
da parte del preamplificatore stesso, e con un'altret- In secondo luogo, se il se,(ìnale modulante applicmo
tanto corretta regolazione di R, la sovramodulazione al TX è ecressivo. la tosatura dell'inviluppo di 111odu-
dt'l/'11ppart1to tra:,111itte111e. lazione comporta armoniche, sia nelle frequenze
Se la combinazione fra il livello del segnale microfo- audio sia nella portante: cib sisnifita e111e11ere anche
11ico e f '(llnplificu:.ione di /CI produce livelli d ·uscita 11 altri ,anali (cl,e quindi ne vengono disturbati),
incompatibili con le condizioni operative del circuito, disperdendo tanche se poca) potenw d'uscita.
la distorsione è garantita. Per esempio, se il segnale Si: Sl' .ri è appena sopra al pelo della tosatura (prori-
prodotto dal microfono raggiunge la0 mV picco picco ·amente. 11el!e cnndi:ioni di .figura) gli inconvenie111i
e /'0111plifìrn::.ume di /CI I cioè R5, i questo caso) è> possono essere modesti e la modulazione può risu/wre
regolata al massimo, il segnale ottenuto dovrebb 1111 po· più pOienre e agressiva: ma si tratta di un
r::,sere O. I V.\ J(X) = IU Vp.p. omprmne.uo mofu, difficile da raggiungere, e nella
Ma dato che la tensione di alimentazione all'integrato stragrande maggioranza dei casì dannoso. trasfor-
e poco più di complessivi, l'escursione del segna- mandosi in peggior qualità del parlato ed in 1111a
le 11011 pub cerro rngillm~r:ere i I O V e fa forma d'onda minor potell';:_a .vfrullata.
dell'audio prodotto da /CI è. nella migliore delle ipo-
tesi. quella riprodt)tta qui in figur(I: ìl segnale è tosa-
to, Il• rresre dt·i pirrhi di modulazione risultano
\ • •
..
tagliate. cioè mancano quelle parti di segnale il cui I I • I

li1·ello è talmente allo clre il circuito non può più dare


risposta fedele. Anclre nel caso che lt1 mes.w a punto
di R sia stata eseguita correttamente. può non esser-
lo quella di R6. nel senso che il livello del segno/e
prelerato dal cursore del trimmer ri...rnlti troppo eleva-
to f dllta la pret111111li{ll'a:,icme) per qrwnro rompete il
cirrniU) di modulazione nel TX.
Quello che ne consegue sull'inviluppo di modulazione
ancora qualcosa di analogo alla situazione di figu-
I
;
I .
I
._,
I
, 'I II
....
ra: modulazione robusta mo distorra.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 43


IL RITORNO DELLE VALVOLE

LE FAMIGLIE
I CURVE Come si costituisce
la famiglia di curve
di una valvola,
indispensabile per un suo
corretto utilizzo.
In che modo la griglia
riesce a controllare
il flusso di notevoli
correnti anodiche.

siamo serviti della sua curva caratteri- Nel diagramma a pagina 46 compaio-
N ella puntata precedente abbiamo
visto come si determina la cosid-
detta amplificazione in un tubo ter-
stica mutua riferita alla sola tensione
anodica di 100 volt, la quale ci permet-
no, invece, 4 curve caratteristiche
mutue riferite ai valori di 100-150-200-
moionico, che nel caso specifico, era il te di vedere come all'interno del tubo 250 V, di tensione anodica, tutte
triodo. la corrente anodica varia al variare affiancate l'una all'altra poste su un
Per comprendere come ciò avvenga, ci della polarizzazione di griglia. grafico, a costituire una "famiglia di
curve".
L'indicatore Osserviamo, ora, la curva riferita alla
analogico tensione anodica di 100 V, che incon-
del provavalvole tra l'asse orizzontale nel punto D, in
è in grado di dare corrispondenza di una tensione negati-
due informazioni: va di griglia di -8 V, punto in cui la
quella della corrente anodica è pari a O.
corrente anodica In questa condizione, poiché il triodo
(in milliampere) e non conduce alcuna corrente, viene
quella sullo "stato di detto "all'interdizione". La relativa
salute" della valvola. tensione negativa di griglia che ha
Quando la lancetta
indica "replaced"
determinato tale situazione, viene chia-
significa che il mata, a sua volta, "tensione d' interdi-
rivestimento del zione di griglia" e si indica con il sim-
catodo si è esaurito bolo Vgi.
e va quindi Osservando, ora, le altre curve relative
sostituito, se indica a tensione anodiche più elevate, si vede
"good" possiamo come, aumentando queste, sempre più
tranquillamente negativa risulta la tensione di griglia
utilizzare necessaria a portare il triodo all'inter-
il componente. dizione: dall'esempio riportato, risulta

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 44


1: in un'angolo dello strum ento
ci sono tutt i gli zoc colini necessari
per accogliere la m aggior parte
dei tipi di valvole esistenti.
L'attacco centrale (in rilievo) serv e
per collegare all'appare cchio
zoccoli even tualm ente non
pre senti.

2: vista la grande varietà di


valvole è necessario effettuare una
serie di regolazioni per adattare
lo st ru m ento alle caratteristiche
del com po nente. Norm alm ente
tutte queste m isurazioni vengono
fatte da laboratori specializza ti
che ci fo rniscono, in appositi
m anuali, le fam iglie di curv e
da cui ricavare , senza bisogno
di strum enti com pless i e costosi
com e questo, tutti i dati utili
per un corre tto utilizz o
della valvola.

evidente che a 150 V occorrono -12 V,


a 200 V sono necessari -16 V, mentre
a 250 V -20 V.
Questo avviene perché, aumentando la
tensione anodica, aumenta la forza di
attrazione che l'anodo esercita sugli
elettroni emessi dal catodo; di conse-
guenza, anche la tensione di griglia
deve divenire più negativa per impedi-
re agli elettroni di raggiungere l'anodo.
Se però, confrontiamo le variazioni tra
le tensioni di griglia e quelle anodiche,
appare evidente che, per annullare
l'effetto prodotto da un aumento di 50
volt della tensione applicata ali' anodo
(da 100 a 150 V), sono sufficienti 4
volt negativi applicati alla griglia (da
-8 Va--12V).
Da ciò si deduce che la griglia esercita
un'azione di controllo della corrente
anodica maggiore di quanto riesca a
fare l'anodo, perché essa è posta molto
più vicino al catodo, per cui riesce ad
espletare meglio la sua funzione.

CARATTERISTICHE
ANODICHE

Esaminiamo, ora, un'altra famiglia di


curve riguardanti le caratteristiche ano-
diche, che ci permette di verificare
come varia la corrente anodica al varia-
re della tensione anodica, assegnando
alla tensione negativa di griglia deter-
minati valori (0-2-4 ecc.).
Sull'asse orizzontale x viene riportata
la tensione anodica, mentre sull'asse y
la relativa corrente anodica. Le diverse
»»

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 45


IGLIE DI CURVE
curve ottenute sono visibili nel dia- sioni di placca è sempre la massima una corrente circolante di 19 mA, men-
gramma di pagina 47, dove vengono sopportata dal triodo. Man mano, però, tre al punto B = -2 V questa risulta di
contraddistinte segnando su ognuna la che alla griglia viene applicata una 13 mA, al punto C = 4 V è di 8 mA e
diversa tensione di griglia da cui sono sempre più elevata tensione negativa, al punto D = -6 V è di 4 mA.
state ricavate. le curve risultanti si spostano sulla Come si è visto, si può ridurre la corren-
Si può notare che la prima curva (A) è parte destra del grafico, indicando che, te anodica da 19 mA (punto A) a 8 mA
stata ottenuta per un potenziale di gri- per una determinata tensione applicata (punto C), mantenendo costante la ten-
glia di O volt, collegando cioè, la gri- ali' anodo, la corrente anodica risulta sione anodica a 150 volt e facendo
glia allo stesso potenziale del catodo, tanto minore quanto più è negativa la variare la tensione di griglia da O a--4V.
per cui questa non può esercitare alcu- tensione di griglia. Nell'esempio, si La corrente anodica può però venire
na influenza sulla corrente anodica: il può vedere come, mantenendo costante ridotta dello stesso valore mantenendo
tubo, cioè, si comporta come un diodo al potenziale di 150 volt la tensione invariato il potenziale di griglia a O V e
e la corrente anodica alle diverse ten- anodica, al punto A = O V corrisponde riducendo la tensione anodica da 150 V
a 70 V a cui corrisponde una corrente
di 8 mA al punto G. Ora, se si raffron-
La famiglia di curve illustra come all'aumentare della tensione anodica tano i due risultati ottenuti, si com-
(Va) il potenziale negativo di griglia (Vg), che permette di portare la prende che, per ridurre la corrente ano-
valvola all'interdizione, diventi sempre più negativo.
dica di 11 mA (da 19 a 8), se si agisce
sulla tensione di griglia, è sufficiente
y una variazione di 4 V, mentre, se si
IanA agisce sulla tensione anodica, questa
I deve variare da 150 V a 70 V, cioè di
ben 80 V, ossia 20 volte di più che nel

I •
35 caso precedente.

