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srea.une±r e.su eesse


DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE
PR,A&
AT]CA
Anno VI- N. 1- GENNAIO 1977 - Sped. in Abb. Post Gr. lii L. 1.000

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per localizzare velocemente i guasti nei radioricevitori, amplificatori, fono-
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Uscita 10,5 V eff, applicabile al puntale 500 V
30 V pp. Corrente della batteria 2 mA

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE


Frequenza 250 Kc Dimensioni
( 7.800)
12x160 mm
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5 V eft.
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ELETT RONICO
MOD. R.P. 9/T.R.
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Il Voltmetro elettronico Mod.
R.P. 9/T.R. completamente
transistorizzato con transi-
stor a effetto di campo è uno
strumento di grande impor-
tanza poiché nei servizi Ra- Tutti gli
dio, TV, FM e BF esso per-
mette di ottenere una gran- strumenti di
de varietà di misure, tensio-
ni continue e alternate, non-
misura e di
ché corrente continua, mi- controllo pubblicizzati in
sure di tensione di uscita,
la R.F., la BF, misure di re- questa pagina possono
sistenza - il tutto con un
allo grado di precisione.
essere richiesti a:
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V= 0.5 15 5 25 100 1500 30K


mA- 50A 590A 1 5 50 1500
V 0,5 15 5 25 100 1500
Ohm X1 xlO xlOO X I k xlOk X IM
0-1k 0+10k,0=100k 0-1M 0-10 +10M
Pico Pico 4 14 40 140 400 4000
dB -20 +15

ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K


(sensibilità 20.000 ohm/volt)
CARATTERISTICHE TECNICHE

0,1 200 1000 Il generatore BF. 40 è uno


V= 1 10 50 strumento di alta qualità per
mA= 50A 5009A 5 50 500 misure nella gamma di fre-
quenza da 20 a 200.000 Hz.
y 0,5 5 50 250 1000 Strumento che unisce al'a li circuito impiegato è il
mA v 2,5 25 250 2500 massima semplicità duso un
minimo ingombro. Realizza-
ponte di Wien, molto sta-
bile. Tutta la gamma di fre-
Ohm= 1t/0+10k/l0/0+1M !k/0-10M to completamente su circui- quenza è coperta in quattro
Ballisti pf 0hm +100/ 0+2)0F/0hm 1lk/0+20F to stampato. Assenza totale bande riportate su un qua-
di commutatori rotanti e drante ampio di facile let-
dB -10+22 quindi falsi contatti dovuti tura. Sono utilizzabili due
Output 0,5 5 50 250 1000 all'usura. Jack di contatto
di concezione completamen-
differenti rappresentazioni
grafiche dalla forma d'onda,
te nuova. Munito di disposi- SINUSOIDALI e QUADRE. Il

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livello d'uscita costante è
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CARATTERISTICHE TECNICHE
OSCILLATORE A BASSA
GAMME A I B e D
FREQUENZA mod. BF. 40

RANGES 20-200H2 200 + 2KH 2+-20KH 20+200KH


L 8 000
BUON ANNO
All'inizio di ogni anno questa Rivista suole porgere a tut-
ti i suoi affezionati Lettori gli auguri più schietti di un fe-
lice e migliore prosieguo nel tempo.
Anche quest'anno, dunque, con tutta cordialità, rinno-
viamo ai nostri amici quelle espressioni di affettuosa sim-
patia che, altre volte, abbiamo avuto modo di formulare
e che sempre sono state favorevolmente recepite.
Per i prossimi dodici mesi di vita insieme, nell'appassio-
nante hobby dell'elettronica, non vogliamo, almeno per
ora, programmare alcunché di preciso, per non ipotecare
inutilmente il futuro con promesse che, i mille problemi
che tormentano la società attuale, potrebbero vanificare.
Speriamo invece di inserirci in un diverso periodo di sto-
ria umana: più disteso, meno difficile e faticoso a sop-
portarsi, meno ingeneroso nei riguardi delle nostre fati-
che. Perché l'inquietudine sociale si riflette negativa-
mente anche nel nostro piccolo mondo di appassionati
di cose tecniche, con i risultati che ben conosciamo e che
si identificano, con interferenze non proprio felici, sulla
qualità del periodico, sulla tempestività dell'uscita men-
sile nelle edicole, sulla regolarità dei servizi postali, nel
reperimento di questo o quel componente elettronico.
Con l'augurio da noi espresso, dunque, vogliamo anche
perare che il nuovo anno sia tale da permetterci il re-
golare svolgimento della nostra attività editoriale, con il
raggiungimento e la realizzazione di quei fini che, da lun-
go tempo, tengono legati voi a noi, amici Lettori.
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ELETTRONICA PRATICA
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tata di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica, un autentico
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Via Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 6-N. 1- GENNAIO 1977


LA COPERTINA - Riflette, attraverso le due im-
magini fotografiche in quadricromia, i due primi
argomenti trattati nei primi due articoli del pre-
sente fascicolo: quello relativo all'intervento ma-
nuale sui cristalli di quarzo, per cambiarne la fre-
quenza, e quello di un convertitore di tensione,
privo di trasformatore, in grado di convertire la
tensione positiva in tensione negativa stabilizzata.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
I QUARZI. .. RESTAURATI 4
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Tribunale Civile di MIiano -
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli- LE PAGINE DEL CB 18
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ZIONE - PUBBLICITA' -
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MILANO.
RIVELATORE TENSIONE DI SOGLIA 42
Tutti i diritti di proprietà let-
terarla ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per VENDITE ACQUISTI E PERMUTE 48
tutti I Paesi. I manoscritti, i
disegni, le fotografie, anche
se non pubbllcatl, non si re- LA POST A DEL LETTORE 55
stituiscono.
Concetti teorici e suggerimenti pratici sui vari sistemi di spo-
stamento di valore di frequenza di oscillazione dei cristalli di
quarzo. Soprattutto di quelli di provenienza surplus.

Tutti gli appassionati dell'alta frequenza, i ra- derivanti dall'acquisto del componente.
dianti, i CB, gli sperimentatori, i principianti nel Eppure non ci sarebbe. alcun motivo valido per
settore delle radiocomunicazioni, si imbattono rinunciare all'impresa, se ancora una volta si
spesso in problemi di ordine pratico quando ne- facesse ricorso a quell'inesauribile fonte di mate-
cessitano di un quarzo, oppure quando, aven- riali elettronici che è il mercato Surplus e se si
done alcuni a disposizione, non sanno quale sce- provvedesse ad intervenire direttamente, con le
gliere perché il valore di frequenza non coincide proprie mani e con la propria abilità, sul cristallo
mai con quello desiderato. di quarzo, correggendone la frequenza di oscil-
Chi poi si mette in testa di farsi costruire appo- lazione originale per portarla al valore desiderato.
sitamente un cristallo di quarzo, con un preciso Ebbene, in questo articolo analizzeremo proprio
valore di frequenza, rasenta l'impossibile. Perché è questa soluzione del problema che, siamo certi,
difficilissimo trovare una ditta disposta ad accet- sarà attesa ed apprezzata dalla maggior parte de-
tare l'ordine di un'solo pezzo, o anche di poche gli appassionati dell'alta frequenza.
unità; e perché, trovandola, si debbono aspettare
dei mesi prima di entrare in possesso del... prezio-
sissimo componente. IL MERCATO SURPLUS
Questi sono i principali motivi per cui anche
molti nostri lettori, pur essendo interessati alla Sul mercato Surplus abbondano, in maggioranza,
realizzazione dei progetti pilotati a quarzo, ri- cristalli di quarzo con frequenze fondamentali
nunciano all'impresa pur di evitare tutte le noie comprese fra 3 e 1O MH. Questi quarzi pro-

4
I QUARZI...
RESTAURATI
vengono di solito da vecchie apparecchiature di frequenza sia completamente giustificato.
provenienza americana in disuso. E questi quar-
zi possono essere acquistati a prezzi molto bassi.
Eppure non si tratta di una occasione fortunata, IL QUARZO PIEZOELETTRICO
perché il maggior difetto di tali cristalli di quar-
zo consiste nel possedere un valore di frequenza Vi sono due importanti fenomeni elettrici che
che assai difficilmente coincide con quello de- i nostri lettori conoscono e che noi vogliamo qui
siderato, cioè con quello sul quale si vorrebbe riportare per differenziarli fra loro e per giusti-
far oscillare il componente. Il principiante quin- ficare quello che più risulta appropriato alla na-
di, quando si affaccia al mercato Surplus, si tro- tura stessa del quarzo.
va di fronte ad un bivio: abbandonare comple- Questi due fenomeni prendono il nome di « tri-
tamente ogni interesse per la realizzazione di un boelettricità» e «piezoelettricità». Il primo fe-
particolare progetto, oppure continuare a fre- nomeno si verifica quando un corpo energica-
quentare il mercato con la speranza di veder ap- mente strofinato acquisisce una carica elettrica,
parire in esso il quarzo necessario alle proprie e- cioè un potenziale elettrico con conseguente for-
s1genze. mazione di un campo elettrico. Si tratta di un
Ma noi a questi principianti possiamo dire che fenomeno ben noto fin dall'antichità e che, an-
è possibile improvvisarsi... restauratori dei quarzi cor oggi, molti scolari ripetono sui banchi di
Surplus, perché con un po' di pazienza e, talvolta scuola strofinando una penna e facendo attirare
con qualche sbaglio, è possibile « portare in fre- da questa dei pezzettini di carta.
quenza » taluni cristalli di quarzo destinati ad Il secondo fenomeno, quello della piezoelettricità,
oscillare su valori di frequenze anche molto di- si differenzia dal primo per il fatto che il corpo
verse. acquisisce un potenziale elettrico soltanto se sol-
Tuttavia, prima di addentrarci negli aspetti pra- lecitato in un determinato modo. Tutti noi ab-
tici dell'operazione, vogliamo spendere qualche biamo degli esempi ben noti di questo fenomeno
parola sulla natura intrinseca del cristallo di attraverso le unità piezoelettriche dei giradischi
quarzo, analizzandone la composizione fisica e o dei microfoni piezoelettrici. In questi disposi-
meccanica, in modo che il succedersi delle ope- tivi, un particolare cristallo, sollecitato meccani-
razioni pratiche necessarie al cambiamento di camente secondo una precisa direzione. provoca

In questo articolo potrete trovare il suggerimento più adatto per


risolvere il difficile problema della reperibilità dei cristalli di
quarzo con valori di frequenza più adatti per i vostri apparati.

5
di questa oscillazione è pari a quello della fre-
quenza caratteristica del quarzo.

LASTRINE DI CRISTALLO

Nella pratica costruttiva dei quarzi destinati alle


applicazioni elettroniche, il cristallo viene taglia-
Fig. 1 - Anche il quarzo, cosi come avviene per tutti to in forma di dischetti, quadratini, o rettangoli-
i componenti elettronici, viene rappresentato, negli
schemi teorici, mediante un simbolo elettrico: quello ni, facendo in modo che il verso di contrazione-
qui riportato. espansione risulti perpendicolare alle facce prin-
cipali della piastrina, alle quali vengono colle-
gati gli elettrodi conduttori della carica elettrica.
In figura 2 abbiamo riportato il disegno che in-
terpreta la struttura interna di un normale cri-
stallo di quarzo per apparati trasmettitori.
La frequenza di risonanza del cristallo di quarzo
dipende dalle sue dimensioni geometriche e dalle
una tensione, cioè una differenza di potenziale proprietà fisiche della piastrina.
sulle sue facce principali; e questa differenza di
potenziale può dar luogo ad una leggera corren-
te elettrica se sulle facce del cristallo vengono
collegati dei conduttori in circuito chiuso.
I cristalli di quarzo funzionano sul principio della
piezoelettricità e vengono utilizzati in elettronica INVOLUCRO
e e e

per svolgere le funzioni di circuiti accordati ad {


altissimo fattore di merito ed eccezionale stabi- METALLI2- i--.[e ·-+
lità. Essi potrebbero essere considerati come dei Z21ONE. [gg LaUARzo
diapason ad alta frequenza perché, in analogia
con il diapason meccanico possono risuonare con
un segnale di determinato valore di frequenza.

UNA SOSTANZA CRISTALLINA

Il quarzo, inteso come minerale, è rappresentato


da una particolare sostanza cristallina caratteriz-
zata dalla proprietà elettrica della piezoelettrici-
tà. E, come abbiamo detto, questa proprietà si ZOCCOLO
manifesta soltanto in una certa direzione del cri-
stallo e consiste nella produzione di una carica
elettrica quando il quarzo viene sottoposto a tra-
zione o compressione meccanica. PIEDINI
Tale caratteristica è valida anche in senso inver-
so. E ciò significa che, applicando al cristallo di Fig. 2 - Questo disegno permette di • vedere • come è
quarzo una certa differenza di potenziale, questo fatto a'interno un cristallo di quarzo. La piastrina di
si contrae o si espande in sincronia con il campo quarzo può essere di forma rotonda, quadrata o ret-
tangolare; sulle sue facce contrapposte sono deposi-
elettrico applicato. tate le metallizzazioni, che costituiscono gli elettrodi
Dopo queste semplici considerazioni di ordine del componente. Quando queste metallizzazioni sono
depositate secondo processi elettrolitici, il cristallo di
elettrico, è facile comprendere che, applicando
quarzo non può essere... restaurato. Ma il cambia-
al cristallo di quarzo un segnale elettrico, è pos- mento di frequenza può essere raggiunto nei quarz i
sibile ottenere una oscillazione sincrona del quar- di tipo FT243 di provenienza Surplu s, nei quali gli elet-
zo che risulta molto più accentuata in prossimità trodi sono costituiti da due vere e proprie lastrine me-
della frequenza di risonanza. Il quarzo si com- talliche, il cui spessore può essere ridotto fino al rag-
giungimento del valore di frequenza di oscillazione au-
porta quindi come un circuito accordato, molto spicato.
selettivo, che provoca l'oscillazione nei circuiti
dotati di reazione positiva. Il valore di frequenza

6
Fig. 3 • Il cristallo di quarzo può essere concepito e-
lettricamente come un circuito induttivo-capacitivo-re-
sistivo, Teoricamente le grandezze L-Ca-R rappresen-
tano gli equivalenti elettrici dele costanti meccaniche
del quarzo. La grandezza Cz rappresenta invece la
somma delle capacità parassite e di quelle delle me-
tallizzazioni. La grandezza L è legata alla massa tipica
del dispositivo; la grandezza Ca è collegata con la co-
stante di elasticità, mentre R è legata al fattore di me-
Cz rito del quarzo.

UN'INTERPRETAZIONE FANTASIOSA

Al cristallo di quarzo, facendo seguito al com-


portamento ora analizzato, si potrebbe attribuire
un'interpretazione un po' fantasiosa. Infatti esso
Cl RCUITO ELETTRICO potrebbe essere paragonato, in certo qual modo,
al circuito di figura 3 nel quale il quarzo viene
EQUIVALENTE scisso in quattro elementi distinti. Per esempio
il condensatore Ca potrebbe essere paragonato
alle facoltà capacitive delle armature formate
dalla metallizzazione delle facce principali del
quarzo, mentre R potrebbe essere interpretata co-
me la resistenza collegata in serie al condensatore
e rappresentativa della dispersione di energia at-
traverso il dielettrico.
Con L si può definire invece l'induttanza che,
unitamente al condensatore Ca, stabilisce la fre-
quenza caratteristica del componente. La gran-
dezza capacitiva Cz potrebbe essere interpretata
come la somma di tutte le capacità parassite in-
trodotte nel sistema dai conduttori e dai piedini
dello zoccolo.
Se dovessimo esprimerci invece più rigorosamen-
te, dovremmo dire che L-Ca-R rappresentano
gli equivalenti elettrici delle costanti meccani-
che del quarzo, che non hanno alcun legame con

Fig. 4 - Normalmente, quando si monta un cristallo di


quarzo in un circuito di alta frequenza, si provvede a
collegare, in serie ad esso, un compensatore per la
regolazione fine della frequenza di oscillazione del com-
ponente.

7
Fig. 5 - Lo spessore dell'elettrodo metallico del cristal-
lo di quarzo, presente su entrambe le facce della pia-
stra cristallina, può essere ridotto per mezzo di strofi-
nio su carta vetrata finissima; la successiva riduzione
si ottiene strofinando con movimento rotatorio la pia-
strina su una superficie di vetro, tramite pasta abra-
siva. La riduzione dello spessore degli elettrodi provo-
ca un aumento della frequenza di oscillazione del quar-
zo. Il processo inverso non è invece possibile, perché
in tal caso, cioè per diminuire la frequenza di oscilla-
zione, occorrerebbe aumentare lo spessore della pia-
strina.

CARTA VETRATA FINISSIMA

R4

i':
Il oz"K :=c6
L2

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12V

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Fig. 6 - Durante l'esecuzione del lavoro di riduzione degli elettrodi del quarzo, mediante stro-
finio su carta vetrata finissima per mezzo di movimenti rotatori, occorre controllare più volte
l'esatto valore di oscillazione del quarzo. Tenendo conto che non tutti i frequenzimetri possono
ritenersi adatti allo scopo, consigliamo il lettore di realizzare questo circuito di prova, che è
rappresentativo di un classico oscillatore a quarzo, nel quale l'induttanza L1 consente una re-
golazione fine della frequenza. Il collegamento tra IC1 ed IC2, necessario per ridurre la fre-
quenza di oscillazione è interpretato in figura 9.

8
C1 XTAL
FT 243
Fig. 7 - Piano co-
@ struttivo del circui-
to di prova dei cri-
stalli di quarzo ... re-
staurati.

12V

le interpretazioni fantasiose precedentemente e-


COMPONENTI I sposte. La grandezza Cz rappresenta invece la
somma delle capacità parassite e di quelle delle
metallizzazioni. La grandezza L è legata alla
Condensatori massa tipica del dispositivo. La grandezza Ca è
C1 = 160 pF legata alla costante di elasticità, mentre R è le-
C2 = 330 pF gata al fattore di merito del quarzo.
C3 = 100.000 pF
CA 120 pF (330 pF)
es = 10.000 pF
IL. .. RESTAURO DEL QUARZO
C6 = 100.000 pF
C7 = 10.000 pF (vedi schemi figura 9)
Abbiamo detto che il quarzo viene normalmente
Resistenze utilizzato quale oscillatore in circuiti di elevata
R1 = 100.000 ohm
stabilità. Ma la stabilità dei parametri del quar-
R2 = 33.000 ohm
R3 = 100 ohm zo non consente di ottenere facilmente. con mez-
R4 = 86 oh. zi elettronici, variazioni di frequenza notevoli
R5 = 2.200 ohm rispetto a quella di risonanza piezoelettrica.
I normali artifici elettronici. come ad esempio
Varie
TR1 BC207 (o simili) quelli di inserire in serie al quarzo un compen-
IC1 = 7413N satore o una induttanza variabile, possono pro-
IC2 = 7490N vocare uno spostamento massimo di pochi KHz
DZ = diodo zener (5, 1 V - 1 W) rispetto al valore della frequenza caratteristica
Alimentaz. = 12 Vcc e ciò a tutto svantaggio della stabilità e della cri-
L1-L2 = vedi testo ticità dell'oscillazione.

9
~
EPX
o
o
o
o Fig. 8 - Disegno in grandezza naturale
o
o del circuito stampato necessario per co-
struire il progetto dell'oscillatore per il
controllo dei quarzi restaurati.

In figura 4 è riportato il semplice schema di un abrasiva su una superficie di vetro, poi, è con-
collegamento di quarzo con compensatore colle- sentita soltanto con i quarzi, di provenienza Sur-
gato in serie. Normalmente ogni quarzo viene plus, di tipo FT243, perché in questi quarzi i due
montato nei circuiti in questo sistema, in modo elettrodi sono rappresentati da due lastrine me-
da poter regolare con precisione il valore della talliche applicate sulle facce della piastrina di
frequenza di oscillazione. cristallo. Negli altri quarzi, invece, gli elettrodi
Per ottenere delle notevoli variazioni della fre- sono rappresentati da un deposito metallico elet-
quenza di oscillazione dei quarzi è invece ne- trolitico, che non può essere strofinato e che non
cessario intervenire meccanicamente sul quarzo permette quindi il processo .di... restaurazione
stesso, variandone leggermente le dimensioni in del quarzo ora descritto.
modo che la piastrina acquisti una diversa fre- In ogni caso conviene sempre controllare più
quenza di risonanza. E' ovvio che, essendo pos- volte la frequenza raggiunta dal quarzo, in mo-
sibile la sola asportazione del materiale, si rie- do da non sorpassare il valore desiderato. Per
sce soltanto ad innalzare la frequenza di risonan- fare ciò si dovrà pulire con alcool la piastrina di
za e non viceversa. cristallo, risaldare gli elettrodi e montare il quar-
L'operazione dev'essere eseguita estraendo il zo su un circuito oscillatore, misurandone la fre-
quarzo dal contenitore e ciò risulterà abbastanza quenza possibilmente con un frequenzimetro di-
agevole con i quarzi di provenienza Surplus di gitale.
tipo FT243, che sono equipaggiati di vite di fis- Ma per eseguire speditamente tale operazione,
saggio. tenendo conto che non tutti i frequenzimetri so-
Una volta estratto il quarzo dal contenitore, si no in grado di misurare la frequenza di un o-
provvederà a dissaldare delicatamente gli elet- scillatore, soprattutto quelli autocostruiti, con-
trodi, in modo da non danneggiare il cristallo. sigliamo ai nostri lettori la realizzazione di un
Soltanto da questo momento in poi sarà possibile utile circuito di prova il cui schema elettrico è
maneggiare facilmente il quarzo. riportato in figura 6.
L'operazione di riduzione meccanica verrà ef-
fettuata servendosi in un primo tempo di carta
vetrata finissima e, successivamente, di pasta a- CIRCUITO ELETTRICO
brasiva deposta su una lastra di vetro, strofinando
la piastrina di quarzo con movimenti rotatori, Il circuito di prova è quello di un classico o-
così come illustrato in figura 5. scillatore a quarzo, nel quale l'induttanza Ll
E' ovvio che la durata di queste ultime opera- consente una regolazione fine della frequenza.
zioni dipenderà dall'entità di variazione che si Il circuito accordato, composto dall'induttanza
intende raggiungere. L2 e dal condensatore C4, deve essere regolato
Intendiamoci bene! L'operazione di strofinio sul- in base alla frequenza di oscillazione del quarzo.
la carta vetrata finissima, prima, e con la pasta In particolare, il condensatore C4 dovrà avere

10
culto squadratore una decade di divisione (cir-
cuito integrato IC2), che potrà essere impiegato,
12 a seconda delle esigenze, come divisore per 2 o
per 5 o per IO, a seconda delle modalità di col-
IC2
Hz USCIA
legamento, così come chiaramente interpretato
negli schemi elettrici di figura 9. Ciò permette-
rà, ad esempio, il collegamento con frequenzime-
tri più « lenti », in grado di valutare soltanto fre-
DIVIDE PER 1O
% quenze di I MHz al massimo, anziché 10 MHz
come risulterebbe necessario.
12l -1 1 l
1c2 W"
1
USCITA
COSTRUZIONE DELLE BOBINE

La bobina L l deve essere realizzata su un sup-


DIVIDE PER 2
1 porto di materiale isolante, cilindrico, del dia-
metro di 8 mm. Essa deve essere equipaggiata

14l
z.• con nucleo di ferrite regolabile.
La sezione del filo non costituisce un elemento
critico. Per esempio vanno bene tutti i fili di rame
smaltati di diametro compreso tra 0,1 e 0,5 mm.
Per quanto riguarda· il numero di spire possiamo
dire che, quanto più numerose esse sono, tanto
DIVIDE PER 5
3 più bassa diventa la frequenza. Per esempio, con
40 spire, un cristallo di quarzo da 7.500 KHz
di frequenza oscilla a 7.494 KHz.
Flg. 9 - l problema di riduzione della frequenza di o-
scillazione di un cristallo di quarzo è assai più difficile Per quanto riguarda la bobina L2, anche questa
di quello dell'aumento. Una piccola riduzione può esse- deve essere realizzata su un supporto cilindrico
re ottenuta caricando il cristallo con una Induttanza ed di materiale isolante; del diametro di 8 mm.,
aumentandone progressivamente il valore, ma ciò por-
terebbe il cristallo ad una condizione di Instabilità. Me- munito di nucleo d'i ferrite regolabile. Questa
glio dunque ricorrere ad una decade di divisione che, seconda bobina, a differenza della bobina Ll,
a seconda delle esigenze, potrà essere Impiegata come è formata da due avvolgimenti: quello di collet-
divisore per 2 o per 5 o per 10. Queste tre condizioni tore è composto da 25 spire di filo di rame smal-
si ottengono variando le modalità di collegamento delle
entrate e delle uscite dell'integrato IC2 di tipo 7490N. tato del diametro di 0,3 mm.; l'avvolgimento se-
Il condensatore C7, citato nell'elenco componenti In condario è invece- composto da sole 8 spire dello
corrispondenza del progetto di figura 6, ha Il valore di stesso tipo di. filo, avvolte subito dopo l'avvolgi-
10.000 pF. mento primario, alla distanza di 0,5 mm. circa
da questo.

COSTRUZIONE DELL'OSCILLATORE

Il circuito di prova dei cristalli di quarzo, il cw


una capacità di 330 pF, per i quarzi di frequenza schema elettrico è riportato in figura 6, verrà
compresa fra i3e i 6 MHz, mentre dovrà avere realizzato su circuito stampato, ricavandone il
un valore capacitivo di 120 pF per i cristalli con disegno della figura 8.
frequenza compresa fra i 6 e i 12 MHz. L'indut- Il piano costruttivo dell'oscillatore è riportato
tanza L2, provvista di nucleo di ferrite regola- in figura 7; l'uso del circuito stampato è d'ob-
bile, consente una taratura precisa in grado di bligo, sia per la presenza di due circuiti inte-
permettere l'oscillazione del quarzo. grati, sia per il fà:tto che si tratta di comporre
L'avvolgimento secondario della bobina L2 in- un circuito di alta frequenza.
via il segnale generato dall'oscillatore ad un cir- Si tenga presente che, sorgendo problemi di o-
cuito integrato digitale (trigger di Schmitt), che scillazione in fase di collaudo del dis,positivo,
provvede alla squadratura dell'onda sinusoidale, potrà essere necessario corregg ere leggermente
rendendola facilmente compatibile con qualsiasi il valore ohmmi co della resistenza R5, in modo
tipo di frequenzimetro digitale. da ottenere l'oscill azione con qualsiasi tipo di
Volendolo, sarà possibile aggiungere a tale cir- quarzo.

11
DALLA TENSIONE POSITIVA
ALLA TENSIONE NEGATIVA

CONVERTITORE
DI TENSIONE
L'impiego di tensioni di alimentazione di valore E' vero che anche questo ostacolo potrebbe es-
diverso e, assai spesso, di segno diverso, cioè ne- sere aggirato ricorrendo all'uso di più trasfor-
gative rispetto a massa, sono richieste da molti matori separati; tuttavia anche questa soluzio-
circuiti integrati operazionali o da circuiti digi- ne presenta i suoi svantaggi: prima di tutto quel-
tali MOS-LSI. lo dell'ingombro eccessivo e, in secondo luogo,
Il problema può essere risolto in laboratorio rea- quello della assoluta mancanza di indipendenza
lizzando una sezione alimentatrice con trasfor- dall'energia di rete-luce.
matore dotato di avvolgimenti secondari multi-
pli e di multiple regolazioni, in modo da otte-
nere tutte le tensioni necessarie, positive o nega- SOLUZIONI VARIE
tive, di cui si abbisogna.
Ma il ricorso all'alimentatore con trasformatore A seconda delle esigenze specifiche, il problema
non può sempre risolvere felicemente il proble- dell'alimentazione con diversi valori di tensione
ma. Perché il trasformatore può sollevare proble- e con la disponibilità di tensioni negative rispet-
mi di reperibilità o di prezzo eccessivo nel caso to a massa, può essere risolto in vari modi. Esa-
in cui questo debba essere appositamente pro- miniamoli.
gettato e costruito. In primo luogo si possono utilizzare più batte-

12
Su richiesta di molti lettori presentiamo un dispositivo in grado
di trasformare elettronicamente, con sistema completamente
statico, cioè privo di trasformatore, una tensione positiva, pro-
veniente da una qualsiasi sorgente di energia, in una tensione
negativa.

c Tensione negativa max. senza carico: 16 V


Tensione negativa con carico 10.000 ohm: 11 V
ettric Tensione negativa con carico 1.000 ohm: 10 V
Tensione negativa con carico 500 ohm: 9 V
(Questi dati sono stati da noi rilevati alimentando il circuito con la
tensione di 13 V).
Corrente max.: 10 mA
Freq. di lavoro: 60.000 Hz circa

rie. Questo tipo di risoluzione del problema im- titore a trasformatore. In questo caso si trasfor-
plica ovviamente una spesa di esercizio maggio- ma la tensione continua, prodot ta da una sola
re e uno spazio maggiore occupato. Essa risulta batteria, in un segnal e variabile che, a sua volta,
inoltre aggravata quando, in sostituzione delle può essere trasformato da un trasformatore che,
normali pile, si ricorre agli accumulatori rica- normalmente, è di tipo in ferrite.
ricabili al nichel-cadmio, di costo mediamente Con questa soluzione del problema si raggiunge
assai elevato. il vantaggio di poter facilmente produrre tutte
Una seconda soluzione del problema potrebbe es- le tensioni necessarie, anche se essa implica la
sere quella del ricorso ad un dispositivo conver- costruzione di un trasformatore particolare, di

13
R4

< Il $
TR1
4 .Il Jl.8 Il

7l
e

9
5
@
12-13V
re
f 2l I3

Cl C3 10-16V
+

e a a a a= (g
EVENTUALE
MASSA

Fig. 1 - Progetto del dispositivo in grado di trasformare a tensione continua di 13 V in una


tensione negativa di 16V (senza collegamento di carichi). II circuito integrato IC è di tipo 555,
mentre il transistor TR1 è di tipo BC207. I tre punti del circuito contrassegnati con le lettere
A-B-C sono quelli In cui i segnali assumono le forme d'onda riportate in figura 4. Il trimmer
potenziometrico R5 permette di controllare il punto di inizio di conduzione del transistor, cioè
il valore della tensione negativa generata.

concezione assai spesso critica. IL PROGETTO


Una terza soluzione del problema può essere rap-
presentata dall'uso di un circuito elettronico, di Il circuito di conversione di tensione da positiva
tipo completamente statico e, quindi, privo di a negativa è riportato in figura 1.
trasformatore di alimentazione. Questo circuito Esso non solo è in grado di trasformare una ten-
deve essere in grado di trasformare una tensione sione positiva in una negativa, ma anche di re-
positiva in un segnale variabile e, successivamen- golarne il valore comportandosi esso stesso da
te, tramite un accoppiamento capacitivo, in una stabilizzatore di tensione.
tensione continua negativa. Questa terza ed ul- L'unica limitazione imposta dal progetto di figura
tima soluzione è stata da noi prescelta nel pro- 1 va ricercata nélla massima corrente erogabile,
gettare il dispositivo di conversione di tensione che si aggira intorno ai 10 mA. Ma vogliamo pen-
positiva in negativa tramite circuito integrato. sare che, nella maggior parte dei casi pratici,
La preferenza accordata a questo sistema di con- l'assorbimento massimo di 10 mA debba ritener-
versione scaturisce dalla semplicità di realizza- si sufficiente per alimentare uno o due integrati
zione pratica dell'apparato, il quale non richie- operazionali, oppure a fornire la necessaria ten-
de alcun particolare trasformatore e neppure sione di polarizzazione a transistor o integrati di
difficili procedimenti di messa a punto o taratura. tipo MOS.

14
< COMPONENTI
Condensatori
C1 = 10.000 pF
I
zatore o di oscillatore ad onda quadra.
Data la versatilità di questo integrato, ci è stato
possibile utilizzarlo non solo per generare delle
onde quadre, ma anche per controllarne automa-
ticamente la frequenza tramite un sistema di con-
troreazione che consente di stabilizzare la ten-
C2 = 1F
C3 = 10F - 25 VI (elettrolitico) sione negativa prodotta.
A coloro che ancora non conoscessero questo
Resistenze famoso tipo di circuito integrato, rammentiamo
R1 = 4.700 ohm che esso può essere reperito in commercio con
R2 = 1.000 ohm sigle diverse, a seconda della Casa costruttrice.
R3 = 1.200 ohm
Per esempio: NE 555 - MC 1455 - SN 72 555.
R4 = 47.000 ohm
R5 == 470.000 ohm (trimmer)
Varie
IC = integrato tipo 555 FUNZIONI DELL'INTEGRATO
TR1 = BC207
D1-D2 = 2x1N914 Per meglio comprendere il comportamento del
dispositivo convertitore di tensione, converrà ri-
cordare le funzioni specifiche dell'integrato 555
utilizzato.
L'integrato IC è costituito internamente da due
comparatori di tensione che pilotano lo scatto
di un circuito bistabile. Collegando ai due com-
L'INTEGRATO 555 paratori il circuito di carica di un condensatore,
il circuito si trasforma in un oscillatore, la cui
Osservando lo schema elettrico di figura 1, è fa- frequenza dipende dal valore dei com:ponenti
cile dedurre che l'elemento principale del pro- del circuito di temporizzazione, rappresentato
getto è rappresentato dal circuito integrato IC. dalle resistenze Rl-R2 e dal condensatore Cl.
Esso è il ben noto integrato di tipo 555, chiamato L'uscita dell'oscillatore è rappresentata dal ter-
normalmente a svolgere le funzioni di temporiz- minale 3 dell'integrato IC e l'onda quadra ge-

USCITA
TENS. NEGATIVA
RL

Fig. 2 - Questo disegno relativo


al piano costruttivo del disposi-
tivo di conversione di tensione
positiva in tensione negativa as-
sume soltanto un valore indica-
tivo perché, a seconda delle e-
sigenze pratiche, la forma e le
ov dimensioni potranno acquisire a-
( MASSA ) spetti diversi.

15
Fig. 3 - Abbiamo riportato in questa figura il disegno del cir-
cuito stampato necessario per realizzare la costruzione del
convertitore di tensione. Le dimensioni sono in scala 1/1,
ma il lettore potrà intervenire su di esse nel caso di sosti-
tuzione dei componenti elettronici da noi prescritti con al-
tri di valore diverso.

nerata assume l'andamento caratteristico ripor- elemento attivo, il transistor TRl di tipo NPN.
tato in figura 4 A. Questo transistor è in grado di amplificare le va-
Il segnale, presente sul terminale 3 dell'integrato riazioni di" tensione, comportandosi come un am-
IC, viene trasferito, tramite il condensatore C2 plificatore d'errore. Infatti esso agisce sul termi-
in un circuito di rettificazione negativa, subendo nale 5 dell'integrato IC, che corrisponde alla
quindi uno slittamento della componente con- tensione di soglia dei due comparatori interni del
tinua. Il segnale presente sul punto B del pro- dispositivo. Conseguentemente si ottiene una va-
getto di figura 1 assumerà pertanto la stessa for- riazione della forma d'onda del segnale d'uscita
ma del segnale presente nel punto A, ma spo- che risulta più o meno simmetrica (figura 4 C).
stato di 12 V rispetto a quest'ultimo in senso La variazione d'onda fa variare a sua volta il va-
negativo. lore medio della tensione continua.
Inserendo a valle del circuito di rettificazione il Mediante regolazione del trimmer potenziome-
condensatore di livellamento C3, che è un con- trico R5 è possibile controllare il punto di 11z1o
densatore di tipo elettrolitico, è possibile ottene- di conduzione del transistor TR1 e, quindi, il va-
re sul punto C del circuito di figura 1 una ten- lore della tensione generata.
sione pressocché continua. Con l'inserimento di questo sistema di contro-
reazione è possibile regolare l'uscita della tensio-
ne negativa fra i valori di -10 V e 16 V
LA RETE DI CONTROREAZIONE circa, ottenendo contemporaneamente una sta-
bilizzazione del 5 con un assorbimento di cor-
All'apparenza potrebbero sembrare bassi i valori rente di 10 mA o, addirittura, dello 0,05% con
di 1 F o 10 F attribuiti ai condensatori C2 e un assorbimento di 0,2 mA.
C3; ma in realtà questi valori non sono bassi, L'alimentazione del dispositivo si ottiene con la
perché occorre tener presente che la frequenza tensione continua di 13 V ± 30%. Ciò significa
di oscillazione dell'integrato IC si aggira attorno che il circuito potrà essere convenientemente ali-
ai 60.000 Hz; si può concludere quindi che la mentato con batterie a 12 V.
reattanza capacitiva dei condensatori risulta più
di mille volte inferiore a quella che si otterrebbe
a 50 Hz. COSTRUZIONE DEL CONVERTITORE
Comunque, nonostante il valore elevato della
frequenza, quando si collega un certo carico sui Il progetto del convertitore è stato appositamen-
terminali del condensatore C3, si dovrebbe ve- te concepito per rappresentare una parte inte-
rificare una diminuzione della tensione negativa grante del sistema di alimentazione di uno stru-
disponibile. Ecco perché, allo scopo di ridurre mento portatile. Ciò significa che la realizzazione
gli effetti del collegamento con un carico ester- pratica del dispositivo verrà fatta tenendo conto
no e per consentire una regolazione della tensio- delle esigenze specifiche, cioè variando dimensio-
ne d'uscita negativa, si è inserita nel circuito una ni e forma costruttive, sostituendo qualche com-
rete di controreazione che tende a stabilizzare ta- ponente con altro di valore diverso e inserendo
le tensione. uno stadio triplicatore in sostituzione di quello
La rete di controreazione incorpora, in qualità di raddrizzatore-duplicatore. Nulla vieta comunque

16
«;r_ IL I
t
p
Per quanto riguarda i componenti elettronici pos-
siamo dire che non sussistono particolari proble-
mi teorici o di ordine commerciale.
L'integrato IC dovrà essere montato nel circuito
stampato nella sua posizione esatta. cioè tenendo
conto della tacca di riferimento che trovasi dalla

l . . , . I I
I II parte dei terminali 1-8 del componente: ciò è ben
visibile nel disegno del piano costruttivo ripor-
a
o...1 I I I I
tato in figura 2.
Uguale attenzione dovrà essere posta al transi-
stor TRI, tenendo conto che in questo compo-
I I I I
I I I
nente il terminale di emittore si trova in prossi-
I I I mità di una lieve smussatura sull'im·olucro ester-
I I
o no del componente; il terminale di base trovasi
I I I I
in posizione centrale fra quello di emittore e
© -12V
'h
l
'
1"e
- -1 - J - - - - - I - ~ - -
quello di collettore: anche questo particolare ri-
sulta ben evidenziato nello schema pratico di f-
I gura 2.
Abbiamo già detto che l'integrato di tipo 555
può essere reperito in commercio con sigle diver-
Fig. 4 - Questi tre diagrammi riflettono esattamente se, relativamente alla Casa costruttrice r:'-iE 555
l'andamento dei segnali presenti nei tre punti contras-
segnati con le lettere A-B-C del progetto di figura 1.
- MC1455 - SN 72 555).
Per quanto riguarda il transistor TRI possiamo
dire che qualsiasi componente, purché di tipo
al silicio ed NPN, può andar bene per questo pro-
getto. E' importante anche che il transistor TRI
venga scelto fra quelli caratterizzati da un buon
guadagno come, ad esempio. BC 107 - BC 2O7 -
di realizzare il dispositivo come urnta a sé stan- 2N2222 - 2N3704.
te, facendo riferimento al piano costruttivo da Ancora dobbiamo richiamare !attenzione del
noi riportato in figura 2. lettore durante il montaggio dei diodi D 1-D'.2 e
E' ovvio che per questo tipo di realizzazione pra- del condensatore elettrolitico C3: questi com•
tica il circuito stampato rappresenta un elemen- ponenti infatti sono di tipo polarizzato e debbo-
to d'obbligo. Il lettore potrà comporlo secondo no essere inseriti nel circuito ir rispetto delle
il disegno di figura 3. loro polarità.

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


L. 10.000
Caratteristiche
Circuito a due canali (note alte e basse) con
regolazioni indipendenti per ciascun canale.
Potenza massima di 660 W a 220 V.
Alimentazione in alternata da rete-luce.

17
Il comune telefono, quello installato nelle nostre
case, sia esso dì tipo a soprammobile o a muro,
è composto di due parti principali : quella fissa,
sulla quale trovasi il disco combinatore nume-
rato, e quella mobile, collegata alla parte fissa
tramite cavo flessibile, attraverso la quale si a-
scoltano o si inviano le informazioni.
La parte mobile del telefono viene definita, cor-
rettamente, con il termine di «microtelefono».
Questa è la parola esatta, anche se molto spesso
il microtelefono viene menzionato con una ter-
minologia assai varia ed impropria: cornetto te-,
lefonico, ricevitore telefonico, microfono, ecc.
Fissato questo punto, dunque, di carattere lin-
guistico, ci presentiamo questo mese ai nostri
lettori con un argomento molto semplice ma as-

LE
sai moderno: la costruzione di un microtelefono
e la sua applicazione all'apparato ricetrasmetti-
tore CB.
L'uso del microtelefono da parte dei CB, in que-
sti ultimi tempi, non può essere considerata una
semplice bizzarria oppure una moda. Perché la
possibilità di effettuare delle vere e proprie co-

PAGINE
municazioni radiotelefoniche consente di mante-
nere la segretezza del discorso, così come avviene
per il comune telefono che non concede nulla
della comunicazione a coloro che si trovano ad
una certa distanza dall'apparecchio. In secondo
luogo, il microtelefono nella stazione CB può
essere considerato come un dispositivo raziona-

DEL CB
le, il quale integra in un unico contenitore i due
trasduttori acustici necessari per il compimento
della ricetrasmissione: microfono e altoparlante.

VALIDITA' DI UNA FORMULA

Il comune telefono è ancor oggi, nell'era dell'elet-


tronica più avanzata, il principale sistema di co-
municazione fra gli individui. Perché nulla è
mutato nella struttura di base dell'apparecchio
telefonico dei tempi di Meucci e di Beli, anche
se i notevoli progressi tecnici e tecnologici hanno
introdotto dei veri e propri calcolatori nelle cen-
trali telefoniche.
La mancanza di innovazioni tecniche, almeno
appariscenti, nel sistema di comunicazione tele-
fonica, non è da attribuirsi ad una certa noncu-
ranza o ad una scarsa volontà di trasformazione
degli impianti, perché in realtà l'apparecchio te-
lefonico propostoci, fin dal lontano 1857 è ancor
oggi assolutamente valido, soprattutto se si tie-
ne conto dei vantaggi da esso ottenuti e dal suo
basso costo.
In questo articolo quindi anche noi riprendiamo
quella formula cominciando con l'interpretazio-
ne del concetto di microfono a carbone, che

18
MICROFONO DI
TIPO A CARBONE
costituisce uno dei trasduttori acustici più anti- variare la resistenza ohmmica al variare della
chi e più noti nel mondo delle telecomunicazioni. pressione su di esse esercitata da una lamina vi-
brante (membrana metallica).
La struttura del microfono a carbone è riportata.
IL MICROFONO A CARBONE in figura l. I grani di carbone sono contenuti in
una vaschetta racchiusa anteriormente dalla memn-
Il microfono, in generale, è un dispositivo che brana metallica, alla quale è collegato uno dei
serve a trasformare le onde sonore in correnti due elettrodi del microfono. L'altro elettrodo
elettriche. Viene utilizzato quindi per la trasmis- viene realizzato tramite una placchetta posta sul
sione telefonica della voce, per le trasmissioni fondo della vaschetta.
radiofoniche, per le registrazioni sonore, per l'in- Facendo passare attraverso il microfono una Cer-
cisione di dischi fonografici, ecc. ta corrente, è possibile ottenere, conseguente-
Il primo tipo di microfono è stato inventato da mente alle variazioni di resistenza dei grani di
Antonio Meucci al momento dell'invenzione del carbone, delle variazioni di tensione che rappre-
telefono. Allora si trattava di una lamina metalli- sentano appunto il segnale elettrico equivalente
ca sistemata di fronte ad un elettromagnete, nel al segnale acustico.
cui avvolgimento si manifestava la corrente mo- Ciò significa anche che il microfono a carbone,
dulata, che veniva inviata all'altro telefono e, da per funzionare, deve essere alimentato con una
quest'ultimo, riprodotta. Esso prese il nome di certa quantità di energia elettrica. In pratica
« microfono ad induzione». • dunque occorre fare in modo che una debole
Il vero primo microfono fu inventato da Edi- corrente elettrica scorra fra la membrana me-
son. E, sia pure perfezionato, questo microfono tallica, sistemata anteriormente alla vaschetta, i
esiste ancor oggi ed è conosciuto sotto la denomi- grani di carbone e la placchetta sistemata nel
nazione di « microfono a carbone ». fondo della vaschetta. Quando si parla davanti
Il funzionamento di questo tipo di microfono si al microfono, si provocano delle deformazioni
basa sulla proprietà delle polveri di carbone di della membrana metallica che. a sua volta, com-

A tutti quei CB che iniziano a muovere i primi passi nel settore


delle radiotrasmissioni non ci stancheremo mai di consigliare
l'uso del microfono di tipo a carbone, sia per il basso costo del
componente, sia per le ottime prestazioni che ne derivano.

19
Fig. 1 - La parte mobile del telefono, quella in cui risultano inseriti
l'auricolare e il microfono, prende il nome di microtelefono. L'im-
pugnatura è ovviamente la parte che collega i due elementi fonda-
mentali per l'ascolto e la trasmissione della parola.

prime più o meno l'insieme di grani di carbone, ovviamente riferimento al settore delle teleco-
facendo variare la resistenza del conduttore (gra- municazioni e non certo a quello della riprodu-
ni di carbone) al passaggio della corrente. Le zione sonora ad alta fedeltà, sono almeno tre:
variazioni di tensione ottenute contengono l'in-
formazione sonora. 1°- econom1a
Si può concludere dicendo che il microfono a 2°- elevata efficienza
carbone trasforma l'energia meccanica (sonora)
in energia elettrica (informazione) soltanto se 3° - larghezza di banda.
esso viene alimentato elettricamente.
Il primo vantaggio non necessita di alcun com-
mento. Il secondo vantaggio invece interpreta
ELEVATA EFFICIENZA la possibilità di fornire un segnale già sufficien-
temente ampio da poter pilotare, senza particolari
I vantaggi offerti dal microfono di tipo a carbo- accorgimenti elettrici od elettronici, apparati di
ne, rispetto agli altri tipi di microfoni, facendo trasmissione radio o telefonici.

COPERCHIO
CONTENITORE

Fig. 2 - Sezione di un microfono di


tipo a carbone, la cui invenzione ri-
GRANI sale a Edison e che, ancor oggi,
viene considerato uno dei migliori
CARBONE microfoni per trasmissioni radiofo-
niche. Il suo funzionamento si basa
sulla maggiore o minore compres-
sione, ad opera di una membrana
metallica, di una piccola quantità di
polvere di carbone.

20
-- 1
A Fig. 3 - In questo disegno vengono confrontate due
curve di altrettanti microfoni. La linea continua inter-
\ preta la risposta di un microfono a carbone, quella
\ tratteggiata si riferisce alla risposta di un microfono di-
namico.
0,5 5 10 20
I
100HZ ( FREO. KHZ )

LARGHEZZA DI BANDA In seguito a tali asserzioni, alcuni CB potranno


considerare un'assurdità la trasmissione della vo-
Alcuni CB credono, erroneamente, che la quali- ce umana con tonalità variata, quando può ri-
tà di una trasmissione radiofonica debba miglio- sultare e\: :isamente semplice trasmettere col si-
rare sostituendo il normale microfono con uno stema dell'alta fedeltà, che non altera in alcun
ad alta fedeltà ed accoppiando, ovviamente, il modo il tono della voce. Eppure le nostre con-
microfono stesso con un amplificatore ad alta side:::w:ioni hanno una validità tecnica.
fedeltà. Supponiamo di trasmette,e col sistema dell'alta
A tutti costoro rispondiamo nel modo seguente. fedeltà su una banda passante compresa fra i 50
Quando si vuol trasmettere esclusivamente la vo- e i 10.000 Hz. Ebbene, come si sa, la voce umana
ce umana, è sufficiente, ai fini di una perfetta occupa la gamma di frequenze comprese fra i
comprensibilità del messaggio, lavorare soltanto 300 e i 2.00') Hz.
in una ristretta gamma di frequenze, quella com- Ciò significa che la voce umana non interessa
presa fra i 300 e i 3.000 Zz, oppure fra i 500 e la prima parte della amma di frequenze hi-fi
i 2.000 Hz nel caso si possa tollerare una lieve nc!la misura di 300-- 50 = 250 Hz, mentre
variazione del tono della voce rispetto a quello sull'estremità destra non interessa la gamma di
originale. 10.000 3.000 = 7.000 Hz. Facendo la som-

]
PTT

R2

Ml
Fig. 4 - I microfono a carbone deve es-
sere alimentato per mezzo di una pila
._ PTT da 3 V. Il suo collegamento con l'entrata
del trasmettitore avviene tramite un tra-
sformatore (Tt) che provvede all'adat-
tamento di impedenza. Il trimmer R2 ha
Il valore di 1.000 ohm; esso serve a regolare il livello di bassa frequenza. Il trasformatore è del tipo di quelli
montati sullo stadio finale del ricevitori radio e degli ampliflcatorl BF transistorizzati con uscita in push-pull. An-
che Il collegamento del conduttori PTT è necessario per il completo funzionamento del microfono a carbone.

21
della potenza del trasmettitore viene utilizzata
per inviare nello spazio la voce umana. La rima-
nente parte di potenza del trasmettitore apporta
un ... beneficio alla rumorosità.
Chi lavora con un trasmettitore ad alta fedeltà
e potenza di 100 W, dovrà tener conto che i ri-
sultati ottenuti saranno identici a quelli raggiun-
ti da un trasmettitore con potenza di soli 9 W,
purché si trasmetta soltanto con la voce umana
nella gamma compresa fra i 300 e i 3.000 Hz.
Dalle considerazioni fin qui esposte è facile ar-
. guire che, quando si lavora nella gamma audio,
Flg. 5- II trasformatore adattatore di impedenza deve occorre limitare la banda di frequenze, utiliz-
essere collegato nel modo indicato In figura 8. Il ter- zando microfoni appropriati e scartando a prio-
minale centrale B deve rimanere libero. ri, ad esempio, il microfono ·del registratore,
che molti principianti adottano assai spesso con
deludenti risultati.
Facciamo anche notare che un ulteriore restrin-
gimento della bahda passante a 500 - 2.000 Hz
provoca l'effetto di una « compressione » del se-
ma di queste due gamme di frequenze inutilizza- gnale, perché in tale banda si può ritenere che
te (7.000 + 250 = 7.250 Hz), possiamo con- il suono venga distribuito molto uniformemente,
cludere dicendo che ben 7.250 Hz di banda pas- sfruttando ulteriormente e completamente le ca-
sante rimangono inutilizzati quando si trasmette ratteristiche del trasmettitore.
soltanto la voce umana. E queste frequenze van-
no soltanto a... vantaggio del rumore di fondo
e dei vari disturbi. CURVE DI RISPOSTA
In percentuale possiamo anche dire che, meno
del 30% dell'intera gamma hi-f viene utilizzata Possiamo ora concludere questa nostra esposi-
per la voce umana. zione teorica ricordando ancora una volta che,
Per quanto riguarda poi la potenza, ricordando nelle comunicazioni radiotelefoniche, è indispen-
la legge elettrica per la quale la potenza risulta sabile ridurre al minimo, nei limiti della com-
proporzionale al quadrato dell'ampiezza del se- prensibilità della parola, la banda passante' di
gnale, possiamo anche dire che soltanto il 9% trasmissione, sia per evitare il superaffollamento

T1
Fig. 6 - Per i meno esperti ricordiamo
che il trasformatore T1, necessario per
l'adattamento di impedenza tra microfo-
no a carbone ed entrata del trasmetti-
tore, non deve essere confuso con il tra-
sformatore d'uscita T2, che è quello che
TR PILOTA collega l'uscita del transistor finali con
4'altoparlante.

22
delle bande radio, sia per impedire che tutta la tro, che limitano la banda passante, mentre il
banda trasmessa, al di fuori di quella stretta- microfono a carbone può essere utilizzato diret-
mente indispensabile, vada a costituire « rumo- tamente, senza aggiunta di particolari circuiti e-
re », sprecando potenza in trasmissione e in ri- lettronici.
cezIone.
In figura 3 presentiamo la curva di risposta di
un microfono a carbone (linea continua) confron- IMPIEGO DEL MICROFONO A CARBONE
tata con quella di un microfono dinamico (linea
tratteggiata). E' evidente che l'impiego di un mi- L'unico inconveniente, presentato dal microfono
crofono dinamico nel settore delle comunicazioni a carbone, è dovuto alla necessità di una sorgen-
comporta l'adozione di particolari circuiti di fil- te di alimentazione esterna. Ma anche la bassa

IL RICEVITORE CB
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di montaggio a
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Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno In questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattivo,
ampiamente collaudato, di conce-
zlone moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26+28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

23
Fig. 7 - Sui mercati surplus è possibile reperire ancor
oggi un microtelefono identico a quello qui raffigurato,
cioè munito di gancio e di tasto PTT., Questo tipo di
microtelefono, ovviamente, deve essere usato quando
si vuol rinunciare alla capsula di ricezione, mentre si
accetta la ricezione attraverso l'altoparlante.

impedenza del componente non costituisce certo


un elemento qualitativo di questo microfono, per-
ché nel collegamento con i normali amplificatori
di bassa frequenza, esso richiede l'uso di un cir-
cuito adattatore di impedenza, realizzabile tra-
mite un trasformatore d'uscita per transistor,
collegato a rapporto inverso, oppure tramite uno
stadio transistorizzato.
In figura 4 presentiamo il circuito adattatore che
consente l'alimentazione del microfono a carbone
elevandone l'impedenza caratteristica.
Come si può notare, l'alimentazione del circui-
to è ottenuta per mezzo di una pila da 3 V, men-

RI P SA CJF;A
O ALTCP


PTT ~-==============ii
PTT

Fig. 8 - Questo circuito teorico


vuole anche esprimere il piano
costruttivo del microtelefono mu-
RE S MICRO
nito di microfono di tipo a car-
bone, trasformatore di adatta-
mento di impedenza ed auricola-
re. I due trimmer R1-R2 sono
entrambi da 1.000 ohm. R1 serve
per regolare il livello di ascolto
attraverso l'auricolare. R2 regola
il livello di bassa frequenza del
2 3 V microfono. Il pulsante PTT dovrà
MASSA essere collegato nel modo pre-
scritto dal costruttore del tra-
smettitore.
tre la corrente viene regolata dal potenziometro Sui microtelefoni di tipo a carbone di prove-
semifisso R2 collegato in serie al circuito. nienza surplus questo tasto risulta già incorpo-
E' ovvio che ci si potrà sempre servire dell'ali- rato (figura 7).
mentazione proveniente dal trasmettitore, purché Il pulsante PTT, che nello schema di figura 8
la corrente venga opportunamente limitata a po- risulta con un terminale a massa. dovrà essere
chi milliampère tramite una resistenza collegata ovviamente collegato nel modo prescritto dal co-
in serie con l'alimentatore. struttore del trasmettitore.

ADATTAMENTO DI IMPEDENZA COSTRUZIONE DEL MICROTELEFONO

L'adattamento di impedenza fra il microfono a Il piano costruttivo del microtelefono è riportato


carbone e l'entrata della stazione CB si ottiene in figura 8.
tramite il trasformatore Tl che, in pratica, è Lo abbiamo denominato piano costruttivo anche
rappresentato da un trasformatore pilota per se, per la verità, si tratta di uno schema elettri-
push-pull finale, così come indicato nel semplice co. Ma la semplicità di realizzazione non richie-
schema di figura 5. de altre interpretazioni. Perché il passaggio dallo
Si noti che il collegamento tra microfono e tra- schema di figura 4, cioè dal microfono a carbone,
smettitore, così come indicato in figura 4, deve a quello di figura 8, cioè al microtelefono, è di
essere effettuato con cavo schermato, quando il una semplicità estrema. Infatti, il settore rela-
circuito di adattamento rimane in prossimità del tivo alla trasmissione rimane sempre lo stesso,
microfono; al contrario, se il circuito di adatta- mentre per la ricezione sarà sufficiente collegare
mento viene installato direttamente sull'entrata l'auricolare magnetico A alla presa-cuffia del
del trasmettitore, il collegamento con il microfo- trasmettitore, oppure direttamente sulla presa
no potrà essere effettuato con della comune trec- dell'altoparlante, in sostituzione di questo.
ciola. Per poter variare la sensibilità della capsula.
consigliamo di collegare, anche in serie con Tau-
ricolare, un trimmer potenziometrico da l 000
IL TASTO PTT ohm.
Ai più raffinati consigliamo l'impiego di un VOX
Sulla stessa impugnatura del microtelefono dovrà per il passaggio automatico parlo-ascolto, elimi-
essere sistemato il tasto PTT (Push To Talk = nando in tal modo l'aggiunta di un pulsante PTT
premere per parlare), necessario per la commu- che, sul microtelefono, potrebbe risultare antie-
tazione parlo-ascolto. stetico.

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


L 3 800
IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI TUTTI! ■ ■

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. Il saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, così
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce d 220 V.

Per richiederlo occorre inviare_ vaglia_o servirsi del modulo di c.c.p. n° 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano

25
ACCENSIONE ELETTRONICA

PER AUTO
Può venir spontaneo di chiedersi come mai l'ac-
censione elettronica non risulti oggi inserita su
tutte le automobili. Il perché è presto detto.
Per motivi di ordine economico. Basti pensare,
infatti, che in certi tipi di autovetture manca
spesso un piccolo accessorio che, invece, è comu-
Questo dispositivo, di tipo ad ne sulle vetture di classe. Vogliamo dire che una
maniglia, un portacenere, uno specchietto in più,
immagazzinamento d'energia, incidono sul prezzo di costo dell'automobile.
Quando le case automobilistiche, per battere la
incontrerà certamente i favo- concorrenza, debbono tenere i prezzi più bassi.
possibile. E questo risultato può essere raggiunto,
ri di molti automobilisti ap-
almeno in gran parte, eliminando taluni acces-
passionati di elettronica, an- sori e certi elementi di conforto per il conducen-
te e per i passeggeri.
che perché esso è stato par- Sulle vetture sportive, nelle quali non si bada
certo all'economia, il sistema dell'accensione e-
ticolarmente studiato per la lettronica ha soppiantato definitivamente quello
tradizionale. E ciò grazie ai moltissimi vantaggi
applicazione su autovetture che questo nuovo tipo di accensione offre rispet-
to a quello che tutti conoscono.
di serie. La realizzazione è
facile e la spesa modesta.
TENSIONE ALLE CANDELE

La funzione di qualsiasi dispositivo di accensio-


ne per auto è quella di fornire la necessaria ten-
sione alle candele, onde permettere la ionizza-
zione e, conseguentemente, lo scoppio della mi-

26
... PER
AUTO DI SERIE

scela compressa di aria-benzina contenuta nel Con il sistema di accensione tradizionale a rur-
cilindro. tore, l'energia viene immagazzinata induttiva-
Per oltre mezzo secolo l'industria automobilisti- mente nella bobina durante il tempo di chiusura
ca, per svolgere questo particolare compito nel dei contatti delle puntine platinate. Il valore e-
motore a scoppio, si è servita quasi esclusiva- satto di tale energia viene espresso tramite la
mente del ben noto sistema di accensione a rut- formula seguente:
tore, che consiste nell'interrompere, tramite con- LI
tatti meccanici (puntine), il flusso di corrente E
primaria attraverso la bobina di accensione (per 2
corrente primaria intendiamo la corrente che
scorre attraverso l'avvolgimento primario della nella quale «L» esprime il valore dell'indurtan-
bobina). za in henry della bobina, mentre I» misura
Questo vecchio sistema di accensione, estrema- il valore della corrente che scorre attraverso la
mente semplice ed economico e per questi mo- bobina nel momento di apertura delle puntine.
tivi accettato dall'industria automobilistica, com- Ma se la formula ora citata deve tener coma del-
porta alcune limitazioni di funzionamento. l'intensità di corrente valutata alJ'istame dell'a-
Per comprendere, sia pure non approfondita- pertura delle puntine, risulta evidente che. alle
mente, i problemi connessi con l'accensione del alte velocità, quando le puntine rimangono chiu-
motore a scoppio, è necessario ricordare i para- se soltanto per un breve istante, essendo basso
metri che determinano un buon funzionamento il valore di «I», la quantità di energia imma-
dell'accensione stessa. gazzinata risulta notevolmente ridona, perché la
corrente elettrica non fa in tempo a raggiungere
i valori massimi di equilibrio statico del circuito.
PARAMETRI DI FUNZIONAMENTO Ecco perché il sistema di accensione tradizio-
nale non consente di ottenere rendimenti ele-
Per ottenere l'accensione della miscela aria-ben- vati agli elevati regimi del motore.
zina all'interno di ogni cilindro ciel motore a Ma la diminuzione di energia elettrica s1 ver-
scoppio; è necessario fornire alle candele una cer- fica anche ai bassi regimi del motore. cioè ai
ta energia, tenendo conto che l'energia elettrica, bassi numeri di giri. Queste ulteriori dispersio-
fatta di tensione e corrente, deve garantire una ni di energia vanno ricercate sopratutto nell'ar-
certa tensione elevafa ed una certa quantità di co che si innesca sulle puntine e che, soltanto
corrente perché, altrimenti, non si ottiene una parzialmente, viene eliminato dal condensatore
completa ed uniforme combustione. collegato in parallelo con le puntine. L'arco pro-

27
e:(
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I ► ATR2
<(
Fig. 2 - Questo disegno riprodu- r
ce In grandezza naturale la ba- LJJ
setta del circuito stampato con I l-
vari componenti elettronici che be
partecipano alla composizione dei
LJJ
(/)
progetto del dispositivo per ac-
censione elettronica. I punti con-
o::
o
trassegnati con i numeri 1-2-3-4
dovranno essere collegati con
:
l'apposita morsettiera disegnata <(
sul piano costruttivo di figura 3. _J
_J
<(

4
Fig. 1 - Il dispositivo per l'accensione elettronica del motore a scoppio è quello contenuto
nelle linee tratteggiate. La sua applicazione all'autovettura consiste nell'eliminazione del col-
legamento fra uno dei due morsetti della bobina e il ruttore (linea a doppio tr atteggio). I quat-
tro punti di collegamento del circuito assumono la stessa numerazione nel piano costruttivo
di figura 3. Le resistenze R1 -R2 devono avere una potenza di dissipazione rispettivamente di
3 W e 1 W, mentre le resistenze R3, R4 sono di tipo normale.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Semiconduttori
CI 100.000 pF - 500 VI TR1 = BSV15
Resistenze TR2 = BUY72 (BUY73)
R1 = 68 ohm - 3W D1 = BAY44
R2 = 180 ohm- 1 W D2 = BXZSS (zener)
R3 = 18 ohm W D3 = BAY44
R4 = 100 ohm - / W D4 = BZY93 (zener - 24 V - 1 0 W)

29
ZENER

Fig. 3 - Piano costruttivo


del dispositivo per accen-
sione elettronica del mo-
tore a scoppio dell'auto-
vettura. Tutti gli elementi
che concorrono alla com-
posizione del circuito ri-
sultano inseriti in un con-
tenitore metallico molto robusto nel quale, per irrigidire e proteggere il circuito, si potrà versare della resina
isolante. L'anodo del diodo D4 deve rimanere in contatto elettrico con il contenitore; esso non necessita quindi
di alcun Isolamento. Il transistor di potenza TR2, invece, deve rimanere isolato dal contenitore per mezzo di
alcuni foglietti di mica; esso risulta applicato sulla parte esterna del contenitore.

voca anche l'usura rapida dei contatti, aumen- getto di usura col passare del tempo e che non
tando ulteriormente le perdite e provocando sfa- può provocare archi o perdite di energia, con-
samenti nefla messa a punto del motore, con un sentendo una più precisa e stabile messa a punto
minor rendimento di quest'ultimo. del motore.
Da questa rapida esposizione del funzionamento
del nostro sistema di accensione elettronica sca-
VANTAGGI DELL'ACCENSIONE turisce immediato il concetto di maggiore ener-
ELETTRONICA gia disponibile sia a bassi sia ad alti regimi, per-
ché la commutazione avviene più velocemente
Buona parte degli inconvenienti, che si verifica- e perché non vi sono perdite dovute ad ossida-
no con le accensioni di tipo tradizionale, posso- zione ed usura dei contatti. Con il sistema di ac-
no essere eliminati o, almeno, ridotti, con il si- censione tradizionale, invece, le puntine platina-
stema dell'accensione di tipo elettronico. te sono soggette ad una forte usura, perché, do-
Prima di elencare i vantaggi e gli svantaggi dei vendo esse interrompere un flusso di corrente
due sistemi di accensione, vogliamo appena ri- di alcuni ampère, con l'andare del tempo esse
cordare che il principio di funzionamento del no- si deteriorano, peggiorando sempre più il rendi-
stro sistema di accensione elettronica di tipo ad mento dell'accensione. II passaggio della debole
immagazzinamento d'energia è analogo a quello corrente, che si verifica con il sistema dell'accen-
di tipo a ruttore. La differenza consiste nella sione elettronica, garantisce una maggiore durata
sostituzione dell'interruttore meccanico, con un delle puntine platinate e la loro liberazione dalle
interruttore elettronico, che non può divenire og- sovratensioni di apertura che provocano archi voi-

30
taici. Dunque, anche la regolazione dell'antici- IL CIRCUITO ELETTRICO
po del motore risulta più precisa e più stabile nel
tempo. Il sistema di accensione transistorizzata per auto
Un altro vantaggio derivante dall'accensione e- ha incontrato agli inizi alcune difficoltà di diffu-
lettronica del motore consiste nella facilità di sione, soprattutto a causa della non assoluta af-
avviamento, soprattutto nella stagione invernale fidabilità dei componenti elettronici impiegati.
e quando la batteria non è più giovane; ciò per- Poi, con il passare del tempo, e con l'avanzare
ché non esistono archi a basso numero di giri del del progresso tecnologico, l'induscria elettronica
motore e, quindi, perdite di energia. ha provveduto a colmare tale lacuna, realizzan-
Con l'accensione elettronica poi migliora il ren- do dispositivi robusti, in grado di sopportare no-
dimento complessivo del motore, che denuncia tevoli variazioni termiche e di resistere a sovra-
inevitabilmente un minor consumo di carburan- tensioni di entità non indifference.
te a tutti i regimi, perché la combustione della Il circuito proposto ai nostri lettori utilizza, in
miscela risulta più completa. Anche le candele qualità di commutatore, un transistor di poten-
vantano una vita più lunga, perché sono sempre za, realizzato appositamente dalla Siemens per
in grado di garantire la scintilla anche quando impieghi severi, quali quelli tipici delle accen-
gli elettrodi risultano distanziati più del normale sioni elettroniche dei motori a scoppio.
o incrostati. Osservando lo schema elettrico di fgura l, si
La stessa bobina rimane integra per lungo tem- può subito notare che le modifiche da apportare
po, perché non è soggetta a riscaldamenti e, quin- all'impianto di accensione dell'auto sono molto
di, a diminuzioni delle proprietà isolanti dell'o- semplici. Infatti, si tratta di fare in modo che la
lio che circonda gli avvolgimenti. bobina, anziché essere interrotta dalle puntin

LA RADIO DEL PRINCIPIANTE


DUE APPARATI IN UNO
RICEVITORE RADIO
+ AMPLIFICATORE BF
PER ONDE MEDIE
PER MICROFONO
PER PICK-UP

Con questa interessante scatola di montaggio


vogliamo, ancora una volta, spianare al lettore IN SCATOLA DI MONT
principiante il terreno più adatto per muover-
si inizialmente, per mettere alla prova le pro- L. 9.500 (senza altoparlante}
prie attitudini e con esse, godere il risultato
di un lavoro piacevole e utile. L. 10.400 (con altoparlante)

ll kit permette la realizzazione di un ricevitore radio ad onde medie, con ascolto in altoparlan te e,
contemporaneamente quella di un amplificatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita di t W
circa, da collegare con microfoni od unità fonografiche, piezoelettriche o magnetiche.

31
Fig. 4- E' qui riprodotto il dise-
gno in grandezza naturale del
circuito stampato necessario per
comporre il progetto del dispo-
sitivo per accensione elettronica
del motore dell'autovettura.

del ruttore, venga interrotta dal transistor di po- volgimento secondario l'energia precedentemente
tenza TR2. immagazzinata e generando la scintilla di ac-
Il funzionamento del circuito di figura 1 è molto censione fra gli elettrodi della candela.
semplice e può venire così compendiato. Quan- Il circuito di figura 1 è disseminato di diodi, che
do i contatti delle puntine sono chiusi, il tran- provvedono a proteggere in vari punti il circuito
sistor TRI, che è di tipo PNP, viene mandato in stesso. I diodi zener impediscono alle forti sovra-
saturazione dalla corrente che giunge alla sua tensioni, originate dall'apertura della bobina, di
base attraverso la resistenza R2. danneggiare i semiconduttori.
La saturazione del transistor TRI provoca un
passaggio di corrente attraverso la resistenza R3
e la base del transistor di potenza TR2 che, a REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
sua volta, viene a trovarsi in saturazione (per sa-
turazione intendiamo la conduzione completa Il montaggio dell'accensione elettronica non ri-
del transistor). chiede alcuna difficoltà dal punto di vista elet-
In queste condizioni l'avvolgimento primario del- tronico, mentre necessita di alcune precauzioni
la bobina di accensione, quello alimentato con la di tipo meccanico.
tensione della batteria di 12 V, viene percorso da Il lettore, prima di accingersi alla realizzazione
una corrente che raggiunge rapidamente il suo pratica di questo progetto, deve avere bene in
massimo valore a causa della completa condu- mente che essa sarà soggetta, durante il funzio-
zione del transistor TR2. Nella bobina viene namento, alle notevoli vibrazioni e sollecitazioni
quindi immagazzinata una energia la cui entità meccaniche dell'autovettura in corsa, che pos-
è stabilita dalla solita formula: sono essere in grado di interrompere facilmen-
te quei conduttori e quegli elettrodi dei compo-
LI nenti che non risultassero ben ancorati.
E Molte Case costruttrici preferiscono incapsulare
2 il circuito elettronico completamente in resina.
Quando i contatti del ruttore vengono aperti, la In pratica, dopo aver controllato il preciso fun-
resistenza Rl porta all'interdizione il transistor zionamento del dispositivo, esso potrà essere in-
TRI, il quale non conduce corrente. Non essen- teramente affogato in una sostanza isolante che
doci corrente attraverso la base di TR2, anche verrà versata dentro il contenitore (figura 3).
questo secondo transistor si trova all'interdizio- Sulla basetta del circuito stampato (figura 2) ri-
ne. consentendo alla bobina di scaricare sull'av- sultano inseriti tutti i componenti elettronici al-

32
l'infuori del transistor di potenza TR2 e del dio-
do zener D4. Questi due componenti, infatti, ne-
cessitano di un continuo raffreddamento durante
il loro funzionamento. Ecco perché, come è dato
a vedere in figura 3, essi sono montati diretta-
'OSCILLATORE
mente sul contenitore metallico. Tuttavia, men-
tre per il diodo zener D4 non è necessaria alcuna
MORSE
precauzione di isolamento, perché l'anodo del Necessario a tutti i candidati alla patente di
componente è a massa, cioè in intimo contatto radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
con il contenitore metallico del dispositivo, che
codice Morse.
deve essere collegato con la massa del motore del-
l'autovettura, per il transistor di potenza TR2
occorre provvedere ad un perfetto isolamento
dei suoi elettrodi, ricordando che il collettore è
rappresentato da tutta la massa metallica del
transistor stesso. Fra il corpo del transistor TR2
e il con teni tore metallico del dispositivo si do-
vranno interporre alcuni foglietti di mica, in mo-
do che il corpo del semiconduttore non provo-
chi alcun contatto con il contenitore metallico;
anche i fori di passaggio dei due elettrodi di e-
mittore e di base dovranno avere un diametro
tale da garantire l'isolamento dei conduttori. Le
viti che fissano per mezzo di dadi il corpo del
transistor al contenitore metallico dovranno es-
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
sere munite di rondelle isolanti, in modo da non
stabilire alcun contatto con il metallo del con-
duttore.
L 11.500
MONTAGGIO SULL'AUTOVETTURA II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici
n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer
potenziometrici - n. 1 altoparlante- n. 1 cir-
Il montaggio dell'accensione elettronica sull'au- cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n. 1
tovettura verrà fatto mediante un solido anco- pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas-
sina fllo flessibile, per collegamenti - n. 1 ma-
raggio metallico in prossimità della bobina, in
tasslna filo-stagno.
modo che i collegamenti risultino molto corti,
cioè in grado di evitare dispersioni di energia e-
lettrica.
CARATTERISTICHE
Dal contenitore del dispositivo (figura 3) escono
quattro fili conduttori. La loro numerazione è Controllo di tono
sempre la stessa nei due disegni di figura I e f- Controllo di volume
gura 3. Il conduttore contrassegnato con il nume- Ascolto in altoparlante
ro I deve essere collegato con il morsetto a 12 V Alimentazione' a pila da 9 V
della bobina, cioè con il morsetto che va a colle-
garsi con la batteria. I terminale contrassegna-
to con il numero 2 andrà a collegarsi con il rut-
tore. Quello contrassegnato con il numero 3 va
collegato con l'altro morsetto della bobina, men-
tre il terminale 4 deve essere collegato a massa.
Inoltre si dovrà interrompere il collegamento fra
il ruttore e la bobina che, nello schema elettrico
di figura I, è rappresentato da una linea tratteg-
giata.

33
WATT METRO

Il wattmetro di bassa frequenza è uno strumento anche di un sistema di commutazione, che con-
di valido aiuto per tutti gli appassionati dell'alta sente un rapido collegamento con il box di alto-
fedeltà o, comunque, dei sistemi di riproduzione parlanti. In tal modo risulterà semplice valutare,
audio. ad una certa potenza, il volume di riproduzione
Con esso è possibile effettuare la misura della sonora di una cassa acustica ed eventualmente
potenza di uscita RMS, cioè del valore efficace, comparare la resa tra diversi sistemi di altopar-
su una resistenza d'uscita standard di 4,8 o 16 lanti.
ohm. Lo strumento che stiamo per presentare, in so-
Il valore della potenza d'uscita dell'amplificatore stanza, è un dispositivo che certamente entusia-
di bassa frequenza viene letto direttamente sul smerà tutti i nostri lettori appassionati della ri-
quadrante di uno strumento a larga scala. produzione audio.
Il nostro wattmetro di bassa frequenza dispone Prima di entrare nel merito dell'argomento, cioè

Con questo semplice dispositivo è possibile misurare la potenza


d'uscita di qualsiasi amplificatore BF, effettuando la lettura di-
rettamente sul quadrante di un microamperometro:

34
La misura della potenza d'uscita di un amplificatore di bassa
frequenza si ottiene applicando il segnale su un carico fittizio
che, a scelta, può essere di 4, 8 o 16 ohm. Il campo di misura,
con i valori indicati nell'elenco componenti, si estende fra O e
16 watt, ma componendo diversamente la scala del microam-
perometro il campo di misure potrà essere esteso fino a 20-
30-50 W.

prima di iniziare l'esposizione analitica del pro- larghezza di banda utilizzata. E' noto infatti che
getto e quelle del suo montaggio e della taratura, l'orecchio umano risulta molto più sensibile alle
riteniamo opportuno ricordare per sommi capi i frequenze medio-acute che non a quelle basse.
vari concetti con i quali vengono classificate le Ecco perché in un buon amplificatore di bassa
potenze sonore e che, a volte, creano confusio- frequenza, 1'80%, ed anche più, della potenza
ne fra coloro che debbono costruire o acquistare viene normalmente impiegato per pilotare il
un amplificatore di bassa frequenza. woofer, mentre soltanto il rimanente 20 serve
a pilotare il tweeter, cioè l'altoparlante che ri-
produce le frequenze più elevate. Dunque, se
Potenza di un amplificatore l'esame comparativo della potenza viene effet-
tuato con amplificatori di diversa banda passan-
La potenza di un amplificatore di bassa frequen- te, potrà accadere che, ad esempio. un amplif-
za può essere valutata almeno in tre modi diversi: catore da 5 W, riversando la quasi totalità della
sua potenza sulle note medio-acute. risulti allo-
1o valutazione ad orecchio
recchio umano assai più potente di un amplifica-
2o con dati Casa costruttrice tore da 10 W che ... spreca ben 8 W per la ripro-
3° - tramite misura strumentale. duzione delle note gravi.
Anche se la prova, che potrebbe sembrare fon- Se poi a tale evenienza si unisce la considera-
damentale, è quella dell'ascolto, quando si vuole zione precedentemente esposta di un diverso ren-
valutare la potenza ottenibile da un sistema di dimento dei vari altoparlanti, può accadere che
riproduzione audio, è assai facile prendere delle all'orecchio di un ascoltatore tecnicamente sprov-
solenni cantonate. veduto l'emissione sonora di una semplice ra-
La prova ad orecchio, infatti, risulta estremamen- diolina a transistor risulti più potente di quella
te critica e, per due diversi motivi, alquanto opi- di un sistema sonoro ad alta fedeltà.
nabile.
Prima di tutto perché il rendimento proprio del-
l'altoparlante gioca un ruolo determinante nella VALUTAZIONE DELLA POTENZA
trasformazione dell'energia elettrica in energia
acustica; per tale motivo assai spesso si è portati Come abbiamo già detto. il secondo sistema per
a credere che una installazione sonora, anche di valutare una potenza sonora è quello di attener-
prestazioni più scadenti, risulti di maggior poten- si ai dati forniti dal costruttore dell'impianto di
za rispetto ad un'altra che utilizza altoparlanti di riproduzione. Ma anche in questo caso. pur-
minor rendimento. troppo, è facile confondersi e sbagliare. perché
II secondo motivo della opinabilità della valuta- è possibile ottenere risultati diversi, anche per
zione ad orecchio della potenza sonora di un amplificatori uguali, se le prove non vengono
amplificatore a bassa frequenza va ricercato nella effettuate secondo uno stesso standard.

35
P

WATT

R1
S2 ✓---- ",:
8.11 µA

44.- -
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I
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16.ll. R4

8.n.
f
R5
4,n
y
R6

Fig. 1 • Questo dispositivo, atto a misurare la potenza efficace di un amplificatore di bassa


frequenza, deve essere inserito fra l'uscita dell'ampllflcatore e i suoi altoparlanti. La misura
si effettua commutando S1 nella posizione WATT e commutando 52 sul più adatto valore del
carico fittizio. I ponte di diodi al germanio trasforma il segnale alternato in uno di tipo unidi-
rezionale pulsante. Il microamperometro è di tipo a bobina mobile.

COMPONENTI
Resistenze Varie
R1 = 25.000 ohm (trimrner) D1-D2-D3-D4 = diodi al germanio (di qualsiasi
R2 = 25.000 ohm (trimmer)
R3 = 25.000 ohm {trlmmer) tipo)
R4 == 16 ohm uA = microamperometro (500 A fondo-scala)
R5 = 8 ohm S1 = commutatore (1 via - 2 posizioni)
R6 = 4 ohm S2 = commutatore (2 vie - 3 posizioni)

Per esempio, occorre prima di tutto avere le idee amplificatore di bassa frequenza è definita dalla
chiare e distinguere tra loro i tre tipi di potenze seguente formula:
citati dai costruttori, che sono i seguenti
P = V2eff. : R
1 ° potenza RMS o efficace
in cui R rappresenta il valore della resistenza
2 ° potenza di picco i
di carico dell'amplificatore.
3° potenza musicale
Il secondo tipo di potenza d'uscita dell'amplifi-
La potenza RMS, cioè la potenza efficace di un catore di bassa frequenza risulta definito tramite

36
la seguente formula: Da quanto ora esposto risulta evidente che, ad
esempio, un amplificatore da 10 Weff., denun-
Pp = Vp:R
ciati da una seria Casa costruttrice, può in real-
Con questa formula, dunque, si valuta il valore tà superare i 30-40 W musicali di un altro am-
della potenza di picco Pp quando sia noto il va- plificatore di bassa frequenza. Ecco perché, quan-
lore della tensione di picco V p, che è pari a 1, 41 do si vogliono effettuare delle misure comparati-
x Veff. Da questa formula si deduce che la po- ve di potenza tra due amplificatori, occorre che
tenza di picco risulta essere circa il doppio della entrambe le misure vengano effettuate con lo
potenza efficace. stesso sistema.

Fig. 2 - Questo disegno relativo al piano costruttivo del wattmetro per bassa frequenza as-
sume soltanto un carattere indicativo, perché il cablaggio potrà essere comunque composto.
E' invece assai importante destinare alle tre resistenze a filo RA-R5-R6 un certo spazio di ae-
razione. I trimmer potenziometrici R1-R2-R3 debbono essere regolati una volta per tutte in se-
de di taratura del dispositivo.

Il terzo tipo di potenza acustica viene definito VALUTAZIONE STRUMENTALE


dalla massima potenza che si riesce a ... spremere
dall'amplificatore anche solo per un breve istan- La valutazione della potenza efficace di un am-
te, cioè per pochi millesecondi e con notevoli di- plificatore di bassa frequenza può essere ottenuta
storsioni. senza applicazione alcuna di formule e molto

37
semplicemente con lo strumento qui presentato e re BF oppure sul circuito di misura.
descritto. Le resistenze di carico R4-R5-R6 sono del tipo
Il progetto dello strumento è riportato in figura 1. a filo; in teoria si dovrebbero utilizza re resisten-
Il suo funzionamento è basato sulla misura della ze di tipo non induttivo ma, trattandosi di fre-
tensione efficace che si viene a determinare sui quenze della banda acustica, anche le resistenze
terminali di un carico di resistenza R collegato di tipo a filo possono essere considerate come re-
con l'uscita di un amplificatore di bassa fre- sistenze ideali. In parallelo al carico risulta inse-
quenza. rito un circuito di misura, come abbiamo detto
Il circuito prevede la possibilità di commutare, commutabile con S2, che permette la taratura del
tramite S1, l'uscita dell'amplificatore con l'alto- fondo-scala del microamperometro con tutte le
parlante oppure con un carico fittizio la cui re- resistenze di carico.
sistenza può essere scelta, tramite il commutatore Il circuito di misura è composto da uno strumen-
S2, fra uno dei tre valori standard di 4,8 e 16 to a bobina mobile, adatto per la misura di cor-
ohm. E' ovvio che, all'atto pratico, S2 dovrà es- renti continue, del tipo da 500 A fondo-scala.
sere commutato sul valore pari a quello nomina- Lo strumento è collegato a valle di un ponte di
le dell'altoparlante o del box di altoparlanti. 4 diodi al germanio (D l-D2-D3-D4) il cui com-
Dunque, il nostro strumento di misura della po- pito è quello di trasformare il segnale alternato
tenza efficace, deve essere collegato fra l'uscita prelevato sui terminali della resistenza di carico;
dell'amplificatore di bassa frequenza e i suoi al- la trasformazione avviene in corrente pulsante
toparlanti. unidirezionale; essa è quindi adatta alla misura
Mediante SI si commuta l'uscita dell'amplif- tramite un microamperometro a bobina mobile
catore di bassa frequenza, cioè l'entrata del no- come quello prescritto per la realizzazione del
stro dispositivo, sull'altoparlante dell'amplificato- nostro dispositivo.

Chi non ha ancora costruito il nostro microtrasmet-

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Alimentazione: 9 Vcc
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military look con cinturino
Antenna AM: incorporata in ferrite
Antenna FM: telescopica estraibile
Corredo: auricolare + una pila da 9 V

±sa
glia o e.cp.n. j
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MuNo - Va• zurei,
±.e52.
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±

38
FORI DI AERAZIONE
I
@@@@@@@
BOX RESISTENZE

Fig. 3 - Coloro che vorranno se- AP


o a-
~
guire il piano costruttivo del dispo-
sitivo, da noi suggerito in figura 2,
dovranno anche comporre questo
z
l %
WATT n
o
~
_J
r
pannello frontale nel quale risulte-
ranno inseriti il commutatore S1, il
commutatore S2 e il microampero-
metro µA.

REALIZZAZIONE DEL PROGETTO R4 invece si collegheranno, in serie fra di_ loro,


due resistenze da 8,2 ohm, in modo da raggiun-
Pur trattandosi di una realizzazione atta a fun- gere il valore complessivo di 16,4 ohm. E' ovvio
zionare con segnali provenienti da amplificatori che, così facendo, i valori non sono esattamente
di bassa frequenza, il piano di cablaggio del no- quelli nominali di 4, 8, 16 ohm; ma ciò non deve
stro misuratore di potenza efficace non necessita assolutamente preoccupare perché. in «+
fase di
di alcuna schermatura dei cavi e ciò in virtù taratura del fondo-scala del microamperometro
dei bassi valori di impedenza in gioco e dei segna- si potrà tener conto di queste lievi variazioni•ohm-
li sufficientemente ampi. miche.
Il piano di cablaggio riportato in figura 2, dun- Per quanto riguarda gli altri componenti neces-
que, vuol rappresentare soltanto un suggerimen- sari alla realizzazione del progetto di figura I,
to di realizzazione pratica, che il lettore potrà possiamo dire che non sussistono particolari pro-
comunque comporre non sussistendo alcun pro- blemi di reperimento.
blema di natura critica. L'unica attenzione co-
struttiva dovrà essere rivolta alle tre resistenze
a filo R4-R5-R6, che dovranno essere montate TARATURA
in modo tale da garantire la loro continua e no-
tevole aerazione. Prima di considerare ultimato il lavoro costrut-
Per queste tre resistenze abbiamo prescritto, nel- tivo del dispositivo adatte, per la misura della
l'elenco componenti, i valori di 4,8, 16 ohm. Tut- potenza efficace degli amplificatori di bassa fre-
tavia, nel caso in cui questi particolari valori re- quenza, si dovrà procedere alla taratura del di-
sistivi non fossero facilmente reperibili in com- spositivo stesso.
mercio, il lettore potrà sempre ricorrere ai soliti Con i valori citati nell'elenco componenti risulta
accorgimenti del collegamento serie-parallelo di agevole la taraturà del fondo-scala dello stru-
più resistenze a filo di valori diversi. mento indicatore sul valore di potenza di 16
Per esempio, con il solo valore standard di 8,2 watt (figura 4).
ohm si può risolvere brillantemente il problema. Tenendo conto che la relazione tra potenza e
Infatti per la resistenza R5 si adotterà una sola tensione è di tipo a variazione quadratica, la
resistenza da 8,2 ohm. Per la resistenza R6 si scala dovrà essere composta secondo quanto e-
adotteranno due resistenze da 8,2 ohm collegate spresso nel disegno di figura -+.
in parallelo fra di loro, in modo da raggiungere Chi volesse ignorare il disegno da noi riportato
:1 valore risultante di 4,1 ohm. Per la resistenza in figura 4. potrà ugualmente comporre la scala

39
deducendo i valori delle potenze in corrisponden-
za con la percentuale della deviazione dell'indice
del microamperometro dalla seguente tabella:

Watt Deviazione %

16 100
14 93,56
12 86.,6
10 79
8 70,7
6 61,2
4 =n
30

3 43,3
2 35,37
1 25
0,25 12,5
0,1 7,9

Vediamo ora dettagliatamente i tre procedimenti


di taratura del dispositivo in corrispondenza delle
tre portate (4-8-16 ohm).

PORTATA 4 OHM

La taratura del dispositivo sulla portata 4 ohm


consiste nel regolare il trimmer potenziometrico
Rl in modo che l'indice del microamperometro
raggiunga il fondo-scala.
Il procedimento è il seguente. All'entrata BF del
nostro dispositivo si collega una sorgente di ten-
sione alternata ad 8 V, in modo da ottenere una
dissipazione di 16 W sulla resistenza R6. La sor-

Fig. 4 - La scala del microamperometro potrà essere com-


posta copiando integralmente questo disegno, oppure
ricorrendo alla tabella di valori riportata nel corso del-
1' articolo.

40
gente di tensione a 50 Hz - 8 V potrà essere rap- PORTATA 16 OHM
presentata da un comune trasformatore di ten-
sione (220 V - 8 V). La taratura del dispositivo sulla terza portata di
E' ovvio che il commutatore S1 dovrà essere 16 ohm si effettua in modo analogo, senza mai
posizionato su WATT, mentre S2 dovrà essere più toccare la posizione del trimmer Rl_. ma re-
posizionato su 4 ohm; il trimmer potenziometrico golando il trimmer R2 in modo che l'indice del
Rl deve essere regolato in modo che l'indice del microamperometro raggiunga la posizione di fon-
microamperometro raggiunga il fondo-scala. do-scala. La tensione alternata che si dovrà ap-
plicare all'entrata del dispositivo urne questa
volta il valore di 16 V. '
PORTATA 8 OHM Finisce così la messa a punto del nostro strumen-
to di misura della potenza efficace degli ampli-
In maniera analoga, mantenendo commutato Sl ficatori di bassa frequenza. Coloro che dovessero
su WATT, e commutando questa volta S2 su eff et tu are misure di potenze superiore ai 16 W
8 ohm, si effettua questo nuovo procedimento potranno tarare lo strumento su diversi valori di
di taratura sulla seconda portata del dispositivo. fondo-scala, per esempio sui valori di 20. 30 o 50
L'entrata di bassa frequenza del nostro apparato W. Si tratterà di comporre una scala del micro-
dovrà essere collegata questa volta con una sor- amperometro in modo diverso da quella da noi
gente di tensione alternata del valore di 11,3 V. descritta, seguendo ovviamente sempre lo stesso
Senza toccare la posizione assunta precedente- sistema, cioè tenendo conto delle formule prece-
mente dal trimmer Rl, si regola ora il trimmer dentemente espresse e della variazione quadra-
R3 in modo che l'indice dello strumento raggiun- tica dei valori delle potenze sulla scala indica-
ga la posizione di fondo-scala. trice.

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o ",

41
DUE PORTATE
0,4- 20 Vcc
2-100 Vc

Questo dispositivo altro non è che un rivelatore


di tensione a soglia, cioè un apparato che tiene
sotto controllo il valore della tensione di una
qualsiasi apparecchiatura, pile, batterie, strumen-
ti di misura, ecc.
In pratica, quando il valore di una tensione sotto
RIVELATORE
controllo diminuisce oltre un valore prestabilito,
un relé, che rappresenta l'elemento d'uscita del
progetto, scatta, mettendo in azione un qualsiasi
sistema di allarme acustico, ottico od elettrico.
I valori di soglia prefissabili vengono suddivisi,
tramite apposito commutatore, in due diverse
TENSIONE
portate: la prima di queste si estende fra 0,4 e

DI SOGLIA
20 V, la seconda fra 2 e 100 V.
Coloro ai quali interessassero i controlli di valori
di tensione diversi da quelli compresi nelle due
possibili portate del rivelatore di tensione, po-
tranno facilmente trasformare il progetto in un
dispositivo per uso personale: basterà infatti mo-
dificare il valore delle resistenze d'entrata e di po-
larizzazione per attribuire alla soglia il valore
desiderato.
Quando la tensione presente sul terminale in-
verting, cioè sul terminale 2, risulta maggiormen-
FUNZIONAMENTO DEL (A741 te positiva rispetto a quella presente sul termi-
nale non inverting, cioè sul terminale 3, l'uscita
La funzione di comparazione viene svolta nel dell'amplificatore operazionale diviene negativa
progetto in maniera precisa da un amplificatore a causa della inversione del segnale ottenuta
operazionale divenuto ormai popolarissimo an- dalla « prevalenza » della tensione sul termi-
che fra i nostri lettori: il A741. nale 2 rispetto a quella sul terminale 3. Tale
Questo amplificatore è caratterizzato dalla pre- fenomeno prende le sue origini nell'essenza stes-
senza di 2 entrate, che sono collegate con uno sa della struttura differenziale dell'operazionale
stadio differenziale. Le 2 entrate prendono ri- µA741.
spettivamente i nomi di « inverting » e «non
inverting ».
Il primo ingresso, cioè l'ingresso inverting, fa ca- CIRCUITO DEL RIVELATORE
po al terminale 2 dell'integrato IC; il secondo
ingresso, cioè l'ingresso non inverting, fa capo Dalle considerazioni or ora ricordate e dafl'esarne
al terminale 3 dell'integrato IC, così come si dello schema elettrico del circuito riportato in
può vedere nello schema elettrico del progetto del figura 1 distende immediato e facile il principio
rivelatore di tensione a soglia di figura 1. di funzionamento del rivelatore di tensione.

42
Il rivelatore di tensione di soglia è un apparato che può rivelar-
si indispensabile in moltissime occasioni, quando si debbano
tenere sotto controllo le tensioni di alimentazione di particolari
apparecchiature elettroniche. La segnalazione d'allarme, pilo-
tata da un relé, può essere di tipo meccanico, ottico od acustico.

Innanzitutto occorre notare che l'integrato pA741 L'effetto della conduttività del transistor TRl,
risulta alimentato con tensioni duali; cioè, il ter- che è di tipo NPN, sarà ovviamente l'eccitazione
minale 7 dell'integrato IC risulta collegato con del relé RL e la conseguente chiusura dei suoi
la sorgente di tensione positiva rispetto a massa, contatti utili, in grado di far intervenire un al-
mentre il terminale 4 risulta collegato con la ten- larme o altro automatismo.
sione di alimentazione negativa esattamente sim-
metrica rispetto a quella presente sul terminale 7.
Con questo sistema di alimentazione del circuito PARTICOLARITA' TECNICHE
del rivelatore di tensione a soglia è possibile con-
trollare, in entrata, tensioni positive o negative, L'analisi particolareggiata sul comportamento del-
entro i limiti stabiliti dalle tensioni di alimenta- l'operazionale A741 non ci ha permesso di
z1one. soffermarci su alcune altre particolarità del pro-
Nel caso del nostro progetto l'ingresso non in- getto del rivelatore a soglia degne di nota.
verting ( terminale 3) è collegato al potenziale di Per esempio, il commutatore SI, che pennette di
massa attraverso la resistenza R6, cioè risulta usufruire di due portate in entrata del disposi-
collegato con la tensione di riferimento di O V. tivo, non proibisce di inserire, a piacere un
Il terminale inverting viene invece polarizzato maggior numero di portate, in modo che ciascu-
con una tensione negativa regolabile, tramite il no possa adattare il rivelatore a soglia alle pro-
potenziometro R4, fra 04 e 20 V circa. prie esigenze. In tal caso, lo abbiamo già detto,
Quindi, finché la tensione si mantiene al di sopra si deve variare il rapporto fra le resistenze di
del valore di soglia stabilito dal potenziometro entrata e di polarizzazione in misura appropriata.
R4, sul terminale 2 dell'integrato IC si viene a Una seconda particolarità del progetto è costi-
determinare una tensione di valore superiore a tuita dalla presenza dei due diodi di protezione
quello di O V presente sul terminale 3 dell'inte- D1-D2. Questi diodi impediscono che la diffe-
grato IC e, conseguentemente, per effetto della renza di tensione tra i due ingressi differenziali
caratteristica di « inverting » di tale ingresso, superi il valore di 0,6 V. Dunque, i due diodi
l'uscita 6 dell'integrato IC risulterà negativa, cioè D1-D2 preservano il circuito integrato IC da ac-
tale da mantenere il transistor TRl all'inter- cidentali sovratensioni in entrata.
dizione. Come conseguenza di tale fenomeno, il. Un terzo diodo di protezione è rappresentato dal
relé RL, che costituisce l'elemento d'uscita del componente D3. Esso limita la tensione inversa,
progetto di figura 1, risulta diseccitato. sulla base del transistor TR1, al valore di 06 V,
Al contrario, non appena, per effetto di un ab- quando invece per effetto dell'uscita negativa
bassamento della tensione di ingresso al di sotto potrebbe raggiungere i 18 V circa. distruggendo
del valore della tensione di soglia prestabilita, si inevitabilmente il transistor TRl.
ottiene, sul terminale 2 dell'integrato IC, una Il progetto di figura 1 contempla inoltre la pre-
tensione negativa rispetto a massa, cioè a quella senza di un quarto diodo {D4. Anche questo e-
presente sul terminale 3 dellIC, l'uscita dell'o- lemento funge da componente di protezione ed
perazionale pA741 cambia stato, divenendo quin- impedisce alle extratensioni di apertura, provo-
di positiva e costringendo alla conduzione il tran- cate dalla diseccitazione del relé RL, di raggiun-
sistor TRl. gere il transistor TRl e provocarne la distruzione.

43
)+

l[E (O} OV

Fig. 1 - Questo dispositivo di rivelatore di tensione di soglia fa scattare il relé RL quando il


segnale in entrata, applicato con sistema diretto, o tramite sensore, scende al di sotto di un
valore prefissato. Il commutatore St permette di servirsi di due possibili portate. La tensione
di soglia viene regolata tramite il potenziometro R4. Con il trimmer potenziometrico R8 si re-
gola la corrente di eccitazione del relé in funzione del modello impiegato.

COMPONENTI
Condensatore Semiconduttori
C1 = 4.700 pF IC = A741
TR1 = 2N1711
Resistenze
D1 = OA202 oppure 1N914
R1 = 50.000 ohm
R2 = 10.000 ohm
D2 = OA202 oppure 1N914
R3 = 220 ohm D3 = IN4004 (BY126)
R4 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) D4 = IN4004 (BY126)
R5 = 10.000 ohm
R6 = 5.600 ohm Varie
R7 = 680 ohm S1 = commutatore (1 via - 3 posizioni)
R8 = 500 ohm (trimmer) RL = relé (330 ohm)

Fig. 2 - I plano di cablaggio del rivelatore di tensione di soglia fa uso di un circuito stampa-
to, che il lettore potrà comporre servendosi di questo stesso disegno riprodotto in grandezza
naturale; lo stampato deve essere ovviamente ribaltato in fase di riproduzione. St commuta

l'entrata del dispositivo sulle due possibili portate. l<I potenziometro R4 controlla il valore del-
la tensione di soglia.

44
Un'ulteriore particolarità del progetto di figura rio servirsi di un semplice alimentatore da rete,
I è costituita dal filtro « antirumore », attuato del tipo di quello presentato in figura 3.
dal condensatore Cl, che mantiene il rivelatore L'alimentatore prevede l'uso di un trasforma-
a soglia praticamente immune da superamenti tore (Tl) dotato di un avvolgimento primario
del valore di soglia causati da disturbi molto adatto alla tensione di rete di 220 Vca; l'avvol-
rapidi, sovrapposti al segnale d'ingresso. gimento secondario deve essere dotato di presa
Facciamo notare per ultima la presenza della centrale e le due tensioni alternate presenti sui
resistenza semifissa R8 ( trimmer potenziometri- terminali estremi devono assumere, rispetto al
co). Questo elemento consente di aggiustare la terminale centrale, il valore di 24 V; la corren-
corrente di eccitazione del relé in funzione del te erogabile dall'avvolgimento secondario deve
modello impiegato, così da consentire la massi- aggirarsi intorno ai 200 mA.
ma flessibilità del dispositivo. L'alimentatore di figura 3 presenta la particola-
rità di essere stabilizzato mediante i due diodi
zener D3-D4 da 20 V- 1,5 W. Per essi possiamo
ALIMENTAZIONE consigliare il modello BZY95-C20. Questi due
diodi garantiscono una buona stabilità della soglia
Poiché il dispositivo di figura 1 necessita per la di riferimento del dispositivo, anche in presenza
sua alimentazione di due tensioni simmetriche di variazioni della tensione alternata di rete.
rispetto a massa, una negativa e l'altra positiva, I diodi DI-D2, le resistenze R1-R2 e i quattro
se non si vogliono usare troppe pile, è necessa- condensatori elettrolitici C1-C2-C3-C4 compon-

MASSA

20V 20 V
40 V

45
01
• ■
@20v

+
] I
I
21 T,
4Il 1
04 , Ic4 V

02 R2

COMPONENTI
C1 = 2.000 F - 50 VI (elettrolitico) D1 = BY126
C2 = 2.000 uF - 50 VI (elettrolitico) D2 = BY126
Cc3 = 500 F - 25 VI (elettrolitico) D3 = diodo zener 20 V - 1,5 W (BZY95-C20)
CA = 500 F - 25 VI (elettrolitico) D4 = diodo zener 20 V - 1,5 W (BZY95-C20)
T1 = trasf. d'alimentaz. (prim. 220 V - sec.
RI = 220 ohm - 1 W 24424 V- 200 mA)
R2 = 330 ohm - 1 W S1 = interrutt.

gono il filtro rettificatore, cioè il circuito che


trasforma la corrente alternata in una corrente
perfettamente continua. A valle dell'alimentatore
sono presenti i valori di tensione di + 20 Vcc e A
- 20 Vcc rispetto a massa.

COSTRUZIONE DEL RIVELATORE


La costruzione del rivelatore di tensione verrà
fatta seguendo il piano costruttivo di figura 2, do-
po aver ovviamente composto il circuito stam-
pato che, in figura 2 è rappresentato in grandezza
naturale; in pratica si tratta di capovolgere il Fig. 4 - Riportiamo in questo disegno i diodo zener
disegno e riprodurlo nelle misure originali. necessario per la realizzazione dell'alimentatore (ne
Raccomandiamo, durante il montaggio del di- occorrono due.) La distinzione tra l'elettrodo di anodo
(A) e quello di catodo (K) risulta evidente.
spositivo di inserire nel giusto verso i quattro dio-
di, tenendo conto della posizione della fascetta,

46
COSTRUZIONE DELL'ALIMENTATORE

Non abbiamo riportato il piano costruttivo del


progetto dell'alimentatore di figura 3, perché ab-
biamo ritenuto questo lavoro molto semplice an-
Fig. 3 - Progetto dell'alimentatore separato adatto al che per un principiante.
collegamento con il dispositivo presentato e descritto
in queste pagine. L'uso di questo circuito evita l'impie-
L'importante è far bene attenzione a non creare
go di un eccessivo numero di pile. cortocircuiti, cioè a isolare bene i conduttori di
rete a 220 V nel caso in cui l'alimentatore venga
inserito in un contenitore metallico. I conden-
satori elettrolitici dovranno essere inseriti nel
circuito rispettando le loro esatte polarità.
Per coloro che temessero di commettere errori di
cablaggio in fase di collegamento dei due diodi
zener D3-D4, riportiamo in figura 4 lo schema di
questo componente, che fa riferimento allo ze-
che risulta riportata sull'involucro esterno del ner BZY95-C20. Il catodo (K) deve essere col-
componente in prossimità del catodo. legato verso la tensione maggiormente positiva.
Anche l'integrato IC dovrà essere inserito te- Per esempio, per il diodo zener D3, l'elettrodo
nendo conto del suo punto di riferimento ripor- corrispondente al catodo (K) deve es-sere colle-
tato in prossimità dei terminali 1-8. gato sulla linea- di tensione a + 20 Vcc. Al con-
Consigliamo di servirsi di un integrato A741 trario, per lo zener D4 l'elettrodo di catodo (K)
nella versione MINI-DIP, che rimane sempre la dovrà essere collegato con la linea di massa del-
più economica. l'alimentatore.

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Caratteristiche tecniche
Tipo di circuito: 'in reazione di catodo
Estensione gamma onde medie - 400 KHz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 V con 100 mW In uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 1V con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 V
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

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L. 12.500 senza altoparlante
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50
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~ ------------------------

PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

- - -~ -

Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a:


I
ELETTRONICA PRATICA I
I

- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO.

51
MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
e Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

e Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BE

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. Il dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


Circuito: di tipo a fllms depositati su piastrina isolante. Componenti: 4 transistor • 3 conden-
satori al tantalio - 2 condensatori ceramici. Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62x 18 x 25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

• Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il saldatore è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare li modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alfa causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
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Per qualsiasi richiesta di sca-


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rente al progetti pubblicaU sul- o
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possibili forme di abbonamen- bei
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retrati, consulenza tecnica ine
rente ai progetti pubblicati sul
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to. Vi preghiamo di scriver
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Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA i, Ne
..:::,::::.:::.~~-

DEL ,e»l
.±?

LETTORE

MTX con antenna stro microtrasmettitore, in assenza di antenna,


varia mediamente fra 300 metri e 1 chilometro,
Ho montato il vostro microtrasmettitore tasca- a seconda delle condizioni ambientali di propa-
bile con notevole successo. Riesco infatti a rag- gazione delle onde radio e a seconda dllcificien-
giungere la distanza di 800 metri. So benissimo za e del tipo di transistor montato nel! circuito.
che la portata dipende dalle condizioni locali e Per aumentare ulteriormente la portata del mi-
dall'efficienza del transistor, che mi propongo di crotrasmettitore, senza interferire sul circuito ori-
sostituire quanto prima con uno di tipo 2N2219A. ginale, si può far uso di un'antenna a stilo ad
Ma per aumentare ancor più la portata del tra- 1/4 d'onda o a 1/2 onda, oppure di liii dipolo
smettitore vorrei equipaggiarlo, almeno inizial- orizzontale o di un'antenna Ground Par erti-
mente, con una piccola antenna e, in un secondo cale. L'antenna a stilo è quella più sernplice e
tempo, se possibile, con un'antenna di dimen- più comune. Essa deve essere saldata direttamen-
sioni maggiori. Nel foglio illustrativo, allegato al te sulla pista di rame più grossa margi,:ale della
kit da voi inviatomi, non fate alcun cenno alla bobina stampata del circuito_, genaaimente sul
possibilità dell'applicazione dell'antenna. Potete vertice del rettangolo della basetta del circuito
dunque dirmi in quali punti del circuito deve stampato, ovviamente sulla pista di rame cara-
essere collegata, ad esempio, un'antenna di tipo teristica della bobina Ll. L'antn:na a stilo può
a stilo? essere direttamente acquistata presso un riven-
GREGORIN UGO ditore di materiali radioelettrici. La sua lunghez-
Treviso za varia a seconda della frequenza di emissione
del microtrasmettitore e a seconda che si prefe-
Abbiamo detto più volte che la portata del no- risca il 1/4 d'onda o il 1/2 cPonda.

55
Un regalo di natale Ve la sentite di concorrere alla felicità del mio
piccolo... pilota?
Per le feste di Natale dello scorso anno ho ac- PACINI FRANCO
quistato una automobilina a pedali che ho rega- Torino
lato al mio figlioletto. A questo piccolo veicolo Pubblichiamo volentieri lo schema di un sempli-
vorrei aggiungere due lampeggiatori direzionali, ce lampeggiatore a transistor in grado di pilotare
alimentati con una semplice pila da 4,5 V. E' l'accensione di due lampade-spia. Il comando av-
ovvio che non vorrei servirmi di apparecchiature viene tramite un doppio deviatore dotato di po-
ccmplicate, perché lo scopo è quello, assai sem- sizione centrale OFF, necessaria per ottenere il
plice, di accendere delle piccole lampadine-spia. disinserimento del circuito.

R1
.
<R2
3
llea
C2
=====t
e

b TRl b TR2
e
- ( S1
4,5V
@ @

COMPONENTI R3 8.200 ohm


Condensatori Varie
Cl 25 F - 12 VI (elettrolitico) TRl = OC72
C2 64 F - 12 VI (elettrolitico) TR2 = OC72
Resistenze LP1-LP2 = 2,5 V - 0,2 A
Rl = 15.000 ohm S1 = doppio deviatore con posiz. centr. OFF
R2 - 560 ohm Alimentaz. = 1 pila da 4,5 V

Generatore sinusoidale mentabile con una batteria a 9 V. Potete accor-


darmi questo favore?
Vorrei realizzare un semplice generatore sinu- BERNABEI FILIPPO
soidale, con frequenza fissa (possibilmente attor- Faenza
no ai 700 Hz), in grado di disporre in uscita di un
segnale sufficientemente robusto, superiore ad 1 Uno dei sistemi più semplici per ottenere un o-
V e che non risenta troppo del collegamento con scillatore sinusoidale è quello di realizzare un si-
un carico esterno, soprattutto per quanto riguar- stema a sfasamento come quello qui riportato.
da gli slittamenti di frequenza. Se fosse possibi- Il circuito, con i valori da noi attribuiti ai com-
le, gradirei che non venissero impiegati compo- ponenti, tolleranze a parte, dovrà oscillare sui 700
nenti di difficile reperibilità commerciale quali, Hz. In ogni caso saranno sempre possibili dei lie-
ad esempio, le resistenze NTC, le piccole lam- vi ritocchi al valore della frequenza di oscillazio-
pade, ecc. Vorrei anche che l'apparato fosse ali- ne agendo sul trimmer R1. Allo stadio oscillatore,

56
e
l
TR3
4
9V

I n 7 Il

I
C2 H Il

R " I
,,.
R1
± Il ry+
]

COMPONENTI R5 = 47.000 ohm


R6 = 18.000 ohm
Condensatori R7 = 10.000 ohm
Cl = 2.200 pF R8 = 5.600 ohm
Cc2 = 2.200 pF R9 - 680 ohm
C3 = 2.200 pF RIO = 1.000 ohm
C4 = 10 F- 16 VI (elettrolitico) Rll = 1.200 ohm
C5 = 10 µF - 16 VI (elettrolitico) R12 = 4.700 ohm (potenz.)
C6 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)
Varie
Resistenze TRl = BC107C
R1 = 10.000 ohm ( trimmer) TR2 = BC107A
R2 = 1.200 ohm TR3 - BC109A
R3 = 1,5 megaohm S1 = interrutt.
R4 = 2.200 ohm Alimentaz. = 9 V cc

che deve essere pilotato con un transistor dotato l'oscillatore dal carico. La bassa impedenza d'u-
di guadagno superiore a 100, fa seguito uno sta- scita dell'ultimo stadio consente, inoltre, una cer-
dio amplificatore e, successivamente, uno stadio ta stabilizzazione in ampiezza del segnale, che
separatore, che isolano pressocché completamente potrà venir regolata sino a 2 Veff. max.

Uno strumento surplus in grado di fornirmi qualche notizia su questo


strumento e il vostro parere sul tipo di affare?
Volendo attrezzare il mio piccolo laboratorio con CAVAGNIS LEO
una strumentazione non del tutto scadente, sono Bologna
sempre alla ricerca, presso rivenditori di apparec-
chiature elettroniche, di strumenti Surplus di Le notizie da noi possedute sul dispositivo ARF
occasione. Recentemente ho indirizzato le mie 100 non sono purtroppo molte. Sappiamo che si
attenzioni sul generatore della « BELCO », di tratta di un generatore per alta e bassa frequenza.
produzione U.S.A. e di tipo ARF 100, che mi è La sezione di alta frequenza si estende, in fonda-
stato offerto al prezzo di L. 100.000. Sareste voi mentale, attraverso sei gamme, fra i 100.000 Hz

57
NOVTTN ASSOLUTA
La penna dell'elettronico dilettante

L.3.500

e i 150 MHz. Le frequenze armoniche invece


vanno da 120 MH: a 300 MHz. La precisione
ottenibile è dell'l %- Nella sezione di bassa fre-
quenza vi sono quattro bande in grado di gene-
rare segnali sinusoidali fra i 20 e i 200.000 Hz
e segnali quadri da 20 a 30.000 Hz; il tutto con
una precisione del 2%. Se lo strumento è in buon
ordine, ci sembra che il prezzo richiestole sia da
ritenersi equo .

CON QUESTA PENNA


APPRONTATE I VOSTRI
CIRCUITI STAMPATI
•••
Più sensibilità nel ricevitore
Questa penna permette di preparare i circuiti stampati
con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
aspetto esteriore è quello di una penna con punta Sono in possesso di un piccolo ricevitore radio a
di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan- transistor adatto per l'ascolto delle onde medie
tisce una completa resistenza agli attacchi di soluzione e dotato di presa di antenna. A questo apparec-
di cloruro ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade- chio mi sento molto affezionato, tanto da portar-
risce perfettamente al rame. lo con me anche in macchina, facendolo funzio-
nare da autoradio. Sulla mia vettura ho provve-
duto all'installazione di un'antenna di tipo a
NORME D'USO CARATTERISTICHE grondaia, che non mi permette di ricevere sem-
Tracciare il circuito su una La penna contiene un di-
pre chiaramente i programmi desiderati. Potre-
lastra di rame laminata e spensatore di inchiostro ste fornirmi indicazioni utili per aumentare la
perfettamente pulita; la- controllato da una valvola
sciarla asciugare per 15 che garantisce. una lunga sensibilità del ricevitore, tenendo presente che il
minuti, quindi immergerla durata eliminando evapora-
nella soluzione di attacco zioni quando non viene
circuito viene alimentato con la tensione continua
(acido corrosivo), Tolta la usata. La penna non con- di 9 V e utilizza presumibilmente transistor di
lastra dalla soluzione, si tiene un semplice tampo-
noterai che il circuito è in ne imbevuto, ma è comple- tipo PNP al germanio, dato che l'alimentazione
perfetto rilievo. Basta tamente riempita di inchio- è collegata con il positivo a massa?
quindi togliere l'inchiostro stro. Per assicurare una
con nafta solvente e la scrittura sempre perfetta,
lastra del circuito è pron- la penna è munita di una DAL VECCHIO ERNESTO
ta per l'uso. punta di ricambio situata
nella parte terminale.
Reggio Emilia

Una soluzione completa del suo problema potreb-


be essere quella di inserire, fra l'antenna da lei
La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri- installata e l'entrata del ricevitore radio, un di-
chiesta a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO • sposztzvo prcam plificatore d'antenna. Questo
Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente l'importo di preamplificatore dovrà essere ovviamente di tipo
L. 3.500 a mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/28482. aperiodico, cioè a larga banda e, quindi, non do-
Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
O) ANT.
COMPONENTI
R3
Condensatori
Il
Cl = 10.000 pF L RICEV
C2 = 100.000 pF - - -3
-
= 10.000 pF

l
C3

4e
e

Resistenze
Rl
R2
-
-
39.000 ohm
6.800 ohm u! e
9V
R3 4.700 ohm
R4 470 ohm 6
T
=

Varie
C2 iiiiiiiiiiiiii SR4
Il
TRl = AFl 14
Alimentaz. = 9 V cc

lato di circuiti di sintonizzazione che, soprattutto dere, lo schema utilizza un solo transistor di tipo
in auto, renderebbero scomodo l'impiego. Ripor- AF 114 e risulta predisposto per l' alimentazi.one a
tiamo il progetto del semplice preamplif icatore 9 V cc con positivo a massa, in modo che questa
adatto a risolvere il suo problema. Come può ve- possa essere derivata dallo stesso ricevitore radio.

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap-
COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un·emozrone indescrivibile per chi vuol mette-
L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacità nella L. 3.900 (con altoparlante)
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione de « Il ricevitore del principiante • sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due
diverse versioni: a L.
2.900 senza
altoparlante e a L. 3.900 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELE TTRO NICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zu-
retti n. 52.

59
Tubi per oscilloscopi 450 V; VGW = 40 V per estinzione; sensibi-
lità 0,3 e 0,33 mm./V. Per quanto riguarda
Varie volte ho avuto in mente di acquistare un invece il tubo 5UP1, riportato più in basso nel
oscilloscopio ma, per motivi di natura economi- disegno, possiamo dirle che anche questo è di ti-
ca, ho dovuto sempre desistere dall'impresa. Ora po a deviazione elettrostatica. Le altre caratteri-
mi si presenta l'occasione di acquistare due tubi stiche sono: accensione = 6,3 V- 0,6 A; diame-
a raggi catodici di occasione, con i quali vorrei tro schermo = 57 mm.; VA2 + G2 2.500
autocostruirmi lo strumento. Si tratta dei tubi V; VAl = 640 V; VGW = -90 V per estinzio-
RC di tipo 5BP1 e 5UP1. Potreste fornirmi le ne. Tenga presente che l'autocostruzione di un o-
caratteristiche elettriche di questi tubi, la loro scillosco pio, anche di modeste prestazioni, impli-
zoccolatura e qualche indicazione sul loro im- ca una certa preparazione elettronica. Noi pos-
piego? siamo raccomandarle di usare la massima at-
MASSARI MAURO tenzione nella realizzazione della sezione alimen-
Foggia tatrice, provvedendo alla schermatura del tra-
sformatore, del tubo e stabilizzando il più possi-
Vogliamo accontentarla riportando gli schemi re- bile le tensioni .
lativi alla distribuzione degli elettrodi dei due tu-
bi RC da lei citati. I relativi dati elettrici sono i
seguenti. Per il tubo di tipo 5BP1, che è quello
riportato più in alto della figura, ricordi che si
tratta di un componente a deviazione elettrosta-
tica, con schermo di 75 mm. di diametro. L'ali-
•••
mentazione del filamento si ottiene con la ten- Preamplificatore AF
sione di 6,3 V ed un assorbimento di 0,6 A; i suc-
cessivi valori sono: VA2 = 2.000 V; V Al = Vorrei realizzare il progetto del preamplificatore
di alta frequenza, essenzialmente pilotato da un
transistor MOS-FET presentato a pagina 595 del
fascicolo di ottobre dello scorso anno. Lo scopo
di questa realizzazione sarebbe quello di ampli-
ficare esclusivamente le onde medie, mentre mi
sembra che il vostro progetto sia stato concepi-
Al 04 1
0l to soltanto per l'amplificazione delle onde corte.

..D] i..#f
± °
E' possibile per mezzo di qualche variazione ot-
tenere ciò che mi sono prefisso? Faccio presente
che il mio ricevitore radio, con il quale vorrei
collegare il preamplificatore citato non dispone

- "t
di una presa d'antenna in entrata, perché fa uso
della classica ferrite. L'interesse da me rivolto al
ow , 9[
03 [8
. vostro progetto è rafforzato dalla semplicità co-
struttiva e del tipo di alimentazione che, come
avviene per il ricevitore radio, è a 9 Vcc.
02
FABIANO FEDELE
Macerata

Il progetto del preamplificatore, da noi pubbli-

·5+
cato sul fascicolo di ottobre '76, può essere otti-
mamente utilizzato anche per la gamma delle

D>) = i±ss
onde medie. Le varianti da apportare al circuito
originale sono minime. Basta infatti servirsi della
bobina n. 1 a 120 spire citata a pagina 600 ed au-

1 GW AI
[10
mentare l'escursione capacitiva del condensatore
variabile Cl da 100 pF a 250--,-- 300 pF. Per quan-
to riguarda il collegamento fra l'uscita del pream-
plificatore e l'entrata del ricevitore radio, anche
D1 se quest'ultimo è sprovvisto di presa d'antenna,
lei dovrà provvedere alla realizzazione di un sem-
plice avvolgimento di 10: 50 spire circa di filo

60
flessibile ricoperto in plastica avvolto sul nucleo La modifica da apportare al circuito d'uscita del
di ferrite del suo ricevitore. I due terminali di que- suo televisore è molto semplice. Basta in/ atti pro-
sto avvolgimento verranno collegati con la presa curarsi una o più prese di tipo jack e collegarle
di uscita del preamplificatore; in pratica con il all'avvolgimento secondario del trasf armatore di
condensatore C4 e con la linea di massa (linea uscita nel modo indicato nello schema qui ripor-
d'alimentazione negativa). tato. Tenga presente che lei dovrà comperare
delle prese munite del contatto di commutazione.
Si ricordi anche che l'impedenza della cuffia do-

••• vrà aggirarsi intorno agli 8-16 ohm. Nel caso di


cuffia stereofonica si dovranno collegare in serie
i due padiglioni.

Presa-cuffia nel TV

Per la prima volta mi rivolgo a voi per chiedervi TRASE. USCITA CUFFIA
la soluzione di un piccolo problema. In casa mia
vi sono due televisori; uno di questi funziona
quasi in continuità, perché di fronte ad esso
sono sedute in permanenza almeno due persone
anziane. Purtroppo il volume sonoro del tele-
visore a volte arreca disturbo agli altri membri
della famiglia. Potreste insegnarmi come sia pos-
sibile applicare una presa di cuffia che escluda
automaticamente l'altoparlante, tenendo conto
che si tratta di un vecchio televisore a valvole?
LO VERSO FORTUNATO
Palermo

ALIMENTATORE PROFESSIONALE. Di facilissima costruzione, è in grado di erogare,


In modo continuo, le tensioni comprese fra i 4e I 15 V, con una corrente di lavoro di 2,5 A. La sua
moderna protezione elettronica permette di tollerare ogni errore d'impiego dell'apparato, perché la mas-
sima corrente di uscita viene limitata automaticamente, proteggendo l'alimentatore da eventuali cor-
tocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'ingresso: 220 Vca ± 12%
Tensione d'uscita: regolabile fra 4 e 18 V nominali
Corrente massima: 2,5 A a 15 V con stabilizzazione
< 1%
Residuo d'alternata: inferiore a 1 mV per volt a pieno
carico
Stabilizzazione: migliore dell'1%/,,
Corrente permanente di cortocircuito: inferiore a
400 mA
Limitazione automatica della massima corrente d'u-
scita in due portate: a 15 V limitazione 2,5 A (o 0,5 A)
a 4 V limitazione 1,6 A (0 0,4 A)
(Le due portate sono necessarie per mantenere la
dissipazione del transistor entro i suoi limiti di si-
In scatol di montaggio curezza)
Coefficiente di temperatura d'uscita con temperatu-
L. 28.500 re comprese fra 0°C e 70°C: inferiore a 0,01%, °c
Protezione contro i cortocircuiti.

La scatola di montaggio è corredata del fa cicolo n.1 - 1976della nato


ci Si G."..$"17 yggeme!g,z;
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ari-

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"i- -'.egee

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_··_ -_•--,'.~-·-_a.;.~~-~-a
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• - iÉ&iG rici - isis WiiG "· sé

61
Sirena elettronica Il ricevitore CB
Vorrei realizzare una piccola sirena elettronica Ho ricevuto il kit del ricevitore CB da voi spe-
alimentata con una pila da 9 V, utilizzando com- ditomi. .In esso ho notato una sola discordanza
ponenti elettronici di basso costo e facilmente con quanto pubblicato sul fascicolo di ottobre
reperibili. Quindi, niente altoparlanti, niente tra- 1976. La resistenza R6 del valore di 10.000
sformatori speciali, niente componenti elettronici ohm non risulta contenuta nella scatola di mon-
d'avanguardia. E' possibile ciò? taggio; ho trovato invece una resistenza di
GIACOMO BREGUZZO 1.000 ohm che, presumo, costituisce un errore
Genova compiuto da parte degli addetti all'appronta-
mento dei kit. Non penso tuttavia che si tratti
Il suo programma è facilmente attuabile facen- di un valore resistivo critico, dato che esso deve
do riferimento allo schema del progetto che le essere collegato fra la base del transistor TRl e
proponiamo. Si tratta di una realizzazione com- il cursore del potenziometro R7. Infatti, dopo
patta con due transistor al silicio ed un piccolo aver montato la resistenza da 1.000 ohm ho con-
altoparlante da 16 ohm. L'effetto sirena viene statato un perfetto funzionamento del ricevitore.
prodotto dal ritardo dell'alimentazione sulla ba- Mi consigliate di sostituire il valore di R6, oppu-
se del transistor TRl; tale ritardo viene imposto re di conservare quello da me montato?
dal condensatore elettrolitico C 1. Lei avrà dun- PAOLO SANGIORGI
que compreso che, variando il valore capacitivo Ravenna
del condensatore elettrolitico C 1 si possono otte-
nere effetti più o meno allungati nel tempo, a Evidentemente lei deve essere stato uno dei pri-
seconda delle proprie esigenze. missimi lettori cui è pervenuto il nostro kit, per-
ché tutti gli altri sono stati prontamente edotti
sull'errore di stampa. Ci spieghiamo meglio. Sul
fascicolo di ottobre '76 di Elettronica Pratica, nel
quale è stato presentato e descritto il progetto
del ricevitore CB, in corrispondenza dell'elenco
L-a com ponenti, alla voce R6 è stato stampato il va-

id-
lore di 10.000 ohm (marrone-nero-arancio). Si
R1 tratta di un errore di stampa ovviamente invo-
lontario, perché il valore esatto della resistenza
R6 è proprio quello di l.000 ohm. Nel kit infatti
è contenuta una resistenza di questo valore
... r Il e (marrone-nero-rosso), che costituisce l'esatta re-

r
9V

C1
li e sistenza che dovrà essere montata fra la base del
transistor TRl e il cursore del potenziometro R7.
Il

e
e\ e
C2
Transistor NPN o PNP?
Sono un principiante di elettronica e un fedele
lettore di Elettronica Pratica. Penso che la do-
COMPONENTI manda da me rivoltavi sia molto semplice e di
C1 = 40 F - 12 VI (elettrolitico) interesse generale. Si tratta di ciò: esiste un me-
C2 = 100.000 pF todo semplice e sicuro per distinguere un transi-
Rl = 22.000 ohm stor di tipo NPN da un altro di tipo PNP senza
R2 = 68.000 ohm dover ricorrere all'uso di particolari e costosi
R3 = 51.000 ohm strumenti? A me sembra che questo argomento
TRl = BC108 non sia mai stato da voi trattato. E' ovvio che
TR2 = BC178 la mia domanda assume un significato logico sol-
Pl = pulsante tanto quando si ha a che fare con transistor nei
AP = altoparlante da 16 ohm quali è scomparsa la sigla di riconoscimento.
ERMENEGILDO LIVIERO
Treviso

62
Il problema della identificazione del tipo di tran-
sistor (NPN o PNP) è stato da noi trattato alcuni
anni or sono, con tutta probabilità quando lei
+
ancora non conosceva la nostra Rivista. Ma vo-
gliamo ben volentieri riprenderlo perché esso è
molto sentito dai dilettanti che, assai spesso, si @s
servono di transistor senza sigla o recuperati da
basette di provenienza surplus e spesso marcati
con sigle che hanno soltanto un significato preci-
50 K
so per il fabbricante. L'unico strumento da utiliz- +
zare per la prova di un transistor è il comune te-
ster commutato sulla portata ohmmetrica ohm x
10. La prova consiste nel misurare la resistenza
tra base del transistor e gli altri due elettrodi, il ottimo stato di funzionamento. La prova, anche
collettore e l'emittore, traendo le debite deduzio- se all'apparenza complessa, non può durare più
ni in base ai valori tipici riportati nei due disegni di qualche secondo, dopo aver ovviamente acqui-
qui pubblicati e che si riferiscono ai transistor in sito una certa pratica.

Ricevitore supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa jack per auricolare.
La risposta in BF si estende fra gli 80
e i 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: supereterodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1. 700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

La scatola di montaggio è completa di tutti gli elementi necessari per la costruzione del ricevitore.
Risultano inseriti, infatti, anche l'auricolare e le quattro pile da 1,5 V per la composizione dell'ali-
mentatore a 8 Vcc. Sono allegati pure gli schemi illustrativi e le istruzioni necessarie per la tara-
tura, la messa a punto e il corretto funzionamento del ricevitore. Le richieste debbono essere fatte
inviando anticipatamente l'importo di L. 11.500 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione
a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRON ICA PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zureti, 52.

63
UNA GRANDE OCCASIONE
PER I NUOVI E I VECCHI ABBONATI
I fascicoli arretrati si esauriscono così rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

PACCO OCCASIONE
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L'AtiMENf
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IMDIORICEVffORE CONTROLLO 01 UMIOITA'
11'1 SCATOLA
DI MONTAGGIO VIA RADIO

Si tratta di una collezione di fascicoli accuratamente scelti fra quelli che maggiormente possono
interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, in particolare, gli ap-
passionati alle realizzazioni economiche di progetti di piccoli trasmettitori e ricevitori radio.

Dodici fascicoli arretrati del valore comp1essivo di L. 18.000 (gli arretrati vengono venduti al
prezzo di L. 1.500 ciascuno) al prezzo d'occasione di sole L. 6.000.
Dodici fascicoli nei quali sono stati presentati progetti di enorme successo editoriale, che ancor
oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.
Direttamente dal Giappone
per Elettronica Pratica! IL KIT
PER CIRCUITI STAMPATI
Corrado supplementare italiano
di alcuna lastra di rama!

Per la realizzazione dei progetti presentati su questa Rivi-


sta, servitevi del nostro • kit per circuiti stampati ». Trove-
rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli illustrativi


nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

or ITB]
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.t....l'.!!!

L 8.700
Il prezzo, aggiornato rispetto alle vecchie versioni del
kit e conforme alle attuali esigenze di mercato, è da
considerarsi modesto se raffrontato con gli eccezionali
e sorprendenti risultati che tutti possono ottenere.

Le richieste del KIT PER CIRCUITI STAMPATI debbono esser e fatte inviando anticipata-
mente l'importo di L 870 a mezzo vaglia o cc.p. n. 3/26482 intestato a:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti, 52.
MICROTRASMETTITORE
TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no' privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di messa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

IN SCATOLA
DI
MONTAGGIO . 7.80
L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
- - ~
PRATICA
-

setu.nane±r .sa ee.es.ns.


DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE A&
Anno VI- N. 2- FEBBRAIO 1977 - Sped. in Abb. Post. Gr. lii L. 1.000

I I TEORIA E PRATICA
CON
I NUCLEI
TOROIDALI

SONDA
• LOGICA
PER
TTL
SIGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali)

"•
• 2-

2 a»
Costruito nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto
per localizzare velocemente i guasti nei radioricevitori, amplificatori, fono-
valigie, autoradio, televisori.

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. RADIO


1 Kc Dimensioni
L. 7.500) 12x 160 mm
Frequenza
Armoniche fino a 50 Mc Peso 40 grs.
Tensione massima
Uscita 10,5 V eft. applicabile al puntale 500 V
30 V pp. Corrente della batterla 2 mA

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE


Frequenza 250 Kc Dimensioni
( .800)
12x160 mm
40 grs.
Armoniche tino a soo Mc "[;e massima
Uscita 5 V eft. applicabile ai puntale 500 V
15 V eff. Corrente della batterla 50 mA
VOLTMETRO
ELETTRONICO
MOD. R.P. 9/T.R.
A TRANSISTOR
Il Voltmetro elettronico Mod.
R.P. 9/T.R. completamente
transistorizzato con transi-
stor a effetto di campo è uno
strumento di grande impor-
tanza poiché nei servizi Ra- Tutti gli
dio, TV, FM e BF ess0 per-
mette di ottenere una gran- strumenti di
de varietà di misure, tensio-
ni continue e alternate, non-
misura e di
ché corrente continua, mi- controllo pubblicizzati in
sure di tensione di uscita,
la R.F., la BF, misure di re- questa pagina possono
sistenza - i I tutto con un essere richiesti a:
alto grado di precisione.
L'esattezza delle misure è
assicurata dall'alta impeden-
Elettronica Pratica - 20125 Milano - Via Zuretti n. 52, inviando
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ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K 'I! i2,-


~~ .
-.-~.,_..,r
.--·~ ·. ·-,_,
y
.
-.

(sensibilità 20.000 ohm/volt) _ g eo .a é


CARATTERISTICHE TECNICHE

v= 01 1 10 50 200 1000 Il generatore BF. 40 è uno


strumento di alta qualità per
mA= 504 5004 5 50 500 misure nella gamma di fre-
v. 0,5 5 50 250 1000 Strumento che unisce alla
quenza da 20 a 200.000 Hz.
Il circuito impiegato è il
A» 2,5 25 250 2500 massima semplicità d'uso un
minimo ingombro. Realizza-
ponte di Wlen, molto sta-
bile. Tutta la gamma di fre-
0hm= 11/0-10k/110/0=1M /lk/0-10M to completamente su circui- quenza è coperta in quattro
Ballistlcf 0Mm 1100/0+2)0F [0hm xl/0+20yE to stampato. Assenza totale bande riportate su un qua-
di commutatori rotanti e drante ampio di facile let-
dB -10+22 quindi falsi contatti dovuti tura. Sono utilizzabili due
0utut 9,5 5 50 250 1000 all'usura. Jack di contatto differenti rappresentazioni
di concezione completamen- grafiche dalla forma d'onda,
te nuova. Munito di disposi- SINUSOIDALI e QUADRE. Il

L. 19.000 tivo di protezione.


Dimensioni: 80x125x35 mm
livello d'uscita costante è
garantito dall'uso
« thermistore »
di un
nel circuito
di reazione negativa.
Dimensioni: 250x170x90 mm

CARATTERISTICHE TECNICHE
OSCILLATORE A BASSA
FREQUENZA mod. BF. 40
GAMME A I e I e D
RANGES 20=200H2 200 + 2KH 2+20KH 20
200KH
L. 89.000
OCCHIO Al PREZZI!
Finché saremo costretti a vivere in un clima di inflazio-
ne monetaria, non potremo mai esimerci dal ritoccare i
prezzi dei nostri kit. Anche se a tali interventi ammini-
strativi le nostre reazioni permangono sfavorevoli, tro-
vandoci sempre dissenzienti e perplessi; mentre sul piano
della logica e della giustificazione dobbiamo accettare
l'ingrato compito, pur sapendo che tutto ciò crea degli
squilibri continui, con inutili perdite di tempo ed inevi-
tabili sprechi di denaro. Perché non tutti i lettori sanno
e possono sapere, come quelli che ci conoscono per la
prima volta, che bisogna far sempre riferimento all'ul-
timo fascicolo di Elettronica Pratica, quello del mese in
corso o, per meglio intenderci, quello reperibile nelle
edicole. Dato che soltanto in quel fascicolo tutti i nostri
prezzi sono perfettamente aggiornati.
Preghiamo, dunque, tutti coloro che, sfogliando un fasci-
colo arretrato della Rivista, provassero un particolare
interesse per un nostro kit, di accertarsi, prima di pren-
dere una qualsiasi decisione, se quel kit è ancora in ven-
dita e quanto costa attualmente. E questo semplice con-
trollo si effettua consultando attentamente l'ultima no-
stra pubblicazione.
Dobbiamo ammettere tuttavia che la maggior parte dei
nostri Lettori si comporta esattamente in questo modo.
Mentre una minoranza di essi, questo, non l'ha ancora
capito, sottoponendo gli uffici competenti al lavoro sup-
plementare, peraltro poco simpatico, di richiesta del con-
guaglio, facendo correre molto tempo fra la data dell'or-
dine e quella di ricezione.
Ancora una volta, quindi, diciamo a tutti: prima di com-
pilare il conto corrente postale, consultate diligentemen-
te l'ultimo fascicolo di Elettronica Pratica e ... occhio ai
prezzi aggiornati!
Abbonatevi a:
ELETTRONICA PRATICA
La sottoscrizione di un abbonamento è il modo migliore per
dimostrare tutta la propria simpatia per la rivista. Ed è anche
una prova di saggia amministrazione, perché cautela il letto-
re, almeno per un anno, da eventuali, possibili aumenti del
prezzo di copertina.

Ab onarsi
significa acquisire la certezza di ricevere mensilmente, al
proprio domicilio, una piacevole guida allo svolgimento del
vostro hobby preferito, un compendio elementare, alla por-
tata di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica, un autentico
ferro del mestiere per ogni laboratorio dilettantistico.

Prima di abbonarvi
vi consigliamo di consultare, nell'interno, la pagina affacciata
a quella del conto corrente postale, per scegliere la forma di
abbonamento preferita ed il canone più conveniente.
ELETTRONICA
PRATICA
Via Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 6-N. 2-FEBBRAIO 1977


LA COPERTINA - Interpreta il concetto di con-
trollo degli integrati con la sonda logica illustrata
e descritta nelle prime pagine del presente fasci-
colo. Sullo sfondo è visibile l'alimentatore stabi-
lizzato, venduto in scatola di montaggio dalla no-
stra organizzazione, che si è rivelato utilissimo nel
laboratorio dilettantistico anche in questa occa-
sione.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

d I rettore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO 68
SONDA LOGICA
stampa PER INTEGRATI DIGITALI
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Distributore esclusivo per I'I- COMPRESSORE SEGNALI AUDIO
talla: PER MICRO PIEZO E RADIO
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tel. 2526 - autorizzazione PREAMPLIFICATORE A LARGA BANDA 80
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N. 74 del 29-2-1972 - pubbll- CON NUCLEO TOROIDALE
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ZIONE - PUBBLICITA' - CON ANALISI DIDATTICA
VIA ZURETTI 52 - 20125
MILANO.
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Tutti I diritti di proprietà let-
teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per
VENDITE ACQUISTI PERMUTE 110
tutti I Paesi. I manoscritti, I
disegni, le fotografie, anche
se non pubbllcatl, non si re- LA POSTA DEL LETTORE 119
stltulecono.
I I l

I' '

L'uso principale dei circuiti digitali vien fatto at- do di miniaturizzazione anche dei circuiti più
tualmente nelle macchine industriali, allo scopo complessi.
di ottenere un controllo automatico. Ma i circuiti Dunque, i circuiti integrati digitali hanno assunto
digitali vengono anche montati nei calcolatori e una grande importanza nell'elettronica moderna
negli strumenti di laboratorio. La loro diffusione e non possono essere ignorati anche da coloro che
comunque abbraccia anche il settore consumisti- di questa affascinante disciplina si occupano sol-
co. Perché i circuiti digitali risultano montati nei tanto per divertimento.
Ma in questa sede non intendiamo assolutamente
ricevitori stereofonici, negli orologi elettronici, nei
occuparci della natura intima dei circuiti integra-
calcolatori tascabili e in tante altre piccole e gran-
ti o del loro funzionamento, perché su questo ar-
di apparecchiature elettroniche. Si può dire anzi
gomento ci siamo intrattenuti molte altre volte.
che la tendenza della moderna tecnologia sia
Cioè, in questo argomento anche il lettore princi-
quella di " digitalizzare " il più possibile tutte le piante si è già fatto un po' ... le ossa. Ecco perché
apparecchiature costruite un tempo con criteri riteniamo maturi i tempi per addentrarci nel mon-
,. analogici ", allo scopo di aumentare la precisio- do degli accessori dei circuiti integrati digitali, in
ne di funzionamento e l'affidabilità. quel mondo in cui si effettuano controlli, messe
Altri punti a favore dei circuiti digitali sono la a punto, collaudi di questi modernissimi dispositi-
loro facile reperibilità, il basso costo, la veste di vi. Ci occuperemo quindi, in questo articolo, dei
circuiti integrati, che consentono un elevato gra- rivelatori di stato logico.

68
Per l'alimentazione di
questo dispositivo
servitevi dell'alimentatore
stabilizzato, venduto
in scatola di montaggio
dalla
nostra organizzazione

RIVELATORI DI STATO LOGICO a quanto accade nei normali strumenti di misura,


con i quali non sarebbe possibile evidenziare le
Quando si opera con gli integrati digitali, occorre variazioni di stato del circuito quando queste so-
tener presente che essi lavorano esclusivamente no molto rapide. E' pur vero che l'oscilloscopio
su due stati logici: lo " O " e P"1.Questi stati rimane sempre lo strumento più idoneo per il
non corrispondono a due valori di tensione ben controllo delle apparecchiature digitali. Ma non
precisi, ma sono caratterizzati da due fasce di va- sempre questo strumento dimostra una notevole
lori spesso abbastanza ampie; per esempio, lo sta- praticità, perché esso può essere usato soltanto
to " 1 " logico potrà assumere sia il valore di ten- da tecnici qualificati. che sanno disimpegnarsi fa-
sione di 3,3 V, sia quello di 4,7 V. cilmente con tutti i possibili elementi di comando
Appare quindi evidente che, per controllare lo dello strumento.
stato di un circuito logico, non è necessario utiliz- Meglio dunque ricorrere all'uso di particolari di-
zare uno strumento voltmetrico di precisione, ma spositivi, che possono essere conosciuti con diverse
risulta assai più pratico l'uso di uno strumento che, terminologie (rivelatori di stato logico, logic-clip,
in sostituzione di una indicazione di tensione, for- ecc.), in grado di snellire le procedure di collaudo
nisca una segnalazione univoca dello stato logico o di riparazione di una apparecchiatura in virtù
sotto controllo. della loro semplicità d'uso.
Questo tipo di strumento dovrebbe possedere an- La quasi totalità di questi piccoli dispositivi è in
che un basso tempo di risposta, contrariamente grado di determinare in modo semplice e imme-

Senza ricorrere all'uso degli strumenti di misura tradizionali,


peraltro non sempre adatti a tutti i tipi di controlli, vi consiglia-
mo di servirvi di questa elementare sonda per evidenziare i due
stati logici su cui lavorano gli integrati digitali.

69
0

%>
'1l0
E
:
u )
>-
<(
Fig. 2 - Realizzazione pratica della sonda logica per
integrati digitali. Toccando con il puntale i vari punti
_J di un circuito sotto controllo, il display si accende e-
a videnziando i due stati logici mediante le lettere H
(f) ed L.
o

4
Fig. 1 - Il circuito della sonda logica presenta, in
entrata, uno stadio di tipo trigger, ottenuto con due
u
E dei quattro circuiti NANO contenuti nell'integrato IC1
di tipo 7400. Il terzo NANO assume funzioni di ele-
mento pilota per i segmenti del display. La tensione
di alimentazione deve aggirarsi fra i 4,75 e i 5,25 Vcc.

COMPONENTI
(\J
Cl = 100.000 pF - 250 VI
R1 = 150 ohm
R2 = 3.000 ohm
o:: R3 = 200 ohm
R4 = 68 ohm
R5 = 100 ohm

et IC1 = SN 7400
o Display = TIL 312
z
o
(/)

70
PUNTALE
SONDA

diato lo stato "07o"1" del punto in esame. E modo che risulti sufficiente un unico collegamento
questa indicazione risulta talvolta più che suffi- alla tensione di + 5 V per far funzionare il di-
ciente per determinare il comportamento di un spositivo.
circuito. La scelta di un display ad anodo comune, rispet-
to a quelli più diffusi di tipo a catodo comune
(per esempio FND 70, FND 357, ecc.), non è
RIVELATORE A DISPLAY stata fatta a caso. Infatti, poiché il display deve
essere pilotato direttamente da un integrato digi-
La sonda logica, presentata in queste pagine, u- tale della famiglia TTL ( transistor-transistor-lo-
tilizza, quale elemento indicatore, un display a gie), che non è stato concepito per pilotare dei
sette segmenti del tipo a LED il quale, a seconda LED, è necessario che l'alimentazione comune del
dello stato assunto dall'ingresso, si illumina con la display risulti quella positiva, anziché la massa,
lettera " H" oppure con la lettera "L ". Con come risulterebbe necessario con un display a ca-
queste due lettere alfabetiche la sonda indica ri- todo comune. Ciò dipende dal fatto che gli inte-
spettivamente lo stato alto (Hight, secondo la ter- grati della famiglia TTL possono fornire all'uscita
minologia inglese) cioè un " 1 " logico e lo stato una corrente di 1,2 mA soltanto, quando si tro-
basso (Low secondo la terminologia inglese), cioè vano allo stato " 1", mentre sono in grado di as-
uno " O " logico. sorbire una corrente superiore ai 16 mA allo stato
Con semplici modifiche la nostra sonda potrà an- " 0".
che fornire indicazioni diverse come, ad esempio, Ecco perché abbiamo dovuto indirizzare la nostra
"a" per indicare lo stato alto e"b" per indica- scelta su un display ad anodo comune, in grado
re quello basso o, ancora," O" ed" I", a seconda di consentire l'accensione dei segmenti (conduzio-
delle preferenze dell'operatore. ne dei diodi LED) con uno stato " O " del circuito
pilota, che è l'unico in grado di fornire una cor-
rente sufficiente ad una corretta emissione lumi-
FUNZIONAMENTO DEL DISPLAY nosa dei LED.

Gli elementi fondamentali, che compongono la


sonda logica, sono due soltanto: il display a sette ANALISI DEL CIRCUITO
segmenti e un circuito integrato digitale tipo 7400.
Il display da noi utilizzato è un TIL 312, di tipo Siamo così giunti al momento dell'analisi del pro-
ad anodo comune. Ciò significa che gli anodi di getto della sonda logica presentata in figura 1.
tutti i diodi che compongono i sette segmenti so- Il circuito evidenzia uno stadio d'ingresso di tipo
no connessi fra loro, internamente al display, in trigger, realizzato con due dei quattro circuiti
Fig. 3 - Questo disegno, in grandezza
naturale, del circuito stampato della son-
da logica è adatto per il rilevamento de-
gli stati logici tramite le lettere H ed L
illuminate nel display.

NANO a due ingressi contenuti nell'integrato tipo sul piedino 6 dell'integrato 7400 si verificherà, in
7400. Tale circuito è stato realizzato reazionando seguito alle due inversioni, uno stato logico " 0'
positivamente due NAND collegati in serie tra in grado di accendere il segmento " D che, as-
loro e ognuno di essi con i due ingressi collegati sieme ai segmenti " EF", sempre accesi, indiche-
fra loro in modo da espletare la funzione di IN- rà la lettera " L ".
VERTER (invertitore di stato logico). Viceversa, con il puntale della sonda in contatto
La reazione positiva, introdotta dalla resistenza con un punto a livello logico " 1 o, equiva-
R2, consente di stabilire, senza equivoci, lo stato lentemente, mantenendo la sonda non collegata
del punto sottoposto a controllo dalla sonda, evi- (floating), si otterrà uno stato "O" sull'uscita 8
tando di prendere in considerazione altri stati non che, pilotando i segmenti "B-C-G ", farà appari-
ben identificati. re sul display la lettera " H"
Il terzo NANO dell'integrato 7400 assume funzio-
ni di elemento pilota per i segmenti " B-C-G " del
display, mentre il segmento "O" viene pilotato POSSIBILI VARIANTI
direttamente dall'uscita 6 del trigger.
Inoltre, tramite la resistenza R5, collegata a mas- A questo punto, dopo aver analizzato e conosciuto
sa, risultano sempre alimentati i segmenti "E-F", il funzionamento della sonda, sarà possibile ef-
che sono comuni alle diciture "H" (Hight) ed fettuare le varianti da noi citate in precedenza.
"L" (Low). Per esempio, sarà possibile realizzare una sonda
Avviene così che, quando la sonda si trova a con- con l'indicazione "a" (alto) e "b" (basso), fa-
tatto con un punto a livello logico "0", anche cendo in modo che i segmenti " C-D-E-G" ri-

TIL 312 SN 7400

014 1 0
013 20
112 30
D11 4'
'
010 5!
0o 60
IJ s 70
Fig. 4 - Questi due semplici disegni interpretano la
disposizione dei terminali del display modello TIL 312 VISTI DA SOTTO
e dell'integrato modello SN 7400. lato saldature)

72
sul tino accesi in permanenza ( collegandoli a mas- praticità, robustezza e maneggevolezza, è necessa-
sa attraverso una resistenza) e collegando inoltre rio, anche allo scopo di ridurre le dimensioni del
la resistenza R4 con i segmenti " A-B" e la resi- dispositivo, ricorrere all'uso del circuito stampato,
stenza R3 con il segmento " F ". del quale in figura 3 riportiamo il disegno relati-
Volendo invece realizzare le diciture " O " e"1", vo alla versione " H-L ". Per le altre versioni il
la modifica al circuito originale risulta· più com- lettore dovrà provvedere da sé alle necessarie va-
plessa, perché è necessario collegare permanente- rianti circuitali che, comunque, non risultano dif-
mente a massa, attraverso la resistenza R5, i seg- ficilmente realizzabili.
menti " B-C", mentre i segmenti " A-F-E-D" do- Il montaggio della sonda, chiaramente riportato
vrebbero risultare tutti collegati con l'uscita 6 in figura 2, è estremamente semplice e per essere
dell'integrato 7400. certi del suo immediato e preciso funzionamento
Tuttavia, poiché la corrente d'uscita non è suffi- basterà soltanto preoccuparsi del corretto inseri-
ciente a garantire una buona luminosità di tutti mento nel circuito stampato dell'integrato ICl e
i quattro segmenti del display, occorrerà collegare del display.
due segmenti di tale componente con l'uscita 6 In figura 4 sono disegnati questi due elementi
e i rimanenti due segmenti con l'uscita 11 (uscita nella loro parte inferiore; si noti la piccola tacca
del 4° NAND non utilizzato nello schema origi- in corrispondenza dei piedini 1-14 dell'integrato
nale di figura 1), collegando altresì i terminali 12 SN7400.
e 13 (ingressi del 4° NAND) al punto 8 o, equi- Per funzionare correttamente, il circuito-sonda do-
valentemente, al punto 3. vrà essere alimentato con una tensione continua
In questo modo sarà possibile evitare il sovracca- ben stabilizzata, di valori compresi fra 4,75 e
rico delle uscite, ottenendo una luminosità para- 5,25 V.
gonabile a quella delle precedenti diciture. Ricordiamo che, normalmente, risulta del tutto
inutile costruire un apposito alimentatore della
REALIZZAZIONE PRATICA sonda, perché, dato l'assorbimento abbastanza ri-
dotto di corrente, è sempre possibile prelevare con
Poiché gli elementi fondamentali dello strumen- tutta tranquillità l'alimentazione di + 5 V diret-
tino da noi descritto debbono essere quelli della tamente dal dispositivo sotto controllo.

ALIMENTATORE PROFESSIONALE r on» eros.·oso«o ««oc


in modo continuo, le tensioni comprese fra I 4 e i 15 V, con una corrente di lavoro di 2,5 A. La sua
moderna protezione elettronica permette di tollerare ogni errore d'impiego dell'apparato, perché la mas-
sima corrente di uscita viene limitata automaticamente, proteggendo l'alimentatore da eventuali cor-
tocircuiti.
CARATTERISTICHE
Tensione d'ingresso: 220 Vca ±- 12%
Tensione d'uscita: regolabile fra 4 e 18 V nominali
Corrente massima: 2,5 A a 15 V con stabilizzazione
<- 1%
Residuo d'alternata: inferiore a 1 mV per volt a pieno
carico
Stabilizzazione: migliore dell'1%
Corrente permanente di cortocircuito: inferiore a
400 mA
Limitazione automatica della massima corrente d'u-
scita in due portate: a 15 V limitazione 2,5 A (o 0,5 A)
a 4 V limitazione 1,6 A (0 0,4 A)
(Le due portate sono necessarie per mantenere la
dissipazione del transistor entro i suoi limiti di si-
ln scatola di montaggio curezza)
Coefficiente di temperatura d'uscita con temperatu-
L. 28.500 re comprese fra 0"C e 70°C: inferiore a 0,01% °C
Protezione contro i cortocircuiti.

La scatola di montaggio è corredata del fascicolo n. 1 - 1976 della rivista, in cui è presentato l'arti-
colo relativo alla descrizione e al montaggio dell'alimentatore stabilizzato professionale. Le richieste
debbono essere fatte inviando anticipatamente l'importo di L. 28.500 a mezzo vaglia o c.c.p. 3/26482
e indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti, 52.

73
Il sistema dei circuiti di compressione è adottato
sia dai tecnici delle ricetrasmissioni, sia da quelli
delle registrazioni audio. In entrambi questi set-
tori, l'uso della compressione del segnale com-
porta notevoli vantaggi, che si manifestano prin-
cipalmente attraverso una migliore ricezione e
un più chiaro ascolto.

UTILITA' DEL COMPRESSORE

Prima di addentrarci nel vivo dell'argomento,


cioè prima di analizzare il dispositivo presentato
in questo articolo, cerchiamo di conoscere me-
glio il compressore, allo scopo di apprezzarne l'u-

LE
tilità in talune circostanze.
Il compressore di bassa frequenza è un dispositivo
che limita la dinamica di un segnale audio, fa-
cendo in modo che segnali ampi d'entrata ven-
gano notevolmente attenuati in uscita, senza in-
vece produrre alcuna attenuazione sui segnali
deboli.

PAGINE All'uscita di un circuito di compressione si ottie-


ne un segnale la cui ampiezza risulta mediamente
costante e, quindi, ideale per la modulazione di
un segnale radio l'incisione su nastro o su disco.
Occorre tuttavia notare che esistono comunque
alcune differenze di fondo per quel che riguarda

ce
la compressione audio nelle telecomunicazioni a-

DEL matoriali e nel settore della bassa frequenza.

SETTORE BF

Durante la registrazione su nastro, ad esempio,


la compressione risulta utile per ottenere una ma-
gnetizzazione profonda e costante del nastro che,
in pratica, corrisponde alla miglior resa nel rap-
porto segnale/rumore del registratore.
In fase di riproduzione, se la compressione è sta-
ta notevole, occorre restituire al segnale regi-
strato la sua dinamica originale, eseguendo l'e-
spansione del segnale con appositi circuiti elet-
tronici.
La tecnica della compressione viene adottata an-
che nella registrazione di dischi, sia per aumen-
tare il rapporto segnale/rumore, sia per diminui-
re eccessive escursioni della puntina durante
picchi di riproduzione.
Di norma non si ricorre mai ad una espansione
durante la riproduzione, dato che la dinamica del
segnale inciso risulta comunque sufficientemente
amp1a.
COMPRESSORE
SEGNALI AUDIO
SETTORE AMATORIALE si passa da una stazione all'altra e quando queste
sono di diversa potenza. In pratica, un compres-
Nelle applicazioni radio e, in particolar modo, in sore utilizzato negli stadi audio, svolge analoghe
quelle amatoriali, si tende, al contrario, non solo funzioni del CAG (controllo automatico guada-
a comprimere il segnale durante la trasmissione, gno) nella sezione cli media ed alta frequenza.
ma anche durante la ricezione. Tutto ciò con. una differenza; infatti, mentre il
La compressione, in fase di trasmissione, consen- CAG agisce in base all'intensità della portante ri-
te di modulare pressocché costantemente, al cevuta, il compressore interviene soltanto in di-
100%, il trasmettitore, migliorando la potenza pendenza della modulazione di bassa frequenza
d'uscita del trasmettitore e consentendo colle- del segnale, cioè del suo reale volume d'ascolto.
gamenti a maggiore distanza. Ciò non significa tuttavia che il compressore au-
Un segnale compresso risulta di per sé meno com- dio debba ritenersi un elemento sostitutivo o mi-
prensibile di uno non compresso; perché quest'ul- gliorativo del CAG. Perché in realtà è l'insieme
timo risulta più naturale. Comunque, a parità di dei due circuiti che consente di raggiungere una
potenza del trasmettitore, il valore medio di un ricezione omogenea, non ottenibile da ciascuno dei
segnale non compresso è inferiore a quello di un due circuiti singolarmente.
segnale compresso. Quindi, oltre che risultare più
debole, risulta maggiormente interessato dai di- e

sturbi di varia natura (QRM). CIRCUITO DEL COMPRESSORE


E passiamo ora all'esame dello schema elettrico
UN AIUTO AL CAG del compressore audio presentato in figura 1.
Come si può notare, si tratta di un circuito di
L'uso della compressione risulta utile anche in tipo passivo, cioè di un circuito privo di elemen-
fase di ricezione, consentendo di mantenere suf- ti di amplificazione. Esso è in grado di mante-
ficientemente costante il volume d'ascolto quando nere inalterati i segnali di grandezza inferiore ai

Senza produrre alcuna variazione di intensità dei segnali de-


boli, il compressore di dinamica attenua notevolmente in uscita
i 'Segnali di una certa ampiezza presenti in entrata, rendendoli
perfettamente idonei, proprio in virtù dell'ampiezza mediamente
costante, alla modulazione di un segnale radio o all'incisione su
nastri e su dischi.

75
R3

C2

Q 9
ENTR.
,-..
C1 C4 use.
,--..
Q Q
02

200 m V e di ridurre invece progressivamente zione della corrente che lo attraversa. Quanto
l'ampiezza dei segnali più forti, per giungere, ad più intensa è tale corrente, tanto minore risulta
esempio, ad una compressione di 20 dB con un la sua resistenza interna, per cui sui terminali del
segnale di 6 V d'ingresso ( ovvero 600 m V in diodo D2 il segnale d'uscita diviene pressocché
uscita). uniforme.
La compressione del segnale avviene in virtù della La causa della diminuzione della resistenza in-
variazione di conduttività del diodo D2 in fun- terna del diodo D2 è da attribuirsi al diodo Dl,

/.@@0%
- · -·-~ ~i·, .
___,,,.__ __ ---

INGR. o1 R2
(e@ ·« »cnT:'i a USCITA
massa
\
massa

'
PIASTRINA PREFORAT

76
che rettifica negativamente il segnale d'ingresso,
applicando attraverso le resistenze R2-RA, una
corrente di polarizzazione tanto maggiore quanto
più intenso è il segnale. Ciò consente oltretutto al
diodo D2 di lavorare costantemente in zona di
conduzione diretta, senza distorcere eccessivamen-
te il segnale.
Fig. 1 - II progetto del compressore di dinamica si e-
sprime in tutta la sua semplicità attraverso l'esiguo nu- Il circuito, infatti, non deve essere confuso con
mero di elementi che lo compongono. quello di un « clipper », nel quale i diodi risul-
tano normalmente collegati in antiparallelo, cioè
in modo da « tagliare » il segnale al di sopra di
una certa ampiezza. Perché con il nostro com-
pressore varia l'attenuazione del segnale in fun-
zione della sua ampiezza.
Per fare un esempio pratico basterà ricordare che
un segnale sinusoidale di 6 V esce da un « clip-
per » sotto forma di onda quadra, mentre con un
compressore rimane quasi sinusoidale, a meno

Condensatori
C1 = 100 pF V
C2 = 2F (a carta o poliestere)
C3 = 2F (a carta o poliestere)
C4 = 100 pF
Resistenze
R1 = 15.000 ohm
R2 = 470.000 ohm
R3 = 1.200 ohm
R4 = 47 .000 ohm
Varie
D1 = diodo al germanio (di qualunque tipo)
D2 = diodo al germanio (di qualunque tipo)

che non subentri una certa distorsione che, pe-


raltro, non dà certamente fastidio in queste ap-
plicazioni.

AGGIU DI UN A IFICATORE

Il circuito del compressore, presentato in figura


1, attenua i segnali forti senza tuttavia amplif-
care quelli deboli.
Coloro che, per particolari esigenze tecniche,
Fig. 2 - Il circuito stampato non è d'obbligo per questo fossero costretti a sostituire le perdite di inseri-
semplice dispositivo. Una basetta di bachelite, oppor- mento del circuito con una successiva amplifi-
tunamente forata, è più che sufficiente per comporre cazione, potranno servirsi del progetto riportato
il circuito del compressore.
in figura 3, alimentabile direttamente tramite
il dispositivo cui esso verrà collegato (6± 12 Vcc).
Il circuito riportato in figura 3 è praticamente
identico a quello di figura 1. Da questo ultimo

77
Fig. 3' - Coloro che, per particolari esigenze tecniche,
dovessero servirsi di una successiva amplificazione, tro-
+
veranno in questo circuito il progetto più adatto ai loro
scopi, che risulta essere una estensione del progetto di R6 l
figura 1. I componenti aggiunti sono: C5 = 2 F (a carta
o in poliestere; R5 = 47.000 ohm; R6 = 4.700 ohm R5
(trimmer); TR1 = BC107. Il trimmer R6 permette di re-
golare il livello del segnale uscente.
TR1

r+
c2
+r@ e

9 Cl C4
ENTR. use
6 6
D2

COMPR.
si differenzia soltanto per l'aggiunta di uno sta-
dio amplificatore a singolo transistor di tipo NPN,
il cui guadagno viene regolato tramite il poten-
ziometro R6.

REALIZZAZIONE PRATICA
AMPL.
COMPR. E MODUL.
La realizzazione pratica del compressore è stata
presentata in figura 2.
Il progetto è ovviamente di semplice realizzazio-
DAL ne, soprattutto perché lo compongono pochi e-
RIVEL
lementi di facile reperibilità commerciale.
STADIO
Il circuito stampato in questo caso non è d'obbli-
COMPR. E ] BF go, perché il montaggio diviene più immediato
RX servendosi di una basetta rettangolare perforata
opportunamente.
I componenti elettronici non sono assolutamente
Fig. 4-I primi due disegni, a partire dall'alto, interpre-
tano il sistema di collegamento del compressore fra critici e ciò garantisce un preciso e immediato
microfoni piezoelettrici e apparati registratori o ampli- funzionamento del dispositivo, anche con valori
iìc:a.1ori-modulatori. Il disegno in basso mostra il punto leggermente diversi da quelli prescritti nell'elen-
collegamento più favorevole all'inserimento del com- co componenti.
pressore in un ricevitore radio (fra il circuito di rivela-
zie e lo stadio BF), E' invece importante montare i due diodi D1-
D2 secondo le loro esatte polarità (fascetta di ri-
ferimento).

78
OLLEGAMENTO DEL COMPRESSORE l'alto).
Per la compressione di un segnale di ricezione
Il circuito del compressore, una volta montato, di un apparecchio radio, invece, il punto di col-
verrà collegato in un punto di una catena di legamento più favorevole risulta essere quello tra
bassa frequenza in cui il livello del segnale che si il circuito di rivelazione e lo stadio di bassa fre-
vuol comprimere varia mediamente fra 0,1-1 e quenza.
3 V. Talvolta, quando il segnale del rivelatore non è
Normalmente, con l'uso di microfoni piezoelet- sufficientemente ampio, diviene necessario in-
trici, il punto più favorevole è quello immedia- serire il compressore a valle del primo stadio
tamente a valle del microfono, così come indi- (preamplifìcatore) dell'amplificatore di bassa fre-
cato in figura 4 (i primi due disegni a partire dal- quenza del ricevitore.

IL RICEVITORE CB
n scatol
di montaggio a
L. 4.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattivo,
ampiamente collaudato, di conce-
zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26 +28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del RICEVITORE CB sono contenuti in una sca-
tola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione a L. 14.500. La scatola di montaggio è cor-
redata del fascicolo n. 10 - 1976 della Rivista, in cui è presentato l'articolo relativo alla descrizio-
ne e al montaggio dell'apparecchio. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto di L. 14.500 a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO - Via Zuretti, 52.

79
1' 1 ]'
CON NUCLE
TOROIDALE

M LARGA BANDA
L'uso dei nuclei toroidali per la realizzazione di
induttanze, nei circuiti di bassa e di alta fre-
volgersi, sottoponendosi alla prassi burocratica
per l'importazione. Fortunatamente oggi una Dit-
quenza, è ben noto ai radioamatori di tutto il ta italiana distribuisce i nuclei toroidali AMI-
mondo. DON rendendo assai facile il reperimento di
La Casa più famosa che li produce è la AMI- tali componenti. Si tratta della STE s.r.l. Via
DON, che risiede in U.S.A. e alla quale, fino a Maniago 15 - Milano. E a questa Ditta ci si può
poco tempo fa, soltanto i più volonterosi, che rivolgere direttamente per l'acquisto dei nuclei.
desideravano entrarne in possesso, dovevano ri-

Presentiamo per la prima volta sulla nostra Rivista un progetto


di preamplificatore AF utilizzante un nucleo toroidale in pulvifer-
ro, che permette di ottenere una elevata stabilità circuitale. In
questo stesso articolo intratteniamo a lungo il lettore sulle prin-
cipali caratteristiche di questi particolari nuclei.

80
CHE COSA SONO I NUCLEI TOROIDALI e compresse ad alta temperatura in forma toroi-
dale.
I nuclei toroidali AMIDON sono dei nuclei in La permeabilità varia da 90 per le miscele a-
pulviferro, cioè realizzati con materiali che si datte a frequenze basse a 3,5 per quelle adatte
differenziano da quelli con cui vengono compo- alle frequenze più elevate. Le caratteristiche di
ste le ferriti, allo scopo di ottenere una elevata stabilità sopra menzionate e la forma toroidale
stabilità anche alle alte frequenze. consentono di realizzare ottime induttanze con
Come è noto, le ferriti vengono realizzate per elevati fattori di merito su una vastissima gamma
mezzo di compressione di polveri di vari mate- di frequenze che si estende dalle frequenze audio
riali, come il manganese, il magnesio, lo zinco, alle VHF. I nuclei AMIDON possono essere u-
il nichel, il ferro e vari ossidi mescolati tra loro tilmente impiegati nella realizzazione di oscilla-
in diverse proporzioni. Con simile materiale si tori, filtri, trasformatori a larga banda, circuiti
realizzano induttanze di piccole dimensioni, so- in stadi di potenza RF, ecc. La forma toroidale,
prattutto se confrontate al loro valore; le ferriti oltre che garantire il più elevato fattore di me-
infatti vantano un elevato valore di permeabilità rito, presenta la caratteristica di essere autoscher-
magnetica, sino a µ = 5.000. mante in quanto praticamente tutte le linee del
Ma le ferriti presentano anche lo svantaggio di flusso magnetico giacciono nel nucleo; solo in
una instabilità della permeabilità, dovuta ai va- casi particolarissimi risulta necessario schermare
lori molto elevati. E tale fenomeno si accentua una bobina toroidale.
in presenza di frequenze elevate. I nuclei in pulviferro non possono essere usati in
Un altro svantaggio comune a tutte le ferriti. quelle applicazioni che richiedono la saturazione
consiste nel saturarsi in presenza di flussi ma- del nucleo (invertitori, amplificatori magnetici,
gnetici di valore compreso fra i 3.000 e i 5.000 circuiti di memoria, ecc.) dove invece le ferriti
gauss. si rivelano più adatte.
I nuclei in pulviferro AMIDON, pur essendo
dotati di una discreta permeabilità magnetica,
risultano molto stabili anche alle ampie varia- CALCOLO DELL • AVVOLGIMENTO
zioni di flusso e non sono facilmente saturabili
come le ferriti. Poiché i nuclei toroidali servono per realizzare le
Il pulviferro è un materiale anch'esso ottenuto induttanze, il lettore, a questo punto, si chiederà
da polveri ferrose di varie dimensioni, finemente in qual modo sia possibile risolvere il problema
suddivise, mescolate con un elemento isolante del dimensionamento dell'avvolgimento in base

81
c::i:
f-

2O
:::,

Fig. 1 - Progetto del preamplifi-


catore a larga banda facente uso
> o di un nucleo toroidale AMIDON
.,...
N
(L2). L'entrata e l'uscita del cir-
o:::
fi> Ol
o::: cuito sono caratterizzate dalla
presenza di due partitori resistivi.
Il transistor TR1, di tipo 2N3570,
vanta una elevata frequenza di
00 taglio che, può creare alcune dif-
o:::
ficoltà di ordine pratico in sede
di realizzazione del dispositivo.

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e:
(I)

c::iz
<r e-33 a:$se
a: a:
(.) (.) (.)

82
Fig . 2 - P iano to p o g rafico re alizzativo del pre am -
plifì catore a larga band a. S i no ti la prese nza de l
trasfo rm atore to ro id a le L2 e de ll'ind u tt anza LI ot-
te nu ta per m ezzo di un o spe zzo ne di fi lo co nd u t-
tore ne l qu ale so n o in se rite due pe rline di ferrite .

+-
z
<f

PERLINE DI
FERRITE

A NT.

TERRA

al valore dell'induttanza che si vuol ottenere. Mix-2, Mix-6, Mix-10, Mix-12 si riferiscono ai
Per stabilire il numero di spire necessarie, ci si nuclei 4A HA, 3 HP, 15 GS6, 1 C, 2 E, 6 SF,
deve innanzitutto riferire alla seguente tabella, 10 W, 12 Irn-8 citati nella prima tabella, quella
che riporta, per ogni tipo di nucleo, quel valore delle proprietà magnetiche.
di induttanza, espresso in µH, che si otterrebbe In base al valore di induttanza per 100 spire, de-
con 100 spire. dotto dalla precedente tabella, sarà possibile sta-
Le indicazioni Mix-41, Mix-3, Mix-15, Mix-1, bilire il numero di spire (N) necessarie per rea-

TABELLA DELLE PROPRIETA' MAGNETICHE

GAMMA DI GAMMA DI
MATERIALE COLORE PERMEA- FREQUENZA FREQUENZA
(Mix) BILITA' TIPICA OTTIMALE

41 HA Verde u= 75 10 KHz - 100 KH 20 KH - 50 KHz


3 HP Grigio µ = 35 20 KHz - 2 MHz 50 KH - 500 KHz
15 GS6 Rosso-Bianco u = 25 20 KH- 5 MHz 500 KHz- 1 MH
1 e Blu u = 20 40 KHz - 5 MHz 1 MHz- 2 MHz
2 E Rosso =
10 200 KHz - 30 MHz 2 MHz- 10 MHz
6 SF Giallo = 8 2 MH- 50 MHz 10 MHz - 20 MHz
lOW Nero = 6 4 MHz -
10 MHz -
100
200
I
MHz 20 MHz - 40 MHz
MHz 40 MHz- 90 MHz
12 Ir-8 Verde-Bianco [ = 3

83
INDUTTANZA PER 100 SPIRE ±- 5% .
1

Nucleo Mix-41 1 Mix-3 Mix-15 Mix-1 Mix-2 Mix-6 Mix-10 Mix-12 I

T-200 755 H 360 H 120 H 105 H


T-184 1640H 720 H 240 H
I T-157 970 H 420 H 140 H 115H
T-130 785H 330 H 250µH 200 H llOµH 96H
T-106 900 H 405 H 330H 280µH I 135 H 116µH
T- 94 590H 248 H 160µH 84H 70 H 58 H 32H
T- 80 450 H 180H 170H 115 H 55 H 45 H 34 H 22µH
T- 68 420H 195µH 180µH 115µH 57 H 47 H 32 H 21 H
T- 50 320H 175H 135 H l00µH 50 H 40 H 31 H 18H
T- 37 240 H llOµH 90 H 80 H 42 H 30H 25H 15µH
T- 25 200H lO0µH 85H 70µH 34 H 27H 19 H 13µH
T- 12 90 H 60H 48H 24 H 19 H 12H 8,5µH
I

lizzare una induttanza di valore L, applicando la base del transistor TRl, che risulta essere un
seguente formula: NPN montato secondo la configurazione con e-
mittore comune.
L
N = 100 L'uscita di collettore del transistor TRl è colle-
LlO0 gata con il trasformatore toroidale L2, di cui
abbiamo già parlato a lungo e che permette di
nella quale L = Induttanza desiderata (pH) ed effettuare l'adattamento di impedenza con il
LlO0 = Induttanza per 100 spire ricavata dalla circuito d'uscita che, come avviene per quello
tabella. d'entrata, è composto anch'esso da un partitore
Si tenga presente che, per ottenere elevati fattori resistivo.
di merito dell'induttanza, occorre servirsi di filo
di rame di sezione tale da ricoprire totalmente
il nucleo toroidale, oppure realizzare l'avvolgi- DIFFICOLTA' PRATICHE
mento servendosi di due o tre fili in parallelo.
Gli elementi critici del progetto del preamplifi-
catore sono essenzialmente di ordine pratico, da-
ANALISI DEL PREAMPLIFICATORE to che per realizzare un preamplificatore a larga
banda è stato necessario far cadere la scelta su
Con l'uso di un nucleo toroidale abbiamo realiz- un transistor dotato di una notevole ed elevata
zato il progetto di un preamplificatore a larga frequenza di taglio.
banda. Si tratta del transistor 2N3570, che vanta l'ele-
In pratica si tratta di un preamplificatore per vata frequenza di taglio di 1.500 MHz e crea
uso amatoriale, adatto a funzionare tra uno e 50 quindi notevoli difficoltà per il costruttore del
MHz. Ciò significa che, con un solo circuito progetto.
preamplificatore, è possibile rinforzare notevol- Inoltre, se si tiene conto dell'elevato guadagno
mente la ricezione su buona parte delle gamme fornito dal transistor TR1, che si aggira intorno
amatoriali, senza dover continuamente interveni- ai 26 dB, si capisce come una realizzazione pra-
re sui comandi di sintonizzazione. tica ottenuta senza particolari accorgimenti non
Esaminiamo ora il circuito elettrico, che risulta può certo riscuotere il successo sperato. Si tratta
riportato in figura 1. infatti di evitare in tutti i modi possibili l'in-
Come si può notare, il progetto è composto, al- stabilità del circuito. Ecco perché i componenti
l'entrata, di un partitore resistivo che pilota la elettronici debbono essere distribuiti, lungo il

84
--
Fig . 3 - Disegno del circuito
stampato in grandezza natu-
rale necessario per comporre
ii progetto, peraltro abbastan-
za critico, del preamplificatore
a larga banda.

circuito, con oculatezza; inoltre occorre rivolgere roidale L2, che è realizzato su nucleo AMIDON
particolari attenzioni al filtraggio dell'alimenta- di tipo T50 che, oltre a presentare una notevole
tore ed è anche necessario selezionare compo- banda passante, non necessita di particolari scher-
nenti di ottima qualità. Per evitare poi indeside- mature per evitare le oscillazioni parassite.
rate oscillazioni in VHF o in UHF, si debbono
utilizzare dei nuclei a «perlina » di ferrite che
dovranno essere collegati in serie con il circuito LO SCHEMA TOPOGRAFICO
d'entrata.
L'elemento adattatore d'impedenza d'uscita, come Per realizzare lo schema topografico riportato in
abbiamo detto, è costituito dal trasformatore to- figura 2, il lettore dovrà prima comporre il cir-

50 cm I
'e"sen
e n
ere
2 fili <p 0,30 intrecciati tra loro

L2

Fig. 4 - Elementi e dati costruttivi del trasforma-


tore toroidale ottenuto mediante avvolgimenti su
nucleo AMIDON di tipo T50 (giallo). I numeri con
cui sono contrassegnati i terminali degli avvolgi-
menti corrispondono a quelli del piano costruttivo
di figura 2.

85
Fig. 5- Uno stadio di ingresso se-
lettivo ad elevato fattore di me-
INGR. rito, come quello qui riportato,
ANT. si rende necessario quando in
prossimità dell'emittente che si
vuol ricevere sono presenti altre
frequenze di emittenti più o me-
no vicine.

cuito stampato riportato in scala 1/1 in figura 3. quindi si avvolgeranno 8-10 spire sul nucleo toroi-
Su tale circuito troveranno posto tutti i compo- dale, cercando di riempire l'intera circonferenza.
nenti elettronici che concorrono alla composizio- I terminali degli avvolgimenti così ottenuti ver-
ne del progetto del preamplificatore. ranno collegati rispettando i riferimenti nume-
L'induttanza Ll, che possiamo definire come e- rici 1-2-3-4 riportati nel piano costruttivo del
lemento « anti-UHF », viene realizzata infilando trasformatore toroidale riportato in figura 4 e in
due perline di ferrite su un ponticello apposita- figura 2.
mente previsto sul circuito stampato, così come
chiaramente indicato in figura 2 (il ponticello
è ovviamente composto per mezzo di uno spezzo- INGRESSO SELETTIVO
ne di filo conduttore).
Il trasformatore toroidale L2 verrà ottenuto in- Il progetto del preamplificatore, realizzato se-
trecciando fra loro due fili di rame smaltato del condo gli schemi delle figure 1-2, è del tipo a
diametro di 0,3 mm. e della lunghezza di 50 cm.; larga banda e presenta quindi in alcuni casi lo

ANT.

Fig. 6 - Esempio di realizzazione


pratica di uno stadio d'entrata se-
lettivo ad elevato fattore di me-
rito. I dati relativi alla composi-
zione degli avvolgimenti L3-L4,
in corrispondenza alle varie gam-
me di frequenza interessate, sg-
TERRA
no riportati nel testo.

86
FREQUENZA Avv. L3 Avv. L4

10 30 MH> 2 spire 6 spire con presa intermedia alla seconda spira


dal lato massa
3±14 MHz 5 spire 30 spire con presa intermedia alla decima spira
dal lato massa
1:6 MHz 10 spire I 100 spire con presa intermedia alla trentesima spira
dal lato massa

svantaggio di amplificare non solo l'emittente de- allo scopo di ottenere un miglior trasferimento
siderata, ma anche quelle presenti in bande più di energia.
o meno vicine le quali, se di notevole intensità, L'avvolgimento dovrà essere realizzato secondo
possono dar luogo a fenomeni indesiderati di in- lo schema di figura 6. Esso è composto dai due
terferenza. avvolgimenti LS L4. Il numero di spire, rap-
portato alla ga nma di frequenze, risulta elen-
Anche in questi casi tuttavia è possibile ricorrere
cato, per entrambi gli avvolgimenti, nella se-
ai ripari, realizzando uno stadio di ingresso selet-
guente tabell:.:
tivo ad elevato fattore di merito, servendosi an-
Il fìlo da uti izzarsi per la realizzazione dei due
cora una volta di un nucleo toroidale tipo AMI-
avvolgimenti <leve essere di rame smaltato del
DON. diametro di 03 m. per le prime due gamme di
Lo schema del filtro selettivo è riportato in figu- frequenze; per la gamma 1-6 MHz invece il filo
ra 5. Questo circuito, oltre che fungere da sta- di rame smaltato deve avere un diametro di 0,1-
dio sintonizzatore, permette di adattare l'impe- 0,2 mm. Il nucleo toroidale AMIDON deve
denza dell'antenna a quella del preamplifcatore, essere di tipo T50/6.

RICEVITORE A 2 VALVOLE PER ONDE MEDIE E CORTE


Caratteristiche tecniche
Tipo di circuito: In reazione di catodo
Estensione gamma onde medie - 400 KHz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 V con 100 mW In uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 V con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 uV
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

T n TAGGIO
L. 12.500 senza altoparlante
L. 13.500 con altoparlante

La scatola di montaggio è corredata del fascicolo n. 12 - 1975 della Rivista, in cui è presentato l'articolo
relativo alla descrizione e al montaggio dell'apparecchio. Le richieste debbono essere fatte inviando an-
ticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 a indirizzando a: Elettronica Pratica - 20125 Mi-
lano - Via Zuretti 52.

87
Il primo passo che il futuro cultore delle riprodu- adatta ad un complesso riproduttivo di alta
zioni sonore ad alta fedeltà muove nel settore classe.
degli apparati autocostruiti, consiste nel realizza- La sostituzione della testina consente di miglio-
re un amplificatore di potenza, un preamplifìcato- rare in misura considerevole la qualità di ripro-
re dotato di controlli di volume e tonalità e di duzione dei dischi microsolco, anche se essa pre-
collegare tali dispositivi ad un giradischi stereo- senta un inconveniente: quello della scarsa sen-
fonico e ad un sintonizzatore. sibilità, che impone di collegare a monte dell'am-
Il più delle volte, tuttavia, capita che il giradischi lifica tore un opportuno preamplificatore.
risulti munito di una testina piezoelettrica che,
fornendo un segnale di notevole ampiezza, colle-
gabile direttamente con semplici preamplifìcatori, PROCESSO AZIONE
non può certo essere considerato come il meglio
dell'alta fedeltà. Ed è proprio per tale motivo Ma per l'autocostruttore la cartuccia magnetica
che lautocostruttore, dopo un po' di tempo e al- presenta un altro elemento che può essere valu-
lo scopo di migliorare le qualità di riproduzione tato come un difetto ma che, in realtà, è un pre-
dell'impianto, sostituisce la testina piezoelettrica gio; si tratta della risposta lineare in frequenza.
con una di tipo magnetico, assolutamente più Tale caratteristica obbliga l'autocostruttore ad

Quando si vuol sostituire la testina piezoelettrica del proprio


giradischi con una di tipo magnetico, allo scopo di migliorare la
qualità di riproduzione sonora dei dischi microsolco, si deve in-
terporre, fra il giradischi e l'amplificatore di potenza, un circuito
preamplificatore-equalizzatore come quello qui presentato e de-
scritto.
:1

88
DELLA CURVA RIAA
equalizzare l'amplificazione del preamplificatore, giormente amplificati, soprattutto nei dischi di
in modo da compensare la curva non lineare ap- vecchia costruzione o avariati dal tempo e da
positamente adottata in fase di incisione del disco. puntine non adatte, tutti i rumori di fondo che,
Dobbiamo qui ricordare che,. durante il processo talvolta, si manifestano in misura tale da far rim-
di registrazione dei dischi, si tende ad esaltare le piangere l'avvenuta sostituzione della testina pie-
note acute e ad attenuare quelle gravi. Con tale zoelettrica.
artificio si riesce, da una parte, ad aumentare il Ma c'è di più. Se il giradischi non è perfettamente
rapporto segnale/rumore, causato da un fruscio di calibrato, oppure se il perno di centraggio non
sottofondo particolarmente intenso sulle frequen- appare solidale con il piatto rotante o, ancora, se
ze elevate, dall'altra si riduce, durante la ripro- vi sono difetti di trascinamento, tra motore e piat-
duzione delle note gravi la notevole escursione to giradischi, si possono manifestare disturbi a
meccanica della puntina, che potrebbe dar luogo bassissima frequenza. tali da interferire negativa-
a distorsioni. Si tenga presente infatti che le note mente sulla riproduzione sonora o sugli altoparlan-
basse richiedono una notevole potenza di ripro- ti senza peraltro accorgersene.
duzione, cioè, in pratica, una certa ampiezza del Per debellare questi nemici della riproduzione,
solco. abbiamo provveduto all inserimento, nel circuito
del preamplificatore, di due filtri cli tipo passivo.
Uno cli questi è denominato scratch e rappresen-
MPITI DEL DISPOSITIVO ta il filtro antifruscio: I'altro è denominato rumble
e rappresenta il filtro antirombo.
La curva normalmente utilizzata dalla maggior
parte dei fabbricanti di dischi è la RIAA ed è ap-
punto cli tale curva che il nostro preamplificatore- ANALISI DEL CIRCUITO
equalizzatore viene effettuato il processo di equa-
lizzazione. Esaminiamo ora il circuito elettrico dell'equaliz-
In definitiva, l'apparato che vi presentiamo con- zatore riportato in figura I. •
sente, oltre che l'amplificazione ciel debole segnale Facciamo presente che il pro
della testina, anche la linearizzazione del segnale guarda un solo canale e dovrà essere ovviamente
stesso seguendo una curva di risposta inversa ri- realizzato in doppia versione negli impianti ste-
spetto a quella adottata in fase cli incisione dei reofonici.
disco. Ma i compiti ciel nostro preamplificatore- Il circuito di amplificazione-equalizzazione utiliz-
equalizzatore non si esauriscono qui. Perché esso za due transistor NPN, al silicio. a basso rumore,
serve anche a debellare taluni nemici della ripro- collegati fra loro in modo da realizzare un ampli-
duzione che vogliamo qui di seguito elencare. ficatore controreazionato.
La rete di controreazione. oltre che rendere sta-
bile il guadagno del preamplificatore, provvede a
NEMICI DELLA RIPRODUZIONE correggere la curva di risposta secondo lo standard
RIAA. In alternativa. possedendo ad esempio due
Poiché l'uso di una testina magnetica riproduce giradischi commutabili. uno dei quali è dotato di
con maggiore fedeltà, e con una banda passante testira magnetica e l'altro di testina piezoelettri-
più estesa., quanto inciso sul disco, verranno mag- a, basterà servirsi dell'interruttore S1 per ottene-

89
R16 30V

R10 ±:
(10
c9

c6 Il i'


__ <2
e___ _ __ S] __

S1

h/M
R3
l]=
TR2 11

"! M'
t,f e
ENTR

R6
R7 <± R;1
R1 12 13

Fig. 1 - Progetto relativo ad un solo canale del preamplificatore-equalizzatore che, nel caso
di applicazioni stereofoniche, dovrà essere realizzato in doppia versione. Nel caso di collega-
mento con fonorivelatore ceramico, occorrerà chiudere l'interruttore S1, che inserisce, in pa-
rallelo con l'entrata, la rete R1-R2-C3. Il commutatore S2 inserisce o disinserisce il filtro anti-
rombo, mentre il commutatore S3 inserisce o disinserisce il filtro antifruscio.

COMPONENTI
Condensatori R6 = 10.000 ohm
C1 10 uF - 40 VI (elettrolitico) R7 = 1.500 ohm
=
C2 10 F - 5O VI (elettrolitico) R8 = 82.000 ohm
= R9 = 47.000 ohm
Cc3 = 33.000 pF
C4 1.200 pF R10 = 12.000 ohm
=
es = 50 F - 40 VI (elettrolitico) R11 = 1.800 ohm
C6 = 3.900 pF
R12 = 56.000 ohm
R13 = 100.000 ohm
C7 = 47.000 pF
R14 = 39.000 ohm
C8 = 22.000 pF
R15 = 100 ohm
C9 = 100.000 pF R16 1.500 ohm
=
C10 = 100 F - 50 VI (elettrolitico)
C11 = 1.000 pF Varie
TR1 = BC109B (BC109C)
Resistenze
TR2 = BC109B (BC109C)
R1 = 8.200 ohm z1 = vedi testo
R2 = 1.000 ohm S1 = interrutt.
R3 = 270.000 ohm s2 = comm. (2 vie - 2 posizioni)
R4 = 330.000 ohm s3 = comm. (2 vie - 2 posizioni)
R5 = 2,2 megaohm Alimentaz. = 30 Vcc

90
re, entro margini accettabili, la compensazione deviatore S3 si inserisce o disinserisce il filtro an-
anche per le testine di tipo piezoelettrico. tifruscio.
Sul collettore del transistor TR2 è presente il se- Entrambi i filtri ora menzionati sono di tipo pas-
gnale equalizzato ed amplificato di 34 dB circa sivo, cioè realizzati esclusivamente con resistenze,
(a 1.000 Hz). Ciò significa in pratica un guadagno condensatori ed induttanze.
di circa 50 volte, che consente di ottenere una
Il filtro antirombo è di tipo passa-alto; esso atte-
tensione d'uscita di ben 0,5 V dai 10 m V forniti
nua le frequenze al di sotto dei 30 Hz. Il filtro
dalla testina.
antifruscio invece è stato realizzato per mezzo di
un circuito accordato, caratterizzato da una bru-
sca attenuazione delle frequenze superiori ai 4.000
I FILTRI Hz.
Una volta terminato il processo di amplificazione- La curva di risposta, con entrambi i filtri inseriti,
equalizzazione, il segnale viene convogliato ai fil- è riportata in figura 5. Tale curva, pur non es-
tri, che possono essere inseriti o disinseriti per sendo piatta fra i 20 e i 20.000 Hz, consente di
mezzo dei doppi deviatori S2-S3. Più precisamen- ottenere in talune condizioni un ascolto più pia-
te, con il doppio deviatore S2 si inserisce o disin- cevole di quello ad alta fedeltà ottenuto con l'e-
serisce il filtro antirombo, mentre con il doppio sclusione dei filtri.

<
....
....
<(

<( u0
r
.... ::,
z
LI

Fig. 2 - La realizzazione pratica del preamplificatore-equalizzatore si ottiene in due tempi di-


versi. Dapprima si montano tutti i componenti elettronici sul circuito stampato, poi si inserisce
questo in un contenitore metallico che dovrà essere sistemato in prossimità del giradischi. I
cavi di collegamento esterno, esclusi quelli dell'alimentatore, devono essere rappresentati da
cavetti schermati.

91
a
Fig. 3 - Disegno in gran-

f
dezza naturale del circuito
stampato che il lettore do-
vrà realizzare per il mon-

€ ao
CID
taggio di tutti i componen-
ti elettronici del preampli-
ficatore-equalizzatore.

t- -t
COSTRUZIONE DEL ta del circuito stampato, occorrerà rinchiudere
PREAMPLIFICATORE-EQUALIZZATORE questa in un contenitore metallico, effettuando
tutti i collegamenti esterni, fatta eccezione per
La realizzazione pratica del preamplificatore si quelli dell'alimentatore, mediante cavetti scher-
ottiene montando tutti i componenti elettronici su mati, la cui calza metallica dovrà risultare in per-
un circuito stampato e tenendo sott'occhio il pia- fetto contatto elettrico con il contenitore metalli-
no costruttivo riportato in figura 2. co del dispositivo.
In figura 3 riportiamo, in grandezza naturale, il Il punto ideale per la sistemazione del preampli-
disegno del circuito stampato che il lettore rea- ficatore-equalizzatore sarebbe la parte interna del-
lizzerà per la composizione del preamplificatore. lo stesso giradischi cui esso verrà accoppiato. Se
Una volta montati tutti i componenti sulla baset- ciò non fosse possibile, l'apparecchio dovrà essere
collocato nelle immediate vicinanze del giradischi,
in modo che il percorso del cavo di collegamento
con la testina magnetica, cioè il conduttore in-
teressato da un segnale molto debole, risulti il più
corto possibile.
Se il cablaggio è stato eseguito senza errori, il
funzionamento dovrà risultare privo di qualsiasi
a,+NUCLEO ronzio, a patto che l'alimentazione sia ben filtrata,
oppure sia rappresentata da un collegamento di
pile in serie.
ROCCHETTO Raccomandiamo quindi di effettuare saldature
ben calde, di inserire correttamente nel circuito
stampato i due transistor TR1-TR2, tenendo con-
to della denominazione dei tre loro diversi elettro-
di. Pari attenzione dovrà essere rivolta ai con-
densatori elettrolitici, che sono dei componenti
polarizzati.

Fig. 4 - L'impedenza Z1 si realizza servendosi di un nu-


L'IMPEDENZA Z1
cleo ad « olla •. Sul rocchetto si avvolgono 200 spire
compatte di filo di rame smaltato del diametro di 0,1 mm. Tutti i componenti elettronici necessari per la
realizzazione del circuito del preamplifcatore-e-
qualizzatore sono di facile reperibilità commercia-

92
Fig. 5 - Curva di risposta del di-
spositivo con entrambi i filtri in-
seriti. La curva, pur non essendo
piatta fra i 20 e i 20.000 Hz, con-
sente di ottenere, in talune con-
dizioni, un ascolto più piacevole
0,01 0,02 01 02 0,s 1 2 5 10 20 50 100
di quello ad alta fedeltà ottenuto
+ M FREQ. KHz
con l'esclusione dei filtri. 10 HZ 100 HZ

dB

l
20
7
.....
1O r'\.
1'.
...... ......
.......
N
-10
""""-
Fig. 6 - Curva di risposta, in fun-
"'"" zione della frequenza, del pream-
-20
0,01

10 HZ
\
002 0,1
I
100 HZ
02 0s 1 2 s

FREQ
10
"20

KHz
50 100
pl ificatore-equ al izzatore.

le. Fa eccezione l'impedenza Zl, che dovrà esse- scita assume il valore di alcune migliaia di ohm;
re costruita direttamente dal lettore. A questo ciò sta a significare che l'impedenza d'entrata
scopo occorre procurarsi un nucleo ad " olla " dell'amplificatore di potenza, che dovrà necessa-
(tipo SOT12), aprirlo e avvolgere sul rocchetto riamente essere collegato a valle del preamplifica-
(vedi figura 4) 200 spire compatte di filo di rame tore-equalizzatore, non deve risultare inferiore ai
smaltato del diametro di 0,1 mm. 50.000 ohm.
Per concludere ricordiamo che la distorsione ri- I due transistor TR1-TR2 sono di tipo NPN e
sulta inferiore allo 0,5%, mentre l'impedenza d'u- debhono essere a basso rumore di fondo.

