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GENNAIO 1994 - N. 1- ANNO 23 - Sped. Abb. post. gr. 1/1/70/AL - LIRE 6.

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ALTA I TRE I

FEDELTA' PARAMETRI
IN AUTO DELLE VALVOLE
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da tecnici competenti. Ogni manuale costa lire 15.000. Si possono ordinare
1 pagando l'importo con assegno bancario o con vaglia postale o con versamento
sul c/c postale N. 11645157 intestati a EDIFAI - 15066 GAVI (AL)
sepcificando chiaramente i titoli desiderati.

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ANNO 23° - Gennaio 1994

Il telecomando ausiliario La resistenza è il La serratura magica Un potente amplificatore


consente di far scattare componente preso in esame è un utile dispositivo per auto, che presenteremo
uno o più flash nella seconda dispensa a di sicurezza che permette nel prossimo numero,
contemporaneamente colori da staccare e di aprire un' elettroserratura necessità di un convertitore
a quello montato sulla conservare che Elettronica solo conoscendo un di tensione appositamente
macchina fotografica. Pratica regala tutti i mesi. piccolo trncco. progettato.

ELETTRONICA PRATICA, 2 Electronic news


rivista mensile. Prezzi: 1 copia
L. 6.500. Arretrato L. 13.000. 4 Telecomando per flash ausiliario
Abbonamento Italia per un
anno: 11 fascicoli con minitra-
pano in omaggio L. 72.000.
10 Baracchino che passione (seconda parte)
Estero Europa L. 108.CXXJ - Afri-
ca, America, Asia,L. 130.000.
14 Registrazioni telefoniche
Conto corrente postale N°
11645157. Sede legale: Milano,
20 Cuffia ad infrarossi
Via G. Govone, 56. La pubbli-
cità non supera il 70%. Autoriz-
22
-~- -
Misuratore
-- -
per fughe--di radiofrequenza
---- ------ -

zazione Tribunale Civile di Mila-


no N 74 de! 29.12.1972. Stam- 28 Tanti giri intelligenti
pa: Litografica, Via L. Da Vinci
9. 20012 Cuggiono (M) 33 Inserto: un ostacolo alla corrente
DISTRIBUZIONE A.&G. marco,
Via Fortezza, 27-20126 Milano 38 La serratura magica
el. 02/2526
Tutti i diritti di proprietà artistica 46 I parametri caratteristici
e letteraria riservati. I manoscrit-
ti, i disegni e le fotografie, anche 50 Batteria antiblack-out
se non pubblicati non si restitui-
scono. La rivista ELETTRONICA
PRATICA non assume alcuna
56 Minitrapano di precisione
responsabilità circa la confor-
mità alle vigenti leggi a norma di
58 25+25 volt dalla batteria
sicurezza delle realizzazioni. 64 W l'elettronica
--·- - -- ~---

EDIFAI • 15066 GAVI AL) 67 Il mercatino

Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE


responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492
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Carlo De Benedetti Aldo Bergaglio tel. 0143/642398 con decorrenza
Massimo Casolare jr. da qualsiasi mese
Progetti
Dario Ferrari PUBBLICITÀ può essere richiesto ABO IATEVI
Piergiorgio Magrassi Multimark anche per telefono
e realizzazioni: Antonella Rossini tel. 02/89500673 PER TELEFONO
Corrado Eugenio Gianluigi Traverso 02/89500745
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 1
ELECTRONIC NEW S
TELEFONO AL POLSO
Quest'anno arriva in Italia il primo orologio-telefono della sto-
ria delle comunicazioni. Si tratta di un telefono senza fili pro-
dotto dalla Panasonic chiamato Kx-T9900, composto da una
base da collegare alla linea telefonica di casa e da un micro-
apparecchio che si porta al polso. Oltre all'estrema miniaturiz-
zazione, presenta l'importante novità della trasmissione in co-
dice fra base e telefono, che impedisce ogni possibilità di in-
tercettazione. Su una superficie di pochi centimetri quadrati
oltre alla tastiera è contenuto un display per controllare lo stato
delle pile, l'esattezza del numero composto, la durata della te-
lefonata. Alla stessa base possono essere collegati contempo-
raneamente ben quattro di questi apparecchi, fra loro interco-
municanti. Costa lire 1.500.000 circa. Panasonic (20125 Mila-
no- Via Lucini, 19- Tel. 02/67881).

UNA STAZIONE PER TUTTI


Certo per chi muove i primi passi nell'affascinante mondo
dell'elettronica basta un piccolo saldatore da poche migliaia
di lire ma appena la curiosità diventa passione e si comincia
ad assemblare circuiti di una certa importanza conviene ac-
quistare una stazione di saldatura che grazie al comodo sup-
porto ed alla temperatura regolabile consente di affrontare
ogni lavoro con un attrezzo all'altezza della situazione. Elto
Ecu 4000 risponde pienamente alle esigenze dell'hobbista
evoluto che vuole disporre di uno strumento semiprofessio-
nale senza spendere cifre esorbitanti. La temperatura è rego- Quando l'antenna,
labile da 150 a 400° C mentre la potenza è di 60 W e il peso basculabile, viene ripiegata
di 2Kg.La punta fornita con la stazione è una ma ne sono di- sulla radio quest'ultima
sponibili, come accessori, numerose misure per lavorare su assume le dimensioni
oggetti di ogni dimensione. Lire 316.000. EIto (10094 Gia- di una carta di credito.
veno - TO- Via Sabbioni 15- Tel. 011/9364552).

LA RADIO.
PIU' PICCOLA
CHE C'E'
Fra le novità nel campo dei ricetrasmettitori esiste un modello
chiamato SR-HX628 Picosuke II che ha le dimensioni di una
carta di credito e che pesa circa 150 grammi. La sua portata
varia da 400 metri ad un chilometro e mezzo (quando è usato
in spazi aperti). Può funzionare nelle modalità serniduplex e
full duplex. Nel secondo caso, grazie ad un secondo microfono
attivato automaticamente nella parte inferiore, può essere ado-
perato come un telefono cellulare. Inoltre, sempre in full du-
plex, offre la possibilità di utilizzare la selezione digitale sia
per la chiamata che per l'identificazione di una stazione chia-
mante. Esiste una vasta gamma di accessori che ne aumentano
le possibilità d'uso. Novelradio (20016 Pero - Mi- Via G. di
Vittorio 5- Tel. 02/4981022).
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 2
ELECTRONIC NEW S

Sono disponibili microcassette di tutte


le regioni, della maggior parte dei capoluoghi
di provincia nonché dell'Italia in generale.

VIDEOCARTINA IN CASSETTA
Geonix Ml è il nuovo sistema per consultare le carte stradali settore della mappa che si sta esaminando. L'apparecchio è
e topografiche quando si viaggia in automobile. I classici inoltre dotato di tre memorie per poter accedere immediata-
atlanti o le ingombranti cartine sono sostituite da un visore, mente a tre carte di particolare interesse. Il pannello dei co-
piccolo (7x 13 cm) ma molto luminoso, dotato di schermo a mandi è illuminato per favorire la consultazione anche di not-
cristalli liquidi con contrasto regolabile e ottimi colori. te. L'alimentazione avviene attraverso la presa dell'accendisi-
Questo apparecchio funziona con apposite cassette in cui è re- gari a 12 V, ma acquistando l'apposito trasformatore-alimen-
gistrata, in formato microfilm, la rete viaria completa e molto tatore è anche possibile utilizzarlo in casa collegandolo alla
dettagliata di una città. Esistono finora in commercio le cas- rete a 220 V. L'apparecchio, una volta richiuso lo schermo.
ette con 50 mappe di città italiane e con le strade statali di assume dimensioni molto ridotte e quindi può essere riposto
tutte le regioni italiane. Su ciascuna cassetta è anche memo- ovunque nell'autovettura. Per ragioni di sicurezza consiglia-
rizzato un indice che permette, attraverso il cursore a quattro mo di consultare Geonix solamente da fermi, non mentre si
direzioni della tastiera dell apparecchio. di visualizzare rapi- guida. Lire 320.000 il lettore, lire 15.000 ogni cassetta.
damente la zona che interessa. Geomix (20060 Vignate - Mi- Via G. Di Vittorio, 11-
anche una funzione zoom con cui si può ingrandire il Te!. 02/95360420).

PROTETTI
DALLE MICROONDE
I forni a microonde si stanno diffondendo sempre di più nelle
case soprattutto per i vantaggi che portano alla qualità e alla
rapidità di cottura dei vari cibi. Occorre però prestare attenzio-
ne agli effetti dannosi che queste radiazioni possono arrecare
al nostro organismo. Per evitare questo è sufficiente tenere sot-
to controllo periodicamente lo sportello del forno.
A questo scopo esiste un piccolo ed economico apparecchio
che rivela le perdite. E' dotato di una scala graduata su cui si
muove un indice. Il livello di pericolosità è segnalato dal colo-
re che distingue il settore estremo della scala. L'apparecchio si
impugna con una sola mano, non va assolutamente posto
all'interno del forno ma solo utilizzato all'esterno, in corri-
spondenza delle cerniere di chiusura del forno. Lire 29.000.
O-Mail (50136 Firenze - Via Luca Landucci, 26- Tel.
055/8363040).
TELECOMANDO
ER FLASH AUSILIARIO
Consente di attivare uno o più flash ausiliari
ottenendo in questo modo fotografie
uniformemente illuminate. E utile per eliminare
ombre troppo nette o indesiderate.
Una volta inscatolato il circuito
occorre che il pulsante di reset,
il diodo led ma soprattutto
la parabola riflettente
ed il fotodiodo possano
essere raggiungibili.

Il fotodiodo, quando
viene colpito dalla luce,
diminuisce bruscamente
la sua resistenza
·Chi, dilettandosi di fotografia, usa il consentendo di ottenere
flash con una certa frequenza, sa bene un picco negativo
che ci si trova spesso ad avere notevoli di tensione
problemi di ombre indesiderate per il fatto di polarizzazione.
che la luce si propaga in modo rettilineo.
Ecco allora che si prospetta l'utilità (se
non addirittura l'esigenza, per chi vuole FD
ottenere un risultato piuttosto professiona- Il fotodiodo è un
le) di adottare un secondo flash (o anche componente da
più di uno) che, non collegato material- ,,,ero
LUCE maneggiare con
mente al primo (in genere solidale con la cautela date
macchina fotografica e da essa diretta- le piccole dimensioni
mente comandato), genera un secondo Li]•I e una certa fragilità.
lampo di luce appunto allo scopo di mi-
gliorare l'illuminazione della foto.
Naturalmente è necessario che questo se-
#.
,
La polarità
è riconoscibile grazie
ad un punto blu su uno
condo flash spari, cioè inneschi la sua Sca- dei due reofori.
rica, perfettamente in sincronismo col pri-
mo o quantomeno con un ritardo di inter- PUNTO BLU
vento sostanzialmente trascurabile rispetto
ai tempi predisposti per l'esecuzione della
foto stessa. ce il suo lampo di luce, questa colpisce il te analogo in forma e durata che, raggiun-
Il nostro superveloce ripetitore di lampo è fotodiodo d'ingresso, un comune BPW34, gendo la base di TR2, porta lo stesso tran-
stato realizzato con buona semplicità cir- la cui resistenza scende di colpo; la tensio- sistor in altrettanto rapida conduzione; ne
cuitale, ovviamente tenendo conto delle ne di polarizzazione, a seguito di questo consegue un corrispondente picco positi-
necessarie garanzie di funzionamento, che impulso negativo, subisce un picco negati- vo di tensione sull'emettitore di TR2. il
ora passiamo a verificare esaminando lo vo che per un attimo mette in interdizione cui risultato è l'innesco dell' SCR, che di-
schema elettrico. TRI. venta sostanzialmente un cortocircuito a
Quando il flash principale, quello cioè che A questo corrisponde, sul collettore di massa della presa d'uscita per il flash se-
fa parte integrante della macchina, produ- TR 1, un impulso positivo, sostanzialmen- »»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pad. 5
a »» e

R1 R2 R3 Il & Il I S1

TR1 TR2
..
Cf
Il
C2 1 Le .
'I

r
, h b @
D1 9V
.
I e
----4
V J)_
c
SCR
I
o7.]errore
---[--- Il
.± R5
J s9 I (O)FLASH

Schema elettrico del flash

COMPONENT ausiliario: sul circuito stampato


è posta la parte circuitale alla
sinistra della linea tratteggiata
R1= 10 kO TR1=TR2= BC 107
SCR= TIC 106 M 1-2(s1 e la pila trovano
R2= 1 MO
(o equivalente) posto nella scatola che contiene
R3= 2200 Q
la basetta).
R4= 15 kO D1= 1N4007
R5= 1200 0 DL= LED verde condario, che quindi lampeggia: il tutto
R6= 390 Q FD1= BPW 34 con la notoria velocità di risposta dei di-
R7= 680 2 P1 = pulsante reset spositivi a semiconduttore. ,
C1= 1000 pF normalmente chiuso Un LED verde in serie all'SCR ne indica
C2= 10.000 pF S1 = Interruttore in loco la conduzione e quindi, pur se in-
c3= 47 F - 25V a levetta direttamente, l'azionamento del flash; in
(elettrolitico) accensione serie all'SCR è posto un pulsante N.C.
(normalmente chiuso), che serve per effet-
I componenti necessari alla realizzazione del circuito dovrebbero tuare il reset del circuito: LED spento, si-
essere tutti di facile reperibilità. Dalla foto possiamo notare tuazione di riposo; LED acceso, circuito
le minuscole dimensioni del fotodiodo rispetto agli altri componenti. eccitato (quindi premere il pulsante PI per
ripristinare il funzionamento).
Oltretutto, c'é da tenere presente che
l'eventuale influenza di forti luci seconda-
rie presenti nell'ambiente possono attivare
il circuito: in questo caso naturalmente oc-

I corre direzionare il contenitore del nostro


dispositivo verso un'altra parte. Il fotodio-
do è infatti equipaggiato con uno schermo
riflettente ( autocostruito in modo molto
semplice) che ha appunto lo scopo di otte-
nere una certa direzionalità verso sorgenti
di luce preferenziali.
Qualora il circuito, per le specifiche con-
dizioni d'impiego, si rivelasse poco sensi-
bile, è possibile intervenire aumentando o
migliorando il riflettore, vale a dire usan-
done uno con superficie più ampia o più a
specchio.
Ad ogni modo, conseguenza delle impo-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 6
TELECOMANDO PER FLASH AUSILIARIO
Il circuito stampato è qui visto dal lato rame in scala 1:1. del tipo phono) e 4 terminali ad occhiello:
sui due d'ingresso è direttamente saldato
o il fotodiodo, con superficie sensibile ri-
la

volta verso l'interno dello stampato. cioè


verso lo schermo riflettente.
In caso di esigenze realizzative diverse da

• quelle qui esemplificate, questa parte otti-


ca può anche essere montata esternamente
al circuito stampato, sfruttando un qual-
siasi altro tipo di supporto e di soluzione
costruttiva. In ogni caso, poiché è prevedi-
bile che la basetta sia inserita in un 'appro-
priata scatola di contenimento, presa, pul-
sante e LED vanno posizionati su questa
Piano di montaggio della basetta su cui è montato il circuito;
scatola e collegati al circuito tramite appo-
FD1 è direttamente saldato a due terminali ad occhiello
siti cavetti.
ed è orientato verso un piccolo schermo riflettore.

@
COME FUNZIONA

Per quanto concerne il funzionamento ve-


1
9V
ro e proprio del dispositivo, occorre tener
conto che a volte il circuito può innescare,
semplicemente chiudendo S 1, l' interrutto-
re di accensione che provvede a chiudere

@
l l'alimentazione da una piletta a 9V; basta
evidentemente premere il reset per norma-
lizza.re il funzionamento.
RIFLETTORE »»
Prima di utilizzare il dispositivo occorre premere il tasto di reset
stazione circuitale è che, ogni qualvolta il
che fa spegnere il led. Per collegare il flash ausiliario occorre
dispositivo sia scattato, occorre resettarlo
sostituire lo spinotto di quest'ultimo con uno di tipo RCA phono.
premendo PI.

COME SI MONTA

Ora che in linea di massima, è stata digeri-


ta l'impostazione funzionale del nostro
circuito, non resta che montarlo su una ba-
setta di supporto, da noi realizzata secon-
do la classica soluzione a circuito stampa-
to. Su di essa è come al solito consigliabi-
le cominciare col posizionare i vari resi-
stori, il diodo di protezione in uscita ( con
la fascetta in colore che contraddistingue
il catodo rivolta verso il punto di giunzio-
ne Pl-R7) e C1-C2. Il condensatore C3,
essendo elettrolitico, va montato tenendo
conto della polarità, sempre riportata sulla
custodia. TRl e TR2 vanno come sempre
montati tenendo conto del senso di inseri-
mento, indicato in questo caso dal dentino
che sporge sulla base del contenitore me-
tallico; SCR ha la faccia in plastica girata
verso il bordo esterno più vicino; DL, co-
me contrassegno di catodo, ha uno smusso
sul bordino sporgente dal corpo in plastica.
Restano ancora il pulsante di reset, la pre-
sa flash (consistente in una normale RCA
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 7
TELECOMANDO
PER FLASH AUSILIARIO
Per il riflettore Il flash secondario va inserito solamente
basta usare quando il LED è spento; a tal proposito va
una striscia sostituito lo spinottino sul flash in modo
di lamiera più da innestarlo nella presa di tipo RCA.
pulita e lucida Il circuito reagisce solo a lampi rapidi,
possibile; in molto veloci, come del resto è abituale per
caso di cattivo il flash. Nel caso di variazioni di luce an-
funzionamento che di notevole intensità ma che si verifi-
del circuito cano piuttosto lentamente, il circuito non
conviene riesce ad attivarsi, non essendo in grado di
aumentarne generare impulsi così rapidi ( date le co-
le dimensioni. stanti di tempo tipiche di questi casi).

COME FUNZIONA IL FLASH


Facendo riferimento allo schema di massima qui riprodot- T2; questo è un trasformatore con un rapporto spire eleva-
to, si parte da una tensione continua di basso valore (BT), tissimo (molto più di Tl, comunque) che genera al secon-
fornita da una batteria o pila ricaricabile, applicata ad un dario una tensione di diverse migliaia di volt, la quale sta-
generatore di onde quadre, detto anche del tipo switching; volta fa innescare LP: tutta la potenza accumulata in C
all'usciia di questo oscillatore c'è il primario di un trasfor- durante la carica viene scaricata dal breve ma intenso
matore-elevarore TJ, che porta il segnale così generato a lampo di luce, che si chiama "flash" appunto per questo
qualche centinaio di volt, tensione che viene poi raddrizza- motivo. Entro pochi secondi l'oscillatore, che risulta pie-
ta e trasformata in continua. Tale tensione, di valore com- namente funzionante, provvede a ricaricare C, che quindi
preso fra 200 e 500 V, viene applicata al condensatore C, si ritrova in breve nuovamente rifornito dell'energia ne-
che vi si carica, ed agli elettrodi Cl ed C2 della speciale cessaria per il lampo successivo.
lampada a scarica LP; la lampada però resta spenta in Naturalmente esistono versioni circuitali ben più sofistica-
quanto ci vuole ben altra tensione per farla scaricare, e te di quella qui studiata, nelle quali è presente un circuito
quindi lampeggiare. che sente se C è carico in pieno, passando poi a inibire il
Il click della macchina fotografica non fa che chiudere funzionamento dell'oscillatore; ciò allo scopo sia di evita-
elettricamente (attraverso la presa di comando) per un re lampi a contenuto energetico ancora scarso, sia per as-
breve attimo il circuito di alimentazione sul primario di sicurare una maggiore durata della batteria.
Lo schema elettrico, estremamente semplificato, di un flash
prevede che, allo scattare della macchina fotografica,
una tensione di diverse migliaia di volt si scarichi in un tempo
brevissimo, sulla lampada LP.
e
,300 Vcc

D
LP le/

CI
BT OSCILLATORE p s

COMANDO

TICA - Gennaio 1994 - Pag. 8


AILETT
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lavorare sull'impianto elettrico. l
l fra
IL MONDO \
A PORTATA DI vocE.M/ Queste pagine sono
riservate ad una rubrica
dedicata interamente

h
alla radio,
per ripercorrerne a grandi
passi la storia
e risvegliare nei neofiti
l'interesse per il magico
mondo delle trasmissioni
a carattere non
commerciale, quello
dei radioamatori.
Percorreremo insieme
tutta la strada che,
attraverso varie
esperienze, ci dischiuderà
i segreti della
propagazione
e della ricezione
delle onde radio fino
a giungere un giorno
a coronare il sogno
di trasmettere a nostra
volta con la dovuta
preparazione
e competenza.

BARACCHINO
CHE PASSIONE (SECONDA PARTE)
Scherzi goliardici, gite in campagna ed improbabili
esperimenti: il mondo della CB, oltre che avere utilità
sociale, è anche un gran divertimento. Impariamo
a realizzare un alimentatore stabilizzato.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 1 O


Continuando a parlare di 11 metri, cari
ami ci d antenna, mi ritorna in mente uno
scherzo che abbiamo fatto una sera ai
CB della zona, riuniti al bar. Mentre
prendevo il caffè riuscii ad afferrare al-
cuni brandelli di discorso; si stavano
mettendo d'accordo per andare "sull' al-
bero delle ciliegie" (monte Brisco
nell'Appennino ligure-piemontese) a
collaudare un'antenna a 5 onde.
Impossibile" pensai "dovrebbe essere
lunga 55 metri"
Quando affermarono di volerla disporre
verticalmente, compresi che nella loro
provvedutezza, intendevano 5 volte la
lunghezza della loro ground plane 1/4
d'onda.
Lo stilo avrebbe, anche così, superato i
i 3 metri; un'impresa molto impegnativa
che meritava di essere in qualche modo
incoraggiata tanto più che la propagazio-
ne risultava completamente chiusa.
Oltre tutto ero curioso di capire come
Sasso Nero, il capo della spedizione, in-
tendesse far stare in piedi un simile stilo.

1: questo microfono semiprofessionale


FALSO COLLEGAMENTO consente di ridurre notevolmente
i rumori di fondo nelle trasmissioni
Mentre sull'albero delle ciliegie si traf- da ambienti molto rumorosi;
ficava per riuscirci, io andai a chiamare è particolarmente adatto ai baracchini.
un mio amico specialista in burle. Insie- CTE lnternational.
me e portando con noi un baracchino
giocattolo da 10 milliwatt raggiungem- 2: sulla propria auto
mo un santuario su una collina a 500
è sicuramente consigliabile
metri in linea d'aria dall'albero delle ci-
montare un'antenna con base
liegie. magnetica che non richieda
Canale 14, avevamo solo quello; dal sa- la foratura del tetto e che possa
grato chiamata generale utilizzando una essere rapidamente spostata
sigla inventata sul momento: Tango 8;
su un'altra vettura o smontata
QTH Viareggio.
quando non serve.
Dopo pochi minuti un tripudio di voci ir-
ruppe nel canale; si trattava di Sasso Ne-
3: questo amplificatore lineare
ro che, con i suoi amici, era convinto di
per CB consente di ottimizzare ed
aver fatto il primo DX della sua vita.
armonizzare la potenza di uscita
Ci raccontava della sua antenna ground-
con la qualità di modulazione.
plane a 5 onde appesa verticalmente a un
pino con fili elettrici che facevano da ra-
diali e che erano appoggiati direttamente
per terra: ci passava ad uno ad uno i
3
componenti della spedizione fra i quali
un milanese che veniva in campagna e
be da allora è stato soprannominato "il
pirla". Da parte nostra eseguimmo uno
dei più forbiti QSO che la storia del DX
ricordi non dimenticando gli elogi e fin-
gendo "interference and fading" (interfe-
renze ed evanescenze) come si conviene
ad un perfetto DX.
Alla fine di corsa al bar per mettere al
orrente gli altri della riuscita dello
scherzo e ad attendere il ritorno della più
famosa spedizione DX che la CB locale
ricordi.
>»>>
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994-Pag. 1 1
CCHIN CHE PASSI E
I nostri DXer vennero accolti da risatine
sotto i baffi e da maliziose frecciate e
Un alimentatore quando iniziarono a raccontare di esser-
stabilizzato si collegati con Tango 8 a Viareggio
semiprofessionale Scoppiarono tutti a ridere.
è adatto per Dopo le dovute spiegazioni la serata finì
i CB di uso davanti ad una dozzina di pizze, a qual-
casalingo: che litro di birra e con al centro della ta-
la tensione di vola una scatola di tonno da L2 chilo.
ingresso è di E così che comincia la mia amicizia con
220V, quella di il CB Sasso Nero, l'amico Valerio che
uscita 13,8 Vcc ancora oggi mi viene a cercare quando
mentre ha qualche problema d'antenna o di ba-
la corrente racchino oppure quando ha bisogno di
d'uscita
validi scherni elettrici per realizzare ac-
continuativa
cessori sempre nuovi ed originali per
ampliare la propria stazione ricetrasmit-
è di 10A4 con
tente.
picchi di 12A4.
Ricordo che, oltre ad avere nozioni la-
cunose sulle antenne, Sasso Nero era
ossessionato dal P.A.

ILV
OCABOLARIO DELLA CB
SIGLA MISTERIOSA
BREAK: permesso, si usa BARACCHINO: termine col
quando si desidera inserirsi quale si indica il proprio
Girando i canali del suo baracchino, in
in un collegamento già iniziato. ricetrasmettitore.
un certo punto, c'era una posizione del
MIKE: microfono. BAILAMME: confusione. commutatore indicata come P.A. della
7351: saluti e auguri. BARACCAMENTO: stazione quale non sapeva la funzione. Non sop-
88: baci. trasmittente. portando l'idea di questa funzione per
YL: signorina, ragazza CANALE: frequenza fissa lui occulta provò ad utilizzarla per tra-
(dall'inglese young lady). di trasmissione e ricezione,
smettere; non ottenendo alcuna risposta
XYL: signora, moglie tanto insistette che bruciò il baracchino.
la CB è divisa in 23 canali A quel punto si ricorda di me e mi viene
(dall'inglese ex young lady). separati tra loro. a trovare. Ed ecco la spiegazione di co-
PORTANTE: è la radio DX: collegamento con stazioni tanto fumo: ogni baracchino ha, al suo
frequenza emessa particolarmente distanti fra interno il modulatore, un amplificatore
dal trasmettitore, priva loro e con stazioni estere. audio che serve ad "incidere" i suoni
di modulazione. sulla portante. Per modulare 5 W di por-
INCONTRARSI IN VERTICALE:
È il mezzo che porta nell'etere tante occorrono 5 W di audio quindi il
significa incontrarsi
la modulazione. modulatore deve avere 5 W di potenza.
di persona.
SANTIAGO: forza dei segnali Spostando il commutatore nella posizio-
2 METRI ORIZZONTALI:
ricevuti con scala ne P.A., che significa Power amplifier o
andare a dormire.
dall'1 al 9+40. amplificatore di potenza, i 5 W audio
COPIARE: comprendere,
WHISKY: watt. non vanno più a modulare la portante
capire.
BIANCO IN FREQUENZA: ma vengono commutati su una boccola
NUMERO DI SPIRE: indica per altoparlanti supplementari posta nel
richiesta di restare in ascolto.
l'età, 20 anni=20 spire. retro del baracchino.
Hl: esclamazione
generalizzata che a seconda CARICA BATTERIE: mangiare. Risultato: a questa boccola può essere
di come viene espressa CARICA ELETTROLITICA: collegato un altoparlante a tromba da
sottolinea il tono del discorso. bere. usare per la pubblicità su mezzi mobili
o per altri scopi . Utilizzando il barac-
K: si usa indifferentemente al LUCE BLU: polizia.
chino nella posizione P .A. senza l'alto-
posto di cambio. RUBINETTO: canale parlante supplementare inserito, i transi-
PASSO: non si usa mai, usarlo di trasmissione. stor dello stadio modulatore bruciano.
fa tanto principiante. RUOTA: gruppo Ecco, cari amici d'antenna, il motivo
OM: radioamatore patentato di partecipanti del fumo. Se il guasto si limita a questo,
che non trasmette in CB. alla trasmissione. si può ancora irradiare la portante non
ROGER: ricevuto, tutto bene. 144: essere a letto. modulata come ai tempi della telegrafia.
Old man
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 12
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CAP crrrA
N.

FIRMA
AUTOMATISMI

Collegato ad una qualsiasi linea telefonica consente


di registrare automaticamente ogni colloquio
in arrivo come in partenza.
L'attivazione del registratore avviene quando
si solleva la cornetta.
dispositivo, che comprende anche
l relé, può essere completamente
racchiuso in un contenitore
i plastica poiché non c'è nessun
comando che debba rimanere
accessibile dall'esterno.

Il circuito si collega alla presa del telefono


con i pin 3 e 4 mentre al registratore giungono due
fili esterni alla presa del microfono e due
interni ai contatti del pulsante pausa: quando
arriva o parte una telefonata il relè si chiude
e il registratore entra in funzione.

uò essere molto utile al giorno d'og-


P gi, a casa come sul lavoro, avere la
possibilità di registrare automaticamente VOL..
CILIID
le conversazioni telefoniche; ebbene per D>
far ciò, partendo ovviamente dal presup- REG. PAUSA <; D> sro

posto di essere già in possesso di un tipo


qualsiasi di registratore, quello che serve
NICO

~
a
è un semplice circuito di comando appun-
to sul tipo di quello che costituisce ogget-
to di questo articolo. 1 [6
Il circuito può essere utilizzato solo per
2
~ hl
uso personale e privato, nel senso che la
legge proibisce (come è ovvio) l'intercet-
CIRCUITO DI COMANDO
tazione delle conversazioni telefoniche.
Quindi non è legale registrare le telefona-
te di nascosto in ufficio e comunque non
è legale qualsiasi uso non personale e pri-
vato che si faccia di qualunque messaggio
del corrispondente.
schema elettrico. corrente (qualche A) che giunge al pon-
LO SCHEMA ELETTRICO i due ingressi T (corrispondenti ai mor- te di diodi Pl; questo ha La funzione di
setti 3 e 4) vanno collegati ai due capi indirizzare al circuito di comando. auto-
Tutto ciò premesso e segnalando che il della linea telefonica vera e propria; ri- maticamente ed indipendentemente da
dispositivo può essere convenientemente cordiamo che questa, in stato di riposo, come i fili T vengono collegati alla Linea,
utilizzato anche come segreteria automa- ha ai suoi capi una tensione di circa 50V. sempre [a polarità giusta. appunto sfrut-
tica, vediamone subito il funzionamento, Attraverso R3 e R4, appositamente di al- tando la unidirezionalità di conduzione
basandoci come al solito sull'esame dello to valore, riesce a passare una debole »»
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 15
--· -- • --- --- . --- . - . --- . ---· -· ---· --- . --- . ---·

Schema elettrico dell'automatismo per


le registrazioni telefoniche: l'alimentazione
in c.c. può essere prelevata da un piccolo
alimentatore stabilizzato oppure R6
da un apposito pacchetto di pile.

/v1

TR1
C2

1 ...#
b TR2

T R3 !
,
AAAAA <.
1
~ R8
C3 1 I c4
L Il li i I
~ R2

T
~ Rii
7

. ---· ---· --- . --- ·-. -· --- . ---· -· ---· -- - • --- •


I componenti necessari alla realizzazione del dispositivo per
registrazioni telefoniche; oltre ai diodi e ai transistor,
è dotato di polarità solo il condensatore es.
OM E
C1 = 10.000 pF • 250 VI
(mylar)
C2= 10.000 pF • 250 VI
(mylar)
c3= 1 µF • 100 VI (mylar)
C4= O, 1 µF (ceramico)
C5= 100 µF 16 VI
(elettrolitico)
R1= 100 Q
R2= 560 2
R3= 2,2 MQ
n4= 2,2 MQ
R5= 100 kO
RG= 100 kO
R5= 8200 Q
R8= 100 kO
RL= relé 1 scambio 12 V
(FEME MZP-A)
TR1=TR2=BC107
D1= 1N4004
P1 = ponte di diodi 1 N4007

(
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 16
ce -+ la

Il circuito stampato è qui visto dal lato rame in scala 1 :1.

c5 y, e
12 V
~
;e

- l@
~ 12V
M
] J-;
= -

Piano di montaggio del dispositivo su


basetta a circuito stampato; i due
condensatori d'ingresso è opportuno
abbiano una tensione di lavoro sui
100, o anche 250Vcc ( cosa che ne
giustifica la dimensione).

dei diodi: con il ponte collegato come da razione a quello di interdizione netta. presina. volante collegata in parallelo al
schema, alla base di TRl giunge sempre Ecco allora che TR2 può essere polariz- microfono interno, operando con cura.
una tensione positiva (oltre che natural- zato ricevendo corrente attraverso R6-R7 Nel caso che, in fase di riascolto, la regi-
mente, continua). All'uscita del ponte, C3 e, passando in saturazione, eccita il relé. strazione fosse disturbata da ronzii e m-
ha la funzione di filtro per i residui di se- I contatti normalmente aperti sono colle- mori di fondo, occorre invertire fra loro i
gnale. gati, tramite la linea P, al pulsante "pau- fili relativi ai morsetti I e 2.
Il pur debole valore di corrente che circo- sa" del registratore: chiudendosi questo
la così nella base di TRl fa sì che, per contatto, il registratore entra in funzione,
l'elevato valore della resistenza sul collet- ovviamente qualora sia opportunamente L'ALIMENTAZIONE
tore (100 kO), il transistor sia completa- predisposto coi comandi su "registrazio-
mente in saturazione, e quindi la sua ten- ne". Il nostro circuito è previsto per essere ali-
sione di collettore sia praticamente zero. Ritorniamo ora all'ingresso del circuito, mentato a 12 V; si può quindi provvedere
Ne consegue che è a zero anche la tensio- ove il segnale BF della conversazione, con un piccolo alimentatore di rete ben
ne di polarizzazione di TR2, che risulta via C1-C2-R2 (CI e C2 hanno lo scopo filtrato e stabilizzato.
così interdetto: il relè, non attraversato da di bloccare la componente continua di li- Tuttavia dati i bassi consumi del circuito
alcuna corrente di collettore, resta disec- nea), giunge ai morsetti 1 e2da cui, con (pochi mA in staro di riposo, 30 + 50 mA
citato, il circuito è in stato di riposo. un breve tratto di collegamento, si con- quando esso è attivato, secondo il tipo di
Non appena inizia una conversazione te- nette il segnale alla presa microfono relè adottato) si può utilizzare un'oppor-
lefonica, la tensione di linea passa dai estemo (qui contrassegnata dalla M) del tuna combinazione di batterie sufficienti
suddetti 50V a 6 Vcc; con tale valore di registratore. Occorre pertanto un registra- per questa modesta erogazione; occorre
tensione TRl non è polarizzato a suffi- tore che sia predisposto in questo senso; però ricordarsi ogni tanto di dare una con-
cienza e passa pertanto dallo stato di satu- in caso contrario, si deve aggiungere una »»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 17
REGISTRAZIONI TELEFONICHE

KIT
PER CIRCUITI
STAMPATI L 1 s.000
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite
o bachelite, con risultati tali
da soddisfare anche i tecnici
più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
al percloruro.

Caratteristiche
- Consente un controllo visivo conti- Il relé è
nuo del processo di asporto. dotato di 5
- Evita ogni contatto delle mani con il piedini (due da
prodotto finito. un lato e tre
- E' sempre pronto per l'uso, anche dall'altro)
dopo conservazione illimitata nel
dunque il
tempo.
- Il contenuto è sufficiente per trattare senso di
più di un migliaio di centimetri qua- inserimento è
drati di superfici ramate. obbligato; date
le dimensioni
e il peso del
componente è le

necessario
saldarlo con
Il kit per circuiti cura.
stampati è corre-
dato di un pie-
ghevole, ricca-
mente illustrato,
14 diodi che
in cui sono elen- compongono
cate tutte le ope- il ponte P1
razioni pratiche per la preparazione riportano sul
del circuito. Il suo prezzo, compren- corpo nero
sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbono es- una fascetta
sere fatte inviando l'importo citato color argento
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO • che ne
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a identifica
mezzo vaglia postale, assegno ban-
cario o conto corrente postale n. il catodo.
46013207.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 18


trollata allo stato di carica, per evitare C5 è di tipo polarizzato, cioè reca (stam - Infine, un po' di terminali ad occhiello
sorprese sul più bello. pigliato sulla plastica esterna) il segno consentono di realizzare al meglio gli an-
La nostra realizzazione è come di norma della polarità, in genere del termin ale ne- coraggi per i vari cavetti di collegamento
effettuata su basetta a circuito stam pato, gativo. verso l'esterno.
per la migliore garanz ia di risultato e per- Una volta che il montaggio è terminato (e
ché ne risulti una versione di aspetto serio ben ricontrollato), non esiste in pratica al-
e pulito. LE POLARITÀ cun tipo di taratura da eseguire, se non il
Naturalmente, data la semplicità circuita- normale collaudo di funzionamento se-
le e l'assoluta mancanza di criticità, la I diodi portano tutti una fascetta in colore condo le modalità descritte inizialmente.
realizzazione potrebbe essere fatta anche sul corpo in plastica: tale fascetta contrad- Naturalmente viene lasciata al lettore la
su un supporto tipo piastrina mil lefori o distingue il terminale di catodo; i due soluzione estetica più confacente alle ne-
adottando un'altra soluzione a piacere. transistor, per contrassegnare il piedino di cessità ed ai gusti personali, in quanto la
Il montaggio dei componenti sulla basetta emettitore, hanno un dentino sporgente schedina può trovar posto o all'interno di
a circuito stam pato è opportuno, come al dal bordo del cappellotto metallico. un qualche apparecchio preesistente op-
solito, iniziarlo con tutte le resistenze ed i Resta da montare il relé, la cui inserzione pure entro una scatola di plastica di op-
condensatori: di questi ultimi, solam ente è obbligata dalla disposizione dei piedini. portune dimensioni e forma.

PROTEZIONE DA CARICHI INDUTTIVI


I nostri lettori più attenti hanno certamente notato che, cortocircuita verso il positivo il picco impulsivo, impeden-
ogni qualvolta in un circuito esiste un relé, ai capi della do che esso raggiunga valori pericolosi addirittura supe-
sua bobina è sempre presente un diodo, nonostante a pilo- riori, e non di poco, alla tensione di alimentazione; in tal
tare questo relè ci sia un transistor, e quindi il tutto non caso si evita di danneggiare il transistor e quindi di bloc-
possa che essere alimentato ai bassi valori di tensione. care il funzionamento del circuito. Il corretto intervento
Ebbene, il motivo di ciò è che l'eccitazione del relè funzio- del diodo si ha naturalmente quando esso è correttamente
na come tale in quanto si tratta di un 'induttanza ( ogni bo- montato, cioè quando (nel caso di transistor NPN, come il
bina funziona sulla base dei fenomeni tipici dell'elettro- nostro) il catodo è collegato verso il positivo dell'alimen-
magnetismo): un carico induttivo posto sul collettore di tazione; nel caso in cui il transistor fosse un PNP, il ra-
un transistor per esserne o meno comandato dalla condu- gionamento sarebbe perfettamente analogo, salvo che tut-
zione o dall'interdizione dello stesso, provoca come risul- te le polarità risulterebbero invertite. A proposito delle
tato che all'atto di questa commutazione (ed in particola- caratteristiche del relè, e relativa commutazione, ricor-
re al momento dello stacco) si genera ai suoi capi, e quin- diamo per concludere che più rapida è la commutazione,
di ai capi del circuito del transistor, un fortissimo impulso maggiore risulta l'induttanza e la corrente in gioco e
di tensione, come mostra la prima figura. Il valore di ten- quindi maggiore è la sovratensione, specialmente allo
sione di quest'impulso, in funzione delle caratteristiche stacco. Infatti un elettromagnete, una volta eccitato, ha
costruttive del relè, può raggiungere anche diverse volte il immagazzinato all'interno del suo campo elettromagneti-
valore della tensione di alimentazione, e di conseguenza co una quantità di energia confacente alle sue caratteri-
superare i massimi valori tollerati dal transistor stesso, stiche costruttive: questa energia di magnetizzazione vie-
che può rimanere danneggiato. Nella seconda figura è in- ne ceduta istantaneamente nel momento in cui si toglie
vece visualizzata la situazione della tensione di collettore corrente all'elettromagnete, ed è proprio questo compor-
quando è presente il diodo che, opportunamente inserito, tamento che produce la forte sovratensione.
1 : se in parallelo
al relè non viene
O
montato il diodo RL
di protezione può
accadere che,
IMPULSO
o
al momento dello
scatto, si generi
un fortissimo impulso vcc
di tensione.
o
2: il diodo di protezione,
qui presente,
cortocircuita verso
il positivo il picco di 2
tensione.

ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 19


Permeffe di collegarsi
senza fili ad apparecchi
Hi-Fi, CD, televisori e
videoregistratori.
l'ascolto del suono
è privo di disturbi.

CUFFA AD INF e
Quando si vuole ascoltare il suono di
un qualunque apparecchio attraver-
so una cuffia due sono le esigenze fon-
trasmettitore-cuffia adatta a tutti i tipi di
apparecchi riproduttori del suono, ai te-
levisori e ai videoregistratori, grazie ai
damentali: la comodità e la buona qua- tre tipi di connettori di cui è fornito il
lità dell'ascolto. Spesso la prima non trasmettitore. Il segnale elettrico che cor-
viene soddisfatta per la presenza del ca- risponde ai suoni in uscita modula un
vo che collega la cuffia all'apparecchio raggio infrarosso.
riproduttore del suono: questo può rap-
Si possono ricevere i suoni presentare un fastidio per l'ascoltatore,
disponendosi con la cuffia ad esempio perché gli impedisce di muo- LED SPECIALI
ad una distanza massima di 7 versi liberamente.
metri dal trasmettitore; A tale problema pongono rimediò i vari Questo viene emesso da una serie di dio-
fra trasmettitore e cuffia però modelli di cuffie senza fili in vendita da di LED disposti sul trasmettitore secon-
non devono esserci ostacoli. qualche anno. Fra le varie soluzioni tec- do un arco che determina l'apertura ver-
niche adottate la trasmissione ad infra- ticale del diagramma di radiazione in
rossi è quella che garantisce la migliore trasmissione (circa 60 gradi). Gli stessi
qualità di ascolto perché risulta pratica- LED sono in grado di trasmettere in
mente immune da disturbi. orizzontale secondo un diagramma la cui
I raggi infrarossi sono così chiamati per- apertura è di 70 gradi. La trasmissione è
ché sono onde elettromagnetiche che efficace fino ad una distanza di circa 7
hanno una frequenza inferiore a quella metri. Va ricordato che la propagazione
delle onde corrispondenti al colore rosso dei raggi infrarossi deve avvenire sem-
della luce. Esiste sul mercato una coppia pre in visibilità e quindi fra il trasmetti-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 20
1 : sulla parte frontale del trasmettitore, che va
rivolta verso la cuffia, sono disposti vari LED
all'infrarosso per la trasmissione del segnale.

2: la basetta contenente tutti i componenti elettronici


della cuffia si trova nella parte inferiore della stessa.

3: il ricevitore della cuffia è composto da tre


elementi orientati in modo diverso
e coperti da una cupolina in plastica.

Una volta collegato all'apparecchio e alla rete elettrica,


tore e la cuffia non devono esserci osta-
coli. La cuffia, contenente il ricevitore di il trasmettitore può essere orientato a piacere in modo da ottenere
raggi infrarossi e il demodulatore, è le condizioni ottimali di ascolto. Può anche essere appeso
provvista di un regolatore di volume nel a una parete grazie ai due fori presenti sotto il basamento.
quale è anche incorporato l'interruttore. l
Una volta collegato ali' apparecchio e al-
ALIMENTATORE RETE 220 V
la rete elettrica, il trasmettitore può esse-
re disposto in piano oppure appeso ad
una parete grazie ai due fori situati nella TELEVISORE
sua base di appoggio. Nel secondo caso j,
va ruotato di 90 gradi rispetto alla base.
Questa possibilità di rotazione va CO-
munque sfruttata anche nel caso in cui
venga appoggiato, allo scopo di ricercare TRASMETTITORE ➔
la posizione ottimale per l'ascolto.
Il trasmettitore viene alimentato dalla re-
te a 220 V attraverso l'apposito adattato-
re fornito con l'apparecchio. La cuffia
richiede invece 2 batterie da 1,5 V del ti-
o
po AAA.
Costa lire 95.000 (spese di spedizione
incluse). Stock Radio (20124 Milano -
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ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 21
RILEVAZIONE

MISURATORE PER FUGHE


DI RADIOFREQUENZA
È un dispositivo in grado di rilevare e misurare eventuali
fughe di radiofrequenza lungo un impianto ricetrasmittente,
dall'apparecchio all'antenna.
Può anche essere usato come misuratore di campo per R.F.
E portatile e non necessita di alimentazione.
L'apparecchio non necessita
di pile in quanto la lancetta
del microamperometro si muove
grazie al campo RF rilevato
dalla bobina. Lo spazio
di basetta inutilizzato serve
come impugnatura.

I n certi casi la radiofrequenza ( come


del resto la corrente elettrica) si può
paragonare ali' acqua: viene prodotta da L'economico
microamperometro
un apposito generatore (in questo caso,
un trasmettitore), scorre entro un cavo µA è predisposto
coassiale ( come fosse una conduttura per il montaggio a
idraulica) e viene dispersa nello spazio circuito stampato
(cioè irradiata) dall'antenna, come se ma, essendo i
quest'ultima fosse uno spruzzatore per terminali piuttosto
innaffiare. spessi, occorre
Nel caso di impianto idrico, se da un prevedere nella
raccordo mal innestato o da un forellino basetta grossi
nel tubo fuoriesce acqua, si verifica ov- fori.
viamente una perdita. Analogamente L'indicatore
succederebbe per l'impianto del gas, nel è dotato di polarità
qual caso si parla, più pertinentemente, che va quindi
di fuga, un po' più difficile da rilevare. rispettata.
La stessa cosa può avvenire con la RF:
un connettore mal avvitato o comunque
difettoso, un cavo coassiale di scarsa
qualità o fortemente invecchiato, un
qualsiasi disadattamento di impedenza
possono provocare fughe di RF. Con una
grossa differenza però rispetto ai parago-
D1 è un diodo
ni precedenti: una perdita d'acqua si ve-
de, una fuga di gas si sente ( con l'olfat- al germanio con
to), una fuga di RF non c'è nessuno dei corpo trasparente
nostri sensi che possa avvertirla. che riporta
Occorre quindi ricorrere a qualche stru- una bandina nera,
mento apposito. posta in
In passato era molto comune, ai tempi corrispondenza di
dell' autocostruzione pressoché universa- uno dei due
le, l'uso del GDM proprio per rilevare lo terminali,
stato ed il comportamento dei campi a che indica
RF; oggi, ingiustamente ma inevitabil- il catodo.
mente, questo strumento, ancorché poco
reperibile in commercio, è pochissimo
diffuso.
Altrettanto poco usati o addirittura snob-
»»
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994 - Pag. 23
c3

aA

L1

D2
R1
C2
P1

Schema elettrico del circuito per controllo di fughe a RF: R1 e P1


servono unicamente per commutare la sensibilità di lettura.

Piano di montaggio
µA
su basetta a circuito
stampato: la zona
inutilizzata serve
per poter impugnare
o maneggiare
agevolmente
il dispositivo.

Il circuito stampato
è qui visto dal lato
rame in scala 1:1.
o Volendo si può
ELP ridurre
la dimensione
tagliando la parte
inutilizzata.

COMPONENTI
C1= 5-60 pF {compensatore)
C2= 10.000 pF (ceramico)
c3= 10.000 pF (ceramico)
L1= 5 spire di filo 1 mm su e interno
di27mm
R1=10 kO
D1 = diodo al germanio (0A95 o simile)
D2= 1N4004
A= 50-100 A
P1 = pulsante N.A.
MISURATORE
PER FUGHE DI
RADIOFREQUENZA
bati da OM, CB e radiodilettanti in gene-
re, sono i misuratori di campo, che inve-
ce risultano molto semplici ed economi-
ci da realizzare.
Noi qui ve ne proponiamo una versione
con lo specifico scopo di "naso per RF,
quello cioè di andare ad annusare ove vi
siano perdite o fughe; esso è infatti dota-
to di una sorta di sonda tramite la quale
tutta la tratta del sistema di antenna, da
TX al rosmetro, al cavo ed agli altri ac-
cessori presenti, può essere esplorata.
In teoria, dal TX fino ad immediatamen-
te sotto l'antenna, la RF non dovrebbe
esserci, se non di intensità trascurabile,
in realtà la perfezione non è di questo
inondo, e tantomeno del mondo dei ra-
dioamatori dilettanti-bobbisti, e quindi
qualcosa di rilevabile e' è sempre, sotto-
forma di un fondo di segnale più o meno
continuo.
Se però durante l'esplorazione del siste-
ma TX-antenna, lo strumento indica bru-
sche e notevoli variazioni di segnale, lì
c'è qualcosa che non va, qualcosa che
schizza fuori inopportunamente.

LO SCHEMA ELETTRICO

Il circuito di base potrebbe più o meno


essere quello di un ricevitore a galena
ove, al posto della cuffia, sia inserito
uno strumentino-spia. In effetti l'esame
dello schema elettrico della versione da
noi realizzata ci conferma che non e' è
poi tanta differenza.
Per prima cosa troviamo, all'ingresso un
circuito risonante LI-Cl; solo che, inve- La radiofrequenza è un po' come l'acqua: deve scorrere senza
ce di esserci anche l'antenna per la cap- perdite lungo tutto l'impianto per poi essere "spruzzata"
tazione delle onde, come si verifica per dall'antenna. Sul corpo di un ricetrasmettitore non se ne deve
un ricevitore o per un misuratore di cam- rilevare la presenza se non in misura minima: se l'indicatore
po, qui è la bobina che, realizzata e siste- la rileva significa che c'è un guasto.
mata in modo opportuno, raccoglie per
induzione elettromagnetica la RF even- mento, abbassa nettamente la sensibilità stessa energia della RF captata che fa
tualmente presente nelle sue più o meno di misura, poiché il microamperometro muovere l'equipaggio mobile del mi-
immediate vicinanze. non fornisce alcuna indicazione; quando croamperometro.
Il resto del circuito è ancor più classico, si voglia passare ali' esecuzione dei con- Dalla descrizione fornita è evidentemen-
la suddetta RF, rivelata (per meglio dire, trolli di fughe, premendo il pulsante PI, te confermato che, a parte la bobina di
in questo caso, raddrizzata) dal diodo D1 Rl viene cortocircuitata e la sensibilità sondaggio, di altro non si tratta se non di
e filtrata da C2, risulta trasformata in di misura aumenta in modo considerevo- un misuratore di campo. La particolare
una corrente continua, e viene inviata ad le: lo strumento è allertato per svolgere realizzazione fa sì che sia abbastanza
un sensibile microamperometro (un eco- al meglio la sua mansione. pratico sostituire la bobina con una di-
nomico strumentino giapponese) per es- Circuitalmente, non c'è altro; non ere- versa, qualora si desideri far lavorare il
sere evidenziata e addirittura misurata. diate che il disegnatore abbia dimentica- circuito su altre frequenze.
La resistenza Rl, posta in serie allo stru- to la pila, perchè non serve proprio: è la »»
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 25
MISURATORE PER FUGHE DI RADIOFREQUENZA

LE PROTEZIONI DEL MICROAMPEROMETRO


I 1: fra 0,7
e 0,8 V la
A
corrente
raggiunge
il valore
massimo di
2 misurazione
mA] I --- previsto per
°e o il micro
u4] L
(f) VX
amperometro.
@
V 2: questo
o 02 04 0,6 0,8 1 circuito
e sperimentale
consente di
ottenere il

[e
grafico del
D disegno 1.

• I
@
I : 3-4: i due
circuiti
mostrano
l'effetto della
presenza del
I I
> > condensatore
c.

È facile notare come in parallelo al microamperometro di mento qualsiasi (nel senso di amperometro milli- o micro-
cui è dotato il nostro circuito, ci siano un diodo (D2) e un amperometro), evita che vi si possano localizzare tensioni
condensatore (C3); essi rappresentano la protezione per lo di valore superiori a 0,8 V e quindi serve a bypassare la
strumento stesso: vediamone quindi i comportamenti. corrente che altrimenti attraverserebbe lo strumento con
Se consideriamo l'andamento di tensione-corrente ( conti- valori pericolosi per la sua sopravvivenza. In altre parole
nua) per un diodo al silicio polarizzato direttamente, no- il diodo si mette per impedire all'indice di andare a sbatte-
tiamo che, finché la tensione è inferiore a 0,6 V (circa), nel re contro il fermo di fondo scala con violenza tale da dan-
diodo la corrente è pressoché inesistente o comunque de- neggiarsi. Però, nel caso che il tutto sia impiegato in pre-
bolissima. senza di forti campi a RF, è opportuno anche il montaggio
Solo superando questa "soglia" il diodo entra nella sua di un condensatore ( appunto C3), il quale ha lo scopo di
fase di conduzione e nel tratto di polarizzazione in genere evitare false letture dovute alla rettificazione, da parte pro-
compresa fra 0,7 e 0,8 V la corrente raggiunge il valore prio di D, del segnale a RF.
massimo previsto, come si può rilevare dal primo disegno. Proprio per questo motivo il condensatore che è di valore
Questo grafico è ottenibile ricorrendo ad un circuito speri- compreso in linea di massima fra 10.000 e 100.000 pF, de-
mentale sul tipo di quello indicato nel secondo disegno; in ve essere di tipo ceramico, tale cioè da possedere bassa in-
tal caso, G può essere una pila da 3 V, R un reostato ( a fi- duttanza parassita; l'effetto di questo condensatore è sche-
lo) sui 102, D un diodo del tipo JN4004 e V un voltmetro matizzato nel terza e quarto disegno.
da 2 V fs.,il quale provvede appunto a misurare la tensio- Per quanto concerne la scelta del diodo, ove si tratti di
ne variabile Vx. proteggere uno strumento di non eccessiva sensibilità, un
Con questa realizzazione di tipo sperimentale abbiamo ap- normale tipo al silicio (appunto 1 N4004) può risultare più
purato che ai capi di un diodo di tipo 1 N4004 ( e quindi an- che adatto; per strumenti particolarmente sensibili è più
che degli altri della stessa famiglia) la tensione difficil- opportuno scegliere un tipo al silicio per bassi segnali, co-
mente supera il valore di 0,8 V; ecco quindi che un tale me per esempio un 1 N4 148, o addirittura al germanio, la
diodo, collegato con la giusta polarità ai capi di uno stru- cui tensione di soglia è sui 0,3-0,4 V.

ELETTROI\IICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 26


SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA

Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD,


utilizzando il nuovo saldatore ad aria calda ELTO.
La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda,
con controllo elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata
prevalentemente alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre
essere utilizzata per test di resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per
La realizzazione pratica non è per nulla guaine termoretraibili, e per dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per
critica e la semplicità del circuito stam - componenti SMD (consente di asportare componenti guasti dal circuito stampato).
pato con cui abbiamo costruito il nostro Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
- Temperatura regolabile: da 50°C a 400°C
prototipo ne è buona conferm a. La part e - Portata max aria regolabile: 9 I/min.
libera da componenti viene utile per im- - Alimentazione: 220 Volt
pugnare, o comunque maneggiare in
qualche modo il dispositivo.
Comunque sono possibili altri tipi di so-
luzione, purchè la bobina sia sempre ra-
zionalmente disposta in vista del suo
ruolo di captazione.

IL MONTAGGIO

Resistenza, condensatori e diodi è me-


glio montarli per primi, facendo atten-
zione a rispettare il verso di questi ulti-
mi: la fascetta in colore (in genere bian-
co) sul corpo (in genere nero) di D1 e
D2 ne contrassegnano il catodo.
Si montano poi Pl ed il microampero-
metro, la cui polarità in genere cambia
con la posizione indicata.
ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
Infine, su due terminali ad occhiello si
salda la bobina, ben sporgente dal lato la stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e
stretto della basetta. maneggevole.ll cavo del saldatore in gomma siliconata
L'apparecchio è finito: è sufficiente ora resiste al contatto accidentale della punta calda.
mettere in funzione il trasmettitore, avvi- E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
cinare la bobina quanto basta perché Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della
l'ago dello strumento si muova appena e punta saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura
quindi tarare C 1 una volta per tutte per il continua in gradi C della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura
massimo della lettura (per questo è me- voluta {interrutore in posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva
ottenuta sulla punta (interruttore in posizione READ). Grande affidabilità e velocità di
glio che la frequenza di collaudo si trovi reazione agli sbalzi di temperatura.Precisione +/- 1%. Zero crossing. Fornita con
circa a centro banda). Con i dati forniti saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp%
per Cl e Ll, la gamma di funzionamento Caratteristiche: - Potenza max: 50 Watt
dell'aparecchietto copre con ampio mar- -Temperatura regolabile : da 50 c' a 400c°
- Alimentazione : 220 Volt
gine la banda CB, rendendo possibili mi-
La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX , dotata di
sure da circa 26 a circa 29 MHz almeno. una chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.
Le indicazioni di partenza si riferivano
all'utilizzo del nostro dispositivo sostan-
zialmente come rivelatore di fughe, ma
trattandosi nè più nè meno che di un mi-
suratore di campo, i possibili impieghi
sono molteplici. Esso può tornare molto
utile per la taratura di stadi di amplifica-
zione a RF, basta avvicinare il circuito
alle bobine, interessate alla RF, tenendo-
lo però alla maggiore distanza che con-
senta la deviazione dello strumento.
La taratura degli stadi va fatta per la
massima indicazione (mentre nel caso di
controllo di fughe, quello che interessa-
va era il minimo di segnale rilevato).
Il nostro strumento può anche essere
usato come vero e proprio misuratore di
campo, ponendolo nelle vicinanze di
un'antenna trasmittente e rilevandone le
migliori condizioni di irradiazione in fa-
se di taratura.
Lavora svelto'chi usa ELTO
ELTO S.p.A. - Giaveno (TO)
Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.83
I moderni utensili
con regolazione elettronica
del numero di giri
permettono di forare ed
avvitare alla perfezione
su tutti i materiali.
Sono dotati di numerosi
automatismi che
garantiscono ottimi risultati
e massuma sicurezza.

TANTI GIRI
INT·ELLIGENTI
Affinché l'apparecchio
non venga usato in
I l trapano elettrico ha sempre dato un
grande aiuto a chiunque abbia intra-
preso la strada del far da sè. Oggi la vita
modo errato questo dell'hobbista è resa ancor più facile da
trapano è dotato di una certi modelli che, grazie ai numerosi au-
spia che segnala tomatismi di cui dispongono, sono vere
eventuali errori di e proprie macchine intelligenti.
impostazione. Fino a qualche anno fa quando si parla-
In caso di uso gravoso, va di trapano elettronico si intendeva
la spia di sovraccarico solo la regolazione della velocità me-
segnala diante quei dispositivi a semiconduttore
il raggiungimento chiamati tiristori o SCR anzichè con un
del limite di utilizzo. cambio meccanico.
SCR sono le iniziali di Silicon Control-
led Rectifier (rettificatore controllato al
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 28
silicio). Questo dispositivo, come il dio-
do, è in grado di rettificare la tensione
alternata per poter essere successiva-
mente trasformata in continua. A diffe-
renza del diodo normale ha un terzo ter-
minale (chiamato gate) a cui vengono
applicati degli impulsi elettrici di con-
trollo. Solo quando giunge l'impulso
questo tipo di diodo passa in conduzio-
ne. In un circuito raddrizzatore il risul-
tato è un abbassamento di livello del va-
lore medio della tensione raddrizzata
che, giungendo al motore del trapano,
ne abbassa la velocità.

MOTORE CONTROLLATO
DAL COMPUTER

Oggi non sono solamente i tiristori a da-


re l'attributo "elettronico" ad un trapa-
no. Alcuni modelli prodotti da diverse
case costruttrici contengono infatti al lo-
ro interno anche un microprocessore.
Questo è programmato per permettere a
chiunque di eseguire vari lavori nel mo-
do corretto e anche con estrema facilità
di impiego. Vi sono modelli in cui viene
selezionato il tipo di materiale da perfo-
rare oppure l'operazione da compiere Tutti i componenti elettronici di questo trapano (microprocessore,
(avvitamento, svitamento) indicando la circuiti a SCR per la regolazione del numero di giri, ecc.) sono
stessa con il relativo simbolo rappresen- "affogati" in un contenitore plastico inserito nell'impugnatura
tato su una rotellina di regolazione. dell'elettroutensile. Questo è sigillato in modo che non sia
Inoltre il mandrino del trapano è dotato accessibile se non rompendo il tutto così che risulti ben protetto
di un sensore che, serrando la punta in e soprattutto non copiabile dalla concorrenza; una serie
esso inserita, ne misura il diametro. di connettori collega la parte elettronica a quella elettrica.
»»

5
1: mandrino dotato di sensore per
misurare il diametro della punta;
2: memorizzazione della coppia
esercitata e possibilità di variarla;
3: selezione del materiale da forare
o della funzione di avvitamento;
4: spie di allarme selezione errata
o sovraccarico; 5: microprocessore
interno.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 29


TANTI GIRI INTELLIG

In certi modelli il mandrino è dotato di un


sensore che misura il diametro della punta
inserita. L'informazione giunge
al microprocessore che la elabora assieme
a quella fornita dall'utente sul materiale
da forare. Con questi dati viene
calcolata
la velocità ottimale del trapano.

Il sensore è collegato tramite


3 cavetti al blocco sigillato che contiene
il microprocessore.

Questa informazione, assieme a quella


SEMIONDE POSITIVE indicata sul cursore a rotella, giunge al •
TENSIONE microprocessore, che sulla base di que-
ALTERNATA sti due parametri stabilisce la velocità
ottimale di rotazione e la controlla du-
rante l'operazione. Il computer inoltre
I "---./ SEMIONDE NEGATIVE memorizza durante 1' esecuzione del la-
voro anche la forza esercitata dalla pun-
.I I. I. ta nel forare il materiale o dal cacciavite
sulla vite avvitata o svitata.

-=t
TENSIONE La forza viene misurata con appositi
RADDRIZZATA
sensori il cui principio di funzionamen-
CON DIODI
to è la variazione di una resistenza elet-
I i VALORE MEDIO trica in seguito ad una sollecitazione
meccanica. Quando si parla di rotazioni

r=»- '
è più corretto parlare di coppia piuttosto
che di forza.

±-ff
TENSIONE La definizione di coppia tiene infatti
RADDRIZZATA conto, oltre che dell'entità della forza,
CON SCR anche del modo in cui la stessa è stata
[+
.I I VALORE MEDIO

_J . I
I dispositivi chiamati SCR
o tiristori raddrizzano una semionda

il II IMPULSI
DI CONTROLLO
SUL GAIE
di una tensione alternata solo dopo
che viene applicato al terminale
chiamato gate un impulso
elettrico. La tensione ottenuta in
uscita, rispetto a quella generata

ld
carooo· e ANODO
da un circuito raddrizzatore a diodi,
ha un valore medio più basso.
Se viene applicata ad un motore
care, elettrico questo fatto si traduce
in una diminuzione della velocità.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 30
ENTI
applicata nella rotazione. E' possibile in si parla di danno ad un motore elettrico della spia interviene l'automatismo vero
certi modelli conoscere il valore della per surriscaldamento si intende quasi e proprio, che consiste in una diminu-
coppia esercitata durante la foratura ap- sempre la fusione o la rottura degli iso- zione della corrente che giunge al moto-
pena eseguita, facendo girare un cursore lamenti. Sono questi i primi a subire i re del trapano. Un'altra situazione in cui
finché non si accende un led. La posi- danni delle alte temperature, e non ov- è importante la limitazione della corren-
zione del cursore corrisponde al valore viamente i cavi conduttori, per la fusio- te è al momento dell'avviamento del
della coppia e quindi è possibile modifi- ne dei quali occorrerebbero temperature motore.
carla rispetto al valore memorizzato op- più elevate. Per evitare questo tipo di In elettrotecnica questo valore si chiama
pure impostare lo stesso valore in un' al- guasto l'avvolgimento del motore è do- corrente di spunto. Se il trapano ha
tra occasione di utilizzo del trapano. tato al suo interno di un sensore di tem- un'elevata potenza c'è il rischio, pre-
Due operazioni che richiedono attenzio- peratura. Prima del superamento della mendo a fondo il grilletto, di assorbire
ne quando vengono eseguite con un massima temperatura ammessa, vi è la dalla rete una corrente così elevata da
utensile elettrico sono l'avvitamento e segnalazione da parte di una spia lumi- far scattare i vari meccanismi di prote-
lo svitamento. Per evitare di rovinare la nosa. Questo non è un automatismo, è zione dell'impianto del locale dove si
vite occorre un valore basso di velocità solo un allarme. Ma se non ci si accorge >)>)

e quindi questa va dosata opportuna-


mente. Nei trapani più moderni questa
regolazione è fatta automaticamente, ba-
sta selezionare l'operazione desiderata.
E' anche possibile memorizzare la forza
impiegata durante un avvitamento e
questa funzione è utile se si devono
stringere più viti: una volta stabilite ve-
locità e forza per la prima, tutte le suc-
cessive saranno inserite esattamente nel-
lo stesso modo.

AUTOMATISMI
PER LA SICUREZZA

Accanto alle funzioni di controllo della


coppia e della velocità i moderni trapani 1 : spesso l'interruttore
elettronici contengono altri automatismi dell'elettroutensile è collegato
molto vantaggiosi per la salvaguardia ad un sistema di "avviamento
dell'utensile e la sicurezza di chi lo ado- morbido" che consente
pera. una partenza graduale
E' molto importante poter prevenire il e soprattutto un graduale
danneggiamento del motore del trapano assorbimento di corrente.
in caso di surriscaldamento. Questo può
avvenire quando, in occasione di uno
sforzo superiore alla media, il trapano è 2: un display a cristalli liquidi
costretto ad assorbire dalla rete un' ele- fornisce tutte le informazioni
vata potenza elettrica, che significa alta relative ai parametri impostati
corrente negli avvolgimenti del motore. e al regime di rotazione.
A tal proposito va ricordato che quando

3: questa rotella consente


di regolare ed eventualmente
memorizzare la forza (sarebbe
meglio dire "la coppia") che
il motore imprime alla punta
del trapano.

4: ruotando la rotella
selezioniamo la velocità
di rotazione, il materiale
su cui intendiamo lavorare
e la funzione da svolgere.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 3 1
TANTI GIRI
INTELLIGENTI TUTTI I MESI
Un'opera completa e
assolutamente gratuita che
sta lavorando, come relè e fusibili. Per guida, con testi chiari ed
evitare questo inconveniente, molti tra-
pani sono dotati di avviamento morbido, esaurienti, con grandi
cioè di una limitazione automatica della illustrazioni tutte a colori,
corrente e quindi della velocità alla par- nell'affascinante mondo
tenza. La diminuzione è attivata all'atto dell'elettronica.
della pressione del grilletto e quindi mo-
dificata gradualmente nel seguito.
Un'altra funzione molto utile è il con- Le ricche dispense mensili
trollo della correttezza delle operazioni di 4 pagine sono dedicate
impostate.
Un'apposita spia segnala ad esempio se soprattutto a chi comincia ma
sono state selezionate contemporanea- contengono tanti approfondimenti
mente la foratura del legno e l'uso della interessanti anche per i più
percussione, adatta invece nella perfora- esperti.
zione di pareti.
Oltre alla salvaguardia del motore e de-
gli impianti elettrici è indubbiamente Raccogliendo e conservando
importante anche e soprattutto quella di gli inserti si colleziona, fascicolo
chi lo sta usando.
dopo fascicolo un completo ed
inedito manuale sull'elettronica
BLOCCAGGIO di base.
SENZA RISCHI Ma bisogna non perderne
neanche un numero
Accanto alle varie protezioni contro le
scariche elettriche, prima fra le quali il
doppio isolamento dell'involucro
dell'apparecchio, esiste una protezione
nei confronti dell'improvviso bloccag-
gio del trapano causato da un ostacolo
di natura meccanica. E' il caso ad esem-
pio della punta che si arresta improvvi-
samente nella sua corsa. In questi casi si
verifica una contro-coppia di reazione,
che provoca un brusco movimento
dell'apparecchio e che quindi potrebbe
scappare di mano a chi lo sta usando,
con conseguenze imprevedibili. In tali
casi a questa contro-coppia accidentale
reagisce una frizione che, automatica-
mente innestata, riduce la rotazione in-
versa a cui il trapano è soggetto.
Completa la gamma degli automatismi
che si possono trovare nei moderni tra-
pani un sensore in grado di rilevare
l'usura del motore e quindi darne avvi-
so attraverso una spia oppure sul di-
splay. Su quest'ultimo, presente in mol-
ti modelli, compaiono tutte le informa-
zioni relative al funzionamento e alle
impostazioni programmate: la velocità,
il materiale da forare, la selezione del
tipo di rotazione (destrorsa o sinistror-
sa). l'uso della percussione per fori su
pareti e, se il trapano è dotato di accu-
mulatore, il livello di carica del pacco
batteria.
SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
ecco il manuale che spiega in modo chiaro
ed elementare le nozioni basilari
dell'elettronica.
----= iiiiiil--~

Ti avvicini
per la prima volta all'affascinante mondo
dell'elettronica? Vuoi contagiare con la tua passione
un amico? Ti piacerebbe ripassare un po' di teoria
di questa scienza? Regalati TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA:
troverai quanto cerchi esposto
in modo semplice ed invitante, LA LEGGE DI OHN S010
illustrato con foto e disegni taletana nitre.a. kg ma ione

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u e t arti n i .t q li po elfi 3

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À.sal
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COSA ,·:::.1

4 _....-..-
LA BOI!

CONTENE \
Questo è l'indice degli argomenH ITaHaH.
e COS'E L'ELETTRONICA e I CONDUTTORI E GLI ISOLANTI \__
e LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e LA RESISTENZA VARIABILE
e IL CONDENSATORE e LA BOBINA t IL CIRCUITO BOBINA CON'
DENSATORE e I SEMICONDUTTORI t IL DIODO e IL TRANSISTOR
t IL CIRCUITO INTEGRATO t ALIMENTARE UN CIRCUITO t SALDA-
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE I KIT
: . ;: -;.~. ·~-
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l2 .
Oltre alla parte teorica il manuale propone dieci facili kit da montare
e IL VARIATORE DI LUCE e IL SINTONIZZATORE. L'IRRIGAZIONE AUTO-
-·- ·--
~ ---:.·-·..:
·:..,._,-.,
--- - --
MATICA IL MASSAGGIATORE e LO SCACCIAINSETTI AD ULTRASUO-
NI e L'ANTIFURTO PER AUTO e IL CORRETTORE DI TONAUTÀ t LA SIRE- -·-· .......E=. :
i
NA UNITONALE t L'AUDIOSPIA e L'ALIMENTATORE DI POTENZA

e
Lina"9- se; COME ORDINARLO
Ordinare TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA è facile: basta fare un versamerllo di 9.000 lire
sul conto corrente postale N° 11645157 intestato ad EDIFAI - 15066 GAVI

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Può anche essere richiesto per posta (EDIFAI • 15066 GAVI - AL), per telefono (0143/642232)
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lire 4.000 per spese postali.
SICUREZZA

LA SERRATURA
MAGICA
Consente di realizzare uno sbarramento
molto difficile da supe_rare per aprire
un qualsiasi tipo di elettroserratura.
Il trucco consiste nel toccare con un dito
un resistore NTC che scaldandosi fa scattare un relè.
• Il circuito va inserito in
un contenitore di plastica dal
quale affiorino i due resistori NTC;
è bene prevedere un pannello
più pieno possibile di falsi
comandi in modo da confondere
chi non conosce il trucco.


12V/

La figura mostra come


la serratura va collegata al
P ressochè tutti gli esseri umani vor-
rebbero avere ( e in effetti molti li
hanno) un cassetto, un armadietto, un ri-
circuito elettronico
di comando; occorre
ricordare che questi tipi
postiglio qualunque ove contenere le sono tutti funzionanti
proprie cose più segrete, caso per caso, a12V alternati.
banali o importanti: può trattarsi di un
diario, delle lettere di una fidanzata mi- SERRATURA
--lii
steriosa, dei soldi risparmiati per una
spesa segreta, di una raccolta di foto per- D
sonali e così via.
Certamente un banale cassetto a sportel-
lo chiuso a chiave può risolvere il pro-
blema; noi però abbiamo voluto studiare
una soluzione più sofisticata e, sotto cer- a sua volta azionato da un comando di ti- ciamo allora a vedere come funziona il
ti aspetti, inespugnabile, naturalmente ri- po sufficientemente misterioso da mette- nostro circuito, e per questo andiamo su-
correndo all'elettronica. re in crisi chi non ne conosce la chiave. bito ad esaminare lo schema elettrico.
La nostra serratura elettronica ci sembra Le due resistenze NTC di cui notiamo
piuttosto originale tanto che, non cono- IL TRUCCO subito la presenza all'ingresso sono del-
scendone il trucco, aprirla può costituire lo stesso tipo ed affiancate a poca distan-
un problema. Il trucco, affinchè risulti effettivamente za fra loro, quindi in posizione di identi-
Il vero e proprio chiavistello (quello cioè efficace, è duplice: in primo luogo, ca temperatura: esse quindi, a parte le
che opera l'effettiva chiusura o apertura) l'apertura effettiva è affidata ad un NTC, tolleranze di costruzione, presentano lo
è di tipo elettrico, in pratica di quelli che deve essere scaldato mantenendo il stesso valore resistivo.
normalmente usati nelle porte di casa contatto con le dita per alcuni secondi, Pertanto, e indipendentemente dalla tem-
che vengono attivati col pulsante tipo poi, per confondere ulteriormente le peratura ambientale (che pure condiziona
elettrico. idee, sul pannello del contenitore vanno il valore resistivo delle due NTC), il valo-
Nel nostro caso, il pulsante è sostituito sparpagliati alcuni comandi fasulli, tutti re della tensione presente fra i piedini 2 e
da un semplice circuito elettronico, che è del tipo ad azionamento rapido. Comin- »»
1
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 39
OZ3

R1 R2 DL1
f
01

Nrc1/
6

li 7

• 1,

R5

I _
Schema elettrico del dispositivo blocca-serratura; il circuito va completato
con un trasformatore che eroghi 12-13 V c.a. (con poche centinaia di mA).

3 di ICI è normalmente zero. (o quasi). egual valore) che polarizzano gli ingres-
In queste condizioni di- equilibrio, la ten- si di ICI, cioé Rl ed R2; in parallelo agli
sione di uscita prodotta da IC 1 è ","&s stessi, il condensatore Cl serve ad elimi-
anch'essa zero, nel senso che tutta la 2 2 nare l'effetto di eventuali disturbi che si
tensione disponibile sul piedino 6 resta presentino all'integrato cercando di sbi-
esattamente pari alla metà della tensione A mantenere questa situazione contribui- lanciarne il funzionamento.
di alimentazione nel nostro caso: scono le due resistenze (anch'esse di In queste condizioni di equilibrio, grazie

Piano di montaggio
del circuito su basetta
a circuito stampato;
i due NTC figurano
saldati direttamente ai
terminali d'ingresso,
ma possono anche
esser piazzati più
lontano dal circuito
mediante normale
cavetto (purchè
risultino posizionati
vicini tra loro).

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 40


LA SERRATO GICA
COMPONENTI
C1 = 1 µF (policarbonato) Ic1= TLO61
C2= 100 µF-16Vl.(elettrolitico) TR1= 2N1711
C3= 100 F-16VI.(elettrolitico) D1=D2=D3=D4=D5= 1N4004
C4= 220 µF-25Vl.(elettrolitico) DZ1 = diodo Zener 3,3V/1W
R1= R2= 10kO DZ2= diodo Zener 9V/1W
u R3= 10 MO DZ3= diodo Zener 3,3V/1W
72 VCA RA= 220 2 DL1= LED verde
R5= 470 2 trimmer DL2= LED Rosso
R6= 220 2 RL= relé 12V (tipo FEME
R7= 820 2 MZP-A)
l [ R8= 1200 2 NTCA=NTC2= termistori
R9= 220 0 da 1KO

--- • --- - --- - -----= -

La basetta a circuito stampato è qui vista dal lato rame in scala 1:1.
alla presenza in serie all'uscita di DZl e diminuzione del valore resistivo: dimi- nuisce anche la tensione in uscita da
DL2 (assieme ad R8), la tensione di po- nuisce proporzionalmente anche il valo- ICI, cosa che non può certamente far
larizzazione sulla giunzione base-emetti- re della tensione di polarizzazione sul scattare la serratura.
tore di TRI è talmente bassa che TRl ri- pin 2 dell'integrato IC l. Ricapitolando, la situazione all'uscita
sulta interdetto; il campo del relè non è Trattandosi dell'ingresso invertente, ne (pin 6) di ICI è la seguente: in equilibrio
percorso da alcuna corrente, il relè resta consegue un aumento della tensione in termico, la tensione resta assestata a
cioè inattivo e la serratura non viene ali- uscita, aumento che si sviluppa progres- 4,5V; toccando NTCI, in pochi secondi
mentata, restando così saldamente chiu- sivamente in pochi secondi, facendo pas- la tensione si porta a 9V; toccando
sa. L'esatta situazione di equilibrio in sare corrente verso la base di TRl; DL2 NTC2, in pochi secondi la tensione si
uscita da ICI ( cioè il valore della tensio- si accende prima debolmente poi via via porta a O V.
ne pari a metà di Vcc) si ottiene regolan- più intensamente (segnalando appunto PI è filtrata da C4, trasformandosi così
do l'apposito trimmer resistivo R5. l'intervento del circuito) sino a che la in una tensione continua pari a 16
polarizzazione di base di TRl ne provo- questo valore viene poi abbassato sui
ca la conduzione netta: il relè si eccita, 12,7 V circa dal diodo Zener DZ3. la cui
IL TERMISTORE ed i suoi contatti (6 e 7) vanno ad ali- tensione di 3,3 V va appunto a sottrarsi
mentare la serratura che così provoca per caduta a quella di partenza.
Ora vediamo cosa succede se provvedia- l'apertura del nostro "secretaire". In tal modo abbiamo ottenuto una prima
mo a toccare NTC I; a meno che il con- L'operazione richiede comunque (ed ob- riduzione ad un valore di tensione otti-
tenitore del nostro dispositivo non sia bligatoriamente) qualche secondo per la male per i relè più comunemente reperi-
bellamente esposto al sole (cosa che nor- sua completa attivazione. bili.
malmente non dovrebbe capitare), il Se invece si passa a toccare NTC2, il Una seconda cella di caduta e filtro. co-
contatto delle nostre dita ne provoca un suo riscaldamento provoca una analoga stituita da C3-R9-C2-DZ2. porta la ten-
aumento della temperatura, cosicché il diminuzione di tensione sul pin 3; essen- sione sui 9 V, oltretutto stabilizzati, che
suo comportamento tipico produce una do questa l'entrata non invertente, <limi- )>)

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 4 1


LA SERRATURA MAGICA
1

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 42


1 : i componenti necessari 4: il condensatore
alla realizzazione sono elettrolitico C2 è dotato
piuttosto numerosi anche di polarità come anche C3 e C4;
se il montaggio non è affatto il terminale negativo
critico. L'unico elemento è evidenziato da una
mancante nella foto bandina grigia su corpo
è il trasformatore nero. È anche possibile
d'alimentazione trovarne di grigi con
che comunque non si monta il simbolo nero + o -.
sul circuito stampato.
5: le resistenze NTC vanno
2 vicino al ponte di diodi P1 saldate per ultime lasciando
va sistemato un ponticello i terminali piuttosto lunghi
sul lato componenti della in modo che possano
basetta che consente di affiorare dal contenitore
scavalcare una pista del lato in cui vanno inserite.
rame. Per realizzarla si usa Prima del collaudo occorre
uno spezzone di filo nudo far raffreddare le saldature.
lungo pochi centimetri.
6; relè RL è dotato di 5
: come sempre il montaggio piedini asimmetrici (3 da
deve cominciare dai un lato e due dall'altro),
componenti più piccoli come quindi è impossibile
i diodi, le resistenze, sbagliare il senso
lo zoccolo dell'integrato, di inserimento se il circuito
in modo che gli elementi stampato è stato realizzato
più grossi non disturbino correttamente.
l'inserimento di quelli Le saldature vanno
più piccoli. eseguite con cura.

Per collaudare il circuito dopo


averlo collegato con
il trasformatore d'alimentazio ne,
si appoggiano due dita sugli NTC
e si regola il trimmer R5 finché
non scatta n relè.
LA SERRATURA MAGICA
Indicazione di massima montare l'integrato saldandolo diretta-
per una possibile mente a circuito, bensì piazzare prima il
soluzione "estetica" del relativo zoccolo ad 8 piedini. TRI va
montaggio in apposito montato sfruttando come "segnale" di
contenitore; tutti i polarità il dentino che sporge dal bordo
comandi inseriti servono del corpo metallico. Per i due LED, va
solo per trarre in inganno rispettata la posizione del catodo, che
tranne NTC1, toccando corrisponde al leggero smusso ricavato
il quale per qualche sul bordo sporgente dal corpo in plasti-
secondo si provoca ca. Altri componenti dotati di polarità
l'apertura sono tipicamente i condensatori elettroli-
della serratura. tici che ne riportano sulla protezione in
plastica i contrassegni ( a volte del posi-
tivo; più spesso del negativo). Infine ri-
1 2 3 4 mane il relé, i cui terminali obbligano
inequivocabilmente a scegliere il giusto
verso di montaggio.
Qualche terminale ad occhiello facilita
l'ancoraggio dei cavetti che entrano ed
esoono dal circuito; su 1-2 e 3-4 vanno
saldati (se non altro provvisoriamente) i
due termistori: a questo punto il circuito
è pronto per il collaudo e la taratura ( da
eseguire quando la stagnatura degli stes-
si NTC è sicuramente raffreddata).

LA TARATURA

La regolazione di R5 va eseguita in mo-


do che il relè (dopo aver fortemente sbi-
lanciato il circuito per far scattare il relè
stesso, cosa che viene preannunciata da
9 8 7 DL2 che comincia ad illuminarsi) sia ap-
pena diseccitato condizione in cui DL2 è
Vediamo qual è la struttura interna di un'elettroserratura. 1: perno in completamente spento; allora, toccando
rame per regolazione del pistone in funzione del peso della porta. con un dito NTCI, dopo alcuni secondi
2: dispositivo antiscasso. 3: scrocco in ottone. 4: pistone di ricarica si verifica la commutazione di RL.
in acciaio. 5: bocchetta in acciaio. 6: rullo in nylon. 7: dispositivo Toccando poi NTC2, si provoca il rapi-
antiscasso. 8: scatola e coperchio in acciaio. do rilascio del relè stesso. Occorre qui
9: gruppo di bobina con morsettiera incorporata. precisare che in certe condizioni, spe-
cialmente se il contatto fra dito ed NTC
servono per la parte elettronica vera e to di criticità. non è molto intimo, il relè può entrare in
propria del circuito.Abbiamo già visto Salvo la normale attenzione nella giusta leggera e breve vibrazione; la cosa è di
che DL2 serve a segnalare che TRl è collocazione dei componenti, del resto scarsa importanza e non pregiudicante:
polarizzato, e quindi che il relè è attiva- disposti ben comodi e spaziati, senza si tratta semplicemente dell'aumento di
to, dando il consenso per lo sblocco del- porsi alcun problema di dimensioni. temperatura del NTC che non è molto
la serratura; DLI invece è la normale E come al solito consigliabile partire col deciso e netto, per cui il relè resta un po'
spia di inserimento sotto tensione montare le resistenze, cui aggiungiamo indeciso prima di agganciare nettamente.
dell'intero dispositivo. Cl, tutti elementi che (almeno in questo Una cosa abbastanza importante di cui
caso) non presentano alcun senso o pola- tener conto, in quanto indispensabile ma
rità da rispettare; si passa poi ai diodi, anche oggetto di un leggero inconve-
MONTAGGIO PER TUTTI tutti contrassegnati dalla fascetta in colo- niente, è che in assenza di energia elet-
re (normalmente bianca sulla plastica trica di alimentazione, la serratura, resta
Ora che è stato analizzato lo schema nera del corpo); il trirnmer resistivo R5 bloccata, impedendo l'apertura anche al
elettrico in tutti i suoi particolari, non re- ha l'inserzione obbligata dal tipo di co- legittimo scassinatore.
sta che occuparsi del montaggio vero e struzione meccanica. La basetta, ed eventualmente un piccolo
proprio, come sempre previsto su una ICl è contrassegnato dal tipico "bollino" trasformatore, vanno posti entro un' op-
basetta a circuito stampato; non esiste in un angolo, di cui va tenuto conto in portuna scatolina (consigliabile in plasti-
nessuna particolare procedura o elemen- fase di inserimento; è consigliabile non ca), dal cui pannello vanno fatti affiorare
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 44
i due resistori NTC; oltre a questi, co- presta anche ad altre interessanti appli- In particolare, si può definire sulla base
me già accennato ( e magari ai due LED cazioni (o elaborazioni, perché no) che di cui sopra la scelta degli NTC, o me-
ed all'interruttore di rete è bene piazza- possono andare dal modellismo a veri e glio delle loro dimensioni; comunque,
re anche qualche interruttore e pulsante propri sistemi di telecomando automati- nel caso che l'utilizzo sia quello da noi
naturalmente inerti. in modo da confon- co, da sbilanciamento di temperature previsto, i resistori NTC debbono esse-
dere le idee ad eventuali curiosi o sabo- che invece debbano restare uguali: a re di piccole dimensioni in modo che si
tatori. maggior ragione per questi casi di uti- possano riscaldare o raffreddare più ve-
Quest'ultimo aspetto, assieme alla rea- lizzazioni differenziate, il singolo letto- locemente, accelerando (ma non trop-
lizzazione del montaggio finale, è la- re può realizzare ed adattare al meglio po) la manovra della serratura che per
sciata alla fantasia del lettore. delle sue specifiche esigenze la realiz- una resa ottimale deve durare l 0 secon-
Oltretutto il circuito da noi elaborato si zazione complessiva del dispositivo. di circa.

LE RESISTENZE NTC
NTC, il termine abbreviato con cui vengono normalmente indicati questi tipi di
componenti, è la denominazione specifica del coefficiente di temperatura dei ter-
mistori, dispositivi a semiconduttore caratterizzati da una resistenza elettrica il
cui valore diminuisce con l'aumentare della temperatura.
Proprio per il comportamento variabile della resistenza, questi dispositivi vengo-
no utilizzati come trasduttori per misure di temperatura, per misure di potenza a
RF, come elementi circuitali compensatori di variazioni termiche: ed è appunto
quest'ultimo lo specifico utilizza che se ne fa nel nostro circuito.
Si tratta semplicemente di resistori che, contrariamente a quelli di normale ado-
zione nei circuiti elettrici, sono realizzati in modo da presentare un elevato coef-
ficiente di temperatura, in modo cioè che il loro valore di resistenza sia forte-
mente influenzato dalla temperatura ambiente.
Naturalmente esistono anche i PTC, cioè dispositivi analoghi ma con coefficiente
di temperatura positivo (la resistenza aumenta al crescere della temperatura),
ma risultano meno usati del tipo NTC.
I termistori hanno dimensioni variabili a seconda della potenza che devono esse-
re in grado di manipolare; possono essere a dischetto (più o meno grande) come
il tipo qui adottato, oppure a bullone (nei casi di potenza elevata).
Il valore ohmico è indicato in genere mediante strisce colorate, utilizzando lo Le resistenze NTc si leggono
stesso codice delle normali resistenze, come indicato in figura, nella quale è an- per lo più tramite un codice
che riportata la variazione di resistenza del tipo usato in questo circuito; in alcu- a colori uguale a quello delle
ni casi il valore può anche essere riportato per esteso. normali resistenze.

0
Il grafico della
variazione
della resistenza
in Ohm al
variare della
temperatura
del resistore NTC
usato per la
realizzazione
della serratura
magica evidenzia
come a 20° e [JlJ-
la resistenza
valga 1.000 ohm.
nero
rosso
c
argento -20 -10 o +10
4

ELETTRONICA PRATICA· Gennaio 1994 - Pag. 45


IL RITORNO DELLE VALVOLE

I PARAMETRI
CARATTERISTICI
Esaminiamo il comportamento di un triodo
applicato alle sue reali condizioni di funzionamento.
Consideriamo le tre più importanti costanti
di un tubo termoionico.

n primo parametro, che ci fornisce mA della corrente anodica. sentato questo parametro è la lettera gre-
U l'indicazione sul grado di attitudine
di una valvola ad amplificare, è il cosid-
Se, per ottenere un pari aumento di cor-
rente anodica ( 1 mA), è necessario au-
ca µ. Tale simbolo compare in quasi tutti
i manuali che erano forniti dai costruttori
detto fattore di amplificazione o coeffi- mentare la tensione anodica di 30 volt, si di valvole, ma va interpretato come un
ciente di amplificazione. Esso esprime il può dire che la valvola ha un fattore di valore indicativo, poiché possono esiste-
rapporto che intercorre tra le variazioni amplificazione uguale a 30. Tale valore, re sostanziali differenze tra valvole con
della tensione anodica e quelle della ten- che rimane costante per tutto il tratto ret- la stessa siglatura e tra valvole dello
sione di griglia, necessarie per ottenere tilineo della sua curva caratteristica, va stesso tipo, ma di marche diverse.
un identico valore di corrente anodica. riferito, però, a una ben determinata con- Esso rappresenta il massimo guadagno
In altre parole, supponiamo che a un dizione di lavoro, come, ad esempio, la di tensione consentito dalla valvola, ma
triodo venga applicata una tensione ano- tensione di alimentazione anodica e il valore reale ottenuto in pratica è sem-
dica di 100 volt e che, in tali condizioni, quella di griglia, in quanto essa varia al pre inferiore al dato dichiarato.
una variazione di un volt della tensione variare delle condizioni di lavoro. Il sim- Questo accade perché tale parametro
di griglia determini una variazione di 1 bolo con cui viene generalmente rappre- viene considerato come caratteristica
statica della valvola, cioè riferita unica-
mente a reazioni interne e, quindi, non
applicata alle reali condizioni di lavoro.
Allo scopo di comprendere, invece, co-
me si possa ottenere una tensione utile
d'uscita in un circuito valvolare, verifi-
Particolare
chiamo che cosa realmente succede inse-
diun
rendo nel circuito di placca una resisten-
amplificatore
za di carico.
valvolare
autocostruito:
le valvole
UN UTILE ESEMPIO
finali del
circuito sono,
Esaminando attentamente lo schema a
in realtà, 3 ma
pagina 48, si nota che il triodo viene ali-
una è stata
mentato dalla batteria anodica attraverso
tolta per
una resistenza da 1 0KO e che la diffe-
rendere meglio
renza di potenziale di tale batteria è di
visibile la 200 volt. Nello schema non viene rap-
conformazione presentata, per semplicità, la batteria
dello zoccolo. d'alimentazione del filamento, che si
suppone vi sia. La tensione di polarizza-
zione fornita dalla batteria di griglia vale
-5 volt; questa condizione permette al tu-
bo di condurre dall'anodo al catodo una
corrente di, supponiamo, 6 mA.
Essa, circolando nel circuito anodico, at-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 46
traversa, perciò, anche la resistenza ano- troviamo che a una diminuzione di 1 indispensabile che esso venga riferito al-
dica (RA) da 1 0KO , la quale, per la volt della tensione negativa di griglia la massa, per cui la resistenza di carico
legge di Ohm, introduce una caduta di corrisponde un aumento di 1 mA della anodico (RA) non può venire utilizzata
tensione di 60 volt: corrente anodica. Questa, quindi, passa per tale scopo, essendo quest'ultima rife-
da 6 a 7 mA, conseguentemente al se- rita alla batteria d'alimentazione anodi-
gnale applicato. Se ricalcoliamo, perciò, ca. Essa, inoltre, viene attraversata dalla
V=R·I da cui R=10.000 I=0,006 A la caduta di tensione introdotta dalla re- corrente anodica (RA) e si trova, quindi,
10.000 x 0,006 = 60 volt sistenza anodica, troviamo che a 7 mA sottoposta a una tensione continua di po-
corrisponde una caduta di tensione di 70 larizzazione, che non possiamo applicare
volt, mentre a 5 mA essa vale 50 volt. al successivo circuito.
In queste condizioni, la tensione applica- Da qui si ricava che la tensione applicata
ta all'anodo del tubo risulta di soli 140 all'anodo del tubo vale: 200- 70 = 130 V
volt, che è la differenza tra la tensione e 200 - 50 = 150 V. CONDENSATORE DI BLOCCO
anodica di batteria (200 volt) e la caduta Riassumendo quanto finora esposto, si
di tensione introdotta dalla resistenza di può dire che la variazione di tensione ot- Per questi motivi, viene interposto un
carico. Se ora noi facciamo variare la tenuta sull'anodo è stata di 20 volt, ap- condensatore d'uscita (Cu) detto appun-
polarizzazione di griglia di più o meno 1 plicando alla griglia una tensione di più to di accoppiamento o di blocco. Questo,
volt (2 volt picco-picco per mezzo di un o meno 1 volt, sovrapposta alla prece- com'è noto, non si lascia attraversare
generatore esterno), otteniamo una pro- dente polarizzazione di riposo. In altre dalla corrente continua né dalla tensione
porzionale variazione di corrente anodi- parole, la tensione ottenuta all'uscita del continua, ma solo da quella alternata, ed
ca nel circuito, la quale si traduce in una tubo, cioé sull'anodo, è stata 20 volte su- è collegato con uno dei suoi terminali
conseguente variazione di caduta di ten- periore a quella applicata al suo ingres- all'anodo e con P'altro a una resistenza
sione ai capi della resistenza di carico. so, rappresentato dalla griglia. Per poter di utilizzazione (Rù) riferita a massa. Ai
Andando a vedere sulle caratteristiche prelevare tale segnale, per applicarlo, ad capi di tale resistenza viene, pertanto,
del tubo (poi spiegheremo come fare), esempio, allo stadio successivo, è, però, »»

Anche all'interno di un amplificatore valvolare autocostruito e non particolarmente sofisticato circolano


tensioni piuttosto elevate (già oltre 300 volt). Per questo motivo è importante, prima di intraprendere
una simile realizzazione, possedere solide basi sia teoriche che pratiche sull'amplificazione valvolare
che possono evitarci pericolosi contatti con parti sottoposte ad alte tensioni.
I PARAMETRI CARATTERISTICI
prelevato il segnale utile da applicare, glia. Tale parametro viene rappresentato che la valvola presenta al passaggio del-
per esempio, allo stadio successivo. E' con la lettera S o con l'abbreviazione la corrente: essa indica la differenza di
poi intuitivo supporre che anche il se- Gm. e si misura, generalmente, in mil- potenziale che esiste fra il catodo e la
gnale alternato applicato alla griglia deb- liampere/volt (mA/ V). placca per una data corrente che attra-
ba essere disaccoppiato nel nostro esem- Esiste, però, anche un'altra unità di mi- versa la valvola.
pio tramite un condensatore (Ci), per im- sura usata nelle tabelle che illustrano le
pedire che la tensione di polarizzazione caratteristiche delle valvole americane,
negativa di griglia possa scaricarsi a che è la parola ohm a rovescio, cioé RESISTENZA DI PLACCA
massa attraverso la resistenza del gene- rnho. Tale rappresentazione trova la sua
ratore. giustificazione nel fatto che la condut- Bisogna prestare attenzione all'uso del
Nell'esempio precedentemente analizza- tanza si può anche definire come l'inver- termine "resistenza di placca", in quanto
to, dalle caratteristiche tecniche del tubo so della resistenza, essendo una corrente spesso esso viene confuso con la "resi-
abbiamo dedotto che a una variazione di di vis a per una tensione; l'aggiunta stenza di carico anodico": perciò è me-
I volt della tensione di polarizzazione di dell'aggettivo "mutua", poi, sta a indica- glio definire questo parametro "resisten-
griglia corrisponde un'eguale variazione re che quest'azione viene esercitata dal za differenziale interna". Questi due di-
di I mA della sua corrente anodica. circuito d'ingresso su quello d'uscita. versi termini di classificazione, che pos-
Il parametro che ci permette di definire di Non c'è alcuna differenza nell'uso dei sono generare confusione, sono usati in-
quanti milliampere cambia la corrente due termini, in quanto il valore indicato differentemente nei testi del passato, sia
anodica, se variamo di I volt la tensione è sempre lo stesso, cioé l mho = 1 NV. scolastici sia divulgativi, per cui si è rite-
di griglia, viene chiamato pendenza, con- Questo parametro ci permette di valutare nuto opportuno portarne a conoscenza il
duttanza mutua o transconduttanza. le effettive prestazioni della valvola in lettore.
Esso esprime il rapporto tra la variazione termini di amplificazione: più alta è la Il parametro suddetto si può trovare raf-
della corrente di placca e quella della transconduttanza, maggiore è l'amplifi- figurato sui manuali dei fabbricanti di
tensione di griglia che l'ha prodotta. cazione possibile, in quanto essa tiene valvole con il simbolo ra o ri, natural-
Il nome "pendenza" deriva dal fatto che conto sia del coefficiente di amplifica- mente espresso in multipli di ohm (K2-
le curve caratteristiche di griglia di un zione sia della resistenza di placca, che è MO). Esso indica di quanto si deve va-
qualsiasi tubo hanno un'inclinazione pe- il terzo parametro fondamentale. riare la tensione anodica, mantenendo
culiare, che è funzione, appunto, della La resistenza di placca, come ci lascia costante il potenziale di griglia, per otte-
corrente di placca e della tensione di gri- intuire il nome stesso, è l'opposizione nere una variazione di I mA della cor-
Lo schema consente di comprendere come si possa ottenere una tensione di uscita in un circuito valvolare
verificando che cosa succede inserendo nel circuito di placca una resistenza di carico. RA è la resistenza
di alimentazione, Ru è la resistenza di utilizzo, Cu e Ci sono il condensatore di uscita e d'ingresso.

RA 10K
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=ETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 48


re di un volt della tensione di griglia.
La pendenza o transconduttanza o con-
duttanza mutua (S) indica di quanto va-
ria la corrente anodica al variare di 1
volt della tensione di griglia, mantenen-
do costante la tensione anodica.
La resistenza differenziale interna (ra/ri)
indica di quanto si deve variare la ten-
sione anodica per ottenere la variazione
di 1 volt della corrente anodica, mante-
Un sofisticato amplificatore commerciale nendo costante la tensione di griglia.
in funzione: le valvole,alimentate a tutta potenza, Nella prossima puntata si cercherà di
emettono una fioca luce rossastra. evidenziare l'utilità dei parametri diffe-
renziali per il calcolo, ad esempio,
rente anodica circolante. di renderne più comprensibile l'utilizzo, dell'effettivo guadagno di tensione di un
Come si è visto, dunque, i tre parametri fornendo al lettore un pratico riferimento generico circuito di amplificazione, uti-
differenziali di un triodo sono tutti relati- in caso di dubbi: lizzando un tubo molto noto in ambito
vi al controllo della corrente anodica, il coefficiente di amplificazione(µ) espri- audio. Inoltre, ci soffermeremo ancora
mediante la variazione della tensione di me il guadagno di tensione consentito sull'uso delle curve caratteristiche, al fi-
griglia o di quella di placca. Vista la loro dalla valvola, cioè indica di quanto si de- ne di ottenere la determinazione grafica
importanza, si rende necessario un breve ve variare la tensione anodica per mante- dei parametri caratteristici del triodo alla
riepilogo del loro significato, allo scopo nere costante la corrente anodica al varia- voluta tensione di utilizzo.

ARIA PULITA CON L'OZONO:


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Il kit EP937 consente di realizzare
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'
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STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20.

ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 49


"----------
ACCESSORI RADIO

Un efficace sistema per avere contemporaneamente


un pratico alimentatore e una batteria che consente
di far funzionare il nostro ricetrasmettitore
anche quando salta la corrente.
La batteria può essere del tipo sigillato
per automobili, magari di recupero.
Il dispositivo batt eria tam pone
si m onta direttam ente sugli
elett rodi dell'accum ulatore
tram ite i due m orsetti fissati
l'uno sul circuito stam pato,
l'altro a due cavetti
ad esso collegati.

Qualsiasi ricetrasmettitore (sia esso per Un morsetto


CB o per OM o di tipo civile), purchè di si fissa
potenza medio-bassa, prevede al giorno direttamente
d'oggi l'alimentazione a 12-14 V.c.; alla basetta
questa tensione si può prelevare o diret- tramite due
tamente in e.e. da un'opportuna batteria bulloni che
oppure da un idoneo alimentatore che provvedono
trasforma stabilmente la corrente di rete anche
in continua. al contatto
Esiste tuttavia una soluzione mista: con- elettrico.
siderando che la batteria deve essere re- Qualora
golarmente ricaricata essa può venire di- la batteria
rettamente collegata ali' apparato da ali- presentasse
mentare, coesistendo però con un nor- elettrodi
male caricatore da rete, ad essa collegato con attacco
allo scopo di mantenere continuamente diverso occorre
sotto carica la batteria. prevedere
Si tratta della cosidetta batteria in tam- morsetti
pone, soluzione che fra l'altro presenta adatti.
un grosso vantaggio: se l'energia elettri-
ca della rete luce viene a mancare, la sta- che facilmente sono in grado di far fon- rente ai terminali 3 (positivo) e 4 (nega-
zione radio con questo tipo di alimenta- dere, se non addirittura infiammare, tivo) della morsettiera di ingresso. Il po-
zione non resta inutilizzabile, bensì può l'isolante dei cavi ad essa collegati. sitivo, attraverso un diodo (Dl) ed una
contare sull'efficienza della batteria ri- lampada (LP2) viene applicato al mor-
masta sotto carica lenta ( e cioè in tampo- setto + della batteria; il negativo, colle-
ne) sino ad un attimo prima. CIRCUITO TAMPONE gato ai terminali 5 e 6,va al morsetto -
Il concetto della batteria in tampone è della batteria.
piuttosto semplice, non comportando al- Per capire le pur modeste problematiche DI serve per evitare che la batteria vada
tro che, in linea di principio, il collega- legate al circuito tampone, andiamo ad a scaricarsi sull'alimentatore, la presen-
mento di un caricabatterie in parallelo esaminare lo schema elettrico della ver- za di LP2 è importante, in quanto costi-
alla batteria stessa; occorre però tener sione da noi adottata. tuisce l'elemento limitatore della corren-
conto di alcune precauzioni sia di instal- ll raddrizzatore di corrente, più specifi- te di ricarica (e non certo per fare una lu-
lazione sia di impiego, e quindi l' im- camente individuato col nome di carica- ce più o meno pallida).
pianto va fatto a regola d'arte, se non al- batterie (il cui valore di tensione in usci- Per tale motivo, esiste un legame abba-
tro perché una batteria, in caso di corto- ta è sempre di qualche volt superiore a stanza preciso tra il tipo di batteria nel
circuito, può dare correnti elevatissime quello nominale di batteria) porta cor- »»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 51
CARICABATTERIA
RTX Lo schema elettrico vero e proprio
del dispositivo di batteria tampone è quello
racchiuso nella linea tratteggiata (che delimita ciò
che sta sulla basetta). II resto del circuito
raffigura il collegamento con il caricabatterie
e con il ricetrasmettitore.

, - . - • - . - • - • - • - • - • --- • - • - • -· - • - • - • -· -· - • - ·1
. .
I 1 I
r +()+ 1

ROSSO
NERO
ROSSO
NERO 9)

• MORSETTO
I POSITIVO

'(8ATTERA]
MORSETTIERA I
I MORSETTO
NE RI - • - • NEGATIVO

COMPONENTI senso della sua capacità di carica, ed il


tipo di LP2 da inserire in circuito.
Di=diodo 6 A LP2= lampadina 12 V {v. tabella) L'apposita tabella fornisce le indicazioni
Fi fusibile (v. testo) Morsettiera a vite per c.s. (anche se non critiche) per il miglior ab-
LP1 = lampadina pisello 6 contatti binamento.
12V-0,1 W 2 morsetti per batteria da auto Nello schema sono stati rappresentati,
per miglior evidenza grafica, dei veri e
propri morsetti per batteria auto; se la
batteria fosse di tipo diverso ed avesse
Tra i pochi degli altri morsetti, occorrerebbe ade-
componenti guare il sistema di aggancio.
necessari alla In ogni caso, attraverso questi collega-
realizzazione menti la batteria riceve la corrente di ca-
compaiono tre rica dell'alimentatore.
elementi Il collegamento per la corrente assorbita
di provenienza
automobilistica
quali due
morsetti per Capacità Corrente
la batteria e la nominale Potenza (circa 1/10
lampadina. della LP2 di Ah)
Poi troviamo batteria inW entro LP2
un diodo, una A•h in A
morsettiera,
una lampada 2 2 0,16
a pisello 4 5 0,41
e un fusibile
con relativo 8 10 0,83
portafusibile. 16 20 1,66
32 40 3,3
64 40 3,3

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 52


BATTERI ANTIBLACK-OUT
Il circuito stampato è qui visto in scala 1 :1. dal ricetrasmettitore passa attraverso il
fusibile (Fl) il cui valore deve essere
pertinente alle caratteristiche di assorbi-
mento; l'eventuale bruciatura di questo
fusibile viene evidenziata dall'accensio-
ne della lampada LPl, che in questo ca-
so serve proprio come spia di guasto.

LA BATTERIA

Per quanto riguarda le caratteristiche


della batteria da mettere in tampone è
consigliabile scegliere il tipo sigillato, in
versione "auto" (più facile da trovare an-
che di recupero, e quindi anche più eco-
nomica) oppure in versione antifurto (o
impieghi professiònali similari) del tipo
GEL o DRIFT.
Piano di montaggio della scheda-supporto a circuito stampato: L'impiego di batterie di tipo convenzio-
su di essa è anche applicato uno dei morsetti, quello per il positivo nale, cioé con coperchietto per la manu-
della batteria, così da consentire il fissaggio solidale sulla stessa. tenzione (e quindi non sigillate), è scon-
sigliabile unicamente per quello che può
Fl uscire dalle stesse, e in particolare gas
corrosivi e anche tossici.
Preoccupiamoci ora delle pratica realiz-
zazione del dispositivo che, pur sempli-


ce, deve essere fatta come il nostro pro-
o totipo; in questo modo, la scheda può
venire posata direttamente sul terminale
EH DI 6
POSITIVO
BATTERIA
positivo della batteria, essendo il relativo
morsetto solidamente incorporato con la

%9 o scheda stessa.
Sulla basetta, che non ha nessun elemen-
LP2 to di criticità, ma che deve rispondere a
\ determinate caratteristiche meccaniche,
si comincia col piazzare la morsettiera
MORSETTIERA
d'ingresso ed il portafusibile a vaschetta,
)>)

Le batterie sigillate
al piombo sono le più
adatte per questo tipo
di realizzazione in
quanto non emettono
gas o soluzioni acide
nocive.

La tabella illustra come


va scelto il valore della
lampadina LP2
in funzione delle
capacità della batteria
adottata. Dai 32 Ah
in su la potenza della
lampadina è sempre
di 40 W, aumenta
solamente il tempo
di carica.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 53
BATTERIA ANTIBLACK-OUT
La lampadina poi il diodo (rispettandone la polarità,
LP2 non è cioè facendo capitare la fascetta in co-
dotata di lore che è sul corpo dello stesso dalla
portalampada parte delle lampadine) ed infine pro-
e va quindi prio le lampadine: il pisellino con i due
saldata a 3 fili mantenuti ben isolati ed LP2, ricor-
reofori a loro rendo a due pezzetti di filo nudo saldati
volta saldati sui fianchi ed uno sul contatto centrale.
al circuito Resta solo da avvitare, coi due robusti
stampato. bulloni incorporati, il morsetto per il fis-
I due spezzoni saggio alla batteria, o da individuare
più lunghi un'altra soluzione ove non si trattasse di
provvedono batteria tipo auto.
al contatto
laterale,
quello più I COLLEGAMENTI
corto
al contatto I collegamenti fra alimentatore, scheda
centrale. e ricetrasmettitore devono essere ese-
guiti con fili di sezione adeguata agli
elevati valori di corrente prevedibili, e
tanto più quanto più questi collegamen-
ti sono lunghi.
Il portafusibile Nel nostro caso, ci siamo addirittura
deve essere cautelati prevedendo per il morsetto ne-
del tipo gativo due fili disposti in parallelo: ciò
previsto per evidentemente allo scopo di avere· una
il montaggio sezione ottimale, con una buona flessibi-
a circuito lità meccanica.
stampato. Anche la morsettiera deve essere scelta
di tipo idoneo a sopportare almeno 5A
per singolo terminale.
Nel caso si preveda l'impiego di batte-
rie da 30 o più Ah, in unione con cari-
catori in grado di erogare valori di cor-
rente analoghi, ove cioè si abbia a che
fare con stazioni di elevata potenza, oc-
corre maggiorare proporzionalmente
morsettiera diodo, portafusibile e fusi-
bile, oltre ad ingrossare con riporto di
stagno le piste di rame del circuito
stampato.
Raccomandiamo infine una precauzio-
ne via via più importante con l'aumèn-
tare delle potenze, e quindi delle cor-
renti, in ballo: facciamo molta attenzio-
ne a non cortocircuitare accidentalmen-
te i morsetti della batteria ( e la prova
se la stessa è carica lasciamola fare agli
elettrauto).
L'impianto della batteria in tampone è
così completato, fornendoci le già ac-
cennate garanzie di continuità; oltretut-
to, esso è anche in grado di consentire
una più costante potenza in uscita dal
TX quando si abbia a che fare con ap-
parati che operano in SSB, cioé con
forti picchi di potenza che si susseguo-
no al ritorno della modulazione fonica.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 54


CARICA E SCARICA ELETTROCHIMICA
Il concetto di carica e scarica di un accumulato- ,,)1/
re al piombo, o per meglio dire i fenomeni elet-
trochimici di base che vi sono coinvolti, e che --@
abbiamo sintetizzato nelle due figure dimostrati- m
ve. vengono qui di seguito descritti in modo
molto sintetico e riferito alle versioni più classi-
che e semplificate di questi tipi di accumulatori,
proprio per facilitare la comprensione di massi-
ma anche a chi non ha una preparazione speci-
fica.
Riferendoci alla figura relativa alla fase di cari-
ca, sotto l'azione della corrente fornita dal ge-
neratore esterno, l'acqua (HO) si scompone:
l'idrogeno sottrae ossigeno (O) alla lastra nega-
tiva ossidata ( PbO), mentre l'ossigeno (O), ri-
combinandosi con 1 'ossido di piombo ( PbO) del-
la lamina positiva la ricopre di uno strato di
diossido di piombo ( PbO,). che vi resta, essendo
insolubile. CARICA SCARICA
Una volta che la lamina ne è completamente ri-
coperta, dalla sua superficie si vedono distac- Nella fase di carica, sotto l'azione della corrente
carsi delle bollicine che ovviamente raggiungo- fornita dal generatore esterno l'acqua si scompone:
no il pelo del liquido; la liberazione di queste l'idrogeno sottrae I ossigeno alla lastra negativa
bollicine rispettivamente di idrogeno e ossigeno ossidata mentre l'ossigeno si combina con l'ossido di
che non vengono più assorbite dalle lastre indi- piombo e ricopre la lastra positiva. Nella scarica
cano che la polarizzazione è completata, e quin- l'idrogeno e l'ossigeno si ricompongono formando
di l'accumulatore è completamente carico ( que- l'acqua.
sta fase è anche segnalata dalla lucentezza del
piombo puro acquisita dalla lastra negativa). Le lamine di piombo che compongono un classico
Ogni successiva immissione di energia ( elettri- accumulatore Edison vengono montate a pacchetto
ca) dall'esterno va solamente perduta in ulterio- per formare la batteria.
re scomposizione dell'acqua.
Passando ora alla figura relativa alla fase di
scarica, l'idrogeno che aveva ricoperto la lastra
negativa e l'ossigeno che era andato ad ossida-
re quella positiva si ricompongono formando
acqua; le lamine ritornano entrambe ossido di
piombo ( PbO ); questo però, in presenza
dell'acido solforico (HSO) contenuto nella so-
luzione acidulata che costituisce l'elettrolita, si
appropria del "gruppo" SOe comincia a for-
mare solfato di piombo (PbSO).
In definitiva, si può concludere che, durante la
scarica dell'accumulatore al piombo, si ha la
formazione di acqua che va a diluire maggior-
mente l'acido solforico presente nella soluzione,
il quale a sua volta cede il radicale SO alle la-
stre di piombo, che tendono via via a trasfor-
marsi in solfato di piombo, sino alla depolariz-
zaione completa.
La terza figura riporta, sempre in versione clas-
sica, l'aspetto di lamine in piombo di un accu-
mulatore Edison, viste singolarmente e montate
a pacchetto.

ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 55


MINITRI
Non può mancare nel
laboratorio di un hobbista
elettronico un minitrapano
che consente di eseguire
fori piccoli e precisi nelle
basette a circuito
stampato. È utile anche in
molte altre situazioni.

C hi di noi non ha provato almeno


una volta a forare i circuiti stampa-
ti con un normale trapano? Quanti in-
convenienti ci sono capitati? La velo-
cità, prima di tutto, poi il peso e infiniti
altri piccoli disagi che portano a rompe-
re spesso la punta.
La necessità di un attrezzo apposita-
mente studiato era, come dire?
... nell'aria. Ed ecco cosa la ricerca ha
portato a realizzare in questo campo.
Si è scoperto ad esempio che, più svelte
girano, più le punte risultano difficili da
rompere e questo per due motivi: occor-
re minor pressione per farle penetrare e
la loro superficie elicoidale acquista la
solidità di un tondino pieno. Si ottiene
anche un effetto negativo: il surriscal-
damento anche se nel nostro caso ha
poca importanza a causa dello scarso
attrito che il materiale da forare presen-
ta e soprattutto dei minimi spessori in
LABORATORIO

PANO DI PRECISIONE
cui deve penetrare la punta. e frese del tipo di quelle usate dai denti-
---
Il trapano per elettronica che qui pre- sti che consentono di ingrandire fori, le-
sentiamo e che viene dato in omaggio vigare bordi, sagomare e pulire elemen-
ai nuovi abbonati non ha solo la prero- ti ossidati.
gativa descritta. In più ha altre caratte- A corredo vengono fornite 3 punte da
ristiche che lo rendono indispensabile: 1-2 e 3 millimetri, una moletta, l'ali-
ad esempio funziona a bassa tensione mentatore a 12V corrente continua e la
( 12V) con un alimentatore che separa la chiave per il mandrino.
rete luce dall'attrezzo in maniera da La velocità di rotazione di questo tra-
renderlo molto sicuro; può essere mon- pano, 24.000 giri al minuto, è la più
tato su una piccola colonna (fornita ari- adatta per l'impiego come trapano per
chiesta) che consente un'estrema preci- foratura di circuiti stampati ma le sue
sione di foratura. possibilità possono essere molteplici e La dotazione di accessori del
Il mandrino accetta punte con diametro lo rendono uno strumento indispensabi- minitrapano còmprende 3 punte
minimo di 1 millimetro e massimo di 3 le per il laboratorio. e una moletta con relative pinze.
1: il montaggio
del minitrapano
sulla sua piccola
colonna consente
una eccezionale SUPPORTO
precisione di
foratura sui circuiti
stampati.

2: minitrapano
utilizzato come
moletta: la fresa,
compresa fra gli
accessori, consente
di levigare superfici
piane o di pulire
dall'ossido i
componenti
di recupero.
1

3: il serraggio della pinza


mandrino è un'operazione
che dura pochi secondi:
un pernetto (in dotazione)
blocca l'alberino
consentendo di svitare
senza problemi la pinza
porta punte.

4: la moletta consente di
ingrandire quanto occorre,
i fori precedentemente
eseguiti con la punta
da 3 mm, 0 massimo
consentito dal mandrino.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 57
ALTA FEDELTA IN AUTO

LL.J Alimentazione: 12 V cc. Un efficiente convertitore di tensione in grado


r Consumo a vuoto: 1 A. di pilotare un raffinato amplificatore stereo 50+50 W
u Consumo massimo: 20A.
Circuito oscillatore:
per auto che presenteremo nel prossimo numero
I--
(/) integrato C/MOS con di Elettronica Pratica.
booster push pull ll dispositivo può anche servire per alimentare
~ semiconduttori di
I-- potenza MOSFET.
impianti antifurto.
I-- Accensione con
<'.( inserimento del carico
O=::: morbido.
<'.(
u
J
5
Il prototipo del nostro convert itore di tensione m anca in questa fo to dell'indispensa bile
dissipatore di calore da applicare ai 4 m os fet finali.

n auto è disponibile come fonte di l'induzione su un trasformatore innalza- la distorsione, avere massima erogazio-
I energia la sola batteria con gli esigui
12V che eroga, quindi, se non si vuole
tore di tensione. In uscita è preferibile
avere tensione duale per alimentare am-
ne in potenza senza compromettere la
dinamica e la risposta in frequenza.
ricorrere a particolari artifizi tecnici, ci plificatori a simmetria complementare La circuitazione é a simmetria comple-
si deve accontentare di potenza mode- senza condensatore in uscita. Il circuito mentare classica in classe AB con Dar-
sta, spesso non sufficiente ad apprezza- in questione abbisogna di abbondante lington.
re appieno i brani musicali. Utilizzando dissipazione termica. Il circuito innalzatore di tensione si
un semplice amplificatore si raggiungo- A questo punto, in uscita otteniamo compone innanzitutto di un filtro in-
no a mala pena 5-6 W su carico di quat- 25+25 V continui, l'optimum per ali- duttivo - capacitivo sull'alimentazione
tro Ohm, mentre servendosi di un mo- mentare i nostri amplificatori di bassa formato da Cl, Ll. C2, C3 e C5, che im-
dulo Bridge, ovvero due amplificatori frequenza. pedisce ai ripidi picchi di commutazio-
operanti sullo stesso carico, sfasati tra Adesso, visto il convertitore, ci soffer- ne di andare a spasso per l'impianto
loro di 180° posti ad entrambe le con- miamo un poco sui moduli di potenza elettrico dell'auto e di eliminare tutti i
nessioni di uscita è possibile avere nel stereo. Anche in questo caso abbiamo disturbi elettrici determinati dal motore.
migliore dei casi circa 20 W RMS. Ulti- adottato soluzioni tali da minimizzare )))

mamente le ditte costruttrici di semi-


conduttori hanno approntato integrati La piedinatura e la polarità di alcuni componenti del convertitore
capaci di pilotare a ponte carichi infe- di tensione: l'integrato IC1 è un CD 4047 a tecnologia CMOS.
riori a 4 Ohm, con incremento delle
prestazioni ma, purtroppo, questo impo-
ne l'utilizzo di più altoparlanti in paral-
lelo poiché é piuttosto difficile trovare
speaker a 2 o 1 Ohm. Oltrettutto i ca-
blaggi sulle uscite in questo caso sono + +
sottoposti a correnti molto alte.
La soluzione adottata dalla maggioran-
za dei costruttori di apparati hi-fi car è
quella di ricorrere ad un particolare cir-
cuito che aumenti il valore di tensione
disponibile in auto. Questo modulo de-
ve erogare la potenza necessaria al pilo- 5
taggio dei moduli amplificatori. C B D
E G
In pratica si tratta di un oscillatore di Ic1 D7 1
potenza push pull che, generando ten-
TR1-2-3 MOS1-2-3-4 D01 3-4-5
D2
sione alternata permette di sfruttare
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 59
Vb+ L1 T

C1 D1
'- C3 C2c!t
~

.g
II
DZ1
--
~
GND J C6
+ Il .Il

±
-
es
.JJJ 111
R16 Il T l$
»y
L. 5 6 MOS
2

3 IC7
R1
■■
C7 l7 s1
71
+M
d T

wW=
===vM
R9

Schema elettrico del convertitore di tensione:


il cuore del circuito è l'oscillatore C-MOS tipo CD 4047 che genera sulle
uscite un'onda quadra ultrasonica necessaria per la commutazione.

Il circuito stampato è qui visto dal lato rame in scala 1 :1. La notevole larghezza
delle piste è dovuta alla forte corrente che vi deve scorrere.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994 - Pag. 60


25+25 VOLT DALLA BATTERI
D3

+/

D4
b
.
c9

ov
+

c12 C1O
D5

D06 -v

COMPONENTI I componenti necessari alla realizzazione: non c'è l'aletta


di dissipazione e il trasformatore toroidale è ancora da costruire.
R1 = R2 = 1,5K 2 1/4w 5%
R3 = 680 2 1/4w 5% C2 e C4 garantiscono anche una discre- di C6, attraverso R3, pilota proporzio-
R4 = 270 0 1/2w 5% ta quantità di energia tale da ammortiz- nalmente i finali evitando extracorrenti
RS = 56K 2 1/4w 5% zare i picchi di corrente richiesti dal all'accensione. Ora due parole sui semi-
R6 = R7 1 K 2 1/4w 5% circuito. Il diodo Dl protegge il circuito conduttori di potenza. I MOSFET sono
R8 = R9 = 150 .Q 1/2W 5% da inversioni di polarità. preferibili in quanto non necessitano di
R10 = 100 .Q 1/2W 5% pilotaggio in corrente ma solo in tensio-
R11=R12=R13=R14= 102 ne. Il circuito di pilotaggio risulta più
1/2w 5% CIRCUITO CONVERTITORE semplice, quasi elementare. I MOS non
R15 = R16 = 68 2 1/2w 5% risentono dell'effetto valanga, tipico del
C1 = C3 = C11 = C12 = 100nF II cuore del convertitore é un oscillatore transistor bipolare. Effetto che porta il
100 V poliestere C/MOS tipo CD 4047 che genera sulle semiconduttore alla distruzione se non
c2 = C4 = 2200F 25V uscite (pin 10 e 11) un'onda quadra ul- compensato in temperatura. li transistor
elettrolitico trasonica necessaria per la commutazio- ad effetto di campo più si scalda, inve-
es = 33µF 16V elettrolitico ne. L'alimentazione di ICI é stabilizza- ce, meno conduce preservando la sua
C6 = 33µF 16V elettrolitico ta con zener DZl, resistore di caduta R4 incolumità .
C7 = 180 pF +/- 5% ceramico e capacità di filtraggio C5. Collegati al- Dando un'occhiata al circuito è facile
C8 = 2,2 nF 1 00V poliestere le uscite dell'integrato, due transistor di notare che il trasformatore é pilotato da
C9 = C1 O = 2200µF S0V media potenza, TRI-TR2, pongono al- coppie alternanti: questa configurazione
temativamente a massa i resistori di pi- detta Push Pull ha ottimo rendimento e
elettrolitico per commutazione
lotaggio delle coppie di MOSFET di alta corrente.
D1 = diodo al silicio S0V 20A potenza. In questo modo, quando il Ogni MOSFET sopporta correnti di ol-
D2 = 1N4002 transistor non conduce il MOS é pilota- tre 20 A, posto in coppia parallelata ol-
D3 = D4 = D5 = D6 = diodo al to, viceversa durante la conduzione del tre 40 A per ramo. Il trasformatore in-
silicio veloce 1 00V 6A piccolo pilota la coppia di finali parai- nalzatore può essere realizzato sia su
IC1 = CD4047 lelati vede il GATE a massa. Questo as- nucleo toroidale che nucleo "doppia E"
MOS1 = MOS2 = MOS3 = MOS4 sicura un veloce spegnimento dei semi- in ferrite. Se si usano nuclei di tipo dif-
= Hexfet IRFP142 conduttori di potenza. Il circuito facen- ferente a quello del prototipo per avere
TR1 = TR2 = TR3 = BD139 te capo a TR3, la cui base é alimentata rendimento massimo è opportuno varia-
L 1 e T1 = vedi testo gradualmente a causa della lenta carica »»
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 61
25+25 VOLT DALLA BATTERIA
re leggermente il numero delle spire, alle illustrazioni , in cui è raffigurata la per evitare rotture determinate dal moto
come pure R5,C7. Sul secondario del fase di montaggio degli induttori. dell'auto, vibrazioni o urti accidentali.
trasformatore si preleva la tensione Ultima fase di montaggio consiste nel
duale da raddrizzare e in modo da avere porre i MOSFET sull'aletta, che si sce-
in uscita corrente continua ben stabile e REALIZZARE L 1 E T1 glie a seconda del contenitore utilizzato.
pulita. Il ponte raddrizzatore è a com- Per questi semiconduttori il kit di isola-
ponenti discreti e di tipo veloce per Ll é una bobinetta lineare avvolta su mento comprende il foglietto di mica e
commutazione. bacchetta di ferrite 3C composta di 18 vite. Non si usa il passantino in plastica
Questo dispositivo prevede un circuito spire di filo smaltato da 1,5 mm, ben ser- avendo i MOSFET il collare isolato.
stampato che deve essere realizzato a rate tra loro mentre Tl é realizzato su to- Pratichiamo sull'aletta quattro fori filet-
regola d'arte, senza sbavature, con piste roide o nucleo "doppia E" in ferrite 3C tati in corrispondenza dei fori di fissag-
piuttosto larghe per favorire il passag- da 150 W avvolgendo come primario gio dei MOSFET, poi spalmiamo aletta
gio delle alte correnti. 4+4 spire di filo da 1,5mm e secondario e MOS di silicone termoconduttore, in-
Consigliamo quindi di non modificare 1 O+ 1 O spire di filo da 1 mm, sempre terponiamo la mica e serriamo la vite.
il disegno proposto perché studiato ap- smaltato. Gli avvolgimenti sono eseguiti L'operazione va ripetuta per tutti e
positamente per limitare le cadute di in tecnica bifilare, cioé avvolgendo due quattro i finali.
tensione ed evitare autooscillazioni. fili alla volta e connettendo la coda di un Con un tester in portata Ohmica verifi-
Iniziamo a montare i componenti più capo all'inizio dell'altro. Questa tecnica chiamo l'isolamento dei drain dei MO-
minuti, i resistori, quindi i condensatori limita scompensi tra i rami. SFET. Si consiglia di stagnare le piste
in poliestere, lo zoccolo del circuito in- La stagnatura dei capi del cavo smaltato interessate da alte correnti per rendere
tegrato, transistor e diodi rispettandone é sempre problematica ma grattando via minima la caduta di tensione.
ovviamente la polarità. Attenti, un solo la patina di smalto la saldatura é facilita- Controllato che il montaggio sia regola-
errore potrebbe mandare in fumo tutto ta anche con fili di grossa sezione. Pas- re, tutte le saldature ben calde e non
il lavoro. Per ultimo si saldino i con- siamo al montaggio di L1 e Tl; la bobi- sbavate, possiamo passare al collaudo
densatori elettrolitici ed i morsetti. Ora na va saldata un poco sollevata dal cir- vero e proprio. Si connette all'uscita un
non resta che realizzare Ll e Tl. A cuito stampato, al contrario T1 é oppor- carico duale di prova realizzato con due
questo proposito è consigliabile rifarsi tuno disporlo il più assestato possibile lampadine da 24 V 55 W per auto;

Schema pratico del convertitore di tensione: visti i molti componenti polarizzati


che compongono il circuito è importante seguire scrupolosamente le indicazioni
di montaggio riportate ne disegno.

o S3
fesi
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=
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--oo+.+.
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+
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USCITE !JL
ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994 - Pag. 62
FERRITE

I e

FILO NO 18 SPIRE 1
NUCLEO EC
1: la bobina L 1 si realizza avvolgendo 18 spire COM
di filo smaltato da 1,5 mm su una, bacchetta
in ferrite.

2: il trasformatore T1 è realizzato avvolgendo


CORPO
DELLA
BOBINA
'.l
= > A
SECONDARIO

su un nucleo toroidale (sopra} oppure a doppia


E in ferrite (sotto) 4+4 spire di filo da 1,5 mm
per il primario e 10+10 spire di filo da 1 mm
per il secondario.
PRIMARIO
3: gli avvolgimenti di T1 si realizzano con la e
tecnica bifilare cioè avvolgendo due fili alla
volta e connettendo la coda di un capo 2
all'inizio dell'altro.

all'ingresso alimentazione si collega una


sorgente ad alta corrente 13,8 v- 20 A
oppure un accumulatore per auto con fu-
sibile in serie da 20 A. Subito si accen-
dono le lampade. Leggiamo sull'uscita
ai capi + V e-Vla tensione erogata sotto
carico. Essa deve essere circa 48-50 V.
Dopo il collaudo richiudiamo il conver-
titore in un contenitore adatto, meglio se
in alluminio con aletta posta ali' esterno.
Nel box si prevedano i fori per i cavi di
connessione. Inseriamo un fusibile da 20
A in serie all'alimentazione 12 V e due
da 2,5 A sulla tensione duale di uscita.
Il convertitore va posto nell'auto lontano
da fonti di calore, umidità e polvere. Otti-
ma posizione é il bagagliaio vicino ai
diffusori dell'impianto stereofonico
dell'auto. I cavi di alimentazione 12 V
sono di sezione minima (4mmq) del tipo
antifiamma. Il polo negativo é posto a
telaio dell'auto con capocorda per alte
correnti. Sulla linea positiva di alimenta-
zione si prevede un interruttore o relé
comandato dall'accensione dell' autora-
dio per non sprecare energia della batte-
ria se non si usa il convertitore.
Questo convertitore può anche essere
usato in combinazione con molti ampli-
ficatori modulari a tensione duale in kit.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 63
IRRIGAZIONE
TRI
AUTOMATICA
Scrivo per propone un progetto di con-
trollo di umidità per vasi e piante ancora
più semplice di quello da voi proposto
sul numero di giugno '93.
La semplicità è riscontrabile sia nei
pochi pezzi che compongono il circuito
elettrico sia nel suo funzionamento ine-
vitabilmente elementare: un transistor
eccita un relé se attraverso le sonde
"palpatrici" non passa corrente, se quin-
di il terreno da tenere sotto controllo è
sostanzialmente asciutto. La polarizza-
BASETTA zione del transistor è regolabile median-
MILLEFORI te R 1, così da poter dosare a piacere la
sensibilità di intervento del dispositivo.
Un LED indica il passaggio della cor-
Piano di montaggio del dispositivo per irrigazione automatica: rente attraverso TR, e la conseguente
la soluzione proposta prevede l'uso di una basetta millefori o di un messa in funzione della pompa o della
qualsiasi altro supporto isolante, data l'estrema semplicità del circuito. elettrovalvola, mansione cui provvede il
Le sonde devono essere lunghe 20-30 cm e si realizzano con tondini relé, che naturalmente può essere consi-
o spilloni di ferro od ottone. derato anche solo un optional.
Ad ogni modo, in circuito è inserito un
diodo di protezione (D l) contro le
extratensioni provocate dalla commuta-
Schema elettrico dell'irrigazione automatica: la polarizzazione di TR zione del relé. L'alimentazione è previ-
è regolabile tramite R1 così da dosare la sensibilità d'intervento sta a12V, ma (specialmente se non c'è
del dispositivo. il relé) può anche essere sufficiente una
normale piletta da 9 V.
Un buzzer del tipo attivo può essere
R2 previsto in circuito (quando non sia pre-
sente il re1é) allo scopo di avvertire
sullo stato di "siccità" incipiente.
Le sonde possono essere lunghe 20-30
TR cm, e si possono realizzare con tondini
OPTI QNAL o spilloni di ferro od ottone; devono
essere coperte da una guaina isolante
per buona parte della loro lunghezza.
SONDA 12 V Il collegamento al circuito non necessita
di alcuna schermatura. Il montaggio, di
cui viene fornito un semplice schizzo,
può essere realizzato su un qualsiasi
supporto nel modo che risulti più sem-
/SOLANTE
l4
POMPA
plice e comodo; comunque, una volta
realizzatoe controllato, il montaggio va
completato con un contenitore isolato,
I

RONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 64


Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
semplice e inedito,
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che non impieghi più di 15
componenti elettronici.
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Le realizzazioni (una breve
spiegazione, qualche
disegno ed una foto tessera/.
dell'autore) devono essere
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Valenza (AL) è migliore verrà pubblicato e raschietto, appog gio per saldatore e
il vincitore di punte di ricambio.
premiato con uno stupendo
questo mese
del concorso: kit per saldatura in valigetta.
riceverà un kit
per saldatura =
J jack
Valex.
PSICO TR 1TR2= BC 182 C
R1 =R2=2,2K2
WAL N =
R4 R6 2202=
che poi viene posto in giardino o nel R3 = R5 = 2702
vaso; in quest'ultimo caso, piegate le Abbiamo così chiamato questa realizza- ci = 100 nF 16 V (elettrolitico)
sonde verso il basso, la scatola può zione inviataci da Stefano Pirri di Pre-
esser lasciata penzolare dietro al vaso. gnana (Ml) perché si tratta di un disposi-
tivo in cui due led lampeggiano al ritmo
della musica riprodotta dal walkman. IL SALVASALDATURE
Non occorrono manomissioni all'appa-
recchio, nel walkman si inserisce una
spina audio multipla in modo da ottenere I saldatori economici normalmente in
due uscite da un'unica presa per cuffia. commercio sono da 40 W e hanno grossi
In un foro della presa multipla inseriamo difetti: scaldano troppo lentamente, rag-
regolarmente la cuffia, nell'altra il giungono temperature troppo elevate e se
nostro apparecchio che funziona così: li dimentichi attaccati bruciano.
ciascun canale del segnale audio stereo Roberto Marongiu di S. Gavino (CA) ne
raggiunge la base di uno dei due transi- ha modificato uno e con minima spesa ha
stor TRI e TR2 i quali comandano la ottenuto prestazioni veramente professio-
corrente che attraversa i due led. nali. Ve lo possiamo garantire in quanto
Se il walkman è mono poco male basta un nostro tecnico ha confidato di usare da
eliminare TR2 e tutto il relativo circuito. molti anni un saldatore così moclificato.
Un dispositivo di controllo La linea cli fase è interrotta da un interrut-
dell'umidità consente di risolvere tore a pulsante con in parallelo un diodo.
il problema dell'irrigazione Quando il saldatore è attaccato la resi-
sia per i vasi del balcone stenza viene alimentata attraverso il diodo
sia per le piante del giardino. + con una sola semionda della corrente
sii alternata.
CI Il saldatore rimane così in preriscalda-
COMPO E TI mento e raggiunge una temperatura adatta
a piccoli componenti elettronici da salda-
TR = BC 107 re su circuiti stampati ma insufficiente a
TR2 creare ossido sulla punta saldata.
D1 = 1N 4004
R1 = potenziometro 47KO
DL = Led di qualunque colore
B = Buzzer attivo Murata
·e
es
Se servono temperature più elevate basta
premere il pulsante che cortocircuita il
diodo e alimenta la resistenza con
entrambe le semionde della corrente
RL = Relé (optional) 2002 alternata. Essendo già, come dire, a metà
(Feme MPZ) strada il saldatore si surriscalda immedia-

ELETTRONICA PRATICA- Gennaio 1994- Pag. 65


W illy Montella di
Luino (VA) ha 15
anni ma il
progetto da lui
studiato lo fa
molto più grande.

tamente. Un diodo led con relativa resi- re da 3 a 30 secondi il tempo che impie- base di TR2 che non conduce e il relé
stenza limitatrice serve come spia di sal- ga la lampadina di servizio a spegnersi resta a riposo. Quando R3 è al buio viene
datore in preriscaldamento. Spesso l'inte- dopo aver chiuso la portiera. a mancare la corrente di polarizzazione
ro circuito salvasaldatore trova sufficiente Da buon studente al 5° anno di elettro- alla base di TRI il quale si interdice. La
spazio all'interno del manico del saldato- nica però il nostro lettore non si abbassa corrente anzichè andare a massa segue il
re dal quale si fa affiorare solo il pulsante. a copiare i dispositivi in commercio, i percorso attraverso la R2, la base e l' emit-
quali restano sotto tensione anche quan- tore di TC2 ponendolo in conduzione. Il
do le portiere sono chiuse; il suo dispo- relé scatta e accende l'utilizzatore.
e. , .e sitivo rimane alimentato per il tempo
che la lampadina è accesa poi spegne
tutto, anche se stesso. LA LETTERA
D2 R Il nostro giovane Vorrei citare la mia età: 13 anni.
realizzatore, Già, e voi vi chiederete: ma come
eon6 (K3 +w NEUTRO studente del. 5° fa un ragazzo di questa età a prati-
O o anno di elettronica, care un tale hobby, invece di gio-
D1 = IN4004 ha progettato care con i suoi coetanei? Vi spie-
D2 = led rosso questo utile gherò tutto da principio: fin dai
R : 33K0 1/2 W temporizzatore. primi anni delle elementari mi pia-
T = Interruttore a pulsante ceva progettare automobili, veicoli
vari e altre cose, basandomi su
TEMPORI'. ORE INTERRUTTORE principi di meccanica studiati,
concetti di aero-idrodinamica e
LUCE CREPUSCOLARE modelli già esistenti. Non mi
inventavo niente, progettavo qua-
Sul far della sera Willy Montella di lunque cosa mi venisse in mente di
Luino vuol vedere accendersi le luci quello che avevo studiato. Dalla 5°
nell'atrio di casa sua. Non si sa bene se elementare in poi ho cominciato a
per risparmiare o per divertirsi ha deciso inventare: una grande svolta nella
di realizzare questo circuito abbastanza mia vita. E cosa progettavo?
semplice di interruttore crepuscolare. Di tutto : dai raggi laser ai razzi
Il funzionamento si basa su R3, una resi- iperspaziali ai robot elettrici ( la
stenza che pone in conduzione TRl quan- mia prima invenzione). Purtroppo
do è colpita dalla luce. Conducendo TRl dalle mie mani veniva fuori solo
R1 = 120 KO va a massa la corrente che polarizza la una serie di aerei costruiti in car-
R2 ± 1 MQ trimmer tone ( scatoloni che prendevo dal
R1 = 1000 2 1/2 W supermercato). Aerei sempre più
ci=33nF 16V elettrolitico R2 = 1500 2
C2= 10.000 pF a disco
complicati: basti pensare che
R3 Fotoresistenza l'ultimo era completo di computer
C3 = 100.000 pF R4 = 220 Kn potenziometro lineare di bordo, ali regolabili attraverso
D1=D4 1N4148 TR1 = BC 103 un sistema di fili e leve, perfetta-
D2 = D3 = 1N4007 TR2 = 2N 1711 mente aerodinamico, con due posti
IC1 = NE555 D1= 1N 4004 all'interno ( già, perché io ci entra-
Relé 12 V2 scambi RL = Relé 12V vo!). L'ultima invenzione è stata
Quando si apre la portiera del!' auto si un'automobile futuristica funzio-
accende la lampadina di servizio nante a collettori solari. L'anno
ali' interno del!' abitacolo e fin qui Mar- @ scorso ho fatto conoscenza
cello Rivetti di Aprilia (LT) non ha 12 V dell'elettronica.
nulla da ridire. Ma non appena la portie- È successo perché volevo vedere
ra viene richiusa l'immediato spegnersi come funzionava il computer di
della lampadina lo rende tanto nervoso casa; e adesso mi trovo qui a bat-
da fargli afferrare saldatore e stagno e tere a macchina queste parole.
realizzare il circuito qui proposto. Alberto Ferro - Preganziol (TV)
Si tratta di un temporizzatore per regola-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1994- Pag. 66
Compllate il modulo sotto riportato, indicando

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EDIFAI - 15066 GAVI AL) 67 Il mercatino
Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE
responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492 UFFICIO ABBONATI ·Tel. 0143/642232
Massimo Casolaro 0143/642493
fax 0143/643462 L'abbonamento a
Direttore esecutivo: AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
Carlo De Benedetti Redazione: tel. 0143/642398 con decorrenza
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ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 1
ELECTRONIC NEWS
' ATTORCIGLIAFILI
Ecco un oggetto adatto per un hobbista veramente evoluto op-
pure per un progettista di circuiti destinati ad una produzione in
più esemplari. Si tratta infatti di un dispositivo che rende facile
la connessione dei componenti fra loro mediante filo condutto-
re. Una volta collaudato il circuito, i fili sono sostituiti dalle pi-
ste in rame e i componenti vengono saldati alla scheda definiti-
va. Questa tecnica di collegamento provvisorio prende il nome
di wire wrapping, cioè attorcigliamento del filo. Sui terminali
vengono avvolte alcune spire, tipicamente almeno 6, di filo di
rame speciale molto sottile ricoperto in plastica. Lo strumento
evita di fare a mano questa operazione che, richiedendo anche
la spellatura del filo, sarebbe lunghissima. Non è necessaria al-
cuna preparazione del filo perche l'isolamento viene tagliato e
allontanato automaticamente dal terminale. Sistemato l'utensile
sopra il terminale, basta ruotarlo di 6-8 giri, toglierlo e passare
al terminale successivo. L. 139.000. RS (20090 Vimodrone Ml
- Via Cadoma 66- tel. 02/27425425).

SALDATRICE D INVERTE Per montare n n


Il generatore delle saldatrici ad arco è un oggetto molto pe- un circuito con
-hl
-
hl

-
sante soprattutto a causa della presenza al suo interno di un la tecnica del
trasformatore. Oggi esistono sul mercato alcuni modelli in
cui il trasformatore è sostituito da un sistema basato sull'in-
verter. L'inverter è un circuito che è proprio ... l'inverso del
wire wrapping
occorrono
sulla scheda
-- -

raddrizzatore. Trasforma infatti una tensione o corrente con- apposti


tinua in alternata. Accoppiato ad un raddrizzatore riesce a terminali rigidi. e
svolgere la stessa funzione del trasformatore impiegando
componenti più piccoli e leggeri. L'intero apparato pesa in-
fatti la metà di un modello tradizionale ed è di dimensioni
più piccole. Costa però ancora molto (anche il quadruplo),
ma si prevede una veloce riduzione dei prezzi nell'immedia-
to futuro. Lire 1.250.000. Telwin ( 36030 Villaverla -VI- Via
De Gasperi 3/5 - tel. 0445/389811 ).

ATORI IN ORBITA
Un gruppo di radioamatori milanesi ha realizzato l'Itamsat (Italian Amatoria!
Satellite), il primo microsatellite italiano per telecomunicazioni. Verrà messo in
orbita appena possibile e sarà immediatamente operativo e a disposizione non
solo dei radioamatori ma anche per altri servizi. E' un cubo di appena 25 centi-
metri di lato e che pesa 12 chilogrammi, alimentato da pannelli solari che neri-
coprono interamente la superficie. E' formato da cinque moduli: trasmettitore,
ricevitore, batterie, computer e un quinto alloggiamento destinato ad ospitare di-
versi tipi di apparecchiature per esperimenti nello spazio. Fra queste troverà si-
stemazione un ripetitore per permettere agli utenti di dialogare in tempo reale.
Il piccolo satellite è stato realizzato per ricevere, memorizzare e ritrasmettere
messaggi, voci, dati e immagini in forma digitale lavorando sulle frequenze as-
segnate ai radioamatori. Per poterlo utilizzare occorre un persona! computer col-
legato ad una normale ricetrasmittente con un apparecchio modem.
Per i satelliti di questo tipo, il cui costo di produzione è piuttosto ridotto, si pre-
vedono impieghi futuri anche nei settori della salvaguardia dell'ambiente e della
protezione civile. Sono infatti in grado di realizzare reti capillari di telecomuni-
cazione in grado di trasferire dati e messaggi da stazioni lontane ad una base
centrale, permettendo così sia il monitoraggio dell'ambiente sia gli interventi
tempestivi in caso di calamità.
ELECTRONIC NEW S

TIENI€CARICA SOLAR
Esiste un'ottima soluzione per tenere carica la batteria. e quindi
garne la vita, di un'automobile lasciata per molto tempo ferma allaperto
Tutte le batterie hanno infatti una durata superiore se non subiscono molt i

cicli di scarica/carica, intendendo per scarica quella totale.


naturalmente a causa di lunghi periodi di inutilizzo. Si tratta di un disposi-
tivo che funziona ad energia solare, le cui ridotte dimensioni 24 5x l
cm) ne permettono una facile sistemazione al di sopra di qu.a.l ,
scotto. E' dotato di un cavo lungo circa l metro con uno spinotto per !in-
serimento nella presa dell'accendisigari. Un indicatore luminoso seg
La cellula solare del dispositivo tienicarica che la carica è in corso. Va ricordato che si tratta di un prodotto nato per
si può semplicemente appoggiare sul recuperare la carica che via via si perde e quindi che non va acqmsouo
cruscotto dell'auto in sosta collegata alla sperando di usarlo per ricaricare una batteria completamente scarica.
presa dell'accendisigari: al nostro ritorno la Lire 19.000. D-Mail (50136 Firenze - Via Luca Landucci 26- tel
batteria si sarà mantenuta in piena carica. 055/8363040).

ANCHE LE CASSE DIVENTANO DIGITALI


Una cassa La storia della riproduzione digitale del suono è iniziata
acustica digitale con il Compact Disc. I solchi del disco di vinile, le cui
permette incisioni hanno per decenni riprodotto la forma del se-
di ottenere gnale acustico, sorto state sostituite da sequenze di cifre
la massima binarie corripondenti ai valori degli stessi segnali. E' de-
qualità della gli ultimissimi anni l'invenzione del minidisco digitale
riproduzione registrabile e della cassetta digitale. Oggi ci stiamo av-
sonora. viando verso impianti ad alta fedeltà completamente di-
gitalizzati. Il vantaggio principale è quello della qualità
del suono riprodotto. Se un segnale viene rappresentato
da sequenze di 1 e O, è più facile amplificarlo rispetto ad
uno analogico, cioè con un andamento che riproduce la
forma d'onda del suono. Rispetto a quest'ultimo, nel se-
gnale digitale basta rigenerare i livelli elettrici corrispon-
denti alle due cifre per riottenerne tutta la qualità origina-
ria. Questa tecnologia è oggi completata dalla presenza
sul mercato delle prime casse acustiche anch'esse digita-
li. Un modello tradizionale, all'interno di un impianto
tutto digitale, potrebbe deteriorare la qualità dell'acusti-
ca, ad esempio a causa delle perdite e delle distorsioni
causate dai cavi di collegamento all'impianto. Nel nuovo
modello, che ovviamente richiede l'alimentazione, sono
contenuti circuiti dotati di sistemi di elaborazione dei se-
gnali digitali (DSP) programmati per la correzione del
volume e di tutte le distorsioni che altererebbero il suo-
no. Questo diventa analogico solo all'ultimo, grazie a
circuiti di conversione digitale/analogica collegati ai tre
altoparlanti di cui la cassa è dotata: un tweeter (toni alti)
e due woofer (toni bassi). Lire 1.650.000 cadauna.
Philips (20124 Milano- P.za IV Novembre 3
tel. 167/820026 numero verde gratuito).

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 3


MUSICA

IXER PER KARAOKE


A 5 INGRESSI
Un circuito semplice e funzionale per miscelare
5 segnali BF provenienti indifferentemente
da microfoni o riproduttori.
Con un'opportuna scelta dei componenti è possibile
variare il livello di amplificazione.
Il mixer a 5 ingressi è composto
da un circuito integrato ''tuttofare"
e da una manciata di componenti.
L'assenza di complicate
regolazioni di livello semplifica
il montaggio e migliora
la funzionalità.

ENTRATE
2 3 4
Disposizione
consigliata per
l'assemblaggio
ed il cablaggio
empo di crisi, tempo di problemi, del mixer
T tempo di karaoke: forse, tutti voglio-
no cantare proprio per dimenticare i pro-
all'interno
diun
blemi della vita quotidiana. contenitore
Un motivo in più quindi per trovarsi con metallico
tanti microfoni per un solo amplificatore, dotato
un motivo in più per aver bisogno di un di telaio.
CIRCUITO II
buon mixer, tanto più che un buon mixer Il cablaggio
serve anche a chiunque si diletti in modo va eseguito
attivo di bassa frequenza, trovandosi quin- con un normale
di a dover manipolare ed elaborare segnali cavetto
diversi e contemporanei da "mixare" (il coassiale
neologismo è brutto ma di uso molto co- rispettando la
mune) variamente fra di loro. disposizione
Ecco allora la decisione di realizzare e indicata.
presentare un circuito in grado di accettare
cinque diversi segnali d'ingresso, utiliz-
zandone uno alla volta (per il karaoke ba- bensì solamente di mixarli. mente microfo
sta) o mescolando (pardon, mixando), per Vediamo quindi lo schema elettrico del impedenza o
es-empio un parlato ad un sottofondo mu- circuito da noi realizzato. In serie a ci:
sicale. Abbiamo comunque voluto orien- r
tarei verso un circuito semplice, senza so- tutti; qualora si volesse amplificare di più
fisticazioni circuitali e difficoltose regola- UN IC ED UNA MANCIATA un particolare canale, si può provare ad
zioni di livello, tanto queste sono già re- DI COMPONENTI abbassare radicalmente il valore di uno
golarmente presenti negli stadi di pream- dei 5 resistori: se invece fosse necessario
plificazione dei più normali amplificatori Il cuore del circuito è l'integrato TL071; aumentare l'amplificazione su tutte e 5 le
audio. si tratta di un operazionale particolarmen- entrate, allora si va a colpo sicuro aumen-
Così come è stato concepito, il nostro te adatto a questo impiego, in quanto ap- tando il valore di R6.
mixer fornisce un'amplificazione bassissi- positamente studiato per avere un basso Ricordiamo infatti che l'amplificazione di
ma, per l'esattezza non più di un paio di rumore intrinseco. ICI è ottenibile approssimativamente dal
volte, infatti, lo scopo non è quello di ele- Non solo, ma data la sua elevata impeden- rapporto (espresso con A) R6/Rl; nel
vare particolarmente il livello dei segnali za di ingresso, esso permette il collega- nostro caso è previsto:
( cosa per cui occorre un amplificatore) mento con generatori o trasduttori (tipica- »»
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 5
------- .
--,

E2

f=
O t2
- -m
R6

E5

T
5
- -m0 Schema elettrico del mixer;
i connettori e le pile, indicati
estemamente al riquadro
';' tratteggiato, non sono
posizionati sulla basetta, I

bensì nel telaio del contenitore.

COMPONEN
R1= R2= R3 = R4 = R5= 47 KO
R6= 100 KO
C1 = C4= 1 µF (policarbonato
o mylar)
C2 = C3= 47 µF • 25V
(elettrolitici)
E1 = E2 = E3 = E4 = ES = prese
phono (RCA)
s1= doppio deviatore
a levetta per circuito
stampato con montaggio
orizzontale.

L'Integrato TL071 è un
operazionale che da solo svolge
la maggior parte delle funzioni
del circuito; i vari condensatori
fungono da filtro o protezione.

ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994- Pag. 6


-·1 MIXER PER KARAOKE
I A 5 INGRESSI
Piano di montaggio del mixer
I 0 08
RI
6G5=
R2
su basetta a circuito stampato;
il doppio deviatore S1, una volta
p
I 9 4iii@
Cl
avvitato al pannello fronta le,

...,
ul consente di sostenere
R3
D
b.

u
<j
g • =65i5 perfettamente la basetta stessa.