FAMIGLIE STATICHE

Le due famiglie di curve utilizzate per


I 30
comprendere come la griglia eserciti la
funzione di controllo della corrente
j I anodica, vengono dette statiche, in
quanto ognuna di esse ci permette di
verificare come varia la corrente anodi-
I I
25
ca in funzione di una sola delle due
tensioni, quella di griglia o quella di

#l I
.:,,; -20
placca, da cui dipende tale corrente,
mentre l'altra tensione rimane costante.
IoI
o
Quando, però, il triodo viene fatto fun-
zionare in un normale circuito d'utiliz-
zo, variano contemporaneamente sia la
$] )
I"
tensione anodica sia quella di griglia e,
di conseguenza, anche la corrente ano-

I I I
15 dica. Questo accade perché, per poter
prelevare un segnale utile dal terminale

l
I / sI
~
J ..
d'uscita, in questo caso l'anodo, occor-
re inserire nel suo circuito una resisten-
za di carico, ai capi della quale si
10

I I / I-
E
manifesta la necessaria differenza di
potenziale.

I V lii
I/ Essendo, però, questa inserita nel cir-
j cuito anodico, essa produce una conse-
.. 5 guente caduta di tensione, facendo così
/ / j77 variare anche la tensione applicata

--
K ,i
~ all'anodo. Per comprendere, quindi, il
vv / r comportamento di un triodo nelle sue
X
·T 6 o
reali condizioni di funzionamento, è
indispensabile conoscere alcuni para-
Vg r T T metri caratteristici di esso, dì cui tratte-
- 20 -16 -12 -8 remo nella prossima puntata.

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 46


y

Il grafico ci mostra
come curve
anodiche,
caratterizzate
da tensioni
negative di griglia
crescenti,
provocano
un corrispondente
aumento
dell'intensità
di corrente.

50V 100V 150V 200V 250V Va

ARIA PULITA CON L'OZONO:


UTILISSIMO KIT
Il kit EP937 consente di realizzare
un dispositivo che produce
ozono ossia quel gas che
conferisce all'aria di alta
montagna il suo pungente
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ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 47


...____________ ATTREZZATURE
~--~--__,

CARICABATTERIE
UNIVERSALE
Dalla ricetrasmittente al trapano di casa, dai giocattoli
al telefono cellulare sono sempre di più i dispositivi
a batterie: ecco un versatile apparecchio di ricarica
adattabile ai più svariati utilizzi.
li circuito necessita di un trasformatore d'entrata.
Il nostro caricabatterie si fissa
su una scatola Teko 4/A che
serve da supporto per i
morsetti e per l'interruttore
e contemporaneamente
a dissipare il calore di Ic1.

A L'integrato IC1 si salda


E sempre più frequente, data l'ampia
diffusione di piccoli apparecchi
radioelettrici, l'utilizzazione di batterie
direttamente dal lato rame
della basetta sulle apposite
piazzole. In questo modo
del tipo ricaricabile, siano essere al l'aletta dell'integrato
nichel-cadmio o al piombo sigillate: rimane a contatto
dalla radio professionale al trapano con la scatola sottostante
domestico, dai giocattoli più modesti al che funziona da dissipatore
cellulare telefonico, e così via. di calore.
Questo uso generalizzato della batteria.
ricaricabile tramite apposito dispositi-
vo dalla rete luce, porta però all'ado- oologia costruttiva dei due tipi più dif- correnti necessarie per una soluzione
zione di soluzioni le più eterogenee, sia fusi di queste batterie o pile: il tipo al universale, contestualmente con dupli-
come tipi e dimensioni sia come valori piombo richiede di essere alimentato a ce prestazione di tensione e/o corrente
di tensione e corrente. tensione (più o meno) costante, sia esso costanti (cioè stabilizzate), risulterebbe
Ne consegue che ogni tipo di batteria a liquido o a gelatina; il tipo al nichel- indubbiamente di tipo professionale e
richiederebbe un apposito caricabatte- cadmio richiede invece (ancor più rigo- comunque estremamente laboriosa.
ria, complicando la soluzione del pro- rosamente) corrente (più o meno) Ora, siamo onesti, le nostre esigenze di
blema ed aumentandone il costo; oltre- costante. impiego, e le soluzioni qui normalmen-
tutto, lo stesso apparecchio può essere La circuiteria che occorre adottare per te suggerite, non possono e non debbo-
dotabile, secondo necessità, di pacchi risolvere queste due esigenze è diversa. no .essere a livello professionale; abbia-
batteria di diversa tensione e potenza. Talché la realizzazione di un caricabat- mo quindi realizzato un caricabatterie
A monte di tutto c'è comunque il pro- terie in grado di erogare contempora- che consiste in un compromesso serio,
blema fondamentale connesso alla tee- neamente l'ampia gamma di tensioni e )»

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 49


i--· --· --· - ·--· --·--·--· --· --· --· -- • --· -- ·--. --,

LP1

E t=======r,
e I Cl u
01
°' ,AssA

r ALTA
+ LP2
+
+

F k
+

Ct
±
C2
+
R2
C4

'
RJ

I._. --·--· --·--· -·--· --· --· - . - - . -- . ____ I

Schema elettrico del caricabatterie universale; la parte riquadrata


dalla linea tratteggiata corrisponde alla basetta a circuito stampato.

COMPONENT
3 - .Mi.. El C1 = 1000 F-35 VI (elettrolitico)

a,
2 e "g I a
,J\fT
.ro f
C2 = 0,1 F (ceramico)
C3 = 10 F-35 VI (tantalio)
C4 = 10 µF-35 VI (tantalio)
R1 = 2202
R2 = 4700n (potenziometro lin.)
R3 = 1Q • 1W
v'Gii...

- . I
IC1 = LM317
D1 = 1N 4004
P1 = ponte 100 V-1 A
S1 = deviatore a levetta
2 boccole-morsetto rosse
El 2 boccole-morsetto nere
LP1 = lampadina 6 V-3 W
LP2 = lampadina 6V-0,3 W

Il circuito stampato, visto dal lato rame


in scala 1 :1, evidenzia la semplicità
e e del tracciato composto di piste
non troppo strette.
p.:

+ -@ , lf .2 -- o
. 4
+
~ 1
-;-- Q

e
· Il Cl
u,:::
er=::-:: p

1 I

Piano di montaggio della basetta


a circuito stampato; tutti i componenti
sono regolarmente montati sul lato
per loro previsto, salvo IC1, i cui reofori
sono direttamente appoggiati e saldati
alle piste dal lato rame, con le scritte
sempre visibili dal lato componenti.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 50


