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PRATICA

rea.nane±r e.su eresse


DI ELETTRONICA - RADIO - OM • 27 MHz A&
PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3° /70 -ANNO XXI - N. 2 - FEBBRAIO 1992
ED. ELETTRONICA PRATICA - VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO - TEL. 02/6697945 L. 5.000

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a 33 cifre altezza mm 12,5 montato su elastomeri - Integrati
montali su zoccoli professionali- Batteria 9 V - Autonomia
1000 ore per il tipo zinco carbone, 2000 ore per la batteria
alcalina - Indicatore automatico di balleria scarica quando
rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
- Bassa portata ohmmetrica (20 2)- 10 A misura diretta in D.C.
e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi -
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VOLT D.C 200 mV-2V-20V-200 V- 1 ooe v
VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A
AMP. A.C. 200 A- 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
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nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolali da avvitare
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Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
,,
. "" [g
. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e parli accessorie
Puntali

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ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA- ANNO 21 - N. 2 FEBBRAIO 1992

LA COPERTINA - Illustra il dispositivo antisonno per chi


guida, descritto nelle prime pagine del presente
fascicolo e consigliabile a tutti coloro che si accingono
ad intraprendere un lungo viaggio notturno.

Sommario
68
editrice ANTISONNO
ELETTRONICA PRATICA
PER CHI GUIDA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
76
disegno tecnico PANNELLO SOLARE
CORRADO EUGENIO
24 Vcc - 0,22 A - 4 W
stampa
TIMEC
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Distributore esclusivo per l'Italia:
A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27 - 20126 DILETTANTISTICO FM
Milano tel. 25261 autoriuazione Tribunale
Civile di Milano - N. 74 del 29-12-1972 -
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DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE - PUBBLI-


CITÀ - VIA ZURETTI 52 - 20125 MILANO 120
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che se non pubblicati, non si restituiscono. 123
LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


ANTISONNO
PER CHI GUIDA
Certamente il dispositivo qui descritto è neces- sentire. Perché appena si Comincia a reclinare il
sario ai conducenti dei grossi automezzi costret- capo sul volante, un buzzer viene immediata-
ti a guidare per ore e ore, talvolta senza il bene- mente attivato, per richiamare il pilota alla sua
ficio di una sosta o il conforto di una persona responsabilità di guida ed informarlo sullo stato
amica seduta accanto. Ma lo è pure per tutti gli di gravità della situazione psicofisica.
automobilisti in genere, quando il percorso da È risaputo che una buona parte degli incidenti
coprire è lungo e la stanchezza inizia a farsi in autostrada, soprattutto durante le ore nottur-

Questo semplice dispositivo elettronico, di facile applicazione,


protegge l'automobilista stanco da possibili sonnolenze,
informandolo sulla pericolosità della guida.

68 Elettronica Pratica
Antisonno per chi guida

Evita i colpi di sonno in auto.


Il modulo rimane inserito nel taschino della giacca o della ca-
mc1a.
Il sensore, molto piccolo, si applica su una stanghetta degli oc-
chiali.

ne, avvengono per un sopraggiunto colpo di sembrato il più semplice fra tutti e, sicuramen-
sonno, per un improvviso assopimento o per te, uno dei più efficaci. Pure se il suo impiego
troppa spossatezza. Proprio quando sarebbe ne- prolungato potrà arrecare qualche fastidio, in
cessario ricorrere ad una forza di reazione vio- misura particolare alle persone facilmente irri-
lenta e fermarsi. Dato che una breve sosta, un tabili, a causa dei falsi allarmi che possono suc-
sonnellino ristoratore e qualche passo all'aria cedersi frequentemente finché si conserva acce-
fresca sono sempre in grado di scongiurare ogni so il dispositivo. Ma anche questi potranno es-
pericolo stradale. Anche se, per una completa sere favorevolmente tollerati, se si considera
ripresa dell'organismo umano, viene consigliato che l'apparecchio può salvare la vita, quando
un riposo più lungo. Ma la vera difficoltà, nel questa è messa a repentaglio da un sensibile ca-
prevenire la prostrazione, sta nel reagire con lo delle forze fisiche.
decisione ai primi sintomi di ondeggiamento Il funzionamento del progetto di figura 1 sfrut-
della testa. ta ogni eventuale inclinazione del capo in avan-
ti, la quale provoca la chiusura di un interrutto-
re o contatto al mercurio CM che, a sua volta,
IL RICHIAMO ACUSTICO attiva con la massima immediatezza il circuito
elettronico, rendendo operante il buzzer, ossia
Vari sistemi di richiamo contro il torpore del- il piccolo trasduttore acustico che si mette a
l'automobilista sono stati da noi proposti in pas- suonare.
sato, ma quello che vogliamo ora suggerire ci è Il modulo elettronico del piccolo apparato vie-

Elettronica Pratica 69
Antisonno per chi guida

1)" .----------------------------
1
'CM I
I

S1 Il

E
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9V
e

:4 l°1
k '

Fig. 1- Progetto del dispositivo di allarme per l'automobilista che sta per essere colto dal
sonno. Con il trimmer R3 si regola il volume del suono emesso dal buzzer piezoelettrico BA.

-----COMPONENTI----
Condensatori R3 = 22.000 ohm - (trimmer)
c1 = 47F- 24 VI (elettrolitico)
c2 = 3F (non polarizzato)
Varie
C3 = 100.000 pF (ceramico)
IC1 = 4093 (integrato)
BA = buzzer attivo
Resistenze ALIM. = pila 9 V
S1 = interrutt.
R1 = 1megaohm - 1/4 W
CM = contatto al mercurio
R2 = 100.000 ohm - 1/4 W

ne conservato nel taschino della giacca o della La donna che non porta occhiali potrà fissare il
camicia, mentre l'interruttore al mercurio rima- minuscolo interruttore al mercurio sul cappello,
ne applicato, con un po' di collante o un pezzet- sul cerchietto fermacapelli o su una fascia ela-
to di nastro adesivo, ad una stanghetta degli oc- stica posta attorno al capo, come usano alcuni
chiali, che saranno quelli da vista, per coloro tennisti o gli sciatori. In ogni caso, qualunque
che non vedono bene in lontananza, ma che po- sia il sistema di applicazione dell'interruttore al
tranno essere da sole o con lenti neutre per co- mercurio, quel che importa è che questo possa
loro che godono di una percezione visiva per- chiudere i suoi contatti soltanto a seguito di una
fetta. forte inclinazione del capo e non a causa dei

70 Elettronica Pratica
Antisonno per chi guida

BA
PRESA
JACK
CM

ICI LIVELLO
SUONO

Fig. 2- Schema realizzativo dell'apparecchio antisonno per guidatori di autoveicoli. La resi-


stenza R2, per motivi di spazio, rimane inserita in posizione verticale. Questo modulo, a
montaggio ultimato, può essere inserito in adatto contenitore.

normali spostamenti orizzontali. Dunque, l'effi- mente i contatti di CM. Pertanto, l'automobili-
cacia del dispositivo d'allarme, più che dalla sta che inizia a guidare in condizioni fisiche per-
qualità del circuito elettronico, dipende dalla si- fette e ritiene prematuro l'impiego del modulo,
stemazione dell'ampolla di vetro contenente i può aprire Sl, riservandosi di chiuderlo dopo
due elettrodi e la goccia di mercurio. un'ora o due dal momento della partenza per
Prima di iniziare l'esame del progetto di figura un lungo viaggio. In questo modo si evitano i
1, ricordiamo che questo, oltre che alla funzio- falsi allarmi diffusi dal buzzer quando la testa,
ne già descritta, può essere adibito a quella di inavvertitamente, si sposta in avanti o all'indie-
antifurto, ma può servire anche nel settore mo- tro.
dellistico e in moltissime altre applicazioni, pu- Se S 1 viene chiuso ed anche CM si chiude con
re sostituendo l'interruttore a mercurio con al- il movimento del capo all'ingiù, il condensatore
tri tipi di contatti. elettrolitico Cl si carica e la porta NAND "a"
diviene "alta" sul piedino 1, cioè assume la con-
dizione di "1 logico. Conseguentemente la se-
ESAME CIRCUITALE zione "a" oscilla generando un'onda rettangola-
re alla frequenza di 1 Hz circa. Il NAND "b"
Il circuito di figura 1, quando l'interruttore S1, rappresenta una sezione separatrice, mentre i
pilotabile manualmente, viene lasciato aperto, due rimanenti NAND " - d", collegati in paral-
resta inattivo, perché manca l'alimentazione lelo, pilotano il buzzer attivo BA, che deve es-
proveniente dalla pila da 9 V. Ma l'inattività del sere di ottima qualità, scelto possibilmente fra i
dispositivo permane anche quando, pur essendo modelli della MURATA
chiuso S 1, la goccia di mercurio, contenuta nel- Il trimmer R3 regola il livello acustico.
la piccola ampolla di vetro, non ricopre tota!- Il condensatore elettrolitico Cl si carica imme-

Elettronica Pratica 71
Antisonno per chi guida

>
o

EP

+-
Fig. 3- Disegno In grandezza naturale del circuito stampato da riprodurre su una delle due
facce di una basetta supporto delle dimensioni di 8,3 cmx 3,7 cm.

diatamente, appena CM si chiude anche per un re nello schema di figura 1, è un quadruplo


solo attimo. Poi, mantenendo la carica per tren- NAND dotato di isteresi sugli ingressi. In prati-
ta secondi circa, il condensatore si scarica attra- ca, ogni stadio, per disporre di un'uscita bassa,
verso la resistenza Rl. deve possedere entrambi gli ingressi alti, perché
L'assorbimento totale di corrente del circuito di è sufficiente che un solo ingresso sia basso per
figura 1, allo stato di riposo, ovvero CM aperto mandare alta l'uscita. Inoltre, se entrambi gli in-
è di soli 0,5 A; con l'allarme attivato raggiunge gressi sono collegati fra loro, lo stadio funziona
i 3 mA. Dunque, con S 1 chiuso, ma con CM da inverter.
aperto, il consumo di energia è insignificante. Per attivare il buzzer BA, le uscite 10- 11 delle
La piccola pila da 9 V, in questa particolare ap- sezioni "c- d" di ICI debbono diventare basse.
plicazione, si rivela quindi come il generatore di Il loro collegamento in parallelo garantisce il
tensione più adatto. flusso di corrente necessaria a mettere in fun-
Prima di chiudere l'esame del circuito teorico zione il trasduttore acustico. Gli ingressi delle
del dispositivo ed iniziare la descrizione del due sezioni "c- d", dunque, devono essere alti,
montaggio dell'apparecchio, vogliamo spendere mentre quelli contrassegnati con i numeri 5-6
ancora qualche parola a proposito dell'integrato della sezione "b" sono conseguentemente bassi
ICI qui utilizzato e del suo più dettagliato com- e questo è il motivo per cui le entrate 1-2 del
portamento. NAND "a" sono alte. Infatti, l'ingresso 2 è
mantenuto alto a causa della presenza del con-
densatore C2, alimentato attraverso la resisten-
DETTAGLI CIRCUITALI za R2, mentre l'ingresso 1 diviene alto quando
gli interruttori SI e CM sono chiusi.
L'integrato ICI, per il quale è stato prescritto il Con il terminale 1 alimentato dalla tensione po-
modello 4093, è un CMOS metal gate, in grado sitiva di 9 V, l'uscita 3 scende verso il basso e
di funzionare con tensioni comprese fra i 3 Vcc Cl inizia a scaricarsi tramite la resistenza Rl,
e i 18 Vcc. Si tratta quindi di un componente di fino a raggiungere la soglia inferiore. Durante
largo impiego per quanto riguarda l'alimenta- questo tempo il buzzer BA rimane attivo, per
zione, mentre l'assorbimento di energia si veri- poi disattivarsi anche se il contatto CM rimane
fica solamente quando commuta o comanda dei chiuso.
carichi applicati. Per proteggere il circuito da eventuali disturbi
La tensione di 9 Vcc è stata scelta in questo va- sui collegamenti esterni, si consiglia di inserire
lore per alimentare il buzzer BA, di tipo pie- una resistenza da 100 ohm fra l'entrata E ed il
zoelettrico. terminale 1 del NAND "a".
Il modello di integrato 4093, come si può nota-

72 Elettronica Pratica
Antisonno per chi guida

Fig. 4- Esempio di applicazione, su una stanghetta degli occhiali, dell'interruttore al mercu-


rio, che può anche essere fissato sul cerchietto fermacapelli delle signore.

MONTAGGIO Per il trimmer R3 consigliamo di utilizzare un


componente dotato di rotellina di comando,
Durante il montaggio dell'apparecchio ora de- che facilita le operazioni di regolazione dell'au-
scritto, invitiamo il lettore principiante a tenere dio anche durante il viaggio, quando la velocità
sott'occhio la foto di apertura del presente arti- dell'autoveicolo è assai ridotta.
colo e lo schema costruttivo di figura 2. Il quale Prima di saldare a stagno i terminali del buzzer
mostra come il circuito rimanga contenuto tutto piezoelettrico occorre individuare la posizione
su una delle due facce di una basetta supporto, del terminale positivo e di quello negativo, on-
di materiale isolante, di forma rettangolare,
delle dimensioni di 8,3 cmx 3,7 cm.
Ovviamente, tutti i componenti elettronici van-
no inseriti sulla faccia della basetta opposta a
quella in cui si deve comporre il circuito stam-
pato, il cui disegno in grandezza reale è pubbli- abbonatevi a:
cato in figura 3.
L'integrato ICl non deve assolutamente essere
applicato direttamente sul circuito, ma soltanto
ELETTRONICA
tramite apposito zoccoletto.
Facciamo notare che, per motivi di riduzione
degli spazi, la resistenza R2 rimane inserita in
PRATICA
posizione verticale.

Elettronica Pratica 73
Antisonno per chi guida

4
I
t M
i t 4

Fig. 5 - Il collegamento, fra il contatto al mercurio e


lo spinotto jack, si ottiene con filo elettrico flessibile
della lunghezza di un metro circa.

de inserirli correttamente nei corrispondenti fo- descrivere questo componente nei suoi partico-
ri circuitali. La stessa osservazione si estende al- lari costruttivi. Anche perché si è voluto crede-
la pila da 9 V e al condensatore elettrolitico C2, re che la maggior parte dei lettori siano già a
che sono pur essi componenti polarizzati. conoscenza dell'espressione esteriore e del
A montaggio ultimato, il modulo elettronico comportamento elettrico del componente. In fi-
potrà venir introdotto in un contenitore munito gura 6, comunque, tutto viene chiaramente in-
di aperture di accesso in corrispondenza della terpretato attraverso alcuni disegni. Sulla sini-
presa jack, dell'interruttore S 1 e della rotellina stra, infatti, si notano le due posizioni estreme
di regolazione del trimmer R3. dell'interruttore, sulla destra le corrispondenti
interpretazioni simboliche.
Quando la goccia di mercurio rimane nella zo-
L'INTERRUTTORE AL MERCURIO na opposta a quella in cui sono presenti i due
conduttori, l'interruttore è aperto, C.A.; quan-
Più volte, nel corso dell'articolo, è stato men- do il mercurio ricopre interamente i reofori,
zionato l'interruttore al mercurio, senza tuttavia l'interruttore è da considerarsi chiuso C.C.

74 Elettronica Pratica
Antisonno per chi guida

p C.A
_.'@@7

Fig. 6- Sulla sinistra sono disegnate le due posizioni


opposte della goccia di mercurio dentro la piccola
ampolla di vetro; sulla destra appaiono riportati i
corrispondenti simboli elettrici di contatto aperto
e.A. e contatto chiuso e.e.
fcc

Esistono pure delle posizioni intermedie della


piccola ampolla di vetro, quelle per cui il mer-
curio non tocca entrambi i conduttori e non
consentono la chiusura dell'interruttore.

COLLEGAMENTO ESTERNO

Lo schema di collegamento fra l'interruttore al


mercurio CM ed il modulo elettronico è ripor-
tato in figura 5.
Il conduttore, della lunghezza di un metro circa,
va realizzato con filo sottile, flessibile. Per
esempio quello degli auricolari da 8 ohm, che
costano poco e dai quali può essere ricavato do-
po aver smontato il componente e scartate le
parti.
Le saldature a stagno sui due reofori dell'inter-
ruttore CM debbono rimanere isolate tra loro e
da eventuali parti metalliche esterne, servendo-
si ovviamente di vernice isolante o nastro della
stessa natura.
Sull'estremità opposta del cavetto elettrico si
applica lo spinotto jack, che deve essere adatto
all'innesto sulla corrispondente presa montata
nel modulo elettronico.
La figura 4 interpreta il modo con cui il contat-
to al mercurio CM può essere fissato sulla stan-
ghetta degli occhiali. Per quest'ultima operazio-
ne si possono utilizzare i comuni collanti oppu-
re i nastri adesivi. Ma, come è stato detto, è as-
sai importante stabilire la posizione dell'inter-
ruttore al mercurio, che deve essere tale da non
provocare facili e falsi allarmi ad ogni movi-
mento del capo dell'automobilista.
Elettronica Pratica 75
PANNELLO SOLARE
I pannelli solari costituiscono l'insieme di un ta di giorno, quando il tempo è bello.
grandissimo numero ,di cellule fotovoltaiche e Più volte, in passato, in questa stessa pubblica-
vengono costruiti per convertire l'energia del zione è stato analizzato il concetto di trasforma-
sole in quella elettrica, allo scopo di alimentare zione energetica da luce a potenziali elettrici.
apparati elettrici e dispositivi elettronici, ma Ma per sommi capi, toccando i punti di maggior
principalmente per caricare le batterie che du- rilievo scientifico, giova qui ricordarlo rapida-
rante la notte e nelle giornate buie, restituisco- mente.
no l'elettricità abbondantemente immagazzina- I fotoni, che sono particelle elementari conte-

Si possono ottenere tensioni e correnti superiori a quelle citate,


collegando più moduli in serie o parallelo, onde illuminare le
case sprowiste di energia, le roulottes, le imbarcazioni, gli
impianti di sicurezza, i ripetitori e le insegne luminose.

76 Elettronica Pratica
Pannello solar e

Tutl"i possono acquistarlo


al prezzo di L. 115.000
con le modalità descritte
a fine articolo.

Pur rivelandosi
una pregiata sorgente di
energia elettrica,
il componente non è facilmente
reperibile in commercio.

nute nelle radiazioni elettromagnetiche e che le negativo della zona N della giunzione, crean-
vengono pure chiamati "quanti di energia", nel do contemporaneamente un eccesso di "vuoti",
colpire il reticolo cristallino dei materiali semi- ossia di cariche elettriche positive, che vanno ad
conduttori, cedono il loro contenuto energetico, aumentare il potenziale positivo della zona P.
liberando cariche positive e negative che, a loro Il rendimento energetico del fenomeno ora de-
volta, promuovono una corrente elettrica se il scritto dipende in gran parte dalla natura dei
semiconduttore è chiuso su un carico come, ad materiali impiegati. Con quelli attualmente più
esempio, una lampadina, che si accende e rima- diffusi, si può raggiungere anche il 20%. Tutta-
ne accesa. via, le inevitabili limitazioni pratiche, di natura
Con riferimento alle più moderne teorie optoe- tecnica ed economica, abbassano tale valore al
lettroniche, si dice che, quando un fotone colpi- 10%, sempre che l'illuminazione della giunzio-
sce la regione in cui è realizzata la giunzione fra ne avvenga in condizioni ottimali, cioé in pieno
due semiconduttori, questo ha buone probabili- sole e con i raggi incidenti perpendicolari. Per-
tà di urtare contro un elettrone orbitante attor- ché con illuminazioni di intensità inferiore il
no al nucleo dell'atomo di cui è composto il rendimento diminuisce ulteriormente. Ma nelle
materiale. Dunque, una moltitudine di fotoni giornate molto soleggiate, l'energia luminosa è
provoca, senza ombra di dubbio, un grande veramente molta e, ciò che più conta, assoluta-
scompiglio fra gli elettroni degli atomi, estraen- mente gratuita. Anche se, a tutt'oggi, il sole de-
doli dalle loro orbite e rendendoli liberi. Analo- ve considerarsi una sorgente di elettricità pre-
gamente a quanto avviene nel gioco del biliar- giata. Dato che l'energia spesa per la costruzio-
do, dove una pallina lanciata in mezzo ad un ne delle cellule fotovoltaiche è per ora decisa-
gruppo di bilie si arresta per mettere in movi- mente superiore a quella che poi forniranno
mento alcune di queste. Cedendo, ovviamente, durante il loro tipico impiego nei pannelli sola-
la propria energia meccanica, così come il foto- ri. I quali, tuttavia, hanno una vita praticamente
ne, nel liberare l'elettrone, cede a questo il illimitata e, fatta eccezione per alcune sporadi-
proprio patrimonio energetico. che operazioni di pulizia, non necessitano di al-
Gli elettroni, che sono cariche elettriche negati- cuna manutenzione, mentre sono in grado di
ve, contribuiscono ad un aumento del potenzia- offrire elettricità nelle località più sperdute e

Elettronica Pratica 77
Pannello solare

Fig. 1- Parti componenti il pannello solare presentato e descritto in queste pagine. La forma
è quadrata e le dimensioni sono le seguenti: 312 mmx 312 mmx 25 mm. Il suo peso è di 1,7
Kg ed è costruito In silicio amorfo con doppio vetro, telaio in alluminio e connettore di colle-
gamento. Viene venduto al prezzo di L. 115.000.

sugli autoveicoli, pur occupando una certa su- che applicazioni pratiche in molti settori della
perficie, ma vantando le caratteristiche della vita sociale. Là dove la rete di distribuzione del-
leggerezza e dell'esiguo volume. Dunque, se al- l'elettricità non esiste, sui mezzi mobili come
lo stato attuale dell'economia industriale i pan- roulottes, auto elettriche e barche, nell'alimen-
nelli solari non possono risolvere il problema tazione degli apparati radiofonici portatili, di
del fabbisogno energetico dell'umanità, questi certi calcolatori e dei molto diffusi telefonini.
certamente propongono svariate ed economi-

78 Elettronica Pratica
Pannello solare

A
+
+ ilA

a
-::;;
X
~

Fig. 2 - Circuito di prova sperimentale del pannello solare PS, con il quale si misura la ten-
sione d'uscita a vuoto del generatore, ovvero in assenza di carico sulle boccole X.

., A
+
+ 0,784
-

le»
109 s
- E1
.a

Fig. 3 - Controllodel comportamento del pannello solare nelle condizioni ottimali di funzio-
namento, con un carico resistivo di 100 ohm.

Elettronica Pratica 79
Pannello solar e

LP/
01
canea lenta
carica veloce
LP2
o
u
n
o
• }

G BATTERIA
P S.
6
o

d
c

Fig. 4 - Semplice dispositivo di caricabatterie con D1 =


1N4004 (diodo al silicio)
pannello solare. Il diodo al silicio D1 impedisce che,
a carica completa della batteria, questa possa river-
S1 = commutatore (1 via - 2 posiz.)
LP1 = lampadina (12 V- 25 mA)
sare la sua energia su P.S.
LP2 =
lampadina (12 V- 250 mA)
P.S. = pannello solare

CIRCUITI UTILIZZATORI tutti quei sistemi elettrici che possono essere ri-
caricati dal sole.
Il pannello solare, che ci disponiamo a presen- Le tensioni d'uscita, le correnti e le diverse po-
tare e che va considerato come un componente tenze utilizzabili, in base ai carichi collegati in
professionale che tutti i lettori possono acqui- uscita, sono citati nell'apposita tabella.
stare e sperimentare, se esposto completamente
al sole, in posizione perpendicolare rispetto ai
raggi luminosi e senza carico applicato, eroga la CARATTERISTICHE ELETTRICHE
tensione di 24 Vcc. Con un carico di 100 ohm la
potenza derivabile ammonta a 3,2 W. CARICO TENSIONE CORRENTE POTENZA
La composizione meccanica del pannello è am-
piamente illustrata in figura l. Si tratta di una O ohm 24 V o A o w
costruzione in silicio amorfo con doppio vetro, 200 ohm 22V 0,11 A 2,4 W
telaio in alluminio e connettore di collegamen- 100 ohm 18V 0,18 A 3,2 W
to. Le sue dimensioni sono di 31,2 cmx 31,2 cm 60 ohm 13V 0,21A 2,7W
x2.5 cm. Il peso è di 1,7 Kg. La conformazione 50 ohm 11V 0,22A 2,4 W
del pannello fotovoltaico è dunque quadrata e
particolarmente adatta per illuminazione in abi-
azioni sprovviste di energia, nei natanti, per l'a-
tentazione delle insegne e, in generale, in La massima resa viene raggiunta collegando
Pannello solare

E
I C
u

a + +
=
RS.
~ C1 C2 c3

Fig. 5- Dispositivo di stabilizzazione della tensione C1 = 100 F - 24 VI (elettrolitico)


erogata dal pannello solare, da interporre fra questo C2 = 100.000 pF (ceramico)
e l'apparato elettronico che si vuol alimentare. Il va-
lore della tensione d'uscita dipende dal modello di C3 = 10 F- 24 VI (elettrolitico)
integrato utilizzato. IC = integrato (vedi testo)
P.S. = pannello solare

El

5 R R!

u, l. L, e
!...
G U. STAB.
s.
P.
6 T, T .T e
c3

Fig. 6 - Circuito stabilizzatore con tensione d'uscita regolabile tramite il potenziometro R2.

C1 = 100 F - 24 VI (elettrolitico) R1 = 220 ohm - 1W


C2 = 100.000 pF (ceramico) R2 = 2.200 ohm (potenz. lin.)
C3 = 10 F- 24 VI (elettrolitico) IC = integrato (LM317)
C4 = 10 F- 24 VI (elettrolitico) P .S. = pannello solare

Elettronica Pratica 81
Pannello solare

El
1c[ Il

Il
R2
R
Il
G L, le
P.
e
S,
T,, T, +

C3
l.
mm
G
u
e

Fig. 7 -Stabilizzatore di corrente continua, regolabile tramite il potenziometro R2, particolar-


mente adatto per la ricarica di batterie di classe elevata.

C1 = 100 F- 24 VI (elettrolitico) R1 = 1ohm- 1W


C2 = 100.000 pF (ceramico) R2 = 220ohm -5 W (potenz. a filo)
C3 = 10 F- 24 VI (elettrolitico) P.S. = pannello solare
C4 = 100.000 pF (ceramico)

sull'uscita del pannello fotovoltaico un carico di circuiti a commutazione che, pur essendo più
100 ohm, con il quale la potenza disponibile efficienti, presentano l'inconveniente di genera-
ammonta a 3,2 W ma che , in condizioni parti- re rumore elettrico difficilmente eliminabile.
colari può sfiorare i 4 W. Anche perché i circuiti a commutazione sono
Detto ciò, tenendo conto delle caratteristiche più complessi da realizzare e mettere a punto.
ora elencate, presenteremo alcuni circuiti di
pratica utilità, nei quali viene utilizzato il pan-
nello fotovoltaico descritto e che, designato ad PROVE SPERIMENTALI
alimentare carichi discontinui, con batteria in
tampone, consente di comporre un generatore Poiché la massima potenza erogata dal pannel-
di energia elettrica di qualche centinaio e più di lo fotovoltaico dipende da molti parametri, tra i
watt. quali vanno ricordati per primi l'intensità di il-
Trattandosi di una sorgente di energia di gran luminazione e quindi la località in cui si opera,
pregio, presenteremo in questa sede soltanto la stagione e la temperatura, ovviamente assie-
quei circuiti di alimentazione che sono di tipo a me al tipo di carico che si vuol alimentare, si
basso rumore elettrico intrinseco, onde poterli consiglia di analizzare praticamente il compo-
accoppiare con quei dispositivi abbastanza sen- nente prima del suo impiego.
sibili come gli amplificatori ad alta fedeltà, i ra- Il circuito sperimentale di figura 2, consente di
dioricevitori di classe elevata e i televisori. verificare le caratteristiche elettriche del pan-
Quindi, rimangono esclusi, almeno per ora, i nello nella zona o ambiente in cui si agisce. In

82 Elettronica Pratica
Pannello solare

al PS
I

l
-~---~-
· ••

Reg. corr.
UTILIZZ.

Fig. 8 - Piano costruttivo dello stabilizzatore di corrente il cui schema teorico è pubblicato in
figura 7.

questo caso il generatore viene esposto in posi- del componente. Ma queste, lo ripetiamo, sono
zione perpendicolare rispetto ai raggi del sole e le massime prestazioni del pannello solare, che
senza carico X, ovvero a vuoto, perché nessun in pratica difficilmente vengono sempre rag-
dispositivo viene collegato fra le boccole di uti- giunte e sulle quali il tecnico non può fare sem-
lizzazione. Ebbene, se tutte le condizioni sono pre affidamento.
favorevoli, il voltmetro per tensioni continue In ogni caso, ciò che balza subito all'occhio, du-
deve segnalare 24 Vcc, mentre l'amperometro rante le prove sperimentali suggerite tramite gli
A non indica il passaggio di alcuna corrente. Se schemi delle figure 2 e 3, è l'estrema variabilità
ciò non accade, bisogna tenerne conto per le della tensione d'uscita, che non può quindi es-
eventuali future applicazioni. sere utilizzata direttamente per alimentare i cir-
Successivamente conviene realizzare l'esperi- cuiti elettronici, mentre non riveste alcuna im-
mento di figura 3, che consente di valutare il portanza quando il pannello solare serve per
comportamento del pannello fotovoltaico con alimentare un caricabatterie, come nel caso del
un carico di 100 ohm, rappresentato da una circuito di figura 4.
comune resistenza da 5 W. Anche in questo ca- Riassumendo, poiché le grandezze elettriche,
so, se le condizioni ambientali sono ottime, disponibili sui morsetti d'uscita del pannello so-
l'amperometro A deve segnalare il passaggio di lare, sono variabili, il componente può essere
una corrente di 0,18 A, mentre il voltmetro in- collegato direttamente con un caricabatterie,
dica la tensione di 18 Vcc, concordemente a ma attraverso uno stabilizzatore, con tensione
quanto già menzionato durante l'esame teorico d'uscita unica o variabile, quando si tratta di ali-

Elettronica Pratica 83
Pannello solare

@tt
[sigla ® IJsig/a

RII
u
u UE t. M
Fig. 9 - Piedinatura dei diversi modelli di integrati
utilizzabili per la realizzazione dei progetti descritti
nel testo.

ECCEZIONALMENTE
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Elettronica Pratica,
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programmi tecnico-editoriali
svolti in passato, potranno
ora aggiungere, alla loro
iniziale collezione di riviste,
queste due annate proposte
in offerta speciale a tutti i
nuovi lettori.

84 Elettronica Pratica
Pannello solare

utilizz.

batt. tamp.

Fig. 10 - Schema a blocchi interpretativo dell'applicazione del pannello solare In veste di


alimentatore di un apparato utilizzatore elettronico. Il generatore di tensione è collegato con
un dispositivo limitatore di corrente (car. batt.) e questo con la batteria in tampone.

mentare delle apparecchiature elettroniche. Le due lampadine LP 1-LP2 non debbono ac-
cendersi, ma far luce in occasione di collega-
mento di batteria scarica. In pratica si accendo-
CARICABATTERIE no leggermente soltanto quando al circuito di
figura 4 si applica una batteria ricaricabile mol-
L'applicazione più semplice ed immediata del to scarica.
pannello solare è illustrata in figura 4, che pro- Alcuni modelli di batterie ricaricabili ammetto-
pone lo schema teorico di un caricabatterie, ov- no ricariche rapide senza riscaldarsi, ovvero
viamente in circuito elementare, privo delle senza subire danni. In ogni caso, per evitare
tante particolarità che caratterizzano gli appa- qualsiasi pericolo, conviene sempre operare con
rati professionali. In questo, infatti, la corrente la carica lenta.
erogata da P.S. (pannello solare) attraversa il li diodo al silicio D1, presente nel circuito di fi-
diodo al silicio D 1 e raggiunge il commutatore gura 4 e per il quale è stato scelto il modello
S1 che, a sua volta, la invia alla batteria tramite 1N4004, protegge il generatore P.S. da eventua-
una delle due lampadine LPl - LP2, che svolgo- li ritorni di corrente da parte della batteria
no soltanto funzioni limitatrici di corrente, con quando manca la luce del sole, dato che l'inseri-
caratteristiche relativamente stabilizzanti. La mento del componente viene effettuato con il
LPl, che ha il valore di 0,3 W (25 rnA) e deve catodo rivolto verso il morsetto positivo della
essere adatta per le tensioni a 12 Vcc, serve per la batteria e l'anodo verso quello positivo di P.S.
carica lenta della batteria. La seconda, da 3 W In pratica, dunque, quando il pannello solare
(250 rnA) e 12 Vcc, provvede alla carica veloce. non genera tensione, la batteria non può scari-
L'azione stabilizzatrice svolta dalle due lampadine carsi su questo.
dipende dal loro coefficiente di temperatura posi-
tivo. Ciò significa che, all'aumentare della tempe-
ratura del filamento, questo tende a stabilizzare la CIRCUITI STABILIZZATORI
corrente che lo attraversa. Infatti, l'aumento di
corrente provoca quello della temperatura, ossia il Il circuito riportato in figura 5 si riferisce ad
filamento diventa sempre più incandescente e si uno stabilizzatore di tensione erogata da pan-
oppone al maggior flusso di corrente. nello solare. Che, come è stato detto, non può

Elettronica Pratica 85
Pannello solare

essere collegato direttamente agli apparati elet- li progetto di figura 6, a differenza di quello di
tronici a causa della variabilità dei potenziali figura 5, propone il circuito di uno stabilizzato-
elettrici disponibili in ogni momento. re di tensione con uscita regolabile fra 1,2 Vcc
Il valore della tensione rilevabile sull'uscita U dipen- e 13 V cc tramite il potenziometro R2. L'inte-
de dal modello di integrato montato nel circuito e grato IC, per il quale viene prescritto il modello
può oscillare, ad esempio, fra i 5 Vcc e i 12 Vcc, se- LM317, funge da regolatore in serie di tipo fis-
condo quanto elencato nella seguente tabellina: so; dal suo terminale R esce una corrente co-
stante anche al variare del carico e della tensio-
ne d'ingresso. Tale corrente provoca, in parte
I una caduta di tensione invariabile. La resistenza
INTEGRATO TENSIONEU
I
R 1, poi, completa il processo di stabilizzazione
7812 12 Vcc della tensione d'uscita.
7809 9Vcc In figura 7 è presentato il progetto di un limita-
7806 6 Vcc tore di corrente di grande precisione. Regolan-
7005 5 Vcc do il potenziometro R2 si stabilisce il valore
della corrente costante derivabile dall'uscita U.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattali si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza - Le unità

L. 20.000 di misura- I condensatori - I resistori - I diodi


- I transistor - pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di mollissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

86 Elettronica Pratica
Pannello solare

Un tale dispositivo rappresenta la soluzione pretata tramite lo schema a blocchi di figura 10.
ideale per la ricarica delle batterie di tipo costo- Nel quale il rettangolino con la scritta "car.
so. batt." interpreta la presenza del generatore di
Nel circuito di figura 7 l'integrato re regola e corrente costante che alimenta la batteria in
mantiene invariabile la tensione sui terminali tampone la quale, a sua volta, assicura il funzio-
della rete Rl + R2, conservando quindi unifor- namento continuato degli apparati utilizzatori,
me e stabile la corrente che attraversa il sistema anche quando manca il sole o i suoi raggi giun-
resistivo menzionato. gono alquanto attenuati sulla faccia sensibile
Del circuito teorico di figura 7 viene presentato del pannello solare.
pure lo schema costruttivo in figura 8, per il Concludiamo ricordando che, in applicazioni
quale è prescritto l'impiego dell'integrato particolari dei progetti degli stabilizzatori testé
LM317, la cui piedinatura è visibile sulla sinistra descritti, può rendersi necessario il collegamen-
di figura 9, mentre a destra della stessa figura, to di un condensatore ceramico, del valore ca-
contrassegnata con il numero 2, viene segnalata pacitivo di 100.000 pF, fra gli elettrodi U ed M
la piedinatura degli integrati da utilizzare nel dell'integrato re montato nel circuito di figura
progetto dello stabilizzatore di tensione fissa di 5 e fra i terminali U ed R di quello inserito nel
figura 5. circuito di figura 6 ed in quello di figura 7, onde
L'applicazione più importante del dispositivo li- evitare eventuali fenomeni oscillatori a fre-
mitatore di corrente è certamente quella inter- quenza elevata.

PANNELLO SOLARE
Collegabile con tutti i sistemi elettrici
che possono essere ricaricati dal sole L. 115.000

Dimensioni:
31 cmx 31 cmx 2,5 cm

Caratteristiche:
Potenza erog. = 4W
Tens. use. max. = 24 Vcc
Corr. max = 0,22 A

Elettronica Pratica 87
MICRO'TRASMETTITORE
DILETTANTISTICO
Il progetto di un microtrasmettitore rappresen-
ta sempre una ghiottoneria per il grosso pubbli-
co di appassionati alle ricetrasmittenti. E lo di-
Concepito con le più moderne venta ancor più se il circuito si differenzia per
tecnologie e dotato di qualche amblta caratteristica, dai molti disposi-
tivi pubblicati in passato e ormai abbondante-
caratteristiche semiprofessionali, mente sperimentati dai lettori. Ecco perché, nel
questo progetto viene dare ascolto a tante voci amiche, si è voluto ag-
principalmente proposto a quei giornare quell'apparato, che mensilmente appa-
re pubblicizzato in quarta pagina di copertina e
lettori che possono vantare una che ancora si rivela un validissimo esercizio di
certa preparazione in materia di elettronica per ogni principiante, affidandolo
alla migliore tecnologia oggi concepibile, ma
circuiti a radiofrequenza, sui quali conservandone i vantaggi della semplicità di as-
sono in grado di intervenire con semblaggio, della discreta potenza e della facili-
modifiche e adattamenti tà di impiego.
Naturalmente, questa volta, l'approntamento
personali. del kit non è stato possibile, soprattutto per non
sminuire il valore e la popolarità di quello at-
tualmente commercializzato, ma anche in consi-

88 Elettronica Pratica
Microtrasmettitore dilettantistico

Emissioni in modulazione di frequenza.

Possibilità di ricezione fuori gamma commerciale.

Minimo consumo e discreta potenza di trasmissione.

derazione della compattezza modulare e dei diodo varicap, normalmente montato nei radio-
criteri di funzionamento del piccolo trasmettito- ricevitori a modulazione di frequenza di tipo
re, che non sono certamente proponibili a colo- economico. La tensione di alimentazione richie-
ro che, di questa disciplina, hanno appreso sol- sta dal componente è di 7 V, ma il suo funzio-
tanto alcuni rudimenti. Dunque si è deciso di namento si conserva anche a 1,3 V soltanto.
presentare qualcosa di più raffinato, più profes- Nei nostri laboratori di progettazione e collau-
sionale e di maggior autonomia di quanto pub- do si è fatto uso della tensione continua di 9 V,
blicato in precedenza, onde soddisfare tante allo scopo di controllare il comportamento del-
esigenze di hobbysti e dilettanti e per colmare l'integrato con alimentazioni di valore superiore
delle lacune tecniche finora lasciate aperte. a quella prescritta. E si è potuto notare che una
decina di modelli uguali non hanno subìto alcun
danno, reagendo perfettamente alle tensioni
L'INTEGRATO TDA 7211 elevate di 15 Vcc. In seguito a queste prove,
quindi, è stata scelta, come tensione di alimen-
Il circuito di questo nuovo microtrasmettitore tazione del microtrasmettitore, quella di 9 Vcc
utilizza un integrato, originariamente concepito erogata da una comune pila per radioline tasca-
per le funzioni di amplificatore a radiofrequen- bili, rilevando che l'assorbimento di corrente è
za, oscillatore, convertitore e sintonizzatore a di soli 2,5 mA.

Elettronica Pratica 89
Microtrasmettitore dilettantistico

k=

R3

R
---------.- ......... -
c3 I c7
R
3 8
] A
R2
I I è
N

«I •I L
Cl
IC 1 7
I i I Il
vcc
e
RI
6
4 I es

ll ? l
s

·-·---------- ---------------- -------- __ I


Fig. 1- Progetto del microtrasmettitore in modulazione di frequenza. L'alimentazione è otte-
nuta con una pila da 9 V e l'assorbimento di corrente si aggira intorno ai 2,5 mA. Con R1 si
dosa Il se.gnale di bassa frequenza proveniente dal microfono M, mentre con il compensato-
re C6 si tara il circuito d'uscita.

COMPONENTI
Condensatori Resistenze
C1 = 1 F (ceramico) R1 = 220 ohm (trimmer)
C2 = 1 F (ceramico) R2 = 2,2 megaohm
C3 = 100.000 pF (ceramico) R3 = 39.000 ohm - 1/8W
C4 = 1.000 pF (ceramico) R4 = 100.000 ohm - 1/8 W
es = 1.000 pF (ceramico)
C6 = 2/20 pF (compensatore) Varie
C7 = 100.000 pF (ceramico) IC1 = TDA 7211A
L1 = bobina (vedi testo)
M = microfono (vedi testo)
vcc = 9 Vcc (pila)

La figura 4 propone lo schema a blocchi del frequenza provenienti dal microfono, i quali
componente, attraverso il quale si interpreta raggiungono poi il diodo varicap, che provvede
agevolmente in che modo l'integrato funziona a modulare il segnale RF generato dalla sezio-
nel progetto completo del microtrasmettitore di ne oscillatrice. Lo stadio MIXER, invece, rima-
figura 1. Lo stadio a radiofrequenza, infatti, vie- ne inutilizzato ed il corrispondente piedino 5,
ne destinato ad amplificare i segnali di bassa pertanto, viene disaccoppiato tramite il conden-

90 Elettronica Pratica
Microtrasmettitore di I etto nti stico

Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico del microtrasmettitore. Con A è segnalato lo
spezzone di filo flessibile che funge da antenna e che misura 50 cm per le frequenze più alte
e 100 cm per quelle basse.

satore C3 di tipo ceramico e del valore capaciti- densatore.


vo di 100.000 pF. Il transistor TR2 pilota lo stadio oscillatore a
In figura 5 è pubblicato lo schema teorico del radiofrequenza unitamente ai condensatori di
circuito interno all'integrato TDA 7211. In esso reazione C1-C2-C3.
il transistor TRl, con il ruolo originale di ele- Non serve parlare dei transistor TR3- TRA4, che
mento amplificatore di segnali ad alta frequen- compongono lo stadio miscelatore e che, nel
za, funge qui da amplificatore di segnali di bas- progetto del microtrasmettitore di figura 1, non
sa frequenza, quelli giunti dal microfono a con- viene utilizzato. Così come appare inutile sof-

Flg. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-


pato che l'operatore deve riportare su una delle due
facce di una basetta supporto, di materiale isolante,
delle dimensioni di 5,25 cm x 3 cm.

Elettronica Pratica 91
Micro tra sm ettitore dilettantistico

U1 @
L [

osc.
RF

Fig. 4- Schema a blocchi dell'integrato TDA 7211 montato nel circuito del microtrasmettitore
descritto nel testo.

fermarsi sul transistor TRS ed il diodo D 1, che vamente, al piedino 2 di ICl che, come segnala-
rappresentano altrettanti componenti di pola- to nello schema teorico di figura 5, corrisponde
rizzazione della sezione miscelatrice. Si debbo- alla base del transistor amplificatore TRl con-
no invece menzionare i circuiti S 1 - S2 - S3, che tenuto nell'integrato.
identificano tre dispositivi di stabilizzazione in- Il segnale di bassa frequenza, raccolto dal con-
terna e che sono composti da un gran numero densatore Cl, è già preamplificato, in una certa
di transistor. Infine va ricordato il diodo varicap misura, dal microfono a condensatore M che,
DV, che assume il valore capacitivo di 4 pF in come si può notare nel suo semplice circuito
presenza di una tensione di 3 Vcc, ma che elettrico interno pubblicato in figura 7, contiene
cambia di valore al mutare della modulazione un transistor FET in funzione di elemento adat-
di bassa frequenza. tatore di impedenza ed amplificatore di segnali.
Il condensatore di questo speciale microfono è
composto da una piastrina metallica e dal con-
PROGETTO DEL TRASMETTITORE tenitore del componente. I suoni captati dalla
piastrina raggiungono il FET che li amplifica,
Una volta analizzato il comportamento dell'in- trasformando l'elevatissima impedenza del mi-
tegrato ICl, l'esame del circuito di figura 1 ri- crofono in un valore relativamente basso. Si
mane alquanto agevolato ed immediato, perché può quindi dire che il microfono a condensato-
resta ancora da definire la funzione di alcuni re si comporta in maniera del tutto opposta a
elementi esterni per completare l'argomento. quella di un microfono piezoelettrico. Ma per
Il microfono M, di tipo a condensatore, trasfor- funzionare, quello a condensatore necessita si
ma le onde sonore, ovvero i segnali acustici in una tensione continua di polarizzazione, che gli
quelli elettrici, applicandoli poi, nella dose sta- viene applicata attraverso i conduttori R- N
bilita dall'utente per mezzo del trimmer Rl, al (rosso - nero), perché in tal caso le onde sono-
condensatore di accoppiamento Cl e, successi- re, che investono il condensatore, provocano

92 Elettronica Pratica
M icrotrasm ettitore dilettantistico

Fig. 5 - Circuito elettrico Interno all'Integrato


modello TDA 7211 montato nel microtrasmet-
titore. Il componente prevede una alimenta-
zione di 7 Vcc, ma può sopportare benissimo
tensioni di valore superiore. Può funzionare fl-
no a 200 MHz.

una variazione capacitiva e la creazione di un tare in veste di microspia , che richiedono una
segnale che, applicato al gate del FET, riduce elevata sensibilità alle frequenze più basse.
l'impedenza sulla resistenza si carico. Sull'uscita del circuito di figura 1 è presente il
Chiarito il comportamento del microfono M a circuito accordato, composto dal compensatore
condensatore, si può ora procedere con l'analisi C6 e dalla bobina Ll, sulla cui prima spira, con-
teorica del circuito di figura 1. tata a partire dal lato massa, si fissa il condutto-
Il condensatore Cl, oltre che applicare i segnali re di discesa d'antenna.
di bassa frequenza all'entrata dell'integrato Vediamo ora quali risultati pratici si possono
ICl, provvede pure ad isolare la componente ottenere provocando, tramite apposito cacciavi-
continua dall'alimentazione del microfono. Il te isolato, alcune variazioni capacitive nel com-
suo valore capacitivo è stato calcolato in modo pensatore C6, che in ultima analisi servono per
da ottimizzare la banda audio, soprattutto in istruire l'operatore sulle modalità di taratura
considerazione di quegli impieghi del trasmetti- del dispositivo.

Flg. 6 - La presenza del circuito AFC, nei radioricevi- f


torll a modulazione di frequenza, provoca lo sposta-
mento automatico della sintonia da un segnale de-
bole (A) ad un altro vicino ma più forte (B). @ @

Elettronica Pratica 93
Microtrasmettitore dilettantistico

rosso
vcc

CONO.

BF

RES.

nero
GND

Flg. 7-Schema elettrico della parte circuitale interna al microfono di tipo a condensatore. Il
transistor FET amplifica i segnali di bassa frequenza applicati al gate.

IL CIRCUITO ACCORDATO 5 + 30 = 35 pF
10 + 30 = 40 pF
La modulazione di bassa frequenza, applicata
all'integrato ICl, provoca delle piccole variazio- rispettivamente con il varicap a 5 pF e a 10 pF.
ni capacitive del diodo varicap in questo conte- Dunque, con il compensatore C6 tutto chiuso la
nuto e segnalato con DV nello schema teorico percentuale di variazione capacitiva è inferiore.
di figura 5. Ora, supponendo che la capacità di Basti pensare, infatti, che per raddoppiare il va-
C6, a componente tutto aperto, ovvero al mini- lore di 13 pF occorrono soltanto 26 pF, mentre
mo valore capacitivo, sia di 3 pF e che le varia- per raddoppiare quello di 40 pF ne occorrono
zioni del diodo varicap dell'integrato oscillino addirittura 80 pF!
fra 5 pF e 10 pF, si raggiunge una variazione Ne risulta che, con il compensatore C6 aperto,
capacitiva totale compresa fra 8 pF e 13 pF, la variazione capacitiva totale, valutata percen-
ossia del 70% circa. Infatti, con il varicap a 5 pF tualmente, è maggiore e che tanto più grande
si ha: diventa la deviazione FM, diciamo di 150.000
Hz + 150.000 Hz, come nel caso delle emitten-
5+3= 8 pF (min.) ti in modulazione di frequenza.
Con il compensatore C6 chiuso, al contrario, la
mentre con il varicap a 10 pF si ha: deviazione è inferiore, possiamo dire di 10.000
Hz + 10.000 Hz, come si verifica nei radiotele-
10 +3 = 13 pF (max.) foni.
Purtroppo, la deviazione FM dipende pure dal-
Viceversa, se il compensatore C6 è tutto chiuso, l'intensità del segnale di bassa frequenza che
ossia in posizione di massima capacità, per raggiunge il microfono M e questo è il principa-
esempio di 30 pF, la variazione capacitiva totale le motivo per cui il microtrasmettitore è un ap-
rimane compresa fra 35 pF e 40 pF, aggirandosi parato difficile da usare. Ma i vantaggi che deri-
intorno al 12%. Infatti, in questo secondo caso vano dall'impiego del progetto di figura 1 sono
si ha: molteplici: primo fra tutti quello della possibili-
94 Elettronica Pratica
Microtrasmettitore dilettantistico

MICROSPIA

CONTRAPPESO

Fig. 8 - Il modello di antenna più consigliabile per


l'impiego del microtrasmettitore è quello dotato di
contrappeso, la cui lunghezza deve essere uguale
all'altro tratto del dlpolo.

tà di utilizzo di radioricevitori semiprofessionali di troppe emittenti radiofoniche. Occorre dun-


tipo SCANNE R, di cui in figura 9 sono propo- que uscire da quelle frequenze, per ricevere i
sti alcuni esemplari e dei "fuori banda" RX-TX segnali del microtrasmettitore sui 110/120 MHz
in FM. Ma anche, assai più semplicemente, de- di uno di quei ricevitori, purtroppo assai costosi
gli economici ricevitori a modulazione di fre- e menzionati in precedenza. Ma chi ha una cer-
quenza di tipo portatile, purché si intervenga ta esperienza può raggiungere lo stesso risultato
sapientemente su questi per farli operare fuori intervenendo sui circuiti d'entrata del normale
banda commerciale. radioricevitore in FM. Anche se è inevitabile
imbattersi in un grosso problema, quello solle-
vato dalla presenza dell' AFC ( automa tic - fre-
AUTOMATIC FREQUENCNY CONTROL quency - control), inserito in ogni apparato rice-
vente in FM.
I principianti, che fanno uso di microtrasmetti- L' AFC è rappresentato da un circuito che con-
tori in modulazione di frequenza, sanno che og- sente di mantenere in sintonia perfetta le emit-
gi quella gamma commerciale è affollatissima e tenti radiofoniche su cui viene sintonizzato l'ap-
diventa sempre più difficile trovare uno spazio parecchio. Grazie al suo intervento, quando il
libero su cui operare. Perché sulla gamma FM segnale radio diventa debole, a causa della im-
di 88 MHz - 108 MHz sono condensati i segnali provvisa infrapposizione di ostacoli o dell'au-

Elettronico Pratica 95
Microtrasmettitore dilettantistico

Fig. 9 - Modelli di radioricevitori tipo "scanner". Quello riportato sulla destra, in alto, è uno
dei più completi, dato che riceve tutti i segnali con frequenza compresa fra i 100 KHz e i
2.036 MHz, con ascolto in AM - FM - USB - LSB. L'apparecchio presentato in basso sulla
destra è dotato di visore indicatore del segnali adiacenti a quello sintonizzato.

mento della distanza dalla emittente, come è grado di generare la tensione AFC ed in pre-
facile notare sulle autoradio, durante i lunghi senza di un segnale forte vicino la radio capta
viaggi, la radio si sintonizza automaticamente quest'ultimo.
sulla stazione radiofonica più vicina, quella il Il circuito del microtrasmettitore presentato in
cui segnale giunge molto potente, come segna- questa sede, a causa della bassa potenza di
lato in figura 6. L'AFC, infatti, può spostare il emissione, possiede una portata limitata, che ne
segnale di conversione dell'oscillatore della ra- complica quindi l'impiego pratico. Ma la mode-
dio nella misura di + 200 KHz e -200 KHz ri- sta portata può essere abbondantemente com-
spetto alla frequenza centrale. pensata se l'ascolto viene fatto su ricevitori
L'AFC costituisce un circuito inizialmente con- SCANNER, che sono molto sensibili, ma il cui
cepito per mantenere agganciata l'emittente costo difficilmente scende al di sotto delle tre-
sulla quale il ricevitore radio viene sintonizzato, centomila lire. In ogni caso, giova ancora riper-
dato che l'oscillatore di conversione non è mai terlo a conclusione di questa breve analisi teori-
perfettamente stabile. Ma allo stato attuale del ca del microtrasmettitore, la massima sensibilità
traffico radiofonico, troppo intenso, quando si e, conseguentemente, la maggiore portata del-
sintonizza un segnale debole, questo non è in l'apparecchio si verificano con il compensatore

96 Elettronica Pratica
Microtrasmettitore dilettantistico

C6 tutto aperto. Spetta quindi all'operatore in- zio. Pertanto, un'antenna realizzata con precisi
dividuare una condizione di compromesso fra la criteri tecnici e particolari attenzioni costruttive,
taratura del circuito d'uscita e la gamma di fre- contribuisce ad aumentare, in misura notevole,
quenza su cui ricevere i segnali. la portata del trasmettitore.
Buoni risultati si ottengono collegando il solo
conduttore flessibile, della lunghezza di 50 cm,
MONTAGGIO DEL MODULO segnalato con la lettera A nello schema costrut-
tivo di figura 2 e che si rivela utile per la tra-
La foto di apertura del presente articolo e lo smissione dei segnali a frequenza più elevata,
schema costruttivo riportato in figura 2. sono gli mentre per quelli a frequenza più bassa il tratto
elementi indicativi da tenere in costante osser- di filo conduttore deve misurare almeno 100
vazione durante l'approntamento del modulo cm. Ma i risultati migliorano collegando pure il
elettronico. Per il quale, occorre preparare una contrappeso segnalato in figura 8, che deve as-
basetta supporto, di materiale isolante, di forma sumere la stessa lunghezza dell'antenna, ovvero
rettangolare, delle dimensioni di 5,25 cm x 3 quella di un quarto d'onda. Ciò significa che la
cm, su una delle cui facce va riportato lo sche- lunghezza dei due rami del dipolo di figura 8 va
ma del circuito stampato che, in figura 3, è pub- calcolata dividendo per 4 la lunghezza d'onda
blicato in grandezza reale. sulla quale si trasmette.
Le saldature a stagno dei reofori dei compo- La lunghezza d'onda rimane stabilita dalla se-
nenti debbono essere eseguite a regola d'arte, guente formula: '
perché i segnali sono deboli e non possono in-
contrare ostacoli resistivi nei punti di collega- lunghezza d'onda = 280 : f
mento.
La posizione esatta del trimmer R 1, che dosa nella quale "f' misura la frequenza di trasmis-
l'entità del segnale di bassa frequenza da ampli- sione. Per esempio, lavorando sulla frequenza
ficare, deve essere individuata sperimentalmen-
di 140 MHz, la lunghezza d'onda vale:
te in fase di taratura e durante i primi collega-
menti sperimentali.
280 : 140 = 2 metri
La bobina L1 è composta da 8 spire di filo d'ar-
gento o di rame argentato del diametro di 0,8
mm avvolte in aria. Il diametro interno del sole- dunque, la lunghezza fisica di ciascun ramo del
noide è di 6 mm. Le otto spire occupano il trat- dipolo vale:
to "a- c", mentre quello "a- b" interessa sol-
tanto i 3/4 della prima spira. 2:4 = 0,5 = 50 cm
Durante le iniziali operazioni di taratura del ra-
diomicrofono si consiglia di agire prima sulla che è la misura precedentemente segnalata per
spaziatura delle spire della bobina Ll, la cui le frequenze più alte.
estensione misura 2 mm circa e poi sul compen- I due conduttori del dipolo debbono essere fis-
satore C6. sati in posizione verticale, lontano da conduttori
L'integrato TDA 7211, dotato di otto piedini, elettrici, sorgenti di segnali elettromagnetici e
deve essere applicato sul modulo elettronico masse metalliche. Ma tutto ciò, prima dell'in-
tramite adatto zoccoletto. stallazione definitiva, obbliga l'operatore ad ef-
Per quanto riguarda l'antenna, facciamo pre- fettuare alcune prove sperimentali, allo scopo
sente che questa rappresenta l'organo elettrico di riconoscere il luogo più adatto per la forma-
che irradia le onde elettromagnetiche nello spa- zione della piccola stazione trasmittente.

Ricordate il nostro indirizzo!


EDITRICE ELETTRONICA PRATICA
Via Zuretti 52 • 20125 Milano
Elettronica Pratica 97
VECCHIE
RADIO
A
VALVOLE

STRUTTURA
DELLA RADIO
Tutti i circuiti interni delle vecchie radio a val- segnali in arrivo, di qualunque valore esse sia-
vole sono di tipo a conversione di frequenza, no, vengono sempre trasformate in un'altra fre-
così come lo sono quelli degli attuali ricevitori a quenza, che rimane la stessa e che normalmen-
transistor, che assumono la denominazione di te vale 467 K.Hz. Per esempio, quando la radio
apparati supereterodina, per ricordare il siste- è sintonizzata su una emittente ad onda media
ma di funzionamento, basato su quel famoso di 1.000 K.Hz, tale frequenza viene convertita in
processo radiotecnico, che si svolge nel primo quella di 467 KHz. Ma anche nel caso in cui il
stadio circuitale e per il quale le frequenze dei ricevitore venga accordato sulla frequenza di

La configurazione del circuito reale di un vecchio radioricevitore


a valvole è assai diversa da quella di un moderno apparato a
transistor; sia per la presenza di un complicato cablaggio, sia
per le dimensioni macroscopiche dei componenti. Prima d'ogni
intervento tecnico, quindi, l'operatore deve familiarizzare con la
struttura, la disposizione e la funzione delle varie parti
compositive.

98 Elettronica Pratica
Vecchie radio a valvole

Stadi d'entrata to. Per tale motivo, dunque, la valvola Vl viene


pure chiamata "convertitrice", anche se questa
svolge mansioni di valvola amplificatrice di alta
Sintonia frequenza, oscillatrice e miscelatrice.
Nello schema reale di figura 2, la valvola Vl è
Media frequenza segnalata con la dicitura di CONV. FREQ.
(convertitrice di frequenza) perché assieme al
Bassa frequenza condensatore variabile, indicato nello stesso
schema con COND. V AR. e al gruppo AF, non
visibile in figura 2, perché contenuto nei circuiti
Conversione sonora interni del ricevitore, compone il primo stadio
della supereterodina, quello in cui si ricevono i
Componenti minori segnali radio, che vengono immediatamente
amplificati e trasformati sempre in uno stesso
segnale a 467 KHz.

ILGRUPPOAF

A sinistra dello schema teorico di figura 1, pri-


ma, ancora della valvola convertitrice Vl, si nota
la presenza di alcune bobine e di un commuta-
10.000 KHz, dove trasmette una stazione radio- tore a più vie e diverse posizioni. Ebbene, tutti
fonica ad onda corta, la conversione avviene an- questi componenti, assieme ad altri di notevole
cora su 467 KHz. Ma come si realizza questo ri- rilievo tecnico compongono il ben noto GRUP-
sultato? PO AF, la cui espressione reale è riportata sulla
Nello schema teorico più classico di un ricevito- sinistra di figura 3, mentre sulla destra della
re a circuito supereterodina, come quello pub- stessa figura si vede il componente nella sua
blicato in figura 1, la valvola V 1, qui rappresen- parte superiore, dove sono accessibili gli ele-
tata da una 6A8, provvede, unitamente ad altri menti di regolazione e di taratura.
elementi, a convertire la frequenza dei segnali Le bobine, di solito, sono suddivise in due cop-
radio in arrivo sul valore precedentemente cita- pie: una serve per la ricezione delle onde me-

Elettronica Protica 99
Vecchie radio a valvole

A 5or
c2 C1◄- fSop
v 6v6
V1 6AB

Ho

,s
! 10o
P

o
T

23
4n w/
VS !5Y?I
Ct9-10
-----I
VOL.

CAMBIOTE.t.J.S.,

Fig. 1- Circuito teorico di un tipico radioricevitore,a cinque valvole ed occhio magico, al


quale si fa spesso riferimento nel testo durante la descrizione delle parti componenti.

die, l'altra per quella delle onde corte. Ciascuna CONDENSATORE VARIABILE
coppia comprende una bobina d'aereo, detta
anche d'antenna ed una bobina oscillatrice. Nella struttura del vecchio ricevitore radio a
Il perno del gruppo consente di inserire ma- valvole, il condensatore variabile è un compo-
nualmente ora l'una ora l'altra delle due coppie nente di grandi dimensioni, relativamente a
di bobine nel circuito di funzionamento del ra- quelle degli altri elementi circuitali. È composto
dioricevitore. da un certo numero di lamine metalliche suddi-
I vari nuclei di ferrite e i diversi compensatmi, vise in due sezioni, delle quali la prima viene
la cui disposizione è illustrata a destra di figura utilizzata per il circuito d'antenna, la seconda
3, consentono di raggiungere, in sede di taratu- per quello dell'oscillatore locale. In pratica, il
ra del circuito, la messa a punto del ricevitore. condensatore variabile consente di sintonizzare
I gruppi di alta frequenza, di tipo più sofistica- la radio, sulle varie emittenti radiofoniche, tra-
to, contengono un numero più elevato di bobi- mite rotazione del suo perno di comando.
ne, perché appaiono montati in quei modelli di Il componente rimane segnalato, attraverso il
ricevitori che sono dotati, oltre che delle gam- simbolo elettrico caratteristico e la dicitura
me delle onde medie e corte, anche di quelle SINT., sulla sinistra dello schema teorico di fi-
delle onde cortissime e lunghe. gura 1, nella zona dello stadio di alta frequenza
del ricevitore.
Le parti che compongono il condensatore varia-

100 Elettronica Pratica


Vecchie radio a valvole

FUNICELLA ErOLT
....
INDICE PL.

CoNV

SCHERMO
VALVOLA

A T
Ara } 0_
@

Fig. 2 • Esempio di apparato ricevente a valvole nel quale le diverse indicazioni segnalano la
posizione e la denominazione degli elementi di maggiore rilievo tecnico.

bile sono illustrate in figura 4. Le lamine mobili, indurite e all'inserimento di nuovi elementi ela-
fissate sul perno rotante, rappresentano il stici.
"rotore" e sono collegate a massa, ovvero con il Nei ricevitori a valvole dotati di un certo nume-
telaio in cui il componente rimane inserito. ro di gamme d'onda d'ascolto, il condensatore
Quelle fisse rappresentano lo "statore" e sono variabile veniva costruito con quattro sezioni.
accuratamente isolate. Le prime, durante il loro
movimento, si interpongono fra le seconde sen-
za tuttavia provocare alcun contatto elettrico, LE MEDIE FREQUENZE
ma rimanendo isolate dall'aria. E proprio per
tale motivo, il variabile viene pure designato Osservando lo schema teorico di figura 1, si può
con l'espressione "condensatore ad aria". notare come tra la valvola V 1 e la V2 e tra que-
Ovviamente, lo stato di isolamento fra le lamine sta e la V3 appaiano interposti dei trasformato-
deve rimanere perfetto costantemente, perché ri siglati con MF1 - MF2, mentre nello schema
da questo dipende in buona parte il corretto pratico di figura 2 questi elementi, rappresenta-
funzionamento del ricevitore. ti da due contenitori di alluminio, delle dimen-
Un tempo, i condensatori variabili potevano es- sioni analoghe a quelle delle valvole, sono se-
sere montati su gommini elastici, anziché diret- gnalati con 1° MF e 2° MF.
tamente sul telaio metallico allo scopo di evita- Il trasformatore di media frequenza, che in ger-
re ogni possibile fenomeno di microfonicità. go radiotecnico viene più semplicemente chia-
Dunque, se questi si sono parzialmente polve- mato "media frequenza", provvede a trasmette-
rizzati col passare degli anni, conviene sempre re il segnale a 467 KHz dal primo al secondo
provvedere alla rimozione delle rimanenti parti stadio del ricevitore e, naturalmente, dal secon-

Elettronica Pratica 1Ol


Vecchie ra dio a valvole

NUCLEI COMP
1
O(os. 1,6 Mz) OM (A1 570 z)
@
oc(osc18MHz)
g-
[oc (a +Hz)
OM(er 162)
"I I ---....._ __

@loM (osc 570z)

oc(Ar 1gM2) :;=t .. Q @ oc (osc <é, 1-rnz)

Fig. 3-A sinistra è riprodotto un classico gruppo di alta frequenza, mentre a destra lo stes-
so componente è visto dalla sua parte superiore, quella in cui sono accessibili gli elementi
di messa a punto e taratura.

do al terzo stadio, col sistema elettromagnetico, posizione del piccolo trasformatore di media
owero nel completo isolamento elettrico fra le frequenza, al centro il caratteristico simbolo
parti. elettrico adottato nella composizione dei dise-
La figura 5 illustra, sulla sinistra, la reale com- gni teorici e, a destra, il tipico contenitore di al-

LAMINE.
MOBILI

~;_,_:;._, -- !SOLANTE


s
LA"11NE FISSE

Fig. 4- Scomposizione di un condensatore ad


aria a due sezioni. Le lamine mobili compon-
gono il rotore, quelle fisse lo statore. Sulla
destra del disegno si nota il simbolo elettrico
caratteristico del variabile a due sezioni.

l 02 Elettronica Pratica
Vecchie radio a valvole

Flg. 5- I trasformatori di media frequenza,


chiamati in gergo "medie frequenze", sono
composti da due avvolgimenti (L), realizzati
%5
su supporto clllndrico munito, alle due estre-
mità, di nuclei di ferrite (N). In parallelo con le
bobine sono collegati due piccoli condensato-
ri (C). In posizione centrale è presente ll sim-
bolo elettrico del componente e, sulla destra,
un modello di contenitore metallico di questo.

luminio, munito, nella parte superiore di due del supporto degli avvolgimenti. Ma le medie
fori, sui quali, in questo caso, si affacciano le vi- frequenze di un tempo venivano costruite in
ti di regolazione di due compensatori, che con- modi diversi dalle varie industrie produttrici.
sentono di effettuare la taratura del componen- Per esempio, per quella di sinistra di figura 5, il
te. Ovviamente, l'espressione esteriore della contenitore di alluminio era dotato di un solo
media frequenza riportata sulla destra di figura foro nella parte alta e di un secondo foro in
5, non riflette esattamente la composizione del quella bassa, accessibile soltanto dalla zona in-
trasformatore indicato a sinistra della stessa fi- terna del telaio del ricevitore. In altri modelli,
gura, perché questo appare sprovvisto di com- invece, potevano apparire due fori lungo uno
pensatori e dotato soltanto di nuclei di ferrite spigolo del contenitore, attraverso i quali si in-
(N) nella parte superiore e in quella inferiore troduceva il cacciavite per regolare due nuclei

Fig. 6 - Lo stadio amplificatore finale di potenza del radioricevitore a valvole è rappresentato


da un tetrodo, un trasformatore d'uscita ed un condensatore di placca. Lo schema elettrico
dello stadio è riportato sulla destra del disegno.

Elettronica Pratico 103


Vecchie radio a valvole

Fig. 7 - Altoparlante con magnete permanente, sul quale è


pure fissato il trasformatore d'uscita con il condensatore di
ALA FINALE placca.

di ferrite. Ma in ogni caso la composizione teo- nell'adattare l'impedenza di anodo della valvola
rica della media frequenza era sempre la stessa: di potenza a quella dell'altoparlante, ossia di
due bobine e due condensatori. La variabilità realizzare una trasformazione di impedenza da
delle caratteristiche radioelettriche poteva veri- 10.000 + 3.000 ohm a 2 : 4 ohm.
ficarsi attraverso due nuclei o due compensato- Sull'avvolgimento primario del trasformatore
ri. d'uscita la tensione è elevata, perché è quella
La taratura delle medie frequenze consiste nel anodica della valvola V 4, mentre la corrente è
regolare i due circuiti in modo che dal primo al di piccola intensità. Al contrario, sull'avvolgi-
secondo si ottenga il massimo trasferimento di mento secondario, quello collegato in parallelo
segnale a 467 KHz. E tale regolazione va ese- con la bobina mobile dell'altoparlante, la ten-
guita mediante piccoli cacciaviti di plastica, ap- sione è bassa ma la corrente è elevata.
positamente concepiti per queste operazioni. Difficilmente il trasformatore d'uscita subisce
Lo schermo della media frequenza deve sempre danni elettrici. È più frequente invece il caso in
rimanere ben collegato a massa, per garantire cui venga danneggiato il "condensatore di plac-
la totale funzione schermante del contenitore. ca", chiaramente indicato in figura 6, sia nello
schema pratico di sinistra come in quello teori-
co di destra.
TRASFORMATORE D'USCITA

Sull'estrema destra, in alto di figura 1, a valle L'ALTOPARLANTE


della valvola amplificatrice di potenza V4, è se-
gnalata con TR la presenza di un piccolo tra- Gli altoparlanti di un tempo erano molto più
sformatore, che assai spesso, in pratica come grossi e robusti degli attuali. Inizialmente erano
segnalato nello schema reale di figura 2, appare dotati di elettrocalamita, il cui avvolgimento ve-
montato direttamente sulla parte retrostante niva sfruttato nel circuito di rettificazione della
dell'altoparlante. Questo elemento assume la tensione anodica in veste di impedenza di bassa
ben nota denominazione di "trasformatore d'u- frequenza. Poi l'elettrocalamita venne sostituita
scita" ed è dotato, come si può osservare nello con un magnete permanente, come segnalato in
schema teorico di figura 6, di avvolgimento pri- figura 7, la cui funzione consiste nel creare una
mario, composto da un gran numero di spire di forza magnetica di reazione a quelle elettroma-
filo di rame smaltato di piccola sezione e di av- gnetiche generate dalla bobina mobile, sulla
volgimento secondario, formato da poche spire quale è fissato il cono elastico, al passaggio del-
di filo di grossa sezione. Il suo compito consiste le correnti rappresentative dei segnali di bassa

104 Elettronica Pratica


Vecchie radio a valvole

TRSE
frequenza da trasformare in voci e suoni.
All'altoparlante pervengono i fili conduttori,
quelli provenienti dall'avvolgimento secondario
MIO.
del trasformatore d'uscita. Tuttavia, nel caso di TESI0Né€

altoparlanti con elettromagnete, il cui avvolgi-


mento, come è stato detto, funziona da impe-
denza di filtro, i conduttori uscenti sono in nu-
mero di quattro.
Nel corso delle prime operazioni di revisione
dei vecchi ricevitori a valvole, occorre esamina- INT

re attentamente lo stato del cono dell'altopar-


lante, onde constatarne l'integrità con manipo-
lazioni intelligenti, mirate a non creare danni,
ma a rimuovere eventuali corpi estranei intro-
dottisi fra la faccia posteriore del cono ed il ce- AUTO TRA5E.

stello metallico del componente.


Eventuali corpuscoli ferrosi, attratti dal magne-
te permanente, vanno eliminati con pennelli ri-
gidi ed azioni energiche.

TRASFORMATORE D'ALIMENTAZIONE
INT.

Il componente più voluminoso e certamente più


pesante di tutto il vecchio ricevitore a valvole, è
rappresentato dal trasformatore d'alimentazio-
ne, cioé da quell'elemento che, alimentato dalla
tensione di rete, provvede a rendere disponibili Fig. 8- Trasformatore di alimentazione, di tipo coraz-
zato, con schema elettrico corrispondente, In alto.
tutte le tensioni continue o variabili richieste Più in basso è raffigurato un autotrasformatore con il
dall'apparecchio radio per il suo completo fun- relativo circuito interno.
zionamento.
Indicato con la sigla Tl, il trasformatore di ali-
mentazione appare riportato, attraverso i con-
sueti simboli, sulla destra in basso dello schema
teorico di figura 1. Mentre sullo schema reale
di figura 2 è visibile dietro le due valvole, finale
di potenza e rettificatrice, con la scritta
TRASF. ALIM. Ma tutti questi stessi elementi
sono stati estrapolati in parte ed accoppiati ad
altri nuovi in figura 8. Dove, nella zona più alta
è riportato un trasformatore di tipo "corazza- R ()
to", ossia completamente racchiuso in un conte-
nitore metallico e quindi schermato, assieme al-
lo schema teorico, mentre nella parte più bassa
del disegno è pubblicato un autotrasformatore
con il suo schema elettrico.
Il trasformatore di alimentazione è composto
da un avvolgimento primario e da alcuni avvol-
gimenti secondari. Quello primario è dotato di Fig. 9-I potenziometri possono essere di tipo sem-
plice, in alto, oppure con interruttore incorporato, in
alcune prese intermedie, che un tempo erano basso. Ma il loro perno di comando è sempre metal-
necessarie, ma che oggi non servono più. Infat- lico ed elettricamente collegato con la massa del ri-
ti, mentre una volta la tensione di rete assume- cevitore.
va valori diversi nelle varie zone in cui veniva
distribuita l'energia elettrica, oggi la tensione è

Elettronica Pratica 105


Vecchie radio a valvole

-T
Fig. 10 - Tipici esempi di condensatori. a mica e a
carta, montati nei vecchi radioricevitori a valvole.

unificata nel valore di 220 Vca in tutto il terri- stra in alto di figura 8.
torio nazionale. Così si spiega il perché di tante L'interruttore generale, quello che permette di
prese intermedie nel primario del trasfomatore, accendere o spegnere l'apparecchio (INT.), ri-
che potevano essere utilizzate per mezzo del mane normalmente incorporato nel potenzio-
cambiatensione e che consentivano di alimenta- metro regolatore del volume audio del ricevito-
re l'apparecchio radio con i voltaggi di 110 Vca re.
- 125 Vca- 140 Vca - 160 Vca - 220 Vca, come Gli avvolgimenti secondari del trasformatore di
segnalato sullo schema elettrico riportato a de- alimentazione possono essere tre o più di tre,

MA6SA

8f
350V

Fig. 11-I condensatori elettrolitici di un tempo potevano essere di tipo a scatola, a vitone o
a cilindretto. Sulla destra sono riportati i simboli elettrici caratteristici dei componenti.

l 06 Elettronica Pratica
Vecchie radio a valvole

100K 2 1W

Fig. 12 - Poiché al tempo delle prime radio a valvole


il codice a colori delle resistenze ancora non esiste-
va, Il valore ohmmico di questi componenti veniva
impresso direttamente sul loro corpo esterno.

ma a volte sono anche due soltanto. Nel proget- volgimento secondario a 5 Vca di Tl. Ma in
to di figura 1, il trasformatore Tl è munito di molti modelli di radioricevitori a valvole, questo
tre avvolgimenti secondari e così pure quello secondario non esiste, perché la valvola rettifi-
segnalato in alto di figura 8. Il primo di questi catrice è munita di catodo, dal quale si deriva
(SEC. 1) fornisce l'alta tensione, necessaria per direttamente la tensione anodica, mentre il fila-
alimentare le due placche della valvola rettifica- mento viene alimentato, come quelli delle altre
trice VS, il secondo (SEC 2) eroga la bassa ten- valvole, dall'avvolgimento secondario di Tl a
sione a 5 Vca, che alimenta il filamento della 6,3 Vca.
stessa valvola VS, il terzo (SEC. 3) provvede ad Se il trasformatore di alimentazione non crea
accendere i filamenti delle rimanenti valvole e pericoli per il radioriparatore, perché isola la
quelli delle lampadine di illuminazione della tensione di rete da quelle che assicurano il fun-
scala parlante. zionamento del ricevitore, l'autotrasformatore
Negli anni '55 + '56 furono immessi sul merca- obbliga ad agire con la massima cautela, quan-
to degli apparecchi radio di tipo molto popola- do non si voglia interporre, fra la presa di cor-
re, nei quali il costoso trasformatore di alimen- rente e la spina dell'apparecchio radio, un tra-
tazione veniva sostituito con un più economico sformatore a rapporto unitario, indispensabile
autotrasformatore, la cui espressione esteriore in ogni laboratorio, che isola la tensione di rete
appare disegnata in basso a sinistra di figura 8, senza alterarne il valore originale.
mentre il circuito elettrico del componente è ri-
portato a destra della stessa figura.
Con l'impiego dell'autotrasformatore, i filamen- COMPONENTI MINORI
ti delle valvole venivano alimentati in serie,
sommando le tensioni richieste da ogni valvola Fatta eccezione per le valvole, la descrizione
e prelevando ad esempio la corrente dalla presa della struttura dell'apparecchio radioricevente
intermedia a 110 V ca. Per le tensioni anodiche di un tempo può essere completata con una
ci si serviva dei valori più alti disponibili, di soli- breve elencazione dei componenti minori. Tra i
to di quello a 220 Vca. quali, per primi ricordiamo i potenziometri che.
Poiché l'autotrasformatore deve avere un ter- ancor oggi, ma in dimensioni più piccole, svol-
minale collegato a massa, è assai pericoloso toc- gono le stesse funzioni di un tempo.
care il telaio del ricevitore quando la spina di Il pero dei potenziometri dei ricevitori a valvo-
questo resta inserita in una presa di corrente. le è sempre di ferro ed elettricamente collegar
Nello schema teorico di figura 1, la tensione a massa. Quello con cui si regola il volume dei-
anodica viene prelevata dal filamento della val- l'audio dell'altoparlante, illustrato in basso a si.
vola rettificatrice VS, che è alimentato dall'av- nistra di figura 9, incorpora pure linte:

Elettronico Praia
Vecchie ra dio a valvole

1 RE0FORO

/2 OFoel
LP

%%
SILURO

Fig. 13-Le lampadine di illuminazione della scala parlante possono essere dotate di uno o
due terminali e possono assumere espressioni e forme diverse. Sulla destra sono segnalati i
loro simboli elettrici.

generale del ricevitore ed è di tipo a variazione dalla lettera R (resistenza) o dalla lettera P
logaritmica. L'altro, con cui si regola la tonalità (potenziometro). Raramente si può trovare la
dei suoni e che appare riprodotto in alto a sini- sigla VR (resistenza variabile).
stra di figura 9, è di tipo a variazione lineare. Il potenziometro è un componente meccanico
Il simbolo elettrico dei potenziometri è pubbli- che difficilmente si guasta. Ma coll'usura lo
cato a destra di figura 9 e può essere sovrastato strato di grafite può ridursi nel suo spessore, se

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
l 08 Elettronica Pratica
Vecchie radio a valvole

non proprio interrompersi e in questi casi il di- 4 Fe i 25 F, a seconda del circuito in cui so-
spositivo va sostituito con altro nuovo, a meno no collegati.
che non si faccia uso di quelle apposite bombo- Le resistenze sono di tipo diverso da quelle at-
lette spray che ripristinano la conduttività e che tualmente impiegate nei ricevitori a transistor.
vengono commercializzate per rinforzare la su- Un tempo, infatti, non esisteva il codice a colori
perficie di grafite depositata nella zona poste- ed il valore resistivo, come segnalato in figura
riore dei cinescopi. 12, appariva impresso direttamente sul corpo
Altri componenti poco voluminosi, presenti nei esterno del componente.
circuiti degli apparati radioriceventi a valvole, Quasi tutte le vecchie radio a valvole utilizzano
sono i condensatori e le resistenze. Quelli illu- almeno una lampadina, per illuminare la scala
strati in figura 10 sono di tipo a mica e a carta. I parlante. E l'alimentazione si effettua con la
primi appaiono montati negli stadi di alta fre- tensione di 6,3 Vca, quella stessa che accende i
quenza, perché dotati di ottima stabilità e preci- filamenti delle valvole.
sione, i secondi sono presenti in tutti gli altri Come si vede in figura 13, le lampadine posso-
stadi. no essere di tipo diverso, col bulbo cilindrico o
Quelli presentati in figura 11 sono i condensa- ad oliva; qualche volta anche a "siluro". Ma ciò
tori elettrolitici, i cui simboli teorici si notano che importa è l'accertamento del numero dei
sulla destra della stessa figura. Questi compo- reofori, che possono essere due ma che, appa-
nenti si guastano assai facilmente oppure si rentemente, può essere uno soltanto. In questo
esauriscono, accompagnando i suoni emessi secondo caso, illustrato in alto di figura 13, la
dall'altoparlante con un fastidioso ronzìo. Pos- lampadina LP prende il contatto di massa tra-
sono essere di grandezze e forme diverse, rela- mite una molla presente nel supporto, che deve
tivamente ai compiti cui sono adibiti. rimanere ben pulito, onde stabilire una perfetta
I valori capacitivi degli elettrolitici variano fra i conduzione elettrica.

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Elettronica Pratico 109


ELEMENTARE
ETTRONICA

RIMI

OPERAZIONALI
IN ALTERNATA
Il mese scorso, in questa stessa rubrica, è stato mi di volt, mentre nei normali componenti am-
analizzato, nei suoi aspetti più generali, l'ampli- monta ad alcuni millesimi di volt. Dunque, ciò
ficatore operazionale integrato. In misura parti- significa che, raggiungendo i primi un'amplifica-
colare, invece, si è argomentato sulle reazioni zione di centomila volte o più, oppure solamen-
del componente alle diverse polarizzazioni in te diecimila volte i secondi, la tensione in og-
continua. Dunque, si deve ora esaminare lo getto è certamente in grado di saturare l'uscita
stesso circuito attraverso alcune applicazioni in ed il potere di amplificazione dell'operazionale
corrente alternata. Soprattutto per dimostrare cessa. Ma esiste pure il problema del rumore,
come sia arduo, in questo caso, quantificare il che è tanto più intenso quanto più bassa è la
guadagno. Ma intanto ricordiamo che, nel pro- frequenza dei segnali e più larga la loro banda.
cesso di amplificazione in continua, l'operazio- Infatti, se la frequenza si estende fino al valore
nale dimostra alcuni limiti, che ne condizionano di zero, la gamma diviene enorme.
le caratteristiche di impiego e che vanno attri- Anche i fenomeni termoelettrici, presenti du-
buiti, innanzitutto, alla tensione di offset paras- rante il lavoro di amplificazione in continua,
sita, presente in ogni ingresso di ciascun com- provocano tensioni estranee, nelle giunzioni fra
ponente e, in secondo luogo, all'instabilità di metalli diversi e queste, se fortemente amplifi-
questa col variare della temperatura. cate, possono alterare il comportamento dell'o-
La tensione di offset varia tra un modello e perazionale.
l'altro di integrato. In quelli costosissimi, poi, In commercio esistono amplificatori operazio-
raggiunge anche qualche centinaio di milionesi- nali con circuito di azzeramento automatico

11 O Elettronica Pratica
Primi passi

dell'offset. Ma questi, oltre che essere costosis-


simi, presentano il grave svantaggio dell'intro-
duzione di rumore. Perché il circuito di azzera-
mento, per quanto ottimamente concepito, pro-
voca sempre disturbi di tensione. Possiamo
quindi concludere asserendo che le forti ampli-
ficazioni sono spesso incompatibili con la banda
estesa verso il basso, fino alla continua; anzi, in
sede di impiego di componenti, conviene sem-
pre escludere le frequenze di 50 Hz e 100 Hz,
allo scopo di evitare la presenza di indesiderati
ronzìi da residui di rete.