93
lA
'
FII'USCILIOSCOI
Tutti coloro che praticano l'elettronica per puro forto di un preciso indirizzo dilettantistico o pro-
hobby, quando raggiungono uno stadio avanzato fessionale.
di questa affascinante disciplina, oppure quando Dunque, prima di effettuare la scelta dello stru-
stanno per varcare la soglia del semiprofessioni- mento di misura, è necessario conoscere con la
smo, debbono decidere, inevitabilmente, quale massima precisione la funzione esatta dell'oscil-
tipo di oscilloscopio acquistare. Tenendo conto loscopio, i suoi controlli essenziali e, fra questi,
che questo strumento di misura, una volta ac- quelli utili alla propria attività e quelli superflui
quistato, deve accompagnare l'operatore per mol- per un determinato tipo di lavoro. Occorre infi-
ti anni, senza dover passare ad altro strumento ne conoscere il modo con cui debbono essere in-
più complesso e sofisticato, come può invece ac- terpretate le caratteristiche tecniche che accom-
cadere per il tester. pagnano ogni modello di tipo commerciale.
Prima di acquistare un oscilloscopio, dunque, Lo scopo di questo articolo è quello di indirizzare
l'acquirente deve sapere perfettamente che cosa il lettore verso un acquisto razionale di un oscil-
vuole e quanto vuole spendere. Perché di oscillo- loscopio da sistemare in forma permanente nel
scopi ce ne sono di moltissimi tipi ed ognuno di proprio laboratorio. E tale indirizzo viene offerto
questi è stato appositamente concepito per il con- in special modo a coloro che non dispongono di

Prima di acquistare questo utilissimo e importante strumento di


analisi e di controllo, è necessario che il lettore conosca, almeno
a grandi linee, il suo funzionamento, le caratteristiche fondamen-
tali e tutto quanto viene dichiarato dal costruttore per ogni mo-
dello di tipo commerciale.
una preparazione adeguata, perché possano tro-
vare in queste pagine l'aiuto ad una spesa che, non
essendo di tutti i giorni, non può che essere at-
tenta, oculata e rispondente alle proprie esigenze.

CHE COSE' L'OSCILLOSCOPIO

L'oscilloscopio è uno strumento che fa " vedere "


l'elettricità, perché esso consente di visualizzare
su uno schermo fluorescente l'andamento nel tem-
po di un segnale elettrico. L'elemento più impor-
tante dell'oscilloscopio è rappresentato senza dub- " t
bio dal tubo a raggi catodici a deflessione elettro-
statica. Esso è concepito sullo stesso principio con
cui si costruiscono i cinescopi dei nostri televisori,
·ti
anche se in esso si possono distinguere notevoli - ·@
differenziazioni. #e-. -------
·sb
«e
TRE ELEMENTI FONDAMENTALI
Nel tubo a raggi catodici si possono distinguere
tre elementi fondamentali. Essi sono: il "can-
none elettronico ", le " placche di deflessione" e
lo" schermo fluorescente ".
Esaminiamo sommariamente ciascuno di questi
tre importanti elementi che compongono il tubo
a raggi catodici. E cominciamo con il primo, cioè
con il " cannone elettronico ".
Questo primo elemento del tubo è rappresentato
da un cilindro al quale spetta il compito di gene-
rare il " pennello elettronico", cioè quel fascio di
elettroni che, opportunamente accelerati e foca-
lizzati sullo schermo fluorescente, determinano la
luminosità del punto colpito dal fascio elettronico.
Il secondo elemento del tubo a raggi catodici è
rappresentato dalle placche di deflessione elettro-
statica. Due di queste permettono di ottenere la
deflessione orizzontale del pennello elettronico,
mentre le altre due provocano la deflessione ver-
ticale dello stesso pennello. La deviazione si ve-
rifica quando sulle placche vengono applicate op-
portune tensioni di pilotaggio.
Il terzo elemento di fondamentale importanza
del tubo a raggi catodici è costituito dallo scher-
mo fluorescente. Questo si trova in posizione op-
posta a quella dove è sistemato il cannone elet-
tronico. Nella sua parte interna esso è ricoperto
di particolari fosfori i quali, colpiti dal pennello
mo del tubo stesso delle figure geometriche deter-
elettronico, si eccitano, provocando l'effetto di lu-
minate dalla composizione dei moti dei due se-
minosità, cioè di visualizzazione.
gnali.
Ma per visualizzare la forma d'onda di un qual-
BASE DEI TEMPI siasi segnale, è necessario applicare alla coppia di
placche verticali il segnale in esame, mentre alla
Applicando simultaneamente alle placche orizzon- coppia di placche orizzontali deve essere applicato
tali e verticali del tubo a raggi catodici dei se- un segnale ad andamento lineare con il tempo,
gnali variabili nel tempo, si ottengono sullo scher- chiamato anche segnale a rampa o a denti di sega.

95
L'OSCILLATORE
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in Fig. 1 - Questo disegno interpreta la forma più comune
codice Morse. e la composizione interna di un tubo a raggi catodici per
oscilloscopio. Gli elementi principali sono: iii cannone
elettronico (A), le placche di deflessione verticale (B),
le placche di deflessione orizzontale (C), lo schermo
fluorescente (D).

Questo segnale costituisce la cosiddetta " base


dei tempi" dell'oscilloscopio e permette di gra-
duare l'asse orizzontale dello schermo in ms/div.
(millisecondi per divisione), in modo da visualiz-
IN SCATOLA DI MONTAGGIO zare immediatamente la durata del segnale che
si vuol analizzare.
Per consentire l'analisi di segnali di diverso valore
di frequenza, la base dei tempi viene suddivisa in
varie portate che, negli oscilloscopi di maggior
pregio, si estendono fra i 1 sec./div. e 0,1 /div.

Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici -


n. 4 resistenze- n. 2 transistor - n. 2 trimmer L'AMPLIFICATORE VERTICALE
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n, 1 cir-
cuito stampato - n. 1 presa polarizzata- n. 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas- Poiché la sensibilità propria delle placche di de-
sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

CARATTERISTICHE
Controllo di tono
Controllo di volume V

11
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V

.t

La scatola di montaggio dell'OSCILLATORE Fig. 2 - Per visualizzare sullo schermo del tubo a raggi
deve essere richiesta a: ELETTRONI- catodici un qualsiasi segnale elettrico sottoposto ad e-
CA PRATICA. - 20125 MILANO - Via Zuretti, same, è necessario applicare alle placchette di defles-
anticipatamente l'importo di L. sione verticale il segnale stesso, mentre alla coppia di
vaglia postale o c.c.p. 3/26482. placchette orizzontali si applica un segnale denominato
comprese le spese di spe- « a denti di sega », il cui andamento è riportato in que-
sto diagramma.

96
sono analizzare prima che essi vengano attenuati
dall'amplificatore.

/
---- In realtà la banda passante viene espressa come il
valore di frequenza che, nell'amplificatore verti-
/ /
,,,. I
I
..::.__ - - ,/
/

I
cale, determina una perdita di guadagno di 3 dB.
E' naturale che un buon oscilloscopio dovrà avere
I I una elevata banda passante, per esempio di 10
I X MHz, così da consentire l'analisi anche di segnali
I I I transitori e di onde quadre a frequenza elevata.
I I Y Per concludere dobbiamo precisare che non si de-
I z I / ve confondere la banda passante con la frequenza
,/ di scansione. Anche se queste due grandezze sono,
_I_,,,

Fig. 3 - L'oscilloscopio è uno strumento analizzatore


che serve per visualizzare segnali sul piano cartesiano.
Ma non si deve dimenticare che esso dispone anche
del cosiddetto « asse Z », che corrisponde al controllo
di luminosità della traccia.

flessione verticali si aggira mediamente attorno ai


10 V/cm., è indispensabile che esse vengano pre-
cedute da vari stadi di amplificazione, in modo
da rendere chiaramente visibili sullo schermo an-
che fenomeni elettrici di ampiezza molto inferiore
al volt.
L'amplificatore verticale, che consente di ottenere
un aumento di sensibilità dell'oscilloscopio, è ca-
ratterizzato, oltre che dalla sua sensibilità massi-
ma, espressa in mV/div. o, meglio, in mV/cm.,
anche dalla banda passante, la quale indica il va-
lore massimo di frequenza dei segnali che si pos-

dB

]
-3

o 10 F MHZ

Fig. 4- Ogni buon oscilloscopio deve poter vantare una


elevata banda passante; per esempio di 10 MHz, in
modo da consentire anche l'analisi di segnali transitori
e di onde quadre a frequenza elevata.

97

Fig. 5 - Tra gli acc ess ori fondamentali per il corretto
uso dell'oscNfosc:opio è da tenere in massima con- OSCILLOSCOPIO
siderazione la sonda di collegamento con il circuito
esterno. La sonda, pur attenuando il segnale di In-
gresso, consente di ottenere su un'ampia gamma di
frequenze una elevata resistenza ®
@ '
d'ingresso. Per una attenuazione
di 10, la resistenza R vale 1 O me-
gaohm, mentre C vale 7 pF.

or
< f--•à avo'
scii@si«aro
i
e@
{g-' @ @
RESISTENZA
INTERNA

in certo qual modo, collegate fra loro, in quanto analizzare, in modo che quest'ultimo appaia im-
un oscilloscopio con amplificatore verticale a lar- mobile sullo schermo.
ga banda è quasi sempre certamente dotato di In pratica il Trigger pilota la partenza della base
una deflessione ad alta velocità, per esempio di dei tempi quando il segnale, proveniente dall'am-
0,1 s/cm., si tratta pur sempre di due grandezze plificatore verticale, passa attraverso un determi-
del tutto indipendenti, che dovranno essere valu- nato valore di tensione.
tate separatamente nel processo di scelta dello Negli oscilloscopi di maggior pregio la sincroniz-
strumento. zazione può essere controllata sia su fronti di sa-
lita, sia su fronti di discesa, su segnale interno o
esterno. La sincronizzazione può venire talvolta
IL TRIGGER ritardata rispetto al punto di scatto, in modo da
poter meglio evidenziare quei particolari del se-
Il terzo elemento fondamentale di un oscillosco- gnale in esame che maggiormente interessano.
pio è costituito dal Trigger, cioè da quel circuito Il Trigger rappresenta dunque un elemento fonda-
che fa da collegamento tra la base dei tempi e mentale per l'analisi "stabile" dei segnali. Esso
l'amplificatore verticale, effettuando la sincroniz- deve essere tenuto in massima considerazione nella
zazione del segnale a denti di sega con quello da scelta dello strumento.

SPINA
RESIST. COMP ROSSA

-#e
CAVO SCHERMATO

SPINA
NERA
\
SCATOLA
METALLICA

Fig. 6 - Questo disegno interpreta il cablaggio del circuito teorico della sonda presentata in
figura 5. La colorazione conferita alle due spine permette di scongiurare errori di innesto della
sonda sulle apposite boccole dell'oscilloscopio. Il trimmer capacitivo permette di compensare
i valori capacitivi del cavo e quelli di ingresso dell'oscilloscopio.

98
+ 210V

+
+

ENTR AO

EN TR . 8 ~ 350V

+ +

+2ov Fig. 7 - Con taluni tipi di oscilloscopi si possono mi-


surare le differenze di tensione fra due punti dei qua-
li nessuno è collegato a massa, eliminando in tal modo le tensioni di rumore e i ronzii comuni ai due punti. Il
tasso di eliminazione dei segnali comuni alle due entrate è definito tramite un rapporto oppure in decibel.

'ASSE Z pia gamma di frequenze, una resistenza di ingres-


so elevata. Infatti, sebbene l'oscilloscopio risulti di
Nella quasi totalità delle applicazioni pratiche, per sé uno strumento di misura dotato di una ele-
l'oscilloscopio viene utilizzato per visualizzare se- vata impedenza d'ingresso, l'uso di un cavo scher-
gnali sul piano cartesiano . (asse X = orizzontale mato per il collegamento con il circuito in esame,
= base dei tempi e asse Y = verticale = segnale). pur aumentando la capacità di ingresso, abbas-
Ma non si deve dimenticare che l'oscilloscopio di- serebbe, alle alte frequenze, tale impedenza a va-
spone anche del cosiddetto " asse Z ", che corri- lori inaccettabili per il circuito in esame.
sponde al controllo di luminosità della traccia. L'uso di una sonda migliora notevolmente la si-
Esso può essere impiegato per trasformare l'oscil- tuazione perché la resistenza di ingresso viene a
loscopio in un vero e proprio televisore in minia- trovarsi in contatto diretto con il segnale da esa-
tura (per esempio SSTV) modulando l'asse Z con mmare.
un segnale video. In ogni caso una buona sonda attenuatrice deve
essere di tipo compensato. Cioè deve possedere
uno o più compensatori in grado di consentire la
LE SONDE compensazione dei valori capacitivi del cavo e di
quelli di ingresso dell'oscilloscopio.
Uno degli accessori fondamentali per il corretto La compensazione delle sonde si ottiene facendo
uso dell'oscilloscopio è costituito dalla sonda di in modo che un segnale ad onda quadra risulti
collegamento con il circuito esterno. Questa son- effettivamente visualizzato come quadro, evitando
da, che presenta lo svantaggio di attenuare il se- arrotondamenti od allungamenti dei fronti di sa-
gnale di ingresso, consente di ottenere, su un'am- lita e di discesa.

99
Coloro che hanno gettato un primo sguardo al un tale progetto è stato più volte offerto all'in-
progetto del lampeggiatore, descritto in questo teresse dei lettori. Infatti, il fine ultimo del no-
articolo, si saranno chiesti per quale motivo si è stro periodico è quello di assumere una veste
voluto ricorrere all'uso di un circuito integrato, didattica, destinata ad appagare i desideri degli
quando, per ottenere gli stessi risultati, sarebbero hobbysti e a preparare professionalmente coloro
bastati due transistor, due resistenze e due con- che, un giorno, abbandoneranno questa disciplina
densatori, semplificando così ogni cosa e rispar- intesa come puro divertimento, per entrare nella
miando sul costo complessivo della realizzazione professione vera e propria.
pratica. Con tale spirito, quindi, presentiamo questo lam-
Con tutti costoro siamo pienamente d'accordo, peggiatore pilotato con un circuito integrato di-
anche perché la nostra esperienza ci ha convinti gitale, di tipo TTL o, più precisamente, di tipo
che, a parità di funzionamento, è sempre da pre- 7400.
ferirsi il circuito più semplice, perché è meno
soggetto a guasti ed anche il collaudo risulta più
imm ediato. CIRCUITO DEL LAMPEGGIATORE
Ma il nostro scopo principale non è quello di
presentare e descrivere un lampeggiatore elettro- Il disegno riportato in figura 1 vuol significare
nico, perché nei fascicoli arretrati della Rivista che lo schema del dispositivo può essere suddi-

L'originalità di questo progetto è rappresentata da un multivibra-


tore a circuito integrato logico a quattro parti NAND. Questo
particolare non vuol essere una complicazione circuitale del
lampeggiatore, ma vuol rappresentare lo spunto teorico per una
breve analisi didattica delle moderne tecnologie.

100
UN INTEGRATO
PER IL
LAMPEGGIATORE
viso in tre diverse sezioni, ad ognuna delle quali TABELLA DELLA VERIT A'
spetta l'adempimento di un compito preciso.
1) - Generatore di frequenza Ingr. 1 Ingr. 2 OUT

2) - Commutatore
o o 1
3) - Pilotaggio. o 1 1
1 o 1
La sezione generatrice di frequenza è rappresen- 1 1 o
tata da un multivibratore, quella di commuta- I

zione è costituita da un flip-flop, mentre quella


di pilotaggio è composta da un amplificatore, che Come si può notare, il circuito di NAND, che
permette la segnalazione attraverso lampade di- come tutti i circuiti logici, chiamati anche cir-
splay, oppure l'azionamento di un relé. cuiti digitali, si basa sulla combinazione di due
Le prime due funzioni vengono svolte da un uni- soli livelli di tensione «O» o «l», viene utilizza-
co circuito integrato digitale che, come abbiamo to quale elemento di verità (contemporanea!) di
detto, è di tipo 7400. Tale integrato è composto due segnali. Infatti, la condizione di « O» viene
da quattro parti NAND a due ingressi. Queste ottenuta soltanto quando entrambi gli ingressi
parti vengono utilizzate nel modo seguente: due risultano a «l».
servono per generare la frequenza di commuta- Facendo ancora riferimento alla tabella della ve-
zione, le rimanenti due, collegate a flip-flop, rità, è possibile notare che, quando i due ingressi
servono per ottenere la commutazione. Ingr. 1 e Ingr. 2 vengono collegati assieme, il
circuito esplica le funzioni di invertitore di se-
gnali, perché con gli ingressi a «O» si ottiene una
uscita a «l» e viceversa.
FUNZIONAMENTO DELL'INTEGRATO
Nel progetto del nostro lampeggiatore due delle
quattro parti NAND vengono appunto utilizza te
Per meglio comprendere il funzionamento del-
come invertitori di segnali per la realizzazione di
l'integrato IC 1, ricordiamo ancora una volta che un circuito astabile. Esse si comportano in pra-
il modo migliore per caratterizzarne il compor- tica come i due transistor tipici del multivibra-
tamento è quello di far uso della tabella della tore, consentendo la generazione di un'onda qua-
verità che, per ciascuna delle quattro parti dra, la cui frequenza dipende dal valore capa-
NAND, si presenta nel modo seguente. citivo dei condensatori C1-C2 e da quello resi-

101
~-----7 - ----- -, - - --- -- - - -
DISPLAY
-,
1

+
.,.

TR1 TR2

I
I MULTI VIBRATORE I ' FLIP FLOP I AMPLIFICATORI
-'-- - - -J-- - - __,. - - _...__.....; L -- -- - - - - - - - - - .....

Fig. 1 - Lo schema del dispositivo può essere suddiviso in tre diverse sezioni, ad ognuna delle
quali spetta lo svolgimento di un compito ben preciso. Il display rappresenta soltanto l'elemen-
to di carico del circuito finale, che può essere sostituito con lampade normali, relé od altri
elementi a piacere.

e5V
R4

LPl P2

:: + n• Cl
+

c5
C4

TR1 TR2
R2 R3

Fig. 2 - Progetto completo del lampeggiatore con integrato digitale. La tensione di alimen-
tazione deve risultare ben filtrata e stabilizzata su valori compresi fra 4,75 e 5,2 V; in assenza
di tali condizioni il dispositivo non funziona.

1,02
?
S/ e
LP1 LP2

5V

Fig. 3 - Il cablaggio del lampeggiatore con integrato di- stivo delle resistenze R1-R2, oltre che dai para-
gitale può essere comunque realizzato. L'uso di un metri caratteristici dell'ingresso dell'integrato. Sul
circuito stampato semplifica le operazioni di montag-
gio dell'integrato IC. Il ponticello è costituito da un terminale 11 (punto A di figura 2) di ICla sarà
pezzetto di filo conduttore nudo. Temendo di danneg- quindi presente un segnale la cui forma è ripor-
giare l'integrato tramite le saldature dirette dei piedini tata in figura SA.
sulle piste di rame dello stampato, conviene servirsi di
Lo stadio successivo a quello ora analizzato è
un apposito zoccoletto.
composto dalle due rimanenti parti dell'integrato
7400, cioè da IClc e ICld. Queste due parti so-
no connesse tra loro per mezzo di un collegamen-
to a croce, in modo da comporre un circuito bi-
stabile o fip-flop.

(_COMPONENTI FUNZIONAMENTO DEL BISTABILE

Per comprendere il funzionamento del bistabile


supponiamo, inizialmente, di trascurare le resi-
Condensatori
stenze R3-R4 ed i condensatori C3-C4. II circui-
C1 = 100 F - 6 VI (elettrolitico) to che ne deriva è quello di un flip-flop di tipo
C2 = 100 F - 6 VI (elettrolitico) R-S, cioè Reset-Set, nel quale i terminali 8-6
C3 = 100 pF
C4 100 pF rappresentano le uscite, tra loro complementari,
=
C5 = 500 uF - 5 VI (elettrolitico) mentre i terminali 9-4 costituiscono gli ingressi
di Set e Reset.
Resistenze Prima di continuare con la nostra analisi ricor-
R1 = 1.000 ohm diamo che, non collegando le due entrate 9-4, il
R2 = 1.000 ohm sistema equivale ad una condizione di « 1 ».
R3 = 10.000 ohm
R4 Anche le entrate 5-10, collegate direttamente con
= 10.000 ohm
R5 = 1.000 ohm le uscite, verranno mantenute rispettivamente a
R6 = 1.000 ohm « 0» e a « l», consentendo la conservazione
stabile della condizione del flip-flop.
Varie
Applicando all'ingresso di Set ( terminale 9) uno
IC = integrato tipo 7400 stato « 0», sull'uscita 8 si otterrà lo stato « l »
TR1 = BC108
(vedi tabella della verità). Inoltre, poiché i ter-
TR2 = BC108
Alimentaz. = 5 V minali 5-4 si trovano entrambi allo stato « l»,
LP1 = 6 V - 50 mA sull'uscita 6 si avrà uno « O».
LP2 = 6 V- 50 mA Questa uscita condurrà conseguentemente il ter-
minale 10 allo stato «O», per cui anche quando
l'ingresso di Set tornerà alle condizioni di origine,

103
7

Fig. 4 - Disegno completo in gran-


dezza naturale del circuito stam-
pato adatto per il montaggio dei

-
LBE componenti del lampeggiatore con
integrato digitale.

cioè allo stato « l», il flip-flop rimarrà commu- ad ogni impulso di ingresso.
tato con l'uscita 8 ad «l» e con l'uscita 6 a Quando all'entrata T viene applicato un segnale
« 0». ad onda quadra, come quello proveniente dal
punto A del multivibratore astabile (figura 2),
Per ricondurre il circuito alle condizioni di par-
sugli ingressi 9-4 del flip-flop si otterrà un segnale
tenza, sarà sufficiente applicare un impulso ( da
1 a O) all'ingresso di Reset in modo da ottenere analogo a quello riportato in figura 5B. Questo
il meccanismo inverso di commutazione. segnale, del quale ai fini della commutazione in-
teressa soltanto la parte negativa, provoca al-
Se si ripristina l'intero circuito, considerando an-
ternativamente la commutazione da uno stato
che le resistenze R3-R4 e i condensatori C3-C4,
all'altro, in modo tale che all'uscita 8, oppure
il fip-flop R-S si trasforma in un flip-flop T
6, si otterrà ugualmente un'onda quadra di fre-
(Trigger).
quenza dimezzata rispetto a quella presente sul
punto A.
IL TRIGGER In definitiva il flip-flop realizza un divisore di fre-
quenza di modulo 2.
Il flip-flop di tipo T si differenzia dal flip-flop di L'ultima parte del progetto di figura 2 è rappre-
tipo R-S per la presenza di un solo ingresso, de- sentata dagli stadi pilota a transistor, che prele-
nominato « ingresso di Trigger», che è rappre- vano il segnale dalle opposte uscite del flip-flop
sentato dal punto in comune tra i condensatori e consentono di comandare, alternativamente,
C3 e C4 ed esegue una commutazione di stato lampade, relé od altri carichi a piacere.

+5 V
)--
Fig. 5- Sul terminale 11 (punto A di figura 2) di
ICI a è presente un segnale la cui forma è ripor-
tata in alto di questo diagramma (A). Quando sul-
+5 V l'entrata del Trigger viene applicato un segnale ad
onda quadra, sugli ingressi 94 del flip-flop si
C-- @ ottiene un segnale il cui diagramma è riportato in
basso (B).

104
REALIZZAZIONE PRATICA circuito con una tensione ben filtrata e stabiliz-
zata di 5 Vcc, ricordando che il funzionamento
I componenti necessari per la realizzazione del del progetto avviene soltanto con tensioni com-
lampeggiatore sono tutti di facile reperibilità com- prese fra 4,75 e 5,2 V. -
merciale e di basso costo. Essi dovranno essere Nel caso in cui il lampeggiatore, pur essendo
montati facendo uso, preferibilmente, di un cir- correttamente alimentato, non dovesse funzionare,
cuito stampato, prendendo spunto da quello ri- allora bisognerà effettuare un controllo su taluni
portato in figura 4 che, per facilitare l'opera del componenti critici.
lettore, è stato da noi rappresentato in grandezza
Prima di tutto occorrerà controllare che, sul ter-
naturale.
minale 11 dell'integrato, sia presente la frequenza
Durante il lavoro di montaggio occorrerà tener atta a determinare la commutazione. In caso con-
presente che il componente più delicato è costi- trario si dovrà intervenire sui valori delle resi-
tuito dal circuito integrato IC, che dovrà essere stenze Rl-R2, variandone leggermente i valori
montato nel suo giusto verso, cioè tenendo conto in modo da ottenere lo scopo desiderato, cioè
che i terminali 1-14 si trovano da quella parte l'oscillazione.
nella quale è ricavata una tacca di riferimento. Nel caso in cui, pur essendo intervenuti sui va-
Coloro che non se la sentissero di effettuare le lori resistivi di R1-R2, il lampeggiatore non do-
saldature dirette fra i piedini dell'integrato e le pi- vesse ancora funzionare, cioè nel caso in cui non
ste del circuito stampato, potranno servirsi del- si dovesse ancora verificare l'oscillazione, si dovrà
l'apposito zoccoletto, sul quale il componente ver- intervenire anche sui valori resistivi di R3-R4, si-
rà innestato a saldatura avvenuta. no ad ottenere le condizioni di commutazione i-
Una volta ultimato il montaggio del lampeggia- deali in base al particolare tipo di circuito in-
tore, occorrerà provvedere all'alimentazione del tegrato montato nel progetto.

SALDATORE ISTANTANEO
220 v . 90 W ire 9.50
Il kit contiene:
saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
punta rame di ricambio
1 scatola pasta saldante
90 cm di stagno preparato in tubetto
1 chiave per operazioni ricambio pun-
ta saldatore

adatto per tutti tipi di saldature del principiante

Le richieste del saldatore istantaneo debbono essere fatte a: ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO - Via Zuretti n. 52, inviando anticipatamente l'importo di L. 9.500 a mezzo vaglia postale
o c.c.p. 3/26482 (spese di spedizione comprese).

105
'[' 1

DOLI'ANTEA

Quasi sempre, chi decide di acquistare un rice-


trasmettitore, passa delle intere giornate a con-
sultare cataloghi, caratteristiche tecniche, riven-
ditori dei vari modelli, tra loro competitivi, che
In ogni installazione di ap- il mercato è in grado di offrire in un dato mo-
mento. Poi si ascoltano i consigli e i pareri di
parecchiature ricetrasmit- amici e conoscenti e, infine, ci si decide all'ac-
quisto dell'apparato.
tenti, l'antenna assume un La scelta del modello, quindi, ed il suo acquisto
ruolo di importanza parago- rappresentano delle operazioni attente e pon-
derate, mentre quando si tratta di scegliere l'an-
nabile a quello degli alto- tenna, non ci si preoccupa troppo. La scelta di
questo elemento, infatti, viene effettuata in bre-
parlanti in un sistema ri- vissimo tempo e, molto spesso, ci si accontenta
dell'unico consiglio del commesso di negozio il
produttivo sonoro ad alta quale, ovviamente, pur ammettendo che esso
disponga di una preparazione tecnica, cercherà,
fedeltà. L'antenna, dunque, nella maggior parte dei casi, di vendere il pro-
rappresenta uno degli ele- dotto per lui più conveniente sotto l'aspetto eco-
nomico, rifiutandosi talvolta di vendere l'antenna
menti che caratterizzano le più adatta alle necessità del cliente.
Capita così che il futuro utente delle onde radio
condizioni finali di funzio- venga a trovarsi in possesso di un ottimo trasmet-
titore, dotato di notevoli caratteristiche tecniche
namento nel sistema di co- che non possono essere sfruttate completamente
dal precario sistema radiante.
municazioni via radio.
SCELTA DELL'ANTENNA
Dopo queste brevi premesse è ovvio che il lettore

106
NTENNE PER STAZIONE MOBILE

Quando si desidera installare sulla propria au-


tovettura una stazione ricetrasmittente, si deve
necessariamente schermare con la massima cura
tutto il motore a scoppio e montare un'antenna
sulla parte esterna dell'automobile.
Ma in tutto questo lavoro il problema principale
è ovviamente rappresentato dalle dimensioni del-
l'antenna. Facciamo qualche esempio. Chi vuole
installare un ricetrasmettitore CB, che lavora sui
27 MHz, per un'antenna a 1/2 lunghezza d'onda,
occorrerebbe uno stilo di 5,5 metri, mentre per
l'antenna ad 1/4 d'onda occorrerebbe una lun-
Da questi esempi risulta evidente che l'adozione
ghezza di 2,75 metri.
di un simile tipo di antenna sull'automobile è
pressocché impossibile. Ecco perché, con lo sco-
po di risolvere il problema dimensionale dell'an-
tenna, il mercato attuale dispone di una vasta
gamma di antenne « caricate », nelle quali buona
parte dello stilo viene sostituita con una bobina,
denominata « bobina di carico», che ha lo scopo
di consentire l'adattamento dell'antenna, anche
se guesta presenta dimensioni notevolmente in-
feriori a quelle dei corrispondenti tipi conven-
zionali.
E' ovvio che, venendo a mancare una buona
non deve credere nella poca importanza dellan-
parte della superficie radiante, queste antenne
tenna e lasciarsi trascinare nella scelta del mo-
presentano un minor rendimento rispetto a quel-
dello e nella installazione di questo da convinci-
lo della più classica antenna ad 1/4 d'onda. Ep-
menti personali più che da precise cognizioni
pure questi tipi di antenne hanno il vantaggio
tecniche.
di consentire l'installazione su qualunque tipo di
L'antenna è un elemento importantissimo di ogni veicolo.
stazione ricetrasmittente, che deve assolutamente
essere scelto in conformità con le proprie esigen-
ze pratiche, talvolta contrastanti con quelle pu- IL PUNTO DI INSTALLAZIONE
ramente tecniche.
Tutte le antenne possono essere suddivise in due Coloro che sono interessati all'installazione di
grandi e diverse categorie : una stazione ricetrasmittente sull'autovettura, do-
1) antenne per uso mobile po aver scelto l'apparato, debbono individuare
2) antenne per uso immobile il punto migliore per il collegamento dell'an-
tenna.
Alla prima categoria appartengono tutte quelle Diciamo subito che il punto più favorevole è
antenne destinate all'installazione su autoveicoli quello al centro del tettuccio. A conferma di ciò
o, comunque, su veicoli destinati al movimento. possiamo osservare ogni giorno il passaggio dei
Tutte queste antenne debbono rinunciare inevi- mezzi pubblici (Polizia, Carabinieri, Esercito, Ta-
tabilmente a talune prestazioni tecniche a tutto xi, ecc.), nei quali l'antenna appare proprio sul
vantaggio della praticità di installazione e alle punto centrale del tetto dell'autoveicolo. Dob-
ridotte dimensioni che, sui veicoli mobili, debbo- biamo tener conto tuttavia che le stazioni rice-
no avere la precedenza assoluta su ogni altro trasmittenti dei mezzi di pubblico servizio ope-
elemento. rano normalmente con frequenze molto elevate.
Le antenne per stazioni ricetrasmittenti fisse, E questo è il motivo per cui le dimensioni di
cioè le antenne appartenenti alla seconda cate- queste antenne sono molto ridotte.
goria, sono le uniche che consentono di sfruttare Con le frequenze che si aggirano intorno ai 27
completamente tutte le caratteristiche radioelet- MHz, invece, è ben difficile servirsi di antenne di
triche del trasmettitore, a condizione che esse lunghezza inferiore al metro senza ridurre in mi-
vengano correttamente installate. sura notevole l'efficienza dell'antenna.

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POR TATA KILOME TRI

DUE TIPI DI ANTENNE CARICATE sistemare l'antenna stessa. E questo luogo dovrà
risultare il più alto possibile, perché la portata
Giunti a questo punto dobbiamo ricordare che del ricetrasmettitore dipende fortemente dall'al-
esistono due tipi diversi di antenne « caricate » : tezza dell'antenna rispetto al suolo, così come è
quelle corte e quelle cortissime. possibile constatare analizzando il grafico orien-
Le prime hanno una lunghezza che si aggira in- tativo riportato in figura 1.
torno ai 130 cm. e sono le più diffuse. Queste In sede di installazione dell'antenna si dovrà far
antenne sono anche da considerarsi a larga ban- bene attenzione che essa non interferisca con le
da, in quanto consentono il traffico su tutti i ca- vicine antenne riceventi TV. Pertanto, nel caso
nali della banda degli 11 metri. in cui tali antenne risultassero troppo vicine, per
Le seconde hanno una lunghezza di 50 cm. circa l'installazione dell'antenna ricetrasmittente ci si
e sono da considerarsi come antenne a banda dovrà orientare preferibilmente verso un modello
stretta. Questi secondi tipi di antenne debbono ground-plane, montandolo su un tubo di pro-
essere montati assolutamente sul tetto dell'auto- lungamento, in modo che il « piano di terra»,
vettura, che deve fungere da « piano terra». Con ottenuto con gli elementi radiali, risulti al di
tali antenne si ottiene una notevole reiezione dei sopra delle antenne TV di 2-3 metri almeno; sol-
canali adiacenti a quello su cui è tarata l'antenna. tanto così si può essere certi di raggiungere una
Ecco perché questi tipi di antenne vengono con- buona schermatura.
sigliati per tutte le comunicazioni a frequenza Fra le antenne da preferirsi per l'installazione di
fissa in cui si vuole aumentare il rapporto se- una stazione fissa, la più famosa è certamente
gnale/rumore del ricetrasmettitore. quella ora menzionata: la ground-plane. Essa è
costituita da un elemento radiante verticale e da
tre elementi radiali quasi orizzontali, che fungo-
NTENNE PER STAZIONE FISSA no da piano di terra virtuale e limitano l'angolo
di emissione dell'antenna favorendo una maggio-
L'installazione di un'antenna per stazione fissa re portata ed una minore sensibilità ai disturbi
richiede innanzitutto la scelta del luogo in cui provocati dal traffico.

108
Di questa antenna sono attualmente reperibili per mezzo di un ROSmetro, cioè un misuratore
in commercio vari modelli. Essi si differenziano di onde stazionarie.
principalmente in base alla dimensione dell'ele- Nel caso in cui l'adattamento di impedenza do-
mento radiante verticale, che può risultare ad vesse risultare superiore a 1,1: 1, si dovrà agire
1/4 d'onda (la lunghezza d'onda è pari agli un- sull'antenna con i sistemi consigliati dal fabbri-
dici metri per i 27 MHz), presentando così un cante; per esempio si potrà intervenire sulla in-
guadagno pari circa all'unità rispetto ad un di- clinazione degli elementi radiali, oppure accor-
polo ad 1/2 d'onda, oppure a 5/8 d'onda, con ciare l'elemento radiante o, ancora, ritoccare un
un ottimo guadagno di 4 dB circa. compensatore. Tutto ciò dev'essere fatto allo sco-

Quest'ultimo tipo di antenna è certamente da


preferirsi tutte le volte che non esistono eccessivi
problemi di installazione, in quanto consente di
ottenere, pure con basse potenze, collegamenti a
medie distanze, ovviamente in condizioni di in-
stallazione, taratura e propagazione atmosferica
favorevoli.
Dei modelli ad 1/4 d'onda e 5/8 d'onda esistono
anche delle versioni accorciate, tramite bobine
di carico. Ed è anche possibile reperire in com-
mercio antenne di tipo ground-plane con gli ele-
menti radiali accorciati. E' ovvio che questi ac-
corciamenti riducono leggermente il rendimento
dell'antenna, senza tuttavia impedirne un buon
accordo.

ADATTAMENTO DELL'ANTENNA po di riportare il ROS in condizioni favorevoli.


Ricordiamo per ultimo che, con un'antenna per-
Un'antenna, per potersi considerare perfetta, deve fettamente adattata, il cavo di discesa d'antenna
essere in grado di irradiare tutta l'energia prove- potrà essere di qualsiasi lunghezza, senza che tale
niente dal trasmettitore. E tale indiscutibile con- elemento introduca fenomeni strani o disadatta-
dizione si verifica soltanto se esiste un perfetto menti nel processo di trasmissione. L'unico in-
adattamento di impedenza tra l'uscita del tra- conveniente, infatti, attribuibile alla maggiore
smettitore, il cavo di trasmissione e l'antenna. lunghezza del cavo, potrà riscontrarsi in un au-
L'adattamento d'antenna può essere controllato mento di perdita di energia lungo il cavo stesso.

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4249714. FOGGIA - Tel. - (0881) 31387.

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PER I VOSTRI INSERTI


signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETT ONICA PRATICA


- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO.

'5
MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

• Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BF

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. li dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


Circuito: di tipo a fllms depositati su piastrina isolante. Componenti: 4 transistor- 3 conden-
satori al tantalio - 2 condensatori ceramici, Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62 x 18 x 25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

• Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il saldatore è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alla causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
UTILIZZATE
QUESTO
MODULO
DI CONTO
CORRENTE
POSTALE

Per qualalul richfeata di aca-


lDle di montaggio, fuclcoll ar-
rwtrall. conaulenza tecnica Ine-
rente al progetti pubblicati aut-
la rtvl•ta • per una delle tre
poHlblll fonne di abbonamen-
lD. Vi preghiamo di acrlvere
chiaramente e nell'apposito
apazlo, la causale di versa-
mento.

UTILIZZATE
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UTILIZZATE
QUESTO

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o MODULO
a
DI CONTO
CORRENTE
POSTALE

Per qualsiasi richiesta di sca


tole di montaggio, fascicoli ar
retrati, consulenza tecnica ine
rente ai progetti pubblicati sul
la rivista e per una delle tre
possibili forme di abbonamen
to. Vi preghiamo di scrivere
chiaramente e nell'appositc
spazio, la causale di versa
mento.

UTILIZZATE
QUESTO
1
o
C)
MODULO
DI CONTO
CORRENTE
POSTALE
Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che cl
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di Inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA 12e
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DEL .o
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--1

LETTORE

Effetto pelle ne di questi elementi o, più in generale, dei con-


duttori ad alta frequenza, sia il tubo. Ma il tubo
Quando si parla di alta frequenza, capita spesso non può essere adottato, in pratica, come elemen-
di sentir menzionare un certo fenomeno che in to conduttore delle correnti ad alta frequenza o,
fisica va sotto il nome di « effetto pelle ». Sapete tanto meno, come elemento di costruzione di an-
dirmi di che cosa si tratta in un modo semplice tenne molto lunghe. Ecco perché si ricorre sem-
e facilmente comprensibile anche ad un lettore pre all'uso della trecciola di rame, quando si
che, come me, si trova a muovere i primi passi tratta di convogliare una corrente AF. La treccio-
nel mondo dell'elettronica dilettantistica? la è composta da un gran numero di fili e, per ta-
ANTONIO VETRANO le motivo, presenta una notevole estensione su-
Napoli perficiale, che può validamente sostituire un con-
Per una particolare legge fisica, la corrente ad duttore di grosso diametro quale è appunto il tu-
alta frequenza, che è la corrente che percorre le bo. In pratica, prima dell'installazione di un'an-
antenne e che è provocata dalle onde radio che tenna, conviene verniciare la trecciola di rame
investono le antenne stesse, tende a scorrere alla con coloranti protettivi, allo scopo di evitare la
«periferia» del conduttore. Questo fenomeno, corrosione da parte degli agenti atmosferici. Que-
esemplificato nel sistema ricetrasmittente delle an- sto accorgimento deve essere adottato, ovviamén-
tenne, prende il nome di « effetto pelle». Dun- te, quando l'installazione dell'antenna avviene
que, ricorrendo ancora all'esempio delle antenne, l'esterno e quando il filo è nudo, e cwè non nco-
si può dire che l'elemento ideale per la costruzio- perto da plastica o gamma.
Generatore sinusoidale è quello di un generatore sinusoidale variabile,
che potrà essere dotato di un commutatore di
Da alcuni anni sono un vostro appassionato let- gamma, in grado di commutare diversi valori ca-
tore, che trova l'elettronica una materia sempre pacitivi in sostituzione di quelli fissi di C1 e C2.
più interessante. In questi ultimi tempi ho river- Tali valori sono elencati nella seguente tabella.
sato le mie attenzioni ai progetti degli amplifica-
tori di bassa frequenza. E in questo settore vorrei, C1 e C2 Frequenza (Hz)
poco a poco, specializzarmi. Naturalmente, oggi,
non dispongo ancora di un laboratorio attrezzato, 470.000 pF 50
ma mi sto interessando al suo allestimento. Ed 220.000 pF 100
ecco il motivo per cui mi rivolgo a voi : mi ser- 47.000 pF 500
virebbe il progetto di un semplice generatore si-
nusoidale per bassa frequenza, in modo da poter 20.000 pF 1.100
controllare, unitamente con un vecchio oscillo- 4.400 pF 5.000
scopio di provenienza surplus, la risposta delle ap- 2.200 pF 10.000
parecchiature di bassa frequenza. Potete accon- 1.500 pF 13.000
tentarmi
GEROLAMO FIORE Il trimmer potenziometrico Rl permette di va-
Venezia riare il valore della frequenza nell'estensione delle
Lo strumento che le proponiamo di costruire gamme citate. La stabilità dell'oscillatore si aggira
non può certo considerarsi un dispositivo a li- intorno all1% in un campo di temperatura com-
vello professionale, ma risulterà molto utile per preso tra 20°Ce 55°C, mentre la tensione di usci-
l'arricchimento del suo laboratorio dilettantistico, ta risulterà di 4 Vpp con 18 V di alimentazione.
consentendole una adeguata messa a punto delle Il potenziometro R8 ed il trimmer RlO dovranno
apparecchiature di bassa frequenza da lei co- essere regolati in modo da ottenere un'onda suf-
struite. Il progetto del dispositivo, qui presentato ficientemente ampia su tutte le bande di frequen-

COMPONENTI 18V

Condensatori
C1 = vedi tabella
C2 = vedi tabella
3 2.200 pF
Resistenze
R2 = 1.000 ohm (variabile)
R1 = 15.000 ohm
R3 = vedi testo
R4 = vedi testo
R5 = 500 ohm
R6 - 8.200 ohm
R7 = 56.000 ohm
R8 = 2.000 ohm (potenziometro)
R9= 1.800 ohm Varie
R10 = 2.000 ohm (variabile) Dl OA95
R11= 1.200 ohm D2 OA95
R12 = 680 ohm TRl AC125
R13 = 8.200 ohm TR2 AC125

120
za. Per ottenere i migliori risultati si dovranno uno schema semplice e completo di tutte le carat-
inoltre regolare sperimentalmente le resistenze teristiche costruttive, tenendo conto che sono un
R3-R4 entro un campo di valori compresi fra principiante e, quindi, non in grado di calcolare
2.200 e 10.000 ohm bobine o dimensionare altri componenti elettro-
nici?

••
MA URO TORREGIANI
Pisa
Per ottenere il valore di frequenza di 24 MHz da
un cristallo di quarzo da 8 MHz, non è necessario
Oscillatore a quarzo ricorrere ad una triplicazione di frequenza, per-
ché basta realizzare un oscillatore in grado di ge-
Ho trovato un cristallo di quarzo di provenienza nerare la terza armonica del quarzo. Presentiamo
surplus da 8 MHz, con il quale vorrei realizzare quindi questo circuito, che è abbastanza classico
un oscillatore a 24 MHz, triplicando possibil- e sfrutta la possibilità del quarzo, utilizzato come
mente la frequenza generata. Potreste suggerirmi elemento accordato di tipo serie, di oscillare, oltre

Ricevitore supereterodina

TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa jack per auricolare.
La risposta in BF si estende fra gli 80
e i 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: supereterodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1.700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

La scatola di montaggio è completa di tutti gli elementi necessari per la costruzione del ricevitore.
Risultano inseriti, infatti, anche l'auricolare e le quattro pile da 1,5 V per la composizione dell'ali-
mentatore a 6 Vcc, Sono allegati pure gli schemi illustrativi e le istruzioni necessarie per la tara-
tura, la messa a punto e Il corretto funzionamento del ricevitore. le richieste debbono essere fatte
inviando anticipatamente l'importo di L. 11.500 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione
a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zuretti, 52.

121
che sulla frequenza fondamentale, anche sulle Ll 12 spire filo rame smaltato 0 0,3 mm. su
sue armoniche. Disponendo quindi sul circuito supporto 0 7 mm. provvisto di nucleo
di collettore del transistor di un circuito accordato (spire compatte).
a 24 MH, si otterrà direttamente la generazione L2 3 spire stesso tipo di filo avvolte su stesso
di tale frequenza. Per quanto riguarda la bobina nucleo di Ll dal lato freddo (quello verso
Ll-L2, le diamo qui di seguito i dati costruttivi. il positivo dell'alimentatore).

COMPONENTI
TRl Lu1 L2

& fi
Condensa tori
J. lçsc. Cl = 4.700 pF
Ere e~
AF C2
C3
= 22
18
pF
pF
C4 -· 15 pF
.
Rl li i f.5 .è
Il R2
J.
e
C2

Cl
Resistenze
Rl
R2
= 200.000 ohm
100.000 ohm
R3 - 470 ohm
Varie
~-(@
± 11 @
12V TRI = BC107
Ll-L2 = vedi testo
Alimentaz. = 12 Vcc

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

ILA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplìce ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacità nella L. 3.900 (con altoparlante)
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione de • Il ricevitore del principiante » sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a L. 2.900 senza
altoparlante e a L. 3.900 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETT RONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zu-
retti n. 52.

122
Alimentatore per calcolatrice l'alimentazione di qualsiasi tipo di calcolatrice
tascabile. Al circuito elettronico dovrà essere o-
In occasione dello scorso Natale mi sono regalato viamente accoppiato un piccolo trasformatore da
una calcolatrice elettronica tascabile, funzionan- 220/V 12 V, della potenza di 1 W circa. Le ri-
te con pila a 9 V. Poiché faccio un grande uso cordiamo che, in sostituzione del transistor TRl,
di questo comodissimo strumento, per i servizi di tipo PNP, lei potrà servirsi anche di un tran-
in casa e in ufficio, vorrei sostituire la pila con un sistor al silicio di tipo NPN, per esempio il comu-
alimentatore stabilizzato. Potreste fornirmi lo nissimo 2N 1 711. In tal caso, tuttavia, lei dovrà
schema semplice e poco costoso, ma veramente invertire le polarità dei tre condensatori elettroli-
sicuro, di un alimentatore adatto allo scopo? tici, quelle dello zener e collegare i diodi raddriz-
SALVATORE CUCCUREDDU zator D1-D2-D3-D4 in modo che al collettore
Cagliari del transistor pervenga la tensione positiva. Tenga
Il progettino che presentiamo è in grado di for- presente che, con questa sostituzione, anche la
nire una tensione stabilizzata di 9 V, con una tensione d'uscita risulterà invertita rispetto a quel-
corrente di 100 mA circa, più che sufficiente per la siglata nel disegno.

COMPONENTI
CI = 500 F 16 VI (elettrolitico)
C2 = 500 F 16 VI ( elettrolitico)
C3 = 500 F 16 VI (elettrolitico)
Rl = 330 ohm
TRl = AC128
D5 = diodo zener (OAZ212)
D1-D2-D3-D4 = 4x 10D4

Notizie sulle antenne no buona parte dei nostri lettori. Non dimentichi
infatti che questa Rivista è indirizzata soltanto a
Sono un principiante di elettronica e un vostro coloro che si interessano di elettronica per pas-
nuovo lettore. Vi scrivo per la prima volta chie- satem po e sono assolutamente privi di una ve-
dendovi dei chiarimenti su due notizie che per ra e propria cultura tecnica. Questi sono anche
voi potranno sembrare banali ed elementari ma i motivi per cui abbiamo selezionato la sua lettera
che io sento il bisogno di chiarire ed interpretare. ospitandola in questa rubrica.
Si tratta di questo: ho sentito citare da alcuni Le antenne, siano esse riceventi o trasmittenti,
amici miei le espressioni di « antenna Marconi » possono dividersi in due grandi categorie: quelle
e « tubi nixie ». Che cosa s'intende per antenna Hertziane e quelle Marconiane. Le prime, di cui
Marconi? Questo argomento a me interessa an- l'esempio più classico è rappresentato dal dipolo,
che perché, essendo in procinto di costruire un sono composte da due fili conduttori uguali, tesi
piccolo ricevitore radio, privo di stadio amplifi- orizzontalmente o verticalmente, la cui lunghezza
catore di alta frequenza, vorrei fare in modo di complessiva, per ottenere i migliori risultati, deve
sensibilizzare il più possibile il ricevitore stesso. essere pari a mezza lunghezza d'onda. Le seconde,
La seconda notizia, quella relativa ai tubi nixie, che sono quelle che maggiormente interessano i
m'interessa soltanto sotto l'aspetto culturale. lettori principianti, sono composte da un condut-
AMEDEO BIONDI tore orizzontale o verticale, oppure ripiegato ad
Forlì « L», per una lunghezza d'onda complessiva di
Le sue domande non sono assolutamente banali un quarto d'onda. L'antenna Marconiana, a dif-
o elementari, perché siamo certi che interesseran- ferenza dell'antenna Hertziana, deve essere abbi-

123
nata ad una presa di terra. Questa antenna risul- simbolo, la tipica luminescenza rossastra del neon
ta dunque di lunghezza dimezzata rispetto all'an- mostra una cifra luminosa chiaramente distin-
tenna Hertziana. Ma questa lunghezza sarebbe ec- guibile anche da lontano. Nella valvola nixie, an-
cessiva nel caso della ricezione delle onde medie ziché un solo catodo, sono presenti ben dieci ca-
o, peggio ancora, delle onde lunghe. Facciamo todi, ciascuno dei quali assume la foggia di un
un esempio: per ascoltare una emittente della numero compreso fra O e 9. Ogni catodo è colle-
frequenza di 1.200 KH, che lavora sulle onde gato, così come avviene in una normale valvola
medie, occorrerebbe un conduttore della lunghez- elettronica, con un piedino esterno; in questo mo-
za di 100 metri. Fortunatamente, nel settore della do è possibile accendere a piacere uno qualsiasi
ricezione, è possibile diminuire, anche notevol- dei dieci numeri, soltanto applicando la tensione
mente, la lunghezza dell'antenna Marconiana, di alimentazione fra l'anodo e il catodo interes-
senza incorrere in gravi inconvenienti come, in- sato.
vece, succederebbe nel settore della trasmissione.
La riduzione della lunghezza dell'antenna Mar-
coniana, tuttavia, pur essendo possibile, si ottiene
a danno della sensibilità.
E passiamo ora alla sua seconda domanda: quella
relativa al tubo nixie. Questo componente elet-
tronico può considerarsi il più popolare fra i vi-
sualizzatori numerici. Il funzionamento del tubo
è analogo a quello delle lampadine al neon.
Quando sui due elettrodi, contenuti in un bulbo
di vetro riempito di gas neon, si applica una dif-
ferenza di potenziale di alcune decine di volt, in
corrispondenza dell'elettrodo negativo si osserva Qualche tempo fa mi è stato regalato un regi-
stratore magnetico stereofonico con la meccani-
una luminescenza rossastra dovuta alla ionizza-
ca in ottimo stato ma con la sezione elettronica
zione degli atomi di neon. Nelle comuni lampadi-
non funzionante. Dopo un mio esame attento,
ne al neon, la forma degli elettrodi non assume ho potuto concludere che i circuiti di registrazio-
particolare importanza, ma se si pensa di sago- ne funzionano correttamente, perché l'occhio ma-
mare opportunamente il catodo, cioè l'elettrodo gico, di cui è dotato il registratore e che indica
negativo, nella forma di un numero o di un altro la profondità di incisione, si muove correttamente

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


Lezzo AL
PORTATA DI TUTTI
1 «o»
340{]
i.@à!

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. Il saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, così
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

3/26482
Milano

124
in sincronismo con il segnale di incisione. Non
ottengo invece alcun segnale in fase di riprodu-
zione, pur utilizzando nastri magnetici sicura-
NOVITA' ASSOLUTA
mente incisi. Per tale motivo mi rivolgo a voi
con la speranza che possiate consigliarmi lo
La penna dell'elettronico dilettante

L.3.500

R8 CON QUESTA PENNA


TESTINA
M,GNE T!CA APPRONTATE I VOSTRI
CIRCUITI STAMPATI

Questa penna permette di preparare i circuiti stampati


con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
aspetto esteriore è quello di una penna con punta
COMPONENTI di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
tisce una compieta resistenza agli attacchi di soluzione
di cloruro ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
Condensatori mente usale. Questo tipo particolare di inchiostro ade-
Cl = 100 F - 25 VI (elettrolitico) risce perfettamente al rame.
C2
C3
-=
=
100 F
50 F -
25 Vl (elettrolitico)
25 VI (elettrolitico)
y y
CA = 2.000 pF NORME D'USO CARATTERISTICHE
Resistenze Tracciare il circuito su una La penna contiene un di-
R1 330 ohm (variabile) lastra di rame laminata e spensatore di inchiostro
perfettamente pulita; la- controllato da una valvola
R2 100 ohm sciarla asciugare per 15 che garantisce. una lunga
R3 12.000 ohm minuti, quindi immergerla
nella soluzione di attacco
durata eliminando evapora-
rioni quando non viene
R4 2.700 ohm (acido corrosivo). Tolta la usata. La penna non con-
lastra dalla soluzione, si tiene un semplice tampo-
R5 5.600 ohm noterà che il circuito è in ne imbevuto, ma è compie-
R6 5.000 ohm perfetto rilievo. Basta
quindi togliere l'inchiostro
tamente riempita di inchio-
stro. Per assicurare una
R7 5.600 ohm con nafta solvente e la scrittura sempre perfetta,
lastra del circuito è pron- la penna e munita di una
R8 3.300 ohm ta per l'uso. punta di ricambio situata
Varie nella parte terminale.
TRl 2N3819
TR2 BC107
TR3-- BC107
Alimentaz.- 24 Vcc La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri-
chiesta a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO -
Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente l'importo di
L. 3.500 a mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482.
Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
schema di un buon preamplificatore per testine si ottiene il vantaggio di non turbare minima-
di registratore, meglio se transistorizz ato e ad alta mente la testina con correnti di magnetizzazione
fedeltà. indesiderate. Ecco perché il circuito qui presen-
FRA NCESCO CA VU TO tato è da ritenersi altamente lineare. Il pream-
plificatore provvede inoltre a linearizzare il re-
Ancona
sposo in frequenza del registratore, supponendo
Il circuito che le proponiamo utilizza un FET ovviamente che la curva di incisione, come av-
quale stadio d'ingresso diretto. Con tale sistema viene normalmente, rispecchi lo standard NAB.

Indicatore di bilanciamento stereo


• • me realizzato utilizza in prevalenza transistor di
tipo PNP e la linea di alimentazione positiva ri-
Vorrei applicare un indicatore di bilanciamento sulta quindi collegata a massa. La potenza d'u-
al mio amplificatore stereofonico autocostruito, scita, da me valutata grossolanamente, perché so-
in modo da conferire all'apparato un aspetto più no sprovvisto di appositi strumenti di controllo,
professionale. Voglio precisare che il progetto da si aggira intorno ai 10 + 10 Weff. su un carico di

c1

E~TR(r Rl

I9V
~

TR2

COMPONENTI R7 = 22.000 ohm


R8 = 22.000 ohm
Condensatori R9 -- 1.600 ohm
CI 1 F (a carta) R10- 10.000 ohm
c2 1 F (a carta) R11 1.600 ohm
C3 5 F - 15 VI (elettrolitico) R12 = 1.000 ohm (variabile)
C4 5 F- 15 VI (elettrolitico)
05 100 µF - 25 VI ( elettrolitico ) Varie
TR1 AC126
Resistenze TR2 AC126
Rl - 100.000 ohm TR3 AC128
R2 - 100.000 ohm D1 - diodo al germanio (di qualunque tipo)
R3 4 7 .000 ohm D2 diodo al germanio (di qualunque tipo)
R4 = 47.000 ohm mA = milliamperometro (0,5 mA fondo-scala)
R5 180.000 ohm S1 = interrutt.
R6 = 180.000 ohm Alimentaz. = 9 Vcc

126
8 ohm. Siete in grado di esaudire questa mia ri- loro caratteristiche, se essi risultano selezionati in
chiesta? guadagno, l'aumento e la diminuzione di condu-
DELFO FERRATO zione si compensano, mantenendo invariata la
Trieste tensione sui terminali della resistenza R9. Al con-
L'indicatore di bilanciamento che le proponiamo trario, se uno dei due segnali risulta più forte del-
risulta essere un dispositivo molto sensibile, per- l'altro, si verifica uno squilibrio tale da provocare
ché utilizza tre transistor di tipo PNP al germanio. l'aumento o la diminuzione della tensione sui ter-
Il principio di funzionamento è abbastanza sem- minali della resistenza R9. Tale squilibrio verrà
plice. Il segnale, applicato all'entrata 1 (ENTR. inevitabilmente amplificato dal transistor TR3 e
1) viene raddrizzato « positivamente » e provoca rivelato dallo strumento indicatore (mA). Il trim-
una diminuzione di conduzione del transistor mer potenzio metrico Rl 2 dovrà essere regolato
TRl. Il segna1e applicato all'entrata 2 (ENTR. in modo che l'indice risulti a metà scala in con-
2) viene invece raddrizzato « negativamente » c dizioni di equilibrio dei due ingressi, per esempio
provoca quindi un aumento di conduzione del in condizioni di assenza di segnale. In pratica
transistor TR2. Poiché i due transistor TR1-TR2 converrà utilizzare per R12 un regolare poten-
vengono fatti lavorare in una zona lineare delle ziometro.

APPRONTIAMO INSIEME LA RIVISTA


Allo scopo di mantenere vivo lo scambio reciproco di idee, di ascoltare ogni suggerimento,
di sensibilizzare sempre di più il nostro pubblico al piacere dell'elettronica, al di là dei li-
velli normalmente proposti ed accettati da qualsiasi altra organizzazione, invitiamo tutti
i Lettori ad esprimere democraticamente il loro pensiero critico, positivo o negativo, sul
contenuto della Rivista, rispondendo ai quesiti proposti nel seguente questionario.

QUESTIONARIO

Argomenti maggiormente desiderati

Argomenti meno desiderati

Giudizio complessivo

Osservazioni, varie .

Ringraziamo anticipatamente quanti vorranno ade- Compilate il questionarlo soltanto dopo attenta ri-
rire a tale forma di collaborazione, perché, cosi flessione, scrivendo possibilmente in stampatello.
facendo, cl aiuteranno ad approntare meglio e as- Rinchiudetelo In una busta, regolarmente affran-
sieme a loro ciascun fascicolo di Elettronica Pra- cata, indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA -
Via Zureti 52 - 20125 MILANO.

127
UNA GRANDE OCCASIONE
PER I NUOVI E I VECCHI ABBONATI
I fascicoli arretrati si esauriscono cosi rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
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cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
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microfono, oppure suoni forti in prossimità del
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mA"-' 2.5 25 250 250
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Abbiamo raccolto, in questo periodo dell'anno editoriale,
un discreto numero di sottoscrizioni di abbonamenti alla
Rivista; che per noi assumono il significato di una sponta-
nea ovazione alla linea fin qui seguita, alle coraggiose ini-
ziative assunte e felicemente accolte dal pubblico, all'im-
pegno, non privo di soddisfazioni, con cui tutti hanno col-
laborato: disegnatori e grafici, tecnici e redattori, proget-
tisti e dirigenti.
Siamo dunque lieti di constatare, ancora una volta, una
conferma precisa ai nostri programmi, che ci autorizza
a continuare sul cammino intrapreso con sempre maggio-
re entusiasmo. Anche perché abbonandosi alla Rivista il
Lettore ci esprime la precisa volontà a sostenerci nel pre-
sente e nel futuro, la ferma intenzione ad incrementare
le nostre energie per poter fare sempre meglio e di più.
A tutti coloro che, per un qualsiasi motivo, pur avendo in
animo di farlo, non fossero ancora riusciti ad effettuare
o rinnovare l'abbonamento, possiamo assicurare che so-
no sempre in tempo per prendere ogni decisione. Perché
i nostri uffici si riveleranno assolutamente disponibili al-
l'invio dei fascicoli mancanti, sia per non interrompere
un rapporto di impegni reciproci, sia per non apportare
mutilazioni alla collezione di un'opera sempre attuale ed
affascinante. •
A chi non è abbonato e a chi lo era ricordiamo, se ancora
ve ne fosse bisogno, che abbonarsi significa garantirsi il
ricevimento mensile, in casa propria, di uno strumento
educativo, didattico e divertente, che è anche un servizio
a domicilio di scatole di montaggio di alta qualità e sicu-
ro funzionamento.
In questa formula noi crediamo fermamente assieme a
quei Lettori che, interpretandola, colgono, dell'elettroni-
ca, un aspetto immensamente ricreativo, utile ed umano.
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ELETTRONICA PRATICA
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re, almeno per un anno, da eventuali, possibili aumenti del
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vostro hobby preferito, un compendio elementare, alla por-
tata di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica, un autentico
ferro del mestiere per ogni laboratorio dilettantistico.

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ANNO 6 - N. 3 - MARZO 1977


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ELETTRONICA PRATICA

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tutti I Paesi. I manoscritti, I
dlsegnl, le fotografie, anche
se non pubblicatt, non el re- LA POSTA DEL LETTORE 179
stttulecono.
Trasformate
i valori delle
tensioni continue
tramite un
convertitore
autooscillante
di facile
realizzazione.

Per invertitore si intende un apparato in grado di L'alimentatore in continua, chiamato anche ali-
trasformare una tensione continua in una tensione mentatore stabilizzato, è in grado di trasformare
alternata, oppure continua, di valore diverso. la tensione alternata d'ingresso in una tensione
L'invertitore si differenzia notevolmente, sia dal continua di valore più basso.
comune trasformatore, sia dall'alimentatore in Nel ridurre il valore della tensione, l'alimenta-
continua, stabilizzato o no, per alcuni elementi tore stabilizzato provoca notevoli dispersioni di
caratteristici fondamentali. potenza, che si contrappongono sfavorevolmente
II trasformatore, infatti, è una macchina statica ai notevoli vantaggi offerti dagli invertitori.
in grado di trasformare la tensione alternata di Facciamo un esempio chiarificatore. Se si vuol
un certo valore in una tensione alternata di va- ottenere una tensione di 5 V con un assorbimen-
lore diverso. Per esempio, la tensione di rete di to di corrente di 3 A, a partire dalla tensione di
220 V può essere elevata a 1.000 V o ridotta a 12 V di un accumulatore, nell'alimentatore di
10 V. Dunque, il trasformatore è un dispositivo tipo normale vengono dispersi :
che non è assolutamente in grado di trasformare la (12-5)x3 = 21 W
tensione continua di un certo valore in un'altra
di valore diverso. mentre in un invertitore le perdite si aggirano

Questo dispositivo trasforma la tensione continua di 12 V in


una tensione continua di valore diverso, normalmente superio-
re, con pochi elementi, una modestissima spesa e una minima
dispersione di potenza.

132
INVERTITORE DA CC A CC
QUESTO DISPOSITIVO PUO' SERVIRE:

per il campeggio (da 12 Vcc a 220 Vca)

e per amplificatori lineari (da 12 Vcc a 28 Vcc)

per il radioamatore

e per il rasoio elettrico in auto

e per il televisore in auto

intorno al 20% della potenza in gioco. Si ottiene Il trasformatore Tl risulta completamente av-
quindi: volto da un nucleo di ferrite di tipo ad «olla»,
del quale assume importanza il diametro e non
20% (5Vx 3A) = 3 W certo il tipo, perché tutti quelli reperibili in com-
Ed è inutile ricordare che tali divari si accen- mercio, di qualunque tipo essi siano, possono
tuano sempre più con l'aumentare delle correnti essere adottati per la composizione del trasfor-
in gioco e quanto più elevata è la differenza fra matore.
la tensione d'ingresso e quella d'uscita.

CIRCUITO ELETTRICO
CARATTERISTICHE DELL'INVERTITORE
Il circuito dell'invertitore di figura 1 è stato rea-
L'invertitore proposto in questo articolo è 1n lizzato mediante l'impiego di due comuni tran-
grado di trasformare una tensione continua di sistor di potenza, al silicio (TR1-TR2). Essi sono
12 V in una tensione continua il cui valore di- i ben noti 2N3055 che, oltre ad essere dei com-
pende dal numero di spire avvolte nell'avvolgi- ponenti robusti e dotati di ottime caratteristiche,
mento secondario di un trasformatore. hanno il vantaggio di risultare facilmente repe-
Facendo riferimento allo schema.elettrico dell'in- ribili e à basso costo.
vertitore, riportato in figura l, questo trasforma- Lo schema elettrico del progetto dell'invertitore
tore è stato denominato con la sigla Tl, mentre è quello classico di un convertitore autooscillante,
l'avvolgimento secondario è stato indicato con la nel quale lo stesso trasformatore, che serve a tra-
sigla L3. sformare la tensione, provvede anche a pilotare
Le caratteristiche più salienti dell'invertitore sono l'oscillazione.
le seguenti : Prima di procedere con l'analisi del circuito, vo-
Tensione entrata: 12 Vcc ; 14 Vcc gliamo ricordare, soprattutto ai lettori principian-
Tensione uscita: stabilita da sec. di Tl ti, che per trasformare una tensione continua in
Corrente assorbita: 2 A una tensione continua di valore diverso (di so-
Max . potenza uscita: 20 W lito di valore superiore) sono necessari quattro
Rendimento: 75 + 83 W elementi.
Frequenza conversione: 3.000 Hz Il primo elemento consiste nella trasformazione

133
3.
R1 2 Cl

3e
e
+ LAMP
TEST

s ]
l i
-so
ENTR 12V

Fig. 1 - II principio di funzionamento dell'invertitore consiste nel processo di generazione


del segnale variabile a partire dall'alimentazione a 12 V in continua. Ciò si attua praticamen-
te facendo funzionare i due transistor TRI-TR2 come due interruttori complementari, l'uno
aperto e l'altro chiuso, e viceversa. Consigliamo di servirsi di transistor selezionati.

COMPONENTI
Condensatori R2 = 270 ohm - 2 W
C1 = 100.000 pF - 350 VI Varie
C2 = 470 F - 16 VI (elettrolitico) TR1 = 2N3055
C3 = vedi testo (elettrolitico) TR2 = 2N3055
P1 = ponte di diodi (dipende dalla tensione
Resistenze d'uscita)
R1 270 ohm - 2 W Ti = vedi testo

della tensione continua in un segnale variabile si- Nel progetto del nostro invertitore, la generazione
nusoidale, ad onda quadra o di altra forma del segnale variabile viene ottenuta tramite lo
d'onda. stesso trasformatore utilizzato per la trasformazio-
Il secondo elemento è quello di applicare il se- ne del valore di tensione, in modo da raggiunge-
gnale variabile ad un trasformatore, in modo da re una conseguente riduzione di spazi e di costi
ottenere, sul suo avvolgimento secondario, un dell'apparecchiatura.
segnale alternato di forma e frequenza analoghe
e con valore di tensione desiderata.
Il terzo elemento consiste nella rettificazione e FUNZIONAMENTO DELL'INVERTITORE
nel filtraggio della tensione erogata dall'avvolgi-
mento secondario del trasformatore, in modo da Il punto fondamentale del funzionamento del-
ottenere la tensione continua desiderata. l'invertitore è insito nel processo di generazione

134
del segnale variabile a partire dall'alimentazione volgimento LI, il transistor TRI e raggiunge il
a 12 V in continua. morsetto negativo della sorgente di tensione a
Ciò si attua praticamente facendo funzionare i 12 Vcc.
due transistor TR1-TR2 come due interruttori Questo stesso fenomeno si verifica supponendo
complementari, l'uno aperto e l'altro chiuso, o di pilotare il transistor TR2. In questo secondo
viceversa. caso la corrente attraversa l'avvolgimento L2 del
Ma per comprendere il funzionamento della ge- trasformatore Tl. Se si considera ora che i due
nerazione di segnale variabile supponiamo di po- avvolgimenti L1-L2 risultano opportunamente
ter comandare manualmente la corrente di base collegati fra loro e con i collettori dei due tran-
che controlla la conduzione elettrica dei due sistor, nel nucleo di ferrite del trasformatore TI
transistor TR1-TR2. si manifesterà un flusso magnetico in una deter-
Se si pilota il transistor TRl, cioè se si rende minata direzione, quando l'avvolgimento interes-
conduttore questo elemento, si sviluppa una cor- sato dalla corrente primaria è LI, mentre il flus-
rente elettrica che, partendo dalla sorgente po- so magnetico assumerà una direzione diversa
sitiva del generatore a 12 Vcc, attraversa l'av- quando l'avvolgimento interessato è L2.

TR1

ENTR.
12 V

c2

Fig. 2 - Il montaggio del'invertitore, realizzabile in un contenitore metallico delle dimen-


sioni di 5,5 cmx8 cmx 10 cm, deve essere iniziato subito dopo aver realizzato il trasforma-
tore TI, che non è un componente reperibile in commercio. Si raccomanda di far bene at-
tenzione a non invertire le polarità della sorgente di tensione continua d'ingresso, perché
un errore in tal senso condurrebbe alla distruzione dei due transistor di potenza al silicio.

135
+asn 77 SUL COLLETTORE
ov I LJ LJ LJ I

o7"+-I
_ 1_
SULLA BASE
ov

vn 1n AL SECONDARIO DI T1
Flg. 3 - Queste sono le forme d'onda
da noi rilevate nei vari punti del circui-
to di figura 1. II loro rilevamento oscil-
ov I LJ LJ U I loscopico è stato effettuato facendo
preciso riferimento ad un trasformatore
T1 con avvolgimento secondario L3 esat-
tamente calcolato per l'erogazione di
_l_
RIPPLE IN USCITA una tensione di 24 V, con un carico di
o,1vrimnnnf7 ( con 18W di carico) 17 w.
+

Queste variazioni di flusso magnetico inducono di figura l. La loro composizione è stata effet-
sull'avvolgimento secondario del trasformatore tuata facendo preciso riferimento ad un trasfor-
Tl una tensione che risulta proporzionale al nu- matore con avvolgimento secondario L3 esatta-
mero di spire con cui è composto l'avvolgimen- mente calcolato per l'erogazione di una tensione
to L3. di 24 V, con un carico di 18 W.
Per interpretare il fenomeno della tensione in-
dotta sull'avvolgimento secondario del trasforma-
tore T 1, abbiamo supposto di pilotare manual- REALIZZAZIONE
mente i due transistor TR1-TR2. Ma ciò risul- DEL TRASFORMATORE T1
terebbe scomodo ed inutile, perché questo stesso
risultato può essere ottenuto effettuando un col-
legamento di tipo «a croce » delle basi dei due Tutti i componenti elettronici, necessari per la
transistor, in modo che si generi automaticamen- realizzazione dell'invertitore, sono di facile repe-
te una inversione di conduzione dei due semi- ribilità commerciale e di costo relativamente bas-
conduttori con una frequenza che dipende dal so. Fa eccezione il trasformatore Tl, che dovrà
valore delle induttanze L1-L2, da quello del con- essere completamente realizzato dal lettore.
densatore Cl e da quelli delle resistenze R1-R2. Occorrerà quindi procurare un nucleo di fer-
Il segnale alternato, ottenuto sull'avvolgimento rite di tipo ad olla, del diametro di 3,5 cm (il tipo
secondario del trasformatore Tl, viene successi- di nucleo non assume importanza, perché tutti
vamente raddrizzato mediante il ponte Pl a dop- quelli reperibili in commercio possono essere util-
pia semionda e livellato tramite un condensatore mente adottati) e l'apposito rocchetto sul qua-
elettrolitico (C3) di elevato valore capacitivo. le effettuare l'avvolgimento, prendendo spun-
Facciamo presente che l'effetto livellante del to dallo schema di composizione del trasformatore
condensatore elettrolitico C3 risulta notevolmen- Tl riportato in figura 4. Poi si dovrà effettuare
te aumentato rispetto a quello normalmente ot- il calcolo delle spire necessarie per comporre en-
tenuto con le correnti a frequenza di 50 Hz (fre- trambi gli avvolgimenti.
quenze di rete-luce); tale esaltazione dell'effetto
livellante del condensatore elettrolitico C3, quin-
di.. dipoxlc dall'elevato valore della frequenza in AVVOLGIMENTO PRIMARIO
gioco, che è di circa 3.000 Hz
In figura 3 sooo sate riportate le forme d'onda L'avvolgimento primario è suddiviso in due se-
tipiche rilevabili nei punti principali del circuito zioni, quindi in pratica si tratta di due avvolgi-

136
menti primari che abbiamo denominato Ll e L2. diodi Pl si verifica una caduta di tensione di
Questi avvolgimenti si otterranno avvolgendo 15 1,5:2 V circa. Per tale motivo l'esempio pre-
e / spire di filo di rame smaltato del diametro di cedentemente citato dovrebbe essere lievemente
1 mm. L'avvolgimento deve essere di tipo bif- corretto, dato che per ottenere la tensione di 24 V
lare, cioè effettuato avvolgendo contemporanea- sotto carico, si dovrebbe prendere in considerazio-
mente due fili conduttori paralleli, così come in- ne il valore di 26 V a vuoto, ciò che fa corri-
dicato in figura 5. spondere un numero di spire di 33,8 anziché 31,2.

AVVOLGIMENTO SECONDARIO CORRENTE SECONDARIA

Per effettuare l'avvolgimento secondario L3 si Dopo aver calcolato il numero di spire necessa-
deve eseguire un piccolo calcolo delle spire ne- rie per comporre l'avvolgimento secondario L3,
cessarie. E questo calcolo va fatto in base alla cioè dopo aver stabilito il valore della tensione
tensione continua che si vuole ottenere. secondaria desiderata, è facile dedurre anche il
In pratica occorre applicare la formula massimo valore di corrente erogabile dal trasfor-
matore, dato che l'invertitore può fornire una po-
N. spire = Vcc x 1,3 tenza elettrica massima di 20 W.
Per esempio, per ottenere una tensione di 24 • V, Il valore massimo di corrente che si può assorbire
si dovranno avvolgere dall'avvolgimento secondario L3 del trasformatore
Tl viene calcolato secondo la legge di Ohm:
24 x 1,3 = 31,2 spire
W 20
Nell'effettuare il calcolo delle spire dell'avvolgi- 1sec. =
mento L3, si dovrà tener conto che sul ponte di Vsec. V.sec.

1
NUCLEO
2

A/V0LG.

Fig. 4 - Il trasformatore T1 dovrà essere costruito dal


lettore per mezzo di un rocchetto e"di un nucleo di
rrite di tipo ad olla, del diametro di 3,5 cm. Si tenga
resente che il tipo di nucleo non assume importanza
agli effetti del risultato, perché tutti quelli reperibili in
commercio possono essere utilmente adottati. Nel te-
sto sono riportati tutti i dati necessari e le semplici
rmule da usare per Il calcolo delle spire dei due av-
gimenti: quello primario e quello secondario.
,NUcEo

137
La definizi one del valore mass imo di corrente as-
sorbibile dall'avvo lgim ento secondario di L3 del
tras form atore Tl assum e una notevole importan-
za perché esso permette di stabilire il diam etro Flg. 5 - Sul rocchetto si effettuano prima i due avvol-
di ram e smaltato necessario per realizza re l'av- gimenti primari L1-L2, servendosi per ognuno di essi
di 15 e 1/2 spire di fllo di rame smaltato del diametro
volgim ento sec ondario. Il diam etro del filo viene di 1 mm. I due avvolglmentl primari si effettuano con-
dedotto dalla seguente tabella: temporaneamente tramite due flli paralleli, cosi come
Indicato in questo disegno. Ricordiamo che l'esito det
preciso funzionamento dell'Invertitore rimane In gran
parte condizionato dall'esattezza di questl avvolgimen-
tl, perché una Inversione fra i terminali di inizlo avvol-
DIAMETRO CORRENTE gimento (I1 - 12), e quelli di fine avvolgimento (F1 -
filo mm. Ampere F2) provoca Immancabilmente la mancata oscillazione
del circuito. L'avvolgimento secondarlo L3 sl effettua in
un secondo tempo avvolgendo II filo sopra i due avvol-
0,07 0,0115 gimenti primari. Il numero di spire e la sezione del fllo
per comporre l'avvolgimento L3 debbono essere calco-
0,08 0,015 • lati nel modo ampiamente Interpretato nel testo.
0,09 0,019
0,10 0,0235
0,11 0,029
0,12 0,034
0,15 0,053
0,18 0,077
0,20 0,095
0,22 0,115 CABLAGGIO DEL PROGETTO
0,25 0,148
0,28 0,190 Il cablaggio del progetto dell'invertitore verrà
0,30 0,210 condotto tenendo sott'occhio il disegno relativo
0,32 0,240 al piano costruttivo di figura 2.
0,35 0,290 I due transistor di potenza TR1-TR2, montati
0,38 0,340 sulle fiancate del coperchio di chiusura del con-
0,40 0,380 tenitore metallico, dovranno risultare elettrica-
0,45 0,480 mente isolati dal coperchio stesso, perché il ter-
0,50 0,590 minale di collettore è costituito da tutto l'involu-
0,5S 0,720 cro metallico del componente. Tra i due transi-
0,60 0,850 stor e il metallo del contenitore, dunque, si do-
0,65 1,000 vranno interporre alcuni foglietti di mica di iso-
0,70 1,160 lamento. Le stesse viti di fissaggio dei due tran-
0,75 1,330 sistor dovranno scorrere attraverso due elementi
0,80 1,500 passanti di materiale isolante, in modo da essere
0,85 1,700 certi di isolare il collettore dal metallo del con-
0,90 1,900 tenitore. Raccomandiamo di porre la massima
0,95 2,100 attenzione nel collegamento del dispositivo con
1,00 2,400 la sorgente di alimentazione primaria, perché una
1,10 2,850 errata inversione di polarità provoca inevitabil-
1,20 3,390 mente la distruzione del transistor.
1,30 3,960 Ricordiamo ancora che l'esito del preciso fun-
zionamento dell'invertitore rimane per la mag-
gior parte condizionato dalla precisione con cui
si sono effettuati gli avvolgimenti del trasforma-
Riepilogando, il lettore dovrà tener sott'occhio i tore T 1, perché una inversione fra i terminali di
disegni delle figure 4 e 5 ed effettuare sullo inizio avvolgimento (I) e quelli di fine avvolgi-
stesso rocchetto, in un primo tempo, i due avvol- mento (F) provoca immancabilmente la mancata
gimenti primari, servendosi di fili paralleli, in un oscillazione del circuito.
secondo tempo l'avvolgimento secondario L3. Sottolineamo ancora che il ponte di diodi Pl e
Il lavoro verrà completato incapsulando il roc- la tensione di lavoro del condensatore elettroli-
chetto entro i due seminuclei di ferrite ad olla, tico di filtro C3 dovranno essere dimensionati in
che verranno tenuti assieme tramite una vite relazione alla tensione e alla corrente secondaria
passante di ottone. assorbita all'uscita dell'invertitore.

138
------
I1
La penna dell'elettronico dilettante
12

F1
--..___
F2
L. 3.500

'""OCCHETTO---..._

2 FILI
I1 PARALLELI
CON QUESTA PENNA
APPRONTATE I VOSTRI
CIRCUITI STAMPATI

Questa penna permette di preparare i circuiti stampati


con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
VALORE CAPACITIVO DI C3 aspetto esteriore è quello di una penna con punta
di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
Riportiamo qui di seguito le principali corrispon- tisce una completa resistenza agli attacchi di soluzione
denze tra i valori, capacitivi assunti dal conden- di cloruro ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade-
satore elettrolitico C3 e le relative tensioni d'u-
risce perfettamente al rame.
cita dell'invertitore.

CARATTERISTICHE
TENSIONE VALORE CAPACITIVO DI
D'USCITA c3 Tracciare il circuito su una La penna contiene un di-
spensatore dl inchiostro
lastra di rame laminata e
perfettamente pulita; la- controllato da una valvola
sciarla asciugare per f5 che garantisce. una lunga
minuti, quindi immergerla durata eliminando evapora-
S V 5.000 + 10.000 µF 12 V nella soluzione, di attacco zjoni quando non viene
24 V 1.000 F 36 V (acido corro sivo). Toita la
lastra dalla soluzione, si
usata. La penna non con-
tiene un semplice tampo-
48 V 1.000 F 70 V noterà che il circuito è in
perfetto rilievo. Basta
ne imbevuto, ma è comple-
tamente riempita di inchio-
100 V 500 uF 150 V quindi togliere l'inchioatro stro, Per assicurare una
con nafta solvente e la scrittura sempre perfetta,
220 V 50 F 350 V fastra del circuito è pron- la penna è munita di una
ta per l'uso. punta di ricambio situata
nella pane terminale.

E' ovvio che, assumendo i valori capacitivi ora e-


lencati, in corrispondenza delle tensioni d'uscita
con Le quali verranno progettati gli invertitori, si
raggi ungerà il miglior livellamento possibile della
tensione alternata uscente dall'avvolgimento se-
condario L3 e raddrizzata dal ponte di diodi.
Con la presentazione in scatola di montaggio di
questo progetto di amplificatore ad altissimo gua-
dagno, riteniamo di poter suggerire ai lettori un
semplice ed ottimo sistema per elevare notevol-
mente il segnale proveniente da un normale mi-
crofono.
I lettori CB, ad esempio, che si servono di una
stazione autocostruita o di tipo economico, mu-
nita di microfono a bassa o media impedenza,
senza ricorrere alla sostituzione di questo com-
ponente con altro più sensibile e più costoso, po-
tranno risolvere il problema, interponendo il no-
stro dispositivo fra il microfono originale e l'en-
trata dell'amplificatore.
E non si creda che l'aumento di guadagno, in-

LE
trodotto dal circuito preamplificatore, possa sol-
levare ulteriori problemi o provocare peggiora-
menti di rumore, fedeltà o banda passante nel
ricetrasmettitore. Perché in realtà tutto si svolge
in modo contrario, dato che la possibilità di am-
plificare e controllare esternamente il segnale di
bassa frequenza, prima che questo giunga ai cir-

PAGINE
cuiti di entrata del trasmettitore, giova notevol-
mente ai fini di una completa modulazione.
La stessa cosa avviene, per analogia, nel settore
dell'alta fedeltà, quando la sostituzione di una
cartuccia piezoelettrica per giradischi con altra
di tipo magnetico possa indurre a pensare che

EL CB
l'operazione provochi un peggioramento del si-
stema, soltanto perché una tale sostituzione im-
pone l'uso di un preamplificatore supplementare
assolutamente non necessario con la cartuccia
piezoelettrica.

Questo preamplificatore ad
altissimo guadagno vi per-
metterà di risolvere tutti quei
problemi che, spesso, duran-
te l'attività hobbystica, impon-
gono la necessità di una ele-
vata amplificazione.

140
PREAMPLIFICATORE AD
ALTISSIMO GUADAGNO

IN SCATOLA
DI MONTAGGIO

A LIRE 6.000

NECESSITA' DEL PREAMPLIFICATORE impedendo in condizioni di voce normale, una


modulazione piena della portante radio. Ma tale
La necessità di una preamplificazione della ten- carenza non deve essere comunque imputata
sione generata dal microfono non è risentita sol- alla Casa costruttrice, perché la mancanza di
ante nel caso della sostituzione del trasduttore, sensibilità è quasi sempre voluta allo scopo di e-
ma anche in tutte quelle occasioni in cui si vuol vitare i famosi « splatters » a chi è abituato a
modulare una portante nella misura del 100%, gridare a qualche... millimetro di distanza dal
nza che l'operatore debba urlare davanti al mi- microfono, con l'intenzione, assolutamente fuori
crofono. luogo, di avvicinarsi di più al corrispondente.
Taluni trasmettitori di tipo commerciale, un Queste ed altre sono le ragioni per cui abbiamo
po' avari nel modulare i segnali, presentano una ritenuto opportuno presentare e analizzare il pro-
scarsa sensibilità nella sezione di bassa frequenza, getto di un semplice ed economico preamplifi-

141
R4

RI

6
G ENTR

Fig. 1 - Servendoci di questo schema, di valore


puramente teorico, abbiamo interpretato nel testo
alcuni concetti che permetteranno al lettore di
comprendere il funzionamento di un amplificatore
operazionale e di effettuarne il dimensionamento.

R5

R2
R4

Cl
2
pi'
6 11 Il
E.,. ~
12V

;
(Q
3 ...........

l I.
O
ENTR.
O)
use.
'Q

Fig. 2 - Progetto completo del preampliflcatore ad altissimo guadagno per microfono. 14


trimmer potenzlometrlco R4 regola la tensione di controreazione, cioè controlla pratica-
mente l'entità del segnale uscente. L'integrato IC non è stato abbinato ad alcuna sigla spe-
cifica nell'elenco componenti. Ciò perché I-a ditta fornitrice si riserva l'Inserimento nel kit
di quel componente che, al momento, risulta più attuale, moderno e reperibile.

142
RIE.

c1

ENTR.

Fig. 3 - La realizzazione pratica del preampliflcatore ad altissimo guadagno verrà effettua-


ta tenendo sott'occhio questo disegno In cui Il circuito stampato si Intende visto- in traspa-
renza. I due condensatori elettrolitici devono essere inseriti nel circuito tenendo conto del-
le polarità del due terminali. L'esatto montaggio dell'Integrato IC si ottiene orientando il
componente secondo il suo elemento di riferimento RIF. (cerchietto o tacca). L'indicazione
PONT. significa che in quel punto occorre realizzare un ponticello tra due piste di rame,
per mezzo di uno spezzone di filo conduttore, cosi come chiaramente illustrato nel disegno.

catore per microfono, in scatola di montaggio, a IL PREAMPLIFICATOAE


guadagno controllabile, in grado di consentire una
perfetta modulazione, al 100%, con qualsiasi li- Come abbiamo detto, il preamplificatore che pro-
vello di voce, anche parlando a molti metri di poniamo ai lettori è adatto, in modo particolare,
distanza dal microfono e facendo sembrare il lie- all'inserimento fra microfoni a bassa e media im-
ve ronzio di una mosca addirittura come un vo- pedenza, dotati di basso segnale e l'entrata del-
lo ravvicinato di un aereo a reazione. l'amplificatore di bassa frequenza. Esso non ri-

< COMPONENTI I
Condensatori R4 4,7 megaohm (trimmer potenz.)
R5 220 ohm (rosso-rosso-marrone)
C1 = 10.000 pF
C2 = 4,7 uF - 16 VI (elettrolitico) Varie
C3 = 10.000 pF IC = circuito integrato
C4 = 50 F - 16 VI (elettrolitico)
Alimentaz. = 12 Vcc
Circuito stampato = 3,3x5,3 cm.
Resistenze
(Lievi variazioni dei valori elencati o delle tensio-
R1 = 4.700 ohm (giallo-viola-rosso) ni di lavoro, imposte da esigenze commerciai-i,
R2 = 15.000 ohm (marrone-verde-arancio) non possono compromettere l'esito del montag-
R3 = 15.000 ohm (marrone-verde-arancio) gio).

143
suita invece conveniente con microfoni piezoe let- Infatti, tenuto conto che proprio per il valore
trici, a meno che non si vogliano effettuare alcu- infinito dell'impedenza d'ingresso non si verifica
ne semplici varianti circuitali. alcun passaggio di corrente attraverso l'entrata
L'elemento base del pream plificatore è costituito dell'amplificatore operazionale, cioè attraverso il
da un circuito integrato, che svolge le funzioni di terminale 2, la corrente che attraversa la resi-
elemento am plificatore operazionale. stenza Rl passerà anche attraverso la resistenza
Con quest'ultima espressione si suole norm almen- R4. Se ora chiamiamo « Vingr. » la tensione d'in-
te designare un'insieme di circuiti di am plifica- gresso, « Vusc. » quella d'uscita, « i» la corrente
zione dotati delle seguenti caratteristiche: che percorre la resistenza Rl (ed R4) ed RG la
resistenza tipica del generatore del segnale, in
AMPLIFICAZIONE ELEVATISSIMA base alla legge di Ohm e per il principio della
INGRESSO INVERTING terra virtuale (punto 2 a potenziale O), si avrà:
ELEVATE IMPEDENZE D'INGRESSO Vingr .
AMPIA BANDA PASSANTE i =
RG + RI
Per amplificazione elevatissima intendiamo uh'am-
plificazione teoricamente infinita e, in pratica, d'altra parte si ha che:
spesso superiore a 100.000 volte.
Per ingresso inverting invece si intende che il
circuito è in grado di introdurre uno sfasamen- Vusce. = RAI Ra ingr .
to in uscita del segnale entrante di ben 180°. RG + R
Le impedenze di ingresso dell'amplificatore ope-
razionale sono talmente elevate da risultare tra- Dunque, l'amplificazione del circuito, pari a: A
scurabili rispetto agli elementi esterni. = Vusc. : Vingr., risulterà:
R4
TEORIA DEGLI OPERAZIONALI A =
RG + R
Senza voler approfondire nei più piccoli dettagli Questa semplicissima formula, oltre che consen-
la teoria sugli amplificatori operazionali, ritenia- tire il calcolo immediato dell'amplificazione di un
mo utile, prima di addentrarci nel vivo dell'ar- amplificatore operazionale, inteso come rappor-
gomento, chiarire alcuni concetti che permette- to tra la resistenza di controreazione e quella to-
ranno al lettore di meglio comprendere il funzio- tale d'ingresso, mostra anche come l'amplifica-
namento e il dimensionamento di tali circuiti. zione non dipenda in alcun modo dal circuito
Uno dei principi fondamentali degli amplifica- operazionale stesso, ma soltanto dagli elementi
tori operazionali è quello della « terra virtuale». esterni.
Tale principio afferma che l'ingresso inverting
di un amplificatore operazionale controreazionato Ciò consente anche ai principianti di dimensiona-
rimane a potenziale costante anche in presenza re molto facilmente i loro amplificatori, svinco-
di segnale d'ingresso. landosi dalla conoscenza approfondita del cir-
cuito integrato che svolge le funzioni di ampli-
Facendo riferimento allo schema indicativo di f- ficatore operazionale.
gura 1, ciò significa che, pure in presenza di un
segnale in entrata, sul terminale 2 dell'amplifi-
catore, non si rileva alcun segnale. Questo ter-
IL CIRCUITO DEL PREAMPLIFICATORE
minale risulta pertanto a massa rispetto al se-
gnale. Passiamo ora dallo schema teorico semplificato di
Tale considerazione scaturisce dal fatto che, se figura 1 a quello reale, abbastanza semplice, di
per assurdo sul terminale 2 fosse presente un se- figura 2.
gnale, in virtù dell'amplificazione infinita del cir-
cuito, sull'uscita, cioè sul terminale 6, si otterreb- Questo secondo schema dimostra come siano
be un segnale di ampiezza infinita. rimasti inalterati molti componenti che concor-
rono al funzionamento del circuito.
Poiché il segnale che in realtà si ottiene risulta
di ampiezza ben determinata, l'ingresso non può Le sole introduzioni di componenti effettuate nel
essere che pari a zero. progetto di figura 2 riguardano i condensatori
Il principio della terra virtuale consente, per C1-C3 che, oltre a fungere da elementi di disac-
mezzo di semplici considerazioni, di determinare coppiamento ingresso-uscita, costituiscono un fil-
l'amplificazione del circuito. tro passa-alto, che taglia tutte le frequenze in-

144
desiderate al di sotto di un valore prefissato. determinata dalla somma della resistenza Rl, di
Tali condensatori possono venire dimensionati, re- quella del microfono per C 1 e di quella tipica
lativamente alla frequenza di taglio prescelta, tra- dell'entrata del ricetrasmettitore per C3.
mite la seguente formula:
1 POLARIZZAZIONE INGRESSO
e = NON INVERTING
2rfR
Un altro elemento di diversificazione, fra lo
m cm R rappresenta la resistenza complessiva schema teorico di figura 1 e quello reale di f-

IL RICEVITORE CB
in scatola
di montaggio a
L. 14.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattivo,
ampiamente collaudato, di conce-
zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26+28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

145
gura 2, riguarda la polarizzazione dell'ingresso
non inverting, cioè del terminale 3, che risulta
effettuata per mezzo di due resistenze di pari va-
lore, che garantiscono un punto di lavoro di va-
lore pari alla metà di quello della tensione di a-
limentazione. In condizioni di riposo, cioè in as-
senza di segnali d'ingresso, anche l'uscita (termi- E
nale 6) si porterà quindi ad un valore di tensione 0
pari alla metà di quello dell'alimentazione.

L'ALIMENTAZIONE

L'alimentazione del progetto del preamplificatore, _J


così come indicato nello schema elettrico di figura
2, è ottenuta con la tensione continua di 12 Vcc.
Questa tensione, grazie anche al ridottissiino as-
sorbimento di corrente del circuito, può essere
prelevata direttamente dal ricetrasmettitore.
La tensione di alimentazione viene disaccoppia- me il valore di 4.700 ohm, supponendo che la re-
ta dalla cella di filtro composta dalla resistenza sistenza sia di basso valore, cioè di valore trascu-
R5 e dal condensatore elettrolitico C4. La pre- rabile rispetto ai 4.700 ohm (in caso contrario si
senza di questa cella di filtro scongiura ogni pos- dovrà sommarla con Rl), si otterrà un guadagno
sibile ed eventuale innesco tra il circuito del rilevabile dalla seguente tabella:
preamplificatore e quello dell'amplificatore.

Valore resistivo Amplificazione


IL GUADAGNO
I

Per consentire la regolazione dell'amplificazione R4 A


al livello desiderato, la resistenza di controrea- I

zione R4 è stata resa variabile. Essa è pratica- 4.700 ohm 1


mente rappresentata da un trimmer potenziome- 47.000 ohm 10
trico. 470.000 ohm 100
Poiché la resistenza di controreazione assume il 4,7 megaohm 100
valore di 4,7 megaohm e quella d'ingresso assu-

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


L. 10.000
Caratteristiche
Circuito a due canali (note alte e basse) con
regolazioni indipendenti per ciascun canale.
Potenza massima di 660 W a 220 V.
Alimentazione in alternata da rete-luce.

146
la basetta opposta a quella in cui sono presenti
le piste di rame.
Fig. 4 - Prima ·di iniziare il lavoro di montaggio del Il numero esiguo di componenti, il circuito stam-
preampliflcatore, il lettore dovrà esaminare attentamen- pato e lo schema topografico di figura 3 costi-
te Il contenuto del kit, controllando anche l'esattezza tuiscono degli elementi che metteranno il lettore
del circuito stampato che riproduciamo in questo dise-
gno dal lato rame.
nelle condizioni di comporre il preamplificatore
senza timore alcuno di commettere errori.
Per quanto riguarda i collegamenti di entrata e
di uscita, cioè i collegamenti fra il preamplifica-
tore e il microfono e fra il preamplificatore e
l'entrata dell'amplificatore di bassa frequenza,
REALIZZAZIONE PRATICA debbono essere effettuati per mezzo di cavetti
schermati.
La realizzazione pratica del preamplificatore, che
L'alimentazione, come abbiamo detto, può essere
dovrà essere eseguita tenendo sott'occhio il piano
autonoma, tramite pile, oppure in comune con
costruttivo di figura 3, risulta semplificata dalla
quella dell'apparato principale.
scatola di montaggio nella quale sono contenuti
rutti gli elementi riportati nelle varie illustrazioni. Nel caso in cui il preamplificatore non dovesse ve-
Il circuito stampato di figura 3 deve intendersi nir inserito nel contenitore del ricetrasmettitore o
visto in trasparenza, cioè significa che i componen- in quello dell'amplificatore di bassa frequenza,
ti elettronici, che si riducono a due condensatori sarà necessario inserire il montaggio in un pic-
normali, due elettrolitici, quattro resistenze, un colo contenitore metallico, elettricamente colle-
rimmer potenziometrico e un integrato, debbo- gato a massa, cioè con la linea negativa dell'ali-
no essere inseriti nei fori presenti sulla faccia del- mentatore.

IL KIT DEL PREAMPLIFICATORE

=,
L. 6.000 +
« p •
e

•••

Contiene:
n. 2 Condensatori normali n. 1 Circuito integrato
n. 2 Condensatori elettrolitici n. 1 Circuito stampato
n. 4 Resistenze n. 1 Trimmer potenz.
• • • o" e .. FLJ!§S
OUT 508-1200Hz
;$• • • • •
• •
@

.
r
..•
• •

••
e

• ' -, ::r· a _.;.:.


E
.,.,..
" -Z

o -•




r
• • • • e



• •
e •



• • • • • • FAR o ......... ... ,... e e

ILVCO
IN TELEMETRIA
Sono molti i lettori che ci chiedono di interpre- tria a laser, ecc.) ma limitandoci soltanto alla te-
tare praticamente il sistema con cui l'uomo può lemetria elettronica che, per le trasmissioni a di-
essere costantemente informato sui valori di cer- stanza, di dati e informazioni, si serve delle on-
te grandezze fisiche tramite sonde inviate nei no- de radio.
stri pianeti o installate· in località inabitabili co-
me, ad esempio, le calotte polari.
Per dirla con parole diverse, ci viene chiesto di QUATTRO ELEMENTI INDISPENSABILI
occuparci di telemetria. Proprio così! Perché la
conoscenza della temperatura, della pressione at- Per attuare un sistema telemetrico elettronico so-
mosferica, dell'umidità, della direzione del ven- no necessari quattro elementi.
to, della luminosità di un luogo lontano dal pun- Il primo fra tutti è il «sensore», cioè l'elemento
to di controllo e di tante altre grandezze, sola- in grado di trasformare la grandezza fisica che
mente tramite strumentazioni, appartiene a quel- si vuol misurare in un segnale elettrico ad essa
la branca della scienza che prende il nome di te- proporzionale. Il sensore quindi trasforma le va-
lemetria. riazioni di temperatura, di luminosità, di pres-
Eccoci quindi pronti a rispondere a tali richieste, sione, ecc. in segnali elettrici che variano pro-
senza tuttavia scendere nel terreno dell'analisi porzionalmente.
particolareggiata dei diversi sistemi telemetrici Il secondo elemento è rappresentato dal codifi-
attualmente adottati ( telemetria ottica, teleme- catore, cioè da quell'elemento in grado di «co-

148
dificare » l'informazione ottenuta dal sensore in
modo da renderla adatta alla trasmissione radio
(analizzeremo più dettagliatamente in seguito
questa parte dell'argomento).
Il terzo elemento necessario per attuare il siste-
ma telemetrico elettronico è costituito da un tra-
smettitore modulato in ampiezza o in frequenza,
che serve appunto per inviare nello spazio le in-
formazioni.
Il quarto ed ultimo elemento che compone il
sistema telemetrico è il « decodificatore », che
riceve il segnale radio opportunamente modu- Se, come è naturale, tale tensione è quella pro-
lato e lo trasforma nel valore della grandezza dotta da un sensore, sarà possibile ricevere un
fisica originaria trasmessa. segnale di frequenza proporzionale alla grandez-
I sistemi telemetrici di avanguardia hanno rag- za fisica in esame.
giunto gradi di complessità notevoli, per cui ci
sembra del tutto inutile soffermarci ulteriormen-
te sull'argomento o, peggio ancora, scendere in CONTROLLO DI TENSIONE
dettagli teorici di codificazione e decodificazione
delle informazioni che esulano dall'argomento Lo schema elettrico del VCO, da noi presentato
trattato. in figura 1, evidenzia, nella sua prima parte,
Tralasciando quindi i sofisticati sistemi digitali, quella a sinistra del progetto, l'elemento di con-
analizzeremo ora il sistema di realizzazione abba- trollo di una tensione esterna continua variabi-
stanza semplice di una stazione telemetrica, sfrut- le fra O V e 2 V.
tando un apparato che a molti nostri lettori è In uscita, il progetto del VCO è in grado di ge-
già noto. nerare, in corrispondenza alla tensione applicata
all'entrata del circuito, una tensione sinusoidale
il cui valore di frequenza varia tra 500 e 1.200 Hz.
IL VCO

Il VCO (Voltage Controlled Oscillator) altro non IL MULTI VIBRATORE


è che un circuito oscillatore di bassa frequenza
il cui valore può essere controllato, entro certi Al circuito di controllo di tensione, pilotato dal
limiti, da una tensione applicata a due terminali transistor TRl, che è un FET di tipo 2N3819,
di comando. fa seguito il circuito di un multivibratore, pilota-
Servendosi di un VCO, quindi, è possibile mo- to dai due transistor TR2-TR3, entrambi di ti-
dulare una portante radio e trasmettere un se- po NPN.
gnale audio di frequenza proporzionale alla ten- Il circuito del multivibratore genera un'onda
sione di controllo del VCO. quadra la cui frequenza dipende, oltre che dai

Affrontiamo per la prima volta, su questo periodico, un tema di


grande attualità, coralmente richiesto dai nostri lettori, offrendo
a tutti la possibilità di capire e attuare, molto semplicemente,
un sistema di codificazione delle informazioni, del loro invio nel-
lo spazio, tramite le onde radio, e della loro decodificazione an-
che per mezzo di un comune tester predisposto per la misura
delle frequenze.

149
Flg. 1 • Il progetto del VCO è compo sto da
un circuito di controllo di tensione pilotato
a FET , di un multivlbratore (TH2 -TR3), di
due celle pass a-bass o (R8-C5 ed R9-C6 ),
di un elemento separatore e riduttore di
impedenza pilotato con transistor (TR4), di
un circuito di stabilizzazione (D5) e di un
alimentatore in grado di trasformare la ten-
sione di rete-luce da 220 V a 12+16 V
tramite un trasformatore da 2+3 W . Al-
l'entrata del circuito si applica l'elemento
sensore, con l'uscita si collega li trasmetti-
tore.
+

et:
-7

+
I-

i4m;
;
/4iii UJ

w
COMPONENTI
l
(!J
u

Condensatori
(
O
u C1 = 100F - 16 VI (elettrolitico)
n
r- C2 = 100.000 pF
et: Il I-
C3 = 100.000 pF
u~-w CA = 100.000 pF

d
u
=
3 es
C6
C7
=
=
=
100.000 pF
100.000 pF
500 F - 26 VI (elettrolitico)

Resistenze
=
"' R1 1 megaohm

s» L
u =
R2 = 100.000 ohm
R3 = 10.000 ohm
R4 = 1.000 ohm
RS = 4.700 ohm
C"'sl
R6 = 4.700 ohm
O::
I- (")
r R7 = 1.000 ohm
R8 = 4.700 ohm
<.()
o R9 = 4.700 ohm
R10 = 1.000 ohm
O:: 100 ohm
1-- R11 =

+7I » Varie
TR1 = 2N3819 (FET)
G N
r
TR2 = BC107
TR3 = BC107
TR4 =
BC107
et:> D1-D2-D3-D4 = 4 x BY126 (4 x 1N4004)
4 O%@ D5 = diodo zener (12 V - 1 W)
q uno4

150
valori dei condensatori C3-C4 e delle resistenze adatto a modulare la portante di un trasmetti-
R5-R6, anche dalla tensione di polarizzazione tore.
delle due resistenze R5-R6. E questa tensione di Utilizzando direttamente un segnale ad onda
polarizzazione viene prelevata dalla source (S) quadra, si otterrebbe un impegno di banda pas-
del transistor FET, che pilota il circuito di con- sante sproporzionato rispetto alle reali esigenze;
trollo di tensione. Infatti, poiché la tensione pre- oltretutto, utilizzando ad esempio bande amato-
sente sulla resistenza • R3 viene controllata, tra- riali, come la CB, si genererebbero degli « splot-
mite il transistor TRl, da una tensione esterna ter » a causa dell'invasione dei canali adiacenti.
variabile fra O V e 2 V, ne consegue che la fre-
quenza di oscillazione del multivibratore dipen-
derà, oltre che dal valore dei componenti uti- IMPEDENZA D'USCITA
lizzati, anche dalla tensione esterna di controllo.
Le due celle passa-basso, composte da R8-C5 e
da R9-C6, risultano seguite da uno stadio tran-
sistorizzato con uscita di emittore ( emitter fol-
LE CELLE PASSA-BASSO lower), che riduce l'impedenza d'uscita del cir-
cuito e consente di non perturbare la frequenza
A valle del circuito del multivibratore è presente di oscillazione del VCO.
una doppia cella di filtro passa-basso che, sop- Si tenga presente che, pur risultando il VCO un
primendo le armoniche del segnale ad onda qua- oscillatore variabile, esso deve essere il più sta-
dra, le trasforma in un segnale sinusoidale più bile possibile quando non si verificano cambia-

12V

PONTICELLO

ENTR.

MASSA

Flg. 2 - Il progetto del VCO è di facile realizzazione e può essere ottenuto anche senza
ricorrere al circuito stampato, cioè servendosi di una basetta opportunamente forata ed
effettuando i collegamenti tramite fili conduttori. Per essere certi del funzionamento del
VCO, occorre far bene attenzione alle polarità dei diodi e a quelle dei condensatori elettro-
llticl. Tutti gli elementi che concorrono alla formazione di questo schema sono di facile
reperibilità commerciale.

151
Fig. 3 - Disegno del circuito stampato,
in scala 1/1, che il lettore potrà ripro-
durre nel caso volesse ottenere un VCO
con aspetto professionale.

menti della tensione d'ingresso. Per tale motivo della tensione alternata di rete, in una tensione
si è provveduto all'inserimento di un diodo zener alternata di valore compreso fra i 12 e i 16 V,
(D5) di stabilizzazione della tensione di alimen- verrà ottenuta con un trasformatore di 2±3 VA;
tazione. L'inserimento di questo diodo viene fat- in pratica, un trasformatore da 2-3 W è più
to a valle del transistor TR4 che, praticamente, che sufficiente.
separa l'oscillatore dal trasmettitore.

I SENSORI
ALIMENTAZIONE
Abbiamo visto fin qui il sistema di trasformazione
L'alimentazione del progetto di figura 1 è otte- di una tensione continua, compresa fra O V e
nuta con una tensione alternata di valore com- 2 V, in un segnale alternato adatto ad essere ap-
preso fra i 12 e i 16 V. Questa tensione viene plicato ad un trasmettitore modulato in ampiez-
poi successivamente raddrizzata dal ponte di dio- za o in frequenza.
di D1-D2-D3-D4 e filtrata dal condensatore e- L'entrata del trasmettitore deve essere collegata
lettrolitico C7, che ha il valore di 500 F - 26 con l'uscita del progetto di figura 1, mentre l'en-
VI. trata del VCO, cioè del nostro progetto di figura
L'assorbimento di tutto il circuito è di pochi 1, deve essere collegata con un elemento sensore.
milliampère. Dunque, questo basso assorbimento Dunque, il sistema di teletrasmissione deve esse-
di corrente fa subito capire che la trasformazione re completato con un sensore in grado di fornire

Fig. 4- Chi volesse servirsi di un sensore costituito da


una cellula solare, dovrà ridurre il valore della resi-
AL' INGRESSO stenza R1, del progetto di figura 1, portandolo da 1
CELLULA megaohm a 10.000 ohm + 500 ohm, a seconda del
SOL.RE tipo di cellula solare utilizzata. Questo sensore non
MASS richiede alcuna alimentazione, perché la cellula è di
+ per sé un generatore di tensione.

152
ovviamente una tensione di 02 da applicare RICEZIONE E DECODIFICA
all'entrata del progetto di figura 1.
Non potendo addentrarci nell'esame dei più Abbiamo così ultimato l'esame del sistema di
svariati tipi di sensori utilizzabili, ci limiteremo trasmissioni radio di informazioni e dati relativi
a ricordare un esempio: quello dell'impiego di alle più svaria te grandezze fisiche. Stendiamo
una cellula solare, in grado di fornire essa stessa ora poche note informative sul sistema di rice-
una tensione adatta al controllo del VCO. In un zione e decodifica, cioè di trasformazione dei se-
secondo esempio ricorderemo l'uso di un termi- gnali radio ricevuti in informazioni vere e proprie.
store per il controllo della temperatura. La ricezione del segnale inviato nello spazio da
Nel caso di impiego di una cellula solare, in gra- un trasmettitore verrà effettuata con un ricevi-
do di misurare l'illuminamento, si dovrà ridurre tore radio ovviamente in grado di ricevere il tipo
il valore della resistenza Rl, portandolo da 1 di segnale trasmesso, che può essere modulato in
megaohm a 10.000 ohm -;- 500 ohm, a seconda ampiezza, in frequenza, ecc.
del tipo di cellula solare utilizzata, dato che la Una volta rivelato il segnale di bassa frequenza,
grandezza fisica proporzionale all'illuminamento questo può essere inviato, per la decodifica del-
non è rappresentata dalla tensione a vuoto della l'informazione, ad un frequenzimetro.
cellula, bensì dalla corrente da essa erogata. L'uso del frequenzimetro è chiaramente un sug-
L'esempio di impiego di cellula solare è inter- gerimento tra i tanti che si potrebbero offrire
pretato in figura 4. ai lettori. Ad ogni modo, a coloro che volessero
Lo schema riportato in figura 5 interpreta l'e- ricorrere a questo tipo di decodifica, consigliamo
sempio di utilizzo, quale elemento sensore del di servirsi di un frequenzimetro ad indice e non
VCO, di un termistore (TERMIST. 1.000 ohm). di quelli di tipo moderno, digitali, perché questi
Con l'uso del termistore è necessario comporre ultimi potrebbero venir facilmente influenzati da
un ponte di misura alimentato autonomamente. disturbi di ricezione.
l potenziometro permette di equilibrare il pon- Il frequenzimetro ad indice, che può essere rap-
e in sede di messa a punto del sensore. presentato anche dal tester commutato in questo

GENERATORE MELODICO CON INTEGRATI DIGITALI

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 11.500 senza altoparlante
L. 12.500 con altoparlante

Una breve melodia elettronica viene emessa da


un piccolo altoparlante quando si agisce su un
interruttore. Tramite un amplificatore BF, è pos-
sibile realizzare un richiamo acustico pubblicita-
rio, un segnale stimolante nelle competizioni spor-
tive, una tromba acustica per auto.

153
-
ALL'INGRESSO

Fig. 5 - Con ques to disegno Inte r- MASSA


preti am o il concetto di utilizzo di un
sensore in grado di misurare la tem-
+
peratura tramite termistore. ll ponte
deve essere equlllbrato per mezzo
del potenziometro ed alimentato au-
tonomamente con una tensione con-
tinua.

4. Gvcc

tipo di misura, potrà, tramite opportuno rifaci-


mento della scala, indicare direttamente il va- -v
lore della grandezza fisica misurata dal sensore
HZ
(gradi centigradi, millibar, chilometri, lux, gauss o 51 4
ecc.).
0,5 90 1
COSTRUZIONE DEL VCO 1 1107
Anche se i componenti elettronici, necessari per 1,5 1186
realizzare il VCO, possono ritenersi relativamen-
te numerosi, si può dire che il lavoro costruttivo 2 1205 I
potrà essere affrontato da tutti, anche dai prin- N
cipianti, cioè dai meno esperti. 2,5 1209 ..Jw
La facilità del montaggio è assicurata dall'uso I- ..J
del circuito stampato, che il lettore dovrà com- 3 1210
-
0
porre, come primo elemento, rifacendo il disegno zc
} ONI
riportato in scala 1/1 in figura 3. 3,5 1211 z
Tuttavia, poiché il progetto di figura 1 non pre-
senta elementi critici degni di nota per quel che
riguarda la sua composizione pratica, il lettore
potrà realizzare il progetto anche servendosi di
Fig. 6- Questa tabella di corrispondenza, fra taluni va-
una basetta forata, effettuando i collegamenti lori di tensioni continue d'entrata, applicate all'Ingresso
tramite fili conduttori e prendendo spunto, per del VCO, e i valori di frequenza rilevate per mezzo di
facilitare il compito, dallo schema topografico di un frequenzimetro, si riferisce ai dati da noi misurati
figura 2. con il prototipo. Si tratta di un esempio composto sen-
Possiamo dire che tutti i semiconduttori, che par- za un preciso riferimento con una grandezza fisica o
tecipano alla composizione del circuito, sono di con un determinato tipo di sensore.
facile reperibilità commerciale. Essi dovranno es-

154
sere montati rispettando le polarità e la distri- Mancando un preciso riferimento con una gran-
buzione esatta degli elettrodi. Questi elementi dezza fisica o con un determinato tipo di senso-
peraltro sono chiaramente indicati nello schema re, non potevamo ovviamente comporre e pub-
pratico di figura 2. blicare questo tipo di tabella. Tuttavia, per of-
frire un semplice esempio di tabella, presentiamo
in figura 6 una corrispondenza fra taluni valori
della tensione di entrata del VCO e la frequenza
TARATURA
rilevata per mezzo di un frequenzimetro.
In corrispondenza degli ultimi tre valori di ten-
Una volta realizzato il VCO e collegati ad esso sioni abbiamo riportato la dicitura NON UTI-
gli elementi sensori, in entrata, e il trasmettitore, LIZZABILE, perché i valori di tensione d'ingres-
in uscita, si dovrà comporre una tabella di cor- so superiori ai 2 V provocano l'interdizione del
rispondenza tra i valori delle grandezze fisiche circuito d'entrata; le variazioni di frequenza cor-
sottoposte a controllo e le frequenze generate, rispondenti sono minime e quindi gli ultimi tre
in modo da poter risalire immediatamente al va- valori di tensione, riportati nella tabella di figura
lore desiderato una volta ricevuto il segnale. 6, non sono praticamente utilizzabili.

Ricevitore supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa jack per auricolare.
La risposta in BF si estende fra gli 80
e i 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: supereterodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1.700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

155
La funzione del dispositivo fotoelettrico, che Questo articolo non vuol essere una arbitraria ...
forma l'oggetto di questo articolo, è quella di intromissione nel mondo della fotografia, che non
mettere in azione, contemporaneamente al flash ci appartiene finché essa non sconfina nel nostro
originale, un secondo flash ausiliario. territorio. Ma è nostra intenzione offrire, a tut-
In pratica tutto avviene nel seguente modo. ti i lettori fotografi dilettanti o semiprofessionisti,
Quando il fotografo fa scattare il suo apparec- un'occasione per migliorare i loro risultati di
chio fotografico munito di flash, che può essere lavoro, cioè per eliminare dalle fotografie certe
di tipo tradizionale o elettronico, indifferente- piattezze caratteristiche di scatti effettuati in amn-
mente, il nostro apparato chiude simultaneamen- bienti chiusi e non sufficientemente illuminati.
te il circuito di alimentazione di un secondo flash I fotografi professionisti, quando ricorrono all'uso
ausiliario, senza alcun collegamento di condut- di un secondo o di un terzo flash, collegano que-
tori elettrici. Il comando avviene otticamente, sti apparati con l'apparecchio fotografico per
via-aria, senza alcun intervento manuale. mezzo di fili conduttori, in modo da sincronizza-

Nello studio professionale o dilettantistico, per addolcire le om-


bre od evitare le necessarie correzioni al colore delle fotografie,
occorrono almeno due sorgenti di lampi luminosi: quella princi-
pale, direttamente collegata con l'apparecchio fotografico, e
quella secondaria, ripetitrice, funzionante automaticamente per
mezzo di una fotoresistenza di comando.

156
re l'accensione delle luci e sfruttare completa- Si può dire dunque che il tempo di risposta ri-
mente la luminosità totale. Ma i fili conduttori sulti del tutto trascurabile rispetto al tempo di
non rappresentano una soluzione pratica, soprat- apertura dell'otturatore che, per le fotografie al
tutto quando si debbano riprendere scene movi- flash, è normalmente di 1/30 o di 1/50 di se-
mentate, dove le persone non rimangono ferme condo; raramente si arriva a tempi inferiori con
e la distribuzione di fili sul pavimento determina gli attuali flash elettronici; in ogni caso i tempi
intralci e pericolosità. sono sempre enormemente più lunghi del tempo
Con il nostro dispositivo, dunque, vogliamo li- di ritardo introdotto dal ripetitore ottico.
berare i fotografi dilettanti dalla schiavitù dei
fili conduttori, affidando a loro un apparato com- Con il nostro sistema il soggetto da fotografare
pletamente autonomo, con alimentazione pro- verrà ripreso realmente illuminato da entrambi
pria e pilotato a distanza direttamente dal lampo i flash, con tutti i conseguenti notevoli vantaggi
di luce del flash originale. per la fotografia.

RIPETITORE
FOTOELETTRICO
PER FLASH
FUNZIONAMENTO DEL RIPETITORE L FLASH ELETTRONICO

Il principio di funzionamento del flash ripetitore Il flash elettronico si differenzia dai tradizionali
si basa sulla sensibilità alle variazioni di luce flash ad incandescenza soprattutto per le tensio-
delle fotoresistenze. n1 1n g1oco.
Come si sa, la fotoresistenza costituisce un mo-
Infatti, mentre con i flash ad incandescenza si
derno componente elettronico, che varia la pro-
ha a che fare con basse tensioni, con i flash elet-
pria resistenza ohmmica interna al variare della
tronici le tensioni si aggirano intorno ai 100-180
luce incidente sul corpo del componente stesso.
V. Diventa dunque assai più pericoloso maneg-
Questo principio viene da noi adottato per pilo-
giare con eccessiva disinvoltura i cavi collegati
tare una lampada flash. Quando la fotoresistenza
ai flash elettronici.
rivela la presenza di un lampo luminoso, essa
modifica le proprie condizioni di resistenza, pilo- In particolare, il flash elettronico è composto
tando un circuito elettronico collegato con un principalmente da una sorgente di alimentazione
flash e provocandone l'accensione. continua a bassa tensione, per esempio a 6 V.
Il tempo di risposta, cioè l'intervallo di tempo Tale tensione viene elevata, tramite un conver-
che intercorre fra l'inizio del primo lampo di titore, sino a 400 V circa. Essa alimenta poi
luce, quello provocato dal flash principale, e l'i- un condensatore elettrolitico di notevole capaci-
nizio del secondo lampo di luce, è di pochi mi- tà, sui cui terminali vengono collegati gli elet-
crosecondi, cioè di pochi milionesimi di secondo. trodi di una lampada a gas che, richiedendo una

157
SCR
FR S1

+ rCl

O
=
Fig. 1 - Circuito elettrico del 9V
ripetitore per flash. li sensore
è rappresentato dalla fotore-
sistenza FR, che comanda l'in-
PRESA
FLASH
e
nesco di un piccolo SCR in R2
grado di pilotare la tensione,
relativamente elevata, dell'e-
lettrodo di ionizzazione del
flash elettronico.

FR

Fig. 2 - Pur non presentando


PILA alcuna difficoltà, il montaggio
9V del ripetitore-flash deve esse-

8n L
re realizzato su circuito stam-
pato, nel quale potrà essere
applicata anche la pila a 9 V.
La sensibilità di innesco vie-
ne regolata tramite il trimmer
potenziometrico R1,

158
< COMPONENTI I namen to del flash elettronico evidenzia un con-
cetto molto importante : il comando di innesco
dei flash elettronici avviene con tensioni abba-
stanza elevate, che impediscono, ad esempio, di
collegare in parallelo fra loro vari flash, soprat-
tutto quando questi sono di tipo diverso e meno
C1 = 47 F - 12 VI (elettrolitico) ancora quando uno di questi è di tipo tradizio-
R1 == 4.700 ohm (trimmer potenz.) nale.
R2 = 68.000 ohm
Ecco perché la soluzione dell'uso di apparati au-
FR = fotoresistenza (ORP6O)
SCR = C 103 (Generai Electric) tonomi, pilotati automaticamente dalla luce del
S1 = interrutt. flash principale direttamente collegato alla mac-
Alimentaz. = 9 Vcc china fotografica, risulta oltremodo vantaggiosa
e comoda, non solo dove necessita una certa mo-
bilità degli apparati, ma anche nel caso di foto
di pose in studio.

ANALISI DEL CIRCUITO

elevata tensione di innesco, non conduce alcuna


Il progetto del ripetitore, il cui circuito è ri-
corrente e, quindi, rimane spenta.
portato in figura 1, è costituito principalmente
Per mezzo di una presa sussidiaria del converti-
da un sensore fotoelettrico di tipo fotoresistivo
tore, si genera una seconda tensione, che nor-
(FR), che comanda l'innesco di un piccolo SCR
malmente si aggira intorno ai 100-180 V; questa
che, a sua volta, è in grado di pilotare la tensione
tensione viene applicata ad un particolare elet-
di 100-180 V dell'elettrodo di ionizzazione del
trodo della lampada a gas, tramite l'interruttore
flash elettronico.
sincronizzato dell'otturatore della macchina fo-
tografica. La fotoresistenza FR, come è noto, è rappre-
Quando si scatta la fotografia, l'interruttore si sentata da un elemento fotosensibile, che varia
chiude e la tensione di 100-180 V raggiunge l'e- la propria resistenza interna col variare dell'illu-
lettrodo di innesco che provoca una ionizzazione minazione ambiente. In particolare, con lau-
del gas contenuto nel tubo, consentendo l'innesco mento dell'intensità luminosa esterna diminuisce
della scarica anche con i soli 400 V applicati la resistenza interna del dispositivo e viceversa.
agli elettrodi terminali. Collegando la fotoresistenza FR con il poten-
Questa semplice e rapida descrizione del funzio- ziometro R1, nel punto comune fra FR-Rl e Cl,
viene a determinarsi una tensione di valore pari
a O V, in condizioni di oscurità e a causa del-
l'elevata resistenza interna della fotoresistenza.
Al contrario, quando un lampo di luce colpisce

r
l'elemento fotosensibile, si verifica un abbassa-
o mento della resistenza e un conseguente aumento
della tensione nel punto prima citato di valore
pari 4 9 V circa. Questa analisi è valida ovvia-
mente teoricamente, cioè nel caso in cui la ri-
manente parte del circuito non risulti collegata.
EP L'impulso positivo di tensione prodotta dal lam-
po di luce viene utilizzato per pilotare, attra-
verso il condensatore elettrolitico CI, il ga te /G)
di un SCR, provocandone l'innesco.
Una volta innescato l'SCR, esso rimane in con-
-I duzione sino a quando non si esaurisce la carica
del condensatore collegato con l'elettrodo di io-
Fig. 3 - Disegno del circuito stampato in grandezza na- n1zzaz1one.
turale da riprodursi per la realizzazione pratica del ri-
petitore-flash. •
Successivamente, venendo a mancare la corrente
di automantenimento, l'SCR si diseccita automa-
ticamente.

159
Si tenga presente che l'innesco provocato dalla presenta alcun punto critico ed anche i compo-
fotoresistenza si verifica soltanto con lampi di nenti risultano di facile reperibilità commerciale.
luce, cioè non quando una luminosità, anche in- Il montaggio potrà essere comunque eseguito,
tensa e molto ravvicinata, colpisce la fotoresi- anche se il metodo del circuito stampato è sempre
stenza FR. Questo vantaggio scaturisce dal fatto da preferirsi, perché semplifica il lavoro, lo ra-
che il condensatore elettrolitico Cl è in grado zionalizza ed impedisce errori di cablaggio.
di « selezionare » le variazioni rapide e tipiche In figura. 2 presentiamo lo schema topografico
di un flash da quelle, più lente, dovute all'av- relativo al montaggio dell'autoflash, mentre in

ulL A: ?
SPINA SPINA
±±
Flg. 4 - l collegamento, fra Il ripetitore e il flash,
deve essere effettuato con cavo schermato e spi-
ne adatte all'innesto sulle prese dei due disposi-
FLASH tivi.

vicinamento del sensore ad una sorgente luminosa. figura 3 presentiamo, in grandezza naturale, il
Questo particolare vantaggio diviene utilissimo disegno del circuito stampato. Pur risultando
in moltissime condizioni fotografiche, perché es- privo di elementi critici, il circuito dovrà essere
so è in grado di prevenire dei falsi lampi di luce, composto senza effettuare varianti nei tipi di
provocati da sorgenti luminose, naturali o arti- componenti elettronici da noi prescritti, a meno
ficiali, di natura diversa da quella del flash-pi- che essi non vengano sostituiti con oculatezza e
lota. assoluta precisione tecnica. Per esempio, l'SCR
dovrà essere di tipo sensibile, in modo da con-
sentire l'innesco anche con il debole segnale ge-
MONTAGGIO DELL'AUTOFLASH nerato dalla fotoresistenza FR.
In ogni caso la sensibilità d'innesco dovrà essere
La realizzazione pratica del progetto di figura 1 regolata, una volta per tutte, a lavoro ultimato,
è da considerarsi alla portata di tutti, principianti intervenendo sul trimmer potenziometrico Rl.
compresi. Infatti il programma di lavoro non L'elemento fotosensibile, da noi consigliato, e il

SCHERMO

a FR
Fig. 5 - Nel caso in cui si dovessero riscontrare anomalie di
funzionamento, converrà schermare la fotoresistenza per
mezzo di un piccolo schermo per valvole elettroniche nel
quale sia stata praticata una finestrella in corrispondenza
&SUPPORTO del sensore.

160
L'OSCILLATORE
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse.

SUPERFICIE
SUPPORTO ARGENTATA
INCLINABILE

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L f1.500
Fig. 6 - Per favorire una diffusione uniforme della luce II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici -
emanata dal flash, conviene creare uno specchio para- n. 4 resistenze- n. 2 transistor - n. 2 trimmer
bolico servendosi di un ombrello con la superficie inter- potenziometrici- n. 1 altoparlante- n. 1 cir-
na ricoperta di carta-stagnola. Il flash ovviamente verrà cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n. 1
sistemato nel fuoco dello specchio. pila a 9 V- n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

CARATTERISTICHE
tipo ORP60, che risulta essere molto più veloce
nella risposta che non le comuni cellule al CdS. Controllo di tono
Coloro che volessero sostituire la fotoresistenza 'Controllo di volume
ORP60 con un fototransistor, lo potranno fare Ascolto in altoparlante
in tutta tranquillità, tenendo conto che, in que- - Alimentazione a pila da 9 V
sto caso, il collettore del fototransistor dovrà es-
sere collegato direttamente con la linea di ali-
mentazione positiva, mentre l'emittore verrà col-
legato con il trimmer potenziometrico R1. L'elet-
trodo di base del fototransistor, invece, rimarrà
inutilizzato.
Si tenga presente che, in caso di sostituzione della
fotoresistenza con un fototransistor, potrebbe
sempre insorgere la necessità di variare il valore
egli altri componenti del circuito, conforme-
ente al tipo di sensore utilizzato.

161
1

FLASH 2


- .
FOTOCELLULA •


I

Flg. 7 - Schema completo


del sistema di fotografia da
studio per mezzo del flash
principale e di quello au-
slllarlo. Entrambi i flash
sono sistemati nei fuochi
del due specchi parabolici
rappresentati da due om-
brelli con superfici interne
riflettenti.

USO DELL'AUTO FLASH di luce emanata dal flash principale, che risulta
pilotato direttamente dalla macchina fotografica.
Giunti a questo punto, possiamo ritenere ovvio Nel caso in cui si dovessero riscontrare anomalie
l'uso del ripetitore descritto. di funzionamento, pur avendo accuratamente ta-
Ci preme tuttavia ricordare che il collegamento rato il circuito tramite il trimmer potenziometri-
tra l'apparecchietto ed il flash elettronico dovrà co Rl, occorrerà risolvere il problema mediante
essere ottenuto tramite un cavetto schermato, un semplice accorgimento, quello da noi illustra-
dotato di opportune spine terminali in grado di to in figura 5.
consentire il collegamento con il flash, da una
Tale accorgimento potrà essere necessario quando
parte, e con il circuito di pilotaggio, dall'altra.
l'intensità di luce ambientale risulta eccessiva.
Questo semplice concetto è stato da noi inter-
pretato con il disegno di figura 4. In pratica si tratta di ricorrere ad una scherma-
tura ottica della luce incidente sulla fotoresi-
stenza FR, servendosi, ad esempio, di un piccolo
ESPOSIZIONE DI FR schermo cilindrico, metallico, del tipo di quelli
adottati per la schermatura delle valvole elettro-
Durante l'uso del ripetitore, la fotoresistenza FR niche di piccole dimensioni, praticando in esso
dovrà essere rivolta completamente verso la zona una piccola finestrella.

162
PRESA
Fig. 8 - Il circuito del dispositivo ripetitore-flash verrà in-
FLASH
serito, a montaggio ultimato, in un contenitore metallico.
Gli elementi esterni sono: l'interruttore, la fotoresisten-
za e la presa per il cavo schermato di collegamento con
il flash.

L'OMBRELLO FOTOGRAFICO verso l'ombrello stesso, in modo che questo pos-


sa diffondere uniformemente, in tutta la zona
Per ottenere una illuminazione uniforme del sog- del soggetto da fotografare, la luce emanata dal
getto da fotografare, si fa ricorso sempre più lampo del flash originale.
spesso, almeno negli studi fotografici, ad elemen- Anche quest'ultimo concetto è stato da noi chia-
ti riflettenti. Ma questi sono normalmente molto ramente illustrato nelle figure 6-7. In particola-
costosi per cui ci permettiamo di suggerire ai re, nella figura 6 si interpreta il concetto di spec-
nostri lettori un'idea, che, pur esulando dal set- chio parabolico realizzato tramite l'ombrello, nel
cui fuoco è sistemato il flash. In figura 7 invece
tore di nostra competenza, risulterà senz'altro u-
tile e molto economica. viene interpretato l'intero concetto di ripresa fo-
tografica tramite i due flash, quello principale
Basta prendere un vecchio ombrello e rivestirlo e quello ausiliario (flash 2). Entrambi i flash sono
internamente con carta-stagnola, così da forma- sistemati nei fuochi di due ombrelli dotati di
re un grosso riflettore. superfici interne riflettenti, in grado di simulare,
Con P'ombrello riflettente il flash andrà rivolto molto economicamente, due specchi parabolici.

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI TUTTI!
L 3 800 'a

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. Il saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, così
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

163
PER
MOTORINI
IN CC

Interessa i ferromodellisti e molti ap-


passionati delle più svariate applica-
zioni elettriche ed elettroniche.

VARIATORE
'
DI VELOCITA
Molti piccoli motori elettrici, alimentati con ten- Questo argomento, dunque, pur interessando
sione continua, come ad esempio quelli che fanno principalmente i modellisti, non mancherà di
correre i trenini elettrici dei bambini o dei ferro- suscitare interesse in molti altri appassionati delle
modellisti, debbono essere forniti di un comando più svariate applicazioni elettriche ed elettroniche.
elettronico di velocità. E questo comando deve
essere realizzato molto accuratamente, con appa-
rati che salvaguardino il motore elettrico dai SISTEMI SUPERATI
sovraccarichi e da eventuali cortocircuiti.
In molti tipi di alimentatori per motori elettrici
di piccola potenza, la regolazione della velocità
vien fatta con un sistema ormai superato, ap-
plicando all'avvolgimento secondario del trasfor-
matore di alimentazione un certo numero di pre-
se intermedie, la cui scelta più idonea vien fatta
per mezzo di un commutatore.
Il primo fra i vari inconvenienti sollevati da
questo vecchio sistema di controllo di velocità del-
l'asse del motore consiste nel non poter disporre
di un regolatore di velocità progressiva, perché è
possibile soltanto ricorrere ad un sistema di va-
riazione a scatti che, a volte, può erogare una
tensione di alimentazione eccessiva o insufficiente.
Ma il regolatore a scatti presenta ancora altri in-
convenienti. Ad esempio esso produce sempre
effetti spiacevoli durante le manovre di avvia-
Ricorrendo all'uso dell'elettronica, è possibile regolare l'acce-
lerazione e la decelerazione, nonché la velocità di regime di pic-
coli motori elettrici alimentati con tensioni continue, senza ri-
correre ai vecchi regolatori a scatti o agli ingombranti e introva-
bili reostati a filo.

mento, di arresto o di inversione di velocità. Per- dopo un notevole tempo di funzionamento del
ché, a causa delle correnti in gioco e dell'indut- sistema di alimentazione e di carico.
tanza presentata inevitabilmente dal carico, si Ricorrendo all'ausilio dell'elettronica moderna, la
verifica sempre un logorio dei contatti che, a lun- regolazione della velocità dell'asse del motorino
go andare, si manifesta attraverso guasti anche a corrente continua può essere ottenuta con un
irreparabili. normalissimo potenziometro a bassa dissipazione,
di tipo a carbone o a filo, a seconda della parti-
colare applicazione pratica desiderata, mentre
I REOSTATI l'effettiva regolazione della potenza viene affidata
ad un amplificatore transistorizzato. In questo
Un altro sistema, da tempo adottato nel con- modo, grazie al guadagno dei transistor, è pos-
trollo di velocità dei piccoli motori elettrici, è sibile regolare potenze di parecchi watt (spesso
quello del reostato di potenza, cioè del potenzio- di alcune decine di watt) mediante una minima
metro a filo. Eppure anche questo sistema, pur potenza di controllo, cioè di pochi milliwatt.
essendo considerato troppo elementare, è stato
superato dal progresso dell'elettronica.
I reostati producono eccessivo calore, cioè tra- PRECISIONE CIRCUITALE
sformano buona parte dell'energia elettrica in e-
nergia termica, con una spesa assolutamente inu- L'argomento che ci proponiamo di trattare in
tile che si traduce, in pratica, in un aumento del- queste pagine è dunque molto interessante, so-
la bolletta della luce. Oltretutto i reostati sono prattutto perché esso si presta a molte applica-
frequentemente soggetti a bruciature, soprattutto zioni, che permettono di realizzare alimentatori
quando si vuol far girare il motorino quasi alla elettronici ad elevato rendimento, che determi-
massima velocità e sotto sforzo. In queste condi- nano il consumo della sola potenza elettrica as-
zioni elettriche, come si sa, la corrente continua sorbita dal motore, con una dissipazione di ener-
assorbita dal circuito raggiunge i valori massimi gia elettrica assolutamente trascurabile.
e ben difficilmente il piccolo tratto di reostato • La precisione circuitale di un alimentatore elet-
interessato al flusso di tale corrente riesce a sop- tronico e la sua regolazione progressiva rappre-
portare a lungo la forte dissipazione di potenza sentano due elementi di fondamentale importan-
richiestagli. Avviene così che, in prossimità di za, non solo per le caratteristiche elettriche della
una delle estremità del potenziometro a filo, si regolazione, ma anche per quelle di ordine mec-
manifestano sovente i maggiori inconvenienti, canico. Infatti, soltanto con questi principi è pos-
quale l'interruzione del filo resistivo, la bruciatura sibile realizzare un comando di velocità attraverso
del materiale isolante, l'ossidazione del cursore, un normale potenziometro, di piccola potenza,
ecc. di facile regolazione e preciso in ogni manovra.
Ecco perché un tale sistema di regolazione non Il comando agevole e la sua sicurezza sono fattori
può essere ritenuto affidabile, specialmente quan- che possono scongiurare ogni inconveniente di pi-
do si vuol effettuare una regolazione precisa anche lotaggio dei motori.

165
w

{
Cl'.
ro
f- f-
@29 @
::, __J
1
5 Fig. 1 - Il progetto del variatore di velocità dei piccoli
}
__J motori elettrici In corrente continua è composto da tre
o
+ Il / I > parti essenziali: l'alimentatore, il regolatore di velocità
e lo strumento di controllo della tensione uscente. La
lampada al neon LN informa l'operatore sullo stato elet-
trico dell'alimentatore. Il controllo di velocità si effettua
regolando il potenziometro R1.

+ (\J

a.
u

g.n:: = COMPONENTI I
u I-- 1--

Condensatori
C1 5.000 F - 24 VI (elettrolitico)
C2 = 220 F - 16 VI (elettrolitico)

Varie
T1 = trasf. d'alimentaz. (220 V - 12 V-1 A)
Cl'. LN = lampada al neon con resist. incorpor.
(220 V) '
S1 = interrutt.
R1 = 5.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
VOLT. = voltmetro per cc. - 15 Vf.s. con resist.
incorpor.

Semiconduttori
TR1 = BC108
TR2 = 2N3055
P1 = ponte raddrizz. (80 V - 1 A)
D1 = 1N4001

)
z Fig. 2 - Esempio di cablaggio del progetto del variatore
__J
di velocità dei piccoli motori elettrici. Il transistor TR2
è un elemento di potenza che deve essere montato su
V)
un radiatore termico, in modo da favorire la rapida di-
spersione del calore. Il collettore del transistor TR2 è
rappresentato dal corpo esterno del componente e per
tale motivo esso deve risultare elettricamente isolato
dal radiatore tramite 'interposizione di un foglietto di
mica.

166
CARATT ERISTICHE DEL CIRCUITO re sostituito con 4 diodi raddrizzatori al silicio.
La corrente continua, presente all'uscita del cir-
Il regolatore elettronico di velocità, presentato in cuito, può raggiungere il valore massimo di 1 A,
questo articolo, utilizza due transistor di tipo mentre la tensione continua può essere control-
NPN al silicio, in funzione di elementi di ampli- lata fra 9 e 12 V. Si potranno quindi pilotare
ficazione-regolazione. motori elettrici a tensione continua massima di
Essi sono i comunissimi 2N3055. 12 Vcc.
Il trasformatore di alimentazione deve essere do-
tato di un avvolgimento secondario a 12 V, in
grado di erogare una corrente massima di 1 A. Il ANALISI DEL CIRCUITO
ponte raddrizzatore Pl deve avere le seguenti
caratteristiche: 80 V - 1 A; esso può anche esse- Il progetto del variatore di velocità è riportato

o o
LTMETRo]
T\

TR2
é....
o
RETE

ISOLARE DAL RADIATORE

167
@

·[]é]
[··] RADIATORE

MIN .MAX, TR2

+ - A
@

@ @ @
@
@ USCITA 1 <

PANNELLO FRONTALE SCATOLA IN PLASTICA


IN METALLO

in figura 1. I due transistor TR1-TR2 sono col- ALIMENTAZIONE


legati fra loro secondo lo schema Darlington.
Tale connessione, che consiste nell'accoppiamento Abbiamo analizzato fin qui l'elemento di control-
diretto dei due semiconduttori, consente di otte- lo della corrente. Ma il circuito variatore di ve-
nere virtualmente un elemento di amplificazione locità, oltre che dai due transistor al silicio
di valore pari a quello del prodotto delle amplifi- TR1-TR2 e dal potenziometro di regolazione
cazioni dei due singoli transistor. R1, che compongono senza dubbio il cuore del
Facciamo un esempio. Se il transistor TRl è ca- circuito, è composto anche dal trasformatore di
ratterizzato da un guadagno pari a 200, mentre alimentazione Tl con avvolgimento secondario a
il transistor TR2 presenta un guadagno pari a 25, 12 V. Questo trasformatore fornisce la tensione e
il guadagno complessivo del sistema sarà di la corrente necessarie per alimentare l'intero
200 x 25 = 5.000 volte. circuito. A valle di esso è presente il sistema di
Ciò significa che, per controllare ad esempio la raddrizzamento della corrente alternata, ottenu-
corrente di 1 A nel motore elettrico, basterà con- to per mezzo del ponte di diodi PI e del conden-
trollare una corrente di soli 0,2 mA (1 A :5.000 satore elettrolitico di livellamento Cl. A valle
= 0,2 mA) sulla base del transistor TR1. del sistema di raddrizzamento e livellamento è
L'operazione di controllo potrà quindi venir ef- presente una tensione pressocché continua del va-
fettuata con un semplice potenziometro a bassa lore di 16 V circa.
dissipazione, di facile reperibilità commerciale e Con questo valore di tensione continua si po-
di basso costo. Il valore ohmmico del potenzio- tranno comandare piccoli motori elettrici sino a
metro, inoltre, non riveste particolare importan- 12 Vcc, con una corrente massima, in regime con-
za ai fini del controllo della corrente, contraria- tinuativo, di 1 A circa.
mente a quanto accadrebbe con il sistema di re- Nel caso in cui la tensione continua massima
golazione di corrente a reostato. da applicarsi ai motori non dovesse risultare mai
In pratica, con questo sistema è possibile rego- superiore ai 9 V, sarà possibile utilizzare, in so-
lare in tutta tranquillità anche carichi elettrici stituzione del trasformatore Tl, un altro tra-
molto diversi fra loro, permettendo ad esempio in sformatore con avvolgimento secondario a 9 V,
campo ferromodellistico di aumentare o dimi- in grado di consentire l'erogazione, da parte del
nuire il numero dei locomotori in funzione, sem- transistor TR2, di una corrente di valore supe-
pre con la possibilità di una piena regolazione riore ad 1 A, in virtù della minor potenza dissi-
della velocità. pata su tale transistor.

168
Il cablaggio del dispositivo può essere comunque
ottenuto. In figura 2 suggeriamo al lettore un e-
sempio di realizzazione pratica del variatore di
Fig. 3 - In questo disegno riproduciamo il pannello
frontale del contenitore del dispositivo del variatore di
velocità.
velocità di piccoli motori a corrente continua (a sini- Raccomandiamo di montare i due condensatori
stra), mentre a destra è disegnato lo stesso dispositivo elettrolitici C1-C2 nel loro giusto verso, cioè te-
visto di profilo, cioè con l'evidenziamento dell'elemento
radiatore e det transistor di potenza TR2.
nendo conto del terminale positivo e di quello
negativo. Questa stessa raccomandazione va fat-
ta anche per il diodo Dl, per il ponte Pl e per
il transistor TRI. Per quanto riguarda invece il
transistor TR2, vogliamo ricordare che questo
componente è un elemento elettronico di poten-
za, che dovrà essere fissato su un apposito ra-
Sull'emittore del transistor TR2, cioè in parallelo diatore, che dovrà essere tanto più grande quan-
al carico, risultano inseriti il condensatore elet- to maggiore è la potenza assorbita dal circuito.
trolitico di filtro C2, il diodo D1 e il voltmetro Il transistor TR2, così come si può notare sullo
necessario per controllare il valore della tensione schema pratico di figura 2, dovrà essere fissato al
di funzionamento dei motori. radiatore interponendo fra esso e il metallo una
Al diodo Dl è affidato il compito di proteggere il lamina di mica, in modo da isolare il corpo me-
voltmetro dalle sovratensioni induttive dovute al tallico del componente, che si trova sotto ten-
rallentamento dei motori. Questa stessa prote- sione, perché esso rappresenta il collettore. An-
zione viene anche garantita ai due transistor che i due fori, attraverso i quali vengono fatti
TR1-TR2 per renderli immuni da eventuali dan- passare i due elettrodi di base e di emittore del
ni provocati dalle extratensioni. transistor TR2, dovranno risultare isolati intro-
ducendo due elementi passanti. Sarà inoltre op-
portuno spalmare con grasso al silicone entram-
COSTRUZIONE DEL VARIATORE be le facce della lamina o delle lamine di mi-
ca, in modo da favorire lo scambio termico fra
Possiamo dire che la realizzazione pratica del va- dissipatore e transistor.
riatore di velocità dei piccoli motori elettrici è Per il transistor TR 1, invece, non è normalmente
molto semplice e alla portata di ogni principian- richiesto alcun elemento di dissipazione. Soltan-
te. Il numero di componenti elettronici, che con- to nel caso in cui si volessero ottenere correnti
corrono alla formazione del circuito, infatti, è di maggiore intensità, occorrerà servirsi per TRl,
molto limitato. Non serve quindi nemmeno l'uso anziché di un BC 108, di un 2N1711, cioè di un
di un circuito stampato, mentre risulteranno suf- transistor di maggior potenza, riducendo il valore
ficienti i normali ancoraggi isolati, sui quali si resistivo del potenziometro RI da 5.000 ohm a
effettueranno le poche e necessarie saldature a 1.000 ohm, a causa del minor guadagno del tran-
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(Firenze) - Tel. 592.122.

174
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Prego Inviare schema restituibile in grandezza natu- quarzati 5-9-10-18-19 - 22 nuovo usato per 5 QSO
rale. Eseguo Inoltre telai metallici forati, mobiletti e completo imballaggio originale, libretto e schema +
contenitori in legno pregiato per qualsiasi progetto alimentatore con strumento mod. TS26 regolabile 5 -
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tuito.
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DISI. (Firenze).

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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO. I

175
MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

o Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BE

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. li dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


Circuito: di tipo a fllms depositati su piastrina isolante. Componenti: 4 transistor • 3 conden-
satori al tantalio - 2 condensatori ceramici. Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62 x 18 x 25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

e Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il saldatore è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente Indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alfa causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
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Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di Inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA ±«
2-
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0 ,

DEL ±

LETTORE i%
% /

L'accenslon lettronica merciaie di taluni componenti elettronici è attri-


buibile a molte cause, quasi sempre indipendenti
Aspettiamo da tempo di veder pubblicato su que-
dalla nostra volontà e che sarebbe troppo lungo,
sta meravigliosa Rivista il progetto di una accen-
qui, elencarle tutte. Possiamo tuttavia dirle che i
sione elettronica per auto. E finalmente ho visto
nostri progetti, realizzati e sperimentati per ovvi
esaudire i miei desideri nel fascicolo di gennaio
motivi molti mesi prima della data di pubblica-
di quest'anno. Il progetto è risultato, almeno per
zione, montano componenti che sono reperibilissi-
me, interessante sotto ogni punto di vista, tanto
da invogliarmi subito alla sua realizzazione. I mi al momento in cui nasce l'idea del progetto,
miei entusiasmi, tuttavia, si sono subito attenuati
ma che poi spariscono quasi completamente dal
quando, dopo aver interpellato amici e negozian-
mercato. Altre volte invece si tratta di impossi-
ti, ho dovuto convincermi che i transistor da
bilità di taluni rivenditori di fornire il loro ne-
voi adottati sono introvabili. Così come risulta in-
gozio oon troppi materiali. Oppure i componenti
trovabile il diodo zener D2, per il quale suggerite
da noi usati sono reperibili sulla piazza locale,
il modello BZX55. Vi scrivo dunque questa mia .mentre non lo sono affatto in altre città. E non è
lettera per invitarvi ad elencare gli eventuali tipi
assolutamente pensabile che noi, prima di pubbli-
sostitutivi dei transistor e del diodo zener D2, care un dispositivo, si debba interpellare tutti i
nonché le caratteristiche elettriche di quest'ultimo. rivenditori nazionali per accertarci della dispo-
SERAFINO BALDUCCI nibilità di questo o quel transistor. Comprendia-
Orvieto mo dunque le sue difficoltà pratiche e quelle di
coloro che si trovano nelle sue stesse condizioni.
La ringraziamo per gli elogi rivolti alla Rivista Ma che cosa possiamo farci noi? Invitare il letto-
e per averci dato modo di chiarire alcuni elemen- re a rivolgersi ad un negoziante premuroso, pre-
ti tecnici di carattere generale e quelli particolari gandolo di procurargli, sia pure in un certo lasso
da lei ricordati. Cominciamo dunque coll'infor- di tempo, quanto gli necessita. Di più non ci è pos-
marla, assieme agli altri lettori che seguono que- sibile, se non di chiarire che il transistor TRl, di
sta interessante rubrica, che l'irreperibilità com- tipo BSV15, viene costruito dalla Telefunken,

179
dalla Siemens e dalla Phlips, mentre il transistor lo schema di un prearnplificatore che consenta
TR2, che può essere di tipo BUY72 oppure l'uso di testine magnetiche con amplificatori ori-
BUY73, viene prodotto dalla Siemens. Per quan- ginariamente previsti per testine piezoelettriche?
to riguarda invece il diodo zener D2, dobbiamo SATURNINO PATERNO'
scusarci con lei e con tutti gli altri lettori che ci Messina
hanno scritto chiedendoci delucidazioni in meri-
to. Si tratta in/atti di un errore tipografico, più Il problema della sostituzione di una testina ma-
precisamente lo scambio delle seconde due lettere. gnetica con altra di tipo piezoelettrico o ceramico
La sigla precisa è dunque la seguente: BZX55. è abbastanza frequente. Per risolverlo occorre an-
Le caratteristiche elettriche di questo diodo zener zitutto ricordare che non è sufficiente amplificare
sono: 18 V-1 W . il debole segnale prodotto dalla sorgente magne-
tica, ma è necessario- anche equalizzarlo, ovvero

•••
linearizzare il responso appositamente modificato
in fase di incisione per aumentare il rapporto
segnale/rumore. Il circuito che pubblichiamo im-
piega tre transistor al silicio, a basso rumore e ad
elevato guadagno; esso risulta equalizzato secondo
Pre amplificatore-equalizzatore RIAA lo standard RIAA. In corrispondenza della ten-
Il mio amplificatore di bassa frequenza è attual- sione fornita dalla cartuccia magnetica, si dovrà
mente collegato con un giradischi fornito di car- utilizzare, per R2, una resisténza da 47 ohm per
tuccia piezoelettrica. Ora vorrei sostituire il vec- 6 mV, oppure una resistenza da 100 ohm per 15
chio giradischi con uno più moderno e di mag- mV, ottenendo per tali valori nominali una usci-
gior pregio, dotato di testina magnetica. Faccio ta di 1 V eff. a 1 KHz. L'impedenza d'ingresso
presente che l'amplificatore non è provvisto di di 50.000 ohm presenta un valore tale da adattar-
una apposita entrata e ciò mi mette in difficoltà si per/ ettamente alla maggior parte delle testine
nel realizzare il collegamento. Potreste pubblicare magnetiche.

COMPONENTI C3 = 47 pF
C4 = 100.000 pF
Condensatori C5 = 47.000 pF
Cl = 10 F- 15 VI (elettrolitico)
C2 = 10 F- 15 Vl (elettrolitico) Resistenze
Rl = 18.000 ohm
R2 = vedi risposta
R3 = 68.000 ohm

~ =
R4 27.000 ohm
R5 = 18.000 ohm
R6 = 6.800 ohm
R7 = 1.500 ohm

1 mh
p1 e e R8 = 1.500 ohm
R11 R9 = 15 ohm
Rl0 = 1.200 ohm
~'"'" • e, "
wr? __, ( é)e Rl 1 = 22 ohm
R12 = 2.200 ohm
Transistor
TR1 = 2N1306 (BC109)
TR2 = 2N1308 (BC108)
TR3 2N1308 (BC108)

180
Alimentazione del preamplificatore
Vorrei alimentare un circuito preamplificatore,
che necessita di 9 V- 20 mA, servendomi dell'ali- R2
mentatore dell'amplificatore finale a 36 V. Ho +
provato a risolvere il problema servendomi di una 30-50 v

resistenza di caduta, ma la tensione non risulta


stabile in quanto l'assorbimento varia al variare
del segnale applicato. Potreste consigliarmi un
semplice circuito di stabilizzazione che possa ri-
solvere felicemente il mio problema?
ALBERTO CARUTTI TR1
Cremona
+ k==O + usc
Il circuito che le proponiamo effettua due stabi- C2
lizzazioni in cascata. La prima tramite il diodo
zener D3, da 27 V circa, assieme alla cella di fil-
tro R5-C3; la seconda tramite i due diodi Dl-D2,
che pilotano la base del transistor TRl, ottenen-
do una tensione stabilizzata d'uscita di 9 V. Fac-
ciamo notare che, sostituendo D2 con uno zener
da 12 V, si può ottenere un'uscita stabilizzata a
12 V e questa osservazione vale per qualsiasi al-
tro valore dello zener e della conseguente tensio- corrente massima assorbibile in uscita, cioè sul-
ne d'uscita. La stabilizzazione, che si riesce ad ot- l'emittore di TRl è di 25 mA circa. Le consiglia-
tenere con questo circuito, è circa di 0,1% con mo di munire il transistor di una aletta di raffred-
tensioni d'ingresso variabili fra 30 e 50 V. La damento.

SALDATORE ISTANTANEO
220 V-90 W Lire 9.500
Il kit contiene:
saldatore istantaneo (220 V- 90 W)
punta rame di ricambio
scatola pasta saldante
90 cm di stagno preparato in tubetto
chiave per operazioni ricambio pun-
ta saldatore

adatto per tutti tipi di saldature del principiante


I

181
Adattatore d'Impedenza modo da 'risultare direttamente collegabile a qual-
siasi registratore o amplificatore ausiliario. Un
Servendomi di un progetto consigliatomi da un circuito, che può svolgere tali funzioni, è quello
amico, ho realizzato un preamplifìcatore ad alta qui presentato. Le caratteristiche fondamentali
fedeltà. A questo apparato vorrei ora applicare sono le seguenti:
una presa supplementare per la registrazione.
Tuttavia, dato che il progetto monta principal- Alimentazione: 9 Vcc con assorb. di 1,5 mA
mente transistor di tipo FET, mi trovo in dif- 12 Vcc con assorb. di 3 mA
ficoltà nel risolvere questo problema a causa del- Guadagno: 0,3 volte = -11 dB
le alte impedenze in gioco. Potreste suggerirmi Tensione max. entrata: 3 Veff.
il sistema più semplice ed immediato in grado di Banda passante senza C1: 5 H- 70 KHz (a
concretare le mie idee? -1 dB)
ROMEO GASLINI. 3 H- 100 KHz (a -3 dB)
Teramo Banda passante con C2 330 pF: limite supe-
riore = 22 KHz
A lei serve un circuito convertitore di impedenza Banda passante con C2 = 800 pF: limite supe-
che deve essere dotato di una elevata impedenza riore = 1 O KHz
d'ingresso, in modo da non caricare il preampli- Impedenza d'ingresso: superiore a 500.000 ohm
ficatore, e di una bassa impedenza d'uscita, in Impedenza d'uscita: inferiore a 2.400 ohm

R2 Il R3
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M\
±
T R6
le e9V

:
ENTR
B) -G

R4
TR
: R7
use.
%
e

COMPONENTI R3 100 ohm


R4 5.600 ohm
Condensatori R5 240.000 ohm
Cl 1 F R6 100.000 ohm
C2 330 pF - 800 pF R7 = 560 ohm
C3 10 mF - 20 VI (elettrolitico) R8 10.000 ohm
C4 1 F
Varie
Resistenze TRl = BC109 (2N2222A)
Rl = 240.000 ohm TR2 = BC 109 (2N2222A)
R2 = 2,2 megaohm Alimentaz. = 9 Vcc- 12 Vcc

182
Filtro passa-banda oppure inserire all'ingresso dell'amplificatore di
bassa frequenza un circuito elettronico di filtro in
Con un vecchio ricevitore a valvole, regalatomi grado di attenuare, in misura netta, le frequenze
da un mio zio, riesco a captare parecchie tra- al di sotto dei 250 Hz circa. Nello schema qui raf-
smissioni amatoriali e la gamma CB. L'appa-
recchio non è stato certamente concepito per la
ricezione amatoriale e presenta quindi alcuni
difetti, tra i quali cito la scarsa selettività e la
eccessiva banda passante che si manifesta, so-
prattutto nei toni bassi, con un notevole rim-
bombo. Potreste suggerirmi le modifiche even- 0 68
tuali da apportare al ricevitore per trasformarlo
in un apparecchio radio per radioamatori?
ORESTE BIAGI
Napoli

La trasformazione da lei auspicata è un po' esa-


gerata. Tuttavia si possono apportare al ricevi- 0 250 Hz 1KHz 2KHz
tore alcune varianti in grado di avvicinarlo sen-
sibilmente ad un ricevitore per radioamatori. Per
esempio, per eliminare la scarsa selettività, basta
inserire all'ingresso del!' apparecchio, più preci-
samente all'ingresso degli stadi di media frequen-
za, un filtro ceramico dello stesso valore di f re-
quenza. Per l'eliminazione del rimbombo, invece, figurato lei troverà il progetto di un circuito in
si può procedere in due direzioni diverse. O so- grado di attenuare le frequenze basse e quelle al-
stituire i condensatori di accoppiamento degli sta- te. Variando il valore del condensatore C2, lei
di di bassa frequenza con altri di minor valore, potrà agire sulla curva di risposta, che pubblichia-

ALIMENTATORE PROFESSIONALE Di facilissima costruzione, è In grado di erogare,


In modo continuo, le tensioni comprese fra i 4 e i 15 V, con una corrente di lavoro di 2,5 A. La sua
moderna protezione elettronica pennette di tollerare ogni errore d'Impiego dell'apparato, perché la mas-
sima corrente di uscita viene limitata automaticamente, proteggendo l'alimentatore da eventuali cor-
tocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'ingresso: 220 Vca ±. 12%
Tensione d'uscita: regolabile fra 4 e 18 V nominali
Corrente massima: 2,5 A a 15 V con stabilizzazione
-- 1% d'alternata: inferiore a 1 mV per volt a pieno
Residuo
carico
Stabilizzazione: migliore dell'1%/,,
Corrente permanente di cortocircuito: inferiore a
400 mA
Limitazione automatica della massima corrente d'u-
scita In due portate: a 15V limitazione 2,5 A (o 0,5 A)
a 4 V limitazione 1,6 A (o 0,4 A)
(Le due portate sono necessarie per mantenere la
dissipazione del transistor entro i suol limiti di si-
In scatol di montaggio curezza)
Coefficiente di temperatura d'uscita con temperatu-
L. 28.500 re comprese fra 0°C e 70°C: Inferiore a 0,01% °c
Protezione contro I cortocircuiti.

·- -
mo assieme allo schema, attenuando più o meno mite opportune resistenze di caduta, dallo stesso
rapidamente anche le frequenze elevate nel modo ricevitore. L'impedenza d'ingresso del filtro è di
indicata nella tabella . 100.000 ohm circa, mentre quella d'uscita è di
Il consumo dell'apparato è contenuto, di 1 mA 120 ohm. Lo stadio può tollerare segnali sino a
circa e l'alimentazione potrà essere prelevata, tra- 200 mV prima della saturazione.

I
Cl -1dB --3dB -10dB -20dB
I

270 pF • 700 Hz 125 KHz 36 KHz 12 KHz

100 pF 3 KHz

1.000 pF 500 Hz

COMPONENTI
@ Condensatori

# 4
+ 9V
Cl = 10 F- 12 VI
Cl; (elettronico)
c2 = C6 (vedi tabella)
C3 = 100.000 pF
b
TR2 CA = 10.000 pF
C4
C5 = 10.000 F
~ e C6 = C2 (vedi tabella)
c5
C7 = 1 F
~

-
Il
Resistenze

:f
C7
Rl = 470.000 ohm

7
ENTR.
6

C6
use.
R2
R3
RA
R5
R6
= 100.000
- 3.000
= 10.000
= 470.000
- 100
ohm
ohm
ohm
ohm
ohm
R3 R7 R7 = 10.000 ohm
6 Transistor
TRI = BC109
TR2 BC109

Stadio d'Ingresso panoramico centuali variabili e regolabili tramite potenzio-


metro, così da creare artificialmente l'effetto
Sono un appassionato di registrazioni dal vivo e stereofonico e dislocare a piacere i vari strumen-
dispongo di un discreto registratore stereofonico ti. Sarebbe opportuno che tale circuito potesse
a bobine oltre che di alcuni microfoni. Ora venir facilmente miscelato con altri identici, sen-
vorrei creare una piccola sala d'incisione, ma ho za dover ricorrere ad ulteriori circuiti di misce-
bisogno di un dispositivo in grado di indirizzare lazione.
il segnale proveniente da un determinato micro- MARCO BALDAN.
fono verso il canale destro e sinistro, con per- Venezia

184
Il progetto che le proponiamo, pur essendo abba-
stanza semplice, è in grado di garantire ottimi ri-
sultati, anche su apparati professionali o semi pro- 4= yWy «°
R'I
fessionali. Il circuito non è particolarmente critico c3
@)4%.
e ciò significa che, oltre ai transistor di tipo PNP IOESTR'O

si potranno utilizzare anche gli NPN di buon gua-


dagno e a basso rumore, semplicemente inverten- A

do l'alimentazione. Le caratteristiche principali

L
del circuito sono le seguenti: l-..:..
I t<A••LE
, $ws7o
4

Impedenza d'ingresso: superiore a 100.000 ohm 3

Impedenza d'uscita con coJlegamento in paraJlelo


di due stadi: 47.000 ohm B

Banda passante: 4 ±40 Khz ± 3 dB 1R2


Diafonia con cursore di R2 al centro: 45 dB R€

Facciamo notare che le resistenze Rl2-R13 rap-


presentano rispettivamente le resistenze R7-R9 di
un secondo stadio d'ingresso panoramico misce-
lato con il primo (A-B).

Condensatori R2 = 100.000 ohm (potenz.) RlO - 10.000 ohm


Cl = 1 F R3 = 5.600 ohm Rl 1 = 220 ohm
C2 =100.000 pF R4 = 1 megaohm R12 - 100.000 ohm
C3 - 1 F R5 = 10.000 ohm R13 = 100.000 ohm
C4 = 1 µF R6 = 2.200 ohm
Transistor
R7 = 100.000 ohm
Resistenze R8 = 1 megaohm TRl - 2N2803
Rl - 5.600 ohm R9 = 100.000 ohm TR2 = 2N2803

RICEVITORE A 2 VALVOLE PER ONDE MEDIE E CORTE


Caratteristiche tecniche
Tipo di circuito: in reazione di catodo
Estensione gamma onde medie - 400 KHz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 µV con 100 mW in uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 V con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 µV
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 12.500 senza altoparlante
L. 13.500 con altoparlante

" ·4 9, a
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8 A'

185
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ego
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COM PO NENTI
Condensatori
Cl = 4.700 pF

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I
I
C2
C3
CA
C5
C6
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= 5.000
500
= 330.000
= 330.000
= 500
F-
pF
pF
F
F
-
-
12 Vl (elettrolitico)

12
16
VI
Vl
(elettrolitico)
(elettrolitico)
C7 = 5.000 F - 16 Vl (elettrolitico)
es = 5.000 F - 16 Vl (elettrolitico)
C9 = 5.000 F - 16 VI (elettrolitico)
ClO = 500 F - 12 VI (elettrolitico)
Cll = 500 F - 25 Vl (elettrolitico)
C12 = 4.700 pF
Resistenze



"'
G Rl = 39 ohm
:z oj I R2
R3
R4
=
=
=
100
10.000
1.500
ohm
ohm
ohm
8:ZS: 4 I I R5 = 15.000 ohm
R6 = 4.700 ohm
7
6A
G

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I ~7 4 N
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R7
R8
R9
RlO =
=
=
=
12
10
100
1,5
ohm
ohm
ohm
ohm - 10 W (a filo)
Rll = 560 ohm
R12 = 1.000 ohm
R13 = 2.700 ohm
R14 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. !in.)
R15 = 1.200 ohm
R16 = 100 ohm
RI7 = 1.000 ohm
R18 = 500 ohm (potenz.)
R19 =

]
1.000 ohm
Varie
TRI = BCY78
TR2 = BCY78
TR3 = 2N3055
TR4 = 2N3055
TR5 = BC177
TR6 = BC107
1: TR7 = 2N3055
D1 = BYX72/15OR
>
<D
D2 = BYX72/15OR
~
•)) {z @ D3 = BYX72/15OR
al
D4 = BYX72/15OR
D5 = BA127 (BAY18)
D6 = diodo zener (6,2 V)
FUS. = fusibile 5 A
Sl = interrutt.

186
Convertitore 6 Vcc - 12 Vcc Lei in pratica vuol dotare il ricevitore TICO TI-
Sono un appassionato CB che vorrebbe portare CO di una presa-fono. E il suo problema può
essere facilmente risolto, perché si tratta di ag-
con sè il ricetrasmettitore durante ogni sposta-
giungere al circuito un deviatore a slitta, un con-
mento, anche nelle gite domenicali. In casa, è densatore elettrolitico e una presa jack micromi-
ovvio, mi servo dell'alimentatore originale; ma niatura. Ricorrendo al montaggio di componenti
fuori casa vorrei utilizzare un accumulatore se- sufficientemente piccoli, non sussistono problemi
minuovo, ricaricabile, che posseggo da tempo. di cablaggio. E' importante invece che il suo man-
Il guaio è che il trasmettitore richiede un'alimen- gianastri sia dotato di un circuito con tensione po-
tazione di 12 V-1 A, mentre l'accumulatore e- sitiva a massa. In tale caso è sufficiente collegare
roga la tensione di soli 6 V. Per tale motivo vi la presa-fono del ricevitore con l'uscita della cuf-
chiedo quindi di pubblicare lo schema di un con-
fia o amplificatore esterno del suo apparato. Il
vertitore da 6 Vcc a 12 Vcc, possibilmente privo
deviatore deve essere collegato fra il diodo D 1 e il
di trasformatori e concepito con materiali di im-
condensatore C12. Questo deviatore serve per far
mediata reperibilità.
funzionare il ricevitore TJCO TICO nelle due
ANTONIO VALENTI
condizioni possibili: come ricevitore radio e co-
Genova
me amplificatore di bassa frequenza. Sulla secon-
da posizione del commutatore si deve collegare
Il convertitore di cui pubblichiamo il progetto è un condensatore elettrolitico da 25 F - 12 V,
completamente tutto " sold-state " e non utilizza collegato a sua volta con una piccola presa-fono;
alcun trasformatore. Il circuito è composto da uno
il terminale positivo del condensatore elettrolitico
stadio oscillatore (TR1-TR2), che pilota diretta-
deve essere collegato con la seconda posizione del
mente uno stadio amplificatore di potenza (TR3-
commutatore, quello negativo con la presa jack.
TR4). Il robusto segnale, ad onda quadra che se
ne ricava all'uscita, viene inviato ad uno stadio

•••
triplicatore a diodi, composto da D1-D2-D3-D4 e
da C6-C7-C8-C9, che eleva la tensione fino al va-
lore di 18 V circa, a vuoto. Tale valore di ten-
sione viene successivamente ridotto, stabilizzato e
filtrato dall'alimentatore stabilizzato composto da
Il collezionista elettronico
TR5 • TR6 - TRT; questo alimentatore rende di-
sponibile all'uscita la tensione continua di 12 V, • Col passare degli anni le vecchie valvole elettro-
che risulta regolabile, per le piccole variazioni, niche diventano sempre più introvabili. Anche sui
tramite il potenziometro R18. Il potenziometro mercati dell'occasione e su quelli surplus. E sono
R14, che controlla la corrente di base del transi- certo che arriverà il giorno in cui le valvole costi-
stor TR6, permette di regolare la massima cor- tuiranno veri e propri pezzi da collezione. Per que-
rente erogabile dall'alimentatore e rappresenta sto motivo, dunque, ho adibito un piccolo locale
quindi un elemento di protezione contro i sovrac- di casa mia alla raccolta di questi componenti,
carichi. trasformandolo in un originale museo elettronico.
Ogni valvola è corredata di tutte le sue caratte-

••• ristiche radioelettriche, dello schema simbolico


e dello stato d'uso. Proprio in questi giorni ho
avuto la fortuna di arricchire le mie rastrelliere
raccoglitrici con altri due modelli gentilmente re-
La presa-fono nel Tico Tico galatimi da un amico. Si tratta dei tubi tipo
Ho realizzato il ricevitore TICO TICO, da voi ATP4 e ARP12 di cui non sono riuscito a trovare
inviatomi in scatola di montaggio, e debbo dirvi le caratteristiche da allegare alle schede indi-
di essere rimasto molto soddisfatto. Soprattutto viduali di ciascuna valvola. Potreste danni una
perché la resa sonora del ricevitore è risultata su- mano in tal senso, pubblicando quanto mi ne-
periore ad ogni mia previsione. Questa graditissi- cessita?
ma sorpresa mi ha fatto venire l'idea di utilizzare ANGELO DEODATO
gli stadi di bassa frequenza di abbinamento con Belluno
il mio mangianastri, allo scopo di ottenere un
ascolto migliore. E' possibile, in qualche modo, Siamo certi che la sua collezione, fra una decina
concretare questa mia idea? d'anni ed anche prima, acquisterà un grande va-
GIANCARLO BETTINI lore storico e commerciale, soprattutto se la sua
Civitanova Marche raccolta annovera le primissime valvole termoio-

187
niche prodotte dall'industria elettronica, quelle
di grandi dimensioni e con filamento vistoso al
punto da f arie somigliare a delle lampadine. Ci
congratuliamo quindi con lei per questo suo sim-
patico hobby, augurandoci che presto altri lettori
la possano emulare, anche attraverso la collezio-
ne di altri componenti elettronici, di vecchio tipo,
oggi superati dal progresso tecnologico.
)
Le caratteristiche radioelettriche dei due tubi da
lei menzionati sono: A RP12

VALVOLA ATP4
tipo : pentodo di potenza

) accensione: diretta: 2 V-0,3 A


tensione anodica : 150 V
corrente anodica: 38 mA
tensione griglia 1 :- 8 V
tensione griglia 2: 150 V
potenza anodica : 4 W
ATP4

FOTOCONTROLLO CON SCR


IN SCATOLA Permette di realizzare almeno due ot-
timi dispositivi:
DI MONTAGGIO
- LAMPEGGIATORE DI POTENZA
A L. 12.000
2- CONTROLLO CREPUSCOLARE
DI ILLUMINAZIONE

I due principali dispositivi, da chiunque facil-


mente realizzabili con questo kit, potranno ser-
vire per molteplici scopi: per la costruzione di
lampeggiatori di potenza, per l'accensione au-
tomatica delle luci di illuminazione al calar del-
la sera, per il controllo di fiamma di un brucia-
tore, per far divertire i bambini attraverso una
Tempi di lampeggio controllabili lunga serie di esperimenti che si identificano
in altrettanti giochi di luce.
Potenza max. del carico: 660 W

188
VALVOLA ARP12 L'alimentatore professionale
tipo: pentodo AF-MF
accensione : diretta: 2 V 0,05 A Per la seconda volta ho acquistato il kit del vo-
tensione anodica max: 150 V stro alimentatore professionale. Prima di tutto
corrente anodica: 1,45 mA perché, come voi dite, si tratta veramente di un
tensione griglia 1:- 1,5 : 9,5 V dispositivo con caratteristiche elettriche soddisfa-
tensione griglia 2 : 60 V centi per tutti, di concezione moderna e assolu-
corrente griglia 2 : 0,5 mA tamente economico. Poi perché l'apparato mi è
stato richiesto da un cliente ( esercito la profes-
sione del radioriparatore) che, non avendo troppa
dimestichezza con questo genere di lavori, pre-
ferisce acquistarlo già montato e funzionante. Ma
veniamo al dunque, cioè allo scopo di questa mia
Di queste due valvole pubblichiamo anche gli lettera che, ovviamente, si riassume in una do-
schemi simbolici con la numerazione dei piedini, manda tecnica. Fra le due versioni del kit, da
ricordandole che, nella valvola ATP4 la placca me acquistate in tempi successivi, ho notato una
è rappresentata dal cappuccio metallico del com- sola differenza: la sostituzione dell'integrato ori-
ponente, mentre il cappuccio metallico della val- ginale con uno evidentemente corrispondente. E
vola ARP12 corrisponde alla sua griglia control- fin qui niente di male. La difficoltà insorta, al
lo. A conclusione della nostra risposta, aggiun- momento del montaggio del componente, è sca-
giamo ancora una notizia storica : entrambe le turita dalla mancanza della vistosa tacca di rife-
valvole, che risultano di costruzione inglese, sono rimento da voi stessi ampiamente illustrata nei
state adottate in talune apparecchiature militari disegni e nelle foto del fascicolo di gennaio '76,
durante la seconda guerra mondiale. in cui è stato presentato l'articolo dell'alimen-

LA RADIO DEL PRINCIPIANTE


DUE APPARATI IN UNO
RICEVITORE RADIO
+ AMPLIFICATORE BF

PER ONDE MEDIE


PER MICROFONO
PER PICK-UP

Con questa interessante scatola di montaggio


vogliamo, ancora una volta, spianare al lettore
principiante il terreno più adatto per muover-
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
si inizialmente, per mettere alla prova le pro- L. 9.500 (senza altoparlante)
prie attitudini e con esse, godere il risultato
di un lavoro piacevole e utile. L. 10.400 (con altoparlante)
Il kit permette la realizzazione di un ricevitore rad io ad onde medie, con ascolto in altoparlante e,
contemporaneamente quella di un amplificatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita di 1 W
circa, da collegare con microfoni od unità fonografiche, piezoelettriche o magnetiche.

189
Lei ha perfettamente ragione, perché il lettore
che acquista un nostro kit ha tutto il diritto di
essere messo in condizioni di effettuare il montag-
RIFE RIME N TI
gio servendosi soltanto delle nostre spiegazioni e
dei nostri schemi. Accade purtroppo che taluni
nostri fornitori, senza darci tempestiva comunica-
zione, sostituiscano nelle scatole di montaggio al-
cuni componenti con altri equivalenti che, a vol-
te, mettono in imbarazzo il lettore durante il la-
voro di montaggio. Quando ce ne accorgiamo in
tempo, provvediamo ad inserire nel kit una o-
municazione informativa. Quando ce ne accor-
giamo in ritardo, diamo pubblica comunicazione
sulla Rivista, presentando, come in questo caso,
VISTI DA SOPRA i disegni dei vari tipi di integrati sostitutivi con
gli elementi di riferimento che possono risultare
utili a molti, indipendentemente dal montaggio
dell'alimentatore professionale. Come lei potrà
tatore professionale. Ho dovuto quindi arran- vedere, gli elementi di riferimento non risultano
giarmi un po' e fidarmi dell'intuito, facendo rife- unificati e uno stesso circuito integrato, costruito
rimento ad un puntino ... di troppo dell'integrato. da Case diverse, può presentare riferimenti di-
E ho avuto fortuna, perché il montaggio da me versi. A volte, confessiamolo pure, è veramente
eseguito è risultato perfettamente funzionante. difficile individuare il giusto orientamento del
Ma non vi sembra questo un argomento che me- componente. Anche perché, in certi casi, lele-
riterebbe maggiori chiarimenti da parte vostra, mento di riferimento è rappresentato da un pun-
soprattutto a beneficio dei lettori principianti? to molto piccolo, mentre in taluni integrati sono
ETTORE VISENTINI presenti dei grossi fori che non servono a nulla e
La Spezia confondono le idee.

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capaciti! nella L. 3.900 (con altoparlante)
oratica della radio.

190
Il ricevitore CB ad una impedenza. Volete assicurarvi sulla esat-
tezza di tale sostituzione?
Mi è regolarmente pervenuta la scatola di mon- MARIO PERISSINOTTO
taggio del ricevitore CB da me richiestavi. Ho Rovigo
controllato il contenuto del kit e ho constatato
l'esattezza dei componenti. Soltanto un elemento Lei ha colto nel segno, meglio di qualche altro
non concorda con le illustrazioni pubblicate sul lettore che ci ha incolpati di omissione di com po-
fascicolo di ottobre dello scorso anno. Infatti, nente nel kit, accusandoci allo stesso tempo di
mentre l'impedenza di alta frequenza J appare superficialità per aver aggiunto una resistenza in
nella foto come una vera e propria bobina, con più. La verità è che l'impedenza Jl, con avvolgi-
tanto di avvolgimento di filo conduttore, nel kit mento esterno visibile, inserita nei primissimi kit
questo elemento non è compreso e sembra sosti- del ricevitore CB, è stata ora sostituita con un'im-
tuito con un componente di colorazione rossa- pedenza di modernissima concezione tecnica e di
stra, che assomiglia più ad una resistenza anziché color rosso.

APPRONTIAMO INSIEME LA RIVISTA


Allo scopo di mantenere vivo lo scambio reciproco di idee, di ascoltare ogni suggerimento,
di sensibilizzare sempre di più il nostro pubblico al piacere dell'elettronica, al di là dei li-
velli normalmente proposti ed accettati da qualsiasi altra organizzazione, invitiamo tutti
i Lettori ad esprimere democraticamente il loro pensiero critico, positivo o negativo, sul
contenuto della Rivista, rispondendo ai quesiti proposti nel seguente questionario.

QUESTIONARIO

Argomenti maggiormente desiderati .

Argomenti meno desiderati .

Giudizio complessivo

, .

Osservazioni varie , .

191
UNA GRANDE OCCASIONE
PER I NUOVI E I VECCHI ABBONATI
I fascicoli arretrati si esauriscono cosi rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

PACCO OCCASIONE
L. 6.000

Si tratta di una collezione di fascicoli accuratamente scelti tra quelli che maggiormente possono
interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, In particolare, gli ap-
passionati alle realizzazioni economiche di progetti di piccoli trasmettitori e ricevitori radio.

Dodici fascicoli arretrati del valore complessivo di L. 18.000 (gli arretrati vengono venduti al
prezzo di L. 1.500 ciascuno) al prezzo d'occasione di sole L. 6.000.
Dodici fascicoli nei quali sono stati presentati progetti di enorme successo editoriale, che ancor
oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.
Direttamente dal Giappone
per Elettronica Pratica! IL KIT
PER CIRCUITI STAMPATI
Corredo supplementare italiano
di alcuna lastra di rama!

Per la realizzazione dei progetti presentati su questa Rivi-


sta, servitevi del nostro • kit per circuiti stampati ». Trove-
rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli Illustrativi


nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

a4

or ITB
--
_g$

L 8.700
Il prezzo, aggiornato rispetto alle vecchie versioni del
kit e conforme alle attuali esigenze di mercato, è da
considerarsi modesto se raffrontato con gli eccezionali
e sorprendenti risultati che tutti possono ottenere.

Le richieste del KIT PER CIRCUITI STAMPATI debbono essere fatte inviando anticipata-
mente l'importo di L. 8700a mezzo vaglia o c.cp. n. 3/26482 intestato a:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti, 52.
MICROTRASMETTITORE
TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no' privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di messa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

IN SCATOLA
DI
MONTAGGIO . 7.80
L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
e.ore e.a@renane
DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE
IGA
PRATICA ~a 1U
Anno VI - N. 4 - APRILE 1977- Sped. in Abb. Post. Gr. lii L. 1.000

CB
SONDE
PER
AF E BF

segnala
la presenza di:
GAS • FUMI • VAPORI
SOSTANZE TOSSICHE

RIVELATORE DI GAS
OSCILLATORE MODULATO
mod. AM/FM/30

L. 53.600
Questo generatore, data la
sua larga banda di frequen-

-=7sa .R
E E5
za consente con molta la-
c i,lità l'allineamento di tutte

±:
le apparecchiature operanti

.:%:.5
in onde medie. onde lunghe,
onde carie, ed in tulla la
ss- 5 gamma di VHF. Il quadrante
delle frequenze è di grandi
dimensioni che consente una
ANALIZZATORE facile lettura.
Dimensioni: 250x170x90 mm
mod. R.P. 20 KN
(sensibilità 20.000
ohm/volt)
-
_
r•
L. 22.500

Grande strumento dalle piccole dimensioni, realizzato completamente su


.o
l·',-z::_
circuito stampato. Assenza totale di commutatorl rotanti e quindi di falsl
contatti dovuti alla usura e a guasti meccanici. Jack di contatto di conce-
zione completamente nuova. Munito di dispositivo di protezione.
Dimensioni: 140 x 90x35 mm
CARATTERISTICHE TECNICHE

CARATT ERISTICHE TECNICHE


GAMME A I e I e o
RNGES 100+400K /40+ 1200Ke 11 +- 3,8ue 3,5+11Mc
J.J
50yA
1
500pA
5
5
10
50
50 100 200 500
500 5000
1000 GAMME E I r G
RANGES 12 + 40e /40 + 130M 80+20
I
0.5 ç 25_ 50 150 500 1000
1,5 15 150 2500
11/0-10k/110 /0-+ 100E] 0/0+ 1M/ 1l /0-10M
1k/ 0+10M/110k/ 0-+-100M Strumento che unisce
a.Ila massime semplici-
là d'uso un minimo in-
8aisticpf gm110/0-290yr [Mmxl/+20gE gombro
E' realizzato completa-
Hz xl/0+50lx1010-;.500/x10010-;.5000 mente su circuito stam-
pato. Assenza totale di
-10+22 commutatori rotanti e
0,5 15 50 150 500 1000 quindi falsi contatti do-
vuti all'usura. Jack di
contatto di concezione
completamente nuova.
Munito di dispositivo
di protezione.
Dimensioni 80 x 125 x
x 35 mm.
« «o , A7 [AUNHER
- '

SIGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali) L. 19.000


Costruito nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatt
per localiz.zare velocemente i guasli nei radioricevitori, ampl'ilicatori, fono
valigie, autoradio, televisod.
ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K
(sensibilità 20.000 ohm/volt)
CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. RADIO
1 Kc Dimensioni
L. 7.500 12 x 160 mm
CARATTERISTICHE TECNICHE
50 Mc Peso 40 grs.
10,S V ett.
Tensione massima y= 0.1 ì 10 50 200 iOOO
appllcablle al puntale 500 V
30 V pp. Corrente delle balleria 2 mA mA= 504 500A 5 50 500
Y'I. 0.5 5 5 150 1000
1,5 25 250 1500
CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. liELEVISIONE
Frequenza 250 Kc Dimensioni
L. 7.800 '12 x 160 mrn

0Mm= 1/0-10~ 100/-1w xli/0-10
Ballistlc r Ohm1 10/@+20lF[0Mml/0+20f_
Armoniche fino a
Uscila
500 Mc
5 V eff.
Peso
Tensione massima
appllcablle al puntale
40 grs.
500 V
, -10+22
15 V etf. Corrente della batteria 50 mA Output 0.5 5 50 150 1000
Collaborazione attiva
Sono già trascorsi tre mesi dal giorno in cui decidemmo di
ascoltare, ancora una volta e sempre più da vicino, la vera
voce dei nostri lettori.
L'appello fu da noi lanciato tramite quel semplice « questio-
nario » che, pure in questo fascicolo, viene pubblicato in pe-
nultima pagina e conserva ancora il titolo di « approntiamo
insieme la rivista ».
In esso, fin da principio, è apparso chiaro lo spirito delle do-
mande e quello delle possibili adesioni al nostro invito: ren-
dere partecipi tutti, attraverso un sistema spiccatamente de-
mocratico, all'approntamento di un prodotto editoriale di
pubblico interesse, aggiornato, utile ed appassionante.
Ed oggi possiamo dire che i frutti di quella iniziativa stanno
per maturare, in abbondanza, per noi e per chi ci segue fedel-
mente e mensilmente. Perché le risposte ricevute, attentamen-
te analizzate, in ogni loro aspetto, parola per parola, dalla
prima all'ultima riga, allo scopo di recepire, con la maggior
convinzione possibile, le idee e i pensieri di ogni lettore, stan-
no per assumere forma concreta attraverso un nostro preciso
impegno sul piano pratico. Perché i questionari, compilati con
zelo e diligenza, ci hanno fatto conoscere le aspirazioni della
maggioranza, le critiche positive e quelle negative sul nostro
lavoro, i consigli più schietti sul modo di procedere, quelli che
certamente ci eviteranno di sbagliare e divenire immeritevoli
di comprensione. Le voci ascoltate, dunque, hanno sensibiliz-
zato, in misura notevole, la nostra naturale vocazione didatti-
ca, sollecitandoci a taluni perfezionamenti, a riempire certi
vuoti, a concedere spazi minori a qualche argomento. E l'av-
viamento all'auspicato processo di miglioramenti sarà tanto
maggiore quanto più grande sarà la cortese collaborazione del
lettore.
A tutti coloro che hanno risposto al questionario, la direzione
porge il più sentito ringraziamento, con l'augurio che la col-
laborazione attiva, intesa soprattutto come scambio recipro-
co di idee, possa continuare ancora in un clima di sensibilizza-
zione, sempre maggiore, all'hobby dell'elettronica.

I
Abbonatevi a:
ELETTRONICA PRATICA
La sottoscrizione di un abbonamento è il modo migliore per
dimostrare tutta la propria simpatia per la rivista. Ed è anche
una prova di saggia amministrazione, perché cautela il letto-
re, almeno per un anno, da eventuali, possibili aumenti del
prezzo di copertina.

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significa acquisire la certezza di ricevere mensilmente, al
proprio domicilio, una piacevole guida allo svolgimento del
vostro hobby preferito, un compendio elementare, alla por-
tata di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica, un autentico
ferro del mestiere per ogni laboratorio dilettantistico.

Prima di abbonarvi
vi consigliamo di consultare, nell'interno, la pagina affacciata
a quella del conto corrente postale, per scegliere la forma di
abbonamento preferita ed il canone più conveniente.
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ANNO 6- N. 4 - APRILE 1977


IN COPERTINA - Riproduce il prototipo del rivela-
tore di gas realizzato nei nostri laboratori, Si
tratta di un dispositivo caratterizzato da una ele-
vatissima sensibilità al fumo, al gas e, in genere,
a tutte le sostanze volatili. Serve per tenere sotto
controllo locali di lavoro, di abitazione, magazzi-
ni e depositi. E' di facile realizzazione pratica, di
agevole installazione e molto economico.

editrice
ELETfRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecn lco
CORRADO EUGENIO

stampa RIVELATORE DI GAS 196


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A. & G. Marco - Via Fortar-
1a n. 27 - 20128 MIlano
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Tribunale CIVIie di Milano •
N. 74 del 29-2-1972 - pubbll-
cltà tnfertoro al 25%/. COMMUTATORE A TOCCO 210
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ZIONE - PUBBLICITA' -
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MILANO
INDUTTANZE PER AUDIOFREQUENZA
Tutu I diritti di proprietà lei·
tararla ed artistica sono rier-
vatl a termini di Leggo pllr VENDITE ACQUISTI PERMUTE 234
tutti I Paesi. I manoacrlttl, I
disegni, le fotografie, anche
ae non pubblicati, non l re- LA POSTA DEL LETTORE 243
etltulscono.
Rivela la presenza, anche
in minime concentrazioni,
di

GAS
FUMI
VAPORI

RIVELATORE DI GAS
Il gas, quando non è tenuto sotto controllo, può L'ANIDRIDE CARBONICA
divenire la causa di molti infortuni, spesso di
IL GAS METANO
notevole gravità, talvolta mortali.
L'amico delle cucine e delle massaie può facil- I VAPORI DI BENZINA
mente trasformarsi in nemico subdolo: pronto a I VAPORI DI ALCOOL
deflagrare, quando riesce ad accumularsi in una
certa quantità nei locali delle nostre abitazioni. IL FUMO
Ecco, dunque, una buona ragione per giustificare IL GAS LIQUIDO (G.P.L.)
l'installazione di un dispositivo pronto a far scat-
tare un qualsiasi ailarmne, meccanico, acustico, Da questo elenco sommario, che potrebbe allun-
ottico, non appena si manifesti la più piccola garsi di molto, è facile pervenire all'apprezza-
perdita di gas nelle tubature, nei fornelli o nei mento più completo di un apparato la cui uti-
bruciatori domestici. lità è risentita nell'ambito della vita civile e di
Tuttavia, nel presentare questo nuovissimo pro- queJla industriale, come elemento di salvaguar-
getto elettronico, di cui il lettore avrà già intuito dia dell'incolumità personale dalle fughe di gas.
la funzione di dispositivo rivelatore di fughe di come dispositivo antincendio od antinquinamen-
gas, abbiamo voluto estendere le possibilità di con- to atmosferico, in casa, nell'azienda, in fabbrica,
trollo anche ad altri elementi che i nostri sensi al cinema, nei laboratori chimici o dovunque ri-
non sempre riescono a percepire. Principalmente sulti opportuno tenere sotto controllo un eter-
rssi sono : minato ambiente.

196
gati» due filamenti che fungono da elementi
riscaldanti.

FUNZIONAMENTO DEL SENSORE

Quando l'elemento sensore viene riscaldato tra-


mite uno dei suoi due flamenti, in presenza di
aria si verifica un fenomeno di ionizzazione del-
l'ossigeno, che tende a catturare gli elettroni su-
perfciali della barretta di semiconduttore. Que-
sta cattura di elettroni provoca ovviamente una
diminuzione del numero di elettroni liberi a tut-
to danno della conduttività e provocando un atu-
mento della resistenza intrinseca del sensore.
Tale fenomeno risulta abbastanza rilevante, dato
che il. materiale di cui è composto il sensore è
di tipo poroso, mentre la superficie del cristallo
si usura anche all'interno. Quando un elemento
deionizzante, in grado di combinarsi con lossi-
geno, raggiunge il sensore, si manifesta una mi-
nore cattura di elettroni da parte del semicon-
duttore che, possedendo un maggior numero di
elettroni liberi, diminuisce la propria resistenza
interna. Avviene così che, rivelando i cambia-
L'ELEMENTO SENSORE menti di resistenza interna del semiconduttore,
risulti possibile determinare la presenza, più o
li funzionamento del dispositivo rivelatore di gas meno accentuata, di elementi disossidanti, quali
si basa sul comportamento di un nuovissimo com- sono appunto i gas, i fumi e i vapori.
ponente elettronico a semiconduttore, in grado Per concludere possiamo dire che l'elemento sen-
di rilevare la presenza di gas, vapori e fumi, tra- sore può essere utilizzato come se si trattasse di
mite variazioni deila sua resistenza intrinseca. una resistenza variabile, pur tenendo conto della
II sensore, la cui composizione fisica è riportata esigenza di riscaldamento del dispositivo stesso.
in figura I, è composto da una barretta di mate- In figura 2 abbiamo interpretato simbolicamen-
riale semiconduttore poroso di tipo N, a base di te il comportamento dell'elemento sensore. La
ossido di piombo opportunamente drogato. resistenza variabile permette di controllare il pro-
Sulle- <estremità della barretta risultano « affo- cesso elettronico fin qui descritto.

La sensibilità di questo dispositivo è tale che basta soffiare leg-


germente con la bocca verso il sensore per provocare l'accen-
·sione di una lampada-spia, oppure per far scattare un qualsiasi
tipo di allarme meccanico, ottico od acustico. La sua utilità è
maggiormente sentita in ambienti in cui l'eccesso di talune so-
stanze volatili, tossiche o gassose può divenire intollerabile per
la salute o pericoloso per l'incolumità fisica.
-
197
tre i Ire avvolgimenti sono rispettivamente da
220 V. 24V - I V.

@-
In pratica si tratta di un trasfonnatore riduttore
di tensione. Esso riduce la tensione alternata di
rete, di 220 V, in due tensioni alternate, su due
avvolgimenti secondari: uno a 24 V e uno a I V.
FILAMENTI L'avvolgimento secondario a 24 V serve per ali-
mentare la sezione elettronica di controllo e di
allarme del rivelatore di gas. L'avvolgimento se-
condario ad 1 V serve invece per alimentare il
filamenlo dell'elemento sensore RG.