CARICABATTERIE UNIVERSALE
e comunque funzionale, fra le varie C2, C3 e C4 hanno lo scopo di manda- gato un voltmetro qualsiasi, tester o
prestazioni elencate, in grado di carica- re a massa tutti i residui di alternata ed DMM, in grado di misurare 12 V come
re un po' tutte le batterie a tensione i possibili disturbi presenti sul circuito valore di fondo scala.
compresa fra 1,2 e I 4 V, con corrente di ICI; DI ha unicamente lo scopo di Questo sistema consente di misurare la
massima erogabile fino a I A; esso impedire che la tensione delle batterie corrente che scorre in circuito mediante
incorpora altresì, pur se in versione presenti in uscita, abbia a rientrare in la misura della caduta di tensione su
semplificata, sia il regolatore di tensio- circuito compromettendo così la vita di R3: l'applicazione di un voltmetro ai
ne che quello di corrente. IC l. Ciò può avvenire qualora R2 capi di una resistenza consente di
risulti regolato più basso di detta ten- lasciare invariato il circuito, senza cioè
SEMPLICITÀ CIRCUITALE sione o addirittura non sia applicata doverlo aprire per inserire un ampèro-
l'alimentazione ali' ingresso. metro.
Ora che, in linea di massima, è stata Dopo D l troviamo due piccole lampa- Naturalmente per R3 è stato scelto un
impostata la problematica relativa un de a filamento, una da 0,3 W ed una da valore comodo, che consenta cioè di
po' a tutte le esigenze pratiche (i chia- 3 W,la cui variabilità di resistenza con passare dalla lettura in volt a quella in
rimenti specificamente dedicati al pro- la temperatura, e quindi con la corren- ampère pressocché direttamente.
blema della ricarica sono contenuti te, consente di realizzare in modo sem- comunque senza calcoli laboriosi: e
nell'apposita finestra), vediamo, dallo plicissimo un'accettabile stabilizzazio- infatti R3 è un resistore da 12: così. se
studio dello schema elettrico, come se ne di corrente su due valori opportuna- il tester segna I V, la legge di Ohm
ne è ottenuta la pratica realizzazione mente predisposti. Infatti il deviatore (applicata anche a memoria) ci dice che
con un circuito tanto semplice. S l permette di scegliere fra un elevato la corrente è I A; se il tester segna 0.2
È necessario applicare ali' entrata il valore corrente di limitazione, corri- V, la corrente è 0,2 A e così via.
secondario di un comune trasformatore spondente ad I A circa, quando le due In tal modo, siamo in grado di control-
da 12-14 V (o anche qualcosa di più) in lampadine sono collegate fra loro (non lare in qualsiasi momento la corrente
grado di erogare almeno 1 A; questa è per far più luce), cioè in posizione assorbita, senza per questo dover tener
alimentazione, opportunamente rad- alta, ed a circa 100 mA quanto è inseri- impegnato stabilmente uno strument
drizzata (da Pl) e livellata (da Cl), ta solo LP2, cioè in posizione bassa. di misura.
rende disponibile una tensione conti- Un'ultima particolarità circuitale si
nua di circa I 7-19 V, applicati ad un presenta ora: ultima, ma non certo IL MONTAGGIO
regolatore integrato LM317; questo come importanza e utilità, ed è la pre-
consente di ottenere alla sua uscita una senza di R3. La semplicità circuitale non giusti!ic
tensione selezionabile con continuità Il circuito è predisposto prevedendo di attardarsi oltre sull'esame dello
tramite R2 fra i valori di tensione 1,2 e che ai capi di questa R3, tramite le due schema elettrico, talché ora passiamo
14 V. boccole indicate a schema, venga colle- ad occuparci della sua realizzazione.
Buona parte dello schema, come indica
I componenti necessari alla realizzazione sono pochi e rispecchiano la linea tratteggiata è montata su una
l'estrema semplicità circuitale del dispositivo: occorre però fare basetta a circuito stampato, che è sem-
attenzione alle polarità di cui sono dotati molti elementi. pre la soluzione migliore e più affidabi-
le, anche se in questo caso la semplicità
complessiva consentirebbe anche un
montaggio più improvvisato.
Cominciando come al solito dai com-
ponenti più piccoli, C3 e C4 (i due
"tantalici a goccia") portano il loro
' bravo contrassegno di polarità, poco


visibile ma sempre importante da
'.._...' ·,... '\
' . rispettare; anche Dl è un componente
dotato di polarità, contrassegnata dalla

è
fascia in colore vicina al terminale di
I catodo.

T;
,
~ E
Poi si montano PI, che va inserito con-
trollando l'esatta posizione del + e del -
, e CI, che porta ben visibile il segno

I
della polarità (in genere, il negativo).
A R2 ha la posizione obbligata dal fatto
che l'albero deve sporgere verso il
bordo più vicino; restano infine LPI ed
,

al ll ira-a r 1 I
'd,
LP2, che non hanno alcun verso da
rispettare, ma che devono esser monta-
))))

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993 - Pag. 51


CARICABATTERIE UI
caratteristiche, ma anche un trasforma-
tore da campanelli; è pure possibile
sfruttare (avendolo in casa) un piccolo
caricabatterie per auto: anche se è in
e.e., questo apparecchio non è in grado
di essere utilizzato da solo (sono sem-
pre molto rudimentali); pur essendo già
continua, la corrente trova da sola la
strada giusta per dedicarci attraverso i
diodi del ponte PI.

IL COLLAUDO

Ora possiamo dedicarci al collaudo


Per fissare l'integrato sulla effettivo del nostro dispositivo.
scatola occorre prevedere Dopo aver regolato R2 in senso antio-
su quest'ultima un foro rario in modo da predisporre la tensio-
di dimensioni corrispondenti ne d'uscita per il minimo, si collega lo
a quello presente sull'aletta strumento alle apposite boccole con-
di IC1 ed unire le due parti trassegnate "V" (attenzione alla pola-
con un bulloncino: tra l'aletta rità dei puntali), e si applica la batteria
e la scatola sistemiamo da caricare all'uscita B (anche qui, e in
il kit d'isolamento. modo particolare, occorre rispettare le
polarità); S 1 si posiziona su "A" o su
FISSAGGIO "B" secondo necessità. Tutto ciò predi-
ICI sposto, si aumenta la tensione d'uscita,
iniziando a ruotare lentamente R2 fino
a che lo strumento non indica il valore
- Il cablaggio della parte
di circuito fuori dal riquadro
dello stampato, relativa all'uscita
di corrente opportuno per la giusta rica-
rica della batteria.
del dispositivo, è posizionata Man mano che la batteria si carica, spe-
sotto la base d'appoggio cialmente se del tipo al piombo, la cor-
dello stampato stesso. ' rente tende a diminuire; un paio di
ritocchi manuali migliorano la ricarica.
te ricorrendo a piccoli spezzoni di filo ta, da un lato, dall'integrato, sull'altro Ricordiamo che qualsiasi batteria sotto
nudo da terminali tagliati di compo- lato da una colonnetta alta 10 mm. carica tende a scaldarsi; il riscaldamen-
nenti: essi vanno saldati alle lampadi- Naturalmente, il fondo di questo scato- to è regolare solo se non supera i 35-
ne, poi inseriti e saldati allo stampato. lino va preventivamente forato per il 40°C. Se invece la temperatura risulta
fissaggio degli altri componenti circui- evidentemente superiore, occorre dimi-
LA SCATOLA tali, cioè le 4 boccole ed il deviatore nuire la corrente di carica, o cambiando
S1, senza trascurare un foro di 4-5 mm scala con S 1 (se si è sulla posizione A)
L'integrato va applicato e saldato inve- per il passaggio dei cavetti che vanno oppure ritoccando R2.
ce dal lato rame, con la superficie in dalla basetta ali' interno della scatola Infine occorre tener presente che una
plastica recante le diciture visibili dal stessa. Questo cablaggio si esegue con batteria nella fase finale della carica
lato componenti; i reofori vanno poi dei normali cavetti in filo isolato; il presenta ai morsetti una tensione sem-
sagomati in modo che la superficie diametro non necessita particolarmente pre un po' superiore a quella nominale;
posteriore vada ad appoggiare (con grosso, data la corrente non rilevante e ciò indica appunto che i fenomeni elet-
l'interposizione del kit di isolamento) la brevità del percorso. trochimici interni stanno recuperando
sul piano dello scatolino metallico su La resistenza R3 è piazzata direttamen- le caratteristiche corrispondenti alla
cui montare, oltre allo stampato, anche te fra i terminali "V". piena potenzialità di erogazione.
il resto dei componenti: in tal modo, Questa parte di montaggio e cablaggio Se tutto è stato eseguito correttamente
IC1 viene raffreddato quanto basta, "fuori scheda" non presenta alcun pro- finalmente la batteria, dopo le ore pre-
senza dover aggiungere un apposito blema esecutivo, anche per la chiarezza viste, risulta ricaricata, piccola o gros-
dissipatore di calore. delle illustrazioni inserite. sa che sia; se proprio si vuole verifi-
Come al solito, alcuni terminali ad Una volta completato e ricontrollato a carne lo stato di carica, esistono dei
occhiello completano il montaggio del vista il cablaggio, occorre applicare semplici sistemi strumentali: non e' è
circuito stampato, che viene poi appli- all'ingresso del circuito la prevista ten- bisogno che si tenti di imitare i fuochi
cato sul fondo di una scatola in allumi- sione sui 12-14 V: può andar bene un d'artificio facendo il corto fra i mor-
nio tipo Teko 4/A: la basetta è sosteno- normale trasformatore dalle previste setti.