CONTROREAZIONE IN CONTINUA
Quando di analizza un amplificatore in alterna-
ta, ci si accorge che, in realtà, è sempre disponi-
bile una rete di controreazione in continua, do-
tata di caratteristiche passa basso, ottenute tra-
mite condensatori di livellamento, a piccolo alternata, sono presenti, in entrata e in uscita,
guadagno, generalmente unitario o poco di più, due condensatori, Cl, e C2, dei quali quello
che stabilizza il punto di lavoro in corrente con- d'uscita assume generalmente un valore capaci-
tinua, ovvero in assenza di segnale, in condizio- tivo superiore alla capacità del primo, data la
ni non critiche. Una tale stabilizzazione è ne- bassa impedenza d'uscita che si aggira intorno
cessaria per attribuire all'amplificatore le quali- ai 400 ohm. Tuttavia, entrambi i componenti
tà di massima simmetria ed efficienza generale, debbono disporre di una reattanza alla frequen-
allo scopo di adattare ingressi ed uscite ed evi- za minore, tale da non attenuare il segnale.
tare saturazioni e distorsioni. Ma gli effetti di L'impiego dell'entrata invertente 2 determina
tale controreazione debbono annullarsi un po' l'inversione del segnale in uscita, come dimo-
prima dell'inizio della banda sulla quale opera strato in figura 2.
la controreazione principale in alternata, ricor- Le resistenze R2- R3 del circuito di figura 1
dando che quella continua è di servizio. Pertan- compongono un partitore di tensione, che divi-
to, la reazione in alternata stabilisce il guada- de a metà quella di alimentazione, per applicar-
gno e definisce la banda passante desiderata a la all'ingresso non invertente dell'integrato IC.
seconda delle necessità operative. La controreazione o reazione negativa in conti-
Generalmente si può ritenere che ad una banda nua, è applicata sul terminale 2, cioé all'ingres-
più estesa corrisponda un minore guadagno e so invertente, tramite la resistenza R4. In assen-
viceversa. Anche perché l'entità del rumore è za di segnale, quindi, la tensione rilevata all'u-
inversamente proporzionale alla larghezza di scita 6 è la stessa misurata sull'entrata 3, perché
banda. E ciò porta a concludere che è sempre l'operazionale appare montato in una configu-
conveniente realizzare le forti amplificazioni in razione con guadagno unitario, con ingresso sul
banda stretta. piedino 3 per la continua, tecnicamente chia-
Quanto finora detto vale sia per impieghi degli mato "inseguitore di tensione".
operazionali in veste di amplificatori come di Il segnale alternato da amplificare viene appli-
filtri attivi ed oscillatori interessati da segnali in cato all'operazionale tramite il condensatore
alternata. Ma cerchiamo ora di analizzare il cir- Cl, che concede via libera al segnale ma blocca
cuito di un classico amplificatore di segnali di la tensione continua.
bassa frequenza. Il guadagno è dato dal rapporto:
G = R4: Rl
AMPLIFICATORE BF Ovviamente si tratta di guadagno in alternata.
La costante di tempo, che stabilisce da quale
Poiché il circuito di figura 1 lavora in corrente valore di frequenza il circuito comincia a gua-

Elettronica Pratico 111


Primi passi

R2 R4

2
6 e
vcc
c1
3 C3 e
E

R3

GND

Fig. 1- Schema teorico di amplificazione di segnali alternati di bassa frequenza che utilizza
l'ingresso invertente dell'operazionale. Con la sigla GND viene segnalata la linea di massa
del circuito.

----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie
c1 = 1F (non polarizzato) R1 = 1.000 ohm - 1/4 W IC = A741
c2 = 1F (non polarizzato) R2 = 10.000 ohm - 1/4 W vcc = 9Vcc
C3 = 100.000 pF R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
R4 = 100.000 ohm - 1/4 W

Fig. 2- Servendosi dell'entrata invertente dell'ampli-


ficatore operazionale, il segnale in uscita appare in-
vertito nelle sue fasi. La semionda "a", inizialmente
positiva, diventa negativa in uscita ma amplificata.
Questa stessa osservazione si estende alla semion-
da "b" della sinusoide.

112 Elettronica Pratica


Primi passi

R2 s Il R4

C1
2
===Il-"""-.
6 J. è
• #T
vcc
e

•e
El

R33
2.,,. C4
Il
GND

Fig. 3 - Classico esempio di circuito amplificatore in alternata di segnali di bassa frequenza,


applicati all'entrata non invertente dell'integrato operazionale.

----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie

C1 = 1F (non polarizzato) R1 = 1.000 ohm - 1/4 W IC = µA741


C2 = 1F (non polarizzato) R2 = 10.000 ohm - 1/4 W VCC = 9Vcc
C3 = 100.000 pF R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
C4 = 1F (non polarizzato) R4 = 100.000 ohm - 1/4 W

u
Fig. 4 - Il segnale alternato, inserito sull'ingresso
non invertente dell'operazionale, si presenta nella
stessa forma, ossia in fase ma amplificato, all'uscita
dell'integrato.

Elettronica Pratica 113


Primi passi

R1 2 Il R3

C1
21 ........i i/

6 L- e
vcc
31. -- ~ +O~
c2 T e

g?
q GND

Flg. 5 - Circuito amplificatore di bassa frequenza in alternata di tipo sperimentale, ovvero


con guadagno regolabile tramite il potenziometro R3 di tipo a variazione lineare.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R2 = 10.000 ohm - 1/4 W
R3 = 1megaohm (pot. lin.)
C1 = 1F (non polarizzato)
C2 = 47F- 16V (elettrolitico)
Varie
C3 = 100.000 pF
IC = LA741
Resistenze AP = 8 -é- 16 ohm
CUFFIA = 50 -é- 600 ohm
R1 = 10.000 ohm - 1/4 W
VCC = 9Vcc

<lagnare, è data dal prodotto: tare R4 oppure diminuire Rl, o realizzare en-
trambi questi interventi. Ma in ogni caso non
Cl X Rl conviene superare mai, per i valori resistivi, il
centinaio di migliaia di ohm, onde evitare pro-
Dunque, per estendere il guadagno verso il bas- blemi alle alte frequenze, dove anche i compo-
so della banda di frequenze, occorre aumentare nenti antiinduttivi diventano sempre parzial-
il prodotto Rl x Cl, ossia, in pratica, una volta mente induttivi. Ecco perché è più conveniente
stabilito il valore ohmmico di Rl, si deve au- diminuire la resistenza di Rl ed aumentare la
mentare quello capacitivo di Cl e viceversa. capacità di Cl, se non si vuole ridurre l'esten-
Mentre per elevare il guadagno si deve aumen- sione della banda passante.
114 Elettronica Pratica
Primi passi

ALLA CUFFIA
ALL'AP

ponticello

Fig. 6 - Piano realizzativo del circuito sperimentale descritto nel testo. Si noti l'originale tec-
nica di applicazione dei componenti sulla basetta supporto, che qui avviene direttamente
sulle piste di rame.

-■
■■
E
Fig. 7 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-
pato, da riportare su una delle due facce di una ba-
■■ -
setta supporto, di materiale isolante, delle dimensio-
ni di 7 cm x 5 cm.

Il punto comune di R2- R3 può essere filtrato Facendo uso della doppia alimentazione e rife-
a piacere con un condensatore ceramico verso rendo il piedino 3 a massa, il condensatore C2,
massa, con grandezza compatibile con il prezzo quando il carico è anch'esso riferito a massa,
ed il tempo di assestamento al momento del- non è più indispensabile.
l'accensione.
Il condensatore C2 isola il carico, collegato sul-
l'uscita U, dalla tensione continua corrispon- AMPLIFICATORE NON INVERTENTE
dente a quella del piedino 3, ovvero:
Lo schema di figura 3 propone il circuito di un
VCC: 2 = 4,5V amplificatore di segnali di bassa frequenza, che

Elettronica Pratica 115


Primi passi

R2 R4
Il
M

R1a R1b ••
c1

Il
Il l
l> •
d-
T
e
vcc
e

•%
c2

E1 IIE2 es Il

GND

Fig. 8 - Esempio di circuito miscelatore a due ingressi, in grado di miscelare due diversi
segnali di bassa frequenza e di proporne uno soltanto all'uscita U.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie
c1 = 1 F (non polarizzato) R1a = 22.000 ohm - 1/4 W IC = A741
C2 = 1F (non polarizzato) R1b = 22.000 ohm - 1/4 W VCC = 9Vcc
C3 = 100.000 pF R2 = 10.000 ohm - 1/4 W
R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
R4 = 100.000 ohm - 1/4 W

utilizza l'ingresso non invertente identificabile Per estendere la frequenza verso il basso, oppu-
nel piedino 3 dell'integrato. re per diminuire gli effetti capacitivi di Cl, le
Il segnale alternato viene applicato all'entrata due resistenze R2- R3 possono assumere valori
dell'operazionale tramite il condensatore Cl. ohmmici più elevati, ma uguali, anche dell'ordi-
All'uscita, ossia sul piedino· 6 del componente, ne del megaohm, se l'operazionale-è dotato di
dunque, il segnale appare amplificato ma in fa- un ingresso a FET.
se con quello d'ingresso, come dimostrato in fi- Il guadagno, nel circuito di figura 3 è dato dal-
gura 4. l'espressione matematica:
La rete di controreazione per l'alternata, questa
volta, agisce tra l'uscita dell'operazionale, il pie- G = R4: Rl
dino 2 e massa, accoppiandosi tramite il con- La costante di tempo, in questo secondo esem-
densatore C4, per il quale vale quanto detto in pio di amplificatore di segnali alternati di bassa
precedenza a proposito del condensatore Cl frequenza, è stabilita dal prodotto di Cl per il
del progetto di figura 1. parallelo di R2 con R3.
116 Elettronica Pratica
Primi passi

R1

e 1 f 2 Dll
6 l. e
31. / m, vcc
e

+ "lv
GND

Fig. 9- Cablaggio di un integrato operazionale in grado di opporre un'impedenza elevatissi-


ma ai segnali applicati all'ingresso E. Il guadagno, in questo dispositivo, si verifica in cor-
rente, mentre quello in tensione è unitario.

-----COMPONENTI---------
··----
Condensatori Resistenze Varie
C1 = 1F (non polarizzato) R1 = 22.000 ohm - 1/4 W IC = LA741
C2 = 10F- 16VI (elettrolitico) R2 = 22.000 ohm - 1/4 W VCC = 9Vcc
C3 = 100.000 pF

CIRCUITO SPERIMENTALE tenendo conto che R3 è una resistenza variabile


fra zero ohm e 1 megaohm, perché rappresen-
Allo scopo di sperimentare praticamente una tata in pratica da un potenziometro, che con-
buona parte dei concetti fin qui menzionati, sente di condurre gli esperimenti di amplifica-
proponiamo, in figura 5, un semplice progetto zione e che con la sigla RG si definisce la resi-
di amplificatore con guadagno regolabile. stenza del generatore di tensione alternata
Il potenziometro R3 permette di controllare il identificabile, in tal caso, nell'altoparlante, uti-
guadagno del circuito tra il valore unitario e sei- lizzato in funzione di microfono e dotato di im-
cento volte, quando il segnale applicato in ingres- pedenza di 8: 16ohm.
so assume un valore di frequenza di 1.000 Hz. Pertanto, applicando la formula precedente-
ii calcolo teorico del guadagno si ottiene appli- mente citata e ritenendo la resistenza del po-
cando il rapporto: tenziometro R3 tutta inserita, si ha:

R3:RG 1.000.000 : 8 = 125.000

Elettronica Pratica 117


Primi passi

10°

10 ",

o
z
g
o
310°
c.,
10

s
" "\
10

10:
10 100 1k
"N
10k
\
10Ok 1M 10M Fig. 10 - Diagramma indicativo delle variazioni di
guadagno degli integrati operazionali in funzione di
FREQUENZA (Hz) quelle di frequenza dei segnali ad essi applicati.

Ma questo è il valore teorico del guadagno, va- consiste nel manovrare il potenziometro R3 per
lutato matematicamente, mentre in realtà, qua- valutare i diversi valori di guadagno raggiunti
lora ci si servisse di un oscilloscopio, si potrebbe dall'operazionale IC.
constatare che il guadagno, con tutta la resi- Il montaggio va realizzato su una piastrina di
stenza R3 inserita nel circuito, ammonta a 600 materiale isolante delle dimensioni di 7 cm x 5
volte. Infatti, come è già stato detto, gli opera- cm.
zionali amplificano sempre meno coll'aumenta- Il circuito stampato, il cui disegno in grandezza
re della frequenza con cui lavorano e viceversa. reale è pubblicato in figura 7, va composto su
In uno stesso circuito, quindi, l'integrato può una delle due facce della piastrina supporto do-
guadagnare, ad esempio, 2.000 volte alla fre- ve, contrariamente a quanto accade nella gran
quenza di 50 Hz e soltanto 500 volte a quella di parte dei montaggi elettronici, si applicano tutti
4.000 Hz. Ciò è pure rilevabile nel diagramma i componenti nel modo indicato in figura 6.
di figura 10, dove le variazioni del guadagno so- Pertanto, gli elementi che concorrono alla for-
no segnalate in fùnzione di quelle della fre- mazione del circuito sperimentale, debbono es-
quenza di lavoro dell'operazionale. Natural- sere montati direttamente sulle rispettive piste
mente, questo fenomeno dipende dalle caratte- di rame e non sulla superficie opposta del sup-
ristiche dinamiche del particolare integrato cui porto. Ma ciò appare chiaramente illustrato nel
si fa riferimento. Perché attualmente i modelli piano realizzativo dell'esperimento.
più "lenti", disponibili sul mercato, sono quelli Per l'applicazione dell'integrato IC si consiglia
di tipo L 141, dotati di caratteristiche dinami- di far uso di apposito zoccoletto a otto piedini,
che del tipo sopra ricordato, mentre ne esistono ricordando che il terminale 1 si trova in prossi-
altri, utilizzabili in applicazioni di alta frequen- mità degli elementi guida del componente.
za, che sono dotati di un prodotto banda- L'altoparlante, che in questo circuito funge da
guadagno anche mille volte' superiore. microfono, grazie alla sua reversibilità funziona-
Il A 741 non costituisce l'integrato operazio- le, può avere un'impedenza di valore compreso
nale ideale per le amplificazioni di segnali alter- fra gli 8 ohm e i 16 ohm, mentre la cuffia, che
nati in bassa frequenza, ma per la realizzazione consente l'ascolto dei suoni amplificati, può es-
del progetto di figura 5 può bastare. sere scelta fra i modelli con impedenza di 50 -;-
600 ohm.
Per garantire il funzionamento del dispositivo e
MONTAGGIO SPERIMENTALE allo scopo di semplificare la composizione del
La figura 6 propone lo schema realizzativo del- circuito stampato, si è provveduto all'inserimen-
l'esperimento descritto in precedenza e che to di un ponticello, visibile in posizione centra-

118 Elettronica Pratica


Primi passi

le, in basso dello schema di figura 6. È owio quenza, mentre quello di figura 9 si riferisce al
quindi che, non inserendo questo spezzone di tipico cablaggio di un operazionale con elevatis-
filo conduttore, l'amplificatore non funziona. sima impedenza d'entrata.
Il potenziometro, con il quale si fa variare il Nello schema di figura 8, ossia del mixer BF,
guadagno dell'amplificatore, è di tipo a varia- sono presenti due entrate, El - E2, sulle quali si
zione lineare. applicano due segnali provenienti da altrettante
sorgenti diverse.
Sull'uscita 6 dell'integrato IC i due segnali ven-
APPLICAZIONI VARIE gono proposti miscelati in un unico segnale di-
sponibile in U. Naturalmente, anche per questo
Mentre il progetto di figura 5 è rappresentativo circuito valgono tutti i concetti teorici prece-
di un amplificatore di bassa frequenza in alter- dentemente menzionati ed analizzati.
nata, nel quale l'operazionale IC lavora in pro- Il progetto di figura 9 interpreta il sistema di
cessi di amplificazione elevata, quelli riportati cablaggio dell'integrato operazionale IC che,
nelle figure 8 e 9 costituiscono due specifiche nell'ingresso E, oppone alla sorgente di segnale
applicazioni dell'operazionale A 741. Più esat- un'impedenza elevatissima. In tale circostanza,
tamente, il progetto di figura 8 identifica il cir- quindi, il guadagno di tensione circuitale è uni-
cuito di un dispositivo miscelatore di bassa fre- tario, mentre quello in corrente è sensibile.

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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »
Via Zuretti, 52 - MILANO. I

122 Elettronica Pratica


LA PISTA DEL LETTIERE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

EMITTORE O COLLETTORE? vero che, tramite alcuni spostamenti dei puntali


dell'analizzatore, ovvero dopo una serie di ten-
Leggo sempre la rubrica "La Posta del Letto- tativi, riesco ad individuare il terminale di base,
re", dove trovo spesso argomenti inediti e di in- non mi è invece possibile distinguere quello di
dubbio interesse pratico. Ma fino ad ora, pur collettore dall'altro di emittore. Ma c'è di peg-
conoscendovi da vecchia data, non ho mai avu- gio. Infatti, i tentativi prolungati di collegamenti
to il tempo per scrivervi, riservando quello libe- casuali, in qualche caso, si sono dimostrati rovi-
ro, anziché all'uso della penna, all'impiego del nosi. Quali consigli mi potete dare?
saldatore. Adesso, invece, mi sono deciso a por- DAMATO GIORGIO
vi un quesito relativo al controllo rapido dei Arezzo
transistor, che normalmente adotto durante le
mie attività di laboratorio e che a volte non è in Riteniamo che, in considerazione della sua fami-
grado dì risolvere i miei problemi. Mi spiego in liarità con i semiconduttori, saldamente acquisita
dettaglio. Nell'immaginare il transistor come il attraverso l'esperienza pratica, non le sarà diffici-
risultato dì. due diodi collegati in antiserie, ov- le, con l'impiego di pochi elementi, risolvere il
vero con i catodi in comune per comporre la suo problema. Si procuri quindi un alimentatore
base, nei PNP, e con gli anodi uniti negli NPN, con uscita in tensione continua a 20 Vcc circa e
realizzo l'esame del componente tramite il te-
colleghi, in serie, una resistenza da 10.000 ohm -
ster commutato nella funzione ohmmetrica e
sulla scala di qualche migliaio di ohm. L'analisi 1 W Poi commuti il tester nella funzione ampe-
consiste ovviamente nel verificare se i diodi so- rometrica e sulla scala di qualche milliampere e
no conduttori, in diretta, e non conduttori in in- controlli i diodi del transistor che, in diretta, do-
versa. Generalmente, per le verifiche veloci, vranno risultare conduttori entrambi, mentre, in
questo metodo funziona, rivelandosi utile in inversa, uno soltanto fra i due dovrà rivelarsi
molte occasioni. Tuttavia, quando mi capita di conduttore. A questo corrisponde l'elettrodo di
operare su transistor poco comuni e, in misura emittore. Perché il diodo base-collettore, in inver-
particolare, su quelli di recupero o di prove- sa, sopporta la tensione di almeno 40 V, mentre il
nienza surplus, e su tutti quelli in cui gli elettro- diodo base-emittore sopporta soltanto tensioni
di assumono posizioni diverse da quelle dettate comprese fra i 6 V e i 15 V, al di là delle quali
dalla regola, il mio sistema fallisce. Perché se è assume il comportamento di un diodo zener.
Elettronica Protico 123
KIT PER CIRCUITI SCHEMA PER MODELLISTA

Per le mie applicazioni modellistiche ho biso-


STAMPATI 1s.o0o gno di uno schema che, alimentato con la ten-
sione variabile fra 2 Vcc e 8 Vcc, faccia scattare
un relè al raggiungimento dei 6 Vcc. Questo, a
sua volta, deve accendere una lampada a 220
Dotato di tutti gli elementi necessari per Vca- 15 W.
la composizione di circuiti stampati su MARINO ANDREA
vetronite o bachelite, con risultati tali da Perugia
soddisfare anche i tecnici più esigenti,
questo kit contiene pure la speciale pen- Il relè RL va alimentato con la tensione continua
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro. di 12 Vcc ed il potenziometro R2 va regolato in
modo che, con VE = 6 Vcc il relè scatti. Come
può notare, le linee delle tensioni negative di
comando VE e di 12 Vcc sono le stesse.

GLI SH221

Ho acquistato alcuni integrati SH221, designati


come amplificatori RF a banda larga, con uno
dei quali vorrei amplificare in VHF la mia an-
tenna DISCONE, onde migliorare la ricezione
di un ricevitore "SCANNE R".
CORAZ ZARI CLAUDIO
Rimini

Consente un controllo visivo conti- L'SH221, essendo caratterizzato da entrata ed


nuo del processo di asporto. uscita a 50 ohm, si presta molto bene ad un tale
tipo di ascolto. Realizzi quindi questo circuito,
-- Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
mantenendo i collegamenti molto corti ed utiliz-
zando un contenitore TEKO per RF.
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo. scatola rf

- Il contenuto è sufficiente per tratta-


re più di un migliaio di centimetri
quadrati di superfici ramate.
o I C 1
[LATO TRANS]
o

Rf

C1 = 1.000 pF (condens. passante)


C2 = 10F-36 VI (elettrolitico)
R1 = 100 ohm - 1/2 W
DZ = diodo zener (24 V-1W)
IC1 = SH221

124 Elettronico Pratico


La posta del lettore

RI R2 ~ Il
s,•7
O
e /2 V
r TR2 '

--
"I]C
VE
Il .i,,
.i° ~----11--~,
RL Il RETE

Condensatore Varie
C1 == 1F (non polarizz.) TR1 = BC107
TR2 = 2N2905
Resistenze D1 = diodo silicio (1N4O04)
R1 = 10.000 ohm- 1/4 W D2 = diodo silicio (1N4004)
R2 = 10.000 ohm (pot. a variaz. lin.) S1 = interrutt.
R3 = 10.000 ohm - 1/4 W RL = relè (12 Vcc - 300 ohm)
R4 = 4.700 ohm - 1/2 W
R5 = 1.000 ohm- 1/4 W

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
tole di montaggio, sempre disponibili a
richiesta dei lettori.

COSTA L. 5.000
Chi non ne fosse in possesso, può ri-
chiederlo a:

Elettronica Pratica 125


La posta del lettore

PILOTAGGIO DI UN RELÈ c2 100 F - 16 VI (elettrolitico)


C3 2.000 pF (ceramico)
Con un debolissimo segnale in continua, che
varia tra O v e + 5 V, debbo controllare un relè Resistenze
a 12 V con bobina da 10 ohm. R1 1megaohm - 1/4 W
FLORIO VINCENZO R2 = 22.000 ohm - 1/4 W
Viterbo R3 = 1.000 ohm (trimmer sensibilità)
R4 = 120 ohm - 1/4 W
Utilizzi questo semplice dispositivo in cui con SC R5 = 100 ohm- 1/4 W
si definisce il segnale di comando. L'amplifica- R6 = 1.000ohm-1/4W
zione massima è di 1.200.000 volte. La corrente
che scorre attraverso il relè è di 1,2A4 con 1 µA di
pilotaggio soltanto. Il transistor TR3 necessita di TR1 = BC108C
un piccolo radiatore. TR2 = 2N1711
TR3 = TIP 3055
D1 = 1N4004 (diodo silicio)
Condensatori RL = relè (12 V - 10 ohm)
C1 = 10.000 pF (ceramico) ALIM. = 12 Vcc

TOTOTRON
Kit completo di tutti gli elementi Apparecchio montato e funzionante

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fidandosi totalmente alla sorte, ai concorsi settimanali di totocalcio, totip, enalotto.

CARATTERISTICHE

Alimentazione:
con pile miniatura al nichel-cadmio

Dimensioni:
5,5 cmx 3 cmx 1,7 cm

Responso:
a diodi led rossi ( 1 - X- 2)

126 Elettronica Pratica


R4
.!I,. IIDt
c2, R5
::i Il
C3

Cl
Il
2 l\. i

Il
• Il
e
Il

Il
b
e
TR2

b"
u'I
e

e
TRJ
e
12V
~

sc i- - p23
R6

RS 298 L. 36.000

DICEMBRE Rivelatore di fumo a raggi infrarossi


Quando il fumo invade i disposìtll'o nel quale son post
sensori a raggi infrarossi un apposto relè si eccita e un LED
rosso si illumina. Anche quando il fumo cessa. # rei posò
rimanere eccitato per un tempo regolbke tre I , 30 >flCtRL
L. 18.000 La tensione di alimentazione può essere compresa ta? e 24
Vece l'assorbimento massmo (relè eccitato/ é di 13/ mA Lu

1991 Sirena di bordo


È e;,a sirena e.lettronica il cui suono simula quello delle sirene
di bordo delle navi (segnale da nebbia).
Per l'alimentazione è prevista una tensione di 12 Ycc e
l'as,sorbimentomassimo è di circa 1,5 A.
corrente massime sopportabile dei contatti del tele e di I /..
Il dispositivo può essee racchiuso nel contente P 452
quale dovranno essere praticati alcuni foni per permettere zi
fumo di raggiungere i sensori.

RS 296 Per il suo funziooammlo occorre applicare ali'uscita un


alti:>parlante o woofer con Impedenza di 4 OHM in grado di
Audìo Spia sopportare una potenza dì almeno 20 W.

È composto da una capsula microfonica amplificata seguita


da un amp/'ificatore a guadagno variabile con possiblità di
inserire un ftro sintonizzato sulla voce umana. L'ascolto puo
avvenire cori qualsiasi tipo di cuffia o altoparlalflte con
impedenza compresa tra 8 e 64 ohm. La potenza massima di
uscita è di circa. I W. Per l'alimentazione occorre una normale
Generatore dì alba-tramonto 12 Vcc batterla da 9 V per n:idloline e !'assorbimento durante un
normale ascolto è di ci,rca. 50 mA. È dotato di cotl!ro\li di
sensibilità e VOOJme e. tramite un apposito deviatore è
o generale utlHzzare l'apposito tagliando
Applicando all'1.1sW del dispùSitlvr.i una lampada ad
incandescenza, questa mme,~ .ad accendersi fino a fX>SSibile inserire Il filtro voce, Può essere impiegato in mo!te
raggiungere n rusiÌfflO de1La UTIIOOSM dopo un certo tempo. occasioni: per &.stti'ltare- deboli rumori o voci - mettendo ii
Resterà per un pò n questa condizione e poi inizierà a microfono nella camere del bamtino che dorme si pctrà
spegnersi e resterà spenta per un po' di tempo, simulando controllare se si lamenta - in Ufii lx:isco si potri,mo eiscoltare o Esrl D91
così le fasi di ALBA - GI-ORli O , ~AMONTO • NOffi. U registrare I vari rumori o i! canto degli uccelli ecc. ecc • 18153 GENOVA SESTRI P.
cìc!o è ripetitivo. I tempi relativi a ALBA GIORNO e I! disposir.lvo completo di batteria può essere racchiuso nel 9- 8511984 • TELE FAX 010/8022.62
TRAMONTO NOTTE 50C't0 regolobili ris:peUivamente trnmite
contermee
U'Oll.. .
due potenziometri tra ur, milimD dl j secondi e un massimo di NOME _ COGNOME _
circa 2 minuti. La !i;f\SÌCll)I! di alimentazione deve essere di 12
«nl
r
Vcc stabllinata e le potenza della lampada non deve superare INDIRIZZO ~~~~~--------
i 50 W. Il dispositjvo p:JÒ essere- idbggiato nel contenltOEe
plastico LP O 12. E molto indicato per essere utilizzato ne! C.A.P. _ CITTÀ _
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degli elementi didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è
l'elettronica del tempo libero, abbiamo approntato un insieme di riviste
che, acquistate separatamente verrebbero a costare L. 5.000 ciascuna, ma
che in un blocco unico, anziché L. 57.000, si possono avere per sole L. 21.000.

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l""'- • • con boccola separata
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cezionale sensibilità. Può fungere da radiomi-
crofono e microspia.

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re, di dimensioni tascabili, si ravvisa
nella particolare estensione della gam-
ma di emissione, che può uscire da
quella commerciale, attualmente troppo
affollata e priva di spazi liberi.

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GAMME DI LAVORO : 52 MHz + 158 MHz
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1000 ore per il tipo zinco carbone, 2000 ore per la batteria
alcalina - Indicatore automatico di balleria scarica quando
rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
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e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi -
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Peso Kg 0,343

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VOLT D.C 200 mV-2V-20V-200 V- 1 ooe v
VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A
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Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
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VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
,,
. "" [g
. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

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bancario o conto corrente postale n. 46013207 a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20.
ARGOMENTI
PER TUTTI
Il maggior pregio che, a nostro avviso, deve caratterizzare una
pubblicazione tecnica, consiste nel premiare le attese di tutti i
lettori, indistintamente, quelli nuovi e gli abituali, giovani ed adulti,
più o meno preparati in questa avvincente disciplina. Nel senso
che, a beneficio di ciascuna categoria di appassionati, ogni mese,
sulle pagine del periodico, deve comparire almeno un argomento
di interesse personale. Come accade, ad esempio, in questo
fascicolo in cui, a chi inizia lo studio della radiotecnica, si
consiglia di leggere l'articolo, in primo luogo didattico, ma
secondariamente di storia, concernente i primordi della radio,
quando, con il ricevitore a galena, attraverso la cuffia, si
ascoltavano voci e suoni provenienti dallo spazio. Mentre per
coloro che già hanno mosso i primi passi nel mondo
dell'elettronica, si suggeriscé la realizzazione di un originale
fotocomando automatico, pilotato da cellula solare. Infine, chi è
dotato di particolare esperienza, può mettere olla prova le proprie
capacità, costruendo due circuiti oscillatori, che fanno lavorare i
quarzi in overtone. Ma queste sono soltanto alcune segnalazioni o
elementi di guida a chi si accinge a scorrere le pagine
dell'opuscolo. Che non esauriscono certamente l'intero contenuto
editoriale in cui si articola un programma di sicuro valore tecnico,
di orientamento educativo, che continua a riscuotere consensi e
lodi da chi ci segue con viva partecipazione.
NORME DI ABBONAMENTO
Quote valevoli per tutto il 1992
PER L'ITALIA L. 50.000
PER L'ESTERO L. 60.000
La durata dell'abbonamento è annuale,
con decorrenza da qualsiasi mese.

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to, basta inviare l'importo a:
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VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO
servendosi di vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
tramite c.c.p. N. 9 7 6205. Si prega di scrivere con la massima chia-
rezza, possibilmente in stampatello, citando con grande precisione:
cognome, nome, indirizzo e data di decorrenza dell'abbonamento.
ABBONARSI: sanifica acquisire il diritoe ricevere
casa propria, tramite i servizi postali di
Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
dell'anno.
ABBONARSl: vool dire risparmiare sula orrispongemte
spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
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ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA - ANNO 21 - N. 3 MARZO 1992

LA COPERTINA - Propone l'immagine del vecchio,


glorioso radioricevitore a cristallo di galena, che gli
appassionati dell'ascolto di messaggi via etere
montavano una settantina d'anni fa. Ma il cui
funzionamento è identico a quello del più moderno
circuito ricevente a diodo di germanio.

Sommario
editrice
132
ELETTRONICA PRATICA
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LA RADIO A GALENA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
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stampo
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sono riservati o termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono.
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LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


VECCHIA
RADIO
A
GALENA

La radio a galena, oggi, rappresenta uno stru-


mento didattico, conservato nelle bacheche del-
le aule scolastiche, e in quelle di musei di scien-
Tutto quanto è pubblicato in za e tecnica, come oggetto di studio o di curio-
queste pagine risponde ai quesiti sità. Perché questo primordiale ricevitore, giu-
stamente insediatosi nella storia delle comuni-
di coloro che desiderano iniziarsi cazioni via etere, ricorda una delle più impor-
alla tecnica degli apparecchi tanti tappe della radiotecnica. Dunque, coloro
radio, ma ripropone anche la che, in un primo momento, troppo affrettata-
mente, volessero qualificare l'argomento qui
lettura di un brano di storia svolto una nostalgica rievocazione del passato,
gloriosa della radiofonia dei primi vanamente celebrata sulle pagine di una moder-
na rivista di elettronica, dimenticherebbero, in-
anni del secolo. giustamente, l'indiscutibile diritto, di migliaia di
studenti e semplici appassionati, di sapere in
che modo era concepita questa radio di una set-

132 Elettronica Pratica


Vecchia radio a galena

Com'era concepita, come funzionava, la vecchia radio a cristallo di ga-


lena?
Uno dei capitoli basilari della storia della radiotecnica viene qui breve-
mente rievocato.
Pur essendo trascorsi più di settant'anni, il circuito di quel vetusto radiori-
cevitore appare ancora attuale.

tantina di anni fa. Anche se a nessuno verrebbe RICEVITORE A GALENA


ora in mente di costruirla, mentre tanti, molti
lettori vogliono conoscerne la composizione cir- Un po' di delusione, forse subentrerà in chi ci
cuitale ed il funzionamento attraverso le nostre legge nell'osservare che Io schema elettrico di
chiare esposizioni mensili. Ecco perché le prime figura 1, che identifica il circuito del ricevitore a
pagine, del presente fascicolo, sono occupate galena, è perfettamente uguale a quello che
dalla pubblicazione di un capitolo concernente questa rivista ha proposto, su pubblicazioni pre-
quelle nozioni di radiofonia che i nostri nonni e cedenti, ai lettori principianti, come iniziale
padri hanno copiosamente assimilate e che, in esercizio costruttivo, con il nome di apparato
buona parte, sono tuttora attuali. radioricevente a diodo di germanio. Perché nul-

Elettronica Pratica 133


Vecchia ra dio a galena

L1 PC1 PC2
C2

Fig. 1- Circuito elettrico del più elementare radioricevitore con rivelazione a cristallo di ga-
lena. I valori assegnati ai diversi componenti sono quelli di un tempo, attualmente non più
utilizzati nel ricevitore a diodo di germanio.

-----COMPONENTI-----
C1 = 365 pF (variabile a mica) PC1-PC2 = prese per cuffie
C2 = 1.000 pF + 5.000 pF A = presa d'antenna
D = detector a galena B = presa di terra
L1 = bobina a nido d'api

la è cambiato sotto l'aspetto teorico, mentre al- 1. Nel quale la discesa dell'antenna va inserita
meno quattro componenti hanno seguito l'evo- nella boccola A, il conduttore di terra sulla pre-
luzione tecnologica dei tempi, assumendo sa T e una o due cuffie sulle prese contrasse-
aspetti esteriori molti diversi dai modelli attuali gnate con le sigle PCl - PC2, indicative di "Pre-
e non essendo più commercializzati. Tali ele- sa Cuffia l" e "Presa Cuffia 2".
menti sono il diodo D, la bobina Ll, la cuffia ed Certamente, una buona parte di appassionati di
il condensatore variabile Cl. Ebbene, su questi elettronica conosce o intuisce facilmente il fun-
particolari componenti ci soffermeremo, molto zionamento del circuito di figura 1. Alcuni prin-
dettagliatamente, nel corso dell'articolo, non cipianti, tuttavia, ritengono di non aver ancora
prima di aver ricordato, sia pure a grandi linee, assimilato il concetto di trasformazione delle
il comportamento elettrico del circuito di figura onde radio, vaganti nello spazio, in voci e suoni

134 Elettronica Pratica


Vecchia ra dio a galena

il----- ~-----

Fig. 2 - Cablaggio dell'apparecchio radio a cristallo di galena. Si noti il modello assai vec-
chio di condensatore variabile con isolamento a foglietti sottili di mica. Anche il condensato-
re antirumorl, collegato in parallelo con le cuffie, è di vecchio tipo e non più reperibile in
commercio.

attraverso un trasduttore acustico. Soltanto per di rame, di un certo spessore, collegato al rubi-
costoro, dunque, ci soffermeremo brevemente netto dell'acqua, ad una qualsiasi tubatura di
su questa parte teorica della radiotecnica scola- questa, alla rete metallica del letto o a quella di
stica, rinviando gli altri ai capitoli successivi. recinzione di un appezzamento di terreno.
Anche se una rapida scorsa di quanto già ap- Il circuito di sintonia, già menzionato, è compo-
preso può rappresentare un utile esercizio di sto dalla bobina Ll e dal condensatore variabile
memoria per molti. Cl. Questo impedisce che tutti i segnali captati
dall'antenna possano entrare nella radio, privi-
legiando l'ingresso di quello la cui frequenza è
FUNZIONAMENTO DELLA RADIO pari alla frequenza di risonanza del circuito di
sintonia, che prende pure il nome di circuito ac-
L'antenna, di qualsiasi tipo essa sia, convoglia, cordato e nel quale la bobina Ll mantiene co-
sul circuito di sintonia della radio, una vasta stanti le sue caratteristiche radioelettriche,
quantità di segnali elettrici, generati dalle onde mentre il condensatore variabile Cl, a seconda
presenti nel luogo in cui si effettua l'ascolto. E della regolazione attuata dall'operatore sul suo
questi segnali aumentano di intensità quando, perno di comando, muta il valore capacitivo.
sulla boccola T, viene inserito un conduttore di Pertanto, al variare di questa grandezza, cambia
terra, che può essere rappresentato da un filo la cosiddetta frequenza di risonanza del circuito

Elettronica Pratica 135


Vecchia radio a galena

Fig. 3 - Teoricamente, il detector a cristallo di galena è composto da una piccola ampolla di


vetro contenente, da una parte, il minerale di piombo, dall'altra la spiralina di contatto termi-
nante con una punta chiamata "baffo".

accordato e cambia pure il tipo di segnale radio CABLAGGIO DELLA RADIO


ricevuto. Ma questo è composto da due princi-
pali tipi di segnali diversi, quello che si identifi- Il modello di radioricevitore illustrato nelle pri-
ca con i messaggi inviati nello spazio e l'altro me pagine del presente articolo, è caratterizza-
che funge da veicolo del primo e che ora, esau- to, nella sua parte interna, dal tipo di cablaggio
rito il suo compito, può essere eliminato. pubblicato in figura 2. Pochi fili conduttori, di
Il diodo D, che allo stato attuale della tecnica è rame nudo, collegano tra loro le boccole ed il
rappresentato da un semiconduttore al germa- terminale del condensatore variabile Cl che ri-
nio, un tempo poteva essere un pezzetto di car- mane in contatto elettrico con le lamine fisse
borundum, che è un composto artificiale di car- del componente. L'altro terminale di Cl, che fa
bonio o silicio, oppure una piccola quantità di capo al corpo rotante, è collegato al circuito di
galena, che è il principale minerale di piombo. massa T per mezzo di un conduttore di rame a
A questo è affidato il compito di realizzare il trecciola flessibile, che funge da molla ed evita
processo di rivelazione, che consiste nel'arre- l'interruzione elettrica tra le parti che, sicura-
stare il corso del segnale ad alta frequenza, ov- mente si verificherebbe a lungo andare, durante
vero del segnale di trasporto e di lasciar passa- le manov,re sul perno di Cl, qualora il condut-
re, inviandolo al trasduttore acustico, cioè alla tore fosse rappresentato da uno spezzone di filo
cuffia, quello di bassa frequenza che si vuol tra- rigido. I terminali dei conduttori possono essere
sformare in suono. saldati a stagno sui diversi elementi, ma i colle-
Il condensatore C2 impedisce che alla cuffia gamenti possono effettuarsi anche con il siste-
possano pervenire segnali disturbatori presenti ma ad anello, avvolgendo in questo modo i ter-
a valle del diodo D, provvedendo ad inviarli a minali e stringendoli poi sulle boccole con i re-
terra. lativi dadi.
La cuffia, per la quale attualmente si utilizzano La coppia di prese per cuffia PC 1 e PC2 sono
modelli piezoelettrici, nella radio a galena era applicate in parallelo. É ovvio quindi che l'a-
di tipo elettromagnetico, ma di ciò si parlerà scolto con una singola cuffia è più forte di quel-
più avanti. lo effettuato da due radioascoltatori contempo-

136 Elettronico Pratica


Vecchia radio a galena

TAPPO GALENA
BAFFO

Fig. 4 - II cristallo di galena, nel dete-


ctor, è inserito in una capsula metallica
chiusa con un tappo a vite. La leva che
pilota dall'esterno il "baffo" può essere
manovrata con movimenti sferoidali. SPINA

raneamente. Ma in ogni caso si debbono utiliz- realizza collegando sulla presa di antenna un
zare modelli con impedenza minima di 300 conduttore di tipo filare, ottenuto con trecciola
ohm e massima di 4.000 ohm. di rame della lunghezza di cinque o dieci metri
L'impiego del ricevitore a cristallo di galena si ed applicando sulla boccola di terra un condut-

Fig. 5- Questa foto riproduce il dete-


ctor originale montato sul ricevitore de-
scritto nel testo e raffigurato nelle pri-
me pagine del presente articolo.

Elettronica Pratico 13 7
Vecchia radio a galena

COPERCHIO

Fig. 6 - Internamente a ciascun auricolare della cuf-


fia sono contenuti due elettromagneti, formati da al-
CAVO trettante piccole calamite con bobinette avvolte su
queste. Fra il disco di chiusura e la capsula di ba-
chelite, rimane inserita la membrana metallica oscil-
lante.

tore di rame, di uno spessore non inferiore al diodo al germanio, la cuffia piezoelettrica e la
millimetro ed avvolto, all'altra estremità, su un bobina di sintonia, lasciando poco spazio invece
rubinetto dell'acqua. al condensatore variabile, la cui composizione
Quindi si agisce sulla levetta del rivelatore in meccanica non si discosta di molto da quella
modo da individuare un punto che favorisce il odierna.
miglior ascolto, ovviamente dopo aver sintoniz- Cominciamo dunque con lo stadio rivelatore,
zato una emittente radiofonica tramite il con- che nel ricevitore a galena è rappresentato dal
densatore variabile Cl e ricordando che la scar- detector riprodotto parzialmente in figura 3 e
sissima selettività del circuito non consente la integralmente in figura 4. Anche se vogliamo
ricezione di più segnali radio, dato che quello di appena ricordare che, nella storia della radio,
maggior potenza occupa da solo la maggior par- questo tipo di rivelatore fu preceduto dal famo-
te della corsa delle lamine mobili del variabile. so COHERER, costituito da un tubetto di vetro
contenente una certa quantità di limatura me-
tallica, generalmente di ferro, chiuso alle estre-
IL RIVELATORE mità da due tappi metallici, facenti capo a due
reofori. La resistenza di questo apparecchio era
Una volta descritto il funzionamento del circui- assai elevata, a causa dei cattivi contatti che le
to del ricevitore à cristallo di galena di figura 1 varie particelle componenti la limatura forma-
ed analizzato il cablaggio di questo pubblicato vano una con l'altra. Quando però una differen-
in figura 2, possiamo ora soffermarci su quei za di potenziale a radiofrequenza veniva appli-
componenti che, un tempo, in questo vetusto cata ai due reofori, le particelle si orientavano,
modello di radioricevitore, sostituivano l'attuale diminuendo assai la resistenza del sistema, che

138 Elettronica Pratica


Vecchia radio a galena

MAGNETE

AURICOLARE

Fig. 7 • Il disegno qui pubblicato interpreta l'opera-


zione di ricarica magnetica delle due polarità del-
l'auricolare.

raggiungeva un valore pressoché nullo, conser- In mineralogia, questo elemento rappresenta il


vando tale caratteristica finché un leggero urto principale minerale di piombo e, tra i minerali
non provocava il ritorno alle primitive condizio- metallici, uno dei più comuni ed abbondanti. Si
ni. tratta, in pratica di un solfuro di piombo, dalla
Riprendiamo ora, dopo aver chiuso la parentesi sigla chimica PbS, non di rado argentifero, di
sul coherer, che il detector, montato sulla radio lucentezza metallica viva, color grigio' piombo
a galena è rappresentato da un piccolo apparec- chiaro, brillante sulla frattura fresca. In radio-
chio, quello riprodotto in figura 5, composto da tecnica veniva usato quale rivelatore di segnali
un contenitore del cristallo di galena, a sinistra, a contatto leggero.
e da un conduttore mobile, manovrabile dall'e- Come si può notare nello schema costruttivo di
sterno e terminante con una spiralina, in gergo figura 4, il cristallo appare fissato in una capsula
chiamata BAFFO, a destra. di metallo chiusa con un TAPPO. Sulla galena
Attraverso conduttori metalJici, sia il cristallo di appoggia il BAFFO che, manovrato dall'ester-
galena come il baffo, restano in contatto elettri- no, cerca le zone ed i punti del cristallo che
co con due spinotti sottostanti, che assimilano il maggiormente favoriscono il fenomeno della ri-
componente ad una comune spina. velazione dei segnali radio.
Prima di descrivere il funzionamento e l'impie- La punta del baffo va di tanto in tanto tagliata,
go del detector, che costituisce una denomina- onde eliminare l'ossido formatosi col passare
zione inglese del termine "rivelatore", ma che del tempo, anche se il contenitore di vetro del
deriva dal latino "detector" dal significato di detector protegge in parte il cristallo ed il baffo
"scopritore", vogliamo dire che cosa si intende dagli agenti atmosferici ambientali.
per cristallo di galena. La descrizione del detector si conclude qui, es-

Elettronica Pratica 139


Vecchia radio a galena

LA CUFFIA ELETTROMAGNETICA
La cuffia elettromagnetica, necessaria per la-
scolto della radio a galena, è munita di due pa-
diglioni uguali. Ognuno di questi è composto
nel modo illustrato in figura 6. Entrambi sono
applicati meccanicamente ad un particolare
supporto elastico, che molti chiamano "testie-
ra", che consente di applicarli alle orecchie del-
l'ascoltatore senza creare disagio su questo. Ma
per raggiungere tale finalità, la cuffia deve esse-
re la più leggera possibile e i due auricolari
debbono ben adattarsi ai padiglioni delle orec-
chie, pur non esercitando una pressione eccessi-
va.
Ciascuno dei due padiglioni della cuffia di tipo
elettromagnetico è composto da una membrana
ferromagnetica sottile, come evidenziato in fi-
gura 6, affacciata alle espansioni polari di un
magnete permanente. Su queste sono infilate
due bobinette, che vengono percorse dalla de-
bolissima corrente di bassa frequenza uscente
dal detector la quale, dipendentemente dal sen-
so che la caratterizza, determina una esaltazio-
ne o un affievolimento del magnetismo proprio
delle espansioni polari. Ecco allora che, appli-
cando una tensione alternata, con un certo va-
Fig. 8 - I due terminali dell'avvolgimento della bobi- lore di frequenza, ai terminali delle bobine, tra-
na a nido d'api sono arrotolati ad anello e stretti sul- mite l'apposito cavo conduttore uscente da cia-
le rondelle degli spinotti del supporto di plastica in-
collato direttamente su una zona di fili conduttori.
scun auricolare, la membrana si mette a vibrare
con la stessa frequenza della tensione.
La presenza dei nuclei magnetizzati, nella cuffia
elettromagnetica, è indispensabile per evitare
distorsione. Infatti, la corrente di un senso de-
termina attrazione della membrana e la corren-
te di senso opposto provoca repulsione, per cui
si ottiene una oscillazione in corrispondenza di
ogni periodo della corrente. Se il nucleo non
sendo pure comprensiva dell'uso di questo, che fosse magnetizzato, in corrispondenza di ogni
si riduce ad una serie di lente manovre sulla le- periodo si verificherebbe attrazione sia in pre-
va di comando del componente, mirate a tocca- senza del massimo positivo sia di quello negati-
re con il baffo quel punto del cristallo che con- vo e la membrana vibrerebbe con frequenza
sente il miglior ascolto possibile in cuffia. Ri- doppia di quella caratteristica della corrente di
cordando tuttavia che i risultati dipendono qua- eccitazione, creando evidentemente distorsione.
si esclusivamente dall'antenna e dalla qualità Le unità di ciascun auricolare sono racchiuse in
della galena, considerando ovviamente efficien- un involucro di bachelite normalmente di color
ti e regolarmente collegati tutti gli altri elemen- nero.
ti.
Un'ottima antenna può consentire buonissime
ricezioni in cuffia, ma va notato che se vi sono MAGNETIZZAZIONE DELLA CUFFIA
due trasmittenti locali di analoga potenza, che
lavorano in onda media, si può verificare una Le cuffie di vecchia data, acquistate ai mercati
ricezione contemporanea. dell'occasione o in quelli surplus, difficilmente
conservano carichi i magnetini. E quando il

140 Elettronica Pratica


Vecchia radio a galena

campo magnetico si è troppo affievolito, la


membrana stenta ad oscillare. Tuttavia, una
cuffia in queste condizioni può essere sempre
recuperata, ricaricando le espansioni polari nel
modo che ora diremo. Prima dell'intervento,
peraltro, occorre constatare lo stato magnetico
del componente, svitando il coperchietto di
chiusura della capsula di ciascun auricolare e
facendo scorrere più volte, sopra le espansioni
polari, in tutti i sensi, la membrana, onde con-
statare con quale forza magnetica questa viene
attratta. Poi, dopo aver accertato che il campo
magnetico è quasi scomparso o eccessivamente
indebolito, si procede nel modo segnalato in fi-
gura 7, servendosi di un magnete permanente
assai potente, che può essere recuperato da un
vecchio microamperometro o da altoparlanti
fuori uso. Il magnete va dapprima appoggiato
su quelli della cuffia e lasciato in questa posi-
zione per alcuni minuti. Poi va tolto, ripetendo
l'operazione precedente di controllo della ma-
gnetizzazione acquisita tramite lo scorrimento
della membrana sopra i piccoli elettromagneti
del trasduttore acustico. Se si constata che il Fig. 9-La bobina a nido d'api, montata sul ricevitore
campo magnetico si è sufficientemente rigene- a cristallo di galena descritto nel testo, difficilmente
è reperibile presso i negozi di rivendita di materiali
rato, l'operazione di ricarica va considerata con- radioelettrici. La si può invece acquistare sui mercati
clusa, altrimenti occorre ripeterla ancora una specializzati, ma saltuari, appositamente organizzati
volta. per gli appassionati di elettronica.
Qualunque sia la provenienza della cuffia ed il
suo stato di conservazione, questa deve avere
una resistenza di 1.000 - 2.000 - 3.000 ohm per
auricolare, anche se si possono utilmente impie-
gare i modelli a bassa resistenza, certamente
non inferiore ai 300 ohm.
della bobina. Distanziando le spire l'una dall'al-
tra, la bobina assume l'aspetto di un nido d'api,
BOBINA E VARIABILE dal quale deriva la sua denominazione. La prin-
cipale caratteristica di questo componente va
Per completare la descrizione dei componenti ravvisata in una riduzione sensibile delle capaci-
della radio a cristalli di galena, serve spendere tà parassite e in un migliore coefficiente di me-
ancora qualche parola sulla bobina di sintonia e rito.
sul condensatore variabile. La bobina pubblicata in figura 8 appare soste-
Il circuito accordato, che alcuni chiamano "fil- nuta da un supporto di bachelite, al quale ade-
tro d'onda" e che consente di inviare al cristallo risce tramite collante chimico. I due terminali
rivelatore un solo segnale fra i tanti captati dal- dell'avvolgimento sono arrotolati ad anello e
l'antenna, è composto, come è stato più volte stretti sulle rondelle dei due spinotti.
menzionato in precedenza, da una bobina di in- Possiamo ora concludere l'argomento fin qui
duttanza e da un condensatore la cui capacità trattato ricordando che il condensatore variabi-
varia facendo ruotare un perno di comando. le, montato nei circuiti dei primi modelli di ra-
Nella radio a galena, la bobina è formata da un dioricevitori a cristallo di galena, era alquanto
avvolgimento incrociato, detto più comunemen- appiattito e composto da poche lamine, con su-
te a "nido d'api", come quello riprodotto nella perficie relativamente ampia e isolate tra loro
foto di figura 9. Le spire si incrociano continua- con sottili fogli di mica, sia nel rotore come nel-
mente, limitando molto la capacità distributiva lo statore.

Elettronica Pratico 141


OPTOCOMANDO
AUTOMATICO
Molti lettori si sono messi in contatto telefonico la tensione continua di 12 o 24 V e potenza
o per iscritto con la nostra sede, per chiedere la complessiva non superiore ai 50 W.
presentazione, sulle pagine del periodico, del La necessità di tale dispositivo, per alcuni, viene
progetto di un sistema automatico di accensio- attribuita all'assenza di ogni pericolo di scosse
ne di una o più lampade, tutte funzionanti con elettriche, per altri al completamento di un pia-

L'uscita su relé, di questo semplice ma versatile progetto,


consente l'impiego di carichi alimentati sia in corrente continua
come in alternata, compatibilmente con le caratteristiche del
componente elettromagnetico utilizzato.

142 Elettronica Pratica


Optoco mando automatico

Pilotato da una o più cellule fotovoltaiche.


Può accendere lampade da 12 Vcc o 24 Vcc fino a 50 W.
Utilizzabile da modellisti, automobilisti e installatori di antifurti.

stico ferromodellistico, per molti all'installazio- antifurto, oppure a quelli di segnalazione di luci
ne di un interruttore automatico, capace di anòmale in ambienti normalmente bui. Gli au-
chiudere un qualsiasi circuito di illuminazione tomobilisti, poi, con questo circuito, potranno
quando la luce naturale, o quella artificiale, vie- commutare, automaticamente, le luci abba-
ne a mancare, per riaprirlo poi al ritorno della glianti in quelle anabbaglianti, se il sensore ri-
luminosità. E questo è il principale motivo per mane orientato verso gli automezzi che proven-
cui sono stati scelti i due valori di tensione pri- gono da direzione opposta. I campeggisti, inol-
ma citati, che possono essere derivati da una o tre, montando l'interruttore qui descritto nella
due batterie collegate in serie, oppure da un in- loro tenda, potranno individuarne l'ubicazione,
sieme di pile. Tuttavia, per allargare la gamma anche da lontano, quando al rientro dalle escur-
di pratiche applicazioni, ottenibili da questo sioni è già calata la notte. E per ultimo ricordia-
progetto, è stata prevista l'uscita attraverso relè, mo che i ferromodellisti, in questo dispositivo,
sui terminali utilizzabili del quale si potranno troveranno la soluzione più semplice ed imme-
collegare carichi alimentabili sia in corrente diata al problema della segnalazione di passag-
continua come in alternata, prescindendo dal- gio o presenza del treno in un dato punto del
l'impiego di batterie e pile, ma conservando la percorso, attivando un qualsiasi avvisatore acu-
funzione dell'automatismo. Tanti lettori, infatti, stico, ottico o meccanico.
potranno destinare l'apparato ai vari sistemi di

Elettronica Pratica 143


Optocomando automatico

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144 Elettronica Pratica


Optocomando automatico

Fig. 2- Piano costruttivo del modulo elettronico, realizzato su basetta supporto, di materiale
isolante, con circuito stampato composto in una delle sue facce. Soltanto in occasione di
impieghi gravosi del dispositivo, diviene necessario l'inserimento, sul transistor TR2, di un
elemento dissipatore di calore.

< Resistenze
COMPONENTI
Varie
I
R1 = 680 ohm - 1/4 W TR1 = BC 107
R2 = 100 ohm (trimmer) TR2 = 2N1711
R3 = 3.300 ohm - 1/4 W DL = diodo led (quals. tipo)
R4 = 150 ohm - 1/4 W DZ = diodo zener (9 V -1W)
R5 = 100 ohm - 1/2 W (220 ohm - 1 W) D1 = 1N4004
RL = relè (vedi testo)
CF = cellula fotovoltaica
vcc = 12Vcc (24 Vcc)

ESAME DEL CIRCUITO R2, dove si verifica una caduta di tensione, per
esempio di 0,9 Vcc, che dipende dal tipo di ali-
Il semplicissimo circuito, pubblicato in figura 1, mentatore applicato.
funziona nel modo seguente. Quando è inserito Il cursore di R2 preleva una parte di tensione e
l'alimentatore VCC, questo, attraverso le resi- la applica al morsetto negativo della fotocellula
stenze R5 ed Rl, accende il diodo led DL, fa- CF, sul cui terminale positivo è presente la ten-
cendo pure scorrere la corrente nel trimmer sione di polarizzazione di base del transistor

Elettronica Pratica 145


Optocomando automatico

Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stampato da comporre in una delle due facce di
una basetta di bachelite o vetronlte, di forma rettangolare, delle dimensioni di 9,5 cm x 3,5 cm.

TRl, rappresentata dalla somma delle due ten- Come risulta dalla teoria che regola il funziona-
sioni: quella prelevata dal cursore del trimmer e mento dei transistor di tipo NPN, quando sulla
l'altra generata dalla fotocellula CF quando è base di uno di questi componenti viene applica-
investita da raggi luminosi. Ad esempio, se il ta una tensione positiva superiore a 0,7 V, nel
trimmer R2 è regolato in modo da prelevare la tratto base-emittore circola corrente, che tende
tensione di 0,65 V e la cellula CF, colpita da ad essere amplificata nel valore pari al guada-
poca luce, eroga soltanto una tensione di 0,1 V, gno "beta" del modello di transistor utilizzato.
sulla base del transistor TRl viene applicata la Dunque, in questo caso, TRl rimane polarizza-
tensione di valore complessivo di: to regolarmente ed assorbe, attraverso il suo
collettore, tutta la corrente che proviene dalla
0,65 V + 0,1 V = 0,75 V resistenza R3, impedendo che attraversi la resi-

CELLULA EV
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Ca»i.
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/ Fig. 4 - Interpretazione figurativa del montaggio
complessivo dell'apparato di optocomando auto-
matico. Il modulo elettronico viene fissato, trami-
te viti e dadi, sulla parte posteriore della fotocel-
C I Re u I T o lula, il cui modello è menzionato nel testo.

146 Elettronica Pratica


Optocomando automatico

stenza R4 e raggiunga la base del transistor


TR2. Il quale, pertanto, resta senza tensione di
polarizzazione, ossia senza corrente di base e,
come si suol dire, rimane all'interdizione o
spento. Conseguentemente, il relè RL manca di
eccitazione.
Viceversa, quando la cellula fotovoltaica rimane
al buio, sulla base del transistor TR 1 viene ap-
plicata la sola tensione derivata tramite il curso-
re di R2, che è o deve essere, per mezzo di op-
portuna regolazione di R2, una tensione infe-
riore a 0,7 V, in modo da non polarizzare il
transistor TRl, che rimane all'interdizione. Ma
in tal caso, la corrente promossa dall'alimenta-
tore VCC, percorre le resistenze R5 - R3 ed
R4, fino a raggiungere la base del transistor
TR2, che viene polarizzata, provocando la con-
duzione di collettore attraverso la bobina del Fig. 5 - La cellula solare, ossia il componente foto-
relè RL che, conseguentemente, si eccita. Se ne voltaico più adatto per la costruzione del dispositivo
per fotocomando è quello pubblicizzato nel corso di
deduce che il circuito di figura 1 reagisce ad questo articolo e che può essere richiesto alla ditta
una diminuzione della luce che colpisce la foto- inserzionista.
cellula CF.
Concludendo. In assenza di luce su CF, il relè
chiude il contatto "na" ( normalmente aperto)
ed apre quello "ne" (normalmente chiuso). In
presenza di luce su CF, invece, il relè RL apre
il contatto "na" e tiene chiuso quello "nc".
Il diodo al silicio D 1, inserito in parallelo con la per aumentare la sensibilità del circuito di figu-
bobina del relè RL, cortocircuita l'extratensione ra 1, conviene disporre di alcune cellule foto-
di apertura, generata dall'energia immagazzina- voltaiche collegate in serie. Ciò, infatti, rende
ta dall'elettromagnete di RL quando il transi- meno dipendente dalla temperatura la taratura
stor TR2 viene spento. Questa tensione, qualo- del punto di scatto del dispositivo, ottenuta tra-
ra non venisse in qualche modo eliminata, a mite la resistenza variabile R2, che deve essere
lungo andare finirebbe per distruggere il transi- in ogni caso regolata nelle condizioni di impie-
stor. go effettivo, in modo che il relè RL rimanga di-
seccitato sul valore normale di luminosità inci-
dente sulla superficie sensibile della fotocellula.
CONSIDERAZIONI VARIE In presenza di forti rumori elettrici, si consiglia
di inserire, tra il cursore del trimmer R2 e la li-
La tensione generata dalla cellula solare CF di- nea di massa, qui coincidente con quella di ali-
pende dal modello utilizzato e dalle condizioni mentazione negativa, un condensatore elettroli-
di illuminazione. Le cellule di qualità erogano tico da 10 F - 16 VI, ovviamente con il reoforo
tensioni di valore compreso fra i 100 m V e i positivo orientato verso R2.
450 mV, raggiunte dall'attivazione del materiale Per evitare che il dispositivo possa attivarsi in
semiconduttore, nel quale si liberano gli elet- presenza di brevi, temporanee e rapide varia-
troni colpiti dai fotoni della luce. In questo pro- zioni di luminosità, ossia per ritardare l'entrata
cesso fotoelettrico quindi, si generano coppie in funzione del circuito di figura 1, si deve col-
di elettroni liberi e vacanze elettroniche nel re- legare un condensatore elettrolitico tra la base
ticolo cristallino, che stabiliscono una differenza del transistor TR2 e massa, sempre dirigendo il
di potenziale rilevabile sui morsetti del compo- terminale negativo verso l'omonima linea. Il va-
nente. lore di questo ulteriore componente va scelto
Per raggiungere tensioni superiori, si debbono dall'operatore, a seconda delle necessità di im-
collegare più elementi in serie; talvolta basta piego dell'apparato, ricordando che alle gran-
sfruttare una forte illuminazione. In sostanza, dezze capacitive più elevate corrisponde una

Elettronica Pratica 14 7
CELLULE
SOLARI
Sono cellule pronte per il fun-
zionamento e provviste, sulla
faccia retrostante, di attacchi
in ottone, che consentono il
collegamento, in serie o pa-
rallelo, di più elementi, per
l eventuali e necessari aumenti
di tensione o corrente.

Fig. 6 - Il circuito dell'optocomando automatico può


essere alimentato con uno dei tanti dispositivi da pa-
rete, che trasformano la tensione alternata da 220
Vca in quella continua di 12 Vcc, consentendo un as-
sorbimento di corrente di 0,5 A.

Vengono vendute in due mo-


delli, incapsulati in contenito- maggiore lentezza di eccitazione del relè RL.
re di plastica, che erogano la Una identica variante circuitale può essere in-
trodotta fra la base del transistor TR 1 e massa.
stessa tensione di 450 m V, Invertendo la logica di servizio degli ancoraggi
ma una diversa corrente. "na" ed "ne", condizionata naturalmente dal
comportamento della luce che colpisce la foto-
cellula, occorre tener conto che muta l'assorbi-
Modello A = 400 mA {76x46 mm) mento di corrente dall'alimentatore VCC, che è
L. 6.500 {spese di spediz. comprese) maggiore quando il relè RL rimane eccitato.
Coloro che dal circuito di figura 1 volessero ot-
Modello B = 700 mA (96x66 mm) tenere una commutazione ad ogni impulso lu-
L. 7.600 (spese di spediz. comprese) minoso, dovranno montare, per RL, un relè di
tipo passo-passo. Mentre per altre applicazioni,
come ad esempio quella di contapezzi, è gene-
ralrnente sufficiente un contatto che si chiude
soltanto al passaggio dell'oggetto.

MONTAGGIO DELL'APPARATO
Il modulo elettronico del fotocomando automa-
tico va montato secondo quanto illustrato in fi-
148 Elettronica Pratica
Optoco mando automatico

gura 2, che rappresenta il piano costruttivo cir- ALIMENTAZIONE


cuitale del dispositivo. Dunque, il primo ele-
mento da approntare è la basetta supporto re- È stato detto all'inizio che il progetto di figura 1
cante, in una delle sue facce, il circuito stampa- può essere alimentato con due tensioni fonda-
to. mentali: quella di 12 Vcc e l'altra di 24 Vcc. Ma
La basetta supporto, di forma rettangolare, del- in pratica si possono utilizzare due gamme di
le dimensioni di 9,5 cmx 3,5 cm, va ritagliata da tensioni: una di valori compresi fra gli 11 V cc e
una lastra di bachelite o vetronite. Successiva- i 16 Vcc e l'altra estesa fra i limiti di 18 Vcc e
mente, su una delle due facce di questa, si com- 26 Vcc .
pone il circuito stampato, il cui disegno in gran- In corrispondenza delle due gamme di tensioni
dezza reale è riportato in figura 3. di alimentazione, la resistenza R5 assume due
Il modulo elettronico, una volta composto, va grandezze diverse, le seguenti:
fissato sulla parte posteriore della fotocellula
CF, tenendo conto delle esatte polarità di que- Gamma 11 Vcc : 16Vcc RS = 100 ohm - 1/4 W
sta, che debbono corrispondere con quelle se-
gnalate nel disegno costruttivo di figura 2. Gamma 18 Vcc : 26 Ve R5 = 220ohm-1 W
Coloro che acquisteranno o hanno già acquista-
to il modello di fotocellula più volte pubbliciz- Anche il relè deve cambiare a seconda delle di-
zato in questo periodico e venduto dall'organiz- verse tensioni di alimentazìone, perché in pre-
zazione Stock - Radio di Milano, vedranno il senza di alimentazioni appartenenti alla prima
compito agevolato dalla presenza delle due viti gamma di tensioni occorre un modello da 12
con dadi presenti nella faccia posteriore della V cc, con tensioni della seconda gamma, invece,
cellula solare, come indicato nel disegno di fi- si deve utilizzare un relè da 24 Vcc.
gura 4. Naturalmente, la scelta delle tensioni di alimen-
In figura 5 è stata riprodotta la cellula fotovol- tazione dipende dalle disponibilità tecniche del-
taica consigliabile per questa particolare e pra- l'installatore e, soprattutto, dalle condizioni di
tica applicazione. impiego. Per esempio, volendo installare il di-
La foto di apertura del presente articolo illustra spositivo in ambienti frequentati da bambini,
il prototipo di fotocomando realizzato e collau- conviene sempre orientarsi verso i valori più
dato nei nostri laboratori. In questa si può os- bassi delle tensioni di alimentazione continue.
servare l'impiego di un dissipatore di calore in- La tensione alternata di rete, quando non sussi-
nestato sul corpo del transistor TR2, che può stono problemi di pericolosità per gli utenti,
essere necessario in caso di funzionamenti gra- può essere applicata al circuito di carico del re-
vosi del semiconduttore, ma che non serve nelle lè, compatibilmente con la portata degli anco-
normali utilizzazioni del fotocomando. raggi. Si consiglia, tuttavia, di non superare, sui
Il corretto montaggio del modulo elettronico si contatti di utilizzazione 2-3-4, l'intensità di
raggiunge rispettando le polarità dei tre diodi corrente alternata di 2 A promossa dalla tensio-
DL- DZ-D1. Per il diodo led DL, infatti, il ca- ne di rete di 220 V ca.
todo si trova da quella parte del componente in A coloro che, in sostituzione di pile o batterie
cui è praticata una piccola smussatura; il corri- di alimentazione, vorranno applicare, sui termi-
spondente reoforo, quindi, va saldato sulla pista nali 1-5 del circuito del fotorelè, una alimenta-
di rame del circuito stampato che si dirige verso zione derivata dalla rete-luce, consigliamo di
uno dei due terminali estremi del trimmer R2. utilizzare un alimentatore da parete, come
Per gli altri due diodi, invece, quello zener DZ quello illustrato in figura 6, che trasforma la
e quello al silicio Dl, i terminali di catodo si tensione alternata di 220 V in quella continua
trovano in corrispondenza di un anello guida di 12 Vcc, con la possibilità di derivare una cor-
segnalatore, riportato sul corpo esterno del rente massima di 0,5 A Di solito, dalla scatolet-
componente. ta dell'alimentatore fuoriesce un cavetto bicolo-
La piedinatura dei due transistor TR1 - TR2 è re, nero e rosso; il conduttore nero rappresenta
chiaramente indicata nello schema di figura 2 la tensione negativa, quello rosso identifica la
con le lettere "e-b-c", relative agli elettrodi tensione positiva, quella che va inserita sul ter-
di emittore - base - collettore. minale 1 del circuito del fotorelè automatico.

• • • Elettronica Pratica 149


'----
116.000
Oscillazioni
. . Due utilissimi
sicure e precise \MHz progetti
sulla per molte pratiche
gamma VHF applicazioni

OSCILLATORI
QUARZATI
INOVERTONE
Prima di analizzare i due circuiti elettronici, ca, nei circuiti controllati a quarzo. Cioè a cri-
proposti in questo articolo e che risolvono il stallo di biossido di silicio, tagliato in modo par-
problema dell'oscillazione dei quarzi in overto- ticolare e dotato di due elettrodi, che funziona
ne, ovvero su armoniche, anche elevate, della in virtù dell'effetto piezoelettrico, da tutti cono-
frequenza fondamentale per la quale il cristallo sciuto e dal comportamento reversibile. Nel
è stato tagliato, giova ricordare qualche ele- senso che, applicando ai due elettrodi, lungo un
mento teorico relativo a questi particolari com- certo asse del cristallo, un campo elettrico, l'e-
ponenti. lemento si deforma meccanicamente, in misura
Il sistema più semplice e sicuro per ottenere un strettamente dipendente dall'intensità del cam-
segnale a frequenza molto stabile, va ravvisato po applicato, dalla forma del cristallo, dalla sua
ancor oggi, così come agli inizi della radiotecni- composizione chimica e dalla sua storia prece-

150 Elettronica Pratica


Oscillatori quarzati in overtone

dente di stato di riposo o di deformazione in at- oscillazione meccanica, che si propaga all'inter-
to. Viceversa, imprimendo al quarzo una solle- no del cristallo, attraverso l'asse preso in consi-
citazione meccanica, atta a creare una deforma- derazione, coincide con la dimensione fisica del
zione, questo genera un segnale elettrico dispo- percorso, ovvero quando lo spessore, ad esem-
nibile sui due elettrodi e dipendente dalle oscil- pio, si identifica con la lunghezza d'onda. Dun-
lazioni meccaniche. que, maggiore è la frequenza di risonanza, mi-
Ogni cristallo di quarzo rimane caratterizzato nore è la lunghezza d'onda.
da una sua frequenza di risonanza meccanica, A frequenze superiori ad alcune decine di me-
condizionata dalla natura del materiale, dalla gahertz, la lunghezza d'onda diventa talmente
forma di questo e, in misura minore, dal modo piccola da rendere difficoltosa, attraverso le
con cui è sostenuto ed eccitato. In ogni caso, a normali tecnologie, la realizzazione dei quarzi e
parità di composizione mineralogica, la risonan- facendo apparire quasi impossibile la composi-
za si verifica quando la lunghezza dell'onda di zione di circuiti oscillatori quarzati a tali fre-

Per raggiungere le frequenze più elevate, il quarzo va inserito in


un circuito oscillatore che possa attenuare la sua naturale
tendenza ad oscillare sulla fondamenta/e, esaltando quella che
favorisce la risonanza sulle armoniche.

Elettronica Pratica 15
Oscillatori quarzati in overtone

s queste frequenze, le cui lunghezze d'onda rien-


trano nella sezione del componente un numero
intero di volte, soprattutto se il quarzo è lavora-
to per accettare tale fenomeno, prendono il no-
me di "armoniche". In sede di trattamento rea-
lizzativo, poi, vengono favorite quelle frequenze
che distano dalla fondamentale un numero di
volte intero e dispari, cioè le armoniche dispari.
Pertanto, allo scopo di raggiungere le alte fre-
quenze, occorre inserire il quarzo in un circuito
oscillatore che attenui la sua tendenza ad oscil-
lare sulla fondamentale, ma esalti la possibilità
di oscillare sulle armoniche, sia pure con rilut-
tanza, tramite filtri, circuiti accordati ed elevati
guadagni. Tenendo conto che un dispositivo
oscillatore sfrutta il quarzo ed i suoi effetti pie-
zoelettrici come un circuito oscillante LC, in-
duttivo-capacitivo, a perdite bassissime ed
estremamente stabile. Infatti, nel fornire al
quarzo, tramite un amplificatore, un segnale
continuativo e quasi sinusoidale, questo verrà
Fig. 1- La composizione interna di un quarzo si evi-
denzia togliendo dal componente il contenitore me- esaltato se coincide con la sua risonanza, altri-
tallico. Il cristallo, a forma di disco, appare metalliz- menti subisce attenuazione.
zato su entrambe le facce, sulle quali sono collegati Ai lettori più esigenti ricordiamo che il quarzo
gli elettrodi elastici fissati, all'altra estremità, sugli è meccanicamente abbastanza stabile. Tuttavia,
spinotti del componente.
non tollerando nemmeno una variazione di fre-
quenza di qualche unità su un milione di parti,
dovuta principalmente a mutamenti di tempera-
tura, al quarzo va concesso un periodo di asse-
stamento di qualche centinaio di ore all'inizio
quenze. Mentre anche i quarzi, come si verifica della sua vita. E nelle applicazioni più sofistica-
in altri tipi di cristalli, possono oscillare, oltre te occorre inserirlo in una custodia termostatica
che sulla frequenza fondamentale, quella che che, mantenendo il quarzo a temperatura co-
coincide con lo spessore del componente, su al- stante, lo sottopone ad un ciclo di necessario in-
tre frequenze, sia pure con minore efficienza. E vecchiamento.

R
L--- 1! MM

s L..---"
ve'

Fig. 2 - Interpretazione grafica delle oscillazioni del cristallo di quarzo, di spessore S, nelle
condizioni di riposo R o quando vibra in fondamentale Fle e nelle successive armoniche di-
spari.

152 Elettronica Pratica


Oscillatori quarzati in overtone

OSCILLAZIONI DEI QUARZI tF=====t======I► +


vcc
Capita spesso che il tecnico coinvolto nella rea- J7
lizzazione di un oscillatore a quarzo in armoni- s2
ca elevata, quinta, settima, nona, debba incorre- R7
re nell'insuccesso, anche quando il progetto cui
fa riferimento è di provenienza affidabile. E TR1
questo perché le componenti elettriche in gio-
co, nella maggior parte, sono assai critiche. Ba-
sti pensare che pochi picofarad in più o in me-
no, sui condensatori o sulle capacità introdotte
dai vari elementi circuitali, possono impedire
una corretta oscillazione del quarzo. Un tale X
11
ti
u?
problema, quindi, è stato da noi attentamente -
analizzato e risolto in laboratorio con l'appron-
tamento di due progetti molto validi, la cui co-
struzione è consigliata pure ai lettori più meti-
z
T i R2 JL !
R3 L
colosi.
Durante le prove sono stati utilizzati alcuni
quarzi concepiti per lavorare sulla terza e quin-
ta armonica, indirizzandoci poi definitivamente
su un modello da 100 MHz per oscillazioni in
quinta armonica. Fig. 3- Esempio di circuito oscillatore, di espressio-
Come è stato detto in sede di relazione teorica ne puramente teorica, nel quale con Ce viene men-
zionato l'Importante condensatore di emittore e con
sui cristalli di quarzo, questi difficilmente pos- Cc quello non critico di collettore.
sono oscillare a frequenze superiori ai 20 MHz.
Perché la costruzione di tali componenti non
può superare certi limiti di sottigliezza dello +
spessore, senza incorrere in una condizione di Vcc
notevole fragilità del componente, che si rom- J7
perebbe al primo urto o alle stesse sollecitazio-
ni elettriche. Uno strumento di prova e misura, R7
comunque, nel quale venga inserito il quarzo
già menzionato, da 100 MHz, può accertare che TR1
questo oscilla alla frequenza massima di 20
MHz. Dunque, l'industria provvede a tagliare
,
cristalli con spessori al limite di sicurezza, ma in
modo tale da favorire particolari oscillazioni ar-
moniche.
u e
Se da un quarzo si toglie l'involucro metallico
di protezione, esso si presenta gli occhi dell'os- R2
servatore nel modo illustrato in figura 1, dove
con S viene indicato lo spessore del cristallo, Cb
rappresentato da un dischetto metallizzato su L
ambedue le facce e sulle quali sono applicati
due reofori molti flessibili ed elastici, che rag-
giungono i due spinotti del componente. GND
Il primo elemento, a sinistra di figura 2, segnala
con la lettera R Io stato di RIPOSO del quarzo,
la cui sezione è misurata con la lettera S. Ma le Fig. 4 - In questo esempio teorico di oscillatore, il
proporzioni dello spessore sono irreali e rive- quarzo rimane inserito fra l'emittore di TR1 ed il cir-
cuito accordato d'uscita, In cui Cs Indica il conden-
stono soltanto un significato teorico, indicativo, satore di sintonia.
necessario per interpretare i vari fenomeni che
possono manifestarsi in relazione con le fre-

Elettronica Pratica 153


Oscillatori quarzati in overtone

·-------1
I lii+
vcc
k


R4

;± s
I
I
I
I
Il
TR1 I
I
b~.k C71
l us
I

1
Il
uz, [
I
I
RF

li::J
- R.2 LI N.a

Ics
I
I
. L1 IIRS
R3
I
" 4 À I ll ll 3k +cvo
Il
GND
I

Fig. 5 - Progetto ocmpleto di circuito oscillatore a quarzo con generazione di segnali a fre-
quenza armonica.
\

----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 470 ohm - 1/4 W
R4 = 150 ohm - 1/4 W
C1 = 10F- 16VI (elettrolitico)
R5 = 150.000 ohm - 1/4 W
C2 = 10.000 pF (ceramico)
R6 = 39.000 ohm - 1/4 W
C3 = 3-é-40 pF (compensatore)
R7 = 27.000 ohm- 1/4 W
C4 = 220 pF (ceramico)
R8 = 150 ohm - 1/4 W
C5 = 2-é-22 pF (compensatore)
R9 = 150 ohm - 1/4W
C6 = 33 pF (ceramico)
C7 = 10.000 pF (ceramico)
C8 = 10.000 pF (ceramico) Varie
C9 = 10.000 pF (ceramico)
TR1 = 2N708
C10 = 1.500 pF (ceramico)
MF1 = BF9665
C11 = 1.500 pF (ceramico)
J1 - J2 = imp. RF (10 H)
X = quarzo (100 MHz)
Resistenze L1 = bobina (vedi testo)
VCC = 12Vcc (stabilizz.)
R1 = 5.600 ohm - 1/4 W (vedi tabella)
R2 = 860 ohm - 1/4 W (vedi tabella)

154 El'ettronica Pratica


Oscillatori quarzati in overtone

L1 = ,1.1,H R1 R22 C3 NOTE ANALISI S PE.TT R.ALE


60
~0"'
3°ARMON.
e
0,2 56 2,2 "1opF
' v'
e?
9° 1lo
I i 240
I i 360
I
400

460

a 100
••• 3OO 400 MO

100

5ARM0N.
0,01 56 86o
n
8pf
I
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,'
° ~·. L ~
o 100

'40
200 500 400 500

o 7ARM0N.
5%9
0,01 5,6 860
n.
6»F
O"«

'
o ' ,Oa
I ' zio 3 4io so

/ ,/ ,f ,! ~
o,-•-,---~r-
/ '
200 >oo 400 soo

Fig. 6 - Prima di realizzare il progetto di figura 5, il lettore deve consultare questa tabella,
che suggerisce i valori da attribuire ad alcuni componenti e nella quale i tratti neri verticali,
segnalati nella zona dell'analisi spettrale, interpretano l'intensità del segnale generato.

quenze armoniche dispari di oscillazione. Più la fase voluta e la frequenza prestabilita. Detto
esattamente, con la sigla Fle, posta sopra la se- ciò possiamo ora analizzare i due schemi teorici
conda figura a partire da sinistra, si segnala la riportati nelle figure 3 e 4, che trovano sviluppo
flessione meccanica che il quarzo manifesta completo e realizzativo in quelli pubblicati nelle
quando risuona sulla frequenza fondamentale. I figure 5 e 7, cui corrispondono concettualmente.
successivi disegni di figura 2 interpretano poi i Il circuito di figura 3, che apparentemente sem-
vari comportamenti di flessione fino alla nona bra un normale progetto privo di problemi co-
armonica. struttivi, necessita invece di una precisa valuta-
zione delle resistenze Rl ed R2 e del condensa-
tore di emittore Ce. Perché anche una minima
CIRCUITI TEORICI E PRATICI variazione del dimensionamento di questi com-
ponenti impedisce il conseguimento dei risultati
Ogni circuito oscillatore, per funzionare egre- prefissati.
giamente, deve garantire un guadagno di poco Il transistor TRl amplifica il segnale di base e
superiore all'unità ed una reazione positiva che lo applica, tramite il condensatore di collettore
riporti il segnale in entrata, detratte ovviamente Cc, al circuito oscillante LC. Il condensatore
le inevitabili perdite. Infatti, se il guadagno è Cc, quindi, assume il compito di isolare la cor-
superiore a uno, il segnale è distorto e tende a rente continua di alimentazione.
squadrarsi con un conseguente aumento del La reazione positiva è stabilita dallo stesso tran-
contenuto di armoniche. Se invece è inferiore sistor tramite l'accoppiamento interno fra base
all'unità, le oscillazioni si smorzano e l'oscillato- e collettore. Dunque, il quarzo X, collegato fra
re si spegne. La reazione, poi, deve essere in base di TRl e linea di terra GDN, seleziona
grado di reintrodurre in entrata il segnale con soltanto il segnale corrispondente alla sua fre-

Elettronica Pratica 155


O scillatori quarzati in overtone

·-------,
E p+
R C7 vcc
I
J1
I
R1 I
I
TR1 I
I
Cli I
] usc
I RF
I
c3 I
R.2 I
L1
C5 R5 I
I
L L } l I 7L E9, {3}
i +oo
GND
I

Flg. 7 - Secondo esempio di progetto di circuito oscillatore a quarzo in grado di generare


segnali RF In overtone.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 470 ohm - 1/4 W
C1 = 10F- 16 VI (elettrolitico)
R4 = 150 ohm - 1/2 W
R5 = 150.000 ohm - 1/4 W
C2 = 10.000 pF (ceramico)
C3 = 10.000 pF (ceramico)
R6 = 39.000 ohm- 1/4 W
R7 = 27.000 ohm - 1/4 W
C4 = 220 pF (ceramico)
R8 = 150 ohm - 1/2 W
C5 = 3+40pF (compensatore)
C6 = 33 pF (ceramico)
R9 = 150 ohm - 1/4 W
C7 = 10.000 pF (ceramico)
ca = 10.000 pF (ceramico) Varie
C9 = 10.000 pF (ceramico)
TR1 = 2N708
C10 = 1.500 pF (ceramico)
MF1 = BF9665
C11 = 1.500 pF (ceramico)
X = quarzo (100 MHz)
J1-J2 = imp. RF (10 H)
Resistenze L1 = bobina (vedi testo)
ALIM. = 12 Vcc (stabilizz.)
R1 = 10.000 ohm - 1/4 W
R2 = 2.700 ohm - 1/4 W

156 Elettronica Pratica


Oscillatori quarzati in overtone

L1 H 1 R22 C3 NOTE ANALISI SPETTRLE

60
3• ARMON.
0,2 0« '.Z,W. / 560
in PM..
a.L1
o
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100
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I
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o,o t 40 K Z.'1K j io PAR.. 280

a. L1.
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9ARH0N.
I
MOLTO Cll.1TJ U/
330n ,
0,05 40 ,3K f in ?All,
''°I
a L1 31 20o s6o «o so

Fig. 8 - Per la realizzazione del progetto pubblicato in figura 7, il lettore è invitato a consulta:
re questa tabella, nella quale sono citati i valori elettrici di alcuni componenti.

quenza di risonanza, per presentarlo poi, con la Nel circuito teorico di figura 4, il transistor TRl
opportuna fase, all'ingresso del transistor, ovve- lavora nella configurazione con base a massa
ro alla sua base. per le alte frequenze, tramite il condensatore di
Il guadagno dello stadio in radiofrequenza è base Cb. In questo caso la reazione viene stabi-
stabilito dal condensatore di emittore Ce che, lita dal quarzo X tra l'uscita di collettore e l'in-
unitamente alla resistenza R3, determina la fre- gresso di emittore di TRl.
quenza "passa alto" dello stadio. Ecco perché il Data la bassa impedenza d'entrata del circuito
condensatore Ce rappresenta una reattanza ca- di figura 4, che rende meno critico il funziona-
pacitiva di estrema importanza, il cui valore de- mento del dispositivo, occorre effettuare un
ve essere abbastanza elevato da bloccare il pas- adattamento tra questa e l'elevata impedenza
saggio dei segnali a frequenza fondamentale o d'uscita di LC, ricavando sulla bobina L una
armonica non desiderata, ma non deve neppure presa intermedia, in modo che funzioni da au-
risultare tanto alto da provocare un guadagno totrasformatore, per abbassare l'impedenza
inferiore all'unità nel segnale di frequenza volu- stessa. Il segnale, che viene riportato in fase dal
ta. quarzo X sull'ingresso, è rappresentativo della
Le resistenze R 1 - R2 compongono il partitore frequenza di oscillazione del cristallo o di una
di base che, assieme alla resistenza R3, stabili- armonica.
sce il punto di lavoro in corrente continua del Poiché la frequenza di risonanza del circuito
transistor TR 1, cioè fissa il valore della corrente LC, posto in uscita, è stabilita pure dall'impe-
di collettore con cui lavora TR 1. Anche questo, denza del carico applicato, per evitare che al
pertanto, rappresenta un parametro fondamen- variare di questa mutino anche le prestazioni
tale per il buon funzionamento dell'oscillatore. dell'oscillatore, si consiglia di utilizzare un am-

Ellettronica Pratico 15
Oscillatori quarzati in overtone

@vcc

USC. R

@GNo

Fig. 9-Piano costruttivo del circuito di oscillatore quarzato in overtone pubblicato in figura
5. La basetta di bachelite, che funge da supporto del modulo elettronico, è di forma rettan-
golare, delle dimensioni di 5 cm x 7 cm.

plificatore separatore con la funzione di rende- Gli stadi finali di entrambi gli schemi delle figu-
re insensibile l'oscillatore alle eventuali varia- re 5 e 7 riescono ad isolare perfettamente gli
zioni del carico. Tale accorgimento serve pure ingressi dalle uscite, sfruttando la principale ca-
ad irrobustire il segnale, quando questo viene ratteristica del transistor ad effetto di campo.
applicato a carichi gravosi. E .questo è il motivo Con i due circuiti ora analizzati, si ottengono
per cui, nei progetti costruttivi delle figure 5 e ovviamente risultati diversi. E questi sono chia-
7, è stato aggiunto il transistor MFl che ampli- ramente evidenziati dalle due tabelle riportate
fica il segnale generato dall'oscillatore. Questo alle figure 5 e 8, nelle quali sono elencati i valo-
transistor pilota uno stadio classico a radiofre- ri dei componenti circuitali più critici, di cui si è
quenza, che non si rivela particolarmente criti- abbondantemente parlato in precedenza e dove
co. Dei due ingressi del transistor ad effetto di l'altezza dei segnali, rilevabile nella zona delle
campo MFl, uno (g2) viene utilizzato per stabi- analisi spettrali, offre una valutazione quantita-
lizzare il punto di lavoro in corrente continua, tiva dell'intensità di segnale ricevuto su apposi-
l'altro (gl) serve per l'applicazione del segnale to radioricevitore, per esempio di tipo scanner,
al semiconduttore. sul quale si possono memorizzare le varie fre-
158 Elettronica Pratica
O scillatori quarzati in overtone

Fig. 10 - Disegno in grandezza reale del ciruito stam-


pato necessario per la realizzazione di entrambi i
progetti pubblicati nelle figure 5 e7.

quenze generate dai due tipi di oscillatori. - 160 - 180 - 200 - 220 - 240 ecc. MHz.
L'analisi condotta con il frequenzimetro, con- Il "MODE" del ricevitore deve essere posizio-
trariamente a quella effettuata con il ricevitore nato in FM a larga banda, onde consentire la
scanner, che consente di vedere tutte le varie lettura del segnale anche quando questo appare
armoniche esistenti, pennette la lettura della lievemente spostato rispetto alla frequenza cal-
frequenza del solo segnale uscente dai due pro- colata. Per esempio nel valore di 20.007.000 Hz
getti. contro i 20.000.000 Hz calcolati. Ciò può facil-
mente accadere e lo si riscontra soprattutto nel-
le armoniche più alte, dove la differenza è assai
IMPIEGO DELLO SCANNER più sensibile. Ma queste sono soltanto notizie
utili per chi possiede questo modello di radiori-
L'impiego dello scanner come ricevitore dei se- cevitore che, come è risaputo, è alquanto costo-
gnali generati dai due progetti di oscillatori del- so e in possesso di pochi dilettanti.
le figure 5 e 7 è alquanto semplice. Anche se
l'operazione di controllo potrebbe sembrare
dapprima assai complessa. ESEMPIO DI MONTAGGIO
Poiché il quarzo fin qui preso in esame è da 100
MHz, con frequenza fondamentale a 20 MHz, I due progetti delle figura 5 e 7 utilizzano, per
si comincia col memorizzare nel ricevitore que- la loro realizzazione, uno stesso circuito stam-
sta e le successive frequenze aumentate di 20 in pato, quello il cui disegno in grandezza reale è
20 MHz, cioè: 20- 40-60 - 80 - 100- 120- 140 pubblicato in figura 10, che va composto su una

I
'I '

i
I I
II 'I
I--+i

Elettronico Pratica 159


Oscillatori quarzati in overtone

5 3 7

6
80,
Fig. 11- Queste sono le tre diverse bobine che il lettore dovrà approntare per L 1, conservan-
dole a disposizione dell progetto di oscillatore realizzato e considerandole pronte per ogni
eventuale sostituzione. Il filo di rame argentato, con cui sono avvolte, è dello stesso dlame-
tro per tutte: 0,6 mm. Per la bobina di sinistra, da 0,05 H, occorrono 3 spire, spaziate tra
loro di 5 mm. Per la bobina in posizione centrale, da 0,07 H, occorrono 5 spire spaziate di 3
mm. Per quella di destra, da 0,2 H, servono 8 spire spaziate di 1 mm. Il diametro del sole-
noide è uguale per tutte: 6 mm.

delle due facce di una basetta di bachelite delle due tabelle pubblicate nelle figure 6 e 8.
dimensioni di 5 cm x 7 cm. Un unico circuito In figura 11 sono riportate le tre bobine nei va-
stampato, infatti, consente di sperimentare i lori induttivi citati a partire da sinistra. Per Ll,
due progetti di oscillatori con il solo spostamen- quindi, si debbono comporre tre bobine come
to di alcuni componenti. quelle di figura 11, tutte realizzate con filo di
Lo schema pratico pubblicato in figura 9, inter- rame argentato del diametro di 0,6 mm.
preta il montaggio del circuito oscillatore di fi- Per la prima bobina di sinistra di figura 11,
gura 5, sul quale vengono descritte, qui di se- quella da 0,04 H, occorrono 3 spire avvolte in
guito, le operazioni di taratura. Non prima, tut- aria su diametro di 6 mm e spaziate fra loro di
tavia, di aver elencati i dati costruttivi delle bo- 5 mm. Per la seconda, quella da 0,07 H, ripor-
bine da 0,05 H, 0,07 H e 0,2 H citate nelle tata in posizione centrale di figura 11, necessita-

MIN. 2/4 MAX.