SEMICONDUTTORE RADDRIZZAMENTO E LIVELLAMENTO

La tensione presente sull'avvolgimento seconda-


rio a 24 V del trasformatore di alimentazione TI
è una tensione alternata. Per poter alimentare la
sezione elettronica del dispositivo rivelatore di
gas, questa tensione deve essere raddrizzata e
successivamente livellata.
Al raddrizzamento della tensione di 24 V prov-
vede il diodo raddrizzatore al silicio DI, che è
di lipo JN4002 o simile. La tensione presente
a valle del diodo DI viene livellata tramite il
condensatore elettrolitico Cl. e stabilizzata, pre-
via limitazione di corrente imposta. dalla. resi-
stenza R I, dal diodo zener D2, che è da 15. V.
Sui terminali del diodo zcner D? ed ovviamente
su quelli del condensalore ele11roli1ico C2, colle-
gato in parallelo con il diodo zener D2. pre-
sente una tensione continua, del valore di 153 V
Fìg. 1 - Illustriamo in questi disegni il concetto costrut- che alimenta la sezione elettronica di controllo
tivo e di funzionamento dell'elemento sensore-rivelato- e di allarme.
re di gas, vapori e fumi. La barretta di materiale se-
miconduttore poroso, di tipo N, è principalmente com-
posta di ossido di piombo opportunamente drogato.
Sulle due estremità della barretta sono incorporati SEZIONE DI CONTROLLO E DI ALLARME
due filamenti che funzionano da elementi riscaldanti.
Questa seconda parte del circuito, a valle del-
l'alimentatore, è composta da un comparatore di
tensione sensibile alle variazioni di tensione pre-
senti sul punto A del circuito di figura 3.
Quando in presenza di gas, fumo o vapore, cap-
tali dall'elemento sensore. cioè dalla sonda del
dispositivo, si ha una diminuzione di resistenza in-
CIRCUITO DEL RIVELATORE DI GAS terna del sensore stesso, sul punto A si verifica
una corrispondente diminuzione di tensione. E
Aualizzianm ora il circuito completo del dispo- se questa tensione scende al di sotto di un certo
sitivo del rivelatore di gas riportato in figura 3 limite prestabilito: attraverso il diodo zener D3 c
In questo schema l'elemento sensore ora de- Ia resistenza R4, si ottiene un passaggio di cor-
scritto risulta segnalato con la sigla RG. rene di base tale da inviare il transistor T!
Il primo elemento del progetto di figura 3 è co- in conduzione.
stituito dal trasformatore T! Questo trasfor- Corrispondentemente, sul punto B del circuito di
matore non è assolutamente reperibile in com- figura 3, si manifesta un innalzamt:>nto della ten-
mercio e il lettore dovrà farselo costruire da sione E questo innalzamento della tensione con-
qualche laboratorio specializzato. Ricordando che scnle il passaggio di una corrente di gatc (G) at-
la potenza complessiva deve essere di 3 W men- traverso ISCR. Questa corrente in grado di pi-

198
lolarc l'inne-scu e la conseguente accensione della
lamp ada-spia LP . che, nel ca so del pro getto di
hg ura 3, costituisce l'elem ento segnalatore deìla
REStSTENZA
presenza di gas, fun1i o \'apori. VARtABILE
Si noti che l'alim entazione c--Iella lam pada segna-
latrice LP prele vata direttam ente dall' avv olgi-
111entosecondario a 24 V del trasformatore di
alimentazione T l. cioè dalla tensione alten1ala. IJTILIZZ
Con tale sistema di alimentazione si ottiene au
tomaticamente la diseccitazioue dell'SCR quanc--Io
cessano le condizioni di allarme.
IV RISCALD. 2
750 mA
LENTEZZA DEL SENSORE RG --.
SEMICONDUTTORE
Il ..;cnsore RG è un dispositivo elettronico ahba-
stanza lento. E ciò significa che l'allarme segna-
lato dal dispositivo permane per la durata di un RISCALD. 1
1ninuto primo anche dopo il ritorno alla nonna-
lità del circuito Fig. 2- I principio di funzionamento del sensore è ba-
Analogamente, all'atto dell'accensione dell'appa- sato sulla variabilità resistiva interna del componente
rato, occorreranno alcuni minuti prirna che l'e- in presenza di gas, fumi o vapori. L'inserimento di una
resistenza variabile fra i due filam enti permette di con-
lemento sensore RG raggiunga. le condizioni. di trollare la sensibilità del dispositivo.
temperatura di regime per poter correttamente
fun2.ionare. Durante tale periodo_, che ciipenc--Ie dal.
la regolazione della sensibilità riel rlispositivo tra-
mite il trìmmcr potenziomrlrico R3, sì otterrà
quasi sicuramcute l'accensione rlella lampada se-
gnalatrice LP. Ma questa accensione non dovrà
essere interpretata come una segnalazione d'al-
larrnr. bensì come una neces!,ità elettrica del cir- Allo scopo di evitare errori dì inserìmenlo nel
cito per raggiungere le condizioni ideali di fun- circuito stampato del transistor TRI e dell'SCR,
zionamento. abbiamo riportato in figura 6 i disegni rappre-
sentativi di questi due componenti con le indi-
cazioni esatte rlell'ordine distributivo dei loro elet-
COSTRUZIONE DEL RIVELATORE trodi. Per il transistor TRI le tre lettere maiu-
scole C-B-E inrlic.ano le iniziali delle parole « col-
La realizzazione pratica del rivelatore di gas si lcttore-base-ernittore ». Per I'SCR, invece, le tre
effettua tenendo sott'occhio il piano costruttivo di lettere maiuscolo A-G.K indicano le inizjali deJ!e
fì.gura + e dopo essere entrati ovviamente in pos- parole « anodo-gate-catodo ».
sesso di tatti gli clementi necessari, compreso il
circuito stampato che verrà realizzato tramite il
discguo in grandezza naturale di figura 3. TARA TURA DEL RIVELATORE
Come abbiamo già fatto capire, gli elementi di
più difficile reperibilità commerciale sono il sen- Una volta montato il rivelatore cli gas, senza a-
sore RG e il trasformatore Tl. Quest'ultimo po- ver commesso errori di cablaggio, questo dovrà
trà essere costruito da qualche laboratorio spe- funzionare immediatame111e. Ciò significa che,
ciali?rato, il primo invece dovrà essere acquista- dopo aver alimentato il circuito, sofhando leg-
to presso un rivenditore di materiali elettronici gerente sul sensore RG. la. lampada indicatrice
di una certa importanza Bresso la GBC questo LP <lovrà accendersi.
elemento viene venduto con la sigla di catalogo L'unica taratura necessaria è quella della sen-
DF2120 00 sibilità del dispositivo, che si ottiene regolando
\nuche sc non esistono elementi critici di nota il triro.mer potcnziometrico R3.
per la realizzazione del dispositivo. occorrerà pre- Prima di effettuare lale regolazione, si dovranno
srarc molta attenzione ail'inserimento dei c.ompo- lasciar passare alcuni minuti dal momento del-
enti nella basetta del circuito stan1pato, dato l'accensione del circuito (3-4 minutiì. Quindi si
che la maggior parte di questi di tipo polari7- agisce su R3 in ,nodo da spegnere la lampada LP
zato eventualmente acccsa1 facendo in modo che l'al-

199
ru

9 e:(

11- r
--1
u
(J)

e
(J)
o::

E
I-
T
o
a. E >.{)
o:: Fig. 3 - Il progetto com-
pleto del rivelatore di gas
può essere idealmente
» suddiviso in tre sezioni:

è quella alimentatrice, quel-


la della sonda (RG) e quel-
la di controllo e di allar-
me. La potenza del tra-
sformatore di alimentazio-
ne T1, che e dotato di un
avvolgimento primario (220
V) e di due avvolgimenti
secondari (24 V - 1 V), è
di 3 W. I punti contrasse-
gnati con te lettere A-8-C
sono quelli in cui verran-
no effettuate le principali
misure di tensione e con-
frontate con quelle eien-
cate nella tabella delle ten-
+ sioni. I punti contrassegna-
ti con i numeri 1-2 sono
quelli sui quali possono es-.
sere collegati dei circuiti
ausiliari di allarme (sire-
ne-~uonerie elettriche-lam-
pade di notevole potenza,
ecc.).

200
TR1

Fig. 4- La costruzione del rivelatore di gas verrà effettuata tenendo sott'occhio que1to diae-
gno. L'uso del circuito stampato è consigliabile per ottenere un dispositivo nel quale l compo-
nventi elettronici risultino razionalmente distribuiti. Il trasformatore Tf non è reperibile in com-
mercio e dovrà essere fatto costruire presso qualche laboratorio specializzato. Una certa diffi-
coltà di reperimento commerciale potrà essere provocata dall'elemento sensore RG, che non
tutti i rivenditori di materiali elettronici tengono a disposizione dei loro clienti

COMPONENTI

Condensatori R7 560 ohm


Cl = 470 µF - 36 VI (elettrolitico)
Varie
C2 = 100 1F - 16 VI (elettrolitico)
C3 = 100 F • 16 VI (elettrolitico) TRI BC307
C4 = 10 F - 16 VI (elettrolitico) SCR CI03
rivelatore di gas (GBC DF2l20.00)
RG
Resistenze LP lampada-spia (24 V)
RI 330 ohm T1 trasf. d'alimentaz_ (220 V - 24 V - I V
R2 1.000 ohm -3 W)
R3 5.000 ohm (trimmer poten:t.) D1 1N4002
RA 5.600 ohm D2 zener - 15 V
RS 10.000 ohm D3 zener - 3,3 V
R6 4.700 ohm D4 1N4002
larme si inneschi. Anziché soffiare sull'elemento
sensore, si potrà coinvolgerlo in una boccata di
fumo di sig·aretta.
Nel caso in cui si riscontrassero anomalie di
funzionamento del rivelatore di gas, il lettore
dovrà effettuare un accurato controllo di tutto
il circuito, analizzandolo punto per punto e mi-
surando anche le tensioni sui punti fondamentali
A-BC del circuito di figura 3. I valori di queste
tensioni risultano elencati nell'apposita tabella
delle tensioni.

USO DEL RIVELATORE

Tenendo conto che il rivelatore di gas è un di-


spositivo molto sensibile alle variazioni di tem
pera tura ambiente, per l'uso di questo apparato
occorrerà fare in modo che esso rimanga sempre
lontano soprattutto dalle fonti di calore, in mo-
do da non alterare il responso del circuito.
Servendosi de! dispositivo in funzione di rivela-
tore di gas! occorrerà fare una netta distinzione
fra i due tipi di gas commerciali più comuni
quello di città e quello liquido. Il gas di città è

L _J
Fig. 5 - Disegno del circuito stampato in grandezza na-
turale che il lettore dovrà riprodurre per la realizzazio-
più leggero dell'aria e tende a salire. mentre
quello liquido è più pesante dell'aria e tende a
stazionare in prossimità del pavimento. Eventua-
li fughe di questi due tipi di gas sono maggior-
mente rilevabili quindi in alto e in basso del lo-
ne del dispositivo rivelatore di gas presentato e de- cale in cui si vuol installare il nostro dispositivo.
scritto in questo articolo.
Il progetto di figura 3 non dà luogo a scintille
elettriche. Esso potrà dunque essere sistemato in
qualunque posizione e senza contenitore a tenuta
stagna. Nel caso in cui, in sostituzione della lam-
pada indicatrice LP ci si volesse servire di un
allarme ausiliario, di quelli che facilmente pro-
TR1 SCR vocano scintille elettriche, allora l'intero dispo-
sitivo dovrà essere inserito in un contenitore me-
tallico.

Fig. 6 - Allo scopo di evitare possibili errori di colle-


gamento dei terminali dei due principal! semicondutto-
ri del dispositivo rivelatore di gas, iproduciamo in que·
sto disegno la disposizione degli elettrodi del transistor
A K rR e del diodo controllato SCR. La superficie piana,
presente in entrambi i componenti, funge da guida per
il riconoscimento degli elettrodi di collettore-base-emi-
G tore (TRf) e di anodo-gate-catodo (SCR).
B

202
TABELLA PUNTO CIRCUITALE A B c
DELLE
TENSIO NI JN ASSENZA DI GAS 13 V 0,5 V o V

IN PRESENZA DI GAS BV 13 V 0,7 V

SEGNALATORE ACUSTICO

Coloro che desiderassero realizzare un sistera


d'allarme più potente di quello della semplice
lampada-spia,, potranno collegare il rivelatore di
gas a qualsiasi dispositivo esterno che consenta
il pilotaggio di carichi anche notevoli.
In figura 7 presentiamo la variante al circuito di
figura 3 necessaria per far funzionare una suo-
neria elettrica a 6 - 12o24 Vca, utilizzando un
trasformatore di alimentazione della suoneria se-
parato. E' ovvio che la suoneria dovrà essere di
tipo senza contatti scintilfantl, qualora si iten-
da installarla in prossimità dcf dl.!positiv<> rivda-
Flg. 7 - Coloro che ritenessero insufficiente la segnala- tore di gas, In caso contrario, per evitare facili
zione d'allarme della lampada-spia LP' e volessero in-
vece montare una suoneria elettrica. dovranno far ri- esplosioni, cioè per evitate di rendere inutile jl
ferimento a questo semplice scbema, ne! quale, tutta disoositivo d'a.llanne, la suoneria elettrica dovrà
la parte disegnata a sinistra dei numeri 12, riproduce essere installata in un ambiente lontano da quel-
la sezione finafe d'ell circuito. di figura 3. La suoneria e- lo in cui si vuol effettuare il controllo.
lettrica deve essere alimentata con alimentatore a par-
te e non con quello del circuito del n~latore di gas.
Il diodo controllato SCR funge da interruttore elettro-
nico del circuito del campanello. USO DEL PELE'


n
Per qualsiasi altro tipo di applicazione pratica,
che richieda l'uso di un relé di comando, si do-


vrà sempre ricorrere ai relé di tipo reed, oppu-
UllLIZZ
re racchiudere il relé comune in un r.ontenitore
"' a tenuta stagna.
Lo schema di figura 8 rappresenta un'ulteriore
variante al progetto originale di figura .3-
sCR Con questo semplice schema si interpreta il siste-
ma di collegamento di un relé normale. li conden-

TI satore elettrolitico, da 50 F, collegato in a-


ra//.-cl'o all'avvolipmento del rclé, impedisce la
formazione di vibrazioni dei contatti.
Facciamo presente che in entrambi gli sclu~mi
delle figure 7-8, la resistenza R7, il condensa torre
wtrolitico C4, il diods controllato SC e la
Fig. 8 - Volendo servirsi! chi un relé, per il collegamen--
to con un qualsiasi tipo di allarme a dista nza, consiglia:- fa11>JJada-spia LPl _S(lrj(\> gLi stessi riportati nel
mo di rivolgere ogni preferenza verso i relè di tipo reed. progetto generale di figura 3. Le varianti a quel
In caso di collegamento di relé di tipo normale, oc cor- circuito risultano collegate sui punti contrasse-
re 111pplicare, in parallelo all'avvolgimento del relé stes-
gati con i numeri 1-2.
so, un condensatore elettrolitico da 50 µ.F. Anche in
questo schema gli· elementi alla sinistra dei contatti 1-2 E' ovvio che gli esempi di applicazione pratica
aono gli stessi della parte finale del progetto del rive- da noi suggeriti sono quelli più comuni. Lascia-
latore di gae presentato In figura 3. L'avv olgimento del
mo alla fantasia del lettore la scelta di altre pra-
rer& viene alimentato dallo stesso atimentatore del di-
spositivo, descritto nel testo. tiche applicazioni assai più sofisticate ed interes-
santi.

203
Anche il ricetrasmettitore CB, core accade per
tutti gli apparati elettronici, è un dispositivo
che, con l'andar del tempo, può guastarsi.
E i guasti, nella maggioranza dei casi, sono do-
vuti ad un uso poco corretto dell'apparecchio;
vuoi per imperizia dell'operatore, vuoi per ne-
gligenza dei CB. Assai spessa, tuttavia, l'arresto
del funzionamento è provocato dall'interruzione
circuitale di una resistenza, di un condensatore, di
un semiconduttore o di un trasduttore.
Ma tutti questi guasti possono ritenersi di na-
tura multo semplice, tanto che lo stesso opera-
tore CB può essere in grado di eliminarli con
rapidi interventi tecnici, senza dover ricorrere
al rivenditore che, a sua volta, spedisce il ri-
cetrasmettitore ad un laboratorio specializzato o

LE direttamente alla Casa costruttrice, sottoponen-


dosi. cosi a tutte le inevitabili lungaggini che i
vari passaggi di mano dell'apparecchio richiedono.

UNA SEMPLICE STRUMENTAZIONE

PAGINE
Non è possibile pretendere che l'appassionato
CB abbia una cultura scientifica vera e propria
nel settore dell'elettronica. Ma si presume che,
almeno i nostri lettori, dispongano di una mi-
nima conoscenza dei circuiti elettronici pili sem-
plici degli apparati riceventi e di quelli trasmit-

DEL CB
tenti. Con un piccolo bagaglio di cultura elet-
tronica, dunque, è possibile intervenire diretta-
mente sul proprio apparato senza ricorrere all'aiu-
to di chicchessia. Ovviamente occorre anche una
buona dose di volontà, di interesse e di passione.
Oltre a questi dementi, le cui finalità sono quel-
le di far risparmiare tempo e danaro e di edurre
sempre più il CB nella materia in cui si esercita
per riparare un ricetrasmettitore è necessario
anche qualche dispositivo di misura e controllo.
Per esempio, occorrono almeno due sonde rive-
latrici: una per alta frequenza e l'altra per bassa
frequenza.

LE SONDE RIVELATRICI
Le sonde rivelatrici sono semplici apparati elet-
tronici cui spetta il compito di analizzare, punto
per punto, il segnale radio che fluisce attraverso
i vari stadi di un'apparecchiatura in riparazione
sia essa di alta frequenza oppure di bassa fre-
quenza.
Questi strumenti, pur essendo presenti in com-
mercio in una grande varietà di tipi e marche,
possono essere facilmente costruiti da qualsiasi
principiante, economizzando notevolmente sul
prezzo complessivo dell'allestimento di un pic-
colo laboratorio.

204
le sonde per alta e bassa frequenza possono considerarsi de-
gli strumenti di analisi, controllo e misurai indispensabili ad ogni
principiante. Perché esse permettono di seguire, punto per pun-
to, i segnali radio che percorrono il circuito di un ricetrasmetti-
tore dall'entrata all'uscita, attraverso tutti gli stadi di alta, me-
dia e bassa frequenza.

SONDE PER AFE BF


CHE COS'E' LA SONDA suo compito, dunque, è quello di separare la
portante del segnale radio dalla modulante di
La sonda altro non è che uno strumento ricer- bassa frequenza e di inviare quest'ultima ad un
catare di segnali. Il suo compito è dunque quel. amplificatore ausiliario. E a questo punto il let-
lo dì segnalare o meno la presenza di un segnale tore avrà compreso che le nostre sonde, dotate
in un punto di un apparato in riparazione; que- come qualsiasi altro apparato, di entrata e di
sto segnale può essere indifferentemente di alta, uscita, debbono essere collegate con un qualsia-
media o bassa frequenza. Si tratta quindi di un si amplificatore ausiliario, in grado di far ascol-
dispositivo rivelatore di segnali modulati in am- tare il segnale prelevato dal puntale della sonda.
piezza, di tipo non selettivo; perché esso rivela
segnali radio di qualsiasi valore <li frequenza,
ovviamente entro certi. limiti imposti dai compo- COME SI USA LA SONDA
nenti elettronici utilizzati nella costruzione. Il
L'uso della sonda, sia essa di alta, di media o
bassa frequenza, è molto semplice, perché è suf-
ficiente provocare un contatto fra la punta dello
strumento e i vari punti di un apparato in esame
per stabilire se in questi il segnale esiste ed è cli
buona qualità. Se il segnale manca, il guasto del-
l'apparato in esame deve ricercarsi a monte, a-
nalizzando successivamente tutti gli stadi prece-
denti fino a quello di entrata.
Facciamo un esempio più pratico riferendoci al
circuito di un elementare ricevitore radio.
Se attraverso l'altoparlante di questo ricevitore
non si ode alcun segnale, si comincia a toccare
con il puntale della sonda per bassa frequenza
uno dei due tcnninali dell'altoparlante, colle-
gando la pinza (vedi figura 1) con l'altro termi-
nale. Nel caso in cui, attraverso l'amplificatore di

205
Fig. 1 - Il circuito teorico del-
la so nda per alta frequenza è
oltr em odo sem plice , perché
com posto da pochi eleme nti.
In pratica ai tratta di un rivela-
tore di seg nali di alta fre-
quenza, cioè di un dispo sitivo
che trasfo rma i segnali radio
di a4ta frequenza in segnali
radio di bassa frequenza.

bassa frequenza ausiliario, cui viene collegata la zia dallo stadio oscillatore e prosegue poi verso
sonda, non si ode alcun segnale, si può arguire gli stadi amplificatori fino a quello finale.
che la bobina mobile dell'altoparlante è interrot- In particolare, durante l'analisi dello stadio finale
ta e che occorre quindi sostituire l'altoparlante sarà possibile non solo controllare la corretta am-
stesso con altro efficiente. Ma il guasto del rice- plificazione della portante, ma anche quella del
vitore radio può essere anche a monte, per esem- segnale del microfono. Per questo tipo di con-
pio negli stadi amplificatori finali. Occorre quin- trollo è ovvio che l'uscita della sonda di alta fre-
di toccare con la punta della sonda i collettori quenza dovrà essere collegata con l'entrata del-
dei transistor finali e se con questa operazione è l'amplificatore ausiliario.
possibile ascoltare un segnale attraverso l'ampli-
ficatore ausiliario, allora si può proprio conclu-
dere, con sicurezza, che il guasto risiede nell'al- ESEMPI DI GUASTI
toparlante. Altrimenti bisogna risalire a monte
verso gli stadi precedenti, interrompendo l'inda- E' necessario tener presente che la mancata am-
gine proprio quando non si ascolta più alcun se- plificazione da parte dello stadio finale di un tra-
gnale attraverso l'amplificatore ausiliario. Il gua- smettitore, oppure la distorsione del segnale pos-
sto quindi è da ricercarsi nello stadio in cui ces- sono dipendere molto semplicemente dallo stadio
sa ogni segno di ... vita. amplificatore di bassa frequenza, interposto tra

ALTRI USI DELLE SONDE

La sonda di alta frequenza può essere utilizzata


anche per i! controllo del trasmettitore.
Si tengé presente che, in questo caso, fatta ecce-
zione per lo stadio finale, non esiste un segnale
di modulazione riproducibile tramite un ampli-
ficatore ausiliario. E ciò implica la necessità di
misurare il livello dell'onda portante servendosi
di un tester, commutato sulla portata voltre-
trica in corrente continua. Il tester verrà colle-
gato direttamente con l'uscita della sonda, cioè
9
con quel conduttore che, negli altri casi, veniva Fig. 2 - Piano costruttivo della sonda per alta frequen-
ra. L'intero circuito è racchiuso in un contenitore me-
collegato con l'amplificatore di bassa frequenza tallico, che funge da elemento conduttore dì massa.
ausiliario. Anche il cavo di collegamento fra l'uscita della sonda
La sonda dunque serve in questo caso per effet- e l'entrata dell'amptiflcatore ausi4iario deve essere
schermato e la sua calza metallica deve essere colle-
tuare vere e proprie misure di tensioni. Per gata con il circuito di massa della sonda.
quanto riguarda la ricerca clei guasti dei ricetra-
smettitori, informiamo che questa operazione ini-

206
I
per alta frequenza presentato in figura I.
La punta è rappresentata da uno spezzone di ra-
COMPONENTI me appuntito ad una estremità. Con esso si toc-
cano i vari elementi del circuito di un ricetra-
C1 50 pF smettitore in cui si presume la presenza del se-
c2 250 pF gnale radio.
R1 47.000 ohm (potenz. a variaz. log-) Il segnale attraversa la punta e il condensatore
DG diodo al germanio (di qualsiasi tipo) CI, che serve a lasciar via libera ai segnali al-
ternati, bloccando invece i segnali continui.
Come i nostri lettori sanno, attraverso i conden-
satori possono scorrere le correnti alternate ma
non quelle continue. Il condensatore C1, dunque,
rappresenta un elemento di accoppiamento in al-
ternata e di disaccoppiamento in continua.
microfono e stadio finale, che viene normalmen- La presenza del condensatore Cl scongiura l'en-
te denominato « stadio modulatore». trata nella sonda di eventuali tensioni di polariz-
Occorre quindi procedere cautamente durante zazione che potrebbero essere scambiate per se-
l'indagine e non essere troppo precipitosi nell'im- gnali radio.
putare lo stadio finale come causa del mancato Il segnale radio, che ha superato la barriera del
funzionamento del trasmettitore. Anche la man- condensatore Cl, è presente sulla resistenza varia-
cata ricezione di una emittente può essere pro- bile Rl che, in pratica, è un potenziometro a va-
vocata da un difetto di amplificazione di bassa riazione logaritmica. Sui terminali estremi di
frequenza del circuito rivelatore del ricevitore questo potenziometro è presente la tensione rap-
radio. Quindi, per effettuare un esame completo presentativa del segnale prelevato dalla punta
del ricetrasmettitore, è assolutamente indispen- della sonda.
sabile controllare anche gli stadi di bassa frequen- Il potenziometro RI si comporta come un vero
za, servendosi per questo tipo di controllo del se- e proprio regolatore di volume del segnale pre-
condo tipo di sonda presentato in queste pagine, levato. Esso è necessario per regolare il volume
vale a dire la sonda per bassa frequenza. del segnale prelevato nei confronti dell'amplifi-
catore ausiliario cui viene collegata la sonda.
Dal cursore del potenziometro Rl viene prele-
CIRCUITO DELLA SONDA AF vato il segnale e applicato al diodo rivelatore al
germanio denominato con la. sigla DG in figura
Esaminiamo ora dettagliatamente i circuiti teo- J. Questo semiconduttore provvede a rettificare iJ
rici delle due sonde per alta e bassa frequenza, segnale radio, trasformandolo in un segnale uni-
cominciando ovviamente da quello della sonda direzionale variabile.

SPINA
SCHERMATA

t ---~
--
CAVO
SCHERMATO

SCATOLA
METALLICA

207
PUNTA
I I Fig. 3 - Circuito teorico della
sonda per bassa frequenza.
Questa si differenzia dalla son-
da per alta frequenza per la
mancanza del diodo rivelatore,
che risulta sostituito dalla re-
sistenza R2. II potenziometro
R1 dosa il segnale da appli-
care all'amplificatore ausilia-
rio di bass8 frequenza.

A valle del diodo al germanio DG il segnale ra- CIRCUITO DELLA SONDA BF


dio rivelato contiene ancora una parte di alta
frequenza, che viene scaricata a massa tramite Il circuito della sonda per bassa frequenza, ripor-
il condensatore G2. Si suole dire che questo con- lato in figura 3, si differenzia di poco da quello
densatore rappresenta l'elemento di filtro del della sonda per alta· frequenza di figura I. In-
circuito rivelatore. Sullo spinotto d'uscita è ora fatti, come è possibile vedere, manca in questo
presente soltanto la componente di bassa frequen- secondo circuito il diodo rivelatore DG e in so-
za del segnale radio prelevato dalla punta della stituzione di esso è stata aggiunta la resistenza
sonda. R2. Per tutto il resto i due circuiti teorici, quella
Si tenga presente che sui terminali del conden- di figura 1 e quello di figura 3, possono conside-
satore C2, nel caso in cui la sonda venga colle- rarsi simili.
gata con un punto in cui sia presente un segnale In bassa frequenza il diodo rivelatore DG non
privo di modulazione, è possibile misurare una serve più, perché i segnali sono già rivelati e non
tensione continua di ampiezza proporzionale a contengono più traccia di segnali di alta fre-
quella del segnale stesso. quenza.
Collegando quindi l'uscita della sonda con un Questo secondo tipo di sonda agisce essenzial-
amplificatore di bassa frequenza ausiliario, è pos- mente da elemento di controllo di livello del
sibile controllare la qualità della modulazione, segnale. Il potenziometro RI dosa, anche in que-
mentre servendosi di un voltmetro è possibile sta circostanza, il segnale da applicai-e all'ampli-
misurare l'intensità del segnale portante. ficatore di bassa frequenza ausiliario collegato

Fig. 4- Con questo disegno inter-


pretiamo il concetto del sistema
d'uso delle sonde descritte nel
teato. Il collegamento fra l'uscita
della sonda e l'entrata dell'am-
pliflcatore ausiliario deve essere
effettuato a mezzo cavo scherma-
to. La pinza a bocca di cocco-
drillo detta sonda deve essere
applicata ad un qualsiasi elemen-
to della linea di massa del rice-
trasmettitore in esame.

208
< COMPONENTI I quenza, consigliamo di realizzare collegamenti
molto corti, in modo da ridurre ai minimi valori
indispensabili le inevitabili e insorgenti capacità
parassite.
Volendolo, i più esperti potranno realizzare i
due circuiti delle due sonde in un unico elemen-
C1 5.000 pF to contenitore, in modo da comporre un'unica
c2 250 pF sonda bivalente AF-BF. In questo caso ci si do-
R1 47.000 ohm (potenz. a variaz. log.) vrà servire di un doppio deviatore_, in grado di
R2 10.000 ohm commutare i due diversi valori attribuiti ai con-
densatori CI ed il diodo DG con la resistenza
R2.
In figura 4 risulta illustrato il sistema di colle-
con l'uscita della sonda. gamento della sonda con l'amplificatore ausilia-
In pratica si tratta di adattare il segnale prele- rio di bassa frequenza. Sulla parte superiore del
vato dalla punta della sonda al livello tipico del- contenitore della sonda è presente la manopola
l'amplificatore di bassa frequenza. innestata sul perno del potenziometro Rl, che
J..a presenza del condensatore C? costituisce una pennette di dosare il segnale ad un livello com-
misura prudenziale, perché in caso di presenza patibile con quello dell'amplificatore ausiliario.
di tracce di segnali di alta frequenza, questo e- La pinza a bocca di coccodrillo verrà inserita in
emento provvede a convogliarle a massa. un qualsiasi punto di massa del ricetrasmettitore
durante il procedimento di sondaggio del cir-
cuito in esame.
COSTRUZIONE DELLE SONDE
Delle due sonde presentale e descritte in queste
pagine abbiamo riportato lo schema pratico sol-
tanto di quella per alta frequenza. Il piano co-
struttivo della sonda per bassa frequenza non è
stato di proposito composto perché sarebbe ri-
sultato un inutile doppione di quello di figura 2. IMPORTANTE
Come abbiamo detto, tra le due sonde esiste
una sola differenza: la sostituzione del diodo ri- PER GLI ABBONATI
velatore al germanio DG della sonda AF con la
resistenza R2 della sonda BF.
Per entrambe le realizzazioni pratiche non è as- I Signori Abbonati che
solutamente necessario ricorrere al circuito stam- ci comunicano il loro
pato, data la estrema semplicità del cablaggio e
dei pochi elementi che concorrono alla sua com-
posizione.
Nel piano costruttivo di figura 2 viene suggerito
al lettore l'uso di un ancoraggio di massa (m),
che pennette di irrigidire il cablaggio.
Cambiamento
L'elemento di maggior importanza per la realiz-
zar.ione pratica delle due sonde è rappresentato
dalla perfetta schermatura dei due circuiti. Ecco
d'Indirizzo
perché. i due cablaggi dovranno essere racchiusi
in due piccoli contenitori metallici, che fungono sono pregati di segnalarci, as-
da schenni e da conduttori di massa (m).
I collegamenti con l'amplificatore di bassa fre-
sieme al preciso nuovo indiriz-
quenza ausiliario dovranno essere effettuati e- zo, anche quello vecchio con cui
sclusivamente con cavetti schermati, facendo in hanno finora ricevuto la Rivi-
modo che le calze metalliche risultino collegate sta, scrivendo, possibilmente,
a massa, cioè con il contenitore metallico del cir- in stampatello.
cuito, così come indicato in fgura 2.
La disposizione dei componenti elettronici non è
critica; tuttavia, almeno per la sonda di alta fre-

209
COMMUTATORE
A TOCCO CON
INTEGRATO C-MOS
Nelle famiglie degli integrati digitali, attualmente Nella valutazione degli integrati C-MOS occor-
prodotti dall'industria elettronica, i nuovi C-MOS re ricordare che il comando ai due « interrutto-
occupano senza dubbio un posto di primo piano, ri» MOS complementari avviene attraverso il
perché essi, più che ogni altro elemento consimi- gate di tali transistor. Ecco perché l'impedenza
le, si avvicinano alla logica ideale del « tutto o d'entrata è elevatissima; tanto elevata che anche
niente :t. la corrente di comando risulta trascurabile.
Gli integrati C-MOS, cioè gli integrati Comple- In base a queste caratteristiche, gli integrati C-
mentary MOS, sono dei dispositivi logici nei quali MOS risultano più adatti per la realizzazione di
ciascun stato logico «0» o «l» viene ottenuto apparecchiature alimentate autonomamente con
inviando simultaneamente un transistor MOS pile, batterie ricaricabili, accumulatori, ecc.
all'interdizione ed un altro MOS complementare
L'uso di una alimentazione autonoma risulta i-
alla saturazione. In tal modo, qualunque sia lo
noltre facilitato dalla possibilità di alimentare
stato assunto dal dispositivo, non si verifica al- gli integrati C-MOS con tensioni variabiJj fra i
cun assorbimento di corrente, perché uno dei due
3 e i J 8 V, senza dover ricorrere a sofisticati si-
transistor rimane sempre all'interdizione.
stemi di stabilizzazione, core viene normalmente
Il dispositivo C-MOS si comporta in pratica co-
richiesto dalle altre famiglie di integrati digitali.
1ne se (osse composto da due interruttori com-
plementari tra di loro, uno dei quali rimane a-
perto e l'altro chiuso e viceversa (figura I).
E' evidente che con tale configurazione non si CIRCUITO ELETTRICO
ha. alcun assorbimento, se si escludono le perdite
valutabili attorno a pochi nA (1 nanoampère 11 nostro commutatore a tocco, così con1e si può
== 10"4). notare in figura 2, utilizza un integrato C-MOS,

Con questo dispositivo si possono ottenere moltissime pratiche


applicazioni, di grande utilità ed interesse, come ad esempio gli
interruttori personalizzati, i comandi occultati, gli elementi di
pilotaggio silenziosi.

210
mandare l'ingresso di un flip-flop è quello di ser-
virsi di pulsanti collegati in modo da fornire un
impulso sull'ingresso selezionato. quando vengo-
no premuti.
L'utilizzo di circuiti integrati C-MOS consente,
grazie alla elevatissima impedenza d'ingresso di
questi dispositivi, di realizzare sistemi di comando
ancor più semplici e personalizzati: i cosiddetti
« comandi a tocco » o a « sfioramento ».
In pratica, in virtù del potenziale elettrico nor-
malmente assunto dal corpo umano. è sufhcien-
te toccare con il dito di una mano una piastrina
collegata al terminale di comando per ottenere
la commutazione del flip-Aop.
Nel caso in cui i comandi dovessero venir siste-
mati lontano dal circuito integrato di controllo,
sarà indispensabile effettuare il collegamento con
cavetti schermati, perché la sensibilità del circui-
quale eleme.nto di controllo, ed un relé per la to è tale da captare residui di tensione alterna
sezione di potenza. ta di rete e provocare quindi un cattivo fun-
Dell'integrato digitale si utilizzano due delle zionamento del circuito.
quattro porte NOR, che risultano connesse in
modo da comporre un fip-flop di tipo R-S.
Il flip-flop è dotato di due comandi d'ingresso,
denominati « comando di SET (S)» e « coman-
do di RESET (R) ». Questi comandi vengono
« aziona ti » portando rispettivamente ad « 1 » o
a «O» lo stato d'uscita del flip-flop.
Utilizzando le due porte NOR, li comando si ve-
rifica mandando ad « l» l'ingresso anche per
un breve istante.
Portando a « 1 ,, il terminale 1 dell'integrato
C-MOS, si porta automaticamente a «l» l'u-
scita del flip-flop (terminale 4), mentre portando
a « l » il terminale 6, si riazzera l'uscita.
Si noti che lo stato assunto dal fip-flop rimane
stabile finché non interviene un nuovo e diverso
comando.

COMANDO A TOCCO
Chi è abituato a far impiego di circuiti integrati
digitali TTL. sa bene che l'unico sistema per co-

Fig. 1 - Il dispositivo C-MOS si comporta pratica-


mente come se fosse composto da due interruttori
complementari fra loro, uno dei quali rimane aperto
mentre l'altro è chiuso e viceversa.

211
ri
•lJ I1 [
4

l " P
E.
/
~ " TRl
,i!: Il Il o·
R2

Fig. 2 - Il progetto del commutatore a tocco utilizza due porte NOR di un integrato dì tipo CD
4001. Esse costituiscono l'elemento di controllo, mentre il transistor TR1 ed il relé RL, che deve
avere una resistenza superiore o pari a 300 ohm (non inferiore a tale valore), pilotano la sezio-
ne di potenza, quella alla quale vengono collegati gli apparati utilizzatori.

-----COMPONENTI-----

Cl 100.000 pF IC1a-lC1b = integrato CD 4001


R1 22 megaohm TR1 = BC208
R2 22 megaohm 01 = OA90
R3 6.800 ohm RL = relè (300 ohm - 12 V)

Fig. 3 - II montaggio del commutatore a tocco deve essere effettuato su circuito stampato, pre-
ferendo l'uso di uno zoc coletto per l'integrato IC, che risulta un dispositivo molto delicato In
quanto facilmente distruttibile dal1e cariche elettrostatiche eventualmente assorbite dall'amblen-

te circostante.

212
LA SEZIONE DI POTENZA MONTAGGIO DEL TOCCO

All'uscita del flip-flop è possibile collegare un La realizzazione del commutatore a tocco deve
elemento amplificatore, in grado di pilotare, ad essere eseguita seguendo il piano di cablaggio di
esempio, un relé, una piccola lampadina, un tra- figura 3, dopo aver ovviamente composto il cir-
sduttore acustico, ecc. Occorre comunque far be- cuito stampato, il cui disegno in grandezza natu-
ne attenzione a non sovraccaricare l'uscita del- rale è presentato in figura 4.
l'integrato C-MOS. Per esempio, volendo utiliz- Non vi sono particolari critici degni di nota per
zare un relé poco sensibile, oppure qualsiasi al- questo tipo di montaggio, per il quale valgono ie
tro dispositivo di potenza, come può essere un solite raccomandazioni, che non ci stancheremo
motorino a corrente continua, anziché diminuire mai di ricordare ai lettori principianti: l'inseri-
il valore della resistenza R3, per poter conse- mento esatto dei semiconduttori nel circuito stam-
guentemente pilotare una maggiore corrente di pato, cioè del transistor TRI e del diodo DI, non-
collettore, è preferibile aggiungere un transistor ché la precisione delle saldature.
ausiliario di maggior potenza, collegato in circui- Questa volta, tuttavia, riteniamo doveroso for-
to Darlington con il transistor TR1. nire ulteriori precisazioni su un particolare ele-
li circuito riportato in figura 5 interpreta questo mento, cioè sull'integrato C-MOS, che. molti
concetto, dimostrando in qual modo debba esse- ancora non conosceranno e che è da ritenersi
re effettuata praticamente la connessione tra i uno dei componenti più cklicati fra i comuni
due transistor. TTL.

TOCCO 01
PARTENZA

N
N

-
_J
~

TOCCO 01
ARRESTO

213
Fig. 4 - Disegno in grandezza naturale del circuito stam-
pato necessario per la costruzione del dispositivo di pi-
lotaggio a tocco.

Iniziamo dunque col ricordare che gli ingressi gettazione del secondo interruttore a tocco.
delle due porte NOR non utilizzate debbono es- Gli integrati C-MOS richiedono inoltre parti-
sere collegate a massa, in modo da prevenire colari precauzioni durante le fasi di montaggio
la distruzione dell'integrato che potrebbe essere e saldatura.
provocata da cariche statiche accumulatesi sui Si tenga presente che essi vengono normalmente
terminali. venduti in appositi contenitori metallici o infila-
Le due porte non utilizzate potranno servire ti in certi dispositivi conduttori di elettricità allo
anche per la realizzazione di due distinti dispo- scopo di evitare il danneggiamento del compo-
sitivi di comando, purché venga raddoppiata la nente a causa delle cariche elettrostatiche acqui-
sola parte finale del progetto di figura 2, cioè la site dall'ambiente esterno.
sezione di potenza. In figura 6 rappresentiamo Ai principianti consigliamo di servirsi per il mon-
dunque lo schema topografico del C-MOS tipo taggio di un apposito zoccoletto e di non toccare
CD 4001, che potrà risultare utile per la pro- mai con le dita i terminali del componente, ma-

Fig 5- Per evitare di sovraccaricare l'usci-


ta dell'integrato C-MOS, cioè volendo ad
esempio utilizzare un relé poco sensibile
o un dispositivo di potenza, come può es-
nere- un motorino a corrente continua, è ne-
cesaria una maggior corrente di collettore.
A tale scopo conviene quindi aggiungere,
facendo riferimento al circuito elettrico di
figura 2, un transistor ausiia-
rio di maggior potenza (TR2)
come può essere il 2N1711,
collegato in configurazione
Darlington con il transistor
TR1.

214
Fig. 6 - Questo è lo schema topografico dell'integrato
CD 400 1, che risulterà senz'altro utile per l'eventuale
uso di un secondo interruttore a tocco sfruttando le
due rimanenti porte NOR,

eggiandolo soltanto sui suoi bordi. COSTRUZIONE DELL'INTERRUTTORE


A coloro che volessero saldare i terminali dell'in-
tegrato direttamente sul circuito stampato, evi- L'interruttore a tocco, quello che nonnalmente
tando l'uso dello zoccoletto, raccomandiamo di viene chiamato « sensore », può assumere forme
servirsi di un saldatore elettrico con la parte me- diverse. In figura 7 proponiamo un esempio di
tallica perfettamente collegata a massa (saldato- interruttore realizzato per mezzo di una piastrina
ri muniti di spina a tre spinotti). di rame ricavata da una piastra per circuiti stam-
Coloro che dovessero incontrare difficoltà di re- pati. La parte sensibile è ovviamente quella cen-
perimento commerciale del circuito integrato CD trale. Essa risulta isolata elettricamente da quella
4001, ricordiamo che esso, a seconda della Casa esterna di contorno, che appare collegata a mas
costruttrice, potrà assumere sigle diverse. Ne ci- sa, cioè con la calza metallica del cavo scherma-
tiamo qualcuna qui di seguito: 34001-MC 14001- to. Tale precauzione non è indispensabile se la
TP 4001, ecc. zona sensibile assume piccole dimensioni.

BORDO A MASSA

Fig. 7 - Questo disegno propone al lettore un sempilce


tipo di sensore. Si tratta di ritagliare un pezzetto di ba-
chelite ramata da una lastra per circuiti stampati. La
parte centrale è isolata elettr icame nte dal bordo ester- PARTE
no, che risulta collegato a massa tramite la calza me-
tallica del cavo conduttore.
SENSIBILE

215
Per riparare un radioricevitore o un amplificato- parazione, sia esso di alta frequenza oppure di
re di. ba.,;sa frequenza, si possono seguire due me- bassa frequenza. :,
todi fondamentali: il cosiddetto « metodo stati- L'iniettore di segnali è praticamente un genera-
co », che consiste nel misurare tensioni e corren- tore di oscillazioni che il radioriparatore i.metta
ti, verificando se queste sono normali od errate, nel circuito sotto esame ed ascolta poi attraverso
e il cosiddetto « metodo dinamico », che consiste il trasduttore acustico di cui è dotato lo stesso
nell'applicare un segnale all'entrata dell'apparato apparato in riparazione.
in riparazione, seguendolo lungo il percorso, at-
traverso gli stadi successivi, dall'entrata fino al-
l'uscita, cioè, nel caso di un ricevitore radio, dal- SIGNAL TRACER
l'antenna all'altoparlante. Un voltmetro, prefe-
ribilmente a grande resistenza interna (voltmetro Per la verità, il metodo dinamico può essere con-
elettronico) è più che sufficiente per l'applicazio- dotto anche tramite un altro strumento, denomi-
ne del primo metodo, il metodo statico. nato Signa! Tracer, che, forse, è ancor più im-
Per il metodo dinamico, invece, è necessario po- portante dell'iniettore di segnali, ma che risulta
ter disporre di un apparato elettronico, denomi- troppo ingombrante nell'esercizio delle radiori-
nato iniettore di segnali, con il quale si immette, parazioni.
punto per punto, un segnale nelrapparato in ri- Il Signal Tracer preleva il segnale in un punto

Con questo strumento, ben noto alla maggior parte dei nostri
lettori, si possono velocemente localizzare i guasti negli ampli-
ficatori, nei radioricevitori, nei preamplificatori e in molti altri
apparati elettronici, soprattutto in quelli transistorizzati.

216
dell'apparato in riparazione e lo la ascoltare at- lante, risultano interposti degli stadi amplificatori.
traverso un trasduttore acustico che può essere, Quando nel risalire verso gli stadi di entrata del-
indifferentemente, una cuffia o un altoparlante. l'apparecchio in riparazione si nota, ad un certo
In sostanza, il Signa) Tracer preleva Jai vari punto, una diminuzione, oppure una scomparsa
punti iH esame, di un radioapparato o di un a.m- totale del segnale, si dovrà concludere che lo
plificatore, il segnale, che può essere quello di stadio non funzionante è quello compreso tra
una emittente radiofonica, oppure quello di un l'ultimo punto che ha permesso di ascoltare il se-
oscillatore modulato. Lo rivela, lo amplifica e lo gnale dell'iniettore e quello che ha dato esito
rende più udibile negativo.
L'iniettore di segnali, invece, core abbiamo già Basterà ora analizzare con maggior attenzione
detto, immette un segnale nei vari punti presi tutti gli elementi che si trovano in questa zona,
in esame di un radioapparato o di un amplificato- servendosi ad esempio del tester, che pennette di
re e questo segnale diventa udibile nello stesso controllare i valori delle tensioni, delle correnti,
trasduttore acustico di cui è dotato l'apparato. delle resistenze, nonché la continuità degli av-

INIETTORE
DI SEGNALI
L'INIETTORE DI SEGNALI volgimenti di media o di alta frequenza. E sol-
tanto quando ci si accerterà che tutto risulta in
Vediamo ora, più dettagliatarnente, come è. com- ordine, si potrà provvedere alla sostituzione del
posto un iniettore di segnali. transistor che pilota lo stadio non funzionante.
In pratica si tratta di un circuito oscillatore di
bassa frequenza> in grado di generare un gran
numero di frequenze armoniche, cioè multiple ANALISI DEL CIRCUITO
della frequenza principale dell'oscillatore. Que-
ste frequenze sono quindi in grado di superare Esamini;unn ora. lo schema elettrico del circuito
tutti gli stadi di un dispositivo radiofonico, quelli dell'iniettore di segnali riportato in figura 1
di bassa frequenza, di media e di alta frequenza. Il circuito è quello tipico del muitivibratore asta-
Per la ricerca del guasto, dopo aver acceso lap- bile. Esso è pilotato da due transistor di tipo PNP
parn.t·o sotto esarnr, si inietta il segnale nei vari TRI-TR2), collegati in modo tale da costringe-
punti degli stadi di bassa frequenza più prossimi re all'interdizione uno dei due clementi quando
all'altoparlante risalendo via via verso lo stadio l'altro è in conduzione, e viceversa.
rivelatore, per pasare quindi a quelli di media Il tempo durante il quale i transistor permango-
e <li al(a frequcnz; .... no in una certa condizione è stabilito dal valore·
Man mano che ci si alloutana dalla zona del- capacitivo dei condensatori CI-C2 e da quello
l'altoparlante, cio dagli stadi amplificatori di resistivo delle resistenze di polarizzazione R 1-R3.
hassa frequenza, il suono, ascoltato attraverso il Dunque, variando il valore di questi componenti:
trasduttore acustico dell'apparecchio in ripara- è possibile accorciare o allungare il tempo in cui
zione, deve aumentare gradualmente di intensi- i due transistor rimangono all'interdizione: oppure
tà, dato che, tra l'iniettore di segnali e l'altopar- in conduzione.

217
RI 2 R2 R3 • R4
Cl

l $
[3
PUNTA
m» L
I==@ c::::::c:;:-.-
SONDA
C2

4,5V
6
TRl TR2

MASSA
Fig. 1 - Il circuito dell'iniettore di segnali altro non è che quello di un multivibratore astabile.
ll segnale generato è presente sulla punta-sonda con ta quale il riparatore formerà dei succes-
sivi contatti con i vari punti dell'app arato in esame. L'alimentazione del circuito è ottenuta con
tre pile da 1,5 V collegate in serie.

COMPONENTI
Condensatori R3 = 2.700 ohm
C1 10.000 pF R4 = 1.000 ohm
C2 = 0,47 F - 25 VI (elettrolitico)
CJ = 10.000 pF - 500 VI Varie
TR1 =AC126
Resistenze TA2 = AC126
Al = 22.000 ohm P1 = pulsante
A2 = 2.200 ohm Alimentaz. =
4,5 V

" Il 1nuJLivibratore astabile può essere definito an- due inversioni di 180° provocate dai due tran-
che come un amplificatore a due stadi, collegati sistor.
in alternata, cioè tramite condensatore di accop- Inserendo nel circuito il condensatore CI, in mo-
piamento reazionato positivamente da. una se- do da collegare l'uscita del transistor TR2 con
conda capacità. Analizzando lo schema, infatti, l'entrata del transistor TR1, con la stessa fase,
si provoca l'instabilità del circuito e, quindi, la
i può notare come, escludendo temporaneamen-
generazione di un segnale di bassa frequenza.
te il condensatore Cl, il circuito appaia come un
Tale segnale viene prelevato attraverso il con-
amplificatore di bassa frequenza a due stadi. densatore G3, che risulta collegato al collettore
Il segnale presente sulla base del transistor TRI del transistor TR2 e alla punta-sonda necessaria
si ritrova amplificato sul collettore del transistor per immettere il segnale nel circuito dell'appa-
TR2; esso conserva la stessa fase in virtù delle rato sotto esame.

218
GLI OSCILLOGRAMMI REALIZZAZIONE PRATICA

Per molti lettori potrà risultare interessante la La realizzazione pratica dell'iniettore di segnali
rappresentazione dei diagrammi relativi ai se- non comporta alcuna difficoltà tecnica, neppure
gnali prodotti dal multivibratore astabile. per i principianti. Essa dovrà essere condotta
La curva in alto di figura 4 si riferisce all'onda, tenendo sott'occhio il piano costruttivo dello

PUNTA
\
TUBETTO
ISOLANTE

Fig. 2 - Il circuito dell'iniettore di se-


gnall, realizzato su circuito stampato,
deve essere racchiuso in un contenito-
re metallico, che funge anche da scher-
mo elettromagnetico per il segnale ge-
nerato dal multivibratore astabile. Du-
rante l'uso dello strumento conviene ef-
fettuare un collegamento di massa con
l'apparato in esame.

cioè al segnale presente sul collettore del transi- strumento riportato in figura 2, dopo aver na-
stor TRI. La curva riportata in basso di figura turalmente realizzato il circuito stampato ripor-
4, invece, riflette l'andamento caratteristico del tato in grandezza naturale in figura 3.
segnale presente sulla punta di contatto della Sulla stessa basetta del circuito stampato posso-
sonda dell'iniettore di segnali, cioè sul circuito no essere applicate le tre piccole pile a torcia da
di uscita del multivibratore astabile. 1,5 \l ciascuna1 collegate in serie tra di loro
L'ampiezza dell'onda in uscita, con i valori at- in modo da raggiungere il valore complessivo di
tribuiti da noi ai componenti elettronici del cir- 4,5 V necessario per l'alimentazione corretta de!-
cuito, è di 3 Vpp, mentre la frequenza del se- l'iniettore di segnali.
gnale uscente si aggira intorno ai 1.000 Hz. Una volta composto il montaggio di tutti i com-
Come abbiamo detto, questi valori possono es- ponenti, il circuito dovrà essere racchiuso in un
sere cambiati a piacere intervenendo sui valori contenitore metallico, oppure di plastica.
capacitivi di CI-C2 e su quelli resistivi di Rl-R3. Il contenitore metallico è senz'altro da prefc-

219
NOVITA' ASSIIUTA
la penna dell'elettronico dilettante

L.3.500

rirs1, perché esso funge da schermo elettroma-


gnetico di lutto il circuito del multivibratore a-
stabile, impedendo dispersioni di segnali lungo il
circuito dell'apparato sottoposto ad esame e con-
sentendo invece di iniettare totalmente il segnale
CON QUESTA PENNA nel punto deliberato.
I transistor necessari per comporre il circuito del
APPRONTATE I VOSTRI
1nultivibratore non sono critici. Nel nostro pro-
CIRCUITI STAMPATI totipo abbiamo montato i seguenti tipi di semi-
conduttori: AC125,4126, AC132, AC128. Con

Questa penna permette di preparare i circuiti stampati


con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
aspetto esteriore è· quello di una penna con punta
di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
ttsce una completa resistenza agli attacchi d1 soluzione
d1 cloruro fer.-\co ed altre soluzioni di attacco normai~
mente usate Questo tipo particolare di inchiostro ade-
rsce perfettamente al rame

NORME D'USO CARATTERISTICHE


'Tr ■cclare il circuito ,u une La penna contiene un di-
lastra di rame laminata e spensatore di inchiostro
perfettamente pulita; la- conttOltito da una valvola
ciarla asciugare per 1i che garantisce. una lunga
minuti, quindi imm ergerla dur11t11 eliminando evapot11-
nella solurione di att acco rioni quando non viene
(■cldo CIJtTO llvo). Toh• ,. usata. La penna non con-
lastra dalla so luzione, asi tiene un semplice tampo
noterà che il circuito i In ne imbe vuto, ma comple-
perfetto r1lle\'o. B.nsta lamentc riempita di inchio-
q1.1lndi togll ■r:a l'inchiostfo stro. Per assicurare una
con malta so lvente e l scrittura sempre perfetta,
lastra del circuito e pron- la penna e munita di un ■
ta per l'uso. punta di ricambio !lituata
nella p;arte terminale.

La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri-


chiesta a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO -
Via Zuretti, 52, inviando anticipa tamente l'importo di
L S.500 • mezzo vaglia poatal• o c.c.p. n. 3 26482
Nel prauo ac,no comprHe le IIP•H di apecllz.lone.
L'OSCILLATORE
4
Fig. 3- Circuito stampato disegnato in grandezza natu-
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
rale, necessario per la realizzazione dell'iniettore di se- codice Morse.
gnali.

tutti questi transistor abbiamo sempre ottenuto


identici risultati.
Tenendo conto della struttura del progetto del-
l'iniettore di segnali, possiamo concludere che
anche i transistor aJ silicio, e quelli di tipo NPN,
possono essere adottati per la realizzazione del
progetto. Tuttavia, in caso di impiego di transi- IN SCATOLA DI MONTAGGIO
stor NPN, si dovranno invertire le polarità del
condensatore elettrolitico C2 e quelle dell'ali-
mentatore (pile di alimentazione). L. 11.500
Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici
n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlantea n. 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata- n, 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti • n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

CARATTERISTICHE
Controllo di tono
Controllo di volume
Ascolto in altoparlante

4 Alimentazione a pila da 9 V

La scatola di montaggio dell'OSCIUATORE


MORSE deve essere richiesta a: ELETTRONI-
Fig. 4 - Riproduzione dell'onda presente sul collettore
del transllstor TRf i('in allo) e di quella In uscita del cir- CA PRATICA • 20125 MILANO • Via Zuretti.
cuito {rn basso}. L'ampiezza dell'onda uscente è di 3 52, inviando anticipatamente l'Importo di L
Vpp. 11.500 a mezzo vaglia postal e o c.c.p. 3/26482 .
Nel prezzo sono comprese le spese di spe-
dizione.

221
PROVATRANSISTOR

DIGITALE
Trae rarissimi casi in cui la custodia di un tran- no sofisticati ed ognuno di essi adatto per un
sistor appare danncggiaita, nessun elemento valido particolare tipo di lavoro.
prr una diagnosi, anche superficiale, del compo- Normalmente, il provatransistor è dotato di un
nente è: possibile con la semplice osservazione di- certo numero di comandi di pilotaggio, che ren-
n:t la. Non serve a nuf.la guardare ed esaminare dono difficile il controllo dei semiconduttori.
esteriormente un transistor con lo scopo di ri- Lo strumento che intendiamo ora proporrt'. al
cercarne un guasto o un. difetiu. E chi' lo fa non lettore può definirsi come un provatransistor au-
può essere altro che un appassìonato o un tecnico
tornatico, in grado di stabili.re eventuali guasti
abituato con le valvolr tennoioni.che. Perché in
e di, individuare se il componente in t!i.ame è di
queste sempre possibile notare, ad occhio nudo,
l'interruzione del fil'.amea.to o u.n cortoclrr.uito fra tipo NPN o PNP, senza alcun elemento di com-
gli elettrodi interni. mut azione.
P.cr analizzare un transistor, cioè per- conoscerne 'Il tipo di transistor viene segnalato claU'accen-
le condizioni eletrriche interne, occorre un parti- si'one di un diodo LED; le condizioni deuriche
colare strumento, che p.rende il nome di prova- del transistor in esame vertg'o-rtO invece interpte-
transistor. tate tramite l'accensione di un secondo diodo
In commercio esistotuo attualmente moltissimi ti- LED, che stabilisce se il transistor è buono, op-
pi di provatransistor, di tutti i prezzi, più o me- pure. lnterrolto o in. cortocircuit'o.

:222
GUASTI NEI TRANSISTOR

Per meglio comprendere i tipi di rotture, cui van-


no soggetti i transistor, basterà ricordare che
essi sono realizzati mediante la sovrapposizione
di tre strati di materiale semkonduttore, alter-
nativamente di tipo N e P, che danno luogo ad
una doppia giunzione paragonabile a quella di
due diodi, così come chiaramente illustrato in
figura I.
Le giunzioni dei materiali che compongono i
transistor possono fondere, ad esempio, a causa
di un eccesso di corrente. Ma nel transistor, oltre
che la fusione, può verificar..i anche una inter-
ruzione nel punto di saldatura dei terminali.
A causa di una eccessiva tensione, fra colJcttore
ed cmittore, può accadere che la wna di base
venga perforata, provocando un contatto fra la
wna di collettore e quella di cmittore.
E' evidente quindi che un provatransistor deve
essere in grado di segnalare la presenza di qual-
siasi tipo di rottura, di fusione •O di interruzione
di un transistor sottoposto ad esame, in rnodo da
poter effettuare un preciso accertamento tecnico
del componente, per ritenerlo sicuramente an-
coira buono oppure fuori uso.
Il metodo più semplice e dunque anche in que-
sto causo quello di. caratterizzare ciascun dispo,,-
IL PROVATRANSISTOR AUTOMATICO tivo attiraverso la. sua,: Tabella della. verità», dal-
la quale si deduce il valore dello stato logico del-
Prima di prendere in conside.razione il circuito l'usd.ta. in conisponden-za. con quelli dell'ingresso.
vero e proprio dd provatransistor, occorre far ri- Nel nostro circllito vengono .irrlpicgati i segucnt;
lerimcnto ad uno schema semplificato del proget-· tre elementi:
to del nostro provatransistor digitale: •quello da.
oi riportato in figura 2. UN OR ESCLUSIVO
Dato eh~ i\ progetto .si serve di •componenti lo- UN NAND
gici, è necessario cominciare con l'analisi del fun-
zionamento di questi elementi. UN INVERTER

L'originalità di questo dispositivo, in grado di controllare le con-


dizioni di un transisstor, consiste nell'asse nza di elementi di
commutazione PNP.NPN. La polarità viene qu'indi indicata au-
t.oi:na:tilc.irnemte tri:tmite i'I c:omportamento di due diodi LED e il
successivo controllo di questo nelle apposite tabelle di corri-
sponde nza. Lo strumento è in grado di informare l'operatore
sullo stato del transistor sottoposto ad esame, che può essere:
buono.- "interrotto o in cortocircuito.
TABELLE DELLA VERITA'
Rappresentiamo
quindi le tabelle OR ESCLUSIVO NANO INVERTER
della verità di questi
tre elementi. cl e2 ul e3 e4 u3 e2 u2

o o o o o I o I

o I I o I I I o
I o 1 1 o 1
I
1 1 o I I I o

Fig. 1 - Questi disegni, che vogliono ricordare che tut-


ti i transistor sono realizzati mediante la sovrapposizio-
ne di tre strati di materiale semiconduttore, alternativa-
mente di tipo N e P, permettono di comprendere me-
glio i tipi di rotture che si possono verificare all'interno
e del componente.

Per semplificare l'analisi del circuito semplificato, deransi BUONO (accensione della seconda lam-
cerchiamo di vedere il comportamento del pro- pada in corrispondenza di questa seconda dici-
va transistor durante l'esame di un transistor di tura).
tipo NPN considerato buono. cioè in ottimo stato Durante il tempo T2, il transistor sottoposto ad
di funzionamento. esame risulta alimentato correttamente. Quindi,
L'alimentazione del circuito è ottenuta inviando se esso è BUONO, entra in conduzione a causa
sui due fili due segnali ad onda quadra, com- della corrente che attraversa la resistenza Rb e
plementari, i quali, durante il tempo Ti, essendo la situazione dei segnali d'ingresso, conseguente-
V2 maggiore di VI, danno luogo ad una tensio- mente, risulta modificata nel modo seguente :
ne negativa di alimentazione rispetto all'emitto-
re di TRI, mentre durante il semiperiodo T2 el = 1 e2 = O e4 = O
tale tensione risulta posi I i va. Dalle stesse tabelle della verità si deduce che ul
Se il transistor in esame è di tipo NPN, durante = l (accensione lampada BUONO) e u3 1
il tempo TI si avrà una interdizione del transi- (acc:ensione lampada TIPO).
stor e, corrispondentemente si verificheranno le Per concludere, un transistor di tipo NPN in buo-
seguenti condizioni: ne condizioni, provocherà il lampeggio delle due
el = o e2 = O e4 = 1 lampade-spia BUONO e TIPO.
Con analoghi ragionamenti, dopo aver rilevato
Tenendo conto ora delle tabelle della verità, se ne gli stati che si vengono a determinare sugli
deduce che lo spegnimento della lampada con- ingressi e, conseguentemente, sulle uscite, è pos-
trassegnata con la dicitura TIPO in figura 2 per- sibile dedurre il comportamento del circuito,
mette di concludere che il transistor è da consi- sia in presenza di transistor PNP efficienti, sia in

224
presenza di transistor difettosi e di qualunque Per consentire quindi un'analisi completa e pre-
tipo. cisa del transistor sottoposto ad esame tramite il
Per non dilungarci troppo in questo tipo di ana- nostro apparato, si è ritenuto opportuno introdur-
lisi teorica e per evitare al lettore uno sforzo re nel circuito un interruttore di tipo a pulsante
mentale assolutamente inutile agli effetti pratici, (P1), collegato in serie alla base del transistor in
presentiamo la « tabella di comodo » che potrà esame, in modo da interromperne !a polarizza.
essere applicala al dispositivo stesso e che peret- zione.
te di decidere con immediatezza sullo stato elet- Quando tale interruttore risulta aperto (PI sol-
trico di un transistor. levato), le condizioni di prova risuliano modificate
secondo quanto indicato nell'apposita tabella.
Dalla « tabella di comodo », il lettore più attento
potrà rilevare una condizione di ambiguità. Infatti Con la tabella delle condizioni di prova con P l a-
le due spie, cioè i due diodi LED, lampeggiano perto, ogni equivoco risulta eliminato. Infatti, con
contemporaneamente, sia in presenza di un tran- questa seconda prova, che consiste nel lasciare sol-
sistor di tipo NPN BUONO, sia in presenza di levato il pulsante PI, cioè nel lasciare la base
un transistor di tipo PNP avente un cortocircuito del transistor in prova completamente priva di
BE, cioè tra base ed emittorc. polarizzazione, facendo riferimento all'ambiguità

u SUONO

I Rh
1 r, 1 r, 1
~i
I I
1 I
I I
I I I

- D-
TIPO
• Vt ellee _9 t

Fig. 2- Per poter meglio comprendere il funzionamento


del circuito completo del provatransistor, occorre far ri-
ferimento a questo schema semplificato del progetto o-
riginale. Gli elementi fondamentali da prendere in esame
sono I due segnali di alimentazione ad onda quadra. i
tempi di alimentazione, l'elemento OR ESCLUSIVO, quel-
lo NANO e. per ultimo, l"INVERTER. Le due lampade d'u-
scita, contrassegnate con le diciture BUONO e TIPO,
interpretano, mediante il loro comportamento, lo stato
di un transistor sottoposto ad esame.

225
"'
u

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J

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O::
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et:

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.I,,,.. a
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ix
,__ a.

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226
Fig. 4- Piano costruttivo del provatransistor digitale. La maggior parte degli elementi sono
mon tati su un circuito stampato. Esternamente a questo e sul pannello frontale di un contenito-
re vengono montati: l'interruttore S1, il pulsante P1, lo zoccolo provatransistor e i due diodi
LED. L'alimentazione del circuito è ottenuta con la tensione continua di 5 V. Ricordiamo che la
numerazione riportata nei vari punti della basetta del circuito stampato trova precisa corrlspon-
denza con la stessa numerazione con cui risultano contrassegnati i vari terminali del progetto
riportato in figura 3.

precedentemente ricordata, il transistor NPN


COMPONENTI BUONO, che prima faceva lampeggiare entram-
bi i diodi LED, ora fa lampeggiare il diodo LED
TIPO, mentre fa rimanere spento il diodo LED
Condensatori
BUONO. Per il transistor PNP avente in corto-
CI = 100 F 15 VI (elettrolitico)
circuito la giunzione BE, che secondo la tabella
C2 = 100 F 15 VI (elettrolitico)
precedente faceva lampeggiare entrambi i diodi
C3 100.000 pF
LED, ora, secondo la successiva tabella, nel caso
Resistenze in cui risulti un cortocircuito BC, il diodo LED
Rl = 2.700 ohm TIPO rimane acceso, mentre il diodo LED BUO-
R2 = 12.000 ohm
NO lampeggia.
R3 = 2.700 ohm
R4 = 4.700 ohm Ad ogni modo, senza proporre alcun altro esem-
R5 = 22.000 ohm pio, siamo certi che, dopo una serie prolungata
R6 22.000 ohm di prove con diversi tipi di transistor in diverse
R7 = 56.000 ohm condizioni elettriche, il lettore potrà presto ac-
R8 = 470 ohm quisire una buona pratica e, tramite Je due ta-
R9 = 470 ohm belle, interpretare rapidamente lo stato del tran-
Varie sistor in prova.
IC1 =7400
TR1 =BC149B
1R2 =BC149B CIRCUITO ELETTRICO
TR3 =BC149B
S1 =interrutt.
Pl =interrutt. a pulsante
Dopo aver interpretato a grandi linee lo schema
DL1-DL2 = diodi LED (di qualunque tipo) indicativo del progetto del provatransistor digi-
Alimentaz. = 5 Vcc tale di figura 2, passiamo ora ad una rapida ana-
lisi del p.rogetto vero e proprio del provatransi-

227
TABELLA DI COMODO

TRANSISTOR DIODO LED DIODO LED


BUONO TIPO (PNP o NPN) BUONO

PNP - BUONO LAM PEGGIA SPENTO


PNP• BC in cortocircuito ACCESO LAMPEGGIA
PNP - CE in cortocircuito ACCESO LAM PEGGIA
NPN - BUONO LAMPEGGIA SPENTO
NPN • BE in cortocircuito ACCESO LAMPEGGIA
NPN- CE in cortocircuito ACCESO LAMPEGGIA

La validità di questa tabella è condizionata dall'assenza della polarizza zione della base
del transistor in prova (interruttore a pulsante Pl sollevato, cioè circuito aperto).

stor riportato in figura '3, anche se questo è stato temente di tipo NPN o PNP senza dover interve-
più volte chiamato in causa, per esempio tramite nire in alcun elemento commutatore. E, come ab-
l'interruttore a pulsante PI che non appare nel biamo dello, la prima prova si effettua tenendo
circuito indicativo di figura 2. premuto il pulsante PI, cioè sottoponendo il tran-
Le parti logiche del circuito completo del prova- sistor a polarizzazione di base, e controllando il
trans istor di figura '3 sono state realizzate, parzial- comportamento dei due diodi LED denominati
mente, ricorrendo ad un circuito integrato TTL DLI-DL2; tale comportamento trova un preciso
(quadruplo NAND a due ingressi) e parzia lmente riscontro nel primo tipo di tabella, più precisa-
facendo uso di componenti discreti (tre tran- mente sulle seconde due colonne; sulla prima CO·
sistor). tonna di questa stessa tabella si leggono i risul-
Due delle quattro porte NAND, contenute nel- tati. Ma questi alle volte possono risultare insuf-
l'integrato ICl, e precisamente le porte IC1a e ficienti. Ecco perché occorre una controprova del
ICIb, vengono utilizzate come elementi genera- transistor sotto esame da. effettuarsi con il pu!-
tori di onde quadre complementari, che servono sante PI, sollevato, cioè eliminando la polarizza-
all'alimentazione de! circuito del provatransistor. zione di base del transistor stesso. In questo caso
Sui terminali del circuito contrasse gnati con le il comportamento dei due diodi LED deve esse-
lettere « e-b-c» deve essere inserito il transistor re riscontrato sulle seconde due colonne della
sottoposto ad esame; esso può essere indifferen- seconda tabella, mentre i risultati sono leggibili

TABELLA DELLE CONDIZIONI DI PROVA CON Pl APERTO

TRAN SISTOR. DIODO LED DIODO LED


BUONO TIPO (PNP o NPN) BUONO

PNP - BUONO ACCESO LAMPEGGIA


PNP- BE in cortocircuito LAMPEGGIA LAMPEGGIA
PNP • CE in cortocircuito ACCESO ACCESO
NPN - BUONO LAMPEGGIA LAMPEGGIA
NPN- BE in cortocircuito ACCESO LAMPEGGIA
NPN - CE in cortocircuito ACCESO ACCESO

La validità di questa tabella è condizionata dalla polarizzazione di base del transistor


in prova (interruttore a pulsante PI premuto, cioè circuito chiuso).

228
sulla prima colonna di questa stessa tabella. Ana- circuito stampalo, il cui disegno è stato da 1101
lizzando il circuito elettrico di figura 3 ci siamo riportato in grandezza naturale in figura 5.
lasciati prendere dal desiderio di interpretare, Il montaggio dei vari componenti deve essere ef-
ancora una volta, il metodo di controllo di un fettuato tenendo sott'occhio il circuito pratico
transistor sottoposto ad esame. Ciò tuttavia non di figura 4.
deve esimerci dal completamento dell'esame dello In questo stesso circuito è stata riportata la nu-
schema elettrico di figura 3. merazione con cui risultano contrassegnati i vari
Abbiamo già anticipato la notizia che gli elemen- terminali del circuito teorico di figura 3. Questi
ti che compongono il circuito del provatransistor punti verranno collegali con elementi esterni che,
sono rappresentati da un OR ESCLUSIVO, da in pratica, sono: l'interruttore SI, l'alimentatore
un NAND e da un JNVERTER. Ebbene, if cir- a 5 Vcc, lo zoccolo provatransistor, il pulsante PI
cuito di OR ESCLUSIVO è stato realizzato tra- e i due diodi DL1-DL2 (diodi LED).
mite i due transistor di tipo NPN, denominati Si faccia bene attenzione a non commettere er-
TRI-TR2. Questi due transistor sono collegati rori nell'inserimento nella basetta del circuito
fra di loro a «croce" e ad essi è stato unito un stampato dei due condensatori elettrolitici Cl-C2,

Fig. 5 - Disegno del circuito stampato che il lettore do-


vrà riprodurre integralmente per realizzare il montaggio
del provatransistor digitale. Le dimensioni del disegno
corrispondono a quelle reali del progetto.

INVERTER, realizzato tramite il collegamento dei tre transistor TRI-TR2-TR3 e dell'integrato


dei due ingressi della sezione ICJc dell'integrato. TC. Sullo schema pratico <li figura 4 sono indica-
La funzione di inversione del segnale risulta e- te chiaramente. tramite una crocetta, le posizio-
splicata invece dal transistor TR3. ni dei duc terminali positivi dei due condensatori
II NAND é stato ottenuto sfruttando la quarta elettrolitici CI-C2. Anche per l'integrato IC è
porta del circuito integrato ICAd, che svolge chiaramente indicata la tacca di riferimento in
precisamente tale funzione. corrispondenza dei terminali 1-14. Consigliamo
Facciamo notare per ultimo che le due « lam- ovviamente di servirsi di uno zoccoletto porta-
pade » di segnalazione sono rappresentate, come integrato, allo scopo di evitare saldature dirette
abbiamo avuto già occasione di dire, da due sugli elettrodi del componente, che potrebbero
diodi LED, che potranno essere di qualsiasi tipo creare danni irreparabili.
e di qualsiasi colore.
Per quanto riguarda i due diodi LED, denomi-
nati DLI-DL2. ricordiamo che tali componenti
REALIZZAZIONE DEL PROVA TRANSISTOR sono anch'essi polarizzati ed occorre quindi far
bene attenzionr a collegare il punto del circuito
Data la presenza di un circuito integrato, che contrassegnato con il numero 4 con entrambi
rende sempre problematico il cablaggio ai 110- i catodi dei due diodi, ricordando che il catodo
stri lettori, è necessario servirsi, per la realizza- di questi elementi è riconoscibile per meno di
rione del progetto del provatransistor. di un una tacca riportata sul contenitore.

229
INDUTTANZE PER
AUDIOFREQUENZA
Chi ha la passione dell'audiofrequenza, cioè che si
diletta a realizzare apparati amplificatori o dispo-
sitivi generatori di effetti sonori, prima o poi si
trova nella necessità di dover realizzare qualche
induttanza; vale a dire uno di quei componenti
che difficilmente si riesce a reperire in commercio
e che, in un modo o nell'altro, bisogna saper co-
struire.
Delle induttanze si conosce di solito il valore no-
minale espresso in mH (milli.henry), mentre non

si conoscono i dati costruttivi, cioè il diametro


dell'avvolgimento, il tipo di filo necessario, il nu-
mero di spire e il supporto su cui effetluare l'av-
volgimento. Diciamo subito che, salvo casi par-
ticolari, le induttanze per audiofrequenza sono
normalmente sprovviste di nucleo. Sono avvolte
quindi, come si suol dire in gergo, « in aria ».
La mancanza del nucleo nelle induttanze per au-
diofrequenza offre almeno due principali vantag-
gi: quello economico e della semplicità costrutti-
va e quello di consentire la realizzazione di un
componente con valore di induttanza costante,
sia al variare della frequenza, sia al variare della
corrente che attaversa l'avvolgimento.
Ovviamente questi vantaggi hanno valore finché
si tratta di applicazioni di tipo non industriale,
cioè quando non è assolutamente necessario at-

230
trezzare un laboratorio specializzato per la co-
struzione di questi tipi di avvolgimenti.
Con l'uso di nuclei magnetici invece, a meno
che non si riesca a calcolare perfettamente il cam-
e DATI
po di lavoro della bobina, utilizzando particolari
materiali, quali le ferriti, il pulviferro, ecc., si COSTRUTTIVI
corre il rischio di lavorare in zone di magnetizza-
zione non lineare, introducendo distorsioni nei
circuiti audio, e SUPPORTI
E NUCLEI
e CALCOLI
SEMPLIFICATI
e USO DELLE
FORMULE

realizzare fosse un avvolgimento ideale e non


reale, cioè costruito con fili Conduttori a resisten-
za nulla.
DATI COSTRUTTIVI ESSENZIALI In realtà, il filo di rame di cui ci si serve per ef-
fettuare l'avvolgimento, è dotato di un suo pre-
Potrebbe sembrare sufficiente la conoscenza del ciso valore resistivo. determinato dal diametro e
solo valore induttivo espresso in henry, o in sotto- dalla lunghezza del flo stesso. Il dimensionamen-
multipli dell'henry, per poter realizzare pratica- to completo di una induttanza. deve quindi tener
mente un avvolgimento per audiofrequenza. assolutamente conto di questo importante dato,
Effettivamente la conoscenza del valore induttivo cioè del valore ohmmico resistivo, prefissato, che
potrebbe risultare sufficiente se l'avvolgimento da si intende ottenere.

Il dimensionamento di un'induttanza per bassa frequenza costi-


tuisce un problema di. calcolo in cui ogni dilettante, appassionato
dell'audiofrequenza, prima o poi, è destinato ad imbattersi. De-
dichiamo quindi queste poche pagine della rivista alla, presen-
tazione e all'uso, delle, formule essenziali per poter esattamente
costruire un avvolgimento per circuiti audia.

231
Fig. 1 - Su questo lipo· dii oupporto, di materiale isolan-
te, è possibile effettuare, a mano, un avvolgime nto di in-
duttonza adatta al clrculli di' baeaa lrequenia. Il simbo-
lo • C • deffnloçe la dlalanra fra le due sponde del roc-
chetto, cioè l'altezza, della bobina misurata In millimetri.
de=4C 1 simboli « de • e • di:• indicano le misure dei diametri,
esterno ed lnlemo, dell'avvolglmento espresso in mìlll•
di =2C metri.

FORMULARIO
CARA1TERISTICA SIMBOLO FORMUl.A

ALTEZZA DELLA BOBINA


I
I e y ·- 8,66 xR
L '
J.UNGHEZZA DEL FlLO l 187,3 )i.c
NU ME RO DI SPIRE N 19,88x.
%
DIAM ETRO DEL FILO 0 0,811 X
lFf
c
PESO DEL FILO M --
21,4

N.B. I vari simboli si intendono espressi nel seguente modo:


L in uH (microhenry) I in nun. (millimetri)
C in mm. (millìmetri) M in g. (grammi )
R in (ohm) O in mm. (millimetri)

232.
Ripetiamo ancora che questo dato non è asso lu-
tam ente da sottovalutare perché, ad esempio,
il fattore di smorzam ento di un amplificatore di
bassa frequenza viene influenzato in particolar
modo dal valore resistivo del filtro crossover in-
serito nelle casse acustiche.
Questo semplice esempio serve a far comprende-
re che il valore resistivo deve essere tenuto molto
basso, il più poss ibile, compatibilmente con le

dimensioni risultanti dell'induttanza.


Tenendo conto dei valori di induttanza L e resi -
stenza R prefissati, l'induttanza potrà essere facil-
mente dimensionata servendosi delle apposite for-
mule presentate nella tavola da noi composta.
In figura 1 è disegnato il tipo di supporto, di ma-
teriale isolante, sul quale si effettua l'avvolgi.men-
to dell'induttanza.

ULTRAPREAMPLIFICATORE
con circuito integrato

In scatola di montaggio
L &.
CARATTERISTICHE
Amplificazione elevatissima
Un semplice sistema per elevare Ingresso inverting
notevolmente il segnale provenien- Elevate impedenze d'ingresso
te da un normale· microfono Ampia banda passante

Utile ai dilettanti, agli hobbysti, ai CB e a tutti coloro che fanno uso di un mi-
crofono per amplificazione o trasmissione

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233
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zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità
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minali dei semiconduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alla causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome. indirizzo, forma di abbona mento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
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T utt, possono scrivere, abbonat, o no
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentat, sulla ri111sta R1-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
te concep,t, ad uso di un solo lettore

LA POSTA }

i..'
]@o 1I

DEL G

LETTORE

La TV maltese riceve la TV di Malta. Inoltre, di quale tipo di


preamplificatore si sen.•c, con quafo guadagno in.
Sono un lettore della vostra bella rivista, che decibel? E ancora, in quale posizione lei si trova
seguo da molto tempo e con grande piacere. Vi rispetto al locale ripetitore della RA P Insomma
scrivo dunque per chiedervi un consiglio. Non ci occorrerebbero tutti questi dati t· tanti altri det-
vedo bene, qui da Licata, il primo programma del- tagli che, come abbiamo detto, ci è difficile iden-
la Ri\I; la ricezione risulta alquanto nebbiosa. tificare con sicurezza a così grande distanza.
Anche il secondo progranuna è poco nitido e, Rispondendo a lei su queste pagine, int.r.ndiamo
pu.r facendo uso di un amplificatore d'antenna) rispondere idealmente a centinaia di altri lettori
l'immagine non è soddisfacente. Faccio presente che r:i scrivono lamentando il medesimo inconve-
di abitare in riva al mare e che spesso ricevo il niente· non ricevono bene le trasmisswni televi-
programma della TV di Malta al posto del pri- sive, ci chiedono consigli, ma on ci forniscono
mo programma nazionale. Potete darmi un con- sufficienti dati per consentirci di proporre delle
siglio in merito? soluzioni a distanza. In tal modo possiamo soltan-
GIOLIO PINESCHI to ricordare che un televisore funziona tanto me-
Licata glio quanto migliore è il segnale che, tramite il
cavo coassiale, gli giunge dall'antenna ricevente
Per consigliarla validamente dovremmo perlo- Quindi l'antenna deve essere cara!Urizzata dal
rne,10 ;_•enirc sul posto e controllare tutti i dati e maggior guadagno possibile; il cavo dv risultare
lt caratteristiche che lei ha dimenticato di for- in buone condizioni e non cccf'ssivamcnte lungo.
nirci; cioè il modello del televisore in suo pos- Le perdile di un cauo coassiale possono ersHe an-
sso, l'età di questo, lo stato d'uso le condizioni che molto levate se il cavo è vecchio o di tipo
del cavo coassiale, il tipo di antenne, su quale ca- scadente. Si ricordi che i migliori cavi sono sem-
,rnle ricn-'C il primo programma e su quale invece prei più costosi. Per un~antenna installata in riva

243
al mare, dove gli elem enti atm osferici agiscono
im placabilm ente su i m ateria li (il prim o fra questi
è la salsedine), la sostituzione dell'antenna ogni
due anni è di rigore. E mentre si cam bia l'antenna
conviene ca m biare anche il caun coassiale. Anche
i preamplificatori d'antenna sono soggetti a cali
di rendimento. Per quanto concerne poi il caso
particolare delle interferenze di Malta, bisogne-
rebbe essere sul posto per poter giudicare, ma a
nostro avviso il colpevole è senz'altro l'amplificato-
re d'antenna, perché la sua larghezza di passag-
gio di banda crea un mescolamento di segnali
purtroppo non evitabile se non con appositi filtri.

•••
Alimentazione del preamplificatore
Vorrei alimentare un circuito preamplificatore,
che necessita di 9 V.20 mA, servendomi dell'ali-
mentatore dell'amplificatore finale a 36 V, Ho
provato a risolvere il problema servendomi di una semplice circuito di stabilizzazione che possa ri-
resistenza di caduta, ma la tensione non risulta solvere felicemente il mio problema?
stabile in quanto l'assorbimento varia al variare ALBERTO CARUTTI
del segnale applicato. Potreste consigliarmi un Cremona

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Estensione- gamma onde medie - 400 K.Hz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: i00 con 100 mW in uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 V con 100 mW In uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 1V
Tipo di a9colto: In altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 12.500 senza altoparlante
L. 13.500 con altoparlante

244
Condensatori R5-C3; la seconda tramite i due diodi Dl-D2, che
Cl = 300.000 pF pilotano la base del transistor TR1, ottenendo una
C2 = 20µF 25 VI (elettrolitico) tensione stabilizzata d'uscita di 9 V. Facciamo no-
C3 = 100 F 150 VI (elettrolitico) tare che, sostituendo D2 co,i uno zener da 12 V,
si può ottenere un'uscita stabilizzata a 12 V e
Resistenze questa osservazione vale per qualsiasi altro valore
RI = 240 ohm dello zener e della conseguente tensione d uscita.
R2 = l.200 ohm La stabilizzazione, che si riesce ad ottenere con
R3 = 100 ohm questo circuito, è circa di O,l% con tensioni d'in-
RA = 2.000 ohm gresso variabili fra 30 e 50 V. La corrente massi-
R5 = 510 ohm - 2 W ma assorbibile in uscita, cioè sull'emittore di TRI
Varie è di 25 mA circa. Le consigliamo di munire il
TRI 2N2243A transistor di una aletta di raffreddamento.
DI IN914
D2 zener (9,1 V)
D3 zener (27 V)
D4 1N649
La risposta a questa domanda è lesatta ri-
petizione di quella pubblicata nel fascicolo
dello scorso mese In questa stessa rubrica.
La ripetizione è d'obbligo in quanto a causa
li circuito che le proponiamo effettua due stabiliz- di una banale nostre disattenzione avevamo
=azioni in cascata. La prima tramite il diodo ze- dimenticato di presentare re/eneo de, com-
ner D3, da 27 V circa, assieme alla cella di filtro ponenti

FOTOCONTROLLO CON SCR


IN SCATOLA Permette di realizzare almeno due ot-
timi dispositivi:
DI MONTAGGIO
A L. 12.000 LAMPEGGIATORE DI POTENZA

2 - CONTROLLO CREPUSCOLARE
DI ILLUMINAZIONE

I due principali dispositivi, da chiunque facU-


mente realizzabili con questo kit, potranno ser-
vire per rno'lteplici scopi: per la costruzione di
lampegglatorl di pot:enza, per l'accensione au-
tomatica delle luci di illuminazione al calar del-
la sera, per il controllo di fiamma di un brucia-
tore, per far divertire i bambini attraverso una
Tempi dì lampeggio controllabili lunga serie di esperimenti che si identificano
in altrettanti giochi di luce.
Potenza max. del carico: 660 W

............... . ___.
La scatola di montaggio del FOTOCONTROLLOdeve
- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 - Hviando anticlp
.
·essere richiesta a: ELETTRONICA PRATICA
mm te t'importo di L. 12.000 a mezzo vglia

245
Misura dell'impedenza Senza essere in possesso dello schema ci è diffi-
cile risponderle. In linea teorica non è impossibi-
le ottenere in uscita una tensione maggiore di
Come si fa a calcolare con la legge di Ohm l'im- quella d'ingresso: ciò almeno in corrtnte varìabi-
pedenza di un tratto di circuito composto da una le come quella a/ternata. Riteniamo che il circuito
resistenza, un'induttanza e un condensatore? In risonante cui lei si riferisce sia composto da uno
questi tempi ho trovato lo schema di un circuito resistenza, un'induttanza ed una capacità in serie.
risonante, che permette di avere in uscita una Ebbene, quando i valori dell'induttanza della
tensione maggiore di quella d'entrata, senza aiuto capacità sono opportunamente scelti, si verifica i/"
di trasfom,atori e transistor. Proprio di questo fenomeno della risonanza. Se la reattanza è dello
circuito vorrei conoscere l'impedenza. stesso ordine di grandezza nel condensatore e nel-
la bobina, questa si annulla. L'impedenza del cir-
GIUSEPPE CORTINOVIS cuito è praticamente rappresentata soltanto dalla
Roma resistenza.

Ricevitore supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e t diodo al germanio.
E" dotato di preaa jack per aurico(are.
La rispo.ata in Bf al estende fra gli 80
e I 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: superete-rodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1.700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

La ...... • ......... ir ........ di tutti gli elementi necessari per la costruzione del ...,..._
Risultano inseriti, infatti, anche l'auricolare e le quattro pile da 1,5 V per la compo sizione dell'ali-
mentatore a 8 Vcc. Bono allegati puro gli schemi illustrativi e le istruzioni necessarie per la tara-
tura, la - 11 punto e il corretto funria ricevitore.
nto del Le richieste debbono essere fatte
inviando anticipati note l'importodi L. 11.500 (nel prerro sono comprese le spese dl spedizione
• - .... o
z--.a.
c.e». n. 3/24a2 intestate a; ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO • Via

246
Filtri attivi un metodo semplice ed economico per selezionare
con maggior precisione le frequenze audio?
Prendendo spunto dai comandi a distanza, sen- FERRAZZINI FABIO
za fili, dei moderi televisori a colori, ho tenta- Bologna
to di costruire un comando multicanale, nel
quale i vari canali sono comandati da diverse Lei necessita di filtri altiui, impieganti un ampli-
note di bassa frequenza. Tutto mi sembra in or- ficatore operazionale integrato. In questo modo
dine per quel che riguarda. ]a sez-ione tras1nfttente. lei potrà risaluere il suo problema raggiungendo
Non mi sembra invece corretto il funzionamento un elevalo grado di selettività. Con i valori da
della ricevente, perché i flri R-C non sono in noi indicali, la frequenza è di 220 Hz, mentre la
grado dì effettuare una efficiente separazione selettività è di soli 15 Hz. Variando il valore dei
delle frequenze, provocando lo scatto contem- condensatori C3-C4 sarà possibile variare a piace-
poraneo di più relé attuatori. Potreste suggerirmi re, la frequenza di sintonizzazione del filtro.

Condensatori
C1 5.000 pF
C2 I µF
C3 I µF
C4 1 µF
5 5.000 pF
C6 1 µF
Resistenze
RJ 10.000 ohm
R2 5.000 ohm (trimmer)

Lit
.. ., I ,_
R3 20.000 ohm
LI J Varie

I
<
IC
S1
S2
A741
interrutt.
interutt.
Alimentaz. = duale (949 Vcc)

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


L. 11.000
Caratteristiche
Circuito a due canali (note alte e basse) con
regolazioni indipendenti per ciascun canale.
Potenza massima di 660 W a 220 V .
Alimentazione in alternata da rete-luce.

u·nel« dr'mo0vss est_t- 11.2.__ eh·se de_ ne_u@do_ ,2%,7E,"""""


l'importo a meno vglla o c.cp.n, 3/28462 Intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 -
Va Zurei, 52 (nel prerro sono compreee le spese di spudirk»e).

247
Amplificatore BF - 2 W amplificatore di una certa potenza, cioè almeno
di 2 W. E' possibile realizzare questo mio pro-
Presso un negozio di materiali elettronici della gramma?
mia città ho acquistato recentemente un «pac- VINCIGUERRA. GERMANO
co occasione contenente una c:erta quantità di Andria
trans istor di cui non conosco le cara tteristiche e
neppure l'impiego più adatto, Per la maggior I transistor da lei citati sono gli equivalenti di tipi
parte si tratta di modelli di tipo MPSA12 - assai noti, di uso frequente e con i quali è possibi-
MSS100O- MPSUOI - MPSU51. La mia mag- le reali;:zare l'amplificaiore da lei auspicalo. Le
giore ambizione sarebbe quella di costruire un equivalenze sono le seguenti:

IIL RICEVITORE CB
a
L 14.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
mollo economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattivo,
ampiamente collaudato, di conce-
liane moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26 +28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

Tutti I componenti necessari per la realizzazione del RICEVITORE CB sono con tenuti in una sca -
tola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione a L. 14.500. La scatola di montaggio è cor-
......., del fascicolo n. 10 - 1978 della Rivista, in cui è presentato l'articolo relativo alla descrizio-
ne e al montaggio dell'apparecchio. Le rlch leste debbono essere fatte inviando anticipatamente I'im-
porto di L. 14.500 a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26 482 intestato a ELETTRON IC A PRA TICA - 201 25
MILANO - Va Zurelll, Il.

248
COMPONENTI
go« Dg
Condensatori 12•\4\I

CI 47.080 pF
C2 = 100.000 pF
C3 220 1d" - 25 VI (elettrolitico)
Resistenze
RI == 680.000 ohm
R2 560.000 ohm
R3 = 10 ohm
R4 = 12 oh
R5 = 2,7 mcgaohm
R6 ·- I ohm
R7 = l ohm
R8 = 200 ohun

Varie
TRI = BCI09
TR2 = 2N?905
TR3 BC!07
TRA ~ '.!Nl711

MPS.'1.12 J3CI09 di tipo a simmetria l'ampleme11.. ta?'e e, quindi, a


MSSJOOO BC107 bassa distorsione. Esso non richiede alcu.na taratu-
MPSU0t 7Nlill ra u mé.fJa a punto. perché la. polari.::a:::ion.-" dr.i
l'-.!PSl.lSI 2N29\J5 transistor è di tipo « autocentrante ». Tuga pre-
Ii progetto che pubblichiamo è quello di un am- sente che i transistor TR2 e TR4 dovranno esse-
plifica/ore di /,as,a freqll<'T!za in grado di fornire re muniti di un dissipatore di calore di tipo a rag-
una potenza d'sita di ? W l
efficaci. circuito è giera

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI TUTTI! .000

Chi comincia soltanto ,ora a muov ere r primi passi nel mondo ,d ell'elett.ronlca non può sottoporsi a. spese
eccessive per ;attrezzare Il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere ess-,en-
zlnlmente dilettantistico. Il :saldatore del prlnclpiante, dunque deve essere economico, robusto e versati/e, cosi
come è qui r'effigurato. La sua potenza e dì. 40 W e l'atimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre Inviare vaglia o ■ervlrsi del modulo di c.c.p. n° 3/26482
intesta t o a ELETTRONICA PRATICA • VI■ Zuretti 52 - 20125 MIiano

249
S irena elett ro nica l'oscillatore è stabilita dai condernalòri Cl-C2-C3
e potrà essere variata a piacere sostituendo questi
Mi stato detto che, collegando un opportuno condensatori con altri di valore diverso da quello
modulo all'entrata del mio amp!tficatore di po- prescritto. Il potenziometro R'2 consente di con-
tenza, è possibile realizzare un'ottima sirena elet- trollar,• finrmente il valore della frequenza di o-
tronica. E' vero ciò? In caso affermativo, mi po- Jcillazione; con il potenziometro R8 invece .ri con.--
treste dire di quale modulo si tratta? trolla l'amplificazione, cioè il uolume del segnale
MOSCATELLI PAOLO in uscita. Il potenziometro R2 consrnte di otte-
Mantova nere un segnale sinusoidale tl. basso tasse di distor-
5ione. Entrambi questi potenziometri, una volta
Normalmente, quando si usa la parola « modu- individuato sperimentalmente il valore ottimale,
lo», si intende definir un particolare circuito de- dovranno essere sostituiti con resistenze fi.rse se lei
stinato ad un uso specifico. Nel suo caso occorre vuol servirsi del circuito per ottenere l'effetto si-
evidentemente applicare all'entrata dell'amplifi- rena. Tenga conto tuttavia che con questo circui-
catore di bassa frequenza un dispositivo in grado to lei potrà anche realizzare un oscillat.ore morse,
di produrre l'effetto sirena. Abbiamo sottomano oppure un generatore di segnali per la taratura di
un circuito, che pubblichiamo ben volentieri, con amplificatori. Per quanto riguarda l'alimentazio-
il quale si possono realizzare diversi dispositivi. ne, vogliamo ricordarle che questa rimane stabi-
Si tratta di un oscillatore resistivo-capacitivo, a lizzai.a al valore di 8,2 V dal diodo zener D.\.
sfasamento, facente uso di un solo transistor (TRl) Quindi, variando il valore della resistenza R9, si
rii tip NPN al silicio. Questo semiconduttore fun- potrà adattare l'alimentazione al valore più op-
ge da elemento amplificatore. La frequenza del- portuno.

LA RADIO DEL PRINCIPIANTE


DUE APPARATI IN UNO
RICEVITORE RADIO
+ AMPLIFICATORE BF

PER ONDE MEDIE


PER MICROFONO
PER PICK-UP

Con questa interessante scatola di montaggio


vogliamo, ancora una volta, spianare al lettore
principiante il terreno più adatto per muover-
IN SCATOLA DI ONTABGIO
si 'iniz,ia1n,e,nte, per mettere alla prova le pro-
~rrie .a.tti(udin i e con esse, godere il risultato
L. 9.500 (senza altoparlante)
di un lavoro piacevole e utile. L. 10.400 (con altoparlante)
ll ke permette la realizzazione di un ricevitore radio ad onde medie, con ascolto in altoparlante e,
contemporaneamente quelo -d} r,:m amp'.lìficatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita di 1 W
circa, da collegare con microfoni od unità fonografiche, piezoelettriche o magnetiche.

Tuti i ca mponenti necessari per la n alir ic e del ricevitore sono contenuti in una scatola di mon-
............... .. --~ - ............... •.Lt.... _.,..,.._.,.
• Los ·""%$1"ç}"
con vaglia o cc.p. intestato a
··@erg_ _ii@s visse iéiss -r riso»
PRATICA • 20125 MILANO - Va Zar»ti, 52.

250
5

°r
D1 C6
COMPONENTI
ii use

#
Hl

I4
Condensatori R4
R2
Cl 4.700 pF
C2 4.700 F
C3 4.700
47
pF
pF
e
C4
es 100 µF 25 VI (elettrolitico) R5 = 10.000 ohm
CG 10 µF 25 VI (elettrolitic.o) R6 = 1.000 ohm
C7 47.000 pF R7 = 220 ohn
R8 - 100 ohm (trimmer)
Resistenze R9 = 680 ohm
Rl = 1.800 ohm
Varie
R2 = 2.500 ohm (trirnmer)
R3 = 680 ohm TRI = BC208
R+ = 2.200 ohm DI = diodo zener BZX79 (C8V2)

GENERATORE MRODICO CON INTEGRATI DIGITALI

SCATOLA DI ONTAGGIO
L. 11.500 senza altoparlante
L. 12.500 con altoparlante

Una breve melodia elettronica viene emessa da


un piccolo alt.oparlante quando si agisce su un
interruttore. Tramite un amplificatore BF, e pos-
sibile realizzare un richiamo acustico pubblicita-
rio, un segnale stimolante nelle competizioni spor-
tive. una tromba acustica per auto.

Tutti i componenti necessariper la del generatore melodico sono contenuti in una


realizzazione

scatola montaggiovenduta dalla nostra Organizzazione in versioni: a sen-


12.500 con altoparlante. Le richieste
di due diverse L. 11.500

ra altoparlante e a L. essere
devono fatte anticipa-
inviando

tmente I'importo » menao vaglia o cc.p. 3/26482 intestate a ELETTRONICA PRATICA - 20125 "
LANO - Via Zurenti, 52

251
Occorre l'acetone basta una goccia di acetone e la vernice si scio-
glie; il rame appare lucidissimo e pronto per sal-
Mi è recentemente pervenuto il kit del ricevitore dature immediate. Il saldatore non necessita di
CB da voi inviatomi e da me a suo tempo richie- alcuna particolarità oltre quella di possedere una
sto. Ho controllato tutto il contenuto e la corri- punta pulita e sottile .
spondenza fra i componenti elettronici inseriti

•••
nella scatola di montaggio e quelli da voi elen-
cati sulla rivista. Debbo dire di non aver indi-
viduato alcuna imperfezione. Una osservazione
devo invece lare a proposito della basetta del cir-
cuito stampato, perché mi sembra che il rame non Regolatore di luminosità
sia di prima qualità, creando difficoltà nell'ese- Un mio amico, conoscendo la ria grande passio-
cuzione delle saldature a stagno. Come si spiega ne per l'elettronica, roi ha proposto di realizzar e
questo fatto? Occorre forse servirsi di un salda- per la vetrina di un suo negozio un sistema di
tore speciale? illuminazione con comando manuale ed automa-
FRANCESCO ADONI tico. li pilotaggio dcll'illuminazione dovrebbe es-
Taranto sere inoltre progressivo, con la poss.ibilità di inter-
Evidentemente lei non ha tenuto conto che sui venire sulla regolazione tutte le volte che lo si de-
circuiti stampati, allo scopo di evitare ossidazio- sidera. Potreste pubblicare un progetto semplice
ni dello strato di rame, viene depositato uno stra- ed economico di un tale dispositivo?
to di vernice trasparente. Il deposito è necessario MAURO BELLONCI
per poter fornire sempre un prodotto perfetto: Torino

AMPLUFICATORE TUTTOFARE AS21


IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
A L. 7.50ù

II Kit permette di realizzare un Caratteristf,che ,eleUriohe del modulo


modul'o e-lettronico utilissimo•, da
Tensione tipica di lavoro; 9 V
adattarsi alle seguenti funzioni:
Amplificatore BF - Sirena elet- Consumo di corrente: 80 -è.- 100 mA
tronica - Allarme elettronico - O- Poteza d'uscita: 0,3 W indistorti
scillatore BF (emissione in codi-
ce morse) • Impedenza d'uscita: 8 ohm

Tutti i componen ti necessari per la realizzazione di questo apparato sono contenuti in una scatola di
montaggio venduta dalla nostra Organ izzazione al prezzo di L 7.500. Le richieste debbono essere
fatte inviando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o cc.o. n. 3/26482 intestato a: Elettronica
Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti , 52.

252
OIAC TRfAC a

t;
1 i

«e {__''-
I

COMPONENTI R3 250.000 ohm (potenz. a variaz. !in.)

Condensatori Varie
Cl = 220.000 pF TR!AC = vedi testo
c2 - 220.000 pF DIAC = V 413
C3 = 100.000 pF FUS. = fusibile da 6 A o 10 A
Resistenze FR fotoresistenza
RI 100 ohm SI interrutt.
R2 18.000 ohm S2 doppio deviatore

llllENTAJORE PROFESSI ONALE facilissima costruzione, è in grado di erogare,


in modo continuo, e tensioni comprese fra i 4e i 15 V, con una corrente di lavo,o di 2,5 A. La sua
moderna protezione elettronica permette di tollerare ogni errore d'impiego dell'apparato, perché la mas-
sima corrente di uscita viene limitata automaticamente, proteggendo l'alimentatore da eventuali cor-
tocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'Ingresso: 220 \'c..:a ± 12%
Tensione d'uscita: regolabile fra 4 e 18 V nominali
Corrente massima: 2,5 A a 15 V con stabilizzazione
< 1%%
Residuo d'alternata: inferiore a 1 mV per volt a pieno
carico
Stabilizzazione: migliore dell' 1%
Corrente permanente di cortocircuito: inferiore a
400 mA
Limitazione automatica della massima corrente d'u-
scita in due portate: a 15 V limitazione 2,5 A (o 0,5 A)
a 4 V limitazione 1,6 A (o 0,4 A)
(Le due portate sono necessarie per mantenere la
dissipazione del transistor entro i suol limltl di si-
di curezza)

• 1.±:7.4.7±77e°
Protezione contro I cortocircuiti.

La scatola di montaggio e corredata del fascicolo n. 1 • 1g76 della rivista, in cui è presentato l'arti-
colo relativo alla descrizione e al montaggio dell'alimentatore stabilizzato profe ssionale. Le richieste
debbono essere fatte inviando tici; tam nte l'importo di L. 28.500a merro vaglia o c.c.p, 3/26462
■ indirtrando a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

253
Le proponiamo un progetto assai semplice, di si- commutare i due diversi sistemi di funzionamento
curo funzionamento ed anche molto economico : del circuito: quello automatico (posizioni 2-4) e
qurllo qui presentato. Il circuito utilizza un quello manuale (posi.ioni 1-3) .
T/11 AC quale elemento di regolazione della cor-
rente che attraversa il carico (lampade di illumi-
nazione), il quale risulta controllato ma,walmente
per mezzo del potenziometro R3 ed automatica-
mente tramite la fotoresistenza FR. Desiderando
variare a piacrre la unsibilità dell'inlerue11to au.- L'antenna TV
•••
lomatico, si potrà sostituire la resistenza fissa R2
Sono un lettore della vostra bella rivista e desi-
con un potenz.iamctro, di tipo a variazione linea-
dererei costruire un misuratore di campo per
re, del valore di 100.000 ohm. Il circuito, che le
l'orienlamcnto c!ell"antenna TV. Avrei quindi bi-
co,uigliamo di realizzare, è completato con un
sogno del vostro aiuto.
filtro anlidisturbo, composto dalla bobina LI, dai
SERGIO DA SILVA
condw.satori Cl-C2 e dalla resistenza RI. Questo
Ancona
filtro ar,lidislurbo è racchiuso nel disegno pubbli-
cato in un rettangolo con linee tratteggiate; ciò Ci è capitato più volle, nel passato, di presentare
sta a significare che il filtro antidist,ubo deue es- sulla rivista degli ottimi misuratori di campo. Po ...
sere realizzato in un contenitore metallico con tremmo quindi rinviarla a qualche nostro fasci-
funzioni di schermo elettromagnetico. Per quan- r.olo atrelrato, ma per orientare un'antenna TV
to riguarda la bobina. L l, questa dovrà essere rea- il misuratore di campo non serve) perché le sue
lizzata avvolgendo, in aria, 25 spire compatte di caratteri.rtirhe di ricezion,:_· souo omnidfreziona.li
filo di ram, smaltato del diametro di 1,2 mm. op- e non direttive. A lri potrebbe servire invece un
pure di 1,6 mm., a ,eco11da del/'inten.sità di cor- goniometro. Ma quale miglior goniometro esiste
rrente che la aitrauersa_; il diametro interno del- delle medesima anten11a ricevente? Infatti, la vi-
l'avvolgimento deve essere di 1.5 mm. Per quanto sualizzazione dei segnali nel ricevitore TV le per-
riguarda il TRIAC, le ricordiamo che quahiasi mette di identificare la miglior direzione di orien-
tipo potrà andar bene, purché in grado di sop- tamento ed eliminar, le doppie immagini ed altri
portar, la corrente del carico e la tensione di re- difetti, mentre tutto ciò il goniometro o un mi-
te. li doppio deviatore S2 a,ro/ur il compito di rnratorr di campo non potrrbbero farlo.

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol ·tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta., s) avvicinano a noi e ll'affasci-
nante mondo della radio.

Il.A SCAlOLA
DI MONTAGGIO
la realizzazione di questo semphc ricevitore rap- COSlA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capa:cità nella L. 3.900 (con altoparlante)
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione de • ll ricevitore del principiante • sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra org ii; rione in due diverse versioni: a L. 2.900 senra
·es«mnt • +L. 3.o con sto»rtsne. Lo +ili·te_@ebbene ·ere _ha@e_vende.
,.,.. a - ...... o c.c.p. n. 3/26482 intestato e: B.Erl1IONICA PRATICA 20125
"""?" !ts re-
- Y1■ Zu-
111111 a. ..

254
Tran sisto r no n sig lati dervi con quale transistor posso sostituire quello
.rotto.
Fin dal mese di gennaio sono abbonato alla. vo- VITTORIO CAROLA
stra rivista e sono soddisfatto della scelta da me Genova
fatta e della puntualità con cui mi arriva il pe- Il transistor da lei àtato non. esiste proprio. Con
riodico, Ora vi scrivo per esporvi un mio proble- tutta probabi/i'.tà la denominazione riparlata sul
ma. Sono in possesso di un amplificatore per contenitore è quella stampigliata dalla Ditta che
mangiadischi a cinque transistor, di cui non ho ha costruito l'amplifiwtore. Ciò derivo dal fal/.o
lo schema elettrico. In questo amplificatore si è che alcune ditte fanno uso di semiconduttori di
rotto un transistor, che è di tipo 10337. Sono an- seconda scelta, imperfetti, acquistati senza sigla,
dato da un noto rivenditore del luogo il quale cioè come scarti di produzione. Quindi, se il suo
mi ha detto che questo semiconduttore non ri- transistor è di tipo PNP, provi a sostituirlo con il
sulta elencato fra quelli prodotti dalle maggiori noto ACl28; ,e si tratta invece di un NPN. lo so-
Case costruttrici. Eccomi dunque a voi per chie- stituisca CO?! un CNl7IJ.

APPRONTIAMO INSIEME LA RIVISTA


Allo scopo di mantenere vivo lo scambio reciproco di idee. di ascoltare ogni suggerimento,
di sensibilizzare sempre di più il nostro pubblico al piacere dell'elettronica. al di là dei li-
velli normalmente proposti ed accettati da qualsiasi altra organizzazione. invitiamo tutti
1 Lettori ad esprimere democraticamente il loro pensiero critico, positivo o negativo. sul
contenuto della Rivista, rispondendo ai quesiti proposti nel seguente questionario.

QUESTIONARIO

Argomenti maggiormente desiderati

Argomenti meno desiderati

Giudizio complessivo

Osservazom varie

Rin ariamo
gr anticipatimi te quanti vorranno ade- Compilate il questionario soltanto dopo attenta ri-
rire a tale forma di collaborazio ne, perché, cosi flessione, scrivendo possibilmente in stampatello.
facendo, ci aiuteranno ad approntare meglio e as- Rinchiudetelo in una busta, regolarmente affran-
sieme a loro ciascun fascicolo di Elettronica Pra- cala, lndlriaan clo : ELETTRONICA PRATICA -
tica VI■ Zuretti 52 • 20125 MILANO .

255
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gamma deglf '80-110 MHz. La portata, con an••
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di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
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culto consente un'autonomia di 200 ore cfrca. Lai
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabllle per le due diverse condizioni d'uao del•·
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microfono, oppure suoni for1i in prossimità del
microfono. Alimenta.zione con pilai a 9 V.
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CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE
Frequenza 250 Kc Dimensioni
L. 9.800 12 x 160 mm
mA v
0hm= x1/0+10k x100t0+1M xlkt0+10M
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Ballistic pf 0hm + 1/0:20lf/0hm lk/0+20yF
Uscita 5 V eff.
Tensione massima
applicabile al puntale 500 V
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15 V eff. Corrente della batterla 50 mA OU!JI.UI _0,5 5 50 250 1000
INVOLONTARIO
SCONFINAMENTO
La nostra opera di aggiornamento e divulgazione dell'elettro-
nica dilettantistica deve talvolta sconfinare in quei settori
delle radiocomunicazioni nei quali vi è, giustamente, il più
assoluto divieto di accesso.
Quello delle trasmissioni nelle onde medie, ad esempio, è il
più emblematico fra questi. Perché riservato esclusivamente
alle emittenti commerciali pubbliche e perché in esso neppu-
re i radioamatori possono introdurre le loro voci.
Eppure, per assimilare almeno i concetti più elementari che
sono alla base de] processo di propagazione delle onde elet-
tromagnetiche nello spazio, il dilettante elettronico è costret-
to ad effettuare qualche esperimento di modulazione e irra-
diamento di segnali con apparecchiature di sua costruzione,
rudimentali ed economiche, che possono dar luogo, per brevi
istanti, ma negli orari in cui [a collettività è meno interessata
all'utenza, a qualche piccolo, accettabile inconveniente.
Diversamente non si può fare. Anche perché diverrebbe incon-
cepibile una limitazione dell'ardore, della volontà costrut-
tiva, della passione per lo studio di un allievo, ai soli eser-
cizi teorici.
Il trasmettitore ad onde medie, presentato in questo fascico-
lo, dunque, acquisisce soltanto un carattere sperimentale per
tutti. E non quello, assolutamente vietato, di facile e moder-
no mezzo di comunicazione.
Ciò significa che l'apparecchio dovrà essere abitualmente usa-
to per collegamenti di breve durata, in luoghi aperti, isolati
e lontani dagli abitati o, comunque, dalle apparecchiature
radio commerciali.
Solo così saremo certi che la democratica applicazione delle
leggi che regolano il traffico delle teleradiocomunicazioni, at-
tualmente vigenti nel nostro Paese, non potrà non tener con-
to di tali esigenze didattiche, soprattutto quando la discre-
zione scolastica dell'allievo ed il suo senso di responsabilità
appariranno tali da non lasciare alcun dubbio sulla sua buona
fede e sul fine ultimo del suo operato.
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ELETTRONICA PRATICA
La sottoscrizione di un abbonamento è il modo migliore per
dimostrare tutta la propria simpatia per la rivista. Ed è anche
una prova di saggia amministrazione, perché cautela il letto-
re, almeno per un anno, da eventuali, possibili aumenti del
prezzo di copertina.

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proprio domicilio, una piacevole guida allo svolgimento del
vostro hobby preferito, un compendio elementare, alla por-
tata di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica, un autentico
ferro del mestiere per ogni laboratorio dilettantistico.

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a quella del conto corrente postale, per scegliere la forma di
abbonamento preferita ed il canone più conveniente.
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ANNO 6- N. 5- MAGGIO 1977


IN COPERTINA • Propone questo mese la realiz-
zazione di un trasmettitore sperimentale per onde
medie, in grado di introdurre il lettore principian-
te nel meraviglioso mondo dei collegamenti, via
radio, attraverso lo spazio. La ridotta potenza del
dispositivo è stata condizionata dall'assoluto di-
vieto di « lavorare » su una gamma riservata e-
sclusivamente alle emittenti commerciali.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
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vati a termini di Legge per VENDITE ACQUISTI PERMUTE 298
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Per onde medie
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e portata di
10 m. - 50 m. - 2 Km.

Quando si decide di entrare a far parte della trare in possesso di un trasmettitore di notevole
grande schiera degli operatori amatoriali, ci si portata, con il quale poter esercitarsi praticamen-
trova di fronte al primo problema tecnico, che è te durante le ore di studio e comunicare con amici
quello della scelta del trasmettitore. e parenti, anche residenti in località lontane, nel
La soluzione più semplice, indubbiamente, è sem- tempo libero. Evidentemente tali esigenze sono
pre quella di acquistare un apparato di tipo com- contrastanti fra loro o, quanto meno, errate e de-
merciale. Ma una tale scelta viene rifiutata dai stinate ad essere relegate nel mondo dei sogni, sia
principianti, perché essi vogliono servirsi di un per la mancanza di preparazione tecnica, sia per
dispositivo che deve essere il frutto della loro l'assoluta inesperienza del principiante.
intelligenza e della loro attitudine all'elettronica. I nostri lettori più giovani e, soprattutto, quelli
Ma la costruzione di un trasmettitore, prima di maggiormente affascinati dall'elettronica, dimen-
essere intrapresa, crea nel dilettante una serie di ticano ben volentieri, e talvolta non sanno, che
indecisioni sull'orientamento da prendere, anche le trasmissioni radio, entro le bande di frequenze
quando si tratta di realizzare un progetto abba- stabilite, sono consentite soltanto a coloro che di-
stanza semplice ed economico. spongono della necessaria licenza di radioamato-
Nella maggior parte dei casi, quando scatta la re, per il cui conseguimento occorre una adeguata
molla della passione per i collegamenti radio via- preparazione teorico-pratica e il superamento di
aria, si vorrebbe tutto e subito; si vorrebbe en- un esame. Eppure anche i principianti, per avvi-

La portata limitata di questo semplice trasmettitore permetterà


a tutti i principianti di muovere i primi passi nel mondo delle ra-
diotrasmissioni, acquisendo in pari tempo le principali e fon-
damentali nozioni teoriche relative al funzionamento di una tra-
smittente radio.

260
TRASMETTITORE
SPERIMENTALE
CARATTERISTICHE---------

Frequenza di trasmiss. 0,8:2 MHz circa


Tipo di modulazione in ampiezza (AM)
Potenza d'uscita 300 mW
Portata 10 metri - 50 metri - 2 Km.
Tensione max. di alim. 13,5 Vcc
Corrente assorbita 80 mA
Ingresso modulatore 500 +-2.000 ohm

cinarsi al mondo delle trasmissioni radio, debbo- ché per la gamma delle onde medie è possibile uti-
no fare qualche esperienza, contravvenendo in lizzare un qualsiasi ricevitore radio di tipo com-
una certa misura alle vigenti disposizioni di legge. merciale, senza imporre al principiante l'acqui-
Il consiglio che noi possiamo dare a questa parti- sto o la costruzione di speciali apparati riceventi.
colare categoria di lettori è quello di iniziare lo E a questo motivo di carattere essenzialmente
studio con la costruzione di un semplicissimo tra- pratico se ne aggiunge un altro: quello della
smettitore, funzionante sulla gamma delle onde maggior semplicità di funzionamento di un tra-
medie, anche se su questa gamma d'onda, che è smettitore a frequenza non molto elevata.
una gamma d'onda commerciale, non sono as-
solutamente permesse le trasmissioni private.
Il trasmettitore presentato e descritto in questo LA MODULAZIONE D'AMPIEZZA
articolo, dunque, assume soltanto un carattere
sperimentale per tutti. E ciò significa che lappa- Il primo concetto che un aspirante radioamatore
recchio dovrà essere abitualmente usato per col- deve assimilare è quello del processo di propa-
legamenti di breve durata, in luoghi aperti, iso- gazione delle onde elettromagnetiche nello spazio.
lati e lontani dagli abitati o, comunque, dagli ap- Se si inviassero nell'etere direttamente i segnali a
parecchi radio commerciali. frequenza acustica, tramite un normale amplif-
catore di bassa frequenza, questi, pur disponen-
do di una potenza anche elevata, non farebbero
LA SCELTA DELLE ONDE MEDIE molta strada. Disponendo invece di una sorgente
di onde elettromagnetiche, di frequenza elevatis-
La scelta del sistema di trasmissioni radio in mo- sima, si possono raggiungere distanze enormi an-
dulazione d'ampiezza e sulla gamma delle onde che con potenze estremamente basse. Un esem-
medie, non è assolutamente casuale. Proprio per- pio in tal senso ci è dato dal Laser che, emetten-

261
ASSENZA DI
MODULAZ IONE
IM
MODULAZIONE
AL 509%

Fig. 1-I quattro diagrammi riportati in que-


MODULAZIONE sto disegno interpretano analiticamente i
AL 100 % vari tipi di segnali che possono essere
presenti in un apparato trasmittente. Quello
In alto interpreta Il segnale di alta frequen-
za normalmente generato da uno stadio f-
nale in assenza di modulazione. Gli altri

s. il,hÀ ll. tre diagrammi si riferiscono alle tre diverse


e possibili condizioni di modulazione del-
o pTNN l'onda portante.

do onde elettromagnetiche a frequenza ottica, in alto di figura 1 rappresenta la « portante »,


riesce a stabilire collegamenti terra-luna con po- cioè il segnale di alta frequenza privo del segnale
tenze relativamente basse. rappresentativo della voce o del suono. Gli altri
Questi brevi cenni sulla teoria della trasmissione tre diagrammi rappresentano altrettante condi-
permettono già di chiarire un fondamentale con- zioni di modulazione in ampiezza dell'onda por-
cetto: quanto più alta è la frequenza, a valore tante.
pari di potenza di trasmissione, tanto maggiore Si noti che la frequenza dell'onda modulata rima-
può essere la distanza percorribile dall'onda elet- ne sempre la stessa in tutti e tre i diagrammi ri-
tromagnetica. Ecco spiegato il motivo per cui, portati immediatamente sotto quello rappresen-
nel sistema delle trasmissioni radio, si ricorre alla tativo della « portante ».
cosiddetta « alta frequenza», che permette di ot- Il vantaggio derivante dal sistema di trasmissi o-
tenere portate abbastanza elevate. ni a modulazione d'ampiezza, adottato nella gam-
Esistono ovviamente altri elementi connessi con ma delle onde medie, risiede soprattutto nella
il sistema di propagazione delle onde elettroma- semplicità del ricevitore destinato all'ascolto dei
gnetiche e ciò significa che le cose non sono così segnali inviati nello spazio dal tnsmc ttitore. Il
semplici come potrebbero sembrare. Inoltre sus- ricevitore radio, infatti, è chiamato a svolgere
sistono spesso difficoltà realizzative che sconsiglia- poche funzioni radioelettriche : quella di ampli-
no, soprattutto ai principianti, l'uso di frequenze ficazione del segnal e di alta frequenza, rivelazi o-
troppo elevate. E' chiaro tuttavia che inviando ne e amplificazione di bassa frequenza. Questo
nello spazio soltanto un'onda ad alta frequenza, forse è il principale motivo per cui le trasmiss io-
quella denominata « onda portante», si potran- ni radio in mod ulazio ne d'ampiezza sono sempre
no effettuare trasmissi oni in telegrafi a e non in state le preferite dai radioama tori
fonia. Per poter trasmettere la parola si deve so- Attualmente la possibilità di rperire sul mercato
vrapporre alla « portante > un'onda di bassa fre- apparati radioriceven ti, gii ostruiti con tecni-
quenza, quella della voce, realizzando così il pro- che raffi.nate ed in grado di riorvre altri sistemi
cesso che viene denomina to « modulazi one ». di trasmissio ni rado, tra i qali ISSB o la mo-
In figura 1 sono rapprese ntati i diagrammi ca- dulazione di frequenza a hala stretta, ha rele-
ratteristici del processo di radio trasmissio ni in gato la modulazione di i• ad 1111 ruolo di
modulazione d'ampiezza. TI diagramma riportato secondo piano, destinaao prati tao a chi inizia

262
la pratica delle trasmissioni radio con modesti tore libero controllabile per mezzo del trimmer ca-
mezzi finanziari. pacitivo C8 (compensatore).
La frequenza di risonanza del circuito oscillan-
te, composto dalla bobina L 1, dal condensatore
CIRCUITO DEL TRASMETTITORE C7 e dal compensatore C8, dipende dalle carat-
teristiche elettriche di questi tre elementi.
Dopo queste doverose premesse di natura teorica La modulazione dell'onda portante si ottiene in-
sui vari sistemi di radiotrasmissioni e, in partico- viando, attraverso la resistenza R6, il segnale di
lare, sul concetto di modulazione di ampiezza, bassa frequenza sulla base del transistor oscilla-
prendiamo in esame il progetto del trasmettitore tore TR3. Con questo sistema il transistor è co-
il cui circuito teorico è riportato in figura 2. stretto a variare le proprie condizioni di lavoro,
Diciamo subito che il circuito di figura 2 è com- facendo variare conseguentemente l'ampiezza del
posto da due blocchi fondamentali: il modulatore segnale di alta frequenza generato, cioè modulan-
e il generatore della portante. do in ampiezza il segnale AF. Sul collettore del
transistor TR3 è presente il segnale modulato in
ampiezza che, attraverso il condensatore di ac-
coppiamento C12, viene applicato e irradiato
CIRCUITO DEL MODULATORE dall'antenna.

Il circuito del modulatore, quello riportato sul-


l'estrema sinistra del progetto di figura 2, altro
non è che un amplificatore di bassa frequenza.
COSTRUZIONE DELLA BOBINA
Questa parte del circuito del trasmettitore uti-
Tutti i componenti necessari per costruire il tra-
lizza i due transistor NPN al silicio TRl e TR2.
smettitore sperimentale per onde medie sono di
Il modulatore è concepito in modo tale da rice- facile reperibilità commerciale. Fa eccezione la
vere in entrata (INGR. BF.) i segnali di bassa sola bobina di alta frequenza Ll, che dovrà es-
frequenza provenienti da un microfono, di tipo sere costruita direttamente dal lettore.
dinamico, dotato di una impedenza di valore com-
La realizzazione pratica della bobina di alta fre-
preso tra i 500 e i 2.000 ohm. Il modulatore am-
quenza Ll non richiede un impegno eccessivo,
plifica questi segnali per mezzo di un circuito dato che il componente non è da ritenersi parti-
controreazionato, che assicura una buona stabi- colarmente critico, soprattutto perché la frequen-
lità ed una bassa impedenza d'uscita. za con cui esso è destinato a lavorare non risulta
Il circuito del modulatore, oltre che amplificare eccessivamente elevata; si aggira al massimo in-
i segnali di bassa frequenza provenienti dal mi- torno ai 2 MHz.
crofono dinamico, funge da circuito limitatore di In ogni caso la bobina Ll si ottiene avvolgendo
banda passante, in modo che la portante venga 75 spire compatte di filo di rame smaltato del dia-
modulata soltanto da segnali utili, senza sprechi metro di 0,3 mm. su un supporto di materiale i-
di potenza per la trasmissione di frequenze troppo solante ( cartone, bachelite, plastica, ecc.) del dia-
basse o troppo elevate, che non contribuiscono in metro esterno di 11 mm. L'avvolgimento, così
alcun modo alla intellegibilità della parola. In come è dato a vedere in figura 6, dovrà essere
pratica il limitatore di banda passante si com- dotato di una presa intermedia, ricavata alla
porta come un filtro passa-banda, che i nostri quindicesima spira; per chiarire ancor meglio
lettori conoscono assai bene per essere stato più questo concetto ricorderemo che le 75 spire com-
volte presentato ed analizzato nel corso di altri plessive dell'avvolgimento risulteranno così di-
progetti. stribuite: 15 spire fra i terminali 1-2 e 60 spire
fra i terminali 2-3. II supporto della bobina L1
rimarrà completamente sprovvisto di nucleo.
IL GENERATORE AF

La sezione generatrice del segnale di alta fre- COSTRUZIONE DEL TRASMETTITORE


quenza, cioè del segnale portante il cui diagram-
ma è rappresentato in alto di figura 1, è disegnata La realizzazione pratica del trasmettitore può i-
sulla parte destra del progetto di figura 2. Essa è niziare dopo aver acquistato tutti i componenti
pilotata dal transistor TR3 che, come i due pre- e dopo essersi autocostruita la bobina Ll.
cedenti transistor, è di tipo NPN al silicio. Per essere certi del funzionamento immediato del
Il transistor TR3 funziona da elemento oscilla- progetto e per ottenere una composizione razio-

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TE RRA

Fig. 3 - Per evitare errori di cablaggio e per raggiungere una razionale distribuzione dei com-
ponenti elettronici sul circuito, consigliamo di servirsi di una basetta di bachelite, di forma ret-
tangolare, sulla cui faccia posteriore sia stato riportato il circuito stampato. Le crocette ( +)
riportate in corrispondenza dei tre condensatori elettrolitici C1-C2-C5, indicano la posizione
dell'elettrodo positivo di questi componenti polarizzati. La bobina LI è applicata alla basetta
di bachelite per mezzo di un adesivo isolante. L'incollaggio di questo componente è più che
sufficiente per ottenerne l'irrigidimento, data la sua assoluta Leggerezza (assenza di nucleo).

< Condensatori
COMPONENTI
R2 = 470.000 ohm
C1 = 5 F - 6 VI (elettrolitico) R3 = 1.000 ohm
c2 = 50 F - 12 VI (elettrolitico) R4 = 68 ohm
c3 = 330 pF R5 = 220 ohm
CA = 330 pF R6 = 3.300 ohm
C5 = 100 uF - 16 VI (elettrolitico)
R7 = 100 ohm
C6 = 100.000 pF
47 pF R8 = 470 ohm
C7 =
C8 = 6/80 pF (compensatore)
C9 = 220 pF Varie
C10 = 100.000 pF TR1 = BC209
C11 = 4.700 pF TR2 = BC207
C12 = 1.000 pF TR3 = 2N1711
Resistenze L1 = vedi testo
R1 = 10.000 ohm (trimmer) Alimentaz. = 13,5 Vcc

265
7
Fig. 4 - Disegno del
circuito stampato, in
grandezza naturale, che
il lettore dovrà realiz-
zare praticamente an-
che servendosi del no-
stro «kit per circuiti
stampati » pubblicizzato

J in 3 di copertina del
presente fascicolo.

nale, consigliamo di montare ogni cosa su circui- cuito stampato con un po' di collante, cioè con
to stampato, che il lettore potrà comporre ser- uno dei tanti adesivi attualmente in commercio.
vendosi del disegno di figura 4. I conduttori, che si dipartono dalla basetta del
Con il circuito stampato si può essere certi di non circuito stampato per raggiungere l'alimentatore,
commettere errori, agevolando enormemente il il microfono, l'antenna e il circuito di terra, po-
lavoro costruttivo. tranno essere ottenuti con spezzoni di filo flessi-
bile. Soltanto per il microfono conviene servirsi
La realizzazione pratica del trasmettitore deve
di cavetto schermato.
essere effettuata tenendo sott'occhio il disegno re-
lativo al piano riportato in figura 3.
Per quanto riguarda il riconoscimento dei termi-
nali dei tre transistor TR1-TR2TR3, riportia-
mo, in figura 5, lo schema in sezione di questi
componenti.
Sulla sinistra del disegno di figura 5 si riconosce
l'esatta distribuzione dei terminali di collettore-
emittore-base del transistor TR3; la distribuzione
di questi stessi elettrodi sui due transistor TR1- 2N1711 BC209
TR2 è riportata sulla destra di figura 5. Per il
E
BC207
transistor TR3 (2N1711 occorre far riferimento
alla piccola tacca metallica presente sul corpo a B C
,-';\
del componente; questa tacca si trova in corri-
spondenza dell'elettrodo di emittore. Per i transi- </e
e E:/
stor TR1-TR2 (BC209-BC207), invece, occorre
far riferimento alla piccola smussatura riportata
sul corpo del transistor, in corrispondenza della
quale si trova l'elettrodo di emittore. Per tutti Fig. 5 - Allo scopo di non indurre il lettore a commette-
re errori di montaggio dei tre transistor, che concorro-
gli altri componenti non dovrebbero sussistere no alla formazione del circuito del trasmettitore per on-
problemi di montaggio, tenendo conto che i con- de medie, riportiamo gli schemi relativi alla distribuzio-
densatori C1-C2-C5 sono degli elettrolitici, cioè ne dei tre elettrodi di emittore-base-collettore del tran-
dei componenti polarizzati, che debbono essere sistor TR3 (a sinistra) e dei transistor TR1-TR2 (a de-
stra). Nel primo caso occorre far riferimento alla pic-
inseriti sulla basetta del circuito stampato nella cola tacca metallica ricavata nel corpo del componen-
loro precisa posizione (sullo schema pratico di f- te in corrispondenza dell'elettrodo di emittore; nel se-
gura 3 sono riportati i segni + in corrispondenza condo caso si fa riferimento allo smussamento sul cor-
dei terminali positivi dei tre condensatori elet- po del componente in corrispondenza dello stesso e-
lettrodo (emittore).
trolitici).
La bobina Ll verrà fissata sulla basetta del cir-

266
CONTROLLO E INSTALLAZIONE a concludere che· la potenza in uscita del tra-
smettitore, riferita al solo segnale di alta frequenza,
Sullo schema elettrico di figura 2, in corrispon- non modulato, cioè alla portante pura, risulta di
denza dei punti principali del circuito, sono ri- 300 mW circa, dato che l'impedenza d'uscita del
portati i valori approssimativi delle tensioni pre- trasmettitore, rappresentata dalla resistenza R8,
senti proprio in quei punti. è di 470 ohm.
Questi valori dovranno essere controllati a mon- Applicando la ben nota formula della potenza in
taggio ultimato sul circuito del trasmettitore. Ov- rapporto alla tensione e al valore dell'impedenza,
viamente occorrerà prima alimentare il circuito si ottiene:
con la tensione di 13,5 Vcc proveniente da una
pila o da un alimentatore in corrente continua. P = V:R 122:470 0,306 W
I valori misurati sul circuito reale debbono cor-
rispondere, per eccesso o per difetto, a quelli ri- Questo valore di potenza è ovviamente quello
portati sul disegno di figura 2. Non è importante misurato nel modo ora interpretato quando la
che i valori coincidano perfettamente, mentre è tensione di alimentazione- è di 13,5 V.

Fig. 6 - La bobina L1, che compone il circuito oscillan-


T te del trasmettitore, è composta di 75 spire compatte
d di filo di rame smaltato del diametro di 0,3 mm. L'av-
volgimento è realizzato su un cilindretto di materiale i-
4 solante del diametro esterno di 11 mm. (d =
11 mm.).
Le 75 spire complessive sono così distribuite: 15 spire
fra i terminali 1-2 e 60 spire fra i terminali 2-3, Il termi-
nale 2 rappresenta ovviamente la presa intermedia della
bobina.

necessano che sussista tra essi una certa appros- COLLEGAMENTO CON IL MICROFONO
smmaz1one.
Dopo questo controllo preliminare, il lettore do- Le ultime operazioni di messa a punto e controllo
vrà accertarsi che il trasmettitore eroghi effetti- del trasmettitore si ottengono dopo aver colle-
vamente un segnale di alta frequenza. Per tale gato con l'entrata del circuito il microfono dina-
accertamento occorrerà realizzare il circuito di mico o un giradischi.
controllo riportato in figura 7. In pratica si tratta
Per queste ultime -prove si interverrà sul trimmer
di collegare al trasmettitore una sonda di alta
potenziometrico Rl, che rappresenta il controllo
frequenza, composta dal diodo al germanio GE
e dal condensatore da 5.000 pF, misurando la manuale di modulazione. Si dovrà manovrare
tensione sui terminali del condensatore per mezzo quindi su Rl in modo da aumentare l'entità del
di un comune tester commutato sulla portata volt- segnale misurato in uscita, fino a raggiungere
metrìca di 30 Vcc fondo-scala. Il collegamento il limite massimo corrispondente alla saturazione.
della sonda verrà fatto, così come indicato nel di- A questo punto converrà ritornare leggermente
segno di figura 7, fra la presa d'antenna del tra- indietro, ovviamente facendo ruotare in senso
smettitore e quella di terra e il valore della ten- contrario la vite di comando del trimmer poten-
sione misurata dovrà essere di 12 Vcc. ziometrico Rl, allo scopo di evitare fenomeni
L'operazione di controllo ora descritta ci induce di sovrammodulazione, cioè allo scopo di evitare

267
Fig. 7 - Per accertarsi che il trasmettitore 12V
eroghi effettivamente il segnale di alta fre-
quenza, occorrerà realizzare il circuito qui
riportato. In pratica si tratta di collegare
sulle boccole di antenna e di terra un dio-
do al germanio e un condensatore da 5.000
pF, misurando il valore della tensione che
deve risultare di 12 Vcc.

TRASMETT.
rs 27
o on
TERRA
Q

ALIMENTATORE PROFESSIONALE Di facilissima costruzione, è in grado di erogare,


In modo continuo, le tensioni comprese fra i 4 e 1 15 V, con una corrente di lavoro di 2,5 A. La sua
moderna protezione elettronica permette di tollerare ogni errore d'Impiego dell'apparato, perché la mas-
sima corrente di uscita viene limitata automaticamente, proteggendo l'alimentatore da eventuali cor-
tocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'ingresso: 220 Vca ± 12%
Tensione d'uscita: regolabile fra 4 e 18 V nominali
Corrente massima: 2,5 A a 15 V con stabilizzazione
< 1%
Residuo d'alternata: Inferiore a 1 mV per volt a pieno
carico
Stabilizzazione: migliore dell'1%/
Corrente permanente di cortocircuito: Inferiore a
400 mA
Limitazione automatica della massima corrente d'u-
scita in due portate: a 15 V limitazione 2,5 A (o 0,5 A)
a 4 V limitazione 1,6 A (0 0,4 A)
(Le due portate sono necessarie per mantenere la
dissipazione del transistor entro I suol limiti di si-
In scatola di montaggio curezza)
Coefficiente di temperatura d'uscita con temperatu-
L. 28.500 re comprese fra 0°C e 70°C: inferiore a 0,01% °C
Protezione contro I cortocircuiti.

268
la form azione di un diagramm a analogo a quello sizione assai elevata, si potranno raggiungere, in
disegnato in basso di figura 1. condizioni ideali di tras missione, anche i 2 Km.
Coloro che dispongono dell'oscillosco pio, potran - Ma poiché il trasmettitore sulla gamma delle
no evidenziare molto bene il processo di modula- onde medie è un apparato assolutamente proibito,
zione del segnale, collegandosi con la sonda del- noi consigliamo i lettori di non esagerare con la
l'oscilloscopio fra antenna e terra. qualità dell'antenna, attribuendo ogni preferenza

Flg. 8 - Abbiamo più vol-


te ripetuto, nel corso di
questo articolo, che l'uso
del trasmettitore per on-
de medie è severamente
proibito. Noi consigliamo
quindl di servirsi, in fun-
zione di antenna, di un
semplice spezzone di filo.
Tuttavia, coloro che abita-
no in zone completamente
Isolate e lontane dagli a-
bitati, potranno Installare
un'antenna esterna e molto
alta, con la quale si po-
tranno raggiungere le
maggiori distanze (1 +2
Km.). Con l'uso dell'an-
tenna esterna è consl-
gliabile Inserire, fra le boc-
cole di antenna e di terra,
una impedenza di alta fre-
quenza del valore di 10
mH. Con questo accorgi-
mento si evita la forma-
zione di cariche statiche
assai pericolose per l'In-
tegrità del transistor TR3,

IMPORTANZA DELL'ANTENNA al più comune spezzone di filo conduttore.


Ad ogni modo, volendo servirsi di un'antenna
Il tipo di antenna collegata al trasmettitore assu- esterna, consigliamo di collegare, così come in-
me importanza primaria ai fini della portata del dicato in figura 8, una impedenza di alta fre-
dispositivo. quenza, del valore di 10 mH, fra boccola di an-
Servendosi di un semplice spezzone di flo con- tenna e boccola di terra. Con questo sistema si
duttore, la portata non potrà in alcun modo su- evita sicuramente la formazione di cariche sta-
perare le poche decine di metri, mentre con una tiche in grado di rovinare il transistor TR3, cioè
antenna di notevoli dimensioni, installata in po- il transistor finale del trasmettitore.

269
Il radiotelefono in auto costituisce, soprattutto
per chi deve viaggiare molto spesso, un conforto
al quale difficilmente si può rinunciare. Perché il
ricetrasmettitore rappresenta oggi il mezzo più
rapido e più personale per comunicare, senza fi-
li, con persone e luoghi vicini o lontani.
Anche l'autoradio e il mangianastri sono dei di-
spositivi molto confortevoli per l'automobilista,
perché essi assumono le funzioni del buon compa-
gno di viaggio, tenendo desto il conducente ed
alleviando le fatiche del viaggio.
Gli apparati elettronici in auto, dunque, non so-
no dispositivi superflui, ma accessori spesso indi--
spensabili nella vita degli utenti della strada per
la loro e l'altrui sicurezza.

LE
Ma l'installazione sull'autovettura di un ricetra-
smettitore o, più semplicemente, di un'autoradio,
non può essere realizzata senza aver prima com-
pletamente risolto tutti i problemi di filtraggio
dell'alimentatore e quelli di schermatura antidi-
sturbo. Perché se non si osservano talune regole
precise di montaggio degli apparati, il beneficio

PAGINE
apportato dalla musica o dalla parola in auto può
mutare in un fastidio insopportabile per chi gui-
da, sottoponendo l'operatore a continui e perico-
losi interventi sugli elementi di comando dei di-
spositivi elettronici.

DEL ce LE BRUTTE SORPRESE

Quando per la prima volta si monta un ricetra-


smettitore, un'autoradio o un mangianastri sul-
l'autovettura, si hanno spesso delle sgradevoli
sorprese. Può capitare infatti, pur avendo scher-
mato il sistema di accensione con gli appositi filtri
soppressori reperibili ormai dovunque, di accor-
gersi che i disturbi causati dal motore riescono
ad «entrare » ugualmente.
In colui che sta installando un dispositivo elet-
tronico nell'auto può sorgere spontaneo il dubbio
di non aver effettuato bene la schermatura del
circuito di accensione, oppure che qualcuno dei
componenti utilizzati non risulti perfettamente
efficiente. Ma se il dispositivo installato è un
semplice mangianastri, allora non sussistono dub-
bi: i disturbi provengono sicuramente dai cavi
di alimentazione. Perché il mangianastri, così
come il registratore, sono dispositivi che nulla
hanno a che fare con le onde radio e cioè con i
disturbi provenienti dallo spazio.

IL PERCHE' DEI DISTURBI

Quando si deve montare una apparecchiatura e-


lettronica sull'autovettura, ci si preoccupa sem-

270
ELIMINARE
I DISTURBI
IN AUTO
pre di effettuare una accurata schermatura della bina e, quindi, nel circuito di bassa tensione del-
sezione ad alta tensione. E ciò si ottiene inseren- l'auto.
do le opportune resistenze di smorzamento ed ag- Data la notevole ampiezza di tali picchi, lungo i
giungendo eventualmente, qua e là, qualche con- cavi di alimentazione, che dalla batteria giungo-
densatore, allo scopo di limitare la scintilla del no alla bobina, si manifestano delle cadute di
ruttore. E ci si preoccupa anche di eliminare i tensione anche intense, dovute sia alla resistenza
disturbi di commutazione della dinamo o dell'al- propria del filo, sia alla sua induttanza.
ternatore, mentre non si dà eccessiva importanza
agli eventuali disturbi provenienti dalle parti e-
lettriche minori come, ad esempio, il tergicri- COLLEGAMENTO CON LA BATTERIA
stallo e le luci direzionali.
Quasi sempre si dimentica invece che la gene- Ecco perché l'allacciamento dell'apparecchiatura
razione della scintilla non produce soltanto un elettronica con l'alimentatore deve essere effet-
campo elettromagnetico che deve essere opportu- tuata esclusivamente in parallelo alla batteria,
namente smorzato o schermato, ma che dà luogo che funge da ottimo filtro, e mai in prossimità
innanzitutto alla formazione di un notevole picco della bobina di accensione. Anche se è facile
di corrente nell'avvolgimento primario della bo- soggiacere alla tentazione di un collegamento di-

Quando il motore dell'autovettura è acceso e, soprattutto, du-


rante le accelerazioni e decelerazioni, la tensione disponibile
per alimentare eventuali apparecchiature elettroniche è soggetta
a notevoli e pericolose variazioni. Ebbene, per ovviare a tale
inconveniente, ed anche per eliminare i disturbi, ritenuti secon-
dari, generati dalle luci ad intermittenza, dagli interruttori, dai
motorini delle pompe e lettriche e da quelli del tergicristallo, vi
1

consigliamo di realizzare questo semplice ma efficace circuito


di stabilizzatore e ... mangiadisturbi.

271
retto con il terminale a + 12 V della bobina per ziali che consentono il corretto uso di una gene-
comodità di utilizzo. rica apparecchiatura elettronica sull'autovettura.
Sfortunatamente, anche se è vero che il terminale Tuttavia, se questa apparecchiatura è un ricetra-
positivo della bobina risulta collegato con il smettitore, sorge un secondo problema molto im-
morsetto positivo della batteria, è altrettanto vero portante: quello della stabilizzazione della ten-
che l'induttanza e la resistenza del filo di collega- sione di alimentazione.
mento sono tali da introdurre nei ricevitori radio, E' noto che la batteria è un generatore di ten-
nei trasmettitori e negli apparati audio in gene- sione continua composto normalmente da sei e-
re, disturbi di tale· entità da non essere facilmen- lementi, collegati in serie fra di loro e in grado di
te eliminabili, pur ricorrendo all'inserimento di erogare ciascuno la tensione di 2 Vcc nominali,
circuiti di filtro molto efficaci. Raccomandiamo in modo da raggiungere il valore complessivo no-

:-5-5.
ytN..sj
1s]

14
-j

o~------------------------T

quindi vivamente di seguire sempre la fonda- minale della batteria di 12 Vcc.


mentale precauzione di collegarsi direttamente, Questo valore di tensione, contrariamente a quan-
almeno con il terminale positivo (per le auto- to normalmente si crede, non è rigorosamente co-
vetture con morsetto negativo della batteria a stante, anche se la tensione generata è una ten-
massa), al morsetto positivo della batteria. sione continua. Il valore di 12 V varia a seconda
delle condizioni di carica della batteria.
Ma c'è di più. Se si considera che, durante la
NECESSITA' DELLA STABILIZZAZIONE marcia dell'autovettura,· il generatore elettrico
proprio dell'auto provvede a ricaricare in conti-
Abbiamo visto ora quali sono le condizioni essen- nuazione la batteria, è facile comprendere come

272
sui terminali di questa la tensione possa variare
fra i 12 V nominali e i 16 e più volt. Ciò si ve-
rifica in modo particolare durante le accelerazioni
del motore.
E se si tiene conto che, al valore della tensione
L'OSCILLATORE
della batteria si aggiunge quello dei disturbi elet-
trici e radioelettrici, sempre presenti, si può com-
prendere come la zona di sicurezza di funziona-
MORSE
mento dei componenti elettronici del ricetrasmet- Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
titore possa essere di molto superata, con conse- la pratica di trasmissione di segnali radio in
guenze disastrose per il ricetrasmettitore. codice Morse.

4
Fig. 1 - In questi due diagrammi vengono Interpretate
analiticamente le due possibili condizioni elettriche di
alimentazione di apparati elettronici nell'autovettura. Il
diagramma riportato in A riflette l'andamento della ten-
sione, accompagnata dai 'disturbi generati da accessori
ritenuti di secondaria importanza, in una comune auto-
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L 11.500
vettura nella quale sono pur state effettuate le normali
operazioni di schermatura necessarie per far funziona-
re l'autoradio. Il diagramma riportato in B interpreta
Invece l'andamento della tensione di alimentazione con
l'inserimento del nostro stabilizzatore.

Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici


n. 4 resistenze- n. 2 transistor- n. 2 trimmer
potenziometrici - n. 1 altoparlante- n. 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n, 1
pila a 9 V- n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

Questo fenomeno è stato da noi sommariamente


interpretato attraverso i due diagrammi riprodot-
ti in figura 1. In particolare, il diagramma A in- CARATTERISTICHE
terpreta il fenomeno delle variazioni della ten- Controllo di tono
sione continua della batteria non stabilizzata e
in presenza di disturbi. Il diagramma B interpre- Controllo di volume
ta invece l'andamento della tensione continua Ascolto in altoparlante
della batteria dopo il processo di stabilizzazione. Alimentazione a pila da 9 V
Tutti gli inconvenienti finora citati possono es-
sere convenientemente eliminati inserendo, fra
la batteria e il ricetrasmettitore, un circuito di
stabilizzazione che conservi, entro limiti ristretti,
le fluttuazioni della tensione di alimentazione.

CIRCUITO DELLO STABILIZZATORE

Analizziamo il progetto dello stabilizzatore ripor-


tato in figura 2.

273
0,7V

R1

G b TR1
-/
e
'=
BATT. USCITA
+
13-:-16 V
c::::J J. 12V S1A48.
Cl Il
+

1 -
01

lf
'
C=:J 4
rr 02

Flg. 2- La semplicità del progetto dello stabilizzatore di tensione per auto risulta palese nel
numero esiguo dei componenti che concorrono alla formazione del circuito. Il transistor TR1
è controllato, sulla base, dalla tensione erogata dal diodo zener D2, collegato in serie con il
diodo D1, che è polarizzato direttamente.

COMPONENTl-----
Condensatori Varie
Cc1 = 100.000 pF R1 = 10 ohm - 3 W (resistenza a filo)
C2 = 100 F - 25 VI (elettrolitico) TR1 = 2N3055
CJ = 100 F - 25 VI (elettrolitico) D1 = 1N4004
C4 100.000 pF D2 = 10 W (diodo zener con anodo a massa)

TR1

274
STA BIL. RX TX

>
u
.-
}
~
\
Al CIRCUITI
0 Fig. 4 - E' molto importante che la linea positiva di
0EL' AUTO alimentazione del dispositivo stabilizzatore di tensio-
ne venga collegata, tramite cavo elettrico, diretta-
mente con il morsetto positivo della batteria e non
con altri punti del circuito elettrico dell'autovettura
in cui può essere presente la tensione positiva a
12 Vcc.

Come si può notare, si tratta di un circuito molto DIMENSIONAMENTO DI R1 E DI D2


semplice, nel quale domina la presenza di un
solo nsistor
tra di potenza (TRl). Questo transi- Il punto più critico del progetto dello stabilizza-
stor è controllato, sulla base, da una tensione di tore si trova nel procedimento di calcolo della re-
riferimento erogata dal diodo zener D2 collegato sistenza Rl e del diodo zener D2. Non è infatti
in serie con il diodo normale D 1, che risulta po- sufficiente utilizzare un qualsiasi diodo zener da
larizzato direttamente. 12 V, ma occorre che questo componente sia in
Abbiamo dovuto far ricorso a questo accorgimen- grado di assorbire, durante gli aumenti di ten-
to per due precisi motivi. Il primo di questi sta sione d'ingresso, dei picchi di corrente anche
nella necessità di compensare la caduta di ten- notevoli.
sione fra gli elettrodi di base e di emittore del Ciò scaturisce dalla necessità di mantenere basso
transistor TRl, in modo da ottenere effettiva- il valore resistivo di R 1, per fare in modo che,
mente una tensione d'uscita di 12 V cc, e non anche in presenza di tensioni d'ingresso inferiori
quella di 11,4 Vcc od anche meno. al valore di 12,7 Vcc, il transistor TRl risulti in
Il secondo motivo consiste nello stabilizzare ter- saturazione, provocando soltanto una caduta di
micamente la tensione d'uscita, dato che agli au- tensione di 0,7 Vcc circa.
menti della tensione base-emittore del transistor Per tale ragione è necessario adottare, per Rl,
TRl corrispondono uguali aumenti della ten- una resistenza con potenza di dissipazione di 3 W
sione di conduzione diretta del diodo Dl. ed un diodo zener D2 da 1 O W.

{ Fig. 3 - II circuito stampato non serve per questo tipo di realizzazione; perché tutti i compo-
nenti risultano montati, così come evidenziato in questo disegno del piano costruttivo, diretta-
mente sulla piastra di dissipazione termica. Si noti il necessario contatto elettrico fra l'anodo
del diodo zener D2 e la piastra metallica del radiatore termico.

275
Per concludere, vogliamo far notare ai lettori che zione che il componente dissipa una potenza elet-
i condensatori di tipo normale C1-C4 e quelli trica il cui valore è stabilito dalla seguente e-
elettrolitici C2-C3 svolgono la funzione di sop- spressione matematica :
primere i disturbi livellando, il più possibile, la
tensione presente all'uscita dello stabilizzatore. (16 12) Vx2A = 8 W

Il valore di 8 W della potenza di dissipazione è


COSTRUZIONE DELLO STABILIZZATORE abbastanza elevato per un dispositivo elettronico
tanto semplice quanto lo è il nostro stabilizzatore.
Tenuto conto che il progetto dello stabilizzatore E' dunque necessario, anche in considerazione del-
di figura 2 è composto da pochi elementi, è fa- la elevata temperatura che si può raggiungere a

r
I
VITE
MICA
Fig. 5 - In questo disegno interpretiamo il sistema più
corretto di, inserimento del transistor TR1 sulla piastra di
raffreddamento del radiatore. I passanti isolati debbono
essere interposti nei fori in cui passano le due viti di
fissaggio del componente. Su uno di questi, prima di
stringere il dado di fissaggio, si dovrà inserire una lin-
guetta metallica, in funzione di capocorda e in rappre-
sentanza del terminale di collettore, costituito da tutto
l'involucro metallico esterno del componente. Si do-
RADIAT. vranno anche infrapporre alcuni foglietti di mica fra il
transistor TR1 e la lastra metallica del radiatore, allo
&........ ISOLAI scopo di isolare da ess7 l'elettrodo di collettore.

DADO LINGUETTA
I

cile arguire che la realizzazione pratica del dispo- bordo dell'autovettura, ricorrere ad un sistema di
sitivo può essere ottenuta senza ricorrere all'uso abbondante dispersione del calore, così come in-
del circuito stampato. Anzi, si potrebbe anche dicato nello schema pratico di figura 3.
dire che il circuito stampato non permetterebbe Durante il lavoro costruttivo il lettore dovrà ri-
di effettuare una composizione razionale del pro- cordarsi di effettuare collegamenti sufficiente-
getto. Ecco perché, come indicato nel piano co- mente brevi, provvedendo anche ad un perfetto
struttivo di figura 3, consigliamo i nostri lettori isolamento tra il corpo metallico del transistor
di servirsi, come supporto, di una piastra di dis- TRl, che è rappresentativo del suo elettrodo di
sipazione termica di notevoli dmensioni, tenendo collettore, e il metallo del dissipatore termico.
conto che la presenza della piastra è assoluta- Questo procedimento di isolamento elettrico fra
mente necessaria per il corretto funzionamento il transistor TRA e il dissipatore termico è anche
del transistor di potenza TR1. chiaramente interpretato nel disegno riportato in
A questo punto occorre ricordare che il transi- figura 5. Come si può notare, fra il transistor e
stor TRA sopporta una tensione d'ingresso di 16 il radiatore vengono interposti alcuni foglietti di
Vcc ed una corrente di utilizzo di 2 A. Da questi mica e si utilizzano pure dei passanti isolanti per
due soli elementi discende l'immediata constata- evi tare un possibilissimo contatto elettrico fra le

276
due viti di fissaggio del componente e il metallo tamente sul radiatore, allo scopo di favorirne il
del radiatore. Le due viti, ovviamente, rappre- raffreddamento quando lo stabilizzatore risulta
sentano gli elementi conduttori dell'elettrodo di in funzione. Coloro che volessero servirsi di un
collettore. Su una di esse si applica una linguetta diodo zener D2 di tipo diverso da quello da noi
metallica che fungerà da capocorda per il colle- prescritto, dovranno accertarsi che il componente
gamento del conduttore della tensione positiva si presenti, esteriormente, con l'anodo collegato
proveniente dal morsetto positivo della batteria. con il contenitore, perché l'anodo di questo com-
Il diodo zener D2 costituisce il secondo elemento, ponente viene montato sulla linea della tensione
dopo il transistor TRl, che verrà montato diret- negativa del dispositivo, cioè sul radiatore.

IL RICEVITORE CB
in scatola
di montaggio a
L. 14.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattlvo,
ampiamente collaudato, di conce-
zlone moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26 +28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (cori volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

277
Non tutti i nostri lettori sanno veramente che Nel corso di questo articolo, quindi, saremo co-
cosa voglia dire la parola « bB» (abbreviazione di stretti a presentare qualche formula matematica
DECIBEL); anche se tale parola è divenuta ormai e ad interpretarne il significato, senza tuttavia sot-
di uso comune fra tutti i principianti. La caren- toporre il lettore a difficili e astrusi calcoli che,
za di una precisa nozione di tale concetto ci in- non essendo accessibili a tutti, potrebbero indur-
vita dunque a trarre spunto, dalla presentazione
re il principiante a conclusioni errate.
di un validissimo dispositivo attenuatore di segna-
li, per tentar di chiarire, nel modo più semplice Per coloro che' non si sentono molto attratti dal-
possibile, il significato di decibel, inteso come uni- la matematica, presentiamo delle semplici tabelle
tà di misura utilissima per valutare rapidamente di immediata corrispondenza dei valori in decibel
attenuazioni ed amplificazioni nei più svariati cir- con quelli dell'amplificazione, dell'attenuazione,
cuiti elettronici. della potenza e viceversa.

Nel presentare il progetto di un validissimo attenuatore di se-


gnali radio ad impedenza costante, crediamo utile di offrire al-
cune semplici interpretazioni del concetto di decibel, che è una
unità di misura necessaria per calcolare rapidamente attenua-
zioni ed amplificazioni, senza far uso di laboriose divisioni e
moltiplicazioni, ma ricorrendo molto semplicemente alle sottra-
zioni e alle addizioni.

278
ATTENUATORE A
IMPEDENZA COSTANTE
IL PERCHE' DELL'ATTENUATORE anche se in esso è normalmente presente il circui-
to di controllo automatico di guadagno e quello
In molte stazioni radioamatoriali, accanto a taluni manuale della sensibilità in radiofrequenza.
sofisticati e sensibilissimi apparati preamplificatori Ecco dunque interpretato chiaramente il motivo
di alta frequenza, è facile trovare anche un ap- per cui, in presenza di segnali radio molto intensi,
parato attenuatore dei segnali proven~ ·e ti dal- è necessario provvedere alla loro riduzione di li-
l'antenna. E ciò potrebbe impressionare egativa- vello, inserendo, fra l'antenna ricevente e l'entrata
mente un osservatore incompetente, p rché lac- del ricevitore, un opportuno dispositivo attenua-
coppiamento di un preamplifcatore con un at- tore di segnali.
tenuatore potrebbe sembrare un controsenso. In
realtà, se si tiene conto che i segnali radio, nor-
malmente captati dai radioamatori, presentano CARATTERISTICHE DELL'ATTENUATORE
valori di tensione compresi fra i pochi microvolt
delle stazioni lontane e i 100 m V della emittente L'apparato attenuatore di segnali radio non può
del radioamatore vicino di casa, si può compren- essere rappresentato da un semplice potenziome-
dere quanto mutevoli possano essere le esigenze tro, così come potrebbe credere un lettore ine-
che l'ascoltatore pretende dal proprio ricevitore. sperto di problemi di alta frequenza. E ciò per
Non sempre, infatti, una cattiva ricezione radio- due principali motivi: prima di tutto perché il
fonica può essere attribuita ad un segnale radio potenziometro introdurrebbe nel circuito di con-
troppo debole, perché la ricezione cattiva assai trollo delle notevoli capacità parassite, che li-
spesso è provocata da un segnale troppo forte, in miterebbero drasticamente l'estensione della ban-
grado di saturare gli stadi d'ingresso del ricevitore, da di frequenza di impiego; in secondo luogo per-

270
40 d B (100 cm )

Fig. 1 - Questo disegno vuol


simboleggiare il concetto di
decibel. Supponendo Infatti di
disporre di una tensione elet-
trica di un certo valore, Indi-
cata tramite il quadratino più
piccolo, in basso, e volendo
effettuare un processo di am-
plificazlone di 2,5 dB, il qua-
dratino piccolo si Ingrandisce
e si Ingrandisce sempre più
fino all'ultima amplificazlone di
40 dB, le cui dimensioni do-
vrebbero essere di 100 x 100
cm.

04B 2,54B

ché, all'entrata e all'uscita dell'attenuatore, è ne- Diciamo subito che, matematicamente, il decibel,
cessario disporre di una impedenza di valore co- la cui abbreviazione è «dB», rappresenta il lo-
stante, indipendente da quello di attenuazione garitmo tra la tensione d'uscita e quella d'entrata
che si intende ottenere. di un dispositivo.
Per tale motivo si utilizzano in pratica, ed a tale Questo concetto si esprime analiticamente nel
criterio si ispira anche il nostro progetto, alcuni seguente modo:
interruttori multipli, di elevata qualità, che inse-
riscono o disinseriscono una o più reti resistive, Vu
in modo che queste, opportunamente combinate db == 20 log.
fra loro, possano determinare valori di attenua- Vi
zioni variabili a piacere.
Nel nostro progetto, in particolare, vengono adot- E poiché il supporto Vu: Vi rappresenta in pra-
tati quattro interruttori che inseriscono altrettan- tica il guadagno o l'attenuazione espresso in « vol-
te reti di attenuazione, ciascuna delle quali assu- te», si può dire che il decibel altro non è che una
me un determinato valore (3 dB - 6 dB- 12 dB diversa espressione di interpretazione del guada-
- 20 dB). Combinando opportunamente tra loro gno o della attenuazione.
tali interruttori, è possibile ottenere attenuazioni, L'uso del decibel presenta un vantaggio di natura
a scatti progressivi di 3 dB, sino a 41 dB. matematica, perché essendo esso una misura di
tipo logaritmico, gode di tutte le proprietà mate-
IL SIGNIFICATO DI DECIBEL matiche di tale operatore. In particolare, per cal-
colare il guadagno o l'attenuazione di due stadi,
Prima di addentrarci nell'analisi dettagliata del collegati in cascata, anziché moltiplicare i singoli
circuito teorico dell'attenuatore, riteniamo utile guadagni espressi in « numero di volte», è suf-
soffermarci, sia pure in forma semplice e accessi- ficiente sommare fra loro i decibel per ottenere
bile a tutti, sul significato intrinseco del termine il guadagno complessivo.
« decibel ». In figura 1 riportiamo, a scopo esemplificativo,
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283
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R1O R11
ENTR use.

R1 R4 R7 R12

3dB 6dB
. 12 d B V 20 d8
Fig. 2 - Circuito teorico del progetto
dell'attenuatore di segnali ad impeden-
za costante di 52 ohm fino alla fre-
quenza di 200 MHz. II circuito è assolu-
COMPONENTI
tamente simmetrico e, quindi, reversibi- R1 = 330 ohm R8 = 91 ohm
le, potendosi scambiare fra loro l'en- R2 = 18 ohm R9 = 82 ohm
trata con l'uscita. Intervenendo oppor-
R3 = 330 ohm R10 = 43 ohm
tunamente sui doppi deviatori si posso-
no ottenere diversi valori di attenua-
R4 = 150 ohm R11 = 13 ohm
zione espressi in decibel. R5 == 33 ohm R12 = 11 ohm
R6 = 150 ohm S1-S2-S3-S4 = doppi deviatori
R7 = 82 ohm

FORO FORO FORO

ENTR.

SCHERMI
METALLICI
Fig. 3 - La costruzione dell'attenuatore di segnali ad impedenza costante di 52 ohm deve essere effettuata In un
contenitore metallico suddiviso in quattro compartimenti separati tra loro per mezzo di lamierini (schermi metal-
lici). I doppi deviatori S1-S2-S3-S4 debbono essere di ottima qualità e di tipo miniatura; essi possono anche es-
sere sostituiti con altrettanti Interruttori a slitta, purché di ottima qualità.

284
l'andamento di un guadagno espresso in decibel, a 52 ohm, indipendentemente dall'inserimento di
facendo riferimento al quadretto nero riportato uno o più gruppi di resistenze.
in basso, al quale viene attribuita l'amplificazione In questo modo l'inserimento dell'attenuatore nel-
unitaria di O dB. la stazione amatoriale non crea scompensi lungo
Come si può notare, il quadrato più esterno, ov- la linea d'antenna, permettendo la miglior rice-
viamente contenuto nelle dimensioni per ragio- zione possibile.
ni di spazio, dovrebbe avere le misure di 100 x 100 I quattro gruppi di resistenze presentano atte-
cm. Dunque, attribuendo al piccolo quadrato nero nuazioni di valore diverso, così che diviene pos-
il valore simbolico elettrico di O dB, ed amplifi- sibile ottenere, per semplice somma, attenuazioni
cando questo di 2,5 dB, si ottiene il secondo qua- di valori compresi fra i3e i 41 dB.
drato di dimensioni leggermente più grandi; am- Per esempio, per raggiungere il valore di attenua-
plificando di 5 dB, le dimensioni aumentano e zione di 29 dB, si dovranno inserire i doppi devia-
così via fino a 40 dB. tori Sl-S2-S4 (3 dB + 6 dB + 20 dB).
Molto spesso, in talune applicazioni pratiche di
bassa o di alta frequenza, per esempio quando si
parla di antenne TV, di preamplificatori o am- REALIZZAZIONE DELL'ATTENUATORE
plificatori, si sente citare assai frequentemente la
parola decibel accompagnata da un numero pre- La realizzazione pratica dell'attenuatore ad im-
ciso che nulla ha a che vedere con la realtà. pedenza costante dovrà essere eseguita con la
Per misurare effettivamente l'amplificazione o il
massima cura, se si vogliono ottenere risultati
guadagno di un dispositivo si può ricorrere anche
paragonabili a quelli degli analoghi apparati com-
ad un attenuatore, così come diremo in seguito.
merciali.
Prima di tutto raccomandiamo di utilizzare dei
microswitch di ottima qualità e resistenze di tipo
UNA COMODA TABELLA a carbone antiinduttive, preferibilmente con tol-
leranza del 2% od anche più. Sono da preferirsi
Poiché il passaggio dei valori assoluti dell'am-
in ogni caso le resistenze con potenza di dissipa-
plificazione o dell'attenuazione a quelli espressi
zione di 1/4 W, perché queste presentano una più
in decibel non sempre risulta agevole, a meno che
bassa induttanza rispetto a quelle da 1/2 W. I
non si disponga di una comoda calcolatrice elet-
collegamenti dovranno ovviamente essere molto
tronica, invitiamo il lettore a ricorrere alla no-
corti, così come chiaramente indicato nel disegno
stra tabella che è in grado di fornire direttamente
del piano costruttivo di figura 3.
i valori di corrispondenza tra amplificazione, at-
Il circuito dell'attenuatore dovrà essere racchiuso
tenuazione, decibel e viceversa. In questa stessa
in un contenitore metallico e provvisto di scher-
tabella vengono elencati anche i valori relativi
mi separatori fra i quattro gruppi di resistenze.
al guadagno di potenza, che è legato al decibel
Tutte le saldature di massa dovranno essere effet-
tramite la seguente relazione:
tuate con la massima precisione; i collegamenti
Pu di entrata-uscita verranno ottenuti con gli appo-
dB = 10 log. -- siti connettori di tipo BNC o PL259.
. Pi Facciamo presente che le indicazioni ENTR. -
In cui Pu indica il valore della potenza d'uscita, USCITA riportate nello schema pratico di figura
mentre Pi definisce il valore della potenza d'in- 3 assumono soltanto un significato indicativo, per-
gresso. ché essendo il circuito perfettamente simmetrico,
i due connettori sono assolutamente reversibili.
Ciò significa che il connettore di entrata può es-
CIRCUITO DELL'ATTENUATORE sere assunto come connettore d'uscita e viceversa.
Le prove da noi eseguite sul prototipo hanno ri-
Esaurito l'argomento decibel, veniamo ora all'e- velato assenza di onde stazionarie sino alla fre-
same del progetto dell'attenuatore ad impedenza quenza di 50 MHz.
costante riportato in figura 2. Le perdite risultano appena percettibili alla fre-
Il circuito è composto da quattro gruppi di tre quenza di 150 MHz.
resistenze ciascuno, che possono essere inseriti od La precisione dell'attenuazione è dell'1%; ciò
esclusi tramite i quattro doppi deviatori (S1-S2- rende competitivo il nostro attenuatore con gli
S3-S4). analoghi modelli di tipo commerciale. E per ulti-
Il particolare dimensionamento delle resistenze mo vogliamo ricordare che le prove comparative
è stato raggi-unto in modo da ottenere valori di sono state da noi eseguite con uno SPECTRUM
impedenza d'entrata e di uscita costanti e pari ANALYZER della HEWLETT-PACKARD.

285
Il sibilo del vento e il rumore creato dalla piog- tore della simulazione sonora, per accontentare
gia si fanno sempre ascoltare attraverso suoni tutti quei lettori che debbono sonorizzare le loro
che, pur essendo variabili, risultano inequivoca- pellicole di cineamatori, oppure incidere un sot-
bilmente inconfondibili. tofondo su nastro magnetico.
Il vento può assumere il carattere di brezza, di
bora o tramontana, mentre la pioggia può cadere
leggera, fitta, dirotta o torrenziale. E tuttavia SIMULAZIONE DEI SUONI
nessuno di noi, anche ad occhi chiusi o nel buio
di una stanza, può essere tratto in inganno nel Per capire in qual modo si possano simulare elet-
definire, con la massima sicurezza, questi tipici tronicamente i suoni prodotti dal vento e dalla
fenomeni atmosferici. pioggia, occorre prima di tutto rendersi conto
E la tipicità sonora è tale che, riprodurla arti- della natura fisica di questi suoni.
ficialmente, non è davvero facile. Anche se in Per quanto riguarda il vento, questo si manife-
molti settori della tecnica attuale è necessario i- sta acusticamente sotto forma di sibilo con fre-
mitare, almeno approssimativamente, il rumore quenza ben determinata, a banda stretta, che va-
della pioggia e del vento. Come avviene, ad e- ria più o meno velocemente in ampiezza e in
sempio, nel mondo del cinema, in quello della frequenza.
radio o nell'incisione discografica. Per la pioggia invece la larghezza di banda del
Fortunatamente oggi, in questo artificio, ci può segnale è di gran lunga superiore, dato che i suo-
aiutare e confortare abbondantemente, ancora ni prodotti dalla caduta delle gocce d'acqua va-
una volta, l'elettronica, con tutti i suoi recenti pro- riano )in relazione al materiale su cui esse cadono.
gressi e i suoi continui perfezionamenti. Per là produzione artificiale di questi due effetti
Occupiamoci dunque anche noi di questo set- sonori, occorre prendere le mosse da un preciso

Questo generatore di rumori, che deve essere collegato con


l'entrata di un qualsiasi amplificatore di bassa frequenza, potrà
risultare molto utile a tutti quei lettori che debbono risolvere
problemi di incisioni di sottofondo su nastri magnetici.

286
SIMULATORE DI
VENTO E PIOGGIA

elemento di base: una sorgente di rumore bian- FILTRO ATTIVO CON IC


co in grado di generare un suono a larghissima
banda. Si deve poi filtrare questo rumore in mo- Per ottenere la simulazione elettronica degli ef-
do da raggiungere dei « rumori» a banda più fetti sonori del vento e della pioggia, ci siamo
ridotta, come sono appunto quelli prodotti dalla serviti di un filtro attivo a circuito integrato.
pioggia e dal vento. Per quanto abbiamo detto in precedenza, tale
soluzione offre, rispetto ad un filtro realizzato
con componenti discreti, il vantaggio di evitare
SORGENTE DI RUMORE BIANCO la selezione dei semiconduttori, per servirsi sol-
La sorgente di rumore bianco, che utilizzeremo, tanto di quelli che presentano un rumore di fon-
è rappresentata da una giunzione PN di un tran- do pressocché nullo.
sistor polarizzato inversamente. Un altro vantaggio, derivante dall'uso del cir-
A molti lettori sarà capitato, per esempio ascol- cuito integrato, è da intravedersi nella sempli-
tando la riproduzione sonora di un amplificatore ficazione del circuito e, di conseguenza, nel mi-
di bassa frequenza, transistorizzato, di sentire un nor ingombro del dispositivo. Il circuito integra-
certo fruscio di fondo, che risulta tanto più evi- to offre ancora il vantaggio della semplicità rea-
dente quanto minori sono i segnali riprodotti. lizzati va e de-Ila minima possibilità di guasti.
Il fruscio diviene notevole in assenza totale di
segnali. Ma ciò si verifica, lo ripetiamo, soltanto
in certi tipi di amplificatori di bassa frequenza e, LO SCHEMA DI PRINCIPIO
più precisamente, in quelli di basso costo o di po-
chissimo pregio. Lo schema di principio del filtro attivo è ripor-
Questo caratteristico fruscio degli amplificatori tato in figura 1.
è provocato dalle transizioni degli elettroni nelle Si tratta di un filtro passa-banda, i cui parametri
bande di conduzione. E poiché la frequenza di possono essere regolati per mezzo dei potenzio-
tali transizioni è del tutto casuale, ne consegue •
metri R3-R4.
che il rumore elettrico generato contiene in ugual
misura tutte le frequenze della gamma acustica In particolare, il potenziometro R3 regola la
ed anche altre frequenze. larghezza di banda, trasformando il filtro passa-
banda in un filtro selettivo (effetto vento) quando
Il tipico fruscio dei semiconduttori è dovuto alla
loro stessa natura. Esistono quindi transistor con il valore potenziometrico di R3 risulta pressoc-
minimo rumore di fondo ed altri con notevole ché nullo.
rumore di fondo. Questo fenomeno ha provocato Il potenziometro R4, invece, regola il valore del-
anche la tecnica della selezione dei transistor, la la frequenza di centro banda, consentendo di
quale consiglia ai costruttori di amplificatori ad ottenere variazioni di tonalità del suono emesso,
alta fedeltà di servirsi soltanto di semicondutto- in modo da simulare, ad esempio, le variazioni
ri selezionati, con minimo rumore di fondo. dell'intensità del vento.

287
Fig. 1- Lo schema di principio del fil-
tro atti vo è di tipo passa-banda e I suoi
parametri po ss ono ess ere regolati tra-
mite i potenziometri R3 -R4, I cui valori,
assieme a quelli degli altri componenti,
sono riportati nell'elenco componenti del
progetto definitivo di figura 2. L'entrata
deve ess ere collegata con una sorgen-
te di rumore bianco, l'uscita con un
amplificatore di bassa frequenza.

S1a

R1

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(4 9V
6
c2

R6
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8%
Q 9V
l Sn7 use.
e
b TR1

Il . ~~, b = ==='

Fìg. 2 - Il progetto completo del simulatore di vento e pioggia non si differenzia di molto da
quello di principio di figura 1. La sorgente di rumore bianco è rappresentata dal translstor TR1,
Il potenziometro R7 regola l'intensità del segnale in uscita. L'alimentazione è di tipo duale e
viene inserita nel circuito tramite un doppio interruttore.

288
o

telaio metallico

Fig. 3 - Piano costruttivo dei! simulatore di vento e pioggia. Il cablaggio risulta effettuato den-
tro un contenitore metallico, che funge da schermo elettromagnetico e da conduttore della li-
nea di massa del circuito (m). Il collegamento fra l'uscita del dispositivo e l'entrata dell'ampli-
ficatore di bassa frequenza deve essere effettuato con cavo schermato.

< COMPONENTI I
Condensatori R3 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
C1 = 10.000 pF R4 = 25.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R5 = 1 megaohm
2 = 100.000 pF
4.700 ohm
R6 =
C3 == 10.000 pF
R7 = 25.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
CA = 100.000 pF
Varie
Resistenze TR1 = BC107
R1 100.000 ohm (vedi testo) IC1 = uA741
R2 = 15.000 ohm S 1a-S1 b = doppio interruttore

289
IL CIRCUITO COMPLETO di vento e pioggia è da ritenersi molto semplice
e alla portata di tutti, è consigliabile servirsi del
Il circuito teorico definitivo del progetto del si- circuito stampato, di cui riportiamo il disegno in
mulatore di vento e pioggia è riportato in figura scala 1/1 in figura 4. L'uso del circuito stampato
2. Esso non si differenzia sostanzialmente dal semplifica il collegamento dei terminali dell'in-
circuito di principio di figura 1. Infatti, i pochi tegrato IC1, che è di tipo A741.
componenti inseriti, in aggiunta a quelli dello Il montaggio dei vari componenti elettronici ed
schema di figura 1, riguardano la sezione relativa i collegamenti fra di loro risultano ben eviden-
alla generazione del « rumore bianco » e la se- ziati nel piano costruttivo di figura 3, che il let-
zione alimentatrice. tore dovrà tenere sott'occhio durante il processo
La sorgente di segnale, come abbiamo già antici- di montaggio del dispositivo.
pato, è ottenuta tramite la giunzione PN del Per quanto riguarda il circuito integrato, ricordia-
transistor TRl, che è un transistor di tipo NPN. mo che questo deve essere inserito nel circuito
Di esso si sfrutta la giunzione base-emittore e la nel modo esatto, cioè facendo riferimento alla
si polarizza inversamente tramite la resistenza Rl piccola tacca di orientamento che è presente sul-
collegata alla linea positiva della sezione alimen- l'integrato in corrispondenza del terminale 1.

Fig. 4 - Disegno in grandezza naturale del circuito stam-


pato che i lettore dovrà riprodurre per la realizzazione
del dispositivo simulatore di vento e pioggia. Consiglia-
mo di servirsi del nostro kit per circuiti stampati pubbli-
cizzato in 3 di copertina del presente fascicolo.

tatrice. Come si può notare, il terminale di col- SELEZIONE DI TR1 ED R1


lettore del transistor TRl rimane libero, così co-
me rimane libero nello schema pratico di figura 3.Nel disegno relativo al piano costruttivo del simu-
11 segnale generato dal transistor TRl viene ap- latore di vento e pioggia di figura 3, il transistor
plicatò all'ingresso del filtro tramite la rete R2- TRI appare direttamente montato sulla basetta
Cl; il filtro provvede a limitare la banda del se- del circuito stampato, cioè con i terminali di
gnale e a renderlo disponibile, all'uscita, tramite collettore-base-emittore direttamente saldati a
il potenziometro di volume R7. stagno sulle piste di rame.
Il segnale uscente dal dispositivo è pronto per Questo sistema di montaggio del transistor TRl
essere applicato direttamente all'ingresso di qual- deve essere eseguito soltanto in un secondo tem-
siasi tipo di amplificatore di bassa frequenza. po. Perché in un primo tempo occorre montare
sul circuito uno zoccoletto per transistor, in mo-
do da poter sottoporre a prova pratica un certo
REALIZZAZIONE PRATICA numero di transistor ed effettuare una precisa
selezione dei semiconduttori, con lo scopo di
Anche se la realizzazione pratica del simulatore individuare il transistor dotato del maggior ru-

290
more di fondo. Per dirla con parole diverse il massimo segnale possibile in uscita. In un se-
in questa occasione ci si comporta in un modo condo tempo, dopo aver misurato il valore resi-
che è completamente l'opposto di quello assun- stivo della porzione di potenziometro inserita nel
to dai costruttori di amplificatori di bassa fre- circuito, si sostituirà il componente con una re-
quenza, i quali fanno di tutto per eliminare i sistenza fissa di pari valore.
transistor caratterizzati da un notevole rumore
di fondo.
Soltanto quando si sarà riusciti a selezionare un ALIMENTAZIONE
transistor dotato di notevole rumore di fondo,
si potrà eliminare lo zoccoletto e saldare il com- L'alimentazione del simulatore di vento e piog-
ponente direttamente sul circuito stampato. gia è di tipo duale, cioè compresa tra ± 9 V e
Quasi analogamente ci si dovrà comportare con ± 15 V. Essa potrà essere ottenuta sia tramite
la resistenza Rl, il cui valore nominale è di pile, sia tramite un apposito alimentatore. In
100.000 ohm, ma il cui valore più efficace deve questo secondo caso il lettore dovrà far bene at-
essere individuato sperimentalmente. Ecco perché, tenzione alla stabilizzazione della tensione. Per-
in un primo tempo, in sostituzione della resi- ché se questa non assume le caratteristiche tipiche
stenza R 1, si dovrà applicare al circuito un po- della tensione erogata dalle pile, cioè se non si
tenziometro, che possiamo definire «volante», provvede ad una accurata stabilizzazione e ad
del valore di 250.000 ohm. Questo potenziometro un preciso filtraggio, il generatore di rumori di-
dovrà essere regolato in modo da poter ottenere venta anche un generatore di ronzii.

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291
,2
ATORI

Costruire da sé gli strumenti di misura e controllo piegano solitamente componenti elettronici recu-
significa apportare un grosso contributo alla pro- perati da apparati fuori uso e sulla cui integrità
pria formazione culturale. non si può certo fare un sicuro affidamento
Ecco perché non ci stancheremo mai in invitare
i nostri lettori a lavorare in questo particolare
settore dell'elettronica che, ai vantaggi didattici, GUASTI E DIFETTI
aggiunge quelli dell'utilità pratica e del risparmio.
Presenteremo quindi in questo articolo il progetto Ogni condensatore, fatta eccezione per i con-
di un provacondensatori, che non deve essere densatori elettrolitici, è normalmente composto
confuso con il più comune capacimetro. Infatti, da due strati sottili di alluminio o stagnola, se-
mentre quest'ultimo consente di misurare il va- parati tra loro da un fine foglio di carta isolante
!ore capacitivo di un dato condensatore, valutan- che rappresenta il dielettrico del condensatore
clone la normale reattanza capacitiva, cioè la re- stesso. Questi tre fogli sottili possono essere av-
sistenza opposta dal condensatore al passaggio volti in modo da formare un cilindretto più o me-
della corrente alternata, il provacondensatori ser- no appiattito, a seconda dei casi. L'involucro vie-
ve a stabilire, molto semplicemente, se in un con- ne poi ricoperto con resine sintetiche, in modo da
densatore, sottoposto a controllo, si sono manife- formare un elemento compatto e resistente agli a-
state perdite, nel dielettrico, superiori ai valori genti esterni.
mediamente tollerabili. A lungo andare, il fenomeno di invecchiamento
Durante la riparazione di apparati radio e tele- del condensatore subisce una accelerazione, che
visivi può risultare talvolta assai più utile accer- è tanto maggiore quanto più elevata è la ten-
tarsi se un condensatore è soggetto a perdite piut- sione di lavoro cui viene sottoposto il dielettrico.
tosto che misurarne il valore capacitivo. E questo E questa accelerazione di invecchiamento provo-
tipo di controllo diventa una necessità per tutti ca una inevitabile perdita delle proprietà die-
quei dilettanti che, per ragioni di economia, im- lettriche del condensatore, al punto che il com-

292
Controllata variati con altri di sicuro affidamento. Ma questo
metodo, ovviamente, impone al tecnico la con-
servazione di una buona scorta di condensatori di
le condizioni elettriche diverso valore capacitivo, tensione di lavoro e
dimensione, oltre che una notevole perdita di
dei vostri condensatori tempo che ben poco si addice al laboratorio mo-
derno.

UNO STRUMENTO IDONEO

Per poter eseguire prove rapide e di sicura aff-


ponente può comportarsi come una vera e pro- dabilità sui vari tipi di condensatori, è necessa-
pria resistenza di dissipazione elettrica. rio disporre di un particolare strumento, in grado
Ma il condensatore può raggiungere anche la di individuare interruzioni, perdite e cortocircuiti.
condizione di cortocircuito. Ed è questo uno dei Lo strumento da noi concepito è molto semplice
più comuni difetti che si riscontrano nei conden- ed economico. Il suo principio di funzionamento
satori quando si supera la massima tensione sop- si basa sul fatto che un condensatore «buono»,
portabile dal dielettrico, il quale subisce una per- alimentato con una tensione continua non può
forazione stabilendo un contatto preciso fra le essere attraversato da alcuna corrente; mentre
due armature e provocando scariche interne. in un condensatore· in cortocircuito, oppure con
Queste scariche raggiungono una notevole in- il dielettrico in stato avanzato di degradazione,
tensità quando la tensione di funzionamento è si debbono manifestare notevoli correnti di per-
superiore a quella nominale di lavoro. dita. Ciò vale naturalmente per i comuni con-
Il guasto meno comune, ma pur sempre possibile densatori utilizzati dai dilettanti. Per la prova
in un condensatore, è quello dell'interruzione dei condensatori elettrolitici, invece, occorre te-
della conduttività del componente causata da rot- ner presente che le correnti di perdita, soprattut-
ture interne dei terminali collegati con le due to in presenza di valori capacitivi elevati, risulta-
armature. no abbastanza rilevanti anche nei condensatori
In ogni caso l'inconveniente che mette a dura «buoni».
prova l'abilità e la pazienza del tecnico rimane Occorre ricordare che i condensatori elettrolitici,
quello della perdita del dielettrico, perché esso quando rimangono inutilizzati per lungo tempo,
si manifesta spesso in misura intermittente, im- tendono ad... esaurirsi e debbono essere... rige-
pedendo una rapida individuazione del guasto. nerati mantenendoli sotto tensione per un certo
Ma l'individuazione di qualsiasi tipo di guasto periodo di tempo. In pratica ciò vuole anche si-
dei condensatori risulta assai spesso più laborio- gnificare che i nostri apparecchi radio e i tele-
sa del previsto, perché raramente il dilettante di- visori installati nelle nostre case, quando riman-
spone di strumenti adatti e l'uso del tester o del gono inutilizzati per molto tempo, possono non
capacimetro non sempre riesce ad ottenere ri- funzionare più, o funzionare molto male, quando
sultati soddisfacenti. vengono riaccesi.
Ecco perché molti tecnici preferiscono procedere In ogni caso, il nostro provacondensatori, mi-
per tentativi, sostituendo componenti ritenuti a- surando le perdite durante i vari stadi della ri-

Con questo semplice ed economico strumento, attraverso il


comportamento dei segmenti luminosi dell'occhio magico, po-
trete controllare le fondamentali condizioni elettriche della mag-
gior parte dei condensatori di tipo a carta, mica, mylar, ceramici
ed elettrolitici, agevolando ogni lavoro di riparazione e control-
lo degli apparati elettronici.

293
RS T1
r # ± $R3 R4

C1 220V

R1

S1

CONDENS.
IN PROVA

gçcg + l
4

Fig. 2 • Il montaggio del


progetto del provaconden-
satori si realizza su telaio
alla LP1 metallico, nel modo indi·
cato in questo disegno. La
maggior parte dei compo-
nenti elettronici viene mon-
tata nella parte di sotto
del telaio, mentre nella
parte superiore vengono
applicati il trasformatore di
alimentazione T1, l'occhio
magico V1 e il condensato-
basetta re elettrolitico C1.

RETE

294
• L'occhio magico EM84 è infatti composto da una
sezione triodica (terminali 3-1-9) che svolge le
normali funzioni amplificatrici dei segnali ad es-
sa applicati, così come avviene in qualsiasi altro
tipo di valvola similare. L'altra sezione dell'oc-
Flg. 1 -. L'elemento fo ndamenta le del semplice circuito
chio magico è quella di elemento visualizzatore;
del provacondensa tori è rappr esentato dalla valvola
V1, che è il ben noto occhio magico EM 84 . Attr averso in essa il fascio elettronico generato dal catodo va
11 movimento dei segmenti lum inosi, è poss ibile dia- a colpire l'anodo collocato sulla parete della
gnosticare le condizioni elettriche del condensatore CX valvola assieme ai fosfori, i quali si illuminano
sottoposto ad esame. quando vengono colpiti dagli elettroni.
Tra anodo e catodo risulta interposto un elettro-
do di controllo che, a seconda dell'entità della
tensione propria, limita più o meno l'apertura del
fascio elettronico, fungendo da lente elettrostati-
ca, così da far variare l'ampiezza della zona fo-
sforescente. Il funzionamento del circuito di figu-
ra 1, in base a quanto detto, risulta ora abba-
Condensatori stanza evidente.
CX = Condensatore in prova Il condensatore in. prova CX, a seconda dell'in-
C1 = 32 F - 50O VI (elettrolitico) tensità della corrente di perdita, provoca sulla
C2 = 1 uF resistenza Rl una caduta di potenziale che è
Resistenze tanto maggiore quanto più grande è la corren-
te di perdita.
R1 = 330.000 ohm - 0,5 W Questa caduta di potenziale, cioè questa tensio-
R2 = 22.000 ohm - 1 W
R3 = 1 megaohm (potenz. a variaz. lin.) ne, viene amplificata dalla prima sezione triodi-
R4 = 56.000 ohm - 0,5 W ca della valvola V1 e va a pilotare direttamente
l'elettrodo di controllo dell'occhio magico (ter-
Varie
minale 7).
V = EM84
RS = raddrizzatore (BY127) Nel caso in cui nel condensatore in prova CX non
LP1 = lampada-spia (6,3 V - 0,6 A) si manifestassero correnti di perdita, la sezione
T1 = trasf. d'alimentaz. (220 V- 20 mA; 6,3 V triodica delfa valvola Vl rimarrà pressocché in-
- 500 mA) terdetta. Quindi, risultando basso il valore della
S1 = interrutt. tensione presente sull'elettrodo di controllo del-
l'occhio magico, il fascio elettronico, responsabile
della eccitazione dei fosfori, rimarrà bloccato.
Possiamo dunque concludere dicendo. che, in pre-
senza di un condensatore buono, l'indicazione
dell'occhio magico rimane nulla, cioè l'occhio
magico si comporta come se nessun condensatore
generazione del condensatore elettrolitico, potrà fosse stato inserito sulle boccole del circuito dello
fornire una sicura indicazione sulle possibilità di strumento. Viceversa, se il condensatore in e-
recupero o, comunque, sul da farsi, del componen- same denuncia delle perdite, sui terminali della
te in esame. resistenza Rl viene a formarsi una caduta di ten-
sione in grado di provocare l'allungamento dei
due segmenti mobili dell'occhio magico.
IL CIRCUITO ELETTRICO

Esaminiamo ora il circuito elettrico del prova- ALIMENTAZIONE


condensatori riportato in figura 1.
L'elemento principale, di cui è composto il pro- Il progetto del provacondensatori risulta com-
getto, è senza dubbio rappresentato dalla valvola pletato dalla sezione alimentatrice, quella dise-
V1, che è di tipo EM84 e che i più conoscono gnata sulla destra dello schema di figura 1.
sotto il nome di « occhio magico». La sezione alimentatrice eroga due diversi valori
Questa valvola accomuna le due principali fun- di tensione: quella alternata a 6,3 V, necessa-
zioni del circuito: quella di amplificare il segna- ria per l'accensione del filamento della valvola
le di perdita e quella di visualizzare l'entità di Vl e quella continua a 280 V, necessaria per
tale perdita. l'alimentazione degli anodi della valvola V1.

295
+
3
--Il- -
LPt
3

A
@ e e @
s

Fig. 3 - Questi due disegni servono ad agevolare il compito costruttivo del lettore. Infatti,
sulla parte a sinistra è riportato il disegno del pannello frontale dello strumento, mentre sulla
destra è visto il montaggio in sezione del provacondensatori.

II trasformatore di alimentazione Tl è dunque poraneamente, da elemento conduttore della li-


dotato di due avvolgimenti secondari : uno a nea di massa.
6,3 V e uno a 220 V. La tensione alternata a 220 Tenendo conto che la realizzazione del progetto
V viene rettificata tramite il diodo raddrizzatore si ottiene con un esiguo numero di componenti
RS e il condensatore elettrolitico Cl. A valle di elettronici, consigliamo di effettuare i cablaggi i
questi elementi la tensione alternata a 220 V modo diretto, sulla parte di sotto del telaio metal-
risulta trasformata in una tensione continua di lico, servendosi di ancoraggi isolati come illustrato
280 V. nel disegno del piano costruttivo di figura 2.
A causa della tensione di alimentazione anodica La disposizione dei componenti elettronici non è
relativamente elevata, il nostro strumento prova- assolutamente critica e il lettore potrà sbizzarrir-
condensatori è in grado di controllare soltanto si, in questo senso, nel modo più congeniale. Per
quei condensatori nei quali la tensione di lavoro esempio, i piedini dello zoccolo octal della valvola
non sia inferiore ai 150 V. E questa è una limita- V 1 potranno essere considerati come dei veri e
zione tecnica dello strumento che, tuttavia, non propri elementi di ancoraggio dei conduttori.
può compromettere in misura notevole il lavoro di In figura 2 è possibile notare, all'interno del ret-
ogni dilettante, dato che la produzione attuale tangolo del telaio, alcune linee tratteggiate, in
dei condensatori vien fatta comunemente su una corrispondenza delle quali è riportata la sigla Tl.
gamma di tensioni difficilmente inferiori ai 150 V. Ebbene, queste indicazioni si riferiscono alla pre-
Un'altra limitazione tecnica dello strumento è senza del trasformatore di alimentazione T1, mon-
quella relativa alla prova dei condensatori elet- tato sulla parte superiore del telaio, mentre i fili
trolitici di bassa tensione, che vengono normal- conduttori provenienti da questo componente at-
mente montati nei circuiti transistorizzati e che traversano due fori praticati sul telaio stesso e
non possono essere controllati con il nostro pro- raggiungono i punti interessati.
vacondensatori. Un terzo foro, praticato sempre sul telaio me-
tallico in prossimità dello zoccolo della valvola
Vl, permette il passaggio dei conduttori della
REALIZZAZIONE PRATICA tensione alternata a 6,3 V necessaria per accen-
dere la lampada-spia LPl montata sul pannello
Per realizzare praticamente il circuito teorico frontale dello strumento.
di figura 1, il lettore dovrà servirsi di un elemen- In figura 3 vengono illustrati il pannello frontale
to di sostegno; noi consigliamo l'uso di un pic- dello strumento, a sinistra, e le parti montate so-
colo telaio metallico, in grado di conferire robu- pra il telaio del provacondensatori; queste sono:
stezza allo strumento e di comportarsi, contem- il trasformatore di alimentazione T1, la valvola

296
Vl e il condensatore elettrolitico Cl che è di tipo
a vitone.
Sul pannello frontale dello strumento, invece, so-
NOVITA' ASSOLUTA
no montati: l'interruttore S 1 (acceso-spento), le
due boccole per l'inserimento dei condensatori di
La penna dell'elettronico dilettante
prova, la lampada-spia LPI e la manopola inne-
stata sul perno del potenziometro regolatore di
sensibilità dell'occhio magico R3; questo poten-
ziometro, che ha il valore di 1 megaohm, deve
essere di tipo a grafite e a variazione lineare.
Sulla lastra che funge da pannello frontale dello
strumento è praticata una finestra rettangolare; L. 3.500
attraverso questa apertura si osserva il corpo in-
dicatore dell'occhio magico.