I ~1 e
t!I)

[T]--' o-112
I
E
I
I 9V
I
I m

e
I 9V
e,
E]
Js
- --
I Il circuito stampato, qui visto dal lato
rame in scala 1:1, è indispensabile per
ottenere un dispositivo funzionale.
montaggio: sarebbe troppo elevato il peri- anch'essi il rispetto della polarità. regolar-
A- 100.0092 2 (volte) colo di ottenerne ronzii e rumori vari che mente indicata sul rivestimento esterno (in
47.000 0 disturberebbero l'ascolto. genere col segno in corrispondenza del
terminale negativo).
Naturalmente l'esempio fatto per la prima L'interruttore di accensione, qui del tipo a
entrata vale per tutte le altre. BASETTA E CUSTODIA doppio deviatore, è montato direttamente
Due condensatori di accoppiamento su in- saldato (e coricato) sulla basetta a circuito
gresso ed uscita di ICl e due condensatori Un circuito che richieda "ben" 10 compo- stampato.
di filtro sui due rami (positivo e negativo) nenti (5 resistori, 4 condensatori ed un in- Entrate e uscite sono realizzare con un
dell'alimentazione completano il circuito, tegrato), più l'interruttore di accensione, congruo numero di terminali a saldare,
sul quale non c'è nient'altro da dire. non pone certamente problemi di realizza- dopo di che la basetta è completa in ogni
L'alimentazione è molto semplicemente zione anche allo sperimentatore alle prime sua parte.
ottenuta da due normali pilette da 9 V, co- armi, specie se la basetta è nella classica Senz'altro più laboriosa e delicata è la
1 da realizzare i 18V complessivi con versione a circuito stampato.' parte di montaggio relativa al vero e pro-
presa centrale di riferimento zero; l'assor- Le resistenze si montano subito e non ri- prio inscatolamento in un apposito conte-
bimento è modestissimo, non superando chiedono, assieme a Cl-C4, la scelta di al- nitore ed il relativo cablaggio.
l ,5 1nA il che spiega la possibilità di usa- cun verso di inserimento. Per quanto ri- Innanzitutto. occorre reperire una scatola
re le due pilette citate, specialmente se del guarda ICl, è sempre preferibile montare metallica di struttura a telaio portante se-
tipo a lunga durata. prima lo zoccolo (ad 8 piedini), nel quale parato ed opportunamente rigido, sul retro
el caso di impieghi professionali, è con- poi inserire in tutta tranquillità l'integrato, del quale poter piazzare le prese coassiali
sigliabile invece ottenere i 9 V impiegan- rispettandone le polarità, riconoscibili dal- apposite (le classiche phono plug RCA),
do le classiche pile piatte da 4,5 V (due in la piccola tacca sporgente su uno dei bordi esattamente 5 per le entrate ed una per
serie per ramo). più corti (che indica il piedino n°1); natu- l'uscita.
È comunque assolutamente consigliabile ralmente occorre prestare attenzione in fa- Nonostante l'apparente banalità dell'ope-
evitare l'impiego di alimentatori da rete, a se di saldatura dei piedini dello zoccolo razione, prima di procedere al montaggio
meno che non si tratti di tipi particolar- data l'estrema vicinanza fra essi. di queste prese, con interposte le necessa-
mente curati nella progettazione e nel I due condensatori elettrolitici richiedono »»
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 7
MIXER PER KARAOKE A 5 INGRESSI
1: i condensatori rie linguette di massa, occorre pulire con
in policarbonato C1 e C4 cura, magari raschiandolo, il pannello me-
non, sono polarizzati quindi tallico, per poi passare a stringere a fondo
non creano alcun problema le varie ghiere: un ritorno di massa con
nel montaggio. contatto difettoso introduce rumori e ron-
zii e comunque provoca un funzionamen-
2: il doppio deviatore S1 ha ben to anomalo.
6 terminali piuttosto spessi, Cura particolare va pure riservata al ca-
da saldare al circuito stampato: blaggio di queste prese, da eseguirsi tutto
fissato il collo alla scatola con un cavetto coassiale del tipo per mi-
è in grado di sorreggere crofono, attentamente spellato e saldato in
da solo l'intero circuito. modo da non creare cortocircuiti con l'alta

IRCUIT
PATI La»
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite
o bachelite, con risultati tali
da soddisfare anche i tecnici
più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
al percloruro.

Caratteristiche
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
- Evita ogni contatto delle mani con il
prodotto finito.
-E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il contenuto è sufftciente per trattare
più di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate.

Il kit per circuiti


stampati è corre-
dato di un pie-
STOCK ghevole, ricca-
RADIO mente illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazione
del circuito. Il suo prezzo, compren-
sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbono es-
sere fatte inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO •
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zzo vaglia postale, assegno ban-
cario o conto corrente postale n.
13207.

ONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 8


temperatura del saldatore: inoltre il "giro I condensatori
dei fili" va eseguito come nel disegno. elettrolitici C2 e C3
All'interno del contenitore possono riportano sul corpo
senz'altro trovar posto anche le pile di ali- l'indicazione
me1azione. di polarità:
Infine il telaio va richiuso con gli appositi solitamente è
;;x,pcrchi, per evitare da subito possibili presente il segno •
rmnzii o rientri di segnali, che potrebbero in corrispondenza
costituire indicazioni errate sul funziona- del terminale
!Df'nto del mixer. negativo.
A questo punto, karaoke o no, possiamo
scatenarci a fare i tecnici del rnixaggio.

BASSO RUMORE DALL'INTEGRATO


li circuito integrato TUJ71 contiene un amplificatore ope- i semiconduttori effettivamente destinati a manipolare i se-
razionale con ingresso a J-FET, studiato in modo da offri- gnali sono FTI-2 e TRI+4: tutti gli altri componenti sono
re, oltre all'ovviamente elevata impedenza d'ingresso, an- elementi ausiliari al loro funzionamento.
che una serie di valide caratteristiche quali: basso rumo- Ii dispositivo prevede una tensione di alimentazione di mas-
re,bassa corrente di polarizzazione e di offset, basso coeffi- sa di ±l8 V, con una corrente assorbita tipica di 3+5 mA:
ciente di temperatura, basso consumo, protezione contro il la larghezza di banda per guadagno unitario è di 3 MHz.
cortocircuito in uscita, compensazione interna di risposta (valore tipico).
in frequenza, uscita per l'azzeramento dell'offset. Naturalmente le tabelle contenenti le caratteristiche ben più
Lo schema interno qui riportato evidenzia la struttura li- complete si trovano normalmente sui manuali di vari co-
neare, ma già abbastanza sofisticata, del circuito elettrico; struttori di questo (come di altri) dispositivi.

Lo schema intemo dell'integrato TL 071 è piuttosto complesso anche se i componenti


che effettivamente manipolano i segnali sono solo FT1•2 e TR1+4.

--------......------.------,-~------;7
+VCC

si 4
6
5

0--
E+

TR2
Ll I ...
O.N.

L_j__!1_.l--L.-l...-----l----__j.-__J___....,___-1v~c

}
O.N
·
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 9
RECUPERO

Una lampada fluorescente elettronica fuori uso


può diventare una vera miniera di componenti
da riutilizzare nelle nostre realizzazioni a costo zero.
Particolarmente interessanti sono i transistor,
/'induttanza e il trasformatore di disaccoppiamento.

Per limitare le
dimensioni del circuito
i componenti sono
I l successo che le lampade elettroniche
hanno ottenuto fin dalla loro prima
comparsa sul mercato, nonostante il co-
molto vicini tra loro ma sto elevato, è dovuto al fatto che esse
con un po' di pazienza permettono un reale risparmio energeti-
non è difficile co. Infatti, a parità di luminosità emes-
dissaldarli, partendo sa, consumano 1 '80% in meno di ener-
dai più grossi per finire gia e, perciò, di corrente, rispetto alle
con i più piccoli. tradizionali lampade a incandescenza.
La loro durata, inoltre, è stimata attorno
alle 8.000 ore di funzionamento, contro
le 1.000
_delle altre. Un'ulteriore impor-
tante particolarità consiste nel fatto che
queste producono un'emissione di calo-
re particolarmente ridotta, che ne per-
mette l'utilizzo anche all'interno di
plafoniere chiuse o con scarsa circola-
zione d'aria, senza che si vada incontro
ai problemi di surriscaldamento che, in-
vece, si hanno con le normali lampadine
a incandescenza.
Il segreto del loro basso consumo di
corrente e della loro lunga durata sta
nell'esclusivo alimentatore elettronico
contenuto all'interno di esse.

CIRCUITO ALIMENTATORE

Questo è composto da un circuito rad-


drizzatore di corrente, un generatore di
alta frequenza (35 KHz), un circuito di
preriscaldamento degli elettrodi e, infi-
ne, un circuito di filtro antidisturbo. Ta-
le sistema di alimentazione elettronica è
realizzato con componenti particolar-
mente validi, quali transistor per alta
frequenza e ad alta tensione, condensa-
tori ceramici ed elettrolitici, diodi ecc., i
quali possono venire recuperati tutti e
ONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 10
2

3
~~------~

1: il circuito di alimentazione delle lampade elettroniche è conte


riutilizzati proficuamente nelle nostre
nell'involucro in plastica che separa l'attacco a vite dal corpo
realizzazioni.
Quando infatti la lampadina non funzio- vero e proprio: per accedere alla basetta basta ruotare i due ele
na più, ed è quindi da buttare, il circuito 2: quando la lampada si esaurisce non buttiamola: possiamo ottenere
di alimentazione è ancora integro ed è ulteriore risparmio, rispetto alle lampadine ad incandesc
sufficiente ruotare lampada e attacco recuperandone i componenti elettronici.
con forza (sono incastrati a baionetta)
per accedere alla basetta e dissaldare
tutti i componenti che ci servono. COSA C'È DENTRO
In particolare, la coppia di transistor
BUT 93 del tipo NPN può venire im- n°1 condensatore 47nF 400V n1 ponte raddrizzatore
piegata per la costruzione di alimentato- n°1 condensatore 1 OnF 400V B250C
ri stabilizzati ad alta tensione: infatti, n°1 condensatore 4,7nF ne1PTC 1302 a 20C-100K
essi, essendo posti in un contenitore T0- 400V a 80-c
220, possiedono le seguenti caratteristi- n1 condensatore 1,5 F 630V n 2BA 157 GF
che: massima tensione collettore base n°1 condensatore O, 1 F 63V n 21N4007
600 V, massima tensione collettore n1 condensatore 10F 350V n° 1 diodo 1 N4004
emettitore 350 V, massima tensione n°2 transistor BUT 93 n° 1 impedenza di filtro
emettitore base 5 V, massima corrente 4 Telefunken di tipo NPN n° 1 trasformatore
A, massima dissipazione 50 W. n°1 DIAC di disaccoppiamento
)»)

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 11


CO PONENTI DALLA LAMPADINA
1: tranne le resistenze, che dato
il basso costo non conviene
recuperare, tutti gli altri
componenti possono essere
utilizzati in circuiti di vario tipo;
in particolare i due transistor
di tipo NPN sono adatti per
alimentatori stabilizzati ad alta
tensione visto che sono in grado
di sopportare un voltaggio molto
elevato.

2: tutti i condensatori presenti


nel circuito possono lavorare
con tensioni molto elevate.

3: il trasformatore di
disaccoppiamento con uguale
impedenza tra primario
e secondario può essere usato
ad esempio come trasformatore
d'isolamento per il pilotaggio
di triac o SCR.
1
Anche l'induttanza antidisturbo, realiz-
zata su un supporto in ferrite e adatta a
correnti dell'ordine di 100 mA, può ser-
vire quale elemento di filtro per svariate
applicazioni. Nel gruppo alimentatore
viene impiegato anche un piccolo tra-
_sformatore di disaccoppiamento dalla
rete, che presenta un'eguale impedenza
tra primario e secondario: pure esso
può essere riutilizzato ad esempio come
trasformatore di isolamento per il pilo-
taggio di triac o SCR, oppure come fil-
tro per piccoli alimentatori che non fac-
ciano uso di trasformatore in ingresso,
ma che vadano collegati direttamente
alla rete luce, usando un'opportuna ca-
pacità come elemento di caduta. Un al-
tro componente utile come sonda di
temperatura o come protezione in caso
di surriscaldamento è il PTC: in pratica
si tratta di un dispositivo che agisce in
maniera opposta ali' NTC, cioè aumen-
ta la propria resistenza ali' aumentare
della temperatura.
Questo componente presenta una resi-
stenza di 130 2 a 20°C, mentre oltre-
passa i 100 KO quando la temperatura
raggiunge gli 80°C. Altri componenti
interessanti, recuperabili da questo
gruppo alimentatore, sono i diodi della
serie 1N4000 e BA157, il DIAC e il
ponte raddrizzatore subminiatura
B250C: quest'ultimo è utilizzabile per
tensioni massime di 400 V, con massi-
ma erogazione di corrente di 0,9 A.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 12
SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
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ed elementare le nozioni basilari
del'l'elettronica.

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illustrato con foto e disegni

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LA RESISTENZA
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COSA
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teste rsitaue oblano la posi.à di tolse
llf.-,,!.,..0100<all<M<•PJ>O=d,i,11orcrl<l>J1""-ld•<

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CONTIENE
E2EEEE, E:JF Questo è l'inclce degli argomenti ttalkil .
#issee t COS'È L'ELETTRONICA t I CONDUTTORI E Gli ISOLANTI
l'c,· 1> ,,,e>Jt • _.,.,';Qu..0
."2,z%2%
t LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e LA RESISTENZA VARIABILE
.,,,,,e;-ari>O,,i~G••li.,,d,;l
r,uè,.,;.,,,olt>,<t,,'>rclo!"''"
e I CONDENSATORE e A BOBINA e IL CIRCUITO BOBINA CON:
DENSA1ORE e I SEMICONDUTTORI e IL DIODO e IL ffiANSISTOR
e CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO t SALDA·
RE E DISSALDARE t RICERCARE I GUASTI t LEG.GERE GU SCHEMI
ElfTTRICI t MONTARE I KIT
Oltre alo parte teorica il manuale propone deci facili kttida montare
t IL VARIATORE DI UCE e IL SINTONIZZATORE é LIRRIGAZONE AUTO-
MATACA e IL MASSAGGIATORE e LO SCACCIAINSfTTI AD ULlRASUO-
":2
E,
--
:-.---
NI t L'ANTIFORTO PER AUTO t IL COOlETTORE DI TONAUTÀ t lA SIRÈ.-
-----
NA UNITONALE t L'AUDIOSPIA t L'ALIMENTATORE DI POTENZA

COME ORDINARLO
Ordinare TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA è facile: basta fare un versamento di 9.000 lire
sul conio corrente postale N° 11645157 intestato od EDIFAI - 15066 GAVI
specificando nello causale il titolo del manuale.
Può oncheessereTichieslo per posto (EDIFAI - 15066 GAVI - AL), per telefono (0143/642232)
o per fax (0143/643462); in questo coso spediremo il manuale aggiungendo
lire 4.000 per spese postali.
LABORATORIO e

SONDA LOGICA
SONORA
Un dispositivo indispensabile per il collaudo
e la manutenzione dei circuiti logici.
Può anche essere utile per effettuare semplici controlli
in ambienti poco illuminati.
--

Tutti i componenti
della sonda logica trovano
posto sulla basetta tranne
il buzzer collegato al circuito tramite
due cavetti di lunghezza adeguata.

apita spesso, in fase di riparazione, o


C anche solo di collaudo, di un circuito
operante a livello logico, di dover tenere
Indicazione
FORO
BUZZER
costruttiva
sotto controllo più punti circuitali contem- basata
poraneamente; gli occhi (anche se sono sull'utilizzo
due) possono seguire l'andamento dei se- di un'apposita
gnali o dei livelli su un solo punto per vol- scatolina
ta, eccezionalmente (ed approssimativa- in plastica sulla
mente) su due. Bisogna allora inventare quale occorre
un qualche dispositivo che sfrutti uno dei solamente
sensi che in questi casi non viene di solito prevedere il foro
usato, cioè l'udito. superiore per
Si tratta quindi di qualcosa che trasforma i
lo "sfogo" del
due livelli logici O e 1 in due note audio di
buzzer ed i due
frequenze nettamente distinguibili l'una
forellini di testa
dall'altra; in tal modo, cioè con questo au-
per la fuoriuscita
silio acustico, siamo in grado di controlla-
dei cavetti
re se quel determinato punto del circuito
con coccodrillo.
sul quale stiamo eseguendo delle misure è
a livello alto o basso. La nostra sonda è
infatti in grado di generare due note, le cui
frequenze (riferendoci ad una tensione di
alimentazione di 12 Vcc) sono: 800 Hz, in
corrispondenza del livello 0,3000 Hz, in
corrispondenza del livello 1.
Quindi, in pratica, livello basso uguale a Il diodo D1 riporta
nota bassa; livello alto uguale a nota alta. una fascetta
argentata
su corpo nero
TANTE FUNZIONI che ne indica
DUE SOLI INTEGRATI la polarità:
il suo senso
La sezione a di ICI ha l'ingresso mantenu- d'inserimento
to a livello O (cioè Vss) tramite R2, an- è inverso rispetto
che se il puntale di prova non tocca alcun a quello del suo
punto di circuito; quindi essa risulta inter- analogo D2.
detta e non si verifica alcuna oscillazione.
»»
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 15
. -- . - . -- . -· --·--· --· ·--·-· --· -·--· -- . -·--· --· -- • -- . --· -
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Schema elettrico della scheda acustica per circuiti logici; il fatto che b
sia indicato fuori dal riquadro tratteggiato indica che il buzzer
è posizionato non già sulla scheda ma all'intemo del contenitore.

COMP
R1 = 1200 2
R2 = 22 KQ
Il circuito stampato è qui visto R3 = 22 KQ
dal lato rame R4 = 120 KO
nelle sue dimensioni reali. RS = 18 KO
R& = 18 KQ
R7 = 10 KQ
R8 = 10 KO
R9 = 2,2 MQ

Piano di montaggio su basetta


g]
lei o i
- C4 R7

- @.
a circuito stampato; le sue
dimensioni sono tali

i i
da consentire un comodo.
posizionamento
di tutti i componenti. VSS ~
D2 R• R6

ELETTRONlcA eI ~ ~e, ic, n iRs


PRATICA - Febb . •
raio 1994 - Pag. 1 6
c2U
R9

d 5 le N

+
Tra i componenti necessari alla realizzazione ne troviamo molti uguali
c5 tra loro: a parte i due integrati ci sono 3 tipi di condensatori
e 6 di resistenze; i diodi sono entrambi 1N4004.
C6
Anche la sezione b ha gli ingressi (in pa- 3 KHz , molto più acuta degli 800 Hz pre-
b { ll rallelo fra loro) connessi
d allo O d'entrata; cedenti
lr e quindi molto ben riconoscibile. d
trattandosi di uno stadio invertente, ad in- La sezione d di ICl non viene utilizzata
gresso O corrisponde in uscita (pin 4) il li- perchè ... non si è trovato niente da farìe
• vello logico opposto, cioè 1: è proprio fare; per sicurezza, i suoi due terminali
questo livello che abilita la sezione c ad d'ingresso risultano ambedue collegati al
oscillare, generando la nota ad una fre- @, in modo che questa quarta unità resti
quenza di 800 Hz circa. bloccata.
Il segnale viene inviato ad un secondo in- Sui particolari più spiccioli dello schema
tegrato, un operazionale che ha la funzio- elettrico si possono ancora dire alcune co-
ne di amplificarlo anche con una leggera se: le reti R3/CI e R4/C2 sono appunto
ONE potenza, così che si possa far funzionare
ad un buon livello acustico il piccolo buz-
quelle che definiscono sostanzialmente la
frequenza di oscillazione delle sezioni a e
C1 = 22.000 pF zer previsto come traslatore. c che dipende anche, entro certi limiti,
c2= 22.000 pF Portiamo ora il puntale a contatto con un dalla tensione di alimentazione; i due dio-
C3 = 22.000 pF livello logico 1: b inverte la sua uscita di posti sull'ingresso sonda del circuito
C4 = 22.000 pF provvedendo a bloccare immediatamente servono a proteggere l'ingresso stesso da
lo stato oscillatorio di c; viceversa, ora è eventuali sovratensioni con cui il puntale
C5 = 47 F-25 V
"a" che, in stato logico 1, diventa la sezio- venga casualmente a contatto nel circuito
c6 = O, 1 µF (ceramico)
ne che oscilla, generando una nota di circa »>
IC1 = 4093 B
Ic2 = TL0 71
D1 = D2 = 1N4004
B = buzzer (tipo passivo)

La differenza tra una costosa sonda


logica disponibile in commercio
e quella da noi realizzata è
decisamente trascurabile,
considerando anche il risparmio di
denaro e la soddisfazione
dell'autocostruzione.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 17
SONDA LOGI
in prova; i condensatori C5 e C6 sono di
filtro sull'alimentazione che, provenendo
dall'esterno, potrebbe portare disturbi e
interferenze al funzionamento della sonda.
A proposito dell'alimentazione, i due coc-
codrilli appositamente previsti vanno di-
rettamente collegati al positivo ed al nega-
tivo della tensione che alimenta il circuito
sotto esame; è infatti importante che la
sonda sia alimentata alla stessa tensione.
Comunque, anche se il valore di riferi-
mento preso per il nostro dispositivo è as-
sunto uguale a 12 V, lo standard più co-

I condensatori C1 + C4 sono tutti


uguali e non dotati di polàrità
da rispettare, quindi il loro senso
d'inserimento è libero.

L'INTEGRATO 4093 B
Si tratta, come già visto lo scorso anno in occasione della ta alta; se ambedue gl ingressi sono alti, l'uscita è bassa.
serie di articoli sui C-MOS, di un NAND quadruplo, con le Sul fronte positivodi una forma d'onda, l'uscita commuta
quattro gates che possono essere usate indipendentemente. in corrispondenza di 2,9 V con una tensione di alimenta-
Nonostante questo dispositivo possa essere utilizzato come zione a5 V,e di 5,9 V con l'alimentazione a 10 V. Sul fron-
un comune gruppo di porte NAND, l'isteresi interna di cui te negativo, l'uscita commuta a2,3V di alimentazione ed a
sono dotati gli ingressi lo rende ideale nel caso che sugli 3,9 V con alimentazione a I0 V; così la banda d'isteresi,
ingressi sia presente rumore o siano applicati segnali a va- vale a dire l'immunità al rumore, è di 0,6 V con 5 V di ali-
riazione lenta. Esso comunque risulta ottimo per applica- mentazione e di 2 V con alimentazione a 1 O V.
zioni come circuito astabile e monostabile. Le caratteristi- Il ritardo di propagazione è di 300 ns (nanosecondi) a 10
che di ogni singola sezione sono le seguenti: se uno qual- V. L'assorbimento complessivo è di 0,4 mA a 5 V e di 0,8
siasi oppure entrambi gli ingressi sono bassi, l'uscita risul- mA a 10 V di alimentazione per una frequenza di clock pa-
ri ad I MHz. Nell'illustrazione qui riportata, oltre alla cor-
VDD L'applicazione rispondenza fra sezioni e piedini dell'integrato, è anche
tipica del nostro raffigurato lo schema base dell'applicazione tipica quale
integrato come multivibratore astabile. La gamma dei due componenti che
multivibratore determinano la frequenza di oscillazione è rispettivamente:
astabile: R è R compreso fra 50 kQ e 1 MQ,
compresa tra C compreso fra 100 pF e 1 µF.
50KQ e 1Mo, C A questa gamma di valori corrisponde una gamma di tem-
tra 100 pF e 1F, pi di commutazione tA compresi fra 2nse0,4 s, che signi-
tA è compreso tra fica una frequenza del segnale generato che va da 2,5 Hz
2ns e 0,4s. a0,5 MHz.
e
VDD
+177 Ognuna
delle 4 sezioni
dell'integrato è
collegata a 3 distinti
VDD piedini: in questo
modo è possibile
vss o usare le sezioni
separatamente.

VSS

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 18


SMD 5000 • STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA

Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD,


utilizzando il nuovo saldatore ad aria calda ELTO.
IORA La SMD 5000 é una stazione termostati
con controllo elettronico
e dissaldatura ad aria calda.
'aria. E destinata
prevalentemente alla saldatura . Può inoltre
essere utilizzata per test di resistenza
mune, pari a 5 V (tipico dei circuiti logi- guaine termoretraibili, e per
ci), consente alla sonda un funzionamento componenti SMD (consente
ugualmente regolare, salvo qualche diffe- Caratteristiche: - Potenza
ma: 5 W

renza (però trascurabile) nel livello acusti- - Temperatura


- Portata max aria
co di uscita e nella frequenza delle note - Alimentazione: 220
generate.
In ogni caso, il buzzer deve essere di buo-
na resa acustica, ma del tipo non attivo.

TUTTO, SALVO IL BUZZER

Una piccola basetta a circuito stampato


accoglie comodamente tutta la componen-
tistica indicata a schema.
È consigliabile che il montaggio cominci
dalle resistenze e dai diodi; questi ultimi
due presentano un verso di inserimento
ben preciso, definito dalla striscia di colo-
re (in genere, bianca sul corpo nero) che
contraddistingue la posizione del catodo.
Si passa poi ai vari condensatori, tutti sen-
za polarità da rispettare, salvo C5 che, es-
sendo di tipo elettrolico, porta stampiglia-
to il segno in corrispondenza del relativo ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
terminale. La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e
Il circuito viene completato saldando gli maneggevole.li cavo del saldatore in gomma siliconata
zoccoli per gli integrati e 5 terminali ad resiste al contatto accidentale della punta calda.
occhiello per i collegamenti esterni; poi, E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
non resta che inserire i due integrati tenen- Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura
do conto dell'opportuno verso di inseri- punta saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette
mento, contrassegnato dalla piccola tacca continua in gradi C della temperatura della punta. E' possibile impostare la tempera
semicircolare su uno dei bordi stretti del voluta (interrutore in posizione SET) e leggere sul display la tempera
corpo in plastica (in questo caso, le tacche ottenuta sulla punta (interruttore in posizione READ). Grande affidabilità e
reazione agli sbalzi di temperatura.Precisione +/- 1%. Zero crossing. F
vanno orientate verso R5 ed R9, rispetti- saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp.
vamente). Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt
Una volta completato il montaggio della -Temperatura regolabile : da 50 c' a 400 e
basetta, si passa a vestirla in modo idoneo - Alimentazione : 220 Volt
all'impiego specifico; allo scopo si può La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione
una chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.
utilizzare un adatto contenitore in plastica
di forma piuttosto piatta, in modo che pos-
sa essere facilmente impugnato.
La Teko produce scatole appositamente
previste per questi usi, anche già equipag-
giate di punta per la sonda. In corrispon-
denza di un forellino da farsi a misura, si
fissa dall'interno il buzzer (mediante le
previste vitine oppure con due gocce di
collante), in modo che il suo suono possa
diffondersi senza difficoltà.
I due cavetti corredati di coccodrilli (la so-
lita coppia rossa e nera) provvedono, co-
me già detto, a prelevare la tensione di ali-
mentazione direttamente dal circuito in
prova.
Naturalmente, ove si preferisca, per il se-
gnale vero e proprio, una soluzione diver-
sa, il prelievo può essere fatto anch'esso
mediante un cavetto terminante con un
coccodrillo di colore diverso.
Lavora svelto'hi usa ELTO
ELTO S.p.A. - Giaveno (TO)
Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.83
Incorporate nella cuffia, da
mettere al collo, nel
taschino o sopra un mobile
sembrano voler mostrare i
vantaggi e la bellezza
dell'elettronica
miniaturizzata.

uardando una radio, antica o mo- l'importanza di questo mezzo di diffusio- chi dotati di un involucro di plastica tra-
G dema, si ha davanti un oggetto che
rappresenta non solo lo stato del pro-
ne. Gli apparecchi più evoluti sono oggi
dedicati agli appassionati della ricezione
sparente che lascia intravedere il mondo
dei componenti, per molti ancora miste-
f

gresso tecnico ma anche il gusto e le abi- delle stazioni più lontane, mentre la mag- rioso, e che da solo, senza elementi ag-
tudini di un'epoca. I primi apparecchi gior parte delle persone spesso si accon- giunti ali' esterno, dà agli apparecchi il
erano veri e propri mobili in legno deco- tenta di modelli molto semplici. tocco estetico. Ciascuno di essi presenta
rato, la cui struttura imponente rispec- D'altra parte si è verificato anche un una sua caratteristica particolare oltre ad
chiava l'importanza che avevano all'in- enorme calo di prezzi, che ha reso tali avere un prezzo abbordabile.
terno di una casa, soprattutto quando, esemplari alla portata di tutti. A questa La radio cuffia dotata di antenna colora-
prima dell'avvento della televisione, co- categoria appartengono anche alcuni ta è in grado di ricevere trasmissioni sia
stituivano l'unica fonte di intrattenimen- modelli, davvero originali, che oltre ad in FM che in AM. La Music Ball è inve-
to. Col passare degli anni sono diventati esaltare il progresso dell'elettronica mi- ce una piccola sfera di appena 6 cm di
oggetti funzionali di dimensioni più ri- niaturizzata sembrano volerlo mostrare diametro, in grado però di ricevere sia le
dotte e la presenza del televisore ha in a tutti i costi. FM che le AM. Si porta al collo, e l'an-
seguito fatto diminuire nelle famiglie Si tratta infatti di quattro tipi di apparec- tenna è proprio il collare stesso.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 20
La radio FM Micro
è realizzata in AES
trasparente, è in grado
di ricevere solo la banda
FM e funziona con batterie
a pastiglia. É dotata
di clip e auricolari.

La Music Ball ha un diametro


di soli 6 cm e riceve sia in FM sia
in AM. II laccio per appendersela
al collo funziona anche
da antenna.

Un esempio di miniaturizzazione, com-


La cuffia - radio trasparente
pattezza e funzionalità dove nessun cen-
è alimentata da 2 normali pile
timetro cubo è sprecato.
stilo da 1,5 V. Riceve sia in AM
Restando nel mondo della miniaturizza-
sia in FM ed è dotata di antenna
zione spinta si ha la radio FM Micro, le
cui dimensioni ridottissime permettono in gomma colorata.
solo di ricevere la modulazione di fre-
quenza. In compenso anche il prezzo è
ridottissimo e i programmi si possono Può funzionare sia a batterie
ascoltare con una coppia di auricolari. sia con alimentazione esterna.
È dotata di 3 dischi di led colorati
intermittenti che la rendono
LED INTERMITTENTI molto decorativa. Misura
31x11x11 cm.
Conclude questa serie di oggetti singola-
ri un modello da tavolo, dalle forme ar-
rotondate e dal cui involucro trasparente
appaiono, oltre che i circuiti, delle serie
di LEI> intermittenti. Diversamente dai
precedenti modelli, tutti funzionanti a pi-
le, quest'ultimo è dotato anche di presa
per l'alimentazione esterna e inoltre di-
spone di un'antenna interna regolabile
per una ricezione ottimale di trasmissio-
ni AM/FM.
Indubbiamente è adatto per un arreda-
mento ultramoderno, all'interno del qua-
le lancia il messaggio di un'elettronica
diffusa sì ovunque, ma con trasparenza,
cioè non misteriosa, ma comprensibile e
anche, volendo, decorativa.
Gamma Elettronica.
ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994- Pag. 21
[ DISPOSITIVI ORIGINALI J

RILEVATORE DI PERCEZIONI
ENSORIA
Un circuito che emeffe una nota musicale
con una cadenza assolutamente imprevedibile.
Consente di verificare se si è predisposti ad avere
percezioni extrasensoriali prevedendo con minimo
anticipo il momento di emissione del suono.
Il circuito, piuttosto semplice,
può anche essere montato
su una basetta del tipo millefori
ma la soluzione a circuito
stampato permette di ottenere
un dispositivo daH'aspetto
più pulito.

In corrispondenza
molti può capitare, in momenti del
A tutto particolari e di breve durata,
di avere l'impressione, a volte anche
dell'integrato IC1
sono previsti due
ponticelli di filo
sgradevole, che stia per succedere qual-
nudo,
cosa di importante o magari di grave.
eventualmente
Capita comunque spesso di sentire per- ) recuperato da
sone che affermano: «... me lo sentivo!».
reofori tagliati che
È questo, per caso, un primo sintomo di
consentono di
ESP, cioè di percezione extra sensoria-
scavalcare, dal lato
le? Beh, si fa presto a dire, ma si fa pre-
componenti,
sto anche a verificare.
I fenomeni di ESP vengono oggi studia- due piste in rame:
ti seriamente (anche se, è il caso di dir- in questo modo si
lo, con risultati piuttosto scarsi) un po' evita di complicare
in tutto il mondo, se non altro perchè il percorso del
esistono, appunto in tutto il mondo, cial- circuito stampato.
troni che sfruttano la credulità altrui per
trarne vantaggi personali.
Bene, anche noi vogliamo dare il nostro co (almeno, nella misura in cui ciò sia ferma inequivocabile di qualità paranor-
modesto contributo personale presentan- ancora possibile nel mondo in cui vi- mali; se no, pur non essendo vincolante,
do questo semplice circuito che permet- viamo), in un locale silenzioso e non probabilmente non c'è alcuna predispo-
te a chiunque di provare, con buona af- troppo luminoso, il che concilia la mi- sizione alle percezioni extrasensoriali.
fidabilità, se è effettivamente dotato del glior concentrazione. Disposti in queste Per ottenere la casualità nei tempi cui si
potere di prevedere eventi che stanno condizioni psico-fisiche, si attiva il no- è appena accennato, si adotta un circui-
per verificarsi. stro circuitino, il quale non fa altro che to che, pur nella sua semplicità. è piut-
Non si tratta chiaramente di un' apparec- emettere in sequenza una breve nota, tosto interessante ed anche elegante.
chiatura di alto contenuto scientifico e ma con intervalli di tempo di lunghezza Il punto di partenza è costituito da due
tecnologico, ma è senz'altro in grado di assolutamente imprevedibile. oscillatori, circuitaimente analoghi, che
confermare o smitizzare un'ampia casi- La tecnica di verifica è quindi molto generano impulsi (ambedue positivi)
stica. semplice: si tratta di "sentire" che il fat- molto veloci, cioè abbastanza "stretti"
Innanzitutto, chi voglia effettuare que- to sta per accadere, comunicandolo ov- come durata; le frequenze generate so-
sto tipo di controllo deve mettersi nelle viamente a dei testimoni presenti, un at- no diverse e, comunque, uno dei due,
opportune condizioni ambientali: T'ESP timo prima che la nota esca. quello relativo alle sezioni a e b di I Cl,
va praticata in completo relax psico-fisi- Se la cosa avviene, è senz'altro una con- >»>)

ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994 - Pag. 23


1 Il J.1lll
~

k
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C2
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e. ± !Rs
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10
·i # © Il I C 2

--------,,--
7

Schema elettrico del circuito di controllo per la ESP, realizzato sfruttando in pieno
le potenzialità offerte dai due integrati di tipo NAND quadruplo a 2 ingressi.

PONTICELLI
Piano di montaggio
del dispositivo, realizzato
JC2 su basetta a circuito stampato;
come si rileva dallo schema,
>
O) l'unico componente di cui non
t è previsto qui il posizionamento
...J è la pila da 9 V con cui si risolve
a: il problema dell'alimentazione.
J?1e
Il circuito stampato qui è visto


I - RI
dal lato rame nella sua
dimensione reale.

consente una certa variabilità (cioè di


rallentare o velocizzare l'evento) tra-
mite Rl, con cui si può regolare la
cadenza degli impulsi fra 1 O Hz (cioè
un decimo di secondo) e 0,5 Hz (cioè
2 secondi circa).
L'altro oscillatore, quindi quello rela-
tivo alle sezioni ce d (sempre di ICI)
genera impulsi con una cadenza di
circa 3-4 secondi: la soluzione circui-
tale che provoca questa differenza sta
tutta nei valori delle resistenze.
Le uscite dei due generatori entrano

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 24


e

Visualizzazione delle forme


d'onda presenti nella parte
1 di circuito relativa al secondo
integrato, riferite ai singoli punti
contrassegnati sullo schera
elettrico.

I
70
@
9V
e
0
1
'I
t

'

I
COMPONENTI
R1 = 2,2 MQ
I

----i
' kef R2 = 120 KO
11// ll+ I R3 = 10 KO
1
R4 = 4,7 MQ
R5 = 10KO
R6 = 1,5 M2
R- - C1 = C2 = C3 = C4 = 1uF
(mylar)
B = buzzer amplificato
I IC1 = IC2 = 4011 B
D1 = D2 = 1N4148
@ S1 = deviatore coricato
per circuito stampato
---· 8

nei due ingressi di un NAND realizzato


mediante la prima sezione (a) dell'inte-
grato IC2, il quale (appunto da bravo
NAND) ha l'uscita sempre a livello lo-
gico 1 tranne che nei brevi istanti in cui
agli ingressi capiti di essere ambedue a
Tra i
livello 1.
componenti
Pertanto il pin 3 (cioè l'uscita di questa
necessari alla
porta) è sempre O, tranne quando la
realizzazione
combinazione casuale degli impulsi fac-
sono previsti
cia sì che essi vadano a coincidere; qua-
due integrati
lora ciò succeda, diventa giustificata la P7/"
IL

uguali,
presenza delle sezioni successive
. ...
I I . . ..

dell'integrato. due diodi


t
'
'
.
t

1
a

..
t

_,

uguali e t t tea
t te à
4 condensatori
CIRCUITO MONOSTABILE uguali;
le resistenze
Infatti la sezione b (di IC2) è montata sono tutte
come circuito monostabile, con C3 ed diverse
R6 che forniscono una costante di tem- tra loro.
po ben definita; ciò determina una com-
mutazione logica di b, la cui uscita pas-
sa alta e va a pilotare alla conduzione le
sezioni c e d ( opportunamente collegate
in parallelo per pilotare con la corrente
necessaria il buzzer applicato in uscita)
per un tempo fisso, indipendentemente
))

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 25


E DI PERCEZIONI EXTRASENSORIALI
ci si riferisce alla nostra soluzione a cir-
cuito stampato.
Si inizia, come solitamente consigliabi-
le, con l'inserire i componenti più pic-
coli e bassi: i resistori, che non presen-
tano alcun senso preferenziale; i diodi,
in cui il catodo è contrassegnato (in ge-
nere, con banda nera sul corpo traspa-
rente) sull'estremità da cui esce il suo
terminale; gli zoccoli per gli integrati,
sempre consigliabili per la miglior sal-
vaguardia di questi complessi compo-
nenti a semiconduttore.

MONTAGGIO SEMPLICE
MA CURATO

Poi si possono montare i quattro con-


densatori, abbastanza ingombranti dato
II buzzer amplificato B deve essere del tipo per montaggio acircuito
il valore di capacità piuttosto elevato
stampato. Il componente va inserito rispettando la polarità.
per dei tipi non elettrolitici, nonchè il
trimmer-potenziometro Rl, che serve
per variare a piacere la casualità degli
impulsi in uscita.
L'interruttore SI (del tipo coricato per
circuito stampato) ed il buzzer amplifi-
cato (di cui va controllata, ed ovvia-
mente rispettata, la polarità di inseri-
mento, in genere indicata dal @ sulla
parte superiore) completano il montag-
gio vero e proprio.
Attenzione a non dimenticare, oltre ai
due comodi terminali ad occhiello, i
due ponticelli in filo nudo (avanzi ta-
gliati dai reofori dei componenti) che
completano la basetta; naturalmente,
ancor meno da dimenticare, sono i due
integrati, ambedue del tipo 401 lB, da
inserire negli appositi zoccoli rispettan-
do rigorosamente l'orientamento delle
tacche semicircolari presenti (a contras-
segnare i piedini l e 14) su uno dei bor-
di stretti del corpo in plastica.
Ml deviatore S1 deve essere del tipo coricato per circuito stampato, Se la realizzazione è eseguita con la do-
le saldature vanno eseguite con cura. vuta cura, specialmente (anche se può
sembrare banale rammentarlo) per
dalla durata dell'impulso di comando X. quando la batteria non è più ben carica. quanto riguarda le saldature ai piedini
Pertanto il buzzer, in corrispondenza di La basetta a circuito stampato resta sem- degli zoccoli, notoriamenti disposti
questo evento, suona per un tempo che è pre la soluzione migliore per un circuito molto ravvicinati, basta accendere me-
sempre della stessa durata, indipenden- che, pur nella sua semplicità, prevede diante S 1 e, dopo pochi secondi al mas-
temente da come si sommino i due se- già un discreto gruppetto di componenti simo, si possono ascoltare, emessi dal
gnali generati. anche abbastanza eterogenei; è chiaro buzzer, i fischietti desiderati.
L'alimentazione del circuito, applicata che chi abbia una discreta esperienza nei Naturalmente, corredando la basetta di
mediante l'azionamento dell'interruttore montaggi elettronici può arrangiare il un qualsiasi scatolino in plastica di di-
S1, è fornita da una normale piletta a 9 circuito con risultati assolutamente iden- mensioni adatte, il dispositivo assume
V, dato l'assorbimento modesto ed inter- tici anche su una piastrina isolante cosid- un aspetto più gradevole, affidabile e
mittente; il condensatore in parallelo C4 detta millefori di utilizzo universale. magari anche professionale, cosa che,
serve appunto a filtrare i picchi conse- Ciò premesso, si può passare al mon- per una verifica seria della EPS, non
guenti a questa intermittenza, specie taggio vero e proprio: naturalmente qui guasta.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 26
IL CIRCUITO MONOSTABILE
Il monostabile è tipicamente un circuito di tipo multivibra- tutta la durata dall'impulso.
tore che possiede uno stato stabile di riposo ed uno stato In modo del tutto analogo, si possono reali;:;:.are rivelarori
operativo di stabilità che può definirsi precaria, in quanto di fronte negativo, come indicato nelle figure 2 e 4.
in essa può rimanere per un tempo limitato, e comunque In ambedue i casi, i valori dei condensatori e dei resistori
definito dal valore degli elementi di circuito, dopo esser vanno scelti, in funzione del tempo, come indica il grafico
stato commutato da un impulso di ampiezza opportuna (co- qui riportato: i valori di resistenza devono essere compresi
siddetto trigger). fra 10 K2 e 10 MO, mentre quelli di capacità partono da
In altre parole, l'impulso di coniando fa passare il circuito 100 pFin su.
temporaneamente nello stato di attivazione; dopo un certo Esistono comunque diverse limitazioni nel possibile impie-
intervallo di tempo, il monostabile scatta nuovamente nella go dei "mezzi monostabili".
sua condizione di partenza.
Questo tipo di circuito viene usato comunemente come ge- (7- 0.8 RC
neratore pilotato di forme d'onda o come temporiu,atore.
Nel caso che esso sia impiegato come rivelatore del fronte
di commutazione di onde impulsive, viene più comunemente
indicato come mezzo monostabile; negli schemi di principio
qui riportati ne sono indicate le varie soluzioni circuitali.
Nella figura I, un resistore mantiene l'ingresso di un C-
MOS a livello basso; ad esso è applicato il fronte positivo
di un impulso, che mantiene pilotato positivo l'ingresso per
il tempo previsto dalla costante RC.
Si produce in uscita un impulso che dura fintanto che l'in-
gresso resta sopra il livello di conduzione del gate.
Se si usa un gate di tipo non invertente (3), cosiddetto buf-
fer, ne otteniamo in uscita un impulso positivo; invece, se si
usa un gate di tipo invertente (I), cosiddetto inverter, la no-
stra uscita normalmente positiva va a livello di massa per lus I0us 100s 1MS I0MS I0OMS I SEC I0 SEC

GND

1 2

GND

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 27


I SEGRETI
DEL TELEVISORE

Vediamo come si forma


/'immagine sullo schermo, H
a cominciato col diffondere nelle ca-
se i programmi in bianco e nero tra-
smessi dalla RAI e al suo interno contene-
di funzioni incorporate sempre maggiore.
Grazie alla miniaturizzazione dei moderni
componenti elettronici, quasi tutto lo spa-
come è fatto il segnale va tante valvole di forma diversa che ge- zio al suo interno è oggi occupato dal ci-
televisivo, quali sono neralmente non avevano lunga durata e
ogni tanto dovevano essere sostituite. Poi
nescopio o tubo a raggi catodici.
i circuiti fondamentali dalle valvole si è passati ai transistor e
all'interno dell'apparecchio; successivamente ai circuiti integrati; le COME SI FORMA L'IMMAGINE
inoltre cosa significa emittenti sono aumentate; è nata la tra-
smissione a colori; il suono è diventato Il cinescopio è un tubo di vetro sotto vuo-
schermo panoramico, stereofonico e oggi è anche possibile rice- to, a forma di ampolla più o meno schiac-
100 Hz, 1V via satellite, vere i programmi direttamente dai satelli- ciata. La parte frontale prende il nome di
schermo ed è rivestita di materiale fosfo-
ti.
alta definizione. La storia del televisore, apparecchio rice- rescente, cioè in grado di illuminarsi se
vente della tecnica di trasmissione chia- colpito da un fascio di elettroni che viene
mata televisione, è destinata a continuare anche chiamato raggio catodico. Gli elet-
con una qualità di ricezione e un numero troni sono emessi dal catodo o cannone
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 28
elettronico, che è la piastra che si trova
all'estremità opposta dello schermo.
Il fascio elettronico viene guidato in modo
da passare su tutto lo schermo e, punto per
punto, generare l'imm agine. Se il fascio è
intenso in un punto, quest'ultimo corri- CANNONE
sponde ad una zona dell'immagine con ELETTRONICO
maggiore luminosità. Il movimento del fa- lcH PRouce
scio elettronico si chiama scansione e la TRE FASCI
traiettoria descritta sullo schermo è chia-
ROSSO
mata con il nome inglese raster.
La scansione assomiglia molto al modo in
cui siamo abituati a leggere uno scritto. In-
fatti il fascio di elettroni colpendo lo scher-
mo del cinescopio costrui sce un'imm agine VERDE
per righe orizzontali, che sono in tutto 625, MASCHERA
partendo dall'alto e percorrendo ciascuna SCHERMATA
riga da sinistra a destra. Il fascio o pennel-
lo elettronico non le scandisce una dopo
l'altra ma in un modo chiamato interallac-
ciato, cioè in due tempi: prima quelle di-
spari e poi, ricomin ciando dall 'alto, quelle
pari. L'esistenza di tutti questi movimenti
viene percepita dal nostro occhio solo se Nel cinescopio ({o tubo a raggi catodici) a colori 3fasci di elettroni
siamo molto vicini allo schermo: in tal ca- sono indirizzati su un gruppo di tre punti chiamati fosfori, che sono
so ci appare quel fenomeno chiamato sfar- in grado di emettere luce colorata rossa, verde e blu. Ogni altro colore
fallio delle righe. si ottiene combinando questi tre colori fondamentali in diverse "dosi",
La scansione di metà quadro televisivo cioe' variando l'intensità dei fasci elettronici. Il nostro occhio
(chiamato anche campo o col termi ne in- non è in grado di distinguere tre fosfori vicini ma solamente la loro
glese fied), cioè delle righe pari o dispari, fusione, che è il colore di un punto dell'immagine televisiva,
avviene in 1/50 di secondo e quindi quella cioè proprio l'effetto desiderato. La maschera schermata ha
dell'intero quadro (o frame) richiede 1/25 la funzione fondamentale di garantire una precisa convergenza
di secondo, cioè 40 millisecondi. ' dei fasci e quindi di evitare distorsioni nel colore dell'immagine.
Il numero 50 non è casuale, ma è scelto in
modo tale che la frequenza del semiquadro
(50 per secondo, cioè 50 Hz) sia pari a
quella con cui viene distribuita la corrente
alternata. La presenza di una lampada ac-
cesa con una corrente di frequenza diversa
da quella di variazione del semiquadro te-
levisivo darebbe infatti luogo al fenomeno CANNONE
dei battimenti, che apparir ebbe come un ·_[ELETTRONICO
movimento di righe sullo schermo. ALLINEATO
La regolazione del fascio elettronico av-
viene per mezzo di campi elettromagnetici
generati all'interno del cinescopio dagli ul-
timi anelli di una catena di circuiti che ela-
borano il segnale televisivo. Nella televi-
sione in bianco e nero questo è una succes-
sione di valori di tensione: il minim o corri- MASCHERA
sponde al nero, il massimo al bianco. Tali SCHERMATA
valori determinano l'intensità del fascio
CON APERTURA
elettronico permettendo di generare le im- A FORMA DI
magini. FENDITURA
Dopo la sequenza di- valori corrispondenti
ad una riga il segnale contiene l'impulso di
sincronismo orizzontale, che serve a pilo-
tare il fascio di elettroni sulla riga successi- Nei televisori moderni i fosfori colorati sono disposti secondo strisce
va. Inoltre dopo i livelli di tensione corri- verticali (sistema Trinitron) e i fasci elettronici sono allineati.
spondenti all'ultima riga di un semiquadro Le immagini prodotte con questa tecnica sono più chiare e luminose.
si trovano gli impulsi di sincronismo verti- Il contrasto delle immagini è ottimo anche con la luce diurna perché
cale, necessari per far tornare il fascio elet- gli spazi tra le varie barre di fosfori sono di colore nero.
tronico in alto e iniz iare un nuovo raster.
Per generare i colori di un'imm agine tele-
))»

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 29


ETI DEL TELEVISORE
visiva sono utilizzate le combinazioni d
LIVELLO DEL BIANCO tre colori fondamentali: rosso, verde, blu
MASSIMA LUMINOSITA' Lo schermo del cinescopio è a tale scope
costituito da tantissimi punti di tre divers
sostanze dette fosfòri, che colpite ciascun
da un diverso fascio di elettroni posson
LIVELLO DEL NERO emettere luce rossa, verde e blu rispettiva-
SEGNALE VIDEO MINIMA LUMINOSITA' mente.
. • DI UNA RIGA

\ IMPULSI PER IL
SINCRONISMO DI RIGA
I FASCI ELETTRONICI

Al variare dell'intensità di ciascuno dei tre


fasci elettronici si ottengono i diversi colo-
ri. I gruppi di tre punti costituiti dai diversi
SEGNALE VIDEO DELL'ULTIMA SEGNALE VIDEO DELLA PRIMA fosfòri possono essere disposti a triangolo
RIGA DEL SEMIQUADRO RIGA DEL SEMIOUADRO oppure, nei più moderni schermi Trinitron,
SUCCESSIVO lungo strisce verticali. Il nostro occhio non
riesce a distinguere i tre minuscoli punti
~
Il segnale video vero e proprio è
tonnato daJ segnale di luminanza
combinato con i due segnali
di crominanza. Oltre al segnale
video sono presenti il segnale
IMPULSI PER IL SINCRONISMO sonoro e gli impulsi di sincronismo,
Dl SEMIQUADRO che regolano il movimento del
fascio di elettroni sullo schermo.

ANTENNA Schema a blocchi dei circuiti fondamentali di un televisore.


Gli onnal rari apparecchi in bianco e nero ancora sul mercato non
estraggono dal segnale video composito i segnali di crominanza.
In questi Il segnale di luminanza regola direttamente il fascio degli
SINTONIZZATORE elettroni sullo schermo del tubo a raggi catodici.
AMPLIFICATORE
a
SEGNALE
VIDEO DEMODULATORE
COMPOSITO l E pMP[ fF[e[RE ALTOPARLANTE D
DEL CANALE DEL SUONO
PRESCELTO
SEPARATORE PILOTAGGIO DEFLESSIONE
DI
SINCRONISMO DEI RAGGI CATODICI

SEGNALE DI SINCRONISMO
_/
DEMODULATORE
FILTRO DEI SEGNALI I SEGNALI
PASSA-BANDA
DI CROMINANZA

FILTRAGGIO E
Il

]AMPLirrzioiE[ _SEGNALE ]
DEL SEGNALE DI LUMINANZA ']
DI LI.Jvl/NANZA

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 30


ravvicinati, ma li fonde e come risultato Il televisore
percepisce un unico punto di un determi- è composto da
nato colore. varie schede
Per guidare i tre fasci elettronici occorrono elettroniche
tre segnali elettrici, chiamati R, G, B piuttosto piccole
(dall'inglese red, green, blue). I televisori in grado
non ricevono però tre segnali televisivi di- di svolgere
stinti ma un unico segnale, chiamato P AL ognuna una
composito (P AL è il nome dello standard funzione
di trasmissione del colore adottato in Ita- diversa.
lia).
In questo segnale i livelli di tensione ne-
cessari a guidare i fasci elettronici R, G, B
sono trasmessi in modo da farlo "assomi-
gliare" a quello della televisione in bianco
e nero. Una certa combinazione di rosso,
verde e blu forma il segnale chiamato di
luminanza oppure monocromatico. Questo
)>»

LA TV DEL schermo
FUTURO cinematografico sono dotati di un dispositivo di
Quando si deve scegliere un televisore si sente parlare di
pollici. Il pollice è un 'unità di misura inglese ed è pari a2.54 espansione dell'immagine, tale cioè da permettere al foto-
centimetri. In un apparecchio televisivo il numero di pollici si gramma di un film di occupare l'intero schermo, senza cioè
riferisce sempre alla misura della diagonale dello schermo. nè bande nere nè tagli laterali. Esistono anche già dei pro-
Il rapporto fra base ed altezza dello schermo viene chiamato grammi, diffusi dai satelliti artificiali, trasmessi in questo for-
rapporto d'aspetto e fino a qualche anno fa in tutti i televiso- mato. Va ricordato a questo proposito che nelle trasmissioni
ri era pari a 4:3. Oggi esistono in commercio anche televiso- diffuse dai satelliti secondo lo standard chiamato MACi se-
ri in cui il rapporto d'aspetto è pari a 16:9, cioè l'immagine gnali di luminanza e crominanza sono trasmessi in tempi di-
è più allungata in orizzontale. Si tratta dello stesso formato versi. Questo riduce drasticamente i vari disturbi, che sareb-
delle immagini cinematografiche, che diventerà uno standard bero invece presenti con il consueto standard PAL in cui i
quando avremo la televisione ad alta definizione, con un due segnali sono trasmessi contemporaneamente. Pertanto
quadro formato da più di 1000 righe. In attesa di questo per ricevere questi programmi occorre avere un apposito ap-
evento, che rappresenterà un enorme salto di qualità nel parecchio decodificatore, che oggi è già incorporato in certi
mondo delle telecomunicazioni, già da oggi si puo' beneficia- modelli di televisori. Concludiamo parlando di un nuovo nu-
re dei vantaggi di questo formato. A tutti è capitato di vedere mero entrato nel mondo della televisione che riguarda appa-
alla TV, durante la trasmissone di un film, la presenza, sopra recchi largamente pubblicizzati: 100 Hz. Significa che il se-
e sotto l'immagine, di due bande nere. Si tratta di uno degli miquadro dell'immagine non cambia 50 volte al secondo, mo.
artifici usati per riprodurre, su uno schermo con rapporto 100. Da un punto di vista circuitale significa che il semiqua-
4:3, un 'immagine avente il rapporto 16:9. dro viene memorizzato, trasmesso in metà tempo e quindi ri-
Il secondo metodo è quello di convertire l'immagine cinema- trasmesso, il tutto grazie alla velocità di accesso e all'alta
tografica al rapporto 4:3, perdendone quindi due porzioni capacità delle moderne memorie a semiconduttore. L'effetto
laterali. Oggi esistono degli apparecchi che oltre ad avere lo è, per lo spettatore, una visione più piacevole e riposante.

Il rapporto fra lunghezza


della base e quella
dell'altezza di uno
schermo televisivo
prende il nome
di rapporto d'aspetto.
A sinistra: un classico
televisore con rapporto
d'aspetto pari a 4:3;
a destra: uno dei nuovi
modelli con formato
cinematografico 16:9.

ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994 - Pag. 3 1


I SEGRETI DEL TUTTI I MESI
TELEVISORE Un'opera completa e
è equivalente al segnale che verrebbe pro-
assolutamente gratuita che
dotto da una telecamera in bianco e nero guida, con testi chiari ed
che riprendesse la stessa scena ripresa dal- esaurienti, con grandi
la telecamera a colori. illustrazioni tutte a colori,
Altre due combinazioni dei valori di ten- nell'affascinante mondo
sione di R,G,B formano i due segnali detti dell'elettronica.
di crominanza che modulano due onde si-
nusoidali chiamate sottoportanti di croma-
ticità. La tecnica di modulazione è stata
progettata in modo tale da farli sovrappor-
Le ricche dispense mensili
re al segnale di luminanza e quindi per- di 4 pagine sono dedicate
mettere anche ad un televisore in bianco e soprattutto a chi comincia ma
nero, che riesce a decodificare solo il se- contengono tanti approfondimenti
gnale di luminanza, di ricevere lo stesso interessanti anche per i più
programma. esperti.

I CIRCUITI INTERNI
FONDAMENTALI
Raccogliendo e conservando
gli inserti si colleziona, fascicolo
I segnali televisivi giungono al televisore dopo fascicolo un completo ed
attraverso il cavo coassiale collegato inedito manuale sull'elettronica
ali' antenna e il primo circuito che incon- di base.
trano nel loro cammino è il sintonizzatore. Ma bisogna non perderne
Con questo si seleziona il canale prescelto, neanche un numero
corrispondente ad un segnale che viene
elaborato dai circuiti successivi.
La prima operazione è l'estrazione della
banda di frequenza corrispondente al suo-
no che viene amplificato a patte e trasmes-
so attraverso gli altoparlanti.
Molti apparecchi sono oggi predisposti per
la ricezione di programmi trasmessi in ste-
reofonia. Sebbene questa tecnica di tra-
smissione sia ancora poco diffusa, questi
tipi di apparecchi rendono migliore anche
la ricezione dei programmi con audio
"mono" poichè contengono amplificatori
più potenti e con caratteristiche di alta fe-
deltà.
Ml P%i
Dal segnale video vengono quindi separati
i segnali di sincronismo. Questi servono
sia a guidare la scansione dei raggi catodi-
erT y

ci che a pilotare i circuiti degli oscillatori


per la demodulazione dei segnali di cromi-
nanza, estratti dal segnale televisivo con
un filtro passa-banda.
I due segnali, assieme a quello di luminan-
za, entrano in un circuito decodificatore.
La funzione di quest'ultimo è di estrarre
dai tre segnali le tre componenti R,G,B
con le quali sono stati generati in fase di
trasmissione. Sono questi i segnali elettrici
che giungono ai circuiti di deflessione del
cinescopio e determinano le intensità dei
fasci elettronici che poi, nel modo descritto
in precedenza, vanno a formare l'immagi-
ne televisiva.
E sistono in commercio resistenze di moltissimi tipi,
sia a valore fisso che variabile. Spesso occorre colle-
gare fra loro due o più resistenze di valore fisso per otte- forma e funzioni
nere un valore in Ohm non disponibile in commercio.
Per facilitare questo compito nei circuiti stampati o co- 1: resistenza con contenitore in alluminio
munque in casi di poco spazio a disposizione sono state per potenze particolarmente elevate (fino a 200 W0.
realizzate delle reti di resistenze. Si tratta di circuiti inte- In questo caso il valore in Ohm è riportato
grati che al loro interno contengono delle resistenze i cui per esteso sul contenitore.
terminali sono coppie di piedini. A seconda di come que- 2-4: resistenze di potenza a filo con supporto
sti sono collegati sul circuito stampato si possono realiz- ceramico: sono in grado di sopportare
zare varie combinazioni. Vi sono molte situazioni in cui è potenze dai 4 agli oltre 20 W.
necessario disporre di resistenze il cui valore possa essere 3-.5-6-7: resistenze a film di carbone:
modificato oppure cambi in seguito a certe condizioni quelle più comuni, in grado di sopportare una potenza che
ambientali. Cominciando dal primo caso, vi sono innan- va dai 0,25 W dai tipi più piccoli ai 2 W di quelli più grossi.
zitutto le variazioni di resistenza richieste durante il col-
laudo di un circuito, che prendono il nome di taratura.
Oppure è proprio la funzione dell'apparecchio che richie-
>>>
de di variare una o più resistenze: è il caso di tutti i rego-
latori di volume degli apparecchi radiofonici. Queste ope-
razioni sono possibili grazie all'esistenza di resistori, che
genericamente prendono il nome di potenziometri, il cui
valore può essere variato azionando dei comandi esterni.
Nei tipi comunemente usati per le tarature, chiamati an-
che trimmer, la regolazione avviene attraverso un caccia-
vite o una piccola manopola. Per effettuare le regolazioni
di volume si usano invece potenziometri dotati di un per-
no che viene collegato alla manopola di regolazione si-
tuata all'esterno dell'apparecchio.
Qualunque tipo di potenziometro consiste in una resisten-
za fissa collegata ai due terminali sulla quale scorre un
contatto mobile che la può percorrere da un estremo al-
i' altro. Questo contatto è collegato ad un. terzo terminale
che, collegato ad uno degli altri due, consente di avere
una resistenza variabile a seconda della posizione del cur-
sore. La tecnologia con cui viene costruita la resistenza
varia a seconda dell'impiego specifico del potenziometro.
I modelli più usati sono quelli a film di carbone e quelli
Per saldare correttamente una resistenza su un a bobina. Nei primi la resistenza è costituita da una stri-
circuito stampato i suoi terminali vanno prima piegati in modo scia di resina a forma di anello su cui viene fatto deposi-
da poter essere facilmente inseriti nei fori predisposti sulla tare uno strato di carbone mescolato a resina liquida. Il
basetta. La distanza tra il corpo del componente e la basetta tutto viene trattato ad una temperatura tale da creare un
deve di solito essere minima. insieme compatto di elevata durezza. Sul film di carbone

olleg mento
Non ostante si trovino in commercio resistenze fisse con propri terminali, la stessa tensione. Per calcolare il valo-
una vasta gamma di valori ohmmici, occorre spesso com- re che si ottiene con questa connessione la formula è più
binarne assieme due o più per ottenere il valore in Ohm complicata, richiede dimestichezza con le frazioni e un pò
desiderato. di attenzione a non sbagliare i calcoli.
Vi sono due modi per collegare fra di loro le resistenze. Può essere utile ricordare che, in un collegamento in pa-
In quello detto in serie i componenti sono connessi in fila, rallelo, il valore della resistenza che si ottiene è inferiore
uno dopo l'altro, e quindi sono attraversati dalla stessa al minore fra quelli dei componenti collegati e che con n
corrente. Le loro resistenze RI, R2, R3, etc. si sommano resistenze eguali tutte di valore R, il risultato è R diviso n.
e quindi la resistenza RT che si ottiene è data dalla som- Può anche presentarsi il caso in cui le resistenze siano
ma dei valori di tutte quelle collegate. collegate sia in serie che in parallelo: basta usare entram-
Nel collegamento in parallelo tutti gli elementi hanno, ai be le formule a seconda della configurazione.

•In seri• in parallelo


RT = R1 +R2+R3
scorre un elemento di bronzo che è anche in contatto con
un anello collegato al terzo terminale. Il contatto in bron-
zo viene spostato da un perno. Grazie alle reti
Nei potenziometri a bobina, più precisi e impiegati per di resistenze,
valori ohmmici più bassi, la resistenza è costituita da un realizzate su
avvolgimento di filo metallico su cui si muove il contatto circuiti integrati, si
mobile collegato al perno. Esistono poi dei potenziometri possono ottenere
detti cermet perché formati da una base ceramica e da svariate
uno stato sottile di vari metalli. Sono particolarmente combinazioni di
adatti per essere impiegati con alti valori di tensione. I valori ohmmici in
potenziometri si differenziano anche per il modo con cui poco spazio e con
avviene la regolazione della resistenza. La manopola o la un montaggio
tacca per il cacciavite può essere disposta orizzontalmen- piuttosto facile.
te o verticalmente rispetto all'involucro del componente, Esistono modelli
in modo da permettere diverse posizioni di montaggio sui con un terminale in
circuiti stampati. comune oppure a
Vanno poi distinti i potenziometri a giro singolo da quelli terminali separati.
multigiro. Nei primi si passa dal valore minimo di resi-
stenza a quello massimo facendo un giro quasi completo.
Nel secondo caso si percorre tutto il campo di variazione
con più giri. Questo significa che ad un giro corrisponde
una piccola variazione di resistenza e quindi questi mo-
delli sono impiegati quando è necessaria una regolazione
molto precisa. Negli apparecchi radio si utilizzano quasi
sempre i potenziometri con interruttore che permette di
effettuare tre operazioni elettriche distinte, quella di
accensione della radio, di controllo del volume sonoro e
di spegnimento dell'apparecchio. Concludiamo con un
cenno a due tipi di componenti la cui resistenza varia a
seconda delle condizioni ambientali. Il primo è la fotoresi-
stenza, componente il cui effetto resistivo è alto al buio e
molto basso in presenza di luce. Il secondo è il termistore,
chiamato anche NTC, iniziali di Negative Temperature Co- Le totoresistenze sono Nel componente
efficenti: la sua resistenza diminuisce all'aumentare della componenti che conducono chiamato NTC o termistore
temperatura anziché aumentare come avviene in tutti gli altri molto bene la corrente elettrica la resistenza diminuisce
casi. Viene usato come elemento stabilizzatore per compen- (e quindi hanno bassissima all'aumentare della
sare gli effetti delle variazioni di temperatura,a cui sono resistenza) in presenza di luce temperatura. Viene
soggetti gli altri componenti del circuito. mentre la loro resistenza impiegato per stabilizzare
diventa molto alta termicamente altri
in assenza di luce. componenti.
Questa basetta comprende un notevole
numero di resistenze di vario tipo. A sinistra
una grossa resistenza a filo di potenza.
la regolazione del volume
La regolazione del volume di una radio o di un amplificatore
Hi-Fi avviene grazie alle resistenze variabili.
Le manopole ruotanti sono infatti collegate all'albero di rota-
zione di un potenziometro, mentre quelle scorrevoli al cursore
di potenziometri chiamati a slitta. Variando la resistenza riu-
sciamo a dosare a nostro piacimento la potenza che esce
dallo stadio finale di amplificazione dell'apparecchio.
Nei potenziometri per uso generico la resistenza varia in mo-
do lineare, cioè aumenta o diminuisce proporzionalmente allo
spostamento della manopola. Se una manopola viene ad
esempio spostata di 5 gradi la resistenza aumenta di 20 Q
(20000 ohm), se di 10 gradi aumenta di altri 20 Q e così via.
Nei regolatori di volume si impiegano invece di solito i po-
tenziometri logaritmici, in cui la variazione di resistenza è
molto lenta all'inizio della corsa della manopola per poi au-
mentare progressivamente.
Ad esempio con i primi 5 gradi di rotazione la resistenza au-
menta di 3.2 Q, con i 5 gradi successivi aumenta di altri 6.4 Q
(il doppio dell'aumento precedente) e con la terza rotazione di
Trimmer e potenziometri si presentano in modi eguale entità la resistenza aumenta di altri 12.8 Q (cioè sem-
molto diversi pur svolgendo tutti la stessa funzione. pre il doppio dell'aumento precedente). Girando il pemetto
La regolazione della potenza può awenire ruotando nel senso inverso, ad eguali spostamenti della manopola corri-
un alberino, spostando un cursore a slitta o agendo spondono via via dimezzamenti della potenza trasmessa al-
con il cacciavite su una piccola vite a taglio. 1' altoparlante. Il nostro orecchio, però, quando la potenza
acustica dimezza, non percepisce la metà del volume, ma una


6I ERA
diminuzione di minore entità.
È questa la ragione per cui si impiega questo tipo di potenzio-
FONDELLO metro, proprio perché, spostando la manopola, venga com-
\ pensata la risposta non lineare del nostro orecchio.
Rimangono infine i potenziometri doppi che consentono di
pilotare due segnali regolando però un'unica manopola; sono
comunemente usati negli amplificatori stereofonici.

REOFORI

PISTA
PISTA CENTRALE
'
SPAZZOLA

logaritmico o lin re
RESISTIVA ZOCCOLO DI BACHELITE Il funzionamento
di due
20
Kn
I 20
Kn
I 20
K
IK
20 I 2 o
Kn
potenziometri,
entrambi in grado di
fornire una
resistenza massima
di 100 Q evidenzia
come in quello in
alto il valore POTENZIOMETRO 100K
resistivo aumenta in LINEARE
BOCCOLA modo uniforme con
DI FISSAGGIO lo spostamento e 331 /[3%[75+[?
Kn Kn Kn Kn Kn
viene chiamato
USCITA CONDUTTORE lineare. In quello in
CENTRALE basso, detto
logaritmico, con
degli spostamenti
TERMINALE D'USCITA
uniformi del cursore
le variazioni di
La struttura interna di un potenziometro a film resistenza POTENZIOMETRO 100K
carbone si caratterizza per la pista che conduce corrente raddoppiano. LOGARITMICO
con diversa resistenza a seconda dei punti.
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- ELECOMANDO T

OTENTE GENERATORE
DI BASSA FREQUE
Costituisce il comando ideale per il relé sensibile
alla frequenza presentato nell'articolo di seguito.
Può anche essere utilizzato come normale strumento
di laboratorio o per applicazioni nel modellismo.
Il nostro generatore BF va realizzato
su una basetta a circuito stampato
dato il numero di componenti,
piuttosto alto, che sarebbe
impossibile collegare
su una basetta del
tipo millefori.

D i circuiti per generare segnali di


bassa frequenza se ne possono tro-
vare e realizzare in gran numero;' ma po-
cessario avere un campo di frequenze re-
golabili con continuità, bensì preferibil-
mente una o più frequenze fisse e stabi-
co comune è individuare generatori in lissime, è stato impostato sfruttando un
grado di poter fornire contemporanea- integrato 4060B stabilizzato a quarzo.
mente segnali particolarmente stabili su
diversi valori di frequenza e dotati di po-
tenza d'uscita relativamente elevata. UN QUARZO PER LE BF
Sotto quest'ultimo aspetto, la potenza in
uscita da un generatore BF non viene Di questo integrato già se ne è parlato
quasi mai presa in considerazione, men- piuttosto ampiamente sul numero di giu-
tre se ne è tenuto conto nella progetta- gno "93 per cui non stiamo a dilungarci
zione di questa nostra soluzione che, ol- sull'argomento, precisiamo soltanto che
tre a tornare utile come strumento da la- la frequenza del quarzo (il classico valo-
boratorio adatto per applicazioni un pò re di 1 MHz) viene proposta sui piedini
particolari, serve per comandare il cir- d'uscita divisa per tante volte quante di
cuito del "relè sensibile alla frequenza", competenza alla struttura del circuito in-
descritto a pagina 46 di questo numero tegrato stesso.
di Elettronica Pratica. Come sempre, la La prima uscita prevista è di 62,5 KHz
nostra realizzazione è stata studiata in (frequenza del quarzo divisa per 16);
modo da ottenere un compromesso otti- poi, via via a scalare, abbiamo sugli altri
male tra le buone caratteristiche di fun- pin le successive divisioni per due, che
zionamento e la semplicità circuitale. portano il segnale via via da 31,2 a 3,9
Come risulta evidente dall'analisi dello KHz. I 62,5 KHz corrispondono alla fre-
schema elettrico, il cuore del circuito è quenza che serve per comandare il cir-
Il trasformatore d'uscita T1
costituito da due integrati che risolvono cuito del relè sul ricevitore cui si è ac-
va autocostruito.
uno (ICI) il problema della generazione cennato; le altre frequenze sono di scorta
Per montarlo sul circuito
del segnale a vari valori preselezionabili o servono per comandare altri relè sinto-
di frequenza, l'altro (IC2) quello di por- nizzati sugli altri possibili valori di fre- stampato si usa una vite centrale:
tare il segnale generato al livello di po- quenza (e quindi, possiamo anche dire, sotto la testa della vite
tenza necessario; ma esaminiamo lo su altri canali). conviene sistemare una rondellina
schema un po' più dettagliatamente. Il segnale così generato dall'ICI di plastica o fibra per evitare
L'oscillatore vero e proprio, dato che in factotum (nel senso che oscilla e divide che un'avvitatura troppo energica
questa applicazione non si riteneva ne- ))
possa rompere la ferrite.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 39
==

+
KHz
Tcs •ncs
16 I:
MI
ho ,[2's

±.
I
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\ SELEZIONE
X
E - - 4
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+ Il 2

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6
39
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L1 R6
Il
JI
I
[ 3
I ._N6 +

70
R2 I 12

4< i,
C2
neC3

Schema elettrico del generatore di potenza a BF; l'interruttore di accensione


e l'alimentazione non sono compresi nella basetta a circuito stampato che contiene
tutti i componenti a sinistra della linea tratteggiata.

contemporaneamente) viene prelevato "trasformatore d'onda"). Il segnale poi, costruttiva con il "relè sensibile alla
dall'uscita più opportuna e ridotto di opportunamente dosato dal regolatore di frequenza") il nostro circuito dall'uscita
livello dal partitore R3-RA4, dopo di che, volume, o meglio di livello, R5, viene vera e propria, dato che questa può
attraverso Cl, raggiunge il filtro a "pi applicato ad IC2, un normalissimo essere collegata anche alla rete a 220 V
greca" costituito da C2-LI-C3.Questo LM380, per esserne opportunamente per incanalarvi il segnale BF.
filtro ha la funzione piuttosto importante amplificato. All'uscita, dopo l'abituale
di trasformare il segnale rettangolare, gruppo di smorzamento C7-R7 ed il
quale generato da IC 1, in un'onda condensatore di accoppiamento C8, I CONDENSATORI
pressochè sinusoidale (non a caso troviamo un trasformatore che serve per
qualcuno, per questi utilizzi, parla di isolare (in perfetta analogia funzionale e All'uscita del trasformatore, oltre ad una
resistenza che costituisce un carico
Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nella sua dimensione reale. parziale ma sicuramente resistivo, due
condensatori di opportuna capacità e
2 tensione di lavoro consentono
l'accoppiamento alla linea di rete luce a

1
220 V. I valori di questi condensatori,
esattamente come di quelli del filtro a pi
greca, sono dettagliatamente riportati in
apposita tabella in funzione della
ol ez li frequenza di lavoro.

--: L'alimentazione, opportunamente

I
filtrata dalla coppia di condensatori C5-

4 o
1
_:-: 1 I--.:
C6, è prevista a 9 V; questo valore si
può aumentare a 15 V: in questo caso
però occorre raffreddare IC2 con
radiatore apposito, e l'integrato stesso
dovrebbe essere adottato nel tipo a 14
1 piedini ( essendo di maggiori dimensioni,
»»
ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994 - Paa. 40
--- -1
I
7
I
I
I
S1 cs ICI
I j C7
I X =>
R7
I
=Cffi:i>,,,,
I o
JC2
co l e
9V
l=0I e Rl
=iiiii)i=

I#HZ
R4

I u =Gli)=
R2
iii
c::::wiF
I R3

e 10 I Piano di montaggio della basetta a circuito stampato;


I il componente T1 (trasformatore d'uscita con nucleo in ferrite)
è fissato mediante una vite passante centrale.
l k=
I componenti necessari alla realizzazione del generatore BF
I non dovrebbero essere difficili da reperire. L'elemento più critico
_____ I è il trasformatore T1 che va autocostruito. I condensatori C2-c3
e C9-c10 vanno scelti in funzione della frequenza di lavoro.

COMPONENTI
C1 = 47.000 pF
c2 = c3 {v. tabella)
C4 = 47.000 pF
es = C7 = o, 1 µF
c6 = C8 =220 F-16 V
(elettrolitico)
C9 = C1 O (v. tabella)
R1 = 1 MQ
R2 = 560Q
R3 =1200 2
R4 = 47 2
RS = 2200 2 (trimmer)
R6 =12002
R7 = 5,6n
R8 = 220 2
L1 = 1 mH
T1 = S = 50 spire
P = 25 spire filo rame
smaltato 0,3 mm
su nucleo in ferrite
Mullard
FX 2240 o simili
X = quarzo 1 MHz
IC1 = 4060 B
Ic2 = LM380
S1 = interruttore accensione
ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994- Pag. 4 1
POTENTE GENERATORE DI BASSA FI

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Paa. 42


EQUENZA
1: i condensatori C6 e c8 (qui
raffigurati) sono del tipo
elettrolitico e dunque nel
montaggio occorre fare
attenzione alla loro polarità.
Tutti i condensatori si
inseriscono dopo le resistenze
e gli zoccoli degli integrati.

2 quarzo X ha 2 terminali
di contatto (senza polarità da
rispettare) da ripiegare in modo
che il componente, una volta
montato, risulti coricato sulla
basetta. Dal lato opposto
ai terminali è bene prevedere
un fissaggio meccanico tramite
filo nudo saldato alla basetta
e al corpo del quarzo.

: l'induttanza L 1 (del valore


di 1 mH) va anch'essa montata
in posizione coricata sulla
basetta. Essendo però più
piccola ed in posizione più
protetta del quarzo non
è necessario prevedere un terzo
punto di ancoraggio.

4: accanto all'integrato IC1


troviamo un ponticello in filo
nudo. Vista la vicinanza tra i due
punti si può usare uno spezzone
di reoforo di recupero.

5. er il primario e il
secondario di T1 sono
ovviamente previsti 4 appositi
contatti con il circuito
stampato: prima di saldare il filo
occorre grattare lo smalto
isolante per circa 1 cm
dall'estremità.

6: un ponticello di cavetto
isolato collega due punti
piuttosto distanti tra loro sulla
basetta; questo collegamento
se realizzato sul circuito
stampato ne avrebbe reso molto
difficoltosa l'esecuzione.

7: l'ideale per la taratura del


generatore BF è l'oscilloscopio:
agendo su R5 sul monitor
dello strumento deve apparire
un'onda sinusoidale.
POTENTE GENERATORE DI B
conseguenze di possibili urti. Il compo-
nente un po' più critico, in quanto occor-
re montarselo a parte, è il trasformatore
d'uscita TI, composto da un secondario
con 50 spire di filo di rame smaltato da
0,3 mm e da un primario con 25 spire
dello stesso filo avvolte su nucleo in fer-
rite; questo va posizionato bloccandolo
con l'apposita vite centrale; sarebbe op-
T1 si realizza portuno mettere, sotto la testa di questa
avvolgendo su vite, una rondellina in plastica o fibra,
un nucleo in per evitare il rischio di fratture della fer-
ferrite del filo rite stringendo troppo.
di rame Un pezzetto di cavo da collegamenti
smaltato con consente di selezionare la frequenza
diametro d'uscita dai piedini di ICI. Completato il
di 0,30 mm. montaggio con i terminali ad occhiello
Le spire per i collegamenti esterni, ed inseriti gli
devono essere integrati negli appositi zoccoli, si proce-
SO per
de al controllo ed alla messa a punto del
il secondario
dispositivo, che in fondo comporta solo
la regolazione di R5.
e 25per
il primario.
LA TARATURA

In prima approssimazione si può dire


che R5 va regolato per il valore minimo
che consente il funzionamento di quanto
si debba pilotare; in realtà, è ben più
preciso dire che il livello del segnale va
regolato in modo che all'uscita tale se-
gnale rimanga sostanzialmente sinusoi-
dale, non venga cioè squadrato per ec-
Una volta completati gli dissipa meglio il calore). cesso di amplificazione, nel qual caso
avvolgimenti occorre lasciare Poichè a proposito dello schema non c'è torneremmo ad avere a che fare con un
alcuni centimetri (3-4) di filo per il altro da dire, possiamo ora occuparci segnale rettangolare più o meno uguale
collegamento a circuito stampato; della realizzazione; in questo caso l' ese- a quello generato direttamente dall' o-
dalle estremità va grattato cuzione a circuito stampato è piuttosto scillatore (I C 1).
lo smalto isolante. raccomandabile, per assicurarsi il mi- E ciò non è desiderabile (non a caso è
glior posizionamento degli svariati com- stato previsto il filtro a pi greca fra IC 1
ponenti. e IC2) perchè le onde rettangolari con-
tengono molte armoniche, che compro-
mettono il buon funzionamento delle
TRASFORMATORE apparecchiature. Un oscilloscopio risol-
IN FERRITE verebbe facilmente questa taratura. Na-
turalmente la frequenza selezionata tra-
Si procede prima di tutto al montaggio mite il collegamento mobile all'uscita di
delle resistenze, dei due zoccoli per ICl, nel caso che questo dispositivo
IC1/IC2 e dei condensatori, tenendo venga usato in unione con il "relè sensi-
conto della polarità di C6 e C8; le di- bile alla frequenza", deve rigorosamente
mensioni rilevanti di C9-CIO sono lega- coincidere con quella del relè stesso. La
te alla loro elevata tensione di lavoro, basetta a circuito stampato può natural-
dato che vanno collegati alla rete luce. mente essere inserita in un adatto conte-
L'induttanza LI ed il trirnmer R5 non nitore (meglio se metallico) in cui ven-
presentano alcun problema di inserimen- gano posizionati sia l'interruttore di ac-
to, come del resto il quarzo X; quest'ul- censione SI, sia (possibilmente) la sor-
timo è opportuno adagiarlo sul piano del gente di alimentazione, che per impie-
circuito stampato in modo che non resti ghi saltuari e brevi del dispositivo, può
troppo a sbalzo e quindi soggetto alle anche essere una piletta da 9 V.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 44
SA FREQUENZA

IL FILTRO A PI GRECA
la cella C2-LI-C3, del cosiddetto tipo "a pi greca" (il cui che), occorre far passare l'onda di partenza anraverso
simbolo nell'alfabeto greco è p), ha lo scopo essenziale di circuito di filtro la cui frequenza di taglio sia leggermente
trasformare un 'onda rettangolare in onda pressochè sinu- superiore alla fondamentale (i 62,5 KHz dell'esempio ap-
soidale. La funzione specifica di una cella a pi greca è pena fatto).
quella di agire come "filtro passa-basso", cioè come cir- Risulta abbastanza chiaro che i valori della frequenza di
cuito selettivo che lascia passare inalterati tutti i segnali di taglio non possono che essere definiti dai valori di Le C
frequenza inferiore ad un certo valore (detto "frequenza di della suddetta rete di filtro, alla quale compete ( come per
taglio"), mentre attenua fortemente tutti quelli che hanno qualsiasi circuito risonante) una certa banda passante più
frequenza superiore. Un 'onda rettangolare possiede questa o meno larga.
forma in quanto rappresenta la massima distorsione possi- L'efficacia del filtraggio è legata alla bontà di realizzazio-
bile di un'onda sinusoidale della stessa frequenza fonda- ne (valori e componenti) della rete LC; nel disegno che raf-
mentale, corrisponde cioè ad un segnale composto dalla figura in sequenza l'azione di un filtro a seconda della :n,
combinazione di un numero altissimo di frequenze, tutte qualità vediamo da sinistra (A), ove è l'onda che ha subito
multiple ( cioè armoniche) della fondamentale, con essa la miglior ripulitura (infatti è sinusoidale) a destra (F) do-
combinate. In altre parole, un 'onda rettangolare, per esem- ve l'andamento è sostanzialmente rettangolare, sono rap-
pio di 62,5 KHz è composta, oltre che da questo segnale presentate varie possibili forme ottenibili in uscita. con
(che ha l'ampiezza massima) anche dalla contemporanea qualità via via peggiore da sinistra verso destra.
presenza dei 125 KHz, dei 187,5 KHz, dei 250 KHze così L'apposita tabella fornisce i valori dei componenti del fil-
via, con livello più o meno decrescente. Per estrarre quin- tro a pi greca in base alle varie bande di frequenza entro
di, da questa somma di armoniche che, combinate fra loro. cui può essere fatto lavorare. Nel nostro caso, avendo ipo-
costituiscono la nostra onda retlangolare, la sola frequenza tizzato una frequenza di lavoro pari a 62,5 KHz, si utiliz.,e-
fondamentale (dì forma sinusoidale come le sue armoni- ranno i dati relativi alla banda 70+35 KHz.

La tabella illustra come devono essere scelti i valori


Frequenza (KHz) C2-C3 pF) C9-Cl0 (uF)
delle due coppie di condensatori C2-c3 e C9-Cc10 in funzione
della frequenza di lavoro da noi utilizzata. 140 + 70 3.300 0,1

70+ 35 4.700 0,1

35 +17 10.000 0,1

17+9 22.000 0,2

9±5 47.000 0,2


1 A B e D E F
5+3 100.000 0,5

1: la sequenza dell'azione di un filtro a seconda della sua qualità è caratterizzata da un


andamento sinusoidale a sinistra (A) che diventa gradualmente rettangolare (F):
la qualità migliore si ha con A, la peggiore con F.

2: la cella filtro C2-L1-c3 ha lo scopo di trasformare un'onda rettangolare in un'onda sinusoidale.

11
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 45
[ TELECOMANDO ]

1ELÈ SENSIBILE
ALLA FREQUENZA
È l'ideale completamento del generatore BF
per realizzare un funzionale dispositivo di comando
a distanza. Può essere utilizzato per applicazioni
domestiche o anche di laboratorio.
Il relè sensibile alla frequenza costituisce in pratica
il ricevitore del dispositivo di telecomando
che si realizza in coppia con il generatore BF.

Tl' titolo dell'articolo, e quindi l'oggetto solo a quella. Ma a questo punto riteniamo
lche andiamo a descrivere, può apparire utile spiegare come e a cosa può servire
un po' strano ma si tratta semplicemente un tipo di circuito come questo, almeno
di un interessante circuito che consente di facendo qualche semplice esempio.
Esempio elementare di impiego attivare un relè solamente se all'entrata è Supponiamo esista la necessità di accen-
di un sistema di telecomando presente un segnale la cui frequenza sia dere una lampada in una camera dell'ap-
facente uso del nostro relè coincidente con quella cui è regolato il di- partamento, stando però in un'altra came-
sensibile alla frequenza, spositivo di selettività interna, cioè un par- ra (l'esempio è evidentemente banale, ma
e convogliato attraverso ticolare circuito in' Sato che presenta uti- proprio per afferrarne meglio il principio
l'impianto di rete luce, lissime caratteristi di funzionamento, il di impiego). Mettendo in funzione un cir-
funzionante (nel nostro 567. Questo integrato si può paragonare cuito che generi un segnale di comando
esemplare) a 62,5 KHz; ai contatti ad un circuito di sintonia (per frequenze via filo o via radio (quello via filo è stato
del relè in uscita va ovviamente non tanto alte) particolarmente selettivo, il pubblicato a pagina 38 di questo numero)
collegata la specifica quale reagisce alla propria frequenza di ri- si ottiene l'accensione della lampada al-
utilizzazione, che può essere sonanza ( opportunamente programmata meno per tutto il tempo in cui il segnale
di qualsiasi tipo. mediante la scelta di alcuni componenti) e »»

LINEA 220
I

I
FAZIONE
I
& u
I
I

E
-
+ 51 GENERATORE RELE

- I ~ -
I
+ - I - +
12V
9V
CAMERA X CAMERA Y

ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994 - Pag. 47


------1
I
R4
3
8
I C 1 TR1
5

2 7
I e
I 12 V
@
I
I I
--G
RL

rb=i)
I
f
p I 5 es C6 c7 Dz
DL
Df
lJu I

I C2 • -
I
I
~------------ --------------- ___ J

Schema elettrico del relè sensibile alla frequenza; l'alimentazione può essere prelevata
da un piccolo alimentatore da rete oppure da un opportuno pacco batterie.

.yiene. inviatoda]generatore.
COMPONENTI es
...
D
C4 C6
Naturalmente, le applicazioni possono es-
min. max. sere ben più importanti che telecomandare
C1 = C2 = O, 1 F - 250 V c.a. una lampada, si estendono al campo del
C3 = 0,1 F (ceramico) 60 160 4700 pF 6800pF 22000pF ferromodellismo e ad altri casi.
C4= es = C6 = (v. tabella) Attenzione però: via filo non si deve in-
C7 =
O, 1 µF (ceramico) 30 70 IO.OOOpF 33.000pF 0,lµF
tendere su linee telefoniche, che non si
R1 =
2200 2 (trimmer) 14 40 22.000 pF 0,1 µF 0,33 µF possono assolutamente utilizzare. Adatta
R2 = 1200Q invece per convogliare segnali a frequen-
R3 = 2200 2 (trimmer) 4 15 68.000 pF 0,33 µF I F ze sino a poche centinaia di KHz è la linea
R4 = 330 2 La tabella illustra come scegliere di rete luce, per la quale le frequenze più
R5 =
1200 2 C4, es e C6 in funzione della utili sono comprese fra i 40 e gli 80 KHz;
R6 = 12000 frequenza di lavoro del circuito. e infatti la frequenza prescelta e consiglia-
IC1 =
567
TR1 =
2N2905
D1 = 1N4004
DZ =
Zener 6,2 V-1 W
DL =
diodo LED
RL =
relè 12 V (FEME MZP)
T1 = P = 25 spire filo rame
smaltato 0,3 mm
=
S SO spire filo rame
smaltato 0,3 mm
su nucleo ferrite FX 2240
I due avvolgimenti sono isolati
fra loro da un doppio strato di
nastro di carta adesiva

Tra i componenti necessari


alla realizzazione del relè sensibile
alla frequenza troviamo un
trasformatore (per niente critico)
da autocostruirsi usando anche
nuclei diversi da quello illustrato.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 48


LLA FREQUENZ
ll circuito stampato è qui visto
dal lato rame nelle sue
dimensioni reali. Il tracciatc
è piuttosto articolato ma
prevede piste particolarmente
sottili o ravvicinate e dunq•
non comporta eccessivi
problemi per la realizzazione.

Piano di montaggio e R5~


~ ~
IR1
E
realizzato sull'apposita »

basetta a circuito stampato:


b c
~
se si intende usare
E o I LJ
t
il dispositivo come ricevitore
del generatore BF c
occorre scegliere il valore
c2
di C4-C5-C6 di conseguenza.
e RL

ta nel generatore già citato è di 62,5 KH. ICl, e quindi del punto di intervento sulla trasformatore Tl, che viene realizzato a
Motivata così l'impostazione del nostro polarizzazione di TR 1, è definito ( e parte secondo le caratteristiche riportate
progetto, veniamo ora all'esame del cir- stabilizzato) da uno zener (DZ) da 6,2 V, nell'elenco componenti e che va montato
cuito adottato, seguendone lo schema elet- nonchè dalla relativa resistenza di sulla basetta mediante vite e dado inseriti
trico. limitazione di corrente R4. I pochi nel foro centrale; un'eventuale rondeila di
componenti che figurano collegati fibra o plastica sotto la testa della vite ren-
all'integrato ne definiscono la zona di de meno pericoloso l'avvitamento. Le ab-
L'ACCENSIONE A DISTANZA attivazione in funzione della frequenza; i bondanti dimensioni del supporto ne faci-
valori sono precisati (pur con una certa litano l'avvolgimento, i dati del quale non
Ai morsetti d'entrata può essere applicato approssimazione) nell'apposita tabella. sono granchè critici, tanto che molti di
un qualsiasi segnale con frequenza questi nuclei, di altre marche nonchè di
compresa fra 160 e 4 KHz circa. »)

I condensatori Cl e C2 consentono il IL MONTAGGIO DEL RELÈ


necessario isolamento, in quanto questo Disegno "esploso" del
circuito può essere applicato anche ai fili Anche in questo caso, trattandosi di un trasformatore. 1-3: coperchio
della rete luce, ricevendone così i segnali circuito non proprio elementare, è consi- e supporto in materiale isolante;
di comando sotto forma di onde gliabile realizzare il dispositivo su una ba- 2: avvolgimenti su nucleo in ferrite
convogliate. setta a circuito stampato, di cui viene for- realizzati con filo in rame smaltato.
I segnali passano così attraverso T 1, nita tutta la documentazione grafica ne-
trasformatore a larga banda (appunto cessaria. Come sempre, il montaggio ini-
compresa fra i limiti di frequenza poc'anzi zia col piazzare i componenti più piccoli e
citati); esso isola tutto il circuito dalla
tensione di rete luce e provvede a fornire,
con un certo adattamento di impedenza, il
segnale giusto all'entrata di ICI.
Se questo segnale coincide con la
frequenza del dock interno dell'integrato,
la sua uscita (pin 8) passa dallo stato
bassi, vale a dire le resistenze, i condensa-
tori e lo zoccolo per l'integrato; si passa
poi ai semiconduttori, rispettando come
sempre le polarità di inserimento: la fa-
scetta in colore per i diodi, il dentino spor-
gente dal bordo dell'involucro metallico
per il transistor (in corrispondenza

logico 1 al livello zero; ciò fa saturare il dell'emitter), il leggero smusso sul bordo
transistor TRl (un PNP convenzionale), in plastica del LED (il catodo). Poi si pos-
che quindi provoca l'eccitazione del relè, sono montare i due trimmer Rl ed R3 ed
opportunamente evidenziata dal il relè, tutti vincolati non già da una preci-
contemporaneo accendersi del LED DL. sa polarità bensì da un posizionamento
Il preciso valore dell'alimentazione di meccanico obbligatorio. Resta infine il
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 49
a

RELE SENSIBILE ALL.


Primario e secondario del
trasformatore T1 si collegano
al circuito stampato saldando
le estremità degli avvolgimenti
nelle apposite piazzole dopo aver
grattato dai capi del filo
lo smalto isolante.

Il DECODIFICATORE DI NOTA
Il dispositivo che va sotto il semplice nome (in codice) di mente compreso fra 2 e 20 K2. Se per esempio Cl fosse da
567, e che consiste in un integrato di uso piuttosto comune, 10.000 pF ed RI da 5 K2, avremmo:
è in realtà un sistema piuttosto complesso e sofisticato (na- f=l,I: (5000Q•1/100.000.000 F)=22KHz. Il valore di C3
turalmente, al suo interno) e lo schema a blocchi qui ripor- non è critico, però dovrebbe essere almeno il doppio di
tato ne è buona testimonianza. Si tratta di un PU (circuito quello di Cl, il cui valore è a sua volta riportato sul data-
ad aggancio di fase) progettato specificamente per rispon- sheet del 567, ma che in genere è più volte quello di Cl.
dere, commutando una certa condizione della tensione Per quanto riguarda la larghezza di banda entro cui l'inte-
d'uscita, ad una nota di frequenza costante e compresa nel- grato è in grado di funzionare in modo regolamentare, il
la sua larghezza di banda operativa. Lo stadio d'uscita già suo valore è tipicamente pari al 14% circa dell.a frequenza
compreso nella sua struttura interna è in grado di erogare centrale di lavoro, a patto però che il livello d'ingresso del
fino a 10o mA. Il suo campo di frequenza di funzionamento segnale sia maggiore di 200 mV. Inoltre, il decodificatore
va da 0,0I Hz fino a 500 KH. La frequenza centrale del può diventare sensibile alle "sottoarmoniche" dispari della
VCO interno ( oscillatore a frequenza controllata da una frequenza centrale f. per cui l'anello potrebbe agganciarsi
tensione continua) viene definita da RI e Cl secondo la for- in fase con f/3, fl5, ecc.: qualcosa di analogo potrebbe al-
mula: J=l,1: (Rl•Cl), dove RJ dovrebbe essere normal- tresì ver{ficarsi per le armoniche dispari (3f, 5f ecc).

+
Lo schema

,--
1
a blocchi
dell'integrato 567
evidenzia come,
I RL nonostante sia un
I componente di uso
I piuttosto comune,
I RQF
si tratti in realtà
I u di un sistema
I
I abbastanza
,I complesso
e sofisticato.
E
3I ' I PF
,I
I 1 a "" 8
R1
s' 2 ■ I 7
CL 3 I I 6
4 I I 5
Cl
7

ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994- Pag. 50


-
dimensioni leggermente diverse, vanno
ugualmente bene.
Tra avvolgimento primario e secondario è
opportuno mettere un paio di strati di car-
ta adesiva, così da migliorare l 'isolamen-
to, oltre che la stabilità meccanica. Entra-
te ed uscite del nostro dispositivo sono ot-


tenute inserendo sulla basetta gli appositi
termin ali ad occhiello.

-
TARATURA AD OCCHIO
E AD ORECCHIO

Terminato il montaggio ed effettuato il


controllo visivo per sicurezza, si passa al-
la regolazione dei due trimrner presenti in
questo circuito. Rl, controllo di sensibi-
lità, nella fase iniziale va posto a circa
metà della sua corsa; iniettando ali' in-
gresso un apposito segnale del giusto va-
lore di frequenza, si ruota R3 (pratica-
mente, il regolatore di sintonia) in modo
che il LED si accenda: contemporanea-
mente si avverte lo scatto del relè. Atten-
zione a regolare R3 con molta cura, in
quanto il punto di esatta sintonia può es-
sere stretto e critico. Si provvede ora a di- fai da te
minuire (mediante R 1) la sensibilità d'in-
gresso, finchè il LED non si spegne; allo-
ra si risale un poco fino alla riaccensione
RICISr
o
del LED: il punto giusto è individuato.
È importante tenere al livello più basso
possibile il segnale di pilotaggio per
ICI, in quanto anche forti segnali di fre- Vuoi ricevere an-
quenza armonica di quello di comando che tu quest'ac-
vero e proprio potrebbero sincronizzarsi coppiata vincente
con ICI, provocando errati azionamenti libro più tester)?
del relè. L'entrata di questo circuito si Compila il cou-
può anche collegare ad un radioricevito- pon, ritaglialo,
re (oltre che ad un normale amplificato- incollalo su carto-
re audio), sia dalla presa cuffia che da lina postale e spe-
quella per altoparlanti ausiliari: in que- disci a
sto caso le frequenze di modulazione ri- EDIFAI
sulteranno senz'altro più basse. Facendo
lavorare IC 1 in banda 4+15 KHz, si rie-
sce comunque ad attivare il circuito con
I e» •I

soI o 46000 hre -I


un segnale inviato anche da diversi chi- ~~-._ ... • Desidero ricevere il
lometri di distanza via filo. 1 te·ster elettronico Valex e
Qualunque sia il motivo, se si intende far I il libro "fai da te l'elettri-
lavorare il circuito a frequenze più basse cista". Pagherò al posti-
di 4+6 KHz, occorre raddoppiare circa il TESTER ELETTRONICO no lire 46.000 (comprese
Leggero, di dimensioni contenute, spese di spedizione).
numero di spire (sia al primario che al se- con ampio display digitale a 4
condario) con cui è realizzato L1; natural- caratteri ben leggibili, comoda
mente, il filo deve essere proporzional- manopola per selezionare le nome
mente più sottile. È importante che la ba- funzioni, dotato di provatransistor.
cognome
setta venga inserita in apposito contenito-
re, ben chiuso e isolato, per evitare che si FAI DA TE L'ELETTRICISTA via
Libro di grande formato, centinaia
possa venire accidentalmente in contatto di illustrazioni, tutte le operazioni CAP
con la rete luce. passo - passo, testi scritti da
esperti per sapere in pratica come città
lavorare sull'impianto elettrico.
firma
IL RITORNO DELLE VALVOLE

Come si calcola il valore


del guadagno di tensione
di un amplificatore
audio a valvole.
In che modo si ricavano
i dati utili dalle schede
fornite dai produttori.

Il circuito
di un voltimetro
elettronico a
G razie alle cognizioni fin qui acqui-
site, è possibile fornire un esempio
di utilizzo pratico di quanto è stato fi-
valvole per bassa nora esposto, cioè come sia possibile
frequenza: calcolare l'effettivo valore del guada-
l'apparecchio gno di tensione di un generico amplifi-
è ovviamente catore di segnale in banda audio, Preci-
d'epoca siamo che come guadagno s'intende
ma ancora oggi l'aumento di livello dal segnale appli-
estremamente cato ali' ingresso a quello ottenuto in
funzionale uscita; esso viene generalmente espres-
per il guadagno so con la lettera maiuscola G e si ottie-
in tensione ne dividendo la tensione ottenuta
molto lineare all'uscita per quella applicata all'in-
che caratterizza gresso. Esso dipende principalmente
alcuni tipi dalle caratteristiche della valvola utiliz-
di valvole. zata e, in secondo luogo, dal valore de-
gli elementi usati nel circuito.
La valvola scelta per il nostro esempio
è la nota 12 AX7 o ECC 83, un doppio
triodo ad alto , particolarmente indica-
to per applicazioni in bassa frequenza.
Consultando i dati caratteristici ad essa
relativi, troviamo che possiede un note-
vole fattore di amplificazione (), pari,
cioè, a 100, e che la sua resistenza dif-
ferenziale interna (ri) vale 62,5 K2.
Inoltre, i valori tipici di utilizzo forniti
dal fabbricante consigliano di lavorare
con una tensione anodica di 250 volt, a
ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994 -Pag. 52
cui corrisponde una corrente anodica di
riposo di 1,2 mA per una polari zzazione V- V-

negativa di -2 V. Supponiamo, ora, di OFF , 2


usare una resistenza di carico anodico di
47 KQ applicata al circuito; il guadagno


di tensione di quest'ultimo si calcola nel
seguente modo: si moltiplica il coeffi-
ciente di amplificazione per la resi-
stenza di carico anodico: 100 x 47.000 =
4.700.000; tale numero viene diviso,


poi, per quello ottenuto sommando alla
resistenza interna (ri = 62,5 K) il valore
della resistenza di carico anodico 4 7
KO:
Il pannello di comando del voltmetro a valvole non differisce molto
dai tipi modemi se non per le dimensioni molto superiori.
62.500 + 47.000 = 109.500 da cui: È possibile misurare la tensione con numerose sensibilità
diverse e la resistenza.
4.700.000 = 42 9
109.000 ' I dati caratteristici della valvola 12 AX7 (o ECC 83) tratti (in inglese così
come sono) dal catalogo della ditta TUNS-SOL che la produceva.
La sigla WA in aggiunta al codice vero e proprio significa che questa
Questo risultato ci indica che il segnale
valvola è stata prodotta con materiali speciali e selezionata
applicato alla griglia viene amplificato
per un uso particolarmente gravoso.
di quasi 43 volte, come dire che, se alla
griglia è applicato un segnale di 100 mV TIINS-SI.
=0,1V, esso in uscita diventa 4,3 V cir-
ca, essendo: 0,1 x 43 = 4,3. 12AX7WA CHARACTERISTICS
Se, ora, noi portiamo il valore della resi- CLASS A1 AMPLIFIER
stenza di carico anodico a 100 KQ, otte-
PLATE VOLTAGE 250 VOLTS
ni amo all'uscita 6,2 volt, mentre, ele- GRID VOLTAGE -2 VOLTS
vandolo al valore di 150 KQ, otteniamo PLATE CURRENT 1.2 MA.
AMPLIFICATION FACTOR 100 µ
7,5 V e così via. TRANSCONDUCTANCE 1,650 MHOS
Si potrebbe dunque pensare che, aumen- PLATE RESISTANCE 62,500 OHMS
tando il valore di tale resistenza, si pos- SPECIAL TESTSAND RATINGS
sa aumentare anche il relativo guadagno HEATER CYCLING RATING
ALTITUDE 80,000 FEET
a proprio piacere. Le cose, invece, non SHOCK
stanno esattamente così, in quanto,
ali' aumentare del resistore anodico, cre- I
[ or I I I I I I I I I

8/
sce la caduta di tensione introdotta da I '

esso nel circuito di placca: bisogna, per- I I


7
O EACH IBIODE UNIT I
I

ciò, aumentare anche la tensione anodi-


ca, allo scopo di mantenere costante /I -
I

j
- <::)
..._.'/

',
'

quest'ultima al valore di 250 volt, che è


stato precedentemente scelto. General- I I <-,
mente, quindi, non vengono usati valori
di resistenza di carico anodico elevati,
I

I
I
I 7 .9
per non incorrere in conseguenti tensio- J
ni anodiche troppo alte. C'è da dire, I I I { <-,
però, che, orientando la scelta su una I I %7
valvola che presenti una tensione anodi- I I / J %
ca di funzionamento più bassa (ad J I J I I I 7
esempio, usando una ECC 88, si può
scendere fino a 90-80 volt), possono es- I I '
I
r' I
/
'
I
I/
I/ J

V
y
99
I
4
>-

I
/ , Il' t V / 21,4
sere impiegati anche valori piuttosto alti
di resistenza di carico anodico, nell'or- J t Y V t V ./ t / ,,1..~~-
()
I ,,, / t ,,, V V 1,1' / •
dine dei 250 - 270 KO. ,,,
·"' L ...... . I/
L
.....
,/
[f] ]
oL
I [1
È possibile reperire ancora oggi, sia pure
con difficoltà, i manuali di applicazione 100 200 300 400 500
fomiti dai fabbricanti di valvole, conte- VOLT
nenti i dati caratteristici dei tubi da loro Eo IS MAXIMUM RMS VOLTAGE OUTP UT FOR FIVE PERCENT TOTAL HARMONIC DIS ORSION.
T GAIN MEASURED
prodotti, da cui si può trarre la maggior AT 2OVOLTS RMS OUTP UT
FOR ZERO-BIAS DATA, GENERA TOR IMPEDANCE IS NEGLIGIBLE
parte dei dati necessari ali' analisi e alla
progettazione di circuiti valvolari.
»»
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 53
Il GUADAGNO DI TENSIONE
Tra questi manuali sono preferibili quel-
li contenenti i grafici relativi alle fami-
glie di curve, per un motivo molto im-
portante: in essi, cioè, vengono riportate
le caratteristiche di funzionamento tipi-
co, ma queste sono riferite a poche ben
determinate tensioni di alimentazione
anodica.
Con il metodo della detenninazione gra-
fica, invece, si può risalire ai parametri
215, caratteristici riferiti a una qualsiasi ten-
sione d'alimentazione anodica.

n
ca LA VALVOLA 12 AX7
.....
Vediamo come si può realizzare questo
passaggio, riferendoci ancora alle carat-
teristiche della valvola ECC 83 o 12
AX.7: in essa leggiamo che a una tensio-
ne anodica (plate voltage) di 250 V, ot-
o 100 200 250 300 400 500
tenuti polarizzando il tubo con una ten-
sione di griglia (grid voltage) di -2 V,
VOLT corrisponde una transconduttanza di
1.650 µ MHOS = 1,65 mNV e una cor-
Se di una valvola possediamo la relativa famiglia di curve è possibile rente anodica (plate current) di 1,2 mA.
risalire ai dati di utilizzo che ci occorrono con qualsiasi tensione Servendoci delle curve caratteristiche
di alimentazione anodica. Se ad esempio la tensione è di 250 V anodiche, tracciamo una retta orizzonta-
riusciamo tramite i punti A, B e C ad individuare corrente di griglia, le, che parta dal valore di 250 V di ten-
pendenza e transconduttanza. sione anodica, situato sull'asse x, e che
vada a incontrare nel punto A la curva
corrispondente al valore di -2 V di ten-
In questo grafico si esegue un esempio del tutto simile a quello sione di griglia. Servendoci di un righel-
precedente utilizzando però una tensione di alimentazione anodica lo, sarà facile verificare che sull'asse y
di 100 V: tramite il punto A individuiamo la corrente anodica e facendo corrisponde una corrente di 1,2 mA, co-
variare di 1 V la corrente di griglia (B e C) si ottengono due valori che, me si riscontra nei dati pubblicati sopra.
sottratto il più ·piccolo al più grande, danno la transconduttanza. Se , ora, vogliamo ricavare il valore del-
la pendenza o transconduttanza, basta
L. individuare i punti B e C, corrispondenti
a una tensione griglia di -1,5 V e -2,5 V,
mantenendo costante il valore di 250 V
di tensione anodica.
In altri termini, si fa variare di 1 V la
3 tensione di griglia, aumentando e dimi-
u nuendo di 0,5 V il valore di -2 V, a cui
a: ci siamo precedentemente riferiti. Poichè
llJ la transconduttanza non è altro che la va-
$ riazione della corrente anodica conse-
guente alla variazione di 1 V della ten-
S2
--..J sione di griglia, si trova che, in corri-
::::::! spondenza dei punti B e C, la corrente
> anodica vale rispettivamente 0,5 mA e
2,15 mA, per cui la differenza tra i due
1,2 valori (2, 15 - 0,5) ci dà esattamente il
1 valore della transconduttanza, che, in
questo caso, è di 1,65 mNV: tale proce-
dimento è reso comprensibile dal primo
grafico di questa pagina.
Il valore della transconduttanza si può ri-
o 100 200 300 400 500
cavare, come è già stato accennato, con

VOLT
il metodo grafico per una qualsiasi ten- Limiti
sione di alimentazione anodica: nel se- TIPO massimi Capacità in pF I Caratteristiche e funzionamento tipico
c on do grafico proponiamo un altro
esempio, nel quale il procedimento è ri- 12AX7 Per sezione Per sezione Amplificatore in classe A.
ECC83 V = 300 V c, = 1,8 (valori per ogni sezione)
petuto per una tensione di 100 V, a cui
corrispondono circa 1,2 mA/V .
Troviam o anche conferm a della validità
V, =-50%0V
W, = IW
c.
C,. = - 1,9
1,7
V, = l00
v, = - 1
250
-2
V
V
L = 0,5 1,2 m.A
di tale procedimento dal catalogo della
FIVRE, in cui compare tra i dati di fun-
zionamento tipico anche il valore di ten- Ingombro
R - 80
s = 1250
µ = 100
62,5
1000
100
AV•
sione di 100 V. 0=22
Sui manuali dei costruttori di valvole si h=49 Doppio triodo, amplificatore a BF. invertitore
possono riscontrare piccole differenze di Accensione di fase, separatore e multi vibratore in circuiti
dati relativi a tubi con la stessa siglatur a; in serie TV (ogni sezione ha caratteristiche elettriche
i più attenti si saranno sicuramente ac- 12,6 V uguali al tipo 6AV6).
corti, ad esempio, che sui dati caratteri- 0,15 A
stici TUNS-SOL la transconduttanza
Accensione
della 12 AX 7W A a 250 V è pari a 1.650
in parallelo
µ MHOS = 1,65 mA/V, mentre, sui dati 6,3 V-0,3 A
FIVRE, compaiono 1.600 µA/V = 1,6
mA/V. Questa lieve differenza è anche
giustificata dal fatto che la prima è una Un altro produttore di valvole,
valvola professionale, cioè costruita e la FIVRE, ha nel suo catalogo
selezionata per applicazioni gravose e, la ECC 83 (o 12 AX7), in questo
perciò, dotata di caratteristiche migliori caso non di tipo selezionato
sotto molti aspetti, riconoscibile, appun- ma normale. La mancanza
to, dalla siglatura finale W A. della famiglia di curve però
ne rende possibile l'utilizzo
solo con tensioni di alimentazione
SIGLE SPECIALI anodica prefissate (100 e 250 V);
quando (purtroppo accade
I fabbricanti di valvole usavano, dunque, raramente) si può scegliere
diversi tipi di siglature finali allo scopo è meglio optare per una scheda
di definire particolari caratteristiche o delle caratteristiche
selezioni dei tubi. Si possono trovare, che comprenda anche
pertanto, i seguenti simboli: W, W1, la famiglia di curve.
WA, WB, WC; A, A1, S. Essi identifica-
no valvole con prestazioni al di sopra
della media, mentre i simboli SQ (Spe-
cial Quality) o LL (Long Life) garanti-
scono che il tubo è stato costruito con
materiali che ne consentono una lunga
durata, mediamente 10.000 ore di fun- Per una o due
SIGLATURA
DI BASE
I CORRISPONDENTI SIGLATURE
MILITARI OD INDUSTRIALI
zionamento. Presso i rivenditori di mate- siglature
riale surplus o nelle fiere per radioama- commerciali spesso [E81CC = ECC8O1S = CV455 = CV2016 =
tori si possono, poi, reperire valvole co- abbiamo numerose ECC 81 = [CV4024 = CV5I58 = CV5212 = QA2406=
struite per uso militare, che sono caratte- altre sigle 12AT7 QB309 = CK6201 = M8I62 = A2900 =
rizzate da un'ottima qualità di funziona- che corrispondono I B152 = B309 = 6060 = 6201 = 6679
mento, da una grande affidabilità e da alla stessa valvola
strette tolleranze elettriche, poichè dove- (più o meno)
vano consentire l'assoluta intercambia- E82CC = ECC802S = ECCI86 = 6CC4O =
impiegata ECC 82 = CV491 = CV2007 = CV20l1 = CV4003 =
bilità nelle apparecchiature in cui veni-
vano impiegate; esse sono riconoscibili
ad esempio 12AU7 CV4016 = QB329 = M8I36 = B329 =
per la siglatura CV o CK o VT, nonchè dall'esercito inglese 5814A = 6067 = 6189 = 6680 = 7316
piuttosto che dalla
per codice JAN (Joint Army Navy).
Si ritiene, quindi, di fare cosa gradita al marina americana
E83CC = 12DF7 = 12DT7 ECC803S =
e così via: vediamo
lettore riportando una tabella di corri- ECC 83 = CV492 = CV4004 = CV4017 = QB339 =
spondenze tra tubi per uso professionale, 3 esempi. 12AX7 B339 = M8I37 = Z1764 = 5715 = 6057 =
militare e industriale tra i più comuni e 6681 = 6688 = 7025
usati.
Qualche utile indicazione per utilizzare piccoli
motori trifase alimentandoli con la corrente monofase
di rete. Come scegliere il condensatore adatto
ed i tre schemi principali per collegarlo.

Nelle realizzazioni che prevedono lim-


piego di materiale e/o apparecchiature di
recupero, capita spesso di trovarsi dispo-
nibili dei piccoli motori trifase e di do-
verli invece montare in applicazioni per
cui è solamente disponibile la normale
alimentazione di rete monofase. Pensan-
do di fare cosa gradita a molti, anche se
si tratta di argomento non propriamente
elettronico, un nostro lettore, Luigi Pinto
di Isernia, ci ha suggerito queste brevi
note per consentire l'utilizzo di disposi-
tivi facilmente ed economicamente repe-
ribili. Quella di utilizzare motori asin-
croni di tipo trifase con alimentazione
monofase è una pratica che è normal-
mente ragionevole adottare quando si
tratta di macchine di piccola potenza
(potenza nominale Pn < I KW), purchè
si impieghi un condensatore di opportu-
na capacità (ed ovviamente di opportuna
tensione), il cui valore orientativo, per
funzionamento sui 50 Hz standard, si
può ottenere con la seguente formula
empirica:

c-o.m».[??")'

dove C è espresso in µF, Pn in watt, e V


è la tensione di alimentazione monofase

Utilizzando un condensatore
di valore adeguato è possibile
alimentare piccoli motori trifase,
magari di recupero, con
la corrente monofase di rete.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 56


Alcuni
condensatori
adatti per il
collegam ento
con m otori
elettrici
vengono
o 2
O
venduti con
un involucro
pro tettivo
che
perm ette
di usare
il motore
in esterni
o in ambienti
sporchi Nel collegamento a triangolo il condensatore è posto in parallelo
o umidi su una delle fasi; cambiando l'avvolgimento, e quindi la fase,
senza che il a cui è collegato si inverte il senso di rotazione.
componente
si rovini.

regolarmente espressa in volt. Ad esem-


pio, nel caso di un classico motore da 1
cavallo, e quindi di potenza nominale:
o J
O
Pn = I Hp=745 W, alimentato a tensio-
ne di rete nominale, occorre un conden-
satore da:

2
O
C = 0,07 • 745 • (220)
220. =52 µF

Trattandosi pur sempre di una soluzione


di compromesso (anche se del tutto ac-
cettabile), la macchina trifase in queste Nel collegamento a stella il condensatore è unito a 2avvolgimenti
condizioni fornisce circa il 70% della di fase: scambiando il morsetto di alimentazione si ottiene l'inversione
potenza che erogherebbe con alimenta- del senso di rotazione.
zione regolamentare; la coppia allo
spunto si riduce invece di circa il 50%.
I principali schemi utilizzabili, in funzio-
ne delle modalità di collegamento
dell'avvolgimento dello statore sono 3.

SCHEMI DI COLLEGAMENTO
A triangolo: il condensatore è posto in
parallelo su una delle fasi; scambiando
l'avvolgimento (e quindi la fase) su cui è
@
1-
collegato, si inverte il senso di rotazione.
A stella: il condensatore è collegato su
due avvolgimenti di fase, più precisamen-
te tra un morsetto di alimentazione ed il
morsetto che rimarrebbe libero; scambian-
do il morsetto di alimentazione si ottiene
l'inversione del senso di rotazione.
Nel collegamento con centro stella accessibile si separa un avvolgimento
Con centro stella accessibile: tale dispo-
di fase a cui viene connesso in serie l'adatto condensatore.
sizione si può utilizzare separando un
avvolgimento di fase cui connettere in
serie il solito condensatore.
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 5 7
ALTA FEDELTA IN AUTO d

AMPLIFICATORE
LII
I
Alimentazione: +/· 25V
duali 1,5 A per ramo.
Potenza effettiva all'1%
50+50 WATT
Un amplificatore stereo che non ha nulla da invidiare
u
I-
di distorsione:
50+50 W 4 Ohm.
ai costosi modelli commerciali capace di erogare
(/) Sensibilità d'ingresso: 50+50 W su carico di 4 ohm. Il dispositivo prevede,
per O dB 0,775 mV. per l'alimentazione, un convertitore di tensione che
Risposta in frequenza:
20/20 KHz +/-1 dB.
abbiamo presentato nel numero di gennaio
Rapporto S/N: migliore di Elettronica Pratica a pagina 58.
di 80 dB.
Carico ammissibile:
4-8 0hm
Corrente di riposo finali:
150 mA per modulo
Il nostro am plificatore, una volta m ontato, ha dim ensioni piuttosto contenute:
può essere m ontato in un angolo del portabagagli o sotto il sedile.

Piedinatura o polarità dei sem iconduttori presenti nel circuito:


e già abbiamo realizzato il converti-
S tore di tensione, presentato sul nume-
ro di gennaio di Elettronica pratica, è
tra i 12 transistor presenti nel circuito ce ne sono m olti uguali tra loro.

giunto il momento di portare a termine


la nostra opera costruendo il finale di
potenza che ci consente di sentire in auto
la musica non solo con una potenza
enormemente superiore a quella erogata
dall'autoradio ma soprattutto con una
qualità nettamente più elevata. La circui- •
I
tazione adottata per amplificare il segna-
le della nostra autoradio è di tipo com-
plementare simmetrica ovvero si usa una
coppia di finali NPN/PNP, in questo ca-
so darlington, per ottenere con sempli- 1R1-2-3- TR5-6 7R7-8 TR9-10-11-12 DZ1-2
cità circuitale, massima potenza, senza
condensatore di uscita ad alimentazione L1e L2 sono avvolte sulle resistenze R11 ed R12: occorrono
duale. Si è eliminato il condensatore di 10 spire di filo smaltato 9 1mm.
disaccoppiamento in uscita perchè que-
sto componente limita la dinamica e pe- MONTAGGIO
nalizza lo SLEW RATE, parametro im- INDUTTORE
portante per la fedeltà del suono, inoltre SUL CIRCUITO
il circuito funziona in classe AB, per R25-R26 STAMPATO
avere minima distorsione d'incrocio sen-
za però richiedere alte correnti come la
pura classe A. Per semplicità analizzere-
mo un solo amplificatore, essendo l'altro
identico. La discreta potenza di 50 W
RMS è ottenuta con soli sei transistor di
cui TR9-TR I O connessi come amplifica-
tore operazionale discreto, TR9 all'in-
gresso e TR l O sulla reazione di guada-
gno dello stadio. TR7 pilota direttamente
i darlington, con corrente controllata da
9))»

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 59


-- + ' ========-,/MM
R12 t
"E -,, DZ2 =
f c6
rr==JII'=

c._
ENTRATA
sx
I 4
r
P2

±
R2

-- =
-.
T
-- hW
'=
__.., 1----=R 11
TR1
s R7 R13 R15
7
DZ1 I'
;
ENTRATA n+
DX

C13
<p1 iiiiiii CJ
+
R23

t
+
C15
7 C19
I

COMPONENTI Rl3/Rl5. Il regolatore della corrente di


riposo è affidato a P3/TR5, da porre
sull'aletta. Il lavoro del!' amplificatore
R1=R2=R11=R12=39 K Ohm C1=C2=C13=C14= 1F 50V d'ingresso è reso stabile dalla cella di
1/4W 5% elettrolitico filtraggio DZl, C5, ad 8,2V. Rl9 e R20
R3=R4=5,6K Ohm 1/4W 5% c3=C4=1nF 50V ceramico assorbono eventuali extracorrenti deter-
R5=R6=R15=R16=3,3K Ohm C5=C6=22µF S0V elettrolitico minate dal carico o momentanei abbas-
1/4W 5% C7=C8=220µF S0V elettrolitico samenti del valore ohmico di carico do-
R7=R8=15K Ohm 1/4W 5% C9=C10=100µF S0V elettrolitico vuti alle bobine dei diffusori. Ll, avvol-
R9=R10=560 Ohm 1/4W 5% C11=C12=18pF S0V ceramico ta su R25, con Cl9 e R23 ottimizza il
R13= R14=330 Ohm 1/4W 5% C15=C16=C17=C18=47F 100V lavoro dello stadio di uscita in presenza
R17=R18=27 0hm 1/2W 5% elettrolitico di componenti capacitive del carico.
R19=R20=R21=R22=0,33 Ohm C19=C20=220nF 1 00V
3W5% poliestere
R23=R24=1 Ohm 1/2W 5% DZ1=DZ2= diodo zener 1 W 8,2V POTENZA E VERSATILITÀ
R25=R26=10 Ohm 3W 5% "fR1 =TR3=1"1P 142
(vedi disegno) TR2=TRA=TIP 147 Questo stadio amplificatore può essere
P1 =P2=47K Ohm trimmer TR5=TR6=BC337 usato sia in automobile unito al conver-
volume TR7=TR8=BD1'39 titore di tensione oppure in casa con
P3=P4=2,2 0hm trimmer TR9=TR10=TR11=FR12=BC557 semplice alimentatore 220/25+25Vcc
corrente di riposo L 1=L2= vedi testo 150 W. Il carico applicabile è di 4 - 8
Ohm, con 4 Ohm si hanno 50 W, con
otto circa 30. Anche in questo caso è
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 60
PLIFICATORE 50+50 WATI

+
ALTOPARLANTE
Sx

r.
[-v
[]+v

+
ALTOPARLANTE
DX
Lo schema elettrico del nostro Anche la basetta, qui vista
amplificatore è composto dal lato rame nelle sue dimensioni
da due moduli (audio destro reali, è composta da due parti
e sinistro) esattamente identici identiche separate tra loro.
senza alcun punto di contatto La realizzazione, vista
E] -v tra loro. Ovviamente tutti la complessità del circuito,
i componenti sono doppi. va eseguita con estrema cura.

prevista una basetta a circuito stampato i smaltato su un resistore da 10 Ohm 3W. tallo dell'aletta. Questa operazione viene
cui tracciati non sono critici ma si consi- Questo componente viene saldato sopra effettuata con tester in portata ohmica.
glia di non modificarli. Iniziamo col R3 per il modulo destro e R4 per il sini- A questo punto si può saldare tranquilla-
montare i resistori ed il gruppo dei mor- stro. PI e P2 sono potenziometri di livel- mente. Controlliamo attentamente le sal-
setti, poi i due ponticelli presso R3 e R4. lo, possono essere montati sia sul circui- dature, che siano tutte lucide e ben cal-
Sono in commercio piccoli ponticelli to stampato che sul pannello del conteni- de, nessun cortocircuito imprevisto,
delle stesse dimensioni dei resistori da tore. TR7 e TR8 sono montati verticali nemmeno una pista interrotta; se il mon-
1/4 W. Si presentano come resistori sen- ed un poco rialzati dal circuito stampato. taggio si presenta perfetto controlliamo
za codice colore ma solo una righetta ne- Per ultimi si inseriscono TRl, TR2, le polarità dei componenti, regoliamo P3
ra al centro. L'effetto finale è più grade- TR3, TR4 saldando i reofori sulla baset- e P4 a metà corsa, quindi iniziamo a da-
vole che con il solito pezzetto di filo. ta solo dopo aver collocato e fissato i se- re tensione. L'alimentazione viene forni-
A questo punto montiamo i condensatori miconduttori sull'aletta. ta contemporaneamente per il ramo posi-
facendo attenzione agli elettrolitici, tivo e il negativo: uno sbilanciamento
quindi passiamo al trimmer ed ai compo- potrebbe altrimenti danneggiare irrepa-
nenti attivi. Occorre ricordare che TR5 e VERIFICHE E CONTROLLI rabilmente i semiconduttori. Sufi 'uscita
TR6 vanno posti a contatto del!' aletta si connette un resistore blindato da 4
per cui teniamo lunghi i reofori dei tran- Pratichiamo sul dissipatore quattro fori Ohm 50 W. Per ultimo iniettiamo un se-
sistor. filettati M3 alle giuste distanze poi, dopo gnale ali' ingresso. Se possediamo lo
Per un migliore accoppiamento termico sver spalmato di grasso al silicone aletta strumento colleghiamo alJ 'ingresso il ge-
uniamo tra loro TR9 e TRIO, TRll e e transitar, interponiamo il kit isolante a neratore di BF, all'uscita un carico fitti-
TR12 con colla cianoacrilica. La bobina mica e passa vite in teflon. zio a 4 Ohm o ancor meglio un wattme-
Ll-R25 e L2-R26 è realizzata avvolgen- Si bloccano i quattro transistor e si veri- tro digitale e un oscilloscopio.
do una decina di spire di filo da 1 mm fica che i collettori siano isolati dal me- >»)

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 61


LIFICATORE 50+50 WATT
1: un classico amplificatore a stadio singolo è vincolato dalla
alimentazione a12V da batteria; può erogare un massimo di 5-7 W 1
con carico di 42. 2: questo schema di amplificatore a 2 stadi quadruplica
la potenza ottenibile in uscita a parità di tensione d'alimentazione
rispetto al tipo a stadio singolo. ENTRATA
Con questa configurazione (detta a ponte) non si hanno collegamenti
a massa sull'altoparlante. Per aumentare ulteriormente la potenza si può
diminuire l'impedenza di carico incrementando l'erogazione di corrente:
se per esempio con 4Q si hanno 18 W e 3 A di corrente per ramo, con 22
abbiamo 36 We 6A, con 10 72We 12A, con 0,52 144 W e 24 A.

ALTOPARLANTE
2
Controlliamo, regolando il segnale d'in-
gresso, la potenza sul wattmetro e la si-
ENTRATA 'U nusoide in uscita. Non appena si verifi-
cano squadrature dell'onda siamo giunti
al clipping, massima potenza ottenibile
dallo stadio. Regoliamo ora P3, poi P4
per avere un consumo a vuoto di 150
mA per ramo. Se non possediamo un ge-
SFA SAT0RE 180° neratore BF connettiamo all'uscita un
diffusore a 4 Ohm 50 W; all'ingresso il
segnale PRE OUT dell'autoradio. Rego-
liamo P3 poi P4 per avere 150 mA di
consumo a vuoto per ramo. Ora non re-
sta che la prova "ad orecchio". Per faci-

Schema pratico dell'amplificatore 50+50 W in dimensioni reali.

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 62


AUTORADIO
sx 9.a..
, @0
. )
+ AMPLIFICATORE
CONVERTITORE

L
H]·
~~ eNrRAnA
ENTRATA I'
I
I

w.go 4fjen
P1
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I

~ DX --
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~ . l 0 ALMENTA
ALNENTAZIONE
ZIONE I

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ta
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ALIMENTA ZIONE
4.m
- "' 0 + ENTRATA
.
I • ~

~ 2,5A
oso!jeP2 [
sx [, ~
+TollHl
+ [)
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= -==- 1 e+aLr.
ALT. SX
SX
I

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USCITA ?
Q
hll-
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11
Il- ir
~ - s _ ... ~ I
)= - : ALIMENTAZIONE"
& 0 ALIMENTAZIONE 11
Il++
- s
- - .. -====-( C::::, r=""
2,5A
l .._

~om-~~r
1 collegamenti tra
O. convertitore di tensione
AL TELAIO e amplificatore e dei due
AUTO ,-f RELE'12V·25A dispositivi con l'autoradio e
l'impianto dell'auto è bene
interporre alcuni fusibili
20A di protezione e un circuitino
wvr± O
Y; che consente l'accensione
ACCENSIONE e. • l
contemporanea del sistema
AUTORADIO +12/ +12V con l'impianto HI-FI.

litare la messa a punto dei due moduli di "antenna automatica" dell'autoradio: si Schema a blocchi del nostro
potenza, le alimentazioni sono completa- connette il filo al + del relè di alimenta- sistema amplificatore •
mente separate tra loro. Si alimenta un zione. Le connessioni tra autoradio ed convertitore: ovviamente
modulo alla volta, per tararlo àgevol- ingressi dell'amplificatore debbono es- con l'alimentazione a 25 volt
mente. Anche per gli amplificatori si sere schermati. Non dimentichiamo i fu. è possibile ottenere potenze
consiglia un box in alluminio con aletta sibili. L'alta corrente del convertitore notevoli. L'ingresso di BF,
esterna, con forature per i controlli e ca- potrebbe causare seri guai in caso di prelevato dall'autoradio, non deve
vi vari. È consigliabile usare due box se- cortocircuito. essere amplificato: di solito
parati per convertitore e amplificatore Attenzione: un prolungato uso a motore l'apposito attacco riporta
per evitare interferenze di commutazione spento scarica notevolmente la batteria. la dicitura PRE OUT.
sull'audio.
Nell'apposito disegno sono rappresenta-
te tutte le connessioni relative al proget- ALTOPARLANTE
to: raccomandiamo di usare filo da 2,5
mmq per le alimentazioni degli amplifi- +25V
+12V
catori e 5 mmq per l'alimentazione a
12V del convertitore. Nello stesso dise- CONVERTITORCI e V l.1MPLIFICATORE
gno è mostrata la connessione del relè di
accensione automatica del convertitore. MASSA -25V
Utilizzando questo apparecchio con sor-
genti amplificate, come autoradio con fi-
nale incorporato da 5 W, occorre porre
in parallelo agli ingressi BF un resistore
da 100 Ohm l/2W. Per avere l'accensio-
ne automatica serviamoci dell'uscita
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 63
CREPUSCOLARE
DOPPIA FUNZIONE
-- R2
a RL
ll circuito di
questo -# -- --,I ±
~
crepuscolare Dy I 12V
è estremamente I
semplice ma I
allo stesso tempo
R1 I
molto funzionale. I
I due led servono I
I
per segnalare
che il dispositivo
I
è sotto tensione
I
(il DLR) e per I
Il crepuscolare si può montare indicare se I
in una normale scatola portafrutti, il relé è eccitato U __ I
del tipo stagno per estemi se si (DLV).
intende sistemarlo in giardino.
Occorre lasciar affiorare dalla
scatola la fotoresistenza.
Anche se ho solo dieci anni. già da
qualche tempo mi diletto con l'elettro-
12V nica, e qualche volta riesco a progettare
Il dispositivo e costruire qualche circuito elettrico ed
€ ha un ingombro
molto limitato
elettronico. Per esempio, il circuito che
ho pensato di presentare, realizzato con
anche se viene l'aiuto del babbo, serve per chiudere e
montato su un aprire un piccolo relé a basso assorbi-
qualsiasi mento mediante l'utilizzo di un fotore-
supporto sistore o fototransistor. La grossa varia-
isolante. La zione di resistenza che si verifica in
fotoresistenza questo componente fra la piena illumi-
va scelta di nazione ed il buio consente di far ecci-
dimensioni più tare il relé di giorno, il quale chiude uno
ampie possibili scambio, e di lasciarlo diseccitare di
in modo che notte, chiudendo l'altro scambio: in tal
sia in grado modo, la commutazione automatica del
di pilotare relé consente di ottenere due funzioni
il relé senza che è possibile sfruttare secondo le esi-
amplificazione. genze del caso. Uno dei due LED pre-

ELETTRONICA PRATICA- Febbraio 1994- Pag. 64


Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,

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che non impieghi più di 1
componenti elettronici.
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±#t#A##s le realizzazioni (una breve
spiegazione, qualche
disegno ed una foto tessera
dell'autore} devono essere
inviate a
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a tutti i partecipanti sarà Il kit per saldatu ra in valigetta
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migliore verrà pubblicato e raschietto, appog gio per saldat ore e
punte di ricamb io.
premiato con uno stupendo
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zione ed alle caratteristiche dello specifi-


OSCILLATORE co transistor montato, R2 può subire va-
AL QUARZO riazioni fra 4,7 e 15 KO. La tensione di
alimentazione non é affatto critica, po-
Bartolacci Giacomo di Lucignano Per eseguire esperimenti di vario tipo può tendo essere scelta, secondo comodità.
(AR) è il vincitore di questo mese essere utile un oscillatore a quarzo in gra- fra 6 e 14 Vcc. L'uscita, oltre ad essere
del bellissimo kit di saldatura do di funzionare su una gamma piuttosto sostanzialmente sinusoidale, rimane an-
Valex: un bel risultato per un vasta di frequenze, diciamo da 1 a 20 che sulla frequenza fondamentale del
ragazzo di soli 10 anni. MHz. Dovendo essere di impiego genera- quarzo.
le dovrebbe essere del tipo sinusoidale (e Il circuito può essere sistemato dentro un
non dei tanti tipi ad onda più o meno qua- adatto scatolino, su cui vanno piazzati
NTI dra). Ha risolto egregiamente questo pro-
blema Valerio Gatti con una realizza-
uno o più zoccoli per cristalli di vario ti-
po, nonché una presa del classico tipo fo-
R1=R2= 5602 - 0,5W
zione semplice e funzionale. no RCA, cui collegare il cavo d'uscita
DLR=LED rosso
È previsto l'impiego del vecchio ma sem- che a sua volta va al dispositivo di rivela-
DLV= LED verde
pre efficace transistor 2N2222. Il tipo di zione o visualizzazione.
RL= relé a bassa corrente da
oscillatore è un Colpitts, e non presenta
12 V (o anche 9)
necessità di regolazione di alcun circuito
FR=Fotoresistore
accordato; tuttavia per meglio adattarlo FISCHIO
alle varie possibili tensioni di alimenta-
senti (DLR) serve come una pura e
semplice spia per segnalare che il cir- C1 = 22pF
DALL'ALTOPARLANTE
cuito è sotto tensione di alimentazione, C2=47 pF
l'altro LED (DLV) indica se il relé è Luciano Brocchetti appassionato di
c3= 0,1 µF (ceramico)
eccitato oppure no. La tensione di ali- modellismo con qualche esperienza in
c4= 22pF
mentazione è la classica 12 V; certi elettronica ha realizzato un dispositivo
CS= 10 µF - 25V (elettrolitico)
relé estremamente sensibili riuscireb- che, premendo un pulsante fa emettere
R1=22K2
bero a scattare a 9 V, a patto che abbia- un fischio da un piccolo altoparlante; il
R2=10KO
no un'elevata resistenza di bobina a pa- "fischiatore" funziona a 6 come a 12V.
R3=470 2
rità di tensione (bassa) di scatto. Il foto- Il circuitino è un classico multivibratore
R4=100 2
resistore FR va scelto di dimensioni le realizzato con un paio di transistor fra i
TR1=2N2222
più grandi possibili, in modo che esso più facili da reperire (forse già nel cas-
risulti adatto a pilotare direttamente il setto di chi si diletta un po' di elettroni-
relé senza l'interposizione di alcun am- ca); possono naturalmente essere usati
plificatore. Il montaggio può essere altri tipi, purché equivalenti diretti, in
realizzato su una qualsiasi piastrina iso- quanto almeno uno dei due deve poter
lante, su cui vanno posizionati gli an- e dissipare un pochino di potenza.
coraggi necessari che servono sia per i Se la nota che si ottiene non fosse di gra-
collegamenti con l'esterno sia per il po- dimento per la particolare applicazione,
sizionamento dei pochi componenti. basta intervenire sul valore dei due con-
densatori C2 e C3: aumentando la capa-
)))»

ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994 - Pag. 65


tensione sono precisi a più o meno qual-
che percento, se si vuol verificare con la
massima precisione il valore delle ten-
sioni ottenute occorre un controllo preli-
minare all'uscita dell'integrato (cosa fat-
tibile se si ha qualche conoscente in un
laboratorio accessibile e dotato di un
voltmetro di buona precisione); dopo di
che il dispositivo può risultare utile an-
cità, la frequenza si abbassa, e viceversa. campione, entrambi apparecchi costosi che per la calibrazione di altri strumenti.
L'altoparlante da 162 consente di otte- e di difficile reperibilità.
nere un buon rendimento da un circuito Il primo elemento di cui va tenuto conto
è che un calibratore serve solamente
così semplice, senza sovraccaricare il
transistor TR2. qualche volta nella vita, e quindi (per INIETTORE
A proposito del quale, se esso si scalda
in modo da non poterci tenere un dito, è
chi non abbia a che fare con un grosso
laboratorio fortemente attivo) occorre
DI SEGNALI
bene applicarvi un piccolo radiatore di attrezzarsi con uno strumento semplice Solo 7 sono i
calore del tipo a stella ed economico. componenti
Su questa base, il circuito che ha realiz- utilizzati per il
zato il nostro lettore, semplice ma effi- piccolo ma
ciente, ha appunto lo scopo di mettere a funzionale

t
disposizione un certo numero di tensio- iniettore di
ni continue, partendo da una tensione segnali.
sui 30 V; considerando l'impiego limi-
+ tato del dispositivo, questa tensione può
6:12V
e CT essere temporaneamente ricavata da un
accrocchio di alcune pilette (per· esem-
pio, 4 da 9 V in serie). Dovendo realizzare un iniettore di segnali
Con questo valore di tensione, si può ri- a BF, con onda rettangolare, molto picco-
cavare, con un normale stabilizzatore, lo, e funzionante con una sola piletta da
una tensione ben fissa sui 24 V; gli altri 1,5 V, Alberto Mellini ha pensato di uti-
C1= 100F - 16 V (elettrolitico) lizzare un tipo di integrato capace di fun-
C2=C3= O, 1 uF (mylar o zionare a tensione così bassa, ed è un LM
policarbonato) 3909. Oltretutto, questo integrato fa quasi
+24V
R1=220 KO tutto da solo, tant'è vero che, come si ri-
R2=4700 2 cava dallo schema elettrico, i componenti
R3=22 KO .10V che servono per completare il circuito so-
R4=100 Q no ben pochi.
TR1=TR2=2N1711 La frequenza di lavoro dipende dai valori
AP=Altoparlante 16 Q di R 1- R2 e C 1 ; il controllo vero e proprio
P1 = Pulsante normalmente è ottenibile regolando R2: è consigliabile
aperto. +01V tarare una volta per tutte sulla nota che ri-
R4
sulta più gradevole attorno ad 800±1000
Hz. La realizzazione pratica va impostata
CALIBRATORE COM
secondo esigenze dimensionali.
DI TENSIONE C1 = 0,1µF (ceramico)
e 1 = 220.000 pF
c2= O, 1 µF (ceramico)
Il nostro lettore R1 = 1400 2- 1% C2 = 10.000 pF
ha realizzato R2 = 900 2- 1% C3 = 0,1F
un utile R3 = 902-1% R1 = 2,2 kO
dispositivo R4 102-1% R2 = 1 0 kQ (trimmer)
per controllare R5 = 100 2-5% R3 = 10kO
la precisione IC1 = 7824 IC1 = LM 3909
degli
oscilloscopi. valori, dato che l'ingresso dell'oscillo-
scopio non assorbe corrente, si possono
ottenere con una serie di resistenze di- R1 ICI

.1
C2
Luigi Fiaschi ha acquistato, sul mercato sposte in modo da realizzare un partitore
del surplus e usato, un oscilloscopio di
discrete caratteristiche e di buon funzio-
resistivo multiplo.
Per essere sicuri della precisione dei va- ft. .l_CJ
o
1,5y

namento; gli restava però da controllare


la precisione della scala dell'amplifica-
tore verticale, che parte dalla e.e.
lori ottenuti, occorre adottare resistenze
al 1 % di tolleranza, ed Rl deve essere da
1/2W, mentre le altre vanno bene da 1/4
n [I ci
R3
( )U

Per questo gli serviva un calibratore di di watt.


tensione, o un generatore di tensioni Considerando che i normali regolatori di
ELETTRONICA PRATICA - Febbraio 1994- Pag. 66
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DISTRIBUZIONE A.&G. marco, 33 Inserto: carica, scarica e capacità
Via Fortezza, 27 -20126 Milano
tel. 02/2526. 38 Due fili per quattro relé
Tutti i diritti di proprietà artistica
e letteraria riservati. I manoscrit-
ti, i disegni e le fotografie, anche
46 Polarizzazione alla griglia
se non pubblicati non si restitui-
scono. La rivista ELETTRONICA 50 Variatore di giri per minitrapani
PRATICA non assume alcuna
responsabilità circa la confor- 56 Far musica senza suonare
mità alle vigenti leggi a norma di
sicurezza delle realizzazioni. 64 W l'elettronica
EDIFAI • 15066 GAVI (ALI 67 Il mercatino

Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE


responsabile: Dino Ferretti tel. 0143/642492 UFFICIO ABBONATI ·Tel. 0143/642232
Massimo Casolare
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Direttore esecutivo: AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
Carlo De Benedetti Redazione: tel. 0143/642398 con decorrenza
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Progetti
Dario Ferrari PUBBLICITÀ può essere richiesto A DOMATE VI
Piergiorgio Magrassi Multimark anche per telefono
e realizzazioni: Antonella Rossini tel. 02/89500673 PER TELEF0NO
Corrado Eugenio Gianluigi Traverso 02/89500745
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 1
ELECTRONIC N EWS
TELECOMANDO VOCALE
La macchina che riconosce la voce è diventata una realtà
anche per l'uso casalingo. La Philips ha prodotto un tele-
comando col quale si possono dare a voce le istruzioni al
televisore, al videoregistratore, ai vari apparecchi di ri-
produzione audio. Il Voice commander, questo è il suo
nome, è stato progettato per comprendere i fonemi di
cinque lingue europee, cioè i "mattoni" con cui sono co-
struiti i suoni caratteristici delle lingue stesse. Una volta
acquistato l'apparecchio, occorre ripetere alcune parole
prestabilite; solo in questo modo esso è in grado di rico-
noscere il timbro caratteristico della voce di chi lo utiliz-
za. Dopo questa fase di istruzione il telecomando può ri-
spondere a comandi vocali del tipo "Raiuno" o "uno" per
sintonizzare il televisore su questo canale, oppure, nel
caso del videoregistratore, "avanti", "indietro", "stop" e
anche "sabato 5 marzo, canale due, inizio venti e quaran-
ta, fine ventidue e trenta" per programmare con estrema
facilità le registrazioni. Verrà commercializzato in Italia
tra breve a circa 250.000 lire. Philips (20124 Milano -
P.zza IV Novembre, 3- tel. 167/820026 numero verde
gratuito).
BROMOGRAFO IN VALIGIA
Esiste un praticissimo apparecchio studiato appositamente per realiz-
zare in breve tempo molti circuiti stampati con la tecnica della fo-
toincisione senza la necessità di lavorare al buio. Tutto è contenuto
in una valigetta: sul coperchio viene posto il "master", ad esempio
fattò su carta lucida da disegno, che viene illuminato da una serie di
quattro tubi ultravioletti da 15 W. Chiudendo la valigia il master ade-
risce perfettamente alla basetta grazie ad un cuscino in neoprene e
viene proiettato sulla superficie ricoperta di qualunque materiale sen-
sibile alla luce (l'apparecchio si chiama bromografo perché il bromo
è la sostanza di base di tali materiali). E' possibile anche stampare
circuiti a doppia faccia esponendo prima un lato e poi l'altro oppure
realizzare un positivo da un negativo e viceversa. L'interruttore del
sistema di illuminazione è posto ali' esterno e quindi durante l'uso
non c'è alcuna necessità di indossare occhiali protettivi. Un timer
elettronico consente di ottenere tempi di esposizione da O a I O minu-
ti. Le dimensioni esterne dell'apparecchio sono 50 x 45 x 17 cm,
mentre la superficie utile di esposizione è di 25,5 x 38,5 cm. Il suo
peso è di 13 Kg, viene alimentato dalla rete a 220 V e assorbe 80 W
di potenza. Lire 500.000. Nuova Delta Elettronica (27022 Casorate
Primo - PV- Via Vittorio Emanuele II, 55-tel. 02/90097510).

IL BLOCCA TV
Il Tv Meter è un dispositivo già in vendita negli USA che serve per evi-
tare ai bambini di guardare troppa TV ma anche per consentire ai "tele-
dipendenti" cronici di curarsi. Inserito fra la presa di corrente e la spina
di alimentazione del televisore, può essere programmato per limitarne
l'utilizzo. Ciascun componente della famiglia ha un proprio codice con
il quale, attraverso una tastiera o una specie di carta di credito, può ac-
cendere l'apparecchio. A questo punto scatta un timer e, finita la "quo-
ta" programmata di TV giornaliera oppure settimanale, l'apparecchio si
spegne. Si possono anche recuperare i minuti risparmiati durante la set-
timana e reinvestirli in quella successiva. In Italia, per ora, non é ancora
commercializzato.
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 2
ELECTRONIC N EWS
MUSICA
DIGITALE
DAL SATELLITE
Oltre ai programmi televisivi oggi è possibile ricevere dai satelli- della Philips, collegabile ai moderni apparecchi Hi-Fi, è adatto al-
ti, grazie ai nuovi sintonizzatori digitali, anche trasmissioni ra- la ricezione di questi nuovi canali di trasmissione e consente una
diofoniche di altissima qualità e prive di interferenze. Sono diffu- scelta fra 15 generi musicali diversi. E' progettato per rendere
se con la tecnica digitale, la stessa cioè dei Compact Disc, dei mi- semplici al massimo le impostazioni dei programmi e nello stesso
ni-dischi, delle nuove cassette digitali (DCC). La rete europea di tempo per garantire livelli di ricezione ottimali. Oltre ru program-
trasmissioni radio satellitarie (DSR, Digital Satellite Radio) offre mi diffusi da satellite può anche ricevere quelli in FM e AM. Tut-
una vastissima gamma di stazioni già preselezionate. Questo si- te le operazioni di sintonizzazione e di programmazione possono
gnifica che è possibile scegliere un genere di musica e l' apparec- essere eseguite e controllate con il telecomando. Prezzo non co-
chio presenta sul display tutti i programmi che la stanno diffon- municato. Philips (20124 Milano- P.zzd IV Novembre, 3 - tel.
dendo in quel preciso istante. li sintonizzatore digitale FT 950 167/820026 numero verde gratuito).

LO S€CARICABATTERIE
Alcuni tipi di batterie ricaricabili usate nella telefonia possono es-
sere danneggiate da una ricarica non effettuata correttamente.
Per garantirne la continua efficienza è stato realizzato un apparec-
chio che prima di ricaricare una batteria la scarica completamen-
te, evitando così gli effetti dannosi delle ricariche non controllate.
E' alimentabile sia a 12 che a 220 V ed è adatto per i pacchi batte-
rie degli apparecchi Yaesu, Icom, Kenwood e Standard.
Lire 142.000. Marcucci (20129 Milano - Via F.lli Bronzetti, 3
tel. 02/95360445).

SALDA PIÙ FACILE


CON LA CAMPANA
Vale sempre la pena di ricordare che nell'elettronica sia profes-
sionale che hobbistica è importantissima la scelta di un buon sal-
datore. Una saldatura per essere fatta a regola d'arte deve soprat-
tutto essere resistente, duratura e anche precisa. La forma di un
classico saldatore a stilo sembra contrastare col requisito di preci-
sione, perchè l'impugnatura è abbastanza lontana dalla punta per
evitare che la stessa si surriscaldi. Oggi esiste un tipo di saldatore
in cui questo problema è stato risolto. E' molto corto, lo si impu-
gna come una penna, cioè in modo più naturale, e quindi si può
lavorare con maggiore precisione. Il tutto grazie ad un'impugna-
tura realizzata con una forma particolare a campana che permette
la dissipazione del calore. Esistono ben quattro versioni di questo
nuovo tipo di saldatore, tutte alimentate dalla rete a 220 V. Si par-
te da quello denominato TOP 15 con una potenza di 15 W, una
temperatura massima di 270 gradi e 37 grammi di peso; esistono
poi il TOP 20 e il TOP 30, rispettivamente con 20 e 30 W di po-
tenza, temperatura massima 320° e 370° e peso quasi eguale (42 e
45 grammi). Il più potente è il TOP 50, con 50 W di potenza, una
temperatura massima di poco superiore agli altri modelli e un pe-
so di 60 grammi. A partire da lire 45.000. Elto (10094 Giaveno
TO- Via Sabbioni, 15- tel. 011/9364552).
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 3
FERMODELLISMO

LUCI IN CARROZZA
A TRENINO FERMO
Un alimentatore per tenere illuminati gli interni
delle carrozze passeggeri anche quando il convoglio
è fermo rendendo così più realistico il nostro plastico
ferroviario. Il circuito si compone di un oscillatore
di potenza che alimenta i binari con una tensione
alternata quadra di qualche KHz.
Affinché il circuito sia caratterizzato da
una certa compattezza è necessario che
i componenti siano piuttosto ravvicinati:
la basetta a circuito stampato è indispensabile.
L'unico componente da autocostruire è L1.

a non molto tempo sono disponibili Lo schema evidenzia i collegamenti necessari tra
D presso i negozi di modellismo di-
spositivi da connettere ai binari che
il regolatore di trazione e il nostro alimentatore per la luce
delle carrozze e dei due dispositivi con i binari del plastico.
rendono possibile l'alimentazione delle
carrozze anche quando il treno é fermo,
quando perciò non vi é tensione conti-
nua sui binari.
Questi apparecchietti, commercializzati
alle stesse ditte costruttrici dei trenini,
hanno alti costi per cui vale la pena di
tentare lautocostruzione.
li mercato offre differenti tipi: i più
semplici, da considerarsi però ormai
obsoleti, incorporano un rudimentale
·•-·ibratore elettromeccanico" (simile ad
relé posto in eccitazione e diseccita-
tone continua) che vibra a circa 500
ltri sono elettronici e di poco si di-
scostano dal circuito che proponiamo ai
ori.
Il cablaggio é semplicissimo e la realiz-
azione senza problemi.
circuito é composto da un alimentato-
trasformatore abbassatore di re-
:tdrlrizzatore e filtraggio capacitivo:
nta si hanno circa 16 V in assenza
o. Tramite Rl,C2,DZ2 viene sta-
tensione per alimentare l'in-
»»
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Paa
T1

12V 4 5 6 1 7I I
220V 13 IC1 I ==
3t=

+ DZ2 7 8 9 12 2E

O)c
R3 R L1

DZ1 DZJ

O)o

+ +
- E
CJ
l[]
I]k
c
+

Schema elettrico dell'allmentatore per luci carrozze: gli spezzoni


di circuito in alto sinistra 'Indicano come collegare alle uscite "a", "t" e "c"
le luci del convoglio e Il regolatore di giri.

--------------- ~--- -- - --- -

COMPO
R1 = 150 O 1/2 W
R2 = 82 O
R3 = R4= 470 O
RS = 82 O
1111 R6 = 1 KO
R7 = 1 O KO trimmer multigiri
cermet


C1 = 1000 µF 25V
(elettrolitico)
C2 = 100µF 25V (elettrolitico)
C3 = C4 = 1 0OOµF 25V
(elettrolitici) posti in antiserie
C5 = 10nF
C = 1 µF poliestere miniatura 5
mm

Tra i com.ponenti necessari


alla realizzazione del nostro
alimentatore l'unico
da autocostruire è L1.

-__-aONCA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 6


LUCI IN CARROZZA
cs A TRENINO FERMO
ll-

R6 R7 Schema pratico
del circuito. Dato che
i componenti sono
montati molto
ravvicinati occorre
REGOLATORE prestare attenzione
all'ordine
di inserimento:
prima i più piccoli
poi i più grandi.

LP

EP
VETTURA !
i La basetta a circuito
stampato, qui vista dal lato
rame nelle sue dimensioni
reali, non dovrebbe
presentare grosse difficoltà
di realizzazione.