Fig. 12 - Queste sono le possibili e principali configurazioni delle lamlne mobili, rispetto a
quelle fisse, del compensatore di taratura C3 di figura 5. Il minimo valore capacitivo è rag-
giunto con tutte le lamine estratte. Quello massimo si raggiunge con le lamine tutte introdot-
te (linee tratteggiate).

160 Elettronica Pratica


Oscillatori quarzati in overtone

no 5 spire con spaziatura di 3 mm. Per l'ultima, gnale in uscita e perfezionando la taratura di
quella da 0,2 H, a destra di figura 11, servono C3. Inserendo e disinserendo l'alimentatore,
8 spire con spaziatura di 1 mm. Il diametro dei l'oscillatore deve riprendere a funzionare ogni
solenoidi è sempre lo stesso, di 6 mm. volta senza esitazione alcuna.
Detto ciò, supponiamo ora di generare, con il La scelta del circuito, fra i due proposti ed il
circuito di figura 5, un segnale a 100 MHz. Eb- conseguente impiego della relativa tabella di
bene, consultiamo la tabella di figura 6 e rile- valori, dipendono dall'impiego che l'operatore
viamo che al compensatore C3 si deve attribui- deve fare. Per esempio, nella realizzazione di
re il valore di 8 pF. Dunque questo va tarato un calibratore, è necessario prevedere un gran
con le lamine mobili quasi tutte fuori. numero di armoniche, mentre un oscillatore di
Per la bobina L1 occorre il modello da 0,07 H, conversione ne deve avere poche e deboli.
per Rl il valore di 5.600 ohm e per R2 quello di In alcuni casi, in parallelo alla bobina Ll, si in-
860 ohm. serisce una resistenza da 560 ohm, 470 ohm o
Al circuito di figura 9, realizzato con questi 330 ohm, come indicato nella tabella di figura
componenti, si può ora applicare la tensione di 8, allo scopo di abbassare il coefficiente di me-
alimentazione, regolando C5 per il massimo se- rito Q del circuito di sintonia.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men·
zionare:
Il simbolismo elettrico • L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura- I condensatori- l resistori- I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

Elettronico Pratico 161


VECCHIE
RADIO
A
VALVOLE

TUBI ELETTRONICI
Il restauratore delle vecchie radio, che normal- da sigla diversa, ma adattabile all'adempimento
mente interviene sulle moderne apparecchiatu- della funzione del primo. Dunque, in queste pa-
re elettroniche transistorizzate, non sempre gine, a beneficio dei lettori più giovani, che non
conosce il funzionamento e la composizione in- hanno vissuto il tempo delle valvole e per colo-
terna delle valvole. Ma quando sorge la necessi- ro che ancora non hanno trovato l'occasione di
tà di sostituire o controllare uno di questi com- leggere questo importante capitolo della radio-
ponenti, occorre avere una certa preparazione tecnica, ci soffermeremo esclusivamente sui
tecnica specifica, perché difficilmente si riesce a principi teorici che regolano il comportamento
reperire sul mercato un elemento perfettamen- di alcune valvole elettroniche. Cominciamo
te identico a quello troppo esaurito o assoluta- quindi col dire che cosa sono questi importan-
mente inutilizzabile, ed è quindi necessario tissimi elementi, sempre presenti nelle vecchie
provvedere, con cognizione di causa, alla sosti- radio e che assumono pure la denominazione di
tuzione di un modello con altro caratterizzato "tubi elettronici".

Le valvole elettroniche, nei vecchi radioricevitori, rappresentano gli


elementi di maggiore importanza tecnica nella composizione circuitale di
ogni apparato. Di queste il riparatore deve conoscere la composizione
interna e l'esatta funzione elettrica, sia per l'eventuale sostituzione con
modelli similari, sia per ogni necessaria correzione alle tensioni
applicate.

162 Elettronica Pratica


Tubi elettronici

Che cos'è una valvola Diodo raddrizzatore


11 fenomeno termoelettrico Il triodo
Filamento - catodo - placca Funzione della griglia

CHE COS'È UNA VALVOLA ancora di raddrizzare le correnti alternate, ero-


gando, in uscita, una corrente unidirezionale,
Nella maggior parte dei casi, le valvole utilizza- sempre dello stesso segno.
te nel settore radiotecnico si presentano sotto
forma di cilindretti di vetro, chiusi, simili al bul-
bo di una lampadina, dentro il quale è stato FENOMENO TERMOELETTRICO
creato il vuoto spinto, cioè svuotato dell'aria
che lo riempiva. Ogni valvola, per il suo funzionamento, si avva-
Internamente al cilindretto di vetro sono inseri- le del ben noto fenomeno termoelettrico, quel-
ti alcuni elementi di materiale conduttore, op- lo per cui ogni corpo metallico, se efficacemen-
portunamente sagomati e denominati elettrodi, te riscaldato, si avvolge spontaneamente di una
che sono elettricamente collegati coi terminali nube di elettroni. I quali escono dalla superficie
fissati alla base e chiamati piedini. del corpo a temperatura sufficientemente ele-
Gli elettrodi di maggior rilievo tecnico sono il vata, vagano nello spazio circostante, ad una
catodo, la placca o anodo e le griglie. Con i certa distanza da questo, dove ricadono per li-
quali la valvola, che è un componente attivo, berarsi poi nuovamente. La nube di elettroni.
apporta generalmente potenza ai segnali elettri- quindi, non è statica, ma è formata da un conti-
ci applicati, amplificandoli. Ma un altro aspetto nuo movimento di elettroni che entrano ed
fondamentale della valvola è quello di oscillare, escono dall'elemento metallico caldo. Ed il la-
ossia di generare tensioni e correnti alternate a voro continuo di tutti i movimenti degli elettro-
frequenze basse o elevate. La valvola consente ni si compie a spese dell'energja termica som-

Elettronica Pratico 163


Tubi elettronici

ministrata al metallo.
Il fenomeno ora descritto si manifesta ogni
giorno, davanti ai nostri occhi, nelle comuni

3 »3 lampadine ad incandescenza per l'illuminazione


domestica, come segnalato in figura 1, nella

%$• 7-

li
- ' f
quale la porzione di filo di resistenza, avvolto a
spiralina, appare circondato da una miriade di
elettroni, che sono cariche elettriche negative,
in continuo movimento.
Il concetto di termoelettricità si trasferisce age-
volmente dalla lampadina ad incandescenza alla
valvola elettronica, se il disegno di figura 1 vie-
ne completato, per mezzo dell'inserimento di
una placchetta metallica, nel modo segnalato in
figura 2, che dimostra come, in tal caso, gli elet-
troni fuoriusciti dal filamento, vadano a con-
densarsi sulla piastrina metallica sovrastante.
Ma, come abbiamo detto, affinché si manifesti
l'evento, la valvola necessita di una sorgente di
Fig. 1- Nelle comuni lampadine per illuminazione calore, più precisamente si deve riscaldare un
domestica si sviluppa il fenomeno della termoelettri-
cità. Dal fllamento acceso fuoriescono gli elettroni,
suo elettrodo, quello preposto alla formazione
che formano la "nube elettronica" . di elettroni liberi.

IL CATODO

Le sostanze che possono essere portate alla


temperatura necessaria per una emissione elet-
tronica soddisfacente, senza peraltro fondere,
sono poche. Tra esse prevalgono il tungsteno, il
torio, l'ossido di bario ed altri ossidi che, per
questo scopo, vengono depositati su una super-
ficie metallica per la fabbricazione dei catodi
delle valvole elettroniche.
Dunque, gli elettrodi emettitori di elettroni as-
sumono la denominazione di catodi e possono
0;

57,
!
essere di tipo a riscaldamento diretto o indiret-
to. II primo tipo è rappresentato direttamente
dal filamento della valvola, che in ogni caso è
sempre presente, il secondo è costituito da un
li tubetto metallico, ricoperto da uno strato di os-
sido, caratterizzato da una notevole attitudine
ad emettere elettroni, isolato elettricamente dal
filamento in esso contenuto.
L'incandescenza del filamento provoca il riscal-
damento del tubetto metallico, cioè del catodo.
Quando invece manca questo elettrodo, e la
valvola assomiglia di più ad una lampadina, il
Fig. 2 - Se in una lampadina fosse applicata, in posi- riscaldamento è provocato dalla corrente che
zione opposta a quella del filamento, una piastrina
metallica, questa attirerebbe una parte degli elettro-
percorre il filamento, che diviene esso stesso il
ni emessi dalla spiralina incandescente, diventando generatore di elettroni liberi, fungendo così da
una valvola. catodo.

164 Elettronica Pratica


Tubi elettronici

1 »A

V1

Fig. 3 - GII elettroni attratti dalla placca


provocano una debole corrente anodica
segnalata dal milliamperometro, sul quale
si chiude Il circuito valvolare.

LA PLACCA milliampere o, al massimo, ad un milliampere


(1 mA).
Come è stato detto, gli elettroni liberi, usciti dal Se nello schema di figura 3 la corrente elettrica
catodo, gravitano, internamente alla valvola, at- è debolissima, in quello di figura 4 assume pro-
torno al catodo stesso. Tuttavia, se nella valvola porzioni notevoli, perché nel circuito è stato in-
si trova una placchetta metallica, come segnala- serito un generatore di tensione anodica
to in figura 2, gli elettroni vanno in parte a de- (ANOD.). Infatti, questa volta la placca appare
positarsi su questa e se il circuito placca- polarizzata positivamente tramite il generatore
filamento viene chiuso attraverso un milliampe- anodico e può così attrarre in grande quantità
rometro, lungo il percorso elettrico viene a svi- gli elettroni che, come è risaputo, sono particel-
lupparsi addirittura una debole corrente, come le elettriche cariche di elettricità negativa, ossia
segnalato nello schema di figura 3. Nel quale il di segno elettrico opposto a quello del morsetto
filamento è mantenuto acceso (ACC.) da un dell'alimentatore ANOD.
generatore elettrico, ad esempio una pila, men- Facciamo notare che nello schema di figura 4,
tre il milliamperometro deve essere inserito con contrariamente a quanto si verifica in quello di
il morsetto negativo rivolto verso la placca, che figura 3, il milliamperometro è inserito con le
assume pure la denominazione di anodo; la cor- polarità invertite, ovvero con il morsetto positi-
rispondente corrente prende il nome di "cor- vo rivolto verso l'anodo della valvola V 1, per-
rente anodica". Ovviamente, in assenza di altre ché questa volta la placca è positiva rispetto al
sorgenti di energia elettrica, lungo il percorso catodo.
circuitale di figura 3, l'intensità di corrente è Se il generatore di tensione anodica viene inse-
minima e si aggira intorno a qualche frazione di rito nel circuito con le polarità invertite, come

Elettronico Pratico l65


Tubi elettro nici

100 A

V1
e
'=
ANOD.
e
Fig. 4 - Quando nel circuito di placca della
valvola viene inserito un alimentatore
ANOD., la corrente che fluisce attraverso
lo strumento ad indice assume valori di in-
tensità notevoli.

0 mA

ANODO
NEGATO
+

V1
=
/
ANOD. INV.
6

Fig. 5 - La corrente anodica si annulla e la


valvola va all'interdizione quando il gene-
ratore di tensione rimane inserito con le
polarità invertite, ossia con il morsetto ne-
gativo rivolto verso la placca.

166 Elettronica Pratica


Tubi elettronici

+\ I+

AT

BT

Fig. 6- Una delle principali funzioni del diodo va ravvisata nella sua possibilità di raddrizza-
re le tensioni alternate, cioé di ridurre le sinusoidi intere ad un treno di semionde positive In
uscita dal catodo.

illustrato in figura 5, nessuna corrente fluisce portanti sono due: raddrizzare le correnti alter-
attraverso il circuito, perché la placca diventa ne- nate e rivelare i segnali radio.
gativa e respinge quindi gli elettroni emessi dal fi- Il funzionamento del diodo raddrizzatore è
lamento, che sono costretti a ricadere su di esso. semplice ed è illustrato in figura 6. Sull'avvolgi-
mento secondario del trasformatore, quello in
cui è presente la tensione più elevata, segnalata
DIODO RADDRIZZATORE con AT, si alternano le tensioni positive e negati-
ve, che vengono identificate per mezzo di un tre-
La struttura semplificata della valvola elettroni- no di sinusoidi, composte da semionde di entram-
ca, fin qui presa in considerazione, si identifica bi i segni elettrici e riportato in alto di figura 6.
con il modello più semplice di valvola, quella II catodo della valvola Vl, qui rappresentato
denominata diodo, perché composta da due soli dal solo filamento, è alimentato dalla tensione
elettrodi: il catodo e l'anodo, anche se il catodo più bassa, erogata dall'altro avvolgimento se-
è sostituito dal filamento, che funge diretta- condario BT (Bassa Tensione). Dunque, quan-
mente da catodo. Dunque, vengono chiamati do l'anodo, cioè la placca della valvola V1è po-
diodi anche quelle valvole che contengono i tre sitiva rispetto al catodo, ossia al filamento. la
elettrodi essenziali per il loro funzionamento: corrente elettronica fluisce internamente a V 1.:
filamento, catodo e placca. Perché il filamento, quando sulla placca è presente la tensione ne-
cioè l'elemento riscaldante, non viene conside- gativa, gli elettroni vengono respinti verso il cato-
rato un elettrodo fondamentale agli effetti del- do e non si verifica alcun passaggio di corrente.
l'impiego della valvola. Per concludere, si può ora affermare che il dio-
Il diodo viene utilizzato nei circuiti radioelettri- do conduce corrente sempre e soltanto quando
ci per svolgere diversi compiti. Quelli più im- l'anodo è positivo nei confronti del catodo e

Elettronico Pratico 167


Tubi elettro nici

IL TRIODO

L'invenzione del triodo, ovvero della valvola a


1/ tre elettrodi, quella schematizzata in figura 7,
t, >17 rappresentò uno dei più importanti passi nel
mondo dell'elettronica. Perché fino al 1907 il
diodo fu l'unico modello di valvola ad essere
~ utilizzato nei primitivi sistemi di radiocomuni-
/ cazioni del tempo. In quello stesso anno, infatti,

Q• -,.f
li
l'americano Lee De Forest aggiunse al diodo
un terzo elemento, trasformando il diodo nel
triodo. E questa innovazione non solo modificò
sostanzialmente il funzionamento del diodo, ma
aprì una vera e propria era nel settore della ra-
dio.
Il triodo non differisce molto dal diodo nella
sua struttura e nella realizzazione, se si eccettua
la presenza del terzo elettrodo, che prende il
nome di "griglia pilota" o "griglia controllo" e
Fig. 7 - L'inserimento del terzo elettrodo, tra il cato- che, come appare in figura 7, rimane interposto
do e la placca della valvola, ossia della griglia, con- fra il catodo e la placca.
sente di pilotare, dall'esterno, il flusso elettronico.
La presenza della griglia controllo nel triodo ha
reso possibile il processo di amplificazione, con
il quale si può aumentare, anche grandemente,
l'ampiezza di un segnale, per quanto debole
questo sia.
L'elemento nuovo, vale a dire la griglia, si pre-
senta normalmente sotto forma di spirale di
sottile filo metallico avvolto attorno al catodo,
con tale comportamento riesce a raddrizzare la ad una certa distanza da questo e quindi isolata
corrente alternata che, dalla sua espressione dal catodo. Ma le dimensioni, la forma e la di-
originale muta in quella di corrente pulsante stanza fra gli elettrodi del triodo, come pure di
unidirezionale, come indicato dalla presenza ogni altra valvola, variano, a seconda dell'impie-
delle semionde positive riportate sulla destra go particolare cui viene adibito il componente
del disegno di figura 6: elettronico.

e
Fig. 8 - Il triodo può essere assimilato al moderno
transistor, nel quale l'elettrodo di base assume un
comportamento analogo a quello della griglia con-
É trollo della vecchia valvola.

168 Elettronica Pratica


Tubi elettronici

1-:-·20mA

r 1
V1
e o
'='
POLAR. ANOD.
6 e

Fig. 9 - Questo semplice circuito vuol interpretare il concetto di amplificazione di un segna-


le, applicato alla griglia controllo e poi valutato tramite un milliamperometro inserito nel cir-
cuito anodico del triodo.

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Elettronico Pratico l'


Tubi elettro nici

Flg. 10 - Simboli elettrici di valvole elettroniche a più elettrodi e contenenti diverse sezioni, Il
cui funzionamento di base riflette sempre quello del comune triodo.

I metalli che servono per la costruzione delle differenza di potenziale, con l'anodo positivo ri-
griglie sono normalmente il molibdeno, il ni- spetto al catodo, in modo che gli elettroni ven-
chel-cromo, il ferro, il tungsteno, il tantalio e le gano attratti dalla placca con molta forza. Ora,
leghe di ferro e nichel. Le differenti dimensioni se alla griglia non si applica alcuna tensione, la
della griglia e la diversa spaziatura delle spire valvola si comporta come un diodo, come se la
che compongono l'elettrodo, riflettono le possi- griglia non esistesse. Se invece alla griglia si ap-
bili prestazioni della valvola. plica una tensione leggermente positiva rispetto
Nel simbolo caratteristico della valvola triodo, al catodo, questa agisce come un secondo ano-
la griglia viene disegnata con una linea tratteg- do, attirando parte degli elettroni che escono
giata, interposta fra il catodo e l'anodo, come dal catodo. Tale condizione elettrica, tuttavia, è
segnalato sulla sinistra di figura 8, nella quale priva di interesse. Ma quando si applica alla gri-
questa valvola a tre elettrodi viene paragonata glia una tensione lievemente negativa rispetto
al moderno transistor tramite le seguenti corri- al catodo, si nota una sensibile variazione della
spondenze: corrente che scorre internamente alla valvola,
una variazione negativa, nel senso che la cor-
anodo (a) = collettore (c) rente diminuisce, in quanto la griglia negativa
rinvia verso il catodo parte degli elettroni da
griglia (g) = base (b) questo precedentemente emessi. Se poi la ten-
sione di griglia diviene sempre più negativa ri-
catodo (k) = emittore (e) spetto al catodo, la diminuzione della corrente
nella valvola si riduce ulteriormente. Ad un cer-
to punto, per un determinato valore della diffe-
FUNZIONE DELLA GRIGLIA renza di potenziale tra griglia e catodo, la cor-
rente cessa ed il funzionamento della valvola si
Il compito della griglia controllo consiste nel re- blocca. Questo valore di tensione prende il no-
golare il flusso di elettroni fra catodo e placca, me di "tensione di interdizione".
ossia la corrente che scorre attraverso la valvo- Normalmente, il triodo è destinato a funzionare
la. La griglia controllo, dunque, può essere assi- con tensioni di griglia, rispetto al catodo, che
milata al rubinetto dell'acqua, che è in grado, a oscillano tra quelle di interdizione e lo zero
seconda della sua regolazione, di controllare il volt. Il principio sfruttato è quello secondo cui
getto idrico. Quando la griglia lo permette, nel piccole variazioni della tensione di griglia pro-
triodo scorre una corrente di rilevante intensità vocano grandi modificazioni della corrente ano-
fra catodo e anodo, mentre in altre condizioni, dica che, a sua volta, è in grado di produrre no-
imposte elettricamente dall'esterno, può blocca- tevoli modifiche della tensione sui terminali di
re la corrente o ridurla ai valori più bassi. Ma una resistenza percorsa da tale corrente. Come
affinché il triodo funzioni occorre, per prima accade negli apparati amplificatori che, prele-
cosa, che tra anodo e catodo esista una forte vando energia dalla sorgente di alimentazione

170 Elettronica Pratica


Tubi elettronici

della tensione anodica, la cedono poi al segnale (filamento) e la griglia, per rientrare attraverso
d'ingresso in griglia, consentendo che questo il morsetto negativo, appare orientato con il
appaia aumentato, in tensione o potenza, sui terminale negativo verso il potenziometro e
terminali della resistenza di carico inserita fra quello positivo sulla griglia.
anodo e alimentatore. Regolando il cursore del potenziometro, è pos-
Il comportamento del triodo, in funzione delle sibile variare la tensione di polarizzazione tra il
tensioni di griglia, che prendono il nome di ten- valore di O V e le altre grandezze negative, sen-
sioni di polarizzazione, è illustrato in figura 9. za derivare mai quelle positive.
Dove la tensione, prelevata da un generatore Con tensioni di griglia molto negative, fra il ca-
(POLAR.) tramite un potenziometro (POT.), todo e l'anodo fluisce una corrente di intensità
viene applicata all'elettrodo di comando della ridotta.
valvola Vl. Quando, ad esempio, le correnti di griglia oscil-
Il generatore di tensione è inserito nel circuito lano fra i 10 A e i 20 A, le correnti anodiche
di figura 9 con la polarità negativa rivolta verso possono assumere valori compresi fra 1 mA e
la griglia controllo ed anche il microampero- 20 mA e in ciò consiste il principio di amplifica-
metro, che misura l'eventuale corrente, quella zione della valvola triodo precedentemente ri-
che, uscendo al generatore, raggiunge il catodo cordato.

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tronico.

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PASSI" ha riscosso il massimo successo editoriale con i seguenti argomenti:

1°-Bobine e induttanze
2° - Circuiti L-C oscillatori
3° - Tutta la radio dall'entrata all'uscita
4° - Condensatori teoria misure
5° - Collegamenti e controlli capacitivi e
@o..
6° - Tensioni alternate efficaci
7° - Trasformatori collegamenti misure •
"#g 4.

r,
-_
8° - Transistor generalità prove pratiche
9° - Transistor amplificazione segnali BF

Elettronica Pontico 171


ELEMENTARE
ETIRONICA

RIMI

INTEGRATI
OPERAZIONALI
BIFET
Attraverso l'esposizione di alcuni concetti e guadagno, certamente non disgiunto da com-
qualche pratica applicazione, in queste pagine portamenti poco esaltanti. Perché i bifet inte-
si vuole invitare il lettore a prendere conoscen- grano, nella loro struttura interna, le tecniche
za di quegli integrati operazionali, non ancora bipolari e fet, allo scopo di apparire dotati di un
trattati nella presente rubrica, che accoppiano grande significato tecnico ed offrire risultati
le più avanzate tecnologie bipolari con quelle straordinari con costi assai ridotti.
fet in una serie di componenti di elevate presta- La maggiore caratteristica elettrica degli opera-
zioni e prezzi contenuti. zionali bifet, quella che si erge su tutte le altre e
Per le loro eccezionali caratteristiche, gli inte- che va menzionata per prima, deve ravvisarsi
grati operazionali bifet vantano, attualmente, nell'elevato valore dell'impedenza d'ingresso. In
una larga diffusione nel mondo delle applica- secondo luogo si deve menzionare la possibilità
zioni elettroniche. Con prerogative che rappre- di lavoro con frequenze di gran lunga superiori
sentano il risultato di un continuo progresso a quelle con cui possono funzionare gli opera-
tecnologico, che ha perfino offuscato il successo zionali integrati semplici, quali il ben noto A
raggiunto dai primi operazionali, quale ad 741. Come raffigurato nei due diagrammi pub-
esempio il .A 709, cui corrisponde un modesto blicati nelle figure 1 e 2, che interpretano assai

172 Elettronica Pratica


Primi Passi

chiaramente tale importante pregio dei bifet. Il


primo di questi, infatti, dimostra come, sul valo-
re di frequenza di 1 Megahertz, l'operazionale
semplice A 741 possa offrire soltanto un gua-
dagno unitario (1), mentre il secondo, che ana-
lizza il comportamento dell'amplificazione di
un bifet in funzione della frequenza, fa vedere
che il guadagno è superiore di ben dieci volte e
più.
Nei due diagrammi, le lettere K assumono il si-
gnificato di moltiplicatori per 1.000.

FAMIGLIE BIFET
Tra le tante famiglie di operazionali bifet, in
questa sede cercheremo di analizzare il com-
portamento della serie TL, che è la più nota e
maggiormente popolare, dato che le altre at-
tualmente in commercio possono considerarsi
quasi analoghe e dal funzionamento pressoché
uguale. In ogni caso la famiglia TL va suddivisa
in tre rami, ovvero:

1° = TL 08...
2° = TL07...
3° = TL 06 ... traverso le figure 5-6-7-8. Ma tutte appaio-
no montate in contenitore DIP a otto piedini.
Questi sono molto simili tra loro e si differen- Il modello TL 080, schematizzato in figura 5, è
ziano soltanto per alcuni piccoli particolari. privo di compensazione di frequenza e dotato di
Per esempio, il ramo TL 07 ... è caratterizzato controllo per l'annullamento di offset d'uscita.
da un rumore particolarmente basso ed è quin- L'offset-null, che corrisponde al piedino 5 del-
di preferito fra gli altri due nella maggior parte l'integrato, rappresenta una funzione di taratu-
delle applicazioni audio, mentre il ramo TL ra, che si ottiene mediante trimmer resistivo, il
06 ... , necessitando di un minor consumo di quale regola la tensione al valore di O V sul pie-
energia elettrica, domina nel settore delle appa- dino 6 d'uscita quando l'operazionale è alimen-
recchiature portatili, quelle alimentate a pile. tato con doppia tensione. Questo terminale,
Per non dilungarci troppo in tediose analisi teo- quindi, viene utilizzato soltanto quando è ri-
riche, ogni riferimento successivo coinvolgerà chiesta la massima precisione di lavoro dell'in-
soltanto il ramo TL 08 ... che è certamente il più tegrato. Il più delle volte, dunque, rimane non
diffuso, sia a livello amatoriale come nell'ambi- collegato (n.c.).
to professionale. In particolare ci occuperemo L'integrato TL 081, la cui piedinatura è ripro-
del modello TL 081, con il quale più avanti ver- dotta in figura 6, è uguale costruttivamente a
rà suggerito un pratico esperimento ed il cui quello ora presentato, ma è dotato di compen-
schema elettrico interno è pubblicato in figura sazione interna di frequenza.
3, mentre la figura 4 illustra la struttura tecno- Il modello TL 082, il cui schema è riportato in
logica. figura 7, è praticamente un doppio TL 081,
montato in un unico contenitore a otto piedini.
Questo operazionale è privo di offset-null. An-
VARIANTI AL MODELLO TL 08 ... che l'integrato TL 084 è un modello multiplo,
più esattamente, come si può osservare in figu-
La serie TL 08 ... comprende le seguenti quattro ra 8, è un operazionale quadruplo, privo di con-
importanti variazioni: TL 080 - TL 081 - TL 082 trollo di offset-null e montato in un contenitore
- TL 084, le cui piedinature sono riportate at- a quattordici piedini.

Elettronica Pratica 173


Primi Passi

A
T00K-
'"
10K-
/

7K
""' ~

100
" '~ I~

10
'<
"8
10 700 7K 70K 700K 1M 10/vt
HZ

Fig. 1 - Diagramma indicativo del processo di amplificazione di un integrato µA 741 in fun-


zione della frequenza dei segnali applicati. Si noti come, sul valore di 1 MHz, l'amplificazio-
ne A valga appena 1.

A
700K-

• 10K
''~ N
1K

700

10
' .... ~

"-
NA
A

10 100 7K 10K 700K 1M 10/vt


HZ

Fig. 2 - Con la pµbbllcazione di questo diagramma si vuol dimostrare come l'amplificazione


A di un operazionale bifet risulti almeno dieci volte superiore a quella del comune µA 741.

17 4 Elettronica Pratica
Primi Passi

..I
01$
L__r
02 03 o
E- m RJ!ZI use
6

01s

R6 01
16 4K

Fig. 3 - Schema teorico completo dell'operazio-


nale bifet modello TL 081. Con le lettere T vengo-
no segnalati i punti di taratura della tensione d'u-
scita.

CIRCUITO DEL BIFET Tuttavia, in questo stesso disegno si può notare


la presenza dello stadio d'ingresso a fet (FTD),
Ogni operazionale bifet integra, in un unico che conferisce al circuito doti di elevatissima
supporto, la tecnologia bipolare e quella fet, impedenza d'entrata ed alta velocità di risposta.
come è stato detto in precedenza. Ma ciò può Allo stadio pilotato da FTI fa seguito quello
essere dimostrato teoricamente tramite lo sche- amplificatore a transistor bipolari, tipico degli
ma semplificato riprodotto in figura 13 che, integrati operazionali.
contrariamente a quello particolareggiato di fi- Gli elementi GCCl e GCC2, citati nello sche-
gura 3 e relativo all'operazionale TL 081, va ma di figura 13, rappresentano due generatori
considerato soltanto come circuito indicativo. di corrente costante. I fet e i transistor comuni,

Fig. 4- Struttura interna di un generico integrato


operazionale bifet montato in contenitore DIP a
otto piedini.

Elettronica Potico 175


Primi Passi

Fig. 5 • Pledinatura dell'integrato operazionale bifet


modello TL 080 a otto piedini cui vanno assegnate le

TL080 seguenti corrispondenze:

1= offset-null (compens.)
2 = ingr. inv.
3 = ingr. non inv.
4 = -Vcc
5 = offset-null
6 = uscita
7 == +Vcc
8= compens.

+
Fig. 6 • Piedinatura del modello di integrato opera-
zionale bitet TL 081, i cui otto piedini assumono le
TL081 seguenti corrispondenze:

1 = offset-null
2 = ingr. inv.
3 = ingr. non inv.
4= -Vcc
5 = offset-null
6 = uscita
7 = +Vcc
8 = non coli.

+
Fig. 7 • Schema di corrispondenza tra le funzioni
elettroniche interne dell'integrato operazionale bifet
modello TL 082 ed i suoi otto piedini.

1 = uscita
2 = ingr. inv.
3 = ingr. non inv.
1 TLO82 4=
5 =
-Vcc
ingr. non inv.
6 = ingr. inv.
7 = uscita
8 == +Vcc

l 76 Elettronica Pratica
Primi Passi

12 11 10

TL084

3 5
Fig. 8 - Il modello TL 084 dell'operazionale bi-
fet è dotato di quattordici piedini, la cui corri- +
spondenza è qui di seguito elencata.

1 = use. (sez. a.) 6 = ingr. lnv. (sez. b) 11= -Vcc


2 = ingr. inv. (sez. a) 7 = use. (sez. b) 12 = lngr. non inv. (sez. d)
3 = ingr. non inv. (sez. a) 8 = usc. (sez. c) 13 = lngr. lnv (sez. d)
4 = +Vcc 9 = ingr. inv. (sez. e) 14 = use. (sez. d)
5 = ingr. non inv. (sez. b) 10 = lngr. non inv. (sez. e)

ad ogni modo, amplificano e trattano opportu- banda passante, un minimo rumore e una bassa
namente i segnali applicati all'ingresso, mentre distorsione, che li qualificano certamente come
tutti gli altri componenti svolgono compiti di gli integrati più adatti alla composizione della
stabilizzazione del punto di lavoro dell'opera- maggior parte dei circuiti elettronici. In questa
zionale bifet. In particolare, con la sigla CC si sede, tuttavia, senza prolungarci nella presenta-
designa il condensatore di compensazione. zione di alcuni schemi costruttivi, tenendo con-
Qui di seguito, a solo scopo informativo, ripor- to del carattere divulgativo generale dell'argo-
tiamo alcuni valori comuni dei parametri elet- mento, si è voluto proporre al lettore un sem-
trici riferiti ai modelli di operazionali bifet più plice esperimento volto a dimostrare pratica-
noti e maggiormente reperibili in commercio: mente la più importante delle caratteristiche
degli operazionali bifet, ovvero quella dell'ele-
Alimentazione = duale ( ± 15 V) vata impedenza d'ingresso.
Guadagno =
200.000 volte Il circuito sperimentale pubblicato in figura 9
Banda passante 3MHz = serve a dimostrare come un diodo led DL ri-
Imp. d'ingresso = 1.000.000 Megaohm manga acceso per breve tempo, se l'integrato
Separaz. tra canali = 120 dB IC è rappresentato dal modello A 741, mentre
il tempo di accensione del componente optoe-
Nello schema elettrico completo dell'operazionale lettronico si allunga di molto quando per l'inte-
bifet TL 081, le lettere maiuscole T segnalano i grato IC viene montato il bifet TL 081. E ciò a
punti circuitali di taratura della tensione d'uscita causa dei diversi valori di impedenza d'ingresso
(offset-null) di cui si è parlato in precedenza. caratteristici dei due componenti.
L'esperimento, nella sua prima parte, va con-
dotto con TIC A 741, premendo per un attimo
UNA PRATICA APPLICAZIONE il pulsante, di tipo normalmente aperto, siglato
con Pl nello schema teorico di figura 9. In se-
Il campo di applicazioni degli integrati opera- guito, questa stessa operazione va ripetuta dopo
zionali bifet abbraccia, a grandi linee, quello de- aver sostituito il A 741 con il TL 081.
gli operazionali più tradizionali. Tuttavia, ri- E ciò senza alcuna variazione circuitale nel di·
spetto a questi ultimi, i bifet, come è stato ripe- spositivo di prova, ma prevedendo l'impiego di
tutamente affermato in precedenza, vantano uno zoccoletto portaintegrato in grado di age-
una più elevata impedenza d'ingresso, una larga volare le operazioni di innesto dei due integrati.

Elettronico Pratica 177


Primi Passi

] l
9 V
e

c1

C3 +

I
Fig. 9 - Schema teorico del circuito sperimentale, descritto nel testo, in grado di evidenziare
i diversi valori di impedenza d'entrata fra i normali integrati operazionali e i bifet.

-----COMPONENTI
Condensatori Resistenza Varie
C1= 100.000 pF (mylar) R1 = 860 ohm - 1/4 W IC = A741-TL081
C2 = 100 F- 16VI (elettrolitico) DL = diodo led (quals. mod.)
C3 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) P1 = pulsante (norm. aperto)
ALIM. = 9 Vcc + 9 Vcc

Poiché il circuito di figura 9 non deve svolgere 9 è di tipo duale, ossia derivata da due pile da 9
le funzioni di amplificatore, ma soltanto quelle V ciascuna, collegate in serie tra loro, in modo
di segnalatore dei valori di impedenza d'entra- da disporre, rispetto alla linea di terra GDN
ta, sono assenti tutti quegli elementi che, in al- delle due tensioni di + 9 V cc e 9 V cc.
tra sede, sono stati abbondantemente analizzati Quando si preme per un attimo il pulsante Pl,
ed inseriti nei diversi schemi utilizzatori degli si chiude il circuito di alimentazione ora descrit-
operazionali. Pertanto, l'ingresso invertente, to ed il condensatore C 1 si carica. Ma questa
ravvisabile sul piedino 2, è stato collegato diret- carica elettrica raggiunge pure l'entrata non in-
tamente con l'uscita, dove la tensione assume lo vertente 3 di IC, provocando l'accensione del
stesso valore di quella di entrata. Il guadagno, diodo led DL attraverso la resistenza di prote-
quindi, è unitario e sull'ingresso non invertente, zione Rl, perché l'uscita 6 di IC dal valore di
cioè sul piedino 3, si misura la massima gran- tensione di O V si porta a quello di + 9 V cc.
dezza dell'impedenza, proprio quella che, tra- Ora, se l'IC è rappresentato dall'integrato A
mite l'esperimento, si vuol riscontrare. 741, il diodo led DL rimane acceso soltanto per
L'alimentazione del semplice progetto di figura un periodo di tempo di alcuni secondi, mentre

178 Elettronico Pratica


Prim i Passi

PILA 9V
e
Fig. 10 - Piano costruttivo del dispositivo elettronico sperimentale di valutazione delle impe-
denze d'ingresso degli integrati operazionali. Si noti la presenza del ponticello, inserito fra
un terminale del pulsante P1 e la lines di alimentazione positiva, necessario per garantire la
continuità circuitale delle piste di rame.

con un integrato di tipo TL 081, il tempo di ac-


censione del diodo led DL si protrae per alcuni
minuti primi, generalmente per 5' -i- 7'. Ciò si-
gnifica che, durante il primo esperimento, l'in-
tegrato A 741 oppone una minima impedenza
al passaggio della corrente di scarica del con-
densatore Cl, mentre nel secondo esperimento,
in presenza dell'integrato operazionale bifet TL
081, la scarica del condensatore Cl awiene as-
sai lentamente. Riassumento:

A 741 = tempo ace. DL breve


TL 081 = tempo ace. DL lungo

I due fenomeni ora descritti possono essere pu-


re seguiti tramite uno strumento indicatore
analogico, come ad esempio un tester commu- Fig. 11 - Disegno in grandezza reale del ci
stampato da riprodurre su una basetta supporto di
tato nella funzione di voltmetro in continua e materiale isolante, necessaria per la costruzione
sulla scala di 10 Vcc ed inserito tra l'uscita di modulo elettronico del dispositivo sperimentale
IC, piedino 6 dell'operazionale e la linea GDN, scritto nel testo.
identificabile con quella comune dell'alimenta-

Elettronica Pratico l
Primi Passi

Fig. 12 - La piedinatura dell'operazionale A 741 e del TL 081 è la n e- e+


stessa, quella qui riportata.

tore a O V. Ad occhio nudo si potrà seguire il del piano di cablaggio di figura 11 nel quale,
comportamento dell'indice dello strumento du- anche se l'integrato IC risulta applicato sulle
rante i due esperimenti. Nel primo caso, infatti, corrispondenti piste di rame senza l'interposi-
con l'impiego dell'operazionale A 741, l'indice zione di apposito zoccolo, quest'ultimo deve ne-
del tester raggiunge immediatamente il valore cessariamente essere montato onde consentire
di + 9 V cc, ma rapidamente si porta poi sullo lo scambio degli integrati operazionali durante
OV. Nel secondo caso, invece, l'indice dello gli esperimenti, soprattutto in considerazione
strumento ritorna verso l'inizio scala molto len- del fatto che i due operazionali A 741 e TL
tamente. 081 hanno la medesima zoccolatura, esattamen-
te quella illustrata nello schema di figura 12.
L'apparato illustrato in figura 10, se corretta-
MONTAGGIO SPERIMENTALE mente montato, deve funzionare subito, senza
sollevare alcun problema. Ciò che importa, in-
La realizzazione pratica del semplice progetto fatti, va limitato al rispetto delle polarità dei
di figura 9 è pubblicata in figura 10, che rappre- componenti in fase di saldatura dei loro reofori,
senta quindi il piano costruttivo del dispositivo all'innesto preciso dell'operazionale sul suo zoc-
sperimentale. Per il quale si deve approntare il colo e all'ordine di collegamento delle due pile
circuito stampato presentato in grandezza reale
in figura 11.
Ovviamente il disegno di figura 11 va riportato
su una delle due facce di una basetta di mate-
riale isolante, bachelite o vetronite, con dimen-
sioni leggermente superiori a quelle di 7,15 cm
x5 cm. abbonatevi a:
Contrariamente a quanto accade nella maggior
parte dei montaggi elettronici, nel modulo di fi-
gura 10 tutti i componenti sono applicati diret-
ELETTRONICA
tamente sulle piste di rame del circuito stampa-
to e non nella parte opposta della basetta sup-
porto, come invece accade normalmente. Ciò
PRATICA
del resto appare ben evidenziato nel disegno

180 Elettronica Pratica


Primi Passi

+
ve
I
l)6cc l J. )GCC2

E- J TR4

husc

es ·I, TRI
'-f

,
I

rR TR3

Fig. 13 - Schema semplificato di integrato


operazionale bifet. Le sigle GCC1 e GCC2
/f )
identificano due generatori di corrente.

in serie da 9 V ciascuna, che possono essere so- Il circuito sperimentale di figura 10 deve essere
stituite pure con quattro pile piatte da 4,5 V da completato per mezzo dell'applicazione di un
coloro che già hanno acquisito una buona prati- ponticello, rappresentato da uno spezzone di fi-
ca con questo tipo di collegamenti. Ad ogni mo- lo conduttore, ricoperto con guaina isolante e
do, per i principianti ricordiamo che il piedino 1 collegato fra uno dei due terminali del pulsante
dell'IC si trova da quella parte del componente Pl e la pista di rame in cui è presente la tensio-
in cui sono presenti degli elementi guida, come ne di + 9 V.
segnalato nello schema di figura 10. Per il dio- Concludiamo, a questo punto, la descrizione
do led DL, invece, la distinzione fra elettrodo di del montaggio sperimentale di figura 10 ricor-
catodo e di anodo (a- k) appare facilitata dalla dando che per il condensatore Cl è consigliabi-
presenza di una piccola smussatura, sulla cir- le l'impiego di un modello "mylar", anche se un
conferenza di base del componente, in prossi- comune componente ceramico non compro-
mità del conduttore di catodo (k). Per i due
mette il funzionamento del dispositivo che, tut-
condensatori elettrolitici C2 - C3 il riconosci-
mento del conduttore positivo è agevolato dalla tavia, non può in questo caso disporre di quella
presenza di tante crocette impresse sul corpo carica abbondante e necessaria ad evidenziare il
del componente; a volte viene segnalata la posi- fenomeno della differenza dei valori di impe-
zione dell'elettrodo negativo per mezzo di tanti denza d'ingresso fra i due tipi di integrati ope-
segni meno (). razionali semplici e bifet.

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inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

RECUPERO DI TRASFORMATORI gresso più basse, nella misura del 20% circa, a 50
Hz. In ogni caso, il metodo di classificazione del
Frequentando spesso un magazzino di raccolta trasformatore consiste nell'individuare dapprima,
di materiali elettrici ed elettronici obsoleti o tramite l'ohmmetro commutato nelle basse porta-
fuori uso, ho scorto fra questi una grande quan- te, gli avvolgimenti separati, i loro terminali e le
tità di trasformatori di alimentazione, di cui eventuali prese intermedie, valutando ovviamente
molti, a detta del gestore aziendale, sono anco- i valori ohmmici crescenti. Poi si applica una ten-
ra funzionanti, ma sprovvisti di indicazioni tec- sione alternata a 50 Hz di pochi volt all'avvolgi-
niche. Esiste qualche sistema per caratterizzare mento che presenta maggior resistenza. Quindi si
elettricamente questi componenti? misurano le tensioni sui terminali degli altri av-
GIACCONI MAURIZIO volgimenti. Ciò serve per individuare l'avvolgi-
Torino mento principale, che occupa la metà circa del
volume complessivo degli avvolgimenti di filo di
L'argomento propostoci è troppo ampio per esse- rame smaltato. A questo si applica, successiva-
re trattato in questa rubrica. Tuttavia, per la defi- mente, una tensione alternata regolabile tramite
nizione delle grandezze tecniche più comuni, pos- reostato a filo e si misura la corrente assorbita. Si
siamo consigliare qualche regola di analisi e con- desume da un catalogo la potenza di un trasfor-
trollo. Prima di tutto si deve cercare di capire se matore delle stesse dimensioni fisiche di quello in
si tratta di un vero trasformatore d'alimentazione esame, che viene espressa in VA e si aumenta la
o di una bobina multipla, tenendo conto che que- tensione fino a raggiungere tale prodotto, purché
sta, generalmente, si identifica con un toroide a il trasformatore, dopo ventiquattro ore consecuti-
due avvolgimenti uguali, di solito montato nei fil- ve di assorbimento di corrente non si scaldi trop-
tri antidisturbo. Il trasformatore cui lei fa riferi- po. Altrimenti la potenza assorbita deve rimanere
mento, invece, è avvolto su nucleo di ferro, com- di grandezza inferiore a quella presunta. Le ten-
posto da un certo numero di lamierini sovrappo- sioni nominali degli altri avvolgimenti dovranno
sti. E questo, anche se di produzione americana, rivelarsi proporzionali alla prima, ma ciò è facil-
ossia previsto per funzionare con tensione di rete mente riscontrabile con il tester.
a 60 Hz, può essere utilizzato, con tensioni d'in-

Elettronica Pratico 185


KIT PER CIRCUITI
STAMPATI • 1.ooo STABILIZZATORE A 12 Vec

Mi trovo in possesso di un alimentatore che, in


uscita, a vuoto, eroga la tensione di 18 V cc.
Dotato di tutti gli elementi necessari per Dunque l'alimentatore di rete nonè stabilizzato.
la composizione di circuiti stampati su
vetronite o bachelite, con risultati tali da
Cosa debbo fare per disporre di un atensione a
soddisfare anche i tecnici più esigenti, 12 Vcc stabile con una corrente di 150 + 200
questo kit contiene pure la speciale pen- .A max?
na riempita di inchiostro resistente al MARRA PAOLO
percloruro. Cagliari

Ritenendo che si tratti di un alimentatore da pa-


rete, componga questp semplice dispositivo.

REGOLATORE STEREO

Vorrei poter regolare l'effetto stereo, commu-


tandolo anche in mono o, addirittura inverten-
dolo. Disponete di un dispositivo in grado di
soddisfare tali esigenze?
GUZZETII PIERLUIGI
- Consente un controllo visivo conti- Monza
nuo del processo di asporto.
La nostra risposta è affermativa e si identifica
- Evita ogni contatto delle mani con con il circuito qui pubblicato, nel quale le sigle
il prodotto finito. ES - ED significano entrata sinistra e destra,
E' sempre pronto per l'uso, anche mentre le UD- US segnalano le posizioni delle
dopo conservazione illimitata nel uscite dei canali destro e sinistro. Intervenendo
tempo. ' sul potenziometro doppio, si ottiene l'effetto desi-
- Il contenuto è sufficiente per tratta- derato.
re più di un migliaio di centimetri
quadrati di superfici ramate.
Condensatori
C1 = 1F (non polarizz.)
C2 = 100 F - 25 VI (elettrolitico)
C3 = 1F (non polarizz.)
N.B. -Le sigle ripetute hanno lo stesso valore.

Resistenze
R1 = 270.000 ohm- 1/4 W
R2 = 1.000 ohm - 1/4 W
R3 = 220.000 ohm - 1/4 W
R4 = 4.700 ohm- 1/4 W
p1 = 100.000 ohm (potenz. lin. doppio)
N.B. -Le sigle ripetute hanno lo stesso valore.

186 Elettronica Pratica


La posta del lettore

Cl
e
vu
e
= 100.000 pF (ceramico)
= 00 F - 24 VI (elettrolitico)
= 7812 (integrato tabilizz.)

R3

Cl e

1
ES T
R4
Il

R3

r
Cl
±

ED RI r
C3
2
7
, ll
P1LJ '\

·-·-·-·-·-·-·
2 \

UD US

Varie
TR = BC108
TRd = BC108
VCC = 15 Vcc

Elettronica Pratica 187


La posta del lettore

FREQUENZE AD ONDA QUADRA Condensatori


C1 = 10.000 pF
Per i miei esperimenti debbo convertire una C2 = 100.000 pF
tensione variabile fra O V e 10 V in altra con C3 = 10.000 pF
frequenza quadra di valore compreso fra O Hz e C4 = 1F (non polarizz.)
10.000 Hz.
TONELLI BIAGIO
Alessandria Resistenze
R1 = 100.000 ohm - 1/4 W
Con questo circuito, applicando il segnale in E, R2 = 6.800 ohm - 1/4 W
lei potrà disporre, in uscita U, delle frequenze ci- R3 = 100.000 ohm - 1/4 W
tate. Con il trimmer R5 occorre tarare il dispositi- R4 = 12.000 ohm - 1/4 W
vo in modo che, con una tensione d'ingresso di O R5 = 5.000 ohm (trimmer)
V, si ottenga una frequenza d'uscita di O Hz. R6 = 4.700 ohm - 1/4 W

MOTORINO TELECOMANDATO

Per un mio plastico di ferromodellismo, vorrei Con questo dispositivo lei potrà alimentare o in-
realizzare un telecomando a raggi infrarossi, terrompere l'alimentazione del motore M in ogni
con cui pilotare un motorino in continua da 3 momento, purché la fotoresistenza FR rimanga al
Vcc- 1W. riparo da sorgenti di luce estranee.
LEONARDI GABRIELE Con TX è segnalato il trasmettitore, con RX il ri-
Teramo cevitore.

PI

r
I
R5

JLJ
V TX ~DL
~ --------..
FR

RICEVITORE - RX FR = fotoresistenza (quals. modello)


S1 = interrutt.
R1 = 10.000 ohm (trimmer reg. sens.)
VCC = 3Vcc+6 Vcc
R2 = 2.200 ohm - 1/4 W
R3 = 82 ohm - 1/2W
R4 = 1ohm- 1/4 W
TRASMETTITORE- TX
D1 = 1N4004 (diodo al silicio)
TR1 = BC107 p1 = puls. (normai. aperto)
TR2 = 2N1711 DL = diodo emettitore all'infrarosso
M = motorino elettrico R5 = 56 ohm - 1/4 W
ALIM. = 3 Vcc

188 Elettronica Pratica


La posta del lettore

R6

3
I C 1
7 e
15V
6 Il4 2 e
c1

u
R3

Varie
ICI = 4151
ALIM. = 15V0c

ECCEZIONALMENTE
IN VENDITA LE DUE ANNATE COMPLETE
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Coloro che, soltanto


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conosciuto ed apprezzato la
validità didattica di
Elettronica Pratica,
immaginandone la vastità di
programmi tecnico-editoriali
svolti in passato, potranno
ora aggiungere, alla loro
iniziale collezione di riviste,
queste due annate proposte
in offerta speciale a tutti i
nuovi lettori.

Elettronica Pratica 189


La posta del lettore

TRIPLA ALIMENTAZIONE mente tre dispositivi: un radioricevitore, un n-


cetrasmettitore, ed un minitrapano per circuiti
Trovandomi in possesso di un alimentatore a 15 stampati. Come debbo comportarmi?
Vcc, che può erogare una corrente fino a 10 A, DELLERA SAVERIO
vorrei con questo alimentare contenporanea- Novara

ALIMEN TAT

J3

l
e, IICS Il" rJ
-
_
UJ D
-C2 U2

Condensatori Varie
C1 = 200.000 pF (ceramico) D1-D2-D3 = diodi al silicio (100 V- 10 A)
C2 = 200.000 pF (ceramico)
C3 = 200.000 pF (ceramico) J1-J2- J3 = imp. Rt (VK200)
C4 = 100F- 24 VI (elettrolitico)
C5 = 100 F- 25 VI (elettrolitico)
C6 = 100 F- 24 VI (elettrolitico)

In scatola
ALIMENTATORE STABILIZZATO di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5 : 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Ripple 1mV con 0,1A d'use.
SmV con 0,6A d'use.
Stabilizz. a SV d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrariscaldamenti,
L. 24.800

190 Elettronico Pratica


La posta del lettore

A.BACOPEROM I. F G 0
c:m fvfHZ dB ml

k k
Vorrei conoscere un sistema rapido per stabili- 1 ....Jai.rnoo •

re quali corrispondenze intercorrono tra la fre-


quenza, il diametro ed il guadagno nelle para-
bole attualmente utilizzate in veste di antenne
per radioamatori di prima nomina.
1A PIRA ANDREA
Lucca . " ,s

Faccia ricorso a questo abaco di facile impiego,


nel quale la linea tratteggiata trasversale rappre-
senta un esempio di misura, sulla frequenza di
3.000 MHz, relativo ad una parabola del diame-
200
tro di 1,8 metri (mt), il cui guadagno ammonta a
32dB.

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a comunicare tra due punti in modo simulta- È un piccolo trasmctHtore elle opera nella !jilmma Applicato tra l'uscita de! amplificatore te e a
XIILI dover azionare alam COllllllU!>lore. Il delle ONDE MEDIE. I segnali da trasmettere vengono Serve a ridurre la tensione di hattelia 12 V delle acustiche serve ad evitare il fastidi0s3 MF ch i
t tra i due punti avviene con un unico captati da una capsula microfonica ampliflcata e alltovelture !n tensioni coni prese tra U e ! O V. momento dellaccensione si awerte nel asse
ermato. Il Kit è formato da due dispositivi tramite un apposito circuito vanno a mooulare in i.a corrente ilSSorbiia dal carico non deve superare i acustiche. I dispositivo va alimentato a 2 i Tai
per ogni ponto di comunicazione/ ai quali ampiezza il segnalt' generato daU'om1lalore ad Alla 500 mA continuativi. Per brevi periodi, il dispositivo, tension~ gl! deve penenire nel ,r.o,-t!IIO :
un altoparlant e di Impedenza compresa Freqµerua. Uno 5l'ac!lo di potenza trasferisce il segnale può erogare tortenU di oltte ! A. La tensioen d! uscile ilCt<IIS iOne oll?U'ampiifiacatort. La «crer.l? ,r.....,-;a
- 5-2 CJ!,,m lnon forniti nel 11/t). La potenza all antenna per essere rrradiato. i.a tensione dl tramite un trimmetl è perfetlllmenle assorbila è di circa I :xJ m.l. l ~ J,t;; lnlmiar
d ascolto è di cdra L,5 i. Ogni dispositivo alimentazione può essere compresa tra 9 e I5 cc e do lo rende molto i<1oneo ad allmenlare contemporaneamente sulle due asse austihe h
ra.o con una tertsioi\e di ~ Vcc su,blilz:zata e stlbllizzall·e t'll$orblm\lnto medio è di ci!ca 70 mA La iparecchiature elettroniche (W3lkman, non del•ono superare !a potenza massima di 400 i se
k Mento massimo è di dra 180 mA ciascuno. Il frequenza di trasmissione può essere variata tra circa ricevitori radio, mini televisori LCD ecc.). Il dispositivo 'impedenza è di 4 Ohm o 300 W se [impedenza di8
-•-• d1 capsule rrutrofonJChe ampllflcate. 720 e 12-50 i\tt~ La gamma può essere modificata può essere alloggiato nei contenitore plastico LP 452. Ohm. Il tempo di intervento ritardo di inserzior
variando l valore di un componente come specificato casse) può essere regolato tra mezzo secondo e sei
nelle istruzioni . Il dispositivo é dotato dl controllo di secondi.
profondità di modulazione. L'intero trasmettitore viene
' lflrerter universale 12 Vcc--220 Vca
costruito su di una basclla di sol 33 mm X 78 mm. li
ensione di batteria 12 in Z20 Vca 50 Mz segnale trasmesso è rimiblle con una normale radio
massimi dl 15 w. l'tr il suo corretto per Onde Medie.
COITe un llORMALé Tll>\SFORMA· Per ricevere I C8lalogo ...... utllizUre l'apposito tagliando
regio dei dispositivo è quello scrlvando e:
formatori a presa ctntrale,
Per ottenere una potenza.di
poter erogare una comnle
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cezionale sensibilità. Può fungere da radiomi-
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nella particolare estensione della gam-
ma di emissione, che può uscire da
quella commerciale, attualmente troppo
affollata e priva di spazi liberi.

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VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
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AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
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Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
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VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
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1000 V
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a., , -
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i
,,
. "" [g
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dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

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PECULIARITA
VINCENTI
In questo mese, esattamente vent'anni or sono, subito dopo la
fondazione del l'omonima casa editrice, usciva in edicola, per la
prima volta, Elettronica Pratica. Senza clamori o preannunci
pubblicitari, sommessamente. Ma con il proposito di volersi
affermare fra i cultori di questa avvincente disciplina e la volontà
di ripetere, il più a lungo possibile, la mensile fatica. Pur nello
scontro con le difficoltà editoriali del tempo, che ancor oggi si
ripetono, perché radicate nella natura di ogni pubblicazione.
Dunque, nella lieta ricorrenza, dopo quattro lustri di incessante
operosità, silenziosa ma intensa, durante i quali il periodico ha
dialogato con i lettori di ogni età, con un linguaggio semplice e
comprensibile a tutti, si può riconoscere nell'impresa un misurato
patrimonio di peculiarità vincenti, al di là dei livelli normalmente
proposti da altre espressioni della stampa tecnica o da analoghe
organizzazioni. Nella speranza, ovviamente, che l'indice di
gradimento possa sempre aumentare, congiuntamente alle tante
soddisfazioni che l'elettronica dilettantistica può elargire.
NORME DI ABBONAMENTO
Quote valevoli per tutto il 1992
PER L'ITALA L 50.000
PER LESTERO L. 60.000
La durata dell'abbonamento è annuale,
con decorrenza da qualsiasi mese.

Per soffoscrivere un nuovo abbonamento, o rinnovare quello scadu-


to, basta inviare l'importo a:
ELETTRONICA PRATICA
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servendosi di vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
tramite c.c.p. N. 9 7 6205. Si prega di scrivere con la massima chia-
rezza, possibilmente in stampate/lo, citando con grande precisione:
cognome, nome, indirizzo e data di decorrenza dell'abbonamento.
ABBONARSI: Significa acquisire il dito e ricevere i
casa propria, tramite i servizi postali di
Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
dell'anno.
ABBONARSI• vuol dire risparmiare sulla corrispondente
• spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
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ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA - ANNO 21 - N. 4 APRILE 1992

IN COPERTINA - Appare riprodotto il modulo


elettronico dell'amplificatore audio ad alta fedeltà, con
potenza massima di 60 W, realizzabile nelle due
versioni, monofonica e stereofonica, presentato e
descritto nelle prime pagine del fascicolo.

Sommario
196
editrice AMPLIFICATORE AUDIO
ELETTRONICA PRATICA
Dli CLASSE D
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
206
disegno tecnico FUSIBILE ELETTRONICO
CORRADO EUGENIO
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stampa
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Civile di Milano - N. 7 4 del 29-12-1972-
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Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono. 247
LA POSTA DEL LETTORE
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20125 MILANO - VIA ZURETrl, 52 - Telefono (02) 6697945
SUPERBOOSTER
Sfruttando le tecniche a commutazione, tipiche dere l'impiego di grossi dissipatori di calore e
dei convertitori di energia, si possono realizzare senza spreco di elettricità, assai preziosa quan-
dei circuiti molto compatti ed efficienti, in gra- do questa è derivata da pile o accumulatori. In
do di governare notevoli potenze, senza richie- sede applicativa, poi, tali circuiti sono stati per-
fezionati al punto di poter essere impiegati an-
che in condizioni critiche, come ad esempio
quelle dell'amplificazione audio, purché i livelli
di potenza assumano valori che ne giustifichino
l'uso. Anche se oggi si può affermare che l'im-
Il circuito dell'amplificatore audio, piego si rivela vantaggioso a partire da qualche
decina di watt.
presentato e descritto in queste Sino a qualche tempo fa, quando si pensava di
pagine, deve essere accoppiato introdurre nei circuiti di amplificazione i sistemi
di conversione di energia a commutazione, ci si
con un preamplificatore o imbatteva in una serie di difficoltà applicative,
collegato con l'uscita di un ravvisabili nelle complessità di funzionamento
ricevitore radio. Due moduli mai conosciute nei normali amplificatori. Tut-
tavia, dal momento in cui è apparso sul mercato
elettronici uguali consentono la l'eccezionale integrato TDA 7260, il problema
costruzione di un potente dell'accostamento alle soluzioni enunciate si è
semplificato di molto, tanto che ogni dilettante
apparato stereofonico. può attualmente costruire un amplificatore au-
dio monofonico o stereofonico con queste tec-
niche. Che hanno ispirato la progettazione del

196 Elettronica Pratica


Superbooster

circuito di figura 3, che è dotato di potenza d'u- Se si alimenta il progetto di figura 3 con la ten-
scita e fedeltà di riproduzione incredibili, senza sione continua e stabilizzata di 30 Vcc, con un
una percettibile dissipazione di energia termica. segnale applicato all'ingresso di 10 Vpp, la cor-
rente assorbita è di 1 A, alla quale corrisponde
la massima potenza d'uscita su un carico di 4
CARATTERISTICHE ELETTRICHE ohm. La corrente aumenta invece a 2 A su cari-

Quando si alimenta il circuito di figura 3, l'inte-


grato IC avvia il funzionamento dell'amplifica-
tore soltanto dopo un paio di secondi, allo sco-
po di eliminare il ben noto e dannoso "bump"
sugli altoparlanti. Amplificatore audio,
All'ingresso può essere applicato un segnale di
bassa frequenza di ampiezza massima di 10 ad alta fedeltà, in classe D.
Vpp.
L'altoparlante, o gli altoparlanti se si realizza la
versione stereofonica, possono avere una impe- Realizzabile nelle due versioni:
denza di 8 ohm - 4 ohm - 2 ohm. Con l'altopar-
lante da 2 ohm, la massima potenza in uscita monofonica o stereofonica.
raggiunge i 30 W efficaci. Ma se l'altoparlante è
da 4 ohm, la massima potenza in uscita si riduce
a 15 W, mentre con 8 ohm questa diventa di so- La potenza d'uscita
li 7,5 W. In sede applicativa, si possono collega- può raggiungere i 30 W: 60 W!
re in parallelo fra loro due altoparlanti da 4
ohm ciascuno, purché in fase e servendosi di ca-
vo adatto, ovvero di diametro ragguardevole.

Elettronica Pratica 197


Superb ooster

PROT
SILENZ.
C. C.

IPRQCESS. SEGNI
l
""e)
--
p
o
5

STA. PROT.
TERMICA

J l
]be
+4,5V +10 V

Fig. 1- Schema a blocchi, con relativa piedinatura, dell'Integrato a venti piedini TDA 7260.

co di 2 ohm. Queste grandezze di riferiscono a tramite spinotto jack e potenziometro o trim-


misure condotte con tester analogico, dotato di mer da 220 ohm, che regola una volta per tutte
indice in grado di esprimere i valori medi. In il massimo livello audio indistorto in uscita.
sostanza, poiché lo stadio finale del circuito di
figura 3, di tipo a ponte, viene alimentato con la
tensione continua di 30 Vcc e l'assorbimento di FUNZIONAMENTO CIRCUITALE
corrente, con l'impiego di un altoparlante da 4
ohm, è di 1 A, la potenza d'uscita raggiunge Tutte le funzioni più critiche dell'amplificazione
quasi i 30 W, oppure quasi i 60 W, se l'altopar- audio, ottenuta con i sistemi a commutazione,
lante è da 2 ohm. Infatti, essendo il rendimento vengono svolte dall'integrato IDA 7260, men-
molto elevato, la potenza resa in uscita è pari a tre dall'esterno è sufficiente programmarle cor-
quella assorbita diminuita di un'entità del 20% rettamente con pochi componenti, aggiungendo
.,... 30% dissipata in calore sulle potenze più al- poi uno stadio di potenza rappresentato da
te, mentre su quelle basse il rendimento non as- semplici ma efficaci transistor ad effetto di
sume importanza alcuna. campo.
Per funzionare, l'amplificatore ad alta fedeltà Il circuito dell'amplificatore a commutazione di
deve essere accoppiato con un circuito pream- figura 3, chiamato pure di classe D, in quanto la
plificatore o, più semplicemente, con un ricevi- corrente di polarizzazione, che decresce col
tore radio, come segnalato nello schema appli- mutare della classe e che in quella A si identifi-
cativo di figura 7, che evidenzia il collegamento ca addirittura con la massima corrente del cari-

198 Elettronica Pratica


Superbooster

NTR. 8F
co è, in tale occasione, inesistente, così che sa-
rebbe più esatto chiamarla "classe zero", fonda AMPL
il suo principio di funzionamento sul concetto
per cui, su un carico induttivo, è possibile intro-
durre una tensione impulsiva, onde stabilire
nell'induttanza una corrente di intensità pari al
valore medio della tensione applicata. Perché
l'inerzia dell'induttanza condiziona il valore del-
la corrente che la percorre al rapporto vuoto-
pieno, o duty-cycle, della tensione e alla massi-
ma grandezza di questa. In pratica, attraverso la
bobina non scorre una corrente pulsante, come
la tensione impiegata, ma una corrente propor-
zionale al valore medio della tensione, sia pure
alterata da una lieve ondulazione della frequen-
za di chopper. Tuttavia, se l'induttanza assume
un valore sufficientemente elevato rispetto alla
frequenza utilizzata, anche questa leggera on-
dulazione diventa quasi impercettibile.
Nel circuito di figura 3, tenuto conto dell'eleva- FILTRO
ta frequenza in gioco, resa possibile dalle carat-
teristiche eccezionali dell'integrato IDA 7260 e
dei quattro transistor MOS, è sufficiente un'in-
duttanza di una decina di microheruy, che po-
trebbe essere rappresentata dagli stessi altopar-
lanti se questi fossero di tipo magnetodinamico
e di grosse dimensioni.
Dunque, ciò che sorprende nei circuito amplifi- Fig. 2 - Parti componenti l'integrato TDA 7260 con i
catori a commutazione è l'assenza di fenomeni segnali elaborati da queste.
distorsivi, almeno nelle grandezza abituali. An-
che se poi sono presenti alcuni elementi di non
linearità, che nel progetto di figura 3, peraltro,
sono stati ridotti al minimo, al punto che il
maggior contributo negativo va riscontrato qua-
si esclusivamente nel rumore elettrico e nell'in- Facendo riferimento al disegno di figura 2, no-
terferenza della frequenza di commutazione tiamo in A il segnale di bassa frequenza, inseri-
con la banda alta del segnale. Ma questi livelli to nel circuito d'ingresso ed amplificato. Questo
sono talmente bassi da consigliare l'uso del pro- stadio incorpora pure un dispositivo limitatore,
getto negli amplificatori ad alta fedeltà, purché che blocca i picchi di segnale i quali saturereb-
in sede realizzativa si conferisca grande impor- bero l'amplificatore provocando una distorsione
tanza alla qualità del cablaggio e alle scherma- eccessiva.
ture. La parte immediatamente successiva allo stadio
amplificatore di figura 2 converte il segnale di
bassa frequenza sinusoidale, o pari a somme di
L'INTEGRATO TDA 7260 sinusoidi, in due segnali logici in controfase, il
cui duty-cycle è proporzionale al valore del se-
Mentre in figura 1 è rappresentato lo schema a gnale inserito in entrata, in modo che la corren-
blocchi, dei circuiti interni all'integrato IDA te che fluisce attraverso il carico sia proporzio-
7260, questi vengono accoppiati con i rispettivi nale al segnale d'ingresso.
segnali elaborati in figura 2. Per raggiungere il risultato ora descritto, è stato
Nello schema di figura 1 sono pure numerati realizzato un normale oscillatore ad onda qua-
tutti i venti piedini del semiconduttore, in una dra, con due uscite in controfase. Si potrebbe
perfetta corrispondenza con quelli segnalati nel quindi parlare di due oscillatori, sfasati di 180°
progetto di figura 3. e sincronizzati, realizzati con una reazione posi-

Elettronica Pratica 199


Supe rbooster

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200 Elettronica Pratica
Superbooster

Fig. 3 - Circuito teorico dell'amplificatore di bassa frequenza. Le linee tratteggiate racchiu-


dono la parte che rimane interamente montata su una basetta supporto che rappresenta il
modulo elettronico dell'apparato.

< COMPONENTI I
Condensatori Resistori
c1 = 470.000 pF R1 = 10.000 ohm - 1/4 W
c2 = 150 pF R2 = 4.700 ohm - 1/4 W
c3 = 390 pF R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
C4 = 390 pF RA4 = 1.000 ohm - 1/4 W
C5 = 100.000 pF R5 = 22.000 ohm - 1/4 W
C6 = 10F- 63 VI (elettrolitico) R6 = 10.000 ohm - 1/4 W
C7 = 10 F- 63 VI (elettrolitico) R7 = 22.000 ohm - 1/4W
ca = 100.000 pF R8 = 470.000 ohm - 1/2W
C9 = 1F (non polarizzato) R9 = 1.000 ohm - 1/4 W
C10 = 47 F- 63 VI (elettrolitico) R10 = 180 ohm- 1W
Cc11 = 100.000 pF R11 = 100.000 ohm - 1/2 W
c12 = 47 F- 63 VI (elettrolitico) R12 = 100.000 ohm - 1/2 W
C13 = 100.000 pF R13 = 22 ohm - 1/2 W
C14 = 100.000 pF R14 = 22 ohm - 1/2 W
C15 = 390 pF R15 = 22 ohm - 1/2W
C16 = 390 pF R16 = 22 ohm - 1/2 W
C17 = 390 pF
C18 = 390 pF
C19 = 100.000 pF Varie
C2o = 470 F - 63 VI (elettrolitico)
c21 = 100.000 pF IC1 = TDA 7260
c22 = 470 F - 63 VI (elettrolitico)
MF 1 = IRF 532
C23 = 470.000 pF MF2 = IRF 532
C24 = 100.000 pF MF3 = IRF 532
C25 = 100.000 pF MF4 = IRF532
DZ = zener (12 V- 1W)
L1 = bobina (15 H)
L2 = bobina (15 H)

tiva dall'uscita all'ingresso, su un circuito inte- carico è collegato tra le due uscite in controfa-
gratore (INTE GR.) che, con il suo ritardo, sta- se.
bilisce la frequenza di oscillazione, seguito poi Il segnale di bassa frequenza amplificato varia il
da un comparatore ad isteresi (COMP. CON ritardo dell'integratore, come rappresentato dal
ISTERESI) che determina gli scatti delle uscite diagramma B di figura 2; il duty-cycle dell'usci-
fra "tutto acceso" e "tutto spento". Il segnale ta, dunque, muta con l'ampiezza del segnale in
logico viene quindi inviato agli stadi di potenza. ingresso, in più o in meno, rispetto al 50% del
In assenza di segnale, l'oscillatore genera onde segnale zero, dando origine, sul carico, a cor-
quadre a valore medio nullo rispetto al carico, renti positive o negative, proporzionali al segna-
in considerazione del fatto per cui l'ipotetico le in entrata. Si ottengono cioè, i due segnali C

Elettronica rati ca 20 l
Superbooster

202 Elentronico Pratica


Superbooster

Fig. 5 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato che l'operatore deve riportare su
una delle due tacce di una basetta di materiale isolante, delle dimensioni di 13,5 cm x 6 cm.

e D di figura 2, mentre il filtro ed il carico ri- do sono accesi, presentano, sui terminali di
mangono interessati dalla somma algebrica di source e di gate, una tensione di valore compre-
questi segnali, con la formazione delle curve ri- so fra gli 8 V e i 12 V. Che diviene di O V quan-
portate in E ed in F di figura 2. do i transistor sono "spenti".
Nei quattro transistor, fra gli elettrodi ora men-
zionati, è presente un circuito resistivo-
CONSIDERAZIONI GENERALI capacitivo, che provvede a smorzare le violenti
commutazioni in grado di originare disturbi
Per variare l'oscillazione di base, anche se è elettromagnetici, per la cui eliminazione si con-
consigliabile limitarsi a qualche piccolo ritocco, siglia di inserire il modulo elettronico di figura
occorre intervenire sul valore capacitivo del 4 in una scatola di ferro, possibilmente zincato
condensatore C3, che è il condensatore dell'in- o stagnato e collegato a massa.
tegrato di ICl, quello che fissa, unitamente alla Se accoppiato ad un ricevitore radio, nel mo-
resistenza R5, la costante di tempo. do illustrato in figura 7, l'apparecchio rimane
La resistenza R6 controlla il guadagno dello disturbato nelle zone di sintonia ove non sono
stadio amplificatore d'ingresso dell'integrato presenti segnali. Ciò significa che, durante le
ICl. Pertanto, ai valori resistivi più alti di R6 operazioni di ricerca delle emittenti radiofoni-
corrispondono quelli più elevati del guadagno. che, invece che il solito "soffio", si udrà un
Non si consiglia invece di ritoccare tutti gli altri fischio. Ma anche questo inconveniente sparisce
elementi esterni ad ICl. con l'impiego di un contenitore metallico e
Gli stadi d'uscita del circuito di figura 3 sono pi- scompare pure in presenza di segnale sintoniz-
lotati, in tensione, direttamente dai circuiti gui- zato. La sua origine, peraltro, è giustificata,
da dell'integrato e sono identificabili nei transi- perché caratteristica di tutti gli apparati "swit-
stor MFl - MF2 - MF3 - MF4. Questi, quando ching".
entrano in funzione o, come si suol dire, quan-

Elettronica Pratica 203


Superbooster

20 valore della corrente derivabile deve risultare


raddoppiato.
L'alimentazione deve essere ben filtrata ed ap-
IRF532 plicata ai terminali del modulo 3 - 6 tramite ca-
vo schermato. Anche l'altoparlante, da collegar-
~ si ai terminali 4 - 5 del modulo, necessita di ca-
o vo schermato che, qualora dovesse raggiungere
o
o
N
una lunghezza ragguardevole, dovrà essere di
sezione abbondante; si possono utilizzare, ad
< esempio, i cavi schermati di rete.
g
r
g
. d. s
La basetta supporto del modulo elettronico è di
materiale isolante, bachelite o vetronite, di for-
ma rettangolare, delle dimensioni di 13,5 cm x
100 D11 6 cm. Su una delle sue facce va composto il cir-
cuito stampato, il cui disegno in grandezza reale
è pubblicato in figura 5.
Fig. 6 - Piedinatura dell'integrato e dei transistor mo- Il completamento del circuito stampato è otte-
sfet montati nel circuito dell'amplificatore di bassa nuto per mezzo dell'applicazione, sulla faccia
frequenza. L'aletta di raffreddamento del transistor
si trova in collegamento elettrico con l'elettrodo di
opposta della basetta supporto, di alcuni ponti-
drain. celli, rappresentati da pochi spezzoni di fili con-
duttori, esattamente quattro, di cui due si trova-
no in posizione parallela all'integrato ICl, men-
tre gli altri due sono posizionati sui fianchi del
condensatore elettrolitico C22.
I quattro transistor MFI- MF2 - MF3 - MF4,
MONTAGGIO quando l'amplificatore lavora alla massima po-
tenza, si scaldano molto poco; tuttavia, per una
Il modulo elettronico dell'amplificatore si rea- maggiore sicurezza di funzionamento dell'appa-
lizza nel modo segnalato in figura 4, che propo- rato, si possono aggiungere, a quelle già esi-
ne il piano costruttivo dell'apparato, perfetta- stenti, altre quattro alette metalliche in grado di
mente identico a quello da noi approntato e favorire la dispersione dell'energia termica, ma
collaudato nei nostri laboratori, peraltro chiara- facendo bene attenzione che queste non si toc-
mente riprodotto nella foto di apertura del pre- chino fra loro, perché tutte rappresentano l'e-
sente articolo. ' lettrodo di drain "d" dei semiconduttori mosfet,
Ovviamente, trattandosi di una costruzione ab- ovvero di elementi sotto tensione.
bastanza complessa, almeno apparentemente, Per la realizzazione delle due bobine Ll - L2, la
non se ne consiglia il montaggio ai principianti. nostra scelta è caduta sulle espressioni toroidali,
Come abbiamo già avuto occasione di dire, il ma ogni altra forma costruttiva di L1-L2 può
modulo elettronico di figura 4 completa una ca- essere adottata, con la certezza di ottenere gli
tena di elementi, anche se esso è il più impor- stessi risultati pratici, purché l'impedenza Z di
tante, secondo quanto illustrato in figura 7. queste sia esattamente di 15 H.
All'ingresso, infatti, sui terminali 1 - 2, quando I due toroidi da noi utilizzati hanno un diame-
l'accoppiamento viene realizzato con un ricevi- tro esterno di 2 cm. Su entrambi sono state av-
tore radio, occorre inserire un trimmer da 220 volte 14 spire di filo di rame smaltato del dia-
ohm, da regolare una volta per tutte sul massi- metro di 0,8 mm. Le spire debbono essere av-
mo livello audio indistorto. Altrimenti, si deve volte con regolarità su tutta la superficie dei nu-
far uso della sorgente di segnale, interponendo clei e quindi equamente spaziate. Ma, lo ripe-
un circuito preamplificatore. tiamo, si possono montare bobine di forma di-
In ogni modo, il dispositivo elettronico di figura versa, realizzate con lo stesso tipo di filo o an-
4 va alimentato con adatto alimentatore, in gra- che di maggior diametro, purché l'impedenza
do di erogare la tensione continua di 24 V cc -è- risultante rimanga quella prefissata di 15 H.
30 Vcc ed una corrente di 1 A, se l'altoparlante Quei lettori che volessero utilizzare proprio le
utilizzato è da 4 ohm, di 2 A se l'altoparlante è bobine toroidali e non riuscissero a reperire
da 2 ohm. In caso di versione stereofonica, il questi componenti nelle loro località di residen-

204 Elettronica Pratica


Superbooster

RX

a±e go
rosso ALIM.
B00STER

AP
Fig. 7 - Volendo collegare l'entrata dell'amplificatore di bassa frequenza con l'uscita di un
radioricevitore, si deve interporre, fra le due parti, un trimmer da 220 ohm, da regolare una
volta per tutte sul massimo livello audio indistorto.

za, potranno richiederle, unitamente ai quattro certare se questi sono stati collegati in fase tra
transistor mosfet, alla ditta BCA ELETTRONI- loro, nel senso che, tutti i coni debbono avanza-
CA - Via T. Campanella, 134 - IMOLA (Bolo- re o indietreggiare contemporaneamente in
gna). presenza della stessa nota emessa. In caso di er-
Una volta ultimato il montaggio del modulo rore di cablaggio si rimedia all'inconveniente
elettronico, conviene rinforzare le piste di rame invertendo i collegamenti sulla bobina mobile.
relative alla tensione di alimentazione positiva e Ma il primo controllo che si deve eseguire si ri-
negativa, che fanno capo ai terminali 6-3. Tale ferisce alla ricerca di eventuali errori di cablag-
operazione si realizza ingrossando le piste con gio, che possono essere individuati ripassando
una spessa copertura di stagno. Con questo ac- tutto il montaggio e rivolgendo particolari at-
corgimento, infatti, si diminuisce la resistenza tenzioni alle polarità dei condensatori elettroli-
del rarne e si favorisce lo scorrimento di corren- tici, a quelle degli elettrodi dei semiconduttori e
te, soprattutto quando questa è di forte intensi- ai valori di tutti gli altri componenti.
tà, per esempio di 2 A, evitando una inutile di- Per quanto riguarda la correttezza delle tensio-
spersione di energia sotto forma di calore. ni presenti in ciascun punto del circuito, convie-
ne analizzare, per prime, quelle sui piedini 8 e 9
dell'integrato ICl, chiaramente segnalate sullo
CONTROLLI FINALI schema teorico di figura 3 e poi, via via, tutte le
altre.
Se al termine del montaggio dell'amplificatore, Coloro che vorranno installare l'amplificatore a
questo non dovesse funzionare o funzionasse bordo di autoveicoli con batteria a 24 Vcc, do-
malamente, l'operatore dovrà effettuare qual- vranno inserire, in serie con l'alimentazione, un
che controllo circuitale. Per esempio, se gli al- fusibile da 5 A nelle versioni monofoniche e da
toparlanti sono due o più di due, occorrerà ac- 8 A per quelle stereofoniche.

Elettronica Pratica 205


La composizione circuitale
è semplice,
ma l'intervento è rapidissimo.

Lo si collega in serie
con la linea positiva
degli alimentatori in continua
e a bassa tensione.

Il sistema di protezione delle diverse apparec- coli di incendio. Oppure nel caso in cui si deb-
chiature elettroniche, con il tradizionale fusibile bano proteggere componenti che tollerano i
elettrico, può ritenersi utile ed indovinato quan- grossi sovraccarichi, almeno per brevi istanti.
do si vogliono evitare i surriscaldamenti delle Ma quando si tratta di salvaguardare quei deli-
parti circuitali e scongiurare i conseguenti peri- catissimi circuiti realizzati con tanti semicondut-

Il fusibile elettronico è da preferirsi a quello elettrico più


tradizionale, il cui intervento, pur essendo sicuro ed affidabile,
non è troppo veloce e si verifica spesso dopo che alcuni
semiconduttori del carico sono andati distrutti.