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993-Pag. 52


~IVERSALE

LA RICARICA
Il pu1110 dì I1nrte11::n J'N dt·Ier111111ar<· !f romuerisIiche di l'ejJl'IIO. 11,111d1é- il rn111po11e111e. ('l'(I deji11ito "ha/111,1I").
rirnrica (ul1re che di 111ilì:_::.o. s'intende) di una pila o ha1- Molto semplicemente, il Ji111::io11t1111è1110 è lfllé\lO: focell(i(
l<'l'Ìl1 i>. oltre a{ 11pn dello stea costruttivamente parlan- passare la corrente attraverso una lampadina adatta,
do), la sua capacità to autonomia) elettrwa, quella che è munore e il rscaldamwnto del filamento, maggiore è la
.\'1'11ipre t•.Ipretrn in .'\.lt tampere per ora), o direttamente rorrt:11Ie rltc lo attraversa (essendo la sua resistenza pi
sulla rtll'Wdw o sul depliant delle caratteristiche. bassa), e viceversa; in tal modo si realizz a una compen-
Co.1t1 s1g11ijk/l a/loru clie liii certo modc/fo di balf<:ria ha sa::.t011e nel 1'11/ore dt ('11trente t/ 1 \'nrhita. ,, (Jllt11di 111111
11Iw capacità, per esempio, di 1,2 A.li:-' certa .,Iahili-;a-:io11e al/omo al va/on· prejì.umo.
l prima approssimazione e qualunque sia il tipo di batte-
ria, si Iratlll di 1111t111ow::ione standardi:..::ato per dire che.
111ul1iplicr111d11 il tempo di utilizzo per la 1"orreI//e erogata.
<Jllts/a bati1trill 1•u htme iii' il prodouu è 1.2.
Quindi essa .1,•1-re (ci/111c11(1 in reoria) per l'rt,gare 1,2 A
per I om di scariN1. (')pp11re per emgure O. I 2 a111pèn• per
l ore di scarica, o per qualsiasi alra combinazione tale
,·l1e, 11wl1ip/;u111du la correli/e i11 a11111èrr• per il le/11/)(> in
ore, ne vanga fuori h,2.
l pratica 11011 è 11101 co111iglùi/1ifo. pt·r I/I \'Ìta della /JOt/e-
ria, caricarla ad alta corrente in breve tempo .. bensì /,
1·1111.Hgliuhile il C(}/1/mrw.
Per quanto invece riguarda la fase di ricarica è innanzi-
tutto necessario scindere le due grandi categorie di batte-
rie di uso normale. quelle più classiche al piombo (anche
se di tipo sigillato, ovverossia sena manutenzione) e Una batteria ricaricabile
quelte lii Ni Cd. è solitamente composta
Lu corica delle batterie al piombo viene normalmente da piccole "celle"
eseguita volendo fare le cose II regola d'ttrtt:J a tl'11.,io11e
ossia pile collegate
in serie o in parallelo
co.sIw1Ie. cioe con un ben preciso valore di tensione stabi-
a seconda dei casi
li:..::ma pari pilÌ o meno a 2,3 \i pn cella; per esempio, la
e racchiuse in un unico
do.1,1iru hmteria ripo auto s ricarica a /3,8 \l. involucro da cui
La t·orr1'11te, e,tsendo la lt!ll.1i()ne C<>.'i/Wtle, cala vit, 1·ia affiorano i contatti.
che si recupera lo stato di carica della balleria; il valore
della corrente di ricarica deve essere una frazione della
ca1>cll'ìtèt della st,•sMt, fra;,io111• clw p11ò euert· scc/t{I Ji·a
1111 ditdmo t' 111Nà. a seconda del ciclo d'1111pieg,a e del
tempo disponibile. Pl'r esempio. ri/'erendun ol coso l'ff-
cedente, il caricabatterie possiamo regolarlo per una
1"orre111e comfl/'Csa /i·a 120 ,nA te al/ora il tempo di cari-
ca sarit /{).// flrel e 600 1111\ (I' allom il tempo poco
s11p('rture alle 2 ore).
La torita delle bt111erie al NiCtl rn i111·ere ,·sc,i:11iIa a cor-
1'1'I11e 1·0.I·Ia11Ie, regolwa s.11 1111 wt/or,• nrca ,,ari ad l//0-
1/l 2 della capacità nominale, ,·on un tempo di carica
pari a i 2-14 ore_ •
kle11Ire per la .w ohili::,:_u;.io11e della tensione si ricorre uri
111/0 dei tanti regolatori integrati disponibili sul 111cr('(l/o,
il quale come/li<' t111che la niriahilitù della tensione stes-
sa in un'ampia gamma di valori, la stabilizzazione della I caricabatterie
commerciali
corrG'llll' può e.uen· mtt·11wa in dfrersi 11111di.
sono predisposti
Qui è 11(1/0 ado11aw 11110 di quelli 11/ti1111. llf)p1111I0 per
per l'inserimento
motivi di semplicità nl ec:(wo111iit1, e consiste nello sfrutta- a incastro
re la variazione automatica di resistenza di 1111 filamento della batteria
co11rl11f/ore al variare della sua 1e11111err1111ru ( ti// te111po da ricaricare.

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993 • Pag. 53


TELEFONO
IN VIVA VOCE
Senza alcuna installazione si può trasformare
un comune telefono in un "viva voce". E sufficiente
appoggiare il sensore all'apparecchio per ascoltare
la comunicazione attraverso l'altoparlante.

E sistono ormai in commercio molti


apparecchi telefonici dotati del
dispositivo "viva voce".
casalingo senza doverne acquistare
uno nuovo e senza la necessità di alcu-
na installazione. Il dispositivo che sod-
Questa caratteristica permette di ascol- disfa questi requisiti è un amplificatore
tare la voce di chi sta parlando ali' altro dalle dimensioni piuttosto ridotte
capo della linea anche a chi non ha (circa 12 x 12 cmx circa 5 cm di altez-
risposto al telefono. za). È dotato di un sensore che può
I telefoni "viva voce" sono molto dif- essere tenuto appoggiato al telefono
fusi negli uffici, dove può essere con una mano oppure fissato con il
necessario che le comunicazioni nastro adesivo di cui è fornito per for-
riguardanti problemi di lavoro siano mare un apparato subito pronto da
ascoltate contemporaneamente da più usare.
persone. Può anche essere utile in una La migliore ricezione si ha se il senso-
casa, ad esempio per consentire di re viene appoggiato alla parte superio-
ascoltare una telefonata il cui contenu- re della cornetta.
Il sensore è una bobina dotata
di un nucleo ferromagnetico to interessi a più di un componente In questo caso infatti le onde elettro-
che riceve le onde della famiglia. magnetiche hanno la massima potenza,
elettromagnetiche corrispondenti Con poca spesa è possibile dotare di perché sono quelle corrispondenti al
alla comunicazione telefonica. "viva voce" l'apparecchio telefonico segnale vocale che giunge alla capsula
ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 54
dell'altoparlante che sta a contatto con
il nostro orecchio.
Il cavo che collega il sensore
all'amplificatore è lungo circa un
metro. Il sensore funziona come un
captatore: le onde elettromagnetiche
che costituiscono la comunicazione
telefonica inducono una differenza di
potenziale ai capi di una piccola bobi-
na presente nel circuito.
Questa tensione viene amplificata e
giunge quindi ali' altoparlante.
Il dispositivo è dotato di un regolatore
di volume.
1: il circuito elettronico
COME FUNZIONA contenuto nel dispositivo,
comprende
L'amplificatore viene acceso premen- i vari componenti
che costituiscono
do un pulsante e una spia luminosa di
l'amplificatore: si noti
colore rosso ne segnala il corretto fun-
il potenziometro a slitta
zionamento. che regola il volume.
Lo spegnimento, comandato da un cir-
cuito integrato che funziona da conta-
tore, è automatico, e avviene 30 secon- 2: un circuito integrato
di dopo il termine della comunicazio- ha la funzione di
contatore per
ne. Viene alimentato a 9 V con una determinare lo
pila che si inserisce nell'apposita sede spegnimento automatico
oppure con un alimentatore, essendo dell'apparecchio
dotato anche di una presa jack. 30 secondi dopo la fine
A fianco di questa c'è anche una presa della comunicazione.
pentapolare per collegare l'apparec-
chio ad un registratore audio. Lire 3: nel contenitore
27.000. D. Mail (50136 Firenze - Via in plastica troviamo solo
Luca Landucci, 26 Tel. 055/8363040) il circuito elettronico
e l'altoparlante.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 55


SALUTE E COMFORT

Un piccolo apparecchio molto utile


per rendere più respirabili e meglio vivibili
gli ambiente in cui l'aria è calda e viziata.
li grosso trasformatore è la bobina
ad alta tensione per candele recuperata
da un ciclomotore.
Il circuito è piuttosto
semplice anche se vi sono
alcuni componenti di difficile
reperibilità che vanno
acquistati sul mercato
surplus: il trasformatore T1
è la bobina T di un
ciclomotore mentre il diodo
D1 è recuperato da un
televisore.

Ecco come deve essere preparata CIRCUITO


R6
la resistenza R6 affinché possa STAMPATO
uscirne reffluvio di elettroni

• ==
che va a distribuirsi nell'ambiente
ed a produrre cosi i desiderati
ioni negativi.