ENTI
IC1 = CD4047
P1 = 4x1 N4002
DZ1 = DZ3 = Zener 1,5V 1/2 W
DZ2 = Zener 12v 1/2 w tegrato oscillatore ICI, un CD4047, a ne. Senza questi componenti potrebbe
TR1 = BD 677 12 V a tecnologia C/MOS. Si sfrutta verificarsi il mantenimento in condu-
TR2 = BD 678 l'uscita al pin 13 non servendo le uscite zione di uno o entrambi i transistor.
L 1 = vedi testo per push pull I0-1I (a questo proposito C3 e C4 bloccano la componente nti-
T1 = trasformatore 220/12V 1 A ricordiamo l 'inverter per amplificatori nua in uscita.
F1 = fusibile 0,2A in auto presentato nel numero di gen-
S1 = interruttore di rete naio 94). La frequenza di oscillazione é
LP = lampada pisello 0,5/1W determinata da R6, R7 e C5; essendo I COLLEGAMENTI
12V RS regolabile possiamo ottimizzare il
M = motore del locomotore lavoro di tutto lo stadio verificando la in uscita vi sono tre connessioni. una di
Reg = regolatore di trazione condizione in cui la lampadina delle massa comune(c) da connettere al bina-
commerciale o autocostruito carrozze si illumina maggiormente. rio (generalmente per convenzione. di
L'uscita in frequenza di ICI alimenta destra, frontemarcia); la "a .. va collega-
alternativamente una coppia di Darling- ta all'altro binario.
ton complementari. R3 e R4 limitano il L'alimentatore per la trazione del treni-
pilotaggio degli stessi semiconduttori no si collega tra "b" e "c"; la tensione
mentre R2, R5 e gli zener proteggono le continua passa attraverso Ll, un'impe-
basi dei finali bipolari e ne favoriscono denza di blocco che evita autooscilla-
lo spegnimento durante la commutazio- »»
ELETTROI\IICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 7
LUCI IN CARROZZA A TRENINO FERMO
zioni del variatore di tensione inserito zoccolo di protezione per ICI e di non levisori e computer. L'apposito schema
nell'alimentatore per i motori dei treni- invertire i componenti polarizzati o dal chiarisce il cablaggio tipo tra alimenta-
ni. posizionamento obbligato. Utilizziamo tore, trazione, illuminatore per carrozze
A questo proposito pubblicheremo un morsettiere a vite per i collegamenti a e binario ferroviario.
alimentatore regolatore modulare per filo. L'unico componente da realizzare Ricontrolliamo con massima cura e pre-
più treni nel prossimo numero di Elet- é LI da avvolgere su toroide da 2cm di cisione tutti i cablaggi, il montaggio dei
tronica Pratica. diametro esterno in ferrite, facendo un componenti, le saldature e, perché no,
In linea con le vigenti norme an- solenoide di circa 50 spire di filo da le piste dello stampato: la sbavatura é
tinfortunistiche europee si consiglia di 0,6 mm smaltato. sempre in agguato!
collegare la terra di rete alla massa zero La bobina non ha verso di inserimento Scongiurato l'errore connettiamo
volt del circuito (punto c). e non é assolutamente critica. all'uscita una lampadina pisello dal W
Sulle carrozze non è più possibile con- Fissiamo il toroide al circuito stampato 12 V con in serie un condensatore da
nettere le lampadine in miniatura da so- con colla rapida o silicone. Per TRl e luF tra le uscite "a" e "c" ; regoliamo
le ma é necessario porre in serie un TR2 occorre prevedere due dissipatori R7 a circa metà corsa quindi diamo
condensatore da lF per ogni carrozza. di piccole dimensioni con semplici alet- tensione di rete. La lampadina si ac-
L'alimentatore sopporta circa 20 lam- te ad "U" in alluminio. cende subito.
padine da l/2W, 8-12V. Colleghiamo le uscite sul tracciato dei
Dopo aver realizzato la basetta (si con- binari e inseriamo le carrozze ferrovia-
siglia il metodo per fotoincisione o di- IL COLLAUDO rie con lampade e condensatore, infine
segno a pennarello) si fora il circuito la motrice.
stampato con trapano di precisione Il circuito é preferibile sia racchiuso in Regolando R7 si può notare che dimi-
quindi si montano i componenti meno una scatola schermata perché essendo nuendo la frequenza, pur restando ac-
fragili, infine i semiconduttori, i diodi e un oscillatore di potenza potrebbe pro- cese le lampade, il motore del locomo-
i transistor di potenza. Ricordiamoci lo vocare disturbi ad apparecchi radio, te- tore anche se fermo "ronza"; regoliamo

I due transito, di potenza TR1 e TR2 vanno accoppiati


ad altrettanti dissipatori: non è necessario usarne
di grosse dimensioni (come quello illustrato nella foto)
anzi montandone di più piccoli si possono coricare
i transistor sulla basetta rendendo più compatto
il dispositivo.

La presenza di una corrente alternata sui binari


consente di alimentare, oltre alle luci della carrozza,
anche altre segnalazioni luminose da predisporre
lungo il percorso; è sufficiente prevedere un circuitino
come quello illustrato.

LED

1N4001

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 8


definitivamente R7 per non udire alcun
rumore elettrico dalla motrice. La ten-
sione alle lampade é di circa 8 V in cor-
rente alternata, con lampade da 12 V il
realismo é massimo. Il circuito durante
il funzionamento emette di norma pa-
recchio calore.
Questo sistema é incompatibile con im-
pianti ferm odellistici in corrente alterna-
ta e non permette la commutazione delle
luci di marcia dei convogli. L'eventuale
cortocircuito sui binari non determina la
bruciatura dei finali ma solo un notevole
riscaldamento di C3, C4. A vere tensione
alternata sempre disponibile sui binari
oltre a permettere l'illuminazione delle
carrozze rende possibili collegamenti a
piccoli segnali, contatti attivi e così via.
Insomma si tratta di una piacevole rea-
lizzazione che fa risparmiare parecchi
quattrini, visti i prezzi dell'elettronica L 1 si realizza con 50 spire di filo smaltato da 0,6 mm avvolte
per modellismo, e poi non c'é paragone: su un nucleo toroidale in ferrite del diametro esterno di 2 cm.
il "pezzo" costruito con le proprie mani La bobina non ha verso di inserimento e non è assolutamente critica.
è sempre migliore.

ELETTRONICA E FERMODELLISMO
Un plastico per trenini elettrici è una vera e propria ope- ziona in tutti i suoi dettagli occorre prevedere dispositivi
ra d'arte in cui ogni particolare è studiato per rendere di comando separati per i vari locomotori, alimentatori
più realistico l'insieme. Questo comporta un gran lavoro per le luci delle carrozze, per i passaggi a livello, per gli
di ambientazione per così dire "paesaggistica" e un lar- scambi e così via fino a formare una vera e propria cen-
go impiego di dispositivi elettronici che consentano di co- tralina elettronica di controllo. Visti i prezzi esorbitanti
mandare tutte quelle funzioni normalmente presenti nelle ( assolutamente non giustificati dalla componentistica e
reti ferroviarie. Nel caso più elementare di un plastico dalla tecnologia utilizzata) di tali dispositivi è estrema-
con scambi di tipo meccanico e un 'unica alimentazione mente conveniente autocostruirseli e proprio per questo
(tutti i convogli si muovono contemporaneamente alla motivo al circuito presentato in queste pagine ne segui-
stessa velocità) basta un alimentatore con regolatore di ranno altri a partire dall'alimentatore modulare per più
potenza ma poi man mano che la realizzazione si perfe- trenini che troveremo nel prossimo numero.

I dispositivi elettronici che alimentano e controllano i plastici fermodellistici hanno costi elevatissimi
non giustificati dai loro circuiti interni la cui realizzazione è alla portata di tutti.

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994-


PER CAPIRE

L'ENERGIA
DENTRO LE PILE Un ritorno alle origini dell'elettronica
per non dimenticarsi mai il principio di base
su cui si fonda questa scienza.
Vediamo come funzionano le fonti di energia
più usate cioè pile ed accumulatori.

eletta (perché no), dove in genere si


L e basi dell'elettronica sono profon-
damente radicate nell'elettricità,
anzi sono l'elettricità; è quindi da que-
lia viene effettuata nelle case a 220 V.
In altre parole, chiudendo un contatto
elettrico mediante un interruttore, gli
sfrutta quel tipo di generatori che va
sotto il nome di batterie, e che tutti più
sta che dobbiamo partire. apparecchi utilizzatori vengono colle- o meno conosciamo.
Se accendiamo una lampada, o il tele- gati, tramite l'impianto di distribuzio- Naturalmente, le dimensioni, la tipolo-
visore, o il ferro da stiro, altro non fac- ne, a dei generatori di energia elettrica: gia e la potenza di erogazione dei ge-
ciamo che creare un collegamento di- questo può valere per l'ambiente do- neratori di elettricità possono essere
retto di questi apparecchi alla rete-luce mestico, come negli esempi iniziali ci- estremamente diverse da caso a caso;
domestica, cioé all'impianto di distri- tati, o per l'impianto di bordo di un inoltre la struttura dell'impianto di di-
buzione di energia elettrica, che in Ita- mezzo mobile come auto, natanti, bici- stribuzione (specialmente nel caso del-
la rete-luce domestica) è notevolmente
complessa ed elaborata.
Abbiamo sin qui accennato alle due
fonti principali di elettricità: occorre
ora precisare che quella fornita dalla
rete-luce è quella cosiddetta alternata,
mentre quella fornita da pile o batterie
Le batterie è quella cosiddetta continua.
ricaricabili, quasi
tutte al Ni-cd,
possono avere DENTRO LA PILA
la forma delle
normali pile usa Per il momento, visto che normalmente
e getta oppure i circuiti elettronici sono alimentati a
essere racchiuse pile e comunque in corrente continua,
in un contenitore facciamo riferimento a questa fonte di
di plastica in cui energia.
troviamo numerosi Scagli la prima pietra chi non ha mai
piccoli aperto una pila per vedere come è fatta
accumulatori, dentro; purtroppo, però, anche un'ope-
collegati in serie razione di sventramento non è in grado
o in parallelo di far capire, di far vedere, come nasce
a seconda l'energia elettrica che viene prodotta:
delle esigenze. ce la dobbiamo quindi cavare con una
brevissima spiegazione.
La pila, come del resto tutti gli altri
componenti e materiali esistenti, è un
serbatoio di cariche elettriche elemen-
tari: si tratta degli elettroni, che sono
dotati di quel tipo di carica elettrica de-
ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 10
1: sul mercato è disponibile
nominata negativa. una grande quantità di pile usa 2
Le azioni elettrochimiche che avvengo- e getta con voltaggi, dimensioni, I
no al suo interno non fanno altro che li- durata e prezzi diversi.
berare, dalla struttura atomi ca cui sono 2: il più semplice schema
normalmente vincolati, questi elettroni, possibile di collegamento di un
rendendone disponibili in eccesso su generatore con un utilizzatore.
uno dei due morsetti della pila, che 3: la rete di distribuzione che
quindi diventa il polo negativo, a sca- fornisce energia alle nostre case
pito dell'altro morsetto, che quindi di- è complessa ed articolata ma
venta il polo positivo. si può descrivere come
»» un semplice circuitino.

CONTATORE q
}

<d= , fmd
[l//}]{@l.-
250 KV

TRASFORMATORI
INTERRUTTORE

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pa


L'ENERGIA DENTRO

e ELETTRONI
(NEGATIVI}

La pila è un serbatoio di cariche elettriche in cui, grazie alle azioni elettrochimiche


che avvengono al suo interno, si crea un flusso di elettroni da un polo in cui ce ne sono in eccesso
(il negativo) verso l'altro che invece li richiede (il positivo).

Un altro modo per poter disporre La pila quindi genera uno squilibrio di tivo della pila dà invece luogo al feno-
di corrente continua è elettroni; se ad essa colleghiamo, per meno chiamato col nome di tensione
l'alimentatore che non accumula esempio, la solita lampada a filamento, ( elettrica naturalmente).
corrente ma trasforma e gli elettroni in eccesso sul polo negati- I comportamenti che caratterizzano le
"raddrizza" quella alternata di rete. vo, attraversando il filamento stesso, si tensioni e le correnti elettriche sono
precipitano a raggiungere il polo posi- perfettamente paragonabili a quanto
tivo, appunto stimolati a far ciò dallo avviene fra due recipienti collegati con
squilibrio elettrico esistente fra i due un tubo in uno dei quali sia contenuta
poli. acqua: se fra i due "vasi comunicanti"
Il motivo di ciò può essere visto in mo- non c'è alcuna valvola che blocchi il
do ancora più semplice: le cariche elet- collegamento, l'acqua scorre dal 1 ° al
triche esistenti in natura, quella negati- 2 °. Fintanto che la differenza di livelli
va posseduta dagli elettroni e quella non si è pareggiata l'acqua continua a
positiva posseduta dai protoni (parti- fluire da un recipiente all'altro; quando
celle elementari che di norma se ne l'acqua del primo ha raggiunto lo stes-
stanno immobili e racchiuse nel nucleo so livello del secondo (per il principio
atomico) seguono la legge fondamenta- dei vasi comunicanti), il sistema risulta
le secondo cui cariche di segno oppo- scarico.
sto si attraggono, cariche di segno
uguale si respingono (in natura ciò av-
viene sempre). IL FLUSSO
Intanto che una pila è carica, è cioé in DI ELETTRONI
grado di produrre al suo interno le rea-
zioni elettrochimiche che ne giustifica- A questo punto possiamo ricapitolare:
no il funzionamento, la produzione di l'elettricità è la presenza di cariche
elettroni continua imperterrita, e così elettriche, con tutti i comportamenti
pure la circolazione degli stessi entro il che tipicamente la caratterizzano;
circuito: pila-cavi-interruttore (chiu- l'elettricità che fluisce entro un circuito
so) lampada, con le cariche che, es- in modo più o meno regolare è quella
sendo in concreto elettroni, viaggiano che chiamiamo corrente (elettrica).
dal polo negativo della pila per rientra- A proposito di quest'ultima, sin qui è
re al polo positivo. stato descritto il fenomeno fisico nella
Questo flusso di cariche elettriche ele- sua concretezza, e quindi abbiamo po-
mentari è quello che viene chiamato tuto renderci conto che, in effetti, es-
corrente elettrica; lo squilibrio di cari- sendo le cariche elettriche costituite da
che esistente fra i poli positivo e nega- elettroni, e quindi negative, la corrente
LE PILE
non può che scorrere dal O verso il @ Una pila può essere
di una sorgente di energia elettrica. paragonata a due vasi
In effetti, per convenzione internazio- comunicanti: il primo 1 2
nale (adottata un secolo fa, quando an- contenitore è pieno
ora non si conosceva la natura della di elettroni (polo negativo)
E===
--- -- -=-
corrente elettrica) è stabilito che, nello che scorrono
studio del funzionamento dei circuiti continuamente verso
elettrici, la corrente è un qualcosa di il secondo contenitore (polo
K
2---
positivo, che quindi circola dal polo positivo) finché i livelli non
positivo del generatore verso il polo si pareggiano (pila scarica).
negativo (ciò, pur sapendo oggi, che in
realtà gli elettroni vanno in senso con-
trario); ecco così spiegata la schematiz-
zazione circuitale qui riportata. Nelle pile gli elettroni
scorrono sempre dal polo
negativo a quello positivo
ma per convenzione questo
flusso viene raffigurato
al contrario
(dal positivo al negativo).

Le pile a pastiglia (o a bottone) vengono impiegate


per lo più in orologi e macchine fotografiche;
si caratterizzano per la lunga durata.

CENTRALINA PER LUCI


PSICHEDELICHE IN KIT

lire
42.000
Questo fantastico kit consente di comandare a tempo di musica ben 4 faretti colorati
per trasformare qualsiasi ambiente in una vera discoteca. La realizzazione è stata
descritta in un approfondito articolo pubblicato da Elettronica Pratica nel dicembre '93,

Per richiedere la scatola di montaggio LPS11 occorre inviare anticipatamente


42.000 lire (specificando il codice dell'articolo) a mezzo vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale n. 46013207 intestato a:
STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 • (tel. 02/2049831).

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 1 3


CONTROLLO

AVVIAMENTO LENTO
PER MOTORI IN e.e.
Un semplice circuito di ritardo che consente di evitare
agli alimentatori di motori in e.e. di andare
in autoblocco per l'alta corrente di spunto richiesta.
Una partenza graduale può essere necessaria
anche per ragioni funzionali.
Il circuito comprende pochi
componenti che , volendo,
possono essere montati
su una basetta millefori;
ovviamente la soluzione
a circuito stampato
garantisce maggior
affidabilità.

hi non ha occasione di utilizzare


C motori in corrente continua a bassa
tensione (tipicamente da 6 a 28 V) e di
I due transistor
TR1 e TR2 sono
collegati
potenza limitata al massimo 100 W, per secondo
esempio, può avere la sorpresa di con- la configurazione
statare che, alimentandoli con normali Darlington in cui
alimentatori che pure appaiono adeguati, l'emettitore
non si riesce a farli partire. di TR1 entra
Se abbiamo per esempio, a che fare con direttamente
un motore da 12 V- 1 A e.e. per farlo in base di TR2
girare non troviamo di meglio che colle- con i due
garlo ad un alimentatore da 12 V - 1 A connettori che
(o poco più) la sorpresa consiste nel fat- vanno al + Vcc.
to che il nostro alimentatore va imme-
diatamente in protezione per sovracor-
rente, la sua tensione di uscita crolla a
zero e ovviamente il motore non parte.
Questo almeno nell'ipotesi che si tratti
di un normale alimentatore stabilizzato e Ma a parte questi casi che giustificano ceduto da un adeguat
protetto; ma la cosa si verifica anche se l'intervento di un dispositivo che eviti il serie al dispositivo.
si ha a disposizione un alimentatore più sovraccarico, si può anche presentare la Dopo queste indicazioni di carattere
semplice e modesto ( cioé non stabilizza- concreta necessità di far partire lenta- nerale, possiamo andare ad
to), ma pur sempre dotato di fusibile: in mente un motore (anziché tutto d'un schema elettrico.
questo caso è proprio il fusibile che va in colpo) proprio per motivi funzionali.
blocco e non si riprende più. Ebbene, il dispositivo che andiamo a
Il motivo è semplice ed anche abbastan- presentare è in grado di dare soluzione QUANDO UN CONDENSATORE
za noto: all'atto della partenza, o dello ad ambedue gli aspetti del problema, SI CARICA
spunto, il motore assorbe una corrente proprio su interessamento di quei lettori
ben superiore al valore nominale di tar- che hanno avanzato richieste in merito. Partiamo dalla condizione di circuito
ghetta (e anche di parecchie volte): ed è Esso può infatti funzionare con Vcc inattivo. quando cioé il deviatore S1 è
appunto questo fatto che manda in prote- compresa fra 6 e 28 V, e può essere ali- posizionato su F (fermo).
zione 1' alimentatore più sofisticato e fa mentato sia da alimentatori da rete che La base di TRI non riceve polarizzazio-
bruciare il fusibile in quello di tipo non da batterie di accumulatori; in quest'ul- ne alcuna (Cl è certamente scarico),
stabilizzato. timo caso è bene che il circuito sia pre- »»
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 15
i--·-·-·-·· ·-·-·-·-·-·-·-·-·
3' <=:)'
I '
Ft
,

R2 + e
s
C2 C3

E M

R1 01
+

C1

02

11=:==-======,.,,==================...=--===~ 7 Joi -========..==-=.....i

Schema elettrico del dispositivo per avviamento lento dei motori in c.c.
La tensione di alimentazione è naturalmente quella
di cui ha bisogno il motore per il suo funzionamento.

___R_
2 -~ m_2 . - @I@

b e e ff Piano di montaggio
'l dei componenti
I ,
sulla basetta; il deviatore
-4GGG 1 I
S1 è montato
RI

L '01t.I
c?
1M orizzontalmente per la
prevedibile maggior
comodità di sistemazione
entro un contenitore
qualsiasi.

Il circuito stampato
è qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni reali.
Il tracciato, piuttosto
elementare, è riproducibile
anche dai meno esperti.
1

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 16


AVVIAMENTO LENTO PER MOTORI IN e.e.
I 1 O componenti necessari alla realizzazione
dovrebbero tutti essere di facile reperibilità.
Il condensatore C2 deve sopportare
I
una tensione piuttosto elevata. C1 deve essere
un componente di buona qualità. '

COMPONENTI
R1= 820 2
R2= 2200 2 '
C1 = 1000 µF 16V (elettrolitico)
c2= o, 1 µF (ceramico 100 V)
C3= 1000 F 16 V (elettrolitico)
TR1= 2N1711
TR2= TIP 3055
D1=D2= 1N4004
S1 = deviatore singolo per circuiti
stampati

perciò sia TRI che TR2 non conducono; 2+3 secondi. Rl ed R2, si può agire sui tempi di av-
infatti essi sono collegati in modo che I diodi posti in uscita costituiscono un viamento e di fermo, che aumentano au-
l'emettitore di TRI entri direttamente in importante elemento di protezione, in mentando i valori resistivi.
base di TR2, con i due collettori che quanto provvedono a spegnere sul na- Se il motore non dovesse raggiungere in
vanno ambedue al EB Vcc e con l'emitter scere qualunque picco di tensione pro- pochi secondi la velocità massima previ-
di TR2 che rappresenta l'uscita. dotto dall'induttanza dell'avvolgimento sta o c'è un errore di cablaggio oppure
Questo tipo di connessione dei due tran- del motore; per fermare il quale basta ri- R2 ha un valore troppo elevato.
sistor va sotto il nome di configurazione portare S 1 su F: in tal modo C 1 si scari- C2 e C3 hanno la funzione di evitare ra-
Darlington e si comporta come se si ca rapidamente attraverso Rl ed il moto- pidi sbalzi di tensione sull'alimentazione
trattasse di un solo transistor con guada- re si ferma. ed instabilità di funzionamento della
gno elevatissimo e resistenza d'ingresso Naturalmente, intervenendo sui valori di >)))

molto alta; infatti, se TRI ha un guada-


gno di 100 e TR2 un guadagno di 20, il
guadagno totale (almeno in valore teori-
co) è di 2000 e ciò significa che per
avere una corrente di 2A (o 2000 mA) Il deviatore S1
in uscita dall'emettitore di TR2 basta 1 è del tipo singolo
mA sulla base di TR 1. per circuiti
Spostiamo SI su M (moto); succede che stampati: data
la Vcc, ora applicata a Cl, attraversa l'abbondante
R2, comincia a caricare il condensatore sezione
stesso; ciò significa un lento e progres- dei terminali
sivo fluire di corrente (secondo la co- è necessario
stante di tempo R2-C 1) nella base di prevedere
TRI, che poi si ripercuote sull'uscita nella basetta fori
del circuito Darlington, producendo di diametro
proprio quanto si voleva, cioè un lento, adeguato.
progressivo avviamento del motore.
Nel nostro caso, dati i valori in circuito,
la costante di tempo R2-CI fa sì che il
motore raggiunga la piena velocità in
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 17
VVIAMENTO LENTO PER MOTORI IN e.e.
LA FAMIGLIA 2N 3055
Il transistor di potenza adottato per
questo circuito (TIP 3055) è un di-
scendente diretto del vecchio e bene-
merito 2N3055, uno dei transistor più
famosi e longevi.
Le caratteristiche principali di questo
vero capostipite. di tipo NPN al sili-
cio, sono: corrente massima di collet-
tore 15A; tensione massima di collet-
tore 60V; potenza massima a 25°
115W; ~ coefficiente di amplificazione
minimo 20 (con IC 4A); frequenza di
taglio 2MHz; contenitore tipo T03.
Nel settore dei dispositivi europei, i
suoi corrispondenti più o meno diretti
possono essere: BD 130 ( il più diretto),
BDX/0, BDY73.
Pur avendo sostanzialmente le stesse
caratteristiche elettriche del 2N3055
( che costruttivamente è un transistor
metallico in contenitore T03), sul mer-
cato sono disponibili in un contenitore
plastico corredato di aletta di raffred-
damento, il nostro TIP 3055 o le equi-
valenti versioni MJE 3055 ed RCA
3055; l'unica differenza concreta sta
Tutti i transistor della famiglia 3055 sono identici
nella minore possibilità di dissipazio-
per funzionamento ma non. per contenitore: a seconda
ne di calore. Trattandosi di amplifica-
della versione è possibile ottenere una migliore o peggiore
tore di potenza, è ovvio che esso si tro-
dissipazione di calore. Ovviamente il 2N3055, in contenitore
vi a dover dissipare una parte tutt'al-
completamente metallico e con un'ampia superficie da mettere
tro che trascurabile di questa potenza
a contatto con il dissipatore, è quello più adatto
sotto forma di calore; ecco quindi che
il capostipite, cioé il vero 2N3055 me-
per potenze elevate.
tallico, è da preferire in tutti quei casi
in cui il calore dissipato sia piuttosto
alto.
In ogni caso, occorre comunque verifi-
La famiglia 3055 è anche caratterizzata da piedinature diverse
care che la temperatura raggiunta dal
rispetto alla faccia che riporta la sigla; in tutti I casi la superficie
dispositivo non superi assolutamente i
di raffreddamento fa capo al collettore.
100°C; una semplice norma hobbistica
è la seguente: fintanto che si riesce a
e e tenerci (anche per poco) un dito so
e
_3 pra, il transistor lavora ancora in zo-
na di sicurezza termica.
6 Si tratta di una verifica molto empiri-
MIE ca, ma sufficientemente affidabile ( e
RC A
3055 3055
.,. J
sostanzialmente poco pericolosa).
La figura qui riportata illustra forma e
piedinatura della famiglia del 2N3055,
coi parenti più stretti: l'ordine in cui
sono sistemati collettore, emettitore e
b c e base non è sempre lo stesso mentre la
e c b b c e superficie di raffreddamento è sempre
2N 3055
collegata al collettore.

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 18


coppia TRl - TR2 (ricordiamo che si
tratta pur sempre di un robusto amplifi-
catore, anche se di corrente).
Importante è la qualità del condensatore
Cl; se esso infatti avesse qualche perdita
(o perché vecchio, o per scarsa qualità) i
tempi di partenza ( e di arresto) non sono
più quelli previsti ed il raggiungimento
del livello di saturazione da parte di TR2 SMD 5000
non sarebbe più corretto.
SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
UNA SEMPLICE BASETTA Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
saldatore ad aria calda ELTO.
Là realizzazione pratica del nostro cir- La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda.
cuito è come al solito prevista su basetta controllo elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata prevalentema
a circuito stampato; data la notevole alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre essere utilizzata per tes
resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e ;
semplicità del circuito (confermata an- dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per componenti SMD (consente di asportare
che dalla presenza di una decina di com- componenti guasti dal circuito stampato).
ponenti in tutto) anche una versione su Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
piastrina millefori o su semplici anco- - Temperatura regolabile: da 50°C a 400°C
- Portata max aria regolabile: 9 1/min.
raggi verticali si presta ugualmente bene - Alimentazione: 220 Volt
per quanto riguarda le prestazioni.
Occorre comunque provvedere affinché
TR2 risulti collocato a pelo del bordo ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
del supporto isolante, in modo che pos- La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e maneggevole.li cavo
sa essere fissato ad un radiatore di calo- del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale della
re (normalmente, la parete di una scato- punta calda. E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
la in alluminio che contenga il montag- Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della punta
gio). saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gra
Per quello che è il vero e proprio posi- della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta (interrutore
zionamento dei componenti, ci riferiamo posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva ottenuta sulla punta (interruttore
posizione READ). Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura.Precisi0
ovviamente alla soluzione a circuito +/- 1%. Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duraty
stampato adottata per il nostro prototipo. Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt
Si inizia col montare le resistenze ed i -Temperatura regolabile : da 50°C a 400°C
diodi (attenzione a rispettare, per questi - Alimentazione : 220 Volt
ultimi, la polarità di inserimento: il cato-
do è contrassegnato dalla striscetta bian-
ca); poi i condensatori tenendo conto che
Cl e C3, essendo elettrolitici, vanno
montati col terminale di cui è indicata la
I La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX , dotata di
chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.

polarità orientato nel verso giusto.


Il deviatore S 1 è previsto con posiziona-
mento orizzontale, cioè col corpo ada-
giato sulla basetta. Infine si procede a si-
stemare i due transistor: per TRl fa da
riferimento per il giusto inserimento il
"dentino" sporgente dal corpo metallico,
che indica la posizione dell'emitter; per
TR2, la faccia in plastica (che riporta le
diciture stampigliate) è orientata verso
l'interno della basetta, cioé verso TRI.
Alcuni terminali ad occhiello facilitano
l'ancoraggio dei cavi di collegamento.
Un controllo preliminare può essere ese-

%%?
guito verificando il comportamento del
circuito esattamente secondo la descri-
zione del suo funzionamento, dopodiché
la basetta può essere inscatolata.
Lavora svelto chi usa ELTO
ELTO S.p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.83
Ecco come realmente
funziona l'apparecchietto
per giocare da casa
con i quiz televisivi.
E' molto divertente
ma non ha nulla a
che vedere con la TV
interattiva, è solo
una furbissima simulazione.

IL SEGRETO DI QUI
Il gioco si conclude con
una telefonata, in cui il giocatore
può trasmettere al Quizzy Club
S
i chiama Quizzy e sulla copertina
dell'opuscolo delle istruzioni c'è
scritto "Il nuovo telecomando interatti-
Quizzy club con il codice che lo con-
traddistingue e alcuni dati personali, ci si
può sintonizzare su un canale che tra-
le risposte premendo semplicementevo". E come tale è stato e continua ad smette il gioco a quiz. All'inizio del gio-
uno qualunque dei pulsanti. essere presentato, suscitando nella gente co appare un codice che contraddistin-
la curiosità e in certi casi magari anche gue la serie di quiz, che va impostato sul
il timore di una TV del futuro in grado "telecomando" (come viene chiamato)
di interferire con la vita privata. usando i quattro tasti colorati.
Basta però leggere le istruzioni, con at- Poi cominciano le domande, a cui si ri-
tenzione agli aspetti tecnici e con Io spi- sponde premendo uno o l'altro degli
rito critico che ogni persona deve avere stessi tasti. Finita la serie di quiz, se si è
per non rimanere vittima della falsa risposto esattamente a tutti, due led, uno
informazione, per capire che tale ogget- rosso e l'altro verde, lampeggiano e si
to non ha nulla a che fare con la televi- ascoltano addirittura le note dell'Inno al-
sione interattiva. la Gioia di Beethoven.
Vediamo innanzitutto cosa dicono le A questo punto entro 24 ore bisogna fare
istruzioni. Dopo aver comprato l'appa- un certo numero telefonico, avvicinare
recchio e spedito una cartolina al Quizzy al telefono e premere uno qua-
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 20
lunque dei tasti. Attraverso segnali acu-
stici sono trasmesse ad un centro di rac-
colta dati le risposte e i tempi impiegati
per darle. Sono premiati i concorrenti
che sono stati più veloci a rispondere.

LA TELEFONATA

Il trucco sta proprio nella necessità della


fase finale, quella della telefonata.
All'interno dell'apparecchio c'è un mi-
crocomputer la cui memoria contiene le
risposte di un anno intero di giochi.
Il computer confronta ogni risposta data
col pulsante con quella memorizzata e a
sua volta memorizza il risultato del con-
fronto. Inoltre sono memorizzati anche
l'ora, i minuti e i secondi dell'istante in
cui è stata data la risposta.
La musichetta e il lampeggio servono a
simulare l'interattività che non esiste,
perchè non è avvenuta alcuna comunica-
zione con il televisore. E' con la telefo-
nata che l'apparecchio, con una sequen-
za di suoni che emette avvicinandolo al-
la cornetta e premendo un pulsante, co-
munica i dati memorizzati al centro di
raccolta che poi stabilisce i premi. Ov-
viamente l'apparecchio vale per 12 mesi
(a partire dalla data di acquisto) dopodi-
ché occorre buttarlo e comprarne un' al-
tro contenente le risposte per un nuovo
anno di quiz . All'interno dell'apparecchio c'è un microcomputer la cui memoria contiene
Senza dubbio è una trovata ingegnosa e le risposte di un anno intero di giochi. Il computer confronta ogni risposta
anche giocare è divertente, ma non biso- data col pulsante con quella memorizzata e a sua volta memorizza
gna credere all'interattività. Costa lire il risultato del confronto. Inoltre viene memorizzata anche l'ora in cui è
39.000. È venduto in tutte le edicole, ne- stata data la risposta. Tutti i dati sono quindi pronti per essere
gli Autogrill e alla Standa. successivamente trasmessi per via telefonica al centro di raccolta dati.

Spie luminose rossa e verde: segnalano Altoparlante: segnala le


il funzionamento e lampeggiano risposte esatte e trasmette
alternativamente quando vengono via telefono
date tutte le risposte esatte i dati memorizzati

•••••••• ••••••••
Numero di codice del
Pulsanti numerati per telecomando (da indicare
impostare il codice di sulla scheda di adesione
accesso e per al Quizzy Club)
selezionare le risposte
•••••
•••••
Tasto 0N/0FF: per
accendere e
spegnere il
telecomando
TARATURA

GENERATORE
DI FREQUENZE AM
Un semplice strumento utile in fase di riparazione o di messa
a punto di radioricevitori in AM/FM sia moderni sia
da collezione. Le varie frequenze non sono prodotte
da un quarzo ma da un economico filtro ceramico.

II collegamento tra generatore


e radioricevitore si esegue
avvotgendo intomo all'apparecchio
2 o 3 spire di filo isolato che faccia
capo al pin 1 del nostro circuito.
Le caratteristiche principali di questo generatore di
frequenze sono la precisione e la semplicità costruttiva.
Lo strumento è indispensabile per chi voglia restaurare
radio antiche da collezione.

ca è l'unico
condensatore elettrolitico
dei 1 O presenti nel circuito:
va montato rispettandone
la polarità.

a riparazione di vecchie radioline a La soluzione da noi attuata è invece più


L transistor è ormai riservata, al giorno
d'oggi, agli appassionati collezionisti; sap-
furba: si è fatto ricorso ai filtri ceramici
appunto dal classico valore di 455KHz,
piamo infatti che una radiolina a transistor cosicché precisione, stabilità e costo costi-
costa oggi poche decine di migliaia di lire tuiscono problemi risolti in un colpo solo.
(e anche meno), mentre la mano d'opera di
un radioriparatore costa ben di più.
Ecco allora che la riparazione di questi ap- IL FILTRO
parecchi può aver significato se la si fa per COME OSCILLATORE
arrotondare un magro stipendio oppure per
puro e semplice hobby, magari sui transi- L'esame dello schema elettrico chiarisce
stor degli anni 50, già diventati oggetto da subito il fatto un po' misterioso di un filtro
collezione. ceramico usato in un circuito oscillatore
Eseguire la riparazione comporta anche, (l'apposita finestra illustra anche gli aspetti
ad un certo punto, la necessità di rivedere funzionali-costruttivi di questi dispositivi).
la taratura della catena di media frequenza, Nel nostro strumento fa quasi tutto un
cioé dei vari trasformatorini che vanno re- 4011 (quadruplo NAND a due porte C-
golati con cura al valore standard di 455 MOS); è appunto la sua sezione "a" che
KHz. Diversi di questi hobbisti già dispon- agisce come oscillatore: la frequenza esat-
gono di un qualche generatore a RF; ma la ta e stabile è ottenuta utilizzando nella rete
lettura di tali strumenti, se non sono abba- di reazione (anziché il temuto cristallo) un
stanza moderni e di classe, non è digitale, filtro ceramico a 455 KHz, la cui sigla è segnale, ma anche l'effetto del o
e comunque non consente di centrare la SFU-455 (Murata). esterno su ICl-b.
frequenza con la precisione necessaria. Da notare che di questo componente, nella Le sezioni "c" e "d", opportunam
Ecco allora che chi si trova con questo tipo nostra applicazione particolare, devono legate in retroreazione fra di loro.
di problema da risolvere può costruire as- essere usati solamente i due terminali tono di realizzare un semplice ma efficace
sieme a noi uno strumento incredibilmente estremi, cioé di entrata ed uscita: quello oscillatore ad audiofrequenza, il cui valore
semplice e poco costoso, tale però da risul- centrale resta cioé non collegato. può essere regolato dall apposito trimmer
tare di grande aiuto per superare le esigen- Il segnale a RF così generato giunge alla fra circa 300 e 2000 Hz
ze tecniche accennate, ed in particolare la sezione "", che funziona da buffer per Il segnale audio cosi generato viene an-
precisione della calibrazione. proporre il segnale in uscita attraverso un ch'esso avviato alla sezione "b" di ICI
Qualcuno può subito pensare: "facile basta amplificatore-separatore; l'uscita dallo ove, combinandosi con la RF. produce la
ricorrere a un quarzo, con opportune com- stesso passa tuttavia attraverso il partitore modulazione necessaria affinché dal rice-
binazioni e divisioni" ma il costo? resistivo R6-R7, che attenua l'entità del
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 23
R2
Il U
H m I 8 t
I e 1
Q1
Il r:: I\1

~n.c.
11 f-==l----' ± R6 I Il+

Cf
I
I
IIC2 ~ .± ±o t7 t del

RS

C6
e d

Schema elettrico del generatore a 455 KHz: la tensione di alimentazione


può essere compresa tra 9 e 18 V (in cc); 51 e DL vanno montati ·--112,---·-· -·-·
nella scatola usata come contenitore. L'Integrato IC1, per una miglior
comprensione del funzionamento è stato diviso nelle sue 4 sezioni.
u

COMPONENTI
R1 = 4,7 MO C4 = 0,1F
R2 = 10 KQ es = C6 = 1 soo pF

• R3 = 390 2
R4 = 2200.Q
C7 = 0,1F
ca = 47 µF - 1 Gv

• (trimmer)
RS = 560 KQ
R6 = 10000
R7 = 10000
R8 = 390 2
C1 = 1500 pF
C2 = 220 pF
(elettrolitico)
C9 = C10= 0,1 µF
J1 = 1 mH
Q1 = Filtro ceramico
SFU-455
IC1 = 4011
IC2 =78L05
C3 = 10.000 pF DL = Led rosso 5 mm

I 23 componenti necessari a realizzare


il generatore di frequenza sono tutti reperibili
nei negozi di materiale elettronico:
nessuno va autocostruito o recuperato.

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 24


S1
GENERATORE DI FREQUENZE
c2, A

@
vcc
Cc1o i;

Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue


dimensioni reali. Il disegno delle piste, piuttosto
sera] rrrrrrl sottili e ravvicinate in corrispondenza
di IC1 1 richiede una certa attenzione.

R1
-ca» } 1cr
avL
O0 9
a CIO
G vcc
u el@
Piano di montaggio del generatore su basetta a circuito
stampato: il trimmer R4 è preferibile sia del tipo con
regolazione a rotellina zigrinata poiché, vista la sua
posizione, sarebbe difficile regolarlo
sia con cacciavite sia con un alberino.

vitore in prova possa uscirne una nota udi- mente entro certi limiti: diciamo da 9 a sta e la semplicità costruttiva.
bile; la modulazione così prodotta è preva- 18V), viene ridotta e stabilizzata dall'inte- La nostra versione è come sempre a cir-
lentemente di tipo AM, ma è presente an- grato regolatore IC2 a 5V; la corrente as- cuito stampato; in questo caso poi è piut-
che una seppur piccola percentuale di de- sorbita dal circuito è compresa fra 10 e 20 tosto raccomandabile, dati i non pochi
viazione FM, la quale permette la taratura mA, talché il regolatore è del tipo L, cioè componenti e la presenza di segnali vari,
di ricevitori FM purché a "banda stretta", nel piccolo contenitore plastico come i di cui uno a RF.
del resto caratteristica tipica dei radiote- transitor di segnale. Il montaggio è consigliabile iniziarlo dai
lefoni "cordless" e dei ricetrasmettitori I vari condensatori (da C7 a CIO) servono resistori, per poi passare ai vari condensa-
portatili. a disaccoppiare al meglio l'alimentazione tori, tutti componenti senza alcun proble-
La presenza dell'impedenza Jl serve ad stessa, e DL è il classico LED che serve ma di polarità, salvo C8 che, essendo elet-
evitare che il segnale a RF generato da ICI da spia per segnalare la presenza della ten- trolitico, va inserito controllando con cura
a abbia a disperdersi nella circuiteria relati- sione sul circuito. il verso giusto. Poi si montano lo zoccolo
va ad ICI c/d, costituendo un blocco per per ICI, l'induttanza J, il filtro ed il trirn-
gli elevati valori di frequenza in ballo; essa mer di regolazione.
invece risulta pressoché in cortocircuito UNO STRUMENTO IN 36 CM2 Gli ultimi due componenti prevedono un
per il segnale audio, che può così venir ap- verso ben preciso, determinato dalla tacca
plicato indisturbato ad ICI b. Un'impostazione così elementare del cir- sul bordo sporgente (indica il catodo) per
La parte restante del circuito, e quindi del- cuito elettrico non può che corrispondere DLI, e dalla faccia piatta del corpo in pia-
lo schema elettrico comprende la regola- ad una realizzazione piuttosto semplice: stica (dove sono le diciture) per IC2; l'in-
zione della tensione di alimentazione che, ed infatti la caratteristica saliente di questo serimento di ICI nello zoccolo va fatta ri-
qualunque sia il valore di V cc (natural- strurnento è proprio la dimensione mode- »»
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 25
G
spettando la posizione della tacca su uno neanche un amico a cui ricorrere), poco Abbiamo così a disposizione anche due
dei bordi stretti. male: basta avere a disposizione un ricevi- frequenze-campione, che servono per ta-
Le uscite fanno capo ai soliti termin ali ad tore sicuramente funzionante, ed avvol- rare la scala di sintonia.
occhiello, cui ancorare i cavetti. gergli un tratto di filo collegato all'uscita Una volta che si sia positivamente esegui-
(terminale n° 1). to questo controllo, si può provvedere ad
Si deve udire ( se ambedue gli apparati so- inscatolare lo strumentino, che risulta così
L'ACCOPPIAMENTO no accesi), bello forte, il fischio della nota pronto per l'uso; e l'apparecchio si utiliz-
INDUTTIVO del generatore, e ciò su tutta la banda rice- za pressapoco come abbiamo visto or ora.
vibile (se si tratta come probabile di radio- Il tratto di filo in uscita si avvolge sempre
Una volta eseguiti gli opportuni controlli lina AM, ciò significa da 460 a 1600 KHz in qualche spira attorno o sopra l' appa-
sul regolare montaggio della basetta, è op- circa). recchio in prova, in modo da sentire appe-
portuno passare alla verifica del suo cor- Su due frequenze però il fischio deve es- na il fischio previsto; si passa allora a re-
retto funzionamento. sere più potente ed esattamente: su 910 golare i trasfonnatori di media frequenza
Se, come probabile, non si ha una congrua KHz (pari a 455x2=seconda armonica) e (in genere sono 3) per la massima inten-
attrezzatura da laboratorio ( e non si ha su 1365 KHz (455x3=terza armonica). sità in altoparlante, provando a diminuire

IL FILTRO CERAMICO
Tutti i radioricevitori funzionanti sul principio della supe- quindi devono passare per la "finestra" lasciata aperta
reterodina debbono presentare un ben preciso valore di dal complesso del ricevitore (figura A). Questa finestra
'banda passante" nello stadio di media frequenza. deve essere idonea a lasciar passare ( nel modo più rigo-
Il concetto che sta dietro questo fattore è di quelli con cui roso possibile) solamente il segnale che si desidera riceve-
il principiante non ha molta dimestichezza; ma per dige- re con la sua larghezza di banda, e non altri. La larghez-
rirlo basta pensare a quello che è il valore standard della a di questa finestra, realizzata mediante un filtro di op-
media frequenza (per esempio il classico 455 KHz) e che, portune caratteristiche, dipende evidentemente dalla ban-
centrate attorno a questo valore, devono passare tutte le da passante del tipo di segnale che vogliamo ricevere o,
frequenze che compongono i suoni della banda audio: so- per meglio dire, dal tipo di modulazione che è stata im-
no appunto queste frequenze che risultano presenti, sim- pressa.
metricamente, attorno alla frequenza centrale FC, e che Per esempio, la banda passante del filtro deve essere
all'incirca: 500Hz per la ricezione telegrafica (CW); 2500
I Hz per la SSB; I0 KHz per l'AM (musicale); 200 KHz per
I la FM; 7 MHz per la TV.
I 'FINESTRA" Ciò che in un ricevitore determina la banda passante sono
I L le caratteristiche dei componenti che costituiscono, ap-
1 punto, il filtro di media frequenza; per i tipi più antiquati
I
I di ricevitori, sono i trasformatori di M.F.
I - + Da diversi anni si sono però affermati dei componenti che
f- I sfruttano le caratteristiche piezoelettriche di particolari
fc f+
ceramiche (o addirittura di cristalli di quarzo), apposita-
mente per ottenere delle caratteristiche particolarmente
buone di selettività e di precisione di frequenza: ciò com-
porta che questi filtri non richiedono alcun intervento di
taratura. L'aspetto più comune dei vari tipi di questo filtro
@ è esemplificato in figura B.
A seconda delle modalità realizzative dei filtri per media
frequenza (una classica versione a circuiti risonanti LC,
un filtro ceramico e un filtro a quarzo) la differenza più
importante risiede nella ripidità dei fianchi, cioé nella
maggiore o minore somiglianza alla finestra rettangolare
che sarebbe la risposta ideale.
La figura C rappresenta i comportamenti dei tipi suddetti:
a sarebbe la curva perfetta; b è la curva di risposta di un
filtro a LC; c è la risposta di un filtro ceramico; d è la cur-
va di un filtro a quarzo. È evidente che le caratteristiche
che più si avvicinano alla risposta di un filtro ideale sono
I quelle del filtro a quarzo; ma anche un filtro ceramico è
fc
tutt'altro che disprezzabile.

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 26


1: quando, dovendo tarare le varie
medie frequenze, si lavora
con la radio aperta, le spire di filo
che collegano apparecchio
e generatore possono essere
appoggiate sulla radio stessa
tenendole solidali con un pezzo
di nastro adesivo.
2: il filtro ceramico Q1 ha solo
i due terminali esterni collegati.
Quello da noi utilizzato è un Murata
SFU 455A con frequenza centrale
di 455 KHz, larghezza di banda di
1 O KHz, perdita di inserzione
di 5 db max e tolleranza del 2%.

l'accoppiamento via via che il suono au-


menta. Invece del tratto di filo unico, si
può anche usare (più affidabilmente) uno
spezzone di cavetto schermato: in questo
caso la calza va al pin 2; all'altra estremità
del cavo si collega una spira di cavetto
singolo, che va sempre posizionato attor-
no o sopra la radio in riparazione.

COME SI TARA
UN RICEVITORE

L'occasione sembra pertinente per ricor-


dare brevemente come si tara un ricevito-
re. Si comincia col tarare per il massimo
in uscita la terza MF (s'intende quella
che ha il diodo rivelatore), poi la secon-
da, poi la prima, che è sul convertitore-
oscillatore. Per tarare la scala di sintonia 1
si procede in questo modo: posizionando
l'indice verso le frequenze più alte
(13001400KHz), si regola il compensa-
tore dell'oscillatore locale del ricevitore
in modo che venga fuori il segnale audio
in corrispondenza del giusto valore di
frequenza; viceversa, per le frequenze
più basse (850950KHz), si deve agire
sul nucleo della bobina di oscillatore (è
sempre rosso) per ottenere lo stesso sco-
po. La taratura del circuito d'antenna, o
comunque di entrata, si fa sempre basan-
dosi sullo stesso principio: si regola il
compensatore per il massimo rendimento
sulle frequenze alte e si sposta il nucleo
di ferrite per il massimo sulle frequenze
più basse della scala di sintonia.
Ricordiamo qui il codice colori più nor-
male per i nuclei delle bobine:
Giallo = 1 M.F.
Bianco = 2· M.F.
Nero = 3M.F.
Rosso = oscillatrice.
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 27
TUffl I FIGLI
DEL COMPACT DISC

Una panoramica su CD, In questi ultimi anni si sono diffusi mol- no viene "memorizzato" dall'orienta-
ti apparati di registrazione e di riprodu- mento delle particelle magnetiche depo-
DAT, DCC, MD, diverse zione del suono chiamati "digitali". sitate lungo il nastro. In questo caso la
sigle che indicano tutte Di verse sigle li contraddistinguono e testina di lettura rileva le variazioni del
registrazione volendo acquistare un nuovo impianto campo magnetico e le trasforma in una
Hi-Fi oppure arricchire quello che già si tensione elettrica: in entrambi i casi
e riproduzione del suono possiede con uno di questi apparecchi ci l'andamento della tensione riproduce
ottimali: occorre si pu6 trovare di fronte al dilemma di con continuità le variazioni del suono.
cosa scegli ere. Quando invece si parla di suono digita-
conoscerne il preciso Il problema non riguarda la qualità del le, il segnale elettrico è trasformato in
significatò per allestire suono, che è ottima in tutti i casi, ma la una sequenza di numeri binari (cioè
il nostro l'impianto Hi-Fi. necessita di comprendere quale sia la composti dalle cifre O e 1) attraverso un
soluzione più indicata a soddisfare le processo chiamato conversione analogi-
esigenze di registrazione, di ascolto, op- co/digitale, spesso abbreviata con A/D.
pure di adattabilità ad un impianto audio Il segnale elettrico analogico, prove-
già esistente. niente dalla registrazione del suono, vie-
ne innanzitutto "campionato", cioè ne
vengono prelevati dei campioni ad in-
COSA SIGNIFICA tervalli regolari. L'ampiezza di questo
SUONO DIGITALE intervallo garantisce la conservazione di
tutte le variazioni del segnale, cioè di
L'aggettivo digitale deriva dall'inglese tutta la sua banda di frequenze. E' lega-
digit che significa numero. Nell'elettro- ta ali' ampieza della banda del segnale
nica in generale, e nel settore audio in da campionare secondo una legge che è
particolare, si contrappone ad "analogi- stata stabilita diversi decenni fa, come
co". La testina del giradischi è un esem- risultato di studi compiuti nel settore
pio di generatore di segnale analogico. delle telecomunicazioni. In effetti le tec-
Percorrendo i solchi del disco, la punti- niche digitali applicate alla registrazione
na è soggetta ad un movimento che ec- e riproduzione sonora sfruttano tutto il
cita un cristallo di materiale piezoelet- bagaglio di conoscenze acquisite in que-
trico nel quale si produce una tensione sto campo. li valore di tensione di cia-
elettrica. Sono analogiche anche le mu- scun campione viene quindi trasformato
sicassette tradizionali, nelle quali il suo- in un numero binario da parte del circuì-
to di conversione analogico/digitale vero
L CORREZIONE MODULATORE: AMPLIR- TESTINA
e proprio. Ad esempio con 8 bit si pos- AIO ERRORI DEMODULA. CATORI
sono rappresentare 2 8 = 256 livelli di CODIFICATORE: TORE CANALE TESTINE
R
tensione, e basta un bit in piu per rad- DECODIFICA-
doppiarli. Quindi la fedelta con cui viene TORE
riprodotto un suono digitale dipende, ol-
tre che dall'intervallo fra un campione e DIGITAL
IN/OUT I
FILTRI
SOTTOBANDo\
I C0iDlflCAT0RE:
DECODIFICA-
TORE sono.
l'altro, anche dal numero di bit con cui UT BANDA
viene rappresentata la sua ampiezza.
L
CODICE BINARIO
1
Questa rappresentazione della dinamica
di un segnale in un numero finito di pos- 1: schema a blocchi del computer 2: la piastra di registrazione per
sibili valori si chiama quantizzazione e PASC (Precision Adaptive Sub cassette digitali DCC consente
comporta sempre un errore detto di Coding) che "processa" il suono di ascoltare e registrare anche
quantizzazione. Per fare un esempio, se con una precisione di 18 bit (contro tutte le vecchie cassette a nastro
con 256 livelli a disposizione va rappre- i 16 del CD). Questo dispositivo magnetico. Per ora gli apparecchi
sentato il numero 178,6 esso deve essere è il vero cuore del DCC ideato commercializzati hanno un costo
assegnato al livello 178 oppure al livello dalla Philips. intorno al milione.
179 compiendo inevitabilmente un erro-
re numerico. Tutti gli apparecchi audio
digitali sono stati realizzati in modo tale
da rendere piccolissimo, al punto da po-
ter essere trascurato, l'effetto di questo
errore. Una soluzione tecnica molto dif-
fusa è quella di introdurre una quantizza-
zione molto fitta nei livelli corrispon-
denti alle altezze piu probabili fra i suoni
sia emessi che ricevuti.
Il principale vantaggio della tecnica di-
gitale rispetto a quella analogica si ha
»»

La conversione del segnale


nei sistemi DCC viene
realizzata con le tecniche
più avanzate: un
convertitore Testina.~C~
C-_, @ -~ AUtr>rnverseai 180°
analogico/digitale
a 18 bit e un convertitore s
digitale/analogico -1jè

rar ! ~-
consentono di ottenere
eccellenti prestazioni
audio: elevata precisione L
nella conversione dei ~
segnali d'ingresso analogici
2x9piste digitali:
e di quelli digitali per le per la registrazione e ripro
uscite analogiche, elevato zione
rapporto segnale/rumore, 2pi
ripr
separazione canali, audi
distorsione più bassa ed
Testo Informativo
elevata linearità @ Titolo dell'AIbun
a tutti i livelli di segnale. • Titolo del brano
e Artista.
Lunghezza nastro
@Numero der bran

Gli elementi più importanti del sistema DCC

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 29


TUTII I FIGLI DEL COMP

Grazie al sistema MD (Mini Disc) un unico


piccolo dischetto dalle dimensioni pari a un
terzo del Compact Disc può essere registrato
o trovato in vendita con le registrazioni di vari
generi musicali. Il repertorio non ha ancora
raggiunto le dimensioni di quello dei Compact
Disc ma è destinato a crescere.
La lentezza della diffusione di questo sistema
registrabile (come delle DCC) è dovuto alla
competizione in corso tra Philipse Sony per
l'affermazione di un sistema o dell'altro.

nella lunga catena di elaborazioni a cui è


1 111 li soggetto un segnale elettrico in un im-
oor or
pianto audio: amplificazioni, filtraggi,
trasmissione lungo cavi, connessione to
agli altoparlanti. Se il segnale è analogi-
SEGNALE ANALOGICO SEGNALE CAMPIONATO SEGNALE DIGITALE co, anche nel migliore degli impianti ad
alta fedelt:a pu6 sempre esserci una causa
di disturbo ( che propriamente si chiama
CIRCUITO DI "rumore") e quindi di alterazione della
CIRCUITO
CONVERSIONE sua forma. Nel caso digitale il segnale è
CAMPIONATORE ANALOGICO/DIGITALE semplicemente una sequenza di due pos-
sibili livelli, corrispondenti a O oppure a
1. Pertanto qualunque disturbo non in-
Schema del processo di trasformazione di un segnale da analogico fluisce sulla forma del segnale, ma sui
a digitale. Il circuito campionatore acquisisce dei campioni presi singoli bit con cui ne viene rappresentato
ad intervalli tali da conservare le variazioni del segnale. un campione. A meno di notevoli altera-
Il secondo circuito, detto convertitore /D rappresenta ogni campione zioni che facciano confondere i due li-
con una sequenza di livelli di tensione corrispondenti alle cifre binarie O velli di tensione o di corrente con cui so-
e 1.Nell'esempio ogni campione viene rappresentato con 3 cifre binarie no rappresentate le cifre O e l, ciascuna
(bit), cioé con 8 possibili numeri binari. Nei sistemi CD i bit sono 16. di esse si mantiene sempre inalterata
perchè ad ogni stadio di elaborazione
viene rigenerata. Questo significa che se
A o ad esempio alla cifra 1 corrispondono 5
, ~ AMPIEZZA
7 111 DELL'INTERVALLO volt di tensione e ad un amplificatore ne
,/ arrivano 3, questi riporta a 5 V il livello
6
s
110
[101
7
' I\ \;
DI CAMPIONAMENTO
del segnale. La catena di circuiti che ela-
borano un segnale digitale si conclude
4 100 I h con il convertitore digitale/analogico,
I
3 011 \ I che trasforma il segnale digitale in quel-
2 010 I \ lo analogico destinato all'amplificazione
/ finale e quindi agli altoparlanti.
1 001 \
0 000 7 I\
7,
.... ,I 001 l 011 I
e
e. 100 110 I 111 111 I 110 1 ....
I
CD E DAT

11 Compact Disc (abbreviato CD) ha ini-


ziato la grande rivoluzione del suono.
ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994- Pag. 30
ICT DISC
Tutta la produzione discografica è oggi magnetizzato dai due livelli elettrici di registratore DCC non è necessario
passata dal classico e delicato disco di corrispondenti alle cifre binarie. Le cas- rinnovare tutta la collezione di musi-
vinile al "disco compatto" (12 cm di dia- sette DAT hanno un formato di verso cassette. L'apparecchio è dotato infatti
metro) che soffre pochissimo la polvere dalle musicassette tradizionali. di un sistema in grado di "riconoscere"
e le ditate ma che soprattutto ci garanti- il tipo di cassetta dallo spessore (le di-
e una qualità sonora eccellente. Ormai mensioni dei lati sono invece le stesse)
esistono su CD. anche moltissimi brani DCC E MD e quindi di utilizzare automaticamente
d'epoca riprodotti da vecchi nastri o di- le testine di riproduzione adatte all'uno
schi con la tecnica digitale. Il Compact La Philips e la Sony, alleate per la rea- o ali' altro caso.
Disc è nato circa dieci anni fa da un' al- lizzazione del Compact Disc, in questi I nastri delle DCC dispongono di una
leanza fra la Philips e la Sony, due co- ultimi anni sono in aperta competizione pista ausiliaria su cui è possibile memo-
lossi mondiali dell'elettronica di grande per la diffusione sul mercato di due altre rizzare dei marcatori utilissimi per la ri-
consumo. Un raggio laser colpisce il di- nuove tecnologie digitali di registrazio- cerca veloce dei vari brani registrati.
sco che gira nell'apposito apparecchio e ne e riproduzione sonora. Gli apparecchi per DCC sono inoltre
può essere riflesso o no a seconda di La Philips ha realizzato la DCC, Digi- fomiti di un sistema computerizzato di
quale sia l'informazione memorizzata at- tal Compact Cassette ( cassetta compat- conversione analogico/digitale in grado
traverso l'incisione. Il primo caso corri- ta digitale), che rispetto alla DAT ha il di mantenere su questo tipo di nastro la
sponde ali' 1, il secondo allo O. vantaggio di essere riprodotta su appa- stessa qualita del CD. La Sony ha inve-
Pochi anni dopo il CD ha fatto la sua recchi compatibili anche con le musi- ce realizzato il Mini Disc (MD), più pic-
comparsa il Digitai Audio Tape, abbre- cassette tradizionali. Pertanto acqui- colo del Compact Disc (le dimesioni so-
viato con DAT, il primo nastro audio stando un nuovo impianto Hi-Fi dotato 9))»

CD INTERATTIVO NON SOLO PER GIOCO


Il Compact Disc interattivo (CD-I), permette per la prima volta di
portare sullo schermo di qualsiasi TV un vero programma interattivo.
ll Compact Disc viene qui utilizzato come memoria: E'utilizzatore può
interagire istantaneamente con questi mondi di sequenze video, im-
magini, suoni, animazioni grafiche; siamo noi stessi a determinare lo
svolgimento del programma.
Il Lettore CD-I è l'apparecchio studiato per riprodurre i CD-Interat-
tivi. E' semplice da usare come un normale lettore CD e si collega fa-
cilmente a qualsiasi TV.
Riproduce immagini e suono con l'eccellente qualita digitale ma può
fare di più: può riprodurre anche i Photo CD (fotografie memorizzate
sul CD) e i normali Compact Disc audio. Attraverso le diverse fine-
stre di dialogo e con il comodo telecomando del CD-I si possono pro-
grammare facilmente le sequenze del programma CD-I. II Joystick
muove una freccia sullo schermo per permettere di attivare la scelta
desiderata semplicemente cliccando su di essa.

In questo esempio facciamo con il CD-I una


videopartita a golf: possiamo scegliere il numero
della mazza, quindi la traiettoria, la forza da
imprimere alla pallina. Esistono anche
programmi culturali in cui si possono visitare
musei chiedendo informazioni sui
quadri, corsi di fotografia, ecc.
TUTII I FIGLI TUTTI I MESI
DEL COMPACT DISC Un'opera completa e
assolutamente gratuita che
no circa un terzo) e registrabile. E' inol- guida, con testi chiari ed
tre disponibile un vasto repertorio, anche esaurienti, con grandi
se ancora lontano da quello disponibile illustrazioni tutte a colori,
su CD, di Mini Disc già registrati con nell'affascinante mondo
musica sinfonica, leggera e rock. I Mini dell'elettronica.
Disc possono essere registrati fino ad un
milione di volte sempre mantenendo la
massima qualità ottenibile con la tecnica Le ricche dispense mensili
digitale. Sia gli apparecchi per le DCC
che quelli per i MD sono dotati di un di- di 4 pagine sono dedicate
spositivo detto SCMS (Serial Copy Ma- soprattutto a chi comincia ma
nagement System) che impedisce di fare contengono tanti approfondimenti
una copia digitale del nastro o del di- interessanti anche per i più
schetto. esperti.

IL MODERNO IMPIANTO HI-FI Raccogliendo e conservando


Per chi deve iniziare ad allestire un im- gli inserti si colleziona, fascicolo
pianto Hi-Fi potrebbe anche essere dif- dopo fascicolo un completo ed
ficile fare una scelta all'interno di que- inedito manuale sull'elettronica
sto vasto scenario di tecniche audio e di base.
relativi apparecchi. Una cosa è certa: la Ma bisogna non perderne
tendenza odierna è quella di estendere la neanche un numero
tecnologia digitale a tutte le parti di un
impianto e quindi occorre entrare in
questa mentalità. Se la Sony e la Philips
avessero fatto assieme anche il CD regi-
strabile, forse ora esisterebbero meno si-
gle, invece ora ci sono i CD, i DAT, le
DCC, i MD e ovviamente non si può
comprare tutto. Se nei prossimi anni le
case discografiche produrranno tanti
Mini Disc come è finora avvenuto con i
Compact, allora potrebbe bastare un so-
lo apparecchio 'sia per registrare che per
ascoltare i brani registrati in vendita.
Oggi ad esempio possedere un sistema
DCC evita di eliminare le vecchie e care a1P
musicassette tradizionali e permette di
registrare tutti i dischi di vinile collezio-
nati. Per chi invece volesse adottare le a#ci@
----,

nuove tecnologie senza però rinunciare
al giradischi o al registratore tradiziona-
le è possibile migliorare la qualità
dell'ascolto di tutti gli apparecchi sem-
pre grazie alla tecnica digitale. L'ampli-
ficatore dell'impianto può essere infatti
sostituito da moderni DSC (Digital Sy-
stem Controller) in grado di controllare
diversi ingressi analogici e digitali e tra-
formarli tutti in segnale digitale.
Questo a sua volta può essere inviato a
se acustiche che, novità assoluta de-
li ultimi mesi, possono essere anch'es-
ligitali e quindi evitare ogni rischio
iegrado del suono nel collegamento
tra amplificatore ed altoparlante.
SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
ecco il manuale che spiega in modo chiaro
ed elementare le nozioni basilari
dell'elettronica.
'Ettn

Ti avvicini
per la prima volta all'affascinante mondo
dell'elettronica? Vuoi contagiare con la tua passione
un amico? Ti piacerebbe ripassare un po' di teoria
di questa scienza? Regalati TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA:
troverai quanto cerchi esposto
in modo semplice ed invitante,
illustrato con foto e disegni o
LA LEGGE DI OHP

la fola ettn.2te ii#or


solo
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le ieiouti io a narg eturfoica

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COSA ras
CONTIENE .".
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Questo è l'indce degli Cl!Q01Tl81lti trattati.
e COS't L'ELETTRONICA e I CONDUITORI E Gli ISOLANTI i
~
e LA LEGGE DI OHM e LA RESL5TENZA e LA RESISTENZA VAlllABILE
e IL CONDENSATORE e LA BOBINt,. e IL CIRCUITO BOBINA CON' -.
±±
E .E=
~,

PENSATORE e I S~MICONDITTTQRI e Il DIODO e IL TRANSISTOR EME#E#ff? #±zspi g±gas55 "i==

e IL CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO e SALDA- "'1ft:.':..""'-':"'~ --~-


,..... ,.._.._ -----
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE I IOT •
·=,_, =--,~--rr;--'
~=:::,"'.:r=:=I-I
Oltre alla parte teorica il manuale propone dieci facili ktt da montare
e IL VARIATORE DI ll.JCE e IL SINTON!ZlAlORE. L'llìR1$AZìONE AUTO-
·--.. ,-~·
··---t

12.-.. MATICA e IL MASSAGGIATORE e LO SCACCAINSETTI ADULTRASUO-


NI e L'ANTIFURTO PER AUTO e IL CORREITORE DI TONAUT À e LA SIRE-
NA UNJIONALE e L'AUDIOSPIA e L'ALIMENTATORE DI POTENZA

COME ORDINARLO
se%" Ordinoré TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA è iocìle: basta fare un versamento di 9.000 lìre

si
%.
cli fotO e elise
sul conto corrente postale N 11645157 intestato od EDIFAI • 15066 GAVI
. specificando nello causale il titolo del manuale.
Può anche essere richiesto per posto (EDIFAI • 15066 GAVI • AL), per te.lefono (0143/642232)
o per fax (0143/64346.2); in questo coso spediremo il manuale aggiungendo
lire 4.000 per spese postoll.
DUE FILI
PER Urio REL.É
Come pilotare e selezionare uno qualsiasi
di un gruppo di quattro relé, sfruttando solamente
due fili che ne portano i vari comandi.
Per un funzionamento è consigliabile prevedere
un apposito control-box di pilotaggio.
(

Il dispositivo, oltre ad essere


estremamente utile e funzionale, presenta
una disposizione dei componenti molto ordinata
ed anche gradevole esteticamente: buona parte
del circuito è costituita da 4 rami (uno per ogni relé)
identici tra loro.

TI titolo dell'articolo non vuole richiamare Il funzionamento del circuito risulta estre- Per la precisione, vediamo nella tabella la
lcomplicate trame di spionaggio:si riferi- mamente chiaro esaminando lo schema corrispondenza fra i livelli d'ingresso e le
sce, molto semplicemente, ad un circuito elettrico, ed eventualmente analizzando la uscite attivate.
che pennette di attivare, a piacere, uno dei finestra che approfondisce le caratteristiche
quattro relé disponibili; l'aspetto importan- dell'integrato adottato. Se all'ingresso di
te è che il rélativo comando, invece di far ICI, in pratica ai morsetti 1 e 2 della sche- Volt ingresso Uscita attivata
capo ad un groviglio di fili da commutare da, non viene applicata alcuna tensione di 0:1 pin4
(beh, normalmente sarebbero 5), si accon- comando, tutte le uscite sono a tensione 1,3+2 pin 5
tenta di viaggiare attraverso due soli fili, la uguale alla Vcc, cioé (nel nostro caso) a 12 2,2+3,2 pin 3
solita coppia necessaria per il @ed il O del V. Applicando all'ingresso un ben preciso 3,6+4,3 pin 2
segnale d'ingresso. valore di tensione (continua), l'uscita corri-
Il meccanismo che rende possibile ciò si spondente a quel livello scende a 7 V: que-
basa sull'applicazione, all'ingresso del no- sta netta variazione di livello può costituire Naturalmente, i voltaggi intermedi potreb-
stro circuito, di 4 tensioni di valore diverso, l'impulso per comandare quanto segue nel bero attivare 2 relé contemporaneamente,
valore che viene riconosciuto da un apposi- circuito.
to integrato il quale provvede così ad atti-
vare l'uscita che corrisponde in modo spe- La realizzazione e il collegamento fra control box e scheda relé
cifico al relé che si vuole eccitare. è utile sia per verificare il funzionamento del sistema
che per la sua vera e propria utilizzazione.

INGRESSO UNICO
PER4 USCITE
CONTROL ,2 CONDUTTORI SCHEDA
Questo integrato, il vecchio UAAl 70, è na- BOX REE
t
-
I
to appositamente per pilotare barre di LED
utilizzate tipicamente come indicatori di li-
vello audio negli amplificatori Hi-Fi, in
questo caso di impiego un po' particolare,
noi lo utilizziamo per risconoscere 4 diver-
si valori di tensione continua, e in base a
questi valori, per eccitare uno solo dei relé ts tt tt ti
in uscita, il quale a sua volta consenta di at- ALLE UTILIZZAZIONI
tivare la funzione specificamente prevista
anche a livelli elevati di potenza.
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 39
-·-· -·-·-·-·-· --·-·-·-·-·-·-·-·-·--·

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Il Schema elettrico
del circulto-relé.
= Il
TR3 e
~..A:

- e
D3
f o

La Vcc è prevista sul


12+14 V (con assorbimento
massimo di 100 mA). Il TR ~p, 1--D·
g
- o, Q

- e

.---·~·---· --·---· -· --· --·-·--·-·---·--·--·-·--·

COMPONENTI
C1 = 22 F - 25V (elettrolitico)
R 1 = R2 = R3 = 1 O KQ
R4 = RS = R6 = R7 = 220 Q
R8 = R9 = R10 = R11= R12= R13 = R14 = R15 = 820 2
IC1 = UAA 170
"fR1 = TR2= TR3= TR4= BC307 (o BC177)
D1 = D2 = D3 = D4 =1N4004

11 I [t 1l
DL 1 = DL2 = DL3 = DL4 = LED rossi 5 mm
AL 1 = RL2= RL3= RL4= relé 12V (R- > 200Q)
(sul nostro prototipo= RS 353-023)
Vcc=12+14V
I
I
-I I componenti necessari alla realizzazione del nostro circuito sono
piuttosto numerosi anche se la maggior parte sono uguali tra loro.

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 40


a

.

DUE FILI PER QUATTRO RELE
ii
4
o o
o
O ■O
o o
0-0 o
o o
0-0 o
Hg1«
o o
e
vcc
3
I 0o o
1:a\11 I 7
2

+
1
9 ,
■ Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.
Ct Tutta la parte di circuito a sinistra dell'integrato è composto
da 4 tracciati identici tra loro.

Piano di montaggio della basetta a circuito stampato su cui è presente


tutto il complesso dei componenti; col tipo di relé adatto
(a basso assorbimento) il circuito può anche essere alimentato a pile.

-
rletes J l

per l'indecisione dell'IC a riconoscere il transistor corrispondente risulta in condu- tare particolarmente utile in quei casi in cui
valore giusto: si tratta di scegliere i valori zione netta, il che consente di eccitare il il circuito debba funzionare a pile.
più opportuni e precisi che corrispondano relé collegato in serie al collettore. L'impostazione multipla e ripetitiva del
alle zone, del resto ampie, in cui non sia Ogni relé è corredato dal suo LED, che ne nostro circuito, costituita da non pochi
possibile alcuna indecisione. visualizza lo stato di funzionamento (LED componenti, consiglia decisamente l'ad<r
Di per sé, ICl non eroga potenza sufficien- spento= relé aperto; LED acceso=relé ec- zione del montaggio a circuito stampato.
te per pilotare un relé, per cui si fa uso (per citato). La basetta da noi disegnata e realizzata. ol-
ogni uscita) di un opportuno transistor, che tre a garantire il risultato senz· omb. ••
funge, oltre che da amplificatore, anche da problemi e di criticità, offre anche un
separatore per i necessari livelli di tensio- BASETTA BELLA E ORDINATA aspetto particolarmente pulito e piuttosto
ne; quando infatti l'uscita di ICI non é atti- professionale, il che non guasta Per il vero
vata, e quindi si trova a + 12 V, anche la Per questo circuito, qualsiasi tipo di relé a e proprio montaggio si inizia. com'è sem-
base del transistor, un normale PNP di se- 12 V con resistenza di bobina superiore ai pre raccomandabile, dalle resistenze e
gnale (tipo BC307 o BC177), risulta non 200 Q va bene; noi però abbiamo usato 4 diodi; per questi ultimi, occorre rispettare
polarizzato e quindi non in conduzione. relé della ditta RS di Milano, che riescono la polarità, come sempre contrassegnata
Quando invece l'uscita viene attivata dal a lavorare molto bene anche con correnti dalla fascia in colore che indica il termina-
giusto livello di tensione d'ingresso, la po- di bobina molto basse (la resistenza è su- le di catodo; si installa poi lo zoccolo per
larizzazione passa a circa 7 V e quindi il periore ai 600 Q): questa scelta può risul- »»
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 4 1
li nostro dispositivo consente di
comandare 4 utilizzatori diversi
con due soli fili di alimentazione.

1. vista la configurazione a rami 2: i 4 transistor BC 307 (o BC 177) 3 : per l'integrato IC1 occorre
del circuito conviene procedere vanno montati con la faccia piatta prevedere uno zoccolo adatto
per file di componenti: montiamo (quella non arrotondata) rivolta poiché la saldatura diretta dei 16
prima le 4 resistenze poi i 4 diodi verso i LED. Poiché il circuito è piedini potrebbe comprometterne
e infine i 4 led avendo cura estremamente ordinato è l'integrità. IC1 si monta con l'incavo
di rispettare la polarità impossibile sbagliare la posizione semicircolare sistemato dal lato
di inserimento. dei 4 componenti. opposto al condensatore C1.

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 42


DUE FILI PER QUATTRO RELÉ

4 : l'unico condensatore elettrolitico : il montaggio dei relé 6 : i relé piuttosto pesanti


di questo circuito è Ci che riporta è semplicissimo visto che il loro e sporgenti dalla basetta vanno
l'indicazione della polarità senso di inserimento è obbligato saldati con grande cura per evitare
(solitamente il O) stampigliata dai piedini non simmetrici tra loro; che urti 'accidentali ne provochino
sul corpo. L'elettrodo positivo è dei 5 terminali uno non è collegato. il distacco o il cattivo contatto
quello sistemato verso l'esterno I componenti usati devono essere elettrico. Le saldature vanno
della basetta. di ottima qualità. ricontrollate a lavoro finito.

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 43


DUE FILI PER QUATTRO RELÉ
stificato dal fatto che non esistono Zener a
i 16
così basso valore si tensione). La selezione
2 I I 15 può essere eseguita mediante un commuta-
3 I I 14 tore ad 1 via-4 posizioni, con i due relativi
4 I I 13 morsetti d'uscita.
Si può anche usare un sistema di boccole
I I 12 con una "banana" di prelievo; ciò rende la
6 I I 11 soluzione meno elegante ma più comoda.
Infatti il commutatore non è in grado di fa-
7 I I 10
re dei salti di posizione (per esempio dalla
8 I I 9 prima alla quarta), mentre la banana può
essere in una qualsiasi posizione d'uscita,
La piedinatura dell'integrato ovverossia boccola, senza necessità di al-
si riconosce facilmente grazie cun passaggio intermedio.
all'incavo di forma La seconda versione, più semplice ed ov-
semicircolare presente via, prevede che la variazione di tensione
su uno dei lati stretti che sia fatta con continuità mediante un norma-
identifica il piedino n 1. le potenziometro; tuttavia è più facile che
capiti di regolare la manopola su un valore
ICI, per il quale occorre una certa cura di inserire ICl nello zoccolo osservando- di tensione che provochi l'eccitazione con-
nella saldatura, data la modesta spaziatura ne il verso opportuno (l'incavo su uno dei temporanea di due relé vicini.
esistente fra i vari piedini. bordi stretti girato dalla parte opposta del Una volta realizzato, nel modo più elemen-
Si possono poi inserire i 4 relé, per i quali condensatore elettrolitico Cl). tare possibile questo "control box", si prov-
il montaggio è semplicemente condiziona- vede a collegare fra loro i due dispositivi
to dalla posizione obbligata dei terminali, e testé descritti, provvedendo ad inscatolarli
C 1 che, essendo elettrolitico, richiede il ri- UN SEMPLICE CONTROL BOX opportunamente.
spetto della sua polarità, riportata sul corpo Occorre per questo tener conto di alcune
e sul disegno. Infine i semiconduttori: per i Un piccolo accessorio può tornare utile sia precauzioni: la tensione di ingresso non de-
transistor, la chiave di inserimento è indi- per effettuare il collaudo del nostro disposi- ve mai superare i 4,5 V; è assolutamente
cata dalla faccia piana (sulla quale è stam- tivo sia per usarlo come vero e proprio co- necessario rispettare la polarità della tensio-
pigliata la sigla), che deve risultare orienta- mando in fase di utilizzazione. ne di controllo; i due fili che collegano il
ta verso i LED; questi ultimo hanno, come Si tratta di un cosiddetto "control box" che, contro! box al circuito relé possono essere
contrassegno del catodo, un leggero smus- sfruttando una pila da 4,5 V, fornisce in sostituiti da un cavo coassiale del tipo per
so sul bordino sporgente, che in questo ca- uscita i vari valori di tensione richiesti per microfono, specialmente se il dispositivo
so va orientato verso il bordo lungo in l'azionamento dei relé. deve lavorare in presenza di campi a RF
prossimità del quale è posto Cl. Una prima versione, ancora semplice ma abbastanza intensi.
Entrate ed uscite come al solito fanno capo precisa ed affidabile, consiste nel prelevare Per quanto riguarda l'alimentazione del cir-
ai terminali ad occhiello per circuito stam- dei valori fissi ottenuti mediante una serie cuito relé servono 12±14 V (meglio se sta-
pato. di diodi in cascata, disposti a partitore bilizzati); il consumo non supera i 100 rnA
La basetta è così completata, ricordando (l'uso dei normali diodi raddrizzatori è giu- rnassmu.

SELETTORE Versione consigliata


per la realizzazione del control-box
/ che comanda il circuito
di azionamento relé.
La pila qui indicata può essere
e & sostituita da un alimentatore,

+
u
4,5V
e p
1u purché stabilizzato, da 5 V.
Vediamo i componenti necessari:
R1 = 470-0,5 W
D1 = D2=D3 = D4 = D5 D6 = 1N4004
P - 1KO {lineare)

ELETTROI\IICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 44


IL PILOTA-DISPLAY UAA 170
Si tratta di un dispositivo nato diversi anni fa appo-
sitamente per pilotare una scala di led con cui rea-
lizzare degli indicatori di livello; appunto per tale 10k + 12V
impiego, esso è in grado di pilotare fino a 16LED.
L'integrato è nel contenitore a 16 piedini (questo
10k
numero non ha comunque rapporto diretto con
quello dei LED pilotabili). Le uscite sono raggrup-
pate in due blocchi di 4, e quindi le combinazioni
possibili sono appunto 4x4=16.
Nella figura in basso è riportato quello che è lo 16 A9
schema funz.ionale interno, a blocchi; ma la sua co- I -- -

stituzione reale complessiva è notevolmente sofisti-


cata, quindi non avrebbe qui alcun senso approfon- I
dire questo aspetto. Quella che invece può risultare UAA 170
ben più interessante è la sua utiliz,zazione diretta co- UAA 170 L
me indicatore di livelli di tensione ( o di altre gran-
dezze elettriche), ed è per tale motivo che nella figu- 1 e B 8
ra a destra viene fornito uno schema di utilizzazione
per tale scopo. È' comunque interessante notare co-
me fra i piedini 15 e l6 possa essere collegato un fo-
totransistor o fotoresistore, che consente di adattare
automaticamente la luminosità del LED acceso a 1
quella che è la luminosità momentanea dall'ambien-
te in cui il dispositivo si trova a lavorare.
I dati principali per il funzionamento sono i seguen-
ti: tensione di alimentazione l 1+18 V e.e.; corrente
assorbita 4+10 mA; corrente massima per ogni
uscita 50 mA.

Phototransistor or resistor =5V 'r «» % A


'+o '+
16 15 1 13 12 11 10 9

Matrx

2 3 4 5 6 7 8
Ground H G E F o e B

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 45


IL RITORNO DELLE VALVOLE

POLARIZZAZIONE
ALLA GRIGLIA Come si esegue la polarizzazione della griglia
nei circuiti valvolari applicativi.
Approfondiamo l'utilizzo delle famiglie di curve
per ottenere i parametri caratteristici alla tensione
desiderata.

di tensione appositamente realizzata. segnale alla griglia, la corrente anodica


N ei circuiti di cui ci siamo occupati
finora, la polarizzazione di griglia
veniva ottenuta per mezzo di un'appo-
Questa tensione, nei casi più usuali,
viene, invece, ricavata inserendo un' ap-
scorre tra l'anodo e la placca e si ri-
chiude attraverso il circuito esterno, che
sita batteria; ciò serviva per non com- posita resistenza tra il catodo e la mas- qui non è rappresentato, il quale potreb-
plicare troppo il circuito e per renderlo, sa: perciò essa è definita autopolarizza- be essere una batteria o un apposito ali-
quindi, più comprensibile. Nei normali zione catodica. Allo scopo di compren- mentatore anodico. Dal momento che
circuiti applicativi, però, è difficile tro- dere come ciò avvenga serve lo schema tale corrente anodica scorre dal punto A
vare una soluzione di tal genere, che è elettrico di questa pagina. al punto B, il primo è negativo rispetto
denominata polarizzazione fissa, in Nelle condizioni di riposo del tubo, al secondo; supponendo, ora, che tale
quanto viene prelevata da una sorgente cioè quando non viene applicato nessun valore di corrente anodica provochi una
caduta di tensione di 4 volt ai capi della
Anziché alimentare la griglia con una batteria per conferirle resistenza RK, si può affermare che il
un potenziale negativo nei circuiti valvolari applicativi è più comune catodo è positivo di 4 volt rispetto alla
portare il catodo ad un potenziale negativo e lasciare la griglia
massa (punto A). Questo equivale a di-
a potenziale zero: il risultato non cambia.
re che la massa si trova a un potenziale
negativo di 4 volt rispetto al catodo. Es-
sendo la griglia collegata a massa per
mezzo della resistenza RG, questa si
+ A7 220V trova, a sua volta, a un potenziale nega-
tivo di 4 volt rispetto al catodo, che è
l'elemento che emette elettroni, rispetto
al quale essa funziona.

~ a I o
SENZA BATTERIA

c0 Evidentemente, quindi, non è importan-


Ci te se il potenziale negativo di griglia si
o I• • I
ottiene per mezzo di una sorgente ester-
na (la batteria), mantenendo il catodo a
potenziale zero, o se è la griglia a esse-
re mantenuta a potenziale zero e il cato-
do a essere portato a un potenziale posi-
RG tivo: infatti i due sistemi si equivalgo-
Ck no. Con l'ultimo sistema, però, si può
eliminare la batteria di polarizzazione,
perché la voluta tensione di polarizza-
A zione si ottiene sfruttando la corrente
anodica. Per calcolare il valore della re-
ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994- Pag. 46
sistenza catodica necessaria a ottenere ternato ad andamento sinus
una ben definita tensione di polarizza- sto determina una conseguente
R-}or. R- 1ooo o
zione di griglia, è necessario conoscere ne di corrente anodica. la quale,
la corrente anodica media circolante, '
do attraverso la resistenza appli
cioè definire il punto di lavoro del tubo, catodo, fa variare, a sua volta, la tens
così da applicare la legge di Ohm. Questo metodo di autopolarizzazione, ne di polarizzazione di griglia. con
Per esempio, supponendo che la corren- che, come si è visto, dipende dal valore stesso andamento sinusoidale appli
te media circolante abbia un valore di 5 di corrente anodica che attraversa la val- al suo ingresso.
mA e che si desideri applicare al circui- vola, dipende anche indirettamente dal Il metodo per mantenere fissa la tension
to una polarizzazione di -5 volt, secon- segnale applicato alla griglia. Perciò, se presente ai capi della resistenza cat
do la legge di Ohm si ottiene: ad essa viene sovrapposto un segnale al-

L'insieme degli elettrodi Nella sua forma più semplice L'unico modo per rendere visibile
costituisce spesso un blocco unico la valvola (in questo caso fotograficamente i sottilissimi
in cui è difficile individuare gli un pentodo) è formata collegamenti presenti in una
elementi che lo compongono: dalle 3 parti raffigurate anche valvola consiste nel sottoporla
ecco un disegno esploso se in realtà sono spesso presenti ad una radiografia: ecco un pentodo
per chiarirci le idee. tanti altri minuscoli elementi. immortalato ai raggi X .

RADIATORE
cJ1'.BD
VALVOLA
Er>
. . MICA
COMPLETA

ANODO

i GR. S0PPRE0E

I I Il ( I )\
G2. GCERMO Il 11 I BULBO

GR. CONTROLLO

~
CATODO

I ii
Ca
ASSIENE l>EGLI
ELETTA.O DI

CEE>
l FILAMENTO

MICA
I
I 4? .
BASE CO
PIED11\/I

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994- Paa. 47


POLARIZZAZIONE ALLA GRIGLIA
RK, cioè la polarizzazione negativa di plicato all'ingresso. Quanto più essa è RK: per questo motivo viene anche
griglia, consiste nell'applicarvi in paral- elevata, tanto più il suo valore tende a chiamato condensatore di fuga.
lelo un condensatore, il quale provveda a essere basso. Negli stadi di amplifica- Esistono, poi, altri sistemi per ottenere
livellarla e, quindi, a mantenerla costan- zione di bassa frequenza, il suo valore è la polarizzazione di griglia, ma essi ven-
te. Il valore di questo condensatore piuttosto alto, mediamente compreso tra gono applicati raramente e in particolari
dev'essere tale per cui la sua reattanza i 10 e i 100 µF. Inoltre, è consentita una circuiti, dedicati, per lo più, alla polariz-
capacitiva risulti trascurabile confronto certa tolleranza di valore in assoluto, zazione della o delle valvole finali di
al valore di RK e, quindi, non influisca dato che il condensatore svolge, in que- potenza: perciò, ci riserviamo di prende-
su di esso per tutta la banda di frequenza sto campo di frequenze, solo il compito re in esame tali circuitazioni di volta in
applicata all'ingresso del tubo. Il valore di presentare una bassa reattanza capaci- volta, quando se ne presenti l'occasione.
di questo componente, in ultima analisi, tiva, al fine di cortocircuitare a massa la
dipende dall:'. frequenza del segnale ap- componente alternata presente ai capi di
INDISPENSABILI CURVE

Completiamo, invece, l'argomento rela-


4 I <::)J I
I ,,-, l 1 tivo all'uso delle curve caratteristiche,
1J.J (f}f ""J1 12 AX7A iniziato nella precedente puntata, soffer-
1/1%]'
-1--

$ '-+o
ecco» mandoci sul metodo della determinazio-
+ I
ne grafica dei parametri caratteristici
?%l #/'}j Il,\il della valvola, alla voluta tensione di uti-
} y y , lizzo.
[ Ny Per fare questo, ci serviamo ancora della
- 7 / I I I I I I
famiglia di curve anodiche, riguardanti
Ti j 5j Tt il doppio triodo 12AX7-ECC83, e anche
dei dati caratteristici ad esso relativi.
1nit l, ,] l5j!41I I 1 1 ', 1 1 Questi ci indicano che a una determina-
7 T 7 t } ta condizione di riposo del tubo corri-
7 7'17 7 'j',] I I I I ', I I spondono 250 V di alimentazione ano-
1,2mA [ [ J f dica, - 2 V di tensione di polarizzazione
17 V p3
j Lu l 4 1 '(lo, di griglia e una corrente anodica di 1,2
0,7mA A 7bip[i
4 1j mA; ci dicono anche che la resistenza
l
/tt
1 a / Kl #
# tktyf
2',2
+II] g differenziale interna vale 62,5 KO e che
la transconduttanza è di 1,6 mA/V, a cui
si aggiunge un coefficiente di amplifica-
O VOLT 100 218V I 280V 400 500 zione teorico µ uguale a 100.
250V Per verificare graficamente l'esattezza
del dato riguardante il parametro relati-
vo alla resistenza differenziale interna,

1J.J
I
I ,o/~
(f}' _,__7/
l I
12 AX 7A
2
si procede nel seguente modo: dapprima
si fissa sul grafico il punto P, indicante
la condizione di funzionamento di 250
a::
#&
$3l
I/·l2
-
+K1
<)•

,%i
' ecc s
III] I I I I I 1 7
V di Va, -2 V di Vg, a cui corrispondo-
no 1,2 mA di corrente anodica la.
g [[ 1 Poiché la resistenza differenziale interna
..J
i / / /I L ] I ! l l Ri è data dalla variazione di tensione
s [ /[I, anodica conseguente a una variazione di
j [ _\,91 I mA della corrente anodica, mantenen-
2lL 4 1 4 1 1,%/1
r 1 1 1 l/ / / 1 <-,
I , Il ~ I i 1-2-3:i tre diagrammi della famiglia
di curve della valvola 12A4X7 •

h/I#ET/V A
j57f1)/tj4 til,
ECC83 chiariscono come sia
possibile ricavare graficamente
i parametri caratteristici del tubo.
Nonostante una minima
imprecisione nella determinazione
,m }l+l' + f [ I '/ l++I
dei valori, questo rimane il metodo
I
rA 1 --1' I :P I P1 1,,,-1' I I -f' I 171 V1 I ....-r 1--1' più semplice e valido per
O VOLT 100 18OV [ 00 500 conoscere il punto di lavoro
10V 215V delle valvole.

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 48


I.,
I -1------1---"--'--J._..__J
12AX7A
3
~ 83
l,Jj I I I i I I [ o. ECC
do costante la polarizzazione di griglia,
%, '--+--- 1---+- +-+-- -+--#--- --t-----+-, >+- 'ì'l-t-t----t--t-----t-~+---+--+--+--+-+--1-----1
'.:!
si devono ricercare i valori di 1,7 mA e
di 0,7 mA, relativi, appunto, a una varia-
--.J

± I/ I I / / ~· I I I l
zione di 0,5 V in più e in meno rispetto i+/11
u ,
I l
11
al valore di 1,2 mA della corrente anodi- 771 l 7 , )'- ·
ca di riposo. Con l'aiuto di un righello, #!/ / 1 j
si tracciano, poi, partendo dai due punti I IF I 11/ I . I
deH ',asse verticale, due rette orizzontali lL tf t/ jr

che vadano a incontrare la curva della


1,2m4 T T y ',
caratteristica anodica relativa al la tensio- ~ a V 2 Y /
ne di griglia di -2 V, sulla quale già si / tJ / ,V / V / / ,\.i-L~
17 / 12 '21
trova il punto P. Individuati questi altri
due punti sulla curva, si tracciano due
T K
Z
Y
Y
4

/
y
V

A
A
j
A
7

7
A
DA
o,
rette verticali che vadano a incontrare i A

valori di tensione anodica situati sull' as-


se orizzontale, a cui corrispondono 218 O VOLT 200V l100 300V 4.00 500
V e 280 V: la differenza tra questi due 250V
valori corrisponde alla resistenza diffe- di utilizzo. In questo caso, si comincia nere costante la corrente anodica al va-
renziale interna (280 - 218=62 KO). con l'individuare il punto di riposo P, riare di l V di polarizzazione di griglia.
La stessa procedura può essere seguita come nell'esempio precedente; da tale Ai punti relativi a -1 ,5 V e a -2.5 V
per una qualsiasi tensione di funziona- punto, poi, si prosegue tracciando una rispondono, sull'asse orizzontale. 200 e
mento: ad esempio nel primo disegno di retta orizzontale che vada a incontrare le 300 V di tensione anodica; la differenza
pagina 48 viene riproposta per 180 V. curve caratteristiche anodiche corri- tra questi due valori ci dà il coefficiente
Con il metodo della determinazione gra- spondenti a -1,5 V e -2,5 V di polarizza- di amplificazione u=(300- 200 = 1O0).
fica è anche possibile ricavare il valore zione negativa di griglia. Questo si deve Risulta evidente, quindi, che i parametri
del coefficiente di amplificazione del tu- fare perché il coefficiente di amplifica- differenziali di un tubo sono diversi a
bo, per quanto esso non cambi di molto zione esprime la variazione della tensio- seconda del punto di funzionamento che
al variare delle diverse tensioni anodiche ne anodica che si manifesta per mante- si è scelto.

.s.R7o +

E
I I
• Panoramica. Conosciamo la graffa-
• 8R'

trice, un elettroutensile leggero, che si usa sen-


za fatica, che sii rivela utilissimo in molte occa-
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----- LABORATORIO

La velocità variabile permette un po' a tutti i trapani


di eseguire al meglio diversi tipi di lavorazione.
Ciò vale in particolare per il minitrapano
di Elettronica Pratica, per il quale presentiamo
questa versione di riduttore.
La basetta elettronica vera
e propria del circuito va fissata
al pannello della scatola contenitore
(una Teko 362) e poi cablata, attraverso
i 6 pin di uscita, con i vari comandi presenti
sul pannello.

P er l'hobbysta, ma spesso anche per


il professionista, l'uso di un mini-
trapano è assolutamente indispensabi-
sempre un semplice regolatore di poten-
za, di cui andiamo ora ad esaminare lo
schema elettrico.
Ciò in pratica significa che, se in uscita
è stato predisposto il valore di 5 V, tale
valore resta tale indipendentemente dal
le, in quanto esso risulta idoneo a far carico applicato, cioé dal fatto che la
un po' tutti i lavoretti che richiedono corrente sia nulla o arrivi ad 1 A.
una buona precisione. TUTTO CON Oltretutto, questo tipo di integrato è in-
Infatti questi minitrapani sono ormai UN SOLO INTEGRATO trinsecamente protetto contro le sovra-
ben diffusi sul mercato, e addirittura correnti (cioè i picchi di corrente che
nei supermercati, sempre corredati da Una tensione continua, o anche sola- possono verificarsi nell'impiego norma-
un alimentatore vero e proprio oppure mente raddrizzata, visualizzata tramite il le), contro i cortocircuiti, nonché contro
alimentati a pile o da un qualsiasi ali- diodo DLI, dopo essere opportunamen- il sovrariscaldamento: in teoria quindi
mentatore esterno di tensione compre- te filtrata da Cl/C2 viene applicata ad non dovrebbe mai arrivare a guastarsi.
sa fra 8 e 14Vcc. un integrato regolatore di potenza, che Anche i diodi Dl e D2 provvedono a
Ognuna di queste soluzioni comporta da solo consente di variare il valore di proteggere ICI dai picchi di sovraten-
comunque che la velocità di rotazione tensione in uscita e di stabilizzarla. »
e la potenza operativa dei minitrapani
siano ovviamente costanti; spesso però
si presenta la necessità (specialmente
quando si tratta di eseguire lavori deli-
cati e precisi) di operare con velocità L'integrato IC1
basse, o comunque inferiori a quella (a 3 piedini)
nominale e magari variabili. va saldato dal lato
Il circuito, che è stato da noi progetta- rame della
to appunto per questo scopo, è in gra- basetta; in questo
do di variare ampiamente qualsiasi modo può essere
tensione e.e. applicata alla sua entrata, fissato al pannello
proponendola in uscita a cominciare da di comando
un valore minimo di 2,5 V fino ad un (interponendo
massimo di 13 V, ciò a patto che la un foglietto
tensione d'ingresso sia di 16 V alme- di mica ed usando
no: il tutto, in grado di erogare una viti in nylon)
corrente massima di 1 A. che funge
11 circuito che abbiamo adottato è pur da dissipatore.

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 51


r--·· -· -·-. -·-·-·-· - . - . - ·-·-·,.
I.
Df
I
Inl « le]jc1[.} r r fl n

r
02

R1

Schema elettrico del dispositivo per regolazione di velocità di minitrapani; la parte racchiusa entro la linea
tratteggiata è quella montata sulla basetta a circuito stampato.

COMPONENTI
R1= 1200 Q
R2= 220 2
R3= 1200 0
R4= 2200 Q (potenziometro)
R5= 1200 2- 3 W
C1 = 1000 µF 25V (elettrolitico)
C2= O, 1 µF (mylar)
c3= 10 µF 16V (elettrolitico)
C4= O, 1 µF (mylar)
C5= 10 µF 25V (elettrolitico)
IC1 = LM317 (con accessori

I di isolamento)
D1 = D2= 1 N4004
DL 1 = LED rosso 5 mm
E-U= coppie di boccole■
morsetto rosse e nere

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 52


1

Piano di montaggio e cablaggio del circuito Il circuito stampato è qui visto dal lato rame.
complessivo del variatore; una vera e propria, anche Le piste sono molto larghe ed alcune zone
se modesta, centrale di comando. risultano completamente ramate.

sione che un motore può generare parti- Schema elettrico


colarmente in fase di avviamento e di di una possibile
fermata, per via del!' induttanza elevata
versione
propria dell'avvolgimento.
di alimentatore
La presenza dì C 1, grosso condensatore
esterno
elettrolitico, consente di fornire una buo-
per minitrapani
na riserva di carica, cioé di energia,
di tipo generico.
all'atto dello spunto di partenza del mo- +
Vediamo 220
tore. Il valore di capacità dì Cl qui previ-
sto è di 1000 µF ed è suffcìente per le più
i componenti V +
necessari
normali applicazioni; ma nel caso ci sia
Ti=trasformatore E
la necessità di far fronte a spunti più ro-
14V.1A
busti, esso può salire fino a 10.000 µF; la
P1 = ponte di diodi
sua tensione di lavoro deve sempre esse-
1N4004
re superiore a quella applicata all'entrata b
(tipicamente 2025 V nel nostro caso).
Il grosso resistore in parallelo all'uscita
serve per "zavorrare" l'alimentatore su
un carico semplicemente resistivo. Per quanto riguarda i condensatori, oc- mente sui lati corti, poi, vicino ali' entra-
Nel caso in cui il minitrapano adottato corre tener conto che Cl, C3 e C5 sono ta, i fori per R4 ed il portaled, e verso
non avesse in dotazione un alimentatore di tipo elettrolitico e quindi con la pola- l'uscita, il foro per fissare ICI; del resto
in grado di fornire i previsti 16V, si può rità contrassegnata sul contenitore in il disegno e la foto descrivono perfetta-
realizzare un alimentatore in c.. secon- corrispondenza del relativo terminale. mente il posizionamento e il cabalggio
do lo schema qui consigliato. IC l è montato in prossimità del bordo complessivi.
Ora che abbiamo seguito la descrizione della basetta, con la faccia in plastica ICI deve essere montato sul pannello di
del circuito elettrico passiamo alla pra- verso l'interno, in modo che sia possibi- alluminio, isolato con l'apposito fogliet-
tica realizzazione della centralina. le fissarne direttamente la parte metalli- to di mica e fissato con vite di nylon,
ca su una superficie pure metallica per così da assicurare l'isolamento del rego-
la dispersione del calore. latore verso qualche dispersione del ne-
LA CENTRALINA DI COMANDO Una volta completata la basetta a circuì- gativo di alimentazione.
to stampato con i soliti terminali ad oc- A proposito della quale, se all'entrata
Prima di tutto occupiamoci di montare il chiello per il cablaggio, si esegue tutto il capitasse di applicare delle batterie, è
circuito vero e proprio, tipicamente rea- cablaggio sfruttando il coperchio in allu- consigliabile inserire, subito dopo il
lizzato su basetta a circuito stampato. minio di un contenitore apposito; è stato morsetto positivo, un fusibile di prote-
rimi componenti a trovarvi posto sono adottato il Teko modello 362, in cui la zione, anche del tipo volante (lungo-ca-
resistenze e diodi (per questi ultimi si scatola vera e propria è in plastica. vo) da 3+4 A di portata.
omanda il rispetto della polarità, in- Su questo coperchio vanno eseguiti i fo- R I trova posto direttamente fra il mor-
ato dalla fascetta in colore sul corpo ri di fissaggio per le due boccole d'en- setto negativo d'entrata ed uno dei ter-
di plastica all'estremità catodo). trata e per le due d'uscita simmetrica- »»
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 53
VARIATORE DI GIRI PER MINITRAP

ancora
più bella!

DA APRILE Il montaggio della basetta


sul pannello di controllo
non è una semplice rifinitura:
ci sono alcuni componenti
I cablaggi tra i vari elementi
del pannello di comando vanno
effettuati con particolare cura
poiché sono più soggetti, rispetto
(R1,R4 e DL1) essenziali ai collegamenti a circuito
per il funzionamento del dispositivo stampato, ad essere danneggiati
esterni al circuito stampato. da urti di ogni tipo.

o
7
1I1E.J I
@402)

ancora
più ikieressnte'
NI
minali del portaled; il pur modesto ca-
blaggio è consigliabile farlo con qual-
che filo colorato, almeno rosso e nero
per le alimentazioni dirette, così da
meglio identificare i tragitti.
Una volta completato e ricontrollato il
cablaggio e fissato il coperchio al pro-
prio contenitore, la nostra centralina di
Il condensatore
controllo è pronta.
elettrolitico C1 consente
di fomire una buona
L'IMPIEGO DEL MINITRAPANO riserva di carica all'atto
dello spunto di partenza
Questo minitrapano nasce corredato da del motore. La polarità
un piccolo alimentatore da cui fuorie- è riconoscibile dal grosso
sce il relativo cavetto di collegamento, segno @ presente
il quale termina con una spina da inse- sul corpo metallico.
rire nel!' apposita presa sul fondo del
trapano. Per non manomettere la nor-
male dotazione, basta preparare due ca-
vetti di raccordo che vanno stabilmente
fissati ai morsetti d'entrata e d'uscita
del regolatore: uno riceve la tensione
dall'alimentatore, e quindi termina con
una presa volante; l'altro porta la ten-
sione variabile al trapano e quindi è La dotazione del
corredato con una spina volante. minitrapano che Elettronica
Un apposito disegno illustra la sempli- Pratica regala a chi si
ce disposizione d'impianto. abbona comprende, oltre
Naturalmente, per realizzare questa si- all'alimentatore, tre punte
stemazione occorre la normale atten- da 1,2e 3 mm con relative
zione per eseguire la saldatura a regola pinzette-mandrino nonché
d'arte entro i connettori e per il rigoro- una moletta cilindrica.
so rispetto della polarità; infatti, se ca- C'è anche la chiavetta per
pitasse di invertire le polarità in uscita, bloccare l'albero motore
semplicemente il motore ruota in senso durante le operazioni di
contrario, mentre l'inversione della po- montaggio e smontaggio
larità all'entrata danneggia il circuito. delle punte.

Inserimento del regolatore


fra alimentazione
e trapano; ciò comporta
la realizzazione di due
cavetti di adattamento,
così da lasciare integro
il, collegamento originale
fra il minitrapano di
Elettronica Pratica
ed il suo alimentatore.

ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994- Pag. 55


DISPOSITIVI ORIGINALI --l

FAR MUSICA
SENZA SUONARE
Un suggestivo generatore di suoni che funziona
semplicemente agitando una mano nelle immediate
vicinanze, con aspetti tra magia e fantascienza.
Il dispositivo inventato negli anni '20
dal dottor Theremin, prende il nome di thereminofono.
La realizzazione
del thereminofono
non è certo delle più
semplici:
per i numerosi
componenti
è indispensabile
prevedere
il montaggio
su basetta
a circuito
er chi ha qualche reminescenza clas-
P sica, sarebbe proprio il caso di dire:
"Theremin, chi era costui?". Ebbene, il
stampato.

nostro Carneade è tale dottor Leon The-


remin che in Russia negli anni '20, rea-
lizzò uno strumento musicale di caratte-
re squisitamente elettronico, giovandosi Schema a blocchi del therminofono; a titolo di esempio,
inevitabilmente della tecnologia delle la frequenza del 2 oscillatore (quello a frequenza variabile) è posta
valvole. 1 O KHz più alta della frequenza di riferimento (1 oscillatore).
A quei tempi, tale strumento era in grado
di coprire 6 ottave, ma al giorno d'oggi i
suoni che ne escono (in certi casi note
pure, in certi altri suoni anche piuttosto
strani) vanno da pochi Hz a qualche de- 700 KHZ
cina di KHz, talché si potrebbe dire che OSCILLATORE 7
nessuno strumento musicale sarebbe in
grado di presentare una banda acustica
così ampia. 100}
770
Naturalmente non si pretende che i letto- 21 KHZ
ri di Elettronica Pratica si trasformino in 70
tanti abili esecutori di Thereminvox (era
questa la dizione originale), ma usarlo
per ottenere suoni ed effetti particolari è
facile e divertente e, perché no, istrutti-
vo; oltretutto il sistema, suonando col
semplice avvicinarsi di una mano pre-
senta anche una certa aria di magia.
Lo strumento sfrutta il fenomeno elet-
troacustico per il quale, se due segnali 110 KHZ
vengono miscelati fra loro (attenzione: OSCILLATORE 2
miscelati nel senso della conversione
delle loro frequenze, e non già nel senso
»>)
R8
C2 Tc
77
C1 .L
GND
Xl !
MF1

at
R1 I C 1 ~ R3
c::a s
12 R4 R5
- a a a a -----
Il c13
10 I I I I I I I J1
' v
R2 L
8 ..
J. C16


T., =4 I ri 1 1 ~ I .1 ~

r
C4
H - ,,;:
R9
II ~ RI2 f Ic

GND u
L
C15
Schema elettrico del circuito complessivo,al quale fa
capo, oltre al terminali di alimentazione ed uscita audio ,
l'antenna captatrlce per Feffetto mano.

della loro ampiezze), ne otteniamo, in


uscita dal dispositivo non lineare che ef-
Piano di montaggio del circuito generatore di toni audio: fettua questa operazione, oltre al perma-
nella nostra vetsione è sfruttata una sola sezione del condensatore nere dei due segnali di partenza anche la
variabile, che è un tipo ad aria Ducati per le vecchie radio a valvole. loro somma e differenza in termini di
frequenza.
@
ANTENNA vcc LA CONVERSIONE
DI FREQUENZA

Vediamo più da vicino qual é il princi-


pio di funzionamento di questo sistema;
partiamo da due oscillatori che generino
frequenze ultracustiche: il generatore
n° 1 sia a frequenza fissa e costante, pre-
stabilita a 1 O KHz.
Il n° 2 abbia invee-e la frequenza in
qualche modo influenzabile dal!' esterno
e, sempre nell'ambito dell'esempio di
cui sopra, sia fatta variare sino a rag-
giungere 11 O KHz.
I due segnali così disponibili vengono
applicati ad un mixer, o meglio, ad un
convertitore di frequenza; comportando-
vcc si come tale, questo mixer esegue le
@ previste combinazioni in modo tale che
ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994- Pag. 58
ANTENNA
.A

FAR USICA SENZA SUONARE

\\

L1 I 8 a
ill I €
«
M
I I !l
i
/ g.

Jt " _

1ee + J
i
11af J

I i
, MASSA
tore (opportunamente predisposto per
questo), l'effetto capacitivo della mano
stessa, variabile con la distanza e la posi-
COMPONENTI
zione, provoca uno slittamento di fre- R1 = 10 MQ
quenza più o meno accentuato. R2 = 10 KO
All'uscita del circuito mixer abbiamo R3 = R4= 3300 Q
quindi disponibile un segnale BF a fre- RS = 3300 2
--·-·-·_J quenza variabile fra la condizione di bat- R6 = 47 KO
timento zero e la massima frequenza R7 = 47 KO
udibile dal nostro orecchio: non a caso il R8 = 330 Q
filtro è stato previsto (in linea di princi- R9 = 470 2
pio) con 20 KHz di frequenza di taglio, R10 = 330 2
alla sua uscita troviamo una miscellanea coprendo così la più vasta gamma di fre- R11 = 100 KO
di segnali rispettivamente sui 4 valori: quenze compatibili con i limiti di udibi- R12 = 470 2
100 e 110 KHz (quelli di partenza) 210 lità dell'orecchio umano. J1 = 47mH {RFC)
KHz ( la somma delle 2 frequenze); !OK L 1 = 2,2 mH (RFC)
Hz (la loro differenza). IC1 = 4060
Se il complesso di questi segnali viene DUE OSCILLATORI MF1 = BF960 (o 966)
fatto passare attraverso un filtro opportu- FT1 = 2N3819
no ( di tipo passa basso, che lasci passare Analizziamo ora la versione che noi ab- Vcc = 12 V
solo le frequenzeentro la banda audio, biamo messo in pratica per realizzare le Cc1= 1000 pF {ceramico)
diciamo entro 20 KHz), esso provvede a caratteristiche comportamentali sin qui c2= O, 1 µF (ceramico)
bloccare tutti i segnali a frequenza più descritte; il circuito è comunque artico- C3 = 47 µF 16V (elettrolitico)
alta (nel nostro caso: 100, 11 O e 2 I O lato esattamente sui tre blocchi cui già ci c4= 1000 µF (ceramico)
KHz), lasciando passare inalterato solo il siamo riferiti: un oscillatore a quarzo, un CS = 1000 µF (ceramico)
segnale in banda audio, cioé 10 KHz: oscillatore variabile, un mixer-converti- C6 = 1000 µF (ceramico)
questa è appunto la nota utilizzata. tore. L'oscillatore controllato a quarzo C7 = O, 1 µF (ceramico)
L'oscillatore n°2 è realizzato in modo da (per evidenti motivi di affidabilità della c8 = o, 1 µF (ceramico)
poter essere regolabile in frequenza gra- frequenza fissa di riferimento) è realiz- c9= 10.000 pF (ceramico)
zie ad un condensatore variabile oppure zato mediante un integrato di tipo 4060; C10 = 10,000 pF (ceramico)
tramite qualche altro sistema; se, rego- il quarzo è scelto di tipo molto comune C11 = 10,000 pF (ceramico)
lando per esempio il condensatore, la ed economico sulla frequenza standard C12 = 470 pF (polistirolo)
sua frequenza viene portata stabilmente di 3,2768 MHz. c13 = 1000 pF (polistirolo)
allo stesso valore del primo (cioè 100 La combinazione ICI/XI fa sì che c14=4700 pF {polistirolo)
KHz), fra i due segnali identici in fre- all'uscita dell'integrato (corrispondente c15 = 220 pF {ceramico)
quenza si ottiene battimento zero, non ne al pin 5) il segnale, di frequenza divisa c16 = 150 pF (trimmer)
nasce cioè alcuna nota in uscita. per 32 volte, sia disponibile a 102,400 c{7 = 200300 pF (variabile)
In questa condizione di azzeramento av- KHz, valore perfettamente adatto per X1 = quarzo 3 2768 MHz
vicinando una mano al secondo oscilla- »» I

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Paa. 59


FAR MUSICA SENZA SUONARE
raggiungere il nostro scopo. componente attivo, un FET; il circuito mentazione deve essere perfettamente
Trattandosi di segnale ottenuto ed elabo- non essendo stabilizzato in frequenza da stabilizzata e ben filtrata.
rato in modo digitale, esso deve passare un quarzo, deve usare componenti, ed in Il circuito oscillatore vero e proprio è il
attraverso un filtro passa-basso di tipo particolare condensatori (Cl 2 / C 13 / classico tipo Colpitts, con i due conden-
RC (consistente in R4/R5/C4/C5/C6) Cl4 I C15) di buona qualità. satori Cl3-Cl4 che costituiscono il par-
che provvede a rendere sufficientemente Questi ultimi devono quindi essere del titore di reazione negativa, e con il
pulito (e quindi sinusoidale) il segnale tipo a mica o polistirolo, idonei comun- gruppo L1/C17-C16-C13-CI4 che defi-
stesso, che è anche stato attenuato da R3 que ad impieghi anche in RF, in modo nisce la frequenza di lavoro, per la quale
per portarlo a livello compatibile con lo che la frequenza generata, in assenza di però bisogna anche tener conto dell'ef-
stadio rnixer. stimoli esterni, non ponga alcun proble- fetto (determinante per il nostro circui-
Il secondo oscillatore, quello a frequenza ma di stabilità. to) dell'elemento captatore che realizza
variabile, è realizzato utilizzando, come A questo scopo, anche la tensione di ali- la variazione richiesta.

IL TRANSISTOR F E T
Il termine F.E.T. (abbreviazione di field effect transistor) Le caratteristiche costruttive di un FET quale quello da
significa transistor ad effetto di campo; ciò in quanto si noi usato (il tipo 2N3819, cosiddetto a canale P) sono le
tratta di un dispositivo attivo nel quale il flusso di cor- seguenti: la barretta è di materiale semiconduttore ( sili-
rente che l'attraversa è controllato da una campo elettri- cio) drogato in questo caso negativamente (N) e questo è
co che fa variare la resistenza di un canale conduttore il canale; vi è poi una zona intermedia drogata con im-
presente fra i due elettrodi d'ingresso e d'uscita di que- purità di tipo opposto (P), e questo è il gate.
sta corrente; tali elettrodi sono indicati come drain ( d) e Esiste naturalmente anche il dispositivo di tipo opposto,
source (s) rispettivamente. in cui tutte le polarità risultano invertite, e si tratta del
L'azione di controllo è ottenuta applicando il suddetto FET a canale P.
campo ad un elettrodo di controllo detto gate (g) il quale In figura I la polarizzazione del gate, e quindi il campo
fa variare la zona disponibile per il passaggio delle cari- elettrico applicato al canale, è tale dà contrastare il pas-
che e quindi la corrente che ne consegue. saggio delle cariche, che risultano frenate dal loro stesso
segno; in figura 2 invece, la polarizzazione leggermente
positiva lascia ampia conducibilità alle cariche attraver-
so il canale, cosicché la corrente ora è elevata.
d 2N3819 La caratteristica saliente di questi dispositivi è che in ge-

<,
nere il gate é polarizzato in modo da non assorbire cor-

Q
\'
I /'s rente alcuna, e questo fa sì che il dispositivo presenti
un 'impedenza d'ingresso particolarmente elevata.
/r_,!i Questo tipo di transistor viene indicato anche come uni-
g 1. . . . polare, in quanto il canale è sempre attraversato da un

-
. / '
,"

solo tipo di cariche (negative o positive), mentre per il


d g s comune transistor a giunzione ( detto anche bipolare) le
cariche che prendono parte al suo funzionamento sono
5 contemporaneamente di segno negativo e positivo.

uA mA

ET d FT
i
~ CORRENTE FORTE
POSITIVO I CORRENTE
NEGATIVO
I
L 9E,I
=M/ caos ,
@ g e
I
«

,...
i

s
Vcc
e
s
Vcc
e
1 2

ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994 - Pag. 60


c

Nella sua versione definitiva lo strumento Per aumentare l'effetto di accoppiamento capacitivo
va inserito in una robusta scatola metallica dell'antenna, questa va sagomata indifferentemente
corredata di tutte le uscite necessarie nei 3 modi illustrati. L'antenna deve avere un'altezza di circa
e del comando di sintonia. 20 cm e va realizzata con filo di rame rigido da 2mm.

Si tratta, sotto certi aspetti, di una vera e titori e con qualche componente che non classico tipo a scatolino Neosid (sono
propria antenna, che può assumere le ci capita spesso di usare. comunque sconsigliabili le versioni ci-
forme più diverse e che non ha Io scopo Per esempio, il Cl7 può essere un con- lindriche miniaturizzate).
di irradiare segnali, bensì di captare l' ef- densatore variabile qualsiasi del vecchio Veniamo all'antenna, che non pone pro-
fetto capacitivo della mano. tipo per radioricevitori; la sua capacità è blemi molto vincolanti, potendo assu-
Il terzo blocco circuitale è il mixer al sufficiente si aggiri sui 150200 pF, ma mere le forme più svariate; in ogni caso
quale confluiscono i segnali generati dai va bene anche se superiore (qui è stato la nostra è realizzata (come indicano al-
due oscillatori; esso si basa su un MO- usato un vecchio Ducati a due sezioni, cuni disegni esemplificativi) con filo di
SFET a doppio gate, in modo da presen- di cui una sola sfruttata). rame rigido da 2 mm di diametro ed è
tare due ingressi separati appunto per li compensatore C 16, dato il valore di alta una ventina di cm (anche se il valo-
1' applicazione dei sue segnali suddetti. capacità piuttosto elevato, è del tipo a re non è critico).
La combinazione che ne esce dal drain mica (ma qui in versione circolare, non Premesse queste indicazioni generali,
viene applicata al filtro passa-basso la libretto). LI e Jl sono ambedue impe- passiamo al montaggio vero e proprio,
cui funzione è già stata motivata: a que- denze di blocco del tipo commercial- che, per i motivi suaccennati, è assoluta-
sto punto l'uscita, ripulita dalle compo- mente più reperibile; qui è stato usato il )))

nenti ultracustiche e quindi consistente


nella sola nota audio variabile a piacere Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensione reali;
entro i limiti noti, può essere applicata a l'unica zona un po' delicata da disegnare è quella dell'integrato
qualsiasi amplificatore audio di buona dotato di 16 piedini piuttosto vicini tra di loro.
qualità (ai tempi del dott. Theremin, ed
immediatamente dopo, si usava la presa
fono delle vecchie radio).

UN CAPTATORE
FANT ASCIENTIFICO

Il circuito con cui abbiamo realizzato il


nostro strumento pseudo-musicale, pur
essendo ridotto al minimo indispensabile
sotto l'aspetto dei blocchi che lo devono
comporre, si presenta pur sempre un po'
più complicato delle solite versioni da
principianti, anche perché si tratta di
operare non già con semplici amplifica-
tori in BF, bensì con oscillatore, conver-
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 61
SENZA SUONARE

BF960
VISTO DA SOPRA

MF1 è un mosfet a doppio gate


in versione cosiddetta a ragno
con i terminali a crociera. Il drain
si riconosce per una mezzaluna
chiara presente sul corpo .

mente consigliabile realizzare su basetta su cui c'è la stampigliatura (attenzione C16 in modo da azzerare la nota ascola-
a circuito stampato rispettando la nostra alla disposizione dei piedini, che per tata dall'amplificatore cui si è collegata
disposizione. Come abitualmente consi- questo tipo di FET può cambiare da co- l'uscita del generatore, raggiungendo co-
gliato, si comincia col montare tutte le struttore a costruttore); per MFI, un sì la situazione di battimento zero.
resistenze ed i condensatori fissi; qui so- MOSFET a doppio gate di tipo BF960 o A questo punto, è necessario mettere il
lamente C3 prevede il rispetto della po- BF966, si tratta di una versione cosid- circuito entro una scatola metallica robu-
larità. Poi si procede con lo zoccolo di detta a ragno, con i quattro terminalì a sta, alla quale collegare il comune (pinl)
ICl (sempre consigliabile), le due indut- crociera, per cui il riferimento è una spe- della basetta; un foro in corrispondenza
tanze ed il trimmer Cl 6. cie di mezzaluna stampigliata sul dorso di Cl6 consente un ritocco finale per as-
del dischetto in corrispondenza del sicurare la coincidenza delle frequenze.
drain. Sulla scatola è opportuno aver predispo-
LE POLARITA' Terminato il montaggio, ed inserito ICI sto un connettore coassiale per potervi
rispettandone là chiave, cioè l'incavo sul inserire a piacere l'antennina capacitiva,
Per MFl ed FTl si deve controllare con bordo stretto, la messa a punto del cir- dopo di che si comincia ad accarezzare
cura il verso di inserimento; per FTI, un cuito si risolve in due e due quattro: si l'aria più o meno nelle sue vicinanze
classico 2N3819, il riferimento è dato mette CV a circa metà corsa, dopodiché per eseguire, qualche concerto di musi-
dalla faccia piana del corpo in plastica non c'è che da regolare il compensatore ca thereminofonica!

C17 può essere un condensatore


variabile qualsiasi del vecchio tipo
per radioricevitori.
La sua capacità deve essere
di circa 150-200 pF ma può anche
essere superiore.
Noi abbiamo usato un vecchio
Ducati a due sezioni di cui
una sola sfruttata.
Per il montaggio a circuito
stampato occorre saldare ai 4
contatti laterali altrettanti
spezzoni di filo nudo.
Uno dei 4 contatti, a destra
nella foto, non è collegato.
AI LETTO I
servirV
pe'megli?
,q
....
dr

1
Per avere risposte rapide.
inviateci comunicazioni brevi
e su cartoline postali

2
Per ordini a mezzo conto corrente postale
indicate sempre nella causale
le pubblicazioni richieste

grazie

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Il semplicissimo Il dispositivo che vi presento serve

z,
e schema elettrico per temporizzare la fase di chiusura di
R1 D1 del temporizzatore un contatto, nel senso che, dato lim-
è composto da 7 pulso di comando, un relé si eccita, e
componenti resta in stato operativo per il tempo
includendo anche definito dal valore dei componenti a
"+'
.__, na il pulsante. ciò predisposti.
Il circuito è semplicissimo e si com-
12V pone di soli 7 componenti, oltretutto
facilmente reperibili e di costo piutto-
sto ridotto.
Il meccanismo di funzionamento del
e nostro temporizzatore è il seguente:
TR1
quando si preme PI la tensione di ali-
C1 mentazione (più esattamente la pola-
UT!L !ZZAZIONE rità positiva) raggiunge, attraversando
la resistenza di protezione R I ( di bas-

h sissimo valore) sia il condensatore CI


Il dispositivo
si può montare
anche senza
supporto
isolante,
saldando
=e LI
(di alta capacità) sia la base di TRl,
tramite il resistore R2.

se"
TRl va pressoché immediatamente in
saturazione e la corrente che lo attra-
versa fa sì che il relé si ecciti.
Rilasciando PI. cessa il rifornimento
di corrente attraverso R I, ma resta per
tra loro la base di TR I, la scorta di energia
i componenti immagazzinata da CI, che comincia a
liberi ma scaricarsi sulla combinazione fra la
una basetta resistenza di R I e la resistenza equi-
millefori valente presentata dalla base di TR l;
consente nel nostro caso particolare, cioé con i
di ottenere valori previsti in circuito, la polariz-
un risultato zazione resta disponibile per 30+40
migliore. secondi.
I componenti che definiscono questo

c
D1= diodo 1 N4007
ONENTI
RL1= relé 12 Vcc
intervailo di tempo sono esattamente
C 1 e R2. sui quali si può intervenire
per regolare, entro certi limiti, il tem-
po di eccitazione del relé; in partico-
R1= 15 21/2W (300 2 o più) lare si può modificare la capacità di
R2= 10000 2 1/2 W P1 = pulsante N.A. CI, ricordando che ad un valore più
C1 = 1000µF 25V (normalmente aperto) alto corrisponde una durata di tempo-
(elettrolitico) Vcc= 12V rizzazione maggiore e viceversa.
TR1 = transistor BC107

ELETTRONICA PRATICA- Marzo1994 - Paa. 64


-e
,,
in
+#rt
t
Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
semplice e inedito,
che non impieghi più di 15
-

EEEAEHI±ERA#HAHRAIA#HA#HHAK#HAREM#REE##R#± f±E#±i #i#±gt#±#es componenti elettronici.


Le realizzazioni (una breve
spiegazione, qualche
disegno ed una foto tessera_I
dell'autore} devono essere
inviate a
ELETTRONICA PRATICA
EDIFAI • 15066 GAVI (AL}:
a tutti i partecipanti sarà Il kit per saldatura in valigetta
spedito un utile omaggio. comprende: saldatore istantaneo da 100
W, saldatore a stilo da 30 W, supporto
Ogni mese il progetto per mini montaggi, dissaldatore,
migliore verrà pubblicato e raschietto, appoggio per saldatore e
punte di ricambio.
premiato con uno stupendo
Barone Diego di Lucca,
è stato scelto dai nostri tecnici kit per saldatura in valigetta.
come il miglior realizzatore
del mese tra i numerosissimi gurazione astabile; basta aggiungergli i
che ci hanno scritto. 5 componenti passivi indicati a schema
ed otteniamo un semplicissimo disposi-
Scaduto questo tempo, la carica im- tivo che, ogni qualvolta riceve ali' entra-
magazzinata tra le armature di Cl ta una tensione di valore diverso, forni-
non essendo più sufficiente a riforni- Appassionato di elettronica nonché no- sce in uscita una frequenza diversa.
re la base, TRI passa all'interdizione, stro affezionato lettore Stefano Ciabat- II campo di funzionamento consente di
il relé si diseccita e quanto era stato toni di Offidia (AP) ha deciso di inviarci applicare una tensione di controllo com-
attivato, per i previsti 30+40 secondi un progetto che ha tratto dalle caratteri- presa tra O e 9 V, praticamente tutta la
dopo il rilascio di P 1, non risulta più stiche tecniche del classico NE 555. tensione di alimentazione ottenibile da
funzionante. Si tratta di un oscillatore la cui frequen- una normale piletta per apparecchi a
Per quanto riguarda lo schema elettri- za viene controllata (quindi fatta variare) transistor.
co vero e proprio, non c'è altro da di- semplicemente applicando una tensione Se all'ingresso non viene applicata alcu-
re se non ricordare che la presenza variabile ali' entrata del dispositivo, che na tensione, il segnale presente all'usci-
del diodo DI, posto in antiparallelo sarebbe il piedino n° 5, naturalmente con ta in quanto generato dal multivibratore
alla bobina del relé, serve solamente riferimento alla massa. L'integrato per astabile ha una frequenza di circa 1380
a proteggere il transistor dalle sovra- svolgere gusta funzione è usato in confi- Hz; applicando tensione di valore via
tensioni di apertura che si verificano via aumentato verso i 9 V, la frequenza
c1=c2= 0,1 F
quando l'induttanza del relé è sogget- d'uscita diminuisce in proporzione.
R1 R3= 1KO
ta a brusche commutazioni di corren- II circuito può essere montato su una
te. II montaggio, com'è ovvio data la R2= 4,7 KO
IC1= NE 555 qualsiasi basetta isolante.
semplicità del circuito, non presenta
alcuna complicazione esecutiva, tan- Vcc= 9V
to che si potrebbe realizzare un ac-
crocchio volante utilizzando sola- CONVERTITORE
mente i reofori dei vari componenti.
Naturalmente. un briciolo di affidabi-
LUCE-SUONO
4 I8
lità e professionalità (nonché di este- 7 II progettino realizzato da Giuseppe Ti-
3
tica) non guasta e quindi una basetta so (SA) è di semplicità notevole, tanto
isolante qualsiasi con qualche termi- IC 1 che può essere portato a termine in
nale applicato, oppure ( ancora me- 6 5 c2 un'oretta al massimo e può essere inte-
glio) una piastrina tipo millefori a ±ressante non solo come semplice speri-
circuito stampato consentono una so- vcc mentazione ma anche per qualche utiliz-
luzione ancora molto semplice. ma zo pratico.
assolutamente consigliabile. Lo schema è quello di un classico multi-
II circuito può trovare moltissime ap- vibratore, la cui frequenza di uscita è de-
plicazioni, tra le quali, per esempio, terminata dai valori di CI, C2, R. RA
la più tipica, è l'utilizzo come tempo-
rizzatore per la luce-scale. c1 E u R3, e FR.
FR è un fotoresistore, dispositivo il cui
) valore di resistenza varia secondo la
»»
ELETTRONICA PRATICA - Marzo 1994- Pag. 65
Davide Cosciani ha
realizzato un
segnalatore di
batteria scarica
utile e semplice
allo stesso tempo.
Dopo di ciò, si effettua la taratura (le
batterie devono essere cariche) che con-
R1 siste nel regolare il trimrner Rl appena
oltre il punto che consente di ottenere il
R3
AP netto spegnimento del LED DLl. A que-
sto punto il circuito è tarato e pronto a
funzionare. Il funzionamento è molto
semplice: l'emettitore di TRI si trova ad
una tensione stabilizzata dallo Zener
DZ, che è circa la metà di quella della
-± e
Vçc batteria. La base di TRl quando DZI è
e c3 e spento si trova ad un potenziale uguale o
maggiore, pertanto trattandosi di un

% TR1
-· TR2
e
PNP, esso rimane interdetto. Quando la
batteria comincia a scaricarsi, si abbassa
anche la tensione ai capi di R 1 ma non
quella di DZl (che rimane stabile); quin-
di si abbassa anche la tensione sulla base
di TR1. Appena la base si trova a circa
-0,7V rispetto all'emettitore, TRl entra
R1 = 2,2 K2 bruscamente in conduzione (la base è sa-
R2 = R4 = 4,7 KO
R3 = 22 KO
SEGNALATORE tura) e DLI si accende, segnalando così
C1 = C2 = 47.000 pF BATTERIA SCARICA che la batteria è scarica. Non c'è perico-
lo che , scaricandosi ulteriormente la
C3 = 220 µF 16 V (elettrolitico) batteria, DL 1 si bruci perché percorso da
TR1= TR2 = 2N706 (o equivalente) Portatile è bello, di qualsiasi cosa si trat- una corrente troppo grande: il transistor
FR = fotoresistore di qualsiasi tipo ti: walk-man, computer, radio, telecame- è gia in saturazione, e più di così non
Vcc = 4,5 V re, CD, ecc. Ed ovviamente il tutto ali- può condurre, e poi c'è R2 che limita la
quantità di luce che lo va a colpire; ecco mentato a batterie od accumulatori. Ma i corrente. Il prototipo è realizzato per una
quindi il semplice sistema che consente guai arrivano quando si scaricano: le pile tensione di 9 V (anzi 8,4 trattandosi di
di trasformare le vàriazioni della lumi- normali perdono l'acido che contengo- una pila Ni-Cd).
nosità in' note emesse a frequenza pro- no, ossidando i contatti dell' apparec-
chiatura, gli accumulatori invece, specie R1= 10 KO {trimmer
porzionalmente diversa. R2= 470 2
I due transistor sono alimentati, per se del tipo Ni-Cd, scaricati completa-
mente (meno di 1,1 V per elemento) di- DL1= LED 3 mm
quanto riguarda TRI, da un prevedibile DZ1 = zener 4,7V • 0,4W
resistore, mentre in serie a TR2 è previ- ventano irrecuperabili e sono da buttare,
con una perdita in denaro non indifferen- TR1 = BC327 o BC177
sto un piccolo e sensibile altoparlante;
se, al posto di questo, si volesse adottare te. Se poi le pile erano montate su un
un auricolare, è consigliabile porgli in modellino telecomandato, magari un ae-
serie un opportuno resistore (se non ad- reo, immaginiamo che disastro ( e che
dirittura un potenziometro) per dosare il picchiata!). R2
livello audio. Date le sue piccole dimen- Ma veniamo al punto. Il circuito che ci
sioni, questo circuito può essere collo- propone Davide Cosciani di Trieste è un
cato in un qualsiasi scatolino. segnalatore luminoso di batteria scarica, TR1
in grado di funzionare con tutti i tipi di


batterie e accumulatori, e quindi con tut- R1
ti i tipi di tensione (da 3 V in su).
Il circuito è tanto semplice (soli 5 com-
Giuseppe Tiso
ponenti!) quanto preciso e affidabile.
diEboli(SA)ha
Per far funzionare il circuito (che può
realizzato un essere montato anche volante, mante-
dispositivo che nendo dimensioni ridottissime) lo si col-
trasforma la lega in parallelo all'utilizzatore, in prati-
luce in suoni. ca dopo l'interruttore di batteria.
ELETTRONICA PRATICA- Marzo 1994 - Pag. 66
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ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 1


ELECTRONIC N EWS

TEL o IN IICLETT
minuto con una tecnica particolare di scrittura abbreviata e an-
Il quarantenne Steve Roberts, originario del Kentucky (USA),
vive a contatto con la tecnologia in modo decisamente origi- che sintetizzare il suono del flauto. Nel casco e nel manubrio
nale. La sua natura ribelle ad ogni tipo di convenzione e il suo sono inoltre inseriti vari strumenti e gadget che Roberts col-
desiderio di conoscere il mondo, uniti alla forte passione fin lauda per le case produttrici che glielo richiedono. Un indica-
da ragazzino per l'elettronica, lo hanno portato a progettare e tore ad ultrasuoni inserito nel casco permette di spostare il
costruire una bicicletta superaccessoriata con la quale gira per cursore sugli schermi dei computer con il semplice movimen-
il mondo. to della testa. Molti comandi sono inviati alla bicicletta a vo-
Nella parte anteriore di questo singolare mezzo di trasporto vi ce, essendo dotata di riconoscitore vocale. Essa stessa è in
é una cabina di guida attrezzata con quattro calcolatori, men- grado di inviare segnali vocali, ad esempio, quando giunge un
tre nella parte posteriore è agganciato un carrello in cui sono messaggio di posta elettronica.
installate diverse antenne e dei pannelli solari che alimentano Questo mezzo è inoltre collegato al Global Positioning Sy-
tutta la strumentazione di bordo. stem, cioè il sistema che grazie alle informazioni fomite dai
Roberts, che non ha casa nè fissa dimora, può essere definito satelliti permette al suo inventore di orientarsi in qualunque
"telenomade" o "telependolare" perchè mentre viaggia in bici- parte del mondo, dove trova sempre nuovi amici e spesso vie-
cletta può lavorare, fare acquisti e operazioni bancarie, scrive- ne invitato nelle università a tenere conferenze sulla sua
re libri e anche comporre musica. Infatti il manubrio è dotato straordinaria invenzione. Il servizio è stato pubblicato da
di otto tasti con i quali è possibile scrivere fino a 100 parole al "Sette", magazine del Corriere della Sera.

IL STE CRUSCOTTI
Esiste un apparecchio per la verifica del funzionamento del quadro stru-
menti di tipo digitale di cui oggi sono equipaggiati alcuni modelli di au-
tovetture. Si chiama DGT Tester, è stato costruito inizialmente per sco-
pi didattici ed attualmente è destinato alle officine autorizzate
FlAT/Lancia. Consiste in un simulatore di segnali, ad esempio il nume-
ro di giri del motore, la velocità della vettura, il livello dell'olio e del
carburante e diverse anomalie di funzionamento. I segnali sono inviati
al quadro strumenti, installato o no a bordo, attraverso l'apposito cavo
multipolare. Il pannello dell'apparecchio consente una facile selezione
del test che si vuole effettuare, indicato dall'apposito led, ed è anche
corredato di indicazioni di errori di impostazione La tensione di alimen-
tazione può variare fra 10 e 13 volt e può essere anche fornita dalla bat-
teria dell'autovettura attraverso i due connettori a coccodrillo.
ELECTRONIC N E WS
IFURTO NEL CHI Oggi anche in Italia
tutti gli appassionati
di TV via satellite
La Texas Instruments ha realizzato un rivoluzionario siste-
possono scambiare
ma antifurto per auto. La novità consiste nel fatto che all'in-
idee e materiali grazie
terno della chiave è presente un dispositivo chiamato tra-
ad un'associazione
sponder contenente il codice di identificazione dell'autovet-
tutta dedicata a loro.
tura. Al momento dell'accensione viene attivata un'unità ri-
cetrasmittente di controllo, montata nello sterzo, che invia
degli impulsi alla chiave. Questa, dotata di una microscopica
antenna, ritrasmette il suo codice di identificazione al modu-
lo di controllo che lo confronta con il codice contenuto nella IL CLUB
sua memoria. Se vi è eguaglianza fra i due codici viene atti-
vata un'altra unità adibita al controllo del motore, che quindi DEL
permette l'avviamento della vettura. Il sistema, oltre ad esse-
re estremamente semplice da usare, è ritenuto molto più si- SATELLITE
curo dei sistemi tradizionali. E' infatti impossibile falsificare
la chiave se non si dispone di un "master" posseduto solo Anche in Italia è stato aperto un club per gli appassionati della
dal proprietario dell'autovettura e dal quale sono ricavate le TV via satellite. Si trova a Muggio, vicino. a Milano, ed è una
copie normalmente utilizzate. Ricerca Texas Instruments. sezione del Satelliten Beobachter Club (SBC), associazione in-
ternazionale degli utenti del settore. Con la quota di iscrizione
di 30 mila lire si può accedere a tutti i numeri di telefono e di
fax dei vari appassionati sparsi per il mondo, con i quali è pos-
sibile scambiare sia informazioni sui vari canali che offrono il
servizio satellitare che vari dispositivi per la ricezione, magari
introvabili in Italia. E' inoltre possibile accedere ad una banca
dati computerizzata che può essere consultata o attraverso il
modem connesso ad un persona! computer oppure con il "fax
polling", che consiste nel ricevere via fax i dati componendo
particolari numeri telefonici. Al Satelliten Beobachter Club è
anche legata una delle due riviste del settore, la "Satellite-Euro-
sat" (d'altra è "Satellite").
Inoltre l'associazione realizzerà nel futuro un canale, trasmesso
ovviamente via satellite, con programmi prodotti dai suoi soci
sparsi in tutto il mondo.
SBC (20053 Muggiò - Ml - Via Donizetti, 31 - Tel. 039/740049).

quasi un anno esiste sul mercato un nuovo tipo di cari-


atterie per auto utilizzando il quale la ricarica avviene
raverso la presa dell'accendino posta sul cruscotto .
i tratta di una soluzione senza dubbio più comoda rispetto
metodo tradizionale. Innanzitutto non occorre toccare la
batteria, con il conseguente rischio di sporcare di grasso
mani ed indumenti; inoltre tutta l'operazione è velocissima
rché richiede solamente di inserire nella presa dell' accen-
- o l'apposito spinotto. Esistono tre versioni di questo ap-
arecchio, tutte alimentate dalla rete a 220 V. Due di esse
iscono in uscita una tensione di 12 V e sono adatte per
rie da 40 e 60 Ah rispettivamente. La terza può fornire
he la tensione di 6 V ed è adatta per batterie da 40 Ah.
tutti e tre i tipi un disgiuntore termico permette la prote-
da inversioni di polarità e da sovraccarichi. Le picco-
imensioni dell'apparecchio permettono di posarlo ovun-
durante l'operazione di ricarica. A partire da lire
• EIto ( 10094 Giaveno - TO - via Sabbioni, 15 - Tel.
119364552).
I~--- ---~ _M_USICA -~~---------

IL METRONOMO
ELETTRONICO
È uno strumento indispensabile per chi studia musica
o danza. Scandisce il tempo con cadenza prestabilita
tramite impulsi sonori emessi da un altoparlante,
sostituendo i vecchi tipi a pendolo.
Rispetto a questi è più economico e facile da regolare.
La realizzazione è piuttosto semplice
ma la soluzione a circuito stampato
consente di contenere
le dimensioni ottenendo
uno strumento portatile,
che può anche essere
alimentato a pile.

IMPULSI
hiunque, al giorno d'oggi, si trovi Ecco come si presenta
C ad aver bisogno di uno strumento
r scandire il tempo, non si rivolge più
la forma d'onda
del treno d'impulsi,
metronomo meccanico tradizionale generato dal transistor
e ormai sta diventando un oggetto da unigiunzione U1,
IJezione anche pregevole), bensì verso prelevata dalla prima
elli di tipo elettronico che sono, in- base del dispositivo;
ubbiamente, oltre che più moderni, as- la regolazione di R1
i più pratici, economici e meno in- consente di aumentare
R
mbranti. o diminuire
icordiamo, anche se molti lo sanno la spaziatura fra i vari
già, che il classico metronomo di tipo picchi di segnale.
ccanico è sostanzialmente un piccolo
ndolo rigido azionato da una molla.
Questo apparecchio emette un ticchettio
en accentuato in corrispondenza di orientare gli studenti e gli hobbisti-di- lità eccezionali che all'atto pratico pro-
ogni periodo del braccio oscillante e lettanti verso il metronomo di tipo elet- prio non servono. Oltretutto, questo cir-
serve a valutare auditivamente il tempo tronico, che permette di ottenere so- cuito risulta probabilmente di interesse
durante lo studio di qualsiasi strumento stanzialmente le stesse prestazioni della anche per i lettori che si occupano e di-
musicale o tipo di esecuzione, in parti- tradizionale versione meccanica ad un lettano più degli aspetti musicali che di
lare per i principianti. costo decisamente inferiore e senza gli quelli elettronici e che quindi gradisco-
Esso presenta due grossi svantaggi: il inconvenienti ora citati, consentendo no maggiormente un circuito privo di
primo è quello di dover provvedere pe- oltretutto ben maggiore maneggevolez- difficoltà realizzative e non critico, che
riodicamente alla ricarica della molla, za (può essere addirittura di tipo tasca- dà ben maggiori garanzie di funziona-
oI rischio ben noto che essa arrivi a bile) e non presentando la tipica fragi- mento immediato.
scaricarsi nel momento in cui il metro- lità dell'altro.
nomo sarebbe più necessario; il secondo Esso poi, prestandosi anche ad una ac-
svantaggio è costituito dalla laboriosa curata calibrazione in termini di tempo, L'ELETTRONICA
golazione del periodo di battuta, qua- può essere sfruttato per alcune altre ap- PER FARE TOC-TOC
lora esso vada variato da brano a brano plicazioni.
musicale), per la quale si rende neces- Il circuito qui proposto è molto sempli- Incontriamo subito, nell'esaminare lo
rio cambiare la posizione della massa- ce; d'altra parte, non sarebbe neanche schema elettrico, l'elemento fondamen-
volano, facendola slittare lungo l'albero logico ricorrere a circuiti complicati e tale: si tratta del generatore di impulsi
oscillante. costosi, vista l'impostazione di partenza che è stato molto semplicemente realiz-
Questi due aspetti sono sufficienti per ed allo scopo di ottenere magari stabi- »
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag 5
CADENZA

R1
+ Schema elettrico
del metronomo: il compito
C3 C4 di generare impulsi per
pilotare l'altoparlante
è affidato ad un transistor
R3 uJT.

·o : C2
- E>
l
Il
Il +
, R8

"?
4

1 1
12 R9
C1 Il 5 VOLUME
7
I__
R4 R5

Tra i componenti necessari alla realizzazione troviamo alcuni


condensatori di tipi diversi, resistenze, un integrato, un led e un UJT.
COMPONE
Nella foto mancano, oltre alla basetta, l'altoparlante, l'interruttore R1 = 2,2 M2 (potenziometro)
a levetta ON/OFF e la fonte di alimentazione, cioè tutti gli elementi R2 = 150 KO
esterni al circuito. R3 = 220 0
R4 = 220 0
RS = 27 KO
R6 = 1,80
R7 = 12 Q

I ?
' $
R8 = 1,8 2
R9 = 100 Q (potenziometro)
C1 = 1 uF (mylar)
c2 = O, 1 µF (ceramico)
C3 = O, 1 µF (ceramico)

O C4 = 220 µF • 16 V
(elettrolitico)
es= 0,1 µF (ceramico)
C6 = 220 µF • 16 V
~
(elettrolitico)
U1 = 2N2646 UJT
IC1 = LM380
DL = LED rosso 5mm
AP = altoparlante (vedi testo)
51 = interruttore ON/OFF
Vcc = 9+14 V

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994 - Pag. 6


. 51
ETRONOMO ELETTRONICO
EH -4
Il
se ne abbia la possibilità è consigliabile
I la luminosità, e quindi la visibilità, del
LED di controllo venga influenzata dal selezionare alcuni tipi di marche e di-
livello audio predisposto, se questa re- mensioni di verse, in modo da poter
golazione fosse stata, come d'abitudine, adottare quello che dia un suono più
sull'ingresso di I C 1. gradevole, proprio perché alcuni rendo-
L'alimentazione, opportunamente filtra- no meglio di altri il toc-toc-toc tipico
ta da C3 e C4, può essere ottenuta con di un metronomo.
l3k m
pile, e può andare da 9 a 14 V cc; natu-
ralmente, più la tensione è alta, maggio-
re è la potenza del segnale in uscita. INVECE DEL PENDOLO,
Qualora si desideri realizzare qualcosa IL CIRCUITO STAMPATO
di tascabile o quasi, la solita piletta da
9V può risolvere egregiamente il pro- Esaminato il circuito elettrico in tutte i
blema, salvo assicurare una modesta du- suoi aspetti, non resta ora che montare
A4P rata; altrimenti, un "pacchetto" di 3 pile l'apparecchietto, come al solito realiz-
del vecchio tipo da 4,5 V assicura con- zato su una basetta a circuito stampato
r 42E il
temporaneamente la portatilità dell'ap- di comoda e semplice realizzazione.
parecchio ed un'ottima autonomia; infi- Iniziamo a montare ordinatamente tutte
ne, un piccolo alimentatore da rete co- le resistenze, controllandone con cura il
I stituisce la migliore soluzione. codice colori, lo zoccolo per l'integrato,
d
Per quanto riguarda l'altoparlante ove >)))

I Piano di montaggio del metronomo elettronico


su circuito stampato; manca solo l'altoparlante
che seppure di piccole dimensioni,
non trova posto sulla basetta.

zato con un transistor unigiunzione; la


esistenza del potenziometro R1 è quella
ile consente di regolare la cadenza del
ticchettio.
Il segnale così generato è prelevato dal-
la cosiddetta "base n° 1", ed applicato
l'ingresso di un integrato amplificato-
re di piccola potenza per BF, il ben noto
LM 380; qui ne è stata usata la versione
a 14 piedini, ma andrebbe altrettanto be-
ne quella ad 8 piedini, come del resto
qualsiasi altro tipo di amplificatore fra i
tanti modelli analoghi presenti sul mer- Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue
cato. dimensioni reali. Se si usa un integrato amplificatore
L'uscita di ICI, attraverso il condensa- a 8 piedini occorre ovviamente modificare il disegno.
tore di accoppiamento C6, viene inviata
ad un LED (notare la bassissima resi-
stenza di limitazione di corrente, 12 0),
che serve ad avere anche una visualizza-
zione degli impulsi prodotti.
Il segnale infine, passando attraverso un
potenziometro regolatore di ampiezza,
raggiunge l'altoparlante (in genere di ti-
po molto piccolo) che lo diffonde
nell'ambiente cui si sta facendo musica.
La soluzione può apparire un po' strana,
ma molto semplicemente (ed efficace-
mente) la regolazione del volume audio
o
è posta proprio all'uscita per evitare che
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994-Pag ?
Il METRONOMO ELETTRONICO
Come sempre nel montaggio prestando la necessaria attenzione a non
del led occorre individuare saldare fra loro le piazzole vicinissime,
la polarità: ci aiuta uno smusso ed i piccoli condensatori da O, 1 µF: tutti
sul bordino in plastica. componenti che non presentano alcuna
necessità di controllo del verso di inseri-
mento.
Si montano poi U1, il cui riferimento è
rappresentato dal dentino che sporge dal
corpo metallico, ed i condensatori re-
stanti, di cui C4 e C6 sono elettrolitici e
KIT quindi dotati di polarità da rispettare.
I due potenziometri hanno il posiziona-

PER CIRCUITI mento obbligato dei terminali, mentre il


LED (che provvisoriamente abbiamo in-
serito direttamente sulla basetta per te-

STAMPATI L 18.000 ner d'occhio _il funzionamento di tutto il


circuito infase di collaudo) ha come ri-
ferimento lo smusso eseguito sul bordo
Dotato di tutti gli elementi sporgente in plastica.
necessari per la composizione Alcuni tenninali ad occhiello consento-
di circuiti stampati su vetronite no il cablaggio verso l'esterno.
o bachelite, con risultati taJi Infine non resta che inserire il circuito
da soddisfare anche i tecnici integrato nell'apposito zoccolo sfruttan-
più esigenti, questo kit contiene do l'orientamento o lo scasso circolare o
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente C4 e C6 sono gli unici due condensatori elettrolitici presenti nel circuito:
al percloruro. la polarità è come sempre riconoscibile da una bandina in colore su corpo
nero posta in corrispondenza di uno dei due terminali e contenente
il segno (in questo caso il e ).
Caratteristiche
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
- Evita ogni contatto delle mani con il
prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il contenuto è sufficiente per trattare
più di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate.

Il kit per circuiti


stampati è corre-
dato di un pie-
STOCK ghevole, ricca-
RADIO mente Illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazione
del circuito. Il suo prezzo, compren-
sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbono es-
sere fatte Inviando l'Importo citato
a: STOCK RADIO • 20124 MILANO •
Via P. castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno bar-
cario o conto corrente postale n.
46013207. i

1
ELETTRONICA PRATICA-Aprile 1994 - Pag. 8
lo smusso semicircolare presente in
#
prossimità di uno dei bordi stretti del
contenitore. Verificato un'ultima volta
il posizionamento dei componenti ed
eseguito il restante cablaggio, non resta
che dare tensione al circuito: si deve su-
bito ascoltare il previsto toc-toc uscire
dall'altoparlante e notare in perfetta sin-
cronia il lampeggio del LED. Regolan-
do RI, la cadenza delJe battuta vari a di
conseguenza mentre R9 consente di por-
tare il livello sonoro al valore più gradi-
to in funzione dell'impiego specifico e
delle dimensione dell'am biente.
Una volta eseguite queste verifiche è
giunto il momento di scegliere una sca-
toletta (meglio se di plastica) in grado di
contenere la basetta ed eventualmente le
pile, naturalmente facendone sporgere i
due potenziometri per gli opportuni
adattamenti, il LED per evidenziare il I potenziometri R1 e R9 (qui R9) hanno il senso di inserimento obbligato
lampeggio e magari un interruttorino (a essendo dotati da 3 terminali sfalsati tra loro. È necessario l'alberino
slitta o a levetta che sia) per dare o to- per regolare la cadenza (R1) e il volume (R9) attraverso il contenitore
gliere l'alimentazione dal circuito. in cui va inserito l'intero circuito.

IL TRANSISTOR UNIGIUNZIONE
Il transistor unigiunzione (U.JT. nella dizione abbrevia- ne su uno degli elettrodi di base, in quanto l'emitter
ta inglese) è un dispositivo di commutazione particolar- inietta molte cariche positive entro il canale di conduzio-
mente usato per comandare l'innesco di diodi controllati ne verso la base 1.
e comunque, in impieghi più generali, come generatore La base 2 serve per tenere in condizione di bloccaggio il
di impulsi di comando o di sincronizzazione. diodo fin quando esso non viene polarizzato nel modo
Si tratta fondamentalmente di una giunzione PN, con due voluto, in senso diretto.
contatti di base sulla zana P del semiconduttore ed uno Nella figura qui allegata sono rispettivamente illustrati
di emettitore sulla zona N; è quindi un dispositivo a tre il simbolo elettrico circuitale del dispositivo; la struttura
terminali uno dei quali agisce come elettrodo di control- interna della barretta di silicio, pur schematizzata; la
lo ( anche se è chiamato emitter), mentre agli estremi forma e la disposizione dei terminali per il modello da
della barretta sono le due basi. noi adottato (le connessioni sono viste da sopra) con
Quando un valore prefissato di tensione è applicato l'indispensabile tacca che serve per individuare il senso
all'elettrodo di comando, si verifica una forte conduzio- d'inserimento del componente.

Il transistor Da sinistra vediamo il simbolo elettrico,


unigiunzione adottato la struttura intema e la disposizione
come generatore dei terminali (il componente è visto da sopra)
di impulsi nella del nostro transistor.
nostra realizzazione
è un 2N2646.
Le sue dimensioni b2
sono piuttosto ridotte b1
ed è quindi
necessario prestare
lrrx
attenzione alla tacca
che identifica
i terminali, posta tra
l'emitter e la seconda b1
.i.
base.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994-Pag 9


Il MONDO
A PORTATA DI VOCE
Visto il successo riscosso
dalla rubrica "il mondo a portata
di voce" pubblicata fino a gennaio
'94 riprendiamo l'argomento
riportando le esperienze personali
di un altro esperto radioamatore
che in questo primo articolo
ci racconta come si è avvicinato
all'affascinante mondo
del radioascolto e ci spiega come
funzionano le antenne e perchè
sono così importanti.