206 Elettronica Pratica


Fusibile elettro nico

tori, che non sopportano le rapidissime varia- l'arco di tempo di alcuni millisecondi, sono in
zioni di corrente, sia pure di minima intensità, grado di risparmiare l'integrità di certi semicon-
allora la tutela degli apparati deve essere affi- duttori. Che vengono rovinati in un solo centi-
data esclusivamente all'elettronica o, più preci- naio di microsecondi e per i quali si conosce un
samente, come si consiglia in questa sede, al fu- unico metodo di difesa, quello interamente
sibile elettronico. Anche perché taluni compo- concepito nella protezione elettronica.
nenti, ma in misura particolare quelli inseriti Tenendo conto che gli apparati più comuni e
nei radiotrasmettitori o negli amplificatori, sia meritevoli di vigilanza, con i quali si ha a che fa-
ad alta fedeltà come per le frequenze elevate, re più frequentemente, sono alimentati con le
sono solitamente costosi ed il loro ricambio in- basse tensioni continue e correnti fino a 5 A,
fluisce negativamente sulla gestione economica per esempio con 12 V cc - 24 V cc - 48 V cc, ab-
dei dispositivi. Eppure, la sostituzione di inte- biamo progettato e presentato in queste pagine
grati, transistor e diodi è un'operazione d'obbli- un valido dispositivo, per correnti e tensioni
go, quando durante gli interventi laboratoriali continue, da inserire sulla linea positiva dell'ali-
di verifica e controllo, di messa a punto e tara- mentatore, dentro o a valle di questo e, di cui
tura, di tentativi di miglioramento o di collaudo, tutti potranno verificare l'efficacia nella mag-
si incorre in qualche involontario errore di ma- gior parte delle pratiche applicazioni.
novra, che certamente danneggia le parti in gio- Non ci siamo invece interessati alla protezione
co se i corrispondenti alimentatori non sono di apparati elettronici alimentati in corrente al-
stati in precedenza armati con un adeguato si- ternata o con tensioni continue più elevate di
stema protettivo. quella massima governabile di 50 V cc, perché il
Neppure i procedimenti di difesa contro le mas- progetto sarebbe apparso circuitalmente molto
sime intensità di correnti ammissibili, costruiti più complesso di quello pubblicato in figura 1 e,
con relé elettromagnetici che, in occasione di soprattutto, poco economico. Ma poi la pratica
sovraccarichi notevoli, possono intervenire nel- utilità di quest'ultimo sarebbe risultata alquanto

Elettronica Pratica 207


Fusibile elettronico

1R2

El
tlC €e[
{ U

R1

TP1
C1
R4

R2 R3

Fig. 1- Circuito elettrico del fusibile elettronico. L'intensità di corrente, derivabile dal con-
duttore contrassegnato con la lettera U, va regolata tramite il potenziometro R3 di tipo a va-
riazione lineare.

-----COMPONENTI-----
Condensatore Resistenze Varie
C1 = 22.000 pF R1 = 2.000 ohm- 1/4 W TR1 = BC109
R2 = 3.900 ohm - 1/4 W TR2 = MJ3001
R3 = 2.200 ohm (potenz. lin.) D1 = 1N4148
R4 = 1.200 ohm - 1/4 W

limitata, visto che i semiconduttori di potenza plicità e rapidità di intervento, per un controllo
sono generalmente alimentati con le basse ten- di tensioni continue fino al massimo valore di
sioni. 50 Vcc e correnti continue massime di 5 A.
Dunque, ripetiamo. Il progetto di fusibile elet- Come è stato detto, l'inserimento del fusibile
tronico qui proposto gode dei due principali re- elettronico potrà essere ottenuto nel modo illu-
quisiti pretesi da ogni lettore principiante: sem- strato in figura 6, ovvero a valle dell'alimentato-

208 Elettronica Pratica


Fusibile elettronico

a TR2

EP

Fig. 2 - Plano costruttivo del fusibile elettronico. Il potenziometro regolatore di corrente è


fissato sulla faccia opposta della basetta supporto. Le llnee tratteggiate e le piste del circui-
to stampato debbono considerarsi viste In trasparenza.

re stabilizzato, anche se posizione più congenia- di corrente disponibile all'uscita.


le e maggiormente consigliata è quella di figura L'elemento di maggior rilievo tecnico del pro-
7, cioé fra il ponte raddrizzatore a diodi ed il getto di figura 1 va riscontrato nel transistor
circuito stabilizzatore. TR2, che è un Darlington di potenza, ovvero un
transistor che, nello stesso contenitore, la cui
piedinatura è interpretata attraverso i disegni
ESAME DEL PROGETTO pubblicati in figura 4, racchiude ben due transi-
stor direttamente accoppiati nella configurazio-
Il circuito di figura 1 va collegato in serie con il ne omonima. Lo scopo di questo montaggio è
conduttore della tensione positiva dell'alimen- di pilotare un transistor di potenza con una cor-
tatore in continua che si vuol proteggere dai rente molto ridotta. Ma per sapere come TR2
transitori di tensione e corrente. viene alimentato, occorre prendere le mosse dal
Con la lettera E viene segnalato il conduttore comportamento del transistor TR1, ovviamente
d'entrata, con la U quello d'uscita. Con il po- dopo aver ricordato che le caratteristiche elet-
tenziometro R3 si regola il valore dell'intensità triche del transistor Darlington modello MJ

Elettronica Pratica 209


Fusibile elettronico

nU i o

EP
@o
+-
Fig. 3 - Disegno In grandezza reale del circuito stampato da comporre su una piastrina sup-
porto delle dimensioni di 7 cm x10,2 cm.

3001 di tipo NPN, montato nel progetto del fu- che la tensione, misurata sui terminali della re-
sibile elettronico, sono le seguenti: sistenza R4 e sommata a quella presente sulla
porzione di destra del potenziometro R3, rima-
le max = lOA ne inferiore a:
Vce = 80V
Max pot. diss. = 150W 0,6 V + 0,6 V = 1,2 V
HFE = =
1.000 (le 5A)
Dunque il diodo al silicio D 1 rimane spento e la
Normalmente il transistor TRl, per il quale si giunzione base-emittore di TRl non è in con-
utilizza il modello BC109, rimane aperto, dato duzione. In tal caso il transistor TR2 viene ali-

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a
ELETTRONICA PRATICA
21 O Elettronica Pratica
Fusibile elettro nico

Fig. 4 - Espressione reale, a sinistra e piedinatura, a


destra, del transistor Darlington modello MJ 3001.

mentato tramite la resistenza Rl e la sua base presenti due giunzioni base-emittore, occorre
si eleva a 1,2 V circa dall'emittore. Ora, tenen- immettere una corrente di base in grado di far-
do conto che il Darlington è composto da due ne fluire un'altra di collettore-emittore nei due
transistor in serie e che nel circuito di base sono transistor, onde inviarli in conduzione. Ma,

Fig. 5 - Ad una distanza di due centimetri dalla basetta supporto del circuito del fusibile
elettronico, occorre applicare un robusto radiatore, sul quale si monta il transistor TR2.

Elettronica Pratica 211


Fusibile elettronico

--------------- -----------
ALIMENT. CC

FUS. ELETTR.
•/ ESTERNO
u

100a
2W

I
I
I
----------- --- - -- - - - -- -1

Flg. 6 - Impiego del tuslblle elettronico In posizione esterna all'alimentatore. Il carico resisti-
vo minimo di 100 ohm - 2 W è necessario quando il fusibile viene utilizzato In presenza di
correnti debolissime.

come si può notare, osservando il simbolo elet- giunge il valore di 1,2 V, il diodo al silicio D1
trico di TR2 nello schema di figura 1, la corren- diviene conduttore ed applica la tensione di ba-
te di emittore del primo transistor diviene la se, sul transistor TRl, per accenderlo. Conse-
corrente di base del secondo. E in questo modo guentemente, divenendo TRl conduttore, que-
il guadagno di corrente complessivo è dato dal sto sottrae la tensione di polarizzazione di base
prodotto dei due guadagni, consentendo a TR2 a TR2, che si spegne. E l'interdizione di TR2
di raggiungere quello tipico di 1.000 volte, con avviene molto rapidamente, essendo caduta la
la corrente di collettore di 5 A. Per dirla in altre tensione fra base ed emittore a poche decine di
parole, la configurazione Darlington garantisce millivolt. Dunque il circuito di figura 1 è di tipo
il controllo di correnti elevate, fino ad alcuni a scatto. Infatti, appena il transistor TR 1 divie-
ampére, con piccole correnti di pilotaggio di ne conduttore, il TR2 si apre immediatamente
qualche milliampère. e fornisce più tensione al ramo resistivo R2
Quando il transistor TR2 è in conduzione o, + R3 + R4, riconfermando la saturazione di
come si dice in gergo, è acceso, la corrente che TRl, cioé stabilendo una reazione positiva che,
esce dal terminale U può fluire attraverso il ca- in pochi microsecondi, spegne e mantiene spen-
rico di utilizzazione. Ma se questo varia, anche to il transistor Darlington.
la corrente assorbita cambia di intensità e muta Per ripristinare lo stato di conduttività del cir-
pure il valore della tensione fra emittore e col- cuito di figura 1, occorre disinserire il circuito di
lettore di TR2, iniziando da 1,4 V in presenza carico collegato sul terminale U e, ovviamente,
di piccole correnti. eliminare da questo le cause che hanno provo-
Contemporaneamente, qualora si tratta di au- cato il sovraccarico. Anche l'alimentazione va
menti di corrente, cresce anche la tensione va- interrotta per un tempo adeguato.
lutata su R2 + R3 + R4 e quando nel tratto Il condensatore Cl, collegato fra l'anodo del
R4 e porzione di destra di R3 la tensione rag- diodo al silicio D1 e l'emittore di TRl, svolge la

212 Elettronica Pratica


Fusibile elettronico

1 -------------- -----------
I ALIMENT. C C.
FUS. ELETTR
I { INTERNO
I
I
I
-I
1
I
I STA.
I ~
I ~
I -!
H.

I ::::i
I
I I
I
I -
----------- --- - -- - - --- _, I

Flg. 7- Sistema corretto di utilizzazione del fusibile elettronico, che appare qui inserito fra Il
ponte raddrizzatore a diodi ed il circuito di stabilizzazione.

funzione di ritardare l'intetvento dello scatto preferirsi, anche se costringe l'operatore princi-
del circuito di figura 1 in presenza di rapidi di- piante alla difficile opera di apertura del conte-
sturbi e falsi inneschi. A questo componente nitore dell'alimentatore.
abbiamo assegnato il valore capacitivo di 22.000 Nell'apposita tabella sono segnalati, sulla prima
pF- 25 VI, ma se è possibile si consiglia, in sede colonna, i più significativi valori delle correnti
applicativa, di ridurre la capacità di qualche mi- prelevabili dal conduttore d'uscita U del fusibile
gliaio di picofarad, servendosi sempre di un ele- elettronico; nelle successive altre due colonne
mento di tipo ceramico. sono elencati i corrispondenti valori delle cadu-
Ricordiamo che la corrente massima tollerabile te di tensione nel caso di impiego dello schema
dal fusibile elettronico è di 5 A Quindi, non di utilizzazione di figura 1 o di figura 6, quando
conviene mai superare tale limite. sull'uscita è applicato un carico di minim o valo-
In presenza di carichi induttivi è utile prevedere re di 100 ohm - 2 W.
l'impiego di diodi al silicio di protezione contro
le eventuali extracorrenti di apertura, servendo-
si di modelli tipo IN4004 con il catodo inserito TABELLA DELLE TENSIONI
sulla linea positiva e l'anodo su quella negativa.
Il circuito di figura 1, in condizioni di funziona-
mento normali, comporta una caduta di tensio- I use. V(tig. 1) V (fig. 6)
ne, che va sempre tenuta nella massima consi-
derazione. Questa cambia, in ogni caso, col mu- 0,1A 1,4 V -
tare della corrente assorbita ed il tipo di inseri- 1 A 1,6V 0,2V
mento del fusibile elettronico, che può essere 2 A 1,9V 0,6V
quello di figura 6 oppure l'altro illustrato in fi- 5 A 3,5 V 2,6V
gura 7 che, come è stato detto, è sempre da '

Elettronica Pratica 213


Fusibile elettronico

Concludiamo qui l'esame del circuito elettrico poi si innesta la manopola di comando, in corri-
del fusibile elettronico di figura 1 ricordando spondenza della quale, sulla basetta, si potran-
che questo dispositivo non sostituisce le tradi- no riprodurre i valori più significativi delle cor-
zionali protezioni con i fusibili elettrici che, pur renti d'uscita dal fusibile. Così come è stato fat-
utilizzando questo sistema ora descritto, debbo- to nel prototipo da noi approntato e riprodotto
no rimanere al loro posto, se presenti nelle ap- fotograficamente all'inizio dell'argomento qui
parecchiature da alimentare o nello stesso ali- trattato.
mentatore. Lungo la linea mediana della basetta supporto
di figura 2, sulla destra e sulla sinistra del po-
tenziometro R3, si notano due fori. Ebbene, su
MONTAGGIO questi debbono essere introdotte le due viti di
fissaggio di altrettanti distanziali, ovvero di due
La foto di apertura del presente articolo, lo colonnine metalliche, della lunghezza di 2 cm,
schema costruttivo di figura 2 ed il particolare sulle cui estremità si monta il grosso elemento
riprodotto in figura 5, interpretano abbondante- dissipatore di calore riprodotto in figura 5, che
mente la composizione finale del fusibile elet- ha le dimensioni di 8 cm x 7,5 cm x 2,5 cm.
tronico ed il metodo da seguire per raggiungere Prima di fissare il radiatore, occorrerà montare
la completa realizzazione. In ogni caso, il primo su questo il transistor Darlington, dopo aver in-

elemento da approntare è rappresentato dalla dividuato esattamente le posizioni degli elettro-


basetta supporto con circuito stampato, che de- di e ricordando che quello di collettore è rap-
ve essere di materiale isolante, bachelite o ve- presentato da tutto l'involucro metallico del
tronite, di forma rettangolare e delle dimensio- contenitore di TR2. Ciò significa pure che, tra
ni di 7 cm x 10,2 cm. la superficie piatta del transistor e quella del ra-
Su una delle facce della basetta supporto va diatore, occorre inserire un foglietto di mica a
composto il semplice circuito stampato, il cui garanzia dell'isolamento dell'elettrodo. Anche
disegno in grandezza reale è pubblicato in figu- le due viti di fissaggio di TR2 debbono rimane-
ra 3. re isolate dal metallo del dissipatore. Pertanto, i
Sulla faccia opposta a quella in cui è presente il due fori corrispondenti verranno attraversati da
circuito stampato si applicano, nell'ordine sug- altrettanti tubicini di materiale isolante, che di
gerito nello schema costruttivo di figura 2, tutti solito vengono venduti assieme al componente.
i componenti, fatta eccezione per due di questi: Questi invece non servono per i conduttori sal-
il potenziometro R3 di regolazione della cor- dati sugli elettrodi di base ed emittore, se i cor-
rente d'uscita dal fusibile ed il transistor Darlin- rispondenti fori sono sufficientemente larghi.
gton TR2. Infatti, il potenziometro va applicato Una volta completato il montaggio del fusibile
nella parte posteriore della basetta, mentre il elettronico, questo va utilizzato in uno dei modi
suo perno esce da quella anteriore. Su questo illustrati nelle figure 6 e 7. Quello di figura 7,

214 Elettronica Pratica


Fusibile elettronico

poi, obbliga il costruttore ad introdurre il mon- troppo, i danni si sono già verificati. E se a valle
taggio nello stesso alimentatore, in considera- dovesse essere necessariamente prevista la pre-
zione delle modeste dimensioni e della sempli- senza di un condensatore, si consiglia di asse-
cità circuitale del fusibile. gnare a questo il minimo valore capacitivo, ap-
Tutte le volte che il carico subisce un'interru- plicando contemporaneamente un diodo al sili-
zione di alimentazione, a causa di un benefico cio, di tipo 1N4004, tra collettore ed emittore
intervento del fusibile, occorre spegnere l'ali- del transistor di potenza TR2, con l'anodo sul-
mentatore per qualche secondo onde ripristina- l'emittore ed il catodo sul collettore.
re l'erogazione dell'energia elettrica. Concludiamo ricordando che, facendo funzio-
Qualora nei circuiti di applicazione fossero pre- nare il fusibile elettronico con correnti di eleva-
senti dei grossi condensatori elettrolitici, con- ta intensità, per tempi molto prolungati, la tem-
viene sempre inserire il fusibile elettronico a peratura del circuito aumenta in misura sensi-
valle di questi. Perché se si trovasse a monte, il bile, tanto che il grosso dissipatore può neces-
suo intervento avverrebbe solo dopo una par- sitare anche di una appropriata ventilazione
ziale scarica dei condensatori e quando, pur- forzata.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
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Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
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esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zlonare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura- I condensatori- I resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia anallsl dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
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Elettronica Pratica 215


CASSE ACUSTICHE
PROTETTE
Da qualche tempo a questa parte, parecchi ap- di impedire la distruzione delle casse acustiche,
passionati della riproduzione sonora musicale ci quando l'amplificatore funziona a tutto volume.
hanno chiesto la pubblicazione di un dispositi- Costoro, quindi, hanno sollevato un problema
vo, piuttosto semplice ed economico, in grado purtroppo sempre attuale e comune a molta

Inserito in un certo modo, sui conduttori che alimentano le casse


acustiche, questo modulo elettronico riduce automaticamente la
potenza di emissione degli amplificatori audio, quando questa
supera i limiti tecnicamente accettabili, proteggendo in ogni
momento gli altoparlanti.

216 Elettronica Pratica


Casse acustiche protette

gente, che riguarda in primo luogo la civile con- riamente essere dotati di notevole potenza, an-
vivenza e, secondariamente, l'integrità degli al- che se, in pratica, l'ascolto migliore viene rag-
toparlanti. Perché non è assolutamente ammis- giunto con valori di intensità più bassa, quando
sibile, quando si abita in città, in uno stabile con la distorsione scompare ed i suoni toccano l'api-
molti appartamenti, lasciare acceso alla massi- ce della piacevolezza. Eppure, in molte famiglie
ma potenza di emissione il riproduttore audio vivono e giocano i bambini, o persone deboli
ad alta fedeltà, senza preoccuparsi degli altrui d'udito che, involontariamente e senza accor-
diritti alla tranquillità domestica e senza tener gersene, girano le manopole dell'apparecchio
conto che, a certi livelli fonici, molte caratteri- monofonico o stereofonico, fino a provocare
stiche tecniche dell'apparato vengono annulla- forti vibrazioni dei vetri delle finestre o, addirit-
te. D'altra parte, gli amplificatori hi-fi, per van- tura, la caduta di alcuni soprammobili ma, so-
tare certi requisiti musicali, debbono necessa- prattutto, creando turbamento ed agitazione

Relè elettronico di protezione degli altoparlanti contro I sovrac-


carichi.

Il progetto si adatta a molte altre applicazioni dopo poche, sem-


plici varianti.

Elettronica Pratica 21 7
Casse acustiche protette

Fig. 1- Progetto del modulo elettronico


da Inserire in serie con le linee di colle-
gamento dell'uscita degli amplificatori
·» ·[ ] - ·lu]· · ·-·-•- •-•-•-•IC\'J BF e i loro altoparlanti. L'alimentazione
in continua è di 12 Vcc 7 14 Vcc, con
"'
e:
o
e:
un assorbimento di 0,1 A. Con Il trim-
mer R2 si regola la soglia di scatto del
circuito.
&

l
O::

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 1F (non polarizzato)
C2 = 1F (non polarizzato)
C3 = 1F (non polarizzato)
C4 =47 F- 35 VI (elettrolitico)
es = 1F (non polarizzato)
C6 = 1F (non polarizzato)
C7 = 47 F- 35 VI (elettrolitico)

1F
" Resistenze
R1 = 1.200 ohm - 1/4 W
R2 = 220 ohm - trimmer
R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
R4 = 10.000 ohm - 1/4 W
R5 = 10.000 ohm - 1/4 W
R6 = 470.000 ohm - 1/4W
o
ct R7 = 10.000 ohm - 1/4 W
R8 = 10.000 ohm - 1/4 W
R9 = 10.000 ohm - 1/4 W
I R10 = 2.700 ohm - 1/4W
t
R11 = 4,7 ohm- 15 W
ct I
I
Varie
I
Ic1 = TL 082
l TR1 = BC 107
.-. e vette [ D1 = diodo silicio (1N914)
D2 = diodo silicio (1N914)
-·-·-·-·-·-·-· uè·-·-·-·-· ué·-·-·j DZ = diodo zener (7 ,5 V - 0,5 W)
C\j RL = relè (12 Vcc)
Lu Lu vcc = 12Vcc + 14Vcc

218 Elettronica Pratica


Casse acustiche protette

......
Lu
Elettronica Pratica 219
Cosse acustiche protette

-Ir, I i +

t
o

_ 3

Fig. 3- Disegno in grandezza naturale del circuito stampato che l'operatore dovrà comporre
su una delle due facce di una basetta supporto di materiale isolante, di forma rettangolare e
delle dimensioni di 13 cm x 6 cm.

nel vicinato. Contemporaneamente le casse l'amplificazione audio.


acustiche sono soggette a superlavoro, che pos- Tutti gli apparati audioriproduttori, ma in misu-
sono tollerare per un breve arco di tempo, ma ra particolare quelli di alta qualità, possono
che prima o poi le guasta anche irreparabilmen- erogare potenze elettriche di picco molto eleva-
te. Dunque, questi ed altri ancora sono i motivi te, fino a cinque o dieci volte superiori a quella
che ci hanno convinto a progettare e pubblicare massima. E ciò deve attribuirsi a molti motivi,
un circuito che, inserito in un certo modo sui di cui i principali sono qui di seguito elencati.
conduttori che inviano i segnali acustici ai vari Il primo motivo va individuato nel fatto che il
trasduttori, possa intervenire automaticamente circuito limitatore di potenza, quando sta per
nella regolazione della potenza, quando questa intervenire, introduce distorsione nei segnali
si rivela eccessiva. Ovviamente, senza alterazio- amplificati ed obbliga quindi i circuiti di conver-
ni o manomissioni dei diversi elementi che sione dell'energia elettrica in quella acustica a
compongono le preziose catene dei riproduttori lavorare su livelli di potenza di gran lunga su-
sonori ad alta fedeltà. periori a quella normale.
Un secondo motivo può essere identificabile
nella presenza dei filtri di crossover degli alto-
UTILITÀ DEL DISPOSITIVO parlanti, i quali assorbono molta energia reatti-
va, che non si trasforma in suono, ma che avvia,
Per meglio apprezzare l'utilità del dispositivo, nei circuiti degli amplificatori, delle correnti as-
qui presentato e descritto, riteniamo doveroso sai più intense di quelle che determinano la po-
anticiparne l'analisi circuitale con alcune rifles- tenza acustica. Pertanto, allo scopo di poter
sioni relative agli amplificatori hi-fi. In sostanza, utlizzare questi modelli di filtri, i costruttori di
senza addentrarci nelle più complesse teorie apparati amplificatori ad alta fedeltà provvedo-
che regolano i fenomeni delle riproduzioni di no ad aumentare l'attitudine circuitale a pro-
segnali di bassa frequenza, vogliamo ricordare durre correnti elettriche.
alcuni dei concetti fondamentali che investono Il terzo motivo si riscontra nella riproduzione

220 Elettronica Pratica


Casse acustiche protette

musicale che, per raggiungere la potenza media mensioni contenute, che impongono l'impiego
di qualche watt, più che sufficiente per l'ascolto di altoparlanti non eccessivamente efficienti, i
in ambienti domestici, deve provenire da un quali per rendere volumi di suono elevati, ne-
amplificatore con potenze di picco molto eleva- cessitano di molta potenza. Che tuttavia può es-
te, anche superiori ai 100 W. sere tollerata per breve tempo, se il trasduttore
Ma occorre pure ricordare che gli altoparlanti è ottimamente costruito, ma che difficilmente
per l'alta fedeltà sono generalmente di tipo a viene sopportata a lungo. Infatti, gli avvolgi-
bassa distorsione, con una gamma di riprodu- menti elettrici degli altoparlanti, percorsi da
zione delle frequenze acustiche assai estesa, che forti correnti, conseguenti alle grandi potenze
comporta sistemi di costruzioni meccaniche con cui lavorano, producono sensibili quantità
smorzate e robuste. Le casse acustiche poi, fatta di energia termica che, lentamente ma inesora-
eccezione per quelle funzionanti in locali pub- bilmente, provoca un continuo aumento della
blici adibiti ai concerti di massa, assumono di- temperatura. E negli angusti spazi delle casse

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Elettronica Pratica 221


Cosse acu stiche protette

co
FASE -

BF FASE+ ·====

Flg. 4 - Cablaggio del modulo elettronico, ovvero del circuito elettronico C.E. di protezione
delle casse acustiche. Il breve tratto, contrassegnato con e.o., ricorda il circuito originale
prima dell'inserimento del dispositivo.

acustiche, è assai difficile smaltire il calore, circa 47. Dunque, colore che volessero aumen-
mentre appare molto più agevole l'eliminazione tare o diminuire il guadagno del primo stadio,
di questi inconvenienti adottando il sistema del dovranno agire sulla resistenza R6, tenendo
controllo automatico della potenza proposto in conto che, un aumento del guadagno, se molto
questa sede. elevato, comporta una riduzione, verso l'alto,
della gamma amplificata, anche nel settore del-
la bassa frequenza.
IL RELÈ ELEffRONICO La resistenza R7 introduce una certa percen-
tuale di reazione positiva, necessaria per rende-
li circuito del progetto pubblicato in figura 1 è re più decisa l'azione del relè RL attorno ai va-
sostanzialmente quello di un relè che agisce au- lori di soglia di scatto. Questa stessa resistenza,
tomaticamente sul livello sonoro delle casse tuttavia, può anche essere eliminata.
acustiche, diminuendolo quando questo tocca Le due resistenze R4 - R5 posizionano in cor-
valori inaccettabili. rente continua gli ingressi dello stadio "a" del-
I segnali di bassa frequenza, regolati in fase di l'integrato ICl, mentre il diodo al silicio D1
taratura del modulo dal trimmer R2, vengono raddrizza il segnale uscente dal piedino 1 di ICl
applicati ad un amplificatore rappresentato dal- e lo applica, sotto forma di corrente continua e
la sezione "a" dell'integrato IC1, per il quale è tramite la resistenza R8, al piedino 5 della se-
stato scelto il modello TL082. Questo primo zione "b dell'integrato.
stadio determina un guadagno valutato dal rap- Per ottenere un'azione filtrante più energica di
porto R6 : R3 e che, con le grandezze attribuite quella svolta nel circuito originale di figura 1,
a queste resistenze nell'elenco componenti, vale conviene inserire, in serie con il diodo raddriz-

222 Elettronico Pratica


Casse acustiche protette

zatore al silicio D 1, una resistenza del valore di tore di potenza, così da poter intervenire sulle
qualche migliaio di ohm. casse acustiche quando gli altoparlanti sono ri-
Lo stadio "b" di ICl è soltanto un convertitore masti sovraccaricati.
di impedenza, a guadagno unitario in tensione. Continuando con l'esame del progetto di figura
La sua impedenza d'ingresso raggiunge l'ordine 1, ricordiamo che il segnale applicato tramite la
delle centinaia di megaohm e quindi non scari- resistenza R8 all'ingresso non invertente della
ca il condensatore C6 se non molto lentamente. sezione "b" di ICl, lo si ritrova amplificato sul
Ma occorre che questo componente sia di tipo piedino d'uscita 7, dove la tensione può variare
a film plastico per bassa tensione, oppure cera- fra + 6 V e + .12 V. Ma quando la tensione
mico da 25 Vl o più, ma certamente non elet- d'uscita supera il valore di quella dello zener,
trolitico. vale a dire di 7,5 V, la base del transistor TRl
Per disporre di una costante di scarica più velo- rimane polarizzata, il semiconduttore si
ce, è anche possibile e consigliabile assegnare al "accende"' e sensibilizza il relè RL che provve-
condensatore C6 un valore capacitivo elevato, de a chiudere i contatti utilizzati. Ciò avviene
per esempio quello di 1 F, collegando in pa- ovviamente quando il segnale di bassa frequen-
rallelo una resistenza adeguata, ad esempio da za supera la soglia di pericolo.
1 megaohm per un tempo di memoria di un se- Il diodo al silicio D2 protegge la bobina del relè
condo. In ogni caso, si tenga presente che più RL dalle extracorrenti che si formano negli
bassa è la resistenza, più rapida si manifesta la istanti di apertura e chiusura del circuito finale.
scarica del condensatore. Coloro che volessero destinare il progetto di fi-
gura 1 ad impieghi diversi da quello della prote-
zione delle casse acustiche, per esempio all'uso
IL CONDENSATORE DI MEMORIA di un relè elettronico sensibilissimo, in grado di
scattare in presenza di ogni piccolo segnale di
Dal valore capacitivo attribuito al condensatore bassa frequenza applicato all'entrata, dovranno
C6 dipende il tempo durante il quale il relè RL eliminare la resistenza Rll, sostituire il trim-
rimane sensibilizzato. Dunque, senza che alcu- mer R2 da 220 ohm con un modello da 220.000
na resistenza venga collegata in parallelo a C6, ohm e la resistenza R6 da 470.000 ohm con al-
questo componente costituisce il condensatore tra da 4,7 megaohm.
di memoria.
Nella seguente tabella sono segnalate tre corri-
spondenze fra altrettanti valori capacitivi pre- MONTAGGIO DEL MODULO
scritti per C6 ed i relativi tempi di sensibilizza-
zione del relè RL.
Il montaggio del modulo elettronico si ottiene
nel modo segnalato in figura 2, che riproduce il
piano costruttivo reale del dispositivo da noi
Capacità C6 Tempo di sens. RL consigliato e per il quale occorre dapprima ap-
prontare la basetta supporto, di materiale iso-
lante, ovvero di bachelite o vetronite, di forma
0,1 F 1' rettangolare, munita, in una delle sue facce, del
0,5 F 5° circuito stampato, il cui disegno in grandezza
1F 10' ,
naturale rimane pubblicato in figura 3.
Sulla basetta supporto, che presenta le dimen-
sioni di 13 cm x 6 cm, tutti i componenti vanno
inseriti sulla faccia opposta a quella in cui è sta-
Il valore di 1 F deve essere ritenuto il più to riportato il circuito stampato, dove invece si
adatto nella pratica normale, mentre gli altri va- realizzano le saldature a stagno dei terminali.
lori capacitivi vanno adottati, preferibilmente, Si tenga presente che, per far funzionare il di-
in occasione di impieghi diversi del modulo spositivo, è necessario applicare il ponticello vi-
elettronico di figura 1. sibile sull'estrema destra dello schema di figura
Volendo concepire un progetto con memorie a 2, in prossimità del relè RL, che è rappresenta-
tempi lunghi, si consiglia di lasciare il modulo to da un piccolo spezzone di filo conduttore che
elettronico anche dopo aver spento l'amplifica- garantisce la continuità circuitale del modulo.

Elettronica Pratica 223


Casse acustiche protette

Inoltre, si dovranno evitare errori di cablaggio, frequenza per mezzo di grossi cavi, general-
inserendo, secondo le loro esatte polarità, i dio- mente in qualche modo contraddistinti allo sco-
di al silicio, lo zener ed il condensatore elettro- po di riconoscere facilmente ed immediatamen-
litico, che peraltro sono chiaramente segnalate te le fasi dei segnali convogliati. Ma noi, allo
nello schema di figura 2. Così come sono indi- scopo di essere capiti da tutti e in ogni caso, co-
cati, tramite le loro lettere iniziali, gli elettrodi sì come segnalato in figura 4, abbiamo indicato
di base - emittore - collettore del transistor i due conduttori con le seguenti espressioni:
TRl, mentre per l'integrato ICl, sullo stesso FASE e FASE +.
schema costruttivo, è riportato il numero 1; li conduttore di FASE va collegato, con un
orientativo dell'ordine con cui si succedono gli tratto di filo qualsiasi, con il morsetto 2 del mo-
otto piedini del componente. dulo che, nel progetto teorico di figura 1, corri-
sponde con l'entrata E2.
L'altro conduttore, quello che noi abbiamo se-
COLLEGAMENTO DEL MODULO gnalato con la sigla FASE + , va staccato dal
morsetto della cassa acustica e collegato al ter-
Una volta realizzato il modulo elettronico di fi- minale 5 del modulo elettronico. Questo stesso
gura 2, si deve provvedere al collegamento di terminale deve poi essere collegato, con un
questo con la cassa acustica che si vuol proteg- qualsiasi conduttore, con il terminale 1 del mo-
gere dagli eccessi di potenza. E per compiere dulo che, nello schema teorico di figura 1, corri-
quest'ultima operazione, occorre tenere sott'oc- sponde all'entrata El. E qui ci si potrà accusare
chio lo schema di cablaggio di figura 4. di aver dimenticato di sostituire il collegamento
Premettiamo che tutte le casse acustiche sono ora descritto con una corrispondente pista nel
collegate con l'uscita degli amplificatori di bassa circuito stampato. Ma tale omissione è stata vo-

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224 Elettronica Pratica


Casse acustiche protette

Iuta di proposito, allo scopo di poter utilizzare il A montaggio ultimato, il modulo elettronico
dispositivo per usi diversi da quello per cui è C.E. verrà sistemato dentro la stessa cassa acu-
stato concepito, ovvero per la salvaguardia delle stica di cui gli è affidata la protezione, tenendo
casse acustiche. conto che, per ogni cassa serve un esemplare
L'ultimo collegamento, previsto dallo schema di uguale a quello di figura 2.
figura 4, unisce il terminale 4 del modulo con il Per quanto riguarda l'alimentazione del modulo
morsetto in cui, in precedenza, prima dell'inter- elettronico, si consiglia l'uso di un alimentatore
vento, era inserito il conduttore della FASE +. da parete, di quelli che riducono la tensione al-
Giunti a questo punto, possiamo ora affermare ternata di 220 Vca in quella continua di 12 V cc
che il funzionamento dell'apparecchio diventa : 14 Vcc, ma ricordando che l'assorbimento di
ancor più comprensibile: quando il livello dei corrente è di O, 1 A.

segnali di bassa frequenza supera un certo limi- La taratura di tutto il sistema di protezione de-
te, il relè RL scatta e inserisce, in serie con l'al- gli altoparlanti si esegue regolando il trimmer
toparlante, la resistenza R 11 da 4,5 ohm - 15 R2, che controlla la sensibilità di intervento del
W, che provoca una caduta della potenza elet- dispositivo elettronico. Il livello audio dell'am-
trica a protezione della cassa acustica. plificatore va elevato alla misura ritenuta massi-
Nello schema applicativo di figura 4 sono state ma dall'operatore e soltanto in queste condizio-
riportate quattro sigle che assumono il seguente ni di funzionamento si fissa la posizione del
significato: trimmer sulla soglia di intervento.
Concludiamo informando i lettori che il sistema
C.E. = Circuito Elettronico di protezione descritto è valido esclusivamente
e.o. = Collegamento Originale per gli amplificatori solid-state, quelli a semi-
C.A. = Cassa Acustica conduttori, ma non per i vecchi apparati a val-
RL = Relè vole.

Elettronica Pratica 225


VECCHIE
RADIO
A
VALVOLE

TUBI MULTIGRIGLIA
IN PRATICA
Continuando l'analisi delle valvole elettroniche, triodo, ad esempio, rimane sempre una valvola
iniziata in forma generica nel fascicolo del mese amplificatrice, con la possibilità di lavorare in
scorso, ci soffermeremo ora sulla struttura mec- alta o in bassa frequenza. Così come il diodo
canica interna dei diversi tubi elettronici, sui lo- può appartenere alla serie dei tubi raddrizzatori
ro simboli teorici e le relative zoccolature. Toc- o rivelatori. In ogni caso, per tutti i modelli di
cheremo quindi argomenti che, una volta ben valvole, vengono sempre menzionati i dati di
assimilati, possono orientare il riparatore verso impiego, le caratteristiche statiche e quelle di-
quegli interventi che, a causa della carenza namiche. Le prime, infatti si riferiscono alle
commerciale di questa particolare, ma ormai grandezze elettriche che riguardano la valvola
vetusta componentistica, possono in qualche fuori circuito di utilizzazione, le seconde, inve-
modo ripristinare il funzionamento del radiori- ce, tengono conto del comportamento di questa
cevitore del tempo che fu. Cominciamo dunque durante il suo funzionamento. Le caratteristi-
col ricordare che tutte le valvole possono essere che statiche sono:
suddivise in vari gruppi a seconda dell'impiego
cui sono destinate, ferme restando le caratteri-
stiche principali stabilite dal numero di griglie 1- Tensione di filamento
inserite nel bulbo di vetro. Nel senso che un 2- Corrente di accensione

La valvola termoionica è un componente delle vecchie radio che può aver subìto
danni irreparabili, derivanti dall'usura, da errate alimentazioni o cortocircuiti interni,
che obbligano il riparatore a sostituire il tubo elettronico con altro che, molto spesso,
pur possedendo analoghe caratteristiche, non è perfettamente identico e di cui serve
conoscere ogni particolarità applicativa.

226 Elettronica Pratica


Tubi multigriglia in pratica

Strutture interne
Caratteristiche statiche
Requisiti dinamici
Tetrodo - Pentodo
Tubi tutto vetro
Varietà di zoccoli

3- Tensione anodica La pendenza, infine, indica il rapporto tra il


4- Corrente anodica coefficiente di amplificazione e la resistenza in-
5 - Tensione griglia schermo terna. E poiché si esprime attraverso un com-
6- Corrente griglia schermo portamento inverso rispetto a quello della resi-
7 - Polarizzazione di griglia stenza, si misura in "mho".

Quasi sempre, la tensione di filamento viene se-


gnalata in volt, con l'indicazione di corrente VALVOLE MULTIGRIGLIA
continua o alternata. La relativa corrente di ac-
censione viene espressa in ampère. Tutte le valvole provviste di un numero di gri-
Anche la tensione anodica viene indicata in glie superiore a tre possono definirsi valvole
volt, ma la corrispondente corrente è valutata in multigriglia. Ad esempio, se si aggiunge una
milliampère. Le stesse misure valgono per la griglia al triodo, questo diventa un tetrodo ed
tensione e la corrente di griglia schermo, men- elevando a tre le griglie si ottiene il pentodo.
tre per la polarizzazione di griglia la segnalazio- Nell'ordine, quindi, coll'aumentare del numero
ne è fatta in volt negativi rispetto al catodo. delle griglie, si conoscono il tetrodo, il pentodo,
Le caratteristiche dinamiche sono: l'esodo, l'eptodo e l'ottodo.
Del diodo e del triodo sono già stati menzionati
1-II coefficiente di amplificazione gli elementi caratterizzanti, cioè la loro compo-
2-La resistenza interna
sizione interna ed il relativo funzionamento.
3-La pendenza
Serve pertanto continuare con la descrizione
La prima di queste rappresenta il rapporto tra delle successive valvole multigriglia, iniziando
la variazione della corrente di placca e quella con il tetrodo.
della tensione di griglia. Da tale grandezza di- Sebbene il triodo costituisca un dispositivo di
pende l'amplificazione di uno stadio. grande importanza in tutto il settore della vec-
La seconda caratteristica dinamica, ossia la resi- chia radiotecnica, il suo impiego negli apparati
stenza interna, identifica l'opposizione esercita- di amplificazione è divenuto assai limitato. E la
ta dal circuito di placca al passaggio della cor- ragione principale di questa limitazione va rav-
rente e si misura in ohm. visata nella capacità elettrica che si manifesta
Elettronica Pratica 22 7
Tubi multigriglia in pratica

CATODO

I
Flg. 1- Parti componenti la valvola triodo. GII
GRIGLIA elettroni emessi dal catodo rappresentano la
ANODO carica spaziale che, per raggiungere la plac-
ca, debbono attraversare la grlglla controllo
CARICA la quale, a seconda della misura con cui è po-
SPAZIALE larlzzata, stablllsce nel tubo un flusso di cor-
rente più o meno Intenso.

tra gli elettrodi, in misura più sensibile tra gri- circuiti risonanti sulla griglia o sulla placca, sin-
glia e placca. Infatti, quando le frequenze di la- tonizzati sulla stessa frequenza o su frequenze
voro sono elevate, la capacità griglia-placca di- prossime, con la conseguenza che il triodo rara-
venta una facile via di trasferimento di energia mente viene utilizzato come amplificatore, a
dal circuito d'uscita a quello d'entrata. E tale meno che non si faccia ricorso ad un sistema
fenomeno appare ancor più esaltato nel caso di appropriato per controbilanciare l'indesiderato

CATODO -....
GR. Co»T

GR. 5CH.

Flg. 2 - Composizione meccanica interna di un


tubo tetrodo. Il disegno evidenzia gll elettrodi
di magglor rilievo tecnico ed Il fenomeno dl
concentrazione del flusso elettronico sulla
FASCIO Dl ELETTRONI placca.

228 Elettronica Pratica


Tubi multigriglia in pratica

I
U-
Fig. 3-Tre diversi tipi di placche comunemente montate nelle valvole elettroniche.

ritorno del segnale. Ma a tale accorgimento una placca. La seconda griglia, quella in più ri-
non corrisponde un risultato soddisfacente, da- spetto al triodo, è denominata "griglia scher-
to che la risposta più idonea al problema è stata mo" ed è formata da una spirale avvolta attor-
offerta da un altro tipo di valvola, denominata no alla griglia controllo e sistemata nello spazio
"tetrodo", ossia valvola elettronica a quattro libero fra griglia controllo e anodo .
elementi, contenente un catodo, due griglie e

C2D
.,... ......
... ~
~
... ~ I
~
... ""
... ~
....
...... ~

"'- ~

Flg. 4-Le griglie, a seconda del modello di valvola cui appartengono e della casa costruttri-
ce, possono essere diversamente concepite. SI noti, a partire da sinistra verso destra: la
griglia controllo di una valvola ricevente, quella di tipo più comune, la grlglla a quadro e
quella per valvole trasmittenti.

Elettronica Protico 229


Tubi multigriglia in pratica

EPTO DO

~ TRIODO

--$- TETRODO
VALVOLE
DOPPIE

~ PENTODO

Fig. 5 - Simbolismo normalmente impiegato nella composizione degli schemi elettrici per
designare i diversi tipi di valvole elettroniche.

IL TETRODO ca. In questo stato la griglia schermo attrae ver-


so di sè gli elettroni emessi dal catodo, assor-
Mentre la composizione meccanica interna del bendone una parte e lasciandosi attraversare
triodo è quella illustrata in figura 1 e cioè for- dall'altra, a causa della sua particolare confor-
mata dal catodo contenente il filamento, dalla mazione meccanica illustrata in figura 4, che è
griglia controllo e dall'anodo, la struttura del proprio quella di una griglia. In sostanza la gri-
tetrodo, dentro il bulbo di vetro, è quella ripor- glia schermo accelera, con la sua azione, la cor-
tata in figura 2; ricordiamo, tuttavia, che anodi sa degli elettroni verso l'anodo e con la parte di
e griglie possono assumere, come segnalato nel- quelli catturati avvia la corrente di griglia scher-
le figure 3 e 4, forme e dimensioni diverse. mo. Si comprende così il motivo per cui la plac-
Nell'impiego normale del tetrodo, il cui simbolo ca deve avere una tensione più alta di quella di
elettrico è il terzo, a partire dall'alto, della co- griglia schermo, che si trova ad una minore di-
lonna di sinistra di figura 5, la griglia schermo stanza dal catodo; la placca infatti deve effet-
viene mantenuta ad un potenziale positivo leg- tuare l'assorbimento elettronico preponderante,
germente inferiore a quello applicato alla plac- ossia quello utile ai fini dell'amplificazione,

230 Elettronica Pratica


Tubi multigriglia in pra tica

CONTROLLO
Fig. 6 - Distribuzione, all'interno di una valvola multi- SCHERMO
griglia, del principali elettrodi di appartenenza, os-
sia, a partire dalla zona centrale, fino a raggiungere
quello più periferico: catodo - griglia controllo - gri-
glia schermo - griglia soppressore e anodo. GRIGLIE

mentre la corrente di griglia schermo, di regola, placca hanno scarso effetto sulla carica spaziale.
non ha scopi pratici. Per meglio comprendere questo concetto, si po-
Oltre che ottemperare alle funzioni già menzio- trebbe dire che il campo di azione della tensio-
nate, la griglia schermo svolge un ulteriore ne di placca termina sullo schermo. Ciò non
compito: quello di rendere la corrente di placca vuol dire peraltro che la tensione di placca non
praticamente indipendente dalla tensione ano- sia importante, dato che questa rappresenta pur
dica, proprio in virtù dell'effetto di schermo. In- sempre il mezzo per l'attrazione degli elettroni
fatti, poiché questo è interposto tra griglia con- verso di sè, identificandosi con il circuito d'usci-
trollo e placca, le variazioni della tensione di ta della valvola. Tuttavia, la forza di attrazione
responsabile del movimento degli elettroni ol-
tre i confini della griglia controllo, è rappresen-
tata dalla tensione sulla griglia schermo, piutto-
sto che da quella sulla placca.

LA PRIMA MOSTRA SCAMBIO DI RADIO D'E-


POCA TRA PRIVATI AVRÀ. LUOGO PRESSO IL IL PENTODO
LICEO SCIENTIFICO DI NERETO (TERAMO) I radioricevitori di un tempo facevano ricorso
ad un quarto tipo di valvola, dopo il diodo, il
triodo ed il tetrodo, denominato pentodo, che
DOMENICA 10 MAGGIO 1992 può essere considerato un perfezionamento del


Per informazioni e prenotazioni: Tel. 086 1/856255, dalle ore
08,00 alle ore 14,00 - Sig. Enrico Chiarini - dal lunedì al
sabato. Fax: 0861/856255, dalle ore 0,00 alle ore 24,00, an-
tetrodo, perché a questo viene aggiunta una
terza griglia tra la placca e griglia schermo, de-
nominata griglia soppressore.
Il simbolo elettrico del pentodo è l'ultimo, in
basso della colonna di sinistra, di figura 5.
che festivi. La sua struttura meccanica interna, invece, è
pubblicata in figura 6.

Elettronica Pratica 231


Tubi multigriglia in pra tica

GETTER

RADIATORE VALVOLA
COMPLETA

ANODO

GR. SOPPRES'!>Ol2.E

BULBO

G2. SCHERMO

GR. CONTROLLO

AS51ME DEGLI
' CATODO
ELETTR.ODI

FILAMENTO

li!.ASE COIJ
MICA PIEDI t\JI

Fig. 7- Elementl costruttivi della valvola pentodo. Il primo, ad iniziare dall'alto della colonna
di sinistra, è il GETTER, ossia quella sostanza che viene inserita nel bulbo di vetro, al mo-
mento della costruzione della valvola, con lo scopo preciso di assorbire ogni traccia di gas
che potrebbe essere liberato dagll elettrodi durante il funzionamento iniziale.

232 Elettronica Pratica


Tubi multigriglia in pra tica

L'azione della griglia soppressore si manifesta


essenzialmente nei riguardi dell'emissione se-
condaria, riuscendo a sopprimerne o per lo me-
no ad attenuarne gli effetti. Di norma, questo
elettrodo appare collegato al catodo, interna-
mente od esternamente; in questo secondo caso
tramite apposito piedino presente sullo zoccolo
che, rendendolo indipendente, permette di uti-
lizzare il pentodo, se necessario, come triodo,
unendo alla placca le due griglie soppressore e
schermo.
L'accoppiamento elettrico fra catodo e griglia
soppressore consente la presenza del potenziale
catodico nella zona in cui appaiono gli altri
elettrodi, senza provocare quindi assorbimenti
di corrente e senza rendere necessario alcun ac-
corgimento di alimentazione atto a procurare
una specifica tensione. Dunque, la griglia sop-
pressore deve considerarsi a potenziale zero o
di massa quando rimane internamente collegata
al catodo, oppure quando vengono cortocircui-
tati i relativi piedini sullo zoccolo. Inoltre, la
presenza di questa griglia riduce ulteriormente
la capacità griglia-placca rispetto alla valvola te-
trodo, con una accentuata riduzione del proble-
ma dell'accoppiamento di ritorno, ossia di rea-
zione interna.
Essendo la placca positiva rispetto al catodo e
risultando questo connesso alla griglia soppres-
sore, quest'ultima rimane negativa nei confronti
dell'anodo. Ne consegue che gli elettroni dell'e-
missione secondaria, emessi dalla placca, ven-
gono respinti dalla griglia soppressore e rinviati
sulla placca. Si evita in tal modo la corrente in-
versa tra anodo e schermo, anche se la tensione
allo schermo eccede momentaneamente quella
di placca. Tutte queste sono le ragioni per cui il
pentodo ha avuto una così larga applicazione
nei circuiti di amplificazione.
L'inserimento di ulteriori griglie nel pentodo, Flg. 8 - Lo spaccato di questo modello di valvola
trasformano questa valvola nell'esodo, nell'e- pentodo permette di individuare, all'Interno del tubo,
la maggior parte degli elettrodi che la compongono.
ptodo, nell'ottodo, che sono tubi elettronici che
hanno trovato impiego nei radioricevitori in fun-
zione di valvole convertitrici di frequenza, utilizza-
te come prime valvole negli apparecchi a conver-
sione di frequenza, ossia in quelli a circuito su-
pereterodina. In tempi successivi, tuttavia, que-
sti modelli, citati per ultimi, sono stati sostituiti
con le valvole multiple che, allo scopo di ridurre elettrodi, sono disposti in modo da consentire
costi e dimensioni degli apparati, raggruppano collegamenti cortissimi, evitando accoppiamenti
nello stesso bulbo più funzioni di valvola. indesiderati con gli altri elementi del radiorice-
Le valvole multiple offrono anzitutto il vantag- vitore e rendendo l'apparato assai più compatto
gio di avere un unico zoccolo per i collegamenti e razionale.
esterni. Inoltre, i piedini, cui fanno capo gli Le valvole multiple sono state realizzate in un

Elettronica Pratica 233


Tubi multigriglia in pratica

numero di modelli talmente elevato, che non è


praticamente possibile elencarle tutte.
La figura 7 illustra, pezzo per pezzo, tutti gli
elementi che compongono la struttura interna
di un pentodo. La figura 8, invece, riproduce lo
spaccato di un altro modello di pentodo del ti-
po tutto vetro.

ZOCCOLI DELLE VALVOLE

Gli elettrodi contenuti in ogni valvola elettroni-


ca fanno capo, all'esterno, ad alcuni spinotti
metallici, il cui diametro cambia a seconda del
tubo e che prendono il nome di "piedini". Que-
sti, che possono essere disposti in modo diverso
sulla parte inferiore del bulbo di vetro, com-
pongono lo "zoccolo" della valvola.
L'ordine di successione dei piedini sullo zoccolo
e la loro corrispondenza con gli elettrodi interni
vengono dedotti direttamente dal disegno del
simbolo elettrico. Per esempio, osservando la fi-
gura 9 e facendo riferimento al primo simbolo a
partire dall'alto, si può affermare che ai piedini
4 1-7 fanno capo i terminali del filamento, men-
tre quello di catodo, internamente collegato
con la griglia soppressore, va individuato nel
numero 6. Il piedino di anodo viene segnalato
con il numero 4, quello di griglia controllo con
il 3 ed infine il piedino di griglia schermo con il
2. Questa stessa numerazione viene adottata
anche nei restanti simboli di figura 9, nei quali
muta soltanto l'espressione grafica. Ma ciò ri-
mane soltanto un esempio di numerazione degli
elettrodi del pentodo, che può essere diverso a
seconda del modello di valvola preso in consi-
derazione.
Per risolvere il problema pratico dell'individua-
zione dei piedini di una valvola, si prende in
mano il componente con lo zoccolo rivolto ver-
so l'operatore; quindi si inizia a contare in sen-
3 so orario, ovvero nel verso di avanzamento del-
le lancette dell'orologio, a partire da 1 e fino a
che non si finisce il giro, cominciando da quel
piedino che appare leggermente distanziato da-
gli altri. Ciò rimane ben evidenziato nella valvo-
la di tipo miniatura a sette piedini riportata in
figura 10.
Fig. 9- In tutti i prontuari delle valvole elettroniche, Quando non esistono due piedini maggiormen-
qualunque sia Il metodo grafico con cui vengono
teoricamente menzionate, gli elettrodi trovano preci- te distanziati tra loro, come ad esempio accade
sa corrispondenza con un numero che Identifica la nella valvola "rimlock", sulla superficie cilindri-
posizione del rispettivo piedino sullo zoccolo. ca del bulbo di vetro appare impressa una pic-
cola tacca guida, che individua il piedino 1 e dal
quale deve iniziare la conta che consente di ri-
234 Elettronica Pratica
KIT PER CIRCUITI

STAMPATI • 1e.ooo
I
I Dotato di tutti gli elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su
I vetronite o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche i tecnici più esigenti,
questo kit contiene pure la speciale pen-
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro.
Fig. 10 - Valvola di tipo
miniatura, a sette piedini,
denominata pure "tutto-
vetro'', con il relativo zoc-
coletto.

conoscere la presenza dei vari elettrodi, ovvia-


mente consultando gli appositi prontuari, dove
sono riportati gli schemi elettrici di tutte le val-
vole, con l'indicazione del numero dei piedini e
la loro corrispondenza.
Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
TIPI DI ZOCCOLI Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
Gli zoccoli delle valvole possono essere diversa-
mente concepiti, a seconda del modello e del - E' sempre pronto per l'uso. anche
tempo di produzione del tubo elettronico. Tut- dopo conservazione illimitata nel
tavia, per non dilungarci troppo su questo argo- tempo.
mento, ci limiteremo, qui di seguito, ad enume- - Il contenuto è sufficiente per tratta-
rare quegli zoccoli che il radioriparatore potrà re più di un migliaio di centimetri
incontrare, più frequentemente, nel corso del- quadrati di superfici ramate.
l'opera di restauro del vecchio apparato.
Cominciamo quindi con la valvola rimlock, il

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ELETTRONICA
PRATICA
Elettronica Pratica 235
Tubi multigriglia in pratica

Fig. 11- Classlco esempio di valvola americana a otto pie-


dini, denominata ''octal".

cui zoccolo è generalmente di vetro e rappre- quale scorre il punto di vetro. I piedini di que-
senta la continuazione del bulbo che racchiude sta valvola sono in numero di otto.
tutti gli elettrodi. Tale zoccolo, come è stato Passiamo ora allo zoccolo "miniatura", che as-
detto, è caratterizzato dalla presenza di un pun- sume tale denominazione a causa delle limitate
to sporgente, di vetro, che stabilisce la posizio- dimensioni del diametro di base della valvola.
ne del primo piedino e dell'ultimo, naturalmen- Anche qui lo zoccolo si identifica con la conti-
te contati in senso orario. Il punto sporgente di nuazione dell'ampolla di vetro del tubo. I piedi-
vetro impedisce la possibilità di errori nell'inse- ni sono tutti equidistanti tranne due, il primo e
rimento della valvola, dato che nello zoccolo l'ultimo, che sono più lontani. In tal caso, oltre
portavalvola è presente una scanalatura sulla che disporre dell'indicazione precisa della posi-

Fig. 12 - Sulla sinistra è raffigurata una


valvola a quattro piedini di produzione
molto lontana nel tempo. Ma anche
quella pubblicata sulla destra, dotata
di due coppie di piedini di diametro di-
verso, apparve soltanto nei radioricevi-
tori delle prime generazioni.

236 Elettronica Pratica


Tubi multigriglia in pratica

zione del primo piedino, dal quale parte il con- razione di conteggio a partire dal primo, che si
teggio in senso orario, rimane scongiurata ogni individua tramite la presenza di una guida in
possibilità di errore di inserimento della valvola plastica, posizionata al centro dello zoccolo e
nello zoccolo di sostegno. I piedini della valvola che evita la possibilità di errori nell'operazione
miniatura, come appare in figura 10, sono in di inserimento del tubo sullo zoccolo portaval-
numero di sette. vola.
Citiamo ancora due tipi di zoccoli: il "noval" e Naturalmente, la zoccolatura delle valvole non
quello denominato "octal". Il primo è dotato di si esaurisce con la descrizione dei pochi esempi
base in vetro; i piedini sono in numero di nove, fin qui riportati, perché durante l'esercizio pra-
tutti equidistanti tranne il primo ed il nono, che tico di riparazione· o restauro delle vecchie ra-
sono più lontani fra loro. dio, il tecnico potrà imbattersi in una grande
Nello zoccolo octal, pubblicato in figura 11, i varietà di zoccoli, la cui funzione, tuttavia, rima-
piedini sono in numero di otto. La base della ne sempre la stessa, quella di raccogliere in po-
valvola è generalmente di bachelite o di plastica co spazio i terminali degli elettrodi contenuti
termoindurente, con dimensioni più grandi di nel bulbo e l'altra, non meno importante, di so-
quelle fin qui menzionate. Il numero corrispon- stenere il componente sul telaio dell'apparato
dente ai diversi piedini è determinato dall'ape- nel quale deve funzionare.

TOTOTRON
Kit completo di tutti gli elementi Apparecchio montato e fun:z:ionante

L. 11.500 L. 14.500
Dispositivo elettronico tascabile, munito di portachiavi, necessario per partecipare, af-
fidandosi totalmente alla sorte, ai concorsi settimanali di totocalcio, totip, enalotto.

CARATTERISTICHE

Alimentazione:
con pile miniatura al nichel-cadmio

Dimensioni:
5,5 cmx3cmxl,7 cm

Responso:
a diodi led rossi ( 1-X-2)

Elettronica Pratica 23 7
ELEMENTARE
ETTRONICA

RIMI

OPERAZIONALI
NORTON
La presentazione di questo particolare circuito il segnale di corrente in quello di tensione.
integrato operazionale si articola in due succes- Un'altra occasione, in cui il segnale di pilotag-
sive puntate. Nell'attuale, infatti, si analizzano gio in corrente è da preferirsi a quello di tensio-
esclusivamente i principi teorici, che sono alla ne, va ravvisata in quei sistemi in cui sono pre-
base del funzionamento del componente, men- senti grandezze capacitive, che limitano la ban-
tre nella prossima, che verrà pubblicata nel me- da del segnale. Dato che ogni escursione della
se di maggio, si argomenterà soltanto sui criteri tensione sui terminali di un condensatore deve
applicativi dell'integrato. Cominciamo dunque essere seguita da un adeguato flusso di corren-
col dire che l'amplificatore operazionale Nor- te, positiva o negativa che, in presenza di veloci
ton, contrariamente a quanto accade negli ana- mutamenti ad alta frequenza, può rivelarsi assai
loghi modelli classici, anziché in tensione, è pi- intenso e violento.
lotato in corrente, con tutti i vantaggi che ne Concludendo, in queste e in molte altre circo-
derivano e che verranno qui di seguito menzio- stanze, se l'operazionale comune fosse dotato
nati. Ma intanto ricordiamo che non sempre il di ingresso sensibile alla corrente e si trovasse
comando in tensione è conveniente, perché a quindi in presenza di tensione fissa ed impe-
volte il segnale da elaborare o amplificare pro- denza molto bassa, il componente elettronico
viene, sotto forma di corrente, da una sorgente consentirebbe la realizzazione di circuiti più
a tensione quasi costante, obbligando il tecnico semplici e con risultati migliori. Pertanto, allo
all'impiego di un circuito attivo, invece che di scopo di soddisfare le esigenze tecniche ora evi-
una semplice resistenza, in grado di convertire denziate e per meglio destreggiarsi in tutte

238 Elettronica Pratica


Primi Passi

quelle situazioni in cui sono disponibili sorgenti


con rumore di tensione elevato ma basso in cor-
rente, là dove le stesse origini della corrente so-
no a bassa impedenza o richiedono tale caratte-
ristica sul carico, è stato approntato un partico-
lare amplificatore integrato, governabile con la
sola differenza fra le intensità di correnti appli-
cate agli ingressi. E questo nuovo operazionale,
il cui simbolo elettrico è quello riportato in bas-
so di figura 1, diverso da quello più conosciuto
per la presenza di una piccola freccia che se-
gnala il verso della corrente, è stato denomina-
to di tipo Norton, ad onore di colui che si è
prodigato nel dimostrare l'importanza assunta
dai generatori di corrente nei circuiti attivi.

PREMESSE TEORICHE

Per meglio definire il funzionamento del circui-


to integrato operazionale di tipo Norton, ci si
deve allacciare ai concetti di dualità e simme-
tria, che sono ricorrenti in molti settori dell'e-
lettronica, così come lo sono in tanti altri campi
delle attività umane, dove consentono di rag- tra segnali d'ingresso e controreazione, sono
giungere soluzioni eleganti, semplici ed econo- raggiunte tenendo conto delle tensioni d'entra-
miche, aprendo la strada ad altre sempre nuove ta. Certamente, quando sui terminali vengono
ed interessanti. In elettronica, ad esempio, si collegate delle resistenze, le tensioni possono
nota spesso un aspetto simmetrico tra le varie venir considerate conseguenti alle correnti che
leggi elettriche e quelle magnetiche; in partico- fluiscono attraverso i componenti interposti.
lare, molte di queste, presentate in termini di Ma ciò che comanda l'operazionale è soltanto
tensioni, possono essere descritte in riferimento
alle correnti. Basti pensare a quell'importante
teorema di Thevenin, che dimostra come ogni
circuito attivo, ovvero capace di fornire energia,
a due poli, possa essere sostituito con una rete
a due terminali, chiamata "dipolo", contenente
un generatore di tensione di opportune caratte-
ristiche ed una impedenza di appropriato valo-
re.
Meno utilizzato, forse, ma non per questo di
minore importanza, è il teorema duale e sim-
metrico di Norton, per il quale si stabilisce che
ogni dipolo attivo può essere sostituito con un
generatore di corrente e con opportuna impe-
denza e sul quale è ispirato il concetto che re- Fig. 1- In alto è riprodotto
gola il comportamento dell'omonimo operazio- il simbolo elettrico dell'in-

t>
nale. Che, conviene ricordarlo, si differenzia dai tegrato operazionale di ti-
corrispondenti integrati più noti, dotati di in- po più classico; in basso
gresso differenziale, comandato in tensione, do- è pubblicato quello del
Norton, in cui la piccola
ve la differenza delle tensioni applicate alle en- freccia sta a segnalare il
trate pilotano l'uscita o, più raramente, le uscite verso della corrente.
dell'operazionale. E dove, analogamente, si può
affermare che tutte le condizioni di equilibrio,

Elettronica Pratica 239


Primi Passi

tegrati, che ormai tutti utilizzano in quantità


notevoli nei circuiti elettronici analogici.

E- PILOTAGGIO IN CORRENTE
use.
E+ Abbandoniamo ora definitivamente la teoria
che regola il funzionamento degli operazionali
classici e ritorniamo a quella inerente il com-
portamento dei Norton.
Se si considera che negli integrati in tecnologia
bipolare, che ancor oggi si dimostrano i più dif-
fusi ed efficaci nelle applicazioni lineari, vengo-
no impiegati transistor bipolari, che notoria-
mente sono comandati dalla corrente di base, si
capisce subito quanto semplice e lineare possa
Flg. 2 - Schema sempllflcato, ma indicativo, dell'im- essere lo stadio di ingresso degli amplificatori
plego di un comune integrato amplificatore opera-
zionale a doppla alimentazlone. operazionali Norton. Che si dimostrano pratica-
mente più semplici degli analoghi operazionali
in tensione, i quali vengono forzati a lavorare in
tal modo tramite circuiti aggiuntivi.
Simbolicamente e nelle espressioni circuitali più
semplici, i due tipi di operazionali sono pubbli-
la tensione valutata alle entrate. L'amplificatore cati nelle figure 2 e 3. In figura 2 si nota l'utiliz-
operazionale ideale, infatti, deve presentare zazione dell'integrato più comune comandato
un'impedenza d'ingresso elevatissima, teorica- in tensione e, per semplicità, interessato da una
mente infinita, che in pratica non dovrebbe es- doppia alimentazione, anche se, nella produzio-
sere nemmeno in grado di assorbire corrente. E ne attuale degli integrati, sono più diffusi i mo-
tali caratteristiche hanno decretato la fortuna di delli in grado di funzionare con alimentazione
questi modelli di amplificatori operazionali in- singola, ovvero nella cosiddetta compatibilità
degli ingressi a massa. Il che vuol dire che l'in-
tegrato può ricevere, in entrata, anche segnali
negativi del valore di qualche centinaio di milli-
volt, dato che in ingresso possiede uno stadio
+VCC realizzato con transistor di tipo PNP.
In figura 3, invece, viene pubblicata l'espressio-
ne teorica duale, governata dalla corrente o,
meglio dalla differenza delle correnti di ingres-
E- so che debbono formare, in uscita, un segnale
uSc
e
VCc positivo in tensione o, in accordo con la termi-
E+ e nologia logica, diretto verso l'alto.

CIRCUITI UTILIZZATORI
Quello riportato in figura 4 rappresenta un
esempio di impiego di integrato operazionale di
tipo Norton. Come si può notare, si tratta di un
circuito alquanto semplice, che utilizza soltanto
Fig. 3 - Circuito applicativo dell'operazionale Norton tre resistenze, pur essendo concepito con ali-
con alimentazione singola. L'espressione schemati- mentazione singola e tenendo conto che il di-
ca riveste un significato solamente teorico e duale spositivo comprende pure gli alimenti di pola-
con quella del più comune operazionale.
rizzazione.
Le diverse sigle, riportate nello schema di figu-

240 Elettronica Pratica


Primi Passi

-+/CC USC. = Uscita segnale


Re GND =
Massa
+ VCC = Tensione positiva d'aliment.

uSc Normalmente, gli amplificatori operazionali ti-


po Norton assorbono corrente ad un valore di
tensione pari a quello di base-emittore rispetto
a massa, ossia tra 0,6 V e 0,7 V da massa. Dun-
que, collegando la resistenza di polarizzazione
Rp, con un terminale sulla linea di alimentazio-
ne positiva e con l'altro sull'ingresso non inver-
GND tente, cioè quello positivo del Norton, attraver-
so l'amplificatore operazionale scorrerà una
corrente di intensità stabilita dalla seguente for-
mula:
Flg. 4 - Poche resistenze esterne all'integrato, ed
una sorgente di tensione applicata all'ingresso,
compongono il circuito più elementare di funziona- VCC - 0,7 V
mento dell'integrato amplificatore operazionale Nor- I = Rp
ton.

derivata ovviamente dalla legge dei Ohm:


ra 4, assumono il seguente significato:
I= V:R
Re = Resistenza d'entrata
Rp = Resistenza di polarizzazione La corrente così calcolata, essendo rimasto in-
Re = Resistenza di controreazione teressato l'ingresso non invertente dell'opera-
E = Tensione d'ingresso zionale, sollecita l'uscita verso l'alto logico. E
questa, normalmente, viene scelta come condi-
zione di riposo, perché consente di riprodurre
ampi segnali alternati, privi di distorsione, dato
che, per l'ampiezza dei segnali in uscita, si di-
+/CC spone di una tensione di grandezza pari alla
metà, o quasi, di quella di alimentazione. Ma la
Re Rv resistenza Re deve essere quasi uguale alla me-
tà della resistenza Rp. Infatti, soltanto a questa
condizione, in presenza di una tensione d'uscita
use. di valore pari alla metà di quella VCC applicata
all'ingresso invertente, quello contrassegnato
con il segno meno ( - ), si realizza la famosa
condizione di equilibrio di cui si è tanto parlato
in precedenza.
Si può ora concludere il comportamento dell'in-
tegrato operazionale Norton, inserito nel circui-
to di figura 4, affermando che, quando sulla re-
sistenza Re (resistenza d'entrata) si inserisce
una tensione E rappresentativa di un segnale
che si vuol amplificare, attraverso Re fluisce
Fig. 5 - Il punto di riposo dell'operazionale Norton si
regola tramite il potenziometro o trimmer Hv, colle- una corrente in grado di pilotare l'uscita del
gato fra l'uscita e la resistenza di controreazione. Norton, che si comporta come un comune ope-
razionale ed il cui guadagno G, valutato tra la
tensione d'entrata e quella d'uscita, è dato dal
Elettronica Pratica 24 l
Primi Passi

rapporto: f +vcc
Re
G = __-_R_c__
Re

Il segno meno sta ad indicare che il segnale USC


presente in uscita appare invertito rispetto a
quello introdotto in entrata, a causa della confi-
gurazione circuitale invertente, ossia che il se-
condo risulta sfasato di 180° rispetto al primo.

IL PUNTO DI RIPOSO GND

Le condizioni di riposo dell'operazionale Nor-


ton, precedentemente analizzate, dipendono,
Fig. 6- Quando la sorgente di segnali è in possesso
oltre che dalle caratteristiche dei componenti di particolari caratteristiche, la resistenza di polariz-
circuitali montati esternamente al componente, zazione può essere eliminata ed il piedino dell'in-
anche dal valore dell'impedenza del generatore gresso non invertente lasciato libero.
di segnali che fornisce la tensione E. Dunque,
elementi esterni, tensione di entrata, ma anche
p=+/CC
quella d'uscita, condizionano lo stato di riposo
del Norton che, come si può notare nel circuito Re
di figura 5, può essere controllato e regolato R
manualmente agendo sul potenziometro Rv,
che agisce fra l'uscita e l'entrata invertente del-
l'operazionale, quella indicata con il segno me- v. use.
no(-). Re
In sede di taratura del potenziometro Rv, il ge-
neratore di segnali, ossia della tensione E, deve
rimanere collegato all'operazionale, ricordando
che questo componente svolge in misura assai
più ampia le funzioni di trimmer dell'offset di GND
un amplificatore analogo ma di tipo tradiziona-
le.
Nel caso in cui, come suggerito nello schema
applicativo di figura 6, l'impedenza del genera-
Fig. 7- AIlo scopo di evitare l'inversione del segna-
tore di segnali e le caratteristiche di questo sia- le, fra entrata ed uscita dell'operazionale, la resi-
no tali da fornire a riposo la corrente di polariz- stenza d'entrata Re va collegata direttamente con
zazione, la resistenza Rp può essere eliminata, l'ingresso non invertente.
onde semplificare ulteriormente la composizio-
ne circuitale di impiego del Norton. In tale oc-
casione, l'ingresso non invertente, quello con-
trassegnato con la crocetta, può rimanere aper-
i Re
+vcc

v. use.
Fig. 8 - Dal circuito di amplificazione dei segnall sen-
za inversione di fase, la resistenza di polarizzazione
può essere eliminata se la sorgente di tensione V.E. Re
possiede certe caratteristiche funzionali.

l -

242 Elettronica Pratica


Primi Passi

to, nel senso che al corrispondente piedino nul- G = Re


la viene collegato; ma a seconda del modello di Re
amplificatore utilizzato, questo stesso terminale Il valore della resistenza Re, contrariamente a
può anche essere connesso a massà. E in questa quanto precisato per il circuito di figura 4, per il
seconda circostanza, essendo nulla la corrente quale, nella formula che definisce il guadagno,
che attraversa l'entrata non invertente, si deve la grandezza Re è preceduta dal segno negativo
operare in modo che anche la corrente assorbi- meno (-), è qui sottinteso con segno positivo
ta dall'ingresso invertente sia nulla, ossia che le ( + ).
correnti che fluiscono attraverso le due resi- Dal circuito applicativo di figura 7 si può elimi-
stenze Re ed Re siano uguali e contrarie. E ciò nare la resistenza di polarizzazione Rp, come
si ottiene agendo attentamente sull'uscita. segnalato nello schema di figura 8, il quale pre-
Quando si vuole evitare di invertire il segnale, è suppone che il generatore di segnali da amplifi-
sufficiente collegare la resistenza Re con l'in- care sia in grado di fornire anche la necessaria
gresso non invertente, come segnalato nello corrente di polarizzazione dell'integrato opera-
schema applicativo di figura 7. Nel quale il gua- zionale Norton, che amplifica i segnali senza in-
dagno G, anche questa volta, è stabilito dal rap- vertirli nelle loro fasi.
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2° - Circuiti L-C oscillatori
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4° - Condensatori teoria misure
5° - Collegamenti e controlli capacitivi
6° - Tensioni alternate efficaci
7° -Trasformatori collegamenti misure
8° - Transistor generalità prove pratiche
9° - Transistor amplificazione segnali BF

Elettronica Pratica 243


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variaz. lìn.) R3 = 6.800 ohm- 1 W + due imp. PABC80 - 6CG7 - 6BE6 - 6BA6 - 12A4T7 - 12SN7 -
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246 Elettronica Pratica


LA POSTA DEL LETTURE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

LA CARICA DELLE PILE per questo le assicuriamo che è sufficiente l'uso


del tester. Con il quale si misura il valore della re-
Nei cassetti del mio banco di lavoro conservo sistenza interna della pila, in condizioni di forte
sempre un certo numero di pile, di vario tipo e erogazione di corrente. Questa resistenza, infatti,
quindi con tensioni nominali diverse, di cui non aumenta con il degrado della carica ed è condi-
so controllare lo stato di carica. Infatti, le misu- zionata dal tipo e dalle dimensioni fisiche delle
re sommarie, condotte con il tester, offrono ri- pile, nel senso che agli elementi più voluminosi
sultati insicuri, spesso spiacevoli. Nel senso che corrisponde una minore resistenza. Anche se que-
una pila, apparentemente ancora valida, inseri- sta è sempre inferiore nelle alcaline e superiore in
ta in una apparecchiatura elettronica, dopo po- quelle a zinco-carbone Dunque, per realizzare ta-
co tempo cessa di vivere, mentre un'altra, consi- le misura, si predispone il tester sulla portata di 5
derata ormai finita, continua a funzionare a Ace (10 Ace per le pile più grosse) e si valuta la
lungo. Ecco perché ho deciso di chiedere a voi corrente di cortocircuito, con lo strumento in se-
quale metodo di verifica è più consigliabile rie per uno o due secondi, non di più, altrimenti
adottare. si favorisce la definitiva scarica del generatore. Si
OLCESE DOMENICO tiene conto del dato di lettura e lo si confronta
Genova con quello segnalato in apposita tabella, prece-
dentemente approntata con i valori delle correnti
Purtoppo, lo stato di efficienza di una pila può di cortocircuito valutati su pile sicuramente al
essere critico anche al momento dell'acquisto, se massimo della carica e di tipo diverso, ovviamen-
questa ha subìto un lungo periodo di immagazzi- te scelte fra quelle di uso più comune. Le correnti
namento in condizioni sfavorevoli a conservare le in gioco variano fra 1 Ace e 5 Ace e la prova è da
proprie caratteristiche elettriche. Per esempio, i considerarsi valida anche nei piccoli accumulato-
modelli a zinco-carbone possono autoscaricarsi ri, certamente non in quelli per autoveicoli che
dopo un solo anno di conservazione. Ma neanche distruggerebbero il tester o il relativo fusibile.
quelli alcalini, che meglio sopportano l'invecchia- Concludiamo ricordandole che l'informazione,
mento, hanno durata illimitata. Un esame dello così raggiunta, è precisa e affidabile per decidere
stato di carica è dunque necessario in ogni caso e in quale stato si trova la carica di una pila.

Elettronica Pratica 24 7
La posta del lettore

RIDUTTORE DI TENSIONE Condensatori


c1 10 F - 100 VI (elettrolitico)
Da un mio alimentatore in continua da 60 V cc - C2 = 200.000 pF (ceramico)
1 A vorrei prelevare una tensione di 12 Vcc ser- C3 10 F - 25 VI (elettrolitico)
vendomi di un integrato 7812.
MONTI ATTILIO Resistenza
Novara R1 = 680 ohm-5 W
Colleghi all'uscita del suo apparecchio questo cir-
cuito, che riduce i 60 Vcc a non più di 30 + 35 Varie
Vcc all'ingresso di /Cl che, a sua volta, realizza TR1 = 2N3055
la riduzione a 12Vcc. Il diodo zener DZ è di tipo IC1 = 7812
avitone. DZ = diodo zener (24 V- 10 W)

MONITORAGGIO DI RETE
Come posso impiegare un voltmetro per tensio-
ni continue nel monitoraggio della tensione di
rete a 220 V ca? Lo strumento in mio possesso è
da 30 V cc fondo-scala.
CARMIGNANI GIANLUCA Condensatore
Bologna C1 = 1F- 400 VI (non polariz.)

Lo utilizzi con il circuito qui pubblicato, tenendo Resistenze


conto che la regolazione del potenziometro R2 va R1 = 220.000 ohm- 1W
fatta in modo che l'indice dello strumento segna- R2 = 220.000 ohm (pot. a filo)
li, a fondo-scala, il valore di 22 Vcc, ovviamente
pari a 220 Vca (22 x 10 = 220). Nel caso in cui Varie
l'indice deviasse eccessivamente a fondo-scala, si P1 = 4diodi 1N 4007
dovrà aumentare Rl è viceversa. V = voltmetro (30 Vcc f.s.)

PIASTRA SENSIBILE
In uno dei miei plastici di modellismo dovrei in-
serire un relé pilotato a "tocco", tramite sfiora-
mento di una piccola lastra metallica. Resistenze
MAR CHESINI MAURO R1 = 22 megaohm - 1/4 W
Ancona R2 = 1.000 ohm (pot. Iin.)

La piastra è quadrata, di 10 cm di lato. La resi- Varie


stenza Rl può essere composta con due elementi MF1 = 3N152 o similari
da 10 megaohm collegati in serie. Il relé va scelto RL = relé
fra i modelli per radiocomandi con tensione infe- S1 = interrutt.
riore ai 12 Vcc. Con R2 si regola la sensibilità. D1 = diodo al silicio (1N914)
Piastra ed MF 1 vanno sistemati vicini tra loro. ALIM. = 12 Vcc

248 Elettronica Pratica


Lo posto del lettore

TR1 ICI

i •
E b
Il llm

A
VE .L ~ ~
vu
~
+
T. Il
gr ~

~
Cl

R1 R2

Q ±
220V~
,....._
Q

+
V
Cl

R2
Nf,,

I
D1 r71- ___ '::'....f'
f t i

!0F1

3
R1 Il :vcc
e

Elettronico Pratico 249


CELLULE MEMORIA ELETTRONICA
SOLARI Mi servirebbe un dispositivo in grado di emette-
re un segnale audio dopo un certo tempo pre-
Sono cellule pronte per il fun- fissato e regolabile fino ad un'ora.
zionamento e provviste, sulla ODDO BASILIO
Messina
faccia retrostante, di attacchi
in ottone, che consentono il In pratica lei ci chiede il progetto di una memoria
collegamento, in serie o pa- elettronica, che le proponiamo in questa stessa
sede. Chiudendo S1, un impulso di rinvio allo
rallelo, di più elementi, per stato iniziale viene applicato a ICI tramite Cl.
eventuali e necessari aumenti Simultaneamente, l'oscillatore interno inizia ad
erogare degli impulsi al contatore che, ad un cer-
di tensione o corrente. to momento, induce allo stato alto l'uscita 3, in-
nescando l'oscillatore TRI - TR2. Per VCC è
consigliabile l'impiego di una pila da 9 V

Condensatori
C1 = 1.000 pF
C2 = 470.000 pF
C3 = 100 F- 16 VI (elettrolitico)
C4 = 100.000 pF
C5 = 1.000 pF

Vengono vendute in due mo-


OSCILLATORE A 100 MHz
delli, incapsulati in contenito-
re di plastica, che erogano la Per i miei esercizi sperimentali, dovrei disporre
stessa tensione di 450 mV, di un oscillatore in grado di lavorare sulla fre-
quenza di 100 MHz, con alimentazione a 13
ma una diversa corrente. Vcc e potenza di alcune decine di watt.
LOMBARDO NICOLA
Napoli
Modello AA = 400 mA (76x46 mm)
L. 6.500 (spese di spediz. comprese)
Questo è il circuito che deve utilizzare e nel quale
Modello B = 700 mA (96x66 mm) la bobina LI è composta da cinque spire di filo
L. 7.600 (spese di spediz. comprese) di rame smaltato del diametro di 0,5 mm. Il dia-
metro interno dell'avvolgimento, realizzato in
aria, è di 4 mm. Le prese intermedie si effettuano
alla, prima e seconda spira.

Condensatori
C1 = 1.000 pF (ceramico)
C2 = 1.000 pF (ceramico)
C3 = 1.000 pF (ceramico)
C4 = 20pF (comp. ad aria)

250 Elettronica Pratica


La posta del lettore

SI
2 R6
=+
C1 ~3

16

12

Il
I C 1

10
3
R

#,
u
=m t» %
e
u
RI I l R2
R3

Resistenze Varie
R1 1megaohm - 1/4 W IC1 = CD 4060
R2 2,2 megaohm - 1/4 W TR1 = 2N1711
R3 = 470.000 ohm (trimmer) TR2 = 2N1711
R4 = 150.000 ohm - 1/4 W AP = altoparlante (8 ohm)
R5 10.000 ohm - 1/4 W S1 = interruttore
R6 4.700 ohm - 1/4 W vcc = 6 Vcc ... 12 Vcc
R7 100 ohm - 1/4 W

R1 R2 R4

e c
vcc
e

Resistenze Varie
R1 = 150 ohm - 1/4 W TR1 = 2N708 (2N2222)
R2 = 22.000 ohm - 1/4 W L1 = bobina
R3 = 330 ohm - 1/4 W VCC = 13,5 Vcc (tre pile da 4,5 V in serie)
R4 = 12.000 ohm - 1/4 W U = uscita RF

Elettronica Pratica 251


La posta del lettore

METRONOMO ELETTRONICO
Resistenze
Avendo iniziato da poco tempo lo studio del R1 = 50.000 ohm (potenz. lin.)
pianoforte, vorrei disporre di un metronomo R2 = 22.000 ohm - 1/4 W
elettronico con uscita in altopalante. R3 = 4.700 ohm - 1/4 W
ABBATI CLEMENTE R4 = 22.000 ohm - 1/4 W
Vercelli R5 = 4.700 ohm - 1/4 W
R6 = 2.700 ohm - 1/4 W
Realizzi questo multivibratore astabile in cui la R7 = 22 ohm -1W
frequenza, variabile fra 0,6 Hz e 3,5 Hz, si regola
per mezzo del potenziometro Rl. Varie
TR1 = BC 107
TR2 = BC 107
Condensatori TR3 = 2N 171
C1 = 10 F- 16 VI (elettrolitico) AP = 16 ohm - 1W
C2 = 10F- 16 VI (elettrolitico) S1 = interrutt.
C3 = 470F- 16 VI (elettrolitico) VCC = 9 Vcc

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Potenza erog. 4W
T ens. use. max. 16Vcc
Corr. max 0,22 A

252 Elettronica Pratica


La posta del lettore

RJ
j
R3 > p5 Il

+
I
L1JJIIIAP
f S/
Cl =
T.,
j

+7
C2
Il 3 Il Il @
vcc
e e
I
R2 "b~
~
TR1
~
!"?
~s
1
b"lc
u
Il Il ! R7

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
tole di montaggio, sempre disponibili a
richiesta dei lettori.

COSTA L 7.000
Chi non ne fosse in possesso, può ri-
chiederlo a:

Elettronica Pratica 253


La posta del lettore

MUSICA ELETTRONICA
Per la produzione di musica elettronica, mi ser-
virebbe un adatto generatore a denti di sega
controllato in corrente.
RIGATO FABIO Resistenze
Padova R1 = 10.000 ohm- 1/4 W
R2 = 1megaohm (trimmer)
Questo circuito è principalmente composto da R3 = 100 ohm- 1/4 W
una sorgente di intensità di corrente, rappresenta- R4 = 22.000 ohm - 1/4 W
ta dai due transistor TRI - TR2, comandato da R5 = 2.200 ohm - 1/4 W
un trigger (a-b = ICI) e da un commutatore
(TR3). Il segnale d'uscita a denti di sega è ampli-
ficato da FTJ con un'ampiezza di 1,3 V fra picco Varie
e picco. Con R2 si regola la frequenza tra 5 e 500 TR1 = BC 177
KHz. TR2 = BC 177
TR3 = BC 107
Condensatori FT1 = 2N 3819
C1 = 560 pF IC1 = 4011
C2 = 10F- 16 VI (elettrolitico) VCC = 6 Vcc ... 15 Vcc

GENERATORE FOTOVOLTAICO
PER LA RICARICA DI 4 ACCUMULATORI DA 1,2 V

Dimensioni:
10 cm x 6,3 cmx 2,7 cm. L. 28.500

Il generatore, composto da 6 cellule


fotovoltaiche, eroga la tensione
massima di 3 Vcc.