D a diversi anni hanno cominciato ad


acquisire una certa popolarità i
cosiddetti generatori di ioni negativi;
Il generatore di onde quadre (IC 1) è
l'eterno 555, che oscilla a frequenza
(regolabile) compresa fra 5000 e 6000
la fine dell'800 e l'inizio del '900, per
produrre le grosse scintille con coi si
alimentavano le antenne nei primi siste-
ciò in quanto pare appurato che questi Hz circa; il segnale che ne esce va a mi di radiotrasmissione; il primario era
ultimi abbiano la proprietà di rendere pilotare un TIP 3055, in modo che la appunto alimentato in e.e. attraverso un
ali 'uomo più respirabile l'atmosfera sua tensione d'uscita compia l' escursio- interruttoreelettromeccanico.
dell'ambiente in cui vive. Affinché si ne pressocché completa da 0 a +12 V: Nel nostro caso, per non essere costretti
formino ioni negativi, è necessario pro- in pratica quindi, questo transistor si ad ammattire per fare appositamente
durre e diffondere nell'ambiente degli comporta né più né meno che come un costruire un trasformatore così critico
elettroni. interruttore in serie al primario del tra- per H'isolamento, TI consiste in una
Il circuito che bisogna adottare per que- sformatore d'uscita. bobina AT per candele da motorino.
sto scopo è addirittura elementare nella La commutazione (o se preferiamo In pratica, noi abbiamo risolto usando
sua semplicità, salvo richiedere alcuni l'onda quadra) cui è soggetto il prima- un tipo a 6 V della Ducati, ed il costo è
componenti di non facile reperibilità. rio genera una tensione elevatissima (i limitato a poche migliaia di lire.
Tutto ciò che serve è un generatore di 6000-8000 V e.a. necessari) sul secon- Non ci si meravigli che una bobina da 6
onde quadre, un amplificatore in grado dario dato l'altissimo rapporto di tra- V venga da noi usata a 12 V; essa infatti
di pilotare un trasformatore con uscita sformazione: infatti si tratta di un lavora in regime di commutazione, la
ad alta tensione, un raddrizzatore per avvolgimento realizzato con un enorme cui frequenza assume ruolo importante
rendere continua l'alta tensione ed uno numero di spire di filo sottilissimo e nel definire la Z del primario. In teoria,
spruzzatore di elettroni; il tutto è pre- con un forte- isolamento, un po' sulla qualsiasi tipo di bobina può andar bene;
sente nello schema elettrico che esami- falsariga di quelli che erano i vecchi e è comunque consigliabile scegliere il
niamo per capire meglio il funziona- storicamente famosi "rocchetti di tipo più piccolo, evitando quelli di mag-
mento del nostro dispositivo. Ruhmkorff', usati particolarmente, fra )»

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993 - Pag. 57


'- · o-o

I
Schema elettrico del circuito per
I X
generare ioni negativi; tutta
la parte a destra
del nucleo del trasformatore
T1 si trova ad alti livelli
di tensione (8-10 kV).

c2 T1
t= ELETTRONI

•R2 111
7
o
12v
I

~ I

•A 2
lC 1
I3
,,,

TR1 Cc4 C5
Il e1
l : d'li
l

7M4455A

La resistenza R6 funge sia gior potenza, inutilmente ingombranti e e lo spruzzatore di elettroni, che appun-
da limitatore di corrente sia costosi: poi, la regolazione del trimmer to ne escono come effluvio di cariche
da irroratore di elettroni. R I consente di adattare al meglio la fre- per il "potere delle punte".
Per svolgere quest'ultima funzione
quenza di commutazione alle caratteri- Naturalmente, ciò non significa che
è importante che uno dei due
reofori sia tagliato di sbieco stiche proprie della bobina scelta. vediamo uscire dalla punta di R6 tanti
in modo che risulti pallini con un segno - sopra; i sensi
il più possibile appuntito. umani non percepiscono, da tale tipo di
ALTA TENSIONE generatore, nessun effetto visibile, olfat-
tivo o acustico, per cui sembra che il
A questo punto, l'alta tensione presente circuito non compia nessuna operazione
sull'uscita del trasformatore viene retti- (in altre parole, non è neanche come un
ficata (sul negativo) da un apposito generatore di ozono, che almeno fa sen-
diodo per AT e filtrata mediante un paio tire il caratteristico odore pungente).
di condensatori ad altissima tensione di Bene, il circuito l'abbiamo digerito, ora
lavoro (l 0kVo più), consentendo così dobbiamo montarlo.
di ottenere in uscita la necessaria ten- Pur nella sua semplicità, abbiamo visto
sione, altissima e negativa. che sono presenti alcuni componenti un
C'è assoluta necessità di raddrizzare il po' particolari e delicati, nonché valori
negativo, in quanto l'apparecchio fun- di tensione molto elevati; quindi la solu-
ziona come generatore di elettroni, e zione della basetta a circuito stampato
quindi in uscita è necessario avere una analoga a quella da noi proposta (e
buona disponibilità di essi. comunque realizzata con le dovute pre-
L'inversione della polarità di D l (non cauzioni) è quanto mai raccomandabile.
impossibile, in quanto alcuni di questi Si comincia come sempre col montare i
diodi recano contrassegni veramente componenti più piccoli: le resistenze, il
poco visibili) non produrrebbe alcuna diodo (fare molta attenzione al contras-
generazione di ioni. segno di polarità, striscia o macchia di
La resistenza in uscita (R6) da I MQ, colore vicino al terminale di catodo), lo
col suo codolo libero opportunamente zoccolo di ICI, il trimrner (ad inserzio-
tagliato a punta, costituisce contempo- ne obbligata) ed i condensatori; C2 e C3
raneamente l'elemento limitatore di ( di filtro sull'alimentazione) devono
corrente (per ovvi motivi di protezione) essere inseriti rispettando il segno della
ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 58
GENERATORE DI IONI EGATIVI
polarità stampigliato sul rivestimento in che è giunto il momento di montare, ra, - Tel. 051/846652).
plastica. possono invece essere più difficili da Resta infine da montare il TIP 3055,
A questo punto, per essere sicuri del reperire; comunque il valore di capacità che va preventivamente corredato di un
libero accesso, si piazza T 1, sfruttando non è critico e può essere compreso fra piccolo dissipatore ad U; sotto la vite di
delle pagliette di massa bloccate al 1000 e 5000 pF, mentre è importante la fissaggio, fra dissipatore e transistor va
nucleo sotto la testa delle viti e saldate tensione di lavoro, che non deve essere posizionata la paglietta che consente
poi al circuito stampato attraverso gli inferiore a 10kV. l'ancoraggio del collegamento fra col-
appositi tagli (questo vale per il tipo da Se ne trovano dei modelli professionali, lettore di TRl e primario di Tl.
noi montato). il cui costo però è elevatissimo; se ne A questo punto, non resta che eseguire
Dei componenti sin qui citati (Tl a possono invece trovare presso negozi il cablaggio del trasformatore ed inseri-
parte) l'unico che può risultare non qualificati che vendano materiale per re ICI nel suo zoccolo; è anche consi-
immediatamente reperibile può essere radioamatori, oppure nel mercato "sur- gliabile lavare con alcool o trielina la
D l; ma si tratta di un normale diodo per plus", cioè in occasione delle tante zona dello stampato (lato rame) ove
la rettificazione della EAT per i tubi fiere, tipi che costano poche migliaia di sono saldati i componenti del!' alta ten-
TV, pertanto risulta certamente reperibi- lire. Ad ogni buon conto, noi li abbiamo sione: residui troppo ingombranti di
le presso un qualche rivenditore ( o ripa- trovati in buone condizioni e di ottima resina eventualmente bruciacchiata, ai
ratore) di materiale TV. qualità presso la ditta HAM Center valori di tensione in ballo, possono
I due condensatori d'uscita (C4 e C5), (Pontecchio Marconi - BO - Via Cartie- »»

@
COMPONENTI
C1 = 2200 pF (ceramico)
C2 = 47 F-25 VI :::,.
(elettrolitico) v
C3 = 470 F.16 VI u
(elettrolitico) z
o
C4 = es 2000 pF-1 O kV R
zu<
(ceramico)
R1 = 47KQ (trimmer)
R2 = 4700 KO x
.._
R3 = 47 KO -J
R4 = 220 2 <
R5 = 2200 2
R6 = 1MO @
T1 = (v. testo)
IC1 = 555 radiatore e
TR1 = TIP3055 Piano di montaggio del circuito; il trasformatore T1 è in questo caso
D1 = diodo per EAT TV costituito da una bobina per moto Ducati, ma qualsiasi altro tipo (di
piccole dimensioni) va ugualmente bene, salvo adattarne
il montaggio caso per caso.