USO DELLO STRUMENTO


L'uso del provacondensatori è molto semplice.
Prima di tutto occorre sincerarsi che, dopo essere
intervenuti sull'interruttore S1, la lampada-spia
LPl rimanga accesa. Dopo qualche breve istante
si accenderanno anche i due segmenti mobili del-
l'occhio magico i quali, senza collegare alcun
condensatore sulle boccole dello strumento, do-
vranno rimanere distanziati. CON QUESTA PENNA
Poi, collegando sulle boccole un condensatore
considerato in ottime condizioni, si dovrà notare APPRONTATE I VOSTRI
un avvicinamento iniziale dei segmenti luminosi
dell'occhio magico. Questo avvicinamento, di lie- CIRCUITI STAMPATI
ve entità e di breve durata, sta a segnalare il pas-
saggio della corrente di carica del condensatore.
Questa penna permette di preparare i circuiti stampati
E' ovvio che, una volta caricato il condensatore con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
in prova, il movimento di avvicinamento dei seg- aspetto esteriore è • quello di una penna con punta
menti luminosi dovrà cessare. di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
Se tale fenomeno non dovesse verificarsi, ciò tisce una complèta resistenza agli attacchi di soluzione
di cloruro· ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
starà a significare che il condensatore è inter-
mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade-
rotto; occorre tuttavia far bene attenzione che il risce perfettamente al rame.
fenomeno è di entità tanto più lieve quanto più
basso è il valore capacitivo dei condensatori in
prova. NORME D'USO CARATTERISTICHE
In ogni caso l'avvicinamento parziale o totale dei
Tracciare il circuito su una La penna contiene un di-
segmenti luminosi dipende dall'entità della carica lastra di rame laminata e spensatore di inchiostro
perfettamente pulita; la- controllato da una valvola
richiesta dal condensatore in esame. Questo fe- sciarla asciugare per 15 che garantisce. una lunga
nomeno viene a mancare in presenza di correnti minuti, quindi immergerla durata eliminando evapor-
nella soluzione di attacco zioni quando non viene
di fuga notevoli o di cortocircuiti. (acido corrosivo). Tolta la usata. La penna non· con-
In presenza di condensatori a carta, mica, mylar, lastra dalla soluzione, si tiene un semplice tampo-
noterà che il circuito è in ne imbevuto, ma comple-
ceramici non polarizzati, lo scarto dei segmenti perfetto rilievo. Basta tamente riempita di inchio-
quindi togliere l'inchiostro stro. Per assicurare una
luminosi precederà un avvicinamento quasi tota- con nafta solvente e la scrittura sempre perfetta,
le dei segmenti stessi, tanto più lento quanto più lastra del circuito é pron- la penna è munita di una
ta per l'uso. punta di ricambio situata
elevata è la capacità del condensatore in prova. nella parte terminale.
In presenza di condensatori elettrolitici, di ele-
vata capacità, i segmenti luminosi non si avvi-
cinano completamente, ma rimangono distanziati
di una misura pari ad 1/4 o alla metà della di- La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri-
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si Inizialmente, per mettere alla prova le pro- L. 9.500 (senza altoparlante)
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contemporaneamente quella di un amplificatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita di 1 W
circa, da collegare con microfoni od unità fonografiche, piezoelettriche o magnetiche.

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taggio venduta dalla nostra Organ izzazion e in due diverse versioni: a L. 10.400 con altoparlante e
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300
Piccolo mercato del lettore e Piccolo mercato del lettore

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Una breve melodia elettronica viene emessa da


un piccolo altoparlante quando si agisce su un
interruttore. Tramite un amplificatore BF, è pos-
sibile realizzare un richiamo acustico pubblicita-
rio, un segnale stimolante nelle competizioni spor-
tive, una tromba acustica per auto.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del generatore melodico sono contenuti in una
scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione in due diverse versioni: a L. 11.500 sen-
za altoparlante e a L. 12.500 con altoparlante. Le ricnieste devono essere fatte inviando anticipa-
temente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. 3/26482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125 MI-
LANO - Via Zuretti, 52.

301
Piccolo mercato del lettore e Piccolo mercato del lettore

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Il Kit permette di realizzare un Caratteristiche elettriche del modulo


modulo elettronico utilissimo, da Tensione tipica di lavoro: 9 V
adattarsi alle seguenti funzioni:
Amplificatore BF - Sirena elet- Consumo di corrente: 80 -;- 100 mA
tronica - Allarme elettronico - O- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
scillatore BF (emissione in codi-
ce morse) Impedenza d'uscita: 8 ohm

302
Piccolo mercato del lettore e Piccolo mercato del lettore

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dale, triangolare, quadra). L'alimentatore ed il gene- moltissimi binari, è completo di alimentazione. Il tutto
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PER I VOSTRI INSERTI


l signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

-~--·-

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »
Via Zuretti, 52 - MILANO. I

303
MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
e Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

• Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BF

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. li dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


Circuito: di tipo a fllms depositati su piastrina isolante. Componenti: 4 transistor - 3 conden-
satori al tantalio - 2 condensatori ceramici. Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62 x 18 x 25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

• Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il saldatore è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alla causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
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MODULO
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CORRENTE
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retrati, consulenza tecnica ine
rente al progetti pubblicati sul
la rivista e per una dell• tre
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Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo. di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti, La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA •g
- . 7.. 'k-.
JR . I
DEL 7-

LETTORE 4i.° 7

L'alimentatore professionale esempio, alle volte fuoriescono dal componente


quattro fili conduttori, due per l'avvolgimento
Ho ricevuto il kit del vostro alimentatore pro-
primario e due per quello secondario; altre volte,
fessionale e, prima di accingermi al montaggio
in sostituzione dei quattro fili conduttori, sono
dello strumento, voglio avere la certezza di non
presenti quattro capicorda, oppure due fili condut-
commettere errori e, soprattutto, di non combi-
nare dei guai mettendo fuori uso qualche ele- tori e due capicorda. Per riuscire ad individuare
mento. A me sembra di aver interpretato esatta- con la massima certezza da che parte si trova l'av-
mente tutto e di essere pronto ad iniziare il lavoro volgimento primario e quello secondario, occorre
di montaggio. Mi manca soltanto un chiarimen- necessariamente servirsi del tester commutato nel-
to: desidero conoscere la posizione esatta dell'av- la misura ohmmetrica. Ovviamente, trattandosi
volgimento primario e di quello secondario del di bassi valori resistivi, l'ohmmetro deve essere
trasformatore di alimentazione, perché questi a commutato nelle portate più basse, quelle di po-
me sembrano quasi uguali e non vorrei provo- chi ohm. Effettuando due misure resistive, una
care cortocircuiti pericolosi nella mia abitazione. sui terminali di un avvolgimento e l'altra su quel-
Potete consigliarmi il sistema più semplice e si- li dell'altro avvolgimento, noterà che sussiste una
curo per accertare quanto vi chiedo? lieve differenza di misura. L'avvolgimento prima-
FULVIO RECORDATI rio, quello che verrà collegato con la rete-luce,
Genova-Sampierdarena presenta un valore resistivo leggermente superio-
I trasf armatori di alimentazione del kit da lei ri- re a quello dell'avvolgimento secondario. Tenga
cevuto, pur risultando teoricamente uguali, non presente che l'ohmmetro è fornito di una pila di
sono identici sotto l'aspetto pratico. Ciò dipende pochi volt, cioè di una forza elettromotrice abba-
dal costruttore e dalle disponibilità dei materiali stanza debole. Con ciò vogliamo dire che, se iter-
reperibili sul mercato in un dato momento. Per minali dei due avvolgimenti del trasf armatore di

307
alimentazione non vengono accuratamente puli- in corrispondenza con i valori dei componenti
ti, l'ohmmetro non offre alcuna indicazione, per- montati nel circuito?
ché la corrente generata dalla sua pila non scorre GASTONE TORRIANI
attraverso i circuiti del trasformatore. Se il com-
Milano
ponente è dotato di capicorda, noterà che questi
sono ricoperti di una vernice protettiva. Ebbene Per rispondere correttamente alla sua domanda,
lei dovrà togliere completamente questa vernice, pubblichiamo lo schema di un multivibratore a-
mettendo a nudo lo stagno della saldatura. Se si stabile, al quale potremo far riferimento nel cor-
tratta di fili di rame, dovrà invece raschiare ener- so della risposta. Il circuito è di tipo a scatto e la
gicamente questi conduttori eliminando del tutto frequenza di oscillazione dipende esclusivamente
lo smalto che li ricopre. Soltanto dopo questa e- dal valore dei componenti C1-R4 e C2-R3. Sup-
nergica operazione di pulizia, lei potrà effettuare ponendo che il circuito sia di tipo simmetrico,
le misure resistive dei due avvolgimenti del tra- r;ioè con Cl = C2 ed R3 = R4, la frequenza di
sformatore in suo possesso . oscillazione può essere individuata applicando la
seguente formula:

Frequenza del multivibratore


••• f
1,4xRxC
in cui R viene espresso in ohm, mentre C risulta
Soltanto da breve tempo mi sto dedicando a que- espresso in Farad o, equivalentemente, R in me-
sto meraviglioso hobby dell'elettronica. Le mie gaohm e C in microfarad.
nozioni teoriche, purtroppo, sono molto scarse Per evitare calcoli assai spesso noiosi e per la ve-
e ciò mi spinge a rivolgermi a voi per avere una rità poco simpatici ai nostri lettori, ci si può ser-
precisa risposta ad una mia domanda. Vi chiedo : vire, per risolvere lo stesso problema, almeno ap-
come è possibile calcolare il valore della frequen- prossimativamente, di un abaco, che pure pub-
za di oscillazione di un multivibratore astabile blichiamo in queste pagine. L'abaco serve, cono-

resistenza

10M

I Mn

.A VALORI CAPACITIVI
Cl
C2
=
=
50.000
100.000
pF
pF
'' '' '' =
10Kn l'\. ••..,_ C3 500.000 pF
C4 = 1 F
1Kn r-.,. e 1 C5 = 5 uF
'' '' C6
C7
=
=
10
50
F
µF
J.'\. C8 = 100 F
100 A 1 '\. V
'' '' 1
C9 = 500 F
ClO = 1.000 F
10 n. l'\. ? 1 1 1 1 Cll = 5.000 F
'' C12 = 10.000 F
In. I LA AI 1 1 IN 1 "'\,_"- lroq.
C13 = 50.000 F
10KHz 0,1MHz 1MHz 10MHz
C14 = 100.000 µF

308
Motorini elettrici sotto controllo
r})l2V Mi occorrerebbe il progetto di un circuito in
grado di provocare l'arresto istantaneo, l'inver-

t.+
R2
sione del senso di marcia e il controllo preciso

i
della velocità di rotazione dei motori alimen-
tati in corrente continua con potenze fino ad 1/3
USCITA
di cavallo. Faccio presente di aver acquistato,
e presso un mercato surplus, un certo numero di
questi motori, cioè con potenze di 1/3 di cavallo
e 1.750 giri al minuto, alimentati con la corrente
continua a 117 V. Con questi motori vorrei rea-
TR2 lizzare alcuni progetti di carattere particolare.
ll. e Siete in grado di aiutarmi?
ALDO FRANCESCHINI
Bologna

Il progetto che presentiamo permette l'arresto


istantaneo, l'inversione di marcia e il controllo
della velocità di rotazione.
Il diodo D 1 e il condensatore elettrolitico, colle-
scendo i valori capacitivi e resistivi, ad individua-
gato in serie, compongono un insieme raddrizza-
re il valore della frequenza di oscillazione del cir-
tore, che alimenta lo statore del motore.
cuito. Facciamo un esempio: supponiamo che il
valore di R (asse verticale dell'abaco) sia di 1.000 L'autotrasformatore deve essere adatto per la ten-
ohm, mentre quello di C sia di 1 F. Ebbene, sione di 117 V -3A. La resistenza Rl ha il valore
tramite l'abaco, si stabilisce che il valore della fre- di 10 ohm - 25 W e deve essere di tipo a filo. Il
quenza di oscillazione del circuito è di 720 Hz relé è adatto per la tensione di 110 V alternati e
circa. Questo valore si ottiene ponendo un righello deve essere munito di contatti in grado di soppor-
in corrispondenza del valore di 1.000 ohm e po- tare la corrente massima di 10 A. Il condensatore
nendo un altro righello in posizione perpendicola- elettrolitico ha il valore di 50 F- 150 VI. Il dio-
re sul punto di intersezione fra il primo righello do D 1 è adatto per la tensione di 440 V e la cor-
e la linea contrassegnata con C4. rente di 1 A. Ciascuno dei quattro diodi che

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI TUTTI!
L 3 800 's

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. Il saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, così
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce d1 220 V.

Per richiederlo occorre Inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n° 3/26482
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309
FUS

o)»
S1 s2

RETE
T1 1 I I R1

II
SPIA I sa

STATORE

I-[-L
A ROTORE

compongono il ponte raddrizzatore RS deve esse- motore diviene allora un vero freno elettroma.
re adatto per la tensione di 220 V e la corrente gnetico.
di 3 A. Quando l'interruttore generale S 1 è chiu- La resistenza RI limita l'intensità di corrente in-
so, lo statore del motore è alimentato. Se l'interut- dotta e dissipa, sotto forma di calore, una buon
tore S2 è aperto, il rotore non è alimentato. In parte del lavoro assorbito dal freno. Quando l'in-
pratica, quando l'interruttore S2 è aperto, il relé terruttore S2 è chiuso, il relé scatta e il rotore é
normalmente alimentato tramite una tensione re-
rimane aperto e il circuito del rotore si chiude sul-
golabile, che permette di far variare la velocità.
la resistenza R I, In queste condizioni, con lo sta- L'inversore S3 serve ad invertire la polarità della
tore alimentato e il rotore chiuso sulla resistenza corrente del rotore e, dunque, il senso di rotazio-
Rl, la minima rotazione del rotore, sollecitata ne. L'apertura di S2, quando il motore gira, pro-
dall'esterno, provoca in questo una corrente in- voca un frenaggio brusco. Per sopprimere la fre-
dotta i cui effetti si oppongono alla rotazione. Il nata è sufficiente lasciar chiuso S2 ed aprire S l.

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


L. 11.000
Caratteristiche
Circuito a due canali (note alte e basse) con
regolazioni indipendenti per ciascun canale.
Potenza massima di 660 W a 220 V.
Alimentazione In alternata da rete-luce.

310
L'S-Meter nell'RX a valvole tensione negativa sulla porta (G) provoca un au-
mento di corrente fra i terminali D-S di TRl.
Vorrei applicare un S-METER nel mio vecchio Conseguentemente, inserendo un milliamperome-
ricevitore a valvole cui sono affezionato da molti tro nel circuito D del transistor ad effetto di cam-
anni. Il progetto dovrebbe risultare abbastanza po ed applicando la tensione negativa di control-
economico ma funzionale. Siete in grado di esau- lo automatico di volume sull'elettrodo G, la cor-
dire queso desiderio?ni rente misurata varierà con la stessa frequenza del-
AMILCARE GIORDANO la tensione CA V.
Brindisi Il circuito qui presentato comprende, oltre che
lo stadio di misura, anche quello alimentatore, il
Una soluzione semplice per realizzare un S-ME- quale eroga la tensione di 11 V a partire dalla
TER consiste nel servirsi della tensione CA V tensione dei filamenti a 6,3 volt.
negativa di un ricevitore per pilotare un transi- Questo circuito è stato studiato per ottenere una
stor ad effetto di campo (TRl). In pratica, per deviazione totale dell'indice del milliamperome-
questo tipo di transistor, la tensione drain è nega- tro quando all'entrata viene applicata la tensione
tiva rispetto alla sorgente. L'applicazione di una di - 7,5 V.

COMPONENTI Ay

% «
TR2
a.
Condensatori
C1
C2
= 10.000 pF
= 10.000 pF
,., [ I ca 3 ,. 2s

C3
C4
C5
=
=
=
50 F - 15 VI (elettrolitico)
100 F - 15 VI (elettrolitico)
100 F- 15 VI (elettrolitico)
#@ ,,1• TRl
5 =
I
HA#
·-%'1
Resistenze
R1 = 2,2 megaohm - / watt
R2 = 1 megaohm (potenz. sensibilità)
R3 = 390 ohm - / watt
R4 = 1.000 ohm (azzeramento)
R5 = 22 .000 ohm - / watt mA milliamperometro (1 mA fondo-scala)
Varie DZl BZY88C12 (diodo zener)
TRl = 2N2608 (transistor FET) Dl = BA128
TR2 = AC128 D2 BA128

Miniamplichitarra parlante è di 8 ohm e che io sono alle prime ar-


mi con l'elettronica?
Sono un giovane lettore appassionato, contem- CLAUDIO DURANTE
poraneamente, di elettronica e di musica. Re- Roma
centemente ho acquistato una chitarra elettrica,
il cui funzionamento è vincolato alla presenza di Il progetto del semplice e miniaturizzato circui-
un amplificatore abbastanza pesante ed ingom- to, che possiamo definire un vero e proprio « mi-
brante. Potreste fornirmi lo schema di un am- niamplichitarra », non è certo quello di un di-
plificatore di piccola potenza, leggero, alimentato spositivo ad alta fedeltà, ma sarà in grado di sod-
a pile, tenendo conto che l'impedenza dell'alto- disfare le sue esigenze. La potenza d'uscita si ag-

311
gira intorno ai 2 W su un altoparlante da 8 ohm.

.± .4 J[
R3
Il transistor TR3 dovrà essere munito di aletta di
raffreddamento, allo scopo di dissipare il calore R2 I
I
generato. L'alimentazione a 6 V, richiesta dal ll•e sr
circuito, consente l'uso di quattro grosse pile a
torcia di 1,5 V ciascuna, collegate in serie. Queste
potranno essere tuttavia sostituite con uno di quei TR3
moderni accumulatori a 6 V, ricaricabili, ad elet-
~
6V
8
trolita gelatinoso, che non richiedono alcuna ma-
nutenzione e possono funzionare in tutte le po-
e;;
TR1
± i T
sz10n. Cl

J
COMPONENTI R5 - 4.700 ohm
Condensatori R6 - 470 ohm
Cl 5 µF 12 VI (elettrolitico) Varie
C2 5 µF 12 VI (elettrolitico)
TRI = AC128
Resistenze TR2 = AC128
Rl 1 megaohm (potenz. a variaz. log.) TR3- ASZ17
R2 47.000 ohm S1 interrutt.
=

R3 33.000 ohm AP altoparlante (8 ohm)


=

R4 470 ohm Alimentaz. = 6 Vcc

SALDATORE ISTANTANEO
220 V-90 W Lire 9.500
Il kit contiene:
saldatore istantaneo (220 V-90 W)
punta rame di ricambio
scatola pasta saldante
90 cm di stagno preparato in tubetto
chiave per operazioni ricambio pun-
ta saldatore

adatto per tutti tipi di saldature del principiante

Le richieste del saldatore istantaneo debbono essere fatte a: ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO - Via Zuretti n. 52, inviando anticipatamente l'importo di L. 9.500 a mezzo vaglia postale
o c.c.p. 3/20482 (spese di spedizione comprese).

312
L'unigiunzione KA 1561 terzo elettrodo, quello di emittore, esso si com-
porta come una giunzione diodica, sia rispetto a
Da una scheda elettronica ho recuperato alcuni Bl, sia nei confronti di B2. Come ulteriore infor-
transistor recanti la sigla KA1561, dei quali non mazione possiamo ancora dirle che il KA1561
riesco a controllare le condizioni di stato elettri-
co. Con l'ohmmetro, come sono abituato a fare
normalmente con i comuni transistor, ottengo
soltanto delle strane indicazioni che indurrebbe-
ro a pensare che i transistor fossero tutti brucia-
ti. Siete in grado di fornirmi qualche indicazione B1
relativa a questi strani componenti?
B2
SETTIMO FERRINI
Udine E
I transistor da lei citati non sono dei comuni tran-
sistor, ma si tratta di transistor unigiunzione.
Ciò significa in pratica che, durante l'analisi con
l'ohmmetro, fra i terminali di « base l » e «base
2», si otterrà un'indicazione resistiva abbastanza corrisponde assai bene al più noto 2N2646. Per
bassa, qualunque sia la polarità dei puntali dello consentirle un corretto utilizzo di tali componen-
strumento. E ciò potrebbe far supporre la fusio- ti, pubblichiamo lo schema del transistor con
ne di una giunzione. Per quanto riguarda poi il la relativa disposizione degli elettrodi.

FOTOCONTROLLO CON SCR


IN SCATOLA Permette di realizzare almeno due ot-
timi dispositivi:
DI MONTAGGIO
- LAMPEGGIATORE DI POTENZA
A L. 12.000
2 - CONTROLLO CREPUSCOLARE
DI ILLUMINAZIONE

I due principali dispositivi, da chiunque facil-


mente realizzabili con questo kit, potranno ser-
vire per molteplici scopi: per la costruzione di
lampeggiatori di potenza, per l'accensione au-
tomatica delle luci di illuminazione al calar del-
la sera, per il controllo di fiamma di un brucia-
tore, per far divertire i bambini attraverso una
Tempi di lampeggio controllabili lunga serie di esperimenti che si identificano
in altrettanti giochi di luce.
Potenza max. del carico: 660 W

La scatola di monta ggio del FOTOCONTROLLO deve essere richiesta a: ELETTR ONICA PRATICA
- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 - invian do anticipatame nte l'importo di L. 12.000 a mezzo vaglia
postale o c.c.p. 3/26482. Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.

313
Controllo della temperatura vacando l'alimentazione totale o parziale del mo-
tore elettrico del ventilatore e controllando, con-
Ho realizzato un dispositivo elettronico che deve seguentemente, la velocità di rotazione del motore.
necessariamente funzionare ad una temperatura
costante. Gradirei quindi che pubblicaste il pro- COMPONENTI
getto di un semplice circuito in grado di azionare
un ventilatore automaticamente e proporzional- Condensatori
mente alla temperatura raggiunta dai compo- Cl = 100.000 pF
nenti, allo scopo di garantire una certa stabiliz-
zazione della temperatura di funzionamento. Resistenze
ADAMO PAIS Rl = 100.000 ohm (resistenza NTC)
Pordenone R2 = 82.000 ohm
Le proponiamo il progetto di un circuito di con-
R3 = 50.000 ohm
R4 = 50.000 ohm (trimmer)
trollo di un piccolo motore universale in corren- R5 = 10.000 ohm
te alternata. Il motore elettrico è ovviamente R6 = 22.000 ohm
quello di un ventilatore, il cui funzionamento è R7 = 10.000 ohm
pilotato da una resistenza a coefficiente negativo R8 = 100 ohm
(Rl). Siamo certi che la pubblicazione di questo R9 = 22.000 ohm
progetto interesserà molti altri lettori, per realiz- RlO = 33.000 ohm - 4 W
zare, ad esempio, il condizionamento ambientale
della temperatura. La sonda, come abbiamo detto, Varie
è costituita da una resistenza NTC (Rl), che pro- TRl = BC250 B
voca la conduzione del transistor TRl quando la TR2 = BC250B
temperatura oltrepassa un certo limite prestabili- TR3 = BC170 A
to. Quando il transistor TRl conduce, i transistor SCR =BRY43
TR2 e TR3 forniscono al gate (G) dell'SCR de- DZ = diodo zener (18 W)
gli impulsi di maggiore o minore frequenza, pro- D1-D2-D3-D4 = 4x 1N4005

oz

Ricevitore a doppia alimentazione la è contenuta in un alloggiamento separato. Mi


servirebbe quindi un alimentatore in grado di
Sono in possesso di un ricevitore a transistor di fornire contemporaneamente la tensione continua
vecchia costruzione e marca ignota, che vorrei di 4,5 V e quella di 9 V. Potreste pubblicare il
alimentare con la tensione di rete-luce. Attual- progetto di un circuito adatto a risolvere il mio
mente, nel ricevitore risultano inserite tre pile problema?
da 4,5 V, due delle quali sono collegate in serie MARCO APPELLATI
fra loro per mezzo di un contenitore; la terza pi- Napoli

314
T1 02
9V Na O+9V

T c1

+ 4,5V

C2

-- e
-O
S1

La accontentiamo pubblicando uno schema asso- negativo del condensatore elettrolitico Cl diretta-
lutamente semplice, che non richiede alcuna in- mente con il terminale O V del trasf armatore, an-
terpretazione da parte nostra. E' necessario tut- ziché con il terminale a 4,5 V. I condensatori elet-
tavia che lei si accerti se la pila alloggiata separa- trolitici C1-C2 debbono avere un valore capacitivo
tamente è collegata in modo da f o mire una ten- compreso fra i 2.000 e i 4.700 µF - 12 VI. I due
sione negativa di 4,5 V. Perché in questo caso diodi D1-D2 sono normali diodi raddrizzatori al
dovrà invertire le polarità del diodo D 1 e del con- silicio.
densatore elettrolitico C2, collegando l'elettrodo

RICEVITORE A 2 VALVOLE PER ONDE MEDIE E CORTE


Caratteristiche tecniche
Tipo di circuito: In reazione di catodo
Estensione gamma onde medie - 400 KHz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 V con 100 mW in uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 V con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 V
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

I MONTAGGI
L. 12.500 senza altoparlante
L. 13.500 con altoparlante

La scatola di montaggio è corredata del fascicolo n. 12 - 1975 della Rivista, in cui è presentato l'articolo
relativo alla descrizione e al montaggio dell'apparecchio. Le richieste debbono essere fatte inviando an-
ticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 e indirizzando a: Elettronica Pratica - 20125 MI-
lano - Via Zuretti 52.

315
Una vecchia valvola speciale Cinescopi TV
Un mio amico mi ha recentemente regalato una Ho la possibilità di poter sostituire il cinescopio
valvola di tipo 5879, assicurandomi che si tratta del mio vecchio televisore, di tipo 21YP4, con il
di una valvola speciale e assolutamente nuova, modello 23AXP4. Vorrei quindi conoscere le ca-
cioè mai utilizzata. Desidererei quindi sapere da ratteristiche elettriche di questi due tubi, per de-
voi di che tipo di valvola si tratta e, possibilmen- cidere se, a parte le dimensioni diverse dei due
te, vorrei anche conoscere quale circuito, ovvia- componenti, mi è possibile l'intercambiabilità de-
mente semplice ed utile, potrei realizzare con essa. siderata.
AMEDEO VESCOVI ENRICO BELMONTE
Padova Genova
Si tratta effettivamente di una valvola speciale, Le caratteristiche elettriche dei due cinescopi so-
adatta per l'amplificazione di bassa frequenza ad no qui di seguito elencate.
alta fedeltà. Il componente è, in pratica, un pen-
todo noval che noi le consigliamo di montare
in un circuito preamplificatore, quello qui pub-
blicato. Tenga presente che il nostro semplice pro- CARATTERISTICHE ELETTRICHE
getto è adatto per un'entrata ad alta impedenza
come, ad esempio, quella di un microfono piezoe-
lettrico, un pick-up, ecc.

G2
>
+

;' R3

C2
R4
8
----ou
+
N
G1

Cl
V1 sl
._17 23AXP4

TUBO 23AXP4

r
ENTR.
0
:; ... Il 1±
1
ca!

.L:CJ
,:;,,,
@
FILAMENTO: 6,3 V- 0,3 A
TENSIONE G2: 400 V
TENSIONE A: 16.000 V
TENSIONE G1: 42 V 78 V
TENSIONE G4: 500 V ± + 1.000 V

lii 3\/

COMPONENTI
Condensatori
CI 47.000
= pF
C2 = 47.000 pF
C3 = 25 F- 25 VI (elettrolitico)
21YP4
C4 - 220.000 pF
C5 = 36 µF - 300 VI (elettrolitico) TUBO 21YP4
Resistenze FILAMENTO : 6,3 V - 0,3 A
RI = 2,2 megaohm - ¼ W TENSIONE G2: 300 V
R2 = 1.000 ohm - ¼ W TENSIONE A: 16.000 V
R3 = 100.000 ohm - W TENSIONE G1:-28 V: 72 V
R4 = 470.000 ohm - / W TENSIONE G4:65 V : 4 350 V
R5 = 22.000 ohm - 1 w

316
Come lei potrà facilmente arguire, dopo aver a- la realizzazione di altri a tempi migliori. Col pas-
nalizzato i dati ora esposti, risulta evidente che sare degli anni, dopo aver acquistato una grande
la sostituzione del cinescopio in suo possesso con quantità di materiali elettronici, vorrei ora, al-
l'altro facilmente acquistabile è impossibile; a meno in una certa misura, poter vivere di ·.. ren-
meno che lei non voglia apportare sostanziali mu- dita. Con ciò voglio dire che, per non continuare
tamenti nella struttura del televisore . ad acquistare componenti elettronici che ho già
in casa, vorrei servirmi di questi anche se il più

•••
delle volte debbo recuperare i componenti da
vecchi montaggi non può utilizzati. Mi trovo
dunque spesso alle prese con un procedimento
pratico abbastanza fastidioso e che non riesco ad
Operazione dissaldatura attuare in un modo semplice e razionale. Si tratta
ovviamente di recuperare i componenti elettro-
Sono un fedelissimo lettore della vostra rivista. nici dissaldandoli dai circuiti in cui sono stati un
Seguo attentamente, mese per mese, i progetti da tempo inseriti. Un mio amico mi ha detto che
voi pubblicati, realizzandone alcuni e rinviando esistono in commercio dispositivi adatti per que-

Ricevitore supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa jack per auricolare.
La risposta in BF si estende fra gli 80
e i 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: supereterodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1. 700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

La scatola di montaggio è completa di tutti gli elementi necessari per la costruzione del ricevitore.
Risultano inseriti, infatti, anche l'auricolare e le quattro pile da 1,5 V per la composizione dell'ali-
mentatore a 6 Vcc. Sono allegati pure gli schemi illustrativi e le istruzioni necessarie per la tara-
tura, la messa a punto e il corretto funzionamento del ricevitore. Le richieste debbono essere fatte
inviando anticipatamen te l'importo di L. 11.500 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione
a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zuretti, 52.

317
sto tipo di operazione. Mi consigliate di acquistare sbattuta al saldatore, così come si fa con il termo-
un tale dispositivo, oppure potete insegnarmi un metro, per far rientrare il mercurio nel suo alveo
metodo più economico per risolvere questo mio naturale dopo aver misurata la febbre. Meglio an-
problema? cora sbattere due o tre volte fino a che ci si ac-
ENNIO PAOLINI corge che lo stagno ha completamente abbando-
Trieste nato la punta del saldatore e se ne è andato in
Fino a qualche tempo fa la dissaldatura veniva uno scatolone che fungerà da raccoglitore. Questa
effettuata col più tradizionale dei metodi. Quello operazione va ripetuta due o tre volte, finché il
che citeremo più avanti. Attualmente, invece, so- componente fuoriesce naturalmente e rimane a-
no giunti in commercio dei dispositivi, denomi- perto il foro in cui l'elettrodo rimaneva infilato.
nati dissaldatori, che variano di prezzo e di qua-
lità e che possono essere acquistati presso i mag-
giori rivenditori di materiali elettrici. Il dissalda- e@
tore effettua contemporaneamente due operazio-
ni: provoca lo scioglimento dello stagno e lo as-
sorbe in una camera di conservazione. A nostro Zoccolature del transistor
avviso, pur rivelandosi utile, questo attrezzo non Mi trovo in difficoltà nel riparare un ricevitore
ha risolto completamente il problema, perché pur transistorizzato soltanto perché non riesco a ca-
operando con esso è ancora difficile dissaldare un pire il funzionamento di alcuni semiconduttori.
componente ed estrarlo dal luogo in cui è stato Per esempio, ho notato la presenza, sulla base
originariamente saldato. Nei nostri laboratori, ad di alcuni transistor, di un segnale più forte di
esempio, si ricorre ancora al metodo tradizionale quello presente sul collettore. Tale inconveniente
che consiste in ciò: si solleva con una mano il cir- non cambia neppure sostituendo i transistor con
cuito stampato all'altezza della fronte e si appog- altri corrispondenti. Faccio presente che i tran-
gia la punta del saldatore sullo stagno che si vuol sistor sotto accusa sono i seguenti: BF 175 -
eliminare, controllando visivamente la posizione BF125 - BF255 - BC17OC- BC172 B - BC252 B
esatta della punta del saldatore. Ci si accorgerà - BC253 B- ADI61 - AD162.
che lo stagno, sciogliendosi, si deposita sulla parte MICHELE GIANQUINTO
terminale del saldatore. A questo punto si dà una Foggia

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicina-no a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacità nella L. 3.900 (con altoparlante)
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizza zione de « ll ricevitore del principiante » sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a L. 2.900 senza
altoparlante e a L. 3.900 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRO NICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zu-
retti n. 52.

318
Da quanto lei ci dice possiamo arguire che le ri-
sulti sconosciuta la zoccolatura dei transistor ci-
tati, che si distanzia notevolmente da quella tra-
BC 170 C
C 172 B A0161 dizionale della sequenza degli elettrodi di emit-
BC 252 B AD0 162
F 125
c BF255 C 253 8 tore-base-collettore. Trattandosi quindi di una

Ob
s
@ • e
• e
zoccolatura, che potremmo definire anomala, sia-
mo indotti a ritenere che il guasto del suo ricevi-
tore risieda in altri elementi. Non ci è possibile
forni re alcun altro elemento che possa aiutarla
VISTI DA SOTTO
nel suo lavoro di riparazione, soltanto perché i da-
ti in nostro possesso sono irrilevanti.

APPRONTIAMO INSIEME LA RIVISTA


Allo scopo di mantenere vivo lo scambio reciproco di idee, di ascoltare ogni suggerimento,
di sensibilizzare sempre di più il nostro pubblico al piacere dell'elettronica, al di là dei li-
velli normalmente proposti ed accettati da qualsiasi altra organizzazione, invitiamo tutti
i Lettori ad esprimere democraticamente il loro pensiero critico, positivo o negativo, sul
contenuto della Rivista, rispondendo ai quesiti proposti nel seguente questionario.

QUESTIONARIO

Argomenti maggiormente desiderati

Argomenti meno desiderati

Giudizio complessivo

Osservazioni varie .

-~----------- -- - --

$ ,or +o +dr" 9

t'
"'

319
UNA GRANDE OCCASIONE
PER I NUOVI E I VECCHI ABBONATI
I fascicoli arretrati si esauriscono cosi rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

PACCO OCCASIONE
L. 6.000

Mutrosca rt
u rq
our Pcmuént

Si tratta di una collezione di fascicoli accuratamente scelti fra quelli che maggiormente possono
interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, In particolare, gli ap-
passionati alle realizzazioni economiche di progetti di piccoli trasmettitori e ricevitori radio.

Dodici fascicoli arretrati del valore complessivo di L. 18.000 (gli arretrati vengono venduti al
prezzo di L. 1.500 ciascuno) al prezzo d'occasione di sole L. 6.000.
Dodici fascicoli nei quali sono stati presentati progetti di enorme successo editoriale, che ancor
oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.

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comprese le spese di spedizione) a mezz o vaglia o c.c.p. n. 3/26482 e indirizzan do a: ELETTR O-
NICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
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per Elettronica Pratica! IL KIT
PER CIRCUITI STAMPATI
Corredo supplementare italiano
di alcune lastre di rame!

Per la realizzazione dei progetti presentati su questa Rivi-


sta, servitevi del nostro • kit per circuiti stampati ». Trove-
rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli Illustrativi


nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

TB1
--
+_$

L 8.700
Il prezzo, aggiornato rispetto alle vecchie versioni del
kit e conforme alle attuali esigenze di mercato, è da
considerarsi modesto se raffrontato con gli eccezionali
e sorprendenti risultati che tutti possono ottenere.

le richl ..te del KIT PER CIRCUITI STAMPATI debbono essere fatte inviando anticipata-
mente l'importo di L 8.700 a mezzo vaglia o c.cp. n. 3/26482 intestato a:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti, 52.
MICROTRASMETTITORE
TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no' privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di messa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

IN SCATOLA
DI
MONTAGGIO . 7.80
L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
PBA&
,
RIVISTA MENSILE PER GLI APPASSIONATI
DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE
AIIIJCA
-
Anno VI- N. 6- GIUGNO 1977 - Sped. in Abb. Post. Gr. III L. 1.000

' '
L' ATTUALITA'
DELL'IC 555

in
scatola
di
montaggio
NUOVE
LUCI PSICHEDELICHE
OSC ILLA TO R E M O D U LA TO
m od. AM /FM /30

l. 68.500
Questo generatore, data la
sua larga banda di frequen-
za consente con molta la-
ci lità l'allineamento di tutte
le apparecchiature operanti
in onde medie, onde lunghe,
onde corte, ed in tutta la
gamma di VHF. Il quadrante
delle frequenze è di grandi
dimensioni che consente una
ANALIZZATORE facile lettura.
Dimensioni: 250x170x90 mm
mod. R.P. 20 KN
(sensibilità 20.000
ohm/volt)

L. 28.800 )o
= sl
A, e
Grande strumento dalle piccole dimensioni, realizzato completamente su ---~~-~----
~-i~!
circuito stampato. Assenza totale di commutatori rotanU e quindi di falsi
contatti dovuti alla usura e a guasti meccanici. Jack di contatto d I conce-
zione completamente nuova. Munito di dispositivo di protezione.
Dimensioni: 140 x 90 x35 mm.
CARA TTERISTICHE TECNICHE

CARATTERISTICHE TECNICHE GAMME A e e


RANGES 100+400Ke 1400 + 1200Ke 1,1 + 3,M
I 3,5+12o Mc
V= O.I 5 10 50 100 200 500 1000 GAMME E F G
50A 5004 5 50 500 5000 RANGES 12 + 40Me 40+130M 80-260Mc
0,5 25 50 250 500 1000
2,5 25 250 2500
11/0+10k/110 /0 +100k/1100/0-+- 1M/dk /0-+10M
11k/ 0+10Ml110k/0--100M Strumento che unisce
alla massima semplici-
1 /0+-504/110l/ 0+-500k tà d'uso un minimo In-
Ballisti@ pE 0Mm1100/0+-200F /0hm1k/0:20r gombro.
E' realizzato completa-
id/0+50/ 1/@- 500]1100 /0+- 5000 mente su clrcu lto stam-
pato. Assenza totale di
-10+22 commutatori rotanti e
0.,5 5 25 50 250 500 1000 quindi fai si contatti do-
vuti al l'usura. Jack di
contatto di concezione
completamente nuova.
Munito di dispositivo
di protezione.
Dimensioni: 80 x125 x
x35 mm,

SIGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali) L. 23.500


Costruito nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto
per localizzare velocemente i guasti nei radioricevitori, amplificatori, fono-
valigie, autoradio; televisori.
ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. RADIO


Frequenza 1 Kc Dimensioni
l. 9.500 12 x 160 mm
(sensibilità 20.000 ohm/volt)
CARATTERISTICHE TECNICHE
Armoniche fino a 50 Mc Peso 40 grs.
10,5 V ell.
Tensione massima V= 0,1 1 10 50 200 1000
applicabile al puntale 500 V
30 V pp. Corrente della balleria 2 mA m- 50 A 5009A 5 50 500
Y'l. 0.5 5 50 250 1000
mM v 2,5 25 250 2500
CARATT ERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE
250 Kc Dimensioni
L. 9.800 12x160 mm
0hm= xl/0-+10E010/0+-1M ti /0+10M
Peso 40 grs. Ballisti pf 0hm 100/0-200F /0Mm lk/ 0:20yF
500 Mc
5 V ell,
Tensione massima dB, -1+22
appllcablle al puntale 500 V
15 V ell. Corrente della batterla 50 mA 0utput 0,5 5 50 250 1000
RIFLESSIONI MATURE
t

Vogliamo considerare temporaneamente risolto, a partire da


questo mese, il rapporto di collaborazione diretta con il Let-
tore, inteso come avviamento a quel processo di innovazioni e
miglioramenti editoriali, da tutti auspicato, che si è mosso da
quel semplice « Questionario », ripetuto successivamente in
quattro fascicoli, che abbiamo pubblicato in penultima pagi-
na con il titolo di « Approntiamo insieme la Rivista».
La messe di suggerimenti, idee, pensieri raccolti è risultata
tale, qualitativamente e quantitativamente, da permettere una
precisa e completa maturazione delle nostre riflessioni su
quanto rimane da perfezionare o da riempire, da allargare o
restringere, da introdurre od eliminare. Al solo scopo di po-
ter sempre proporre, a chi ci segue, uno strumento educativo,
didattico e piacevole, ricco di contenuti ricreativi, utili ed
umani.
L'opera di rinnovamento, dunque, si verificherà quanto pri-
ma, progressivamente, tenendo il passo, soprattutto, con il ra-
pido progredire dell'elettronica e con quanto di nuovo sta
giungendo o giungerà sul mercato al dettaglio che, per il tra-
mite di Elettronica Pratica, rappresenta il vero punto di in-
contro dell'hobbysta con la realtà di ogni suo programma.
Tuttavia, se i proponimenti sono quelli dichiarati, dobbiamo
pur sempre ricordarci che noi tutti ci stiamo muovendo nel-
l'ambito di una società tormentata da mille problemi, che po-
trebbero vanificare ogni nostra aspirazione.
Auguriamoci quindi di poterci presto inserire in un migliore
periodo di storia umana, più disteso, meno difficile e faticoso
a sopportarsi, meno ingeneroso verso le nostre fatiche. Per-
ché l'inquietudine sociale si riflette negativamente anche nel
nostro piccolo mondo di appassionati di cose tecniche, con
i risultati ormai a tutti noti.
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ANNO 6 - N. 6 - GIUGNO 1977


LA COPERTINA - Indirizza l'attenzione del lettore
sul. progetto di maggior importanza di questo fa-
scicolo: il nuovo dispositivo per luci psichedeliche,
cioè una versione aggiornata e migliorata della
vecchia scatola di montaggio, che ha già riscosso
un notevole successo, imponendosi, per qualità
e semplicità, fra tutti i nostri migliori apparati.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

stampa
TIMEC NUOVE LUCI PSICHEDELICHE 324
ALBAIRATE - MILANO MIGLIORATE ED AGGIORNATE
Distributore esclusivo per I'I- IN SCATOLA DI MONTAGGIO
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za n. 27 - 20128 Milano LE PAGINE DEL CB 336
tel. 2526 - autorizzazione RADIO MOBILI INDISTURBATE
Tribunale Civile di MIiano •
N. 74 del 29-2-1972 - pubbll- SCHERMATURE ED ACCORGIMENTI
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Tutti i diritti di proprietà let-
teraria ed artistica sono rleor-
vatl a termini di Legga par VENDITE ACQUISTI PERMUTE 364
tutti I Paesi. I manoecrlttl, I
disegni, le fotografle, anche
8e non pubbllcatl, non sl re- LA POST A DEL LETTORE 375
stituiscono.
Lo strepitoso successo raccolto dall'ormai famoso ECONOMIA E FUNZIONALITA'
progetto di luci psichedeliche, pubblicato nel lon-
tano dicembre del '75, ci ha convinti a riprendere Anche se le luci psichedeliche non rappresentano
più una assoluta novità elettronica, ben sappiamo
l'argomento, per approntare una nuova e più ag-
come esse siano sempre in grado di suscitare l'en-
giornata versione di quel kit che, soprattutto fra
tusiasmo di molti lettori che desiderano arricchire
i giovani, è stato recepito con grande interesse.
con effetti scenici le loro riunioni in discoteca o
L'esperienza acquisita in questi ultimi tempi ci le feste familiari.
ha permesso di rinnovare il vecchio progetto per Ma chi si prepone questo scopo, nella maggior
consentire il collegamento del dispositivo anche parte dei casi, vuol contenere entro limiti abba-
con ricevitori radio ed amplificatori di bassa fre- stanza ristretti la spesa d'impianto. E ciò induce
quenza di una certa classe, allo scopo di ... psi- a scartare a priori i costosi apparati commerciali
chedelizzare i molteplici programmi musicali tra- installati nèi nights, nei dancings e nei clubs,
smessi quotidianamente dalle diffusissime « radio consigliando un preciso indirizzo verso i semplici
libere». apparati autocostruibili.

Il nuovo kit per luci psichedeliche costituisce una versione ag-


giornata e migliorata della vecchia scatola di montaggio, che
ha già riscosso un notevole successo, imponendosi, per qualità
e semplicità, fra tutti i nostri migliori progetti. ll rinnovamento
del circuito consente ora di servirsi anche di apparati riceventi
ed amplificatori di classe e potenza elevate.

324
NUOVE LUCI
PSICHEDELICHE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO

L 11.000

e Circuito a due canali


e Controllo note gravi
e Controllo note acute
e Potenza media: 660 W per ciascun canale
Potenza massima: 880 W per ciascun canale
e Alimentazione: 220 V rete-luce
e Separazione galvanica e trasformatore

325
w
1-
ul
o::

+· a Fig. 2 • H progetto del dispositivo


per luci psichedeliche è compo-
sto da un elemento di separazio-
ne galvanica (trasf. T1 ), da due
. filtri passa-banda con regolatori
di sensibilità (R1-R4) e da due
circuiti di pilotaggio (SCR1-
SCR2). Le due uscite A1-A2 so-
no simboleggiate tramite le pia-
strine di raffreddamento dei due
(u
semiconduttori, che rappresenta-
c..i )
V) (/] no anche gli anodi di questi. Il
::> ::> circuito a destra interpreta il si-
-- stema di carico per mezzo di
w
z
I comuni lampadine a filamento.
::>
5
o
I
0
I
I
.......
o::
J
o:: I
u u I
0 0
I
I
(J
u
r I
I
I
I
I
I
$
Fig. 3 - Piano costruttivo del cir-
I cuito di 'luci psichedeliche. Tutti
gli elementi riportati in questo
e
I--
I disegno sono contenuti nel kit da
noi· pubblicizzato e venduto. Sui
due SCR è stato eliminato l'elet-
I trodo centrale rappresentativo del-
l'anodo, perché si utilizza, in qua-
~ lità di elemento d'uscita, l'aletta
di raffreddamento che rimane in
intimo contatto elettrico con l'e-
lettrodo di anodo. I due trimmer
R1-R4 regolano la sensibilità in
uscita su entrambi i canali.
o::
I- u..
z-
w

326
VO ◄ A-----8\ _ f1
Fig. 1 - Poiché gli SCR conducono la corrente elettrica
soltanto in presenza di una delle due semionde della
corrente alternata, le lampade collegate sulle uscite del
dispositivo per luci psichedelliche funzionano con una
'd 'd 'd
potenza ridotta al valore metà di quello di esercizio.
Per questo motivo, almeno teoricamente, la potenza di
carico può essere raddoppiata, elevandola- a 1.320 W
su ciascun canale, senza radiatore, e a 1 .760 W, con
radiatore, su ciascun canale. Questi valori di potenza
non sono tuttavia consigliabìli praticamente, dato che
potrebbero condurre alla distruzione di due semicon-
duttori.
vo ◄

< COMPONENTI
Condensatori
I R2
R3
R4
R5
=
=
470
10.000
= 1.000
= 470
ohrri
ohm
ohm
ohm
(giallo-viola-marrone)
(marrone-nero-arancio)
(trimmer potenziometrico)
(giallo-viola-marrone)
C1 = 47.000 pF Varie
C2 = 1 F
SCR1 = C107-D1
Resistenze SCR2 = C107-D1
R1 = 1.000 ohm (trimmer potenziometrico) T1 = trasf. d'accoppiamento

I\ I \., I
RIF.
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"K" , Igg"

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@ (diii l #i lSCR2 a
i
O.li
RIF.

327
Chi sfoglia i fascicoli di riviste specializzate in e-
lettronica, potrà trovare diversi schemi di tali im-
pianti, alcuni dei quali, degni del massimo rispet-
to, peccano talvolta di eccessiva raffinatezza cir-

o
ANODO
cuitale, non compensando il notevole aumento di
costo dell'apparecchiatura con i lievi vantaggi
apportati soprattutto dal maggior numero di con-
trolli.
Altri progetti, apparentemente ben equilibrati,
(USCITA) ignorano invece le più fondamentali regole della
prudenza, come, ad esempio, quella di separare
completamente il circuito di amplificazione da
quello di rete-luce, cioè ignorano quell'elemento
di grande importanza che va sotto il nome di
« separazione galvanica».
Là dove questo elemento viene trascurato, può
GATE capitare che, a causa di errati inserimenti della.
G' spina di alimentazione, l'amplificatore ad alta
fedeltà possa subire danni talvolta disastrosi.
Per errato inserimento della spina di alimenta-
zione intendiamo il senso di inserimento della
ANODO spina nella presa-luce, in modo da far concorda-
( piedino da tagliare) re, fra i vari circuiti accoppiati, la fase di massa.
Infatti, se in un circuito viene inviata a massa
la fase attiva, mentre in un altro circuito viene
Fig. 4 - Con questo disegno interpretiamo completa- inviato a massa il conduttore a O volt, si crea
mente il sistema di montaggio sulla basetta del circuito
stampato dei due SCR di tipo CIO7-D1. L'elettrodo un violento passaggio di corrente, che può risul-
centrale deve essere tranciato, mentre l'aletta di raf- tare distruttivo per molti elementi.
freddamento viene sfruttata quale elemento d'uscita.
Lo smussamento, presente sul corpo del componente,
in prossimità del gate (G), non concede possibilità di
errori di inserimento dell'SCR sulla basetta dello stam- CARATTERISTICHE
pato.
Le principali caratteristiche elettriche della no-
stra nuova scatola di montaggio per luci psiche-
deliche possono venir riassunte nei seguenti punti:

Schema circuitale di concezione estremamente semplice e funzionale.


- Totale separazione galvanica dal circuito di amplificazione.
- Stadio di potenza con SCR, con minor generazione di disturbi.
Assenza di alimentazione nel circuito di controllo.
- Due canali indipendenti (note alte e note basse) con possibilità di regola-
zione della sensibilità.
Potenza massima senza raffreddatori: 660 W (per ogni canale).
- Potenza massima con raffreddatori: 880 W (per ogni canale).
- Potenza minima d'ingresso: 100 mW.
Potenza massima d'ingresso: 20 W su 16 ohm.

328
SCELTA DEGLI SCR TRIAC utilizzati nella vecchia versione del kit,
ci è stata dettata da alcune considerazioni di ca-
La scelta dei dispositivi SCR, in sostituzione dei rattere pratico:

1 ° - Gli SCR si sono rivelati come semiconduttori meno rumorosi dei modelli bidi-
rezionali TRIAC.
2 ° - Dato che negli SCR la conduzione elettrica ha luogo soltanto durante una del-
le due semionde del segnale alternato, così come simboleggiato nei diagrammi
di figura l, è possibile raggiungere un dimezzamento della_tensione media sul-
le lampade. e, conseguentemente, una maggior durata delle stesse.
3° - La conduzione elettrica in un solo semiperiodo della corrente alternata provoca
uno « sfarfallìo. » della luce, introducendo nuovi effetti luminosi nel sistema
di luci psichedeliche.
4° La diminuzione di luminosità delle lampade permette di raggiungere tonalità
luminose più rossicce e, quindi, più calde e pastose.
5° - Tenendo conto che la conduzione elettrica attraverso le lampadine avviene
soltanto durante una delle semionde della tensione alternata, la potenza mas-
sima, senza raffreddatori, si eleva teoricamente al valore doppio, da 660 W a
1320 W per ogni canale, con radiatori la potenza aumenta da 880 W a 1.760 W
teorici.

SCHEMA ELETTRICO mario del trasformatore di separazione T1 e da


qui trasferito, induttivamente, sul doppio avvol-
Iniziamo ora l'esame del circuito teorico del nuo- gimento secondario.
vo progetto per luci psichedeliche riportato in fi- In questo modo si ottiene una perfetta separazio-
gura 2. ne elettrica del circuito di amplificazione da quel-
Il segnale di bassa frequenza, prelevato all'uscita lo di controllo che, pur risultando direttamente
dell'amplificatore di potenza, così come indicato connesso alla rete-luce, non provoca alcun incon-
in figura 8, viene applicato all'avvolgimento pri- veniente.

o
CARICO I
o

FUS Fig. 5 - Coloro che volessero accoppiare il nostro di-


Il -4-
I «o
-d RETE
spositivo per luci psichedeliche con un ricevitore radio
od un amplificatore di bassa frequenza particolarmente
sensibile, dovranno realizzare, in uscita, questo sem-
plice circuito. inserendo, in parallelo con gli elettrodi
di anodo e catodo degli SCR, le due coppie resistivo-
capacitive Indicate nel disegno attraverso valori pu-
ramente orientativi. In fase di sperimentazione sarà
ALETTA
possibile individuare il· valore esatto di questi quattro
scR 2 elementi che non risultano compresi nel kit.

329
L'uso di un trasformatore di accoppiamento, oltre relativi ai due canali d'uscita, sono indicati con
che da elemento dì separazione galvanica, funge i simboli di due lampadine, ma è ovvio che que-
anche da filtro dei disturbi provocati dalla com- sti simboli stanno a significare che, sulle due u-
mutazione degli SCR. scite, si potranno collegare più lampadine o più
gruppi di lampadine, con collegamenti in serie, in
parallelo, in serie-parallelo, facendo in modo che
FILTRI PASSA-BANDA la potenza assorbita si aggiri intorno ai 660 W
per ciascun canale (senza radiatori sugli SCR).
Il segnale prelevato dai due avvolgimenti secon- Applicando gli elementi radiatori di calore ai due
dari viene dosato dai due potenziometri R1-RA semiconduttori, la potenza assorbita dalle lampa-
(trimmer potenziometrici), che agiscono rispetti- de potrà essere elevata a 880 W per ciascun ca-

ALETTE RAFFR.
AN ODO

n'2

Fig. 6 - Disegno costrutti-


vo dell'intero dispositivo
RETE per luci psichedeliche adat-
to per essere accoppiato
con ricevitori radio e am-
plificatori sensibili. Il va-
lore del fusibile verrà sta-
bilito conformemente al va-
lore della corrente di ca-
rico (tale elemento non ri-
suita compreso nel kit).

vamente da elementi di controllo di sensibilità del- nale. Ma, lo ripetiamo, questi valori potranno es-
le note alte e cli quelle basse. sere ulteriormente aumentati, dato che, almeno
Successivamente, il segnale viene inviato verso teoricamente, il sistema di impianto permette di
due filtri passa-banda: uno cli tipo passa-basso, assorbire una potenza di valore doppio, in consi-
l'altro di tipo passa-alto. derazione del fatto che la conduzione elettrica,
Il filtro passa-basso è composto dalla resistenza attraverso gli SCR, avviene soltanto durante una
R5 e dal condensatore G2; il filtro passa-alto è delle due semionde del segnale alternato.
composto dal condensatore Cl e dalle resistenze L'impiego cli filtri di tipo passivo, composti cioè
R2-R3. Questi filtri permettono di applicare ai con sole resistenze e condensatori, ha consentito
gate (G) di SCRl ed SCR2 segnali di valore di di evitare l'uso di elementi attivi e di alimentare
frequenza diverso, consentendo il pilotaggio cli separatamente la sezione cli controllo.
diversi gruppi di lampade in base alla tonalità L'unico svantaggio, che potrebbe derivare da
del segnale. questo sistema di concezione circuitale, consiste
Sullo schema elettrico di figura 2 i due carichi, in una minore sensibilità ciel progetto che, tutta-

330
via, nel nostro caso, viene compensata da una quella in cui si inseriscono i componenti e dove
accurata scelta dei componenti di potenza. Ciò sono presenti le piste di rame.
significa che, in definitiva, la sensibilità del di- Una certa attenzione viene richiesta nell'inseri-
spositivo risulta in ogni condizione più che sod- mento dei due SGR sulla basetta del circuito stam-
disfacente. Lo dimostra il fatto che, nei collega- pato e durante l'operazione di saldatura dei loro
menti con amplificatori di notevole potenza, è terminali. Questi componenti sono dotati di tre
necessario mantenere ad un livello molto basso terminali e di una piastrina metallica che, oltre a
i trimmer potenziometrici R1-R4, cioè i due con- fungere da elemento raffreddatore, rappresenta
trolli di sensibilità del dispositivo. anche l'elettrodo di anodo del dispositivo, risul-
tando in intimo contatto elettrico con l'elettrodo
centrale dei tre prima menzionati.
REALIZZAZIONE PRATICA Dato che in sede di collegamento del circuito con
gli elementi d'uscita viene sfruttata la piastrina
La scatola di montaggio semplifica notevolmente metallica degli SCR, il terzo elettrodo centrale
il lavoro di costruzione dell'apparato per luci risulta superfluo e deve essere quindi tranciato o,
psichedeliche, rendendolo possibile a tutti, indi- più semplicemente, isolato dagli altri due, così
stintamente, anche a coloro che sono alle prime come indicato in figura 4.
armi con l'elettronica. Perché la presenza del Questa stessa figura permette di osservare che
circuito stampato non concede alcuna possibilità l'SCR è dotato, da una parte, di uno smussamen-
di errore. E perché i componenti sono talmente to di riferimento; questo smussamento si trova
pochi da non confondersi fra loro. esattamente in corrispondenza dell'elettrodo di
In ogni caso il lettore, prima di prendere in mano gate (G), impedendo equivoci di sorta durante
il saldatore, dovrà controllare l'intero contenuto l'inserimento del componente sulla basetta del
del kit, separando fra loro i vari componenti e circuito stampato.
prendendone diretta conoscenza. A conclusione di questo argomento raccomandia-
Il montaggio verrà eseguito tenendo sott'occhio mo di effettuare le saldature alla maniera adottata
il piano costruttivo di figura 3, nel quale il di- per tutti i semiconduttori in genere, cioè con ma-
segno in colore rappresenta il circuito stampato novre rapide e servendosi di un saldatore ben
visto in trasparenza, cioè dalla parte opposta a caldo.

CARICO
1

USCITA
1

Fig. 7 - interpretazione del concetto di collega-


mento dei due sistemi di lampade sulle uscite del
RETE dispositivo per luci psichedeliche. li pannello fron-
220V tale dell'apparato è quello del contenitore del di-
spositivo di figura 6, valido per tutti i collegamenti
con ricevitori radio e amplificatori oltremodo sen-
sibili.

331
AMPLIF. BF
CARICO 1

oo o o o

CARICO 2

RETE-LUCE

EVENTUALI DISTURBI gli SCR, due gruppi resistivo-capacitivi, secondo


lo schema riportato in figura 5. Questi ulteriori e-
Qualche lettore potrà collegare il nostro disposi- lementi, che non sono contenuti nel kit. consen-
tivo per luci psichedeliche ad un ricevitore radio tono una completa soppressione dei disturbi ori-
o ad un amplificatore di bassa frequenza partico- ginati dalla commutazione degli SCR.
larmente sensibile. In tal caso potranno verifi- Sullo schema elettrico cli figura 5 sono riportati
carsi alcuni indesiderati disturbi. Ebbene, per i valori orientativi da attribuirsi alle due resi-
ovviare a tale inconveniente, occorrerà inserire, in stenze e ai due condensatori. Questi valori varie-
parallelo con gli elettrodi di anodo e catodo de- ranno ovviamente a seconda delle condizioni del

AP

AMPLIF ALTA POT.

oo o o o

332
4
Fig. 8 - Questo disegno illustra il sistema completo di
La penna dell'elettronico dilettante
'

collegamento di un dispositivo per luci psichedeliche


fra l'uscita di un amplificatore di bassa frequenza e due L.3.500
carichi di lampade a filamento. Il collegamento in en-
trata può essere fatto direttamente con i due terminali
dell'altoparlante, oppure con i due fili che congiungono
questo elemento con l'uscita dell'amplificatore. Su cia-
scun canale del circuito si possono collegare più serie
di lampade, in modo che la potenza complessiva di
ciascuna serie (somma delle potenze di ciascuna lam-
pada), non superi il valore di sicurezza.

CON QUESTA PENNA


carico, con lo scopo di raggiungere la maggiore APPRONTA TE I VOSTRI
soppressione di disturbi.
'I valori delle resistenze potranno variare da 50 CIRCUITI STAMPATI
ohm a 500 ohm (1 W), mentre quelli dei conden-
satori risulteranno compresi fra i 10.000 e i
100.000 pF (1.000 VI). La variabilità di questi Questa penna 'permette di preparare i circuiti stampati
con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
valori non ci ha consentito di inserire nel kit le aspetto esteriore è • quello di una penna con punta
due resistenze e i due condensatori, il cui esatto di nylon. Contiene uno speciale· inchiostro che garan-
valore verrà individuato sperimentalmente. tisce una completa resistenza agli attacchi di soluzione
di cloruro ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade-
risce perfettamente al rame.

NORME D'USO CARATTER ISTICHE

Tracciare il circuito su una La penna contiene un di-


lastra di rame laminata e spensatore di inchiostro
perfettamente pulita; la- controllato da una valvola
sciarla asciugare per 15

4
che garantisce. una lunga
minuti, quindi immergerla durata eliminando evapora-
nella soluzione di attacco rioni quando non viene
(acido corrosivo). Tolta la usata. La penna non· con-
lastra dalla soluzione, si tiene un semplice tampo-
noterà che il circuito è In ne imbevuto, ma è comple-
perfetto rilievo. Basta tamente riempita di inchio-
quindi togliere l'inchiostro stro. Per assicurare una
con nafta solvente e la scrittura sempre perfetta,
lastra del circuito è pron- la penna è munita di una
Fig. 9 - Quando l'abbinamento del dispositivo per luci ta per l'uso. punta di ricambio situata
psichedeliche avviene con un amplificatore di elevata nella parte terminale.
potenza, allora è necessario Interporre fra I due appa-
rati un potenziometro di tipo a filo e del valore indicato
in questo schema. Il potenziometro potrà anche essere
sostituito con due resistenze fisse della potenza di 3
W ciascuna, il cui valore verrà stabilito sperimentalmen-
te e conformemente al volume medio d'ascolto.
I componenti ora citati verranno montati nel l'uscita dell'am plificatore BF; questi due fili pos-
modo indicato nel piano costruttivo di figura 6, sono essere anche collegati sui due term inali del-
nel quale risulta compreso anche il montaggio l'altoparlante o, comunque, in parallelo con i fili
di figura 3. che giungono ad esso.
In serie ad uno dei due conduttori della tensione Sulle due uscite del dispositivo si applicano i ca-
di alimentazione è stato inserito un fusibile, il richi, costituiti da più lam padine, facendo in mo-
cui valore verrà stabilito proporzionalmente a do che, per ciascuna uscita, non venga superato
quello della corrente di carico. il valore di potenza di 660 W, senza radiatore sui
Si noti nello schema costruttivo di figura 6 il si- due SCR e quello di 880 W con radiatore sugli

CANALE
DI DESTRA

ENTR.
AMPLIE. STEREO ► UTILIZZ.

oo o o o ENTR.
► UTILIZZ.
Fig. 10 - Coloro che volessero
servirsi di un amplificatore ste-
CANALE reofonico, dovranno comporre
DI SINISTRA due distinti circuiti di dispositivi
per luci psichedeliche, collegan-
doli nel modo indicato in questo
schema.

sterna di collegamento degli anodi dei due SCR SCR. Queste potenze possono ritenersi più che
con le prese d'uscita. sufficienti anche in piccole taverne o nelle disco-
teche private.

REALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO
AMPLIFICATORI DI POTENZA
In figura 7 presentiamo il disegno frontale del di- Nel caso in cui si faccia uso di un amplificatore
spositivo di figura 6. Questo schema chiarisce ul- di bassa frequenza e di elevata potenza, occorre-
teriormente il concetto di collegamento delle lam- rà interporre, fra l'uscita dell'amplificatore e l'en-
pade sulle due uscite dell'apparecchio .per luci trata del nostro dispositivo, un potenziometro,
psichedeliche. di tipo a filo, del valore di 50 ohm - 5 W (max.
In figura 8 viene interpretato teoricamente il 100 ohm), in grado di concedere all'operatore la
concetto di impianto completo del sistema di luci manovra di attenuazione del segnale.
psichedeliche. In questo schema si può notare il In sostituzione del· potenziometro a filo, suggerito
collegamento in entrata e in uscita del dispositivo. nello schema di figura 9, si potranno utilizzare due
All'entrata pervengono due fili provenienti dal- resistenze fisse, della potenza di 3 W ciascuna,

334
che formeranno un partitore di tensione, il cui per luci psichedeliche a questo particolare tipo
valore verrà stabilito sperimentalmente in base al di amplificatore.
volume medio d'ascolto. - In questo caso vogliamo ricordare che serviranno
due unità di luci psichedeliche; ognuna di queste
verrà collegata ad una delle due uscite dell'am-
COLLEGAMENTI STEREO plificatore stereofonico nel modo indicato dallo
schema elettrico di figura 10. Con l'amplificatore
Alcuni nostri lettori, in possesso di un amplifica- stereofonico P'effetto di riproduzione apparirà ve-
tore stereofonico, vorranno applicare il dispositivo ramente spettacolare.

IL KIT DEL DISPOSITIVO PER


LUCI PSICHEDELICHE

CONTIENE:
n. 2 condensatori - n. 3 resistenze fisse - n. 2 resistenze variabili (trimmer
potenziometrici) - n. 2 SCR - n. 1 circuito stampato - n. 1 trasformatore di ac-
coppiamento.

La scatola di montaggio costa L. 11.000. Le richieste debbono essere fatte in-


viando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
comprese le spese di spedizione).

335
L'appassionato CB non si limita più a svolgere la
propria attività nella camera da letto o nello
stanzino dove è composto un piccolo radiolabo-
ratorio. Oggi il CB «lavora» dovunque, in casa
e fuori, nelle stazioni fisse e in quelle mobili. E,
in particolar modo, nell'autovettura, quando du-
rante il viaggio il radiotelefono rappresenta l'unico
elemento di contatto con il mondo esterno, con
gli amici e con i parenti.
La stazione ricetrasmittente del CB, dunque, ri-
sulta oggi largamente diffusa nel settore automo-
bilistico, nel quale la passione per questo parti-
colare hobby si abbina ad un servizio di grande
utilità per sé e per gli altri.
Non si creda tuttavia che l'installazione di un ri-

LE cetrasmettitore sull'autovettura sia cosa semplice


ed immediata, dato che per la realizzazione· di
collegamenti radio precisi ed esenti da disturbi
occorre provvedere, prima di tutto, all'installazio-
ne di un'antenna appropriata e, in secondo luogo,
ad una acuratissima schermatura dell'automezzo.
Non ci intratterremo sull'esame del tipo più adat-

PAGINE to di antenna da adottarsi sull'auto per far fun-


zionare egregiamente un radiotelefono, anche
perché su questo argomento ci siamo abbondan-
temente soffermati sul fascicolo di luglio 1975.
L'unico elemento che possiamo aggiungere con-
siste nell'informare il lettore che l'antenna che
serve a far funzionare l'autoradio non può essere

DEL assolutamente utilizzata per le ricetrasmissioni


sulla gamma dei 27 MHz, perché il disadatta-
mento di impedenza sarebbe tanto grande da
provocare la bruciatura del transistor finale di
radiofrequenza in pochi secondi.

VARIETA' DEI RADIODISTURBI

Quando ci si appresta a montare per la pnrna


volta un qualsiasi apparato elettronico sull'auto-
vettura, può capitare di imbattersi in sgradevoli
sorprese. Infatti, pur avendo schermato il siste-
ma di accensione con gli appositi filtri soppres-
sori, reperibili ormai dovunque, ci si può accor-
gere che i disturbi causati dal motore riescono
ad « entrare » ugualmente. E chi sta installando
una apparecchiatura elettronica sull'autovettura
può pensare di non aver effettuato a regola dar-
te la schermatura del circuito di accensione. Ma
in pratica non è così, perché il più delle volte oc-
corre provvedere ad una stabilizzazione della ten-
sione di alimentazione. E questo problema è sta-
to ampiamente trattato e discusso nel mese scor-
so, in questa stessa rubrica. Abbiamo infatti pre-
sentato il progettò di uno stabilizzatore e ridutto-
re dei disturbi da utilizzarsi assieme con apparati
radioriceventi, ricetrasmettitori e dispositivi am-

336
Talvolta, le normali operazioni di schermatura, delle varie sor-
genti di disturbi presenti nell'autovettura, non sono sufficienti
per ottenere collegamenti via-radio esenti da rumori. Ulteriori
accorgimenti tecnici, come, ad esempio, l'inserimento di parti-
colari filtri, possono rendersi necessari per un ascolto intelleg-
gibile e per una emissione purissima.

RADIO MOBILI
INDISTURBATE
plificatori di bassa frequenza generici. L'uso di distribuire in vari punti dell'impianto.
questo apparato permette di ridurre in misura
notevole i disturbi che si vengono a determinare
sulla linea di alimentazione, a causa soprattutto POSIZIONE DELL'ANTENNA
della corrente di commutazione della bobina d'ac-
censione. Ma esistono altri tipi di disturbi che ven- Un secondo fattore di fondamentale importanza
gono captati induttivamente dalla linea di ali- agli effetti dell'eliminazione dei disturbi, riguarda
mentazione e che, passando spesso inosservati ne- il posizionamento dell'antenna. Questa è infatti
gli impianti di autoradio, mangianastri o ampli- la maggiore responsabile della captazione dei di-
ficatori di bassa frequenza, possono assumere sturbi elettromagnetici generati dal motore. Ecco
grande importanza nei ricevitori e nei ricetra- perché l'antenna deve essere installata il più lon-
smettitori CB, in virtù della elevata sensibilità di tano possibile dal motore dell'autovettura. La
tali apparecchiature. posizione ideale per raggiungere il migliore si-
stema di irradiamento e captazione delle onde
radio è senza dubbio quella sul tetto dell'auto-
I RIMEDI vettura. Ma tale posizione non sempre può essere
adottata, anche in considerazione delle dimen-
L'eliminazione totale dei disturbi può divenire, sioni dell'antenna. Nella maggior parte dei ca-
in alcuni casi particolari, una operazione abba- si, infatti, si monta l'antenna nella parte po-
stanza ardua, in quanto esistono numerosi fattori steriore dell'auto, cioè in posizione opposta a
che concorrono alla creazione del rumore inde- quella dove è sistemato il motore. Talvolta i nor-
siderato. mali dispositivi cli filtraggio non risultano pur-
E' ovvio che la prima preoccupazione dovrà es- troppo sufficienti e in questi casi è necessario ri-
sere quella di schermare con gli appositi filtri sop- correre a speciali interventi per poter raggiunge-
pressori le candele di accensione, lo spinterogeno, re risultati soddisfacenti.
la dinamo o l'alternatore, tenendo conto che, in
commercio, oltre al normale « completo di fil-
traggio », tipico per l'autoradio, sono reperibili ACCORGIMENTI VARI
dei filtri aggiuntivi come, ad esempio, le calotte
schermate per lo spinterogeno e i condensatori da Uno dei più importanti accorgimenti consiste nel

337
MORSETT O
POSITIVO RG8
+ G) ALI
RX TX
~
MASSA

BATT.
12V
Fig. 1 - Il cavo conduttore della
Al CIRCUITI linea di alimentazione del ricetra-
DELL'AUTOM. smettitore può essere un ricetta-
colo di disturbi indotti se esso
non è di tipo schermato con calza
metallica collegata a massa.

collegare elettricamente il coperchio del vano-mo- COLLEGAMENTO DEL CAVO SCHERMATO


tore (cofano) con il telaio dell'autovettura, ser-
vendosi di una calza di rame in grado di assicu- Per non risentire dei disturbi indotti lungo i con-
rare una perfetta continuità elettrica. Le sole cer- duttori dell'impianto elettrico dell'auto, l'allaccia-
niere, a causa della presenza di grassi isolanti o mento del cavo conduttore delle linee di alimen-
per fenomeni di ossidazione possono impedire tazione del ricetrasmettitore deve essere effettua-
un perfetto contatto elettrico tra cofano e telaio, to sui terminali della batteria nel modo indicato
impedendo l'azione di schermaggio elettrostatico in figura 1.
del motore. Fra il terminale caldo ( terminale centrale del ca-
Un secondo accorgimento consiste nell'impiego di vo) e il morsetto positivo della batteria è buona
un cavo schermato in veste di elemento condutto- norma inserire un fusibile di protezione, da 23
re della tensione di alimentazione del ricetra- A. Il fusibile dovrà risultare molto prossimo al
smettitore. morsetto positivo della batteria, perché soltanto
Con l'uso del cavo schermato i disturbi indotti in questo modo ci si potrà cautelare, oltre che
non possono raggiungere il conduttore positivo, dai cortocircuiti del carico, anche da acciden-
grazie all'azione schermante della calza metallica, tali cortocircuiti sul cavo schermato di alimen-
che provvede a scaricarli a massa. tazione.

P0RTAFUSIB
Fig. 2 - E' buona norma VOLANTE
inserire un fusibile da 2 +
3 A In prossimità del mor-
setto positivo della batte-
ria, allo scopo di proteg-
gere la batteria stessa da
2
eventuali cortocircuiti. M0RS. BATT.
e
338
Questo accorgimento è maggiormente interpre- elettrico con la massa elettrica dell'autovettura.
tato nel disegno di figura 2, nel quale è consiglia- I valori tipici dei due componenti sono: R1 =
to anche il particolare tipo di cavo schermato da 100 ohm; Cl = 10.000 pF. Questi sono i valori
utilizzarsi, cioè il cavo RG8 che, rispetto al più tipici che il lettore potrà inizialmente adottare;
comune RG58, è da preferirsi per la maggior successivamente, allo scopo di migliorare i risul-
portata di corrente. tati pratici, si potranno sperimentare resistenze e
L'uso del cavo di tipo RG58, soprattutto sulle condensatori di valori leggermente diversi.
piccole distanze di collegamento, non comporta
differenze sostanziali. Esso potrà. quindi essere u-
tilizzato in tutti quei casi in cui risulti difficoltoso UN CIRCUITO ACCORDATO
far passare, attraverso i vari elementi: del motore
e dell'autovettura, un cavo di grosse dimensioni Per ottenere un funzionamento più efficace e un
come è l'RG8. silenziamento maggiore, conviene aggiungere al
filtro soppressore, ora presentato, un circuito ac-
cordato, collegato in serie con la linea positiva
ULTERIORI DISPOSITIVI DI FILTRAGGIO di alimentazione.
Il filtro presentato in figura 3 diviene, dopo l'ag-
Nel caso in cui le operazioni di schermatura e le giunta del circuito accordato, quello di figura 4.
varie precauzioni tecniche fin qui ricordate non
conducessero a risultati soddisfacenti, possiamo Il circuito dovrà essere sintonizzato, tramite il
consigliare il lettore ad inserire, in prossimità del compensatore C2, sulla frequenza di ricezione,
ricetrasmettitore, qualche filtro antidisturbo. in modo da provocare una notevole reiezione dei
In commercio sono attualmente reperibili diversi disturbi su tale frequenza, provenienti dall'ali-
tipi dì questi filtri. Tuttavia, tenendo conto della mentatore.
loro semplicità costruttiva, conviene sempre au-
tocostruirli per poterli praticamente sperimen-
tare. COSTRUZIONE DEL FILTRO
In figura 3 presentiamo il progetto di uno di
questi filtri. Come si può notare, il circuito è dota- La costruzione del filtro antidisturbo con circuito
to di un filtro R-C racchiuso in un contenitore accordato dovrà essere realizzata tenendo sott'oc-
metallico che deve risultare in intimo contatto chio il piano costruttivo riportato in figura 5.

SCATOLA METALLICA

RG 8
q_] -b
Fig. 3 - Soltanto quando le ope-
\
razioni dì schermatura normali non
offrono risultati soddisfacenti, è
consigliabile collegare, in pros-
simità del ricetrasmettitore, il fil-
tro antidisturbo qui presentato,
nel quale la resistenza R1 assume c1
Il valore di 100 ohm e il conden-
satore C1 quello di 10.000 pF.
Questi valori potranno essere leg-
germente cambiati in fase di spe- MASSA
rimentazione.
AUTO

339
SCATOLA METALLICA

RG 8
. .. . +
Fig. 4 - Per ottenere un funzio-
namento più efficace del filtro ] E2R1 12V
antidisturbo, conviene aggiungere
a questo un circuito accordato,
collegato In serie con la linea
di alimentazione positiva. I dati
costruttivi di questo progetto so-
no citati nel testo.

MASSA
AUTO

Prima di iniziare il lavoro di montaggio di que- DIMENSIONAMENTO DEI COMPONENTI


sto semplice progetto, sarà necessario munirsi di
un piccolo contenitore metallico, che dovrà ri- Il dimensionamento dei componenti elettrici, che
sultare collegato elettricamente al telaio dell'au- concorrono alla formazione del circuito del filtro
tovettura. antidisturbo, varia a seconda della destinazione
Coloro che fossero alle prime anni con questi tipi del dispositivo. Se esso deve essere abbinato con
di montaggi elettronici, potranno servirsi di an- un ricetrasmettitore CB, allora il valore del com-
coraggi isolati, che permettono di agevolare le pensatore C2 varierà fra 10 e 80 pF.
operazioni di saldatura e di conferire maggiore Il valore della resistenza Rl si aggira intorno ai
robustezza meccanica al filtro antidisturbo. Un e- 100 ohm, mentre quello di C1 di 10.000 pF
sempio di collegamento tramite ancoraggi isolati circa.
è riportato sulla destra di figura 5. L'induttanza Ll si ottiene avvolgendo, in aria, 8

COMP

SCATOLA ME TALLICA

Fig. 5 - Piano costruttivo


del filtro antidisturbo teo-
ASETTA
ISOLANTE
ricamente presentato in fi-
gura 4. Ai principianti, al-
lo scopo di rendere mag-
giormente robusto il dispo-
sitivo, consialiamo di ser-
virsi di basette isolanti, co-
sì come indicato nell'esem-
pio riportato a destra, in
alto, del disegno.

BASETTA
\SOLANTE

340
spire di filo di rame smaltato del diametro di 1 1.000 e 10.000 pF per Cl.
mm. Il diametro interno dell'avvolgimento è di Raccomandiamo di effettuare sempre le prove
8 mm. con il cofano-motore chiuso.
Nel caso in cui il filtro debba essere accoppiato Nel caso in cui il fusibile precedentemente citato
con un dispositivo diverso dal ricetrasmettitore, e presente negli scherni relativi al collegamento
per esempio con l'autoradio a modulazione di am- dell'alimentazione delle figure 1-2, dovesse bru-
piezza o a modulazione di frequenza, il filtro do- ciare, raccomandiamo di non pensare mai di so-
vrà essere accordato sulla frequenza di ricezione. stituire questo componente con altro di maggio-
E in questo caso variano anche i valori della re- re potenza, ma di provvedere subito alla ricerca
sistenza R1 e del condensatore C1. Questi valori del cortocircuito che provoca la fusione del com-
infatti varieranno fra 47 e 500 ohm per Rl e fra ponente.

IL RICEVITORE CB
in scatola
di montaggio a
L. M4.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattlvo,
ampiamente collaudato, di conce-
zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26+28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

341
per l'ascolto
delle onde
medie con ricezione in cuffia o in altoparlante

Quella che stiamo per presentare è una realizza- segnali radio lungo il percorso del ricevitore ra-
zione ambiziosa per principianti e, soprattutto, una dio, dall'antenna alla cuffia.
lezione di radiotecnica elementare per chi vuol Il risultato non sarà certo quello di entrare in
imparare. possesso di un apparato ricevente di grandi pre-
Interpretiamo dunque, assieme, attraverso il mu- stazioni, ma sarà quello assai più importante del-
tamento delle onde rappresentative dei segnali l'assimilazione di tante nozioni che risulteranno
radio, i vari processi di sintonizzazione, rivelazio- poi oltremodo utili in successive occasioni, duran-
ne, amplificazione e alimentazione di un semplice te la realizzazione di altri progetti più interessan-
ricevitore per onde medie con ascolto in cuffia e, ti e maggiormente impegnativi.
in particolari circostanze favorevoli, in altopar-
lante.
Ci proponiamo quindi, tramite pochi componen- L'ARRIVO DELLE ONDE RADIO
ti elettronici, di sottoporre il lettore principian-
te ad una divertente lezione di radiotecnica, nel- Tutti noi, in ogni momento del giorno e della
la quale si interpreta il « viaggio » completo dei notte, in qualunque posto ci troviamo, siamo

Coloro che vorranno costruire questo semplice ricevitore radio


avranno l'opportunità di seguire una breve ma completa lezione
di radiotecnica elementare. L'apparecchio permette normalmen-
te l'ascolto in cuffia, perché la ricezione in altoparlante può es-
sere ottenuta soltanto in zone particolarmente favorevoli, in
prossimità delle emittenti e con l'ausilio di ottime antenne.

342
circondati o, meglio, « investiti» da un gran- ruotare una manopola, nell'intento di ascoltare
dissimo numero di onde radio, invisibili e asso- questa o quella emittente radiofonica. E quando
lutamente... innocue. Nessuno di" noi le vede o si ruota quella manopola, si fa ruotare, in pra-
le sente, ma esse sono sempre presenti. E la loro tica, il perno di un componente che prende il no-
presenza può essere da tutti controllata accen- me di condensatore variabile.
dendo un qualsiasi apparecchio radio, perché Il condensatore variabile, a differenza di quello
l'apparecchio radio è il solo strumento in grado fisso, è composto da più lamine metalliche affac-
di avvertire l'esistenza dei segnali radio. ciate fra di loro; una parte di queste lamine ri-
Le onde radio contengono tutte un messaggio, mangono fisse e compongono lo « statore » del
che può essere la musica o la parola. Allappa- condensatore variabile; l'altro gruppo di lami-
recchio radio sono dunque affidati due compiti: ne, mobili, compongono il « rotore » del conden-
quello di selezionare, fra tutte le onde radio pre- satore variabile. Quando si agisce sulla mano-
senti nello spazio, quella che più interessa rice- pola di sintonia, si mette in movimento il rotore
vere ed « estrarre » da questa il messaggio con- del variabile, cioè si fa in modo che le lamine.
tenuto. mobili si affaccino, più o meno, sulle lamine fis-
La selezione dell'onda radio, cioè del segnale ra- se. In questo modo varia, con continuità, il va-
dio preferito, prende il nome di « sintonizzazio- lore capacitivo del condensatore, che prende ap-

RICEVITORE
DIDATTICO
ne»; l'estrazione del messaggio, contenuto nel- punto il nome di condensatore variabile, proprio
l'onda radio, prende il nome di « rivelazione ». perché è variabile la sua capacità col ruotare
Sono questi i processi che, assieme ad altri di del perno di comando.
pari importanza, verranno esaminati nel corso Il circuito di sintonia, nella sua espressione più e-
di questo articolo, attraverso una sequenza di lementare, è composto da un avvolgimento, che
semplici e chiari disegni che, alla fine, si rivele- prende il nome di « bobina » e dal condensatore
ranno come un utilissimo sussidio didattico per variabile. La bobina è un componente le cui ca-
tutti. ratteristiche elettriche rimangono costanti nella
maggior totalità dei casi. Nel nostro caso invece
Il nostro discorso prenderà l'avvio dall'esame del
le caratteristiche della bobina di sintonia posso-
circuito di sintonia. Poi passeremo allo studio del
no variare leggermente introducendo od inseren-
circuito e del processo di rivelazione. Successi-
do di qualche millimetro un piccolo nucleo di
vamente ci introdurremo nella meccanica del-
ferrite nel supporto della bobina stessa.
l'amplificazione elettronica e, infine, in quella Abbiamo detto che le grandezze elettriche del
dell'alimentazione di tutto il circuito dell'appa- circuito di sintonia mutano col mutare della
recchio radio. posizione delle lamine mobili. Ma è meglio dire
che, per ogni posizione delle lamine mobili, il
circuito di sintonia assume un diverso valore del-
SINTONIA la frequenza di risonanza. Ciò significa che i se-
gnali radio, captati dall'antenna, possono circo-
Quando si parla di sintonizzazione, ci si rife- lare nel circuito di sintonia soltanto quando il
risce a quell'operazione manuale che ognuno di valore della loro frequenza è- pari a quello della
noi esercita sul proprio ricevitore radio, facendo frequenza di risonanza del circuito di sintonia.

343
Taluni chiamano anche il circuito di sintonia con
l'espressione « circuito trappola» perché esso è
in grado_ di «intrappolare» un solo segnale radio
fra i molti che investono l'antenna o il circuito
di entrata del ricevitore. Fig. 2 - Circuito elettrico completo del ricevitore didat-
Facendo riferimento al progetto di figura 2, il tico. I segnali radio entrano, attraverso il condensatore
Cl, nel circuito di sintonia composto dal condensatore
circuito di sintonia è rappresentato dal conden- variabile C2 e dalia bobina L1. Da questo circuito si
satore variabile C2 e dalla bobina Ll. trasferiscono sull'avvolgimento secondario L2 per esse-
In questo circuito, a seconda della posizione delle re rivelati dal transistor TR1. Il transistor TR2 li ampli-
fica rendendoli udibili attraverso la cuffia.
lamine mobili del condensatore variabile C2, scor-
re la debolissima corrente rappresentativa di un
segnale radio proveniente da una emittente.
Il condensatore Cl funge da elemento di filtro
per certi disturbi radioelettrici che, altrimenti,
potrebbero raggiungere il circuito di sintonia
assieme ai segnali radio, disturbando la ricezione.
I COMPONENTI
Condensatori
>
Il primo diagramma, riportato in alto di figura
1, interpreta analiticamente il segnale radio pre- C1 = 47 pF
C2 = 500 pF (condensatore variabile ad
sente nel circuito di sintonia, prima che esso aria)
venga sottoposto al processo di rivelazione. C3 = 50.000 pF
C4 = 10.000 pF
C5 = 1 uF (non elettrolitico)
(Il condensatore variabile può essere sostituito
con altro, dello stesso tipo, ma di valore diverso,
per esempio 350 pF - per quanto riguarda il 'con-
densatore C5, che è di tipo normale, questo può
essere ottenuto collegando in parallelo fra di lo-

-lwl4wlMM» re sa.
ro due condensatori normali da 500.000 pF).

Resistenze
R1 = 100.000 ohm
R2 = 220.000 ohm (trimmer)
R3 = 1.000 ohm
4.dk.a.a.a F RIVELATA
R4 = 15.000 ohm

Varie
TR1 = 2N2222
TR2 = 2N2905A
EFFETTO DI C4 Cuffia 16 ohm
Altoparlante = 30+40 ohm
Alimentaz. = vedi testo
L1-L2 = bobina sintonia (vedi testo)

AMPLIFICAZIONE BF

Fig. 3 - Piano costruttivo del ricevitore didattico. Il


condensatore C5, che è di tipo normale e che ha il valo-
re di 1 F, può essere sostituito, nel caso di difficoltà
Fig. 1 - I quattro diagrammi riportati in questo disegno
di reperimento commerciale, con due condensatori da
interpretano, analiticamente, le varie forme dei segnali
500.000 pF collegati in parallelo fra di loro. La- regola-
che percorrono il circuito del ricevitore radio dall'en-
zione del trimmer R2 permette di polarizzare esattamen-
trata (antenna) all'uscita (cuffia).
te la base del transistor TR1, adattando la sorgente di
alimentazione alle caratteristiche del ricevitore.

344
Sl

TR2
e

USCITA
C3 16-:-40!1

P)TERRA

TR1

TR2
USCITA ±
<_CA 4,5%;9V
1tesa
Segnale

ondens. Vavab. Condes. Vavab. ANT.


CHIUSO APERTO

c1 4250 -tSOO
1
Khz
.j
300
\ua.» alt

PROCESSO DI RIVELAZIONE Il segnale che scorre attraverso l'avvolgimento L2


raggiunge la base (b) del transistor TRl. In que-
Il processo di rivelazione viene svolto dal tran- sto elemento il segnale viene sottoposto al pro-
sistor TR1. cesso di rivelazione. E ciò significa che il segna-
Tuttavia, prima di analizzare nei dettagli questo le uscente dal transistor e presente sul suo collet-
processo, dobbiamo ancora seguire il cammino tore (c) assume la forma analitica riportata in
del segnale radio dal circuito di sintonia all'ele- figura 1 (secondo diagramma dall'alto). In pra-
mento rivelatore. tica sono sparite le semionde negative e sono
rimaste quelle positive. Si tratta quindi ancora
I segnali radio presenti nel circuito di sintonia di un segnale che contiene una buona parte di
provocano un campo elettromagnetico attorno alta frequenza (tratteggio interno al diagramma).
all'avvolgimento L1. Si tratta di un campo elet- Il transistor TR1, per poter funzionare egregia-
tromagnetico variabile, proprio perché i segnali mente, deve essere polarizzato. In pratica ciò si-
sono variabili. Questo campo elettromagnetico, gnifica che la sua base deve essere collegata al-
rinforzato dal nucleo di ferrite, che in figura 2 è l'alimentatore attraverso resistenze di opportuno
simboleggiato dalla sbarra verticale nera, investe valore. Queste resistenze sono indicate con i sim-
l'avvolgimento L2, provocando in questo una boli R1-R2. In particolare, la resistenza R2 è di
corrente indotta ciel tutto simile nelle caratteri- tipo variabile (trimmer potenziometrico). Que-
stiche elettriche alla corrente presente nel circui- sta resistenza deve essere regolata in modo che
to cli sintonia. Questo singolare passaggio di cor- la corrente assorbita dall'intero circuito del ri-
rente dall'avvolgimento L1 all'avvolgimento L2, cevitore corrisponda esattamente al valore della
tramite campi elettromagnetici, prende il nome tensione di alimentazione secondo quanto espo-
di induzione elettromagnetica. sto nella seguente tabella.

346
Il condensatore C3 mette in fuga, a terra, una
parte del segnale di alta frequenza contenuto nel

4
segnale radio presente nell'avvolgimento L2. La
rimanente parte di alta frequenza, ancora conte-
nuta nel segnale rivelato, viene messa in fuga,
a terra, per mezzo del condensatore C4.
Fig. 4 - In questa tavola è concentrata un'intera lezione
di radiotecnica relativa al settore della ricezione. In
alto, sull'estrema destra, è simboleggiata l'antenna di AMPLIFICAZIONE BF
tipo Marconi, che deve essere lunga almeno una ven-
tina di metri e isolata dai punti di attacco per mezzo
di efficienti isolatori (due per parte). La discesa di an- La resistenza R3 funge da elemento di carico di
tenna si effettua con lo stesso tipo di filo conduttore collettore del transistor TRl e· sui suoi terminali
(trecciola di rame nudo). A sinistra si interpreta il con- è presente la tensione rappresentativa del segna-
cetto di sintonia tramite condensatore variabile. Quan- le rivelato. Questa tensione viene applicata, tra-
do il variabile è chiuso, la sua capacità è massima e fa-
vorisce l'ingresso, nel circuito di sintonia, dei segnali mite il condensatore di accoppiamento C5, alla
con valori di frequenza più bassi. Quando il condensa- base del transistor TR2, che rappresenta l'ele-
tore variabile è aperto, il suo valore capacitivo è mini- mento amplificatore del segnale radio di bassa
mo ed esso favorisce l'ingresso dei segnali a frequen- frequenza.
za più alta. L'intensità dei segnali dipende dal tipo di
antenna adottata. E' ovvio che con l'antenna più lunga In figura 1, più precisamente nel terzo diagram-
i segnali sono più forti e viceversa. In basso a sinistra ma a partire dall'alto, è riportata la curva carat-
sono disegnati i pochi attrezzi necessari per realizzare teristica della tensione applicata alla base del
il ricevitore didattico: un saldatore, un cacciavite e del
filo-stagno contenente all'interno la pasta saldante. Sul- transistor TR2. Come si può notare, questo dia-
l'estrema destra, in basso, viene interpretato il concetto gramma riflette i contorni di quello immediata-
di collegamento di massa. La saldatura, viene fatta sulla mente precedente, ma l'alta frequenza è scom-
carcassa metallica del condensatore variabile ed il filo parsa in virtù dell'effetto prodotto dal conden-
conduttore va ad avvolgersi su un rubinetto dell'acqua.
E' ovvio che i contatti elettrici, in questo caso, debbono satore C4. Questo segnale è ancora abbastanza
essere perfetti. debole e non può essere certamente in grado cli
pilotare una cuffia o un altoparlante. Ecco per-
ché è necessario il transistor amplificatore TR2
che eleva il segnale nel modo rappresentato ana-
liticamente dal diagramma in basso di figura 1.
Questo segnale è presente ovviamente sul ter-
minale d'uscita del transistor TR? che, come si
ALIMENTAZIONE ASSORBIMENTO sa, è quasi sempre rappresentato dal collettore (c).

4,5 V 15 mA
TRASDUTTORE ACUSTICO
6 V. 12 mA
9
Ogni elemento in grado di trasformare un segna-
V - 10 mA
le elettrico in un suono prende il nome di tra-
sduttore acustico. Per esempio, la cuffia e l'alto-
Se vi fossero ancora dubbi in proposito, ricordia- parlante sono due comunissimi esemplari di tra-
mo che l'assorbimento di corrente si misura in- sduttori acustici e sono proprio quelli che il
serendo un tester, commutato nella posizione mil- lettore potrà adottare per l'ascolto della nostra
liamperometrica, fra il morsetto positivo della pi- radio.
la e il conduttore della linea di alimentazione Il compito del trasduttore acustico non è soltan-
positiva del circuito. to quello di convertire i segnali radio in voci e
Nello schema elettrico di figura 2, in serie con suoni, ma, nel nostro caso, anche quello di fun-
la linea positiva dell'alimentazione, è riportato gere da elemento di carico di collettore del tran-
il simbolo di un interruttore S1 che, nello sche- sistor TR2. Ciò significa in pratica che non tutte
ma costruttivo di figura '3, non risulta inserito le cuffie e non tutti gli altoparlanti possono es-
per semplicità di disegno. Del resto si può fare sere inseriti fra il collettore del transistor TR2
anche a meno dell'interruttore S1, servendosi di e la linea di alimentazione negativa. Occorre in-
una presa polarizzata ed innestando la pila ogni vece che l'impedenza caratteristica del trasduttore
volta che si vuol ascoltare la radio, disinnestan- abbia un valore compreso fra i 16 e i 40 W. Dun-
dola poi quando la radio non viene più ascol- que, chi farà uso della cuffia dovrà procurarsi
tata. un dispositivo con impedenza elevata, a meno che

347
L'OSCILLATORE
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse.

L2

a
IN SCATOLA DI MONTAGGIO Fig. 5 - Disegno costruttivo della bobina di sintonia
L1-L2. Il supporto è di forma cilindrica, con diametro
esterno di 12 mm. Esso è munito internamente di nu-

L. 11.500 cleo di ferrite. La numerazione riportata in corrispon-


denza dei terminali dei due avvolgimenti è la stessa
che si ritrova sullo schema pratico di figura 3. La bobina
viene fissata sulla basetta di bachelite per mezzo di
una vite.

Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici


n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n. 1 cir-
cuito stampato - n. 1 presa polarizzata- n. 1
pila a 9 V -n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas-
sin a filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma- non ci si serva di una cuffia da 8 ohm e si inter-
tassina filo-stagno.
venga su di essa collegando in serie i due avvol-
gimenti in modo da formare un valore di impe-
denza di 16 ohm. L'altoparlante, possibilmente
CARATTERISTICHE da 40 ohm e della potenza di 1/4 W, con dia-
metro di 56 cm. dovrà essere adottato soltanto
Controllo di tono da coloro che faranno funzionare il ricevitore con
Controllo di volume una buona antenna esterna e in prossimità delle-
Ascolto in altoparlante mittente radiofonica." Tutti gli altri dovranno ac-
Alimentazione a pila da 9 V contentarsi di un ascolto in cuffia.

COSTRUZIONE DELLA BOBINA

Tutti i componenti necessari per la realizzazione


di questo ricevitore didattico sono di facile re-
peribilità commerciale. Soltanto la bobina L1-L2
deve essere costruita direttamente dal lettore,
che deve necessariamente fornirsi del filo con-
duttore adatto per effettuare i due avvolgimenti
e del supporto cilindrico di materiale isolante.

348
Quest'ultimo deve avere un diametro (esterno) Come si può notare, l'elemento di supporto è
di 12 mm. e deve essere munito internamente di rappresentato da una basetta di forma rettango-
un piccolo nucleo di ferrite facilmente regolabile. lare munita di ancoraggi lungo i lati maggiori
In figura 5 viene interpretato il sistema costrut- ( otto ancoraggi per ogni lato).
tivo della bobina. Anche questa basetta è di facile reperibilità com-
Come si può notare, l'avvolgimento L2, cioè lav- merciale; normalmente si vende a strisce molto
volgimento secondario, si effettua direttamente lunghe.
sopra l'avvolgimento primario, interponendo un I primi elementi che si dovranno fissare sulla
pezzetto di carta isolante (scotch) fra i due avvol- basetta-supporto sono : il condensatore variabile·
C2 e la bobina L1-L2. Perché questi sono gli e-
gimenti. E' ovvio quindi che occorre realizzare
lementi più ingombranti, che devono essere fis-
per primo l'avvolgimento L1, per il quale si av-
sati tramite viti. In un secondo tempo si conti-
volgeranno 120 spire compatte di filo di rame nuerà con l'inserire via via tutti gli altri compo-
smaltato del diametro di 0,2 mm. I terminali e- nenti elettronici che necessitano di saldature a
stremi di questo avvolgimento verranno fatti pas-
stagno.
sare attraverso quattro forellini praticati nel ci-
Il piano costruttivo di figura 3 interpreta chia-
lindretto-supporto, così come indicato in figura 5.
ramente il sistema di applicazione agli ancoraggi
Questi forellini permettono di conservare la com- degli elettrodi di emittore-base-collettore (E-B-C)
pattezza dell'avvolgimento Ll. dei due transistor TR1-TR2.
L'avvolgimento L2 si effettua nella parte più Si può notare infatti che l'elettrodo di emittore
bassa della bobina avvolgendo otto spire di filo (E) si trova da quella parte del componente in
di rame smaltato del diametro di 0,3 mm. Per cui sporge una piccola tacca metallica; l'elettro-
mantenere compatte queste spire basterà deposi- do di base si trova al centro, quello di collettore
tare un po' di collante sopra di esse ad avvolgi- (C) all'estremità opposta.
mento ultimato (Vinavil-Scotch-cera-ecc.). Per quanto riguarda la massa del condensatore
variabile C2, ricordiamo che essa è rappresentata
da tutta la carcassa metallica esterna del compo-
COSTRUZIONE DEL RICEVITORE nente; si può quindi effettuare una saldatura (o
più saldature) in un qualsiasi punto esterno del
Una volta realizzata la bobina L1-L2, il lettore variabile.
potrà iniziare la costruzione del ricevitore didat- Per quanto riguarda i collegamenti di massa, ri-
tico tenendo sott'occhio il piano costruttivo di cordiamo che questi sono tutti indicati con la
figura 3. lettera « m» nel disegno di figura 3.

I NUCLEO
FUORI
NUCLEO
DENTRO
Fig. 6 - Questi due disegni inter-
pretano il concetto della funzio-
ne del nucleo di ferrite. Quando
il nucleo è completamente estrat-
to, l'induttanza della bobina è mi-
nima. Quando invece il nucleo è
completamente inserito dentro
l'avvolgimento, l'induttanza della
120 200
bobina è massima. In pratica è
SPIRE SPIRE
come se fossero aumentate le
spire dell'avvolgimento, passan-
do, per esempio, da 120 a 200
spire.

349
COLLEGAMENTO DI 'CUFFIA piccolo altoparlante di bassa potenza e del dia-
metro di pochi centimetri. In tal caso la presa
Nello schema pratico di figura 3 si suggerisce di di cuffia non serve, perché i terminali dell'alto-
effettuare il collegamento con la cuffia tramite parlante potranno essere collegati, tramite due
una presa adatta per cuffie stereofoniche. Ciò è fili conduttori, direttamente sul collettore TR2 e
stato fatto per invitare il lettore ad utilizzare ne- sulla linea di alimentazione negativa (massa).

DE STRO SINISTRO

Fig. 7 - Per l'ascolto del ricevi-


tore didattico 'occorre servirsi di
una cuffia a bassa impedenza (16
ohm). In questo schema risulta
interpretato il collegamento dei
padiglioni di una cuffia stereo con
l'apposita spina. Il terminale cen-
trale rimane ovviamente inutilizza-
to.
CENTRO
DESTRO
SINISTRO

cessariamente una cuffia da 16 ohm, oppure una COLLAUDO DEL RICEVITORE


cuffia avente una impedenza di 8 ohm su cia-
scun padiglione e realizzando il collegamento dei Prima cli collaudare il ricevitore, il lettore dovrà
due padiglioni (avvolgimenti) nel modo indicato effettuare· un accurato controllo per accertarsi
in figura 7. Con questo sistema il terminale cen- dell'esattezza dei collegamenti. Successivamente
trale viene escluso dal collegamento dello spi- si applicherà, sui due appositi terminali, la pila
di alimentazione che, come abbiamo detto, può
notto e, conseguentemente, da quello della presa
essere da 4,5 V-6 V-9 V. Naturalmente si
(NON COLLEGARE).
suppone che il ricevitore sia già collegato con la
Coloro che si trovassero in prossimità dell'emit- linea di terra (conduttura dell'acqua, del gas o
tente radiofonica locale e avessero la possibilità del termosifone) e con quella di antenna.
di installare un'ottima antenna di tipo Marconi, Quindi, facendo ruotare il perno del condensato-
potranno utilizzare, in sostituzione della cuffia, un re variabile C2 si tenta di poter ascoltare qual-

350
che segnale, anche debolissimo. Se non si ode nul- la bobina Ll-L2, dovrà essere regolato in modo
la, si agisce sul trimmer potenziometrico R2, fa- da poter ascoltare il maggior numero di emitten-
cendo ruotare la vite di comando per successivi ti possibili. Anche questa operazione deve essere
tentativi, fino a sentire qualche segnale in cuffia; fatta per successivi tentativi, tenendo conto che
questa operazione deve essere abbinata a quella
la funzione della ferrite, così come interpretato in
di rotazione del perno del condensatore variabile.
figura 6, è quella di aumentare l'induttanza della
Appena si sente qualcosa, si cerca di sintonizzare
nel migliore dei modi il variabile C2, regolando bobina che, in pratica, equivale ad un aumento
contemporaneamente R2 in modo da raggiungere o ad una diminuzione ciel numero di spire av-
il miglior rendimento. volte.
Coloro che possiedono un milliamperometro do- Teoricamente, la variazione di induttanza della
vranno invece regolare R2 nel modo precedente- bobina di sintonia per mezzo del nucleo di fer-
mente suggerito, richiamandosi alla tabella delle rite serve ad estendere la gamma di ascolto, cioè
corrispondenze dei valori.fra tensioni di alimen- a fare in modo che ad una rotazione completa del
tazione e correnti di assorbimento. condensatore variabile corrisponda la· copertura
Il nucleo di ferrite, inserito dentro il supporto del- dell'intera gamma delle onde medie.

Ricevitore supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa jack per auricolare.
La risposta in BF si estende fra gli 80
e i 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: supereterodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1. 700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

351
----Pagine di teoria----

PRIMA
PUNTATA

IC555
ANALISI
DI UN INTEGRATO
La miniaturizzazione di interi circuiti elettronici, o meno complessi, pilotati con integrati. Tuttavia,
che consente di « integrare » nello spazio di po- una volta ogni tanto è necessario tralasciare la
chi millimetri quadrati, e a volte ancora meno, pratica, per arricchire il proprio bagaglio di no-
alcune dozzine di transistor, resistenze e persino zioni teoriche invitando chi ci segue fedelmente
condensatori, si è evoluta enormemente in questi ad una breve ma costruttiva lettura.
ultimi anni. E il miracolo dei « circuiti integrati »
rappresenta oggi una realtà alla portata di tutti i
principianti e ad un prezzo che non si discosta UN INTEGRATO FONDAMENTALE
di molto da quello dei transistor.
Ecco perché il nostro periodico non può esimer- La varietà e la quantità dei circuiti integrati in-
si dalla presentazione e dall'analisi di questi com- dustrialmente prodotti è ormai tale che ciascuna
ponenti modernissimi, anche per non indurre in casa costruttrice si vede costretta a produrre, as-
breve tempo il lettore ad un isolamento tecnico sieme ai componenti elettronici, una vera e pro-
e ad una perdita di battute che, difficilmente, pria letteratura tecnica, fatta di libri o collane
permetterebbero una rapida ripresa o reintegra- di libri, per elencare le caratteristiche tecniche
zione nel settore dell'elettronica. e i dati applicativi dei circuiti integrati. In que-
Non è la prima volta che ci occupiamo di questo sto vasto mare degli integrati, tuttavia, vi sono
argomento, mentre in quasi tutti i fascicoli della comunque alcuni dispositivi realizzati in conco-
rivista abbiamo sempre presentato progetti, più mitanza da quasi tutte le case costruttrici di

352
uno che è assai noto anche ai nostri lettori, l'in- •
tegrato A741.
Fra gli « integrati fondamentali» merita di es-
sere preso in considerazione il modello 555, pro-
gettato per la realizzazione di apparati tempo-
rizzatori di precisione, ma che può anche adat-
tarsi a moltissime altre applicazioni pratiche in
virtù della sua particolare ... architettura costrut-
tiva.
Ebbene, di questo particolare circuito integrato,
che nel nostro Paese è più noto con la sigla com-
pleta NE555, ma che è assai reperibile anche con
sigle iniziali diverse, nelle quali si conserva sem-
pre il numero 555, ci occuperemo in questo fasci-
colo di Elettronica Pratica, distribuendo l'argo-
mento su due puntate consecutive.

STRUTTURA DEL 555

Il circuito integrato 555 è stato progettato e rea-


lizzato, per la prima volta, dalla SIGNETICS.
Successivamente esso è stato costruito da tutte le
altre principali Case produttrici di componenti
integrati.
Questo dispositivo incorpora due tipi di circuiti:
uno di tipo lineare e uno di tipo digitale.
In pratica si tratta di un trimmer di precisione,
regolabile per temporizzazioni che si estendono dal
microsecondo fino ad un'ora; il limite massimo
componenti elettronici, perché ritenuti « integra- può essere facilmente superato con particolari ac-
ti fondamentali». Normalmente si tratta di com- corgimenti.
ponenti a larghissima diffusione, il cui costo, an- Il timer è alimentabile con tensioni comprese fra
che sul mercato al dettaglio, raramente supera il i 5 e 15 Vcc ed è in grado di fornire, direttamente
migliaio di lire. Tra questi dispositivi ne esiste all'uscita, una corrente di ben 200 mA.

L'analisi teorica di uno dei più comuni integrati, di tipo commer-


ciale e alla portata di tutti i principianti, può essere in grado di
introdurre il lettore nel vasto mondo dell'attuale miniaturizza-
zione dei componenti elettronici, suggerendo idee e spunti di
pratico interesse nel settore dell'elettronica moderna.

353
+ VCC
R R1

Fig. 1 - L'integrato 555 incorpora due tipi di circuiti:


uno lineare e uno digitale; in pratica si tratta di un ti-
e AMPLIFICATORE mer di precisione, regolabile per temporizzazioni che
R1
DIFFERENZIALE si estendono dal microsecondo fino ad un'ora. La par-
te lineare si compone di due amplificatori differenziali,
nei quali uno degli ingressi risulta collegato con una
R1 rete resistiva interna all'integrato stesso. La rete resi-
stivo-capacitiva, esterna all'integrato, stabilisce il tem-
po del timer.

LA PARTE LINEARE na la tensione di comparazione tipica dell'am-


plificatore.
La parte lineare dell'integrato 555 si compone Il tempo del timer viene determinato da una re-
di due elementi amplificatori differenziali, uti- te resistivo-capacitiva (R-G), esterna all'integrato
lizzati in veste di comparatori di tensione, nei e collegata con l'altro ingresso del comparatore.
quali uno degli ingressi risulta collegato con una Con tale sistema di collegamenti, chiaramente in-
rete resistiva, interna all'integrato, che detenni- dicato in figura 1, si ottiene lo scatto del compa-

- - - - - - - - - - - - -1
I 8

'

Fig. 2 - La struttura interna del-


l'integrato 555 è chiaramente il-
lustrata in questo schema a bloc-
chi, nel quale si distinguono due
comparatori di tensione, un cir-
cuito bistabile (flip-flop) e uno
stadio amplificatore di potenza
d'uscita. Le uscite dei due com- c
paratori agiscono direttamente
sul circuito bistabile.

354
Fig. 3 - Schema elettrico comple-
to dell'integrato 555 che, come
chiaramente indicato nel disegno,
risulta essere l'equivalente di ben
24 transistor al silicio di tipo
PNP ed NPN e di 16 resistenze.

ratore quando la tensione di carica del conden- SCHEMA A BLOCCHI


satore raggiunge quella di riferimento ottenuta
con le resistenze (R1) interne. La struttura interna dell'integrato 555 è quella
Si tenga presente che, sia la rete di temporizza- illustrata nello schema a blocchi di figura 2. In
zione, sia quella di riferimento, sono collegate esso si distinguono due comparatori di tensione,
alla stessa alimentazione. Per tale motivo il tem- nei quali un ingresso risulta polarizzato ad 1/3 e
po risulta indipendente dal valore della tensione 2/3 della tensione di alimentazione.
con cui viene alimentato il circuito. Le uscite del COMPARATORE 1 e del COMPA-

Fig. 4 - Particolare del circuito integrato 555


relativo al primo comparatore di tensione. Si
noti la simmetria del circuito amplificatore dif-
ferenziale e le connessioni di ingresso, di tipo
Darlington (TRI-TR2 e TR3-TR4), che conferi-
scono al circuito una elevata impedenza d'in-
gresso ed un buon guadagno.


TR9

Fig. 5 - Questo circuito interpreta, in partico-


lare, il secondo comparatore di tensione dell'io-
tegrato 555. Si noti la polarizzazione di un TR1DO
ingresso ad 1/3 della tensione di alimentazione,
Ira la resistenza RB e la resistenza R9, in con-
trannosizione con il primo comparatore, che è
9
polarizzato a 2/3 del valore di tale tensione tra
la resistenza RB e la resistenza R5 (linea trat-
teggiata).

355
RATORE 2 agiscono su un circuito bistabile che,
sullo schema teorico di figura 2, viene indicato
con la sigla FLIP-FLOP.
Il circuito bistabile viene settato ( condizione di
uscita = 1) o resettato (condizione d'uscita = O),
a seconda che il comando provenga del COM-
PARATORE 2 o dal COMPARATORE 1.
Quando il circuito bistabile si trova allo stato
«0», esso avvia alla conduzione il transistor TR,
normalmente utilizzato per la scarica del con-
densatore esterno G di temporizzazione, così da
provocare l'inizio di un nuovo ciclo.
Nello schema a blocchi di figura 2 si può anche
notare che l'integrato 555 comprende uno stadio
d'uscita, di potenza, di tipo complementare, in
grado di assorbire corrente dalla linea positiva
dell'alimentatore e di erogarla verso massa. Ciò
permette di disporre, a piacere; della possibilità
di inserimento o disinserimento del carico duran-
te la temporizzazione. -
TR15 TR16

Fig. 6 - La funzione di circuito bistabile, esercitata dal-


l'integrato 555, non può essere illustrata tramite una FUNZIONAMENTO COME MONOSTABILE
struttura tradizionale di flip-flop. Ciò a causa della dif-
ficile comprensione del funzionamento che ci impone
di assimilare il circuito a quello di un amplificatore in
Continuando a far riferimento allo schema a
continua, reazionato positivamente. blocchi riportato in figura 2, possiamo vedere

Fig. 7 - Il circuito d'uscita del-


l'integrato 555 è realizzato con
sei transistor di tipo complemen-
tare. Questa disposizione circui-
tale consente di ottenere corren-
ti di notevole intensità, sia con
l'uscita « alta », sia con l'uscita
« bassa », Al transistor TR14 è
affidato il compito di scaricare il
condensatore esterno di tempo-
R16
rizzazione.
4 "

356
Se al COMPARATORE 2 si invia un impulso
negativo, si ottiene lo scatto del comparatore
stesso e, conseguentemente, anche il flip-flop si
porta nella condizione di « 1 » logico, liberando
il condensatore CG, il quale inizia a caricarsi.
Quando la tensione misurata sui terminali del
condensatore G raggiunge un valore pari ai 2/3
della tensione di alimentazione, il COMPARA-
TORE 1 entra in azione, riportando a «O» il
flip-flop e facendo scaricare rapidamente il con-
densatore C attraverso il transistor TR.
A questo punto può iniziare un nuovo ciclo.

CARATT ERISTICHE DEL 555


TR1
Senza elencare tutti i valori fondamentali dell'in-
tegrato 53, riteniamo tuttavia necessario ripor-
tare alcuni dati caratteristici relativi ai vari para-
fig. 8 - Questo è il circuito di reset, dell'integrato 555, metri e alle condizioni di prova dell'integrato
che porta a zero lo stato del flip-flop, indipendentemen- stesso.
te dalle condizioni di ingresso, inviando alla conduzione Facendo riferimento alla tensione di alimenta-
il transistor TR14 e facendo scaricare il condensatore
di temporizzazione ad esso associato. zione, ricordiamo che la tensione minima è di
4,5 V, mentre quella massima è di 16 V.
Per la corrente cli alimentazione si debbono ci-
tare due dati diversi relativi a due condizioni di
prova: quelli di 3- 10 mA e quelli di 6-15 mA,
che si riferiscono ai valori tipici e a quelli mas-
s1m1.
La deriva con tensione di alimentazione è cli 0,1%
come un simile circuito sia in grado di generare /V (tipica), mentre la tensione di trigger è di 5 V
un impulso temporizzato. (valore tipico); la corrente di trigger è di 0,5 A
Supponiamo che, inizialmente, lo stato del FLIP- ( valore tipico); la tensione di reset è di O, 7 V
FLOP risulti cli «O». Ebbene, per effetto della (valore tipico) e cli 1 V (valore massimo).
scarica attraverso il transistor TR, il condensato-
re C risulterà alla tensione di O V. (Continua al prossimo numero)

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


L 3 800
IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI TUTTI! ■ ■

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare Il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. Il saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, così
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n° 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zureti 52 - 20125 Milano

357
LAMPEGGIO
AUTOMATICO
Sappiamo di annoverare fra i nostri lettori molti di un particolare meccanismo in determinate con-
appassionati di modellismo, verso i quali, per es- dizioni esterne, indipendentemente da un radio-
sere sinceri, non siamo stati sempre prodighi con comando dell'operatore.
i progetti mensilmente presentati sulla rivista.
Eppure una grande quantità dei dispositivi finora
apparsi sulle pagine di questa pubblicazione, an- ACCESSORI DI ABBELLIMENTO
che se non sono stati dichiaratamente concepiti
per i modellisti, potevano ugualmente adattarsi, Il dispositivo che stiamo per proporvi appartiene
dopo le opportune variazioni, al modellino di ae- alla seconda categoria degli apparati più sopra
reo, nave o treno. menzionati.
Molti hobbysti hanno intuito queste possibilità e Esso è in grado di far lampeggiare automatica-
sono proprio coloro che, pur non vantando un mente dei diodi elettroluminescenti, di tipo LED,
particolare interesse per l'elettronica, ci seguono quando la luminosità ambientale scende al di sot-
attentamente nella convinzione di individuare sui to di un limite prefissato.
nostri fascicoli il dispositivo, o soltanto Io spunto, Questo progetto potrà quindi trovare molteplici
che può risolvere un problema o conferire mag- applicazioni nel settore modellistico, soprattutto
giore prestigio alle loro creazioni. come lampeggiatore automatico per luci di posi-
Questa volta, tuttavia, l'argomento trattato ri- zione su modellini aerei o navali, siano essi fun-
sulta esclusivamente dedicato ai cultori del mo- zionanti oppure soltanto elementi decorativi di
dellismo che, attualmente, emergono in ogni do- esposizione.
ve, brillando sempre più per capacità e bravura. Prima di addentrarci nell'esame del circuito del
dispositivo trattato in questo articolo, vogliamo
ricordare brevemente, specialmente a coloro che
I TELECOMANDI ci leggono e ci conoscono da poco tempo, che cosa
sia un diodo LED.
Tra i vari apparati che l'elettronica mette a di-
sposizione degli hobbysti di modellismo, un posto
di primo piano spetta certamente ai telecomandi. I DIODI LED
Questi apparati, in special modo nel caso di con-
trolli multicanali o di_telecomandi proporzionali, La sigla LED qualifica un particolare componen-
risultano assai complessi, soprattutto per quel che te elettronico, allo stato solido, in grado di emet-
riguarda la parte logica di ricezione e trasmissio- tere luce. LED, infatti, significa « Light Emitting
ne e non possono quindi essere considerati come Diode », cioè diodo emettitore di luce.
dispositivi alla portata di ogni dilettante auto- Soltanto in tempi recenti i diodi LED sono di-
costruttore. venuti reperibili sul normale mercato commer-
Esiste comunque una seconda categoria di appa- ciale, a prezzi accessibili a tutti, in virtù del no-
rati elettronici, molto più semplici da realizzare tevole sviluppo dell'optoelettronica, che è quella
che, pur non risultando sempre indispensabili, pos- speciale branca dell'elettronica comprendente tut-
sono essere ritenuti di sicuro effetto esteriore e ti quei componenti il cui funzionamento è stret-
di abbellimento. Generalmente si tratta di appa- tamente legato all'energia luminosa e all'energia
rati autonomi in grado di far accendere delle lu- elettrica.
ci, di emettere suoni o di provocare il movimento Il diodo LED è costruito a guisa cli un diodo

358
PER
MODELLINI
DI AEREI
E DI NAVI

normale, al quale è del tutto simile, essendo com- dell'energia, scaturita dalla combinazione delle
posto anch'esso da una giunzione PN di mate- cariche, si trasforma in luce. Può accadere quin-
riale semiconduttore. Ma questo materiale non è di che, per alcuni tipi di semiconduttori, il feno-
il germanio o il silicio, ma è invece un composto meno sia sufficientemente macroscopico, così da
del gallio. E il composto del gallio dipende dalle poter essere osservato ad occhio nudo, mentre per
caratteristiche di emissione che si intendono con- altri tipi di diodi l'energia luminosa liberata è
seguire. Per esempio, per ottenere una luce ap- cosi microscopica da sfuggire ad ogni indagine.
partenente allo spettro dell'infrarosso, si utilizza Nei diodi LED, per poter sfruttare il fenomeno
l'arseniuro di gallio (GaAs). della emissione di luce, occorre realizzare una
In genere, tutti i diodi sono componenti emettitori giunzione molto sottile, così da risultare traspa-
di luce. Ma L'entità di luce emessa dai comuni rente e permettere l'uscita dei raggi luminosi.
diodi è talmente esigua da non poter essere ri- Anche il contenitore del diodo deve essere tra-
velata neppure dagli strumenti più sensibili. Il sparente e, a seconda delle necessità, potrà essere
diodo LED, invece, può considerarsi una vera e dotato di lente concentrica o di calotta diffusore,
propria lampadina elettronica.
La meccanica, secondo la quale un diodo LED
diviene sorgente. di energia luminosa, dipende CIRCUITO DEL LAMPEGGIATORE
dalla combinazione delle cariche, maggioritarie o
minoritarie, che si verifica internamente al semi- Il circuito elettrico ciel lampeggiatore automatico
conduttore stesso e, in modo particolare, nella è stato da noi presentato in figura 1. .
zona della giunzione PN. Soltanto una certa parte In esso si possono distinguere almeno tre diverse

A tutti i lettori appassionati di modellismo proponiamo la realiz-


zazione di questo semplice lampeggiatore automatico per mo-
delli di navi ed aerei. Con esso si potranno ottenere vari sistemi
di abbellimento luminoso, oppure un vero e proprio impianto di
luci di posizione.

359
>
@$@ Fig. 1 - Il circuito elettrico
<r del lampeggiatore è com-
~ posto da tre diverse se-
<:t u [j) zioni: quella del trigger di

u4 • o "-. I
D D
it-...1
D
I'!.. I Il Schmitt, quella dell'oscilla-
tore e quella dell'amplifica-
tore. Alla composizione del
,... ■ ,... ■ r ■
.....::r trigger di Schmitt concor-

o
a::
o::
1--
9 Il Il Il
rono i due transistor TR1-
TR2. Lo stadio oscillatore
fa capo al transistor uni-
giunzione TR3. Il transistor
TR4 pilota lo stadio finale
amplificatore. Le due pos-
on sibili condizioni elettriche
o del circuito, quelle di lam-
3

ID a peggiamenlo o di spegni-

c>
mento dei diodi LED, di-
pendono dalla luminosità o

a:: (V) dall'oscurità ambientale in
o:: cui si trova immersa ta fo-
toresistenza FA.
I--
uI
~
~
u
~~ u
t

N
o

[j)
N r--
a:: a::
o::
I--
ro
o

uO
a::

(D

a::
u
a:: a::
LL.
u

///

360
FR
(fotoresistenza)

Fig. 2 - La realizzazione pratica del lampeggiatore automatico si ottiene, ovviamente dopo


aver realizzato il circuito stampato, seguendo attentamente la distribuzione dei componenti
elettronici illustrata in questo piano costruttivo. Dei tre- diodi LED D4-D5-D6, collegati in se-
rie fra di loro, i primi due potranno essere montati sulle ali di un modello di aereo, mentre
il terzo potrà essere installato sulla coda del modellino. La tensione di alimentazione del
circuito ruò essere prelevata da normali pile, tenuto conto dell'esiguo assorbimento di cor-
rente.

R6 2.400 ohm

<
=
R7 = 5.600 ohm
COMPONENTI I R8
R9
=
=
2.200
4.700
ohm
ohm
R10 = 1.200 ohm
Varie
Condensatori TR1 = 2N914
C1 = 2 F (non elettrolitico) TR2 = 2N914
C2 = 4,7 ,µF - 12 VI (elettrolitico) TR3 = 2N2646
TR4 = 2N2905
Resistenze D1 = 1N914
R1 = 1.000 ohm D2 = 1N914
R2 = 1.000 ohm (trimmer) D3 = 1N914
R3 = 4.700 ohm D4-D5-D6 = diodi LED (di qualsiasi tipo)
R4 = 330 ohm FA = fotoresistenza (di qualsiasi tipo)
R5 = 10.000 ohm Alimentaz. 4,8:6 V

361
fr <7
Fig. 3 - Proponiamo In, questa il-
lustrazione il disegno del circuito
.,4,=+

1 "7
./
stampato, necessario per costrui-

"
re il dispositivo lampeggiatore, In

],
grandezza naturale, cioè in scala
1/1.

~
[al ]

sezioni: un trigger di Schmitt, un oscillatore e TRI.


uno stadio amplificatore-pilota. Conseguentemente, il transistor TR2 risulta in-
Il trigger di Schmitt provvede a discriminare il terdetto in quanto la tensione presente sul collet-
livello a cui si intende far entrare in funzione tore di TRl viene a risultare inferiore a quella
il dispositivo. presente sulla base di TR2, vietando la conduzio-
L'oscillatore regola la frequenza del lampeggìo. ne del diodo D1.
Lo stadio amplificatore esercita la sua azione di In tali condizioni la tensione misurata sull'emitto-
comando sui diodi elettroluminescenti. Tutte que- re del transistor TR2 si trova ad essere prossima
ste funzioni risultano complessivamente svolte da allo zero. Anche il diodo D2 rimane quindi pola-
due transistor di tipo NPN, da un transistor di rizzato inversamente e non conduce la corrente e-
tipo PNP e da un transistor unigiunzione. lettrica, impedendo così il funzionamento del suc-
Il funzionamento del circuito deve essere analiz- cessivo stadio oscillatore.
zato nelle due possibili condizioni : quella di am-
biente esterno illuminato e quella di ambiente e-
sterno oscuro. INTERDIZIONE

La seconda condizione del circuito è quella del-


CONDUZIONE l'oscurità. In pratica, quando la luminosità am-
bientale scende al di sotto di un determinato li-
Nel primo caso, cioè in condizioni di illuminazio- mite, tale che per l'aumentata resistenza interna
ne esterna, la fotoresistenza FR, che rappresenta di FR il transistor TRl passa dalla zona di con-
l'elemento sensibile alle variazioni luminose, ri- duzione a quella di interdizione, il transistor TR2
sultando notevolmente illuminata, riduce il suo diventa conduttore, ricevendo corrente sulla base
valore resistivo interno ad alcune centinaia di attraverso il diodo D 1.
ohm, costringendo alla conduzione il transistor In condizioni di oscurità, il valore resistivo in-

Fig. 4 - Prima di inserire i


semiconduttori nella baset-
ta-supporto del lampeggia-
LED 2N2646 2N914 2N2905 1N914 tore automatico, invitiamo

7\ i lettori a consultare at-


tentamente questo disegno,
nel quale si possono rile-
</ vare le esatte distribuzio-
ni degli elettrodi sui tran-
sistor e le polarità dei dio-
di.

362
terno della fotoresistenza FR diviene notevole, o- Raccomandiamo vivamente di non inserire i com-
stacolando il passaggio della corrente elettrica e, ponenti TR1-TR2-TR3-TRA-D1-D2-D3-D4-D5-
quindi, impedendo la conduzione del transistor D6-C2 senza tener conto della esatta disposizione
TRl, cioè costringendolo all'interdizione. degli elettrodi e delle polarità.
Si noti che, in virtù dell'azione della resistenza Per quanto riguarda i semiconduttori (transistor,
di reazione R5, il passaggio dallo stato di inter- diodi normali e diodi LED), abbiamo provveduto
dizione a quello di conduzione, non è graduale, a comporre un disegno illustrativo della esatta
ma avviene molto bruscamente non appena si disposizione degli elettrodi e delle polarità (figu-
supera il limite di soglia di illuminazione (effetto ra 4).
di scatto del trigger di Schmitt composto da TR1 La fascetta colorata, riportata sull'involucro vitreo
e TR2). dei diodi rappresenta il catodo. Per quanto ri-
Quando il transistor TR2 risulta conduttore, la guarda i diodi LED, possiamo dire che non sus-
tensione di emittore si trova al di sopra dei 4 V sistono problemi di ordine commerciale, perché
ed il condensatore elettrolitico C2 inizia a cari- qualsiasi tipo potrà andar bene per il nostro pro-
carsi attraverso il diodo D2. Ciò permette alla getto; il colore dei diodi LED potrà essere scelto
tensione presente sui terminali dell'elettrolitico a seconda dei gusti personali, indirizzando ovvia-
C2 di raggiungere il valore tipico di conduzione mente le preferenze verso il color rosso.
del transistor unigiunzione UJT, innescando la Per quanto riguarda la fotoresistenza FR, possia-
conduzione tra le basi BI e B2. Tale conduzione mo dire che tutti i modelli potranno essere u-
cessa quando il condensatore si scarica attraverso tilmente montati nel circuito, anche quelli a bas-
la resistenza R8 ed il circuito composto dalla base sa dissipazione, dato che la corrente che dovrà
Bl del transistor TR3 ed il suo emittore. attraversarla, è ridottissima.
L'alimentazione del circuito potrà essere effettua-
ta tramite pile, tenuto conto del ridotto consumo
GLI IMPULSI NEGATIVI di energia elettrica anche durante la fase di ac-
censione dei diodi LED.
Per concludere possiamo dire che, sull'elettrodo di Sullo schema elettrico di figura 1, il valore della
base 2 (B2) del transistor unigiunzione TR3, si tensione di_ alimentazione è quello compreso fra
ottengono degli impulsi di tensione negativi la 4,8 e 6 Vcc. Nel caso in cui ci si voglia servire
cui durata è funzione del valore capacitivo del della tensione di 6 V (estremo limite superiore)
condensatore elettrolitico C2 e di quello resistivo converrà inserire nel circuito, in serie con i tre
della resistenza R8. diodi elettroluminescenti D4-D5-D6, una resi-
Gli impulsi negativi vengono amplificati da un stenza di valore compreso fra i 10 e i 50 ohm cir-
transistor di tipo PNP (TRA), che comanda con- ca, con lo scopo di limitare la corrente massima
seguentemente l'accensione dei tre diodi LED e di evitare possibili danni ai diodi LED.
collegati in serie tra di loro (D4-D5-D6), che
rappresentano il carico di collettore del transistor
TR4. •
REGOLAZIONI DEL CIRCUITO

Una volta realizzato il progetto secondo il piano


REALIZZAZIONE PRATICA costruttivo di figura 2, occorrerà provvedere alla
regolazione del trimmer potenziometrico R2, che
La realizzazione pratica del progetto del lampeg- consente di controllare quel valore di luminosità
giatore automatico deve essere eseguita tenendo al di sotto del quale l'apparato inizia a far lam-
sott'occhio il piano di cablaggio di figura 2. peggiare i diodi LED.
Ogni operazione di montaggio, ovviamente, do- Coloro che non ritenessero idoneo, per i propri
vrà essere iniziata dopo aver costruito il circuito fini pratici, il valore della frequenza cli oscilla-
stampato, che è stato da noi presentato in gran- zione, potranno variare il valore della resistenza
dezza naturale in figura 3. R8 e quello del condensatore elettrolitico C2.
La prima fase realizzativa del progetto consiste Per far in modo che le pause di accensione si
dunque nella preparazione del circuito stampato, prolunghino maggiormente nel tempo, occorrerà
mentre in un secondo tempo si provvederà all'in- diminuire il valore capacitivo del condensatore e-
serimento su di esso di tutti i componenti elettro- lettrolitico C2, aumentando proporzionalmente
nici, il cui fissaggio avviene, come al solito, tra- quello resistivo R8, oppure si potrà inserire una
mite saldatura a stagno direttamente sulle piste resistenza in serie al diodo D2, con lo scopo di ri-
di rame dello stampato. tardare il processo di carica del condensatore C2.

363
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punta rame di ricambio
1 scatola pasta saldante
90 cm di stagno preparato in tubetto
chiave per operazioni ricambio pun-
ta saldatore

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370
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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO.

371
MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
9 Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BF

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. Il dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


Circuito: di tipo a films depositati su piastrina isolante. Componenti: 4 transistor - 3 conden-
satori al tantalio - 2 condensatori ceramici. Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62x18x25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
ll saldatore è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alla causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
UTILIZZATE
olilesto o
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Per qualsiasi richiesta di. sca-


tole di montagg·lo, fascicoli ar-
retrati, consulenz~ tecnica Ine-
rente al progetti pubbllcatJ sul.
la rivista· e per una delle tre
posslblll forme di abbanamen-
to. Vi preghiamo di, scrivere
chfaramen~e e _ '"nell'appos·lto
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Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA t23
=> '4-·I
i:
. 7..i J.RA - .

DEL rl

LETTORE .% 1/ I

Polarità della capsula piezoelettrica polarizzato, cosi come lo sono, ad esempio, i con-
Prima di iniziare il lavoro di costruzione del mi- densatori elettrolitici e i semiconduttori. Ciò si-
crotrasmettitore da voi inviatomi in scatola di gnifica che uno dei due terminali del componente
montagg:io, vorrei sapere se la capsula microfonica rappresenta l'elettrodo positivo di questi, l'altro
può essere inserita in qualsiasi modo sul circuito costituisce l'elettrodo negativo. A seconda del tipo
stampato, oppure se si debbono osservare parti- di microfono inserito nel kit, che può variare per
colari regole. forma, grandezza, espressione esteriore, a seconda
GIANCARLO SPINELLI delle imposizioni di mercato, l'elettrodo positivo
Firenze può essere contrassegnato con una crocetta ( + ),
oppure può risultare chiaramente isolato dal me-
Non riusciamo a comprendere esattamente il tallo della capsula microfonica per mezzo di un
, significato della sua domanda, ma ci sforzeremo dischetto di bachelite. L'elettrodo negativo, inve-
tuttavia di risponderle cercando di interpretare ce, risulta sempre in intimo contatto elettrico con
nel migliore dei modi lo spirito del quesito po- il metallo che compone il microfono. Ancora un
stoci. La capsula microfonica deve essere inserita avvertimento: eviti in tutti i modi di sottoporre il
direttamente sopra la basetta quadrata, dalla par- microfono a sollecitazioni meccaniche, che potreb-
te opposta a quella in cui sono riportate le piste bero metterlo definitivamente fuori uso. Quindi
di rame. L'applicazione del componente si ottie- non lasci cadere a terra il componente ed eviti
ne per mezzo di due piccoli spezzoni di filo con- che su di lui cadano corpi pesanti. L'elettrodo ne-
duttore rigido, facendo in modo che questi non gativo del microfono dovrà essere collegato con
formino alcun contatto elettrico con il metallo la pista di rame collegata con il filo nero della
della capsula stessa. Le distanze fra il microfono presa polarizzata (linea della tensione negativa);
e il circuito debbono quindi essere brevi. Tenga il terminale positivo del microfono verrà collega-
presente inoltre che il microfono è un componente to con la pista che fa capo alla resistenza R2.

375
Riduttore di tensione stabilizzato +

Un mio amico mi ha regalato una vecchia auto-


radio a valvole non funzionante. Poiché sono
riuscito a rimettere in funzione il ricevitore con
la sola sostituzione di una valvola, vorrei ora

I"o l:
>
provvedere all'installazione dell'apparato sull'au- > lD

~ cI
tovettura. Ma a questo punto sorge per me un
grosso problema. Si tratta dell'alimentazione che,
d
tza:
>--
'fc, >--
o
V:,
::,
per il ricevitore radio, deve essere di 6 V, mentre z

±
w
la batteria dell'auto eroga la tensione continua
di 12 V. Non volendo ricorrere alla banale resi-
stenza di caduta, che non offre mai buoni risul-
tati, vorrei costruire e montare un riduttore sta- +:
bilizzato a transistor. Potreste pubblicarne lo
schema?
ENZO GRIFONI
Palermo COMPONENTI
Pubblichiamo lo schema richiestoci ben sapendo C1 = 1.000 F - I 2 VI ( elettrolitico)
che esso risulterà di interesse generale. Il circuito
è composto da un numero minimo di elementi e
RI =
560 ohm .
R2 = 2.000 ohm (trimmer potenziometrico)
quasi sicuramente potrà essere inserito nel conte- D1 = diodo zener (6,2 V - 1 W)
nitore metallico dello stesso ricevitore radio. Il TRI= AD149
transistor TRl deve essere munito di aletta di raf-
freddamento. Si potrebbe, ad esempio, fissarlo sul
telaio metallico del ricevitore, interponendo alcuni
foglietti di mica e guadagnando così sullo spazio
occupato. Il diodo zener D1 potrà essere di qual- in cui la radio fosse dotata, nel circuito alimenta-
siasi tipo, purché da 6,2 V - 1 W. Il condensatore tore, di un condensatore di livellamento a grande
elettrolitico Cl potrà essere eliminato nel caso capacità.

RICEVITORE A 2 VALVOLE PER ONDE MEDIE E CORTE


Caratteristiche tecniche
Tipo di circuito: in reazione di catodo
Estensione gamma onde medie • 400 KHz • 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 V con 100 mW in uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 µV con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 V
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 12.500 senza altoparlante
l.· 13.500 con altoparlante

376
Preamplificatore BF Il progetto del preamplificatore di bassa frequen-
za che le proponiamo utilizza un circuito integra-
Mi sono costruito un amplificatore di potenza da
20+20 W, che si è rivelato assai poco sensibile to operazionale in funzione di elemento di ampli-
durante il collegamento diretto con i normali ficazione. In questo modo si ottengono ottime
trasduttori acustici. Purtroppo, trattandosi di uno prestazioni con una quantità minima di compo-
stadio finale, il circuito è munito soltanto dell'u- nenti esterni. Il progetto, oltre che amplificare il
nico elemento di controllo di volume. Ecco per- segnale proveniente dai trasduttori acustici, con-
ché vorrei far precedere questo amplificatore di sente di controllare le tonalità con un sistema di
bassa frequenza da un preamplificatore dotato tipo attivo e con una dinamica di 20 dB. Il gua-
dei controlli di tonalità. Potreste propormi un dagno è di 15 dB a 1.000 Hz. Questo valore, a
circuito di buone caratteristiche e di semplice seconda delle esigenze, potrà essere diminuito o
realizzazione pratica?
LAURO BOTTAZZI aumentato, aumentando o diminuendo, rispetti-
Lecce vamente, il valore della resistenza R2.

R3

S1

C6

1
ENTR
5· R1
7
c7
l,

O
USCITA

c8

Condensatori R2 = 220 ohm


C1 = 47.000 pF R3 =470.000 ohm
C2 = 10 F - 15 VI (elettrolitico) R4 - 560 ohm
C3 = 33.000 pF R5 = 2.200 ohm
CA = 150.000 pF R6 = 3.300 ohm
C5 = 500 F - 15 VI (elettrolitico) R7 = 10.000 ohm
C6 = 3.300 pF R8 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
C7 = 15.000 pF R9 = 2.200 ohm
C8 = 2 .µF - 15 Vl (elettrolitico) R10 =100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
C9 = 1 F Varie
Resistenze IC = integrato tipo TAA861
Rl = 470.000 ohm S1 = interrutt.

377
Indicatore di livello e la lampada LP rimane spenta. Quando il livello
del liquido si abbassa e la sonda non è più in con-
Avrei bisogno di realizzare il progetto di un sem1- tatto con questo, il transistor TR1 si blocca, men-
plice indicatore di minimo per un serbatoio d'ac- tre il transistor TR2 conduce e passa alla satura-
qua. Non serve una notevole precisione di indica- z10ne.
zione, perché l'allarme deve scattare press'a poco Questo fenomeno ha lo scopo di far funzionare il
al raggiungimento di un certo livello del liquido multivibratore TR2-TR4 ad una frequenza che è
contenuto nel serbatoio metallico. Sarebbe im- funzione della costante dei tempi RC (circa 2 Hz).
portante invece che l'alimentazione avvenisse tra- Di conseguenza la lampada LP si accende lam-
mite pile o accumulato.re d'auto, con un consumo peggiando alla stessa frequenza. Lo scopo del dio-
di corrente molto ridotto; in modo da garantire do D 1 è quello di proteggere la base del transistor

COMPONENTI
CI - 10 F ( cli ti po a carta)
RI = 1,2 megaohm
R2 1.600 ohm
12
R3 = 33.000 ohm
1 É" 1-in/4e % RA = 220 ohm
LP = 12 V - 50 mA
TRl = BCI77
TR2 = BCI77
TR3 BC107
TR4 - 2Nl 711
D1 IN914
"ii

• una lunghissima autonomia di funzionamento del TR2 da un'eventuale sovratensione. Il transistor


dispositivo senza necessità di manutenzione. TR3 permette di ottenere il blocco e lo sblocco
RAIMONDO DAZI netto del transistor TR2. Tenga presente che la
Milano sonda deve essere realizzata con un filo di acciaio
inossidabile; essa è montata sul serbatoio tramite
La accontentiamo e le diciamo che il progetto qui un sughero isolante della stessa sonda dal metallo
riportato risponde completamente alle sue esigen- del serbatoio .
ze. L'allarme è provo.calo dal lampeggìo della
lampada LP, che si verifica quando il livello del-
l'acqua del serbatoio sottoposto a sorveglianza
scende al di sotto di un certo valore critico presta-
bilito (la taratura viene effettuata immergendo più
o meno la sonda). Finché la sonda rimane in con-
•••
tatto con l'acqua, il transistor TRl riceve una po- Lo «spelling » della sigla
larizzazione normale e sufficiente per rimanere
conduttore (in saturazione); conseguentemente la Da poco tempo ho acquistato un ricetrasmettitore
base e l'emittore del transistor TR2 si trovano al- CB con il quale mi limito al solo ascolto delle e-
l'incirca allo stesso potenziale e il transistor non missioni, allo scopo cli acquistare una certa fami-
conduce (interdizione). Il multivibratore monosta- liarità con le varie terminologie adottate. Mi sono
bile, composto da TR2 e TR4 non può funzionare accorto che, assai spesso, in caso di collegamenti

378
difficili, si tende a fare lo « spelling » della propria Rispondiamo alla sua cortese domanda pubbli-
sigla, seguendo un particolare codice. Potreste cando l'elenco delle equivalenze richiesteci, che
pubblicare l'elenco delle equivalenze fra le lettere certamente interessano molti altri CB principianti
alfabetiche e i vocaboli in codice? come lei. E vogliamo anche ricordarle che l'ado-
zione del codice in uso presso l'Organizzazione In-
ANDREA SORRENTINO ternazionale dell'Aviazione Civile è stata fatta per
Napoli evitare confusioni nella dizione della sigla.

A = ALFA N = NOVEMBER
B = BRAVO o = OSCAR
c = CHARLIE p = PAPA
D = DELTA Q = QUEBEC
·E = ECHO R = ROMEO
F = FOXTROT s = SIERRA
G = GOLF T = TANGO
H = HOTEL u = UNIFORM
I = INDIA V = VICTOR
J = JULIETT w = WHISKEY
K = KILO X = X-RAY
L = LIMA y = YANKEE
M = MIKE z = ZULU

AMPLIFICATORE TUTTOFARE AS21


IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
A L:. 7.500

Il Kit permette di realizzare un Caratteristiche elettriche del modulo


modulo elettronico utilissimo, da Tensione tipica di lavoro: 9 V
adattarsi alle seguenti funzioni:
Amplificatore BF - Sirena elet- Consumo di corrente: 80 + 100 mA
tronica - Allarme elettronico - O- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
scillatore BF (emissione in codi-
ce morse) Impedenza d'uscita: 8 ohm

379
Sonda per alta frequenza mente aggirare l'ostacolo sintonizzandosi su una
emittente radio. Sarà così sufficiente regolare i
Da qualche tempo mi dedico appassionatamente
al settore dell'alta frequenza, costruendo ricevito-
ri radio e piccoli trasmettitori. Molto spesso mi

-
imbatto nel problema della taratura dei circuiti
accordati, essendo io sprovvisto di strumentazioni
adeguate. Potreste voi aiutarmi a risolvere in mo-
R1
do semplice questo problema, per me difficile,
senza ricorrere alla costruzione di apparecchiature J1
ENTR
complesse? A F
01 Cl
VALERIO VILLANI
Domodossola

Il più semplice strumento, che potrà aiutarla a ri-


solvere il suo problema, è rappresentato da una
sonda, con la quale si può misurare la quantità di
energia a radiofrequenza presente in un certo pun-
to. La lettura delle indicazioni si effettua su uno
strumento misuratore di correnti elettriche. Ten-
ga presente che, per effettuare una buona taratura
dei ricevitori radio, sarebbe assai più utile ricorre- nuclei o i compensatori variabili dei circuiti ac-
re ad un oscillatore modulato, ma lei potrà ugual- cordati, con lo scopo di ottenere la massima de-

UL TRAPREAMPLIFICATORE
con circuito integrato

In scatola di montaggio
a L6.000
CARATTERISTICHE
Amplificazione elevatissima
Un semplice sistema per elevare Ingresso inverting
notevolmente il segnale provenien- Elevate impedenze d'ingresso
te da un normale microfono Ampia banda passante

Utile ai dilettanti, agli hobbysti, ai CB e a tutti coloro che fanno uso di un mi-
crofono per amplificazione o trasmissione

La
pre
intes

380
viazione dell'indice dello strumento. Anche per i Amplificatore a transistor
trasmettitori la sonda, il cui circuito elettrico è
rappresentato nel disegno, si rivelerà utile per rag- Vorrei realizzare un amplificatore transistorizzato
giungere il massimo rendimento dei vari stadi. Il con potenza d'uscita compresa fra i2e i 4 W.
valore della resistenza R1 dipende dall'uso che lei Questo dispositivo mi servirebbe per collegarlo ad
un giradischi con testina piezoelettrica. Il circui-
vorrà. fare della sonda, ricordando che esso deter- to dovrebbe essere ovviamente dotato di controlli
mina l'impedenza d'ingresso del circuito e la sua di volume e di tonalità delle note alte e di quelle
sensibilità. Non si tratta comunque di un valore basse. Pur sapendo che la mia richiesta non rap-
critico e, in linea di massima, si potrà assumere il presenta una soluzione tecnica brillante al mio
valore di 10.000 ohm circa. Il diodo Dl è un qual- programma, oso ugualmente sperare nella vostra
siasi diodo rivelatore al germanio. L'impedenza benevolenza.
Jl dovrà essere costruita avvolgendo una cinquan- ROMEO BUTTAFAVA
tina di spire di filo di rame smaltato (il diametro Novara
non è un elemento vincolante) sopra una resisten-
za da 100.000 ohm, oppure sopra un supporto di La stessa funzione potrebbe essere oggi ottenuta
con un piccolo circuito integrato, ma la realizza-
ferrite del diametro di 3 mm. Il microamperome- zione a componenti discreti permette sempre di
tro [A potrà essere rappresentato da un qualsiasi acquisire esperienza tecnica e imparare molte no-
tester commutato sulla portata più sensibile. In zioni che, con l'uso degli integrati, difficilmente
sostituzione del tester si potrà usare un microam- potrebbero essere assimilate. Dunque, la realizza-
perometro da 50-100-150 pA. I condensatore Cl zione di un'unità di potenza è da ritenersi ancora
ha il valore di 4.700 pF. valida e per questo motivo pubblichiamo lo sche-

FOTOCONTROLLO CON SCR


IN SCATOLA Permette di realizzare almeno due ot-
timi dispositivi:
DI MONTAGGIO
A L. • 12.000 - LAMPEGGIATORE DI POTENZA
2- CONTROLLO CREPUSCOLARE
DI ILLUMINAZIONE

I due principali dispositivi, da chiunque facil-


mente realizzabili con questo kit, potranno ser-
vire per molteplici scopi: per la costruzione di
lampeggiatori di potenza, per l'accensione au-
tomatica delle luci di illuminazione al calar del-
la sera, per il controllo di fiamma di un brucia-
tore, per far divertire i bambini attraverso un-a
Tempi di lampeggio controllabili lunga serie di esperimenti che si identificano
in altrettanti giochi di luce.
Potenza max. del carico: 660 W

La scatola di mo ichiesta a: ELETTRONICA PRATICA


- 20125 MILANO )O a mezzo vaglia
postale o c.c.p. 3/

381
+ +

1Cl2

I
1
é

COMPONENTI R6 3.300 ohm


Condensatori R7 22.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
Cl = 4.700 pF R8 3.300 ohm
C2 = 10 F 16 VI (elettrolitico) R9 = 3.300 ohm
C3 = 200 F 40 VI (elettrolitico) RlO 47.000 ohm (potenz. a variaz. !in.)
C4 - 100 µF 16 VI ( elettrolitico) Rll 2.200 ohm
C5 = 100.000 pF Rl2 82.000 ohm
C6 = 100.000 pF R13 = 680 ohm
C7 = 25 F- 25 VI (elettrolitico) R14 1.500 ohm
C8 = 10.000 pF R15 27 ohm
C9 = 25 F - 25 VI ( elettrolitico) R16 27.000 ohm
CIO = 200 F -6,4 VI (elettrolitico) R17 560 ohm
CI1= 1.000 F - 16 Vl (elettrolitico) R18 1.500 ohm
C12 = 1.000 F - 25 VI (elettrolitico) R19 = 4.700 ohm
Resistenze R20 4.700 ohm
R1- 10.000 ohm Transistor
R2 47.000 ohm (potenz. a variaz. log.) TRl BC107
R3 = 10.000 ohm TR2 - AC127
R4 - 56.000 ohm TR3 = AC187
R5 = 12.000 ohm TR4 = AC188

ma del progetto da lei richiestoci. Il dispositivo è guadagno il più possibile uguale. Essi dovranno
in grado di fornire una potenza che si aggira in- risultare montati su elementi dispersori di calore.
torno ai 4 W su un carico di 5 ohm (valore mini- Tenga presente che il circuito non è autocentran-
mo) con una alimentazione in continua a 18 V, te, per cui occorrerà eventualmente correggere i
che può essere elevata a 24 V. I due transistor fi- valori di R12 o R16, allo scopo di raggiungere
ali TR3-TRA4, rispettivamente di tipo AC187 e sugli emittori di TR3 e TR4 un valore di tensione
AC 188 dovranno essere selezionati e dotati di pari alla metà di quello dell'alimentazione.

382
Una pretesa assurda le pubblicazioni. E' impensabile, infatti, la pre-
tesa che il piccolo negozio di rivendita di lampa-
Non sempre nei negozi della mia città riesco a dine o ferri da stiro di un paesello di montagna
trovare tutti gli elementi necessari per la realiz- sia fornito di SCR, diodi Led, integrati operazio-
zazione dei progetti presentati sulla vostra inte- nali, termistori, contatti reed, transistor FET,
ressante rivista. E molto spesso mi sento dire che ecc. Ed è anche impensabile che noi si debba con-
qualcuno dei componenti da voi citati non esiste sultare tutti i punti di vendita nazionali di mate-
oppure non viene venduto al dettaglio. La doman- riali elettronici prima di progettare un circuito.
da che vi pongo è la seguente. Perché, prima di Tutt'al più potremmo far riferimento ai centri di
progettare un dispositivo elettronico, non consul- vendita delle maggiori città. Ma in nessun caso
tate anche i piccoli rivenditori di materiali elet- dobbiamo arrenderci dinnanzi alla possibile irre-
tronici, informandovi sulla disponibilità o meno periblità dei componenti nelle piccole località di
dei componenti da voi adottati? provincia. Tenga presente inoltre che, molto spes-
ORAZIO ORATI so, si tratta di cattiva volontà di qualche rivendi-
Terni tore che, per un guadagno modesto, si rifiuta di
fare un ordine di poche unità di pezzi. E ricordi
Più volte, sia pure in forma garbata, ci sono stati anche che, a volte, un componente elettronico, ab-
mossi rimproveri di questo tipo. Sia tramite let- bondantemente presente sul mercato, può improv-
tera, sia attraverso il telefono. Ed è maturato visamente sparire dopo qualche tempo per ragioni
quindi il momento per dare una risposta definitiva di natura tecnica o commerciale. Per concludere
a tutti quelli che, come lei, si pongono o ci pongo- vogliamo ancora dirle che tutti questi problemi
no tali domande. Innanzitutto dobbiamo dirle sono a noi noti da sempre e, pur mettendoci tutta
che, se la pubblicazione dei nostri progetti fosse la nostra buona volontà, non possiamo farci nulla.
condizionata dalla reperibilità dei componenti in Del resto la nostra elettronica dilettantistica è
tutti i negozi di tutti i Comuni d'Italia, la rivista bella anche perché deve passare attraverso queste
Elettronica Pratica sarebbe costretta a sospendere difficoltà.

ALIMENTATORE PROFESSIONALE Di facilissima costruzione, è in grado di erogare,


in modo continuo, le tensioni comprese fra i 4 e 1 15 V, con una corrente di lavoro di 2,5 A. La sua
moderna protezione elettronica permette di tollerare ogni errore d'Impiego dell'apparato, perché la mas-
sima corrente di uscita viene limitata automaticamente, proteggendo l'alimentatore da eventuali cor-
toc i rcuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'ingresso: 220 Vca ± 12%/
Tensione d'uscita: regolabile fra 4 e 18 V nominali
Corrente massima: 2,5 A a 15 V con stabilizzazione
<- 1%
Residuo d'alternata: inferiore a 1 mV per volt a pieno
carico
Stabilizzazione: migliore dell'1%/,
Corrente permanente di cortocircuito: inferiore a
400 mA
Limitazione automatica della massima corrente d'u-
scita in due portate: a 15 V limitazione 2,5 A (o 0,5 A)
a 4 V limitazione 1,6 A (o 0,4 A)
(Le due portate sono necessarie per mantenere la
dissipazione del transistor entro i suoi limiti di si-
In scatola di montaggio curezza)
Coefficiente di temperatura d'uscita con temperatu-
L. 28.500 re comprese fra 0°C e 70°C: inferiore a 0,01%/ °C
Protezione contro i cortocircuiti.

383
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PER I NUOVI E I VECCHI LETTORI
I fascicoli arretrati si esauriscono così rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
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oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.

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rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli illustrativi


nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato, Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

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sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

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gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-

- cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La


potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-

9 l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal


microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
RIVISTA MENSILE PER GLI APPASSIONATI
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Anno VI- N. 7-LUGLIO 1977 - Sped. in Abb. Post. Gr. lii L. 1.000

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5 50 5 □0 5000 RANGES 12 : 40M 40 -130M: 80:260Me
i?,, 0,5 5 25, 50 500 IOOO
nN» 2,5 25 50 2500

0hm» [l/ +10Mh10k/ }+1]0M Strumento che unisce .... o


alla massima semplici-
f, /k/0+50k/110k/0+-500k tà d'uso un minimo in-
; I "11•"
=. ·t1•,.
,e
Ballisticf hm100/0=200F /0hmlk/0-=20f gombro.
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11/+50/110/0+-500 /100/0-+5000 mente su circuito stam-
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I
Ouljl_UI U.5 250 500 l000 qùindl falsi contatti do-
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v= 1 1 10 50 20 I000
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f. $ 5ij 2s» 1@
2.5
'1:ARATTERISTICHE TECNICHlè, M'ClD. lEllEVISICINE
Frequenza 250 Kc Dimensioni
L .81110 mA»
0hm=
25 250
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2500
112:• 160 mm
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\lscita 5 V elf.
Tensione massima 4B, -10+22
applicabile al puntale 500 V
15 V elf,. Corren.te- dtlJa·, ba1terhf 56' mA
GIORNI DI FERIE
Anche quest'anno, come di consueto, la nostra Casa Editrice,
con i suoi progettisti, montatori, collaudatori, redattori, ti-
pograf, grafici e fotografi, abbandonerà temporaneamente
ogni attività per godersi un breve, meritato periodo di riposo.
Andrà quindi in vacanza o, come si suol dire, in ferie.

DALL'8 AL 28 AGOSTO
E nell'arco di questi venti giorni la sede milanese di Elettro-
nica Pratica rimarrà chiusa per tutti. Non si risponderà dun-
que alle chiamate telefoniche, non si darà evasione ad alcun
tipo di corrispondenza, non si effettuerà alcuna spedizione.
Vogliamo così informare quei lettori che avessero program-
mato la realizzazione di un kit, o la consultazione di qualche
fascicolo arretrato, durante il tempo libero delle vacanze, di
provvedere subito alla richiesta. Perché ritardando o rinvian-
do questa decisione, anche di qualche giorno, potrebbe acca-
dere di vedersi recapitare quanto si aspetta con ansia soltanto
nel mese di settembre, facendo precipitare ogni forma di en-
tusiasmo in una spiacevole situazione di contrarietà e morti-
ficazione.
A coloro invece che, in questo periodo dell'anno, non ci richie-
deranno nulla, raccomandiamo vivamente di accostarsi alle
dicole nei primi giorni de] prossimo mese, per acquistare lo
speciale numero della Rivista che, come è sempre accaduto
nel passato. rappresenta un vero e proprio manuale dell'elet-
tronico dilettante, cioè un autentico ferro del mestiere, desti-
nato ad arricchire il laboratorio e a rappresentare un punto
di riferimento e di aiuto per chi sta costruendo o mettendo
a punto un apparato elettronico.
Abbonatevi a:
ELETTRONICA PRATICA
La sottoscrizione di un abbonamento è il modo migliore per
dimostrare tutta la propria simpatia per la rivista. Ed è anche
una prova di saggia amministrazione, perché cautela il letto-
re, almeno per un anno, da eventuali, possibili aumenti del
prezzo di copertina.

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significa acquisire la certezza di ricevere mensilmente, al
proprio domicilio, una piacevole guida allo svolgimento del
vostro hobby preferito, un compendio elementare, alla por-
tata di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica, un autentico
ferro del mestiere per ogni laboratorio dilettantistico.

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vi consigliamo di consultare, nell'interno, la pagina affacciata
a quella del conto corrente postale, per scegliere la forma di
abbonamento preferita ed il canone più conveniente.

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ANNO 6- N. 7 - LUGLIO 1977


LA COPERTINA - Illustra i due principali progetti
presentali in questo fascicolo: la .. Lucciola elet-
tronica • e l'amplificatore « TBA 818». Il primo
vuol essere un Invito al divertimento e un con-
tatto diretto con elementi elettronici d'avanguar-
dia. Il secondo è un apparato modernissimo, ver-
satile e, quindi, adatto a mollissimi, usi.

editrice

ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
aro
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

stampa LUCCIOLA ELETTRONICA 388


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Tutti i diritti di proprietà let-
teraria ed artistica eono rleer--
vati a termini di Legge per VENDITE ACQUISTI PERMUTE 426
tutti I Paesi. I manoacrlW, I
dlsegnl, le fotografle, anche
ae non pubblicati, non el re- LA POST A DEL LETTORE 437
stltulscono.
LUCCIOLA

ELETTRONICA
Per poter avvicinare sernpre più i nostri lettori tare nei suoi circuiti sperimentali, perché tali di-
principianti di elettronica ai ritrovati più attuali spositivi sono in realtà dei componenti assai sem-
della scienza e della tecnica, presentiamo e de- lici, anche se costruttivamente possono raggiun-
scriviamo, in questo articolo, il progetto di un gere livelli di notevole complessità circuitale.
dispositivo che, apparentemente, altro non è che Alla maggior parte di coloro che seguono men-
un. divertente gioco di luci e di colori ma che, silmcu te questa pubblicazione, infatti, non inte-
in realtà, si presenta come una interessante ap- ressa tutto ciò, accontentan<losi soltanto di cono-
plicazione di un integrato digitale e dei diodi scere la funzione logica svolta dell'integrato. Da-
LED. to che l'analisi interna del componente svierebbe
Il nostro scopo, quindi, è quello di far divertire l'holbbysta dal suo compito primario, che ,è quel-
il lettore: e di introdurlo, se ancora fosse rimasto lo di servirsi del componente tenendo conto sol-
lontano, per semplice timore reverenziale, in quel tanto del funzionamento esterno e di. allacciarlo
mondo miracoloso della miniaturizzazione dei ad altri elementi logici, che debbono essere mes-
componenti elettronici più moderni, offrendo si in condizione di svolgere la loro funzione ri-
spunti di interesse pratico, suggerimenti, idee. chiesta. Noi possiamo soltanto ricordare che i
con cui poter realizr.aie un programma personale circuiti integrati digitali, a seconda delle condi-
e per propr1o uso. zioni d'ingresso, forniscono all'uscita due possibi-
li valori di tensione, chiamati convenzionalen-
te «0» logico e « l» logico. L'impiego princi-
GLII INTEGRATI DIGITALI pale dei circuiti digitali vien fatto attualmente
nelle macchine industriali allo scopo di ottenere
Gli integrati digitali non sono cero dei compo- un controllo automatico. Ma i circuiti digitali
neni elettronici costruiti per pochi privilegiati. vengono montati anche nei calcolatori e negli
Anche ,il pl'incipiante deve poterli usare e mon- strumenti di laboratorio. La loro diffusione co-

388
munque abbraccia anche il settore consu.nust1co. emettere luce. LED, infatti, significa « Light E-
Perché i circuiti digitali risultano montati nei mitting Diode », cioè diodo emittore di luce.
ricevitori slereofonici, negli orologi elettronici_, Soltanto in tempi recenti i diodi LED sono di-
nei televisori, nei calcolatori tascabili ed in un'al- venuti reperibili sul normale mercato commer-
tra. infinità di piccole e grandi apparecchiature e- ciale, a prezzi accessibili a tutti, in virtù del no-
lettroniche. Si può dire anzi che la tendenza della tevole sviluppo dell'optoelettronica, che è quella
moderna tecnologia sia quella di « digitaliz-zare » speciale branca dell'elettronica comprendente tut-
il più possibile tutte le apparecchiature costruite ti quei componenti il cui funzionamento è stret-
un tempo con criteri «analogici», allo scopo di tamente legato all'energia luminosa e all'energia
aumentare la precisione di funzionamento e l'af- elettrica.
fidabilità. Il dio<lo LED è costruito a guisa di un diodo nor-
Altri punti a favore dei circuiti digitali sono la male, al quale è del tutto simile, essendo compo-
loro facile reperibilità, il basso costo, la veste di sto anch'esso da una giunzione PN di materiale
circuiti integrati, che consentono un elevato grado semiconduttore. Ma questo materiale non è il

Allo scopo di indirizzare sempre più il nostro lettore alla cono-


scenza e alla pratica dei componenti elettronici d'avanguardia,
presentiamo un dispositivo che, risultando all'apparenza un e-
lementare gioco di luci, vuol essere un banco di prova, per
molti principianti, delle capacità realizzative di un circuito con
integrato digitale.

di miniaturizzazione anche dei circuiti più com- germanio o il silicio, ma è invece un composto
plessi. del gallio. E il composto del gallio dipende dalle
caratteristiche di emissione c:he si intendono con-
seguire. Per esempio, per ottener una luce ap-
IL GIOCO DI LUCI partenente allo spettro dell'infrarosso, si utilizza
l'arseniuro di gallio (GaAs).
Il gioco di luci che si verifica nel dispositivo della In figura, l presentiamo il simbolo clettico del
« lucciola clettmruca » risulta provocato da due dliocl'o LED, cioè il ~inibolo cornunerncnk aduWt-
circuii oscillatori, ciascuno dei quali pilota due to nella composizione dei circuiti torici. Ii sim-
diodi elettroluminescenti di tipo· LF'.D, collegati bolo, come si può notare, mete in risalto una
alle due uscite complementari, così che, mentre precisa equivalenza con i simboli dei diodi pi'
uno dei diodi risulta eccitato, !'a]tro dii'odo ri- noti.
mane :;pento e viceversa. Ma: su 4uesto fenomeno
Dobbiamo ancora ricordare che tutti i diodi, in-
avremo modo di ritornare più avanti, in sede di
distintamente, sono componenti emr.>ttitori di lu-
analisi del circuito torico dell'apparato. Per ora
vogliamo riportare alcuni brevi cenni, di caratte- ce. Ma l'entità di luce messa dai comuni diodi
re didattico, relativi ai diodi LED_, che· mo! ti no- è talmente esigua da non poter essere rivelata
stri lettori ancora non conoscono. neppure dagii strumenti più sensibili. n elio-do
LED invece, può considerarsi una vera e propria
lamp,tdina denronica.
I DIODI LED La meccanica, secondo la quale un diodo LED
diviene sorgente di energia luminosa, dipende
La sigla LED qualifica un particolare compo- da!La combinazione delle cariche, maggioritarie
nente elettronico, allo stato solido, iru grado di o minoritarie, che si verifica internamente al se-
miconduttore stesso e, in modo particolare, nella L'INVE RTER può essere considerato come ele-
zona della giunzione PN. mento logico più semplice. Esso effettua infatti
Soltanto una certa parte dell'energia, scaturita semplicemente l'inversione dello stato logico 0-1
dalla combinazione delle cariche, si trasforma in o 1-0, comportandosi né più né meno come uno
luce. Può accadere quindi che, per alcuni tipi di stadio a transistor con emittore comune.
semiconduttori, il fenomeno sia sufficientemente In figura 2 riportiamo lo schema equivalente a
macroscopico, così da poter essere osse.rvato ad iascuna delle quattro sezioni dell'integrato.
occhio nudo, mentre per altri tipi di diodi l'e- Osservando tale schema, si può anche compren-
nergia luminosa liberata è cos1 microscopica da dere come il circuito funzioni da invertitore di
sfuggire ad ogni indagine. stato logico quando i due ingressi vengono colle-

A K

Fìg- i - Anche il diodo LED, cosi come si verifica per


tutti i componenU elettronici; viene rappresentato per
A mezzo di un simbolo elettrico, adottato nella composi-
zione dei circuiti teorici. Quelli riportati nel disegno cc;-
stituiscono ì due tipi piii comuni di simboli elettrici di
diodi LED.

Nei diodi LED, per poter sfruttare il fenomeno g.atì fra lom, fofatti, ~ IN. 1 = IN. 2 = O, il
della ennis:si:one di Luce, occorre realizzare una transistor TRA i trova nello stato di conduttività,
giunzione molto sottile, così da risultare traspa- attraverso la resisenza di base del valore di
rc:rnte e pem,ettere l'uscita d,ei. raggi luminosi. 4.000 ohm; consegueneraente, il transistor TR{
Anche il contenitore del diodo deve essere tra- mantiene alfinterdizi,one il transistor TR.2 .. Ne
sparente e, a seconda delle necessità, potrà .es- consegue ancora che il trami,,tor 1f!R.4 viene por-
sere dotato di lente concentrica o di calotta clif- tato alla conduzione dalla resis tenza di base del
fusor,e.
valore di L:600 ohm, mentre il tTa.I'lSd!;tor TR3 .ri-
mane all'interdizione a causa della presenza della
resistenza da 1.000 ohm Il risultato di tutto ciò
GLI ELEMENTI INVERTER
è quello di aver ottenuto una uscita a livello lo-
c0 « i ».
Nel nostro progeuo di luci pulsanti T'elemento
di controllo è: rappresentato la un circuito inte- Portando inove,ce .a[ lhveU.o Jo,gico « 1 » gli ingres-
grato digitale di larga fama: il notissimo SN7400, si, le situazioni si invertono e le uscite si trovano
la cui funzione logica è qella di quadruplo al livdllo lo,gir:0 «< O ».
AND a due ingressi.
I quattro NAND dell'integrato sono stati da noi
utilizzati collegando fra loro i due ingressi, in SCHEMA ELETTRICO
mo·do da comporre un elemento kgico di tipo
INVERTER.

390
noi denominato « lucciola elettronica», è ripor- volte, in sede di presentazione e analisi dei cir-
tato in figura 3. cuiti integrati digitali, la stabilizzazione della
Gli elementi INVERTER risultano impiegati al- tensione di alimentazione si rende necessaria per
la stessa maniera dei normali transistor in un ottenere un perfetto funzionamento degli inte-
circuito multivibratore astabile, in cui si sfrut- grati TTL.
tano la carica e la scarica dei condensatori al
tantalio C1-C2-C3-C4. In particolare, per il pri-
mo oscillatore ci si serve della carica e della sca- REALIZZAZIONE PRATICA
rica dei condensatori C1-C2, per il secondo o-
scillatore si utilizzano le cariche e le scariche dei La realizzazione pratica della « lucciola elettro-
condensatori C3-C4. E in questo modo si verifi- nica» è <la considerarsi alla portata di tutti. per-
ca la produzione di onde a forma quadra e di ché tutti gli elementi necessari per la costruzione
bassa frequenza. del dispositivo sono di facile rcperibiiìtà commer-
ciale. Fa eccezione il solo circuito stampato, che
Le uscite di ciascun INVERTER sono in grado
di assorbire una corrente di 16 mA. Esse si ri-
il lettore potrà tuttavia compone servendosi del
disegno in grandezza naturale riportato in figura
velano quindi perfettamente adatte a pilotare di-
5. Questo disegno potrà essere composto, dai più
rettamente i diodi emettitori di luce, cioè i diodi
bravi, in misura ancor più ridotta, qualora si vo-
LED, per i quali è normalmente sufficiente una
lesse miniaturizzare ulteriormente l'ingombro del
corrente dell'intensità di una decina di milliam-
dispositivo. Anche i quattro diodi LED potranno
père, necessaria per raggiungere una discreta lu- essere monta.ti secondo disposizioni diverse e più
m1nesccnza. appropriate alluso che ciascun lettore dovrà fare
Facciamo notare per ultimo che conviene sem- di questo apparato. Qualsiasi cambiamento, co-
pre provvedere alla stabilizzazione della tensione munque, non potrà interferire negativamente
di alimentazione a 6 V tramite la resistenza di sull'efficienza del funzionamento del circuito.
limitazione R9, che ha il valore di 22 ohm. Il Ai principianti consigliamo di inserire l'integrato
circuito di stabilizzazione viene completato con ICI servendosi dell'apposito zoccoletto, che evi-
l'inserimento del diodo zener D5, da 6 V - 1 W. terà qualsiasi pericolo di danneggiamento del
Come abbiamo avuto occasione di dire altre componente in fase di saldatura dei terminali.

Fig. ? - Questo schema propone


a} lettore il circuito equivalent s
ad una delle quattro sezioni i-
identiche dell'integrato 7400 uti-
lizzato per la realizzazione della
« 'lucciola elettronica». II circuì.
to funziona da invertitore di sta-
to logico quando i due ingressi
·vengono collegati tra loro.
1K..2
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392
Fig. 4- Piano costrulttivo della luccio la elet.\ron ica realizzata su circuito stampato. La
disposizione dei componenti elettronici può essere comunque effettuata, data l'asso-
luta assenza di elementi critici circuitali. A.i principianti si consiglia d montare
l'integrato ICI tramite apposito zoccoletto, onde evitare eventuali ed irreparabili dan-
ni che potrebbero essere provocati dal saldatore. I quattro condensatori, montati
nel circuif:o, sono di tipo al tantalio, cioè polarizzati e miniaturizzati.

o E T

Condensatori R4 - 100 ohm


Ct = 47 F - 6 VI (al tantalio} RS = 4.70Ci ohm
C2 = 47 uF -6 VI (al tantalio) R6 = 100 ohm
C3 = 47 1,1F - 6 VI (al tantalio)
R7 = 4.708 ohm
C4 = 47 F -.6 VI(al tantalio)
R8 - 100 ohm
R9 = 22 ohm
Resistenze Varie
R1 = 4.700 ohm IC1a-ICI-ICIc4C1d = SN7400
R2 = 10O ohm D1 -02-03-D4 = diodi LED
R3 = 4.700 ohm D5 :::: diodo zener (5 V - 1 W)

393
r 7

/ 4]'i
'!I_
Fig. 5 - Riportiamo in questo di-
Ei
segno lo schema del circuito
stampato in grandezza naturale
che il lettore dovrà riprodurre
per la composizione del dispo-
sitivo descritto nel testo.
c- I _j

CONDENSATORI E DIODI colari componenti elettronici.


Per quanto riguarda i diodi LED possiamo dire
Abbiamo già avuto occasione di dire che i quat- che non sussistono particolari limitazioni; essi po-
tro condensatori montati nel circuito sono di ti- tranno essere quindi di qualunque tipo e anche
po al tantalio. Ciò non esclude tuttavia l'uso, di di tipo diverso fra loro, soprattutto nel colore,
normali condensatori elettrolitici, purché ven- così da creare un effetto luminoso complessivo
gano rispettate le polarità dei componenti in se- ancor più gradito.
de di montaggio. La preferenza accordata ai con- Coloro che si trovassero nelle condizioni di do-
densatori al tantalio è da ricercarsi esclusivamen- ver montare in un circuito per la prima volta un
te nelle dimensioni molto ridotte di questi parti- condensatore al tantalio o un diodo LED, potran-

Fig. 6- I condensatori al tantalio sono 1 FASCIA


contrassegnati, da una parte, con una
piccola macchia nera, che funge da e-
lemento di individuazione del terminale
positivo e di quello negativo. Il valore
capacitivo del componente viene de-
dotto In codice tramite le colorazioni
assunte dalle fasce che avvolgono Il MACCHIA
corpo del condensatore. Anche li diodo NERA
LED (disegno a destra) è un componen-
te polarizzato, cioè dotato di anodo e
catodo facilmente distinguibili fra loro
dall'orientamento attribuito al compo-
nente,

394
no sentirsi imbarazzati nella scelta dell'orienta- La lettura del valore capacitivo del condensatore
mento dei terminali di questi componenti. Ecco al tantalio viene dedotta dalle due fasce colorate
perché abbiamo presentato, nella loro veste este- che avvolgono il componente, tenendo presente
riore, questi due componenti in figura 6. che il codice di corrispondenza fra colori e va-
Il terminale positivo del condensatore al tantalio lori è quello stesso adottato per le normali resi-
si trova sulla destra di chi guarda frontalmente il stenze; la prima fascia individua le decine di mi-
componente da quella parte in cui è riportata una crofarad, mentre la seconda fascia stabilisce le u-
piccola macchia nera sull'involucro esterno. Il nità di microfarad.
terminale negativo, ovviamente, si troverà a si- Per quanto riguarda invece l'individuazione de-
nistra. Il condensatore al tantalio, quindi, dovrà gli elettrodi dei diodi LED, ricordiamo che, co-
risultare inserito nel circuito tenendo conto di sì come indicato a destra di figura 6, il catodo si
queste polarità e nel modo esattamente indicato trova dalla parte più corta del componente, men-
nello schema pratico di figura 4. tre l'anodo è situato in posizione opposta.

Ricevitore .supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 1 ..

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa jack per auricolare.
La risposta in BF s] estende tra gli 80
e i 12.000 Hz.

Tipo circuito; supereterodina Media frequenza: 465 KHz


Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1. 700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

La scatola di montaggio è completa di tutti gli elementi necessari per la costruzione del ricevitore.
Risultano inseriti, infatti, anche l'auricolare e le quattro pile da 1,5 V per la composizione dell'ali-
mentatore a 8 Vcc. Sono allegati pure gli schemi illustrativi e le istruzioni necessarie per la tara-
tura, la messa a punto e il corretto funzionamento de! ricevitore. Le richieste debbono essere fatte
inviando anticipatamente l'importo di L. 11.500 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione
a meno vaglia o c.c.p. n. 3/28482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zuretti, 52.
AMPLIFICATORE
UNIVERSALE
BC 207 + TBA 810 5W!
Gli amplificatori audio, ce lo insegna l'esperienza, L'ELEMENTO PILOTA
sono gli apparati più graditi ai nostri lettori, so-
prattutto quando assumono carattere di attualità Presentiamo in questo articolo un amplificatore
ed originalità. E ciò si spiega facilmente, se si di bassa frequenza che ha, come elemento base
pensa che il montaggio dell'amplificatore di bas- del suo funzionamento, un circuito integrato.
sa frequenza, pur costituendo un lavoro impegna- Alcuni nostri lettori, in particolar modo coloro
tivo, può essere affrontato e condotto a termine, che sono ai primi passi con l'elettronica, potran-
con pieno successo, anche dai meno esperti. E si no arricciare un po' il naso quando sentono par-
potrebbe anche dire che la costruzione di un am- lare di circuiti integrati.
plificatore può rappresentare una sorta di esame Si è infatti portati a considerare questi nuovi
di abilitazione per comprovare la propria prepa- prodotti dell'elettronica come dei componenti
razione e le proprie attitudini tecniche prima di assai delicati, costosi e di difficile impiego. Ma in
rivolgersi a progetti più complessi. realtà le cose non stanno così. Se ci si riferisce
La realizzazione di un amplificatore di bassa fre- alla complessità circuitale del circuito integrato,
quenza risulta in ogni caso molto utile, perché i lettori possono anche aver ragione. Ma è sem-
questo apparato può trovare moltissime applica- pre possibile deliberatamente dimenticare il « con-
zioni nella vita di ogni giorno, con un notevole tenuto » dell'integrato, accontentandosi di una
risparmio di denaro rispetto ai costi degli analo- conoscenza superficiale delle principali funzioni
ghi apparati commerciali. amplificatrici del componente, senza preoccupar-

Il modernissimo apparato presentato e descritto in questo arti-


colo è da considerarsi adatto per moltissimi usi proprio in virtù
della sua notevole versatilità. La realizzazione è facile e la
spesa relativamente modesta. Può funzionare in accoppiamen-
to con microfoni piezoelettrici e magnetici ad alta impedenza,
con ricevitori radio, giradischi, magnetofoni e può anche ser-
vire per la composizione di speciali interfoni. E' consigliato per
gli amplificatori portatili sulle autovetture.

396
si del numero di transistor o di altri componenti non vi sono dubbi che questa risulta di gran
in esso racchiusi. Si può dunque collegare ad oc- lunga inferiore a quella incontrata col\ l'impiego
chi chiusi l'integrato, considerandolo come un di componenti separati. La difficoltà di realizza-
semplice transistor dotato di un maggior numero zione, infatti, rimane sempre strettamente legata
di terminali. al numero di componenti che concorrono aila
formazione del circuito,
Con l'integrato il numero di componenti viene
L'INTEGRATO TBA 810 drasticamente ridotto, rendendo più agevole, più
spedita e più immediata la costruzione di un'ap-
Assai difficilmente i lettori principianti si inte- parecchia tura.
ressano dei fenomeni fisici che si sviluppano in- Anche il problema delle saldature appare molto
ternamente ad un transistor. Perché, dunque, non più semplificato, quando si usano i circuiti inte-

comportarsi amo stesso modo quando ci si trova grati. Dato che per essi ci si serve normalmente
alle prese con un circuito integrato? degli appositi zoccoletti in resina, oggi assai fa-
Eppure alcuni lettori potrebbero anche sollevare cilmente reperibili, a basso costo, sul nostro mcr-
un'altra obiezione, asserendo che l'impiego dei cato. E lo zoccoletto garantisce pure una facile
circuiti integrati non prucura una grande soddi- intercambiabilità del componente.
sfazione, dato che fa maggior parte dei fenomeni Non più dunque un amplificatore di media po-
radioelettrici si manifesta internamente al com- tenza la cui realizzazione rimaneva sino a poco
ponente, senza poterne prendere ... visione. tempo fa legata alluso di una coppia di transi-
Noi non siamo di questo avviso, perché riteniamo stor complementari di potenza , che imponevano
che l'uso dei circuiti integrati sia, in tutto e per all'hobbysta una accurata selezione dei compo-
tutto, simile a quello dei transistor e di altri at- nenti, allo scopo di raggiungere le caratteristiche
tuali componenti elettronici. di potenza e fedeltà richieste. Ma un circuito
Ovviamente, per avvicinarsi al mondo degli in- razionale, compatto e relativamente semplice che,
tegrati, occorre far uso di una certa cautela, ope- tramite l'abbinamento di un transistor con un
rando dapprima con un solo componente e pas- integrato, è in grado di esprimersi attraverso t~nJ.
sando poi alla realizzazione di apparecchiature poter?a di ben 5 W.
più complesse, con due o più circuiti integrati. Abbiamo infatti accoppiato, nel nostro progetto,
Per quanto riguarda poi la difficoltà realizz;J11Ji,va, il classico transistor BC207 con l'integrato mono-

397
Fig. 1 - Sulla sinistra di ques to
disegno abbiamo schematizz ato
l'integrato TBA 810 riporta ndo le
diciture In Inglese relative al do-
dici terminali del componente .
Sulla destra è raffi gurato lo sche-
ma elettr ico Intern o del compo-
nente.

litico TBA 810. potenze d'uscita, citate nella tabella delle carat-
Per l'integrato monolitico intendiamo quel tipo teristiche, sono da considerarsi in regime sinusoi-
di componente nel quale l'intero circuito è rica- dale continuativo e, quindi, paragonabili ai 10 ...;-
vato da una sola piastrina al silicio. E l'industria 15 W musicali di molti amplificatori.
leader in questo campo può essere ritenuta la
SGS-A TES, la quale produce appunto l'indo-
inatissimo amplificatore TBA 810, che unisce al- Tabella delle caratteristiche del TBA 810
le ottime caratteristiche di potenza e fedeltà an-
che la possibilità di un'alimentazione a bassa Tensione max: 20 V
tensione, rendendolo utilizzabile in tutte le ap- Corrente di picco 2,5 A
parecchiature di bassa frequenza, anche in quel- Corrente d1 riposo 15 mA circa
le dì tipo portatile e, soprattutto, sulle auto- Potenza d'uscita a 16 V 7 W
vetture. Potenza d'uscita a 12,6 V 5 W
Potenza d'uscita a 9 V 2,3 W
CARATTERISTICHE DEL TBA 810 Potenza d'uscita a 6 V 1 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
II TBA 810 è un circuito integrato composto in ( con altoparlanti da 8 ohm
un contenitore di potenza del tutto simile ai co- si ottiene un dimezzamen-
muni integrati « dual in line », provvisto cli due to della potenza d'uscita
alette metalliche laterali che facilitano l'applica-. Banda passante 20 ± 20.000 Hz
zione dei dissipatori di calore. (dipende dai valori. esterni)
Internamente, come chiaramente visibile in figura Distorsione 0,3%
1, il circuito è composto da ben 16 transistor, 7 Impedenza d'Ingresso 5 megaohm
diodi e 12 resistenze. Max. segnale d'Ingresso 200 mV
Sullo schema a sinistra di figura 1 sono eviden-
ziati i terminali del componente e le loro corri-
spondenze.
Le principali caratteristiche di questo integrato PROGETTO DEL MODULO
sono elencate nell'apposita tabella, dalla quale AMPLIFICATORE
è possibile dedurre che si tratta di un integrato
dotato di qualità di tutto rispetto, che lo rendono Per consentire la massima flessibilità di impiego
degno di. figurare accanto a molti amplificatori dì di un amplificatore, tenendo conto delle sue pro-
tipo commerciale e di prezzo elevato. prie caratteristiche, abbiamo voluto approntare
Per concludere vogliamo ancora ricordare che le un modulo amplificatore che, tramite semplici

398
collegamenti esterni, potesse adattarsi alle pm
svariate esigenze. Perché soltanto in questo modo
è possibile utilizzare lo stesso modulo per la rea-
NOVITA' ASSOLUTA
lizzazione di amplificatori stereo con controllo di
volume e di tonalità o, più semplicemente, am-
plificatori di potenza corredati del solo controllo
La penna dell'elettronico dilettante
cli volume.
Il modulo amplificatore è composto da uno stadio
di potenza realizzato con l'integrato TBA 810 e
con i relativi componenti esterni ad esso, e da
uno stadio « buffer», cioè da uno stadio separa-
tore, che risulta utile soprattutto per pilotare i L.3.500
controlli di tonalità con una impedenza suffi-
cientemente bassa, senza sovraccaricare il segnale
d'ingresso.

SCHEMA ELETTRICO

Lo schema elettrico del circuito di amplificazione


è quello riportato in fìgura 2.
II ~ransistor TRl , collegato in configurazione
« emitter follower », cioè in circuito con uscita
di emittore, funge da elemento separatore tra il
segnale d'ing,resso, applicato alla sua base, e il CON QUESTA PENNA
segnale d'uscita ricavato sull'emittore tramite
il condensatore elettrolitico C2. APPRONTATE I VOSTRI
I1 guadagno in tensione di questo stadio è pari CIRCUITI STAMPATI
all'unità circa. Ma ciò non costìtuisce un incon-
veniente, in quanto la sensibilità <lell'integra.to ri-
sulta più che sufficiente per ampiificare segnali Questa pennà permette di preparare i circuiti stampati
anche dell'entità di 80 m V, con piena potenza con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
aspetto esteriore è· quello di una penna con punta
d'uscita.
di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
L'ingresso del l' amphfica.t:ore integrato è rappre- tisce una completa resistenza agli attaccht di soluzione
sentato dal piedino 8, al quale si applica il segnale di clorurn ferrico ed altre sofuziloni di attacco normal-
attraverso il condensatore C4. mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade-
risce perfettamente al rame.
L'uscita è rappresentata i1ì\vece da1 terminale .12:,
che risulta rn./Jegato all'altoparlante tramite il
condensatore elettrolitico di accoppiamento C1 1. NORME D'USO CARAT TE RISTCHE
Tutti i componenti coUegati con l'.integ;rato svd- Tracciate il circuito su una La penna contiene un di-
gono I.a fonzione clii regolare il guadagmo, la ban- lastra di rame laminata e apensatore di inc.hi6"!Jtro'
perf ettamente pulita; la. controllato da una valvola
da passante e la stabilità del circuito, evitando sei aria asciugare per 15 che 11arantlace ,ma \•unga
minuti, quindi immergerla ctuirata e,_lfrn.i.r,ando !VélporA•
oscillazioni parassite. nella soluzione di attacco x•ioni quando non viene
(aciso corrosivo). Tolta io usata. La penr.il: nan • con-
lastra dalla soluzione, si tiene u! smpli«ce tampo-
Noterà che il circuito è In ne irnbevuto, rva è compla-
per1etto rillevo. • Basta ·temente ;i'.,emplta dii lnc~io-
POSSIBILITA' DI VARIAZIONI quindi togliere 'inchiostro stro, Per gicurare una
on pfte solvente e la »crittura sempre perfetta,
laslra del c1rcuilo è pron• hl -penna è munita di un.a
ta per l'uso. punta d! !lcambie> .!.l.tuata
'oloro che desiderasscro variare le caratteristiche nelle parte terlitir111e,
di amplificazione dell'integrato, dovranno inter-
venire sul valore resistivo ri R5, che permetterà
di raggiungere una variazione di sensibilità. Per
~sempfo, attribue!iidb ad R5 il valore di 56 ob.rn,. La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri-
si posrà ottenere una sensibilità di 80 1aV, men- chiesta .a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO -
Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente l'impono di
tre con il valore di 22 ohm, la sensibilità assurne-
L. 3.500 a mezzo vaglia postale o c.c.p. n. J 26482
rà il valore di 40 9V.
Nel prez.zo eono compfeee ie spese di spedizione.
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w

400
AP

TR1
ENTR. BF FORO DI FISSAGGIO

Fig. 3 - Piano costruttivo dell'amplificatore universale. I punti contrassegnati con i


numeri 2-3 interessano il collegamento del circuito con gli elementi di controllo di
volume e di tonafltà. Il punto contrassegnato con il numero 1 rappresenta l'Ingresso
dell'amplificatore, quello contrassegnato con il numero 4 costituisce, assieme al
circuito di massa, l'uscita.

1-----
Condensat:ori Ct3 50 uF - 25 VI (elettrolitico) •
C1 = 100.000 pF
Resistenze
C2 = 2F - 25 VI (elettrolitico) R1 3,3 megaohm
C3 = 50 F - 25 VI (elettrolitico)
A2 3.300 ohm
C4 = 100.000 pF =
R3 18.000 ohm
C5 = 500 F - 25 VI (elettrolitico) R4 100.000 ohm
C6 = 100 F - 25 VI (elettrolitico) 56 ohm
R5
Ci' = 5.000 pF
R6 100 ohm
C8 = 1.500 pF R7 1 ohm
C9 = 100.000 pF =
C10 = 100 F - 25 VI (elettrolitico) Varie
C11 = 1.000 F - 25 VI (elettrolitico} TR1 BC207
Cl2 = 100.000 pF IC1 TBA 810

401
I
cavo sch.

AMPLIF
o
I
aG
S1

9-12V
$» e

AP

CONTR.
VOLUME
Fig. 4 - In questo primo esempio di Impiego del modulo am-
plificatore è previsto Il solo collegamento dell'unità amplifi-
catrlce con un potenziometro di controllo di volume e con un
altoparlante con 4 ohm di impedenza.

Il valore capacitivo del condensatore elettrolitico PRIMO SCHEMA D'IMPIEGO


C5 regola la frequenza di minimo di risposta, che
risulta influenzata anche dal condensatore elettro- Lo schema d'impiego più semplice del modulo
litico Cl 1. Per esempio, attribuendo al conden- amplificatore è quello riportato in figura 4. Esso
satore elettrolitico C5 il valore di 500 F, si ot- prevede infatti la sola connessione dell'unità am-
tiene una frequenza del valore di 20 Hz, mentre plificatrice con un potenziometro di controllo di
con 220 F si ottengono 40 Hz. volume e con un altoparlante da 4 ohm di im-
Per quanto riguarda il valore massimo della fre- pedenza. Il collegamento fra i terminali 2-3 del
quenza, i valori capacitivi dei condensatori C7- modulo amplificatore con il potenziometro di vo-
(C8 dovranno essere scelti secondo il seguente pro- lume, di tipo a variazione logaritmica e dei va-
spetto: lore di 100.000 ohm, deve essere effettuato tra-

Freq. max. Sensibilità Valori CT Valori C8

10.000 Hz 40 mV 3.900 pF 820 pF


10.000 Hz 80 mv 5.600 pF 1.500 pF
20.000 Hz 40 mV 1.800 pF 470 pF
✓ -
20.000 Hz 80 mV 3.900 pF 820 pF

402
CONTROLLO
VOLUME
ENTR R8

AMPLIF.

Flg. 5 • In questo secondo


esempio di schema di im-
piego del modulo amplifi-
catore l'elemento di con- AP
trollo di volume risulta
montato direttamente sul
circuito d'entrata. Sui ter-
minali contrassegnati col
numeri 2-3 risulta collega-
to l'Intero circuito di con-
trollo di tonalità. L'alto-
parlante ha un'Impedenza
di 4 ohm.

R11

CO NT
Condensatori Resistenze
C14 = 33.000 pF R8 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
C15 = 200.000 pF R9 = 8.200 ohm
C16 = 4.700 pF R10 = 50.000 ohm (potenz. a variaz. lln.)
C17 = 33.000 pF R11 = 1.000 ohm
R12 = 2.200 ohm
R13 = 50.000 ohm (potenz. a ·variaz. lin.)

mite cavi schermati, con la calza metallica colle- da un pick-up piezoelettrico, da un microfono, da
gata con i terminali di massa. Questo stesso ac- un sintonizzatore radio, ecc.
corgimento deve essere adottato per il segnale
d'entrata da applicarsi al terminale 1 del modulo
amplificatore. SECONDO SCHEMA D'IMPIEGO
L'alimentazione si ottiene con la tensione conti-
nua di 9:12 V (16 Vcc max.). Una seconda applicazione del modulo amplif-
La sorgente di segnale può essere rappresentata catore è quella riportata in figura 5.

403
Fig. 6 - E' questo il disegno del
circuito stampato a grandezza na-
turale che il lettore dovrà prima
di iniziare Il lavoro di costru-
zione dell'amplificatore universa-
le.

In questo caso, oltre all'applicazione del control- con cui sono stati contrassegnati i vari elementi
lo di volume, realizzato direttamente sulla linea nel piano costruttivo di figura 3.
d'ingresso del segnale, risultano applicati anche Per questo secondo esempio di impiego del mo-
i controlli di tonalità delle note alte e di quelle dulo amplificatore la sorgente di alimentazione
basse, rappresentati da circuiti di tipo passivo. continua ha gli stessi valori di quella citata per il
E' ovvio che la numerazione riportata negli sche- precedente schema.
mi relativi ai due esempi di impiego del modulo Anche in questo caso valgono le stesse racco-
amplificatore, trova preciso riscontro con quella mandazioni ricordate in precedenza: l'uso di ca-

Fig. 7 - Illustriamo con questo


disegno i vari dettagli, peraltro di
notevole importanza, relativi al
montaggio degli elementi raffred-
datori dell'integrato IC1. LEG-
GENDA: 1 = Radiatore; 2 =
Vite di ottone; 3 = Aletta me-
tallica dell'integrato; 4 = Ron-
della-distanziale in ottone; 5 =
Dado di ottone; 6 = Circuito
.7E5ETTEEE,7TE LE EE
T EI;E"EE,77E,:7±E,TEE. stampato.

€ €
404

I
vi schermati e il collegamento delle calze metal- fissaggio di due pezzi di profilato cli alluminio
liche di questi con la linea di massa. ad « U» sulle alette metalliche dell'integrato per
favorire la migliore dispersione termica possibile.
In figura 7 illustriamo in tutti i suoi dettagli que-
REALIZZAZIONE PRATICA sto particolare di notevole importanza soprattutto
per coloro che intendono far lavorare l'integrato
ai limiti della massima dissipazione e per tempi
Il primo passo che conduce alla realizzazione pra-
relativamente lunghi.
tica dell'amplificatore universale consiste nella
Prima della composizione del particolare ripor-
costruzione del circuito stampato del dispositivo,
tato nel disegno di figura 7 consigliamo di spal-
che dovrà essere composto seguendo il disegno mare del grasso al silicone sulle varie parti desti-
riportato in grandezza naturale in figura 6. na te ad entrare in contatto, per favorire, anche
Su questo circuito dovranno essere sistemati tutti in questo modo, il passaggio del calore.
i componenti seguendo attentamente il piano co- Per concludere diciamo che, se tutte le operazioni
struttivo di figura 3. di montaggio saranno state condotte con scrupolo
Si faccia bene attenzione, in sede di inserimento ed attenzione, rispettando il valore dei compo-
dell'integrato ICl, a far riferimento all'apposita nenti ed il loro verso di inserimento nello stampa-
tacca ricavata sul componente, per mezzo della to, l'amplificatore universale dovrà funzionare im-
quale è assolutamente impossibile incorrere in er- mediatamente e perfettamente, ricompensando
rori di applicazione. Uno degli elementi più cri- in abbondanza le fatiche dell'operatore e giusti-
tici di questo tipo di costruzione è costituito dal 6canclo il danaro speso.

AMPLIFICATORE TUTTOFARE AS 21
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L.