254 Elettronica Pratica


La posta del lettore

TR2 +
C2
/C1

TR1 14

FT1

o go:
lJ
vcc
e R4

c1 b

TR3 li RS
/A/A
UJ

novita MARZO '92


RS 300 RS 301 RS 302 RS 303

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tterfono duplex monocavo Mini trasmettitore 0.M. Riduttore di tenzlone per auto usc. Anti Bump per casse acustiche stereo
1,3+10 V 500 mA
e a comunicare tra due punti in modo simulta- È un piccolo trasmettitore che opera nella gamma Applicato tra l'uscita dell'amplificatore e le casse
Cioè senza dover azionare alcun commutatore. li delle ONDE MEDIE. I segnali da trasmettere vengono Serve a ridurre la tensione di batteria 12 V delle acustiche serve ad evitare il fastidioso BUMP che nel
legamento tra i due punti avviene con un unico captati da una capsula microfonica amplificata e autovetture in tensioni comprese tra J,j e I O V. momento dell'accensione si avverte nelle casse
aetto schermato. li Kit è formato da due dispositivi tramite un apposito circuito vanno a modulare In La corrente assorbita dal carico non deve superare i acustiche. li dispositivo va alimentato a 12 Vcc. Tale
detti tuno per ogni punto di comunicazione) ai quali ampiezza ìl segnale generato dall'oscillatore ad Alta 500 mA continuativi. Per brevi periodi, il dispositivo, tensione gli deve pervenire nel momento di
a collegato un altoparlante di impedenza compresa Frequenza. Uno stadio di potenza trasferisce il segnale può erogare correnti di oltre I A. La tensioen di uscita accensione dell'amplifiacatore. La corrente massima
8+32 0hm (non forniti nel Kit), La potenza all'antenna per essere irradiato, La tensione di regolabile tramite un trimmer) è perfettamente assorbita è di cdrca 130 mA. LRS 03 interviene
sima di ascolto è di circa I ;5 W. Ogni dispositivo alimentazione può essere compresa tra 9 e 15 Vcc stabilizzata e ciò lo rende molto idoneo ad alimentare contemporaneamente sulle due casse acustiche che
aalimentato con una tensione di 9 cc stabilizzata e stabilizzati e l'assorbimento medio è di circa 70 mA. La piccole apparecchiature elettroniche (Walkman, non devono superare la potenza massima di 400 # se
assorbimento massimo è di circa t BO mA ciascuno. li frequenza di trasmissione può essere variata tra circa ricevitori radio, mini televisori LCD ecc.). li dispositivo l'impedenza è di 4 0hm o 800 W se rlmpt(lenza è di 8
• i completo di capsule microfoniche amplificate. 720 e 1250 Ktlz. La gamma può essere modificata può essere alloggialo nel contenitore plastico LP 452. Ohm. Il tempo di intervento !ritardo di inserzione
variando il valore di un componente come specificato casse) può essere regolato tra mezzo secondo e sei
nelle istruzioni. Il disposìllvo è dotato dì controllo di secondi.
Mini Inverter universale I2 Vc-220 Vca profondità di modulazione. L'intero trasmettitore viene
costruito su di una basetta di soli jj mm X 78 mm. li
rasforma la tensione di batteria 12 in 220 Vca 50 Hz segnale trasmesso è ricevibile con una normale radio
an una potenza massima di 15 W. Per il suo corretto per Onde Medie.
!t,uior..amento occorre un NORMALE TRASFORMA·
T0RE 9-220 V. Grande pregio del dispositivo è quello
don dovere usare trasformatori a presa centrale,
riducendo cosi l'ingombro. Per ottenere una potenza di
L5 i i trasformatore deve poter erogare una corrente
di 2 a. rer potenze minori sono sufficienti trasforma-
ti più piccoli (ampiamente specificalo nelle istruzioni
11,gà al l\ltj. Con un trasformatore in grado di
una corrente di 0,25 A (M3050) rende
nante a 12 Vcc IRS I 82 IONIZZATORE PER
:m. I componenti del dispositivo vengono NOME COGNOME
i su di un circuito stampato di soli 37 mm X 58 INDIRIZZO _
ATTENZIONE Anche se fatto funzionare a bassa
alta sua uscita si possono prendere C.A.P. CITTÀ _ PROV. _
.scosse ll L. 17.000

Elettronica Pratica 255


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VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A
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nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolali da avvitare
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CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate
Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
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. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

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SUBITO
Sarà in edicola, il prossimo mese, il numero unico di Elettronica
Pratica, quello con cui una buona parte di Lettori, così come
accade annualmente, ritiene di trascorrere il tempo libero delle
vacanze estive. Un opuscolo, dunque, con la validità bimestrale,
dotato di un maggior numero di pagine, approntato in veste
editoriale diversamente schematizzata e, in questa occasione,
interamente dedicato allo svolgimento di un tema ricorrente
nello studio iniziale di molti allievi e nell'esercizio di laboratorio
di tutti gli hobbysti: la teoria e la pratica della moderna
alimentazione. Naturalmente confortate do una vasta gamma di
progetti, alcuni dei quali dispongono del corrispondente kit che,
come è risaputo, risolve agevolmente ogni problema di
approvvigionamento dei materiali elettronici. Con questa notizia,
quindi, che ci premuriamo di anticipare fin d'ora, vogliamo
invitare gli appassionati di elettronica e prenotare subito, presso
il punto di vendita in cui si è abituali acquirenti, il fascicolo
speciale di prossima uscita, del quale è facile prevederne il
rapido esaurimento, a causa dell'eccezionalità dell'avvenimento
e della qualità dei concetti didatticamente in esso sviluppati.
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PER L'ITALA L. 50.000
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con decorrenza da qualsiasi mese.

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ELETTRONICA PRATICA
VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO
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tramite c.c.p. N. 9 7 6205. Si prega di scrivere con la massima chia-
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Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
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ABBONARSI• vuol dire risparmiare sulla corrispondente
• spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO ■ VA ZURETTI, 52 • TEL. 6697945
ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA- ANNO 21 - N. 6 GIUGNO 1992

LA COPERTINA - Riproduce il modulo elettronico


generatore di segnali a frequenza ultrasonica,
presentato e descritto nelle prime pagine del fascicolo.
La sua realizzazione, collocata nel periodo più adatto
dell'anno, gioverà a molti lettori infastiditi dall'assalto
di insetti parassiti.

Sommario
324
editrice INSETTIFUGO ULTRASONICO
ELETTRONICA PRATICA
CON TWEETER CERAMICO
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
334
disegno tecnico LAMPEGGIATORE
CORRADO EUGENIO
FANTASMAGORICO
stampa
TIMEC
ALBAIRATE - MILANO 344
CODICE MORSE
Distributore esclusivo per l'Italia:
A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27 - 20126 PRATICA E STORIA
Milano tel. 25261 autorizzazione Tribunale
Civile di Milano - N. 7 4 del 29-12-1972
pubblicità inferiore al 25%.
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DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE - PUBBLI-


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Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE
sono riservati a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono.
377
LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 Telefono (02) 6697945


INSETTIFUGO
ULTRASONICO
Il periodo dell'anno che va dalla primavera agli getti di scacciamosche e scacciazanzare, il cui
inizi dell'autunno è certamente il più bello. Ma campo d'azione appariva limitato a poche spe-
è pure quello in cui insetti e animaletti vari tur- cie d'insetti, se non addirittura ad una soltanto.
bano il quieto vivere di tante persone. Soprat- Ma qualche tempo fa ci è giunta notizia, dagli
tutto di chi va a riposarsi in campagna, in colli- Stati Uniti d'America, di una nuova idea a que-
na, sui laghi o al mare, ma anche di chi rimane sto proposito, che i nostri· tecnici hanno elabo-
in città. Ecco perché, proprio in questi mesi, rato e voluto presentare in questa sede ai lettori
molti di noi, con la speranza di aver individuato e che si prefigge di risolvere, in misura assai più
l'insetticida più efficace per ogni occorrenza, ampia ed efficiente, l'antico problema.
provvedono a rifornirsi di deterrenti di ogni Mentre fino ad oggi si è pensato che la validità
sorta. Che a volte sono di natura vegetale o chi- dei dispositivi insettifughi ad ultrasuoni dipen-
mica, ma che oggi, con il progresso tecnologico desse dai livelli di potenza in gioco, alcuni re-
in continuo avanzamento, vengono pure forniti centi esperimenti hanno dimostrato che risultati
dall'elettronica. Come ci è capitato di ricordare analoghi sono pure raggiungibili con modesti
in altre occasioni, con la presentazione di pro- dispendi di energia. Consentendo in tal modo la

La realizzazione di questo utilissimo dispositivo può essere


compiuta anche dai lettori principianti, purché si prendano le
necessarie precauzioni durante il funzionamento del dispositivo,
che è alimentato con la tensione di refe.

324 Elettronica Pratica


Insettifugo ultrasonico

realizzazione di apparecchiature semplici ed per gli ultrasuoni ed aumentando leggermente


economiche, dal costo di esercizio più contenu- la gamma di frequenze se ciò si rendesse neces-
to e risultati superiori. Naturalmente dopo aver sario.
intuito che, per recare molestia anche ai piccoli
topi o alle talpe di giardino, si deve inondare lo
spazio protetto con l'intera gamma di ultrasuoni PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
di frequenza compresa fra i 22 KHz e i 65 KHz.
Che non sono fastidiosi e nemmeno nocivi alla Possiamo affermare che il principio di funzio-
salute dell'uomo, pur superando i valori di po- namento del progetto, pubblicato in figura 1, ri-
tenza utili e necessari per questo scopo, ma evi- calchi parzialmente le orme di molti altri circui-
tando che la gamma inferiore si avvicini ai 20 ti concepiti con le stesse finalità insettifughe.
KHz, con l'esclusione di trasduttori non adatti Anche in questa occasione, infatti, un generato-

Una pioggia di ultrasuoni per creare panico fra gli insetti.

Agisce pure su ratti e animaletti dei giardini.

Non nuoce alla salute dell'uomo.

Elettronica Pratica 325


Insettifugo ultrasonico

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326 Elettronica Pratica


Insettifugo ultrasonico

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Elettronica Pratica 32 7
Insettifugo ultrasonico

Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da comporre su una delle due fac-
ce di una basetta supporto delle dimensioni di 4,5 cm x 10 cm.

re ultrasonico attiva un altoparlante tweeter, le to e perfezionamento del circuito di natura di-


cui emissioni mettono in fuga gli insetti. Ma la dattica e pratica insieme.
caratteristica principale del dispositivo, che ci Poiché il dispositivo deve rimanere acceso in
prepariamo ad analizzare, va rilevata nella fre- continuazione, il sistema di alimentazione a pile
quenza degli ultrasuoni, che non è fissa come non è consigliato, anche se il consumo di ener-
accadeva in altri apparati, ma variabile fra i 20 gia è assai limitato. È stata quindi accordata
KHz e i 40 KHz circa, ovvero ben 50 volte al se- ogni preferenza all'alimentazione da rete, sia
condo. Ed è proprio questa variabilità che irrita pure in considerazione che l'insettifugo elettro-
ancor più gli organi sensoriali acustici dei fasti- nico può essere utilizzato nei campeggi, che at-
diosi animaletti, costringendoli ad allontanarsi tualmente sono tutti confortati con il servizio di
precipitosamente. distribuzione dell'energia elettrica di rete a 220
L'integrato ICl, per il quale si utilizza il model- Vca e a 50 Hz. Tuttavia, tenendo conto dell'im-
lo 555, oscilla e dal suo piedino 3 il segnale piego prolungato e spesso incustodito dell'ap-
uscente raggiunge la base di un transistor di po- parecchio, questo deve risultare molto affidabi-
tenza TRl ·di tipo 2N1711, che funge da ampli- le e funzionare a livelli di potenza o termici al-
ficatore di corrente in grado di pilotare l'alto- quanto bassi.
parlante tweeter piezoelettrico TW. L'integrato 555 svolge tutte le funzioni necessa-
Il diodo led DL, alimentato in tensione alterna- rie alla formazione del segnale che deve pilota-
ta, emette luce modulata a 50 Hz, cioè con una re lo stadio di potenza presieduto dal transistor
variazione luminosa troppo rapida per essere TRl.
percepita dall'occhio umano. Questa pilota la Il circuito interno dell'integrato ICl è illustrato
resistenza FR che fa variare la corrente conti- in figura 4. Nella quale si nota, in posizione
nua, sul piedino 5 dell'integrato ICl, per 50 vol- centrale e verticale, la presenza di un partitore
te al secondo. di tensione, composto da R3- R4- R5, che di-
vide in tre parti uguali la tensione di alimenta-
zione, con una suddivisione molto precisa, allor-
COMPORTAMENTO ELETTRICO ché in un integrato è difficile comporre resi-
stenze con valori di esattezza quasi assoluta, su-
Aggiungiamo ora, a quanto detto in riferimento periore al 20%, mentre è sempre possibile far
al principio di funzionamento del progetto di fi- in modo che più resistenze debbano variare nel-
gura 1, alcune note tecniche, di approfondimen- la stessa misura, riducendo il rapporto tra due

328 Elettronica Pratica


Insettifugo ultrasonico

[2]

Flg. 4 • Schema elettrico del circuito contenuto internamente all'integrato 555 montato nel
dispositivo insettifugo. Le principali segnalazioni, qui riportate, assumono i seguenti signifi-
cati: Pin 8 = tensione di allmentazlone positiva; Pin 1 = terminale di terra elettrica (GDN);
Pln 3 = terminale d'uscita; Pln 6 = soglia; Pin 5= tensione di escursione; Pin 2 = trlgger
(innesco); Pin 4 = reset; Pin 7= scarica.

componenti alla tolleranza dello 0,5%. di sotto dei 2/3 di quello di alimentazione, il
Il primo comparatore è composto con i transi- transistor Q14 viene spento ed il condensatore
stor Q 1-02-03-04-Q5-Q6 ed è collegato C2 riprende a caricarsi attraverso le resistenze
con un ingresso al piedino 6. Esso avverte R3 ed R4 collegate con il piedino 7 di ICl nel
quando la tensione, sui terminali del condensa- progetto di figura 1.
tore C2 del circuito di figura 1, supera i 2/3 di Il piedino 4 rappresenta una abilitazione che,
quella di alimentazione. Infatti l'altro ingresso, collegata con il 5, attiva i comparatori.
ravvisabile sulla base del transistor Q4 e quindi Il circuito d'uscita segue le vicende del tran-
sul terminale 5 del circuito di figura 4, è colle- sistor Q14 ed è costituito da un amplificatore
gato con il punto alto del partitore menzionato. di potenza a simmetria complementare, realiz-
Ma quando il primo comparatore sente che la zato con i transistor 023- 024 - 026 - 027 -
tensione su C2 ha superato i 2/3 di quella di ali- 028, il quale fornisce al piedino 3 un segnale
mentazione, si accende il transistor Q14 che, at- in grado di raggiungere l'intensità di corrente
traverso il collettore collegato al piedino 7 e la di 200 mA.
resistenza R4 dello schema di figura 1, scarica il
condensatore C2.
Il secondo comparatore del circuito di figura 4 FREQUENZA DI OSCILLAZIONE
è composto dai transistor 07-Q8-09-Q10-
011-012-013. Questo confronta la tensione Se al punto alto del partitore di tensione, già
del condensatore C2 del circuito di figura 1 con menzionato in sede di interpretazione della
il punto basso del partitore di ICl, identificabile composizione dello schema di figura 4 ed acces-
nella zona di contatto tra le resistenze R4 ed sibile attraverso il piedino 5, viene collegata una
R5 nello schema di figura 4. Dunque, quando il resistenza variabile, anche la soglia di scatto su-
valore di tensione sui terminali di C3 scende al periore dell'oscillatore varia, ossia variano la

Elettronica Pratica 329


Insettifugo ultrasonico

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- e Fig. 5- Applicando una tensione variabile al piedino
5 dell'integrato 555, si ottiene una variazione ritmica
in frequenza sul piedino 3, come segnalato dal dia-
gramma riportato in basso ed anche se il segnale di
pilotaggio non è proprio triangolare come quello raf-
figurato in alto, ma quasi sinusoidale.

tensione di carica di C2 ed il suo tempo di cari- di figura 1 ricordando che il transistor TR 1 è


ca e scarica, mutando la frequenza di oscillazio- montato in circuito con uscita di emittore, che
ne. Ciò è stato ottenuto, nel circuito di figura 1, riporta il segnale amplificato in corrente sulla
collegando la fotoresistenza FR al piedino 5 di resistenza R6 e su TW.
ICl, con lo scopo di ottenere le variazioni ora La resistenza R5 applica il segnale uscente da
citate e, in pratica, di far variare la frequenza ICl alla base di TRl, mentre il condensatore
delle oscillazioni in funzione della luce ricevuta C3 provvede a rendere più efficace il pilotaggio
dalla fotoresistenza, che in questo caso viene del transistor alle alte frequenze necessarie per
fornita da un diodo led DL rosso, alimentato l'affidabilità del dispositivo insettifugo.
con la tensione alternata sinusoidale di rete a
50 Hz. Conseguentemente, la frequenza dello-
scillatore, con i valori assegnati ai diversi com- MONTAGGIO
ponenti che concorrono alla formazione del
progetto di figura 1, varia attorno ai 40 KHz, L'apparato emettitore di ultrasuoni si realizza
con una cadenza di 50 volte al secondo. E poi- in due tempi; dapprima si costruisce il modulo
ché il diodo led DL emette luce soltanto duran- elettronico illustrato nella foto di apertura del
te la semionda positiva della tensione alternata, presente articolo e nello schema pratico di figu-
la variazione di frequenza si verifica solamente ra 2 e poi lo si introduce in opportuno conteni-
in questo periodo di tempo, perché in occasio- tore, ovviamente dopo averlo tarato e protetto
ne della semionda negativa la fotoresistenza ri- da cortocircuiti e fughe della tensione di rete.
mane al buio, raggiungendo il suo massimo va- Il modulo elettronico va composto su una ba-
lore resistivo, mentre la frequenza tocca quello setta supporto di materiale isolante, come la
minimo. bachelite o la vetronite, di forma rettangolare,
Per far variare la frequenza anche durante le con le dimensioni di 4,5 cm x 10 cm. Quindi, su
semionde negative della tensione alternata, ov- una delle due facce della basetta si riporta, tra-
vero per modulare la frequenza ultrasonica alla mite il sistema più congeniale alle abitudini del-
cadenza di 100 volte al secondo, pari a 100 Hz, l'operatore, il circuito stampato, il cui disegno
basta collegare, in parallelo al diodo led DL, un in grandezza reale è pubblicato in figura 3. Poi,
secondo diodo led con polarità invertite. Così uno dopo l'altro, seguendo il piano costruttivo
facendo, infatti, in presenza delle semionde po- di figura 2, si applicano tutti i componenti elet-
sitive funzionerà uno dei due led, mentre nel tronici, inserendoli negli appositi fori dalla par-
corso di quelle negative verrà attivato l'altro. te opposta a quella in cui si trova il circuito
Possiamo ora concludere l'esame del progetto stampato, sulle cui piste di rame si eseguono le

330 Elettronica Pratica


Insettifugo ultrasonico

Fig. 6- L'operazione di taratura del circuito dell'in-


settifugo ad ultrasuoni si realizza intervenendo sul
trimmer R2 e dopo aver ricoperto il sistema optoelet-
tronico DL-FR con carta nera di grosso spessore.

saldature a stagno. tivo. Tutti gli altri componenti, compresa la fo-


Durante la composizione del circuito rettifica- toresistenza, non sono polarizzati e vanno inse-
tore a ponte, formato da quattro diodi al silicio riti nel circuito senza tener conto della posizio-
di tipo 1N4007, occorre far attenzione alle pre- ne dei loro terminali.
cise posizioni dei catodi e degli anodi di questi, Per la funzionalità dell'insettifugo ultrasonico, è
ricordando che gli elettrodi di catodo si trovano assolutamente necessario che l'altoparlante
da quella parte del componente in cui, sul cor- TW, i cui conduttori vanno collegati con i ter-
po esterno, è presente un anello guida di segna- minali 3-4 dello schema di figura 2, sia un mo-
lazione. Quelli di anodo, evidentemente, riman- dello scelto fra i tweeter ceramici, evitando nel-
gono posizionati sull'estremità opposta. la maniera più perentoria quelli a bobina mobi-
Anche il grosso condensatore elettrolitico Cl è le. Ma sarebbe anche utile accertarsi, all'atto
munito di terminali dei due segni, positivo e ne- dell'acquisto del trasduttore, che questo sia ca-
gativo, che in sede di applicazione del compo- pace di operare tra i 20 KHz e i 60 KHz. Ricor-
nente sulla basetta supporto debbono rimanere dando che, alcuni tipi di altoparlanti piezoelet-
infilati negli appositi fori, come segnalato nello trici di piccole dimensioni e fra questi pure certi
schema di figura 2. Non occorre invece rispetta- buzzer passivi a larga banda, anche di basso co-
re le polarità del diodo led DL, ovvero le posi- sto, posseggono le caratteristiche richieste, dato
zioni degli elettrodi di anodo e catodo, giacché che la bassa distorsione in questo caso non è
questo componente, nel circuito dell'insettifu- proprio necessaria. Ma se l'altoparlante non è
go, rimane alimentato con la tensione alternata. in condizioni di lavorare sulla gamma di fre-
Altri particolari costruttivi, che i principianti quenze ultrasoniche già menzionata, il circuito
debbono tenere in massima considerazione, ri- perde ogni sua efficacia e potrà riprodurre suo-
guardano il transistor TR 1, la cui piedinatura è ni fastidiosi attribuibili al movimento caotico
ampiamente illustrata nello schema costruttivo del trasduttore acustico.
di figura 2 e l'integrato ICl, il cui piedino 1 si Per coloro che cercano di risparmiare in ogni
trova in quella zona dell'elemento in cui, sulla modo sulla spesa complessiva dei componenti
parte superiore, è impresso un dischetto indica- facciamo presente che, in sostituzione dell'alto-

Elettronica Pratica 331


Insettifugo ultrasonico

Fig. 7 - Esempio di composizione di un contenitore particolarmente adatto per l'inserimento


del modulo elettronico dell'insettifugo. Il cavetto di alimentazione deve fuoriuscire dalla par-
te posteriore, attraverso un gommino passante di protezione.

parlante prescritto, è possibile utilizzare anche TARATURA E COLLAUDO


le capsule un tempo inserite nei vecchi teleco-
mandi ad ultrasuoni per il pilotaggio a distanza La taratura del circuito dell'insettifugo si ottie-
dei televisori, che agivano appunto con fre- ne intervenendo sul trimmer R2, con il quale si
quenze attorno ai 40 KHz. regola la profondità della modulazione e, con-
Qualora il dispositivo dovesse funzionare in am- seguentemente, l'entità dell'escursione di fre-
bienti a temperatura molto elevata, si consiglia quenza dei segnali ultrasonici.
di applicare, sul corpo metallico del transistor Servendosi di un tester analogico, commutato
TR 1, un piccolo radiatore, certamente in grado sulle misure voltmetriche in continua e sulla
di favorire la dispersione dell'energia termica scala dei 20.000 ohm x volt, si applica il puntale
generata dal componente durante il suo funzio- rosso dello strumento sul piedino 5 dell'integra-
namento. to ICl e quello nero sulla linea della tensione
Il trasformatore Tl, della potenza di circa 3 W, di. alimentazione negativa, per esempio sul ter-
deve essere adatto al funzionamento continuato minale 3 o in un qualsiasi punto della corri-
e quindi non autoriscaldante e a basse perdite. spondente pista di rame del circuito stampato.
Anche se ciò non è previsto negli schemi delle Fatto ciò, si agisce sul trimmer R2 in modo che
figure 1 e 2, è una buona norma prudenziale in- sulla scala dello strumento di misura si legga
serire, in serie con uno dei due conduttori della l'esatto valore di 4 Vcc. Ma questa prova va
tensione di rete, un fusibile di tipo ritardato, da eseguita al buio, ovvero dopo aver ricoperto il
0,1 A- 250 Vca. sistema optoelettronico DL-FR con una carta

332 Elettronica Pratica


Insettifugo ultrasonico

nera, in funzione di schermo, come illustrato in sce, attraverso un gommino passante di prote-
figura 6. Naturalmente è consigliabile conserva- zione, il cavetto di alimentazione che va a pre-
re stabilmente tale accorgimento, pur preve- levare la tensione di rete in una vicina presa lu-
dendo di introdurre il modulo elettronico in un ce. Dunque, come avviene per le operazioni di
contenitore nel modo suggerito in figura 7. Do- taratura del circuito, anche in questo caso oc-
ve, sulla parte frontale del dispositivo, si nota la corre abilitare il dispositivo alimentandolo. Non
presenza dell'interruttore generale S1, commu- prima, tuttavia, di aver collegato provvisoria-
tabile nelle due posizioni A (acceso) ed S mente, in parallelo con il condensatore C2, un
(spento) ed il piccolo cono dell'altoparlante secondo condensatore ceramico da 100.000 pF,
tweeter ceramico, dal quale fuoriescono gli ul- che costringe l'oscillatore a funzionare su fre-
trasuoni che mettono in fuga insetti e piccoli quenze della gamma dei suoni udibili. Poi, una
animali. volta constatato il funzionamento del circuito
Il collaudo dell'apprecchio consiste nel control- tramite l'emissione di suoni attraverso l'altopar-
lare il suo funzionamento, evidentemente prima lante, il secondo condensatore da 100.000 pF va
di introdurre il modulo elettronico nell'apposito rimosso ed il modulo può essere definitivamen-
contenitore, dalla cui parte posteriore fuorie- te rinchiuso nel suo mobiletto contenitore.

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Le luci lampeggianti, a differenza di quelle pro-
venienti da sorgenti ad intensità e frequenza co-
I mutamenti luminosi, che stanti, richiamano sempre l'attenzione di ogni
essere vivente, uomo o animale che sia. Alcuni
sorprendono la vista con un di noi, peraltro, sono già abituati alla presenza
avvicendarsi continuo di di certi segnali, come ad esempio quelli stradali
e pubblicitari, verso i quali può capitare di vol-
percezioni, provengono da una gere lo sguardo per qualche attimo e non di
o più lampadine collegate in più. Ma se i lampeggii si differenziano da quelli
parallelo e opportunamente consueti, assumendo infinite variazioni nel tem-
po, allora la concentrazione di tutti rimane at-
pilotate da un originale tratta dal diverso fenomeno luminoso. Così
oscillatore a cadenza casuale. come accade a chi si diverte con il caleidosco-
pio che, con il suo perenne mutare delle imma-
gini composte, trattiene l'interesse di quanti si

334 Elettronica Pratica


Lampeggiatore fantasmagorico

Se le variazioni di luce sono infinite,


lo stupore di chi guarda non finisce mai.

Le sensazioni che si provano sono tante: serenità, distensione,


ipnosi, trepidazione.

CIRCUITO PILOTA
mettono a guardare dentro questo singolare ap- Gli elementi di maggior rilievo tecnico, che
parecchio. concorrono alla formazione del progetto di fi-
Quelle variabili sono anche luci che spesso gura 1, sono i due circuiti integrati ICl - IC2 e i
creano sensazioni psicofisiche al mutare della due transistor TRl - TR2. Con la sigla LP viene
frequenza che, quando è elevata, genera stati simboleggiata la lampada o, come verrà detto
ansiosi o di allarme, mentre rimanendo bassa più avanti, un insieme di lampadine collegate in
induce l'organismo alla calma e alla distensione, parallelo e tutte lampeggianti allo stesso modo.
provocando inoltre un vago effetto ipnotico se Ma queste, dato che il progetto del modulo
le variazioni di frequenza si succedono in modo elettronico necessita di un'alimentazione a 12
del tutto casuale. Dunque, le conseguenze deri- Vcc, debbono essere rappresentate da altrettan-
vanti dall'osservazione di una sorgente di luce ti componenti da alimentare con la medesima
incostante, fin qui solamente in parte enuncia- tensione, a meno che l'uscita del circuito di fi-
te, meritano una reale verifica, che ogni lettore gura 1 non venga collegata con un relè, come
può realizzare costruendo l'apparato presentato viene suggerito più oltre, con lo scopo di pilota-
e descritto in questa stessa sede e che è quello re lampeggiatori alimentati con la tensione di
di un modulo elettronico di pilotaggio, con si- rete. Ma entriamo nel vivo dell'argomento ed
stema originale e finora inedito, di una o più iniziamo l'esame del circuito teorico di figura 1.
lampadine lampeggianti. L'integrato ICl, qui rappresentato dal modello

Elettronica Pratica 335


Lam peggiatore fa ntasm agorico

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336 Elettronica Pratica


Lampeggiatore fantasmagorico

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Elettronica Pratica 337


Lampeggiatore fantosmagorico

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Fig. 3 - Circuito stampato, da riportare su una delle due facce della basetta supporto delle
dimensioni di 10,6 cm x 4 cm, qui pubblicato in grandezza reale.

4093 B, è un quadruplo trigger di Schmitt, nel quattro condensatori C1-C2-C3-C4, connes-


quale ogni sezione è dotata di due ingressi, in si fra le entrate e la linea di terra, che qui coin-
questa occasione collegati assieme, come se cide con quella di alimentazione negativa, stabi-
l'entrata fosse una soltanto. lisce una quadrupla oscillazione, con quattro
Il modello 4093B è un CMOS metal gate, in tempi notevolmente diversi tra loro.
grado di funzionare con tensioni comprese fra i I quattro condensatori già menzionati assumo-
3 Vcc e i 18 Vcc. Si tratta quindi di un compo- no valori capacitivi differenti.
nente di largo impiego per quanto riguarda l'a- Sulle quattro uscite di ICl, ovvero sui piedini 3
limentazione, mentre l'assorbimento di energia -4- 10- 11, sono presenti segnali con quattro
si verifica solamente quando commuta o co- forme d'onda a diverso periodo. Ciò significa
manda dei carichi applicati. che il tempo, tra un fronte e l'altro, varia con le
La tensione di 12 Vcc è stata scelta in questa quattro forme d'onda; in sostanza, i quattro
misura per alimentare una o più lampadine di oscillatori sono caratterizzati da frequenze dif-
tale valore od un relè a12V cc. ferenti tra loro. E tutto questo appare chiara-
L'integrato ICl, come si può notare nello sche- mente illustrato in figura 4.
ma teorico di figura 1, è un quadruplo nand, La frequenza dei quattro oscillatori è stabilita
dotato di isteresi sugli ingressi. In pratica, ogni dal tempo che il condensatore d'entrata impie-
stadio, per disporre di un'uscita bassa, deve ga per caricarsi e scaricarsi, tra le due soglie di
possedere entrambi gli ingressi alti, perché è scatto, quella superiore e l'altra inferiore, del
sufficiente che un solo ingresso sia basso per trigger di Schmitt, rappresentato da ciascuna
mandare alta l'uscita. Inoltre, se entrambi gli in- delle quattro sezioni di ICl, attraverso le resi-
gressi sono collegati fra loro, come accade nel stenze da 2,2 megaohm e a partire dalla tensio-
progetto di figura 1, lo stadio funziona da inver- ne d'uscita che, essendo le sezioni di ICl colle-
ter. gate ad inverter, è sempre opposta a quella
Aperta e chiusa questa breve parentesi sull'inte- d'ingresso.
grato 4093B, si può ora proseguire con l'analisi Concludendo, in seguito a quanto ora afferma-
di comportamento del circuito pilota. to, la frequenza degli oscillatori dipende dal
Quattro resistenze, con valori ohmmici uguali, prodotto tra la resistenza di valore costante (Rl
Rl - R2-R3-R4, collegate fra entrata ed usci- - R2- R3- R4) e la capacità dei quattro con-
ta di ciascuna. sezione (a-b-c-d), provocano densatori C1-C2-C3-C4. In particolare, ai
una tensione di controreazione che, assieme ai valori capacitivi più elevati corrispondono quelli

338 Elettronica Pratica


Lampeggiatore fantasmagorico

Fig. 4 - Queste sono le quattro forme d'onda dei


segnali generati ed uscenti dal quadruplo trigger
di Schmitt modello 40938.
d

più bassi della frequenza. Dunque, per variare stor TR2 viene polarizzato dalla linea di ali-
la frequenza, si può intervenire sulle capacità mentazione positiva tramite la resistenza R6
dei quattro condensatori, purché vengano sem- per portarsi in saturazione; ovvero per condurre
pre utilizzati modelli a film plastico o ceramici ed accendere, attraverso l'uscita "u", la lampa-
di buona qualità. Ma si può anche diminuire il da LP.
valore ohmmico delle resistenze al limite di al- Viceversa, se il piedino 1 del nand "a" di IC2
cune migliaia di ohm, senza tuttavia pensare di rimane allo stato logico "1", perché una soltan-
elevare quello superiore di 2,2 megaohm, che to o tutte le porte del nand si trovano allo stato
rappresenta già il valore massimo. logico "0", allora la base di TRl viene polariz-
zata ed il transistor TR 1 si comporta da condut-
tore e, quindi, da elemento di pilotaggio del
IL DOPPIO NAND transistor TR2.
Concludendo, i due transistor TR1- TR2 lavo-
I quattro segnali uscenti dall'integrato ICl rag- rano nelle due condizioni di saturazione o in-
giungono altrettante porte della sezione "a" terdizione, generando conseguentemente poco
dell'integrato IC2, qui rappresentato dal model- calore, che rappresenta il risultato della poten-
lo 4012 B, che è un doppio nand a quattro por- za dissipata, presupponendo ovviamente che il
te. La sezione "b" di IC2 rimane in questo caso circuito sia stato correttamente cablato.
inutilizzata e viene collegata con la linea di ali- Il progetto di figura 1 deve essere alimentato
mentazione positiva del circuito, per evitare con la tensione continua di valore compreso tra
l'insorgere di disturbi elettrici. i 12 Vcc e i 14 Vcc, derivandola da un accumu-
Affinché l'uscita dell'integrato IC2, più esatta- latore od opportuno alimentatore da rete certa-
mente della sua sezione "a", identificabile nel mente in grado di erogare una corrente di al-
piedino 1, si trovi allo stato logico "0", è neces- meno 2 A. Che non è necessaria durante il fun-
sario che tutte le quattro porte rimangano allo zionamento del circuito, ma lo diventa inizial-
stato logico "P, perché è sufficiente la presen- mente, quando i filamenti delle lampadine sono
za di un solo ingresso basso per elevare allo sta- freddi e caratterizzati da resistenze molto basse,
to logico "l" l'uscita. E quando sul piedino 1 che assorbono correnti assai forti. Tale condi-
l'uscita si trova a "0, la base del transistor TR 1 zione, va rispettata soltanto quando l'assorbi-
rimane priva di polarizzazione ed il semicon- mento totale, in regime di funzionamento del
duttore resta all'interdizione, mentre il transi- lampeggiatore, supera l'intensità di 1 A.

Elettronica Pratica 339


Lampeggiatore fantasmagorico

3-+- 15V

Fig. 5 - Schema di corrispondenza fra i due nand


a quattro porte dell'integrato 4012B ed i relativi
piedini.

MONTAGGIO Le piedinature dei transistor TR1 - TR2 sono


chiaramente evidenziate nello schema pratico
La pratica realizzazione del modulo elettronico di figura 2. Per TRl, infatti, occorre far riferi-
del lampeggiatore si ottiene nel modo suggerito mento alla linguetta guida ricavata sul conteni-
nella foto di apertura del presente articolo e tore metallico del semiconduttore, in prossimità
nello schema costruttivo di figura 2, dopo aver dell'elettrodo di emittore (e). Per TR2, invece,
approntata la basetta supporto, di forma rettan- l'ordine di successione degli elettrodi è il se-
golare, di materiale isolante, delle dimensioni guente, se si osserva il componente dalla parte
di 10,6 cm x 4 cm e munita, in una delle sue in cui si legge la sigla di riconoscimento, che è
facce, del circuito stampato, il cui disegno in quella in cui compare soltanto una metà dell'in-
grandezza reale è pubblicato in figura 3. tera aletta di raffreddamento la quale, è sempre

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
340 Elettronica Pratica
Lam peggiatore fa ntasmagorico

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Fig. 6- Non necessariamente l'uscita del dispositivo descritto nel testo deve essere rappre-
sentata da una sola lampadina lampeggiante. Perché valutando opportunamente le potenze
complessive impegnate, si possono comporre dei corrispondenti collegamenti di più ele-
menti in parallelo.

bene ricordarlo, si trova in contatto elettrico sibile rallentare i fronti di accensione del transi-
con l'elettrodo di collettore del TIP 3055: base - stor TR2 e di TRl, perché con tale accorgimen-
collettore - emittore. to si riesce ad allungare la vita delle lampadine,
Per evitare interferenze tra il circuito di coman- anche se a danno del transistor TR2 che viene
do e lo stadio di potenza, nel caso in cui si vo- impegnato in una maggiore dissipazione ener-
lessero utilizzare lampade grosse, si consiglia di getica per la quale, in impieghi veramente gra-
inserire, in serie con la linea di alimentazione vosi, il semiconduttore deve essere munito di
positiva, una resistenza da 10 ohm, elevando il adeguato elemento radiante dell'energia termi-
valore capacitivo del condensatore C6 a 1.000 ca.
F - 16 Vl e collegando poi, a monte di questa Per rallentare gli scatti di TRl conviene colle-
resistenza, ma tra la linea positiva e quella ne- gare, tra la base e la linea di massa, cioè la linea
gativa di alimentazione, un condensatore elet- di alimentazione negativa, un condensatore ce-
trolitico da 10.000 F - 16 VI, che possa soste- ramico da 100.000 pF.
nere i picchi di corrente assorbita al momento Coloro che dispongono di un POWER MOS da
dell'accensione delle lampadine. 60 V- 10 A, possono eliminare il transistor
Per ridurre i transitori di corrente, è anche pos- TRl e la resistenza R6, collegando direttamen-

Elettronica Pratica 34 1
Lampeggiatore fantasmagorico

L
p q -q
RL

6a
3
D1 LP1
UF t t s
I
I LP2
I
I

Fig. 7 - Per far lampeggiare una lampadina alimentata dalla tensione di rete, basta pilotare
questa con lo scambio di un relè azionato dall'uscita del modulo elettronico. Il dlodo D1 si
oppone alle extracorrenti generate dalla bobina di RL, mentre LP1 costituisce soltanto un
elemento spia.

-----COMPONENTI-----
C1 = 47.000pF LP1 = lampada-spia(12V-0,1A)
R1 = 160ohm-1W LP2 = lampada utilizz. (220 Vca - 300 W)
D1 = 1N4004(diodoalsilicio) RL = relè (12V- 1scambio)

te il gate del POWER MOS con la resistenza l'alimentazione più compatibile con l'impiego di
R5, ovvero in' sostituzione della base di TRl e batterie per autoveicoli.
lasciando la source a massa ed il drain all'uscita.
Ricordiamo a tale proposito che la piedinatura
di on POWER MOS in còntenitore T0220 è UNA O PIÙ LAMPADINE
equivalente a quella del TIP3055, purché si so-
stituisca la base con il gate, l'emittore con la Si è detto più volte che sull'uscita "u" del cir-
source ed il collettore con il drain. cuito di figura 1, deve essere collegata una lam-
Per rallentare le commutazioni del POWER padina LP ad incandescenza, ossia munita di fi-
MOS è sufficiente aumentare il valore della re- lamento, da 12 W e adatta per una alimentazio-
sistenza R5 fino ad alcune decine di migliaia di ne a 12 Vcc, con assorbimento massimo di cor- ·
ohm, provvedendo ancora a raffreddare il com- rente di 1 A Ma questa, come suggerito nello
ponente che, in caso di impiego di piccole lam- schema elettrico di figura 6, può essere sostitui-
padine , può ridurre i consumi e rendere quindi ta con un parallelo di lampadine, esattamente

342 Elettronica Pratica


Lampeggiatore fantasmagorico

di quattro lampadine (LPl - LP2 - LP3 - LP4) Sull'unico scambio, di cui deve essere dotato il
da 3 W ciascuna, ma sempre da 12 V cc e con relè, si possono collegare una o più lampade
assorbimento di corrente unitario di 0,25 A. In- alimentate dalla tensione di rete a 220 Vca,
fatti si ha: quindi lampade per illuminazione domestica,
con la precauzione di non superare la potenza
0,25 A x 12 Vcc = 3W complessiva di 300 W.
La lampada LPl, inserita nel circuito di figura 7
3Wx4LP = 12W
è soltanto una spia da 12 Vcc - 0,1 A.
Gli effetti speciali generati dalle lampadine, pi-
Ma il circuito di figura 6, riportato solamente a
lotate nel modo fin qui descritto, possono servi-
titolo di esempio, non esclude che il collega-
re come elementi spettacolari in occasione di
mento in parallelo possa avvenire con venti
feste e ricevimenti, ma potranno arricchire i
lampadine da 12 Vcc ed assorbimento singolo
plastici di molti modellisti con lampeggìi di luci
di corrente di 0,05 A. Perché anche in questo
assolutamente originali. Tuttavia, per verificare
modo vengono rispettati i limiti prescritti di po-
i risultati in precedenza annunciati soltanto teo-
tenza. Infatti:
ricamente, si consiglia di collaudare e sperimen-
tare l'apparecchio dapprima con una sola lam-
= 0,6 W
0,05 A x U Vcc
padina e, successivamente, con due o più lam-
0,6 Wx20 LP = 12W padine in parallelo.
Se infine, si volessero mescolare assieme molte
Coloro che volessero utilizzare lampadine da lampadine, anche diversamente colorate, con-
rete, dovranno collegare, sull'uscita del proget- verrà comporre alcuni rami luminosi pilotati da
to di figura 1, il circuito pubblicato in figura 7, due circuiti come quello di figura 1. Ciascuno
nel quale il relè RL sostituisce l'inserimento di dei quali verrà adibito al pilotaggio separato di
lampadine prima descritto. un insieme di lampadine.

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elettronici.

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Elettronica Pratica 343


CODICE MORSE
PRATICA E STORIA
La conoscenza, sua pure approssimativa, del co- rievocazione storica delle origini dell'alfabeto
dice Morse, può rivelarsi utile in molte occasio- Morse.
ni. Ma diventa necessaria, nella sua completez- Owiamente, riteniamo di aver colto nel segno
za, per coloro che operano a bordo di mezzi na- se l'argomento viene affrontato in questo perio-
vali o per chi si prepara ad affrontare gli esami do dell'anno, quando gli allievi possono sacrifi-
con i quali si consegue la patente di radioama- care poche ore delle loro vacanze alla prepara-
tore e che, annualmente, si svolgono nei mesi zione teorica e pratica degli esami. Soprattutto
autunnali. I primi, tuttavia, già esperti profes- perché, proprio durante l'estate, è più facile in-
sionisti, non necessitano da parte nostra di al- contrare e conoscere altri candidati e condurre
cun suggerimento in proposito, se non di un con questi uno studio collettivo. Per quegli aspi-
garbato invito a fungere da maestri per i secon- ranti, invece, che rimangono nelle proprie sedi
di, in caso di bisogno e ai quali dedichiamo di residenza, senza spostarsi nei luoghi di villeg-
queste poche pagine del periodico, che voglio- giatura, ricordiamo che presso molte sezioni
no rappresentare un invito allo studio ed una dell' ARI, cioè dell'Associazione Radioamatori

All'esame per il conseguimento della patente di radioamatore,


il candidato deve dimostrare di saper ricevere e trasmettere,
con rapidità, i segnali in codice Morse. Ma per una completa
preparazione, occorre esercitarsi a lungo con un dispositivo
come quello qui presentato e descritto

344 Elettronica Pratico


Codice morse pratica e storia

Italiani, si tengono regolarmente corsi didattici L'alfabeto Morse dalle origini ai


di preparazione sul sistema di comunicazione
Morse. In ogni caso, peraltro, le pagine scritte giorni nostri.
non sono sufficienti, se queste non vengono
confortate dalla disponibilità di un dispositivo
oscillatore di bassa frequenza, caratterizzato da
qualità ben precise. Come ad esempio la limpi-
dezza e la pulizia della nota sonora, che deve ri-
sultare gradevole, senza stancare l'udito dello
studente. Oppure la possibilità di mutare la to-
nalità del suono o, ancora, quella di ridurre ai
limiti più bassi di tolleranza il "clic" provocato
dalla manipolazione.
Oscillatore audio per lo studio si-
Dunque, nel ritenere di aver progettato un cir-
cuito di oscillatore di bassa frequenza, partico- multaneo di due o più allievi.
larmente adatto a questo genere di studio e che
più avanti presenteremo ed analizzeremo in
ogni suo dettaglio, cominciamo ad introdurre Ascolto in cuffia o in altoparlante.
alcune righe di storia, che potranno fungere da
complemento culturale al bagaglio di nozioni Alimentazione a pile.
che il futuro radiante dovrà sempre portarsi ap-
presso.

Elettronica Pratica 345


Codice morse pratica e storia

R8 !
I r # - r ]3l
±

R6 R7 s1

•C5 l

e
9V
e

R4

TASTO

R5
"'=== = =+= = ~ = = =+= = = ~ = = -= = = -= = = = ==l z !== = = = ~ = = ==-

'I
Flg. 1 - Progetto dell'oscillatore di bassa frequenza, particolarmente adatto per lo studio del
codice Morse. Le linee tratteggiate racchiudono la parte schematica che rimane cablata su
una stessa basetta supporto. Con il trimmer R3 sl regola la tonalità dei suoni, con R7 Il volume.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R5 = 1.000ohm (trimmer)
R6 = 82.000ohm
C1= 47F- 16VI (elettrolitico)
C2= 6.800pF
R7 = 1.000ohm
R8 = 180ohm
C3 = 6.800pF
R9 = 100.000ohm
C4= 6.800pF
R10 = 2,2ohm
es = 100.000 pF
C6 = 100.000 pF
N. B. - Tutte le resistenze sono da 0,5 W.
C7 = 220 F- 16 VI (elettrolitico)
ca = 100.000 pF
C9= 220 F- 16VI(elettrolitico)
Varie
TR1 = BC107
Resistenze IC1 = LM380
R1 = DZ = 5,6 V - 0,5 + 1 W ( diodo zener)
6.800 ohm
R2 = 3.300ohm AP = 16 ohm - 0,5 W (altoparlante)
S1 = Interruttore
R3 = 10.000 ohm (trimmer)
R4 = 10.000 ohm ALIM. = 9Vcc

346 Elettronico Pratica


Codice morse pratica e storia

AP

Fig. 2 - Cablaggio del modulo elettronico dell'oscillatore di bassa frequenza. Il trimmer R5


va regolato in sede di messa a punto del circuito con lo scopo di eliminare eventuali distor-
sioni del segnale irradiato dall'altoparlante.

ORIGINI DEL CODICE MORSE New York, fece ancora un viaggio in Europa,
che al ritorno lo indusse a meditare a lungo su
Samuel F.B. Morse fu un discreto pittore ame- alcuni pratici esperimenti di elettricità e magne-
ricano che, tra il 1813 e il 1832, per motivi di tismo, cui aveva assistito e che lo portarono a
studio, si recò più volte in Europa, sofferman- progettare un valido sistema di telegrafo elet-
dosi in Inghilterra, Francia e Italia. Dove riuscì tromagnetico, in grado di trasmettere, rapida-
a stabilire fruttuosi contatti con artisti e scien- mente e su lunghe distanze, ogni tipo di mes-
ziati del tempo, arricchendo in tal modo la sua saggio.
eclettica cultura, così come si usava in passato. Il funzionamento dell'apparato trasmittente si
Nel 1832 Morse, insegnante all'università di basava sulle aperture e chiusure di un circuito

Elettronica Pratica 34 7
Codice morse pratica e storia

Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stam-


pato che l'operatore deve riportare su una delle due
facce di una basetta supporto. delle dimensioni di 7
cmx 5,5 cm.

elettrico. Quello ricevente era composto da un nuovo codice, con il quale si raggiungeva la ve-
elettromagnete collegato ad una matita, che re- locità di dieci parole al minuto.
gistrava, su un foglio di carta mosso da un mec- Nel 1844 fu stesa la prima linea aerea, sostenu-
canismo ad orologeria, i segnali raccolti sotto ta mediante pali, della lunghezza di 35 Km, do-
forma di punti e spazi. I quali, attraverso un op- po essere fallito un primo tentativo di posa in-
portuno codice, venivano poi tradotti in lettere terrata di cavo per carenze di isolamento, assai
e numeri. Ma agli inizi, quandi le pile venivano precario all'epoca per motivi tecnologici.
costruite in casa e gli elettromagneti avvolti a Per mettere a punto il suo codice, Morse osser-
mano, i risultati furono assai scadenti. Perché vò presso una tipografia locale quali erano le
soltanto in seguito, verso il 1838, dopo aver tro- lettere più usate e con esse concepì l'alfabeto
vato fondi e soci, Morse potè approntare un più breve, che prese il nome di Codice Morse
Americano.
Nel 1850, dopo aver notato che gli operatori te-
legrafisti più esperti decifravano i messaggi sen-
za leggerli, ma soltanto ascoltando il ticchettìo
dell'elettromagnete, il foglio di carta fu sostitui-
to con un campanello.
E finalmente, nel 1851, una conferenza interna-
zionale tenutasi a Berlino modificò in parte e
definitivamente il codice Morse Americano,
dando origine al codice Morse Internazionale
ancor oggi in vigore.
Quando Morse morì nel 1872, egli ebbe ancora
il tempo di assistere alla diffusione sempre più
ampia della sua invenzione e di goderne i frutti
morali e materiali.

ESAME CIRCUITALE

Chiusa a questo punto la breve parentesi storica

348 Elettronica Pratica


Codice morse pratica e storia

vcc '7

u '6
7DISACC

1 8
2 7
3 6
4 5

GND GND

4
l.
5

Fig. 4 - Circuito elettrico, a sinistra, dell'integrato LM380 montato nel circuito dell'oscillatore
di bassa frequenza. Sulla destra è riprodotto il modello a otto piedini del componente visto
dall'alto.

sulle origini e lo sviluppo dell'alfabeto Morse, Le oscillazioni prendono origine dal fatto che il
conviene ora descrivere il circuito dell'oscillato- segnale di collettore si trova in controfase con
re di bassa frequenza pubblicato in figura 1. Il quello d'entrata, mentre la rete di sfasamento
quale, dopo aver collegato, fra l'altoparlante e riporta all'ingresso il segnale in fase. Le conse-
la linea di massa, un tasto telegrafico, che il let- guenti oscillazioni sono quindi persistenti ed
tore può agevolmente acquistare presso i riven- automantenute. Ma ciò avviene, ovviamente,
ditori di materiali elettronici più qualificati, per una ristretta gamma di frequenze, appunto
emette, attraverso il trasduttore acustico, i suo- quelle che assicurano alla rete resistivo-
ni relativi ai "punti" e alle "linee" del codice capacitiva lo sfasamento preciso di 180°. In que-
Morse. sto modo, dunque, si genera un segnale sinusoi-
Al comando del tasto si pone un allievo o un dale che si rivela il più gradevole fra tutti per
maestro, all'ascolto dei suoni irradiati dall'alto- l'orecchio umano.
parlante si mette il secondo studente munito di Nello schema di figura 1 sono inseriti tre trim-
carta e penna. Tuttavia, per agevolare uno stu- mer, dei quali uno viene regolato in fase di
dio di gruppo, composto da più aspiranti ra- messa a punto, gli altri due, muniti di perno di
dioamatori, abbiamo pure previsto un sistema comando, possono essere regolati durante l'im-
didattico in grado di coinvolgere diverse perso- piego dell'oscillatore. La loro funzione è la se-
ne e che illustreremo in seguito. guente:
Il transistor TRl funge da elemento pilota di
uno stadio oscillatore. Esso amplifica nella con- R3 = regolatore di tono
figurazione ad emittore comune. Ed il segnale R5 = regolatore di guadagno
amplificato, presente sull'elettrodo di colletto- R7 = regolatore di volume
re, viene prelevato dalla rete di sfasamento,
composta dai condensatori C2- C3- C4, assie- La tonalità dei suoni emessi dall'altoparlante
me alle resistenze R 1-R2-R3-R4- R5, che AP viene regolata quindi con il trimmer R3,
introducono un ritardo di 180°. che deve essere munito di perno di comando e

Elettronica Pratica 349


Codice morse pratica e storia

osc.

MAESTRO ALLIEVO 1 ALLIEVO 2

Fig. 5 - Circuito elettrico di adattamento dell'oscillatore allo studio collettivo del codice Mor-
se di più allievi aspiranti alla patente di radioamatori. Le lettere T segnalano la posizione dei
tasti telegrafici, le P quelle dei potenziometri di tipo a variazione logaritmica da 10.000 ohm
e
e le quelle delle cuffie da 100 e più ohm.

che consente di far spaziare i suoni fra i 500 Hz L'integrato ICl, il cui schema elettrico interno
e i 1.000 Hz circa. Questa variazione, che va ef- è pubblicato in figura 4, rappresenta un norma-
fettuata di quando in quando, è necessaria per le amplificatore audio di potenza. Come si può
non abituare l'orecchio ad una sola frequenza notare, si tratta di un componente a tre stadi.
acustica. Di cui il primo è di tipo a circuito differenziale
La regolazione del trimmer R5, che in pratica e si identifica con l'ingresso E+ (piedino 2), il
riguarda l'innesco delle oscillazioni, si esegue, secondo stabilisce il guadagno ed è montato
in sede di taratura del circuito, con la precisa nella configurazione ad emittore comune con
tensione di alimentazione e con la temperatura uscita di colJettore, il terzo è quello d'uscita, a
di impiego del circuito, con Io scopo di raggiun- guadagno di tensione unitario e simmetria quasi
gere il guadagno complessivo unitario dello sta- complementare (piedino 6).
dio e quindi senza che i segnali acustici risultino Per impieghi gravosi, che non sono certamente
gravati da distorsione. quelli dell'uso dell'oscillatore nello studio del

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350 Elettronico Pratica


Codice morse pratico e storia

Flg. 6 - Per uno studio corretto e ordinato del codice Morse, Il tasto telegraflco deve rimane-
re ben fissato sulla superficie di appoggio. Il polso trasmette al tasto, tramite Il dito Indice e
quello medio, le pressioni necessarie. Numerazione: 1 = vite di fissaggio; 2 = assicella di
legno; 3 = vite di regolazione corsa del tasto; 4 = morsetti serrafili; 5 = regolazione del
movimenti di pressione; 6 = contatti elettrici.

codice Morse, a meno che le ore di funziona- MONTAGGIO DEL MODULO


mento non diventino troppe, sui piedini di mas-
sa 4-5, contrassegnati con le sigle GND nello Il montaggio del circuito oscillatore si ottiene
schema di figura 4, che significano "terra elet- nel modo illustrato nello schema pratico di figu-
trica", occorre saldare una piccola aletta di ra- ra 2, dopo aver approntato la basetta supporto,
me, anche molto sottile, in veste di elemento di materiale isolante, di forma rettangolare,
radiante dell'energia termica generata. delle dimensioni di 7 cm x 5,5 cm, recante, in
Sulla destra di figura 4, è disegnato il modello una delle sue facce, il circuito stampato, il cui
LM380 del transistor TRl ad otto piedini, che disegno in grandezza reale è pubblicato in figu-
si differenzia dall'analogo componente a quat- ra 3.
tordici piedini. Il diodo zener DZ, da 5,6 V può essere scelto
L'alimentazione del circuito di figura 1 può es- fra i modelli di potenza compresa nella gamma
sere ottenuta in entrambi i modi, per mezzo di 0,5 W + 1 W, mentre per l'integrato ICl, come
pile o tramite alimentatore da rete. Nel primo è stato detto, si deve acquistate il componente
caso, necessitando una tensione di alimentazio- a otto piedini e non quello a quattordici pin,
ne di 9 Vcc, ci si potrà servire di un collega- che pure reca la sigla LM 380.
mento in serie di due pile piatte da 4,5 V cia- Sul terminale 2 dello schema pratico di figura 2
scuna. Nel secondo, si dovrà utilizzare un ali- si applica uno dei due conduttori provenienti
mentatore con uscita di 9 Vcc e 150 mA o più. dall'altoparlante AP o, meglio, dalla bobina
Ricordando che gli assorbimenti di corrente so- mobile di questo, la cui impedenza deve essere
no diversi nelle tre condizioni di tasto telegrafi- di 16 ohm, mentre la potenza complessiva del
co aperto, tasto telegrafico chiuso e minimo vo- componente si aggira intorno al mezzo watt.
lume sonoro, tasto telegrafico chiuso e massimo Il secondo conduttore, proveniente dalla bobina
volume audio, identificandosi con i valori di 30 mobile del trasduttore acustico AP, va a colle-
mA- 40 mAe 150 mA. garsi con uno dei due terminali del tasto tele-
grafico, mentre l'altro terminale del tasto va
connesso con il circuito di terra dell'oscillatore,
Elettronico Pratico 35 1
Codice morse pra tica e storia

METODO DI STUDIO DEL CODICE MORSE

A .- di-dah N -. dah-dit
B - ... dah-di-di-dit o --- dah-dah-dah
e -.-. dah-di-dah-dit p . --. di-dah-dah-dit
o - .. dah-di-dit o -- . - dah-dah-di-dah
E . dit A .-. di-dah-dit
F .. - . di-di-dah-dit s . .. dì-dì-dit
G --. dah-dah-dit T - dah
H .... di-di-di-dit u ..- di-di-dah
I .. di-dit V . .. - di-di-di-dah
J . - -- di-dah-dah-dah W .-- di-dah-dah
K -.- dah-di-dah X - .. - dah-di-di-dah
L . - .. di-dah-di-dit y - . -- dah-di-dah-dah
M -- dah-dah z - - .. dah-dah-di-dit

1 • ---- di-dah-dah-dah-dah 6 - .... dah-di-di-di-dit


2 • • --- di-di-dah-dah-dah 7 - - ... dah-dah-di-di-dit
3 ···-- di-di-di-dah-dah 8 - - - • • dah-dah-dah-di-dit
4 • • ••- di-di-di-di-dah 9 - - - - • dah-dah-dah-dah-dit
5 ..... di-di-di-di-dit o - - - - - dah-dah-dah-dah-dah

ovvero con l'ancoraggio 1 dello schema pratico telegrafico su cui agisce l'operatore.
di figura 2. In questo modo il circuito dell'alto- I conduttori, positivo e negativo, provenienti
parlante subisce tutta una serie di chiusure ed dall'alimentatore, vanno collegati sui capicorda
aperture in corrispondenza di quelle del tasto 3 e 1 della basetta supporto del circuito oscilla-
tore.
Coloro che vorranno programmare lo studio in
gruppo del codice Morse, dovranno collegare,
sui capicorda 1-2, il circuito pubblicato in figu-
ra 5, nel quale, con le lettere T vengono segna-
abbonatevi a: lati i tasti telegrafici, con le C le cuffie, che non
debbono essere del tipo da 8 ohm, ma da 100
ohm o più e con le lettere P i potenziometri da
ELETTRONICA 10.000 ohm, che consentono di regolare il volu-
me sonoro. Ma se l'ascolto viene effettuato at-
traverso l'altoparlante che, anche in questa oc-
PRATICA casione, deve avere un'impedenza di 16 ohm e
una potenza di mezzo watt, allora le cuffie van-
no eliminate. Naturalmente, il tasto che pilota
352 Elettronica Pratica
Codice morse pratica e storia

l'altoparlante potrà essere azionato sia da un Attualmente a tutti gli allievi si consiglia di se-
insegnante come da un altro allievo. guire un particolare metodo didattico per lo
I tre conduttori visibili in alto di figura 5, paral- studio del codice Morse, che consiste nell'asso-
leli fra loro, non sono chiusi all'estrema destra, ciare ad ogni lettera un suono. Ovvero interpre-
perché lasciano supporre che al circuito utiliz- tando la "linea" con il suono "dah" ed il
zato dal secondo allievo ne succedano altri, tan- "punto" con quello "di", come segnalato nello
ti quanti possono essere ancora gli studenti del schema di figura 7.
gruppo. Durante le esercitazioni è bene ricordare che il
suono corrispondente ad una "linea" deve du-
rare tanto quanto quello relativo a tre "punti";
USO DEL TASTO TELEGRAFICO l'intervallo di tempo tra i "punti" e le "linee" di
una stessa lettera deve durare quanto un
La figura 6 interpreta la posizione esatta del- "punto", mentre l'intervallo tra le varie lettere
l'impugnatura del tasto telegrafico. Come si deve superare quello di una "linea".
può notare, il polso deve rimanere sollevato dal In ogni caso consigliamo di mandare a memo-
piano di appoggio ed il tasto va premuto con i ria, in un primo momento, le lettere più sempli-
polpastrelli del dito indice e di quello medio, ai ci, successivamente le più complesse e, per ulti-
quali il movimento viene impresso dal polso. In mi, i numeri. Nella prima fase di studio, ad ogni
pratica, quindi, si abbassa il polso. Ma in ogni modo, si potranno ricevere dieci o quindici ca-
caso la mano, il polso e l'avambraccio debbono ratteri al minuto. Poi, coll'andar del tempo si
rimanere sempre sciolti e mai irrigiditi, dato raggiungerà la richiesta velocità dei quaranta
che non si tratta di compiere un'azione di forza. caratteri al minuto.

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


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Elettronica Pratica 353


VECCHIE
RADIO
A
VALVOLE

ACCENSIONE
FILAMENTI
In ogni valvola elettronica è sempre presente quelle ad "accensione indiretta".
un elettrodo, denominato filamento, che può Difficilmente, nel secondo tipo di valvole, il fi-
assumere direttamente la funzione di emettere lamento può bruciarsi, perché la temperatura
gli elettroni che formano il flusso di corrente raggiunta è relativamente bassa, sicuramente
interno alla valvola, oppure può fungere, come molto più bassa di quella dei filamenti delle
accade nella maggior parte dei tubi a vuoto lampadine ad incandescenza, che emettono lu-
spinto, da elemento riscaldante del catodo. Nel ce quasi bianca. Può capitare, invece, che il fila-
primo caso il filamento non emette alcuna luce, mento di certe valvole, con accensione in serie,
nel secondo si illumina di luce rossastra. E subisca delle interruzioni, a causa di improvvisi
quando assume il compito di erogare elettroni, e violenti mutamenti della tensione di alimenta-
il filamento appartiene alle valvole cosiddette zione oppure quando il filamento è sottile come
ad "accensione diretta", altrimenti è inserito in un capello.

I filamenti delle valvole elettroniche possono essere alimentati


con tensioni alternate o continue, derivate da trasformatori,
batterie o pile. Ma i loro collegamenti rispettano sempre e
soltanto tre modelli: in parallelo, in serie o in serie-parallelo.

354 Elettronica Pratica


Accensione filamenti

VARIETÀ DI FILAMENTI

ACCENSIONE DIRETTA

ACCENSIONE INDIRETTA

SCHEMI APPLICATIVI

VALVOLE MINIATURA

CONTROLLI
CON ILTESTER

Il modello più classico del circuito di accensio- STRUffURA DEI FILAMENTI


ne dei filamenti di un vecchio radioricevitore a
valvole è quello illustrato in figura 1, nella qua- I filamenti delle valvole elettroniche possono
le i conduttori riportati in colore segnalano ap- essere diversamente costruiti ed assumere quin-
punto il sistema di alimentazione delle quattro di fogge diverse. Ma le espressioni esteriori più
valvole Vl - V2 - V3 - V4 e dell'occhio magico comuni sono quelle riportate in figura 2, che
V6, che traggono tutti l'energia da uno stesso appartengono, ovviamente, a sei modelli di val-
avvolgimento secondario a 6,3 Vca del trasfor- vole differenti, qui di seguito elencate:
matore Tl, mentre per l'accensione del fila-
mento della valvola raddrizzatrice VS, che fun- 1 = fil. verticale per valvole cc (1T4 - 1R5 ecc.).
ge contemporaneamente anche da catodo, 2= fil. verticale per valvole cc (3S4 - 3Q4 ecc.).
provvede un avvolgimento secondario a parte di 3= fil. a zig-zag per valvole ad ace. diretta.
Tl, in grado di erogare la tensione alternata di 4= fil. di raddrizzatrice (AZl - 5Y3).
5 Vca. S =fil. inserito in catodo ed isolato.
L'avvolgimento secondario a 6,3 Vca di Tl, che 6= fil. inserito in catodo per valvole AT.
accende i filamenti delle valvole che pilotano il
circuito vero e proprio del radioricevitore, ali- In particolare si ricorda che il modello di fila-
menta pure le lampadine di illuminazione della mento riportato in 1 di figura 2 è caratteristico
scala parlante che, parimenti a quanto avviene delle valvoline con accensione in corrente conti-
per i filamenti, sono pure queste collegate in nua, mentre quello segnalato in 2 della stessa
parallelo, come del resto è chiaramente eviden- figura lo si trova nelle valvole di potenza e si
ziato nella parte bassa, sulla destra dello sche- differenzia dal primo per essere dotato di presa
ma teorico di figura 1. centrale.
Il filamento contrassegnato con il numero 3 in

Elettronica Pratica 355


Accensione filamenti

V2 6K?
v 6v6
V1 6A8

1Mf.

243
4n w/

v5 5y3

Ca3loTus

Fig. 1- Schema classico di circuito di radioricevitore a cinque valvole ed occhio magico, nel
quale i tratti di conduttori riprodotti in colore identificano il tipico sistema di accensione in
parallelo dei filamenti.

figura 2 è proprio delle valvole finali di potenza tre diverse maniere:


e ad accensione diretta, in continua ed alterna-
ta, di vecchio tipo. 1- Alimentazione in parallelo.
Normalmente, i filamenti introdotti nei tubicini, 2- Alimentazione in serie.
che fungono da catodi, sono ricoperti con cera- 3 - Alimentazione mista.
mica isolante, onde evitare contatti elettrici con
il catodo. Ognuno di questi sistemi di collegamento pre-
I primi due esempi (1-2) di figura 2 apparten- senta alcuni vantaggi pratici ed elettrici ma, uni-
gono alla categoria di filamenti che, durante il
funzionamento della valvola, non si accendono
in alcuna misura, mentre tutti gli altri, come è
già stato detto, si ammantano di una luce rossa-
stra ben visibile al buio.

ALIMENTAZIONE DEI FILAMENTI


Negli apparati funzionanti con valvole elettroni-
che, i filamenti possono apparire alimentati in

356 Elettronica Pratica


Accensione filamenti

1 2 3 6

[
Fig. 2 - Comuni espressioni strutturali dei filamenti delle valvole elettroniche: 1 - verticale
per alimentazioni in continua; 2 - verticale doppio per alimentazioni in continua; 3-a zig-zag
per accensioni dirette; 4- per valvole raddrizzatrici; 5 - filamento inserito in catodo ed isola-
to; 6 - per valvole ad alta tensione.

tamente, certi svantaggi. In ogni caso, la prefe- M.F. = amplif. di media frequenza
renza da accordare all'uno o all'altro tipo di ali- RIV. = rivelatrice
mentazione va attribuita a motivi tecnici e com- B.F. = amplif. di bassa frequenza
merciali.
Qualunque sia il modello di accensione prescel- Perché la valvola rettificatrice (RETI.) si serve,
to, le tensioni da applicare ai filamenti delle quando il suo filamento funge pure da catodo,
valvole sono le seguenti: di un altro avvolgimento secondario del trasfor-
matore di alimentazione, in grado di erogare la
1,5 Vcc : 3 Vcc = per fil. in cc (25 + 100 mA) tensione di 5 Vca, come segnalato nello schema
2,5 Vca = 5 Va = per fil. senza catodo (1 + 3 A) di figura 3.
6,3 Vca = per fil. valvole normali (0,15 + 1A) Il collegamento in parallelo dei filamenti, illu-
12,6 Va : 117 Vca = per fil. in serie (0,1- 0,3 A) strato in figura 3, rende assai più comodo il ca-
blaggio, perché consente l'impiego di un solo
Le tensioni alternate di 2,5 Vca e 5 Vca vengono conduttore per tutte le valvole, dato che in fun-
utilizzate per accendere i filamenti delle valvole di zione di conduttore di ritorno si utilizza la mas-
potenza e rettificatrici sprovviste di catodo. sa del ricevitore, ovvero il telaio metallico di so-
stegno di questo. In pratica, quindi, uno dei due
FILAMENTI IN PARALLELO piedini dello zoccolo, corrispondente ad un ter-
minale del filamento, viene saldato direttamen-
L'esempio più classico di accensione in paralle- te a massa. Analogamente, uno dei due termi-
lo dei filamenti delle valvole elettroniche è illu- nali dell'avvolgimento secondario del trasfor-
strato in figura 3. In questo circuito i filamenti matore a 6,3 Vca deve rimanere collegato al te-
vengono alimentati con la stessa tensione alter- laio del radioricevitore, come segnalato nello
nata, quella di 6,3 V ca, derivata da apposito av- schema di figura 4. Questo sistema, tuttavia,
volgimento secondario del trasformatore gene- non può essere adottato quando le valvole sono
rale TRASF. Ma ciò vale per le prime quattro montate in apparati di classe elevata, ad alta fe-
valvole, cui sono affidati i principali compiti ra- deltà, nei quali occorre scongiurare la presenza
dioelettrici e che assumono le seguenti denomi- di ogni forma di ronzìo provocato dalla tensio-
nazioni: ne di rete e dove, per alimentare i filamenti
delle valvole si preferisce il circuito riportato in
CONV. = convertitrice figura 4. In questo, infatti, il collegamento a

Elettronica Pratica 35 7
Accensione filamenti

~-L
CAMBIOTENS.

46o,
f<IQ_..

± E:
5V

-:- MAia.SA

Fig. 3 - Tipico circuito di alimentazione dei filamenti in parallelo con tensione a 6,3 Vca, deri-
vata da apposito avvolgimento secondario del trasformatore. La tensione per il filamento
della valvola rettificatrice viene erogata da un secondario a 5 Vca.

TQASl'.

CAMBIOTENS.

5V

Flg. 4 - Questo sistema di accensione In parallelo del fllamenti viene utilizzato negli apparati
in cui si deve scongiurare, il più possibile, l'insorgere di disturbi di bassa frequenza. Infatti,
il collegamento a massa viene effettuato tra una presa centrale del secondario a 6,3 Vca del
trasformatore di alimentazione ed il telaio metallico del ricevitore.

358 Elettronica Pratica


Accensione filam enti

CAMBIOTENS.

= MASSA

Fig. 5 - Quando la valvola rettificatrice è dotata di catodo, anche il filamento di questa può
essere collegato in parallelo con I filamenti delle altre valvole.

AUTOTRASF.
CAMBIOTENS.

CATODO

LAME.
L ETE

Fig. 6 - Esempio di collegamento In serie, unitamente alla lampadina di lllumlnazlone della


scala parlante, dei fllamenti delle cinque valvole di un radioricevitore allmentato tramite au-
totrasformatore, dal quale si preleva la tensione alternata di 125 Vca.

Elettronica Pratica 359


Accensione filamenti

NT. PILA
@,g

Fig. 7 • Circuito di accensione, di tipo in parallelo, per mezzo di plla da 1,5 V, delle quattro
valvole miniatura di un piccolo radioricevitore portatile.

massa è realizzato tra una presa centrale del se- mento, quindi, debbono essere rispettate le se-
condario a 6,3 V ed il telaio metallico dell'ap- guenti due condizioni:
parato. Ed il collegamento con i filamenti delle
valvole è ottenuto tramite due fili conduttori, 1- tutti i filamenti debbono essere in gra-
attorcigliati tra loro, in modo da formare una do di assorbire la stessa intensità di
treccia antiinduttiva. corrente.
Il metodo di alimentazione interpretato tramite
lo schema di figura 5 si differenzia dai prece- 2-la somma delle tensioni dei filamenti
denti per l'impiego di una valvola rettificatrice deve identificarsi con quella erogabile
munita di catodo, il cui filamento viene alimen- dal trasformatore o, comunque, dalla
tato in serie con quelli delle altre valvole e con sorgente di energia utilizzata.
la medesima tensione di 6,3 Vca.
Il cablaggio, ovviamente, può essere realizzato In caso contrario occorre far in modo che le
in economia, con il sistema dei conduttori in- condizioni citate vengano raggiunte tramite l'in-
trecciati, giacché il collegamento di massa viene serimento di resistenze in serie o in parallelo,
effettuato su uno dei due terminali del secon- onde conseguire i risultati prescritti.
dario a 6,3 Vca. Ma questi pochi vincoli confermano come il ti-
po di alimentazione preferito dei filamenti delle
valvole elettroniche rimanga sempre quello in
FILAMINTI IN SIRIE parallelo. Perché l'altro, in serie, oltre che co-
stringere l'operatore a certe obbligatorietà, può
Nel collegamento in serie dei filamenti, di cui la divenire causa di inconvenienti diversi. Ad
figura 6 interpreta un circuito· caratteristico di esempio, nel caso di interruzione di un filamen-
radioricevitore di tipo economico e al quale to, tutte le valvole si spengono e questo è tal-
partecipa pure la lampadina di illuminazione volta un grave difetto, soprattutto negli apparati
della scala parlante, la corrente assume sempre con molte valvole, in quanto occorre controllare
la stessa intensità in ogni parte dello schema, lo stato del filamento di ognuna di esse, disinse-
mentre le cadute di tensione sono proporzionali rendole dal loro zoccolo. Mentre ciò non acca-
alle resistenze dei filamenti stessi, ossia identi- de nel sistema di alimentazione in parallelo, che
che a quelle dichiarate dal fabbricante nella pri- consente di vedere quale dei filamenti si è
ma lettera o prima cifra della sigla impressa sul spento.
vetro del tubo elettronico. Per un tale collega- Con il collegamento in serie, inoltre, possono
360 Elettronica Pratica
Accensione filamenti

+ +
nc INT.

e6
@,,,
7,5\/

Fig. 8 - Accensione in serie, con pila da 7,5 V, dei filamenti delle quattro valvole miniatura di
un radioricevitore portatile.

verificarsi forti ronzìi nelle riproduzioni sonore della tensione di rete è stata unificata sui 220
attraverso l'altoparlante, che obbligano il tecni- V ca. Allora, infatti, utilizzando valvole con as-
co ad inserire, tra un capo del filamento e mas- sorbimenti di corrente identici, di O, 15 A, ma
sa, un condensatore del valore di 10.000 pF in con tensioni di filamento diverse, la cui somma
ogni valvola. A volte, invece, tale accorgimento si identificava con quella di rete, il sistema del
non è sufficiente ed è necessario invertire l'or- collegamento in serie dei filamenti era possibi-
dine di collegamento dei piedini degli zoccoli, le. Per esempio, servendosi di cinque valvole,
ossia scambiare tra loro i conduttori sui termi- con le seguenti tensioni di filamento:
nali, saldando a sinistra quello che si trovava a
destra e viceversa.
Rett. == 35 Vca
Nonostante i difetti fin qui menzionati, il circui-
Ampi. BF = SOVca
to di accensione in serie è abbastanza diffuso,
Convert. = 12 Vca
soprattutto nei piccoli radioricevitori, perché il
sistema consente di far a meno del costoso tra-
Ampl.MF = 12 Vca
sformatore di alimentazione. Ma tale conside-
Riv. Preampl. = 12Vca
LP (lampadina) = 4 Vca
razione, giustificata un tempo, quando in mol-
tissime località del territorio nazionale la ten-
sione di rete assumeva i valori di 120 V ca -;- la somma delle tensioni è di 125 V ca. Dunque
130 V ca, non è più valida oggi che la misura pari a quella di rete di un tempo.

Elettronica Pratica 361


Accensione filamenti

OHM x 10

Fig. 9 - Quando si vuol controllare l'integrità del fila-


mento delle valvole miniatura o subminiatura, il te-
ster va commutato nella scala ohmmetrica ohm x 10.

ACCENSIONI CON PILE ti a pile. Più esattamente con pile che, oggi, sul
mercato non si trovano più, soprattutto quelle
L'industria radiotecnica di una quarantina d'an- di alimentazione anodica, che assumevano la
ni fa, unitamente agli apparecchi riceventi di forma di piccole scatole ed erano in grado di
grandi dimensioni, produceva pure dei ricevitori erogare le tensioni prima citate. Per accensio-
di dimensioni relativamente piccole, certamente ne dei filamenti, invece, se questi erano collega-
non come quelle delle attuali radioline a transi- ti in parallelo, come segnalato nello schema di
stor, ma di poco peso e facilmente trasportabili. figura 7, bastava una grossa pila da 1,5 V, men-
Nei quali venivano montate valvole di tipo mi- tre per il collegamento in serie, come quello
niatura o subminiatura, in tutto vetro, con ten- presentato nello schema di figura 8, serviva una
sioni anodiche di 45 Vcc o 67,5 Vcc e tensioni speciale pila da 7,5 V.
di filamento di 1,4 V in continua, con assorbi- Naturalmente, le piccole valvole per radiorice-
menti di corrente di 0,05 A. È ovvio, quindi, vitori portatili sono di tipo ad accensione diret-
che questi dispositivi, per assumere la caratteri- ta, ovvero prive di catodo ed il loro filamento è
stica della portatilità, dovevano essere alimenta- sottile, tanto che un urto violento o forti vibra-

362 Elettronica Pratica


zioni possono interromperlo. Lo stesso control-
KIT PER CIRCUITI
lo, tramite il tester commutato nelle funzioni
ohmmetriche, va eseguito nel modo illustrato in
STAMPATI L. 1e.ooo
figura 9, utilizzando la scala ohm x 10 dello
strumento ed evitando assolutamente quella di
ohm x 1, che potrebbe distruggere il filamento Dotato di tutti gli elementi necessari per
della valvola se nel tester fosse montata una pi- la composizione di circuiti stampati su
la da 3 V, come si verifica in molti modelli di vetronite o bachelite, con risultati tali da
strumenti analizzatori di tipo analogico. soddisfare anche i tecnici più esigenti,
Per tutte le valvole ad accensione indiretta, in- questo kit contiene pure la speciale pen-
na riempita di inchiostro resistente al
vece, si può utilizzare ogni scala dell'ohmmetro percloruro.
senza rischi di bruciare il filamento.
Il modello di valvola illustrato in figura 9 è di ti-
po miniatura per accensione in corrente conti-
nua a 1,4 Vcc, nella quale i piedini corrispon-
denti ai terminali del filamento sono l'l e il 7. E
se questo fosse dotato di presa centrale, come
si verifica nella valvola 3A4, il corrispondente
piedino va identificato nel 5.
Quasi sempre, invece, i terminali di filamento
delle valvole octal sono rappresentati dai piedi-
ni 2-7, mentre nelle nova! sono il 4 e il 5. Infi-
ne, nelle valvole rimlock i piedini corrisponden-
ti al filamento sono l' 1 e 1'8.

APPARECCHI PORTATILI
Le valvole per apparecchi portatili sono sempre Consente un controllo visivo conti-
del tipo miniatura, ad accensione diretta e si di- nuo del processo di asporto.
stinguono in due serie, quella europea e quella Evita ogni contatto delle mani con
americana. il prodotto finito.
Alla serie europea appartengono i seguenti mo- - E' sempre pronto per l'uso, anche
delli: dopo conservazione illimitata nel
tempo.
DK91 = convertitrice
Il contenuto è sufficiente per tratta-
DF91 = ampi. MF
re più di un migliaio di centimetri
DAF91 = rive!.
quadrati di superfici ramate.
DL92 = finale

Della serie americana fanno parte i modelli:

lRS = convertitrice
1T4 = amplif. MF
1S5 = rivel.
3S4 = finale

Queste valvole sono tutte con tensione di ac-


censione diretta a 1,4 Vcc e corrente di 50 mA,
fatta eccezione per le due finali DL92 e 3S4,
che sono prowiste di due filamenti, ciascuno a
1,4 V cc e 50 mA e, che possono venir collegati
in serie o in parallelo.

Elettronica Pratica 363


ELEMENTARE
ETTRONICA

RIMI
IASS
SENSORI MAGNETICI
INTEGRATI
I sensori magnetici integrati, più noti con la de- promuove un flusso di elettroni uniforme dal
nominazione di sensori ad effetto Hall, sono punto A al punto B senza che, tra i due punti
dei piccoli componenti, di foggia diversa, spesso intermedi di una sezione trasversale C- D, sus-
simili a transistor, che generano tensioni elettri- sista alcuna differenza di potenziale. L'indice
che quando vengono sollecitati da campi ma- del voltmetro, infatti, rimane fermo sullo zero
gnetici esterni. Con uno di questi, dunque, esat- centrale.
tamente con il modello UGN 3040T, vogliamo Lo spezzone di conduttore, in figura 1, è simbo-
proporre, qui di seguito, due tipici esperimenti, leggiato dalla forma geometrica rettangolare
sicuramente in grado di esprimere praticamente macroscopica, mentre gli elettroni, messi in mo-
quanto la teoria afferma. Alla quale, prima di vimento dalla tensione continua, sono rappre-
entrare nel vivo dell'argomento, dobbiamo con- sentati da tanti cerchietti muniti di una piccola
cedere alcune righe di testo, mirate ad informa- freccia segnalatrice del verso di avanzamento.
re il lettore sulla natura intrinseca di questi ori- Ora, come indicato in basso di figura 1, quando
ginali sensori, non proprio popolari nel mondo si avvicina un magnete al conduttore, il flusso di
dei principianti. elettroni subisce una deviazione dal percorso
Fin dal 1879, Io scienziato E.H. Hall rese noto rettilineo, con un certo ammassamento verso il
quanto illustrato in figura 1. Owero, quando sui punto D ed un diradamento nella zona prossi-
terminali di un conduttore si applica una tensio- ma al punto C. Ma il risultato elettrico più si-
ne V, come segnalato in alto di figura 1, questa gnificativo si identifica con la presenza di una

364 Elettronica Pratica


Sensori magnetici integrati

tensione, fra i punti C-D segnalata dallo stru-


mento di misura.
Invertendo le polarità del magnete, anche il
corrispondente concentramento di elettroni e la
deviazione dell'indice del voltmetro si inverto-
no. Con il risultato che, questa volta, il punto C
è più negativo rispetto al punto A e l'indice del-
lo strumento flette verso i valori positivi, che se-
gnalano la presenza della tensione di Hall. In
ogni caso, le due tensioni di Hall, ora rilevate,
sono troppo deboli per essere utilizzate diretta-
mente ed il sistema illustrato in figura 1 non
può trovare pratica applicazione. A ciò, tutta-
via, hanno provveduto le moderne tecnologie,
che sono riuscite a produrre dei sensori magne-
tici integrati, il cui funzionamento si basa sul-
l'effetto descritto e che prendono il nome di
sensori di Hall (SEH).

SENSORI INTEGRATI

Alla costruzione di questi nuovi componenti si


è giunti dopo aver osservato che la tensione di
Hall si manifesta in tutti i semiconduttori, oltre
che nei comuni conduttori. Ecco perché i semi-
conduttori sono stati designati come gli elemen- gli elementi integrati nel sensore di figura 2.
ti basilari per la costruzione dei sensori di Hall Il circuito stabilizzatore (STAB.) e regolatore
nei quali, in uno stesso modello, mediante uni- provvede ad alimentare, con una corrente rigo-
co ed economico processo di produzione indu- rosamente compensata, quasi costante e indi-
striale, vengono inseriti un generatore ed un cir- pendente dalla tensione di alimentazione, ov-
cuito analogico, necessario per elaborare il segna- viamente entro i limiti di tolleranza, l'intero cir-
le elettrico e conferirgli quelle caratteristiche di cuito del sensore integrato. Ciò è molto impor-
stabilità ed ampiezza che sono necessarie per ogni tante per l'effetto Hall, dato che correnti diver-
impiego affidabile nei dispositivi elettronici. se darebbero origine a differenti tensioni. In
La figura 2 presenta lo schema di principio di particolare, la corrente è dimensionata in misu-
un integrato sensore di Hall particolarmente ra tale da raggiungere un corretto compromes-
adatto alle applicazioni logiche, per le quali ser- so tra autoriscaldamento e necessità di un ele-
vono le informazioni di "tutto" o "niente", in vato segnale di Hall.
corrispondenza o meno di un certo campo ma- L'amplificatore operazionale (AMPL.) agisce
gnetico. direttamente sulla tensione di Hall ed è collega-
Il componente è dotato di tre terminali, come to con l'uscita ad un comparatore dotato di so-
accade nei transistor, contrassegnati con le se- glia fissa, denominato ELABOR. ON-OFF, che
guenti tre sigle: scatta e varia il livello della sua uscita quando il
campo magnetico e, di conseguenza, l'uscita del-
+ VCC = elettrodo 1 l'amplificatore operazionale, supera la soglia.
GDN = elettrodo 2 Il comparatore è dotato di isteresi per evitare
USC. = elettrodo 3 oscillazioni ed incertezze al momento dello
scatto, quando il segnale è vicino alla soglia.
La sigla GDN, posta in corrispondenza dell'e- Queste, infatti, impedirebbero il corretto fun-
lettrodo 2, contiene tre consonanti della parola zionamento dei circuiti logici che necessitano di
inglese GROUND, che significa terra in senso fronti ripidi e privi di rimbalzi.
elettrico. L'uscita del comparatore, come sì può notare in
Cerchiamo ora di interpretare il significato de- figura 2, agisce su un transistor NPN di commu-

Elettronica Pratica 365


Sensori magnetici integrati

e D

B
•$2

EI
+##
l /3;
@
V
é

-
id&
A
Fig. 1 - In assenza di campi magnetici esterni, gli
elettroni, che percorrono il tratto A-B di un condutto-

-
re, procedono in modo ordinato ed uniforme. L'effet-
to Hall, Invece, si manifesta, come segnalato nella fi-
gura in basso, quando un magnete permanente vie-
ne avvicinato al conduttore.

tazione, che fornisce la corrente necessaria per REAZIONI DEL SENSORE


pilotare tutti i normali carichi dei circuiti logici.
Quando TR è saturo, questo fornisce un livello Alcuni sensori di Hall, attualmente presenti in
di tensione zero, pari ad alcune centinaia di commercio, reagiscono sotto l'influsso del polo
millivolt o meno, a seconda del carico compati- sud del magnete permanente, come segnalato
bile con le comuni famiglie logiche. in figura 3, altri rimangono sensibilizzati in pre-
L'uscita del transistor TR è derivata dal suo senza del polo nord. Ma tale considerazione,
collettore, con lo scopo di consentire l'adatta- ovviamente, è valida se l'impiego delle due uni-
mento con ogni tipo di circuito e relativa ten- tà, magnete e sensore, vien fatto correttamente,
sione di alimentazione, tenendo conto che è rivolgendo il campo magnetico verso la faccia
sempre possibile variare l'alimentazione del del componente sulla quale appare impressa la
sensore e della logica entro ampi limiti. sigla di riconoscimento. Tuttavia, il sensore di
Hall funziona anche quando il campo magneti-
co lo investe sulla faccia opposta a quella in cui

366 Elettronica Pratica


Sensori magnetici integrati

STAB.

te
X
rn
123

SEH lT
ELABOR. TR
ON-OFF use.