'IMPORTANZA
DELLE ANTENNE
g uando, tanti anni fa, cominciai ad in-
teressarrni alla radio, ben poche era-
e occasioni e le persone in grado di
spiegare con parole semplici che cosa
conate che da ragazzi ci si racconta per
passare il tempo.
Tuttavia quella sera tolsi un bel po' di
spire dalla bobina della radiogalena in
vo tango, e giù una sbrodolata di sigle e
numeri in un misto di inglese (che un po'
capivo perché l'avevo studiato a scuola) e
di italiano.
fosse un collegamento radio. modo da poter sintonizzare le onde corte. La mia sorpresa fu totale quando sentii
Esistevano sì dei libri, ma estremamente E in effetti qualcosa di diverso dalle onde che il radioamatore pronunciava il pro-
complessi in quanto erano testi scolastici, medie ricevetti: erano i carabinieri che prio nome e citava la mia città.
zeppi di formule. trasmettevano messaggi in codice e per- Mi convinsi allora che ciò che il mio ami-
Un giomo però camminando sotto i porti- tanto non decifrabili. co mi aveva detto era vero. Mi convinsi
ci del mio paese e parlando di radio a ga- Verso sera, però, ricevetti una stazione anche che a tutti i costi dovevo conoscere
lena con un amico, questo mi disse che il molto forte, che sovrastava i pochi segna- quel radioamatore.
suo vicino era radioamatore e che con la li ricevibili con una radio così misera. E così fu. Pochi giorni dopo ero nella sua
radio parlava con tutto il mondo usando Questa voce, mi parve allora, dava i nu- stazione radio. Ricordo che aveva molte
le onde corte. Eravamo nei primi anni'50. meri; ricordo che diceva pressappoco: apparecchiature di provenienza surplus
A me la cosa parve una delle tante spac- Dabliu bi nain ics eic, qui Italia uno bra- ( della appena finita seconda guerra mon-
ELETTRON ICA PRATICA-Aprile 1994 - Pag. 10
diale) e che usava un trasmettitore da lui sa nell'antenna non va. Più l'antenna è alta e meglio é. Ed è bene
stesso costrui to. Si trattava di un arm adio Il rendimento di un'antenna dipende da che sia lontana da strutture metalliche di
diviso in tre parti : sopra la parte radi o fre- diversi fattori: la lunghezza deve essere qualsiasi tipo.
quenza, al centro il modulatore, sotto adatta alla lunghezza delle onde che si de- Ogni antenna ha una caratteristica elettri-
l'alimentatore. Tutto a valvole, natural- sidera ricevere. Diciamo che l'antenna ca complessa chiamata impedenza, che
mente. La potenza era di 50 W. Mi fece deve essere 1/4 o 1/2 della lunghezza deve essere uguale alla impedenza del ri-
assistere ad alcuni collegamenti e mi dell'onda da ricevere. cevitore. Se così non è, l'antenna rende
spiegò che quel Dabliu bi nain, che mi Così se vogliamo ricevere una stazione poco.
era rimasto così impresso, altro non era con lunghezza d'onda di 80 metri. l'an- La terra non fa parte dell'antenna ma è il
che la sigla di una stazione americana tenna deve essere lunga 20 o 40 m. In ge- polo opposto e quindi è necessaria.
(WB9 ... ). Ero indeciso se crederci. nere si preferiscono usare antenne da 1/4 Una buona terra (solo per le antenne!) è il
Ma ero ben deciso ad intraprendere que- d'onda perché più corte e pertanto più co- tubo dell'acqua o del termosifone.
sta attività. mode da realizzare. Stranamente ma non troppo la migliore
Mi spiegò tante cose sugli esami, i per- L'altezza dal terreno è importante. )»
messi, la licenza, i controlli (allora, a quei
tempi) della polizia, ecc.
Naturalmente, più erano le difficoltà, più ANTE NA FILARE
volevo arrivare dove era arrivato lui.
Gli parlai dei miei scarsi studi e dei miei
pochi soldi e lui capì. Si offrì di spiegar-
mi un poco di radiotecnica e soprattutto
Schema elettrico
mi prestò (ma poi rimase mio e ancora lo RlV.
di un ricevitore a
posseggo) un ricevitore militare surplus
che lui non usava più, dicendomi di fare galena: la galena
molto ascolto. Così feci. I risultati però può essere
mi sembravano strani. Il mio amico ra- sostituita da un
dioamatore ascoltava stazioni che io non diodo purché del L
ricevevo. Chiesi spiegazioni e lui mi disse tipo al germanio.
CA
che parte della colpa era sicuramente del L'antenna può Cv
modesto ricevitore che mi aveva dato, ma essere lunga da 5 CUFFIA
soprattutto dall'antenna. a 20 m mentre 6oo:4000.n
Mi spiegò allora che la parte più impor- per la terra si usa
tante di una stazione radio è l'antenna. il rubinetto. L1_ 100 sive fil s 0,5mm
lo ero meravigliato. Ma come, tutte quel- tu}o - 20mm.
le radio, tutte quelle manopole, quegli in- CV_ Vaviabile da 3oo; 5oo NF
TERA
terruttori ... e le valvole! CA- Cowl. ooo »F
Sì, disse lui, ma vedi ... se tolgo (e la tol-
PN RELATOE A GALEA
se) l'antenna, anche una radio perfetta
non riceve niente.

ISOLATORI
SEGNALI VIA ETERE

Cominciò allora a spiegarmi che cosa è


un'antenna. Le onde radio irradiate da
una stazione trasmittente generano segna-
li elettrici uguali, ma di potenza enorme-
Anche
nei moderni
ricevitori
I
mente piccola, su qualsiasi corpo metalli- troviamo
co, posizionato in qualsiasi parte del un attacco per DISCESA
mondo. l'antenna ed uno
Un trasmettitore funzionante a Roma ge-
nera un segnale radio piccolissimo su un
tratto di filo metallico, una tettoia metalli-
ca, una pentola metallica, una rete da let-
to, poste in qualsiasi parte del mondo.
per la terra:
nonostante
l'enorme
evoluzione
tecnica degli
(
A volte il segnale radio è così debole da apparecchi
non essere utilizzabile però c'è, èl. lo schema di
Il segnale radio, dunque, si genera tra un collegamento tra
corpo metallico, o anche solo un condut- i due punti è
tore, e la terra. rimasto identico.
Infatti tutte le radio professionali hanno
una presa di antenna e una di terra,
~TERRA
Alcuni tipi di antenna però vanno meglio
di altre. In realtà non è così, ma questori-
sultato in pratica si ottiene perché qualco-
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 11
L'IMPORTANZA DELLE ANTENNE
1: qualsiasi corpo metallico, in terra ... è il mare. L'acqua salata conduce
1 questo caso una pentola, l'elettricità meglio della terra (avete mai
raccoglie i segnali radio sentito dire che è più facile prendere la
irradiati: tra "l'antenna" e la scossa con mani e piedi bagnati?).
\
I
terra si generano poi
debolissimi segnali.
In genere non ha importanza il tipo di filo
o il tubo con cui sono fatte le antenne al-
2: un'antenna direttiva è meno da un punto di vista elettrico.
formata da vari elementi Diversi sono i problemi meccanici e di
(possono essere fino a 24): montaggio che possono far scegliere un
riflettori {R), antenna vera e sistema o un altro.
propria (A), direttori (D).
3: l'antenna ground plane,
utilizzata per lo più in impianti LA CLASSIFICAZIONE
cB, è formata da uno stilo
TERRA verticale con sotto Le antenne si possono suddividere in di-
3 o 4 stili orizzontali. versi gruppi.
Le antenne filari sono realizzate con filo
2
------ ----- ed utilizzate soprattutto per onde corte;
sono economiche e alla portata di tutti.
Le ground piane (a piano di terra) sono
del tipo a stilo verticale con sotto 3 o 4
stili orizzontali e vengono solitamente
utilizzate nelle bande CB.
Le antenne direttive sono idonee a ricevere
prevalentemente segnali radio provenienti
da una sola direzione. In genere sono piut-
tosto complesse. Tutte le antenne TV sono
direttive ma è possibile usarle anche in on-
da corta a partire dai 7 MHz; sono di solito
molto costose e ingombranti.
Da un punto di vista elettrico le antenne si
dividono in due tipi: marconiane o a di-
polo. Le prime richiedono l'uso obbliga-
torio di una terra reale o artificiale; la lun-
ghezza è pari a 1/4 d'onda.
Le seconde sono in realtà due rami di 1/4
PIANO DI d'onda formanti però in totale 1/2 d'onda.
TERRA Per questo tipo d'antenna la terra ha impor-
tanza secondaria. Naturalmente, ciò non è
tutto sulle antenne, anzi è pochissimo, ma è
già qualcosa per iniziare a capire.
Per concludere un breve cenno sulla im-
pedenza.
Una antenna è composta da una induttan-
za (la lunghezza del filo), una capacità,
(tra il filo e la terra) e una resistenza ohm-
mica (quella del filo).
Questi tre valori elettrici formano una im-
pedenza. Un'antenna può avere una im-
pedenza compresa tra 1 O e 600 ohm.
Le antenne commerciali sono tutte co-
struite in modo d'avere un'impedenza di
50 ohm. Ciò è necessario perché tutte le
radio e i trasmettitori hanno impedenza
d'entrata di 50 ohm. Sull'impedenza di
una antenna influiscono anche la vicinan-
za di corpi metallici, la distanza da terra,
il diametro del filo e tubo con cui è co-

I struita, l'inclinazione rispetto alla terra, la


costruzione meccanica.
a

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a chi si interessa di radioascolto.
Consente di ottimizzare l'impianto d'antenna
accordando /'impedenza del ricevitore con quello
di una qualsiasi antenna.
Il nostro accordatore d'antenna si compone,
in definitiva, di un condensatore variabile
e di una bobina in grado di accorciare
e allungare la lunghezza elettrica
dell'antenna.

Sistema di ancoraggio del filo


d'antenna e di entrata della linea
dalla finestra; il filo usato in entrata
è di tipo isolato e viene disposto in modo
tale (cioè con gomito a sgocciolatoio)
da impedire che, in casodi pioggia,
l'acqua seguendo il filo entri in casa.

A rrivano frequentemente in redazione


richieste di articoli che spieghino
come si può realizzare un'antenna, cosa
si intende effettivamente per terra, a co-
sa servono gli accordatori: in altre parole
qual è il miglior modo e la più semplice
attrezzatura per la ricezione dei segnali
radio.
Queste richieste vengono soprattutto da
lettori che svolgono attività di SWL (da
Short Wave Listening), appunto appas-
sionati ascoltatori delle stazioni radio
operanti in onde corte.
Naturalmente, la nostra attenzione viene
rivolta a chi non sa già tutto sulle anten-
ne (con annessi e connessi), a chi non è
abituato a risolvere i problemi esclusiva-
mente con una firma su un assegno, a
chi in particolare ha poco spazio dispo-
nibile, a chi, vivendo in condominio o in
affitto, non viene permesso di installare
antenne particolarmente grandi o visto-
se. Partiamo quindi dalle cognizioni di
base, che ovviamente trattiamo in modo
super sintetico, altrimenti sarebbe neces-
sario un vero e proprio volume sull'ar-
gomento.
Un'antenna per radioricezione può esse-
re realizzata con un filo di rame sostan-
zialmente di tipo qualsiasi; il diametro di

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag


ANT
c [
50
40
30
20
52
R1 I .2 10
p

hl)l

TERRA
TERRA
1 2

questo filo non è affatto critico e può in- lefoniche ed elettriche, le quali genera- La soluzione più ovvia per questo è ri-
fluenzare solamente la resistenza mec- no molti disturbi che verrebbero captati correre alla presa di rete luce, il cui foro
canica: si può infatti affermare che un dalla nostra antenna. centrale dovrebbe appunto (e rigorosa-
filo del diametro di 0,2 mm riceve prati- Diciamo allora che la soluzione più mente) essere collegato all'impianto di
camente gli stessi radio-segnali di un fi- semplice per chi vuol ascoltare (senza terra dell'abitazione, che consente di
lo da 2 mm, che però risulta (evidente- pretese di professionalità, dovrebbe es- mantenere sicuramente a potenziale ze-
mente) ben più robusto. sere evidente) i segnali radiofonici, an- ro tutte le parti conduttrici di elettrodo-
che radioelettrici, può cavarsela realiz- mestici ed apparecchi connessi a quella
zando un'antenna filaretesa fra la fine- presa.
ANTENNA FILARE stra della propria stanza ed un punto Tuttavia, anche ammesso che questo
qualsiasi di ancoraggio che può essere impianto esista effettivamente (e in certi
Il fatto che il filo sia nudo o isolato non un balcone della casa prospicente, un al- casi ancora non esiste), il collegamento
porta alcuna differenza elettrica; al mas- bero abbastanza lontano, un comignolo potrebbe sì risultare efficace per la sicu-
simo, quello isolato, avendo una qual- possibilmente di altro edificio, e così rezza delle persone che abitano in quella
che forma di protezione, può vantare via. Ai due estremi questo filo va anco- casa, ma non essere la soluzione miglio-
una miglior resistenza agli agenti atmo- rato attraverso un apposito isolatore, re per la radio; potrebbe cioè arrivare al
sferici e quindi una maggior durata. con barrette di materiale plastico, con terreno con giri troppo lunghi e viziosi,
In genere, ed anche in questo caso spe- cordina di nylon, o con qualsiasi solu- talchè i disturbi presenti nelle vicinanze,
cifico, è bene che il filo con cui l' anten- zione analoga. anzichè essere fugati a terra, potrebbero
na è realizzata sia il più lungo possibile, La disponibilità di n buona presa di esserne captati e ritrovarsi troppo inten-
ed anche il più alto possibile sul terreno; terra, oltre a risolv re problemi di sicu- samente nel ricevitore.
dovrebbe inoltre essere lontano da corpi rezza personale, ò an e costituire un Ecco allora che si devono adottare altre
metallici, o comunque conduttori (edifi- sistema per ot • mizzar le prestazioni soluzioni, anche se di ripiego; in questi
ci, alberi, ecc.) e soprattutto da linee, te- della propria azione rice ente. casi, come punto di ritorno a terra, il let-

COMPO ENTI
R1 =22KO-5 W
C1 = condensatore variabile
ad aria capacità max
350500 pF
L 1 = vedi testo
S1 = doppio deviatore a
levetta
s2= commutatore rotativo
1 V • 6 posizioni.

I componenti necessari
alla realizzazione sono pochi
e di facile reperibilità; la bobina
L1 è da autocostruire.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994 - Pag. 16


[ENNA-TERRA
1: schema elettrico del dispositivo
accordatore d'antenna, che
consente di adattare risonanza
ed impedenza della stessa alle
svariate condizioni di lavoro
ed all'ingresso del ricevitore.

2: nelle prese di rete luce ormai


da molti anni è presente
il collegamento di "terra": il foro
centrale che deve far capo al
pozzetto apposito che dovrebbe
esistere in ogni edificio.

tore può ricorrere ad un tubo dell'acqua,


ancorandosi all'imbocco di un qualche
rubinetto, oppure all'impianto del ter-
mosifone, in genere però molto meno
efficace.

PER IL MASSIMO
RENDIMENTO

Per riuscire a sfruttare al meglio le ca-


ratteristiche dell'antenna e del ricevitore La bobina L1 è avvolta su un tubo in plastica
si può poi ricorrere ad un cosiddetto ac- da elettricista cono esterno di 3 cm
cordatore d'antenna, dispositivo riso- e lunghezza di 6cm. L'avvolgimento
nante che va appunto interposto fra le è composto da 60 spire di filo in rame
due parti citate della stazione ricevente. smaltato da 0,5 mm, con prese
Questo importante accessorio agisce nel successive ogni 1 O spire collegate
enso di permettere l'allungamento o
l'accorciamento elettrico dell'antenna
al commutatore. ANT.
così da ottenere il miglior rendimento in
funzione della frequenza; in altre parole,
non è che regolandolo opportunamente
si veda il filo che costituisce l'antenna
»)

Disposizione
dei componenti e schema
pratico di cablaggio
dell'accordatore, montato
in una scatola di alluminio
con struttura a doppia L;
tutti i componenti sono
fissati al pannello frontale,
ed il cablaggio
è direttamente ancorato
sugli stessi.
Il deviatore S1 serve
per collegare C1
in serie
o in parallelo
alla bobina L1.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 17


ACCORDATORE ANTENNA-T
Il grosso condensatore C 1 è di tipo variabile così
condensatore da consentire la selezione continua di
variabile C1 un' ampia gamma di valori capacitivi.
si avvita Inoltre, grazie all'azione del doppio de-
al pannello viatore Sl, Cl può venir collegato in se-
frontale rie o in parallelo ad L1, consentendo di
tramite due viti intervenire sui tipi più svariati di anten-
che assicurino na.
un solido Analogamente, il valore di induttanza di
ancoraggio. Ll può essere selezionato, in un discre-
Il componente to numero di scatti, mediante l'interven-
non deve avere to del commutatore rotativo S2, che in-
punti di serisce il numero di spire più adatto ad
contatto operare sulla banda di frequenza entro
con la scatola. cui si vuole ricevere.
Il resistore Rl posto direttemente in pa-
diventare più lungo o più corto, bensì dei segnali ascoltati, al valore fisso e rallelo ai terminali d'antenna ha una
l'adattatore introduce, in serie o in pa- piuttosto basso dell'entrata del nostro ri- funzione secondaria, ma piuttosto im-
rallelo a questo filo, parti di capacità e/o cevitore. portante sotto un altro punto di vista; es-
induttanza tali da consentire l'opportu na Lo schema elettrico dell'adattatore so infatti, di valore tale da non recare al-
risonanza. d'antenna si riduce, nella sua struttura cuna influenza negativa nè al circuito nè
Esso si comporta anche come trasfor- base, ad un condensatore e ad una bobi- al ricevitore, impedisce il formarsi di
matore, consentendo di adattare l'im pe- na; d'altra parte, dovendo questo circui- tensioni elettriche statiche ai capi
denza dell'antenna, vari abile in funzio- to intervenire in modo differenziato a dell'antenna, permettendo, ali' elettricità
ne della sua lunghezza e della frequenza seconda delle condizioni operative, il che tenderebbe ad accumularsi in parti-

RISONANZA IN SERIE E IN PARALLELO


L'impostazione circuitale del nostro accordatore, a seconda
ANT. C1 che SI sia commutato in posizione P od in posizione S, risul-
ta quella che qui è rappresentata rispettivamente nelle figu-
re A e B.
Per spiegare brevemente quelle che sono le prestazioni del
nostro circuito, riferiamoci alla versione A.
@ Un'applicazione importante del circuito a risonanza paral-
lelo è quella di effettuare l'adattamento di impedenza fra la
sorgente di segnale, che nel nostro caso è l'antenna, ed il
carico, che qui è l'ingresso del ricevitore.
Esiste un valore ottimale di resistenza di carico per qualsia-
si componente o apparato; tuttavia, nel caso del ricevitore,
la resistenza (o impedenza) d'ingresso può essere considere-
volmente inferiore al valore richiesto per il miglior funzio-
namento.
ANT, Ecco allora che per trasformare la reale resistenza di carico
al valore desiderato, il carico viene applicato ad una parte
sola della bobina, e cioè ad una presa effettuata sulla stessa,
che quindi funziona da autotrasformatore.
Ciò equivale a collegare una resistenza di valore proporzio-
nalmente più alto ai capi dell'intero circuito.
Oltre a ciò, la possibilità di inserire in circuito quantità di-
verse di capacità ed induttanza, in modo da presentare un
rapporto diverso fra Le C, ma la stessa frequenza di riso-
nana, consente di regolare il dispositivo per ottenere le
prestazioni ottimali nell'accoppiamento fra qualsiasi tipo di
antenna e ricevitore.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 18


SMD 5000 • STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA

Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD,


utilizzando il nuovo saldatore ad aria calda ELTO.
ERRA La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda,
con controllo elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata
prevalentemente alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre
colari condizioni metereologiche, di sca- essere utilizzata per test di resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per
guaine termoretraibili, e per dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per
ricarsi attraverso tale resistore. componenti SMD (consente di asportare componenti guasti dal circuito stampato).
Pur con così pochi componenti, il circui- Caratteristiche:. - Potenza max.: 50 W
to richiede, per la sua realizzazione, un - Temperatura regolabile: da 50°C a 400°C
contenitore (metallico) di discrete di- - Portata max aria regolabile: 9 I/min.
mensioni; anzi, il suo pannello serve - Alimentazione: 220 Volt
proprio per ancorarvi tutti i componenti
presenti.

UN ELEGANTE CABINET

La sua costruzione è ben evidenziata dal


disegno e dalle foto di corredo. Per en-
trata ed uscita d'antenna sono sfruttate
due coppie di classiche boccole-morsetto
poste ai due lati opposti del pannello
frontale; il deviatore serie-parallelo è
molto semplicemente costituito da un
normale deviatore a levetta, però non dei
soliti tipi miniatura, bensì di quelli più
grossi (si potrebbe dire di una volta), che
presentano minor capacità fra i contatti
in commutazione.
Due manopole graduate, o più semplice- ECU 4000 DGT • STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
mente ad indice, consentono la regola-
La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e
zione dei parametri L e C; a proposito di
C, occorre fare in modo che esso risulti
maneggevole.li cavo del saldatore in gomma siliconata
isolato dal telaio: basta per questo adotta-
resiste al contatto accidentale della punta calda.
re rondelle o spessori di plastica e viti di E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
nylon per il fissaggio. Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della
punta saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura
L'elemento che richiede un po' più di continua in gradi C della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura
impegno per la sua realizzazione è la bo- voluta (interrutore in posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva
bina, che va realizzata su un tubo di pla- ottenuta sulla punta (interruttore in posizione READ). Grande affidabilità e velocità di
stica da elettricista le cui dimensioni so- reazione agli sbalzi di temperatura.Precisione +/- 1%. Zero crossing. Fornita con
saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp®.
no 3 cm di diametro e 6 cm di lunghezza; Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt
su di esso vanno avvolte 60 spire di filo -Temperatura regolabile : da 50c' a 400c°
di rame smaltato da 0,5 mm, con prese - Alimentazione : 220 Volt
successive ogni 10 spire, direttamente La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX , dotata di
ancorate sui contatti del commutatore. una chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.
La bobina può essere poi semplicemente
appoggiata al fondo del telaietto, interpo-
nendo una lastrina di materiale plastico.
Completato il cablaggio, mantenendo
una disposizione la più possibile analoga
a quanto suggerito dalle nostre illustra-
zioni, si può cominciare subito ad impie-
gare l'apparecchio, il cui uso richiede
due regolazioni molto semplici: posizio-
nando in linea di massima le due mano-
pole verso il minimo o verso il massimo
di capacità ed induttanza a seconda che
la frequenza da ricevere sia piuttosto alta
o piuttosto bassa, si affina la regolazione
di ambedue i comandi in modo da otte-
nere la massima indicazione dello S-me-
ter del ricevitore, e magari curando an-
che la posizione per cui il segnale risulti
più "pulito".
Buon ascolto, quindi! Lavora svelto'chi usa ELTO
ELTO S.p.A. - Giaveno (TO)
Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.83
SEGNALAZIONE

LAMPEGGIATORE .
AD ALTA LUMINOSITA
Un circuito utile per segnalazioni di allarme,
per insegne pubblicitarie o per impieghi fotografici.
Sfrutta lampade a scarica nel gas in grado di produrre
un'elevata intensità luminosa partendo dalla rete luce.
Possibile soluzione
per autocostruire T1 basandosi
3
sull'avvolgimento d'antenna p s
di un apparecchio radio
ove non fosse
disponibile
il trasformatore
apposito per la p
lampada LP. 2

Il dispositivo,
lavorando con tensione
di rete, deve essere collaudato
interponendo un trasformatore
d'isolamento che scongiura
possibili scosse.

C ertamente sarà capitato un po' a tut-


ti i lettori di vedere, specialmente
per strada su automezzi di pronto inter-
può arrivare, con due successive trafor-
mazioni di tensione, ai valori di picco
necessari per far scaricare il gas nella
Questa tensione è la polarizzazione di
cui è necessaria la presenza, ma tutt'al-
tro che sufficiente per eccitare il gas.
vento, dei fari lampeggianti estrema- lampada. \ In queste condizioni quindi ( che po-
mente ben visibili anche alla luce del Innanzitutto iniziamo col far notare che tremmo definire di attesa), LP non con-
giorno (se non addirittura al sole) e la tensione di rete è direttamente colle- duce e quindi non produce luminosità
quindi inevitabilmente dotati di forte lu- gata ai pin l e 2 del circuito; poi assu- alcuna.
minosità. miamo, se non altro per comodità di Nel circuito è anche presente un oscil-
Questo tipo di luce così potente non si spiegazione, che al pin 2 sia connesso il latore di tipo impulsivo costituito dal
può ottenere con delle normali lampade neutro, cioé il filo di linea che ha ten- gruppo LN-SCR-Tl e dai relativi pochi
a filamento, bensì con lampade speciali sione O. componenti ad esso connessi; esso basa
a scarica nel gas, qualcosa di simile a il suo funzionamento molto semplice-
quanto avviene nei flash elettronici. mente sulla scarica ripetitiva (regolabi-
Per ottenere questi lampi di breve durata DUE SALTI DI TENSIONE le fra 0,5 e 2 secondi circa tramite R4)
ma ad alto contenuto di energia lumino- dell'apposita lampadina al neon LN.
sa, è necessario ricorrere ad un circuito Superata la resistenza Rl, il positivo Questi impulsi, applicati al gate di
che, come punto di partenza, produca della fase viene raddrizzato dal diodo SCR, lo portano in conduzione con la
una tensione continua di un elevato va- D 1 e va a caricare C 1 a circa 300 V stessa scadenza; SCR è così percorso
lore: nel nostro caso, il dispositivo par- (per l'esattezza, abbiamo ai capi di Cl dalla corrente che circola fra O e -308
te, come tensione base, da 600 V alme- il valore di picco della rete, cioé: 220 x V, venendo limitata da R7. Sull'anodo
no. 1,4=308 V). di SCR è presente il condensatore C4,
Questo valore è ricavato ricorrendo di- D2 si comporta in modo identico, salvo posto in serie al primario di Tl; C4 si
rettamente alla rete luce e quindi occor- per quanto riguarda la polarità; infatti carica alla tensione di 308 V (ed è per
re prendere le oppportune precauzioni provvede a rettificare la semionda negati- questo che deve essere di tipo con ten-
per evitare contatti pericolosi con le par- va, caricandone a 308 V pure C2, col se- sione di lavoro piuttosto alta, vale a di-
ti del circuito e del cablaggio; comun- gno opportuno: è chiaro allora che, es- re 600 V cc oppure 250 V ca).
que, prestando la necessaria attenzione e sendo i due condensatori collegati in se- Quando SCR si innesca, provoca la sca-
seguendo scrupolosamente i consigli rie, la loro tensione complessiva ( e quin- rica di C4, e l'impulso di corrente che
non vi può essere pericolo alcuno. di la somma delle due) risulta pari a 616 attraversa il primario di Tl induce sul
Esaminiamo lo schema elettrico, così da V continui presenti agli estremi, e quindi suo secondario un picco veloce di ten-
ferrare bene la tecnica con la quale, direttamente applicati ai capi della lam- sione altissima, il cui valore è normal-
artendo dalla cosiddetta rete-luce, si pada, cioé fra anodo e catodo. »»
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag 2
·- · - - • . » • i - • - - • - - • - - • - ·- ·

R1 Df
+308 V

+1
R2 ■
c1

+
R3
C2

D2
-308 V .
·--·--·-·--· ·--· -· - ·-· --· _,_,_.I

CADENZA

Schema elettrico del lampeggiatore ad alta luminosità;tutto il circuito racchiuso entro il riquadro tratteggiato
prende posto sulla basetta a circuito stampato: la lampada, anche se nel nostro montaggio
si trova sulla basetta, va installata esternamente.

L'unico componente, tra quelli necessari alla realizzazione,


di non facile reperibilità è la lampada LP1 che può comunque essere
acquistata a poco prezzo nelle numerose fiere mercato di articoli
COMPONENTI
elettronici sparse per l'Italia. R1 = 4700-2W
R2 = 150 KO- 2W
R3 = 150 KQ • 2W
R4 = 10 MQ (potenziometro)
R5 = 4,7 MQ
R6 = 2700 2
R7 = 27 KO
C1 = 22 µF • 350 V
(elettrolitico)

lI C2 = 22 µF • 350 V
(elettrolitico)

'
C3 = 2,2F • 100 V (mylar)
C4 = O, 1 µF • 250V c.a. (mylar)
T1 = vedi testo e figura
SCR = BT152
D1 = D2= 1 N4007
LN = lampadina-pisello
al neon (senza resistenza
interna)

ELETTRONICA PRATICA- Aprile 1994 - Pag. 22


LAMPEGGIATORE AD ALTA LUMINOSITÀ
mente compreso tra 5.000 e 10.000 V. (meglio comunque non salire oltre i 680 ni). Si potrebbe anche ricorrere ad un
È appunto questo impulso che, applicato 2e non scendere sotto i 330 0). avvolgimento di sintonia d'antenna in
ad una spirale di filo avvolta esterna- Cl e C2, nel nostro prototipo, sono da ferrite per radioricevitore, con un pez-
mente al bulbo di LP, riesce ad eccitare 22 µF, ma possono bastare anche valo- zetto di nucleo per aumentarne la per-
i gas ivi contenuti ed a provocare l'inne- ri più bassi, purché la tensione di lavoro meabilità; in questo caso, una volta
sco: per la durata di quel breve impulso sia sempre pari, o superiore a 350 V cc. controllatone il regolare funzionamen-
(la scarica di CI ), LP produce una luce Il tipo di SCR adottato, oltre a presenta- to, è bene ricoprire l'avvolgimento con
intensissima. re un sufficiente margine di tensione, abbondante vernice alla nitro per isola-
Scaricatosi C 1, il ciclo ricomincia, e va deve essere in grado di tollerare degli re il tutto: ricordiamoci l'alta tensione
avanti ripetendosi ad intervalli regolari impulsi di corrente finanche a 20 A; in- presente sul secondario.
preprogrammati. fatti la scarica istantanea genera una
Esaminati gli elementi base che deter- botta fortissima di corrente, per cui è
minano il funzionamento del dispositivo necessario disporre di un buon margine TUTTO FUORCHÈ
così progettato, restano solamente alcu- di sicurezza. LA LAMPADA
ni particolari accessori da giustificare. Il tipo da noi adottato, un BT 152 ( ma
R2 e R3 hanno il compito di scaricare ci sono tanti corrispondenti) regge ap- Il montaggio di questo circuito è realiz-
Cl e C2 in tempi non eccessivamente punto 800 V e 20 A, richiedendo 30 zato su normale basetta a circuito stam-
lunghi quando il circuito viene spento; il mA di corrente di gate per l'innesco si- pato, sul quale però va piazzata la com-
valore non è quindi critico e può arriva- curo della conduzione. ponentistica che nello schema elettrico
re anche a 220 kO (sempre da 2 W). Due parole, infine, per quanto riguarda è contenuta entro il riquadro tratteggia-
R 1 ha invece la funzione di limitare in T 1, che è il trasformatore che fa scatta- to; in altre parole, la lampada LN è tal-
tutti i casi (anche quelli peggiori) la cor- re l'innesco del gas in LP; è opportuno mente singolare e delicata che richiede
rente di alimentazione; pure il suo valo- acquistarlo insieme alla lampada (assi- un posizionamento a parte. Il montag-
re non è quindi particolarmente critico curandosi di averne anche le connessio- >»)»

Piano di montaggio
del lampeggiatore

[ R3 o
ad alta luminosità:
oltre alla lampada LP
Cl c2 troviamo, esterno
220V
"' Ee 3
k a g
o LP
alla basetta,
il potenziometro R4
che regola gli intervalli
della scarica
-EH da 0,5 a 2 secondi.

±
DI o
R5
@mm29

La basetta a circuito stampato,


qui vista dal lato rame nelle sue
dimensioni reali, è estremamente
semplice da realizzare per le piste
molto lontane tra loro e piuttosto
lineari nel percorso.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag


LAMPEGGIATORE t

p s 220 V

1: la lampada LP1 è stata 2: suggerimento per l'installazione gio dei componenti, comodo e nient'af-
montata, per chiarezza di un trasformatore di isolamento fatto critico, può iniziare dai resistori e
d'esposizione, sulla basetta con rapporto di tensione alla pari dai diodi: solo di questi ultimi va rispet-
ma nella realtà è meglio sistemarla (da 40 ± 50 W) utile durante tata la polarità (la solita striscetta bian-
sul contenitore del circuito la fase di controllo ca che contrassegna il terminale di ca-
collegandola con tre spezzoni dell'apparecchio todo); poi è il turno dei condensatori:
di filo isolato. per eliminare i pericoli essendo C 1 e C2 elettrolitici, occorre
inserirli verificando la polarità.
SCR, se del tipo identico a quello da
noi adottatto, si monta con la faccia in
plastica girata verso R6; per Tl occorre

PANNELLO SOLARE rispettare rigorosamente la posizione


degli avvolgimenti.
Restano infine LN ed i! potenziometro
(esterno) R4, che si collega al circuito
Collegabile con tutti con un paio di cavetti. Un po' di termi-
i sistemi elettrici che nali ad occhiello consentono di effet-
possono essere tuare i collegamenti verso l'esterno del-
ricaricati dal sole lo stampato in modo pulito e affidabile.

Dimensioni: MOLTA LUCE


31 cm X 31 cm x 2,5 cm
E NIENTE SCOSSA
Caratteristiche: Terminato il montaggio della basetta e
Potenza erogata = 4W
dopo aver verificato che tutti i compo-
Tens. use. max = 16 Vcc
nenti e le relative saldature siano in or-
Corr. max = 0,22 A
dine, si aggiunge il collegamento (an-
che se provvisorio) della lampada, fa-
Lire 130.000 cendo attenzione al segno in colore che
ha LP per indicare il lato connettore al
positivo dell'alimentazione; dopo di
che, si passa al collaudo funzionale del
dispositivo.
Le cellule solari e i pannelli solari possono essere In vista del fatto che tutto il circuito del
richiesti a: STOCK RADIO - Via P. Castaldi, 20 lampeggiatore è ancora nudo e disteso
20124 MILANO, Inviando anticipatamente, tramite sul tavolo di lavoro ( che deve essere
vaglia postale, assegno bancario o versamento ben pulito e isolato) e che esso potrebbe
sul conto corrente postale n. 46013207 l'importo anche richiedere qualche intervento ma-
corrispondente al numero e al modello desiderato.
nuale, è assolutamente consigliabile
usare, per eliminare buona parte dei
ELETTRONICA PRATICA- Aprile 1994- Pag. 24
LTA LUMINOSITÀ
possibili pericoli, un normale trasfor- componente che inizia a fumare, nel
matore con due avvolgimenti in rappor- qual caso occorre staccare subito e an-
to 1 a 1 ( quindi 220 V sul primario e dare a cercare l'errore nel cablaggio, e
220 V sul seconadrio) da 40+50 W di si lascia funzionare regolarmente il
potenza, o più. lampeggiatore per qualche minuto.
Detto tra parentesi, si tratta di un acces- Quando si ritiene di poter spegnere il
sorio che non dovrebbe mai mancare in circuito, occorre attendere per 20+ 30
un laboratorio, specialmente di tipo secondi prima di rimetterci le mani so-
hobbistico. pra: ciò serve per essere ben sicuri che
A questo punto, non resta che dare ten- C 1 e C2 siano scaricati.
sione e aspettare un po' di secondi: il A questo punto, certi che tutto funzioni
primo lampo partendo da zero, tarda regolarmente, si provvede ad inscatola-
sempre un poco, perché C3 impiega un re con cura sia la basetta sia la lampada,
certo tempo a caricarsi (dopo, quando in modo che non resti più alcuna parte
LN lampeggia, esso non riesce più a sotto tensione a portata di mano. T1 è il trasformatore che fa
tornare a zero e i tempi sono più veloci Solo ora il dispositivo può essere diret- scattare l'innesco del gas in LP:
esattamente come previsto). tamente collegato a rete, escludendo va montato controllando l'esatta
Si tiene d'occhio che non ci sia qualche cioé il trasformatore di isolamento. disposizione degli avvolgimenti.

LA LAMPADA A SCARICA DI GAS


La lampada a gas adottata per questo lampeggiatore di plicata al vetro per metallizzazione.
potenza, indicata come LP a schema e disegno, è un tipo E questo elettrodo che provvede a far innescare la sca-
cilindrico di vetro che può trovarsi in forme diverse se- rica del gas entro contenuto grazie agli impulsi di alta
conda la marca e la potenza (lineare, piegato a U, spi- tensione (parecchi kV) che gli devono essere applicati;
ralizzato, ecc.); ai due estremi del tubo troviamo co- appunto in corrispondenza di questi impulsi di comando
munque due elettrodi uno dei quali è contrassegnato in si verificano le forti emissioni di luce.
genere da un punto di colore: si tratta dell'elettrodo che Gli impieghi più specifici possono essere nel campo del-
va connesso al positivo dell'alimentazione, il cui valore la fotografia e delle segnalazioni varie, nonché per ef-
di tensione è normalmente compreso fra 200 e 800 V fetti stroboscopici (in questo caso, è bene che LP sia
circa. leggermente sottoalimentata).
La resa luminosa di questo tipo di tubi è ovviamente de- La figura qui riportata fornisce lo schema di principio
terminata dalle sue dimensioni e dalla alimentazione per ottenere il funzionamento del tubo; il singolo azio-
stessa, oltre che dal tipo di gas contenutovi. namento del pulsante P (in concreto sostituito da un di-
Tutte queste lampade possiedono poi un terza elettrodo, spositivo analogo ad SCR del nostro apparecchio) pro-
che può consistere in un filo avvolto intorno al tubo, op- duce l'impulso per il lampo di luce erogata dalla scari-
pure una striscia di vernice conduttrice direttamente ap- ca che si verifica entro LP.

Lo schema indica
il circuito
necessario a far R e
funzionare 5±10 KV
la lampada Il PUNTO
a scarica di gas.
Questa necessita
di un alimentazione
O
>
AT
i a
i
tra i 200 e gli 800 V
ed è dotata
di polarità
riconoscibile
da un puntino
in corrispondenza
r
e
A.
Il "
."es
I
k
Il LP

di uno dei tre


terminali.
T1

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994 - Pag


I segnali elettrici
corrispondenti alla voce
percorrono prima
un semplice circuito
per poi essere instradati
in una rete sempre più
complessa dove ormai
domina la tecnologia
dei calcolatori.

CHIACCHIERE DIGITALI
'

AL TELEFONO
Il telefono modello Sirio della Sip
Le origini del telefono sono legate alla una comunicazione come conseguenza
ha la tastiera a doppio standard,leggendaria figura dell'italiano Meucci di un segnale inviato dall'utente. Il prin-
cioè funzionante come decadica che, forse per mancanza di soldi, non cipio di funzionamento di questo dispo-
con le centrali tradizionali poté brevettare la sua invenzione, a tutto sitivo è restato invariato fino ai giorni
e come multifrequenza con le altre.
vantaggio dell'americano Bell che inve- nostri, anche se sta scomparendo perchè
ce é considerato ufficialmente il padre è quasi ovunque sostituito dal sistema di
della telefonia. commutazione elettronica.
E altrettanto leggendarie sono quelle Gli utenti telefonici aumentano sempre
donne chiamate operatrici che per diver- di più e inoltre le comunicazioni telefo-
si decenni, sedute ai tavoli dei centralini, niche, ormai diventate intercontinentali,
hanno ricevuto da un utente la richiesta non sono più affidate solo ai fili ma an-
di comunicazione e hanno collegato con che ai ponti radio e alle fibre ottiche.
le apposite spine la linea del chiamante a Pur con tutte le innovazioni legate alla
quella del chiamato. miniaturizzazione dei componenti e
Nel 1891 l'americano Strowger brevettò all'introduzione di di verse funzioni,
il primo selettore, cioè l'apparecchio in l'apparecchio telefonico non ha subito
grado di indirizzare automaticamente grandi trasformazioni rispetto al suo an-
ELETTRONICA PRATICA- Aprile 1994 - Pag. 26
tenato di più di cento anni fa. Oggi il TRA SLATORE D'IMPEDENZA
progresso della telefonia si vede soprat-
tutto nella facilità di comunicare con tut-
to il mondo e nella possibilità di accedere
ai numerosi servizi offerti dalla rete te-
lefonica.

COME SI TRASMETTE LA VOCE

Un normale apparecchio telefonico si


compone di due parti. Quella che viene
impugnata, contenente il microfono e
l'auricolare, si chiama microtelefono op-
pure cornetta. La parte che invece rimane
solitamente appoggiata ad un mobile
contiene il commutatore ( collegato al
supporto del microtelefono) il dispositivo
di chiamata a disco combinatore oppure
a tastiera, la suoneria ed i circuiti interni.
Grazie alla possibilita di miniaturizzare i
circuiti, esistono anche apparecchi com-
patti costituiti dal solo microtelefono,
che al suo interno contiene tutti i disposi-
tivi. I suoni delle parole producono sulla
membrana del microfono delle oscilla-
zioni meccaniche che, qualunque sia il ti-
po di microfono, creano una corrente
elettrica variabile che modula la corrente Schema di principio del circuito telefonico. Il commutatore (indicato
continua del circuito telefonico perché si con C) ha la funzione di attivare o di interrompere i dispositivi
somma ad essa e quindi trasmette l' infor- fondamentali dell'apparecchio. Quando è nella posizione 1 (microtelefono
mazione vocale a distanza. Nei microfoni appoggiato sulla forcella) la suoneria è collegata alla linea. Quando
tradizionali la membrana, comprimendo il microtelefono viene sollevato (posizione 2 del commutatore) la suoneria
dei granelli di carbone, altera una resi- è isolata ed è invece attivo il collegamento fra apparecchio e centrale.
stenza elettrica. Nei microfoni elettrodi- Il tasto indicato con T rappresenta l'interruzione del circuito ad intervalli
))>)
regolari, che corrispondono all'invio del numero chiamato.

Il circuito stampato
di un moderno
telefono con tastiera
multifrequenza:
i molti condensatori
presenti servono
per separare
la corrente continua
da quella alternata.
L'integrato é
quello che invia la
combinazione
di frequenza
corrispondente al
numero premuto
sulla tastiera.
CHIACCHIERE DIGII
namici le vibrazioni alterano il campo ma-
gnetico prodotto da un'elettrocalamita,
mentre in quelli piezoelettrici producono
un campo elettrico in un piccolo cristallo.
L'auricolare compie la funzione opposta
del microfono, trasformando gli impulsi
elettrici in arrivo in vibrazioni meccani-
che che riproducono i suoni della voce.
In certi tipi di apparecchi, utilizzati so-
prattutto negli uffici, sia il microfono che
l'auricolare della cornetta sono accoppia-
ti ad un altro microfono e ad un altopar-
!ante situati nel corpo dell'apparecchio
permettendo così il collegamento "viva-
voce". Questo consente di parlare ed
1: ne i vec chi telefon i a ta stiera 2: Il trasfonnatore ha il compito di
ascoltare senza impugnare il microtelefo-
deca dica il disc o com bina tore , tenere separati i segnali vocali in
no oppure di far parlare più persone con-
int errompe una corrent e cont inua arrivo e in partenza e di immettere nel
temporaneamente. Va ricordato che il di-
con int erv alli corri spo nden ti al ricevitore una piccola dose del
spositivo vivavoce è obbligatorio nei te-
nume ro se lziona to in modo da inviare segnale prodotto dal microfono in
lefoni cellulari installati sulle automobili.
alla centrale il codice dell'utente modo da poter ascoltare cio' che
con cui si vuole parlare. stiamo dicendo.
DENTRO L'APPARECCHIO

Il commutatore è il dispositivo con cui


sono attivati o interrotti i circuiti fonda-
mentali dell'apparecchio. Nei telefoni
tradizionali è un pistoncino azionato dal-
la forcella sulla quale viene appoggiato il
microtelefono, negli apparecchi costituiti
da un corpo unico è un normale interrut-
tore.
Quando il microtelefono è appoggiato, la
suoneria è collegata alla linea. Quando
viene sollevato la suoneria è isolata ed è
invece attivato il collegamento fra appa-
recchio e centrale, cioè nel circuito passa
la corrente continua che verrà modulata
dal segnale variabile corrispondente alla
conversazione. Il numero telefonico è il
messaggio con cui si indica alla centrale
Nelle tastiere telefonica l'utente con cui ci si vuole col-
multifrequenza legare, attivando così la cosiddetta com-
premendo mutazione. Quando il numero viene
un tasto composto sul disco combinatore o sulla
qualsiasi tastiera, la corrente continua viene inter-
si trasmette rotta secondo intervalli corrispondenti al-
697 Hz un segnale a le cifre inviate sulla linea. Le tastiere,
due frequenze, che comprendono le cifre da O a 9 più i
770Hz una "bassa" due simboli asterisco * e "cancelletto" #
e l'altra "alta", usati per altri servizi, esistono in due ver-
852Hz sioni. La prima, più semplice, si chiama
prodotto
91Hz da circuiti tastiera decadica ed è una semplice sosti-
oscillatori tuzione del disco. E' più comoda perchè
di alta permette di comporre velocemente i nu-
1336 Hz precisione. meri e perchè, grazie ad una memoria,
BASSE consente di richiamare l'ultimo numero
1209 Hz FREQUENZE composto (tipicamente premendo il tasto
ALTE FREQUENZE con il simbolo *). La seconda si chiama
invece tastiera multifrequenza perchè per
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994 - Pag. 28
TALI AL TELEFONO
ogni tasto premuto dei microcircuiti
oscillatori generano ed inviano alla cen-
trale due segnali a frequenza audio. Si
tratta di un nuovo strumento adatto a fun-
zionare con le nuove reti telefoniche di-
gitali. Viene usata una coppia di frequen-
ze per ragioni di maggiore affidabilità e
sicurezza: il rivelatore di chiamata situa-
to nella centrale accetta il segnale solo
quando riceve entrambi i"toni". II mo-
dello di apparecchio distribuito attual-
mente dalla SIP agli abbonati, chiamato
Sirio, è dotato di tastiera a doppio stan-
dard, cioè funzionante come decadica
con le centrali tradizionali e come multi-
frequenza con quelle elettroniche. Esisto-
--
no apparecchi, destinati principalmente
Già da tempo è possibile la comunicazione telefonica tra due computer
agli uffici, le cui tastiere sono dotate di
attraverso apparecchi chiamati modem (modulatore-demodulatore). Oggi
altri pulsanti collegati a funzioni aggiun-
tive, per esempio memorie ausiliarie che questo è possibile anche attraverso la rete radiomobile
contengono i numeri usati più frequente- (con i telefonini per intenderci).
mente oppure commutatori per trasferire
la chiamata ad un altro apparecchio. alcune vecchie installazioni dove esiste la commutazione, cioè lo smistamento
Nei moderni telefoni il classico campa- ancora una scatoletta circolare fissata al delle conversazioni. Nella centrale viene
nello è ormai sostituito da un cicalino muro. Va ricordato che dei tre poli della anche effettuata la contabilizzazione,
con suono ad intensità regolabile. Questo spina solo due sono utili ai fini del fun- cioè l'assegnazione di una tariffa ad ogni
funziona grazie ad impulsi "di chiamata" zionamento dell'apparecchio, mentre il chiamata. Questa funzione viene attivata
a corrente alternata che sono separati dal terzo serve a collegare fra loro diverse nell'istante in cui chi effettua una chia-
segnale a corrente continua con un con- prese di uno stesso impianto; ad esempio mata alza la cornetta ( o sposta il com-
densatore. Fra i vari componenti montati all'interno dello stesso appartamento. mutatore se ha un telefono compatto) e
sul circuito stampato che si trova all' in- La semplice coppia di fili del doppino si interrompe quando la cornetta viene
terno di ogni moderno apparecchio è costituisce il circuito telefonico attraver- posata sull'apparecchio.
molto importante il trasformatore. Esso so il quale sono svolte tutte le diverse Nei sistemi tradizionali di commutazio-
ha il compito di mantenere separati i se- funzioni dell'impianto. I vari cavetti col- ne gli impulsi elettrici corrispondenti al
gnali vocali in arrivo e in partenza e di legati alle prese di un intero edificio o di numero composto dall'utente fanno spo-
immettere nel ricevitore una piccola por- un quartiere viaggiano racchiusi dentro stare dei contatti elettromagnetici che
zione della corrente alternata prodotta dal grossi cavi che possono contenere anche collegano la linea del chiamante a quella
trasmettitore. Questa funzione permette a 2000 doppini. Questi cavi raggiungono dei chiamato. Le centrali elettromeccani-
chi parla di ascoltare la propria voce e la centrale detta di primo livello, dove è che tradizionali sono ormai in via di
quindi di evitare di parlare o troppo pia- possibile identificare uno ad uno i doppi- estinzione perchè sono via via sostituite
no o troppo forte. Esiste anche un circui- ni e quindi gli utenti. da quelle elettroniche, in cui tutte le fun-
to di controllo automatico basato su vari- E' questo il primo di una complessa se- zioni sono controllate da calcolatori.
stori (resistenze variabili con la tensione) rie di apparati attraverso i quali avviene )>»
che ha la funzione di mantenere sempre
costante il livello della voce sulla linea. Il telefono senza fili
si collega alla normale
presa telefonica
DALLA SPINA ALLA CENTRALE
casalinga e consente
di comunicare
Dall'apparecchio telefonico esce un ca-
nel raggio di alcune
vetto contenente due fili di rame isolati
decine di metri
fra loro che viene comunemente chiama-
con la centrale.
to doppino. Fra i due conduttori vi é una
differenza di potenziale di circa 40 V,
valore che garantisce assoluta sicurezza
sia durante il normale uso che in caso di
interventi di riparazione o di modifica
dell'impianto.
Il doppino è collegato all'impianto telefo-
nico mediante una spina a tre poli, salvo
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 2 9
CHIACCHIERE
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AL TELEFONO assolutamente gratuita che
guida, con testi chiari ed
Ma la vera grande trasformazione che sta esaurienti, con grandi
avvenendo nel mondo della telefonia illustrazioni tutte a colori,
consiste nella trasmissione digitale. nell'affascinante mondo
Il segnale telefonico è campionato ad in-
tervalli regolari, ciascun campione è rap- dell'elettronica.
presentato con un numero binario, cioè
composto di cifre O e 1, quindi sulla linea Le ricche dispense mensili
viaggiano sequenze di segnali corrispon- di 4 pagine sono dedicate
denti a tali cifre. Questa tecnica si chiama
PCM, abbreviazione di Pulse Code Mo-
soprattutto a chi comincia ma
dulation (Modulazione a codice di impul- contengono tanti approfondimenti
si) e rende migliore la qualità della tra- interessanti anche per i più
smissione perchè elimina tutti i problemi esperti.
legati ali' attenuazione e alla distorsione
del segnale lungo la linea. Infatti ogni sta-
zione ripetitrice, anzichè amplificare un Raccogliendo e conservando
segnale e quindi anche le alterazioni da gli inserti si colleziona, fascicolo
esso subite, genera di nuovo l'intera suc- dopo fascicolo, un completo ed
cessione di numeri eliminando così tutti i inedito manuale sull'elettronica
disturbi ad essa sovrapposti.
di base.
Ma bisogna non perderne
LA CAMPIONATURA neanche un numero
Per trasmettere correttamente un segnale
senza perdere informazione occorre cam-
pionarlo un numero di volte al secondo
pari almeno al doppio della sua massima
frequenza. Poichè si assume che la banda
di un segnale telefonico sia pari a 4000
Hz, lo stesso viene campionato 8000 vol-
te al secondo. Essendo 8 il numero di bit
con cui viene rappresentato un campione,
un canale telefonico corrisponde ad una
trasmissione di 64 mila bit al secondo.
Questo numero è "piccolo" in confronto
EL
alle velocità di elaborazione consentite
dai circuiti elettronici e quindi in realtà su Pl ·iMl°

una linea telefonica digitale sono trasmes-
se più comunicazioni contemporanea-
l
mente, grazie alla tecnica chiamata multi-
plazione digitale. Le linee di grande capa-
cità su fibre ottiche arrivano a trasmettere
anche 24 mila conversazioni contempora-
neamente, corrispondenti a un miliardo e
700 milioni di bit al secondo.
Oggi in Italia il 70 % della rete telefonica
è digitale e questa percentuale è destinata
a crescere notevolmente nei prossimi an-
ni. Inoltre il futuro ci porterà ancora delle
innovazioni, non tanto nel tipo di appara-
ti, quanto piuttosto nella possibilità di ac-
cedere, attraverso la linea telefonica, ai
vari servizi chiamati telematici cioè a di-
versi tipi di informazione trasmessi con
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RIVELATORE
PER Tlffll I G
Dispositivo in grado di segnalare, grazie ad
un apposito sensore, la presenza nell'ambiente di vari
tipi di gas, da quello di città al monossido di carbonio,
all'acool etilico. Costituisce un importante custode
per la nostra e l'altrui incolumità.

L 'esplosione causata da fughe di gas


continua, anche se con cadenza sem-
pre meno frequente, a contrassegnare le
ta, spengono la fiamma mentre il gas
continua regolarmente a uscire senza che
se ne avverte l'odore.
venir buono anche per altre occasioni.
Esaminiamo per esempio un altro tipo
di problema. Tutti sappiamo che non si
cronache giornalistiche e televisive, al- Se questa situazione non viene subito può e non si deve guidare l'auto in stato
meno limitatamente ai casi più dramma- bloccata, e quindi l'ambiente si satura di di ubriachezza e neanche in stato di eb-
tici e, purtroppo, quando queste esplo- gas, poi basta la scintilla di azionamento brezza; ciò é giusto e sacrosanto, anche
sioni si verificano, le conseguenze sono di un interruttore e inevitabilmente si ve- se non sono ben spiegati (e forse ben
quasi sempre molto gravi. rifica l'esplosione. spiegabili) i limiti di queste situazioni.
D'altra parte, più o meno a tutti sarà ca- Ecco quindi una situazione estremamen- Si può infatti raggiungere lo stato di eb-
pitato di vedere, in casa propria e nella te importante in cui un rivelatore di fu- brezza, in particolare da parte di persone
vita quotidiana, il latte o il caffé che tra- ghe di gas potrebbe risultare molto utile; non avvezze all'alcool, bevendo un ape-
boccando per ebollizione non sorveglia- ma un rivelatore di questo tipo può poi ritivo a digiuno forse più facilmente che

Il nostro rivelatore di gas


è piuttosto semplice e di dimensioni
ridotte; può essere contenuto
in una piccola scatola in cui inserire
anche le batterie di alimentazione.
non con un paio di grappini dopo un
buon pranzo.
In ogni caso, indipendentemente da que-
te valutazioni discutibili, quando la po-
lizia avverte il caratteristico odore di al-
ool uscire dalla bocca di un automobi-
lista, fa doverosamente e immediata-
mente scattare l'accertamento.
Ebbene, uno dei sistemi utilizzati può
proprio consistere nell'impiego di un
apparecchio simile a quello che andia-
mo a presentare, il quale quindi si può
prestare a questa ulteriore utilizzazione.
Oltrettutto, il circuito proposto si basa
su un progetto il cui dipositivo sensore,
oltre che al gas di città ed ali' alcool, è
sensibile anche al temutissimo monossi-
do di carbonio (la cosiddetta morte si-
lenziosa): ecco quindi un' altro validi
motivo per realizzare questo circuito.

IN OGNI CASO,
SUONA UN CICALINO

li progetto da noi messo a punto con-


sente di segnalare, mediante il suono di
un buzzer, che il sensore viene colpito
da alcuni tipi di gas, ed in particolare i
tre che abbiamo segnalato, dei quali è
importantissimo conoscerne la presenza.
Vediamone allora il funzionamento
complessivo, riferendoci allo schema
elettrico.
Il funzionamento di questo circuito si
basa sulle variazioni di resistenza del
sensore vero e proprio in un ambiente a
temperatura costante; occorre quindi
che la tensione di alimentazione sia del
filamento sia del sensore rimanga per-
fettamente costante.

TENSIONE STABILIZZATA

Ecco quindi che la parte del circuito


specificatamente destinata a rilevare la
presenza dei gas viene sì alimentata dal-
la Vcc generale (che è prevista sui
12+14 V) ma attraverso un integrato
7805, che ha appunto la funzione di for-
nire una tensione stabilizzata di 5 V
esatti; è questa tensione che alimenta
TG (appunto il sensore di gas) sia per
quanto riguarda il lato filamento (piedi-
ni 2-5) sia il lato sensore (piedini 1-3 e
4-6).
Poiché questo sensore è inserito a far
parte di un divisore di tensione assieme
a Rl, quando TG viene investito da un
qualche gas, automaticamente varia la
resistenza fra 1-3 e 4-6, e quindi anche
la tensione ai capi di Rl, che sale.
Questa variazione, prelevata nella per-
»>»
1

TTO lCA - Aprile 1994- Pag. 38


1 sensore TG deve essere
montato rispettando
la disposizione dei numeri
stampigliati sulla base all'esterno
dei piedini. È molto importante
che la distanza dalla basetta
sia come quella raffigurata
nella foto.

2: TR1 e TR2 sono due transistor


uguali: vanno montati in modo che
la loro faccia piatta sia rivolta
verso il potenziometro R1.

3: C3 è un piccolo condensatore
in policarbonato senza polarità
da rispettare: si monta subito
dopo le resistenze, il diodo
e lo zoccolo dell'IC.

: il buzzer B1 va montato
rispettandone la polarità;
un segno @ sul coperchio
(molto poco visibile)
identifica il terminale
che va orientato verso l'esterno
della basetta.
8

5: per individuare la polarità del


led si guarda lo smusso sul bordino
in plastica: deve essere rivolto
verso l'esterno della basetta.

: IC1 si monta con la superficie


in plastica rivolta verso
il sensore di gas; in questo modo
viene automaticamente rispettata
la sequenza degli elettrodi.

7.er tarare il dispositivo


occorre regolare il potenziometro
R1 appena al di sotto del punto in centuale preregolata tramite il cursore di all'ingresso della sezione a di un trigger
cui il buzzer suona: con il gas di un Rl, viene applicata a TRl che ha l'ovvio di Schmitt costituito da IC2, un classico
accendino possiamo poi fare la compito di amplificarla, ed anche robu- 4093.
prova di funzionamento. stamente. Quando I'uscita di "a "(pin 3) è a livello
Se, tanto per verificare il regolare fun- "[', esso abilita la sezione "b" ad oscil-
zionamento del dispositivo, si mette un lare secondo la costante di tempo R+-
8: tutti gli elementi contenuti tester fra i punti T e P indicati a schema C3; questa oscillazione, a frequenza di
nel kit di montaggio; (i cosiddetti "test point") si può prendere circa I Hz, viene amplificata in corrente
l'unico componente di non facile atto delle variazioni di tensione che si dalle restanti sezioni c-d.
reperibilità, nel caso si decida di producono alitando sul TG dopo aver L'uscita, ulteriormente potenziata d
procedere all'autocostruzione bevuto un po' di grappa (attenzione, ba- TR2, che va in saturazione. fa funzi
senza kit, è il sensore TG sta un sorso). re il buzzer BI il quale emette il su
che tra l'altro ha anche Sono appunto queste variazioni che, ir- golamentare fischio. modulato pe
un prezzo molto elevato. rubustite da TR 1, vengono proposte
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994-
1·-·-·-· -· -·-· -·-· -· -· -· -· -· -· -· -·-·-··

Schema elettrico del rivelatore di gas.


I L'uscita 3-4 serve solo nel caso di applicazione particolare che richieda
una segnalazione più potente od evidente, tale da azionare un relé
I. che a sua volta attivi una sirena o delle lampade .

I. J { ] E

I m
R3
I C 2

e C2
Vcc
e L TR 1

+I T
7
TG R4
TESTER

ID

C3

E l9 per

Piano di montaggio del circuito stampato; i due terminali posti


in posizione pressoché centrale ed indicati come T e P servono
dall'oscillazione molto bassa già citata;
per applicarvi i puntàli di un tester,così da misurare le variazioni di tensione
il fischio risulta cosl ad intermittenza e
provocate dal sensore TG .
quindi ancor meglio avvertibile.
Per disporre di una conferma anche visi-
va dello stato di allarme, in parallelo a
B 1 è posto un LED (DL) che provvede
anch'esso a lampeggiare.
Si può facilmente capire che, almeno in
certi casi, il semplice suono di un buz-
zer, pur penetrante, può risultare debo-
luccio; ecco allora il motivo per cui è
stata prevista una coppia di morsetti
d'uscita ausiliaria 3 e 4; ad essi si può
collegare un relé il quale a sua volta
provvede ad attivare tipi di allarme più
potenti.
Questo relé è consigliabile di tipo erme-
!::: tico, appunto per evitare che eventuali
U scintille nell'azionamento dei contatti
~ (specialmente in vista del forte carico in-
duttivo, per esempio, di una sirena) non
causino proprio loro la deflagrazione che
vogliamo evitare; anche Dl è inserito al-
lo scopo di smorzare picchi di tensione
alla commutazione.
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 40
-· - . -- . - . - .
r r= T ±- RIVELATORE PER TUTTI I GAS
81
l
·e::; Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.
13

10

11
P6
COMPONENTI
R1 = 22 KO (trimmer- TR1 = TR2 = BC547
potenziometro) D1 = 1N4004
e R2 = 4700 0 DL = LED rosso
TR2 R3 = 1000 Q B1 = buzzer (Murata)
R4 = 1 MO TG = sensore gas
R5 = 1000 0 (Figaro TGS 800)
R6 = 470 0 Vcc = 12+14 V
C1 =C2=0,1F (ceramico)
c3 = 1 µF (policarbonato)
-.l IC1 = 7805
IC2 = 4093
Variante circuitale da adottare
nel caso in cui non si gradisca dal
buzzer una nota intermittente; oltre
a non montare i componenti C3-R4,
sull'integrato si dovranno
"ponticellare" i piedini 5 e6.
In ogni caso, le precauzioni antiscintilla- ad occhiello per i collegamenti con
mento sono ragionevolmente eccessive, l'esterno ed allo zoccolo per IC2; per
in· quanto il TG è talmente sensibile da quest'ultimo, occorre far bene attenzio- I C 1
reagire ad una percentuale di gas estre- ne, in fase di inserimento, che tutti i pie-
mamente bassa, quando non vi è ancora dini siano infilati nei fori appositi ( e non 14
pericolo di esplosioni. ripiegati sotto). e che non si verifichino
Ove per preferenze personali non sia cortocircuiti fra le piazzole dello stam-
gradito che il circuito, in caso di inter- pato, così vicine, in fase di saldatura.
vento, suoni con l'intermittenza di I Hz, Poi si montano il buzzer, che va inserito
basta non mettere in circuito i compo- controllando l'esatta posizione del segno
nenti C3-R4 ed unire con una goccia di @ presente sul coperchio (fra l'altro, il
stagno i piedini 5 e 6 di IC2 b. contrassegno è anche poco visibile): se
esso viene inserito a polarità invertita,
non succede niente di grave, ma non
SENSORE E BUZZER funziona.
SULLA STESSA BASETTA Il trimmer potenziometro Rl si inserisce
semplicemente sulla base della disposi-
Il montaggio di questo pur semplice ap- zione meccanica dei piedini, che vanno
parecchio è realizzato su apposita baset- spinti a fondo.
ta a circuito stampato. Si montano poi TRl e TR2, piazzati in
Si comincia col montare i componenti modo che la loro faccia piana sia rivolta •
più piccoli e bassi, in particolare dalle verso Rl, ed ICI, la cui superficie in
resistenze, per le quali basta fare ben at- plastica va girata verso C 1-C2: in tal
tenzione al codice colori. modo viene automaticamente rispettata
Poi si passa ai condensatori, ai terminali 9)»)»

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994 - Pa·


RIVELATORE PER TUTTI I GAS
la giusta sequenza degli elettrodi. nella posizione giusta, e che i piedini si le, che siamo sempre in grado di fare.
Ora non resta da montare che TG, il qua- infilino tutti correttamente nelle mollette Ad ogni modo, l'intervento è ancora più
le va inserito rispettando la disposizione deUo zoccolo. veloce, e probante, se abbiamo bevuto
dei microscopici numeri stampigliati sul- È particolarmente importante, con un di- (ma basta anche sciaquarsi la bocca) un
la base ali' esterno dei piedini. Questi spositivo di questo tipo, la verifica del sorso di alcool.
vanno inseriti in modo da non sporgere suo regolare funzionamento nel maggior Se poi orientiamo sul sensore un getto di
appena dal lato stampato de11a basetta, in numero possibile di condizioni operative. gas che esce dall'accendino (senza natu-
modo che il corpo ne rimanga distanzia- ralmente accenderne la fiamma), la rea-
to il più possibile; inoltre le saldature zione è ancora più veloce ed ancora più
vanno eseguite veloci e precise, per es- UN GRAPPINO decisiva per la verifica del regolare fun-
sere sicuri di non danneggiare la costosa PER IL COLLAUDO zionamento.
capsula-sensore. Naturalmente, non è molto consigliabile
II LED presente in circuito viene qui Si comincia quindi col dare tensione al far proprio le prove usando il gas di cuci-
previsto montato sulla basetta sia per circuito ed aspettare pazientemente per na, salvo operare con le dovute precau-
completezza circuitale sia per averlo po- qualche minuto che tutto vada a regime; zioni e con finestre aperte.
sizionato in fase di collaudo; in effetti passati 5 minuti circa si regola Rl e si Da tener presente che, fra una prova e
esso deve affiorare dalla scatoletta che, trova certamente (se tutto il montaggio è l'altra, TG resta per un po' di tempo
alla fine, è destinata a contenere il nostro stato eseguito a regola d'arte) la posizio- "ubriaco"; è l'isteresi del materiale, che
apparecchietto ultimato in tutto. Ad ogni ne in cui l'allarme si eccita e si diseccita. agisce solamente per qualche secondo.
modo, per il montaggio del LED occorre Lasciando RI appena al di sotto del livel- Ricordiamo che, essendo TG sensibile
tenere presente la polarità, indicata dal lo a cui si è verificata la diseccitazione, anche al calore, è richiesto il ritocco di
leggero smusso presente sul bordino ed alitando per qualche secondo sopra la Rl al variare della temperatura ambiente;
sporgente del corpo in plastica, che con- capsula TG, l'aria che ci esce dai polmo- infatti, se il punto di collegamento su Rl
trassegna il catodo. ni (quindi già sfruttata dal nostro organi- è ben regolato con una temperatura am-
Per ultimo, resta da inserire IC2: si fac- smo, ed anche un po' più calda dell'am- biente di 20°, non lo è più se il sensore
cia attenzione che l'incavo semicircolare biente) fa scattare l'allarme: questa è la viene portato a 10°, per esempio.
presente su uno dei bordi stretti cada prima verifica, pur se un po' rudimenta- Caso per caso occorre quindi fare la tara-
tura della soglia di intervento; ecco per-
ché sono stati previsti i test-point T e P,
che servono per misurare sia le variazio-
C'È ANCHE UN COMODO KIT ni di tensione sia per la messa a punto del
circuito.
L'utilissimo rivelatore
di gas butano, propano, L'ALIMENTAZIONE
,
9•·
!
etilico e monossido
di carbonio viene L'alimentazione può essere ottenuta me-
venduto in una pratica diante pile, batterie di accumulatori o un
l scatola di montaggio
contenente tutti
normale alimentatore, purché la tensione
disponibile sia compresa tra 12 e 14 V e
I i componenti necessari la corrente erogabile sia di 0,5 A almeno.

a
--.::,.._.----
più la basetta già incisa È consigliabile applicare l'aletta di ICl
--- --a...---- -
e lo stagno per ad una piccola superficie radiante per
le saldature. dissiparne il calore; può andar bene una
Costa lire 88.000 superficie metallica della scatola conteni-
Affrettati ad ordinarla, la tore.
sicurezza non ha prezzo. Ancora una precisazione utile nel caso
che il nostro rivelatore venga usato
come etilometro, inserendo un voltme-
La scatola di montaggio del rivelatore di gas,
tro fra i punti T e P: la precisione che
che contiene tutti gli elementi riprodotti qui sopra,
si può ottenere è anche notevole, ma
è identificata dal codice RG94.
non è facile fare una taratura di affida-
Per richiederla occorre inviare anticipatamente
bilità generale.
lire 88.000 (spese di spedizione incluse) a mezzo
In ogni caso, quando tramite R1 si rego-
vaglia postale, assegno bancario o conto corrente
la la sensibiltà di intervento non necessa-
postale n. 46013207 intestato a : STOCK RADIO -
riamente tale regolazione deve essere
20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20.
fatta per il minimo sotto l'innesco:
Nella causale del versamento occorre specificare
occorreranno molte prove e pazienza,
il codice dell'articolo richiesto.
ma il divertimento, o quanto meno il
sano passatempo, sta anche in questo.
ELETTRONICA PRATICA- Aprile 1994- Pag. 42
IL SENSORE TG
In un 'apposita "camera" cilindrica è collocato il sistema ad aprirlo (si tratta di un componente piuttosto delicato e
composto da un filamento preriscaldatore e dal vero e costoso), dato che è contenuto in un involucro di plastica
proprio sensore. stampata con sopra una finestra. protetto da una fitta re-
Il filamento. che assorbe 0.12 A con 5 V di tensione di ticella metallica. Per ottimizzare il necessario passaggio
alimentazione, serve per portare alla giusta temperatura dell'aria, anche dal lato dei piedini, c'è un piccolo foro
di lavoro un particolare sensore realiu,ato con nwreriale protetto dalla stessa reticella presente sulla parte supe-
semiconduttore e sistemato nella capsula di figura I. riore.
Il filamento, facente capo ai piedini 2 e 5 della capsula, è La resistenza del sensore. in presenza di gas, scende a
contenuto entro il cilindretto del semiconduttore sensibi- meno di I Kn, anche se con andamento diverso a secon-
le ai gas. La resistenza offerta dal semiconduttore quan- da del tipo di gas che va a lambire il sensore stesso; co-
do il TG è spento è praticamente infinita; una volta che munque sempre riferendosi alla figura 2, ai capi della re-
essa ha raggiunto stabilmente il previsto valore di tempe- sistenza RC si localizza una tensione appunto legata alla
ratura ( occorrono per questo 5 minuti circa), il dispositi- variabilità delle caratteristiche del materiale semicon-
vo è pronto per lavorare e la resistenza del sensore assu- duttore.
me un valore di 10 KQ circa in aria pura. La figura 3 riporta in grafico la legge di variazione del
I due terminali di questo cilindretto fanno capo ai piedini valore resistivo del sensore in funzione della percentuale
J-3 da un lato e 4-6 dall 'altro; con questo sdoppiamento di alcuni tipi specifici di gas, o per meglio dire dell'in-
delle uscite, il TG pub essere inserito a circuito anche quinamento dell'aria ambiente in P.P.M. (parti per mi-
senza bisogno di controllarne i riferimenti, risultando as- lione).
solutamente simmetrico. I gas per i quali sono riportati gli andamenti sono rispet-
In figura 2 è schematiaata l'applicazione circuiwie con tivamente: "a" ii monossido di carbonio, '1b" l'isobuia-
tutti i particolari necessari; quindi non occorre provare no, "c" l'idrogeno e "d" l'etanolo.

1: il sensore
è composto,
all'interno,
da un filamento
preriscaldatore
avvolto intomo
al sensore vero e
RISCALDATORE
proprio, in materiale
semiconduttore,
che deve lavorare
ad una precisa
temperatura.

2: l'applicazione
circuitale
del sensore TG
è piuttosto
semplice:
l'alimentazione
deve essere a 5 V
stabilizzati. Kfl.
ARIA

- -
.....__ .....

_r
3: il grafico illustra p.
....
p

la variazione
5 l.. --... t,,,._ t.

r---,......__ ....... ~ T, . -.............. a


di resistenza
del sensore
in funzione -- ........ i,.... ....
,.... i,.. ..
{ €e .......
e> ,:i....;;:
:-,...
i...
,
della presenza
di gas nell'aria: :
r-.... ._ $$
"a" è il monossido
di carbonio, Il $
"b" l'isobutano, _J
' '
"c" l'idrogeno
e "d" l'etanolo. 3 5 10 50 100 500

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- a


IL RITORNO DELLE VALVOLE e.

LA RETTA
DI CARICO
Impariamo a determinare la tensione
di griglia, la corrente e la tensione anodica
di un triodo nel punto di funzionamento scelto.
Per fare ciò usiamo ancora una volta il metodo
grafico tracciando sul diagramma
della valvola la retta di carico.

N elle precedenti puntate si è cercato


di far comprendere come l'uso del-
le curve caratteristiche possa risultare
sione anodica. Per determinare il valore
di queste ultime due nei vari istanti di
funzionamento del tubo, non si può ri-
modo: si stabilisce la tensione di ali-
mentazione anodica a cui s'intende far
lavorare il triodo, facilmente ricavabile
utile per determinare graficamente i pa- correre alla legge di Ohm, poiché il dai dati caratteristici di utilizzo; poi si
rametri di un triodo nelle sue reali con- triodo non obbedisce ad essa, in quanto sceglie il valore della resistenza di cari-
dizioni di funzionamento e alla voluta la sua caratteristica anodica non è una co anodico in base al guadagno di ten-
tensione di alimentazione anodica. retta, ma una curva. sione che s'intende ottenere dal circuito
Nel fare questo, ci si accorge che tali Bisogna, quindi, ancora una volta ser- e al valore di µ consentito dal tubo.
parametri risultano di versi a seconda virsi del metodo grafico e, ricorrendo Negli esempi riportati nelle figure, si è
del punto di funzionamento che si è alle caratteristiche anodiche del triodo, scelto di lavorare con il tubo ECC82 o
scelto e che, durante il funzionamento tracciare su di esse la cosiddetta retta di 12A U7, alimentato a una tensione ano-
stesso, variano contemporaneamente la carico. dica di 250 V e usando una resistenza
tensione di griglia, la corrente e la ten- Per fare questo, si procede nel seguente di carico di 33K2. Consideriamo ora i
due casi estremi, cioè il caso in cui il
I doppi triodi ECC 82 o 12AU7 sono presi come esempio per determinare tubo si trovi all'interdizione e, quindi,
le caratteristiche di funzionamento della valvola attraverso il metodo non avvenga alcun passaggio di corren-
grafico, tracciando sul diagramma la retta di carico. te in esso, ed il caso in cui il tubo con-
duca completamente, come se fosse in
cortocircuito, mediante un conduttore
posto tra il catodo e l'anodo. Nella pri-
ma condizione ipotizzata, non essendo-
ci alcun passaggio di corrente, non si
manifesta nessuna caduta di tensione ai
capi della resistenza di carico, per cui la
tensione V 1, cioè quella presente tra
anodo e catodo del tubo, è esattamente
uguale alla tensione anodica applicata
al tubo stesso. Ci troviamo, perciò, nel-
le condizioni indicate sul grafico con il.
punto A, a cui corrisponde una tensione
anodica di 250 V e una corrente anodi-
ca uguale a O. Nella seconda condizione
ipotizzata, invece, poiché il tubo è con-
siderato come se fosse in cortocircuito.
l'intera tensione di alimentazione ano-
dica è applicata alla resistenza di carico
e, quindi, la corrente che circola in es
si può calcolare con la legge di Ohm.
dividendo la tensione anodica per il va-
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 44
!ore della resistenza di carico e cioè Questo piccolo
250: 33.000 = 0,0075 A= 7,5 mA. amplificatore valvolare
Il triodo si trova, pertanto, nelle condi- consente di pilotare
zioni indicate sul grafico al punto B, a soltanto delle cuffie:
cui corrisponde una tensione anodica di per lo scopo bastano 2
O V e una corrente anodica di 7,5 mA. doppi triodi ECC 82.
Fissati con questi due punti i due casi
limite, è facile supporre che, durante il
funzionamento del tubo, cioè quando
questo non si trova nè all'interdizione
nè in cortocircuito, la sua corrente ano-
dica deve avere un valore compreso tra
i due estremi di O mA e di 7 ,5 mA,
mentre la sua tensione anodica deve
a vere anch'essa un valore compreso tra
O e 250 V.
Per trovare tali valori, basta unire i due
punti A e B con una retta, la quale, co-
me si vede sui grafici delle figure, in- La retta di carico
contra le curve relative alle differenti simboleggia lo sforzo
caratteristiche anodiche con polarizza- che deve fare una valvola
zioni negative di griglia di Vg=0V, - per amplificare un determinato
Vg=2V, -Vg=4V e così via nei vari segnale.
punti. Il punto indicato con P O (zero),
in cui la retta incontra il valore di -4 V
di Vg, è approssimativamente al centro
di tale retta per cui lo si deve scegliere
come punto di funzionamento a riposo
del tubo, essendo questa la condizione
che, nel caso considerato, ci permette di
r
ottenere la migliore linearità. In corri-
spondenza del punto P O si può leggere
sull'asse verticale il valore della corren-
te anodica di riposo, che risulta essere
Va=250V
!
i
I
V1=0V
ve=2so» -
1,
+

di 4 mA, mentre sull'asse orizzontale si


legge la tensione anodica di riposo, che V7=250V I
è di 120 V. A B)

TRIODO IN FUNZIONE

Una volta stabiliti i valori delle gran-


dezze relative al triodo nelle condizioni
p
di riposo, la retta di carico ci permette
anche di verificare come si modificano
tali valori quando il triodo viene fatto
funzionare, cioè quando la tensione di
griglia varia al variare del segnale alter-
nato ad essa applicato. Supponendo che
questo abbia un valore picco picco di 4
1
LLÀ
/ Y /111/1/t/11/;
I I I VI I 171 I 111 ! VI LJ
1 1 i
V e che la griglia si trovi a una tensione
di polarizzazione precedentemente fis-
10
l aI I I [ I 11 ll I 11IflTT11IYI
IL!
I kf I Il 1114 I l 11
TT7Il (LIII
sata in -4 V, il segnale applicato fa va- V [l] VLI I Y I I I/! I I YI I Y
riare tale polarizzazione da -2 V a -6 V. HL!ZIIZIIZIIT T ? 1--l--!
Per analizzare che cosa avviene nel cir-
T l
!
5 I .il
cuito anodico del triodo in corrispon-
H
denza dei due valori di -2 V e di -6 V,
assunti dalla tensione di polarizzazione
di griglia, si fissano sul grafico i punti .--1---1" u-
#E r I
in cui la retta di carico incontra le carat- o 50 100 750 200 250 Va)
teristiche anodiche a questi due valori
di polarizzazione, e si confrontano, poi,
le correnti e le tensioni sui relativi assi. PUNTO a {/o= 7,5mA PUNTO A f la =O
In corrispondenza del punto in cui la V1-0 Ì V?= 250V
»» '
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 45
LA RETTA DI CARICO
retta incontra la caratteristica anodica
la(mA) I I i I I I I I I I I relativa alla tensione di polarizzazione
di griglia di -2 V, si trova che la corren-
I I I I I I I I I I te anodica è di 5 mA, mentre la tensio-
ne anodica vale 80 V. Invece, nel punto
in cui la retta incontra la caratteristica
20- 1 I anodica relativa alla tensione di polariz-
zazione di griglia di -6 V, si hanno 3,5
mA di corrente anodica e 140 V di ten-
sione anodica.

I
Confrontando ancora questi valori, si

[i+flirt#///e ) VIIIVIII/IIIYIIV
vede che, durante il funzionamento del
triodo, la tensione di griglia varia tra -2
V e -6 V, mentre la corrente anodica è
compresa tra 3,5 mA e 5 mA e la ten-
V /I I I 1/1 I I l' I I I/ I I I/ sione anodica tra 80 e 140 V. Quest'ul-

ti7
17 timo valore ci fornisce l'indicazione del
guadagno ottenuto dal circuito: infatti,
per valutarlo, dobbiamo confrontare
l'escursione di tensione presente

II ##= sull'anodo del tubo con quella d'ingres-


so, cioè sulla griglia. Perciò abbiamo:
140 V - 80 V= 60 V; 60 V: 4 V= 15.
Questo risultato ci indica che il segnale
L4-T Ll
applicato alla griglia viene amplificato
I 150 ·200 250 Va(V) di 15 volte.
10V
Il diagramma, che riporta la famiglia di curve del doppio triodo ECC 82 o
LA CONTROPROVA
12A4U7, illustra due esempi di come, tracciata la retta di carico, è possibile
individuare le caratteristiche della valvola per varie tensioni di griglia. Per verificare l'esattezza di tale proce-
dimento, ricorriamo alla formula del
guadagno di un singolo stadio a triodo,
Le caratteristiche del doppio triodo ECC 82 0 12AU7 così come sono già enunciata nella quinta puntata, sul
riportate nel manuale della ditta che li produceva, l'italiana Fivre. numero di febbraio di questa stessa ri-
vista. Richiamiamola brevemente per
Caratteristiche e funzionamento chi non la ricordasse: se consultiamo i
TIPO Limiti massimi Capacità in pF tipico
dati caratteristici della valvola ECC82
o 12AU7, troviamo che essa possiede
1 Amplif. classe A, Per sezione Amplificatore in classe A 1 un fattore di amplificazione µ pari a
ECC82
(valori per sezione) 17, se viene fatta funzionare a 250 V di
12AU7
v.= 300 V c. = 1,8 tensione anodica, mentre la sua resi-
W = 2,75 W c. = 2,0 V = 100 250 V stenza differenziale interna ri è pari a
h = 20 mA c ... = 1,5 Vg = o -8,5 V 7.700 Q.
la = 11,8 10,5 mA Moltiplichiamo il coefficiente di am-
Ri = 6,5 7,7 kO plificazione µ per la resistenza di cari-
s = 3100 2200 A/V co anodico: 17 x 33 .000 = 561.000.
Amplific. defless. µ = 20 17 Dividiamo, poi, tale numero per quello
Ingombro verticale ottenuto sommando alla resistenza in-
0=22 h=49 terna ri il valore della resistenza di ca-
v. = 300 V rico anodico: 7.700 + 33.000 = 40.700
Accensione
in serie
Iy • (impulsiva) da cui: 561.000 : 40.700 = 13,8.
12,6V-0,15 A La lieve differenza di risultato ottenuta
= 1200V con questo procedimento rispetto a
w. Doppio triodo, amplificato-
.....,_.sione
parallelo
Ik = 2,75 W
= 20 mA
re a BF, amplificatore fina- quello precedente, che dava 15, è giu-
stificata dal fatto che con il metodo
.
in

63v-0,3A le deflessione verticale, in-


(picco) vertitore di fase, multivi- grafico si possono commettere piccole
= 60mA bratore ed oscillatore. imprecisioni, dovute alla difficoltà di
leggere con esattezza i valori riportati
sugli assi dei diagrammi.
CA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 46
SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
ecco il manuale che spiega in modo chiaro
ed elementare le nozioni basilari
dell'elettronica.
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Ti avvicini
per la prima volta all'affascinante mondo
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LA LEGGE DI OHP

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,-;=:i .,
?$ f

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COSA ras
CONTIENE .".
c.::::
•.
.. ~.::;v,111
Questo è l'indce degli Cl!Q01Tl81lti trattati.
e COS't L'ELETTRONICA e I CONDUITORI E Gli ISOLANTI i
~
e LA LEGGE DI OHM e LA RESL5TENZA e LA RESISTENZA VAlllABILE
e IL CONDENSATORE e LA BOBINt,. e IL CIRCUITO BOBINA CON' -.
±±
E .E=
~,

PENSATORE e I S~MICONDITTTQRI e Il DIODO e IL TRANSISTOR EME#E#ff? #±zspi g±gas55 "i==

e IL CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO e SALDA- "'1ft:.':..""'-':"'~ --~-


,..... ,.._.._ -----
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE I IOT •
·=,_, =--,~--rr;--'
~=:::,"'.:r=:=I-I
Oltre alla parte teorica il manuale propone dieci facili ktt da montare
e IL VARIATORE DI ll.JCE e IL SINTON!ZlAlORE. L'llìR1$AZìONE AUTO-
·--.. ,-~·
··---t

12.-.. MATICA e IL MASSAGGIATORE e LO SCACCAINSETTI ADULTRASUO-


NI e L'ANTIFURTO PER AUTO e IL CORREITORE DI TONAUT À e LA SIRE-
NA UNJIONALE e L'AUDIOSPIA e L'ALIMENTATORE DI POTENZA

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lire 4.000 per spese postoll.
[ P ESCE D'APRILE

CAMPANELLO
A SORPRESA
Vogliamo fare un pesce d'aprile eleffronico
ai componenti della nostra famiglia?
Ecco allora un simpatico dispositivo da collegare
al campanello per offenere un suono veramente
sorprendente.
ll dispositivo, di dimensioni piuttosto
contenute, comprende parecchi
componenti e va dunque montato
su basetta a circuito stampato.
i tutto va racchiuso in
una scatoletta da sistemare
vicino alla suoneria
del campanello.

----- .... --------


------1- -- -- -- I

I l progresso, o quantomeno lo sviluppo


tecnologico, s'innesta anche nella tra-
dizione popolare del 1 ° aprile, coinvol-
~
gendo pure noi di Elettronica Pratica, as- CAMPANELLO
ieme naturalmente ai lettori.
Al IB
Ebbene, vogliamo fare uno scherzo elet-
tronico? Sostituiamo al campanello di ca-
questo circuito; ma, cosa fa questo cir-
ito?
Beh, scherzo per scherzo non ve lo dicia-
mo: lo scoprirete da soli! 2 ___.....
CIRCUITO

UN TRAPIANTO INDOLORE 220V

In pratica, l'intervento consiste molto


semplicemente nel sostituire, al normale
campanello, il nostro circuito; e quindi, Impianto del campanello di casa
me lavoro sull'impianto, è estrema- con la modifica necessaria;
ente facile: i due fili indicati come A e le linee tratteggiate
B vanno scambiati portandoli sugli in- rappresentano il collegamento
sessi l e 2 della basetta che ci accingia- originale alla suoneria,
mo a costruire. unico cablaggio da variare.
Ora, visto che per suonare il campanello I costituenti originali sono
i deve premere il pulsante apposito, an- P7 indicati come segue:
diamo a vedere cosa succede.
Come noto, più o meno tutti gli impianti
l- T= trasformatore per campanelli
pi.P2= pulsanti
i questo genere funzionano a bassa ten- I fili A e B vanno ora al circuito
ione. e quasi sempre a12V e.a.; questa elettronico qui descritto.
sione è appunto quella che dal pulsan- P2
e a ad alimentare il circuito, facendo >-lo--
endere LP e funzionare ICI, previo
)>»

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag


4» e t -- ' - • -- · -- • --·- -. -· -- ·- - ·- . - • 4

I
A B Schema elettrico del nostro ... pesce d'aprile elettronico.
I Fuori dalla basetta vara e propria stanno solo
la lampada di segnalazione e l'aHoparlante.
I
3 I C 1
I.
I
I R4 RS
c7

c4

lor il i Il Il ,., Il

+ Il • Il '«
Il Il
7
7
rr Il Il R6

I
--,
2

otto od i o e

R3
+vcc
Piano di montaggio
del circuito per

e il "campanello d'aprile".

4%s
L'opportuna regolazione
di R3 consente di dosare

È» il particolare effetto
sonoro ottenuto.

.•G' Ml
R6 @ 1-VCC

Il circuito stampato qui visto


6 - •
7
dal lato rame nelle sue dimensioni
reali. Il tracciato non è molto
semplice da realizzare soprattutto
in corrispondenza dell'integrato
IC1: occorre procedere con grande
--' r
precisione e attenzione.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994 - Pag. 50


CAMPANELLO A SORPRESA
{ @
F T

I
.
I.
I
c9 1
R9

c1o
, te l3 lrrll

I componenti necessari per


la realizzazione del circuito sono
per lo più resistenze e condensatori,
COMPONENTI
oltre a due integrati e due diodi. R1 = 100 2
R2 = 1200 2
R3 = 100 KO (trimmer)
opportuno raddrizzamento ritardato tra- giore è la tensione maggiore è la potenza R4 = 680 KQ
mite Dl-Cl-R3. di uscita. R5 = 68 KO
_ i può notare una combinazione di oscil- Ma se, come spesso avviene, non è pos- R6 = 2200 Q (trimmer)
latori-separatori ottenuta tramite il C- sibile installare un altoparlante molto R7 =2,20
MOS 4093 B (andiamoci a ripassare il grosso (e quindi in grado di sopportare R8 = 220 2
orso sui C-MOS di qualche mese fa). molti watt), è consigliabile accontentarsi R9 = 12
Arriviamo così al nostro scherzoso se- di un modesto livello di potenza. C1 = 470 µF - 25 V
gnale disponibile ai capi di R6, che con- Comunque, è bene che IC2 sia dotato di (elettrolitico)
sente la regolazione del livello acustico un piccolo dissipatore di calore, oppure c2= O, 1 µF (ceramico)
ottenibile dal dispositivo. IC2 è un robu- sia applicato ( opportunamente isolato) C3 = 1 µF 63 V
sto amplificatore BF: si tratta infatti di un sulla parete metallica della scatola adibi- (elettrolitico)
IDA 2003 che, alimentato a 15 V cc, è ta a contenitore del dispositivo; tuttavia C4 = 10.000 pF (ceramico)
in grado di fornire una potenza di 4 W su basta poca superficie di raffreddaamento C5 = 0,1 F (ceramico)
altoparlante da 42 e 2W su altoparlante dato il servizio intermittente (e presumi-
da 82; regoliamoci di conseguenza nella C6 = 220 F • 16 V
bilmente poco duraturo).
scelta dell'altoparlante che coincide con (elettrolitico)
il nostro circuito elettrico. C7 = 0,1 F (ceramico)
È inutile dilungarsi sullo schema elettrico UNA SEMPLICE BASETTA PER ca = 220 F • 16 v
vero e proprio del blocco circuitale rela- UN RISULTATO DIVERTENTE (elettrolitico)
tivo ad IC2, essendo lo stesso ricavabile c9 = 220 F-16 V
più o meno direttamente dal manuale Il circuito è semplice ed assolutamente (elettrolitico)
(forse sarebbe più bello dire "data non critico; ma, dato che comprende di- C10 = 0,1 µF (ceramico)
sheet") del costruttore. versa componentistica, è consigliabile IC1 = 4093 B
È invece opportuno fornire qualche dato realizzarlo a circuito stampato. IC2= TDA 2003
in più sul modo in cui è fatto operare nel Il montaggio della basetta, come al soli- D1= 1N 4004
nostro caso; intanto esso è alimentato to, è meglio iniziarlo con i componenti DZ= Zener 10V • 1W
con un alimentatore apposito la cui ten- piccoli e bassi, vale a dire le resistenze, P vedi testo
sione può essere compresa tra 9 e 18 V verificandone accuratamente il codice Vcc= vedi testo
cc (con una corrente erogabile fin verso colori, e coi diodi tenendo conto della
il mezzo ampere): evidentemente mag- )))

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 51


CA PANELLO A SORPRESA
piccola striscia contrassegno di polarità verso l'esterno, si montano i necessari misteriose ma chiare.
(catodo). terminali ad occhiello. Data tensione dall'alimentatore esterno
Poi si fissa lo zoccolo per ICI con molta Infine, non resta che inserire ICI ai terminali 3 e 6, con un pezzetto di filo
cura per non cortocircuitare con lo sta- nell'apposito zoccolo, verificando con si mettono per un attimo in contatto fra
gno le piazzole molto vicine. cura il regolare inserimento dei piedini di loro i punti 1 e 2, praticamente simu-
Si passa ora ai condensatori, alcuni dei nei contatti a molla e la giusta posizione lando l'azionamento del pulsante, ed
quali, essendo elettrolitici, portano stam- della chiave, costituita dalla tacca semi- ascoltando bene quello che succede (e
pigliato sulla protezione in plastica il se- circolare presente sopra ad uno dei bordi quindi, che esce dall'altoparlante) duran-
gno (positivo o negativo secondo le mar- stretti del corpo in plastica. te e dopo il contatto: non ci vuole fretta.
che) di cui tenere assolutamente conto Ripetiamo le prove così da poter regola-
per l'inserimento sulla basetta. re pazientemente l'effetto che si trova
I trimmer e l'integrato IC2 hanno i pie- LASUSPENCE più piacevole e sorprendente.
dini sfalsati in modo da comportare un DEL COLLAUDO Volendo ulteriormente personalizzare
montaggio obbligato, e quindi senza l'effetto acustico, si può addirittura in-
nessuna scelta (e quindi errore) possibi- Prima di installare il circuito in modo tervenire variando i valori di C3 e C4:
le; ad ogni modo per tutta sicurezza, la più o meno definitivo, e dopo aver dato ma questo costituisce il massimo della
parte metallica di IC2 deve risultare gi- l'ultima ripassata all'esatta sistemazione libidine.
rata verso il bordo adiacente della baset- di componenti e cablaggio (lo scherzo Anche per quanto riguarda impieghi di-
ta, così da consentire il montaggio su non deve consistere nel far fumare tutto versi di questo speciale campanello la
una superficie dissipatrice. il circuito), si deve eseguire il col1audo fantasia dei singoli lettori può scatenarsi
Per il più comodo e sicuro cablaggio preliminare seguendo queste istruzioni, a piacere.

L'INTEGRATO TDA 2003


È il tipico circuito integrato nato per l'amplificazione au- sumo e costo.
dio sugli impianti per auto, previsto per fornire sino a 10 Le sue prestazioni prevedono innanzitutto l'erogazione di
W di potenza in uscita. un'elevata corrente d'uscita, con bassa distorsione armo-
Si tratta di una versione migliorata del vecchio TDA nica e di cross-over.
2002, sempre impostata su un basso numero di compo- Il dispositivo garantisce protezione completa contro i
nenti esterni aggiuntivi, facilità di montaggio, basso con- cortocircuiti sia in e.e. che in e.a. fra qualunque dei pie-
dini e massa, sovraccarico termico, picchi sino a 40 V
sulla tensione di alimentazione, inversione di polarità e
apertura fortuita del ritorno di massa.
Il contenitore (del cosiddetto tipo pentawatt) prevede sia
la versione con i piedini sagomati per montaggio vertica-
le sia quella con i piedini sagomati per montaggio oriz-
zontale.
Il circuito racchiuso in questo contenitore è molto com-
plesso e dunque non viene riportato perché non fornireb-
be utili indicazioni al lettore.
In ogni caso il funzionamento interno dell'integrato si
bassa su 5 generatori di corrente costante ( ovviamente in
realtà sono parti circuitali realizzate elettronicamente).

L'integrato
TDA 2003,
qui nella versione
a montaggio
verticale,
non lascia grossi dubbi
sull'ordine di inserimento
dei soli 5 piedini che,
nel nostro circuito vanno sfalsati:
uno piegato In avanti, quello
successivo all'indietro.

ELETTR ONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 52


CENTRALINA PER LUCI
PSICHEDELICHE {LPSl 1 l
Vuoi animare una festa
con variopinti faretti?
Più semplicemente ti piace
ascoltare la musica in un
ambiente suggestivo e
colorato? Con questa
centralina per luci
psichedeliche puoi
comandare ben 4 faretti
della potenza massima
di 100 W a tempo
di musica. La realizzazione
pratica e le caratteristiche
circuitali sono descritte in
un lungo e approfondito
articolo pubblicato
sul numero di dicembre '93
di Elettronica Pratica.

COME ORDINARLI
Per richiedere una o entrambe le scatole di montaggio illustrate occorre inviare
anticipatamente l'importo di lire 42.000 per le luci psichedeliche o di lire 24.800
per l'alimentatore stabilizzato tramite vaglia postale, assegno bancario o conto corrente
postale n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO STOCK
Via P. Castaldi, 20 - (tel. 02/204983 1).
E indispensabile specificare il codice dell'articolo, riportato a fianco del circuito, RADIO
nella causale del versamento

ALIMENTATORE
STABILIZZATO (EP131
Alla collana delle nostre scatole
di montaggio non poteva
mancare quella di un alimentatore
stabilizzato.E adatto
da accoppiare a tutte le
apparecchiature
elettroniche
autocostruite
o acquistate in
commercio quali:
amplificatori, generatori
di segnali, timer ecc. funzionanti
con tensione dai 5 ai 13 V e con
assorbimento massimo di O, 7 A.
E' possibile memorizzare
fino a quattro "appunti"
con la nostra stessa voce,
che viene registrata
dai microcircuiti di questo
interessante dispositivo che
svolge anche la funzione
di sveglia e di timer.

L'AGENDA PA
L'integrato in evidenza è l'unico ra i numerosi model 1 i di agende
!TE
lo pulsante set clock e impostare
non "annegato" nel materiale
plastico e quindi di cui sono
F elettroniche oggi presenti sul mer-
cato, questa presenta la particolare ca-
nell'ordine ora, minuti, secondi.
Un interruttore indicato con voice per-
riconoscibili le caratteristiche ratteristica di ricordarci un appunta- mette di selezionare, se posto su on, le
in quanto non riguarda mento, un lavoro da svolgere, oppure varie funzioni sonore. Quando viene ri-
le funzioni vocali dell'agenda. darci la sveglia, con la registrazione portato su off tutte le registrazioni ven-
della nostra stessa voce. gono cancellate. La sveglia a cicalino
Questo piccolo apparecchio ha inoltre il viene programmata spostando un se-
pregio, che non sempre si trova in pro- condo interruttore a levetta su alarm,
dotti dalle analoghe funzioni, di impostando ora e il minuto in cui si
un'estrema facilità d'uso. Essa deriva desidera essere avvisati, premendo il ta-
soprattutto dal criterio estremamente sto start/stop e infine riportando la le-
razionale con cui sono stati progettati i vetta su clock. In modo analogo si im-
vari pulsanti di comando e da come gli posta il timer. I tasti delle ore e dei mi-
stessi siano stati disposti sul pannello. nuti in questo caso permettono di pro-
Tutte le funzioni sono regolate da un grammare la durata del conto alla rove-
orologio. Ore, minuti e secondi vengo- scia, che parte dopo aver premuto il
no impostati con tre tasti posti sotto il pulsante start/stop. La funzione più in-
display. Se l'orologio deve essere mes- teressante è il registratore di messaggi.
so a segno, occorre premere, ad esem- Se ne possono memorizzare fino a quat-
pio con la punta di una matita, il picco- tro della durata massima di 8 secondi
ELETTRONI CA PRATICA- Aprile 1994- Pag. 54
1: le due parti della basetta sono
collegate, per ridurre le dimensioni,
da un "flat cable" ripiegato su se
stesso. Sulla basetta in basso
è possibile vedere 2 macchie nere:
sono le colate di materiale plastico
che nascondono i due circuiti
integrati che effettuano
materialmente la registrazione
e la riproduzione dei messaggi:
in questo modo si ottiene
un enorme risparmio di spazio
e di costi rispetto ad un normale
registratore a nastro.

2: la già piccola agenda potrebbe


avere uno spessore ancora più
ridotto se non ci fosse
l'altoparlante che occupa molto
spazio. La parte elettronica
è estremamente miniaturizzata.

ciascuno oppure uno solo della durata


massima di 32 secondi. Nel primo caso
l'interruttore di funzione va spostato su
alarm e con msg select si seleziona il
numero di messaggio che si intende re-
gistrare, nel secondo è sufficiente spo-
stare l'interruttore di funzione su clock.
In entrambi i casi, dopo aver program-
mato l'ora e il minuto in cui si desidera
essere allertati con il messaggio, viene
attivata la registrazione con il tasto re-
cord. Si accende allora un led rosso e
vengono visualizzati con un conto alla
rovescia i secondi disponibili. L'appa-
recchio é tascabile (misura circa 12 x 7
cm) e pu6 essere anche appoggiato su
un piano grazie ad un apposito supporto
richiudibile. Viene alimentato con tre
pile da 1,5 V del tipo AAA.

IMPOSTAZIONE
ORE, MINUTI,
SECONDI

ALTOPARLANTE

HES$AGGIO
Un dispositivo utile per chi pratica il modellismo
ferroviario. Consente di alimentare più trenini
indipendentemente l'uno da~'altro con un solo
trasformatore e più regolatori modulari collegati
in parallelo. In questo primo articolo parliamo
de~'alimentatore vero e proprio.
Al nostro dispositivo,
di dimensioni molto contenute,
va collegato in entrata
un trasformatore 220/12+ 12 V
e in uscita il regolatore
( o i regolatori) di giri che
presenteremo nel prossimo
numero di Elettronica Pratica.

'La passione per il modellismo ferrovia-


rio polarizza l'attenzione di molti di
noi e, perché no, talvolta gli hobby si accu-
mulano tra loro: elettronica più fermodelli-
smo è il felice connubio che porta alla rea-
lizzazione di questo dispositivo.
Fino ad ora un alimentatore, composto da
trasformatore multispira o con reostato e
diodo, poteva alimentare un solo treno.
Più treni in movimento, più trasformatori
regolatori: un'indubbia perdita di denaro e
spazio. L'elettronica moderna ha soppian- I condensatori
tato i regolatori resistivi ed i costosi trasfor- elettrolitici es
matori multiuscita, come pure i diodi al e C6, uguali tra
germanio, quindi si opta per un solo ali- loro, vanno
mentatore stabilizzato e più regolatori, uno montati
per treno. entrambi con
il terminale
positivo rivolto
TRENINI verso l'esterno
IN CORRENTE CONTINUA della basetta.
Questo
Il nostro sistema alimenta treni di ogni è riconoscibile
marca e tipo purché si tratti di modelli in da un piccolo
corrente continua. Con un modulo alimen- segno @
tatore è possibile pilotare fino a 4 regolato- stampigliato
ri, per altrettante locomotive. Potenziando sul corpo
il ponte ed il trasformatore di alimentazio- dei componenti.
ne è possibile incrementare tale numero fi-
no a 10 e oltre. Con questo sistema è inol-
tre possibile mantenere una rotaia di comu-
ne a massa per tutto il plastico; predisporre

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 57


e u
1c2

m
12V x2
+-

c c2 e
ICI

m
S1

ll semplice schema elettrico dell'alimentatore por trenini: il trasformatore


220V { deve eroga re in uscita una tensione duale di +12e -12 volt.

l'alimentazione per la linea aerea ( se i quindi essa viene raddrizzata da PRl e fil-
mezzi ne sono dotati) e completare l'im- trata dai vari condensatori elettrolitici e in
pianto con la luce delle carrozze a treno poliestere.Otteniamo così circa 16 V duali
fermo (pubblicato nel numero di marzo). in assenza di carico. Due circuiti integrati
In questo articolo parliamo solamente stabilizzatori limitano poi le tensioni a non
dell'alimentatore vero e proprio mentre il oltre +5 e-5 volt: ICl e IC2 non hanno bi-
regolatore di giri modulare sarà ampia- sogno di alette di raffreddamento.
mente trattato nel numero di maggio. Le tensioni citate vengono infine applicate
L'alimentatore preleva la tensione dalla re- al regolatore o ai vari regolatori.
te a 220 V e la abbassa a 12/14 V duali,

SEMPLICE MONTAGGIO
1: il condensatore
in policarbonato ca La realizzazione pratica è molto semplice,
(uguale a C7) non va visto l'esiguo numero di componenti che
montato con un senso però sono abbastanza vicini tra loro e quin-
preciso quindi di vanno montati con ordine: prima quelli
l'inserimento non crea più piccoli, poi quelli più grandi.
alcun problema. Cl - C2 - CS e C6 sono condensatori elet-
trolitici per cui è necessario prestare atten-
zione alla loro polarità di inserimento fa-
cilmente identificabile leggendo il segno
2: la basetta a circuito riportato sul corpo del componente.
stampato è qui vista C3-C4 -C7- C8 non hanno polarità e
dal lato rame nelle sue quindi non possono creare alcun problema.
dimensioni reali. PRl invece è un ponte di diodi integrato in
Le piste sono molto larghe cui esiste un preciso senso di inserimento.
tanto che gli spazi bianchi Gli unici elementi esterni alla basetta sono
sono molto pochi. In ogni il fusibile di protezione Fl, l'interruttore di
caso il disegno è piuttosto accensione Sl e il trasformatore d' alimen-
schematico quindi facile tazione Tl. Una volta completato il mon-
2 da realizzare. taggio non occorre alcuna taratura.
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994 - Pag. 58
ALIMENTATORE MODULARE
1 7 " PER TRENINI
» T» o
=f @12V

Piano di montaggio
dell'alimentatore
modulare per trenini:
i due grossi
condensatori
elettrolitici C1 e C2,
uguali tra loro, vanno
montati con le polarità
invertite. Il ponte
raddrizzatore PR 1
è del tipo integrato e
va inserito rispettando
il senso indicato.

MASSA +5V
-5V [] +12V
- 12V

COMPONENTI Nonostante siano quasi identici per contenitore gli integrati IC1 e Ic2
sono diversi tra loro e quindi occorre fare attenzione a non invertirli.
La faccia in plastica dei due componenti va rivolta verso la morsettiera
C1 =2200 µF • 25 V
che nel nostro montaggio è del tipo con fissaggio a vite dei cavetti
(elettrolitico)
in entrata e in uscita.
c2= 2200 µF • 25 V
(elettrolitico)
c3= 100 nF • 25 V
(policarbonato)
C4 = 100 nF • 25 V
(policarbonato)
C5 = 100 F - 25 V
(elettrolitico)
C6= 100 µF • 25 V
(elettrolitico)
Cc7= 100 nF - 25 V
(policarbonato)
C8= 100 nF • 25 V
(policarbonato)
IC1 = 7905
IC2= 7805
PR1 = ponte raddrizzatore
50V 3A
T1 = trasformatore
220/12+12 V 3A o più
F1 = fusibile 0,3 A
S1 = interruttore di rete

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 59


MICROINTERMITTENZA
- A LED DALLA RETE Sono un nuovo e giovane lettore (ho
14 anni) e da qualche tempo mi inte-
02
Il cuore di questo resso alla realizzazione di semplici
semplice circuito circuiti elettronici, a volte anche
e il diac D2 ossia ideati e progettati da me.
un diodo trigger di Vi invio lo schema di un circuito
quelli usati per molto semplice ma (a mio giudizio)
RETE controllare in fase abbastanza interessante, che permet-
l'innesco di te di far lampeggiare un comunissi-
raddrizzatori mo LED usando direttamente la ten-
controllati sione di rete luce a 220 V ca.
bidirezionali. Il cuore del circuito è un diac (vale a
dire un diodo trigger di quelli che si
usano per controllare in fase l'inne-
sco dei raddrizzatori controllati bidi-
Il montaggio del
rezionali) cui si aggiungono ben
dispositivo per
cinque componenti reperibilissimi
microintermittenza può essere
eseguito su sul mercato, se non già addirittura
un qualsiasi supporto nel cassetto di qualsiasi hobbista.
isolante, meglio se Questo circuito può essere utilizzato
del tipo millefori. come monitor ad intermittenza per
Essendo il circuito denunciare la presenza della tensione
direttamente collegato di rete in un quadro elettrico O CO-
alla rete occorre fare munque in qualsiasi apparecchiatura
attenzione in fase in sostituzione di una comune lam-
di collaudo. pada al neon non intermittente.
Oltre al circuito, anche il principio di
funzionamento non può che essere
molto semplice: la tensione a 220 V
viene raddrizzata, e quindi limitata
I alla sola semi onda positiva, da DI, e
con essa si va a caricare attraverso la
R1= 100 K2 - 1/2 W resistenza dì R I, ìl condensatore Cl
R2= 470 2- 1/4 W ( elettrolitico, in quanto ad alta capa-
Ci= 100 F - 50 V cita); la carica avviene secondo la
D1= 1N4007 costante di tempo ottenuta col valore
D2= DIAC opportuno di questi due componenti.
DL= LED Quando ai capi di Cl la tensione ha
raggiunto il valore di 30 V circa (ti-
Il piccolo circuito si può installare pico per questi dispositivi) il diac en-
accanto ad un interruttore, tra in conduzione, consentendo a CI
nella stessa scatola portafrutti, di scancarsi sul LED DL L il quale
per segnalare che è acceso rimane acceso per un breve tempo.
ove non sia possibile accorgersene intanto cioé che il condensatore elet-
immediatamente.

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994- Pag. 60


,,
in
+#rt
t
Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
semplice e inedito,
che non impieghi più di 15
-

componenti elettronici.
Le realizzazioni (una breve
spiegazione, qualche
disegno ed una foto tessera
dell'autore} devono essere
inviate a
ELETTRONICA PRATICA
EDIFAI • 15066 GAVI (AL}:
a tutti i partecipanti sarà Il kit per saldatura in valigetta
spedito un utile omaggio. comprende: saldatore istantaneo da 100
W, saldatore a stilo da 30 W, supporto
Ogni mese il progetto per mini montaggi, dissaldatore,
migliore verrà pubblicato e raschietto, appoggio per saldatore e
punte di ricambio.
premiato con uno stupendo
Alessandro Bove di Trani (BA) kit per saldatura in valigetta.
è il bravo realizzatore
che vince questo mese il kit R1= 3900 2- 1/2W
per saldatura Valex. SIMULATORE DI R2= 6802.7 W
Ci= C2= 1000 F -63 V
trolitico CI non si è scaricato. LINEA TELEFONICA C3 = 1 µF (poliestere)
A questo punto, ricomincia il ciclo T1 220/40 V • 20 W.
di carica di Cl, e la sequenza si ri- Per provare i telefoni senza dover sempre Ic1= 7824
pete, provocando così il lampeggio disturbare gli altri componenti della fami- DZ1 = zener 24V • 1 W
di DLl. glia impegnando il prezioso apparecchio DL 1 = LED verde 5 mm
La velocità di tale lampeggio può per molto tempo Pierangelo Arosio ha Pi= ponte 100 V.1 A
realizzato un simulatore di linea telefonica. S1 = S2= interruttori levetta 1 via
essere variata entro un discreto in-
tervallo, senza però superare deter-
minati valori circuitali. Per esempio, IC 1
se la si vuole aumentare, si può ab-

r
bassare il valore di C 1, portandolo a
47 µF, oppure diminuire Rl, non ar-
s
rivando sotto però i 56 k2.
Il montaggio di questi pochi compo-
nenti può essere fatto su una qual- R2
siasi basetta di supporto isolante, per
esempio come suggerito col disegno
qui riportato; una volta collegata
l'alimentazione, e dopo aver atteso
3+4 secondi perché il condensatore
possa caricarsi, il LED comincia a
lampeggiare secondo le previsioni.
Va ricordato che il circuito è colle-
gato direttamente alla rete luce' a
220 V ca; quindi, una volta che esso _,,"••
sia posto sotto alimentazione, non se
ne dovrà assolutamente toccare nes-
suna parte.
Per tale motivo, è consigliabile che Questo apparecchio mette a disposizione Sono state inoltre previste le uscite per il
la basetta sia ben riposta entro l'ap- una tensione uguale a quella presente sulla tester, per l'oscilloscopio (con presa
parecchiatura che si vuole tenere linea SIP ed è compatibile con i telefoni di BNC) ed un'uscita audio escludibile (pre-
sotto controllo, o che (in alternativa) tipo omologato. sa RCA, per prelevare la fonia).
la stessa sia inserita in una opportu- Come si vede dallo schema sostanzial- La costruzione si esegue su circuito stam-
na scatolina di plastica di dimensio- mente si tratta di un alimentatore in conti- pato, racchiudendo poi il tutto in un con-
ni molto contenute. nua a 48 V che scende a qualche volt a tenitore TEKO CAB 012 ed applicando
cornetta del telefono sollevata (come suc- la presa SIP nella parte superiore dello
cede nella linea SIP). »
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1994-Pag 6
Viste le modeste dimensioni del circuito
Mme
nel suo complesso, esso può venir inse-
rito all'interno della scatoletta a muro
da cui affiora la presa, praticandovi un
forellino aggiuntivo sulla placchetta
frontale, in modo che ne possa sporgere
leggermente il LED di segnalazione.
Questo tipo di circuito, come principio
base, è naturalmente in grado di effet-
tuare la sua protezione in caso di sovra-
tensioni anche per circuti in corrente
stesso.Per aumentare la versatilità del cir- continua; in tal caso occorre però inter-
cuito è possibile ampliarlo completandolo venire modificando opportunamente i
con un generatore di toni DTMF ed un componenti, segnatamente il varistore e
oscillatore per provare le suonerie (basta probabilmente il fusibile; anche la R 1
un semplice trasformatore 220/65 V. va adattata, perché corrente continua si-
È possibile utilizzare questo circuito, oltre gnifica in genere bassi valori di tensio-
che per provare i telefoni, per usare un te- ne, e quindi il led si illuminerebbe ben
lefono senza fili URMET ZEFIRO 2 co- Diego Angelini di Isola Gran Sasso poco.
me ricetrasmittente a breve distanza in (TE) ha realizzato questo utile Per esempio, nel caso dei classici 12 V
occasione di manifestazioni ( il telefono dispositivo di protezione dalle cc, il varistore deve essere da 20+22 V
si blocca se non è collegato alla linea). sovratensioni per la rete luce ed RI sui 1500 2.
Qualora non risultasse reperibile un tra- prendendo spunto dal circuito
sformatore con secondario unico a 36+40 pubblicato su Elettronica Pratica
V- 20 W, è possibile rimediare con due per la linea telefonica.
trasformatori con secondari rispettiva-
mente a 24 e 12 V, opportunamente col- mente, per ripristinare la funzionalità del
legati in serie. circuito occorre sostituire il fusibile.
In parallelo al fusibile è inserito un led
che consente di controllare la situazione
circuitale: esso cioé si illumina quando
ANTIFUlMINI la linea è aperta ( e lo è quando il fusibi-
ALLA RETE le è bruciato) avvertendoci che il fusibile
è da sostituire.
Studiando il dispositivo di protezione R 1 e D 1 servono per proteggere il led,
contro i fulmini sull'antenna. pubblicato rispettivamente limitandone la corrente e
sul fascicolo di ottobre di E.P .. (progetto cortocircuitandolo ogni qualvolta è pre-
che gli è parso molto interessante1 a Die- sente la semionda negativa.
go Angelini è venuta l'idea di realizzare Il valore del fusibile usato è per 6 A,
qualcosa del genere per la rete di ali- quindi adatto a reggere una potenza di
mentazione, cioé un circuito che proteg- poco superiore a 1kW; in caso si abbia a
ga un apparecchio normalmente alimen- che fare con potenze maggiori, il fusibile
tato a 220 V c.a. da eventuali sovraten- deve essere per una corrente proporzio-
sioni. nalmente superiore.
Il circuito anche se ridotto all'osso come R1=33KO- 1/4 W
componenti, comprende sostanzialmente V A = varistore 275 V
due blocchi: la vera e propria pane di D1 = 1N4007
intervento protettivo ( il fusibile FI ed il DL = LED
varistore V A) e quella di segnalazione F1 = fusibile 6A (v. testo)
(il LED DL).
Il varistore presenta una soglia di inter-
vento pari a 275 V; quando un picco di
sovratensione supera questo valore, il di-
spositivo va in conduzione, provvede
quindi a cortocircuitare i due fili di rete,
proteggendo momentaneamente l'utiliz-
zatore. I numerosi fulmini che si scaricano
Se l'entità della sovratensione è tale da «+ C=>
€, a terra durante i temporali estivi
produrre energia ( o da manifestarsi per provocano spesso forti aumenti
un tempo molto maggiore di quanto nor- di tensione nella rete luce che
malmente sopportabile dal varistore). u possono danneggiare seriamente
Interviene allora il fusibile ( che richiede gli utilizzatori casalinghi,
sempre una frazione di secondo per bru- VA specialmente quelli dotati di circuiti
ciare), il quale disconnette decisamente elettronici come impianti HI-FI,
l'apparecchiatura da proteggere; natural- televisori, videoregistratori ecc.

ELETTRONICA PRATICA- Aprile 1994 - Pag. 62


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ELETTRONICA PRATICA - Maggi 1s >


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ve più rinunciare ai suoi canali preferiti
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fatti un'antenna di forma quadrangolare,
di piccole dimensioni (47x47 cm) e quin-
di portatile. Le sue prestazioni sono quel-
le delle normali antenne paraboliche e, se

- accoppiata al ricevitore Mobylsat,


anch'esso portatile, consente la ricezione
dei 24 canali trasmessi dal satellite Astra.
Va però detto che queste antenne non
consentono ancora di ricevere alla perle-
zione il segnale se si va nel Centro-Sud
dell'Italia, ma presto anche questo pro-
ARIA CALDA PER SALDARE blema verrà superato. La Technisat ha
pure messo in commercio un modello
La SMD 5000 è una nuova stazione di saldatura ad aria calda. particolarmente portatile ancora più piccolo (38x38 cm)
adatta per saldare e dissaldare i componenti chiamati SMD, sigla usata per indi- adatto a ricevere i vari canali radiofonici
care la tecnica di "montaggio superficiale". Significa fissare il componente sulla diffusi dai satelliti, la cui qualità audio è
pista della basetta senza praticare fori passanti. Date le sue caratteristiche l' appa- elevatissima. Anche questa va ovviamen-
recchio può anche essere usato per test di resistenza alla temperatura, per il fis- te accoppiata ali' apposito apparecchio ri-
saggio a caldo delle guaine dette termoretraibili e per dissaldare in genere. cevitore e decodificatore. li kit compren-
E in grado di erogare una potenza massima di 50 W, ha una temperatura di fun- dente antenna 47x47 cm, il ricevitore
zionamento variabile fra 50 e 400° Ce funziona a 220 V. La portata dell'aria è portatile e gli accessori costa lire
regolabile e arriva fino a 9 litri/minuto. Viene fornita, assieme al saldatore, una 1.050.000. Technisat distributore
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CENTO CD PRONTI DA ASCOLTARE


I Compact Disc, oltre ad essere molto robusti e a
fornire un'eccezionale qualità di ascolto, hanno an-
che il vantaggio di contenere, memorizzati al loro
interno, gli indici dei brani registrati.
In qualunque riproduttore di CD è così possibile
ascoltare il brano desiderato scegliendolo con gran-
de facilità e rapidamente . In certi apparecchi gli in-
dici sono sfruttati per poter programmare sequenze
di brani tratti da diversi dischetti contenuti in un ap-
posito magazzino. Con il nuovo NSM CD 3101,
nato per essere incorporato in un impianto stereofo-
nico, le possibilità sono praticamente infinite, per-
chè si tratta di un sistema di riproduzione collegato
ad un magazzino capace di contenere fino a 100
CD sempre protetti da polvere ed usura. Con un te-
lecomando è possibile programmare una sequenza
di brani selezionati a piacere fra tutti quelli contenu-
ti nel magazzino. È inoltre molto facile modificare
una sequenza conservando nello stesso tempo quel-
la memorizzata. L. 5.000.000. NSM distributore
AEV (40017 Le Budrie di S. Giovanni - BO - Via
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ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 2
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/
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Esistono molte persone che, leggendo un quotidiano, ignorano del tutto la pagina
economica. Per altre invece questo tipo di informazione è molto importante e per al-
tre addirittura è fondamentale essere aggiornati in tempo reale sulle quotazioni di
borsa e sul cambio delle varie monete.
A costoro, siano essi operatori finanziari professionisti oppure semplici risparmiato-
ri, è destinato un nuovo apparecchio ricevente tascabile, avente le dimensioni di un
pacchetto di sigarette e collegato con le maggiori Borse mondiali. Permette di rice-
vere in diretta le quotazioni correnti di borsa e le oscillazioni dei cambi delle princi-
pali monete mondiali. li servizio radio si chiama PVT ed è offerto dal Nuovo Banco
Transpart di Milano, società specializzata in prodotti elettronici e collegata ad un
gruppo di operatori della finanza internazionale. Funziona ogni giorno dalle 8 alle
24 in Italia, Germania, Francia, Svizzera e Inghilterra. L'apparecchio costa lire
560.000 più un canone mensile di 250.000.
Nuovo Banco Transpart (20100 Milano, C.so Sempione, 75- tel. 02/33605446).

L'ARBITRO ELETTRONICO
AI terzo tentativo il TEL (Tennis Electronic Line) è stato definiti-
vamente messo da parte. Dopo gli U.S. Open e gli Australian
Open di tennis anche in un incontro di Coppa Davis tra Francia
ed Australia il sistema a un certo punto è impazzito e si è messo a
suonare ogni volta che la racchetta di un giocatore incrociava il
fascio magnetico che aveva sotto controllo la linea di fondo.
In realtà a provocare la panne del TEL non sono state le scarpe,
come si era pensato in un primo tempo, ma la racchetta, che, si è
scoperto in seguito, conteneva delle particelle di magnesio che
facevano scattare il segnale sonoro.
Gli stessi giocatori hanno ammesso che, quando funziona, il siste-
ma è impressionante. Peccato però che non funzioni. il meccani-
smo è semplice: la macchina "riconosce", nel campo magnetico
che corrisponde alla linea che ha sotto controllo, i fili metallici in-
seriti nelle palle e, in base alla loro posizione, emette un giudizio.
Un filo metallico corre anche sotto le bande bianche delle linee.
Se la palla finisce fuori un suono acuto e una voce elettronica
chiamano l'"out". Il sistema è costato quattro anni di studi e 4,5
milioni di dollari. In questi brevi esperimenti ci si è accorti che so-
no molti i motivi per cui il sistema elettronico può saltare: oltre a
parti dell'abbigliamento dei tennisti, anche le condizioni atmosfe-
riche possono dare false "positività".
SICUREZZA

LUCI D'EMERGENZA CON


BATTERIA IN TAMPONI
Un semplice circuito che risolve, almeno
momentaneamente, la situazione d'emergenza
che si crea in caso di black-out. Una lampada,
con potenza dai 2 ai 1 O W, si accende
automaticamente quando cade la rete
di alimentazione alternata.
Il circuito, piuttosto
sem plice da realizzare,
com prende pochi com ponenti
che volendo si possono anche
m ontare su una basetta del tipo
m ill efo ri. L4, la lam pada più grossa,
è quella che provv ede all'ill um inazione d'em ergenza .

L'andamento della corrente 12 erogata dalla batteria quando SCR1


è in conduzione (grazie alla corrente di gate I1). II percorso è corredato
uante volte, di sera o di notte (o, per-
Q chè no, nel tardo pomeriggio, in in-
verno) restiamo improvvisamente al
da numeri progressivi che rendono più agevole seguire il tracciato.

buio? Sia la colpa di un temporale o di un


sovraccarico in.linea, restare al buio,
quando si lavora o si cena è davvero fasti-
dioso.
E allora: «Dov'è la candela? chi ha i
fiammiferi? dov'è la torcia elettrica?»
I I
(che poi, quando si trova, ha sempre la pi- I 4
la scarica), senza contare imprecazioni, I I
ginocchiate e coreografia varia. Ecco al- 2 I
lora che, dall'elenco dei buoni propositi, 47>
è proprio giunta l'ora di realizzare alme-
no il progetto minimo: se manca la ten-
Il,
sione di rete luce, almeno una lampada
cosiddetta di emergenza si accende auto-
9s
maticamente in un qualche angolo della
1K
casa o del posto di lavoro e, sempre da I
sola, si spegne quando la tensione ritorna.
Per far ciò con assoluta affidabilità il cir-
I
cuito ha bisogno di una piccola batteria I t 19
1
I
I
mantenuta carica "in tampone", natural- !+ ls
mente del tipo sigillato per non impestare I I I
la casa o l'ufficio con le sue esalazioni {lg 2 I I

'
::,
acide. Ovviamente, più la lampada è di
- -'
l ~ - - - ... -

wattaggio modesto, più fa durare l'eroga- 12111.- -- - - - --


73
zione della batteria, ma dato che la sua
accensione serve più che altro per con- -· -· -·---·-- -·-·. I
sentire di assumere qualche rimedio tem-
»»
ELETTRONICA PRATICA -
T1

g k

T {12E s'
e
B

e
c}Il+

RETE

Schema elettrico del dispositivo per luce d'emergenza; da notare i contrassegni di inizio
degli avvolgimenti secondari del trasformatore.

Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.
COMPONENTI
R1 = 1000 n
R2 = 22 KQ (trimmer)

I
R3 = R5 = 1000 2
R4 = 100 n
Ci =10uF-25 V
T1 = trasformatore
con secondari 2x15 V • 0,3 A
SCR1 = TIC 106 (o equivalente)
D1 = D2= 1N4004
DL1 = LED rosso G 5 mm
L 1 = L2 = L3 = piselli 6 V
100mA
L4 = lampada 12 V• 2+10 W
B = batteria sigillata 3+6 A
S1 = interuttore singolo
per carica lenta o rapida.
F1 = fusibile SA
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 6
LUCI D'EMERGENZA CON BATTERLA IN TAMPONE
L'unico elemento esterno
al circuito, e quindi non raffigurato
nella foto, è la batteria che deve
essere del tipo sigillato da 3+6 A.

poraneo, si può scegliere di potenza non


del tutto trascurabile.
Ricapitolando, a seconda dei casi, la lam-
padina può essere di potenza compresa
fra 2 e 10 W all'incirca. Nel suo comples-
so, il dispositivo automatico che andiamo
a descrivere ha lo scopo di eseguire due
funzioni ben precise.

BATTERIA SEMPRE CARICA ~ - - --- ~- -~---


Per questo specifico impiego, consiglia-
mo di usare una batteria da 3+6 A, che è
appunto quella che va mantenuta peren-
nemente in carica in normali condizioni
di riposo e va ricaricata dopo ogni fase di
intervento. A tale scopo il secondario di
un trasformatore da 15 V - 0,6 A passa at- corrente di mantenimento per la batteria visto); essa risulta cablata fra il positivo
traverso la lampada L3 (sempre inserita quando è in riposo; solamente finito il della batteria (direttamente) ed il negati-
in circuito), la sua tensione viene retti fi- black-out, e quindi nel momento in cui la vo della stessa, passando attraverso
ata da D1 e, attraverso un normale fusi- batteria deve ricaricarsi, allora si chiude l'anodo di un SCR ( e richiudendosi sul
bile di sicurezza, va a caricare la nostra S 1, in modo da collegare L2 ed L3 in pa- secondario del trasformatore).
batteria. L3 (come del resto Ll ed L2) è rallelo ad L1: ciò consente di aumentare L'altro estremo dell'avvolgimento del
un tipo cosiddetto a pisello da 6 V- 100 nettamente la corrente erogata, permet- trasformatore fornisce a D2 la tensione
mA; Fuso di lampadine anziché di puri e tendo quindi una ricarica più veloce della che, opportunamente rettificata e filtrata
semplici resistori offre il vantaggio che batteria così da non restare per troppo costituisce la polarizzazione negativa che
queste, grazie alla variazione automatica tempo in riserva. mantiene in interdizione il gate di SCRI:
della loro resistenza, controllano meglio Passiamo ora alla seconda funzione del questa tensione serve anche per accende-
la corrente di ricarica, mantenendola rela- nostro dispositivo. re un LED e poter così visualizzare lo
tivamente costante. Si tratta di L4 ed è la lampada che effetti- stato di funzionamento del circuito.
Normalmente, SI deve restare aperto, co- vamente è presente per produrre luce Quando si verifica l'evento, cioè viene a
sì da mantenere inserita in circuito sola- (Ll/L2/L3 si accendono appena appena, e mancare la luce, noi restiamo al buio
mente L3, che consente il passaggio della comunque servono per altro scopo, già )>

Piano di montaggio
della basetta
prototipo a circuito
Tl
stampato; sia L4 RETE
che DL1 possono
essere installati
sulla scatola che
contiene il circuito
oppure
su un pannellino 0
separato.

ELETTRONICA PRATICA-
BATTEI
mentre SCR 1 si "accende", nel senso
che scatta in conduzione, consentendo
o quindi alla corrente di batteria di attra-
versarlo: la lampada (L4), molto opaca,
si illumina.

TIC 106
COME GIRA LA CORRENTE

Nell'apposito schema è indicato il percor-


so delle correnti in circuito: Il è la debole
corrente che, entrando nel gate, innesca la
conduzione di SCR 1; 12 è la corrente ben
più forte che alimenta L4 (i numeri pro-
gressivi consentono di seguire meglio il
cammino di questa corrente).
k a g La sensibilità d'innesco di SCR è comun-
que regolabile tramite R4; questa possibi-
Piedinatura di SCR1, lità viene utile in certi casi particolari,
il TIC 106: qualsiasi specialmente quando l'SCR ha caratteri-
altro tipo da 6+8 A stiche molto diverse da esemplare ad
può andare esemplare. Il fusibiJe posto in uscita come
ugualmente bene, protezione è opportuno abbia un valore di
salvo controllare rottura leggermente inferiore alla capacità
la corrispondenza in A•h della batteria.
della piedinatura. Nel caso in cui, per ragioni varie (per
esempio, ingombro limitato) si adottasse
una batteria di piccola capacità di corren-
te (I A•h), per Ll/L2/L3 è consigliabile
montare lampadine sempre dello stesso
PANNELLO SOLARE tipo ma a 12 Ve 50 mA.
Il motivo per cui, nel nostro esemplare, si
usa un trasformatore con doppio avvolgi-
Collegabile con tutti mento è squisitamente commerciale, vale
a dire di reperibilità; per poter sfruttare un
i sistemi elettrici che valore adeguato di corrente, gli avvolgi-
possono essere menti (uguali) vengono collegati in paral-
ricaricati dal sole lelo. L'impostazione circuitale della no-
stra lampada di emergenza dovrebbe es-
Dimensioni: sere stata sufficientemente chiarita quindi
31 cm x 31 cm x 2,5 cm possiamo dedicarci alla descrizione del
montaggio.
Caratteristiche:
Potenza erogata = 4 W
Tens. use. max = 16 Vcc UNA BASETTA
Corr. max = 0,22 A CON TANTE LAMPADINE

Lire 130.000 Per il nostro prototipo viene adottata la


realizzazione su basetta a circuito stampa-
to, ed è a questa che qui ci riferiamo; ma,
data la semplicità circuitale, anche un al-
tro tipo di soluzione risolve ugualmente
bene il problema di supportare i compo-
Le cellule solari e i pannelli solari possono essere nenti che costituiscono questo circuito.
richiesti a: STOCK RADIO - Via P. Castaldi, 20 Partiamo col montare resistori e diodi;
20124 MILANO, inviando anticipatamente, tramite
vaglia postale, assegno bancario o versamento
per questi ultimi, occorre ricordare la po-
sul conto corrente postale n. 46013207 l'importo larità contrassegnata dalla fascetta, salvo
corrispondente al numero e al modello desiderato. per il LED DLI, il cui contrassegno di
catodo è il leggero smusso sul bordo
sporgente del corpo in plastica. Montia-
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 8
I IN TAMPONE
mo poi trimmer e portafusibile e quindi stampato) assicura un montaggio del tutto scatola stessa o in posizione che risulti
C 1, che essendo elettrolitico, va inserito efficace. Il fusibile ed alcuni terminali ad comoda per l'impianto che si sta montan-
tenendo d'occhio il segno che ne indica la occhiello completano il circuito. do. Nel caso in cui si desideri realizzare
polarità. Un qualche spezzone di terminale un vero e proprio dispositivo di illumina-
serve a realizzare il ponticello previsto. zione di emergenza, adeguando opportu-
SI è del tipo che si monta direttamente LA REGOLAZIONE namente tutti i componenti, la base cir-
sulla basetta, qui adagiato orizzontalmente. cuitale può essere usata anche per batte-
SCR I va sistemato col lato plastica orien- L'unica regolazione prevista riguarda rie da auto con lampade fino ad un centi-
tato verso R4. Vanno poi montate le tre R2, che va ruotato in modo che L4 sia naio di watt; consigliamo però questo ti-
lampadine-pisello (da trattare con cura da- spenta avendo inserito il primario del tra- po di intervento solo a chi abbia una buo-
ta una certa delicatezza dei terminali); in- sformatore nella presa di rete, cioè in na esperienza in fatto di circuiti elettroni-
fine si piazza il trasformatore, per il quale presenza di tensione di alimentazione. ci. Comunque, già con la nostra versione,
una buona saldatura dei terminali (in ge- Poi, è opportuno inserire la basetta in un si può stare un po' più tranquilli in caso
nere questi tipi di bassa potenza sono pre- adeguato contenitore (meglio se di plasti- di black-out, e con uno sforzo tecnico-
isti per montaggio diretto a circuito ca), posizionando la lampadina o sulla economico piuttosto modesto.

COMBINARE GLI AVVOLGIMENTI DEI TRASFORMATORI


Oggi sul mercato sono reperibili diversi tipi di trasforma- In figura B gli avvolgimenti sono collegati in modo da ot-
tori con tensioni e correnti di vario valore; per consentire tenere tensione pari a 2xV e corrente pari ad I, in quanto
di aumentare le combinazioni possibili, si trovano anche essi risultano semplicemnte in serie. Se i dati fossero
trasformatori con doppio avvolgimento secondario, in quelli del tipo adottato nel nostro circuito, avremmo di-
modo che, combinando opportunamente le sezioni, si sponibile 30 V e 0,3 A.
possa disporre o di due alimentazioni separate, o di una In figura C la disposizione è quella che consente di otte-
sola con stessa tensione e raddoppio di corrente oppure nere tensione pari a V e corrente pari a 2xl; nello stesso
con stessa corrente e raddoppio di tensione. esempio già adottato, avremmo I5 V e 0,6 A: gli avvolgi-
In genere, questi trasformatori sono venduti corredati di menti sono in parallelo ed in fase. Le combinazioni serie-
foglietto che illustra i vari collegamenti possibili e quello parallelo sono piuttosto delicate, nel senso che ne va
che di conseguenza se ne può ottenere. sempre controllato con cura il rispetto delle fasi.
La figura A mostra lo schema di un trasformatore generi- Per esempio, un cablaggio tipo quello di figura D si limi-
co a doppio avvolgimento secondario, con l'indicazione ta a dare in uscita tensione zero, mentre quello di figura
di inizio dei singoli avvolgimenti ( è necessario tener con- E può addirittura provocare la bruciatura del trasforma-
to di questa segnalazione, in quanto in certi casi è indi- tore, in quanto questo, è collegato in cortocircuito con
spensabile il rispetto delle fasi dell'alternata presente). opposizione di fase.

o 1
I trasformatori a doppio
avvolgimento secondario
riportano un puntino che
€1 3 2il - , I vx2 2Il ll 1x2

€:
Indica l'inizio del singolo
avvolgimento (A).
Collegando :»
r II II
gli avvolgimenti in serie (B)
la tensione si somma, A B e
collegandoli in parallelo (C)
si somma l'amperaggio.
Se i collegamenti non sono
eseguiti tenendo conto
della fase dei secondari
non si ottiene alcuna
corrente (D) o addirittura
si brucia
il trasformatore (E).

ELETTRONICA PRATICA - Maggio


IL MONDO
A PORTATA DI VOCE
Vediamo cosa si può
ricevere su questa gamma
di frequenza spesso
ingiustamente trascurata:
dall'ora esattissima
dell'orologio atomico
al/'505 delle navi.

L dio di l O KHz per esempio oscilla


I primi esperimenti di collegamenti ra-
dio su grandi distanze furono tutti ef-
fettuati impiegando onde lunghe e onde
I termini onde lunghe, medie, corte e
cortissime nascono dal fatto che ogni
onda radio si propaga proprio come
10.000 volte in un secondo mentre un
segnale radio di 30 MHz (megaherz,
medie. Solo più tardi, grazie agli esperi- un'onda del mare. La distanza tra l' ini- milioni di Hz) oscilla ben 30.000.000 di
menti dei radioamatori, si dimostrò la zio e la fine di un onda viene perciò det- volte in un secondo.
possibilità di realizzare regolari trasmis- ta lunghezza d'onda: quella lunghissima Se ne deduce che, più è alta la frequenza
sioni su distanze lunghe e lunghissime misura fino a 30.000 m (30 Km!) men- oscillatoria, più corta è la lunghezza d'on-
anche in onda corta e cortissima. tre quella più corta è di IO m. Tra i due da. Infatti la formula che permette il calco-
Per questa caratteristica "sperimentale" limiti 30.000 m e IO m trovano posto le lo della lunghezza d'onda è: 2.= 300.000/f
le onde corte hanno sempre affascinato onde lunghe, medie e corte. dove ? (lambda) è la lunghezza d'onda in
chi si è dedicato allo studio o anche solo Le onde lunghe occupano un piccolo metri, 300.000 è la velocità della luce in
più semplicemente all'ascolto delle tra- spazio di tutta la banda ricevibile con un Km/sec., f è la frequenza in KHz.
smissioni radio. normale ricevitore per radioamatori. In La scala delle onde lunghe è suddivisa
Da pochi anni, grazie soprattutto alla questo tipo di trasmissione, al posto del in varie fasce ognuna dedicata ad un de-
commercializzazione di apparati radio termine lunghezza d'onda, poco preciso, terminato utilizzo commerciale.
in grado di ricevere le onde lunghe, si usa kiloherz (o anche kilocicli) con ri- Un primo settore è destinato a servizi
molti radioamatori e SWL si sono avvi- ferimento non più alla lunghezza d'on- vari come stazioni del tempo, radionavi-
cinati a questo tipo di ascolto. da, bensì alla frequenza: un segnale ra- gazione, trasmissioni meteo, fax, RTTY

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994- Pag. 10


iotelescriventi).
settore broadcasting è quello destinato LUNGHEZZA D'ONDA
alla radiodiffusione e consente di ascol- ( A= lambda)
tare stazioni francesi, tedesche e ceco-
lovacche. La ricezione è possibile an-
con apparecchi portatili e autoradio,
essendo i segnali molto forti.
Per radio fari si intendono segnali radio
emessi in genere dagli aereoporti dove
appositi trasmettitori irradiano in conti- TEMPO
nuazione un breve segnale modulato in
Morse contenente una sigla di identifi-
cazione. Così un aereo in volo riceven-
do il segnale e mantenendo la rotta per TX
il massimo segnale può orientarsi e tro-
vare laereoporto.

Le onde radio si propagano intorno ad una antenna come le onde d'acqua


USI PARTICOLARI in uno stagno quando si getta un sasso. La distanza tra due punti
di eguale altezza determina la lunghezza d'onda:
L'ultima parte della scala, dedicata alle maggiore è la frequenza, minore è la lunghezza d'onda.
omunicazioni tra navi, comprende, at-
torno ai 500 KHz, la frequenza di chia-
mata SOS che deve essere sempre la- la precisione è tale che il ritardo può es- Per l'ascolto conviene usare antenne fi-
sciata libera e solo in casi eccezionali sere di I secondo ogni milione d'anni. lari molto alte, montate lontano da fili
può essere, ovviamente, impiegata. Sul mercato esistono orologi sia da pol- elettrici e del telefono.
La parte più interessante è il primo set- so sia da tavolo, in grado di ricevere Se abitiamo in campagna possiamo usa-
tore che va da IO KHz a 150 KHz; ma questi segnali radio e di sincronizzarsi re antenne su nucleo in ferrite o a qua-
per poter trarre la massima soddisfazio- in modo da ottenere una precisione as- dro. È pure possibile, se usiamo un'an-
ne dai segnali ricevuti occorre l'uso del soluta. tenna filare, realizzare un accordatore
::omputer dotato di programmi idonei La ricezione dei segnali irradiati sulle d'antenna. Ciò offre i risultati migliori
alla decodificazione dei segnali ricevuti. onde lunghe non è facile. in quanto permette di adattare l'antenna
Rivolgendosi a negozi specializzati, pri- Dato che un'antenna è efficiente se è su tutte le frequenze ascoltabili. In prati-
mi tra tutti i rivenditori della ditta Mar- lunga 1/4 dell'onda da ricevere, neri- ca consente di aumentare elettricamente
cucci, si possono acquistare tutte le ap- sulta che a 10 KHz (30.000 m) Ja lun- la lunghezza dell'antenna.
parecchiature necessarie. ghezza dell'antenna dovrebbe essere Sotto i 10 KHz non si riceve alcun se-
Le "stazioni del tempo" invece emetto- uguale a 7.500 m cioè 7,5 km. gnale nell'aria ma è possibile usare fre-
no ogni secondo un segnale radio codi- Inoltre questa banda radio è disturbatis- quenze anche inferiori nell'acqua, per i
ficato che permette di determinare l'ora sima da televisori, tubi al neon, motori, collegamenti tra i sottomarini militari e
satta (indicata da un orologio atomico): computer, saldatrici elettriche, ecc. le loro basi.

L'impiego di ricevitori di qualità è essenziale per un buon ascolto. Prima di fare l'acquisto conviene
farsi consigliare da amici radioamatori o comunque già esperti. Per tenere in casa un apparecchio
come quello illustrato occorre possedere l'autorizzazione all'ascolto (SWL).
Questo ricetrasmettitore, il Trio R-5000, è distribuito in Italia da Kenwood Linear.

ELETTRONICA PRATICA • Maggo


RICEVERE LE ONDE LUNGHE
1: i ricevitori per OM e SWL sono in grado di ricevere
ONDE LUNGHE
1 uno spettro di frequenze che va da O a 30 MHz: di
questo solo il primo minuscolo settore evidenziato
O, 5 (500KHz) in nero è quello delle onde lunge.

T l 2: la banda delle onde lunghe, qui molto ingrandita,


O 1 5 10 15 20 25 30 si suddivide in vari settori a seconda dell'impiego
4 M Hz commerciale che viene fatto delle varie frequenze.

2 SERVIZI SERVIZIO
VARI BROADCASTING RADIOFARI MARITTIMO

p ) I I I ) j I I I I I I qrr I I' I I I l I I I I I I j I I I I I Il Il I
o 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

+-- K H z ------

SINTONIZZATORE PER ANTENNE


Una qualsiasi antenna filare può da- di un nucleo in ferrite (antenna in re una capacità totale di 1000 pF.
re dei buoni risultati nella ricezione ferroxube) avente 0 10 o 12 mm e Un selettore (SI) permette di ag-
delle onde lunghe solo se la sua lun- una lunghezza di 1520 cm. giungere a scelta un condensatore
ghezza viene adattata alla frequenza L'avvolgimento è fatto con filo 0 0,20 fisso. Queste 3 variabili (regolazio-
che dobbiamo ricevere. Ciò permet- mm smaltato. li numero delle spire è ne nucleo LI, CV, SJ) permettono il
te di ottenere i migliori risultati. indicato nello schema elettrico. funzionamento del circuito tra 10
Il cuore del circuito è la bobina LI CV è un condensatore variabile dop- KHz e 500 KHz. J 1 e C6 formano un
realizzata su un tubetto di cartone pio da 500 pF, con le due sezioni passa bosso per impedire che segna-
che permetta lo scorrimento interno collegate in parallelo così da ottene- li forti, presenti in onda media, pos-
sano saturare il ricevitore (che si
ANI 'L' ANT. 'e' collega in RX).
le prese d'antenna sono 2: ANT
"L" (lunga) e ANT "c" (corta).
Un 'antenna filare di O m può esse-
re considerata lunga se usata attor-
no ai 500 KHz. Ma è sicuramente
L1 corta se usata attorno ai 20 MHz.
850
Comunque conviene regolare i co-
mandi per la massima indicazione
S 1 dello "S Meter".
CV

!!
230
COMPONE
L 1 = vedi testo
CV = vedi testo
0 45 S1 = commutatore 1 via
p
z 5 posizioni
o J1 = impedenza RF 330 mH

L mm. JI ... C6
T-sa
C1 = 2000 pF
c2= 3000pF
C3 = 4700 pF
C4 = 10000 pF
C5 = 20000 pF
TERRA C6 = 1500 pF

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 12


CENTRALINA PER LUCI
PSICHEDELICHE {LPSl 1)
Vuoi animare una testa
con variopinti faretti?
Più semplicemente ti piace
ascoltare la musica in un
ambiente suggestivo e
colorato? Con questa
centralina per luci
psichedeliche puoi
comandare ben 4 faretti
della potenza massima
di 100 W a tempo
di musica. La realizzazione
pratica e le caratteristiche
circuitali sono descritte in
un lungo e approfondito
articolo pubblicato
sul numero di dicembre '93
di Elettronica Pratica.

COME ORDINARLI
Per richiedere una o entrambe le scatole di montaggio illustrate occorre inviare
anticipatamente l'importo di lire 42.000 per le luci psichedeliche o di lire 24.800
per l'alimentatore stabilizzato tramite vaglia postale, assegno bancario o conto corrente
postale n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO STOCK
Via P. Castaldi, 20 - (tel. 02/2049831).
É indispensabile specificare il codice dell'articolo, riportato a fianco del circuito, RADIO
nella causale del versamento

LIMENTATORE
STABILIZZATO (EP13l
Alla collana delle nostre scatole
di montaggio non poteva
mancare quella di un alimentatore
stabilizzato.È adatto
da accoppiare a tutte le
apparecchiature
elettroniche
autocostruite
o acquistate in
commercio quali:
amplificatori, generatori
di segnali, timer ecc. funzionanti
con tensione dai 5 ai 13 V e con
assorbimento massimo di O, 7 A.
LABORATORIO

PROVAQUARZI
PORTATILE
Un utile strumento in grado di far oscillare tutti
i quarzi e quindi di accertarne la funzionalità.
Grazie alle dimensioni contenute
e ali'alimentazione a pile può essere usato
per prove, prima dell'acquisto, in fiere
e mercatini di materiale surplus.
Sulla basetta, di dim ensioni
molto contenute, trova posto
anche la pila
di alim entazione.
Il tutto può essere racchiuso
in una scatola di adatte
dim ensioni lasciando però
accessibili i due zoccoli
provaquarzi.

All'interno
del contenitore
di protezione troviamo
I l cristallo (in genere, di quarzo), oltre
che costituire un materiale classico
della mineralogia, rappresenta un impor-
una sottile lamina
di quarzo collegata ai due
elettrodi. Il componente, CONTENITORE
tante componente radioelettrico, che ha
come si può intuire
la specifica tunzione di rendere estrema-
dal disegno, è molto
mente più stabili le frequenze generate
fragile per cui va sempre
dai circuiti oscillatori.
provato prima
Se per esempio ci riferiamo ad un rice-
di acquistarlo,
trasmettitore CB di tipo più classico
specialmente
(nonchè economico ed anche un po' an-
nei mercatini
tiquato), ognuno dei vari canali operativi
di materiale surplus.
posseduto dall apparato è controllato da
due quarzi, uno per la trasmissione e
l'altro per la ricezione, che vengono
commutati contemporaneamente ogni
Il nostro provaquarzi
volta che si voglia cambiare la frequenza
di lavoro. è dotato di due zoccoli
in grado di accogliere
In questo caso specifico ogni coppia di
cristalli ha la frequenza differenziata (in i terminali dei più comuni
genere) di 455 KHz: il quarzo di tra- tipi di contenitore
smissione ha la frequenza propria del ca- disponibili in commercio.
nale prescelto, il quarzo di ricezione è a La prova del componente
frequenza superiore (in genere) di 455 richiede pochi secondi.
KHz, differenza necessaria per ottenere
il valore di media frequenza tipico di tut-
)>»

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag.


R4

k
PROVAQUARZIPO
L1

7
T3 DL1
a
ti i ricevitori a supereterodina.
Il cristallo di quarzo inteso come com-

r
ponente radioelettrico è un dispositivo
piuttosto delicato specialmente sotto
l'aspetto meccanico, essendo costituito,
internamente, da una lamina molto sotti-

4
u e
T.. le, e quindi molto fragile, di quel mate-
riale; questa lastrina può quindi romper-
si con una certa facilità per urti o vibra-
zioni piuttosto intense, impedendo quin-

r :r-
di al dispositivo di svolgere la sua fun-
e
9V
zione nei circuiti oscillatori in cui esso è

Il e inserito.
Ecco allora almeno un motivo, ed in-
R3 dubbiamente il più importante, per poter
disporre di un circuito atto a controllare
c2
se i quarzi che si hanno fra le mani sono
realmente efficienti. Il nostro progettino
è stato oltretutto concepito in modo da
poter effettuare questo controllo anche
Schema elettrico del circuito provaquarzi; il doppio zoccolo sul campo, cioè nella mischia delle va-
portaquarzi serve per potervi innestare l'uno o l'altro rie mostre-mercato ove è ancora possi-
dei due modelli costruttivi più comuni. bile trovare componenti elettronici, i più
eterogenei, a prezzi stracciati: molto

R4
COMPONENTI
C1 = 18 pF (ceramico) L1= 15 spire affiancate di filo O
C2 = 68 pF (ceramico) 0,6 mm avvolte su un diametro
5mA C3= 10+60 pF di 6 mm (si realizza avvolgendo
fs. (compensatore) il filo smaltato sul codolo
C4 = 0,1 F (ceramico) di una punta da trapano).
TR1 = 2N2222
R1 = 33 KO
DL1 = LED 5 mm
R2 = 10 KO
P1 = pulsante NA (normalmente
R3 = 560 2
aperto)
C4 R4 = 100 0

Questa variante può essere


adottata per verificare
il funzionamento del circuito non
già basandosi sulle variazioni
di luminosità del LED, bensì sui
veri e propri valori d corrente
che viene assorbita
dal transistor nelle varie
condizioni di funzionamento, letti
da un milliamperometro.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 16


1
Ricezione Trasmissione
RTATILE N. Canale f (MHz) N. Canale f (MHz)

semplicemente, il circuito funziona con 1: la tabella illustra le varie A 26.420 A 26.875


8 26.430 8 26.885
batteria incorporata. Vediamone quindi frequenze, in trasmissione e
lo schema elettrico, per il quale si è
26.440 e 26.895
ed in ricezione, assegnate D 26.450 D 26.905
adottato un circuito in grado di far oscil- ai vari canali. E 26.460 E 26.915
lare qualsiasi tipo di quarzo si abbia bi- F 26.470 F 26.925
sogno di controllare. G 26.480 G 26.935
L'oscillatore sfrutta un classico transi- H 26.490 H 26.945
stor per RF tipo 2N2222, ed una parte I 26.500 I 26.955
I 26.510 I 26.965
della retroazione di segnale necessaria 2: piano di montaggio della basetta 2 26.520 2 26.975
per far innescare l'oscillazione è deter- a circuito stampato con cui è stato 3 26.530 3 26.985
minata dal partitore capacitivo C l-C2; realizzato il dispositivo. 4 26.550 4 27.005
sul collettore c'è poi il circuito risonante Il portapila, oltre ad essere 5 26.560 5 27.015
Ll-C3, che consente di esaltare le pre- saldato tramite 4 terminali, 6 26.570 6 27.025
stazioni del transistor come amplificato- è anche fissato con una vite. 7 26.580 7 27.035
re-oscillatore in zona 27 MHz: a tale 8 26.600 8 27.055
9 26.610 9 27.065
scopo il compensatore va tarato una tan- 10 26.620 10 27.075
tum appunto per centrare tale banda. 11 26.630 li 27.085
Sulla base del transistor (e verso massa) 12 26.650 12 27.105
viene applicato il quarzo in prova: sono 3: il circuito stampato è qui visto 13 26.660 13 27.115
presenti due zoccoli portaquarzi, in mo- dal lato rame nelle sue dimensioni 14 26.670 14 27.125
do che sia permesso l'inserimento dei 15 26.680 15 27.135
reali. La realizzazione
due tipi di contenitore di più ampia dif- 16 26.700 16 27.155
non è affatto difficile. 17 26.710 17 27.165
fusione. 18 26.720 18 27.175
)» 19 26.730 19 27. 185

%eE/l
20 26.750 20 27.205
21 26.760 21 27.215

?a [ 22
23
24
26.770
26.800
26.810
22
23
24
27.225
27.255
27.265
25 26.820 25 27.275
26 26.830 26 27.285

%.e.% L:
RTAPILA 27 26.850 27 27.305
9V 28 26.860 28 27.315

2il"" , @
29
30
26.870
26.880
29
30
27.325
27.335
88 31
32
26.900
26.910
31
32
27.355
27.365
l 33 26.920 33 27.375

!i+
e[Rf

34 26.930 34 27.385
35 26.950 35 27.405

ti
36 26.960 36 27.415
37 26.970 37 27.425
e 38 26.980 38 27.435
-- 39 27.000 39 27.455
40 27.010 40 27.465
41 27.020 41 27.475
0-, 3 42 27.030 42 27.485
d. o 43
44
27.050
27.060
43
44
27.505
27.515
? I
45 27.070 45 27.525
46 27.080 46 27.535
3a 26.540 3a 26.995
7a 26.590 7a 27.045 I
la 26.640 Ila 27.095
o 13a
I5a
26.665
26.690
13a
15a
27.120
27.145
19a 26.740 19a 27.195
22a 26.780 22a 27235
26a 26.840 26a 27.295
30a 26.890 30a 27.3:5
34a 26.940 34a 27395
38a 26.990 38a 27.4:5
42a 27.040 42a 27.495
46a 27.090 46a 275:°

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- 7a$ 17


PROVAQUARZI PORTATILE
I quarzi possono essere
del tipo con fissaggio
a innesto o a saldare.
Nel primo caso
esistono 2 diversi
attacchi che si
differenziano solo per
la distanza tra i due
terminali: prevedendo
sul nostro circuito
i due zoccoli si risolve
il problema per tutti
i quarzi più comuni.