Il Kit permette di realizzare un Caratteristiche elettriche del modulo


modulo elettronico utilissimo, da
Tensione tipica di lavoro: 9 V
adattarsi alle seguenti funzioni:
Amplificatore BF - Sirena elet- Consumo, dì' corrente: 80 ± 100 mA
tronica - Allarme elettronico - O- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
scillatate BF (emissione in codi-
ce morse) Impedenza d'uscita:: 8 ohm

Tutti I· componenti necessari per la realizzazione d I questo apparato sono contenuti In una scatola, di
montaggio venduta dalla nostra Organizzazione al prezzo di L. 7.500. Le richieste debbono essere
fatte Inviando anticipatamente l'Importo a mezzo vaglia o e.e.o. n. 3(26482 intestato a: Elettronica
Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

405
Ancor oggi le pile sono oggetto di particolari at-
tenzioni e studi da parte dell'industria per poter
raggiungere traguardi sempre più importanti.
Attualmente, tuttavia, un grosso risultato è stato
ottenuto nella messa a punto di nuovi tipi di pile
basate sul sistema ricaricabile al nichel-cadmio,
che sono riuscite a superare le più rigide prove.
Di questo tipo di pile, dunque, ci occuperemo, ri-
ordandone la struttura interna, elencandone le
caratteristiche intrinseche, citandone l'uso pratico
e proponendo anche la costruzione di un circuito
di ricarica che, siamo certi, interesserà tutti i no-
stri lettori CB.

LE STRUTTURA INTERNA
Le pile al nichel-cadmio sono dotate di elettrodi
a piastre sinterizzate e sono disponibili in una
gamma di tipi e di tensioni rispondenti a qualsiasi
esigenza di spazio e capacità.
E; evidente che la chiave del successo di questo

PAGINE sistema è costituita appunto dalle piastre sinteriz-


zate di nichel puro-micro-poroso, rinforzate e so-
stenute da sezioni di nastro di nichel perforato, o
griglia di acciaio nichelato, costituenti il supporto
dell'elettrodo.
Gli interstizi di questo materiale vengono impre-
gnati con gli idrossidi attivi di nichel e di cadmio

DEL
mediante un trattamento sotto vuoto spirito che
assicura la massima utilizzazione dello spazio di-
sponibile.
I collegamenti del pacco degli elettrodi sono ef-
fettuati con lamelle di nichel puro, saldate all'in-
volucro esterno di acciaio nichelato. I separatori
fra gli elett11oài sono co.stituitii da materiali po-
liammidici aventi caratteristiche chimico-fisiche
stabili nel tempo e che presentano buon assorbi-
mento dell'elettrolita e penneabilità ai gas.
Il montaggio della batteria é sottoposto a rigido
controllo e la chiusura ermetica finale viene rag-
giunta mediante la. bordatura della parte supe-
àore deU'imr<Olucro sul coperchio, con interposta
una rondella. di nylon isolante e resistente.
Inoltre le batterie cilindriche sono fornite di una
valvola di sicurezza, che permette la fuoriuscita
di piccole quantità di gas qualora esse vengano
sottoposte a condizioni estreme di ricarica.

CARATTERISTICHE

Le caratteristiche principali delle pile al nichel-


cadmio sono veramente molteplici. Ne ricordere-
mo soltanto le fondamentali, cioè quelle che pos-
sono interessare i nostri lettori.
Innanzitutto possiamo dire che questi tipi di pile,

406
RICARICA BATTERIE
NICHEL - CADMIO
contrariamente a quanto avviene per la maggior Le pile al nichel-cadmio possono essere caricate
parte delle. batterie ricaricabili, non richiedono e scaricate centinaia ed anche migliaia di volte,
alcuna manutenzione. a seconda delle condizioni d'uso. Esse mostrano
In secondo luogo dobbiamo ricordare che la buone caratteristiche di conservazione della carica
tensione presente sui morsetti della pila rimane ed hanno una resistenza interna molto vasta. So-
sostanzialmente dello stesso valore per tutto il no inoltre resistenti agli urti ed alle vibrazioni
ciclo di scarica. e possono essere conservate in qualsiasi posizione.

IMPIEGO DELLE BATTERIE Ni - Cd

Agli effetti pratici, almeno per quel che riguard


il settore dei lettori CB, le pile al nichel-cadmio
Pur essendo già note da di- impongono la risoluzione del problema della lo-
ro ricarica, che può assumere due aspetti diversi.
verso tempo, le pile al nichel- Il primo tipo di impiego delle batterie al nichel-
cadmio, infatti, è quello completamente autono-
cadmio hanno subito continui mo, cioè totalmente svincolato dalla presenza del-
perfezionamenti, che hanno l'energia elettrica prelevabile dalla rete-luce.
Per questo tipo d'uso delle pile risulta quindi cli
permesso di giungere alla primaria importanza la possibilità di effettuare
realizzazione di elementi in la ricarica nel più breve tempo possibile, onde
poter sfruttare al massimo l'apparato alimentato
grado di soddisfare qualsiasi dalle pile stesse.
esigenza. Un secondo tipo di impiego delle pile al nichel-
cadmio è quello cosiddetto in tampone, nel qua-
le le pile risultano costantemente ricaricate attra-
verso un alimentatore di piccola potenza, for-
nendo tutta la loro energia all'apparato elettrico
o elettronico soltanto nei momenti di reale uti-
lizzo.
Bisogna poi dire che, grazie alla foro particolare
costruzione, le pile al nichel-cadmio sono in gra-
do di sopportare forti assorbimenti di corrente, ESEMPI CHIARIFICATORI
anche continui e possono essere sottoposte a lun-
ghi periodi di sovraccarica alle modalità prescrit- Per chiarire ancor meglio i concetti sopra espo-
te dalla Casa costruttrice. sti, cioè per interpretare più da vicino le due di-
Il campo di temperatura è veramente largo, dato verse modalità d'uso delle pile al nichel-cadmio,
che questi componenti possono lavorare a tempe- vogliamo fornire ai nostri lettori due esempi
rature fra i 40°Ce i +60°C nelle più svariate pratici.
condizioni ambientali, anche in assenza di gravi- Il primo di questi è quello tipico dell'alimentazio-
tà o sotto vuoto. ne autonoma di apparati portatili; per esempio

407
24V
wt(////# k (WWW
+ • G
UTILIZZ.

S1

BATT. 12,5V

Fig. 1 - Circuito del caricabatterie.

OMPONENTI
CI = 5.000 F - 50 VI (elettrolitico) D1 = diodo da 5 A- 1O0 V(A A- 100 V)
P1 = ponte raddriz. da 100 V
R1-R3 = vedi tabella DL = diodo LED ( di qualsiasi tipo)
R2 = 1.000 ohm T1 = trasf. d'alimentaz. (220 V - 24 V)

i trasmettitori, gli strumenti di misura, i ricevi- Il secondo esempio trova un preciso riferimento
tori radio, ecc., per i quali è richiesto un uso con i sistemi di antifurto, nei quali l'assorbimen-
frequente della sorgente di energia, intervallato to di corrente è nullo o modestissimo in condizio-
soltanto da brevi pause imposte dalla necessaria ni normali, mentre in condizioni particolari (al-
ricarica delle pile. larme) vengono richieste forti erogazioni di cor-

TABELLA DELLE GRANDEZZE ELETTRICHE

Corren te Corrente
Tipo Batt. Rl R3 sec. TI DI

4 Ah 27 ohm - 5 W 500 ohm - 10 W 1 A o più 5 A


1,2 Ah 100 ohm - 3 W 2.000 ohm - 5 W 0,5 A o più 1 A
0,5 Ah 270 ohm - I W 5.000 ohm - 3W 0,2 A o più I A

408
rente per azionare i comuni dispositivi acustici, 14---;- 16 ore, supponendo l'accumulatore inizial-
meccanici, ottici, ecc. mente scarico.
In questo secondo esempio il vantaggio che de- ormalmente, data la loro particolare costruzio-
riva daU'uso di una batteria tampone risiede so- ne, le batterie non subiscono danneggiamenti
prattutto nel dimensionamento dell'alimentatore permanenti anche quando la rìcarica viene pro-
che potrà essere calcolato per 1/100 della potenza tratta per 20---;- 24 ore circa. Da notare che il pro-
necessaria in caso di allarme. lungamento della ricarica non porta alcun van-

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BATTERIE

F5g. 2 - Piano costruttivo del cari,cabatterie.

PROCESSO DI RICARICA taggio pratico ai fini di un aumento di capacità


e risulta quindi del tutto inutile
Gli elementi al nichel-cadmio tlebòono esser{' di Se P'accumulatore deve comunque essere man-
regola ricaricati a corrente costante e con runa tenuto sotto carica, come nel caso della bai tcria
intensità in :ampère pari a 1/10 della capacità in tampone, si dovrà liitare la corrente di cari-
in ampère/ora della batteria per una durata di ca adl 1/100 della capacità della batteria.

409
Una batteria al nichel-cadmio deve essere consi- mette di ottenere una tensione raddrizzata del va-
derata completamente scarica quando la tensione lore di 30 V circa. Questa tensione viene succes-
di ciascun elemento scende al di sotto di 1 V. sivamente filtrata dal condensatore elettrolitico
Durante il processo di ricarica, la tensione sale C 1 che, pur non risultando indispensabile nei ca-
quasi istantaneamente a 1,4:1,45 V, per ritorna- si di ricarica normale, può servire durante i pro-
re poi a 1,25 V durante il processo di scarica. cessi di ricarica in tampone, per sopprimere un
eventuale ronzio nei ricevitori radio o in altri ap-
para ti audio.
La presenza della tensione viene segnalata da un
REALIZZAZIONE DI UN CARICABATTERIE diodo LED (DL), collegato all'alimentatore tra-
mite la resistenza di limitazione della corrente R2.
TI problema della ricarica a corrente costante de- L'intensità di corrente di ricarica della batteria
gli accumulatori al nichel-cadmio può essere ri- al nichel-cadmio viene limitata principalmente
solto sia con circuiti elettronici più o meno com- dal potenziometro R3.
plessi, sia, molto più semplicemente, con un ali- La resistenza R 1, inserita in serie con l'alimenta-
mentatore a tensione relativamente elevata; di zione positiva, serve a limitare il valore massimo
valore per esempio pari al doppio cli quello della di corrente in modo che, con il potenziometro R3
tensione nominale della batteria; serve ancora a zero, non si abbiano correnti di intensità di-
una resistenza di limitazione della corrente. struttiva.

TABELLA
DELLE CORRENTI Ampère-ora Corrente di carica Corrente di tampone

4 Ah 500 + 200 mA 50220 m4


1,2 Ah 200± 80 mA 20+ 5 mA
0,5 Ah 80± 40 mA 10± 3 mA

Questo secondo sisLema, anche se non garantisce COSTRUZIONE


uria stabilizzazione assoluta della corrente di ca-
rica, al variare dello stato di carica e a causa di Il piano costruttivo del caricabatterie è riportato
eventuali fluttuazioni della tensione di alimenta- in figura 2. Come si può notare, si tratta di una
zione, si rivela più che sufficiente in tutte quelle realizzazione pratica molto semplice e accessibile
occasioni in cui non si vuole ottenere una ricarica a tutti, per la quale sono sufficienti un contenitore
extra-rapida degli elementi al nichel-cadmio, im- e due ancoraggi in posizione centrale per la sal-
piegando correnti di intensità superiore a quelle
datura dei terminali del condensatore elettroliti-
della normale ricarica.
co CI, della resistenza RI e di altri conduttori.
Coloro che desiderassero controllare direttamente
CIRCUITO DEL CARICABATTERIE il valore della corrente di carica della batteria,
potranno inserire un amperometro nel punto A
In figura 1 presentiamo il circuito teorico del ca- chiaramente riportato a monte del diodo D1 .sul-
ricabatterie al nichel-cadmio. lo schema elettrico di figura l e su uno dei tre
Come si può notare, si tratta di un circuito assai terminali del potenziometro R3 nello schema pra-
semplice, che utilizza un trasformatore (T1) ri- tico di figura 2. L'inserimento dell'amperometro
duttore di tensione cd un ponte di diodi che per- potrà anche essere soltanto temporaneo, in modo

410
da consentire una graduazione della manopola Dalla tabella delle correnti invece si potranno de-
del potenziometro R3, direttamente espressa in durre i valori tipici della corrente in funzione di
valori di corrente. diversi tipi di batterie, cioè di batterie con diversa
Dalla tabella delle grandezze elettriche il lettore capacità, sia nel caso di ricarica normale, sia nel
potrà dedurre i valori della resistenza R1 e del caso di ricarica in tampone.
potenziometro R3 in relazione al tipo di batteria Per ultimo facciamo notare che la presenza del
che si vuol caricare, ottenendo un campo di re- diodo DI serve ad impedire un'eventuale scarica
golazione che si estende fra 1/10 e 1/100 della della batteria sul caricabatterie in caso di man-
capacità. canza di tensione di rete.

IL RICEVITORE CB

Tutti gli appassionati della Citi-


zen's Band troveranno In questo
kit l'occasione per realizzare,
motto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattivo,
ampiamente collaudato, di conce-
zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione In superreazione


Banda di ricezione 26+- 28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA {con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del RICEVITORE CB sono contenuti in una sca-
tola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione a L. 14.500. La scatola di montaggio è cor-
redata del fascicolo n. 10 - 1976 della Rivista, in cui è presentato l'articolo relativo alla descrizio-
ne e al montaggio dell'apparecchio. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto di L. 14.500 a mezzo vaglia o cc.p. n. 3/26482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO • Via Zuretti, 52.

411
CONTROLLO

Con questo argomento è nostra inten7.io,ne mvi- PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO


tare i lettori al divertimento elettronico o, più
precisamente, alla costruzione di un apparato di Abbiamo detto che questo progetto è in grado
carattere agonistico, che potrebbe far bella mo- di valutare, tramite l'accensione sequenziale di
stra di sé nelle sagre paesane, accanto alle gio- alcune lampadine, l'entità della pressione eserci-
stre e al tiro al bersaglio. tata dalle mani dell'operatore su due appositi e-
Non occorre essere degli uomini. forzuti per a- lettrodi. Ma in realtà, più che la pressione delle
doperare questo dispositivo misuratore di forze mani, viene misurata la resistenza elettrica ri-
muscolari. Perché tutto si riduce a stringere, il sultante fra le mani stesse, che è proporzionale
più forte possibile, due impugnature metalliche alla forza esercitata sugli elettrodi.
con le proprie mani, al solo scopo di far accen- Questa macchina non può quindi ritenersi del
dere il maggior numero possibile di lampadine. tutto imparziale, dato che la resistenza elettrica
L'apparecchio dunque può servire, oltre che per corporea varia da una persona all'altra, indipen-
controllare le forze fisiche, per gareggiai-e fra a- dentemente dalla forza fisica, ma in corrisponden-
micie per scaricare... i nervi dopo una giornata za con la conduttività elettrica dell'epidermide e
negativa. dell'organismo. Tuttavia è sempre possibile ottene-

Lasciando da parte, per una volta, l'elettronica seria e profes-


sionale, soffermiamoci su un aspetto faceto. di' questa discipli-
na, per realizzare uni progetto assolutamente nuovo, che ha lo
scopo di introdurre qualche momento di ricreazione e svago
nella vita del lettore.
uso, nel nostro progetto, di un circuito trasdut-

MUSCOLARE tore, in grado di trasformare la pressione sugli


elettrodi, cioè la resistenza elettrica corporea, in
un segnale elettrico ad essa proporzionale, Uni-
tamente al trasduttore sono stati utilizzati vari
circuiti rivelatori di soglia, che provocano l'ac-
censione sequenziale delle lampade-spia man
mano che il segnale supera determinati valori di
re una valutazione su.ffìcientemente attendibile soglia.
della forza applicata agli elettrodi regolando, di
volta, in volta, il circuito; ad esempio, facendo
in modo che, tenendo gli elettrodi in mano sen- I COMPARATORI DI SOGLIA
za esercitare su di essi alcuna pressione, il pri-
mo elemento indicatore rimanga su una soglia In molte macchine industriali la rivelazione di
di... indecisione. determinati valori di soglia viene effettuata tra-
mite circuiti comparatori che, assai spesso, ri-
sultano abbastanza complessi. Tuttavia, tenuto
IL PROGETTO DI BASE conto che il fine del nostro dispositivo è quello
del divertimento comune, non era assolutamente
L'indicazione della forza fisica si manifesta attra- pensabile l'impiego di tali circuiti. che avrebbero
verso una multipla accensione di lampade-spia, reso difficoltosa la realizzazione di un circuito de-
ciascuna delle quali individua una ben precisa stinato ad applicazioni hobbystiche e non certo
soglia di pressione. professionali.
Per poter svolgere una tale funzione, si è fatto Abbiamo quindi ritenuto necessario aggirare l'o-

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Fig. 1 - Presentiamo in questo disegno lo schema di base del progetto cfef dfsposftfvo misu -
ratore di forza. Esso risulta composto da vari stadi formati da un transistor e un diverso nume-
ro di diodi collegati in serie fra loro, che realizzano un insieme di comparatori di tensione, a
diversi' livelli' di soglia.
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414
Fig. 2 - Progetto completo
dello strumento di control-
lo della fo rz a muscolare.
Ess o può essere ideal-
mente suddiviso In due se-
zioni; la prima di queste
fa capo al transistor TRI
e trasforma la resistenza
corporea in un segnale e-
lettrico. La seconda se-
zione comprende quattro
rivelatori di soglia, che
provvedono a far accen-
dere le lampade-spia col-
legate sul collettori di
quattro transistor.

Fig. 3 - Piano costruttivo


del misuratore di corpo. Le
impugnature sono rappre-
sentate da due bastoncini
metallici di forma cilindri-
ca. Le quattro lampade-
spia possono essere so-
stituite con diodi LED, pur-
ché in serie a questi ven-
gano collegate quattro re-
sistenze da 470 ohm. Si
faccia bene attenzione a
non commettere errori di
Inserimento, nel circuito
stampato, dei 10 diodi al
silicio o al germanio.

415
LP1 LP2 LP3 LPA
«@e
2y. ~ -'\2) ~ C2>

stacolo dei comparatori multipli, utilizzando dei Per concludere, possiamo dire che, utilizzando va-
semplici circuiti in grado di sfruttare la soglia ri stadi composti da un diverso numero di diodi,
tipica di conduzione dei diodi a giunzione. collegati fra loro in serie, è possibile realizzare u-
na catena di comparatori di tensione a diversi li-
velli di soglia, così come indicalo teoricamente in
CONDUTTIVIT A' DEI DIODI figura L

Quando un diodo a semiconduttore viene polariz-


zato direttamente, esso non inizia la conduzione SCHEMA ELETTRICO
elettrica, almeno finché la tensione diretta non
assume un valore tale da superare quello della Partendo dallo schema di principio di figura 1,
« barriera di potenziale » interna al diodo. abbiamo progettato il circuito dello strumento di
Questa « barriera di potenziale», per i diodi al controllo della forza muscolare riportato in figura
silicio, assume un valore compreso fra 0,6 e 0,7 2.
V. Per i diodi al germanio, invece, la barriera di Il dispositivo può essere idealmente suddiviso
potenziale assume il valore di 0,2 V. in due sezioni. La prima di queste fa capo al tran-

. . . .

416
adattando il progetto alle proprie esigenze pra-
tiche.

Fig. 4 - Aspetto esteriore del dispositivo misuratore di ALIMENTAZIONE


forze fisiche. La manopola, presente a sinistra del pan-
nello frontale, è Innestata sul perno del potenziometro L'alimentazione del progetto di figura 2 si ot-
di controllo di taratura dell'apparato. In pratica, con tiene tramite la tensione continua di 9 V ero-
questo potenziometro, si regola la sensibilità del pri-
mo stadio trasduttore, adattando il circuito alle diverse gata da una comune pila per ricevitori radio ta-
persone che si sottopongono alla prova muscolare cosi scabili, oppure, volendo esaltare l'autonomia di
da rendere il responso Il più imparziale possibile. funzionamento del dispositivo, tramite due pile
da 4,5 V collegate in serie fra loro.
L'uso delle pile dichiara apertamente al lettore
che, quando si adopera questo apparato, non sus-
siste alcun rischio di scosse elettriche, contraria-
mente a quanto potrebbero supporre i profani al-
l'atto dell'impugnatura dei due elettrodi metal-
lici.
sistor TRI ed assume il compito di trasformar,
Il rischio della scossa elettrica non esiste in es-
la resistenza corporea, applicata agli elettrodi,
sun caso, neppure quando si hanno le mani ba-
cioè alle impugnature, in un segnale elettrico a
gnate, i piedi umidi o quando sussistano altre
bassa impedenza_, prelevabile dall'emittore di TRl
condizioni favorevoli al passaggio della corrente
e idoneo a pilotare vari stadi rivelatori di soglia.
elettrica.
La sensibilità di questo primo stadio trasdut-
tore è regolabile tramite il potenziometro R2, che
consente di adattare il circuito ai vari tipi di REALIZZAZIONE PRATICA
organismi, cioè alle diverse persone che si sot-
topongono alla prova muscolare.
La realizzazione pratica del circuito misuratore di
La seconda sezione del circuito comprende quat- forze risulta abbastanza semplice. Soprattutto se
tro rivelatori di soglia che, in virtù dell'adozione
si provvede a comporre il circuito stampato ripor-
di quattro gruppi di diodi al silicio (1-2-3-4), so- tato in grandezza naturale in figura 5.
no in grado di intervenire su quattro diversi valo-
La linearità del circuito stampato è tale da non
ri di tensioni, più precisamente a 0,7 V, 1,4 V, creare problemi nemmeno a coloro che intendes-
2,1 V e 2,8 V. Man mano che vengono superati sero aumentare il numero degli stadi.
questi valori di soglia, i diodi diventano condut- Per quanto riguarda i diodi, vogliamo ricordare,
tori, consentendo la conduzione elettrica dei soprattutto ai lettori principianti, che questi so-
quattro transistor TR2-TR3-TR4--TR5 e la re-
no componenti polarizzati, che debbono essere
lativa accensione delle lampade-spia LPI-LP2 inseriti nel circuito stampato, secondo un verso
LP3-LP4.
preciso, rispettando la riga di riferimento, indi-
Tenuto conto del carattere modulare dello stru- catrice del catodo, così come chiaramente evi-
mento, è evidente che ciascun lettore potrà va-
denziato nel piano costruttivo di figura 3.
riare i circuiti di soglia a piacere, impiegando un
I cinque transistor, necessari per la composizione
numero più o meno elevato di dliodi coUegati in
del progetto, non rappresentano degli clementi cri-
serie fra loro, oppure utilizzando diodi al germa- tici. Per essi suggeriamo di utilizzare i noti BC108,
nio anziché diodi al silicio o, ancora, aumentan-
che potranno es-sere sostituiti con i seguenti mo-
do il numero degli stadi di comparazione, cioè dlli: BCI07, BC207, BC208, BC307, BC3O8,
2N2222, 2N4401.
In sostituzione delle lampadine da 6 V-50 mA,
potranno essere impiegati dei diodi elettrolumine-
scenti LW, collegando in serie a ciascuno di
essi una resistenza da 470 ohm. Coloro che vor-
ranno eseguire questa sostituzione dovranno ri-
cordare che anche questi componenti sono pola-
Fig. 5 - Disegno del circuito stampato in grandezza
rizzati e dovranno essere montati con il catodo
naturale del dispositivo misuratore della forza musco-
lare. La semplicità di questo circuito non può creare rivolto verso il collettore dei vari transistor. Lelet-
alcuna difficoltà nell'operato di coloro che vorranno trodo di catodo dei diodi LED è facilmente indi.
aumentare il numero degli stadi comparatori. viduahile wi.mite la relativa tacca di riferimen-
io presente nel corpo de! componente.

417
---- PAGINE DI TEORIA

SECONDA
PUNTATA

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ANALISI $

DI UN INTEGRATO
Dopo aver anali.nato, esclusiva.mente sotto I'a- La corrispondenza fra i terminali ùel mod!elllo
spetto teorico, 'integrato fondamentale 555, de- in contenitore metallico tipo TO-5 e la versione
dichiamo questa seconda ed ultima parte dello « mini-dip », oppure quella fra il modello in ver-
stesso argomento all'esposizione di alcuni accor- sione doppia 556 in « dual in line » e lo stesso
gimenti pratici inerenti ad alcune applicazioni « rnini-d.ip » è riportata nell'.apposìta tabella.
dd componente in. oggetto.
Prima. di entrare nel vivo dell':argomeuto, vo-
gliamo informare il lettore che, nello svolgimento
di questa seconda puntata, abbiamo scelto un TERMINALE 1
metodo didattico che riteniamo il migliore per
meglio comprendere il completo funzionamento
<lell'integrato. Analizzeremo infatti il comporta-• Il terminale 1 dell'integrato 555 corrisponde alla
mento di ciascun terminale del dispositivo in ri- massa del dispositivo, cioè alfa. massa generale del
ferimento con le modalità d'uso. circuito. Su di esso non c'è motivo di soffermarsi,
Per comodità. di numerazione dei tenninali, fa- data ]elementarità del concetto, anche se il ter-
remo sempre riferimento, nel corso dcll':articolo, minale assume notevole importanza perché. ad
alla. versione « mini-dip » dell'integrato 555, co- esso fa capo la linea della tensione nega!iva di
sì come indicato nella figura 1. alimentazione.

41B
TERMINALE 2 so di figura 4) è dì un tempo superiore a quello
de!la costante di tempo R-C del circuito d'ingres-
Al terminale 2 dell'integrato 555 fa capo il cir- so che, nei nostro caso, risulta di 27 1S.
cuito d'entrata Trigger del circuito. Quando la In tale circostanza sull'ingresso 2 dell'integrato si
tensione presente su questo elettrodo subisce una otterrebbe un segnale simile a quello rappresen-
transizione negativa, cioè quando più esattamen- tato dall'oscillogramma in alto di figura + che,
te la tensione scende al di sotto di 1/3 Ve, si ve- come si può notare, è caratterizzato dalla presen-
rifica il passaggio allo stato « l» dell'uscita. za di un picco positivo che può danneggiare l'in-
Un semplice comando manuale di Trigger può tegrato.
essere ottenuto servendosi di un pulsante, un con- Per evitare questo eventuale· danno, conviene in-
densatore ed una resistenza, così come indicato serire un diodo di « clamping » in grado di li-
in figura 2A. mitare l'ampiezza massima della tensione cli ali-
Il circuito consente tuttavia di ottenere lo scat- mentazione positiva (vedi schema di figura 5).
to soltanto per un numero limitato di volte e fin- Può capitare talvolta che alcuni circuiti presen-

Percorriamo, in questa seconda puntata dell'analisi di uno dei


più comuni circuiti integrati, il cammino d'obbligo che, attra-
verso tutti gli elettrodi del componente, conduce il lettore a fa-
miliarizzare con i vari accorgimenti pratici delle più adottate
applicazioni e con le modalità d'uso del dispositivo elettronico.

ché non si arriva alla completa carica del conden- tino irregolarità clii funzionamento, quando il se-
satore. Ma tale inconveniente può essere elimi- gnale di pilotaggio è troppo basso. L'inconvenien-
nato aggiungendo al circuito una resistenza, così te può essere eliminato collegando, in serie con il
come indicato in figura 2B. Questa resistenza prov- terminale 2, una resistenza de! valore di 4. 700
vede a scaricare costantemente il condensatore ohm circa, così come indicato in figura 6.
quando non risulta. premuto il pulsante PI.
Quando si effettua il collegamento del terminale
di 'Trigger con un circuito esterno, si deve tener TERMINALE 3
conto che tale ingresso si trova ad un valore ele-
vato di impedenza ed è quindi in condizione di Il terminale 3 rappresenta l'uscita dell'integrato
captare molto facilmente disturbi. Dunque, se 555.
anche la sorgente di comando è ad alta impeden- La struttura dello stadio finale del circuito è tale
za, risulta necessario polarizzare l'ingresso 2 con da consentire il collegamento di carichi con as-
una resistenza orientata verso la linea positiva di sorbimento massimo di corrente di 200 mA\, sia
alimentazione (+ Vcc), in modo da diminuire verso la linea positi.va di alimentazione, sia ver-
il valore delfimpcdcn:za d'entrata (vedi figura 3). so la. linea di m<1ssa.
Consideriamo ora il caso in cui il segnale d'ingres- Nel primo caso il carico è alimentato in condizio-
so sia tale da provocare sul terminale 2 dei picchi ni di riposo e disalimentato durante la temporiz-
di tensione positivi e di valore. superiore a quello zaione; nel secondo caso si verificano le condi-
dell'alimentazione positiva (+ Vcc). Una simile zioi opposte.
situazione può manifestarsi quando la durata del- L'esempio più tipico è quello del collegamento
l'impulso di Trigger (vedi oscillogramma in bas- con un relé esterno. E una prima soluzione può

419
556 A

555 1
Fig. 1 - Riportiamo in questl tre disegni i tre schemi

,V,,
8 555 2
delle versioni commercia.li dell'Integrato 555. Il primo
3 12 a sinistra propone lo schernii del modello In conteni-
4 11 tore metallico, nel quale la tacca di riferimento cor-
2, •
• 78 risponde al terminale 8. Il disegno centrale propone la
5 10
3 6 versione mini-dip del componente, quella a cui si fa
6 9 riferimento in tutte; l'articolo. Sull'estrema destra è
4 5
7 8 raffigurato il modello in versione doppia 556 A In
4 • dual In line •. u 1 corrispondenza fra i vari piedini
del tre diversi modellJ può essere desunta dall'appo-
VISTI DA SOPRA sita tabella riportata nel corso dell'articolo.

essere quell'a di collegare direttamente l'uscita. con massa il relé, isolando l'uscita allo scopo di pre-
un terminale del relé, mentre l'altro terminale del venire gli « autotrigger » tramite il diodo al sili-
relé risulta collegato con la linea positiva della- cio DI (figura 7 B).
1imentazione ( + Vcc). Con questo sistema di col- In entrambe queste ultime clue soluzioni l'ecci-
legamento, tuttavia, il relé rimane costantemente tazione del relé avviene soltanto durante la fase
alimentato, con un conseguente spreco di energ·ia di temporizzazione.
e surriscaldamento della bobina di eccitazione. Può risultare necessario talvolta un collegamento
Un'altra. soluzione del problema può essere quel- dell'integrato 555 con altri integrati della fami-
la di inserire un transistor supplementare d'usci- glia TTL. E cosi facendo è possibile realizzare il
ta, in grado di. pilotare il relé quando P'uscita pas- col'legamento diretto, sempre che si alimenti l'in-
sa. da O a Vcc (figura 7 A), mentre una terza. so- tegrato 555 con la tensione di 5 V e si inserisca
luzione consiste nel collegare direttamente a sul circuito d'uscita un condensatore di 1.000

Fig. 2 - Lo schema, a si-


nistra (A} propone al let-
(ore una delle più comuni
a applicazioni dell'integrato
555: quella di un semplice
555 comando manuale di Trig-

;I rll
ger ottenuto tramite li pul-
?f

o.o,·µ,-
12
...
. --1wt---- sante Pt,, un condensato-
n, e una resistenza f cui
valori sono rlportatl. nel di-
segnc·. Lo schema a de -
stra (B) costituisce un per -
tezionamento dello schema
@ di sinistra, in quanto la
presenza di una seconda
resistenza provvede a scaricare costantemente il condensatore quando non viene premuto i} pulsante Pt,, con-
sentendo· un numero illimitato. di scatti.

420
TAB ELL A mod . 555 mod. 555 mod, 556 Denomin azi one
DI CORR ISPOND ENZA mini -di p T0-5 ( doppio SSS)

1 1 7 Massa (- alim.)
2 2 6-8 Trigger
3 3 5-9 Uscita
4 4 4-10 Reset
5 5 3-11 Tensione di controllo
6 6 2-12 Soglia
7 7 l -13 lòicarica
8 8 14 + Allm.

27
Kn. 8

555
F"ig. 3 - Quando la sorgente di comando assume un
valore elevato di impedenza, tenendo r.onto che il
terminale di Trigger può captare molto facilmente
dis1turbi, risulta necessario polarizzare il terminale con
una re,sistenza da ,27.000 ohm collegata con la linea
positiva dr .alimentazione. La presenza di tale resi-
stenza diminuisce il valore de'IJ'impedenza d'ingresso. O=~ •

pF, con lo scopo di eliminare una piccola ... iin-


prccisione dell'integrato che si manifesta sl front-
te discendente dell'uscita a 2 V cira (figura 8).

TERMINALE" 4
II terminale 4 dell'integrato 555 determina il re-
set dello stato duscita, indipendenterrete dalle
condizioni d'ingresso.
Anche in questo caso si tratta di un ingresso ad
elevato valore di impedenza, che deve essere col-
legato con la linca dll alimentazione positiva
{-+ Vcc) quando non viene utilizzato.
fig. 4 - Quando la durata dell'impulso di frigger av-
vie ne in un tempo super,ìore a, quello della costante di L'azzuarnenfo è ottenuto applicando al termina-
tempo A-C de) circuito d'ingresso, l'oscillogramma as- le una tensione di valore tipico inferiore a
:,;ume l'andamento 1iportato in basso (l'oscf,'logrammr. 0,7 V.
in ;11 ,1to si riferisce ad un se,gnare d'ingresso in grado di
rcvocare sul :terminale. :2 picchi di ten.sione pos·itM e- Collegando assieme il teninal ed il triale
di valore superiore a ruellc de!alimentazione positiva). 2,si può ottenere ad esempio, ore indicato in
figura , un circuito monostabvle retriggerabile
/( ) =
27K 8

555
oll
()[)lpyE
1
ho
Fig. 5 - I picchi positivi di valore superiore a quello
dell'alimentazione positiva possono danneggiare l'inte-
grato. Per ovviare a tale inconveniente conviene inse-
rire un diodo in grado di llmltare l'ampleua massima
della tensione.

cioè monòstabile d1e conserva costantemente ele- dallo stesso integrato, in relazione al segnale di
vata l'uscita se gli impulsi cli trigger risultano fra comando.
oro spaziati con un intervallo di tempo inferio- Quando il tenninalc 5 non viene utilizzato, è be-
re a quello caratteristico del monostabile. ne realizzare un by-passe, in modo da. collegare a
massa il terminale stesso per mezzo di un conden-
satore del valore di 1.000 pF circa, così come in-
TERMINALE 5 dicato nello schema applicativo di figura 10.

11 terminale 5 dell'in.tegrato rappresenta una u-


scita del circuito che, in talune applicazioni pra- TERMINALE 6
tiche, può fungere anche da ingresso di controllo.
Esso indica la tensione di riferimento del com- Questo terminale dell'integrato 555 fa capo al-
paratore di reset. l'ingresso « attivo» del comparatore di reset e
I1 valore di quegta tensione può essere vari.ato viene nc,rmalmente coJl.egato con i terminali del
lievemente dall'esterno, ad esempio per ottenere condensatnre esterno di temporizzazione, allo sco-
la variazione automatica degli impulsi generati po di ottenere fo scatto dell'uscita quando fa.

Fig. 6 - Quando il segnale u p-

n
iotagglo è troppo basso, alcuni
circuiti potrebbero presentare ir.
reaolarità di funzionamento. Tale
inconveniente si elimina collegan-
do, in serie con !! ·terminale 2,
una resistenza del valore di 4.700
ohm circa. I due disegni qui ri-
@9) portati (A-B) interpretano chiara-
mente questo semplice accorgi-
mento pratico.

422
+v

E L'OSCILLATORE
+VCC
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
® 555
3
codice Mo;se.

+VE

8
3
@ 555
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
(Il)
Il 1kil contiene: n. 5 condensatori ceramici .
Fig. 7 - Quando all'uscita dell'integrato si vuol collega-
n. 4 reslstenze n. 2 transistor- n, 2 trimmer
re un relé, per evitare che questo rimanga costante-
potenziometrici - n. 1 ,altoparlante - n. ·1 cir,
mente alimentato, con un conseguente spreco di ener-
cuito stampato- n. { presa polarizzata - n. 1
gia elettrica "' surriscaldamento della bobina di eccita-
zione, si possono adottare i due ·accorgimenti riportati pila a 9 V • n. 1 tasto telegrafico - n. ·1 matas•
slna fllo flessibile per collegamentJ - n. ! m~•
in questl due schemi. Nel circuito in alto (A) il pro-
tassina filo-stagno.
blema viene risolto Inserendo un transistor supple-
mentare d'usc'ita, in grado di pilotare il relé quando
l'uscita dell'Integrato passa da O V a + Vcc. Lo sche-
ma in basso (B) 'Propone l'accorgimento di ,collegare
direttamente a massa Il relè, Isolando l'uscita tramite CARATTERISTICHE
il diodo al stlicio DI,
Controllo di tono
Control'lo di volume
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V
tensione, presente sul condensatorc, supera il va-
lore della tensione di controllo. Nella tabella di
corrispondenza questo terminale assume la deno-
mninazione di soglia. .La scatola dì montaggio dell'OSCtLLATORE
MORSE deve essere richiesta .a· ELETTRONI-
CA PRATICA • 20125 MILANO - Via Zuretti
52, inviando anticipatamente l'importo di L.
TERMINALE 7 11.500 a. meuo vaglia postale o c.c.p. 3/26482
Nel prezzo sono comprese le spese di spe
Il terminale 7 dell'integrato rappresenta J'uscita dizione.
di collettore del transistor di scarica interno allo

423
+ VCC

porta TTL

8
3
555 Fig. 8 - Quando risulta necessario collegare l'integrato
555 con altri Integrati della famiglia TTL, in modo di-
IOOO pF retto, conviene inserire sul circuito d'uscita un con-
densatore da 1.000 pF, con lo scopo di eliminare una
piccola Imprecisione dell'integrato che si manifesta
sul fronte discendente dell'uscita a 2 V circa.

6 8
Fig. 9 - Collegando assieme Il terminale 4 con il ter-
minale 2 dell'integrato 555, si può ottenere un circuito 555
monostabile in grado di conservare costantemente ele-
vata l'uscita quando gli impulsi di Trigger risultano i }7 4 2
tra loro intervallati con un tempo inferiore a quello ca-
ratteristico del monostabile.

stesso integrato. Questo transistor rimane all'in- sono interferire negativamente sul funzionamento
terdizione quando l'uscita è alta, mentre rag- e sulla precisione tipica di questo componente.
giunge la saturazione quando l'uscita si appros-
sima al valore di O V.
Esso viene quindi normalmente collegato con il CIRCUITI TIPICI
condensatore esterno di temporizzazione, allo sco- A conclusione di questo argomento, dopo aver
po di provocare la scarica automatica nella con- percorso il cammino d'obbligo dell'analisi detta-
dizione di reset. glia ta di ciascun elettrodo dell'integrato 555, ri-
teniamo doveroso offrire al lettore la presenta-
zione dei circuiti più. classici di impiego di que-
TERMINALE 8 sto importantissimo integrato.
In figura 11A l'integrato 555 è montato in veste
Al terminale 8 si applica la tensione di alimenta- di dispositivo monostabile; in figura 11B riportia-
zione positiva dell'intero circuito dell'integrato mo l'esempio più classico di cir·cuito monostabile
555. retriggerabile, mentre in figura 11 C è rappresen-
Il valore della tensione di alimentazione può va- tato il circuito del multivibratore astabile.
riare fra i 5 e i 18 Vmax. Questi tre circuiti possono essere ritenuti essen-
Al lettore ricordiamo che è sempre conveniente ziali; ad essi, a seconda delle varie applicazioni
stabilizzare la tensione di alimentazione, anche pratiche, verranno collegati gli eventuali elemen-
se le costanti di tempo risultano indipendenti ti in grado di garantire la protezione delle entra-
dalla tensione stessa. E ciò conviene tanto più te, i filtraggi, le stabilizzazioni, ecc., così come ab-
quanto le variazioni, che si verificano durante il biamo avuto modo di ricordare nel corso delle
periodo cli temporizzazione dell'integrato, pos- due puntate dedicate all'integrato 555.

424
/

O= = = ==t = = = = = = = =, i= = = = = = = C + vcc Flg. 1 O • Se Il terminale 5 dell'integrato


non viene utilizzato, allora conviene com-
porre un by-passe tramite un condensatore
da 1.000 pF.
8
6
555
4 ",
Ftg. 11 - Riportiamo In questo schema tre
circuiti tipici delf'lntegrato 555. In A l'inte-
grato è montato in circuito di dispositivo
monostabile. In B è rappresentato l'esem-
pio più classico di circuito monostabile re-
triggerablle. A destra, ln C, è riportato il
circuito del multivibratore astabile.

, B -

o
-I
,
&_:~

L
r1_
·

2
±.
- r
t I 555

A 8 e

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Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 1V
,i po di ascolto; In ;,llopar,tante
Al.lme.'ltazione.; ,e!e-luce a .'220 V

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425
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426
Piccolo mercato del lettore e Piccolo mercato del lettore

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I
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TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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minali dei semiconduttori e particolarmente Indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
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datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

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te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alla causale del versamento, con la massima
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DEL
LETTORE
Canali-bande-frequenze che alla nostra antenna giunga un segnale pulito
di 100-200 microvolt. Per la ricezione a colon il
Ho acquistato recentemente un televisore a co- segnale dovrà essere di 500-600 microvolt. La te-
lori, del cui funzionamento sono veramente entu- levisione trasmette su quattro bande di frequenze
siasta. Mi dispiace soltanto non conoscere il signi- così suddivise:
ficato dì molti termini, dato che l'antennista, du-
rante il lavoro di installazione, mi ha parlato as- 1 ° programma TV (VHF)
sai spesso di hertz, microvolt, canali, bande e fre- Banda I: 52.5-68 MHz.
quenze, senza che io fossi. in grado di dialogare Banda 1II: 174-223 MH
su questi elementi. Mi piacerebbe dunque che
voi dedicaste un po' di tempo e di spazio alla te- 2° programma TV (UHF')
levisione a colori, perché, sono convinto, questo Banda IV: 470-582 MHz
argomento interesserebbe certamente molti altri Banda V: 582-854 MHz
lettori.
SETTIMO ROSSI VHF significa Very High Frequency;
Rovigo UHF significa Ultra High Frequency;
MH: significa megahertz.
Risponderemo alla sua lettera in forma generica,
cercando di interpretare, almeno a grandi linee, Noterà che rimane assente la banda II (81-88
i concetti che per lei sono oscuri. MHz), perché questa è destinata alle trasmissioni
Tenga presente che la RAI trasmette in VHF e radiofoniche in modulazione di frequenza (EM).
in UHF (1° e 2° programma). I 1° programma Essendo la velocità di propagazione della luce e
copre il 98% del territorio. Il 2° programma co- quindi delle onde elettromagnetiche nello spazio
pre il 91% del territorio. Per la ricezione delle pari a 300.000 Km. al secondo (300 milioni di
im,nvagini televisive in bianco e nero è su/ f iciente metri) la lunghezza d'onda si calcola dividendo la

437
distanza percorsa in un secondo per la frequenza, da rete-luce, sprovvisto di trasformatore di ali-
cioè: mentazione. Faccio presente che questo dispositi-
m. 300.000.000 vo non necessita di una perfetta stabilizzazione
lunghezza d'onda e neppure di una soppressione totale del ripple.
Hz La massima intensità di corrente in uscita dovreb-
be essere di 50 mA. Potete esaudire questa mia
Maggiore è la frequenza minore sarà la lunhezza modestissima richiesta?
d'onda e viceversa.
ERNESTO FIORE
Le onde elettromagnetiche, che trasportano l'au- Roma
dio e il video dall'antenna trasmittente alla nostra
antenna ricevente, hanno determinate lunghezze Siamo certi che il semplice progetto qui riportato
d'onda assegnate ad ogni emittente.
soddisferà le sue esigenze e quelle di molti altri
La frequenza indica il numero delle onde irra- lettori, perché esso si adatta a molteplici appli-
diate in un secondo e adotta come unità di misu-
cazioni pratiche. Il maggior inconveniente di
ra l'Hertz = Hz: questo dispositivo, che non fa uso di trasformato-
1.000 Hz 1 KHz; re di alimentazione, è quello di presentare uno
1.000.000 Ha = 1.000 KHz dei due conduttori della linea d'uscita diretta-
= 1 MHz (I megahertz). mente collegato con una delle due fasi della ten-
sione di rete. M a non si poteva operare diversa-
Ari ogni stazione trasmittente televisiva occorrono mente senza ricorrere al classico trasformatore-se-
almeno due frequenze: una per l'audio e l'altra paratore. Basterà usare una certa attenzione per
per il video. Per le trasmissioni a colori le frequen- evitare la scossa e per non collegare la tensione
ze necessarie diventano tre. Queste due o tre fre- con gli eventuali apparati a valle del circuito. Il
quenze sono fra loro vicinissime e rappresentano valore massimo della corrente assorbibile dal no-
una gamma di frequenze denominata in senso pro- stro alimentatore è esattamente il doppio di quel-
prio canale . lo da lei richiesto, cioè 100 m4. Faccia bene at-
tenzone a non alimentare mai il circuito senza il

•••
Alimentatore senza trasformatore
collegamento con un carico in uscita, a meno di
non utilizzare un diodo zener da 3 W. Senza ca-
rico in uscita, infatti, tutta la corrente, del va-
lore di 100 mii. circa, attraverserebbe il diodo
zener D3 facendogli dissipare una potenza di 1,3
Dovendo alimentare una fotocellula con la ten- • Le ricordiamo ancora che per gli assorbi-
sione continua di 13 V, mi rivolgo a voi per po- menti di corrente inferiori lei potrà eliminare il
ter avere il progetto di un semplice alimentatore condensatore C2, servendosi di uno zener da 1 W.

02

COMPONENTI R1 10 ohm
C1 220.000 pF D1 =- 1N4Oo
C2 220.000 pF D2 1.N4O0O
C3 = 250 F- 15 VI (elettrolitico) 3 diodo zener 'i±3 W 13 V)

438
Amplificatore con integrato aggira intorno ai 3 + 4 W e l'alimentazione do-
vrebbe essere derivata dalla rete-luce. Potete esau-
Dovendo realizzare un amplificatore per microfo- dire questa mia richiesta?
no, gradirei avere da voi uno schema adatto, te- FERNANDO BUSETTO
nendo conto che la potenza da me desiderata si Venezia

COMPONENTI c3 o
Condensatori
r[] - 4,

Cl 50 F 30 VI (elettrolitico) 7A
C2 100 µF 6 VI (elettrolitico) +
C3 50 F 30 VI (elettrolitico) r[I
C4 510 F 9 1O I I2 13 1A
C5 100.000 pF
C6 250 F - 30 VI (elettrolitico) TAA 621
Resistenze 7 6
R1 220.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R2 - 300 ohm
R3 - 1 ohm
are
R
Integrato T AA621
Alimentaz. = 18+ 24 V
AP = altoparlante da 16 ohm

SALDATORE ISTANTANEO
22 V- ow Lir
Il kit contiene:
saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
1 punta rame di ricambio
scatola pasta saldante
90 cm di stagno preparato in tubetto
1 chiave per operazioni ricambio pun-
ta saldatore

adatto per tutti tipi di saldature del principiante

Le richieste del saldatore istantaneo debbono essere fatte a: ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO - Via Zuretti n. 52, inviando anticipatamente l'importo di L. 9.500 a mezzo vaglia postale
o c.c.p. 3/26482 (spese di spedizione comprese).

439
La soluzione ideale al suo problema consiste nel- L'R-270 è un ottimo ricevitore professionale, in
l'uso di un circuito integrato in grado di ridurre le grado di coprire, attraverso cinque gamme distin-
dimensioni del circuito e di fornire, allo stesso te, le frequenze comprese fra 1,25 MHz e 40
tempo, elevate prestazioni, sia per quel che ri- MHz. Come potrà dedurre dalla illustrazione qui
guarda la potenza d'uscita, sia per quanto con- pubblicata, l'apparecchio è dotato di numerosi: ac-
cere la sensibilità d'ingresso. Lo schema qui ri- corgimenti tecnici (BFO, S-METER, Antifading,
portato utilizza l'integrato TAA62 l della SGS- ecc.) che lo rendono veramente un ricevitore di
ATES, alimentabile con la tensione continua classe. La selettività è di tipo a cristallo di quarzo
di 18 + 24 V. La potenza d'uscita varia fra 3 e 4 ed è variabile con la media frequenza di 465 KHz.
W su un carico di 16 ohm, a seconda della ten- La sensibilità è di 1 V per 6 m W di potenza d'u-
sione di alimentazione prescelta. La sensibilità scita audio. L'apparecchio è dotato di una uscita
massima per la piena potenza d'uscita è di 160 per alto parlante a 600 ohm ( da adaltare a 48
m V su una impedenza d'ingresso di 150.000 ohm ohm con un trasformatore d'uscita) e di una usci-
crca. ta per cuffia ( 100 -,.-8.000 ohm). Il ricevitore mon-
ta l 7 valvole e presenta l'unico inconveniente di
richiedere una alimentazione esterna, dato che
nessun alimentatore è stato incorporato nel rice-
@ vitore.

Ricevitore R-270

Sono un giovane SWL desideroso di entrare in


possesso di un ricevitore professionale. Attualmen-
te mi è stato consigliato l'acquisto di un apparec-
hio, di provenienza surplus, di tipo R-270, di cui
non conosco le caratteristiche. Potete dirmi se
questo radioricevitore è adatto per un SWL e
quali sono le sue caratteristiche elettriche?
pio#o a
parta
.
MI

Faccio presente che l'apparecchio mi verrebb


enduto con una garanzia di funzionamento di
un anno. ·
ur1•"'
•• ,,..it/
paese
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tl-a11,., "'
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GASPARE PAVESE attrita trr tor aote
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Torino

NUOVO KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


CARATTERISTICHE:
Circuito a due canali
Controllo note gravi
Controllo note acute
Potenza media: 660 W per
ciascun canale
Potenza massima: 880 W per
ciascun canale
Alimentazione: 220 V rete-luce
Separazione galvanica a trasformatore L. 11.000
La scatola di montaggio costa L. 11.000. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamen-
te l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. 3/26482 Intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO
- Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione).

440
Radiointerferenze in modo da ridurre al minimo le interferenze da
i lamentate. Il circuito trappola dovrà risultare
Per la mia attività di SWI. ho acquistato recente- chiuso in un piccolo contenitore metallico, chr:
mente un modesto ricevitore radio per onde cor- dovrà essere collegato a massa e che assumerà fu.n-
te. Abitando io vicino all'emittente. RAI locale
mi capita di avvertire assai spesso talune inter-
ferenze; in pratica i segnali della R..A..J « entrano»
in più punti dcìla scala del mio apparato. I se-
gnali che sono costretto ad ascoltare, senza vo-
lerlo, sono quelli del primo programma radiofo-
nico. Potete insegnarmi in qual modo sia possi-
bile eliminare o, almeno, ridurre questo fasti-
dioso inconveuiente? AN I

CARLO PASQUALI
Torino
RICEVITORE
Ci sono dù:nsi sistemi, più o meno semplici e più
o meno costost per risolvere il suo problema tec-
mco. Fra tutti, il più classico, quello utilizzato
dalla maggior parte dei radioamatori, consiste
nel collegare un circuito « trappola » sulla linea
/ Il L
d'antenna. l l circuito trappola consiste pratica-
mente in un circuito accordato, del tipo serie, che
convoglia a massa i segnali di frequenza pari a tR

quella rl"accordo.
Il filtro dovrà essere realizzato servendosi, per L,
di una qualsiasi bobina di tipo comm.erciale, di
quelle montate nei ricevitori radio a rnodulaz.io-
nc di ampie::za e ad onde medù:, del tijw avvolto
s nucleo in ferrite. Le servirà ancora, così come zioni di schermo elettromagnetico. L'interruttore
indicato nello schema, un condensatorc variabi- S, connesso in serie al circuito traj;pola, pcrmr;i-
[i, del ualore di 370 pF, con il quale lei provvede- terà di escludere ev,entualmente il filtro durantc
rà alla regolazione della frequenza d'accordo. E' le ric:-ezirmi radiofoniche, quando non uc: ne si.a
ovvio che il condensatore C do,vrà esser.e regolato

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI' TUTTI!

Chi comincie soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo de!l'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. I saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, cosi
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e {'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 \/.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n° 3/26482
i n te s t a t o a ELETTRONICA PRATI CA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano
Moltiplicatore di capacità il dispositivo, a ricavarne lo schema elettrico e
ad inviarvelo, allo scopo di consigliarmi sulle
Ilo acquistato un piccolo alimentatore per il mio eventuali variazioni al circuito originale per climi-
ricevitore radio a transistor, allo scopo di evitare il nare l'inconveniente citato. Vi faccio presente che
consumo di pil. Ma quando l'apparecchio ra- lo spazio disponibile nel contenitore è assoluta-
dio funziona con questo alimentatore collegato al- mente esiguo e non permette in alcun modo l'ag-
la rete-luce. n'oto la presenza di un leggero e co- giunta di ulteriori condensatori di filtro, soprat-
stante ronzio. Mi sono quindi deciso a smontare tutto se di notevoli dimensioni. Potete risolvere

COMPONENTI
C1 = 2.000 F - 50 VI (elettrolitico)
c2 = 500 F - 25 VI (elettrolitico)
RI - 1.500 ohm
R2 - 470 ohm

FOTOCONTROLLO CON SCR


IN CATOLA Permette di realizzare almeno due ot-
timi dispositivi:
I ONTAGGI
L. 12.000 - LAMPEGGIATORE DI POTENZA
2- CONTROLLO CREPUSCOLARE
DI ILLUMINAZIONE

I due principali dispositivi, da chiunque facil-


mente realizzabili con questo kit, potranno ser-
vire per molteplici scopi: per la costruzione di
lampeggiatori di potenza, per l'accensione au-
tomatica delle luci di illuminazione al calar del-
la sera, per il controllo di fiamma di un brucia-
tore, per far divertire i bambini attraverso una
Tempi di lampeggio controllabili lunga serie di esperimenti che si identificano
in altrettanti giochi di luce.
Potenza max. del carico: 660 W

La scatota di montaggio del FOTOCONTROLLO deve essere richiesta a: ELETTRONICA PRATICA


- 20125 MILANO - Vla Zuretti, 52 - inviando anticipatamente l'importo di L. 12.000 a mezzo vaglia
postale o c.c.p. 3/26482. Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione

442
questo mio problema escogitando qualche accor- cui questo possa interessare altri lettori. La so-
gimento che, senza introdurre alcun componen- luzione che le proponiamo per risolvere il suo
te voluminoso, possa eliminare il ronzio carat- problema è quella di spostare il condensatore
teristico della tensione alternata? elettrolitico d'uscita, indicato con la dicitura CA-
PACITA.' FITTIZI A, dalla sua posizione origi-
ANSELMO VIALBA nale a quella in parallelo con la rcsl'.stcnza R2.
Acqui Terme In questo modo il valore capacitivo del conden-
satore aumenta, risultando moltiplicato per il
Abbiamo controllato lo schema elettrico da lei guadagno del transistor TR. Rimane quindi evi-
inviatoci, che vogliamo pubblicare nel caso in dente il miglior effetto filtrante del dispositivo.

Cercametalli
•• e l'inesperienza in materia. Trattandosi di metal-
lia pochi centimetri cli distanza dalle pareti, pen-
Per i miei lavori di idraulica vorrei servirmi cli un so che le qualità richieste possano rientrare nei
cercametalli, semplice ma in grado di individua- limiti delle mie necessità.
re le tubature metalliche dell'acqua incassate nei DELFO GRAZlOSl
muri degli appartamenti. Poiché sono soltanto un [acerata
principiante dì elettronica, gradirci un progetto
molto semplice, che non richieda particolari ope- il circuito che le pro poniamo è quello di un o-
razioni di messa a punto, data la mancanza as- scillatore sulla gamma delle onde lunghe, che
soluta di strumentazione elettronica da parte mia dovrà essere accoppiato con un qualsiasi ricevi-

UL TRAPREAMPLIFICATORE
con circuito integrato

In scatola di montaggio
a L. 6.00
CARATTERISTICHE
Amplificazione elevatissima
Un semplice sistema per elevare Ingresso inverting
notevolmente il segnale provenien- Elevate impedenze d'ingresso
te da un normale microfono Ampia banda passante

Utile ai dilettanti, agli hobbysti, ai CB e a tutti coloro che fanno uso di un mi-
crofono per amplificazione o trasmissione

La scatola di montaggio dell'ULTRAPREAMPLIFICATORE costa L. 6.000 (spese di spedizione com-


prese). richiederla occorre
Per anticipatamente l'importo merro
inviare a vaglia o cc.p, n. 3/26482

intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureni 52 - (telefono n, 6891945)

443
CAVO SCHERMATO
L

COMPONENTI
Cl = 680 pF
C2 = 10.000 pF

R4 : Rl
.R2
R3
R4

51
L
= 4.700
= 4.700
- 10.000
= 4.700
TRl = BC107
=interrutt.
sonda
ohm (trimmer)
ohm
ohm
ohm

Alimentaz. = 9 Vcc

tore radio dotato di questo tipo di ricezione. Il re di filo di rame smaltato del diametro di 0,3 +
ricevitore dovrà essere quindi commutato sulla 0,6 mm. Il diametro del supporto dovrà essere di
gamma OL e sintonizzato in modo da ricevere il 20 cm.; l'avvolgimento deve essere effettuato a
caratteristico soffio generato dall'oscillatore. Una spirale serrata; molto utile potrà rivelarsi, pe:r la
qualsiasi variazione della frequenza dell'oscillato- realizzazione del supporto, il comune plexiglass.
re starà ad indicare la presenza di una massa me- E' ovvio che l'avvolgimento, una volta effettuato,
ta.Ili.ca in prossimità della sonda. Tenga presente dovrà essere incollato con opporiuni adesivi e col-
che per realizzare quest'ultima lei dovrà avvol- legato al circuito elettronico dell'oscillatore con
gere su un supporto di materiale isolante 12 spi- cavetto schermato molto corto.

Voltmetro elettronico
••
sa delle elevate impedenze in gioco. Non avendo
intenzione. almeno per ora, di acquistare un volt-
Occupo il mio tempo libero riparando apparati metro elettronico, vi sarei grato se pubblicaste
radio e televisivi di amici e conoscenti. Talvolta un progetto semplice, di miti pretese, da usare
mi capita di avere a che fore con apparati a val- in accoppiamento con un tester da 20.000 ohm/
vole che tendono problematiche le misure a ,,m- volt, allo scopo di elevare l'impedenza d'ingresso

444
COMPONENTI
TR1
Condensatori
CI = 1.000 pF
C2 = 10.000 F
Resistenze
Rl 1 megaohm
R2 19 megaohm
R3 1 megaohm
RA 100.000 ohm
R5 330 ohm
R6 10.000 ohm
R7 5.000 ohm (trimmer a variaz. !in.)
R8 10.000 ohm
R9 5.000 ohm (potenz. a variaz. !in.)
Varie Sl = commutatore ( l via- 2 posizioni)
TR1 2N3819 S2 = interru tt.
\ microamperometro (10O A fondo-scala) Alimentaz. = 9 Vcc

a valori tali da consentire, ad esempio, la misu- I circuito che pubblichiamo impga un tran-
ra dei potenziali di griglia delle valvole elettro- sistor, di tipo FET, in circuito a ponte ed è do-
niche. tato di due portate: quella di 2 V fondo-scala e
MARCELLO GREGORI quella d 20 V fondo-scala, con impedenze d'in-
Verona gresso rispettivamente di 2 megaohm e 2O me-

GENERATORE MEODICO CON INTEGRATI DIGITALI

1
L. 11.500 senza altoparlante
L. 12.500 con altoparlante

Una breve melodia elettronica viene emessa da


un piccolo altoparlante quando si agisce su un
Interruttore. Tramite un amplificatore BF, è pos-
sibile realizzare un richiamo acustico pubblicita-
rio, un segnale stimolante nelle competlz.ioni spor-
tive, una tromba acustica per auto.

Tutti i componenti necess ari per la realizza zione del generatore melodico sono contenuti in una
scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione in due diverse versioni: a L. 11.500 sen-
za altoparlante e a L. 12.500 con altoparlante. Le richieste devono. essere fatte inviando anticipa-
tamente l'importo a meno vaglia o c.c.p. 3/26482 intestalo a ELETT RONICA PRATICA - 20125 MI-
LANO - Via Zuretti, 52.

445
gaohm circa. Poiché la stabilità dell'azzeramen- discrete e tale da non risentire del collegamento
to è influenzata dalla temperatura e dalla ten- con carichi di impedenza di 500:-2 .000 ohm?
sione d'alimentazione, occorrerà, prima di ogni
DOMENICO LA SCALA
misura, regolare il potenziometro R9 sino a rag-
• Catania
giungere l'azzeramento dell'indice con i puntali
d'ingresso in cortocircuito. La resistenza semi-
fissa R7 serve alla taratura del fondo-scala dello Riportiamo lo schema del progetto richiestoci in-
strumento. Volendo utilizzare il dispositivo per formandola che si tratta di un oscillatore o dop-
la misura di tensioni a radiofrequenza, potrà ser- pia «T», che utilizza due transistor (TR1-TR2)
virsi di una sonda AF, collegata all'entrata del per ottenere una elevata stabilità, una buona for-
circuito e realizzata nel modo indicato dal dise- ma d'onda e, soprattutto, una bassa impedenza
gno qui riportato . d'uscita. La distorsione è in/ e rio re allo 0,5 %·, men-
tre la tensione d'uscita risulta regolabile, tramite

•••
Generatore sinusoidale
il potenziometro R1O, su due bande distinte: quel-
la compresa fra O e 10 m V e quella compresa fra
O e 100 m V ( cortocircuitando la resistenza R8 tra-
mite il commutatore S1). Il potenziometro semi-
fisso R4 consente di variare il guadagno dello sta-
Potete pubblicare il progetto di un semplice oscil- dio pilotato dal transistor TR l e di regolare le
latore sinusoidale a 1.000 Hz, con caratteristiche massime tensioni d'uscita ai valori sopra citati.

52

r
ia 100 IO V

r
" + Go
)

COMPONENTI R5 = 2.700 ohm


Condensatori R6 = 100 ohm
Cl == 22.000 F R7 - 470 ohm
C2 = 10.000 pF R8 = 47.000 ohm
C3 =- 10.000 F R9 3.900 ohm
5F 15 Vl (elettrolitico) R1O 1.000 ohm (poenz. a variaz.
= 100 F 15 VI (elettrolitico) Varie
Resistenze TRI 2N2222-2N3391A-BC 109
RI 18.000 ohm TR2 2N2222-2N3391A-BC 109
R2 = 5.600 ohm Sl deviatore
R3 = 18.000 chm S2 - interrutt.
R4 100 ohm (trimrner) Alimentaz.= 4.5 Vcc

446
Che cos'è il fotothyristor? diodo SCR. Una delle denominazioni più fre-
quenti con cui esso viene indicato, infatti, è
Durante la mia attività di elettronico dilettante « LASCR »; la terminologia è anglosassone: « Li-
mi è capitato più volte di sentir menzionare un ght Activated Siliciium Controlled Rectifier » cioè
componente che, ritengo, appartenga alla nuo- « Rettificatore Controllato al Silicio Attivato dal-
vissima generazione dei dispositivi elettronici: si la Luce».
tratta del fotothyristor. Potreste fornirmi alcune
Il funzionamento ciel LASCR è del tutto simile
a quello dell'GR, con l'unica differenza che l'in-
spiegazioni elementari su questo componente, al-
esco dellSCR avviene esclusivamente tramite
meno a grandi linee, per poter colmare una del-
un impulso positivo applicato tra catodo e gate,
le mie tante lacune in questa appassionante di-
mentre con il fotothyristor è possibile ottenere l'in-
sciplina? nesco anche per mezzo di un impulso luminoso
:M AlJRO MARTELLl che arriva sul materiale semiconduttore attra-
Genova verso una piccola finestra, praticata sull'involu-
cro del componente e chiusa con vetro o con una
Lo stesso nome del componente fa comprendere lente.
che si tratta di un elemento sensibile alla luce. il fotothyristor, così come il diodo controllato, è
Esso dunque appartiene alla categoria degli ele- com posto di quattro strati di silicio, di tipo I' ed
rnrnti a giunzione fotosensibile, come i fotodio- N, alternativamente, così da. formare una strut-
di e i fototransistor. Eppure il fotothyristor si tura di tipo P-N-P-N. Con questa struttura ,,: ot-
differenzia da questi ultimi per la sua composi- tengono le tre giunzioni di catodo N), gate {P)
zionc fisica, che lo rende del tutto simile ad un ed anodo (P).

LA RADIO DEL PRINCIPIANTE


DUE APPARATI IN UNO
RICEVITORE RADIO
+ AMPLIFICATORE BF

PER ONDE MEDIE


PER MICROFONO
PER PICK-UP

Con questa interessante scatola di montaggio


vogliamo, ancora una volta, spianare al lettore
principiante, il terreno più adatto per muover-
I +
si inizialmente, per mettere alla prova le pro- L. 9.500 (senza altoparlante)
prie attitudini e con esse, godere il risultato
di un lavoro piacevole e utile. L. 10.400 (con altoparlante)
I! kit permette la realizzazione di un ricevitore radio ad onde medie, con ascolto in altoparlante e,
contemporaneamente quella di un, amplificatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita di t W
circa, da collegare, con microfoni od unità fonografiche, piezoelettriche o magnetiche.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del ricevitore _sono contenuti In un catola di mon-
taggio venduta dalla nostra Organizzazione in due diverse versioni: a L. 10.400 c n altoparlante e
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447
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PER I NUOVI E I VECCHI LETTORI
I fascicoli arretrati si esauriscono così rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

PACCO
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mh-·PRA TI

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Si tratta di una collezione di fascicoli accuratamente scelti fra quelli che maggiormente possono
interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, in particolare, gli ap-
passionali alle realizzazioni economiche di progetti di piccoli trasmettitori e ricevitori radio.

Dodici fascicoli arretrati del valore complessivo di L. 18.000 (gli arretrati vengono venduti al
prezzo di L. 1.500 ciascuno) al prezzo d'occasione di sole L. 6.000.
Dodici fascicoli nei quali sono stati presentati progetti di enorme successo editoriale, che ancor
oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.

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rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

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nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
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no privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
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sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
Indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udiblll at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

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gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono, talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
culto consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re•
golablle per le, due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Allmerntazlone con pila a 9 V.
.n.gene e.sue±sten.su
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per localizzare velocemente i guasti nei radiodcevitori. amphficatori, fono~
valigie. autoradio. televisori

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30 V pp. Corrente della batterla 2 mA

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE (


Frequenza 250 Kc Dimensioni
L. 7.800) 12 x 160 mm
Armoniche tino a
Uscita
soo Mc
5 V etf.
"?e massima 40 grs.

applicabile al puntale 500 V


15 V eft. Corrente della batterla 50 mA
VOLTMETRO
ELETTRONICO
MOD. R.P. 9/T.R.
A TRANSISTOR
Il Voltmeiro eleltronico Mod.
R.P. 9/T.R. completamente
transistorizzato con tran3i-
stor a effetto di campo è uno
strumento di grande impor-
tanza poiché nei servi2i Ra-
dio, TV. FM e BF esso per-
mette di ottenere una gran-
de varietà di misure, tensio-
ni continue e alternate, non-
ché corrente continua, mi-
sure di tensione di uscita,
la R.F .. la BF, m,su:e di re-
sistenza - il tutto con un
alto grado di, precisione.
L'esattezza delle misure è
assicurata dall'alta impeden-
za di entrata che è di 11
megaohril.
Dimensioni 180x160x80 mm.

CARATTERISTICHE TECNICHE

V= 0.5 15 5 25 IOO 500 1500 30K


mA= 50A 50A 1 5 50 500 1500
V 05 15 5 25 IOO 500 1500
Ohm XI xlO xlOO xlOk xlOOk x IM
xtk
0+1k,0+Ik 0+100k 0-1M 0-10M -100 :IOOOM
Pico Pico 4 14 40 140 400 1400 4000
dB -20 +15

ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K


(sensibilità 20.000 ohm/volt)
CARATTERISTICHE TECNICHE

V= 0,1 1 10 50 200 1000 ii generatore BF. 40 è uno


strumento dì alta qualità per
m- 504 500A 5 50 500 misure nella gamma di fre-
y O5 5 50 250 1000 quenza da 20 a 200.000 Hz.
Strumento che unisce alla Il Circuito Impiegato è il
mA 25 25 250 2500 massima semplicità d'uso un ponte dì Wìén, mollo sta•
minimo ingombro. Realizza-
0hm= 11/0-10k 10/0+1M 1ti/@-10M to completamente su circu-
bile. Tutta la gamma di fre-
quenza è coperla in quattro
Ballisti f 0hm 1 10/0+200F/0hmxlk/0-20F to stampato. Assenza totale bande riportate su un qua-
di commutatori rotanti e
dB -10 + 22 quindi falsi contatti dovuti
drante ampio di facile let-
tura. Sono utilizzabili due
Output 0,5 5 50 250 1000 all'usura. Jack di contatto
di concezione completamen-
ditterenti rappresentazioni
grafiche dalla forma d'onda,
te nuova. Munito di disposi-

L. 19.000 tivo di protezione.


Dimensioni: 80x125x35 mm
SINUSOIDALI e QUADRE I
livello duscita cstante è
garantito dall'uso
o thermis.ore- e
d un
circuito
di reazione negati', a.
Dimensioni 232x170x90 mm

CARATTERISTICHE TECNICHE
OSCILLATORE A BASSA
GAMME A B C ] o FREQUENZA mod. EF. 40

RANGES 20+200H1 200 - 2KH 2+20KH 20-200KH2


U;Tl·LITA'
DJ UN MAN'UALE
Nel mese di agosto la periodicità dell'editoria subLsce nor-
mal:rnente una battuta di arr:esto, 'concedendo a tutti un
dovèrosl:l e' meritato periodo di vaeanze. An,che ,nor, qyin-
·di". com& accade rnv.ariabilmentc ogni anno, yogJi.ranÌo ri,,
spettare questa1 regola, facitamcnte accblta è:! i;nai tohtc-
.$1ata, dai Lè,ttQ1\ e dagh Editori,, senza tuttavia fermare
completamente il nostro lavoro. In questo mese, dunque,
la Rj,vista per,c;Je i'l suq caratt&;rc di ,mensile tçcrijco, ..mte-
so come prosieguo nel tempo di un dialogo in•t'èns9 e ricoo
di OGntenuti,con il •Lct \o,rc, per acqui,,sife queUo meno,coh,-
fitdenziak, ma a.a'is>ai p.iti dida,t·tit::·t>, di 'Ln n1anu,ale printi-
pal'rnc:ntc indirizza'to ai nwwi appas~i'bnati di elettronica,
cioè a. colpro dk, a,n<!ora, poco 0 nullà- ·sanpo di questa
disciplina, e non possono ulteriormente ri.,J1viare il piacere
di capire il senso delle nostre esposizioni o di r€.àli7,zar
• nòslril progetti.
Ma il. còntenutç,:i e la scdta <legH ar;gomenti lra'Hati nc.l
pré>ì'entc manuale non possono risultare privi di interesse
neppure per coloro che si ritengono più preparat:i feori-
tar,nentt: ~ prat'kamentc. Perché ,a tutt'i può s&rnptc 'Sfug-
gire la precisione di un dato, l'esattezza di una forJ:irnla. o
la ca1~ttcrist-itfi dJ ,un cùmponente•. E a tun:i può Sempre
conveni.ri: di tenere a portata di mano una gpida i-iclH1it,
un, punto di rifrrjmd1to, un in'.,ifomc di pagine amiche di
rapida consultazione, quando si sta costruendo, riparand
o collaudando un qualsiasi dispositivo elettronico. Perciò
1 'utilrtà ~el r,yanuaJ,e, deve t;oinn,lgcre tutti. iridi,~!'.i\f.l~lil'1V"1:e
te, nuovi e vecchi Lettori, chi ne sa di meno @chinesafdft
più, chi gia possiede una od alcune opere di letteratura@}
tecnica e chi ne è sprovvisto. Tenuto conto chefifér@i del
mestiere non sono mai troppi per chi lavora con?impegno.
interesse e passione.
IN QUESTO FASCICOLO

Avviamento
alla conoscenza
dei principali
componenti elettronici.

Analisi elementare
dei più importanti
progetti a
semiconduttore.

Guida pratica
al montaggio
di radioricevitori,
amplificatori ed oscillatori.

L'elettronica per tutti


attraverso la
costruzione di sette
dispositivi diversi.
ELETTRONICA
PRATICA
Via Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945
ANNO 6 - N. 8 - AGOSTO 1977
ILA COPERTINA - Richlama l'attenzione del let-
tore sul contenuto di questo speciale fascicolo
che, a differenza di ogni altro, assume l'aspetto
di un vero e proprio manuale di elettronica teo-
rica e applicata. Siamo certi che, In esso, tutti
incontreranno un'utile guida elementare, attuale
e completa per l'attività dilettantistica.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

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ALBAIRATE - MILANO

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A. & G. Marco - Vla Fortez-
za n. 27 - 20128 Milano
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Tribunale Cile dl Milano -
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli-
cità Inferiore al 25%/. 3° - RESISTORI 464
UNA COPIA L. 1.000
ARRETRATO L. 1.500 4° - TRANSISTOR 470
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numeri) PER L'ITALIA L. 10000 UJT - FET - SCR - TRIAC 475
ABBONAMENTO ANNUO (12
numeri) PER L'ESTERO L.
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DIREZIONE - AMMINISTRA-
ZIONE - PUBBLICITA' - 7° - ALIMENTATORI 489
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MILANO.
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tutti I Paesi. I manoscritti, I
disegni, le fotografie, anche
@e non pubbllcatl, non el re- 10° - PROGETTI VARI 506
stltulecono.

+

saldatura a
stagno
La « saldatura a stagno » è quell'operazione ma- bo, permette di ottenere, in pochi secondi, una
nuale che conduce all'unione di due parti metal- perfetta giunzione meccanica ed elettrica, dopo
liche. aver opportunamente riscaldato le parti metalli-
Non tutti i metalli, tuttavia, possono essere sot- che in causa e dopo aver fuso su di esse lo stagno.
toposti al processo di saldatura a stagno. L'allu- La resistenza meccanica offerta da questo tipo di
minio, ad esempio, è assolutamente... renitente saldatura non è eccessiva; mentre la continuità
al processo di saldatura a stagno, mentre si pos- elettrica raggiunta è di sicuro affidamento nella
sono ottenere saldature perfette con i metalli di realizzazione dei collegamenti di cavi, reofori, e-
rame, ferro, argento, ecc., che sono quelli che lettrodi, .terminali, ecc.
maggiormente interessano il principiante di elet- La saldatura può essere esatta e perfetta, ma può
tronica e il futuro professionista. essere anche errata. Ad esempio, quando le parti
Lo scopo principale della saldatura a stagno è saldate non hanno ricevuto la quantità di calore
quello di garantire la continuità elettrica delle necessaria, si ottiene una « saldatura fredda».
parti saldate. Il principiante invece deve sempre cercare di
Questo particolare tipo di saldatura, che si dif- effettuare la « saldatura calda», che è quella che
ferenzia dagli altri sistemi per l'utilizzo, come garantisce una perfetta continuità di conduzione
materiale d'apporto, delle leghe di stagno e piom- elettrica ed appare lucida e a superficie curva.

Tipi di saldatori: in alto a sinistra


è riprodotto il saldatore rapido,
molto utile per i tecnici riparato-
ri a domicilio e per coloro che
debbono effettuare poche salda-
ture, saltuariamente; quello im-
mediatamente sotto al saldatore
rapido serve per realizzare salda-
ture a stagno fra elementi metal-
'licl di grosse dimensioni. Gli uten-

:. sili rappresentati sulla destra so-


no quelli maggiormente in uso
presso i laboratori elettronici pro-
fessionali e dilettantistici.

452
La saldatura fredda può presentare queste stesse
caratteristiche, ma, sottoposta ad un leggero sfor-
zo di trazione, esercitato anche con le dita delle
mani, provoca il distacco delle parti apparente-
mente saldate e dello stagno. Durante i primi
tempi della pratica, dunque, il principiante dovrà
sempre accertarsi di aver eseguito una saldatura
calda, semplicemente tirando con le mani le par-
ti metalliche o i conduttori in senso opposto a
quello in cui si è eseguita la saldatura.

IL SALDATORE
Nel processo di saldatura, lo stagno prende il nome
Per effettuare la saldatura a stagno si utilizza di « materiale d'apporto »; esso è costituito da una le-
normalmente un saldatore elettrico, cioè quell'u- ga di stagno e piombo, costruito normalmente a forma
di filo cavo per tutta la sua lunghezza. L'interno del f-
tensile che trasforma l'energia elettrica in energia lo è riempito di una sostanza che a caldo cola con lo
termica e che viene prodotto in una vasta gamma stagno e reagisca chimicamente sulle superfici da sal-
di modelli, a seconda delle applicazioni. dare, disossidandole. Questo speciale tipo di stagno,
Per eseguire una saldatura a stagno, dunque, oc- che nella migliore qualità appara lucente e flessibile,
viene venduto in rocchetti di varie dimensioni.
corre avere a disposizione una certa quantità di
calore, che provoca la fusione dello stagno, cioè
del materiale d'apporto ed eleva la temperatura
delle parti da saldare al valore di quella di fu-
sione dello stagno.
L'energia termica, che si identifica con il calore
prodotto dal saldatore, è presente sulla punta di fusione dello stagno, anche quando esso deve
dell'utensile, che è di rame o di altro metallo ot- trasmettere alle parti da saldare una notevole
timo conduttore del calore. quantità di calore. Ecco perché, quando si deb-
Tra i molti tipi di saldatori che si trovano in com- bono saldare due parti metalliche di notevoli di-
mercio e che servono per usi diversi e diverse mensioni, occorre servirsi di un saldatore di
professioni, può cssere fatta una prima suddivi- grande potenza, perché con una elevata quantità
sione fra il saldatore a riscaldamento istantaneo
e quello a riscaldamento progressivo e lento. Una
seconda suddivisione può essere fatta tra gli u-
tensili di grande, media e piccola potenza.
I saldatori a grande potenza sono dotati di una
grossa punta di rame; i saldatori a piccola po-
tenza sono muniti di una punta di rame piccola e
sottile. Il saldatore a riscaldamento rapido serve
generalmente a coloro che debbono eseguire una
saldatura ogni tanto e non possono attendere
per tutto il tempo necessario a far riscaldare la
punta dell'utensile. Di questo saldatore si servo-
no molti dilettanti e, principalmente, i riparatori
a domicilio di apparati elettronici.
Il saldatore di grande potenza, dotato di una
grossa punta saldante, invece, serve per la rea-
lizzazione di saldature a stagno fra parti metalli-
che di una certa grandezza. Quello di piccola po- Chi effettua una saldatura a stagno deve sempre mu-
nirsi di alcuni accessori. Fra questi possiamo ricorda-
tenza, cioè il saldatore dotato di punta sottile, re la pasta disossidante (in alto) e le mattonelle netta-
serve per la saldatura dei terminali dei compo- punta (in basso), che sono rappresentate da piccoli
nenti elettronici miniaturizzati sulle piste di rame blocchetti di sale ammoniaco, molto utile per disossi-
dei circuiti stampati. dare chimicamente la punta di rame del saldatore, quan-
do per un eccessivo riscaldamento o per lungo uso
questa appaia tanto ossidata o ricoperta di scorie da
FUNZIONE DEL SALDATORE rifiutare lo stagno fuso, che dovrebbe invece distender-
si uniformemente su di essa.
La funzione del saldatore è quella di mantenere
sulla punta una temperatura superiore a quella

453
La pulizia delle parti si esprime, nella terminolo-
gia tecnica appropriata, con il termine « disos-
sidazione ». Occorre dunque, prima di ogni sal-
datura, provvedere all'alimentazione totale del-
l'ossido che ricopre le parti metalliche. L'ossido
può essere tolto con due sistemi' diversi: mecca-
nicamente o chimicamente.
Nel primo caso ci si serve di una lametta da bar-
ba o della lama di un temperino e con queste si
Una volta pas sa ta la punta calda del sa ldatore sulla raschiano energicamente i conduttori elettrici o
mattonella, cioè sul blocchetto blanco dl sa le ammo- le parti metalliche, fino alla restituzione della o-
niaco, conviene st agnare Immediata m ente la maggior riginale lucentezza metallica alla parte che si de-
parte posslblle della punta ste ssa, In modo da evita re
le ossldaz lonl dovute all'az lone aggresslva del sa le
ve saldare. Per esempio, il filo di rame deve assu-
ammo niaco. mere il suo colore giallo-oro lucente, la lamiera
deve anch'essa divenire lucente. Naturalmente,
quando si tratta di pulire fili conduttori molto
sottili, non si deve esagerare con la raschiatura,
perché in questo caso si corre il pericolo di inde-
bolire eccessivamente il conduttore o, peggio, di
spezzarlo.
Nel secondo caso, cioè nel processo di « pulizia
di calore a disposizione si è in grado di elevare
chimica », si fa uso di una speciale pasta disossi-
le parti da saldare ad una temperatura superiore
dante che, nel gergo, viene denominata pasta-
a quella di fusione dello stagno. E cosl è anche
saldante. Con questo sistema, la pulizia delle
facile comprendere il motivo per cui, quando si
parti si ottiene apolicando ad esse una porzione
debbono saldare due fili conduttori sottili o il
di questa pasta e sovrapponendo poi ad essa la
sottile terminale di un semiconduttore, è più
punta ben calda del saldatore. Il calore scioglie
che sufficiente l'uso di un saldatore di piccola po-
tenza, con punta sottile. Infatti, in questo caso la pasta che elimina contemporaneamente gli os-
basta una piccola quantità di calore per elevare sidi. Ad ogni modo, possiamo consigliare al prin-
le parti da saldare alla temperatura di fusione cipiante di effettuare, almeno nei primi tempi,
dello stagno. tutti e due i sistemi di disossidazione, per avere
la certezza di realizzare saldature calde; consi-
gliamo cioè di raschiare in un primo tempo le
PULIZIA DELLE PARTI
parti con la lametta o la lama del temperino, e di
L'uso di un saldatore di potenza adeguata al tipo cospargere poi su queste la pasta disossidante.
di saldatura che si deve eseguire, non è sufficien-
te se non si prendono alcune precauzioni prima LO STAGNO
e durante l'operazione di saldatura. Per esempio,
se le parti da. saldare non sono «pulite», la In tutti i settori dell'elettronica si fa uso, per la
saldatura sarà senz'altro « fredda ». saldatura, dello stagno a filo preparato, cioè dello

Quando si deve saldare il terminale di un componente


elettronico, per esempio di un resistore, occorre prov-
vedere alla pulizia perfetta del terminale stesso; a tale
scopo cl si può servire di una lametta da barba, con
la quale si raschia il conduttore metallico sino a porre
in evidenza la sua originale lucentezza.

454
LAMETT A
La maggior parte dei conduttori adottati nel settore del-
l'elettrotecnica, dell'elettronica e della radiotecnica so-
no di rame ricoperto da un velo di smalto isolante. Pr.-
ma di effettuare fa saldatura, quindi, è assolutamente
necessario eliminare lo smalto sul tratto di filo da sot-
toporre alla saldatura a stagno, servendosi di una la-
metta da barba.

SMAL TO

di stagno. Ma il quantitativo della pasta disossi-


dante non è mai sufficiente se le parti da saldare
sono molto sporche. Trattandosi invece' di con-
duttori nuovi e lucenti, non occorre aggiungere
ancora dell'altra pasta-saldante per ottenere una
saldatura calda, perché quella contenuta nello
stagno è più che sufficiente.
Ciò che non si deve fare mai è invece l'uso di
stagno a bastoncini, quello venduto nei negozi
Questo è Il sistema corretto di impugnatura di un salda-
di ferramenta e che un tempo veniva abbondan-
tore adatto per lavorare sui circuiti stampati e con i temente usato dall'artigiano, cioè dal vecchio e
semiconduttori. glorioso stagnino che riparava le pentole dei no-
stri nonni. Lo stagno in bastoncino lascia cadere
delle gocce troppo grosse, che rischiano di pro-
vocare cortocircuiti od altri malanni.

OSSIDAZIONE DEL SALDATORE


stagno a tubetto contenente, nell'interno, la pasta
disossidante. Anche il saldatore va soggetto ad ossidazione,
Con questo tipo di stagno, già preparato, non ci cioè la sua punta di rame saldante si ricopre di
dovrebbe essere bisogno della pasta-saldante, da- un velo scuro, che è cattivo conduttore del ca-
to che questa è contenuta dentro lo stesso tubetto lore, e questa è una delle cause che concorrono

Quando si saldano i terminali dei transistor, conviene e-


vitare che il calore erogato dalla punta del saldatore
raggiunga In quantità notevole il componente. Si ri-
solve facilmente questo problema stringendo il termi-
nale del transistor fra i becchi di una pinza metallica.

455
assai spesso alla esecuzione di saldature fredde.
La punta di rame del saldatore, quindi, deve
essere pulita di quando in quando, servendosi di
uno spazzolino metallico e non della lama di un
temperino o, peggio ancora, della lima, come
a~ ssrevza purtroppo fanno alcuni tecnici; con questi si-
..M, stemi, infatti, si riduce sempre più la massa del
rame e la punta saldante si assottiglia.

~ASETTA OPERAZIONE SALDATURA


Assimilata la parte teorica della saldatura, non
resta che prendere in mano il saldatore per ef-
fettuare la prima saldatura a stagno, per esempio
quella che unisce tra loro i terminali di due fili
conduttori elettrici di rame.
La prima cosa da farsi è quella di innestare la
spina di un saldatore a punta sottile, di piccola
potenza, nella presa-luce, in modo da concedergli
il tempo necessario per raggiungere, sulla pun-
ta, la temperatura di fusione dello stagno. Con-
temporaneamente si raschiano accuratamente, con
una lametta da barba o con un temperino, i ter-
minali dei due fili, fino ad evidenziarne la lucen-
tezza metallica. Poi si attorcigliano un poco i
terminali e su questi si applica una piccola quan-
tità di pasta-saldante. Con la mano destra si im-
pugna il saldatore e si appoggia la punta sui fili,
sciogliendo in pari tempo una certa quantità di
stagno impugnato con la mano sinistra. Lo sta-
gno si scioglie soltanto quando si trova in con-
tatto con la punta del saldatore.
Il principiante deve sempre ricordarsi che la li-
quefazione dello stagno non deve costituire il se-
gnale di distacco della punta del saldatore dalla
zona di saldatura. La punta del saldatore infatti
deve rimanere ferma sul punto di saldatura per
alcuni secondi, in modo che il calore possa di-
stribuirsi uniformemente e nella maggiore quan-
tità sulle parti metalliche. Soltanto allora si to-
glie il saldatore e si attende per qualche istante,
senza sottoporre le parti saldate a sollecitazioni
meccaniche, in modo da concedere allo stagno il
tempo necessario per rapprendersi, cioè per so-
lidificare; quindi si esercita una leggera trazione
sui conduttori, muovendoli un po' da una parte
e un po' dall'altra, così da accertarsi del loro com-
pleto fissaggio e della buona qualità della salda-
La sequenza delle illustrazioni, qui riportate, interpre-
ta # processo di saldatura dei terminali di una comune tura ottenuta.
resistenza sugli ancoraggi di una basetta. Inizialmen- L'esercizio pratico risulterà in ogni caso il mi-
te si provvede alla pulizia dei terminali, quindi alla lo- gliore maestro per tutti e col passare del tempo
ro piegatura e stagnatura. Poi si stagnano gli anco-
raggi della basetta e si conclude l'operazione saldando - le operazioni di saldatura diverranno sempre più
il componente sui due ancoraggi. semplici ed istintive. La regola fondamentale,
tuttavia, rimarrà sempre la stessa: pulizia per-
fetta dei terminali da saldare ed esecuzione rela-
tivamente lenta dell'operazione.

456
condensatori
E' un po' difficile attribuire alla genialità di un glietti metallici, e su quel principio costruttivo
solo uomo l'invenzione del condensatore. Certo ancor oggi si realizzano molti tipi di condensatori
è che il « quadro » del fisico americano Beniamino fissi, cioè a capacità costante, largamente impie-
Franklin, nato a Boston nel 1706, rappresenta gati nel settore dell'elettronica.
il più antico esempio di condensatore che si co-
nosca. ATTUALITA' DEL CONDENSATORE
Ma il più noto fra tutti i condensatori, che ap-
partengono alla storia del passato, è certamente Non è possibile, allo stato attuale della tecnica,
quello della classica bottiglia di Leyda. Ess, fu concepire un circuito radioelettrico senza l'inseri-
realizzato dal fisico olandese Pieter Musschen- mento di condensatori. Questi possono essere
broeck, nato appunto a Leyda, in Olanda, nel ridotti di numero e, in parte, sostituiti con altri
1745. elementi, ma non possono mai essere eliminati;
La bottiglia di Leyda, che ha ora importanza perché ancora non si è trovato un sistema in gra-
puramente storica, è costituita da un recipiente do di immagazzinare le cariche elettriche, di re-
di vetro, le cui pareti, esterna ed interna, costi- stituirle quando ve ne sia bisogno e, soprattutto,
tuiscono il dielettrico del condensatore. Le due
armature del condensatore sono rappresentate
da altrettanti rivestimenti di stagnola applicati
dentro e fuori la bottiglia. All'interno della bot-
tiglia sono presenti i ritagli di stagnola, che man-
tengono il contatto elettrico fra l'armatura inter-
na e il reoforo esterno, terminante con un tappo
sferico.
Il perfezionamento del condensatore è stato co-
munque realizzato da Alessandro Volta che, per
primo, utilizzando un sottile strato di vernice
isolante, riuscl ad elevare notevolmente la capa-
cità di un condensatore costituito da due piatti
metallici posti in contatto.
I tecnici e gli scienziati di allora lo chiamarono
« elettroforo », ma Alessandro Volta, nel 1782,
scrisse: «... io amo meglio chiamarlo condensa-
tore». E da allora il termine di condensatore di-
venne generale.
Scarica istantanea di una bottiglia di Leyda mediante
Le esperienze e le scoperte continuarono nel un eccitatore, che mantiene isolate le mani dell'opera-
tempo, finché nel 1845 il fisico italiano Carlo tore,
Matteucci costruì per primo il condensatore a
pacchetto, con foglietti di mica alternati con fo-

457
di bloccare le correnti continue, lasciando via li-
bera a quelle alternate, cui appartengono, ad e-
sempio, i segnali radio.
Anche nei circuiti integrati, di nuovissima con- TERMINALE

cezione tecnica, i condensatori vengono ripro- 1 ARMATURA


dotti, pur evitando le tradizionali tecniche co-
struttive, con sistemi elettrochimici moderni, ma
" DIELETTRICO
i valori capacitivi raggiunti sono bassi e non pos-
sono adattarsi a tutti gli usi.
2 ARMATURA

ARMATURE E DIELETTRICO
Riproduciamo in questo disegno il sistema di composi-
Ogni condensatore è costituito, nella sua espres- zlone Interna di un condensatore a carta; Il dielettrico
• in questo caso è ovviamente rappresentato dalla carta,
sione più semplice, da due lamine di materia- mentre le due armature sono costituite da due strisce
le conduttore, affacciate l'una all'altra e sepa- di alluminio.
rate da uno strato di materiale solido o gassoso
(aria). Le due lamine vengono denominate le
«armature» del condensatore, mentre il materia-
le isolante interposto è detto « dielettrico ».
La proprietà fondamentale del condensatore di

I condensatori possono essere a lamine piane,


oppure avvolte in modo da assumere la forma di
un cilindro e possono avere anche altre forme.
I dielettrici interposti fra le armature di un con-
densatore possono essere di varia natura: aria,
vetro, mica, carta, ebanite, celluloide, olio, ce-
ramica, oppure uno strato sottilissimo di ossido

4
depositato elettroliticamente sulla superficie di una
delle armature, per esempio, di alluminio. Il va-
lore capacitivo di un condensatore può essere de-
terminato da vari fattori, come la forma e la su-
perficie delle armature, la loro vicinanza e anche
la natura del dielettrico interposto. A tal propo-
Ogni condensatore è composto, nella sua espressione
più t:e pllce, da due lamlne di materiale conduttore
sito giova ricordare che più grandi sono le super-
di el 'icità, affacciate una all'altra, che prendono il fici delle armature, maggiore è la capacità del con-
nom di « armature ». densatore; più vicine sono le armature, maggiore
è la capacità.

CONDUCIBILITA'
Buona parte delle nozioni fin qui esposte interes.
sano relativamente il lettore principiante, perché
accogliere e conservare cariche elettriche prende le notizie più importanti sono le seguenti: il va-
il nome di «capacità», e ciò per analogia con lore capacitivo del condensatore, la sua tensione
quanto si dice di un qualsiasi contenitore di so- di lavoro e, cosa più importante di tutte, il fatto
stanze liquide. L'unità di misura della capacità che il condensatore è un componente che si la-
è detta «farad», ma in pratica questo valore è scia attraversare dalle correnti elettriche variabili
raramente usato, perché troppo grande; nell'e- e non da quelle continue.
lettrotecnica e nell'elettronica si fa invece uso Quest'ultima nozione, che è forse la più impor-
dei sottomultipli del farad: il millifarad, il mi- tante di tutte, richiede una particolare interpre-
crofarad ed il picofarad. Il farad viene definito, fi- tazione.
sicamente, come il rapporto fra la carica di un Quando si inserisce un condensatore lungo un
« coulomb » e la differenza di potenziale di un filo conduttore di corrente alternata, esso, pur
« volt » misurata fra le armature del condensatore presentando una sua propria e caratteristica re-
nelle quali si è accumulata la carica elettrica di sistenza, è un buon conduttore di elettricità. In-
un coulomb. serendo invece un condensatore nel circuito di

458
misurabile sui morsetti della pila. Tale fenome-
no, del resto, è facilmente intuibile, perché di-
[By- scende immediatamente dalle affermazioni or ora
.El- esposte. Nel momento in cui si inserisce un con-
densatore, nel circuito di alimentazione esterno
El di una pila, la tensione sulle armature è di O V;
questo valore di tensione aumenta progressiva-
mente fino a raggiungere quello reale della pila;
ma durante questo processo, che è un processo
di carica del condensatore, la corrente varia dal
valore iniziale, che è un valore nullo, fino al va-
lore massimo consentito dalle caratteristiche e-
lettriche del circuito. Si tratta quindi di una cor-
rente variabile e, come abbiamo detto, il con-
densatore è un componente conduttore delle cor-
renti variabili (il tipo più noto di corrente varia-
bile è quello della corrente alternata).
Normalmente, coll'aumentare del valore capacitivo del
condensatore, aumentano anche le dimensioni del com- Ai concetti fin qui esposti di conducibilità dei
ponente, cosi come si può vedere In questo disegno nel condensatori ci si arriva gradatamente, attraverso
quale sono riprodotti due importanti gruppi di conden- la conoscenza di tutte quelle nozioni elettriche
satori, quelli a cirfa (in alto) e quelli ceramici (in basso).
che regolano il comportamento stesso dei con-
densatori. Eppure, lo ripetiamo, ancora una vol-
ta, al lettore che sta muovendo i primi passi in
questa meravigliosa disciplina, che prende il no-
me di elettronica, interessa prima di tutto sapere
che il condensatore è un componente conduttore
alimentazione di una pila, esso risulta conduttore delle correnti variabili, anche se la sua maggiore
soltanto per il brevissimo tempo in cui le ar- o minore conducibilità è condizionata da talune
mature del componente assumono una differenza grandezze elettriche tra le quali, prima fra tutte,
di potenziale, cioè una tensione pari a quella la speciale resistenza che il condensatore oppone

2 2
3
In questi particolari tipi di condensatori, il valore ca-
pacitivo risulta espresso tramite un codice a colori:
quello stesso adottato per la lettura del valori ohmmici
del resistori. Il colore della quarta fascetta sta ad indi-
care la percentuale di tolleranza del reale valore ca-
pacitivo.

Esempi di condensatori variabili con dielettrico ad


aria. Il primo a sinistra viene montato nei ricevitori ra-
dio adibiti esclusivamente alla ricezione delle onde cor-
te; quello al centro è un condensatore variabile ad una
sezione; quello a destra è composto da due sezioni di-
stinte.

459
sono le cariche elettriche, cioè un concentrato
di elettroni, nel caso di cariche elettriche negative
oppure di atomi depauperati di elettroni, nel ca-
so di cariche elettriche positive.

CAPACITA' DI UN CONDENSATORE
La carica elettrica che un dato condensatore viene
ad assumere, dipende unicamente dalla tensione
esistente fra le armature. Però, due o più con-
densatori diversi, quando vengono caricati tutti
Esempi di compensatori o trimmer capacitivi di uso co- fino a raggiungere la medesima tensione, assumo-
mune negli apparati radioelettrici. Quello a sinistra pren-
de il nome di compensatore di tipo a chiocciola. • no, in generale, sulle rispettive armature, delle
quantità di elettricità differenti.
Si esprime brevemente questo fatto dicendo che
i vari condensatori, per una data tensione, assu-
mono sulle armature una carica elettrica maggio-
re, mentre hanno una capacità minore quei con-
densatori che assumono una carica elettrica mi-
nore.
al passaggio delle correnti variabili e che prende D'altra parte, per uno stesso condensatore, la
il nome di « reattanza ». quantità di elettricità, o carica elettrica, che si
Per coloro che volessero saperne ancora di più, trova addensata sulle armature, è proporzionale
parleremo ora di una delle grandezze fondamen- in ogni caso alla tensione esistente fra un'arma-
tali del condensatore: la capacità. tura e l'altra. Ossia, comunque si vari lo stato di
Per parlare di capacità è necessario parlare di carica di un dato condensatore, la carica elettrica
carica elettrica e i nostri lettori sanno che cosa dislocata sulle armature, e la corrispondente ten-

lk !ll,l! SIMBOLI ELETTRICI DEI CONDENSATORI FISSI

T {T TTT T 6
1) - condensatore fisso di qualunque tipo; 2) - con-
densatore passante; 3) - trimmer capacitivo; 4) - con-
densatore doppio; 5) - condensatore elettrolitico; 6) -
altro simbolo di condensatore elettrolitico; 7) - simbo-
lo poco usato di condensatore fisso; 8) - condensatore

#++}}4 10 11 12
elettrolitico; 9) - altro simbolo di condensatore elettro-
litico; 10) - simbolo poco usato di condensatore fisso;
11) - condensatore elettrolitico doppio; 12) - conden-
satore fisso doppio.

SIMBOLI ELETTRICI DEI CONDENSATORI VARIABILI


I
1) - trimmer capacitivo (compensatore); 2) - condensa-
tore variabile ad una sezione; 3) condensatore varia-
bile doppio (a due sezioni).
T
2 3

460
lomb che devono essere di volta in volta dislocati
sulle armature affinché la tensione tra l'una e
l'altra si elevi ogni volta e progressivamente 'di

I I 1 volt.
La capacità dei condensatori viene misurata con-
seguentemente in coulomb per volt (coulomb/
volt). In memoria del fisico inglese « Farady »
t4I l'unità di capacità così definita viene designata col

T
nome internazionale di « farad », ponendo pre-

+
cisamente:
1 coulomb
1 farad
1 volt
Collegamenti di più condensatori. A sinistra è rappre- Ed ecco un'altra notizia molto importante per
sentato ll collegamento in serie di due condensatori,
a destra quello In parallelo.
principianti di elettronica.
La capacità di un condensatore dipende dalla su-
perficie affacciata delle armature, dalla distanza
che separa le armature stesse e dal tipo di dielet-
trico interposto.
Facciamo un esempio pratico. Tutti i nostri let-
tori conoscono il condensatore variabile e sanno
che questo è composto da uno « statore » e da
sione fra un'armatura e l'altra, aumentano o di-
un «rotore». Lo statore è costituito da un in-
minuiscono in proporzione. Ne segue che il rap-
sieme di lamine, affacciate fra di loro e costante-
porto tra la carica elettrica «Q» e la tensione
mente fisse. Il rotore è composto da un insieme
«V» rimane sempre costante, e costituisce una
di lamine, affacciate tra di loro, mobili, perché
grandezza fisica caratteristica, che ha un valore
esse sono tutte pilotate da un perno; la rotazio-
determinato per ogni singolo condensatore; que-
ne di questo perno permette alle lamine mobili
sto rapporto viene assunto a definire precisamen-
di affacciarsi più o meno in corrispondenza delle
te la «capacità C» del condensatore ponendo
lamine fisse. Ne consegue che il condensatore va-
senz'altro:
riabile assume il suo massimo valore capacitivo
0 quando le lamine mobili sono completamente
C = affacciate alle lamine fisse; esso assume il suo
V minimo valore capacitivo quando, ruotando il
perno del rotore, si estraggono completamente
nella quale « C» è la «capacità » del condensa- le lamine mobili dal componente, facendo in mo-
tore, « Q» è la «carica » elettrica in coulomb e do che le superfici affacciate tra di loro risultino
« V » è la « tensione » in volt. al valore minimo possibile.
In tal caso si viene a definire la capacità di ogni
condensatore mediante la carica elettrica che esso MISURE DI CAPACITA'
assume, rapportata all'unità di tensione. Cioè la
capacità viene definita mediante la quantità di e- L'unità di misura delle capacità elettriche è il
lettricità che viene a trovarsi contrapposta sulle «farad» (abbrev. F). Tale unità di misura è però
armature, positiva sull'una e negativa nell'altra, molto grande, per cui vengono sempre impiegati
i suoi sottomultipli. Essi sono:

il microfarad (F) = un milionesimo di farad


il picofarad (pF) = un milionesimo di milionesimo di farad.

Il picofarad si usa generalmente per valori fino a


quando esiste tra di esse la tensione di un volt. 100.000 F. Per capacità più grandi si usa il mi-
Poiché il « coulomb » rappresenta l'unità di mi- crofarad.
sura della quantità di elettricità o di carica elettri- Occorre ricordare, ad ogni modo, giacché a volte
ca corrispondente ad 1 ampère al secondo, si si usa il microfarad anche per valori non molto
può dire che la capacità di un condensatore e- elevati, che i picofarad (1 pF) = 0,000.001 mi-
sprime in generale quel numero costante di cou- crofarad per cui 100.000 pF = 0,1 F.

461
COLLEGAMENTO DI CONDENSATORI Questa formula assume anche l'espressione sim-
bolica:
I condensatori possono collegarsi tra di loro con
due sistemi diversi: in parallelo ed in serie. Il Cl
collegamento in parallelo è quello in cui due o C =
più condensatori sono collegati tra di loro uno di N
fianco all'altro, mentre il collegamento in serie è
quello in cui i condensatori vengono collegati Se i condensatori collegati in serie hanno valori
uno dopo l'altro. Per conoscere il valore della ca- capacitivi diversi e sono solo due, vale la seguente
pacità risultante dal collegamento di un certo formula:
numero di condensatori, si debbono applicare al- C1xc2
cune formule. C =
Il collegamento in parallelo di due o più con- c1+C2
densatori è certamente il più semplice, quello
che non richiede l'applicazione di speciali for- Ma i condensatori possono essere più di due e allo-
mule matematiche, in quanto è possibile deter- ra occorre applicare la seguente formula:
minare il valore della capacità risultante sempli-
1
cemente sommando tra di loro tutti i valori delle e
capacità che concorrono a! collegamento. Si può 1 1 1
dire quindi che il valore capacitivo di più con- --+--+--+ ...
densatori collegati in parallelo è dato dalla som- CI C2 C3
ma delle capacità singole.
Quindi, indicando con C1, C2, C3,'... le capacità Quest'ultima formula, la cui applicazione richiede
che partecipano al collegamento in parallelo, il la conoscenza delle operazioni con le frazioni, vie-
valore della capacità risultante che, come abbiamo ne usata molto raramente e il principiante può
detto, è determinato dalla somma delle singole anche dimenticarla.
capacità, è dato da:
VARIETA' DEI CONDENSATORI
C = Cl + C2+ C3 4 ...
Nel mondo dell'elettronica esistono numerosissi-
Per i condensatori collegati in serie tra di loro, il mi tipi di condensatori.
calcolo si presenta un po' più complicato; si trat- Una prima suddivisione fondamentale, che si può
ta infatti in questo secondo caso di applicare ta- fare di tutti i condensatori attualmente prodotti
lune formule algebriche, peraltro semplici e fa- dall'industria e montati nei circuiti elettronici,
cilmente applicabili anche da coloro che non han- comprende la categoria dei condensatori variabi-
no una specifica preparazione algebrica. li e quella dei condensatori fissi. I primi possono
Se i condensatori collegati tra di loro in serie variare il loro valore capacitivo tramite una sem-
hanno lo stesso valore di capacità, allora la ca- plice operazione meccanica esterna; i secondi man-
pacità risultante è data dalla seguente formula:

Capacità di un condensatore
Capacità risultante =
Numero dei condensatori

Nel mondo dell'elettronica esistono numerosissimi ti-


pi di condensatori: a carta, ceramici, in polistirolo, pa-
rafflnatl, a mica, elettrolitici.

462
tengono costante il loro valore capacitivo. di ossido. Sopra la pellicola di ossido, che tende
Alla categoria dei condensatori variabili appar- spontaneamente a ridursi e a scomparire durante
tengono anche i cosiddetti condensatori semifissi, il funzionamento del condensatore, viene posto
nei quali il valore capacitivo vien fatto variare di un elettrolita gelatinoso, che ha lo scopo di con-
quando in quando, per mezzo di un'azione mec- servare la pellicola di ossido. L'elettrolita, che è
canica esterna; questi tipi di condensatori pren- costituito da un composto di borato di sodio o di
dono anche i nomi specifici di « compensatori » ammonio, con acido borico, glicerina e amido,
o « trimmer capacitivi ». viene spalmato su un nastro di carta porosa o di
Nella categoria dei condensatori variabili il con- altra sostanza parimenti porosa. Con questo si-
cetto costruttivo rimane pressocché lo stesso; quel stema di composizione del condensatore, l'elet-
che varia, tra un componente e l'altro, sono la trolita rimane immobilizzato e presente lungo
forma, il modo con cui varia la capacità e i li- tutta la lunghezza dei due nastri di alluminio.
miti fra i quali la stessa capacità si estende. Può I condensatori elettrolitici sono componenti po-
variare anche la natura del dielettrico, che può larizzati, cioè muniti di un morsetto positivo e di
essere rappresentato dall'aria, dalla mica o da uno negativo. Invertendo l'ordine di applicazio-
particolari fogli di plastica. ne delle due tensioni sui morsetti del condensatore

li condensatore al tantalio è un componente polarizza-


to, cosi come lo è il condensatore elettrolitico. Il ter-
punto di minale positivo si trova a destra del componente os-
vernice servando frontalmente il condensatore dalla parte in
cui è riportato un punto colorato. Le varie strisce co-
lorate determinano, tramite li codice, li valore capa-
citivo, tenendo conto che la prima striscia è quella ri-
terminale terminale
positivo
portata sulla parte più alta del condensatore.
negativo

I condensatori fissi assumono forme diverse e elettrolitico, si corre il rischio di distruggere in


possono essere diversamente costruiti. In elettro- breve tempo il componente elettronico.
nica vengono largamente impiegati i condensa- Per concludere questo argomento, vogliamo rac-
tori fissi ceramici, in polistirolo, a carta, paraffi- comandare al principiante di elettronica di tener
nati, a mica, elettrolitici. sempre presente, durante i suoi esperimenti, il
Ovviamente i condensatori fissi di basso valore concetto di polarità degli elettrolitici. Ciò signi-
capacitivo sono di piccole dimensioni, mentre i fica, in pratica, che i condensatori elettrolitici non
condensatori di elevato valore capacitivo assumo- possono essere comunque montati nei circuiti,
no forme e dimensioni maggiori, compatibilmen- perché il morsetto positivo deve essere normal-
te con il progresso della tecnica industriale. mente saldato con le linee a tensione positiva,
I condensatori elettrolitici si differenziano da mentre quello negativo deve risultare connesso
tutti gli altri tipi di condensatori per le loro ca- con le linee a tensione negativa o a massa. Tutti
ratteristiche costruttive. Essi infatti vengono rea- gli altri condensatori, fatta eccezione per quelli
lizzati secondo il classico principio degli elettro- al tantalio, che sostituiscono parzialmente i con-
liti. densatori elettrolitici, possono essere comunque
Nei condensatori elettrolitici sono presenti due inseriti nei circuiti e ciò significa che non esiste
nastri di alluminio, di cui uno è di grande pu- alcuna distinzione fra i due terminali del compo-
rezza ed è quello sul quale si deposita la pellicola nente.

463
resistori
Quando le cariche elettriche elementari (elettroni) chimiche e quelle variabili a grafite, che prendono
sono costrette a mettersi in movimento lungo un anche il nome di potenziometri.
filo conduttore, a causa di ·una tensione applicata Il potenziometro è un componente presente in
ai suoi terminali, esse incontrano sempre una tutti i ricevitori radio, di qualsiasi tipo e grandez-
certa resistenza al loro moto dovuta alla natura za; esso serve per regolare il volume sonoro del
del materiale che compone il filo conduttore. In ricevitore ed è munito di un perno al quale vie-
questo senso esistono in natura metalli che sono ne applicata, appunto, la manopola di comando
più o meno buoni conduttori di elettricità. Ad e- di volume del ricevitore radio.
sempio l'oro e l'argento sono ottimi conduttori
Il potenziometro di volume, essendo una resi-
di elettricità, il rame è un buon conduttore di stenza variabile, permette di regolare la corrente
elettricità, lo zinco lo è meno.
rappresentativa dei segnali radio che vengono rin-
Nei circuiti elettronici è necessario dosare assai forzati, cioè amplificati dai circuiti dell'apparec-
spesso la corrente elettrica, cioè limitarne l'enti- chio radio.
tà. Si potrebbe dire quindi che, in certi casi, è
Anche le resistenze, come tutti gli altri compo-
necessario l'impiego di elementi cattivi condutto-
nenti elettronici, hanno una loro unità di misura,
ri dell'elettricità. Occorrono, insomma, lungo i che prende il nome di « ohm »; ma molto spesso,
percorsi della corrente elettrica, delle « porte » di
sbarramento, che permettano di dosare a piaci- nell'elettronica, si utilizzano resistenze di valori
mento l'intensità della corrente elettrica, che può relativamente elevati, per cui si fa uso dei se-
guenti multipli dell'ohm:
essere quella generata dalla pila oppure quella
provocata dalle onde radio captate dall'antenna
di un ricevitore radio. Queste particolari « por- KO == kiloohm = 1.000 ohm
te » di sbarramento prendono il nome di « resi- MO = megaohm 1.000.000 ohm
stori » o « resistenze » o « resistenze elettriche ».
I resistori possono essere di tipo e dimensioni In alcuni tipi di resistenze il valore ohmmico è
diverse. Eppure una prima suddivisione viene impresso direttamente sull'involucro esterno del
fatta, così come accade per i condensatori, fra i componente. Questo sistema di indicazione del
due tipi fondamentali di resistori: quelli fissi e valore della resistenza in cifre viene usato, in par-
quelli variabili. ticolar modo, nelle resistenze a filo ad elevato wat-
Le resistenze fisse rappresentano un impedimento taggio. Ma il sistema più usato, adottato quasi
costante al flusso di elettroni, cioè alla corrente universalmente dai costruttori di resistenze, è
elettrica; le resistenze variabili rappresentano un quello dell'indicazione del valore ohmmico me-
impedimento che può essere variato, a piacere, in diante uno speciale codice a colori; sull'involucro
qualsiasi momento. esterno della resistenza vengono impresse alcune
I tipi di resistenze più note, in elettronica, sono fascette variamente colorate; dal colore di tali
quelle chimiche, quelle a grafite e quelle a filo. fascette e dall'ordine con cui esse si succedono,
Le più usate sono, senza dubbio, le resistenze si deduce l'esatto valore della resistenza .
464
Non riuscendo a determinare il valore di una re- Dal codice si deduce che per il 1 ° anello, di color
sistenza, perché i colori sono scomparsi dal suo giallo c'è corrispondenza con il n. 4; al 2° anello,
involucro, oppure perché essi non sono più chia- al color viola, corrisponde il n. 7, per il 3 ° anello,
ramente distinguibili, si effettua la misura della al color arancione, corrispondono tre zeri; met-
resistenza mediante uno strumento, che prende tendo in fila uno dopo l'altro questi numeri si ot-
il nome di « ohmmetro ». tiene il valore di quella resistenza, che è di 47 .000
I tecnici elettronici non fanno uso dell'ohmme- ohm, mentre il 4° anello, di color argento, sta a
tro vero e proprio, ma ricorrono all'impiego del significare che la tolleranza di quella resistenza
« tester », che è uno strumento universale che è di ± 10%.
permette di effettuare una vasta gamma di mi- La tolleranza sta ad indicare la percentuale di
sure, compresa quella della resistenza. discordanza, in più o in meno, tra il valore effet-
tivo della resistenza e il valore indicato.
USO DEL CODICE A COLORI
Il sistema più semplice per apprendere l'uso del
codice a colori delle resistenze è quello di se- CODICE A COLORI DEI RESISTORI
guire un esempio pratico.
Colore 1° anello 2° anello 3° anello

Nero - o -
Marro ne l l o
Rosso 2 2 00
I Arandone 3 3 000
Giallo 4 4 0000
Verde 5 5 00000
Blu 6 6 000000
Viola 7 7 -
Grigio 8 8 -
Bianco 9 9 -
-
Rosso: tolleranza ± 1%
4° anello Oro: tolleranza ± 5%
La maggior parte dei resistori montati nel circuiti elèt-
tronicl si Identificano esteriormente con quello qui raf-
Argento: tolleranza ± 10%
figurato. Il valore resistivo risulta espresso· In codice,
tramite alcuni anelli colorati. A destra è riprodotto Il
simbolo elettrico del resistore adottato nella composi-
zione dei circuiti teorici. NATURA DELLE RESISTENZE
Le resistenze radioelettriche vengono prodotte
dall'industria moderna con materiale e metodi di
fabbricazione alquanto diversi; i sistemi più co-
muni si riducono a quattro: resistenze ad impa-
sto di carbone, resistenze a strato di carbone, re-
sistenze a strato metallico e resistenze a filo me-
Per primo anello colorato di una resistenza si tallico. Oltre a ciò variano anche i materiali di
intende quello che risulta più vicino ad uno dei rivestimento isolante, tra i quali si possono ri-
due bordi del componente, a destra o a sinistra. cordare, la lacca, lo smalto, le resine al silicone e
Nella parte opposta è presente il quarto anello, le resine vetrificate. Tutti questi tipi di resisten-
che è di color argento od oro. Si supponga ora di ze, che vengono normalmente montate nei cir-
aver in mano una resistenza in cui il 1 ° anello cuiti radioelettrici, presentano proprietà legger-
sia di color giallo (il 1 ° anello è sempre quello mente diverse: le resistenze ad impasto di car-
che si trova all'estremità opposta rispetto all'anel- bone, ad esempio, consentono una buona dissi-
lo di color argento ed oro), il 2° anello sia di co- pazione di calore, cioè di potenza elettrica, e van-
lor viola, il 3° anello sia di color arancione, il tano una normale stabilità di funzionamento. Le
4 ° anello di color argento. resistenze a strato di carbone sono costituite da

465
- La potenza di dissipazione dei resistori è un dato che
non viene espressamente indicato sul corpo del com-
ponente, quando In questo la resistenza ohmmica risul-
ta deducibile tramite il codice a colori. Comunque, la
s grandezza del resistore è già di per sé un dato Indi-

-
cativo. Le realstenze da 1/8 di watt sono piccole, quelle
da 2 watt sono molto più grandi.

Non tutte le resistenze adottate nei circuiti elettrici o


elettronici si identificano, esteriormente, con ii classi-
co resistore di forma cilindrica e ad anelli colorati. Alle
volte le resistenze elettriche, in particolar modo quelle
di potenza relativamente elevata, vengono costruite in
esemplari analoghi a quelli qui raffigurati.

un sottile deposito di carbone su un supporto solante: anche questi tipi di resistenze permet-
isolante e chimicamente puro; con esse è possi- tono di ottenere tolleranze molto ristrette sul va-
bile raggiungere un alto grado di stabilità di fun- lore nominale.
zionamento e valori di tolleranze molto ristretti. Le resistenze a filo metallico, isolate in smalto
Le resistenze a strato metallico sono costituite da e cementate, vengono impiegate principalmente
uno strato metallico depositato su un supporto i- per dissipare potenze rilevanti; è ovvio che que-

Abbiamo contrassegnato con le lettere A e B i termi-


nali di un comunissimo resistore, in modo da affidare
al lettore principiante un concetto fondamentale: la re-
A B sistenza può essere inserita in un circuito elettrico nel

sé- senso A-B, oppure nel senso B-A, indifferentemente,


senza timore di alterare le caratteristiche del compo-
nente o del circuito. Ciò sta anche a significare che Il
resistore non è un componente polarizzato, perché esso
può essere comunque inserito nel circuito utilizzatore.

466
Nel settore dell'elettr onica e in quello della radiotecnica
vengono molto spesso adottate le resistenze variabili.
Sulla sinistra sono raffigurati due tipi comuni di resisten-
re variabili denominate • potenziometri ». A destra è
riportato Il simbolo e1ettrlco di questo componente.

.
ilffi
A
.
Esistono alcuni tipi di resistenze variabili che si diffe-
renziano dal potenziometro per il fatto che le variazioni
ohmmiche vengono effettuate di quando in quando tra-
mite un cacciavite o altro utensile. Questo tipo di re-
sistenza che, come si può vedere a sinistra, vlene pro-
dotto Industrialmente In vari tipi e forme, è stato anche
denominato « trimmer potenzlometrico >. Sulla destra è
riprodotto Il simbolo efetrico.
! 0).

sti tipi di resistenze vengono costruiti in dimen-


sioni di gran lunga superiori a quelle delle cosid-
dette resistenze chimiche; anche il lord costo è
superiore.

VALORI COMMERCIALI
DELLE RESISTENZE
Le case costruttrici di resistenze radioelettriche
producono tutte una vasta gamma di resistenze di
valori ohmmici diversi, ma questi valori non pos-
sono, ovviamente, seguire l'ordine numerico pro-
gressivo normale. Per le resistenze a strato di
carbone, ad esempio, le case costruttrici si sono
orientate su una gamma di produzione di valori
commerciali, per i quali non esistono valori in-
termedi. Ad esempio, non è possibile reperire in
A seconda delle funzioni elettriche, cui sono destinati, commercio una resistenza a strato di carbone del
I potenziometri assumono aspetti e forme diverse. Quel-
li qui riprodotti sono tutti di tipo a grafite, ma esistono valore di 50.000 ohm, perché una tale resistenza
anche i potenziometri a filo, che permettono un pas- non viene prodotta. Quando il radiotecnico pro-
saggio di corrente più intensa. Dall'alto in basso, pos- fessionista o dilettante necessita di una resisten-
siamo notare Il potenziometro semplice, il potenziome- za di questo valore, deve comporla ricorrendo al
tro con Interruttore, il potenziometro doppio, il poten-
ziometro doppio con Interruttore e il potenziometro mi- collegamento in serie, in parallelo o misto, di più
niaturizzato normalmente montato sui ricevitori radio resistenze, con lo scopo di raggiungere il preciso
transistorizzati e di tipo tascabile. valore di 50.000 ohm. Altrimenti, occorre utiliz-
zare una resistenza di tipo standard di valore im-

467
VAL ORI COMM ERCIALI - --
DEI RESISTORI n • • KO KO Kfl M Ma

1
1,2
10
12
100
128
. l
1,2 ;
10
12
100
120 ,
1
1,2
10
12
:

1,5 15 150 1,5 15 150 1,5 15


1,8 li 180 1,8 18 180 1,8 18
2,2 22 220 2,2 22 220 2,2 22
2,7 27 270 2,7 27 270 2,7
e
3,3 33 330 3,3 33 330 3,3 "'
:
3,9 39 390 3,9 39 390 3,9
.
i.

4,7
5,6
47
56
. 560
470 4,7
5,6
47
56
470
560
4,7
5,6
, }s'
'

'
6,8 68 680 6,8 61 680 6,8
8,2 82 820 8,2 82 820 8,2

mediatamente inferiore o superiore; in questo caso rie gli elementi risultano connessi in fila, uno do-
i due valori sono quelli di 47 .000 ohm e 56.000 po l'altro; nel collegamento in parallelo gli ele-
ohm. menti sono connessi parallelamente l'uno all'altro.
Più resistori collegati in serie tra di loro equival-
COLLEGAMENTI DI RESISTORI gono ad un unico resistore il cui valore ohmmico
Esistono due fondamentali sistemi di collega- è dato dalla somma aritmetica dei valori dei
mento dei resistori: il collegamento « in serie » singoli resistori.
e quello « in parallelo». Nel collegamento in se- Si tratta, quindi, del calcolo più semplice, la cui

Fa I I
~1--
1
Kn
20 K.
,o K

-Kn
20

"w#
Una particolare suddivisione dei potenziometri viene fat-
ta In relazione alle variazioni elettriche ottenute con
la rotazione del perno del componente, che fa capo al
POT. 100 K
cursore del potenziometro. Esistono quindi i potenzio-
LINEARE metri a variazione lineare e i potenziometri a variazione
logaritmica. Nei primi, ad ogni spostamento del curso-
2[ [321%5/2 re di una stessa misura corrisponde una identica va-
xn Kn Kn K Kn riazione resistiva. Per esempio, per ogni spostamento di
2 mm. del cursore può corrispondere sempre una va-
riazione di 20.000 ohm (disegno in alto). Nei potenzio-
metri a variazione logaritmica, invece, mano a mano che
il cursore si sposta da un'estremità all'altra, le varia-
zioni resistive aumentano (disegno in basso). Nello
POT. 100 K!l schema si nota che, per uno spostamento uguale e suc-
LOGARITM. cessivo, la variazione resistiva appare doppia.

468
formula è la seguente: applicare la seguente formula:

R RI + R2 4 R3 4 R4 + ... 1
R = ----------
in cui R rappresenta il valore della resistenza com- 1 1 1
plessiva, mentre R1, R2, R3, R4 ... rappresen- --+--+--+ ...
tano i valori dei singoli resistori collegati in serie R1 R2 R3
tra di loro. Naturalmente, per poter applicare queste formu-
Nel caso particolare in cui tutti i resistori colle- le occorre avere un po' di dimestichezza con le
gati in serie tra di loro abbiano lo stesso valore operazioni matematiche relative alle frazioni. La
ohmmico, la formula precedente assume la se- conclusione che si trae dai due diversi concetti
guente espressione: relativi ai due tipi di collegamenti di resistenze
elettriche è la seguente:
« Collegando due o più resistori in serie tra di
in cui R rappresenta il valore ohmmico di un loro, il valore complessivo della resistenza risul-
solo resistore ed n rappresenta il numero dei re- tante aumenta, mentre, collegando due o più re-
sistori collegati in serie. sistori in parallelo tra di loro, il valore della resi-
Il calcolo diviene un poco più complesso quan- stenza risultante diminuisce».

Collegamenti tipici di resistori. In alto abblamo simbo-


leggiato il collegamento « in serie » di due resistenze;
in basso quello « in parallelo ».

do si tratta di calcolare il valore della resistenza I motivi per cui in pratica, nei circuiti, vengono
ris:!tante da un insieme di più resistori collegati inseriti due, tre o più resistori al posto di uno,
fra loro in parallelo. siano essi collegati in serie o in parallelo, possono
Il collegamento in parallelo, di due o più resisto- essere molteplici.
ri, si ha quando i resistori sono collegati paralle- Nel collegamento in serie, poiché ogni resistore
lamente tra di loro e trasformano un unico con- provoca una caduta di tensione nel circuito, è
duttore, là dove essi sono inseriti, in due, tre, o possibile ottenere tutta una serie decrescente di
tensioni necessarie per l'alimentazione di parti-
più rami conduttori a seconda che i resistori col-
colari apparati utilizzatori.
legati siano due, tre o più di tre.
Il collegamento in parallelo, comunemente, viene
Nel caso di due resistori collegati tra loro in pa- fatto per derivare la corrente elettrica attraverso
rallelo conviene applicare la seguente formula: rami diversi, oppure per diminuire la resistenza
elettrica in un punto di un circuito. In entrambi
R1: R2 i tipi di collegamento di resistori, i valori delle
R = tensioni e delle correnti si ottengono facilmente
R1 + R2 applicando le diverse espressioni della legge di
Quando i resistori sono più di due, allora occorre Ohm.

469
4

• transistor
Tutti i tecnici sanno a che cosa serve il transistor, Ma come sono fatti internamente gli elettrodi di
ne conoscono la tecnica di collegamento nei cir- un transistor? A quali fenomeni elettrici essi
cuiti, sanno misurare tensioni e correnti sui ter- danno luogo? In che modo il transistor riesce ad
minali. Non tutti, peraltro, conoscono la natura in- amplificare un segnale radio? Lo vedremo ben
tima di un transistor, la sua costituzione interna, presto; per ora, occupiamoci di due particolari
i fenomeni elettrici che in esso si manifestano. cristalli che, oggi, sono alla base dell'elettronica
Sono concetti, questi, che non destano partico- moderna: il cristallo di germanio e quello di si-
lare interesse nella pratica applicazione di ogni licio.
giorno, ma che, tuttavia, chi si occupa di elettro- Quando questi cristalli vengono mescolati con
nica per diletto o professionalmente deve pur co- altri elementi, essi diventano dei « semicondutto-
noscere, per ridurre al minimo, nella propria men- ri », cioè si lasciano attraversare dalla corrente
te, quell'insieme di misteri che ancor oggi sovra- elettrica in un sol verso: in pratica la corrente
stano il mondo dell'elettronica. elettrica fluisce bene in un verso, mentre incon-
tra una elevata resistenza nel verso opposto.
GERMANIO E SILICIO Con altre parole si può dire che il germanio e il
Ogni transistor è costituito da un corpo solido, silicio impuri si comportano da conduttori quan-
dal quale fuoriescono tre o quattro terminali, cor- do essi vengono attraversati dalla corrente in un
rispondenti ad altrettanti elettrodi contenuti nel determinato verso, mentre si comportano da iso-
transistor stesso. lanti quando vengono attraversati dalla corrente
nel verso opposto.
Ma questo concetto può non riuscire chiaro del
tutto a quei lettori che desiderano una spiega-
zione più accurata e, nello stesso tempo, molto
semplice. In realtà qui si tratta di interpretare
tecnicamente l'espressione «semiconduttore».

==A==tt>l K =
..,.= SEMICONDUTTORI
7 I semiconduttori sono quegli elementi che stanno
MATER IALE MATERIALE fra i conduttori veri e propri e gli isolanti; i se-
p N miconduttori, cioè, non sono né conduttori né
isolanti, mentre lo sono un po' degli uni e un po'
degli altri.
Ogni diodo costituisce il risultato dell'unione di due
pezzetti di cristallo: uno di tipo positivo (P) e uno di
A questa categoria di elementi appartengono il
tipo negativo (N). L'anodo (A) è rappresentato da un germanio e il silicio impuri, dei quali se ne sono
semiconduttore di tipo P, mentre il catodo (K) è rap- ottenute due qualità diverse: germanio N e ger-
presentato da un semiconduttore di tipo N. manio P, silicio N e silicio P.
Il germanio e il silicio di tipo N sono il risultato

470
dell'aggiunta, al cristallo, di parti di antimonio o
arsenico ; il germanio P e il silicio P risultano dal-
l'aggiunta di parti di alluminio o indio al cristallo. DIOOO DIRETTO O0O INVEO

3
La denominazione N del cristallo discende dal
fatto che in esso vi è una prevalenza di cariche
negative. In pratica quando al cristallo puro ven- -
Lu4MP
p
LuMP
gono aggiunte particelle di antimonio o arsenico, {ic s SPENTA

queste ultime hanno il potere di donare elettroni


agli atomi del cristallo, trasformandoli in cariche
negative, che si possono muovere liberamente e
che conferiscono al cristallo una conduttività ne-
Con questo semplice esperimento è possibile interpre-
gativa. tare praticamente la conduttività di un semiconduttore
Nel cristallo P le particelle di alluminio o indio (diodo): con la polarizzazione diretta la lampada ai ac-
esercitano il potere di catturare elettroni, sot- cende, mentre rimane spenta con la polarizzazione in-
traendoli agli atomi del cristallo, i quali divengono versa.
cariche elettriche positive, il cristallo assume co-
• sl una conduttività positiva.

DIODO
Quando si uniscono tra loro due pezzetti di cri-
stallo impuri, uno di tipo P e uno di tipo N, si P, che neutralizza soltanto le cariche che si tro-
ottiene una giunzione PN, che è generalmente co- vano sulla superficie di contatto dei due cristalli.
In questo modo la superficie di contatto, privata
di cariche elettriche, si comporta come un iso-
lante, che impedisce un ulteriore passaggio di e-
lettroni dal cristallo N a quello P. Il fenomeno
può paragonarsi a quello che si manifesta tra le
due armature di un condensatore, nel quale le
FORTE CORRENTE
a ....
DEBOLE CORRENTE
cariche elettriche non passano da un'armatura al-
l'altra a causa dell'isolante interposto fra esse.
Dunque, il diodo allo stato solido è costituito da
due pezzetti di cristallo di nome diverso: in uno
vi sono cariche elettriche positive libere, nell'al-
010O 01000 tro vi sono cariche elettriche negative libere; tra
DIRE 1IO INVERSO
le due cariche vi è una barriera isolante, sponta-
neamente formatasi all'atto della giunzione dei
due tipi di cristallo.
PILA
Il diodo è caratterizzato dalla presenza di due
terminali uscenti: quello connesso con il cristal-
Applicando sui terminali di un diodo la tensione elet-
trica erogata da una pila, si possono verificare due di- lo positivo prende il nome di « anodo », mentre
verse condizioni: notevole flusso di corrente oppure quello connesso con il cristallo negativo prende
debolissimo flusso di corrente. Nel primo caso si dice il nome di « catodo ».
che il diodo è polarizzato correttamente, nel secondo
caso (disegno a destra) il semiconduttore rappresenta
un impedimento al passaggio della corrente. Così si in- POLARIZZAZIONE DIRETTA O INDIRETTA
terpreta il concetto di elemento semiconduttore.
Supponiamo di inserire un diodo in un circuito
composto da una pila e da una lampadina; in
pratica si possono effettuare due tipi di collega-
menti diversi: si può connettere il morsetto po-
sitivo della pila al cristallo P e si può connettere
il morsetto positivo della pila al cristallo N. Il
nosciuta sotto il nome di DIODO. In pratica, risultato pratico di queste connessioni è il se-
quando si accostano tra di loro due pezzetti di guente: in un caso fluisce corrente nel circuito e
cristallo di nome diverso, P e N, si manifesta un la lampadina si accende, nel secondo caso nessu-
particolare fenomeno: si verifica un momentaneo na corrente fluisce attraverso il circuito e la lam-
passaggio di elettroni dal cristallo N al cristallo padina rimane spenta.

471
Rappresentazione teorica (in alto) e simbolica (in bas-
so) di un transistor di tipo NPN e di uno di tipo PNP.
Le tre lettere E-B-C indicano gli elettrodl di emlttore-
base-collettore del transistor. Si noti l'unica differenza
che intercorre fra I due simboli relativi ai due tipi di
transistor: la freccia rivolta verso l'esterno, per il tran-
sistor dl tipo NPN e la freccia rivolta verso l'interno
B B per il transistor di tipo PNP.

Si usa dire che nel primo circuito vi è « polariz- ed un terzo strato positivo. ciascuno dei tre
zazione diretta », mentre nel secondo vi è « pola- strati di cristallo è collegato un conduttore, che
rizzazione indiretta ». Spieghiamoci meglio. costituisce il terminale al quale va saldato il col-
Quando il diodo è polarizzato direttamente (a- legamento secondò lo schema elettrico di impie-
nodo collegato con il morsetto positivo della pi- go del transistor.
la), le cariche elettriche negative, presenti sul Il transistor NPN è ottenuto mediante uno strato
morsetto negativo della pila, respingono le cari- di cristallo negativo, uno strato centrale positivo
che negative libere del cristallo N (catodo), co- e uno strato negativo.
stringendole ad oltrepassare la zona neutra del I tre terminali del transistor (esistono anche tran-
diodo; le cariche elettriche positive libere, pre- sistor provvisti di quattro terminali) prendono il
senti nel cristallo P, vengono respinte dalle cari- nome di EMITTORE, BASE, COLLETTORE.
che positive presenti sul morsetto positivo della
pila, costringendole ad oltrepassare la barriera
isolante esistente fra i due tipi di cristallo; si svi-
luppa cosl una corrente elettrica nell'intero circui-
to che accende la lampadina.
La spiegazione del fenomeno elettrico nel secon-
do esempio di collegamento del diodo è altret-

/%
tanto semplice: il morsetto positivo della pila at-
trae le cariche elettriche negative libere del cri-
stallo N, mentre il morsetto negativo della pila
attrae le cariche elettriche positive libere del cri-
stallo P. I due cristalli si impoveriscono imme-
diatamente di carica fino all'accettazione comple-
ta di qualsiasi movimento di cariche elettriche: la
corrente non fluisce nel circuito e la lampadina
rimane spenta.

IL TRANSISTOR

Il transistor altro non è che una sovrapposizione


di tre pezzetti di cristallo, due dello stesso tipo I transistor possono essere suddivisi, oltre che nelle
due grandi categorie NPN e PNP, anche per la po-
ed uno di tipo opposto. Si ha così la possibilità tenza elettrica in gioco e per il tipo di involucro ester-
di costruire due tipi diversi di transistor: il tran- no (contenitore). Quelli in alto sono transistor di pic-
sistor PNP e il transistor NPN. cola e media potenza; quelli in basso sono transistor
di grande potenza.
Il transistor PNP è ottenuto con uno strato di
cristallo positivo, uno strato centrale negativo

472
PRATICA DEL TRANSISTOR
I transistor sono componenti elettronici robusti
e di lunga durata, che resistono a talune sollecita-
zioni meccaniche ed invecchiano molto lentamen-
te. Ma la pratica del transistor impone tutta una NPN pNP

serie di precauzioni tecniche indispensabili se si


vuole evitare di abbreviarne la vita.
1 - Devono essere evitati assolutamente i corto-
circuiti fra i terminali del transistor, durante
il suo funzionamento, specialmente quelli fra Se un transistor di tipo NPN (schema a sinistra) risul-
ta effettivamente in buono stato, collegando il puntale
base e collettore; l'impiego delle pinze a positivo dell'ohmmetro con la base e Il terminale ne-
bocca di coccodrillo, assai frequente e spesso gatlvo una prima volta con il collettore e poi con l'e-
utile per il riparatore, può provocare un tale mittore, si dovrà ottenere una deviazione dell'indice
cortocircuito. dello strumento sino a metà scala circa. Nessuna devia-
zione si dovrà ottenere invece quando la prova viene
2- Non si faccia mai impiego di un saldatore di fatta su un transistor di tipo PNP.
Se un transistor di tipo PNP (schema a destra) è real-
eccessiva potenza oppure caratterizzato da una mente integro, collegando il puntale negativo dell'ohm-
disordinata dissipazione di energia termica; metro con la base e quello positivo una prima volta
con il calore si rischia di modificare le ca- con il collettore e poi con l'emittore, l'indice dello stru-
ratteristiche elettriche del transistor. mento dovrà raggiungere la metà scala circa. Nessuna
indicazione si dovrà invece ottenere con un transistor
3- Non si utilizzi mai il saldatore la cui punta di tipo NPN.
risulti sotto tensione di rete; è sempre consi-
gliabile far impiego di saldatore a bassa ten-
sione ed alimentato per mezzo di un trasfor-
matore che lo isoli dalla tensione di rete.
4 - Si faccia attenzione alle eventuali interruzioni
degli avvolgimenti dei trasformatori inter-
transistoriali; nel momento dell'interruzione
dell'avvolgimento, si produce una tensione i- La prova dovrà essere eseguita in due tempi suc-
stantanea molto elevata (sovratensione) che cessivi.
può portare il transistor alla sua completa In un primo tempo si collega il puntale positivo
distruzione. del tester con la base del transistor e il puntale
negativo, una prima volta, con il collettore, poi
5- Le misure di tensione vanno effettuate con con l'emittore. Ebbene, se il transistor è di tipo
strumento a bassa impedenza, preferendo i NPN, si dovrà ottenere, in entrambi i casi, una
tester a 20.000 ohm/volt e, se possibile, certa deviazione dell'indice dello strumento, sino
quelli a 40.000 ohm/volt. a circa metà scala.
6- Si faccia attenzione alle tensioni troppo ele- Se le, prove fin qui elencate vengono condotte
vate nel caso di alimentazione di rete-luce. su un transistor di tipo PNP, nessuna devia-
zione dell'indice del tester dovrà verificarsi.
7- Non si sbagli mai il montaggio di un transi-
Passiamo ora alla seconda fase della prova del-
stor, scambiando tra loro i terminali.
l'incolumità di un transistor. Essa consiste nello
scambio dei puntali del tester; si collega cioè il
CONTROLLO DEI TRANSISTOR puntale negativo del tester con la base del tran-
sistor e il puntale positivo, una prima volta, con
Quando si monta un transistor in un circuito, è
il collettore, successivamente con l'emittore.
buona norma controllare se esso sia effettivamen-
te integro. Il risultato di queste due seconde prove è il se-
Tale precauzione deve essere presa, a maggior guente: l'indice del tester dovrà offrire un'indica-
ragione, quando il transistor è un componente di zione con una deviazione a metà scala circa nel
recupero, proveniente dallo smantellamento di un caso di transistor di tipo PNP. Nessuna indicazio-
apparato inutilizzato. ne si dovrà avere nel caso di transistor di tipo
Per controllare l'incolumità del transistor non è NPN.
necessario il provatransistor, ma è sufficiente l'u- Se un transistor dovesse far deviare l'indice del
so di un tester commutato nella misura di resi- tester in entrambe le prove, anche per il solo col-
stenze e nella portata ohm x 10. lettore o il solo emittore, occorrerà concludere che

473
nel componente esiste una giunzione in cortocir-
cuito.
Nel caso in cui non si ottenesse alcuna deviazione
dell'indice del tester in entrambe le prove, oc-
correrà concludere che il transistor sotto control-
lo è interrotto. In ogni caso i transistor che pre-
sentino tali anomalie debbono considerarsi irri-
mediabilmente perduti e possono venir utilizzati
soltanto per particolari applicazioni: ad esempio
come diodi, nel caso in cui una delle due giunzio-
Quando durante il funzionamento il transistor supera
ni risulti integra. certi valori di temperatura, esso deve essere fornito
di un elemento radiatore, posizionato in modo da fa-
PROBLEMA DEL RAFFREDDAMENTO • vorlre la circolazione dell'aria. La posizione verticale
è quindi da preferirsi sempre a quella orizzontale, nel-
Oltre ad essere pericoloso per il transistor duran- la quale la dispersione dell'energia termica appare ri-
dotta del 60%,.
te la fase di saldatura, il calore è anche dannoso
per il componente durante il suo funzionamento.
Ogni transistor, infatti, è caratterizzato da un va-
lore massimo di dissipazione, che risulta assai
inferiore al prodotto fra il valore massimo di
tensione e quello massimo di corrente.
Il valore massimo di dissipazione del transistor
viene riferito ad un valore di temperatura del W elevando la propria temperatura di 1 C oppu-
contenitore di 25°C; tale dissipazione dovrà con- re, il che è lo stesso, può dissipare la potenza di
siderarsi ridotta nel caso in cui il transistor si ri- 1 W elevando la propria temperatura di 3°C.
scaldi.
Da queste poche considerazioni risulta evidente DIMENSIONAMENTO DEL DISSIPATORE
che, durante il funzionamento, il transistor non Supponiamo di dover montare un transistor che
deve superare certi valori di temperatura che, per debba dissipare la potenza di 25 W e supponia-
i transistor al silicio, impiegati in circuiti di re-
mo anche che a questo transistor sia consentito
golazione, può essere di 90°C, mentre per i tran- un aumento di temperatura di 25°C; se la tem-
sistor amplificatori, questo valore può aggirarsi
peratura ambiente è di 25°C, a quel transistor
intorno ai 45-50°C.
è concesso di raggiungere la temperatura massima
Per ottenere il processo di dispersione del calore di 50°C.
si usano diversi sistemi. Il primo fra tutti consiste La resistenza termica del dissipatore risulta fa-
nella realizzazione industriale di transistor muniti cilmente determinata dal rapporto fra la variazio-
di involucro esterno particolarmente adatto alla ne di temperatura, espressa in gradi centigradi,
dispersione del calore. Un secondo sistema consi- e la potenza espressa in watt.
ste nel montare il transistor in modo che il suo In base all'esempio ora citato il valore della re-
involucro esterno risulti in intimo contatto con il sistenza termica è di:
telaio metallico su cui si realizza il circuito. In
tal modo il telaio funge da flangia di dispersione R = 25°C:25 W = 1%C/W
del calore. In pratica non è tuttavia sufficiente utilizzare
Nei montaggi di tipo economico si è soliti avvol- un dissipatore da 1°C/W, perché occorre tener
gere i transistor che si riscaldano facilmente con presente l'esistenza di una resistenza termica fra
una fascetta metallica, munita di una o due alette dissipatore e contenitore del transistor, che di-
di dispersione radiale del calore. pende dal tipo di montaggio.
E' ovvio che risulta molto importante diminuire
RESISTENZA TERMICA il più possibile la resistenza termica di contatto,
allo scopo di utilizzare dissipatori di dimensioni
L'elemento caratteristico e più importante di ogni ridotte.
tipo di dissipatore è rappresentato dalla « resi- Per diminuire la resistenza termica di contatto,
stenza termica» che viene espressa in °C/W. occorre innanzitutto stringere bene le viti di fis-
Questa grandezza fisica rappresenta il numero di saggio fra transistor e dissipatore, utilizzando pos-
gradi centigradi di aumento termico del dissipa- sibilmente del grasso al silicone, per favorire
tore, quando è sottoposto ad una dissipazione di l'accoppiamento termico. Occorre evitare, se pos-
1 W. Facciamo un esempio: un dissipatore da sibile, l'uso di isolanti fra transistor e dissipatore
3°C/W è in grado di disperdere la potenza di 3 come, ad esempio, le comuni rondelle di mica.

474
- FET -
a
TRIAC
Presentiamo e descriviamo in questo quinto ca- TRANSISTOR UNIGIUNZIONE
pitolo alcuni importanti semiconduttori che, pur
appartenendo al mondo dei transistor, devono Il transistor unigiunzione, conosciuto tecnicamen-
essere considerati come delle particolari deriva- te con la sigla UJT, può essere utilizzato da solo
zioni che ogni dilettante di elettronica ha il do- oppure in abbinamento con altri semiconduttori:
vere di conoscere perché potrà spesso capitargli transistor bipolari, diodi controllati, triac.
di doverli montare nei suoi apparati sperimentali. Questo tipo di transistor occupa, a torto, un
Descriveremo quindi il transistor unigiunzione e posto di secondo piano nello studio e nelle appli-
la sua più naturale applicazione che è rappresen- cazioni dilettantistiche.
tata dall'oscillatore a rilassamento. Ci intratter- L'unigiunzione è realizzato tramite una barretta
remo poi sul transistor ad effetto di campo per di materiale semiconduttore (silicio) di tipo N, alla
analizzare successivamente i diodi controllati ed cui estremità vengono ottenuti dei contatti ohm-
il parente più stretto di questi, che è rappresen- miei con i terminali di BASE 1- BASE 2. Una
tato dal TRIAC. Di quest'ultimo semiconduttore punta di alluminio vien fatta penetrare in una zo-
ricorderemo pure i circuiti d'innesco. na intermedia della barretta di silicio, formando
una giunzione P-N. Questa punta fa capo ad un
terzo elettrodo denominato EMITTER.
Come avviene per tutti i dispositivi a semicon-
duttore, anche in questo caso il miglior modo per
condurre un'analisi abbastanza dettagliata del
componente è quello di servirsi di un circuito e-
quivalente, composto con elementi semplici, in
grado di simulare il funzionamento e le caratte-
BASE 2
ristiche del dispositivo.
Lo schema elettrico del circuito equivalente è
composto da due resistenze e da un diodo.
La resistenza di BASE 1 è di tipo variabile; essa
sta ad indicare che il valore della resistenza E-
MITTER - BASE 1 non è una costante del circui-
ASE I to, ma varia in funzione della corrente che scorre
attraverso tale circuito, diminuendo coll'aumen-
tare della corrente.
1/ simbolo elettrico del transistor unigiunzione non dif- Il simbolo elettrico del transistor unigiunzione
ferisce di molto da quello del transistor ad effetto di somiglia un po' a quello del FET, con l'unica dif
campo. La sola differenza consiste nell'inclinazione della
freccia indicante l'EMITTER. ferenza che la linea contenente la freccia è siste-
mata in posizione obliqua rispetto alla barretta
centrale più grossa.

475
OSCILLATORE A RILASSAMENTO
Ricorrendo al circuito equivalente dell'unigiunzio-
BASE 2 ne, è facile comprendere il funzionamento di un
classico oscillatore a rilassamento.
Quando il circuito viene alimentato nel punto
di «contatto» interno all'UJT, si stabilisce una
certa tensione di soglia a causa del partitore re-
sistivo composto dalle resistenze di base interne
ed esterne.
BASE 1 Grazie all'azione del diodo di EMITTER il circui-
to di carica del condensatore (R-C) non viene
perturbato finché la tensione di carica risulta in-
La simulazione del circuito interno di un transistor feriore a quella di soglia. Quando tale valore vie-
UJT, tramite un circuito equivalente, composto con e- ne oltrepassato, il diodo diviene conduttore ed il
lementi semplici, permette di condurre un'analisi ab- condensatore si scarica sulle resistenze di BASE
bastanza dettagliata del funzionamento de-I componente. 1, generando dei picchi molto rapidi e potenti.

TRANSISTOR FET
Il transistor FET è un componente struttural-
mente simile all'unigiunzione, dato che anch'es-
RB2

UJT
1+1+ so è realizzato con una barretta semiconduttrice
di silicio, nella cui zona intermedia viene ricavata
una giunzione P- N.

o.ii Esistono due tipi di transistor FET: quelli a ca-


nale N e quelli a canale P.
I primi, come i transistor NPN, vengono gene-
ralmente utilizzati in circuito con negativo a mas-
RB1
INNESCO
sa, cioè in circuiti in cui l'elettrodo di DRAIN
viene alimentato con una tensione positiva ri-

/ \V
"ah"
V Y I ov
spetto alla SOURCE.
I secondi, come i transistor PNP, vengono uti-
CURVA DI CARICA DEL C
lizzati nei circuiti con positivo a massa. Nei FET
a canale P, dunque, il DRAIN deve essere sem-
pre negativo rispetto alla SOURCE.
Esempio di circuito applicativo del transistor unigiun-
zione. Si tratta dello schema di un classico oscillatore Il nome FET proviene dall'espressione anglosas-
a rilassamento, che permette di interpretare il compor- sone Field Effect Transistor, che significa tran-
tamento dell'UIT. sistor ad effetto di campo. Tale denominazione
deriva dalla caratteristica di questo componente
che consiste in un restringimento del canale, cioè
della barretta di silicio, che fa capo al DRAIN e

GATL G
t g
DRAIN

sovRce
alla SOURCE, quando il componente viene sot-
toposto all'azione del campo elettrico generato da
una opportuna tensione applicata tra GATE e
SOURCE.
Quando la tensione di GATE è relativamente po-
CANALE 'N' CANALE 'P' co negativa (facciamo riferimento ad un FET a
canale N), rispetto alla SOURCE, il campo elet-
Esistono due tipi di FET: quello a canale N (sim- trico, che interessa la giunzione, è debole e nel
bolo a sinistra) e quello a canale P (simbolo a de- componente si genera una piccola zona di svuo-
stra). I transistor a canale N vengono montati nei cir- tamento, nella quale non sono presenti cariche
cuiti con negativo a massa. Nei transistor a canale P
il DRAIN deve essere sempre negativo rispetto alla in grado di trasportare corrente, cosl come ac-
SOURCE. cade in tutti i diodi a giunzione. La resistenza,
che la corrente incontra nel passaggio fra DRAIN
e SOURCE, è bassa, in quanto esiste un'ampia zo-

476
0a, assimilabile ad un canale, per il normale flus-
5O.
Al contrario se la tensione di GATE è molto·
aegativa, la zona di svuotamento si restringe con-
siderevolmente, cioè si restringe il canale con il
risultato che la corrente incontra una notevole
resistenza al suo passaggio. Aumentando ancora GATE
il valore della tensione, si raggiunge un punto in SUPPORTO
(P) (P)
cui il canale risulta totalmente ostruito e non si
ha alcun passaggio di corrente. Questa tensione
è nota sotto il nome di « tensione di pinch off ». SOURCE
Da quanto finora detto appare chiaro che il mec-
canismo della conduzione del transistor ad effet-
to di campo risulta legato principalmente alle
variazioni di tensione sull'elettrodo di GATE ri-
Il transistor FET è composto da una barretta di materiale
spetto alla SOURCE. E' quindi importante cono- semiconduttore (zona a linee tratteggiate in figura); su
scere il modo di poter variare a piacere la tensio- un lato di questa è presente un supporto per il fissag-
ne inserendo certi elementi nel circuito, cioè po- gio meccanico del FET all'involucro esterno; dall'altra
larizzando opportunamente il transistor per por- parte è presente una porta (P), cloè il GATE, attra-
verso li quale entra il segnale da amplificare.
tarlo sul punto di lavoro desiderato.

DIODI CONTROLLA TI
I diodi controllati vengono chiamati anche, più
comunemente, diodi SCR.
Fra il diodo SCR e il più comune diodo esistono
delle affinità, che sono ben giustificate dal com- N situato dalla parte opposta. Al secondo settore
portamento dei due componenti. di materiale P è collegato l'elettrodo rappresen-
L'SCR è composto internamente da tre giunzioni tativo della « porta » o « gate ».
P-N, che formano un semiconduttore di tipo P-N- Applicando all'anodo una tensione negativa ri-
PN, simile a due diodi collegati in serie. spetto al catodo, non si avrà conduzione di cor-
Il terminale relativo all'anodo fa capo, interna- rente in nessun caso, cosl come avviene in un
mente, al semiconduttore P più esterno, mentre il comune diodo; in tal caso l'SCR è rappresenta-
catodo risulta collegato con il semiconduttore bile come un interruttore aperto.

Quando la tensione di gate risulta relativamente poco


negativa rispetto alla source, il campo elettrico, che BAS A
RESISTENZA
interessa la giunzione, è debole e nel componente si
crea una piccola zona di svuotamento, nella quale non
sono presenti cariche in grado di trasportare corrente
(facciamo riferimento ad un FET a canale N). La resi-
stenza fra drain e source è bassa. Al contrario, quando
la tensione di gate è molto negativa, la zona di svuo-
tamento si restringe e la corrente incontra una note-
vole resistenza al suo passaggio. Il meccanismo della
conduzione di un FET risulta legato principalmente alle ALTA CAMPO
variazioni di tensione del gate rispetto alla source. RESISTENZA FORTE

477
G
USc
Quando si applica all'ingresso di un transistor FET a
canale N una tensione crescente di segno negativo, sl
ottiene un restringimento del canale ed una minore con-
duzlone del componente che corrisponde ad una ten-
alone d'uscita, prelevata dal drain, sempre più positi-
va. In que■ta configurazione dunque Il FET agl■ce come
amplificatore con Inversione di fase allo stesso modo
dl un translstor montato in un circuito con emlttore a
massa.
CANALE N

Invertendo la polarità della tensione, l'SCR ri-


ANODO mane ancora bloccato, contrariamente a quanto
avviene in un normale diodo, nel quale si avreb-
be conduzione elettrica; ma il blocco rimane fin-
ché non arriva sul « gate » un impulso positivo
rispetto al catodo e di ampiezza tale da mettere il
diodo controllato in completa conduzione.
GATE
Particolare importante: la commutazione avviene
in un tempo estremamente breve, dell'ordine di
CATODO
0,5 microsecondi ( cioè in un mezzo milionesimo
di secondo. Questo tempo è molto più breve di
Simbolo elettrico di un diodo controllato SCR. quello richiesto dagli analoghi sistemi meccanici.
Una volta innescato, l'SCR rimane conduttore
senza bisogno di alcuna tensione di comando sul
« gate » e rimane conduttore anche quando sul
ANODO « gate » vengono applicati nuovi impulsi di co-
mando, positivi o negativi.
p Come è possibile diseccitare un diodo SCR?
Per realizzare questa condizione, cioè per ripor-
N tare il diodo SCR allo stato di interdizione, esi-
GATE
p stono due sistemi: si può ridurre a zero la ten-
sione fra anodo e catodo, oppure si può ridurre
N l'anodo negativo rispetto al catodo. E in tal caso
la tensione alternata si rivela molto utile, perché
questa passa per lo zero ed inverte la propria po-
larità ad ogni semiperiodo. La commutazione av-
Il diodo SCR (Silicon Controlled Rectifier = diodo con- viene in un tempo molto breve, dell'ordine dei
trollato al siliclo) è un componente a semiconduttore, 12 microsecondi.
realizzato per mezzo di quattro strati di 111icio, di tipo
P ed N, sovrapposti alternativamente. La struttura dun- Abbiamo visto quindi che il diodo SCR si com-
que è paragonabile a quella di due transistor, uno di porta come un interruttore elettronico, il cui co-
tipo PNP e l'altro di tipo NPN, collegati fra loro in mo- mando in chiusura è rappresentato da un impulso
do da formare un circuito a reazione positiva. Tale rea-
zione trasforma il componente In un dispositivo • a positivo, mentre l'apertura può essere ottenuta
scatto », che si innesca tramite un breve impulso Invia- riducendo a zero la tensione fra anodo e catodo.
to all'elettrodo di gate. Anche un normale transistor può comportarsi
come un interruttore; ma nel transistor si possono

478
SEMIONDOA POSITIVA

4
6\ 91[9

Alimentando I'SCR ed Il relativo carico per mezzo della CARICO


corrente alternata, si ottiene il tipico effetto di un inter-
ruttore statico abbinato ad un diodo rettificatore. Infat-
ti, eccitando il gate con una tensione positiva, l'SCR
entra In conduzione; questa cessa automaticamente
quando ta tensione di alimentazione passa attraverso VOLT ALIM.
lo zero, mentre si Innesca nuovamente in presenza del-
la successiva alternanza positiva. E' ovvio che toglien- 9
do Il segnale di innesco, l'SCR si diseccita al primo ENTR. INNESCO
passaggio della corrente alternata attraverso lo zero,
rimanendo in questo stato.

commutare soltanto le piccole potenze, mentre


con il diodo SCR si possono facilmente commu-
tare potenze dell'ordine del kilowatt. Il transi- ANODO 1
stor, inoltre, necessita di un comando applicato
in modo continuativo, mentre l'SCR commuta
per mezzo di impulsi.

TRIAC
Il TRIAC può considerarsi un parente stretto del
diodo SCR. Esso è particolarmente adatto per fun- GATE ANODO 2
zionare con la corrente alternata ed è questo il
motivo per cui i tre elettrodi che lo caratterizza-
no, anziché chiamarsi anodo-catodo-gate, come
Simbolo elettrico del TRIAC normalmente adottato nella
avviene nel diodo SCR, vengono denominati, ri- composizione dei progetti teorici di elettronica.
spettivamente, ANODO 1 - ANODO 2- GATE.
Quando il valore della tensione alternata, appli-
cata sull'anodo 1 e sull'anodo 2 oltrepassa un
determinato limite, chiamato tensione di break- A NODO 1
.down, il diodo si autoinnesca, entrando in con-
duzione e facendo passare una corrente il cui N
,__
- -
valore di intensità risulta funzione diretta del p
circuito di carico (la corrente di gate è nulla, per-
ché questo elettrodo viene supposto non colle- N
gato con alcun circuito di carico). p
Facendo diminuire il valore della corrente e au- i
N R
mentando il valore della resistenza di carico, si a a
raggiunge un punto in cui il valore della corrente
è tale da non poter più mantenere in conduzione
GAT E A NODO 2
il TRIAC. Questo si disinnesca e si comporta
come un elemento isolante.
Il valore minimo della corrente in grado di man-
tenere innescato il TRIAC viene comunemente Struttura "tipica interna di un TRIAC.
indicato con il termine « corrente di Hold » cioè
corrente di mantenimento.

479
L'innesco del TRIAC si può ottenere anche sen-
za superare il valore della tensione di break-down,
applicando semplicemente al gate un impulso di
determinata potenza. Questo impulso ha la pro-
ANODO 1
prietà di modificare la caratteristica tensione-
corrente, abbassando notevolmente in pratica la
tensione di breakdown e permettendo l'entrata
in conduzione del dispositivo.
Confrontato con il diodo SCR, il TRIAC pre-
senta il vantaggio di poter essere innescato con
impulsi negativi, rispetto all'anodo 2, indipen-
dentemente dalla polarità della tensione appli-
cata tra i due anodi.

ANODO 2 CIRCUITI DI INNESCO

Si è detto che il TRIAC può essere innescato,


cioè può entrare in conduzione, sia quando viene
Con questo schema si vuole interpretare con la mas- superato il valore della tensione di breakdown,
sima chiarezza la struttura Interna di un TRIAC, che sia quando ad esso viene applicata una tensione
può essere concepito come il risultato del collegamento
di due SCR in antiparallelo . con fronte molto ripido. Ma ovviamente esiste
anche il sistema tradizionale per innescare il
TRIAC, che consiste nell'applicare un impulso
di corrente sull'elettrodo di gate.
Per realizzare questo naturale sistema di inne-
sco del TRIAC, ci si può servire di diversi circui-
ti, ricordando che il componente può essere inne-
scato, indifferentemente, con impulsi negativi e
con impulsi positivi.
Il più semplice tipo di circuito di innesco è quel-
SEMIONOA lo che preleva la corrente necessaria all'innesco
POSITIVA E NEGATIVA
del TRIAC direttamente dalla tensione applicata
& 68\A L all'anodo 1, tramite una opportuna resistenza.
Un altro sistema di innesco del TRIAC, simile a
quello ora ricordato, consiste nell'uso di un tra-
CARICO
sformatore riduttore di tensione e di una resi-
stenza di limitazione della corrente. Questo cir-
cuito vanta il pregio di un notevole risparmio di
g
VOLT. AL!M. potenza dissipata sulla resistenza, che è di valore
O notevolmente più basso della resistenza impiega-
ENTR INNESCO ta nel circuito precedentemente citato, mentre la
o corrente di innesco conserva lo stesso valore.
Un terzo sistema di innesco del TRIAC consiste
nell'utilizzare una sorgente di alimentazione au-
Tipico circuito di impiego di un TRIAC. A differenza siliaria, in corrente continua, perché il TRIAC
del'SCR, il TRIAC, in presenza di un segnale d'ingresso,
conduce con entrambe le semionde del segnale, quelle può essere innescato anche con la corrente con-
positive e quelle negative, consentendogli di control- tinua.
lare carichi tipici alimentati in corrente alternata sino
alla massima potenza. Come avviene per l'SCR, la di-
Nei tre circuiti presi ora in considerazione, la
seccitazione, in mancanza dell'eccitazione sul gate, si condizione di innesco del TRIAC è raggiunta
verifica al primo passaggio della tensione A1 - A2 at- mediante l'azione su di un pulsante o di un inter-
traverso lo zero.
ruttore. In molti casi pratici, tuttavia, risulta
più utile pilotare elettronicamente un interruttore
di tipo a transistor.

480
ricevitori
Dedichiamo questo sesto capitolo alla presenta- delle superfici delle lamine del variabile affaccia-
zione e alla descrizione di cinque progetti di ri- te fra di loro, il circuito di sintonia assume delle
cevitori radio che riflettono pure cinque impor- caratteristiche radioelettriche in grado di permet-
tantissime tappe della storia e dello sviluppo della tere la circolazione di un solo segnale radio,
radiofonia. Cominceremo quindi con il tipo di ri- quello caratterizzato da un particolare valore di
cevitore più semplice, quello a diodo di germanio, frequenza. Se ciò non avvenisse, tutti i segnali
che tutti i principianti debbono realizzare a titolo radio captati dall'antenna sarebbero presenti nel
sperimentale. Passeremo quindi a trattare il rice- circuito di sintonia e in cuffia si ascolterebbe un
vitore con amplificazione di bassa frequenza e suc- gran rumore senza alcuna intellegibilità della
cessivamente quelli a reazione e reflex. Comple- parola o del suono.
teremo quindi il capitolo con il ricevitore a FET
per onde corte che costituisce sempre il progetto
più ambito da ogni dilettante.

RX A DIODO PER OM
Il più semplice circuito di ricevitore radio, adatto O) ANI
per 1 'ascolto in cuffia delle emissioni radiofoniche
DG
ad onda media, è quello composto da un circuito
di sintonia, da un diodo rivelatore e da un tra-
sduttore acustico che, nel nostro caso, è rappre-
sentato da una cuffia di media impedenza.
Il circuito di sintonia, quello nel quale vengono
« intrappolati » i segnali radio in arrivo attraverso
l'antenna, è composto da una bobina (L1) e da
un condensatore variabile, che può essere di qual-
siasi tipo. Sulla bobina di sintonia, che è composta
complessivamente da 80 spire di filo di rame smal-
tato del diametro di 0,5 mm, avvolto su un sup-
porto cilindrico di bachelite del diametro di 20 O TERRA

mm, è caratterizzata dalla presenza di 5 prese in-


termedie, più precisamente alla 20a - 30a - 40a - Progetto di semplice ricevitore a diodo di germanio con
50a - 60a spira. Queste prese intermedie servo- ascolto in cuffia. La totale assenza di uno stadio di am-
no per agevolare il collegamento della linea di di- plificazione condiziona il buon funzionamento di questo
apparecchio radio all'efficienza di un'ottima installazio-
scesa dell'antenna sul punto della bobina che per-
ne di antenna (della lunghezza di 20 metri circa) e al
mette di ricevere i segnali radio con la maggiore circuito di terra.
intensità possibile. Manovrando il perno del con-
densatore variabile, cioè facendo variare l'entità

481
Il segnale radio, intrappolato dal circuito di sin-
tonia, viene applicato al diodo rivelatore DG,
che è un diodo al germanio di qualsiasi tipo. Que- La potenza di ascolto di un ricevitore a diodo di ger-
manlo aumenta se si fa uso di un transistor amplifi-
sto elemento, che in elettronica assume il nome di catore In questo progetto l'alimentazione del circuito
semiconduttore, è dotato della caratteristica di sl ottiene inserendo gll spinotti della cuffia nelle rela-
lasciarsi attraversare dalle semionde dello stesso tive boccole del ricevitore. Per « spegnere» la ra-
nome che compongono il segnale radio, più pre- dio basta disinserire nuovamente la cuffia.
cisamente dalle semionde positive, rifiutando quel-
le negative. Il simbolo teorico del diodo al ger-
manio DG è composto da due elementi: un pic-
colo triangolo e una barretta a tratto nero; il
triangolo simboleggia l'anodo del componente,
mentre la barretta nera rappresenta il catodo, ·effettu,re un, semplice el,bomzione del proge'
quello dal quale fuoriescono le semionde positive del ricevitore a diodo, aggiungendo in esso un
del segnale radio. Si suole dire che a valle del transistor amplificatore dei segnali di bassa fre-
diodo al germanio è presente il segnale rivelato, quenza. I

che non è tuttavia ancora un puro segnale di Il circuito di sintonia è rappresentato, anche in
bassa frequenza, perché nelle semionde positive questo caso, dalla bobina L1 e da un condensatore 1
sono presenti ancora degli elementi di alta fre- variabile che può essere di qualsiasi tipo, purché \
quenza, che devono essere arrestati, in modo da il valore capacitivo massimo si aggiri intorno ai
impedir loro il raggiungimento della cuffia. 500 pF.
A ciò provvede il condensatore da 5.000 pF, col- La linea di discesa d'antenna risulta collegata con
legato in parallelo alla cuffia; questo condensa- una presa intermedia della bobina L1 ricavata al-
tore provvede quindi a convogliare sulla linea di la 60a spira. Il numero complessivo delle spire di
massa (TERRA) quella parte di segnale ad alta filo di rame smaltato del diametro di 0,5 mm, che
frequenza che è riuscito ad attraversare il diodo al compongono la bobina Ll, è di 80, mentre il
germanio DG. segnale che si vuol rivelare tramite il diodo al
Dopo questo processo di «purificazione» eserci- germanio DG risulta prelevato alla 40a spira della
tato dal condensatore di 5.000 pF, il segnale pre- bobina L1. Queste variazioni di collegamento del-
sente sui terminali della cuffia può considerarsi la discesa di antenna e del diodo al germanio con
come un vero e proprio segnale di bassa frequen- la bobina L1, rispetto al progetto del ricevitore
za, cioè adatto a pilotare il trasduttore acustico precedentemente descritto, vengono effettuate ov-
(CUFFIA). viamente per esaltare le qualità selettive e di
Il funzionamento di questo semplice ricevitore sensibilità del progetto. Se si volesse entrare, sia
radio è condizionato, nella maggior misura, dal- pure in piccola misura, nei dettagli di queste va-
l'efficienza dell'antenna e del circuito di terra. rianti, si dovrebbe dire che le prese intermedie
Ecco perché, per l'ascolto dei segnali radio, è ne- ricavate sulla bobina Ll servono a comporre de-
cessario collegare su una delle prese intermedie gli autotrasformatori capaci di aumentare l'en-
della bobina L1 la linea di discesa di un'antenna tità del debolissimo segnale radio captato dall'an-
molto lunga, almeno di una ventina di metri di tenna.
trecciola di rame· nudo o ricoperto in plastica. Attraversando il diodo D1, i segnali radio subi-
Anche il circuito di terra deve essere efficiente, scono il consueto processo di rivelazione, mentre
cioè costituito da un filo di rame di sezione rela- al condensatore da 5 .OQO pF è affidato il compito
tivamente elevata (1-2-3 mm) collegato, con
una estremità, ad un rubinetto dell'acqua, ad una
tubatura del gas o del termosifone, indifferente-
mente. La cuffia, come abbiamo detto, deve avere
un valore medio di impedenza, aggirantesi attorno
ai 1.000 ohm. Il progetto di un ricevitore a reazione è sempre quello
Per ulteriori dati costruttivi relativi alla bobina maggiormente ricercato dai lettori principianti, perché
L1 rinviamo il lettore alla fine di questo capitolo, esso è caratterizzato da una elevatissima sensibilità,
dove viene trattato più dettagliatamente tale ar- che permette di fare a meno dell'antenna, soprattutto
quando ci si trova in prossimità delle emittenti radiofo-
gomento. niche. Nel caso di mancato funzionamento, il lettore è
Invitato ad invertire i collegamenti dei conduttori sui
RX CON TRANSISTOR PER OM terminali della bobina L3, che rappresenta la bobina
di reazione.
Per poter ricevere i programmi radiofonici ad
onda media con una certa intensità sonora, basta

482
AC1
80sp l 2 ll Cc
CUFFIA

40sp. Il
DG
"'-.I Il up I'ooo n

PILA 9V
T 5 K pF
Il
0sp.

di convogliare sulla linea di terra la parte residua lettore di tale componente viene prelevato il se-
di segnali di alta frequenza presenti a valle del gnale di bassa frequenza amplificato, destinato a
diodo DG. pilotare la cuffia di media impedenza ( 1.000 ohm).
Il puro segnale di bassa frequenza, anziché rag- Il transistor, per poter funzionare, necessita di
giungere, come nel caso precedente, il trasduttore un sistema di alimentazione. Ecco perché si è
acustico, risulta questa volta applicato alla base dovuto provvedere all'inserimento di una pila
del transistor AC127, che è di tipo NPN. Sul col- da 9 V, del tipo di quelle montate nei ricevitori

~1
O) ANT. CUFFIA
1000 O.

50KpF PILA 9V
e

483
radio tascabili. La pila rimane collegata in serie emittente radiofonica, necessita di un'antenna
con la cuffia, con il morsetto positivo rivolto verso di 2/3 metri soltanto. L'elevata sensibilità del
questa e con il morsetto negativo direttamente circuito proviene appunto dalle successive molte-
collegato con la linea di terra. Si faccia dunque plici amplificazioni dello stesso segnale di alta
bene attenzione a non invertire mai questo tipo frequenza tramite il sistema che va sotto il no-
di collegamento della pila, perché in caso con- me di « reazione » e che cercheremo di interpre-
trario si potrebbe provocare la distruzione del tare brevemente nel corso della descrizione di
transistor AC127. questo terzo progetto di ricevitore radio.
Il circuito di questo ricevitore radio non è do- Il circuito di sintonia ricalca le orme di quelli
tato di un interruttore, in grado di « chiudere » dei precedenti ricevitori, perché è formato dalla
o « aprire » il circuito di alimentazione; per tale solita bobina Ll, caratterizzata dalle prese in-
motivo, quando è terminato l'ascolto, occorre termedie, e dal condensatore variabile da 500 pF.
togliere la cuffia dalla sua sede che, praticamente, Il segnale di alta frequenza, captato dall'antenna

IMP AF
2 mH

0W.
AC127

220K
f ~. " CUFFIA
A 1000 n

Progetto di ricevitore di tipo re-


flex adatto per l'ascolto in cuffia
delle emissioni radiofoniche ad
onda media. Il transistor AC127
lavora contemporaneamente in
due condizioni diverse: in alta e
in bassa frequenza.

TERRA

sarà rappresentata da due spinotti inseriti su due e «intrappolato » dal circuito di sintonia a se-
boccole. Togliendo la cuffia si interrompe automa- conda della posizione delle lamine mobili rispet-
ticamente il sistema di alimentazione e si evita di to a quelle fisse del variabile, viene prelevato dal-
scaricare inutilmente la pila. la 20a spira della bobina L1 ed applicato, tramite
Vogliamo ancora ricordare che, anche per questo un condensatore di accoppiamento da 50.000 pF,
tipo di ricevitore radio, sono necessari due ottimi alla base «b» del transistor AC127 che svolge
circuiti di antenna e di terra, possibilmente dello contemporaneamente tre funzioni radioelettriche
stesso tipo di quelli descritti per il precedente diverse: amplifica il segnale di alta frequenza, li
apparecchio radio. rivela ed amplifica i segnali di bassa frequenza.
I segnali di bassa frequenza, amplificati, vengono
RX A REAZIONE PER OM prelevati dal collettore (c) ed inviati alla cuffia,
quelli di alta frequenza, amplificati vengono pre-
II ricevitore a reazione gode di una notevolissima levati dall'emittore (e) ed inviati ad una bobina
sensibilità e per questo motivo, quando vien fatto separata (L3). Questa bobina prende il nome
funzionare in località non troppo lontane dalla di bobina di reazione. Essa infatti risulta elettri-

484
camen te accoppiata con la bo bina L1 ed il grado ancora che, per l'ascolto del ricevitore a reazio-
di accoppiamento, cioè la vicinanza più o meno ne, l'antenna lunga non è necessaria quando si
accentuata di 13 con Ll, determina il grado di ha la fortuna di trovarsi in prossimità dell'emit-
reazione. I segnali radio di alta frequenza, am- tente locale. Infatti, in questi casi particolari, so-
plificati, si trasferiscono in virtù del fenomeno di no sufficienti pochi metri di filo conduttore di
induz ione elettromagnetica, sulla bobina LI, dalla qualsiasi tipo collegato da una parte con il rice-
quale vengono prelevati ed inviati ancora, tramite vitore e abbandonato, anche sul pavimento, dal-
il condensatore da 50.000 pF, sulla base del tran- l'altra parte. Il collegamento di terra è invece ne-
sistor AC127. Questa volta dunque il transistor cessario e, come detto per i precedenti ricevitori
amplifica lo stesso segnale per la seconda volta. radio, deve essere effettuato collegando la presa
Poi ci sarà una terza, una quarta, una quinta, di terra del ricevitore con una tubazione dell'ac-
ecc., volta. Questo numero può crescere fino al- qua, del gas o del termosifone tramite un filo di
l'infinito, ma per poter rendere intellegibili le rame del diametro di 1 o3 mm. nudo o ricoperto
parole e i suoni, questo numero sempre maggiore con materiale isolante.
di successive amplificazioni del segnale di alta A montaggio ultimato, nel caso in cui il ricevitore
frequenza deve essere limitato tramite uno spo- non dovesse funzionare, occorrerà accertarsi sulla
stamento oculato della bobina L3 rispetto alla presenza o meno del fenomeno della reazione,
bobina LI. Si suol dire in pratica che, agendo cioè della presenza del fischio caratteristico ge-
sulla posizione della bobina L3 si regola il grado nerato in cuffia da questo particolare circuito
di reazione del ricevitore radio. In pratica si do- di apparecchio radio. Il fischio deve manifestarsi
vrà avvicinare L3 ad L1 lentamente sino a che in avvicinando più o meno la bobina L3 alla bobina
cuffia si ode un fischio; quindi si sposterà di poco, Ll. Se questo fischio non dovesse verificarsi, oc-
in senso contrario, la bobina L3 fissandola defi- correrà invertire il collegamento della bobina
nitivamente al supporto in quel punto in cui ces- L3, cioè i suoi terminali dovranno essere diver-
sa il fischio della reazione. Al condensatore da samente collegati sull'emittore e sul condensa-
50.000 pF, collegato in parallelo con la cuffia tore da 50.000 pF. In pratica si tratta di dissal-
e la pila di alimentazione da 9 V è affidato il com- dare i due collegamenti, invertire i conduttori
pito di convogliare a massa l'eventuale parte re- tra loro ed effettuare nuovamente le saldature.
sidua di segnali di alta frequenza presenti a valle
del transistor,hec potrebbero raggiungere la cuf- RX REFLEX PER OM
fia danneggiando laualità qdella ricezione.
tipo di cuffia necessaria per l'ascolto è dello Viene definito « circuito reflex » quello di un
stesso tipo di quelle adottate nei precedenti pro- ricevitore radio nel quale uno stesso stadio vien
getti. Quando l'ascolto termina, la cuffia deve es- fatto lavorare in misura doppia rispetto al nor-
sere tolta dalla sua presa in modo da « spegne- male; lo stadio cioè viene chiamato a svolgere
re» il ricevitore radio. contemporaneamente due lavori diversi. Nel no-
La bobina LI viene costruita con lo stesso siste- stro caso si tratta del transistor AC127, che viene
ma delle bobine dei precedenti ricevitori, cioè utilizzato come elemento amplificatore dei se-
avvolgendo 80 spire di filo di rame smaltato del gnali di alta frequenza e di quelli di bassa fre-
diametro di 0,5 mm su un supporto di bachelite quenza. Per chiarire ancor più questo concetto di-
del diametro di 20 mm. Alla 60a spira viene ri- ciamo che i segnali di alta frequenza provenienti
cavata la presa intermedia per il collegamento del dal circuito di sintonia vengono applicati al tran
cavo di discesa dell'antenna. Alla 20a spira viene sistor per essere sottoposti al normale processo
ricavata la presa intermedia per il collegamento di amplificazione; questi segnali di alta frequen-
con il condensatore da 50.000 pF (50 KpF). Per za, amplificati, vengono prelevati dal collettore
quanto riguarda invece la bobina di reazione L3, (c) ed inviati al circuito di rivelazione; da questo
questa, dovendo essere regolata nella sua defini- vengono ovviamente prelevati i segnali di bassa
tiva posizione, deve poter slittare lungo il sup- frequenza e riportati all'entrata del transistor,
porto della bobina L1. Essa dovrà quindi essere cioè alla sua base (b). I segnali di bassa frequen-
avvolta su un tubo di bachelite di diametro leg- za dopo essere stati amplificati vengono preleva-
germente superiore ai 20 mm. La bobina L3 si ti dal collettore ed inviati al trasduttore acustico
ottiene avvolgendo 10 spire di filo di rame smal- (cuffia).
tato dello stesso tipo di quello con cui sono stati Il circuito di sintonia del ricevitore è composto
composti tutti gli altri avvolgimenti. Rimandiamo anche questa volta da una bobina (L2) e da un
in ogni caso il lettore all'ultima parte di questo condensatore variabile del valore capacitivo di
capitolo per gli ulteriori dettagli relativi alle 500 pF. In questo circuito circola la corrente ca-
bobine e al semiconduttore, mentre ricordiamo ratteristica del segnale radio proveniente dall'an-

485
tenna e « intrappolato » dal circuito di sintonia. convogliare a massa eventuali parti di segnali di
Successivamente, in virtù del fenomeno di indu- alta frequenza ancora eventualmente presenti a
zione elettromagnetica, il segnale radio si trasfe- vallè del circuito di rivelazione, in modo da ga-
risce sulla bobina L3 e da questa raggiunge la rantire la presenza di un segnale di bassa fre-
base del transistor. Dopo il processo di ampli- quenza perfetto. Le due resistenze da 4.700 ohm
ficazione il segnale oltrepassa il condensatore di e 220.000 ohm, collegate su uno dei due termi-
accoppiamento da 5.000 pF e raggiunge il circuito nali della bobina L3, prendono il nome di resi-
di rivelazione composto dai due diodi DG. Que- stenze di polarizzazione di base del transistor.
sti due diodi sono collegati in modo da affacciarsi Soltanto in presenza di queste due resistenze il
con due elettrodi diversi verso il segnale prove- transistor è in grado di lavorare correttamente,
niente dal condensatore da 5.000 pF. Uno dei due cioè di svolgere le sue funzioni di elemento am-
diodi infatti è rivolto verso questo condensatore plificatore dei segnali di alta e di bassa frequenza.
con il catodo, mentre l'anodo è collegato con il I segnali uscenti dal collettore del transistor si

2N3823

L'ascolto della gamma delle onde


corte si addice a quel principian-
SCH. ti che hanno già fatto precedenti
100 10 esperienze nella gamma delle on-
K KpF
200
pF
de medie. La presenza del tran-
sistor FET e quella di una appro-
priata bobina di sintonia sono in
grado di garantire un efficiente
ascolto di questa particolare gam-
ma radiofonica.
TERRA

circuito di terra; l'altro diodo è rivolto con l'a- trovano di fronte ad un bivio, cioè possono pro-
nodo verso il segnale e con il catodo verso il con- cedere il loro cammino attraverso due strade di-
densatore da 500.000 pF (0,5 F). verse: quella del condensatore da 5.000 pF e quel-
Con questo tipo di collegamento dei due diodi si la dell'impedenza di alta frequenza da 2 millihen-
verifica il seguente fenomeno: le semionde ne- ry (IMP. AF. 2 mH). Il condensatore da 5.000
gative del segnale vengono inviate sul circuito di pF, essendo dotato di un valore capacitivo relati-
terra, cioè disperse, mentre le semionde positive vamente basso, favorisce il passaggio dei segnali
si affacciano verso il condensatore da 500.000 pF, di. alta frequenza.
che provvede ad applicarle alla base del transistor
L'impedenza AF invece favorisce il passaggio dei
facendole attraversare l'avvolgimento L3.
segnali di bassa frequenza, perché rappresenta
La resistenza da 22.000 ohm, collegata fra il_ca-
una barriera rispetto ai segnali di alta frequenza.
todo di uno dei due diodi al germanio e il circui-
to di terra, prende il nome di resistenza di rive- Dunque, mentre i segnali di alta frequenza ven-
lazione, perché sui suoi terminali è presente la gono rinviati al transistor tramite il condensatore
tensione caratteristica del segnale rivelato. Il di accoppiamento da 5.000 pF, per essere sotto-
condensatore da 1 O .000 pF ( 1 0 KpF) provvede a posti al processo proprio del circuito reflex, quel-

486
li di bassa frequenza attraversano l'impedenza AF volgimento L4, necessaria per il collegamento del-
e raggiungono la cuffia per trasformarsi, in que- la linea di discesa dell'antenna, è ricavata alla de-
sta, in voci e suoni. cima spira. Il segnale radio « intrappolato » dal
Anche in questo tipo di ricevitore, data la pre- circuito accordato viene applicato al gate (G) del
senza del transistor di tipo NPN, è necessario transistor FET di tipo 2N3823 (a canale N). L'in-
provvedere all'alimentazione elettrica tramite una dicazione SCH. sta a significare la presenza su
pila da 9 V, del tipo di quelle montate sui co- questo semiconduttore dell'elettrodo di schermo,
muni ricevitori radio tascabili. Trattandosi di un cioè di quel terminale che risulta in contatto e-
transistor di tipo NPN, la pila deve essere colle- lettrico con l'involucro metallico esterno del com-
gata nel circuito in modo da presentare il mor- ponente.
setto negativo connesso con il circuito di terra Questo elettrodo, che deve essere considerato il
e quello positivo con il circuito di cuffia. quarto elettrodo del FET, viene collegato diret-
Coloro che volessero farlo, potranno dotare il tamente con la linea di massa (TERRA). La pre-
ricevitore di un interruttore, in modo da spegnere senza della resistenza da 100.000 ohm garantisce
ed accendere agevolmente la radio quando ciò l'esatta polarizzazione di gate del transistor FET,
sia necessario. Ma si può fare benissimo a meno permettendo che questo lavori sempre nel modo
dell'interruttore provvedendo a disinserire la cuf- migliore.
fia dal circuito quando si rinuncia all'ascolto dei Nel transistor FET i segnali radio subiscono due
programmi radiofonici. contemporanei processi: quello di amplificazione
Per quanto riguarda il circuito di terra, questo dei segnali radio di alta frequenza e quello di ri-
dovrà essere effettuato nel modo consueto, col- velazione di questi lungo la giuntura gate-source
legando il ricevitore con una tubazione del gas, (G-S). Sul terminale di source, dunque, sono pre-
dell'acqua o del termosifone per mezzo di un filo senti i segnali radio di bassa frequenza, cioè i se-
di rame del diametro di 1-2 mm. L'antenna può gnali radio rivelati; il condensatore da 10.000
avere una lunghezza di 2-3 metri. pF ( 10 KpF) provvede a convogliare lungo la li-
Essa può essere rappresentata da uno spezzone nea di terra gli eventuali residui di segnali di alta
di filo abbandonato a se stesso sul pavimento e frequenza ancora presenti a valle del transistor
collegato ovviamente alla presa d'antenna. La FET. In ogni caso la tensione rappresentativa del
bobina di sintonia L2 è composta da 80 spire di segnale di bassa frequenza uscente della source del
filo di rame smaltato del diametro di 0,5 mm. av- FET è rilevabile sui terminali della resistenza da
volte su un tubo di bachelite del diametro di 20 10.000 ohm, che è una resistenza variabile, cioè
mm. La bobina L3 è invece composta da 1 O spire un potenziometro a strato di grafite e a variazio-
di filo di rame smaltato dello stesso tipo, avvol- ne logaritmica. Questo potenziometro permette
te sullo stesso supporto a pochi millimetri di di- di dosare l'entità del segnale da applicare alla
stanza dall'avvolgimento L2. Per ulteriori detta- base del transistor amplificatore di bassa fre-
gli sulla costruzione delle bobine e sull'inserimen- quenza AC127; si tratta dunque di un elemento
to corretto del transistor nel circuito rinviamo il di controllo manuale del volume sonoro del ri-
lettore all'ultima parte di questo capitolo dedicata cevitore radio per onde corte.
appunto all'interpretazione dettagliata di questi Poiché il transistor FET è di tipo a canale N, per
elementi. non creare difficoltà nel sistema di alimentazione
del ricevitore, si è fatto ricorso ad un transistor
RX CON FET PER OC di tipo NPN, in modo da collegare la pila di ali-
mentazione da 9 V con il morsetto negativo ver-
L'uso di un transistor FET e la costruzione di so la linea di terra.
una appropriata bobina di sintonia garantiscono I segnali di bassa frequenza amplificati dal tran-
la riuscita di un ricevitore radio per onde corte sistor AC127 vengono prelevati dal suo colletto-
molto selettivo e sensibile. re ed applicati direttamente alla cuffia a media
Il circuito di sintonia, che viene anche deno- impedenza ( 1.000 ohm) che funge contempora-
minato « circuito accordato » è composto dalla neamente da trasduttore acustico e carico di col-
bobina L4 e dal condensatore variabile da 200 lettore del transistor. La presenza dell'interrutto-
pF; questo condensatore può essere indifferente- re (INT) nel circuito di alimentazione agevola le
mente di tipo con dielettrico ad aria o a mica. operazioni di accensione e spegnimento dell'ap-
La bobina L4 è composta da 30 spire di filo di parecchio radio.
rame smaltato del diametro di 0,5 mm. Le spire Anche per questo tipo di ricevitore sono necessa-
sono avvolte su un cilindretto di bachelite del ri i collegamenti con un'ottima antenna e un buon
diametro di 20 mm. La presa intermedia dell'av- sistema di terra.

487
BO BINE E SEMICONDUTT ORI realizzate con filo di rame smaltato del diametro
di 0,5 mm.
Nel corso di questo capitolo sono stati presentati
La bobina L2 risulta montata soltanto nel ricevi-
ben cinque progetti di ricevitori radio di facile
realizzazione pratica. In essi si fa uso della bo- tore refi.ex. Questa bobina è analoga alla bobina
L1 e si differenzia da questa solamente per la to-
bina di sintonia, di diodi rivelatori e di transistor,
cioè di elementi che, per la buona riuscita dei tale assenza di prese intermedie.
progetti, possono richiedere ulteriori interpre- La bobina L3 risulta montata nel solo progetto
tazioni tecniche. Presentiamo quindi in un solo di- del ricevitore a reazione. Essa è composta da 10
segno tutti gli elementi di corredo alla realizza- spire di filo di rame smaltato del diametro di
0,5 mm., avvolte su un cilindretto di bachelite di
diametro leggermente superiore ai 20 mm., in
modo da consentire una regolazione agevole della
posizione della bobina L3, rispetto alla bobina
L1, durante la fase di messa a punto della rea-
zione del ricevitore.
La bobina L4 appartiene al progetto del ricevitore
per onde corte con FET. Essa è composta da 30
310 O 80
spire di filo di rame smaltato del diametro di 0,5
L2 mm. ed è caratterizzata dalla presenza di una

~~ j3i presa intermedia alla decima spira, necessaria


per il collegamento con la linea di discesa dell'an-
$ FILO 0,5 mm tenna.
• Fatta eccezione per il più semplice tipo di rice-
z::i
80 L4
vitore radio a diodo per onde medie, descritto al-
~ ~ ~
:.····,·:'J l'inizio di questo capitolo, gli altri quattro pro-

i
.·.:l

s '· '
~
--
'

I lf o '" ~
getti di ricevitori fanno uso tutti del transistor
AC127. Questo semiconduttore è dotato di tre
terminali (E-B-C) e contrassegnato, sull'involucro
esterno, con un punto colorato situato in prossi-
a»osi !! mità dell'elettrodo di collettore. Ebbene, questo
AC127 DG punto colorato funge da elemento di guida per il
riconoscimento dei tre elettrodi del semicondutto-
re, perché subito dopo quello di collettore è pre-
In questo disegno vengono sintetizzati tutti gli elemen-
sente il terminale di base e, all'estremità opposta,
ti costruttivi ed indicativi maggiormente utili per la quello di emittore.
realizzazione dei cinque progetti dei cinque ricevitori Il transistor FET, dì tipo 2N3823, è montato
radio descritti In questo capitolo. soltanto nel progetto del ricevitore per onde corte.
Questo semiconduttore è caratterizzato dalla pre-
senza di quattro terminali che, nell'ordine, sono:
gate (G), schermo (I), source (S) e drain (D).
Per riconoscere questi quattro terminali si fa ri-
ferimento ad una piccola tacca presente nella
parte bassa dell'involucro esterno del FET; que-
sta tacca, come si può vedere nell'apposito dise-
gno, è sistemata fra l'elettrodo di source e quello
zione dei cinque progetti dei ricevitori radio de- di schermo.
scritti nel presente capitolo. Il diodo al germanio è presente in tre dei cinque
La bobina Ll viene usata nel ricevitore a diodo progetti presentati in questo capitolo. Anch'esso è
per onde medie, in quello con transistor e nel un semiconduttore e deve essere inserito nei cir-
progetto del ricevitore reflex. Questa bobina ri- cuiti in un determinato modo. Nell'apposito dise-
sulta costruttivamente pressocché la stessa; pra- gno di fine capitolo è riportato questo compo-
ticamente cambiano soltanto le prese intermedie nente nella sua veste esterna accanto al relativo
che sono chiaramente indicate in tutti e tre i pro- simbolo elettrico. E' facile quindi convincersi che
getti ora citati. Il supporto comunque è sempre la fascetta che avvolge il semiconduttore su una
lo stesso: un cilindretto di bachelite del diametro delle sue estremità sta ad indicare l'elettrodo di
di 20 mm. Anche le spire che compongono le bo- catodo del diodo, mentre l'altro elettrodo rap-
bine sono sempre le stesse, in numero di 80 e presenta l'anodo del componente.