1 2
'-..../
3..../
+VCC GND use.

Fig. 2 - Schema a blocchi indicativo della composizione interna di un sensore di Hall inte-
grato, adatto alle applicazioni logiche con uscita "alto" o "basso".

-+
ASSE

-" - 1
2
3

Fig. 3 - La sensibilizzazione di un sensore di Hall si verifica nel modo qui segnalato, avvici-
nando al componente un magnete permanente con l'asse perpendicolare al SEH.

Elettronica Pratica 367


Sensori magnetici integrati

STAB.

EU
X
?123

1 2 3
e '-
+ VCC GND use.
Flg. 4 - Interpretazione, tramite circuito a blocchi, del collegamenti fra gli elementi contenuti
In un sensore di' Hall partlcolarmente indicato per applicazioni di tipo lineare.

è segnalata la sigla. E per chiarire ciò, facciamo possono ora venire sperimentati in pratica dal
ancora riferimento alla figura 3, nella quale si lettore utilizzando il modello di sensore ad ef-
suppone che il sensore SEH reagisca solamente fetto Hall UGN 3040T. Con il quale presentia-
quando il polo sud del magnete permanente è mo due schemi applicativi, di cui il primo è fi-
rivolto verso la superficie del componente in cui nalizzato al pilotaggio di un relè tramite un pic-
è stampata la sigla, mentre nessuna reazione si colo magnete, il secondo funge da interruttore
verifica quando vengono invertite le polarità. di un oscillatore di bassa frequenza con uscita
Tuttavia, spostando il magnete nella parte op- in altoparlante. Ma cominciamo con l'esame del
posta del sensore, ma con il polo nord rivolto primo circuito, quello pubblicato in figura 5 e
verso il SEH, questo reagisce, rimanendo inve- del quale, in figura 6, viene pure presentato il
ce inerte se le polarità magnetiche vengono in- piano costruttivo.
vertite. Il sensore, quando rimane influenzato da un
Ciò appare ovvio se si osserva nuovamente lo campo magnetico esterno, chiude il circuito di
schema in basso di figura 1, con il quale si inter- alimentazione VCC ed eccita il relè RL, sui ter-
preta l'effetto Hall. Ad ogni modo, tutto dipen- minali utili del quale è possibile collegare un
de dal modello di sensore con cui si ha a che fa- qualsivoglia circuito di carico.
re, ovvero se questo è di tipo ad uscita logica, Il diodo al silicio D 1 provvede ad eliminare le
come schematizzato in figura 2, oppure lineare, extracorrenti generate dalla bobina del relè
come segnalato in figura 4. quando questo assume le due condizioni elettri-
che di eccitazione o diseccitazione.
Al sensore SEH, il piccolo magnete permanen-
PRIMO ESPERIMENTO te va avvicinato perpendicolarmente, con il polo
sud rivolto verso la faccia del componente in
Buona parte dei concetti teorici fin qui esposti cui appare stampata la sigla UGN 3040T, allo

368 El ettronica Pratica


1
Sensori magnetici integrati

e
D1 11

Il ~
1 Il IIRL E
na
nc ~u
SEH 1
3
l J e
vcc
e
____,I
T
2

Fig. 5 - Circuito elettrico del primo esperimento de- SEH = UGN 3040T (sens. Hall)
scritto nel testo e nel quale Il sensore SEH funge da D1 = 1N4004 (diodo al silicio)
interruttore di alimentazione del relè RL.
RL = relè (12 Vcc - 300 + 400 ohm)
vcc = 12 Vcc

u
nastro
biadesivo

Flg. 6 - Plano costruttivo, da realizzarsi su un supporto di materiale Isolante, del dispositivo


con Il quale si effettua Il primo esperimento descritto nel testo. Il magnete deve essere avvi-
cinato al sensore con Il polo sud.

Elettronica Pratica 369


Sensori magnetici integrati

scopo di osservare lo scatto del relè RL. Succes-


sivamente, lo sperimentatore proverà a mettere
in pratica quanto suggerito in precedenza in
forma teorica, ossia invertendo le polarità del
magnete o spostandolo sulla faccia opposta del
sensore.
Fig. 7 - Piedinatura del sensore Il montaggio circuitale si ottiene nel modo illu-
di Hall, modello UGN 3040T, con strato in figura 6, servendosi di una base di so-
il quale si realizzano i due circui-
ti sperimentali ampiamente de- stegno di legno o altro materiale isolante.
scritti in queste pagine. La tensione di alimentazione VCC deve essere
di 12 Vcc ed il relè RL può assorbire una cor-

,, Il+
R22 HJ • i
aN
L d Il Il 11 C2
e

3
~
SEH 1 ~ Il Iet vcc
e
2 Il Il

e
u i
~M.A

Fig. 8 - Progetto di oscillatore di bassa frequenza pilotato con sensore di Hall il quale, atti-
vato mediante il campo magnetico esterno di una calamita, funge da interruttore del circuito
di emittore del transistor TR1.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 = 10.000 ohm TR1 = BC107
C2 = 2,2 F - 16 VI (elettrolitico) TR2 = 2N2905
DL = diodo led
SEH = UGN 3040T (sens. Hall)
Resistenze AP = altoparlante (8 ohm - 0,5 W)
R1 = 330 ohm - 1/4 W vcc = 4,5 Vcc : 9 Vcc
R2 = 47.000 ohm - 1/4 W
R3 = 150 ohm - 1/4 W

370 Elettronica Pratica


Sensori magnetici integrati

rente sicuramente inferiore ai 50 mA. La bobi- Gli ancoraggi utilizzabili nel relè RL sono assi-
na di eccitazione, quindi, potrà avere un'impe- milabili ad un commutatore ad una via e due
denza di 300 : 400 ohm. Il componente, dun- posizioni. L'unica via è contrassegnata con la
que, è di piccole dimensioni. lettera "e" nello schema elettrico di figura 5 e
La semplice morsettiera a tre ancoraggi, fissata in quello pratico di figura 6. Le due possibili
sulla tavoletta di legno, nella parte opposta a posizioni sono segnalate con "na" (normalmen-
quella in cui rimane incollato il relè per mezzo te aperto) ed "ne" ( normalmente chiuso). Dun-
di nastro adesivo su entrambe le superfici (na- que, i contatti da utilizzare sono quelli indicati
stro biadesivo), consente di irrigidire il cablag- con "e" e "na", perché questi chiudono il circui-
gio del sensore di Hall e dei vari conduttori. to esterno utilizzatore quando il polo sud del
Tuttavia, prima di saldare a stagno i tre elettro- piccolo magnete permanente si avvicina alla su-

PILA
4,5/

Fig. 9- Cablaggio del circuito sperimentale di controllo delle attitudini dei sensori di Hall.
All'approssimarsi del polo sud di un piccolo magnete permanente sulla faccia siglata del
SEH, il diodo led si accende e l'altoparlante emette un suono.

di del sensore sui relativi capicorda, occorre ri- perficie del SEH in cui è apposta la sigla di ri-
conoscere esattamente la posizione di questi, conoscimento.
che si succedono nell'ordine 1-2-3 come se- In sede di montaggio del circuito di figura 6, si
gnalato in figura 7, supponendo di osservare il raccomanda di applicare il diodo al silicio D 1
componente dalla parte della sigla. correttamente, ovvero rispettando le sue polari-

Elettronica Pratica 371


Sensori magnetici integrati

4,5V

9 V

Fig. 10- Queste sono le forme d'onda dei segnali, generati dall'oscillatore di bassa frequen-
za, presentato come secondo dispositivo sperimentale di controllo dei sensori di Hall, in ri-
ferimento alle due tensioni di alimentazione di 4,5 Vcc e 9 Vcc.

tà; ricordando quindi che l'elettrodo di catodo mentazione, che può assumere le due diverse
si trova da quella parte in cui, sul corpo esterno grandezze di 4,5 V cc e 9 V cc, varia fra i 400 Hz
del componente, è impresso un anellino guida. e gli 800 Hz. Le forme d'onda irregolari assu-
L'elettrodo di anodo rimane ovviamente nella mono approssimativamente gli aspetti segnalati
zona opposta del semiconduttore. in figura 10.
Considerata la sgradevolezza del suono emesso
dall'altoparlante AP, la realizzazione pratica di
SECONDO ESPERIMENTO questo circuito oscillatore è consigliata soltanto
in pochi casi e uno di questi è proprio l'esperi-
Il secondo esperimento, anche questa volta con mento di figura 9.
il sensore di Hall dello stesso modello, ossia Il funzionamento circuitale può essere così in-
l'UGN 3040T, consiste, come già detto, nel pi- terpretato. Si immagini che, inizialmente, per
lotaggio di un circuìto oscillatore di bassa fre- effetto della carica del condensatore Cl, la base
quenza, i cui segnali sono trasformati in suono del transistor TRl sia negativa rispetto all'emit-
attraverso un altoparlante di potenza massima tore. Ebbene, in tal caso il transistor rimane in-
di mezzo watt. Pertanto, il circuito di figura 8 terdetto, dato che, trattandosi di un componen-
funziona soltanto quando al SEH si avvicina il te di tipo NPN, per il suo funzionamento serve
polo sud di un piccolo magnete permanente. una polarizzazione di base positiva.
Esaminiamo ora il circuito di figura 8 rappre- Non conducendo TRl, neppure il transistor
sentativo di un oscillatore realizzato con due TR2 può essere conduttore, perché sulla sua
transistor complementari, uno di tipo NPN base non arriva alcuna tensione di polarizzazio-
(TRl) e l'altro di tipo PNP (TR2). Ebbene, ne. Tuttavia, per effetto della resistenza R2, il
questo semplice progetto può essere considera- condensatore Cl si carica sino a raggiungere,
to come quello di un amplificatore a due transi- ad un certo istante, la tensione necessaria per
stor accoppiati tramite la resistenza R3 ed en- polarizzare TRl ed avviarlo quindi alla condu-
trambi reazionati per mezzo del condensatore zione.
Cl, cui spetta il compito, unitamente alla bobi- Successivamente, divenendo TRl conduttore,
na contenuta nell'altoparlante AP, di innescare dal suo elettrodo di collettore esce la tensione
le oscillazioni. che polarizza la base di TR2 il quale, a sua vol-
Dall'altoparlante esce un suono relativamente ta, diventa conduttore, con i conseguenti au-
debole la cui frequenza, con i valori attribuiti ai menti di tensione e corrente sul carico, qui rap-
componenti e a seconda della tensione di ali- presentato dall'altoparlante AP.

372 Elettronica Pratica


Sensori magnetici integrati

La variazione di tensione si riflette, attraverso il MONTAGGIO


condensatore Cl, sulla base del transistor TRl, Anche il cablaggio relativo al secondo esperi-
accelerando il processo di conduzione sino ad mento si realizza su una tavoletta di legno o di
ottenere un vero e proprio scatto. altro materiale isolante nel modo suggerito in
L'aumento di corrente, tuttavia, rimane condi- figura 9.
zionato dalla resistenza R2, che non è in grado Servendosi della tensione di alimentazione di
di mantenere in saturazione i due transistor. 4,5 Vcc, si può utilizzare una normale pila piat-
Conseguentemente il condensatore Cl, che si ta, mentre per la tensione di 9 Vcc si dovranno
era caricato al massimo valore di tensione, si collegare in serie tra loro due pile dello stesso
scarica leggermente. Ma la scarica, attraversan- tipo di quella disegnata in figura 9.
do entrambi i semiconduttori, subisce una acce- L'altoparlante AP deve essere di piccola poten-
lerazione con il risultato di provocare uno scat- za, certamente non superiore a 0,5 W, ma con
to in senso opposto. E a questo punto il circuito impedenza di 8 ohm.
di figura 8 si trova nelle condizioni iniziali, Per l'applicazione al circuito del sensore ad ef-
pronto cioè a ripetere un nuovo ciclo. fetto Hall valgono ovviamente le osservazioni
Quando il piccolo magnete permanente si avvi- elencate in precedenza, in occasione della de-
cina con il polo sud alla faccia del SEH in cui scrizione del montaggio del dispositivo valido
appare la sigla, il sensore rimane eccitato e si per condurre il primo dei suoi esperimenti de-
comporta come un interruttore che chiude il scritti in queste pagine. Prima di cablare gli
circuito di alimentazione fra l'emittore del tran- elettrodi dei transistor TR - TR2, invece, oc-
sistor TRl e la linea di terra, quella provenien- corre far riferimento alla linguetta guida ricava-
te dal morsetto negativo dell'alimentatore. Ov- ta sul corpo metallico contenitore dei due semi-
viamente, in questa occasione, l'oscillatore en- conduttori, in prossimità della quale si trova l'e-
tra in funzione, l'altoparlante emette un suono lettrodo di emittore (e), mentre quello di base
ed il diodo led DL si accende, fungendo da ele- (b) rimane in posizione centrale ed il collettore
mento spia dello stato elettrico circuitale. (c) viene a trovarsi in posizione diametralmente
Lo schema di figura 8 è principalmente previsto opposta a quella dell'elettrodo di ernittore.
per funzionare con la tensione di 4,5 Vcc, con Il condensatore elettrolitico C2 è un compo-
la quale l'assorbimento di corrente è di 1,2 mA nente polarizzato; il suo conduttore positivo va
nello stato circuitale di riposo, mentre sale a 60 collegato con il capocorda sul quale converge
mA quando il magnete eccita il SEH, ossia con pure un terminale della resistenza Rl; quello
l'oscillatore in attività ed il diodo led DL acce- negativo raggiunge il capocorda in cui sono sal-
so. La frequenza del segnale generato dall'alto- dati l'elettrodo di collettore di TR2, un termi-
parlante si aggira intorno ai 400 Hz. nale del condensatore Cl ed un conduttore
Se si alimenta il circuito di figura 8 con la ten- proveniente dall'altoparlante.
sione di 9 Vcc, l'assorbimento di corrente rag- Pure il diodo led DL è un componente polariz-
giunge il valore di 2 mA nello stato circuitale di zato, dotato di anodo (a) e catodo (k). Que-
riposo e sale a 200 mA in fase di eccitazione del st'ultimo è facilmente individuabile fra i due
SEH. elettrodi perché rimane posizionato in quella
Le forme d'onda dei segnali generati, ottenuti zona del semiconduttore in cui appare praticata
con i due tipi di tensioni di alimentazione, quel- una piccola smussatura.
lo di 4,5 Vcc e l'altro di 9 Vcc, sono riportate in Anche questo secondo esperimento, come si è
figura 10. Come si può notare, si tratta di verificato per il primo, necessita di una piccola
espressioni figurative irregolari, dovute al tipo calamita a forma di barretta, da avvicinare con
di oscillatore adottato per l'esperimento. il polo sud rivolto verso la faccia del SEH in cui
La tensione di alimentazione consigliata per il appare la sigla di qualificazione del modello uti-
funzionamento del progetto di figura 8 può es- lizzato. Naturalmente, questa prima operazione
sere, come precedentemente suggerito, di 4,5 serve per verificare il buon funzionamento del
Vcc o di 9 Vcc, ma ciò non esclude che ogni al- circuito, che deve accendere il diodo led ed atti-
tro valore, compreso fra quelli limite menziona- vare l'altoparlante con l'emissione sonora. Ma
ti, possa essere utilizzato. Perché pure con tutte poi lo sperimentatore dovrà accertarsi, pratica-
le tensioni superiori ai 4,5 Vcc ed inferiori ai 9 mente, sulla consistenza reale delle affermazio-
V cc il progetto di figura 8 è in grado di funzio- ni elencate in sede di considerazioni teoriche
nare ugualmente bene. sulla natura e gli effetti dei sensori di Hall.

Elettronica Pratica 373


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3°- Tutta la radio dall'entrata all'uscita
4° - Condensatori teoria misure
5° - Collegamenti e controlli capacitivi
6° - Tensioni alternate efficaci
7° - Trasformatori collegamenti misure
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Elettronica Pratica 375


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3 76 Elettronica Pratica
LA POSTA DEL LETTURE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettòre.

ELETTROLITICO SCOPPIATO gas che, dando luogo ad una sovrapressione in-


terna, può far esplodere l'elettrolitico, liberando
Ho realizzato un vostro progetto nel quale, fra i tutto il contenuto: elettrodi di alluminio, materia-
diversi componenti necessari per la composizio- le poroso ed elettrolita. Soltanto negli ultimi tem-
ne del cablaggio, si utilizza un condensatore pi, per evitare il fenomeno dell'esplosione, vengo-
elettrolitico da 100 F - 12 VI. Il dispositivo, no praticate alcune incisioni sulle custodie di al-
sottoposto a collaudo, ha funzionato perfetta- luminio, onde favorire la fuoriuscita dell'elettroli-
mente per una decina di minuti. Poi, improvvi- ta che, in ogni caso, deve essere rimosso con al-
samente, si è udita un'esplosione, simile a quel- col o altro solvente, per evitare il pericolo di cor-
la di un grosso petardo. Il locale si è riempito di tocircuiti. Per i modelli più grossi, invece, è sem-
una, non ben identificata polverina e dell'elettroli- pre stata prevista una valvola di scarico. Ma an-
tico è rimasto soltanto il contenitore. Perché? che in questi condensatori l'evento è sempre pre-
MORELLI ITALO ceduto da surriscaldamento e sibili premonitori.
Rovigo Venendo alla sua domanda, possiamo ritenere
che il condensatore scoppiato sia stato montato
Gli elettrolitici sono condensatori di maggiore ca- con le polarità invertite, che questo sia stato per-
pacità per unità di volume. Ossia, a pari valore corso da corrente di elevata intensità ma non suf-
capacitivo, sono i componenti più piccoli, leggeri ficientemente forte da far scattare le eventuali
ed economici. Ma per lavorare bene e senza in- protezioni dell'alimentatore. E si può anche pen-
toppi, debbono essere utilizzati secondo regole sare che l'etichetta, con le indicazioni delle pola-
precise. Soprattutto si deve ricordare che si tratta rità, abbia subìto uno spostamento, così da trarla
di elementi il cui funzionamento si basa su una in inganno. Ecco perché, nel dubbio, si racco-
reazione elettrochimica e nei quali l'elettrolita manda, prima dell'impiego del condensatore. di
funge da isolante soltanto con una ben precisa leggere, sulla scala di un microamperometro, la
polarità applicata ai terminali. Perché se tale po- corrente assorbita che, in polarizzazione corretta,
larità non viene rispettata, oppure la tensione in- deve raggiungere i pochi microampere. Le tensio-
serita è di tipo alternato, l'elettrolita diventa un ni inverse sopportabili, invece, possono salire fino
cattivo conduttore, con produzione di calore e di a qualche centinaio di millivolt.

Elettronico Pratico 377


La posta del lettore

TX. • CW • 100 mW Condensatori


C1 = 10/100 pF (compens. ad aria)
Essendo diventato OM da poco tempo, vorrei C2 = 12pF (mica)
iniziare le mie esercitazioni con un piccolo tra- C3 = 10/200 pF (variabile ad aria)
smettitore in CW, pilotato a quarzo, in banda C4 = 100.000 pF (ceramico)
80 metri e con potenza di 100 mW.
BASSO STEFANO
Pescara Resistenze
R1 = 56.000 ohm - 1/4W
Dal nostro archivio schemi abbiamo prelevato R2 = 27 ohm - 1/4W
questo circuito che va regolato in frequenza con il
compensatore Cl. I due avvolgimenti LI - L2
vanno realizzati, a poca distanza l'uno dall'altro, Varie
su un supporto cilindrico di cartone del diametro X = quarzo {3,550 MHz)
di 2 cm. Per LI servono 45 spire di filo di rame MF1 = U183 (2N3819)
smaltato del diametro di O, 4 mm, per L2 occorro- J1 = imp. AF (10 H)
no 6 spire dello stesso tipo di filo. VCC = 18 Vcc

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Il generatore, composto da 6 cellule


fotovoltaiche, eroga la tensione
massima di 3 Vcc.

378 Elettronico Pratico


La posta del lettore

ME1

c3
11 Il Il

h
rii1]
,,, X :f RI

2
z R2
"Jr\Ct T Il Il E,

.OSCILLOFONO DIDAfflCO

Allo scopo di esercitarmi nello studio delle rice- Questo è il circuito più semplice che possiamo
zioni in codice Morse, vorrei costruirmi un sem- consigliarle di realizzare. I conduttori provenienti
pice ed economico oscillofono. dal tasto vanno applicati alla presa T. L 'alimen-
DEL SAVIO DIEGO tazione può essere formata da pile collegate in se-
Salerno rie.

Condensatori AP
C1 = 10.000 pF
C2 = 10.000 pF
C3 = 100 F - 16 VI (elettrol.)

7
Resistenze
R1 = 470.000 ohm (potenz. log.) Rt
R2 - 100.000 ohm - 1/4 W
+ vcc
Varie
e
C3
TR1 - BC107
T1 = trasf duscita per transistor
AP - 8 ohm - O. 1 W
S1 = Interrutt
VCC 6Vcc 12Vcc

Elettronica Pratica 379


CELLULE CINGUETTiO DI CANARINO
SOLARI Per alcuni miei esperimenti di ornitologia, vor-
rei riprodurre elettronicamente il cinguettìo del
Sono cellule pronte per il fun- canarino. È possibile ciò?
zionamento e provviste, sulla RAPISARDA FIORENZO
Como
faccia retrostante, di attacchi
in ottone, che consentono il È possibile utilizzando l'integrato SN 76477 e col-
collegamento, in serie o pa- legandolo nel modo qui suggerito. Inoltre, sosti-
tuendo il trimmer R3 da 47. 000 ohm con uno da
rallelo, di più elementi, per 470.000 ohm, il dispositivo emette latrati canini.
eventuali e necessari aumenti Intervenendo su R4, si regola la velocità di ripeti-
zione dei cinguettìi, mentre con R6 si controlla il
di tensione o corrente. livello audio.

Condensatori
C1 = 100.000 pF
C2 = 470.000 pF
C3 = 10.000 pF
C4 = 10F- 30 VI (al tantalio)

Resistenze
R1 = 150.000 ohm - 1/4W
R2 = 100.000 ohm - 1/4 W
R3 = 1 megaohm (trimmer)
R4 = 1 megaohm (trimmer)
R5 = 47.000 ohm - 1/4 W
R6 = 470 ohm- 1/4 W
R7 = 33 ohm - 1/4 W
Vengono vendute in due mo-
delli, incapsulati in contenito-
re di plastica, che erogano la
stessa tensione di 450 m V,
CONTROLLO DI POTENZA
ma una diversa corrente.
Qualche volta vorrei utilizzare il mio trasmetti-
tore da 1 MHz + 30 MHz in funzione di gene-
Modello A = 400 mA (76x46 mm) ratore a radiofrequenza, ma riducendone la po-
L. 6.500 (spese di spediz. comprese) tenza, il cui valore minimo attuale è di 10 W.
Modello B = 700 mA (96x66 mm) FRANGIPANE FORTUNATO
L. 7.600 (spese di spediz. comprese) Lecce

Il condensatore variabile C 1, in questo circuito,


consente di dosare la potenza in uscita U tra 10
W e pochi mW. La regolazione, ovviamente, si
esegue per ogni valore di frequenza, osservando
l'indice del milliamperometro che, sui 10 W, deve
raggiungere il fondo scala, aiutandosi con R3.
L'uscita del TX va collegata con l'entrata del di-
spositivo E tramite cavo coassiale e bocchettone
PL259.

380 Elettronico Pratica


La posta del lettore

Cl

:
ti
Il "4'a TR1
e

R5

AP ~
28 26 22 19 15 14 /3 12 I vcc
è
IC 1 20

11
9

Il
27

Il
25

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R2
21

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I-
17

Il

I[->
/8

Il

0R3I
I

tu C4
L '

Varie
IC1 = SN 76477 TR1 = 2N1711
AP = 16 ohm - 1W VCC = 9 Vcc

Ct

R2
E u
R1

R3

Condensatori R2 = 1.000 ohm - 1/4 W


C1 = 50 pF (variabile) R3 = 1.000 ohm (trimmer)
C2 = 1.000 pF
Varie
Resistenze DG = diodo al germanio
R1 = 50 ohm - 10 W (antiinduttiva) mA = milliamperometro ( 1 mA f.s.)

Elettronico Proricc
Lo posto del lettore

ORNITOLOGIA c3 47 F- 16 VI (elettrolitico)
C4 470 F - 16 VI (elettrolitico)
Posseggo un'intera collezione di apparati ripro-
duttori dei versi di animali. Ma ancora mi man-
ca un generatore di cinguettii, da utilizzare pure Resistenze
come segnalatore. R1 = 47.000 ohm- 1/4 W
MAINO DANIELE R2 = 4.700 ohm - 1/4 W
Piacenza R3 = 150 ohm- 1/4 W
R4 = 470 ohm (trimmer)
Premendo il pulsante P 1, l'altoparlante entra in R5 = 100.000 ohm - 1/4 W
funzione. Rilasciandolo, i suoni si smorzano len-
tamente. Con R4 si regola la frequenza dei cin-
guettii. Per T1 utilizzi un piccolo trasfonnatore Varie
d'uscita per radioricevitori, con primario di 600 TR1 = BC 177
+ 700 ohm circa e secondario di 8 ohm. TR2 = BC 177
T1 = trasf. d'uscita
Condensatori AP = altoparlante (8 ohm)
C1 = 330.000 pF P1 = pulsante
C2 = 10.000 pF VCC = 6 Vcc (pila)

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382 Elettronica Pratica


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dfJrt!(lmflflt!IJll'J O•mciiati Ira di lcro. L'us.èltl di cia$t.Un q\lildri:i per1MtarneA1:e :iiinmetrli:.tle (duty elcle 50'¼) L, i:oltJ trasmettitore alimentato direttamente dalla ten- 220 Vca con frequenza 5 Hz tenuta rigorosamente
temµo,inal.ort i mi,presamata L1l u11 ràè I rul corua lti 1f?IQtffln74 d«ri st9Ra.11 011mm:m va da 15 Hz i:i, 60 XHi sloM di rlril!!i .a 2:20 Vc.!1. L1 tmml ssiooe awiene In FM s:- costante ed es.alla da un appl)S1ta c.irt:1..ht•J arl'lu·onato da
possono sopportare una corrente ma&sima d1 10 A, OU- '!i~d.M.sa in quatirn gamms s.eletìonablO tram,re Uff la frequenza di emissvon può essere regolata tra 85 e quarw. La foon11 ilfc~ è qu.a!lr.i e b: IIOttn.'J! '111'S.!i1l'Tli
ru lemporUzatort pu6 ess,10 regolato rn O e -0lne. 2 commUtiltore. Ccin un apposito i:iotemkimetro s, puO 11 O MHz:. può t:ssere 11,fflndi rtcevuta lìOfJ ![JRl:Sla&-l radio e-di ltiO W !U tertCO re,sl$fl'l'O li JI!.pC:S ,ti'iO a. ,illCh'!I
trùr'IU!i Prmm!l'rnlo un &pp0'51~ pulSili'lll!l li relt del pdmo vanare con continuità la trequanza entro la gamma COl'I 11àffiim8 fM, Pub 8:$St'! M usat,o par c:onrrollare_ acus - kli:moo per l21r accen.de-r':! lampade a ton dotte dr
teml]Olflli.lCil ~I$~~ P, fl'36COfstl 11 IOO'lpo prèstabi1ito prescelta, L'.i:lm91eu:a d&I -s.e1,1nalll' p □ò essere reo(l lata tcamente un locale. "spiare" i bambino che gioca o reatto re in tal caso l canco mas sumto 1100 !li'•f' super~
si diseccita. in quel preciso istante s eccita it ree de! tra O ei 10 VVp.11 dl5posrl&Vo den esser alimentato con donni! occ ara I 70 W, PI.IG essete utizza;o per tar turgonare pi>
...,,,,do tempo,laaton, e o.scorso ,1 '""'"" l)foslobl~- una tensione compresa 11'1 9 e 12 Va:. L'iissorb,rnétlto coli eteflrodome:snc1 . .ten11.itOr• terson con alimen-
to il Glse.teitit, lace~do cosl eceitare ti rei& del terzo mal:SlmCJ è cti '!ioll 7 mA. I oompon6nti ·yilIJBO monlati su fazi0rie lrnMI.Ofliltl o a commuta2on perche cano
~mr,or1zzatore ctH! rimane ecatito pfll tutto 11 lt!IMPo di tJfl circuìto stampato di soli 55 ;i,; 35 mrn, çost da pot- ISrantànea sta conl,.!flulia ,mrn t 15C! w LI tl(IS J!fflt m
prestabilito. er essue Rl!l!l nto Il'! un o.icc:olo cooterntore ~ n1sQ Ml- usetta a vuoto è di cra ?4' Vea ,rr,nuc a piino wirlco
Il dlsp0sl1fvo, puO inssere ·IB.tto funzicn&1e ancJ•• a ciclo dlrlnura tasc.lliile. I di c,rc, 200 Vca, L ~"°rhlmenltl .,.,,,,mo I d, 15 A.
oontlnuo: in qonto caso, quando il relè del terzo tem- Per lt suo tunzionamemtc occorre un trastormator
po,Juaton, si di-"", Il n,I; d<I pruno 1em1>0rtuàto10 220/10+10 V 10 A (on muto ml Kit). Kt completo
s1 .ec1J1ta ed il clclo oon1ìnua 111l1'1 rdlnitò O dfspos.illva dl tras.formalore può essere alogpato Ml cooumiro,e
p..iti es:st1clt iillllrato In 11ua1S-iasl momtnto premfl!'ldo m•iaillc<! I.C950 .
l'.opoiito pulsanti di rest i. La umsmne dl 11limen-
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rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
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e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi - Tra le molte lettere, che giornalmente si riversano sulle scrivanie
Boccole antinfortunistiche - Dimensione mm 170 x 87 x42 -
Peso Kg 0,343 dei nostri uffici, ve ne sono alcune orientate verso la critica più
PORTATE spassionata, sovente acuta, raramente rozza e scortese, ma che
VOLT D.C 200 mV - 2 V - 20 V - 200 V - 1000 V
VOLT A.C. 200 mv - 2 V - 20 V - 200 V - 750 V nell'ambito direzionale vengono tutte attentamente analizzate. Per
OHM 20 2-200 2-2 KO-20 KO - 200 KO -2 MO
- 20 MO esempio, c'è chi condanna l'eccessiva ridondanza con cui sono
AMP. D. C. = 200 jA - 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A stesi i testi, auspicando forme espressive maggiormente stringate,
AMP. A.C. = 200 A- 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10A comprensive dei soli elementi essenziali e necessari per
ACCESSORI l'esecuzione di un determinato programma costruttivo, senza
libretto istruzione con schema elettrico e distinta dei compo-
nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolati da avvitare peraltro tenere conto che, con questo sistema, cesserebbe la
sui puntali.
funzione didattica fin qui perseguita dal periodico e che lo
diversifica da ogni altra pubblicazione. C'è poi chi, di buon
occhio, vedrebbe la rivista modificata, almeno parzialmente, in un
catalogo di apparati e componenti elettronici, che la
TESTER ANALOGICO relegherebbero sicuramente in uno dei tanti settori di iniziative
MOD. TS 260 - L. 64.500 commerciali che, pur fornendo un valido supporto tecnico allo
studio, sottrarrebbero spazi preziosi alle esigenze
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate
dell'insegnamento. E c'è ancora qualcuno che, senza considerare
Sensibilità
Dimensioni
20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
mm 103x 103 x 38
la natura editoria le del l'organizzazione, vorrebbe che i progetti,
Peso Kg 0,250 mensilmente pubblicati, fossero approntati in scatola di
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V montaggio, invitandoci ad allargare le attività oltre i confini
2 Fusibili
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quanto ci capita di leggere fra i moltissimi suggerimenti, consigli e
PORTATE
VOLT D.C 100 m V - 0,5 V - 2 V - 5 V - 20 V - 50 V - 100 giudizi che i lettori ci prospettano giorno dopo giorno e di cui
V - 200 V - 1000 V
VOLT A.C. 2,5 V - 10 V - 25 V - 100 V - 250 V - 500 V - t' t , ringraziano vivamente gli autori. Ai quali ricordiamo, se ce ne
1000 V
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AMP. D.C.
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1 G
ii
a0
1s1

RADIOGUARDIA
Capita a tutti, anche ai nostri lettori, di assen- della gamma e della potenza delle emittenti lo-
tarsi temporaneamente dai locali di casa, per cali, che coprono certamente ogni altro segnale, silmente e fedelmente ci leggono, abbiamo metri, per continuare ad ascoltare quanto si di-
scendere in cantina, salire in soffitta o accedere rendendolo assolutamente incomprensibile. Ma provveduto a progettare un dispositivo che ac- ce o avviene in casa, con grande chiarezza e
al garage, mentre si è in attesa del portalettere c'è ancora chi ha pensato alla messa in opera di contenterà tutti, sia per la sua semplicità circui- comprensibilità.
o di una importante telefonata, creando così un un sistema interfonico, desistendo subito dal- tale, sia per la comodità di impiego. Perché ba- Ma c'è di più. Leggendo attentamente quanto
problema che molti hanno cercato di risolvere l'impresa quando la posa dei cavi è apparsa sta collocare questa "sentinella" elettronica in esposto in queste pagine, il principiante di elet-
con l'aiuto dell'elettronica. Per esempio, c'è chi un'operazione improba anche ai più volonterosi prossimità dell'apparecchio telefonico o del tronica potrà partecipare ad una precisa e facile
si è affidato agli ormai diffusissimi radiomicro- ed esperti in materia. Altri invece hanno fatto campanello elettrico di casa, introdurre in una lezione di radiotecnica, relativa a quei concetti,
foni, adibiti alle funzioni di radiospie, sia pure ricorso ad impianti di comunicazione ad onde tasca dell'abito una radiolina a modulazione teorico pratici, che appartengono al capitolo
con scarsi risultati pratici, perché i collegamenti convogliate, ma anche in questo caso i risultati d'ampiezza opportunamente sintonizzata ed al- delle "ricetrasmissioni in AM".
in modulazione di frequenza sono attualmente non sono apparsi soddisfacenti. Ecco perché, lontanarsi anche a distanza di un centinaio di
divenuti impossibili, a causa dell'affollamento ascoltando le corali richieste di coloro che men-

Un dispositivo "sentinella" invia alle radio di casa ogni suono o


Il progetto proposto in queste pagine appaga le attese di tuffi quei rumore occasionale.
lettori che, disposti a portare con sé una radiolina a modulazione Può essere impiegato in un vasto numero di pratiche applicazio-
d'ampiezza, vogliono allontanarsi dai locali dove si è abitualmente nt.
presenti e dove può squillare il campanello di casa o del telefono,
per accedere alle cantine, alle soffitte o ai magazzini, continuando Non è un comune radiomicrofono e neppure un complicato in-
ad ascoltare eventuali voci, chiamate o suoni. terfono.

468 Elettronica Pratica Elettronica Protico 469


Rodioguordio Rodioguordio

Fig. 1 - Progetto completo del trasmettitore in modulazione di ampiezza, Il cui ascolto si ot-
tiene su qualsiasi ricevitore radio sintonizzato sulla gamma delle onde medie. Le linee trat-
o
o &
% tegggiate racchiudono la sezione circuitale che rimane composta su una stessa basetta sup-
> j
porto con circuito stampato. Sui terminali 1 - 2 - 3 si applicano i conduttori del microfono M,
I • su quelli contrassegnati con Te P (Test Point) si inserisce lo strumento ad indice che valuta,
-•Q'.)I•-· - • lt--..1• -· -· -· -· --l'iol·-•ll!)l•-·NI·-· -·-· - • -·- in fase di taratura,l'emissione a radiofrequenza.

0o
Il:
- - -----------. I
I
I
< COMPONENTI I
Condensatori
_____ .J c1 = 100.000 pF (ceramico) R6 = 220 ohm
C2 = 47 pF (NPO o mica) R7 = 15.000 ohm
"Il: C3 = 1.500 pF (ceramico) R8 = 4.700 ohm
C4 = 22 pF (NPO o mica) R9 = 560 ohm
Cc5 = 5/80 pF (compensatore) R10 = 15.000 ohm
C6 = 47.000 pF (ceramico) R11 = 15.000 ohm
C7 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) R12 = 15.000 ohm
ca = 47.000 pF (ceramico) R13 = 220.000 ohm (trimmer)
-
-

I C9
C10
= 22.000 pF (ceramico)
= 22.000 pF (ceramico)
Tutte le resistenze sono da 1/4 W

O
Il: I C11
c12
=
=
1 F (non polarizzato)
1 F (non polarizzato) Varie
---- -, I I C13 = 47 F - 16VI (elettrolitico)
I TR1 = 2N1711
C14 = 1 F (non polarizzato)
i
I

iI TR2 = 2N1711
I
I
k. IC1 = TL061
I
I
I Resistenze
DG
M
=
=
diodo GE (qualsiasi tipo)
microfono (vedi testo)
_,I
i R1
R2
=
=
27ohm
27ohm
T1
T2
=
=
bob. oscill. (vedi testo)
bob. oscill. (vedi testo)
o R3 = 33.000 ohm J1 = imp. RF - 10 mH 7 4,7 mH
R4 = 10.000 ohm J2 = imp. RF - 330 H
R5 = 100 ohm VCC = 12Vcc

u
Il: "'
(.J

o
IL TRASMETTITORE Il primo stadio, quello pilotato dal transistor

½
G G TRl, genera il segnale a radiofrequenza cui vie-
< 'e. Il Il Il Il progetto pubblicato in figura 1 è quello di un ne affidato il compito di trasportare, nello spa-
radiotrasmettitore a modulazione d'ampiezza, zio, i segnali di bassa frequenza raccolti dal mi-
y
Il: [ [ che si estende fra un microfono di tipo a con- crofono M.
M - I 11

Il
(.J
densatore, amplificato (M), e l'antenna ANT. Il secondo stadio, pilotato dall'integrato ICI,
& trasmittente. amplifica i segnali di bassa frequenza prove-
Tra i due elementi, ora menzionati, sono inseri- nienti dal microfono e li miscela con quelli ge-
ti: nerati dallo stadio oscillatore RF presidiato dal
transistor TR 1.
Stadio RF (TRD) Il terzo stadio amplifica il tutto con il transistor
TR2 ed applica il segnale radio all'antenna per
Stadio BF (ICI) essere propagato all'intorno.
Stadio AMPLIF. RF (TR2) Analizzeremo ora, uno per volta, i tre stadi cita-

4 70 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 471


Radioguardia Radioguardia

li 8

Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato, da riprodurre su una delle due
facce di una basetta supporto, di bachelite o vetronite, di forma rettangolare, delle dimen-
sioni di 10 cm x 7 cm.

ti, ricordando ai lettori più preparati che la let- tà, anche se è sempre conveniente prevedere
tura di questa esposizione teorica potrà essere l'uso di una aletta di raffreddamento, soprattut-
tralasciata o differita nel tempo. Anche se in es- to quando le condizioni termiche di lavoro sono
sa verranno menzionati consigli ed accorgimenti gravose, come ad esempio l'elevata temperatu-
utili per la buona riuscita di questo sistema di ra ambiente o la scarsa ventilazione.
radiocomunicazioni a modulazione di ampiezza. Il transistor TRl è montato nella classica confi-
gurazione a collettore comune ed utilizza quin-
di la base in funzione di ingresso e l'emittore
STADIO OSCILLATORE come uscita. In questo modo si riesce a lavorare
su impedenze caratteristiche basse, minimizzan-
In alto, a sinistra di figura 1, è schematizzato lo do gli accoppiamenti capacitivi parassiti, perchè
stadio oscillatore a radiofrequenza, pilotato dal essendo più elevate le possibilità di lavoro, le
transistor TRl, di tipo NPN al silicio, di media piccole capacità diventano trascurabili ed il cir-
potenza, modello 2N1711, adatto ad oscillare cuito appare più stabile e maggiormente sem-
con frequenze fino ad alcune decine di mega- plice in sede di messa a punto. Infatti, anche
hertz. Questo elemento può commutare corren- l'effetto mano, quello che può provocare varia-
ti fino a 1 A sotto tensioni massime di 40 V, pur zioni della frequenza di oscillazione all'avvici-
ricordando che, anche se ben raffreddato trami- narsi della mano dell'operatore, risulta assai più
te i normali accorgimenti, non può dissipare in contenuto. Ma ciò non significa che il piccolo
calore molto più di alcuni watt di potenza. trasmettitore non debba essere schermato, in-
Nel circuito di figura 1, il transistor TRl viene troducendolo in una piccola scatola metallica,
impiegato a livelli di potenza di tutta tranquilli- possibilmente di ferro zincato o alluminio, in

472 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 473


Radioguardio Radioguardio

grado di evitare possibili interferenze. FET in veste di elemento adattatore di impe-

-A=
Le quattro resistenze R2 - R3- R4 - R5 stabili- denza ed amplificatore di segnali.
scono assieme la grandezza della corrente con- Il condensatore di questo speciale microfono è
20+10000 HZ
tinua d lavoro del transistor TRl. In particola- composto da una piastrina metallica e dal con-
re, la resistenza R3 introduce una controreazio- tenitore del componente. I suoni captati dalla
ne tra collettore e base di TRl per quanto ri- piastrina vengono applicati al transistor FET e
guarda la corrente continua, con tendenza ad da questo amplificati. Contemporaneamente,
opporsi ad ogni variazione di questa, sia per ef- l'elevatissima impedenza del microfono viene
fetti termici, come per dispersione delle carat- trasformata in altra di valore relativamente bas-
teristiche iniziali di TR 1. so, accettabile dall'entrata invertente di ICl. In
RF 1111111111111111111111111111111111111111111111111111
La resistenza R4 chiude il partitore di tensione sostanza, il microfono a condensatore si com-
R3-R4, per stabilire la tensione sui terminali porta in modo del tutto opposto a quello di un O HZ
della resistenza R5 e, conseguentemente, la microfono piezoelettrico, erogando una corren-
corrente di emittore di TRl. te sufficientemente intensa ed una tensione al- I I I 11
Ovviamente, la corrente di emittore di TRl è quanto modesta. Ma per funzionare, il microfo-
data dalla somma di quella di collettore più una
piccola percentuale di corrente di base. Di con-
seguenza, la tensione di base è sempre superio-
re di quella di emittore nella misura di 0,65 V.
no a condensatore necessita di una tensione
continua di polarizzazione, che gli viene appli-
cata attraverso i terminali 1 - 3. Perché in tal
modo le onde sonore, investendo il componen-
tjellit l le
Il condensatore Cl abbassa, per i segnali a ra- te, fanno variare la capacità del condensatore, 1O KHZ
diofrequenza, l'impedenza di collettore di TRl,
aumentandone il guadagno ed evitando l'insor-
che genera un segnale applicato al gate del I I I I I I I
FET il quale, a sua volta, raggiunge un valore di
genza di inneschi.
Il condensatore C2 collega la base di TRl con il
circuito oscillante LC in parallelo, composto da
C4 - C5 - Ll, che presenta una elevata impe-
denza per la frequenza di accordo, raggiunta
regolando il compensatore C5, con la tendenza
bassa impedenza sulla resistenza del carico.
L'integrato ICl è un amplificatore operazionale
con ingresso a FET, capace di amplificare an-
che segnali deboli provenienti da sorgenti ad al-
ta impedenza, come ad esempio i comuni mi-
-II III
crofoni piezoelettrici, purché si provveda a so-
a cortocircuitare ogni altro tipo di frequenza. stituire il trimmer R13 da 220.000 ohm con uno
Il condensatore C3 collega l'uscita di emittore da 5 megaohm, come segnalato nello schema di Fig. 4 - Forme d'onda dei diversi segnali radio utilizzati per i collegamenti attraverso lo spa-
di TRl a bassa impedenza con una presa inter- figura 5. zio. In alto si nota il diagramma caratteristico dei segnali modulanti di bassa frequenza; su-
media della bobina Ll, onde ottenere il massi- Le resistenze RlO ed Rll stabiliscono il punto bito dopo quello della portante a radiofrequenza e, successivamente, la reale onda radio
mo trasferimento di energia fra TRl ed il cari- di lavoro e la tensione di riposo dell'uscita e
modulata in ampiezza, propagata dall'antenna trasmittente. L'ultimo diagramma interpreta
co, qui rappresentato dall'avvolgimento secon- la composizione delle onde radio modulate in frequenza.
delle entrate di ICl, che sono stati dimensionati
dario di Tl, per il quale si utilizza, in sede di ca-
sul valore metà di quello di alimentazione
blaggio, una bobina oscillatrice per ricevitori ra-
dio munita di nucleo dipinto in color rosso. vcc.
Il mantenimento delle oscillazioni è garantito Il condensatore Cll isola la tensione di polariz-
dalla presenza della reazione positiva tra emit- zazione dalla sorgente audio (M), mentre C12
tore e base del transistor TRl. filtra eventuali segnali presenti sull'ingresso 3 di
ICl. In particolare, Cl 1 funge pure da filtro STADIO AMPLIFICATORE RF dizioni fisiche locali e dal tipo di immobile in
La frequenza di oscillazione dello stadio RF cui si abita.
varia fra 1,6 MHz e 700 KHz, ovviamente inter- passo alto per le frequenze più basse e provve-
de anche ad eliminare i ronzìi. In ogni caso i Il segnale generato dallo stadio oscillatore a ra- La resistenza R6 applica il segnale RF, genera-
venendo sul compensatore C5 e sul nucleo di diofrequenza è caratterizzato da una potenza to da TRl, alla base di TR2, cui giunge pure il
ferrite del trasformatore Tl (testa rossa). collegamenti d'ingresso debbono essere scher-
sufficiente a stabilire collegamenti radio fino ad segnale modulante di bassa frequenza attraver-
mati e lo schermo collegato a massa.
un centinaio di metri. Ma l'eventuale uscita del- so l'impedenza a radiofrequenza Jl, che lascia
La resistenza R12 ed il trimmer R13 stabilisco-
l'oscillatore su una indispensabile antenna via libera al segnale di BF proveniente da ICl,
STADIO MODULATORE no il guadagno dello stadio modulatore, rappre-
avrebbe certamente provocato l'instabilità della mentre blocca il passaggio dei segnali RF pro-
sentando le resistenze di controreazione. frequenza. Ecco perché nel progetto di figura 1 venienti da TRl. Il condensatore C14 isola le
Lo stadio presieduto dal circuito integrato ICl In termini matematici, il guadagno dello stadio si è resa necessaria l'appendice di un secondo componenti continue.
è un amplificatore di bassa frequenza che ha il modulatore è dato dal rapporto fra la somma transistor (TR2), con lo scopo principale di se- Il valore di Jl, contrariamente a quanto si veri-
compito di modulare i segnali a radiofrequenza delle resistenze R12 + R13 e la resistenza di parare il circuito di antenna da quello dell'oscil- fica per J2, non è critico e può variare, come ci-
generati dallo stadio oscillatore. Al suo ingresso uscita della sorgente di segnale, che sono state latore. Inoltre, questo secondo transistor, am- tato nell'elenco componenti, tra 10 mH e 4,7
è collegato il microfono M di tipo a condensa- scelte per un microfono attivo con uscita a plificando il segnale RF, consente una irradia- mH.
tore che, nell'interno, contiene un transistor media impedenza, di circa 1.000 ohm. zione maggiore, peraltro dipendente dalle con- Anche il transistor TR2, per il quale si fa uso di

474 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 47 5


Radioguardia Radioguardia

segnale RF. Il quale viene rivelato dal diodo al Sui due transistor TR1 - TR2, anche se ciò non
5M0 germanio ed inviato ad un voltmetro o tester è stato segnalato in figura 2, conviene applicare
commutato nelle funzioni voltmetriche e sulla altrettanti elementi dispersori del calore di tipo
scala dei 10 + 20 Vcc f.s. Questo circuito ausi- a raggiera, soprattutto quando si prevedono im-
liario offre un'utile indicazione sull'entità del pieghi del dispositivo molto prolungati nel tem-
segnale presente in uscita. po.
La resistenza R9 assume compiti di disaccop- L'alimentazione del circuito di figura 2 deve as-
piamento, il diodo DG quelli di rettificazione sumere un valore compreso fra i 12 Vcc e i 14
N. C. del segnale RF ed il condensatore C10 provve- Vcc. Ma il generatore di tensione più adatto in
\ 6
de all'operazione di livellamento della tensione questo caso è certamente identificabile nella
rettificata. batteria a 12 Vcc. Tuttavia, per evitare proble-
CON. mi di scarica, che sicuramente si verificano do-
INT
po un certo tempo, conviene servirsi di un ali-
MONTAGGIO mentatore da rete.
Utilizzando l'alimentazione da rete, si può an-
CALZA 3H= Ultimata la parte descrittiva del progetto di fi- che tentare di adibire alle funzioni di antenna il
gura 1, si passa ora a quella costruttiva, invitan- conduttore di fase, ma non il neutro, della ten-
I do il lettore a far riferimento al piano costrutti- sione a 220 Vca. Questo va collegato alla presa
I vo di figura 2 e alla foto di apertura del presen-
te articolo, che riproduce il prototipo del picco-
di antenna tramite un condensatore ceramico
da 470 pF ad elevato isolamento (2KV), facen-
i _ lo trasmettitore in AM costruito nei nostri labo-
ratori.
do molta attenzione alla messa in opera di tale
tipo di antenna, dato che l'allacciamento alla
Il modulo elettronico del piccolo trasmettitore rete può divenire causa di incidenti da folgora-
in modulazione d'ampiezza si realizza su baset- zione. Ovviamente, con questo sistema si realiz-
ta supporto, di forma rettangolare, delle dimen- za una sorta di trasmettitore ad onde convoglia-
Fig. 5 • Sostituendo il microfono a condensatore M con altro di tipo piezoelettrico, anche il sioni di 10 cm x 7 cm e di materiale isolante, te, anche se le frequenze non sono state scelte
trimmer R13, di valore prescritto di 220.000 ohm, deve essere sostituito con un modello da 5
megaohm. quale la bachelite o la vetronite. per questa funzione. In ogni caso i risultati pos-
Su una delle due facce della basetta supporto, il sono essere sia buoni come scadenti, in relazio-
lettore deve comporre, con il sistema a lui più ne con le caratteristiche dell'impianto elettrico,
congeniale, il circuito stampato, il cui disegno è perché se la rete è molto disturbata, il tentativo
pubblicato, in grandezza reale, in figura 3. In un è destinato a fallire.
tempo successivo la basetta verrà forata nei vari L'antenna ideale, realizzata con un filo di rame
punti, per consentire l'introduzione dei reofori sottile, deve misurare una lunghezza di 4 : 6
dei diversi componenti elettronici, come segna- metri, né più né meno, dunque senza superare
un modello uguale a quello prescritto per TR 1, Poiché lo stadio modulante ICI è separato da lato nella stessa figura 3. questi limiti, altrimenti il valore induttivo di L3
ossia il 2N1711, deve essere munito di aletta di quello oscillatore RF, il segnale risultante, co- I due condensatori C2 e C4 debbono essere non è più corretto.
raffreddamento allo scopo di disperdere il calo- me è stato detto, resta modulato in ampiezza rappresentati da altrettanti modelli NPO, oppu- L'installazione dell'antenna va fatta nel locale
re generato. senza apprezzabili spostamenti di frequenza, re di tipo a mica, onde assicurare la massima in cui viene posizionato il dispositivo, lungo le
Il punto di lavoro di TR2 e quindi la sua cor- ovvero senza una modulazione di frequenza pa- stabilità in frequenza dei segnali radio. pareti di questo, ma non parallelamente a con-
rente di riposo di collettore, vengono stabiliti rassita, rendendo particolarmente facile e stabi- Se possibile, la linea di massa, che coincide con dutture elettriche, tubature o masse metalliche.
principalmente dal segnale di bassa frequenza le la sintonia. quella - VCC, va collegata a terra, tramite ca-
modulante, proveniente da Jl. E poiché il gua- Attraverso il condensatore C9 e l'awolgimento vetto di rame di qualche millimetro di spessore.
dagno di TR2 varia col variare del punto di la- L3 di T2, il segnale a radiofrequenza modulato Per quanto riguarda i due trasformatori Tl e TARATURA ED IMPIEGO DEL TX
voro, diminuendo in presenza di correnti molto raggiunge l'antenna, con la quale la bobina L3 T2, questi sono rappresentati da due oscillatori
piccole o troppo forti, il segnale a radiofrequen- compone un circuito risonante in serie LC, il di normali ricevitori radio, quelli che si diffe- Una volta cablato l'intero circuito del modulo
za uscente muta con il punto di lavoro di TR2 cui valore capacitivo si identifica con quello del- renziano dalle comuni medie frequenze per il elettronico, secondo il piano realizzativo di fi-
e, conseguentemente, con il segnale BF modu- l'antenna stessa. Con tale concezione circuitale, nucleo di ferrite dipinto in color rosso, come se- gura 2, si dovrà procedere con la taratura del
lante, proprio come è richiesto dal sistema di quindi, si ottiene il massimo trasferimento di gnalato in figura 6. dispositivo e con il suo collaudo.
modulazione d'ampiezza. Che è certamente il energia all'antenna, purché il circuito sia perfet- Prima di collegare i tre terminali del microfono La prima operazione, in questo senso, consiste
metodo più semplice e meno critico fra tutti per tamente accordato, ma di ciò si parlerà in sede a condensatore M, si deve conoscere l'esatta lo- nel sintonizzare il ricevitore radio, che si inten-
quanto riguarda la sua messa a punto, ma il cui di taratura del circuito, dopo aver installato il ro denominazione, che può essere segnalata de adibire all'ascolto, sulla gamma delle onde
prezzo da pagare va ravvisato in una certa di- dispositivo e la sua antenna in posizione e nelle tramite una diversa colorazione dei tre conduttori, medie, cercando in questa uno spazio libero da
storsione del segnale prodotto, anche se la effettive condizioni di impiego. il cui codice di lettura viene solitamente fornito segnali fra le frequenze di 1,2 MHz e 1,6 MHz
comprensione del parlato rimane buona, unita- Dall'avvolgimento secondario di T2, cioè da LA, dal rivenditore al dettaglio del componente. dove, purtroppo, rispetto alla gamma a modula-
mente alla distinzione di suoni e rumori. si preleva, tramite R9 e DG, una porzione di
Elettronica Pratica 477
476 Elettronica Pratica
Radioguardia
Radioguardia

che si manifesta a causa della vicinanza tra mi- In sede di collaudo di questo sistema di radio-
ROSSO crofono e altoparlante del ricevitore radio, ma collegamenti, qualora le ricezioni fossero ac-
SCHERMO

-"
te eaeeeaee»a che sparisce subito allontanandosi dal locale in compagnate da un fischio disturbatore, si do-
cui lavora il trasmettitore. vrà eliminare l'inconveniente spostando di poco
'>---
> 1 4ooojI • é5>
Volendo monitorare il suono di un campanello,
il trasmettitore deve essere posizionato in modo
la frequenza dell'oscillatore e, conseguente-
mente, la sintonia del ricevitore, dato che si
che il microfono sia in grado di captare diretta- tratta chiaramente di una emittente radiofonica
mente gli squilli sonori. Tuttavia, per l'ascolto commerciale sovrapposta. In caso di ronzìo, in-
'I

..Met
di altre sorgenti audio, siamo certi che l'opera- vece, occorrerà far riferimento all'alimentato-

l tore saprà come sistemare opportunamente il


dispositivo, che conviene sempre conservare
rinchiuso in un contenitore metallico, dal quale
re, che non filtra bene il "ripple", ma ricor-
dando che, variando anche di poco il valore del-
la tensione di alimentazione VCC, la frequenza
possa sporgere, in misura sufficiente al funzio- di trasmissione può subire un lieve spostamen-
sc { namento, il microfono a condensatore. to.
I MASSA
I : PIEDINI
et te eeaaa»e aa

MASSA
ECCEZIONALMENTE
Fig. 6-I due trasformatori T1-T2, montati nel trasmettitore AM, sono rappresentati da al- IN VENDITA LE DUE ANNATE COMPLETE
trettante bobine oscillatrlci per radioricevitori, il cui nucleo è contrassegnato con il color
rosso. 1989 - 1990
AL PREZZO DI L. 24.500 CIASCUNA

zione di frequenza (FM) non si verifica la mi- quenza, rappresentato da un soffio intenso, do-
gliore riproduzione sonora, ma che, per lo sco- po aver sistemato il trimmer R13 sul minimo CA
i
po prefissato, è da ritenersi ottima. Come si sa, valore resistivo e senza l'inserimento del micro- ".. mg
infatti, ciò è da attribuirsi ad elementi pura- fono, ma regolando opportunamente il com- Coloro che, soltanto
mente tecnici. Basti pensare che in AM la lun- pensatore es. recentemente, hanno
ghezza di banda occupata si aggira intorno ai 10 Ottenuto ciò, si toglie l'alimentazione VCC, si conosciuto ed apprezzato la ~
validità didattica di $22
KHz, mentre in FM la lunghezza aumenta a collega il microfono e si applica al ricevitore u ii.
Elettronica Pratica,
150 KHz. Nello spazio di una emittente in FM, l'auricolare o la cuffia, sempre mantenendo al Immaginandone la vastità di E
dunque, ce ne stanno quindici in AM, come si minimo valore ohmmico il trimmer R13. Si programmi tecnico-editoriali
può notare osservando i diagrammi riportati in riapplica quindi la tensione VCC per constatare svolti in passato, potranno
figura 4. Inoltre, fa generazione di segnali mo- il buon funzionamento del sistema, che dovreb- ora aggiungere, alla loro
iniziale collezione di riviste,
dulati in ampiezza, a livello professionale, ne- be far ascoltare, in auricolare o in cuffia, i ru- queste due annate proposte
cessita di complessi e costosi circuiti di modula- mori ambientali. in offerta speciale a tutti i
zione, che non sono certamente alla portata dei A questo punto si inserisce, fra i terminali T e P nuovi lettori.
dilettanti. E tutto questo per dire che il tra- (Test Point), il voltmetro o il tester commutato
smettitore proposto in tale occasione presenta il sui 10 Vcc --;-- 20 Vcc fondo-scala e si regola il
10% circa di distorsione. nucleo di T2 in modo da raggiungere la massi-
Ma procediamo con le operazioni di taratura ma deviazione dell'indice dello strumento di
del dispositivo. Che consistono, ancor prima di misura. Se ciò si ottiene con il nucleo tutto inse-
alimentare il circuito, nel regolare il nucleo di rito, si allunghi un poco l'antenna; se il nucleo è
ferrite del trasformatore Tl in modo che que- tutto fuori, si accorci l'antenna.
sto rimanga tutto o quasi tutto fuori dalla sua Soltanto a questo punto si può intervenire sul
sede naturale. trimmer R13, per aumentarne a piacere l'inseri-
Ora si può applicare la tensione VCC al tra- mento resistivo, ma tenendo conto che questa
smettitore ed inserire in questo l'antenna, per manovra favorisce l'insorgere dell'effetto Lar-
ascoltare, nel ricevitore, il segnale a radiofre- sen, ovvero di quel fastidioso ed intenso fischio
Elettronica Pratica 4 79
478 Elettronica Pratica
Polarità invertite

Semplice dispositivo di
protezione di apparati
elettronici contro le inver-
sioni di polarità.

Un relè, tre diodi, tre resi-


stenze ed altrettanti con-
densatori bastano per ov-
viare agli errori di opera-
tori disattenti.

a
ture e far in modo che, sbagliando in fase di ri-

POLARITA INVERTITE cambio degli alimentatori, tutto si riduca al


mancato funzionamento delle apparecchiature,
abbiamo concepito il semplice progetto di figu-
ra 1, il cui elemento più costoso è rappresenta-
ne positiva e con opportuno fusibile, consente il
passaggio della corrente soltanto se è polarizza-
to direttamente, come segnalato sulla sinistra di
figura 6, nella quale la lampadina LP appare ac-
cesa. Mentre con le polarità invertite in entrata,
Non tutti i dispositivi elettronici sono provvisti vitore o un televisore portatile, soltanto perché, to da un piccolo relè, peraltro acquistabile con come dimostrato sullo schema di destra di figu-
di sistemi di protezione contro le inversioni di colti dalla fretta o da un momento di sbadatag- poche migliaia di lire presso qualsivoglia riven- ra 6, nessuna corrente può fluire attraverso il
polarità delle sorgenti di alimentazione. Perché gine, si connettono le pile o gli accumulatori ditore di prodotti elettronici. Anche se, in molti circuito e la lampadina LP rimane spenta.
questi complicherebbero i diversi tipi di cablag- con i morsetti positivo e negativo in senso con- circuiti, si adottano accorgimenti assai più ele- Il sistema di tutela ora commentato rimane carat-
gio, con riflessi negativi sui costi, che annulle- trario. Neppure quando gli apparati provengo- mentari ma che, come ora diremo qui di segui- terizzato da un grosso difetto: quello di porre in
rebbero i vantaggi della economicità. D'altra no dai mercati dell'occasione o sono stati pagati to, non possono dare le garanzie offerte dal no- serie con l'alimentatore un diodo che introduce
parte, non conviene correre il rischio di dan- molto poco. stro metodo di protezione contro le inversioni una caduta di tensione di valore compreso fra
neggiare un radiotelefono, un piccolo radiorice- Dunque, per mettersi al riparo da tali disavven- di polarità, il cui modulo elettronico è pubblica- 0,7V e 0,9V, provocando una perdita di potenza
to nello schema costruttivo di figura 2 e ripro- che diviene assai sensibile se la corrente in gioco è
dotto attraverso la foto di apertura del presente di elevata intensità. Per esempio, in presenza di
articolo, mentre la figura 6 interpreta i vari col- un flusso di corrente di 5A, la dissipazione tocca
legamenti tra alimentatore, dispositivo di prote- la misura dei 4W. Infatti si ha:
zione ed apparecchio utilizzatore.
Chi fa uso di apprecchiature portatili, alimentate in continua, 0.8VxSA = 4W
ma sprovviste di apposite protezioni interne, può facilmente SISTEMI PROTETTIVI VARI Ma c'è di più. Applicando il sistema illustrato in
incorrere in uno sbaglio di collegamento con la sorgente di figura 5, si verifica un aumento dell'impedenza
Lo schema di figura 5 propone una delle poche
energia elettrica e subire, conseguentemente, i rilevanti danni regole di protezione contro le inversioni di po-
totale dell'alimentatore, che può rivelarsi in
completo disaccordo con le proprietà elettriche
che ne derivano. larità adottate in talune apparecchiature elet- degli apparati utilizzatori. E questo è anche uno
troniche portatili. In questo, il diodo al silicio dei motivi per cui, al circuito di figura 5, si pre-
D, collegato in serie con la linea di alimentazio- ferisce quello di figura 7. Nel quale, in presenza

480 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 481


Polarità invertite Polarità invertite

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Fig. 1- Circuito elettrico del progetto di protezione delle apparecchiature alimentate in con- Fig. 2- Piano costruttivo del modulo elettronico del dispositivo di protezione contro le inver-
tinua contro ogni eventuale inversione di polarità delle sorgenti di alimentazione. I due inter- sioni di polarità. Il diodo DL è un BIGLED che segnala vistosamente la conduttività in atto
ruttori, disegnati in posizione centrale, identificano altrettanti scambi del relè RL. del circuito.

----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie
C1= 100.000 pF - 250 Vca
C2 = 100.000pF - 250 Vca
R1 = 150ohm-1/2W
R2 = 150ohm-1/2W
D1=
D2 =
1N4007 (diodo al silicio)
1N4007 ( diodo al silicio) @@ ;t-
C3= 100F-50VI(elettrolitico) R3 = 2.200ohm- 1/2W DL = BIGLED 7
RL = relè (vedi testo)

favorendone il flusso attraverso il diodo D ed il


5

4 !l%
..
di polarità corrette, la corrente di alimentazio-
ne può scorrere agevolmente nel carico protet- fusibile F, che viene istantaneamente distrutto.
to. Mentre in occasione di polarità invertite, il Gli inconvenienti sollevati da questo secondo
diodo D si lascia attraversare dalla corrente, metodo di difesa contro le polarità rovesciate
che brucia il fusibile F senza raggiungere il cari-
co.
Gli schemi pubblicati in figura 8, interpretano,
sono almeno due: la spesa frequente di acquisto
dei fusibili e la loro eventuale irreperibilità
commerciale.
l
attraverso l'accensione e lo spegnimento della Una variante allo schema di figura 7 può consi-
lampadina LP, le due diverse condizioni elettri- stere nella sostituzione del diodo al silicio D Fig. 3 - Disegno, qui riportato in grandezza reale, del circuito stampato da riprodurre su una
che. A sinistra è interpretato lo stato di norma- con uno zener a tensione superiore alla massi- delle due facce di una basetta supporto delle dimensioni di 7,2 cm x 5,5 cm.
lità del circuito, quello che fa accendere la lam- ma tensione di alimentazione disponibile. Così
padina, a destra è illustrato l'intervento protet- facendo, al metodo protettivo contro le inver-
tivo, che blocca la corrente nella lampadina LP, sioni di polarità della sorgente di tensione si ab-

482 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 483


Polarità invertite Polarità invertite

+ ALIM. F D
-
I
I
I
I
I CARICO
I
I
PROT.

APPAR. DA PROT. Fig. 5 - Il sistema più elementare, per difendere una apparecchiatura da possibili inversioni
-------------------- di polarità degli alimentatori, consiste nel collegare, in serie con la linea positiva e con un
fusibile, un diodo al silicio D.

Fig. 4 - Cablaggio dei conduttori fra sorgente di energia elettrica e modulo di protezione e
fra questo ed interruttore generale, nel caso in cui il dispositivo venga inserito nello stesso
apparato elettronico da proteggere. schema di figura 1, cioè li chiude lasciando pas- raggiunga il carico, danneggiandolo gravemen-
sare la corrente che, attraverso i morsetti 4-5, te.
va ad alimentare in uscita U il carico esterno. Al diodo al silicio D2 è affidato il compito di
Viceversa, se la tensione VCC è applicata in eliminare le extratensioni impulsive generate
senso contrario, il diodo D 1 non conduce, il re- dalla bobina del relè RL, le quali potrebbero
lè RL resta diseccitato, mantenendo i contatti danneggiare le parti del circuito.
SISTEMA A RELÈ aperti e impedendo che la tensione "invertita" Alle coppie resistivo-capacitive Rl-Cl ed R2-
bina quello contro le sovratensioni. Ma il diodo
zener deve essere almeno da 5W e va collegato
con l'anodo sulla normale linea di alimentazio- Per rendere chiara l'idea di comportamento del
ne negativa ed il catodo sulla positiva, allo stes- relè RL di figura 1, il disegnatore ha preferito
so modo con cui si inserisce il diodo al silicio
nel circuito di figura 7.
riportare, al centro dello schema, in basso ed in
alto, i due scambi del componente elettromec- F
o o
canico, dando al lettore l'illusione che si tratti

."
Ovviamente, nei sistemi di alimentazione nega-
tiva, anche gli elettrodi del diodo zener vanno di due interruttori indipendenti. Ma così non è,
scambiati tra loro. perchè le linee tratteggiate, disegnate in posi-
Ricordiamo ancora, a questo punto, un ulterio- zione centrale, interpretano il concetto. Dun-
re e probabile inconveniente verificabile nei cir- que, gli interruttori posti in parallelo con le re-
sistenze R1-R2 ed i condensatori Cl-C2 pren- VCc
cuiti di protezione a diodo al silicio precedente-
mente descritti. I quali, se non vengono equi-
paggiati con fusibili a rapido intervento, in pre-
dono un significato puramente simbolico, dato
che rappresentano gli scambi di RL, anche que-
e
senza di sorgenti di alimentazione molto poten- sto raffigurato simbolicamente e sistemato in
ti, possono provocare dapprima la distruzione parallelo con il diodo al silicio D2.
del diodo e soltanto successivamente quella del Vediamo ora come funziona il circuito di figura
fusibile. In questa pericolosa situazione, quindi, 1 quando la tensione VCC, derivata dalla sor-
può prendere origine un breve, ma intenso im- gente di elettricità, che può essere rappresenta-
ta da una o più pile, oppure da una batteria Fig. 6 - Il diodo al silicio consente il flusso di corrente, che provoca l'accensione della lam-
pulso di tensione, certamente in grado di dan- padina LP, quando è collegato con l'anodo verso il morsetto positivo dell'alimentatore
neggiare un carico dotato di delicatissimi e co- d'auto, è collegata in modo regolare. Orbene, in (schema a sinistra). Nessuna corrente può scorrere nel circuito quando i morsetti VCC ven-
stosi componenti elettronici. tali condizioni il diodo D 1 conduce ed il relè gono invertiti (schema a destra).
RL commuta i suoi "interruttori", quelli simbo-
licamente disegnati in posizione centrale nello

484 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 485


Polarità invertite Polarità invertite

lizzare il dispositivo di protezione contro gli er- (interruttori) debbono poter lasciar scorrere
rati collegamenti dei morsetti degli alimentato- una corrente di valore doppio di quella massi-
ri, riteniamo inutile soffermarci a lungo su ine- ma assorbita dal carico. Per esempio, se questo
sistenti problemi di cablaggio. Che si risolvono, assorbe 5 A, i contatti del relè vanno previsti
tutti, approntando la basetta supporto, di forma per una corrente di 10 A
rettangolare, delle dimensioni di 7,2 cm x 5,5 Nelle applicazioni ad alta tensione si consiglia
cm, di materiale isolante come la bachelite o la l'uso di relè con marchio di qualità europea o
CARICO vetronite. Sulla quale, tenendo sott'occhio, lo americana, per esempio VDE, IMO, UL, ecc.
o PROT schema costruttivo di figura 2 e la foto di aper-
tura del presente articolo, si applicano tutti i
Naturalmente la bobina RL rimane rappresen-
tata da un modello per correnti continue e, so-
componenti menzionati nell'apposito elenco. prattutto, per servizi ininterrotti. Perché utiliz-
Tuttavia, prima di iniziare il montaggio del mo- zando un relè per correnti alternate, si creereb-
dulo elettronico, l'operatore dovrà comporre, be un sovraccarico in grado di distruggere il
su una delle due facce della basetta e con il me- componente elettromeccanico.
todo a lui più congeniale, il circuito stampato, il
cui disegno in grandezza reale è pubblicato in
figura 3. APPLICAZIONE PRATICA
Fig. 7- In questo secondo sistema di protezione contro le inversioni di polarità degli alimen- I due condensatori C1- C2 debbono essere ca-
tatori in continua, il diodo D viene collegato In parallelo con il carico. ratterizzati da una tensione di lavoro adeguata Dopo aver realizzato il modulo elettronico di fi-
a quella di alimentazione. Ma nel caso cli cari- gura 2, avendo eseguito saldature a stagno per-
chi particolarmente sensibili debbono essere fette, in considerazione delle intense correnti
tolti, in quanto possono generare un impulso di che vi possono circolare, questo potrà essere in-
tensione invertita che, nel carico, è certamente serito in apposito contenitore, oppure dentro lo
in grado di danneggiare taluni elementi, quali stesso dispositivo che si vuol proteggere.
c2e demandata la funzione di combattere l'e- disturbi presenti nel sistema di alimentazione. gli integrati, i diodi o i transistor. Naturalmente ciò potrà avvenire soltanto se il
ventuale insorgenza di scintille sugli interruttori I valori capacitivi di 100.000 pF, segnalati nell'e- carico mette a disposizione una piccola area. In
del relè, cioè sugli scambi di questo, soprattutto lenco componenti, sono idonei ai funzionamen- questo caso, poi, l'interruttore S1, inserito nello
quando i carichi sono, sia pure parzialmente, di MONTAGGIO ti con carichi robusti e basse tensioni, inferiori schema teorico di figura 1, potrebbe fungere da
natura induttiva. ai 18 V cc. Con tensioni di alimentazione supe- interruttore del carico ed identificarsi con quel-
Il condensatore elettrolitico C3 elimina i possibili Data l'esiguità di componenti necessari per rea- riori, le capacità di C1- C2 debbono essere ri- lo originale dell'apparecchio che si vuol alimen-
dotte a soli 1.000 pF. tare attraverso il circuito di protezione. Ecco
Coloro che volessero evitare l'impiego delle perché S1 è stato disegnato al di là delle linee
due resistenze R 1- R2 e dei due condensatori tratteggiate che delimitano il circuito del modu-
Cl - C2, potranno montare, in parallelo con il lo elettronico di protezione.
carico, un solo condensatore, collegato in serie Lo schema elettrico, pubblicato in figura 4, in-
con una resistenza, con lo scopo di evitare la terpreta la messa in opera dei conduttori che
formazione di impulsi di tensione invertita in collegano il modulo (PROTEZ.), qui appena
occasione di errati inserimenti delle sorgenti di accennato, ovvero senza i particolari circuitali,
alimentazione. All'unico condensatore va asse- con la sorgente di tensione continua (ALIM.),
gnato il valore capacitivo di 100.000 pF, per le assieme a quelli che raggiungono l'interruttore
basse tensioni VCC e di 220 pF per le tensioni (INT.), di tipo a levetta, quando la protezione
elevate, mantenendo invece inalterato il valore elettronica, descritta in queste pagine, viene ca-
ohmmico dell'unica resistenza nella misura di blata dentro il medesimo apparato che si vuol
150 ohm. proteggere.
Per DL si consiglia di utilizzare un modello BI- Concludiamo ricordando che il dispositivo può
GLED, molto più vistoso e illuminato di un essere utilizzato per l'avviamento di apparec-
normale diodo led. Questo elemento, che indi- chiature alimentate in continua, che assorbono
ca l'awenuta accensione del dispositivo, deve correnti di notevole intensità, come ad esempio
essere quindi notato con immediatezza anche quelle di provenienza surplus. Dato che, azio-
Fig. 8- Collegando il diodo al silicio D in parallelo con il carico (lampadina), la corrente può ad una certa distanza. nando il piccolo interruttore S1, di tipo per cor-
scorrere se il catodo rimane rivolto verso la linea di alimentazione positiva (schema a sini- Il relè RL va scelto fra i modelli adatti allo sco- renti di bassa intensità, è possibile pilotare un
stra), altrimenti, invertendo le polarità, brucia il fusibile F. po. Deve cioè possedere caratteristiche adegua- relè di potenza, sui contatti del quale fluiscono
te al circuito. La sua tensione di lavoro deve forti correnti, simulando in tal modo la funzio-
quindi identificarsi con quella VCC ed i contatti ne del teleruttore.

486 Elettronica Pratica Elettronica Pratico 48 7


lnverter multitensione

INVERTER
MULTITENSIONE
entrata da una o più batterie, da una o più pile, disponibile di 30 W. Poi, a seconda delle pro- re la tensione continua in alternata, occorre
Nella sua più ampia accezione il termine inver- prie esigenze tecniche, ciascun lettore, serven-
ter designa un apparato convertitore statico di può mettere in funzione qualche piccolo elet- dapprima rendere variabile la tensione continua
trodomestico, strumento laboratoriale, medica- dosi delle apposite tabelle pubblicate nel testo, e poi servirsi del normale trasformatore per av-
tensione continua in alternata, alla frequenza di potrà adeguare il circuito ai valori di tensioni in
rete. Ovvero un dispositivo che, alimentato in le o sperimentale, normalmente predisposti per viare il processo di elevazione o di riduzione
il funzionamento in alternata. La sua utilità, uscita VU che gli interessano, naturalmente as- della tensione alternata.
dunque, viene avvertita allorché si verifica un sieme alle potenze necessarie nelle più dispara-
blackout nel servizio dell'erogazione dell'ener- te applicazioni pratiche.
gia elettrica, oppure là dove manca la tensione Ma perché si utilizza l'inverter? Come è noto,
alternata o, ancora, quando serve un particolare quella famosa "macchina statica" che è il tra-
voltaggio, senza poter ricorrere all'uso di tra- sformatore, consente di convertire agevolmente
Se accoppiato con una sformatori riduttori od elevatori. tutte le tensioni variabili in altre di grandezza
comune batteria, questo Quello qui di seguito presentato è un inverter superiore o inferiore, assumendo le denomina- Dalla tensione continua della
zioni di "trasformatore in salita" o di
dispositivo può essere che può innalzare o abbassare qualsiasi tensio-
"trasformatore in discesa". A sua volta, la ten-
batteria d'auto a quella alternata
ne continua, di valore compreso fra i 6 Vcc e i di rete.
considerato come una 30 Vcc, in altra, di tipo alternato, la cui gran- sione trasformata, presente a valle del compo-
nente, può essere convertita in una tensione
normale presa di corrente di dezza dipende dai componenti elettronici utiliz-
continua per mezzo di cellule di raddrizzamen-
zati nella costruzione del progetto. Tuttavia, per
casa, sempre pronta ad semplificare ogni problema, si è voluto ugual- to e livellamento. Non è possibile invece l'ope-
erogare una tensione dalle mente comporre un elenco di componenti, di razione inversa. Ossia, con il solo trasformatore Utile in casa e nel laboratorio.
valore specifico, riferito all'approntamento di non si può trasformare la tensione continua in
stesse caratteristiche di quella un circuito di inverter in grado di commutare alternata, perché il funzionamento del trasfor- Necessario in barca, nella roulotte
di rete. una tensione continua d'entrata VE di 13,5 Vcc matore si basa sulle variazioni di flusso elettro- e in tenda.
in quella alternata di 220 Vca, con una potenza magnetico che solamente le correnti variabili
possono generare. Concludendo, per trasforma-

488 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 489


lnverter multitensione lnverter multitensione

·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-1

I o o
R3

vu RC

T1

MF2
I
I - -. -... .-- .-
o o
VE
3
Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico dell'inverter. Come si può notare, i due tran-
sistor MOSFET sono montati tramite adatti radiatori e con interposti foglietti isolanti di mica
e grasso al silicone.