DIVERSI
CONTENITORI
E TERMINALI
Un cristallo per uso elettronico è caratterizzato, per quanto riguarda il suo
aspetto esterno, da due elementi ben precisi e soggetti ad influire sulla sua
codificazione: le dimensioni (e la forma, a volte) del contenitore ed il tipo
di terminali (se cioè ad innesto oppure a saldare).
Nello specchietto qui riportato sono indicati, più o meno in scala, i tipi più
comuni secondo cui vengono realizzati i cristalli per nostro uso; oltre a ciò
in alto è raffigurato il simbolo grafico che rappresenta il componente negli Simbolo del quarzo
schemi elettrici, ed in basso è riportato un esempio delle varie diciture che così come lo troviamo
vi si possono riscontrare. nei nostri schemi
Il codice che corrisponde a ciascuno dei vari tipi raffigurati, riassumendo- elettrici.
ne le caratteristiche per quanto riguarda il contenitore, è qui di seguito
elencato: A = HC6; E = HC25; B = HCI3; F = cilindro ultraminiatura; C
= HC6/A (con terminali a stagnare); D = HCI8; G = HC49.
Tunto ciò premesso sul contenitore troviamo innanzitutto stampigliata o in-
cisa l'indicazione della frequenza di lavoro, espressa in MHz o in KHz; in CONTENITORE
alcuni casi, sono di più i numeri che seguono la virgola che non quelli che
la precedono: si tratta allora di quarzi di precisione ( e spesso anche di co- CHANNEL 9
sto) elevata. Del resto, è evidente ché un quarzo che possa essere fornito 1,8432 MHz
garantendo un valore di frequenza di oscillazione pari (per esempio) a
3,579545 MHz ha richiesto una precisione di lavorazione ben superiore ad TOCO
uno analogo che indichi una frequenza di 3,58 MHz.
'e/ caso di quarzi per uso in apparecchiature CB, sul contenitore è spesso 23 07 9 3
riportato anche il numero del canale corrispondente alla frequenza nomi-
nale (per esempio CHANNEL 9); ancora più spesso può essere riportata
anche la denominazione della ditta costruttrice (TOGO) e magari miche la
TERMINALI
data di costruzione, che può essere completa (per esempio 23-07-93) o
semplificata. Per quanto riguarda il valore di frequenza indicato, va tenuto
presente che si tratta a volte di una frequenza armonica di quella effettiva Alcune diciture
di partenza; per esempio, i quarzi marcati 27 MHz e rotti, sono in realtà riportate sui più
da 9 MHz e rotti, ma vengono fatti lavorare in modo da esaltarne la terza cornuni quarzi.
armonica.Ciò avviene perché la frequenza di oscillazione è inversamente A sinistra: i vari tipi
proporzionale allo spessore del cristallo, e per 27 MHz sarebbero necessa- di contenitori per
ri degli spessori talmente sottili da non poter neanche lavorare il dischetto G questo componente.
di materiale. Rimane sempre, comunque, una certa delicatezza di questo q
componente, che non sopporta cadute o urti violenti, in quanto la piastrina
di cristallo si spezza. anche se dall'esterno non risulta visibile.

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994- Pag. 18


A completamento del circuito, troviamo
il diodo DLI, che funge da spia di ac-
censione, e la rete di disaccoppiamento
sull'alimentazione R4-C4; l' alimentazio-
ne stessa è realizzata con una normale
piletta da 9 V, in serie alla quale è previ-
sto il pulsante PI che, solo quando è pre-
muto, dà corrente al circuito. Le illustra-
zioni qui riportate ( disegno del montag-
gio e foto) suggeriscono una buona ver-
sione costruttiva ed è a questa che si ri-
feriscono le nostre pur brevi istruzioni.
Si può come al solito partire col montare
i componenti che non hanno alcun senso
particolare di inserimento, e cioè tutti i SMD 5000
resistori e condensatori (il montaggio di
C3 è semplicemente obbligato dalla sua
SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
realizzazione meccanica), nonchè la bo-
bina L1, che è stata costruita a parte. Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
Solamente i semiconduttori richiedono saldatore ad aria calda ELTO.
un posizionamento ben preciso: DLI ha La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda, co
il catodo contrassegnato dal leggero controllo elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata prevalentement
smusso presente sul bordino che sporge alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre essere utilizzata per test e
resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e pe
dal corpo in plastica; TRl ha, come rife- dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per componenti SMD (consente di asportar,
rimento per il tenninale di emettitore, il componenti guasti dal circuito stampato).
dentino che sporge dalla base del corpo Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
metallico. Si saldano poi i due zoccoli - Temperatura regolabile: da 50°C a 400°C
- Portata max aria regolabile: 9 1/min.
portaquarzi ed il pulsante P 1; il portapi- - Alimentazione: 220 Volt
la, oltre alle due linguette da saldare a
circuito, prevede pure una vite verticale
ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
che lo fissa saldamente alla basetta.
La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e maneggevole.li cave
del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale della
FACILE COLLAUDO punta calda. E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della punii
Terminato e ricontrollato il montaggio, saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gradi (
nonchè inserita la pila, si provvede ad un della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta (interrutore i
posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva ottenuta sulla punta (interruttore i
semplice e rapido collaudo, per il quale
basta avere un quarzo sicuramente fun-
□).
posizione REA Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura.Precision
+/-1%. Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp
zionante (lo si può prendere a prestito, Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt -
per esempio, da un normale ricevitore o -Temperatura regolabile : da 50°C a 400°C
trasmettitore del cui funzionamento si - Alimentazione : 220 Volt
sia sicuri). Inserito il cristallo nel suo
zoccolo, basta (tenendo premuto P 1) re-
golare il compensatore C3 fino ad otte-
nere il massimo della luminosità; to-
gliendo il quarzo, il LED torna ad una
I La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX , dotata di un
chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.

debole accensione. Infatti il funziona-


mento del nostro strumento si basa sul
fatto che il circuito assorbe I+2 mA sen-
za quarzo, o per meglio dire se non si
verifica alcuna oscillazione, ed invece
45 mA quando sia inserito un quarzo
che faccia normalmente innescare
l'oscillazione; ne consegue che maggio-
re e più netta è la luminosità del LED,
migliore è l'efficienza del quarzo che si
sta controllando. Volendo, il LED può
anche essere sostituito da un vero e pro-
prio milliamperometro, sui 5 mA fondo
scala, cosa che magari è consigliabile fa- ECU 4000 DGT

e%7
re provvisoriamente, ricorrendo ad un te-
ster per prendere più confidenza con il
comportamento del dispositivo nei primi
tempi d'impiego.
Lavora svelto chi usa ELTO
ELTO S.p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45.52 Fax 011-935.45.8
CONTROLLO

VOLTMETRO
A BARRA LUMINOSA
Un ampio display a LED ad accensione progressiva
consente di visualizzare variazioni di tensione
· di poche centinaia di mV.
E particolarmente utile per tenere sotto controllo
la carica della batteria dell'auto.
11 nostro voltmetro , di dimensioni
piuttosto contenute, comprende pochi
componenti poichè la barra luminosa contiene già,
oltre ai 1 O LED, anche due integrati in grado
di "sentire" la tensione continua applicata all'entrata.
Il circuito si può inserire in una piccola scatola dotata
di una finestrella per vedere l'indicatore.

n certi casi, la possibilità di tener di scarica) la tensione scende fin verso un controllo abbastanza preciso e limi-
I d'occhio (espressione quanto mai per-
tinente in questo caso) l'andamento di
gli 11 V, valore sotto il quale è comun-
que sconsigliabile andare.
tato pressappoco alla sola zona dei va-
lori più critici della tensione di lavoro.
una tensione continua che alimenta un Viceversa, in piena fase di ricarica con Eppoi, diciamocelo chiaramente, la no-
qualche circuito abbastanza delicato da il motore su di giri e in condizione di stra auto, specialmente se non è più tan-
poterne essere danneggiato, può risulta- regolatore tarato in modo un po' troppo to giovane e pimpante, dotata di un
re piuttosto importante, o quanto meno generoso, la tensione può anche supera- voltmetro a LED in qualche modo ci
utile. re (meglio se di poco) i 14 V. guadagna, anche esteticamente.
Specialmente quando si usano, come È comunque chiaro che, con una batte-
sorgenti di alimentazione, delle batterie ria in cattivo stato di conservazione o
di accumulatori, quindi ricaricabili, oc- manutenzione, le tensioni sono sempre IL CIRCUITO DELLA BARRA
corre avere sotto controllo la tensione più basse; analogamente, se il regolato-
sia di carica che di scarica: se, per re di bordo è "sballato", la tensione del- Ora che abbiamo magnificato le doti
esempio, una batteria si scarica più del la batteria sotto carica può essere indif- del nostro semplice circuito, andiamo
previsto, può essere di tipo tale da rima- ferentemente troppo alta o troppo bas- ad esaminarne la costituzione ed il fun-
nerne danneggiata permanentemente. sa. Ognuna di queste situazioni può zionamento; come risulta evidente dallo
Anche a bordo dell'automobile può provocare danni anche irreparabili. schema elettrico, il cuore della nostra
quindi essere utile controllare lo stato di Ecco allora, in conclusione dei vari realizzazione è una barra luminosa a 1 O
carica e scarica della normale batteria al esempi citati, l'utilità di poter eseguire »»
piombo-acido.
In questo caso, la tensione nominale è di
Grafico relativo ai vari valori
12 V ma, in realtà, questo è solamente
uno dei possibili valori che la batteria
di tensione che la batteria V
di un'auto può assumere:
assume nelle sue varie condizioni di
nella parte "a" la batteria s.
funzionamento. Se la batteria è ben cari-
è in normali condizioni
a
d
,,,..._
ca e fresca, la sua tensione a fine carica 14
ed a vuoto (cioè in assenza di erogazio- di funzionamento; in "b"
c'è la batteria con i fari
ne di corrente) è sui 13,6+13,8 V.
abbaglianti accesi; in "c"
Quando ad essa viene applicato il carico
nominale, si trova cioè a dover erogare la batteria è durante la messa "la
12
il previsto valore di corrente per scarica in moto (cioè col motorino
lunga, il suo valore si assesta sui 12,6 di avviamento che sta
V; quando il carico aumenta, in condi- girando); in "d" è la batteria e
zioni di erogazione elevata ma sempre con l'auto in movimento,
10
entro i limiti previsti, la tensione si por- cioè in condizioni di ricarica -
ta sui 12 V o poco più; in condizioni di e con il regolatore un po'
sovraccarico ( o magari di stato avanzato allegro come taratura.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Paç


·-------·-·-·-·-·-·-,
Schema elettrico
dell'indicatore di tensione
a barra di LED; l'apparente
semplicità del circuito è in
@}- -Fs effetti dovuta al fatto che

e
.-·J +
il dispositivo luminoso
contiene anche l'elettronica
necessaria al suo
funzionamento.

Jf

R1
+ e
vcc
C2 C3 c4 C5 e
C1

ll,:=:===llll-======-=====-===:::::e,,======~l=====-====-=======I 2 I====-

- - - - - - - - - - - - -(

BL COMPONENTI
1 e
(1 I I I I

DZ
I

R.2
I
±
+ . · .. tJl
R1 = 1 Kn (trimmer)
R2 = 330 2
c1 =0,1F (ceramico)
C2 = 0,1 F (ceramico)
C3 = 0,1 F (ceramico)

(!I~~
! l= 6ii C4 = 22 µF • 25 V
c,OJ (elettrolitico)

--------------' ~~
--- ...._-~--
Cc 9 G @
vcc
C5 = 0,1 F (ceramico)
J1 = 4,7 mH (RFC)
BL = barra LED D634P
DZ =9,1V-0,4 W
Piano di montaggio del voltmetro su basetta
a circuito stampato. La realizzazione,
molto semplice, prevede una polarità
d'inserimento solo per DZ e C4; la BL ha il senso
di montaggio obbligato.

Il circuito stampato è qui visto dal lato rame


nelle sue dimensioni reali. Le poche piste
da tracciare sono abbastanza larghe e distanti
tra loro quindi non dovrebbero creare
alcun problema di realizzazione.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 22


VOLTMETRO A BARRA LUMINOSA
LED ( i primi 7 sono verdi e gli altri 3 Sembra abbastanza chiaro, dalla descri- solamente C4, essendo elettrolitico, ri-
sono rossi), la cui sigla è D634 P, della zione sin qui fatta, che il montaggio del chiede un senso particolare di montag-
Telefunken. nostro display di misura è estremamen- gio per rispettarne la polarità indicata.
Questa barra, o meglio la sua circuiteria te semplice e ridotto; il nostro prototipo Si può poi montare J 1, adagiandolo con
interna (che descriviamo più in dettaglio è realizzato come sempre su una basetta cura coricato sul piano della basetta.
nell'apposita finestra) reagisce ad ogni a circuito stampato, però nulla vieta (al- li trimmer R 1 ed un paio di terminali ad
variazione di O, I V della tensione appli- meno in questo caso) di sfruttare anche occhiello per il cablaggio verso l' ester-
cata dall'esterno, il che significa che per un supporto modulare tipo piastrina no non richiedono alcuna istruzione
ogni decimo di volt di cui varia la ten- millefori. particolare. Resta infine la barra-inte-
sione che vogliamo tenere sotto control- È comunque ovvio che, per descrivere grato, il cui verso di inserimento è rica-
lo, si accende un LED; evidentemente il montaggio dei componenti, noi ci ri- vabile ( oltre che dall'evidente colore
quindi, una variazione (rispetto al livel- feriamo alla nostra versione, consi- dei riquadri luminosi) dall'apposita
lo assunto come riferimento di partenza) gliando di iniziare col posizionamento asimmetria dei piedini di fissaggio.
di I V fa accendere tutta la striscia di di R2 e dei vari condensatori; di essi, )))

LED, se direttamente applicata ai suoi


estremi.
Poichè la barra comprende, oltre ai LED
stessi, anche l'elettronica che ne con-
sente l'opportuno pilotaggio, la parte
circuitale esterna è veramente ridotta a
pochi componenti.

L'AI.IMENTAZIONE

I terminali I e2del circuito sono colle-


gati, con l'ovvio rispetto delle polarità,
alla batteria dell'auto, magari sfruttando
la solita presa accendisigari; la tensione
di alimentazione, attraverso una cella di
filtro che serve per eliminare i picchi di
tensione provocati dalle scintille per la
combustione (J !-C4-C5) va ad alimen-
tare la barra luminosa di LED ai piedini
indicati come "m" e @.
Poi essendo l'escursione di misura limi- 1: il diodo Zener, uno dei due 2: tra i componenti necessari
tata a pochi volt, l'alimentazione ( di cui componenti dotati di polarità alla realizzazione troviamo,
vogliamo misurare il valore di tensione)
dell'intero circuito, si monta oltre alla barra di LED,
passa attraverso il diodo Zener DZ da 9
con la fascetta scura su fondo 4 condensatori ceramici uguali,
V, il quale provoca la necessaria caduta
chiaro (o viceversa), che indica uno elettrolitico, lo Zener,
di tensione, anche alla presenza di R2.
il catodo, rivolta verso R2. una impedenza e due resistori.
In serie a questi due componenti si trova
infine il trimmer resistivo R2, che con-
sente di regolare la giusta porzione di
tensione da applicare ali' entrata della
BL. In tal modo, se la Vcc varia fra IO e

\ \\
15 V, ai capi di RI ritroviamo una ten-
sione compresa fra 1 e 6 V (viene cioè
tolta una buona parte della tensione fis-
sa, che non interessa per la misura); ci
pensa poi la regolazione di R2 a sceglie-
re solo una parte di questo campo di va-
riazione, in modo che sia confacente al-
le caratteristiche di sensibilità del dispo-
sitivo adottato, in modo da avere dai

I
LED l'indicazione più precisa.
Anche i condensatori CI - C2 - C3 ser-
vono al miglior filtraggio contro i di-
sturbi che possono facilmente provenire
dal motore.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag 23


Ora che il montaggio è completato, oc- e al massimo ne è acceso anche uno
corre passare alla taratura tramite Rl, rosso, significa che tutto è OK.
che va eseguita (magari ripetendola un Se fossero accesi tutti e 3 i LED rossi,
paio di volte per la migliore affidabi- vorrebbe dire che la Vcc è troppo alta,
lità) nel modo seguente: in condizioni cioè il regolatore di bordo non è ben a
di batteria sicuramente efficiente e con punto; se viceversa buona parte dei
il motore ad un nuimero intermedio di LED verdi è spenta, vorrebbe dire che la
giri, il trimmer si regola in modo che V cc è troppo bassa, cioè di nuovo non è
sia acceso il primo LED rosso, indica- ben a punto il regolatore oppure (più
zione che corrisponde ali' incirca al semplicemente) la batteria è a terra.
KIT massimo della carica, e quindi della
tensione. Spegnendo il motore, la barra
luminosa deve contrarsi sino ad avere 3
In ogni caso, qualora si desideri verifi-
care numericamente la taratura di RI
misurando i valori di tensione, data la
PER CIRCUITI o 4 LED verdi accesi.
Nel nostro prototipo sono stati riscon-
precisione e la risoluzione necessaria,
occorre utilizzare un voltmetro digitale

STAMPATI L 18.000 trati i valori di accensione riportati nel-


la tabella che segue.
( collegato ai pin 1 e 2).

IL FUSIBILE
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione LED tensione di batteria
di circuiti stampati su vetronite Il fissaggio della basetta sulla plancia
o bachelite, con risultati tali G DIO 15,2 V dell'auto è naturalmente lasciato alla
da soddisfare anche i tecnici o
0
{ D9 14,8 V fantasia del lettore, anche in funzione
....
più esigenti, questo kit contiene D8 14,4 V della diversità dei tipi di auto.
pure la speciale penna riempita D7 14,0 V Se si preferise non usare, per l' alimen-
di inchiostro resistente D6 13,6 V tazione, la presa-accendino, bensl colle-
al percloruro. 5 D5 13,2 V gare lo strumento direttamente ai mor-
....0
> ~ D4 12,8 V setti della batteria, è consigliabile inse-
D3 12,4 V rire sempre un fusibile del tipo volante
CaraHeristiche D2
Dl
12,0 V
11,6 V
lungo il cavo di connessione e molto vi-
cino al positivo della batteria; in caso di
- Consente un controllo visivo conti-
cortocircuito accidentale, c'è questo fu-
nuo del processo di asporto.
- Evita ogni contatto delle mani con il sibile che salta e non c'è così pericolo
prodotto finito. Questi valori sono indicativi, ma certa- che si infiammino ( o anche solo fonda-
- E' sempre pronto per l'uso, anche mente presentano una discreta approssi- no) gli isolamenti dei fili di collega-
dopo conservazione illimitata nel mazione. mento usati. Il fusibile deve essere da
tempo. Come conseguenza di questo tipo di ta- 0,5+1A e costituisce una precauzione
- Il contenuto è sufficiente per trattare ratura, se i LED verdi sono tutti accesi economica ed importante.
più di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate. L'impedenza J1, da 4,7mH, si monta orizzontalmente sulla basetta:
i lunghi e sottili terminali si piegano facilmente.

Il kit per circuiti


stampati è corre-
dato di un pie-
ghevole, ricca-
mente illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazione
del circuito. Il suo prezzo, compren-
sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbono es-
sere fatte inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO • 20124 MILANO •
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno ban-
cario o conto corrente postale n.
46013207.

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994- Pag. 24


La complessa costituzione interna del
dispositivo a LED qui adottato è pre-
sentata nello schema elettri co.
La striscia di LED utilizza sostanzial-
mente due integrati che sentono la
tensione continua applicata ali' entra-
ta E; i due integrati elaborano questa
tensione e la ripropongono ad una
scala di LED.
È interessante notare che /Cl è pre-
posto al pilotaggio dei LED dispari,
mentre IC2 è preposto al pilotaggio
di quelli pari, alterna tivame nte.
In comune, i due /Cl hanno l'alimen-
tazione, che può essere compresa fra
12 e 18 V; in effetti, abbiamo verifi-
cato che si può scendere fin verso i
10 V, dopo di che si spegne tutto.
Questo dispositivo si presenta in so-
stanza sotto forma di barra luminosa
costituita da 10 LED che si accendo-
no progressivamente in relazione col IL MONITOR DI TENSIONE D634P
valore della tensione continua ad es-
so applicata, comportandosi come un
voltmetro convenzionale, nel quale
però la segnalazione ad indice è so-
stituita con un 'indicazione luminosa @
consistente in 7 diodi verdi e 3 rossi
che si accendono in relazione ad ogni
aumento di 0,1 V della tensione d'in- @
gresso.
Questo tipo di barra ha la caratteri-
stica di mantenere accesi tutti i LED
interessati, mentre altri hanno invece ©
un 'indicazione puntiforme che si spo-
sta progressivamente. In questa pagi-
na è anche riportato un disegno
esploso della barra; gli elementi che @
compongono il moduletto sono: il co-
perchio (A), il diffusore ottico (B), il La barra luminosa si compone
riflettore (C), il circuito stampato su di un coperchio (A), un diffusore ottico (B),
cui sono depositati i due circuiti inte- un riflettore (C) e un circuito stampato (D).
grati ed i 10 LED (D).

3
+
Schema elettrico della barra luminosa:
i due integrati provvedono ognuno
IC1 al pilotaggio di 5 LED: IC1 quelli dispari, 1c2
IC2 quelli pari. In comune c'è l'alimentazione
compresa tra 12 e 18 V.

vcc

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pa


g 25
E,L,LIETI1
In un unico componente
sono integrati tutti i circuiti
dell'unità centrale di
elaborazione di un
calcolatore. Il modello di
più recente costruzione
contiene, in meno di due
cm, tre milioni di transistor.

Se nel popolo dei componenti elettroni-


ci si dovesse nominare un re, questo do-
Un microchip vrebbe essere il microprocessore.
viene realizzato Si tratta del più complesso circuito inte-
depositando, grato finora realizzato, contenente al
su uno strato suo interno anche diversi milioni di
di silicio componenti che, connessi fra loro, sono
purissimo, in grado di effettuare elaborazioni di va-
le sostanze rio tipo sui numeri binari.
"droganti" con Un numero binario è composto da due
cui si ottengono, sole cifre o bit, lo O e I' 1, che formano
su scala l'alfabeto dei calcolatori. Il perchè di
microscopica, questa scelta deriva dal fatto che all' 1
i vari viene associato il passaggio di corrente,
componenti. allo O la non conduzione oppure vice-
Le connessioni versa. Una macchina da calcolo viene
fra i vari realizzata combinando fra loro tante
dispositivi sono porte logiche, cioè quei circuiti integrati
tipicamente che, in base ad uno o più livelli di ten-
in alluminio, sione o corrente in ingresso che corri-
mentre quelle spondono alle cifre O oppure I, forni-
fra il "chip" scono uscite anch'esse binarie.
interno (nella Non basta collegare fra loro diverse por-
foto) e i piedini te logiche per realizzare delle operazioni
sono in oro. sui numeri binari. Occorre anche intro-
durre nel circuito dei segnali di contro!-

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 26


lo, che fungano da regolatori di traffico
per i dati, prelevandoli al momento giu- Le fabbriche
sto ed elaborandoli secondo certe regole. che producono i chip
Per la stessa ragione per cui è "comodo" sono luoghi molto
rappresentare nei circuiti elettronici i nu- particolari che
meri con due cifre, anche i segnali di potremmo definire
controllo sono sequenze di cifre I o O. catene di montaggio
A loro volta essi dipendono da altre se- di precisione.
quenze di cifre binarie, che esprimono il Qui il collaudo,
codice dell'operazione da compiere e si uno per uno,
chiamano istruzioni. dei componenti.
Il microprocessore racchiude al suo in-
terno i circuiti chiamati logici che elabo-
rano tutti questi tipi di dati. Il loro insie- semplice o complessa, cioè può richie- stituiscono i mattoni con cui viene rea-
me prende il nome di CPU, iniziali di dere tante operazioni matematiche op- lizzato ogni microprocessore.
Centrai Processing Unit, cioè unità cen- pure solo alcune addizioni; può essere Uno dei più importanti è il multivibrato-
trale di elaborazione. Per realizzare un necessario elaborare migliaia di numeri re bistabile, chiamato flip flop, che nella
calcolatore, oltre ad un microprocessore, oppure solamente una decina. sua forma più semplice contiene una
occorre almeno anche un integrato con- li microprocessore è il componente che coppia di porte logiche.
tenente una memoria di dati (anch'essi racchiude quella che, nelle macchine, è Questo circuito consente di mantenere
binari, ovviamente) ed uno o più dispo- chiamata intelligenza. in uscita uno dei due valori 1 oppure O
sitivi in grado di inserire i dati da elabo- Un circuito logico è formato da diverse finchè in ingresso non viene applicato
rare o di prelevarli da altri apparati. porte logiche come POR, AND, il un impulso che può corrispondere all'I
I microprocessori oggi si trovano, oltre NOR, ecc., che molti hobbisti avranno oppure allo O: in tal caso il valore in
che ovviamente nei calcolatori, anche in certamente già acquistato e montato sul- uscita passa da O a l oppure viceversa.
moltissimi apparecchi di uso comune, le basette stampate. Si comprende allora l'enorme importan-
dai televisori alle lavatrici alle macchine Alcuni raggruppamenti di porte logiche za di questi circuiti quando sono combi-
fotografiche. L'applicazione può essere assumono anche nomi particolari e Co- >)»

Schema a blocchi didattico di un microprocessore: i dati letti dalle memorie esterne, se si tratta di istruzioni,
sono riconosciuti dal decodificatore delle istruzionie e trasformati in segnali che l'unità di controllo trasmette
all'unità aritmetico-logica, che compie le elaborazioni su dati precedentemente letti dalle memorie esterne
e memorizzati temporaneamente nei registri. Occorre conoscere in dettaglio gli ingressi, le uscite dell'integrato
e le varie istruzioni (diverse in ogni microprocessore) per poter realizzare un sistema elettronico intelligente.

ALIMENTA ZIONE MASSA 1-0 DATI BIT INDIRIZZI

IMPULSI DEL CLOCK


DE CODIFICATORE
DALL'ESTERNO DELLE
ISTRUZIONI

UNITA'
ARITMETICO-LOGICA
ALU

BUS INTERNO
PRINCIPALE
CONTROLLO DEI CONTROLLO DEI
SEGNALI DI SEGNALI VARI
BUS DATI
INTERRUZIONE DA/VERSO L'ESTERNO
E INDIRIZZI
DA VERSO
SEGNALI DI INTERRUPT LE MEMORIE
DALL'ESTERNO ESTERNE

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994-Pag. 2


CIRCUITO

L'INTELLIGENZA DENTRO I
Su grossi fogli nati fra loro: gli impulsi fanno cambiare
viene disegnato i valori di un insieme di bit che rappre-
il circuito senta un valore numerico. Più flip flop
intemo del chip collegati fra loro formano un registro,
comprendente che è il componente in grado di memo-

a --~ ~
tutti
i componenti.
Il foglio viene poi
rizzare un numero binario.
Tutto quanto avviene all'interno di un
microprocessore è un flusso di cifre O e
fotografato 1, alcune delle quali corrispondenti a se-
~ e rimpicciolito gnali di controllo, altre a dati. I registri e
fino alle le varie porte logiche sono raggruppati,
dimensioni all'interno del componente, in diversi
reali del blocchi chiamati unità. Le più importanti
microprocessore. sono l'unità di controllo e l'unità aritme-
tico-logica (spesso indicata con la sigla
ALU, dall'inglese Arithmetic-Logic
COME SI FABBRICANO Unit). Come dicono gli stessi nomi, la
prima regola tutto il flusso dei dati
LA LUCE INDURISCE all'interno dei vari circuiti, la seconda
La foto MASCHERINA LO STRATO PROTETTIVO contiene i circuiti che compiono sui dati
rimpicciolita 2 le varie operazioni.
del circuito viene
FTOPROTEZ/ONE rnl
± I
usata come
mascherina: OSSIDO IL CLOCK
sovrapponendola SILICIO
al wafer Tutte le operazioni sono scandite da un
composto orologio al quarzo collegato al micro-
da silicio processore, che viene solitamente chia-
MASCHERINA mato clock. Da questo sono ricavati de-
e ossido
di silicio, gli impulsi, a ciascuno dei quali corri-
sponde un cambiamento dei valori binari

#2
ricoperti
da una sostanza
all'interno del microprocessore.
fotosensibile,
L'esecuzione di un'istruzione può richie-
si imprime dere in generale il tempo di uno o più im-
il tracciato pulsi, che viene chiamato ciclo di clock.
sulla superficie
Sia le istruzioni che i dati sono contenuti
in una memoria, esterna al microproces-
che costituirà
il chip.
sore e collegata ad esso attraverso gli ap-
positi piedini.
A titolo di esempio, supponiamo che in
corrispondenza di un certo impulso di
ACIDO Il wafer di silicio clock l'istruzione arrivi al microproces-
RIMUOVERE si immerge
LA FOTOPROTEZIONE sore. Con l'impulso successivo l'istru-
RESIDUA ---- nell'acido zione viene decodificata, cioè a seconda
i I in modo che del numero binario con cui è espressa si
le parti non atti vano certe porte logiche all'interno
investite dalla dell'unità logico-aritmetica (ALU).
GLI ATOMI DI DROGANTE VENGONO luce vengano Al terzo ciclo di clock, le porte logiche
IMMESSI NELL'OSSIDO DI SILICIO corrose e dell' ALU elaborano i dati che preceden-
rimanga così temente erano stati anch'essi prelevati
una traccia di dalla memoria ed immagazzinati in ap-
ossido di silicio positi registri interni al microprocessore.
in rilievo. Nei Non sempre un'istruzione corrisponde
solchi vengono ad un'operazione aritmetica sui dati.
immessi Può ad esempio essere l'ingresso di un
gli atomi dato oppure il suo trasferimento ad un
di drogante che dispositivo esterno. In questo caso il co-
costituiscono i dice binario dell'istruzione corrisponde
semiconduttori. all'attivazione del passaggio dei bit at-
traverso le cosiddette porte di

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 28


MICROCHIP
ingresso/uscita (abbreviate con I/0). solo due possibili valori di tensione,
Due sono gli elementi che rendono velo- corrispondenti ai livelli O e I.
ci i calcoli in un microprocessore. Innanzitutto, come in qualunque altro
Il primo è la frequenza degli impulsi di circuito integrato, ci sono i pin per l'ali-
clock ( oggi esistono persona! computer mentazione ed il collegamento a massa.
con 66 milioni di impulsi al secondo), il Esistono poi due grandi raggruppamenti
secondo è il numero di cicli necessario a di pin, corrispondenti ai bit dell'indiriz-
completare un'istruzione. L'ultimo mi- zo e a quelli del dato.
croprocessore realizzato dalla Intel, Per accedere ad una memoria esterna
chiamato Pentium, ha una struttura cir- occorre infatti trasmettere ad essa un co-
cuitale tale che certe istruzioni sono ese- dice che identifichi il numero della "cel-
guite in meno di un ciclo. Il risultato è la la" dove è contenuta la sequenza di bit,
possibilità di eseguire fino a 100 milioni che può essere un'istruzione oppure un
di istruzioni al secondo. dato da elaborare. Il primo numero bi-
L'utilizzo di un microprocessore richie- nario sarà nella cella numero O, il secon-
de un certo grado di competenza in cam- do nella I e così via.
po elettronico ma soprattutto in quello L'indirizzo è un 'informazione impor- Ingrandimento, realizzato con
informatico e il progettista deve cono- tantissima perché è solo grazie ad esso un potentissimo microscopio
scere bene sia il significato dei vari pie- che si può programmare una sequenza a scansione, di un difetto
dini che delle istruzioni. Un micropro- cii operazioni, potendo istruire la mac- all'interno di un chip. Date
cessore è dotato di un numero di piedini, china con la posizione nella memoria le dimensioni ridottissime
detti anche pin, molto elevato (almeno dei dati da elaborare. Il numero dei pin del componente, sono necessari
una quarantina). A ciascun pin possono dell'indirizzo e del dato varia a seconda controlli accuratissimi durante
essere applicati, oppure escono da esso, >)>» il processo di fabbricazione.

TRE MILIONI DI TRANSISTOR


IN 2 CENTIMETRI QUADRATI
L'Intel ha messo da alcuni mesi sul mercato un nuovo mi-
croprocessore chiamato Pentium, nome che deriva dal
greco penta, che significa cinque, scelto perché il compo-
nente rappresenta la quinta generazione prodotta da que-
sto colosso mondiale dell'elettronica.
Il microprocessore è un integrato che al suo interno con-
tiene la CPU (Central Processing Unit, unità centrale di
elaborazione), cioè l'insieme di tutti i circuiti che effettua-
no i calcoli sui numeri binari e ne controllano la corretta
esecuzione. Si tratta quindi del "cervello" di ogni compu-
ter, ma anche della parte "intelligente" di numerosi og-
getti di uso comune, quali il televisore e la macchina foto-
grafica.
I microprocessori della Intel sono contenuti nell'85% dei
personal computer venduti nel mondo e forse questa per-
centuale aumenterà grazie al Pentium.
Su una superficie inferiore a 2 centimetri quadrati sono
contenuti 3 milioni e 200 mila transistor, ciascuno dei
quali ha una larghezza pari a meno di un micron (mnillesi-
mo di millimetro).
Grazie a questo alto numero di componenti le istruzioni
eseguite ogni secondo sono 100 milioni, cioè il doppio di
quanto avveniva nel predecessore del Pentium, il 486, che
rappresenta oggi lo "stato dell'arte" dei personal compu-
ter funzionanti con il sistema operativo MS-DOS.
Questo componente viene venduto, alle ditte che produco-
no computer, a circa 200.000 lire al pezza.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag.


L'INTELLIGENZA
DENTRO I MICROCHIP
TUTTI I MESI
Un'opera completa e
assolutamente gratuita che
del numero di bit che possono essere guida, con testi chiari ed
contenuti all'interno di ciascun registro.
I primi microprocessori ne contenevano
esaurienti, con grandi
8, quelli attuali 32. Con più bit in un re- illustrazioni tutte a colori,
gistro si può rappresentare un numero nell'affascinante mondo
oppure un indirizzo di memoria più dell'elettronica.
grande, quindi si ha una macchina da rIue
calcolo più efficiente.
Gli altri pin dell'integrato servono apre- Le ricche dispense mensili
levare oppure ad inviare particolari co- di 4 pagine sono dedicate
mandi dall'esterno. Ne sono esempi le soprattutto a chi comincia ma
abilitazioni ali' ingresso/uscita di dati op- contengono tanti approfondimenti
pure gli interrupts (interruzioni).
Questi ultimi servono a variare il norma- interessanti anche per i più
le ciclo di elaborazione e a "costringere" esperti.
la macchina ad eseguire certe istruzioni
la cui seguenza parte automaticamente Raccogliendo e conservando
in seguito al segnale di interruzione.
In un sistema di controllo un interrupt po- gli inserti si colleziona, fascicolo
trebbe ad esempio corrispondere ad dopo fascicolo, un completo ed
un'emergenza nel funzionamento dell'im- inedito manuale sull'elettronica
pianto controllato dal microprocessore. di base.
Ma bisogna non perderne
MINIATURIZZAZIONE SPINTA neanche un numero

Ogni porta logica contiene essenzial-


mente alcuni transistor e delle resistenze.
Il transistor è molto più complicato da
realizzare che la resistenza e quindi il
numero di transistor integrati nel singolo
chip (come viene anche chiamato il
componente) rappresenta il progresso
nel campo dei microprocessori. Il primo,
realizzato nel 1971, ne conteneva 23000
circa. Il già nominato Pentium ne contie-
ne 3 milioni e 200 mila all'interno di una
superficie di circa 2 centimetri quadrati.
Questa miniaturizzazione estrema viene
indicata con la sigla VLSI (Very Large
Scale Integration, integrazione su scala
'e
,Il
grandissima). I circuiti sono progettati e
disegnati su enormi fogli, quindi sono
fotografati e rimpiccioliti fino alle di-
mensioni del circuito, costituendo le
"maschere" per il processo di fabbrica-
zione basato sulla tecnica fotolitografica.
La luce passa cioè solo nelle zone volu-
te, asportando l'ossido di cui è rivestito
il cosiddetto wafer di silicio purissimo
da cui parte il processo. Nelle "buche"
ottenute vengono quindi introdotti i ma-
teriali "droganti" con i quali sono realiz-
zati i vari componenti. Il processo si ri-
pete con diverse maschere corrisponden-
ti a vari strati. Le connessioni fra i com-
ponenti sono create con strati metallici,
generalmente costituiti da alluminio.
CAMPI MAGNETICI
E BOBINE
P er secoli si è creduto che elettricità e magnetismo fos-
sero due fenomeni separati, finchè il fisico danese Oer-
sted nel 1820 osservò che l'ago magnetico di una comune
bussola se avvicinato ad un filo percorso da corrente, ten-
deva a disporsi nella direzione perpendicolare al filo.
Gli studi successivi stabilirono che effettivamente l'ago,
già magnetizzato, si muove perchè sente l'influenza di un
altro campo magnetico che viene generato dal filo percorso
da corrente.
L'azione di questo campo verso l'esterno viene esercitata
lungo circonferenze concentriche situate attorno al filo

I
dette linee di forza. Se il filo, opportunamente isolato,
viene avvolto in modo da formare una bobina, il campo
magnetico risultante è più intenso di quello prodotto dal
semplice filo, perchè ciascuna delle spire che costituiscono
la bobina dà il proprio contributo alla generazione del LINEE
campo. DI FORZA
Le linee di forza ali' interno della bobina formano un
fascio, che è tanto più compatto quanto più la bobina è
lunga, cioè quanto più è grande il numero di spire. PILA
/
All'esterno le linee si dividono in due gruppi, per poi
ricongiungersi nuovamente dentro alla bobina.
Il campo magnetico è tanto più intenso quanto più numero- Un filo percorso da corrente genera un campo magnetico.
se sono le spire che compongono l'avvolgimento e quanto Il fenomeno viene sfruttato per realizzare le induttanze.
più intensa è la corrente che lo percorre. Inoltre il campo
può essere rinforzato se ali' interno della bobina viene La limatura di ferro si dispone lungo le linee di forza
>>> del campo magnetico creato da un filo percorso dalla corrente.
Le bobine che
usiamo nei nostri circuiti
sono quasi sempre autocostruite
data la semplicità della loro struttura.

~posto del materiale metallico in grado di "rinforzare" al


___..- suo interno il campo magnetico.
Una bobina percorsa da un flusso di corrente costituisce un
. elettromagnete, nel quale, come nei magneti chiamati
------------- t« comunemente calamite, si possono identificare le due pola-
rità Nord e Sud. Per convenzione le linee di forza entrano
(1\ VERSO DELLA nel polo Sud ed escono dal polo Nord. Gli elettromagneti
INEE
CORRENTE sono ad esempio usati per realizzare quei particolari inter-
La regola DI FORZA ruttori detti relè, in cui una sbarretta metallica magnetizza-
della mano ta si muove perché attratta o respinta dal campo magnetico
destra serve eccitato all'interno dal passaggio della corrente.
per determinare La bobina, chiamata anche induttanza o induttore e qual-
il verso delle che volta anche solenoide, è un importantissimo compo-
linee di forza nente sia in elettrotecnica che in elettronica. La sua utilità
rispetto a quello in elettronica deriva soprattutto dallo sfruttamento del
della corrente. fenomeno dell'induzione elettromagnetica. Per compren-
derlo è conveniente tornare al concetto di linea di forza.
Più intenso è il campo, maggiore è il numero di queste
linee, che formano quello che viene chiamato flusso del
campo magnetico. Si può pensare al flusso dell'acqua che
esce da un rubinetto: aprendo più o meno il rubinetto viene
fatto variare il flusso e analogamente, a seconda dell'inten-

TRASFORMATORE
220/12V Se una bobina è
percorsa da corrente

l alternata il campo
magnetico ha un flusso
variabile. Ai capi di un filo
conduttore investito da
questo flusso si misura una
tensione, dovuta al
fenomeno dell'induzione
elettromagnetica. Anche
in ciascuna spira della bobina
si verifica questo fenomeno,
perché viene attraversata
dal flusso che essa stessa
genera. Volendo fare questo
ed altri esperimenti analoghi
TESTER bisogna abbassare con un
trasformatore la tensione di
rete per ragioni di sicurezza.
BOBINA
sità della corrente, il flusso del campo magnetico può esse- Corrente
0 Sez. sopportabile Resist.
re più o meno intenso. cavo cavo (Ampere) 2
La corrente elettrica che genera il campo magnetico può mm mmq perm
min. max.
essere continua oppure variabile nel tempo. Nel primo
caso anche il flusso è costante, nel secondo è variabile. 0,1 0,008 0,016 0,024 2,2
Consideriamo adesso un conduttore, del tutto inerte elettri-
camente, che venga "investito" dal flusso. Se il flusso è 0,2 0.032 0,064 0,096 0,6
costante non si verifica alcun fenomeno particolare. 0,3 0,07 0,14 0,21 0,24
Una bobina è
Se invece varia nel tempo si verifica un fenomeno elettro- di buona qualità 0,4 0.12 0,25 0,37 0,13
magnetico fondamentale chiamato induzione elettromagne- se è bassa
tica: ai capi del conduttore si genera una tensione e se lo si 0,5 0,19 0,39 0.59 0,09
la resistenza
richiude vi scorre una corrente. dell'avvolgimento. 0,6 0,28 0.56 0.85 0,06
Il fenomeno si verifica anche se il flusso è costante ed è il Dovendone
conduttore a muoversi, ma ai fini della comprensione del 0,7 0,38 0.77 1.15 0.,05
realizzare una,
funzionamento di una bobina è meglio concentrarsi solo questa tabella 0,8 0,50 I 1.50 0,04
sul primo caso. La bobina è fatta di spire conduttrici, cia- serve a scegliere 0,9 0,63 1,2 1.9 0.03
scuna delle quali si trova dentro al flusso che essa stessa il diametro del
contribuisce a generare. Quindi se il flusso è variabile, in I 0;78 1,6 2.4 0.022
cavo sia in
ogni spira si produce una tensione indotta dal flusso. funzione della 1,2 1,13 2,2 3.4 0.016
Globalmente, lungo tutta la bobina, si produce una caduta corrente che vi '
,4 1,53 3 4.6 0.011
di tensione. Il fenomeno prende il nome di autoinduzione, scorrerà sia
proprio perché una bobina percorsa da corrente variabile fa per rendere 1,6 2 4 6 0.009
generare in se stessa una tensione. minima 1,8 2,5 5 7.6 0,0075
Tutto ciò non accadrebbe se fosse percorsa da corrente la resistenza
continua. Questo comportamento fa ricordare quello del elettrica totale. 2 3.1 6,2 9.4 0.0065
condensatore, in cui passa corrente solo se viene sottoposto 2,2 3,8 7,6 li 0.0062
a tensione variabile. 2,4 4,5 9 13 0.0048
La grandezza fisica che descrive il comportamento di una
bobina è chiamata induttanza, cioè con lo stesso nome 2,6 5,3 10 16 0.0038
con cui spesso viene chiamato anche il componente. 2,8 5,9 12 18 0.0035
Si indica con la lettera L, simbolo usato negli schemi elet-
trici per le bobine. L'unità di misura dell'induttanza è 3 7 14 21 0.0031'
l'henry, abbreviato con H. 32 8 16 24 0.0030 I
Un henry normalmente è un valore molto alto per un'induttan- 3,4 9 18 27 0.0028
za e più spesso sono usati i suoi sottomultipli: il millihenry (un
millesimo di henry) abbreviato con mH ed il microhenry (un 3,6 IO 20 30 0.0023
milionesimo di henry) abbreviato con µH. Più è alto il valore 3,8 11.3 23 34 0.0018
di induttanza, maggiore è l'intensità del campo magnetico pro-
4 12,5 25 38 0.014
dotto e il valore di tensione indotta ai capi della bobina.

la reattanza induttiva
Se una bobina è inserita in un circuito a corrente
alternata, come nel caso del condensatore esiste una
precisa relazione fra la tensione ai suoi capi, genera-
tasi per induzione elettromagnetica, e la corrente che
la percorre. Il loro rapporto si chiama reattanza
induttiva, si misura in Ohm e vale XL = 2 TfL dove
f è la frequenza della tensione alternata, L il valore
dell'induttanza della bobina e 2 7t è un valore costan-
te che vale circa 6,28.
Se alla bobina è ad esempio applicata una tensione
alternata di 12 V con frequenza di 50 Hz e il tester
misura una corrente di 10 milliampèrc (0.001 A), la
reattanza vale 12 : 0,001 = 1200 Ohm. Dalla reattan-
za si può ricavare il valore dell'induttanza dividendo
1200 per 50 e poi ancora per 6,28, ottenendo circa 3,8
henry. Analizzando la formula della reattanza indutti-
va, si può affermare che questa aumenta quando
aumentano la frequenza della corrente che percorre
. l'avvolgimento e la sua induttanza.
avvolger bobine
Le bobine presenti sul mercato sono normalmente quelle
Per costruire impiegate nel campo delle radiofrequenze, In tutte le altre
in modo corretto occasioni si tratta di un componente che, contrariamente al
una bobina caso delle resistenze e dei condensatori, va costruito di
occorre verificare volta in volta perchè non esistono in commercio gli infiniti
che il diametro valori di induttanza richiesti dalle varie applicazioni.
del filo e quello Nei progetti suggeriti all'hobbista sono generalmente indi-
del rocchetto su cati il diametro del supporto isolante attorno al quale
cui avvolgerlo avvolgere il filo, il diametro del filo e il numero di spire
siano quelli da avvolgere. Tranne che in casi particolari non viene mai
indicati nel richiesto, per semplicità, di introdurre materiale magnetico
progetto del all'interno della bobina.
circuito. Le spire vanno avvolte in modo da tenerle più ravvicinate
possibile. In questo modo si ottiene un'induttanza che è
quasi tutta induttanza. Tenendole infatti distanziate si
hanno, fra spira e spira, delle capacità dette parassite, che
alterano il valore dell'induttanza e di conseguenza il com-
portamento del circuito. Nel costruire una bobina va inoltre
tenuto conto della resistenza del filo conduttore.
Il filo va Va mantenuta più bassa possibile, sempre per ottenere dal
avvolto al circuito i migliori risultati.
supporto cercando Ma vediamo come si realizza materialmente una bobina.
di mantenere Prima di tutto occorre trovare un supporto cilindrico che
le spire abbia un diametro esterno uguale a quello richiesto per
più ravvicinate l'avvolgimento. Quindi gli si arrotola intorno il filo, tenen-
possibile per do le spire il più vicino possibile e facendo tanti giri quanti
evitare dispersioni indicati nel progetto del circuito. Si sfila infine il supporto
del campo dal solenoide e si gratta, con un cutter od un coltello, lo
magnetico. smalto isolante dalle estremità della bobina in modo che
la saldatura faccia contatto con il conduttore.

400 30
NUMERO Questo abaco consente
I SPIRE di ricavare graficamente
300 I
mH l'induttanza di una bobina
conoscendo il numero di spire
20H/ di cui è composto e il diametro
delle spire. Il diametro del filo
è fisso.
I
100.
INDUTTANZ 50
I

50 \ 40

30

20
10
DIAMETRO NUCLEO
IN mm
Agli estremi della bobina occorre
raschiare per alcuni millimetri 5
lo smalto isolante per 12
consentire la saldatura 4
del componente sulla basetta.
[

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di veleno o trappola e non disturba l'uomo.
Il dispositivo non è molto
complesso da realizzare
ma, volendo contenere
le dimensioni, i componenti
sono molto ravvicinati
e quindi vanno montati
con attenzione.

Il circuito può essere alimentato a pile


ma qualora volessimo realizzare un apposito
alimentatore, in grado di fornire più potenza e quindi
di far emettere al tweeter un, suono più forte, ecco
lo schema. T1 è un trasformatore 220/18-24 V da 1 A;
P1 è un ponte di diodi da 80 V/1 A; C1 è un
condensatore elettrolitico da 2200 F 63 V; R1 vale 470 2.5 W.

T1
pecialmente per chi abita in campa-
S gna, o anche solo in estrema perife-
ria, diversi sono gli animali che, seppure p +
di stazza abbastanza modesta da non es-
sere pericolosi, possono comunque ri-
sultare estremamente dannosi: infatti, + R?
oltre ai soliti cani, gatti e topi, dobbia-
mo ricordare che esistono ancora (e c1
sempre, speriamo) ghiri, talpe, scoiatto- 220
li, serpenti, nonché uccelli di vario tipo.
Anche se alcuni di questi animaletti, co-
me scoiattoli e ghiri, sono graziosi e
simpatici, sono tuttavia capaci di di-
struggere una cassa di mele in poco stanza giovane), riesce a percepire suoni infastidire questi ultimi e quindi allon-
tempo, per citare solo un caso banale, se fino a 15+16 KHz, mentre gli animali tanarli o dissuaderli dall'avvicinarsi.
a fare non di peggio. sono in grado di rilevare suoni fino a Ora che abbiamo individuato i principi
Spesso, e in particolare quando si è ri- 25+30 KHz almeno. base su cui impostare il dispositivo,
dotti alla disperazione, si fa ricorso a E allora, così come l'uomo percepisce esaminiamo le soluzioni circuitali che
trappole o addirittura ad esche velenose un senso di netto fastidio in presenza di ci permettono di risolvere, anche abba-
per cercare di eliminarli: ma questo si- un fischio molto acuto e prolungato stanza elegantemente, i problemi con-
curamente, nonostante i fastidi e i danni (magari al limite della soglia di perce- nessi.
che ci sono stati arrecati, non è cosa zione auditiva), anche gli animali non
giusta ed è doveroso trovare rimedi al- gradiscono assolutamente un trattamen-
ternativi: il più ovvio è un qualche siste- to analogo: basta vedere come cani e ULTRASUONI MODULATI
ma per cercare di tenere gli animali gatti reagiscono al suono del fischietto
lontani da abitazioni e vicinanze. ad ultrasuoni. Il progetto è abbastanza semplice, sia
La cosa del resto è possibile, sfruttando Il rimedio sta allora proprio nell'appro- dal punto di vista dell'impostazione cir-
il fatto che un po' tutti gli animali, spe- fittare di questa netta differenza di per- cuitale che da quello della sua realizza-
cie se di piccola taglia, hanno un appa- cezione auditiva fra uomo ed animali: zione; seguendo lo schema elettrico
rato uditivo sensibile a suoni di frequen- producendo un segnale di frequenza ab- possiamo individuare i principi su cui si
ze anche molto elevate e comunque più bastanza elevata da non essere percepito basa il funzionamento del nostro dispo-
elevate di quello che è il limite di sensi- dagli esseri umani (e quindi tale da non sitivo.
bilità per l'orecchio umano. arrecare loro fastidio) ma non troppo al- Le prestazioni del circuito nascono dal-
L'uomo infatti, con orecchio in perfette ta da superare il limite degli animali, se la combinazione dei due circuiti inte-
condizioni (e quindi in età anche abba- ne può ricavare un semplice sistema per >»>»

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag 37


2

1 : lo zener DZ riporta una : il condensatore 3 TR1 è un transistor : R9 è una resistenza


fascetta argentata elettrolitico C3 riporta siglato TIP 2955. di valore piuttosto basso
su corpo nero, o nera una bandina scura su Si monta con la faccia in (470 2) che deve
su corpo argentato, che corpo chiaro (o viceversa) plastica girata verso C2. poter dissipare una
indica il catodo. contenente l'indicazione Se il dispositivo viene potenza di ben 5 W. Date
Nel nostro montaggio di polarità che può essere alimentato con le dimensioni è opportuno
la fascetta va rivolta il @ o il O a seconda la massima tensione montarla dopo tutti
verso la resistenza R4 delle marche. occorre accoppiare i componenti più piccoli
mentre l'anodo è rivolto Il terminale negativo va il transistor ad un piccolo in modo che non disturbi
verso C4. rivolto verso IC1. dissipatore di calore. l'inserimento di questi.

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994- Pag. 38


Per collaudare il circuito si collega
il tweeter a tro m ba e si ruota
il trim m er R10 fino a che il suono non
raggiunge la fre quenza desiderata.

grati di tipo 555 (il solito multivibratore


: il diodo LED è collegato in serie 6: nessun componente difficile tuttofare).
al piedino 3 di IC1 e quindi da reperire o che occorre
ICI, che potremmo definire "generatore
lam peggia alla stessa fre quenza autocostruire è incluso
di servizio", oscilla ad una frequenza di
dell'integrato consentendoci negli elementi necessari per 7±8 Hz circa, principalmente dovuta ai
di controllarne il funzionam ento. realizzare lo scaccia animali valori di R2 e Cl; il LED che è in serie
Il catodo, evidenziato da uno ad ultrasuoni. Nella foto manca al piedino 3 lampeggia appunto a que-
sm usso sul bordino in plastica solo il tweeter a tromba, esterno sta frequenza (quindi molto rapidamen-
del com ponente o dal term inale alla basetta poichè ha dimensioni te), consentendoci così di verificare il
più lungo va rivolto verso piuttosto grandi. Per normale funzionamento di questa im-
l'esterno della basetta. l'alimentazione occorrono 24-28 V. portante parte del circuito.
Dai piedini 2-6 di IC 1 viene prelevata
una tensione a dente di sega che, attra-
6 verso la resistenza di disaccopiamento
R4, si applica all'integrato IC2; vedia-
mone il motivo.
IC2 dal canto suo vien fatto oscillare al-
la frequenza (ultrasonica) definita dai
valori dei componenti R5/R6/C2, oltre
che dall'azione del segnale appunto ge-
nerato da ICI ed applicato al piedino 5
di IC2.
Infatti il "dente di sega" ha proprio lo
scopo di modulare in frequenza la nota
generata da IC2, cosicché la sua fre-
quenza, opportunamente tarata tramite
R5, venga fatta automaticamente e rit-
micamente variare fra i limiti di 20 e30
KHz; questo ha due scopi abbastanza
precisi (nonché legati fra loro): l'escur-.
sione fra questi valori di frequenz
senz'altro centra la zona di maggiore
fastidio per chi si desidera scacciare
contemporaneamente la continua varia-
»»
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994-Pag. 39
SCACCIA ANIMALI AD ULTRASUONI
zione della nota a frequenze così alte ri- Quel che serve ora è portare questo se- che attraversa il transistor durante gli
sulta particolarmente pungente e fasti- gnale al livello di potenza necessaria af- impulsi di conduzione (150+200 mA
diosa per chi la sente (pensiamo ali' ef- finché esso venga irradiato da un oppor- circa).
fetto su di noi delle sirene dei mezzi di tuno trasduttore; provvede a questo il Attraverso il condensatore di accoppia-
emergenza). transistor TRl, che, di tipo PNP, è mon- mento CS, il segnale passa al trasduttore
Ecco quindi che, dalla combinazione tato come "emitter follower", cioé ad in uscita, guarda caso realizzato con op-
dei due segnali prodotti dagli integrati uscita di emettitore, avendo appunto lo portuno "tweeter", cioé altoparlante a
IC l e IC2, abbiamo disponibile, sul pin scopo di amplificare non tanto in tensio- tromba per alte frequenze.
3 di quest'ultimo, la nota modulata che ne quanto in potenza. L'alimentazione prevista per questo cir-
ci interessa produrre; la sequenza e L'uscita vera e propria è quindi preleva- cuito può essere compresa tra 20 e 35 V
l'evoluzione dei segnali è illustrata ta dal resistore di emitter, che deve esse- cc (il valore piuttosto elevato serve per-
nell'apposita figura. re da almeno SW, data l'elevata corrente ché al tweeter sia applicata una potenza

I: ALTOPARLANTE TWEETER A TROMBA


Di tweeter adatti al nostro Il tipo più semplice di trasduttore che si è trovato disponibile per questa applica-
scopo ne esistono di svariate ione è un normale tweeter (in questo caso, piezoelettrico).
tonne e dimensioni per cui Cos'è un tweeter, tutti gli amanti della Hi-Fi lo sanno; per gli altri diciamo che si
conviene fare delle prove per tratta di un altoparlante di dimensioni piuttosto ridotte e di forma spesso a tromba,
individuare il tipo più adatto. che appunto per la sua particolare costruzione, risulta specificamente adatto ad
emettere i suoni della zona a frequenze più elevate nella banda audio, in genere ol-
tre i 4±5 KHze sino a qualche decina di KHz.
Esso, nel caso del tipo piezoelettrico, è costituito (come mostra la figura) da un di-
sco di materiale piezoelettrico; questo, appunto perchè tale, qualora sollecitato da
una tensione alternata, si mette in vibrazione emettendo i suoni che competono alla
frequenza della tensione alternata stessa.
Il materiale piezoelettrico è infatti caratterizzato dalfatto di deformarsi, se lavora-
to in piastrina, in una cena direzione qualora sottoposto ad una differenza di po-
tenziale di un segno fra le due superfici, e nella direzione opposta se sottoposto a
differenza di potenziale del segno opposto.
Un diffusore a tromba contribuisce ad irradiare nell'ambiente le oscillazioni mec-
caniche così prodotte. Occorre infine chiarire che, nella pratica quotidiana, capita
spesso di trovarsi fra le mani tweeter che danno risultati piuttosto scadenti rispetto
ad altri, anche perchè (a dire il vero) il nostro impiego è un po' forzato rispetto al-
le loro caratteristiche abituali. L'ideale quindi sarebbe che il lettore interessato
potesse procurarsi due o tre tweeter di diversa marca, provarli e selezionarli, stan-
do a vedere quello che fa scappare il gatto più lontano o più velocemente.

La membrana piezoelettrica
si mantiene in posizione
verticale quando non c'è
tensione (A) mentre
si curva in un senso
e nell'aHro (B■c) quando
è attraversata
da una corrente alternata.

= + +
A B e
Le dimensioni di un tweeter
piezoelettrico sono legate a quelle
del diffusore poichè la membrana e i
DIFFUSORE PIEZO contatti occupano pochissimo spazio.
Ricordiamoci di rispettare la polarità.

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994- Pag. 40


,

sufficiente allo scopo che ci siamo pre-


fissi); per questo motivo la tensione per
i due integrati è ridotta ai 12 V prescrit-
ti mediante la 'resistenza di caduta R9 e
lo zener DZ1, che rende tale valore di
tensione stabile quanto basta (C3 e C4
costituiscono gli elementi filtranti con-
tro possibili ronzii e rumori).

INGOMBRO LIMITATO

Ora che il funzionamento dei vari stadi


è stato sviscerato, non resta che passare
alla costruzione del dispositivo; dato
che è consigliabile, in questo caso, con-
centrare il tutto in poco spazio per limi-
tarne l'ingombro e facilitarne l'installa-
zione, è quanto mai raccomandabile ri-
correre, per la massima garanzia di ot-
tenere buone prestazioni, alla versione
a circuito stampato, cosicché sulla ba-
setta si possa effettuare un montaggio
semplice, ordinato e sicuro.
Si installano quindi per iniziare, tutte le
resistenze (salvo RIO, per il momento),
gli zoccoli per i due integrati, il diodo
Zener (attenzione a rispettare la posi-
zione del catodo, contrassegnato dalla
striscetta in colore, in genere bianco su
corpo nero) ed i condensatori non pola-
rizzati (cioè che si possono inserire in
qualsiasi verso) Cl-C2-C5.

LE POLARITÀ Vuoi ricevere an-


che tu quest'ac-
I due condensatori elettrolitici C3 e C4 coppiata vincente
vanno inseriti tenendo conto della pola- Clibro più tester)?
rità stampigliata sulla custodia (atten- Compila il cou-
pon, ritaglialo,
zione che sono uguali le capacità ma
incollalo su carto-
non le tensioni: C4, quello più grosso o
lina postale e spe-
più alto, è da 50:60 V di tensione di la- disci a
voro).
n trimmer R5 non ha polarità da rispet- EDIFA
15066 GAAL
tare (salvo la conformazione meccanica
dei piedini) e altrettanto dicasi per R 1 O:
quest'ultima però va montata non già -
Sol• O 46 000 I"lr8 -1
-~
-----• •Desidero ricevere il
spingendola a contatto della basetta,
bensì tenendola sollevata di 4-5 mm tester elettronico Valex e
I il libro "fai da te l'elettri-
per la miglior dissipazione del calore.
Anche per TRl si deve rispettare rigo- rsrR Ermoco 1 spese
• di2% %..
rosamente un verso ben preciso, che nel
nostro caso prevede la faccia metallica
spedizione).
Leggero, di. dimensioni contenute,
con ampio display digitale a 4
caratteri ben leggibili, comoda
I
(cioé la piastrir.a per la dissipazione) nome
manopola per selezionare le
orientata verso es.
Completato e ricontrollato il montag-
funzioni, dotato di provatransistor.
1
cognome

gio, col suo relativo cablaggio, si passa


)))) .2±99%2
di illustrazioni, tutte le operazioni
1-
I
cAf1
passo • passo, testi scritti da
esperti per sapere in pratica come
lavorare sull'impianto elettrico. I
città

firme
·-·- ·- ·- ·- ·
R9
Q
+

CJ
• Il
+
:l
•C4
~

- RTO
I

I
RT Il Il D? 3': ,
71
l l I f R5 L 4 8
W 5 i
l=====E
R2 I
61
I C 1
[' r'...
R6
si
IC2

I
3

R8
Il

Il
Il
G
TR1
e

211 5
n.u.
11 li 1 • Ti Il Il

C1 C2

Schema elettrico del generatore di ultrasuoni


scaccia animali; la combinazione dei due IC 555
consente una soluzione al contempo semplice
ed elegante del problema.

-·'
R9 vcc@
Piano di montaggio su basetta
a circuito stampatò, in questo caso
°a.gp,,
"" Rt, (7DZ ~ ~
s = ~
o
del tutto raccomandabile
e
e
t jj, 4
' c::G:i:ii,=, R8 C1,
trattandosi di circuito semplice
ma non elementare. Il tweeter
va montato esternamente
'@ u e
I TW
al dispositivo con la stessa polarità
dell'alimentazione (pin 3 positivo,
4 negativo)
O
Rl
t +
a Cl
CE •
cGiiiPR7
1

R5
I
e
e
i
• es

vcc@
e o

Il circuito stampato è qui visto


dal lato rame nelle sue dimensioni
reali. La riproduzione del tracciato
non è delle più semplici soprattutto
in corrispondenza dei due integrati
dove le piste sono sottili
e ravvicinate.

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994 - Pag. 42


SCACCIA ANIMALI AD ULTRASUONI
Illustrazione grafica delle forme tere il tweeter) occorre ruotare il trim-
d'onda generate da IC1 (A) e da IC2 mer finché non sivarri i ad ascoltare
(B) e di quest'ultima se non vi fosse (naturalmente, con tonalità altissima) la
l'azione di IC1 (C); in effetti, nota emessa; continuando a ruotare nel-
1C1-2
bce all'uscita di IC2, l'onda appare la stessa direzione, si sente la frequenza
modulata in frequenza (cioè con la calare; ad ogni modo, occorre notare
frequenza che slitta ritmicamente anche la variazione periodica della fre-
da 20 a 30 kHz circa) appunto quenza stessa, che slitta automatica-
e
vcc
sotto l'effetto del segnale A. mente fra due valori.
Una volta che questo controllo ad orec-
e chio sia terminato confermando il rego-
lare funzionamento dei vari stadi che
compongono il circuito, bisogna ripor-
A tare il trimmer in direzione opposta, più
o meno al limite della regolazione, in
modo da non avvertire più alcuna sen-
sazione sonora, ma chi ha orecchie per
intendere intenderà.
TW
B CONSIGLI DI UTILIZZO

Come sempre è raccomandabile inserire


la basetta entro un adatto contenitore;
naturalmente, in questo caso la scatola

L.LILLI
adottata può essere quella stessa che
contiene il tweeter, e si potrebbe tratta-
re di un piccolo box per altoparlante,
quindi già dotato dell'apposito foro.
Naturalmente, questo box va installato
I I orientandolo verso la zona che si desi-
20---- 30 KHz dera proteggere in modo particolare,
cosicchè gli ultrasuoni prodotti vi arri-
vino chiari e robusti.
COMPONENTI al collaudo ed alla taratura.
Infatti per la messa a punto del nostro
Nei casi in cui si ritenga di aver biso-
gno di una maggiore potenza (andando-
apparecchio, se non abbiamo l'apposita ci cauti, però), si può allora sfruttare al
R1 = 12 KO strumentazione da laboratorio, possia- massimo la tensione di alimentazione,
R2 = 100 KO mo tranquillamente supplire con le no- per esempio mettendo in serie 3 batterie
R3 = 1200 2 stre orecchie, naturalmente portando il anziché 2, oppure ricorrendo ad un ali-
R4 = 56 KO dispositivo a funzionare provvisoria- mentatore a tensione più alta; per quel
R5 = 47 KQ (trimmer) mente sotto il limite di percezione acu- che riguarda il circuito, basta provvede-
R6 = 4700 2 stica dell'udito umano. re TR 1 con un congruo dissipatore, cioé
R7 =18KO un apposito radiatore metallico in grado
R8 = 270 2 di dissipare la maggior potenza in ballo.
R9 = 4702.5 W COLLAUDO AD ORECCHIO Qualche precauzione va, in questo caso,
R10= 1202-5W prevista anche per il tweeter, in quanto
C1 = 1 F (mylar) Si comincia col dare tensione di ali- il limite di potenza di questi componen-
C2 = 2200 pF mentazione, per la quale si può rime- ti non è poi tanto ampio.
c3 = 220 F · 16 V diare o con un paio di batterie da 12 V Basta allora collegarne 2+3 in parallelo,
(elettrolitico) collegate in serie, o con un alimentatore avendo però cura di rispettare la pola-
C4 = 220 µF • 63 V da rete in grado di erogare i classici rità di eccitazione; infatti, delle due lin-
(elettrolitico) 24+28 V (anche se non stabilizzati), te- guette che fungono da capofili sui
C5= 1 F (mylar) nendo conto che la corrente assorbita tweeter, una è sicuramente contrasse-
IC1 = IC2 = 555 dal circuito è sui 200+250 mA. gnata o da un segno + oppure da un
TR1 = TIP 2955 Una semplice soluzione per chi voglia punto colorato : tutti questi punti devo-
DZ=12V.1W realizzarsi un adatto alimentatore è qui no essere collegati fra loro.
DL = LED (verde) suggerita con un apposito schema di Il dipositivo ora è pronto: la "guerra
TW = tweeter (vedi box) principio. ecologica" a tutti gli animali indeside-
Vcc = 24+28 V Una volta che si sia collegata l'alimen- rati (senza far loro alcun male) può co-
tazione al circuito (si ricordi di connet- minciare.
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994-Pag. 43
IL RITORNO DELLE VALVOLE

L'ACCOPPIAMENTO
DEGLI STADI
Vediamo com'è possibile accoppiare due stadi
amplificatori per ottenere un segnale di elevata potenza
da uno molto debole. Un primo metodo è quello di usare
un condensatore collegando l'anodo del primo
stadio con la griglia del secondo.

ono molti i motivi per cui si ha la ne-


S cessità di accoppiare tra loro più sta-
di, che possono svolgere anche funzioni
gando, però, l'anodo del primo stadio
con la griglia del secondo.
Esaminiamo il primo metodo, chiamato
rabile, come se il condensatore diventas-
se, cioè, un cortocircuito. In questo mo-
do, è come se la placca del primo stadio,
diverse, Un classico esempio è quello in ad accoppiamento RC, in cui viene fatto nei confronti del segnale, fosse collegata
cui sia necessario ottenere un'elevata uso di un condensatore. Esso ha il com- direttamente alla griglia del secondo sta-
amplificazione, in quanto il segnale da pito di arrestare la componente continua dio. Ad essa è, però, collegata anche la
amplificare ha un'ampiezza molto ridot- della tensione anodica presente sulla resistenza RG2, la quale ha la funzione
ta. In questo caso, vengono impiegati placca della prima valvola, ma deve pre- di collegare la stessa alla massa, ai fini
due distinti stadi amplificatori, collegati sentare anche una reattanza molto limi- di una corretta polarizzazione del tubo
in cascata, cioè tra loro. Ogni stadio ha tata nei confronti del segnale alternato Questa resistenza influisce sul guadagno
un suo guadagno di tensione, ma il gua- da trasferire. Se il valore di tale conden- del primo stadio, in quanto, sempre nei
dagno complessivo risulta essere il pro- satore viene scelto sufficientemente alto, confronti del segnale alternato, è come
dotto dei due. Tale accoppiamento si la reattanza da esso presentata nei con- se essa si trovasse collegata in parallelo
può ottenere in più modi, sempre colle- fronti del segnale alternato risulta trascu- alla resistenza di carico anodico del pri-
mo stadio stesso.

LO SCHEMA

Si può capire meglio questo concetto ri-


ferendoci allo schema elettrico qui a de-
stra: in esso è raffigurato anche il con-
densatore di filtro relativo all'alimenta-
tore anodico C, al cui polo positivo ap-
pare la lettera maiuscola A, che sta a in-
dicare che questo terminale va collegato
al circuito anodico dei due stadi.
Il suo valore capacitivo è evidentemente
alto, perciò esso presenta una reattanza
del tutto trascurabile nei confronti del
segnale alternato, cosicchè il punto A
può essere considerato riferito a massa.

Le dimensioni delle valvole


e di conseguenza delle loro placche
variano in funzione della corrente
anodica sopportata e della relativa
dissipazione di placca.

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994- Pag. 44


Tale punto è anche collegato al tenni na- mento considerevole del valore del resi-
le I della resistenza anodica del primo store di griglia si va incontro a problemi
tubo, la quale, avendo il terminale oppo- di instabilità del potenziale di polarizza-
sto 2 in comune con la resistenza RG, è zione di griglia.
come se si trovasse in parallelo a Precedentemente si era affermato che
quest'ultima. nel circuito di griglia non si ha circola-
E' evidente che, in questo caso, il guada- zione di corrente quando essa si trova
gno dello stadio non va calcolato riferen- polarizzata negativamente nei confronti
doci alla sua sola resistenza anodica, ma del catodo. Tale affermazione è vera so-
alla resistenza che risulta dal parallelo di lo nel caso non si superi un certo valore
questa con quella di griglia dello stadio a di resistenza di griglia, alcune volte indi-
esso accoppiato, la quale prende il nome cato anche dal costruttore del tubo, ge-
di "resistenza dinamica". neralmente con il simbolo Rg max.
Pertanto, in uno stadio amplificatore con Se, però, tale valore viene superato e, di
triodo, il guadagno di tensione si calcola conseguenza, la griglia si trova molto
moltiplicando il del tubo per la resi- lontana dal potenziale di massa, un sia
stenza dinamica e dividendo, poi, il pro- pur piccolo numero di elettroni emessi
dotto ottenuto per la somma della stessa dal catodo, che non hanno velocità suffi-
resistenza dinamica con quella differen- ciente per raggiungere l'anodo, vengono
ziale interna ra. raccolti da questa, dando luogo a una de-
Poiché la diminuzione del guadagno così bole corrente che percorre il resistore.
ottenuto è da imputarsi al basso valore Questa, che è detta "corrente inversa di
della resistenza di griglia, si è portati a griglia", dipende dalla percentuale di gas
pensare all'opportunità di aumentare il residui comunque esistenti ali' interno
valore di quest'ultima, in modo da limi- del tubo, nonostante si sia cercato di Una rara valvola di costruzione
tare gli effetti di attenuazione da essa in- crearvi un forte vuoto. Tale corrente, pur russa ci mostra la bellezza, anche
trodotti. Tale soluzione non è, però, essendo di debole intensità, introduce estetica, di questi preziosi
adottabile nella pratica, perché a un au- >)») componenti.

Questo schema. elettrico esemplifica il collegamento tra due stadi amplificatori: l'anodo del primo stadio si
collega alla griglia del secondo interponendo un condensatore. Esso ha il compito di arrestare la componente
continua della tensione anodica presente sulla placca, ma deve presentare anche una reattanza molto limitata
nei confronti del segnale alternato da trasferire. Nel testo troviamo l'esame approfondito dello schema.

+7 A

2
CA
Ci
o0 lA
« {

+ RG2

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994-


L'ACCOPPIAMENTO DEGLI STADI
una caduta di tensione apprezzabile, es- za di griglia dello stadio a cui è accop- piccole correnti di fuga, per evitare che
sendo elevato il valore della resistenza ai piato, costituendo con essa un partitore una sia pur limitata corrente di fuga, at-
cui capi si manifesta. di tensione. Così, alla griglia dello stadio traversando la resistenza di griglia, pro-
A causa di questa caduta di tensione, la successivo giunge un segnale sempre più vochi i già citati disturbi di polarizza-
griglia non si trova più allo stesso poten- basso all'aumentare della reattanza pre- zione. La scelta e il dimensionamento di
ziale della massa, come invece occorre sentata da detto condensatore, la quale questa rete di accoppiamento rivestono
per ottenere una buona polarizzazione, il aumenta in proporzione con la diminu- quindi, un'importanza notevole ai fini di
che provoca conseguentemente irregola- zione della frequenza a esso applicata. una buona estensione di risposta alle
rità nel funzionamento del tubo. Il valore tipico di capacità di questo con- basse frequenze, non essendo possibile
densatore, generalmente, non supera gli aumentare di molto la capacità di accop-
0,1-0,22F in quanto esso, pur dovendo piamento, non solo per i motivi appena
IL CONDENSATORE lasciar passare anche le frequenze più esposti, ma anche per non andare incon-
basse deJlo spettro sonoro, è posto tra tro a pericolosi disturbi provocati
Un altro elemento che può influire nega- due punti ad alta impedenza. dall'innesco di oscillazioni parassite di
tivamente sul comportamento del circui- Come si è cercato di far capire, dunque, pochi herz. Questo fenomeno, che è
to di amplificazione preso in esame è il le caratteristtche di amplificazione in chiamato "motor-boating", è dovuto al
valore della capacità di accoppiamento funzione delle frequenze basse dipendo- fatto che l'impedenza dell'alimentatore
dei due stadi. no dalla costante di tempo del conden- anodico, che di solito si ritiene nulla,
Si è già detto in precedenza che la reat- satore di accoppiamento riferito alla re- non è, invece, affatto trascurabile a fre-
tanza che tale condensatore presenta nei sistenza dello stadio a cui questo va ac- quenze molto basse, alle quali può in-
confronti del segnale alternato viene coppiato. Appare anche evidente che, trodurre variazioni di fase, che, a loro
considerata trascurabile. Dato che, però, non essendo possibile elevare di molto volta, provocano variazioni d'impeden-
la reattanza di un condensatore aumenta il valore della resistenza di griglia per i za di carico anodico.
in rapporto alla diminuzione della fre- motivi precedentemente esposti, l'alter- L'eliminazione di questo inconveniente
quenza a cui esso è sottoposto, se viene nativa rimane quella di aumentare la ca- non è facile e, perciò, richiede un ap-
fatto lavorare a frequenze molto basse, pacità del condensatore di accoppia- profondimento che verrà esposto nella
la sua reattanza non può più essere tra- mento. All'aumentare, però, di questa prossima puntata, insieme con il metodo
scurata. Infatti, tale condensatore, nei capacità, deve corrispondere anche un per accoppiare tra loro più stadi senza
confronti del segnale alternato, viene a proporzionale aumento della qualità del far uso di condensatori, detto "metodo
trovarsi collegato in serie con la resisten- componente stesso, che deve presentare ad accoppiamento diretto".

Le basette di un preamplificatore
e del suo alimentatore (a sinistra):
nel preamplificatore le valvole vengono
accoppiate tramite vari tipi di condensatori;
ciò comporta un notevole spreco di spazio.

ELETTRONICA PRATICA- Maggio 1994- Pag. 46


SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
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dell'elettronica.

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LA LEGGE DI OH solo
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COSA
CONTIENE
Questo è l'indice degli argomenti lattati.
e COS't L'ELETTRONICA e I CONDUTTORI E GLI ISOLANTI
e LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e A RESISTENZA VARIABILE
• IL CONDENSATORE • LA BOBINA • IL CIRCUITO BOBINA cm:
DENSATORE e I SEMICONDUTTORI e Il DIODO e IL TRANSISTOR
e Il CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO e SALDA-
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE KIT
+

Oltre ala palle teorica manuale propone dieci facili kit da montare
il

eI VAaAORE DI LUCE e /L SINIONZZATORE e LI?ROGAZIONE AUTO-


MATICA e IL MASSAGGIATORE LO SCACCGAINSETTI AD ULTRASUO-
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1

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ANTIFURTO

ALLARME ELETTRO OTTICO


CON SIRENA
Consente di segnalare l'accensione o lo spegnimento
di una fonte di illuminazione, naturale o artificiale,
in un qualche ambiente.
L'apparecchio interviene azionando una piccola
sirena perforante che richiama l'attenzione.
Nel nostro prototipo la fotoresistenza
viene montata direttamente sulla basetta
ma è anche possibile collegarla al circuito
tramite un cavetto schermato a due poli
più calza, di quelli usati per i microfoni.

La sirena
elettronica da noi
utilizzata emette
un fischio forte
e acuto che si può
sentire anche ad una
certa distanza.

apita a volte di trovarsi sottomano un fotoresistore, cui segue la necessaria viazione standard che non significa che
C dei componenti talmente interes-
santi da non resistere alla tentazione di
circuiteria, che passiamo ora ad esami-
nare, studiandone lo schema elettrico.
la tensione sia effettivamente O, bensì
solo a livello basso. In effetti, in questa
costruirci qualche apparecchietto: que- condizione di funzionamento, sul col-
sto è uno di quei casi, ma ne vale anche lettore si trovano 2±3 V, e quindi vi è
la pena. UNA SIRENA inserito DZ che serve appunto per eli-
Il mercato dell'elettronica offre delle si- AZIONATA DALLA LUCE minare questo residuo di tensione pre-
rene, piccole ed eleganti nonché molto sente quando TR2 è in saturazione.
efficienti, che emettono un fischio acu- FR, appunto il fotoresistore ora citato, Quando invece TR2 è in interdizione, la
tissimo; ciò grazie all'impiego di appo- ricevendo luce (anche debole, solare o tensione di collettore è nettamente più
siti trasduttori, oltretutto sistemati entro artificiale che sia) diminuisce la sua re- alta di quella di DZ, e quindi TR3 può
contenitori idonei ad esaltarne l'effi- sistenza; l'effetto di questa variazione esserne a sua volta polarizzato, così da
cienza acustica. può essere adeguatamente dosato trami- andare in saturazione: si accende allora
Proprio per utilizzare questi tipi di sire- te il trimmer R2, che agisce come rego- il LED di segnalazione e, quel che più
ne (da non confondere quindi con quel- latore di sensibilità per l'intervento conta, si atti va il funzionamento della
le elettromeccaniche), abbiamo realizza- dell'apparecchio. sirena.
to un progettino facile facile ma anche Tale diminuzione di resistenza provoca Si ottiene così il risultato programmato:
molto utile ed interessante. un passaggio di corrente nel circuito di FR è colpito dalla luce quindi suona
Si tratta di un allarme che parte automa- base di TRl, il quale va in saturazione l'allarme.
ticamente quando in un locale che si mandando il collettore a stato O; ciò to- Nel caso, invece, che volessimo ottene-
vuol mantenere sotto sorveglianza viene glie polarizzazione a TR2, il cui collet- re l'effetto opposto, cioè sirena in fun-
accesa la luce; si può anche, con una tore va quindi alto, cioé a stato 1. zione quando FR passa al buio, basta la
semplice modifica, invertire l' interven- Si tratta del comportamento tipico di un piccola modifica allo stadio d'ingresso
to, cioé attivare l'allarme quando il lo- trigger di Schmitt, ed è appunto secon- indicata dall'apposita variante dello
cale passa ali' oscurità. do questo circuito che TRl e TR2 sono schema elettrico.
Il componente base per ottenere la tra- qui montati con gli emettitori collegati In tutte e due i casi, qualora la segnala-
sformazione della luce in un opportuno in comune su R6. zione di allarme dovesse esser realizza-
segnale di comando è, come prevedibile, Ricordiamo che stato zero è un'abbre- ))»

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 49


o e o io •

RT
r {1E # T r r o
FR

R4 01
Ct 11+
DL

R5
TRJ
e

I1
.
<5, %%
Il
-r...... e 'a3
n
Il
Il

Il
+d
o
R6

Schema elettrico dell'allarme a sirena elettronica; I componenti Inclusi


nella parte di circuito contenuta entro il riquadro
tratteggiato sono quelli montati sulla basetta a circuito stampato.
-·-· -·- -·-·-· -·-·-·-·--· -· -·

RT
COMPONENTI
R1 = 1200 2
R2 = 22 KQ (trimmer)
R3 = 4700 Q
R4 R4 = 560 2
R7
R5 = 4700 2
R6 = 560 2
R7 = 2200 2
• I,
R8 = 4700 Q
R9 = 1200 Q
R5 C1=100µF-16V
(elettrolitico)
TR1 = TR2 = BC237
TR3 = 2N1711
FR = fotoresistore
S = sirena elettronica
D1 = 1N4004
DZ = 4, 7 V - 0,5 W

R6
Variante circuitale per realizzare
la versione che si attiva quando
li ' k FR rimane in oscurità, mentre
il circuito precedente prevede
l'attivazione quando FR è colpito
dalla luce.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 50


RME ELETTRO OTTICO
SIRENA
Il circuito stampato è qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni reali. Le piste con un andamento
molto lineare sono facili da riprodurre.

+ e
VCc
5 6
a O C

Piano di montaggio della basetta a circuito stampato:


il fotoresistore deve essere collegato ai relativi terminali
mediante cavetto schermato; la sirena si attacca
ai terminali 4 e 5 tramite i fili già presenti
in uscita dal componente.
I +vcc
.I
ta con un sistema diverso, e magari
maggior assorbimento di corrente, la
piccola sirena cui si deve attribuire la
realizzazione di questo dispositivo può
essere accantonata e sostituita da un -VCC
relé: può essere tipicamente il caso di
volere (o dovere) usare una sirena di ti- Tutti i componenti necessari per la realizzazione dell'allarme elettro-ottico
po elettromeccanico, il cui assorbimento dovrebbero essere di facile reperibilità. La sirena si può trovare
in genere è ben maggiore dei 0,5 A pre- a poco prezzo nelle varie fiere mercato di materiale elettronico
visti nel nostro circuito. che periodicamente si svolgono in tutta Italia.
La tensione di alimentazione deve esse-
re compresa fra 12e 14 Vcc; affinché il
dipositivo (che può servire come fotoco-
mando e per impieghi piuttosto impe-
gnativi) presenti elevata affidabilità, è
indispensabile che tale alimentazione
sia di tipo stabilizzato.
Il consumo del circuito è comunque irri-
sorio in stato di riposo, mentre con al-
larme inserito esso dipende dal tipo di
carico applicato.
Per quanto riguarda le funzioni circuita-
li degli ultimi componenti presenti a
schema, possiamo ricordare che Cl ha
lo scopo di filtrare eventuali disturbi che
possono localizzarsi sull'alimentazione,
mentre D1 protegge TR3 dai possibili
picchi di tensione che possono verificar-
si commutando un carico induttivo, nel
»»
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 5
ALLA E ELETTRO OTTICO CO
caso quindi che in uscita venga collega- i quali l'unica (ma non trascurabile) la faccia piana su cui sono riportate le
to o un relé o una sirena di tipo elettro- precauzione consiste nell'accurata in- sigle sia orientata correttamente; per
meccanico (e di piccola potenza). terpretazione del codice colori, si mon- TR3 serve da riferimento il dentino che
tano i due diodi previsti in circuito, ri- sporge dalla base del contenitore metal-
PER SENTIRE SUONARE spettandone il verso di inserimento (la lico; nel diodo LED, il contrassegno per
L'ALLARME striscetta in colore indica il catodo) ed indicare il catodo è il leggero smusso
i soliti terminali ad occhiello per l'an- nel bordino che fuoriesce dal corpo in
Non resta ora che passare al montaggio coraggio dei fili di cablaggio plastica.
del nostro circuito che pur nella sua CI reca, stampigliati sulla protezione in Resta ancora il trimmer, in cui la posi-
semplicità è realizzato su una basetta a plastica, i contrassegni della polarità zione dei terminali vincola l'inserimen-
circuito stampato. con cui va montato. to senza possibilità di errori.
Dopo aver sistemato tutti i resistori, per TRl e TR2 vanno inseriti in modo che Infine il fotoresistore va provvisoria-

IL TRASDUTTORErebbe
ELETTRONICO
ben più elevata del valore citato.
Questa versione di sirena viene definita elettronica ara-
gion veduta, infatti il trombino ( ovvero il contenitore sa- È di estrema importanza per questi dispositivi, essendo-
gomato) che porta in testa la capsula piezoelettrica con- ne poi lo scopo finale, il loro rendimento acustico, o me-
tiene anche una piccola basetta su cui è realizzato il cir- glio il livello sonoro che se ne può trarre in determinate
cuito che serve per eccitare il trasduttore. condizioni di prova.
Si tratta di un oscillatore a frequenza audio, sui Il livello acustico del segnale emesso si misura, come
2500+3000 Hz, realizzato con un integrato C-MOS di ti- prevedibile, in dB; in questo caso il livello è di 105 dB,
po 4069, seguito da un transistor che ne irrobustisce un valore di tutto rispetto, anche tenendo conto del tim-
l'uscita per pilotare la capsula piezoelettrica. bro "perforante" del segnale emesso; in ogni caso, ove
Nello stadio d'uscita, per aumentare la resa acustica si debba o possa effettuare una scelta, più alto è il nu-
complessiva, è presente una piccola induttanza per ele- mero espresso in dB, più intenso è il suono emesso.
vare la tensione di segnale. Vengono qui di seguito riepilogate le principali caratte-
La frequenza da cui esce la nota è scelta in corrispon- ristiche tecniche del tipo di sirena elettronica adottata
denza del miglior compromesso fra la sensibilità nel nostro apparecchio: la frequenza è di 2500-3000
dell'orecchio umano e la resa del materiale ceramico Hz; il livello acustico è di 105 dB; l'alimentazione è a
usato per realizzare il trasduttore piezoelettrico: ed è 12 V; la corrente massima è di 150 mA; la potenza mas-
noto che la frequenza di taglio di questi dispositivi sa- sima è di 10 W.

La nostra sirena comprende, oltre alla capsula


piezoelettrica, anche una piccola basetta·
contenente il circuito che eccita il trasduttore.
Il circuito è un oscillatore a frequenza audio
sui 2500-3000 Hz realizzato con un integrato
C-MOS di tipo 4069.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 52


mente collegato ai due terminali sullo
stampato, ma poi può essere trasferito
in posizioni migliori per le condizioni
di illuminazione; qualora sia posto ad
una certa distanza dalla basetta con il
circuito dell'allarme, è consigliabile
usare del cavetto schermato (tipo quello
dei microfoni) a due poli più calza, per
evitare che disturbi elettrici entrino in
circuito riducendone il funzionamento:
la calza si collega al terminale 3 che è il
comune del circuito.

SOLUZIONI DIVERSE Il fotoresistore può essere saldato


direttamente ai pin 1 e 2
In certe istallazioni, può essere necessa- del circuito, che va poi racchiuso
rio sistemare FR dentro un tubo di pla- in una scatola lasciando sbucare
stica (nero): ciò, quando si vuol riceve- il componente.
re un comando di attivazione (sia esso
corrispondente a "luce" o "buio") da
una certa distanza e da posizione fissa, RL
e contemporaneamente si deve elimina-
re l'influenza di altre fonti di luce che Variante in uscita, che prevede , k i
possano disturbare il comportamento un relé per poter attivare
dell'allarme elettro-ottico. qualsiasi tipo di utilizzazione.

+.60 lu. "

-
~

• Costruire.
la!
Uno splendido divano in
..-
file libre
modulare
t

stile, con i braccioli in legno massello ricurvo,


diventa un pe:z::z:o unico usando il lamellare
di frassino.

• Attrezzature. Filettare l'interno di


un foro (con l'impiego di maschi e giramaschi)
o l'esterno di un cilindro (con le filiere):
conosciamo tutte le regole per un buon risultato.

• Reportaae. Costruiamo con pochi


attre:z::z:i c:telle rustic"Fre case in minatura,
ricercando in natura le pietre i materiali occorrenti.

DOSSIER SCALE A CHIOCCIOLA


DENTRO E FUORI

t .500
UNA GUIDA
PER CHI GUIDA
na delle ultime novità nel campo nei punti statisticamente a rischio.
U della sicurezza automobilistica è il
sistema Securvia realizzato dalla Ma-
Ne esiste anche una versione mobile per
segnalare temporanee situazioni di peri-
gneti Marelli. Esso permette di avvisare colo (ad esempio lavori in corso) ed una
con anticipo il guidatore della presenza, veicolare, per gli automezzi di emergen-
lungo il tragitto che sta percorrendo, di za oppure per i mezzi operativi delle so-
una situazione di pericolo. cieta' di gestione delle strade.
E' nato in seguito all'individuazione, Chiunque voglia sfruttare il sistema per
lungo la rete stradale, di punti dove con viaggiare più sicuro deve munirsi di un
Riceve gli impulsi emessi maggiore frequenza si verificano inci- piccolo apparecchio ricevitore che è in
dai trasmettitori situati denti mortali. grado di decodificare il messaggio radio
Ecco allora l'ingegnosa idea di installa- e trasformarlo in un'indicazione chiara
nei punti pericolosi re apparecchi in grado di trasmettere via ed efficace per il guidatore. L'apparec-
della rete stradale e avvisa radio l'indicazione di pericolo. chio é costituito da un'antenna contenu-
in anticipo il guidatore La portata utile dei trasmettitori varia ta in un portatagliandi per bollo ed assi-
curazione che va posizionato sul para-
fra i 250 e i 450 metri sulle strade ordi-
con un chiaro segnale narie, mentre sulle autostrade può anche brezza ed é collegato ad un decodifica-
acustico e visivo. raggiungere i 1000-1500 metri. tore che, grazie alle sue piccole dimen-
Per poter segnalare tutte le possibili si- sioni (circa 9x5 cm), può essere instal-
tuazioni di pericolo esistono tre tipi di lato al di sopra dello specchietto retrovi-
trasmettitori. Quello di tipo fisso, ali- sore. Il decodificatore è munito di un
mentato a batterie solari, viene installato pannello contenente sei simboli, due re-
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 54
1: il ricevitore Securv ia viene
montato al di sopra
dello specchietto re trovisore .
È collegato ad un'antenna
incorp orata nel portabollo
da applicare al para brezza .

2: il display contiene due sim boli


quadrati e quattro triangolari.
Quelli quadrati indicano situaz ioni
di intralcio alla circ olazione
sulle aut ostrade mentre quelli
triangolari riproducono i segnali
di pericolo generico.

Per pot er segnalare tutte


le possibili situazioni di pericolo
sono sta ti realizz ati tre tipi
di trasm ettitore : fisso, installato
nei punti dove si sono verificati
più incidenti (3); mobile,
pe r segnalare ad esem pio i lavori
in corso (4); veicolare ,
destinato ai mezz i emerg enza (5).

lativi a situazioni di rallentamento sulle INTRALCIO IN AUTOSTRADA STRADA


autostrade, gli altri quattro corrispon- SULLA CORSIA SUD O EST SCIVOLOSA
denti ai tradizionali segnali triangolari i.
di pericolo. Il dispositivo è completa- PASSAGGIO
mente automatico. All'avviamento del PEDONALE
motore, nel dispositivo si attiva automa-
ticamente un test di corretto funziona-
mento, viene emesso un breve "bip" e 2
ESE%a
r ,,t... E
tutte le spie si accendono per due secon-
di. Quando il veicolo entra nel campo di
azione di un trasmettitore, il ricevitore
LAVORI
emette il "bip" e la spia lampeggia.
Si trova presso tutti i servizi Magneti IN CORSO
'
Marelli e costa lire 300.000. INTRALCIO IN AUTOSTRADA PERICOLO
SULLA CORSIA OVEST O NORD GENERICO

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pa


FERMODELLISMO - - - -- -1

ALIMENTATORE
MODULARE PER TRENINI
(SECONDA PARTE)
Dopo aver realizzato l'alimentatore vero e proprio
passiamo alla costruzione del regolatore di velocità.
Con quattro dei circuiti che proponiamo si possono
comandare indipendentemente altrettante locomotive.
na volta realizzato l'alimentatore
U (presentato nel numero di aprile di
Elettronica Pratica) si possono costruire
i regolatori di velocità: se possediamo
una sola linea di binari ne basta uno, al-
trimenti ne dobbiamo costruire tanti
quanti sono i trenini da comandare indi-
pendentemente.
Se ali' alimentatore colleghiamo fino a 4
regolatori basta prevedere un trasforma-
tore da 40 W mentre se ne occorrono di
più (fino ad un massimo di I 0) il tra-
sformatore per l'alimentatore deve esse-
re da I 00 W e il ponte di diodi da mon-
tare sull'alimentatore deve essere da 8-
1 O A anzichè da 3 A.
Il circuito del regolatore modulare è un
po' più complesso dell'alimentatore: è
composto da un TDA 2040, un amplifi-
catore integrato di BF che in questo ca-
so lavora come operazionale di potenza
autoprotetto e pochissimi altri compo-
nenti esterni.
Ecco svelata la funzione delle tensioni
simmetriche di 5 Vcc: esse alimentano
il partitore resistivo variabile Rl, PI e
R2. A seconda della posizione del cur-
sore di PI abbiamo una tensione positi-
va, nulla o negativa sul pin di ICI.
Esso amplifica tale valore erogando una
tensione in uscita tale da far muovere il
treno. Regolando P l si può fare andare Il regolatore di velocità per trenini ha dimensioni molto contenute
avanti, indietro e bloccare il convoglio. che ne consentono l'inserimento all'interno di una piccola scatoletta.
R4 e CS impediscono il verificarsi di Tramite il potenziometro P1 si regola la velocità e si inverte
>))» il senso di marcia.

Schema di collegamento dell'alimentatore con i regolatori di trazione e di questi ultimi con i binari.
Per sicurezza tra regolatori e binari è bene inserire fusibili da 0,5 A. L'alimentatore può sopportare fino
a 4 regolatori se alimentato da un trasformatore da 40 W e fino a 10 con uno da 100 W. In questo caso
occorre però sostituire il ponte di diodi dell'alimentatore con uno da 8-10 A.

BINARI
LINEA 2

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag 57


02

C2
D1

R1
---u'7
Il ' ,._

=t>I MM
IN/" #
°
oc:
C3
T
Il Il 06
°
c L'
mq
P1

l le

05
--[ .
MM Il
03 R2 R7

12v@
1<]04
c,I
M@
IJ+

Il circuito stampato è qui visto dal lato


rame nelle sue dimensioni reali.
La realizzazione delle piste molto
larghe e regolari non dovrebbe
comportare eccessive difficoltà.

-5VU +12V
Piano di montaggio del nostro regolatore di velocità modulare. -12V
I componenti sono molto vicini tra loro per cui è necessario
montare rigorosamente prima quelli piccoli poi i più grandi.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 58


Il semplice schema elettrico
dell'alimentatore per trenini.
Il trasformatore T1 deve ALIMENTATORE MODULARE
erogare in uscita una tensione
duale di +12e-12 V, PER TRENINI
R6 R3
Tra l'alimentatore
e la rete luce occorre 12-1V
ovviamente montare
un traformatore,
un interruttore
ed un fusibile.
Se all'alimentatore
colleghiamo fino a 4
regolatori basta
un trasformatore
R da 40 W altrimenti
BINARI ne occorre uno
da 100 W.

ll Il potenziometro P1 è previsto
C6 es per il montaggio orizzontale:
per sistemarlo in verticale
occorre saldare ai terminali 3
spezzoni di filo nudo.
Il componente si fissa poi con
un pezzetto di nastro biadesivo.

autoscillazioni e malfunzionamenti di R3 infine limita la corrente massima di-


ICI, determinati dallo scintillio del mo- sponibile sui binari, tra l'altro proteg-
tore, e dalla commutazione dello stesso. gendo ICI da eventuali cortocircuiti
P2 determina il guadagno dello stadio sulla linea ferroviaria. ICI è di per sè
operazionale ovvero dalla sua regola- protetto ma è sempre meglio abbondare
zione dipende il valore di tensione mas- in sicurezza.
sima da applicare ai binari. D5 e D6 Coloro che preferiscono avere una spia
con la loro caduta controllata di 0,6 V di cortocircuito di linea possono sosti-
creano un'agevole "finestra" per lo zero tuire il resistore R3 con una lampadina
(posizione di fermo).
Senza questi componenti potrebbe esse-
da 12 V - 10 W.
Ricordiamoci di prevedere il dissipato- COMPONENTI
re disagevole regolare la manopola per re per ICI. R1 =R2= 330 2
avere il trenino fermo. Come è facile notare le basette presen- R3=12-2W
D1, D2, D3 e D4 evitano l'interferenza tano tutte la morsettiera dì uscita nello R4 = 122
di un regolatore sugli altri circuiti colle- stesso lato, anche duplicata: questo per
gati in parallelo. R5 = 10KO
facilitare il cablaggio di regolatori in
ICI va alettato con dissipatore ad U del R6 = 47 KO
parallelo fra loro.
tipo ML33 o simile. R7 >15KO
Si possono montare i circuiti ognuno in
Come già accennato è possibile porre un piccolo box da cui fuoriescano le p1 4,7 KO potenziometro
più regolatori in parallelo tra loro senza morsettiere e creare, assemblando vici- lineare
problemi. ni tra loro più regolatori, un vero e pro- P2 = trimmer multigiri 47 KQ
Se si è in possesso di integrati TDA prio banco di comando trazione per tut- C1 = C2 = 470 µF 25 V
2030 possiamo servirci del componente ti i trenini del nostro plastico. elettrolitico
al posto del 2040 aggiungendo però tra Per coloro che non sono fermodellisti il c3=C4= 1,00 F 16 V
+ 12 V e pin 4 un diodo con catodo a circuito diventa un interessante regola- elettrolitico
+12V e altro diodo tra pin 4 e il negati- tore per piccoli utensili (eliminando C5 = C6 = 100 nF
vo -12 V con catodo al pin 4 del circui- R3) o un semplice alimentatore panora- policarbonato
to integrato. mico ovvero con tensione convertibile D1 = D2 = D3 = D4 = D5 = D6
Nel TDA 2040 questi diodi di protezio- da positivo a negativo con continuità, = 1N4001
ne sono contenuti nello stesso chip. con oltre I A di corrente d'uscita. IC1 = TDA 2040

3.
PREAMPLIFICATORE
- D'ANTENNA APERIODICO Poichè mi piace ili mondo delle ra-
R6 diocomunicazioni, pur avendo solo
l4 anni, ho tentato più volte di co-
truirmi qualche semplice amplifica-
Il cuore del circuito

A
tore o preamplificatore per il mio ba-
è costituito dai due
racchino.
R1& $R3 r transistor, di tipo NPN,
La versione che sono riuscito a met-
uguali tra loro. TR1
tere a punto, dopo aver provato e ri-
TR2 è il vero e proprio
provato, non avendo circuiti accor-
amplificatore
dati a RF non è effettivamente risul-
±) di segnale mentre TR2
tata adatta per la banda CB, ma sono
12 V ha la funzione
c1_ di adattare l'impedenza riuscito ad ottimizzarla e perferzio-

I
C-4 U

~ ò
9 al basso valore
previsto in uscita.
narla (dopo una settimana di lavoro)
per il radioricevitore di casa.
Si tratta sì di un amplificatore per
RF, ma di tipo aperiodico, cioè non
R2 R5 accordato su alcuna banda specifica
di frequenze; la sua caratteristica più
interessante è che esso è in grado di
assicurare un buon livello di amplifi-
cazione in tutta la zona delle alte fre-
Questo semplice preamplificatore d'antenna quenze destinate alle radio commer-
si può montare in una piccola scatola Teko' iali (cioè onde medie ed un po· di
del tipo stagnato senza bisogno onde corte), senza prevedere la ne-
di alcun supporto isolante cessità di preparare bobine varie e di
fare complicate tarature. Per l'ali-
SCATOLA TEKO COMPONENTI mentazione è prevista una tensione
R1= 27 KO di 12V, quindi il circuito è adatto
R2= 10 KO anche per essere collegato all'autora-
R3= 470 2 dio; comunque, già con una piletta
R4= 1000 n normale da 9 V, esso assicura un
R5= 820 2 buon guadagno.
C1= 1000 pF 11 circuito, molto semplice. utilizza
(ceramico) due transistor NPN, che possono per
C2= 47.000 pF esempio essere o del vecchio tipo
(ceramico) 2N708 o dei più moderni BSX19 op-
C3 = 0,1 µF pure di tanti altri modelli più o meno
(ceramico) equivalenti. I primo stadio, vero e
=
C4 10.000 pF proprio amplificatore di segnale in
(ceramico) configurazione con emettitore a mas-
= =
TR1 TR2 2N708 • sa, ha la polarizzazione ottenuta col
BSX19 o simili tipo dì circuito più stabile, e cioè col
partitore di base R l/R2 e con la resi-
R4-C2 CI stenza di emettitore R4, regolarmen-

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994 - Pag. 60


Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
semplice e inedito, -
che non impieghi più di 15
Dessi componenti elettronici.
Antonello Le realizzazioni (una breve
14 anni spiegazione, qualche
di Oristano
è il vincitore
disegno ed una foto tessera
di questo dell'autore} devono essere
mese del kit inviate a
per saldatura
ELETTRONICA PRATICA
Valex.
EDIFAI • 15066 GAVI (AL}:
a tutti i partecipanti sarà Il kit per saldatura in valigetta
spedito un utile omaggio. comprende: saldatore istantaneo da 100
te "by-passata" dal condensatore di W, saldatore a stilo da 30 W, supporto
fuga C2. Ogni mese il progetto per mini montaggi, dissa ldatore,
Il segnale amplificato che si localiz- migliore verrà pubblicato e raschietto, appoggio per saldatore e
punte di ricambio.
za ai capi della resistenza di carico premiato con uno stupendo
R3 passa direttamente alla base di
TR2; questo transistor è collegato al
kit per saldatura in valigetta.
collettore comune (ovvero ad "emit- Per questo motivo una differenza di pochi
ter follower") ed ha quindi la fun-
zione di adattare l'impedenza al bas-
MONITOR millivolt fra le tensioni ai due ingressi si
traduce all'uscita in un preciso livello logi-
so valore previsto in uscita, senza
perdita di tensione come invece fa-
PER BATTERIE co; si può quindi affermare che l'amplifi-
catore operazionale si comporta da compa-
rebbe un trasformatore: in questo ca- Il circuito che ci propone Massimo Simo- ratore di tensione. Supponendo che la ten-
so quindi la resistenza di carico è ne è un indicatore dello stato di carica di sione presente sull'ingresso non invertente
rappresentata da R5 e !'uscita è, at- una batteria, ma può essere tranquillamente dell'operazionale sia di poco superiore a
traverso C4, dall'emettitore. usato per visualizzare, sia pure in modo quella presente sull'ingresso invertente, in
All'uscita quindi, tramite un connet- non molto preciso, il valore di una qualsiasi
tore tipo autoradio o fono RCA, può D1
essere collegato un qualsiasi radiori-
cevitore, in particolare di tipo auto-
radio, in quanto il livello di impe- R3
denza risulta perfettamente adattato.
Qualora, vista l'applicazione parti- P1
colare di questo circuitino, si prefe-
risse alimentarlo a 9 V, è meglio eli-
minare la resistenza R6. 3
È consigliabile per la massima ga-
ranzia di stabilità di funzionamento,
realizzare il montaggio all'interno di R2
una scatoletta in metallo saldabile, 6
tipicamente una delle piccole Teko
stagnate. 5
Per la miglior disposizione dei sin-
goli componenti, TR 1 va montato
normalmente a testa alta e coi piedi-
ni sotto, mentre TR2 ha la capocchia
in giù. coi piedini verso l'alto.
I vari collegamenti devono es-sere
realizzati tenendoli molto corti; i
tensione. Come si può osservare sullo R1 =R2= R3= 100K2
condensatori presenti in circuito schema elettrico il circuito è molto sempli- R4 = 1200 2
vanno scelti di tipo ceramico. ce in quanto tutte le funzioni necessarie per R5 = 8200 2
Qualche ancoraggio isolato e le sal- il suo corretto funzionamento sono svolte R6 = 6800 2
dature dirette sulla massa permetto- da due amplificatori operazionali, contras- Cc1=47 F
no di autosostenere in modo ottimo segnati sullo schema dal le sigle ICI-a e D1 = 1N4004
tutti i componenti. ICI-b, e utilizzati senza rete di retroazione DZ = Zener 6,2 V
(anello aperto), quindi con un guadagno DL1 = DL2 = DL3 = LED diversi
elevatissimo, teoricamente infinito. IC1 = LM358

ELETTRONICA PRATICA - Maggi0 1994-Pag é1


f. RF, risultando così in grado di control-
lare il funzionamento sia di circuiti am-
plificatori di BF che di ricevitori ra-
diofonici.
li valore della frequenza di base genera-
ta dal semplice iniettore di segnali è de-
terminato dalle resistenze Rl-R2 e dal
condensatore CI; lo spettro delle armo-
niche contenute nel segnale è ascoltabi-
le almeno sino a 10 MHz.
Massimo
Simone ha 20 INIETTORE L'intero circuito, una volta montato su
una normale basetta millefori, va rac-
anni e ha
progettato DI SEGNALI chiuso in una scatolina metallica da cui
far sporgere il LED ed il pulsante Pl; da
questo
Molto spesso a Stefano Avio di Genova essa inoltre deve fuoriuscire il puntale
semplice ma è capitato di riscontrare guasti in ampli- di contatto, semplicemente realizzato
efficiente ficatori di bassa frequenza o in radiori- montando una punta di rame (cioè un
monitor per cevitori; allo scopo di poter individuare pezzetto di filo grosso) entro una spina
batteria il punto in cui intervenire per eseguire tipo RCA (maschio):.il puntale va rico-
a LED. la riparazione, ha pensato di realizzare perto con una fascetta in gomma o pla-
uscita abbiamo la massima tensione positi- un circuito semplice ma efficace in gra- stica isolante, per evitare i cortocircuiti
va (qualche volt in meno rispetto alla ten- do di localizzare facilmente i guasti più nell'interno dell'apparecchio sotto pro-
sione di alimentazione), quindi un live!Jo comun1. va (deve cioè risultare libera la sola
logico 1; viceversa, se la tensione sull' in- La soluzione adottata è il vecchio iniet- punta vera e propria).
gresso invertente fosse superiore a quella tore di segnali in versione aggiornata, Per la ricerca del guasto, basta iniettare
presente sull'ingresso non invertente, in nient'altro che un generatore di oscilla- il segnale sullo stadio che precede l' al-
uscita abbiamo un livello logico O ovvero zioni che il riparatore inietta nei vari toparlante, risalendo poi verso gli stadi
la massima tensione negativa se il circuito punti del circuito in esame, ascoltando- a monte, via via allontanandosi dall' al-
è alimentato con una tensione duale o il ne poi il risultato attraverso l'altoparlan- toparlante; giunti a non sentire più il se-
potenziale della massa se, come in questo te di cui deve necessariamente essere gnale audio, si individua lo stadio o il
caso, il circuito è alimentato con una ten- dotata 1 'apparecchiatura stessa. componente difettosi.
sione singola. Detto questo risulta estrema- li generatore vero e proprio è realizzato
con un integrato NE555, che si presta Stefano Avio,
mente semplice capire il funzionamento
particolarmente a questi impieghi; esso 15 anni
dell'intero circuito. Osservando lo schema
oscilla a bassa frequenza, ma con forma di Genova, ha
elettrico si può notare che i due operazio-
d'onda molto distorta, cosicché ne esce progettato
nali hanno una tensione di riferimento co-
anche un treno di frequenze armoniche questo
mune, quella fornita dal diodo zener DZ I,
di grado molto elevato: il segnale pro- strumento per
e che l'altro ingresso è invece collegato al
dotto è quindi una ricca combinazione localizzare
cursore di un trimmer.Supponendo che i
di frequenze sia a livello audio che a guasti e
tre LED si illuminino con questo ordine:
interruzioni.
DLl se la tensione di ingresso è maggiore
o uguale a 13 V; DL2 se la tensione di in-
gresso è compresa tra i I V e 13 V; DL3 se -5
la tensione di ingresso è minore o uguale a
11 V, devono sussistere le seguenti condi-
zioni: quando il circuito è alimentato a 13 R1
V, sia sul pin 2 che sul pin 6 di ICI, deve 8 4
essere presente una tensione maggiore di
Vr; quando il circuito è alimentato a11V, 7
sui due pin prima citati deve essere presen-
PUNTALE
te una tensione inferiore a Vr; con una ten-
sione di alimentazione di valore compreso R2
IC 1
tra 11 V e 13V, sul pin 2 deve essere pre- O
sente una tensione minore di Vr e sul pin 6 5
i c2
una tensione maggiore di Vr.
Quanto detto può essere facilmente ottenu-
e 6
R1 = 5600 2
to nel modo seguente: si alimenta il circui- R2 = 33 KO
to a 12 V; si regola il trimm er Rl in modo 2 R3 = 1000 2
che sul pin 6 di IC 1 risulti presente una R3 R4 = 470 2
tensione di 6,25 V; si regola il trimm er R2 Cc1 = 10.000 pF
in modo da avere sul pin 2 di ICI una ten- Cc2= 10.000 pF
sione di 5,25 V. In fase di collaudo si può IC1 = 555
ritoccare la taratura dei trimm er in modo C1 DL = LED verde
da provocare l'accensione dei LED alle P1 = pulsante
tensioni volute. N.A.

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 62


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II I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I l I l l I I
I Le fotocopie non saranno ritenute valide. /
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ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1994- Pag. 63


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EDIFAI- 15066 GAVI AL) 63 Il mercatino

Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE


responsabile: Dino Ferretti
Armando Pastorino
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0143/642493
UFFICIO ABBONATI •Tel. 0143/642232
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L'abbonamento a
Direttore esecutivo: AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
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ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag 1


ELECTRONIC N EWS
La telecamera Wm Sp1 della
Hitachi è leggera e di piccole
dimensioni, è dotata di
telecomando ed è adatta per
riprese a pelo d'acqua o al massimo
a qualche decina di centimetri
sott'acqua. Inoltre non c'è pericolo
che vada a fondo: galleggia.

TELECAMERA
GALLEGGIANT
FAX "Seawatching" è un nuovo vocabolo en-
trato ormai nel gergo degli hobby e del-
L CELLULARE le vacanze.
Significa letteralmente "osservazione
Chi non considera il telefonino solo uno status symbol ma un efficiente strumen- del mare" e viene sottinteso che la stes-
to di lavoro ha oggi una possibilità in più. Grazie al Newton Message Pad, com- sa venga praticata immergendosi
puter portatile dalle dimensioni ridottissime, è molto facile inviare fax mano- nell'acqua attrezzati con un apparecchio
scritti da qualunque luogo ed in qualunque momento. Il collegamento tra questo di ripresa, tipicamente una telecamera.
apparecchio ed il telefono cellulare viene abilitato per mezzo di un'apposita La scelta di quest'ultima va fatta in base
scheda magnetica chiamata PC Card. La più interessante particolarità di questo alla profondità di immersione, perchè al
nuovo dispositivo è la possibilità di inviare un messaggio letto automaticamente variare di questo fattore variano anche i
da una "lavagna" elettronica. Si tratta di uno schermo speciale sul quale viene modelli disponibili oggi sul mercato.
scritto con una penna il testo da trasmettere, che viene riconosciuto e tradotto Bisogna considerare che maggiore è la
dalla macchina che ha precedentemente "appreso" lo stile dell'utilizzatore. profondità, maggiore è la pressione
L'apparecchio pesa solo 400 grammi. Lire 1.900.000 (Message Pad + PC card). esercitata dalla massa d'acqua sull'ap-
Appie (20093 Cologno Monzese - Ml - Via Milano, /50 - Tel. /678/27069). parecchio e minore è la luminosità.
Esistono sul mercato diversi tipi di cu-
stodie a tenuta stagna adatte anche ai
TUTTO PE SALDARE più diffusi modelli di telecamera com-

Per eseguire ogni tipo di saldatura a regola d'arte esiste una nuova-linea comple-
ta di prodotti molto validi in qualunque situazione di lavoro.
Lo stagno, conforme àlle vigenti normative unificate, viene fornito in tubetti, in
barrette, oppure nei più tradizionali rocchetti di filo con l'anima costituita da una
sostanza disossidante. I prodotti disossidanti sono anche venduti a parte, in pasta
oppure liquidi, a seconda dell'impiego a cui sono dedicati (elettronica, telefonia,
elettromeccanica). Completano la gamma di prodotti le tradizionali mattonelle Oggi si può praticare l'agopuntura sen-
nettapunta, in confezione da 12. za ... ago e anche senza rivolgersi a perso-
Elto ( 10094 Giaveno- TO - Via Sabbioni, I5 - Tel. 011/9364552). nale specializzato, evitando tutti i proble-
mi di tempo e soprattutto di costo che ne
derivano. L'antica pratica medica cinese,
indicata per diminuire dolore e stress op-
pure per aumentare l'energia fisica, è sta-
ta infatti trasferita all'interno di un picco-
lo apparecchio funzionante a batterie che
ne produce gli stessi effetti. Gli aghi so-
no sostituiti da un flusso di corrente ge-
nerata a bassa tensione e quindi assoluta-
mente sicura. Un avviso sonoro indica il
punto ideale di appoggio del dispositivo
sulla pelle. È possibile regolare sia la du-
rata che l'intensità delle stimolazioni
elettriche prodotte. Lire 141.600.
D-Mail (50136 Firenze - Via L. Landuc-
ci, 26- Tel. 055/8363057).
ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 2
ELECTRONIC N EWS
LO SWATCH
CERCAPERSONE
L'ultima novità della Swatch si chiama Beep
Up e consiste in un dispositivo cercapersone
incorporato in un orologio da polso. La famo-
sa ditta ha dato colore ed allegria anche allo
scuro apparecchio del Teledrin che, seppur
utilissimo ed estremamente piccolo, non è ben
visto da tutti sotto il profilo estetico. Ecco al-
lora l'idea geniale della Swatch Telecom: in-
serirlo all'interno di un orologio dai vivaci co-
lori, trasformandolo in qualcosa che faccia
"look". Il nuovo oggetto ha già riscosso un
patta. il cui prezzo varia a seconda della enorme successo e le vendite sono in aumento.
profondità raggiungibile. Al suo interno c'è uno dei più piccoli radiori-
Per chi non ha le capacità o l'interesse cevitori esistenti al mondo, in grado di riceve-
ad immergersi in profondità esiste un re fino a quattro tipi di "beep" corrispondenti
prodotto che consente comunque di ad altrettante persone diverse precedentemente
esplorare ambienti molto interessanti prescelte. In qualunque luogo ci si trovi, a se-
situati a pelo d'acqua oppure su fondali conda del suono si può sapere chi sta chia-
di zone con l'acqua particolarmente mando al telefono. Si possono memorizzare fi-
limpida. no a quattro avvisi ricevuti, si può disinserire
Questa attività prende il nome partico- la suoneria oppure disattivare del tutto il servi-
lare di "Snorkeling" (lo snorkel è la zio cercapersone. Il dispositivo pesa solo 31
.resa d'aria di un sommergibile) ed esi- grammi e per l'alimentazione è sufficiente una
ste una telecamera della Hitachi fatta pila al litio da 3 volt che ha una durata di ben
proprio per questo tipo di esplorazione, 650 ore. Il Beep Up è disponibile in quattro
in quanto, anzichè essere destinata ad versioni, diverse nei colori e contraddistinte da
immergersi, galleggia sull'acqua. nomi che vogliono evocare il gusto, la perso-
Lire 1.990.000. Hitachi (20100 Milano nalità o la professione di chi lo porterà al pol-
via Kuliscioff, 33 - Tel. 02/483261) so. Lire 150.000. Swatch.
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ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 3


LABORATORIO

OSCILLATORE BF
MULTIUSO
Il circuito è realizzato con una rete
di retroazione particolarmente adatta
per generatori di alta qualità. E predisposto
per essere anche usato come oscillatore di nota
per esercitazioni di telegrafia.

G = - - = daa daa di
H - = di di di di
I = = di di
J =·--- = di daa daa d
K = - . - = daa di daa
L = . - = di daa di
M = daa daa
N = - . = daa di
o = = daa da
p = . -- . = di daa
Q = -- . - = daa daa d
R - . - . = di daa di
s - = di di di
T = = daa
u = di di daa
V = = di di di daa
w = . -- = di daa daa
X = - .. - = daa di di daa
y = - . -- = daa di daa daa
z = - - .. = daa daa di di
Il nostro oscillatore può essere
utilizzato per prove di laboratorio
opp ure , insere ndo al posto
del ponticello che troviam o tra TR1
e TR2 un tasto telegrafico,
per esercitarsi nell'alfabeto
Morse.

Schem a di principio di circuito


oscillatore con re te a doppia T: attorno
al transistor non è rappresentato alcun elemento
di polarizzazione, per sem plicità. Il nome "doppia T"
discende dal fatto che la rete selettiva è costit uita dai due
ram i Ca-Ra-Ca e Rb-Cb-Rb che form ano due lettere T,

L a presentazione di questo circuito ha


diverse motivazioni contemporanea-
mente. +

#
In primo luogo, la generazione di un se-
gnale sinusoidale a bassa frequenza può
essere utile, se non addirittura necessa-
ria, per tutti coloro che trafficano con u
e
l'elettronica, se non altro per disporre di 2
uno o più generatori di segnali su fre-
quenze diverse, indispensabili nel pro-
Rb
prio laboratorio casalingo. Ca
In secondo luogo, una utilizzazione im-
mediata (ma c'è solo l'imbarazzo della Ra
scelta) che si può proporre è quella di

t
farne subito un oscillofono per autoeser-
citazione con l'alfabeto Morse ed impa-
rare la telegrafia. Rb
Ca
Infine, e non è certo la giustificazione
meno importante, il circuito adottato,
estremamente semplice e classico, non è
di quelli più comunemente utilizzati, pur
essendo forse il più raccomandabile per
2 Il
ce
u
la bontà delle sue prestazioni: si tratta
della versione a doppio T, che grazie a
questa descrizione impariamo a conosce-
re, mettendo così anche questo impor-
tante circuito nel nostro patrimonio cui-
= =
))))

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 5


C1 ! R3
R7
Il

+
Il Il
-1

C::J
Il

-
mq
C8 I 51
..
Il Il I
TR2
e e
C4 Il
b b

(Q
C2 Il $ il I vcc
TR Il e
R8 2

- .
r
ti
IIU
I
Il
R5
lt ± es±,
P1
Il
-
J.
C5 Il

Schema elettrico dell'oscillatore BF, completo; l'interruttore


Il
" 13
I '::'
di accensione ed il connettore d'uscita vanno disposti ···-·-·-·-·-· "
su un eventuale contenitore,

turai-elettronico. Cb-Rb; ognuno di questi rami, se dise-


COMPONENT Vediamo subito di che cosa si tratta. gnato ruotato di 90°, identifica appunto
la lettera T, da cui il nome.
R1 =2200 2 La denominazione discende dal fatto
che la rete selettiva, che determina sia Io Esaminiamo sinteticamente le caratteri-
=
R2 10 KO
sfasamento necessario per riportare stiche di funzionamento di questo cir-
(trimmer-potenziometro)
dall'uscita all'entrata della parte ampli- cuito oscillatore, anche se in linea di
R3 = 56 KO principio sono analoghe a quelle di tutte
ficatrice il segnale di reazione sia la fre-
R4 = 56 KO le versioni. Una porzione del segnale lo-
quenza di lavoro, è costituita dai due ra-
=
R5 18 KO mi (rispettivamente) Ca-Ra-Ca e Rb- calizzato sul collettore di TRl è applica-
R6 = 500 KQ (trimmer)
=
R7 4700 2
=
R8 390Q
=
9 9
R9 220 2
C1 = C2 = C3 = C4 = 5100 pF

% \4
(mica o polistirolo) 1 componenti

+
r
es= 1 F (mylar)
C6 = 1 µ F (mylar)
-,, necessari
alla
=
C7 470 µF • 16 V
(elettrolitico)
ca= 100 F - 25 v 9 ,,.
9e E
realizzazione,
salvo i due
transistor,

I sono tutti

9e
(elettrolitico)
=
C9 O, 1 µF (ceramico) I \\ resistenze e
TR1 =
BC109 condensatori.
TR2 = 2N1711
S 1 = interruttore
acceso-spento
i

\
\ Nella foto
manca
l'interruttore,
P1 = ponticello o tasto
telegrafico (vedi testo)
[7

\ esterno
al circuito.
Vcc 12V = ~

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 6


OSCILLATORE BF MULTIUSO
ta alla rete R-C a doppia T, l'uscita di Piano di montaggio dell'oscillatore; i componenti
questa rete è riportata alla base dello presenti sulla basetta sono quelli compresi entro la linea.
stesso transistor.
A frequenze molto alte e molto basse la
@
rete non determina alcuno sfasamento vcc
fra il segnale in entrata e quello in usci-
ta, mentre ad un certo valore ben preciso
di frequenza si verifica uno sfasamento
esattamente pari a 180°: è questo che
porta all'innesco dell'oscillazione, a fre-
quenza dipendente dai valori di R e C.

ci(e)
u
Per quanto riguarda questi valori, basta
qui sottolineare che Cb ha sempre capa-
cità doppia di Ca e che Ra dovrebbe ave-
re resistenza doppia di Rb; poi, le esi-
genze circuitali influiscono sulla scelta
effettiva di questi valori.
Da segnalare infine che lo schema sul
quale abbiamo sin qui ragionato non ri-
porta, per semplicità , le polarizzazioni e
i componenti accessori di TR I. La basetta a circuito stampato
è qui vista dal lato rame nelle sue dimensioni reali.

DUE T CORICATE
~
A questo punto, giustificato il comporta-
mento in generale del circuito adottato,
passiamo ad esaminare lo schema elettri-
co effettivo del nostro circuito nella sua
completezza.
Notiamo subito la rete a doppia T, co-
stiuita da C l/C2/R I +R2 come primo ra-
mo e C3+C4/R3/R4 come secondo ra-
mo; gli elementi in più rispetto a quanto
già visto sono: R2, che serve a ritoccare o
(con una discreta gamma di regolazio-
ne) il valore della frequenza generata, e 3
C3 ( o C4 ), messi dello stesso valore di
CI e C2 ma accoppiati in parallelo ap- I
punto per ottenere un valore doppio di
capacità (in particolare, abbiamo polarizzazione.
CI=C2= 5100 pF; C3+C4= 10.200 pF); Cl-C2 frequenza La regolazione del trimmer R6, presente
questa soluzione è stata adottata perché in serie all'emettitore di TRI, consente
è sicuramente più facile reperire 4 con- 50 pF 100.000 Hz di ottimizzarne il punto di lavoro, per
densatori uguali tra loro, quando è ne- 100 pF 50.000 Hz eliminare eventuali distorsioni della for-
cessario che siano dotati di buone carat- 500 pF 10.000 Hz ma d'onda generata.
teristiche qualitative. 1000 pF 5000 Hz TRl è direttamente accoppiato a TR2
Con i componenti ed i valori indicati, la 5000 pF 1000 Hz che sostanzialmente funge da stadio se-
frequenza di oscillazione generata può 10.000 pF 500 Hz paratore; si tratta infatti di un cosiddetto
essere variata (appunto tramite R2)da 50.000 pF IOOHz "emitter follower", la cui caratteristica è
1000 a 1600 Hz circa. 0,1 µF 50 Hz quella di non amplificare in tensione,
Proponiamo quindi di seguito una tabel- 0,5 µF IO Hz bensì in corrente, talché la sua impeden-
la di valori che è di buon aiuto per stabi- l µF 5 Hz za d'uscita (appunto, in emettitore) ri-
lire le frequenze di lavoro corrispondenti sulta piuttosto bassa, mentre è alta quel-
a capacità diverse, in caso di altre appli- la d'ingresso ( cioè di base).
cazioni; le frequenze riportate sono piut- Alla rete a doppia T, segue il transistor Il resistore di emitter è sdoppiato, com-
tosto indicative, a causa del la inevitabile oscillatore vero e proprio TR I; da notare prendendo il potenziometro R9, che ser-
tolleranza dei vari componenti ( comun- che i resistori R3 e R4 oltre ad apparte- ve a controllare il livello d'uscita; l'am-
que c'è sempre R2 che consente una nere al secondo ramo della stessa, costi- piezza del segnale disponibile può rag-
buona regolazione). tuiscono (assieme ad R5) il partitore di )))

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag. 7


OSCIL TORE BE
I 4 condensatori accennato) la forma d'onda del segnale
C1±C4 (in mica generato.
o polistirolo) Tale regolazione, per garantire l'effetti-
hanno tutti vo miglioramento qualitativo, dovrebbe
capacità, essere fatta con l'ausilio di un oscillo-
piuttosto elevate scopio, in modo da riscontrare la regola-
(5100 pF). C3 e rità della forma d'onda e per avvicinarsi
C4 sono però alla perfetta sinusoidalità; da tener con-
collegati to che l'ampiezza del segnale in uscita
si aggira sui 3 V intendendo tale valore
in parallelo
a formare come picco-picco, quindi 3 Vpp.
L'intervento sulla distorsione ed il si-
un'unica capacità.
gnificato della misura di tensione
d'uscita sono riscontrabili dalle illustra-
giungere, al massimo, i 3 V. Da tenere anche presente che la quater- zioni riportate.
L'alimentazione prevista è di 12 V, con na CI+ C4 va scelta con condensatori di Qualora l'oscilloscopio non fosse dispo-
un assorbimento di circa I O mA, il cir- buona qualità (leggasi stabilità) e quindi nibile (neanche presso un conoscente) si
cuito può funzionare anche a 9 V, con- è necessario recuperare dei tipi a mica può ricorrere ali' orecchio, anche se con
sentendo però di ottenere un livello più oppure in polistirolo (non ceramici, co- risultati approssimativi; si tratta cioé di
basso del segnale generato. munque). regolare R6 in modo da avvertire quan-
I due condensatori (C8 e C9) presenti I due transistor vanno montati tenendo do il nostro orecchio trova il suono più
in parallelo all'alimentazione servono a conto della chiave di posizionamento, gradevole: d'altra parte , per certi usi ti-
filtrare residui di segnale eventualmen- qui rappresentata dal dentino che sporge po l'oscillatore di nota, la distorsione ha
te presenti (specialmente quando le dal bordo del contenitore metallico e importanza trascurabile, talché possia-
batterie di alimentazione cominciano che contrassegna la posizione del termi- mo accontentarci comunque.
ad essere scariche). nale emi tter.
Restano ancora da sistemare i tre trim-
mer- potenziometri ed i due ponticelli UN'APPLICAZIONE
UN SEMPLICE MONTAGGIO indicati sulla basetta; tre terminali ad DIRETTA
occhiello consentono il collegamento
Il nostro dispositivo è realizzato su una verso l'esterno del!' alimentazione e del Nello schema elettrico del generatore
basetta a circuito stampato, che rappre- segnale. BF multiuso nonché sulla basetta a cir-
senta sempre la soluzione più affidabile A questo punto non resta che controllare cuito stampato, abbiamo accennato alla
ed elegante. il regolare funzionamento del circuito, presenza di un ponticello, quello marca-
È consigliabile iniziare il montaggo dei cominciando col fornirgli l'alimentazio- to specificamente PI; ebbene, se al po-
componenti da quelli più bassi, cioè i ne prevista. sto di questo ponticello noi inserissimo
resistori; si passa poi ai condensatori, Si parte avendo regolato i tre trimmer a un tasto telegrafico, avremmo la possi-
tenendo presente che C7 e C8 sono di ti- metà corsa circa. bilità di comandare a piacere la presen-
po elettrolitico e che quindi se ne deve La taratura vera e propria da farsi (le al- za o meno della nota prodotta dall'oscil-
rispettare la polarità indicata in una ban- tre sono solo verifiche di escursione) è latore, nonché la sua lunghezza, cose
dina sul corpo del componente. quella di R6, per ottimizzare (come già che ci permetterebbero di dedicarci allo
studio dell'alfabeto Morse.
Naturalmente, per fare ciò è necessario
La forma d'onda provvedere ad una cuffia, del tipo ad al-
in uscita ta impedenza (400+600 2 almeno) da
collegare in uscita; se poi disponiamo di
@ dal generatore
può essere un piccolo amplificatore di potenza, si
visualizzata con può addirittura far funzionare un alto-
un oscilloscopio: parlante, in modo da poter diffondere le
l'onda 1 è sequenze di segnali anche a persone
perfettamente presenti nell'ambiente.
sinusoidale; Comunque, a seconda dell'impiego per
l'onda 2 invece cui il nostro oscillatore BF è previsto,
è distorta ed è l'apparecchio deve essere completato si-
quella rilevabile stemando il circuito stampato entro un
se R6 non opportuno contenitore in plastica, corre-
è regolato dato dell'interruttore di accensione e
come si deve. magari completo di pile (per esempio,
tre da 4,5 V collegate in serie fra loro):
buon divertimento!
ELETTRONICA PRATICA· Giugno 1994- Pag. 8
CANTICCHIANDO IL CODICE MORSE
Da tempo, a tutti coloro che, per un motivo qualsiasi, si Il sistema per meglio identificare acusticamente i suoni
accingano allo studio del codice Morse ( sia per semplice alternativamente lunghi o brevi è quello di usare rispet-
gioco che per la prova di telegrafia necessaria per otte- tivamente la parola daa (per i lunghi) e di per i brevi;
nere la patente ordinaria di radioperatore), viene consi- ciò in quanto la lettera "i" si pronuncia intrinsecamente
gliato un particolare metodo didattico, chiamato metodo in modo secco e veloce, mentre la lettera "a", specie se
fonico, che consiste nell'associare ad ogni segno grafico prolungata, esprime bene la nota lunga.
(linea o punto) che costituisce'una lettera, un suono cor- Per la precisione, durante la trasmissione delle singole
o
rispondente, lungo breve. parole, occorre tener presente che il suono corrispon-
dente ad una linea deve durare quanto quello relativo a
tre punti, mentre l'intervallo di tempo tra i punti e le li-
A
B
•----
-•••--
di daa
daa di di di
nee di una stessa lettera deve durare quanto un punto e
l'intervallo fra lettera e lettera deve al minimo essere
e
D
-•-•--
-••---
daa di daa di
daa di di
uguale alla durata di una linea.
In pratica, per chi voglia iniziare seriamente lo studio
E •---- di della telegrafia Morse, consigliamo di mandare subito a
F
G ·•-•--
--•--
di di daa di
daa daa di
memoria le lettere più semplici, poi (in un secondo tem-
po) le più complicate, sino ad a.rivare ai numeri.
H
I ··••--
@@
di di di di
di di
di daa daa daa
Durante la prima fase di studio è ragionevole marciare
ad una velocità di 10+15 caratteri al minuto, ma è
senz'altro consigliabile, subito dopo questa prima fase
J --------
K
L
M
-•-
•-••--
daa di daa
di daa di di
daa daa
di alfabetizzazione, passare a velocità ben superiore: se
non i fatidici 40 caratteri, almeno sui 30 e più.
Ciò in quanto il cervello umano, dopo la barriera di cir-
N -•----- daa di ca 20 caratteri al minuto, non è più in grado di contare i
o daa daa daa singoli punti e linee; è quindi una inutile perdita di tem-

Q
p

R
•--•
--------
@.@e
di daa daa di
daa daa di daa
di daa di
po insistere su velocità basse, quando alle normali velo-
cità previste è il cervello attraverso l'orecchio che deve
abituarsi a riconoscere ed a decodificare automatica-
s
T
V
·•• -- di di di
daa
di di daa
mente i segnali, senza ricorrere ad alcun ragionamento
intermedio.
Questo sistema soffre ovviamente dell'inconveniente che,
V di di di daa agli inizi, la confusione dovuta all'incomprensione delle
W di daa daa singole lettere e la relativa delusione sono inevitabili;
daa di di daa ma col passare del tempo e con l'esercizio non necessa-
X -••- --
y
z -•----- daa di daa daa
daa daa di di
riamente intenso, ma continuativo, gli automatismi della
ricezione cominceranno a funzionare, come se si trattas-
se di riconoscere un brano musicale.
1 @. di daa daa daa daa Un ottimo esercizio può essere comunque quello di tra-
2
3
··---
··•--
di di daa daa daa
di di di daa daa
durre, scandendo mentalmente nei di e daa del codice
Morse, quanto si legge in giro, per esempio viaggiando
4
5 ···•-
•••••
di di di di daa
di di di di di
in auto, a piedi o sul bus.
Per perfezionare l'apprendimento esistono anche, presso
6
7 -••••-
.@@@
daa di di di di
daa daa di di di
le sezioni dell'A.R.I., nastri appositamente registrati e
concepiti per lo studio della telegrafia.
8
9
o
---••-
----•·-
daa daa daa di di
daa daa daa daa di
daa daa daa daa daa
Per imparare il codice Morse conviene
esercitarsi, dapprima a voce, pronunciando
.o .

il punto come "di" e la linea come "daa".

Un bravo telegrafista
è in grado di trasmettere
ben 40 lettere o numeri
al minuto ma, per chi è ai
primi passi, 10-15 caratteri
al minuto possono essere
già un buon risultato.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag. 9


UN GIOCO
PER
S
IMPARARE
pesso sono i giochi a stimolare nei
piccoli degli interessi e a rivelare le
unico elemento che non viene fornito
nella scatola. II terzo elemento comune
vere attitudini dell'individuo. Esiste un a tutte le realizzazioni proposte è un in-
kit che sembra essere nato con questo terruttore che va montato nell'apposita
scopo, perché è rivolto ai giovanissimi sede. Questi tre componenti sono anche
principianti di elettronica ed è organiz- i più difficili da montare perchè richie-
zato in modo tale da essere usato anche dono l'uso del cacciavite, mentre per
da un bambino. Può essere un regalo tutti gli altri é stato predisposto un si-
veramente intelligente da fare ad un fi- stema molto pratico e semplice da uti-
glio oppure al fratello più piccolo. lizzare sia in fase di montaggio che di
La scatola contiene tutto il necessario smontaggio.
Sei circuiti utili e facili per montare 6 diversi circuiti e, grazie Si tratta di un insieme di connettori
contenuti in piastrine dotate di di versi
da realizzare grazie all'ottimo manuale di istruzioni, per-
fori, all'interno dei quali si inseriscono
mette di apprendere la funzione di alcu-
ad un originale sistema ni fra i più importanti componenti elet- i reofori. Ciascun connettore va inserito
di montaggio su piastra tronici. nella piastrina e quest'ultima va inca-
L'elemento fondamentale del kit è una strata nell'apposito alloggiamento del la
che permette base di plastica studiata per potervi base. Il kit comprende otto piastrine
di avvicinarsi, giocando, montare facilmente ciascun circuito e piccole che sono disposte nella base at-
torno ad altre due di dimensione più
al mondo dei componenti per poterlo poi smontare per realizzarne
grande. Una volta montati l' altoparlan-
un altro. E' dotata di un'apposita sede
elettronici. per inserirvi l'altoparlante, che è pre- te, l'alloggiamento della batteria, I' in-
sente in tutti i circuiti e ne costituisce tenuttore e le piastrine per le varie con-
l'uscita "udibile", e di un'altra per inse- nessioni, tutto è pronto per cominciare
rire e collegare una batteria da 9 volt, a lavorare con gli altri componenti elet-
---------------------
ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 10
Nella scatola troviamo tutto
il necessario per montare 6
circuiti diversi: la base in plastica,
un altoparlante, un interruttore,
vari resistori, due tipi di
condensatori, due tipi di diodi ed
una bobina. Sono presenti anche
tutti i connettori occorrenti.

tronici. Nella scatola si trova un circui-


to integrato contenente al suo interno
tre amplificatori di tipo operazionale.
Va inserito nella piastra con una certa
attenzione, ma lo sforzo è fatto una vol-
ta per tutte perchè il componente va la-
sciato montato in quanto serve per tutte
le realizzazioni. In certi casi vengono
utilizzati solo due dei tre amplificatori
presenti al suo interno. La scatola con-
tiene diversi resistori, due tipi di con-
densatori, due tipi di diodi ed una bobi-
na. Il manuale delle istruzioni suggeri-
sce di contrassegnare tutti i componenti
con le apposite etichette fomite nel kit
che ne riportano i valori. Si tratta di
un'operazione che rende facile il mon-
taggio ed inoltre aiuta ad apprendere il Il più semplice
codice a colori delle resistenze. da realizzare dei
Anche la numerazione dei vari piedini 6 circuiti è
dell'integrato va indicata applicando questo allarme
sulla base le apposite etichette. sonoro la cui
attivazione
si basa sulla
I SEI CIRCUITI rottura di un
sottilissimo filo
Conviene seguire per le realizzazioni di rame da
circuitali l'ordine in cui sono descritte
mettere tra porta
nel manuale, poichè il livello di com-
e stipite.
plessità è crescente. Il primo circuito è
Fino a quando il
un semplice sistema di allarme, attivato
filo è integro non
dall'interruzione di un sottile filo di ra-
c'è nessuna
me, da porre ad esempio fra una porta
oscillazione.
ed il suo stipite. Interessante è poi il
Al momento
"touch organ" strumento musicale fun-
della rottura
zionante col contatto delle dita su due
sentiamo un
fili di rame. Toccando i conduttori vie-
segnale
»» dall'altoparlante.

240K

240K

240K 47
9/

10 nF
330

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag 11


UN GIOCO PER IMPARARE
La batteria, l'altoparlante
e l'interruttore vanno montati
prima di iniziare una qualsiasi
delle realizzazioni. I tre elementi
infatti sono comuni a tutti
i circuiti e richiedono per
il montaggio l'uso del cacciavite
(le viti sono comprese nel kit).

ne chiuso il circuito basato su un oscil-


latore e viene innescato il suono. Se la
pressione delle dita cambia oppure un
FILO diverso "musicista" tocca i contatti, an-
FILO ROSSO che i suoni variano.
Una sirena è ottenuta controllando in
DISTANZ1ATOREA tensione un oscillatore, mentre il rivela-
tore di calore si basa sul cambiamento
delle caratteristiche di conduttività di
un diodo. Attraverso la carica e scarica
di un condensatore su una resistenza e
grazie ai soliti amplificatori contenuti
Questo semplice nell'integrato è invece possibile simula-
rivelatore di re il suono del decollo e dell'atterraggio
calore entra in di un aeroplano.
funzione quando
il diodo
percepisce LA RADIO
il calore.
Per provarne il Utilizzando la bobina si realizza l'ulti-
funzionamento si mo e più complesso circuito. Si tratta di
usa una piastrina una radio che, anche se molto semplice,
sulla quale risulta perfettamente funzionante e la
appoggiare ricezione può essere migliorata aggiun-

• • il diodo:
riscaldandone
con un
gendo un'antenna. Il montaggio di cia-
scun circuito è spiegato in modo molto
chiaro sul manuale delle istruzioni, che
fiammifero riporta anche il corrispondente schema
il catodo, elettrico.
dovremmo E' cosi possibile, fin dai primi passi,
sentire l'allarme. imparare a leggere uno schema e com-
Se l'allarme è prendere come lo stesso si traduca in
troppo sensibile una realizzazione concreta.
sostituiamo Viene venduto per corrispondenza a lire
la resistenza 39.600 (spese di spedizione comprese).
da 4,7KQ con una D-Mail (50136 Firenze - Via L. Lan-
da 10K2. ducci, 26 - tel. 055/8363040).

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ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 12


CENTRALINA PER LUCI
PSICHEDELICHE {LPSl 1)
Vuoi animare una testa
con variopinti faretti?
Più semplicemente ti piace
ascoltare la musica in un
ambiente suggestivo e
colorato? Con questa
centralina per luci
psichedeliche puoi
comandare ben 4 faretti
della potenza massima
di 100 W a tempo
di musica. La realizzazione
pratica e le caratteristiche
circuitali sono descritte in
un lungo e approfondito
articolo pubblicato
sul numero di dicembre '93
di Elettronica Pratica.

COME ORDINARLI
Per richiedere una o entrambe le scatole di montaggio illustrate occorre inviare
anticipatamente l'importo di lire 42.000 per le luci psichedeliche o di lire 24.800
per l'alimentatore stabilizzato tramite vaglia postale, assegno bancario o conto corrente
postale n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO STOCK
Via P. Castaldi, 20 - (tel. 02/2049831).
É indispensabile specificare il codice dell'articolo, riportato a fianco del circuito, RADIO
nella causale del versamento

LIMENTATORE
STABILIZZATO (EP13l
Alla collana delle nostre scatole
di montaggio non poteva
mancare quella di un alimentatore
stabilizzato.È adatto
da accoppiare a tutte le
apparecchiature
elettroniche
autocostruite
o acquistate in
commercio quali:
amplificatori, generatori
di segnali, timer ecc. funzionanti
con tensione dai 5 ai 13 V e con
assorbimento massimo di O, 7 A.
ETILOMETRO
CON AVVISO SONORO
Un semplice apparecchietto che evidenzia,
mediante 4 led ed un avviso sonoro,
la percentuale alcolica presente nel sangue.
Senza voler emulare i sofisticati dispositivi che
utilizzano le forze dell'ordine questo circuito non
è solo un gadget ma anche un salvavita.
Sulla basetta a circuito stam pato troviam o tutti
i com ponenti necessari al funzionam ento
dell'etilom etro, trasfo rm atore com preso.
Quest'ultim o deve essere del tipo ad uscite
m ultiple con secondari da 100 V, 1 V e 12 V.

Il sensore SG1
va montato su
uno zoccolo a
C hi non si è messo alla guida dopo
aver bevuto un po' troppo almeno
una volta faccia un passo avanti e scagli
sua volta saldato
ad un piccolo
circuito
la prima pietra; ebbene questo può esse-
stampato
re capitato ma non deve più accadere, ne
va della propria ed altrui incolumità. da realizzare
Guidare anche solo un poco alticci signi- separatamente
fica avere riflessi molto più lenti, vista da quello che
annebbiata ed essere disattenti. ospita tutti
Moltissimi gravi incidenti hanno come gli altri
causa primaria l'assunzione di alcool da componenti.
parte del conducente. Inoltre, prima di
imbattersi nelle ire, peraltro giustificate, solo dopo alcuni minuti dall'accensione controllo in bassa tensione è raddrizzata
della polizia stradale potremmo da soli tali da riscaldare perfettamente il senso- da PRI e filtrata da Cl: si hanno quindi
verificare il tasso alcolico presente nel re di alcool; ciò avviene quando DL5 16 V massimi, limitati a circa 12 V con
nostro organismo. smette di lampeggiare. Per effettuare ot- led accesi e integrato IC l connesso.
Nel circuito dell'etilometro che presen- time e veritiere letture il circuito non ICI e un semplice timer che, basando il
tiamo sono previsti quattro led per la mi- deve essere influenzato da fonti esterne ritardo sui componenti C2, R 11 mantie-
sura: il primo, verde, è sempre acceso ed di gas, monossido di carbonio o altre so- ne a lampeggio DL5 finché il tempo di
oltre ad essere il monitor di alimentazio- stanze alcoliche aeree. riscaldamento non è trascorso. Questo è
ne evidenzia la soglia minima di lettura Il circuito è quasi elementare: I' alimen- molto importante in quanto letture trop-
(tutto OK); il secondo, giallo, rivela la tazione da rete è assicurata da un tra- po tempestive potrebbero risultare false.
presenza di un minimo tasso alcolico pe- sformatore con il secondario a uscite Dopo circa l O secondi il sensore è ope-
raltro non pericoloso (prima soglia di at- multiple: 100 V, 1 V e 12V per la parte rativo. Maggiore è la presenza di alcool,
tenzione); il terzo led manifesta una pre- logica e il controllo. più tensione il sensore SG I invia al par-
senza alcolica (soglia limite di attenzio- Perché il sensore funzioni deve essere titore R1,R2, quindi ai trimmer di so-
ne) e infine il quarto led indica la situa- riscaldato mediante un filamento interno glia. Questi ultimi componenti determi-
zione di allarme. A questo livello suona ad l V /0,3A mentre il pirosensore va ali- nano le differenziate soglie di scatto dei
anche il buzzer. Il circuito è operativo mentato a circa 100 V ca. La sezione di >)>»

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 15


0s
7 Il Il Il 1 A 10 11 3 1 R1
5

ICI

I Il Il P2

12 8 9 7 I 1 R2 II P

220V

Il circuito
stampato è qui
visto dal lato rame
nelle sue
dimensioni reali.
La notevole
superficie della
basetta è
giustificata dalla
presenza su di
essa di tutti
i componenti
elettronici
necessari,
trasformatore
compreso.
Il piccolo circuito
stampato serve
invece per
lo zoccolo
del sensore.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag. 16


In uscita dal trasformatore abbiamo tre diverse tensioni: 1 V per il
filamento di riscaldamento del sensore, 100 V per il sensore vero e
proprio, 12 V per l'integrato IC1. Tutti i componenti raffigurati, tranne
ETILOMETRO CON
la spina, il fusibile e l'interruttore, trovano posto sul circuito stampato. AVVISO SONORO
led, fino all'allarme.
L'interfaccia munita di segnalatori lu-
minosi e sonori è affidata a tre transistor
in contenitore metallico in configurazio-
5 ne darlington integrata. C3, C4 e C5
c3
evitano accensioni tremolanti di led e
rauchi avvisi di BZI. Il led DLl funge
da spia di rete e soglia minima.
Per incanalare perfettamente il fiato del
soggetto sul sensore è stato approntato
un tubo con diffusore presso il sensore.
Ad ogni lettore si lascia, di fantasia, co-
me risolvere tale problema. Grande e di
facile realizzazione la basetta a circuito
stampato, prevista per questo dispositi-
vo, include tutti i componenti elettronici
compreso il trasformatore, il sensore, il
gruppo di led e il diffusore per il fiato.
Si realizza con cura il master per fotoin-
cisione, se possediamo il bromografo,
TR3 fotocopiando il disegno del circuito
stampato su un foglio di carta da lucido
da esporre a raggi ultravioletti. Si svi-
luppa poi la lastra con fotoresist positi-
vo in soda, quindi si mette in acido. Per
coloro che non hanno bromografo basta
disegnare le piste del circuito stampato
con penna resistente ali' acido o servirsi
di trasferibili e mettere in percloruro
ferrico. In circa un'oretta è fatto tutto.
COMPONENTI Non resta che forare la basetta ed inseri-
re i componenti.
R1 = 4,7 KO TR1 = TR2 = TR3 = BC517 L'attenzione deve essere massima, un
R2 = 2,2 KQ IC1 = CD 4001 solo piccolo errore inficia il risultato.
R3 = R4 = R5 = 2,2KO SG1 =
TGS 102 AS Ricorcliamoci di montare ben orientati i
R6 = R7 = R8 = R9 = 1 KQ BZ1 = buzzer 12 V componenti attivi e porre su uno zocco-
=
R10 4,7 MQ S1 = interruttore di rete »»
R11 = 330 Q F1 = fusibile O, 1 A
=
R12 470 0
P1 = P2 = P3 = 22 KQ
(trimmer multigiri)
C1 = 470 µF 25 V
(elettrolitico) E
sa
c2= 100 µF 25 V I

(elettrolitico)
C3 = C4 = 1 F 25 V
• $
(elettrolitici)
es = 1 oo µ F 25 V
(elettrolitico)
DL 1 = led verde
DL2 = led giallo
DL3 = led arancio
DL4 = led rosso
(

I ri"\ I\
I
«lii
-

M
I
"
%7

DL5 = led rosso lampeggiante .. ilul


I I
mo

D1 = D2 = D3 = D5 = 1N4148
D4 = 1N4001 7 t1 ••
T7

PR1 = ponte 50 V/1 A


T1 = vedi testo

I
Il buzzer BZ1
va collegato
lo il sensore. Esso presenta quattro pin,
al circuito di cui i due contrassegnati con H con-
stampato tramite
nessi al filamento.
i due fili di cui Particolare attenzione va posta nel mon-
è dotato: taggio di T l che a seconda del costrutto-
il conduttore nero,
re potrebbe variare la piedinatura.
corrispondente Dopo il quanto mai doveroso controllo
al negativo, del montaggio, diamo tensione e subito si
va inserito nel foro accende DLI e lampeggia DLS. Non ap-
più vicino ai 4 led, pena DLS si spegne avviciniamo al sen-
il rosso nell'altro sore un batuffolo di cotone con alcool
foro. già evaporato. Regoliamo PI, P2 e P3
per avere l'accensione di tutti i led (sul
P1, P2 e P3 sono punto di soglia). Allontanando il batuffo-
tre trimmer lo si nota che i led iniziano a spegnersi;
multigiri uguali: ora con un cacciavite si regola P2 per
servono per "un giro di sensibilità" inferiore a P3, P l
regolare la soglia per due giri inferiore a P2. La taratura è
di accensione dei effettuata. Se invece disponiamo di un
3 led DL2, DL3 e etilometro campione possiamo riferirci
DL4. Una volta con maggior sicurezza ai parametri noti.
effettuata Durante il funzionamento è perfettamen-
la taratura non te normale che il sensore scaldi fino a
vanno più toccati. scottare le dita.

T1

RETE
220V
~I
Piano di montaggio
dell'etilometro:
la piccola basetta
che ospita il sensore
va collegata a quella
grande tramite
4 terminali di filo nudo.

BZ1
$G1

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 18


SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
ecco il manuale che spiega in modo chiaro
ed elementare le nozioni basilari
dell'elettronica.

Ti avvicini
per la prima volta all'affascinante mondo
dell'elettronica? Vuoi contagiare con la tua passione
un amico? Ti piacerebbe ripassare un po' di teoria
di questa scienza? Regalati TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA:
troverai quanto cerchi esposto
in modo semplice ed invitante,
illustrato con foto e disegni
LA LEGGE DI OH solo
.000

COSA
CONTIENE
Questo è l'indice degli argomenti lattati.
e COS't L'ELETTRONICA e I CONDUTTORI E GLI ISOLANTI
e LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e A RESISTENZA VARIABILE
• IL CONDENSATORE • LA BOBINA • IL CIRCUITO BOBINA cm:
DENSATORE e I SEMICONDUTTORI e Il DIODO e IL TRANSISTOR
e Il CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO e SALDA-
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE KIT
+

Oltre ala palle teorica manuale propone dieci facili kit da montare
il

eI VAaAORE DI LUCE e /L SINIONZZATORE e LI?ROGAZIONE AUTO-


MATICA e IL MASSAGGIATORE LO SCACCGAINSETTI AD ULTRASUO-
NI e L'ANTIFURTO PER AUTO e IL COOOETTORE DI TONALITÀ I LA SIRE-
NA UNITONALE e L'AUDIOSPIA e L'ALIMENTATORE DI POTENZA

COME ORDINARLO
Ordinare TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA è facile: basta fare un versamento di 9.000 lire
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lire 4.000 per spese postali.
o b •

RILEVAZIONE

PROVA MOSFET
DI POTENZA
Un dispositivo che consente di verificare le prestazioni
e selezionare le caratteristiche dei MOSFET nonchè
di misurarne i parametri più importanti.
Si tratta di un apparecchio molto utile dato
il largo impiego di tali componenti in tutti i campi
dell'elettronica.
Il MOSFET in prova va saldato
su una piccola basetta
collegata a quella del circuito
tramite 4 spezzoni di filo nudo.
Se nel componente deve
scorrere una forte corrente
occorre prevedere
un dissipatore di calore.