488
alimentatori
Tutti gli apparati elettronici sono dotati di un tensioni, elevate o ridotte rispetto a quella della
circuito alimentatore che, normalmente, è uno rete-luce, vengono prelevate fra un terminale e-
fra i primi di tutti i circuiti che ogni dilettante stremo dell'avvolgimento ed uno dei terminali
impara a conoscere e a realizzare. intermedi, oppure direttamente fra due terminali
Il circuito alimentatore, che a volte prende an- intermedi.
che il nome di « stadio alimentatore», sfrutta Sui terminali estremi dell'avvolgimento secondario
in genere la tensione di rete-luce e svolge i se- del trasformatore di alimentazione sono presenti
guenti compiti: trasforma la tensione di rete-lu- le alternanze dell'alta tensione; queste alternanze
ce in un'altra più elevata o più bassa, trasforma debbono essere trasformate in una sequenza di
la corrente alternata in corrente continua ovvero semionde positive e ciò si verifica quando la cor-
rettifica e filtra la corrente alternata. rente alternata attraversa un particolare elemen-
Il compito di aumentare o ridurre il valore della to che prende il nome di raddrizzatore. Il rad-
tensione di rete-luce spetta al trasformatore di drizzatore può essere rappresentato da un diodo
alimentazione, che può essere dotato di più av- al silicio o da un ponte di diodi al silicio. La ten-
volgimenti o di un solo avvolgimento fornito di sione e, conseguentemente, anche la corrente, a
prese intermedie (autotrasformatore). valle del raddrizzatore, sono composte da un « tre-
Il trasformatore, nella sua espressione più com- no » di semionde positive; quindi si tratta di una
pleta, è dotato di un avvolgimento primario e di tensione unidirezionale ma non ancora di una
un avvolgimento secondario. Questi avvolgimenti tensione continua. Per alimentare la maggior par-
sono elettricamente isolati fra loro e l'energia e- te dei circuiti elettronici è invece necessaria una
lettrica si trasferisce dall'avvolgimento primario a corrente continua.
quello secondario in virtù del principio di indu- Per trasformare la corrente unidirezionale pul-
zione elettromagnetica. Poiché l'avvolgimento pri- sante in una corrente continua, occorre introdur-
mario risulta direttamente collegato con i con- re nel circuito alimentatore, subito dopo l'ele-
duttori della tensione di rete-luce, l'avvolgimen- mento raddrizzatore, un particolare circuito che
to secondario, o gli avvolgimenti secondari, che prende il nome di filtro di livellamento e che, nel-
alimentano l'apparecchia tura elettronica, conferi- la sua espressione più semplice, è rappresentato
scono all'apparato utilizzatore la caratteristica di da un comune condensatore elettrolitico.
rimanere elettricamente isolato dalla rete-luce e Riassumendo, dobbiamo dire che lo stadio ali-
questo è uno dei primi vantaggi offerti dal tra- mentatore deve fornire una corrente continua nor-
sformatore di alimentazione. malmente a bassa tensione. Esso si compone di
Il trasformatore di alimentazione di tipo più eco- tre parti: il trasformatore (o autotrasformatore),
nomico prende il nome di << autotrasformatore ». elevatore o abbassatore della tensione di rete-
Esso è un trasformatore nel quale non esiste l'av- luce (220 V - 50 Hz), il raddrizzatore, costituito da
volgimento secondario; il solo avvolgimento pre- uno o più diodi e il filtro, che può essere rap-
sente funge contemporaneamente da avvolgimen- presentato sia da un semplice condensatore elet-
to primario e da avvolgimento secondario. Le trolitico, sia da un sofisticato circuito elettronico

489
Fig. 1 - Ese mpio tipico di alimen-
tato re aua l se mplice in gra do di SEc
9V-0,3A
trasformare la tensione alterna-
ta di rete-luce di 220 V in quella
continua di 9+-11 V, Ovviamente INT.
da questo alimentatore si può as-
sorbire una corrente di Intensità RL
assai modesta, del'ordine di 0,3
A. E' Importante, in sede di rea- TRASE
5w
lizzazione pratica del progetto, far
bene attenzione al collegamento
del quattro diodi al sillclo, distin- condensatore elettrolitico da 1.000 lettrodo positivo rimanga dalla
guendo In questi l'elettrodo di ca- uF - 16 VI deve essere Inserito parte della llnea di alimentazio-
todo e quello di anodo. Anche il nel circuito In modo che il suo e- ne positiva.

in grado di stabilizzare la tensione ed eliminare plicata la tensione alternata di rete-luce a 220 V.


l'ondulazione residua (ripple). L'avvolgimento secondario, che è composto da
un numero di spire inferiore rispetto a quelle
L'ALIMENTATORE PIU' SEMPLICE dell'avvolgimento primario, eroga ovviamente una
tensione alternata di valore più basso (nell'esem-
Un esempio tipico di progetto di alimentatore pio di figura quella di 9 V).
molto semplice è quello riportato in figura 1. Il trasformatore montato nel progetto di figura 1
Gli elementi fondamentali che compongono que- è in grado di erogare, sull'avvolgimento secon-
sto circuito sono: il trasformatore di alimentazio- dario, una corrente alternata dell'intensità di 0,3
ne, il ponte di diodi al silicio e il condensatore A. Non è quindi possibile, in sede di utilizzazio-
elettrolitico. ne dell'alimentatore, assorbire una quantità di
Il trasformatore di alimentazione è dotato di un corrente maggiore perché, altrimenti, il trasforma-
avvolgimento primario (PRI) al quale viene ap- tore si riscalderebbe al punto da provocare la

TRASF.
Fig. 2 - Esempio di progetto di 6W BY126
alimentatore duplicatore di ten-
sione. Si noti il tipo di collega-
mento del due diodi al silicio,
che sostituiscono il classico pon- 15 V
te raddrizzatore e garantiscono, PRL SEC.
in uscita, la presenza di una ten- 220V 6V-08A k l
sione continua di valore circa il 22on j, -@
doppio di quello della tensione
RETE INT.
7.L#
alternata presente sul terminali
dell'avvolgimento secondario. La
tensione d'uscita diminuisce in
misura rilevante quando si cole-
ga il carico RL, cioè l'apparec- caduta di tensione basta inseri- pio di quello necessario per l'a-
chiatura elettrica che si vuol ali- re due condensatori elettrolitici llmentatore di tipo più semplice
mentare. Ma per limitare questa di valore elevato, quasl il dop- con raddrizzatore a ponte.

490
fusione dei conduttori interni. Dopo il ponte rettificatore è presente il conden-
In pratica quindi, quando si decide di acquistare satore elettrolitico di filtro, del valore di 1.000
un trasformatore di alimentazione, occorre di- uF - 16 VI (la sigla VI sta a significare volt-la-
chiarare al rivenditore almeno tre dati elettrici voro), che provvede a trasformare la tensione ret-
importanti: il valore della tensione cui si sotto- tificata pulsante, cioè la tensione unidirezionale
pone l'avvolgimento primario, quello della tensio- pulsante, in una tensione continua.
ne erogata dall'avvolgimento secondario e la quan- Sull'uscita del progetto dell'alimentatore di figura
tità di corrente che si vuole assorbire da questo, 1 non è stato riportato un unico valore della ten-
oppure la potenza elettrica del trasformatore. Nel- sione. Ciò perché questo valore è suscettibile di
l'esempio di figura 1 la potenza elettrica si deduce variazioni col variare dell'elemento di carico ap-
dal valore della tensione erogata dall'avvolgi- plicato (RL). Con questa ulteriore sigla si vuol
mento secondario moltiplicato per quello della definire il valore complessivo della resistenza di
massima corrente che si vuol assorbire (9 V x 0,3 lavoro dell'apparato utilizzatore ovvero, dell'ap-
A = 2,7 W). Sarebbe sufficiente quindi un tra- parecchiatura elettronica che verrà collegata con

SEC. 6,8n
9v-0,54 2w

Fig. 3 - Le moderne apparecchia-


ture elettroniche, nella maggior
parte, debbono essere alimentate RL 9v
con tensioni continue assoluta- ZENER
TRASF 9v- 5w
mente stabili nel tempo, cioè di 5W
valore costante. Questo proget-
to di alimentatore risolve il pro-
blema facendo ricorso al diodo
zener che, tenuto conto della avere una potenza di 5 W. L'unico cesslva dissipazione di potenza
presenza della resistenza di limi- inconveniente che caratterizza elettrica da parte del diodo ze-
tazlone da 6,8 ohm - 2 W, deve questo circuito risiede nella ec- ner.

sformatore da 2,7 W ma, per ragioni di sicurez- l'uscita dell'alimentatore. In linea di massima
za, si preferisce raddoppiare, o quasi, questo va- il valore della tensione d'uscita può variare fra
lore. Ecco perché sullo schema di figura 1 abbiamo i 9 e gli 11 V.
indicato il valore di potenza di 5 W. Ad ogni modo il valore esatto della tensione a
A valle del trasformatore di alimentazione è pre- vuoto presente all'uscita dell'alimentatore può
sente un ponte raddrizzatore, composto da quat- essere calcolato applicando la seguente formula:
tro diodi al silicio di tipo BY126. Questi quattro
diodi debbono essere montati nel modo indicato Vusc. = (Vsec.x 1,4) - 1,2 V)
nel progetto, facendo bene attenzione a non
scambiare fra di loro il catodo con l'anodo. Con la sigla Vusc. intendiamo definire il valore
Ad ogni modo, per questi particolari elementi di della tensione misurata sulle boccole d'uscita del-
montaggio, rinviamo il lettore all'ultima illustra- l'alimentatore a vuoto, cioè quando nessuna ap-
zione di questo capitolo, nella quale sono ripor- parecchiatura rimane collegata. Con la sigla Vsec.
tati alcuni disegni chiarificatori in grado di in- intendiamo esprimere il valore della tensione mi-
dirizzare l'operatore ad un sicuro e preciso mon- surata sui terminali dell'avvolgimento secondario
taggio dell'alimentatore. del trasformatore d'alimentazione.

491
DUPLICATORE DI TENSIONE sente sull'avvolgimento secondario del trasforma-
tore di alimentazione è di 6 V, mentre quella pre-
Talvolta sorge la necessità di ottenere, con un da- sente sulle boccole d'uscita si aggira intorno ai
to trasformatore. una tensione d'uscita continua 15 V, cioè intorno ad un valore che può consi-
di valore superiore a quella ottenibile con un derarsi doppio. Ecco perché questo particolare ti-
• raddrizzatore a ponte. po di alimentatore assume il nome di « duplica-
Quando il valore dell'intensità di corrente ri- tore di tensione ».
chiesto non è eccessivo, conviene costruire un cir-
cuito duplicatore di tensione come quello rap-
presentato in figura 2. STABILIZZAZIONE DI TENSIONE
Dalle boccole d'uscita di questo alimentatore è
I due progetti precedentemente descritti, quello
possibile prelevare una tensione il cui valore è
dell'alimentatore semplice e quello del duplicatore
dedotto dalla seguente formula:
di tensione, presentano lo svantaggio di non con-
Vusc. = (Vsec.x2,8) - 1,2 V servare' il valore nominale della tensione d'uscita

2N3055

TRA$E
15 w

Z 6V DZ9v DZ 12V
2w ?w

Flg. 4 - Un accorgimento, diffu- di ridurre la potenza del diodo bllizzato su tre diversi valori di
samente adottato nella moderna rener, che risulta ridotta di un tensione: 6 V - 9 V - 12 V.
elettronica consiste nel servirsi valore pari a quello del guada- Il transistor 2N3055 è un com-
di un transistor amplificatore sul gno del transistor. La presenza ponente di potenza, che deve es-
circuito d'uscita degli alimentato- di un commutatore ad una via - sere montato su elemento radian-
ri stabilizzati. La presenza di tre posizioni permette di commu- te In grado di disperdere il ca-
questo semiconduttore permette tare l'uscita dell'alimentatore sta- lore erogato dal semiconduttore.

Questo valore di tensione diminuisce in misura quando varia il carico applicato, cioè l'apparec-
rilevante quando all'alimentatore viene collegata chiatura che si vuol alimentare. Mentre per molti
l'apparecchiatura elettrica che si vuol alimentare, circuiti elettronici è assai importante che il valo-
cioè quando si collega il carico RL, dato che cia- re della tensione di alimentazione rimanga sem-
scuno dei due raddrizzatori al silicio BY126 rad- pre lo stesso, almeno entro limiti sufficientemente
drizza una sola semionda della tensione alternata. ristretti, al variare della quantità di corrente as-
Per limitare questa caduta di tensione, è necessa- sorbita dall'alimentatore.
rio far ricorso a due condensatori elettrolitici di Per raggiungere tale scopo si debbono inserire,
valore capacitivo pressocché doppio di quello del nei circuiti degli alimentatori, taluni dispositivi
condensatore elettrolitico montato nell'alimenta- elettronici atti a stabilizzare la tensione d'uscita.
tore precedentemente descritto. E fra questi il principale componente è costituito
Nel progetto di figura 2 la tensione alternata pre- dal diodo zener. Questo diodo, che è un semi-

492
conduttore, è in grado di conservare ad un valore rente composti solitamente da transistor di po-
costante quello della tensione presente sui suoi tenza.
terminali, anche quando la corrente che lo attra-
versa varia entro limiti relativamente ampi. STABILIZZAZIONE CON TRANSISTOR
Un tipico esempio di applicazione del diodo zener
L'uso di un transistor, come abbiamo detto, con-
è quello di figura 3, dove viene presentato il pro-
sente di utilizzare diodi zener di piccola potenza.
getto di un alimentatore stabilizzato. In pratica la potenza dello zener può essere ri-
Il diodo zener è collegato in parallelo con il cari- dotta di un valore pari a quello del guadagno del
co RL, cioè con l'apparato utilizzatore; esso man- transistor. Si potrebbe anche dire, equivalente-
tiene costante il valore di 9 V della tensione con- mente, che con il transistor, è possibile aumentare
tinua presente sui suoi terminali, assorbendo più il controllo della corrente nella stessa misura.
o meno corrente attraverso la resistenza di limita- Il progetto riportato in figura 4 interpreta un e-
zione che, nell'esempio di figura 3, assume il va- sempio di alimentatore stabilizzato facente uso

SEC.
15v2A

TRASE.
JOW

Flg. 5 - Quando si debbano sta- anche servirsi di un trasforma- ne al trasformatore stesso, ln se-
billzzare correnti di forte inten- tore con avvolgimento seconda- de di montaggio di questo ali-
sltà, di valore compreso fra 1 e rio a 12 V; la potenza del tra- mentatore stabilizzato al dovrà
2 A, l'uso del transistor amplifi- formatore deve essere almeno provvedere alla dispersione del-
catore di potenza diviene Indi- di 30 W, se si vuole evitare Il l'energla termica del transistor e
spensablle, Per ottenere la ten- surriscaldamento del conduttori dello zener tramite opportuni si-
sione d'uscita dl 12 V occorre e Il pericolo di bruciature Inter- stemi radianti.

lore di 6,8 ohm - 2 W. Con questo comportamento di un transistor amplificatore e di tre diodi zener
risultano compensate le variazioni del carico. (DZ) commutabili in modo da consentire il rag-
Anche l'alimentatore stabilizzato, tuttavia, presen- giungimento di tre diversi valori di tensioni di
ta un grosso svantaggio: quello della notevole dis- uscita.
sipazione di potenza da parte del diodo zener, L'uso del transistor amplificatore 2N3055 consen-
in particolar modo quando il carico alimentato te inoltre di migliorare il processo di filtraggio
è minimo e lo zener è costretto ad assorbire tutta della corrente raddrizzata, senza dover far ricor-
la corrente erogabile dall'alimentatore. Per ov- so a condensatori elettrolitici di valore capacitivo
viare a tale inconveniente, che incide soprattuto elevato. Infatti, il valore capacitivo del conden-
sul costo notevole del diodo zener di potenza, satore elettrolitico, collegato fra la base del tran-
si preferisce far ricorso a quegli alimentatori nei sistor e la linea negativa di tensione, assume un
quali risultano montati degli amplificatori di cor- valore che è pari a quello che si ottiene moltipli-

493
cando il valore reale del condensatore per il gua- Sia il transistor 2N3055, sia il diodo zener da
dagno del transistor. Si può quindi facilmente 13 V-5W, sono due componenti elettronici sog-
intuire che, con tale sistema, servendosi di valori getti ad una notevole dissipazione di potenza. Ciò
capacitivi assai ridotti, si raggiunge una notevole significa che, in sede di realizzazione pratica del
riduzione del ripple. progetto, l'operatore dovrà provvedere all'intro-
duzione di elementi radiatori di calore, allo scopo
STABILIZZATORE PER CORRENTI INTENSE di contenere entro limiti accettabili la tempe-
ratura di funzionamento.
L'uso di un transistor amplificatore di potenza, I diodi zener di potenza elevata si differenziano
come ad esempio i1 2N3055, risulta indispensa- da quelli di media potenza per la loro veste e-
bile quando si debbano stabilizzare correnti di steriore. Quelli di media potenza, infatti, assomi-

BY 126 Flg. 6 - GII elementi riportati in questa tavola sono


quelll di maggiore Importanza che concorrono alla
ZENER composizione del progetti degli alimentatori presenta-

#
ti ed analizzati nel corso del presente capitolo. SI noti

$
In particolare 'la veste esteriore del diodo zener di
potenza, Il cui catodo è costituito da un terminale sul
quale è d'uopo effettuare una saldatura a stagno del
conduttore. L'anodo è Invece rappresentato da un bul-
~ ~ lonclno che permette di stringere Il componente su un
elemento metallico con funzioni di dispersore dell'e-
15w 5W 1W
nergla termica. Per quanto riguarda invece il transi-
stor di potenza 2N3055, sl deve tener presente che
l'elettrodo di collettore è costituito da tutto l'invo-
2N3055
c IO + lucro esterno metallico del componente. Questo elet-

(J
trodo viene collegato al circuito utilizzatore per mez-
TERMINALE zo di una delle due viti che fissano il transistor al suo
POSITIVO naturale supporto. Per garantire l'isolamento elettrico
o
B t ±} del collettore, l'operatore deve sempre ricordarsi di
Interporre fra il semiconduttore e la base di sostegno
o CONO. ELETTROL. alcuni foglietti di mica.

carico di forte intensità, per esempio comprese gliano un po' ai comuni diodi di piccola potenza,
fra 1 e 2 A. mentre gli zener di potenza elevata assomigliano
Il progetto presentato in figura 5 risolve questo ai diodi raddrizzatori di grande potenza.
problema, perché esso, pur risultando poco co- Nel transistor 2N3055 l'elettrodo di collettore è
stoso, provvede in modo semplice a stabilizzare rappresentato dall'involucro metallico esterno del
una tensione continua di 12 V con un corrispon- componente. Ciò significa in pratica che, allo sco-
dente assorbimento di 2 A max. po di evitare pericolosi cortocircuiti, durante il
Ovviamente, trattandosi di un alimentatore per fissaggio del componente sull'elemento radiante
correnti elevate, anche il trasformatore di ali- o sul telaio nel quale si compone il circuito, si
mentazione dovrà essere caratterizzato da una dovranno interporre alcuni foglietti di mica iso-
certa potenza (nel progetto di figura 5 è indicato lante, prelevando l'elettrodo di collettore su una
il valore di 30 W). delle due viti di fissaggio del componente.

494
I 8°

amplificatori
All'amplificazione dei segnali radio o di quelli pro- su due fattori principali. Prima di tuuo occorre
venienti dai trasduttori acustici, dai sensori o da che il transistor amplificatore lavori nelle con-
altre sorgenti di segnali elettronici, provvedevano dizioni elettriche previste dal fabbricante, perché
le vecchie valvole. Oggi questo compito viene quelle sono già state sperimentate e consigliare
svolto dai transistor, che pilotano dunque i cir- come le più fedeli. In secondo luogo occorre che
cuiti amplificatori delle tre grandi categorie: i componenti elettronici, che fanno parte del cir-
cuito amplificatore, non risultino essi stessi cau-
1) - Amplificatore AF sa di distorsione per errato dimensionamento o
tipo di collegamento.
2) - Amplificatore MF
Quando il suono in uscita appare distorto, cioè
3) - Amplificatore BF affetto da disturbi e da variazioni indesiderate,
pur essendo il circuito amplificatore montato con
In questo capitolo ci occuperemo soltanto della la massima attenzione, occorre porre rimedio al-
terza categoria di amplificatori, quella degli am- l'inconveniente mediante taluni sistemi tecnici.
plificatori di bassa frequenza, denominati anche Tra questi il più noto è quello della « controrea-
amplificatori audio. zione », che consiste nel riportare sulla base del
Le caratteristiche principali di ogni amplificatore transistor amplificatore un segnale proporzionale
debbono essere: grande fedeltà del segnale am- a quello amplificato, in modo che sulla base ven-
plificato e conferimento di potenza al segnale ga effettuata una somma algebrica dei due se-
stesso. gnali: quello da amplificare e quello amplificato.
Per fedeltà si intende la qualità posseduta da un In tal modo, se i segnali presenti sulla base del
amplificatore nel fornire, in uscita, un segnale transistor amplificatore sono diversi fra loro per
che risulti copia fedele di quello applicato all'en- qualche valore, questo interviene nell'amplifica-
trata del circuito, ossia con le stesse variazioni e zione in maniera da annullarsi all'uscita del cir-
la stessa proporzione fra le diverse ampiezze i- cuito. Non è questo un concetto molto semplice
stantanee. Quando ciò non si verifica, si suol dire da afferrare e neppure può essere interpretato bre-
che il segnale è affetto da distorsioni, oppure che vemente. In ogni caso al principiante basta sape-
esso è distorto: cioè la forma d'onda del segnale re che la controreazione rappresenta un rimedio
uscente non è più simile a quella del segnale en- agli inconvenienti della distorsione e trova la sua
trante nell'amplificatore, ma contiene disturbi ed principale applicazione pratica negli stadi ampli-
imperfezioni. Ogni amplificatore di bassa fre- ficatori audio.
quenza, dunque, deve essere il più fedele possi-
bile, altrimenti nell'auricolare, nella cuffia o nel- TRE TIPI DI CIRCUITI
l'altoparlante entrano delle onde che non hanno
la forma fedele del segnale che si vuol amplifi- Gli amplificatori audio transistorizzati possono
care. essere suddivisi in vari modi. Ma una suddivisio-
Per evitare i fenomeni di distorsione si deve agire ne, molto comune, fa riferimento all'elettrodo del

495
transistor che viene collegato a massa. Con tale funzionamento di questo amplificatore, il segnale
criterio si possono classificare tre tipi di circuiti da applicare all'entrata deve essere prelevato di-
amplificatori: rettamente da un sensore, da un preamplificatore
o dallo stadio rivelatore di un ricevitore radio a
1) - Amplificatore con emittore a massa modulazione di ampiezza o a modulazione di fre-
2) • A.mpll.6.catore con base a massa quenza. Il condensatore, montato in serie fra l'en-
trata e la base del transistor AC127, garantisce
3) - Amplificatore con collettore a massa. l'applicazione alla base del semiconduttore dei
segnali variabili provenienti dall'entrata del cir-
Un altro metodo, assai più conveniente, per clas- cuito, mentre blocca ogni eventuale componente
sificare i circuiti a transistor, fa riferimento ai continua. Ciò significa che eventuali tensioni con-
segnali che circolano negli stessi amplificatori. tinue, presenti sul circuito d'uscita della sorgente
sonora, non possono entrare nel circuito dell'am-
plificatore audio a causa della presenza del con-
densatore da 0,5 F. Le due resistenze, montate
sul circuito di base, polarizzano questo elettrodo
del transistor, facendolo funzionare al giusto pun-
to di lavoro. L'alimentazione del circuito è otte-
nuta con una pila da 9 V, collegata con il morsetto
negativo verso il circuito di emittore, cioè verso
il circuito di massa, perché il transistor AC127
è di tipo NPN.

r~:n
OcUFFA

r
0,5E Si vuole appena ricordare che questo semplice
AC127 circuito di amplificatore audio assume un elevato
contenuto didattico, perché si presta alla speri-
mentazione di vari tipi di transistor e diversi va-
ENTR,
g V lori di resistenze di polarizzazione in grado di in-
6 fluenzare il guadagno dello stadio e il valore del-
1 'impedenza d'ingresso.

AMPLIFICATORE DA 100 mW
Fg. 1 - Semplice progetto di amplificatore audio adat- Quando si vuole ottenere una riproduzione so-
to per H pllotagglo di una cuffia a media impedenza.
nora attraverso un altoparlante, il segnale di bas-
sa frequenza deve essere sottoposto ad un certo
processo di amplificazione, perché quello che si
svolge nel precedente progetto non è sufficiente.
Uno dei progetti più semplici, che consentono il
pilotaggio di un altoparlante, è quello riportato
in figura 2. Questo amplificatore audio è in grado
Questo secondo metodo permette di tralasciare di erogare una potenza di 100 mW.
ogni espressione analitica, che renderebbe mono- Il progetto è composto da due stadi transistoriz-
tona l'esposizione e distrarrebbe certamente il zati. Il primo di questi, pilotato dal transistor
lettore dalla precisa assimilazione di taluni con- BC107, si differenzia da quello dell'amplificatore
cetti fondamentali. Conviene, dunque, descrive- precedentemente descritto, sia per l'introduzione
re i ci:cuiti sotto l'aspetto di schemi di massima, di una rete di controllo del volume sonoro, sia
attribuendo ai componenti elettronici i valori che per un diverso modo di polarizzare la base del se-
si incontrano nella pratica di ogni giorno. miconduttore, che risulta collegata allo stadio suc-
cessivo tramite una resistenza di controreazione
AMPLIFICATORE PER CUFFIA da 470.000 ohm.
Per controllare il volume sonoro in altoparlante,
Cominciamo quindi con la presentazione, in fgu- basta regolare la tensione del segnale erogato dal-
ra 1, di un singolo stadio amplificatore audio, e- la sorgente per mezzo di un potenziometro a gra-
stremamente semplice, in grado di pilotare diret- fite e a variazione logaritmica del valore di 47.000
tamente una cuffia a media impedenza, del valore ohm. Il cursore di questo potenziometro preleva
compreso fra i 600 e i 2.000 ohm. Per il buon la quantità di tensione caratteristica del segnale

496
audio nella misura voluta, applicandola, attra- elemento amplificatore di corrente. Esso pilota con
verso il condensatore di accoppiamento da 0,5 uF il suo emittore l'avvolgimento primario (PRI.)
e la resistenza da 1.000 ohm, alla base del tran- del trasformatore d'uscita, che provvede ad adat-
sistor BC107, che è di tipo NPN e ciò significa tare l'impedenza relativamente elevata del cir-
che il collettore deve essere collegato con la linea cuito elettronico d'uscita dell'amplificatore audio
di alimentazione positiva, mentre l'emittore va a con quella relativamente bassa dell'altoparlante,
collegarsi con la linea di alimentazione negativa, Infatti, l'impedenza dell'avvogimento primario del
cioè con la linea di massa. trasformatore d'uscita deve aggirarsi fra i 500
Per poter aumentare l'impedenza d'ingresso del e i 5.000 ohm, mentre l'impedenza dell'avvolgi-
transistor BC107 e per poterne stabilizzare il gua- mento secondario dovrà aggirarsi intorno ai 4 + 8
dagno, tenendo anche conto delle eventuali varia- ohm.

1,2K.

»
Sc.

2° Flg. 2 - Questo progetto di am-


plificatore audio permette di rea-
+al] "
llzzare un apparato con potenza
use d'uscita di 10 mW su un alto-
parlante da 8 ohm. Sul circuito di
entrata è previsto il controllo di
volume' sonoro del dispositivo .

zioni di temperatura, si è provveduto ad inserire, AMPLIFICATORE CON USCITA DIRETTA


nel circuito di emittore, una resistenza da 33 ohm.
E passiamo ora al secondo stadio dell'amplificato- La caratteristica principale dell'amplificatore au-
re riportato in figura 2. Questo secondo stadio dio precedentemente descritto è senza dubbio
è stato collegato con il primo con il sistema a col- quella della semplicità. Una semplicità duplice,
lettore comune. Dunque questo secondo stadio sia circuitale, intesa come progettazione, sia rea-
non offre alcun guadagno di tensione, cioè non . lizzativa, intesa come lavoro costruttivo dell'ap-
aumenta l'amplificazione sonora esercitata dal parato. Ma quell'amplificatore non può fornire
primo transistor, ma introduce un notevole gua- una potenza d'uscita superiore ai 100 m W senza
dagno di corrente assolutamente necessario per evitare danni alla fedeltà di riproduzione e alla
pilotare l'altoparlante. sensibilità del circuito. Un altro elemento nega-
Si noti il particolare sistema di prelievo del se- tivo di quell'amplificatore audio può essere rap-
gnale d'uscita; questo prelievo viene infatti otte- presentato dal trasformatore d'uscita, la cui re-
nuto sull'emittore del transistor, anziché, come peribilità commerciale può divenire difficoltosa
avviene comunemente, sul suo collettore. Ciò ga- in molte località. Meglio dunque ricorrere ad un
rantisce una migliore riproduzione sonora, più fe- progetto leggermente più complesso ma dotato
dele e meno distorta. di qualità riproduttive superiori e pilotato con
Il transistor 2N1711 è di tipo NPN e funge da elementi di facile reperibilità commerciale.

497
Il progetto dell'amplificatore audio presentato estremi di questo potenziometro è presente la ten-
in figura 3 è quello di un circuito di tipo a sim- sione caratteristica del segnale preamplificato.
metria complementare. Esso si compone di tre Essa viene prelevata nella misura voluta, che cor-
stadi diversi. risponde al volume sonoro dell'altoparlante, pro-
Il primo stadio del progetto di figura 3 è rappre- prio perché con questo potenziometro si control-
sentato da un circuito preamplificatore, pilotato la il volume sonoro in uscita dell'amplificatore
dal transistor BC107, che è di tipo NPN. li se- audio.
condo stadio viene denominato stadio pilota e Tramite il condensatore elettrolitico di accop-
fa capo anch'esso ad un transistor di tipo BC107. piamento da 5 F- 12 VI, il segnale preampli-
Il terzo stadio è quello d'uscita, composto prin- ficato viene prelevato dal cursore del potenziome-
cipalmente dai transistor 2N2905 e 2N1711, non- tro ed applicato alla base del transistor BCl 07,

5,6 K
=±+

e
220

e
9V
Fig. 3 - Quando si vuol evitare
l'uso del trasformatore d'uscita
tra l'amplificatore finale e l'alto-
parlante, si deve ricorrere ad un
dispositivo di tipo a simmetria
complementare. Il progetto qui ri-
AP
8n portato è composto di tre stadi:
quello preamplificatore (BC107),
quello pilota (BC107) e quello
d'uscita pilotato dai due transi-
stor complementari 2N2905 e
2N1711.

ché dall'altoparlante con impedenza di 8 ohm. che svolge le funzioni di elemento pilota dello sta-
Allo stadio preamplificatore, cioè allo stadio d'en- dio finale. Il compito primario dello stadio pilota
trata del progetto, è affidato il compito di am- è dunque quello di fornire in uscita, cioè sul suo
plificare i segnali a debole livello e di mantenere collettore, due segnali amplificati nella stessa mi-
l'impedenza d'ingresso ad un valore abbastanza sura da affidare ai due transistor complementari
elevato, allo scopo di non sovraccaricare la sor- dello stadio finale, cioè al transistor 2N1711, che
gente di segnale (ENTR. BF). è di tipo NPN e al transistor 2N2905 che è di tipo
I segnali preamplificati vengono prelevati dal PNP.
collettore del transistor BC107 tramite il conden- E veniamo ora ad interpretare la presenza della
satore elettrolitico. da 5 uF- 12 VI ed inviati al resistenza da 220 ohm collegata in serie con il
potenziometro di volume da 10.000 ohm, di tipo transistor pilota.
a grafite e a variazione logaritmica. Sui terminali Poiché la tensione di polarizzazione dei due tran-

498
13

Flg. 4 - Coloro che necessitano


di un'amplificazione di bass a fre-
quenza di sorgenti sonore ad e-
+
levata impedenza d'uscita, come
ad esempio i microfoni piezoelet-
trici, debbono provvedere alla rea-
lizzazione di un amplificatore
(BC107) preceduto da uno stadio 1Mn
elevatore di impedenza di tipo
a FET.
4,7k0

sistor finali deve differire nel valore di 1,2 V, cioè un segnale amplificato, pressocché indistorto
non è assolutamente possibile prelevare da uno su una bassa impedenza d'uscita. Ciò vuol anche
stesso punto il segnale di pilotaggio dei due tran- dire in parole più semplici che il segnale presente
sistor finali. Questo segnale viene invece prele- nel punto « A» è in grado di pilotare diretta-
vato sui due terminali estremi della resistenza da mente e correttamente, per mezzo della sola in-
220 ohm. Con questo sistema, anche quando i due terposizione di un condensatore elettrolitico di
transistor finali si trovano nelle condizioni di elevata capacità (470 F - 12 VI), un altoparlan-
riposo, essi risultano polarizzati in misura tale te con impedenza di 8 ohm (valore dell'impeden-
da rimanere entrambi conduttori. In particolare, za della bobina mobile).
quando si tratta di amplificare un segnale posi- La presenza del trimmer potenziometrico da 1.000
tivo, interviene il transistor 2N1711, che risulta ohm, collegato in serie con la resistenza da 220
conduttore, mentre il transistor 2N2905 passa al- ohm e con la base del transistor.2N1711, permet-
l'interdizione. La condizione opposta si verifica te di regolare il valore della tensione sul punto
in presenza di segnali negativi. Pertanto, sce- « A» che, per raggiungere il miglior funziona-
gliendo due transistor finali di ugual guadagno, mento dell'amplificatore, deve assumere il valore
nel punto « A» si ottiene una amplificazione, di 4,5 V. Soltanto in presenza di questo valore

330 n

Fig. 5 - Riportiamo in questo sche-


ma il sistema universalmente a-
dottato per il controllo delle no-
te acute e di quelle gravi del se-
gnale proveniente da una qualsia-
si sorgente audio. Trattandosi di
circuiti a componenti passivi (con-
densatori-resistenze), o c c o r r e
provvedere, a valle di questi, ad
una amplificazione del segnale
(BC107).

499
e
BC107
2N 3823 AC127
2N1711
2N2905
][H Fig. 6 - In questa tavola vengono riprodotti tutti gli
elementi essenziali per guidare correttamente il let-
TERMINALE tore nell'eventuale lavoro di montaggio del circuiti am-
~ POSITIVO pllficatori audio descritti nel presente capitolo. Si no-
tino, ad esempio, per tutti i semiconduttori, gli ele-
menti di riferimento che permettono di Individuare la
COND. ELETTROL. precisa disposizione degli elettrodi.

sul punto « A » lo stadio finale diviene perfetta- Tra i due stadi è previsto anche il circuito di
mente simmetrico ed ogni pericolo di distorsione controllo di volume, rappresentato dal poten-
del segnale uscente è scongiurato. ziometro a grafite e a variazione logaritmica del
valore di 10.000 ohm. Il circuito di controllo di
PREAMPLIFICATORE AD ALTA volume è ricavato direttamente dalla source del
IMPEDENZA FET.
Se la sorgente del segnale audio è costituita da CONTROLLI DI TONALITA'
una capsula ceramica (pick-up ceramico) oppure
da un cristallo piezoelettrico (microfono piezo), Se il circuito del preamplificatore precedentemen-
per ottenere la massima fedeltà del segnale u- te descritto deve essere collegato con un ampli-
scente è indispensabile che l'amplificatore sia ca- ficatore finale caratterizzato da una elevata po-
ratterizzato da un valore molto elevato dell'im- tenza d'ucita e da una alta qualità di riproduzione
pedenza d'ingresso. E ciò si ottiene molto sem- sonora, oltre al circuito di controllo di volume,
plicemente servendosi dei transistor FET, che è indispensabile poter disporre anche di una rete
sono dotati proprio di questa peculiare caratte- di controllo delle tonalità alte e di quelle basse
ristica e che presentano anche un basso rumore del segnale.
di fondo, consentendo di migliorare il rapporto Il circuito adottato nella quasi totalità dell'ampli-
segnale/ disturbo. ficazione audio che risolve perfettamente questo
problema è rappresentato in figura 5. I controlli
In figura 4 presentiamo il progetto di un pream- sono di tipo passivo, cioè composti da sole resi-
plificatore con ingresso pilotato da un transistor stenze e da soli condensatori. Ma, come è ben
FET; il valore dell'impedenza d'ingresso, in que- risaputo, gli elementi passivi provocano sempre
sto caso, è di 1 megaohm; tale valore, variando una attenuazione del segnale d'ingresso. Per tale
quello della resistenza d'ingresso, può essere ele- motivo, quando il segnale entrante nel circuito dei
vato a 2 e anche a 3 megaohm. controlli di tonalità non è sufficientemente ampio,
Nel progetto di figura 4 il transistor FET, che è occorre servirsi di un ulteriore stadio di ampli-
di tipo 2N3823, funge da elemento elevatore di ficazione, prima che il segnale possa ritenersi a-
impedenza, senza offrire alcun guadagno del se- datto a pilotare un amplificatore di bassa fre-
gnale che si vuol amplificare. Per questo motivo, quenza. Questa ulteriore amplificazione viene rag-
a valle del transistor FET, è stato inserito uno giunta, nel progetto di figura 5, per mezzo del
stadio amplificatore pilotato dal transistor BC107. transistor amplificatore BC107.

500
oscillatori
Toccheremo in questo penultimo capitolo un ar- no sufficienti poche nozioni di carauere generale
gomento che molti principianti ritengono difficile e l'interpretazione sommaria dei progetti di tipo
se non proprio inaccessibile. Eppure il circuito o- più semplice per poter realizzare praticamente
scillatore, sia esso di bassa o di alta frequenza, un circuito oscillatore destinato alla costruzione
entra un po' dappertutto. Sempre negli apparati di una semplice stazione ricetrasmittente o di un
trasmittenti, spesso in quelli generatori di segnali circuito generatore di segnali Morse.
sonori.
E' pur vero che la teoria che regola il funziona- OSCILLATORE BF A SFASAMENTO
mento di un oscillatore non è delle più semplici.
Ma l'analisi approfondita del circuito può anche L'oscillatore di bassa frequenza a sfasamento al-
non interessare il lettore principiante. Perché so- tro non è che un generatore di segnali di forma

Fig. 1 - Progetto di oscillatore di 3,3Kn0


bassa frequenza a sfasamento. Il
circuito è composto da tre reti
resistivo-capacitive e da un e-
lemento amplificatore invertente
(BC107).
INT.

O
USC.
e Q
BC107
4,7 Kn 4,7Kn

501
2;2Kfi

INT.
i
Q
use SEc
6

sinusoidale e a bassa frequenza. Come si può no- circuito viene completato con l'inserimento di un
tare in figura 1, esso è composto da tre reti re- transistor.
sistivo-capacitive, cioè da tre gruppi composti cia- Le reti RC permettono di raggiungere uno sfasa-
scuno da una resistenza e da un condensatore. Il mento complessivo del segnale di 180°. Appli-

1000

INT.

47KpF

e9V
e

li 100KpF ENTR. BF

Lii @ (9) 11

502
quello riportato in figura 2. Il progetto fa uso,
per l'innesco delle oscillazioni, di un circuito in-
Fig. 2 - Circuito di oscillatore in- duttivo-capacitivo. Quello induttivo è costituito
da un trasformatore di accoppiamento, quello ca-

4
duttivo-capacitivo per bassa fre-
quenza. Intervenendo sul valore pacitivo da alcuni condensatori.
del condensatori da 47.000 pf, è
possibile variare a piacere, in Anche per questo tipo di oscillatore è necessario
più o in meno, il valore della fre- comporre una rete di reazione positiva, selettiva
quenza generata. in frequenza. Nel caso specifico la suddetta rea-
zione viene ottenuta tramite i due avvolgimenti
primari del trasformatore di accoppiamento. Sul-
la base del transistor BC107 viene inviato un
segnale che risulta in opposizione di fase rispet-
to a quello di collettore; quindi, dato che l'am-
plificazione del transistor è pur essa di tipo inver-
tente, si ottiene una complessiva rotazione di fa-
se di 360°, corrispondente ad una reazione posi-
cando quindi queste reti di sfasamento ad un e- tiva. Questo circuito potrà essere costruito serven-
lemento amplificatore invertente, quale può es-
dosi di un piccolo trasformatore d'accoppiamento
sere ad esempio il transistor montato in un cir-
con presa centrale. Il segnale sinusoidale potrà
cuito con emittore a massa, è possibile ottenere,
essere prelevato sia dall'avvolgimento secondario
fra il circuito di entrata (base) e quello d'uscita
del trasformatore, sia dal collettore del transistor
(collettore), una reazione positiva provocata dal
duplice sfasamento di 180° introdotto sia dal oscillatore. Per ottenere una variazione del valore
transistor BC107, sia dalle tre reti RC. della frequenza fissa, basterà intervenire sui va-
lori dei due condensatori da 47 .000 pF, collegati
Il principale vantaggio offerto da questo parti- in parallelo con gli avvolgimenti primari del tra-
colare circuito di oscillatore risiede nella sua sem- sformatore di accoppiamento, elevandoli o ri-
plicità circuitale e, quindi, realizzativa. Esso risul- ducendoli a seconda delle necessità.
ta privo di elementi critici ed il funzionamento è
assicurato in ogni caso.
OSCILLATORE PER ONDE MEDIE
Le applicazioni pratiche di questo semplice pro-
getto sono ovviamente quelle tipiche di un oscil- Con i circuiti induttivo-capacitivi è possibile rea-
latore sinusoidale a frequenza fissa come, ad e- lizzare degli oscillatori di bassa e di alta frequen-
sempio, l'oscillatore per lo studio delle ricetra- za. Quello precedentemente descritto era un cir-
smissioni in telegrafia (CW), 1a sirena elettronica,
cuito oscillatore di bassa frequenza. Vediamo ora
lo strumento di riparazione di apparati audio, ecc. di interpretare il circuito di un oscillatore di alta
frequenza: quello riportato in figura 3, che o-
OSCILLATORE LC PER BF scilla su un valore di frequenza compreso nella
Un secondo esempio di circuito oscillatore in gra- gamma delle onde medie.
do di generare una nota di forma sinusoidale è La reazione positiva è stata realizzata attraverso
un accoppiamento fra la base e l'emittore del
transistor 2N1711, sostituibile con il BC207. La
frequenza di oscillazione risulta selezionata dalla
bobina L1 e dal condensatore variabile da 200
pF. In pratica basta far ruotare il perno del con-
densatore variabile per ottenere un segnale u-
scente di frequenza diversa.
Fig. 3-La frequenza di oscillazio-
Nel progetto di figura 3 è stata prevista una en-
ne di questo semplice progetto di trata per segnali di bassa frequenza, allo scopo
di poter modulare l'alta frequenza e comporre il

4
oscillatore di tipo induttivo-capa-
citivo, assume valori compresi circuito di un semplice trasmettitore sulla gamma
nella gamma delle onde medie.
Con esso si può quindi modulare delle onde medie. Sul circuito di entrata, dunque
un segnale di bassa frequenza, si può applicare il segnale audio proveniente da
inviarlo nello spazio e captarlo un microfono, oppure una qualsiasi nota fissa di
con un normale ricevitore radio. bassa frequenza. Nel primo caso l'antenna di fer-
rite diffonderà nello spazio un vero e proprio se-
gnale radio ad onda media, nel secondo caso l'an-

503
tenna emanerà un segnale fisso molto utile per stallo di quarzo e molte altre frequenze multiple
la riparazione o la messa a punto degli apparecchi sino a quelle di parecchi MHz. Il progetto di que-
radio a mod ulazione d'ampiezza. sto dispositivo è riportato in figura 4. Il cristallo
Per la sintonizzazione su frequenze aggirantisi in- di quarzo, che lavora sulla frequenza di 100.000
torno ad 1 megahertz, i dati costruttivi della bo- Hz, pilota uno stadio oscillatore a singolo transi-
bina sono i seguenti, supporto cilindrico in fer- stor (BC107). Sull'uscita di collettore del transi-
rite del diametro di 8 mm e lunghezza superiore stor appare inserito un diodo al silicio che, in
ai 1 O cm - avvolgimento compatto di 80 spire di virtù della sua asimmetria, distorce notevolmente
filo di rame smaltato del diametro di 0,3 mm, il segnale, nella misura richiesta ad ogni buon ca-
ricavando una presa intermedia alla 10a spira (BC). libratore. Si noti la presenza di un compensatore
da 50 pF collegato in serie con il cristallo di
quarzo; questo componente consente di ottenere
CALIBRATORE A CRISTALLO
. una taratura perfetta dell'oscillatore, per esempio
Il sistema più semplice e preciso per eseguire una servendosi del battimento di una stazione radio-
parte della messa a punto dei ricevitori radio è fonica campione.
quello di utilizzare un oscillatore pilotato a cri- Il collegamento del calibratore con il ricevitore
stallo di quarzo, cioè un oscillatore molto stabile radio sottoposto al procedimento di taratura può
in frequenza. Con questo dispositivo, ad esempio, essere effettuato in modo diretto o per semplice
si può effettuare l'operazione di allineamento de- irradiazione, indifferen temente, collegando, nel se-
gli apparati radioriceventi, che consiste, in pra- condo caso, uno spezzone di filo della lunghezza
tica, nel fare in modo che, ad ogni valore di fre- di 1-;- 2 metri sull'uscita del circuito con funzioni
quenza riportato sulla scala dell'apparecchio, cor- di antenna trasmittente.
risponda effettivamente il segnale di una emit-
tente radiofonica che lavora su quello stesso va- OSCILLATORE VHF IN FM
lore di frequenza. Questo oscillatore, oltre che
essere molto stabile, deve poter distorcere il se- Concludiamo la presentazione dei circuiti degli o-
gnale d'uscita, così da generare un notevole nu- scillatori con un generatore di alta frequenza,
mero di frequenze armoniche. Soltanto in questo per la gamma VHF, modulabile esternamente tra-
modo lo strumento è in grado di produrre un se- mite un segnale di bassa frequenza, così da gene-
gnale comprendente la frequenza tipica del cri- rare un segnale ricevibile sulla gamma a modu-

3,3K!l
COMP.
,
50pF

INT.
470
K n BC107 1N914 10
e KpF

CRIST.
100 KHZ Il
4
u T
1500
pF
Il I e
9V
500 pF Il Il 10 Kfl
« I<rIT e

504
Y A NT

'> 1
e%
8,2 Kn

J l
T,OpF
INè
b 8C1078
10KpF Il Il ;7;
ij
3
OMP. II
~ 330 n ~ OpF
33K05 il MM ~ Il
e&
9V

,·- e

o --
p

KpF ENTR BF

~ I @

Fig. 5 - Il segnale VHF generato


lazione di frequenza di un ricevitore radio. Esso da questo circuito oscillatore può
è riportato in figura 5 e permette di costruire un essere captato per meno di un
ricevitore radio, sulla gamma a
trasmettitore-giocattolo sulla gamma FM. I dati
modulazione di frequenza. Appli-
costruttivi della bobina L2 sono i seguenti: av- cando all'entrata del circuito un
volgimento io aria con diametro interno di 6 mm. segnale audio, il dispositivo può
- 3 +- 4 spire di filo di rame ricoperto di s tagoo o trasformarsi in un microtrasmetti-
argentato del diametro di 1 mm. - presa interme- tore in FM.
dia io posizione centrale - spire spaziate tra loro
di 1 mm. circa. BC107 2N1711
La messa in gamma del segnale irradiato dell'an- -! smml-
tenna si ottiene regolando il compensatore da 20 l _ i
pF ed eventualmente restrigendo o allungando la
bobina L2. Per i collegamenti via-radio a breve
distanza l'antenna trasmittente non serve. L'ali-
mentazione può essere ottenuta con una comunis-
+f .31 e
sima pila da 9 V, del tipo di quelle montate nei L2
ricevitori radio transistorizzati di tipo tascabile.

PRESA

Fig. 4 - II calibratore a cristallo


di quarzo, di cui riportiamo qui il Flg. 6 - I principali elementi che concorrono alfa com-
progetto, rappresenta uno stru- posizione dei circuiti degli oscillatori presentati e de-
mento molto utile per la messa scritti in questo capitolo, sono riportati in questa ta-
a punto dei ricevitori radio, in vola. Su di essa li lettore potrà incontrare i dati e le
particolar modo per il loro alli- indicazioni necessarie per realizzare dei piani di ca-
neamento. blaggio esenti da errori. t
10

progetti
Completiamo questo manuale dell'aspirante elet- to critico, consigliamo, a coloro che ne hanno la
tronico presentando sette progetti di apparati e- possibilità, di sostituire questo componente con
lettronici diversi e destinati ad altrettanti usi. altri per sperimentare risultati diversi ma sem-
Essi vogliono rappresentare, per il lettore, un pre positivi.
compendio teorico e, insieme, un banco di prove
pratiche e applicative dei vari concetti fin qui e-
CONTAGIRI PER AUTO
sposti.
La semplicità dei circuiti e la facile reperibilità L'utilità di uno strumento contagiri sull'autovet-
commerciale dei componenti necessari alla rea- tura è fuori discussione, soprattutto durante i pe-
lizzazione degli apparati sono tali da invitare riodi di rodaggio o quando il motore è freddo.
chiunque a prendere in mano il saldatore per co- Servendosi di due transistor, di cui uno di tipo
noscere e far conoscere le proprie disposizioni unigiunzione e tarando opportunamente la scala
per questo interessante hobby che è l'elettronica di un milliamperometro con i numeri relativi ai
dilettantistica. La stessa spesa necessaria per co- possibili giri di un motore a scoppio a quattro
struire gli apparati è da considerarsi invitante, cilindri, è facile realizzare il contagiri per l'auto.
se si tiene conto che i risultati possono acquistare In figura 2 presentiamo il progetto di questo stru-
un notevole valore intrinseco di carattere psico- mento indicatore. Il primo transistor, che è un
logico ed anche pratico. normale NPN, è di tipo BC107; il secondo, che è
l'unigiunzione, è di tipo 2N2646. Lo strumento
SUONERIA PLURITONALE indicatore è un normalissimo miliiamperometro da
1 mA fondo-scala.
Il progetto presentato in figura 1 costituisce in- Il funzionamento del contagiri è basato sul pro-
sieme un valido elemento didattico e un dispo- cesso di innesco del transistor unigiunzione.
sitivo molto utile nella pratica di ogni giorno.
Esso infatti permette di « selezionare » ad orec-
chio i vari posti di chiamata di un impianto ci-
tofonico per mezzo di un'unica suoneria. In pra-

9
tica si tratta del circuito di un oscillatore a rilas-
samento, pilotato da un transistor unigiunzione,
di tipo 2N2646; la frequenza dell'oscillatore è
stabilita, oltre che dal condensatore da 1 uF, an-
che dalle resistenze collega te in serie con i vari Fig. 1 - Senza ricorrere a particolari congegni indica-
pulsanti. Variando infatti i valori di queste resi- tori, è possibile, In un impianto citofonico, riconoscere
stenze, attraverso l'altoparlante si ascolteranno il punto di chiamata attraverso il caratteristico suono
emesso dall'altoparlante, che varia con il variare delle
suoni diversi e la memoria permetterà di risalire resistenze collegate in serie con i pulsanti di chiamata.
alla vera sorgente del segnale inviato. Poiché il
transistor unigiunzione non costituisce un elemen-

506
L'innesco è provocato da un abbassamento mo- terposizione di relé di potenza, un avvisatore d'al-
mentaneo della ten sione sulla BASE 2. Conse- larme anche di una certa potenza. Nel progetto di
guentemente si verifica la scarica del condensatore figura 3 l'avvisatore d'allarme è costituito da un
da 680.000 pF collegato con l'emittore dell'uni- campanello elettrico.
giunz ione. La scarica del condensatore provoca Il progetto dell'antifurto, particolarmente adatto
a sua volta il passaggio di una certa corrente at- per l'installazione in autovettura, è composto
traverso il milliamperometro. Il transistor BC107 principalmente dal diodo controllato SCR, che
agisce soltanto come amplificatore, consentendo svolge la duplice funzione di controllore ed attua-
l'innesco dell'unigiunz ione ad ogni interruzione tore di potenza. Quando tutti i contatti d'allarme
delle puntine. sono chiusi, l'SCR rimane all'interdizione; vice-
Il po tenziometro del valore di 2.500 ohm, colle- versa, quando uno soltanto dei contatti si apre,
gato sul morsetto positivo del milliamperometro, anche momentaneamente, oppure quando viene
consente di regolare l'azzeramento dello strumen- interrotto il filo di collegamento, l'SCR si inne-
to indicatore. La taratura della scala di quest'ul- sca, rimanendo polarizzato sul gate (G) dalla re-
timo deve essere fatta tramite un contagiri cam- sistenza da 1.000 ohm. L'innesco permane finché
pione connesso in parallelo con le puntine. non viene disinserita, almeno temporaneamente,
la tensione di alimentazione.
ANTIFURTO CON SCR Nel progetto di figura 3 i contatti d'allarme sono
rappresentati da piccoli interruttori magnetici
Sfruttando le proprietà intrinseche dell'SCR, che (INT. MAGN .) di facile reperibilità commerciale.
abbiamo avuto modo di interpretare nel quinto Questi interruttori possono essere applicati sulle
capitolo, è possibile realizzare un semplicissimo portiere dell'autovettura, oppure sulle porte e
circuito d'allarme, completamente allo stato so- sulle finestre di casa. Quando le porte si aprono,
lido, in grado di pilotare direttamente, senza l'in- anche gli interruttori magnetici si aprono, l'SCR

18K 2 5s,6K02 1,8K0

7 ~ 220.rt

;T ] 2N2646
e
PULS. 1 Il PULS. 2 re.' 13,5V
EOB2
e
B1

1wF $33K0 I .. - lii ALTOP.


160

507
3,9 K

BC107
ZENER
9V 1W

ALLE 220 1K.


PUNTINE KpF

si polarizza e si innesca lasciando via libera alla questo elemento, che può essere sostituito da una
corrente di alimentazione del campanello elettrico. comune resistenza, impedisce alle successive aper-
In parallelo al campanello elettrico che deve ture del circuito di corrente del campanello di
essere di tipo per corrente continua, risulta col- provocare la diseccitazone dell'SCR.
legata una lampadina da 12 V. La presenza di Per ripristinare il circuito, dopo che i contatti

CAMP.

1K. LAMP
12 V
- 12VCc

SCR
c107 13,5 V

iaa=
,/

T
INT. MAGN.
\
a.
e
Fig. 3 - Semplice progetto di antifurto acustico parti-
colarmente adatto per le autovetture. Gli Interruttori
magnetici verranno montati sulle portiere. All'apertura
di queste il diodo SCR si Innesca provocando il fun-
zionamento della suoneria elettrica. Per l'installazione
del dispositivo nelle abitazioni private, gli interrut-

U u tori magnetici potranno essere sostituiti con sottili fili


conduttori montati sulle porte e sulle finestre.

508
mento dei diodi controlJati (SCR). Il circuito non
è in grado di stabilire i parametri del componente
Fig. 2 - Il contagiri per auto è in prova, ma soltanto di scoprire se esso funziona
uno strumento indicatore utilissi-
correttamente valutandone anche il grado di sen-

4
mo durante Il periodo di rodaggio
delle autovetture. La scala del sibilità. Per effettuare il controllo dell'SCR, si
milliamperometro deve essere ov- dovranno collegare i tre elettrodi del componente
viamente trasformata in una 9ca- con le altre prese relative, ruotando inizialmente
la recante la numerazione dei gi-
ri di un motore a scoppio a 4
il perno del potenziometro a filo da 100 ohm
cilindri. in modo che il cursore si avvicini alla linea nega-
tiva di alimentazione. La lampada-spia da 12 V
dovrà rimanere spenta. Ruotando invece il perno
del potenziometro verso la linea di alimentazio-
ne positiva, si dovrà verificare l'innesco delJ'SCR
e la conseguente accensione delJa lampada-spia.
Tenendo conto del punto in cui si è verificato
d'allarme si sono aperti e il campanello elettrico l'innesco, sarà possibile stabilire la sensibilità del
ha suonato ripetutamente, basta aprire per un at- componente in prova, paragonandola con quella
timo l'interruttore collegato in serie con l'alimen- di altri diodi controllati. Basterà infarti comporre
tatore e richiuderlo subito dopo. una elementare scala graduata ed applicarla in cor-
Coloro che non volessero servirsi degli interrut- rispondenza della manopola di comando del po-
tori magnetici, potranno sostituire questi elementi tenziometro per essere informati sulla sensibilità
con dei fili conduttori sottili, da applicare alle del componente. Ruotando il potenziometro in
porte e alle finestre, in modo da poter essere facil- senso contrario non si dovrà ottenere il disinne-
mente strappati. sco del diodo. Riepilogando: se il diodo control-
lato è interrotto, la lampada-spia non si accende
mai. Se il diodo controllato è in cortocircuito la
IL CONTROLLO DEGLI SCR
lampada-spia si accende anche con il potenziome-
Il progetto di figura 4 consente di effettuare un tro completamente ruotato verso la linea di ali-
controllo rapido ma significativo del funziona- mentazione negativa.

LAMP.
12 V

100 •

% l
13,5V
sc% ,,
IN PRO
é

Fig. 4 - Questo semplice circuito di controllo dei dio-


di SCR permette di valutare il corretto funzionamen-
to del componente in prova e la sua sensibilità. Le
prove si effettuano ruotando il perno del potenziome-
tro a filo e controllando il comportamento della lam-
pada.

509
~
CARICO

220V
INT
' J 100KpF
500Vl
.,, , 8·
TRIAC

,,
ILA

100KpF DIAC
500V

REGOLATORE DI TENSIONE A TRIAC da una o più lampade, da un motore elettrico,


da una stufa elettrica o da qualsiasi altro tipo di
Coloro che necessitano di una regolazione della carico alimentato in corrente alternata, deve esse-
potenza elettrica su carichi alimentati in corrente re collegato con le due boccole del circuito. Per
alternata, senza provocare perdite per dissipazio- mezzo del potenziometro, di tipo a grafite e a va-
ne sull'elemento di controllo, possono realizzare riazione lineare, da 100 .000 ohm, si effettua il
il circuito di tipo ad interruzione, facente uso di controllo della potenza elettrica assorbita dal ca-
un TRIAC e proposto in figura 5. Il circuito che rico.
si vuol controllare e che può essere rappresentato Il funzionamento del progetto di figura 5 si basa
sulla variazione della fase della tensione di inne-
sco del TRIAC rispetto all'alternanza di rete. In
pratica, mediante un semplice circuito resistivo-
capacitivo ed un diodo DIAC, che funge da ele-
mento elevatore di soglia e da trigger, è possibile
ottenere un campo di regolazione sufficientemente
33Kn (id LA. LAMP. ampio da permettere la regolazione delle potenze
12 V ·w05 • 12V
elettriche. Tenendo conto dell'uso specifico che si
vuol fare di questo circuito, si dovrà utilizzare
.1h Il Il
un TRIAC in grado di sopportare, con un certo
~ margine di sicurezza, l'intensità di corrente mas-
12V sima e la tensione assorbite dal carico. I valori
attribuiti ai componenti dai costruttori di analo-

2N1711 + ghi dispositivi di tipo commerciale sono sempre


valori massimi. Il lettore dovrà quindi moltipli-
care i valori delle correnti e delle tensioni efficaci
per il coefficiente 1,41. La maggior applicazione
di questo circuito vien fatta oggi nella produzio-
ne degli interruttori elettronici denominati va-
riatori di luminosità.
Fig. 6 - Volendo realizzare un dispositivo di lampeg-
giamento alternato di due lampadine, basta comporre
questo elementare multlvibratore astabile, nel quale LAMPEGGIATORE
i due transistor si comportano come interruttori elettri-
ci, accendendo e spegnendo, alternativamente, le due Per provocare l'accensione e lo spegnimento al-
lampadine. ternato di due lampadine, con un ritmo regolabi-
le a piacere, basta realizzare il progetto di figura

510
6. Si tratta infatti di un classico multivibratore
astabile, nel quale i due transistor agiscono da
Fig. 5 - Regolatore di potenza e- elementi interruttori passando dallo stato di sa-
lettrica a TRIAC. Questo disposi- turazione a quello di interdizione, alternativa-

4
tivo trova largo impiego nel con- mente. In sostituzione delle lampadine si pos-
trollo delle potenze elettriche di sono collegare carichi di altra natura, come ad e-
illuminazione. L'esiguo numero di
componenti permette di compor-
sempio i relé, con la possibilità di pilotare circuiti
re li circuito in un Interruttore di potenza anche in corrente alternata. Le due
variatore di luminosità di tipo a lampadine da 12 V dovranno avere in ogni caso
muro. una potenza di valore compreso fra 0,3 e 2 W.

RELE' FOTOSENSIBILE
Il possesso di un dispositivo elettronico in grado
di eccitare un relé ogni volta che un sensore vie-
ne colpito dalla luce, può divenire utile in mol-
tissime occasioni. Il circuito che realizza questa
condizione viene presentato in figura 7. In pratica
si tratta di un amplificatore a due transistor, col-
legati in configurazione Darlington, molto sensi-
bile e di sicuro affidamento. La fotoresistenza
rappresenta il sensore del dispositivo; il suo va-
lore ohmmico varia in funzione dell'intensità lu-
minosa incidente sulla parte sensibile del compo-
nente. In particolare, in condizioni di oscurità, la
fotoresistenza assume un valore resistivo elevato;
e
12V
conseguentemente, la tensione sulla base del primo
transistor (BC107) risulta pressoché nulla ed
entrambi i transistor rimangono all'interdizione,
cioè non conducono corrente e non possono far
scattare il relé. Al contrario, quando la fotoresi-
stenza viene colpita dalla luce, il suo valore resi-
stivo si abbassa notevolmente, al punto da con-
sentire il passaggio di una certa corrente di base
che, amplificata dal transistor, appare sufficiente
Fig. 7 - Progetto di relé fotosensibile. Quando la luce per eccitare il relé.
colpisce la fotoresistenza, nel circuito si manifesta un Le applicazioni di questo progetto sono innume-
flusso di corrente di intensità tale da eccitare il relé. revoli e vanno dall'antifurto all'avvisatore di in-
Questo dispositivo può -fungere da antifurto, avvisatore
di incendio, interruttore automatico crepuscolare o con- cendio, dall'interruttore automatico crepuscolare
trollore di fiamma dei bruciatori. al controllo di fiamma dei bruciatori.

2N BC 2N
C107

,~ \
2646 107 1711
ANODO

Fig. 8 - Riportiamo in questo disegno tutti i semi-


conduttori necessari per la realizzazione del sette pro-
getti analizzati nel corso di quest'ultimo capitolo. Si
faccia bene attenzione agli elementi evidenziati dalle
frecce, perché essi sono le « guide » di riconoscimen-
to degli elettrodi del componenti e della loro esatta
disposizione.
m# """ ,
i }
ANODO
, :e

E e

511
abbonarsi a

ELETTRONICA
PRATICA
significa acquisire la certezza di ricevere men-
silmente, al proprio domicilio, una piacevole
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ferito, un compendio elementare, alla portata
di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica,
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ratorio dilettantistico.

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do migliore per dimostrare tutta la propria
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lettore, almeno per un anno, da eventuali, pos-
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doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
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0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
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applicabile al puntale 500 V
dB. -10+22
15 V eff. Corrente della batterla 50 mA Output 05 5 50 250 1000
NUOVI PROGRAMMI
Il periodo di ferie estive è terminato anche per noi. La mas-
sima parte delle forze vive della nostra Editrice, ritemprate
con il riposo e l'ossigeno fresco, sono ora chiamate a prepara-
re quei programmi che troveranno la loro più naturale attua-
zione nei prossimi mesi. Proprio ora, dunque, tutti noi siamo
maggiormente presi dal lavoro organizzativo, che si identifica
nell'abbozzare i nuovi progetti, approntare i kit, istruire i va-
ri servizi; dopo aver aperto, ovviamente, quel grosso baga-
glio di idee maturate anche durante le vacanze, quando lari-
flessione e l'esercizio del pensiero si collegavano fatalmente
con la Rivista; ma, soprattutto, dopo aver attinto a quella ge-
nerosa fonte di suggerimenti e proponimenti che è stata per
noi il « Questionario », ripetutamente pubblicato, sulla penul-
tima pagina del periodico, nei primi mesi dell'anno in corso.
Perché proprio da quel rapporto di collaborazione diretta con
il Lettore, inteso come avviamento ad un processo di inno-
vazioni e miglioramenti editoriali, stanno prendendo le mosse
i nostri nuovi lavori di programmazione.
Ma di tutto ciò non possiamo anticipare nulla; per ovvi moti-
vi editoriali, tecnici e commerciali.
Per ora possiamo soltanto dire, anche per far contenti gli ap-
passionati dei collegamenti radio a breve e medio raggio,
che entro quest'ultimo scorcio dell'anno presenteremo il kit
di un nuovo e sufficientemente potente trasmettitore in mo-
dulazione di frequenza, certamente destinato a riscuotere un
grande successo fra tutti i Lettori, indistintamente.
Quando questo progetto apparirà sulla Rivista, ancora non
possiamo dirlo. Certamente esso verrà quanto prima presen-
tato su Elettronica Pratica.
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ANNO 6 - N. 9- SETTEMBRE '77


LA COPERTINA - Interpreta l'argomento di mag-
giore importanza pubblicato nelle prime pagine
del presente fasclcolo: Il sistema di ricetrasmis-
sioni a brevi distanze, senza fili, tramite impulsi
ultrasonici. L'attuazione di questo ambizioso pro-
getto è resa possibile dal1'1mmisslone sul mer-
cato al dettaglio di modernissimi microfoni cera-
mici piezoelettrici di costo relativamente basso.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTS
Sommario
disegno tecnico
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disegnl, le fotografle, anche
ae non pubblicati, non al re- LA POSTA DEL LETTORE 567
stitulscono.
RX

ULTRASONICO
I telecomandi o, pm precisamente, i comandi tori. Perché siamo certi che molti di coloro che
elettrici a distanza senza fili, continuano a se- seguono mensilmente il nostro periodico avranno
gnalare una diffusione sempre più crescente nel- avvertito, o stanno per avvertire, la necessità di
le applicazioni civili, industriali, scientifiche e installare un telecomando per pilotare, a distan-
militari. L'argomento apr,are quindi di notevole za, l'apertura di una porta o di un portone,
importanza, anche per noi e per i nostri let- oppure l'avviamento di un elettrodomestico o

Questo dispositivo, adottato in tutti i sistemi di comando a di-


stanza, senza fili, dei televisori a colori, può servire per l'attua-
zione di molti programmi tecnici e per la risoluzione dei più sva-
riati problemi elettrici che nascono nella pratica di ogni giorno.
Con esso è possibile, ad esempio, comporre una barriera
sonica in funzione di antifurto, oppure un comando di avvia-
mento di un qualsiasi elettrodomestico o motore elettrico, o un
semplice interruttore mobile, a distanza, di un sistema di ile-
minazione.

516
pilotare a distanza, fungendo esso da interrutto-
1 re ( relé); l'apparato trasmittente viene tenuto
in mano dall'operatore il quale, per trasmettere a

PER LAN CIARE UN ME SSAGGIO I distanza il segnale di comando, deve soltanto


premere un pulsante, cioé l'interruttore di chiu-
sura del circuito di alimentazione del trasmettito-
ULTRAS ONICO IN GRADO DI
re, anche per un solo attimo, per essere certo
FAR SCATTARE A DISTANZA UN di aver inviato il segnale ad ultrasuoni di co-
RELE', BASTA CHIUDERE IL mando.
CIRCUITO DI ALIMENTAZIONE
DEL TRA SMETTITORE, PRE- I COMANDI A DISTANZA
MENDO IL PULSANT E DI UN
Prima di entrare nel vivo dell'argomento, ri-
'
COMUNE INTERRUTTORE. teniamo necessario introdurre ancor più agevol-
\
\ mente il lettore in questo argomento di gronde
' attualità tecnica, ricordando i vari sistemi di
comando a distanza e, successivamente, la na-
tura degli ultrasuoni.
Per comandare a distanza un qualsiasi disposi-
tivo elettrico od elettromeccanico, ci si può ser-
vire di svariati sistemi, ciascuno dei quali è ca-
di un qualsiasi altro dispositivo meccanico. ratterizzato da pregi e difetti, in misura maggiore
Vogliam o, dunque, offrire a tutti, in questo fa- o mmore.
scicolo della nostra rivista l'occasione per rea- Tralasciando ovviamente i sistemi di pilotag-
lizzare due apparati elettronici, relativamente gio a distanza per mezzo di fili conduttori, quel-
semplici ed economici, che potranno trovare lì più classici, senza fili, sono:
pratica applicazione in moltissime circostanze.
AD ONDE RADIO
Si tratta di un trasmettitore di ultrasioni e
di un ricevitore di ultrasuoni che, nel circuito A FASCIO LUMINOSO
di uscita, è fornito di un relé i cui terminali di AD ULTRASUONI
utilizzazione potranno servire per la chiusura o
I comandi a distanza ad onde radio sono quelli
l'apertura di qualsiasi circuito elettrico.
che consentono controlli e pilotaggi sulle lunghe
In pratica il dispositivo trasmettitore può es-
distanze e sono caratterizzati assai spesso da
sere racchiuso in un piccolo contenitore, di tipo
sofisticazioni tecniche ad alto livello, da costi
tascabile, alimentato a pile e conservato do-
notevoli e da difficoltà realizzative, certamente
vunque: in tasca, nel borsello, nell'autovettura
non consigliabili ai principianti.
o in un ripostiglio nascosto.
Il dispositivo ricevitore, invece, verrà sistemato
stabilmente in prossimità del circuito elettrico
che si vuol pilotare a distanza ( apparati elet-
tromeccanici di apertura e chiusura di porte o
cancelli, apparati elettrodomestici, apparecchi ra-
dio, televisori, circuiti di illuminazione, ecc.). GLI IMPULSI ULTRASONICI
Esso quindi verrà alimentato costantemente, cioé VENGONO EMESSI DA UN TRA-
in continuità, in modo da poter essere sempre
SMETTITORE E CAPTATI DA UN
pronto a funzionare quando dal disositive tra-
smettitore parte un segnale di pilotaggio. In APPARATO RICEVENTE PER
pratica il dispositvo ricevitore deve essere con- MEZZO DI DUE MODERNISSI-
siderato come un normale interruttore che, in-
vece di essere azionato manualmente, viene te- MI MICROFONI CERAMICI PIE-
lecomandato tramite ultrasuoni. ZOELETTRICI DI COSTO RELA-
Per riassumere i concetti fin qui esposti diciamo TIVAMENTE MODESTO.
che l'installazione di tutto il sistema di tele-
comando ultrasonico avviene nel seguente mo-
do: l'apparato ricevente viene montato stabil-
mente in prossimità del dispositivo che si vuol

517
Fig. 1 - Il microfono ceramico ultrasonico, qui raffigurato,
è dello stesso tipo di quelli prescritti per la realizzazione
del sistema di telecomando senza fili. Si tratta di un tra-
sduttore acustico, noto anche sotto li nome di PXE, il cui
funzionamento è basato sul ben noto principio della pie-
zoelettricità.

I sistemi che utilizzano i fasci luminosi sono elettromeccaniche. Ma che cosa sono in real-
quelli maggiormente adottati dai telecomandi tà gli ultrasuoni? A questa domanda possia-
a breve distanza, perché necessitano di un ac- mo rispondere anche brevemente, con la cer-
coppiamento "a vista" dell'apparato trasmitten- tezza di rendere chiaro a tutti il concetto.
te e di quello ricevente, quasi sempre allineati Per ultrasuoni si intendono le onde acustiche
otticamente. Questi tipi di telecomandi, dunque, a frequenza superiore a quella udibile dallo-
non sono adatti per i controlli e i pilotaggi porta- recchio umano.
tili di comodo impiego. La maggior parte dei Quando la membrana di un altoparlante viene
nostri lettori avrà già potuto notare una larga messa in movimento dal campo elettromagne-
diffusione di questo tipo di telecomando sulle tico della sua bobina mobile, essa subisce degli
scale mobili delle stazioni ferroviarie o di gran- spostamenti, più o meno rapidi, in avanti e
di magazzini, nei portoni di vetro degli alber- all'indietro. Durante questi movimenti, la mem-
ghi, degli aeroporti e dei grandi palazzi. In tutte brana dell'altoparlante esercita sulla massa d'a-
queste applicazioni i due dispositivi sono affac- ria, che le sta di fronte, delle successive com-
ciati fra loro in modo che un raggio lumino- pressioni o rarefazioni, la cui rapidità, ovvero la
so risulti costantemente diretto dal dispositivo cui frequenza è identica e quella degli sposta-
trasmettitore a quello ricevitore. Al passaggio menti della membrana. Questi spostamenti delle
di una persona il raggio si interrompe e l'appara- masse d'aria colpiscono la membrana dell'orecchio
to ricevente provoca l'avviamento di un mec- umano, che prende il nome di timpano, trasfor-
canismo che fa aprire le porte o mettere in mo- mandosi nel cervello nella sensazione di suono.
vimento le scale mobili. E tutto ciò funziona finché la frequenza degli
spostamenti della membrana dell'altoparlante ri-
mane entro certi limiti, perché al di là di questi
GLI ULTRASUONI l'orecchio umano non avverte più nulla, anche
se gli spostamenti delle masse d'aria si verifi-
Il terzo tipo di telecomando, che è quello che ci cano ancora. Ebbene, questi spostamenti, carat-
interessa in questo momento, si identifica con terizzati da un preciso valore di frequenza, vengo-
il sistema ad ultrasuoni. no chiamati ultrasuoni.
Diciamo subito che, anche con il sistema ad Un esempio comune di variazione della frequen-
ultrasuoni, così come avviene per quello a fasci za degli spostamenti delle masse d'aria che col-
luminosi, la portata del sistema di ricetrasmis- piscono il timpano dell'orecchio umano, cioé un
ione è molto limitata, una decina di metri esempio della variazione di frequenza dei suo-
circa. ma non è necessario effettuare alcuna ni, ci è dato dagli strumenti musicali. Il contrab-
operazione di "puntamento" come nel caso dei basso genera un suono molto grave, la tromba ge-
telecomandi a fasci luminosi, perché gli ultrasuoni nera un suono di media frequenza, il violino
si propagano in tutta la zona circostante il tra- produce un suono di alta frequenza; quando si
smettitore, scavalcando eventuali ostacoli di pic- fischia si produce un suono di frequenza molto
cole o medie dimensioni interposti fra i] trasmet- elevata. Continuando di questo passo, proprio
titore e il ricevitore. nel momento in cui il fischio diviene acutissimo,
Gli ultrasuoni sono dunque dei segnali molto si arriva ad un punto in cui non si ode più nul-
preziosi per l'uso di telecomandi di comando la. Il suono normale è divenuto ultrasuono, cioé
o pilotaggio di apparecchiature elettriche od suono non più udibile dall'orecchio umano.

518
MICROFONI CERA MICI il loro alternato e successivo ... gonfiamento e re-
stringimento, mettono in movimento le masse d'a-
Mentre i segnali elettrici, di frequenza compresa ria antistanti, cioé producono suono.
nello spettro audio, vengono trasformati in onde Un esempio della funzione inversa ci è dato dalle
acustiche dagli altoparlanti, per gli ultrasuoni è testine piezoelettriche dei giradischi, dove le vi-
assai più conveniente, sotto il profilo tecnico e brazioni trasmesse dal solco del disco alla puntina
quello del rendimento, servirsi di microfoni cera- e, infine, alla testina piezoelettrica, vengono tra-
mici ultrasonici, cioé di trasduttori ceramici il sforma
. te. in segnali elettrici e, successivamente,
cui funzionamento è basato sul ben noto prin- mn suon1.
cipio della piezoelettricità. Dunque il concetto di piezoelettricità si traduce
Questi componenti sono noti anche sotto il nome in quello conseguente di trasformazione di ener-
di PXE. Essi sono attualmente in vendita, almeno gia meccanica ( acustica ) in energia elettrica e
in sei modelli diversi, presso tutti i punti di ven- viceversa.
dita della GBC Italiana ad un prezzo che si ag- Il fenomeno di trasformazione di energia si ma-
gira intorno alle L. 5.000. In figura 1 riproducia- nifesta a qualsiasi frequenza, ma il massimo ren-
mo il modello consigliato e da noi montato sui dimento ottenuto dal trasduttore ultrasonico av-
prototipi. viene soltanto in corrispondenza della sua fre-
quenza di risonanza meccanica, che è situata nor-
malmente per i modelli di tipo commerciale
LA PIEZOELETTRICITA' intorno ai 40.000 Hz.
Nello schema di figura 2 presentiamo al lettore
Quattro parole sul concetto di piezoelettricità la struttura interna di un tipico trasduttore per
dobbiamo pur spenderle, se vogliamo indirizzare ultrasuoni. Esso è composto principalmente da
i lettori verso una maggiore chiarificazione del un disco di ceramica (cristallo PXE), da un
concetto di telecomando ad ultrasuoni. supporto gommoso, da due reofori e da una
Vengono chiamati "piezoelettrici" tutti quei ma- membrana metallica che trasmette al cristallo
teriali in grado di... gonfiarsi o... restringersi, i segnali acustici captati, oppure invia nello
in sincronismo con un segnale elettrico quando spazio circostante i segnali acustici derivanti
vengono sottoposti a sollecitazioni meccaniche. E dalla trasformazione di energia elettrica in e-
su questo principio funzionano i microfoni cera- nergia meccanica ( acustica ) de} cristallo PXE.
mici ultrasonici. Perchè, quando essi vengono La membrana metallica, dunque, favorisce la
sollecitati per mezzo di un segnale elettrico, con diffusione acustica, mentre, nella funzione inver-

CRISTALLO
PXE

Fig. 2 - Riproduciamo con questo disegno lo schema


strutturale interno di un tipico trasduttore per ultra-
suoni. Esso risulta principalmente composto da due
SUPPORTO reofori (terminali), un supporto gommoso, un disco
GOMMOSO di ceramica (PXE) e da una membrana metallica che
svolge la duplice funzione di emettitore di segnali e
ricettacolo di ultrasuonl presenti all'intorno.

REOFORI

519
R6

e
12+13,5V

c1
e
01

TRASDUT 1ORE

TR1 TR2 TR3

-----CO ONENTI-----
Condensatori R5 = 470 ohm
R6 = 82 ohm
C1 = 10.000 pF R7 1.000 ohm
=
C2 = 330 pF R8 270 ohm - 2 W
=
Cc3 = 330 pF
C4 = 4.700 pF Varie
TR1 = 2N1711
Resistenze TR2 = 2N1711
R1 = 82.000 ohm TR3 = 2N1711
R2 = 470 ohm (trimmer) D1 = diodo zener (9, 1 V- 1 W)
330 ohm TRASDUTTORE = EFR-OCB4OK2 (QQ/0178-06-
R3 =
R4 68.000 ohm GBC)
=

520
Fig. 3 - Progetto del dispositivo trasmettitore di ultrasuoni. L'alimentazione avviene tramite
pile, accumulatori o alimentatori da rete-luce, alla tensione continua di 12+13,5 V. L'assorbi-

4 mento di corrente si agglra intorno al 50 mA. L'emissione di impulsi ultrasonici, cioé di se-
gnali-pilota, avviene chiudendo Il circuito di alimentazione del progetto per mezzo di un
semplice Interruttore a pulsante (non riportato nel disegno), collegato In serie con una delle
due linee di alimentazione. I valori delle tensioni riportati nei principali punti del circuito so-
no stati misurati con un tester da 20.000 ohm/V e si tratta, In ogni caso, di valori appros-
simativl.

sa del cristallo PXE, si comporta da ottimo r- menti di misura o di controllo e si trova ancora
cettacolo dei suoni circostanti. alle prime esperienze con le costruzioni elettro-
niche di impiego dilettantistico. In particola-
re l'intero progetto si articola attraverso tre
SEMPLICITA' DEL PROGETTO circuiti, di cui due fondamentali ed uno ac-
cessono.
Abbiamo già detto che il progetto proposto in I due circuiti fondamentali sono ovviamente
questo articolo è quello di un sistema di ricetra- quelli del trasmettitore e del ricevitore. Il cir-
smissione ad ultrasuoni, facilmente realizzabile cuito accessorio è quello di un alimentatore del
anche da chi non dispone di particolari stru- ricevitore. Nell'ordine in cui sono stati citati,

TERMINALE
ISOLATO

Flg. 4 - Piano costruttivo del trasmettitore di segnali a frequenza ultrasonica. L'uso del
circuito stampato agevola Il compito dell'operatore, scongiurando altresi il ,pericolo di errori
di cablaggio. Particolare attenzione deve essere attribuita all'Inserimento nel circuito dei
tre transistor, nei quali l'elettrodo di emittore è situato In prossimità di una tacca metallica
presente nel corpo del componente. Anche il diodo zener D1 dovrà essere montato con la
fascetta rivolta verso 'la 'linea di alimentazione positiva.

521
quindi, analizzeremo successivamente questi tre Il segnale ad onda quadra. generato dal mul-
circuiti, prendendo le mosse dal primo di que- tivibratore e prelevato dal collettore del tran-
sti che è il trasmettitore di segnali a frequenza sistor TR2, viene inviato alla base del transistor
ultrasonica. TR3 tramite la resistenza R7. Questo terzo
transistor consente di erogare. attraverso il col-
lettore, un segnale d'uscita a bassa impedenza,
ANALISI DEL TRASMETTITORE cioè notevolmente robusto. senza caricare loscil-
latore che conserva, conseguentemente, un ele-
Il progetto del trasmettitore, rappresentato in vato grado di stabilità.
figura 3, permette di costruire quel dispositivo Allo scopo di evitare eventuali slittamenti di
a cui spetta la generazione del segnale a fre- frequenza, abbiamo provveduto a stabilizzare la
quenza ultrasonica da applicare al trasduttore tensione di alimentazione del solo stadio oscil-
che, come si può notare, è collegato sull'uscita latore tramite il diodo zener DI da 91 V- 1 W.

I
s Fig. 5 - Disegno del circuito
stampato a grandezza naturale
del trasmettitore. Questo dise-
gno è visto dalla parte in cul
compaiono le piste di rame, cioè
dalla parte opposta a quella In
cui vengono inseriti i componen-

L
a • a ti elettronici.

del circuito, a valle del condensatore di accop- Sullo schema di figura 3 sono stati riportati
piamento C4. i principali valori delle tensioni misurate nei
Per ottenere la funzione di generatore di segnali, vari punti del circuito con un comune tester
abbiamo composto il circuito di un oscillatore da 20.000 ohm/V. Vogliamo appena ricordare
ad onda quadra, pilotato dai transistor TR1- che i valori riportati nello schema non deb
TR2 e a molti lettori noto con il termine di bono considerarsi tassativi, mentre debbono es-
"multivibratore astabile". A valle di questo o- sere assunti come valori medi di un segnale ad on-
scillatore risulta inserito un transistor pilota da quadra e non a livello continuo.
(TR3), che comanda il trasduttore piezoelet-
trico.
Il circuito del multivibratore astabile oscilla su ANALISI DEL RICEVITORE
una frequenza di valore prossimo ai 40.000 Hz,
che è quello ottimale di funzionamento dei tra- Il progetto del ricevitore, che deve essere ac-
sduttori prescritti per la costruzione dei progetti coppiato con il trasmettitore precedentemente
del trasmettitore e del ricevitore. descritto, è rappresentato in figura 6.
La frequenza di oscillazione del multivibratore Il segnale ultrasonico, generato ed inviato dal
è regolabile per mezzo del trimmer potenzio- trasmettitore al microfono ceramico del rice-
metrico R2, che consente di raggiungere, nel vitore viene convertito in un segnale elettrico
trasduttore, il valore della frequenza di risonan- della frequenza di 40.000 Hz. Il transistor TRl
za. provvede ad amplificarlo e ad applicarlo, tra-

522
mite il condensatore di accoppiamento C3, alla E' ovvio che il lettore dovrà tener conto di que-
base del transistor TR2 che è chiamato a svol- sta particolarità nelle varie applicazioni pratiche
gere un secondo processo di amplificazione del del telecomando ultrasonico.
segnale. Con il relé costantemente eccitato in assenza di
Dal collettore del transistor TR2 il segnale, op- segnale, l'assorbimento di corrente è di soli 3±-5
portunamente amplificato, viene inviato al cir- mA.
cuito di rivelazione composto dai diodi D1-D2 Coloro che volessero far funzionare la sezione di
e dal condensatore C5. In questo circuito il segna- potenza in modo inverso, cioè provocando l'ec-
le viene trasformato ad un livello di tensione citazione del relé soltanto quando al ricevitore
tanto più alto quanto più forte è il segnale ri- giunge un segnale di pilotaggio, cioé facendo in
cevuto. modo che in assenza di segnale il relé rimanga
Il transistor TR3, normalmente mantenuto al- diseccitato, assorbendo la corrente di soli 3 + 5 mA,
l'interdizione dalla resistenza R5, in presenza di dovranno comportarsi nel modo seguente. Il tran-
segnale diviene conduttore e la tensione di col- sistor TR4, che è di tipo NPN, dovrà essere sosti-
lettore raggiunge praticamente lo zero. tuito con un transistor di tipo PNP. Il collettore
Prima di raggiungere lo stadio successivo di pilo- di questo nuovo transistor dovrà risultare collegato
taggio del relé, abbiamo provveduto all'inseri- a massa, mentre l'emittore verrà collegato diretta-
mento di uno speciale circuito antidisturbo, che mente con la base del transistor TR5. Ogni altro
evita i falsi allarmi dovuti a circostanze esterne elemento deve rimanere inalterato.
occasionali. Infatti può capitare di produrre suo- Ripetiamo. Per fare in modo che il relé riman-
ni alla frequenza di 40.000 Hz in grado di agire ga diseccitato in assenza di segnale, basta sosti-
come veri e propri segnali, senza accorgersene. tuire il transistor TR4 di tipo NPN con uno di
tipo PNP, collegando il collettore a massa e l'e-
mittore direttamente con la base del transistor
TR5, lasciando ogni altra cosa al suo posto.
IL CIRCUITO ANTIDISTURBO

Il circuito che evita i falsi segnali d'allarme è


composto dai diodi D3-D4 e dal condensatore UNA VARIANTE CIRCUITALE
elettrolitico C6. Esso provvede a mantenere ele-
vato il valore della tensione sui terminali di C6, Il ricevitore, così come è stato concepito, mette
per un certo tempo, anche quando la tensione di in funzione il relé soltanto quando al suo trasdut-
collettore del transistor TR3 si riduce a zero per tore proviene un segnale di comando e per tutto
effetto della presenza di un segnale momentaneo il tempo della durata di questo comando. In prati-
della frequenza di 40.000 Hz. ca, quando cessa il raggio ultrasonico di pilotaggio,
Nel caso in cui il segnale dovesse perdurare, il ,i terminali utili del relé ritornano alla posizione
condensatore elettrolitico C6 si scarica completa- originale. Ma in talune applicazioni pratiche può
mente, consentendo il funzionamento della suc- risultare necessario fare in modo che con l'invio
cessiva sezione di comando di potenza del rice- di un solo comando di breve durata il circuito
vitore. Ma questa volta si presume che il per- di utilizzazione, collegato sui terminali del relé,
durare del segnale corrisponda ad un vero e rimanga costantemente chiuso o aperto.
proprio segnale di pilotaggio inviato dal tra- Facciamo un esempio pratico. Se sui terminali
smettitore. utili del relé (aperti) colleghiamo il circuito di
alimentazione di una qualsiasi lampada, invian-
do un impulso di comando breve tramite il tra-
LA SEZIONE DI POTENZA smettitore, la lampada si accende, ma si spegne
immediatamente dopo la cessazione dell'invio del
La sezione di potenza del ricevitore, quella che segnale ultrasonico del trasmettitore.
pilota il rel RL1, è composta dai transistor TR4- In talune applicazioni pratiche, invece, può ri-
TR5. Si tratta di un transistor di tipo NPN e sultare necessario che il circuito di alimentazione
di uno di tipo PNP. della lampada rimanga costantemente chiuso
Questa sezione del ricevitore, così come essa è (lampada accesa) anche dopo la cessazione del
stata concepita e illustrata in figura 6, mantie- segnale di pilotaggio ultrasonico. Come si può
ne eccitato il relé RLl costantemente in as- dunque fare per ottenere tale condizione tecnica?
senza di segnale. La diseccitazione del relé, infat- Basta realizzare il circuito riportato in figura 9.
ti, si verifica soltanto quando sul trasduttore In questo semplice progetto si fa uso di un relé
del ricevitore giunge un segnale di pilotaggio. a doppio scambio, in sostituzione di quello ad un

523
>
uO

r @?@ r

»-
A

I"
u

Fig. 6 - Progetto completo del ricevitore di se-


gnali acustici alla frequenza ultrasonica di 40.000
Hz. L'alimentazione del circuito viene effettuata
con la tensione continua di 12+13,5 Vcc. L'assor-
bimento di corrente in assenza di segnale è di
45 mA; in presenza di segnale scende a 3+5
mA. Ciò vuol anche significare che, in assenza
di segnale, il relé rimane costantemente eccita-
to. I valori delle tensioni riportati nei vari punti
del circuito sono stati prelevati, i assenza di
segnale, cioè con il relé eccitato·, per mezzo di
un tester da 20.000 ohm/V.

O)
r

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 50 F - 16 VI (elettrolitico)
C2 = 56 pF
C3 = 2.200 pF
C4 = 2.200 pF
es = 100.000 pF
u
r C6 = 1O F - 16 VI (elettrolitico)
C7 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)
<D
r Nli . Resistenze
R1 = 4,7 megaohm
R2 = 56.000 ohm
RJ = 1 megaohm
<l'
R4 = 5.600 ohm
r
RS = 150.000 ohm

g <"')
a
R6
R7
R8
=

=
1.500
= 10.000
4.700
ohm
ohm
ohm
R9 = 470.000 ohm
Varie
r TR1 = BC108B
u Il TR2 = BC108B
TRJ = BC108B
TR4 = BC108B
P
.7
«le

t TRS = 2N2905
D1-D2-D3-D4 = diodi al germanio (di qualsiasi

.-
tipo)
D5 = 1N4007
RL1 = relé - 12 V - 300 ohm
RICEVIT. = EFR-RCB40K2 (QQ/0178-04-GBC)

524
N
N
7
1-
:::J
A RL1

1R5»-@
+le±7
assi(i..
C2
TERMINALE
ISOLATO

Fig. 7 - Plano costruttivo sul circuito stampato del ricevitore di segnali ultrasonici. L'uti-
lizzazione del tre terminali del relé deve essere fatta a seconda dell'uso cui viene desti-
nato li dispositivo, tenendo conto che, in assenza di segnale, due dei tre terminali com-
pongono un circuito chiuso, mentre gli altri due mantengono il circuito aperto. SI faccia be-
ne attenzione ad Inserire in modo corretto il microfono ceramico, perché uno del due terml-
nali di questo componente è Isolato ed è quello che deve essere collegato con la linea
calda, mentre l'altro va a collegarsi con la massa.

singolo scambio adottato nel progetto originale per costringere i contatti del relé ad assumere la
di figura 6. condizione iniziale occorre agire sul pulsante
Dunque, realizzando il circuito d'uscita di figu- di ripristino chiaramente indicato in figura 9.
ra 9, basta un solo impulso di comando inviato
dal trasmettitore per stabilire una definitiva con-
dizione elettrica sui terminali del relé. Purtrop- L'ALIMENTATORE
po, con l'uso del relé a doppio scambio, non è
più possibile ripristinare lo stato elettrico origi- I due circuiti del sistema di telecomando ultra-
nale per mezzo di un ulteriore impulso, dato che sonico, quello del trasmettitore e quello del rice-

525
Fg. 8 - Disegno in
grandezza naturale
del circuito stampa-
to che il lettore do-
vrà riprodurre su u-
na basetta rettango-
lare di bachelite per
effettuare la compo-
sizione dell'appara-
to ricevente del si-
stema di telecoman-
do ultrasonico.

vitore, debbono essere alimentati con la tensione PIANI COSTRUTTIVI


continua di 12--;- 13,5 Vcc. A tale scopo si potran-
no utilizzare tre pile piatte di 4,5 V ciascuna, Le figure 4-7 propongono al lettore i due piani
collegate in serie fra di loro, oppure un accumu- costruttivi del trasmettitore e del ricevitore. Si
latore o un alimentatore da rete. tratta di due piani. di cablaggio oltremodo sem-
Il tipo di alimentazione che ognuno dovrà sceglie- plici, realizzati su due circuiti stampati i cui dise-
re rimane sempre condizionato dall'uso che si gni, in grandezza naturale, sono presentati nelle
deve fare del sistema di telecomando ultrasoni- figure 5-8.
co. Per esempio, volendo pilotare a distanza un
televisore, il dispositivo-trasmettitore, dovendo es-
sere di tipo mobile, verrà alimentato con pile in-
corporate nel circuito, mentre il dispositivo-rice-
vitore, dovendo costruire una stazione fissa, po-
trà essere alimentato con opportuno alimenta-
tore da rete-luce.
Per tutti quegli usi in cui i due apparati possono
essere alimentati con la tensione continua di
]2--;- 13,5 Vcc, presentiamo in figura IO il pro-
getto di un semplice alimentatore, non stabiliz-
zato, in grado di funzionare con la tensione di
rete e di erogare, in uscita, le due tensioni ( ugua-
I
li) necessarie per alimentare, con due diversi I
I
assorbimenti di corrente, i due diversi apparati I

( trasmettitore e ricevitore ). i
Il trasformatore TI deve essere in grado di tra-
PULs.
sformare la tensione alternata di 220 V di rete- CONT D
AUTOALIM RIPRIST C
norm chs)
luce in quella alternata di 12,6 V; questo secon-
do valore di tensione viene applicato al ponte
rettificatore PI, che provvede a trasformare la
corrente alternata in corrente unidirezionale pul-
Fig. 9 - Proponiamo con questo schema una varian-
sante. Il livellamento della corrente, cioè il fil- te al circuito del relé originale montato nel progetto
raggio, viene eseguito dalle due cellule di filtro di figura 6. La sostituzione con un relé a doppio scam-
composte dai tre condensatori elettrolitici C1-C2- bio permette di conservare nel tempo la condizlo-
C3 e dalle due resistenze R1-R2. ne elettrica imposta da un impulso ultrasonico di bre-
ve durata. H ripristino delle condizioni elettriche ori-
Questi due filtri sono stati concepiti in modo da ginali si ottiene premendo un apposito pulsante.
isaccoppiare tra loro le due tensioni continue
presenti sulle boccole delle due uscite.

526
Fig. 1 O - I due circuiti del
sistema di telecomando ul-
trasonico, quello del tra-
smettitore e quello del ri-
cevitore, possono essere
alimentati con questo di-
spositivo, che prevede due
diverse uscite di due valori
identici di tensioni continue.

Condensatori R2 = 56 ohm - 1 W
Cc1 E: 1.000 F - 25 VI (elettrolitico) Varie
c2 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) PI = ponte raddrizz. (80 V - 1 A)
C3 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) T1 == trasf., d'alimentaz. (220 V - 12,6 V - 0,6 A
Resistenze • 10 W)
R1 = 56 ohm - 1 W s1 = interrutt.

Sui due circuiti stampati risultano inseriti tutti i trasonico si riduce alla sola regolazione del trim-
componenti necessari al funzionamento dei due mer potenziometrico R2 dell'apparato trasmet-
progetti, fatta eccezione per il circuito di alimen- titore. La regolazione di questo componente deve
tazione (pile-accumulatori-alimentatori). essere effettuata con la massima attenzione e allo
E' ovvio che, durante la realizzazione dei circuiti, scopo di "centrare" esattamente il valore di fre-
occorrerà prestare la massima attenzione per non quenza di risonanza del sensore (microfono cera-
inserire in modo errato i componenti e per non mico).
confondere tra loro i terminali degli elementi po- L'operazione di taratura si esegue alimentando
larizzati (diodi-elettrolitici-transistor-sensori) An- entrambi gli apparati e misurando, per mezzo di
che le saldature dovranno essere eseguite a re- un comune tester, il valore della tensione sui ter-
gola d'arte, abbastanza rapidamente e con salda- minali della resistenza R7 del circuito del rice-
tori dotati di punta ben calda. vitore. Dunque tenendo fermi i puntali del te-
I due trasduttori acustici che, più correttamen- ster sui terminali della resistenza R7 e fissando
te, vengono denominati "microfoni ceramici ul- la scala dello strumento, si regolerà il trimmer R2
trasonici", sono dotati di due terminali. Uno di del trasmettitore in modo da ottenere la massima
questi ( terminale di massa ) si trova in intimo deviazione dell'indice dello strumento. Per affina-
contatto elettrico con la carcassa metallica del re ulteriormente questa semplice operazione di
componente; l'altro rimane invece isolato per mez- taratura, dopo una prima regolazione del trimmer
zo di una rondella di bachelite. Ebbene, il reo- R2, si provvederà ad allontanare maggiormente
foro in contatto con la carcassa deve essere col- fra loro i due apparati ( trasmettitore e ricevitore)
legato con la linea di massa del circuito, l'altro ritoccando ancora una volta la posizione del cur-
con la linea "calda". Queste due osservazioni sore del trimmer R2. Ciò allo scopo di raggiungere
tecniche si estendono ad entrambi i microfoni ce- veramente la massima deviazione possibile del-
ramici, quello di tipo EFR-OCB40K2 (per il l'indice del tester.
trasmettitore) e quello di tipo EFR-RCB40K2 A questo punto l'intero sistema di telecomando
(per il ricevitore). Si tratta comunque di ele- ultrasonico è pronto per l'uso. Basterà ora dota-
menti chiaramente indicati per mezzo di richiami re il trasmettitore di un interruttore a pulsante
sui piani di cablaggio delle figure 4 e 7. collegato in serie con il suo alimentatore. Premen-
do questo pulsante si può essere certi di trasmet-
tere un ultrasuono che, uscendo dal microfono
TARATURA ceramico del trasmettitore, raggiungerà il mi-
crofono ceramico del ricevitore e provocherà lo
La taratura dell'intero sistema di telecomando ul- scatto del relé.

527
Portando con sé la stazio ne ricetrasm ittente, il
CB, a volte, gira il mondo intero. Se ne va in mon-
tagna, al mare, in città diverse del nostro Paese
e dell'estero. E dovunque eserci ta il suo hobby
ed il suo diritto di collegarsi , via radio , con amici
corrispondenti vecchi e nuovi, con perone a lui
note o del tutto sconosciute ed incontrate per la
prima volta ... nello spazio, sulle ... creste delle
onde radio.
E quando il CB se ne va di casa, sempre usa l'au-
to, dove ripone accuratamente ~ fa iunzionare
il suo amico ricetrasmettitore. L autovettura ri-
sulta così trasformata in una stazione radio mo-
bile, con tutte le sue caratteristiche tecniche

LE
e gli accessori di rito. Dunque anche con l'anten-
na.
Ma chi possiede un'automobile nuova o semi-
nuova, di un certo valore, oppure chi ha il culto
dell'automobile, non sempre è disposto a ... lesio-
narne la carrozzeria, perforandone il tettuccio, che
rappresenta in ogni caso il punto più favorevole

PAGINE per l'installazione dell'antenna. D'altra parte è


molto amaro dover rinunciare alle enormi soddi-
sfazioni che derivano dai collegamenti in posizioni
favorevoli con dei CB non raggngi&ili aormal-
mente dalla propria base.

DEL UNA SOLUZIONE DI COMPROMESSO

Anche per questo problema esiste comunque


una soluzione di compromesso, quella che stia-
mo per proporre in queste pagine ai nostri let-
tori CB; si tratta dell'antenna a ventosa per auto.
Le antenne utilizzabili dai CB sono distribuite
su una vasta gamma di modelli verso i quali ci
si deve orientare, con cognizione di causa, quando
sorge la necessità. Ma ciò vale per le stazioni fisse,
perchè nell'uso mobile la scelta si riduce pratica-
mente ad un solo modello: quello a stilo ad 1 /4
d'onda. Ma, si faccia bene attenzione, non allo sti-
lo normale, ma a quello di tipo caricato, allo
scopo di ridurre le dimensioni d'ingombro del
componente. Per tutti gli usi mobili l'antenna
della ricetrasmittente CB deve assumere la carat-
teristica principale del minimo ingombro. E ciò
significa che, assai spesso, si deve anche scartare
'antenna di tipo a 1/2 lunghezza d'onda, la cui
unghezza è pari a 5,6 metri.
'antenna di lunghezza pari ad 1/4 d'onda è lun-
a 2,8 metri. E, come è facile intuire, anche
questa lunghezza risulta eccessiva per un mezzo
mobile. Né d'altra parte è possibile accorciare ul-
teriormente lo stilo senza provocare notevoli disa-
dattamenti. Si può invece, mediante uno strata-

528
ANTENNA A VENTOSA
PER AUTO
gemma, mantenere la lunghezza virtuale dell'an- sioni poi consigliano di sfruttare il punto migliore
tenna, riducendo quella reale. Spieghiamoci me- per l'installazione, che è sempre rappresentato
glio. Per ridurre la lunghezza reale dell'antenna e dal centro geometrico del tettuccio metallico del-
mantenere quella virtuale si deve introdurre nel l'autovettura, che funge anche da schermo e
sistema dell'elemento ricetrasmittente una indut- piano di massa, trasformando l'antenna a stilo
tanza, denominata "bobina di carico", che è in in una vera e propria "ground plane".
grado di allungare virtualmente l'antenna consen-
tendo di ridurre notevolmente il tratto radiante.
LE INNOCUE VENTOSE

MINOR RENDIMENTO Per non rovinare definitivamente la carrozzeria


dell'autovettura, invitiamo i nostri lettori a ri-
L'antenna caricata, pur risolvendo il problema correre ad un sistema di installazione del tutto
delle dimensioni, non offre lo stesso rendimento innocuo per l'integrità dell'automezzo, che consi-
dell'antenna normale, proprio perchè questa ca- ste nel servirsi di 4 ventose le quali, se di buona
ratteristica è legata all'effettiva lunghezza del qualità e ben aderenti, consentono l'uso del si-
tratto rettilineo. Dunque, l'antenna munita della stema di ricetrasmissione sino alla velocità di
bobina di carico, presenta sempre un rendimen- 80 Km. orari.
to inferiore a quello di un'antenna non caricata, La praticità e la rapidità di montaggio dell'anten-
della stessa lunghezza d'onda e dello steso tipo. na col sistema delle ventose, non comportano un
Ma sull'autovettura non è assolutamente conce- vincolo per i lunghi spostamenti e per, le alte
pibile il montaggio di un'antenna di lunghezza velocità, perché l'elemento potrà essere montato
su periore ai 2 metri, soprattutto quando si debbo- e smontato sul tettuccio in pochi secondi, a pia-
no affrontare notevoli velocità. Le piccole dimen- cere, quando ve ne sia bisogno.

La realizzazione di un'antenna di emergenza, per il ricetrasmet-


titore funzionante in auto, costituisce una soluzione di comodo
per tutti quegli appassionati che, anche durante il periodo delle
vacanze, non possono rinunciare al piacere di collegarsi e dia-
logare con amici vecchi e nuovi che coltivano lo stesso hobby
delle ricetrasmissioni sulle frequenze della banda cittadina.

529
DETTAGLI COSTRUTT IVI
PARTE DA
Vediamo ora di descrivere abbastanza dettaglia- ACCORCIARE

tamente il piano costruttivo dell'antenna, che si


articola in due parti distinte: quella dell'anten-
na a stilo vera e propria e quella del supporto
di fissaggio dell'elemento al tettuccio dell'auto-

vettura.
L'antenna da noi prescelta è di tipo caricato al 8
"'
centro, la cui realizzazione pratica è molto sem-
plice e di costo limitatissimo.

Come si può notare in figura 1, la lunghezza


complessiva di tutto il sistema radiante è di 1
Ll

metro circa ( 1.000 mm.). Esso si adatta quindi


all'installazione sul tettuccio dell'autovettura sen-
za creare problemi di ingombro eccessivo in al-
tezza.
L'elemento radiante, così come da noi rappresen-
tato, è composto da due stili della lunghezza di 8n
500 mm. circa. I due stili vengono realizzati me-
diante tondino di acciaio inox del diametro
di 2:3 mm. Il tondino di acciaio può essere so-
stituito con tondino di ottone crudo di diametro
anche lievemente superiore. Il terzo elemento del- PL259
l'antenna, quello che congiunge i due stili, è rap-
presentato dalla bobina di carico.

SALDARE

50

Fig. 2 - La bobina di carico si realizza avvolgendo 43 spire


compatte di filo di rame smaltato del diametro di 0,5 mm.
su un clllndretto-supporto di materiale isolante del dia-
_:
--
+ 1
11
I

metro (esterno) di 20 mm. e della lunghezza di 50 mm. I


due terminali dell'avvolgfmento, dopo essere stati accura- 20
tamente rlpufftl dello smalto Isolante, debbono essere sal-
dati a stagno sulle estremità dei due stHi che compongono
l'antenna.

530
Fig. 1 - Proponiamo In questo disegno lo schema completo dell'antenna di emergenza con

4
le relative dimensioni espresse In millimetri. I due stili vengono reallzzati con tondino di ac-
ciaio Inox del diametro di 2+3 mm., oppure con tondino di ottone crudo di diametro anche
lievemente superiore. I due stili vengono congiunti In posizione centrale dalla bobina di ca-
rico Lt. L'innesto del bocchettone maschio PL259 si effettua su analoga presa-femmina mon-
tata su una piastra di alluminio.

Il bocchettone per alta frequenza, di tipo PL259, figura 2, è di 20 mm., mentre l'altezza è di 50 mm.
viene applicato su una delle due estremità del- Sul cilindretto di materiale isolante si dovranno
l'antenna e permette l'innesto rapido e razionale avvolgere 43 spire compatte di filo di rame smal-
del componente sulla piastra di alluminio. tato del diametro di 0,5 mm. L'avvolgimento ver-
rà bloccato alle due estremità per mezzo di un
qualsiasi collante, così da garantire stabilità e
LA BOBINA DI CARICO robustezza meccanica.
I due terminali estremi dell'avvolgimento verran-
Laina Bob
di carico deve essere realizzata seguen- no accuratamente raschiati, cioé ripuliti completa-
do il piano costruttivo di figura 2. Il supporto è mente dallo smalto in modo da evidenziare la bril-
costituito da un cilindretto di materiale isolante lantezza naturale del rame. Essi verranno saldati a
( nylon, plexiglass, perspex, ecc.). Il diametro stagno sulle due estremità dei due stili che com-
esterno del cilindretto, così come indicato in pongono l'antenna. Queste verranno infilate a

ISOLANTE
CAVO COASS.
RG 8
w
z
~(J)
I- LO
Li u
r-I 30
8e
o
0
Fig. 3 • Questo disegno interpreta molto detta-
gliatamente Il sistema di Innesto dell'antenna per
mezzo di un bocchettone di alta frequenza di ti-
po PL259.

531
forza nel supporto isolante. I lettori più raffinati IL SUPPORTO DI FISSAGGIO
potranno provvedere alla filettatura delle due
estremità dei due stili e a quella corrispondente I particolari elettrici e meccanici relativi al sup.
dei due fori di penetrazione praticati sulle estre- porto di fissaggio sul tettuccio dell'autovettura so-
mità del supporto cilindrico. no riportati in figura 4.
La piastra di fissaggio, di forma quadrata e di
lato 10 cm., potrà essere indifferentemente di
IL BOCCHETTONE PL259 alluminio o di materiale isolante, purché suffi-
cientemente robusto e atto a garantire una per-
La connessione dello stilo con il bocchettone di al- fetta stabilità meccanica di tutto il sistema.
ta frequenza deve essere realizzata in modo da con- Le quattro ventose, applicate ai quattro angoli

FEMMINA
PL259
PIASTRINA ALLUMINIO
Fig. 4 - Il supporto di fissaggio dell'anten-
na di emergenza è costituito, principal-
mente, da una piastrina di alluminio di
forma quadrata e di 10 cm. di lato. Que-
sta piastrina può anche euere sostituita
con altra di materiale isolante, purché ro-
busto e di notevole spessore. Le quattro
ventose, che debbono essere di ottima qua-
lità, vengono applicate in prossimità dei
quattro angoli dei quadrato. In posizione
centrale viene montato, tramite viti e dadi,
Il bocchettone-femmina PL 259 Il cui corpo
metallico deve risultare collegato. elettri-
camente, tramite saldatura a stagno, con
la calza metallica del cavo schermato di
+
AL TX-RX
collegamento con Il ricetrasmettitore.

servare lo stilo ben distanziato dal corpo del con- del quadrato, dovranno essere di buona quali-
nettore stesso che risulta collegato a massa. Quin- tà, soprattutto quando si debba impiegare l'an-
di, per non ricorrere agli appositi elementi pas- tenna durante le alte velocità. Per migliorare
santi, converrà servirsi di uno spezzone di cavo la presa delle ventose sul tettuccio dell'autovet-
coassiale di tipo RG8 della lunghezza di 3 cm. tura, occorrerà prima pulire accuratamente la
circa. L'estremità dello stilo verrà ovviamente parte metallica destinata al fissaggio.
saldata al puntale centrale del connettore PL259, Per quanto riguarda la parte elettica, l'unico
limando, eventualmente, la parte in cui si in- particolare di notevole importanza si riferisce
troduce lo stilo qualora il diametro di questo al collegamento del bocchettone-femmina PL259,
superi i 2 mm. Tutti questi particolari costruttivi il cui corpo metallico dovrà essere collegato
sono chiaramente illustrati in figura 3. elettricamente, tramite saldatura a stagno, con la

532
calza metallica del cavo schermato di collegamen- smettitore tramite l'interposizione di un ROS-
to con il ricetrasmettitore. Questo cavo potrà es- metro. Occorrerà quindi procedere ad un accor-
sere di tipo RG8 oppure RG58 ciamento della parte superiore dell'antenna, sino
al raggiungimento di un basso valore di onde
stazionarie, tenendo conto che i valori accettabili
TARATURA DEL SISTEMA si aggirano intorno a 1,4:1,2.
L'accorciamento della parte superiore dello sti-
La taratura dell'antenna si effettua installando lo va fatto eliminando 2 mm. di metallo per vol-
il componente in posizione operativa sul tettuc- ta nella fase preliminare e, successivamente, 1
cio dell'autovettura ed alimentandolo con il tra- mm. per volta nella fase di affinamento.

IL RICEVITORE CB
in scatola
di montaggio a
L. 14.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattivo,
ampiamente collaudato, di conce-
zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26+ 28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con. volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del RICEVITORE CB sono contenuti in una sca-
tola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione a l. 14.500. La scatola di montaggio è cor-
redata del fascicolo n. 10 - 1976 della Rivista, in cui è presentato l'articolo relativo alla descrizio-
ne e al montaggio dell'apparecchio. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto di L. 14.500 a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO - Via Zuretti, 52.

533
DUE
TRANSISTOR

RICEZIONE IN CUFFIA

Proponiamo questo mese ai nostri lettori princi- stadio vengono riportati, o riflessi, su questo sta-
pianti la costruzione di un semplice ricevitore ra- dio, sottoponendolo a due lavori diversi.
dio, per onde medie, a due soli transistor, che Nel nostro caso questo stadio è pilotato da due
può funzionare secondo il principio reflex ed an- transistor che amplificano contemporaneamente
che secondo quello della reazione. le alte e le basse frequenze, stabilendo una sepa-
Nella didattica della radiotecnica il circuito re- razione netta fra le due categorie di segnali in
flex si trova a metà strada fra il circuito a reazione modo da evitare ogni possibilità di inneschi od
e quello supereterodina. Esso, dunque, merita una oscillazioni parassite.
particolare attenzione da parte di coloro che de- Il nostro semplice ricevitore reflex per onde me-
siderano specializzarsi nella tecnica delle ripara- die può essere costruito da tutti i principianti, da
zioni e delle costruzioni di ricevitori radio. to che per il corretto funzionamento dell'appara-
Risulta evidente, tuttavia, che questo progetto, to non sono richieste particolari operazioni di
così come avviene per quelli rigenerativi, non ap- messa a punto e taratura. Perché il numero di
partiene alla gamma dei ricevitori commerciali, componenti necessari per la realizzazione pratica
ma soltanto a quella dello studio dell'elettronica, dell'apparato è assai esiguo. Perché la reperibilità
in generale, e della radiotecnica, in particolare, commerciale degli elementi necessari è facile ed
oggi il solo circuito appartenente all'industria e - il costo complessivo del ricevitore può essere con-
al commercio è quello supereterodina, cioè il siderato accessibile a tutte le borse.
circuito del ricevitore radio a conversione di fre-
quenza.
CARATTERISTICHE DEL RICEVITORE

IL CIRCUITO REFLEX Prima di iniziare l'esame dettagliato del circuito


teorico del ricevitore, vogliamo citare le fonda-
I lettori principianti di radiotecnica si saranno mentali caratteristiche tecniche di questo pro-
già chiesti che cosa si debba intendere per rice- getto.
vitore reflex. Rispondiamo quindi subito a que- L'apparecchio è da considerarsi come un ricevi-
sta prima domanda. tore di tipo tascabile, con alimentazione autono-
Viene definito come ricevitore refex quell'appa- ma mediante una pila da 9 V. L'ascolto, ovvia-
recchio radio nel quale i segnali uscenti da uno mente, non può essere ottenuto in altoparlante,

534
RICEVITORE
PER ONDE MEDIE
a causa della modesta potenza prelevabile all'u- Siamo certi che coloro che vorranno realizzare
scita. Ma la ricezione dei segnali radiofonici è da questo ricevitore rimarranno sorpresi dalle sue
ritenersi più che soddisfacente in cuffia o in au- elevate caratteristiche radioelettriche, in partico-
ricolare, purché questi presentino un valore di lar modo dalla selettività e dalla sensibilità di
impedenza di 16 ohm. ricezione di un buon numero di emittenti radio-
La sintonizzazione delle emittenti radiofoniche è foniche sulla gamma delle onde medie.
ottenuta per mezzo di un piccolo condensatore
variabile, mentre non esiste alcun comando per
il controllodivolume sonoro; nel corso dell'arti- CIRCUITO DI SINTONIA
colo, tuttavia, spiegheremo come sia possibile in-
serire anche questo particolare elemento. Il circuito di sintonia, quello nel quale giungono
Ricordiamo per ultimo che, volendo realizzare un i segnali radio per essere selezionati, è rappresen-
ricevitore di tipo veramente portatile, ci si dovrà tato dal condensatore variabile Cl e dalle bobine
servire di componenti elettronici miniaturizzati, L2-L1.
componendo un assiemaggio compatto e robusto L'insieme della ferrite e dei due avvolgimenti
e rinchiudendo il tutto in un piccolo contenitore L2-LI prende il nome cli antenna di ferrite. Pro-
di materiale isolante, in grado di favorire l'ingres-
prio perché questi elementi rappresentano il cir-
so delle onde radio sul circuito d'entrata dell'ap-
cuito ricettivo dei segnali radio.
parato. Non si possono invece utilizzare i conte-
nitori di metallo, perché questi costituirebbero Al condensatore variabile CI è affidato il compi-
uno schermo elettromagnetico, cioè una gabbia di to di far variare le caratteristiche radioelettriche
Faraday, che isolerebbe completamente il circui- del circuito di risonanza (Cl-L2), in modo da far
to di sintonia del ricevitore radio dai campi elet- giungere sull'avvolgimento secondario Ll e, con-
tromagnetici circostanti, cioè dai segnali radio pre- seguentemente, sulla base del transistor TR1, un
senti nello spazio. solo e ben determinato segnale radio.

\
Con due soli transistor, una cuffia e pochi altri elementi, ogni
lettore principiante può realizzare un piccolo ricevitore radio,
di dimensioni ridotte, adatto per l'ascolto delle principali emit-
tenti radiofoniche ad onda media, anche senza alcun collega-
mento con circuiti di antenna e di terra.

535
R1

a
L2> ~ Il
4$ ~•
••

01
b.

TR2
C4
Il

I!
S1

J1
@> Il A Il /"X"lOOn("\

e
9V
e
© ■ le■
C2
Il
,e (i'~
USCITA "
CUFFIA

Fig. 1 • Le principali doti di sensibllltà e selettività di questo ricevitore derivano


dalla particolare configurazione circuitale dei due transistor TR1-TR2, montati In
circuito reflex. L'ascolto deve essere effettuato tramite una cuffia da 18 ohm
di Impedenza,

COMPONENTI
C1 = 300 pF (condena. variab.) R1 = 3.300 ohm
C2 = 10.000 pF TR1 BC1O9B
C3 = 10.000 pF TR2 = BC109B
C4 = 50 F - 12 VI (elettrolitico) D1 = diodo al germanio (di qualunque tipo)
J1 = lmp. AF (2+5 mH)

Flg. 2 • Plano costruttivo del ricevitore per onde medie con ascolto In cuffia. Co- •
loro che volessero servirsi dell'antenna, dovranno collegare questo elemento con
la presa Intermedia B dell'avvolgimento primario L2. Il contenitore deve e11ere
assolutamente realizzato con materiale Isolante.

536
AMPLIFICAZIONE AF RIVELA ZIONE E AMPLIFICAZIONE BF

Abbiamo già anticipato la notizia che i due tran- Non potendo attraversare l'impedenza Jl, i se-
sistor TR1-TR2 lavorano simultaneamente come gnali di alta frequenza amplificati incontrano una
amplificatori di alta e di bassa frequenza. via di facile passaggio attraverso il diodo al ger-
In un primo tempo, i segnali radio che si affac- manio D1, che costituisce il diodo rivelatore del
ciano alla base del transistor TRl sono segnali di circuito, cioè il diodo che, eliminando le semion-
alta frequenza. Essi vengono amplificati da que- de di uno stesso nome dei segnali radio, risolve
sto transistor ed inviati alla base del secondo tran- il processo di rivelazione assieme al condensatore
sistor TR2, che provvede ad un secondo processo di fuga C2.
di amplificazione. Sull'emittore del transistor TR2, Attraverso il condensatore C2 viene messa in fu-
dunque, sono presenti i segnali di alta frequenza ga, a massa, la rimanente parte di segnali di al-
amplificati, che non possono raggiungere l'uscita ta frequenza ancora presenti sulle semionde dello
del circuito, cioè la cuffia, a causa della presenza stesso nome dei segnali radio che hanno attraver-
dell'impedenza di alta frequenza Jl, che costitui- sato il diodo rivelatore Dl.
sce un elemento di sbarramento per i segnali di Sulla base del transistor TR1, dopo aver percor-
alta frequenza mentre lascia via libera ai segnali so l'avvolgimento secondario Ll, i segnali radio
di bassa frequenza. di bassa frequenza sono pronti per essere sotto-

SCATOLA NON
METALLICA

537
70 SPI RE

® L1
@
L2
~IRE
20 SPIRE Fig. 3 - L'antenna di ferrite è ottenuta avvolgendo 90
I spire di filo di rame smaltato del diametro di 0,3 mm.
@ @ su un bastoncino cilindrico di ferrite de! diametro di
8 mm.; la presa intermedia B, ricavata alla settante-
o sima spira, può servire per un eventuale collegamento
con l'antenna. Sopra l'avvolgimento L2 si avvolgono

© I O spire dello stesso tipo di filo verso l'estremità e-


sterna dell'avvolgimento L2.

posti ad un primo processo di amplificazione. Il


transistor TRI viene dunque chiamato a svolge-
re un secondo lavoro: quello di amplificare in
<r
z bassa frequenza i segnali radio. Questo stesso la-
z
w voro viene affidato anche al secondo transistor
}
z TR2, che amplifica ulteriormente i segnali radio
<r di bassa frequenza.
Sull'emittore del transistor TR2 sono presenti,
questa volta, i segnali radio di bassa frequenza che
incontrano una via di facile passaggio attraverso
l'impedenza di alta frequenza J 1, raggiungendo
così agevolmente l'uscita del ricevitore radio, cioè
la cuffia. Il condensatore C3 provvede a convo-

L
gliare a massa eventuali residui di segnali di alta
frequenza presenti a valle dell'impedenza J 1.
Il condensatore elettrolitico C4 collegato in pa-
rallelo con la pila di alimentazione a 9 V, prov-
E vede a stabilizzare la tensione di alimentazione.
Con l'interruttore S1 si chiude o si apre il circui-
to di alimentazione.
Il progetto del ricevitore per onde medie presen-
tato in figura 1 è quello che ufficialmente risulta
descritto e proposto nel corso dell'articolo. Ma i
Fig. 4- E' ovvio che, collegando sulla presa interme- lettori più esigenti, coloro che vorranno esaltare
dia B un'antenna esterna, e provvedendo anche a col- ancor più le prestazioni dell'apparecchio radio,
legare Il terminale C con un buon circuito di terra, la
sensibilità del ricevitore radio aumenta notevolmente. potranno apportare alcune varianti tecniche al
progetto originale nei vari modi che avremo oc-
casione di interpretare più avanti.

538
COSTRUZIONE DEL RICEVITORE

La costruzione del ricevitore dovrà essere fatta SINISTRA


seguendo il piano di cablaggio riportato in figu- (ENTR. SEGN.)
ra 2.
Tutti i componenti risultano sistemati in un con- DESTRA
tenitore di materiale isolante, la cui parte fron- (AL )
tale costituisce il pannello dell'apparecchio radio.
I due transistor TR1-TR2, la resistenza R1, il
diodo al germanio Dl, i condensatori C2-C4 e
l'impedenza di alta frequenza Jl sono montati in
un'unica basetta-supporto di materiale isolante,
che è in grado di conferire compattezza e rigidità
al cablaggio.
Sulla parte frontale del contenitore sono applicati
tre soli elementi: l'interruttore D1, il condensa-
tore variabile C 1 e la presa per cuffia di tipo
jack.
Per quanto riguarda i due transistor TR1-TR2,
ricordiamo che il riconoscimento degli elettrodi di
emittore-base-collettore è facilitato dalla presen- Flg. 5 - Per ottenere un'Impedenza di 16 ohm nella
za di una piccola tacca metallica ricavata sull'in- cuffia da 8 ohm, si dovranno collegare in serie fra di
volucro esterno del componente, in corrisponden- loro i due padiglioni, lasciando libero il terminale cen-
trale e collegando I due terminali estremi allo spinot-
za con l'elettrodo di emittore; l'elettrodo di base to jack nel modo qui riportato, tenendo conto che le
si trova ovviamente al centro e quello di emittore indicazioni si riferiscono alla presa Jack disegnata nel
all'estremità opposta. plano di cablaggio di figura 2.
In sede di realizzazione pratica del ricevitore si
dovrà far bene attenzione a non collegare in mo-
do errato il diodo al germanio D1 e il condensato-
re elettrolitico C4, perché questi sono elementi po-
larizzati, che debbono essere inseriti nel circuito in
un senso preciso; il terminale positivo del conden-
satore elettrolitico C4 deve risultare collegato con
la linea di alimentazione positiva; la parte con- geranno 90 spire di filo di rame smaltato del dia-
trassegnata con una fascetta colorata del diodo metro di 0,3 mm., ricavando una presa interme-
D1 deve essere connessa con il condensatore C2 dia alla settantesima spira, in modo che tra i
e con il terminale E dell'avvolgimento Ll. punti A-B risultino avvolte 70 spire, mentre tra
La pila di alimentazione dovrà essere sistemata i punti B-C risultino avvolte 20 spire.
in una posizione facilmente accessibile per il ri- Lo scopo della presa intermedia (B) alla settan-
tesima spira è quello di poter collegare proprio
cambio.
in questa presa il cavo di discesa di un'antenna
I lettori più diligenti potranno comporre una (di qualsiasi tipo). Tale variante al circuito ori-
piccola scala numerata in corrispondenza della ginale rimane chiaramente indicata in figura 4.
manopola di sintonia, cioè in corrispondenza del Coloro che dovessero faticare nella ricerca del
perno del condensatore variabile Cl sul pannel- filo di rame smaltato da noi consigliato per com-
lo frontale del ricevitore. \ porre l'avvolgimento L2 dell'antenna di ferrite,
potranno ricordare che il diametro. del filo stes-
so non costituisce un elemento critico; ciò signi-
L'ANTENNA DI FERRITE fica che altri tipi di filo di rame smaltato, di dia-
metro di valore leggermente diverso, potranno
L'antenna di ferrite L2-L1 non è un componente essere utilmente avvolti sulla ferrite.
reperibile in commercio. Essa dovrà essere Co- Per l'avvolgimento Ll sono sufficienti 10 spire
struita dal lettore nel modo indicato in figura 3 di filo di rame smaltato dello stesso tipo (2 0,3
e prendendo spunto dal piano costruttivo di f- mm.). L'avvolgimento Ll risulta effettuato verso
gura 2. l'estremità esterna dell'avvolgimento L2, così co-
Su una delle due estremità del bastoncino cilin- me chiaramente indicato nel piano costruttivo di
drico di ferrite. del diametro di 8 mm., si avvol- figura 2.

539
J1

POT. VOLUME

PRESA
C3 CUFFIA

Fig. 6 - Coloro che volessero dotare il ricevitore ra-


dio di un potenziometro di volume, dovranno appor-
tare questa variante al circuito originale di figura 1,
ricordando che il potenziometro deve essere di tipo
a grafite, del valore d 100 ohm e a variazione loga-
ritmica.

In sede di realizzazione pratica dell'antenna di IL TRASDUTTORE ACUSTICO


ferrite, il lettore dovrà ricordare di fissare i ter-
minali degli avvolgimenti tramite collante o na- Il miglior tipo di trasduttore acustico, adatto per
stro adesivo anticapacitivo; non bisognerà mai, essere accoppiato con il circuito d'uscita del ri-
invece, ricorrere a fascette metalliche, perché cevitore, è rappresentato da una cuffia con im-
queste costituirebbero delle spire in cortocircuito, pedenza di 16 ohm. E a questo proposito ricor-
a tutto danno delle caratteristiche radioelettriche diamo che anche le cuffie da 8 ohm potranno
dell'antenna di ferrite. servire allo scopo, perché normalmente esse pre-

COMP
3:20pF
R1

Fig. 7 - Volendo ancor più


esaltare le caratteristiche
di sensibilità e selettività
del ricevitore per onde
medie, si potrà inserire,
fra la presa intermedia B
TR2 dell'avvolgimento L2 e il
collettore del transistor
TR1, un piccolo compensa-
tore in grado di controlla-
re la reazione del circui-
to, così come indicato in
questo disegno.

540
sentano un collegamento in parallelo dei due pa-
diglioni. Basterà quindi intervenire sul collega-
mento, trasformandolo in un collegamento in se-
NOVTTN' ASSOLUTA
rie, in modo da ottenere un'impedenza di valore
complessivo di 16 ohm, collegando poi i termina-
li all'apposito spinotto jack nel modo indicato
La penna dell'elettronico dilettante
in figura 5, cioè non collegando il terminale cen-
trale. •
Le indicazioni SINISTRA-DESTRA-CENTRO
riportate in figura 5 trovano preciso riferimento
con i collegamenti ottenuti nella presa jack ri-
portata nel piano costruttivo di figura 2. L.3.500

IL COMANDO DI VOLUME

Coloro che volessero dotare il ricevitore radio di


un normale comando di volume sonoro, dovran-
no ricorrere alla variante al circuito originale ri-
portata in figura 6. In pratica si tratta di inter-
porre sulla linea d'uscita un potenziometro, di
tipo a grafite e a variazione logaritmica, del va-
lore di 100 ohm; il collegamento del potenziome-
tro di volume avviene in parallelo con il conden-
satore C3. CON QUESTA PENNA
APPRONTATE I VOSTRI
SENSIBILITA' E SELETTIVITA' CIRCUITI STAMPATI
Il ricevitore radio fin qui descritto è dotato, come
abbiamo avuto occasione di dire all'inizio, di un Questa penna permette di preparare i circuiti stampati
elevato livello di sensibilità e selettività. Tutta- con la massima perfezione nei minimi dettagli.' Il suo
aspetto esteriore è • quello di una penna con punta
via, color che volessero ulteriormente esaltare di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
queste caratteristiche elettriche del progetto ori- tisce una completa resistenza agli attacchi di soluzione
ginale, potranno collegare sulla presa interme- di cloruro ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade-
dia (B) della bobina L2 un compensatore del va- risce perfettamente al rame.
lore capacitivo di 20 pF. Questo componente vie-
ne collegato a valle con- il collettore del transi-
stor TRI. Attraverso esso una certa quantità di NORME D'USO CARATTERISTICHE
segnali di alta frequenza amplificati ritornano
Tracciare il circuito su una La penna contiene un di-
dal collettore del transistor TRl al circuito di lastra di rame laminata e spensatore di inchiostro
perfettamente pulita; la- controllato da una valvola
entrata del ricevitore, per costringerli ad una ul- sciarla asciugare per 15 che garantisce. una lunga
teriore amplificazione AF. In pratica si tratta minuti, quindi immergerla durata eliminando evapora-
nella soluzione di attacco rioni quando non viene
dunque di trasformare il circuito reflex dell'appa- (acido corrosivo). Tolta la usata. La penna non con-
lastra dalla soluzione, si tiene un semplice tampo-
recchio radio in un circuito reflex-reattivo. noterà che il circuito è in ne imbevuto, ma è compla-
perfetto rilievo. Basta tamente riempita di Inchio-
La reazione risulta controllata per mezzo del quindi togliere l'inchiostro stro. Per assicurare una
compensatore; ciò significa che il perno di que- con nafta solvente e la scrittura sempre perfetta,
lastra del circuito è pron- la penna è munita di una
sto componente dovrà essere avvitato o svitato in ta per l'uso. punta di ricambio situata
nella parte terminale.
modo da eliminare l'innesco dovuto alla eccessi-
va amplificazione, rendendo la ricezione chiara
ed intellegibile (figura 7). E' ovvio che questo
componente verrà regolato saltuariamente e non La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri-
converrà quindi montarlo sul pannello frontale chiesta a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO -
Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente l'importo di
del ricevitore assieme agli altri elementi di co-
L. 3.500 a mezzo vaglia postale oc.c.p.n. 3/26482.
mando.
Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
PER IL
LABORATORIO
DEL.
PRINCIPIANTE

Il laboratorio del principiante di elettronica è mente, diodi SCR o thyristor, non possono consi-
fatto di piccole cose, semplici, utili, cui molto derarsi dei componenti elettronici di estrema a-
spesso non è possibile rinunciare. vanguardia, dato che essi trovano largo impiego,
Gli strumenti di misura e controllo, ad esempio, già da diverso tempo, nell'industria, soprattutto
non sono mai, o quasi mai, degli apparati pro- per usi professionali. Eppure gli SCR possono u-
fessionali. Perché da essi non viene richiesto un gualmente ritenersi componenti elettronici di una
assoluto grado di precisione, ma soltanto funzio- certa attualità, perché soltanto da poco tempo
nalità e discreta attendibilità. sono disponibili anche nel commercio al detta-
E il più delle volte la strumentazione dei nostri glio e, quindi, possono essere acquistati dal pub-
lettori non è di tipo commerciale, ma autocostrui- blico dei dilettanti.
ta, dato che il principiante agisce con uno stato Tale fenomeno si è verificato soltanto quando
d'animo predisposto all'economia e a una maggio- il prezzo degli SCR, prima accessibile ai grossi
re fiducia nei montaggi realizzati personalmente complessi industriali, ha perduto il suo carattere
con le proprie mani. Ecco perché neppure noi pos- vertiginoso ed è sceso a valori normali.
siamo rinunciare alla progettazione e presentazio- La grande diffusione e il favorevole sviluppo del
ne, sulle pagine della Rivista, di circuiti di prova diodo SCR si spiega facilmente se si pensa alle
destinati a divenire veri e propri dispositivi di con- numerose realizzazioni che con esso si sono otte-
trollo dello stato di certi componenti elettronici. nute. Ma esiste un altro elemento, che spiega il
Questa volta, dunque, dopo l'apparizione, nel perché del successo del diodo controllato: le sue
tempo passato, di alcuni progetti di semplici, o dimensioni, che sono pari a quelle di un transi-
meno semplici, apparati provatransistor, abbiamo stor o di un diodo di media potenza e, ancora,
voluto proporre ai principianti un economico di- la possibilità di realizzare con il diodo SCR dei
spositivo di controllo degli SCR, in grado di sta- comandi di regolazione di notevole potenza, che
bilire soltanto se il componente è da considerarsi un tempo si potevano costruire solamente con
funzionante o guasto, senza ulteriori e dettagliate l'impiego di voluminosissimi trasformatori a rap-
indagini sulle caratteristiche elettriche. porto variabile e di notevole costo.

SUCCESSO DELL'SCR TECNICA DI BASE DELL'SCR

I diodi controllati, chiamati anche, più comune- Il diodo SCR (Silicon-Controlled-Rectifier) è do-

542
Gli SCR sono divenuti, oggi, dei componenti elettronici alla por-
tata di tutti, così come è accaduto per i transistor, i normali diodi
e gli integrati. Per la popolarità acquisita, quindi, anche tali ele-
menti necessitano di uno strumento di controllo che, per i no-
stri lettori, deve essere semplice, funzionale ed economico.

CONTROLLO SCR
tato di tre terminali: l'anodo, il catodo e la porta ne in un tempo estremamente breve, dell'ordine
(GATE). La sua rappresentazione simbolica è di 0,5 microsecondi (cioè in un mezzo milionesi-
riportata in figura 1, nella quale è rilevabile una mo di secondo), Questo tempo è molto più breve
certa somiglianza con il comune diodo al germa- di quello richiesto dagli analoghi sistemi mec-
nio. In pratica, fra l'SCR, e il più comune diodo can1c1.
esistono delle affinità, che sono ben giustificate dal Una volta innescato, l'SCR rimane conduttore
comportamento dei due componenti. senza bisogno di alcuna tensione di comando sul
L'SCR è composto internamente da tre giunzioni «gate» e rimane conduttore anche quando sul
PN, che formano un semiconduttore di tipo « gate » vengono applicati nuovi impulsi di co-
PNPN, simile a due diodi collegati in serie. mando, positivi o negativi.
Il terminale relativo all'anodo fa capo, interna-
mente, al semiconduttore P più esterno, mentre
il catodo risulta collegato con il semiconduttore
N situato dalla parte opposta.
Al secondo settore di materiale P è collegato le-
lettrodo rappresentativo della « porta » o « gate'».
Applicando all'anodo una tensione negativa ri-
spetto al catodo, non si avrà conduzione di cor-
rente in nessun caso, così come avviene in un
comune diodo; in queste condizioni l'SCR è rap-
presentabile come un interruttore aperto.
Invertendo la polarità della tensione, l'SCR ri-
mane ancora bloccato, contrariamente a quanto
avviene in un normale diodo, nel quale si veri-
ficherebbe il passaggio della corrente elettrica.
Ma il blocco rimane finché non arriva sul « ga-
te » un impulso positivo rispetto al catodo e di am-
iezza tale da mettere il diodo controllato in
completa conduzione.
Particolare importante: la commutazione avvie-

543
DISECCITAZIONE DELL'SCR commutando S2 direttamente sull'avvolgimento
secondario a 6 V del trasformatore di alimenta-
Come è possibile diseccitare un diodo SCR? zione'T1.
Per realizzare questa condizione, cioè per ripor- L'esame dell'SCR in corrente continua si realizza
tare il diodo SCR allo stato di interdizione, esi- commutando S2 verso il morsetto che fa capo ad
stono due sistemi : si può ridurre a zero la ten- un terminale del diodo raddrizzatore D 1 e a quel-
sione fra anodo negativo rispetto al catodo. E in lo del condensatore elettrolitico Cl.
questo caso la tensione alternata si rivela molto Il circuito di raddrizzamento è composto dal dio-
utile, perché passa per lo zero ed inverte la pro- do D1 e dal condensatore elettrolitico di livella-
pria polarità ad ogni semiperiodo. La commuta- mento C 1, che ha il valore di 1.000 µF - 16 VI.
zione avviene in un tempo molto breve, dell'or- Il diodo raddrizzatore al silicio è di tipo BY126,
dine dei dodici microsecondi. ma può essere utilmente sostituito con altri diodi
Abbiamo visto quindi che il diodo SCR si com- . raddrizzatori al silicio.
porta come un interruttore elettronico, il cui co- La lampada-spia LP2 funge da elemento di ca-
mando in chiusura è rappresentato da un im- rico anodico dell'SCR in prova, e pennette di
pulso positivo, mentre l'apertura può essere ot- analizzare, tramite il suo comportamento (accesa
tenuta riducendo a zero la tensione tra anodo e o spenta), lo stato elettrico del diodo controllato.
catodo. Il circuito di innesco dell'SCR è stato realizzato,
Esiste dunque una sostanziale differenza di com- molto semplicemente, per mezzo del pulsante Pl
portamento fra il transistor e il diodo controllato, e della resistenza di limitazione della corrente di
anche se il « gate » può essere apparentemente gate Rl. Questi due elementi risultano diretta-
considerato come la base del transistor. Ma in mente collegati con la linea di alimentazione a-
quest'ultimo, cioè nel transistor, la conduzione più nodica del dispositivo.
o meno accentuata dipende dalla corrente di base, Come ciascun lettore avrà potuto intuire, il fun-
mentre nell'SCR la conduzione è di tipo ON-OFF, zionamento dell'SCR deve essere controllato at-
ovvero « tutto o niente», rimanendo indipen- traverso due prove successive : alimentando il
dente dal valore della corrente di « gate ». Si ten- componente con corrente alternata ed alimentan-
ga inoltre presente che, per mandare in conduzio- dolo poi con corrente continua.
ne un SCR, è sufficiente un impulso anche di
breve durata, in quanto il diodo controllato, una
volta eccitato, rimane tale anche in mancanza di PRIMA PROVA
corrente di « gate ».
La prima prova, dunque, consiste nel posizionare
il commutatore S2 verso l'avvolgimento seconda-
FUNZIONAMENTO DEL PROVA-SCR rio a 6 Vca del trasformatore di alimentazione
Tl (corrente alternata). Quindi si preme il pul-
Come abbiamo detto, il dispositivo di prova degli sante P1 in modo da collegare il gate dell'SCR
SCR, qui presentato e descritto, è in grado di con la linea di alimentazione anodica (corrente
valutare soltanto lo stato del componente tramite alternata). Se l'SCR sottoposto ad esame è un
semplici prove pratiche. componente perfettamente integro, la lampada-
Lo schema elettrico dello strumento è riportato spia LP2 dovrà accendersi e dovrà successiva-
in figura 1. Esso è composto da un trasformatore mente spegnersi all'atto dell'abbandono del pul-
riduttore di tensione, che riduce la tensione di sante Pl, cioè al momento dell'apertura del cir-
rete di 220 V a quella di 6 V, in modo da non cuito di alimentazione di gate. L'SCR, infatti, do-
danneggiare alcun componente in prova, nemme- vrà disinnescarsi automaticamente al primo pas-
no se questo è di tipo per bassa tensione di lavoro. saggio della tensione alternata di alimentazione
Sui terminali dell'avvolgimento secondario del attraverso lo zero.
trasformatore Tl è stata inserita la lampada-spia
LPl, il cui unico scopo è quello di segnalare la
presenza della tensione a 6 Vca sui terminali del- SECONDA PROVA
l'SCR in prova.
Il commutatore S2 (1 via - 2 posizioni) consen- La seconda prova d'esame dell'SCR consiste nel
te di effettuare i due essenziali tipi di controllo commutare S2 verso il circuito di raddrizzamento
dell'SCR in prova: quello in corrente alternata (corrente continua). Successivamente, dopo aver
e quello in corrente continua. premuto il pulsante Pl, cioè dopo aver collegato
L'esame dell'SCR in corrente alternata si effettua il gate dell'SCR con la sorgente di tensione con-

544
ANODO ANODO

GATE
CATODO CATODO Fig. 1 - Simbolo elettrico (a sinistra) e composizione
\ I
V fisica (a destra) di un diodo SCR (Sllicon-Controlled-
Rectifler). Si notino le evidenti affinità che intercorrono
SCR fra questo componente e il più comune diodo a cristallo.

tinua, si dovrà verificare l'accensione della lam- ANOMALIE DEL FUNZIONAMENTO


pada-spia LP2, ovviamente nel caso di un SCR
in prova perfettamente integro. Ma la lampada- Il nostro strumento di controllo degli SCR assu-
spia LP2 dovrà comunque rimanere accesa anche me ovviamente comportamenti anomali, cioè di-
quando verrà abbandonato il pulsante Pl, cioè versi da quelli precedentemente indicati, in pre-
quando si interromperà la linea di alimentazione senza di diodi controllati non più efficienti.
della corrente continua. Elenchiamo quindi le tre fondamentali condizio-
Per ottenere lo spegnimento della lampada-spia ni anomale del dispositivo in corrispondenza di
LP2, occorrerà intervenire sull'interruttore ge- altrettanti SCR da considerarsi inservibili.

CONDIZIONI DI PROVA CON SCR INTEGRO

I
POSIZ. S2 PI aperto PI chiuso PI riaperto

ALTERNATA LP2 spenta LP2 accesa LP2 spenta


-
CONTINUA LP2 spenta LP2 accesa LP2 accesa

nerale S 1 in modo da eliminare completamente PRIMA ANOMALIA


l'alimentazione del dispositivo. Ripetiamo: le due
prove fin qui analizzate corrispondono ad uno LAMPADA-SPIA LP2 SEMPRE ACCESA (in-
stato elettrico integro degli SCR sottoposti ad e- dipendentemente dalla posizione del commuta-
same. Comunque, consultando l'apposita tabella, tore S2 e del pulsante P 1). Questa condizione si
il lettore potrà vedere riassunte le condizioni di verifica alimentando l'SCR con corrente alterna-
prova precedentemente elencate. ta e con corrente continua, conservando aperto

545
Tl
u

;:::

SCR
6V

Rl Pl

K
a

Fig. 2 - Il circuito del dispositivo di controllo degli SCR è composto principalmen-


te da un trasformatore di alimentazione, due lampade-spia e pochi altri elementi.
L'esame del diodo controllato si ottiene azionando il commutatore S2, l'interrutto-
re a pulsante PI ed osservando il comportamento della lampada-spia LP2.

546
<
CI =
COMPONENTI
1.000 uF - 16 VI (elettrolitico)
La terza condizione si identifica con la prima a-
nomalia: l'SCR risulta interrotto.

TERZA ANOMALIA
R1 = 4.700 ohm
LAMPADA-SPIA LP2 SPENTA IN CC CON
D1 = BY126
Pl APERTO. Questa condizione si verifica quan-
LP1 6 Vca
LP2 = 6,3 Vca - 0,3 A do, dopo aver inserito negli appositi morsetti
s1 = interruttore l'SCR in prova e dopo aver premuto il pulsante
S2 = commutatore (1 via - 2 posizioni) Pl, quest'ultimo viene abbandonato in modo da
P1 = interrutt. di tipo a pulsante aprire il circuito di alimentazione di gate in cor-
rente continua. Tale fenomeno dimostra che il
componente sottoposto ad esame non è un SCR
ma un normale transistor.

COSTRUZIONE DEL DISPOSITIVO

il circuito di alimentazione di gate (PI sollevato), La realizzazione pratica dello strumento di prova
oppure chiudendo questo stesso circuito (PI pre- degli SCR potrà essere realizzata tenendo sott'oc-
muto). Ebbene, questa anomalia di funzionamento chio il piano costruttivo riportato in figura 3.
del dispositivo sta ad indicare sicuramente che Tuttavia, non sussistendo motivi di criticità cir-
l'SCR in prova risulta rotto. cuitale, possiamo dire che ognuno potrà compor-
re il progetto nel modo più congeniale, senza
timore di dover incorrere nell'insuccesso.
-SECONDA ANOMALIA Il nostro disegno di figura 3 suggerisce il mon-
taggio del circuito direttamente su una lastra me-
LAMPADA-SPIA LP2 SEMPRE SPENTA. Que- tallica destinata a fungere da coperchio di chiu-
sta seconda anomalia del circuito di prova può sura di un contenitore metallico e da pannello
indicare tre diverse condizioni elettriche dell'SCR frontale dello strumento. Questa stessa lastra me-
sottoposto ad esame. La prima di queste può es- tallica svolgerà anche un compito di elemento
sere ricercata in un errato collegamento dell'SCR conduttore della linea di massa, perché ad essa
in prova sui morsetti del nostro dispositivo. Una fanno capo l'elettrodo negativo del condensatore
seconda condizione può essere individuata in una elettrolitico C 1, uno dei due elettrodi della lam-
scarsa sensibilità del componente, peraltro accet- pada LPl, uno dei due terminali dell'avvolgimen-
tabile soltanto negli SCR di notevole potenza. to secondario a 6 Vca e il morsetto di catodo
Consigliamo quindi di tentare di ridurre il valore dell'SCR.
della resistenza limitatrice di corrente Rl sino Il trasformatore di alimentazione T 1 dovrà esse-
a 470 ohm. re dotato ovviamente di un avvolgimento prima-
rio a 220 V, mentre la sua potenza dovrà risul-
tare superiore ai 2 VA; la tensione secondaria do-
vrà essere compresa fra i 5 e i 10 Vca.
Per quanto riguarda il diodo rettificatore Dl,

4
Fig. 3 - Il cablaggio del progetto del dispositivo di
prova degli SCR può essere realizzato su una lastra
metallica destinata a fungere da coperchio di chiusura
di un contenitore metallico. Questa stessa lastra assu-
esso potrà essere sostituito con i comuni diodi
BY127, IN4002, IN4004, ecc.; quel che im-
porta è che la tensione risulti superiore ai 50 V,
tenendo conto che esso dovrà sopportare una cor-
rente compresa fra 0,5 e 1 A. Le due lampade-
spia LP 1 potranno essere dello stesso tipo, anche
se per LPl non sussiste alcuna prescrizione, oltre
me gli ulteriori compiti di pannello frontale dello stru-
mento e conduttore unico della linea di massa.
a quella della tensione di lavoro che dovrà risul-
tare uguale a quella erogata dall'avvolgimento
secondario del trasformatore di alimentazione.

547
SOLUZIONE
DI UN
PROBLEMA

SENZA VIOLARE @
vOL. INT

ALCUNA
NORMA DI LEGGE

A tutti noi è capitato qualche volta di aggirarci Ma è possibile prelevare un segnale audio senza
impazientemente nei pressi del telefono, nel ten- realizzare un collegamento via filo?
tativo di captare qualche parola nel corso di una Diciamo subito che la soluzione di tale proble-
telefonata. E ognuno di noi, più di una volta, ha ma è più semplice di quanto possa sembrare. E'
fatto appello alla fantasia nel tentativo di rea- infatti possibile sfruttare il flusso disperso dal
lizzare qualche accorgimento destinato a risol- trasformatore di bassa frequenza, contenuto inter-
vere il problema. Perché la necessità di poter a- namente all'apparecchio telefonico, captandolo
scoltare le comunicazioni telefoniche in gruppo, con una opportuna sonda magnetica e, successi-
cioè simultaneamente alla persona che si trova vamente, amplificandolo con un piccolo apparato
all'apparecchio, è risentita un po' dovunque, amplificatore audio, in grado di riprodurre, at-
non solo negli uffici commerciali e industriali, ma traverso l'altoparlante, la telefonata in corso.
anche negli ambienti domestici. Vi presentiamo dunque un semplice ed econo-
Esiste un divieto assoluto, imposto dalla Società mico amplificatore di bassa frequenza, transisto-
telefonica, di manomettere l'apparecchio telefo- rizzato, impiegante un ristretto numero di com-
nico in qualunque modo. E ciò è chiaramente com- ponenti elettronici che, nella maggior parte, sono
prensibile, soprattutto da chi possiede una certa già in possesso di molti sperimentatori e che, in
esperienza negli impianti telefonici. Perché le ogni caso, risulteranno di facile reperibilità com-
modifiche, le manomissioni, le aggiunte di appa- merciale.
rati, lasciate al libero arbitrio, creerebbero una
notevole quantità di squilibri elettrici e mecca-
nici, che renderebbe impossibile l'uso del telefono, L'ELEMENTO CAPTATORE
non solo a colui che ha provocato la causa del
guasto, ma anche a coloro che non si sarebbero Abbiamo detto che internamente ad ogni appa-
mai sognati di prendere in mano le forbici o il recchio telefonico esiste un piccolo trasformatore
cacciavite per adattare l'apparecchio telefonico al direttamente interessato dalla corrente fonica.
proprio uso particolare. E questo trasformatore presenta, fortunatamente,
Tuttavia, se è vero che viene proibita ogni mano- delle notevoli perdite di flusso elettromagnetico.
missione al circuito telefonico, non esiste alcun Sfruttando quindi un opportuno trasduttore in-
divieto di prelevare il segnale telefonico con mez- duttivo, è possibile captare a distanza, cioè all'e-
zi esterni, non direttamente collegati alla linea. sterno dell'apparecchio telefonico e in tutta le-

548
AMPLIFICATORE
TELEFONICO
galità, le variazioni di flusso magnetico disper- gliersi dentro lo stesso nucleo, anziché nello spa-
se che, opportunamente amplificate tramite un zio circostante, aumentando così il numero delle
circuito elettronico, potranno riprodurre in alto- linee di forza che interessano l'avvolgimento del
parlante la conversazione telefonica. captatore e consentendo quindi una maggiore am-
L'elemento principale di un amplificatore tele- plificazione del segnale.
fonico, dunque, risulta essere il captatore di flus- Si noti comunque che la bobina di captazione non
so disperso. deve essere completamente racchiusa nel nucleo,
Poiché i valori del flusso disperso sono molto esi- così come avviene in un normale trasformatore,
gui, è necessario che questo particolare trasdutto- perché in tal caso essa rimarrebbe schermata ed
re acustico riesca a concatenare il maggior nu- il nucleo, anziché concentrare il flusso nella bo-
mero di linee di forza del campo magnetico pre- bina, lo svierebbe, con una notevole diminuzione
sente ali' esterno dell'apparecchio telefonico. del rendimento del captatore.
Per questo motivo un captatore ideale dovrebbe
essere composto con un avvolgimento ad elevatis-
simo numero di spire avvolte su un nucleo ad alta
CARATTERISTICHE DELL'AMPLIFICATORE
permeabilità magnetica.
Il captatore, che deve essere applicato in un pun-
La prima condizione del captatore ideale, cioè to esterno del ricevitore telefonico, viene collega-
l'elevato numero di spire con cui esso dovrebbe es- to con il circuito dell'amplificatore di bassa fre-
sere composto, permette di concatenare il mag- quenza, che non può essere un qualsiasi amplifica-
gior numero di linee di forza magnetiche e ciò tore audio, perché deve rispondere a particolari
equivale ad una amplificazione virtuale del flus- requisiti.
so magnetico. I requisiti fondamentali di un buon amplificatore
La seconda condizione, cioè l'alta permeabilità telefonico sono almeno cinque. Elenchiamoli im-
del nucleo, permette al flusso disperso di racco- mediatamente.

Capita spesso, in casa e in un ufficio, di dover rendere partecipi


più persone ad una stessa telefonata. Ebbene, senza manomet-
tere in alcun modo l'apparecchio telefonico, cioè in pieno rispet-
to delle norme che regolano i contratti di utenza, vi insegnamo
il modo più semplice e più economico per risolvere questo im-
portante problema.

549
REQUISITI TECNICt DELL'AMPLIFICATORE
1 ° • Bassa impedenza d'ingresso in grado di consentire un adattamento di impe-
denza con il captatore induttivo. Ciò risulta importante ai fini del massimo
sfruttamento del debole segnale rivelato e per raggiungere il maggior rap-
porto segnale/rumore.
2° • Elevato guadagno ottenuto con un circuito il più semplice possibile. Ciò è ne-
cessario per poter eventualmente occultare il dispositivo amplificatore.
3° - Minima captazione di ronzio di rete, cioè del campo elettromagnetico alternato
alla frequenza di 50 Hz.
4° - Possibilità di alimentare autonomamente il circuito tramite pile a secco, evitan-
do in tal modo l'alimentazione in alternata tramite rete-luce.
5 ° - Banda passante ristretta in modo da consentire l'amplificazione dei soli se-
gnali telefonici e per respingere il più possibile ogni altro segnale rappresentati-
vo di disturbi.

; R2

Il
RA

Il "6, n, ~
c5 Il
9V

-t- u■ Il
.d
T
1Y
I ~ I 11 111 AP
R1 c2
TR111 TR211 TR3 TRI R7

±
- -.2!!= I e

R3

Fig. 1 - Circuito elettricc dell'amplificatore telefonico con uscita in altoparlante. Il potenzio-


metro R1, nel quale è incorporato l'interruttore S1, permette di regolare il volume sonoro in
altoparlante. I due transistor TR4-TR5 rappresentano una coppia complementare selezionata.
Nel caso in cui il dispositivo non dovesse funzionare a dovere, dando luogo ad inneschi, si
dovrà variare il valore del condensatore C3. Nel nostro prototipo abbiamo individuato l'opti-
mum nel valore capacitivo di 82 pf.

550
Fig. 2- La realizzazione dell'amplificatore telefonico su circuito stampato permette di conte-
nere le dimensioni del progetto e di evitare errori di cablaggio. Il collegamento con l'altopar-
lante, la pila di alimentazione, il potenziometro di volume e la boccola d'entrata si ottiene
mediante cavetti flessibili di tipo normale. L'altoparlante, di piccole dimensioni, deve ave-
re un'impedenza variabile fra i 4 e gli 8 ohm. L'interruttore SI, che permette di aprire o chiu-
dere Il circuito di alimentazione, risulta incorporato nel potenziometro R1.

< COMPONENTI I

Condensatori R3
R4
- 1,2
6.800
megaohm
ohm
c1 22 uF - 1 O VI (elettrolitico) =
= 100.000 pF R5 = 2.400 ohm
c2
22±100 pF R6 = 470 ohm
c3 =
4.700 pF R7 = 1'50.000 ohm
CA
C5 = 33 F - 15 VI (elettrolitico) Varie
C6 100 F - 25 VI (elettrolitico) TR1-TR2-TR3-TR5 = BC107
Resistenze TR4 = BC177
AP = altoparlante (4+8 ohm)
R1 = 5.000 ohm (potenz. a variaz. log.) PILA = 9 V
R2 = 10.000 ohm S1 = interrutt. incorpor. con Rt

551
[
e
KG Fig. 3 - Disegno del cir-
cuito stampato, in grandez-
za naturale, che Il lettore
dovrà realizzare per poter
agevolmente comporre il

L progetto dell'amplificatore
telefonico.

POTENZA D'USCITA cinque transistor, che permettono di comporre


un progetto in tutto rispondente alle caratteristi-
Nell'amplificatore telefonico non assume alcuna che precedentemente enunciate. I transistor sono
importanza il valore della potenza d'uscita e nep- accoppiati fra loro direttamente, cioè senza inter-
pure quello di una riproduzione fedele. posizione di alcun elemento di accoppiamento,
Per quanto concerne la potenza d'uscita, basterà consentendo di raggiungere un elevato guadagno
ricordare che potenze di poche decine di milli- con pochi elementi.
wa tt, applicate a piccoli altoparlanti dal rendi- Il circuito è dotato anche di una rete di con-
mento elevato, possono produrre un suono spes- troreazione che, oltre a stabilizzare il guadagno
so eccessivo. Se si tiene conto poi che le telefona- e le derive dovute ad effetti termici, funge da
te debbono in ogni caso conservare un carattere filtro passa-banda, consentendo l'amplificazione
di riserbo, allora è facile concludere che la ripro- della sola banda telefonica.
duzione per mezzo di impianti di grossa potenza Con i valori indicati nell'elenco componenti si
è assolutamente sconsigliabile. ottiene, per mezzo della resistenza R7 e del con-
densatore C4, un filtro passa-alto alla frequenza
di 220 Hz, mentre il condensatore C3 e la resi-
DISTORSIONE stenza R3 compongono un filtro passa-basso alla
frequenza di 3.000 Hz circa (attribuendo al con-
In ogni tipo di amplificatore telefonico il feno- densatore C3 il valore di 47 pF).
meno della distorsione non esiste, in quanto esso Un ulteriore filtro passa-basso viene realizzato
non solleva alcun problema tecnico. Infatti, per- attraverso il condensatore d'entrata C2, che pre-
centuali del 2 3% non influenzano le comuni- leva dal potenziometro di volume Rl il segnale
cazioni telefoniche che risultano già di per sé proveniente dal sensore (captatore). Il segnale
troppo distorte. Nel nostro amplificatore comun- viene applicato successivamente all'ingresso del
que tale problema non viene sollevato, in quanto circuito di amplificazione.
la presenza di uno stadio d'uscita perfettamente Nel caso in cui sugli emittori dei transistor TR4-
complementare riduce notevolmente la distorsio- TR5, cioè sul terminale positivo del condensatore
ne ad un livello paragonabile addirittura a quello elettrolitico C5, si dovesse rilevare una tensione
dell'alta fedeltà, purché venga effettuata una ac- notevolmente diversa dalla metà di quella di a-
curata selezione dei transistor finali. limentazione, occorrerà variare il valore della re-
sistenza R3 e, corrispondentemente, ma in per-
centuale inversa, quello del condensatore C3, allo
ANALISI DELL'AMPLIFICATORE scopo di non alterare le caratteristiche di filtrag-
gio della rete di controreazione.
Analizziamo ora il progetto dell'amplificatore te- L'uscita dell'amplificatore avviene attraverso un
lefonico proposto al lettore in figura 1. altoparlante con bobina mobile di impedenza com-
Come si può notare, il circuito è pilotato da ben presa fra 4 e 8 ohm.

552
L'alimentazione del circuito è ottenuta con due Anche il diodo Dl dovrà essere montato tenendo
pile da 4,5 V ciascuna collegate in serie fra di conto delle sue polarità; in pratica il terminale'
loro. Anche una sola pila da 9 V, di quelle mon- che si trova dalla parte in cui, sull'involucro del
tate nei piccoli ricevitori transistorizzati, può componente, è riportata una fascetta, dovrà com-
essere utilizzata per alimentare il nostro ampli- porre un collegamento elettrico con la base del
ficatore. transistor TR4.
Per quanto riguarda i transistor, informiamo che
TR1-TR2-TR3-TR5 sono tutti dello stesso tipo
REALIZZAZIONE PRATICA (BC107). Il transistor TR4 invece è di tipo BCl 77.
Tuttavia i cinque transistor si presentano este-
La costruzione dell'amplificatore telefonico si ef- riormente nella stessa veste. In prossimità dell'elet-
fettua seguendo il piano realizzativo di figura 2, trodo di emittore di tutti e cinque i transistor
dopo aver ovviamente composto il circuito stam- è riportata una linguetta metallica che rappresen-
pato che risulta presentato in grandezza naturale ta un elemento di orientamento per la esatta ap-
in figura 3. plicazione del componente sul circuito stampato.
Nello schema topografico di figura 2 sono chiara-
mente indicati anche i collegamenti esterni con
l'altoparlante, la pila di alimentazione a 9 V, il REALIZZAZIONE DEL CAPTATORE
potenziometro che permette di controllare il vo-
lume sonoro in altoparlante (Rl) e la boccola per Per evitare confusioni terminologiche, che potreb-
l'innesto dello spinotto collegato con il captatore. bero far insorgere dubbi nella mente del lettore
Possiamo dire che la realizzazione di questo di- principiante, diciamo che con le parole captato-
spositivo non presenta particolari difficoltà co- re, sensore, trasduttore, intendiamo definire sem-
struttive, per cui esso potrà venir montato da pre lo stesso elemento, cioè quello che dovrà es-
chiunque abbia una piccola pratica con il sal- sere applicato alla parte esterna dell'apparecchio
datore. telefonico per il prelievo dei segnali audio.
Ai principianti possiamo soltanto raccomandare Useremo quindi, indifferentemente, così come
di applicare al circuito i componenti polarizzati abbiamo fatto in precedenza, ciascuno dei tre
nel modo esatto. I condensatori elettrolitici, per termini, con la certezza di non confondere le idee
esempio, sono dotati di un terminale positivo e di chi ci segue.
di uno negativo; sullo schema pratico di figura 2 Il trasduttore rappresenta l'unico componente che
questo particolare è chiaramente indicato. richiede un certo impegno realizzativo. Tuttavia,

Fig. 4 - II montaggio del-


l'amplificatore telefonico, il

cui plano costruttivo è ri-
portato In figura 2, dovrà
essere racchiuso in un con- wrvo
tenitore metallico al quale
vengono attribuite le fun-
zioni di mobiletto e di
schermo elettromagnetico.

Allo scopo di evitare l'In-
sorgere dell'effetto Larsen, consigliamo di rivolgere l'altoparlante in direzione opposta a quella del microtelefo-
no. La ventosa del captatore verrà applicata, dopo una serie di prove, nel punto esterno dell'apparecchio te-
lefonico In cui Il segnale riprodotto dall'amplificatore appare più chiaro e più forte.

553
ROCCHETTO
BOBINA
Flg. 7 • Schema teorico del sistema di colle-
gamento fra l'elemento sensore e lo spinotto
che dovrà essere innestato sulla presa d'en-
trata del circuito amplificatore audio. Normal-
mente un cavo schermato della lunghezza di

70 cm. è più che sufficiente per scongiurare
l'effetto Larsen. Ovviamente l'amplificatore do-
vrà essere sistemato il più lontano possibile
dall'apparecchio telefonico.

eleo ad olla di ferrite e del relativo rocchetto por-


tabobina di plastica.
Sul rocchetto, così come indicato in figura 5, do-
vranno essere avvolte molte spire di filo di rame
COPPA FERRITE smaltato, il maggior numero possibile. Ed il filo
dovrà essere di tipo molto sottile, per esempio da
Fig. 5 - L'elemento captatore può essere acquistato 0,1 mm. Si tenga conto comunque che, quanto
direttamente in commercio, oppure realizzato tramite più sottile è il filo, tanto più delicato risulta il la-
un avvolgimento di filo di rame smaltato sottile su roc- voro di avvolgimento, data la maggiore proba-
chetto che, a sua volta, dovrà essere introdotto in un
seminucleo ad olla di ferrite. bilità di rottura.
Una volta composto l'avvolgimento, con il mag-
gior numero di spire di filo di rame possibile,
VENTOSA
esso verrà inserito nella coppa di ferrite provve-
dendo quindi ad una sigillatura dell'insieme per
mezzo di un collante (figura 6).
Durante questa stessa fase di lavoro, cioè di com-
posizione del sensore, converrà inserire, nel foro
centrale del nucleo di ferrite, una piccola ventosa
di gomma, del tipo di quelle montate sulle frec-
ce dei bambini o in altri tipi di giocattoli. Que-
sta ventosa permetterà l'applicazione agevole del
sensore sulla parte esterna dell'apparecchio tele-
fonico, così come indicato nella figura della testata
di questo articolo.

COLLEGAMENTO CON IL TELEFONO


Fig. 6 - Una volta ultimato l'avvolgimento del filo di
rame sul rocchetto e introdotto questo nel nucleo ad
Il collegamento fra l'apparecchio elefonico e
olla, risulterà necessario rendere compatto l'insieme l'amplificatore audio si effettua tramite cavetto
per mezzo di alcune gocce di collante. Durante questa schermato.
stessa operazione si provvederà ad Inserire la ven- In figura 7 viene schematizzato questo concetto
tosa sul foro centrale del nucleo.
sotto l'aspetto teorico. La bobina Ll è quella av-
volta sul rocchetto inserito nella coppa di ferrite,
che compone l'elemento sensore e che, tramite
ventosa, viene applicato al telefono. Lo spinotto,
che deve essere innestato sulla boccola d'entrata
dell'amplificatore audio, è di tipo bipolare: ad
coloro che vorranno aggirare l'ostacolo, potranno esso fanno capo il conduttore di massa (calza
acquistare questo trasduttore direttamente in com- metallica del cavo) e il terminale caldo. Questi
mercio, dove esso viene abbondantemente ven- due conduttori possono essere scambiati fra loro,
duto in forme e tipi diversi. indifferentemente, senza che alcun inconveniente
Coloro che vorranno realizzare con le proprie debba verificarsi.
mani la sonda, dovranno munirsi di un seminu- Il dispositivo amplificatore, di cui in figura 4

554
CAVO SCHERMATO

MASSA
CONO. INTERNO
L1 • SEGNALE
CALZA ESTERNA SPINA
FERRITE

viene rappresentato l'involucro esterno, dovrà es- Il fissaggio della ventosa del captatore sull'appa-
sere sistemato il più lontano possibile dall'appa- recchio telefonico dovrà essere fatto per tentativi,
recchio telefonico, allo scopo di evitare l'effetto cercando quel punto dell'apparecchio in cui il
Larsen; un cavo della lunghezza di 70 cm. è più segnale captato viene riprodotto con maggiore
che sufficiente a scongiurare questo pericolo. intensità dall'altoparlante dell'amplificatore audio.

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oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta di acquisto od
un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità,
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
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nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
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con vaglia o c.c.p. 3/28482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Va Zureti, 52.

562
Piccolo mercato del lettore e Piccolo mercato del lettore

VENDO oscilloscopio· S.R.E. revisionato e in ottime ESEGUO su ordinazione circuiti stampati di qualsiasi
condizioni. Prezzo richiesto L. 50.000 trattabili. tipo. misura e quantità. Il prezzo è di L. 20 per cmq.
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per sole L. 60.000 con qaranzia. completo di antenna avente portata di 8-1 O Km. In-
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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA I
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute ,.
Via Zuretti, 52 - MILANO.

563
MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

• Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BF

PER L'ITALIA
L. 11.500

PEIA L'ESTERO
L. 15.000
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. Il dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


Circuito: di tipo a films depositati su piastrina isolante. Componenti: 4 transistor- 3 conden-
satori al tantalio - 2 condensatori ceramici. Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62 x 18 x 25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

• Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il saldatom è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i [Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alla causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di, abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
UTILIZZATE
QUESTO
MODULO €
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DI CONTO ~ 11111111111111111111 .g
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POSTALE

Per qualalaal richiesta di aca-


lDle di montaggio, faaclcoh ar-
retrali. coneulenza tecnica Ine-
rente al pR>gettl pubblicati aul- ,I·
la rivista e per una delle tre
posslblll fonne di abbonamen-
.
o
e
o
bel
to. VI preghiamo di acrtvere
chiaramente • nell'appoalto
apulo, la causale di versa-
aento.

UTILIZZATE
QUESTO
MODULO
DI CONTO ci
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CORRENTE ci
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POSTALE
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QUESTO
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DI CONTO
CORRENTE
POSTALE

Per qualsiasi richiesta di sca


tole di montaggio, fascicoli ar
retrati, consulenza tecnica ine
rente ai progetti pubbllc.atl sul
la rivista e per una delle tr
possibili fonne di abbonamen
to. Vi preghiamo di scrivere
chiaramente e nell'appositc
spaio, la causale di versa
mento.

UTILIZZATE
QUESTO
MODULO
DI CONTO
CORRENTE
POSTALE
Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA - -\'
I

DEL
LETTORE

Circuito alla rovescia di realizzare il montaggio con prec1S1one, senza


errori e sicuramente funzionante.
Per la prima volta, nel mese di giugno, ho acqui- VESCOVI AMEDEO
Verona
stato all'edicola un fascicolo della rivista da voi
edita, perché attratto dal progetto di luci psiche- Lei è il primo lettore che ci scrive muovendoci,
deliche di cui, in copertina, si fa un preciso e CO- a ragione, un tale appunto. Effettivamente il
lorato richiamo. Ho dapprima sfogliato rapida- disegno del circuito stampato di pagina 327 è
mente la pubblicazione, ma poi mi son messo a stato pubblicato in posizione capovolta rispetto
leggerla con attenzione e interesse, trovandola a quella dei componenti. E di questo errore ti-
di mio completo gradimento. E così ho deciso pografico ci eravamo accorti subito. Tanta è ve-
di abbonarmi, anche per essere certo di ri- ro che, immediatamente dopo l'uscita del fasci-
colo sulle edicole, abbiamo provveduto a far stam-
cevere puntualmente, a casa, una pubblicazione
pare, a parte, lo schema esatto, inserendolo in
che cercavo da tempo. E dopo questo doveroso
ogni nostro kit.
elogio alla vostra simpatica rivista vi formulo
Non abbia quindi alcuna preoccupazione in tal
una domanda di carattere tecnico. Osservando senso. Ci trasmetta pure l'ordine commerciale,
il disegno del piano costruttivo del progetto delle perché nel kit troverà un foglio illustrativo con
nuove luci psichedeliche, a pagina 327, ho notato tutte le istruzioni relative al montaggio del pro-
una mancanza di corrispondenza fra la posizione getto, nonché quello del circuito pratico nella
dei terminali dei componenti e i fori del circuito sua veste corretta e assolutamente precisa sotto
stampato. Pertanto, prima di effettuare la ri- ogni aspetto tecnico. La ringraziamo per gli elo-
chiesta del kit, vorrei sapere se disponete di un al- gi rivoltici e siamo lieti che Elettronica Pratica
tro schema che possa mettermi nelle condizioni risulti per lei la rivista cercata da tempo.

567
Luxometro con integrato

Vorrei realizzare un esposimetro, cioé un misura-


R1
tore di illuminazione, abbastanza preciso e in gra-
do di abbracciare una vasta gamma di valori,
possibilmente dotato di alcune portate, allo sco-
po di migliorare la precisione di lettura. E' pos-
sibile costruire un tale strumento senza spendere
l 3v

troppo ed ottenere prestazioni sufficientemente


buone?
SCIMIA ROMOLO 'i
ECO+'
h
Civitavecchia -' 1\ ._
F LIRO
._ .,:
e
Utilizzando un integrato di tipo TCA335A ed
un fotodiodo, è possibile realizzare un Luxome-
tro con possibilità di misure di alta precisione,
dell'ordine del 3%. I progetto, come può vede-
re, è dotato di quattro portate, relative alle quat-
tro posizioni del commutatore ad una via - quat-
tro posizioni S1. Con questo commutatore si pos- men/azione del circuito, tenuto conto del ri-
sono inserire a piacere le quattro resistenze dottissimo consumo di corrente di soli 0,5 mA, è
R1-R2-R3-RA. Poiché l'unità di misura dell'inten- ottenuta con due pile da 3 V. L'elemento senso-
sità del flusso luminoso è il Lux, le portate corri- re, rappresentato .dal fotodiodo D1, potrà essere
spondono esattamente a 100 Lux - 1.000 Lux - eventualmente preceduto da un filtro, sia per
10.000 Lux - 100.000 Lux fondo-scala. Questi va- consentire la determinazione delle varie com-
lori sono leggibili sulla scala, appositamente corret- ponenti cromatiche, sia per consentire la misura
ta, di un microamperometro da 100 A fondo-sca- della luminosità concentrata o distribuita, per e-
la direttamente collegato con l'integrato. L'ali- sempio tramite lente o diffusore-ottico.

,..
OR lii DI facilissima costruzione, è in grado di erogare,
in modo continuo, le tensioni comprese fra 1 4 e 1 15 V, con una corrente di lavoro di 2,5 A. La sua
moderna protezione elettronica permette di tollerare ogni errore d'Impiego dell'apparato, perché la mas-
sima corrente di uscita viene limitata automaticamente, proteggendo l'alimentatore da eventuali cor-
tocircuiti.

CARATTERISTICH
Tensione d'Ingresso: 220 Vca ± 12%
Tensione d'uscita: regolabile fra 4 e 18 V nominali
Corrente massima: 2,5 A a 15 V con stabilizzazione
- 1% d'alternata: Inferiore a 1mV per volt a pieno
Residuo
carico
Stabilizzazione: migliore dell'Io/o
Corrente permanente di cortocircuito: inferiore a
400 mA
Limitazione automatica della massima corrente d'u-
scita in due portate: a 15 V limitazione 2,5 A (o 0,5 A)
a 4 V limitazione 1,6 A (o 0,4 A)
(Le due portate sono necessarie per mantenere la
dissipazione del transistor entro i suoi limiti di si-
atola i montaggio curezza)
Coefficiente di temperatura d'uscita con temperatu-
. 28.500 re comprese fra 0°C e 70°C: inferiore a 0,01% °C
Protezione contro i cortocircuiti.

La scatola di montaggio è corredata del fascicolo n. 1- 1976 della rivista, In cui è presentato l'arti-
colo relativo alla descrizione e al montaggio dell'alimentatore stabilizzato professionale. Le richieste
debbono e11en, fatte Inviando anticipatamente l'Importo di L. 28.500 a mezzo vaglia 0 c.c.p. 3/26482
e Indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

568
Comando a tocco

Vorrei realizzare un comando a tocco, con cir-


r T # «3
9v
cuito bistabile, applicabile a varie apparecchia-
ture per equipaggiarle elettronicamente e moder-
R2
namente dei comandi di "acceso-spento", "avan-
DI
ti-indietro", ecc. I principali pregi del progetto
dovrebbero essere : costo ridotto, facile realizza-
zione e immediata reperibilità di componenti in IC
tutti i negozi di rivendita di materiali elettronici. 02
RI
LA SCALA DOMENICO
Reggio Calabria Cl

Dato che la sua richiesta non precisa il tipo di


applicazione, le forniamo uno schema che po-
tremmo definire universale, cioé elaborabile a E} +
suo piacere per poterlo adattare alle particolari
esigenze da lei avvertite. Il circuito integrato è
di tipo 555. Quindi di tipo comunissimo, facilmen-
COMPONENTI
te reperibile e di basso costo. I due tasti Tl e T2 C1 = 100.000 pF
consentono il passaggio alternativo dell'uscita Rl 3,3 megaohm
( terminale 3 ) da uno stato alto ad uno stato R2 = 3,3 megaohm
basso, con la conseguente accensione del diodo R3 = 470 ohm
LED Dl o del diodo LED D2. Volendolo lei po- R4 = 470 ohm
trà sostituire la resistenza R3 con un relé sensibile, IC = 555
allo scopo di pilotare carichi esterni anche con di- D1 = diodo LED
versi valori di tensione. D2 = diodo LED

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
la realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacità nella
L. 3.900 (con altoparlante)
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione de « ll ricevitore del principiante • sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a L. 2.900 senza
altoparlante e a L. 3.90 con altopa rlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zu-
retti n. 52.

569
Alimentatore a basso ronzio una notevole soppressione del naturale ronzio in-
trodotto da tutti gli alimentatori. Realizzi quin-
Sul comodino della mia stanza da letto ho siste- di il progetto qui pubblicato, tenendo conto che
mato un piccolo ricevitore radio alimentato da il valore della resistenza R 1 dovrà stabilirlo lei
un vecchio alimentatore in corrente continua a sperimentalmente, in base all'assorbimento di cor-
12 V. Purtroppo questo dispositivo introduce nel- rente del suo ricevitore radio e ciò allo scopo di
l'apparecchio radio una eccessiva dose di ronzio, ottenere, in uscita, la tensione continua di 12 V.
perché il filtraggio non viene effettuato corret- Le suggeriamo quindi di sperimentare valori re-
tamente. Potreste voi suggerirmi lo schema di un sistivi compresi fra 1.000 ohm e 10.000 ohm.
semplice alimentatore economico, di facile realiz- L'ideale sarebbe di utilizzare una resistenza da
zazione in grado di eliminare il ripple? 1.000 ohm, collegandola in parallelo al condensa-
GRIMALDI ENZO tore C3 e ad un diodo zener ( non inserito nel
Roma progetto) da 12 V - ½ W, realizzando così un
Utilizzando un transistor è possibile raggiungere alimentatore di tipo stabilizzato.

Tl TRI COMPONENTI

;
-«O
C1 1.000 F - 24 VI (elettrolitico)
c2 = 100 F - 12 VI (elettrolitico)
12V
C3 = 22.000 pF
Rl = 1.000 ohm (vedi testo)
TRI = 2NI71I
TI trasf. (220 V- 12 V- 0,3 A)
=

D1-D2-D3-D4 = 1N4004

SALDATORE ISTANTANEO
220 V-90 W Lire 9.500
Il kit contiene:
saldatore istantaneo (220 V- 90 W)
punta rame di ricambio
scatola pasta saldante
90 cm di stagno preparato in tubetto
chiave per operazioni ricambio pun-
ta saldatore

adatto per tutti tipi di saldature del principiante

Le richieste del saldatore istantaneo debbono essere fatte a: ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO - Via Zuretti n. 52, inviando anticipatamente l'importo di L. 9.500 a mezzo vaglia postale
o c.c.p. 3/26482 (spese di spedizione comprese).

570
Una vecchia pubblicità

In un fascicolo arretrato del lontano 1974 ho scor-


to la pubblicità di alcuni interessanti dispositivi,
rRICO
denominati variatori elettronici di luminosità.

r
Poiché mi servirebbe uno di questi apparati, non
potendolo più acquistare da voi perché, ovvia-
mente, ne sarete sprovvisti, ritenendo che si tratti
di progetti abbastanza semplici, è mia intenzio-
ne costruirmene qualcuno con le mie mani. Po- 220v
treste inviarmi o pubblicare sulla rivista lo sche- 0
ma di uno di questi dispositivi?
PRANDELLI DANILO
Lecce

Il variatore di luminosità, di cui riportiamo lo


schema, utilizza componenti allo stato solido e
funziona sul principio della interruzione dell'ali-
mentazione. Esso dissipa una minima potenza
elettrica e ciò permette di contenere le dimensio-
ni del circuito entro limiti estremamenti piccoli.
Vogliamo inoltre ricordare che questo tipo di cir- G
cuito è anche un generatore di disturbi a radio-
frequenza. Esso non può quindi essere usato in
COMPONENTI
prossimità di apparecchi radio, a meno che non
si provveda all'inserimento di filtri antidisturbo R1 = 6.800 ohm
come, ad esempio, condensatori di grossa capa- R2 = 6.800 ohm
cità ed impedenze di alta frequenza. Accanto allo R3 = 470.000 ohm (trimmer)
schema del regolatore di luminosità abbiamo ri- Cl = 100.000 pF
portato anche il disegno del TRIAC di tipo 40669, S1 = interrutt.
della R.C.A. Il DJA.C potrà essere di qualsiasi DIAC = di qualsiasi tipo
tipo. TRIAC = 40669 della R.C.A.

NUOVO KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


CARATTERISTICHE:
Circuito a due canali
Controllo note gravi
Controllo note acute
Potenza media: 660 W per
ciascun canale
Potenza massima: 880 W per
ciascun canale
Alimentazione: 220 V rete-luce
Separazione galvanica a trasformatore L. 11.000
La scatola di montaggio costa L. 11.000. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamen-
te l'Importo a mezzo vaglia 0 c.c.p. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO
- Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione).

571
Rivelatore d'incendio Per risolvere il suo problema le consigliamo di
realizzare il rivelatore di temperatura qui pub-
Vorrei installare nel garage e nel locale brucia- blicato, che utilizza in qualità di elemento sen-
tore della mia villetta di montagna un dispositivo sore un diodo al silicio di tipo 1N914; questo
antincendio, che possa far scattare un sistema componente è caratterizzato da ·un coefficiente
d'allarme acustico e sonoro, mettendo anche in di temperatura di 3 mV /°C circa. Le variazio-
funzione un idrante di servizio. Ho realizzato il ni di tensione vengono amplificate nella misura
progetto del rivelatore di fumi da voi presentato di 100 dall'amplificatore operazionale IC, che
è un µA 702G. A valle dell'operazionale sono pre-
sul fascicolo di aprile di quest'anno ma, a causa
senti due transistor, collegati in circuito Darling-
della presenza costante di vapori di benzina, con
ton, che provvedono a ridurre l'impedenza d'usci-
scarsissimi risultati. Con quel dispositivo infatti ta: seguono altri due transistor amplificatori che
i falsi allarmi si succedevano incessantemente pilotano il diodo controllato SCR. Il carico di
senza che, in realtà, nulla di anormale si verificas- questo componente, costituito simbolicamente dal-
se. Potreste propormi il progetto di un sistema la lampada LPI, potrà essere sostituito con una si-
rivelatore il cui funzionamento sia basato su prin- rena, con un relé o qualsiasi altro dispositivo elet-
cipi diversi? tromeccanico funzionante con la tensione conti-
OLIVIERI EZIO nua di 12 V. Il tipo di SCR dovrà essere ovvia-
Bolzano mentre adatto al tipo di carico che si vuol pilotare.

R2 R3 7RA
R8

i fff+
. T @i 12V SlAB

COMPONENTI R7 120.000 ohm


Condensatori R8 5.600 ohm
Cl = 470.000 pF R9 330 ohm
C2 = 1.000 F- 15 VI (elettrolitico) RlO 10.000 ohm
C3 = 47.000 pF Rll 10.000 ohm
C4 = 47.000 pF R12 4.700 ohm
es = 100.000 pF Varie
Resistenze TR1-TR2-TR3-TRA = BC107
RI 10.000 ohm IC = A 702C
R2 1.000 ohm SCR = C107 (vedi testo)
R3 1.000 ohm D1 = 7,5 V (zener)
R4 100.000 ohm D2 1N9I4
R5 50.000 ohm (trimmer) Pl - pulsante di disinserimento
R6 2.200 ohm LPI= 12 V

572
Convertitore 12 V - 220 V - 200W

Ho trascorso il mese di agosto nella mia casetta


di montagna, nella provincia di Trento, portando
con me l'intero mio laboratorio dilettantistico.
'OSCILLATORE
Purtroppo, dato il precario servizio di distribu-
zione di energia elettrica di montagna, ho dovuto
desistere più volte dalla realizzazione di un pro-
MORSE
gramma che avevo organizzato in città. Dovendo Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utfle per agevolare lo studio e
ora ritornare in quel luogo, vorrei portare con me la pratica di trasmissione di segnali radio in
un convertitore, munito di batteria, in modo da codice Morse.
avere sempre a disposizione l'energia elettrica

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
c

L f1.500
TR1
l kit contiene: n. 5 condensatori ceramici
n. 4 resistenze- n. 2 transistor- n, 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n, 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata- n. 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma-
COMPONENTI tassina filo-stagno.
Condensatori
CI 250 F 25 VI (elettrolitico)
C2 200 F 50 VI (elettrolitico) CARATTERISTICHE
C3 200 F 50 VI (elettrolitico)
C4 50 F 50 VI (elettrolitico) Controllo di tono
C5 50 F 50 VI (elettrolitico) Controllo di volume
Resistenze Ascolto in altoparlante
RI 8,2 ohm Alimentazione a pila da 9 V
R2 - 50 ohm (trimmer)
R3 8,2 ohm
RA - 1 ohm
R5 l ohm la scatola di montaggio dell'OSCILLATORE
MORSE deve essere richiesta a: ELETTRONI-
Varie CA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti,
TRl = transistor al germanio PNP (ADY26) 52, inviando anticipatamente l'importo di L.
TR2 = transistor al germanio PNP (ADY26) 11.500 a mezzo vaglia postale 0 c.c.p. 3/26482.
Nel prezzo sono comprese le spese di spe-
D1-D2 = OY5061 dizione.

573
necessaria per la mia pratica di hobbysta. Siete Purtroppo nel piano costruttivo esiste un elemen-
in grado di accontentarm i? to critico: il trasformatore, che dovrà essere co-
SCHIAVINATO GIORGIO struito da lei effettuando avvolgimenti bifilari
Venezia (2 avvolgimenti paralleli) allo scopo di evitare
Lei può facilmente risolvere il suo problema rea- dissimmetrie; ciò vale ovviamente per l'avvolgi-
lizzando il progetto del convertitore qui pubblica- mento primario AP e per quello di reazione AR.
to, che è in grado di trasformare la corrente con- Questo avvolgimento è composto di 84 spire di
tinua a 12 V, prelevata da una batteria, in quella filo di rame smaltato del diametro di 3±4 mm.;
alternata a 220 V - 50 Hz analoga a quella di per l'avvolgimento secondario AS occorrono 840
distribuzione della rete ENEL. Il progetto che spire di filo di rame smaltato del diametro di
le proponiamo è in grado di fornire una potenza 1 mm. Per l'avvolgimento di reazione AR occor-
massima di 200 W alla tensione alternata di 220 V rono 84 spire di filo di rame smaltato del diametro
e con una frequenza regolabile tra 50 e 250 Hz. di 1 mm .

•••
na durante la notte. L'alimentazione dovrebbe
Segnalatore di prossimità
avvenire con la tensione di 220 V, allo scopo di
Debbo proteggere l'ingresso di casa mia dai malin- pilotare direttamente una lampada di segnala-
tenzionati. Questo ingresso è costituito da un pic- zione di sufficiente potenza.
colo tunnel. Dunque mi servirebbe un dispositivo FERUGLIO GIOBATTA
in grado di segnalare il passaggio di una perso- Pescara

R2 R3

SENSORE
FEIE

TR1

COMPONENTI R5 27.000 ohm


R6 150 ohm
Condensatori
Cl = 32 F 25 VI (elettrolitico) Varie
C2 = 1.000 F 500 VI (elettrolitico) TRl = transistor FET (2N3819)
C3 = 32 F 25 VI (elettrolitico) TR2 = BC108
TR3 = BC108
Resistenze TRIAC = R.C.A. 40 669 (SC141D della G.E.)
R1 = 5.600 ohm D1-D2-D3-D4 = BY127
R2 = 18.000 ohm Tl = trasformatore (6 V-0,15 A- 220 V)
R3 = 12.000 ohm LPl = lampada ad incandescenza
R4 = 12.000 ohm D5 = OA95

574
Il progetto che pubblichirmo fa uso di un tran- po ~lettrostatico, ad eccezione di quelle brevissi-
sistor FET in funzione di elemento rivelatore me che debbono essere considerate soltanto co-
di cariche elettrostatiche. Sul gate di questo se- me /disturbi. Le perturbazioni provocano l'inne-
miconduttore lei dovrà collegare uno spezzone sco permanente del T Rl AC, diseccitabile soltan-
di filo conduttore con funzioni di antenna-sensore. to manualmente tramite il pulsante Pl. Il circui-
Frontalmente al sensore v~ rà sistemata la sor- /io è dotato di regolazione automatica di sensi-
· t · l tt t t • d '".' 1/ bilità in relazione alla quantità di luce ambienta-
gente d 'i · tensione elettrostatica ome, '...a esempto, :.
le. La regolazione :
automatica y :
è ottenuta tramite
un
· televisore acceso, un generatore di
. ni, io
ecc., la fotores
s t :h f tr tc ti
:sstenza, ce 'a entrare automaticamente t
in modo da creare un campo elettrico che possa in funzione il circuito al calar della notte. La fo-
essere perturbato dall'eventuale passaggio di una toresistenza potrà essere sostituita volendolo con
persona. Il circuito è stato concepito in modo da un potenziometro da 0,5± 1 megaohm, allo sco-
segnalare anche le brevi perturbazioni del cam- po di ottenere un controllo manuale di sensibilità.

•••
Alimentatore stabilizzato
Mi sono costruito un amplificatore da 20 W, che Il progetto che le proponiamo è quello di un mo-
vorrei ora alimentare con un alimentatore stabi- dello commerciale, cioè non realizzabile industrial-
lizzato munito di protezione elettronica contro i mente perché protetto da brevetto. Esso è certa-
sovraccarichi e i cortocircuiti. La tensione di ali- mente un alimentatore di sicuro affidamento. Il
mentazione prevista è di 50 V, con un assorbi- dispositivo consente la regolazione della tensione
mento di picco di 1 A. Potreste indicarmi un cir- d'uscita tramite il potenziometro R6 ed incorpora
cuito valido a risolvere il mio problema, purché un circuito di protezione di tipo ultrarapido, che
di semplice realizzazione pratica? blocca l'alimentatore in caso di sovraccarico. Il
CESARE BENTIVOGLIO ripristino del funzionamento del circuito si ottiene
Mantova premendo il pulsante Pl.

5+50V

R6

COMPONENTI R7 4.700 ohm


Condensatori Varie
Cl =4.700 F - 150 VI (elettrolitico) TR1 2N2904
C2 1 F (a carta) TR2 = BDYl0/11
TR3 = BC107
Resistenze D1-D2-D3-D4 = ponte di diodi (50 V-3 A)
Rl - 270 ohm D5 BY126
R2 - 2.200 ohm D6 = diodo zener (4 V)
R3 - 5.600 ohm TI1 =trasf. d'alimenta2. (220-50 V)
R4 = 5.600 ohm S1 = interrutt.
R5 = 4.700 ohm Pl - interrutt. a pulsante (normalmente chiu-
R6 - 1.000 ohm (potenziometro lineare) so)

575
UNA GRANDE OCCASIONE
PER I NUOVI E I VECCHI ABBONATI
I fascicoli arretrati si esauriscono cosi rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

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interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, In particolare, gli ap-
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oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.

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sta, servitevi del nostro « kit per circuiti stampati ». Trove-
rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli Illustrativi


nel quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

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Il prezzo, aggiornato rispetto alle vecchie versioni del
kit e conforme alle attuali esigenze di mercato, è da
considerarsi modesto se raffrontato con gli eccezionali
e sorprendenti risultati che tutti possono ottenere.
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TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no' privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di messa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

IN SCATOLA
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MONTAGGIO . 7.80
L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
PRATICA
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DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE A&
Anno VI - N. 10 - OTTOBRE 1977 - Sped. in Abb. Post. Gr. lii L. 1.000

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mod. AM/FM/30
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controllo pubblicizzati in
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sua larga banda di frequen-
essere richiesti a: za consente con molta la-
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V= 01 10 50 200 500 1000 GAMME E f G
50 50 5000 RANGES 12 + 40M 40+ 130 80+-260wc

.
mA-
0,5 5 25 50 250 500 1000

0hmv
pf.
Ballisticgf ohm10/0:20yr /0Mmxl/0:20E
[lk/0+1M'(0k/0+100M
[ili/0-5[110k/- 50i
Strumento che unisce
alla massima semplici-
tà d'uso un minimo In-
gombro.
...,
;y r: {

E" realizzato completa- s<


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pato. Assenza totale di
dB -10_+22 commutatori rotanti e
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CARATTERISTICHE TECNICHE

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10,5 V ell.
Tensione massima V= 0,1 I 10 50 200 1000
Uscita appllcablle al puntale 500 V
30 V pp. Corrente della batterla 2 mA mA= 509A 500»A 5 50 500
y 05 5 50 250 1000
mA"-' 2.5 25 250 250
CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE L. 9.800 Ohm= xltHOk x100t0+1M x1kt0.;.IOM
Frequenza 250 Kc Dimensioni 12 x 160 mm
Armoniche lino a 500 Mc Peso 40 grs.
Ballistic f Ohmx100t0.;.200pr Ohm x1kt0+2Dur
Uscita 5 V ell.
Tensione massima dB. -10+22
applicabile al puntale 500 V
15 V ell. Corrente della batterla 50 mA Output 0,5 5 50 250 1000
Doverosa ristampa
Il normale circuito di diffusione della nostra Rivista non è
più in grado di soddisfare le reiterate richieste del fasci-
colo di agosto dell'anno in corso.
Neppure le giacenze del fascicolo arretrato, presso i com-
petenti magazzini, possono accogliere l'enorme richiesta
proveniente dalla grande massa del nostro affezionato
pubblico che, nell'occasione, è aumentato notevolmente
di numero.
Per tali motivi, quindi, ed anche in considerazione della
validità della « formula » con cui è stato concepito quel
particolare numero di Elettronica Pratica, la Direzione
ha ritenuto necessario, di fronte alla situazione creatasi,
di assumere l'impegno definitivo di dar corso alla ristam-
pa integrale del fascicolo, senza l'apporto di alcun muta-
mento grafico o tecnico.
La nuova impresa editoriale, che non avrà alcun riflesso
sul consueto prezzo di qualsiasi altro fascicolo arretrato,
intende così arricchire la tradizionale produzione delle
nostre opere di cui tura elettronica popolare con una e-
spressione concreta che, al primo impatto con i più seve-
ri giudizi, ha ricevuto la più viva approvazione, sempre e
dovunque.
Né poteva accadere diversamente. Dato che il fascicolo è
stato redatto con uno spirito che si è identificato con la
chiarezza, la semplicità e l'utilità, alla luce di una origi-
nalità d'insegnamento realizzatasi in un continuo riferi-
mento alla realtà pratica. E dato che la « chiacchierata »
familiare, articolatasi attraverso dieci interessantissimi
capitoli, ha toccato, senza scivolare nel metodo di studio
conforme alla didattica classica, tutti i punti fondamen-
tali per l'interesse dilettantistico e professionale dell'elet-
tronica. L'iniziativa della ristampa, dunque, è stata pro-
mossa da tutte queste motivazioni; compresa quella, non
meno importante, di non dover opporre un netto diniego,
così come è accaduto altre volte nel tempo passato, ai fu-
turi lettori che si rivolgeranno a noi per chiedere un sem-
plice ma alido manuale di introduzione teorica e pratica
nell'entusiasmante mondo dell'elettronica.
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ELETTRONICA PRATICA
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dimostrare tutta la propria simpatia per la rivista. Ed è anche
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re, almeno per un anno, da eventuali, possibili aumenti del
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vostro hobby preferito, un compendio elementare, alla por-
tata di tutti, di alcune brevi lezioni di elettronica, un autentico
ferro del mestiere per ogni laboratorio dilettantistico.