Il circuito stampato visto dal lato rame in scala 1:1.

ELP

Il # I
-- o

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993- Pag. 59


GENERATORE DI IONI NEGATIVI
1: il TIP3055 va
corredato di un piccolo
dissipatore. Sotto la vite
di fissaggio, tra
dissipatore e transistor
va sistemata la paglietta
che consente il
collegamento tra
il collettore di TR1
e il primario di T1.

2: l'integrato
si inserisce
nello zoccolo solo
quando tutti gli altri
componenti
sono montati
e saldati.
Il trasformatore T1, essendo un pezzo di recupero, va fissato in modi
diversi a seconda dell'elemento di cui disponiamo. Nel nostro caso due
fori passanti consentono il bloccaggio tramite 4 pagliette, con bullone e costituire motivi di sensibili perdite di
dado, che fungono anche da contatto di massa. isolamento.
Il circuito stampato deve essere inserito
in apposito contenitore di protezione,
ali' interno del quale esso deve risultare
perfettamente isolato e ad una distanza
di almeno 2 cm da qualsiasi altro corpo
ed in particolare dalle pareti; infatti, è
bene che il contenitore sia metallico
(quindi collegato ad una terra) con un
coperchio e un fondo opportunamente
forati (come indica l'apposita illustra-
zione), in modo da permettere la circo-
lazione dell'aria, e quindi la fuoriuscita
degli elettroni.
In funzionamento, il circuito può anche
far sentire un acuto fischio: è semplice-
mente la bobina che vibra alla frequen-
za di lavoro; se proprio dà noia, occorre
cercare di smorzarla bloccandola
meglio, oppure sostituirla con un altro
tipo.
L'alimentazione prevista è sui 12 V e la
corrente assorbita non deve superare i
300 mA. li nostro prototipo è stato lun-
gamente provato con Vc.c.= I5 V e I=
0,3 A; tensioni superiori possono però
danneggiare il TIP 3055.
li dispositivo può essere installato anche
a bordo di automezzi; in questo caso è
consigliabile interporre, in serie al posi-
tivo dell'alimentazione, un fusibile
(magari del tipo volante) da 1-2 A, per
evidenti motivi di sicurezza.
ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 60
IONI, ELETTRONI
Il contenitore entro cui deve
E MAL DI TESTA
essere inserito Da un po' di anni si stanno diffondendo sul mercato, con discreta e via via cre-
il circuito; sul fondo e sul scente popolarità, i generatori di ioni negativi; la motivazione risiede nei di-
coperchio (in metallo) devono chiarati ( e comprovati) benefici che l'esposizione ali' ossigeno ionizzato nega-
essere eseguiti alcuni fori tivamente produce sull'uomo.
in modo che possa verificarsi Il quadro clinico parla di sollievo per certe difficoltà respiratorie, emicranie,
il necessario movimento d'aria depressioni; è comunque consolidata la sensazione (specialmente nei periodi
e di elettroni.
afosi) di atmosfera più fresca, leggera e respirabile negli ambienti in cui sia at-
tivato un generatore di ioni negativi.
Vale quindi la pena di vedere un po' di cosa si tratta.
Innanzitutto, cos'è uno ione negativo? La definizione pinormale (edanche più
semplice) è che si tratta di un atomo, o di un gruppo di atomi che, avendo "cat-
turato" nella sua struttura uno o più elettroni, ha acquisito una carica elettri-
ca negativa.
È verificato che, in atmosfere contenenti un eccesso di ioni positivi, nel sangue
si produce ed entra in circolo la serotonina, un ormone che gioca un ruolo im-
portante nella neurotrasmissione e che rallenta l'assorbimento di ossigeno nel
corpo producendo appunto senso di stanchezza, depressione, pesantezza.
In contrasto a ciò, gli ioni negativi dell'ossigeno diffusi nell'ambiente provo-
cano la degradazione della serotonina in un sottoprodotto innocuo.
Concludendo quindi, serve stimolare, nell'atmosfera dell'ambiente in cui si vi-
ve ( almeno, in determinati periodi) laformazione di ioni negativi; servono quin-
I di degli elettroni in eccesso.
i Le molecole di ossigeno presenti nell'aria possonofacilmente acquisire un elet-
- ALIMENTAZIONE
trone in più, sia esso prodotto con mezzi naturali o artificiali, in modo da di-
Nel caso capiti di toccare con un dito la ventare uno ione relativamente stabile.
punta di R6, se ne ha semplicemente la Il modo più efficace per produrre ioni negativi di ossigeno è quello della scari-
sensazione di un leggero sfrigolio. ca ad effetto corona mediante alta tensione (il che significa 6000-9000 V, na-
Si deve invece evitare di toccare contem- turalmente negativi).
poraneamente il comune del circuito Il dispositivo che provvede a diffondere gli elettroni nell'ambiente deve essere
stampato ed il tratto negativo compreso ( affinché effettivamente funzioni) di forma particolare: infatti le cariche unita-
fra DI ed R6: lì, ci sono due condensatori rie, ovverossia gli elettroni, tendono a disperdersi sulla superficie di un ogget-
carichi a 8- IO kV, e se ne ottiene una vio- to qualsiasi con una concentrazione proporzionale al raggio di curvatura
lentissima (se pur breve) scossa elettrica. dell'oggetto stesso: ciò significa (come mostra l'illustrazione qui riprodotta)
Per collaudare il circuito, è indispensa- che gli elettroni si raccolgono prevalentemente attorno agli angoli vivi ed alle
bile disporre di un tester del vecchio punte, le quali ultime consentono in particolare (funzionando un po· come uno
tipo analogico (multimetri digitali o "spray")agli elettroni stessi di diffondersi nell'aria, andandosene a ionizzare
voltmetri elettronici in questo caso gli atomi.
potrebbero non sopportare il trattamen- Questa tecnica non ha niente a chefare con la produzione dell'ozono, ed anzi la
to un po' brusco che stiamo per presen- configurazione circuitale adottata è appunto tale da prevenirne la formazione.
tare, e risultarne danneggiati), usandolo
sulla portata 1000 V f.s., col terminale o O
positivo a massa. oo
Avvicinando il puntale negativo alla
puntina emittente d'uscita, ad 1-3 mm o 9o
o[o
dalla stessa, deve scoccare una debole
scintilla e l'ago del tester si deve muo- A B e
vere sensibilmente.
Non è consigliabile toccare direttamen-
te la punta, perché l'indice del tester
sbatte più o meno violentemente a
fondo scalda: del resto, una vera e pro-
pria misura di tensione non è affatto
indispensabile, tanto più che richiede-
rebbe un'adeguata strumentazione.
Ad ogni modo, con un comportamento
del tipo di quello descritto, non si è di
certo molto lontani dalla tensione sti-
mata di 8-10kVa vuoto.

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 61


LAMPEGGIATORE
D'EMERGENZA
BASETTA DI
SUPPORTO P reciso innanzitutto che il blinchcr.
per chi non lo sapesse. è il congegno
elettrico atto a far lampeggiare contem-
poraneamente tutti gli indicatori di dire-
zione dei veicoli, segnalazione che serve
in caso di sosta o rallentamento forzati.
Il circuito è composto essenzialment
dall'inaffondabile" NE 555. in confi-
gurazione di multivibratore astabile (che
fornisce la cadenza del lampeggio). da
un transistor di piccola potenza (che
serve a pilotare gli organi di segnalazio-
ne). da un relè (che accende tutte le lam-
MASSA pade di direzione) e da una suoneria.
AUTO che non ha altro scopo (pur se importan-
te) di ricordarci, quando si riprende la
corsa normale, che il dispositivo di
@ DX sx emergenza deve essere disattivato il più
12V presto possibile.
Sopra vediamo lo schema pratico del circuito che può essere Una volta accennato ai blocchi con cui
montato su una qualsiasi basetta isolante (meglio se del tipo il circuito è realizzato. resta ben poco da
millefori) realizzando i collegamenti con ponticelli a saldare. dire sullo schema elettrico vero e pro-
Sotto lo schema elettrico comprende anche le indicazioni prio del dispositivo.
per il collegamento del dispositivo all'impianto dell'auto. Azionando I" apposito interruttore SI
(che va opportunamente disposto sul
cruscotto). ICI si dà subito da fare per
generare un'onda più o meno quadra
alla frequenza di circa 0,5 Hz; questo
segnale. generato in uscita dal piedino 3.
va a polarizzare in conduzione TRI con-
sentendo così alla corrente di alimenta-
zione di richiudersi alla massa dell'auto
{cioè al negativo della batteria) attraver-
so il relè e la batteria, collegati in paral-
DX
lelo sul collettore del transistor.
!C1
Per quanto riguarda la pratica realizza-
zione e l'installazione del dispositivo,
sx lascio al lettore interessato la più ampia
CJ
R3 libertà di soluzione, data anche la più
Cf assoluta mancanza di criticità del circui-
toe dei componenti.
Mi Iinùto a sòttolineare l'opportunità di
inserire un fusibile (con relativo porta-
fusibile del tipo volante) sul cavo che
._ MASSA AUTO collega il lampeggiatore al positivo