I mosfet di potenza in generale, ovvero


V-MOS o HEXFET o altre versioni,
trovano impiego un po' in tutti i campi
I power FET possono
essere realizzati,
secondo la potenza
dell'elettronica. dissipabile e la marca,
Naturalmente questo non vale solo nelle in diversi tipi
apparecchiature commerciali o profes- di contenitori,
sionali, ma anche a livello hobbistico, dei quali vediamo
ove si cominciano ad usare pressoché in la rappresentazione
tutte le applicazioni. Infatti questi dispo- di quelli più comuni
sitivi trovano impiego in amplificatori di normalmente
bassa frequenza (HiFi), alimentatori in commercio. g
"switching", stadi di potenza a RF, con-
trolli industriali, ecc. e ciò per il sempli-
ce fatto che, in particolare in stadi di po-
tenza, i FET ed i MOSFET presentano, progetto e per giustificare alcune scelte, zioni di lavoro (o di polarizzazione) co-
pur con prezzi ormai concorrenziali, di- a qualche considerazione pertinente a me amplificatori, la tensione effettiva-
versi vantaggi rispetto al tradizionale questi dispositivi. mente localizzata fra drain e source può
transistor a giunzione. La massima tensione di lavoro può esse- raggiungere valori anche su peri ori al
In questo articolo, oltre alla descrizione re compresa, a seconda del particolare doppio di quella vera e propria di ali-
del vero e proprio progetto, nonché alla tipo che si adotta fra i tanti possibili, fra mentazione.
sua realizzazione, idonea alla verifica e 60 e 500 V. La massima corrente ammissibile può
selezione di questi dispositivi, troviamo raggiungere anche qualche decina di
anche come essi sono costruiti e come ampere, per gli stessi motivi di cui so-
funzionano, approfondendone l'esame COME FUNZIONANO pra, facendo correre seri pericoli di gua-
nell'apposita finestra. sto al dispositivo se non è stato scelto
Questa trattazione a parte si rende, se- Quando un MOSFET si impiega in cir- oculatamente.
condo noi, necessaria in quanto diamo cuiti di commutazione o amplificazione La resistenza interna del canale, cioè fra
pure per scontato che tutti sappiano co- di potenza, la tensione di alimentazione drain e source, in condizioni di satura-
me funzionano i transistor a giunzione, deve essere scelta inferiore alla metà del zione può variare, secondo il tipo di
ma ciò verosimilmente non è vero per i valore citato (meglio se circa 1/3): ciò FET, fra qualche ohm e modeste frazio-
MOSFET di potenza, nei quali le cose per il semplice motivo che durante i pic- ni di ohm (0,10 -0,15 2).
vanno diversamente, e non poco. chi di commutazione (specialmente su La capacità di entrata, specialmente se
Qui ci limitiamo, per introdurre il nostro carico induttivo) e in ben precise condi- >)>»

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag 21


-·-i
R1
S2
o1°
I
LP F1

R2
R4 R5
P1

R3
DLV
'p"

c1 s1 C2

- Schema elettrico del dispositivo prova.FET di potenza;


la polarità dell'alimentazione non è indicata in quanto va
invertita a seconda del tipo di transistor da esaminare
(se a canale N od a canale P).

le frequenze di lavoro non sono tanto


I circuiti stampati sono qui visti dal lato
basse, corre il rischio di penalizzare se-
rame nelle loro dimensioni reali.
veramente l'impedenza d'ingresso del
Nella piastrina che riceve il FET le piste
dispositivo, nonostante la sua elevatissi-
di rame e le piazzole vengono ricoperte
ma resistenza.
di stagno, dopo il montaggio sulla piasra
Ora che abbiamo preavvisato i nostri
base. Le lettere indicano gli elettrodi del
lettori con questi richiami teorici, che
transistor; da notare che la pista di gate
qualcuno magari ha trovato banali, pas-
(g) è di dimensioni inferiori, per facilitare
siamo in concreto a presentare il nostro
il montaggio dei contenitori TO 220.
circuito esaminandone lo schema.

I o UN'OCCHIATA ALLO SCHEMA

Va innanzi tutto precisato che la sorgen-


te di c.c; che va ad alimentare questo
pur semplice circuito deve essere a bas-
sa resistenza interna, deve cioé trattarsi
di un alimentatore ben stabilizzato ed in
grado di erogare una corrente di almeno
3 A, ma l'ideale sarebbe una vera e pro-
pria batteria, oltretutto ben carica.
Predisposta così l'attrezzatura atta ad
V erogare i 12 V (circa) necessari, andia-
mo ora ad esaminare lo schema elettrico
del quale possiamo subito notare che
manca l'indicazione di polarità proprio

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag. 22


PROVA MOSFET DI POTENZA
PFET Fl

Piano di montaggio
della basetta
a circuito
stampato, sulla
quale vengono
posizionati tutti
i componenti
facenti parte
dello strumento.

G G
[)] JpfJllf)

di quell'alimentazione di cui ora si è rità per il transistor da testare. cemente) il tester o il multimetro digita-
parlato. Ma dov'è questo transistor? le, in modo che sia possibile leggere o
Non si tratta, naturalmente di una di- Ecco il punto: il transistor viene saldato la tensione presente sul gate o quella
menticanza, bensì del fatto che la pola- su un'apposita piastrina, sempre a cir- presente sul drain.
rità può (anzi deve) essere invertita, a se- cuito stampato (della quale possono an- Il deviatore S2 invece permette di sele-
conda che il MOSFET in prova sia di ti- che essere realizzati più esemplari), ed il zionare due portate per la corrente di
po N od a canale P. posizionamento dei terminali è facilitato prova, rispettivamente (ed approssimati-
In particolare, se il dispositivo è un N, il da opportune combinazioni; tale piastri- vamente) 1 A e O, 1 A, così da effettuare
positivo va al terminale 1 (ed il negativo na va a sua volta saldata sulla basetta misure pertinenti al tipo di MOSFET in
al 2); viceversa se il MOSFET è un P è il che porta tutto il circuito. esame. Un'indicazione rudimentale ma
negativo che va al terminale 1 (e vice- efficace della corrente che circola è vi-
versa per il 2). sualizzata da una lampadina tipo pisello
Per verificare che la polarità dell'ali- COMANDI E CONTROLLI da 12 V - 100 mA, la cui luminosità
mentazione sia conforme a quella del di- consente così di valutare lo stato di con-
spositivo sotto esame, immediatamente Comprensibilmente il circuito incorpora duzione del transistor in esame.
ali' ingresso della 12 V cc ci sono due alcuni comandi e controlli. Un potenziometro (R3) serve a far va-
led, collegati in antiparallelo, uno rosso Un deviatore a levetta consente di com- riare la tensione di gate fra zero ed 11 V
ed uno verde, i quali indicano, a seconda mutare un voltmetro, che può essere sia circa, così da poter ben esaminare il
di quello che si accende, l'effettiva pola- un apposito strumento sia (più sempli- ))))

COMPONENTI
R1 = 122-5W
R2 = 1000 2
R3 = 10 KO (potenziometro)
R4 = 680 2
R5 = 680 2
C1 = 1000 pF (ceramico)
; I
C2 = 0,1 F (ceramico)

r
DLR = LED rosso
DLV = LED verde
LP = lampadina 12 V· 0,1 A
F1 = fusibile 2 A
s1=s2= deviatore a levetta
a uno scambio
P1 = pulsante normalmente
chiuso ____........----
! r.

----'I.I&----

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag. 23


COME SONO FATTI
Semplificando il più possibile la descrizione, la costituzione di un MOSFET può
essere schematizzata come nella figura I una barretta dì materiale semicondutto-
re costituisce il canale compreso fra drain e source, ed isolato da questa vi è
l'elettrodo di comando, cioè il gate: i due elementi costituiscono un vero e proprio
condensatore, la cui capacità, a seconda delle particolarità costruttive del disposi-
tivo, può variare da valori piuttosto bassi ( circa 20 pF) a valori piuttoto elevati
( 10.000 pF).
L'isolamento tra elettrodo di comando e barretta d-s è di qualità molto elevata,
ma presenta una tensione di scarica molto bassa, tanto che tensioni superiori a
30±40 volt possono perforarlo, a causa dello spessore estremamente sottile.
Ecco perché tutti i MOSFET, siano essi di segnale o di potenza, risultano folle-
mente sensibili alle cariche statiche che possono accumularsi o essere trasferite
d(drain] sul gate.
Partendo dalla struttura ora descritta, vediamo allora come funzionano i MO-
SFET, con particolare attenzione a quelli di potenza.
La barretta d-s ha di per sé una resistenza elevatissima, trattandosi di un semicon-
duttore, e la mantiene sintanto che il gate è polarizzato con una tensione compresa
g (gate) fra O e 4 V, come intende mostrare la figura 3; se il gate viene portato ad 1111 valo-
re di tensione compreso fra 6 e O V, la resistenza scende drasticamente verso
12, o anche meno (figura 4 ).
Nella gamma intermedia di valori vale a dire fra 4 e 6 V circa, la resisten;a del
canale può variare fra pochi 2 e qualche MQ (figura 5).
Ebbene queste tre condizioni riferite a zone nettamente diverse dei valori di pola-
rizzazione, corrispondono a condizioni abbastanza facilmente individuabili nei lo-
1 ro comportamenti.
Il primo caso è detto di interdizione, il secondo caso è detto di sa tu raz.ione, il terza
1: struttura interna, caso è deno di linearità.
schematizzata, di un La situazione in linea di massima corrisponde al comportamento di transistor e
MOSFET: una barretta valvole, come del resto ( salvo valori specifici) era logico prevedere.
di materiale semiconduttore
Però, a differenza delle valvole e dei transistor, nel circuito gate-source dei MO-
SFET non può scorrere corrente alcuna in nessuna condizione di funzionamento,
costituisce il canale
per il semplice motivo che il gate è perfettamente isolato dalla barretta.
compreso tra drain e source. E proprio questo isolamento che fa del MOSFET un componente ad altissima im-
2: simboli elettrici pedenza d'ingresso, questo però solamente per la corrente continua o per frequen-
dei MOSFET ze molto basse.
a canale N e P, Se è vero, come è vero, che la capacità di gate può essere compresa fra 20 e
10.000 pF, in moltissimi casi, e per frequenze via via più elevate, I 't'mpedenza
d'ingresso risulta anche notevolmente bassa; ciò può costituire un problema note-
vole in presenza di segnali a RF o richiedenti commuta::.ione velocissima.
Ritornando alla costituzione interna, la barretta di silicio può essere drogata di ti-
po No P: si dice quindi che, caso per caso, il MOSFET e a canale N oppure a ca-
nale P (il primo è pi comune, un po' come per i transistor a giunzione del tipo
NPN). Il simbolo grafico che si usa nei due casi per rappresentare l'una e l'altra
versione è rappresentato in figura 2; esso indica anche, ali 'interno del dispositivo,
un diodo incorporato, che serve (essendo di tipo velocissimo) a proteggere il MO-
@ SFET contro i picchi di sovratensione di commutazione.

La barretta d-s ha una resistenza elevatissima, trattandosi di un semiconduttore, e la mantiene finchè


il gate è polarizzato con una tensione fra O e 4 V (3); con il gate fra 6e 10 V la resistenza scende a12
(4). Tra 4 e 6V la resistenza del canale varia da pochina qualche M2 (5)

3 4 5
d d

g g

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag. 24


PROVA MOSFET DI POTENZA
comportamento della corrente d-s in stampato con dei brevi spezzoni di filo no il perfetto posizionamento in oriz-
funzione dei vari valori di polarizzazio- nudo; una piccola manopola con indice zontale della basetta, nonostante quello
ne. PI, minipulsante del tipo normal- ed una etichetta autoadesiva con riporta- che ne sporge dal lato piste.
mente chiuso, permette di staccare com- ta la semplice graduazione completano Un paio di terminali od occhiello con-
pletamente il gate dal circuito di pola- la dotazione. Resta da aggiungere al cir- sentono di collegare il voltmetro o il te-
rizzazione; se il transistor è veramente cuito il pisellino LP, maneggiandone ster esterno.
in buono stato, ed in particolare il gate con cura i delicati terminali. Per quanto riguarda l'impiego vero e
non è in perdita, tenendo premuto il pul- Ora, non c'è che da applicare, alla mini- proprio del nostro apparecchio, quanto è
sante, nella sua capacità di gate, si deve basetta porta-FET, il dispositivo che si stato detto nella prima parte di questo
memorizzare il valore della tensione di desidera provare; a questo proposito oc- articolo ed ancor più quanto spiegato
polarizzazione, e rimanervi per un tem- corre segnalare un paio di precauzioni. nell'apposita finestra chiariscono com-
po lunghissimo. F I serve a proteggere il pletamente le poche e semplici manovre
circuito in caso di transistor in corto. da eseguire, che si riducono a: control-
ALCUNE PRECAUZIONI lare con R3 le tensioni di polarizzazione
del componente e le conseguenze sulla
TUTTO SULLA BASETTA Innanzi tutto in fase di saldatura del conduzione della corrente fra drain e
power FET alle relative piazzole, se ne source; verificare col voltmetro le ten-
Occupiamoci ora della realizzazione di devono cortocircuitare i tre piedini con sioni sia di gate che di source, arrivando
questo prova FET; per mantenere le sue un pezzetto di filo nudo sottile avvolto ad individuare il valore della tensione
caratteristiche di semplicità ed economi- con cura attorno agli stessi, e questo va- residua corrispondente alle condizioni
cità, si è provveduto ad inserire tutti i le anche quando se ne esegue la dissal- di saturazione del dispositivo (da cui si
componenti, ivi compresi comandi e datura; naturalmente, durante la prova, può così risalire al valore minimo della
controlli, sulla basetta come al solito ap- il filetto deve essere tolto. sua resistenza interna).
positamente realizzata. In secondo luogo, specialmente in caso Si è quindi capito che, pur nella sua
Assieme a questa basetta, ne è prevista di misure ripetute e prolungate, il FET semplicità, si tratta di uno strumento in-
un'altra di ben più modeste dimensioni dissipa parecchio calore un po' in tutte telligente, in quanto oltre a segnalarci il
che va alloggiata sulla prima e sulla le situazioni di conduzione, è quindi ne- regolare o difettoso funzionamento dei
quale va saldato il FET in prova. cessario applicargli un opportuno radia- MOSFET di potenza, consente anche di
Comunque la semplicità del circuito ed tore-dissipatore di calore. verificarne e selezionarne le caratteristi-
il modesto numero di componenti con- Quattro colonnette sugli angoli assicura- che più importanti.
sentono di realizzare il tutto in dimen-
sioni contenute e con una dislocazione Il potenziometro R3 si salda dal lato rame della basetta provvedendo
complessiva che prevede il power FET ai collegamenti tra i terminali e le piazzole con spezzoni di filo nudo
sotto misura ed il potenziometro R3 eventualmente recuperato dai reofori tagliati. L'alberino di comando
(con relativa, pur rudimentale scala di sbuca dal lato componenti attraverso un foro di grosse dimensioni
taratura) comodamente piazzati al cen- nella basetta.
tro del lo stampato; la basetta porta-tran-
sistor è inserita in modo che le piazzole
a saldare risultino verso l'alto, così da
potervi affidabilmente applicare (tramite
una vera e propria saldatura) il dispositi-
vo da controllare.
Appunto questa basetta può essere il
primo componente applicato sul circuito
stampato vero e proprio, regolarmente
dal lato componenti; possono poi segui-
re resistenze e condensatori, nessuno dei
quali ha polarità da rispettare.
Si montano poi i due led, di cui invece
va rispettato il verso di inserimento,
identificato dallo smusso presente sul
bordo sporgente alla base del corpo di
plastica.
I due deviatori a levetta (SI ed S2) sono
del tipo che si monta adagiandolo oriz-
zontalmente sulla basetta, dopo di che si
possono montare F I e P 1.
Il potenziometro va montato inserendo-
lo dal basso; i suoi terminali vanno
quindi portati alle piste del circuito
ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 25
Si sentono nominare
continuamente
l'informatica, il software,
le più svariate applicazioni
del persona/ computer
in qualunque settore: tutto
avviene grazie all'insieme
dei componenti di cui
parliamo in queste pagine.

'ELETTRONI DENTRO IL PC
Il monitor contiene un tubo n persona! computer, chiamato per
a raggi catodici simile a quello
di un normale televisore.
U brevità PC, ha oggi una velocità di
calcolo superiore a quella di qualunque
su diverse schede molto affollate di cir-
cuiti integrati. Fra i vari dispositivi si di-
stinguono il trasformatore dell'alimen-
Le dimensioni dello schermo grande calcolatore di qualche anno fa. tatore schermato da una gabbia metalli-
variano da 14 a 21 pollici ossia Quindi quelle persone che, parlando o ca, un altro involucro contenente il di-
da 35 a 52 cm di diagonale. sentendo parlare di persona! computer, sco rigido, una o due unità per la lettura
lo considerano ancora un calcolatore di dei dischetti magnetici che sono anche
serie B, un giocattolo evoluto, comun- chiamate driver. Le varie schede sono
que qualcosa di inferiore ai computer tutte collegate ad un insieme di piste
degni di questo nome, quelli cioé senza conduttrici chiamato bus: è qui che tran-
persona! davanti, commettono un grave sitano tutti i dati binari elaborati dalla
errore. macchina. Le schede principali sono
Oggi non si acquista un persona! sola- quella chiamata "carta madre" (ovvero,
mente per avere qualcosa di pratico, in inglese, motherboard) contenente i
economico, facile da usare, poco in- componenti fondamentali per il funzio-
gombrante, ma anche per avere una namento del computer, la scheda con il
macchina molto potente. sistema di controllo del disco, quella per
Aprendo la carcassa che contiene tutto il collegamento dei dispositivi di ingres-
l'hardware, cioè i dispositivi elettronici so e uscita (input/output) e quella cosid-
ed elettromeccanici del computer vero e detta grafica, che ha la funzione di con-
proprio, non si nota molta differenza ri- trollare la visualizzazione dei caratteri e
spetto ad altri apparati elettronici mo- dei segni grafici sul monitor.
derni poichè la struttura interna si basa All'interno di ogni moderno PC si tro-
ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 26
Aprendo la carcassa contenente
l'hardware di un PC si trovano
diverse schede, ciascuna
corrispondente ad una o più unità
del calcolatore. Vi sono anche
degli spazi vuoti che consentono
di inserire, grazie agli appositi
connettori, delle schede
aggiuntive. Il circuito stampato
che vediamo qui sotto è quello che
contiene il microprocessore, quello
a sinistra tra i due a 40 piedini.

Schema a blocchi generale di un persona! computer: in linea di massima


tutti i moderni PC si assomigliano; le loro prestazioni dipendono
dalla velocità del microprocessore (CPU), dalla quantit à di memoria
principale (RAM) e dalla capacità del disco rigido.

1 - - - - - - - - - - - - - - - -1
vano anche diverse "slot" di espansione,
spazi vuoti dotati di connettori dove è
1
fu±e
CENTRALE
j] SCHEDA
MADRE
possibile installare schede aggiuntive (ad ELABORAZIONE
esempio il modem, cioè il dispositivo -CPU-
che permette la comunicazione fra due
PC attraverso la linea telefonica). MEMORIA
Sulla "carta madre" è montata la CPU
(Centrai Processing Unit), I'unità centra-
le di elaborazione contenuta tutta ali' in-
I,-------
CENTRALE
- RAM-
SCHEDA
GRAFICA
terno di un unico circuito integrato che - ROM- I

si chiama microprocessore. La CPU ese- - - - - - - - - - - _I


gue le istruzioni lette dalla memoria cen-
trale, situata sulla stessa scheda.
Quando si parla di memoria centrale di
un Persona! Computer si intendono uno
o più integrati che costituiscono la
RAM, Random Access Memory, che si- INTERFACCIA CONTROLLER
INTERFACCIA
gnifica memoria ad accesso casuale. CON UNITA'
INPUT DEL
L'aggettivo casuale qui significa che LETTURA
qualunque posizione della memoria può OUTPUT SCRITTURA DISCO
essere letta oppure scritta in qualunque
momento, senza dover rispettare un pre- EVENTUALI
ciso ordine. SCHEDE
Durante il funzionamento del computer AGGIUNTIVE
il contenuto della RAM cambia conti-
muamente, in certi istanti può essere una
sequenza di istruzioni da eseguire, in al-
tri una serie di dati da elaborare oppure
è
MOUSE
MODEM
ESPANSIONE
DI MEMORIA RAM

<cG±
appena elaborati. Il singolo bit (0 oppure
l) viene memorizzato attraverso lo stato DISCO
di carica o scarica di un condensatore RIGIDO
realizzato con la tecnologia MOS. STAMPANTE
))

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 2 7


L'ELETTRONICA DENTRO IL PC
Uno degli ultimi esemplari sto settore di memoria ha tempi di acces-
di PC portatile denominato so di gran lunga inferiori rispetto a quelli
notebook. Tutto è contenuto della RAM. Un apposito circuito gesti-
in un unico corpo che ha sce automaticamente la cache, che, come
dimensioni di un foglio di carta dice il nome, è nascosta all'utilizzatore
da lettere ed uno spessore del PC.
di pochi centimetri. Il disco (in inglese hard disk, cioè "disco
Lo schermo funziona a cristalli rigido" per distinguerlo dai dischetti
liquidi mentre la rotella a lato asportabili) è il deposito, interno al PC,
della tastiera funge da mouse. dei dati e dei programmi. Col passare
degli anni i dischi sono sempre più pic-
coli e possono contenere sempre più bit.
L'unità disco è costituita da diversi di-
schi sovrapposti ciascuno dei quali è do-
tato delle proprie testine per la lettura e
la scrittura. La tecnica di registrazione
dei dati binari è semplice (magnetizza-
zione in un verso per lo O e in un altro
per l' 1) ma la tecnologia è molto com-
plessa: si tratta di realizzare un apparato
di dimensioni assai ridotte che viene fat-
to ruotare da un motore velocissimo
Mancando l'alimentazione il contenuto senza di circuiti aperti (ad esempio cor- (3600 giri al minuto). Le testine sono
della RAM svanisce e quindi si può rispondenti allo 0) oppure di corto-cir- sollevate dai dischi grazie ad un cusci-
comprendere la necessità di disporre, cuiti (corrispondenti ali' 1) realizzati al netto d'aria creato dalla rotazione che ha
all'interno di ogni computer, di memo- momento dell'assemblaggio del compu- uno spessore di qualche micron. Il tutto
rie che non perdano il proprio contenuto ter e non più modificabili. è contenuto dentro un involucro sigillato
quando l'apparecchio è spento. La seconda memoria "non volatile" è il per evitare i danni creati dalla polvere.
Due sono le memorie che hanno questa disco, chiamato anche memoria di mas- Ogni disco, che è chiamato anche cilin-
caratteristica. La prima, situata sempre sa, dal quale la CPU comincia a prele- dro, è diviso in tracce (cerchi concentri-
sulla carta madre, è la ROM (Read vare i dati dopo l'inizio dell'elaborazio- ci) e settori (pensare alle fette di una tor-
Only Memory, cioè memoria di sola let- ne, per depositarli via via nella RAM. ta). Il controller del disco è il circuito
tura) che non ha molta capacità di im- Esistono PC dotati anche di una speciale che, ricevendo un comando di accesso
magazzinamento dati. Serve per conser- memoria chiamata cache (il termine è dalla CPU, lo traduce in comandi alle te-
vare solo le istruzioni essenziali per francese e significa maschera), utilizzata stine per far fermare per un istante la ro-
l'avviamento della macchina. per contenere i dati che vengono usati tazione sul settore corretto, posizionare
Il concetto che sta alla base della me- più spesso. Grazie alla cache la velocità la testina del cilindro selezionato sulla
morizzazione ROM è quello della pre- di elaborazione è maggiore perchè que- traccia corretta, quindi leggere o scrivere

Nel mouse il movimento della pallina agisce su di un sistema di conduttori disposti in modo tale che una corrente
elettrica scorra nel verso corrispondente allo spostamento del mouse. Gli impulsi elettrici determinano quindi
lo spostamento di un cursore sullo schermo.

CONTATTI FISSI RILEVANO


IL MOVIMENTO DELLA PALLINA

CONTATTI STRISCIANTI:
L ?"
ai»
rea

RUOTANO CON LA PALLINA

RINVII MOVIMENTO
l
}[[[pJ

CONNESSIONE

PULSANTE PER TRASFERIRE I disegni del mouse e dello scanner


L'ORDINE AL SOFTWARE
DEL PC sono tratti dal libro "Il computer com'é
fatto e come funziona" di Ron White
(Mondadori informatica, lire 50.000

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994 - Pag. 28


il dato. Lo scanner, se fatto passare sopra
Qualunque persona! computer può leg- un testo qualsiasi, ne memorizza
gere e scrivere dati sia sul disco rigido il contenuto, facendo una specie di fotografia
che sui floppy disk o dischetti. digitalizzata. Per utilizzarlo è richiesto
Ve ne sono di due tipi, che ali' esterno l'uso di un apposito programma.
hanno forma quasi quadrata e sono con-
traddistinti dalla misura in pollici del la- ATTRAVERSO LA LENTE
to che va inserito nell'apposità unità di UNA LINEA DELL'IMMAGINE
GIUNGE A UN SENSORE
lettura/scrittura. Quelli di tipo flessibile, CCD CONTENENTE
denominati 5 pollici e 1/4 ( che corri- FOTORILEVATORI
sponde ad un lato di circa 13 cm), sono
sempre meno diffusi e hanno quasi
ovunque lasciato il posto a quelli rigidi SPECCHIO CHE
da 3,5 pollici (lato di circa 9 cm), molto
RIMANDA
L 'Il1MAGINE
;lLiiiio&tcòGIAt
CONVERTITORE
ALLA LENTE DELL'IMMAGINE
più robusti e duraturi.
Negli ultimi anni si è affermato come
nuovo tipo di supporto per memorizzare DISCO COMANDATO
i dati il disco magneto-ottico. E' molto DAL RULLO PER RULLO- DI GUIDA IN
SCANDIRE LE LINEE GOMMA
simile ad un compact disc musicale e ha DI LETTURA DELLO SCANNER
>))»

COME SCEGLIERE IL PERSONAL COMPUTER


I personal computer più diffusi sul mercato sono quelli che Un potente modello
talvolta vengono chiamati IBM compatibili, in onore della della Hewlett Packard contenente
grande industria che li ha prodotti per prima. Per citare il microprocessore lntel 486.
Oggi questi PC hanno un prezzo
un 'altra sigla molto diffusa, si tratta di quelli che funzionano
abbordabile anche per l'hobbista.
con il sistema operativo MS-DOS. li loro cuore è un micro-
processore della serie prodotta dalla Intel. Oggi si trovano a
buon mercato quelli contenenti il microprocessore 386 e an-
che quelli contenenti il 486 non hanno prezzi impossibili.
Volendo acquistare un PC nuovo vale la pena di fare uno
sforzo economico e dotarsi di un 486, possibilmente del tipo
Dx, per essere sicuri di avere ancora per alcuni anni una
macchina dalle alte prestazioni. I personal funzionanti col mi-
croprocessore Pentium, ultimo nato della famiglia Intel, sono
ancora troppo costosi per un uso casalingo.
Un altro importante parametro per la scelta di un PC è la
quantità di memoria. L'unità di misura è il byte, cioè I 'insie-
me di 8 bit. Per poter usare in modo efficiente i moderni pro-
grammi basati sul software Windows occorre una RAM di al-
meno 4 Mbyte (4 milioni di byte), se sono 8 tanto meglio.
Per quanto riguarda il disco rigido, è consigliabile avere 120
Mbyte per lavorare "comodamente". Se si vuole risparmiare
qualche soldo è bene non scendere al di sotto degli 80 Mbyte.
Un ultimo cenno va fatto sulla stampante da collegare al PC.
Le stampanti ad aghi sono consigliate a chi vuole vedere sulla
carta solo i listati dei programmi. Chi vuole realizzare docu-
menti e grafici di buona qualità senza gli alti costi delle stam-
panti laser può optare per una stampante a getto d'inchiostro.
Esistono dei modelli dalle dimensioni piccole e dai costi ab-
bordabili e i risultati che si ottengono sono ottimi.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 2 9


L'ELETTRONICA TI I MESI
DENTRO ILPC
Un'opera completa e
una capacità molto grande. Si tratta della assolutamente gratuita che
soluzione ideale per conservare grossi guida, con testi chiari ed
archivi di dati senza occupare il disco ri- esaurienti, con grandi
gido. II più importante dispositivo per
inserire dati in un PC é la tastiera. I tasti
illustrazioni tutte a colori,
corrispondenti alle lettere ed ai numeri nell'affascinante mondo
sono disposti come nelle macchine da delll'elettronica.
scrivere e ne esistono anche altri per di-
verse funzioni. Quando viene premuto
'
un tasto avviene una variazione di cor-
Le ricche dispense mensili
rente all'interno di un microcircuito ad di 4 pagine sono dedicate
esso associato. L'impulso viene quindi soprattutto a chi comincia ma
elaborato e trasformato in un codice det- contengono tanti approfondimenti
to scan code che viene trasmesso
interessanti anche per i più
ali' unità centrale.
esperti.

SCANNER E MOUSE Raccogliendo e conservando


gli inserti si colleziona, fascicolo
Tutti i PC di recente fabbricazione sono
dotati anche del mouse, dispositivo di
dopo fascicolo, un completo ed
input utilissimo per l'uso dei moderni inedito manuale sull'elettronica
programmi basati su menù e simboli gra- di base.
fici che appaiono sullo schermo. Quasi Ma bisogna non perderne
tutti i mouse dei PC sono di tipo mecca-
nico, cioè sono dotati al loro interno di
neanche un numero
una pallina che ruota quando il dispositi-
vo viene fatto muovere sul tavolo. Il mo-
vimento della pallina agisce su di un si-
stema di conduttori disposti in modo tale
che una corrente elettrica scorra nel ver-
so corrispondente allo spostamento del
mouse. Gli impulsi elettrici determinano
quindi lo spostamento di un cursore sul-
lo schermo. La selezione del dato (carat-
tere o simbolo) situato in un certo istante
sullo schermo avviene premendo uno dei
tasti di cui è dotato il mouse. Nei PC
portatili chiamati notebook, che hanno le
dimensioni di circa 30x 20 cm, il mouse
è sostituito dalla trackball, che può esse-
re considerato un mouse capovolto.
La pallina, che emerge dalla tastiera,vie-
ne infatti mossa dalla mano, mentre la
selezione avviene con uno dei pulsanti
della tastiera.
Installando ali' interno del PC le oppor-
tune schede di interfacciamento è possi-
bile dotarlo di altri dispositivi di input. Il
futuro forse ci porterà dei dispositivi in
grado di interpretare i comandi dati a vo-
ce e quindi di fare a meno sia della ta-
stiera che del mouse. Esiste già qualcosa
in questo settore ma non è ancora un
prodotto molto diffuso. È invece molto
utilizzato, anche se costoso, lo scanner,
dispositivo in grado di leggere qualun-
que immagine o testo e di memorizzarlo.
Con due bobine isolatefra loro
e avvolte sullo stesso supportofatto
di lamelle di ferro si realizza
un trasformatore, componente
fondamentale per utilizzare
nei circuiti elettronici la tensione
distribuita dalla rete.

INDUZIONE
ELETTROMAGNETICA
I I trasformatore è quel componente che, sfruttando il
fenomeno dell'induzione elettromagnetica, permette di
cambiare il valore di una tensione alternata senza prati-
camente perdere potenza elettrica. Due bobine isolate fra
loro sono avvolte su uno stesso supporto detto nucleo, rea-
lizzato in materiale metallico ferromagnetico, in grado di
mantenere al suo interno un campo magnetico intenso.
Se una delle due bobine è percorsa da corrente alternata si
verifica ai suoi capi una caduta di tensione per il fenome-
no dell'induzione elettromagnetica. Lo stesso flusso varia-

)
bile del campo magnetico che nella bobina ha provocato la
caduta di tensione investe anche la seconda bobina, perché
è avvolta sullo stesso supporto all'interno del quale il flus-
NUCLEO
so viene "imprigionato". Anche su questa, sempre per il
fenomeno dell'induzione elettromagnetica, avviene una
caduta di tensione, indotta dalla prima.
\ AVVOLGIMENTO
FLUSSO DEL CAMPO
MAGNETICO
AVVOLGIMENTO
SECONDARIO

Se la seconda bobina è collegata ad un circuito viene per- PRIMARIO


corsa da corrente, alternata come la tensione indotta dalla
prima bobina. Avviene allora la stessa catena di fenomeni Il funzionamento del trasformatore si basa sul fatto
provocati dalla prima bobina. che due bobine inducono l'una sull'altra una tensione grazie
Ali' interno della seconda bobina si genera un campo ad un campo magnetico variabile "intrappolato" dentro
>>> il supporto metallico chiamato nucleo.
Nei circuiti elettronici si usano solitamente trasformatori
in discesa dai 220 V della rete alle basse tensioni utilizzate.

Un tipico trasformatore impiegato in un apparato


elettronico: i due avvolgimenti, isolati fra loro (con cartone
se la potenza in gioco è poca) sono avvolti nella parte centrale
del nucleo, composto da tante lamelle di ferro isolate fra loro.
La funzione del serrapacco è quella di bloccare il tutto
in una struttura compatta e resistente.

magnetico variabile, il suo flusso investe la prima e pro-


voca in questa una tensione indotta. Le due bobine cioè
provocano l'una nell'altra una tensione indotta e per questa
ragione il fenomeno prende il nome di mutua induzione
elettromagnetica.
In un trasformatore i due avvolgimenti sono chiamati pri-
mario e secondario, dove per secondario si intende quello
collegato al circuito utilizzatore. Il rapporto fra la tensione
dell'avvolgimento primario e quella del secondario è circa
LAMI ER eguale al rapporto fra il numero di spire dei due avvol-
gimenti. Il rapporto sarebbe esatto nel caso di un trasfor-
matore ideale, cioè privo di perdite di potenza al suo inter-
no. Per limitare tali perdite gli avvolgimenti hanno bassis-
TERMINALI simi valori di resistenza e il nucleo viene realizzato con un
SECONDO pacco di lamelle metalliche isolate fra loro. Se fosse
AVVOLGIMENTO costruito in un unico blocco, al suo interno circolerebbero

I delle correnti chiamate parassite che farebbero aumentare


le perdite.
f Grazie a questi ed altri accorgimenti costruttivi la realtà si
discosta poco dalla situazione ideale, in certi casi solo
dell'uno percento, pertanto la regola del rapporto fra le
tensioni al primario e secondario pari al rapporto fra il
numero di spire va considerato un ottimo riferimento per le
applicazioni pratiche. Ad esempio se la tensione al prima-
rio è 220 V e quella al secondario è 1 O V, il rapporto fra il
numero di spire dei due avvolgimenti è circa pari a 22.
Si possono avere 2200 spire al primario e 100 al seconda-
rio, oppure 1100 e 50 rispettivamente, e così via.
Se la tensione del primario è piu alta di quella del seconda-
rio, la corrente è più bassa di quella del secondario e vice-
SECONDO versa. Precisamente il rapporto fra le due correnti è circa
AVVOLGIMENTO pari all'inverso del rapporto fra le spire. Questo perchè la
potenza (che è il prodotto fra tensione e corrente) è eguale
sui due avvolgimenti, sempre ovviamente a meno delle
i valori del trasformatore
Le grandezze elettriche fondamentali che caratterizzano un trasformatore e
che occorre specificare al momento del suo acquisto sono: tensione
dell'avvolgimento primario, tensione dell'avvolgimento secondario,
potenza elettrica.
La potenza è il prodotto fra la tensione e la corrente al secondario, è pratica-
mente eguale a quella sul primario, e va scelta in base all'utilizzo previsto per
il trasformatore. E bene sapere che, quando si parla di tensioni alternate, il
valore indicato (ad esempio i 220 V della nostra rete domestica) si chiama
valore efficace ed è dato dal valore di picco della sinusoide diviso per 1,41.
Si chiama efficace perché corrisponde al valore di tensione continua che in un
circuito produrrebbe gli stessi effetti. Ad esempio, applicato ad una resistenza,
farebbe passare la stessa corrente. Essendo un componente piuttosto grosso le
caratteristiche del trasformatore vengono riportate per esteso sulla sua carcas-
sa o sulla pellicola isolante che protegge gli avvolgimenti.

poche perdite che avvengono ali' interno del componente. Prima di


TORE
Per questa ragione se al primario la tensione è maggiore le comprare un
spire, più numerose, sono anche più sottili di quelle del trasformatore
secondario perchè devono sopportare una corrente occorre avere
minore. un'idea di qual è la
La maggior parte dei trasformatori usati in elettronica è del potenza massima P
che viene assorbita RETE 220V
tipo in discesa, cioè la tensione sull'avvolgimento prima-
rio è maggiore di quella sul secondario. Sono infatti usati dal circuito
principalmente per abbassare la tensione della rete a 220 V utilizzatore. Dal UTILIZZATORE
ad un valore adeguato al circuito utilizzatòre. Il trasforma- valore di P, prodotto
tore è un componente reversibile, cioè i due avvolgimenti della tensione
possono cambiare i loro ruoli permettendo così di realizza-
re un trasformatore elevatore da uno in discesa e vicever-
secondaria V per la
corrente I assorbita
}<= -
sa. Esistono anche trasformatori con rapporto alla pari, da/carico, E
cioè con eguali tensioni sui due avvolgimenti, usati per dipendono le
isolare elettricamente due parti di un circuito, consentendo dimensioni, il peso
ugualmente il trasferimento di potenza. I trasformatori bifi- e anche il costo del
lari infine hanno l'avvolgimento secondario composto da trasformatore.
due fili avvolti insieme. Così è possibile, collegando in
vario modo i 4 fili in uscita, ottenere tensioni diverse.

La maggior parte
dei trasformatori serve
per alimentare il circuito
abbassando la tensione
di rete ad un valore
adeguato. Esistono però altri
modelli che vengono usati 1
per adattare i valori
di tensione a certi tipi
particolari di componenti
impiegati in circuiti
ad alta frequenza.
Nella foto vediamo alcuni
esempi di trasformatore;
1. toroidale; 2: a lamierini;
3: a lamierini con serrapacco;
4: a granuli orientati e
nucleo a C; 5: per uscita
audio con nucleo a C;
6: per uscita audio
con lamierini e serrapacco;
7: interstadio con calotta
antimagnetica.
collegare i trasformatori
Gli avvolgimenti secondari dei trasformatori possono
essere collegati fra loro, evitando così di acquistare un
nuovo trasformatore quando se ne hanno già due o più che
combinati assieme producono il risultato desiderato.
Quando si desidera sommare le tensioni degli avvolgimenti
secondari viene fatto il collegamento in serie. Se i trasfor-
matori hanno eguale tensione sul secondario si possono
anche collegare in parallelo per sommarne le correnti e
quindi anche le potenze.
In entrambi i casi occorre prestare massima attenzione.
Se ad esempio i due trasformatori hanno 12 V sul seconda-
rio, collegati in serie possono dare O V oppure 24 V a
seconda di quali morsetti sono collegati fra loro.
Nel caso del parallelo, collegare il morsetto a O V del
primo trasformatore con quello a 12V del secondo, o vice-
versa, dà luogo ad un corto circuito e al danneggiamento
irrimediabile di entrambi.
Se non vi sono indicazioni sui morsetti è obbligatorio fare
una misurazione con un tester prima di collegare due mor-
Il tester è utile per verificare se un trasformatore setti fra loro: lo si può fare solo se hanno la stessa tensione
funziona ed è indispensabile per effettuare misure (e quindi se il tester segna 0V).
sui morsetti prima di collegare fra loro due o piu trasformatori.

PRIMARIO
220V

PRIMARIO
220V

1 2
RETE 220V 1: collegando in serie due trasformatori uguali con la
tensione sul secondario di 12 V si ottiene una tensione di 24 V.
Questo è vero soltanto se si tiene conto del senso di
avvolgimento dei secondari o, come si suol dire più correttamente,
della fase delle tensioni. Siccome i trasformatori di tipo
commerciale sono avvolti a macchina, tutti allo stesso modo,
collegando il morsetto a 12 V dell'uno con quello a O V dell'altro,
si può essere certi di aver rispettato le fasi della tensione.

2: due trasformatori possono essere collegati


in parallelo solo se hanno eguali tensioni al primario e al
secondario. In questo caso si sommano le correnti sul secondario
e quindi anche le potenze che possono essere utlizzate. ,

3: prima di collegare in parallelo due trasformatori


è necessario verificare quali morsetti siano in fase, cioè abbiano
lo stesso valore di tensione. Se non vi sono indicazioni, si può
TRASFORMATORE fare la verifica con un tester. Se fra i due morsetti il tester
misura O V significa che sono in fase e quindi possono
3 essere connessi fra loro.
[

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Un utile circuito che sfrutta le moderne memorie


a stato solido per registrare e riprodurre brevi
messaggi della durata di 16 secondi circa.
l'informazione rimane immagazzinata nell'integrato
fino alla successiva registrazione, anche se viene
tolta l'alimentazione.
Il circuito non è particolarmente
complesso ma la realizzazione può essere
più semplice comprando il kit di montaggio
con tutti i componenti necessari e la basetta
a circuito stampato già incisa. Per il grosso integrato
a 28 piedini è indispensabile prevedere uno zoccolo.

L'altoparlante, che consente


di ascoltare la registrazione, viene

A molti dei nostri lettori sarà certa-


mente capitato di ascoltare i mes-
saggi automaticamente diffusi da certi
montato esternamente al circuito
stampato ed ha una impedenza di 8
: può essere sistemato sulla
servizi della SIP o comunque da varie scatola che racchiude il circuito
macchinette dalle quali una voce in ge- insieme al microfono ed ai 2
nere gentile istruisce sul da farsi nei vari pulsanti. Anch'esso è compreso
casi. nel kit di montaggio venduto
Al giorno d'oggi ormai tutte queste dalla Stock Radio.
informazioni o istruzioni vengono ripro-
dotte da un particolare integrato, e non
più da veri e propri nastri registrati. tema e le motivazioni di funzionamento sante registrazione) si collegano al co-
In effetti, questi integrati si possono pa- di questo dispositivo, rimandiamo quei mune (GND) i piedini di IC2 a ciò pre-
ragonare a dei piccoli registratori a na- lettori che siano interessati ad ap- posti mentre premendo PA (pulsante
stro, ove però il supporto magnetico profondirne gli aspetti ali' ampia fine- ascolto) si collegano altri piedini al +5.
mobile è sostituito da un vero e proprio stra dedicata all'argomento specifico; La presenza di livelli bassi o alti rispet-
banco di memoria elettronica a stato so- qui invece proseguiamo la trattazione tivamente sugli appositi piedini produ-
lido, cli tipo non volatile; in altre parole, passando a descrivere il nostro progetto ce una commutazione logica ben preci-
l'informazione che vi viene immagazzi- semplice ed affidabile. sa la cui sequenza è coordinata dal tran-
nata, vi resta a tempo indeterminato (co- sistor TR 1 e dai diodi DI e D2.
munque per anni) anche se viene tolta La rete C6-R6 ha la funzione di stabili-
l'alimentazione. UN CIRCUITO PER re esattamente il livello di AGC.
Quella che qui presentiamo è una tipica REGISTRARE E RIPRODURRE R9 serve a limitare il carico dell alto-
applicazione di uno di questi circuiti in- parlante che si può ripercuotere eccessi-
tegra ti, esattamente il 1016A4P della Lo schema elettrico che andiamo ad vamente sull'uscita audio di IC2 cosa
ISD, il quale svolge praticamente da so- esaminare comprende, oltre ali' integra- che si verifica con tipi da 8 Q; essa può
lo un po' tutte le funzioni richieste in to tuttofare IC2 ed ai relativi (pochi) venir eliminata se AP ha una impeden-
questi casi, consentendo di registrare ( e componenti che il manuale tecnico pre- za di 160 220.
quindi di riascoltare il messaggio regi- scrive per le sue applicazioni pratiche, Come microfono è prevista una capsuli-
strato) per una durata sino a 16 secondi. pochi altri componenti e dispositivi. na a condensatore, del tipo amplificato
Oltretutto, dato che è l'integrato (molto Cominciamo col considerare le funzioni a due terminali (uno rosso e l'altro
sofisticato) ad adempiere a tutte le fun- di registrazione, ascolto e stand-by; non bianco, colori da rispettare rigorosa-
zioni, il circuito del progetto che qui de- vogliamo certamente entrare nel sofisti- mente per la polarità di alimentazione).
scriviamo risulta piuttosto semplice, ma cato funzionamento intimo di IC2, ben- L'alimentazione esterna, che può essere
permette di divertirsi e perché no, di tro- sì accontentarci di fornire le indicazioni compresa fra 9 e 14 V, viene portata ai
varne molte utilizzazioni pratiche. su cosa succede di conseguenza. 5 V precisi e stabili cui deve funzionare
Per quanto riguarda la costituzione in- Diciamo allora che premendo PR (pul- IC2 mediante un regolatore integrato

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 37


EGISTRATORE SE SETTA
1 1c è l'integrato che regola
e stabilizza a 5 V precisi la
corrente che deve alimentare
l'integrato tuttofare IC2.
Si monta con la faccia
in plastica (quella dove è
riportata la sigla) rivolta verso
l'esterno della basetta.

: TR1, insieme a D1 e D2,


produce la sequenza di impulsi
logici che commuta l'integrato
IC2 dalla fase di registrazione
a quella di riproduzione. Si monta
con la faccia piatta rivolta verso
D1 e quindi verso l'esterno
della basetta.

3 4

: nel circuito troviamo ben 3 ponticelli necessari per unire a due


a due sei piazzole divise dalle due grosse piste centrali del circuito
stampato. Si realizzano con spezzoni di filo nudo lungo 3,54 cm
eventualmente recuperati da componenti in disuso. È anche possibile
usare degli elementi del tutto simili ad una resistenza ma dal valore
ohmmico vicino allo O, riconoscibili per l'assenza del codice colori.

: i due pulsanti PA (Pulsante AscoHo) e PR (pulsante registrazione)


si saldano ad un pezzetto di filo isolato bipolare lungo quanto
necessario per farli sbucare dalla scatola in cui inseriamo il circuito.
Vista l'estrema vicinanza dei due terminali è bene curare
che non vi siano cortocircuiti.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 38


7

5: i cavetti del microfono


a condensatore si saldano a due
terminali ad occhiello posti

• •
all'interno del circuito.
Il componente è dotato di polarità:
il filo rosso va saldato al terminale
vicino a C8 ed R10 mentre quello
bianco al terminale vicino ad R7.
l[
6: l'integrato IC2 ha ben 28 piedini
dunque occorre saldare con molta
cura i terminali dello zoccolo
(controllando che non vengano a
contatto tra loro) ed inserire 8
l'integrato nello zoccolo
accertandosi che nessun piedino
risulti ripiegato all'interno e quindi
non faccia contatto.

: tutti i componenti necessari alla


realizzazione e compresi nei kit di
montaggio in vendita presso la
Stock Radio a lire 54.500 {vedi pag.
43). La stessa ditta mette in vendita
anche il solo integrato ISD 1016A4
(di difficile reperibilità) a 34.500 lire.

: il circuito consente di disporre di


una piccola agenda tascabile in cui
registrare brevi promemoria per
riascoltarli in tutta calma poi a
casa. Questo è solo il più ovvio
degli impieghi ma la nostra fantasia
può sbizzarrirsi in molteplici utilizzi.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 39


REGISTRATORE SENZA CASSETTA
Alcuni condensatori hanno plastica su cui sono stampigliate le dici-
i \\- -
il valore espresso con ture sia rivolta verso il bordo più vicino
un codice speciale:i primi due del circuito stampato; anche TRI deve
l 224 105 numeri rappresentano avere la superficie piatta del contenitore
le prime due cifre del valore rivolta verso l'esterno (però riferita al
(in pF), il terzo è il numero di bordo più stretto).
zeri che segue. Per esempio: Infine, pure il led possiede una polarità
104 = 10 con 4 zeri = 100.000 ben precisa, contrassegnata dal leggero
pF (O, 1 F); 224 = 22 con 4 smusso ricavato sul bordo sporgente del
zeri = 220.000 pF (0,22 F). corpo in plastica (che indica il catodo).
Alcuni terminali da circuito stampato ad
occhiello consentono il collegamento ri-
(ICl); un diodo led subito dopo di esso satori ceramici, tutti privi di qualsiasi spettivamente ai pulsanti, all'altoparlan-
ci segnala visivamente la presenza di verso di inserimento. te, ali' alimentazione ed al microfono
questa tensione. Si dispongono poi D 1 e D2, tenendo in- (attenzione a rispettare i colori dei suoi
Il gruppo di condensatori presenti sul vece conto, qui, della polarità indicata due fili: il rosso va verso C8).
5 V (C2-C9-C I 0-C I 1-C 12), tutti by- dalla striscia in colore (in genere, nero
pass, ha lo scopo di fugare a massa sul corpo in vetro) presente ad una
eventuali disturbi o ritorni di segnale, estremità a contrassegnare il catodo. IL COLLAUDO
presentando bassissima impedenza alle Si può ora montare lo zoccolo per IC2,
varie frequenze possibili. assolutamente consigliabile con un inte- Ora ci si deve occupare di un breve con-
L'assorbimento di corrente varia da gratone di questa razza; occorre qui fare trollo e collaudo.
I4+16 mA in condizioni di riposo a molta attenzione, prima di tutto, che Prima di inserire IC2, si dà alimentazio-
35+40 mA in condizioni di riproduzio- ognuno dei 28 piedini sia passato rego- ne (V cc) agli appositi terminali (basta
ne (cioé in ascolto dell'altoparlante). larmente attraverso i fori e poi che le una piletta da 9 V) e si controlla che DL
saldature siano fatte con molta precisio- si accenda ( e magari anche che non
ne e pulizia, dato che sono tante e tanto compaiano odori e fumi strani); altri-
IL CABLAGGIO vicine fra loro. menti si deve ripassare con cura compo-
Passando ai condensatori elettrolitici nenti e cablaggio.
È stato detto ali' inizio che questo cir- (C6-CH-CI2), va ben controllato il se- Una volta che tutto sia normale, si stac-
cuito è piuttosto semplice: lo è certa- gno + o - che contraddistingue sulla chi l' alimentazione e si inserisca IC2,
mente in assoluto, ed in particolare se protezione in plastica, la polarità dei controllando che l'incavo di riferimento
ci riferiamo alle operazioni sofisticate due terminali. sul bordo stretto (pin 1) sia girato dalla
che il dispositivo offre; questo però non Con qualche reoforo tagliato dai compo- parte giusta (cioé verso C9); occorre far
significa che sia elementare ed a mag- nenti già montati si realizzano i tre pon- bene attenzione che nessuno dei piedini
gor ragione quindi va eseguito con una ticelli presenti, anch'essi inseriti dal lato si pieghi in dentro anziché entrare nella
certa attenzione. componenti, nella parte sinistra della molletta di contatto, anche perché si
Si comincia, come d'abitudine, a mon- basetta. tratta di cosa che non riesce a vedersi
tare i componenti a più basso profilo, e Per quanto concerne IC 1, il regolatore facilmente.
in particolare le resistenze ed i conden- va montato in modo che la superficie in )))»

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PA c " pfje
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[R10, R8 ·c.
su basetta
C6 ~ a circuito
I @ l[RI} D2/ , 6} ~+ stampato,
, =ii@ i} in questo caso

~D, b ace,
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"abbondanza" ai
Dl''e T] iii 'ç8 C7 R9 componenti sia

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@)
)
C1 1.. '- C2 aff1dab1hta
del montaggio.

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 40


L'INTEGRATO CHE PARLA E ASCOLTA
Il 1016 A è realiuato con tecnologie che permettono di trasferire i dati analogici
direttamente entro la memoria a semiconduttore; in altre parole, questo metodo di o 28
memorizzazione di tipo EEPROM consente di scrivere i dati di una singola cella
senza dover passare attraverso conversioni A/D o DIA.
Questa tecnologia consente un aumento di densità rispetto ai metodi digitali equi-
valenti e la memorizzazione non volatile di dati analogici.
Analizziamo ora il funzionamento del dispositivo riferendoci allo schema a blocchi
o
dello stesso.
Il segnale acustico captato dal microfono viene direttamente applicato ad un
preamplificatore d'ingresso, il quale ha qui la caratteristica di essere controllato
da un AGC, vale a dire da un controllo automatico di guadagno; ciò presenta il 1016A P
vantaggio di rendere sufficientemente uniforme il livello audio, in quanto la sua
amplificazione si adatta automaticamente all'intensità dei suoni.
Attraverso il condensatore C, il segnale BF raggiunge un altro stadio di amplifica-
zione, all'uscita del quale oltre allo stadio generatore di AGC, c'è l'entrata al vero
e proprio complesso elaboratore di segnali analogici, il quale li rende adatti ad es-
sere memorizzati in un banco di memoria.
o
Tale memoria può essere pilotata da una serie di indirizzi esterni, ma questo si ve-
rifica solo qualora l'intergrato sia abbinato ad un computer; non essendo questo il 14 15
caso della nostra applicazione, tutti i relativi ingressi sono posti a livello zero.
Sono invece utilizzati due normali comandi di registrazione (PR) e riascolto ( PA)
dei dati, che appunto abilitano direttamente l'integrato a queste che sono le due La numerazione dei 28 piedini
funzioni principali. Il circuito elaboratore/memoria ha ovviamente bisogno di un del 1016AP parte come
clock per funzionare, ed anch'esso è compreso all'interno del dispositivo. sempre da quello a sinistra
Quando si preme il pulsante PA, l'elaboratore estrae dalla memoria a semicondut- dell'incavo semicircolare
tore il messaggio che vi era stato immagazzinato e lo passa all'ascolto attraverso presente su uno dei lati
un amplificatore BF in grado di pilotare direttamente un piccolo altoparlante. brevi dell'integrato.
La durata di registrazione, e quindi di riascolto, è di circa l6 secondi; il messag-
gio, una volta registrato, può essere riascoltato quante volte lo si desideri. Schema a blocchi
Per effettuare la registrazione, occorre tener premuto PR per tutto il tempo della dell'integrato "registratore":
registrazione, cioè per tutti i 16 secondi secondi previsti; per ascoltare, invece, ba- la sua caratteristica è quella
sta premere un attimo PA. di immagazzinare
Nella figura a destra è rappresentata la forma del contenitore e la sequenw dei 28 direttamente i dati analogici
piedini rispetto alla tacca di riferimento. nella memoria senza bisogno
di conversioni.

CLOCK

AMPLIFICATORE
AP

ELABORATORE

AGC
MEMORIA

18 I
MICRO

PREAMPL/FICATORE

2 13 \ [5 l6 [9 11o 27 12

INDIRIZZI 1%2

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 41


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PA

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Schema elettrico del registratore-riproduttore a stato solido. La tensione
di alimentazione può essere compresa fra 9 e 14 V, e la corrente assorb ita
può raggiungere il valore massimo (in ascolto) di 35+40 mA.

COMPONENTI
R1 = R2 = 47 KO C3 = 0,1 µF (ceramico) C12 = 22 µF - 35 V
R3 = R4 = 47 KO C4 = O, 1 µF (ceramico) (elettrolitico)
RS = 390 2 es= 1 µF (ceramico) IC1 = 7805
R6 = 220 KO C6 = 4, 7 µF - 35 V (elettrolitico) IC2 = 1016 A
R7 = R8 = 47 KO C7 = 0,22 µF (ceramico) D1 = D2 = 1N4148
R9 = 10 2 ca= 0,22 µF (ceramico) DL = LED rosso
R10 = 3300 2 C9 = 0,1 µF (ceramico) PA = PR = pulsante N.A.
R11 = 470 2 C10 = 0,1 µF (ceramico) M = microfono a condensatore
C1 = O, 1 µF (ceramico) C11 = 22 µF • 35 V preamplificato
C2 = 0,1 F (ceramico) (elettrolitico) AP = altoparlante 82.

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994 - Pag. 42


I
R77
I REGIST CASSETTA
I Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.
La realizzazione è piuttosto complessa ma l'ostacolo si può superare

RTO I comprando il kit già pronto.

er

75
Una volta posizionati ed imboccati con Ritornando all'ascolto, il nostro mes-
9 precisione tutti e 28 i piedini, si spinge saggio deve poter essere udito in modo
R72 2 R8 col pollice in modo da far entrare a fon- limpido, anche se certamente non ad al-
do IC2 nello zoccolo; finalmente, si ta fedeltà (che in questi casi non è pro-
può ridare alimentazione ed iniziare il prio prevista).
collaudo. Se l'ascolto è debole e soffiato, è pro-
babile che la colpa sia solo nell'aver te-
nuto il microfono troppo distante; vice-
LA RIPRODUZIONE versa se la voce è distorta, il livello nel
microfono era troppo forte.
Premendo PA, si può udire dall'altopar- Naturalmente anche il tipo e soprattutto
RG lante, per I6 secondi circa, uscire soffio la qualità dell'altoparlante adottato.
e rumore, ma è normale. specialmente dovendo normalmente ri-
Finito il soffio, si preme PR e, mante- volgersi a modelli molto piccoli, ha la
nendolo premuto per I6 secondi (scar- sua importanza nel rendimento e nella
si), si fa un bel discorsino, parlando a fedeltà della riproduzione.
40+50 cm dal microfono. A questo punto il circuito, terminato e
Naturalmente, se il messaggio è più collaudato, può essere posto dentro una
corto, rimane una coda di memoria non qualsiasi scatola (che, se metallica e col-
utilizzata; viceversa, se il messaggio è legata al GND, scherma il dispositivo da
più lungo, non succede niente salvo che disturbi esterni) da cui fuoriescano alto-
la parte finale in eccesso non viene re- parlante, pulsanti e microfono; occorre
gistrata e riprodotta. scrivere la funzione dei due pulsanti.

4 4

TUTTO E PIU FACILE CON IL KIT


Per richiedere la scatola di montaggio
~
del "registratore senza cassetta", identificato
I dal codice RA94 occorre inviare anticipatamente
I l'importo di lire 54.500 (spese di spedizione
comprese) tramite vaglia postale, assegno bancario
o conto corrente postale n. 46013207 intestato a:
STOCK RADIO • 20124 Milano • Via P. Castaldi, 20
% ii (tel. 02/2049831 ). È in vendita anche il solo integrato
ISD 1016 (IC2) al prezzo di lire 34.500.
' M,'
j+' ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 43
._______ IL RITORNO
_ DELLE VALVOLE

L'ACCOPPIAMENTO
DIRETTO Con questo metodo in cui non vengono utilizzati
gli ingombranti condensatori si riescono
ad accoppiare più valvole limitando al massimo
le dimensioni degli apparecchi. Per contro si ha
a che fare con tensioni molto più elevate.

N ella precedente puntata abbiamo


cominciato ad affrontare I' accop-
piamento di più stadi con il metodo RC.
quali si manifestano proprio per mutuo
accoppiamento tra gli stadi, attraverso
l'alimentatore comune. Questo avviene
di carico.
Il metodo per eliminare quest' inconve-
niente è di adottare una capacità in
Come si è visto, la scelta del valore che perchè, di solito, si ritiene la reattanza uscita dell'alimentatore molto grande,
deve assumere il condensatore di ac- dell'alimentatore anodico trascurabile, superiore a I00 F, e di inserire nel cir-
coppiamento riveste una particolare im- mentre ciò è vero solo per gli alimenta- cuito anodico dei due stadi una rete di
portanza ai fini di una buona risposta di tori elettronicamente stabilizzati, i quali disaccoppiamento realizzata con un
banda, in quanto, in teoria, esso dovreb- aumentano virtualmente all'infinito la gruppo RC. Questo circuito può venire
be avere un valore di capacità molto loro capacità in uscita, proprio grazie al anche realizzato in modo da costituire
elevato per assicurarci che la sua reat- circuito di stabilizzazione. un filtro ad efficienza decrescente con
tanza non introduca sensibili attenua- Nei tipi tradizionali di alimentatore, in- il diminuire della frequenza, in modo
zioni alle basse frequenze. vece, la reattanza del condensatore di da compensare la diminuzione di gua-
Come si è già visto, però, non è possi- uscita non è affatto trascurabile alle fre- dagno introdotta dal circuito RC di ac-
bile elevare di molto il valore di questa quenze molto basse, alle quali introdu- coppiamento interstadio.
capacità, per evitare che insorgano ce variazioni di fase che, a loro volta, Infatti, se si usa una capacità Cl di valo-
oscillazioni parassite di pochi Hz, le determinano variazioni dell'impedenza re non troppo elevato, dell'ordine di 4-8
µF in rapporto a una resistenza R I di
caduta che sia compresa tra 22 K2 e
33 KQ , alle frequenze alte e medie
quest'ultima viene completamente cor-
tocircuitata dalla piccola reattanza pre-
Un vecchio sentata dal condensatore CI: in questo
oscilloscopio modo, la resistenza di carico dell'am-
a valvole degli plificatore è costituita dalla sola resi-
degli anni '60: stenza Ra.
in questo caso
l'accoppiamento
diretto delle LO SCHEMA
numerose
valvole presenti Al diminuire, però, della frequenza ap-
nel circuito plicata, la reattanza del condensatore
consentiva C 1 aumenta e viene così a trovarsi in
di limitare parallelo alla RI, la quale non viene più
l'ingombro cortocircuitata. La resistenza risultante
dell'apparecchio dal parallelo di R I con la reattanza pre-
rendendolo sentata da CI forma un carico anodico
portatile. supplementare, che va ad aggiungersi
alla resistenza di carico Ra, aumentan-
do l'amplificazione dello stadio.
In sostanza, questi stessi elementi che
ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 44
servono ad ottenere un disaccoppia-
mento tra le alimentazioni dei due stadi,
servono anche a compensare la diminu-
zione di ampiezza che il condensatore
d'accoppiamento introduce alle fre-
quenze più basse. Questa soluzione cir-
cuitale ci permette di contenere la capa-
cità di accoppiamento interstadio su va-
lori per i quali è ancora possibile reperi-
re condensatori di ottima qualità e di di-
mensioni accettabili, la cui corrente di
fuga non provochi i problemi preceden-
temente esposti.
Esiste, però, un sistema che permette
di fare a meno del condensatore di ac-
coppiamento, eliminando alla radice
gl' inconvenienti che l'uso di esso crea:
si tratta dell'accoppiamento diretto.
Come la parola stessa ci dice, tale me-
todo consiste nel collegare la placca del
primo tubo direttamente alla griglia del
tubo seguente, senza interporre alcun spetto a quello della griglia. All'interno di uno dei 4 moduli che
condensatore che blocchi la componen- Supponiamo, ad esempio, di accoppiare compongono l'oscilloscopio a
te continua, singolarmente presente sui tra loro due stadi a triodo, le cui caratte- valvole vediamo 3 tubi termoionici
due tubi. Per fare questo, è necessario ristiche ci impongano di lavorare con montati senza che vengano
stabilire gli esatti livelli di polarizzazio- una tensione placca-catodo di I 00 V e utilizzati ingombranti condensatori.
ne per il corretto funzionamento di cia- con una tensione negativa di griglia per
scun tubo: infatti, essendo i due elettro- entrambi i tubi di 4 V, ottenuta per Lo schema illustra
di collegati direttamente, la griglia del mezzo della polarizzazione catodica. un accoppiamento tra due valvole
secondo tubo viene a trovarsi a un po- Nel primo stadio, queste caratteristiche ancora realizzato tramite
tenziale positivo elevato. vengono mantenute ponendo il poten- condensatori. In questo caso però
Ma, dovendo anche trovarsi a un poten- ziale di griglia a massa per mezzo di le oscillazioni parassite causate
ziale che sia negativo rispetto al proprio un'opportuna resistenza; la tensione di dall'alimentatore in comune
catodo, per poter funzionare, è necessa- polarizzazione di griglia si ottiene, in- vengono eliminate tramite
rio collegare quest'ultimo a un poten- vece, per mezzo della caduta di tensio- un gruppo di disaccoppiamento RC
ziale che sia maggiormente positivo ri- »» da inserire nel circuito anodico.

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ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 45


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Un altro modulo me, pertanto, un valore elevato.
dell'oscilloscopio La placca del secondo triodo viene
contenente ben portata a un potenziale di 208 V, per as-
4 valvole sicurarci il corretto funzionamento del
accoppiate tubo, essendo il potenziale placca-cato-
tra loro: come do di 100 V. Di conseguenza, con il si-
si può vedere stema ad accoppiamento diretto, ciascu-
l'ingombro no stadio successivo richiede, per il suo
è piuttosto funzionamento, tensioni anodiche sem-
limitato. pre più elevate rispetto alla massa; ba-
stano, quindi, pochi stadi per rendere
già molto alta la tensione di alimenta-
zione e questo rappresenta uno svantag-
gio rispetto al sistema di accoppiamen-
to RC. Il vantaggio offerto è, invece,
rappresentato da un'uniforme risposta
ne introdotta dal resistore catodico e Per il funzionamento del tubo, però, è in frequenza da O Hz fino al limite su-
dovuta alla corrente anodica di riposo necessario che la griglia si trovi a un periore, in cui gli effetti cortocircuitanti
in assenza di segnale. potenziale negativo di 4 V rispetto al delle capacità interelettrodiche provo-
Tale potenziale di catodo vale, appunto, suo catodo, il che è come dire che que- cano un calo della risposta alle alte fre-
+ 4 V rispetto alla massa, mentre il po- st'ultimo è più positivo di 4 V rispetto quenze.
tenziale di placca risulta essere di 104 al la griglia. Esso deve, quindi, trovarsi Come si è visto, quindi, un amplificato-
V. Essendo la griglia del secondo tubo a un potenziale positivo, rispetto alla re ad accoppiamento diretto trasferisce
collegata direttamente con la placca del massa di 104 + 4 = 108 V, ottenuti me- qualsiasi variazione di tensione, sia es-
primo, la tensione griglia-massa è diante la caduta di tensione ai capi della sa continua sia alternata. La particola-
uguale a 104 V. propria resistenza di catodo, che assu- rità di amplificare anche variazioni di

Schema di principio dell'accoppiamento diretto di due valvole. Con questo sistema la tensione cresce notevolmente
in proporzione al-numero dei tubi fino ad assumere valori molto elevati. Questo perchè non-usando condensatori
la tensione di placca della prima valvola che viene applicata alla griglia della seconda deve essere inferiore
alla tensione applicata al catodo di quest'ultima.

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ELETTRONICA PRATICA· Giugno 1994- Pag. 46


)
livello di tensione continua rende, però,
questo sistema di accoppiamento molto
sensibile alle fluttuazioni della tensione
di alimentazione anodica.
Qualunque variazione delle tensioni di
alimentazione o delle caratteristiche del-
le valvole, queste ultime dovute ad in-
vecchiamento, produce effetti di deriva,
cioé segnali spuri e variazioni all'uscita SMD 5000
del circuito. Tale problema si manifesta
in special modo nel caso di amplificato-
SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
ri a guadagno elevato, nei quali una pic-
cola deriva, che si verifichi nella prima Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
valvola, può provocare una forte deriva saldatore ad aria calda ELTO.
all'uscita dello stadio successivo. La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda, cor
Per eliminare quest'inconveniente, in controllò elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata prevalentement
primo luogo si ricorre ali' impiego di alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre essere utilizzata per test d
resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e pe
alimentazioni stabilizzate, sia anodiche dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per 'componenti SMD (consente di asportar!
sia di filamento; come valvole, invece, componenti guasti dal circuito stampato).
vengono impiegati triodi a elevato gua- Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
dagno, le cui sezioni triodiche vengono - Temperatura regolabile: da 50°C a 400°C
- Portata max aria regolabile: 9 I/min.
selezionate e accoppiate in modo che - Alimentazione: 220 Volt
risultino perfettamente bilanciate.
ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE

DOVE SI USA La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e maneggevole.li cavo


del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale della
Questo tipo di amplificatori, che hanno punta calda. E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
trovato largo impiego in passato per la Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della puntz
costruzione di voltmetri in corrente saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gradi
continua o come amplificatori di defles- della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta (interrutore ir
sione verticale negli oscilloscopi, non posizione SET) e leggere sul display la temperatura etfetiva ottenuta sulla punta (interruttore ir
posizione READ). Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura.PrecisionE
vengono, però, facilmente usati per la +/- 1%. Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp°
costruzione di apparecchiature ad alta Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt
fedeltà moderne. Essi, infatti, pongono -Temperatura regolabile : da 50°C a 400°C
problemi di maggior complessità pro- - Alimentazione : 220 Volt
gettuale, vista l'attenzione che questo
sistema richiede nello stabilire i giusti
potenziali di polarizzazione per il cor-
retto funzionamento di ciascun tubo.
Vi è, inoltre, la necessità di mantenere
I La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX , dotata di un
chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.

costanti le alimentazioni anodiche e di


filamento, ricorrendo all'impiego di
sorgenti stabilizzate, nonché ali' uso di
valvole selezionate e accoppiate in mo-
do che, a lungo termine, l'eventuale va-
riazione delle loro caratteristiche non
pregiudichi l'affidabilità dell'apparec-
chio: tutto questo influisce in maniera
determinante sul costo finale di una si-
mile apparecchiatura.
Nella prossima puntata verrà trattato un
altro sistema di accoppiamento,
anch'esso poco usato in alta fedeltà per
motivi di costo e di difficile realizza-

e2?
zione; inoltre, sarà proposto un partico-
lare tipo di circuitazione, chiamata "in-
seguitore catodico", che viene, invece,
adottato spesso per abbassare l'impe-
denza di uscita nei circuiti valvolari. Lavora svelto chi usa ELTO
ELTO S.p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.83
RADIOTECNICA

Un semplice circuito radioricevitore che consente


una divertente e proficua sperimentazione.
Il cuore del dispostivo è un apposito integrato
che svolge la maggior parte delle funzioni.
Il circuito è montato in modo piuttosto
"comodo" ossia con i componenti
distanti tra loro; i più esperti possono
ridurre notevolmente le dimensioni
della basetta avvicinandoli di più.

Lo spinotto della cuffia va inserito


in una presa jack per montaggio a circuito stampato.
Se si saldano direttamente gli auricolari alla basetta occorre
collegarli come indicato nello schema.

O ggi come oggi, un normale ricevi-


tore AM-FM per radiodiffusione
costa ben poco; l'acquisto dei soli com-
ponenti sciolti che servono per realiz-
zarlo costerebbe ben di più.
Nonostante questo, noi qui ci stiamo ac-
cingendo a costruirne uno; ma allora,
che senso ha pensare di realizzare un ra-
dioricevitore, che probabilmente va an-
che peggio di un normale modello com-
merciale, e comunque costa di più?
Beh, per cercare di far capire la filosofia
di questo progetto, è un po' come chie-
dersi se vale la pena salire al rifugio, su
in montagna, con una lunga e magari s
anche pericolosa scarpinata, anzichè con
la comoda seggiovia.
Sotto una forma od un'altra, vale sem- V. atto a fornire risultati sufficiente- durre amplificazione dell'amplificato-
pre il principio della sfida con se stessi, mente buoni. re in presenza di forti segnali a RF ed in
della curiosità , del piacere di poter dire Il cuore del nostro circuito è un partico- funzione della loro ampiezza.
ad amici e parenti: l'ho fatto io. lare circuito integrato appunto nato per Se ciò non avvenisse si verrebbe a pro-
impiego nella ricezione in onde medie; durre, per effetto della saturazione degli
si tratta dello ZN 416 E, reperibile pres- stadi che compongono l'amplificatore,
IL COMPONENTE so la R.S. di Vimodrone, e comunque di una distorsione anche molto forte.
CHE AMPLIFICA E RIVELA provenienza inglese. Dopo il citato stadio rive latore, è pure
Questo integrato contiene un circuito presente un amplificatore di BF, suffi-
Allora, preso atto di tutte queste consi- amplificatore a RF, un rilevatore e so- ciente per pilotare una cuffia: adattissi-
derazioni, presentiamo qui un ricevitore prattutto un circuito di CA V, o meglio, mi i tipi leggeri oggi di moda, con im-
semplice semplice, in grado di ricevere di controllo automatico di guadagno: pedenza di 60±70 2 (gli auricolari van-
le due stazioni locali AM in cuffia, con quest'ultima funzione risulta molto im- no posti in serie fra loro, secondo quan-
una tensione di alimentazione di soli 1,5 portante in quanto serve appunto a ri- »»
ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 49
A
Schema elettrico del radioricevitore
per onde medie, con possibilità
8
di collegamento ad un antenna filare
2 7
e con uscita in cuffia a media
impedenza. 3 6 51
R7
4 5

6 5
8

Lf C6 I+
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lzu.. 2
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1,5V
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(
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CUFFIA

--- - Il
a
Er
c5

COMPONENTI to indicato nell'apposita figura).


Premesse le caratteristiche generali del
cendere e spegnere il nostro radioricevi-
tore, per alimentare il quale si adotta
nostro circuito, esaminiamone ora lo una normale piletta da 1,5 V; poichè il
c1= condensatore variabile schema elettrico. consumo in corrente è piuttosto limitato
per radioline giapponesi I segnali a RF, ovvero le radioonde in (circa 4 mA), la durata della pila è
(anche di recupero) arrivo, sono captati da una tipica anten- senz'altro molto lunga.
da 80+160 pF na con nucleo in ferrite, recuperabile da È necessario precisare che il circuito
c2 = C3 = 0,1 F (ceramico) una vecchia radiolina fuori uso assieme deve funzionare a 1,5 V; non si deve
C4 = 0,47 F (ceramico) al condensatore variabile che consente assolutamente pensare di applicare ten-
es = 10000 pF (ceramico) di sintonizzare l'emittente desiderata ed sioni più alte, per esempio nella speran-
c6 = 1 O µ • 16 V (elettrolitico) affidarla all'entrata di ICl. za di ottenere un'uscita più robusta:
R1 = 22000 (trimmer- Dopo che l'integrato ha espletato le pro- semplicemente, si danneggerebbe I' in-
potenziometro) , prie funzioni, il segnale audio viene re- tegrato.
L 1 = L2 = bobina/antenna so disponibile alla sua uscita, in serie al- È giunta l'ora di mettere assieme quei
in ferrite per vecchie radioline la quale è posto un trimmer resistivo pochi componenti che costituiscono il
a transistor che agisce come pur grossolana regola- nostro ricevitore, montandoli su ade-
IC1 = ZN416 E zione di volume per adattare al meglio il guato supporto. Nel nostro caso si è fat-
S1 = microinterruttore livello in cuffia. to ricorso ad un circuito stampato, che
a levetta (orizzontale) L'interruttore a slitta S 1 consente di ac- assicura la miglior affidabilità dell'ap-
1: i pochi componenti necessari
1 alla realizzazione comprendono
6 condensatori (quello variabile
può essere di recupero),
un potenziometro, l'interruttore,
l'integrato, il jack e la bobina.
/ 2: il circuito stampato
è qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni reali.

3: visto il basso assorbimento


del circuito (circa 4 mA} la pila
da 1,5 V può essere saldata
direttamente a circuito stampato
1 con due spezzoni di filo nudo.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 50


UN INTEGRATO PER
Piano di montaggio dell'apparecchio su basetta a circuito stampato; mente ad L l ( contrassegnate a schema
da notare il sistema di montaggio della bobina su ferrite. coi numeri l e 2)e ad L2 (numeri 3 e
4), il gioco sostanzialmente è fatto, sal-
vo aggiungere ancora che, se il ricevito-
re tende a generare dei fischi (le cosid-
dette autooscillazioni) specialmente
Cl Rl quando si va a girare la sintonia, questi
fischi si eliminano molto semplicemen-
te invertendo i terminali di L l fra loro,
scambiando cioè l con 2 e viceversa.
L2, l'avvolgimento che originariamente
c2 c%le-3 fungeva da secondario trasferendo il se-
C6
gnale captato dall'antenna alla base del
primo transistor a RF, ora può venir
5" <t buono per funzionare invece da prima-

'
l
- 'C a rio, per servire quindi ad accoppiare
un'eventuale antenna esterna, che risul-
terebbe utilissima (se non indispensabi-
le) in zone a segnali bassissimi, cioè
molto lontane dalle emittenti RAI.

Ll+L2 CUFFIA
L'ANTENNA

parecchio, nonchè un montaggio sicuro, gimenti per un corretto cablaggio. Sempre riferendoci all'antenna, molto
efficiente ed esteticamente valido. Per questo occorre (e basta) disporre di importante risulta anche il fissaggio
un tester, di qualsiasi tipo esso sia; sa- della bacchetta in ferrite; si deve infatti
rebbe però importante che la scala più provvedere a bloccarla con fili che, se
UN MONTAGGIO DIDATTICO bassa (che è quella che va usata) sia ef- metallici, non siano chiusi su se stessi
fettivamente bassa: in questo modo si come spire in cortocircuito, oppure con
Dato il carattere didattico del circuito, la riesce ad apprezzare la differenza esi- fili di cotone o nylon.
sistemazione dei componenti si esegue stente fra i praticamente zero ohm La soluzione più semplice è senz'altro
con tutta comodità, presentandosi così dell'avvolgimento L2, di poche spire, quella da noi adottata ancorando uno
ad eventuali varianti; chiaramente i più ed i pochissimi ohm (o frazioni) spezzone di filo nudo ai due esterni del-
bravi possono realizzare, specialmente del l'avvolgimento LI. la stecca mediante saldature a due piaz-
adottando componenti ancor più minia- Occorre comunque controllare con cura zole che non siano collegate fra loro.
turizzati, un ricevitore di dimensioni an- ed eventualmente effettuare qualche Si passa finalmente a montare il resto
che notevolmente più modeste. prova, in quanto non esiste un codice di dei componenti, a cominciare dallo zoc-
Accingiamoci ora a descrivere il mon- riferimento comune per i colori dei fili, colo per ICI, dalla presina jack per la
taggio vero e proprio, iniziando e neanche un posizionamento fisso ed cuffia e dal microinterruttore a slitta,
dall'unico componente un po' proble- attendibile delle rispettive uscite. del tipo a montaggio orizzontale, poi
matico, vale a dire la bobina d'antenna, Una volta che siano individuate le cop- viene il turno dei condensatori, di cui
con l'individuazione dei suoi due avvol- pie di terminali appartenenti rispettiva- »)»

2 0 3
EP

o
UN INTEGRATO
PER RICEVERE LE OM
Il condensatore colo, con le solite cure: porre il piccolo
variabile, incavo circolare, che è su uno dei bordi
dotato stretti del contenitore, orientato dalla
di 3 terminali parte giusta e verificare che i piedini
sfalsati tra entrino senza ripiegarsi nelle mollette
loro, non può di contatto.
che essere Inserendo una cuffia del tipo leggero di
montato nel normale diffusione (di quelle con valo-
modo corretto. re di impedenza di 60 o più ohm), già
qualche stazione (la RAI più vicina)
può essere captata; se poi si collega
un'antenna consistente in un filo ester-
solamente C6 è di tipo elettrolitico, e siva (in genere, si trovano tipi a due se- no di molti metri, specialmente nelle
quindi polarizzato: l'estremo su cui è zioni) è sui 200+300 pF. ore serali è possibile ricevere diverse
riportato il segno della polarità va quin- Infine, si tratta di posizionare la pila; emittenti, anche straniere.
di piazzato verificandone il lato giusto. dato il consumo molto basso, si adotta Naturalmente, uno scatolino in plastica
Si montano poi il trimmer-potenziome- la soluzione più drastica, ma anche più di adatte dimensioni, oltre che fungere
tro R 1 ed il condensatore variabile C 1, semplice, di saldare gli estremi diretta- da protezione per i componenti più
che è del classico tipo giapponese in mente al circuito, mediante due brevi sporgenti, dà anche una migliore im-
plastica biancastra, appunto da radioli- spezzoni di filo nudo. pronta estetica al nostro ricevitore spe-
ne a transistor; la sua capacità comples- Non resta che inserire ICl nel suo zoc- rimentale!

L'IC RICEVITORE ZN 416-E


Si tratta di un interessante dispositivo circuito di CA. V. e presenta un gua- blocchi del dispositivo; il primo
per radioricevitori per modulazione dagno in potenza tipico di 72 dB. "blocco" è un amplificatore a RF di
d'ampiezza, realizzato per funzionare È in grado di pilotare direttamente elevato guadagno, e cioè 72 dB in po-
a bassi valori di tensione (praticamen- una cuffia a media impedenza e forni- tenza; segue poi il circuito rivelatore
te, con pila singola, potendo operare sce un'eccellente qualità audio, il tutto di modulazione e rettificatore per la
da 1,1 a 1,6 V) con basso assorbimen- con un minimo di componenti esterni tensione di CA. V. ed infine troviamo
to di corrente (4+5 mA). Può coprire richiesti. un amplificatore audio che presenta
una gamma da 150 kHza 3 MHz, con- La versione E è appunto quella dotata un guadagno in tensione di 18 dB.
sentendo così di operare su tutte le on- di buffer in uscita, che fornisce 120 li guadagno complessivo risulta evi-
de lunghe e medie. mV su un carico di 642. dentemente piuttosto elevato, consen-
È dotato di un semplice ma efficace Nella figura è riportato lo schema a tendo così un alto livello di sensibilità
(che si aggira sui 50 µ V).
+VCC In uscita, a riposo, residua un fondo di
tensione sui 200 m V. La banda pas-
__ li
Tsv ,
sante dell'amplificatore BF va da
50Hz a IO KHz
6 I La costituzione interna del dispositivo
I
( comprendente 10 transistor) corri-
I sponde alla versione transistorizzata
di un classico circuito ricevente nella
I
semplice versione che negli anni Ven-
RF 5l BF ti-Trenta precedette la supereterodi-
E
I
I
u na; si tratta del cosidetto TRF (Tuned
Radio Frequency) che appunto com-
prendeva, prima della rivelazione del
CAV segnale, alcuni stadi sintonizzati a ra-

--± -- ----~L
Te pl-----
I
dio frequenza. Chi avesse problemi di
reperibilità di questo integrato può ri-

1
GND
volgersi alla R.S di Vimodrone (Ml);
la sua "piedinatura" è comunque ri-
portata nello schema elettrico.

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994- Pag. 52


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esperti per sapere in pratica come
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città

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L COMANDO

VENTILATORE
AUTOMATICO
Quando la temperatura supera un certo valore
da noi impostato il circuito avvia automaticamente
un ventilatore e lo spegne quando la temperatura
scende nuovamente. E indicato sia per la casa sia per
raffreddare i dissipatori dei finali di potenza.
Non lasciamoci ingannare dalle grosse
dimensioni della basetta: tolto
il trasformatore tutti gli altri componenti
occupano pochissimo spazio.
I LED e l'NTC possono essere installati
esternamente alla scatola che
racchiuderà il circuito.

Versione suggerita

F inalmente è arrivato giugno: l'aria


tiepida e profumata fa capire che
l'estate è ormai alle porte e con essa an-
di scatola da usarsi
per contenere
la basetta ed
che il caldo. alloggiarvi comandi
Paziènza: chi può si tufferà in mare, in e controlli (può
piscina o nell'aria condizionata. essere in metallo
C'è però chi resta a casa, o in piccoli o in plastica).
ambienti, per lavoro o per altri motivi, e
non ha la possibilità di montare un im-
pianto di aria condizionata (che oltretut-
to ha anche delle controindicazioni). pressione che il dispositivo sia più sfruttare contemporaneamente la se-
Ecco allora che si ricorre al vecchio, complicato di quanto effettivamente es- mionda positiva e quella negativa, ap-
classico ventilatore, sia il tipo veloce da so sia, tant'è vero che quasi metà della positamente per ottenerne, come uscita
tavolo sia quello più maestoso e lento basetta a circuito stampato è occupata raddrizzata, sia il ramo positivo che
da soffitto: l'aria si muove, il sudore dal solo trasformatore; ecco perchè quello negativo rispetto ad un riferi-
evapora più rapidamente, si ha la sensa- l'abbiamo incolpato di darsi delle arie: mento centrale a zero volt.
zione di fresco (o quasi). cosa avevate capito, che fosse perchè la Si nota subito come sul Iato positivo
Siccome noi (i redattori di Elettronica ventola muove l'aria? siano presenti tre condensatori elettroli-
Pratica ed i nostri lettori) abbiamo il Scherzi a parte, cominciano subito il tici collegati in parallelo, mentre ce n'è
pallino dell'elettronica, ci vien subito da percorso dal!' alimentatore da rete, il cui uno solo sul Iato negativo; ciò per l'ov-
pensare alla realizzazione di un circuito scopo è quello di fornire 12+ 12 V, ed vio motivo che su questo ramo la cor-
per far partire automaticamente la ven- anche stabilizzati. Ecco allora il trasfor- rente assorbita dal circuito è ben mag-
tola quando il caldo raggiunge certi va- matore, un'elegante versione da circui- giore, e quindi serve una capacità più
lori e fermarla quando l'ambiente si è to stampato della R.S. equipaggiato col alta.
un po' rinfrescato. classico secondario a doppio avvolgi- Due zener (con relative resistenze di
mento (cioè 6+6 V alternati), che si caduta e condensatori di filtro) stabiliz-
presta ad essere combinato in modo da zano la tensione dei due rami rispettiva-
UN CIRCUITO poter collegare i due avvolgimenti o in mente sui +12 e12V; inoltre un led-
CHE Cl DÀ LE ARIE parallelo (per raddoppiare la corrente) o spia posto sul ramo negativo (per equi-
in serie (per raddoppiare la tensione). librare almeno in parte il maggior as-
Beh, come vedete siamo in sintonia con Nel nostro caso, ci servono i12V, co- sorbimento nell'altro ramo) consente di
le esigenze dei nostri lettori; detto fatto, sicchè i due avvolgimenti sono appunto segnalare Io stato di acceso. cioè la pre-
possiamo andare ad esaminare lo sche- collegati in serie, così da poter fornire senza di tensione in circuito. .
ma elettrico del circuito realizzato. una corrente di 0,5 A massimi. Arriviamo finalmente alla parte più
In effetti, l'esame dello schema dà l'im- Seguono due diodi disposti in modo da )»)»

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 55


Schema elettrico dell'innesto
automatico di ventilatori; solo NTC
è indicato come esterno alla linea 0
tratteggiata che l'd entiflca la basetta,
ma anche I LED (ed eventualmente R6) R4
possono essere portati sul contenitore. C7

D1 R2

f
12
+

C2
+

Il CJ
1r., 6

l-e«
T1

1
2
3
8
7
6
+

c4
DZ2 11
+
:i

c6
I
D2
4 5 - 12V

RETE

.a a » + $ et -

COMPONENTI
C1 = C2 = C3 = C4 = 470 µF •
16 V (elettrolitici)
es= C6 = 100 µF • 16 V
(elettrolitici)

.w i!'
C7 = 10000 pF
R1 = R2 = 220 Q
R3 = 1200 2
R4 = 4 7 Kn (trimmer)
' ' RS = 27 KO
R6 = 470 Kn (vedi box)

; •
R7 = 560 2
R8 = 27 KO
IC1 = TL081
• TR1 = 2N1711
D1 = D2 = D3 = 1N4004

;i, DZ1 = DZ2 = 12 V/ 1 W


DLG = LED giallo
DLR = LED rosso
T1 = trasformatore
con secondario 2x6 V • 0,5 A

--'
RL = relé 1 scambio - 12V.R
min. 2002 (tipo Finder SV6)
NTC = qualsiasi tipo, di
dimensioni medio - piccole.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994 - Pag. 56


·-·-·-·-·- ·1

VENTILATORE AUTOMATICO
·r
al±f:
"l g Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.
La sua riproduzione è piuttosto semplice nella metà di destra e richiede
un certo impegno in quella sinistra.

-v ~
e
e

squisitamente elettronica. e cioè ali" am- 2 viene posto esattamente a tensione


plificatore operazionale integrato, un zero anch'esso: l'integrato risulta così
TL08 l che funziona come comparatore, in equilibrio elettrico e la tensione in
sfruttando la tensione presente ai capi uscita è praticamente zero anch'essa.
di un resistore NTC. la cui resistenza Se la temperatura ambiente aumenta,
varia con la temperatura ambiente. diminuisce la resistenza di NTC, per
Se. per esempio. la temperatura sale, cui il pin 2 diventa proporzionalmente
l'uscita di IC 1 (pin 6) diventa positiva e negativo; trattandosi dell'ingresso in-
la relativa tensione. via DLR-R7, va a vertente. la tensione che ne deriva in
polarizzare la base di TR I che passa in uscita è positiva e, in corrispondenza
conduzione eccitando il relé RL, il qua- del valore previsto di temperatura, il
le finalmente attacca il ventilatore. relé scatta azionando il ventilatore.
Vediamo un po' meglio i particolari di Viceversa, se la temperatura diminuis-
funzionamento secondo cui si comporta se, la resistenza di NTC aumenterebbe
il comparatore. e il pin 2 diventerebbe positivo. con
Il pin 3 (ingresso N.I.) dell'operaziona- conseguente nascere di tensione negati-
le è collegato alla linea a zero volt: il va in uscita; questa polarità, oltre a non
pin 2 invece va al centro di un partitore porre in conduzione TRI, non è nean-
di tensione. un ramo del quale è costi- che in grado di attraversare il diodo
e tuito da R4/R5 mentre l'altro ramo è DLR, il quale quindi risulta acceso so-
k a appunto il resistore NTC. lamente durante la conduzione di TR 1
b Con opportuna regolazione di R4, il pin >))

Piedlnatura dei vari


semiconduttori utilizzati
in questo circuito;
le freccette indicano quelli
che sono i riferimenti
per il montaggio.

Piano di montaggio su
basetta a circuito stampato
dell'automatismo;
i collegamenti dei secondari
di T1 sono predisposti
in modo che essi risultino
in serie, per il necessario NTC
raddoppio della tensione
altemata.

ELETTRONICA PRATICA- Giugno 1994 - Pag. 57


VENTILATORE AUTOMATICO
(e con luminosità variabile). Ora che il dispositivo è stato ampia-
La capacità C7, posta in parallelo ad mente descritto nella sua costituzione e
R6, e quindi anch'essa in controreazio- nel suo funzionamento, non resta che
ne, serve ad impedire che ICI abbia ad provvedere alla sua realizzazione.
amplificare anche segnali alternati, va- Una basetta a circuito stampato di di-
le a dire disturbi che potrebbero influire mensioni ancora contenute è in grado di
negativamente sul funzionamento alloggiare tutti i componenti (ivi com-
dell'automatismo. preso il trasformatore di alimentazio-
Sul collettore di TR 1 è presente il solito ne), assicurando al contempo la massi-
diodo (D3) che serve a proteggere il ma affidabilità e riproducibilità del no-
KIT transistor dai picchi di tensione prodotti
dalla commutazione di RL.
stro circuito.
Il montaggio vero e proprio è consiglia-

PER CIRCUITI ANCHE PER TRANSISTOR


bile iniziarlo con i resistori (che non
hanno problemi di inserimento, salvo
l'accurata verifica del codice colori) e

STAMPATI wc» La giustificazione del funzionamento di


questo circuito è stata riferita al caso
con i diodi, di cui va sempre rispettata
la polarità, indicata dalla striscia in co-
lore (in genere, bianca su corpo nero)
più classico di pilotare un ventilatore che contrassegna il terminale di catodo.
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione d'ambiente; ma un esempio di applica- Si possono poi montare l'unico conden-
di circuiti stampati su vetronite zione ancor più elettronica è quello di satore non polarizzato (C7) e lo zoccolo
o bachelite, con risultati tali raffreddare uno stadio finale di potenza per l'integrato.
da soddisfare anche i tecnici di un trasmettitore. Quando. i transistor E quindi il turno dei condensatori elet-
più esigenti, questo kit contiene scaldano troppo (cosa che capita di fre- trolitici che, essendo tutti polarizzati,
pure la speciale penna riempita quente), NTC, opportunamente posizio- vanno inseriti rispettando la posizione
di inchiostro resistente nato, sente questo calore e fa partire la del simbolo di polarità riportato sulla
al percloruro. ventola appositamente posta nelle im- plastica di rivestimento.
mediate vicinanze. Il transistor TRl va posizionato tenen-

Caratteristiche Il relé RL è dotato di 5 terminali, tre da un lato, due dall'altro:


il suo senso d'inserimento è dunque obbligato. Il componente deve
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto. essere del tipo miniatura a12V, con uno scambio e resistenza
- Evita ogni contatto delle mani con il minima di 200Q (per esempio il Finder SV6).
prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
-- Il contenuto è sufficiente per trattare
più di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate.

Il kit per circuiti


stampati è corre-
dato di un pie-
TOCK ghevole, ricca-
ADIO mente illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazione
del circuito. li suo prezzo, compren-
sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbono es-
sere fatte inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO •
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno han-
cario o conto corrente postale n.
46013207.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 58


do come riferimento il dentino che Nel circuito troviamo
sporge dal corpo metallico indicando numerosi condensatori
l'emitter, mentre i led hanno, come elettrolitici di cui
contrassegno di catodo, un leggero occorre curare il senso
smusso nel bordino sporgente dal fondo di montaggio: mentre
del corpo in plastica; questi ultimi sono c1,c2, c3 e C4 vanno
indicati montati sulla basetta, ma in ef- tutti inseriti con il ter-
fetti ( dopo il collaudo) possono essere minale positivo rivolto
fissati a sporgere da una scatola di con- verso T1, C5
tenimento del circuito. (nella foto) e C6 si
A questo punto, si posiziona e si fissa il montano con polarità
trasformatore, il cui montaggio è obbli- opposte tra loro.
gato dai terminali d'uscita, stesso di-
scorso può farsi per il relé, una versione
"mini" fra i tanti modelli sul mercato.

mante andrebbe collegata al -12, cioè basetta va posta entro una scatola prefe-
IL COLLAUDO al terminale 3. ribilmente di plastica, da cui far affiora-
Terminato così il cablaggio, e ancora re i led e far uscire i cavi per I' alimen-
Anche NTC è montato, nel prototipo, senza aver inserito ICI nel suo zoccolo, tazione, per il ventilatore ed eventual-
sfruttando due terminali ad occhiello; si collegano i morsetti I e 2alla rete e mente per NTC, che può essere del tipo
se però l'applicazione fosse diversa si misurano le varie tensioni presenti in a pasticca di modeste dimensioni.
dall'esempio fatto, e quindi NTC risul- circuito, verificando in particolare la Sul pannellino di questa scatola può an-
tasse posizionato ad una qualche distan- regolarità di + 12e -12; dopodichè, si che trovar posto R6, nel caso che venga
za dal circuito, occorrerebbe cautelarsi completa il circuito con ICI e si equili- previsto come potenziometro di regola-
contro la captazione di possibili disturbi bra il comparatore secondo le indica- zione della temperatura (con relativa
eseguendo la connessione con un tratto zioni già fornite per R4. scala), secondo quanto spiegato nella
di cavo schermato, la cui calza scher- Portato a termine anche il collaudo, la "finestra".

REGOLAZIONE DEL PUNTO D'INTERVENTO


Si è già accennato nel lesto, ed è evidenziato nell'esempio di realizzazione del I
contenitore, che é possibile sostituire R6 con un patem.iome1ro di regolazione ON
della temperatura, cosi da poter dosare il valore in corrispondenza del quale il
ircuito provoca l'attivazione del relè e quindi l'intervento del sistema di ventila-
zione. Già sappiamo che R6 é la resistenza che stabilisce l'amplificazione dell'o-
@
perazionale; il valore di amplificazione è infatti determinato dal rapporto fra il 25~ t
valore di R6 ed il valore complessil•o della resislenza d'entrata, cioè dalla com-
binazione di NTC, R4 ed R5. Quindi, nwg;:iore è il valore di R6, maggiore è
I
l'amplificazione da parte di ICI; l'effetto pratico che ne consegue è la rapidità di I
·ommutaz_ivne di/CI. quindi di intervento del circuito. I ON

.7
Un'idea immediata di questa dipendenza è messa graficamente in evidenza dalla
figura qui riportata. Partiamo supponendo che il nostro circuito sia tarato per
scattare in corrispondenza di 30°C di temperatura ambiente.
@
In "A", dove abbiamo esemplificato che R6 sia 0,1 M, vediamo che occorre
una variazione di 5°C per passare dallo stato OFF a quello ON,
In"B" invece. in corrispondenza di R= I M, vediamo che occorrono solamente I
3°C per ottenere lo stesso intervento; in "C" addirittura, supponendo R6= I
I0M. la commutazione avverrebbe con I"C solamente.
In questo caso, basterebbe cioè sfiorare appena NTC con un dito per ottenere la
©

variazione di temperatura che commuti istantaneamente il relé: ciò però provo-
cherebbe una regolazione troppo critica del trimmer R4.
Gli esempi che qui abbiamo elencato sono stati riferiti a dei valori che non ri- 29
spettano effettivamente la realtà circuitale; essi valgono solamente per far capi- I
re il principio di funzionamento del nostro circuito. I
Ad ogni buon conto, il valore di R6 = 470k2è quello che in pratica fornisce la 30
migliore affidabilità.

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994- Pag. 59


Il PROVA
EMOZIONI
Vorrei segnalare questo semplice cir-
cuito da me progettato e denominato
oscillatore psicologico, perchè capace
di percepire le variazioni di resistività
Chi si sottopone
della pelle del soggetto in esame e
alla prova
quindi di giudicare lo stato psicofisico
di questa
di chi si presta ali' esperimento.
macchina della
Il sistema è imperniato sul classico
verità artigianale
oscillatore UJT con uscita sull'emetti-
si deve mettere
OSCILLATORE tore, ma al posto della resistenza che
in posizione
deve essere collegata tra il positivo e
di massimo relax
questo terminale, è stato messo un
su un divano,
transistor PNP che è mantenuto depo-
Le placchette P1
larizzato (OFF) dalla R2.
e P2 si applicano Quando si collegano le due placchette
alle braccia metalliche P 1 e P2 alle braccia o alla
o alla fronte del fronte di un soggetto in esame (la pel-
soggetto in esame le deve essere leggermente inumidita
dopo aver bagnato con acqua salata) il transistor TRl en-
leggermente tra in conduzione, ma se il soggetto è
la pelle con acqua in uno stato di calma o di riposo, la
salata. resistenza della pelle è elevata (circa
50 KQ) per cui in TRl scorre una
corrente piccolissima; in pratica TRl
Il circuito è Imperniato su TR2, un classico oscillatore UJT con uscita si comporta come una resistenza di
sull'emettitore: se il soggetto in esame è in apprensione la resistenza elevato valore.
della sua pelle è molto bassa e TA2 ne dà segnalazione al buzzer che emette
un fischio acuto.
COMPONE
R1= 2,2 M2
R2 Il TR1
R2= 100 KO
C2 R3= 15 K2
R4= 220 2 -'/W
C1 = 1500 pF (poliestere)
C2= 10000 pF
cl R3
TR2 ) D1 = diodo al germanio

Rf

C1
Df

+
3:
VCC TR1 = BC307 (PNP)
$ TR2 = 2N2646 (UJT)
L5I»'
P1 = P2 = placchette
d'alluminio CIJ 3 cm.
BP = buzzer passivo
R4 piezoelettrico
u Vcc = 9 V
tt
pD9[

ELETTRONICA PRATICA· Giugno 1994- Pag. 60


Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
semplice e inedito,

----- #r 449
#E,EISA#HA#HA HHAHHA#HH#E#RE±ERRE#ES#HA### H± #E#±##H±±!A#es
che non impieghi più di 15
componenti elettronici.
Le realizzazioni (una breve
spiegazione, qualche
disegno, le generalità ed una
foto tessera dell'autore}
devono essere inviate a
ELETTRONICA PRATICA
EDIFAI - 15066 GAVI (AL):
a tutti i partecipanti sarà Il kit per saldatura in valigetta
spedito un utile omaggio. comprende : salda tore istanta neo da 100
W, salda tore a stilo da 30 W, supporto
Ogni mese il progetto per mini montaggi, dissa ldatore,
migliore verrà pubblicato e raschietto, appog gio per saldatore
e punte di ricambio.
premiato con uno stupendo
kit per saldatura in valigetta.

e l'attivazione del relé: è come dire che


ANTIFURTO questi due ultimi componenti vengono
messi in pre-allarme. L'allarme vero e
PER AUTO proprio parte qualora il ladro tenti di
mettere in moto l'auto semplicemente
Gianluca Asirelli Guido Salemme di Fondi (LT) ci propo- chiudendo S 1 (appunto, l'interruttore di
di Faenza (RA) ne questa semplice versione di antifurto avviamento con la normale chiave): SCR
è il bravo vincitore che viene attivata inserendo la chiave di innesca, RL scatta, suona la sirena.
di questo mese del kit codifica (ottenuta sfruttando uno spinotto »»
per saldatura della Valex. multiplo maschio di tipo DIN) nella pre-
sa F (femmina); naturalmente se la chia- R1 = 1000 0
ve è quella giusta, tutte e tre le entrate R2 = 2200 2
L'UJT oscilla allora ad una frequen- passano dallo stato logico O, attraverso le R3 = 10 KO
za molto bassa (fUJT = I/KRC, do- 3 resistenze da 1 0 KQ, allo stato logico R4 = R5 = 10KO
ve K è una costante costruttiva com- I. Pertanto l'uscita di ICI, una volta che IC1 = 4023
presa tra 0,5e 1.,5 mentre R:è in que- lo spinotto maschio sia inserito, è a O; es- TR1 = 2N1711
sto caso il valore di resistenza tra i sa invece è a livello logico 1 se lo spinot- SCR = TIC 106
terminali e-c del TR 1) rilevabile tra- to è disinserito. Appunto in quest'ultima (diodo controllato da 6 A)
m i te il buzzer passivo collegato situazione l'allarme risulta attivo; infatti RL = relé a singolo scambio
sull'emettitore di TR2. Se il soggetto TRl viene polarizzato e passa in satura- da 12V
in esame è stanco o manifesta stati di zione, predisponendo l'innesco del SCR A = sirena d'allarme
apprensione, la resistenza della cute è
molto bassa. in tal caso TR2 ne dà 51
"o",
segnalazione sul buzzer con un fi-
schio acuto. Tra lo stato di calma e
quello di apprensione, questo sempli-
3 CODIFICA

3
ce apparecchietto fornisce tutte le se-
gnalazioni intermedie senza diffi- (9°'
M
coltà. Montando poi in parallelo al
buzzer il ramo composto da C2 e D 1
si possono visualizzare tali stati psi-
cofisici su un tester commutato sulla
portata IO V continui; in questo mo-
ALLA
do l'apparecchio può essere usato co- BOBINA
me una sorta di macchina della ve- R2
rità. RL
Come sensori ho utilizzato due plac-
chette circolari di alluminio del dia-
MASSA AUTO
metro di 3 cm collegate al circuito
con I metro di cavetto ciascuna. /

ELETTRONICA PRATICA - Giugno 1994: Pag. 61


Angelo
Salvatore,
16 anni,
di Palermo è il

rc1 01
realizzatore
dell'alimentatore
variabile.
autocostruire, è un alimentatore stabiliz-
Tutto questo non succede se è inserita zato a tensione regolabile entro una certa
anche la chiave di codifica: TR I è inter- gamma di valori, più ampia possibile, ap-
detto, non permettendo così alcuna atti- L punto perchè risulti utile per il maggior
vazione del dispositivo. C2 c3 numero di scopi. Questo circuito è appun-
Il circuito è previsto per essere alimenta- to la realizzazione di un dispositivo del
to ai 12 V della batteria; come già accen- genere. Lo schema è molto semplice, ma
nato, F ed M sono rispettivamente presa risulta adatto alle esigenze di un novizio
e spina DIN a 5 o più contatti. T che non ha bisogno di prestazioni e sofi-
C1 =C3= 10000 pF sticazioni particolari e di correnti molto
C2 = 500 pF (variabile) elevate.
RICEVITORE L = vedi testo
D1 = diodo rivelatore 0A71, 0A79,
Applicando il secondario di un trasforma-
tore sui 15 V- 0,5 A circa, la tensione
A CRISTALLO 0A81, GEX00, GEX35, IN34. viene raddrizzata da Pl e filtrata da C 1,
per poi attraversare il transistor regolatore
Marco Manfredini di Borgo a Mozzano di potenza TR 1. Il riferimento di tensione
(LU) è un giovane appassionato di elet- 0,3 mm su un cilindro in plastica o carto- è lo zener D2, e TR2 funge da amplifica-
tronica (ha 14 anni) particolarmente inte- ne lungo 8cm, spesso 2 mm e con diame- tore per la stabilizzazione.
ressato al mondo delle radiocomunica- tro esterno di 3 cm. Il tutto si isola con La regolazione del trimmer o potenzio-
zioni. Ha così pensato di costruire un ri- colla arabica. A parte questo bastano po- metro R3 consente di aver disponibili in
cevitore a cristallo, il moderno successo- che boccole ed una cuffia ad alta impe- uscita una tensione compresa fra 4 e 19V
re della radio a galena. Il ricevitore a cri- denza (600±40002) per l'ascolto. I con- circa, in grado quindi di alimentare un
stallo è senza dubbio il più semplice ap- densatore variabile C2 può essere recupe- po' tutti gli oggetti a cui si sta normal-
parecchio radioricevente. Questo ricevi- rato da una vecchia radio a valvole. mente lavorando.
tore presenta molti vantaggi: per esem- Costruito il mobiletto in legno e sistemate La costruzione può essere realizzata su
pio, riceve programmi radiofonici senza le boccole, basta un.ire i collegamenti ed una comune basetta rn.illefori; se si lavora
disturbare il prossimo in quanto l'ascolto il gioco è fatto. L'antenna è costituita da spesso con corrente elevata e tensione
può avvenire solamente in cuffia. un filo di rame da I mm fatto penzolare bassa, è consigliabile applicare a TRl un
Non consuma nulla, dato che non richie- verticalmente da una finestra o balcone piccolo dissipatore.
de nessuna fonte di energia (pile, corren- (senza che arrivi a toccare il suolo).
C1 = 4700 F · 35 VI.
te elettrica). Per lo più, grazie alle sue di- La terra è costituita da un conduttore col- C2 = 10000 pF (ceramico)
mensione ridotte, è portatile. Come con- legato a un rubinetto o ad un radiatore.
c3 = 100 µF • 35 VI.
troparte esso, a differenza degli apparec-
R1 = 820 2
chi radio a transistor, non possiede alcu-
R2 = 56 2
na amplificazione, per cui la portata e
l'intensità della ricezione sono in propor-
ALIMENTATORE R3 = 500 2
zione diretta con la potenza e la vicinan- VARIABILE R4 = 1500 2
R5 = 680 2
za della trasmittente: in genere il campo
TR1 = TIP 33
d'ascolto è compreso nel raggio di 50/60 Per chi, come Salvatore D'Angelo di
TR2 = BC 109
km di distanza, ma in condizioni favore- Palermo, è appassionato di elettronica,
P1 = 4x 1N4004
voli, anche 150. Di notte poi, in una zona uno dei primi apparecchi che risulta ne-
D1 = 1N914
libera da ostacoli (montagne, edifici) è cessario, e che spesso viene in mente di
DZ = Zener 10 V - 0,4 W
possibile captare anche qualche emittente
estera. La bobina L si realizza avvolgen-
do 100 spire di filo di rame smaltato da
TR1

R5
Marco Manfredin,
14 anni, di Borgo %
a Mozzano (LU), u
ha realizzato c3 LP
un semplice
ma funzionale
ricevitore
a cristallo.

ELETTRONICA PRATICA· Giugno 1994- Pag. 62


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ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 1


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giare per far portare al polso i più
svariati tipi di dispositivi.
Una delle ultime novità è un oggetto
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chiama Wrist Remote ControlJer ed è
un orologio dotato di telecomando a
raggi infrarossi per televisori e
videoregistratori.
Si tratta dell'ultimo nato di una
nuova categoria di prodotti della
serie Wrist Gear, nella quale la tec-
nologia dei sensori originali Casio e
dei dispositivi di memoria viene uti-
lizzata in modo creativo. Questo ori-
PICTURE IN PICTURE ginalissimo telecomando è dotato di
una memoria in cui sono contenuti i
codici dei principali apparecchi in
"Picture in picture" è la funzione che permette di vedere contemporaneamente
commercio e quindi occorre selezio-
sullo schermo del televisore i programmi di due canali, di cui uno in formato rim- nare quello corretto prima di iniziare
picciolito. Si trova ormai in moltissimi televisori presenti sul mercato, e potrebbe
ad usarlo.
far venir voglia di possederla a qualcuno a cui è sfuggita, magari solo per avere Dopo questa scelta preliminare tutte
comprato qualche anno fa l'apparecchio. Grazie ad un nuovo dispositivo è oggi le operazioni possono essere control-
possibile averla senza dover cambiare televisore. Non solo, ma il nuovo P.I.P. late con quattro pulsanti per il televi-
(picture in picture, appunto) accetta in ingresso fino a 4 apparecchi (videoregistra- sore (accensione, spegnimento, sele-
tore, videocamera, laser disc) e, collegato al televisore attraverso la presa scart, zione dei canali, regolazione del
crea su uno dei quattro angoli dello schermo, a scelta, l'effetto dell'immagine volume) ed altri quattro per il video-
all'interno dell'immagine. Il segnale video di ciascun tipo di apparecchio può
essere visualizzato, a piacere, sia a tutto schermo che in formato ridotto. Inoltre è
possibile commutare fra i due tipi di visualizzazione. Tutte le funzioni sono atti-
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nologia. L'apparecchio è dotato alla sua
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sulla curva da misurare, permette di
seguirne l'andamento. Tutto è facile per-
ché l'impugnatura è fatta come quella di
una penna ed inoltre la rotella è dotata di una tacca di riferimento per
individuare facilmente l'inizio e la fine delle rrusure. È possibile lavorare
con diverse unità, ad esempio millimetri, centimetri, pollici o miglia. Le
lunghezze sono inoltre convertibili istantaneamente da un'unità di misura
ali' altra. Il tutto è corredato da una calcolatrice integrata nel dispositivo
di misura grazie alla quale i risultati ottenuti possono essere elaborati.
L'apparecchio esiste in due versioni, la Pro dedicata ai calcoli tecnici, la
Club alla cartografia. Lire 380.000 e 250.000 rispettivamente.
Metrica (20124 Mlano- Via Pergolesi, 8- Tel. 02/6709001).
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 2
ELECTRONIC NEW S
DO AL POLSO
Costruiti con la stessa tecnologia dei
Compact Disc e con le stesse dimen- SEI DIZIONARI
registratore ( accensione/spegnimen-
to, selezione dei canali, stop, avan-
sioni, i CD-ROM stanno diffonden-
dosi sempre più come vere e proprie
enciclopedie elettroniche. ROM sta
IN UN CD-ROM
zamento/riavvolgimento). per Read Only Memory, che signifi-
Non va dimenticato che l'apparec- ca memoria a sola lettura. Si tratta di
chio è anche un ottimo orologio.
un enorme archivio di dati (anche
Oltre ad indicare l'ora con la massi-
ma precisione, è dotato della possi-
seicento milioni di caratteri) che può
essere letto grazie all'apposito
L0 SCAFFALE
bilità di contare i tempi parziali,
finali e trascorsi. È dotato di una
dispositivo collegato al persona! ELETTRONICO
pratica sveglia giornaliera program-
mabile e ogni ora produce un segna-
computer.
Il maggiore vantaggio di questa DIZIONARI
soluzione non sta tanto nello spazio
le acustico. Lire 129.000.
ridotto in cui sono memorizzate
Lorenz (20121 Milano - Via Mari-
enormi quantità di informazioni
na, 3- Tel. 02/76013155).
quanto piuttosto nelle diverse possi-
bilità di utilizzarle, impossibile nel
caso della consultazione di libri
stampati. La Zanichelli ha già creato
diverse opere su CD-ROM, fra le
quali spiccano i dizionari.
A questo proposito esiste un CD-
ROM che a buona ragione si chia-
ma "Scaffale elettronico" perché di
dizionari ne contiene addirittura
sei, e di tre diverse lingue (italiano,
francese, inglese). Sono possibili Lo scaffale elettronico
diversi criteri di ricerca, anche della Zanichelli contiene,
tematica (ad esempio la lista di in un unico CD-ROM, sei
tutti gli elementi chimici), facilitati dizionari: il Nuovo Zingarelli
da diversi tipi di "finestre di inter- minore, il Dizionario dei sinonimi
rogazione" sulla schermata che e dei contrari, il Ragazzini ridotto,
permettono una facile selezione. di inglese, assieme a "Odd Pairs &
Lire 650.000. False Friends", il Boch minore di
Zanicbelli (40126 Bologna- Via francese, "Les faux amis aux aguets"
Imerio, 34 -Tel. 051/293JJJ). ed il manuale di stile.

IL RAFFREDDACOMPONENTI
L'aumento di temperatura in un componente circuitale può creare un
aumento di corrente, che a sua volta può "bruciare" il componente
stesso e provocare sbilanciamenti di corrente nei componenti vicini
fino al punto di danneggiarli. Se poi in un circuito sono montati degli
integrati complessi, o addirittura dei microprocessori, la progettazio-
ne della dissipazione del calore diventa un elemento di primaria
importanza. In questi casi può intervenire anche il problema di avere
poco spazio a disposizione, ed ecco che la soluzione può essere data
da una miniventola (un quadrato di pochi centimetri di lato) studiata
appositamente per permettere la dissipazione del calore dei micropro-
cessori e di altri integrati. Viene alimentata a12 volt in continua ed è
dotata di un piccolo motore "brushless", cioè senza spazzole.
La funzione delle spazzole, elementi molto delicati dei motori, è svol-
ta da dispositivi a semiconduttore che trasformano la corrente conti-
nua in alternata. Il risultato è una lunga durata ed una notevole affida-
bilità. L'allacciamento della ventola per l'alimentazione non necessita
di saldature e viene anche fornito un supporto studiato apposta per
l'impiego con i microprocessori. Lire 35.700.
Marcucci (20129 Milano - Via F.lli Bronzetti, 37 - Tel. 02/95360445).

ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994 - Pag. 3


RECUPERO

IL RIGENERAPILE
Un semplice circuito che consente di ridare alle pile
usa e getta fino al 50% della loro carica originaria,
anche per 3 o 4 volte. Il prolungamento della vita di
TAPPO tali batterie rappresenta un vantaggio sia economico
sia ecologico vista la difficoltà del loro smaltimento.
CARBONE

SOSTANZE
CHIMICHE
A ncora oggi; nonostante il progressi-
vo affermarsi delle piccole pile rica-
ricabili che la moderna tecnologia ci ren-
sibili aspetti di tipo economico, sappia-
mo bene che costituisce anche il proble-
ma ecologico di smaltimento dei rifiuti
de disponibili, le pile a secco rappresen- pericolosi. Potendo quindi allungare la
tano il tipo più diffuso di generatore durata delle pile, intervenendo almeno
INVOLUCRO elettrochimico per apparecchi portatili. due o tre volte con un processo, non
Naturalmente, pur dando atto dei miglio- certo di ricarica bensì di rigenerazione
ramenti tecnologici verificatisi anche in almeno parziale, che restituisce alle pile
questo settore, arriva sempre il momento una certa quantità di energia sufficiente
del ricambio, il momento cioè di dover per allontanare il momento di buttarle, si
buttare le pile irreversibilmente scariche; migliorano in un colpo solo gli aspetti
questo fatto, oltre a presentare compren- economico ed ecologico. Prima di dedi-

Questo spaccato consente


di esaminare e comprendere
la costituzione interna di una
classica versione di pila a secco;
la sostanza chimica che costituisce
l'elettrolita è in genere una pasta
gelatinosa.

Il dispositivo comprende un limitato


numero di componenti che possono
essere anche montati con cablaggi volanti
o su basetta del tipo millefori. Naturalmente
la soluzione a circuito stampato garantisce maggiore
affidabilità e migliore aspetto estetico. Ai due terminali ad
occhiello con la lettera P colleghiamo la pila, ai due con la T il tester.

ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994- Pag. 4


carci ali' esame dell'apparecchio vero e poraneo) anodo, in modo da favorirne la fare in modo che tale corrente venga
proprio, è necessario darci una rinfresca- ricomposizione con le sostanze formate- mantenuta entro limiti tollerabili dalla
ta sul funzionamento intensivo di una si nella cella galvanica. Durante la fase pila in fase di recupero. Ecco quindi che
pila a secco tipo standard: in tal modo di rigenerazione della pila, la situazione non serve, per questo processo di depo-
possiamo renderci conto un po' più chia- elettrochimica interna subisce dei bru- larizzazione, usare un normale alimenta-
ramente di quale intervento sia necessa- schi riassetti, cui corrispondono, di con- tore stabilizzato in tensione, bensì occor-
rio attuare. seguenza, delle nette (e frequenti) varia- re ricorrere alla stabilizzazione della cor-
La costituzione fondamentale di una pila zioni della sua resistenza interna: ciò rente erogata, o quanto meno, alla limi-
a secco è la seguente: un elettrodo cen- significa che la corrente che vi viene tazione del suo valore massimo; il cir-
trale, positivo e normalmente composto fatta circolare a scopo di depolarizzazio- cuito che serve a questo scopo è il cosid-
da una bacchetta di carbone compresso, ne è soggetta a sbalzi altrettanto bruschi detto generatore di corrente costante.
è circondato da un elettrodo negativo di della sua intensità. È quindi necessario )))

zinco; fra i due è interposto un elettroli-


ta, che reagisce col cilindro esterno Agendo sul potenziometro R3 è possibile regolare la corrente di
asportandone ioni positivi che vengono depolarizzazione erogata dal circuito: un'apposita figura a pagina 8 indica
attratti dall'elettrodo centrale: tutto ciò quali sono i valori ottimali per i vari tipi di pile.
giustifica le rispetti ve polarità.
Il movimento di ioni all'interno
dell'elettrolita costituisce il passaggio di
corrente che scorre dal polo negativo a
quello positivo: questo elettrolita è nor-
malmente costituito da cloruro di ammo-
nio.
Nella pila è presente un quarto elemento,
il cosiddetto "depolarizzante", che ha lo
scopo di evitare che gli ioni positivi,
attraversando l'elettrolita, abbiano a
neutralizzarsi con gli altri materiali pre-
senti; solitamente il depolarizzante con-
siste in biossido di manganese.
Per approfondire il vero e proprio fun-
zionamento di una classica pila a secco,
rimandiamo all'apposita finestra.

LA DEPOLARIZZAZIONE

Qui però occorre precisare che, durante


il funzionamento della pila, si verificano
vari fenomeni che ne modificano le con-
dizioni chimiche attorno agli (e sugli)
elettrodi, determinando via via una dimi-
nuzione della tensione disponibile; que-
sto effetto è appunto la polarizzazione
della pila, e in pratica consiste nella sua
scarica. Negli accumulatori questo pro-
cesso è pressoché completamente recu-
perabile nella normale fase di ricarica,
mentre nelle pile a secco, le possibilità
di recupero sono piuttosto modeste.
È comunque nostra intenzione recupera-
re tutto quanto è possibile anche con le
pile a secco; in questo caso, il processo
di depolarizzazione, appunto quello che
consente un certo ringiovanimento della
pila, consiste nel forzare, alJ? interno
della pila, il passaggio di una debole cor-
rente, naturalmente continua.
Questa corrente, di verso opposto a quel-
lo di normale erogazione della pila, ne
inverte praticamente le funzioni di
anodo e catodo, riuscendo a rimuovere
l'idrogeno che tipicamente va a deposi-
tarsi su quello che normalmente era
l'anodo e trasferendolo sul nuovo (tem-
Schema elettrico completo
del rigeneratore, che prevede anche PILA
la possibilità di misurare la corrente mA
che attraversa la pila.

"CORRENTE"
D1

,.., s TR2 TR3


72 Vrv I I«..T 07
TR, Il Il Il C

1 bl"!"'4ì 27e l
u,
21
N
Il 5$or

..
'-'!""Jle Il -1n

%5 R63
I.
R2
t
.
'·-· -· --- -· -· -· -----·
COMPONENTI
R1 = 1000 2 TR1 = BC177
"CORRENTE" R2 = 1000 2 TR2 = 2N1711
D1
R3 = 10 KO {potenziometro) TR3 = 2N1711
R4 = 100 2 D1 = D2 = 1N4148
R5 = 1000 2 DL = LED
R6 = 100 2 P1 = ponte 100 V/1 A
D2

TR
b
j
3

R2
mA
e
Questo piccolo schema elettrico non è
altro che uno stralcio di quello elettrico
complessivo: è la parte che genera
la corrente costante di depolarizzazione
il cui valore può essere determinato
regolando il potenziometro R3.
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 6
IL RIGENERAPILE
Il primo schema elettrico che viene for- V) collegati in serie fra loro: la caduta di modo di far variare questa corrente, che
nito in questo articolo è proprio riferito a tensione complessiva risulta così pari a poi è la corrente di emettitore, uguale
questo tipo di circuito, presentato nella 1,2 V (si usa questo metodo perché non (entro pochi percento) a quella di collet-
versione più semplice e classica, facente esistono Zener a valore così basso). tore, è quello di regolare R3: salvo que-
capo ad un singolo transistor, che viene Poiché la tensione di soglia di conduzio- sto, la corrente che attraversa TR 1 resta
poi a costituire il componente più impor- ne della base del transistor è di 0,6 V, e costante, qualunque sia il carico, sul
tante di tutto il circuito del nostro rige- fra base e positivo di volt ce n'è 1,2, gli valore predeterminato appunto da R3.
neratore di pile. 0,6 V in eccesso risultano localizzati fra Eventuali. variazioni della tensione di
Analizziamo quindi il comportamento R3+R4 e positivo; allora, la corrente che alimentazione o del carico, e quindi
elettrico di questo stralcio rispetto a attraversa R3+R4, dalla legge di Ohm, della corrente richiesta, non influiscono
quello che costituisce lo schema com- risulta: sul valore della stessa, essendo la caduta
plessivo. di tensione ai capi del potenziometro sta-
La base di TRI è polarizzata con un V 0.6 bilizzata dalla presenza del regolatore di
I= R
=
R3+R4 tensione, in questo caso rappresentato da
valore di tensione fisso; essendo questo
valore piuttosto basso, lo si ottiene come Dl e D2 collegati in serie.
caduta ai capi di due normali diodi (la Ora che è stato giustificato l'interessante
cui soglia di conduzione si aggira su 0,6 Ciò significa semplicemente che l'unico comportamento di questo semplicissimo
circuito, possiamo andare ad esaminare
lo schema elettrico complessivo.
Piano di montaggio del rigeneratore su basetta
a circuito stampato; una volta eseguite le misure
di collaudo, e presa confidenza con la posizione della ECONOMIA ED ECOLOGIA
manopola su R3, i terminali 3 e 4 possono anche essere
ponticellati, ove non si desideri più usare il tester. Il circuito completo del nostro rigenera-
ALLA PILA
tore parte dal ponte di diodi PI che prov-
AL TESTER
vede a raddrizzare la corrente alternata
\ \ I proveniente dal secondario di un piccolo
@ G @) O trasformatore a 12 V.

°
Il led DL, da brava spia, serve ad avver-
DI
4I
TRJ TR2 TR3
tire l'utente quando il dispositivo è acce-
so o spento.
La tensione così trasformata in continua
( o meglio, pulsante) viene applicata al
t PI "' ~
. b e --, b • -i b circuito generatore di corrente costante
facente capo a TR 1, già esaminato nei

jç4sa
particolari; l'uscita viene fatta attraver-
sare la giunzione cui è ridotto TR2 (pra-

,#
e R2] a s R6
ticamente un diodo) e il resistore R5,
provocando una tensione a sua volta
costante, il cui valore dipende esclusiva-
mente da quello della corrente di riferi-
mento stabilita tramite la regolazione del
potenziometro R3.
Il circuito stampato è qui visto dal lato rame E a questo valore fisso di tensione che
nelle sue dimensioni reali. viene polarizzata la base di TR3; quando
la caduta su R6 eguaglia la tensione di
base, il transistor ha raggiunto il suo
3 6a valore massimo di erogazione, che è

I 5 quindi, anch'esso, predeterminato dalla


4 regolazione di R3.
È questa la corrente che, eventualmente
misurata dall'apposito milliamperometro.
inserito fra i terminali 3 e 4, va ad attra-

7
versare la pila per effettuarne un parziale
recupero.
A tal proposito, è stato accennato che la
corrente di alimentazione del nostro cir-
cuito non è esattamente continua, bensì
di tipo pulsante (le semionde sono tutte
>»}

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 7


IL RIGENERAPILE
Il potenziometro R3 terminali ad occhiello completano il
viene fissato circuito stampato anche per quanto
tramite uno riguarda il cablaggio verso l'esterno.
spezzone di filo Il transistor T3, quando attraversato
nudo saldato alla dal massimo della corrente d'uscita,
basetta ed al corpo può scaldare un poco; è pertanto consi-
metallico del gliabile facilitare la dispersione del
componente: questo calore inserendovi un normale dissipa-
collegamento ha tore "stellare".
una funzione A questo punto si può verificare il
solamente regolare funzionamento del nostro cir-
meccanica, senza cuito inserendo un milliamperometro
importanza elettrica. ai morsetti 3 e 4, ed una resistenza di
basso valore (pochi ohm) o anche un
ponticello di corto circuito (il tutto,
temporaneamente) e controllare la cor-
r
rente letta: la regolazione di R3 con-
sente una variazione di corrente com-
presa fra 0,5 e 50 mA.

RIGENERAZIONI
QUANTE E COME
1,5V 1,5V 1,5 3V 4,5V
V 9V 10 Per il ripristino di piccole pile, sono
idonei valori piuttosto bassi di corren-
te, mentre valori che si avvicinano ai
50 mA si prestano solo in caso di pile
L. t " e più o meno grosse (tipicamente, torcia
1045mA 12mA e torciona); ad ogni buon conto, in
apposita illustrazione sono riportate le
Le sagome di pile illustrate nel disegno sono ridotte della metà sagome dei più comuni tipi di pile, con
rispetto alle dimensioni reali: i valori indicati in mA corrispondono alle indicati i valori di corrente mediamen-
correnti consigliabili da applicare per ottenere una corretta rigenerazione; te più consigliabili.
la regolazione si effettua tramite il potenziometro R3, In ogni caso, è opportuno tener presen-
te che, quando si voglia rigenerare una
della stessa polarità, però non sono fil- la mancanza di qualsiasi elemento di pila, non bisogna attendere che questa
trate dalla presenza di alcun condensato- criticità; pertanto si può risolvere sia completamente scarica, poiché in
re); ciò non rappresenta un tentativo di anche con ancoraggi isolati o con tal caso l'effetto dell'intervento risul-
risparmiare qualche centinaio di lire basetta millefori. terebbe assai modesto.
per questo componente, ma è una scel- Sullo stampato si inizia col posiziona- La rigenerazione è consigliabile farla
ta fatta di proposito proprio per dispor- re le resistenze, preoccupandosi unica- quando la tensione della pila, misurata
re di una pulsazione regolare (alla fre- mente di interpretare bene il codice - a vuoto e riferendosi per esempio ad
quenza di I 00 Hz), che costringe cioè colori; per i due diodi invece occorre una classica piletta da 9 V, è scesa a
la corrente ad ondulare da zero al rispettare la polarità, indicata da una 627 V; per gli altri tipi si giudica in
numero di mA predisposto da R3. fascetta o macchia in colore sull' estre- proporzione.
Questo sistema infatti favorisce ulte- mo da cui esce il catodo (in genere, si Se la tensione fosse già scesa, ali' atto
riormente il processo di rigenerazione. tratta di nero sul corpo in vetro). del controllo, sotto i valori consigliati,
I tre transistor vanno inseriti rispettan- la rigenerazione avviene ugualmente,
do l'orientamento del dentino che ma prevedibilmente l'energia acquisita
TRE TRANSISTOR sporge dal bordo del corpo metallico e è una frazione piuttosto bassa di quella
PER RISPARMIARE che indica la posizione del terminale di originale (diciamo il 20-30%, mentre
emitter; il ponte di diodi porta invece al momento giusto si può anche recu-
A questo punto, passiamo ad occuparci chiaramente contrassegnate le polarità. perare oltre il 50% della vita).
della realizzazione del dispositivo, per Il led ha il catodo che esce dalla parte La rigenerazione può anche essere
il quale è previsto un piccolo e sempli- in cui vi è un piccolo smusso sul bordo ripetuta alcune volte (fino a 3 o 4),
ce circuito stampato al quale si riferi- sporgente dalla base del corpo in pla- tenendo naturalmente conto che I' ener-
sce la nostra descrizione. Il ricorso a stica; per quanto riguarda il potenzio- gia che ogni volta viene riacquistata è
questa soluzione non è però obbligato- metro, è ovvio inserirlo in modo che il sempre minore, talché poi non vale la
rio, data la modestia del montaggio e perno fuoriesca oltre il bordo. Alcuni pena di insistere più di tanto: del resto,

ELETTRONICA PRATICA· Luglio/Agosto 1994- Pag. 8


LE BATTERIE A SECCO
Il funzionamento della pila a secco è basato su alcune reazioni chimiche la cui
caratteristica più importante è quella di liberare elettroni (persi dallo zinco) i
quali risultano così disponibili per fluire internamente alla pila, migrando verso
il polo positivo (carbone) e venendo così a costituire la corrente elettrica che in
fondo è quanto ci interessa ottenere.
E però opportuno, per il miglior sfruttamento delle pile, conoscerne un po· anche
gli aspetti elettrochimici, a cominciare dal comportamento proprio di questi elet-
troni che, all'interno della pila, ricombinano con altre sostanze e la reazione dà
luogo allo sviluppo di gas.
Ad evitare che il gas prodotto internamente alla pila possa danneggiare. e addi-
rittura bloccarne, il funzionamento (non essendoci possibilità di sfogo). a causa
del fenomeno della polarizzazione, si provvede ad inserire al suo interno, attorno
all'elettrodo negativo, una sostanza in grado di assorbire il gas senza provocare
inconvenienti: questa sostanza è biossido di manganese. che evita anche le possi-
bilità di scoppio del contenitore.
L'universalità d'impiego delle pile a secco fa sì che ne esistano forme e versioni
disparate, ottimizzate secondo l'impiego più tipico previsto, nonché opportuna-
mente combinate fra loro.
Infatti ciascun elemento della pila a secco, almeno dei tipi più classici, fornisce
una tensione di I,5 V circa: per poter disporre di tensioni superiori, l'unica pos-
sibilità è quella di collegarne più esemplari in serie, come mostrano le figure ri-
portate qui a lato.
Una delle versioni più vecchie ed affermate è il comune "pacchetto" da 4,5 V;
ciò semplicemente corrisponde ad una confezione che contiene tre pile cilindri-
che da 1,5 V collegate in serie ed opportunamente impacchettate.
L'ancor più universale modello a 9 V costruito con 6 elementi (di forma oppor-
tunamente studiata) talché il risultato del loro collegamento in serie ( sono impi-
lati in modo che il nome risulta quanto mai pertinente) corrisponda appunto al
valore di tensione richiesto.

Il transistor TR3 si scalda


abbastanza (soprattutto quando
R3 è regolato perché il circuito
produca la massima quantità
di corrente) per cui occorre
facilitare la dispersione
del calore applicandogli un piccolo
dissipatore di forma "stellare".

non dimentichiamo che stiamo cercan-


do di recuperare una pila che già da
tempo, almeno in teoria, doveva essere
buttata perchè esaurita.
Naturalmente, sia per motivi di prati-
cità d'impiego sia per l'estetica, la
basetta realizzata (sia essa a circuito
stampato o su supporto qualsiasi) è
opportuno venga inserita in adatto
contenitore che serve, oltre a posizio-
narvi il potenziometro, il led ed i mor-
setti per strumento e collegamento alla
pila, anche a contenere un piccolo tra-
sformatore da 12 V di secondario e
d
pochi watt di potenza erogabile.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 9


o
ANTISTRESS

EFFETTO PIOGGIA...
SCACCIAPENSIERI
Contro lo stress della vita moderna un sedativo naturale
e senza controindicazioni: il rumore della pioggia
in tutte le sue sfumature, dal leggero gocciolio al forte
acquazzone. E anche possibile regolare toni e volume
del rilassante suono.
r /CC
Il dispositivo ha dimensioni
piuttosto compatte
TIPO
e componenti non troppo
ravvicinati. Va sistemato
in una scatola dalla quale
fuoriescano i 3 potenziometri
e l'altoparlante (o l'attacco
L a vita moderna, convulsa e freneti-
ca, porta spesso il sistema nervoso
in stato piuttosto precario: della stan-
per le cuffie).

chezza psichica e dello stress, non sem- ci


pre ce ne accorgiamo, anzi ce ne accor- La parte di schema elettrico
giamo in genere troppo tardi. illustrata rappresenta il vero
Lungi da noi la pretesa di curare questa e proprio generatore e
sintomatologia, o tanto meno di dram- di rumore che simula l'effetto
matizzarla, ci basta far notare che quan- pioggia. Questo è reso
do siamo calmi e rilassati, riusciamo ad possibile dal collegamento al
apprezzare particolarmente certi suoni comune di base e al collettore
che al giorno d'oggi vengono contraddi- di TR1: la soluzione può talk4,
stinti col termine (tanto di moda) soft. apparire strana ma in questo
Si tratta del fruscio di foglie mosse dalla modo si innesca RUMORE
brezza, dello sciacquio delle onde sulla un movimento di elettroni
spiaggia o di una fontana, della pioggia che genera un suono simile 3
che cade con maggiore o minore inten- alla pioggia che cade.
sità; questi suoni sono appunto fra quelli
he aiutano a distendere il "groviglio di
nervi" spesso presente in noi e quindi a ed economici da realizzare, anche con Se invece l'ambiente ed il momento so-
rilassare1. opportuno dosaggio dell'effetto stesso no quelli giusti, regolando a piacere i tre
Purtroppo, non sempre è facile trovare (pioggia lieve, pioggia forte, pioggia comandi del nostro generatore, un certo
ambienti e situazioni con queste caratte- battente e simili). periodo di ascolto produce senz'altro un
ristiche, spesso anzi ciò costituirebbe Attenzione però: non attendiamoci mi- benefico rilassamento (naturalmente,
uno sforzo maggiore dei benefici otteni- racoli da questo semplice circuito; l'uti- senza esagerare).
bili ed ancor meno è possibile produrre lizzo di questo sistema di relax prevede
a domicilio gli effetti naturali e meteo- anche l'ambiente e le condizioni adatte:
rologici desiderati. un locale semioscuro (se non addirittura GOCCE DI RELAX
Fortunatamente, anche in questo campo, buio) con una comoda poltrona oppure
l'elettronica può darci un aiuto; la rea- un letto, senza che altri fattori o persone Da questa lunga premessa di carattere
lizzazione di generatori di effetti sonori disturbino. Possiamo star certi che, se psico-sociale, dedichiamo finalmente la
che simulino la pioggia o le onde o il arriva il figlio a chiederci le chiavi della nostra attenzione all'esame dello sche-
vento è possibile e, seppure in misura macchina o la moglie a chiederci il ma elettrico.
diversa, abbastanza facile. "centone" per la spesa, il nostro rumore Il circuito praticamente inizia con uno
Noi qui descriviamo un generatore di di pioggia serve solo a far piovere sul stadio (TRI) polarizzato inversamente,
effetto pioggia, che è fra i più semplici bagnato. ))))

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 11


TI PO Il

R5
Il

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- il Il 2
TR 1

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Il t 3
t ,,.. Il 11 C4

r1

+& l l
T Il
7.
Schema elettrico del generatore di effetto pioggia; i tre potenziometri consentono
di dosare al meglio I vari aspetti del suono prodotto.

Il circuito stampato è qui visto dal


lato rame nelle sue dimensioni
reali. La riproduzione del tracciato
non comporta eccessive difficoltà
salvo che in corrispondenza dei due
integrati dove troviamo piste
piuttosto ravvicinate.

Piano di montaggio
del circuito completo;
l'allineamento dei
potenziometri sul bordo
consente di farne affiorare
direttamente i perni
dal pannello di un adatto
contenitore.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 12


-·-·-·
-il

EFFETIO PIOGGIA •••


SCACCIAPENSIERI
51
ai

I
e
vcc
e

quanto basta (una cinquantina di volte) Nonostante i numerosi componenti


l'ampiezza del nostro "rumore". la realizzazione del circuito non è
Questo stadio permette anche di inserirvi affatto difficile: i condensatori
AP un controllo di tono (realizzato con R7 e polarizzati sono solo 3 mentre,
C3), che consente di modificare la rispo- a parte il transistor e i due
sta alla banda di rumore così da favorir- integrati il senso di inserimento
le{ ]
ne l'adattamento alle esigenze o prefe- di tutti gli altri elementi è libero.
renze personali.
A questo punto, il segnale deve essere
portato al livello di potenza necessario
per pilotare un piccolo altoparlante che
COMPONENTI
lo diffonda nell'ambiente prescelto; a R1 = 4700 n (potenziometro
ciò provvede un secondo integrato, il ''tipo rumore")
con base e collettore collegati al comu- ben noto LM 380, dispositivo di piccola R2 = 150 n
ne; questa strana soluzione ha, come potenza d'impiego universale, opportu- R3 = 33 KO
unica ma importante funzione, quella di namente dotato di controllo di volume. R4 = 10 KO
generare un debole rumore (dovuto agli R5 = 10KO
elettroni in movimento) appunto simile a R6 = 1 MO
uno scroscio di pioggia. TANTA POTENZA R7 = 1 MQ (potenziometro tono)
Questo rumore è regolabile grazie ad R8 = 22 K2 {potenziometro
Rl; l'effetto di questa regolazione (che La potenza d'uscita è comunque rilevan- "volume")
va fatta molto lentamente, in quanto te per questo impiego, anzi, sicuramente R9 = 150 2
consente infinite variazioni) consiste nel eccessiva; ma l'adozione di questo di-
R10 = 2,22
generare un soffio pressoché continuo spositivo è stata fatta tenendo conto che
C1 = O, 1 µF (ceramico)
che via via passa ad una serie di ticchet- possono essere effettuate "sedute" di ri-
lassamento anche in ambienti con molte c2= 1 µF (ceramico)
ii vari (tipo la pioggia a goccioloni) fino
persone presenti e che il circuito può C3 = 220 pF (ceramico)
a qualcosa di simile ad una vera e pro-
pria pioggia battente. Poi, la fantasia fa servire anche per altri usi, per esempio C4 = 1 µF (ceramico)
il resto. nel campo del modellismo per ottenere C5 = 220 F - 16 V{elettrolitico)
Il transistor usato per TR 1 è un TIP degli effetti audio speciali. Inoltre, la C6 = 220 F • 16 V(elettrolitico)
3055, per il semplice motivo che esso ha presenza di un controllo di volume con- C7 = 0,1 F (ceramico)
dato i migliori risultati in questo impie- sente la regolazione ai livelli audio più C8 = 220 F - 16 V(elettrolitico)
go del tutto particolare. consoni all'uso: "fR1 = TIP 3055
Il segnale generato è comunque di livel- L'alimentazione deve essere piuttosto al- IC1 =TLO71
lo molto basso, talché si presenta la ne- ta, sui 14+ 15 V, altrimenti tensioni più Ic2= LM 380 N8
cessità di amplificarlo a dovere; ecco basse non permetterebbero la generazio- AP = altoparlante 82(vedi testo)
quindi giustificata la presenza del secon- ne, da parte di TRl, del tipo di rumore s1= interruttore a levetta
do stadio, realizzato attorno ad un che a noi interessa in questo caso. acceso/spento
TL071 (IC1) che provvede ad elevare »»

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 1 3


EFFETTO PIOGGIA ... SCACCIAPENSIERI
Si tratta di un amplificatore audio di potenza. di am-
l'AMPLIFICATORE LM 380 plissima diffusione. Trattandosi di un dispositivo de-
stinato al mercato "consumer', e quindi di tipo piut-
L'integrato LM 380 esiste sia nella
14 tosto economico, il guadagno è interamente prefissato
13 configurazione a 8 piedini sia in quella a 34 dB, l'ingresso è unico (quindi con riferimento a
a 14 piedini. Noi nel circuito abbiamo massa), l'uscita è automaticamente predisposta a
12
utilizzato quella a 8 pins: nello metà del valore della tensione di alimentazione. Il di-
4.11 schema vediamo la corrispondenza spositivo è comunque termicamente protetto (grazie
5 10
tra le due versioni. alla circuiteria interna) contro i cortocircuiti.
6 9
Esso viene realizzato in due tipi di contenitore: il più
7 8 7 classico a 14 piedini (LM 380N) e quello ad 8 piedini,
(14)
I appunto la versione da noi usata, con siglatura LM
8 380 N-8. Può essere utile avere qui ricapitolate le sue
7 principali caratteristiche che sono: un 'ampia gamma
6 di valori di alimentazione, una bassa potenza dissipa-

. [
ta a riposo, un guadagno di tensione fisso a 50 volte,
la tolleranza di alti picchi di corrente, un ingresso
unico riferito a massa, un'elevata impedenza d'in-
8o 4 gresso, una bassa distorsione, una tensione d'uscita a
(I ) riposo pari a metà della tensione di alimentazione.
Le caratteristiche elettriche massime sono le seguenti:
la tensione di alimentazione è di 22 V; la corrente di
picco è di 1,3 A; la dissipazione (con contenitore a 14
2 pins) è di 10 W; la tensione d'ingresso è di ±0,5 V;
(2) ,,., la temperatura di lavoro è di 0+ 70 °C. La potenza
d'uscita, su82 e col 3% di distorsione, è almeno 2,5
- + + 4 +- + o4 W, con banda passante fino a I00 kHz; la corrente di
riposo è compresa fra 7 e 25 mA; la corrente di corto-
l t circuito non supera 1.3 A. E qui riportato lo schema
(3457101112) interno del dispositivo.
(6)

Collegando un oscilloscopio in
uscita al circuito è possibile vedere
una forma d'onda che, se
correttamente amplificata,
assomiglia in tutto e per tutto
al disegno della pioggia che cade.

Ora che è stata esaminata l'impostazione


circuitale complessiva, occupiamoci del-
la vera e propria realizzazione.

PIOGGIA DALLA BASETTA

L'apparecchio per generare l'effetto


pioggia è realizzato su una basetta a
circuito stampato di dimensioni abba-
stanza contenute e di disposizione di
tutta comodità, così da poter essere
montata con la massima facilità.
Si comincia il montaggio piazzando
tutte le resistenze, dopo averne verifi-
cato con cura il codice colori, poi i vari
condensatori ceramici ed i due zoccoli
per i circuiti integrati: tutti questi com-
ponenti non presentano alcuna polarità
da rispettare. Da ricordare anche il
ponticello in filo nudo piazzato vicino
ad IC 2.
Poi si montano i condensatori elettroli-
tici, controllando che la polarità ripor-
tata sulla protezione in plastica coinci-
da con le indicazioni del disegno.
Il transistor di potenza TRl va piazzato
con la faccia che porta le diciture (su SMD 5000
plastica) verso l'interno della basetta;
restano poi da inserire (il montaggio è SMD 5000 • STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
obbligato dalla disposizione dei termi-
nali) i tre potenziometri, che consento-
Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
saldatore ad aria calda ELTO.
no di dosare rispettivamente tipo, tono
La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda, c
e volume del suono prodotto. controllo elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata prevalentemer
Dopo aver saldato i pochi terminali ad alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre essere utilizzata per test
occhiello che consentono un ancorag- resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e p
gio solido e pulito dei cavi esterni, il dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per componenti SMD ({consente di asporta
componenti guasti dal circuito stampato).
circuito va completato inserendo negli Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
zoccoli i due integrati: qui occorre si- - Temperatura regolabile: da 5070 a 400€
stemare i componenti in modo che il - Portata max aria regolabile: 9 1/min.
contrassegno di riferimento del pin 1 - Alimentazione: 220 Volt
(il piccolo incavo circolare su uno dei
lati corti del corpo in plastica) venga ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
posizionato secondo l'indicazione del
disegno.
La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e maneggevole.li cav
del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale dellé
punta calda. E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
IL COLLAUDO Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della pun
saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gradi
della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta (interrutore
Qualora il lettore sia in possesso di più posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva ottenuta sulla punta (interruttore
esemplari del TIP 3055, può provare a posizione READ). Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura.Precisio
selezionarli in modo da scegliere quel- +/- 1%. Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duraty]
lo che genera il rumore che risulta più Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt
-Temperatura regolabile: da 50C a 400c
gradevole (possono infatti esserci delle - Alimentazione : 220 Volt
differenze anche notevoli fra transistor
e transistor). Non esiste comunque al-
cun tipo di taratura da effettuare.
Per quanto riguarda l'altoparlante che
pure può essere di qualsiasi tipo, ricor-
I La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX , dotata di u
chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.

iamo però che l'utilizzo di un piccolo


box di bassa potenza ma di buona fe-
i
deltà contribuisce a riprodurre una
gamma più ampia di rumore, che può
quindi risultare di effetto più credibile
ed efficace.
In particolare per sedute individuali è
ossi bile, anzi consigliabile, l'uso di
una cuffia (anche qui, del tipo per Hi-
Fi). che infatti permette un miglior iso-
lamento dai rumori ambiente; è però
consigliabile verificare o intervenire in
modo che i due padiglioni risultino col-
legati elettricamente in parallelo fra lo-
ro. per ottenere un buon livello di po-
tenza.
Naturalmente, un adatto contenitore
ompleta la realizzazione anche sotto
J'aspetto dell'estetica.
Lavora svelto chi usa ELTO
e?
E LTO S. p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.8
O SOLE MIO
È la sorgente di energia più potente della terra ma solo
da poco si è riusciti ad intrappolarla per trasformarla in
elettricità. Oggi con un pannello 31 x31 cm si riescono
a produrre 4 W di potenza alla tensione di l6 V

I l 99% dell'energia presente sulla terra


proviene dall'esterno, in particolare
dal sole, sotto forma di radiazioni: si
zero. Come molti sanno, già nell'anti-
chità si tentò di usare il suo calore come
fonte di energia diretta: si dice che il
nelle saline. Soltanto negli ultimi 20
anni, però, di fronte al grave proble-
ma energetico, si è tornati a conside-
tratta di un potenziale energetico enor- grande scienziato siracusano Archimede, rare il sole come fonte alternativa per
me, pari a quello prodotto da più di 170 durante la prima guerra punica, usò gli la produzione di energia elettrica.
milioni di grandi centrali elettriche sem- specchi "ustori" per concentrare i raggi Il suo sfruttamento, tuttavia, pone
pre in funzione. È evidente, quindi, che solari sulla flotta romana, che assediava molti problemi: in primo luogo, non
il sole ci fornisce un immenso serbatoio la sua città, e incendiarla; inoltre si può tutta la superficie terrestre è omoge-
di energia pulita, rinnovabile e a costo ricordare anche Jo sfruttamento del sole neamente irradiata: solo le zone com-
prese tra il 45° grado di latitudine
Nord e Sud, e in particolar modo
Il pannello solare venduto da Stock Radio è in grado di alimentare
quelle tropicali, si potrebbero utilizza-
circuiti elettronici o piccoli apparecchi elettrici. In quest'ultimo caso
re proficuamente, ma, purtroppo, que-
occorre prevedere un condensatore per lo spunto di partenza.
ste stesse aree sono, per lo più, sotto-
svi I u ppate e, perciò, scarsamente
motivate a installare impianti di tal
genere. Inoltre, un altro problema
assai grave è rappresentato dalla
necessità di disporre di un sistema di
accumulo di energia, per ovviare alla
discontinuità dell'irraggiamento,
dovuta all'alternanza del giorno e
della notte e al succedersi delle sta-
gioni.
La radiazione solare può essere cattu-
rata sulla superficie terrestre mediante
un recettore piano, come avviene, ad
esempio, nelle serre, oppure con delle
tecniche di concentrazione dei raggi
mediante delle serie di superfici espo-
ste, che ricevono l'irradiazione e la
concentrano su superfici più piccole.
L'energia così catturata può essere
utilizzata direttamente, sotto forma di
calore, come capita con i pannelli
solari esposti sui tetti di molte case, o
trasformata in energia elettrica.
La tecnica più frequentemente usata a
tale scopo è la conversione fotovoltai-
ca: l'energia elettrica viene, cioè,
ricavata da quella solare mediante
celle composte di materiali sensibili
alla luce, generalmente semicondutto-
ri, come il germanio, il silicio o il
selenio. Grazie all'uso di essi, è pos-
sibile ottenere cellule fotovoltaiche
che funzionano in base al principio

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 16


dello strato di sbarramento. La corrente
generata dalla luce incidente, infatti, cir-
cola da un semiconduttore verso un 1 5000
L'irraggiamento
metallo, ma non viceversa, a causa di solare nei differenti
uno strato-barriera del semiconduttore: [ 4000
mesi dell'anno e nelle
la cellula, perciò, finchè è presente varie zone geografiche
l'azione illuminante, si comporta come è notevolmente [ 3000
un generatore. diverso: nei mesi
Le centrali solari attualmente in funzio- invernali il pannello 2000
ne lo sono solo a livello sperimentale, solare può erogare
dati i costi di produzione ancora elevati:
il più grande impianto è situato presso
Los Angeles e, con i suoi 118 enormi
solo un terzo della
corrente massima ·4/ 1
I I I I I
,~ROMA
]" MILANO

indicata dal produttore. o


pannelli, può erogare fino a 10.000 KWh
d'elettricità; in Europa, la maggior cen-
trale è posta ai piedi del Gargano e si
estende su un'area di 4.000 mq. so. oe ca souee
L'impiego di questi impianti, però, sta Nonostante. al suolo SI DISPERDE NELLO SPAZIO
estendendosi sempre più in tutto il arrivi solo il 23%
dell'energia prodotta -- -----
. - - ........
mondo e per il futuro è facile prevedere
che tale tecnologia potrà competere con i dal sole questa - a». issorema
DALL'ATMOSFERA
convenzionali sistemi di produzione piccola percentuale
d'energia elettrica, anche perchè il costo equivale all'energia
delle cellule solari tenderà sicuramente a erogata da 170
diminuire, a causa sia del continuo milioni di grandi
incremento della loro produzione di centrali elettriche 23% RAGGIUNGE
serie, sia del progresso tecnologico, che sempre funzionanti: LA TERRA
si spera ne migliori il rendimento, attual- un potenziale
mente non ancora ottimale. Inoltre, esse immenso.
sono caratterizzate da una notevole sem-
plicità di funzionamento, dovuta al fatto
che possono convertire energia lumino-
sa del sole in energia elettrica, senza
passare attraverso altre forme.

ENERGIA OVUNQUE
PANNELLO SOLARE
Questi dispositivi offrono, poi, un altro Collegabile con tutti
vantaggio, cioè quello di poter fornire i sistemi elettrici che
corrente elettrica anche in luoghi inac- possono essere
cessibili o difficilmente raggiungibili da
linee elettriche. Perciò, essi sono attual- ricaricati dal sole
mente usati in ripetitori di piccola poten-
za per telecomunicazioni, notoriamente Dimensioni:
collocati sulle cime dei monti, o per 31 cm X 31 cm X 2,5 cm
l'azionamento di pompe d'irrigazione
nelle regioni aride e assolate, nonchè nei Caratteristiche:
fari e nelle boe marine. Un pannello Potenza erogata = 4 W
solare che ci permetta di effettuare inte- Tens. use. max = 16 Vcc
ressanti esperimenti con questo tipo di Corr. max = 0,22 A
dispositivi, viene fornito dalla Stock-
Radio, di cui si può trovare la pubblicità
in queste stesse pagine della rivista.
Lire 130.000
Tale dispositivo, che misura 31X3 l cm e
ha uno spessore di soli 2, 5 cm, è in
grado di fornirci una potenza massima di
4 W, con una tensione d'uscita di 16 V
massimi a 220 mA. Per ora, lasciamo Le cellule solari e i pannelli solari possono essere
alla fantasia dei lettori l'opportunità di richiesti a: STOCK RADIO - Via P. Castaldi, 20
scoprire le possibilità di utilizzo, ma, 20124 MILANO, inviando anticipatamente, tramite
visto 1' interesse che tale pannello ha vaglia postale, assegno bancario o versamento STOCK
suscitato in redazione, non si esclude sul conto corrente postale n. 46013207 l'importo RADIO
che qualcuno dei nostri tecnici ne possa corrispondente ai numero e al modello desiderato.
trarre qualche progetto.
ELETTRONICA PRATICA - LugliO/Agosto 1994 - Pag. 17
LABORATORIO

RIVELATORE
DI SPIRE IN CORTO
Il dispositivo consente di sentire se in una bobina a RF
o nell'avvolgimento di un trasformatore vi sono,
ben nascoste, delle spire che hanno perso l'isolamento,
compromettendo il funzionamento dell'apparecchio
cui appartengono.