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PRATICA
Via Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 6-N. 1 O - OTTOBRE 1977


LA COPERTINA - Richiama l'attenzione del letto-
re sul tema svolto nelle prime pagine del presen-
te fascicolo: la ricerca dei guasti e delle interru-
zioni circuitali nei principali apparati elettronici
per mezzo di uno strumento che funge, contem-
poraneamente, da iniettore di segnali e signal tra-
cer. Il dispositivo, dunque, è di primaria impor-
tanza in ogni laboratorio dilettantistico.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
INIETTORE DI SEGNALI 580
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO E SIGNAL TRACER PER
RADIORIPARAZIONI RAPIDE
stampa
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Tutti i diritti di proprietà let- MONITOR PER BATTERIE 616


teraria ed artistica sono riser- CON INTEGRATO OPERAZIONALE
vati a termini di Legge per
tutti i Paesi. I manoscritti. i
disegni, le fotografie. anche VENDITE ACQUISTI PERMUTE 620
se non pubblicati. non si re-
stituiscono.
LA POST A DEL LETTORE 629
AGEVOLA
IL LAVORO
DELLE
RIPARAZIONI
DI
RADIOAPPARATI
ED
AMPLIFICATORI
AUDIO

Da anni, ormai il mondo dell'elettronica ha pre- nici che eseguono riparazioni a domicilio e porta-
so un nuovo indirizzo, preciso, comune in ogni no con sé una sola valigetta in cui vi è tutto il
dove: quello della massima riduzione delle di- laboratorio. E coloro che ancora non sono riu-
mensioni di tutti gli apparati e dispositivi. E il sciti ad organizzarsi in questo senso, certamente
risultato, oggi, è quello di sentir parlare, con tut- ci riusciranno in breve tempo. Perché in com-
ta naturalezza, di apparecchio radio tascabile, di mercio esistono cacciaviti, pinze, saldatori, chiavi
fonografo portatile, di amplificatore in miniatu- di dimensioni piccolissime. Ed anche taluni stru-
ra, di televisore a formato ridotto. menti, come ad esempio i tester, vengono co-
E' accaduto così che anche il laboratorio di spe- struiti in formato tascabile, più piccolo, alle volte,
rimentazioni e riparazioni si dovesse adeguare ai di un comune ricevitore radio portatile.
tempi, organizzandosi diversamente, con arnesi,
utensili, strumenti di dimensioni sempre più pic-
cole, tanto piccole che si potrebbe contenere in UNO STRUMENTO TASCABILE
una sola tasca tutto il necessario per effettuare
un intervento di riparazione sui più comuni di- In queste pagine vogliamo proporre al lettore la
spositivi elettronici. Sono molti, infatti, quei tee- costruzione di uno strumento «tascabile», che,

Con due soli transistor e pochi altri componenti elettronici ab-


biamo progettato per i nostri lettori principianti un utilissimo
strumento per la riparazione di ricevitori radio, amplificatori,
preamplificatori ed altri apparati elettronici. Questo strumento
può essere adoperato, a piacere, in una delle due possibili fun-
zioni elettroniche di multivibratore astabile o signal tracer.

580
INIETTORE DI SEGNALI
E SIGNAL TRACER
se da una parte non può considerarsi assoluta- UNA DIFFERENZA SOSTANZIALE
mente necessario nel lavoro di riparazione degli
apparati radiofonici, risulterà oltremodo utile Molti dilettanti di elettronica, e fra questi in par-
per la comodità e la rapidità con cui esso consen- ticolar modo i principianti, confondono assai
te di individuare lo stadio difettoso o guasto di spesso tra loro i due strumenti che noi abbiamo
un radioricevitore, di un sintonizzatore e di un conglobato in un unico dispositivo. Ma tra i due
amplificatore. strumenti sussiste una differenza sostanziale, che
Si tratta di uno strumento le cui dimensioni sono è questa: il circuito del signal tracer è quello di
tali da poterlo racchiudere nel palmo di una ma- un rivelatore di segnali radio e di un comunis-
no e che il tecnico potrà conservare in una ta- simo e semplice amplificatore di segnali di bas-
sca della giacca. sa frequenza. II circuito del multivibratore è so-
stanzialmente quello di un oscillatore bloccato,
Questo dispositivo, che svolge contemporanea-
cioè di un generatore di oscillazioni non smor-
mente due diverse funzioni, perché esso può com-
zate e ad andamento non sinusoidale, ossia di
portarsi in due modi diversi, fungendo, a piacere, oscillazioni di rilassamento; l'onda generata dal-
sia da iniettore di segnali, sia da signal tracer, l'iniettore di segnali è fortemente distorta e quin-
deve considerarsi come un ottimo « cercagua- di vanta un grande contenuto di armoniche; ec-
sti ». co perché il multivibratore è in grado di pro-
L'iniettore di segnali altro non è che un circuito durre una vastissima gamma di frequenze simul-
multivibratore, in grado di generare un segnale taneamente.
di bassa frequenza ricco di armoniche. II signal In sostanza il signal tracer preleva dai vari punti
tracer è invece uno strumento che preleva i se- in esame di un apparato elettronico il segnale,
gnali da un circuito sottoposto ad esame, li am- che può essere quello di una emittente o quello
plifica e li fa ascoltare attraverso un trasduttore di un oscillatore modulato. Lo rivela, lo am-
acustico. plifica e Io rende udibile mediante una cuffia o

581
6

R2 ~
c2 R3 $
R z

&e
SONDA
-1'
,
e

c3
e

4
5

AURICOL. ~
; PIE ZOEL.
9V

<<$
MASSA il 2 Il Il Il 7

fig. 1 - Circuito elettrico dello strumento descritto nel testo. L'inserimento o il disinserimento
della spina dell'auricolare piezoelettrico nell'apposita presa Jack permette di utilizzare il pro-
getto nella versione di signal tracer o in quella di iniettore di segnali, rispettivamente. L'alimen-
tazione è ottenuta con una pila da 9 V, sostituibile anche con una batteria di pile fino al raggiun-
gimento del valore massimo di 12 V. La corrente assorbita dal circuito, soltanto quando viene
premuto Il pulsante P1, si aggira intorno ai 3 +4 mA. li pulsante P1 mantiene normalmente a-
perto il circuito di alimentazione.

COMPONENTI
Condensatori R3 = 1 megaohm
C1 = 10.000 pF RA = 2.200 ohm
C2 = 10.000 pF
c3 = 2.200 pF Varie
TR1 = BC207
Resistenze TR2 BC207
R1 = 1 megaohm P1 = interruttore-pulsante
R2 = 2.200 ohm Pila = 9 V

un auricolare. Il multivibratore, invece, immette dioapparato è sensibile, anche se pochi sono coloro
un segnale nei vari punti presi in esame di un che sanno valutarne esattamente la portata.
circuito elettronico e questo segnale diventa udi- Per meglio chiarire quest'ultimo concetto è op-
bile nello stesso altoparlante di cui è dotato l'ap- portuno aprire una parentesi per ricordare come
parato. si svolge la ricerca dei guasti con un oscillatore
modulato.
Come si sa, l'oscillatore modulato emette un se-
UTILITA' DEL MULTIVIBRATORE gnale di alta frequenza modulato da una nota
di bassa frequenza udibile. E la frequenza del se-
L'utilità che deriva dall'impiego del multivibra- gnale di alta frequenza può essere variata rego-
tore nella ricerca dei guasti e difetti di un ra- lando la manopola di sintonia dello strumento.

582
Se, ad esempio, l'oscillatore è accordato alla fre- L'iniettore di segnali rappresenta quindi uno stru-
quenza di 1 MHz e lo si collega all'antenna di mento molto vantaggioso per la rapida localiz-
un ricevitore radio, la nota sarà udita nell'alto- zazione dei guasti e dei difetti di una apparec-
parlante soltanto se il ricevitore sarà stato sinto- chiatura elettronica.
nizzato sulla frequenza di 1 MHz. Se il ricevitore
radio è stato sintonizzato su una frequenza di va-
lore diverso, non si ode nulla. Per rendersi quin-
UTILITA' DEL SIGNAL TRACER
di conto della perfetta efficienza dei vari stadi di
un radioricevitore, dall'antenna all'altoparlante,
occorre che oscillatore e ricevitore siano accorda- Il signal tracer è uno strumento così importante
ti sulla medesima frequenza. da essersi automaticamente inserito al terzo po-
Se si vuole controllare l'efficienza di uno stadio di sto della graduatoria stabilita dai riparatori: te-
media frequenza, iniettando, ad esempio, il se- ster, oscillatore modulato, signal tracer, iniettore
gnale sulla base del transistor amplificatore di di segnali.
media frequenza, l'oscillatore deve essere accor- Il signal tracer, lo abbiamo già detto, preleva il
dato sull'esatto valore della stessa media fre- segnale in un punto dell'apparato in riparazio-
quenza.
ne e lo fa ascoltare attraverso un trasduttore acu-
Con l'iniettore di segnali tutto ciò non è neces-
stico, che può essere rappresentato da una cuf-
sario. Infatti, sia che si colleghi l'iniettore con
l'antenna del ricevitore, sia che lo si colleghi fia, un auricolare o un altoparlante. Dunque, il
in un punto qualsiasi degli stadi di alta o media signal tracer rivela, amplifica e rende udibili i
frequenza, e anche di bassa frequenza, non è segnali prelevati da un circuito. E con esso è pos-
necessaria alcuna regolazione, né del ricevitore, sibile seguire il comportamento elettrico di un
né dell'iniettore, in virtù appunto della vastis- intero apparato, dall'entrata all'uscita, indivi-
sima gamma di frequenze da esso emesse con- duando molto rapidamente il settore in cui è
temporaneamente. presente un'avaria.

PINZA
,::~

PUNTALE

Fig. 2 - L'uso del circuito stampato agevola notevolmente il compito del costruttore principian-
te, perché permette di ottenere un cablaggio ordinato, razionale e compatto del signal tracer
- iniettore di segnali. Il contenitore metallico, nel quale viene racchiuso l'intero circuito dello
strumento, è necessario, perché evita la captazione di campi elettromagnetici esterni. Il punta-
le-sonda si realizza, molto facilmente, servendosi di una boccola, uno spinotto e uno spezzone
di filo di rame, del diametro di 1 -;-2 mm., possibilmente appuntito sull'estremità libera e rico-
perto, quasi per intero, con tubetto isolante.

583
In pratica occorre sintonizzare il ricevitore ra- ed il circuito assume la funzione di multivibrato-
dio sotto esame su una emittente locale; succes- re astabile, generando un segnale ad onda qua-
sivamente, iniziando dal primo stadio di entrata dra, di frequenza pari a 450 Hz. Ovviamente
del ricevitore, si preleva il segnale con il puntale- questo valore dipende dai valori da noi attribuiti
sonda; nel momento in cui il segnale scompare, ai componenti, perché con componenti di valore
cioè non viene più ascoltato attraverso il trasdut- diverso varia anche la frequenza generata dal
tore acustico del signal tracer, si potrà ritenere di mult!vibratore.
aver individuato, proprio in quello stadio, il gua- Il segnale viene applicato al circuito attraverso
sto o il difetto del ricevitore sotto esame. il puntale-sonda e la pinza a bocca di coccodrillo
L'utilità del signal tracer, tuttavia, non si esau- che deve essere collegata con la linea di alimen-
risce nelle sole operazioni di individuazione dei tazione positiva o negativa dell'apparecchio elet-
guasti nei ricevitori radio o negli amplificatori. tronico sottoposto ad esame.
Esso serve ancora per provare P'efficienza dei mi- Il puntale-sonda deve essere posto in contatto
crofoni, degli altoparlanti, dei preamplificatori e con i vari punti del circuito in esame nel modo
in molte altre occasioni. Si tratta dunque di un che diremo più avanti.

Fig. 3 - Questo disegno riproduce in grandezza natu-


rale il circuito stampato necessario per la costruzione
dello strumento descritto nel testo.

apparato molto versatile o, meglio, di uno stru- Quando si collega con il circuito dello strumento
mento assolutamente indispensabile nel labora- l'auricolare di tipo piezoelettrico, si interrompe
torio elettronico. automaticamente il contatto fra i punti contras-
segnati con i numeri 3-4 e si trasforma il cir-
cuito del multivibratore in quello di un amplifi-
ANALISI DEL CIRCUITO catore a due stadi con accoppiamento capacitivo
il quale, pur essendo di debole potenza, consente
Il progetto dello strumento che svolge contempo- il controllo del segnale ricevuto tramite il pun-
raneamente le due funzioni di iniettore di se- tale-sonda.
gnali e signal tracer è rappresentato in figura 1.
La commutazione tra una funzione e l'altra av-
viene, molto semplicemente, inserendo nell'appo- REALIZZAZIONE PRATICA
sita presa la spina di un auricolare piezoelettrico,
che costituisce il trasduttore acustico dello stru- La semplicità circuitale dello strumento fin qui
mento, cioè l'elemento di ascolto nella versione presentato e descritto è tale da consigliarne la
« signal tracer ». costruzione anche a coloro che sono alle prime
Il progetto di figura 1 fa uso di due soli transi- armi con l'elettronica. In ogni caso, per agevolare
stor, entrambi di tipo NPN. la realizzazione pratica dello strumento, consi-
Quando nella presa, di tipo jack, non è inserito gliamo di costruire per primo il circuito stampa-
l'auricolare piezoelettrico, i punti contrassegnati to, rappresentato in grandezza naturale in figura
con i numeri 3-4 risultano in contatto fra di loro 3. Su tale circuito verranno applicati tutti i com-

584
ponenti elettronici, così come indicato nello sche- con l'esperienza.
ma di figura 2. Ma per meglio interpretare il sistema di ripara-
Ai principianti rivolgiamo le raccomandazioni zione di un apparato elettronico, occorre far ri-
d'obbligo; cioè di effettuare saldature corrette, ferimento a qualche esempio pratico.
agendo con una certa velocità ma con tempi suf- In figura 4 abbiamo presentato l'ossatura dello
ficienti a far sciogliere bene lo stagno sulle piste schema di un ricevitore radio a circuito supere-
di rame e sui reofori dei componenti. terodina transistorizzato per onde medie, che
Il riconoscimento degli elettrodi di emittore-base- può anche essere un ricevitore ad onde medie,
collettore dei due transistor risulta agevolato dal- corte e lunghe.
la presenza di una smussatura effettuata sul cor- I vari punti del circuito contrassegnati con le
po esterno del componente, così come chiaramen- frecce colorate sono quelli in cui si dovrà appli-

te visibile nel piano costruttivo di figura 2. care il puntale-sonda dello strumento. Ma pro-
Per quanto riguarda il puntale-sonda, questo po- cediamo con ordine e supponiamo di aver sot-
trà essere realizzato servendosi di una boccola e tomano un ricevitore radio non funzionante, che
di uno spinotto, sul quale verrà inserito uno spez- vogliamo analizzare con la versione « signal tra-
zone di filo di rame nudo, del diametro di 1 + 2 cer » dello strumento.
mm., possibilmente appuntito sull'estremità li- La prima operazione da farsi consiste nell'appli-
bera.
care la pinza a bocca di coccodrillo dello stru-
L'alimentazione dello strumento sarà derivata da
mento sul circuito di massa, che può essere rap-.
una piccola pila a 9 V, che permetterà ugualmen-
te di consentire una lunga autonomia di esercizio presentato dalla linea di alimentazione negativa
dello strumento, tenuto conto del suo uso discon- del ricevitore radio. Poi si applica il puntale
tinuo e del modesto assorbimento di corrente. dello strumento sul punto contrassegnato con il
numero 13. Se attraverso l'auricolare del signal
tracer si sentono le emittenti radiofoniche, si può
IMPIEGO DELLO STRUMENTO concludere che il guasto del ricevitore radio in
esame risiede a valle di questo punto. E questo
L'uso dello strumento da noi descritto diverrà sistema di indagine prosegue, successivamente, at-
sempre più semplice col passare del tempo, cioè traverso i punti contrassegnati con i numeri 12-11-

585
Fig. 4 - In questo disegno riproduciamo nelle sue li-
nee essenziali, lo schema di un ricevitore radio transi-
storizzato di tipo supereterodina. I vari elementi, con-
trassegnati con i numeri in progressione dall'1 a~ 13,
+ indicano i punti in cui dovrà essere applicato il puntale-
sonda dello strumento per individuare l'eventuale gua-
sto, l'anomalia o l'interruzione del circuito.

+
10-9-8-7-6-5-4-3-2-l. Se il segnale, ad esempio,
risulta presente nel punto 9, ma non nel punto 8,
si deve concludere che il guasto risiede nel tran-
sistor TR2.
In ogni caso, procedendo nel modo ora descritto,
sarà possibile individuare assai rapidamente lo
stadio del ricevitore in cui risiede il guasto, che
dovrà essere ricercato nelle immediate vicinanze,
sempre a monte del punto in cui non si riceve
+ alcun segnale radio attraverso l'auricolare del si-
gnal tracer.
L'impiego dello strumento in funzione di inietto-
re di segnali si svolge in un modo analogo, ma
a cominciare dagli stadi più prossimi all'altopar-
lante, se non proprio dall'altoparlante stesso. In-
fatti, applicando il puntale-sonda su uno dei
due terminali dell'altoparlante e la pinza a bocca
di coccodrillo sull'altro terminale, attraverso il
+ trasduttore acustico, se il componente è sano, si
dovrà ascoltare una nota. In caso contrario, in-
vece, non sentendo alcun suono, si dovrà conclu-
dere che la bobina mobile dell'altoparlante è in-
terrotta o risulta interrotta una delle due salda-
ture sui terminali dell'altoparlante stesso.
Dopo aver riscontrata l'efficienza dell'altoparlante,
si applicherà il puntale-sonda sul punto contras-
segnato con il numero 1 nello schema di figura 4.
Successivamente si toccheranno tutti gli altri pun-
ti, fino a quello contrassegnato con il numero 13.
E ogni volta che si inietta il segnale generato
dal multivibratore nei vari punti del circuito del-
l'apparecchio radio sotto esame, si dovrà ascol-
tare un suono, via via sempre più forte, attraverso
l'altoparlante. Nel momento in cui la nota scom-
pare, si concluderà che il guasto risiede imme-
diatamente a valle del punto del circuito analiz-
zato.
L'esperienza e la pratica consiglieranno, meglio
di ogni altra proposizione teorica, il lettore nel-
l'uso del nostro strumento in una delle sue pos-
sibili funzioni : quella di iniettore di segnali o
quella di signal tracer.

586
ANTENNA
GROUND-PLANE
PER I 144 MHz
L'accesso al radiantismo si è ulteriormente am- sesso della licenza speciale. Dunque, conglobando
pliato da quando il Ministero delle Poste e Tele- assieme gli aspiranti, i neopatentati e i patentati
comunicazioni ha permesso l'accesso degli aspi- speciali in una sola voce, possiamo dire che il
ranti radioamatori alla speciale licenza denomina- mondo del radiante si è ingrossato al punto da in-
ta IW. teressare anche una buona parte dei nostri lettori.
Questa speciale licenza può essere conseguita con Ecco perché riteniamo che la costruzione di una
il solo esame di teoria. Essa limita l'attività ra- antenna per i 144 MHz costituisca un argomento
diantistica nella gamma di frequenza e nella po- di grande interesse. Non tanto per l'economia sul-
tenza. Si può infatti lavorare dai 144 MHz in su, la spesa del componente, quanto per incorrere
con una potenza non superiore ai 10 W. nell'occasione di espletare una pratica esperienza
Per coloro che ancora non conoscessero la nuova nel settore delle radiotrasmissioni.
sigla radiantistica vogliamo cogliere l'occasione
in questa sede di interpretarne il significato. Ci-
tiamone una a titolo di esempio: LA LUNGHEZZA D'ONDA
IW4AFL
La prima lettera «I» sta a significare Italia. L'antenna, come è noto, è un elemento che tra-
La seconda lettera « W» sta a significare « Li- sforma l'energia elettrica erogata dal trasmetti-
cenza Speciale ». Il numero 4 indica la regione tore in energia elettromagnetica, ovvero in onde
di appartenenza del radioamatore. Le tre lettere radio. Ma perché tale trasformazione avvenga
finali contraddistinguono il radioamatore in pos- correttamente, è necessario che la lunghezza del-

Interessante esperimento pratico di radiotrasmissione per gli


aspiranti alla patente di radioamatore, per i neopatentati e per
coloro che hanno conseguito, o stanno per conseguire, la spe-
ciale licenza denominata IW.

587
l'antenna risulti una frazione della lunghezza
d'onda del segnale radio irradiato nello spazio.
Cogliamo dunque subito l'occasione per interpre-
tare, almeno brevemente, il concetto di lunghezza
d'onda.
La lunghezza d'onda, che viene definita con la
sigla (lettera greca « lambda»), esprime il
rapporto tra la velocità della radiazione nel mez-
zo considerato e la frequenza del segnale, secon-
do la nota formula :
V
) ==
f
Quando la frequenza del segnale è relativamente
o
y
bassa e la lunghezza d'onda risulta conseguente-
"" mente elevata, è consigliabile servirsi di antenne
ad 1/4 d'onda. Queste antenne sono spesso di ti-
po « caricato», allo scopo di ridurre le dimen-
sioni. Per esempio, per la Banda Cittadina, sulla
frequenza dei 27 MHz, la lunghezza d'onda in
aria risulta di 11 metri e l'antenna ad 1/4 d'onda
diviene pari a 2,75 metri, che rappresentano una
misura considerevole.
Per le frequenze più elevate il problema delle di-
mensioni passa in un secondo piano e si prefe-
risce utilizzare antenne a 1/2)o a 5/8), che
godono di rendimenti superiori a quelli dell'an-
tenna ad 1/4 •
L'antenna per i 144 MHz, di cui in queste pa-

1r
TUBO gine proponiamo la costruzione, è appunto un'an-
25mm
tenna a 5/8 À di tipo ground-plane.

SOSTEGNO
PALO
ANTENNA L'ANTENNA GROUND-PLANE

Come è noto, la ... regina delle antenne è rappre-


sentata ancor oggi dal classico dipolo, che è com-
posto da due bracci radianti in posizione orizzon-
tale, della lunghezza di 1/4 d'onda ciascuno.
Quando il dipolo viene trasformato in una an-
tenna verticale, si provvede ad eliminare il brac-
cio inferiore, perché questo risulta virtualmente
sostituito dalla riflessione del braccio radiante su-
periore rispetto a terra.
Tuttavia, l'antenna verticale quasi mai viene
Fig. 1 - Piano costruttivo dell'antenna ground-plane.
Lo stelo deve essere realizzato per mezzo di filo di
rame non ricotto, del diametro di 3,5 mm. In sostitu-
sistemata al suolo, mentre la sua
llazione vie-
ne effettuata il più delle volte ad una certa altez-
zione del rame, si potrà ricorrere al tondino di ferro o za da terra. E intali condizioni viene a mancare
al filo di acciaio armonico. Per semplicità di disegno, la sostituzione 'irtuale del braccio inferiore con
in questo piano costruttivo appare un solo elemento
radiale; in realtà gli elementi radiali sono tre, distanzia- quello superiore. Occorre dunque costruire un
ti fra loro di un ango!o di 360°. Tutti gli altri elementi piano di t rra artificiale, in grado di consentire
che compongono l'antenna, comprese le viti e i dadi, il fenÒm o della riflessione e, conseguentemente,
debbono essere di tipo inossidabile. l'adatta ento dell'antenna.
Nell'an~ enna denominata ground-plane (piano di
terra) il piano di riflessione viene ottenuto per
mezzo dr elementi radiali, generalmente della

588
lunghezza di 1/4 d'onda, che limitano l'angolo di stribuzione su un arco di 360° dovrà risultare
radiazione dell'antenna, aumentandone il rendi- simmetrica; ciò significa che ogni elemento radia-
mento e fungendo contemporaneamente da scher- le formerà un angolo di 120° con gli altri due.
mo elettromagnetico nei confronti dei segnali e- Il disegno riportato in figura 1 risulta arricchito
lettromagnetici provenienti da terra; questi pos- con tutte le quote espresse in millimetri. Esso non
sono essere rappresentati dai disturbi provocati richiede quindi più alcuna interpretazione.
dalle scintille delle candele dei motori a scoppio,
dalle scintille che si sviluppano sulle spazzole dei
motori elettrici oppure dalle scariche elettriche
che si manifestano generalmente sulla rete-luce.
L'importanza di schermare la stazione ricetra-
smittente, cioè di proteggerla dai segnali-disturbo
ad
è notevole, soprattutto quando l'ascolto viene ef-
fettuato attraverso l'altoparlante e in tutti quei
casi in cui l'installazione dell'antenna non può
avvenire in posizioni isolate o molto elevate ri-
spetto al suolo.

COSTRUZIONE DELL'ANTENNA

Abbandoniamo qui ogni ulteriore preambolo sul-


le qualità e l'utilità dell'antenna ground-plane, TETTO
introducendo il lettore nel vivo dell'argomento,
cioè nella costruzione del componente il cui piano
DELL' AUTOM.
di composizione in « esploso » è riportato in fi-
gura l.
CAVO
Possiamo dire subito che la costruzione dell'anten- COASS.
na ground-plane non costituisce un lavoro com-
plicato e costoso, perché sono sufficienti pochi e-
lementi metallici, una certa dose di attenzione e
di precisione, nonché un certo procedimento di
taratura per raggiungere lo scopo prefissato. Fig. 2 - L'antenna ground-plane può essere installata
L'antenna ground-plane, così come si può vedere anche sul tettuccio dell'autovettura. In tal caso gli ele-
menti radiali non servono, perché lo stesso tettuccio
in figura 1, composta principalmente da uno stelo dell'autovettura funge da piano di terra. L'elemento
metallico della lunghezza di 1.382 mm. (1.320 4 isolante, inserito dentro il bocchettone PL259, è co-
12 + 50 = 1.382 mm.). Alla base dello stelo de- stituito da due centimetri di isolante recuperato da un
ve essere composta una piccola bobina di due cavo di tipo RG8. La parte del bocchettone- fissata sul-
l'autovettura deve essere cosparsa di grasso al silico-
sole spire. ne, in modo da impedire infiltrazioni d'acqua.
Lo stelo risulta direttamente collegato con il ter-
minale centrale di un connettore per alta fre-
quenza di tipo PL259. Questo elemento, oltre a
consentire un preciso contatto elettrico con il ca-
vo di discesa, funge anche da supporto meccani-
co per lo stelo e gli elementi radiali.
Lo stelo e gli elementi radiali verranno realizzati
per mezzo di filo di rame, non ricotto, del diame-
tro di 3,5 mm. In sostituzione del rame non ri-
cotto, si potrà comunque utilizzare il tondino di TARATURA
ferro o, meglio ancora, il filo di acciaio armonico,
che presenta tuttavia qualche difficoltà di piega- La taratura dell'antenna ground-plane dovrà es-
tura in sede di realizzazione della bobina. sere effettuata in condizioni di reale utilizzo del
Gli elementi radiali debbono essere tre. La loro componente, dopo averlo montato definitivamen-
sistemazione va fatta su un piano più o meno te sul palo di sostegno o sul tetto dell'autovettura,
inclinato rispetto a quello orizzontale, a seconda a seconda dell'uso che se ne vorrà fare.
dei dati provenienti dal processo di taratura del- Per la messa a punto dell'antenna servono due
l'antenna ground-plane. In ogni caso la loro di- fondamentali elementi: il trasmettitore ed un

589
+ 2 3 4

rosmetro, collegati tra loro nel modo indicato in zione degli elementi radiali, in modo da ottenere
figura 4. una variazione del valore dell'impedenza dell'an-
Il collegamento fra il trasmettitore e il rosmetro tenna.
si effettua con cavo di tipo RG8, della lunghez- In figura 3 abbiamo riportato gli schemi di quat-
za complessiva di 58 cm. tro antenne ground-plane con gli elementi radiali
Lo strumento indicherà i valori di onde staziona- diversamente inclinati, in modo da ottenere quat-
rie presenti lungo la linea di trasmissione e gene- tro diversi valori di impedenza. Questi valori so-
rate dal disadattamento dell'antenna. no, a partire da sinistra, nell'ordine progressivo
Per eliminare il disadattamento, cioè per ottene- 1-2-3-4, rispettivamente da 30 ohm - 40 ohm - 50
re un perfetto adattamento dell'antenna ground- ohm e 75 ohm.
plane, che consiste nel raggiungimento di un ROS Dopo aver opportunamente inclinati i tre ele-
pari a 1:1 o, più praticamente, pari a 1 (1,1+ menti radiali dell'antenna, quando sul rosmetro
1,3), si dovrà innanzitutto intervenire sull'inclina- si raggiunge la minima indicazione, si provve-

Fig. 4 - La taratura dell'antenna ground-plane si effet-


tua in condizioni di reale utilizzo del componente, in-
serendo, fra Il trasmettitore e l'antenna, un rosmetro
collegato con un cavo di tipo RG8, della lunghezza com-
plessiva di 58 cm. La taratura consiste nel raggiungere
Il miglior valore di ROS conseguente agli interventi ma-
nuali dell'operatore sull'inclinazione dei bracci radiali
l
e sulla lunghezza dello stelo.

58Cm

-r <l ROS

RG 8

----
590
Quando si è raggiunto un valore di ROS di 1,1
o 1,2 non conviene più ritoccare ulteriormente

4 l'inclinazione degli elementi radiali, perché ac-


corciando ancora l'antenna si può correre il ri-
schio di peggiorare le prestazioni del componente.
Fig. 3 - In sede di taratura dell'antenna ground- Si tenga presente comunque che un ROS di 1 : 1
plane gli elementi radiali debbono risultare più o
meno Inclinati, allo scopo di raggiungere il miglior rappresenta sempre e soltanto un valore teorico,
adattamento di impedenza. Le diverse inclinazioni perché il valore reale dipende anche dalle con-
riportate nel disegno corrispondono ai seguenti dizioni atmosferiche ed in particolare dall'umi-
valori di impedenza: 1 = 30 ohm; 2 = 40 ohm; dità dell'aria.
3 = 50 ohm; 4 = 75 ohm. In fase di taratura,
alle operazioni di inclinazione dei bracci radiali
fa seguito quella di accorciamento dello stelo del-
l'antenna ground-plane. MONTAGGIO SULL'AUTOVETTURA

Coloro che volessero realizzare l'antenna ground-


plane per destinarla al montaggio sul tettuccio
dell'autovettura, dovranno ricorrere al disegno
riportato in figura 2 nel quale, come si può facil-
mente notare, non sono presenti gli elementi ra-
diali. Il tettuccio dell'autovettura, infatti, funge
derà ad accorciare leggermente lo stelo, ritoccan- da piano di terra e sostituisce ovviamente i tre
do successivamente l'inclinazione dei tre radiali elementi radiali. E' sempre necessario invece l'u-
sino ad ottenere il miglior valore del ROS. so del bocchettone per alta frequenza di tipo
Quest'ultima operazione suggerisce al lettore che PL259 ed è anche necessario comporre la discesa
lo stelo dell'antenna ground-plane dovrà risulta- d'antenna con cavo coassiale. Tutti gli altri ele-
re inizialmente più lungo di 1.320 mm., in modo menti costruttivi rimangono gli stessi. Anche il
da poter consentire all'operatore il lavoro di ac- procedimento di taratura si effettua nello stesso
corciamento dello stesso in sede di taratura del modo, con la sola differenza che, non potendo in-
componente. In pratica una lunghezza superiore tervenire sull'inclinazione degli elementi radiali,
di 5 cm. rispetto a quella descritta è più che suf- si cercherà di raggiungere il miglior ROS per
ficiente. mezzo di piccoli accorciamenti dello stelo.

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591
All'estero, in molti Paesi, è divenuto comune il
sistema di trasmettere nello spazio, attraverso le
onde radio, talune comunicazioni telefoniche nor-
malmente percorrenti i fili conduttori. Lo adotta-
no i privati e gli enti pubblici, le emittenti radio-
foniche commerciali e libere, i servizi militari,
navali e aeronautici e, in particolare, molti radio-
amatori in occasione di calamità naturali o stati
di emergenza.
Questo sistema, denominato " phone-patch", con-
siste, in pratica, in una interconnessione tra l'ap-
parecchio telefonico o, più precisamente, tra la
linea telefonica bifilare e il ricetrasmettitore. In
esso si possono inserire diversi elementi di con-

LE
forto pratico, che rendono più o meno sofisticato
il dispositivo di collegamento, ma il concetto fon-
damentale che regola il funzionamento del " pho-
ne-patch' rimane sempre lo stesso: la linea te-
lefonica viene collegata, tramite opportuno cir-
cuito, all'entrata del ricetrasmettitore, in modo
da far cambiare ai messaggi telefonici il loro na-

PAGINE
turale percorso, spostandolo dai fili conduttori al-
le vie dell'etere, a cavallo delle onde radio.
Si capisce, dunque, fin da queste semplici pre-
messe, quanto utile possa risultare, in particolari
stati di emergenza delle collettività locali, la crea-
zione di un ponte di trasmissioni là dove le linee
telefoniche sono rimaste interrotte e le zone resi-

DEL CB
denziali isolate. E si capisce anche quanto van-
taggioso possa essere per una emittente radiofoni-
ca, pubblica o privata, far conoscere ai propri ra-
dioascoltatori il testo integrale, in diretta, di una
telefonata importante.
Ma con il sistema del " phone-patch " si possono
istruire molti altri servizi di pubblica utilità, con-
sentendo, ad esempio, ai componenti di una spe-
dizione scientifica di collegarsi telefonicamente
con i propri familiari, alimentando contempora-
neamente molti valori umani.

IL PERCHE' DELL'ARGOMENTO

Giunti a questo punto, molti nostri lettori e, in


modo particolare, i lettori CB, si chiederanno per
quale motivo questa pubblicazione voglia tratta-
re un argomento che in Italia non può essere in
alcun modo concretizzato, dato che il " phone-
patch" nel nostro Paese è assolutamente vietato.
E questa domanda scaturisce ancor più spontanea
e giustificata quando ci si accorge che nel corso
di questo articolo viene presentato e descritto il
progetto di un " phone-patch" con la sua rela-
tiva realizzazione pratica.
Ma a questa domanda possiamo rispondere su-
bito precisando che il progetto da noi presentato

592
non è quello di un vero e proprio" phone-patch " di un progetto di " phone-patch " semplificato,
perché il nostro dispositivo non consente uno che non potrà comunque essere utilizzato prati-
scambio bilaterale fra trasmettitore e telefono, camente, almeno per ora, essendone proibita l'a-
permettendo soltanto la trasmissione, via etere, dozione.
delle telefonate, e non viceversa. La realizzazione pratica di questo progetto potrà
Ma il vero motivo che ci ha indotti a trattare essere effettuata dai lettori con uno spirito anche

IL PHONE-PATCH
IN ITALIA E' VIETATO
questo argomento è, prima di tutto, quello della diverso da quello della pura didattica; perché il
gran mole di richieste pervenuteci in questi ulti- dispositivo potrà essere venduto direttamente ad
mi tempi da parte dei nostri affezionati lettori amici e conoscenti che risiedono in quei Paesi in
CB; i quali volevano soprattutto sapere con qua- cui l'uso del" phone-patch" è consentito.
le sistema le ormai numerosissime emittenti ra-
diofoniche libere " riescano a mandare diretta-
mente in onda le telefonate di molti corrispon- PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
denti, intervistatori e intervistati.
Ritenendo dunque che Elettronica Pratica non Lo schema circuitale del" phone-patch " sempli-
potesse esimersi, soprattutto se inquadrata in un ficato risulta pubblicato in figura 1.
livello informativo e culturale medio, dal fornire Si tratta effettivamente di una versione assai vol-
tutte le nozioni tecniche necessarie per una forma- garizzata degli accoppiatori telefonici bidirezio-
zione didattica che risulti la più ampia possibile, nali, ma pur sempre in grado di fornire risultati
abbiamo ritenuto doveroso ascoltare le richieste più che soddisfacenti per il solo ascolto, attraver-
dei nostri lettori e soddisfarle con la presentazione so la radio, delle comunicazioni telefoniche.

Pur essendo assolutamente vietato, il sistema di collegamento


dell'apparecchio telefonico con il ricetrasmettitore costituisce
un argomento di notevole contenuto informativo e didattico, te-
nuto conto della grande diffusione che esso vanta all'estero,
dove il suo impiego compie utili ·servizi nei vari settori pubblici
e privati delle collettività sociali più o meno tecnicizzate.

593
R5
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C5

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TELEFO~
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I . i u i Il
I
i I

l
PTT l[ MICRO

Fig. 1 - Il progetto del sistema « phone-patch • consiste principalmente nel miscelare e am-
plificare due diversi segnali di bassa frequenza per applicarli In misura corretta all'entrata del
ricetrasmettitore. Con I potenziometri R1-R3 sl regolano I livelli del aegnaH Pf'Ovenlenti dalla
linea telefonica e dal microfono, che può essere lo stesso adottato dal ricetrasmettitore. Con
Il trlmmer R6 al regola l'entità del segnale uscente, In modo da consentire la modulazione al
100%, del trasmettitore. L'applicazione di una cuffia o di un auricolare, sul circuito di emittore
del transistor, consente di controllare la qualltà della miscelazione dei segnali.

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 100.000 pF R2 = 47.000 ohm
C2 = 330 pF R3 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
C3 = 100.000 pF R4 = 47.000 ohm
C4 = 330 pF R5 = 3,3 megaohm
C5 = 10 F - 12 VI (elettrolitico)
C6 = 150 pF
R6 = 10.000 ohm (trlmmer)
C7 = 100.000 pF Varie
C8 = 330 pF TR1 = BC107
Resistenze S1 = interrutt.
R1 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.) Alimentaz. = 4,5+9 Vcc

594
Così come è stato da noi concepito, l'adattatore capacitivamente, tramite i condensatori di alto
telefonico può miscelare tra loro la comunicazio- valore capacitivo C1-C3.
ne telefonica ed un eventuale commento effettua- Il condensatore CG2, collegato in parallelo con la
to tramite il normale microfono del trasmettitore, linea telefonica, costituisce un elemento di filtro,
rendendo inoltre disponibile in cuffia il segnale perché impedisce ad eventuali segnali di alta fre-
miscelato, così da consentire il controllo ottimale quenza di raggiungere la linea telefonica.
dei livelli di miscelazione. La bassa frequenza prelevata tramite i condensa-

LIVELLO LIVELLO
MICRO TELEF.

Fig. 2 - La realizzazione pratica del sistema • phone-patch • può essere ottenuta seguendo
questo disegno relativo al piano costruttivo del dispositivo. Il circuito stampato, infatti, non
serve per questo tipo di realizzazione in cui si opera soltanto con segnali di bassa frequenza.
Il contenitore metallico è comunque necessario per evitare l'ingresso nei circuiti di bassa fre-
quenza provenienti dal ricetrasmettitore. Nel caso in cui si dovessero avvertire formazioni di
ronzio, sarà necessario invertire fra loro i due fili conduttori provenienti dalla linea telefonica e
collegati con le due viti di serraggio montate nella parte posteriore del contenitore metallico.

ANALISI DEL CIRCUITO tori C1-C3, che rispecchia il contenuto della co-
municazione telefonica, viene a formare una ca-
Abbandoniamo ora definitivamente ogni ulterio- duta di potenziale sul potenziometro Rl. Dun-
re commento generalizzato del " phone-patch " que, la tensione rappresentativa del segnale tele-
ed entriamo nel vivo dell'argomento per analizza- fonico è misurabile sui terminali estremi del po-
re dettagliatamente il funzionamento del circuito. tenziometro Rl e viene da esso prelevata nella
Come si può notare osservando lo schema elettri- misura più opportuna.
co di figura 1, l'accoppiamento del " phone- Il potenziometro Rl, che ha il valore di 100.000
patch" con la linea telefonica viene effettuato ohm, esplica le funzioni di elemento di controllo

595
di volume del segnale telefonico, perché è in gra- tore, risulta collegato il condensatore C8; questo
do di dosare in ampiezza tale segnale. Dal cur- elemento rappresenta un ulteriore filtro del segna-
sore del potenziometro Rl il segnale viene prele- le e, più in generale, dell'intero dispositivo nei
vato attraverso la resistenza R2 ed applicato, tra- confronti dei ritorni di alta frequenza e della con-
mite il condensatore elettrolitico C5, alla base seguente formazione di inneschi.
del transistor TRI, che è di tipo NPN e che svol- Per comodità, anche sul connettore di collega-
ge le funzioni di elemento amplificatore e misce- mento con il trasmettitore è stato riportato il co-
latore dei segnali di bassa frequenza. Infatti, il mando PTT, proveniente dal microfono, per la
transistor TRl amplifica i segnali provenienti commutazione trasmissione-ricezione del ricetra-
dalla linea telefonica ma amplifica anche quelli smettitore .
provenienti dal microfono esterno, mescolandoli
ass1eme.
II microfono, che dovrà essere collegato con la REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
presa MICRO, potrà essere benissimo quello nor-
malmente utilizzato con il ricetrasmettitore. Il li- Trattandosi di un progetto non direttamente inte-
vello del segnale da esso erogato viene controlla- ressato da segnali di alta frequenza, la realizza-

L'argomento trattato in queste pagine assume un esclusivo va-


lore teorico e di informazione tecnica, perché la legge vieta nel-
la, maniera più categorica l'applicazione pratica del dispositivo
in tutto il territorio nazionale.

to tramite il potenziometro R3, che è dello stesso zione pratica del " phone-patch " potrà essere co-
tipo del potenziometro Rl. munque eseguita. In figura 2 proponiamo al let-
All'entrata dello stadio amplificatore, pilotato dal tore un normalissimo piano di cablaggio ottenuto
transistor TRI, risulta inserito, fra l'elettrodo di su contenitore metallico, al quale vengono attri-
base e la linea di massa, il condensatore C6. A buite le funzioni di elemento contenitore e scher-
questo elemento è affidato il compito di fugare a mo elettromagnetico nei confronti dei segnali va-
massa eventuali ritorni di segnali ad alta frequen- ganti, in particolare nei confronti dei segnali ra-
za scongiurando i conseguenti inneschi da questi dio generati dal trasmettitore.
provocati. Le due piccole morsettiere, utilizzate per la rea-
lizzazione del cablaggio, agevolano il lavoro di co-
struzione del dispositivo, permettendo di raggiun-
LE USCITE AMPLIFICATE gere un buon irrigidimento dei conduttori e dei
reofori dei componenti elettronici.
II progetto di figura 1 dispone praticamente di
due uscite: una di emittore, a bassa impedenza, Sulla parte anteriore del contenitore metallico,
per il collegamento eventuale con un auricolare quella destinata a fungere da pannello frontale
o con una cuffia da 4:8 ohm, che permette di del " phone-patch ", risultano applicati il boc-
controllare la qualità della miscelazione dei segna- chettone per l'innesto dello spinotto MICRO-
li, l'altra di collettore per il segnale che deve essere PTT, il potenziometro R3, che rappresenta l'ele-
inviato al trasmettitore. II livello del segnale di mento di controllo manuale del livello dei segna-
questa seconda uscita è regolabile per mezzo del li provenienti dal microfono, il potenziometro Rl,
trimmer potenziometrico R6, in modo da con- che rappresenta l'elemento di controllo manuale
sentire una modulazione al 100%/ del trasmettito- del livello dei segnali di bassa frequenza preleva-
re con la conseguente massima resa. ti dalla linea telefonica, l'interruttore S1 acceso-
Facciamo notare che, in parallelo con il bocchet- spento (A-S) e, per ultimo, il bocchettone per
tone d'uscita per il collegamento con il trasmetti- l'innesto dello spinotto proveniente da una cuffia

596
o da un auricolare di bassa impedenza ( 4 + 8 V, del tipo di quelle montate nei ricevitori tran-
ohm). sistorizzati tascabili.
Sulla parte posteriore del contenitore metallico A conclusione di questo argomento ricordiamc
del dispositivo risultano applicati: le viti di ser- che, qualora il sistema dovesse generare ronzio
raggio dei conduttori provenienti dalla linea tele- sarà necessario invertire fra loro i due fili condut-
fonica e il bocchettone per il collegamento del- tori provenienti dalla linea telefonica e collegat
l'uscita principale del "phone-patch" con len- con le due viti di serraggio sistemate nella partt
trata del ricetrasmettitore. posteriore del contenitore metallico. Questo av-
Dentro lo stesso contenitore metallico verrà in vertimento, tuttavia, non assume alcun valore per
qualche modo sistemata anche la pila di alimen- i nostri lettori, perché ad essi è assolutamente vie-
tazione dell'amplificatore di bassa frequenza a 9 tato l'uso pratico del "phone-patch ".

IL RICEVITORE CB
in scatola
di montaggio a
L. 14.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattlvo,
ampiamente collaudato, di conce-
zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26:-28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

597
RADIOCOMANDO
TEST
Chi si diletta nella realizzazione di modellini ra- riducono alla conoscenza della sola potenza d'u-
diocomandati sa, per esperienza, quanto sia im- scita del trasmettitore.
portante conoscere il reale raggio d'azione del tra- E' pur vero che l'elemento principale che deter-
smettitore. Perché proprio conoscendo questo im- mina la portata di un apparato trasmittente è
portante dato è possibile sfruttare al massimo le costituito dalla sua potenza d'uscita, ma è anche
caratteristiche del sistema di ricetrasmissione, evi- vero che il raggio d'azione di un trasmettitore
tando inoltre di perdere il controllo del modello è sempre condizionato dall'ambiente in cui si o-
pera, dagli ostacoli naturali o artificiali e dallo
e dover quindi procedere a recuperi non sempre
stato atmosferico.
agevoli.
Ecco perché, prima di far muovere un modellino,
Purtroppo, lo abbiamo detto e ripetuto più vol- sia esso aereo, navale o stradale, conviene sempre
te, la portata di un trasmettitore è un parametro effettuare un preciso controllo della intensità del
difficilmente valutabile in base ai soli dati carat- campo elettromagnetico irradiato dal trasmetti-
teristici del trasmettitore che, generalmente, si tore, ricercando eventualmente la posizione idea-
le dell'antenna e la direzione in cui operare.

IL MISURATORE DI CAMPO

Questo tipo di controllo può essere in realtà fa-


cilmente condotto per mezzo di uno strumento co-
Il monitor per radiocomando nosciuto sotto il nome di" misuratore di campo",
è uno strumento assolutamen- cioè di uno strumento in grado di valutare visi-
vamente, sulla scala di uno strumento ad indice,
te indispensabile per poter e- l'entità del campo elettromagnetico irradiato dal
trasmettitore in tutti i punti in cui si vuol far
sattamente e realmente valu- procedere il modellino.
Soltanto in questo modo ci si può rendere conto,
tare il raggio d'azione del con buona approssimazione, della massima distan-
trasmettitore, onde poterne za di controllo, valutando inoltre le eventuali va-
riazioni di campo che si possono ottenere con le
sfruttare appieno ogni sua ca- piccole regolazioni del trasmettitore e gli sposta-
menti direzionali dell'antenna.
ratteristica, scongiurando il Si tenga presente che le indicazioni offerte dal
misuratore cli campo offrono, senza dubbio, un
pericolo di perdere il model- maggiore affidamento di quelle di un eventuale
lino in azione. wattmetro montato sul circuito d'uscita del tra-
smettitore. Ciò perché la misura viene effettuata
in condizioni operative, risentendo di tutti quei
fattori ambientali che, ovviamente, un wattmetro,
non può segnalare.

598
ANALISI DEL CIRCUITO l'antenna. Questa tensione può essere comodamen-
te misurata da uno strumento sufficientemente
La semplicità del progetto del misuratore di cam- sensibile.
po scaturisce immediata dalla prima osservazione
del circuito di figura 1.
Infatti, come si può notare, si tratta di un circui- SENSIBILITA' DI MISURA
to di un ricevitore radio a diodo di germanio,
composto con pochi componenti elettronici, di fa- Anche se il circuito del misuratore di campo non
cile reperibilità commerciale e assolutamente pri- è in grado di rivelare segnali radio di pochi mi-
vo di elementi critici. crovolt, come invece avviene in un comune rice-
Il funzionamento del misuratore di campo è ana- vitore radio per radiocomando, ciò non costitui-
logo a quello del ricevitore a diodo. sce un difetto dello strumento, dato che, per ot-
I segnali captati dall'antenna vengono introdotti tenere una indicazione dell'intensità del campo
elettromagnetico, non è assolutamente necessario
allontanarsi di molto dal trasmettitore, ma soltan-
to di quel poco che basta per ottenere sulla scala
del microamperometro uno spostamento dell'in-
dice ad 1/3 di scala circa.

LA PRESA JACK

In serie con la linea negativa del microampero-


metro risulta collegata una presa jack per cuffia.
Questa presa in condizioni normali cortocircuita
a massa il morsetto negativo dello strumento. Con
la cuffia inserita, invece, è possibile controllare
la qualità del segnale di bassa frequenza che mo-
dula la portante del trasmettitore, consentendo
all'operatore di variare eventualmente la profon-
dità di modulazione, quando si verificano fenome-
ni si sovrammodulazione o sottomodulazione.
Quest'ultimo particolare arricchisce il nostro mi-
suratore di campo con un conforto tecnico di no-
tevole valore, perché trasforma il dispositivo in
nel circuito di sintonia, composto dal compensa- un vero e proprio ricevitore radio a diodo di ger-
tore Cl, dal condensatore variabile ad aria C2 e man1o.
dalla bobina LI.
Il circuito accordato vero e proprio è composto
da C2-Ll. Il compensatore Cl serve ad effettua- COSTRUZIONE DELLE BOBINE
re i piccoli accordi di antenna.
Il segnale radio " intrappolato" nel circuito di Prima di iniziare il montaggio del misuratore di
sintonia si trasferisce, in virtù del fenomeno di campo, il lettore potrà provvedere alla realizza-
induzione elettromagnetica, sull'avvolgimento L2. zione delle bobine di sintonia Ll-L2.
Di qui esso si trasferisce sul circuito di rivelazione, Queste verranno avvolte su uno stesso supporto,
composto dal diodo al germanio D 1 e dal conden- di forma cilindrica e di materiale isolante, sprov-
satore fisso C3. visto di nucleo di ferrite e del diametro esterno
Il diodo D 1 rettifica il segnale modulato captato di 15 mm.
dall'antenna, eliminando le semionde negative del Su questo supporto, così come indicato in figura
segnale e trasformando quindi il segnale alternato 2, si effettueranno, uno sopra l'altro, i due avvol-
in un segnale unidirezionale variabile. Il conden- gimenti LI-L2.
satore C3 mette in fuga, a massa, la componente L'avvolgimento Ll è composto di 10 spire di filo
di alta frequenza ancora contenuta nel segnale di rame smaltato del diametro di 1 mm.
rettificato presente a valle del diodo D 1. Le spire di questo avvolgimento dovranno risul-
Sui terminali del condensatore C3 risulta presen- tare ugualmente spaziate fra di loro su una esten-
te una tensione continua il cui valore è propor- sione complessiva dell'avvolgimento di 20 mm.
zionale alla forza del segnale radio captato dal- La bobina L2 si realizza avvolgendo quattro spi-

599
O) ANT.

D1
+
PRESA
CUFFIA
A
C1
C3
L2
L1

Fig. 1 - Il progetto del misuratore di campo si identifica con quello del più semplice
tipo di ricevitore radio a diodo di germanio. Infatti, eliminando il microamperometro
ed inserendo una cuffia nell'apposita presa jack, è possibile ascoltare i segnali radio
delle emittenti locali.

SCATOLA
iETAuc

d
z
z
ul
1---
z
d

Fig. 2 - Piano costruttivo del mo-


nitor. L'intero circuito risulta com-
posto dentro un contenitore me-
tallico al quale si attribuiscono
pure le funzioni di schermo elet-
tromagnetico. Nella presa d'anten-
na consiqliamo di applicare uno
stilo di tipo commerciale, che è
sempre quello che offre i migliori
risultati.

600
2. Per evitare facili allentamenti dei fili che com-
COMPONENTI I pongono le due bobine, conviene sempre avvol-
gere con del collante i due avvolgimenti subito
dopo la loro composizione.
Condensatori
C1 = 15 pF (compensatore)
C2 = 30 pF (variabile ad aria) COSTRUZIONE DEL DISPOSITIVO
C3 = 47.000 pF
La realizzazione pratica del misuratore di campo
Varie deve essere effettuata seguendo il piano costrut-
D1 = diodo al germanio (di qualunque tipo) tivo di figura 2, servendosi di un contenitore me-
L1-L2 = bobine sintonia (vedi testo) tallico, che funge da schermo elettromagnetico di
A = microamperometro (100 A fondo-scala) protezione del circuito da eventuali segnali di na-
tura diversa da quelli captati dall'antenna.
Trattandosi di una realizzazione di circuito prin-
cipalmente funzionante in alta frequenza, invitia-
mo il lettore a comporre un cablaggio con fili con-
duttori molto corti.
Per quanto riguarda l'antenna ricevente, consiglia-
re di filo di rame smaltato, del diametro di 0,3 mo di servirsi di un semplice spezzone di filo di
mm., sugli interspazi della bobina Ll. Si tratta rame rigido, del diametro di 2 mm. circa e di
quindi di realizzare due avvolgimenti intervallati. una lunghezza compresa fra i 30 e i 60 cm.
L'avvolgimento della bobina L2 deve essere ini- La migliore soluzione rimane comunque sempre
ziato a partire dal lato freddo, cioè quello verso quella dell'uso di un'antenna a stilo di tipo com-
massa, così come chiaramente indicato in figura merciale.

SALDATORE ISTANTANEO
220 V-90 W Lire 9.500
Il kit contiene:
saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
punta rame di ricambio
scatola pasta saldante
90 cm di stagno preparato in tubetto
chiave per operazioni ricambio pun-
ta saldatore

adatto per tutti tipi di saldature del principiante

Le richieste del saldatore istantaneo debbono essere fatte a: ELETTRONICA PRATICA - 20125
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601
Non sempre, quando si deve amplificare un se- tica, interessa ricevere esclusivamente un segnale
gnale di bassa frequenza, è utile disporre di una di una ben determinata frequenza, scartando tut-
elevata banda passante in grado di amplificare ti quelli delle emittenti viciniori, a volte più po-
uniformemente lo spettro audio. In taluni casi, tenti del messaggio che si intende ricevere.
ed in modo particolare nel settore delle radio-
ricezioni amatoriali, è utile ridurre la banda pas-
sante del segnale da amplificare allo scopo di e- RIDUZIONE DI BANDA
liminare interferenze e disturbi che degradano
la qualità del segnale ricevuto. La riduzione della banda passante di un ricevitore
Il problema appare maggiormente accentuato nel- di tipo amatoriale, di buona qualità, viene so-
la ricezione dei segnali morse (CW), dove, in pra- vente attuata negli stadi di media frequenza
mediante l'impiego di costosi filtri al quarzo.
Tali filtri tuttavia, nonostante i notevoli vantaggi
da essi apportati, non consentono un controllo
continuo sulla banda passante, perché risultano
tarati su un valore fisso e non regolabile.
Pertanto, anche nei ricevitori semiprofessionali,
all'uscita dello stadio rivelatore audio, è presente
Per gli ascoltatori della gam- un segnale la cui banda passante risulta essere di
3±3,5 KHz nei casi migliori.
ma delle onde corte e per gli
Anche in tale situazione può quindi accadere che
elaboratori di segnali di bassa un segnale CW venga disturbato da quello di una
emittente in fonia « distante » non più di 3±4
frequenza, presentiamo un KHz.
circuito discriminatore con il La situazione può migliorare notevolmente se, pri-
ma dell'amplificazione di bassa frequenza, viene
quale è possibile ridurre una aggiunto un filtro a banda passante regolabile,
banda passante, eliminando in grado di consentire, nel caso di ricezioni CW,
il restringimento molto sensibile della banda pas-
interferenze e disturbi, allo sante e, volendolo, l'allargamento sufficiente nel
caso di ricezioni in fonìa.
scopo di migliorare vantag-
giosamente l'intelleggibilità
IL FILTRO ATTIVO
del messaggio.
Sino a qualche anno fa, cioè prima dell'avvento
degli integrati operazionali, la realizzazione di un
filtro attivo per bassa frequenza, sebbene teorica-

602
FILTRO ATTIVO

PER BF
mente possibile, non sarebbe stata di certo con- Il circuito è paragonabile a quello di un circuito
veniente sotto il profilo tecnico e quello economi- accordato realizzato esclusivamente con elemen-
co. Se non fossero giunti a noi gli integrati ope- ti R-C. Esso è in grado di presentare una elevata
razionali, quindi, nessun dilettante avrebbe mai impedenza ad un particolare valore di frequen-
potuto avvicinarsi alla realizzazione di un filtro za ed una impedenza molto bassa in presenza di
del tipo di quello presentato e descritto in queste frequenze diverse da quella caratteristica. In
pagine. pratica, dunque, l'opposizione alle frequenze in-
Quando gli integrati operazionali non esisteva- desiderate viene condotta dall'impedenza rego-
no ancora, si faceva ricorso ad alcune soluzioni labile del circuito.
alternative, utilizzando filtri resistivo-capacitivi
passa-basso, che attenuavano in misura spesso
considerevole il segnale ricevuto. ANALISI DEL PROGETTO
Allo stato attuale della tecnica, grazie alla dispo-
nibilità a basso costo e, quindi, a livello dilettan- Esaminiamo il progetto del filtro attivo per bassa
tistico, dei circuiti integrati operazionali, non so- frequenza riportato in figura 2.
lo si possono realizzare filtri a banda regolabile, ma Il filtro a doppia T è composto dai condensatori
è possibile ottenere da essi una amplificazione del C3-C4-C5 e dalle resistenze R5-R6-R7-R8-R9. Es-
segnale « fltrato » anziché una attenuazione. so è inserito nella rete di controreazione di un
Per tali motivi questi filtri vengono comunemen- amplificatore operazionale (IC). In questo modo,
te denominati come « filtri attivi». dato che l'amplificazione di un amplificatore ope-
razionale, controreazionato, risulta pari a:

FILTRO A DOPPIA T A = Zf: Zin

Il filtro da noi adottato per questo progetto è del in cui Zf rappresenta il valore dell'impedenza del-
tipo a doppia T. la rete di controreazione che, nel nostro caso, è

603
AM PLIE
I
600 HZ

800HZ

200HZ 1,2KHZ

1,5KHZ

10 M 2Mn. 100 Kn

quella del circuito a doppia T (f significa fee- lo che più interessa da vicino i nostri lettori.
dback = controreazione), mentre Zin indica il Possiamo interpretare ancor più questo concetto
valore dell'impedenza equivalente dell'ingresso dicendo che, mediante la regolazione del poten-
visto dal terminale NON INVERTING (piedino ziometro R8, quando esso presenta il suo massi-
2) dell'operazionale. mo valore di 10 megaohm, si ottiene una banda
Dall'analisi della formula citata risulta evidente passante abbastanza stretta, di 200 Hz circa; il
che l'amplificatore presenterà un guadagno no- guadagno del filtro a questo valore di frequenza
tevole sul valore di frequenza caratteristica del è abbastanza alto, mentre risultano attenuate le
circuito a doppia T (massima impedenza), men- frequenze esterne alla banda passante.
tre per tutti gli altri valori di frequenza il gua- Quando il potenziometro R8 risulta regolato sul
dagno risulterà ridotto, divenendo addirittura valore di 2 megaohm circa, la banda passante rag-
minore di 1 ( attenuazione del segnale) quando giunge il valore di 400 Hz; quando il potenzio-
Zf è. inferiore a Zin. metro R8 viene regolato in modo da annullare
completamente il suo valore resistivo, cioè quando
si fa in modo di utilizzare soltanto l'effetto della
VARIAZIONI DI BANDA resistenza R7 di 100.000 ohm, la banda passante
assume il valore di 1,5 KH.
Nel circuito di filtro a doppia T sono stati inseriti Questi concetti del restringimento e dell'allarga-
due elementi ausiliari: la resistenza R7 e il po- mento della banda passante ottenuti tramite va-
tenziometro R8. Questi elementi non sono nor- riazione della resistenza inserita nel circuito per
malmente presenti quando si vuol sintonizzare il mezzo del potenziometro R8, sono stati chiara-
filtro su un solo valore di frequenza con il massi- mente interpretati nei diagrammi di figura 1.
mo guadagno. Si tenga presente che il valore della banda pas-
Gli elementi ora citati degradano la caratteristi- sante potrebbe essere ulteriormente aumentato,
ca di selettività del filtro a doppia T, provocando purché si annulli completamente l'effetto resisti-
un allargamento della banda passante che è tan- vo del potenziometro R8 e si diminuisca il valore
to maggiore quanto minore risulta la resistenza della resistenza R 7.
inserita tramite il potenziometro R8. Dobbiamo ancora ricordare che, variando la ban-
E' questo forse il concetto più importante di tut- da passante tramite regolazione del potenziometro
to il funzionamento del circuito, ed è anche quel- R8, varia anche la frequenza di centro-banda.

604
passante elevata, questa risulta centrata sul va-
lore intermedio della gamma, mentre nel caso di
ricezioni in CW diviene abbastanza comodo re-
golare la nota di ricezione a 600 Hz ed ottenere
l'azione filtrante del circuito.

4 COSTRUZIONE DEL FILTRO

La realizzazione pratica del filtro attivo per bassa


frequenza, il cui piano costruttivo è riportato in
figura 3, potrà essere affrontata da tutti senza te-
Fig. 1 - Questi diagrammi Interpretano il concetto fon- ma di incorrere in difficoltà pratiche, purché ci
damentale che regola il funzionamento del filtro attivo
per bassa frequenza. Il restringimento e l'allargamen- si serva di un circuito stampato, di forma rettan-
to della banda passante, nonché le variazioni dell'am- golare, delle dimensioni di 5 x 6 cm. Questo cir-
pllflcatore del segnale, si ottengono manovrando il po- cuito stampato potrà essere facilmente composto
tenziometro di pilotaggio del circuito. I valori riportati dal lettore servendosi del disegno, a grandezza
nel disegno assumono soltanto un significato Indicativo,
perché essi possono variare del 10%/, in corrisponden- naturale, riportato in figura 4.
za della tolleranza dei componenti elettronici adottati. Per quanto riguarda la disposizione dei compo-
nenti elettronici sul circuito, non dovrebbero sor-
gere dubbi, tenuto conto della chiarezza dello
schema topografico di figura 3.
Facciamo comunque notare che l'integrato IC,
che è di ti po µA 7 41, è caratterizzato dalla pre-
senza di una piccola tacca di riferimento in cor-
rispondenza del terminale I. Questa tacca per-
Per esempio, mentre con la frequenza di 200 Hz di mette di evitare l'inserimento del componente in
banda passante la frequenza caratteristica del fil- senso opposto.
tro risulta di 600 Hz, con 400 Hz essa passa a 800 Per l'uso prefissoci, riteniamo che il valore di
Hz e con 1.500 Hz passa a 1.200 Hz. Anche que- frequenza di 1,2 KHz, quale valore centrale nel
st'ultimo concetto appare analiticamente inter- caso di « banda allargata », possa considerarsi
pretato con i diagrammi di figura 1. ottimale per la ricezione audio. Ad ogni modo,
Ciò non costituisce comunque un inconveniente coloro che, per diverse applicazioni pratiche, de-
ai fini della ricezione, perché, nel caso di banda siderassero variare il valore della frequenza ca-

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


L. 3.800
IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI TUTTI!

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. il saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, cosi
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

:°z
ar%:% #5%%:1a%
605
N R7 R8

S1
R2 R5 R6

C3 C4
Cl
e

:
9+12V
6
e
ENTR. R1
6 USCITA
R9 C5 C6
R3 6

Fig. 2 - La posslbllità. realizzativa di un filtro attivo per bassa frequenza viene raggiunta in
virtù dell'uso di un integrato operazionale di tipo (A741. H filtro è di tipo a doppia T, mentre
il circuito è assimilabile a quello di un circuito accordato composto esclusivamente da ele-
menti resistivo-capacitivi. L'opposizione alle frequenze indesiderate risulta effettuata dal'im-
pedenza del circuito regolabile tramite il potenziometro R8. L'alimentazione avviene in cor-
rente continua con un assorbimento totale di pochi milliampère.

-----COMPONENTI
Condensatori R3 = 6.800 ohm
C1 = 100.000 pF R4 = 56.000 ohm
C2 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) R5 = 220.000 ohm
C3 = 1.000 pF R6 = 220.000 ohm
C4 = 1.000 pF R7 = 100.000 ohm
es = 470.000 pF AB = 10 megaohm (potenz. a variaz. lin.)
C6 = 2.200 pF R9 = 100.000 ohm
C7 = 100.000 pF
Varie
Resistenze IC = integrato tipo 1A4741
R1 = 56.000 ohm S1 = interrutt.
R2 = 47 .000 ohm Alimentaz. = 9+12 Vcc

606
MASSA ENTR.

use.

+ 9:12V

Fig. 3 - L'uso del circuito stampato e la chiarezza di questo disegno costruttivo consigliano
la costruzione del filtro anche ai lettori principianti, senza il timore di incorrere in errori di
cablaggio. Il circuito integrato IC può essere direttamente montato sulla basetta rettangolare
del circuito stampato, anche se è consigliabile servirsi dell'apposito zoccoletto. La tacca di
riferimento, in corrispondenza dell'elettrodo 1 dell'integrato IC, evita errori di inserimento
del componente. II segno +, apposto in prossimità dell'elettrolitico C2, indica la posizione
del terminale positivo del componente.

Fig. 4 - Disegno in grardezza naturale del circuito


stampato necessario per comporre il filtro attivo per
bassa frequenza. Le dimensioni reali della basetta
sono di 6 x 5 cm.

ratteristica del filtro, potranno semplicemente va-


riare il valore dei condensatori C3-C4-C6, facen-
do in modo che risulti C3 = C4 e C6 = 2 x C4.
Si tenga presente che, aumentando i valori capa-
citivi dei condensatori ora citati, diminuisce il va-
lore della frequenza caratteristica del filtro e vi-
ceversa.

607
CONTAGIRI
ELETTRONICO
Rappresentiamo e descriviamo in queste pagine promesso fra consumo di carburante e velocità,
il progetto di un apparato idoneo ad indicare la il contagiri elettronico è molto utile, se non pro-
velocità di rotazione di qualsiasi albero motore o prio necessario.
altro meccanismo con movimento rotatorio. Possiamo quindi concludere che, con il contagiri
Il rilevamento della velocità viene effettuato ot- elettronico, tutti noi potremmo permetterci una
ticamente, senza alcun elemento di contatto tra guida più intelligente ed economica.
il dispositivo di misura ed il sistema in esame; con
il conseguente vantaggio di non perturbare in al-
cun modo la misura; e ciò risulta particolarmen- UN CIRCUITO SEMI-ANALOGICO
te importante quando si debbano effettuare con-
rolli e rilevamenti su organi rotanti con bassa L'elettronica più attuale dimostra oggi la tenden-
coppia motrice. za di "digitalizzare" tutta la strumentazione, al-
Il contagiri elettronico trova la sua più naturale lo scopo di offrire all'operatore una lettura imme-
applicazione sul cruscotto dell'autovettura, quan- diata della misura tramite i famosi display.
do questo non risulti presente per motivi di eco- Seguendo tale tendenza, anche noi avremmo do-
nomia sul mezzo utilitario. L'utilità di tale stru- vuto progettare un contagiri completamente di-
mento è un fatto innegabile, perché tutti i para- gitale. E un tale programma sarebbe risultato fat-
metri di un motore a scoppio, come ad esempio tibile utilizzando i vari integrati TTL, MOS,
il rendimento, la potenza, la coppia massima ed C-MOS, attualmente reperibili in commercio.
il consumo di benzina, sono legati analiticamente Abbiamo invece preferito la progettazione di un
al numero di giri del motore, attraverso espres- contagiri elettronico di tipo semi-analogico, che
sioni matematiche e geometriche che permettono non utilizza circuiti di conteggio e visualizzatori
di sfruttare al massimo ogni caratteristica mecca- digitali. E ciò per due fondamentali motivi.
nica e termodinamica del motore stesso. li primo di questi è il costo molto più elevato di
In montagna, ad esempio il contagiri elettronico un contagiri elettronico digitale rispetto a quello
è uno strumento che si rivela utilissimo, perché di tipo analogico; si può dire che il rapporto sia
consente una velocità di marcia con il motore ad di dieci a uno. Il secondo motivo va ricercato
un regime corrispondente alla coppia massima nell'eccessiva complessità realizzativa del proget-
anche nei lunghi tratti di percorso, senza sotto- to, che costringerebbe il principiante ad un mon-
porre il motore ad affaticamento, consentendogli taggio passivo dei vari componenti elettronici sul
una lunga vita e concedendo al conducente un circuito stampato, senza alcuna partecipazione
notevole risparmio di carburante. concettuale allo sviluppo del progetto.
Anche durante il periodo di rodaggio dell'auto- E c'è da tener presente anche che il tempo di ri-
veicolo, oppure nella stagione fredda, quando il sposta di un contagiri digitale, che è pur in gra-
motore non è ... in forma e, persino, sull'autostra- do di offrire indicazioni di precisione quasi as-
da, dove è possibile raggiungere il miglior com- soluta, si aggira intorno ad un secondo, cioè un

608
tempo che può risultare eccessivo per il controllo motore. Ciò significa che, con l'aumentare della
delle rapide variazioni di velocità. velocità di rotazione del disco, diminuisce il tem-
Al contrario, il contagiri di tipo analogico può se- po "Sl ".
guire con perfetta continuità le variazioni di ve- Il circuito elettronico del contagiri analogico fa
locità sotto controllo, anche se la precisione di let- in modo che, ad ogni impulso " S ", generato dal
tura può risultare influenzata da svariati fattori fototransistor TRl, venga prodotto un corrispon-
come, ad esempio, la precisione intrinseca del cir- dente impulso " S2 " di ampiezza e durata co-
cuito elettronico, la non linearità dello strumen- stanti (figura 2B).
to ad indice e gli eventuali errori soggettivi di Misurando con uno strumento il valore medio
lettura dell'operatore. del segnale di figura 2B, si otterrà un valore pres-
socché nullo in presenza di basse velocità, cioè
quando il periodo "Sl " è molto maggiore di
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO " S2", mentre si otterrà un valore di tensione
pressocché pari alla massima ampiezza del se-
Per poter comprendere il principio di funziona- gnale " S2" in presenza di velocità elevate, cioè
mento del contagiri elettronico di tipo analogico, quando "S1" quasi uguale ad "S2 ". Tutto
occorre far riferimento allo schema d'insieme ri- ciò, per dirla con parole più semplici, vuol si-
portato in figura 1. gnificare che l'indicazione ottenuta dal contagiri
Questo disegno ci offre un esempio di misura elettronico risulta proporzionale alla velocità di
della velocità di rotazione di un albero motore. rotazione del motore.
Sull'albero del motore è stato applicato un disco,
sul quale è stato praticato un foro in un punto
qualsiasi della zona periferica. Attraverso questo SCHEMA TEORICO
foro, ad ogni giro dell'albero motore, passa un
raggio di luce emesso dal diodo elettroluminescen- Le varie funzioni fin qui interpretate e descritte
te D3 (diodo LED). Il raggio di luce, che attra- vengono svolte dal circuito riportato in figura 3,
versa il foro praticato nel disco, colpisce il foto- che rappresenta appunto il progetto del contagi-
transistor TRl, provocandone la conduzione e- ri elettronico semi-analogico.
lettrica. Questo progetto utilizza, quale unico elemento di
Con questo sistema, ad ogni giro del motore, il controllo, un circuito integrato, operazionale
fototransistor produrrà un impulso che, nello sche- (IO1).
ma di figura 2A, abbiamo indicato con la lettera A qualche lettore potrebbe risultare superfluo il
"S". La durata di questo impulso dipende sia ricorso ad un circuito integrato, soprattutto per
dalla dimensione del foro praticato nel disco, sia l'applicazione pratica cui esso è destinato. Eppu-
dalla velocità di rotazione del disco stesso. re l'uso di questo componente consente di rag-
Il successivo impulso "S" verrà generato del fo- giungere una notevole sensibilità, una buona com-
totransistor dopo un tempo 'Sl ", che rappre- pattezza costruttiva ed una estrema semplicità
senta il tempo necessario per l'albero motore per realizzativa, assolutamente non raggiungibile, a
compiere un intero giro. Questa grandezza è quin- parità di prestazioni, con l'impiego di componen-
di inversamente proporzionale alla velocità del ti elettronici discreti.

Il controllo costante del numero di giri di un qualsiasi organo in


movimento di rotazione, è un conforto tecnico utilissimo per la
salvaguardia dei motori e per il loro uso migliore. Nell'autovettu-
ra, in particolare, il contagiri permette di ottenere dal mezzo in
movimento il massimo rendimento con il minimo consumo di
carburante, in pianura e in montagna.

609
Ma lasciamo stare per ora l'integrato operazio- so, come un circuito monostabile, che trasforma
nale, sul cui comportamento nel progetto del con- il segnale d'ingresso in un impulso di forma ben
tagiri elettronico ritorneremo presto. Procediamo definita, come è richiesto dal funzionamento del
invece con ordine, prendendo le mosse dai com- contagiri.
ponenti optoelettronici. L'ingresso 3 dell'integrato ICl risulta normal-
Abbiamo già ricordato che il sistema di rileva- mente polarizzato tramite il trimmer potenziome-
mento della velocità di rotazione di un qualsiasi trico R3, che rappresenta il regolatore manuale
meccanismo è basato sul comportamento di un di sensibilità del dispositivo. La polarizzazione ora
diodo LED e di un fototransistor. Il diodo LED citata permette di ottenere, in assenza di segnale,
funge da elemento emettitore costante di luce, una uscita " alta " sul terminale 5 dell'integrato.
mentre il transistor TRl, che è un fototransistor, Quando il fototransistor TRI rivela una varia-
viene colpito direttamente o indirettamente dalla zione di luminosità, viene generato un impulso
luce emessa dal diodo D3. che, raggiungendo l'ingresso 3 attraverso il con-
Gli impulsi di luce ricevuti da TRI si trasforma- densatore C3, è in grado di far commutare lo sta-
no in impulsi elettrici che, attraverso il conden- to del circuito, portando l'uscita a "zero".
satore G3, vanno a pilotare l'ingresso 3 dell'am- Conseguentemente si verifica una azione rigene-
plificatore operazionale. rativa tramite il condensatore C2, che mantiene
Tale amplificatore viene utilizzato, nel nostro ca- bassa l'uscita per il tempo " S2" determinato e-

□ m
}s- Fig. 2 - Il fototransistor, ad ogni passaggio del foro in

@ •
corrispondenza del diodo LED, produce un impulso che,
nel diagramma A, abbiamo indicato con la lettera « S ».
t La durata di questo impulso dipende dalla dimensione
del foro praticato nel disco e dalla velocità di rotazio-
ne del disco stesso. Il successivo impulso « S » viene
generato dal fototransistor dopo un tempo « S1 •, che
I-
□ □ □
--js2 rappresenta il tempo necessario per l'albero motore
per compiere un intero giro. Il circuito elettronico del
® . contagiri analogico produce, in corrispondenza di ogni
impulso «S », un impulso « S2 » di ampiezza e durata
costanti, cosi come indicato nel diagramma « B ».

610
Fig. 1 - In questo semplice schema d'insieme interpre-
L'OSCILLATORE
MORSE
tiamo a grandi linee il principio di funzionamento del
contagiri elettronico. Il disco montato sull'albero-mo-
tore è munito di un foro, attraverso il quale passa Il
raggio luminoso generato dal diodo D3, che va a col-
pire il fototranslstor TR1. L'impulso luminoso raggiun- Necessario a tutti i candidati alla patente di
ge un amplificatore operazionale, che lo invia ad uno radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
strumento ad indice per la visualizzazione dei dati nu- la pratica di trasmissione di segnali radio in
merici relativi al numero di giri del motore. codice Morse.

sclusivamente dai valori attribuiti ai componenti


del circuito e, in particolare, al condensatore C2
e alle resistenze R6-R8. Trascorso tale tempo, il
circuito subisce una nuova transizione ad un li-
vello alto, riportandosi nelle condizioni iniziali a
causa della rapida scarica del condensatore C2
attraverso il diodo D2.
IN SCATOLA DI MONTAGGIO

STRUMENTO DI LETTURA
L. 11.500
Gli impulsi uscenti dall'integrato ICI raggiungo- II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici -
no uno strumento ad indice che, in virtù dell'i- n. 4 resistenze - n. 2 transistor- n. 2 trimmer
nerzia meccanica dell'equipaggio mobile, funge potenziometrici- n. 1 altoparlante - n. 1 cir-
da elemento integratore, eliminando tutti i picchi cuito stampato - n. 1 presa polarizzata - n. 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico- n,1 matas-
e indicando il valore medio del segnale uscente sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
dall'integrato operazionale. tassina filo-stagno.
Lo strumento da noi prescritto è un microampe-
rometro da 100 A fondo-scala.
La scala del microamperometro verrà graduata
CARATTERISTICHE
in giri al minuto, in modo da poter effettuare
una lettura diretta della velocità di rotazione del- Controllo di tono
l'albero motore cui il nostro contagiri verrà ap- Controllo di volume
plicato.
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V
ALIMENTAZIONE

L'alimentazione del contagiri elettronico viene ef-


fettuata con una tensione continua compresa fra La scatola di montaggio dell'OSCILLATORE
i 12 e i 13 V. MORSE deve essere richiesta a: ELETTRONI-
Per poter raggiungere una sufficiente precisione CA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti,
52, inviando anticipatamente l'importo di L.
di misura, abbiamo provveduto alla stabilizzazio- 11.500 a mezzo vaglia postale o c.c.p. 3/26482.
ne della tensione di alimentazione per mezzo del Nel prezzo sono comprese le spese di spe-
diodo zener DI, collegato in parallelo con il con- dizione.
densatore elettrolitico Cl. Con tale sistema è ga-

611
Rl
~
R5

·?
D2
i R1

r
Il 5a l 3

h
S1

+
e

sn
I

e
12+13V
6
I] rin ll .a
o

Il C3
R4 SR7

Fig. 3 - L'elemento fondamentale del progetto del contagiri elettronico di tipo analogico è
rappresentato dall'integrato operazionale IC1, la cui uscita è collegata con un normale micro-
amperometro. Gli impulsi generati dal fototransistor TR1 vengono applicati, tramite il conden-
satore C3, all'entrata 3 dell'integrato.

-----COMPONENTI-----
Condensatori
C1 = 100 uF - 16 VI (elettrolitico) R10 47.000 ohm (trimmer)
C2 = 2.200 pF R11 = 100.000 ohm
C3 = 1.000 pF R12 470 ohm

Resistenze Varie
R1 = 100 ohm IC1 =TAA 861 A (Siemens - Sescosem)
R2 = 100.000 ohm D1 =diodo zener (9 V - 1 W)
R3 = 10.000 ohm (trimmer) D2 =1N914
R4 = 100.000 ohm D3 =diodo LED
R5 = 47.000 ohm TR1 =fototransistor
R6 = 100.000 ohm A =microamperometro da 100 A fondo-
scala
R7 = 47.000 ohm
S1 =interrutt.
R8 = 100.000 ohm
Alimentaz. = 12+13 Vcc
R9 = 4.700 ohm

rantita la stabilità della misura anche in presenza COSTRUZIONE DEL CONTAGIRI


di fluttuazioni della tensione di alimentazione,
provocate dall'invecchiamento delle pile o da va- Il lavoro di costruzione del contagiri elettronico
riazioni della tensione di rete nel caso in cui si prende le mosse dalla composizione del circuito
faccia ricorso ad un apposito alimentatore che stampato, il cui disegno è stato riportato, in gran-
trasforma la tensione alternata di 220 V in quel- dezza naturale, in figura 5.
la continua di 12 + 13 Vcc. Sul circuito stampato verranno montati tutti i

612
componenti elettronici, fatta eccezione per il fo- TARATURA DI SENSIBILITA'
totransistor TRl e il diodo LED D3, così come
indicato nel piano costruttivo di figura 4. Anche Poiché il circuito è provvisto di due trimmer po-
Io strumento di lettura, cioè il microamperome- tenziometrici (R3-R10), è ovvio che il dispositi-
tro, verrà montato a parte : hel caso di applica- vo richiede due diversi procedimenti di taratura.
zione sull'autovettura, il microamperometro tro- Con il trimmer potenziometrico R3 si regola la
verà posto sul cruscotto del veicolo. sensibilità del contagiri, mentre con il trimmer
Per coloro che incontrassero difficoltà di ordine potenziometrico RlO si effettua la taratura di
pratico nel riconoscere l'esatta distribuzione de- fondo-scala del microamperometro.
gli elettrodi sui semiconduttori, abbiamo riporta- Cominciamo dunque con la regolazione della sen-
to in figura 6 i disegni relativi all'integrato ICl, sibilità del circuito che è resa necessaria dalla
al diodo D3 e al fototransistor TRl, evidenzian- possibilità dei molti sistemi di controllo della ve-
do chiaramente l'ordine di successione dei reo- locità dell'albero motore. Questa infatti può es-
fori con la relativa numerazione. In particolare, sere controllata con il sistema cui si è già accen-
sugli elettrodi del diodo LED sono state riporta- nato all'inizio di questo articolo: praticando un
te le lettere A (anodo) e K (catodo). foro su un disco montato direttamente sull'albero
motore e sistemando da una parte il fototransi-
Per il fototransistor TRl abbiamo citato le let-
stor TRl e dall'altra il diodo LED. Ma il con-
tere B-C-E in corrispondenza degli elettrodi di trollo della velocità si può ottenere anche verni-
base-collettore-emittore. ciando con una colorazione opaca un settore o un

e
z
Lu
2
I
<{

Fig. 4 - Piano costruttivo del


contagiri elettronico. Tutti i
componenti, fatta eccezione
per il microamperometro, l'a-
limentatore, il fototransistor
TR1 TR1 e il diodo D3, risultano
montati su un unico circuito
stampato, che garantisce com-
pattezza e robustezza al di-
spositivo.

613
Fig. 5 - Disegno del circuito
stampato, in grandezza natu-
rale, necessario per comporre
il piano costruttivo del conta-
giri elettronico.

punto del disco, oppure verniciando direttamen- assai facile, perché basta manovrare sul trimmer
te un punto dell'albero motore e rilevando le va- fino a constatare la generazione degli impulsi
riazioni di luminosità attraverso il processo otti- uscenti dal terminale 5 dell'integrato ICl, quella
co di riflessione, anziché quello di trasparenza. del fondo-scala è un po' più complessa, perché
In ogni caso la regolazione manuale del trimmer richiede l'uso di un dispositivo campione. E a
R3 si effettua in modo da ottenere la generazione
tale proposito possiamo dire che i sistemi per
degli impulsi di temporizzazione, che è resa vi-
sibile dallo spostamento dell'indice del microam- raggiungere tale scopo possono essere diversi.
perometro. E' ovvio che la regolazione del trim- Coloro che avranno scelto il sistema di controllo
mer R3 deve essere effettuata soltanto dopo aver di velocità dell'albero motore per mezzo di un di-
definitivamente sistemati il sensore TRl e la sor- sco forato in un suo punto, potranno servirsi di
gente di luce D3. un contagiri digitale campione, regolando il trim-
mer potenziometrico RlO in modo da costringere
l'indice del microamperometro a deviare sul fon-
TARATURA DI FONDO-SCALA
do-scala.
Se la taratura della sensibilità del dispositivo è Ci si potrà anche servire di un generatore di bas-

6
Fig. 6 - Riportiamo in questa figura tutti gli elementi es-
2 5 senziali per non incorrere in errori di montaggio all'at-
to dell'applicazione dei semiconduttori sul circuito stam-
3 4 pato. In particolare, sono raffigurati, nei tre successivi
A II IIK disegni, l'integrato IC1 (a sinistra), il diodo LED (al
centro) e il fototransistor TR1 (a destra).

614
F 7
NOVITA' ASSOLUTA
3117»
'''u, e
Y1O
GiRlMwnNoro
La penna dell'elettronico dilettante

x 1000

L.3.500

Fig. 7- La scala del microamperometro deve essere


suddivisa in una graduazione corrispondente al numero
di giri al minuto compiuti dall'albero motore. Soltanto
in questo modo si può ottenere una lettura diretta del
dato offerto dal nostro contagiri elettronico.

sa frequenza controllato tramite un frequenzime-


tro numerico.
CON QUESTA PENNA
Volendo evitare l'uso dei contagiri digitali cam- APPRONTATE I VOSTRI
pione, si potrà ricorrere ad un segnale a 100 Hz,
prelevandolo dalla rete-luce dopo opportuna ret- CIRCUITI STAMPATI
tificazione a doppia semionda e riduzione di ten-
sione a pochi volt. Questo segnale dovrà essere
Questa penna permette di preparare i circuiti stampati
collegato in parallelo con il fototransistor TRl. con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
A questo punto si regolerà il trimmer potenzio- aspetto esteriore è quello di una penna con punta
di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
metrico RlO in modo da far deviare l'indice del
lisce una completa resistenza agli attacchi di soluzione
microamperometro sul fondo-scala. Si otterrà co- di cloruro ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
sì automaticamente la taratura del dispositivo a mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade·
6.000 giri/minuto. Con un segnale alla frequenza risce perfettamente al rame.

di 50 Hz, ottenuto previa rettificazione a singola


semionda e riduzione della tensione a pochi volt,
NORME D'USO CARATTERISTICHE
il fondo-scala risulterà tarato sul valore di 3.000
giri/minuto. Tracciare il circuito su una La penna contiene un di-
lastra di rame laminata e spensatore di inchiostro
Per regolare la costante dei tempi, occorrerà in- perfettamente pulita; la- controllato da una valvola
sciarla asciugare per 15 che garantisce. una lunga
tervenire sul valore del condensatore C2, oltre minuti, quindi immergerla durata eliminando evapora-
nella soluzione di attacco zioni quando non viene
che sulla regolazione del trimmer RlO. In ogni (acido corrosivo). Tolta la usata. La penna non· con-
lastra dalla soluzione, si tiene un semplice tampo-
caso, per evitare fenomeni di instabilità nelle in- noterà che i I circuito è in ne imbevuto, ma è comple-
dicazioni ai bassi regimi del motore, converrà at- perfetto rilievo. Basta tamente riempita di inchio-
quindi togliere l'inchiostro stro. Per assicurare una
tribuire al condensatore C2 il valore di 4. 700 pF, con nafta solvente e la scrittura sempre perfetta,
lastra del circuito è pron- la penna è munita di una
anziché quello di 2.200 pF valido per una taratu- ta per l'uso. punta di ricambio situata
nella parte terminale.
ra della scala del microamperometro estesa fra
1.000 e 10.000 giri/minuto. Con il valore di 4.700
pF il fondo-scala del microamperometro viene li-
mitato al valore di 6.000 giri/minuto. Attribuen- La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri-
do al condensatore C2 il valore di 10.000 pF, la chiesta a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO -
Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente l'importo di
taratura del fondo-scala del microamperometro L. 3.500 a mezzo vaglia postale o c.c.p.n. 328482
avverrà a 3.000 giri/minuto. Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
MONITOR
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO

Prima di introdurre il lettore nella interpretazio-


ne teorica del funzionamento del monitor, voglia-
mo ricordare, brevemente e a grandi linee, il com-
portamento elettrico del dispositivo, in modo che
tutti coloro che si riterranno interessati alla rea-
lizzazione di questo progetto possano subito for-
Il mancato avviamento del motore a causa di un marsi delle idee molto chiare sul meccanismo del-
imperfetto stato della batteria, è un malanno che l'apparato.
colpisce un po' tutti gli automobilisti, soprattut- Diciamo subito, quindi, che dalla batteria, tenuta
to nella stagione invernale. Ecco, perché, all'ap- sotto controllo, si preleva la tensione reale e la si
prossimarsi dei primi freddi, conviene sempre riduce ad un valore ad essa proporzionale, regola-
premunirsi da tale spiacevole sorpresa. bile manualmente.
Un sistema molto semplice per non incappare Contemporaneamente, dalla stessa batteria si pre-
nel tranello del mancato avviamento del motore, leva ancora la tensione reale, la si riduce di poco
per la sola mancanza di energia elettrica del ge- e la si stabilizza tramite un diodo zener. Dunque,
neratore statico, cioè dell'accumulatore, esiste. ci si trova in presenza di due valori di tensioni:
Basta infatti possedere un avvisatore ottico, che uno proporzionale a quello vero della batteria,
abbiamo definito " monitor ", in grado di segna- che è destinato a subire le inevitabili variazioni
lare tempestivamente lo stato di carica della bat- dovute al processo di scarica, l'altro assolutamen-
teria. te costante anche quando la batteria denuncia
Tenendo conto delle segnalazioni di questo stru- delle variazioni.
mento, ognuno può essere in grado di intervenire Ebbene, mettendo a confronto queste due tensio-
in tempo con opportune ricariche o rabbocchi ni, è possibile accorgersi, tramite un segnalatore
dell'elettrolita, ripristinando le proprietà intrin- ottico, dopo aver opportunamente tarato il mo-
seche della batteria e scongiurando nel modo più nitor, se la tensione della batteria scende al di
assoluto il pericolo di ...rimanere fermi. sotto di un limite tollerabile.

UTILITA' DEL DISPOSITIVO IL COMPARATORE DI TENSIONE

Il monitor per batterie scariche, descritto in que- Il lavoro di comparazione delle due tensioni è
sto articolo, può trovare pratica applicazione in reso possibile dall'uso del circuito integrato ope-
moltissime occasioni, ben diverse da quella più razionale A741.
congeniale del montaggio sul cruscotto dall'au- Ai lettori principianti vogliamo appena ricordare
tovettura. che con l'espressione di "operazionale" si inten-
Gli accumula tori, infatti, servono per alimentare de definire un amplificatore dotato di un potere
moltissimi sistemi di antifurto, taluni servocoman- di amplificazione elevatissimo, compreso fra 20.000
di, i piccoli elettrodomestici da campeggio e tut- e 200.000 volte, cioè tale da poter essere conside-
ti quei dispositivi elettrici o elettronici che deb- rato infinito.
bono funzionare là dove non esiste una presa di Un'ulteriore ed importante caratteristica degli in-
rete-luce. tegrati operazionali è quella della presenza di un
Il nostro monitor, dunque, può risultare utile a doppio ingresso di tipo differenziale, che consen-
quasi tutti i lettori, anche a coloro che non sono te un duplice processo di amplificazione: quello
automobilisti, ma si trovano spesso impegnati nel in fase con il segnale d'ingresso e quello in oppo-
controllo dell'efficienza di apparecchiature elettro- sizione di fase. Sfruttando proprio questa carat-
niche alimentate con batterie. teristica del doppio ingresso, ed anche quella del-

616
PER BATTERIE ' AUTO
la elevatissima amplificazione dell'operazionale, gresso non invertente, viene applicata una tensio-
è possibile costruire alcuni semplici, ma precisi, ne di riferimento, di valore fisso, prelevata anche
circuiti comparatori di tensione, in grado di rileva- essa dalla batteria, ma stabilizzata dal diodo ze-
re ogni eventuale squilibrio tra le due tensioni ner DZ. La resistenza R2 consente principalmen-
applicate all'ingresso, anche quando lo squilibrio te di limitare l'assorbimento di corrente e di ri-
è dell'ordine del millivolt. durre il valore della tensione della batteria.
Riepilogando, possiamo dire che sull'ingresso in-
vertente la tensione varia col variare della carica
CIRCUITO DEL MONITOR della batteria, mentre sull'ingresso non invertente
viene applicata una tensione costantemente fissa.
Passiamo ora all'esame diretto del progetto del L'integrato operazionale re effettua in pratica il
monitor riportato in figura l. confronto fra queste due tensioni, informando im-
Su una delle due entrate, più precisamente su mediatamente l'osservatore quando la tensione ap-
quella invertente, corrispondente al terminale 2 plicata sul terminale 2 tende a diminuire, raggiun-
dell'integrato re, viene collegato il partitore di gendo e superando il valore della tensione appli-
tensione composto dalle resistenze Rl-R4 e dal cata al terminale 3.
trimmer potenziometrico R3. Questo partitore di Sull'ingresso non invertente, che corrisponde al
tensione consente di applicare all'ingresso inver- terminale 3 dell'integrato, è stata collegata la re-
tente dell'integrato una tensione di valore propor- sistenza R5. Si tratta di una resistenza di reazio-
zionale a quello della tensione reale della batteria ne, il cui scopo è quello di rendere molto precisa
tenuta sotto controllo; questo valore è anche re- la soglia di scatto del dispositivo.
golabile manualmente tramite il trimmer poten- Quando la batteria posta sotto il controllo si tro-
ziometrico R3.
va in condizioni normali, cioè in stato di carica
Sull'altro ingresso dell'integrato- operazionale, perfetta, il trimmer potenziometrico R3 deve es-
quello corrispondente al terminale 3, cioè sull'in- sere regolato in modo tale che la tensione appli-
cata all'ingresso invertente (terminale- 2 dell'inte-
grato) superi il valore della tensione applicata al-
l'ingresso non invertente ( terminale 3 dell'inte-
grato). In questo modo, tenuto conto della eleva-
tissima amplificazione del circuito, l'uscita dell'in-
tegrato ( terminale 6) si trova al limite inferiore
Senza ricorrere all'uso di stru- di saturazione. In pratica, il valore della tensione
menti di misura, è possibile, d'uscita, anziché essere di O V, risulta di 2 V cir-
servendosi di un integrato o- ca. Avviene così che, collegando all'uscita del cir-
cuito un diodo di allarme LED, si ottiene un'in-
perazionale, comporre un dicazione luminosa, sia pure debolissima e nono-
semplice circuito informatore stante la condizione di carica perfetta della bai-
teria.
dello stato di carica di un ac- Per ovviare a tale inconveniente, cioè a questa
cumulatore tramite segnala- falsa indicazione del monitor, abbiamo provvedu-
zione ottica offerta da un dio- to all'inserimento di un diodo al silicio (D 1) che.
in virtù della caduta di tensione di 0,6 V circa sui
do LED, che potrà essere suoi terminali, mantiene la tensione sul diodo
montato direttamente sul cru- LED ad un valore inferiore a quello tipico della
scotto dell'autovettura. soglia di conduzione, impedendone l'il!uminazio...
ne.
Il diodo al silicio DI risulta collegato in see co
il diodo LED DL e con la normale resistenza di
Fig. 1 - II principio di funziona-
RI 5 R2 mento del monitor per accumula-
tori si basa sul confronto fra due

•-
tensioni, derivate dalla batteria
ed applicate agli ingressi 2-3 del-
INGRESSO
BATT.
r» I( 3 l'integrato IC. Quando la tensio-
ne applicata all'ingresso inver-
tente (terminale 2) raggiunge il
valore di quella presente sull'in-

1 I
Il 3
gresso non invertente (terminale
3), il diodo LED DL si accende.
R4
L i
. M
R5

COMPONENTI-----
Condensatori R5 = 2,2 megaohm
C1 = 100.000 pF R6 = 2.200 ohm
Resistenze Varie
R1 = 22.000 ohm DZ = diodo zener (6,2 - 400 mW)
R2 =
4.700 ohm D1 = 1N914
R3 = 50.000 ohm (trimmer) DL = diodo LED
R4 = 50.000 ohm IC = integrato tipo (A741

limitazione della corrente R6. E' ovvio che l'in- zie ai vantaggi derivanti dall'uso di un amplifica-
tervento di riduttore di tensione da parte del dio- tore operazionale ad alto guadagno.
do D1 si verifica in condizioni di uscita "bassa"
dell'integrato re.
Quando la tensione della batteria che, come ab- COSTRUZIONE DEL MONITOR
biamo detto, viene utilizzata anche per alimen-
tare il circuito del rivelatore, scende al di sotto All'inizio di questo articolo abbiamo avuto occa-
di un valore prefissato e considerato come limite sione di dire che il nostro monitor si presta a sva-
di allarme per batteria scarica, il comparatore riatissimi usi ed applicazioni. Ma il più importan-
cambia lo stato dell'uscita, portandolo alla ten- te fra questi rimane quello del montaggio sull'au-
sione di saturazione positiva e provocando, con- tovettura, cioè l'uso automobilistico del dispositi-
seguentemente, la circolazione di una corrente at- vo, per il quale la caratteristica principale del
traverso il diodo LED (DL), il quale si illumina. montaggio deve essere quella della solidità e ro-
Il passaggio da uno stato all'altro dell'uscita del- bustezza. Il circuito stampato, dunque, è assolu-
l'integrato re si verifica praticamente quando la tamente d'obbligo in questo caso.
tensione applicata all'ingresso invertente ( termi- Seguendo il piano costruttivo di figura 2 e dopo
nale 2), che risulta pari ad una frazione di quella aver realizzato il circuito stampato riprodotto in
d'entrata, scende al di sotto del valore della ten- grandezza naturale in figura 3, il lettore provve-
sione fissa presente sul terminale non invertente derà ad inserire, uno ad uno, tutti i componenti
( terminale 3), cioè della tensione stabilizzata. elettronici, effettuando delle perfette saldature a
Si noti che, pur non risultando stabilizzata l'ali- stagno dei terminali.
mentazione dell'intero dispositivo, la rivelazione La semplicità costruttiva del monitor è tale da
di soglia appare ugualmente recisa e netta gra- poter essere affrontata da chiunque, anche dai

618
TARATURA DEL CIRCUITO

Il miglior sistema per effettuare una precisa tara-


tura del monitor consiste nel collegare l'entrata
del dispositivo con l'uscita di un alimentatore va-
riabile, come quello venduto dalla nostra orga-
nizzazione al prezzo di L. 28.500 e mensilmente
pubblicizzato sulla rivista.
La tensione da applicare è ovviamente quella di
12 v. Poi si abbassa leggermente la tensione ero-
gata dall'alimentatore al valore di 11 V e a que-
sto punto si regola il trimmer potenziometrico
R3 sul valore di soglia di scatto, che è in pratica
il valore sul quale deve accendersi il diodo LED.
L'operazione di taratura potrà essere ripetuta più
volte, in modo da accertarsi che con la tensione
di 12 V il diodo LED rimanga spento, mentre
con quella di 11 V deve accendersi. Soltanto così
è possibile effettuare un pronto intervento di ri-
carica della batteria in caso di anomalia.
Si tenga presente che all'atto dell'accensione del
motore dell'autovettura il diodo LED si illumi-
na, ma tale comportamento non deve essere con-
Fig. 2 - E' ovvio che l'uso principale del monitor per
batterie è quello del controllo dell'accumulatore degli siderato come una segnalazione di scarica della
automezzi. Tenendo conto di questo servizio del dispo- batteria, risultando il fenomeno assolutamente
sitivo, la costruzione dell'apparecchio deve rispondere normale. Gli automobilisti sanno bene che, al
alle caratteristiche di compattezza e solidità. E' dunque
necessario montare i componenti su un circuito stam-
momento dell'avviamento del motore del veicolo,
pato e rinchiudere il tutto in un robusto contenitore me- la tensione della batteria, a causa del notevole
tallico. assorbimento di corrente, subisce una diminuzio-
ne rispetto al valore nominale.

lettori principianti, perché non commettendo er-


rori di montaggio, il funzionamento del dispositi-
vo è assolutamente garantito.
Le sole raccomandazioni, che riteniarfo necessa-
rie per i principianti, consistono nell'invitare il
lettore a rispettare le polarità del diodo D 1, del
diodo zener DZ e del diodo LED DL, tenendo
conto che in quest'ultimo esiste un terminale di 8
,
catodo (K) e un terminale di anodo; l'esatta u-
bicazione del diodo LED è chiaramente indicata
nello schema pratico di figura 2.
Per quanto riguarda l'integrato IC, che è di tipo
A741, questo deve essere montato sul circuito
stampato tenendo con lo della tacca di riferimen-
to riportata in corrispondenza dei terminali 1-8;
anche questo particolare è chiaramente eviden-
ziato in figura 2. Fig. 3 - Riportiamo qui sopra il disegno in grandezza
Sui due fori liberi del circuito stampato si salde- naturale del circuito stampato che il lettore dovrà com-
ranno a stagno i terminali dei conduttori prove- porre prima di iniziare la costruzione del monitor per
batterie.
nienti dai morsetti della batteria sotto controllo,
facendo bene attenzione a non confondere tra
loro il terminale positivo con quello negativo.

619
vendite
acquisti
permute

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Di questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la ne-
cessità di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati elettronici,
oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta di acquisto od
un'offerta di permuta.
El ettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali _contesta-
1

zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
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pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.


Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo
nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
patello).

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Estensione gamma onde medie - 400 KHz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 V con 100 mW in uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 V con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 1V
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

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integrato TAA865A, vario altro materiale + schema
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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

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MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
e Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

o Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BE

PER L'ITALIA
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Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. li dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


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satori al tantalio - 2 condensatori ceramici. Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62 x 18 x 25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

e Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L'ITALIA
L. 11.500

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L. 15.000
Il saldatore è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente Indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alfa causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
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Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
e concepiti ad uso di un solo lettore

LA POSTA 1 [a
_
~ ~ o ~

DEL .()
_::_·. L-"~-

LETTORE
Uscita a triac per il 555 Componenti optoelettronici

Sui fascicoli arretrati di giugno e luglio di que- Presso il mio rivenditore di materiali elettronici
st'anno ho seguito con vivo interesse le vostre ho avuto modo, recentemente, di vedere alcuni
pagine di teoria dedicate all'analisi e alle varie componenti per me assolutamente nuovi e scono-
applicazioni dell'integrato 555. Poiché è mia in- sciuti, il cui contenitore era del tutto simile a
tenzione costruire alcuni circuiti temporizzatori, quello dei transistor, ma nei quali era presente,
sostituendo il classico relé con un TRIAC, vi chie- nella parte superiore, una piccola lente. Di che
do come sia possibile collegare questo componen- cosa si tratta?
te, dato che nelle vostre due puntate dedicate al- ANTONIO PORCELLI
l'integrato non avete previsto una tale condizione. Brindisi
ANTONIO MUSIELLO
Salerno
La domanda che lei ci pone appare evidentemen-
te quella di un lettore alle prime armi con l'elet-
L'utilizzazione di un TRIAC come elemento d'u-
tronica e che da poco tempo ha conosciuto la no-
scita è senza dubbio possibile. Basterà infatti col-
stra rivista. Perché questi componenti sono stati
legare a massa il catodo, mentre il gate verrà col-
più volte trattati, anche in molte pratiche appli-
legato con il terminale 3, previa interposizione di
cazioni, nel nostro periodico. Ad ogni modo pos-
una resistenza limitatrice di corrente, di valore
compreso fra i 100 e i 1.000 ohm, a seconda del siamo dirle che sicuramente si tratta di compo-
tipo di TRIAC impiegato. Le facciamo comun- nenti optoelettronici, allo stato solido, cioè di com-
que notare che, così facendo, tutto il circuito elet- ponenti elettronici che basano, almeno in parte,
tronico risulterà sotto tensione; si dovrà quindi il loro funzionamento, sulle radiazioni luminose.
fare in modo che l'alimentazione del temporizza- Questi componenti si possono suddividere in due
tore rimanga isolata dalla rete-luce. Sono dunque grandi categorie; gli emettitori di luce, o diodi
da evitare gli autotrasf armatori di alimentazione LED, ed i rivelatori come, ad esempio, i fotodiodi
e i collegamenti a terra del circuito. o fototransistor, i fotFET, ecc.

629
Generatore di onde quadre
Vorrei realizzare un generatore di onde quadre
di piccole dimensioni e ridottissimo consumo (in-
feriore di 1 mA a 9 V), in grado di fornire un se- TR m
gnale di buona ampiezza (almeno 4 V) alimenta-
bile a pile. La frequenza dovrebbe aggirarsi fra
i 10.000 Hz e i 20.000 Hz, anche senza eventuale 9V
possibilità di regolazione. e
ORLANDO ROLANDI
Milano
Il circuito presentato in « a» assorbe una cor-
rente di 360 A alla tensione di 9 V. Essa è in
grado di fornire un'onda quadra di ampiezza qua-
si pari a quella della tensione di alimentazione

r +
i r -«9v
COMPONENTI
Cl 1.000 pF
C2 1.000 pF
Rl 18.000 ohm
R2 18.000 ohm
R3 10.000 ohm
RA 3.300 ohm
TRl MPF103
TR2 MPF103
@

(1/5 in meno circa). La frequenza di oscillazione I valori degli elementi del circuito «b» sono i
è stabilita dal condensatore Cl e dalla resistenza seguenti: TR = MPF103; mA = milliampero-
R3; con i valori da noi prescritti il valore corri- metro da 1 mA fondo-scala; R4 = 3.300 ohm;
spondente è di 15.000 Hz. Ma tale valore può es- ALIMENTAZ. = 9 V.
sere facilmente reso variabile sostituendo la resi-
stenza fissa R3 con un potenziometro. Se l'onda V (alimentaz.)
che si vuol ottenere deve essere perfettamente R (in kiloohm) X 1.000
simmetrica, occorrerà utilizzare per TRl e TR2 2 x Idrain (in A)
due FET selezionati. Questa selezione può essere
fatta servendosi del circuito riportato nel disegno è possibile individuare il valore esatto delle resi-
«b» e scegliendo due transistor FET che forni- stenze R1-R2 che, nell'elenco componenti, assu-
scono la stessa corrente di drain. mono soltanto un valore indicativo .

Regolatore di luminosità per 24 Vca


••• lettera per chiedervi un semplice progetto. Su
un vecchio fascicolo arretrato di Elettronica Pra-
Sono un giovane elettricista che segue da tempo tica ho visto il progetto di un regolatore di lumi-
la vostra interessante ed istruttiva rivista, ma che nosità a TRIAC, funzionante con la tensione di
per la prima volta si permette di inviarvi una 220 V. Ho realizzato quel progetto destinandolo

630
ad uso personale. Ora mi servirebbe un analogo
dispositivo, funzionante, questa volta, con la ten-
sione alternata di 24 V e con un carico di 150 W.
Siete in grado di esaudire questa mia richiesta.
ROMOLO VALLI
Vasto

Il semplice progetto che presentiamo, pur rima-


0 24V
nendo nell'ambito dei controlli delle piccole po-
tenze elettriche senza alcuna sofisticazione, sarà
DIAC certamente in grado di soddisfare le sue esigenze
di giovane elettricista. Il funzionamento è in pra-
tica lo stesso di altri progetti da noi presentati e
descritti in precedenti fascicoli della Rivista e
funzionanti con la tensione alternata di 220 V.
COMPONENTI A quegli articoli la invitiamo di far riferimento
per maggiori ragguagli o eventuali modifiche. Vo-
Cl = 100.000 pF
gliamo tuttavia ricordarle che il potenziometro
C2 = 100.000 pF
R4, del valore di 50.000 ohm, è di tipo a variazio-
Rl = 10.000 ohm ne lineare. Esso serve per regolare l'intensità lu-
R2 = 100.000 ohm (trimmer) minosa della lampada LP. Il trimmer potenzio-
R3 = 470 ohm metrico R2, invece, che ha il valore di 100.000
R4 = 50.000 ohm (potenz. a variaz. !in.) ohm, deve essere regolato in modo da ottenere lo
LP =
lampada a 24 V ca spegnimento della lampada LP quando il poten-
DIAC - V413 (Sescosem) ziometro R4 risulta commutato sul massimo va-
TRIAC = ESM 193-400 (Sescosem) lore di resistenza.

GENERATORE MELODICO CON INTEGRATI DIGITALI

IN SCATOLA DI 0NTAGGIO
L. 11.500 senza altoparlante
L. 12.500 con altoparlante

Una breve melodia elettronica viene emessa da


un piccolo altoparlante quando si agisce su un
interruttore. Tramite un amplificatore BF, è pos-
sibile realizzare un richiamo acustico pubblicita-
rio, un segnale stimolante nelle competizioni spor-
tive, una tromba acustica per auto.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del generatore melodico sono contenuti in una
scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione in due diverse versioni: a L. 11.500 sen-
za altoparlante e a L. 12.500 con altoparlante. Le richieste devono essere fatte inviando anticipa-
temente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. 3/26482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125 MI-
LANO - Via Zureti, 52.

631
Semplice filtro di crossover

. Ho realizzato un amplificatore stereofonico di


media potenza, da 10 + 10 W. Ora vorrei colle-
gare le uscite dei due canali dell'amplificatore con
due gruppi di altoparlanti, composti ciascuno di
un woofer da 8 ohm e di un tweeter da 4 ohm. ENTRAI o
Vorrei inoltre inserire questi altoparlanti in due CANALE AL Il R2
casse acustiche da me costruite, utilizzando dei z1 I W00FER
(8A4SS1)
semplici filtri separatori di frequenza o, come si
suol dire con terminologia anglosassone, filtri di l=
Tal,
crossover. Per la realizzazione di questo mio pro-
gramma tecnico mi servirebbero soltanto gli sche-
mi e i valori dei componenti dei filtri di crossover. +OH~·
c2 C3
AP3
TWEETER
(ACUTI
DARIO PARENTI
Genova
rnm•rnr
CANALE 8 @
Il filtro di crossover, che riportiamo qui accanto,
R4 W00FER
è del tipo a 6 dB/ottava ed è quindi realizzabile ( BASSI I

abbastanza semplicemente, tenuto conto della ne-


cessità di una sola induttanza per ciascun filtro.
Tenga presente che, pur avendo pubblicato gli
schemi dei due filtri assolutamente identici, attri- COMPONENTI
buendo ai componenti sigle numericamente pro-
gressive, nell'elenco componenti sono citati quel- Cl = 50 µF - 25 VI (non polarizzato)
li del primo filtro; quelli del secondo filtro sono Zl = 4 mH (vedi risposta)
ovviamente gli stessi. Esiste tuttavia un particolare RI = 10 ohm - 10 W (a filo)
tecnico che differenzia i due disegni e cioè il con- R2 - 8 ohm - 5 W
densatore Cl, nel primo schema, e i condensatori
C2-C3, nel secondo schema. Ciò è stato apposita-
mente voluto dal disegnatore per interpretare una
semplice soluzione pratica. Infatti, il condensa-
tore di accoppiamento con il tweeter deve avere
il valore di 50 F - 25 VI, senza essere un con-
densatore elettrolitico. Poiché in commercio non densatore risultante divenga un componente nor-
è facile reperire un tale condensatore, nel secon- male e non un condensatore elettrolitico. Le in-
do schema, quello più in basso, il disegnatore sug- duttanze (Zl-Z2) assumono il valore di 4 mH;
gerisce la soluzione del collegamento di due con- esse debbono essere costruite avvolgendo 400 spi-
densatori elettrolitici (C2-C3) da 100 F - 25 VI re di filo di rame smaltato, del diametro di 0,8: 1
ciascuno, collegati in serie in modo che i due ter- mm., su un rocchetto della larghezza di 3,5 cm.,
minali negativi risultino saldati fra loro e il con- munito di nucleo interno di 2,5 cm. di diametro.

•••
Sonda demodulatrice un fascicolo arretrato della rivista. A questo am-
plificatore vorrei collegare una sonda per rivela-
Sono un vostro affezionato lettore che, con molta re il segnale audio e per comporre, ovviamente,
passione, si dedica alla riparazione di apparec- un signal-tracer. Potete aiutarmi?
chiature riceventi per conto di parenti ed amici. TULLIO FATTORI
Il mio desiderio è quello di attrezzare progressi- Venezia
vamente il laboratorio, specializzandolo in que-
sto particolare settore dell'elettronica. Faccio pre- Il progetto che lei ci richiede è assai semplice,
sente di aver già realizzato un amplificatore con perché bastano pochissimi componenti elettronici
circuito integrato T AA300, da voi presentato su per realizzarlo. Tenga presente che l'amplificato-

632
PUNTALE

II C1 02 ►I R1

--1I" USCITA BF COMPONENTI


Cl = 100 pF
C2 = 100 pF
01
R1 = 750.000 ohm
TERRA
D1-D2 = diodi al germanio

re di bassa frequenza deve essere dotato di buona catare di tensione. Il condensatore C2 serve da
sensibilità e di impedenza di ingresso relativamen- filtro di by-pass per l'alta frequenza, mentre il
te elevata. Il progetto della sonda demodulatrice, condensatore Cl permette di disaccoppiare even-
qui riportato, utilizza due diodi rivelatori al ger- tuali tensioni continue sovrapposte al segnale di
manio, con funzioni di circuito rivelatore-dupli- alta frequenza.

FOTOCONTROLLO CON SCR


IN SCATOLA Permette di realizzare almeno due ot-
timi dispositivi:
DI MONTAGGIO
- LAMPEGGIATORE DI POTENZA
A L. 12.000
2- CONTROLLO CREPUSCOLARE
DI ILLUMINAZIONE

I due principali dispositivi, da chiunque facil-


mente realizzabili con questo kit, potranno ser-
vire per molteplici scopi: per la costruzione di
lampeggiatori di potenza, per l'accensione au-
tomatica delle luci di illuminazione al calar del-
la sera, per il controllo di fiamma di un brucia-
tore, per far divertire i bambini attraverso una
Tempi di lampeggio controllabili lunga serie di esperimenti che si identificano
in altrettanti giochi di luce.
Potenza max. del carico: 660 W

633
Corrente e tensione sufficienti poche parole, in grado di ferma re nella
mente due nozioni che molti lettori già conoscono.
Sono un principiante appassionato di elettronica
e, purtroppo, non ho ancora le idee molto chiare Per intensità di corrente si intende la misura della
su alcuni concetti fondamentali e su certi termini quantità di elettricità che scorre attraverso un con-
da voi frequentemente usati nei vostri articoli. duttore elettrico; più praticamente il numero di
Fra questi ve ne sono due molto importanti che elettroni che nell'unità di tempo attraversano una
vorrei conoscere meglio ed approfondire. Si tra t- determinata sezione di un conduttore. Se lei do-
ta della tensione elettrica e dell'intensità di cor- vesse riferirsi al flusso dell'acqua attraverso un
rente. Potreste dirmi in poche parole quale rife- rubinetto, dovrebbe dire che l'intensità è elevata
rimento assumono questi termini con la pratica quando il rubinetto è completamente aperto, men-
svolta da un hobbysta? Se si tratta di spiegazioni tre l'intensità è ridotta quando il rubinetto è quasi
molto lunghe, sarei lieto di ricevere una lettera chiuso. Il paragone con l'acqua in questi casi ser-
privata sull'argomento. Altrimenti mi acconten- ve a chiarire molto bene il concetto. Per quanto
terei di un'interpretazione pubblica sull'apposita riguarda la tensione elettrica, tenga bene in mente
rubrica che, mensilmente, compare a fine rivista che con questo termine si vuole definire generica-
ed ha per titolo "La posta del lettore". mente la "forza elettrica", cioè quella forza che
PALESTRA GIANCARLO sospinge gli elettroni lungo un conduttore e che, a
Cremona loro volta, compongono la corrente elettrica. Dun-
que mentre l'intensità di corrente definisce una ve-
Alla domanda di lei formulata si potrebbe ri- ra e propria qualità elettrica, valutabile in ampè-
spondere in molte maniere, esponendo una vera re, milliampère o microampère, la tensione elettri-
e propria lezione di elettrologia, oppure com- ca definisce soltanto un concetto, quello di forza
ponendo un trattato elementare di teoria. A lei, elettrica in grado di provocare un effetto reale
almeno per ora, tutto ciò non serve, mentre sono come, ad esempio, la corrente elettrica.

UL TRAPREAMPLIFICATORE
con circuito integrato

In scatola di montaggio
a L. 6.000
CARATTERISTICHE
Amplificazione elevatissima
Un semplice sistema per elevare Ingresso inverting
notevolmente il segnale provenien- Elevate impedenze d'ingresso
te da un normale microfono Ampia banda passante

Utile ai dilettanti, agli hobbysti, ai CB e a tutti coloro che fanno uso di un mi-
crofono per amplificazione o trasmissione

La scatola di montaggio del'ULTRAPREA MPLIFI CATORE costa L. 6.000 (spese di spedizione com-
.":a###.r%
.r: %"%:::%%
634
Noise limiter per RX-CB

Sono un CB che non limita la propria attività


alle sole ricetrasmissioni, ma che si diletta nel rea-
lizzare i più svariati tipi di apparecchiature elet-
troniche. In questi ultimi tempi ho acquistato una
piccola partita di ricetrasmettitori fuori uso, che

COMPONENTI
Condensatori
C1 47 pF
C2 50.000 pF
C3 100.000 pF
C4 47 pF
Resistenze
Rl = 220.000 ohm
R2 = 330.000 ohm
R3 = 47.000 ohm
R4 - 1 megaohm
R5 = 470.000 ohm

LA RADIO DEL PRINCIPIANTE


DUE APPARATI IN UNO
RICEVITORE RADIO
+ AMPLIFICATORE BF

PER ONDE MEDIE


PER MICROFONO
PER PICK-UP

Con questa interessante scatola di montaggio


vogliamo, ancora una volta, spianare al lettore IN SCATOLA DI MONTAGGIO
principiante il terreno più adatto per muover-
si inizialmente, per mettere alla prova le pro- L. 9.500 (senza altoparlante)
prie attitudini e con esse, godere il risultato
cli un lavoro piacevole e utile. L. 10.400 (con altoparlante)
Il kit permette la realizzazione di un ricevitore radio ad onde medie, con ascolto in altoparlante e,
contemporaneamente quella di un amplificatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita di 1 W
circa, da collegare con microfoni od unità fonografiche, piezoelettriche o magnetiche.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del ricevitore sono contenuti in una scatola di mon-
taggio venduta dalla nostra Organizzazione in due diverse versioni: a L. 10.400 con altoparlante e
L 9.500 senna ""%~,23,,22%:.e richieste _debbono_ essere_tate inviando anticipatamente ''importo
con vaglia o c.c.p. intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

635
M E D IA COMPONENTI
F REO

*
Condensatori
I
II C1 = 82 pF
i[i l , R4 C2 = 82 pF
L_ ~ ; 1 NM> 1 , , M'v'.,,.=,-==, C3 = 50.000 pF
01000 DI C4 - 50.000 pF
RIV 03 Il
CAV
C5 = 100.000 pF
C5

CA4
T BF
Resistenze
R1
R2
- 22.000
470.000
ohm
ohm
R3 - 82.000 ohm
R4 - 1 megaohm
R5 = 150.000 ohm
R6 = 470.000 ohm

vorrei rimettere in funzione per poi rivenderli ai L'argomento che lei ci propone di analizzare è
migliori offerenti. A questi apparati vorrei aggiun- senza dubbio di notevole importanza per i nostri
gere alcuni accorgimenti tecnici, allo scopo di lettori e non soltanto per i CB. Ecco perché ab-
renderli più interessanti e più ... appetibili. Per e- biamo deciso di pubblicare due schemi di NOISE-
sempio, vorrei aggiungere ai circuiti dei cristalli LIMITER di cui, il primo, è dotato di commu-
di quarzo, degli S-Meter, ecc .. Ma queste sono tatore (S1) di inserimento e disinserimento, men-
cose che riesco a fare da me, perché non è la pri- tre il secondo è provvisto di una uscita per il con-
ma volta che intervengo in tal senso sui dispositi- trollo automatico di volume ( CA V); questo se-
vi per ricetrasmissione. Quel che non so fare, in- condo tipo di circuito d; NOISE-LIMITER ver-
vece, è l'inserimento di un circuito limitatore di rà ovviamente adottato in accoppiamento con
rumore, cioè il cosiddetto NOISE-LIMITER che tutti quei ricevitori che derivano il CA V diretta-
è assai importante sulla gamma CB. Potreste for- mente dal diodo rivelatore. Tenga presente che il
nirmi uno schema abbastanza efficiente di un tale circuito, così come concepito nello schema, qui pre-
dispositivo? sentato, è tale da fornire una tensione di CAV ne-
gativa tanto maggiore quanto più forte è il segna-
EZIO FORRER le. Per ottenere una tensione positiva si dovrà in-
Rovereto vertire il verso di inserimento di tutti i diodi.

Un relé fotoelettrico
••• cientemente intenso. Potete esaudire questa mia
richiesta?
Mi servirebbe un apparato in grado di rilevare FULVIO GENNARI
l'interruzione di un raggio luminoso, allo scopo Padova
di azionare un contapezzi elettromeccanico. Il di-
spositivo dovrebbe essere alimentato con batterie, Il circuito che le proponiamo non presenta al-
Le sue dimensioni dovrebbero risultare piccole cunché di eccezionale, perché si tratta di un pro-
ed anche la realizzazione pratica dovrebbe risul- getto semplice ed economico, destinato a funzio-
tare facile, cioè priva di elementi critici ed esen- nare immediatamente. Esso è realizzato con una
te da operazioni di messa a punto. Non è neppu- fotoresistenza e due transistor. La fotoresistenza
re necessaria una elevata sensibilità, perché ri- può essere di qualsiasi tipo, anche a bassissima dis-
tengo di poter disporre di un raggio ottico suff- sipazione; i due transistor TR1-TR2 sono di tipo

636
NPN, al silicio, con funzioni di amplificatori per
il comando di un relé. Se le caratteristiche del
contapezzi elettromeccanico lo permettono, sarà
possibile addirittura utilizzare la bobina del relé
quale elemento di carico di collettore del transi-
stor TR2.

COMPONENTI
Cl 100 F - 12 Vl (elettrolitico)
Rl 100.000 ohm
=
R2 = 2.700 ohm
R3 = 1.000 ohm L DR
R4 = 1.000 ohm
TRI = BC108
TR2 BCI08
D1 = OA85 R4

RL = relé (220 ohm)


PILA = 9 Vcc

AMPLIFICATORE TUTTOFARE AS 21
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
A L. 7.500

Il Kit permette di realizzare un Caratteristiche elettriche del modulo


modulo elettronico utilissimo, da Tensione tipica di lavoro: 9 V
adattarsi alle seguenti funzioni:
Amplificatore BF - Sirena elet- Consumo di corrente: 80 : 100 mA
tronica - Allarme elettronico - O- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
scillatore BF (emissione in codi-
ce morse) Impedenza d'uscita: 8 ohm

637
Alimentatore stabilizzato triplo Comprendiamo le sue necessità tecniche di labo-
ratorio e, sopratt'Ùtto, quella di possedere un ali-
Per le mie esperienze di laboratorio con i circuiti mentatore stabilizzato con tre diverse uscite di
integrati digitali e gli amplificatori operazionali, tensioni. Non possiamo tuttavia soddisfare con la
spesso mescolati assieme, mi necessiterebbe un a- massima precisione la sua richiesta soltanto per-
limentatore in grado di poter fornire, contempo- ché nella sua lettera lei non fa alcuna menzione
raneamente, almeno tre valori diversi di tensioni delle correnti d'uscita. Vogliamo tuttavia ritenere
stabilizzate. In particolare mi servirebbero le ten- che, a meno che non si tratti di apparecchiature
sioni di 4 5 V, +12 Ve 12 V, in modo da molto complesse, le possano bastare correnti del-
l'ordine delle poche centinaia di milliampère. Il
poter alimentare simultaneamente gli integrati li-
progetto qui pubblicato, facendo uso di un tra-
neari e digitali. Vi sarei grato dunque se poteste
sformatore di alimentazione (Tl) da 220 V - 15
inviarmi in forma privata o pubblicare sulla rivi- V + 15 V, di facile reperibilità commerciale, ero-
sta il progetto di un tale alimentatore. ga le tre tensioni da lei richieste di + 12V, + 5
LAURO FORMENTI V, - 12 V, con le correnti max. rispettivamente
Verona di 0,5 A, 0,3 A e 0,1 A.

e12

T1
+
CA

C3

R
03 04

COMPONENTI R3 22.000 ohm


R4 = 22.000 ohm
Condensatori
Cl = 2.000 F 25 VI (elettrolitico) Varie
C2 = 2.000 F 25 VI ( elettrolitico) Tl = trasf. d'alimentaz. (220 Vca - 15 Vca -
C3 = 10 F 15 VI (elettrolitico) 15 Vca - 1A)
C4 = 100 F 15 VI (elettrolitico) TR1 = 2N2905
es = 10 F 10 VI (elettrolitico)
TR2 = 2N17II
C6 = 100 F 10 VI (elettrolitico)
IC = TBA 625 B
C7 = 100 F 15 VI (elettrolitico)
D1-D2-D3-D4 4 x 1N4002
Resistenze D5 = 1N914
R1 2.200 ohm D6 = diodo zener (12 V)
R2 = 2.200 ohm D7 diodo zener (5,6 V)

638
Il tubo 2C40A
Rovistando tra i residuati di apparecchiature mi-
litari di un magazzino della mia città ho notato
la presenza di una strana valvola, sulla quale è
impressa la sigla 2C40A. Sapreste dirmi di che
valvola si tratta e quali sono le sue caratteristiche
elettriche più salienti?
GIANNI TURRINI
Civitanova Marche
Il tubo elettronico 2C40A è un triodo per trasmis-
sione ad altissima frequenza, del quale riportiamo
la zoccolatura. Le caratteristiche elettriche prin-
cipali sono: tensione di filamento : 6,3 V; cor-
rente di filamento: 0,75 A: tensione anodica:
500 V: tensione di griglia : - 50 V; corrente a- K
nodica : 25 mA.

Carta oraria internazionale Un garbato rilievo


Sono un giovane SWL desideroso di ascoltare le Durante lo scorso periodo di vacanze ho dedicato
emissioni radiofoniche dei radianti e delle più buona parte del tempo libero alla lettura del fa-
svariate emittenti radiofoniche dislocate in tutto scicolo di agosto del vostro meraviglioso periodi-
il mondo. Tuttavia, per coordinare il mio lavoro co. E debbo dirvi di aver trovato, in quel nume-
di ascolto, avrei bisogno di una carta oraria, cioè ro speciale, la risposta indiretta a molte mie do-
di una carta geografica suddivisa in base ai fusi mande, unitamente alla dissipazione di molti dub-
orari. Sapreste dirmi dove posso acquistare una bi che mi ero trascinato dietro fin da quando ini-
tale carta? ziai a coltivare l'hobby dell'elettronica. Una sola
SERGIO VILLANI critica, negativa, debbo tuttavia sollevare: l'im-
Massa Carrara precisione di una formula che, sono certo, debba
Senza che lei debba affaticarsi troppo nella ri- essere attribuita in modo esclusivo ad una svista
cerca di una carta del tipo di quella da lei citata, tipografica. Si tratta della formula che permette
pubblichiamo in queste pagine la carta oraria in- di stabilire il valore ohmmico risultante dal col-
terazionale posseduta dalla maggior parte di co- legamento in parallelo di due resistenze diverse.
loro che si dedicano ali' ascolto delle emissioni ra- La formula inesatta appare a pagina 469, verso
diofoniche provenienti dal mondo intero. la fine della colonna di sinistra.
DANIELE POMPINI
Milano
La ringraziamo per il cortese rilievo e, assieme a
lei, ringraziamo anche tutti quei lettori che ci
hanno scritto in tal senso, esprimendosi attraver-
so una critica benevola che vuole in parte giusti-
ficarci. La versione esatta della formula è la se-
guente:
R1 x R2
R =
R1 + R2
Si tratta insomma di sostituire il segno di divisio-
ne con quello di moltiplicazione sul numeratore
del secondo membro dell'equazione.
E dopo questa doverosa precisazione vogliamo
concludere esprimendo il nostro convincimento
che la notorietà della formula è tale per cui dif-
ficilmente l'involontario errore tipografico avrà
potuto creare dei dubbi fra la maggior parte dei
nostri lettori.

639
UNA GRANDE OCCASIONE
PER I NUOVI E I VECCHI ABBONATI
I fascicoli arretrati si esauriscono cosi rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

PACCO OCCASIONE
L. 6.000

Si tratta di una collezione di fascicoli accuratamente scelti tra quelli che maggiormente possono
interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, In particolare, gli ap-
passionati alle realizzazioni economiche di progetti di piccoli trasmettitori e ricevitori radio.

Dodici fascicoli arretrati del valore complessivo di L. 18.000 (gli arretrati vengono venduti al
prezzo di L. 1.500 ciascuno) al prezzo d'occasione di sole L. 6.000.
Dodici fascicoli nei quali sono stati presentati progetti di enorme successo editoriale, che ancor
oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.
Direttamente dal Giappone
per Elettronica Pratica! IL KIT
PER CIRCUITI STAMPATI
Corredo supplementare italiano
tre di rame!

Per la realizzazione dei progetti presentati su questa Rivi-


sta, servitevi del nostro • kit per circuiti stampati ». Trove-
rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli Illustrativi


nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

or ID]
u'!'f

L 8.700
Il prezzo, aggiornato rispetto alle vecchie versioni del
kit e conforme alle attuali esigenze di mercato, è da
considerarsi modesto se raffrontato con gli eccezionali
e sorprendenti risultati che tutti possono ottenere.
MICROTRASMETTITORE
TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no' privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di messa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

IN SCATOLA
DI
MONTAGGIO . 7.80
L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
era.egee .ag e±ees
DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE
PRA&
STj4,j
U
Anno VI- N. 11 - NOVEMBRE 1977 - Sped. in Abb. Post. Gr. lii
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per localizzare velocemente i guasti nei radioricevitori, amplificatori, fono-
valigie. autoradio. televisori.

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Armoniche tno a soo Mc "$??e massima 40 grs.
Uscita 5 V elf. applicabile ai puntale 500 V

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transistorizzato con transi-
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slrumento di grande impor-
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dio, TV, FM e BF esso per-
Tutti gli
melte di ottenere una gran- strumenti di
de varietà di misure, tensio-
ni continue e alternate, non- misura e di
ché corrente continua, mi-
sure di tensione di uscita, controllo pubblicizzati in
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mA= 50A 50A 1 5 50 1500
Vr 0.5 1 5 25 00 1500
X1 xlO xlOO xtk xlOk x IM
Ohm
0-1k 0+10k 0+100k 0+1M 0-10 +-1000M
Pico Pico 4 14 40 140 400 4000
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minimo ingombro. Realizza-
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bile. Tutta la gamma di fre-
quenza è coperta in quattro
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dB -IO+ 22 quindi falsi contatti dovuti tura. Sono utilizzabili due
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FREQUENZA mod. BF. 40
GAMME B e o
RANGES 200 + 2KH 2+20KHz 20-200KH1
00
Un vicino traguardo
Il mese di novembre ci avvicina a quel traguardo annuale
in cui il dialogo con il Lettore, ininterrotto, aperto e co-
struttivo, sta per cogliere i frutti maturati in dodici mesi
di partecipazione ad un rapporto di interesse collettivo.
Un traguardo che, per tutti noi, indistintamente, si iden-
tifica con un certo numero di impegni assunti, dopo lun-
ghe meditazioni, con chi ha voluto accordarci la propria
fiducia e a partire da questi giorni sta per rinnovarcela.
Ma ogni impegno, prima di essere espressione di volontà
nello svolgimento di un compito collettivo, deve necessa-
riamente valutare le aspirazioni e le esigenze di chi è chia-
mato a beneficiarne. Ebbene, in questa direzione noi sia-
mo convinti di aver agito se, ad esempio, a tutti coloro
che, fin dal prossimo mese, rinnoveranno o sottoscrive-
ranno l'abbonamento annuo a Elettronica Pratica, ci sia-
mo proposti di inviare il dono di un corredo di compo-
nenti elettronici vari, necessari per la parziale realizza-
zione dei progetti che, di volta in volta, compariranno
sulle pagine della Rivista nell'arco di tempo di validità
dello stesso abbonamento. E ancora crediamo di aver col-
pito nel segno se, nel prossimo fascicolo di dicembre, pre-
senteremo l'ambito progetto, confortato dalla relativa
scatola di montaggio, di un microtrasmettitore tascabile,
con potenza d'uscita di duecentocinquanta volte superio-
re a quella del validissimo microtrasmettitore che, da più
di tre anni, fa bella mostra di sè in quarta di copertina del-
la Rivista.
Le novità tecniche ed editoriali, tuttavia, non si riassu-
mono nella promozione di queste sole due iniziative, cita-
te a conferma della validità della formula assunta. Esse si
estendono attraverso una lunga serie di nuovi ed origina-
li progetti, molti dei quali collegati con interessanti sca-
tole di montaggio, che, unitamente ad altre iniziative di
natura editoriale, non mancheranno di ripagare l'interes-
se e la stima che il Lettore ha spontaneamente riposto
nella nostra Rivista.
Per ricevere il prezioso
PACCO-DONO 1978
0natevi o rinnovate l'abbonamento
a: ELE I I RONICA PRATICA

Il pacco-dono 1978 viene inviato subito e indistintamente a tutti co-


loro che, volendosi cautelare, per un intero anno, da ogni possibile
aumento del prezzo di copertina, sottoscriveranno un nuovo abbo-
namento oppure rinnoveranno quello in termini di scadenza.

L'abbonamento annuo al periodico offre a tutti la certezza di rice-


vere mensilmente, a casa propria, una pubblicazione, a volte esau-
rita o introvabile nelle edicole, che vuol essere una piacevole guida
ad un hobby sempre più interessante ed attuale.

Un'intera pagina, verso la fine del presente fascicolo, espone, con


tutta chiarezza, le modalità e le forme di abbonamento alla rivista.
Fra esse il Lettore potrà scegliere quella, di maggiore gradimen-
to, cui rivolgere le proprie preferenze.

ll pacco-dono 1978 rappresenta un punto di notevole importanza della no-


stra nuova programmazione tecnico-editoriale. Il suo contenuto, infatti, è
l'insieme di un nutrito numero di componenti elettronici (condensatori di va-
rio tipo e diverso valore, resistori di potenze e valori diversi, semicondutto-
ri di produzione modernissima e materiale vario) che troveranno largo im-
nei progetti che verranno via via presentati sulla rivista nel periodo
nnuale di validità dell'abbonamento.
ELETTRONIGA
PRATICA
Via Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 6 - N. 11 - NOVEMBRE '77


LA COPERTINA - Propone, con la sua illustrazlo-
ne, l'argomento trattato nelle prime pagine del
presente fascicolo: l'Indicatore di modulazione con
rampa luminosa a diodi LED e circuito Integrato
UAA180. Il dispositivo, opportunamente adattato,
può trovare pratica applicazione in tutto il settore
della strumentazione elettronica.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsablle
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO INDICATORE DI MODULAZIONE 644
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Tribunale CNlle dl Milano -
N. 74 del 28-2-1972 - pubbll- PER ALIMENTATORI
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PER IL DILETTANTE
Tutti I diritti di proprietà let-
teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per VENDITE ACQUISTI PERMUTE 686
tutti i Paesi. I manoscritti, i
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re- LA POSTA DEL LETTORE 695
stituiscono.
Il continuo progredire dell'elettronica allo stato Le rampe luminose sono composte da una se-
solido potrà far scomparire interamente lo stru- quenza lineare di diodi LED che si accendono
mento di misura ad indice? successivamente, uno dopo l'altro, comportando-
Sembra proprio di sì, a chi voglia aggiornarsi si un po' come la colonnina del mercurio del ter-
sulla qualità dei circuiti integrati prodotti dalle mometro che, a seconda del valore della tempe-
più grosse industrie del settore. ratura ambiente, sale più o meno vistosamente.
Recentemente la Siemens ha immesso sul mer-
cato due importantissimi integrati, l'UÀAl 70 e
PUAA180, che possiedono tutte le caratteristiche DUE INTEGRATI DIVERSI
tecniche necessarie per soppiantare, in molti ca-
si, i fragili e poco precisi apparati di controllo La differenza più appariscente dei due circuiti
e misura più tradizionali. integrati UAAl 70 e UAA180 consiste nel diver-
Con questi due integrati si possono comporre so modo di accendere i diodi LED.
delle rampe luminose che, sovrapposte ad una Nell'integrato UAAl 70, che è capace di pilotare
scala graduata, così come avviene nello strumen- ben 16 diodi LED, sussistono caratteristiche e-
to ad indice, permettono di " leggere " il valore lettriche tali per cui è possibile accendere un so-
di una misura elettrica, termica, acustica, ottica lo diodo luminescente alla volta, relativamente
o, comunque, fisica. al valore della tensione d'ingresso.

Con una rampa luminosa, composta da dodici diodi LED, in so-


stituzione del tradizionale galvanometro, potrete avere in ogni
momento l'indicazione del livello di modulazione di un amplifica-
tore di bassa frequenza. Si tratta di una delle tante possibili ap-
plicazioni pratiche dell'integrato UAA180 nel settore della stru-
mentazione elettrica ed elettromeccanica.

644
INDICATORE
DI MODULAZIONE
Nell'integrato UAA180, invece, con il quale si te elettronico allo stato solido è in grado di vi-
possono pilotare 12 diodi LED, le caratteristiche sualizzare meglio dell'UAA170 la " profondità "
sono tali per cui, aumentando la tensione d'in- di modulazione, senza la necessità di dover ri-
gresso, è possibile provocare l'accensione di altri correre all'uso di particolari scale graduate. In-
diodi LED, senza che si verifichi lo spegnimen- fatti, disponendo in un'unica fila, uno dopo l'al-
to dei primi. tro, 12 diodi LED, sarà possibile ottenere una
chiara indicazione del valore della modulazione
in base alla lunghezza realmente assunta dalla
PREFERENZE ALL'UAA 180 rampa luminosa.
Per segnalare il raggiungimento di certi livelli
Per realizzare lo strumento indicatore di modu- di modulazione di notevole importanza, si po-
lazione, descritto in questo articolo, abbiamo af- tranno montare, nella" striscia luminosa, alcuni
fidato le nostre preferenze al circuito integrato diodi LED di colore diverso, per esempio giallo,
UAA180, soprattutto perché questo componen- verde o rosso.

645
m ENTR M
Il
R4 -

R3

R2

R1

O 12v

Fig. 1 - Il circuito integrato UAA180 deve essere normalmente alimentato con la tensione con-
tinua di 12 V che, al massimo, potrà essere elevata a 18 V. Il pilotaggio del dodici diodi LED
avviene In modo diretto, senza ('interposizione di resistenze limitatrici di corrente o di transi-
stor amplificatori esterni, fornendo a ciascuno di essi la corrente tipica dl 10 mA. Con il poten-
zlometro R1 si regola la tensione di riferimento massima corrispondente all'accensione di tutti
i diodi LED, Questa tensione deve risultare superiore di almeno 0,9 V di quella presente sul
terminale 18. Soltanto così è possibile ottenere l'accensione continua ed uniforme del diodi che
compongono la rampa luminosa del progetto dell'Indicatore generico qui sopra riportato,

COMPONENTI
R1 = 10.000 ohm (trimmer a variaz. lin.) Integrato = UAA180
R2 = 10.000 ohm 12 diodi LED
R3 = 15.000 ohm Alimentaz. = 12 Vcc.
R4 = 10.000 ohm

646
r
......
z
LI

Fig. 2 - Piano costruttivo dell'indicatore generico. La soluzione del circuito stampato è d'ob-
bligo per poter montare uno zoccolo in grado di accogliere l'integrato IC. La disposizione in
linea retta dei dodici diodi LED non è obbligatoria, perché questi elementi possono essere mon-
tati a cerchio, a semicerchio o a triangolo. E' ovvio che queste varianti impongono una diversa
composizione del circuito stampato. All'atto dell'inserimento nel circuito dei diodi LED e dell'in-
tegrato IC occorre far bene attenzione allo smussamento praticato sui componenti, che costi-
tuisce un preciso elemento di riferimento.

CARATTERISTICHE DELL'UAA180 nosità del diodo LED, eventualmente anche con


un sistema automatico, mediante l'aggiunta di un
Prima di analizzare il circuito del progetto del- fototransistor, relativamente alla luminosità am-
l'indicatore di modulazione, riteniamo necessario biente. Una tale caratteristica può risultare mol-
informare il lettore su alcune caratteristiche e- to utile nel caso in cui si volesse costruire uno
lettriche relative all'integrato UAA180, che vor- strumento indicatore per auto, per esempio un
ranno anche essere delle note aggiuntive a quan- contagiri o un indicatore di carica della batteria,
to finora detto. quando durante la guida notturna è necessario
L'integrato UAA180 si presenta costruttivamen- che la luminosità venga notevolmente ridotta per
te nella versione "DUAL IN LINE" a 18 pie- non disturbare il guidatore. Nel nostro progetto
dini. L'UAA180 deve essere normalmente ali- il piedino 2 è rimasto libero, preferendo la lumi-
mentato con una tensione continua di 12 V che, nosità massima dei diodi LED. Fra tutti i 18
a! massimo, può essere aumentata fino a 18 V. piedini dell'integrato UAA180 ve ne sono tre
Questo circuito integrato, come abbiamo detto, che assumono notevole importanza. Essi sono il
è in grado di pilotare 12 diodi LED, senza dover piedino 16, il piedino 3 e il piedino 17. Su questi
ricorrere all'uso di resistenze di limitazione di particolari piedini dell'integrato riteniamo dove-
corrente, oppure di transistor amplificatori e- roso soffermarci un ,poco.
sterni. Esso fornisce a ciascun diodo una corren-
te il cui valore tipico è di 10 mA, vale a dire un
valore più che sufficiente per raggiungere una IL PIEDINO 16 DELL'INTEGRATO
adeguata luminosità del diodo LED.
L'integrato prevede un controllo di intensità di lu- Il piedino 16 dell'integrato UAA180 assume il
ce sul piedino 2, che consente di ridurre la lumi- compito di determinare la tensione di riferimen-

647
to minim a corrispondente all'accensione del pri- IL PIEDINO 17 DELL'INTEGRATO
mo diodo LED.
Il piedino 17 dellUAA180 rappresenta il termi-
Portando a massa questo terminale, l'accensione
nale d'ingresso del circuito integrato.
del primo diodo LED avviene con una tensione In base al valore della tensione presente su tale
d'ingresso di 0,4 V. Polarizzando invece il pie- elettrodo, che non può comunque superare i 6 V,
dino 16, ad esempio, con una tensione di 2 V, e in ,base alle tensioni di riferimento minima e
il primo diodo luminescente si accenderà in cor- . massima, si ottiene l'accensione a rampa dei 12
rispondenza con la tensione d'ingresso di 2,4 V. diodi LED pilotati dall'integrato.

IL PIEDINO 3 DELL'INTEGRATO CIRCUITO DELL'INDICATORE


In considerazione della versatilità del progetto
Il piedino 3 dell'integrato UAA180 serve a sta- trattato. in queste pagine, e per consentire al let-
bilire il valore della tensione di riferimento mas- tore l'impiego dell'indicatore in tutti quei pro-

Fig. 3 - Disegno a grandezza na-


turale del circuito stampato che
occorrerà riprodurre su una ba-
setta di bachelite per poter rea-
lizzare il progetto dell'indicatore
generico oppure quello del mo-
dulometro.

L_7a»

sima corrispondente all'accensione di tutti i 12 grammi in cui sia attualmente possibile sostitui-
diodi LED. E' ovvio che il valore di tale tensio- re lo strumento tradizionale ad indice con il cir-
ne dovrà risultare superiore a quello della ten- cuito a diodi LED, abbiamo suddiviso il tema
sione presente sul terminale 16. trattato in questo articolo in due parti: una di
Fissando sul piedino 3 un valore di tensione di queste fa capo al circuito indicatore generico di
poco superiore a quella del terminale 16, in ogni figura 1, quello che il lettore può adottare per
caso superiore di 0,9 V almeno, si otterrà una le applicazioni pratiche più svariate, l'altra ri-
accensione progressiva dei diodi LED continua guarda il circuito dell'indicatore di modulazione
di apparati di bassa frequenza, che è rappresen-
ed uniforme facendo variare la tensione d'ingres-
tato in figura 4 e che vuol essere una applicazio-
so.
ne dell'indicatore generico di figura 1.
Al contrario, se tale differenza dovesse risultare Cominciamo dunque con il circuito del progetto
di un'entità notevole, per esempio di 4 o 5 V, di figura 1, sul quale ci siamo già soffermati a
l'accensione dei vari diodi LED, in rapporto al lungo nell'analizzare le funzioni dei principali
valore della tensione d'ingresso, si verificherebbe terminali dell'integrato UAA180, che rappresen-
a scatti, ciascuno in corrispondenza di un ben ta l'elemento di massima importanza del circuito.
preciso livello di tensione. Poco dunque c'è ancora da aggiungere a quanto

648
finora detto. Possiamo quindi ricordare che il
terminale di riferimento di minimo (16) è stato
collegato a massa nel progetto di figura 1; il col-
legamento avviene anche con il terminale 1 e con
Il· fascicolo arretrato
la linea negativa dell'alimentatore a 12 V.
Il terminale di riferimento di massimo (3) risulta
regolabile per mezzo del potenziometro Rl.
AGOSTO 1977
E' un vero e proprio manuale edito a beneficio dei
L'entrata del circuito è costituita da un sistema vecchi e nuovi appassionati di elettronica, che fa
potenziometrico che consente di ottenere una giungere, direttamente in casa, il piacere e il fa-
scino di una disciplina moderna, proiettata nel fu-
protezione dell'integrato UAA180 nei confronti turo, che interessa tutti: lavoratori e studenti, pro-
delle sovratensioni d'ingresso. fessionisti e studiosi, giovani e meno giovani.

La materia viene esposta attraverso i seguenti die-


CIRCUITO DEL MODULOMETRO ci capitoli:

E veniamo ora all'esame del circuito del modulo- 1° -


SALDATURA A STAGNO
2° -
CONDENSATORI
metro che, come è stato detto, costituisce una 3° -
RESISTORI
pratica applicazione del circuito dell'indicatore 4° -
TRANSISTOR
generico di figura 1. 5° -
UJT - FET - SCR - TRIAC
Il semplice progetto di figura 4 consente di ot- 6° -
RADIORICEVITORI
7° - ALIMENTATORI
tenere una tensione continua di valore propor- 8° - AMPLIFICATORI
zionale alla potenza applicata all'altoparlante. 9° - OSCILLATORI
Questo circuito fa uso di soli componenti passi- 10° PROGETTI VARI
vi. Fra questi i condensatori C2-C3 provvedono
ad eliminare l'eventuale componente continua
del segnale presente sull'altoparlante. Il poten-
ziometro RI, invece, funge da elemento regola-
no -N.AGOSTO n -ed. i bb. Po Gr.t Lt
tore di livello, consentendo un adattamento del
e AL0ATU#A
circuito a qualsiasi amplificatore di potenza. Da NEO SPIALE e CON$A Ton
e ns9Ton
tale potenziometro il segnale viene prelevato e TEORIA APUA T
A TAM# TOR

raddrizzato per mezzo dei due diodi Dl-D2 e


successivamente livellato dal condensatore C 1.
Sui terminali di questo condensatore è presente
una tensione continua di valore proporzionale a
quello medio della tensione presente sull'altopar-
lante. Essa costituisce il segnale d'ingresso del
circuito indicatore a diodi LED.
Per non creare confusioni nella mente del letto-
re, riteniamo necessario interpretare qualche ap-
parente discordanza fra il disegno di figura 1 e
quello di figura 4. Più precisamente intendiamo
far riferimento ai vari punti di collegamento delle
entrate dei circuiti. Il contenuto e la scelta degli argomenti trattati
Sullo schema di figura 4 le due boccole d'entra- fanno del fascicolo AGOSTO 1977 una guida si-
a, cioè le boccole che debbono essere collegate cura, un punto di riferimento, un insieme di pagine
con l'entrata dell'indicatore generico di figura 1, amiche di rapida consultazione, quando si sta co-
struendo, riparando o collaudando un qualsiasi di-
so no state contrassegnate dal disegnatore con i spositivo elettronico.
segni + e. Ciò potrebbe far pensare al lettore
che su queste boccole debba essere applicata una Questo autentico ferro del mestiere dell'elettro-
tensione di alimentazione. Ma ciò non risponde nico dilettante costa
assolutamente al vero. Perché la boccola contras-
segnata con il segno 4 deve essere collegata con L. 1.500
la boccola contrassegnata con la dicitura ENTR.
dello schema di figura 1. La boccola contrasse- Richiedetece lo al più presto inviando anticipata-
gnata con il segno - in figura 4 rappresenta la mente l'importo di L. 1.500 a mezzo vaglia o c.c.p.
linea di massa; questa boccola dunque verrà col- N. 3/26482 indirizzan do a: ELETTRONICA PRA -
legata con un punto qualsiasi della linea di mas- TICA - 20125 MILANO • Via Zureti 52.
sa del circuito di figura 1, che coincide con la

649
linea della tensione di alimentazione negativa del lizzazione pratica del progetto dell'indicatore ge-
circuito. nerico di figura 1.
Il prelievo del segnale del modulometro di figu- La soluzione del circuito stampato, il cui disegno
ra 4 viene fatto direttamente sui terminali del- è stato riportato in grandezza naturale in figura
l'altoparlante dell'amplificatore di bassa frequen- 3, è d'obbligo, se si tiene conto che si ha a che
za. fare con l'impiego di un circuito integrato a 18

DALL'AMPL.
BF

C1 = 100.000 pF
C2 = 470.000 pF
C3 = 470.000 pF
R1 == 10.000 ohm (trimmer)
D1-D2 = 1N914 (1N4148)

l AP
02 C2
I
ALTOP.
ALLA A MPLIF.
ENTRATA
c1 D1

C3

Flg. 4- Progetto del semplice modulometro che costituisce una pratica applicazione dell'indica-
tore generico proposto in figura 1. L'entrata deve essere collegata con quella dell'indicatore ge-
nerico, tenendo conto che il segno negativo rappresenta la linea di massa. Il trimmer R1 costi-
tuisce l'elemento regolatore di livello e consente il perfetto adattamento del circuito a qualsiasi
amplificatore di bassa frequenza.

Coloro che volessero applicare il modulometro su piedini, le cui saldature possono costituire delle
un amplificatore stereofonico dovranno costruire operazioni critiche per un principiante. Utiliz-
due apparati identici a quello di figura 4, colle- zando il circuito stampato ci si può servire di uno
gandoli poi sulle due uscite dell'amplificatore ste- zoccolo che permette di evitare le saldature di-
reo. rettamente sui piedini dell'integrato.
L'unico accorgimento necessario per ottenere un
sicuro funzionamento del progetto è quello di ri-
COSTRUZIONE DELL'INDICATORE spettare il riferimento dell'integrato (smussamen-
to indicatore) ed il catodo "K" dei 12 diodi
Il piano costruttivo di figura 2 interpreta la rea- LED. Il catodo di ogni diodo LED è anch'esso

650
riconoscibile <la uno smussamento praticato sul COSTRUZIONE DEL MODULOMETRO
bordo del componente in prossimità di tale elet-
trodo. Non abbiamo presentato di proposito lo schema
Poiché il disegno del circuito stampato non rive- costruttivo del circuito del modulometro riporta-
ste alcun carattere di obbligatorietà, il lettore to in figura 4. Ciò in virtù della estrema sempli-
potrà concepire il circuito stesso in modo diver- cità del circuito, la cui realizzazione pratica non
so, preferendo alla disposizione lineare dei diodi richiede alcuno sforzo mentale.
LED quella a cerchio, a semicerchio, a triango- Le ridottissime dimensioni del circuito permet-
lo, ecc. Ma la disposizione dei diodi LED sul teranno una realizzazione pratica dello stesso
circuito stampato rimane pur sempre condizio- molto raccolta e compatta, che potrà essere si-
nata dall'applicazione pratica del progetto del- stemata internamente all'amplificatore di bassa
l'indicatore di figura 1. frequenza o alle sue casse acustiche.

IL RICEVITORE CB
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zen's Band troveranno in questo
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zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

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Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del RICEVITORE CB sono contenuti in una sca-
tola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione a L. 14.500. La scatola di montaggio è cor-

redata del fascicolo n. 10 • 1976 della Rivista, in cui è presentato l'articolo relativo alla descrizio-

ne e al montaggio dell'apparecchio. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamentel'im-


porto di L. 14.500 a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a ELETTRONICAPRATICA - 20125
MILANO - Va Zureti, 52. '

651
Il problema più comune fra tutti i CB è sempre
lo stesso: quello di sfruttare al massimo la po-
tenza del proprio apparato, pur rimanendo nei
limiti di potenza previsti dalle attuali disposizio-
ni di legge.
Su questo argomento abbiamo discusso più volte
nel passato. Abbiamo infatti trattato il problema
delle antenne ricetrasmittenti, quello degli accor-
di delle impedenze e, ancora, tanti e tanti altri
temi che avevano lo scopo di raggiungere la mi-
glior resa di un apparato ricetrasmittente. Que-
sta volta vogliamo dire ai nostri lettori che il ren-
dimento dell'apparato dipende anche dalla per-
centuale di modulazione della portante. Occor-

LE
re dunque sapere, in qualsiasi momento lo si de-
sideri, che cosa accade alla nostra voce, quando
essa viene affidata alle onde radio per compie-
re un viaggio, più o meno lungo, sulla gamma
dei 27 MHz.
Di solito, quando si vuol controllare la propria
modulazione, ci si affida al giudizio di un " cor-

PAGINE
rispondente", mentre la possibilità di poter con-
trollare personalmente il segnale uscente dal tra-
smettitore comporta un certo numero di vantag-
gi tecnici. Primo fra tutti quello di mettere a
punto, in qualsiasi momento, senza effettuare al-
cun collegamento, i circuiti di modulazione del
trasmettitore. In secondo luogo, quello di rag-

DEL CB
giungere un controllo più obiettivo, ben diverso
da quello del " corrispondente ", il cui giudizio
potrebbe risultare ottimistico soltanto perché det-
tato dai legami di amicizia, oppure troppo sfa-
vorevole perché la voce risulta naturalmente rau-
ca o roboante.

METODI DI CONTROLLO

Il controllo della modulazione o, meglio, della


qualità di modulazione, può essere effettuato con
vari sistemi. Il più tecnico fra tutti consiste nel-
l'uso di un buon oscilloscopio, dal quale si deduce
sia il valore della percentuale di modulazione,
sia l'eventuale presenza di fischi ed oscillazioni.
Il sistema dell'oscilloscopio, tuttavia, risulta mol-
to costoso per un principiante e, in ultima anali-
si, non consente un controllo reale della voce
che viene inviata nello spazio. Per mezzo dello-
scilloscopio non ci si rende conto se la voce subi-
sce trasformazioni di tonalità o distorsioni pas-
sando attraverso i vari stadi del trasmettitore.
Chi non possiede un oscilloscopio, si serve di un
secondo ricevitore in funzione di monitor, in mo-
do da ricevere direttamente ciò che viene irra-
diato. Ma anche questo sistema non appare con-
veniente. Soprattutto perché risulta dispendioso

652
CONTROLLO
DELLA MODULAZIONE
e dà luogo facilmente al caratteristico effetto Lar- sottoporsi ad una seconda e poi ad una terza,
sen, che è rappresentato da un fenomeno di rea- una quarta, ecc., amplificazione.
zione fra microfono e altoparlante. In conclusione si raggiunge un processo di ampli-
ficazione talmente elevato da annullare completa-
mente la comprensibilità della parola, che si tra-
EFFETTO LARSEN sforma invece in un acutissimo fischio.
Per evitare l'effetto Larsen, e potersi servire anco-
Per chi volesse saperne di più, apriamo una bre- ra del secondo ricevitore in funzione di monitor,
ve parentesi per interpretare in poche parole si può ricorrere all'uso di una cuffia. Ma anche
l'effetto Larsen. con la cuffia l'interpretazione della modulazione
Quando si trasmette, cioè quando si parla da- diviene difficile, perché essa si sviluppa contem-
vanti al microfono, questo componente capta i poraneamente alla trasmissione. Per concludere
segnali acustici provenienti direttamente dalla possiamo dire che è ben difficile parlare e giu-
bocca dell'operatore e, in secondo luogo, quelli dicare la qualità della propria voce contempo-
provenienti dall'altoparlante del monitor. Que- raneamente; lo stesso cervello si affatica a seguire
sti due segnali acustici subiscono il regolare pro- nello stesso tempo i due processi attraverso un'at-
cesso di amplificazione. Ma il segnale amplificato tività che, quasi sempre, conduce a confusione e
uscente dall'altoparlante ritorna al microfono per disordine logico.

LA SOLUZIONE IDEALE

La soluzione ideale del problema potrebbe con-


La possibilità di poter control- sistere nella registrazione su nastro magnetico
lare costantemente, ed even- della propria modulazione, per riascoltarla poi,
a trasmissione avvenuta, giudicandone pregi e
tualmente correggere la per- difetti.
centuale di modulazione del- E' pur vero che questa soluzione potrebbe essere
adottata anche con la tecnica del secondo rice-
la portante AF di un trasmet- vitore, ma essa risulterebbe troppo costosa, so-
titore, significa far funzionare prattutto perché risultati identici o, forse, mi-
gliori, possono essere ottenuti costruendo un mo-
la propria emittente con il mi- nitor predisposto per il collegamento con un re-
gistratore o, volendolo, con un amplificatore di
glior rendimento, cioè con la bassa frequenza, per effettuare un ascolto simul-
massima portata possibile e taneo.
Con questo sistema, tuttavia, si controlla nella
la maggior chiarezza di inten- realtà la propria voce affidata alle onde radio,
dimento dei segnali inviati ma non si può valutare in termini quantitativi
la " profondità " di modulazione, per la quale
nello spazio. è invece necessario l'uso di uno strumento ad in-
dice come quello presentato e descritto in queste
pagine.

653
portante non modulata

Fig. t - In questi due diagrammi si interpreta il concet-


to di modulazione di una portante con una percentuale
del 100%. L'ampiezza del segnale modulato varia col
variare dell'ampiezza del segnale modulante, senza mai
superare quella del segnale portante. La frequenza ri-
mane sempre la stessa perché l'emissione è di tipo a
portante modulata modulazione d'ampiezza.

CONCETTI DI TRASMISSIONE so di trasmissione nello spazio di voci e suoni.


Il primo argomento che un neofita deve assimi-
Prima di entrare nel vivo dell'argomento, rite- lare è quello del sistema di propagazione delle
nendo che a questa rubrica si debbano avvicinare onde· elettromagnetiche nello spazio.
anche i CB principianti, vogliamo far precedere Se si inviassero nell'etere direttamente le frequen-
la descrizione del dispositivo da una sequenza di ze acustiche, tramite un normale amplificatore
concetti, sia pure elementari, relativi al proces- di bassa frequenza, queste, pur disponendo di

D1 .I
R3
//=
CAL.
+
c2
MO □. i S1
+
ENTR.
RF 3 D3A w

m

D2
L. IIIIJIIIIII

Fig. 2 - Progetto dello strumento misuratore della percentuale di modulazione dell'onda por-
tante di un trasmettitore CB sula frequenza del 27 MHz. II potenziometro R2, che regola la sen-
sibilità del circuito misuratore, verrà regolato soltanto saltuariamente, quando si ritiene che pos-
sa essere cambiata la potenza di trasmissione.

654
ENTR.
RF
Flg. 3 - La prima parte
dello strumento di misura
della percentuale di modu-
lazione, quella a sinistra del
plano costruttivo, è inte-
ressata esclusivamente da
segnali di alta frequenza.
Essa deve essere quindi
schermata elettricamente
dalla rimanente parte del
circuito per mezzo di una
piastrina di separazione di
rame, di ottone, o altro me-
tallo che possa essere sal-
dato a stagno nel modo
qui indicato.

mA

una potenza anche elevata, non farebbero molta senso ci è dato dal Laser che, emettendo onde
strada. elettromagnetiche a frequenza ottica (generalmen-
Disponendo invece di una sorgente di onde elet- te del rosso), riesce a stabilire collegamenti terra-
tromagnetiche, di frequenza elevatissima, si pos- luna con potenze relativamente basse.
sono raggiungere distanze enormi anche con po- Questi brevi cenni sulla teoria della trasmissione
tenze estremamente basse. Un esempio in tal permettono già di chiarire un fondamentale con-
cetto: quanto più alta è la frequenza, a valore
pari di potenza di trasmissione, tanto maggiore
può essere la distanza percorribile dall'onda e-
lettromagnetica.
COMPONENTI I Ecco il motivo per cui, nel sistema delle trasmis-
sioni radio, si ricorre alla cosiddetta " alta fre-
quenza ", che permette di ottenere portate ab-
Condensatori bastanza elevate.
Cl = 500 pF (condensatore passante) Esistono ovviamente altri problemi connessi con
C2 = 10F - 16 VI (elettrolitico) il sistema di propagazione delle onde elettroma-
C3 = 200 pF gnetiche e ciò significa che le cose non sono così
C4 == 300 pF semplici come possono sembrare. Inoltre sussi-
stono spesso difficoltà realizzative che sconsiglia-
Resistenze no, soprattutto ai principianti, l'uso di frequenze
R1 = 560 ohm troppo elevate. E' chiaro tuttavia che inviando
R2 = 1,000 ohm (potenz. a variaz. lin.) nello spazio soltanto un'onda ad alta frequenza,
R3 = 910 ohm quella denominata " portante ", si potranno ef-
Varie fettuare trasmissioni in telegrafia e non in fonia.
Per poter trasmettere la parola occorre sovrap-
D1-D2-D3 = OA91 (diodi al germanio)
A = mlliamperometro (1 A fondo-scala)
porre alla "portante" un'onda di bassa frequen-
za, quella della voce, realizzando così quel pro-
cesso che viene denominato " modulazione ".

655
" REOFORO
PASSANTE
Fig. 4 - Il condensatore C1 è di tipo passante e il suo
aspetto esteriore è quello riportato In questo disegno. Il
reoforo di massa verrà saldato a stagno sul lamierino
di separazione fra gli elementi interessati dal segnali di
alta frequenza e quelll literessatl dal segnali di bassa
REOFORO frequenza.
DI MASSA

In figura 1 è rappresentato, in alto, il diagram- SOVRAMMODULAZIONE


ma caratteristico della "portante"; in basso
della stessa figura 1 è riportato il diagramma di Effetti altrettanto negativi si ottengono anche
una onda modulata in ampiezza da un segnale modulando il segnale portante di alta frequenza
di bassa frequenza. Si noti che la frequenza del- con segnali di bassa frequenza di ampiezza supe-
l'onda modulata rimane la stessa della portante, riore, cioè modulando il segnale portante con per-
mentre varia l'ampiezza con il ritmo della bassa centuali superiori al 100%.
frequenza. In queste condizioni si verifica una notevole di-
storsione del segnale trasmesso, a tutto svantag-
gio della sua comprensibilità e si invadono le e-
SOTTO MODULAZIONE mittenti vicine per valore di frequenza, dato che,
sovrammodulando la portante, si allarga la banda
Dopo aver sommariamente interpretato il con- di frequenza occupata dall'emittente. E ciò è as-
cetto di modulazione, dobbiamo soffermarci su sai importante sulla gamma dei 27 MH.
quelli, altrettanto importanti, di sottomodulazio- Dall'elencazione di questi argomenti teorici sca-
ne e sovrammodulazione, che ogni CB deve co- turisce evidente l'utilità di uno strumento in gra-
noscere. do di controllare, in condizioni operative, la pro-
Se si vuole ottenere il massimo rendimento dal fondità di modulazione dell'emissione radio, in
proprio trasmettitore, che corrisponde inevitabil- modo che, agendo sugli appositi controlli di livel-
mente alla massima portata, è necessario che il lo, si possa sempre ottenere una percentuale di
segnale di bassa frequenza modulante e quello di modulazione della portante pari o prossima al
alta frequenza modulato vengano mescolati in 100%, ottenendo dal trasmettitore il massimo ren-
percentuali ben precise. dimento possibile.
In pratica, e ciò è facilmente intuibile, senza ri-
correre a complesse dimostrazioni matematiche,
i migliori risultati si ottengono quando i due se- FUNZIONAMENTO DELLO STRUMENTO
gnali mescolati assieme. hanno la stessa ampiezza.
In questo caso si dice che il segnale radio è mo- Prendiamo ora in esame il progetto dello strumen-
dulato al 100%. to misuratore della percentuale di modulazione.
Se la percentuale di modulazione è inferiore, si
verifica il fenomeno di " sottomodulazione ". Cioè Il circuito riportato in figura 2 deve essere colle-
a parità di segnale portante di alta frequenza, il gato, tramite un connettore coassiale a"T", con
segnale di bassa frequenza risulta di ampiezza in- l'uscita del trasmettitore, in modo da prelevare
feriore. E il risultato non è tanto quello della mi- in parallelo il segnale destinato a raggiungere l'an-
nor portata del trasmettitore, quanto quello di tenna.
una minor comprensibilità del messaggio •trasmes- Per una corretta interpretazione del circuito di
so, a parità di forza del segnale ricevuto. figura 2, supponiamo che, inizialmente, dal tra-
In pratica il segnale di alta frequenza responsa- smettitore esca soltanto il segnale portante ad al-
bile del " trasporto" dell'informazione rimane di ta frequenza.
potenza ostante e, quindi,di pari penetrazione, Questo segnale deve essere applicato all'entrata
ma tutto avviene come se la portata fosse dimi- del nostro circuito " ENTR. RF ". Esso viene rad-
nuita. drizzato dal diodo al germanio Dl e successiva-

656
mente filtrato dal condensatore passante CI1 (figu- gnale di bassa frequenza viene separato da quello
ra 4). della portante e raddrizzato dai diodi D2-D3; il
All'uscita del condensatore passante Cl è presen- condensatore C4 provvede al livellamento del se-
te una tensione continua di valore proporzionale gnale raddrizzato.
a quello della potenza d'uscita del trasmettitore. Se si sarà commutato S1 nella posizione di modu-
Commutando S1 in posizione di calibrazione lazione " MOD.", sul quadrante del milliampe-
"CAL. " e regolando il potenziometro R2, che rometro si potrà leggere il valore del segnale mo-
agisce da partitore d'ingresso assieme alla resi- dulante.
Ora, dato che il fondo-scala dello strumento era
stato precedentemente regolato con il segnale por-
tante, l'indicazione ottenuta con il circuito com-
mutato nella posizione " MOD." corrisponderà
direttamente al valore della percentuale di modu-
lazione del segnale radio.

ALLA
ANTENNA COSTRUZIONE DELLO STRUMENTO

Trattandosi di uno strumento destinato a funzio-


RX-TX nare con segnali di alta frequenza, occorrerà fare
in modo che la costruzione tenga conto di certi
particolari elementi. Per esempio, occorrerà fare
in modo che i collegamenti risultino corti il più
possibile e che le saldature vengano eseguite a re-
gola d'arte servendosi di un ottimo saldatore con
potenza di almeno 30 W, tenendo conto che le
saldature più critiche sono quelle di massa. I ter-
RACCORDO minali della resistenza R1 e del potenziometro R2
a'T e quelli del diodo al germanio D1 dovranno es-
CONTR. MODUL. sere i più corti possibili.
L'intera costruzione dovrà essere contenuta in u-
CAVO COASS. na scatola metallica provvista internamente di u-
no schermo di rame, di ottone, di lamiera o altro
materiale saldabile a stagno, in modo da fungere
da elemento separatore elettrostatico ed elettro-
Flg. 5 - In questo disegno interpretiamo il concetto di magnetico tra la sezione interessata dai segnali
collegamento dello strumento di controllo di modula- di alta frequenza e quella di misura dei segnali
zione con l'uscita de! ricetrasmettitore CB. Occorre ne-
cessariamente far uso di un raccordo di tipo a • T • e
di bassa frequenza, così come indicato sulla parte
di cavo coassiale. sinistra del piano costruttivo dello strumento ri-
portato in figura 3.

IMPIEGO DELLO STRUMENTO

Abbiamo già detto che per l'uso corretto dello


stenza Rl, occorre fare in modo che l'indice del' strumento descritto in queste pagine occorre ser-
milliamperometro raggiunga il fondo-scala. virsi di un raccordo a "T" per il collegamento
A questo punto si modula il segnale portante del con l'impianto d'antenna, servendosi esclusiva-
trasmettitore con un segnale di bassa frequenza, mente di cavo coassiale per trasmissione, così co-
per esempio parlando davanti al microfono. Sui me illustrato nello schema di figura 5.
terminali del condensatore passante Cl si otterrà Ricordiamo per ultimo che la regolazione del po-
una tensione continua di valore pari a quello pre- tenziometro di sensibilità R2 dovrà essere effet-
cedentemente determinato dalla sola portante, da- tuata soltanto saltuariamente e, in particolar mo-
to che a causa del basso valore del condensatore do, quando si ritiene che possa essere cambiata
passante Cl il segnale di bassa frequenza non vie- la potenza di emissione del trasmettitore, per e-
ne filtrato. sempio in presenza di variazioni della tensione di
Per mezzo del condensatore elettrolitico C2 il se- alimentazione.

657
FUSIBILE
ELETTRONICO
Con il termine " cortocircuito " si definisce un lettrici dai cortocircuiti. Esso risulta inserito fra
contatto elettrico, normalmente accidentale, cioè la sorgente alimentatrice e il circuito utilizzatore.
non spontaneamente provocato dall'operatore, in Purtroppo. per la sua stessa natura, il fusibile è
grado di produrre un grande flusso di corrente un dispositivo utile in molti casi, ma pericolo-
elettrica attraverso uno o più componenti, oppu- so in altri. Perché la sua " risposta" è molto
re attraverso un intero circuito. lenta. E ciò significa che nella maggior parte dei
Quando l'intensità di corrente supera un certo circuiti elettronici il classico fusibile termico non
valore, allora gli elementi del circuito interessato è adatto a svolgere un compito protettivo, perché
dal comportamento anomalo della corrente si ri- il tempo di fusione diviene maggiore di quello di
scaldano; questi elementi possono essere i fili con- distruzione dei componenti elettronici a causa del-
duttori, le resistenze, i semiconduttori, ecc. l'eccessivo flusso di corrente.
Il riscaldamento, causato dall'eccessivo passaggio Tenuto conto, dunque, della fragilità della gran
di corrente, può divenire un vero e proprio sur- parte dei componenti elettronici e del loro valore
riscaldamento, elevando la temperatura a valori commerciale, il fusibile termico non può più es-
assolutamente insopportabili o tali da provocare sere preso in considerazione, ma deve essere so-
la fusione del metallo conduttore in uno o in di- stituito con un altro tipo di fusibile più adatto e,
versi punti di un circuito elettrico. soprattutto, dotato di una " risposta " molto più
rapida. E questo tipo di fusibile, che ci proponia
mo di presentare ora è stato da noi chiamato "fu-
FUNZIONE DEL FUSIBILE sibile elettronico ".

Il compito affidato al più classico dei fusibili ter-


mici, composti da una lega a bassa temperatura FUNZIONAMENTO DEL FUSIBILE
di fusione, è quello di interrompere il passaggio
di corrente quando l'intensità di questa supera II fusibile elettronico, di cui proponiamo al let-
certi valori limiti imposti da un determinato cir- tore la costruzione, è in grado di limitare la mas-
cuito. sima corrente erogabile da un alimentatore in
II fusibile termico, quindi, protegge i circuiti e- corrente continua ad un valore preregolato tra-

658
mite un potenziometro. Ciò signifi ca che il nostro presentato in figura 1.
dispositivo potrà essere montato a valle di tutti Il potenziometro R6 pennette di stabilire su qua-
quegli alimentatori in corrente continua destina- le preciso valore di corrente in uscita il circuito
ti al collegamento con le più svariate apparec- debba interrompere l'alimentazione, cioè debba
chiature elettroniche : amplificatori di bassa fre- comportarsi come un interruttore aperto.
quenza, amplificatori di alta frequenza, radiorice- Le diciture ENTR. e USC. sono di facile inter-
vitori, radiotrasmettitori, stazioni ricetrasmitten- pretazione: sull'entrata si applicano gli elementi
ti, ecc. di uscita dell'alimentatore, sull'uscita si applica
Il progetto del fusibile elettronico è pilotato da invece l'apparato utilizzatore. Quando il fusibile
tre transistor, di cui due sono al silicio e di tipo elettronico interrompe il flusso di corrente, l'ap-
NPN, il terzo è al germanio e di tipo PNP. parato utilizzatore risulta disalimentato.
Il principio di funzionamento del dispositivo è Ma vediamo in qual modo si verifica il fenomeno
basato sul comportamento dei transistor, che è di interruzione della corrente in uscita quando
analogo a quello degli interruttori, sfruttando il l'assorbimento supera un certo limite prestabilito

Questo dispositivo non tollera il minimo sovraccarico dell'appa-


rato utilizzatore e scatta, appena si supera il valore di soglia,
rendendo impossibile l'alimentazione dei circuiti posti sotto
protezione. Esso trova la sua più naturale collocazione all'inter-
no degli alimentatori non stabilizzati, cioè sprovvisti di disposi-
tivi limitatori di corrente o interruttori automatici in presenza di
cortocircuiti.

valore di soglia di 0,6 V corrispondente al valore tramite il potenziometro R6.


di conduzione della giuntura base-emittore del Abbiamo parlato in precedenza del valore di so-
transistor al silicio. In pratica, quando la tensione glia di 0,6 V corrispondente al valore di condu-
di soglia supera il valore di 0,6 V, il transistor zione della giunzione base-emittore di un transi-
risulta conduttore, cioè si comporta come un in- stor al silicio. Ed abbiamo anche detto che il fun-
terruttore chiuso, mentre con le tensioni di soglia zionamento del fusibile elettronico si basa su que-
inferiori allo 0,6 V, il transistor si trova all'inter- sto elemento. Ebbene, nel nostro caso, la tensione
dizione e si comporta come un interruttore aper- di soglia di 0,6 V che ci interessa è quella della
to, cioè non conduce corrente ed interrompe l'a- giunzione base emittore del transistor TR3.
limentazione dell'apparato posto sotto protezione. Le due resistenze R5-R6, collegate in serie fra di
Da queste poche note introduttive il lettore avrà loro, per effetto della corrente che attraversa il
dedotto la notevole efficacia e la grande utilità circuito principale, provocano una caduta di
del dispositivo elettronico progettato nei nostri la- tensione, stabilita dalla seguente formula:
boratori. Ma l'interesse alla sua costruzione e al
montaggio negli alimentatori in corrente continua V (R54R6)xI
scaturirà immediato subito dopo aver veduto il
circuito elettrico di figura 1 e, soprattutto, dopo Quando il valore di questa tensione risulta infe-
averne interpretato il funzionamento. riore a 0,6 V, il transistor TR3 si trova all'inter-
dizione, consentendo alla corrente che attraversa
la resistenza Rl di interessare anche la resistenza
CIRCUITO DEL FUSIBILE R4 e, conseguentemente, la base del transistor
TR2, che diviene conduttore.
Il progetto del fusibile elettronico è quello rap- Anche il transistor TRl riceve corrente sulla sua

659
TR1

TR2

R1 R2

ENTR. 01 use.

5[
+ +

c1 C2

TR3
Fig. 1 - Il progetto del fusibile elettronico è quello di R5
un interruttore automatico di corrente, il cui funzio-
namento si basa sul valore di soglia della tensione
corrispondente al valore di conduzione della giuntura
base-emittore del transistor al silicio TR3. La limita-
zione di corrente in uscita viene stabilita tramite il
potenziometro R6 che è di tipo a filo.
R6

-----COMPONENTI----
Condensatori R4 = 2.200 ohm
C1 = 51F 16 VI (elettrolitico) R5 = 0,6 ohm - 1 W
C2 .= 51F 16 VI (elettrolitico) R6 = 20 ohm -2 W (potenz. a filo)
Varie
Resistenze TR1 = AD162
R1 = 3.300 ohm TR2 = 2N1711
R2 = 3.300 ohm TR3 = 2N1711
R3 = 1.000 ohm D1 = 1N4004

base e si comporta da interruttore chiuso, cioè tore chiuso e riducendo praticamente a zero il va-
da elemento conduttore, consentendo alla corren- lore della tensione presente sui terminali del con-
te di fluire liberamente nel circuito principale. densatore elettrolitico C2. Ne consegue che il
Quando il valore della corrente " I " supera quel- transistor TR2 va all'interdizione e il transistor
lo prefissato dal circuito utilizzatore, il valore del- TRl, non ricevendo più corrente sulla sua base,
la tensione "V", determinato dalla precedente cessa di condurre ed interrompe la corrente nel
formula, supera il valore di soglia di 0,6 V del circuito principale, comportandosi come un inter-
transistor TR3, il quale entra immediatamente ruttore aperto o, meglio, come un fusibile elet-
in conduzione, comportandosi come un interrut- tronico.

660
CORRENTI DI LIMITAZIONE
Resistenza totale Corrente di
In realtà la corrente nel circuito principale non R54R6 limitazione
si annulla completamente, ma raggiunge un va-
lore costante stabilito dal potenziometro R6.
0,6 ohm 1 A
Questa corrente di valore costante prende il no- 1,2 ohm 0,5 A
me di corrente di limitazione ed il suo valore ri- 2 ohm 0,3 A
mane determinato dalla seguente formula: 4 ohm 0,15 A
6 ohm 0,1 A
0,6 12 ohm 0,05 A
Ilim. = 20 ohm 0,03 A
R5+R6

Ma scendiamo sul terreno della pratica ed attri- Il potenziometro R6, che deve essere di tipo a
buiamo alle resistenze R5-R6 valori compresi fra filo, in modo da sopportare una potenza elettri-
0,6 e 20 ohm, in modo che i corrispondenti va- ca di 2 W, deve avere il valore massimo di 20
lori delle correnti di limitazione risultino compre-
ohm, così da attribuire al fusibile elettronico la
si fra i 30 mA e 1 A.
La tabella, riportata a destra, evidenzia chiara- possibilità di erogare all'apparato utilizzatore la
mente la dipendenza tra il valore complessivo del- corrente di minimo valore di 30 mA. Escludendo
le resistenze R5 + R6 e quello della corrente di invece completamente la resistenza del potenzio-
limitazione. metro R6, la resistenza R5, che ha il valore di 0,6

3 4
Fig. 2 - Ricorrendo all'uso del circuito stampato, il progetto del fusibile elettronico potrà esse-
re praticamente realizzato nel modo indicato in questo piano costruttivo, nel quale è assente
soltanto il potenziometro di regolazione della corrente di !Imitazione R6, che verrà montato a
parte. Il transistor di potenza TR1 verrà munito di radiatore soltanto se il dispositivo sarà chia-
mato a controllare correnti di notevole intensità.

661
o

Fig. 3 - Disegno del circuito stam-


pato, in scala 1/1, che il lettore
potrà comporre per ottenere una
realizzazione ordinata del proget-
to del fusibile elettronico.

ohm, permetterà al fusibile elettronico di eroga- bile per realizzare un circuito ordinato, razionale
re una corrente massima di 1 A. e compatto. Sul circuito stampato, che abbiamo
riportato in scala 1/1 nella figura 3, potranno es-
sere applicati tutti i componenti elettronici del
REALIZZAZIONE DEL CIRCUITO fusibile, fatta eccezione per il potenziometro R6
e per le boccole di entrata e di uscita del circuito
La realizzazione pratica del progetto del fusibile del fusibile elettronico. •
elettronico risulta assai semplice, soprattutto per- Il piano di cablaggio del progetto di figura 1 è
ché il lettore potrà effettuarla secondo i propri riportato in figura 2, mentre quello completo del
gusti, non esistendo elementi d'obbligo costrutti- dispositivo, qualora questo non debba essere in-
vi dell'apparato. serito dentro un alimentatore stabilizzato, appare
L'uso del circuito stampato è soltanto consiglia- in figura 4.
Se il fusibile elettronico sarà destinato a control-
lare basse correnti di limitazione, oppure basse
tensioni di alimentazione, per esempio correnti
di 200 mA o tensioni di 4,5 V, non occorrerà
montare alcuna aletta di raffreddamento in cor-
rispondenza del transistor di potenza TRl. In
CIRCUITO caso contrario, il transistor TR 1 dovrà essere mon-
STAMPATO tato su opportuno radiatore, allo scopo di evitare
il surriscaldamento del componente.
Per i transistor TR2-TR3 non è invece richiesto
alcun elemento radiatore, neppure in presenza di
tensioni e correnti di limitazione intense.
+ +

MODALITA' D'USO
REG. CORR
Il nostro fusibile elettronico potrà essere collega-
to con il circuito di alimentazione secondo moda-
Fg. 4 - Volendo realizzare un dispositivo indipendente,
il fusibile elettronico potrà essere composto nel modo lità diverse, tenendo conto delle possibilità di in-
indicato in questo piano costruttivo. Tutto è racchiuso tervento tramite lievi modifiche ai circuiti di ali-
• conten itore metallico sulla cui parte anteriore so-
e
mentazione.
i le bocco le di entrata, di uscita e il poten- Volendo inserire il fusibile elettronico dentro un
regolazione della massima corrente uscente
alimentatore stabilizzato, converrà collegarlo tra
le sezioni di rettificazione-filtraggio e quella di
stabilizzazione. Soltanto in questo modo viene e-
TRASF. = Prim. 220 V - se. 13 V - 1,5 A (20 W)
PONTE DIODI =
2A
CONDENS. = 4.700 F - 24 VI (elettrolitico)
Fig.5 - Volendo costruire
un apparato a sé, il pro-
getto del fusibile elettro-
nico di flg,ura 1 dovrà esse-
re corredato con quello del PRIM. SECONDARIO
semplice alimentatore qui 13V-1,5A
riportato, che fa uso di un
trasformatore di alimenta-
zione da 20 W e di un e
ponte raddrizzatore a diodi
da 2 A.
+ USCITA
:i
INT. 470LC.C.
F
e
RETE
TRASF

liminata la lieve ma inevitabile caduta di ten- Il nostro fusibile elettronico, oltre che in unione
sione che normalmente si ottiene con l'inserimen- con gli alimentatori stabilizzati, potrà essere a-
to del circuito di limitazione e che si aggira in- dottato come dispositivo a sé, con lo scopo di pro-
torno a 0,1 0,6 V. teggere, ad esempio, apparati amplificatori di po-
Qualora tale soluzione non risultasse possibile, si tenza. Con questo uso del fusibile elettronico oc-
potrà sempre inserire il limitatore di corrente nel correrà costruire anche un alimentatore non sta-
modo indicato in figura 6, cioè esternamente fra bilizzato, come quello riportato in figura 5, col-
l'alimentatore e l'apparato di carico sotto con- legandolo al circuito del fusibile. In questo modo
trollo. In questo caso tuttavia si dovrà tener con-
to della diminuzione di tensione variabile fra 0,1 sarà consentita una perfetta protezione di un qual-
e 0,6 V, relativamente all'intensità di corrente as- siasi carico altrimenti non effettuabile con gli or-
sorbita dall'apparato utilizzatore. dinari fusibili elettrici.

ALIMENTATORE
Flg. 6 - Esempio di cole-
gamento del dispositivo li-
mitatore di corrente fra un CARICO SOTTO FUSIBILE ELETTR.
apparato alimentatore non CONTROLLO
stabilizzato e privo di in-
terruttori di limitazione e-
lettronici e un dispositivo
di carico di qualsiasi tipo.
Si notino, in corrisponden-
za della manopola collegata 00
con, il perno del potenzio-
metro di regolazione, i va-
lori, generici, espressi in
mllliampère, delle correnti
di limitazione.

663
,.,

ELETTRICITA'
E FLORA
Non tutto il mondo vegetale sembra reagire
favorevolmente quando viene investito, na-
turalmente o artificialmente, da campi elettro-
statici. Ma una gran parte delle più comuni
piante degli orti e dei giardini cresce più ra-
pidamente e rigogliosamente ricorrendo a
semplici applicazioni di elettrocoltura. E ciò
è quanto vi proponiamo di sperimentare do-
po aver costruito il generatore di campi elet-
trostatici descritto in queste pagine.

Ci è già capitato di prendere in esame alcuni a- colari luoghi e condizioni atmosferiche, intrapren-
spetti di reazione del mondo vegetale agli stimoli dendo una nuova tecnica che potremmo definire
elettrici esterni. di " elettrocoltura ".
Nel fascicolo del marzo '75, infatti, proponemmo
ai nostri lettori particolarmente interessati alla bo-
tanica la realizzazione di un dispositivo sensore in CRONISTORIA DELL'ELETTROCOLTURA
grado di valutare la sensibilità delle piante e di
ascoltarne il misterioso linguaggio. La provocazione artificiale dello sviluppo degli
Questa volta il tema che ci accingiamo a svolge- organismi vegetali, tramite fenomeni di natura
re è molto più realistico. Perché ci proponiamo elettrostatica, risale ai principi del nostro secolo,
di suggerire, a coloro che vorranno seguirci nella quando un fisico finlandese, dopo una escursione
lettura di queste brevi note e a chi ha il culto del polare, si accorse che la veloce crescita della ve-
giardinaggio, la sostituzione dei più tradizionali getazione nel corso della breve estate artica era
fertilizzanti, che oltretutto inquinano la natura dovuta esclusivamente alle caratteristiche elettri-
coi nitrati in essi contenuti, compromettendo il che dell'atmosfera presente in quelle latitudini.
grado di purezza dell'acqua presente sulla super- Quello stesso scienziato riprodusse poi nel proprio
ficie terrestre, nonché l'aspetto estetico e le con- laboratorio le stesse condizioni atmosferiche con-
dizioni ecologiche del panorama, con la stimola- statate nella zona artica, aumentando l'intensità
zione elettrica delle piante. E questo suggerimen- della corrente che normalmente scorre tra l'aria
to vuole anche essere un invito ai lettori per spe- e le piante. Ben presto egli si accorse che le
rimentare e per conoscere quali e quanti vegetali strutture vegetali denunciavano un notevolissimo
reagiscono favorevolmente all'elettricità in parti- o, comunque, abnorme, sviluppo.

664
Questi esperimenti furono successivamente ripre- anche affermare che, almeno fino a questo mo-
si nel tempo da altri appassionati e studiosi e mento, la scienza non è stata in grado di chiarire
sempre si riscontrò la veridicità del fenomeno di perfettamente tutti i fenomeni inerenti al tratta-
influenza elettrica positiva sulle piante. mento elettrico delle piante. Non ci resta quindi
che invitare il lettore alla realizzazione del nostro
dispositivo, affidandogli la più ampia sperimenta-
SPERIMENTAZIONE DILETTANTISTICA zione di questo nel mondo vegetale.
L'altro punto su cui dobbiamo richiamare l'atten-
Ovviamente non è possibile proporre ai nostri zione del lettore è di natura fisiologica. Vogliamo
lettori una sperimentazione di grandi proporzioni dire in questo caso che, in un preciso punto del
dei fenomeni di influenza elettrica sul mondo ve- circuito del nostro apparato, è presente un valore
getale. Possiamo invece invitare tutti gli appas- di tensione continua molto elevato, in grado di
sionati di questo settore dell'elettronica a realiz- provocare danni fisiologici anche irreparabili. Ec-
zare un semplice apparato di laboratorio, in ver- co perché ci capiterà più volte, nel prosieguo del-
sione miniaturizzata rispetto a quelli di carattere 1' articolo, di raccomandare al lettore la massima
professionale, sufficientemente economico e di fa- prudenza durante l'uso del dispositivo, perché u-
cile uso. Ma prima di entrare nel vivo dell'argo- na sola mossa sbagliata potrebbe risultare fatale.
mento, cioè prima di analizzare il funzionamento Il pericolo invece risulta scongiurato se il circui-
del dispositivo elettrico in grado di influenzare la to verrà realizzato attentamente, secondo le istru-
crescita delle piante, vogliamo informare il let- zioni da noi elencate e se il dispositivo verrà usa-
tore su due punti di notevole importanza. to prudentemente.
Il primo di questi è di natura psicologica. Voglia-
mo cioè invitare il lettore a non credere eccessi-
vamente in risultati magici derivanti dall'uso del ANALISI DEL PROGETTO
nostro dispositivo. Perché ci si accorgerà che, in
taluni casi, i risultati saranno appariscenti, men- Il progetto dello stimolatore elettrico delle piante
tre in altri saranno deludenti. è riportato in figura 1. Lo ripetiamo ancora, non
In alcuni tipi di vegetali, ad esempio, le virtù del si tratta di un giocattolo, ma di un apparato che
dispositivo si riveleranno soltanto se abbinate ad soltanto gli adulti possono utilizzare con grande
un innaffiamento molto più abbondante di quello attenzione, perché i 3.000 V circa, presenti a val-
normalmente necessario. E ciò sarà soprattutto va- le del ponte raddrizzatore a diodi, potrebbero di-
lido per certi ortaggi, come i piselli e le carote. venire un'arma offensiva nei confronti dell'ope-
Se le giornate sono molto calde e le piante sotto- ratore.
poste al trattamento risultano esposte ad un so- Il circuito di figura 1 è quello di un alimentatore
le intenso, il trattamento elettrico deve essere ar- che, tramite il trasformatore elevatore di tensio-
restato. E in tal caso consigliamo ai lettori di e- ne Tl, e il circuito di raddrizzamento composto
quipaggiare il nostro dispositivo con un semplice dai diodi D1-D2-D3-D4, consente di ottenere u-
circuito a relé, azionato da una cellula fotoelet- na tensione continua del valore di 2.800 V circa;
trica e collegato in serie con la linea di alimen- con una simile tensione viene caricato il conden-
tazione, in modo da rappresentare un razionale satore Cl che, assieme alle resistenze R4-R5-R6,
mezzo automatico di controllo in grado di inter- compone il filtro di livellamento, trasformando
rompere il trattamento elettrico nelle condizioni la tensione alternata, presente sull'avvolgimento
sfavorevoli or ora menzionate. secondario <lei trasformatore T1. in una cor-
Talvolta potrà essere necessario abbinare il trat- rente continua che, come si sa, è ben più perico-
tamento elettrico con un trattamento a base di losa della corrente alternata.
fertilizzanti organici di tipo normale. La tensione continua, presente sull'uscita del di-
Ricordiamo ancora che, sotto molti aspetti, le spositivo, viene applicata ad un elettrodo che po-
piante possono essere considerate come semicon- tremmo anche chiamare " antenna ". Esso costi-
duttori organici, cioè come elementi in grado di tuisce in pratica l'elettrodo positivo del condensa-
condurre elettroni almeno apparentemente. E il tore, che verrà sovrapposto alla pianta destinata
passaggio di questi elettroni attraverso le piante al trattamento elettrico.
provoca fenomeni secondari che influiscono, a vol- L'elettrodo negativo è rappresentato ovviamente
te in modo vantaggioso e a volte in modo distrut- dall'altro terminale del condensatore C1. La pian-
tivo, nei confronti dello sviluppo. ta, dunque, così come indicato in figura 1, verrà
A conclusione di questo primo punto possiamo sistemata fra questi due elettrodi.

665

o
o
o
N
u
La)
V,

Flg. 1- Il progetto del generatore di campi elettrostatici è quello di un alimentatore ad alta


tensione, che presenta una certa pericolosità nell'uso a causa della presenza di una tensione
continua che si agglra intorno al 2.800 V circa. Il processo di elettrocoltura si ottiene ponendo
la pianta fra l'elettrodo positivo e quello negativo d'uscita del generatore. Le resistenze R7-R8
vengono montate a parte, a41'1ntemo di uno scaricatore di tensione, da usarsi soltanto quando
l'alimentatore viene disinnestato dalla rete luce.