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993 - Pag. 62


Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
semplice e inedito,
che non impieghi più di 15
componenti elettronici.
Le realizzazioni (una breve
spiegazione, qualche
disegno ed una foto tesseraf. j
dell'autore} devono essere
Il vincitore
di questo inviate a
mese è ELETTRONICA PRATICA
Francesco
Miglio di EDIFAI - 15066 GAVI (AL):
Verona. a tutti i partecipanti sarà
II kit per saldatura in valigetta
spedito un utile omaggio. comprende saldatore istantaneo da 100
Ogni mese il progetto W, saldatore a stilo da 30 W, supporto
per mini montaggi, dissaldatore,
migliore verrà pubblicato e raschietto, appoggio per saldatore e
dell'impianto di bordo (un errore o un punte di ricambio.
premiato con uno stupendo
guasto fan presto a far passare un
sacco di ampère'). kit per saldatura in valigetta.
E. a proposito dell'impianto elettrico
di bordo, se qualcuno, pur intendendo-
si quanto basta di montaggi elettroni-
ci, non ha confidenza con esso, è con-
sigliabile ricorrere subito all elettrauto
Valoroso Amedeo di
di fiducia.
Qualora la cadenza del lampeggio non TELEFONO Gomate Olona (VAJ
non vuole che
risultasse soddisfacente, basta ritocca-
re il valore di CI, per esempio,
SICURO qualcuno ascolti
a sua insaputa le
aggiungendo capacità. il ritmo rallenta telefonate con
(e viceversa). Chi in casa ha un secondo telefono col- gli amici:
legato in derivazione a quello principa- ha realizzato
le, ha certamente avuto a che fare con i un avvisatore
ONE soliti inconvenienti tipici: telefonate
bruscamente interrotte o disturbate per-
di cornetta
alzata.
c1 = 3,3 F-25 VI (tantalio) ché è stata alzata l'altra cornetta, chia-
c2 = 220 F-25 VI mate alle quali si risponde in due con-
( elettrolitico) temporaneamente, trasmissioni via fax giusta polarità + e -;R2 serve per
C3 = 10.000 pF (ceramico) rovinate, ecc. regolare il punto di intervento e inizial-
R1 = 2200 2 Amedeo Valoroso, giovane sperimenta- mente deve stare a metà corsa.
R2 = 150 KO tore di Gomate Olona non vuole saper- Il valore di R3 è calcolato per l'inseri-
R3 = 10 KO ne di brutte figure mentre sta parlando mento sulla linea telefonica di un solo
R4 = 470 2 con le sue amichette e così ha realizzato circuito spia. Se si dovesse inserirne più
IC1 = NE 555 questo circuito spia che indica a tutti gli di uno occorre aumentare il valore di
TR1 = 2N1711 apparecchi di casa se una qualsiasi cor- tutte le R3 raddoppiandolo o triplican-
D1 = 1 N4004 netta è alzata. dolo.
RL = relè 12-15 V (R Lo schema è semplicissimo.
bobina> 2002 a 2 scambi Quando la cornetta è posata al suo posto
da 5 A la tensione della linea SIP è sui 40-50 v,
B = suoneria (buzzer
attivo)
con questa tensione si polarizza la base
di TR 1 che entrando in conduzione
+r:,., TRl
R3 DLI

S1 = interruttore mette a massa la base di TR2 portandola


accensione (contatti da ali' interdizione, il led resta spento. TR2
10 A)
F1 = fusibile 5/7 A
DX = indicatori di
direzione destri
Alzando la cornetta la tensione della
rete SIP scende a circa 8 volt che non
sono più sufficienti a mantenere TRl in
conduzione. Interdicendosi TRl, la base
1.°
i4"
di TR2 viene polarizzata da R3 il transi- R1 = 10 ohm, 1/4 W
SX = indicatori di direzione R2 = 1M ohm, trimmer
sinistri stor inizia a condurre e il led si accende
R3 = 4,7 K ohm, 1/4 W (vedi testo)
+ 12 V = è consigliabile segnalando che una cornetta è stata R4 = 1 K ohm, 1/4 W (vedi testo)
prelevare direttamente alzata. TR1 = TR2 = transistor BC 237
Precauzioni: collegando il circuito alla D1 = diodo al silicio 1N4007
dalla batteria DL 1 = diodo led
linea telefonica bisogna individuare la

ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 63


densatore.
Ma si rende anche necessario un secon-
do diodo (normale questa volta) posto
in antiparallelo al led che si incarica di
condurre la semionda negativa.
Risultato il led viene alimentato da una
corrente unidirezionale pulsante e la
sua luce risulta quasi perfettamente
costante.
R1 = 470 KO
TIMER R2 = 1MO
D1 = 1A OHMMETRO
TUTTOFARE D2-D3 = 1N4148
TR1 = BC517 MUSICALE
I normali timer, quelli per la luce nelle Relè = 12V
scale, che si trovano in commercio, sot- C1-C3 = 1000uF/16V Che noia misurare le resistenze con il
topongono i pulsanti di accensione alla C2 = 100nF tester' Bisogna guardare lo strumento e
tensione di rete 220V. L'unico vantaggio T1 = p220-s9/12V contemporaneamente tenere d'occhio i
puntali sul componente; questo doveva
pensare Paolo Chiarabaglio di Rivaro-
lo Canavese (TO) quando, folgorato da
improvvisa ispirazione gli venne in
mente che aveva anche le orecchie e che
orecchie!
Da musicista dobbiamo supporre, se ha
pensato di ideare questo ohmmetro che
emette una nota musicale più o meno
acuta a seconda del valore della resi-
stenza sotto misura.
Certo non è semplice distinguere una
resistenza da 332 da una da 472 ma
è che si risparmia un filo per fare con un po' di orecchio riusciamo a
l'impianto (3 anziché 4) ma tutti i pul- LED distinguere una dall'altra resistenze da
10-100-1000 e 100002.
santi sono sottoposti alla tensione di rete
con comprensibile pericolo specialmen-
A 220 VOLT E poi buttando via i puntali e inserendo
te per quelli posti all'esterno. al loro posto un tasto telegrafico possia-
Vincenzo Conciatori non vuole correr mo sempre allenarci con il morse.
rischi, partendo dallo schema di un ali- R1 = 1KO
mentatore ed eseguendovi alcune picco- R2 = 100 KO trimmer
le modifiche ha ottenuto questo timer i LED R3 = 100 KO trimmer
cui pulsanti sono alimentati a bassa ten- R4 = 1KO
sione e che può essere utilizzato sia come C1 = 100 µF
c2 = 100 µF (elettrolitico)
timer luci scale sia come timer per altri
C3 = 1 Oµ F (elettrolitico)
scopi, ad esempio per laboratorio foto- TR1 = transistor NPN
grafico per stabilire il tempo di esposi- Fulvio Goretta
di Alessandria BZ1 = buzzer piezoelettrico
zione della carta fortosensibile alla luce
ha alimentato Vcc = 9 Vcc
dell'ingranditore. 220V Vcc
un led a 220 V PUNTALI
La parte di schema che differisce da un
R1 = 2202
+
alimentatore è quella che riguarda PI -
C3 - RI - R2. C1 = 470000 pF
Premendo PI di carica C3 alJa tensione 400 volt poliestere
disponibile all'uscita del ponte, tramite Rl D1 = 1N4007
Led = qualsiasi tipo
viene polarizzata la base del transistor che
entra in conduzione facendo scorrere cor- Alla tensione di rete si usano normal-
rente nella bobina del relè il quale scatta e mente le lampadine spia al neon ma se
chiude l'interruttore. Le luci si accendono. proprio vogliamo utilizzare un led il
Rilasciando P l il condensatore si scari-
ca tramite RI-R2; il tempo di scarica si
problema ce lo ha risolto Fulvio
Goretta di Alessandria, aggiungendo ,le
regola con R2 e può essere variato da l due soli altri componenti al circuito dei
secondo circa a 5 minuti. led spia formato normalmente da una r--
R3
Con la tensione ai capi di R2 al di sotto resistenza limitatrice e dal led stesso.
di 0,6 volt circa D2 cessa di inviare cor- L'idea è quella di limitare ulteriormen-
rente alla base di TR I che cessa di con- te la corrente aggiungendo in serie al
durre e il relè si diseccita. circuito la reattanza di un piccolo con-