L a presenza di un filo conduttore


avvolto in forma di bobina o matas-
sa è estremamente comune nel campo
gimento è costituito da uno o più strati
di filo avvolto a spire serrate; questo filo
è, pressoché regolarmente, isolato con
provocando funzionamento irregolare e
addirittura pericoloso da parte del com-
ponente interessato, che quindi è da but-
dell'elettrotecnica come della radiotecni- vernice a smalto di tipo adatto. tare o riparare.
ca; si tratta naturalmente (più o meno lo Può però capitare che due o più spire, il Purtroppo, risulta quasi sempre estrema-
sappiamo) di bobine a RF, di avvolgi- cui isolamento si sia deteriorato o per mente difficile capire se vi sono spire in
menti di trasformatori o di motori elettri- motivi meccanici originari, o per motivi cortocircuito, almeno con la normale
ci; di elettrovalvole o di gioghi di defles- termici (surriscaldamento) o per motivi strumentazione "di bordo" (che spesso si
sione (e l'elenco potrebbe continuare). elettrici (scarica per tensioni troppo ele- riduce ad un comune tester, neanche
Fondamentalmente, comunque, l' avvol- vate), vadano in cortocircuito fra loro, digitale).
L'unico sistema piuttosto sicuro ed
ancora economico è quello di ricorrere al
circuito che qui proponiamo.
Per verificare Si tratta di un dispositivo idoneo alla
il funzionamento del verifica di avvolgimenti con diametro
dispositivo avviciniamo massimo di 8:10 cm. Il suo uso è molto
una spira sicuramente semplice: basta infilare il nucleo in ferri-
in cortocircuito alla te entro la bobina in esame ( o comunque
barretta in ferrite: con essa fortemente accoppiato) e uno
l'indicatore del strumento indica automaticamente se vi
microamperometro sono spire in cortocircuito.
dal centro scala deve Andiamo allora a studiare il funziona-
crollare a zero. mento, esaminando lo schema elettrico.

@ IL CAPTACORTI

Il primo stadio del nostro circuito è un


oscillatore a FET (FTI), derivato dal
vecchio circuito Hartley con la reazione
sul source, che sfrutta una presa ricavata
sulla bobina. La frequenza di lavoro si
aggira sugli 8 kHz ed è stabilita dal valo-
re di L1 e Cl.
Il livello dell'oscillazione è mantenuto
piuttosto basso, addirittura al limite
dell'innesco; la resistenza variabile R2
costituisce appunto l'elemento di regola-
zione per adattarsi a questo limite a
seconda delle esigenze operative.
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 18
Il gruppo Rl-C2 costituisce una forma
aggiuntiva di polarizzazione automatica
per il circuito di FTI
La tensione di segnale ottenuta in uscita
dall'oscillatore è molto bassa. sia perché
lo stadio lavora al limite dell innesco sia
perché detto segnale deve pilotare uno
strumento di misura: ecco allora la
necessità di inserire un altro FET (FT2)
come amplificatore di tipo R-C.
Ora il segnale è sufficientemente ampio
l diodo al germanio
DOi misurato da un
microamperometro da 50- 100 A fondo
re da un tester predisposto

re di portata; le indica-
lla scala di questo stru-
mento i dicono se l'avvolgimento o la
bi± che stiamo controllando tramite
»»

Per effettuare la prova


di un avvolgimento occorre
avvicinare alla parte sporgente
della barretta in ferrite
il componente da testare oppure,
se il diametro delle spire lo
permette, infilarla dentro
l'avvolgimento. Se non vogliamo
impegnare un microamperometro
apposta per questa realizzazione
si può usare come indicatore
un normale tester, digitale o non.

Il dispositivo va inserito in una


scatoletta in plastica dalla quale
fuoriescano l'alberino
del potenziometro, l'interruttore
e ovviamente la barretta in ferrite.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 19


e NUCLEO

/ R4
C5 Il+
R6

c4
Rl
E[

c1
ci 3%
+ue xi old
c7

DG

=Il=
C6 -1i
R5 R7

c3 R2

Schema elettrico del circuito provaspire in corto; nel testo sono riportate le
indicazioni relative alla bobina, unico elemento che presenta una certa difficoltà,
dovendo essere autocostruito.

L'unico componente che richiede un certo lavoro per la realizzazione


è la bobina L 1. I condensatori al tantalio qui utilizzati riportano il valore
per esteso ma potremmo trovarne anche con un particolare codice
a colori espresso da due bande e un puntino.
o PO ENTI
R1 = 100 KO
R2 = 1.000 Q (potenziometro
lineare)
R3 = 1.000 Q
R4 = 220 2
R5 = 100 KO
R6 = 3.300 2
R7 = 33 KO
C1 = 50.000 pF (ceramico)
C2 = 22.000 pF (ceramico)
C3 = O, 1 µF (ceramico)
C4 = 1 O µF - 25 V (tantalio)
es = 1 o µF - 25 V (tantalio)
c6 = 22.000 pF (ceramico)
C7 = 1 µF (ceramico)
C8 = 1 µF (ceramico)
L 1 = o- 70-350 spire-filo
smalt. 0,2 mm • su asta
in ferrite 1OX140 mm.
FT1 = FT2 = 2N3819
Texas
DG = diodo al germanio
S1· = interruttore
acceso/spento
Vcc = 13,5 V
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 20
.
I S1

DG] tIVELATO
+
DISP CORTO
.
.I
Il microamperometro ci dice se c'è
una spira in cortocircuito o meno.
Nel caso A, o la regolazione di R2

I ha portato l'indice a zero, oppure la


bobina posta entro un avvolgimento
con qualche spira in corto LEGACCI NYLON
ne denuncia l'esistenza.

I Nel caso B, la regolazione di R2 ha


portato l'indice a fondo scala.
Nel caso C, la regolazione di R2 ha
e
vcc
correttamente posizionato l'indice
a centro scala e la bobina
captatrice non denuncia alcun
~
cortocircuito.

A B e
1: piano di montaggio del circuito
nelle sue dimensioni reali visto dal
lato componenti.

2: il circuito stampato
è qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni reali.

la bacchetta in ferrite presenta o meno È comunque opportuno effettuare il fis-


delle perdite dovute alla presenza di saggio della bobina allo stampato come
spire in cortocircuito. ultimo componente, iniziando invece
col sistemare le resistenze ed i conden-
satori, tutti componenti (almeno in que-
UN MANICO IN FERRITE sto caso) che non prevedono alcun o 2
senso di inserimento da rispettare, salvo
o
Il montaggio del nostro oscillatore di
controllo è piuttosto semplice e non pre-
senta elementi di criticità per il suo
regolare funzionamento, se non per
quanto riguarda la realizzazione della
bobina oscillatrice-captatrice, che deve
per C4 e C5 (preferibilmente condensa-
tori del tipo al tantalio a goccia), di cui
va verificata con cura l'indicazione
della polarità dei terminali.
Il verso di DG è indicato daJla fascia in
colore su un'estremità del corpo (in
·r
essere pazientemente avvolta a mano, e genere, di vetro), che corrisponde al ter-
con una certa cura (anche per evitare che minale di catodo.

·•
abbia a verificarsi un cortocircuito pro- I due FET (tipo 2N3819) vanno montati
prio fra le sue spire). tenendo conto del fatto che non tutte le
Nel nostro caso, è stata utilizzata una ditte, fra le numerose che li costruisco-
no, rispettano la medesima piedinatura;
bacchetta di 14 cm di lunghezza ed 1 cm
di diametro, ma anche se fosse più corta qui sono stati montati due esemplari
;
non se ne avrebbero differenze sostan- della Texas, ma nel caso di marca diver-
ziali di funzionamento. Le spire (350, sa è consigliabile, ali' atto dell'acquisto,
con presa alla 70%) in filo smaltato di farsene indicare anche la piedinatura. 2
0,20 mm vanno avvolte in modo da Il potenziometro e la bobina completa-
essere ben serrate ma non sovrapposte; no il montaggio della basetta, cui vanno
l'inizio e la fine, nonché il fissaggio al cablati dall'esterno ( consigliabili i soliti
A

circuito stampato, utilizzano (per un terminali da stampato ad occhiello)


l'alimentazione e lo strumento di misu-
o
congruo serraggio) delle piccole fascette
in nylon larghe un paio di millimetri. ))))
o
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 21
IVELATORE DI SPIRE I CORTO

A PROPOSITO DI FET
La figura qui riprodotta, oltre a fornire quella che è la disposizione degli
elettrodi nella versione Texas Istruments (come illustrato in A e B), vie-
ne a proposito per chiarire quale sia i1 processo elettrofisico che si verifi-
a all'interno del dispositivo in funzione del valore ,li polarizwzione ap-
plicatogli. Cominciamo dalla situazione ù1 C: Al e VJ sono rispettiva-
mente un milliamperometro ed un voltmetro, e la tensione applicata fra

'STAMPAn
gaie e source (cioè la polarizzazione negativa) è pari a IO V.
Essendo il gare, per le sue condizioni normali di lavoro, fortemente nega-
tivo (si tratta in fondo dell'elettrodo di controllo, che quindi deve svolge-
PER CIRCUITI re la sua funzione di controllo, sulla corrente che attraversa il canale N
dislocato fra drain e source, con valori normalmente modesti), l'effetto
del rnmpo elcllrostaticu che consegue a questi 10 V è piuttosto intenso;
L.1s.ooo esso quindi respinge gli elettroni che attraversano il canale in una zona
piuttosto ristretta.
Ciò equivale ad aumentare la resistenza interna del canale stesso: in que-
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione
ste condizioni di polarizzazione tale resistenza presenta un valore vicino
di circuiti stampati su vetronite (/I massimo, e la correnre emro il FET un valore minimo.
o bachelite, con risultati tali Passiamo al caso D; ora il valore della tensione negativa di gate è di un
da soddisfare anche i tecnici volt solamente.
più esigenti, questo kit contiene Il campo elettrostatico è ben più modeste ed il suo effetto allontana di po-
pure la speciale penna riempita co dal gate gli elettroni di passaggio: il canale risulta più ampio, la sua
di inchiostro resistente resistenza minima, la corrente che attraversa il dispositivo è assai più
al percloruro. elevata che nel caso precedente.

CaraHeristiche
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto. FT
d (drain] 2N
- Evita ogni contatto delle mani con il
3879
prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche
@
dopo conservazione illimitata nel (gate)gQs (source)
tempo.
- Il contenuto è sufficiente per trattare @ s d
più di un migliaio di centimetri qua- g
drati di superfici ramate.

I min. I max
Il kit per circuiti
stampati è corre,
dato di un pie,
STOCK. ghevole, ricca,
RADIO mente illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope- Rmax. Rmin
razioni pratiche per la preparazione
del clrcuHo. Il suo prezzo, compren-
sivo delle spese di spedizione, è di
L.. 18.000. Le richieste debbono es-
sere fatte Inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO • 20124 MILANO •
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno ban-
cario o conto corrente postale n.
@
46013207.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 22


ra (tester o microam perometro).
Il consumo, invero modesto (3 4 mA)
permette il semplice impiego di pile; il
LA BOBINA Ll
valore più consigliabile della tensione è
quello dei 13,5 V ottenibile da tre pile a
4,5 V collegate in serie.
Se, come prevedibile, il circuito viene
inscatolato, è necessario usare un conte-
nitore in plastica ed occorre fare in
modo che ne fuoriesca la parte sporgente
della bacchetta in ferrite. Il collaudo pre- La bobina L 1 si realizza con una bacchetta in ferrite 1 O mm, lunga
liminare del circuito si esegue molto circa 140 mm. Il filo smaltato da 0,2 mm deve essere avvolto per 350 giri
semplicemente seguendo queste indica- completi con presa intermedia alla settantesima spira.
zioni: data tensione di alimentazione, si
regola R2 fino a portare l'indice dello
strumento a circa metà scala (I' intera
escursione di R2 consentirà di far variare
l'indicazione dello strumento da O a 50
A). Poi, realizzato con un pezzetto di
filo di stagno da saldatura un anello
chiuso del diametro di 2+3 cm, lo si infi-
la sul nucleo di ferrite: l'indice deve
cadere a zero indicando così la presenza
di una spira in corto, la quale assorbe
quel tanto di energia sufficiente a far
spegnere l'innesco dell'oscillatore.
Ora non resta che passare al vero e pro-
prio utilizzo del nostro strumentino.
Con R2 sempre regolato per un'indica-
zione a metà scala circa, si fa in modo da
far entrare il nucleo nell'avvolgimento
in esame, o comunque di accoppiarvelo
molto strettamente.
Possono allora verificarsi due situazioni:
l'indice rimane pressoché nella stessa
posizione centrale ( caso C dell'apposita
figura); l'indice crolla praticamente a
zero, cioè a inizio scala (caso A).
Nel primo caso, la bobina o l'avvolgi-
mento in esame funzionano regolarmen-
te; nel secondo caso il difetto c'è (una o
più spire in corto).

1: dopo aver bloccato


l'avvolgimento con fascette
di nylon alla prima e alla 350% spira
si gratta lo smalto isolante dalle
estremità del filo prima di saldarle
alla basetta: solo dopo aver
collegato la bobina la si fissa
al circuito stampato.

2: le fascette di nylon sono il


metodo più sicuro per bloccare la
bobina. Si possono adottare anche
altri sistemi purché si usino sempre
materiali isolanti, mai metallici.
Sono diventati realtà
le agende elettroniche
e i computer in cui i dati
sono inseriti con una
speciale penna. Alcuni Amstrad
modelli possono anche
essere programmati per
riconoscere la nostra
scrittura: sono i nuovissimi
pen computer.

TU SCRIVI LUI LEGGE 1: la prima operazione da compiere en computer si può tradurre come
2 dopo l'acquisto di una moderna
agenda elettronica dotata
P "calcolatore funzionante con
penna", PDA sta per Persona! Digitai
di riconoscimento automatico Assistent, che significa assistente perso-
di caratteri consiste nel fare nale digitale ed indica un nuovo tipo di
apprendere alla macchina agenda elettronica.
la propria scrittura. L'utente Ecco dunque altri due nuovi nomi entrati
deve scrivere l'alfabeto sia da pochi mesi nel mondo dell'elettronica
minuscolo che maiuscolo di largo consumo e che riempiono già
ed i numeri in apposite caselle, numerosi spazi pubblicitari. Al di là del
che vengono via via presentate loro significato letterale, indicano
sullo schermo. entrambi un modo completamente nuovo
di intendere il rapporto fra l'uomo e la
2: alcuni modelli di pen computer macchina, che in questo caso è il calco-
possono accogliere varie schede latore. Si tratta della possibilità di inseri-
per l'espansione della memoria, re dati compiendo un gesto a cui l'uomo
per il collegamento con un fax è molto più abituato rispetto all'uso della
o per ottenere altre prestazioni tastiera o di altri dispositivi come ad
aggiuntive (per esempio esempio il mouse: quello di scrivere con
il traduttore). una penna. Ovviamente sia la penna che
-
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 24
il foglio su cui si scrive sono realizzati in Ad ogni elemento circuitale corrisponde La penna scorre
modo particolare, ma quel che importa è anche un cristallo liquido, che viene di sullo schermo,
che il mondo dell'informatica sta cer- conseguenza attivato ed è così che la generando un
cando di rendere più naturale e il più penna lascia sullo schermo una traccia campo magnetico
facile possibile l'uso del calcolatore. visibile. In campo informatico gli ele- che modifica
A questo proposito vanno citati anche menti con cui viene rappresentata i valori di corrente
tutti gli sforzi dedicati in questi ultimi un'immagine od un segno grafico si e di tensione
anni alla realizzazione di "input vocali". chiamano pixel (il nome è la contrazione all'interno di un
Il calcolatore viene cioè programmato di picture element, che significa elemen- circuito. Da queste
per riconoscere comandi dati a voce, to di immagine). variazioni un
mentre nel caso del pen computer il pro- A ciascun pixel, oltre ad un cristallo microprocessore
blema è il riconoscimento automatico di liquido e ad un elemento circuitale, cor- riesce a calcolare le
segni ed in certi casi anche della scrittu- risponde anche uno o più bit (cifra bina- coordinate della
ra manuale. ria) con cui viene memorizzato il suo "cella" su cui passa la
In questi settori le università e le indu- contenuto. Supponiamo che la cifra O penna e di conseguenza
strie compiono ricerche e sperimentano corrisponda ad un pixel bianco, cioè attiva il cristallo liquido
apparati da più di vent'anni, mentre i dove non è passata la penna, mentre la corrispondente alla
prodotti realizzati e venduti sono pochi cifra 1 rappresenti il segno della penna. stessa posizione, che
in confronto all'enorme mole di lavoro Memorizzando la cifra binaria di ciascun costituisce la traccia
svolto. pixel e le coordinate di quest'ultimo, visibile della scrittura.
Per comprendere il perché di questo viene di conseguenza memorizzato il In corrispondenza di ogni
fatto basta pensare che ogni essere segno grafico prodotto dalla penna. "pixel" su cui è passata
umano ha una voce che lo distingue »» la penna viene memorizzata
dagli altri e un proprio modo di scrivere, la cifra binaria 1.
pertanto risulta estremamente difficile
risolvere il problema del riconoscimento
della voce e della scrittura da parte di
una macchina. I risultati finora ottenuti
sono comunque incoraggianti e il pen
computer ne è una prova concreta.

INSERIRE I DATI

I nuovi computer dotati delle possibilità


di inserire dati con una speciale penna
hanno tutti uno schermo a cristalli liqui-
di, più o meno grande. Su di esso viene
visualizzato il contenuto di una delle
"pagine" del dispositivo, cioè di un GRIG
insieme di dati raccolti all'interno della DI C
memoria. Nelle agende chiamate PDA è
possibile, sempre usando la penna, sfo-
gliare le diverse pagine, cancellare o
strapparne delle altre a seconda dei casi.
Al di sotto dello schermo si trova una
fitta griglia di conduttori percorsi da cor-
rente e la speciale penna è in grado di MATRICE
generare un campo magnetico. DI CRIS
Quando la penna viene appoggiata su un LIQUIDI
punto dello schermo, il campo magneti-
co da essa generato influisce sul valore
della corrente e della tensione nel corri-
spondente punto del circuito interno.
Il circuito è realizzato in modo tale che
l'entità della variazione dipenda dalla
distanza del punto di appoggio della
penna dai lati dello schermo.
Pensiamo adesso a questo circuito come
ad un insieme di elementi quadrati. Il
microprocessore interno ali' apparecchio,
sulla base della variazione di corrente e MATRICE DI PIXEL
di tensione, calcola le coordinate x e y di (MEMORIA DEL COMPUTER)
ciascun elemento al di sopra del quale
viene fatta passare la penna.
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 25
TU SCRIVI LUI LEGGE

s 1t
Per prima cosa il
microprocessore cerca di
leggere le singole lettere
confrontandole con
l'alfabeto memorizzato
durante la fase di
Non è difficile programmare un compu-
ter per fargli eseguire determinate opera-
zioni in seguito alla presenza o meno di
una o più pixel "scritti" con la penna
elettronica. Si tratta infatti di verificare
se un pixel di una determinata zona dello
apprendimento in cui schermo valga O oppure 1.
abbiamo mostrato Su questo principio sono basate tutte le
al computer la nostra funzioni di un'agenda PDA, che sono
IL RICONOSCIMENTO calligrafia. attivate dalla semplice pressione della
penna su una particolare zona dello
schermo. Ad esempio, posizionando la
Il computer, terminato penna su un determinato riquadro, si
il riconoscimento delle cambia pagina, oppure si visualizza la
y e - - -
lettere, compone la parola, rubrica telefonica o l'elenco degli
che può contenere errori appuntamenti della giornata. In termini
determinati da una cattiva informatici, l'operazione consiste sem-
interpretazione (il 5 al posto plicemente nel verificare se uno almeno
della S) o dalla mancata dei pixel di quella porzione di schermo
comprensione (in questo abbia valore 1.
caso viene utilizzato un
simbolo convenzionale).
TANTI PIXEL
PER UNA LETTERA
Alcuni computer hanno poi
in memoria un vocabolario Ma la tecnologia si è spinta più avanti e
con il quale confrontano la ha realizzato anche un riconoscitore di
parola letta: se mancano caratteri. In questo caso il calcolatore
lettere o il vocabolo non deve verificare se più pixel di valore 1
- ',• , . ~ coincide con nessuno di sono posizionati in modo tale da forma-
i
quelli presenti in memoria re una lettera dell'alfabeto. La compli-
I ..._ • •
cazione sta nel fatto che la lettera non
dSeil."ila y ,
(perché c'è un errore) il
ha sempre la stessa forma e le stesse
microprocessore corregge
la parola con quella più
dimensioni, perché viene scritta a
simile tra quelle del
mano.
Ecco allora che vengono applicati i
vocabolario.
risultati di tanti anni di ricerca nel
campo del riconoscimento automatico
di caratteri. Il calcolatore, per essere in

APPLE
AMSTRAD NEWTON ZENITH
PEN PAD MESSAGE ZNOTEPAD
PDA 600 PAD
lire 799.000 lire 1.680.000 lire 8.300.000

Dimensioni mm 160x115x27 190x90x20 303x217x56

Peso kg 0,35 0,4 3

Memoria vocaboli NO SI SI

Velocità lettura buona ottima buona

Riconoscimento Italiano SI SI (a partire da dicembre '94) SI

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 26


grado di stabilire se un insieme di pixel
corrisponda ad un segno grafico dotato
di un preciso significato, deve necessa-
riamente confrontare quell'insieme con È possibile
diverse configurazioni di pixel contenu- prendere appunti
te nella sua memoria, chiamate modelli. e anche disegnare
a mano libera con
lo stesso gesto
I MODELLI naturale che si
farebbe con
La tecnica si chiama pattern matching penna e taccuino.
(confronto con un modello) ed il con- Tutte le pagine
fronto avviene punto per punto, cioè sono memorizzate
pixel per pixel o, in altri termini, bit e possono essere
per bit. In generale non è necessario sfogliate una dopo
che tutti i bit di una certa configurazio- l'altra, modificate,
ne in ingresso corrispondano a tutti cancellate. L'unico
quelli di un certo modello per effettua- limite è dato
re un riconoscimento, ma è sufficiente dalla capacità
la corrispondenza di una certa percen- di memoria
tuale di essi, ovviamente piuttosto alta. dell'apparecchio.
Nel caso delle moderne agende elettro-
niche dotate di riconoscimento automa-
tico della scrittura, la prima operazione
da compiere dopo l'acquisto è la cosid-
detta fase di apprendimento dei modelli
da parte del calcolatore. Si tratta di
insegnare alla macchina a riconoscere scirà a scrivere in maniera uniforme. lettera I un insieme di 4,5 oppure 6
la propria scrittura. Ma anche per affrontare questa diffi- pixel disposti verticalmente, in seguito
L'utente deve scrivere l'alfabeto sia coltà esiste una soluzione. Man mano prenderà la stessa decisione anche con
minuscolo che maiuscolo ed i numeri che il computer riceve in ingresso i un numero di pixel variabile' fra 4 e 7.
in apposite caselle, che vengono pre- caratteri manoscritti e riesce a ricono- Grazie a questa tecnica, la macchina
sentate sullo schermo. Questa opera- scerli, memorizza anche le variazioni continua ad imparare, ma non per que-
zione iniziale non risolve tutti i proble- avvenute nella scrittura. Ad esempio, sto è infallibile. Solo comprendendo la
mi di riconoscimento automatico, per- se una volta il segno corrispondente difficoltà di automatizzare questa ope-
ché la scrittura di ciascuno di noi non è alla lettera "I" è alto 5 pixel ed un'altra razione, per noi così facile, le si
sempre la stessa. Di conseguenza il volta 6, entrambe le possibilità sono potranno perdonare gli eventuali errori.
riconoscimento dei caratteri sarà tanto memorizzate. Quindi se il computer La penna elettronica ha già sostituito la
più efficiente quanto più l'utente riu- inizialmente decideva di assegnare alla (il testo segue a pag. 30)

I CRISTALLI LIQUIDI
Lo schermo a cristalli liquidi viene chiamato anche LCD, iniziali
del termine inglese Liquid Cristal Display. Viene realizzato con
particolari sostanze allo stato liquido costituite da molecole pola-
ri, che cioè si orientano in un certo modo se sottoposte all'azione
di un campo elettrico applicato per mezzo di elettrodi. Se il cam-
po viene applicato ad un elemento dello schermo, chiamato co-
munemente cristallo liquido, crea una polarizzazione della luce
che lo attraversa, cioè, detto con parole semplici, la fa passare
solo lungo una certa direzione. Sopra il cristallo viene posto un
filtro, anch'esso polarizzato, ma in modo tale da "bloccare" pro-
prio il percorso della luce che il cristallo ha fatto passare. Il ri-
sultato è che quella zana dello schermo diventa scura. Con appo-
siti filtri in grado di selezionare le lunghezze d'onda della luce
corrispondente ai tre colori primari (rosso, verde, blu) vengono
realizzati gli schermi LCD a colori.

ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994- Pag 27


[ RADIO COLLEZIONISMO

LE IOLA DEL 192

Caratteristiche
Ricevitore: R.C.A. Radiola III e Radiala IIIA. Anno: 1924.
Costruttore: Genera! Electric Co. e Westinghouse Electric &
Manufacturing Co. (U.S.A.).I due apparecchi sono molto simi-
li, la Radi ola IIIA non è altro che una Radio la III con l'aggiunta
di uno stadio amplificatore. Descriviamo quindi l'apparecchio
più interessante e cioè la Radiola Hl-A. Unità prodotte: circa
50.000. Circuito: rigenerativo con due stadi di amplificazione
di audio frequenza. Lunghezza d'onda: 200/750 metri corri-
spondente alla frequenza di 1500-400 Kilocicli. Tubi impiega-
ti: 4 Radiotron tipo WD-11. Alimentazione filamenti: batteria
"A" da 1,5 V. Alimentazione placche: batteria "B" da 90 V.
Alimentazione griglie: batteria "C" da 4,5 V (negativo). Usci-
ta audio: cuffia, oppure altoparlante a collo di cigno R.C.A. ti-
po UZ-1320. Antenna esterna: R.C.A. tipo AG-788 (lun-
ghezza 15/40 metri, altezza 6/12 metri). Antenna interna: 6/12
metri (perimetrale del locale e montata in alto). Dimensioni:
30x I 8x 18. Peso: 3 Kg. Prezzo di vendita senza batterie: Ra-
dio la lliA, I 00 dollari Radiola ID, 35 dollari.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 28


Non difficili da trovare
nei mercatini surplus sono
l'ideale per avvicinarsi
al magico mondo
del radiocollezionismo.

1: sul retro del pannello di comando (visto di profilo) troviamo gli


zoccoli delle valvole con i loro supporti sui quali ci sono anche
i due grossi trasformatori interstadio per accoppiare i tubi.
2: guardando invece dall'alto il retro del pannello di comando
salta all'occhio la grossa bobina variometro che provvede
a selezionare le frequenze.
3: la Radiala lii si distingue dalla IIIA solo per la presenza di uno
stadio amplificatore aggiuntivo; nel 1924 costava 35 dollari.
4: il pannello comandi della Radiala IIIA comprende la manopola
di sintonia (station selector), la regolazione della selettività del
circuito (amplification), la regolazione della corrente di
alimentazione dei filamenti delle valvole (battery setting, le due
restanti manopole). Troviamo inoltre 4 morsetti per l'antenna,
la terra, le cuffie e l'altoparlante.

cassettina in mogano, senza coperchio,


A differenza di altri settori del collezio-
nismo quello delle radio antiche è un
hobby molto vivo ed interessante che
con uno spesso piano in resina stampato
nero ed estraibile sul quale sono montati
coinvolge gente di tutte le età ed estrazio- tutti i componenti necessari. Dal piano
ni sociali. dell'apparecchio sporgono parzialmente le
I ricevitori d'epoca infatti hanno prezzi due valvole o meglio tubi, e da un foro sul
abbastanza accessibili (tranne qualche retro della cassettina esce il cordone a cin-
modello particolarmente raro) ma soprat- que conduttori per il collegamento alle
tutto sono oggetti che hanno bisgono delle batterie. L'ascolto é previsto in cuffia o
nostre cure e in qualche modo possono con altoparlante a collo di cigno.
diventare una nostra creatura: vanno
restaurati sia nel mobile sia nel circuito
elettrico (non occorre una grande espe-
rienza per farlo), bisogna mantenrli in per- GRANDE MANUALE
fetta efficienza e, perchè no, si possono "Fai da te con successo radio-
ascoltare come una normale radio: insom- collezionismo" (100 pagine,
ma non sono solo soprammobili. centinaia di foto e disegni anche a
A titolo d'esempio abbiamo preso un colori) è una preziosa guida per chi
modello da un nostro manuale, che ne si avvicina al magico mondo delle
contiene numerosi altri insieme ad utili radio d'epoca e una piacevole lettura per chi è già appassionato.
informazioni varie sul radiocollezionismo, Può essere ordinato a EDIFAI 15066 Gavi (AL): costa 22.000 lire
per vedere com'è fatto e come funziona. spese di contrassegno comprese.
La Radiola III è costituita da una elegante
ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994 - Pag. 29
TU SCRIVI
LUI LEGGE
Un'opera completa e
(il testo segue da pag. 27) assolutamente gratuita che
tastiera e il mouse in certi computer
guida, con testi chiari ed
portatili (i cosiddetti Note Book), in esaurienti, con grandi
alcuni dei quali i comandi possono illustrazioni tutte a colori,
essere dati anche con la pressione delle nell'affascinante mondo
dita sullo schermo (sistema tipo Touch
Screen).
dell'elettronica.

Le ricche dispense mensili


IL FUTURO cli 4 pagine sono dedicate
A PORTATA DI PENNA soprattutto a chi comincia ma
Esistono poi sul mercato diversi contengono tanti approfondimenti
modelli di agende che, oltre a ricevere interessanti anche per i più
per mezzo della penna elettronica i vari esperti.
comandi dati tradizionalmente con i
tasti, sono in grado di riconoscere la
scrittura con le modalità descritte. Raccogliendo e conservando
L'utente scrive un appunto a mano, la gli inserti si colleziona, fascicolo
macchina riconosce i caratteri e li dopo fascicolo, un completo ed
memorizza in modo ordinato e nel posto inedito manuale sull'elettronica
giusto. Esiste anche un apparecchio che,
oltre a funzionare come agenda, può di base.
anche essere collegato a una stampante Ma bisogna non perderne
oppure a un persona! computer. Se la neanche un numero
realtà ha già prodotto apparecchi di que-
sto tipo, le prospettive per il futuro sono
ricche di interessantissime possibilità
applicative. Si può pensare ad esempio
all'invio automatico di un fax scritto a
mano grazie al pen computer, oppure
all'accoppiamento dell'agenda ad un
telefono cellulare in grado di trasmettere
i messaggi scritti.
Prima di arrivare a queste realizzazioni
dovrà però essere ancora migliorata sia
la velocità che l'efficienza del processo
di riconoscimento automatico della scrit-
tura. Riconoscere un testo non significa
infatti riconoscere solo i singoli caratteri,
ma anche dare significato agli insiemi di
caratteri, cioè alle parole.
Una volta raggiunto questo obiettivo il
computer sarà in grado anche di attri-
buire significato ad un gruppo di carat-
teri e quindi di ricevere ed interpretare
comandi scritti.
Qualcosa di funzionante esiste già con le
parole di lingua inglese, negli altri casi
occorrerebbe istruire il computer con un
vero e proprio vocabolario. Per ora
accontentiamoci dei persona! computer e
delle agende che funzionano in seguito a
comandi dati con un tocco di penna e
che riescono ad interpretare i singoli
caratteri manoscritti: è già un grande
passo avanti verso una macchina realiz-
zata, forse, più a misura d'uomo.
FREQUENZE
e
CON FIL1RO
ollegando assieme un condensatore ed una bobina si
realizza uno dei più importanti circuiti di tutta l 'elet-
ANTENNA
tronica chiamato circuito LC, dalle sigle delle due gran-
dezze elettriche che lo contraddistinguono, oppure circuito f
accordato. Questo nome deriva dal fatto che, a seconda
del valore della capacità del condensatore e dell'induttanza
della bobina, il circuito è in grado di rispondere ad una
certa frequenza della tensione alternata ad esso applicata
meglio che a qualunque altra.
Questa si chiama frequenza di risonanza e anche il circui-
to viene spesso chiamato risonante. Esso è presente in
tutti gli apparecchi radioricevitori dove, agendo sulla
manopola della sintonia, viene variata la capacità e di con-
seguenza anche il valore della frequenza del segnale che si
intende ricevere.
I circuiti accordati possono essere di tipo serie o di tipo
parallelo a seconda di come sono collegati fra loro il con-
densatore e l'induttanza. Per comprenderne il funziona-
mento occorre fare un richiamo al comportamento dei due CIRCUITO
TERRA
ACCORDATO
componenti quando sono inseriti in un circuito percorso da
una corrente alternata In entrambi la tensione è legata alla Collegando assieme un condensatore ed una bobina
corrente per mezzo di una grandezza che si chiama reat- si realizza uno dei più importanti circuiti di tutta l'elettronica.
tanza. Potrebbe essere chiamata anche resistenza alla cor- Negli apparecchi radioricevitori il condensatore a capacità
>>> variabile permette di scegliere la stazione emittente.

La manopola della sintonia


di un apparecchio ricevente
è collegata all'albero di rotazione
di un condensatore a capacità variabile.
Variando il valore di questa capacità
si può selezionare una frequenza detta
di risonanza, dipendente dal valore della
capacità e da quello dell'induttanza di
una bobina posta in serie oppure in
parallelo al condensatore.
La frequenza di risonanza è situata
al centro di un intervallo di
frequenze che prende il nome
di banda passante del circuito LC.
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selettività del circuito
La frequenza di risonanza di un circuito accordato,
RADIO RADIO
sia esso di tipo serie o parallelo, è sempre pari a 1/2 EMITTENTE1 EMITTENTE2
7t LC dove L è il valore dell'induttanza della bobi-
na, Cquello della capacità del condensatore e T vale CIRCUITO CIRCUITO POCO
circa 3, I 4. Attorno a questa frequenza si trova la SELETTIVO SELETTIVO
banda passante del circuito, cioè l'insieme delle fre- /
quenze dei segnali che "passano" attraverso il circuito "----
con valori significativi. "'-----
Se un condensatore ha un dielettrico con perdite quasi "'------
nulle, che cioè è un ottimo isolante, oppure se la bobina '~
ha negli avvolgimenti una resistenza elettrica bassissima,
si dice che il circuito LC ha un alto fattore di qualità
oppure che è molto selettivo. In questo caso la banda
passante è stretta e il segnale filtrato rispetto agli altri è
molto potente. Se invece il fattore di qualità è basso e
quindi la banda è larga il circuito è poco selettivo.
In un apparecchio radioricevitore è opportuno avere
un circuito LC selettivo per ricevere meglio le singole
emittenti evitando interferenze fra emittenti con bande Se il circuito LC è molto selettivo basta un piccolo spostamento
di frequenza ravvicinate, che possono portare, in alcu- della sintonia per far scomparire l'audio di un'emittente radiofonica e
ni casi, ad ascoltare contemporaneamente l'audio di ascoltare quello di un'altra. Se invece il circuito non è selettivo può
due emittenti diverse vicine in frequenza. capitare di ascoltare contemporaneamente l'audio di due emittenti.

intrappolata, passando continuamente dal condensatore Un circuito LC di tipo parallelo costituisce il primo
all'induttanza. Dunque un circuito accordato di tipo paral- circuito che i segnali radio, captati dall'antenna, incontrano
lelo funzionante alla frequenza di risonanza costituisce un nel loro cammino. Il circuito agisce come filtro nel senso che
blocco alla corrente. seleziona solo il segnale con la banda di frequenza
Un gruppo di componenti funzionanti con corrente alterna- situata attorno al valore della frequenza di risonanza.
ta, posti in serie o in parallelo o in una combinazione di
entrambi, prende il generico nome di impedenza, che
come dice la parola è un ostacolo alle correnti. Nel caso di
un circuito accordato di tipo serie il condensatore e la
bobina, alla frequenza di risonanza, formano un'impedenza
nulla, e quindi tutta la tensione cade sugli altri componenti
ad essi collegati in serie. Nel caso parallelo, l'impedenza si
dice che è infinita, perché non entra corrente nei due com-
ponenti posti in parallelo ed è quindi libera di passare in
altri componenti a loro volta posti in parallelo.
È questo quanto avviene all'ingresso di un ricevitore radio,
in cui un segnale di corrente avente la frequenza seleziona-
ta viene bloccato dal circuito LC parallelo, passa agli altri
circuiti, viene amplificato e reso quindi udibile, mentre
quelli con altre frequenze sono assorbiti dal circuito LC e
non proseguono il loro cammino all'interno dell'apparec-
chio. Più precisamente, man mano che ci si avvicina
all'esatto valore della frequenza di risonanza, la corrente
che passa negli altri rami del circuito aumenta sempre più
di valore fino a raggiungere il valore massimo in corri-
pondenza della frequenza di risonanza. Un discorso analo-
go vale nel caso del circuito risonante serie. L'intervallo di
frequenze all'interno del quale la corrente assume un valo-
nificativo (almeno la metà di quello massimo) prende
i di banda passante del circuito LC, che per questa
ragione è chiamato anche passa-banda.
i principali compiti, affidati ai circuiti accordati, è
• trasferire l'energia ad alta frequenza, per esempio
amplificatore ad un'antenna trasmittente, oppure
vente ad una sezione amplificatrice AF.
1
bobine speciali
per alta frequenza
Nei circuiti accordati che si trovano all'ingresso dei ricevi-
tori radio tradizionali la bobina collegata al condensatore a
formare il circuito LC non ha una struttura complicata.
Il filo di rame è avvolto attorno ad una barretta di ferrite
allo scopo di aumentare il valore dell'induttanza. Anche se
il valore dell'induttanza di un circuito sintonizzatore LC
non è noto con la massima precisione ciò non costituisce
un problema perché la regolazione della banda passante
avviene mediante la variazione della capacità del con-
densatore.
Le bobine che invece si trovano in commercio secondo deter-
minate scale di valori di induttanza sono dedicate ad impieghi
particolari ed in esse viene calcolato con la massima precisio-
ne non solo il valore dell'induttanza della bobina ma anche
quello deJla resistenza dell'avvolgimento con cui la stessa è
stata costruita. Spesso è proprio questa resistenza che, accop-
piata all'induttanza, determina il comportamento specifico
della bobina che, installata su una scheda, funziona come ele-
mento di blocco per certe frequenze.
Quando una bobina è invece realizzata per impieghi in alta
frequenza la precisione è ancora superiore, perché occorre
tener conto del fatto che crescendo la frequenza verso valori
molto alti sia l'induttanza che la resistenza variano (la prima
diminuisce, la seconda aumenta leggermente). Questo acca-
de per il cosiddetto effetto pelle della corrente, che ad altis-
sime frequenze, tende a scorrere alla periferia di un condut-
tore anziché uniformemente in tutta la sezione.

VITE
IN FERRITE

PRIMO
AVVOLGIMENTO
SUPPORTO ISOLANTE
FILETTATO
INTERNAMENTE
2

1: la taratura di un circuito accordato si esegue


/
regolando, mediante un cacciavite isolato, l'induttanza
di una bobina per alta frequenza.

SECONDO
AVVOLGIMENTO
2: le bobine per alta frequenza che troviamo
in commercio hanno forme molto diverse. A sinistra si notano
alcuni modelli in grado di fornire diversi valori di induttanza
grazie alla presenza di più morsetti, a destra vi sono
due modelli idonei ad impieghi in alta frequenza.

PIEDINI

3: in questo tipo di bobina, impiegata soprattutto in alta


frequenza, il valore dell'induttanza può essere variato regolando
con un cacciavite la penetrazione, all'interno dell'avvolgimento,
di un nucleo di materiale magnetico.
3
[

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SALUTE

AGOPUNTURA
SENI'AGHI Un semplice dispositivo con
il quale praticare, anche
da soli, l'utilissima terapia
dell'agopuntura senza
dover subire l'inserimento
degli aghi sottopelle.

P iù o meno, tu~ti sappiamo cosa sia ed


a cosa serva l'agopuntura.
Questo tipo di "terapia", che richiede
innanzitutto degli operatori specializzati,
prevede però, come dice la parola stessa,
una serie di "sforacchiature" un po' in
tutte le parti del corpo, tipo di trattamen-
to che per molti può risultare fastidioso
ed impressionante.
È proprio questo il motivo che induce
tante persone a rinunciare ali' agopuntura
tradizionale.
Oltre a questa, si sta però diffondendo,
negli ultimi tempi, la pratica della cosid-
detta agopuntura elettronica.
Ecco quindi che siamo arrivati nel nostro
campo, ecco che possiamo sfogarci e
tentare di far qualcosa in questo senso: si
tratta in pratica dell'applicazione, sulla
nostra pelle, di una leggera scossa elet-
trica appoggiandovi due punte metalli-
che fra le quali si produce una scarica
opportunamente dimensionata.
Il valore della tensione di scarica è ele-
vato, pari a circa 400 V; ma la corrente è
molto bassa ed il tempo di durata
dell'impulso è brevissimo; 1' impressione
che ne deriva è appunto quella di una
puntura di spillo e premendo più o meno
le punte sulla pelle si avverte una puntu-
ra più o meno forte, anche in funzione
del punto di applicazione sul corpo,
dell'umidità della pelle, della sensibilità
della persona.
In ogni caso, prima di praticare l'ago-
puntura elettronica è bene documentarsi
in modo approfondito, leggendo qualche
libro in merito; è anche consigliabile
informare il proprio medico della cura
Il dispositivo,
se si montano
i com ponenti
sulla basetta a
circ uito stam pato,
ha dim ensioni
molto com patte.
La lam pada al neon
ed il pulsante devono
essere lasciati
piuttosto alti
per poter sbucare
dalla scatola.

che si sta per fare.


Naturalmente, si può anche fare di testa
propria, in quanto (obiettivamente) non
si corrono rischi e pericoli, salvo per i
portatori di pace-maker, ai quali è vieta-
to l'uso di apparati di questo tipo, che ne
possono bloccare il funzionamento.
Esaurite premesse e consigli, è opportu-
no rendersi conto del reale funzionamen-
to del dispositivo da noi messo a punto.
1: l'agopuntura elettronico si può
usare anche da soli dopo aver letto 3
CHE SUCCEDE DIETRO LE PUNTE qualche manuale che riporti i punti
V
esatti su cui agire con le punte.
9
Per rispondere a questa domanda, non 2: il contenitore del nostro
c'è che da esaminare lo schema elettrico, 8,3
dispositivo deve essere
immaginando di premere il pulsante che sufficientemente capiente da
troviamo subito all'inizio: ciò facendo, il accogliere anche la pila da 9V. 9
circuito viene alimentato, assorbendo
corrente della pila solamente quando Pl 3: rappresentazione quotata
si tiene premuto. di quella che è l'evoluzione delle
Questa precauzione ha una motivazione, forme d'onda del segnale generato
se vogliamo, piuttosto banale: se avessi- o
nei vari punti del circuito.
mo messo, al posto del pulsante, un
interruttore a levetta od a slitta, avrem- 4: le punte nel nostro prototipo
mo potuto lasciarlo indefinitamente hanno un diametro di 2 mm circa,
chiuso, col risultato garantito di scarica- una lunghezza di 60 mm e d
re le pile. sono distanti tra loro di 5 mm; 16
Vediamo comunque cosa succede in cir- queste misure comunque
cuito: via Rl-R2, Cl si carica in un non sono affatto eritiche.
tempo ben preciso; appena carico, e e
comunque una volta raggiunta la tensio- 4 9
ne di 6 V circa, si verifica l'innesco di
UJT, un vecchio, classico transistor uni-
giunzione. La conduzione di UJT provo-
,- somm
____ J_
J
a una netta caduta di tensione su R3, e
ciò produce un' brusco abbassamento o
della tensione sulla base di TRI.
))»
».N'
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 37
Essendo TR I di tipo PNP, basta che la
tensione sulla base cali di oltre 0,7V
rispetto ali' emettitore, che TR I entra in
conduzione netta, cosicché sul collettore
troviamo localizzata tutta la tensione di
alimentazione (praticamente 9V).
Questa tensione, via R6, porta a sua
volta in saturazione TR2, il quale si
comporta come un interruttore chiuso.
Tutta questa sequenza relativa ai tre
semiconduttori si verifica solo per la
durata dell'impulso generato da UJT,
quindi l'interruttore cui equivale TR2 si
chiude per un attimo solo, quanto basta
però affinché questa rapida commutazio-
ne provochi un forte passaggio di cor-
rente nell'avvolgimento primario di TI.
Per le note leggi dell'induzione elettro-
magnetica, e per effetto del rapporto in
salita fra i due avvolgimenti, si produce
un elevato picco di tensione all'uscita,
I pochi componenti necessari alla realizzazione sono tutti picco la cui presenza viene visualizzata
di facile reperibilità. dall'accensione di una piccola lampada
al neon collegata, con l'indispensabile
la lampadina al neon LN 2: i due puntali si saldano, dal lato resistenza di caduta, ai capi del trasfor-
(del tipo a pisello) segnala il picco rame della basetta, sulle due piazzole matore, cosa che permette di controllare
di tensione prodotto dall'apparecchio predisposte. Durante questa sia l'effettivo funzionamento sia la
consentendo di verificare sia il operazione occorre tenerli ben cadenza del circuito.
funzionamento del circuito sia la fermi in posizione con una pinzetta È appunto questo impulso di tensione
cadenza della scarica. Non ha (con le mani potremmo scottarci). che provoca l'effetto agopuntura.
polarità di inserimento ma va Le loro dimensioni non sono critiche; Il trimmer presente in circuito (Rl) per-
montata con attenzione in quanto in ogni caso nel nostro prototipo mette di regolare la cadenza di questi
dotata di terminali sottilissimi. hanno 0 2 mm e lunghezza 60 mm. impulsi, consentendo una gamma di
regolazione che va da un massimo di
1 2 10/15 volte al secondo ad un minimo di
1 volta al secondo all'incirca.
In corrispondenza della frequenza massi-
ma (ottenibile con Rl al minimo),
l'apparecchio fornisce una scarica pres-
soché continua per tutta la durata della
chiusura di PI.
Dovrebbe così risultare evidente la
linearità dell'impostazione circuitale;
vediamo ora le modalità della sua realiz-
zazione in pratica.

NESSUNA PUNTURA

Nonostante si tratti nientepopodimeno


che di un elettromedicale, il montaggio
del dispositivo, come del resto aveva
suggerito lo schema elettrico, è sempli-
cissimo ed assolutamente non critico,
specie adottando la basetta a circuito
stampato appositamente disegnato.
Si iniza, come sempre consigliabile, col
montare i resistori ed i condensatori, fra
i quali non troviamo qui nessun verso
)))»

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 38


3:
TR2, posto vicino
al trasformatore, si monta con
la tacca di riferimento che sporge
dal bordino del contenitore
metallico, rivolta verso l'esterno
della basetta.

4: una volta completato


e collaudato il circuito lo si
inserisce in un contenitore
di adatte dimensioni in cui possa
anche trovare posto la pila da 9V.

5: l'alberino del potenziometro R1


'che regola la cadenza degli impulsi
elettrici) provvede anche
al bloccaggio meccanico della
basetta nel contenitore.

: i puntali, che fuoriescono


dalla scatola, vanno isolati
per quasi tutta la loro lunghezza
con una qualsiasi guaina: devono
rimanere scoperti solo pochi
millimetri di conduttore.

5 6
ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994- Pag. 39
i--·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-
y
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R3 Il
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TR1 11 P .. _ s

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R2 2
UJT
e

e
R6
1 --
)It>
- Il PUNTE

9V
e I.
/%; b TR2
Il Il )O Il LN

e 111 .li..
R4
l; 2

.s
R5

b2 e

UJT
.
-
I __________
·-· -·-·-· -· -
Schema elettrico del generatore per agopuntura elettronica.
Da notare che T1 porta le indicazioni di primario e secondario invertite rispetto
a quella che è la sua normale applicazione.

! ., CO .. o NTI,

-»# gE]a# R1 = 1 MQ (trimmer)


R2 = 22KO
4 .$.,ir PUNTE R3 = 390 2
R4 = 100Q
RS = 820 KO
R6 = 560Q
R7 = 330 KQ
C1 = C2 = 1 µF (mylar)
2 ~ LN T1 = trasformatore
R4 R7 di alimentazione 220 V
6/12 V- 36W
Piano di montaggio del nostro circuito. UJT = 2N2646
PILA TR1 = BC177
9V
TR2 = 2N1711
LN = lampadina al neon (pisello)
P1 = pulsante N.A.
punte = vedi testo

Il circuito stampato è qui visto


dal lato rame nelle sue dimensioni
reali. Non essendoci integrati
la riproduzione del tracciato
è semplicissima.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 40


AGOPUNTURA SENZ'AGHI
particolare da rispettare. Le due punte possono essere realizzate scatolina di plastica.
I transistor e l'UJT vanno inseriti in utilizzando due pezzetti di filo di rame Dato il consumo molto basso (ed anche
modo da rispettare rigorosamente il od ottone rigido, del diametro di 2 mm di tipo impulsivo) possiamo usare una
posizionamento del dentino che sporge circa lunghe 6 cm e distanti tra loro 5 normale piletta da 9V, che può essere
dal bordo del corpo metallico, e che con- mm. Queste misure non sono affatto cri- contenuta nella suddetta scatolina; ove,
trassegna la posizione dell'emettitore. tiche ma visto che il nostro prototipo, per un motivo qualsiasi, si volesse mag-
Pulsante e trimmer non prevedono alcun con questa soluzione, ha dato ottimi gior potenza, la soluzione più raccoman-
verso da rispettare, se non il normale risultati conviene attenervisi. Visto che dabile è quella di 3 pile quadrate da 4,5
posizionamento meccanico , come il pic- le estremità dei puntali devono andare a V collegate in serie, così da ottenere una
colo trasformatore TI, il cui doppio contatto con la pelle è bene arrotondarle tensione di 13,5 V.
secondario diventa qui primario, con uno in modo che non provochino graffi o Per nessun motivo, comunque, si deve
dei terminali non usato. tagli. I puntali infine vanno isolati per usare un alimentatore collegato alla rete
Infine si monta LN, avendo cura di non tutta la loro lunghezza salvo gli ultimi 5 220 V: abbiamo pur sempre a che fare
sforzarne troppo i terminali sottilissimi e mm. Una vota collaudato il circuito, con un elettromedicale ... e con la nostra
quindi piuttosto delicati. conviene inserire la basetta in un'adatta preziosissima pelle!

MAGNETIZZAZIONE E SMAGNETIZZAZIONE
NELLO STADIO D'USCITA
Per facilitare la comprensione di come avviene la formazione dei picchi di tensione all'atto delle
commutazioni che si verificano nell'ultimo stadio del nostro generatore, si supponga di avere a di-
sposizione una pila da 9V, un'opportuna induttanza (che sarà l'avvolgimento da 6 o 12 V di un I 4 disegni di
qualsiasi trasformatorino da pochi watt), un interruttore ed un voltmetro ad esso collegato in pa- questa pagina
rallelo, il tutto montato in serie (particolare A). ci illustrano
Quando chiudiamo SI (riferendoci all'esempio di circuito B), la tensione indicata dal voltmetro come avviene
scende da 9V a 0; contemporanemente scorre in circuito la corrente che magnetizza il nucleo del la formazione
trasformatore (esso cioé, da un blocco di ferro qualsiasi, diventa una calamita o, come sarebbe del picchi di
meglio dire, un elettromagnete). tensione
Riaprendo SI (particolare C), la potenza immagazzinata sotto forma di campo magnetico nel nu- nell'ultimo
cleo di L viene ceduta istantaneamente, generando un forte picco di tensione (200 o più volt) ai stadio del
capi della stessa L. nostro circuito.
Questa elevatissima tensione si manifesta sotto forma di scintilla sui contatti di SI che si stanno
aprendo. +200V
Il fenomeno non è rilevabile dai normali voltmetri, perché il guizzo è troppo veloce per l'inerzia
dell'equipaggio mobile; disponendo invece di un oscilloscopio si potrebbe visualizzare perfetta-
mente il fenomeno.
Anche una lampada al neon posta in parallelo ad SI consente di apprezzare il guizza di tensione:
quando SI. viene aperto, la lampada al neon si accende per un attimo, visualizzando appunto il
fenomeno della sovratensione, dato che la sua tensione d'innesco si aggira normalmente su 80:90 V.

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ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 41


IL RITORNO DELLE VALVOLE

Continuiamo ad esaminare i vari metodi per accoppiare


tra loro due o più valvole prendendo questa volta in
considerazione quello che utilizza trasformatori
interstadio. Impariamo anche a conoscere un particolare
circuito chiamato inseguitore catodico.

Nelle precedenti puntate sono state esa- di disaccoppiare gli stadi per quanto il massimo rendimento, cioè il più eleva-
minate le problematiche relative ai due riguarda le componenti continue, accop- to trasferimento di energia dal circuito
tipi di accoppiamento interstadio più piandoli, invece, per quelle alternate del anodico del primo stadio a quello di gri-
comuni, cioé il tipo a resistenza e capa- segnale vero e proprio. glia successivo, allo scopo di contenere
cità (RC) e quello ad accoppiamento Il primario di questo trasformatore funge il numero degli stadi di amplificazione.
diretto. da carico anodico nei confronti del Per ottenere questo, è necessario, però,
Occupiamoci, ora, di un terzo tipo di primo stadio, mentre il secondario tra- che l'impedenza d'uscita del primo sta-
accoppiamento, per la verità poco usato sferisce il segnale alla griglia della val- dio sia perfettamente adattata a quella
nei sistemi ad alta fedeltà, che fa uso di vola successiva. Questo sistema di d'ingresso del secondo: perciò si fa uso
un trasformatore interstadio, allo scopo accoppiamento viene usato per ottenere dei trasformatori, che sono i dispositivi
ideali per l'adattamento delle impeden-
ze, in quanto questo risultato può essere
ottenuto facilmente con l'impiego di uno
di essi che abbia un appropriato rapporto
di spire.
Un altro vantaggio di questo sistema
consiste nel fatto che il trasformatore
d'accoppiamento può essere costruito in
modo che l'avvolgimento secondario
abbia un numero di spire maggiore del
primario. In questo modo, la tensione in
uscita risulta proporzionalmente mag-
giore in rapporto al numero di spire
degli avvolgimenti stessi, consentendo
allo stadio relativo un guadagno di ten-
sione superiore al coefficiente di ampli-
fiazione della valvola impiegata nello
stadio.
Un ulteriore vantaggio è rappresentato
interstadio hanno una dal fatto che l'impedenza di carico ano-
struttura interna molto complessa che dico che la valvola vede, non è l' effetti-
i ronde antieconomici nella realizzazione va impedenza rappresentata dagli avvol-
del circuiti valvolari anche se il risultato, gimenti costituenti il primario del tra-
dal punto di vista elettronico, è ottimo. sformatore, ma quella riflessa dal secon-
Questi componenti sono racchiusi in dario.
contenitori schermanti per evitare che In generale, l'impedenza riflessa vista
campi magnetici parassiti inducano dalla valvola risulta essere il prodotto
in essl tensionidi disturbo o rumore. dell'impedenza reale del secondario
moltiplicata per il quadrato del rapporto
ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994- Pag. 42
spire. Senza, però, andare incontro a dif-
ficili calcoli matematici, l'effettiva
impedenza di carico che la valvola
richiede si può facilmente realizzare con
un opportuno rapporto spire tra il prima-
rio e il secondario, mentre la resistenza
offerta dall'avvolgimento primario nei
confronti della tensione d'alimentazione
è molto piccola.
Per questo motivo, la caduta di tensione
ai capi del primario del trasformatore è
trascurabile, per cui quasi tutta la tensio-
ne di alimentazione disponi bile risulta kh in questo circuito
applicata all'anodo della valvola. Questo valvolare vengono utilizzati
fa sì che le tensioni anodiche applicate ai tre trasformatori interstadio per
circuiti facenti uso di un trasformatore accoppiare le 5 valvole presenti.
intervalvolare risultino relativamente
basse. Con tale metodo, poi, i due circui-
ti risultano sì accoppiati, ma anche fisi- costruzione del nucleo, nonché un com- namento di un particolare circuito, carat-
camente isolati tra loro, non essendoci, plicato sistema di avvolgimento, suddivi- terizzato da un'alta impedenza d'entrata
appunto, un contatto diretto tra i diversi so in più parti intercalate tra loro, allo e da un'uscita ad impedenza molto più
potenziali applicati ai due stadi: questo scopo di evitare le capacità parassite. bassa. Ritornando per un momento al
comporta una maggiore insensibilità ai Vi è, poi, la necessità di racchiudere il discorso del trasformatore, si è appreso
disturbi che possono manifestarsi per trasformatore stesso all'interno di un con- che, per ottenere il massimo trasferimen-
mutuo accoppiamento tra le alimentazio- tenitore schermante, al fine di evitare che to di energia da un circuito a un altro, è
ni comuni o con l'invecchiamento dei i campi magnetici dispersi, prodotti dalla necessario che l'impedenza del circuito
tubi usati. corrente alternata e prossimi ad esso, vi di carico sia il più possibile simile a
Non esistono, però, solo vantaggi in tale inducano tensioni di disturbo o rumore. quella della sorgente d'energia.
soluzione, ma anche alcuni grossi pro- Da ciò si comprende perché il prezzo di In linea di massima, il problema consiste
blemi, uno dei quali è proprio quello un trasformatore intervalvolare realizzato nel l'adattare una sorgente d'energia
della costruzione stessa del trasformatore con cura sia molto elevato e sicuramente avente un'impedenza elevata, come nel
interstadio che, dovendo rispondere a non possa essere concorrenziale rispetto caso dell'uscita anodica di uno stadio
un'ampia gamma di frequenze, necessita al costo degli elementi necessari a un valvolare, a un carico avente, invece,
di particolari accorgimenti, come, ad accoppiamento del tipo RC. un'impedenza ridotta, com'è il caso di
esempio, l'obbligo di usare materiali Continuiamo ora il discorso sui sistemi una linea di collegamento o come quello
magnetici ad alta permeabilità per la di accoppiamento, illustrando il funzio- )>»

+AT

Ecco uno schema


elettrico di principio
in cui due triodi
vengono accoppiati Cu
tramite un USCITA
trasformatore
interstadio.

Ci

Rg1

Ck1 Ck2 Ru

T
-- ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 43
TRASFO
del carico rappresentato da un amplifica- Questo fa sì che la polarizzazione di gri- trari, ostacolano sì l'amplificazione, ma
tore di potenza. Un circuito che realizza glia non si mantenga più costante, ma appare evidente che i potenziali di gri-
queste condizioni, com'è quello rappre- vari con il segnale applicato all'ingresso. glia e di catodo variano sempre contem-
sentato in figura, prende il nome di Quest'ultimo può, così, sommarsi alge- poraneamente nella stessa direzione: in
"accoppiamento catodico" o "inseguito- bricamente alla precedente polarizzazio- altre parole, il segnale d'ingresso, appli-
re catodico", e fa uso di un triodo colle- ne, facendo in tal modo variare la cor- cato alla griglia, è in fase con quello
gato in maniera particolare. A questo rente anodica. d'uscita prelevato sul catodo, così come
non viene applicata la resistenza di cari- Nel caso di una semionda negativa la corrente anodica. Tale condizione, che
co sul circuito anodico, ma la tensione applicata all'ingresso, la corrente anodi- dipende dalla già citata influenza che il
d'alimentazione è direttamente collegata ca tende a diminuire, essendo diventato circuito di placca esercita su quello di
alla placca del tubo, mentre la resistenza più negativo il potenziale di polarizza- griglia, costituisce un "controreazione",
di carico è posta sul circuito catodico. zione di griglia. in quanto il segnale viene prelevato
Ad una diminuzione della corrente ano- dall'uscita e riportato all'ingresso dello
dica corrisponde, però, una minore stesso tubo, applicato, però, a due punti
INSEGUITORE CATODICO caduta di tensione ai capi della resi- diametralmente opposti.
stenza catodica, la quale fornisce, per-
Il segnale d'ingresso si applica tra la gri- ciò, una minore polarizzazione alla gri-
glia e la massa nel solito modo, mentre glia, che tende così a far aumentare la VANTAGGI NASCOSTI
l'uscita viene prelevata ai capi della resi- corrente anodica. Nel caso di una
stenza di carico catodico, cioè tra il cato- semionda positiva, invece, la corrente NelJ'inseguitore catodico, l'intero segna-
do e la massa. Questa resistenza viene anodica tende ad aumentare e ciò pro- le d'uscita viene reazionato verso
attraversata dalla componente continua voca una maggiore caduta di tensione l'ingresso: in questo modo, il segnale
della tensione d'alimentazione e forni- ai capi della resistenza catodica, la d'uscita si sottrae a quello d'ingresso.
sce, così, il potenziale di polarizzazione quale fornisce una più alta polarizza- Questi due effetti, che sono tra loro con-
di griglia; ad essa, inoltre, non viene zione alla griglia, tendendo così a far trari, ostacolano sì l'amplificazione, ma
applicato alcun condensatore in parallelo diminuire la corrente anodica. appare evidente che il segnale d'ingresso
che ne stabilizzi il potenziale. Questi due effetti, che sono tra loro con- dev'essere maggiore di quello d'uscita,
se si vuole avere un segnale griglia-cato-
Nello schema dell'inseguitore catodico il triodo è collegato in un modo un po' do che controlli la corrente di placca;
particolare: non viene applicata la resistenza di carico sul circuito anodico ma tutto ciò significa, in pratica, che con
la tensione di alimentazione è direttamente collegata alla placca della valvola l'inseguitore catodico non si ottiene
mentre la resistenza di carico è posta sul circuito catodico. alcun guadagno di tensione in uscita,
ma, anzi, esso introduce a tutti gli effetti
un'attuazione sul segnale applicatogli.
Questo può apparire un paradosso, in
quanto sembra ragionevole avere uno
+AT
stadio con un guadagno inferiore a 1, ma
l'accoppiamento catodico possiede
altre qualità che lo rendono particolar-
mente utile. La prima è che, grazie al
Ci forte tasso di controreazione a cui è
soggetto, il segnale in uscita non pre-
senta distorsioni entro una banda pas-
sante molto ampia. Un'altra è che
INGRESSO
l'impedenza d'ingresso presentata
dall'inseguitore catodico è più alta di
quella di un amplificatore convenzio-
nale: perciò il primo ha un effetto cor-
tocircuitante minore sulla impedenza di
Rg
carico dello stadio precedente. Infine,
la sua impedenza d'uscita risulta bassa,
per cui può adattarsi più facilmente a
quella di carico.
Del fenomeno della controreazione ci
occuperemo più dettagliatamente nella
prossima puntata, insieme con il meto-

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 44


- do per determinare l'effettiva impeden-
za d'uscita dell'inseguitore catodico, in
rapporto al tipo di valvola impiegato e
al valore della resistenza catodica.
SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
ecco il manuale che spiega in modo chiaro
ed elementare le nozioni basilari
dell'elettronica.

Ti avvicini
per la prima volta all'affascinante mondo
dell'elettronica? Vuoi contagiare con la tua passione
un amico? Ti piacerebbe ripassare un po' di teoria
di questa scienza? Regalati TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA:
troverai quanto cerchi esposto
in modo semplice ed invitante,
illustrato con foto e disegni
LA LEGGE DI OH solo
.000

COSA
CONTIENE
Questo è l'indice degli argomenti lattati.
e COS't L'ELETTRONICA e I CONDUTTORI E GLI ISOLANTI
e LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e A RESISTENZA VARIABILE
• IL CONDENSATORE • LA BOBINA • IL CIRCUITO BOBINA cm:
DENSATORE e I SEMICONDUTTORI e Il DIODO e IL TRANSISTOR
e Il CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO e SALDA-
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE KIT
+

Oltre ala palle teorica manuale propone dieci facili kit da montare
il

eI VAaAORE DI LUCE e /L SINIONZZATORE e LI?ROGAZIONE AUTO-


MATICA e IL MASSAGGIATORE LO SCACCGAINSETTI AD ULTRASUO-
NI e L'ANTIFURTO PER AUTO e IL COOOETTORE DI TONALITÀ I LA SIRE-
NA UNITONALE e L'AUDIOSPIA e L'ALIMENTATORE DI POTENZA

COME ORDINARLO
Ordinare TUTTO IN PRATICA L'ELETTRONICA è facile: basta fare un versamento di 9.000 lire
sul conto corrente postale N 11645157 intestato ad EDIFAI- 15066 GAVI
specificando nella causale il titolo del manuale.
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Può anche essere richiesto per posta (EDIFAI- 15066 GAVI- AL), per telefono (0143/642232)
o per fax (0143/643462); in questo caso spediremo il manuale aggiungendo
lire 4.000 per spese postali.
o.-
RILEVAZIONE

INDICATORE LUMINOSO
DI TENSIONE
Uno strumento di dimensioni molto contenute
che consente di provare, anche in ambienti
scarsamente illuminati, se c'è tensione in un circuito
e se la tensione è positiva, negativa o alternata.
Due grossi led provvedono alla segnalazione.
Il circuito è sem plicissim o
dunque è possibile
montarlo anche su una
basetta del tipo millefori
o addirittura con
collegamenti volanti;
naturalmente la soluzione
a circuito stampato
è quella ottimale.

Il circuito può essere


racchiuso in una
Q uante volte capita, a chi si inter.essa
di elettricità e di elettronica. sia
esso l'elettricista o l'elettrauto, l'elettro-
scatoletta in plastica
che contenga anche le
nico o il radiotecnico, il radioamatore o pile di alimentazione
il CB, il professionista o l'hobbista, di (2 da 6 V collegate in
dover semplicemente controllare se in serie) e che riporti le
un certo punto di un circuito o di un indicazioni di polarità
apparecchio c'è o non c'è tensione elet- della corrente per i due
trica. led di segnalazione.
A ciò si provvede normalmente con Devono fuoriuscire
l'aiuto di un tester o di un D.M.M., stru- anche l'interruttore e
menti che si prestano benissimo salvo i due puntali, di cui uno
per un aspetto: l'eventuale scomodità dotato di morsetto
operativa ed ancor più la scarsa lumino- a coccodrillo
sità ambientale, condizioni che rendono per la massa.
difficile rendersi conto anche solo se la
lancetta di uno strumento si muove o se Il circuito che presentiamo con questo Il circuito, come è facile prevedere, si
le cifre di un display LCD sono presenti. articolo è congegnato in modo da poter riduce a pochi componenti; vediamone
indicare se c'è una qualche tensione e se lo schema elettrico.
essa è positiva, negativa o alternata. Il puntale di riferimento comune (in pra-
UN'OPERAZIONE PER DUE LED La cosa avviene molto semplicemente tica quello nero) è collegato al morsetto
come segue: se è presente tensione posi- 2 dello stampato, cui per riferimento
In questi casi può risultare di grande tiva (rispetto al comune) si accende un consideriamo sempre collegata la massa
aiuto un semplice e poco ingombrante led rosso; se è presente tensione negati- del nostro circuito; al comune è quindi
strumentino che indichi solamente se va, si accende un led verde; se è presente connesso anche l'ingresso N.I. dell'ope-
una qualche tensione è presente, e di che tensione alternata, si accendono ambe- razionale adottato, un classico µA 741.
tipo, visualizzandone la presenza due. Una qualsiasi tensione applicata al mor-
mediante l'accensione di uno o due led, Nel nostro caso sono stati addirittura setto 1 (che va al pin 2, cioè all'ingresso
cosa che nella semioscurità si presta adottati dei "big led" appunto per ottene- invertente, attraverso Rl) ce la troviamo
molto bene ad una semplice occhiata. re la miglior luminosità delJa segnalazione. »»
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 47
r-· -· -·-· -·-·- ·-· --·-·-·-·-· -· - . -· -· - ·-·1
i R2 I
. s1
I.
I Rf

C2
+ DLV
E-
C1

DLR

CJ
è
6V
6

PUNTALI
! I
I. e • -- • - • -- • -- • - • -- • -• ---=

Schema elettrico dell'indicatore di tensione; la necessità di doppia alimentazione


con riferimento comune è risolta semplicemente con due pile collegate in serie.

k
Il circuito stampato è qui
l DLR'ij ~ visto dal lato rame nelle o o

ft DZl~t
R2 k
sue dimensioni reali.

!i
i"L]i
e1 $] -l
= Piano di montaggio della basetta
a circuito stampato; i due led, qui
del tipo "big", sono indicati
inseriti a circuito, ma possono
ai,
e l u els esser montati su una parete della
scatola usata come contenitore.

COMPONE 'I
R1 = 33 KO
R2 = 330 KO
R3=560Q
C1 = 10.000 pF (ceramico)
C2 = O, 1 µF (ceramico)
C3 = 0,1 F (ceramico)

• IC1 = µA 741
DZ1 = DZ2 = Zener 3,3 VI 0,5 W
S1 = doppio deviatore a levetta
DLR = led rosso
DLV = led verde

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 48


INDICATORE LUMINOSO DI TENSIONE
all'uscita amplificata di IO volte da ICI; mente) su una basetta di 5x4 cm, basetta del tipo a montaggio coricato sulla
se la tensione è positiva, otteniamo quin- che può preferibilmente essere il nostro basetta.
di in uscita una tensione negativa, per- circuito stampato, ma che (senza sostan- È infine la volta dei due led, di cui si
tanto vediamo accendersi il led rosso ziali controindicazioni) può anche consi- deve rispettare l'orientamento grazie
(DLR) e viceversa si verifica col led stere in un pezzetto di "millefori". alla tacca ricavata sul bordo sporgente
verde (DLR), che è il solo ad accendersi del corpo.
con tensione ai puntali negativa. Inserito nello zoccolo l'integrato, aven-
Se poi all'entrata viene applicata una IL MONTAGGIO do cura di verificare la posizione
tensione alternata, composta quindi da dell'incavo (semi-) circolare presente
semionde sia positive che negative, si Si montano prima resistenze e conden- su uno dei lati stretti, e collegate le
accendono sia il led rosso che quello satori, che qui non pongono alcun pro- pile, si procede, applicando ali' ingres-
verde alternativamente; questo però blema di polarità da rispettare. so tensioni di polarità nota, a verificare
avviene in successione tanto rapida Per i due diodi va invece controllato il il corretto funzionamento del nostro
(ogni cinquantesimo di secondo) che, verso di inserimento, indicato dalla modesto ma prezioso dispositivo.
per la persistenza dell'immagine sulla striscia in colore (catodo) sul corpo in Il circuito può poi essere completamen-
retina, i due led ci appaiono sempre plastica o vetro. te montato entro una adeguata scatolina
accessi. Si piazza poi lo zoccolo per ICI e iter- in plastica, da cui sporgano led ed
minali ad occhiello per 1 • ancoraggio interruttore e da cui esca la coppia di
dei fili, nonché il doppio deviatore SI, puntali di misura.
TENSIONE ALTERNATA
I due diodi Zener (qui
I due diodi Zener collegati in "anti- DZ 2) vanno montati
serie" ali' entrata servono ad impedire con la fascetta che
che la tensione applicata fra i due ingres- indica il catodo
si del circuito integrato operazionale IC l rivolto verso i bordi
possa superare i 4 V. esterni della basetta.
La tensione minima che, presente
sull'ingresso, fa accendere i led è di
circa 0,5 V (positiva, negativa o alterna-
Lo schema mostra
ta). Il circuito in teoria potrebbe funzio-
che cosa succede
nare anche per misure della rete a 220 V
nel circuito quando
c.a.; tuttavia (in piena sincerità) non ci
ai puntali viene
sentiamo di garantire che il circuito
applicata una
regga a questo impiego.
tensione alternata:
L'alimentazione, data la presenza di un
i due led in realtà
amplificatore operazionale il cui ingres-
lampeggiano ma lo
so può essere indifferentemente sottopo-
fanno tanto
sto a tensione negativa o positiva, deve
rapidamente che a
essere di tipo duale, come si ottiene sem-
noi sembrano accesi
plicemente adottando due pile da 6 V
collegate in serie fra loro, e col comune contemporaneament e.
del circuito connesso al punto centrale
delle pile stesse.
È possibile anche far funzionare il cir-
cuito con due pile da 9 V; in questo caso LIMITAZIONE
però è necessario modificare il valore di CORRENTE
R3 portandolo ad 820 2. i
I led adottati in questo circuito sono del
tipo "big", quelli cioè da 8 mm di dia-
metro, ma è possibile usare qualsiasi DL
ROSSO
I I DL
VERDE
tipo di led, meglio se del tipo ad alta
luminosità.
Il consumo è comunque basso: 0,5 mA
\
in "stand-by" (cioè SI aperto, led spen- reNsoNe/
ACCESO DA
ti), 7+8 mA con led acceso. ALTERNATA
Per quando riguarda ICI, un qualsiasi ACCESO DA SN
operazionale somigliante (e con la stessa
piedinatura) può andare bene.
Ci accingiamo ora al montaggio del AL COMUNE
nostro circuito, che sta tutto ( comoda-
ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994- Pag. 49
INDICATORE
LUMINOSO
DI TENSIONE
Il doppio deviatore a levetta S1,
che provvede a mettere
il dispositivo in posizione
di stand by, è dotato di ben
6 terminali piuttosto spessi.
Il montaggio prevede anche due
ponticelli per i quali occorrono due
spezzoni di filo nudo lunghi
rispettivamente 2-3 cm e 1,5-2 cm.

R
ZENER AL LAVORO
I diodi Zener sono dispositivi a semiconduttore che hanno la carat-
teristica di mantenere stabile la tensione inversa ai propri capi (at-
torno al valore caratteristico per ogni tipo) al variare della corren-

" #-
VE te che li attraversa.
Riferendoci quindi alla figura A, sul voltmetro messo per verificare
@ l'andamento della tensione ai capi dello Zener (usato nel nostro
progetto) leggiamo sempre 3,3 V, qualsiasi valore (naturalmente ri-
== spettando i problemi di dissipazione termica) di tensione abbiamo
all'ingresso (purché superiore ai 3,3 V).
R Se la polarità della tensione applicata al diodo Zener viene inverti-
ta, come indica la figura B, esso risulta in conduzione diretta, si

W ti.
comporta cioè come un qualsiasi diodo e la lettura della tensione ai
suoi capi indica 0,6+0,7 V; lo Zener è alimentato ( o inserito) in mo-
do sbagliato.
3,3V La figura C si rifà invece alla soluzione adottata nel circuito
Il del! 'indicatore di tensione: consiste nel montaggio di due diodi col-
® legati in "anti-serie" (si usa anche dire "schiena a schiena), vale a
dire montati in serie ma con elettrodi reciprocamente opposti.
- In questo caso il comportamento circuitale è piuttosto interessante;
infatti, i due diodi risultano alimentali in modo inverso quello più in
R basso e in modo diretto quello più in alto: la stabilizzazione ( e quin-
di la conduzione) si verifica allora in corrispondenza di una tensio-
ne complessiva: 3,3+0,7 V = 4 V.
In figura D il montaggio dei diodi è identico, salvo che è invertita la
33V
tensione di alimentazione; ora è il diodo più in alto ad essere ali-
mentato in modo inverso e quello pi in basso ad esserlo in modo
3,JV diretto, ma la tensione complessiva (seppure di polarità invertita) è
© sempre la somma degli stessi valori, quindi - 4 V.
Nel circuito che costituisce il soggeno dell'articolo, qualunque sia
la polarità della tensione applicata (e ciò vale anche per l'alterna-
ta). ai capi dei piedini d'ingresso di !Cl pub essere presente un'am-
R piezza massima di 4 V.
I 4 disegni ci mostrano la tensione ai capi di un diodo
Zener, rilevata con un voltmetro, in funzione della polarità
della tensione applicata. Nel caso A il diodo funziona
correttamente limitando la tensione a 3,3 V qualsiasi
sia la tensione di alimentazione. Nel caso B la tensione
o lo Zener vanno invertiti. Il caso C è quello utilizzato
nel nostro indicatore di tensione. Nel caso D la tensione
è negativa ma sempre di 4 V.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 50


CENTRALINA PER LUCI
PSICHEDELICHE {LPSl 1)
Vuoi animare una testa
con variopinti faretti?
Più semplicemente ti piace
ascoltare la musica in un
ambiente suggestivo e
colorato? Con questa
centralina per luci
psichedeliche puoi
comandare ben 4 faretti
della potenza massima
di 100 W a tempo
di musica. La realizzazione
pratica e le caratteristiche
circuitali sono descritte in
un lungo e approfondito
articolo pubblicato
sul numero di dicembre '93
di Elettronica Pratica.

COME ORDINARLI
Per richiedere una o entrambe le scatole di montaggio illustrate occorre inviare
anticipatamente l'importo di lire 42.000 per le luci psichedeliche o di lire 24.800
per l'alimentatore stabilizzato tramite vaglia postale, assegno bancario o conto corrente
postale n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO STOCK
Via P. Castaldi, 20 - (tel. 02/2049831).
É indispensabile specificare il codice dell'articolo, riportato a fianco del circuito, RADIO
nella causale del versamento

LIMENTATORE
STABILIZZATO (EP13l
Alla collana delle nostre scatole
di montaggio non poteva
mancare quella di un alimentatore
stabilizzato.È adatto
da accoppiare a tutte le
apparecchiature
elettroniche
autocostruite
o acquistate in
commercio quali:
amplificatori, generatori
di segnali, timer ecc. funzionanti
con tensione dai 5 ai 13 V e con
assorbimento massimo di O, 7 A.
E un sistema anti-virus
altamente efficace perché
costituito, oltre che
da programmi molto
evoluti, da un dispositivo
in cui sono salvate le
informazioni vitali per
il funzionamento
del persona/ computer.

La parola "virus" appartiene, purtroppo, mali e, una volta entrato nel computer
PC-Cillin si usa facilmente grazie al mondo dell'informatica e, a beneficio attraverso i dischetti, generalmente non
alle finestre contenenti i vari di chi non ne conoscesse il significato, entra subito in azione, ma dopo un certo
"menù" che compaiono sullo va detto innanzitutto che indica una delle periodo di tempo prestabilito.
schermo. tante forme di criminalità inventate Nei casi peggiori il mostro si può anche
dall'uomo. Esistono persone che proget- annidare nella RAM, cioè la memoria
tano, realizzano e diffondono dei pro- centrale del computer, il cui controllo
grammi particolari che, una volta entrati sfugge ali' utente, oppure in due punti
in un computer (quasi sempre un perso- nevralgici del disco: nel settore di boot,
nal), modificano e spesso distruggono i che contiene le istruzioni essenziali per
programmi e i dati in esso contenuti. far partire il calcolatore, oppure nella
La criminalità sta anche e soprattutto nel tabella di partizione, che è la descrizione
metodo usato per "infettare" il computer, di come è organizzato il disco. In questi
perché quasi sempre ci si accorge della casi diventa impossibile continuare ad
presenza di un virus quando ormai i usare la macchina, tutti i dati vengono
danni creati sono irrimediabili. Infatti un persi e, anche se l'utente accorto li ha
virus è sempre nascosto, viene abilmente salvati su dischetti, riparare i danni
inserito in programmi all'apparenza nor- richiede in ogni caso molto tempo e fatica.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag 52


Due sono le armi per difendersi da que-
sto "terrorismo informatico": diffidare
dei programmi di provenienza dubbia ed
installare nel proprio computer un siste-
ma antivirus. Fra i numerosissimi tipi
esistenti in commercio si distingue il
PC-Cillin per le sue elevate capacità di
protezione e anche di prevenzione nei
confronti di tutti i tipi di virus.

LA SOLUZIONE

Questo prodotto comprende innanzitutto


una parte software, costituita da un
insieme di programmi molto efficaci per
individuare i virus anche nelle zone
nascoste all'utilizzatore e dotati di
comode "finestre" per un facile utilizzo.
Le operazioni possibili sono molte:
scansione del disco per rilevare anoma-
lie, analisi di dati e programmi sospetti,
operazioni di "disinfestazione", cioè eli-
minazione dei dati corrotti dal virus.
Oltre a queste funzioni il sistema com- 1
prende anche un dispositivo hardware,
che consiste in una memoria contenuta
in un connettore da inserire nella stessa
porta di collegamento della stampante.
In questo dispositivo vi è spazio suffi-
ciente per contenere una copia di tutti i
dati del settore di boot e della tabella di
partizione del disco. Senza questo dispo-
sitivo un loro danneggiamento sarebbe
irrimediabile.
Lire 250.000 ACSI (00187 Roma- Via
Appia Pignatelli 387 - el. 06/7187385).

1: quando il computer non funziona


più a causa di un virus è possibile
rimediare facilmente ed in breve
tempo al danno. Occorre possedere
un dischetto contenente le
istruzioni di avviamento della
macchina, quindi inserire il
dischetto di PCCillin. Con gli
opportuni comandi, i dati salvati
nell'immunizzatore sono scritti
nuovamente sul disco.

2: l'immunizzatore hardware va
collegato alla porta parallela del
PC, tra unità centrale e stampante.

3: il sistema, oltre a programmi


molto efficaci, comprende anche un
dispositivo chiamato "immunizer
box". AI suo interno una memoria
contiene, dal momento in cui il
sistema viene installato sul
computer, una copia dei dati del
settore di boot e della tabella di
partizione, che sono essenziali per
il funzionamento della macchina.

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 53


MISURAZIONE

CONTASECONDI
DI PRECISIONE
È un generatore di dock per effettuare conteggi con
cadenza visualizzata otticamente oppure per
impieghi più specificamente elettrici, dove comunque
sia necessario disporre di un segnale il cui ritmo
di battitura sia esattamente pari a un hertz.
Il nostro circ uito va racchiuso
in una scatoletta di plastica dalla
quale fuoriesca il led, qui
montato dire ttam ente sulla basetta
ma che può esserv i collegato
tram ite due fili ed essere fissato
alla scatola.

7'

0.51.05 @
Forme d'onda (e durata in termini
di tempo) del segnale disponibile
in uscita dai due piedini di IC2
che si prevede di utilizzare.

di conteggio che operativi) tramite un


S
arà capitato più o meno a tutti, alme-
no una volta, di dover contare un
qualche numero di secondi, sia per gioco
circuito che, partendo da un quarzo di
valore opportuno, esegue tutte le neces- L


1

che per esigenze pratiche, ad orecchio sarie elaborazioni grazie a due normali
(per esempio, nel caso di foto al buio o integrati C-MOS, con l'aggiunta di un .
1° 7 3
-
di sviluppo delle stesse). transistor in uscita che funge semplice-
Nel caso di debba eseguire il conteggio a mente da separatore-adattatore di impe-
mente, si ricorre al trucchetto di contare denza.
1 001, 1002, 1003 e di seguito: la caden- Partiamo quindi nell'analisi circuitale
za che si ottiene mediamente è abbastan- dal primo integrato (ICI) il quale, gra-
za vicina al secondo. zi e ali' adozione di un cristallo da
• I

Naturalmente, c'è. ben di meglio: come 2.097.152 Hz (frequenza di normale


al solito, l'elettronica ci viene in aiuto, reperibilità), oscilla con assoluta stabi- re, si ricorre al secondo integrato (IC2),
con circuiti abbastanza semplici e molto lità su tale valore; un'uscita apposita- un 4040 B, che divide per le 128 volte
precisi, tanto da poter costituire elemen- mente prevista consente di verificare richieste, consentendo di ottenere (appa-
to di pilotaggio per veri e propri disposi- questo valore e di metterlo a punto con rentemente in due salti soli) il nostro
tivi di conteggio in grado di soddisfare assoluta precisione, tramite un contato- segnale ad 1 Hz.
le necessità più severe. re-frequenzimetro di buona qualità e
regolando opportunamente il trimmer
C2 ( che pure deve essere di buona sta- 12 TEMPI DIVERSI
DUE INTEGRATI PER UN HERTZ bilità). Visto che siamo ancora oltre 2
milioni di volte lontani da I Hz, l' inte- Avremmo potuto adottare, come IC2, un
Andiamo quindi ad esaminare lo schema grato stesso provvede ad una prima secondo 4060 B (come ICI); ma il 4040
elettrico del nostro circuito, che sfrutta divisione di frequenza, per la precisione B ha il vantaggio di dividere con conti-
dispositivi tanto sofisticati quanto di pari a 16.348 volte; in tal modo nuità secondo la scala: 2/4/8/16/32/
comune reperibilità sul mercato all'uscita (piedino 3) di ICI abbiamo a 64/ 128/256/512/ 1024/2048/4096; in tal
dell'elettronica. disposizione un segnale, regolarmente modo il lettore che lo desideri può avere
La cadenza dell'hertz, quindi il classico sotto forma di onde rettangolari, con a disposizione 12 tempi, o meglio 12 fre-
ciclo al secondo, la si può ottenere sia in frequenza di 128 Hz. quenze diverse, una doppia dell'altra, fra
modo visibile che come segnale elettrico Per compiere l'ultimo passo nella neces- cui poter scegliere.
da applicare ad altri circuiti (siano essi sità di scalare ulteriormente questo valo- »»
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 55
. ~ . -- . --- . --- . --- . --- . -- . ---· --- . --- . --- . --- . --- . --- . -- . --- . -

C4 C5

16 16
~~ C6
R2 13 2"

X1 2 I
I C t 3
-
Il
10
I C 2
e;'{
'Il I } I Il I lit TR t
771
I I L..-
] 1_ 7 Il
11
li 8
c3
Ct llc2 Il n

. Il #=
R3

FREQUENZIMETRO x TARATURA
Schema elettrico del generatore
a 1 Hz; è prevista anche la possibilità ii tr- -
(spostando il ponticello semiflsso in I LI I I I I C
uscita da IC2) di prelevare altre
frequenze (per esempio, dal 13 sono
disponibili 2 Hz).

o I 1 1: il circuito stampato è qui visto dal lato rame


nelle sue dimensioni reali.

2: piano di montaggio del contasecondi:


regolando C2 è possibile tarare il quarzo X1
in modo da ottenere in uscita un segnale
estremamente preciso.

3: piedinatura dei semiconduttori usati in questo


circuito; le frecce indicano i riferimenti
per il corretto montaggio.
TARATURA
DL 2
3
vcc
(O)

2,.,6
15
+
3 14
4 13
5 12
11
u I 7 10
cu \\e
9 il ij ~
I b
@
vcc
ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994 - Pag. 56
-·1
=plg
]
CONTASECONDI DI PRECISIONE
51
{

i I

I

(
i
R5
u COMPONENTI
- l

__ I
-
4?E # Nl R1
R2
R3
R4
=
=
=
=
2,2 MO
2,2K2
1,2K2
10 KO
C6 = 470 pF (ceramico)
C7 = 4,7 F • 25 V (elettrolitico)

IC1 = 4060 B
R5 = 680 2 IC2 = 4040 B

C1 = 56 pF (ceramico) TR1 = 2N708


C2 = 20+80 pF (trimmer) DL = LED O8mm
C3 = 470 pF (ceramico) S1 = interruttore ON/OFF
c4 = 0,1 F (ceramico) Vcc = 6+15V{v. testo).
C5 = O, 1F (ceramico) X1 = quarzo 2,097152 MHz.

Questa possibilità non è illustrata a sche- caso il led è acceso per un secondo e migliori garanzie di repetibilità ed affi-
ma (e neanche attuata a circuito) proprio spento per un altro secondo (cadenza dabilità.
per non complicare troppo le cose; tutta- 0,5 Hz). Cominciamo a montare resistenze e con-
via, è indicata e fornita un'alternativa Il circuito può funzionare con Vcc com- densatori ceramici, per i quali non abbia-
alla frequenza l Hz, e cioè il mezzo presa fra 6 e 15 V; l'assorbimento di mo problemi di polarità da rispettare;
hertz, ovvero i 2 secondi. corrente è 2+5 mA a 6 V (il valore infe- inseriamo poi i due zoccoli per integrati,
Questa alternativa può venir selezionata riore corrisponde al led spento) e di a proposito dei quali si può segnalare il
tramite un ponticello che va a pescare il 5+25 mAa 15 V. fatto che una parte non trascurabile dei
segnale d'uscita o dal piedino 4 di IC2 L'alimentazione può essere tratta o da piedini non viene utilizzata, quindi se ne
(dove è appunto disponibile il classico pile o da un semplice alimentatorino, può tralasciare la saldatura, naturalmente
hertz) o dal piedino 13 dove è disponibi- oppure dalla Vcc di un altro circuito che a patto di verificare con cura quali sono i
le il 1/2 Hz. necessiti di un contatore cui questo terminali da collegare.
Per non caricare gli stadi interni di 1C2, dispositivo debba andare applicato. Il quarzo va montato coricato sulla
l'uscita vera e propria è pilotata da uno basetta, anche allo scopo di stagnarne la
stadio a transistor con l'uscita del testa del contenitore, con un breve spez-
segnale in emettitore; il funzionamento NON DI SOLI LAMPEGGI zone di filo nudo, nel punto apposita-
cadenzato di TR l è sfruttato anche mente predisposto sullo stampato, così
mettendo in serie al suo collettore un Dobbiamo ora accingerci alla costruzio- da assicurarne la miglior stabilità mecca-
led (del tipo bello grosso, e quindi ben ne del nostro dispositivo, generatore nica. C2 ha il verso di inserimento obbli-
visibile) che costituisce appunto il non di soli lampeggi, ma di un vero e gato, mentre per C7 occorre tenere ben
segnale nella forma fruibile per i nostri proprio segnale elettrico di clock ad presente la polarità riportata sulla coper-
sensi: nel primo caso, il led è acceso alta precisione. Ricorriamo quindi alla tura in plastica dello stesso.
per 1/2 secondo e spento per l'altro 1/2 classica soluzione del montaggio su TR l ha il contrassegno costituito dal
secondo (cadenza l Hz); nel secondo basetta a circuito stampato, che ci dà le »»
ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 57
piedino che sporge dal bordo del conteni- che di riferimento presenti su uno dei bordi
tore metallico, mentre per DL va tenuto stretti del contenitore.
conto dello smusso sul bordo sporgente, Una volta verificato tutto il montaggio, si
che indica il terminale di catodo; esso può può dare tensione al circuito, controllando
essere di colore qualsiasi, ma se si preve- il regolare lampeggio di DL; nel caso in
de di lavorare in camera oscura, è bene sia cui si desideri avere la massima precisione
rosso. nella frequenza di oscillazione, occorre
collegare ali 'uscita appositamente prevista
un frequenzimetro di classe, e provvedere
COLLAUDO E CONTROLLO ad eseguire l'esatta taratura mediante la
regolazione di C2.
Per mantenere il quarzo Un paio di ponticelli (realizzati con gli L'escursione fattibile va da 2.097.116 a
stabilm ente in posizione coricata, avanzi dei reofori tagliati dai componenti) 2.097.445 Hz, talchè si è in grado di azzec-
occorre prevedere un fissaggio ed alcuni terminali ad occhiello completa- care perfettamente il valore effettivamente
(esclusivam ente meccanico) no il montaggio dei componenti; restano richiesto, e cioè 2.097. I 52 Hz. Infine, il
tra la testa del componente solo da inserire ICI ed IC2, rispettando il circuito va montato entro una scatolina da
e la basetta . verso di inserimento che risulta dalle tac- cui fuoriescano led e interruttore.

+ VDD
DIVIDE PER IL CONTATORE
~
16
% • BINARIO 4040 8
2
Il 4040 B fa parte di una famiglia di contatori-divisori
7 - 4 binari realizzati come circuiti integrati monolitici a I6
piedini, disponibili sia in contenitore plastico (per usi a
6 temperature ambiente normali) sia in contenitore cera-
8 mico (per usi in ambienti soggetti ad ampie escursioni
5 termiche).
- 76 Tutti gli stadi contenuti all'interno dell'integrato sono
3 32 flip-flop, come indica lo schema a blocchi allegato. Lo
stato del contatore avanza automaticamente di un con-
E TRATA 2 teggio sulla transizione negativa di ciascun impulso
64 d'ingresso; un livello alto sulla linea di reset azzera il
- 4040B
70 4 contatore in tutti i suoi stati (in altre parole. se il reset è
728 "l", l'IC si blocca; se il reset è "O", 'IC funziona).
73 Ecco infine le caratteristiche massime di lavoro:
256 la VDD (tensione di alimentazione) va da -0,5 a I8 V;
12 la Vi (tensione d'ingresso) ira da -0,5 a VDD +0.5 V;
572 la Ii (corrente e.e. d'ingresso) è dì± IO mA;
14 la P (dissipazione di potenza complessiva) è di 200 mW:
1024 la Top (temperatura di funzionamento con contenitore
RESET plastico) va da -40 a 85 °C.
75 2048
77 Concludiamo con la solita raccomandazione di usare
7 sempre lo zoccolo per il montaggio in quanto l'alta tem-
4096 peratura del saldatore, applicata direttamente ai piedi-
ni, potrebbe danneggiare il circuito integrato.
6Tvss
2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 72
FLIP- FLOP

RESET
USCITE
DIVISO PER : 2 4 8 16 32 64 128 256 512 1024 2048 4096

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994 - Pag. 58


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LAMPADA D'EMERGEN
RICARICABILE
Ho cercato su varie riviste lo schemi
R1 di una piccola lampada d'emergenza
ricaricabile dalla rete luce; non l'ho
trovato (come serviva a me) ed allora
Se vogliamo usare mi sono dato da fare per mettere
220 V una lampada assieme un circuito del genere.
più potente Ora che sono riuscito a costruirlo
(con una pila penso di fare cosa gradita proponen-
la lampada deve done la pubblicazione.
essere da 1,5 V) Il circuito è semplicissimo.
basta mettere in R I e CI limitano la corrente e produ-
serie più pile: con cono la caduta di tensione idonea,
3 accumulatori visto che si parte direttamente, per
C1 per esempio semplicità ed economia, dai 220 V
possiamo usare della rete-luce.
una lampada
Il ponte di diodi retti fica l'alternata.
da 4 V circa.
venendo a costituire un circuito di
raddrizzamento, ad onda intera.
ol deviatore SI posto in C (carica


la corrente raggiunge la batteria (o le
batterie) e la mantiene opportuna-
3E R mente sotto carica.
In caso di interruzione della tensione
cli rete, dopo un certo periodo dì
tempo dal suo ritorno (tempo che
dipende dalle caratteristiche della
batteria stessa), questa è carica.
Il dispositivo Per verificare ciò, SI si commuta in
si monta su un posizione L (luce), nella quale la bat-
qualsiasi supporto teria va ad alimentare una piccola
isolante, meglio lampada (da 1,5 V) che deve accen-
se del tipo
millefori.
Se intendiamo
usare più di una
pila occorre
COMPONENTI
R1 = 220 2-0,5 W
acquistare R2 = 220 K2-0,5 W
( o costruire) C1 = 0,47 uF • 600 VI (e.e.)
l'apposito D1 = D2 = D3 = D4 = 1 N 4007
contenitore con LP = lampadina 1,5 V
tanti scomparti
quante sono le
(vedi testo)
batterie che S1 = deviatore a levetta
vogliamo usare. A = accumulatore 1,2 V • 500
mA (vedi testo)

ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 60


:can·:□J·
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,.,_ <«-f+f. ;.i.. ,.!+H -,:j:!:!+H-H, H, :W,..&+...--.
+#rt
Tutti i lettori sono invitati
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che non impieghi più di 1
componenti elettronici.
ttiiiii±i±t ±ibiti±i±i±l±iii±±l±E±#±i±lii:
.ff#li!EE?
Le realizzazioni (una breve
rrr
rr

spiegazione, qualche
disegno, le generalità ed una,
foto tessera dell'autore}

ZA devono essere inviate a


ELETTRONICA PRATICA
EDIFAI - 15066 GAVI (AL):
a tutti i partecipanti sarà
spedito un utile omaggio.
Ogni mese il progetto
migliore verrà pubblicato e
premiato con uno stupendo
kit per saldatura in valigetta.
piedino 3) va a pilotare IC2, un integrato
tipo 4017, entrando nel suo piedino 14;

Gianni Ferrari, 15 anni


LUCI SUPER-CAR IC2 elabora il segnale in modo che
venga riproposto a pi lo tare le usci te
di Cles (TN), ha realizzato cominciando dal pin 3 e proseguendo
questa semplice ma sino a raggiungere il pin 1, per poi inver-
funzionale lampada Zagone Vitale di Castronovo di Sicilia tire il senso di marcia e tornare al 3.
d'emergenza ricaricabile (PA) si dedica ali' elettronica nel tempo Il ciclo naturalmente si ripete all'infini-
che gli è valsa lo splendido libero ed a livello hobbistico; il piccolo to; alcune delle uscite figurano accop-
kit per saldatura Valex. progetto che ha realizzato consiste in un piate attraverso i diodi, appunto per otte-
circuito che fa spostare l'accensione di
dersi regolarmente; se la luce prodot- una striscia di led da destra verso sini- »»
ta dalla lampada rimane costante, è la R1 = 1000 Q
stra e viceversa a velocità variabile, R2 = 1000 0
conferma che la batteria ora è carica. esattamente come quelli della mitica R3 = 220 KO (potenz. lineare)
Nel caso in cui si desideri maggior auto "Super Car". R4 = 680 2
potenza, la soluzione è piuttosto Il funzionamento, pressoché completa- C1 = 4,7 F • 25 V (elettrolitico)
semplice: occorre collegare più pile mente affidato a due soli integrati, è il c2= O, 1 µF (ceramico)
in serie fra loro. In questo caso, LP seguente: ICI oscilla generando un D1 ± D8 = 1N4148
deve essere di tensione pari ad 1,2 V onda rettangolare la cui frequenza è DL 1 DL6 = LED rossi
moltiplicato per il numero delle pile regolabile tramite R3. IC1 = NE 555
impiegate: nell'esempio della figura, L'uscita di JCl (l'onnipresente NE 555, IC2 = CD 4017
con 3 pile, LP deve essere da 4 V
circa.
Questo semplice circuito può anche
essere impiegato per l'uso più gene- 16
rico di puro e semplice dispositivo di 3 a DLI
carica (a rotazione oppure di mante- 2 .. 01
nimento) per pile o batterie ricarica-
Il .. I

+
a.
bili; in questo caso, LP serve sempli- 7r 1
cemente a controllare se la batteria è 4
tata ricaricata, manifestando ciò con 1c ? 9
luce piena e brillante. 6l !C2 7 1 12V
é
La semplicità del circuito presenta
però un inconveniente abbastanza 2l 1
6 a T, -
i
I
prevedibile, e cioè il fatto di essere IO "\
direttamente collegato alla rete luce:
attenzione pertanto alla scossa, 5 a.
13
anche piuttosto violenta, che si può D8 6
prendere trafficandoci attorno a
distrattamente.
ct I I

( ar'# %

ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994 - Pag. 61


un circuito oscillatore ad alto rendimen-
to; la capacità Cl serve a definire la
cadenza di questi impulsi: come al soli-
to, maggiore è il valore, più questi
impulsi sono lunghi.
Il trasmettitore vero e proprio è un cir-
Il vantaggio cuito autooscillatore realizzato su un
2N2222 stabilizzato a quarzo; si tratta di
di questo
piccolo uno stadio amplificatore risonante nel
circuito di collettore e con il quarzo sul
circuito
nere l'accensione di tipo "Super Car". circuito di base, così da far innescare le
è quello di
Ad ogni modo, l'effetto ottico che se ne oscillazioni desiderate.
poter usare
ottiene è uno spazzolamento continuo da La rete C2-J l -C3 serve a separare
normali
parte della striscia di led. l'oscillazione a RF da quella a BF
lampade ad
A proposito dei quali,si ricorda che pos- incandescenza. sull'alimentazione comune.
sono anche venir sostituiti con delle pic- L'assorbimento è di 0,6 mA a riposo e di
cole lampadine ad incandescenza, 40 mA in trasmissione.
aggiungendo però un transistor NPN per Per la messa a punto del circuito, regola-
ogni uscita, così da consentire il neces- re il nucleo di LI fino ad ottenere
sario pilotaggio, e portando l'altro termi- dalla rete-luce a 220 V. l'oscillazione regolare sulla frequenza
nale al positivo; tutto sommato però, Il diodo indicato come D 1 ( un comune del quarzo Y I.
quest'ultima soluzione non è del tutto tipo al silicio) ha il compito di prelevare
raccomandabile, se non in caso di effetto le semionde positive dalla rete a 220 V,
Marco
luminoso particolarmente intenso caricandone il condensatore elettrolitico
Manfredini
Cl attraverso la resistenza di Rl+R2;
di Lucca ha
quando la tensione ai capi di C 1 rag-
realizzato
giunge la tensione di soglia del diac D2,
questo semplice
cioè 3040 V, esso si porta in conduzio-
trasmettitore
ne scaricando il condensatore sul gate
in grado di
del triac, facendo così accendere, per il
generare impulsi
tempo di scarica di C 1, la lampada LP.
molto potenti.
Variando il valore di R2 (si tratta di un
trimmer) si può variare il ritmo con cui
si ottengono i lampeggi, rendendo così
possibile la regolazione a piacere del
dispositivo. C1 = 220 µF • 16 V (elettrico)
c2= O, 1 µF (ceramico)

EEEIRE
C3 = O, 1 µF (ceramico)
C4 = 15 pF (ceramico)
S1 + C5 = 22000 pF (ceramico)
o C1 R1 = 33 KO
Lo schema proposto da Marco Manfre- R2 = 15 KO
RETE dini di Lucca non presenta difficoltà R3 = 220 2
particolari e si presta ad essere realizzato J1 = VK200
R1 = 10KO con componenti standard. L 1 = 16 spire filo smaltato 0,40
R2 = 100 KO (trimmer) Il trasmettitore viene alimentato a 6 V, mm su 0 5 mm
R3 = 220 2 sfruttando due pile al litio da 180 mA • h L2 = 5 spire filo smaltato 0,40
C1 = 1 µF • 50 V (elettrolitico) collegate in serie; è importante che non su lato freddo L 1
T = triac 400 V-6 A venga superata questa tensione, pena la Y1 = xtal a 20,945 MHz
D1 = EM513 (al silicio) distruzione di IC 1. IC1 = LM 3909
D2 = diac È appunto ICI, un LM 3909, che serve a TR1 = 2N222-2
LP = lampada 220 V (potenza generare gli impulsi necessari a modula- A = antenna circa 3,5 m filo 0,5
max consigliata = 800 W). re, per evidenti motivi di identificazione, mm
I = interruttore a levetta
Bernetti Gabriele di Petritoli (AP) ha J1

r
realizzato questo semplicissimo genera-
tore di effetto stroboscopico che presen- I I I I c4
ta alcuni vantaggi che andiamo subito ad

t.
elencare: è molto semplice da realizzare,
è molto economico (sta dentro le 10.000
lire di costo) e, cosa forse ancor più vcc C2 Ic3
apprezzata, la lampada adottata è di un
normale tipo ad incandescenza.
Il funzionamento è molto semplice,
I VI I 7 < I
T
anche perché l'alimentazione è derivata
ELETTRONICA PRATICA- Luglio/Agosto 1994 - Pag. 62
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ELETTRONICA PRATICA - Luglio/Agosto 1994- Pag. 63


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di questi componenti questo numero ad affrontare il segnale molto stabile attraente per i pesci che in
individuandone anche le il fondamentale concetto della radio RAI come questo modo sono portati
principali caratteristiche. di semiconduttore. frequenza di riferimento. ad avvicinarsi alla lenza.

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ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 1


ELECTRONIC NEW S
CA BIA VOCE TELEFONICO
L'apparecchio telefonico, così utile nella nostra vita quotidiana, tal-
volta purtroppo può anche essere fastidioso oppure addirittura nascon-
dere insidie. Quando ad esempio si ricevono telefonate in cui, dopo il
nostro "pronto", chi ha chiamato non risponde e poi dopo un po' inter-
rompe, siamo spesso portati a pensare che si tratti di un malintenzio-
nato che vuole verificare se in una casa abitano donne sole, vecchi o
bambini, per poter compiere qualunque tipo di atto delinquenziale.
La fantasia degli inventori di apparati elettronici ha creato una forma
di difesa anche per questi casi: un piccolo apparecchio alimentato a
batteria, collegato al telefono, permette di alterare a piacere la voce,
variandone sia il tono (da basso ad alto o viceversa) che il volume; il
dispositivo si attiva o disattiva prontamente con un unico interruttore.
Ogni tipo di falsificazione è consentita e la più dolce delle voci fem-
minili si può trasformare in una voce maschile minacciosa, scorag-
giando così qualunque scocciatore o malintenzionato. E se l'apparec-
chio non viene usato per difendersi, può sempre servire per uno scher-
zo, ma bisogna ricordarsi che il gioco è bello quando dura poco ...
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Luca Landucci, 26- Tel. 055/8363040).

LA TENDA INTELLIGENTE
Il gruppo Gibus ha realizzato la più vasta e completa gamma di motori ed automatismi per tende da
sole. Seguendo il motto "sicurezza nella semplicità" sono nati diversi sistemi di movimentazione, sem-
plicissimi da installare, compatti e facili da usare grazie a telecomandi aventi ampio raggio di azione.
Esiste anche un tipo di telecomando che può aprire e chiudere cinque diverse tende. Accanto ai mecca-
nismi tradizionali si trovano dei veri e propri sistemi intelligenti, che rappresentano la soluzione ideale
nel caso di finestre o verande numerose e di grandi dimensioni. Un'unica centralina, ricevendo i segna-
li da appositi sensori, regola l'apertura delle tende sulla base delle condizioni di illuminazione oppure
del vento. Nel primo caso, a seconda dell'intensità dei raggi solari, viene inviato un comando di salita
I sensori o di discesa della tenda. L'automatismo non viene "ingannato" dalle brevi variazioni di illuminazione
dell'intensità provocate ad esempio da nuvole passeggere. Installando vicino alle tende un anemometro (apparecchio
luminosa e della che misura la velocità del vento) il sistema è invece in grado di proteggere sia le tende che le persone
velocità del vento che vi stanno vicine dai danni che possono provocare le forti raffiche.
sono collegati La centralina viene in questo caso tarata su una soglia di velocità, oltrepassata la quale la tenda si riav-
ad un'unica volge automaticamente. Lire 550.000 (i due sensori e la centralina). Gibus (35010 Villafranca- PD -
centralina. Via dell'Industria, 16 - Tel. 049/9070378).

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• • •
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-G. /,,.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 2


ELECTRONIC NEW S
BACKGAMMO AL COMPUTER
Non solo il computer è programmato per il gioco del Backgam-
mon, ma rappresenta anche una perfetta simulazione delle situazio-
ni che si verificano nel gioco fatto con la scacchiera convenziona-
le. Anche in questo caso esistono i dadi tradizionali, ma sono
molto più suggestivi quelli elettronici, che sono proiettati sullo
schermo della scacchiera, rotolano come quelli veri e fanno anche
lo stesso rumore, il tutto ovviamente sintetizzato al calcolatore.
Oltre a possedere questa interessante caratteristica il "sensory
computer" per Backgammon è programmato per 9 diversi livelli di
difficoltà. Si può giocare contro il computer, assistere ad una parti-
ta del computer contro se stesso, giocare secondo strategie suggeri-
te dallo stesso computer, che memorizza ogni mossa delle pedine.
Lire 172.500 (più spese di spedizione). Temporex (20147 Milano
Via Zurigo, 14- Tel. 02/48301466).

MA CHE BELLA
COMBINAZIONE
A chi debba acquistare sia il televisore che il videoregistratore.
oppure voglia dotarsi di un secondo televisore, si può suggerire di
pensare alle nuove combinazioni dei due apparecchi uniti in un
corpo solo. Questa soluzione ha due vantaggi fondamentali: si evi-
tano tutti i problemi creati dai vari cavi di collegamento e si ha in
mano un solo telecomando. Il nuovo prodotto della Philips consi-
ste in un televisore a 21 pollici, che assieme al 25 pollici è il for-
mato più diffuso nelle case, accoppiato ad un videoregistratore a
due testine dotato del meccanismo turbo drive, che rende più velo-
ci tutte le commutazioni, ad esempio dal "play" al riavvolgimento.
Il televisore è dotato di uno schermo costruito con la tecnologia
"black" che garantisce i colori contrastati e le immagini molto niti-
CARTELLINO ADDIO de. Sullo schermo vengono visualizzati i programmi e tutte le
regolazioni impostate. Si possono memorizzare fino a 50 selezioni
Già da diversi anni il vecchio orologio per timbrare il di canale e vi è la possibilità di programmare fino a 5 videoregi-
cartellino è stato quasi ovunque sostituito da una tesse- strazioni. Tutte le funzioni sono controllate da un unico telecoman-
ra magnetica chiamata "badge" che viene letta da un do con doppia serie di pulsanti e anche il suono è di alta qualità.
apposito apparecchio in grado di trasmettere, ad un cal- Lire 1.859.000. Philips (20124 Milano - P.zza IV Novembre, 3 -
olatore centrale, tutti gli orari di entrata e di uscita del Tel. 167/820026).
lavoratore. Ma anche questo sistema può essere scomo-
do in quegli enti in cui, dato l'alto numero di persone,
la coda per aspettare il proprio turno per immettere il
ge nel lettore costituirebbe una notevole perdita di
due posti di lavoro di Roma, la stazione fer- La Philips ha
aria Termini e la direzione generale della CGIL, il realizzato in un
egli orari di entrata e di uscita avviene con corpo unico un
a radio frequenza realizzato da una società di televisore ed un
ler Hoomn) che si occupa di integra- videoregistratore
1atici di registrazione Tiris realiz- entrambi di alta
ments. Ciascun dipendente porta qualità. Il tutto ha
tessera in cui sono memorizzati le dimensioni di
che vengono letti da un sistema di
50 x 52 x 48 cm.
so porte di ingresso attrezzate
l'unico impegno dei lavoratori
lta per le speciali porte,
li conseguenza perdere

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 3


- - - ~ ~ -~ --- -
LABORATORIO
-~----

Un utile strumento di facile realizzazione che consente


di ottenere svariate informazioni sullo stato e sul tipo
dei transistor in prova. Le indicazioni sono fornite
da~'accensione di 3 coppie di led bicolori.
Il circuito è predisposto per essere
utilizzato anche cosi com'è, senza
un contenitore di protezione.
Il montaggio è piuttosto semplice.

Ricordiamo in questo disegno


la classica piedinatura dei tipi
di transistor PNP ed NPN,
rispettivamente.

L e descrizioni relative a provatransi-


stor, sia di tipo statico (cioè basati
sull'applicazione di sole tensioni conti-
con un circuito da quattro soldi; anche
per quanto riguarda il suo funzionamen-
to, non possiamo aspettarci che esso sia
PNP é NPN
nue) sia di tipo dinamico (cioè basati proprio elementare, se non altro perché
sull'applicazione di veri e propri segnali ci sono da interpretare le indicazioni
in e.a., appositamente generati in loco) luminose di ben 6 led. Indicazione grafica delle tre "fasi"
trovano largo spazio sulle riviste di elet- del segnale generato da Ic1,
tronica. In effetti, la loro pubblicazione è il quale è collegato in modo che,
piuttosto ricorrente per molteplici moti- UN CIRCUITO DINAMICO immediatamente prima del termine
vi: permettono di capire più o meno il di un'onda, parta quella della
funzionamento pratico dei transistor; Andiamo così ad esaminare le varie parti sezione successiva, e così via
rivelano (ovviamente) se il transistor è del nostro schema elettrico il quale è in progressione sincronizzata.
buono o guasto; ne possono indicare le fondamentalmente basato sulle presta-
aratteristiche elettriche fondamentali (~, zioni di un comunissimo integrato multi-
F. ecc.); possono determinare se un plo qual è il 7400.
transistor sconosciuto è di tipo NPN o Di ICI si utilizzano le prime tre sezioni
PNP: infine. i transistor che usiamo sono (a - b - e) quali oscillatrici per generare
3
e quindi le necessità di prova fre- un segnale che potremmo definire "trifa-
quenti. Questi motivi sono quindi più se" in questo senso: quando la singola
che sufficienti perché anche noi ritomia- oscillazione al piedino 3 di IC 1/a sta per
sull'argomento con un progetto che terminare (nel senso di passare per lo
soddisfi rune o quasi le caratteristiche zero), comincia immediatamente quella 6
che uscirà dal piedino 6 di ICI/b; quan-
no tiene do sta per terminare questa, inizia
conto di queste necessità salvo l ultima; l'oscillazione in uscita da 11 di ICI/e, e
in più però permette di individuare qual così via, in sequenza.
èla base dei 3 piedini presenti. Quindi c'è sempre una leggera sovrap- 11
Per consentire prestazioni interessanti. posizione dei segnali sulle uscite,
è naturalmente possibile cavarsela »)»

ELETTRONICA PRATICA- Ottobre 1994- Pag. 5


I I e 1
I
R5 R8

.
11

t
. l . l a
4,
5 D
6 17 +

I Il P
c4

+ +
I =ci c2
R9

Schema elettrico del


provatransistor intelligente.

• .
Da notare che la quarta
sezione di C1, pur non
essendo sfruttata in questo
circuito, presenta gli
ingressi cortocircuitati
al positivo, per evitare
'
ripercussioni di qualsiasi
tipo.
F • • ---· --·•C•· -·--- ·---
TR IN ESAME

sovrapposizione che deve avvenire man- chiave di lettura. ad alta luminosità), accoppiati nei due
tenendo un buon sincronismo fra le tre La quarta sezione di ICI è qui inutilizza- colori diversi ed ugualmente invertiti
sequenze; perché si verifichi questo è ta in quanto ... non c'era nient'altro da come polarità. A montaggio terminato,
importante che CI - C2 - C3, i conden- farle fare. ed inserito ICI nello zoccolo in modo
satori che stabiliscono la costante di Il circuito è stato realizzato su una baset- che l'incavo circolare presente sul dorso
tempo, abbiano tolleranze non troppo ta a circuito stampato (misura 6x9cm), in prossimità di uno dei lati corti sia
ampie sui loro valori di targa; deve quin- comodamente predisposta per essere orientato secondo le indicazioni, si prov-
di trattarsi di condensatori elettrolitici di anche lasciata nuda. vede al collaudo dello strumento, ali-
qualità molto buona (nel nostro caso, al mentandolo con batterie in modo da
± 20% ), altrimenti è possibile sostituirli avere 6 V circa.
con tipi in policarbonato o altro materia- UNO STRUMENTO COMPLETO Una prima verifica la si fa cortocircui-
le plastico, ove reperibili con minori tol- tando in modo provvisorio tutte e tre le
leranze. Si montano subito i resistori, lo zoccolo uscite e -b-c fra di loro: tutti i led devo-
Il valore di questi condensatori è tale che per ICI e lo zoccolo (di tipo affidabile e no accendersi in modo sostanzialmente
risulti sufficientemente alta la frequenza robusto) per l'inserimento dei transistor uniforme.
di oscillazione (300 + 400 Hz), cosl che in prova. Se uno dei led (o meglio una coppia) fa
i led appaiono sempre accesi; si tratta di I condensatori, essendo tutti elettrolitici, meno luce degli altri, con molta probabi-
3 coppie presenti in serie ad ognuno occorre inserirli rispettando la polarità lità uno dei 3 condensatori ha capacità
degli elettrodi e montate in opposizione indicata sulla copertura in plastica. sensibilmente più bassa degli altri 2, e si
di fase, nonché di colore diverso (3 verdi I led, allo scopo di poterli ben affianca- può quindi (volendo) sostituirlo.
e 3 rossi), così da disporre di un'ulteriore re, sono del tipo a sezione rettangolare ( e »>>
ELETTRONICA PRATICA· Ottobre 1994- Pag. 6
-·1
PROVATRANSISTOR
===~~ d >
INTELLIGENTE
Piano di montaggio della
basetta a circuito
stampato del
provatransistor; con 4
9 colonnette applicate
-4.e o sotto i fori praticati negli
angoli, lo strumento può
"-a 6 V
~ restare bellamente
"nudo" anche nel suo uso
quotidiano.

o o

o o
o o
2
Il circuito stampato è qui visto dal
3
lato rame nelle sue dimensioni reali.
4
La realizzazione non dovrebbe
5
creare eccessive difficoltà.
6
7 Il transistor del quale si vogliono
provare le caratteristiche
I C 1 si inserisce nell'apposito zoccolo
oppure, nel caso di contenitori che
non lo permettano, si collegano 3
spezzoni di filo ai pins corrispondenti e b e o
ed ai terminali dei componenti.

ONENT
'R1 = 561
R22
R3

'3=LED verdi
PROVATRANSISTOR INTELLI
Un altro esperimento significativo, che
potrebbe valer la pena di eseguire, è
quello di aggiungere (in parallelo ai 3
condensatori da 1 F) 3 condensatori da
470 F provvisoriamente: in tal modo
l'oscillazione risulta enormemente ral-
lentata tanto da poterla seguire ad occhio
nudo: lo strano lampeggio che si nota
permette di verificare visivamente che i
led siano effettivamente in opposizione
di polarità.
a k
Comunque, col circuito disposto nella

Nel nostro prototipo sono stati usati dei led a sezione


rettangolare che si prestano molto meglio di quelli
cilindrici ad essere montati uno vicino all'altro. In questi
modelli la polarità è riconoscibile dalla lunghezza dei
terminali oppure dalla struttura intema molto ben visibile:
il terminale collegato al piccolo trapezio è il catodo.

IL CIRCUITO INTEGRATO 7400


Schema elettrico di una Lo "zero zero", come viene familiarmente indicato questo dispositivo,
delle quattro sezioni che primo della serie 1TL, è un quadruplo NAND a due ingressi, che natu-
compongono l'integrato. ralmente è disponibile anche nella versione LS ( cioè Low power
Schottky), che ne rappresenta oggi l'evoluzione tecnologica più diffusa.
Nelle illustrazioni qui riportate troviamo: lo schema di una delle singo-
+ le sezioni contenute nel chip; la costituzione interna complessiva con i
collegamenti ai vari piedini dello zoccolo (a 14 pins); il singolo simbo-
lo logico e la relativa tabella della verità. I massimi valori di tensioni e
correnti relativi al 7400 sono riportati nell'apposita tabella.

u
A I B u
I Il simbolo logico di
I
o ' 1 1 una singola sezione
con la relativa
1 o 1
tabella della verità.
1 1 o

Costituzione intema complessiva


dell'integrato con collegamento La tabella illustra i massimi valori di tensioni e correnti
delle 4 sezioni ai piedini. relativi al circuito integrato 7400 da noi utilizzato.

simbolo parametro valore


14
Vcc tensione di alimentazione -0,5- 7V

Vi tensione applicata all'ingresso -0,5+ 15V

Vu tensione applicata all'uscita - 0,5- 10V


I

li corrente in ingresso - 30 + 5mA

lu corrente in uscita 50mA

CA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 8


IGENTE
sua versione ufficiale, prima di adden-
trarci nell'impresa di esaminare transi-
stor sconosciuti, è bene imparare ad
usarlo, e quindi eseguire una serie di
prove con transistor sicuramente buoni e
di cui si conoscono polarità e piedinatu-
ra; vediamo allora cosa succede con que-
ste prime prove.

SMD 5000
LE PROVE
SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
NPN: si accendono i led verdi in corri-
spondenza del "c" e della "e"; il led Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
rosso acceso indica la base. saldatore ad aria calda ELTO.
PNP: si accendono tutti i led, tranne il La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda, con
controllo elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata prevalentemente
led rosso della base. alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre essere utilizzata per lesi di
Se invece il transistor presenta un corto- resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e per
circuito fra due elettrodi, si accendono dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per componenti SMD (consente di asportare
tutti e 4 i led (due rossi e due verdi) dei componenti guasti dal circuito stampato).
due piedini fra cui c'è il corto; se c'è Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
- Temperatura regolabile: da 50-C a 400-€
interruzione della giunzione, i 4 led - Portata max aria regolabile: 9 I/min.
rimangono spenti. - Alimentazione: 220 Volt
Nel caso in cui si abbia a che fare non
con un transistor ma con un diodo qual- ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
siasi di cui non si conoscono i terminali,
questo si può inserire fra due punti qual- La stazione di saldatura ELT0 è precisa, robusta e maneggevole.li cavo
siasi (per esempio, fra "e" e "c"): il led del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale della
rosso che si accende ci indica l'anodo, il punta calda. E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
led verde il catodo. La verifica di com- Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della punta
portamento si può effettuare anche su saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gradi C
transistor di potenza, che si collegano della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta (interrutore in
posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva ottenuta sulla punta (interruttore in
con brevi spezzoni di filo (magari con posizione READ). Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura.Precisione
pinze a coccodrillo) fra i tre punti e - b - +/- 1 %. Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp
c dello,strumento e gli elettrodi corri- Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt
spondenti. -Temperatura regolabile : da 50C a 400C
Come già accennato, il circuito funziona - Alimentazione : 220 Volt

I
La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX , dotata ci una
a pila (dato il consumo basso e forte- chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.
mente intermittente), con un valore di
tensione in linea di massima sui 6 V;
sembrano tanti per un integrato della
serie 74 (che richiede 5 V esatti), ma il
nostro circuito funziona correttamente
ed affidabilmente sino a 7 V.
Con tensioni superiori il circuito si
I
tI
blocca ma non si danneggia: durante le a

prove di laboratorio, esso è rimasto ali-


mentato (non più funzionante) per 4 ore
a 12V, poi, riabbassata la tensione sotto
i 7V il tutto ha ripreso a funzionare
regolarmente.
Se la tensione è invece tenuta più bassa
(per esempio, i tipici 4,5 V) il circuito
funziona in modo perfettamente regola-
re, però i led fanno poca luce.
ient' altro da aggiungere: è così eviden-

e%7
.e e.be il nostro montaggio non richiede
atura alcuna, bensì solamente di pren-
un po' di confidenza con le infor-
mazioni fomite dall'accensione dei led.
Lavora svelto chi usa ELTO
ELTO S.p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.83 I
ATTUALITA

UN GIORNO
Le fiere mercato di materiale surplus sono
appuntamenti imperdibili per tutti gli
appassionati di elettronica hobbisfica. Si trova
di tutto a prezzi convenienti ma soprattutto è
un'occasione per incontrarsi e conoscersi.

Un sacco di
componenti misti
costa 15.000 lire.
O gni tanto nelle pagine della rivista
viene consigliato di cercare alcuni
componenti un po' particolari nelle fiere
Uno grande uguale mercato di materiale surplus.
ma contenente solo Tutti coloro che sono già da tempo
diodi, resistenze appassionanti di elettronica hobbistica
o condensatori sanno sicuramente di che cosa si tratta
costa 10.000 lire. ma i nuovi del settore e i giovanissimi
forse non hanno mai avuto la possibilità
di andarci. '
Sui banchetti
Ebbene, come il tifoso di calcio non può
sono esposti
non essere mai stato allo stadio o il letto-
componenti re accanito in una biblioteca, non possia-
elettronici mo lasciarci sfuggire nell'arco dell'anno
che possiamo almeno uno di questi importanti appun-
toccare tamenti. Sono infatti vere miniere d'oro
ed esaminare.
AL MERCAT
per ]'hobbista elettronico che vi trova
tutto quanto riguarda il nostro settore a
prezzi ben più bassi di quelli di mercato.
ui banchetti, tanto rudimentali quanto
traboccanti di merci, si vendono radio
d'epoca con relativi ricambi, componen-
ti nuovi e usati, comuni o molto partico-
lari, libri specializzati, strumentazioni di
laboratorio, utensili di ogni tipo, minute-
ria varia, divertenti gadget e apparati
ricetrasmittenti.
Tra l'altro questi mercatini non sono
solo luoghi dove si fanno buoni affari
ma ritrovi in cui è possibile incontrare
tanta gente che condivide la nostra stessa
passione e con cui scambiare idee, opi- Gli appassionati di radiocollezionismo trovano qui una fonte
nioni e, perché no, anche materiale. inesauribile di approvvigionamento sia per quanto riguarda gli
Manifestazioni di questo tipo vengono apparecchi sia per i ricambi originali.
e e
organizzate quasi ogni fine settimana in
varie città italiane: a seconda di dove
viviamo può capitare che nella nostra
zona se ne organizzino una o più
nell'arco dell'anno ma la distribuzione
territoriale è abbastanza uniforme e
comunque sono appuntamenti che pos-
sono anche valere una gita domenicale
con quatche ora di viaggio.

I PROSSIMI
APPUNTAMENTI
Ovviamente la stagione in cui le fiere
mercato dell'elettronica sono più
numerose è la primavera-estate visto
che molte di queste manifestazioni si
svolgono all'aperto. Anche in
autunno inverno comunque troviamo
appun tament i impo rtanti: ecco quelli Vogliamo costruirci un amplificatore a valvole? Dove reperire i preziosi
previsti fino alla fine dell'anno. componenti se non nei mercatini di materiale surplus? Qui esiste una varietà
che non è possibile trovare in nessun altro posto.
• 24-25 settembre Gonzaga MN
26° Fiera del Radioamatore Le basette di vecchi apparecchi rotti vengono vendute a prezzi
• 8-9 ottobre Pordenone stracciatissimi (poche migliaia di lire) e contengono spesso componenti
17EHS 10° ARES molto costosi (per esempio integrati) ancora perfettamente efficienti.
• 15-16 ottobre Bari
12° Mostra Mercato del Radioamatore
• 22-23 ottobre Faenza RA
13° Mostra Mercato del Radioamatore
• 30-31 ottobre-1 Nov. Padova
1 ° Salone del Radioamatore
• 26-27 Novembre Pescara
29° Mostra Mercato del Radioamatore
• 17-18 Dicembre Genova
15° MARC
MODELLISMO

ACCENSIONE ELETTRONICA
PER MINIMOTORI
Si traffa di un alimentatore
appositamente progettato per fornire la
bassa tensione e l'alta corrente necessarie
alle candeline dei minimotori a scoppio
da modellismo per l'accensione.
Grazie ad un sistema di controllo
della tensione non si verificano cadute
neanche usando lunghi cavi.
Il nostro circuito
dispe rde, durante
il fu nz iona me nto,
molta po tenza
(tra sforma ndola
da elettrica in term ica )
e quindi nec ess ita
di un radiatore
abbastanza gro ss o,

appiamo più o meno tutti che nelle La pipetta di collegamento con il


S nostre auto (a meno che non si tratti
di motori diesel), esistono dei dispositivi,
minimotore va modificata in modo
che trovino posto anche due fili più
chiamati molto approssimativamente sottili. Questi controllano che
candele, che sfruttano il calore generato all'estremità dei conduttori più
da una scintilla a sua volta provocata da grossi non si siano verificate
una scarica ad alta tensione (1 O -;- 15 mila cadute di tensione: se ciò
volt) per far esplodere la miscela aria- accadesse i fili comanderebbero
combustibile nei cilindri. a IC1 un aumento
Per i motorini di uso modellistico, non della tensione erogata.
avviene esattamente la stessa procedura;
infatti si usa innescare la messa in moto
del motore dando un opportuno valore di
tensione ad una particolare candelina sistema piuttosto rudimentale, pur se conto che la corrente erogata è sempre la
che, anziché sfruttare una scintilla, utiliz- efficace, semplice e, quindi, usatissimo. stessa, e quindi la potenza buttata (in
za il calore generato da un filamento che A volte ci si può infatti ritrovare con la calore) è molto elevata.
viene appositamente acceso. batteria scarica, oppure con un cavo
In questo caso, la tensione necessaria per qualsiasi, non adatto in quanto provoca o
l'accensione è quasi sempre di 1,5 V, con la bruciatura della candelina o viceversa RISCALDAMENTO
un assorbimento di corrente che può il suo riscaldamento insufficiente. STABILIZZATO
variare fra 1 e 7 A. Per questi motivi, e per le richieste di
L'accensione di queste candeline si ottie- alcuni lettori modellisti, abbiamo ritenuto Pur con l'alimentazione a 6 V, il circuito
ne normalmente partendo da una batteria di fare cosa gradita affrontando il proble- che proponiamo disperde molta potenza
ricaricabile da 2 V circa (praticamente, ma con l'intento di risolverlo definitiva- (trasformandola da elettrica in termica),
un elemento di accumulatore al piombo); mente. ma siccome esso viene usato per tempi
il collegamento fra batteria e candelina è Bisogna però partire, innanzitutto, dal molto limitati non c'è in questo caso pro-
tto attraverso un cavo adeguatamente presupposto di disporre di una batteria da blema alcuno.
lto in modo da perdere "per caduta" 6 V, magari del tipo da motocicletta, Chiarite tutte queste necessarie premesse,
gli 0,5 0,7 V, cosicchè alla candelina comunque in grado di erogare 10 (o più) passiamo ad esaminare il funzionamento
giungano 1,5 V pressoché esatti. A·h; anche una a12V può naturalmente del nostro circuito.
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E però ben evidente che si tratta di un assolvere il suo compito, salvo tener
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 13
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Schema elettrico del circuito di accensione di candeline da mode11ismo.
Da notare il cablaggio sdoppiato in zona "uscita".

Eventualmente è possibile Il circuito stampato è qui


modificare il circuito in visto dal lato rame nelle sue
uscita per impiegarlo come dimensioni reali.
normale alimentatore: basta La riproduzione del tracciato
prevedere due ponticelli è molto semplice e quindi
tra i punti 3.4 e 5-6. alla portata di tutti.

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PONTICELLI
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ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 14


ACCENSIONE ELETTRONICA PER MINIMOTORI
In effetti. il circuitino che abbiamo pro- to la stabilizzazione introdotta sulla ten- u
gettato e realizzato non è nient'altro che I
sione d'uscita, vale a dire proprio la /
un riduttore stabilizzato di tensione,
salvo però tener conto di qualche partico-
caduta sui cavi che inizialmente abbiamo
citato come espediente per perdere alme-
o/
larità esecutiva, che già risulta evidente no 0,5 V: ecco allora il motivo per cui
dallo schema elettrico che andiamo ad all'uscita dal nostro circuito sono presen- D (
esaminare. ti 4 fili anziché i prevedibili 2.
li cuore del circuito è in questo caso un Infatti due dei fili, magari abbastanza
ottimo ed elastico integrato regolatore, il grossi (ma non ha più grande importan-
ben noto LM3I7, che consente, oltre che za), sono ovviamente quelli che portano
una perfetta stabilizzazione, anche la tensione, e più che altro corrente, alla
variazione della tensione in uscita su un candelina acchiappaampere; gli altri due, r u e
campo piuttosto vasto di valori (qui però sottili e quindi non ingombranti e fasti-
non ne avremmo granchè bisogno). diosi (magari avvolti o fascettati coi LM 317
Il nostro integrato presenta un solo pro- primi) vanno a "palpare" la tensione
MJ2955
blema: è in grado di erogare una corren- effettivamente presente ai capi della can-
te di poco più di lA, mentre noi ne delina e ne riportano il valore ali' integra-
abbiamo bisogno 10 o più.
Si tratta però di un problema di facile
to, ovvero al vero e proprio circuito di
stabilizzazione, il quale "sente" l 'even-
COMPONENTI
soluzione, dato che basta aggiungere un tuale caduta di tensione che farebbe lavo- R1 =2,72- 5 W
transistor di potenza adeguata, TRI, rare più bassa la candelina e fa interveni- R2 = 680 2
appunto pilotato da ICJ in modo che il re il circuito di stabilizzazione in modo R3 = 470 2 (trimmer potenz.)
complesso circuitale sia in grado di ero- da compensare la suddetta caduta e ripor- R4 = 220 2
gare (specialmente ad intervalli, come è tare la tensione sul carico al valore effet- R5 = 220 Q
sufficiente nel nostro caso) tutta la cor- tvamente desiderato. C1 =0,1 F (ceramico)
rente che serve. li circuito vero e proprio relativo ad ICI C2 = 470 F- 16V (elettrolitico)
corrisponde allo schema consigliato
C3 = 0,1 F (ceramico)
(nonché inevitabile) per l'impiego dello
TR1 = MJ 2955
LA CADUTA DI TENSIONE stesso; R3 consente di regolare la tensio-
IC1 =LM317
ne in uscita dallo stabilizzatore, o meglio
Per fare le cose seriamente, abbiamo F1 = fusibile 10 + 15 A
quella presente ai capi del carico, fra 1,2
però tenuto conto di un particolare che, Vcc = 6(12) Vcc
e 2,3 V, venendo così a coprire un campo
specie nel caso di lunghi fili di collega- abbastanza vasto di valori, almeno relati-
mento, avrebbe almeno in parte vanifica- )

Piano di montaggio della basetta a circuito stampato, sulla TR1 si trova nella parte posteriore del
quale è applicato il dissipatore a profilato angolare per TR1 dissipatore fissato ad esso tramite due viti
ed Ic1,i due componenti attivi del circuito. passanti che collegano anche il collettore.

e TR1

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@. I ALLA
CANDELA
==Gié5=,
©I.
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R2
5 G

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 15


ACCENSIONE ELETTRONICA PER MINIMOTORI
resistenza a freddo piuttosto bassa.
7l In ogni caso, il circuito è intrinsecamente


protetto contro i cortocircuiti possibili in
/ uscita ed eventuali surriscaldamenti; in
più, per norma precauzionale, è previsto
un fusibile al morsetto positivo della bat-
/ teria (da 10- 154); così, se si verifica un


cortocircuito accidentale, la batteria evita
di erogare tanta corrente da infiammare i
cavi di alimentazione.
In serie al fusibile, può eventualmente
essere anche previsto un interruttore,
magari a pulsante, che sia però in grado
di sopportare i I O A o più.

POCO STAMPATO
E MOLTO DISSIPATORE

La realizzazione del nostro dispositivo


accendi-candeline sarebbe estremamente
semplice (si tratta infatti di un circuito
piuttosto modesto) se non si dovesse
Lo spaccato di un modellino di
tener conto delle sue particolarità circui-
aereoplano con motore a scoppio
tali, tanto che il circuito stampato deve
evidenzia la posizione del
essere per forza adottato, e deve assoluta-
propulsore il cui cilindro, con la
mente essere eseguito come da noi indi-
candelina all'estremità, fuoriesce
cato per il nostro prototipo.
dalla carlinga per essere
Su un bordo della basetta si fissa un
accessibile senza smontare
angolare dissipatore su cui trovano posto
alcun elemento.
ICI e TRl, che scaldano parecchio se il
circuito viene usato ininterrottamente per
più di 5 minuti (questa condizione non è
però normale).
vamente a questa nostra particolare li sistema di dissipazione può comunque
applicazione. essere realizzato in altro modo, per esem-
Per monitorare, e quindi regolare, la ten- pio sfruttando la superficie di uno dei lati
sione a piacere, è consigliabile collegare di un opportuno contenitore entro cui
un voltmetro (ricorrendo magari ad un eventualmente si decida di sistemare la
tester analogico o ad un multimetro digi- basetta.
tale) ali' uscita dei due fili sottili, così si Comunque, interessiamoci ora del mon-
ha la garanzia che la misura sia proprio taggio dei pur pochi componenti su detta
quella giusta. basetta, cominciando da resistori e con-
Per quanto riguarda la restante parte densatori, componenti che non presenta-
dello schema, può essere utile chiarire no alcun senso di inserimento; fa ecce-
che CI e C3 (posti molto vicini ai piedini zione C2 che, essendo elettrolitico, porta
di IC 1) servono ad impedire che lo stesso chiaramente indicato il segno della pola-
ICI possa autoscillare; C2, che è normale rità da rispettare.
trovare sul terminale comune dell' inte- Segue il montaggio di R5, R3 e dei ter-
Sebbene si tratti di normali motori grato, in questo caso è di capacità molto minali ad occhiello per ancorarvi il
a scoppio i propulsori per più elevata del solito (470 F contro i cablaggio esterno, che non costituisce
modellismo hanno un IOµF più abituali) per far sì che la tensio- problema alcuno di senso o di polarità.
funzionamento un po' particolare in ne in uscita salga al valore predefinito Riferendoci pari pari alla versione da noi
quanto devono erogare una potenza lentamente, cioè in circa mezzo secondo. realizzata, si passa ora a montare, a parte,
elevatissima in proporzione alla Questa precauzione ha lo scopo di non il dissipatore di calore, cominciando dal
cilindrata. Si pensi che, per esempio, far subire alla candelina variazioni trop- posizionarvi TR 1, montato come al solito
da un motore di 3,4 cc si riescono po brusche di temperatura che invece si facendo uso di grasso al silicone e del
ad ottenere ben 0,65 HP (la potenza verificano con un tipo di accensione regolamentare kit di isolamento (per
specifica è di quasi 190 HP/litro). istantanea che provocherebbe un forte motivi di sicurezza).
La cilindrata varia da 0,8 a 15 cc. picco di corrente assorbita, essendo la Ai due terminali, e ad una paglietta sotto
CA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 16
una vite di fissaggio per il collettore, si
connettono i 3 cavetti che devono poi
portare gli elettrodi corrispondenti ai
punti previsti sulla basetta.
Ali' interno del lembo corto della L si
avvita poi (con le stesse tecniche adottate
per TRI) l'integrato ICI, in modo che le
scritte sulla faccia in plastica risultino
verso 1 'alto, e ripiegandone verso il basso
i tenninali.
A questo punto, il complesso dissipatore
- semiconduttore si adagia sulla basetta
Tra l'integrato IC1 e il dissipatore è bene prevedere il classico foglietto
provvedendo ad infilare, con cura e senza
di mica isolante per evitare contatti tra i due elementi metallici
sforzare, i tenninali di ICI nei fori appo-
(il radiatore è già collegato al collettore di TR1 ).
sitamente previsti; avvitata la squadretta
radiatrice, si saldano i tenninali ICI ed i
cavetti uscenti da TR1, col che il circuito sto con particolari "pipette" in plastica e cioè col carico applicato e con la tensio-
è completamente finito. "siringhe" in metallo. ne opportunamente regolata.
Noi dobbiamo modificare questi attacchi, Riteniamo utile anche far presente che,
facendo un lavoretto preciso e pulito, alimentando per un certo tempo le cande-
IL COLLAUDO consistente nell'aggiungere altri due con- line con una tensione bassa (diciamo il
duttori (in parallelo), se possibile di dia- minimo, cioè 1,2 V). si può ottenerne il
A questo punto, si può eseguire un col- metro un po' più grosso; in tal modo i preriscaldamento, comodo quando la
laudo preliminare del dispositivo, colle- due fili originali hanno la funzione di temperatura esterna è molto rigida.
gando la batteria all'ingresso e verifican- sentire la tensione sulla candelina per Questo circuito un po' particolare non
do la tensione d'uscita (per il momento, a riportarla al circuito di stabilizzazione, può, così com'è, trovare impiego come
vuoto), controllandone l'escursione otte- mentre i due più grossi sono quelli che un alimentatore stabilizzato per usi
nibile con la regolazione di R3 (ricordia- portano la vera e propria corrente di comuni; lo si può fare solamente colle-
mo che deve essere ali' incirca fra 1,2 e accensione. gando fra loro le uscite 3 - 4 e 5 - 6.
2,3 V). Ora questi fili vanno portati ai terminali In questo caso, però, il circuito non
Si passa poi a sistemare il collegamento d'uscita sulla basetta, ed il circuito può andrà più bene per l'accensione delle
alle candeline, che normalmente è previ- essere collaudato nella sua completezza, candeline.

CANDELE CANDELINE
15000V 7,5V E CANDELETTE
La "candela" di accensione della miscela benzina-aria presente nei
motori a scoppio è un oggetto estremamente comune, tanto che tutti
ne conoscono, quantomeno, l'esistenza.
Il funzionamento è anche abbastanza banale, in quanto, applicando
allo spillo centrale l'alta tensione prodotta dall'apposita bobina, fra
@ esso e la massa metallica del motore, in uno spazio appositamente
//\ dosato, si verifica inevitabilmente la scarica elettrica, sotto forma di
scintilla che innesca appunto l'accensione della miscela (A).
Le candeline tipiche dei micromotori da modellismo funzionano
N. 1 Hot from 0,8 to 3,5 cc invece in modo completamente diverso (e in qualche modo simile
N. 2 Hot from 1,5 to 3,5 cc alle candeline di preriscaldamento dei motori diesel); il sistema
N. 3 Hot trom 2,5 to 6,5 cc infatti si basa qui sull'incandescenza che si verifica in apposito (e
N. 4 Med. trom 3,5 to 10 cc. robusto) filamento percorso da corrente elettrica ad alta intensità:
N. 5 Cold from 3,5 to 15 cc. tor nitro fuel qui i volt sono pochi, essendo bassa la resistenza del filamento, ma
N. 6 Cold trom 3,5 to 15cc; tor nitro tuel per lo stesso motivo sono tanti gli ampere: e il gioco è fatto (B).
N. 7 Very cold trom 3,5 to 15 cc. tor nitro tuel Le illustrazioni qui riprodotte forniscono qualche elemento in più a
N. 8 Very cold from 3,5 to 15cc. tor nitro tuel queste brevi note.
N. 9 Cold-Special from 3,5 to 15 cc. La tabella ci mostra i 9 tipi di candelette disponibili
per i vari tipi di minimotori.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 17


RADIO COLLEZIONISMO ]

IL RICEVITORE R I 07 Un imponente apparecchio


inglese del 1940 piuttosto
facile da trovare sul
mercato surplus per. la sua
grande diffusione. E stato
a lungo utilizzato anche
dopo la guerra da
radioamatori e addirittura
da alcune prefetture
per la penuria di ricevitori
nazionali.

I ricevitore R I 07, nel suo genere, era


I un vero spettacolo, inconfondibile
I COMANDI con la sua caratteristica scala semicirco-
lare. Di aspetto imponente e massiccio
(pesa intorno ai 44 kg), di funzionamen-
to sicuro, facilmente riparabile in caso di
guasto e di basso prezzo sul mercato del
surplus, era ricercato dai radioamatori
dell'epoca che non disponevano di gran-
di possibilità economiche. Se vogliamo,
l'unica critica è relativa alla poca demol-
tiplica del comando della sintonia fine.
Questo ricevitore, come del resto altri
dello stesso tipo (BC-312), dopo il con-
flitto era stato impiegato da reparti
dell'Esercito Italiano e dalle prefetture
anche a causa della penuria di apparec-
chi nazionali.
I: interruttore di esclusione dell'altoparlante (LS on-off): 2: quattro fori con gri- La caratteristica principale del ricevitore
glia di alluminio per l'altoparlante; 3: attacco per F'orologio di stazione (non in- R107 e quella di essere costituito da tre
stallato); 4: ghiera rossa della lampada spia dell'alimentazione; 5: zoccolo ret- complessi, AF, MF e BF, e alimentazio-
tangolare per verifica valvole; 6: morsetti per antenna filare, dipolo e terra ne, montati ciascuno su un telaio in
(6a,6b,6c,6d). Nella zona centrale si trovano: T:spina tripolare di interconnessio- lamiera di acciaio; i telai, a loro volta,
ne con il trasmellitore (mlllùzg):8: interruttore per il controllo in cuffia della pro- sono fissati ad un controtelaio di base
pria trasmissione (side tone on-off); 9: interruttore di alimentazione (power on- irrobustito con piattine saldate.
off). la posizione on si trova in basso contrariamente al solito; 10: regolazione I tre telai sono interconnessi elettrica-
dell'oscillatore a battimento (BFO); II: interruttore del BFO (BFO-OFF-AVC); mente mediante piastrine con terminali a
12: regolazione del volume (audio gain); l3: comando di sintonia demoltiplicato saldare.
e veloce (tuning control). Nella parte bassa si rrovano: 14: spina quadripolare Il pannello frontale, di lamiera verniciata
per alimentazione da batteria (DC supply); I5: spina bipolare per alimentazione in grigio-celeste chiaro, é fissato rigida-
dalla rete (AC supply); l6 prese per tasto e cuffia (fine jack e telephone jack); 17: mente ai telai con due traverse sagomate
regolazione del volume della cuffia (tel. output); I8: interruttore inserzione filtro che supportano anche le due grosse
audio (audio filter on-off) 19: interruttore del limitatore di disturbi (lim. on-off); maniglie verticali. L'altezza delle mani-
20: regolazione della sensibiltà (AF gain) 2l: commutatore della selettività (IF glie é tale da proteggere tutte le manopo-
narrow wide); 22: targhetta di identificazione; 23: commutatore di banda (range le nel caso il ricevitore fosse rovesciato
1-2-3); 24:regolazione dell'accordo di aereo (aerial trimmer). per l'ispezione.
Inoltre l' R l 07 é dotato di un robusto

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 18


1: l'imponente
frontale del
ricevitore R107
2: sul retro dell'apparecchio
si caratterizza
aperto, nella parte bassa,
per la scala di sintonia
vediamo i fili che collegano i
semicircolare.
3 telai. Quasi tutte le valvole
L'altoparlante interno
sono schermate da robusti
é fissato dietro i 4 fori
contenitori metallici per
che vediamo in alto evitare inneschi
a sinistra.
LE CARATTERISTICHE ed accoppiamenti parassiti.

coperchio scatolato di protezione per il


trasporto, che viene fissato al pannello
frontale con quattro grosse viti.
Sul fondo del coperchio é incollato lo
schema con l'elenco dei componenti e le
istruzioni semplificate per l'uso
dell'apparato.
Ricevitore: R I 07. Anno: 1940. Costrutto-
re: MCM.R (Inghilterra). Circuito: supere-
terodina a modulazione di ampiezza per se-
gnali modulati, persistenti e fonia. Gamma
di frequenze: 1,2/17,5 MHz in tre gamme a
sintonia continua. Va]yole impiegate: nove,
----
ARP34(4), AR2I (4), 6X5 (raddrizzatrice).
Sui fianchi del massiccio cofano che
Alimentazione: 100+250 Vca, 50/60 Hz
contiene il ricevitore, sono applicate
quattro robuste maniglie, due per lato; oppure 12 V cc. Uscita audio: altoparlante
una coppia orizzontale del tipo ribaltabi- interno e cuffia. Antenna: filare o dipolo.
le ed una coppia verticale del tipo a Scor- Dimensioni: 60x33x44 cm. Peso: 44 kg.
rimento e messe in modo da restare
entrambe nell'ingombro delle nervature
di rinforzo del cofano stesso.
GRANDE MANUALE
Ali' interno del telaio di alimentazione é "Fai da te con successo
montato un commutatore che consente radiocollezionismo" (grande formato,
centinaia di foto e disegni anche
di passare dalla e.e. alla e.a. e viceversa.
a colori) può essere ordinato:
Altra intelligente particolarità di questo • per telefono (0143/642232)
apparato é quella di avere disponibile sul • per fax (0143/643462)
pannello frontale uno zoccolo rettango-
lare di prova che consente di controllare
• per posta (spedendo il coupon
a EDIFAI - 15066 GAVI- AL)
r---------·
Desidero ricevere il manuale
dall'esterno mediante un voltmetro, la
1
In questi casi il manuale viene l "Radiocollezionismo" Pagherò al postinc
tensione dei filamenti delle valvole. spedito in contrassegno e costa ] lire 22.000 (spese di spedizione compres
Inoltre, sempre per facilitare la manuten- lire 18.000 + 4.000 di spese.
zione, é possibile effettuare tutta una In altemativa si può versare l'importo ( Nome
serie di misure, seguendo un'apposita I cl lire 18.000 sul c/c postale N.11645157
Cog_nome
tabella, sui terminali delle piastrine di intestato a EDIFAI • GAVI indicando
interconnessione elettrica dei telai. chiaramente il titolo in causale. Via
CAP Città
Firma
I
COMANDO

REGOLAZIONE CONTINUA
PER MOTORI IN CC
È un alimentatore-amplificatore in grado di far girare
tutti i motorini che funzionano in corrente continua in
ambedue i sensi di marcia. Il passaggio dall'avanti
all'indietro attraverso la posizione di fermo
avviene senza soluzione di continuità.

5
Al contrario di quanto
si po tre bbe pensa re
il circ uito pe r
l'invers ione con tinua
del se nso di marc ia di
un mo tore in cc non è
molto semplice ed è
quindi indispensabile
eseguire il montaggio
su una basetta
a circuito stampato.

Una volta montato e collaudato, il circuito va inserito


in una scatola di adatte dimensioni da cui fuoriesce l'alberino
del potenziometro. Intorno ad esso potremmo realizzare
una targhetta come quella che mostriamo.
di rotazione, magari passando da una effetti, per far invertire la marcia di un
M olti hobbisti trovano da sempre un
fascino particolare nei motorini in
corrente continua; addirittura, qualche
posizione centrale di stop del relativo
comando.
motorino in cc, occora poco più del
potenziometro ed invece purtroppo non è
decina di anni fa, un ragazzo che posse- Questo tipo di effetto si ottiene in genere proprio così.
desse un motorino "a pila", e naturalmen- tramite la regolazione di un potenziome- Per vari motivi che non è il caso di star
te ci giocasse, era tenuto in una certa con- tro che, in opportuno circuito e comanda- qui ad elencare, il circuito che serve rea-
siderazione da amici e conoscenti, se non to da una apposita manopola di grandi lizzare per questo scopo è un po' meno
altro perché ben pochi potevano permet- dimensioni, consente di avere, al centro semplice del previsto; vediamone comun-
tersi di averne uno. della rotazione, il motore fermo, a destra que lo schema elettrico.
Al giorno d'oggi non è certamente così, il motore che gira nella direzione avanti Innanzitutto, per ottenere l'inwrsione di
perché (a parte l'acquisto diretto nei sempre più velocemente e, viceversa, a marcia, partiamo avendo a disposizione
negozi, per esempio, di giocattoli) basta sinistra, nella direzione indietro. una tensione, duale, cioè una doppia sor-
andare da un qualsiasi ferrivecchi o gente a 12Vc.a. con riferimento unico al
smontarseli direttamente da mangianastri ponte PI, il quale fa il suo dovere rettifi-
o appunto giocattoli che vengono spesso PIÙ COMPLESSO candola e riproponendola, alla sua uscita
buttati. DEL PREVISTO nelle due polarità + e-, sempre riferite
Ad ogni buon conto, l'hobbista un poco allo zero cenLrale; naturalmente sui due
più impegnato, quello che ama costruirsi È appunto il circuito che sta dietro a que- rami di alimentazione così ottenuti devo-
da zero le proprie apparecchiature elettri- sto potenziometro che noi abbiamo no essere presenti due condensatori di
che, prima o poi ha la necessità di far costruito e che andiamo a descrivere. adeguata capacità per il livellamento.
girare un motore in un senso o nell'altro Qualcuno potrebbe forse pensare che in )»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 21


i--·
TR1
e

R '/
e

e e
TR3 TR
c1

Schema elettrico del comando avanti-


indietro per motorini in cc.
+ L'escursione della tensione d'uscita
fra valori positivi e negativi si ottiene

I C2 grazie all'utilizzo di un'alimentazione


duale del circuito.
e
I
I._.
Piano di montaggio della basetta a circuito stampato. Il trasformatore
di alimentazione va posizionato a parte non essendo previsto sulla stessa.