COMPONENTI
C1 = 250.000 pF - 5.000 VI (a carta o ad olio) R7 = 150.000 ohm - 1 W
R1 = 220.000 ohm - ½ W R8 = 150.000 ohm - 1 W
R2 = 100.000 ohm - ½ W D1-D2-D3-D4 = diodi per rettif. SHT per TV
R3 = 100.000 ohm - ½ W (15.000 V)
R4 = 2,2 megaohm - ½ W LN = lampada al neon
R5 = 2,2 megaohm - ½ W T1 = trasf. d'allmentaz. 220 V - 2.000 V -
R6 = 2,2 megaohm - ½ W 20 W (GBC - HT3530-20)

SCARICA DEL CONDENSATORE C1 REALIZZAZIONE PRATICA

Le resistenze R7-R8, collegate in parallelo con gli Veniamo ora alla realizzazione pratica del gene-
elettrodi del dispositivo, compongono un elemen- ratore di alta tensione.
to "volante" che permette di scaricare comple- La costruzione verrà iniziata dopo essersi procu-
tamente il condensatore Cl quando non si fa più rati tutti i componenti necessari che, pur risultan-
uso dell'apparato. Il condensatore Cl, infatti, po- do in numero limitato, potrebbero non essere fa-
trebbe rimanere carico per molto tempo, con gra- cilmente reperibili in commercio. Il trasformato-
ve pericolo per coloro che, ritenendo l'impianto re elevatore di tensione T1 deve avere una poten-
elettrico disattivato, venissero casualmente in con- za compresa fra i 10 e i 20 W, mentre il valore
tatto con gli elementi che fanno capo al conden- della tensione sull'avvolgimento secondario deve
satore. aggirarsi intorno ai 2.000 V.

666
Questo valore della tensione secondaria del tra- tro diodi raddrizzatori, il lettore potrà servirsi di
sformatore T J non costituisce un elemento criti- un solo elemento d rettificazione, perché i risul-
co, perché anche valori notevolmente superiori, tati saranno identici. In ogni caso, dovendo ac-
per esempio di 3.000 V, consentiranno di realiz- quistare dei componenti nuovi, consigliamo di sce-
zare un apparato con risultati analoghi o, presu- gliere sempre la soluzione più economica della
mibilmente, migliori. rettificazione a singola semionda con un solo dio-
Il trasformatore T l potrà essere recuperato da do.
carcasse di vecchi oscilloscopi o di altre apparec- Il condensatore Cl, che ha un valore capacitivo
chia ture che montano tubi a raggi catodici. Esso di 250.000 pF circa, deve essere caratterizzato da
potrà essere recuperato anche da certi tipi di ozo- una tensione di lavoro pari o superiore a 5.000 V.
nizzatori fuori servizio. Tuttavia, non riuscendo a Esso può essere di tipo a carta oppure ad olio.
reperire un trasformatore di recupero, converrà E' molto importante che questo condensatore non
acquistarlo nuovo; e a tale proposito consigliamo risulti un componente di recupero; deve essere
il modello della GBC che va sotto la sigla HT quindi assolutamente nuovo e perfetto, cioè com-
3530/20. pletamente privo di perdite dovute ad invecchia-
Per quanto riguarda i diodi rettificatori DI-D2- mento.
D3-D4, questi dovranno essere adatti per le alte Per la realizzazione del nostro dispositivo è asso-
tensioni. Potranno quindi essere recuperati da cir- lutamente necessario far uso di un isolatore pas-
cuiti ad alta tensione di vecchi televisori, oppure sante, in grado di isolare una tensione di 6.000
acquistati nuovi presso qualsiasi rivenditore di ma- ± 8.000 V almeno. Esso sarà di tipo di quello
teriali elettronici. disegnato in alto, a destra nello schema di figura
Volendo evitare il collegamento a ponte di quat- 2. La funzione di questo componente è ovvia: de-

Fig. 2 - Il cablaggio del generatore di campi elettrostatici deve essere realizzato tenendo in
massimo conto l'isolamento dell'elettrodo positivo del condensatore Cl. L'isolatore ceramico
o di porcellana consente l'uscita perfettamente isolata del conduttore di alta tensione dal conte-
nitore metallico del dispositivo. Quest'ultimo, cosi come si usa fare per tutti gli elettrodomesti-
ci, dovrà risultare accuratamente collegato a massa tramite un cavo di rame di grossa sezione.

667
GANCIO

Fig. 3 - Lo scaricatore di tensione, che dovrà essere co-


R7 struito nei modo Illustrato in questo disegno, è assolu-
tamente necessario per scaricare completamente il con-
densatore C1 del generatore di tensione quando questo
non viene più usato dopo un trattamento più o meno
lungo di elettrocoltura.

R8

spositivo. Nel caso in cui non si riuscisse a repe-


rire un tale isolatore, si potrà uscire dal conteni-
tore metallico con un cavo per alta tensione, per
sAoAroif
esempio del tipo di quello adottato per le cande-
FILO DI le delle autovetture.
MASSA
at Come accade per tutti gli elettrodomestici, allo
scopo di salvaguardare l'incolumità dell'operato-
re o dell'operatrice e per ottemperare alle vigenti
disposizioni di legge, anche il nostro dispositivo
dovrà risultare collegato a terra. E questo colle-
gamento verrà effettuato allo stesso modo di quel-
ve permettere il collegamento dell'alta tensione li dei normali elettrodomestici, cioè collegandosi
uscente dalla resistenza R6, cioè dall'elettrodo del con un filo di rame di grossa sezione con una tu-
condensatore C 1, con l' « antenna », senza interes- batura dell'acqua, del gas o del termosifone.
sare minimamente il contenitore metallico del di- Sulla tubatura, preventivamente ripulita dagli os-

Fig. 4 - Con questo disegno interpretiamo il processo


di e-tettrocoltura proposta ai lettori nel corso dell'arti-
colo. Il piatto metallico, sul quale è appoggiato il va-
o so con fa pianta, rappresenta l'elettrodo negativo del ge-
l-
o:: neratore di alta tensione. L'elettrodo positivo, che po-
o tremmo chiamare « antenna », è rappresentato da un
a.
a. cerchio di rame, sostenuto da un'asta di supporto e
::> sovrapposto alla pianta. La distanza di 1 +3 metri fra
0
i due elettrodi è consigliabile almeno per i primi espe-
5 rimenti.
1
0
d GENER. AT

PUNTALE DI
SCARICA

668
sidi e da altre eventuali impurità, si avvolgerà in tubetto isolante di. plastica, dello spessore di 1
modo stretto il conduttore di terra con due o tre mm. almeno. Le resistenze R7-R8 dovranno es-
spire, serrandole poi per mezzo di una fascetta sere avvolte accuratamente con nastro isolante,
metallica. Quest'ultima raccomandazione vuole in modo da scongiurare eventuali scariche elet-
evidenziare l'importanza di un perfetto contatto triche tra questi componenti e il tubetto di me-
elettrico fra il filo di rame di terra e la tubatura tallo.
con cui esso viene collegato.

USO DEL DISPOSITIVO


LO SCARICATORE
Il nostro dispositivo verrà utilizzato nel modo in-
In figura 3 abbiamo presentato lo schema costrut- dicato nello schema di figura 4.
tivo dello scaricatore del condensatore Cl che do- L'« antenna » rappresentativa del conduttore ad
vrà essere usato ogni volta che il dispositivo gene- alta tensione, costituita in pratica da un cerchio
ratore di alta tensione viene messo in disparte, di filo di rame, verrà sovrapposta alla pianta sot-
vale a dire fuori esercizio. toposta a trattamento elettrico. II vaso verrà ap-
E' assai importante che le resistenze R7-R8 ri- poggiato su un piatto metallico direttamente col-
sultino contenute in un tubetto cilindrico metal- legato con il morsetto negativo dell'apparato, va-
lico, perfettamente collegato a massa nel punto le a dire con il circuito di massa.
indicato con la dicitura SALDATURA. Non disponendo di un piatto metallico, il pro-
L'importanza di questa saldatura è ovvia: essa blema potrà essere ugualmente risolto infilando
garantisce la manovra di scarica dell'operatore nel vaso uno o più picchetti metallici, del tipo
in condizioni di assoluta incolumità. di quelli usati nei campeggi.
In ogni caso consigliamo di non avvicinarsi con Per i primi esperimenti consigliamo di mantene-
alcuna parte del corpo all'elettrodo di alta ten- re fra il piatto metallico e l' « antenna» una di-
sione, cioè al GANCIO, perché solo in questo stanza variabile fra un metro e tre metri, tenendo
punto possono ritrovarsi motivi di pericolosità. conto che gli influssi elettrici sulla pianta vengo-
Fra la parte interna metallica del tubo cilindrico no sempre provocati dal campo elettrico che con-
e le due resistenze R7-R8, deve essere inserito un giunge l'« antenna » con il piatto metallico.

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un piccolo altoparlante quando si agisce su un
interruttore. Tramite un amplificatore BF, è pos-
sibile realizzare un richiamo acustico pubblicita-
rio, un segnale stimolante nelle competizioni spor-
tive, una tromba acustica per auto.

669
I DIODI
NELLA
PRATICA
puntata

Il diodo a semiconduttore è senza dubbio uno tipo di applicazione pratica, il dominio è riserva-
dei componenti elettronici più versatili. So- to ai diodi al selenio e al silicio.
prattutto perché lo si trova in una vasta gamma I diodi al germanio, che un tempo avevano le di-
di applicazioni pratiche, che si estendono dal set- mensioni di un normale condensatore a carta, og-
tore della bassa frequenza a quello dell'alta fre- gi vengono costruiti in dimensioni piccolissime,
quenza, fino ai controlli di automatismi più o più piccole di quelle di una resistenza da un quar-
meno sofisticati. to di watt. Essi vengono impiegati, principalmen-
Una rassegna completa di tutte le possibili ap- te, nei circuiti rivelatori degli apparati riceven-
plicazioni dei diodi a semiconduttore sarebbe ti a transistor e sono presenti sia nei ricevitori
assolutamente impossibile da parte nostra nello radio dal circuito più semplice, a carattere didat-
spazio di due sole puntate. Eppure ci proponia- tico, sia in quello di tipo professionale.
mo, attraverso l'estensione di poche pagine, di Il diodo al germanio è un componente dotato
prendere in considerazione la parte più impor- di polarità positiva e negativa, e ciò significa
tante delle possibili applicazioni pratiche dei che esso conduce la corrente continua secondo
diodi che possono direttamente interessare i no- un preciso verso, mentre oppone resistenza cievata
stri lettori. al passaggio della corrente continua nel verso
La trattazione dell'argomento verrà fatta molto opposto. Il terminale positivo di un diodo al ger-
semplicemente attraverso la presentazione di manio è facilmente riconoscibile, in pratica, per-
un certo numero di progetti di dispositivi elettro- ché l'involucro esterno del componente risulta
nici di notevole importanza. contrassegnato con una fascetta colorata.
La maggior parte dei nostri lettori sa che le ap- La conduttività diretta di un diodo al germanio
plicazioni fondamentali dei diodi, quelle che i può essere riscontrata applicando ai suoi termi-
tecnici montatori o riparatori riscontrano nella nali i puntali di un tester commutato nella misu-
pratica di ogni giorno, si possono ridurre a due: ra ohmmetrica. Applicando il puntale positivo
rivelazione dei segnali di alta frequenza e ret- sul terminale dei diodo corrispondente alla fa-
tifcazione delle correnti alternate di alimentazio- scetta colorata ed applicando l'altro puntale dello
ne. strumento al secondo terminale del diodo, si do-
Nel primo tipo di applicazione pratica dei dio- vrà rilevare un valore di resistenza di cento ohm
di, imperano i diodi al germanio; nel secondo circa. Collegando, invece, i puntali dell'ohmmetro

670
in senso inverso, si dovrà rilevare una misura
di resistenza compresa fra i centomila e i cinque-
centomila ohm. Valori di resistenza inferiori ai
ANT.
duecentomila ohm stanno ad indicare che il dio-
do al germanio in esame è senz'altro difettoso
e va immediatamente sostituito.
La sostituzione del diodo deve essere fatta os- D01
servando la tecnica richiesta dai transistor: salda-
tura rapida con saldatore dotato di punta sottile e
ben calda. Un altro accorgimento da tener ben
J1 C1
presente, in fase di sostituzione di un diodo, con- A
siste nell'applicare al circuito il nuovo diodo nel-
la stessa posizione in cui era applicato quello
difettoso, allo scopo di evitare possibili inneschi.
Dopo queste premesse di carattere generale sul
diodo, peraltro importanti ai fini della pratica
di ogni giorno, passiamo senz'altro alla rassegna
dei più conosciuti circuiti di applicazione del dio- Fig. 1 - Elementare circuito di strumento misuratore
do a semiconduttore. dell'intensità di campo elettromagnetico presente sul-
l'antenna. Il diodo a semiconduttore svolge, in tale oc-
casione, un ruolo di notevole importanza.

IL DIODO NEI CIRCUITI AF


C1 = 1.000 pF
Uno degli usi più tipici del diodo a giunzione
D1 = diodo al germanio (dì qualsiasi tipo)
J1 = bobina AF (2,5 mH)
è quello di rivelatore di alta frequenza. In figura A = galvanometro da 100 A fondo-scala
1 è riportato l'esempio di un semplicissimo cir-

cuito misuratore di campo, nel quale il diodo


Attraverso due successive Dl, che è di tipo al germanio, serve per raddriz-
zare le semionde negative del segnale di alta fre-
puntate, abbiamo cercato di quenza captato dall'antenna e presente nella bo-
bina Jl. La tensione presente sui terminali di
toccare i punti di maggior in-
questo componente viene in un primo tempo sot-
teresse di questo importante toposta al processo di rettificazione da parte del
diodo al germanio Dl, successivamente viene li-
settore dell'e'lettronica, pre- vellata per mezzo del condensatore Cl. La ten-
sentando un nutrito numero di sione continua viene misurata dallo strumento
I galvanometrico, che è quindi in grado di valuta-
circuiti semplici, economici, I re l'entità del campo elettromagnetico presente
t sull'antenna.
ma di grande utilità pratica.
I
Alcuni schemi sono stati pro- !
' MISURATORE DI CAMPO
posti soltanto per risvegliare
la memoria del lettore, altri Le figure 2-3 propongono altri due progetti di mi-
suratori di campo, nei quali il diodo al germanio
per far sorgere idee realizza- svolge le stesse funzioni del circuito di figura 1:
quelle di rivelatore dei segnali di alta frequenza.
tive nuove ed originali.
In entrambi i progetti delle figure 2-3 non è
prevista alcuna sintonizzazione della frequenza e
in pratica si tratta di due misuratori di campo
aperiodici.

671
Flg. 2 - Progetto di misuratore di campo elettromagnetico presente
ANì.

c1 Ì In antenna con galvanometro o cuffia. Anche in tale occasione I diodi


a semiconduttore assumono grande Importanza circuitale.

CUFF IA
R2 A 600 n

C1 = 1.000 pF
1.000 pF
R2 = 10.000 ohm (potenziometro)
D1-D2 = diodi al .germanio (di qualunque tipo)
c2 =
R1 = 5.000 ohm A = galvanometro da 100 LA fondo-scala

Il progetto riportato in figura 4 invece è di tipo


sintonizzabile. In esso infatti è previsto il circui- ANT.
to accordato composto dalla bobina L1 e dal
condensatore variabile Cl. Con questo sistema AL RICEV.
il misuratore di campo rileva l'entità dei cam-
pi elettromagnetici presenti sull'antenna e rela-
tivi ad un determinato segnale.
Il diodo al germanio D1 consente la rettificazione
g
RADIO

di un solo segnale, il cui livellamento viene effet- 01


tuato dal condensatore C2. Per rezzo del poten-
ziometro R1 è possibile regolare l'entità della ten-
sione presente sui terminali dello strumento gal-
vanometrico.

c1 C2 A
SONDE AF

Quando si ha la necessità di effettuare misure


di alta frequenza e si dispone soltanto del tester
o, nel migliore dei casi, di un voltmetro elettroni-
co, è necessario far precedere lo strumento di
misura da una apposita sonda per alta frequen-
za. Fig. 3 - Questo progetto di misuratore di campo non
si discosta di molto da quelli delle precedenti figure.
Anche in tale occasione il diodo a semiconduttore L'Indicazione delle misure è offerta dallo strumento
risolve in maniera molto semplice il problema, galvanometrico.
consentendo oltretutto, in virtù delle sue ridottis-
sime dimensioni, la realizzazione di una sonda
che può essere costruita sotto forma di « pun- C1 = 1.000 pF
tale», cioè tale da consentire misure dirette, c2 = 1.000 pF
senza l'interposizione di cavi che attenuano ine- DI = diodo al germanio (di qualunque tipo)
vitabilmente i valori segnalati dallo strumento
R1 = 50.000 ohm (potenziometro)
ad indice.
J1 = bobina AF (2,5 mH)
.A = galvanometro da 100 A fondo-scala
Esempi di circuiti di sonde per alta frequenza
sono riportati negli schemi delle figure 5-6-7.

672
Fig. 4 - Versione più • lussuosa del circuito di un misuratore di campo, che
può essere denominato anche con la dicitura di « ondametro ad assorblmnen-
ANT. to ». La maggiore differenza, rispetto agli altri circuiti, consiste nel fatto che
questo progetto, In virtù della presenza del circuito accordato, permette di
conoscere la frequenza
D1 di un circuito oscillan-
te qualora il condensa-
tore variabile C1 ven-
ga collegato con una
R1 [] [] /] scala opportunamente
A tarata.
C2
L1

C1 = 100 pF (variabile ad aria o a mica) D1 = diodo al germanio (di qualunque tipo)


c2 = 1.000 pF L1 = bobina-sintonia
R1 = 10.000 ohm (potenziometro) uA = galvanometro da 100 A fondo-scala

Fig. 5- Esempio di circuito di sonda per alta frequenza.


+ Sui terminali d'uscita è necessario collegare un volt-
metro o altro strumento di misura.

ENTR. 01 C2 use.
AF cc
C1 = 1.000 pF
C2 = 1.000 pF
D1 = diodo al germanio (di qualunque tiro)
R1 = 1.000 ohm

Fig. 6 - Questo circuito di sonda per alta frequenza si


addlce maggiormente alla misura della potenza d'uscita
degli apparati trasmettitori.
01

ENTR. R1 c1
VOLTM.

C1 = 47.000 pF
R1 = 50 ohm
D1 = diodo al germanio (di qualunque tipo)

673
R2 D1 Fig. 7 - Il progetto di questa
sonda per alta frequenza è
molto simile a quello della fi-
gura 6, anche se può essere
ENTR . R1 C1 R3 C2 più adatto alla misura della
VOLTM.
potenza d'uscita di trasmetti-
tori ad elevato wattaggio.

C1 = 50 pF (compensatore) R2 = 100,000 ohm


C2
R1
=
=
47.000 pF
50 ohm
R3
D1
= 1.000 ohm
= diodo al germanio (di qualunque tipo)

Lo schema di figura 5 è di uso generale; quel- con antenna inserita e permette quindi di effettua-
lo di figura 6 si addice maggiormente alla misu- re la taratura dei vari stadi del trasmettitore
ra della potenza d'uscita degli apparati trasmet- allo scopo di raggiungere la massima potenza
titori. La resistenza Rl, infatti, quando assume d'uscita.
un opportuno valore, per esempio di 50 o 75 Il progetto riportato in figura 7 appare molto
ohm, consente di simulare le condizioni operative simile a quello riportato in figura 6. Quest'ul-

TRASM. ANTENNA

DIRETTA INVERSA

Fig. 8 - Schema tipico di un mA


ROSmetro. Serve per regolare
l'uscita del trasmettitori o misu-
rare le onde stazionarie.

R1 = 250 ohm (trimmer) D1 = diodo al germanio (di qualunque tipo)


R2 = 50.000 ohm (potenziometro) mA = milliamperometro da 1 mA fondo-scala

674
Fig. 9 - Generatore a denti di sega di tipo assai em-
plice. Questo genere di apparati può trovare largo im-
piego nel settore dell'audiofrequenza e, In particolar
modo, In quello degli effetti sonori speciali.
USCITA
ENTR.

c1 C2 111
C1 = 100.000 pF
C2 = 100.000 pF
D1 = diodo al germanio {di qualunque tipo)
D2 = diodo al germanio (di qualunque tipo)

timo peraltro si addice maggiormente alla misu- della lunghezza di 20 cm. circa; da questo spez-
ra della potenza d'uscita dei trasmettitori di zone di cavo si dovrà togliere il rivestimento
elevato wattaggio, dato che è previsto il parti- di plastica ed infilare quindi sotto la calza metalli-
tore resistivo R2-R3. ca un sottile filo isolato per buona parte della
L'inserimento del compensatore Cl consente l'u- sua lunghezza, rispettando il più possibile una
so della sonda sulle frequenze molto elevate. certa simmetria.
Il cavo poi verrà teso tra due connettori di al-
ta frequenza, mentre i due terminali del filo sot-
UN ROSMETRO tile inserito sotto la calza metallica del cavo do-
vranno essere collegati al circuito di misura
Il diodo a semiconduttore può essere utilizzato con il sistema proposto in figura 8. Sarà buona
nelle misure di ROS. nonna schermare con un lamierino la sezione di
In figura 8 proponiamo lo schema tipico di tale alta frequenza da quella di misura, allo scopo
strumento. Per realizzarlo occorrerà munirsi di di evitare indicazioni spurie.
uno spezzone di cavo coassiale (RG8 o RG58) Un ulteriore accorgimento da adottarsi in fase

Fig. 10 - Generatore d'Impulsi di


concezione molto semplice. Que-
sto tipo di dispositivo trova pra-
tica applicazione in molti settori
dell'elettronica Industriale.
ENTR. USCI

c1 c2

C1 = 100.000 pF
C2 = 100.000 pF
C3 = 1.000 pF
R1 = 2 megaohm (potenziometro)
D1-D2 = diodi al germanio (di qualunque tipo)

675
TR1
TRASF. ,
accoPP (ld TRASF.
use.

u
Fig. 11 -I diodi a semiconduttore
trovano largo impiego nel settore
dell'elettronica transistorizzata. In
questo esempio i diodi creano un
punto intermedio virtuale dell'av-
volgimento secondario del tra-
sformatore di accoppiamento,
TR2 consentendo il bilanciamento del-
+ ALIM. lo stadio finale audio.

realizzativa del ROSmetro, è quello di inserire, E' ovvio che, allo scopo di permettere l'uso del-
in parallelo allo strumento di misura, un conden- lo strumento nei settori delle frequenze più elevate,
satore ceramico da 10.000 pF (non indicato la realizzazione del progetto del ROSmetro do-
nello schema di figura 8). vrà essere eseguita servendosi di componenti e-
Il potenziometro R 1 verrà regolato in modo che, lettronici di ridottissime dimensioni.
invertendo « ingresso » ed « uscita » del ROSme-
tro, l'indicazione risulti la stessa.
Il potenziometro R2, invece, funge da elemento CIRCUITI FORMATORI D'ONDA
di controllo di livello e deve essere regolato
in modo da permettere all'indice dello stru- Sfruttando la caratteristica della conduttività uni-
mento di raggiungere il fondo-scala in condizio- direzionale dei diodi e quella di carica e scari-
ni di onda diretta. ca dei condensatori, è possibile realizzare dei sem-


ACCOPP.

-
Fig. 12 - Il diodo a semi-
conduttore, presente in
questo stadio finale ampli-
ficatore audio serve a com-
pensare termicamente il
punto di lavoro dei due
transistor finali.

L - ]
+ALIM

676
plici circuiti formatori d'onda, di cui propo- ra 12 che, come è facile arguire, costituisce lo
niamo due esempi nelle figure 9-10, che possono stadio finale amplificatore audio.
trovare impiego nel settore audio e, più precisa- Il diodo presente nel circuito di figura 12 viene
mente, in quello degli effetti sonori speciali. An- utilizzato per compensare termicamente il punto
che in altri settori dell'elettronica industriale è di lavoro dei due transistor finali.
facile imbattersi nell'applicazione pratica di que- Infatti, quando i due transistor finali si riscal-
sti circuiti formatori d'onda. dano, la tensione presente sul circuito di base-
emittore diminuisce lievemente e ciò contribuireb-
be alla sollecitazione di un maggior flusso di cor-
I DIODI NEGLI STADI TRANSISTORIZZATI rente di polarizzazione sulla base dei transistor
e, conseguentemente, ad un ulteriore aumento
I diodi a semiconduttore possono talvolta aiuta- della temperatura di questi componenti.
re il progettista nella realizzazione di un circui- L'uso del diodo D l consente di variare le carat-
to in push-pull che fa impiego di un trasforma- teristiche di polarizzazione allo stesso modo con
tore sprovvisto di presa intermedia. E ciò è dato cui varia la tensione di giunzione del transistor,
a vedere nella figura 11. I due diodi, in questo conservando il flusso di corrente di polarizzazione
caso, creano un « punto intermedio » virtua- entro limiti di sicurezza, in ogni condizione di
le, consentendo ugualmente un bilanciamento temperatura.
dello stadio finale audio. Concludiamo così questa prima parte dell'argo-
Poiché si tratta di un circuito a carattere esclu- mento relativo ai diodi a semiconduttore, rite-
sivamente teorico, non abbiamo ritenuto oppor- nendo di aver proposto nel corso dell'articolo
tuno citare i valori dei componenti dello schema alcuni progetti di notevole interesse per i let-
di figura 11. tori, mentre rinviamo la conclusione del tema,
Un ulteriore impiego dei diodo a semiconduttore con lo svolgimento di questo importante capi-
in unione ai transistor, è quello riportato in figu- tolo dell'elettronica, al prossimo fascicolo.

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677
IL PROVABOBINE
Le bobine di induttanza e gli avvolgimenti in ge- bine, appositamente concepito per questo sco-
nere costituiscono un argomento molto vasto, da po, deve essere ritenuto più che necessario.
noi più volte toccato nei suoi punti fondamentali. Neppure l'uso di un misuratore di induttanze po-
Ma non avevamo ancora presentato un dispositi- trebbe servire per risolvere completamente il
vo in grado di rivelare l'esistenza o meno di una problema; infatti capita assai raramente di do-
o più spire in cortocircuito di un qualsiasi avvolgi- ver conoscere il valore esatto di un'induttanza
mento: quello di una bobina, di un'impedenza sistemata in un determinato punto di un circui-
o di un trasformatore. Lo facciamo ora, con la to elettronico.
certezza che lo strumento, pur risultando rela-
tivamente semplice, diverrà oltremodo utile per
tutti i nostri lettori. Perché con esso ogni prin- DUE SEZIONI CIRCUITALI
cipiante potrà risolvere una miriade di problemi,
soprattutto quelli inerenti il cattivo funziona- Il progetto del nostro « provabobine », rappresen-
mento di taluni apparati elettronici. tato in figura 1, può essere concettualmente sud-
E' ben risaputo che il cortocircuito di alcune diviso in due precise e diverse sezioni: quella
spire di una bobina può essere la sorgente di una di misura vera e propria e quella di alimentazio-
grave anomalia di funzionamento di un circuito, ne.
difficilmente localizzabile; specialmente in tele- Nel prosieguo dell'articolo avremo modo di ana-
visione, quando un simile guasto si verifica nelle lizzare una per volta queste due sezioni. Ma pri-
bobine di deflessione o, più generalmente, in tut- ma di addentrarci nell'analisi circuitale dello
ti quei circuiti in cui sono presenti i trasforma- strumento vogliamo ancora dissipare alcuni dub-
tori di alimentazione, le induttanze d'accordo, bi di carattere teorico e pratico presenti nella
le impedenze e, comunque, gli avvolgimenti di mente di qualche principiante.
filo conduttore. Taluni pensano che un cortocircuito fra una o due
I radioriparatori e i videoriparatori sanno bene spire di un avvolgimento composto da numero-
che risulta molto difficile individuare la sorgen- se spire non rappresenti un grave danno, rite-
te dei difetti provocati da bobine non perfetta- nendo che il risultato finale equivalga all'aver
mente integre. Perché, una bobina difettosa non qualche spira in meno. Questo è un errore ma-
si rivela necessariamente come tale ad un sempli- dornale!
ce esame VIS1vo. E' vero infatti che, pur essendo presente un corto-
Ecco perché lo strumento controllatore delle bo- circuito, la continuità ohmmica di un avvolgi-

678
mento è assicurata e ad un esame superficiale
del componente risulta che la resistenza comples-
siva dell'avvolgimento guasto sia uguale a quel-
la dell'avvolgimento sano.
Ma è altrettanto vero che, in condizioni opera-
tive, ovvero quando la tensione viene applicata
all'avvolgimento, con la bobina si concatena un
certo flusso elettromagnetico e nella spira in cor-
tocircuito fluisce una corrente di maggiore inten-
sità che, nel migliore dei casi, provoca la fusio-
ne del filo conduttore e l'interruzione dell'avvolgi-
mento, con la manifestazione simultanea di ano-
malie di funzionamento difficilmente individuabili,
soprattutto se la bobina è montata in una appa-
recchiatura molto complessa.

MISURA A PONTE DI WHEATSTONE

Il circuito di misura del nostro « provabobine »


è stato realizzato per mezzo di un ponte di
Wheatstone, composto dalle resistenze R1-R2-R3 potenziometro R2.
e dall'induttanza L1. Più precisamente, i quattro
Quando sul nucleo di ferrite (linea nera vertica-
rami del ponte risultano così composti:
le a sinistra dello schema di figura I) si introdu-
Primo ramo ce un qualsiasi avvolgimento privo di spire in
= Rl + R2
Secondo ramo = R3 cortocircuito, l'equilibrio del ponte permane ed
Terzo ramo = B-C (Ll) il tester non segnala alcun passaggio di corrente.
Quarto ramo = A-B (L1) Viceversa, quando sul nucleo di ferrite si intro-
duce un avvolgimento con una o più spire in
All'uscita del circuito, cioè sul collettore del tran- cortocircuito, l'equilibrio del ponte di Wheat-
sistor TR3, si applicano i puntali di un tester stone cessa di esistere ed il tester segnala il pas-
commutato su una portata milliamperometrica. saggio di una corrente.
L'azzeramento del ponte si ottiene mediante il L'accoppiamento fra la bobina da controllare ed

Per risolvere nel migliore dei modi tutti quei problemi, piccoli e
grandi, teorici e pratici, che insorgono nel laboratorio dilettanti-
stico durante gli esperimenti, i montaggi, le prove e i collaudi de-
gli apparati elettronici, occorre una strumentazione ampia e op-
portunamente scelta. A questa gamma di dispositivi utili e tal-
volta indispensabili aggiungiamo ora il provabobine, cioè uno
strumento in grado di accertare la presenza o meno di una o più
spire in cortocircuito in qualsiasi .tipo di avvolgimento.

679
•@ @
+ Flg. 2 - Plano costruttivo del mo-
lIl ul
dulo elettronico del • provabobi-
ne ». Nel caso in cui Il transistor
u TR1 dovesse riscaldarsi eccessi-
a::
vamente, converrà munire que-

7a$
sto componente di un elemento
raffreddante. Il nudeo del tra-
sformatore T1 deve essere col-
legato a massa, cioè con la linea
o di alimentazione negativa, allo
scopo di evitare accoppiamenti
parassiti con il circuito di misura,
I'- rendendo precaria e instabile l'in-
a:: dicazione offerta dal tester. Si
W faccia bene attenzione all'inseri-
mento sul circuito del diodo D1 e
~ del condensatore elettrolitico C5,
J
o::: che sono elementi polarizzati e
non permettono saldature casuali

te$
d
del reofori.

ul
a::
--I
u
z l±es -
.--
I-
u
u

Fig. 1 - Progetto completo del
provabobine. L'avvolgimento in e-
o same deve essere Infilato sul nu-
cleo di ferrite della bobina L1.
Il responso lo si ottiene tramite
(_J
un tester collegato con le bocco-
le presenti sul circuito di collet-
tore del transistor TR3. Con il po-
w tenziometro R2 si ottiene il bilan-
r
ct ct ciamento del ponte, ovvero l'az-
-I
...J zeramento del tester commutato
et O su una portata milliamperometrica.
2 0
e
0z Il trasformatore T1 deve essere
OO
cn u scelto fra i moltissimi tipi mon-
tati nei ricevitori radio o negli am-
erll a u plificatori (trasformatori d'uscita).
L'avvolgimento secondario è a 8
ohm; l'avvolgimento primario po-
trà anche essere dotato di prese
intermedie, che rimarranno inu-
tilizzate.

680
R

il nucleo dell'induttanza LI del progetto di figura ALIMENTAZIONE DEL PONTE


1 è di tipo induttivo. Quando esistono perdite
o cortocircuiti tra le spire, a causa della mutua La seconda sezione del circuito del « provabo-
induzione tra le bobine, si viene a determinare bine » di figura 1 è quella dell'alimentatore del
una perturbazione dell'induttanza Ll che provoca ponte di Wheatstone.
l'interruzione dell'equilibrio del ponte. Poiché due dei quattro rami del ponte sono
Questa interruzione si identifica con la creazione rappresentati da un'induttura (LI), l'alimenta-
di una corrente alternata che, in un primo tempo, zione deve avvenire necessariamente tramite una
viene raddrizzata dal diodo D 1 e, successivamen- tensione alternata. Ecco perché abbiamo dovuto
te, livellata dal condensatore C2. Il transistor introdurre nel circuito di figura 1 un conver-
TR3 provvede ad amplificarla al punto che il te- titore da continua ad alternata, composto da un
ster possa segnalarne la presenza. oscillatore multivibratore astabile, in grado di ge-

< COMPONENTI
Condensatori R5 = 15.000 ohm
Cc1 = 10.000 pF R6 = 2.200 ohm
c2 = 10.000 pF R7 = 56.000 ohm
c3 = 100.000 pF Varie
C4 = 100.000 pF TR1 = 2N1711
C5 = 5 F- 12 VI (elettrolitico) TR2 = BC108
Resistenze
TR3 = AC127
D1 = OA81
R1 = 470 ohm (al 5%) L1 = vedi testo
R2 = 100 ohm (potenz. a variaz. lin.) T1 = vedi testo
R3 = 470 ohm (al 5%) Pila = 9 V
R4 == 10.000 ohm S1 = interrutt.

681
- 7
Fig. 3 - Disegno del
circuito stampato in
scala 1/1 che il let-
tore dovrà riprodur-
re per la composi-

o zione del modulo e-


lettronico del prova-
bobine.

L oo _I

nerare un segnale ad onde quadre, di frequenza reperibile in commercio, ma deve essere realiz-
pari a 3.000 Hz circa. In sostanza, l'oscillatore zato direttamente dal lettore.
multivibratore deve trasformare la corrente conti- La bobina L1 è composta da un avvolgimento ef-
nua erogata dalla pila di alimentazione a 9 V fettuato su un rocchetto della lunghezza di
in una corrente variabile adatta all'alimentazio- 20 mm. circa, munito di foro centrale del diame-
ne del ponte di Wheatstone. tro di 8 mm. Questo valore deve in ogni caso
Il segnale a 3.000 Hz viene prelevato dal collet- essere tale da consentire F'introduzione nel roc-
tore del transistor TRl per mezzo di un trasforma- chetto di un nucleo cilindrico di ferrite della
tore separatore (Tl), il cui avvolgimento secon- lunghezza di 8 cm. circa. Questo nucleo dovrà
dario alimenta direttamente il ponte di Wheat- essere di tipo ad alta densità magnetica e potrà
stone. essere certamente reperito fra quelli che vengo-
Ricordiamo che sullo schema di figura 1 l'avvol- no montati sulle bobine adatte alla ricezione
gimento primario del trasformatore separatore delle onde lunghe.
T 1 è contrassegnato da una presa centrale sulla L'avvolgimento della bobina LI si effettua trami-
quale appare la sigla NC (non collegata). Que- te filo di rame smaltato del diametro di 0,2 mm.
sta indicazione vuol significare che, pur essendo Le spire dovranno risultare in numero di 150 +
necessario un trasformatore separatore sprovvi- 150, a strati sovrapposti. In totale dunque le
sto di prese intermedie, si possono sempre utiliz- spire sono in numero di 300.
zare quei trasformatori che, ad esempio, posso-
no essere muniti di una presa centrale; è ovvio che
la presa centrale e le altre eventuali prese inter- COSTRUZIONE DEL MODULO
medie non debbono essere utilizzate.
Per poter giungere alla realizzazione completa
Il trasformatore separatore T 1 non costituisce
del dispositivo « provabobine », occorrerà costi-
un elemento critico. Esso potrà essere scelto fra tuire prima il modulo elettronico e la bobina Ll,
una vasta gamma di trasformatori d'uscita per Il modulo elettronico è riportato in figura 2. II
stadi transistorizzati, provvisti o meno di presa
circuito stampato è d'obbligo e verrà riprodotto
centrale sull'avvolgimento primario.
servendosi del disegno in scala 1/1 di figura 3.
I componenti montati sul circuito stampato so-
no tutti di facile reperibilità commerciale e, nel-
L'ELEMENTO SENSORE la maggior parte, possono essere sostituiti con ele-
menti equivalenti o similari.
Dopo aver esaminato il progetto del « provabo- Fanno eccezione le due resistenze Rl-R3, il cui
bine », risulta chiaro che l'elemento sensore del valore è di 470 ohm, che debbono avere la quar-
dispositivo è costituito dalla bobina Ll e dal rela- ta fascetta colorata in oro (toll. al 5%).
tivo nucleo di ferrite. E risulterà chiaro anche Per quanto riguarda il trasformatore T1 abbia-
che questo e!emento senscrc ;on è assolutamente mo avuto già modo di interpretare l'elasticità

682
di questo componente, che potrà essere scelto in Per quanto riguarda i tre transistor TR1 - TR2 -
una vasta gamma di trasformatori d'uscita per TR3, raccomandiamo di inserire gli elettrodi di
stadi transistorizzati, provvisti o meno di presa tali componenti nella posizione esatta indicata
centrale sull'avvolgimento primario. dalla tacca di riferimento di cui sono provvisti
Entrando in possesso di un trasformatore con di- gli involucri esterni. Anche in fase di collega-
verse prese intermedie sull'avvolgimento primario, mento dei terminali del diodo D 1 e del conden-
occorrerà cercare sperimentalmente quella presa satore elettrolitico C5 occorrerà far bene at-
dell'avvolgimento che determina i migliori ri- tenzione a non scambiare le polarità di tali com-
sultati. ponenti.
E' assai importante provvedere al collegamento
a massa del nucleo del trasformatore Tl, allo
COSTRUZIONE DELLA BOBINA
scopo di evitare accoppiam enti parassiti con il
circuito di misura, rendendo precaria e instabile La costruzione della bobina Ll, che rappresen-
l'indicazione offerta dallo strumento (tester). E' ta l'elemento sensore del dispositivo, dovrà essere
ovvio che il circuito di massa del modulo di figura eseguita tenendo sott'occhio il piano costruttivo
2 corrisponde con la linea di alimentazione nega- di figura 5.
tiva del circuito. Il circuito stampato prevede Sulla sinistra di questo disegno è riprodotto l'ele-
quindi una pista di rame in corrispondenza del mento sensore al completo, sulla destra la sua e-
nucleo; questa pista è ben evidenziata nel dise- spressione simbolica con i dati relativi al nume-
gno di figura 2; la si vede infatti attraversare ro di spire che compongono l'intero avvolgimen-
longitudinalmente il nucleo ferromagnetico del to che verrà realizzato in due parti, provvedendo
trasformatore Tl. cioè alla derivazione della presa centrale B a

SCATOLA DI PLASTICA
PILA
9V

«
t

{@
A t
w.
L1

AZZER. S1

Fig. 4 - Piano costruttivo completo del ·« provabobine ». Il contenitore non può essere di tipo
metallico, perché in tal caso si creerebbero Interferenze con l'induttanza L1, pregiudicando il
funzionamento del dispositivo. La pila a 9 V verrà allogata all'interno del contenitore di plastica,
di legno o altro materiale isolante.

683
I

l tll l-
A 300 spire Fig. 5 - Il disegno a sinistra pro-
pone la realizzazione pratica de?-
l'elemento sensore i cui dati co-

■)o
struttivi risultano qui espressi in
B 150 spire millimetri e sono anche riportati
l f:m:::111
;: .1111:r:H!=.
1
EE#i1 nel testo. Sulla destra proponia-
mo il disegno simbolico del sen-
sore con i dati numerici relativi
e o spre alle spire dell'intero avvolgimen-
to frazionato in due parti.

metà avvolgimento (150 spire). radio per l'ascolto delle trasmissioni ad onde lun-
L'avvolgimento delle complessive 300 spire di ghe.
filo di rame smaltato del diametro di 0,2 mm ver-
rà composto in strati sovrapposti e a spire compat-
te su un cartoccio-supporto cilindrico di 20 mm di REALIZZAZIONE DEL PROVABOBINE
altezza. Il diametro del foro centrale di questo sup-
porto potrà essere di 8 mm se anche il diametro Una volta costruiti il modulo elettronico e l'ele-
del nucleo di ferrite cilindrico presenta que- mento sensore, il lettore potrà comporre defini-
sto stesso valore. E' ovvio che con bastoncini di tivamente il dispositivo « provabobine » seguen-
ferrite cilindrici con diametri di misure superio- do il piano costruttivo di figura 4.
ri occorrerà condizionare, in pari misura, le di- Il contenitore non deve assolutamente essere di
mensioni del foro del cartoccio. tipo conduttore; debbono quindi essere evitati
E' assai importante che il nucleo di ferrite risul- i contenitori metallici, mentre potranno essere
ti ad elevata densità magnetica. E a tale scopo assunti tutti i tipi di contenitori di plastica, di
consigliamo quei nuclei adottati nei ricevitori legno, di cartone bachelizzato, ecc. Ciò allo sco-

Fig. 6 - Sulla parte frontale del dispositivo • provabo-


bine » sono presenti l'interruttore di acceso-spento, la

$
SP
@AZZ. TESTER
manopola di azzeramento del tester e le boccole per
l'inserimento dei puntali deHo strumento commutato in
una portata milliamperometrica. Si noti, sulla parte su-
periore a sinistra, l'elemento sensore composto dalla
bobina L1 e da un nucleo di ferrite di forma cilindrica
ad elevata densità magnetica.

684
po di evitare qualsiasi tipo di interferenza con
l'induttanza Ll che pregiudicherebbe il funzio-
namento dello strumento.
Sul pannello frontale del dispositivo sono presen-
ti: le due boccole per l'inserimento dei puntali La penna dell'elettronico dilettante
del tester, il perno del potenziometro di azze-
ramento R2 e l'interruttore Sl. Sulla parte su-
periore del contenitore è montata la bobina Ll,
così come indicato nel disegno di figura 6.

USO DEL PROVABOBINE


L. 3.500
L'impiego pratico del dispositivo « provabobi-
ne» è molto semplice. Prima di tutto occorrerà
inserire, nelle apposite boccole, i puntali di un te-
ster, anche poco sensibile, rispettando in ogni
caso le polarità.
Il tester dovrà essere commutato su una portata
milliamperometrica, per esempio su 5 mA o 2,5
mA fonda-scala. Quindi, tramite il potenzio-
metro di azzeramento R2 si provvede ad equi-
librare il ponte e ciò in pratica far in modo che
l'indice dello strumento si porti a fondo-scala.
Giunti a questo punto si potrà finalmente effet-
CON QUESTA PENNA
tuare la prova di una bobina, di un'impedenza APPRONTATE I VOSTRI
o di un trasformatore, allo scopo di controllare
se in questi elementi esistono delle spire in corto- CIRCUITI STAMPATI
circuito.
Si potrà, ad esempio, inserire lungo l'asse del nu-
Questa penna permette di preparare i circuiti stampati
cleo di ferrite dell'elemento sensore (Ll) il nu- con la massima perfezione nei minimi dettagli. Il suo
cleò di un trasformatore di cui si dubita l'inte- aspetto esteriore è quello di una penna con punta
grità. Ebbene, se l'indice del tester rimane fer- di nylon. Contiene uno speciale inchiostro che garan-
mo a fondo-scala, ciò starà a significare che l'av- isce una completa resistenza agli attacchi di soluzione
di cloruro ferrico ed altre soluzioni di attacco normal-
volgimento del trasformatore in esame è perfetto. mente usate. Questo tipo particolare di inchiostro ade-
In caso contrario, se l'indice del tester dovesse risce perfettamente al rame.
spostarsi più o meno dal fondo-scala, si dovrà
ritenere che una o più spire del trasformatore
in prova risultano in cortocircuito. Si tenga pre- NORME D'USO CARATTERISTICHE
sente che le indicazioni offerte dal tester possono Tracciare il circuito su una La penna contien
lastra di rame laminata e spensatore di
variare quantitativamente spostando più o meno perfettamente pulita; la- controllalo da
lungo l'asse del nucleo cilindrico del sensore l'e- sciarla asciugare per 15 che garantisce
minuti, quindi immergerla durata eliminand
lemento sotto esame. nella soluzione di attacco zioni quando
(acido corrosivo). Tolta la usata. La pe
Per coloro che non ci avessero attentamente se- lastra dalla soluzione, si tiene un se
noterà che il circuito è in ne imbevuto, ,
guiti fino a questo punto, vogliamo ancora una perfetto rilievo. Basta tamente riem
volta ricordare che il motivo per cui l'indice del quindi togliere l'inchiostro stro. Per 1
con nafta solvente e la scrittura se
tester si sposta in presenza di avvolgimenti con lastra del circuito è pron- la penna è
ta per l'uso. punta di ti
spire in cortocircuito è da ricercarsi nel fatto che nella parte
le spire in cortocircuito provocano un flusso di
corrente, ovvero un assorbimento di energia dal
ponte in equilibrio. Quando invece non esistono
spire in cortocircuito, l'elemento in esame si pre-
senta come un circuito completamente aperto,
che non può in alcun modo provocare un flusso
di corrente indotta.
-

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Di questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei rettori che sentiranno la ne-
cessità di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati elettronici,
oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta di acquisto od
un'offerta di permuta.
El'ettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità
del testo pubblicato. In ogni, caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo
nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
patello).

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IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
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presenta un appuntamento importante per chi comin-
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I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti • Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA I
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

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MODI PER ABBONARSI
PER L'ITALIA L. 10.000
e Abbonamento annuo semplice PER L'ESTERO L. 13.000

Abbonamento annuo con dono di un amplificatore BE

PER L'ITALIA
L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche professionali più
avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati elettronici con pochi componenti
e modica spesa. li dispositivo è corredato di schema applicativo.

CARATTERISTICHE DEL MODULO


Circuito: di tipo a films depositati su piastrina isolante. Componenti: 4 transistor • 3 conden-
satori al tantalio - 2 condensatori ceramici. Potenza: 1 W su carico di 8 ohm. Dimensioni:
62 x 18 x 25 mm. Radiatore: incorporato. Alimentaz.: 9 Vcc.

e Abbonamento annuo con dono di un saldatore elettrico

PER L' 1T ALIA


L. 11.500

PER L'ESTERO
L. 15.000
Il saldatore è un utensile necessario per la realizzazione di perfette saldature a stagno sui ter-
minali dei semiconduttori e particolarmente Indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leg-
gero, assorbe la potenza di 25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno e una scatola di pasta disossidante.

Per abbonarsi ad Elettronica Pratica occorre inviare il canone d'abbonamento tramite il modulo di conto corren-
te postale riprodotto nella pagina accanto. Preghiamo i Lettori di compilare il modulo con la massima chiarez-
za, possibilmente in stampatello, riportando, nello spazio riservato alfa causale del versamento, con la massima
precisione, nome, cognome, indirizzo, forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
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Tutti possono scriverci, abbonati o no,
rivolgendoci quesiti tecnici inerenti i va-
ri argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile su
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo di
volta in volta, quelle domande che ci
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA ;
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~-~;{I,,

f1
- -- I

DEL ·+f.
)

P.A
LETTORE l I

Interferenze sul giradischi mato di entrata dell'amplificatore, in prossimità


dell'entrata stessa, uno o più condensatori cera-
Ho costruito un amplificatore di bassa frequenza mici, provando con valori capacitivi via via
che ho abbinato ad un giradischi di tipo commer- scenti a partire da 20-30 pF. Qurste pro;
ciale. Quando l'amplificatore e il giradischi sono vranno essere effettuate fino al raggiungi
in funzione, si sentono alcune emittenti radiofo- dello scopo, cioè all'elimìn,nione drlrinco
niche estere. Ho provato a sostituire la testina del niente .
giradischi con un'altra in mio possesso, ma il ri-
sultato è rimasto sempre lo stesso. Vi chiedo in
qual modo debbo comportarmi per eliminare ta-
le inconveniente e quale testina posso applicare
all'entrata dell'amplificatore per raggiungere la
migliore riproduzione sonora.
•••
Un problema di termoregolazione
MARCO PANZER!
Terni Sono un appassionato lettore della vostra rivista,
della quale apprezzo l'impostazio ne razionale e le
Per eliminare l'inconveniente da lei lamentato, caratteristiche di praticità. Vi sarei veramente
non serve intervenire sulla testina del giradischi, grato se vedessi apparire sulla vostra rubrica e: La
ma occorre intervenire sul circuito dell'amplifica- posta del lettore» il progetto di. un circuito elet-
tore nel modo che ora le diremo. Intanto le ri- tronico, moderno, in grado di risolvere il problema
cordiamo che il miglior tipo di testina per un gi- della termoregolazione a livello di alta sensibilità.
radischi ad alta fedeltà è senza dubbio quella ma- Il mio lavoro si svolge presso un'industria farma-
gnetica. ceutica, dove tale problema è di enorme importan-
Per eliminare la ricezione delle emittenti radio- za, sia nei grossi impianti (sistemi di condiziona-
foniche, inserisca, in parallelo con il cavo scher- mento, celile termostatiche, frigo1iferi, fermentato-

695
ri, ecc.), sia nei laboratori di ricerca e analisi da parte delle resistenze ( un avvolgimento pro-
(piccoli apparecchi che devono lavorare a tempe- tetto della potenza massima di 200 watt, che scor-
ratura costante). Penso tuttavia che l'argomento re sul fondo della vasca) avviene in modo gradua-
possa interessare molti altri dilettanti, nella riso- le, in quanto tali resistenze ricevono una corren-
luzione di problemi di termoregolazione di acqua- te con tensione tanto minore quanto più ci si av-
ri e di terrari, bagni di sviluppo fotografici, forni vicina alla temperatura stabilita (ovviamente W
di cottura per ceramisti, ecc. Ho chiesto a voi un = 0a 26"C). Ciò evita il verificarsi di fenomeni
circuito di concezione moderna, perché so che re- inerziali di sovrariscaldamento, come il più delle
centemente si è andato diffondendo un orienta- volte accade con il sistema tradizionale quando le
mento di impiego di apparecchiature riscaldanti resistenze lavorano erogando sempre tutta la lo-
a base di resistenze elettriche, che non vengono ro potenza. Nella speranza che la mia richiesta
fatte più funzionare con il sistema tradizionale sia da voi benevolmente accolta, vi porgo in an-
(accensione o spegnimento delle resistenze, ero- ticipo i miei più sentiti ringraziamenti.
ganti tutta la loro potenza quando la temperatura MARIO CA VERZAGHI
segnalata da un termistore si discosta da un va- Milano
lore prefissato).
Il nuovo orientamento riguarda la possibilità di La ringraziamo per le sue cortesi espressioni e
termoregolare un mezzo con resistenze che lavo- per la preferenza accordataci nel chiedere a noi
rano con una variazione continua della tensione un progetto che riteniamo di interesse comune per
di alimentazione. Ad esempio, se in un acquario moltissimi nostri lettori. Il nostro progetto, qui
di 100 litri si desidera mantenere una temperatura pubblicato, permette di ottenere un riscaldamento
costante di 26"C ± 0,2%, l'erogazione del calore proporzionale adatto a piccole e grandi potenze.

AMPLIFICATORE TUTTOFARE AS 21
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 7.500

Il Kit permette di realizzare un Caratteristiche elettriche del modulo


modulo elettronico utilissimo, da
Tensione tipica di lavoro: 9 V
adattarsi alle seguenti funzioni:
Amplificatore BF - Sirena elet- Consumo di corrente: 80 + 100 mA
tronica - Allarme elettronico - O- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
scillatore BF (emissione in codi-
ce morse) Impedenza d'uscita: 8 ohm

Tutti i componenti necessari per la realizzazione di questo apparato sono contenuti in una scatola di
montaggio venduta dalla nostra Organizzazione al prezzo di L. 7.500. Le richieste debbono essere
fatte inviando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.. n. 3/26482 intestato a: Elettronica
Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

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COMPONENTI
CI 220.000 pF T2 trasf. per transistor con nucleo di fer-
Rl resistenza + potenziometro di regola- rite e rapporto 1 :3 (es.: primario 3 spi-
zione fine con resistenza totale legger- re, secondario 15 spire con filo da 0,2
mente superiore a quella dell'NTC a mm.)
20'C TRI PNP al silicio (BFY64 - BC116 - BC143)
R2 10.000 ohm TR2 unigiunzione 2N1671
R3 150 ohm DI diodo al silicio (50 V- 500 mA)
R4 resistenza NTC D2 diodo al silicio (50 V- 500 mA)
TI trasf. 5-10 W (220 V/18 + 18 V) D3 SCR - 400 V (corrente adatta al carico)

FOTOCONTROLLO CON SCR


IN SCATOLA Permette di realizzare almeno due ot-
timi dispositivi:
DI MONTAGGIO
- LAMPEGGIATORE DI POTENZA
A L. 12.000
2- CONTROLLO CREPUSCOLARE
DI ILLUMINAZIONE

I due principali dispositivi, da chiunque facil-


mente realizzablll con questo kit, potranno ser-
vire per molteplici scopi: per la costruzione di
lampeggiatori di potenza, per l'accensione au-
tomatica delle luci di illuminazione al calar del-
la sera, per il controllo di fiamma di un brucia-
tore, per far divertire i bambini attraverso una
Tempi di lampeggio controllabili lunga serie di esperimenti che si identificano
in altrettanti giochi di luce.
Potenza max. del carico: 660 W

La scatola di montaggio del FOTOCONTROLLO deve essere richiesta a: ELETTRONICA PRATICA


- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 - inviando anticipatamente l'importo di 1. 12.000 a mezzo vaglia
postale o c.c.p. 3/26482. Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.

697
Il trigger di Schmitt

L'OSCILLATORE Sono un giovane lettore desideroso di entrare il


più velocemente possibile a far parte del mondo
dell'elettronica. Avendo sentito più volte parlare

MORSE di un circuito denominato trigger di Schmitt, vor-


rei sapere di cosa si tratta, come è fatto, come
funziona e a cosa serve.
Necessario a tutti i candidati alla patente di ANGELO PESENTI
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e Seregno
la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse. Il trigger di Schmitt, il cui circuito è qui riporta-
to, è un dispositivo « a scatto ». L'uscita, infatti,
può assumere soltanto due valori di tensione:
quello di O V circa oppure quello, o quasi quello
della tensione di alimentazione. Il circuito bassa
da una condizione all'altra con estrema rapidità
(come un'onda quadra) ogni volta che la tensio-
ne di entrata supera o scende al di sotto di un
certo valore di soglia, determinato dagli stessi
componenti del circuito. Tenga presente che esi-
stono due valori di soglia: uno in salita ed uno in
discesa; la differenza fra questi due valori di ten-
sione è nota sotto il nome di « isteresi del circuito
di Schmitt ». Essa può variare, in pratica, da po-
chi m V ad alcuni volt. Questo circuito viene uti-
IN SCATOLA DI MONTAGGIO lizzato principalmente per convertire le onde a
variazione lenta in altre a variazione brusca; per
esempio dalla sinusoide all'onda quadra. Ma que-

L. 11.500 sto circuito trova molti altri impieghi come con-


tatore di impulsi, come circuito di protezione e
in molti settori della fisica nucleare.

Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici


n. 4 resistenze- n. 2 transistor- n, 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n, 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata- n. 1
pila a 9 V -n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma-
RI R3
tassina filo-stagno.

CARATTERISTICHE
Controllo di tono
Controllo di volume
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V

RI 1.000 ohm
La scatola di montaggio dell'OSCILLATORE R2 12.000 ohm
MORSE deve essere richiesta a: ELETTRONI- R3 330 ohm
CA PRATICA - 20125 MILANO • Via Zuretti,
52, inviando anticipatamente l'importo di L. R4 4.700 ohm
11.500 a mezzo vaglia postale o c.c.p. 3/26482 . R5 330 ohm
Nel prezzo sono comprese le spese di spe- TRl - 2N3662
dizione. TR2 2N3662

698
Un riduttore di tensione

Sono un vostro abbonato e voglio approfittare TR1


della vostra rubrica « La posta del lettore » per
chiedervi il progetto di un riduttore di tensione da
corrente continua a corrente continua, dalla ten-
b
sione di 12 V a quella di 9 V. La tensione uscente
dovrebbe essere stabilizzata e la linea della ten- 4 RI TR2 ♦

sione negativa dovrebbe risultare a massa. Tenete ENTR, 12V


c1 2
presente che dal circuito di uscita dovrei prele-
vare, al massimo, la corrente di 1 A.
MAURO CAVALCANTI
Firenze

Il progetto che lei ci chiede è molto semplice,


perché bastano due transistor, una resistenza, un COMPONENTI
diodo zener c due condensatori per realizzarlo. La C1 = 100 F - 25 VI (elettrolitico)
riduzione di ura tensione continua da 12 Vcc a C2 = 22.000 pF
9 Vcc può essere utile in molte occasioni, in mo- Rl = 150 ohm
do particolare quando si debbano alimentare cer- TRl = BDY38
ti radioapparati a 9 Vcc con la batteria dell'auto TR2 = AC127
a 12 Vcc. DZ = diodo zener (BZY96 - C9V1)

•••
Grid-dip con Mos-Fet quenza. Questo componente garantisce una buona
stabilità della frequenza e un DIP molto selettivo.
Allo scopo di effettuare una taratura corretta dei I dati costruttivi delle bobine sono riportati nel-
circuiti accordati delle apparecchiature ricetra- la tabella a fondo pagina.
smittenti, che mi diletto a costruire durante il Le bobine devono essere avvolte su tubetti di car-
tempo libero, vorrei corredare il mio modesto la- tone bachelizzato del diametro di 25 mm. I con-
boratorio con un GRID-DIP di facile realizza- densator C1-C2 debbono essere montati interna-
zione pratica ma, allo stesso tempo, dotato di mente al supporto delle bobine. Occorre utilizza-
prestazioni discrete. Potete pubblicare il proget- re filo di rame smaltato del diametro di 0,5 mm.
to di un tale apparato? Per la gamma di frequenza compresa fra i 59 MHz
DAMIANO FERRAR! e i 110 MHz, la bobina Ll deve essere realizzata
Bergamo con 1,5 spire di filo di rame smaltato del diametro
di 1 mm., con avvolgimento in aria e diametro in-
Il progetto che riportiamo è da considerarsi vera- terno di 12 mm.; le spire devono essere spaziate
mente interessante, anche perché fa uso di un fra loro di 3 mm. Il condensatore Cl assume il va-
MOS-FET a doppio gate nello stadio di alta fre- lore di 10 pF, mentre C2 assume il valore di 33 pF.
1

GAMMA N. spire L1 Valore Cl I Valore C2

2,3- 4 MH> 70 15 pF 15 pF
3,4- 5,1 MH 38 10 pF 33 pF
4,8- 8 MHz 25 10 pF 33 pF
7,9- 13 MHz 14 10 pF 33 pF
12,8 - 21,2 MH 6 10 pF 33 pF
20 - 34 MHz 4,5 10 pF 33 pF
33 - 60 MHz 2,5 10 pF 33 pF

699
R2 R3

-i'=
R9

l•
R8
ca
o
4
c 0
R5 n, 9V

Il - Il Il VI Il Il R7
e
--
L1~
C2
---"-'--
C3

COMPONENTI R4 = 10 ohm
Condensatori R5 = 220.000 ohm
R6 = 47.000 ohm
C1 = vedi tabella R7 1.000 ohm
C2 = vedi tabella R8 - 5.000 ohm (potenz. a variaz. !in.)
C3 = 50 pF (variabile ad aria) R9 12 .000 ohm
C4 = 7,5 pF
C5 = 10.000 pF Varie
C6 = 1.000 pF TRI MOS-FET 40673
=

C7 = 100 pF TR2 - BSX45


C8 = 10.000 pF L 1- vedi tabella
Jl IMP. AF (10 mH)
Resistenze
Dl = diodo al germanio (di qualsiasi tipo)
Rl = 27.000 ohm mA milliamperometro ( 1 mA fondo-scala)
=

R2 = 50.000 ohm (potenz. a variaz. !in.) S1 interrutt.


=

R3 = 47.000 ohm Alimentaz. = 9 Vcc

NUOVO KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


CARATTERISTICHE:
Circuito a due canali
Controllo note gravi
Controllo note acute
Potenza media: 660 W per
ciascun canale
Potenza massima: 880 W per
ciascun canale
Alimentazione: 220 V rete-luce
Separazione galvanica a trasformatore L. 11.000
La scatola di montaggio costa L. ti .ooo. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamen-
te l'Importo a mezzo vaglia o c.c.p. 3/28482 lnteatato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO
- Via Zurettl, 52 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione).

700
Per la gamma di frequenze comprese fra i 90 e i
200 MHz, la bobina Ll deve essere realizzata con
filo di rame del diametro di 2 mm. su una lunghez-
za di 25 mm.; il filo deve risultare ripiegato a for-
ma di spilla per capelli, mantenendo uno spazio
di 10 mm. fra le due estremità; per questa bobina
non servono i condensatori C1-C2. e
TR2

Tubi allo xenon


•• nesco della scarica viene comandato da un terzo
elettrodo, elevato alla tensione di 10.000 - 20.000
Visitando una mostra mi è capitato di notare la V. L'elevata tensione ionizza lo xenon e consen-
presenza di particolari apparati stroboscopici, uti- te la scarica attraverso il tubo. I valori della
lizzanti speciali lampadine in grado di emettere corrente di scarica sono notevoli e condurrebbe-
lampi di luce molto rapidi ed intensi. Le lampadi- ro ad una sicura distruzione del dispositivo se
ne non sono dotate di filamento ed assomigliano si conservasse l'alimentazione necessaria per la
vagamente ai tubi al neon, anche se sono piegate scarica. Ecco perché la tensione agli elettrodi di
in varie forme. Potreste fornirmi qualche deluci- scarica viene fornita da un condensatore, elettri-
dazione in merito? camente carico, che, una volta ceduta la sua ener-
GIANNI FREGUGLIA gia per il flash, si scarica, interrompendo il pro-
Foggia cesso di conduzione attraverso il gas.

Qui accanto riportiamo una delle lampadine cui


lei allude nella sua lettera. Si tratta di tubi di scari-
ca al xenon, la cui utilizzazione si estende dai flash
elettronici per fotografie ed impieghi scenici, alle
apparecchiature stroboscopiche industriali, alle
quali lei si riferisce, sino al «pompaggio» dei la-
ser a gas, di potenza. Il funzionamento, come per
i tubi al neon, si basa sul principio di una scarica
robusta tra due elettrodi sistemati alle estremità
del tubo e sotto posti a tensioni continue che va-
riano tra i 200 V ed alcune migliaia di volt. L'in-

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


IL PREZZO E'
PORTATA DI TUTTI!
L. 3 800 ■ ■

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettn
eccessive per attrezzare Il proprio banco di lavoro, anche se c;uessto
zlalmente dilettantistico. Il saldatore del principiante, dunque deve essere econo
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione

Per richiederlo occorre Inviare vaglia o servirsi del


intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via
Alimentatore per calcolatrice di potermi inviare, o di pubblicare direttamente
sulla rivista, un progetto adatto a questo tipo di
La mia piccola calcolatrice è alimentata con una applicazione.
tensione di 12 Vcc derivata da un gruppo di pile PAOLO VOLPATO
di tipo particolare. Poiché la calcolatrice funziona Verona
sempre sulla scrivania del mio ufficio, in prossi-
mità di una presa-luce, vorrei eliminare le pile, Tenendo conto della grande diffusione delle pic-
liberandomi dalla schiavitù dell'acquisto e del ri- cole calcolatrici elettroniche, crediamo che il pro-
cambio di queste, alimentando l'apparecchio per blema dell'alimentazione da rete-luce possa in-
mezzo di un piccolo ed economico alimentatore teressare moltissimi altri lettori. Ecco perché pub-
di facile realizzazione pratica. Vi chiedo dunque blichiamo ben volentieri lo schema di un sempli-

12V

C1
l. I _Q[]/>

tl =l le
Il 911b rr==<"'

Y".kl,
- ~o,

COMPONENTI
Cl 5.000 pF DI-D2-D3-D4 = ponte raddriz. (4 x BY116 op-
C2 5.000 pF pure 4 x 1N4004)
C3 2.000 F - 15 W (elettrolitico) D5 = diodo zener (12 V - 1 W)
RI 56 ohm - 1 W Tl = trasf. d'alimenta. (220 V- 12 V-2 W)

RICEVITORE A 2 VALVOLE PER ONDE MEDIE E CORTE


Caratteristiche tecniche
Tipo di circuito: in reazione di catodo
Estensione gamma onde medie - 400 KHz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 V con 100 mW in uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 V con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 V
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

IN SCATO DI ONTAGGIO
L. 12.500 senza altoparlante
L. 13.500 con altoparlante

La scatola di montaggio è corredata del fascicolo n. 12 . 1975 della Rivista, in cui è presentato l'articolo
relativo alla descrizione e al montaggio dell'apparecchlo. Le richieste debbono essere fatte inviando an-
ticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 e Indirizzando a: Elettronica Pratica - 20125 MI-
lano - Via Zuretti 52.

702
cissimo e poco costoso alimentatore, che lei potrà Il diodo omesso
realizzare in dimensioni molto contenute. Il pro-
Sul fascicolo di settembre di quest'anno, a pagina
getto, come lei può vedere, fa uso di un trasfor- 548, avete presentato il progetto di un amplifica-
matore da 2 W sul cui avvolgimento primario è tore telefonico che vorrei quanto prima realizzare.
stato inserito un semplice filtro antidisturbo, com- Dopo aver letto attentamente l'articolo e control-
posto dai condensatori C1-C2, che permette il lato l'elenco componenti, debbo presumere che
corretto funzionamento della calcolatrice anche vi siate dimenticati di qualificare tecnicamente
in presenza di forti disturbi sulla rete di alimen- il diodo Dl.
tazione. La stabilizzazione della tensione conti- DANTE VIANELLO
nua è ottenuta tramite il diodo zener D5. Co- Treviso
loro che dovessero alimentare delle calcolatri- La colpa dell'omissione è da attribuirsi al redat-
ci elettroniche con diversi valori di tensione con- tore dell'articolo, che ha dimenticato sulla ...pun-
tinua, potranno sempre servirsi di questo stesso ta della penna la dicitura DI = 10D4 BA127
progetto purché sostituiscano il diodo zener con - BAX13. Chiediamo scusa a lei e a quanti che
uno di appropriato valore di tensione; anche l'av- come lei si sono trovati in difficoltà per l'involon-
volgimento secondario del trasf ormatore T1 dovrà taria dimenticanza e le ricordiamo che il diodo
ovviamente erogare lo stesso valore di tensione. Dl è un semiconduttore al silicio.

Ricevitore supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa jack per auricolare.
La risposta In BF si estende fra gli 80
e i 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: supereterodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1. 700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

La scatola di montaggio è completa di tutti gli elementi necessari per la costruzione del ricevitore.
Risultano inseriti, infatti, anche l'auricolare e le quattro pile da 1,5 V per la composizione dell'ali-
mentatore a s Vcc. Sono allegati pure gli schemi illustrativi e le istruzioni necessarie per la tara-
tura, la messa a punto e Il corretto funzionamento del ricevitore. Le richieste debbono essere fatte
inviando anticipatamente l'importo di L. 11.500 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione
a meno vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zureti, 52.

703
UNA GRANDE OCCASIONE
PER I NUOVI E I VECCHI ABBONATI
I fascicoli arretrati si esauriscono cosi rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

PACCO OCCASIONE
L. 6.000

Si tratta di una collezione di fascicoli accuratamente scelti fra quelli che maggiormente possono
interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, In particolare, gli ap-
passlonati alle realizzazioni economiche di progetti di piccoli trasmettitori e ricevitori radio.

Dodici fascicoli arretrati del valore complessivo di L. 18.000 (gli arretrati vengono venduti al
prezzo di L. 1.500 ciascuno) al prezzo d'occasione di sole L. 6.000.
Dodici fascicoli nei quali sono stati presentati progetti di enorme successo editoriale, che ancor
oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.

. .
Direttamente dal Giappone
per Elettronica Pratica! IL KIT
PER CIRCUITI STAMPATI
Corredo supplementare italiano
di alcune lastre di rame!

Per la realizzazione dei progetti presentati su questa Rivi-


sta, servitevi del nostro • kit per circuiti stampati ». Trove-
rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli Illustrativi


nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

TB1
--
+_$

L 8.700
Il prezzo, aggiornato rispetto alle vecchie versioni del
kit e conforme alle attuali esigenze di mercato, è da
considerarsi modesto se raffrontato con gli eccezionali
e sorprendenti risultati che tutti possono ottenere.

le richl ..te del KIT PER CIRCUITI STAMPATI debbono essere fatte inviando anticipata-
mente l'importo di L 8.700 a mezzo vaglia o c.cp. n. 3/26482 intestato a:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti, 52.
MICROTRASMETTITORE
TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no' privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di messa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

IN SCATOLA
DI
MONTAGGIO . 7.80
L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
PRA&
~-

RIVISTA MENSILE PER GLI APPASSIONATI AIIIJCA


DI ELETTRONICA - RADIO -TELEVISIONE
Anno VI - N. 12- DICEMBRE 1977 - Sped. in Abb. Post. Gr. lii L. 1.000

ADATTAMENTO I SEIIFIII
D'ANTENNA E.MOIBllSTI
RICEVENTE

to fascicolo:
L 'ANNATA 1877

IN
SCATOLA
DI
MONTAGGIO


NUOVO E POTENTE TX
SIGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali)
Costruito nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto
per localizzare velocemente i guasti nei radioricevitori, amplificatori, fono-
valigie, autoradio, televisori.

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. RADIO


1 Kc Dimenslonl
(L. 7.500) 12x 160 mm
Frequenza
50 Mc Peso 40 grs.
Armoniche fino a
Tensione massima
Uscita 10,5 V eff, applicabile al puntale 500 V
30 V pp. Corrente della batteria 2 mA

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE


Frequenza 250 Kc Dimensioni
( 7.800)
12x160 mm
Armoniche tino a soo Me
5 V eft.
"?e massima 40 grs.

Uscita appllcablle al puntale 500 V


Corrente della batterla 50 mA
L. 95.000
15 V eff.
VOLTM ETRO
ELETT RONICO
MOD. R.P. 9/T.R.
A TRANSISTOR
Il Voltmetro elettronico Mod.
R.P. 9/T.R. completamente
transistorizzato con transi-
stor a effetto di campo è uno
strumento di grande impor-
tanza poiché nei servizi Ra- Tutti gli
dio, TV, FM e BF esso per-
mette di ottenere una gran- strumenti di
de varietà di misure, tensio-
ni continue e alternate, non-
misura e di
ché corrente continua, mi- controllo pubblicizzati in
sure di tensione di uscita,
la R.F., la BF, misure di re- questa pagina possono
sistenza - il tutto con un
allo grado di precisione.
essere richiesti a:
L'esattezza delle misure è
assicurata dall'alta impeden-
Elettronica Pratica - 20125 Milano - Via Zuretti n. 52, inviando
za di entrata che è di 11 anticipatamente il relativo importo a mezzo vaglia postale o c.c.p. n.
megaohm.
Dimensioni 180x160x80 mm. 3/26482. Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
CARATTERISTICHE TECNICHE

V= 0.5 15 5 25 100 1500 30K


mA- 50A 590A 1 5 50 1500
V 0,5 15 5 25 100 1500
Ohm X1 xlO xlOO X I k xlOk X IM
0-1k 0+10k,0=100k 0-1M 0-10 +10M
Pico Pico 4 14 40 140 400 4000
dB -20 +15

ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K


(sensibilità 20.000 ohm/volt)
CARATTERISTICHE TECNICHE

0,1 200 1000 Il generatore BF. 40 è uno


V= 1 10 50 strumento di alta qualità per
mA= 50A 5009A 5 50 500 misure nella gamma di fre-
quenza da 20 a 200.000 Hz.
y 0,5 5 50 250 1000 Strumento che unisce al'a li circuito impiegato è il
mA v 2,5 25 250 2500 massima semplicità duso un
minimo ingombro. Realizza-
ponte di Wien, molto sta-
bile. Tutta la gamma di fre-
Ohm= 1t/0+10k/l0/0+1M !k/0-10M to completamente su circui- quenza è coperta in quattro
Ballisti pf 0hm +100/ 0+2)0F/0hm 1lk/0+20F to stampato. Assenza totale bande riportate su un qua-
di commutatori rotanti e drante ampio di facile let-
dB -10+22 quindi falsi contatti dovuti tura. Sono utilizzabili due
Output 0,5 5 50 250 1000 all'usura. Jack di contatto
di concezione completamen-
differenti rappresentazioni
grafiche dalla forma d'onda,
te nuova. Munito di disposi- SINUSOIDALI e QUADRE. Il

L. 19.000 tivo di protezione.


Dimensioni: 80x125x35 mm
livello d'uscita costante è
garantito dall'uso
« thermistore »
di un
nel circuito
di reazione negativa.
Dimensioni: 250x170x90 mm

CARATTERISTICHE TECNICHE
OSCILLATORE A BASSA
GAMME A I B e D
FREQUENZA mod. BF. 40

RANGES 20-200H2 200 + 2KH 2+-20KH 20+200KH


L 8 000
Due grandi novità
Lo avevamo preannunciato già da alcuni mesi. Ma sol-
tanto ora siamo in grado di comunicarlo definitivamente
e senza alcuna riserva. Il kit del microtrasmettitore di
potenza è da oggi una realtà. E da questo momento, tut-
ti i lettori che lo desiderano, possono richiederlo diret-
tamente alla nostra Editrice, inviando ovviamente l'im-
porto secondo le modalità usuali. Un importo, diciamo-
lo pure apertamente, che è di molto inferiore a quello ne-
cessario per l'acquisto di ogni altro modello similare at-
tualmente in commercio. E che è stato fissato entro limi-
ti favorevolissimi dalla nostra direzione amministrativa,
largamente sensibile alle numerose richieste dei Lettori
e sempre disponibile nel gratificare tutti coloro che aspi-
rano ad esercitarsi, divertendosi, nella pratica dei collega-
menti via-radio. Un'altra importante tappa è stata quindi
raggiunta. Ed il merito va attribuito, in gran parte, a voi
Lettori che, attraverso le vie più disparate, avete saputo
unirvi a noi con il miglior spirito di collaborazione, inci-
tamento e costruzione.
La seconda novità del mese riguarda l'approntamento
del « Pacco-dono 1978 ». Cioè di un insieme di compo-
nenti elettronici, del valore commerciale di molte miglia-
ia di lire, che verrà inviato in regalo, a partire da questo
mese, a tutti coloro che sottoscriveranno un nuovo abbo-
namento o rinnoveranno quello in termini di scadenza.
Nel pacco sono stati inseriti numerosi elementi di note-
vole utilità pratica; ma risultano soprattutto inclusi quei
componenti che, nell'anno di validità dell'abbonamento,
verranno montati nei diversi progetti presentati sulla Ri-
vista. Componenti che, assai comuni presso i pochi e mag-
giori punti di vendita, raramente fanno la loro comparsa
sul mercato minore, creando difficoltà insuperabili in al-
cuni e frustrando una passione spontanea in altri. Ed è
proprio da queste constatazioni che è scaturita l'idea del
dono agli abbonati, che vuole anche testimoniare la no-
stra gratitudine a quanti si prodigano nel volere e soste-
nere la validità della nostra formuJa.
. ■

Per ricevere i I prezIoso


PACCO-DONO 1978
abbonatevi o rinnovate l'abbonamento
a: ELETTRONICA PRATICA

Il pacco-dono 1978 viene inviato subito e indistintamente a tutti co-


loro che, volendosi cautelare, per un intero anno, da ogni possibile
aumento del prezzo di copertina, sottoscriveranno un nuovo abbo-
namento oppure rinnoveranno quello in termini di scadenza.

L'abbonamento annuo al periodico offre a tutti la certezza di rice-


vere mensilmente, a casa propria, una pubblicazione, a volte esau-
rita o introvabile nelle edicole, che vuol essere una piacevole guida
ad un hobby sempre più interessante ed attuale.

Un'intera pagina, verso la fine del presente fascicolo, espone, con


tutta chiarezza, le modalità e le forme di abbonamento alla rivista.
Fra esse il Lettore potrà scegliere quella, di maggiore gradimen-
to, cui rivolgere le proprie preferenze.

Il pacco-dono 1978 rappresenta un punto di notevole importanza della no-


stra nuova programmazione tecnico-editoriale. Il suo contenuto, infatti, è
l'insieme di un nutrito numero di componenti elettronici (condensatori di va-
ipo e diverso valore, resistori di potenze e valori diversi, semicondutto-
i produzione modernissima e materiale vario) che troveranno largo im-
iego nei progetti che verranno via via presentati sulla rivista nel periodo
annuale di validità dell'abbonamento.
ELETTRONICA
PRATICA
Via Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 6 - N. 12 - DICEMBRE '77


LA COPERTINA - Riproduce il tanto atteso mi-
crotrasmettitore di potenza approntato in scatola
di montaggio e messo a disposizione dei Lettori
fin da questo mese. L'entità della potenza di e-
missione di questo dispositivo è tale da traspor-
tare la voce umana sulle lunghe distanze, facen-
dola ascoltare in qualsiasi ricevitore radio a mo-
dulazione di frequenza.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responeablle
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

stampa
TIMEC
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Distributore escluslvo per I'I- CON POTENZA ELEVATA
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za n. 27 - 20128 MIlano
tal. 2528 - autorizzazlone LE PAGINE DEL CB 718
Tribunale Civile dl MIlano -
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli- L'ANTENNA RICEVENTE
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teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per LA POSTA DEL LETTORE 753
tutti i Paesi. I manoscritti, i
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re- INDICE DELL'ANNATA 1977 766
stituiscono.
SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 11.800

MICROTRASMETTITORE
DI POTENZA
Ci siamo, finalmente! L'ambito progetto del mi- menti che potessero conferire al dispositivo ca-
crotrasmettitore di potenza, approntato in sca- ratteri di grande utilità e tornaconto, attraverso
tola di montaggio, sta per raggiungere le case di una notevole elasticità di f unzionarnento del di-
tutti quei nostri amici che, da tempo, ne hanno spositivo di vasto interesse per tutti.
fatta esplicita richiesta; ed è pronto per partire E questi elementi si identificano nelle possibilità
alla volta di tutti coloro che vorranno richieder- di far funzionare il trasmettitore con valori di-
celo. versi di potenza di emissione, con sensibilità scel-
Il suo avvento era stato ripetutamente annuncia- te in una larga scala di valori, con frequenze di
o. ma soltanto ora, alla fine dell'anno editoriale, lavoro stabilite a piacere entro l'intera gamma
ha potuto ricevere il nostro battesimo, conclu- a modulazione di frequenza dei normali ricevi-
endo così, degnamente, le fatiche profuse nelle tori radio.
pagine del periodico in dodici mesi di intensa Sono così accontentate almeno tre diverse cate-
attività didattica e tecnica. Fatiche che abbiamo gorie di lettori. Quelli che, facendo funzionare
visto premiate da molti suffragi e da una parte- il microtrasmettitore in località assai spesso di-
cipazione di lettori sempre più ampia alla pro- verse fra loro per configurazione ambientale, con-
rammazione, alle innovazioni ed alle iniziative. dizioni climatiche e natura geologica, necessita-
Nella speranza, dunque, che anche questo nuovo no di potenze di emissione più o meno elevate.
it possa riscuotere molto successo fra il nostro Quelli che si serviranno del dispositivo per cap-
pubblico, vogliamo augurarci che le caratteristi- tare suoni deboli e lontani dal microfono, oppu-
che tecniche del progetto siano quelle auspicate re suoni forti e vicini alla capsula captatrice. E
da tutti e che anche il prezzo della scatola di infine quelli che, risiedendo nei grossi centri a-
montaggio venga ritenuto conveniente e adegua- bitati, debbono faticare molto per individuare
alle possibilità degli appassionati di elettronica. un punto libero da emittenti radiofoniche sulla
scala della FM e abbisognano quindi di un par-
ticolare valore della frequenza di emissione; è
ELASTICITA' DI FUNZIONAMENTO noto a tntti, infatti, che da alcuni anni a questa
parte la gamma radiofonica della modulazione
Nel progettare questo nuovo e moderno micro- di frequenza è stata presa d'assalto dalle cosid-
trasmettitore, con emissione in modulazione di dette emittenti libere di cui. proprio in questi ul-
frequenza . si è voluto tener conto di alcuni ele- timi tempi, tutti avvertono, almeno nelle grandi
OTE
DI E IO E
AX: 120

ALIMENTAZIONE: 9+13,5 Vcc


TIPO DI EMISSIONE: FM
FREQ. DI LA V. REGOLABILE:

città, una copiosa fioritura, che sta rendendo dif- sempio, quella del collegamento fonico con una
ficile anche la sintonizzazione delle emittenti del- persona poco lontana.
la RAI. Ma l'entità della portata non costituisce un dato
significativo delle prestazioni del trasmettitore,
perché potrebbe risultare inutile parlare di me-
LE PRESTAZIONI DEL TRASMETTITORE tri o chilometri quando è ben risaputo che i col-
legamenti via radio, sulla banda della modula-
La maggior parte dei nostri lettori, prima di de- zione di frequenza, sono condizionati da una lun-
cidersi ad acquistare il kit di un nostro trasmet- ga serie di fattori, tra i quali ricordiamo:
titore, vuole generalmente conoscere l'entità del- I) Tipo di alimentatore
la portata del dispositivo, dato che questo, pur 2) Qualità e caratteristiche dell'antenna
costituendo un interessante esercizio pratico nel 3) Natura ambientale della zona di operazione
settore delle radiotrasmissioni, è sempre destina- 4) Condizioni atmosferiche
to a qualche specifica applicazione come, ad e- 5) Sensibilità del ricevitore.

l'entità della potenza di emissione è il primo e più importante


requisito di questa vera e propria stazione trasmittente, di pic-
cole dimensioni, sensibilissima e in grado di trasportare la vo-
ce umana sulle lunghe distanze, facendola ascoltare con asso-
luta chiarezza in qualsiasi ricevitore radio commutato sulla gam-
ma a modulazione di frequenza.

709
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710
Flg. 1 - Due stadi diversi compongono il ANTENNA
progetto del microtrasmettitore di poten-
za: quello amplificatore e modulatore, dise-
gnato sulla sinistra e quello oscillatore, pi- ALIM. ',i'oca
lotato dal transistor TR1 e riportato sulla
destra. La tensione di alimentazione può
essere ottenuta, indifferentemente, tramite
un alimentatore da rete-luce, oppure da
una batteria di due o tre pile piatte, colle-
gate In serie, in grado di erogare la ten- Il
sione continua di 9 V o quella di 13 V. Il
trimmer potenziometrico R3 regola la sen- Il
sibilità del microfono, mentre il compensa- 1 I
tore C4 regola la frequenza di emissione
fra i valori estremi della gamma FM. ,,
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-
Fig. 2 - Piano costruttivo del microtrasmet-
titore completamente realizzato su circuito
stampato. L'antenna non è necessaria, per-
ché quella riportata sullo stesso circuito
(LI) è sufficiente per raggiungere collega-
menti via radio anche su distanze notevoli.
Il microfono viene applicato al circuito tra-
mite due piccoli spezzoni di filo rigido, a-
vendo cura di collegare il terminale posi-
tivo del componente sulla pista che fa ca-
po al trimmer R3 e all'ingresso 2 dell'inte-
grato. Il ponticello collegato In prossimità
del condensatore C3 permette di connette- o
re il terminale centrale della bobina L 1 con r
la pista di rame cui fanno capo i conden-
O
satori C3-C4-C6 e il collettore del transi- 5
stor TR1. Il ponticello è rappresentato da
un pezzetto di filo conduttore.

Come si può intuire, dunque, è ben difficile for- La potenza d'uscita sale a 120 mW con una ten-
nire un dato relativo alla portata che, in ogni sione di alimentazione di 13,5 V cc e un assorbi-
caso, potrebbe divenire un elemento pubblicita- mento di corrente di 30 mA.
rio e non certo un'entità elettrica di valutazione I valori delle potenze ora citati possono essere
obiettiva dell'apparato. Tuttavia, per acconten- ridotti fino a 10: 12 mW, riducendo la corrente
tare i lettori più insistenti in questo verso, quelli assorbita a soli 10 mA con una tensione di ali-
che vogliono assolutamente conoscere un dato, mentazione di 9 Vcc, purché si intervenga sul
potremmo dire che, con una alimentazione di 13,5 valore nominale di una resistenza nel modo che
Vcc, in condizioni normali d'ambiente, i collega- avremo occasione di dire più avanti.
menti si realizzano nel raggio di 2 Km. Ma se il La riduzione della potenza d'uscita potrà risulta-
microtrasmettitore vien fatto funzionare sulla ci- re necessaria qualora si imponessero motivi di
ma di un campanile, sulla vetta di un monte o spazio, di autonomia di funzionamento, ridu-
all'ultimo piano di un grattacielo, allora il rag- zione di consumo, ecc.
gio d'azione può raggiungere e superare abbon-
dantemente l'ordine di lunghezza dei 10 Km.
Il dato che risulta più significativo, fra tutti, è I VANTAGGI DELL'INTEGRATO
invece quello della potenza d'uscita del trasmet-
ritore, che si aggira intorno ai 20 mW, con una Uno dei requisiti primari, cui deve rispondere
alimentazione di 9 Vcc e un consumo di 14 mA. un microtrasmettitore, risiede ovviamente nella

711
miniaturizzazione dei suoi stadi che, nel nostro
progetto, sono due: quello dell'amplificazione di
bassa frequenza e quello dell'oscillatore di alta
frequenza.
Non potevamo dunque risolvere meglio il pro-
blema senza ricorrere, per l'intero stadio ampli-
ficatore, all'uso di un circuito integrato.
Questo componente, che è da noi presentato sot-
to la veste di amplificatore operazionale, consen-
te di ridurre le dimensioni del dispositivo e, cosa
assai importante, il numero di componenti ester-
ni, esaltando l'affidabilità del trasmettitore.
Ai lettori principianti possiamo infatti ricordare
che le probabilità maggiori o minori di guasti
di qualsiasi circuito elettronico sono sempre col-
legate con il numero di componenti che concor-
Fig. 3 - Disegno del circuito stampato in scala 2:1 del rono alla formazione del circuito. E' chiaro quin-
icrotrasmettitore tascabile. Questo componente è di che, con un numero esiguo di componenti e-
compreso ne l kit.
lettronici, le probabilità di guasti, di saldature
fredde, di errori di inserimento sono ridottissime.
E sono anche ridotte le probabilità di interru-
zione circuitale futura dell'apparato.
Tra i benefici provenienti dall'uso di un ampli-
ficatore operazionale merita anche una partico-
CAVO ALLA
COASSIALE ANI lare menzione la costanza delle caratteristiche ra-
dioelettriche, che scongiurano i rischi di un cat-
tivo funzionamento dovuto alla non buona se-
lezione dei componenti.

AMPLIFICAZIONE BF

Analizzando il primo stadio del trasmettitore,


quello amplificatore di bassa frequenza riportato
a sinistra dello schema elettrico di figura 1, è
facile arguire che l'integrato IC è stato utilizza-
to in veste di elemento amplificatore controrea-
zionato cii tipo invertente.
li segnale proveniente dal microfono piezoelet-
I trico (MICRO) viene applicato direttamente al
I terminale 2, cioè all'ingresso invertente dell'in-
I tegrato IC. La rete di controreazione composta
I dal trimmer potenziometrico R3 e dalla resisten-
I za fissa R4, invece, riporta il segnale uscente dal
I terminale 6 sull'ingresso 2, stabilendo così il gua-
l ..1 dagno dell'amplificatore.
Il punto cli lavoro dell'integrato IC viene rego-
lato tramite le resistenze RI-R2, che mantengono
polarizzato l'ingresso non invertente sul valore
Fig . 4 - Coloro che volessero ulteriormente esaltare metà di quello della tensione di alimentazione.
la portata, del microtrasmettitore, anche perché co- In pratica, con il trimmer potenziometrico R3
stre tti a lavorare in condizioni ambientali poco favo-
i ai collegamenti via radio, dovranno servirsi di si regola la sensibilità del microtrasmettitore in
'antenna collegata al circuito stampato nel modo relazione con la distanza della sorgente sonora dal
dicato in questo disegno. microfono.
La resistenza R4, collegata in serie al trimmer
potenziometrico R3, evita il possibile annulla-
DIPOLO PER FM

o
I.
Fig. 5 - Servendosi di un'antenna a sti-
lo ad 1/4 d'onda, sarà sufficiente col-
legare, sulla pista più larga del circuito
d'antenna Lf della basetta dello stam-
pato, uno spezzone di filo rigido della
lunghezza di 70 cm, così come Indicato
nel disegno a sinistra. All'antenna a
stilo è comunque da preferirsi Il dipolo
verticale, per FM disegnato sulla de-
stra.

mento totale resistivo del collegamento fra il lori dei componenti del circuito accordato, cioè
terminale d'uscita 6 e quello d'entrata 2 dell'in- dalle caratteristiche della bobina L 1, dal valore
tegrato IC. capacitivo del condensatore fisso C3 e da quello
del compensatore C4 che, essendo un piccolo
condensatore variabile, permette di far lavorare
LO STADIO AF il trasmettitore su un qualsiasi valore di frequen-
za della gamma FM, che si estende fra gli 88
Lo stadio di radiofrequenza è costituito da un e i 106 MHz.
classico oscillatore di Hartley, nel quale la fre- Inviando un segnale di bassa frequenza sulla ba-
quenza di oscillazione viene determinata dai va- se del transistor TRl, tramite il condensatore e-

LOBO
ANT.

LOBO) GROUND

\ I \
PLI

Fig. 6 - In questi tre disegni sono ap-


a= pena accennate le tre più comuni an-
(oso) tenne che si possono collegare al mlcro-
trasmettitore: l'antenna Vagi, Il dipolo
e/ / LOBO e l'antenna Ground Piane. Per ognuna
's' di esse abbiamo riportato, In forma
chiaramente visibile, i lobi, cioè i cam-
pi elettromagnetici di azione.

713
lettrolitico di accoppiamento C5, si provoca una REALIZZAZIONE PRATICA
variazione delle « capacità parassite » che inte-
ressan o il circuito oscillante. E questa variazione La realizzazione pratica del microtrasmettitore
provoca, a sua volta, una lieve variazione della deve essere eseguita tenendo sott'occhio il piano
frequenza di oscillazione, consentendo una emis- costruttivo di figura 2.
sione a modulazione di frequenza del microtra- Si tenga presente che in questo disegno le piste
smettitore. di rame rappresentative del circuito stampato
debbono considerarsi « viste » in trasparenza. Ciò
significa anche che il disegno di figura 2 è ripro-
ALIMENTATORE dotto dalla parte opposta a quella in cui è ripor-
tato il circuito stampato.
L'alim entatore viene inserito nel circuito del mi- Non esiste un ordine di preferenza nell'inserimen-
crotrasmettitore tramite il doppio interruttore S 1 to dei componenti elettronici nei vari punti del
di tipo a slitta. Esso può essere composto, a pia- circuito. Conviene tuttavia lasciare per ultimo il
cere, con due pile da 4,5 V ciascuna, collegate in microfono e l'eventuale antenna, in modo da a-
serie fra di loro in modo da erogare la tensione gevolare il lavoro di inserimento dei termina'li
complessiva di 9 Vcc, oppure con tre pile da 4,5 dei vari componenti sul circuito.
V ciascuna, collegate in serie fra di loro, in mo- Ai principianti ricordiamo che le resistenze e i
do da erogare la tensione complessiva di 13,5 Vcc. condensatori debbono essere inseriti nel circuito
Le pile devono essere di tipo piatto, del tipo di in un verso qualsiasi, cioè scambiando pure fra
quelle usate per le lampade tascabili, perché que- loro i due terminali. Fa eccezione il condensatore
sti tipi di pile garantiscono una maggiore auto- elettrolitico C5, che è un elemento polarizzato il
nomia di funzionamento del microtrasmettitore, cui terminale positivo deve essere infilato nel-
perché l'energia elettrica in esse immagazzinata l'apposito foro contrassegnato con una crocetta
è relativamente grande. nel circuito di figura 2.
Le due possibili tensioni di alimentazione del Normalmente il terminale positivo del conden-
circuito del microtrasmettitore permettono di far satore elettrolitico C5 è facilmente individuabile
funzionare il dispositivo con due potenze diverse perché è il più lungo fra i due e perché in corri-
cioè, praticamente, per coloro che sono sempre spondenza del terminale negativo (il più corto) è
tormentati dal tarlo della portata, con due por- riportata una freccia con il caratteristico segno
tate diverse. Ciò è molto utile per coloro che vor- del reoforo negativo (-).
ranno stabilire collegamenti in luoghi diversi, al- L'impedenza J 1 deve essere considerata come una
l'interno dei centri abitati, dove è sempre ne- qualsiasi resistenza ed inserita quindi nel circuito
cessaria una potenza maggiore, oppure in aperta nei due appositi fori, da una parte o dall'altra,
campagna dove i collegamenti possono essere ot- indifferente men te.
tenuti con potenze minori. Per quanto riguarda il transistor TRI riteniamo
In ogni caso il valore della potenza minima in che possa essere difficile commettere un errore
uscita, con la tensione di 9 Vcc, sarà di 20 m W di inserimento del componente nel circuito per-
circa, mentre salirà a 120 m W con la tensione di ché basta far riferimento alla piccola tacca me-
alimentazione di 13,5 Vcc. tallica, presente sull'involucro esterno, in corri-
In caso di necessità di aumentare la portata del spondenza del terminale di emittore, per non
dispositivo, si dovrà ricorrere all'uso di un'anten- sbagliare. La tacca e le indicazioni relative ai tre
na appropriata. elettrodi di emittore-base-collettore (e-b-c) sono
Nella tabella, a parte, riassumiamo i valori esat- chiaramente indicate nel disegno di figura 2.
ti delle tensioni di alimentazione del microtra- Per quanto riguarda l'integrato ICI, ricordiamo
smettitore in corrispondenza con le potenze e- che l'inserimento di questo componente nel cir-
rogate e le intensità di corrente assorbite. cuito deve essere fatto rispettando l'ordine nu-

TABELLA DI CORRISPONDENZA Vcc- mW - mA

TENSIONE ALIM. 9 Vcc 13,5 Vcc


CORRENTE ASSORB. 14 mA 30 mA
POTENZA 20 mW 120 mW

714
merico dei terminali e tenendo conto che in cor- va della tensione continua erogata dalle pile. II
rispondenza del terminale l è impresso sull'in- microfono potrà essere applicato nel modo indi-
volucro superiore esterno un piccolo disco-guida. cato nella fotografia del nostro prototipo, tenen-
Il montaggio del microtrasmettitore potrà essere do conto che il suo terminale positivo, cioè quello
ultimato con l'inserimento del ponticello {pont.) isolato tramite un dischetto di materiale isolante,
di collegamento del terminale interno della bo- verrà collegato con la pista di rame che fa capo
bina L1 con la pista alla quale fanno capo i ter- al terminale 2 dell'integrato IC1, mentre il ter-
minali dei condensatori C3-C6, quello centrale minale negativo, quello in intimo contatto elet-
del compensatore C4 e quello del collettore del trico con tutto l'involucro del componente, sarà
transistor TRl. collegato con la pista di rame relativa alla linea
Sui due terminali dell'alimentazione verranno di alimentazione negativa del circuito.
saldati i conduttori delle linee positiva e negati- A completamento di questo capitolo dobbiamo

NEL PACCO- DONO 1978


Sono contenuti anche i seguenti tre moderni e importanti semiconduttori:

4,i
il diodo
B
e CATODO al silicio
per svariati
E impieghi
BIANCO
1N4148

il transistor il diodo NERO


al silicio
per uso
generale
BC237B
al germanio
per uso
generale
AA118
CATODO

1 J

Il transistor al silicio BC237B è di tipo NPN e viene prodotto in contenitore TO


106. Esso sostituisce perfettamente i seguenti transistor: BC107 - BC207 -
BC167 - BC170 - BC182K - BC137 - BC407 - BC413 - BCY56 - BCY57 - BCY58
- BCY59 - BCY70 - 2N2923 - 2N3391 - 2N3397 - 2N2222 - 2N2219. Se utilizzato
in circuiti non critici, esso sostituisce i seguenti transistor: BC108 - BC109 -
BC168 - BC169- BC171 - BC172 - BC173- BC183- BC184 - BC238 - BC239 -
BC318- BC319 - BC408 - BC409 - BC413 - BC414 - BCY71 - 2N2924 - 2N2925 -
2N2926- 2N3390 - 2N3392 - 2N3393 - 2N3394 - 2N3395 - 2N3396 - 2N3398.

Il diodo al silicio 1N4148 è un componente per commutazione alta velocità e


impieghi generali. E' uguale al diodo 1N914. Valori caratteristici: 100 V - 75 mA.

Il diodo al germanio AA118 è un diodo uguale al tipo OA91 e serve per usi ge-
nerali. Valori caratteristici: 50 V - 100 mA.

715
informare il lettore che il buon funzionamento del sta antenna rudimentale potrà essere sostituita
crotrasmettitore rimane sempre condizionato con un'antenna a stilo di tipo commerciale, del-
dalla precisio ne di inserimento dei componenti e, la lunghezza di 70 cm. per le frequenze che si
soprattu tto, da quella delle saldature a stagno aggirano intorno ai 100 MHz e della lunghezza
(per il 90 dei casi, il mancato funzionamento di 45 cm. per le frequenze che si aggirano in-
del dispos itivo è imputabile a una o più salda- torno ai 150 MHz. Per le frequenze intorno ai
ture imperfette). Ai principianti, quindi, racco- 120 MH occorrerà uno stilo della lunghezza di
mandiamo prima di infilare i terminali dei com- 60 cm.
ponenti negli appositi fori del circuito stampato, Allo spezzone di filo conduttore e all'antenna a
di raschiarli con una lametta da barba o con la stilo è da preferirsi in ogni caso il dipolo verti-
lama di un temperino, in modo da far apparire cale per FM. Questi due tipi di antenne risulta-
la lucentezza del metallo, cioè in modo da far no illustrati in figura 5.
scomparire eventuali impurità che non permet- In ogni caso la migliore antenna, quella da pre-
tono di ottenere un saldatura a stagno perfetta. ferirsi per esser certi di raggiungere le migliori
Durante il lavoro di saldatura è consigliabile ser- distanze via radio, è la Ground Piane, la cui co-
virsi di un saldatore dotato di punta sottile e ben struzione è stata più volte citata su precedenti fa-
calda, avendo cura di effettuare saldature con scicoli della nostra Rivista.
una giusta quantità di stagno, né troppo né po- Nella figura 6 abbiamo riportato i lobi, cioè i
co. Ricordiamo ancora che la saldatura perfetta campi d'azione dei tre tipi di antenne più comu-
è quella che permette di vedere una goccia di nemente adottate dai principianti: l'antenna Va-
stagno lucente e uniformemente curva. gi, il dipolo e l'antenna Ground Piane.

IL TX COME STAZIONE FISSA IMPIEGO DEL MICRO TRASMETTITORE


Il nostro microtrasmettitore è stato principalmen- Il circuito del microtrasmettitore, dopo essere
te concepito per funzionare come stazione mobi- stato composto sulla basetta dello stampato, ne-
le, a beneficio degli escursionisti, dei campeggia- cessita di una elementare messa a punto, che si
tori, degli sportivi. Tuttavia, almeno durante la effettua tramite un cacciavite e un ricevitore ra-
stagione invernale, ci può essere chi voglia ser- dio commutato sulla gamma a modulazione di
virsi del nostro microtrasmettitore di potenza co- frequenza e sintonizzato su un punto della scala
me stazione fissa, alimentandolo, tramite oppor- in cui, nel momento dell'operazione di taratura,
tuno dispositivo, con la tensione di rete-luce e non esiste alcun segnale relativo ad emittenti ra-
dotandolo di apposita antenna interna o esterna diofoniche od a fonti di disturbo.
di qualità superiore a quella impressa nel circui-
Tenendo in mano il microtrasmettitore, in modo
to stampato.
da non toccare con le dita le piste di rame o i
Non ci soffermeremo sui vari dispositivi alimen- componenti elettronici, così da scongiurare even-
tatori che possono essere adottati per il trasmet- tuali effetti capacitivi o resistivi spuri, allonta-
titore, perché la maggior parte dei nostri lettori nandosi dal ricevitore radio alla distanza di al-
è già in possesso di uno o più alimentatori in cor- cuni metri si fa ruotare energicamente per alcu-
rente continua e perché coloro che ancora ne so- ni giri completi la vite del compensatore C4. Poi
no sprovvisti potranno facilmente acquistarlo si procede con più lentezza e ci si ferma quando
presso i normali rivenditori di apparecchiature attraverso il ricevitore radio si ascolta un soffio
radioelettriche. o un fischio di notevole intensità. Poi ci si allon-
Alcune parole invece devono essere spese per quel tana ancor più dal ricevitore radio e si ripete
che riguarda l'antenna. questa stessa operazione, dato che è sempre pos-
Con l'antenna ausiliaria è ovvio che la portata sibile scambiare la frequenza fondamentale del
del nostro trasmettitore è destinata ad aumen- microtrasmettitore con una frequenza armonica.
tare. La frequenza fondamentale è quella che si fa
Si potrà far uso di un'antenna a stilo, ad 1/4 sentire di più e che permette di aumentare la
d'onda o a 1/2 d'onda, oppure di un dipolo per portata del dispositivo. In prossimità del ricevi-
FM posizionato verticalmente o, ancora, di una tore radio, infatti, ci si accorgerà che esisteranno
antenna Ground Piane verticale. due o più punti di regolazione del compensatore
Servendosi di un'antenna a stilo ad 1/4 d'onda, C4 che permettono di realizzare il collegamento
basterà collegare sulla pista grossa del circuito radio. Ebbene, uno solo di questi punti corrispon-
d'antenna della basetta dello stampato uno spez- de alla frequenza fondamentale, gli altri si rife-
zone di nlo rigido della lunghezza di 70 cm. Que- riscono alle frequenze armoniche, che il lettore

716
dovrà scartare se vorrà raggiungere le massime sonora. Tuttavia, queste due semplici operazioni
portate possibili. di taratura meritano di essere controllate prati-
Per questo tipo di taratura ci si potrà servire di camcnt, pcrché soltanto durante I'srcizio di
un comune cacciavite di piccole dimensioni, ma manovra dei due trimmer, quello capacitivo e
è sempre preferibile utilizzare l'apposito caccia- quello resistivo, il lettore potrà valutare gli ef-
vite per tarature facilmente reperibile in com- fetti risultanti e regolarsi conseguentemente.
mercio, che è composto da un manico di mate- Durante il corso dell'articolo avevamo informato
riale isolante speciale e da una sola piccola la- il lettore che, desiderando una diminuzione del
mella in funzione di giravite. consumo di energia del microtrasmettitore, ovvia-
Subito dopo l'operazione di sintonizzazione, si mente a danno della potenza d'uscita, era possi-
potrà regolare la profondità di modulazione, fa- bile effettuare una semplice variazione circuitale.
cendo ruotare la vite di taratura del trimmer po- Ora possiamo dire che si tratta di far variare il
tenziometrico R3 che, durante le operazioni di valore della resistenza R7, che da noi è stato pre-
taratura iniziali, potrà essere portato a metà scritto nella misura di 100 ohm, portandolo a 170
corsa. Con questa seconda regolazione è possi- ohm. Così facendo, la batteria di pile dura assai
bile esaltare od abbassare la sensibilità del di- più a lungo, conferendo al trasmettitore una mag-
spositivo in corrispondenza della maggiore o mi- giore autonomia di funzionamento anche se a
nore vicinanza del microfono con la sorgente detrimento della portata dell'apparato.

IL KIT DEL MICROTRASMETTITORE


L. 11.800

~
--- --..._ - il-
=mg =

Contiene:
a so ili

n. 5 condensatori n. 1 transistor n. 1 microfono piezoelettrico


n. 1 compensatore n. 1 circuito integrato n. 1 circuito stampato
n. 6 resistenze n. 1 impedenza VHF n. 1 dissipatore a raggera
n. 1 trimmer n. 1 interruttore a slitta

La scatola di montaggio, che non è comprensiva delle pile di alimentazione, costa L 11.800.
Per richiederla occorre Inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. 3/26482, citando
chiaramente Il tipo di kit desiderato e Intestando a: ELETTRON ICA PRATICA - 20125 MILANO -
Via Zuretti, 52 . (Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione).

717
Abbiamo più volte ribadito il concetto che l'an-
tenna e il suo buon uso stanno alla base del cor-
retto funzionamento di una stazione ricetrasmit-
tente.
A nulla serve possedere un ottimo ricetrasmetti-
tore, quando si va ... in aria con un'antenna non
bene adattata o di qualità scadente. Ciò infatti
equivarrebbe all'ascolto di un buon disco con un
complesso ad alta fedeltà equipaggiato con un
altoparlante per radioline portatili.
E' vero che molti appassionati della banda cit-
tadina e, assieme a questi, molti SWL ed OM si
sono sensibilizzati sempre più al problema del-
l'antenna per quel che concerne il processo di
trasmissione. Ma non si può altrettanto dire per

LE il settore della radioricezione.


Questa differenza di... culto per l'antenna nei
due diversi settori dei collegamenti via radio si
spiega facilmente se si tiene conto che un disa-
dattamento dell'antenna in trasmissione conduce
quasi sempre al surriscaldamento dei transistor
finali e, talvolta, alla loro rottura, con conse-

PAGINE guente grave disappunto dell'utente.


In ricezione, invece, dove l'unico inconveniente
che si può lamentare può essere quello di una
minor sensibilità dell'apparecchio radio, il pro-
blema del disadattamento dell'antenna passa in
second'ordine. Capita così di vedere assai spesso

CB
apparati di trasmissione collegati all'antenna con

DEL tutti i dovuti accorgimenti, mentre i ricevitori


sono collegati alla stessa antenna senza che si sia
effettuato il minimo controllo di adattamento.

NECESSITA' DELL'ADATTAMENTO

,'antenna, lo abbiamo detto già altre volte, è


rn componente che può essere considerato come
equivalente di un circuito accordato, in grado di
selezionare una ristretta gamma di frequenze.
Quando si ricevono emittenti radiofoniche la cui
frequenza cade al di fuori della gamma di accor-
lo dell'antenna, si verifica sempre e inevitabil-
mente un'attenuazione del segnale. E poiché la
« sintonizzazione » dell'antenna rimane fissa, an-
che quando il ricevitore è sintonizzato su emit-
tenti che cadono fuori della banda preferenziale
dell'antenna, è ovvio che la captazione agevolata
delle emittenti deboli entro la propria gamma
di risonanza provoca fenomeni di intermodula-
zione talvolta intollerabili.

FREQUENZA DI RISONANZA

Da quanto finora detto risulta evidente che, so-


prattutto quando si spazia entro ampie gamme

718
UTILITA' E ADATTAMENTO
DEL.L ANTENNA
di frequenza, conviene impiegare un dispositivo un elemento « accordatore d'antenna» è solo
in grado di far variare, a volontà dell'operatore, apparente, dato che esso è il risultato di una più
la frequenza di risonanza dell'antenna. accurata centratura dell'antenna rispetto alla e-
E' risaputo che la frequenza di risonanza di ogni mittente radiofonica ricevuta.
antenna dipende dalla sua forma e dalle sue di-
mensioni fisiche. E queste non possono essere
cambiate a piacere durante i collegamenti radio- GLI ELEMENTI BASE
fonici. Ma è sempre possibile intervenire sulla
frequenza di risonanza introducendo degli ele- Gli elementi con cui è possibile « truccare » una
menti induttivo-capacitivi, concentrati, che al- antenna sono rappresentati dalle induttanze e
lungano e accorciano artificialmente l'antenna. dai condensatori.
Giunti a questo punto vogliamo ricordare ai let- Consideriamo il semplice schema di figura 1. In
tori principianti che gli elementi ausiliari, che esso, come si può notare, è stata collegata, in
possono far variare le caratteristiche dell'anten- serie con la linea di discesa, una bobina di indut-
na, non intervengono mai sul guadagno di que- tanza variabile. Ebbene, con questo accorgimen-
sta, perché il guadagno di ogni antenna dipende to è possibile diminuire la frequenza di riso-
soltanto dalle sue dimensioni reali e dall'angolo nanza dell'antenna, aumentando virtualmente la
di radiazione. sua lunghezza.
Il maggior guadagno che si riscontra con l'uso di
In figura 2 rappresentiamo il secondo sistema
di intervento sulle caratteristiche dell'antenna,
quello del collegamento, in serie con la linea-
di discesa, di un condensatore variabile, che è
in grado di aumentare la frequenza di risonan-
za, dato che esso diminuisce virtualmente la lun-
ghezza dell'antenna stessa cioè, in pratica, il va-
L'antenna ricevente, cosi co- lore capacitivo complessivo dell'impianto.
me l'antenna trasmittente, al-
tro non è che un circuito riso- CIRCUITI ACCORDATORI
nante induttivo-capacitivo a
costanti distribuite, di cui è Per ottenere un miglior adattamento dell'anten-
na con l'apparecchio radioricevente, si possono
possibile far variare artificial- accoppiare elementi capacitivi con elementi in-
mente la lunghezza e, conse- duttivi, ottenendo dei veri e propri circuiti ac-
cordatori d'antenna.
guentemente, la frequenza di
In figura 3 è rappresentata una delle possibili
accordo, adattandola nel mi- soluzioni: quella del collegamento di un con-
glior modo possibile al cir- densatore in serie, che permette di accorciare
l'antenna e, quindi, di sintonizzarla su frequen-
cuito d'entrata del radi,orice-
ze più elevate di quella di accordo naturale.
vitore. II dispositivo di figura + propone un secondo si-
stema di accordatore d'antenna; in esso il con-
densatore variabile C risulta collegato in parai-

719
lelo e pennette di allungare virtualmente l'an-
tenna, centrando le emittenti radiofoniche nelle
bande più basse di frequenza.
La variabilità della bobina di induttanza L, resa
possibile tramite le prese intermedie, pennette
di adattare la nuova impedenza dell'antenna a
quella cli entrata del ricevitore, il cui valore ti-
pico è di 52 ohm, ottenendo sempre il miglior
trasferimento di potenza tra antenna e ricevitore.
INDUTTANZA
IN SERIE
ANALISI DELL'ADATTATORE

Il progetto dell'adattatore d'antenna riportato in


figura 5 è stato ottenuto mettendo assieme i due
circuiti precedentemente descritti, quello di f-
RX gura 3 e quello di figura 4.
Il doppio deviatore S1 dell'accordatore d'anten-
na consente il passaggio immediato dalla condi-
zione «serie» a quella « parallelo », mentre il
Flg. 1 - Collegando in serie con la discesa d'antenna commutatore S2 concede all'operatore la facol-
una bobina di Induttanza varlablle, è poaalblle far di-
minuire la frequenza di rlaonanza delt'antenna, aumen- tà di scegliere l'entità dell'induttanza della bo-
tandone virtualmente la lunghezza. bina Ll da collegare fra discesa d'antenna ed en-
trata del ricevitore radio. Si tratta in questo ca-
so di scegliere il numero di spire che meglio a-
dattano l'impedenza d'ingresso del ricevitore.
Il doppio deviatore S1 permette di inserire il
condensatore variabile C 1 in serie con la bobina
Ll (posizione indicata in figura 5), oppure in
parallelo con la bobina Ll. In questo secondo
caso il condensatore variabile Cl è collegato fra
antenna e terra.
Il commutatore S2 è di tipo a una via - quattro
posizioni. Questo componente rimane comunque
condizionato al numero di prese intermedie con
cui si costruisce la bobina di induttanza Ll.
Quella di figura 5 è dotata di cinque terminali,
ma il lettore potrà costruire bobine di induttan-
za con un numero di terminali superiore, cioè
CAPACITA con un numero superiore di prese intermedie.
IN SERIE

COSTRUZIONE DELLA BOBINA L 1

Prima di iniziare la costruzione dell'adattatore


d'antenna, il lettore dovrà provvedere alla rea-
RX lizzazione della bobina L 1.
Per ottenere questo componente occorrerà mu-
nirsi di un supporto di materiale isolante del dia-
metro di 30 mm.; su di esso si avvolgeranno 50
Fig. 2 - Collegando in serie con la discesa d'antenna spire serrate di filo di rame smaltato del diame-
un condensatore variabile, è possibile far aumentare
la frequenza di risonanza dell'antenna, diminuendone tro 0,5 mm., ricavando delle prese intermedie al-
virtualmente la lunghezza. la 5-10 -25-40 spira.
Coloro che si troveranno nelle condizioni di di-
sporre di un selettore (S2) dotato di un maggior

720
Flg. 3 - In questo disegno ripor-
tiamo uno dei due possibili al-
atemi che permettono di adattare
l'antenna all'entrata del radiori-
cevitore. ll collegamento del con-
densatore variabile C, in serie,
SERIE accorcia virtualmente l'antenna,
permettendone la sintonizzazione
su frequenze più elevate di quel-
le di accordo originale.

numero di posizioni di quelle prescritte, potran- del lettore e conformemente alle esigenze tecni-
no aumentare il numero delle prese intermedie, che di ciascuno, di materiale isolante oppure di
per esempio 5-10-20-30-40-45, in modo da rag- materiale conduttore.
giungere un adattamento d'antenna più preciso. Nel primo caso si potrà incorrere nello svantag-
Raccomandiamo ai lettori principianti di prov- gio di un accordo difettoso a causa della mano
vedere allo spellamento del filo di rame smaltato dell'operatore durante la regolazione dei vari e-
sui terminali estremi e su quelli che rappresen- lementi del circuito.
tano le prese intermedie prima di effettuare le La mano dell'operatore interferisce capacitiva-
saldature a stagno.
mente sul circuito di alta frequenza senza per-
mettere un preciso accordo d'antenna.
REALIZZAZIONE DELL'ADATTATORE Servendosi invece di un contenitore metallico,
si dovrà far bene attenzione ad isolare perfetta-
Una volta costruita la bobina Ll e procurati i mente il condensatore variabile Cl dal conteni-
pochi componenti necessari, il lettore potrà ini- tore stesso e questa operazione potrà comportare
ziare il lavoro di costruzione dell'adattatore d'an- qualche problema di ordine pratico, soprattutto
tenna seguendo il piano di cablaggio di figura 6. per quel che riguarda il perno di comando del
Il contenitore del circuito potrà essere, a scelta componente.

PARALL.
ANT. L Fg. 4- Con questo tipo di cir-
cuito proponiamo il secondo si-
stema di accordo di antenna con
entrata di apparato radioricevito-
use. re. Il condensatore variabile C,
e collegato in parallelo, permette di
allungare virtualmente l'antenna,
sintonizzando le emittenti radio-
foniche a più basso valore di fre-
quenza.

721
50

I
I
C1 s'I

TFRR[gl
l

Fig. 5- Progetto di adattatore d'antenna ottenuto dalla


composizione dei due circuiti proposti nelle figure 34.
li doppio deviatore S1 permette Il passaggio Imme-
COMPONENTI
diato dalla condizlone • serie • a quella • parallelo »,
mentre li commutatore S2 concede all'operatore fa fa- Cc1 = 365 pF (variabile ad aria)
coltà di scegliere l'entità di induttanza della bobina L1 S1 = commutatore multiplo (2 vie - 2 posiz.)
più idonea per l'adattamento dell'antenna con l'entrata s2 = commutatore multiplo (1 via - 4 posiz.)
del ricevitore radio. L1 = bobina (vedi testo)

CONNETTORI cole, di tipo comune e isolato, una delle quali


verrà collegata con il circuito di terra. Impie-
Le connessioni con il circuito di entrata e con gando invece altri tipi d'antenna, potranno ri-
quello d'uscita potranno variare da caso a caso. sultare necessari connettori di tipo BNC oppure
Per esempio, utilizzando un'antenna di tipo Mar- PL239 o similari, a seconda del tipo di connet-
coni per l'entrata, basteranno due semplici boe- tore del cavo di discesa.

use.

TERRA
Fig. 6 - Piano costruttivo dell'adattatore d'antenna montato su contenitore di plastica o me-
tallico. Sul pannello frontale del dispositivo sono presenti i comandi dei commutatori S1-S2,
il perno del condensatore variabHe C1, la presa d'antenna, quella di terra e Il bocchettone
d'uscita per il collegamento con l'entrata del radioricevitore.

722
USO DEL DISPOSITIVO voca la massima deviazione dell'indice dellS-
Meter. Successivamente si agisce sul commuta-
L'uso dell'adattatore d'antenna si effettua dopo tore multiplo S2, selezionando quella presa in-
aver inserito il dispositivo fra la discesa d'anten- termedia della bobina L 1 che permette di au-
mentare l'entità del segnale ricevuto.
na e l'entrata del ricevitore radio.
Le regolazioni citate debbono essere successiva-
Una volta sintonizzata la emittente radiofonica mente ripetute, annotando a parte le posizioni
che si vuol ascoltare tramite il ricevitore radio, del perno del condensatore variabile C 1 e del com-
si agisce dapprima sul perno del condensatore mutatore multiplo S2, che potranno risultare u-
variabile C 1, cercando quella posizione, delle tili per una più rapida regolazione futura dell'a-
lamine fisse rispetto alle lamine mobili, che pro- dattatore d'antenna.

IL RICEVITORE CB
in scalo
di montaggio a
L. 14.500
Tutti gli appassionati della Citi-
zen's Band troveranno in questo
kit l'occasione per realizzare,
molto economicamente, uno stu-
pendo ricevitore superreattivo,
ampiamente collaudato, di conce-
zione moderna, estremamente
sensibile e potente.

Caratteristiche elettriche

Sistema di ricezione in superreazione


Banda di ricezione 26+28 MHz
Tipo di sintonia a varicap
Alimentazione 9 Vcc
Assorbimento 5 mA (con volume a zero)
70 mA (con volume max. in assenza di segnale radio)
300 mA (con volume max. in pres. di segnale radio
fortissimo)
Potenza in AP 1,5 W

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del RICEVITORE CB sono contenuti in una sca-
tola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione a L. 14.500. La scatola di montaggio è cor-
redata del fascicolo n, 10 - 1976 della Rivista, in cui è presentato l'articolo relativo alla descrizio-
ne e al montaggio dell'apparecchio, Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto di L. 14.500 a mezzo vaglia o c.c.R. n. 3/26482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125
O - Via Zuretti, 52. '

723
I SEMAFORI DEL
MODELLISTA

Con circuito
digitale 7474.

Diciamo subito che questo progetto non è stato Cominciamo dunque, prima di addentrarci nel
concepito esclusivamente per accontentare i no- vivo dell'argomento, dove saremo maggiormente
stri lettori modellisti. Perché esso, tramite l'uso attesi dai ferromodellisti, col ricordare alcuni e-
di opportuni relé, può pilotare anche i semafori lementi di elettronica digitale assai utili per le
stradalì o, comunque, i semafori equipaggiati con prime esperienze pratiche in questo particolare
lampade di una certa potenza. settore dell'elettronica applicata.
L'argomento, dunque, è di interesse generale e
non limitato, come si potrebbe credere, ad un so-
lo e particolare settore dell'elettronica hobby- IL SUCCESSO DEGLI INTEGRATI
stica. Soprattutto perché esso concede a tutti, an-
che a coloro che non vorranno realizzare il pro- La diffusione degli integrati logici o digitali si sta
getto, di arricchire il proprio bagaglio di cogni- allargando sempre di più. E si può dire oggi che
zioni tecniche, di capire come si possa far fun- tali prodotti, fino a ieri assorbiti dall'industria
zionare praticamente un semaforo facendo ri- elettronica, stiano bussando prepotentemente alla
corso all'elettronica più moderna, più avanzata porta del laboratorio dell'elettronico dilettante.
e, forse, ancor meno conosciuta: quella dei cir- Il perché di tale successo è presto detto: gli in-
cuiti digitali. tegrati digitali costano relativamente poco, men-
Ma l'occasione non si limita alla sola accen- tre la loro versatilità nel realizzare interessantis-
sione o allo spegnimento dei tre colori tradizio- simi circuiti, professionali, impegnativi dilettan-
nali, rosso, giallo, verde, del semaforo stradale. tistici e più o meno utili, è veramente grande.
Perché essa, con la descrizione di un dispositivo, Anche la facilità di impiego e di autoprogetta-
progettato principalmente per la gioià dei mo- zione di apparati su misura è a tal punto alla por-
dellisti, vuol aprire qualche pagina di elettroni- tata di tutti da conclamare questo recente com-
ca moderna agli appassionati della teoria che sta ponente elettronico come un circuito a carattere
alla base della meccanica dei circuiti logici, i universale.
quali soltanto da poco tempo hanno fatto il loro I vari aggettivi « logico », « digitale », « profes-
ingresso trionfale nel piccolo laboratorio del di- sionale», potrebbero anche spaventare il nostro
lettante di elettronica. lettore, che fa dell'elettronica soltanto un suo
hobby personale e non certo un motivo di spe- nella quale la sigla « CP » sta ad indicare il dock,
culazione del pensiero. Niente paura, tuttavia, mentre la freccia con la punta rivolta all'insù
perché in queste pagine non abbiamo alcuna in- indica una transizione dal livello logico O al livel-
tenzione di tenere un corso teorico-pratico sulle lo logico 1. La freccia con la punta rivolta al-
tecniche di progettazione digitale ad alto livello, l'ingiù sta ad indicare una transizione dal livello
mentre abbiamo in animo di offrire un semplice logico 1 al livello logico O. La lettera «D» rap-
aiuto al dilettante, elencando ed interpretando le presenta l'ingresso del flip-flop. L'asterisco sta a
nozioni più elementari e più utili alla compren- significare che lo stato dell'uscita non subisce
sione ed assimilazione di funzionamento dei cir- alcun cambiamento rispetto a quello presente
cuiti logici, con qualche piccolo aggancio con la prima della transizione 1-0 del dock.
realtà pratica. Come si comprende, dunque, osservando la ta-
bella della verità, nel flip-fop di tipo D, l'uscita
«Q» «ripete » l'ingresso dopo una transizione
IL FLIP-FLOP DI TIPO D positiva del dock.
Si noti che le variazioni dell'ingresso D non pro-
Il componente che dobbiamo prendere in esame ducono alcuna variazione d'uscita se non sono
e che a molti risulterà del tutto nuovo è l'integrato accompagnate da un impulso di dock.

Presentiamo un progetto che è il risultato di. una corale richie-


sta dei nostri lettori ferromodellisti e automodellisti, ma che,
siamo certi, interesserà tutti coloro che da qualche tempo si
appassionano all'applicazione pratica dei circuiti logici.

digitale 7474, denominato comunemente « fip- TABELLA DELLA VERITA'


flop di tipo D ». D- FLIP FLOP
In realtà, internamente all'integrato 7474, esi- -
stono due flip-flop di tipo D. Ma questi due flip- D CP Q Q
flop sono perfettamente identici tra loro e di es-
si, nel nostro progetto dei semafori del modelli-
sta, ne viene utilizzato uno soltanto. Ecco perché.
o 4 o 1

limiteremo il nostro esame ad una sola metà del- 1 4 1 o


l'integrato 7474. o % * *
II flip-flop di tipo D appartiene alla categoria
dei circuiti digitali « a scatto », nei quali lo stato
1
% * *
dell'uscita non dipende soltanto dalle condizioni
di ingresso, ma anche dalla presenza di un im- Nell'integrato 7474 ciascuno dei due flip-flop di
pulso di sincronizzazione, correntemente deno- tipo D dispone di due controlli ausiliari, detti di
minato «dock» (in inglese «orologio» inteso Set «S» e di Reset « R».
nel senso di elemento generatore di ritmo). Questi controlli ausiliari agiscono indipendente-
Il comportamento del fip-flop di tipo D può es- mente dal dock e dal segnale di ingresso D, for-
sere riassunto dalla apposita tabella della verità, zando l'uscita Q rispettivamente a 1, il Set e a

725

u ù)

-0---- " -,

u
o

Fig. 2 - La realizz&zJaw
pratica del modulo di pi-
lotaggio del due sematlllli
deve essere ottenuta •
circuito stampato, nel qsa-
le i due integrati IC1 -K2
possono essere montati d-
(
rettamente o tramite op
a:: portuni zoccoletti. I ter-
1--
minali contrassegnati coe
i numeri 1-2-34-5 trovane
precisa corrispondenza coe
i terminali contrassegnali
<.D
a: con gli stessi numeri nei.

-
lo schema elettrico di i-
gura 1.
ù) <J)

o:: cr
-I
N D
> u z
I
·]
-
H
CL
(J) u D

1 "'
N

ù)
r

)
r
N
u ◄
Fig. 1 - Il progetto del
modulo di comando dei se-
<Xl
ù)

..---+-------~----...--, mafori risulta principal-


mente composto di quat-
~ tro parti: quella del gene-
u ratore di temporizzazione,
H dell'adattatore di livello,
del divisore di frequenza
<.D N
e del. pilotaggio finale. L'a-
limentazione a 12 Vcc è
la stessa che permette la
+ accensione delle lampade
a 12 V - 50 mA+t00 mA
I dei due semafori.
I_ +

ll €g)i(D@} l

726
2

t..

O. il Reset. (Q) risulta sempre invertita rispet- principalmente di quattro parti, le cui funzioni
to a Q. sono quelle elencate qui di seguito:
1) Generatore di temporizzazione (dock)
2) Circuito adattatore di livello
PROGETTO DEL MODULO
3) Stadio divisore di frequenza
Dopo aver brevemente esaminato il componente 4) Elemento pilota
del modulo per semaforo che risulta il cardine Il dock dell'intero sistema è fornito dall'integrato
del progetto, passiamo direttamente all'analisi ICl, che è rappresentato dall'ormai famoso 555,
dello schema elettrico di figura 1. funzionante come oscillatore astabile a ciclo a-
Il circuito del modulo di controllo è composto simmetrico.

< Condensatori
COMPONENTI
Varie
I
C1 = 100 (F - 25 VI (elettrolitico) IC1 = integrato 7474
C2 = 10.000 pF
IC2 = integrato 555
Resistenze TR1 = BC107
R1 = 56.000 ohm TR2 = 2N1711
R2 = 15.000 ohm TR3 = 2N1711
R3 = 100 ohm D1 = zener (5 V - 0,5 W)
R4 = 47.000 ohm D2 = 1N4007
R5 = 4. 700 ohm D3 = 1N4007
R6 = 820 ohm ALIM. = 12 Vcc
R7 = 820 ohm

727
Fig. 3 - Questo disegno del circuito
stampato in scala 1 /1, necessario per
la composizione del piano costruttivo
del modulo di comando dei due sema-
fori, potrà essere leggermente cambia-
to da coloro che volessero Introdurre
fa variante che evita l'accensione della
lampada gialla durante ('accensione,
sullo stesso semaforo, della lampada
rossa.

La forma d'onda in uscita (terminale 3 di ICI) è to diretto tra i piedini 2 e 6). In questo modo si
illustrata in alto di figura 4. Essa evidenzia la realizza la funzione di divisione per due della
differenza tra periodo di O e periodo di 1. Tale frequenza d'ingresso, cioè del dock, che fa com-
asimmetria viene utilizzata per ottenere differenti mutare l'uscita da O a 1, e viceversa, ad ogni
temporizzazioni per il giallo del semaforo rispet- transizione da O a 1 del dock.
to al rosso e al verde. Ciò è necessario perché, Questa divisione per due serve a comandare al-
come tutti sanno, il tempo di inflessione del gial- ternativamente gli stadi d'uscita in modo che ven-
lo è assai più breve di quello del rosso e del verde. ga rispettata la corretta sequenza dei colori ver-
Lo stadio pilotato dal transistor TRI, che è di de-giallo-rosso.
tipo NPN (BC107), converte il segnale in uscita
da ICI, del valore di 12 V, in un segnale TTL
compatibile a5 V, in modo da pilotare corretta- STADI D'USCITA
mente il dock dell'integrato IC2 che, come è sta-
to detto, è di tipo 7474. Gli stadi d'uscita del modulo semaforico sono
Facciamo presente che il diodo zener DI (5 V - composti da due transistor amplificatori (TR2-
0,5 W) serve per stabilizzare la tensione di alimen- TR3) in unione con due diodi (D2-D3), che fun-
tazione dell'integrato IC2 e del transistor TRl. gono da elementi combinatori per ottenere le so-
L'ingresso D dell'integrato 7474 è connesso di- vrapposizioni di verde e giallo.
rettamente con l'uscita Q (nello schema elettrico Facciamo notare, infatti, che nel nostro partico-
di figura I è chiaramente indicato il collegamen- lare progetto, il giallo semaforico si accende sem-

OSCILL. - l
DI ICl -O

R- ROSSO Fig. 4 - Il diagramma riporta-


G- GIALLO to in alto di figura Interpreta
la forma d'onda in uscita dal
V- VERE terminale 3 dell'Integrato
7474. Essa evidenzia la diffe-
R R R renza tra periodo O e periodo
G G G G 1. La sequenza di luminosità
semaforica ottenuta è ripor-
V V
tata nel diagrammi in basso,
nei quali le lettere V-R-G
R R stanno ad indicare i periodi
G I G G I G di accensione delle lampade
I V V V verdi-rosse e gialle.

728
Fig. 5 - lustriamo in ques to dise gno il
collegamento completo fra piastra di
SEMAF SEMAF
comando, alimentatore e semafori, ri- 1 2
cordando che le lampadine debbono
essere da 12 V • 50±100 mA max.

%} M+ 2
PIASTRA 3
12V DI
COMANDO 4

pre in entrambi i semafori. Ma tale sovrappo- la tensione sul conduttore LR risulta a O V circa,
sizione di rosso e giallo, qualora fosse ritenuta in- il transistor si porta all'interdizione impedendo il
tollerabile, potrà sempre venir annullata per mez- passaggio di corrente nella lampada gialla.
zo dell'inserimento di due transistor e quattro re- Il semplice schema di figura 6 deve essere ovvia-
sistenze nel modo che avremo occasione di spie- mente realizzato due volte, tenendo sott'occhio
gare più avanti, quando interpreteremo il dise- lo schema di collegamento di figura 5, nel quale
gno supplementare di figura 6. i conduttori interessati alla variante sono pur es-
si contrassegnati con le stesse sigle LR-LG-LV.

CONNESSIONE DEI SEMAFORi


COSTRUZIONE DEL MODULO
I due semafori, illuminati con lampadine da 12 V
- 50±-100 mA max. debbono essere collegati al La necessità di ricorrere all'uso di due crcurtu
modulo semaforico di comando nel modo illu- integrati consiglia senz'altro l'approntamento di
strato in figura 5. un circuito stampato, di cui riportiamo il disegno
Con questo tipo di collegamento, la sequenza a grandezza naturale in figura 3.
di luminosità che si ottiene è quella riportata nel • Sul circuito stampato verranno inseriti tutti i
quadro di figura 4, dove le lettere V-R-G stan- componenti del modulo di comando, così come
no ad indicare chiaramente i periodi di accen- indicato nel disegno del piano costruttivo di fi-
sione delle lampade verdi, rosse e gialle. gura 2.
Coloro che volessero evitare l'accensione della Variando eventualmente di poco il disegno del
lampada gialla durante l'accensione sullo stesso circuito stampato, si potranno inserire nello stes-
semaforo della lampada rossa, dovranno effettua- so modulo anche i due transistor ausiliari di tipo
re la variante riportata in figura 6, cioè aggiun- 2N1711 e le quattro resistenze d'obbligo per rag-
gendo in ciascuno dei due semafori un transistor giungere lo spegnimento del giallo, ricorrendo
di tipo 2N1711 e due resistenze, rispettivamente alla realizzazione del semplice circuito di figura 6.
del valore di 1.500 ohm e 4.700 ohm. In questo A coloro che dovessero trovarsi nelle condizioni
mod o, quando la lampada rossa risulta accesa e di acquistare tutti i componenti necessari per la

729
fascicolo arretrato
AG0STO 1977
LR

I E' un vero e proprio manuale edito a beneficio dei LG


vecchi e nuovi appassionati di elettronica, che fa
giungere, direttamente in casa, il piacere e il fa.
scino di una disciplina moderna, proiettata nel fu- LV
2 N1711
turo, che interessa tutti: lavoratori e studenti, pro-
fessionisti e studiosi, giovani e meno giovani,

La materia viene esposta attraverso i seguenti die-


ci capitoli:

1° SALDATURA A STAGNO
2° CONDENSATORI
3° RESISTORI Fig. 6 - Questo semplice circuito rappresenta la va
4° - TRANSISTOR riante da apportare al progetto generale per evitare
5° - UIT - FET - SCR - TRIAC l'accensione della lampada gialla durante l'accensione
6° - RADIORICEVITORI della lampada rossa. Quando la lampada rossa è ac-
7° - ALIMENTATORI cesa, LR = O V circa; in tali condizioni il transistcr
8° - AMPLIFICATORI 2N1711 va all'interdizione e spegne la lampada giala
9° OSCILLATORI
10° - PROGETTI VARI

realizzazione del piano costruttivo, diciamo


l'impresa non può assolutamente imbattersi
problemi di difficile reperibilità, perché i c
ponenti elettronici si trovano dovunque e a bas-
so costo.
I due integrati, ad esempio, potranno essere
qualsiasi Casa costruttrice; ciò significa che
sti due componenti potranno avere sigle legger-
mente diverse fra loro, anche se identificano lo
stesso elemento (per esempio T7474, SN74
ecc.).
Coloro che volessero variare il ritmo delle accen-
sioni delle lampade semaforiche, pur mantenen-
do invariati i rapporti di tempo di accensione del
Il contenuto e la scelta degli argomenti trattati
fanno del fascicolo AGOSTO 1977 una guida si-
giallo, del rosso, del verde, potranno intervenire
cura, un punto di riferimento, un insieme di pagine sul valore capacitivo del condensatore elettroli-
amiche di rapida consultazione, quando si sta co- tico C1, il cui valore da noi prescritto nell'elenco
struendo, riparando o collaudando un qualsiasi di- componenti, è di 100 µF. Si tenga presente
spositivo elettronico.
con valori capacitivi di Cl sempre più elevati, i
Questo autentico ferro del mestiere dell'elettro-
tempi divengono sempre più lunghi.
nico dilettante costa Per variare invece i rapporti tra i tempi di ac-
censione, si dovrà agire sulle resistenze R l ed
.L. 1.500 R2, variandone i valori prescritti.
Ricordiamo per ultimo che è sempre possib ile
sostituire le lampade con potenze elettriche
riabili fra 0,5 W e 1 W, con dei relé, per esempio
da 12 V- 250 ohm, in modo da pilotare con que-
sti delle lampade di potenza superiore, funzio-
nanti anche con la tensione di rete-luce.

730
I DIODI
NELLA
PRATICA
2a puntata

Mentre nella prima puntata di questo interes- cioè quello in cui ognuno potrà trovare lo spun-
sante argomento, pubblicato sul fascicolo del me- to per risolvere semplicemente e brillantemente
se scorso, abbiamo presentato il diodo a semicon- il proprio particolare problema.
duttore nella sua espressione primaria di ele-
mento fondamentale e condizionante del funzio-
namento di un circuito, in questa seconda parte IL PERICOLO DELLE POLARITA' INVERTITE
del nostro discorso ci siamo proposti di conside-
rare il diodo quale elemento protettivo di molti Come tutti i nostri lettori sanno, la maggior par-
dispositivi elettronici e come parte integrante di te degli apparati elettronici, e in particolar modo
molti circuiti ausiliari di controllo. quelli da noi mensilmente presentati sulla Rivi-
Possiamo quindi dire di toccare, proprio in chiu- sta, funzionano con alimentazione in corrente
sura di trattazione, la maggior parte di quei pun- continua. Ciò significa che, quando essi vengono
ti che più interessano i lettori, perché il cammi- collegati con l'alimentatore, è sempre necessario
no percorso è prevalentemente quello pratico, far bene attenzione alle polarità, se non si vuole

Concludiamo, in questa seconda puntata, un argomento teori-


co-pratico che ha suscitato vivo interesse fra i nostri lettori, so-
prattutto perché in esso molti hanno potuto intravvedere la so-
luzione di un particolare problema o il perfezionamento di un
determinato dispositivo elettronico.

731
quindi il circuito di figura 1, qualsiasi acciden-
tale inversione di polarità dell'alimentatore non
può produrre alcun danno, perché il diodo D1
impedisce la conduzione della corrente elettrica
in senso inverso, mantenendo disalimentato il
canco.
L'unico inconveniente, che può essere provocato
O dall'inserimento nel circuito di alimentazione del
3
ALIMENTAZIONE r- diodo, consiste nella caduta di tensione di 0,6--;-
<1 0, 7 V che, peraltro, potrà essere facilmente com-
3
pensata da un valore leggermente superiore del-
la tensione di alimentazione nominale.
Per i lettori principianti ricordiamo che il diodo
è un ·componente semiconduttore che, sottoposto
alla corrente alternata, lascia passare le semion-
de di uno stesso nome, in un senso, e quelle di
Fig. 1 - Il diodo a semiconduttore D1, collegato in se-
rie con un qualsiasi carico, protegge quest'ultimo da nome opposto, in senso contrario.
eventuali errati Inserimenti della tensione di alimen-
tazione.
PROTEZIONE CON CIRCUITO A PONTE

Con il sistema di protezione di un carico dall'ac-


cidentale inversione di polarità dell'alimentatore
ora descritto si ottiene, in caso di errore, il bloc-
provocare un danno irreparabile ai semicondut- co del funzionamento del dispositivo. Esiste tut-
tori. Ma, pur facendo attenzione a non sbagliare, tavia un sistema che permette di sbagliare im-
un errore di collegamento può sempre accadere. punemente il collegamento con l'alimentatore fa-
E' quindi necessario premunirsi contro una si- cendo ugualmente funzionare il carico. Questo
mile evenienza distruttiva, facendo in modo che, sistema è rappresentato in figura 2. Si tratta di
pur invertendo le polarità dell'alimentatore, nul- realizzare il ponte raddrizzatore composto dai
la possa capitare all'apparato se non il man- quattro diodi D1-D2-D3-D4 ed alimentare il ca-
cato funzionamento. rico tramite questo elemento. Anche in questo
Questo problema si risolve inserendo sulla linea caso i quattro diodi dovranno essere scelti con
di alimentazione del carico un diodo, collegato caratteristiche di tensione e di corrente rispon-
in serie, le cui caratteristiche debbono essere ta- denti alle esigenze del carico.
li da sopportare la tensione e la corrente con cui Il circuito di figura 2 non richiede particolari
normalmente funziona il carico stesso. Adottando interpretazioni. E' facile comprendere, infatti,

-. -
ALIMENT.

Flg. 2 - Per prevenire eventuali


O danni arrecati ad un carico in ca-
) so di errato Inserimento dell'a-
r- limentatore (polarità invertite), ba-
<1 sta interporre un ponte di diodi
3 come quello qui disegnato.

732
che con qualunque tipo di collegamento del cir-
cuito con l'alimentatore, il dispositivo di carico
funziona regolarmente. Accanto alla dicitura
ALIMENT. abbiamo riportato i simboli carat-
teristici della tensione positiva e di quella ne-
gativa, per dimostrare che il collegamento con +
l'alimentatore può essere comunque eseguito.
A seconda del tipo di collegamento, saranno i
diodi D2-D3, oppure i diodi D1-D4 a funzionare
da elementi conduttori ed alimentatori del ca-
1
nco.

SOPPRESSIONE DEI DISTURBI DEL RE!E'


Flg. 3 - ll diodo a semiconduttore DI può essere adot-
Qualsiasi circuito induttivo, alimentato in cor- tato per sopprimere le extracorrenti di apertura di un
rente continua, accumula energia elettromagne- relé, evitando eventuali disturbi di natura elettroma-
gnetica.
tica che, all'atto dell'apertura del circuito, viene
restituita sotto forma di una tensione inversa,
presente sui terminali dell'induttanza. Ciò capi-
ta, in pratica, ad esempio, sui relé che sono equi-
paggiati con una bobina di induttanza.
L'energia che viene restituita sotto forma di ten-
sione inversa prende il nome di extratensione o
extracorrente di apertura.
Le extratensioni e le extracorrenti di apertura 1
debbono essere soppresse quando il relé viene
montato in circuiti elettronici, dove è possibile
provocare la distruzione di componenti molto
delicati.
In figura '3 proponiamo il sistema più semplice,
ma molto efficace, di soppressione delle extracor-
renti di apertura.
In parallelo alla bobina del relé viene inserito Fig. 4 - Per mezzo del diodo DI e dell'interruttore S1
il diodo D1, che impedisce il passaggio della cor- montato in parallelo, ai può fare In modo di accendere
completamente una lampada LP (interruttore S1 chlu-
rente primaria che alimenta il relé stesso, mentre so), oppure si può ridurre a metà la quantità dl luce
cortocircuita la corrente inversa, cioè la extra- emessa (interruttore S1 aperto).

I
Fig. 5 - Questo circuito permet-
te di effettuare una rapida e
semplice commutazione di due
carichi e può essere adottato
come elementare strumento di
controllo di polarità di alimen-
tazione.

733
corrente di apertura, fungendo da elemento pro-
tettivo del circuito elettronico in cui il relé viene
montato.

Sl NILI
+ti DUE INTENSITA' DI LUCE

L'effetto raddrizzatore del diodo a semicondut-


? tore può essere sfruttato per ottenere l'alimen-
tazione di un carico con due diversi valori di
C( tensione. Ciò è chiaramente interpretato nel di-

+ti
./

> segno di figura 4. L'interruttore SI, infatti, può


cortocircuitare o meno il diodo a semiconduttore
Dl. Quando l'interruttore SI è aperto, soltanto
□4 d~ le semionde di uno stesso nome della corrente al-
RL2 ternata possono scorrere attraverso il circuito, cioè
attraverso la lampada LP. In questo caso la lu-
minosità della lampada è ridotta, perché essa è
stata concepita per funzionare - con entrambe le
Fig. 6 - Mediante Il commutatore multiplo S1 e i quat- semionde della corrente alternata applicata al
tro diodi Dt-D2-D3-04 è possibile pilotare ciascuno
dei due relé RL1-RL2 separatamente oppure Insieme. circuito.
Quando l'interruttore SI è chiuso, esso corto-
circuita il diodo DI e permette lo scorrimento,
attraverso il circuito e, quindi, attraverso la lam-
pada LP, di tutta la corrente alternata, nella sua
espressione più completa, cioè composta dalle
4p semionde positive e da quelle negative. In tal
Oii}o caso la lampada LP raggiunge la sua massima
luminosità.
Questo sistema di riduzione della corrente attra-
o 44 o verso una lampada viene spesso adottato nelle
abitazioni civili, quando l'eccessiva luminosità può
provocare un certo disturbo durante la notte.
Fig. 7 - Simboli elettrici caratteristici del diodi zener Questo stesso sistema di riduzione della potenza
adottati nei disegni di schemi teorici. elettrica tramite un diodo a semiconduttore viene
adottato anche in taluni saldatori elettrici, quan-
do l'eccessiva quantità di calore accumulatasi
sulla punta dell'utensile consiglia l'operatore a
ridurre la temperatura di lavoro.

COMMUTAZIONE DI DUE CARICHI


v, Un dispositivo molto interessante, soprattutto
0,6 V sotto l'aspetto pratico, è quello di figura 5.
Questo circuito può essere realizzato e adottato
dai nostri lettori come elementare strumento di
controlJo di polarità di alimentazione. Mediante.
il commutatore SI, infatti, è possibile far accen-
F"ig. 8 - Curva caratteristica dell'andamento della cor- dere ciascuna delle due lampade LP1-LP2. La
rente elettrica, in rapporto alla tensione, di un diodo
zener. Normalmente, fino ad un valore di tensione di
lampada LPI si accenderà quando ad essa ver-
0,6 V, la corrente è bassissima; essa aumenta rapida- rà applicata la tensione positiva dalla parte del
mente da questo valore di tensione in poi. La corrente diodo DI, mentre la lampada LP2 si accenderà
diviene intensissima quando al diodo zener viene ap- applicando la tensione positiva dalla sua parte,
plicata una tensione Inversa, che porta all'immediata
distruzione del componente. cioè a monte del diodo D2.
Questo circuito assume comunque lo scopo di
evidenziare come sia possibile selezionare due

734
diversi carichi (lampadine) mediante inversione
di polarità di alimentazione.
Sfruttando questo stesso principio di funziona- R1
mento, è possibile realizzare un circuito più com-
plicato, che potrà trovare un grande numero di
applicazioni pratiche. Facciamo riferimento al o
progetto di figura 6 con il quale, tramite il com- u
ALIMENT. DZ r-
mutatore Sl, è possibile comandare il relé RLl, <r
il relé RL2, separatamente oppure assieme. Tutto u
ciò avviene con soli due fili di comando.
Analizziamo un po' più dettagliatamente questo
circuito.
Fig. 9 - L'impiego principale dei diodi zener consiste
Quando il commutatore S 1 ( 1 via - 3 posizioni) nella realizzazione di circuiti allmentatorl stabilizzati di
è posizionato sul diodo D1, la corrente elettrica cui, In questo disegno, riportiamo l'esempio più sem-
plice.
compie il seguente percorso: DI - RLI - D4. In
questo caso dunque lavora il relé RL1. Quando
il commutatore S1 è posizionato su D2, il per-
corso della corrente elettrica è il seguente: D2
- D3- RL2. In questo caso dunque lavora il se-
condo relé. Quando il commutatore S1 è posizio- ti gli altri componenti elettronici, viene normal-
nato sul primo contatto, tutti e due i relé RL1- mente indicato nel linguaggio elettrico attraver-
RL2 sono interessati dal passaggio della corren- so un simbolo, quello riportato in figura 7.
te. Come si può intuire, dunque, con questo cir-
In figura 8, è riportata, per intero, la curva ca-
cuito si possono pilotare due diversi dispositivi
ratteristica di un diodo zener che, polarizzato di-
collegati sui terminali utili dei due relé.
rettamente si comporta come un normalissimo
diodo al silicio, mentre quando viene polarizzato
inversamente non conduce corrente, sino al va-
DIODI ZENER lore di tensione zener; ma una volta raggiunto
tale valore il diodo entra rapidamente in condu-
Uno dei parametri caratteristici dei diodi è rap-
zione. Si noti che se la corrente inversa, che at-
presentato dalla tensione inversa massima che
traversa il diodo, varia notevolmente, la tensione,
essi sono in grado di sopportare.
sui terminali del diodo, rimane praticamente
E' stato detto che quando un diodo viene pola- sempre quella di zener, per cui ne consegue un
rizzato in senso diretto, esso favorisce il flusso del- notevole effetto stabilizzante.
la corrente; quando il diodo è invece polarizzato
in senso inverso, esso aumenta la tensione di bar-
riera, ostacolando il flusso della corrente. Ma que-
sto concetto è valido fino a certi valori della
tensione di polarizzazione, perché da un dato R1
punto in poi si verifica la distruzione del com-
ponente. Si suole anche dire che, una volta su-
perata la massima tensione inversa, si incontra
una zona di forte conduzione che, generando una DZ1
reazione a catena, porta rapidamente il diodo ENTR. USCITA
alla distruzione.
Tuttavia, «drogando» opportunamente il cri- ~ DZ2
stallo di silicio, cioè aggiungendo ad esso talune
impurità, è possibile controllare la reazione a ca-
tena in modo da evitare la distruzione del com-
ponente; ma è ovvio che la drogatura del silicio
non basta, perché occorre provvedere anche a
limitare la corrente che scorre attraverso il dio-
do, servendosi di opportune resistenze. Un com- Fig. 10 - Questo circuito può fungere sia da elemento
ponente così concepito prende il nome di « diodo squadratore di segnali, sia da stabilizzatore Insensibi-
le alle polarità di inserimento. Può servire per pilotare
zener » e la tensione inversa massima viene de- l'inversione di marcia di piccoli motori elettrici.
nominata « tensione di zener ».
Anche il diodo zener, così come avviene per tut-

735
Fig. 11 - Nella vasta gamma ·di
diodi zener presenti sul mercato
attuale si possono trovare mo-
delli indicati per la polarizzazio-
+ + ne delle valvole elettroniche.

CIRCUITO DI STABILIZZAZIONE della corrente massima assorbibile dal diodo ze-


ner DZ.
Dalle ultime osservazioni esposte è facile dedurre Il diodo zener evita, ovviamente entro certi li-
che l'impiego principale dei diodi zener è quel- miti, ogni variazione di tensione sui terminali
lo della realizzazione di circuiti alimentatori sta- del carico dovuta, ad esempio, a variazioni della
bilizzati, di cui in figura 9 è riportato l'esempio tensione di alimentazione .
più semplice. In figura 10 è riportato un circuito che può fun-
La resistenza RI funge da elemento limitatore gere sia da squadratore di segnali, dato che esso

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-+. { ) 4

o
u
Cl:'.
<(
Fig. 12 - Per mezzo di un diodo zener è possibile ot-
u tenere un dispositivo automatico in grado di Inserire
il carico soltanto in presenza di tensioni di un deter-
minato valore. La resistenza aggiuntiva R1 consente
di tarare, con notevole precisione, il punto di Inter-
vento del dispositivo.

stabilizza l'ampiezza massima positiva e negativa luzione semplice e vantaggiosa ai problemi di po-
della tensione, sia da stabilizzatore insensibile al- larizzazione delle valvole stesse, così come indi-
le polarità di inserimento. Per esempio, il circui- cati nei due schemi di figura 11.
to potrà pilotare l'inversione di marcia dei pic-
coli motori elettrici, mantenendo stabilizzata, in
ogni caso, la tensione di alimentazione. REGOLATORI DI MIN. O MAX. TENSIONE

Per funzionare correttamente, molte apparec-


CIRCUITI A VALVOLE chiature elettriche od elettroniche necessitano di
una tensione che non oltrepassi determinati li-
In commercio esiste una vastissima gamma di dio- mi ti.
di zener. Fra questi vi sono dei modelli partico- Tramite un diodo zener, utilizzato ad esempio co-
larmente indicati per i circuiti transistorizzati, me nel circuì to di figura 12, è possibile ottenere
mentre altri modelli possono essere montati nei un dispositivo automatico in grado di inserire
circuiti a valvole elettroniche, fornendo una so- il carico soltanto quando la tensione supera il

!:e
TENSIONE
coNftoLLARE ~
RLI
+Ei
~ '"
I:i
....I Il "'
Fig. 13 - Realizzando que-
sto circuito a soglia mul-
\OV 12V 15V tipla, si possono ottenere
vari livelli di inserimento,
disinserimento ed allarme.

737
D1 LP1

RETE
S1

T1
6,3V
02

# DIODO
IN PROVA

valore della tensione di zener sommata a quella vemente alcuni circuiti di controllo rapido e
tipica di eccitazione del relé. La resistenza ag- semplice di questi componenti.
giuntiva Rl consente di tarare, con grande ac- Il progetto riportato in figura 14 è composto da
curatezza, il punto di intervento del dispositivo. un trasformatore riduttore di tensione (TI) e
Sfruttando l'altro contatto del relé si otterrà ovvia- da due diodi in antiparallelo, collegati ciascuno
mente la funzione inversa, quella di diseccitazio- in serie con una lampadina.
ne in presenza di sovratensioni. Con questo circuito è possibile controllare se un
Per ottenere vari livelli di inserimento, di disin- diodo è da ritenersi buono o da buttare.
serimento o di allarme, occorre realizzare un cir- Collegando infatti il componente in prova nel
cuito a soglia multipla, come quello riportato modo indicato nello schema di figura 14, si do-
in figura 13. La meccanica di funzionamento è vrà ottenere l'accensione della lampada LPI, in
del tutto simile a quella del circuito di figura 12. un primo tempo, e quella della lampada LP2, in
un secondo tempo, invertendo il senso di colle-
gamento del diodo in prova.
CONTROLLO DEI DIODI Un altro metodo, altrettanto semplice, per la
prova dei diodi può essere quello dell'uso di un
Concludiamo questa seconda puntata dell'argo- tester commutato nella misura ohmmetrica e
mento « I diodi nella pratica » presentando bre- sulla portata ohm x 10. Misurando la « resisten-

+
ALIMENTAZIONE 0z V
REGOLABILE

- )] ]

mA

738
NOVITA' ASSIIUTI

4
Fig. 14 - Per poter semplicemente controllare se un
diodo è in buone condizioni di funzionamento, oppure
La penna dell'elettronico dilettante

se è da considerarsi distrutto, conviene realizzare que-


sto elementare circuito di prova nel quale l'inversione
L. 3.500
delle polarità del diodo provoca l'accensione separata
e in tempi diversi delle due lampade LP1-LP2.

za » del diodo e scambiando fra loro i puntali del


tester, si dovrà ottenere, in un primo tempo, una
deviazione pressocché nulla dell'indice dello stru-
mento (resistenza elevatissima). In un secondo
tempo, dopo aver scambiato tra loro i puntali del
tester, si dovrà misurare un valore di « resisten- CON QUESTA PENNA
za » oscillante fra i 500 e i 50 ohm, a seconda
del tipo di diodo in esame. APPRONTATE I VOSTRI
Per controllare i diodi zener conviene invece ap-
prontare un circuito di misura come quello ri- CIRCUITI STAMPATI
portato in figura 15. La tensione di alimentazio-
ne continua deve essere compresa fra i 30 e i 40 V.
Mediante il potenziometro Rl si provoca il pas- Questa penna permette di preparare i circuiti st
con la massima perfezione nei minimi detta
saggio di una corrente di alcuni milliampère e si aspetto esteriore è • quello di una penna
legge il valore della tensione di zener diretta- di nylon. Contiene uno speciale inchiostro
mente sulla scala del voltmetro. Invertendo lor- tisce una completa resistenza agli attacchi
dine di collegamento del diodo zener, si deve ot- di cloruro ferrico ed altre soluzioni di alta--
mente usate. Questo tipo particolare
tenere una tensione di 0,6 V circa. risce perfettamente al rame.

NORME D'USO
Tracciare Il circuito su un.a
lastra di rame laminata e
perfettamente pulita; la-
sciarla asciugare per 15
minuti, quindi Immergerla
nella soluzione di attacco
(acido corrosivo). Tolta la a penna non- con-
lastra dalla soluzione, si semplice tampo-
noterà che il circuito è in to, ma è comple-
perfetto rilievo. Basta empita di inchio-
Fig. 15 - Con questo circuito si possono controllare quindi togliere l'inchiostro Per assicurare una
i diodi zener, tenendo conto che la tensione di ali- con nafta solvente e la a sempre perfetta,
lastra del circuito è 1p• a é munita di una
mentazione continua deve essere compresa fra i 30 ta per l'uso. di ricambio situata
e i 40 V. Regolando il potenziometro R1 si deve pro- parte terminale.
vocare il passaggio di una corrente di alcuni milliam-
pète, leggibili direttamente sulla scala dello strumento;
il valore della tensione di zener corrispondente deve
essere letto sulla scala del voltmetro. La tensione di
0,6 V si legge Invertendo l'ordine di collegamento dei La PENNA PER CIRCUITI STAMPATI deve essere ri-
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te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

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bonamento a Eiettronica Pratica e a coloro che rinnovano quello in corso, già scaduto o
in termini di scadenza.

Il pacco-dono 1978 contiene un gran numero di con-


densatori e resistori di tipi e valori diversi, alcuni se-
miconduttori e una certa quantità di materiale vario
(filo-stagno, filo per collegamenti, lampada e porta-
lampada, presa polarizzata, spinotto, pinza a bocca di
coccodrillo, boccola, morsettiera, diodo Led, ecc.).

Tutti gli elementi contenuti nel pacco-dono 1978 troveranno pratica applicazione nei vari progetti che saran-
no pubblicati sulla rivista nel periodo di validità dell'abbonamento. Essi diverranno quindi indispensabili per
l'approntamento ed il completamento del nostri dispositivi elettronici.

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conduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampati. Maneggevole e leggero, assorbe la potenza di
25 W alla tensione alternata di 220 V. Nel kit contenente il saldatore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno
e una scatola di pasta disossidante.

Nell'inviare il canone di abbonamento, i Signori Lettori sono pregati di scrivere con la massima
chiarezza, possibilmente in stampatello, citando, con grande precisione, nome, cognome, indi-
rizzo. forma di abbonamento prescelta e data di decorrenza dello stesso.
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retrati, consulenza tecnica ine
rente ai progetti pubblicati sul
la rivista e per una delle tr
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to. Vi preghiamo di scrivere
chiaramente e nell'appositc
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Tutti possono scriverci, abbonati o np,
rivolgendoci quesiti tecnici increnti i v
r argomenti presentati sulla rivista. Ri-
sponderemo nei limiti del possibile
questa rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma scegliendo, di
volta in volta, quelle domande che e
saranno sembrate più interessanti. La
regola ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclusivamen-
te concepiti ad uso di un solo lettore.

LA POSTA r7
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DEL •

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t.0%
LETTORE /1/

Il fascicolo arretrato di agosto L'ultimo capitolo, il decimo, è da considerarsi


come un elemento di chiusura del fascicolo, in cui
Per la prima volta ho acquistato in edicola il vo- il lettore è invitato a mettere in pratica, attraver-
stro mensile per appassionati di elettronica, che so sette diversi progetti, gli elementi teorici assi-
ho trovato interessantissimo e adatto alla mia mo- milati in tutte le precedenti pagine. I sette pro-
desta preparazione. getti, che le assicuriamo essere interessanti e di
Ho notato che in una delle prime pagine recla- pratica utilità, vengono presentati attraverso i se-
mizzate, assai dettagliatamente, il fascicolo di a- guenti sottotitoli:
gosto di quest'anno, che ritenete ricco di conte-
nuti tecnici e didattici. Prima di acquistarlo, tut- SUONERIA PLURITONALE
tavia, vorrei sapere quali e quanti progetti sono CONTAGIRI PER AUTO
presentati nell'ultimo capitolo del volumetto e,
soprattutto, se questi sono anche approntati in ANTIFURTO CON SCR
scatola di montaggio. IL CONTROLLO DEGLI SCR
CESARE D'AMBROSIO REGOLATORE DI TENSIONE A TRIAC
Torino
LAMPEGGIATORE
Il fascicolo arretrato di agosto è certamente il più RELE' FOTOSENSIBILE
prezioso fra i dodici editi nell'intera annata. Per-
ché esso vanta le caratteristiche di un vero e pro- I progetti elencati sono tutti di semplice conce-
prio manuale dell'aspirante elettronico e perché zione circuitale e di facile realizzazione pratica,
con esso è possibile capire a fondo il senso delle perché i componenti elettronici, necessari alle va-
nostre esposizioni su tutti gli altri fascicoli di Elet- rie costruzioni, sono reperibilissimi presso i mag-
tronica Pratica ed è anche possibile approntare giori punti di rivendita di materiale radioelettrici.
con maggior sicurezza la realizzazione dei nostri Per quest'ultimo motivo, dunque, essi non sono
progetti. stati approntati in scatola di montaggio.

753
Automatismo fotografico Sebbene le funzioni richieste all'automatismo sia-
no abbastanza complesse, è possibile realizzare il
Oltre che l'hobby dell'elettronica, coltivo anche dispositivo in modo semplice e in forma compatta
quello della fotografia. Mi è già capitato di rea- grazie soprattutto all'impiego di un circuito inte-
lizzare degli utili dispositivi elettronici utilizzabili grato operazionale di tipo LM301, nel quale ven-
nel settore fotografico e da voi presentati sulle pa-
gono concentrate tutte le funzioni principali del
gine della Rivista. Ora vorrei costruire un auto-
matismo in grado di pilotare l'accensione del flash circuito.
elettronico alcuni istanti dopo il verificarsi di un Il potenziometro R6 consente di regolare la sen-
evento sonoro o luminoso (alcuni millisecondi), sibilità del dispositivo, sia per quel che riguarda
in modo da poter realizzare fotografie con effetto la funzione acustica, sia per ciò che concerne il
speciale come, ad esempio, la rottura di un ve- comportamento nella funzione luminosa. Il tem-
tro, la goccia d'acqua che cade su una superficie po di ritardo può essere variato tra 5 e 200 milli-
liquida, ecc. Mi andrebbe bene anche un auto- secondi circa tramite il potenziometro R9. Il flash
matismo capace di pilotare un flash ausiliario in-
è comandato da un piccolo SCR, che si innesca
nescato automaticamente da quello principale
ma con un certo ritardo. su comando dell'automatismo, simulando in tut-
PAOLO FERRARA to e per tutto la chiusura di un interruttore.
Bologna

I
R3

R4
T.
4
~.1 scE A 51

; '7!T + .

' - l
+

CA

i
9V
-

11
R2
vt.
•• R12

COMPONENTI R7 - 10.000 ohm


Condensatori R8 - 3.300 ohm
Cl = 4.700 pF R9 = 50.000 ohm (potenziometro)
C2 = 4,7 F 16 VI (elettrolitico) RlO - 1.000 ohm
C3 = 100.000 pF Rll - 3.300 ohm
C4 = 100 F 16 VI (elettrolitico) R12 - 3.300 ohm
Resistenze Varie
Rl = 3.300 ohm FR = fotoresistenza (qualsiasi tipo)
R2 = 3.300 ohm D1 = 1N914
R3 = 3.300 ohm ICI = integrato tipo LM301
R4 = 100.000 ohm TRI = BC558
R5 = 4.700 ohm SCR = thyristor (qualsiasi tipo)
R6 = 2 megaohm (potenziometro) S1 = interrutt.

754
Lo zener dell'accensione elettronica

Ho acquistato tutti i componenti necessari per


realizzare il progetto dell'accensione elettronica
per auto pubblicato a pagina 26 del fascicolo di
gennaio di quest'anno. Purtroppo mi sono accor-
to che il diodo zener D4, pur apparendo esterior-
mente uguale a quello da voi disegnato, reca im-
presso il simbolo elettrico del componente in sen-
so inverso, cioè con il catodo al posto dell'anodo.
Potete consigliarmi il modo con cui montare que-
sto elemento senza compromettere il funziona-
mento del dispositivo?
DA VIDE MAZZA CARNE
7
telaio o scatola
Vicenza
scritto, nella versione esatta, subito dopo essersi
Il tono della sua lettera ci fa capire che lei ha
accorto della disuguaglianza. Agli altri lettori,
cercato in commercio il componente da noi pre-
come lei interessati alla realizzazione del proget-
to dell'accensione elettronica per auto, diciamo
che il diodo zener BZY93 viene costruito e ven-
duto in due versioni apparentemente uguali ma
concettualmente diverse. In una, quella da noi
prescritta, che è anche quella riportata nel dise-
gno, l'anodo è situato dalla parte della vite (mas-
contrassegno sa), nell'altra, quella in suo possesso, dalla parte
POLARITA' della vite si trova il catodo. Ebbene, lei potrà uti-
lizzare il diodo acquistato montandolo nel modo
indicato nel disegno qui riportato. Le colonnine
isolanti potranno essere di ceramica o di plastica.
Il radiatore sarà di qualsiasi tipo purché di oppor-
tune dimensioni.

NUOVO KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


CARATTERISTICHE:
Circuito a due canali
Controllo note gravi
Controllo note acute
Potenza media: 660 W per
ciascun canale
Potenza massima: 880 W per
ciascun canale
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La scatola di montaggio costa L. 11.000. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamen-
te l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO
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755
Integrato RCA-CA 3018

Nella sezione di alta frequenza di un ricevitore


radio per radianti ho notato la presenza di un o
o
integrato di tipo CA 3018. Potreste fornirmi le o 3
caratteristiche più interessanti di questo compo- 2
nente, citando anche le sue principali applica-
zioni pratiche?
EFISIO PRIMITERI
Acireale

L'integrato di tipo CA 3018 è prodotto dalla DC alle VHF, nella realizzazione di amplificatori
RCA ed è composto da quattro transistor, due differenziali e in quella di amplificatori compen-
dei quali risultano accappiati internamente in sati in temperatura. A completamento di quanto
connessione Darlington. citato, riportiamo lo schema interno dell'integra-
Le principali caratteristiche sono : to e quello della sua piedinatura.
Accoppiamento del guadagno:

--
±10%
11 12
Guadagno del Darlington :
5.400 (tipico)
Guadagno dei transistor :
100 (tipico)
9c
I
'
I

I
Figura di rumore : 2c
da 3,2 dB a 1 KHz I

I
8c


Tensione collettore-emittore : I
15 V (tipica: 24 V) I I
I I
Corrente di collettore:
50 mA
6
g I
I
3

Le applicazioni suggerite dalla Casa per questo I_ - - - - Ò- - - - O - - - -Ò- - - - - J


integrato riguardano il suo impiego generale nei 5 /' i
sistemi di trattamento di segnali che vanno dalla SUBSTRATO

IL SALDATORE DEL PRINCIPIANTE


IL PREZZO E' ALLA
PORTATA DI TUTTI! . 3.800

Chi comincia soltanto ora a muovere i primi passi nel mondo dell'elettronica non può sottoporsi a spese
eccessive per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essen-
zialmente dilettantistico. Il saldatore del principiante, dunque deve essere economico, robusto e versatile, così
come è qui raffigurato. La sua potenza è di 40 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre Inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n° 3/26482
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756
I componenti del luxometro ELENCO COMPONENTI
DEL LUXOMETRO:
Molti lettori hanno scritto o telefonato alla no- Cl = 1.000 pF
stra sede, richiedendo i valori dei componenti e- R1 = 3,9 megaohm
lettronici necessari per costruire il progetto del R2 = 390.000 ohm
R3 = 39.000 ohm
luxometro pubblicato nella rubrica « La Posta
R4 3.900 ohm
del Lettore » a pagina 568 del fascicolo di set- R5 - 33.000 ohm
tembre dell'anno in corso. Poiché l'omissione di R6 = 10.000 ohm
questi elementi è stata una involontaria negli- R7 = 10.000 ohm (potenziometro)
genza grafica, provvediamo, in questa stessa se- DI = BPX9I
de, a correggere l'errore, chiedendo scusa ai let- IC = TCA335A
tori interessati al progetto. A = microamperometro (100 µA fondo-sca-
LA REDAZIONE la)

Ricevitore supereterodina
TICO-TICO transistorizzato per onde medie

in scatola
di montaggio a
L. 11.500

Questo meraviglioso ricevitore funziona


con 8 transistor e 1 diodo al germanio.
E' dotato di presa Jack per auricolare.
La risposta in BF si estende fra gli 80
e i 12.000 Hz.

Caratteristiche:
Tipo circuito: supereterodina Media frequenza: 465 KHz
Gamma ascolto: onde medie (525- Alimentaz.: 6 Vcc
1. 700 KHz) Assorbimento: 15-25 mA
Potenza: 0,5 W circa Ascolto: in altoparlante e in auricolare

La scatola di montaggio è completa di tutti gli elementi necessari per la costruzione del ricevitore.
Risultano inseriti, infatti, anche l'auricolare e le quattro pile da 1,5 V per la composizione dell'ali-
mentatore a 6 Vcc. Sono allegati pure gli schemi illustrativi e le istruzioni necessarie per la tara-
tura, la messa a punto e il corretto funzionamento del ricevitore. Le richieste debbono essere fatte
inviando anticipatamente l'importo di L. 11.500 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione
a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zuretti, 52.

757
Generatore a denti di sega

Premetto di essere un appassionato principiante B)6V


di elettronica. Mi interessano quindi soltanto le co-
se semplici, economiche e di facile realizzazione
pratica. Ora vorrei realizzare un generatore di
R6
segnali a dente di sega, alimentabile con una bat-
teria a 6 V e in grado di emettere segnali regola-
bili in frequenza fra i 250 e i 1.000 Hz. Il dispo-
sitivo, oltre che di notevole semplicità circuitale, R2

dovrebbe risultare anche di sicuro funzionamen-


to. Potreste pubblicare lo schema di questo appa-
rato?
DAVIDE PACCHIONI USCITA
j
Reggio Emilia

Un generatore a denti di sega di buona linearità


e stabilità può essere costruito, in maniera abba-
stanza semplice, con un transistor bipolare e un
transistor unigiunzione. Il transistor bipolare fun-
ge da generatore di corrente costante, mentre il COMPONENTI
transistor unigiunzione controlla la scarica del Cl = 220.000 pF
condensatore Cl. L'impiego di due potenziometri Rl = 10.000 ohm
(R2-R5) consente di controllare la frequenza di R2 = 47.000 ohm (potenziometro)
oscillazione e di stabilire con esattezza i valori del- R3 = 22.000 ohm
la frequenza minima o massima ottenibile con R4 = 330 ohm
l'escursione completa del cursore. Tenga pre- R5 = I 000 ohm (potenziometro)
sente che l'uscita del circuito è di tipo ad elevata R6 = 330 ohm
impedenza; ciò significa che occorrerà far seguire R7 = 150 ohm
l'oscillatore con un amplificatore ad alta impe- TRI = 2N2907
r/,m;::a, possibilmente con ingresso di tipo a FET. TR2 = 2NI671B

RICEVITORE A 2 VALVOLE PER ONDE MEDIE E CORTE


Caratteristiche tecniche
Tipo di circuito: In reazione di catodo
Estensione gamma onde medie - 400 KHz - 1.600 KHz
Sensibilità onde medie: 100 V con 100 mW in uscita
Estensione gamma onde corte: 4 MHz - 17 MHz
Sensibilità onde corte: 100 V con 100 mW in uscita
Potenza d'uscita: 2 W con segnale di 1.000 V
Tipo di ascolto: in altoparlante
Alimentazione: rete-luce a 220 V

p
~ i I G
L. 12.500 senza altoparlante
L. 13.500 con altoparlante

La scatola di montaggio è corredata del fascicolo n, 12 • 1975 della Rivista, in cui è presentato l'articolo
relativo alla descrizione e al montaggio dell'apparecchio. Le richieste debbono essere fatte inviando an-
ticipatamente l'importo a mezzo vaglla o c.c.p. n. 3/26482 e Indirizzando a: Elettronica Pratica - 20125 MI-
ano - Via Zurett! 2,

758
Rivelatore di soglia
Sono un vostro abbonato e vi scrivo per la prima
volta con la speranza che la mia richiesta venga
esaudita. Vi chiedo il progetto di un dispositivo
di controllo in grado di mantenere eccitato un

È·
relé finché la tensione presente sui terminali di
una resistenza di carico rimane al di sopra di un
certo valore di soglia regolabile, per esempio di
I-:- 4 V. Quando il valore della tensione scende
al di sotto di quello di soglia, il relé deve disecci-
tarsi. Tenete presente che l'escursione della ten-
sione sui terminali del carico è abbastanza ampia
( I -:- I 00 V circa), per cui il dispositivo dovrà ri- COMPONENTI
sultare protetto da tali sovratensioni. R! = 220 ohm
LUIGI FINCATO R2 = 180 ohm
Venezia R3 = 1.000 ohm
R4 = 6.800 ohm
Lo schema che pubblichiamo utilizza un circuito R5 = 4.700 ohm (potenz. a variaz. !in.)
differenziale quale rivelatore di soglia, oltre ad DI = 1N4004
un transistor amplificatore per il pilotaggio del D2 = BAY38
relé. La soglia risulta regolabile tramite il poten- TRI = BC177
ziometro R5. La presenza del diodo d'ingresso DI TR2 = BC177
consente al circuito di lavorare con tensioni di TR3 = BC286 - BC301
100 V ed anche superiori, senza che i transistor RELE' = 12 V - 100 ohm
possano danneggiarsi.

UL TRAPREAMPLIFICATORE
con circuito integrato

In scatola di montaggi
a l. 6.
CARATTERISTICHE

Amplificazione elevatissima
Un semplice sistema per elevare Ingresso invertìng
notevolmente il segnale provenien- Elevate impedenze d'ingresso
te da un normale microfono Ampia banda passante

Utile ai dilettanti, agli hobbysti, ai CB e a tutti coloro che fanno uso di un mi-
crofono per amplificazione o trasmissione

La scatola di montaggio dell'ULTRAPREAMPLIFICATORE costa L 6.000 (spese di spedizione com-


prese). Per richiederla occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti 52 - (telefono n. 6891945).

759
Regolatore dell'aspiratore di un filtro, che ne vieta la propagazione lungo i
cavi di alimentazione che raggiungono il carico
Ad un mio aspiratore, azionato da un motorino e la rete-luce. Le impedenze Z1-Z2, che debbono
elettrico a collettore, della potenza di 375 W, vor- avere un valore inferiore o, al massimo, uguale a
rei applicare un dispositivo regolatore di velocità 5 mH, possono risultare di difficile reperibilità
che non disturbi nella maniera più assoluta i ri- commerciale; ma lei potrà realizzarle servendosi
cevitori radio e i televisori collocati nelle vicinan- di nuclei di ferrite toroidali o ad olla, usando del
ze. Potreste fornirmi un progetto semplice e in filo in grado di sopportare un'intensità di corren-
grado di risolvere questo mio problema? te massima di 7 A. I condensatori, che concorro-
GENNARO CAPOLICCHIO no alla formazione del circuito, dovranno avere
Napoli una tensione di lavoro non in/ e rio re ai 1.500 V.
Nel caso lei non riuscisse a munirsi dei nuclei pri-
Il progetto qui pubblicato è in grado di soddisfa- ma citati, le consigliamo di ricorrere all'uso di ba-
re le sue esigenze e si adatta bene alla regolazio- stoncini di ferrite del tipo di quelli adottati per le
ne della velocità del suo motorino elettrico dato antenne radio. Nell'elenco componenti non ab-
che è in grado di sopportare una potenza di 1.500 biamo suggerito alcuna sigla per i due TRIAC
W alla tensione di 220 V. Il livello di impulsi pa- e per il DIAC, perché questi semiconduttori pos-
rassiti è stato ridotto per mezzo dell'inserimento sono essere di qualsiasi tipo.

RA4

C2
COMPONENTI
Condensatori
Cl = 100.000 pF
C2 = 100.000 pF
C3 = 100.000 pF
R5
C4 = 100.000 pF
es = 100.000 pF
C6 = 1 F [a carta)
C7 = 1 F (a carta)
Resistenze
R1 = 51.000 ohm
R2 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R3 -- 470 ohm
R4 - 33.000 ohm 2 W
RS - 33.000 ohm 2 W
m Oh Q)
R6 = 100 ohm
R6 FUS.
Varie
ZI = 5 mH
Z2 = 5 mH
FUS. = fusibile da 10 A
TRIAC-DIAC = di qualsiasi tipo

760
Filtro per ricezioni FM

Tempo fa ho acquistato un sintonizzatore stereo-


fonico, di buona qualità, che vorrei collegare ad
una antenna esterna per ottimizzare la ricezione. ANTENNA ICE.ITC=z
Poiché nelle vicinanze della mia abitazione « la-
vorano » molti appassionati della banda cittadi-
na ho il timore che la mia antenna possa captare
anche i segnali a 27 MHz, emessi con notevole
potenza da alcuni CB. Come posso premunirmi perfetta ricezione delle emittenti in modulazione
contro tale eventualità? di frequenza fra gli 88 e i 104 MHz ed attenuare
ETTORE STEFFINI notevolmente le frequenze CB (27 MH La
Portogruaro struttura di un simile filtro è quella illustrata nei
disegno qui riportato. I condensatori Cl - C2 - C3
Anche se i ricevitori in FM di una certa classe dovranno essere di mica argentata, mentre le in-
garantiscono una buona reiezione dei segnali in duttanze Ll - L2 verranno da lei costruite avvol-
modulazione d'ampiezza (i segnali CB apparten- gendo, su un supporto cilindrico del diametro di
gono a questo secondo tipo di emissioni radiofo- 19:20 mm, tre spire di filo di rame argentato
niche), è bene che lei provveda alla installazione, del diametro di 1,5 mm. L'estensione complessi-
tra la linea d'antenna e l'entrata del ricevitore, va dell'avvolgimento dovrà essere di 9,5 mm. I
di un filtro passa-alto, con una frequenza di ta- tre condensatori hanno i seguenti valori: CI =
glio di 40 MHz circa, in modo da assicurare la 100 pF; C2 = 50 pF; C3 = 100 pF.

AMPLIFICATORE TUTTOFARE AS 21
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
A L. 7.500

Il Kit permette di realizzare un Caratteristiche elettriche del modulo


modulo elettronico utilissimo, da Tensione tipica di lavoro: 9 V
adattarsi alle seguenti funzioni:
Amplificatore BF - Sirena elet- Consumo di corrente: 80 ± 100 mA
tronica - Allarme elettronico - O- Potenza d'uscita: 0,3 W indi storti
scillatore BF (emissione in codi-
ce morse) Impedenza d'uscita: 8 ohm

Tutti i componenti necessari per la realizzazione di questo apparato sono contenuti in una scatola di
montaggio venduta dalla nostra Organizzazione al prezzo di L 7.500. Le richieste debbono essere
fatte inviando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: Elettronica
Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

761
Il signal-tracer circuito visto in trasparenza. Potete acconten-
tarmi?
Vorrei costruire il signal tracer presentato nelle ANGELO AGAPITO
prime pagine del fascicolo di ottobre. Tuttavia, Salerno
prima di iniziare il montaggio dei componenti
E' nostro dovere ripubblicare il disegno da lei ci-
sul circuito stampato, allo scopo di procedere con
tato, con la sovrapposizione del circuito stampa-
la massima sicurezza, vorrei chiedervi un disegno
to, soprattutto per il grande rispetto che la Dire-
più preciso di quello di figura 2 a pagina 583, zione di Elettronica Pratica ha per tutti i Signori
cioè un disegno del piano costruttivo dello stru- Lettori e per il naturale bisogno di semplificare,
mento in cui, come è vostra abitudine, i compo- nella maggior misura possibile, ogni problema
nenti elettronici siano disegnati sulle piste del tecnico e costruttivo.

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PINZA

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PUNTALE

' T~2 '" ~' i I

- 9.f

NT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
.. vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
er la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
ante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante}
re alla prova le proprie attitudini e capacità nella L. 3.900 (con altoparlante}
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione de «li ricevitore del principiante » sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a L. 2.900 senza
altoparlante e a L. 3.900 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zu-
retti n. 52.

762
Inversione di marcia per motorini in CC.

Vorrei realizzare un dispositivo, completamente


allo stato solido, in grado di comandare piccoli
motori elettrici in corrente continua, consenten-
L'OSCILLATORE
do, a piacere, l'inversione di marcia. Potreste
fornirmi uno spunto per comporre un simile di-
spositivo?
MORSIE
UMBERTO FRACASSOLI Necessario a tutti i candidati alla atets
Osimo radioamatore. Utile per agevolare lo s
la pratica di trasmissione di segnali ra
codice Morse.
Per invertire il senso di marcia di un motorino in
corrente continua è necessario e sufficiente inver-
tire le polarità del solo circuito di rotore, oppure
quello di statore. Per raggiungere una simile con-

Rc
A2

ENTR
CR1
-9

A1
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
G2

L ■ OD
V TENSIONE D'ENTRATA
I] kit contiene: n. 5 condensatori ceramici
n. 4 resistenze- n. 2 transistor- n. 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante - n. 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata- n. 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas-
T sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

CARATTERISTICHE
Controllo di tono
dizione, tramite circuiti allo stato solido, lei potrà Controllo di volume
alimentare, ad esempio, il rotore con una tensio- Ascolto in altoparlante
ne raddrizzata da un ponte di diodi, mentre lo Alimentazione a pila da 9 V
statore, identificato nello schema con la sigla
Rch, verrà alimentato con un circuito pilotato
da un SCR in antiparallelo. Inviando degli im-
pulsi al gate G l si otterrà la conduzione in un
senso, mentre inviandoli sul gate G2 si otterrà la La scatola di montaggio dell'OSCILLATORE
conduzione in senso inverso e, quindi, l'inversione MORSE deve essere richiesta a: ELETTRONI-
CA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti,
del senso di marcia. Variando opportunamente 52, inviando anticipatamente l'importo di L.
la fase degli impulsi di innesco, rispetto al pas- I t .500 a mezzo vaglia postal e o c.c.p. 3/2648 2.
saggio attraverso lo zero della tensione alternata Nel prezzo sono comprese le spese di spe-
di alimentazione, si potrà ottenere anche un con- dizione.
trollo di velocità del motore.

763
Zoccolatura transistor Alimentatore 24 V- 100 mA e 8 V-3 A

Mi è capitata fra le mani una vecchia radiolina Ho costruito un dispositivo che fa uso di circuiti
a transistor fuori uso, che vorrei tentare di ri- logici TTL e che devo alimentare con la tensio-
mettere in funzione. In essa vengono utilizzati ne di 8 V. Debbo inoltre alimentare due relé a
tre tipi di transistor: AF126 - SFT367 - ACI27. 24 V. Potreste consigliarmi lo schema di un ali-
Potreste fornirmi la piedinatura di questi com- mentatore da utilizzare per questo tipo di appa-
ponenti che a me risulta sconosciuta? recchiatura, tenendo conto che l'assorbimento
NEREO FORMENTI è di circa 3 A per la tensione di 5 V e di 60 mA
Venezia per la tensione di 24 V.
ALBERTO GIANCOLA
Pur non comprendendo l'utilità della sola piedi- Bari
natura di tali componenti, vogliamo ugualmente Le consigliamo di realizzare l'alimentatore qui
accontentarla pubblicando gli schemi relativi. raffigurato, al cui progetto dovrà aggiungere uno
Tenga comunque presente che PAF126 è un stabilizzatore a tre terminali tipo 78H05 (5 V -
transistor per alta frequenza, 'SFT367 è un 5 A) della Fairchild, oppure alcuni stabilizzatori
preamplificatore di bassa frequenza mentre 7805 (5 V - 1 A) nel caso in cui la realizzazione
l'ACI27 è un driver finale di bassa frequenza. sia stata effettuata su varie schede. E' ovvio che
gli stabilizzatori dovranno risultare adeguatamen-
A4F 126 SFT367 AC127 te raffreddati. Il condensatore di filtro C3 potrà
risultare di non facile reperibilità commerciale.

%%
#:?
B B
Tuttavia, il valore prescritto di 15.000 F potrà
essere raggiunto collegando· in parallelo fra loro
due condensatori da 6.800 µF, oppure tre da
4.700 µF.

LA RADIO DEL PRINCIPIANTE


DUE APPARATI IN UNO
RICEVITORE RADIO
+ AMPLIFICATORE BF

PER ONDE MEDIE


PER MICROFONO
PER PICK-UP

Con questa interessante scatola di montaggio


vogliamo, ancora una volta, spianare al lettore
principiante il terreno più adatto per muover-
IN SCATOLA DI NTA
si inizialmente, per mettere alla prova le pro- L. 9.500 (senza altoparlante)
prie attitudini e con esse, godere il risultato
di un lavoro piacevole e utile. L. 10.400 (con altoparlante)
11 kit permette la realizzazione di un ricevitore radio ad onde medie, con ascolto in altoparlante e,
contemporaneamente quella di un amplificatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita di 1 W
circa, da collegare con microfoni od unità fonografiche, piezoelettriche o magnetiche.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del ricevitore sono contenuti in una scatola di mon-
taggio venduta dalla nostra Organizzazione in due diverse versioni: a L. 10.400 con altoparlante e
a L.9.500 senza altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'importo
con vaglia o c.c.p. 3/26482 intestato a ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

764
COMPONENT I
Condensatori
Cl = 500 F
C2 = 100 F
C3 15.000 F
C4 = 100.000 pF

Misura del guadagno dei transistor essi al germanio o al silicio, senza compiere alcuna
operazione di taratura. Il principio di funziona-
Ho più volte realizzato alcuni progetti di prova- mento dello strumento si basa sul fenomeno di
transistor, allo scopo di conoscere il guadagno dei controreazione fornita dall'integrato IC, che con-
transistor, ma sempre con scarsi risultati, perché sente di mantenere ad un valore costante, esatta-
le indicazioni appaiono influenzate da troppi pa- mente quello di 1 mA, la corrente di collettore del
rametri. Potreste propormi un circuito di misu- transistor in prova. Per conoscere il valore del
ra sufficientemente preciso, semplice da costrui- guadagno « beta » (lettera alfabetica greca), lei
re e che non richieda continue operazioni di ta- dovrà applicare la seguente formula:
ratura, regolazioni od interventi similari? le 1.000
DARIO BRESCIANI ( =
Cremona I I (in A)
E' ovvio che per applicare questa formula lei de-
Realizzando il progetto che pubblichiamo, lei po- ve conoscere il valore della corrente di base che
trà individuare e conoscere il guadagno dei tran- rileverà direttamente sulla scala del microampe-
sistor di tipo PNP e di quelli di tipo NPN, siano rometro.

A n . R5
COMPONENTI
Resistenze
RI I Il
Rl = 820 ohm
R2 = 4.700 ohm
R2
c R3 = 15.000 ohm

•r
4 R4 = 8.200 ohm

f
6
R5 = 4.700 ohm
l
15V
@ R3 R4
TR IN
PROVA
R6
Varie
Dl
= 5.000 ohm
= zener ( 10 V)
B
D2 == 1N914
re = A741
Pl = pulsante

765
INDICE DELL'INNATA
AMPLIFICATORI mese pagina

Preamplificatore a larga banda febbraio 80


Ultrapre amplificatore marzo 140
Amplificatore universale luglio 396
Amplificatori - teoria agosto 495
Amplificatore telefonico settembre 548

APPARATI VARI mete pagina

Restaurazione dei quarzi gennaio 4


Convertitore di tensione gennaio 12
Accensione elettronica gennaio 26
Rivelatore tensione di soglia gennaio 42
Sonda logica febbraio 68
Equalizzatore curva RIAA febbraio 88
Lampeggiatore con integrato febbraio 100
Importanza delfantenna febbraio 106
Invertitore da CC a CC marzo 132
Flash ripetitore marzo 156
Variatore di velocità marzo . 164
Rivelatore di gas aprile 196
Commutatore a tocco aprile 210
Calcolo delle induttanze aprile 230
Attenuatore di segnali maggio 278
Generatore di rumori maggio 286
Controllo del condensatori maggio 292
Luci pslchedeliche giugno 324
Lampeggio automatico giugno 358
Lucciola elettronica luglio 388
Controllo muscolare luglio 412
Progetti vari agosto 506
Antenna Ground Piane ottobre 587
Radiocomando - test ottobre 598
Filtro attivo per BF ottobre 602
Contagiri elettronico ottobre 608
Monitor per batterle ottobre 616
Indicatore di modulazione novembre 644
Fusibile elettronico novembre 658
Elettricità e flora novembre 664
I semafori del modellista dicembre 724

DIDATTICA mese pagina

Integrato per lampeggiatore febbraio 100


Importanza dell'antenna febbraio 106
Calcolo delle induttanze aprile 230
Concetto di decibel maggio 278
Controllo dei condensatori maggio 292
Analisi dell'integrato 555 giugno 352
Saldatura a stagno agosto 452
Condensatori agosto 457

766
1977
Resistori agosto 464
Transistor agosto 470
UJT - FET - SCR - TRIAC agosto 475
Oscillatori agosto 501
I diodi nella pratica 1' punt. novembre 670
I diodi nella pratica 2 punt. dicembre 731

RADIORICEZIONE mese pagina

Radio mobili indisturbate giugno 336


Ricevitore didattico giugno 342
Radioricevitori - teoria agosto 481
Ricevitore ultrasonico settembre 516
Ricevitore per onde medie settembre 534
Adattamento dell'antenna dicembre 718

RADIOTRASMISSIONE mese pagina

Microfono a carbone gennaio 18


Trasmettitore sperimentale - 300 mW maggio 260
Antenna Ground Piane - 144 MHz ottobre 587
Phone Patch ottobre 592
Microtrasmettltore dicembre 708

STRUMENTI mese pagina

Wattmetro BF gennaio 34
Scelta dell'oscilloscopio febbraio 94
Telemetria elettronica • marzo 148
Iniettore di segnali aprile 216
Provatransistor digitale aprile 222
Controllo del condensatori maggio 292
Controllo SCR settembre 542
Iniettore di segnali ottobre 580
Monitor per batterie ottobre 616
ll provabobine novembre 678

LA CITIZEN'S BAND mese pagina

Microfono di tipo a carbone gennaio 18


Compressore segnali audio febbraio 74
Microfono ultrapreamplificato marzo 140
Sonde per AF e BF aprile 204
Eliminate i disturbi in auto maggio 270
Schermature sugli autoveicoli giugno 336
Ricarica batterie nichel-cadmio luglio 406
Antenna a ventosa per auto settembre 528
Divieto del Phone-Patch ottobre 592
Controllo della modulazione novembre 652
Utilità e adattamento dell'antenna dicembre 718

76
UNA GRANDE 0 CCASIONE 1

PER I NUOVI E I VECC.HI ABBONATI


I fascicoli arretrati si esauriscono cosi rapidamente che, oggi, è divenuto quasi impossibi-
le approntare un'intera annata, completa, a causa della mancanza di uno o più numeri
della Rivista. Tuttavia, per frenare in un certo modo il continuo impoverimento di fasci-
coli giacenti presso i nostri magazzini, per meglio farci conoscere soprattutto dai nuovi
lettori, per far risparmiare danaro a coloro che non possono permettersi la spesa di L.
1.000 per ogni arretrato, abbiamo raccolto dodici fascicoli di Elettronica Pratica in un unico

PACCO OCCASIONE
1,ETTBONICA
PRATICA
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L. 6.000 ~,RONICA
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Si tratta di una collezione di fascicoli accuratamente scelti fra quelli che maggiormente possono
interessare i principianti, coloro che sono alle prime armi con l'elettronica e, in particolare, gli ap-
passionati alle realizzazioni economiche di progetti di piccoli trasmettitori e ricevitori radio.

Dodici fascicoli arretrati del valore complessivo di L. 18.000 (gli arretrati vengono venduti al
prezzo di L. 1.500 ciascuno) al prezzo d'occasione di sole L. 6.000.
Dodici fascicoli nei quali sono stati presentati progetti di enorme successo editoriale, che ancor
oggi vengono realizzati ed utilizzati in moltissime pratiche applicazioni di uso corrente.

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sta, servitevi del nostro • kit per circuiti stampati ». Trove-
rete in esso tutti gli elementi necessari per la costruzione
di circuiti stampati perfetti e di vero aspetto professionale.

Il kit è corredato di fogli illustrativi


nei quali, in una ordinata, chiara e
precisa sequenza di fotografie, ven-
gono presentate le successive ope-
razioni che conducono alla composi-
zione del circuito stampato. Tutte le
istruzioni sono state da noi tradotte
in un unico testo in lingua italiana.

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kit e conforme alle attuali esigenze di mercato, è da
considerarsi modesto se raffrontato con gli eccezionali
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TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no' privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di messa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, capterà ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

IN SCATOLA
DI
MONTAGGIO . 7.80
L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
0 sono talmente ridotte che il circuito, completo
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-

- chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-


cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput è di 0,5 mW. La sensibilità è re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
microfono, oppure suoni forti in prossimità del
microfono. Alimentazione con pila a 9 V.

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