Ciò è quanto si verifica nel sistema di trasfor-


-----COMPONENTI----- mazione descritto in queste pagine, per il quale
massima di 12 A ed una resistenza residua
drain-source di 0,25 ohm.
il lettore deve trovarsi in possesso della sorgen- Poiché il circuito di figura 1 lavora a commuta-
te di energia che, come è stato anticipato in zione in onda rettangolare, la dissipazione ter-
precedenza, può essere la batteria dell'auto o mica è irrilevante.
R3 = 1.200 ohm- 1/2 W più pile. I valori da attribuirsi alle resistenze R 1- R2-
Condensatori
C1 = 1.000 pF (ceramico) R4 = 1.200 ohm - 1/2 W R3-R4- R5 debbono essere dedotti dalla TA-
C2 = 1.000 pF (ceramico) R5 = 0,22 ohm-5 W + 10W BELLA 1, in relazione con le tensioni continue
C3 = 1.000 F - 40 VI (elettrolitico) CIRCUITO DELL'INVERTER d'ingresso VE.
C4 = 1.000 F - 40 VI (elettrolitico) II trasformatore Tl assume il compito di eleva-
Varie Il progetto pubblicato in figura 1 costituisce un re o abbassare la tensione d'entrata VE al valo-
MF1 = IRF 532 modello classico di inverter nel quale, in sosti- re desiderato in uscita VU. Non è possibile
Resistenze MF2 = IRF 532 tuzione dei tradizionali transistor, vengono qui quindi segnalare per Tl un preciso modello,
R1 = 1.200 ohm- 1/2 W T1 = 12+ 12Vca - 220 Vca - 40 W utilizzati due MOSFET di potenza di tipo IRF perché questo dipende dalla composizione cir-
R2 = 1.200 ohm - 1/2 W RC = resist. carico (3.300 ohm) 532, la cui piedinatura è riportata in figura 4. cuitale dell'inverter. In ogni caso, l'awolgimen-
II componente ora citato vanta una tensione to primario, quello collegato con i MOSFET,
massima di lavoro di 100 V, con una corrente deve accettare una tensione pari alla VE, men-

490 Elettronica Pratica Elettronico Pratica 491


lnverter multitensione
lnverter multitensione

TABELLA2

T
Res. carico 3.300 ohm 1.650 ohm

IE con 13,5 V 2 A 3 A
vU 230 Vca 220 Vca
[I 68 mA 136 mA
P 15 W 30 W
PE con 13,5 V 27 W 40 W

N.B. Con IE si definisce la corrente d'ingresso,

\ con VU la tensione d'uscita, con IU la cor-


rente in uscita, con PU la potenza in usci-
ta e con PE quella in entrata.
Fig. 4 - Piedinatura del MOSFET
modello IRF 532. L'aletta metalli- g

'I] s
ca di raffreddamento rimane
elettricamente connessa con l'e-
che: 220 Vca 12 + 12 Vca -2,5 A
La TABELLA 2 elenca i risultati di laboratorio
lettrodo di drain (d). d
raggiunti con questo modello di trasformatore,
ma con potenza di 40 W.
Se nell'esempio suggerito si fosse utilizzato un
trasformatore con primario a 6 + 6 Vca, anco-
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da riportare su una delle due facce
ra con una VE pari a 13,5 Vcc, si sarebbe rag-
di una basetta supporto di materiale isolante delle dimensioni di 7,5 cm x 11cm. giunta, nel secondario, la tensione doppia di
440 Vca, con la frequenza pure doppia di 100
Hz. Ovviamente, i dati fin qui menzionati sono
approssimativi, perché dipendono dalle precise
T
caratteristiche del trasformatore, ma questi pos-
sono ugualmente offrire una chiara idea sulla V3
TABELLA 1 valutazione del componente.
Si vuole appena ricordare che per Tl è possibi- V2
le utilizzare anche modelli in ferrite, che condu-
Resist. VE= 6: 10Vcc VE = 10 + 18Vcc VE = 18 + 30Vcc cono ad un vertiginoso aumento della frequen- V1
za, fino ai 30 KHz. Ma il nostro consiglio rima-
'
ne quello di affidarsi ai modelli comuni con fre-
Rl - R2 1.200 ohm 1.200 ohm 2.200 ohm
quenza a 50 Hz, dato che da quelli in ferrite
R3- RA 2.200 ohm 1.200 ohm 1.200 ohm
non sempre l'hobbysta può trarne vantaggio.
R5 O ohm 0,22 ohm - 10 W 0,22 ohm - 10 W
Qualora fosse necessaria una VU particolare,
per esempio di 110 Vca, allora il trasformatore
N.B. Con l'espressione O ohm si intende "cortocircuito", ovvero applicazione di un conduttore di deve essere richiesto a qualche artigiano specia-
rame. lizzato in avvolgimenti, raccomandando una co-
struzione con sistema bifilare. Perché soltanto
in questo modo i due avvolgimenti sono uguali DV
geometricamente e nel grado di accoppiamento
tre il secondario deve avere una tensione ugua- to della dissipazione presunta del carico di 15
con il secondario, mentre i due cicli di lavoro
le a quella del carico. Ma per meglio compren- W, conviene dimensionare Tl in grandezza
diventano perfettamente simmetrici. Ciò è mol-
dere questo concetto, preferiamo esporre un doppia, ovvero nella misura di 30 W, con la
to importante per un buon innesco e manteni-
semplice esempio. conseguenza che la corrente sul primario di Tl
mento delle oscillazioni. Fig. 5 - Utilizzando un trasformatore munito di alcu-
Supponiamo di dover alimentare un carico, a deve essere di 2,5 A circa: ne prese intermedie sull'avvolgimento secondario, si
220 Vca, con resistenza totale di 3.300 ohm cir- possono derivare dall'inverter tensioni alternate di
2,5 A = 30 W: 12V valori diversi. Per esempio: V1 = 100 Vca; V2 = 120
ca ed assorbimento di corrente di 68 mA, per ESAME DEL CIRCUITO Vca; V3 = 220 Vca.
una potenza complessiva di 15 W. Ebbene, se la
VE assume il valore tipico di 13,5 Vcc, il prima- In conclusione, per Tl si potrà utilizzare un
modello da 30 W con le seguenti caratteristi- Cercheremo ora, per chi lo desidera, di appro-
rio di Tl deve essere da 12 V. Ma tenendo con-
Elettronica Pratica 493
492 Elettronica Pratica
lnverter multitensione lnverter multitensione

all'interdizione, in quanto il modello di MO- in accordo con i principi fondamentali dell'elet-


TESTER in VCA SFET scelto per la realizzazione di questo in- tromagnetismo. Ma per raggiungere la neces-
verter necessita di una tensione di source-gate saria variazione di flusso, quella che genera la
di 3 -è- 4 V per entrare in conduzione. tensione, occorre tener presente che questa, se
Una volta applicata da MFl la tensione VE sul- cresce in continuità, tocca ad un certo punto il
la corrispondente semisezione dell'avvolgimen- valore di saturazione del materiale ferromagne-
to primario del trasformatore Tl, sull'altra se- tico del nucleo di Tl, sul quale il flusso non può
misezione si manifesta un impulso di tensione più aumentare in misura apprezzabile, provo-
rettangolare, di corrispondente polarità, molti- cando la cessazione delle variazioni elettroma-
plicato per il rapporto tra spire. Ciò grazie al gnetiche e, conseguentemente, quella delle ten-
fatto per cui la tensione applicata al primario fa sioni indotte sugli avvolgimenti di Tl. Pertanto
scorrere in questo, oltre che la corrente relativa anche la tensione indotta sulla semisezione di-
al carico RC, moltiplicata pure questa per il segnata in basso dell'avvolgimento primario di
rapporto tra spire, anche una piccola corrente Tl crolla ed MFl va all'interdizione, ovvero
magnetizzante, che cresce linearmente con il non rimane più in conduzione.
y" =7 tempo in cui viene applicato l'impulso di tensio- La presenza dei condensatori C1- C2, con le
ne VE. Tale corrente crea una variazione di relative capacità di gate dei MOSFET collegati
flusso magnetico nel circuito di Tl che induce, in serie, unitamente a quelle parassite tra le spi-
nei relativi avvolgimenti, le tensioni desiderate, re degli avvolgimenti, formano un circuito oscil-

STRUMENTI DEL DILEffANTE


o o
Per allestire il laboratorio
CIRC. INVERTER
Per le operazioni di misura, controllo,
Fig. 6- Schema pratico di collaudo dell'inverter da realizzare a montaggio avvenuto. Il valo-
re della resistenza, collegata in parallelo all'avvolgimento secondario del trasformatore, de-
ve essere uguale a quello del carico con cui si fa funzionare il dispositivo. Il tester misura la
analisi e pronto intervento
ELETTRONICA
PRATICA
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tensione d'uscita VU. EDO LEOC
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L7.000

Consultate il NUMERO SPECIALE - ESTATE 1991

NUMERO SPECIALE • ESTATE 199I


fondire i diversi concetti che stanno alla base tenza, occorre che il loro gate si trovi ad un va-
al reo ai L.7,000
del funzionamento del progetto di figura 1. Nel lore di tensione positivo, rispetto a quello di che vi aiuta ad autocostruire una lun-
quale conviene supporre che MFl si trovi in source, di 10 + 12V. Mentre le tensioni supe-
ga serie di strumenti, di cui taluni ine-
conduzione e che sulla semisezione dell'avvolgi- riori ai 20 V potrebbero danneggiare irrepara- diti, ma tutti necessari all'elettronico
mento primario di Tl, quella disegnata in alto, bilmente i componenti. Ciò significa che le di- dilettante.
sia presente un impulso di tensione di forma mensioni dei partitori di tensione vanno oppor-
rettangolare, il quale induce, sull'altra semise- tunamente calcolate in relazione con la tensio-
zione del trasformatore, una tensione impulsiva ne di alimentazione, onde conservare la tensio- Le richieste vanno Indirizzate a:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO
di valore doppio di quella VE applicata all'en- ne di gate sui valori corretti.
Via Zuretti, 52, inviando anticipata- STRUMENTI
trata. Ebbene, questa più elevata tensione viene Il gate di MF2, invece, si trova ad una tensione DEL DILETTANTE
mente l'importo di L. 7.000 a mezzo va-
condotta, tramite il partitore di tensione R2- inferiore al volt, dato che il relativo partitore, glia postale, conto corrente postale n.
R3, sul gate di MFl, per mantenerlo in condu- composto da Rl - R4, preleva la tensione dal 916205 o assegno bancario.
zione. drain di MFl che, trovandosi in conduzione, va-
Per una buona conduzione dei MOSFET di po- le 1 V circa. Dunque il transistor MF2 rimane

Elettronica Pratica 495


494 Elettronica Pratica
lnverter multitensione
lnverter multitensione

to, in fase di cablaggio, i transistor vanno appli- viamente di valore diverso da quello della sor-
cati ai radiatori con interposti foglietti di mica e gente disponibile VE, dovranno comporre il cir-
grasso al silicone. cuito pubblicato in figura 7, che è quello di un
Con i modelli di radiatori illustrati in figura 2, il normale raddrizzatore di tensione alternata,
prototipo di inverter, realizzato nei nostri labo- con rettificazione a ponte di diodi al silicio e li-
ratori e munito di trasformatore di prova da 3 vellamento con cellula di filtro C - R.
A, si è comportato ottimamente durante le Montando diodi rettificatori di tipo 1N4007, la
commutazioni fino alle potenze di 40 W. tensione massima rettificata raggiunge i 250
La resistenza R5, per la quale è stato utilizzato Vcc. Owiamente, questi diodi possono essere
un modello da 5 W può essere vantaggiosamen- utilizzati con frequenze fino a 400 Hz e non ol-
te aumentata fino a 10 W. tre. Perché in presenza di frequenze più elevate
vu + Una volta realizzato il modulo elettronico di fi-
gura 2 e dopo aver controllato il circuito, ma
occorre montare diodi per rettificazione TV.
Il condensatore elettrolitico C, che rappresenta
prima ancora di collegare sui terminali d'uscita la capacità di filtro, deve avere, in relazione con
un carico vero e proprio, si consiglia di compor- le correnti in gioco, i seguenti valori capacitivi,
+ +
'
vcc
re il sistema di controllo proposto in figura 6,
che consente di effettuare un preciso collaudo
owiamente con appropriate tensioni di lavoro:

e R dell'apparato. Il carico resistivo, applicato su


VU, deve essere pari a quello con cui si intende
8 F fino a lOmA
16 F 99
20mA
T1 far funzionare l'inverter. Il tester, in funzione di
voltmetro per tensioni alternate VCA, controlla
32 F 99
40mA
la effettiva resa del dispositivo.
64 F 99
80mA
Soltanto in caso di difficoltà di innesco e dopo
100 F 99
200mA
aver controllato la polarità dei collegamenti su
Tl, si possono aumentare leggermente i valori La resistenza R identifica il carico inserito in
Flg. 7 - Circuito raddrizzatore da collegare eventualmente con l'uscita VU dell'inverter in ca- capacitivi dei condensatori Cl e C2, analizzan- uscita del circuito raddrizzatore e rettificatore,
so di utilizzo di tensioni continue. I valori da attribuirsi ai diversi componenti sono citati nel do tramite l'oscilloscopio l'ampiezza degli im- che non deve rimanere inferiore ai 10.000 ohm
testo. per ogni 50 Vcc di tensione. Per esempio, con
pulsi di tensione, che non debbono assoluta-
mente superare i 12 --:-- 15 V. soli 50 Vcc il valore di R è di 10.000 ohm, con
Per quanto riguarda la frequenza di oscillazio- 100 Vcc è di 20.000 ohm, con 130 Vcc è di
ne, poiché questa dipende dalle caratteristiche 30.000 ohm e così via. La potenza di dissipazio-
di T1e dalla tensione di alimentazione VE, per ne, owiamente, va calcolata di volta in volta.
!ante di tipo LC. Dunque, ad ogni variazione di oscillazioni di innesco, servono pure a compen- variarla occorrerà intervenire su tali elementi. Possiamo così concludere l'argomento fin qui
tensione si associano dei semicicli di oscillazioni sare le capacità di ingresso dei MOSFET di po- trattato ricordando che il dispositivo, in qualun-
ad alta frequenza, mentre sulla seconda semise- tenza nella misura dei nanofarad. que modo lo si utilizzi, con uscita in alternata o
zione di Tl, quella a cui poco fa si è fatto riferi- USCITA IN CONTINUA in continua, è da considerarsi estremamente
mento, si sviluppa un impulso che fa scendere versatile e proprio per questo rimane caratteriz-
la tensione a O V circa, contribuendo al proces- MONTAGGIO Coloro che volessero servirsi dell'inverter per zato da molte variabili, che il lettore dovrà im-
so di spegnimento di MFl. derivare da questo una tensione continua, ov- pegnarsi a valutare e risolvere.
Contemporaneamente, la tensione sull'altra se- La foto riportata sulle pagine di apertura del-
misezione di Tl, non solo sale fino a VE, ma l'argomento trattato e il disegno di figura 2 so-
tende a raggiungere il valore di due volte VE no gli elementi che l'operatore dovrà consultare
per effetto dello spegnimento di MFl, accen- in sede di montaggio dell'inverter. Il cui modu-
dendo MF2 tramite le resistenze Rl - R4. Ora lo elettronico va composto su una basetta sup-
MF2 può iniziare il secondo semiciclo di oscilla- porto di materiale isolante, bachelite o vetroni-
zione, del tutto analogo al precedente, ma in-
teressando soltanto la semisezione in basso di
te, di forma rettangolare, delle dimensioni di
7,5 cm x 11cm, munita, in una delle sue facce,
Ricordate il nostro indirizzo!
Tl. In tal caso, owiamente, l'impulso di tensio- del circuito stampato, il cui disegno in grandez-
za naturale è pubblicato in figura 3.
ne rettangolare, indotto sull'awolgimento se-
condario di Tl, avrà polarità opposte a quello
di prima, perché la semisezione interessata ri-
I due MOSFET, anche se possono commutare
una potenza massima di 180 W circa (30 V x 6
EDITRICE ELETTRONICA PRATICA
mane awolta in senso contrario a quello di per- A), debbono essere raffreddati mediante robu-
correnza della corrente.
Concludiamo ricordando che i condensatori Cl
sti radiatori, ricordando che, come segnalato in
figura 4, l'aletta metallica dei componenti è
Via Zuretti 52 - 20125 Milano
- C2, oltre che agevolare la formazione delle rappresentativa dell'elettrodo di drain. Pertan-
Elettronica Pratica 497
496 Elettronica Pratica
Stadi intermedi

VECCHIE
RADIO
A
VALVOLE

RADIORIVELAZIONE DIODI CAV

STADI INTERMEDI DIODI RIVELATORI


TENSIONI NEGATIVE
CIRCUITI CAV
INCONVENIENTI E DANNI
Il circuito d'uscita del secondo trasformatore di cioè correnti oscillanti, la cui principale caratte-
media frequenza è sempre collegato con una ristica va riscontrata nella facilità con cui posso-
valvola, che può essere una di quelle simbolica- no sfuggire dai conduttori sotto forma di onde
mente riportate in figura 1 e che in gergo pren- elettromagnetiche e diffondersi nell'aria. Ma
de la denominazione di "rivelatrice", proprio queste, essendo prive di messaggi, non possono
perché in questa si svolge, contemporaneamen- chiamarsi onde radio perché, captate dai radio- corrente elettrica di bassa frequenza viene me- con sè voci e suoni nello spazio, a disposizione
te ad altri processi radioelettrici, quello della ri- ricevitori, non consentono di far ascoltare nul- scolata, nelle stazioni trasmittenti, con la cor- di chi, munito di apparato radioricevente, li
velazione dei segnali radio, che si identifica con l'altro che un certo fruscìo. rente oscillante ad alta frequenza ed il tutto si vuole ascoltare. Un tale processo, quindi, assu-
una operazione completamente opposta a quel- L'intero processo di trasmissione e ricezione ra- applica all'antenna propagatrice. Dunque, la me il nome di "modulazione".
la della modulazione. I due concetti, di rivela- dio si svolge invece nel modo seguente: le onde corrente oscillante funge da veicolo per la cor- L'apparecchio ricevente cattura le onde radio,
zione e modulazione, dunque, sono tanto fon- sonore, quelle generate dalla voce umana o da rente a bassa frequenza e le onde radio portano provvedendo subito ad amplificarle, perché così
damentali nello studio della radiotecnica da altra sorgente fonica, vengono captate dal mi-
meritare qualche richiamo particolare. crofono e trasformate da questo in correnti
Come si sa, alle antenne trasmittenti vengono elettriche di bassa frequenza, così come avviene
inviate correnti elettriche ad alta frequenza, quando si parla al telefono. Successivamente, la

Lo stadio rivelatore, nei radioricevitori a valvole, funziona in


concomitanza con quello del controllo automatico di volume
che, pur costituendo una funzione secondaria, assume notevole
rilievo tecnico nella riproduzione di voci e suoni attraverso Fig. 1- Simboli elettrici di tre diverse valvole rivelatrici e preamplificatrici montate in radiori-
l'altoparlante. cevitori di più o meno vecchia produzione e di classe differente.

498 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 499


Stadi intermedi Stadi intermedi

III1i-- 2 CAPPUCCI

e APPucc10

~CA?P VALVOLA
I __)
'#

I
DISTACCO

Fig. 2 - La griglia di controllo del triodo


preamplificatore di bassa frequenza, inserito
nella valvola rivelatrice, fa capo ad un cap-
puccio metallico, sul quale il segnale da am-
VALVOLA VALVOLA
plificare viene introdotto tramite una clips o
secondo cappuccio.

Fig. 4 - Nei radioricevitori a valvole del-


le ultime generazioni la valvola rivela-
trice appare sprovvista di cappuccio,
perché la griglia controllo del triodo
come queste entrano nei circuiti d'ingresso del TRE VALVOLE DIVERSE preamplificatore di bassa frequenza fa
ricevitore risulterebbero troppo deboli per sot- capo ad un piedino del tubo elettronico
toporsi ai vari processi radioelettrici. di tipo tutto vetro.
Coloro che si accingono a ripristinare il funzio-
Il secondo compito dell'apparato radio consiste namento di un vecchio ricevitore a valvole, pos-
nell'eliminare l'alta frequenza, che è servita sol- sono imbattersi in uno dei tre tipi di valvole ri-
tanto come mezzo di trasporto dei vari messag- velatrici simbolicamente pubblicate in figura 1.
gi attraverso lo spazio. E questo processo di se- Il simbolo riportato a sinistra di figura 1 identi-
parazione della corrente ad alta frequenza da fica la valvola 607, rivelatrice ed amplificatrice
quella a bassa frequenza si chiama "rivela- di bassa frequenza, dotata di un doppio diodo e blaggio. La posizione di questo tubo elettronico
zione". L'elettrodo di griglia controllo della valvola
un triodo ed in grado di svolgere tre diverse 607, anziché con un piedino dello zoccolo, è nell'apparecchio radio è segnalata in figura 4.
funzioni. collegato con un "cappuccio" applicato sulla Il terzo simbolo elettrico di valvola, a destra di
parte superiore dell'ampolla di vetro, come se- figura 1, si riferisce ad un tipo molto comune di
gnalato in figura 2. A questo, tramite una clips, rivelatrice e preamplificatrice di bassa frequen-
viene applicato il segnale rivelato, per sottopor- za della serie "accensione in corrente conti-
lo ad un trattamento di preamplificazione BF. nua", nella quale il filamento funge pure da ca-
Quando la valvola munita di cappuccio ha fun- todo e che veniva prodotta con più sigle.
zionato per un grande numero di ore, il collante Dunque, i tre simboli teorici relativi apparente-
che tiene fissata la piccola capsula metallica mente a tre valvole diverse, individuano tutti lo
esterna può consumarsi ed il cappuccio può stesso tipo di tubo elettronico, quello che, nei
staccarsi, come segnalato sulla destra di figura ricevitori radio, funge da rivelatore e preampli-
2, rimanendo disponibile soltanto un piccolo ficatore dei segnali di bassa frequenza insieme
spezzone di conduttore sporgente dal vetro. In e che trova preferenza applicativa a seconda
questo caso si provvede a sostituire la valvola o dell'anno di produzione dei dispositivi e della
a riparare in qualche modo il guasto. loro classe.
Il modello di valvola rivelatrice e preamplifica-
trice di bassa frequenza, ora descritta, nel ca-
blaggio del ricevitore radio assume la posizione CABLAGGIO DELLA RIVELATRICE
segnalata in figura 3, tra la seconda media fre-
quenza (2° MF) ed il pacchetto di condensatori Lo schema di figura 5 rappresenta lo stadio ri-
elettrolitici. velatore e preamplificatore di bassa frequenza
RIVELATRICE Il simbolo elettrico di valvola, pubblicato in po- di un circuito supereterodina di radioricevitore.
sizione centrale di figura 1, si riferisce al model- La rivelazione, teoricamente interpretata in
lo 6AT6, ovvero ad una rivelatrice e amplifica- precendenza, consiste nell'eliminazione delle
trice di bassa frequenza, di produzione successi- semionde positive del segnale proveniente dal-
Fig. 3 - Posizione della valvola rivelatrice e preamplificatrice di bassa frequenza all'interno l'avvolgimento secondario del secondo trasfor-
del telaio di un comune ricevitore radio. va a quella precedentemente analizzata, com-
posta da un doppio diodo e un triodo racchiusi matore di media frequenza MF2. Pertanto, in
in ampolla tutto vetro, quindi senza zoccolo, linea di massima, la rivelazione si ottiene con lo
con sette piedini a disposizione per il suo ca- stesso sistema con cui le valvole rettificatrici

500 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 501


Stadi intermedi Stadi intermedi

V2 6K? V3 6Q7
C44- 450P
V1 6AB
DIODO
n'1 3

ENT
C(5 0se.
6 MF2.
RF ~~ l gF
MF 1

l #i#jl- r]
5

3
40Kp
I 8
Li
_I DIODO

"°2 -=- .-----


: '
-'I . 24
I I
- - ---
.,

240
4N
I l 2A0

TL....
CA.
121.él
0,4Mn
245 300n

+ AT
.R1
1 H..11.
- - "
±)

Fig. 6-Il circuito CAV, cablato fra le prime tre valvole dei ricevitori radio supereterodina, è
qui segnalato con alcune frecce, che prendono origine dal secondo diodo contenuto nella
CA9-10 valvola V3.

• Il al Fig. 5 - Stadio rivelatore e preamplificatore BF pilo-


VOL. 10 tato da valvola 6Q7, nella quale sono contenuti due
HL. diodi ed un triodo. Uno dei due diodi provvede alla
rivelazione dei segnali radio, l'altro produce la ten-
sione del CAV.

vengono ascoltate con una intensità sonora as- contrassegnato con alcune frecce, il controllo
sai inferiore a quella delle stazioni radiofoniche automatico di volume si ottiene facendo dipen-
locali. Tuttavia, questo circuito presenta il van- dere le polarizzazioni di griglia delle due prime
taggio di ridurre l'affievolimento dei segnali, la valvole dell'apparecchio radio (V1- V2), cioè
trasformano la corrente alternata in quella uni- dio successivo di potenza del ricevitore radio. cosiddetta evanescenza, che in pratica si verifica dalla convertitrice e dalla amplificatrice di me-
direzionale. Il condensatore Cll, da 4.700 pF, oppone ai se- durante le ricezioni delle emittenti lontane. So- dia frequenza, dall'intensità del segnale in arri-
La placchetta, che nella valvola 607 fa capo al gnali a radiofrequenza una reattanza tale da prattutto di quelle ad onda corta che, più di tut- vo. In pratica, se il segnale è forte, la polarizza-
piedino 4 dello zoccolo, compone, assieme al comportarsi come un interruttore chiuso, per te, accentuano tale fenomeno. Mentre nella zione delle griglie controllo delle prime due val-
catodo, il primo DIODO, esattamente quello ri- questi, ma aperto per quelli di bassa frequenza. gamma delle onde medie l'evanescenza è mino- vole aumenta, se è debole diminuisce. In altri
velatore, dove si svolge il processo di rivelazio- Va dunque considerato come un "by-pass" per re e ben controllata dal CAV. Ma in pratica in termini, quando il segnale assume livelli elevati,
ne dei segnali radio. I quali, uscendo dall'avvol- la RF. Detto in altre parole, il compito del con- che cosa consiste il CAV o, meglio, in che mo- la tensione negativa, presente sulle griglie con-
gimento secondario di MF2, raggiungono pure densatore Cll consiste nel convogliare a massa do si riducono le variazioni di intensità dei se- trollo, aumenta attenuando il processo di am-
il condensatore C13 da 50 pF, che li convoglia, la parte di segnali ad alta frequenza presenti gnali radio? Ebbene, cominciamo col ricordare plificazione delle valvole. Al contrario, quando i
in parte, anche sul secondo DIODO, deJla cui nell'avvolgimento secondario di MF2, opponen- il significato delle tre sigle prima citate e riferi- livelli dei segnali sono relativamente bassi, la
funzione si dirà poco più avanti. Intanto serve do uno sbarramento a quelli di media e bassa te allo stesso concetto radioelettrico: tensione negativa di polarizzazione diminuisce
osservare che dal terminale "freddo" di MF2 frequenza. e l'amplificazione aumenta. Ma ritorniamo ad
viene prelevato il segnale che raggiunge una CAV = Controllo Automatico Volume esaminare il circuito CA V di figura 6, con parti-
estremità del potenziometro di volume R 11, CAG = Controllo Automatico Guadagno colare attenzione a quello di rivelazione. Ebbe-
con cui si dosa la tensione da applicare alfa gri- CAVoCAG RAS = Regolazione Automatica Sensibilità ne, il segnale radio viene rivelato soltanto quan-
glia del triodo preampJificatore che, in questa do sul piedino 4 della valvola V3 è presente la
valvola, si raggiunge attraverso il cappuccio me- Il circuito CA V, chiamato pure CAG o RAS, Naturalmente, la sigla maggiormente adottata è tensione positiva uscente dall'avvolgimento se-
tallico esterno del tubo elettronico. ha il compito di mantenere, press'a poco allo la prima, quella che continuerà ad essere citata condario di MF2. Quando invece è presente la
Una volta regolato il segnale sulla griglia controllo stesso livello, l'intensità dei segnali ricevuti dal- nel prosieguo del testo. tensione negativa, questa prende la via del con-
del triodo, questo esce amplificato dalla placca l'apparecchio radio. Anche se ciò si verifica sol- Con riferimento allo schema elettrico di figura densatore C13 da 50 pF e, successivamente,
(piedino 3) ed è pronto per essere inviato allo sta- tanto parzialmente, perché le emittenti deboli 6, nel quale il circuito del CA V rimane quello delle resistenze R5 ed R 1, onde provvedere alla

502 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 503


Stadi intermedi Stadi intermedi

ALTRI TIPI DI CAV giori inconvenienti possono derivare da un con-


densatore in perdita o, peggio, interrotto; così
Quello analizzato nei circuiti 5- 6, rappresenta come possono dipendere da una resistenza in-
il sistema di controllo automatico di volume più terrotta o dissaldata.
noto. Ma ve ne sono altri che l'operatore può A volte anche i diodi della valvola rivelatrice si
riscontrare in taluni modelli di radioricevitori a esauriscono e costringono il tecnico alla sostitu-
valvole. Per esempio quello schematizzato in fi- zione del vecchio tubo con altro nuovo, sicura-
gura 7, nel quale i due diodi sono collegati in mente funzionante. Ma tutti questi inconve-
parallelo fra loro. In questo caso sia la tensione nienti si riscontrano quando i suoni riprodotti
negativa CA V, come quella di bassa frequenza, dall'altoparlante variano di intensità, rivelando-
da inviare al successivo stadio di potenza del ra- si troppo forti o molto deboli.
dioricevitore, vengono entrambe prelevate dal Quando la sezione triadica della valvola rivela-
lato "freddo" dell'avvolgimento secondario di trice diviene causa di disturbi, come ronzìo o di-
MF2. Il segnale di bassa frequenza, in particola- storsioni, oppure quando questa amplifica assai
R9 R9 re, raggiunge il potenziometro di controllo del poco, conviene sostituirla con altra meglio fun-
volume sonoro della radio (Rll), mentre quello zionante. Ma se con il cambio non si ottengono
CAV. 05M CAV. 05M risultati rilevanti, allora si deve controllare il va-
di CAV viene applicato alle griglie controllo
delle prime due valvole attraverso la resistenza lore della tensione anodica che, a seconda del
R9, disaccoppiata tramite il condensatore Cl2. tipo di circuito può variare fra i 50 Vcc e i 150
La resistenza R9 separa il segnale variabile di Vcc.
bassa frequenza dalla componente continua del Se la valvola rivelatrice è inserita in uno scher-
CAV, mentre il condensatore C12 convoglia a mo elettromagnetico non correttamente colle-
CA9-10Kp CA9-40p gato a massa, sono possibili formazioni di ron-
massa eventuali tracce di segnali a radiofre-
I 242,
I 242,
quenza ancora contenuti in quello del controllo zìo. Il quale può essere introdotto pure da ca-
_ VoL. automatico di volume. vetti schermati non ben saldati a massa.
- yoL. 10
MD.
10
MD. Lo schema pubblicato in figura 8 ripropone il Concludiamo ricordando che il potenziometro
2110,5+. 2410,5M di volume, che appartiene agli stadi esaminati
sistema analizzato precedentemente, con la sola
-=- variante dell'impiego di una valvola rivelatrice in questa sede, può logorarsi con il passare del
ad unico diodo, montata nei radioricevitori di tempo e l'impiego continuato, provocando, at-
tipo economico. traverso l'altoparlante, forti scricchiolii durante
Fig. 7 - In questo esempio di stadio rivelatore e
preamplificatore di bassa frequenza, i due diodi del-
Fig. 8-In alcuni modelli di radioricevitori di tipo eco- le rotazioni della manopola di comando. Ciò
nomico, la valvola rivelatrice è dotata di un solo dio- potrebbe attribuirsi ad ossidazioni della pista di
la valvola sono collegati in parallelo, per svolgere do ed un triodo amplificatore. Ma i risultati rimango-
assieme i processi di rivelazione e generazione del no ancora quelli raggiunti con le altre valvole equi- GUASTI NEL CAV grafite interna del componente, che può essere
segnale CAV. paggiate con due diodi separati. riattivata mediante qualche spruzzata di apposi-
Ai guasti che possono verificarsi nei circuiti del to solvente commercializzato in bombolette
CA V si è già accennato vagamente. Ma in mo- spray.
do più incisivo dobbiamo ricordare che i mag-
polarizzazione delle valvole Vl e V2. ed impedendo la formazione di conseguenti fe-
Dunque, ripetiamo, se la tensione negativa del nomeni di distorsione.
CA V è alta, a causa di segnali radio molto forti, Ricordiamo che i valori estremi delle tensioni
le valvole amplificano di meno e viceversa. del CA V prima enunciati, di 0,4 V e 4 V,
Concludendo, il secondo diodo della valvola
V3, individuabile nei piedini 5-8, rettifica la
tensione negativa per applicarla al circuito del
contengono un significato puramente indicati-
vo, perché questi variano da un modello di ra-
dioricevitore ad un altro, dove il circuito CA V
Un'idea vantaggiosa:
CAV. In linea di massima si può dire che, in può essere diversamente concepito. Ma ciò che
presenza di segnali radio debolissimi, la tensio- più importa, nel corso delle operazioni di ripri-
ne del CA V si aggira intorno al valore di
V, mentre il processo di amplificazione della
0,4 stino del corretto funzionamento di un vecchio
apparecchio radio a valvole è il controllo della
l'abbonamento annuale a
valvola convertitrice e di quella di media fre- qualità dei condensatori C13-C9- CA e delle
quenza viene esaltato al massimo. Al contrario, resistenze RIO - R5 - Rl inseriti nello schema
quando i segnali radio captati sono molto forti,
la tensione del CA V scende a 4V, riducen-
do drasticamente l'intervento di amplificazione
delle prime due valvole dell'apparecchio radio
di figura 6, dato che un loro eventuale guasto o
la possibile interruzione sono certamente in
grado di interferire negativamente sulla ripro-
duzione audio in altoparlante.
ELETTRONICA PRATICA
504 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 505
Primi Passi

ELEMENTARE
ETTRONICA

IC555
RIMI NOTO
INTEGRATO
Quando il principiante si avvicina per la prima e persino condensatori, quasi sempre prende spositivi vengono costruiti in concomitanza da mente costruito dalle maggiori industrie mon-
volta alla miniaturizzazione dei circuiti elettro- contatto con il più comune ed economico inte- quasi tutte le organizzazioni industriali, perché diali.
nici, ovvero a quella particolare tecnica che grato 555. Che è stato principalmente realizzato ritenuti di fondamentale importanza e larga dif- Il dispositivo, del quale in figura 1 è presentato
consente di integrare nello spazio di pochi miJli- per la costruzione di apparati temporizzatori di fusione, come quello che ci accingiamo ad esa- il "chip", che misura 2 mm circa, incorpora
metri quadrati molti transistor, diodi, resistenze precisione, ma che può adattarsi a moltissime minare. due tipi di circuiti, uno di natura lineare, l'altro
altre applicazione pratiche in virtù della sua a carattere digitale. Praticamente si tratta di un
particolare architettura costruttiva. Dunque, di timer di precisione, regolabile per temporizza-
questo notissimo integrato, noto pure con la si- STRUTTURA DEL 555 zioni che si estendono dal microsecondo fino ad
gla completa NE 555, ma reperibile anche con un'ora, con un limite massimo facilmente su-
sigle iniziali diverse, nelle quali viene sempre L'integrato 555 è stato progettato e realizzato, perabile per mezzo di semplici accorgimenti cir-
conservato il numero 555, ci occuperemo in per la prima volta, dalla Signetics e successiva- cuitali.
questa sede e in altre successive puntate della
presente rubrica, attraverso le quali la materia
verrà ordinatamente e diligentemente distribui-
ta. Perché l'analisi teorica e talune pratiche ap-
plicazione di questo componente, inserito nella
componentistica elettronica commercializzata al
dettaglio, possono agevolmente introdurre il
lettore nel vasto mondo degli integrati, sugge-
rendo idee e spunti di grande interesse nel set-
tore delle apparecchiature moderne.
La varietà e la quantità di integrati, industrial-
mente prodotti, è ormai tale che ciascuna casa
costruttrice si vede costretta ad editare, assieme
ai componenti elettronici, una vera e propria Fig. 1-Il "chip" dell'integrato 555 ha una superficie
di soli due millimetri quadrati. In questo sono incor-
letteratura tecnica, fatta di libri o collane di li- porati due tipi di circuiti: uno di espressione lineare
bri, per elencare le caratteristiche tecniche e i e l'altro di modello digitale.
dati applicativi dei molteplici elementi. Tutta-
via, in questo vasto mare di integrati, alcuni di-
506 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 507
Primi Passi Primi Passi

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Fig. 2 - La rete resistivo-capacitiva R-C, esterna al-
I ] -•••• ··, l-· •• » »
I
l'integrato 555, stabilisce le temporizzazioni, che
possono estendersi dal microsecondo fino ai ses-
i Gl/[) santa minuti primi. l Gl/[) b

Fig. 3-Lo schema a blocchi dell'integrato 555 interpreta la struttura interna del componen-
te, principalmente composto da due comparatori (COMP. 1 - COMP. 2) e da un flip-flop
(F/F).

Il timer può essere alimentato con tensioni con il numero 1.


comprese fra i 5 Vcc e i 15 Vcc ed è in grado di Si tenga presente che, sia la rete di temporizza-
fornire, direttamente all'uscita, una corrente di zione, sia quella di riferimento, sono collegate
200 mA. alla stessa linea di alimentazione + VCC. E
La sezione lineare del 555 è composta da due proprio per questo motivo il tempo si rivela in- Il primo comparatore COMP. 1 è formato da ne logica "O", a seconda che il comando pro-
elementi amplificatori differenziali, utilizzati in dipendente dal valore della tensione con cui il sei transistor ed è collegato, con un ingresso, al venga dal COMP. 2 o dal COMP. 1.
veste di comparatori di tensione, nei quali uno circuito è alimentato. piedino 6. Esso avverte quando la tensione sui Quando il circuito bistabile F/F si trova allo sta-
degli ingressi rimane collegato con una rete re- terminali del condensatore C supera di 2/3 to logico "0", questo avvia alla conduzione il
sistiva interna all'integrato, che stabilisce la ten- quella di alimentazione. Infatti, l'altro ingresso, transistor TR, normalmente utilizzato per la
sione di comparazione tipica dell'amplificatore. SCHEMA A BLOCCHI ravvisabile sul piedino 5, è collegato con il pun- scarica del condensatore esterno C di temporiz-
Il tempo del timer viene stabilito da una rete to alto del partitore di tensione precedente- zazione, così da provocare l'inizio di un nuovo
resistivo-capacitiva, esterna all'integrato e colle- Lo schema a blocchi, riportato in figura 3, inter- mente menzionato. ciclo.
gata con l'altro ingresso del comparatore. Con preta la struttura interna dell'integrato modello Le uscite dei due comparatori COMP. 1 - Nello schema a blocchi di figura 3 si può anche
tale sistema di collegamenti, chiaramente se- 555 preso in considerazione in queste pagine. COMP. 2 agiscono su un circuito bistabile che, notare che l'integrato 555 comprende uno sta-
gnalato nello schema di figura 2, si ottiene lo In esso si distinguono due comparatori di ten- sullo schema di figura 3, è stato indicato con la dio d'uscita di potenza, di tipo complementare,
scatto del comparatore COMP.1, quando la sione: sigla F/F, la quale segnala un dispositivo chia- in grado di assorbire corrente dalla linea positi-
tensione di carica del condensatore C raggiunge mato FLIP-FLOP. va dell'alimentazione per erogarla verso massa.
quella di riferimento stabilita dalle resistenze COMP.1 Il circuito FLIP-FLOP viene 'settato", ovvero Ciò permette di disporre, a piacere, delle possi-
da 5.000 ohm interne e collegate in serie fra il costretto ad un'uscita logica "P, oppure bilità di inserimento o disinserimento del carico
piedino 8 e quello di massa GDN, segnalato COMP.2 "resettato", cioè ridotto in uscita alla condizio- durante la temporizzazione.

508 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 509


Primi Passi

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10k 100k 5k

[ .d[dà
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Fig. 4 - Il circuito elettrico del 555 dimostra come questo sia composto da ventiquattro tran- Fig. 5- Particolare dell'integrato analizzato nel testo e relativo al primo circuito comparatore
sistor al silicio e sedici resistori. I transistor Q18 e Q23 sono montati in funzione di diodi. di tensione.

Quanto finora brevemente detto, con riferi- superiore al 20%, mentre è sempre possibile far Dunque, quando la tensione sui terminali di C (COMP. 2) si invia un impulso di tensione ne-
mento allo schema a blocchi di figura 3, che sin- in modo che più resistenze debbano variare nel- scende al di sotto dei 2/3 di quella di alimenta- gativa, si verifica lo scatto dello stesso compara-
tetizza efficacemente il circuito interno all'inte- la stessa misura, riducendo il rapporto tra due zione, il transistor Q14 viene spento ed il con- tore e, conseguentemente, anche il flip-flop F/F
grato 555, può essere ulteriormente chiarito at- componenti alla tolleranza dello 0,5%. densatore C riprende a caricarsi attraverso la raggiunge lo stato logico "1, mentre il conden-
traverso un controllo particolareggiato del cir- Il primo comparatore è composto con i sei tran- resistenza R dello schema di figura 3. satore C inizia a caricarsi attraverso la resisten-
cuito teorico, il cui schema è pubblicato in figu- sistor Q1-Q2-O3-O4-O5-Q6 ed è collega- Il circuito d'uscita segue le vicende del transi- za R collegata direttamente con la linea di ali-
ra 4. to, con un ingresso al piedino 6. Questo segnala stor Q14 ed è costituito da un amplificatore di mentazione + VCC.
il superamento di 2/3 della tensione di alimen- potenza a simmetria complementare con i tran- Successivamente, quando la tensione rilevata
tazione da parte del condensatore esterno C (fi- sistor O20 - O21- O22- O23 - O24, il quale sui terminali del condensatore C raggiunge un
CIRCUITO TEORICO gura 3). L'altro ingresso, infatti, identificabile fornisce al piedino 3 un segnale in grado di rag- valore pari ai 2/3 della tensione di alimentazio-
sul piedino 5, è collegato con il punto alto del giungere l'intensità di corrente di 200 mA. ne, il comparatore (COMP. 1) entra in azione,
Il circuito teorico interno dell'integrato 555, partitore di tensione, ovvero fra le resistenze per riportare il flip-flop F/F allo stato logico
consultabile in figura 4, dimostra come questo R7 ed R8. Ma quando il primo comparatore "O" e per scaricare, rapidamente e attraverso il
dispositivo sia composto, complessivamente, da sente che la tensione su C ha superato i 2/3 di IMPULSI TEMPORIZZATI transistor TR, il condensatore C.
ventiquattro transistor al silicio di tipo PNP ed quella di alimentazione, si accende il transistor Raggiunta questa condizione, il sistema può ini-
NPN, assieme a sedici resistori. Q14 che, attraverso il collettore collegato al Facendo ancora riferimento allo schema a bloc- ziare un nuovo ciclo.
In posizione centrale e verticale di figura 4 si piedino 7, scarica il condensatore C inserito chi, pubblicato in figura 3, si può capire come
nota la presenza del già citato partitore di ten- nello schema a blocchi di figura 3. l'integrato 555 possa generare impulsi tempo-
sione, composto dalle resistenze R7- R8- R9, Il secondo comparatore del circuito di figura 4 rizzati. CARATTERISTICHE DEL 555
tutte del valore ohmmico di 5.000 ohm, le quali è composto dai transistor O9 - Q10-Q11 - Q12 A questo scopo si supponga che, inizialmente,
dividono in tre parti uguali la tensione di ali- - O13. Questo confronta la tensione del con- lo stato logico del flip-flop F/F sia quello di "0. Senza ricorrere ad un elenco particolareggiato
mentazione, con una suddivisione molto preci- densatore C del circuito di figura 3 con il punto Ebbene, per effetto della scarica attraverso il di tutte le grandezze elettriche che caratterizza-
sa, allorché in un integrato è difficile comporre basso del partitore resistivo, identificabile nella transistor TR, il condensatore C assume il valo- no l'integrato 555, si è ritenuto necessario ri-
resistenze con valori di esattezza quasi assoluta, zona di contatto tra le resistenze R8 ed R9. re di tensione di O V. Ma se al comparatore 2 portare, qui di seguito, alcuni dati relativi ai vari

510 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 511


Primi Passi
Primi Passi

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Fig. 7 - Schema teorico del flip-flop inserito nell'inte-
grato 555 e nel quale il transistor Q18 rimane colle-
gato in veste di diodo. 7
Fig. 6 - Circuito del secondo comparatore di tensione dell'integrato 555. Le resistenze R7 -
R8 - R9 stabiliscono le tensioni di polarizzazione dei due comparatori.

set è di 0,7 V nella grandezza più comune e di 1 zionato, possono sfuggire ad una precisa indivi-
V in quella massima. duazione, sia per le dimensioni alquanto ridotte
del disegno, sia per una probabile difficoltà di
riconoscimento di un particolare inserito fra
parametri e alle condizioni di prova del compo- DATI FONDAMENTALI PARTICOLARITÀ CIRCUITALI
nente. tanti componenti elettronici.
Cominciamo quindi col considerare lo schema
Ricordiamo, quindi, che la tensione di alimen- Se il circuito teorico di figura 4 identifica, nella di figura 5, che costituisce l'estratto relativo al
tazione, da applicare ai piedini 8 - 1, può essere I Alimentazione: 4,5 Vc : 16 Vcc sua completezza, la composizione schematica primo comparatore presente in alto a sinistra di
scelta, a seconda degli impieghi dell'integrato, Corrente max. use.: 200 mA interna dell'integrato 555, quelli successivamen- figura 4. Ebbene in questo disegno è possibile
entro la gamma di valori di 4,5 Vcc e 16 Vc. Potenza diss.: 600 mW te pubblicati, mettono in risalto i diversi stadi apprezzare la simmetria del circuito amplifica-
Dunque, la tensione minima, con la quale può Gamma temperature: 0-70C del dispositivo che, nel circuito elettronico men- tore differenziale e le relative connessioni di in-
funzionare il dispositivo, non può essere infe-
riore ai 4,5 Vcc, mentre superando il limite
massimo dei 16 Vcc si rischia di distruggere il
componente. La gamma delle temperature, citata nella tabel-
Per la corrente di alimentazione si debbono ci- la, assume un carattere puramente indicativo,
tare due dati diversi, relativi a due condizioni di giacché questa varia da un modello all'altro e a
prova: quelli di 3 mA - 10 mA e quelli di 6 mA seconda delle condizioni operative. Per esem-
- 15 mA; i primi (3 mA - 6 mA) si riferiscono ai pio può essere quella di- 55°C + + 125°C,
valori tipici, i secondi (10 mA - 15 mA) a quelli oppure- 65°C + 150°C.
massimi. In ogni caso, nell'apposita tabella sono Ai dati menzionati va ancora aggiunto che la
segnalate le grandezze elettriche di maggiore ri- deriva, per quanto attiene la tensione di ali-
levanza tecnica in fase di impiego dell'integrato mentazione, è dello O, 1 %N, nell'espressione
555. più tipica, mentre la tensione di trigger è di 5 V
nel valore maggiormente caratteristico. La cor-
rente di trigger vale 0,5 A e la tensione di re-

512 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 513
Primi Passi
Primi Passi

gresso, di tipo Darlington (01-02 e 03-04), Il circuito d'uscita dell'integrato 555 è riportato
che conferiscono al circuito una elevata impe- in figura 8, nella quale si può notare come que-
denza d'entrata ed un buon guadagno. sto stadio sia realizzato con sei transistor (017 -
Il circuito di figura 6, invece, interpreta la com- 020- 021- 022-023 - 024), di cui uno, il
posizione del secondo comparatore di tensione 023, è montato in veste di diodo. Tale disposi-
dell'integrato 555, dove si nota la polarizzazio- zione circuitale consente di ottenere correnti di
ne di un ingresso ad 1/3 della tensione di ali- notevole intensità, sia con l'uscita allo stato lo-
mentazione, tra le resistenze R8 ed R9, in con- gico "P. sia con quella allo stato logico "O". Al
023 trapposizione con il primo comparatore, che ri- transistor Q14 è assegnato il compito di scarica-
mane polarizzato a 2/3 del valore di tale tensio- re il condensatore esterno di temporizzazione.
ne, tra le resistenze R8-R7. L'ultimo stadio ricavato dal circuito completo di
3 L'estrapolazione circuitale di figura 7 interpreta figura 4 è quello di reset, pubblicato in figura 9,
la funzione della sezione bistabile, che non può che provvede a riportare a "O" lo stato del flip-
essere illustrata tramite una struttura tradizio- flop, indipendentemente dalle condizioni di in-
nale di flip-flop, a causa della difficile compren- gresso, inviando alla saturazione il transistor
sione del funzionamento, che impone di assimi- 014 e facendo scaricare il condensatore di tem-
lare il dispositivo a quello di un amplificatore in porizzazione ad esso associato.
]o continua, reazionato positivamente.
Flg. 8 - Il circuito d'uscita dell'integrato 555 è
realizzato con sei transistor di tipo comple-
] o l ]I mentare. Il transistor Q14 provvede a scaricare
il condensatore esterno di temporizzazione.

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1° - Bobine e induttanze
R16
5
2° - Circuiti L-C oscillatori
3° - Tutta la radio dall'entrata all'uscita
4° - Condensatori teoria misure
s 5° - Collegamenti e controlli capacitivi
6° - Tensioni alternate efitcaci
7° - Trasformatori collegamenti misure
8°- Transistor generalità prove pratiche
,oo2s 9° - Transistor amplificazione segnali BF
]o Fig. 9 - Il circuito di reset dell'integrato 555
porta a "O" lo stato del flip-flop, indipen-
dentemente dalle condizioni di ingresso,
saturando il transistor Q14 e scaricando Il
J to. d ·ldb
I condensatore di temporizzazione ad esso
associato.
'

514 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 515
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516 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 517


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rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
~ ----------------------- domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di

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te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

INTERRUTTORE DI CONTROLLO nici. Perché la commutazione, ovvero lo sposta-


mento del mercurio dentro il suo piccolo conteni-
TESTO (scrivere a macchina o in stampatello) Mancando ancora il servizio idrico comunale, tore, avviene in atmosfera di gas inerte, che scon-
nella mia casa di campagna debbo attingere giura qualsiasi pericolo di scoppio in tutti quei
l'acqua da un pozzo da me costruito, che conti- casi in cui l'interruttore venga applicato nelle vici-
nua a rivelarsi prodigo nel fornire un bene di nanze di laboratori, fabbriche, industrie donde
eccellente qualità. Ora, tuttavia, vorrei rinuncia- esalano fumi e vapori esplosivi. Questo, infatti, è
re al vecchio sistema di prelevamento con sec- il maggior pregio che gli interruttori al mercurio
chio, carrucola e catena, per installare una ci- vantano rispetto ai più comuni modelli elettrici.
sterna di raccolta nella quale il livello del liqui- Dato che sono elementi realizzati con due elettro-
do sia controllato tramite galleggiante ed inter- di fissi, cui sono collegati altrettanti reofori
ruttore automatico, da collegarsi elettricamente uscenti dall'involucro isolante che racchiude l'in-
con il motore della pompa di riempimento. Po- terruttore. Dentro il quale l'elemento di contatto è
treste offrirmi un suggerimento pratico ed eco- rappresentato da una piccola porzione di mercu-
nomico mirato a risolvere il problema.? rio che, essendo un metallo allo stato naturale li-
DRAGOTTO MANLIO quido, come quello contenuto nella colonnina di
Orte vetro di molti termometri fisici e fisiologici, è un
ottimo elemento conduttore di elettricità. Durante
il funzionamento, quando l'inclinazione è tale da
Il suo problema si risolve, molto semplicemente, inviare la goccia di mercurio nella zona opposta
sistemando sul braccio di sostegno del galleggian- a quella in cui si trovano i contatti, l'interruttore
te un interruttore al mercurio, in modo da favori- assume la condizione di conduttore "aperto". Vi-
Inserite il tagliando in una busta e spedite a: re lo scorrimento del metallo liquido dentro l'am- ceversa, quando i contatti interni rimangono
polla di vetro. In pratica si tratta di un sistema di completamente avvolti dal mercurio, il dispositivo
ELETTRONICA PRATICA controllo di impianti per sostanze liquide, princi-
palmente per quelli di prodotti infiammabili,
acquisisce lo stato elettrico di interruttore
"chiuso". Con una durata di esercizio nel tempo
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518 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 519


La posta del lettore La posta del lettore

MULTIVIBRATORE ASTABILE
Vorrei disporre dello schema di un semplice La tensione continua di controllo deve essere ap-
multivibratore astabile con frequenza regolabile plicata all'entrata E ed il suo valore deve risultare R2
I
tramite una piccola tensione continua. inferiore a quello di alimentazione VCC. Il con-
GOTI ARDO PIERO densatore C3 può essere inserito in occasione di ' À
La Spezia eventuali disturbi elettrici.
TR1 C2 TR2
-----COMPONENTI----- •c
b .•

Condensatori Resistenze Varie R3


u e
C1 = 100.000 pF R1 = 4.700 ohm - 1/4W TR1 = BC107
C2 = 100.000 pF R2 = 2.200 ohm - 1/4 W TR2 = BC107
C3 = 100.000 pF R3 = 4.700 ohm - 1/4W vcc = 9VCC
R4 = 2.200 ohm - 1/4W
E

LUCI DI STOP
Ho appena acquistato per mio figlia un'autovet- Il circuito, qui pubblicato, va inserito in parallelo
tura giocattolo radiocomandata che, purtroppo, con il motorino elettrico dell'auto (MOT.). Il va-
è sprovvista delle luci di stop. Ho pensato quin- lore ohmmico da assegnare alla resistenza Rl di-
di di montare, sul piccolo autoveicolo elettrico, pende da quello di alimentazione di bordo. Owve-
due diodi led, che consumano poco e simulano
ottimamente le luci rosse posteriori di arresto.
ro 220 ohm - 330 ohm - 860 ohm - 1/4 W se la
tensione delle batterie è rispettivamente di 4 Vcc -
IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990
Avete uno schemino adatto allo scopo? 6 Vcc - 12 Vcc.
È il fascicolo arretrato interamente im-
BOVI CLAUDIO
Aosta
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
tole di montaggio, sempre disponibili a
l';!!!:.f.!llllil
: z z.

+
R1 richiesta dei lettori. ESTATE 1990
g=

H.
o Il Il V 01 DL7
~
6 COSTA L 7.000
re,
+e
(J

o
g
0
<) !;;;;;;;;!C2 DL2

C1l Chi non ne fosse in possesso, può ri-


chiederlo a:

C1 = 220 F- 16 VI (elettrolitico)
C2 = 1.000 F - 16 VI (elettrolitico)
D1 = 1N4004

520 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 52 l


La posta del lettore La posta del lettore

MICROFONO AMPLIFICATO ARMONICHE PIÙ FORTI

Ho la necessità di parlare sommessamente da- Realizzi questo circuito in un contenitore metalli- Utilizzo spesso il mio oscillatore RF in armoni- Interponga questo semplice circuito nel quale il
vanti al microfono durante la notte, per non di- co e lo colleghi, tramite cavo schermato, tra l'u- ca, fra i 50 MHz e i 150 MHz, ma i segnali toroide TI per VHF si realizza avvolgendo, per
sturbare coloro che stanno riposando. Mi oc- scita del microfono, che può essere di media o uscenti sono troppo deboli. Come posso com- L 1, 4 spire di filo di rame smaltato del diametro
corre quindi un amplificatore di bassa frequenza. bassa impendenza, e l'entrata dell'apparato a val- portarmi per generare armoniche più forti? di 0,3 mm, mentre per L2 sono sufficienti 2 spire
SCHIV AZAPPA EUGENIO le. Con R 1 si regola l'amplificazione (guadagno). VENTURA ALDO dello stesso tipo di filo. Il diametro del toroide è
Viterbo L'alimentazione può essere derivata da pile. Treviso di 10mm.

R4 Condensatori
C1 = 10.000 pF
= 10.000 pF

;
C2
+ C3 = 10.000 pF
a3 R5
C4 = 10pF

Il Resistenze
R1 = 10.000 ohm (trimmer)
R2 = 10.000 ohm- 1/4 W
J1
R3 = 5.600 ohm - 1/4 W
TR1 R4 = 47 ohm- 1/4 W
b l. E ~
vcc
E u R5 = 120 ohm - 1/4 W
5 T., I@ Varie

J.•
El Il M. Il TR1 = 2N 3866
DG = diodo al germanio (UHF)
' NU VCC = 6 Vcc
Il 2 L, T1 = toroide
l2
DIDATTICA ELEMENTARE

Dovendo visualizzare ai miei allievi il fenomeno 1 due processi di carica e scarica del condensato-
di carica e scarica dei condensatori, mi servireb- re elettrolitico C 1 vengono visualizzati dall'indice
-----COMPONENTI---- be un semplice dispositivo adatto allo scopo. del tester commutato nella funzione voltmetrica
in continua e sulla scala dei 10 Vcc f.s. Il devia-
CHIARINI ANTONELLO tore S può assumere tre posizioni, quella centrale
Condensatori Crema elimina la pila da 9 V e lo strumento segnalatore.
C1 = 4.700 pF R4 2.200 ohm - 1/2W
C2 = 2F- 12V1 (elettrolitico) R5 2.200 ohm - 1/4 W
C3 = 10F- 12VI (elettrolitico) R6 .100 ohm - 1/4 W
C4 = 10F- 12VI (elettrolitico) R7 = 47.000 ohm- 1/4 W
es = 2 F (non polarizzato) R8 = 2.200 ohm - 1/4 W
C6 = 100 F - 16VI (elettrolitico) s

Varie
Resistenze TR1 = BC107 9V
R1 = 50.000 ohm (potenz. lin.) TR2 = BC107 e
R2 = 10.000 ohm - 1/4 W J1 = imp. AF ( 100 H) V
R3 = 4.700 ohm- 1/4 W vcc = 9Vcc + 12Vcc e1 C1 = 470 F- 16 VI (elettrolitico)
R1 = 22 ohm - 1/4 W
R2 = 2.200 ohm (potenz. lin.)

522 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 523


La posta del lettore Lo posta del lettore

DENTE DI SEGA Per convincersi che la cosa è fattibile, realizzi AMPLIFICATORE BF


questo circuito, nel quale il DIAC può essere di
È possibile realizzare un generatore di segnali a qualsiasi tipo. La frequenza di ripetizione degli Ho bisogno di un circuito amplificatore per au- Dato il basso consumo di corrente, questo ampli-
dente di sega con un diac? impulsi a dente di sega varia regolando il poten- ricolare o cuffia da 60 ohm : 100 ohm, alimen- ficatore può essere alimentato con una pila di ti-
FERRARINI EMILIO ziometro RI, oppure assegnando a Cl valori ca- tato con tensione continua di 1,5 V --é- 3 V. po miniatura da 3 V Con il trimmer R2 si regola
Piacenza pacitivi diversi. ASCIONE DARIO il miglior punto di lavoro circuitale.
Salerno

Condensatori
C1 = 100.000 pF
!.Rf
N-N-1
R3
I 11
Condensatori
C1
c2
1 F (non polarizz.) R2 R3

rT
= 50.000 pF
C2 = 10.000 pF
C3 = 10F- 100 VI (elettrolitico) ii -U

I+
C2
Resistenze R1 2 Il r,, o
+ R1 = 10.000 0hm - 1/4 W
Resistenze o
V€cc R2 = 10.000 ohm (trimmer)
C3
R1 = 150.000 ohm (potenz. lin.) R3 = 1.000 ohm- 1/4 W Cl
R2
R3
=
=
470 ohm - 1/4 W
3.300 ohm - 1/4 W
e DIAC
R4

Varie
= 1.000 ohm - 1/4 W

.77 e.
TR2
Varie TR1 = BC109
DIAC = quals. mod. TR2 = BC109
VCC = 40 Vcc S1 = interrutt.

ELETTRONICA
pgg
reruesg eg gy Assoon ppg 9
or errocA - RAD»o - oM - z7 ww
4
I Ili Iu
IL FASCICOLO ARRETRATO
ESTATE 1986
ACCENSIONE DI UN LED

In che modo debbo comportarmi per accendere


un diodo led pilotandolo con un segnale in con-
R3

PEOO CO E,SIE - SPEDO MAB POS T GR , $/70


O xv-N T/a•LUGLIO/AGO6TO 1988
L3500
tinua di minima potenza, con tensione intorno
É un numero speciale di teoria e applicazioni varie, ai2 + 9 Vcc e corrente di 0,1 --é- 1 mA?
DIDATTICA NUMERO SPECIALE appositamente concepito per i principianti che vogliono
ED APPLICAZIONI ESTATE '86 apprendere, in casa propria, quegli elementi che consen-
tono di costruire, collaudare e riparare molti apparati
CATTANEO FABRIZIO
elettronici. Voghera
Il contenuto· e la materia trattata fanno di questo fascico- Semplicemente amplificando il segnale disponibi-
lo un vero le con questo circuito ad un solo transistor NPN,
alimentabile con tensioni di valore compreso fra i
3 Vcc e i 24 Vcc. Il dimensionamento della resi-
stenza R3 è condizionato da quello dell'alimenta-
MANUALE-GUIDA tore VCC secondo quanto elencato nell'apposita
tabellina. Con R2 si regola la sensibilità.
al prezzo di L. 7.000
vcc R3
R1 = 10.000 ohm- 1/4 W
Chi non ne fosse ancora in possesso, può richiederlo a: 3 Vcc 220ohm
R2 = 1megaohm (trimmer)
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 5 Vcc 470 ohm
MANUALE - GUIDA 52, inviando anticipatamente l'importo di L. 7.000 a TR = C 109
9 Vcc 860 ohm
mezzo vaglia postale, conto corrente postale n. 916205 DL = diodo led
PER ELETTRODILETTANTI o assegno bancario. 14
24
Vcc
Vcc
I 1.200 ohm
3.300 ohm
VCC = 3 Vcc -è- 24 Vcc

524 Elettronica Pratico Elettronica Pratica 525


Lo posto del lettore

-t.P1
AVVISATORE PER AUTO Condensatori
C1 = 100.000 pF R1
Sulla mia autovettura vorrei inserire un disposi- C2 = 100.000 pF 8 4
tivo in grado di segnalare quando l'acqua per 7
lavare il parabrezza sta per esaurirsi. 3
OLIVA VITTORIO Resistenze R.2 I C1
Latina R1 1.000 ohm - 1/4W 6
R2 33.000 ohm- 1/4 W
Nell'apposito serbatoio deve introdurre la sonda, R3 470 ohm - 1/4 W = == n 2 C2
rappresentata da una piastrina di bachelite di for- Il Il
ma rettangolare e delle dimensioni di 3 cm x 5 Il Il
cm. Su questa deve applicare due strisce di rame Varie cAvo
Il Cl
lunghe 5 cm e larghe 1 cm, distanti tra loro di 1 IC1 = 555 "sci Il
cm. Premendo il pulsante PI, se il livello dell'ac- P1 = pulsante Il Il
qua è sceso di molto, il diodo DL si accende. ALIM. = 12 Vcc (batteria) Il Il
Il
Il

f SONDA
GENERATORE D'ARMONICHE

È mia intenzione esaltare le frequenze armoni- Collegando all'uscita del suo generatore di segna-
che di un generatore a radiofrequenza con li questo dispositivo, nel quale il transistor lavora
gamma estesa fino a 30 MHz. Come posso fa- in saturazione ed il diodo DG, che deve essere di
re? tipo al germanio per UHF, aiuta TRJ a produrre
GROSSELLI MARCO le frequenze armoniche. Tenga presente che il se-
Trieste gnale, applicato sull'entrata E, deve essere regola-
to sul massimo livello.

c3 C4

R4

Per ricevere il catalogo genera le utilizzare l'apposito tagliando


scrivend o a:
Condensatori Resistenze Varie r·- ---·---•- ---·- - - - - - - ---- - ---·-·--- - - --- - ------- ----
EEIRgIçA SEsIEgEgn! }
C1 = 10.000 pF R1 = 10.000ohm-1/4W TR1 = 2N708 ! VA CALDA 33/2 - 16153 GENOVA SESTRI P.
C2 = 1.000 pF R2 = 1.000 ohm- 1/4 W DG = diodo al germanio per UHF , rÉiéroio ci@/c367g 6sii$64 -
- TÉiÉfAX O1o/602262 o
1

C3 = 1.000pF R3 = 470 ohm - 1/4 W S1 = interrutt. I


NoM C OGNOME !I
C4 = 100.000 pF R4 = 1.000 ohm - 1/4 W ALIM. = 3 Vcc , INDIRIZZO i
l
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cezionale sensibilità. Può fungere da radiomi-
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nella particolare estensione della gam-
ma di emissione, che può uscire da
quella commerciale, attualmente troppo
affollata e priva di spazi liberi.

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Il' GAMME DI LAVORO
ALIMENTAZIONE
52 MHz + 158 MHz
9Vcc + 15 Vcc
ASSORBIMENTO 5 mA con alim. 9 Vcc
POTENZA D'USCITA 10 mW + 50 mW
SENSIBILITÀ regolabile
BOBINE OSCILL. intercambiabili
DIMENSIONI 6,5 cm x 5 cm
reame aurea
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A :0,55 : 1,6 MHz

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CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate - Visualizzatore cristallo liquido
a 33 cifre altezza mm 12,5 montato su elastomeri - Integrati
montati su zoccoli professionali - Batteria 9 V - Autonomia
1000 ore per il tipo zinco carbone, 2000 ore per la batteria
alcalina - Indicatore automatico di batteria scar,ica quando
rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
- Bassa portata ohmmetrica (20 2)- 10 A misura diretta in D.C.
e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi -
Boccole antinfortunistiche - Dimensione mm 170 87 x 42 -
Peso Kg 0,343

PORTATE
VOLT D.C
VOLT A.C.
OHM
200 mv - 2 V - 20 V - 200 V - 1000 V
200 mv - 2 V - 20 V - 200 V - 750 V
20 2-200 2-2K2-20 KO - 200 KO - 2 MO
- 20 MO
TEMPI DI CRISI
AMP. D. C. 200 A- 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A Come accade in quasi tutte le attività industria li, anche la
AMP. A.C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A "nostra" editoria sta sostenendo a fatica il grave momento di
ACCESSORI crisi economica che imperversa sul mondo del lavoro,
Libretto istruzione con schema elettrico e distinta dei compo-
nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolati da avvitare
sui puntali.
rendendo incerta l'opera di approntamento di ogni piano
organizzativo, da attuarsi nelle successive, prossime
pubblicazioni. Perché i futuri programmi, in buona parte
maturati durante la scorsa estate, quando il riposo ha favorito
la riflessione e l'esercizio del pensiero, rimangono
TESTER ANALOGICO condizionati da molti elementi, che si identificano in
MOD. TS 260 - L. 64.500 altrettanti ostacoli frapposti lungo il cammino che vorremmo
percorrere più agevolmente. Eppure, ancora una volta, nella
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate certezza di beneficiare della piena solidarietà dei lettori,
Sensibilità 20.000 Q/V D.C. - 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38 siamo convinti di riscontrare, quanto prima, un sostanziale
Peso Kg 0,250
Scala mm 95 rinvigorimento di quelle forze vitali, indispensabili e
Pile 2 elementi da 1,5V
2 Fusibili determinanti, senza le quali non si possono incoraggiare
Spinotti speciali contro le errate inserzioni
ulteriori proposte elettroniche, originali e valide, unitamente
PORTATE all'ideazione di nuovi servizi e continui miglioramenti alle
VOLT D.C 100 m V - 0,5 V - 2 V - 5 V - 20 V - 50 V - 100
V - 200 V - 1000 V tecniche applicate.
VOLT A.C. 2,5 V- 10V - 25 V - 100 V - 250 V - 500 V -
1000 V
OHM 2x1-2x10-2x100-x 1000
AMP. D.C. 50 A- 500 A-5 mA- 50 mA -0,5 A-5 A
AMP. A.C. 250 [A- 1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A
CAPACITÀ = 0± 50F-0: 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB - 30 dB - 42 dB - 50 dB - 56 dB- 62 dB "No, -

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Libretto istruzione con schema elettrico e parti accessorie -
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RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA - ANNO 21 - N. 1 O OTTOBRE 1992
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frequenza, dalla gamma CB a quella delle onde medie
di un'autoradio, descritto nelle prime pagine del
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542
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581
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20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945
Convertitore CB per autoradio

Con questo dispositivo si possono ascoltare, sull'autoradio, tutti i canali


compresi tra 26,4 MHz e 27,45 MHz.
La sintonia si effettua tramite la corrispondente manopola dell'autora-

CONVERTITORE CB dio.
Il circuito é altamente selettivo, grazie alla presenza di tre filtri di sempli-

PER AUTORADIO ce taratura.

Per ricevere oggi i segnali inseriti nella gamma selezionare quelle emissioni radiofoniche che
CB, più comunemente nota come banda cittadi- riempiono, sino all'inverosimile e in ogni ora
na e dove gli appassionati settoriali operano con del giorno e della notte, un tratto di frequenze sibilità, onde ricevere, assieme a quelli forti, anche
intorno ai 27 MHz. lità ricordate, ma sono costose e per questo
appositi radiotelefoni od altri apparati assai dif- i deboli segnali provenienti dalle apparecchiature
In misura particolare, poi, questi dispositivi motivo spesso respinte dal dilettante. Inoltre, i
fusi in commercio, si debbono utilizzare radiori- portatili, munite di piccole antenne, che agiscono
debbono vantare un elevatissimo livello di sen- sofisticati dispositivi reperibili in commercio, il
cevitori di ottima qualità, certamente in grado di talvolta in località in cui la propagazione delle più delle volte sono concepiti per la sola rice-
onde radio é difficile, se non proprio impossibile. zione di frequenze fisse, i cosiddetti canali in
Ma alla grande sensibilità delle apparecchiature cui é stata suddivisa la gamma CB. Mentre
riceventi deve sempre accompagnarsi una ecce- l'ascoltatore sovente cerca di sintonizzarsi su
zionale selettivita, necessaria sopratutto quando la frequenze intermedie, dove appaiono ridotte le
distanza fra due o più emittenti é minima ed una interferenze e dove lo spazio libero é più abbon-
Questo apparato può essere indifferentemente accoppiato con di queste soverchia le altre per potenza e conti- dante. Ecco perché si è voluto progettare un
nuità. Dunque, le due caratteristiche ora menzio- ottimo circuito di convertitore dei segnali radio
le moderne autoradio, con quelle di vecchio tipo per usi labora- nate non debbono essere sottovalutate, se si in banda cittadina in altri ad onda media, ricevi-
toriali ed anche con molti modelli di radioricevitori vogliono realizzare ricezioni tecnicamente corret- bili sull'autoradio fra 0,55 MHz e 1,6 MHz, con
di provenienza surplus. te e sicure dovunque e in qualsiasi momento. sensibilità e selettività tali da non invidiare
Tutte le apparecchiature professionali, é dovero- quelle analoghe riscontrabili nei settori profes-
so ammetterlo, posseggono largamente le qua- sionali.

532 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 533
Convertitore CB per autoradio
Convertitore CB per autoradio

r3@I€g9@O)=
V
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A
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I
LC)
..J

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I

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"2li E"-
..,. Il .<
l.>
4 : <J
vcc
"' -' Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico del convertitore di frequenza della gamma
oc dei 27 MHz in quella delle onde medie dell'autoradio. L'integrato IC1 va inserito nel circuito
....,,."' tramite apposito zoccoletto.
e
0

I e:,
z
Do
< COMPONENTI I
Condensatori Resistenze

C1 = 150 pF R1 = 2,2 megaohm - 1/8W


C2 = 150 pF R2 = 56 ohm -1/8 W
C3 = 100 pF R3 = 560 ohm -1/4 W
C4 = 100 pF R4 = 1.200 ohm - 1/8 W
es = 10.000 pF R5 = 1.200 ohm - 1/8 W
C6 = 100 pF
C7 = 100 pF
es = 10.000 pF Varie
C9 = 100 µF - 36 VI {elettrolitico)
C10 = 100.000 pF FT1= 2N3819 (transistor FET)
C11 = 330 pF IC1= S 042 P (integrato)
I C12 = 10 pF L1 = 1,5 H (imp. RF)
C13 = 36 pF L2 = bobina (vedi testo)
I C14 = 10 pF L3 = 330 µH (imp.RF)
C15 = 10.000 pF L4 = bobina (vedi testo)
LS = 330 µH (imp. RF)
X1 = 28 MHz (quarzo)
N.B. - Tutti i condensatori, fatta eccezione per
IjI• __ ·- ·- - -·- -. ·-·-·-·•·-·-·
;:;t -·-· --• .... •·-·-· C9, sono di tipo ceramico.
s1 = interrutt.
,..... . -- VCC = 9 Vcc + 12 Vcc

534 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 535
Convertitore CB per autoradio
Convertitore CB per autoradio

Fig. 5- Sistema di collegamento fra i due apparati, convertito-


re ed autoradio, realizzato tramite cavetto coassiale. Il circuito
di alimentazione è comune nei due dispositivi.

4
/I\

CONVERT. AUTORADIO
@

-+
Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stampato da comporre su una delle due facce
l
@
#} _e@a 516.gg
Oa O H

di una basetta supporto, di materiale isolante, delle dimensioni di 10 cm x 6 cm.

CARATTERISTICHE DEL CONVERTITORE L'accoppiamento, tra convertitore ed apparec-


chio ricevente, può realizzarsi pure con i ricevi- AL1M.
Il circuito teorico del convertitore di frequenze, tori radio di provenienza surplus. Non é invece
da quelle CB alle frequenze ricevibili sulla possibile l'abbinamento con gli apparecchi
gamma ad onde medie dell'autoradio, é pubbli- radio portatili e dotati della gamma ad onde
cato in figura 1. Con esso, sintonizzando il rice- medie, perché essendo questi muniti di antenna
vitore tra 0,55 MHz e 1,6 MHz, si ricevono, in di ferrite, capterebbero i segnali ad onda media,
disturbando od impedendo l'ascolto della 27. ca principale del progetto di essere quarzato e composto dai condensatori C1- C2e dalla
modo continuo ed intervenendo sul comando di
La semplicità del circuito del convertitore di fre- conferire al dispositivo quella stabilità di con- impedenza a radiofrequenza LI. Questo filtro ed
sintonia dell'autoradio, i segnali con valori inse-
quenze é tale da prevedere una sola, elementare versione di frequenze che é fondamentale nei il relativo diagramma di comportamento sono
riti nei limiti di 27 ,45 MHz + 26,6 MHz, in
operazione di taratura, proprio per la caratteristi- ricevitori a più conversioni, nei quali le occasio- riportati, separatamente, in figura 6.
modo da coprire l'intera banda CB.
ni di deriva della sintonia vengono moltiplicate I condensatori C3-C4 e la bobina LI compon-
per due e dove si rende necessaria una banda gono un secondo filtro passa basso, che elimina
strettissima. i disturbi a radiofrequenza elevata ed il cui
Tutto ciò peraltro non deve far pensare ad una schema, con relativa funzione analitica, sono
composizione circuitale oltremodo complessa pubblicati in figura 7.
del convertitore, perché l'impiego di un moder- I condensatori C6 - C7, unitamente alla bobina
no e comune integrato consente di raggiungere LA, munita di nucleo di ferrite, compongono un
risultati straordinari, facilitando il compito rea- altro filtro passa basso, tarabile sulla frequenza
lizzati vo dell' hobbysta. dei 27 MHz per il miglior ascolto. Dunque, la
sola operazione di messa a punto del convertito-
re consiste nel regolare la posizione del nucleo
FUNZIONAMENTO CIRCUITALE di L4 per il raggiungimento dei migliori risulta-
SUPPORTO ti.
Per dirla brevemente, il circuito di figura 1 fun- La taratura di L4 va fatta dopo aver sintonizzato
ziona nel seguente modo. Il transistor fet FTl una debole emittente CB che trasmette attorno
Fig. 4- Elementi e dati costruttivi delle due bobine funge da elemento amplificatore di segnali a ai 27 MHz.
L2, a sinistra ed L4 a destra.
radiofrequenza, i quali lo raggiungono dopo Il terzo circuito di filtro e le sue funzioni sono
aver attraversato un primo filtro passa alto, pubblicati in figura 8, nella quale si notano pure

Elettronica Pratica 537


536 Elettronica Pratica
Convertitore CB per autoradio
Convertitore CB per autoradio

.
I Cf C2 DETTAGLI TECNICI
L2
HH lH Il circuito d'ingresso del progetto di figura 1 è già
I. c6 C7 adattato per il collegamento di un'antenna accor-
I 3 L1 data, in cavo coassiale da 50 ohm. Servendosi,
invece, di altri modelli di antenne, occorre ritoc-

- ■
care la taratura della bobina Ll ed eventualmente
il valore del condensatore Cl. Ma se Ll non é

r
3 e: tarabile, come accade se per tale elemento si uti-
lizza un'impedenza a radiofrequenza da 1,5 H
di tipo comune, é sempre possibile sostituire il
GND condensatore fisso Cl con un compensatore e poi
T GND agire su questo. Tuttavia, senza badare al rigore
GND
tecnico e senza apportare alcun ritocco allo stadio
originale d'entrata del progetto, si può utilizzare,
come antenna, un tratto di filo di rame flessibile,
F-MHz possibilmente di trecciola di rame, della lunghez-
A 26 27 28 BI za di 2,5 metri circa, teso fra la presa d'antenna
V V I I I I
i ed un isolatore fissato al muro della stanza in cui
FT V I normalmente si effettua l'ascolto.
I I
Se si usa l'antenna esterna, questa deve rimanere
PASSA PASSA • CON L4 collegata tramite cavetto coassiale. Il collegamen-
I to di terra, con una conduttura dell'acqua o del
. ;"A«
I termosifone, é sempre utile.
Se l'antenna utilizzata é sprovvista di elementi

.
.\ protettivi contro le scariche elettrostatiche allora
I
.\ conviene inserire, fra boccola d'entrata e massa,
una resistenza da 1 megaohm.
NON PASSA NON PASSA
o E Il transistor fet FTI, che è ad effetto di campo,
o E o F consente di operare agevolmente con i filtri
d'ingresso, dato che si trova in possesso di una
Fig. 7 - Filtro passa basso in grado di eliminare i impedenza d'entrata abbastanza elevata e preva-
Fig. 6 - Filtro passa alto montato nel circuito d'entra- Fig. 8 - Circuito di filtro passa basso tarabile sulla lentemente capacitiva, sommandosi alla capacità
ta del convertitore di frequenza. Il diagramma in disturbi radiofonici a frequenza elevata. Il diagram-
ma pubblicato a piè di disegno interpreta la funzio- frequenza dei 27 MHz per il miglior ascolto della di gate quella del condensatore C4.
basso interpreta il comportamento del circuito. banda CB. Più sotto appare interpretata la funzione
ne del dispositivo. Il punto di lavoro in corrente continua, tra source
elettrica dello stadio.
e drain, di FT1, é stabilizzato da Rl ed R2. E ciò
é importante per un ottimo rapporto segnale
disturbo e per rendere lo stadio in grado di sop-
portare forti segnali senza subire saturazione.
La resistenza R3, unitamente alla impedenza L3,
i risultati raggiungibili con la taratura del nucleo applicati all'ingresso, quelli dell'oscillatore impedisce ai segnali a radiofrequenza di cortocir-
locale, quelli corrispondenti alla somma dei cuitarsi a massa attraverso il circuito di alimenta-
di L4.
due e gli altri generati dalla differenza di que-
Freq. osc. quarzo = 28,0 MHz zione, ovvero tramite il condensatore ClO.
Il segnale, amplificato dal transistor fet FT1 ed Freq. max. sint. RX = 1,6 MHz =
opportunamente filtrato, viene poi applicato al sti. Ma quello che in tale occasione interessa é Il condensatore C5, cortocircuitando la resistenza
piedino 7 dell'integrato ICI, modello S 042 P, il segnale differenza, che il circuito seleziona R2, aumenta il guadagno in alta frequenza.
che riceve il segnale radio e lo mescola con con opportuno filtraggio ed il cui calcolo si ese- Freq. ricevuta = 26,4 MHz =
quello generato da un oscillatore quarzato, che gue nel modo seguente:
utilizza un cristallo a 28 MHz. MONTAGGIO
Tutti i particolari della sezione oscillatrice sono Freq. osc. quarzo = 28,000 MHz - L'uscita, piedino dell'integrato ICl, tramite il
individuabili nello schema estrapolato di figura Il modulo elettronico, del convertitore di frequen-
Freq. mio. sint. RX = 0,550 MHz = condensatore C15, va a collegarsi con la presa za dalla gamma dei 27 MHz a quella delle onde
9. d'antenna dell'autoradio.
All'uscita dello stadio miscelatore, contenuto medie dell'autoradio, si realizza nel modo illu-
nell'integrato ICl, sono presenti i segnali radio Freq. ricevuta = 27,450 MHz = strato nel piano costruttivo di figura 2, tenendo
pure in visione la foto di apertura del presente

538 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 539
Convertitore CB per autoradio Convertitore CB per autoradio

5 3 schermato, dei due apparati che compongono la potrebbero saturare i sensibili amplificatori,
7 stazione radioricevente CB. provocando distorsioni o vuoti di segnale.
I e 1 2 Nella stessa figura 5 viene interpretato il circuito Inoltre, essendo questi stadi interessati da fre-
comune di alimentazione del convertitore e quenze più basse, scompaiono tante difficoltà
8 TI 10 12 13 dell'autoradio. pratiche costruttive, assieme alla rumorosità
r;;; I

Finisce a questo punto la descrizione del montag- degli amplificatori, altrimenti difficilmente eli-
Il c12 c1 gio del convertitore. Tuttavia, per coloro che
volessero penetrare più a fondo il concetto di
minabili con le frequenze elevate.
Concludendo, si può dire che il circuito supere-
~ selettività, che è dominante nel funzionamento terodina, pur essendo abbastanza complesso, lo
c11 del dispositivo presentato in questa sede, ritenia-
mo utile prolungare le nostre esposizioni teori-
che, con finalità didattiche, che i lettori più impa-
zienti nel constatare le reali qualità del progetto
possono anche sorvolare o rinviare la lettura ad
l
l[]] l altri momenti.
X1 Fig. 9- Sezione oscillatrice del convertitore di fre-
quenza, pilotata tramite cristallo di quarzo X1 da 28
GND MHz.
FILTRI SELETTIVI
Per ottenere una selettività elevata, si deve
disporre, come é stato fatto nel progetto di figura
1, di molti stadi di filtraggio passa banda, accor-
dati sulla frequenza che si vuol ricevere. Ma tanti
stadi, collegati in cascata, presentano una attenua-
zione rapidissima appena si esce dalla banda; in
articolo, che riproduce il prototipo montato e zione pratica, arricchita di alcuni dati costruttivi, pratica, per ogni gruppo LC equivalente aggiunto,
collaudato nei nostri laboratori. delle due bobine di tipo non commerciale, ma l'attenuazione aumenta di 40 dB per decade.
La piastrina supporto, di materiale isolante e di che il lettore deve provvedere a realizzare da sé. Occorre dunque che i circuiti rimangano esatta-
forma rettangolare, delle dimensioni di 1 O cm x 6 A sinistra la bobina L2, a destra la L4 con il mente accordati sulla frequenza prescelta, altri-
cm, deve riprodurre, in una delle sue facce, il cir- rispettivo supporto ceramico. menti la ricezione non é possibile o risulta forte-
cuito stampato pubblicato in grandezza reale in L'integrato ICI, anche se ciò non appare eviden- mente degradata. Tanto che conviene l'impiego
figura 3. Sulla faccia opposta, invece, si applicano ziato nello schema costruttivo di figura 2, va di un singolo stadio LC, che non quello di dieci
tutti i componenti, che il lettore deve procurarsi montato tramite apposito zoccolo a 14 piedini. circuiti non perfettamente accordati!
prima di iniziare il cablaggio del dispositivo. L'alimentazione del modulo convertitore può In realtà é possibile realizzare filtri di tal genere
Le due bobine L2 ed L4 debbono essere costruite essere derivata, indifferentemente, da batteria o soltanto a frequenze fisse, mentre non si possono
nel modo seguente. Per L2 si debbono avvolgere da alimentatore in continua, purché le tensioni concepire, in modo semplice e a radiofrequenza,
in aria 15 spire di filo di rame smaltato del diame- rimangano in ogni caso comprese fra i limiti di 9 induttanze o capacità variabili su una certa gamma
tro di 0,4 mm. Ma essendo sprovvista di supporto Vcc e 14 Vcc. con la medesima precisione e caratteristica.
(avv. in aria), la bobina L2 deve essere avvolta, Sul procedimento di taratura del convertitore é Da queste considerazioni è nato ed ha avuto suc-
provvisoriamente, su una punta da trapano del già stato detto. Basta semplicemente avvitare o cesso nel tempo il classico circuito supereterodi-
diametro di 4 mm, che verrà tolta una volta com- svitare il piccolo nucleo di ferrite, inserito nel na che, per certe prestazioni e malgrado la sua
posto il solenoide. Dunque, la misura di 4 mm é supporto della bobina L4, in modo da ottenere le relativa complessità, rappresenta una chiara
pure quella del diametro interno di L3, che deve migliori condizioni di ascolto. esemplificazione. Dato che, come è noto, in que-
rimanere avvolta con le spire compatte. Per i condensatori si consiglia di utilizzare tutti sti tipi di radioricevitori, uno stadio convertitore
componenti ceramici, fatta eccezione per C5 - è certamente molto meno di quello di un ricevi-
Per quanto riguarda la bobina L4, questa deve commuta le frequenze che si vogliono ricevere in tore senza conversione di frequenza.
essere composta su apposito supporto ceramico C9-C10-C15. I primi, quindi, debbono essere altra fissa denominata media frequenza, sulla Se una sola conversione di frequenza offre tanti
munito di nucleo di ferrite regolabile. IL diametro scelti fra gli elementi di alta qualità e stabilità quale si inseriscono più stadi passa banda, o equi- vantaggi, viene da pensare che due ne offrano il
esterno del supporto é di 5 mm, mentre le spire di (NPO - COGO), mentre per l'isolamento sono valenti, che assicurano la selettività e la stabilità doppio. E in realtà è quasi così, anche se quello
filo di rame smaltato, del diametro di 0,4 mm, sufficienti 25 V. desiderate.
La piastrina supporto, una volta completato il maggiore proviene dalla prima conversione,
debbono rimanere avvolte in numero di 11 nella Con questa teoria, anche il processo di esaltazio-
montaggio dei componenti, deve essere racchiu- mentre l'incremento di sensibilità e selettività,
parte più bassa della colonnina, facilmente acqui- ne della sensibilità diventa più semplice, perché è ottenuto con una seconda conversione e con
stabile presso un rivenditore di materiali elettro- sa in un contenitore metallico, come segnalato possibile amplificare moltissimo la frequenza sistema tradizionale, diverrebbe possibile sol-
nici. sulla sinistra di figura 5, nella quale viene pure intermedia, che si presenta con un solo valore, tanto con l'impiego di complicati e costosi stadi
La figura 4 interpreta chiaramente la composi- interpretato il sistema di connessione, via cavo esente da pericolosi segnali fuori banda, che a radiofrequenza e a frequenza intermedia.

540 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 541


Regolazione motori CC

OLAZIONE
MOTORI
cc

Questo progetto riguarda, in modo particolare, magnete permanente, alimentati in tensione


tutti i modelli e, più in generale, gli utenti di continua, di tipo a collettore. Vengono esclusi È un metodo di controllo di velocità senza perdite di potenza.
piccoli motori elettrici. I quali intendono con- quindi i cosiddetti motori universali che sono
trollare e regolare opportunamente la velocità di dotati di avvolgimenti di eccitazione statorici,
collegati in serie con quelli rotorici, che sono i
Da applicare, preferibilmente, a motorini elettrici con alimentazioni di 6
rotazione degli alberi disponibili nelle minusco- Vcc + 48 Vcc.
le macchine dinamiche. più diffusi nei piccoli elettrodomestici, nei tra-
Il campo di applicazioni, tuttavia, é relativa- pani elettrici e in molti altri apparati ancora.
mente ristretto. Perché il dispositivo proposto in Dunque, ogni riferimento tecnico, concernente È di grande utilità per tutti i modellisti, ma interessa ogni utente di piccoli
questa sede interessa i motorini elettrici, a le possibili applicazioni del progetto, qui pre- motori elettrici.
sentato e descritto, va ricondotto all'impiego di
motori con collettore e spazzole, che in gergo
vengono chiamate "carboncini". A questi moto-
ri, cioè, che sono destinati all'alimentazione in
La regolazione manuale, tramite tensione continua e caratterizzati da eccitazione
a magneti permanenti nei quali, in pratica, gli Nella realtà applicativa si possono individuare METODI DI REGOLAZIONE
potenziometro, della velocità di avvolgimenti dello statore appaiono sostituiti motori elettrici, alimentabili con la tensione
con piccoli magneti di natura generalmente continua di 220 Vcc, in grado di erogare poten-
rotazione dell'albero, é una ceramica. ze superiori ai 100 W, che possono ugualmente
Di solito, quando si vuole controllare e variare
la velocità di rotazione dell'albero motore dei
Esiste tuttavia un'ulteriore limitazione di impie-
necessità per quanti utilizzano i go del progetto, che non deve essere accoppiato
essere collegati con il nostro progetto, ovvia- piccoli dispositivi, si interviene sulla tensione di
mente dopo l'apporto delle necessarie varianti alimentazione o sul duty-cycle di un oscillatore
piccoli motori elettrici, alimentati con tutti i modelli di motori ora menzionati, circuitali, ma per ragioni di sicurezza si consi- ad onde corte rettangolari, come quelle illustrate
bensì solamente con quelli di piccola potenza, glia di non superare il limite massimo dei 48 in figura 4, nella quale é dimostrato il comporta-
in tensione continua, di tipo a principalmente utilizzati nei vari settori modelli- Vcc, sia pure derivato dalla tensione di rete a mento di lavoro di tale soluzione. Questo secon-
stici, come ad esempio nella trazione dei trenini 220 V ca, dopo opportuna riduzione ed accurato do metodo di controllo viene in genere utilizza-
magnete permanente e dotati di elettrici, in quella delle autovetture e in molti livellamento, come del resto viene suggerito to negli azionamenti professionali, con presta-
tipi di giocattoli. Dove la tensione continua, nello schema teorico di figura 1. zioni ormai entrate decisamente nella realtà
collettore. richiesta per l'alimentazione, rimane compresa quotidiana. Ma su questo argomento molto
fra i 12 Vcc e i 24 Vcc.
Elettronica Pratica 543
542 Elettronica Pratica
Regolazione motori CC
Regolazione motori CC

o
o H-
li) o
+ 2
----~ ----~•-·-

(t
l.)
V)

.·@.
• ? I

o
Fig. 2 - Piano costruttivo dell'apparato di regolazione manuale, tramite il potenziometro R2,
della velocità dei motorini elettrici alimentati in tensione continua. Il diodo controllato SCR,
quando le correnti assorbite non superano la misura di 1 A, può essere montato senza ele-
mento dissipatore di calore. Si noti la posizione dei catodi dei diodi al silicio, qui segnalata
tramite un anellino bianco posizionato accanto al corrispondente elettrodo.