ELETTRONICA PRATICA- Dicembre 1993 - Pag. 64


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e COS'E L'ELETTRONICA e I CONDUTTORI E GLI ISOLANTI \..
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t LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e LA RESISTENZA VARIABILE •
e I CONDENSATORE e LA BOBINA e I CIRCUITO BOBINA CON' -
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• IL CIRCUITO INTEGRATO. ALIMENTARE uri CIRCUITO. SALDA·
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ELETTRICI t MONTARE I KIT
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t IL VARIATORE DI LUCE t lLSNTONIZZATORE t L'IRRIGAZIONE AUTO·
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NI t L'ANTIFURTO PER AUTO I IL CORRETTORE DI TONALITÀ t LA SIRE- -·
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lire 4..000 per spese postali.
INDICE DEL 1993 .l

CORSO ELEMENTARE La serratura elettronica


Il videoregistratore
5
6
44
44
Giochi di luce e led
Antifulmine all'antenna
8
9
50
1O
DI ELETTRONICA La macchina fotografica
L'iniezione elettronica
7
8
46
46
Il provatutto
Microtrasmettitore
9
9
20
28
Fascicolo Pag Orologi superdotati 9 46 Factotum per la FM 9 40
Il multimetro (1 ° parte) 1 6 Allarme ad infrarossi 10 42 Energia stabile in auto 9 50
Il multimetro (2° parte) 2 4 Dentro la videocamera 11 28 Interruttore via radio 10 10
Gli integrati C-MOS (l O parte) 3 4 Il contatutto 10 20
Gli integrati C-MOS (2°
Gli integrati C-MOS (3°
parte)
parte)
4
5
4
4 VECCHIE Salvatelefono, fax, modem
Riduttore di tensione
10
10
28
36
Gli integrati C-MOS (4°
Gli integrati C-MOS (5°
parte)
parte)
6
7 4
4 RADIO A VALVOLE Generatore FM
Led natalizi
IO
10
46
56
Gli integrati C-MOS (6° parte) 8 4 Fascicolo Pag Luci a tempo di musica 11 1O
Gli integrati C-MOS (7° parte) 9 4 L'occhio magico 1 50 Eliminare le sovratensioni l1 22
Gli integrati C-MOS (8° parte) IO 4 Le funicelle 2 24 Preamplificatore microfonico Il 38
Gli integrati C-MOS (9° parte) 11 4 Caricabatterie universale ll 48

IL MONDO A REALIZs,IONI Generatore di ioni negativi 11 56

PORTATA DI VOCE PRATICHE I COMPONENTI


Fascicolo Pag Antifurto magnetico
Fascicolo Pag
1 I2
IN TEORIA
Una radio per amica I 46 Generatore modulato I 18 Fascicolo Pag
La propagazione delle onde 2 IO Controllo a distanza I 25 Conduttori e isolanti 1 24
La stazione di ascolto ( 1 ° parte) 3 16 Utile relè antigelo 1 26 li trasformatore 3 26
La stazione di ascolto (2° parte) 4 16 Magnetizzatore I 34 Componenti express 4 24
La stazione di ascolto (3° parte) 5 16 Sonda a radiofrequenza I 40 I diodi led 4 35
La stazione di ascolto (4° parte) 6 16 Teleavviamento di potenza 2 14 1 condensatori 5 35
La stazione trasmittente (1 °) 7 16 Clacson musicale 2 28 Saldare e dissaldare 5 54
La stazione trasmittente (2°) 8 16 Rivelatore di perdite 2 40 Com'è fatto il diodo 6 35
Il sistema radiante (le antenne) 9 16 Amplificatore d'udito 2 48 Far circuiti stampati 6 54
li sistema radiante (le antenne) 10 16 Luci per bicicletta 3 IO Filtraggio
Baracchino che passione 11 18 Salvamotore automatico 3 20 con componenti passivi 7 36
Memoria per voltmetro' 3 28 Le induttanze 8 36
L'ELETTRONICA Vu - metro luminoso
Relè ciclico temporizzato
3
3
38
48
Riparare l'intellevision
La mappa dei transistor
8
9
56
38
IN PUGNO Preamplificatore BF 4 10 Musica per appassionati 9 56
Misuratore di campo RF 4 20 Conduttori elettrici 10 34
Fascicolo Pag Monitor di bassa tensione 4 28 Un bulbo
Misura pressione sul dito 2 45 Inclinometro al mercurio 4 38 a carica di elettroni 10 52
Manometro pistola 3 35 Variatore di potenza 4 48 Le famiglie di curve l l 44
Metaldetector per fili tubi e travi 4 36 Wattmetro per BF e RF 5 11
Scacciacani ad ultrasuoni 5 36 5 20
ln bicicletta col computer 6 26
Alimentatore a 5 tensioni
Provatransistor PNP/NPN 5 28 PROGETTI
Limitatore di bollette
Radio babysitter
7 26
8 26
Aria pulita con l'ozono
Avvisatore d'incendi
5
5
38
48
DEI LETTORI
Assorbi odori ali' ozono 9 26 Irrigazione automatica 6 10 Fascicolo Pag
Salato o insipido? 10 26 Generatore di frequenze 6 20 Galleggiante elettronico l 54
Telefono in viva voce 11 54 Il provatelecomandi 6 28 Segnalatore di continuità 2 54
Captatore di ultrasuoni 6 38 La risonanza dei quarzi 3 54
VISTI Effetto voce spaziale
Generatore ultravioletti
6
7
48
10
Un tester da campo
Segnalatore
4 54

DA VICINO La musica del cuore


L'anticalcare
7
7
20
28
di stop fulminati 5 58
Un semplice antifurto 6 58
Fascicolo Pag Luci psichedeliche 7 40 Provacontinuità acustico 7 58
Il persona! computer 2 20 Radioricevitore russo 7 50 Il metronomo elettronico 8 60
Dip meter a transistori 2 36 On air tutti in silenzio 8 IO L'antifurto che non suona 9 60
Cellulare di moda 3 44 Lotta ai disturbi TV 8 20 Caricabatterie
Lettore per compact disc 4 44 Fotorelè a doppia funzione 8 28 al nichel cadmio 10 60
Il frequenzimetro 5 24 Caccia ali' antenna 8 40 Lampeggiatore d'emergenza 11 62
ELETTRONICA PRATICA - Dicembre 1993- Pag. 68
QUESTO
UTILISSIM I

MINITRAPANe.
ELETTRICO
A CHI SI ABBONA
PER IL 1994 11 riviste di
Il minitrapano Valex, compatto e leggero, risulta
estremamente preciso e maneggevole anche nei lavo-
ELETTRONICA PRATICA
ri più delicati in spazi quasi inaccessibili. È dotato
di un potente motore a 12 volt in grado di imprime- direttamente
re alla punta una velocità di rotazione di ben
24.000 giri/min. a asg tua per sole
CON ALIMENTATORE 72.000 lire.
La confezione comprende, oltre all'indispensabile
alimentatore, 3 diverse punte, con relative pinze-
mandrino, con 0 di 1,2 e 3 mm, una moletta rotati-
Gratis il minitrapano
va e la chiave per serrare o aprire il mandrino.
Microtrasmettitore che funziona
anche senza antenna. È dotato
di eccezionale sensibilità
e di massima stabilità
di frequenza.
Può fungere da
radiomicrofono
e microspia: é in
dimensioni tascabili,
con particolare
estensione della gamma
di emissione, che può uscire da
quella commerciale, ha una portata
che va dai 100 ai 300 metri.

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in frequenza ai suoni di batterie

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DI MONTAGGIO EPMS
LIRE 27.500
CARAffERISTICHE
EMISSIONE : FM
GAMME DI LAVORO : 65 MHz « 130 MHz
ALIMENTAZIONE : 9 Vcc
ASSORBIMENTO: 10 mA
PORTATA : 100 1 300 m
SENSIBILITA' : regolabile
BOBINE OSCILLANTI: intercambiabili
DIMENSIONI : 5,5 cm x 4 cm

La scatola di montaggio del microtrasmettitore, che contiene


tutti gli elementi riprodotti qui sopra, è identificata dal codice EPMS.
Per richiederla occorre inviare anticipatamente /importo a mezzo
STOCK vaglia postale, assegno bancario o conto corrente postale n. 46013207
Intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO • Via P. Castaldi,
RADIO

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