I.()
Cl
< COMPONENTI I

Condensatori Varie
=======6] +
I -- - -Q .... I (.J C1 = 1.000 µF - 36 VI (elettrolitico) D1-D2-D3-D4 = 4x1N5404 (ponte)
..J
(.J C2 = 330.000 pF D5 = 1N5404 (diodo silicio)
I
r? I <o
4O
C3 = 1F (non polarizzato) D6 = 1N4004 (diodo silicio)
D7 = 1 N5404 (diodo silicio)

I T I li)
:::i
Resistenze SCR= C106D
LP1 = lamp. spia (24 V • 0,1 A)
R1 = 2.700 ohm - 1/2 W
i Il Il e.
R2 = 22.000 ohm (potenz. lin.)
R3 = 50.000 ohm (trimmer)
I lc?I·-· -·-·-le?•·-·-·-·-·-·- R4
R5
R6
= 560 ohm - 1/2 W
= 3.300 ohm - 1/2 W
820 ohm - 1/2 W
N.B. Parte dei componenti elencati sono
dimensionati per l'alimentazione di motori M
con assorbimento di corrente fino a1A.
\f-?J\ \f1\ftf1N3 =

Elettronica Pratica 545


544 Elettronica Pratica
Regolazione motori CC Regolazione motori CC

o VEL
MASS.

IMPULSI VARIAB.

Fig. 4- Uno dei diversi sistemi di controllo della velocità di rotazione dell'albero dei motori
elettrici consiste nell'utilizzare una tensione rettangolare, a duty-cycle variabile, generata da

+ apposito oscillatore.

Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stampato, da riportare su una delle due facce
della basetta supporto di materiale isolante, delle dimensioni di 10,2 cmx7 cm.

sa. Tutti questi elementi alterano il comporta- motore elettrico e le sue caratteristiche giocano
mento del motore, soprattutto quando, con l'ali- un ruolo determinante. È questo é il motivo per
mentazione a tensione costante, si aumenta il cui alcuni componenti debbono essere di volta
carico, ovvero la coppia resistente. Perché il in volta adattati alle diverse applicazioni.
motore tende ad assorbire più corrente per Questi componenti sono le due resistenze Rl ed
aumentare la coppia motrice. D'altra parte, le R6, il condensatore C3, i sei diodi al silicio DI-
vasto, che si apre su capitoli assai complessi coppia, ma che il più delle volte vengono age- cadute di tensione rotoriche ed i fenomeni appe- D2- D3-D4- D5 - D7 e, ovviamente, il tra-
della moderna elettronica, non é possibile entra- volmente tollerate. In ogni caso, l'applicazione na accennati inducono il motore a diminuire la sformatore di alimentazione che riduce la ten-
re in queste pagine, dato che finirebbe per tedia- di questo metodo porterà l'operatore ad apprez- sua velocità coll'aumentare del carico. sione di rete ad uno dei valori richiesti dal
re il lettore e condurci fuori dal seminato. Ci zare l'efficienza della coppia motrice sviluppa- Concludendo, per ovviare a questi inconvenien- motore elettrico in continua.
limiteremo, invece, come in parte é stato prean- ta anche alle velocità più basse. ti, sia pure non in misura completa e perfetta, In particolare, la resistenza R I può assumere
nunciato, ad affrontare un metodo di controllo abbiamo progettato il circuito di figura I che, valori compresi fra 2.700 ohm e 100 ohm, men-
molto più semplice, ma estremamente efficace, malgrado la sua evidente semplicità, offre ottimi tre la R6 può variare fra 330 ohm e 1.000 ohm.
con il quale, anziché generare una tensione ret- INCONVENIENTI ELIMINABILI risultati pratici, purché si tenga sempre presente Il condensatore C3, invece, che non é di tipo
tangolare a duty-cycle variabile, ci si limita a che, quando si decide di regolare la velocità di polarizzato, iniziando da I µF, può raggiungere
parzializzare le sernisinusoidi ottenute dal rad- La potenza meccanica, che un qualsiasi motore un motore, non si possono evitare taluni partico- i 4,7 µF.
drizzamento di una tensione alternata, ridotta elettrico eroga, è valutabile con il prodotto lari adattamenti del circuito al singolo modello Per quanto riguarda i diodi al silicio prima men-
nel valore originale, derivata dalla rete a 50 Hz. della coppia fornita per la velocità corrispon- di motore ed al carico previsto, accettando, zionati, questi debbono essere rappresentati dai
Queste sernionde, se la rettificazione viene rea- dente. Ora, in un motore elettrico alimentabile senza scoraggiarsi, un laborioso intervento di modelli IN 5404 (3 A), se i motori controllati
lizzata ad onda piena, si succedono con la fre- in tensione continua e a magneti permanenti, messa a punto. assorbono correnti fino a I A, ma si identificano
quenza di I 00 Hz, ovvero due per ogni ciclo di idealmente concepito, vale a dire senza perdite, nei modelli P 600 (6 A) se i motori assorbono
rete, che rappresenta un valore sufficientemente la velocità di rotazione può essere controllata ESAME DEL PROGETTO correnti di intensità massima di 3 A.
buono per l'esigenza di molti controlli. Anche con la tensione applicata, mentre la coppia é Il trasformatore di alimentazione va scelto fra
se, nel confronto con onde a frequenza più ele- legata alla corrente assorbita. Ma in pratica il Ultimate, le doverose premesse di ordine teori- quegli esemplari in grado di fornire una corrente
vata, questo sistema di regolazione della velo- motore presenta una resistenza apprezzabile nei co, possiamo ora iniziare l'esame circuitale del di intensità almeno doppia di quella normale
cità dei piccoli motori elettrici può divenire ori- suoi avvolgimenti, accusa delle perdite di col- progetto di figura 1. Che é molto semplice, ma assorbita dal motore.
gine di rumori, ronzii, pulsazioni, durante le lettore, genera distorsioni del campo magneti- richiede un'operazione di taratura piuttosto gra- Se i componenti menzionati non sono stati scelti
basse velocità di rotazione del motore e che co, in parte costanti e in parte variabili con vosa dato che, come é stato detto, in questo con oculatezza, il motore presenta un cattivo
sono da attribuirsi ad una certa ondulazione di l'entità del carico applicato e la velocità prete- metodo di controllo della velocità, il modello di funzionamento, che si rivela nella condizione

546 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 547


Regolazione motori CC Regolazione motori CC

La tensione ora citata è presente pure quando il da compreso fra poco più di 9 V e 9 V precisi.
motore funziona come tale, anzi é proprio quel- Infatti, quando la semionda scende al di sotto
la che si oppone alla tensione di alimentazione, dei 9 V, il motore M non assorbe più corrente, a
regolando automaticamente il flusso di corrente causa della sua forza controelettromotrice di 9
assorbito a seconda delle condizioni di carico. V e lSCRsi spegne, ovvero non conduce, dato
Ma cerchiamo di analizzare più dettagliatamen- che, per il suo processo di conduzione, deve
POTENZA te come ciò si verifica. essere attraversato da una corrente di almeno
Il motore elettrico M di figura 1 viene alimenta- alcune decine di milliampere.
to dalle semisinusoidi uscenti dai diodi al silicio Ora, se all'albero motore si applica un carico
D 1-D2-D3-D4, i quali raddrizzano la tensio- meccanico, in pratica se si tenta di frenarlo,
ne alternata derivata dall'avvolgimento secon- questo tende a rallentare, ma contemporanea-
dario di un trasformatore di rete di potenza ade- mente diminuisce la forza controelettromotrice.
guata. Ma l' SCR si innesca sempre quando la tensione
Le semisinusoidi raggiungono il diodo control- di gate raggiunge gli 11 V e quella di anodo
lato SCR il quale, se si trova in conduzione, supera ancora i 9 V, continuando a condurre per
consente l'alimentazione del motore M. Ma un tempo superiore, dato che il motore assorbe
Fig. 5- Con il sistema di alimentazione proposto in questa sede, la potenza (linea intera) in affinché questo semiconduttore sia in conduzio- maggiore corrente a causa della diminuzione
certi casi rimane pressoché costante al variare della velocità (linea tratteggiata). ne, debbono verificarsi due condizioni: la ten- della forza controelettromotrice, ovvero il cir-
sione di anodo (a) deve essere più positiva di cuito si oppone al rallentamento, fornendo più
quella di catodo (k), inoltre sul gate (g) deve corrente e, conseguentemente, più coppia al
essere presente almeno un impulso positivo motore, che rallenta soltanto leggermente.
rispetto al catodo nella misura di alcuni volt. Il condensatore C3 provvede a facilitare l'inne-
Supponiamo ora che il motore si trovi in rota- sco del diodo SCR e a proteggerlo da quelli
elettrica per cui, una volta raggiunta la massima mentazione, ovvero in serie con uno dei con- zione, per esempio alla velocità di 3.000 giri al errati, provocati da transitori di tensione. Questa
velocità, questa si mantiene costante, senza pos- duttori di rete che raggiugono l'avvolgimento minuto e che in tali condizioni la forza controe- funzione viene ulteriormente completata per
sibilità alcuna di ulteriore controllo. primario, un fusibile di tipo semirapido, di 1 et tro motrice raggiunga il valore di 9 V. mezzo del diodo al silicio D7.
Tale fenomeno é da attribuirsi al comportamen- potenza adeguata a quella di esercizio. Supponiamo ancora che la tensione di alimenta- Ricordiamo infine che nelle alimentazioni parti-
to dell' SCR, che rimane sempre innescato dalla Il trimmer R3 assume la funzione di elemento zione sia di 12 V, mentre quella di picco colarmente rumorose, conviene inserire, tra
presenza di impulsi di extratensione di ritorno regolatore di minimo e la sua taratura non è cri- ammonta a 17 V. Allora, il diodo controllato anodo e catodo dell' SCR, una resistenza da 1 O
dal motore. tica. SCR, per innescarsi e condurre, deve aspettare ohm, collegata in serie con un condensatore
Dunque, il motore M lavora in corrente pulsante che le semionde della tensione superino i 9 V. ceramico da 100.000 pF - 50 Vl.
e per tale motivo diventa lievemente rumoroso. Se poi il partitore di tensione di gate, composto
La tensione alternata di alimentazione va appli- CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE da RI-R2- R3- R4, é regolato ad esempio
cata sugli appositi morsetti, segnalati sulla sini- sugli 11 V, tramite R3, ed il ritardo introdotto MONTAGGIO
stra dello schema teorico di figura 1. Questa Per completare l'esame teorico del sistema di dal condensatore C2 consente la presenza di tale
viene poi rettificata dal ponte di diodi D 1-D2- regolazione della velocità dei motori elettrici in tensione soltanto quando la semionda é decre- Chi ha seguito attentamente l'ultima parte di
D3- D4 che, come è stato anticipato, sono di continua, aggiungiamo che quelli a magneti scente, l' SCR si innesca per il tratto di semion- questo articolo, quella in cui, attraverso un
tipo IN 5404 per motori che assorbono correnti permanenti, quando sono in rotazione, genera-
fino a 1 A, mentre vanno sostituiti con i modelli no delle tensioni che vengono chiamate forze
P 600 in presenza di motori attraversati da cor- controelettromotrici, la cui origine va attribuita
renti fino a 3 A all'azione di taglio, esercitata dagli avvolgi-
La tensione rettificata dal ponte raddrizzatore
viene inviata, tramite il diodo D5, alla lampada
spia LPl e al condensatore elettrolitico C 1, che
menti rotorici, del flusso magnetico prodotto
dai magneti permanenti di statore. E questa ten-
sione si manifesta anche quando il motore
Un'idea vantaggiosa:
provvede al necessario livellamento. viene trascinato in movimento da un altro moto-
Ma questo ramo del circuito di figura 1 non re, ovvero quando il primo funge da dinamo.
esercita alcuna influenza sul controllo elettroni- Ebbene, una tale tensione può essere utilizzata
co di velocità del motorino elettrico. Esso rap- per la misura dei giri al minuto dell'albero
presenta invece uno stadio ausiliario, che mette motore, tenendo conto che può variare legger-
a disposizione dell'operatore una tensione conti- mente fra un modello e l'altro di uno stesso
nua, anche se tale uscita non é protetta contro i
cortocircuiti e va utilizzata senza provocare sur-
riscaldamenti circuitali, possibilmente inseren-
do, su una delle due fasi del trasformatore di ali-
tipo di motore, ma che per un determinato
esemplare rimane assai stabile, rappresentando
un valido punto di riferimento per le misure di
velocità.
ELETTRONICA PRATICA '
548 Elettronica Pratica
Elettronica Pratica 549
Regolazione motori CC
Regolazione motori CC

pio, realizzando il dispositivo con i componenti semiconduttore. Il suo impiego, nell'apparato di


citati nell'apposito elenco, necessita un trasfor- controllo della velocità dei motorini elettrici, é
matore da 2 A. quindi sconsigliabile.
o Se il motore M posto sotto controllo assorbe La tensione di lavoro del condensatore elettroli-
o poca corrente, sicuramente non superiore ad 1
A, l'SCR non richiede alcun dissipatore di calo-
tico Cl deve risultare assolutamente non infe-
riore ai 36 VI, ma in pratica conviene sempre
C106 C106 C106
re, anche se in pratica conviene sempre montare montare un condensatore con tensione superio-
I J il componente su un piccolo radiatore, come re.
illustrato nello schema costruttivo di figura 2. Nel prototipo, la cui foto é riportata nelle prime
In figura 6 sono pubblicati alcuni modelli di pagine di questo articolo, la tensione di lavoro
kag ka g kag kag SCR di tipo C106 con la rispettiva piedinatura. di Cl ammonta a 63 VI.
Nei primi tre, a partire da sinistra, l'aletta di raf- Concludiamo ricordando che il motore M deve
freddamento rimane collegata elettricamente essere collegato sui morsetti 3-4 del progetto
con l'anodo del componente, nel quarto, riporta- nel rispetto preciso delle due polarità, positiva e
Fig. 6 - In commercio, il semiconduttore SCR prescritto nell'elenco componenti, può essere to sull'estrema destra, l'aletta metallica non é negativa, peraltro chiaramente segnalate negli
proposto in contenitori diversi. I primi tre modelli, qui riprodotti, sono caratterizzati dal colle- connessa con alcun elettrodo dell'elemento scherni elettrico e pratico delle figure 1 e 2.
gamento dell'aletta di raffreddamento collegata con l'anodo. L'ultimo a destra é invece da
rifiutare.

esempio pratico si interpreta il comportamento riportare il circuito stampato, del quale in figu-
MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO
ra 3é pubblicato il disegno in grandezza reale. L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
del dispositivo di figura 1, ha certamente capito le della redazione e del collaboratori di questo
che con il trimmer R3 si regola la tensione del Il trasformatore di alimentazione, non segnalato periodico. E vuol essere un autentico ferro del
partitore di tensione con intervento per nulla cri- negli schemi delle figure 1-2, che riduce la mestiere da tenere sempre a portata di mano,
tico, mentre con il potenziometro R2 si regola la tensione di rete al valore richiesto dal motorino una sorgente amica di notizie e informazioni,
velocità di rotazione dell'albero motore di M. una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Ma avrà pure intuito che le difficoltà di messa a Il volumetto è di facile e rapida consultazione
punto del dispositivo, per un determinato moto- per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
re elettrico, vanno individuate nella scelta dei esso si ricorre quando si voglia confrontare la
valori da assegnare alle resistenze R 1- R6 ed al esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
condensatore C3, nelle seguenti misure: rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
Rl = 2.700 ohm+ 100 ohm sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
R6 = 330 ohm + 1.000 ohm riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
C3 = 1 uF + 4,7 µF (non polarizz.) tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
Le grandezze esatte di tali componenti sono zionare:
quelle per cui, una volta regolato il motore sulla Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza - Le unità
massima velocità di rotazione, questa interve-
nendo sul potenziometro R2 può essere agevol-
mente ridotta.
1. 20.000 di misura - I condensatori- I resistori - I diodi
- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Se invece i valori non sono quelli adatti, la mas- Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
sima velocità raggiunta rimane tale pur interve- Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere il successo
nendo su R2. posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
La realizzazione pratica dell'apparato di con- a due colori
trollo e regolazione della velocità dei motorini
in continua va fatta nel modo illustrato nella elettrico, deve essere in grado di fornire una
foto di apertura del presente articolo e nel piano corrente almeno doppia di quella normalmente
costruttivo di figura 2, sevendosi di una basetta assorbita dal motore M, tenuto conto che que-
supporto di materiale isolante, bachelite o vetro- sto, al momento della partenza, richiede spunti
nite, di forma rettangolare, delle dimensioni di notevolmente superiori, anche di dieci volte di
10,2 cm x 7 cm, su una delle cui facce occorre più rispetto al regolare assorbimento. Per esem-

Elettronica Pratica 551


550 Elettronica Pratica
Misure dei tempi rapidi e brevi

MISURE
DEI
TEMPI
RAPIDI E BREVI
La misura del tempo in cui si manifestano taluni preparati e pronti per affrontare la costruzione
eventi molto rapidi, da computarsi nell'ordine di apparati concepiti alla luce di queste tecnolo-
dei millesimi di secondo ed anche meno, rap- gie, mentre sono maggiormente numerosi colo-
presenta una delle tante operazioni rese pratica- ro che hanno fatto lunga esperienza con i cir-
men te possibili dalla moderna elettronica. cuiti analogici, con i quali hanno mosso i primi Un apparato principalmente concepito per impieghi fotografici.
Perché soltanto questa, con certi suoi particolari passi e che ora possono recepire con ragionevo-
circuiti, può vantare le minime forze d'inerzia le disinvoltura. A costoro, dunque, vogliamo
indispensabili per controllare, tranquillamente e proporre la realizzazione di un apparato che, sia Valutate il tempo di apertura degli otturatori dei vostri apparecchi.
con notevole precisione, la durata dei fenomeni pure con risultati di minore precisione di quelli
più veloci. raggiungibili con gli analoghi dispositivi digita-
Generalmente, oggi, le misure dei tempi, più o li, consente di ottenere misure soddisfacenti Utilizzatelo per cronometrare la durata dei flash.
meno brevi, vengono realizzate con largo impie- nella valutazione delle manifestazioni tempora-
go delle tecniche digitali, perché queste sono li. Anche se, come avremo occasione di dire
indubbiamente le migliori e certamente le più più avanti, al sistema analogico di misure si
attuali, ma non tutti i nostri lettori sono ancora possono apportare delle varianti di grande inte-
resse pratico, impossibili da attuare nell'ambito
digitale. Di tutto questo, peraltro, parleremo più avanti. Con il commutatore multiplo S 1 si seleziona la
Mentre per ora vogliamo ricordare che il circui- gamma di misura dei tempi, con il pulsante Pl,
to di figura 1 va alimentato con otto pile da 1,5 di tipo normalmente aperto, si resetta il circuito,
V ciascuna, per un valore complessivo di ten- ovvero si scarica a massa il condensatore C 1,
€CARATTERISTICHE CIRCUITALI sione di 12 Vcc (8x1,5 = 12 V) e che l'assorbi- ripristinando il funzionamento dello strumento
Il dispositivo di misura dei tempi, Il dispositivo, qui presentato e descritto, serve
mento di corrente si aggira intorno ai 4 + 5 mA. dopo la misura, che viene letta sulla scala di un
La tensione di alimentazione rimane stabilizzata milliamperometro tarata in secondi.
più o meno brevi, presentato in principalmente per impieghi fotografici, essen- sul valore di 9 Vcc tramite lo stabilizzatore inte- Con i due trimmer R7 e R8 si esegue la taratura
queste pagine, va considerato do in grado di valutare il tempo di apertura grato IC 1, per il quale si utilizza il modello dello strumento nel modo che verrà esposto più
dell'otturatore dell'apparecchio fotografico o 78LO9.
come un valido elemento del avanti, mentre le misure dei tempi di apertura
quello di durata di un flash. Ma le sue applica- Il transistor TR1 é un fototransistor di tipo dar- dell'otturatore si effettuano ponendo TRl nella
corredo fotografico anche se il zioni possono estendersi pure ad altri settori, lington o, come si suol dire in gergo, un fotodar- posizione in cui normalmente si trova la pellico-
primo fra tutti il modellismo, quindi la valuta- lington modello 2N5777, che può essere sostitui-
suo impiego può estendersi a zione dei lampeggìi di una lampada o la persi- to con qualsiasi altro affine senza sollevare alcun
la fotografica.
molti altri settori della tecnica stenza dei fulmini temporaleschi. Lasciamo dun- problema di funzionamento del dispositivo.
que al dilettante la scelta migliore di utilizzazione
applicata. di questo valido strumento di misure dei tempi, le
Il transistor amplificatore TR2, rappresentato da ESAME CIRCUITALE
un BC 237, é qui utilizzato con uscita di emitto-
cui parti più critiche sono identificabili nelle tre re, mentre Frl é un FET di tipo BF 960, che Il fotodarlington TRl stabilisce un guadagno di
resistenze R3 - R4 - R5e nel condensatore Cl. memorizza i segnali ricevuti. corrente intorno al migliaio. In pratica, quando
552 Elettronica Pratica
Elettronica Pratica 553
Misure dei tempi rapidi e brevi
Misure dei tempi rapidi e brevi

E+=
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0

o
c
a.-
%» "
Fig. 2- Piano costruttivo dell'apparato analogico con il quale sono possibili le
valutazioni sufficientemente precise dei tempi più o meno rapidi. Si noti come l'e-
lettrodo di base del fotodarlington rimanga inutilizzato in questa particolare
applicazione.
I

----COMPONENTI-----
Condensatori R9 = 2.200 ohm - 1/4 W
R10 = 500 ohm (trimmer)
C1 = 100.000 pF (vedi testo) R11 = 220 ohm - 1/4W
C2 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)
C3 = 100.000 pF
C4 = 100.000 pF Varie

Resistenze TR1 = 2N5777


r.I
»« » e
TR2 = BC237
R1 = 10.000 ohm - 1/8 W FT1 = BF96O
R2 = 100 ohm - 1/4 W ICI = 78L09
R3 = 220.000 ohm - 1/8 W(1%) s1 = comm. multiplo (1 via - 3 posiz.)
R4 = 2,2 megaohm - 1/8W(1%) S2 = interruttore
R5 = 22 megaohm - 1/8W(1%) P1 = pulsante (n.a.)
R6 = 2.200 ohm - 1/4 W mA = milliamperometro (1 mA f.s.)
R7 = 1.000 ohm (trimmer) VCC = 12Vcc
R8 = 680 ohm - 1/8 W

Elettronica Pratica 555


554 Elettronica Pratica
Misure dei tempi rapidi e brevi Misure dei tempi rapidi e brevi

qualora fosse necessario superare tale tensione, deve essere a bassissima perdita, di tipo mylar,
soprattutto per migliorare la tenuta di carica di selezionato in modo che il suo valore capacitivo
C 1, si può collegare, in serie fra la piazzola 3 sia esattamente quello di 100.000 pF. La sele-
dello schema di figura 1 ed il conduttore comu- zione va fatta tramite capacimetro digitale. In
ne di S1, un diodo al silicio di tipo 1N4148, con pratica, tutti i modelli di condensatori a bassa
l'anodo rivolto verso il terminale 3, allo scopo perdita, come quelli a film plastico per alta ten-
o • di isolare in inversa il transistor TR2.
Facciamo notare che, cortocircuitando la resi-
sione, superiore ai 600 V, oppure quelli cerami-
ci ma di alta qualità, di tipo NPO o COGO, pur-


stenza selezionata tramite S 1 (R3- R4- R5), il ché caratterizzati dal valore capacitivo preciso
condensatore Cl si carica immediatamente alla di 100.000 pF, possono essere montati nel
tensione di R 1 diminuita delle cadute citate, dispositivo.
11 10 diventando in tal modo un rivelatore di picco Disponendo di una sorgente di luce molto inten-
con tensione corrispondente alla più forte illumi- sa, il fotodarlington TR 1 può essere sostituito
nazione raggiunta da TR 1. Si ottiene in tal modo con un fotodiodo, da collegarsi con il catodo
un dispositivo per la misura dell'intensità di luce sulla piazzola 1 del progetto di figura 1 e di
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da comporre su una delle due facce di picco di un flash o di un qualsiasi lampo, quello pratico di figura 2, dato che questo diver-
di una basetta supporto, di materiale isolante, delle dimensioni di 10,5 cm x 5 cm. oppure della massima illuminazione presente. so componente é assai meno sensibile ma certa-
mente più veloce.

I COMPONENTI PIU CRITICI


MONTAGGIO
Sono già stati menzionati in parte e in preceden-
za i componenti più critici necessari per la Lo schema costruttivo di figura 2 e la foto ripor-
buona riuscita della realizzazione dello strumen- tata all'inizio del presente articolo costituiscono
la giunzione base-collettore di TRl viene colpi- Quando la tensione sui terminali della resisten- to di misura dei tempi rapidissimi e meno rapi- gli elementi cui il lettore deve far riferimento
ta dalla luce, attraverso la lente della sua custo- za R 1é quasi nulla, ovvero inferiore a qualche di. Ma ora possiamo entrare nei dettagli durante il lavoro costruttivo, che deve iniziare
dia, la giunzione diventa conduttrice ed inietta, decimo di volt, il transistor TR2 rimane spento dell'argomento. con l'approntamento della basetta supporto di
se polarizzata con tensione positiva presente sul e la sua giunzione base-emittore non è condut- Cominciamo con le tre resistenze R3- R4- R5, materiale isolante, bachelite o vetronite, di
collettore, una certa corrente in base, saturando tiva, anche se il condensatore Cl é carico, per- che assumono rispettivamente i valori ohmmici forma rettangolare e delle dimensioni di 10,5
TRl e creando un flusso di corrente attraverso ché va in inversa. Dunque, in queste condizio- di 220.000 ohm - 2,2 megaohm - 22 megaohm e cmx 5 cm ..
la resistenza R1. ni, il condensatore C 1 non può caricarsi e nep- che debbono, tutte, rimanere caratterizzate da Su una delle due facce della basetta occorre
La tensione rilevata sui terminali della resisten- pure scaricarsi, mantenendo la tensione acquisi- una tolleranza dell' 1 %, con potenza di dissipa- riportare il circuito stampato, il cui disegno in
za Rl, quando il fotodarlington si trova immerso ta, ovvero fungendo da "memoria". zione di 1/4 W ed anche meno (1/8 W). grandezza reale é pubblicato in figura 3.
nel buio, é alquanto bassa e soltanto una debole Se la tensione su Rl diviene elevata, il transi- Con la tolleranza citata sarà facile reperire in Il trimmer RlO, che serve per regolare l'inizio
corrente la attraversa, mentre diventa alta, di stor TRl carica il condensatore Cl a questo commercio le resistenze R3- R4, ma lo sarà scala del milliamperometro mA, va scelto, pre-
poco inferiore a quella di alimentazione, se TR 1 stesso valore di tensione attraverso una delle tre meno nel caso della resistenza R5 da 22 feribilmente, fra i modelli multigiri, mentre per
viene sufficientemente illuminato. In ogni caso, resistenze R3- R4- RS5, sempre che in prece- megaohm, per la quale si possono collegare, in R7, che regola il fondo scala dello strumento, é
con l'impiego di particolari transistori ed in pre- denza sia stato caricato con una tensione infe- serie tra loro, due o tre elementi, sempre con sufficiente un qualsiasi trimmer di tipo tradizio-
senza di certe illuminazioni, può rendersi neces- riore o, meglio, scaricato, tramite il comando tolleranza dell'1 % e valori tali per cui la somma nale.
saria una variazione del valore ohmmico della reset Pl, altrimenti non accade nulla e Cl con- sia pari a 22 megaohm. In sede di applicazione del transistor fet FT 1 si
resistenza Rl. La quale potrebbe all'occasione serva la propria carica originale. Altro elemento critico é il condensatore Cl, che raccomanda di usare la massima cautela nel
anche essere sostituita con un potenziometro, Ovviamente, ai tempi più lunghi in cui TRl
onde effettuare processi di taratura in presenza rimane acceso, corrisponde una più elevata ten-
di variazioni di luce e temperatura. sione raggiunta dal condensatore Cl. Ma per
La tensione valutata sui terminali della resisten- mantenere una caratteristica abbastanza lineare,
za Rl viene applicata, tramite la resistenza R2, tra il tempo e la carica di Cl, conviene selezio-
alla base del transistor TR2 che, a sua volta, la nare R3- RA- R5, tramite S1, in modo da non
trasmette al circuito successivo con una diffe- superare i due o tre volt di carica di Cl, perché
renza negativa di 0,65 V, corrispondente alla dopo questi valori la caratteristica esponenziale
tensione di base-emittore. della tensione di carica si differenzia molto
Per circuito successivo, in questo caso, si deve dalla linea retta e tende a comprimere i valori.
intendere il condensatore Cl, che viene caricato Inoltre, dopo i 5 V, la tensione base-emittore di
da una delle tre resistenze R3- R4- R5 scelte TR2 può raggiungere il relativo breakdown e
dal commutatore ad una via e tre posizioni Sl. scaricare parzialmente il condensatore Cl. Ma

556 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 557


Misure dei tempi rapidi e brevi Misure dei tempi rapidi e brevi

TR1 TR2 1C1 FT1 quasi completo. Ma un ulteriore perfezionamen-


to si raggiunge dopo, quando si sostituisce il
Il dispositivo, negli impieghi fotografici, quan-
do si debbono misurare i tempi di apertura
tester con il milliamperometro e si ripetono le dell'otturatore, va utilizzato ponendo davanti
d operazioni prima descritte. alla macchina una torcia elettrica accesa, dopo
Siamo così giunti al momento in cui il cappuc- aver aperto completamente il diaframma. Il
cio nero, infilato sul fotodarlington, può essere transistor TRl va sistemato press'a poco nel
tolto, con un conseguente balzo in avanti punto in cui normalmente si trova la pellicola
luce7 dell'indice del milliamperometro il quale, se impressionabile, ovviamente dopo averlo protet-
manifesta soltanto una modesta deviazione, to dalla luce eventuale proveniente da altre sor-
obbliga l'operatore ad intervenire nuovamente genti, diverse da quella della torcia.
sul trimmer R7, con lo scopo di far avanzare Ogni volta che si esegue una misura dei tempi,
verso il fondo-scala la lancetta dello strumento occorre premere il pulsante di reset P 1, affinché
g1 o viceversa. l'indice del milliamperometro ritorni all'inizio scala.
b e e
b m
e
e e u

Fig. 4- Espressioni esteriori e piedinature dei quattro semiconduttori utilizzati nella realizza-
zione dell'apparato di misura dei tempi. ECCEZIONALMENTE
IN VENDITA LE DUE ANNATE COMPLETE
1989 - 1990
manipolarlo, servendosi possibilmente degli reperire in commercio una resistenza da 22
attrezzi necessari e ponendo gli elettrodi in cor- megaohm all' 1 % si consiglia di comporre una AL PREZZO DI L. 24.500 CIASCUNA
tocircuito, onde evitare le scariche elettrostati- serie resistiva, per il valore complessivo citato,
che distruttive. Attrezzi ed operatore, in ogni con elementi tutti all'l %.
caso, debbono rimanere collegati a massa.
La figura 4 raccoglie le espressioni esteriori di
tutti i semiconduttori necessari per la realizza- COLLAUDO
zione del dispositivo di misura dei tempi. Da Coloro che, soltanto
questa si deducono le diverse posizioni dei pie- Una volta montato, il circuito di figura 1 va recentemente, hanno
dini dei quattro componenti, del fotodarlington collaudato nel seguente modo. Sul fotodarling- conosciuto ed apprezzato la
ton TRl si mette un cappuccio di plastica nero, validità didattica di
TR 1, del transistor TR2, dello stabilizzatore di Elettronica Pratica,
tensione ICI e del fet FT1 con lo scopo di evitare che la luce colpisca la immaginandone la vastità di
Le corrispondenze fra le tre posizioni possibili superficie sensibile del semiconduttore, che è programmi tecnico-editoriali
del commutatore multiplo S 1 e gli intervalli di rappresentata dalla sua parte ricurva. Poi si svoltl in passato, potranno
commuta Sl in A (figura 1) e si regola il curso- ora aggiungere, alla loro
tempo valutabili sono le seguenti: inizlale collezione di riviste,
re del trimmer R7, che serve per la regolazione queste due annate proposte
del fondo scala del milliamperometro, in posi- in offerta speciale a tutti i
zione centrale. Quindi, per il momento, in nuovi lettori.
sostituzione del milliamperometro da 1 mA f.s.
si collega un tester, commutato nelle misure
Terminale Gamma voltmetriche e sulla scala dei 10 V.
A questo punto, tramite l'interruttore generale
4 1" +0,1" S 1, si alimenta il circuito e si regola il trimmer
5 0,1" +0,01" multigiri da 500 ohm RIO fino a che sulla scala
6 0,01" + 0,001" del tester l'indice si posiziona sul valore di O V. - - - - -

Questa stessa operazione va poi ripetuta com- pl i; "r ·e a s ', In T =o9es

mutando il tester sul valore dei 2 V f.s .. te es


'll

Per la terza gamma di misure, quella che arriva Soltanto ora si può dire che il ponte resistivo
fino al millesimo di secondo, non riuscendo a del milliamperometro ha ragiunto un equilibrio

558 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 559


Amplificazione MF

VECCHIE SELETTIVITA' NELLA RADIO


RADIO INTERRUZIONI MF
A DIFETTI NELLO STADIO

VALVOLE STRUMENTI DI TARATURA

TARATURA DELLE MF

RIPARAZIONE DEI CAPPUCCI

AMPLIFICAZIONE MF di una valvola amplificatrice di media frequen-


za (V2), che nello schema di figura 1 é rappre-
sentata da una 6K7.
Successivamente, il segnale amplificato si tra-
sferisce dalla placca della valvola V2 all'avvol-
gimento primario di un secondo trasformatore

Verranno presi in esame, in questa sede, due gimenti: il primario ed il secondario, dotati
importanti argomenti relativi ai radioricevitori entrambi di un piccolo condensatore collegato V2 6? V3 6q7
con circuito supereterodina: l'amplificazione a in parallelo. I due avvolgimenti sono inseriti
media frequenza e la riparazione del cappuccio nello stesso supporto, all'interno del quale pos-
di quelle valvole che lo posseggono. Anche se, sono scorrere due piccoli nuclei di ferrite. A v-
per evidenti motivi di interpretazione di alcune vitando più o meno questi elementi nel suppor-
particolarità, i due temi sono stati più volte mar- to, si ottiene una variazione della frequenza del
ginalmente toccati. Ma cominciamo subito con segnale selezionato dal trasformatore. Il circui-
l'esame del circuito di figura 1 il quale, senza to primario, quello collegato con la valvola V 1,
considerare la valvola Vl, che appartiene allo esattamente con la placca di questa, esercita
stadio amplificatore AF e convertitore, rappre- quindi un processo selettivo del segnale che, I
senta la sezione amplificatrice di media fre- per induzione, si trasferisce poi sul secondario
quenza del ricevitore radio a circuito superete- il quale, a sua volta, lo seleziona ulteriormente. - - - - -•-· 7
I :... l - _I
Dall'avvolgimento secondario di MFl, il 24
rodina.
Il trasformatore MFl é composto da due avvol- segnale selezionato passa alla griglia controllo 47K ,
-
C9_47P C{41e] l» I
=
C12.
4700
PF
II C10- 47e
I
25-0,5Mn

Lo stadio di media frequenza, se perfettamente tarato, +AT

garantisce, in grande misura, la stabilità della selettività


dell'apparecchio radio a valvole, scongiurando la comparsa di Fig. 1 • Le due valvole V2 - V3, assieme ai due trasformatori MF1 • MF2, rappresentano gli ele-
interferenze o la formazione di fischi ed inneschi. menti di maggior rilievo tecnico nello stadio amplificatore di media frequenza di ogni radiori-
cevitore a valvole.

Elettronica Pratica 561


560 Elettronica Pratica
Amplificazione MF Amplificazione MF

Ec.
PRIM.

SCHERMO
I
N

Fig. 2 - Si noti, in questo modello di apparecchio radio, la posizione esatta dei due trasforma-
tori di media frequenza 1° MF e 2° MF, fra i quali, opportunamente schermata, è presente la
valvola preamplificatrice dei segnali MF.
Fig. 4 - Sulla sinistra è riprodotto un comune trasformatore di media frequenza, equipaggiato
con due nuclei di ferrite N, due bobine L e due condensatori C collegati in parallelo a queste.
In posizione centrale è pubblicato il simbolo elettrico del trasformatore e, a destra, il modello
nel quale la taratura si ottiene intervenendo su due compensatori. Il primo tipo, a sinistra,
appare sprovvisto di schermo soltanto per ragioni di interpretazione della sua reale compo-
sizione interna.

(MF2), che lo seleziona ulteriormente prima di bilire la selettività dell'apparecchio radio,


inviarlo al circuito di rivelazione, presieduto da ovvero la facoltà di selezionare un solo segnale
una valvola doppio diodo e triodo amplificatore fra molti presenti e disponibili ad essere tra-
di bassa frequenza. sformati in suono. Se la selettività é scarsa, si
verificano le interferenze, cioé si ascoltano due degli stessi, solamente quest'ultima viene sinto- potenze elettriche dissipate sono irrilevanti. Più
o più emittenti radiofoniche sovrapposte. Ma nizzata dalla media frequenza, poiché i due cir- facilmente capita di riscontrare la valvola V2 di
SELETTIVITA' E RISONANZA ciò non accade, o per lo meno si verifica sol- cuiti accordati che la compongono sono appunto figura 1 in fase di esaurimento. Ma il guaio più
tanto in casi particolari con un circuito supere- tarati per una frequenza di tale valore, che soli- frequente che investe lo stadio MF dell'apparec-
I molti circuiti accordati presenti in un radiori- terodina. In pratica, infatti, di tutte le frequenze tamente vale 467 KHz. chio radio, come é stato detto, va individuato
cevitore a circuito supereterodina, quelli a presenti sul circuito di placca della valvola Vl Riassumendo, il segnale radio in arrivo viene nella mancanza di taratura dei trasformatori MF.
monte dello stadio preamplificatore di media e cioé: segnale in arrivo, segnale dell'oscillato- selezionato da ben cinque circuiti accordati: da Questi, infatti, a causa del passare del tempo,
frequenza e gli altri ora descritti, servono a sta- re locale, somma dei due segnali e differenza quello in sintonia, dai due di MFl e dai due di delle variazioni di temperatura subite, di vibra-
MF2. E la presenza di questi cinque circuiti zioni meccaniche sopportate, non possono con-
accordati determina il grado di selettività del servare la taratura sul valore preciso di 467
ricevitore radio a circuito supereterodina. KHz, se questo é quello prescritto dalla casa
costruttrice dell'apparecchio radio, obbligando
il radioriparatore ad un facile intervento di ritoc-
GUASTI E DIFETTI co che viene descritto più avanti.
PLACCA
Per ora ricordiamo che, in assenza di taratura
I guasti che si possono verificare negli stadi di corretta, la banda passante dei segnali é più
media frequenza sono abbastanza rari. E lo sono ampia, la selettività é minore e scarsa appare
GRIGLIA 0PP.
ancora di più quelli riscontrabili nei trasforma- l'amplificazione.
GRIGLIA COTR.
tori MF, mentre sono frequenti i difetti, primo
fra tutti quello della perdita di un accordo preci-
so o, come si suol dire in gergo, la staratura SCHERMATURE
Fig. 3 - Simbolo elettrico della valvola 6K7, munita degli elementi.
di tre griglie, filamento, catodo e placca, normal- Raramente si interrompe uno degli avvolgimenti Come si può notare in figura 4, ciascun trasfor-
F TA M. mente adibita alla funzione di tubo elettronico dei trasformatori di media frequenza o va in matore di media frequenza é racchiuso in uno
amplificatore di media frequenza. schermo di alluminio, che lo protegge da falsi
cortocircuito un condensatore di disaccoppia-
mento, oppure brucia una resistenza, dato che le segnali esterni ed impedisce contemporanea-

562 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 563


Amplificazione MF Amplificazione MF

RF t
he.
1

Fig. 6 - Il procedimento di taratura delle medie fre-


quenze implica l'uso di due strumenti, l'oscillatore
Fig. 5 - Questo semplice schema dello stadio di media frequenza va tenuto sott'occhio modulato ed il tester, che va utilizzato nel modo qui
durante le fasi di taratura dei trasformatori, perché in esso è menzionato l'ordine progressivo illustrato, dopo averlo commutato nella funzione di
di intervento: 1° TAR - 2° TAR - 3° TAR- 4° TAR. voltmetro in alternata, con fondo-scala di 10 Vca. STADIO BF

mente, che il segnale selezionato possa irradiar- altrimenti possono verificarsi fischi ed inneschi della frequenza di lavoro, anziché attraverso la
riutilizzati nel montaggio dell'apparecchio, di
si ed interferire con le parti più prossime di varia natura, certamente in grado di creare regolazione dei due nuclei di ferrite, si ottiene
concezione tecnica e costruzione più attuale di
dell'apparecchio radio. anche forti disturbi durante l'ascolto dei segnali ogni altro, presentato in figura 13. facendo ruotare due viti, accessibili dalla parte
Nello schema di figura 2, si può osservare la radiofonici. li primo tipo, forse il più comune fra tutti, é certa- superiore dello schermo e corrispondenti ai due
posizione abituale, sul telaio metallico della Quasi sempre gli inneschi scompaiono quando piccoli rotori di altrettanti compensatori. In sostan-
mente quello maggiormente adottato. In esso i
radio a valvole, dei due trasformatori 1 ° MF e si raggiunge la perfetta taratura delle medie fre- due nuclei di ferrite N sono infilati sulle due za, in questi modelli di trasformatori, le induttanze
2° MF. Ma si nota pure la collocazione della quenze e quando si ristabiliscono i contatti estremità del tubetto di supporto dei due avvolgi- delle bobine sono fisse, mentre sono rese variabili
valvola amplificatrice MF, che appare opportu- degli schermi con la massa del radioricevitore. menti L, mentre i condensatori, collegati in paral- le capacità, ma i risultati non cambiano.
namente schermata per gli stessi motivi per cui A volte, invece, l'eliminazione degli inneschi si lelo con le bobine, sono a capacità costante C.
sono schermate le due MF. Di questa stessa val- ottiene sostituendo i condensatori elettrolitici o Ovviamente, per attuare le operazioni di taratura
vola, in figura 3, é pubblicato il simbolo elettri- provvedendo alla schermatura di alcuni compo- di questi modelli di medie frequenze, si deve TARATURA MF
co, in cui si nota la presenza di tre griglie: nenti percorsi da correnti di segnali a media agire dapprima sul nucleo superiore e poi su
frequenza. Altre volte il fenomeno può essere quello inferiore, ribaltando il telaio del ricevito- La taratura dello stadio di media frequenza é
1 - grig1ia controllo attribuito al mancato collegamento fra catodo e re radio nel modo segnalato in figura 14, ovvero semplice, ma può diventare difficile se non la si
2 - griglia schermo grilia soppressore della valvola amplificatrice sostenendolo tramite due supporti di legno fis- effettua con attenzione. In ogni caso, tuttavia,
3 - griglia soppressore MF. sati sullo chassis. prima di iniziare le operazioni vere e proprie di
Il secondo tipo di medie frequenze può ritenersi taratura dei trasformatori, occorre seguire una
La griglia controllo, in particolare, é collegata
quello montato sul telaio del radioricevitore di serie di interventi con lo scopo di evitare spiace-
con l'esterno tramite un cappuccio presente TRE TIPI DI MF figura 13; qui i nuclei di ferrite sono accessibili voli errori, i quali comporterebbero una inutile
sull'estremità più alta del tubo elettronico; tutti perdita di tempo. Ovviamente ci riferiamo al
lateralmente, lungo uno dei quattro spigoli del
gli altri elettrodi fanno capo ai diversi piedini di I trasformatori di media frequenza, normalmen- contenitore di alluminio. Le due bobine, in que- metodo di taratura nel quale si fa uso di un
cui é dotato il componente. te montati nei ricevitori radio a valvole, posso- sti modelli di trasformatori, sono inserite su un generatore di segnali sintonizzabile sulla fre-
Lo schermo della valvola amplificatrice di no essere di tre modelli diversi: quello disegna- supporto piatto perpendicolare. quenza di 467 KHz e modulato in ampiezza.
media frequenza e quelli dei due trasformatori to a sinistra di figura 4, quello inserito nello Il terzo tipo di medie frequenze, da considerarsi Questo strumento prende il nome di oscillatore
MF debbono sempre rimanere in perfetto con- schermo elettromagnetico e pubblicato sulla più moderno degli altri, é quello pubblicato a modulato.
tatto elettrico con il telaio metallico della radio, destra della stessa figura e infine i due esempla- destra di figura 4. In questo caso la variabilità Chi non possiede un tale strumento, può realiz-

564 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 565


Amplificazione MF
Amplificazione MF

CAPPUCCIO zare la taratura delle medie frequenze per mezzo


del tester, oppure completamente ad orecchio. ri modulati. I questi casi occorre star bene attenti
A coloro che si trovano in possesso dell'oscil- a non creare cortocircuiti fra le masse dei due
latore modulato raccomandiamo di controllare apparati, facendo in modo di collegare nel mede-
simo senso le due spine con le prese di rete.
il cambiotensione dello strumento e quello
dell'apparecchio radio, dato che entrambi deb-
bono essere predisposti sul valore di tensione di
rete. Soltanto dopo tale verifica, gli apparati INIZIO DELLE OPERAZIONI
possono essere accesi.
Dopo aver atteso per alcuni minuti, cioé per il Tenendo sott'occhio lo schema di figura 5, le
tempo necessario affinché il filamento delle operazioni di taratura possono ora cominciare. Il
valvole si accenda ed i catodi emettano gli elet- tester, commutato in Vca, va utilizzato nella
troni, si collega, in parallelo al trasformatore scala dei 10 Vca fondo-scala e serve a misurare
d'uscita, sul suo avvolgimento secondario, il le tensioni d'uscita presenti sul secondario del
tester commutato nelle misure di tensioni alter- trasformatore collegato con la bobina mobile
nate, come illustrato in figura 6, facendo bene dell'altoparlante. L'oscillatore modulato va
attenzione a non interrompere i conduttori che regolato sul valore di frequenza stabilito dalla
raggiungono l'altoparlante. casa costruttrice dell'apparecchio radio e che,
A questo punto anche l'oscillatore modulato generalmente, viene segnalato sullo schema
può essere collegato con le prese di antenna- elettrico commerciale o su una targhetta siste-
terra del radioricevitore. mata nella parte posteriore.
Quando sulla radio é montato un autotrasfor- La manopola collegata al potenziometro che
matore, una delle due fasi della tensione di rete regola la tensione d'uscita dall'oscillatore modu-
lato va regolata a metà corsa, così come in que-
é connessa con il telaio metallico. Ma la stessa Fig. 10 - Una volta tolto il cappuccio dalla valvola,
cosa può accadere in taluni modelli di oscillato- sta stessa posizione deve rimanere regolato il questo va perfettamente pulito nelle sue parti interne
Fig. 7 - Molte valvole elettroniche sono dotate di
cappuccio metalllco incollato sulla parte superiore
potenziometro di volume dell'apparecchio radio. servendosi di adatto raschietto.
dell'ampolla di vetro, cui fa capo la griglia controllo.
Se il cappuccio si scolla e la valvola è ancora effi-
ciente, questo merita una opportuna riparazione.

PUNTO
DELICATO RISTAGNARE
CON PRECISIONE

I/
l.le.l
I - I I I
Fig. 8 - Le operazioni di restauro dei cappucci scol- Fig. 9 - Il cappuccio riscaldato dal saldatore va
Fig. 11 - Sulla zona interna del cappuccio pulito si Flg. 12 - Soltanto quando si è perfettamente certi
lati delle valvole elettroniche inizia sempre con la rimosso accuratamente per mezzo di un paio di
introduce l'apposito collante per l'adesione di vetro che il collante ha ultimato la sua opera di adesione
dissaldatura dell'elemento, ovviamente tramite adat- pinze. delle parti, si ripristina la saldatura a stagno del con-
to saldatore ed eventuale aggiunta di nuovo stagno. e metallo.
duttore di griglia controllo sul cappuccio della val-
vola.

566 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 567
Amplificazione MF
Amplificazione MF

di procedimento deve essere rigorosamente vento manuale tanto delicato quanto necessario
1MF rispettato anche in sede di ripetizione della tara- per ripristinare il funzionamento del vecchio
tura, da effettuarsi con il li vello di segnale radioricevitore a valvole. Un intervento che, qui
dell'oscillatore modulato molto basso. di seguito, abbiamo voluto descrivere ed illu-
Ultimato l'intervento di taratura su nuclei di fer- strare attraverso una breve sequenza di disegni
rite, questi vanno irrigiditi con alcune gocce di interpretativi.
cera vergine, del tipo di quella utilizzata per la La valvola presa ad esempio é l'amplificatrice
copertura e conservazione di alcune qualità di di media frequenza 6K7 G, pubblicata in figura
formaggi. 7, ma quanto stiamo per dire vale ovviamente
Ancora una volta raccomandiamo di servirsi di per tutte le altre regolarmente munite di cappuc-
cacciaviti appositamente approntati per questi cio.
servizi, soprattutto quando si agisce su compen- Naturalmente, i diversi interventi sul cappuccio,
Fig. 13-In taluni trasformatori di media frequenza, satori di medie frequenze che possono risultare riguardano le valvole ancora efficienti, prive di
valvola
come accade in questo modello di radioricevitore a sotto tensione e dove il cacciavite di metallo difetti, ma con il solo inconveniente del distacco
valvole, i nuclei di taratura sono accessibili lungo del cappuccio.
amplificatrice uno degli spigoli dello schermo metallico, in posi-
può sicuramente creare pericolosi cortocircuiti.
MF zione laterale. Il tipo di cacciavite più comune per le operazio- La prima operazione, illustrata in figura 8, con-
ni di taratura é costruito, quasi completamente, siste nel dissaldare il conduttore, proveniente
con materiale isolante; una piccola porzione di dalla griglia controllo, dal cappuccio. Ciò si
lama metalica, innestata sulla punta, é sufficien- ottiene appoggiando la punta del saldatore sul
te per far ruotare i nuclei di ferrite senza interfe- cappuccio ed aggiungendo eventualmente una
rire negativamente sui circuiti accordati. piccola porzione di stagno nuovo, che facilita la
dispersione del calore e, conseguentemente, il
A questo punto, osservando il tester collegato Nel far ruotare i nuclei di ferrite occorre stare processo di dissaldatura.
all'uscita del ricevitore radio, si deve notare una attenti a non creare rotture o interruzioni dei CAPPUCCI DISSALDATI La seconda operazione, illustrata in figura 9,
certa deviazione dell'indice e qui inizia la tara- conduttori, perché sull'elemento può apparire provvede a sfilare, con l'aiuto delle pinze, il
tura vera e propria. depositato del collante o della cera in grado di Nello schema composito del ricevitore radio cappuccio dal conduttore di griglia.
Servendosi dell'apposito cacciavite per tarature, bloccarlo. Dunque, prima di forzare troppo la pubblicato in figura 2, si nota la presenza di tre Successivamente, come suggerito in figura 10,
si fa ruotare molto lentamente il nucleo di ferri- rotazione dei nuclei, in queste circostanze si valvole dotate dell'elettrodo di griglia controllo l'operatore deve pulire accuratamente tutte le
te o il compensatore relativo all'avvolgimento deve provvedere a rimuovere le sostanze bloc- posizionato sull'apice del tubo elettronico e parti interne del cappuccio, liberandole dai resi-
collegato alla placchetta rivelatrice, chiaramente canti. identificabile in un cappuccio metallico. dui del mastice secco. Per questo intervento ci si
segnalato in figura 5 con la sigla 1 ° TAR. Una volta raggiuto il massimo livello audio sul Il conduttore proveniente dall'interno, in questi può aiutare con un raschietto.
Questa regolazione va eseguita in modo da rag- punto 1 ° TAR, si procede allo stesso modo sui modelli di valvole, rimane saldato a stagno sul Una volta pulita la zona interna del cappuccio,
giungere il massimo volume audio in altopar- punti 2° TAR - 3° TAR - 4° TAR segnalati cappuccio che, a sua volta, al momento della la si cosparge di collante, come indicato in figu-
lante. nello schema elettrico di figura 5. Quest'ordine costruzione della valvola, viene incollato sul ra l1e la si applica sul vetro della valvola.
vetro e bloccato su questo. Spesso, tuttavia, il L'ultima operazione consiste nel processo di
collante si secca e si sgretola col passare degli ristagnatura del conduttore di griglia sulla testa
anni ed il cappuccio, allentandosi, finisce per del cappuccio, come segnalato in figura 12. Ma
spezzare il sottile filo conduttore proveniente questa va eseguita soltanto dopo aver constatato
dalla griglia controllo della valvola. che il metallo del cappuccio rimane perfetta-
Un tempo, quando le valvole elettroniche mente incollato sul vetro della valvola. Ciò
abbondavano sul mercato della componentistica dipende dalla natura del collante utilizzato, che
al dettaglio, un tubo così ridotto veniva gettato deve essere adatto per l'adesione fra parti in
via e lo si sostituiva con altro perfettamente vetro e metallo e che può essere consapevol-
integro. Ma questo oggi non é più possibile ed il mente consigliato da chi esercita l'hobby del
radioriparatore é chiamato ad eseguire un inter- modellismo.

Fig. 14- Per agevolare le operazioni di tartura delle


medie frequenze, quando queste sono equipaggiate
con nuclei di ferrite sistemati in posizioni opposte,
sopra e sotto il componente, conviene ribaltare il
support telaio della radio e fissarlo su due adatti sostegni di
in legno legno.

Elettronica Pratica 569


568 Elettronica Pratica
ELEMENTARE Una volta precisato il modello di integrato cui si
I piedini dell'IC555

ETTRONICA fa riferimento e che, lo ripetiamo, è quello dise-


gnato in posizione centrale di figura 1, comin-
ciamo col dire che il piedino 1 identifica la
massa del dispositivo, cioé la massa generale
del circuito contenuto all 'intemo e sul quale non
sussiste motivo per soffermarci, data la sempli-
cità del concetto. Anche se questo terminale
riveste notevole importanza pratica, perché ad
esso fa capo la linea di alimentazione negativa.

ENTRATA DEL TRIGGER

RIMI Al terminale 2 dell'integrato 555 é collegato il


circuito d'entrata trigger. Dunque, quando la
tensione presente su questo elettrodo subisce
una transazione negativa, cioé quando, più esat-
tamente, la tensione scende al di sotto di 1/3
VCC, si verifica il passaggio allo stato logico
"l" dell'uscita.
Un semplice comando manuale di trigger può
essere realizzato tramite un pulsante, un con-
densatore ed una resistenza, come segnalato si arriva alla completa carica del condensatore
sullo schema di sinistra di figura 2. Anche se Cl. Tuttavia, a tale limitazione si può ovviare

I PIEDINI DELL'IC555 questo circuito consente di attuare lo scatto sol-


tanto in un numero limitato di volte, finché non
realizzando lo schema pubblicato a destra di
figura 2, nel quale la resistenza R2 provvede a

Per meglio comprendere il funzionamento nel corso dell'articolo, alla versione mini-dip,
dell'integrato 555, conviene seguire un metodo che é riportata in posizione centrale di figura 1.
Nella quale sono pubblicate le tre versioni com-
didattico molto semplice ma sicuramente efficace,
quello che analizza il comportamento di ciascun merciali dell'integrato 555 e dove il primo dise- 556
terminale del dispositivo in riferimento con le gno, a sinistra, propone lo schema del modello in 14
1
modalità di impiego. Pertanto, allo scopo di facili-
tare la completa esposizione dei diversi accorgi-
contenitore metallico, in cui la tacca guida segna-
la la posizione del piedino 8, mentre sulla destra 8
555 2 13
menti pratici, inerenti ad alcune applicazioni del
componente in oggetto, si farà sempre richiamo,
é raffigurato l'elemento in versione doppia dual
in line, con disposizione dei terminali deducibile
1 ± 7
1 8
3 12
dall'apposita tabella di corrispondenza. 4 11
2 7
2-4l l}- 6 10
3 6
6 9
TABELLA DI CORRISPONDENZA 4 5
3 5 1 e
mod. mod. dual denominazione
mini-dip TO5 in llne 4

l l 7 massa (-VCC) VISTI DA SOPRA


a
2 2 6-8 trigger
3 3 5-9 uscita
4-10 reset Fig. 1- Questi tre disegni riproducono le corrispondenti versioni commerciali dell'integrato
4 4 555. Il primo a sinistra propone il modello in contenitore metallico, quello in posizione centra-
5 5 3-11 controllo le identifica l'espressione mini-dip del componente, mentre il terzo, a destra, raffigura il
6 6 2-12 soglia dispositivo doppio dual in line.
7 7 1-13 scarica
8 8 14 +VCC

570 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 571
I piedini dell'IC555 I piedini dell'IC555

+vcc +VCC

R~

7
8

555
4
3
4 '"' l7
8

555
4
3

6 • 5 6 2 • 5
2

Cl
Il 7 Cl
Il 7 Fig. 4 - Se la durata dell'impulso di trigger avviene in
un tempo superiore a quello della costante RC del
circuito d'entrata, l'oscillogramma assume l'anda-

.'
mento disegnato più in basso. Il segnale d'ingresso,
in grado di provocare picchi di tensione sul piedino
2, si identifica invece nel diagramma riportato in alto

PI
I
p1
di figura.

GND GND

Fig. 2 - Lo schema a sinistra propone al lettore una delle più comuni applicazioni dell'integra-
to 555: quella di un semplice comando di trigger ottenuto tramite il pulsante P1, un conden-
di trigger con un circuito esterno, si deve tener Si consideri ora il caso in cui il segnale d'ingresso
satore (C1) da 10.000 pF ed una resistenza da 27.000 ohm (R1). Lo schema a destra costitui- conto che tale ingresso presenta un valore eleva- sia tale da provocare, sul piedino 2, dei picchi di
sce un perfezionamento del primo, dato che la resistenza R2 provvede a scaricare costante- to di impedenza ed è quindi in condizioni di tensione positiva e di valore superiore a quella
mente il condensatore C1 quando si preme P1. captare, molto facilmente, certi disturbi. Quindi, di alimentazione + VCC. Perché una simile situa-
se pure la sorgente di comando é di tipo ad alta zione può manifestarsi quando la durata
impedenza, appare necessario polarizzare dell'impulso di trigger occupa un tempo superiore
l'ingresso 2 con una resistenza orientata verso la a quello della costante RC del circuito d'ingresso
linea di alimentazione positiva +VCC, in modo che, per lo schema di figura 3, è di 27 S, come
da diminuire la misura dell'impedenza d'entra- segnalato nel diagramma in basso di figura 4.
scaricare costantemente il condensatore C 1 resistenza Rl quello ohmmico di 27.000 ohm; ta, come segnalato nello schema di figura 3 e In questa circostanza, infatti, sull'ingresso 2
quando il pulsante Pl non é premuto. identica grandezza va assegnata alla resistenza dove la resistenza Rl prende la dimensione di dell'integrato si ottiene un segnale simile a
Nei due schemi di figura 2, il condensatore Cl R2. 27.000 ohm. quello riportato in alto di figura 4 e che, come si
assume il valore capacitivo di 10.000 pF e la Quando si effettua il collegamento del terminale

+vcc +VCC

RI R1

8 4 8 4
7 3 7 3
555 555
5 6 2 5

Cl

Fig. 3- Quando la sorgente di comando presenta Fig. 5 - I picchi positivi di valore superiore a quello
una impedenza elevata, tenendo conto che il termi- dell'alimentazione positiva possono danneggiare
nale di trigger può captare molti disturbi, è neces- l'integrato. Per ovviare a tale inconveniente basta
sario polarizzare il piedino 2 con una resistenza inserire il diodo al silicio D1, che limita l'ampiezza
GND (R1) da 27.000 ohm. massima della tensione. GND

572 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 573


I piedini dell'IC555 I piedini dell'IC555

+vcc +vcc glia TIL. In tale occasione, si può effettuare la +vcc


connessione diretta, sempre che si alimenti
~ l'integrato 555 con la tensione di 5 V cc e si
CARICO inserisca, sul carico d'uscita, un condensatore RI
@ da l.OOOpF, onde eliminare quella piccola
imprecisione dell'integrato che si manifesta sul
Il
f
4
3 fronte discendente dell'uscita a 2 Vcc circa.

•au
7 8555' 3~ 555 r---,7 555 ~
: use.
6 2 1 5 2
5
RESET D'USCITA 6
~
2 7

e Il piedino contrassegnato con il numero 4 prov-


vede a determinare il reset dello stato d'uscita, «f
Il indipendentemente dalle condizioni d'ingresso.
D1
r -
RL
Anche in questo caso si tratta di un'entrata ad
elevato valore di impedenza, che deve essere c1
collegata con la linea di alimentazione positiva
(+VCC) quando non è utilizzata.
~ L'azzeramento si ottiene applicando al termina- GND
GND GND
le 4 una tensione di grandezza tipicamente infe-
riore a 0,7 V.
Fig. 7 - Collegando assieme i due terminali 2 - 4, si
Collegando assieme i due terminali 4 e 2, come realizza un circuito monostabile in grado di conser-
Fig. 6 - Quando all'uscita dell'integrato si vuol applicare un carico, per evitare che questo segnalato nello schema di figura 7, si può realiz- vare costantemente elevata l'uscita, quando gli
rimanga costantemente alimentato, si possono adottare gli accorgimenti suggeriti in questi zare, ad esempio, un circuito monostabile retrig- impulsi di trigger sono tra loro intervallati con un
due schemi. A sinistra si applica la soluzione del transistor d'uscita supplementare, a destra tempo inferiore a quello caratteristico del monosta-
quella del collegamento a massa del relè. gerabile, ovvero un monostabile che conserva
bile.
costantemente elevata l'uscita se gli impulsi di
trigger rimangono fra loro separati da un inter-
vallo di tempo inferiore a quello caratteristico
del monostabile.
può notare, é caratterizzato dalla presenza di un L'esempio più tipico è quello del collegamento +vcc
picco positivo che può danneggiare l'integrato. Per con un relè esterno, mentre una prima soluzio-
evitare l'eventuale danno ora ricordato, conviene ne può consistere nel collegamento diretto RIFERIMENTO DEL COMPARATORE
inserire un diodo in grado di limitare l'ampiezza dell'uscita con un terminale del componente
massima della tensione di alimentazione positi- elettro-meccanico, dopo aver connesso con la Il terminale 5 dell'integrato costituisce un'uscita
linea di alimentazione positiva +VCC l'altro del circuito che, in talune applicazioni pratiche,
va nel modo indicato nello schema di figura 5. 8 4
può fungere anche da ingresso di controllo. In 7 3
Può capitare talvolta che alcuni circuiti presenti- terminale del relé.
ogni caso, questo piedino indica la tensione di 555
no irregolarità di funzionamento, quando il Con il sistema di collegamento ora descritto, il
riferimento del comparatore di reset, il cui valo-
segnale di pilotaggio è troppo basso. Si tratta di relè rimane costantemente alimentato, con il 6 5
re può essere cambiato leggermente dall'ester- 2
un inconveniente che può essere eliminato col- conseguente spreco di energia ed il surriscalda- no, ad esempio per ottenere la variazione auto-
legando in serie con il piedino 2, una resistenza mento della bobina di eccitazione. Meglio dun- matica degli impulsi generati dallo stesso inte-
del valore di 4.700 ohm circa. que la soluzione illustrata a sinistra di figura 6, grato, in relazione al segnale di comando.
nella quale il transistor supplementare d'uscita Quando il piedino 5 rimane inutilizzato, convie-
é in grado di pilotare il carico, qui rappresenta- ne sempre realizzare un by-pass, in modo da C1
L'USCITA DELL'INTEGRATO to da una lampadina, quando si verifica il pas- collegare a massa il terminale stesso per mezzo
saggio da O V a + VCC. Anche se il problema
Il terminale 3 del 555 costituisce l'uscita del- può essere risolto con lo schema di destra della
l'integrato, quella che fa capo allo stadio finale stessa figura 6, per il quale il relè RLrimane
del dispositivo e che consente il collegamento di
carichi con assorbimento massimo di corrente di
collegato direttamente a massa, onde isolare
l'uscita allo scopo di prevenire gli autotrigger
abbonatevi a: GND

200 mA, sia verso la linea di alimentazione tramite il diodo al silicio Dl.
positiva, sia verso quella di massa.
Nel primo caso il carico é alimentato in condi-
Con questa seconda soluzione del problema,
l'eccitazione del relè avviene soltanto durante
ELETTRONICA Fig. 8- Se il piedino 5 dell'integrato rimane inutilizza-
to, allora conviene realizzare un by-pass tramite il
condensatore C1, il cui valore capacitivo può essere
zioni di riposo e disalimentato durante la tempo-
rizzazione, nel secondo si verificano le condi-
la fase di temporizzazione.
Può essere talvolta necessario realizzare un col- PRATICA compreso fra 10.000 pF e 100.000 pF.

zioni opposte. legamento del 555 con altri integrati della fami-

574 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 575


I pied ini dell'IC555
I pied ini dell'IC555

di un condensatore da 1.000 pF circa, cosi come


viene tanto più quanto le variazioni, che si veri- Quello presentato sull'estrema sinistra, vale a
segnalato nello schema di figura 8. Spesso il
ficano durante il periodo di temporizzazione dire lo schema di figura 9A, propone il classico
condensatore Cl assume valori capacitivi com-
dell'integrato, possono interferire negativamen- circuito in cui il 555 é montato in funzione di
presi fra i 10.000 pF e i 100.000 pF ed è rappre-
sentato da un modello di tipo ceramico. te sul funzionamento e sulla precisione tipica di dispositivo monostabile. Quello pubblicato in
(.J
(.J <..5 questo componente. posizione centrale (9 B ), invece, identifica
> l'esempio più noto di circuito monostabile
+ 4" o
e
INGRESSO DEL COMPARATORE CIRCUITI TIPICI retriggerabile, mentre l'ultimo, a destra (9 C),
definisce il multi vibratore astabile.
A conclusione di questa parte espositiva, asse- I tre schemi, pubblicati in figura 9, debbono
"' lf)
Il piedino 6 dell'integrato 555 corrisponde
gnata alla conoscenza ed al funzionamento degli essere considerati essenziali, perché a questi, a
2 all'ingresso attivo del comparatore di re set e
LO viene normalmente collegato con i terminali del otto piedini dell'integrato 555, attraverso un seconda delle varie pratiche applicazioni, vanno
LO
o condensatore esterno di temporizzazione, allo semplice ma dettagliato percorso analitico, arti- collegati gli eventuali elementi in grado di
LO colato lungo la numerazione progressiva degli
o
scopo di realizzare lo scatto dell'uscita quando garantire la protezione delle entrate, i filtraggi,
N. O la tensione, valutata sui terminali del condensa- elettrodi, vogliamo offrire al principiante l'oppor- le stabilizzazioni ed altro ancora, cosi come
tore, supera la tensione di controllo. Nella tabel- tunità di considerare almeno tre dei circuiti più abbiamo avuto modo di ricordare nel corso della
la di corrispondenza questo terminale assume la classici di impiego di questo famoso e comunis- trattazione pubblicata in questa stessa rubrica,
simo integrato, che sono riportati in figura 9. ma nel precedente fascicolo di settembre.
Q::
-
(.J
denominazione di "piedino di soglia".

USCITA DI COLLETTORE
(.J Cl Il piedino che reca il numero 7, nell'integrato
(.J
z
Raccolta PRIMI PASSI.L. 19.000
> <.:) 555, rappresenta l'uscita di collettore del transi-
+ stor di scarica interno allo stesso componente.
Questo transistor rimane all'interdizione quan-
do l'uscita si trova allo stato logico "alto",
mentre raggiunge la saturazione quando l'usci- Nove fascicoli arretrati di maggiore rilevanza didattica per il principiante elet-
ta si approssima al valore di O V. tronico.
Il terminale 7 viene normalmente collegato con
il condensatore esterno di temporizzazione, Le copie sono state attentamente selezionate fra quelle la cui rubrica "PRIMI
onde provocare la scarica automatica nella con- PASSI" ha riscosso il massimo successo editoriale con i seguenti argomenti:
dizione di reset.
Per completare l'esame dei piedini del 555
rimane ancora il terminale contrassegnato con
Q::
il il
-
(.J il numero 8. Al quale si applica la tensione di
alimentazione positiva di tutto il componente
w ed il cui valore può variare fra i 5 V cc ed i 18
1°- Bobine e induttanze

i V cc massimi. 2° - Circuiti L-C oscillatori

è
(.J
<..5 3°- Tutta la radio dall'entrata all'uscita
(.J
Al dilettante dobbiamo ricordare che é sempre

l
lf)
>
+ t :::,
conveniente stabilizzare la tensione di alimen-
tazione, anche se le costanti di tempo risultano
4° - Condensatori teoria misure
5° - Collegamenti e controlli capacitivi
indipendenti dalla tensione stessa. E ciò con-
"' lf) I 6°- Tensioni alternate efficaci
2 7° - Trasformatori collegamenti misure
LO
LO 8° - Transistor generalità prove pratiche
LO 9° - Transistor amplificazione segnali BF
co

• o

Fig. 9- Tre esempi tipici di pratiche applicazioni


dell'integrato 555. In A è configurato il dispositivo
Q::
monostabile, in B quello del monostabile retrigge-
rabile e in C il multivibratore astabile.

576 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 577
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Elettronica Pratica 579
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nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
~------------~---------- domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
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I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

PREOCCUPAZIONI PATERNE che attraversano il corpo umano. Che accusa


già la scossa elettrica quando è percorso da una
Mio figlio ha una vera passione per l'elettronica. corrente anche inferiore ad un millesimo di
TESTO (scrivere a macchina o in stampatello) In casa ha allestito un piccolo laboratorio in cui ampere. L'effetto invece è nullo, qualunque sia
trascorre gran parte del tempo libero costruendo la tensione in gioco se il contatto avviene in
e realizzando molti apparati. Naturalmente io modo da impedire qualsiasi flusso di corrente.
approvo e spesso incoraggio questa sana ed Si possono quindi toccare, senza alcun pericolo,
intelligente attività, ma temo sempre l' eventua- ma con una sola mano, i conduttori delle linee a
lità di infortuni provocati dalle correnti elettri- tensione molto elevata, purchè i piedi rimanga-
che. Anche se lui afferma che i suoi esperimenti no appoggiati su un sostegno perfettamente iso-
non possono divenire causa di gravi incidenti. lante. Mentre si può rimanere folgorati quando
Ho ragione o no di preoccuparmi? si toccano contemporaneamente, con le due
mani, due conduttori della linea. Dato che basta
RIGATO CARLO una decina di millesimi di ampere a provocare
Verona danni irreversibili. In condizioni particolari poi,
quando i contatti avvengono con le mani bagna-
La realizzazione della maggior parte dei nostri te, possono verificarsi incidenti anche in pre-
progetti non comporta reali pericoli di folgora- senza di tensioni inferi ori ai cento volt. Dunque,
zione. Sia perché le correnti di esercizio sono i fenomeni delle scosse elettriche, più o meno
molto basse, sia perché, nei pochi casi in cui i intense, vanno attribuiti alle correnti, che sono
dispositivi elettronici possono originare dei l'effetto delle tensioni, mentre quest'ultime ne
rischi, non ci risparmiamo mai nell'invitare i rappresentano la causa.
Inserite il tagliando in una busta e spedite a:
lettori ad agire con la massima prudenza. Dalla quale ci si protegge sempre con i vari
Tuttavia, per sua maggiore tranquillità, voglia- sistemi di isolamento. Che non sono invece più
ELETTRONICA PRATICA mo ricordarle, qui di seguito, alcuni elementi
teorici in grado di rimuovere molti dubbi in
necessari quando la sorgente di elettricità è una
semplice pila, come accade in quasi tutti i cir-
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »
proposito. Per esempio, contrariamente a quan- cuiti da noi pubblicati e nei quali le correnti
Via Zuretti, 52 - MILANO. to credono i profani, non sono le alte tensioni la non possono assumere valori di intensità peri-
causa prima di effetti letali, bensì le correnti colosi per l'operatore.

580 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 581


La posta del lettore

CELLULE TENSIONE NEGATIVA


=-
+
g)
c
l2\/

SOLARI Per alimentare un integrato operazionale con


tensione duale, mi occorre un generatore di
R1
8

E+
es
u

Sono cellule pronte per il fun- tensione negativa, inferiore ai 12 Vcc e in grado
o R2
di erogare una corrente di 5 mA. L'alimentazio- E»
zionamento e provviste, sulla ne del generatore dovrebbe avvenire con la ten-
faccia retrostante, di attacchi sione di 12 V cc.
in ottone, che consentono il COLZANI PAOLO
Varese
collegamento, in serie o pa- 01 DZ

rallelo, di più elementi, per In questo circuito, la corrente derivabile in uscita


si aggira intorno alla decina di milliampère.
eventuali e necessari aumenti
di tensione o corrente.
Condensatori Resistenze Varie
C1 = 4.700 pF R1 = 8.200 ohm - 1/4 W IC1 = 555
C2 = 10F (al tantalio) R2 = 8.200 ohm - 1/4 W D1 = diodo al silicio (1N9 14)
C3 = 10F (al tantalio) R3 = 100ohm - 1/2W D2 = diodo al silicio (1N914)
C4 = 10F (al tantalio) Dz = diodo zener (12V-0,5 W)
C5 = 10F (al tantalio) ALIM. = 12Vcc

CONTROLLI DI TONALITÀ BF
E
Mi capita spesso di dover arricchire qualche
amplificatore audio con i circuiti regolatori di
tonalità. Disponete di uno schema valido in
ogni caso? r ò1
Vengono vendute in due mo- GIANCOLA ROBERTO
delli, incapsulati in contenito- Bari
re di plastica, che erogano la Eccolo. Con i numeri 1-2-3 sono indicati iter-
stessa tensione di 450 m V, PV
minali del potenziometro di volume PV già pre-
ma una diversa corrente. sente nell'audio amplificatore. L'inserimento del 3
circuito avviene interrompendo il conduttore cen-
trale di PV, quello originale (linee tratteggiate) e
Modello A = 400 mA (76x46 mm) collegando poi lo schema qui pubblicato. Con R2
L. 6.500 (spese di spediz. comprese) si regolano le note gravi, con R5 quelle acute.
Modello B = 700 mA (96x66 mm)
L. 7.600 (spese di spediz. comprese)
Condensatori
C1 = 2,2 F (non polarizz.)
C2 = 2,2 F (non polarizz.)
C3 = 22.000 pF
C4 = 22.000 pF Resistenze R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
C5 = 10.000 pF R1 = 10.000 ohm- 1/4 W R4 = 2.200 ohm - 1/4 W
C6 = 10.000 pF R2 = 47.000 ohm (potenz. lin.) R5 = 47.000 ohm (potenz. lin.)

582 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 583


La posta del lettore
La posta del lettore

PRECISO MILLIAMPEROMETRO

Debbo misurare correnti debolissime, ma con il


mio tester ciò non è possibile, perché inserisce R6
la propria resistenza in serie con il circuito in
esame, falsando le letture. Resistenze
Mw I. ::,
PEDROITI ACHILLE R1 2,7 ohm - 1/4W •c1
Merano R2 2.700 ohm - 1/4W R72
R3 = 270.000 ohm - 1/4W 6 Il Il Il @1,5
Realizzi questo circuito di amperometro con bas- R4 10 megaohm
sa resistenza d'ingresso, procedendo ad applicare R5 = 100.000 ohm (pot. lin.)
+ ii i @o
i due elettrolitici C 1 - C2 molto vicini ai piedini R6 1.800 ohm - 1/4W @15
dell'integrato. Con R5 si ottiene l'azzeramento del R7 2.200 ohm (pot. lin.)
microamperometro, con R7 la calibrazione. +
1
•C2
Varie
Condensatori IC1 = A 776
C1 1F- 5 VI (elettrolitico) A = microamper. (50 A f.s.)
C2 1F- 5 VI (elettrolitico) ALIM. = 1,5 Vcc - O V - 1,5 Vcc

BATTERIA IN TAMPONE

Trovandomi in possesso di un radioricevitore Deve modificare il circuito di alimentazione della


alimentabile con la tensione di rete o con quel- sua radio nel modo qui suggerito tramite lo sche- Collegabile con tutti i sistemi elettrici
la proveniente da pile, vorrei sostituire queste ma che pubblichiamo. Nel quale la lampada LP che possono essere ricaricati dal sole
ultime con modelli ricaricabili al nichel-cadmio funge da elemento limitatore della corrente.
o, come si suol dire tecnicamente, con batterie
in tampone. Come devo fare?

MACRI' SALVATORE Dimensioni:


Messina
31 cmx 31 cmx 2,5 cm
t-------

LP D02

} @ r DE " Al CIRC.
RADIO
CaraHeristiche:
Potenza erog. 4W
Tens. use. max. 16 Vcc
Corr. max 0,22 A

01 = 1N4004 (diodo al silicio)


02 = 1N4004 (diodo al silicio)
LP = lampadina (12V-0,1 A)

584 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 585
La posta del lettore

KIT PER CIRCUITI L'INTEGRATO MC 1496


STAMPATI L. 18.000 Mi trovo in possesso di cinque integrati LM
1496, che non conosco e non so come utilizzare.
Potete darmi qualche ragguaglio in merito?
Dotato di tutti gli elementi necessari per FRISON GUALTIERO RF
la composizione di circuiti stampati su
vetronite o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche i tecnici più esigenti,
Adria

Si tratta di un modulatore bilanciato o, più sem- E


e
BF
4
questo kit contiene pure la speciale pen-
plicemente, di un miscelatore o convertitore di
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro. frequenza di ottima qualità, che i radioamatori e i =ie
tecnici specializzati in circuiti a radiofrequenza GND
conoscono assai bene. In questa sede le propo-
niamo il progetto di un generatore di SSB a 9
MHz, pilotato appunto da un MC 1496, sulla cui
entrata RF va applicato un segnale a 9 MHz -
100 mV eff. e di 0,3 Veff. su quella BF. Con il
t
trimmer R6 si realizza il bilanciamento e si an-
nulla perfettamente il residuo di portante RF. La
selezione della banda (USE o LSB) si ottiene
spostando leggennente in più o in meno la fre-
quenza dell'oscillatore a 9 MHz.

Condensatori
C1 = 10.000 pF
C2 = 2F(non polarizzato)
Consente un controllo visivo conti- C3 = 11F- 16VI (elettrolitico)
C4 = 100.000 pF
nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
C5
C6
= 22F-16V (elettrolitico)
= 10.000 pF ELETTRONICA
PRATICA
e.ere.surne
! ELETTRONICA - RADIO - OM -27 MH il Iy
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tempo. R1 100 ohm DIDATTICA NUMERO SPECIALE appositamente concepito per i principianti che vogliono
Il contenuto è sufficiente per tratta- R2 1 megaohm ED APPLICAZIONI ESTATE '86 apprendere, in casa propria, quegli elementi che consen-
R3 820 ohm tono di costruire, collaudare e riparare molti apparati
re più di un migliaio di centimetri elettronici.
quadrati di superfici ramate. R4 100 ohm
R5 10.000 ohm Il contenuto· e la materia trattata fanno di questo fascico-
R6 50.000 ohm (trimmer) lo un vero
R7 10.000 ohm
R8 56 ohm
R9 1.200 ohm
R10
R11
10.000 ohm
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IC1
FX
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= filtro (KVG 9 MHz per SSB)
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ALIM. = 12V0c

586 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 587


La posta del lettore La posta del lettore

CERCASEGNALI Condensatori R3
C1 = 100.000 pF
Per la mia attività di neoriparatore di amplifica- C2 = 100.000 pF + Il +
tori BF, mi serve lo schema di un cercasegnali C3 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)
con impedenza d'entrata alta e possibilità di C4 = 100 µF - 16 VI (elettrolitico)
misurare il livello BF, pur ascoltando in altopar- C5 = 100.000 pF
lante.

BALDO CALOGERO
Orvieto
Il circuito qui pubblicato risponde a tutte le sue
C6 =
C7 =

Resistenze
R1 =
R2 =
470 µF
1F
- 16VI (elettrolitico)
(non polarizzato)

1 megaohm - 1/4 W
560 ohm - 1/4 W
g

r
vcc
e

esigenze. Sulla presa d'entrata va collegata la R3 = 120 ohm - 1/4 W


classica sonda per apparati cercasegnali. Con R4 = 1 megaohm - 1/4 W
R4 si regola il volume sonoro di AP. Con SI si R5 = 2,2 ohm - 1/4 W
commuta il circuito dalla possibilità di ascolto R6 = 10 ohm - 1/4W
(A) a quella di misura dei segnali (M). R7 = 10.000 ohm (potenz. lin.)

Varie
F1 = 2N3819 S1 = commutatore (1 via - 2 posiz.)
FREQUENZIMETRO SENSIBILE IC1 = LM380 AP = 8 ohm
DG1 - DG2 = diodi al germanio ALIM. = 9 Vcc
Trovandomi in possesso di un vecchio, funzionan- Lei deve abbinare al frequenzimetro questo cir- A = microamperometro (100 µA f.s.) S2 = interrutt.
te frequenzimetro, peraltro poco sensibile, vorrei cuito preamplificatore, che deve essere montato
esaltare maggiormente quest'ultima caratteristica, dentro un contenitore metallico ma che, avendo
tenuto conto che lo strumento è molto sensibile. esperienza in materia, può rimanere inserito nello
stesso strumento, ricordando che può funzionare
CAPELLI ROMANO fino a 200 MHz.
Bologna
IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990
È il fascicolo arretrato interamente im-
Condensatori pegnato dalla presentazione di undici
C1 = 10.000 pF (ceramico) originali progetti, tutti approntati in sca-
C2
C3
--
10.000
10.000
pF
pF
(ceramico)
(ceramico) I J1
li
+
12 V tole di montaggio, sempre disponibili a
richiesta dei lettori.
C4 = 100.000 pF
C5
- 1.000 pF (passante)
FT1
Resistenze
R1
- 1megaohm - 1/4 W EGil Ct
CO51A L 7.000
-
R2 = 470 ohm - 1/4W C3
g r

Varie
FT1
D1
= 2N 3819
= 1N4148 I1Il _I T Chi non ne fosse in possesso, può ri-
chiederlo a:
D2 = 1N4148
J1 = 1 O mH (imp. RF)
ALIM. = 12 Vcc
D1 D2 R1 C2 R2

588 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 589


La posta del lettore
La posta del lettore

CONTROLLI QUARZI Condensatori


C1 = 47 pF (ceramico) +12V
Disponendo di alcuni vecchi quarzi da 27 MHz, C2 = 100.000 pF (ceramico)
C3 = 10/40 pF (variabile ad aria) R1
vorrei controllare l'efficienza di questi verifican- C2
done l'oscillazione tramite un frequenzimetro.
CALICE NICOLA
C4 = 1.000 pF (ceramico)

A)
'
f
Catanzaro
Il condensatore variabile C3 serve per sintonizza-
re il circuito sulla frequenza del quarzo, il quale
può funzionare se collegato tra A e B, oppure tra
Resistenze
R1 = 4.700
R2 = 1.800
R3 =
R4 =
100
100
ohm
ohm
ohm
ohm
-
-
-
-
1/4 W
1/4 W
1/4 W
1/4 W
e)
I
, @D
à Il Il
c4

B e C, a seconda del taglio del componente. La I

bobina Li é composta da dieci spire di filo di c


rame smaltato, del diametro di 0,5 mm, avvolte su
un supporto di materiale isolante di diametro
(esterno) di 10 mm. Le spire debbono rimanere
Varie
TR1 =
L1 =
2N 2222
bobina
n=======i
R3
Il f d
compatte e la presa intermedia va ricavata alla ALIM. = 12 Vcc
terza spira.

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