R1 = 1200 0
R2 =1 O Kn (potenziometro)
R3 =1200 Q
R4 =10 KO
R5 =10KO
R6 =1200 Q
R7 =1200 Q
C1 =2200 1,1F. 25V (elettrolitico)
C2 =2200 F . 25V (elettrolitico)
C3 =O, 1 F (ceramico)
C4 =0,1 1,1F (ceramico)
es= 2,2 1,1F (policarbonato)
"' I
-·e I·] I:
C6 = 2,2 1,1F (policarbonato)
L 1 = 100 F (RFC su toroide)

-± -~- ~
---
TR1 = 2N1711
TR2 = TIP 3055
TR3 = 2N2905

o
PI
t
R3
R2 -====
o
TR4 = TIP 2955
IC1 = TL081
P1 = ponte 100 V/50 mA
(Siemens)

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 22


-·-·-·-·1
I REGOLAZIONE CONTINUA
l

PER MOTORI IN CC
I
t

I
- L1
I

c5 C6

te] Edl te-es


o
Il circuito stampato è e
qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni o
reali.
TIP
3055
(2955)
TR2 e TR4 possono
essere reperiti in
contenitori diversi:
ecco la diversa
piedinatura nei due b c e
più comuni. 2N 3055

Il cuore del circuito è l'integrato opera- te fra i due terminali d'ingresso. ha lo questi motorini, quando girano, genera-
zionale IC 1, alla cui entrata invertente scopo di evitare che eventuali disturbi no molte scintille, che corrispondono a
(piedino 2) è connesso il cursore di un elettrici possano entrare in ICI modifi- tanti impulsi elettrici anche di notevole
potenziometro collegato al partitore fra A candone il funzionamento; C4, diretta- intensità.
e C; se il cursore è esattamente al centro mente posto sull'alimentaz ione di ICI, ci E questo non è il solo possibile inconve-
del partitore, al piedino 2 la tensione assicura che siano impedite instabilità ed niente da cui premunirsi: ogni motore in
applicata coincide con lo zero del circui- autoscillazioni da parte dello stesso inte- cc quando gira è il duale di se stesso, cioè
to, cioé col valore di B; se il cursore è grato. si comporta anche come una piccola dina-
spostato verso Rl, la tensione su 2 è posi- La tensione che esce da ICI (piedino 6) mo, cioè come un vero e proprio (anche
tiva, e negativa se il cursore si porta verso quando è positiva porta in conduzione se modesto) generatore di tensione.
la resistenza R3. TR 1, facendo lavorare TR2 che alimenta
il motorino dal positivo (ambedue i tran-
sistor sono NPN); quando invece è nega- L'AVANTI - INDIETRO
L'INTEGRATO tiva porta in conduzione TR3, facendo
lavorare TR4 che alimenta il motorino Ora che abbiamo digerito il funzionamen-
Lo scopo principale di IC 1, un classico dal negativo (ambedue i transistor sono to del nostro bel circuito, possiamo accin-
TL081, è quello di amplificare opportu- stavolta PNP); le due resistenze R6 e R7 gerci a montarlo; la realizzazione è come
namente la corrente son cui poi pilotare servono a disaccoppiare le due basi al solito prevista su basetta a circuito
lo stadio d'uscita; dato che si usa l'ingres- ali 'uscita di IC I. AIl uscita del circuito stampato per la massima affidabilità.
so invertente, l'uscita diventa negativa troviamo il gruppetto L1 - C5 - C6, che Cominciamo a mettere a posto i resistori
col cursore di R2 verso R3 e positiva costituisce un filtro passo-basso (del tipo (controllandone per benino il codice
verso Rl. cosiddetto a pi-greca). che elimina le colori), poi lo zoccolo per IC 1, poi i con-
Per quanto invece riguarda il guadagno in extra-tensioni generate dal motorino, densa tori non elettrolitici; Cl e C2,
tensione di ICI, esso è mantenuto (trami- evitando che risultino pericolose per i essendo elettrolitici, dobbiamo montarli
te il valore di R5) uguale a l; C3, presen- transistor; occorre infatti ricordare che »»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 23
rispettandone rigorosamente la polarità di
inserimento.
TRl e TR3 vanno montati verificando la
posizione del dentino che sporge dalla
base del corpo metallico; il potenziome-
tro R2 risulta invece automaticamente
posizionato dalla disposizione dei suoi tre
reofori asimmetrici.
Il ponte Pl riporta indicate le polarità in
Il circuito va alim entato tram ite un trasfo rmatore in grado di fornire la corrispondenza dei terminali, polarità
tensione di 12.0 !2 Ve la corrente massima !i 2 4. olendo si possono chiaramente indicate sui disegni; si monta
anche usare due trasformatori con i secondari collegati in serie. poi L1, in modo da risultare ben appog-

RADDRIZZATORE
POSITIVO
@ A2SEMIONDE
I
=> Per meglio intendere il funzionamen-
I to di questo tipo di circuito di ali-
@\ +
mentazione, occorre riferirsi alle due
figure qui riportate.
- e1 In presenza della semionda positiva,
vediamo dal i° schema che innanzi-

ZERO e tutto passa a condurre il diodo DI,


dato che il suo anodo si trova ad
essere positivo; contemporaneamente
però, per via dell'inversione di base
+ prodotta dalla presa centrale del tra-
C2 sfonnatore, la semionda positiva si
ritrova ad essere negativa su D4: e
catodo negativo significa di nuovo
che il diodo conduce, provvedendo a
caricare C2, rendendo così disponibi-
le tensione anche ai suoi capi.
Ciò significa quindi tensione di ali-
mentazione duale in quanto presente
su entrambi i rami del raddrizzatore.
Situazione analoga si verifica quan-
do invece è la semionda negativa ad
esser presente, salvo dar luogo a
comportamento esattamente opposto.
In ogni caso, riepilogando: Di e D2
lavorano sulle semionde (per loro)
positive; D3 e D4 lavorano sulle
semionde (per loro) negative.
Abbiamo così disponibili due tensio-
ZERO ni praticamente in serie fra loro;
riferendoci ora allo schema elettrico
generale del dispositivo di pag. 22
+ abbiamo: + o-12 V fra A e B, + o-
c2 I 2 V fra B e C; ma essendo B punto
comune fra le due alimentazioni,

eoaro lC allora, esattamente come A rispetto a


B risulta positivo, C rispetto a B
risulta negativo: il risultato deside-
> rato è quindi raggiunto.

- -
ELETTRONICA PRATICA- Ottobre 1994- Pag. 24
-
UA PER I IN CC
giato al piano della basetta.
TR2 e TR4 vanno posizionati lasciando i
terminali in quasi tutta la loro lunghezza;
il dorso metallico va orientato in modo
che sia rivolto verso l'esterno della baset-
ta. La posizione in prossimità del bordo
consente di applicare due transistor ad un
dissipatore di calore piuttosto robusto od
alla superficie (in alluminio) di un adatto
contenitore; essi infatti tendono a riscal-
dare abbondantemente, specialmente se il
motore assorbe più di 1 A.
Occorre comunque ricordarsi di isolarli a
dovere con l'apposito kit di isolamento.
-
Indicativamente, si può dire che un semi-
conduttore (se al silicio) può scaldarsi
fino a che è possibile tenerci un dito
sopra ( circa 50 + 60° C); se il dito non
resiste, è segno che la temperatura è supe-
riore, e che bisogna quindi aumentare il
dissipatore.
Restano ancora da inserire: alcuni termi-
nali ad occhiello per i collegamenti ester-
ni, un pezzetto di filo per il ponticello da
realizzare sul lato componenti della baset-
ta, e ICI nel suo zoccolo (rispettando per
l'inserimento la posizione dell'incavo sul
dorso); a proposito di ICI, come già cita- fai da te
to abbiamo usato un TL08 l, ma in effetti
qualsiasi operazionale previsto per ali-
mentazione duale può andar bene.
TTRiI g

IL COLLAUDO
Vuoi ricevere an-
Terminata così la costruzione, e riverifi-
che tu quest'ac-
cato per benino tutto il montaggio, il coppiata vincente
motore si prevede vada collegato ai ter- libro più tester)?
minali 1 e 2; se per caso la rotazione Compila il cou.
fosse contraria a quanto ci si aspettava, è pon, ritaglialo.
sufficiente invertire fra loro i fili di colle- incollalo su carto-
gamento. lina postale e spe-
Se si vuol agire con la massima prudenza, disci a
le prove di collaudo è meglio iniziarle EDIA
usando come carico non già il motore,
bensì una lampada da 12 V- max 5 W. 15066 GA AL
Ad ogni modo, salvo questi semplici con-
trolli qui citati, il circuito non richiede ====E Desidero ricevere il

solo 46.000 lire 7


alcun tipo di taratura. tester elettronico Valex e
La tensione 12-0- 12 V viene fornita da il libro "fai da te l'elettri-
un trasformatore apposito (o da due con i cista". Pagherò al posti-
secondari collegati in serie) in grado di TESTER ELETTRONICO no lire 46.000 (comprese
erogare 2 A max. Leggero, di dimensioni contenute, spese di spedizione).
con ampio display digitale a 4
La basetta può infine essere fontata
entro una scatola metallica, magari assie-
caratteri ben leggibili, comoda
manopola per selezionare le
I nome
me al trasformatore; se questa scatola ha
un bel pannello di solido alluminio, lo si
funzioni, dotato di provatransistor.
I cognome

FAI DA TE L'ELETTRICISTA
può usare (se di dimensioni sufficienti)
come elemento di dissipazione di calore Libro di grande formato, centinaia
di illustrazioni, tutte le operazioni
I via

CAP
per i due transistor di potenza. passo - passo, testi scritti da
esperti per sapere in pratica come
I
lavorare sull'impianto elettrico.
I firma
Grazie alla nuova tecnologia
dei dispositivi fotoelettronici è
diventato in questi ultimi anni
il mezzo più usato per
trasmettere a distanza, in
tempi brevissimi e con
risultati eccellenti, documenti
di qualunque tipo. I modelli
più evoluti sono parenti
stretti dei computer

IL TELEFAX mente grazie ai dispositivi fotoelettroni-


I I nome viene pronunciato rapidamen-
tee sembra uno dei tanti termini
anglo-americani intraducibili con i quali
Dall'altra parte, un altro apparecchio,
perfettamente sincronizzato col primo
grazie a complicatissimi regolatori ad
ci, in grado di trasformare un impulso
luminoso in elettrico e viceversa. È inol-
iamo ormai abituati a sentire chiamare i orologeria, scandiva un foglio di carta tre del 1976 l'approvazione, da parte di
prodotti delle nuove tecnologie. Invece trattato chimicamente. A seconda del tutti i paesi del mondo, di un unico stan-
fax ha origini nell'antico latino ed è passaggio o no della corrente generata in dard di trasmissione dei documenti attra-
un'abbreviazione di fac simile che lette- trasmissione, avveniva sul foglio una verso la tecnica facsimile.
ralmente significa "fai una cosa simile". reazione chimica tale da far rimanere
Il termine facsimile (scritto però tutto traccia di quanto era stato impresso sul
attaccato) oggi indica genericamente la foglio situato nella stazione trasmittente. SCANSIONE E MODULAZIONE
tecnica grazie alla quale si possono tra- Da questa interessantissima invenzione,
smettere a distanza le riproduzioni di che oggi si può ammirare al Museo della Oggi quando si parla di facsimile si
documenti. disegni, fotografie che sono Scienza e della Tecnica di Milano, i intende soprattutto la trasmissione, attra-
appunto simili all'originale moderni sistemi facsimile hanno eredita- verso la linea telefonica, di riproduzioni,
to alcuni importantissimi concetti: la di documenti o di qualunque testo o
scansione del documento in trasmissione disegno. I moderni apparecchi, chiamati
UN PO' DI STORIA e l'invio a distanza di impulsi elettrici fax oppure più raramente telefax, hanno
che permettono di riprodurre su carta un piccole dimensioni e sono usati sia come
L'antenato delle moderne macchine può qualunque documento grazie ad una rea- trasmettitori che come ricevitori. Spesso
essere considerato il pantelegrafo, appa- zione chimica provocata da un fenome- col termine fax si indica anche il docu-
recchio inventato nel 1856 dal l'italiano no elettrico. Nei decenni passati hanno mento trasmesso ("le manderò un fax
Giovanni Caselli: una punta elettrificata avuto enorme diffusione nel settore gior- contenente ... "). TI principio di funziona-
percorreva un foglio metallico sul quale nalistico, e ancora oggi sono usate, le mento si può suddividere in tre fasi prin-
venivano impressi con inchiostro isolan- telefoto, cioè le immagini trasmesse a cipali: la lettura della pagina, la modula-
te messaggi e disegni. Questo apparato distanza grazie ad impulsi elettrici in zione per la trasmissione sulla linea
trasmetteva impulsi elettrici in corri- grado di impressionare lastre fotografi- telefonica, la ricezione con la conse-
spondenza del metallo e li interrompeva che. Ma la grande esplosione della tecni- guente stampa su carta. La prima azione
quando incontrava la sostanza isolante. ca del facsimile è avvenuta solo recente- che solitamente si compie per inviare col
-
ELETTRONICA PRATICA- Ottobre 1994- Pag. 26
fax un documento è quella di inserire il I piccoli fax tradizionali, con
primo dei fogli (o l'unico foglio, se non stampa su carta termica,
ve ne sono altri) dentro l'apposita sede. hanno oggi prezzi abbastanza
In quasi tutti gli apparecchi la parte ridotti e prestazioni
scritta va rivolta verso il basso. Quindi si soddisfacenti.
compone sulla tastiera il numero di fax
del destinatario. A questo proposito va
ricordato che l'apparecchio può essere
collegato ad una normale linea telefoni-
ca già attiva per le conversazioni e che
grazie ad un deviatore si può scegliere
fra telefonata normale e trasmissione
facsimile.
È però preferibile richiedere una linea
nuova per collegare l'apparecchio fax, in
guanto le linee abitualmente usate per le Un modernissimo
conversazioni non consentono in genera- fax professioanle
le trasmissioni di buona qualità. Dopo con stampa laser
aver composto il numero, si preme soli- su carta comune ha
tamente un tasto per l'invio. È a questo svariate funzioni
punto che, se la linea è libera, viene atti- accessorie come
vato il processo di lettura e di trasmis- memorie, codici
sione. La lettura della pagina avviene d'accesso, stampa
attraverso la sua illuminazione da parte e trasmissione
di un raggio luminoso, che esplora le
contemporanee,
righe da sinistra a destra e dal]' alto in
alta definizione.
basso. In questa fase è quasi sempre il
foglio che in realtà si muove ed il movi-
)

Spaccato di un fax funzionante con la tecnica di stampa su carta termica.

DOCUMENTO IN RICEZIONE
GRUPPO DI TRASMISSIONE
SENSORE A MOTORE
PRESENZA DOCUMENTO SCHEDA DI
ALIMENTAZIONE
RULLO ESPULSIONE
CARTA
INSERIMENTO
DOCUMENTO DI TRASMISSIONE

DISPLAY FUNZIONI

QUADRO
DI COMANDO

USCITA
DOCUMENTO
IN TRASMISSIONE

TESTINA TERMICA

RULLO DI RICEVITORE SEGNALI LUMINOSI


ESPULSIONE

GRUPPO DI CONVERTITORE DI SEGNALI LUMINOSI IN ELETTRICI


ILLUMINAZIONE A LED MODEM

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 27


IL TELEFAX
mento è dato dalla lenta rotazione di un Per essere trasmessi sulla linea telefoni-
tamburo attorno al proprio asse, che ad ca essi vengono modulati, in modo da
ogni giro permette la scansione di una garantire una certa resistenza nei con-
linea larga circa un quarto di millimetro. fronti del]' attenuazione, cioè l'insieme
Le fotocellule, costituite da diodi rivela- dei fenomeni per cui l'ampiezza del
tori di luce, captano la luce riflessa dal segnale diminuisce ali' aumentare della
foglio e agiscono in modo tale da rileva- distanza percorsa. L'apparato che svolge
re il valore di luminosità su un insieme questa funzione si chiama modem
di quadratini, ciascuno con lato di circa (MOdulatore-DEModulatore) e la modu-
un quarto di millimetro, in cui è suddivi- lazione può essere in ampiezza oppure in
sa la riga durante la scansione. Ciascun frequenza. Il secondo caso, molto diffu-
quadratino si chiama pixel, abbreviazio- so nei circuiti telefonici di uso pubblico,
ne di picture element, cioè elemento di consiste nel rappresentare i vari livelli di
immagine. Il segnale elettrico in uscita intensità dei pixel trasmessi con diverse
Nei fax a stampa termica la testina dal dispositivo fotoelettronico ha il mas- frequenze di una stessa onda portante.
di scrittura brucia la carta simo valore quando la luce riflessa pro- I modelli più recenti di fax sono digitali:
con un impulso elettrico viene da un pixel bianco, cioè apparte- il valore di intensità di ciascun pixel è
corrispondente a quello letto nente allo sfondo del documento. Ha rappresentato con un valore binario, cioè
dall'apparecchio trasmittente. invece il minimo valore quando provie- composto di cifre O e 1. li modem con-
ne da un pixel nero, che ad esempio verte gli impulsi elettrici corrispondenti
La scheda elettronica di un fax: potrebbe appartenere ad un carattere alle due cifre binarie in segnali a due
l'integrato a sinistra che riporta scritto sul foglio o ad un segno grafico. livelli che sono trasmessi sul cavo
un'etichetta adesiva contiene I diversi livelli di luminosità sono dun- telefonico. La bontà dell'apparecchio si
un programma scritto que trasformati in impulsi elettrici ( cor- misura allora nella velocità di trasmis-
su memoria EPROM. renti o tensioni) di diversa ampiezza. sione delle cifre binarie (bit) da parte del
suo modem: i migliori apparecchi in
commercio arrivano a trasmettere fino a Scheda fax
9600 bit al secondo, che significa circa per personal
15 secondi per trasmettere una pagina. computer: la
Nella fase di ricezione il segnale elettri- carta può essere
co trasmesso dalla linea telefonica viene eliminata purchè nella
prima demodulato, cioè trasformato in memoria sia contenuto il
impulsi elettrici le cui ampiezze dipen- documento da trasmettere
dono dal livello di luminosità del docu- già in formato "digitale", cioè
mento originale. con i toni di grigio trasformati
in numeri. Nessun problema
invece per trasmettere solo
LA RICEZIONE messaggi scritti perchè basta
batterli sulla tastiera. Il pantelegrafo esposto al Museo
Gli impulsi elettrici pilotano il meccani- della Scienza e della Tecnica di
smo di registrazione, cioè di riproduzio- Milano ed inventato dall'abate
ne del foglio trasmesso su carta. Questa tecnica garantisce una qualità di Giovanni Caselli nel 1856 è
Gli apparecchi oggi più usati si basano stampa decisamente superiore ed è considerato l'antenato del moderno
sulla stampa termica, che richiede una anche pensata in funzione dei problemi fax. Nella foto la testina di stampa
carta speciale rivestita da una superficie ecologici. Infatti la carta comune, al con- del complicatissimo marchingegno.
di materiale che viene letteralmente bru- trario di quella termica, può essere rici-
ciato dalla corrente elettrica corrispon- clata. Inoltre per conservare in archivio
dente a ciascun pixel "scuro" trasmesso. un fax ricevuto su carta termica occorre
Si stanno diffondendo però anche i fotocopiarlo per evitare che in breve
modelli che funzionano, come le moder- tempo il foglio sbiadisca. L'operazione
ne fotocopiatrici, con la carta comune. non è necessaria nel caso della carta
In questo caso la tecnologia usata per la comune e quindi il consumo di carta
stampa è quella del raggio laser emesso viene ridotto alla metà.
da particolari fotodiodi a semicondutto-
re. I raggi, essendo sottilissimi, sono
indirizzati sui vari punti (pixel) che FAX E COMPUTER
devono essere stampati. Come conse-
guenza su ciascun punto si deposita una Ma la vera rivoluzione è data dal fax
carica elettrica che attira la polvere di privo di carta, che anch'esso sta diven-
uno speciale inchiostro chiamato toner. tando una realtà. Esistono schede fax
Le scritte e le immagini che così si for- inseribili in qualunque persona! compu-
mano vengono quindi fissate dall'azione ter, attraverso il quale avvengono sia la
contemporanea del calore e della pres- trasmissione che la ricezione. Il foglio di
sione creata da un sistema di rulli. >)>»

La tecnologia che domina nei


TRASMISSIONE RICEZIONE
moderni apparecchi fax è quella dei
dispositivi fotoelettronici, cioè in
grado di emettere luce oppure IMPULSO
ELETTRICO IMPULSO ELETTCO
rilevarne la presenza emettendo
impulsi elettrici. La lettura della LED PER J l
pagina avviene infatti attraverso la ILLUMINAZ. I
sua illuminazione da parte di led, che
esplorano le righe da sinistra a destra
@ \
FOTODIODO
RIVELATORE
I
3,
I

e dall'atto in basso. I diodi rivelatori di \


\
&
luce captano invece la luce riflessa \
LUCE
RIFLESSA
1# ...J STAMPA STAMPA
da uno dei "pixel' del foglio \ Il TERMICA SR
(quadratino con lato di circa un 1il
quarto di millimetro) ed emettono I~ I RAGGIO
1
impulsi elettrici il cui valore varia
secondo che ci sia un segno nero su i
bianco oppure no. Gli impulsi vengono I I
modulati per essere trasmessi sulla I
linea telefonica e, giunti all'apparecchio
ricevente, pilotano la stampa.
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 29
IL TELEFAX TUTTI I MESI
carta in entrambi i casi è sostituito dal
Un'opera completa e
terminale e tutte le informazioni possono assolutamente gratuita che
ovviamente essere memorizzate, elabo- guida, con testi chiari ed
rate. archiviate. esaurienti, con grandi
Il computer è comunque già entrato
anche negli apparecchi oggi in commer-
illustrazioni tutte a colori,
1o basati ancora sull'uso della carta. nell'affascinante mondo
I modelli più evoluti sono infatti dotati dell'elettronica.
di memorie in cui sono contenuti sia i
pixel dei documenti in partenza che
quelli in arivo.
Le ricche dispense mensili
T vantaggi principali della memorizza- di 4 pagine sono dedicate
zione sono due: maggiore efficienza soprattutto a chi comincia ma
nell uso dell'apparecchio e possibilità di contengono tanti approfondimenti
mantenere la segretezza delle informazio-
interessanti anche per i più
ni in partenza ed in arrivo. Per compren-
ere il primo basti pensare a cosa signifi- esperti.
chi inviare lo stesso documento a più
destinatari, caso molto frequente nelle Raccogliendo e conservando
aziende: si tratta di inserire nell'apparec- gli inserti si colleziona, fascicolo
chio il documento tante volte quanti sono
i destinatari. Se il documento ha più di dopo fascicolo, un completo ed
una pagina, è un lavoro che oltre ad esse- inedito manuale sull'elettronica
re poco gratificante rappresenta un' enor- di base.
me perdita di tempo. Ma bisogna non perderne
Se invece il documento può' essere
memorizzato, è sufficiente inserirlo una neanche un numero
sola volta e quindi impostare sul pannel-
lo di comando i numeri di fax dei desti-
natari. Ma non è solo questo il vantag-
gio: è anche possibile scegliere l'ora in
cui inviare i documenti, ad esempio di
notte, evitando così di dover compiere
l'operazione in ore di intenso traffico
telefonico.
Dal punto di vista della ricezione i1
discorso è analogo: tutte le informazioni
sono memorizzate ed è·possibile stam-
parle al momento più' opportuno.

SEGRETO ASSICURATO

Anche nel caso di scambio di informa-


zioni riservate le tecniche dell'informati-
ca danno aiuto: solo chi conosce una
certa password, cioè una parola segreta
da battere sulla tastiera, può leggere e
quindi fare stampare il documento.
Se non si vuole tutto questo ma si hanno
solo problemi di spazio, si può scegliere
una combinazione di telefono, fax e
segreteria telefonica che occupa lo spa-
zio di un foglio di carta o poco più.
Qualunque moderno apparecchio fax è
dunque un'altra dimostrazione del fatto
che grazie alla miniaturizzazione dei
componenti tutte le esigenze possono
essere soddisfatte.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 30


I DIODI

COME FUNZIONA
I SEMICONDUTTORI
a materia è fatta di atomi e di aggregati di atomi chiama- SEMICONDUTTOR
E

L ti molecole. Ogni atomo ha un nucleo, che per conven-


zione ha carica positiva, e degli elettroni che si muovono
DI TIPO

attorno ad esso, dotati di carica negativa. Tutti i fenomeni


elettrici sono provocati dall'esistenza di queste entità fonda-
mentali. Le resistenze, i condensatori e le bobine sono
costruite con due tipi di materiali: conduttori di prima specie
(metalli o leghe metalliche) ed isolanti. Gli elettroni degli
atomi che costituiscono i primi sono liberi di muoversi e,
sotto l'azione di una tensione elettrica applicata, danno luogo
alla corrente. Negli isolanti gli elettroni sono invece molto
TERMINALE
pigri, perché avendo poca energia se ne stanno sempre vicini '
TERMINALE
ai nuclei e quindi, anche applicando una differenza di poten- CARICHE POSITIVE CARICHE NEGATIVE

ziale, non avviene passaggio di corrente. L'elettronica


1 LIBERE LIBERE

moderna non esisterebbe se non ci fosse un terzo tipo di


materiali, le cui caratteristiche sono a metà strada fra quelle 1: le proprietà dei diodi a semiconduttore derivano
degli isolanti e dei conduttori e che, proprio per questa ragio- dall'unione (giunzione) di due tipi di materiali, il primo ricco
ne, sono chiamati semiconduttori. di cariche positive, il secondo di cariche negative.
Resistenze, condensatori e induttanze conducono corrente
qualunque sia la polarità della tensione applicata ai loro mor- 2: se tra una batteria ed una lampadina è inserito un
setti (a parte le attenzioni da riservare ai condensatori elettro- diodo, col morsetto del catodo (riconoscibile dalla fascetta
litici). Quando invece si utilizzano i diodi e i transistor, che impressa) vicino al polo positivo della batteria, premendo
sono i principali dispositivi a semiconduttore, il loro compor- l'interruttore la lampadina non si accende.
tamento elettrico varia a seconda della polarità della tensione
applicata ad una coppia di morsetti. Il materiale semicondut- 3: la lampadina invece si accende se il catodo
tore più usato nell'elettronica è il silicio ma si trovano ancora è collegato al polo negativo della batteria: questo semplice
numerosi componenti realizzati col germanio. esperimento dimostra che i diodi conducono o no la corrente
>>> a seconda della polarità della tensione applicata ai morsetti.

2 3

DIODO

k
I
t
Nei diodi che si trovano in
commercio la giunzione dei due
tipi di semiconduttore (P ed N) è
racchiusa all'interno di un involucro
che varia nelle dimensioni,
nella forma e nel colore a seconda
della potenza del diodo e del suo
impiego specifico. Per permettere
di montare correttamente un diodo
in un circuito, in prossimità del
catodo viene impressa una fascetta
di colore diverso oppure lo stesso
catodo viene identificato
con qualche elemento
costruttivo particolare.

Altre sostanze, come ad esempio l'arseniuro di gallio, sono attirare degli elettroni da atomi di silicio vicini. In questo
usate per componenti dagli impieghi particolari. caso, chiamato ricombinazione, la lacuna viene neutralizzata
Per trasformare un pezzo di silicio in un componente elettro- dall'elettrone ( cioè la carica totale risultante è zero) mentre
nico viene effettuato il cosiddetto drogaggio. Il processo l'atomo di silicio, perdendo un elettrone, si carica positiva-
consiste nell'introdurre delle sostanze dette impurità mente. Questo fenomeno è equivalente ad uno spostamento
all'interno di uno strato di silicio purissimo le quali, combi- della lacuna in direzione opposta a quella dell'elettrone e per
nandosi con la sua struttura microscopica, lo trasformano in questa ragione nei semiconduttori si parla di corrente di
un semiconduttore più ricco di cariche positive oppure più lacune.
ricco di elettroni. Nel primo caso si introducono sostanze Se un pezzo di silicio di tipo P viene posto a contatto con uno
dette accettori, perché attirano nella loro struttura atomica di tipo di N si realizza una giunzione a semiconduttore
degli elettroni, catturandoli da certi atomi di silicio e quindi chiamata giunzione P-N, uno dei mattoni fondamentali
lasciando "posti vuoti" caricati positivamente chiamati lacu- dell'elettronica moderna.
ne e indicati con la lettera P. Il semiconduttore così ottenuto Nella giunzione si verifica il seguente fenomeno: alcuni elet-
si dice di tipo P. troni del semiconduttore di tipo N (detto anche zona N) si
Nel secondo caso le sostanze si chiamano donatori perché, ricombinano con alcune lacune della zona P.
come dice il nome, regalano a certi atomi di silicio degli elet- I due tipi di cariche si neutralizzano e quindi a meta' della
troni, che vengono indicati con la lettera N. Si dice allora che giunzione si crea un sottilissimo strato che è paragonabile
si è ottenuto un materiale semiconduttore di tipo N. ali 'isolante situato fra le armature di un condensatore e che
Le lacune sono fisse all'interno della struttura cristallina del impedisce il passaggio di corrente.
semiconduttore però essendo caricate positivamente possono Ma come si è detto all'inizio, un semiconduttore è diverso da
I diodi svolgono, in un circuito elettronico, numerose funzioni a seconda del tipo di componenti
impiegati e della configurazione in cui sono inseriti.
un isolante. Infatti fornendo ai suoi portatori di carica DIFFUSIONE DI MATERIALE DIFFUSIONE DI MATERIALE
(elettroni e lacune) una certa dose di energia, avviene il pas- "DONATORE" ACCETTATORE'
saggio di corrente. Gli elettroni si spostano allora verso la I
zona P e, come è stato detto in precedenza, questo corrispon-
de ad uno spostamento delle lacune nella direzione opposta.
Supponiamo di applicare agli estremi della giunzione una
tensione esterna, collegando ad esempio il morsetto positivo
di una pila alla zona P. Le cariche positive (lacune) sono
respinte verso la zona Ne viceversa. La pila fornisce dunque
energia alle cariche del semiconduttore che si attirano reci-
procamente, riuscendo ad abbattere la barriera isolante e
dando luogo al passaggio della corrente. Se invece il morset-
STRATO DI SILICIO PURISSIMO
to positivo della pila è collegato alla zona N avviene una
repulsione fra i due tipi di carica e fra le due zone continua
ad esistere la barriera isolante. Un diodo basato sulla giunzione P-N iene realizzato
Ed eccoci finalmente al diodo: il componente si ottiene diret- facendo diffondere ad alte temperature, all'interno di uno strato
tamente dalla giunzione, collegando un terminale alla zona P di silicio purissimo, dapprima una sostanza che crea la zona N.
ed uno alla zona Ne ricoprendo il tutto con un involucro. quindi un'altra che dà luogo a quella P

il baffo di gatto
Fra i predecessori dei moderni diodi. che erano compo-
nenti usati parecchi anni fa soprattutto nel settore radioe-
lettronico. va ricordato il cosiddetto diodo a baffo di
gatto. Il nome deriva dal sottilissimo contatto metallico
unito ad un cristallo di materiale semiconduttore.
La corrente che raggiungeva il semiconduttore attraverso
il metallo riusciva ad "uscire" grazie all'alta conducibilità
elettrica del semiconduttore in prossimità del punto di
contatto col metallo. Il contrario era però impossibile, per-
ché la corrente applicata al terminale collegato al cristallo
si disperdeva all'interno di esso senza "trovare la strada"
per uscire dalla parte del metallo.
Per realizzare questi diodi vennero dapprima usati cristalli
Le antiche radio a galena funzionavano grazie ad di galena (solfuro di piombo), in seguito quelli al germa-
elementi raddrizzatori a "baffo di gatto" costituiti da un nio si rivelarono più efficienti. L'efficienza migliorò ulte-
sottile filo metallico posto a contatto con un cristallo riormente racchiudendo sia il "baffo" che il cristallo
di solfuro di piombo argentifero chiamato appunto galena. ali' interno di un involucro di vetro in cui veniva ottenuto
il vuoto d'aria.
Nei diodi a "batto di gatto" la corrente scorre in un
NORMALE PASTIGLIA BAFFO
solo verso (dal metallo al semiconduttore) perché in tale CONDUTTORE DI GERMANIO DI GATTO
percorso incontra una bassissima resistenza. Il viceversa
è impossibile, perché è come se le cariche si "perdessero"
nel semiconduttore senza trovare la piccola via di uscita
costituita dal "baffo" conduttore.

IN QUESTO SENSO LA CORRENTE PASSA

E NON PASSA
la soglia di tensione
Abbiamo visto come da una giunzione P-N si realizzi un
diodo, collegando un terminale alla zona P ed uno alla zona
Ne racchiudendo il materiale semiconduttore all'interno di
un involucro. Il primo terminale viene chiamato anodo (sim-
bolo A), il secondo catodo (simbolo K), nomi già usati per
indicare i terminali del tubo a vuoto che, prima dell'invenzio-
ne del diodo, svolgeva la stessa funzione.
Il simbolo del diodo è un triangolo, che rappresenta l'anodo,
un.ito ad un trattino che invece rappresenta il catodo.
Uno dei vertici del triangolo punta verso il trattino e ricorda
che quello è il verso della corrente che attraversa il compo-
nente quando la zona P si trova a potenziale positivo rispetto
alla zona N.
In tali condizioni si dice che la giunzione è polarizzata
1 direttamente e che il diodo è nello stato di conduzione.
Va ricordato a questo proposito che in realtà la corrente va
1: grande è la varietà dei diodi che si trovano in dalla zona N a quella P, ma per convenzione si considera
commercio: dai più piccoli, impiegati nella maggior parte delle sempre il contrario.
realizzazioni hobbistiche, a quelli di una certa dimensione, usati Se invece alla zona P viene applicata una tensione negativa
in certi apparati industriali di regolazione e in grado rispetto a quella applicata alla zona N non avviene passaggio
di sopportare sia tensioni che correnti piuttosto elevate. di corrente. Si dice allora che la giunzione viene polarizzata
inversamente e che il diodo è nello stato di interdizione.
Per portare il componente dallo stato di interdizione a quello
di conduzione non basta applicare un valore qualsiasi di ten-
2: il diodo è polarizzato inversamente, non conduce sione purché positiva fra l'anodo e il catodo. Occorre che
corrente (la lampadina è spenta) e tutta la tensione essa superi un certo valore chiamato soglia di tensione oppu-
della batteria (4,5 volt) si trova ai suoi capi. re barriera di potenziale. Si tratta del valore che corrispon-
de ali' energia necessaria agli elettroni della zona N e alle
lacune della zona P per compiere il "salto" che consenta loro
3: per mandare in conduzione il diodo e far accendere di dirigersi gli uni verso le altre e quindi dare luogo al pas-
la lampadina occorre applicare ai suoi morsetti una tensione saggio di corrente.
almeno eguale alla tensione di soglia. In questo caso si tratta Nei diodi realizzati in silicio la soglia di tensione vale tipica-
di O, 7 volt e i restanti 3,8 volt si trovano ai capi della lampadina. mente 0,7 volt.

PILA 2 PILA

LAMPADINA LAMPADINA
SPENTA ACCESA
DIODO

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STRUMENTI

FACILE TARATURA
DEL FREQUENZIMETRO Un circuito che, elaborando il segnale
di una qualsiasi stazione radio RAI,
ci mette a disposizione uno stabilissimo
ed efficientissimo campione di frequenza
utile per la taratura dei frequenzimetri.

M o!ti di co_lo~o per i quali l'~lettro-


nuca costtursce un aspetto mmpor-
tante sia a livello hobbistico sia, a mag-
a trovare esemplari di caratteristiche
decorose ancora a 150 - 200.000 lire.
Esso ha fondamentalmente lo scopo di
bilità con la quale gli strumenti eseguo-
no la loro misurazione, è però legata alle
caratteristiche di un oscillatore interno,
gior ragione, a livello professionale, misurare la frequenza del segnale che si naturalmente del tipo a quarzo.
prima o poi sentono il desiderio, se non applica alla sua entrata e di visualizzarne Il cristallo di quarzo però (nonché i com-
addirittura la necessità di dotare il pro- il valore su apposito display numerico; ponenti che appartengono al circuito) col
prio laboratorio di quello strumento uti- alcuni tipi arrivano a funzionare sino a 2 tempo invecchia, facendo spostare così
lissimo che è il frequenzimetro. -3 GHz, che corrispondono niente di la frequenza di questo oscillatore, che
Si tratta di un apparecchio circuitalmen- meno che alla possibilità di misurare non a caso prende il nome di clock; lo
te molto complesso, ma non necessaria- fino a 2-3 miliardi di vibrazioni al stesso effetto può venir riprodotto da
mente altrettanto costoso: se ne riescono secondo. La precisione, ovvero l'affida- forti variazioni di temperatura o da solle-

y
e.
Il circuito comprende un buon
numero di componenti dunque
non è molto facile da realizzare.
È necessario usare la basetta
a circuito stampato.

Schema a blocchi di un frequenzimetro di impostazione classica e


semplificata a 3 cifre, che viene brevemente esaminata nel testo in modo
da chiarirne il semplice intervento necessario per la taratura.

citazioni meccaniche. Il risultato di que-


sti possibili effetti può essere che, invece
di leggere (per esempio) 145.500.000 DISPLAY
Hz, ci troviamo a leggere 145.512.345
Hz; senza considerare che il problema
potrebbe ancor più ragionevolmente pre- 1al
sentarsi se il frequenzimetro fosse stato 5)
'
autocostruito da una scatola di montag- u
gio, magari non sufficientemente attrez-
zata e documentata. Il divario di lettura
documentato nell'esempio ora riportato
può anche sembrare poca cosa rispetto
ali' elevato valore (145,5 MHz) delle 10 70 o
prime cifre; ma occorre considerare che
al giorno d'oggi, con le moderne appa-
recchiature 12,345 kHz sono tanti.
Cominciamo ora col dare una breve RESET
descrizione di massima dell' impostazio- GATING
ne circuitale di un frequenzimetro, rife-
CLOCK
rendoci allo schema a blocchi apposita-
mente riportato, e riferito, solo per sem-
plicità, ad una versione a tre cifre.
Esso è composto innanzitutto da un
amplificatore d'entrata A, che ha lo
scopo di irrobustire opportunamente il DI VI SORI CLOCK
segnale applicato, rendendolo oltretutto
ttangolare; il segnale così elaborato
>»))»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 37


EQUENZI ETRO
1 : i componenti necessari alla
realizzazione sono piuttosto
-~ -- -- - ·-- - - - -- ---- ---- numerosi ma non dovrebbero
creare eccessivi problemi al
momento del montaggio: gli unici
elementi polarizzati sono c8, c9,
TR1 e DG.

• il diodo al germanio DG riporta


una fascetta che indica il terminale
di catodo. Questo componente va
lasciato ad una certa altezza sulla
basetta in modo che i terminali
risultino abbastanza lunghi da
smaltire il calore della saldatura
(il germanio è un materiale
delicato).

" la presa per jack consente di


sintonizzare al meglio la stazione
radio RAI ascoltando con una cuffia
a media impedenza il segnale
captato. La cuffia va utilizzata in
modo "mono" cioè con i padiglioni
collegati fra loro in serie.

viene poi applicato ad una serie di divi-


sori di frequenza per l O, che inviano
anche una parte del segnale al relativo
display per la formazione del numero.
Affinchè la frequenza venga letta al
ritmo di 1 secondo (periodo di "gating"),
occorre un dispositivo circuitale che
ogni secondo provveda ad azzerare
(reset) il conteggio per farlo immediata-
mente ricominciare: a ciò provvede un
oscillatore a quarzo (X), il quale porta,
collegato in serie, un compensatore capa-
citivo (CP). Ebbene, siamo appunto arri-
vati a quello che serve per ritoccare la fre-
quenza di X quel tanto che basta per por-
tarlo alla frequenza voluta, in modo che
la misura sia della precisione necessaria.
X è in genere da 10 o da 1 MHz e deve
comunque essere di ottima qualità;
segue poi una serie di divisori, che ser-
vono a portare questa frequenza di
"clock" al valore desiderato per la
cadenza del reset, e cioè 1 MHz.
La descrizione qui riportata è estrema-
mente semplificata, anche perché essa si
riferisce a quella che è la composizione
base di un frequenzimetro classico, men-
tre oggi esistono sistemi di elaborazione
che, realizzati con integrati molto com-
plessi, in effetti adottano circuiterie ben
diverse, ugualmente dotate, però, di un
quarzo X e di un compensatore CP.
»»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 38


4: il compensatore a mica C2 ha il
senso d'inserimento obbligato dalla
posizione dei terminali. Serve per
sintonizzare le stazioni radio RAI
agendo sulla vitina di regolazione.

5: TR1è l'unico transistor del


circuito; serve ad amplificare
il segnale rivelato dal diodo al
4 germanio. Si monta con il dentino
di riferimento rivolto verso R3.

6: le estremità degli avvolgimenti L1


ed L2 si saldano, dopo averle liberate
dal materiale isolante per un paio di
centimetri, negli appositi fori.

T; gli avvolgimenti L1 e L2 sono


sistemati sul medesimo supporto
in ferrite; il tutto si può recuperare
da un vecchio ricevitore in disuso.
Il fissaggio si esegue con fascetta
di nylon.

5
• » w » o -. .di i • .i • •

C7 Il C8
c1
L } 2 qg
L1 L2
"l]
R4
IC 1
I

C2 -_4
4 C6

~R1 R2 R3
c12
C5

Schema elettrico del dispositivo ampli-ricevitore per la taratura di frequenzimetri;


il segnale a RF disponibile in uscita costituisce comunque un campione di frequenza
7 adatto per molteplici usi .
. -- . -- . -- . -- . -- . - . -- . --- . -- . -- . -- . -- . -- . --- . -- . -- . -- . -

Illustrazione di una normale cuffia Tutti i sistemi quindi presentano, inevi- piuttosto semplice.
biauricolare, dove, sullo spinotto tabilmente, lo stesso difetto. Esso ha lo scopo di: selezionare il segna-
a jack, M indica il contatto di Per fortuna, il rimedio a questo proble- le più opportuno (che è in genere quello
massa; D indica il canale destro; ma è semplicissimo: basta collegare della stazione locale con la frequenza
S indica il canale sinistro. ali' ingresso del frequenzimetro un gene- più alta); amplificarlo quanto basta (ed è
Nel nostro caso il segnale BF va ratore a RF di valore assolutamente pre- tanto) per togliergli la modulazione AM
applicato fra D ed S, ignorando M. ciso. ( ovverossia il programma) sovrapposta,
Sembra una battuta, cioè lo spostare il che viene "tosata".
problema da uno strumento ad un altro; In questo modo, si rientra in possesso
infatti, la soluzione di questo tipo è, al della pura e semplice portante a RF che,
nostro livello, impossibile perché un una volta opportunamente sintonizzata
generatore di precisione pari a quella qui viene inviata al frequenzimetro, su cui si
richiesta è unicamente alla portata di provvede a regolare CP in modo che il
laboratori specializzati di Istituti Univer- numero visualizzato corrisponda perfet-
sitari o di importanti industrie. tamente alla frequenza sintonizzata (per
Ma la soluzione semplice esiste real- esempio, 1.116.000 Hz).
mente e consiste nello sfruttare quei
generatori di altissima precisione e stabi-
lità che sono i trasmettitori della RAI (e RICEVITORE ANOMALO
naturalmente delle altre stazioni di
radiodiffusione in O.M.). Una volta in possesso di un ricevitorino
Infatti, le frequenze di trasmissione della di questo tipo, l'operazionè da eseguire
RAI (di cui viene dato un elenco a parte) (pure se con grande cura) è comunque
D 5 sono precisissime, in quanto partono banalissima.
tutte da un oscillatore particolare di alta Il primo passo per entrare in possesso di
affidabilità. un simile ricevitore è quello di prendere
Naturalmente, qualche problema da in esame il progetto da noi messo a
risolvere c'è ancora, ma consiste nel rea- punto, e quindi lo schema elettrico che
lizzare un ricevitore adeguato e tuttavia lo rappresenta completamente.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 40


FACILE TARATURA
DEL FREQUENZIMETRO
R5

G
12 V
e
nli R6

@oe

Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.

C13
COMPONE TI
R1 = 10KO C9 = 100 F-. 16V (elettrolitico)
=
R2 10KO C10 = 1500 pF (ceramico)
R3 = 100 KQ C11=1 F(ceramico)
R4 = 220 KO C12= 10.000 pF (ceramico)
R5 = 390 0 C13 = 10.000 pF (ceramico)
R6 = 1200 2 L1-L2= avvolgimento di bobina
C1 = 100 pF (ceramico) d'antenna (di recupero da
C2=40+ 170 pF (compens. vecchi ricevitori)
Il circuito oscillante C2-LI consente di a mica) =
RF connettore tipo
sintonizzare una delle due stazioni loca- C3 = 0,1F (ceramico) phono RCA
li, come già detto la più alta in frequen- C4 = 0,1F {ceramico) BF = minijack per cuffia
za; L2 trasferisce il segnale ad ICI, C5 = 0,1F (ceramico) IC1 = A 753
attuando il necessario adattamento di =
C6 1500 pF (ceramico) TR1 = 2N 1711
impedenza. =
C7 0,1F (ceramico) DG = diodo al germanio
È così che il segnale captato viene forte-
mente amplificato, tanto da risultare più
=
C8 100 F- 16V (elettrolitico) Vcc = 12 + 14 V
o meno nettamente tosato all'uscita vera Piano di montaggio del dispositivo; la basetta a circuito
e propria 5; l'uscita 7 propone invece un stampato è autosufficiente per il montaggio completo.
segnale poco amplificato, tale comunque
da essere demodulabile conservando una
sufficiente comprensibilità. Se la stazio- L2 Ll
ne ricevuta è molto forte, l'ascolto risul-
]TERRA
ta fortemente distorto; ciò costituisce
comunque un aspetto positivo per l'uso
come elemento di taratura. l ANTENNA
12V
li circuito di demodulazione "ruota"
attorno ad un comune diodo al germanio
(DG), che rivela il segnale applicandolo
poi ad un semplice amplificatore (TRl);
in cuffia si può ascoltare allo scopo di
verificare che ciò avvenga effettivamen-
te. Ecco quindi che il nostro circuito pre-
senta due uscite: una a RF, che va colle-
gata al frequenzimetro da tarare, l'altra
di controllo, da sfruttare per la miglior
sintonia. La rete C7 - C8 -C9 - R5 serve
»»
C/2 RJ C/3
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 41
FACILE TARATURA DEL FREQUENZIMETRO
Esempio dell'aspetto grafico di un
segnale radio modulato in AM.
I
J 1p2 I I due profili ondulati (speculari)
+
t
@ rappresentano il segnale BF che nel

I-
I I
modulatore va a variare l'ampiezza
I ,J I
- f
- (sia in più che in meno) del segnale

o @ RF rappresentato invece dalle linee


verticali. A e C rappresentano il

l ,I .I
. livello della modulazione vera e

t
I

-
'~ l' propria, che deve essere ''tosata''

1
l
'
r
I
O dall'amplificatore • limitatore (IC1 ),
così che rimanga solo la parte B che
non porta alcuna infonnazione;
comunque qualche residuo di AM non
impedisce l'utilizzo di questo circuito.
La tabella indica le frequenze su per l'opportuno disaccoppiamento nello zoccolo, rispettando la posizione
cui trasmette la RAI in OM e che dell'alimentazione, così da garantire la del piccolo incavo semicircolare presen-
vanno confrontate con il valore miglior stabilità nonostante l'elevata te su uno dei bordi stretti del corpo in
rilevato dal frequenzimetro per amplificazione complessiva. plastica. Va infine montata la bobina,
controllarne l'esattezza. recuperata dal complesso d'antenna su
ferrite di un vecchio ricevitore portatile,
STAZIONE kHz kW STAZIONE kHz kW FORTE AMPLIFICAZIONE con LI (l'avvolgimento di sintonia) cor-
Caltanisetta 567 20 Bari 1116 150 rispondente al numero di spire più eleva-
Bologna 567 20 Bologna 1116 60 Il circuito stampato su cui si basa la rea- to ed L2 (l'accoppiamento) di poche
Sassari 567 10 Pisa 1116 25 lizzazione del dispositivo, pur essendo spire; il fissaggio può essere eseguito
Salento 567 6 Palermo 1116 10 molto semplice sia come disegno che mediante normali fascette in nylon.
osta 567 2 Aosta 1116 2 come montaggio, è opportuno adottarlo Alcuni terminali ad occhiello per i colle-
Napoli 657 120 Sassan 1143 10 integralmente appunto per ottenerne le gamenti esterni completano il montaggio
Firenze 657 100 Messina 1143 6 migliori garanzie di funzionamento, trat- della basetta. A questo punto, si può pas-
Torino 657 50 Sanremo 1188 6 tandosi di circuito che deve amplificare sare al collaudo e conseguente utilizzo
Bolzano 657 25 Pisa 1305 2 fortemente segnali a RF (anche se non del nostro dispositivo; per sintonizzare
Venezia 657 20 Ancona 1314 6 elevatissimi). E come al solito consiglia- opportunamente la stazione tramite C2,
Potenza 693 20 Campobasso1314 2 bile iniziare la costruzione disponendo i si sfrutta l'uscita BF, impiegando una
Trieste 819 20 Catanzaro 1314 1 resistori ed i condensatori ceramici: per cuffia a media impedenza (50- 100 2)
Roma 846 540 Matera 1314 2
ambedue i tipi di componenti è solo utilizzata in modo "mono", cioè con i
Milano 900 600 Roma 1332 300
necessaria un'accurata lettura e traduzione padiglioni collegati fra loro in serie.
Trapani 936 10 Bari 1332 50
del codice valori. Per i due condensatori L'uscita di segnale a RF va collegata al
Venezia 936 20 Pescara 1332 25
Genova
elettrolitici C8 e C9 occorre invece verifi- frequenzimetro usando uno spezzone di
936 10 Palermo 1332 10
Trieste 981 10 Venezia 1368 20
care il giusto verso di inserimento a cir- cavo coassiale a 50 2; è consigliabile
Potenza 990 10 Napoli 1368 10
cuito, per rispettarne la polarità. completare il complesso con un buon
Torino 999 20 Milano 1368 12
Si passa poi ai componenti elettromecca- collegamento a terra.
Perugia 999 20 Genov a 1368 10 nici, e cioè lo zoccolo di ICI (controllan- Se il segnale ricevuto è sufficientemente
Rimini 999 6 Torino 1368 6 do che tutti i piedini fuoriescano regolar- forte (da essere completamente "tosato"
Milano 1035 50 Messina 1368 2 mente dal lato saldature), i due connettori dall'elevata amplificazione del circuito)
Napol i 1035 20 Catania 1368 2 ed il compensatore C2, il cui montaggio è le cifre del display sul frequenzimetro
Trieste 1035 10 Firenze 1368 2 automaticamente definito dalla posizione forniscono una lettura perfettamente
Firenze 1035 2 Sassa ri 1368 2 dei terminali. regolare; se invece esse "ballano" un
Pescara 1035 6 Trento 1368 2 I semiconduttori portano precise indica- po', sta a significare che il segnale a RF
Salento 1035 6 Bari 1368 1 zioni per l'inserimento; DG ha come con- captato è scarso, e quindi ICI non riesce
Caltanisetta 1035 2 Foggia 1431 2 trassegno la fascetta in colore che indica a "tosare" completamente (cioè a ripuli-
Oristano 1035 2 Pesaro 1431 2 il terminale di catodo; questo componen- re perfettamente il segnale dalla modula-
Cagliari 1062 25 Taranto 1431 1 te è consigliabile mantenerlo ad una zione).
Squinzano 1062 25 Squinzano 1449 50 certa altezza dalla basetta, così da È allora necessario inserire un'antenna
Catania 1062 2 Catania 1449 6 lasciarne i terminali sufficientemente esterna, oppure allungare quella preesi-
Udine 1062 2 L'Aquila 1485 1 lunghi da smaltire il calore della saldatu- stente. Una volta verificato il funziona-
Verona 1062 2 Palermo 1512 2 ra (il germanio è materiale delicato). mento complessivo, è opportuno rac-
Pisa 1062 2 Genova 1575 50 TRI ha come elemento di riferimento il chiudere la basetta in un'adatta scatolet-
Trento 1062 2 Perugia 1575 20
dentino che sporge dalla base del conte- ta (in plastica) così da proteggerne la
Roma 1107 6 Cagliari 1602 1
nitore metallico; ICI va inserito con cura componentistica.
----
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 42
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[ IL RITORNO DELLE VALVOLE I

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CATODICO È un tipo di circuitazione
che consente di portare la valvola a lavorare
al punto caratteristico voluto aumentando la
dinamica del circuito e ottenendo una risposta
di banda molto lineare ad ogni frequenza.

formula, in cui viene impiegata una valvo-


N ella precedente puntata si è trattato di
un particolare sistema di accoppia-
mento, chiamato accoppiamento catodico
Come si è già visto, però, questo circuito
non fornisce alcuna amplificazione, per il
fatto che il suo guadagno è inferiore
la adatta per questo scopo, la 12CG7, la
quale presenta una transconduttanza di
o inseguitore catodico, caratterizzato da all'unità, ma impedisce di caricare lo sta- 2.600 A/Va 250 V di alimentazione ano-
un'elevata impedenza d'entrata e da dio amplificatore di tensione a cui è accop- dica. Usando una resistenza di carico cato-
un'uscita in cui troviamo un'impedenza piato, fornendo la necessaria corrente al dico di 27 KO, si ha una resistenza d'usci-
molto più bassa. Questo tipo di circuitazio- carico con l'adattare correttamente l' impe- ta di:
ne viene usato per adattare l'uscita anodica denza di uscita.
di uno stadio valvolare, notoriamente a Non tutti i tipi di tubi, o meglio di triodi, Rout = 27.000 = 27.000 = 384
impedenza elevata, a un carico che può, possono essere usati per questo scopo: 1 +27.000x0.0026 70.2
invece, presentare un'impedenza anche infatti è meglio impiegare dei dispositivi Essa è pari, quindi, a circa 380 2.
relativamente bassa. che presentino una bassa resistenza interna Nel circuito d'inseguitore catodico esami-
e un basso valore di µ e che possano lavo- nato finora, la polarizzazione del tubo
Il metodo per ottenere una rare con correnti relativamente elevate. viene fornita dalla componente continua
polarizzazione ottimale è quello di della caduta di tensione che si manifesta ai
dividere il valore della resistenza di capi di RK. In alcuni casi, però, quando
carico catodico 'in due parti, L'IMPEDENZA D'USCITA questa resistenza assume valori elevati, il
formando, così, un partitore di quantitativo di polarizzazione ottenuto può
tensione, e di applicare il potenziale Spieghiamone ora i1 motivo: l'impedenza non essere quello indicato per un funziona-
voluto alla griglia mediante la d'uscita, che l'inseguitore catodico presen- mento soddisfacente, in quanto una tensio-
resistenza Rg d'opportuno valore. ta, è costituita dal parallelo della resistenza ne di polarizzazione troppo elevata può
di carico catodico usata nel circuito con portare il tubo a funzionare vicino alla
l'effettiva resistenza in corrente alternata zona d'interdizione.
+AT presentata dal tubo. Dato che, quando due In tal caso, se viene applicato all'ingresso
resistenze si trovano in parallelo, la resi- un segnale elevato, segnale che, come sap-
stenza equivalente data dalla combinazio- piamo, si somma e si sottrae alternativa-
ne delle due è sempre minore di quella più mente alla tensione di polarizzazione,
INGRESSO
bassa di uno qualsiasi dei due rami, è faci- durante la sua variazione negativa, som-
le supporre come influiscano sull' impe- mandosi al potenziale di polarizzazione,
IE r { denza d'uscita sia le caratteristiche del anch'esso negativo, può portare il tubo
Ci Cu
tubo sia il valore di RK. all'interdizione. Perciò, tanto più bassa
Rg
l l o
La formula che ci permette di calcolare risulta la tensione di polarizzazione, tanto
USCITA l'effettiva impedenza d'uscita di un inse- più elevato può essere il segnale applicato
Rk1
guitore catodico è data, perciò, dall'espres- al l'ingresso dell'inseguitore catodico,
sione: Rout = RKII +RK •gm) dove per senza che si corra il rischio di portare il
RK s'intende la resistenza di carico catodi- tubo all'interdizione durante i picchi nega-
Rk2
co e per gm la transconduttanza o condut- tivi. Il metodo per ottenere una polarizza-
tanza mutua (S) presentata dal tubo alla zione ottimale è quello di dividere il valore
voluta tensione di utilizzo. della resistenza di carico catodico in due
Facciamo un esempio pratico di questa parti, formando, così, un partitore di ten-
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 44
sione, com'è illustrato nello schemino, e di scopo di migliorare la linearità di un siste- ste applicate.
applicare il potenziale voluto alla griglia ma di amplificazione, applicando la con- Possiamo quindi dire che una catena
mediante la resistenza Rg d'opportuno troreazione all'interno di più stadi. Per fare d'amplificazione provvista di circuito di
valore. In questo modo, solo una parte ciò, è necessario prelevare una porzione di controreazione tende automaticamente a
della componente continua della caduta di segnale dallo stadio d'uscita e riportarlo a compensare ogni variazione delle sue con-
tensione ai capi di Rk viene usata per la quello d'ingresso, in modo che questo si dizioni di funzionamento. assicurandon
polarizzazione, mentre la Rg costituisce sommi con quello originale d'ingresso. così uno più stabile. Un ulteriore beneficio
comunque, la resistenza di griglia del tubo: Nel caso in cui il segnale di reazione arrivi che l'uso della controreazione offre è quel-
così facendo, è possibile portare a lavorare all'ingresso di uno stadio con fase tale da lo che il suo circuito può essere realizzato
la valvola al punto caratteristico voluto, sommarsi con il segnale originale, si ottie- mediante reti R-C, in modo da renderla più
aumentando la dinamica ottenuta dal cir- ne una reazione positiva, la quale aumenta efficace per alcune frequenze e meno per
cuito. Con una circuitazione ad inseguitore l'ampiezza del segnale risultante che pilota altre, allo scopo di compensare eventuali
catodico si hanno più probabilità di andare lo stadio, aumentandone, così, il guada- risposte di banda, il che permette di realiz-
ali' interdizione che in saturazione, in gno. Invece, nel caso in cui il segnale di zare particolari tipi di equalizzazioni o di
quanto la reazione negativa che, nel caso reazione si trovi in opposizione di fase con regolatori di tono.
di questo circuito, ricordiamo essere del quello d'ingresso, esso, sottraendosi al L'unico svantaggio è che l'uso della con-
100%, tende a mantenere la corrente di segnale originale, fa dimin uire l'ampiezza troreazione provoca una diminuzione del
placca costante e, quindi, sotto il livello di di quello che effettivamente pilota lo sta- guadagno, che altrimenti si sarebbe ottenu-
saturazione, fino a quando ad esso non dio, per cui l'amplificazione diminuisce in to dal circuito, proporzionale al tasso di
viene applicato un segnale di pilotaggio proporzione al fattore di reazione applica- controreazione applicato. Nell'uso della
molto grande. to: è questo il caso in cui la reazione pren- reazione negativa, però, bisogna prestare
Un così forte tasso di controreazione, de il nome di controreazione o reazione attenzione che la tensione riportata
anche se, da un lato, va a danno dell'am- negativa. all'ingresso non risulti in fase con quella
plificazione, contribuisce, però, a rendere che costituisce il segnale da riprodurre, per-
molto uniforme la risposta in frequenza ché, se ciò si verificasse, non si otterrebbe
dell'inseguitore catodico, il quale presenta LA CONTROREAZIONE più una reazione negativa, ma una positiva.
una risposta di banda assai lineare, a Essa è, in questo caso, dannosa, in quanto,
cominciare dalle frequenze più basse fino Quest'ultimo tipo di reazione, oltre a offri- pur aumentando il guadagno, agisce in
a quelle più alte. re il vantaggio di una migliore linearità di modo opposto alla reazione negativa, ren-
Il fenomeno che contribuisce a rendere risposta di banda, fa sì che il guadagno che dendo il sistema di amplificazione instabile
lineare la risposta in frequenza di questo la catena di amplificazione presenta, risulti e impedendogli di funzionare regolarmen-
circuito, consiste nella già citata influenza meno dipendente dalle caratteristiche delle te. Negli amplificatori audio vengono
che il circuito di placca esercita su quello valvole impiegate: vengono, quindi, avver- impiegati due diversi sistemi di controrea-
di griglia, internamente alla valvola: que- tite meno le variazioni del guadagno, che zione: poiché, infatti, sia la tensione sia la
sto prende il nome di controreazione loca- possono essere causate dal progressivo corrente che si ottengono all'uscita hanno
le, poiché interessa un solo stadio. esaurim ento delle stesse oppure dalle varia- l'andamento del segnale entrante, ambedue
È possibile usare tale accorgimento allo zioni delle tensioni d'alimentazione a que- possono essere utilizzati a tale scopo.

L'amplificatore valvolare qui


raffigurato utilizza la circuitazione
ad inseguitore catodico che
aumenta la resa del dispositivo.

ELETTRONICA PRATICA- Ottobre 1994- Pag. 45


SPERIMENTARE

RIVELATORE
DI CAMPI MAGNETICI Un interessante circuito in grado di rilevare
la presenza di campi magnetici, la loro polarità
nonchè le variazioni degli stessi all'interno
di avvolgimenti e nuclei ferromagnetici.
Il funzionamento si basa su un sensore ad effetto Hall.

A fornire
l'indicazione sulla
polarità del campo
magnetico
ci pensano due led
ad alta luminosità
ma con un
multimetro digitale
si può avere una
informazione
più precisa.
Il dispositivo non è molto complesso e
comunque i componenti sono disposti in modo
piuttosto arioso in modo da facilitare
al massimo il montaggio anche da parte
dei meno esperti.

I I magnetismo è uno dei tanti fenome-


ni fisici che non è rilevabile da alcuno

r
V
dei nostri sensi; esso tuttavia, costituen- 2
do un po' l'altra faccia della medaglia
rispetto ali' elettricità, è alla base della
Il circuito
stampato è qui I l
buona maggioranza degli apparecchi, visto dal lato
rame nelle sue

.'
elettrici o no, oggi a disposizione
dell'uomo, dal campanello elettrico dimensioni
ali' astronave. reali. I 1
In natura il magnetismo è presente, su
grande scala, sotto forma di campo
magnetico terrestre; su piccola scala,
solamente in alcuni minerali ferrosi.
Una delle grandi scoperte dell'uomo che permette una serie di esperimenti prio circuito integrato, si tratta pur sem-
(anche se apparentemente così banale), appunto in questo senso, e naturalmente pre di un dispositivo di sensibilità piut-
la bussola, funziona proprio basandosi anche qualche applicazione pratica. tosto modesta, che quindi richiede di
sul magnetismo, ed in particolare sulla Il cuore di questa realizzazione è un essere inserito in un opportuno circuito
legge elementare secondo cui qualsiasi dispositivo di applicazione poco fre- elettronico, del quale andiamo ora ad
campo ( od oggetto) magnetico presenta quente nonché di reperibilità piuttosto esaminare lo schema, mentre per quanto
due polarità opposte, che si identificano difficile, ma estremamente interessante: riguarda le caratteristiche elettriche e
come nord e sud, le quali si respingono non a caso esso trova applicazione quasi funzionali di questa categoria di compo-
se sono uguali e si attraggono se sono esclusivamente in campo industriale e nenti, gli interessati troveranno informa-
diverse. professionale. zioni nell'apposita "finestra".
Allora nella bussola, l'ago magnetizzato Si tratta di un dispositivo ad "effetto
su un estremo con polarità sud, indica Hall", abbastanza facile da trovare nelle
( essendone attratto) il polo nord della mostre - mercato per hobbisti nel tipo IL DETECTOR MAGNETICO
terra. UGN 3501 di costruzione Spragne; le
Tutte le comuni calamite, o meglio tutti i poche possibilità di sostituzione corri- Il sensore ad effetto Hall di cui abbiamo
magneti permanenti, sono caratterizzati spondono ai DN 6835 e DN 6836 di pro- dato un rapido cenno, appunto per la sua
dalla presenza di questi due poli di venienza giapponese, ed agli statunitensi scarsa sensibilità è posto all'ingresso di
gno opposto, e appunto da essi dipen- TL 173 e TL 173C. un normale circuito integrato operazio-
• il tipico comportamento di attrazione L'UGN 3501T da noi adottato si presen- nale, il sempreverde µA 741.
(o repulsione). ta come un piccolo transistor in plastica, Per alimentare quest'ultimo a tensione
ella che ora andiamo a descrivere è la di forma sostanzialmente rettangolare. unica (cioè senza un + ed un - riferiti ad
realiz zazione di un interessante circuito Anche se esso consiste in un vero e pro- )»

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 47


Schema elettrico del rivelatore di campi V
magnetici. Sulle uscite V può essere applicato
uno strumento per effettuare un azzeramento
di miglior precisione.

·-·--·-·---·-·
uno zero centrale), il terminale d'ingres- cuito però diventa di difficile regolazio-
COMPONENTI so N.I. (piedino 3) è collegato al centro
di un partitore resistivo formato da R2-
ne, specialmente per quanto riguarda R3.
Nel caso, comunque, si scegliesse di
R1 12002 R3- R4, da cui è prelevabile una tensio- lavorare con questi livelli di amplifica-
R2 =1200 2 ne stabilizzata grazie al diodo zener DZI zione (per applicazioni del tutto specia-
R3 = 1000 2 (trimmer da 5,1 V. La regolazione di P3 consente li), occorrerebbe mettere il circuito entro
poi di portare la tensione di polarizzazio- una scatola metallica (per evidenti moti-
potenziometro)
ne del pin 3 esattamente. uguale a quella vi di schermatura) da cui far uscire sola-
R4 = 2200 2
del pin 2, cioè alla tensione che esce da mente SH, usando per R3 un potenzio-
R5 = 10KO
SH; ma esamineremo meglio questo metro a 10 + 20 giri e per R6 un poten-
R6 = 470 KO (vedi testo) ziometro comunque di buona qualità,
aspetto nella fase di messa a punto del
R7 = 1200 2 con cablaggio a fili cortissimi e tensione
nostro circuito.
R8 = 1200 2 di alimentazione molto ben stabilizzata.
L'importante è qui concludere che R3
Ci=100F- 25V (elettrolitico)
consente il perfetto bilanciamento dello
c2= 0, F (ceramico)
strumento.
C3 = 10F- 25V (elettrolitico) L'amplificazione che ICI è in grado di LA BASETTA PER IL SENSORE
C4 = 47 F- 25V (elettrolitico) fornire è notevole e può variare, tramite
IC1 = A 741 R6, da un minimo di 5 volte ad un mas- La parte di circuito che segue all'uscita
DLV = LED verde simo di 400 volte: quest'ultimo valore dell'integrato è quella che consente la
rettangolare (nord) corrisponde al valore previsto per R6 visualizzazione delle prove da effettuar-
DLR = LED rosso nella nostra realizzazione. si; di essa viene data descrizione più par-
rettangolare (sud) Questo potenziometro può anche essere ticolare in fase di spiegazione della
SH = UGN 3501H (sensore aumentato fino a 4,5 MO (prova esegui- modalità di impiego e funzionamento.
ad effetto Hall) ta nel nostro prototipo), col che l'ampli- Il circuito è realmente piuttosto semplice
Vcc =12V ficazione sale verso le 4000 volte; il cir- ed anche la basetta per posizionarvelo ha

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 48


RIVELATORE DI CAMPI MAGNETICI
dimensioni abbastanza modeste ed
impostazione piuttosto ariosa; noi
l'abbiamo come al solito realizzata in
versione a circuito stampato, ma chi ha
una certa esperienza di montaggi può
anche ricorrere alla basetta standard
cosiddetta millefori od a una versione
analoga.
Il montaggio è comunque consigliabile
farlo partire con le varie resistenze, con- Il led ad alta
trollandone bene i valori, lo zoccolo per luminosità
ICI, il condensatore C2 ed i terminali ad con sezione
occhiello per i fili che vanno e vengono. rettangolare
Per quanto riguarda i condensatori elet-
non hanno,
trolitici, occorre rammentare il rispetto
come i tipi
della polarità, chiaramente stampigliata
tradizionali,
sul fianco.
una tacca
Lo zener DZI, come qualsiasi diodo, ha
di riferimento
l'estremo corrispondente al catodo con-
che aiuti
trassegnato da striscia in colore.
ad individuare
L'inserimento dei due trimmer potenzio-
la polarità ma
metrici R3 e R6 è automatica, dato il
è facilmente
tipo di posizionamento dei terminali.
distinguibile
li sensore basta inserirlo in modo che la
al loro interno
faccia con le diciture stampigliate risulti
il trapezio
verso l'esterno della basetta.
Non resta ora che mettere re I entro lo metallico
zoccolo, controllando che i terminali collegato
entrino regolarmente nelle mollette e che al catodo.
l'asolina rotonda di riferimento per il
piedino n. I sia correttamente posiziona-
ta, e piazzare i due led, che sono del tipo
rettangolare accostati ed affacciati.

LA TARATURA Piano di montaggio della basetta a circuito stampato.


Il dispositivo può essere inserito in una scatola in plastica; se in metallo,
Portando R6 al minimo della resistenza, SH deve esserne portato fuori. Un voltmetro o meglio un multimetro
si danno i previsti 12 V al circuito e si digitale collegato ai punti V consente di ottenere una taratura ottimale,
inizia il collaudo, ovvero il controllo del
funzionamento.
r due led montati in antiparallelo quasi
certamente si accendono: si regoli R3
sino ad avere lo spegnimento contempo-
raneo dei due led.
Per una operazione di equilibratura del V
circuito più precisa, si può collegare, ai
tue appositi terminali indicati V e V°,
@
un voltmetro a zero centrale o meglio, vcc
n tester digitale che può leggere tensio-
i sia positive che negative (per esem-
io, quello dato in omaggio agli abbona-
ti lo scorso anno va benissimo).
e CUFFIA
on l'aiuto di questo strumento, lazze-
ento rigoroso con la regolazione di
vcc
R3 si trova ancor più precisamente.
ora giunto il momento di mettere al e
mo il magnetismo: avvicinando un
ete qualsiasi alla parte frontale di
>»>

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 49


RIVELATORE DI CAMPI AGNETICI
SH si deve verificare l'accensione del
led verde, se l'estremità del magnete è
quella sud; viceversa, se è quella nord.
li circuito comincia a funzionare.
Aumentando ora l'amplificazione con Il tipo di sensore adottato per realizzare
R6, si deve ritoccare R3 per mantenere il circuito qui descritto basa il suo fun-
l'uscita a O; ricordiamo nuovamente che onamento su un effetto elettromagne-
un voltmetro dà indicazioni più precise tico scoperto dal fisico E.H. Hall nel
dei led. 1879 ed evidenziato nella figura I qui

KIT A tal proposito, si fa notare che la ten-


sione in uscita non va misurata fra que-
sta e massa, bensì fra l'uscita ed il punto
riportala.
Quando, tra i terminali di un condutto-
re, o meglio, di un semiconduttore, si

PER CIRCUITI centrale del partitore resistivo R7 - R8.


Se poi si portasse R6 a 4,7 MQ, si
potrebbe ottenere la commutazione dei
applica una tensione continua, questa
produce un flusso uniforme di elettroni
fra A e B, sena che tra due punti di
STAMPATI L.1s.ooo led con un magnete posto a I O cm circa
di distanza.
una sezione trasversale (Ce D) si veri-
fichi alcuna differena di potenziale:
F'indice del voltmetro applicatovi rima-
Dotato di tutti gli elementi ne infatti fermo sullo zero ventrale.
necessari per la composizione ASCOLTARE IL MAGNETISMO Qualora invece si avvicini (trasversal-
di circuiti stampati su vetronite mente) un magnete, il flusso di elettroni
o bachelite, con risultati tali La presa per cuffia permette anche di subisce una inevitabile deviazione dal
da soddisfare anche i tecnici ascoltare le variazioni del campo magne- suo percorso rettilineo (figura 2), in
più esigenti, questo kit contiene tico, naturalmente a patto che i relativi questo caso con una certa troatra
pure la speciale penna riempita segnali da esplorare caschino nel campo verso il punto D e corrispondente diva-
di inchiostro resistente
delJe frequenze audio riproducibili dal la lamento dalla parte C: la conseguenza
al percloruro.
cuffia, cioè dai 20 ai 15 .000 Hz; la cuffia elettrwa di questa situazione, se non
stessa deve essere di impedenza superio- altro quella pi appariscente, e che fra

Caratteristiche re ai 100 2.
Questa prestazione può essere molto
i punti C e D nasce una differenza di
potenziale, che viene evidenziata
- Consente un controllo visivo conti- utile per verificare quello che succede dall'indice del voltmetro
nuo del processo di asporto. dentro a trasformatori, motori ed indut- lm't'11Nido le polarità del magnete ( al
- Evita ogni contatto delle mani con il tori in genere; possiamo quindi "auscul- limite, ruotandolo), anche la concentra-
prodotto finito. tarli" dentro, senza dover smontare zone di cariche s'inverte, spostandosi
- E' sempre pronto per l'uso, anche l'oggetto in esame. verso C, che quindi diventa ora negati-
dopo conservazione illimitata nel Anche in caso di conduttori percorsi da vo; ed anche È'indice dello strumento
tempo. forti correnti, il dispositivo può venire flette verso sinistra, confermando
- Il contenuto è sufficiente per trattare utile per rilevarne presenza o difetti. l'inversione di polarità.
più di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate. Su queste basi, i lettori più agguerriti Possiamo quindi riepilogare dicendo
possono anche individuare delle applica- che l'effetto Hall consiste nella nascita
zioni pratiche interessanti. di una tensione in un conduttore o

Il sensore
Il kit per circuiti
stampati è corre-
ad effetto Hall
dato di un pie- è di reperibilità
STOCK ghevole, ricca- piuttosto
RADIO mente illustrato,
in cui sono elen-
difficoltosa:
può essere
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazione sicuramente
del circuito. Il suo prezzo, compren- trovato presso
sivo delle spese di spedizione, è di le numerose
L. 18.000. Le richieste debbono es- fiere mercato
sere fatte inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO di elettronica
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831 J a che si tengono
mezzo vaglia postale, assegno ban- ogni fine
cario o conto corrente postale n. settimana in
46013207.
alcune città.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 50


L'EFFETTO HALL
semiconduttore percorso da corrente e amplificatore (A). come mostra la figeu- sigla del sensore; se il magnete si ai:1•i-
posto in un campo magnetico trasver- ra 3. La tensione in uscita al pin 3 è cina aff'aftrafaccia, l'andamenro della
sale piuttosto intenso. predisposta su circa 3,5V, e diminuisce tensione d'uscita semplicemente si
Dopo questa esposizione dell'andamen- se al sensore si avvicina un polo sud inverte. Le caratteristiche di massima
to generale del fenomeno, riferiamoci magnetico; viceversa, con un polo nord del dispositivo si possono così riepilo-
ora al sensore che è stato qui adottato, la tensione aumenta, come mostra il gare: la tensione di alimentazione mas-
vaie a dire io Spragne UGN - 3501 T. grafico che riporta l'andamento della sima è di 16 V; fa corrente tipica in
Si tratta, seppure sotto forma di un pic- tensione d'uscita in funzione dell'inten- uscita è di 4 mA; la tensione tipica a
colo transistor in plastica, di un vero e sità di flusso magnetico che inverte il riposo (O gauss) è di 3,5 V; fa risposta
proprio mini-integrato. che comprende dispositivo (figura 4 j. in frequenza è piatta sino a 25 kHz.
al suo intemo: uno stabi/iz;.aiOre di ten- L'avvicinamento del magnete va riferi- u.1 stabilità al variare della tensione e
sione ( ST). un sensore Hall ( SH) ed 1.111 to alla faccia su cui è stampigliata fa della temperatura è buona.
12: rappresentazione
schematica del fenomeno ve e .I 1 1---,,11 ST
3
denominato effetto Hall.
3: schema a blocchi del sensore
ad effetto Hall; si tratta in realtà
di un mini integrato.
4: come varia la tensione del
sensore sottoposto a campi
magnetici misurati in gauss.

2 3 2IGNO
e o eV
e vu
5

3,5

8 Il 3
2 ò i,
MAGNETE i±
1#% oV
€7 +
4

3%
2il- e 2

-
r1 J
A

;
=
,5

GAUSS
+..--
3000 2000 1000 o 1000 25C0 3000
suo 0

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 51


Facilissimo da installare
e da usare permette
di rendere veramente
efficaci i vari apparecchi
telefonici installati
in un appartamento.

CENTULINA
TELEFONICA
M
IN CASA
Qualunque apparecchio telefonico
della casa può ricevere tutte le
olte famiglie installano più appa-
recchi telefonici nell'appartamen-
dotato di cinque pulsanti, per poter tra-
sferire una chiamata ricevuta da un
telefonate e tutti gli Easy Link le to per aumentare la propria comodità apparecchio telefonico ad uno qualunque
possono trasferire alle altre stanze, diminuendo gli spostamenti da una stan- fra altri quattro apparecchi dello stesso
selezionando con l'apposito tasto il za all'altra. Questa soluzione non elimi- impianto domestico.
destinatario. Se quest'ultimo non si na però la necessità di avvisare a voce, Dopo aver risposto ad una chiamata,
trova nella sua stanza può alta se l'appartamento è grande, il desti- premendo uno dei cinque tasti non solo
comunque capire che la telefonata natario della chiamata, se è di verso da essa viene trasferita agli altri apparecchi
è per lui dal suono differenziato chi risponde. telefonici, ma l'Easy Link collegato
emesso dagli apparecchi. Per chi volesse evitare questa piccola ali' apparecchio che la riceve emette un
seccatura quotidiana e trasformare il suono caratteristico. che è diverso a
proprio impianto casalingo in un intelli- seconda del pulsante premuto sul dispo-
gente sistema telefonico ecco il nuovo sitivo chiamante. Ciascun membro della
apparecchietto chiamato Easy Link, cioè famiglia può quindi essere identificato
"collegamento facile". con un suono diverso per poter sapere
È anche facilissimo da installare perchè istantaneamente la destinazione della
sostituisce semplicemente il cavo di col- telefonata. Pertanto i tasti vanno contras-
legamento dell apparecchio telefonico segnati con i nomi dei membri della
alla linea. Occorre acquistare almeno famiglia servendosi delle apposite eti-
due Easy Link e se ne possono installare chette.
fino a cinque. Il dispositirn infatti è Il trasferimento della chiamata può

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag 52


diventare ancora più efficiente, perchè
ciascun Easy Link può essere program-
mato per rispondere solo a determinati
pulsanti, a seconda delle esigenze e delle
abitudini dei componenti la famiglia.
Se cioè ad esempio quattro pulsanti cor-
rispondono a mamma, papà, nonna e
bambino, l'Easy Link situato nella
camera da letto dei genitori può essere
programmato solo per rispondere alle
chiamate fatte con i tasti "mamma"
oppure "papà" dagli altri tre Easy Link
installati nell'appartamento.

LA PROGRAMMAZIONE

La programmazione del dispositivo è


molto facile, perchè consiste semplice-
mente nello staccare il cavo dalla presa
(accensione della spia sull'apparecchio)
e di premere prima uno qualunque dei
tasti e poi quello o quelJj prescelti per la
ricezione della chiamata. I dati così
impostati sono memorizzati nel momen-
to in cui viene connesso nuovamente il
cavo alla presa (spegnimento della spia).
Ciascun Easy Link viene alimentato da
una coppia di pile alcaline da 1.5 V.
Costa 46.500 (più spese di spedizione).
D-Mail (50136 Firenze - via Luca Lan-
ducci, 26- Tel. 055/8363040).
1: tutte le funzioni dell'Easy Link 2: la parte inferiore della basetta 3: sulla parte superiore della
sono svolte essenzialmente da due comprende anch'essa alcuni basetta, densa di componenti
integrati fissati alla piccola scheda componenti ma la maggior parte montati con la tecnica superficiale,
con la tecnica del montaggio dello spazio resta libero per vediamo i contatti metallici per i 5
superficiale. Uno modula i suoni permettere l'alloggiamento delle pile tasti che deviano le chiamate verso
diretti al buzzer, che è così in grado (ne vediamo la sagoma disegnata gli altri telefoni. I pulsanti sono
di emettere cinque toni distinti. sulla scheda). realizzati in gomma morbida.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 53


DISPOSITIVO PER L'HOBBY

A PESCA
CON GLI ULT uo
Un interessante circuito che, immerso nell'acqua
circostante l'amo con l'esca vera e propria, attira i pesci.
Il funzionamento si basa sull'emissione di ultrasuoni
che risultano particolarmente graditi alle nostre prede.
Il circuito ha dimensioni
molto contenute per ovvie
ragioni di ingombro: vista
la vicinanza tra loro
dei componenti conviene
attenersi rigorosamente
alla regola secondo la
quale prima si montano gli
elementi più piccoli e bassi
poi gli altri.

E risaputo che tutti gli animali, insetti


compresi, sono attratti da particolari
frequenze, mentre altre li allontanano; GALLEGGIANTE TAPPO
basti pensare ai tanti scaccia insetti elet- \
tronici: questi circuiti emettono vibrazio- Il circuito va inserito in
ni molto simili al rumore del battito d'ali una provetta di vetro o
della zanzara maschio distogliendo le plastica sufficientemente
femmine dal pungere. Non di molto dif- larga da contenere sia la
ferenti sono i segnali deterrenti per topi: basetta sia la pila.
ultrasuoni inudibili dall'uomo ma fasti- La cialda piezoelettrica va
diosissimi per i ratti. sistemata nella parte
Ebbene questo circuito emette suoni che,
al contrario, attraggono il pesce.
Si sa che le onde sonore si propagano
bassa della provetta che
va quindi chiusa con un
tappo di sughero.
>PROVE T 7A
anche nell'acqua quindi noi non sentia- All'estemo del contenitore
mo nulla ma sotto il livello del mare, del sistemiamo un
fiume, del lago si creano onde sonore galleggiante ad anello a
intorno all'amo che convincono il pesce sua volta legato ad un filo CIRCUITO
a dirigersi verso l'esca. da pesca: la provetta deve STAMPATO
Il circuito prevede differenti opzioni di galleggiare a filo d'acqua
funzionamento sia di frequenza sia di (deve emergere solo il ~..
intervallamento. tappo di sughero e il
Tarando opportunamente il dip switch galleggiante) e nella
(un complesso di otto interruttori unipo- vicinanza dobbiamo
lari a passo integrato) possiamo variare lanciare la nostra lenza
la frequenza di emissione, rendere il fun- con amo ed esca.
zionamento intervallato o continuo,

- -
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 55
R7 57

•~
2 Il 13
c8
1 9V

e
3

C4

es C9
=
C6
+
c7
R2
CP7

Schema elettrico del dispositivo per attirare i pesci: le quattro sezioni dell'integrato sono state separate
ma in entrata ed in uscita da ognuna di esse troviamo i piedini cui sono collegate.

COMPONENTI modificando gli intervalli.


Il trasduttore è una cialda piezoelettrica
del dispositivo che genera gli ultrasuoni
diciamo che si tratta di un doppio oscil-
R1 = 22M2 a dischetto, quella che troviamo latore C/MOS con miscelazione delle
R2 = 220 KO all'interno dei buzzer, per spiegarci due frequenze emesse: il primo genera
meglio. una frequenza più bassa che crea l'inter-
C1 =0,1 F
Circuito, cialda piezo, pila ed interrutto- vallamento mentre il secondo genera la
c2 = 0,22F
re vanno racchiusi in una provetta o in frequenza udibile dai pesci.
c3 =0,047 F Le prime tre sezioni del dip switch per-
un altro contenitore cilindrico di uguali
c4 = 0,01 F dimensioni di plastica o di vetro, a prova mettono la regolazione a scatti della fre-
c5 = 0,022 F d'acqua e con tappo. Ovviamente occor- quenza di intervallo; la quarta sezione se
C6 = 0,047 F re fissare un galleggiante sulla sommità chiusa elimina l'intervallo e rende conti-
c7 =0,1F della provetta per non vedere colare a nua l'emissione. Le restanti sezioni sono
C8 = 22F- 16V (elettrolitico) picco la nostra esca elettronica. dedicate alla regolazione della frequenza
C9 = 0,47 F La cialda deve essere posta, nel recipien- di emissione.
S1 = interruttore a levetta per te, sotto il livello dell'acqua. In uscita un particolare stadio a ponte
c.s. Ovviamente questo dispositivo serve (BTL) pilota la cialda piezoelettrica
$2+ S9 = dip switch 8 vie DIL solo per attirare i pesci nelle vicinanze: sfruttando appieno la tensione di alimen-
CP1 = cialda piezoelettrica per pescarli occorre sempre il classico tazione della pila (uno stadio BTL eroga
DI= 1N 4001 amo con tanto di esca. in uscita tensione doppia rispetto ad uno
IC1 = CD 4093 B Per quanto riguarda la struttura circuitale stadio convenzionale).

Il dispositivo è di realizzazlone
piuttosto semplice considerato
anche che gli unici due component i
polarizzati sono il condensat ore C8
ed il diodo D1.
Gli otto interruttori 52+59 sono
integrati in un unico dip switch.

$2+s9
'ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 5 6
A PESCA CON GLI ULTRASUONI
La saldatura della cialda piezoelettrica (che
può anche essere recuperata da vecchi orologi
con suoneria) deve essere fatta avendo cura
di rispettare la polarità: al terminale negativo
colleghiamo la parte centrale del dischetto,
al positivo quella laterale.

Il circuito stampato è qui visto dal lato rame


nelle sue dimensioni reali. L'estrema
compattezza del circuito rende la riproduzione
del tracciato piuttosto impegnativa.

Passiamo ora allo schema elettrico.


Un solo circuito integrato C/MOS
DC4093B (quadrupla porta NAND, Sch-
mitt trigger) assolve a tutte le mansioni
PANNELLO SOLARE
necessarie al funzionamento. La prima
porta genera, connessa come multivibra- Collegabile con tutti
tore astabile, la frequenza piuttosto bassa i sistemi elettrici che
d'intervallo, regolabile utilizzando il dip
possono essere
switch; l'uscita della porta appena tratta-
ta è connessa alla seconda NAND , anche ricaricati dal sole
questa oscillatore, a frequenza maggiore,
udibile dai pesci. C4,C5,C6 e C7 sono le Dimensioni:
capacità commutate per la selezione 31cm x 31m x 2,5 cm
della frequenza. Al pin 10 di ICI abbia-
mo tanti treni di impulsi intervallati da Caratteristiche:
momenti di blocco, un'emissione inter- Potenza erogata = 4 W
mittente che può essere resa continua Tens. use. max = l6 Vcc
chiudendo la sezione 4 del dip switch. Corr. max = 0,22 A
In questo modo si inibisce la funzione
della prima porta NAND .
A valle del pin 10 uno stadio a ponte,
Lire 130.000
sempre realizzato con porte NAND ali-
menta la cialda piezoelettrica.
C9 è necessario per disaccoppiare ii cari-
co dalla sezione di potenza.
S 1 accende o spegne il circuito. Per richiedere il pannello solare presentato
L'alimentazione ottimale è con la classi- occorre inviare anticipatamente l'importo di lire
ca piletta da 9 V piatta. 130.000 (spese di spedizione incluse) tramite
Per quanto riguarda la regolazione del
vaglia postale, assegno bancario o conto
dip switch nell'apposito specchietto
sono rappresentati gli interventi possibili corrente postale n° 46013207 intestato a
sugli 8 interruttori: le sezioni 1,2 e 3 STOCK RADIO , 20122 Milano • Via P. Castaldi, 20 1 -· STOCK
regolano la frequenza di intervallamen- (tel. 02/2049831). È indispensabile specificare
RADIO
to; chiudendo invece il dip 4 si rende l'articolo richiesto nella causale di versamento.
>)>»
-
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 57
A PESCA CON GLI ULTRASUONI
continua remissione; infine agendo sui
dip 5.6.7 e 8si modifica la frequenza
emessa.
Si ricordi che ponendo aperti i primi tre
interruttori si blocca tutto il circuito.
Stessa cosa accade per gli ultimi quattro.
Dopo alcune prove e verifiche possiamo
di certo schematizzare quali posizioni
del dip switch attirino questo o quel
pesce, quindi selezionare le frequenze
più efficaci. Il circuito è innocuo quindi
utilizzabile senza problemi.

IL MONTAGGIO

Una piccola e compatta basetta a circuito


stampato contiene tutti i componenti
compresa la cialda piezoelettrica e
l'interruttore di alimentazione, il dip
switch di controllo e l'integrato: ricor-
diamoci di montare per primi i resistori
quindi i componenti attivi; ICI è preferi-
bile sia cablato sul suo apposito zoccolo
mentre D 1, diodo che protegge il circui-
to da inversioni di polarità d'alimenta-
zione, va inserito proprio sotto la cialda
piezo. Quest'ultima è reperibile con faci-
lità ma chi disponesse di un vecchio oro-
Gli 8 interruttori
logio, anche da polso con sveglia, non
DSWITCH del dip switch
più funzionante può recuperare il
si dispongono in
1 2 3 4 5 6 7 8 dischetto piezo ali' interno. Le saldature
posizione aperta
perfette, non ci stancheremo mai di ripe-
u
&gel o
o o
@ o o o
• • o chiusa usando
una penna
terlo, sono sinonimo di sicurezza di fun-

523 •
o o o o o • o un piccolo
zionamento: niente agglomerati di sta-
gno, sbavature, non usiamo pasta salda
5g
oc
l o o• o o • • cacciavite. ma soprattutto utilizziamo stagno di otti-

urH- O o
Duul
etu.l o o ••
o o
o
o
o •


ma qualità. Dopo aver controllato il cir-
cuito appena realizzato diamo tensione:
se abbiamo un orecchio molto sensibile
alle alte frequenze forse, ma non è detto,
o
• • o o u
• • possiamo sentire qualche sibilo intermit-

• • • •
o z«
98z • • I primi 3
tente, solo impostando il dip switch sulle
frequenze più basse, altrimenti dobbia-
o o o o o o N
<g@
n • ] . interruttori
regolano
mo fare la prova in loco, ovvero in
6torose
BLOCCATO
o o

u2
• l'intervallo tra
acqua. Chi dispone di un frequenzimetro
o di un oscilloscopio può verificare
o o ur>
cuu
• • un suono
e l'altro con
1 'onda in uscita collegando lo strumento

o • • • 7 diverse
in parallelo alla cialda piezoceramica.
Finito il montaggio elettronico e la prova
o o
• • possibilità. Gli
ultimi 4 invece
prendiamo una provetta in vetro o plasti-

te
ca il cui diametro sia di poco superiore
o
• • • regolano la alla larghezza della basetta e della pila,
F o
• • • frequenza del
suono emesso
inseriamo il tutto entro la provetta, quin-
di sistemiamo vicino ali' apertura della


o
• •
o o

o
con 15 diverse
possibilità.
provetta un galleggiante a ciambella del
diametro del contenitore in vetro.

CBLOCCATO
OSCILLATORE
Incolliamo assieme ad un filo di nylon
indispensabile per il recupero.
È necessario prevedere un tappo.
- -
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 58
SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
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ed elementare le nozioni basilari
dell'elettronica.

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LA LEGGE DI OH solo
.000

COSA
CONTIENE
Questo è l'indice degli argomenti lattati.
e COS't L'ELETTRONICA e I CONDUTTORI E GLI ISOLANTI
e LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e A RESISTENZA VARIABILE
• IL CONDENSATORE • LA BOBINA • IL CIRCUITO BOBINA cm:
DENSATORE e I SEMICONDUTTORI e Il DIODO e IL TRANSISTOR
e Il CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO e SALDA-
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE KIT
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CREPUSCOLARE
SUPERSEMPLICE Il principio di funzionamento di questo
BASETTA ISOLANTE circuito è veramente elementare, tanto
che si potrebbe definire addirittura
didattico; esso si basa sostanzialmente
sul partitore di polarizzazione di base
del transistor TR I, costituito dalla resi-
stenza R I e dal fotoresistore FR.
In presenza di luce, la tensione ai capi
di FR essendo il suo valore di resistenza
molto basso (tipicamente inferiore ad I
K2 mentre R I è uguale a I O KQ), è essa
stessa di valore molto piccolo; in queste
condizioni TR I non può assolutamente
passare in conduzione.
Quando l'illuminazione cala, il valore di
Il circuito, resistenza di FR cresce via via sino a
semplicissimo, vcc portarsi anche a qualche MQ; in tal caso
si può montare su un la tensione che si ritrova ai suoi capi è
qualsiasi supporto isolante. quasi tutta quella di alimentazione, quin-
di con un valore tale da portare TRI net-
amente in conduzione. attraversato cioè
da una corrente di valore più che suffi-
COMPONENTI
R1= 10 KO
R2= 1K2
TR1 = 2N1711 LP
FR = fotoresistore
LP = 6 V 60 mA
O

Il principio di
funzionamento del
<
circuito è
veramente
R2
b TR 1 e
vcc
elementare: esso si
basa sul partitore
@
di polarizzazione di
FR
base del transistor
TRi costituito dalla
resistenza R1 e dal
±
~
V I Vbe
fotoresistore FR,

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994 - Pag. 60


giochi di luci le serate con amici (nel
LUCI periodo natalizio può essere utilizzato
STROBOSCOPICHE per far lampeggiare le luci del presepe,
dell'albero e di tutte le illuminazioni che
allietano le gelide sere di dicembre).
li progetto presentato da Fabio Pecis di Ma torniamo allo schema. Come si può
Trescore Balneario (BG) serve per far ))))

"lampeggiare" alternativamente o con-


temporaneamente due fonti luminose o R1= 10KO
quant'altro possa venire alimentato con R2 = 220 K2 (pot.)
tensione di rete (lasciamo al libero arbi- R3 = 220 KO
trio il modo con cui impiegarlo). (trimmer)
Realizzato con lo scopo di avere a R4 = 1 KO
disposizione l'effetto strobo per la festa R5 = 560 2
di Capodanno senza acquistare costosi C1=10F.25 V
fari con l'effetto incluso, il dispositivo (elettrolitico)
si presta molto bene per animare con C2 = 10.000 pF
D1 = 1N 4004
RL = rele 12 V.
2scambi
TR1 IC1 = NE 555N
8 Il4 TR1 = 2N1711
7
LP1 = LP2 =
lampade
IC1 DL = LED
O
7ce 6
Alessandro Milanesi di Forlì e
ha 16 anni e si è meritato
il completo kit di
saldatura Valex per la sua 2
realizzazione dell'interruttore
crepuscolare
supersemplice. +3
I
ciente per far accendere la lampadina Cf
di segnalazione LP.
Se al posto del resistore R2 (di limita-
zione per la corrente di base) montia-
mo un potenziometro o un trimmer,
possiamo far variare a piacere la 220 V
luminosità della lampada.
Un'ultima possibile variante al circui-
toè la seguente; se si inverte la costi-
tuzione del partitore di base, si scam-
biano cioè le posizioni di R I ed FR, si
inverte anche il funzionamento del
circuito, nel senso che si ottiene
l'accensione della lampada in presen-
23@2lo
Per citi collabora
za di luce e lo spegnimento quando Tutti i lettori sono Invitati
l'ambiente è al buio. ad lnlfla,w un loro proge tto,
La semplicità del circuito è tale che semplice e inedito, cm
esso può essere montato su qualsiasi non Impieghi più di 15
pezzetto di basetta, sia essa del tipo component i elettronici.
millefori a circuito stampato od a stri- Le realizzazioni (una
scia isolante con ancoraggi rivettati breve spiegazione,
(pressappoco come nella versione qui qualche dlsegn o,
le genera lità ed una foto
suggerita). II tutto si inserisce in uno
tessera dell'autore) devono
scatolino di piccole dimensioni dal
essere inviate a ELETTR ONICA PRATICA - EDIFAI
quale fuoriescano lampadine e fotore-
15066 GAVI {ALJ: a tutti I partecipa nti sarà spedlt o
.tenza.
un utlle omaggio. Ognl mese il proge tto mlgllore verrà pubblica to
e premla to con uno stupend o kit per saldatura in valigetta che comprende ;
saldatore Istantaneo da 100 W, saldatore a stilo da 30 W, supporto per mini
montaggi, dissaldatore, raschietto, appoggio per saldare e punte di ricambio .
Ecco un altro circuito di radio
funzionante senza pile: al posto
del transistor qui c'è un diodo
al germanio.

Pecis Fabio
di Trescore
Balneario
(BG) ha Questo semplice ma utile circuito di uno dei vecchi tipi al germanio (qualco-
realizzato queste radioricevitore ad onde medie, presenta- sa si trova ancora in giro).
simpatiche to da Luca Zanni di Reggio Emilia, Se poi le condizioni di ascolto già citate
luci possiede una caratteristica interessante, non fossero realizzabili, pazienza; basta
stroboscopiche. quella cioè di poter funzionare anche inserire un'eventuale alimentazione a
senza pila di alimentazione, però a due pila, come indica la variante riportata a
condizioni: che l'antenna sia un filo schema: non sarà più il circuito dei mira-
notare il circuito in sè è molto semplice; bello lungo (I O -:- 20 m) e che si dispon- coli, ma presenta un funzionamento affi-
consta di qualche condensatore, di qualche ga di una buona presa di terra; che dabile.
resistenza e di un integrato: il 555, cuore di l'emittente da ascoltare sia molto vicina.
tutta la realizzazione. Ciò avviene in quanto il segnale a RF
Il temporizzatore 555 è un circuito integra- captato dall'antenna si localizza ai capi Zanni Luca
to in grado di funzionare sia come astabile della bobina LI come segnale alternato di Reggio Emilia
che come monostabile. L'integrato, che piuttosto robusto, che viene sfruttato è riuscito a
necessita di un'alimentazione compresa tra dalla base del transistor anche come ten- realizzare un
12e 15 V da applicare fra i pin 8 e I, è sione di polarizzazione ottenuta automa- ricevitore che
provvisto di due ingressi, il trigger (pin 2) ticamente. funziona senza
e la soglia (pin 6), e cli un'uscita (pin 3). Infatti, TR 1 svolge diverse funzioni che pile.
Quando l'ingresso di trigger scende al di vengono qui elencate: raddrizza la ten-
sotto cli 1/3 V cc, avviene una commutazio- sione a RF proveniente dal circuito
ne che porta l'uscita alta e il transistor- accordato C2-Ll; estrae dall'onda por-
intenuttore in interdizione (OFF). tante il segnale ad audiofrequenza che ne
Quando la soglia invece supera 2/3 Vcc, costituisce la modulazione; amplifica il C1 = 150 pF
l'uscita scende al livello basso ed il transi- segnale audio per poi trasferirlo alla cuf- C2= 300 + 500 pF
stor va in ON. fia per l'ascolto. C3 =1 F (mylar o policarb.)
Studiato il circuito a scuola, è risultato Affinchè tutto ciò avvenga con risultati C4 = 10.000 pF
molto facile adattare qualche resistenza e accettabili è però necessario che TRI sia R1 = 220 KO
qualche condensatore per avere a disposi- L 1 = 90 spire filo 0,30 mm
zione un generatore di onde quadre con smaltato su tubo plastica o
frequenza variabile: la frequenza dell'onda
cartone B 20 mm (la presa 2 è a
in uscita si varia modificando la corrente
30 spire dal lato massa)
che attraversa il pin 6 tramite un trimmer.
(La cuffia deve essere del tipo
L'onda a disposizione, amplificata da un
ad alta impedenza)
transistor NPN, comanda un relè a doppio
scambio il quale, attraverso l'accoppia-
TR 1
mento con due deviatori (DV 1 e DV2),
permette di far lampeggiare alternativa-
mente o contemporaneamente le due luci L7
secondo i collegamenti predisposti e, a cir-
cuito spento, permette di accendere o spe-
gnere indipendentemente entrambe le lam-
pade. La frequenza in uscita viene visua-
I
2
b

C4
lizzata dal led DL, anche se alle uscite di
potenza non vi è applicato nessun carico. 3
Qui sono stati scelti un potenziometro e un R1 vcc
trimm er collegati in cascata per variare la
c3
e
I
frequenza dell'onda, anzichè un solo
potenziometro di valore maggiore, in
quanto con il trimm er regoliamo la portata
e con l'altro potenziometro abbiamo mag-
giore sensibilità nel regolare la frequenza
che comanderà il carico.
T
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag. 62
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I I I I I I I i I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I
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l_ LI IL I L I_ l L L L I L L _L L l ' '

I Le fotocopie non saranno ritenute valide. I


I Indirizzo completo (in STAMPATELLO) I
NOME COGNOME CAP [
CITA . .... . VIA TEL
J
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1994- Pag 63
CEDO collezione di VHS di COMPRO riviste tipo Siste- telecontrollo tramite RTX
io da] 1958 dei mondiali, ma Pratico. Tecnica illustrata. meri di Ele TNC collega-
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53045 Montepulciano (SI) integrati Q 616 C ed HA
CERCO videocamera video 8 tel. 0578/716819 (ore 21) 1604.
anche non più funzionante, è Del Pennino Carmine
necessario però che la funzio- CERCO d'occasione registra- Via Tramonto 15 int. 3
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ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 1


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le lezioni kit chiunque, a partire dall'età della terza media in su, può
che abbiamo costruirsi un dispositivo il cui funzionamento sfrutta soprattutto
quel giorno. i diodi led. A ciascun diodo è possibile ad esempio associare
una delle materie scolastiche, mentre nel circuito è memorizzato
l'orario settimanale delle lezioni. Ad ogni giorno della settima-
na corrisponde un pulsante, premendo il quale si accendono i
led che indicano le materie del giorno. Al di là di questa partico-
lare applicazione, il prodotto costituisce un ottimo stimolo
ali' apprendimento dell'elettronica, perché trattasi di una realiz-
zazione circuitale da una parte impegnati va, dall'altra di una
certa soddisfazione. Infatti nella scatola di montaggio sono
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una nuova famiglia di prodotti chiamata Tektools che rivoluziona il concetto di strumento di misura. Ha infatti unito diverse pro-
prietà fondamentali, finora troppo spesso in contrasto fra loro: numerose funzioni disponibili in un solo strumento, dimensioni e
peso ridotto, robustezza, affidabilità ed estrema facilità d'uso. li Tekmeter, capostipite di questa nuova generazione di strumenti, è
molto più di un multimetro digitale. Ad esempio in un impianto spesso non basta misurare il valore di una tensione, ma occorre
analizzarne anche la forma d'onda, per rendersi conto degli eventuali disturbi generati da altri apparati esterni. Tekmeter permette
questa visualizzazione, tipica di un oscilloscopio, premendo semplicemente un pulsante. Un'altra funzione importantissima è
l'autoranging, cioè il calcolo automatico dei valori di fondo scala. Si tratta solo di due esempi di tutte le funzionalità offerte da
questo strumento, nel quale le quattro configurazioni più usate possono essere memorizzate per essere utilizzate più agevolmente.
L'apparecchio, che misura 21,5 x 14 x 4 cm, pesa solo I kg comprese le batterie e ha un'autonomia di 4 ore. Ne esistono tre
modelli: il più evoluto può essere collegato ad una stampante per riprodurre su carta il contenuto dello schermo. Tektronix
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È possibile analizzare
contemporaneamente
due segnali
per effettuarne
il confronto.

Sul display possiamo


anche leggere i dati
che permettono di
rilevare problemi sulla
rete elettrica.

Gli impulsi che


vediamo sul display
consentono il
pilotaggio per il test di
un sistema di controllo.
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 2
ELECTRONIC N EWS
ù Pccoio Dl cosi..
Compact Disc, piastra di registrazione e sintonizzatore
digitale sono oggi riuniti in un microsistema della Phili-
ps di altissima qualità. Il lettore CD è programmabile
ed è dotato di tutte le funzioni che rendono comodi e
gradevoli sia l'ascolto (come ad esempio la ripetizione
o il salto di un brano) che la registrazione. La piastra, di
tipo "autoreverse", è fornita di sistema Dolby per la
riduzione del rumore.
Infine il sintonizzatore offre 30 possibili preselezioni e
l'emittente può essere selezionata a passi oppure con
ricerca continua. Il tutto viene controllato da un teleco-
mando da 36 tasti e, escludendo le casse, ha le dimen-
sioni di soli 16x 14 x 26 cm. La potenza di uscita è di 2
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Novembre 3 - tel. 167/820026).

ESPERIMENTI CON RADIO A GALENA


Un interessantissimo kit permette di riprodurre i gloriosi esperi-
menti attraverso i quali si è arrivati ai moderni diodi a semicondut-
tore. Fra i vari dispositivi predecessori dei moderni diodi nel setto-
re radioelettronico va ricordato il cosiddetto baffo di gatto. li nome
deriva dal sottilissimo contatto metallico unito ad un cristallo di
materiale semiconduttore. La corrente che raggiungeva il semicon-
duttore attraverso il metallo riusciva ad "uscire" grazie ali' alta
conducibilità elettrica in prossimità del punto di contatto col metal-
lo. Il contrario era invece impossibile, perché la corrente applicata
al terminale collegato al cristallo si disperdeva all'interno di esso
senza "trovare la strada" per uscire dalla parte del metallo. Per rea-
lizzare questi diodi vennero usati inizialmente i cristalli di solfuro
di piombo, più comunemente chiamato galena. Grazie a questo kit
si può realizzare un'elementare radio a galena e toccare con mano,
attraverso un semplice dispositivo le proprietà di questo cristallo.
Non occorre alimentare l'apparecchio: ci si deve accontentare di
deboli segnali, ma d'altra parte è cosi che è nata la moderna radio.
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PENNA DEGLI 007


Quegli straordinari apparecchi trasmittenti microscopici visti
tante volte nei film di spionaggio oppure in mano ai super
detective esistono davvero. Addirittura vengono realizzati in
forme diverse e si nascondono all'interno degli oggetti più
disparati. Esempi interessanti sono il trasmettitore da monta-
re dentro la presa di corrente e alimentato dalla tensione
alterata di rete oppure quello nascosto all'interno di una
calcolatrice tascabile. Ma il più affascinante è senza dubbio
la penna con incorporata una radio trasmittente UHF. Poten-
dola tenere nel taschino, non desta alcun sospetto, anche
perché funziona, oltre che come trasmettitore, anche come ...
penna. È possibi.le selezionare tre canali di trasmissione.
Questo capolavoro di miniaturizzazione pesa solo 20 gram-
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uesta realizzazione è dedicata a tutti ahimè, non tutti i bruciatori sono nuovi! inizia a suonare emettendo fischi inter-
Q coloro che posseggono stufe, cal-
daie e scaldabagno funzionanti a gas,
Così non appena si apre il rubinetto
dell'acqua calda negli scaldabagni o il
mittenti ed il led si accende.
Il circuito può essere alimentato sia con
metano, kerosene ecc; in pratica tutti gli termostato scatta in stufe e caldaie, nel una pila sia con un alimentatore da rete.
apparecchi dotati di quella fiammella migliore dei casi si resta al freddo, nel La realizzazione, molto semplice, utiliz-
pilota che non dovrebbe mai spegnersi peggiore il gas satura l'ambiente o za una quindicina di componenti che
ma, se ciò accade, sono dolori. avviene allagamento del bruciatore di possono rendere più sicura la nostra
Un colpo di vento, un'improvvisa man- combustibile. Cose assolutamente da casa, evitarci bagni gelati ed interventi
canza di carburante o gas, determinata evitare. dei pompieri.
da una bolla d'aria nelle condutture Il circuito da noi proposto utilizza un Come cuore del circuito abbiamo scelto
potrebbe causare danni irreparabili. componente specifico, INTC del tipo anche in questo caso un CD4093, un
E vero che le più moderne apparecchia- blindato che, posto nelle immediate vici- ottimo integrato C/MOS dal basso costo
ture sono dotate di termocoppia di sicu- nanze della fiamma pilota o vicino al ed utilizzabile praticamente come il
rezza, un dispositivo che blocca il com- fornello del bruciatore, sente se si spe- prezzemolo. Occorre notare che la porta
bustibile se la fiammella si spegne ma, gne la fiammella. Se ciò accade il buzzer N AND trigger G 1 è connessa ad un

Il dispositivo si monta su una basetta


di piccole dimensioni che va a sua
volta racchiusa in una scatola in
plastica: buzzer, led e morsetti
d'uscita si fissano su quest'ultima.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 4


Un circuito salvavita
che emette un forte suono
quando la fiamma pilota
di stufe, caldaie
e scaldabagno si spegne
accidentalmente per
un colpo di vento
o una bolla d'aria
nelle tubature del gas.

semplice partitore variabile composto da


NTCI e dal trimmer: questo va regolato
in modo che non vi sia avviso se l'NTC
è scaldato dalla fiamma, e ci sia allarme
non appena si raffredda. NTCI è del tipo
a vitone per alte temperature e blindato
per uso industriale; va posto come già
accennato nelle immediate vicinanze
della fiammella.
DI, D2, e C3 proteggono l'ingresso
della porta logica da interferenze genera-
te dalle numerose apparecchiature elet-
troniche connesse all'impianto di riscal-
damento (pompe elettriche, elettrovalvo-
»»

La scatola contenente il circuito


va sistemata sulla carcassa
esterna della stufa, della caldaia o
dello scaldabagno. Se però
l'apparecchio si trovasse in luoghi
dai quali non fosse possibile udire il
buzzer il circuito va portato
all'esterno di tali luoghi.

L'NTC blindato è dotato di un'estremità


filettata e munita di controdado. in questo
modo è possibile fissarlo alla piastrina che
sorregge il beccuccio da cui esce il gas
praticando un piccolo foro. I fill che
collegano I'NTC al circuito vanno protetti
con nastro d'amianto per alcuni centimetri.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 5


912V @
+
+
Il
=
MASSA @
1= 1: TRl

NTC7 6. 01
Il

Il u.
Il
R2
"-ras@
Il

L ._____ Il
é
ni

R1 ,,. Il Il I
G2

!
V

02 Il Il G
2
P1
4
:I ! (4

±
Lo schema elettrico del rivelatore di fiamma spenta è piuttosto semplice.
Il circuito integrato IC1 è stato scomposto nelle sue 4 sezioni per rendere
più agevole la comprensione del funzionamento.

COMPONENTI
R1 = 2,2 K2
R2 = 2,2 M2
R3 = 1KO
R4 = 4,7 KQ
P1 = 47 KQ (multigiri)
C1 = C3 - 100 nF (policarbonato)
C2 = 22 F 16v (elettrolitico)
C4 = 1 JIF (policarbonato)
NTC1 = blindato 100 KQ a 80°
(termistore)
D1 = D2 = 1 N 4148
IC1 = CD 4093
LD1 = led rosso
TR1 = BC 337
BZ1 = Buzzer 12 V

Piano di montaggio del nostro Il circuito stampato è qui visto


circuito: buzzer, interruttore, dal lato rame nelle sue
led, NTC e morsettiera si dimensioni reali.
collegano alla basetta tramite La realizzazione non è molto
spezzoni di filo da saldare ai difficile ma richiede la solita
terminali indicati. grande precisione.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 6


RIVELATORE DI FIAMMA SPENTA
le, accensioni e candelette ecc.) oppure In questo
per evitare di incorrere in falsi allarmi o disegno
emissioni sonore del buzzer ogni qual- vediamo i
volta si accende la lampada al neon della riferimenti
cucina, ad esempio. per il
Il pin 11 di ICI controlla un oscillatore a montaggio di
multivibratore astabile realizzato con LD1, TR1 e
un'altra porta di ICI la cui frequenza di IC1 nonché
circa 1,5 Hz determina il lampeggio del la particolare k
led e il suono intermittente del buzzer. tonna di NTC1
G2 si attiva solo se l'NTC diviene fred-
do mentre G3 e G4, poste in parallelo,
pilotano il led ed il transistor TRI che
(non dotato
di polarità da
LD7
e E
rispettare).
alimenta il buzzer. NTC7 TR1 Ic1

PICCOLA BASETTA

La basetta circuito stampato prevista per


Il transistor
questa realizzazione è di minime dimen-
sioni, si consiglia pertanto di montare e TR1 si monta
saldare con particolare cura tutti i com- con la faccia
ponenti, con ICI inserito su zoccolo per piatta rivolta
maggiore sicurezza. verso il pin
Il cablaggio a filo per NTCl è preferibi- negativo
le sia effettuato con cavi in amianto resi- della
stenti alla fiamma. Il buzzer ed il led alimentazione.
devono fuoriuscire dalla scatoletta che Questo
contiene il circuito e la pila. componente
L'NTC va sistemato in posizione diversa serve per
a seconda del tipo di caldaia o stufa, alimentare il
dotati di bruciatori a gas o combustibile buzzer.
liquido, sempre però nei pressi della
fiamma pilota; il circuito non è applica-
bile in quanto superfluo alle caldaie bru-
»»

L'NTC blindato si presenta come un bullone con Visto che spesso è difficile praticare fori sulla piastrina
due fili che fuoriescono dalla testa. Si può montare di caldaie e stufe (è posta in una posizione di solito
direttamente sullo schermo paravento della poco accessibile) si può prevedere un sandwich di due
fiammella praticando un piccolo foro. piastrine metalliche da stringere su quella esistente.

TERMOCOPPIA
SCHERMO
PARAVENTO

FIAMMA
ora
BECCUCCIO
Il buzzer si collega alla basetta
rispettando l'esatta polarità.

Il dispositivo
racchiuso nella
scatola: in un
contenitore appena
più grande di quello
da noi usato si può
inserire anche la pila.

ciatori senza fiamm a pilota quali quelli a infiammabili. Inoltre occorre un relé, da personale competente.
gasolio o gas con accensione elettronica connettere in parallelo al buzzer, che Questo circuito, come peraltro il rivela-
al plasma. Questi si riaccendono ogni serve per trasmettere l'impulso all'elet- tore di gas precedentemente pubblicato,
volta senza l'ausilio della fiamma di trovalvola. In questo caso si rende non deve indurre, qualora adottato, a non
preaccensione. necessaria l'alimentazione a 220Ve non seguire le vigenti norme di sicurezza che
Qualora per maggiore sicurezza oltre a a batteria avendo l'elettrovalvola tensio- prevedono canne di evacuazione fumi
prevedere l'avviso sonoro e luminoso ne di eccitazione 220V alternata. Con dotate di cassetta raccogli condensa, di
volessimo far sconnettere automatica- questo sistema otteniamo la massima diametro adeguato al bruciatore, areazio-
mente l'erogazione del combustibile sicurezza dell'impianto anche in nostra ne locali e kilocalorie erogate come da
bisogna realizzare una piccola modifica assenza. Coloro che intendono eseguire norma. Si ricorda inoltre che non posso-
circuitale che consente al dispositivo di tale modifica devono agire sull'impianto no essere installati apparecchi a gas in
pilotare elettrovalvole a sgancio elettro- di alimentazione del combustibile con bagno e locali non areati, salvo deroga
magnetico del tipo per gas o fluidi grande cura e chiedendo informazioni a per bruciatori bilanciati forzati stagni.

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La soluzione più sicura per il rivelatore di fiamma


spenta è quella di prevedere, con una piccola
modifica al circuito, una elettrovalvola che, VALVOLA
tramite un relé, blocchi l'afflusso del combustibile A SGANCIO
al bruciatore quando la fiammella pilota si è AUTOMATICO
spenta e dunque il buzzer si è messo a suonare.

ELETTRONICA PRATICA- Novembre 1994- Pag. 8


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i trasmettitori ma
che si può facilmente
eliminare.

uante discussioni tra amici radioa- cuito in cui una pila alimenta una lampa- come in precedenza solo se i tre fattori
Q matori sul tema delle onde riflesse
o stazionarie! rosmetri, accordatori, tran-
dina attraverso un cavo possiamo dire
che lungo il cavo si perde appena un
di cui parliamo di seguito vengono
rispettati. Ogni generatore RF ha una
smatch, SWR, onde riflesse, onde stazio- poco di potenza per via della resistenza impedenza caratteristica. L'impedenza è
narie, onde dirette, potenza riflessa, ohmmica del filo. Nulla cambia rispetto data dall'insieme di resistenza e reattan-
potenza diretta: la confusione, spesso, è a quanto detto alimentando la lampadina za capacitiva e induttiva. Normalmente i
enorme e certo la difficoltà di compren- in corrente alternata. Se però aumentia- generatori RF (strumenti o trasmettitori)
sione di alcuni fenomeni elettrici non mo la frequenza del generatore alternato hanno impedenza unificata a 50 ohm, la
aiuta a risolvere il problema. (la portiamo da 50 Hz a I 0MHz, ossia stessa che deve avere il cavo di collega-
Se prendiamo in considerazione un cir- 10.000.000 di Hz) le cose rimangono mento. Ciò si ottiene rapportando in un
certo modo il diametro del conduttore
interno con la calza metallica esterna che
funge anche da schermo. I tre fattori che
1 debbono avere lo stesso valore sono:
CAVO
l'impedenza del generatore RF (TX);
l'impedenza del cavo di collegamento;
Una tensione cc, diciamo di 6 V, accende l'utilizzatore.
regolarmente una lampada LP grazie al cavo L'utilizzatore o carico che nei casi pre-
di collegamento (1). La stessa cosa succede cedenti era una lampada ora diventa
se l'alimentazione è alternata 6 V 50Hz (2). l'antenna che irradia il segnale del
Nei due casi le perdite lungo il cavo nostro TX. Purtroppo quasi mai l'anten-
sono irrisorie. na presenta una impedenza di 50 ohm se
CAVO non su una sola frequenza.
Se invece colleghiamo un trasmettitore,
via cavo, ad un carico terminale pura-
mente resistivo ( carico o antenna fittizia,
2 in gergo), dato che questo è realizzato in
--
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 1 O
modo da presentare 50 ohm, tutta la caratteristiche elettriche di una antenna 1: un circuito oscillante è l'insieme
potenza che esce dal TX, tranne pochis- facendola artificiosamente rimanere sulla di una induttanza L (bobina) e di
sima che si perde nella resistenza dei frequenza da noi voluta. Un adattatore di una capacità C (condensatore)
conduttori del cavo, viene assorbita dal impedenza fa si che il TX veda un'anten- 2: elettronicamente l'antenna è un
carico fittizio. Un'antenna, invece è un na con valore 50 ohm anche se ciò non è. circuito oscillante in cui
carico reattivo. Ha trascurabile valore Rimane il fatto che dall'adattatore in su l'induttanza è lo stilo verticale
resistivo e le principali componenti che (cioè cavo e antenna) le onde stazionarie o mentre la capacità è il
la costituiscono sono la reattanza capaci- riflesse sono presenti. Ciò però elimina il condensatore che si forma tra lo
tiva e quella induttiva. Essa inoltre elet- pericolo di danneggiamenti al TX. stilo e la terra. Nel primo caso
tricamente è un circuito oscillante cioè La soluzione dell'accordatore di antenna, (schema 1) abbiamo un circuito
l'insieme di una induttanza (bobina) Le al bocchettone dell'antenna stessa, è la oscillante a costanti concentrate,
di una capacità (condensatore) C: la soluzione migliore, anche se spesso non nel secondo a costanti distribuite.
prima è rappresentata dallo stilo vertica- praticabile perché occorre andare sul tetto
le mentre la seconda è il condensatore di casa ove è posta l'antenna. Esistono
che si forma tra lo stilo e la terra. però accordatori telecomandati. Quando
un impianto d'antenna è perfetto si dice L
FREQUENZA DI RISONANZA che ha un rapporto di onde stazionarie di
1 a 1. Ciò in realtà è solo un concetto
Come si sa ogni circuito oscillante ha una teorico. Fattori di ROS di 1 a 1,2 o 1 a


sola frequenza di risonanza e solo su quel- l,5 sono più che accettabili mentre 1 a 2
la lavora perfettamente: ciò vale anche per può essere tollerato se abbiamo voglia di
un'antenna. Meccanicamente un'antenna correre qualche rischio; rapporti superio-
può essere costruita per presentare una ri indicano impianti d'antenna difettosi.
impedenza di 50 ohm, ma solo su una Ai fini del collegamento radio un poco
determinata frequenza. di onde stazionarie non producono atte-
Spostandoci dal valore di risonanza nuazioni o distorsioni della voce. 1 2
dell'antenna per forza di cose, una reattan-
za prevale sull'altra, quindi o è troppo alta
la capacità o è troppo alta la induttanza:
solo sulla frequenza di risonanza le due Collegando un basrnettitore TX ad un carico resistivo CR (mediante un
reattanze si annullano tra loro. Questo è il cavo da 50 2) se questo è di 50 2 assorbe tutta la potenza generata dal TX.
punto più complesso di tutto il ragiona- TX
mento. Quando una antenna lavora fuori
dalla frequenza di risonanza non riesce a CAVO
irradiare tutta la potenza che riceve.
La parte non irradiata torna al trasmettito-
re, (onda riflessa) per poi tornare
all'antenna ... in pratica staziona lungo il
cavo. Ciò può produrre sovratensioni RF
lungo il cavo coassiale ma soprattutto PI 7W/
sullo stadio finale del TX con conseguen- Se dal nostro trasmettitore esce una potenza di 1 O W
ze disastrose, fino alla bruciatura dei tra-
smettitori finali. È bene dire che un tra-
e l'antenna, non adatta, irradia solo 7 W si ha un ritorno
verso l'apparecchio (potenza riflessa) di 3 W.
>
smettitore di qualità ha appositi circuiti di TX PU JOW


protezione.
PR 3W
Per ovviare a questi problemi di disadatta- CAVO
mento che sono inevitabili è necessario
impiegare dispositivi come misuratoti di
onde stazionarie (SWR ossia Standing
Wave Revelator), accordatori d'antenna,
adattatori di impedenza. Spesso questi
ultimi due hanno incorporati gli strumenti Per adattare un'antenna
di misura. E bene precisare che l'accorda- ad un trasmettitore occorre mettere
tore d'antenna va posto al bocchettone di ai suoi capi un accordatore. Questo
alimentazione dell'antenna mentre l'adat- dispositivo ha la capacità di variare
tatore di impedenza (transmatch) va posto elettricamente la lunghezza dell'antenna.
vicino al trasmettitore. Il rosmetro (misu-
ACCORDATORE
ratore di onde stazionarie ROS significa TX k
Rapporto Onde Stazionarie) va posto nel
punto dove si vuol misurare quante "sta- CAVO
zionarie" sono presenti. Le onde staziona-
rie infatti variano da un minimo ad un
massimo (lungo il cavo coassiale) legate
alla lunghezza d'onda che impieghiamo.
L'accordatore d'antenna modifica le
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag 11
SPERIMENTARE

GENERATORE DI SEGNALI
CON CATENA DIVISORIA
È un nuovo modulo della serie didattica iniziata
con il contatore a tre cifre il mese scorso.
Può essere utilizzato come
strumento a sè in applicazioni tipiche
di calibratore di frequenza ad alta
precisione e stabilità.
Il montaggio del circuito è estremamente
semplice visti i pochissimi componenti presenti.
La maggiore difficoltà sta invece nella
realizzazione del circuito stampato,
indispensabile in questo caso.

Ruotando la vitina di regolazione del compensatore C2 è possibile


ritoccare di qualche centinaio di Hz la frequenza generata in modo che
anche chi necessita della massima precisione possa essere soddisfatto.
Per "centrare" il valore desiderato occorre naturalmente eseguire
l'operazione con il nostro circuito collegato ad un frequenzimetro.

uesto circuito nasce come generato-


Q re di segnale quarzato, con relativa
catena di divisioni per 10, in modo tale
che, partendo da un quarzo da 1 MHz, la
frequenza più bassa ottenibile dalle suc-
cessive divisioni arrivi a 0,01 Hz.
Perfetto. Ma, a cosa può servire un
dispositivo di questo genere?
Almeno a due applicazioni, abbastanza
ovvie e, comunque, molto utili.
La prima utilizzazione cui si può eviden-
temente pensare è quella di dotare il
nostro laboratorio di un generatore di
frequenze campioni di riferimento (se
vogliamo, si tratta di un calibratore) ad
alta precisione e stabilità che, appunto
artendo da 1 MHz e per scatti di 10 a
dividere, arriva a rendere disponibili fre-
quenze anche molto basse: diciamolo
pure, per l'hobbista radioelettronico, un
dispositivo che non dovrebbe mancare in
nessun laboratorio appena appena attrez-
zato, anche se casalingo.
a un'altra possibile applicazione rien-
tra nella serie di circuiti modulari (di cui
è già stato presentato il display a tre
cifre), circuiti che opportunamente com-
inati possono portare a realizzare ben
più interessanti attrezzature di laborato-
rio. Dedichiamoci allora ad esaminarne
la costituzione.
>»>»
- -

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 13


·---·--·--- ---·--- ·--- - -·-·----·--- --- ·-·---

R7
77
1
Schema elettrico
del generatore
Q di segnali con
I C 5 catena di divisione
)o-1w [] per 1 O: l'integrato
ICS è stato diviso
7 ne
C1 c2 nelle 4 sezioni
che lo
compongono per
facilitare
la comprensione
dello schema.

21
IC 1
16 = 14
76

/C2
r-es

14 2
I C 3
76
J:.
i 74
(

2
I
611 104 6 70 7 6 70 I 7 Il 6
Il 7' 7 7
8 8 8
9 9 9
75 75 75

1M 700K 10 K lK 700 70

Piedinatura dei due tipi di Piano di montaggio della basetta prova-quarzi; la sua realizzazione
integrati presenti nel circuito. deve essere rigorosamente a circuito stampato.

16
e~
am
]%.

4, e
15 14
13
3 14 10K /00 'i / 0,01
12
HZ
,,.J
4 13
5 12 4 11
/C. /CJ 1 /C4
6 11
7 9
8 7 8
vcc
€ @
4518 4001
ponticelli
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 14
'• --- . --- . ---
GENERATORE DI SEGNALI
CON CATENA DIVISORIA
Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.

L'esame dello schema elettrico del sezione, trova eventuale applicazione


nostro generatore divisore multiplo parte essendo direttamente disponibile
naturalmente da un oscillatore quarzato ali' apposita uscita dell'apparecchio; esso
che genera una frequenza stabilissima al comunque prosegue anche il suo percor-
valore standard di 1 MHz. Il circuito è so all'interno del circuito, venendo
realizzato attorno ad un integrato 4001, applicato all'entrata della prima sezione
un normalissimo C-MOS che però si di un 4518, che divide per 10 la frequen-
presta a mille impieghi. za del nostro segnale.
Alla prima uscita di questo integrato,
16
cioè al pin 6 di IC 1, è pertanto presente
14 CORRENTE QUASI CONTINUA un segnale a 100 KHz che, oltre ad esse-
€4 re disponibile per usi esterni, entra anche
Il cristallo è collegato in reazione fra al pin 1 O dello stesso integrato e subisce
7 l'ingresso della sezione "a" e l'uscita una seconda divisione (sempre per 10),
7 del la stessa sezione, con il compensatore cosicché alla seconda uscita (la 14 di
8 C2 che serve, per i più pignoli, a ritocca- ICI) troviamo ora 10 KHz.
9 re di qualche centinaio di Hz la frequen- Il gioco si ripete identicamente per altri
75 za generata. 3 integrati dello stesso tipo, sino a che,
Il segnale ad 1 MHz, "boosterato" dalle al pin 14 di IC4, ci troviamo ad avere un
sezioni "b" e "d" dello stesso integrato, e segnale alla frequenza di 0,01 Hz: pen-
disponibile al pin II di quest'ultima )»

Questa variante circuitale, limitata alla sezione oscillatrice a quarzo,


01 0,07Hz rende il circuito adatto ad operare con segnale proveniente da un
generatore esterno a frequenza variabile.

01F RT

COMPONENTI
R1 = 10 MO
R2 = 27 KO
C1 = 22pF (ceramico) ICS
C2= 50 pF (trimmer cilindrico) 7
C3 = 0,1 F {ceramico)
Cc4=C5=C6Cc7=0,1F
(ceramico)
IC1 = IC2 = IC3 = IC4 = 4518B
IC5 = 4001B
Q = cristallo 1 MHz (HC6)
Vcc = 5:14V
ELETTRONICA PRATICA- Novembre 1994 - Pag. 15
GENERATORE DI SEGNALI CON CAT
sate, un centesimo di hertz: quasi una
corrente continua.
Coine si può ben capire, abbiamo a che
fare con un circuito banalissimo dal
punto di vista elettrico, se non altro per-
ché pensano a tutto gli integrati, special-
mente nella catena divisoria, dove gli
unici componenti aggiuntivi presenti
sono dei semplici condensatori di bypass
sull'alimentazione.
KIT A tal proposito, la tensione di alimenta-
zione di questo circuito può essere com-

PER CIRCUITI presa fra 5 e 14 V senza che se ne abbia-


no sostanziali differenze nelle caratteri-
stiche, salvo per l'ampiezza dei segnali

STAMPATI o» in uscita; diciamo però che la zona idea-


le in cui far lavorare il dispositivo è fra 9
e 12 V quindi il circuito si può anche
Per montare il quarzo in posizione
"sdraiata" sulla basetta senza
provare con una normale piletta da pericolo di danneggiarlo occorre
Dotato di tutti gli elementi
"transistor". ripiegare i terminali nel modo
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite indicato usando una pinzetta
o bachelite, con risultati tali a becchi sottili.
da soddisfare anche i tecnici UNA BASETTA PER 5 INTEGRATI
più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita L'elevato grado di integrazione di que- Dal lato opposto dei terminali
di inchiostro resistente sto circuito, che (abbiamo detto) lo il quarzo va fissato alla basetta
al percloruro. rende quasi banale dal punto di vista con uno spezzone di filo nudo
elettrico, ne rende però la realizzazione da saldare al circuito stampato
un pochino più critica, talché è imperati- e al corpo del componente.
Caratteristiche vo adottare per essa il circuito stampato
da noi disegnato e prototipizzato.
Questo collegamento non ha
nessuna funzione elettrica, serve
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto. Ciò fatto, e con un po' di attenzione solo a bloccare il quarzo.
- Evita ogni contatto delle mani con il
prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il contenuto è sufficiente per trattare
più di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate.

Il kit per circuiti


stampati è corre-
dato di un pie-
STOCK ghevole, ricca-
RADIO mente illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazione
del circuito. Il suo prezzo, compren-
sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbono es.
l gere fatte inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO • 20124 MILANO •
Via P. Castaldi, 20 {Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno bane
cario o conto corrente postale n.
46013207.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 16


ENA DIVISORIA
nell'esecuzione materiale del lavoro, Il circuito resta potenzialmente inaltera- no deve avere per il corretto pilotaggio è
anche quest'ultima non pone problemi to, salva la necessità di apportare una di 0,5 V fra picco e picco, mentre il
particolari. modesta variante alla sezione "a" di IC5, valore massimo non deve superare la
I componenti da montare sono ben che appunto consenta di sostituire, al Vcc di alimentazione.
pochi, e si comincia comunque con resi- quarzo, un adatto segnale prodotto da un La presenza del diodo applicato
stenze e condensatori, senza dimenticare qualche generatore esterno; la variante all'ingresso fa sì che le semionde negati-
i 4 ponticelli che è stato necessario circuitale è riportata nell'apposito sche- ve vengano comunque eliminate (si trat-
aggiungere al cablaggio complessivo: ma elettrico parziale. ta di un diodo al silicio di segnale, tipo
essi si rimediano con qualche reoforo La tensione minima che il segnale ester- 1N4148 o 1N914).
avanzato dai normali componenti, salda-
ti e "rasati".
Poi si inseriscono gli zoccoli per i circui-
ti integrati, facendo attenzione che i pie-
dini entrino tutti regolarmente nei fori, L'INTEGRATO 4518 B
senza che se ne pieghi casualmente qual-
cuno fra zoccolo e basetta. Si tratta di un doppio contatore BCD disponibile in contenitore a 16 pie-
Trovano poi posto C2 e Q, il quale è pre- dini, la cui tensione di alimentazione massima può raggiungere i 18V,
visto con disposizione coricata, così da mentre quella d'ingresso può essere compresa fra - 0,5V ed il valore di
poterlo fissare alla basetta anche in testa alimentazione.
(con un breve spezzone di filo nudo e un Il valore tipico della frequenza di clock è di 6 MHz
punto di stagno) in modo da assicurarne Nella figura qui riportata, in A è illustrato lo schema funzionale delle
al massimo la stabilità meccanica. due sezioni uguali.
Servono infine una manciatina di termi- Nel particolare B è invece rappresentato come, collegando opportuna-
nali ad occhiello, così da poter comoda- mente le due sezioni, si ottenga una prima divisione per IO della Fi (fre-
mente piazzare i cavetti per le numerose quena del segnale applicato all'ingresso) e quindi una successiva divi-
uscite previste. sione della Fi/l0, ottenendo cosi una situazione finale pari a F/100.
Non resta ora che inserire i 5 integrati,
ricordandosi di attuare due importanti
precauzioni: l'inserimento va effettuato u
in modo che l'incavo semicircolare o
l'incisione circolare presente su uno dei
lati corti del corpo sia esattamente orien- El
:l
tata come previsto a disegno; occorre
controllare che i numerosi pin degli inte-
grati entrino regolarmente e tutti nelle cdl
@
mollette dello zoccolo, non abbiano cioè
a piegarsi inavvertitamente sotto il
corpo.
A questo punto (dopo l'ultima occhiata u
pignola di controllo) basta dar tensione,
e tutta la serie dei segnali prevista sarà
lì, a nostra disposizione.

UNA POSSIBILE VARIANTE 5F +


Il controllo a quarzo dell'oscillatore, e L'integrato 4518B è composto da due sezioni uguali (A)
quindi di tutte le frequenze che ne deri- che, collegate opportunamente tra loro,
vano per divisione, è naturalmente quel- producono una divisione prima per 1 O poi per 100
lo che dà le migliori garanzie di stabilità della frequenza d'ingresso {B).
e di affidabilità dei segnali prodotti;
resta sempre il fatto che la frequenza

I
fissa, anche se a molti valori, può non
corrispondere a determinate esigenze
d'impiego.
Ecco allora che si può anche pensare di
attuare un sistema perfettamente analogo
ma che agisca su un segnale qualsiasi,
applicato dall'esterno, che vada a pilota-
EF ~ 1

@
7U4
2 1 E

re la stessa catena divisoria.

ELETTRONICA PRATICA- Novembre 1994-Pag. 17


RADIO COLLEZIONISMO -
4

PIU UNICO CHE URO Un prototipo di ricevitore realizzato in un unico esemplare


dalla Allocchio Bacchini nel 1954. Era destinato all'utilizzo
su navi mercantili e sommergibili.

I l ricevitore OL J 1 (Onde Lunghe


modello 11) era un apparecchio spe-
ciale, costruito appositamente su specifi-
standard per permetterne l'eventuale
montaggio su rack, è contenuto in un
robusto cofano metallico da tavolo e for-
che del Ministero P.P.T.T. o della Mari- nito di maniglie per il trasporto. Il telaio
na Militare di allora e l'esemplare interno è costituito da una base di fusio-
descritto è quasi sicuramente l'unico ne, su uno scomparto della quale si trova
costruito ed esistente, forse un prototipo. il complesso dei circuiti accordati di alta
Infatti il suo numero di matricola è 001 frequenza, montati su un tamburo
ed il suo alimentatore AL OL 11 porta il comandato dal commutatore di gamma.
numero di matricola 002. Sopra questo scomparto è sistemato il
Costruttivamente l'OL 11 è molto simile condensatore variabile di sintonia che è
ai ricevitori della serie AC 16 e AC contenuto in una scatola di fusione che
16/OC montati a bordo di navi mercanti- lo protegge e lo scherma perfettamente.
li. Il pan nel lo ricevitore, di dimensioni Le quattro valvole di alta frequenza sono

LE CARATTERISTICHE
1: all'interno dell'OL 11 si possono notare Ricevitore: OL 11. Anno: 1954. Costruttore: Radio Allocchio
gli ingranaggi della sintonia e la robusta Bacchini, Milano (Italia). Circuito; supereterodina a modula-
costruzione professionale. Il condensatore zione di ampiezza per segnali telegrafici persistenti e modulati.
variabile è contenuto nello scomparto Gamma di frequenza: 15/240 kHz in quattro gamme
schermato sotto la tabella della disposizione
(20.000/1250 metri). Valvole impiegate: sedici, 6C4, 6BE6,
delle valvole.
6BA6(3), 12AU7(4), 6AQ5, 6AL5(2), 6CB6, 6J6, OA22). Ali-
mentazione: esterna tramite apposito alimentatore AL OL 11.
2: tolta la griglia di protezione l'alimentatore Uscita audio: cuffia e altoparlante (esterni). Antenna: speciale
AL OL 11 ci mostra l'imponente trasformatore a telaio per onde lunghissime. Dimensioni: 50x40x35 cm.
di rete, le due grosse impedenze di filtro e i tre Peso: 25 Kg. Impiego: presunto a bordo di navi mercantili o
condensatori di filtro a vitone. sommergibili.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 18


posizionate in orizzontale su un telaietto 60/120 kHz, 4: 120/240 kHz. Il frontale del ricevitore è dotato
fissato a lato del condensatore variabile Sul la parte superiore si trovano l' accor- di un'ampia scala rettangolare
di sintonia in modo da ridurre al minimo do aereo e lo strumento indicatore del di sintonia tarata in kHz (la gamma
la lunghezza dei collegamenti. Le altre livello del segnale ricevuto (S. Meter). ricevibile va dai 15 ai 240 kHz).
sezioni sono installate su piastre in ferro Nella zona inferiore si trovano l'interrut- In alto a destra troviamo
verniciate e fissate al telaio; l'oscillatore tore di alimentazione, l'interruttore l'indicatore del signal meter
di nota si trova ali' interno di una scatola dell'anodica, il controllo del volume di e in basso la fascia con tutti
metallica per la sua completa schermatu- uscita, il commutatore a cinque posizioni i comandi e la loro identificazione.
ra. Tutti i componenti del ricevitore sono per la scelta della frequenza della nota, il ~-
di tipo adatto a funzionare in climi tropi- comando della sensibilità (automatico e
cali ed inoltre l'intero ricevitore è protet- manuale), la regolazione della soglia di
to contro la salsedine e le muffe da un BF, il controllo del livello di uscita per
generale rivestimento di vernice antifun- la linea a 600 Ohm, l'interruttore
go. Tutti i trasformatori sono montati in dell'oscillatore di nota e le prese per la
scatola stagna. La grande scala di sinto- cuffia e l'altoparlante. Sul retro sono
nia è di tipo rettangolare e tarata diretta- alloggiati il connettore per l'antenna,
mente in kHz. Esiste inoltre una gradua- quello per l'alimentatore, i morsetti per
zione supplementare, divisa in 50 parti, la linea a 600 Ohm e per la BF e l'uscita
corrispondente al numero di giri neces- F.S. (Frequency Shift).
sari per ottenere una escursione comple-
ta del condensatore variabile di sintonia.
Il comando della regolazione fine di sin- GRANDE MANUALE
tonia è realizzato mediante un tamburel- "Fai da te con successo
lo, diviso in 100 unità, calettato diretta- radiocollezionismo" (grande formato,
mente sulla vite senza fine che comanda centinaia di foto e disegni anche
il condensatore variabile. Il comando di a colori) può essere ordinato:
sintonia è doppio, a destra della scala si • per telefono (0143/642232)
trova la manopola con maniglietta per la • per fax (0143/643462)
• per posta (spedendo il coupon I
ricerca rapida e a sinistra la rotella per la
sintonia fine; una apposita finestrella a EDIFAI - 15066 GAVI- AL)
In questi casi il manuale viene
r---------rJ Desidero ricevere il manuale ,
permette di leggere la graduazione del ] "Radiocollezionismo" Pagherò al postino',
tamburello della sintonia fine. Il commu- spedito in contrassegno e costa
lire 18.000 + 4.000 di spese. ] lire 22.000 (spese di spedizione compresé
tatore di gamma è sistemato a sinistra
In alternativa si può versare l'importo
della scala, aderente alla rotella della
sintonia fine, ed una apposita finestrella
cl lire 18.000 sul c/c postale N. 11645157 I Nome

permette di leggere il numero della


intestato a EDIFAI • GAVI indicando
chiaramente il titolo in causale.
l Cog
nome
~------------
gamma: l: 15/30 KHz, 2: 30/60 KHz, 3: 1 Via
I CAP Cimò
I firmo
AUTO

GUIDA INTELLIGENTE
COL CONTAGIRI
Un dispositivo realizzabile rapidamente e con poca spesa
che consente una conduzione più sportiva ed intelligente
dell'automobile tenendo anche d'occhio il rapporto tra
consumo di carburante e velocità di marcia.
I l contagiri elettronico, anche se non
costituisce dotazione di serie di tutte
le auto in circolazione, rappresenta tutta-
Ecco quindi dimostrato che la misura
della velocità di rotazione del motore
può essere ricondotta alla misura di una
servirsi di un apparecchio digitale, come
tale intrinsecamente in grado di fornire
rilevazione di elevata precisione.
via uno strumento di indubbia utilità pra- frequenza, e come tale può essere rileva- Ma per una misura del nostro tipo occor-
tica, in quanto un po' tutti i parametri di ta per mezzo di uno dei tanti circuiti rerebbe un tempo piuttosto lungo, e
funzionamento di un motore a scoppio elettronici appositamente concepiti per comunque uno strumento digitale pre-
sono legati al suo numero di giri. questo scopo. senterebbe un costo piuttosto elevato.
Poiché questo dato va tenuto particolar- Ecco allora che è senz'altro consigliabile
mente d'occhio quando si ha a che fare il ricorso ai contagiri di tipo analogico,
con vetture sportive, c'è anche da sotto- LA MISURA DELLA FREQUENZA nei quali un opportuno circuito trasformi
lineare un fattore psicologico un po' gli impulsi prelevati dal ruttore in una
infantile ma non per questo meno impor- Per effettuare una normale misura della tensione di valore proporzionale alla
tante: e cioè il fatto che la presenza di un frequenza, verrebbe subito da pensare di >»
dispositivo di questo tipo sul cruscotto
della propria auto, non trasforma la Il trimmer R4 consente di giungere alla taratura finale del dispositivo.
"Cinquecento" in un bolide da corsa, ma Per eseguire tale operazione serve un generatore di segnali di BF
risulta certamente gratificante per il oppure un contagiri di riferimento.
morale di chi guida!
Così stando le cose, è decisamente
opportuno fare una breve premessa su
taluni concetti di natura meccanica che
riguardano direttamente il motore, ma
presiedono al funzionamento di questo
apparecchio.

I GIRI DEL MOTORE

Va subito precisato che, per numero di


giri di un motore, si intende il numero
dei giri che compie in un minuto l'albero
a gomiti al quale sono meccanicamente
collegati, attraverso il sistema biella-
manovella, i pistoni che se ne vanno su e
giù lungo i cilindri.
La misura della velocità dell'albero Illustrazione del sistema con cui gli impulsi di forma e durata irregolari
motore viene effettuata elettronicamente che escono dalla bobina di accensione vengono trasformati, da apposito
andando a contare gli impulsi di accen- IC (multivibratore monostabile), in impulsi perfettamente squadrati,
sione prodotti dalle puntine platinate di ampiezza e durata regolare e costante, la cui lunghezza dipende
dello spinterogeno e applicati alle cande- dai valori del gruppo R-Cc.
le tramite la bobina di accensione e la
calotta di distribuzione; ciò evidente- R C
mente comporta che, in ogni motore a
scoppio, l'azionamento delle puntine
dello spinterogeno sia perfettamente sin-
cronizzata con la rotazione dell'albero.
Nei motori ad iniezione, questa sincro-
nizzazione è ancora più semplice da
rispettare.
In ogni caso, nel motore a quattro tempi
(la versione più classica e diffusa) viene
inviato un impulso di accensione ad ogni
singolo pistone in corrispondenza di
ogni due giri dell'albero motore; ciò
significa, in un motore a scoppio a 4
cilindri e 4 tempi, che vengono ad essere
generati due impulsi per ciascun giro.
Pertanto, qualora il motore viaggi a 4500
giri/minuto, le scintille contestualmente +/ +5/.
generate sono 9.000 (sempre al minuto); -+3/
la frequenza di questo processo di gene-
razione, dovendo consistere in eventi per
secondo, è un sessantesimo del numero
precedente, e cioè: 9000:60 = 150 scin- a b e d e
tille/secondo.
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 21
+

R1 Il R2 Il cerro l I
71 lì
R3

5
I
Li Il"
IC 1
I l
I Pf

BOBINA Il
I Il Il
I
Il
I\
3 f, 7
li,.

DZl
RUTTORE

1@
+412 V

_______ ,_
-

I-

__,.
Schema elettrico completo
del contagiri elettronico; la parte
racchiusa entro la linea
tratteggiata corrisponde 3 t_
CABLAGGIO AUTO al circuito montato sull'apposita
basetta. -· (+3V)

COMPONENTI cadenza degli stessi, e cioè alla loro fre-


quenza, ossia ai giri del motore.
durata costanti.
Il duty-cycle di questo segnale (cioè il
L'elemento principale del circuito conta- rapporto tra il tempo di permanenza a
R1 = 2202 - 1W giri da noi progettato è l'integrato livello 1 e quello a livello 0) dipende
R2 = 2.2002 - 1W SN74121, che esplica la funzione di esclusivamente dalla frequenza degli
R3 = 330 2 multi vibratore monostabile, fornendo impulsi presenti all'entrata; aumentando
R4 = 22 Kn (trimmer) alla sua uscita un'impulso quadro la cui (per esempio) il valore di frequenza di
R5= 2200 2 durata dipende dalla rete esterna indicata questi ultimi, diminuisce il tempo di per-
R6 = 22 K2 (trimmer) come R-C nel semplice circuito prelimi- manenza allo stato O, cioè aumenta il
C1 = 1 1,1F = 100 V (mylar) nare di tipo teorico qui riportato; tale duty-cycle: il valore medio del segnale
C2 =0,1 F= 100 V (ceramico) schema permette di intendere il principio in uscita risulta proporzionalmente più
C3 = 100 F. 16V (elettrolitico) di funzionamento del nostro contagiri, elevato.
ICI= 74121 cioè in qual modo gli impulsi di accen- Quindi, misurando questo valore medio
DZ1 =3,3V. 1W sione, di forma e durata irregolari, ven- per mezzo di apposito strumento, si
DZ2 = 5,1 V • 1 W gano trasformati nei suddetti impulsi ottiene in tempo reale il numero di giri al
mA = V. testo perfettamente squadrati, con ampiezza e minuto dell'albero motore.

Q +~
z]a ij DZ2

Es
R4 R6 Piano
di montaggio
della basetta

4j a circuito
al
l
.J
<< se l
e
i;,

o PP?I"

fo
"

E7»
94'• 1C1

g
R5
stampato, con
indicato il piccolo
strumento
analogico da cui
trarre le misure
vere e proprie del
numero di giri.
TARATURA
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 22
5V
GUIDA INTELLIGENTE
CON IL CONTAGIRI
+
c3 Il circuito stampato è qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni reali. La realizzazione, per quanto
1c2 D072
semplice, richiede grande precisione.

4
E3

s
...
6
I
I ..= La tabella ci indica come scegliere i valori di C1 ed R4 in funzione
del massimo numero di giri raggiungibili dal nostro motore e dal numero

GIRI/MIN
di cilindri di quest'ultimo.

2 CILINDRI 4 CILINDRI 6 CILINDRI


a
-
I CI R4 CI R4

33.000 ohm 0,5 F • 33.000 ohm 0,33 F 33.000 ohm


1 I R4

3.000 I F
6.000 0.5 F 33.000 ohm 0,22 F 33.000 ohm O, I 5 µF 133.000 ohm
133r 33.000 ohm/ 0.15 F 33.000 obm 0,15 F 15.000 ohm
I 9.000

L'analisi dello schema elettrico comple- bordo, e ridotta ai 5V previsti tramite la Comunque, tenuto conto che il progetto
to consente di motivare la presenza dei resistenza R I e l'azione del diodo Zener è destinato all'impiego su un'auto, è
pochi altri componenti aggiuntivi rispet- DZ2, assieme al filtraggio predisposto indispensabile curare la realizzazione in
to ad ICI. mediante C2 e C3, che smorzano gli modo che il montaggio risulti robusto e
Essendo l'integrato di tipo TTL. il suo impulsi eventualmente presenti sul cir- ben affidabile.
ingresso non può superare il livello di cuito di alimentazione (che potrebbero Dallo schema elettrico generale risulta
5V; per tale motivo, è inserita, diretta- disturbare, se non danneggiare, l'integra- chiaramente, in quanto contenuta entro il
mente in prossimità della bobina o del to); l'assorbimento è di circa 20 mA. riquadro, la parte di componenti che va
ruttore, la resistenza R2, che costituisce, li circuito di misura vero e proprio con- montata sulla nostra basetta.
assieme a DZI ed R3, una rete di prote- siste in un semplice milliamperometro Il piano costruttivo riportato nell'apposi-
zione idonea a salvaguardare la vita del analogico completato con le resistenze ta figura consente la miglior individua-
componente fondamentale del contagiri di caduta necessarie per ottenere una zione e disposizione di questi compo-
anche in presenza di segnali di ampiezza indicazione voltmetrica pari a 3 V di nenti, per il cui montaggio basta ricorda-
notevole; questa rete consente anche di portata a fondo scala. re di curare l'inserimento dei due diodi
ottenere uno "scatto" più preciso nel Zener e dell'elettrolitico C3 esattamente
conteggio. secondo le polarità indicate (direttamen-
Il gruppo R4-C 1 serve per stabilire la SOLO 12 COMPONENTI te col segno + o - sul corpo dell 'elettroli-
durata dell'impulso fornito in uscita dal tico e con la fascetta indicante il catodo
monostabile; infatti è la regolazione di Ora che sono stati esaminati i vari aspet- su quello dei diodi).
R4 che consente di raggiungere una per- ti di progetto e funzionamento sullo Per quanto riguarda l'integrato, una
fetta messa a punto dell'intero dispositi- schema elettrico complessivo del nostro volta montato lo zoccolo sulla basetta,
vo. Si tenga presente che i valori attri- dispositivo, non resta che costruirselo. occorre inserirvelo facendo riferimento
buibili a questi due componenti variano Grazie alla sofisticata circuiteria tutta alla tacca presente su uno dei lati corti,
in corrispondenza del numero massimo contenuta entro ICI, la realizzazione è che indica l'inizio e la fine della piedina-
di giri e del numero di cilindri del moto- piuttosto semplice e relativamente poco tura.
re, secondo quanto riportato nella appo- ingombrante, nonostante il circuito In aggiunta a questi normali componenti
sita tabella in alto a destra. stampato con cui il circuito è costruito presenti a schema, è opportuno inserire i
L'alimentazione viene ovviamente pre- sia stato disegnato con ampio respiro per terminali ad occhiello che servono per
levata direttamente dalla batteria di la massima facilità di montaggio. »»
·-
ELETTRONICA PRATICA· Novembre 1994- Pag 23
GUIDA INTELLIGENTE CON Il CONTAGIRI
agevolare il cablaggio con l'esterno; trimmer R6 in modo che l'indice dello
serve anche, per scopi di taratura, il pon- strumento si porti esattamente a fondo
ticello indicato a disegno. scala.
I pochi componenti restanti, in particola- In questo modo, il dispositivo risulta
re R 1 ed R2, sono montati direttamente sufficientemente preciso per misurare
sui morsetti della bobina; il fissaggio va fino a 5.000 giri.
eseguito con cura, stringendo bene i Per alcuni strumenti reperibili con scale
relativi dadi di serraggio. Per il collega- un po' particolari, basta semplicemente
mento fra bobina e circuito, si deve (e parzialmente) ridisegnare la scala.
usare del buon (nel senso di robusto) Eseguita la taratura di R6, occorre ricor-
cavetto schermato a 2 conduttori più darsi di rimettere a posto il ponticello.
calza metallica schermante. Resta ora da eseguire la taratura di R4,
un po' più laboriosa della precedente;
basterebbe naturalmente disporre di un
LA TARATURA contagiri campione, verificando le indi-
cazioni dello stesso e quelle del nostro
Per quanto riguarda lo strumento indica- strumento, intervenendo su R4 per farle
tore, qui è stato usato un piccolo mil- coincidere.
liamperometro con scala orizzontale Ma questo sistema è laborioso, scomodo
Una prima taratura del circuito tarata 0+5 (ma andrebbe bene anche se e rumoroso, nonché poco ... elettronico.
si esegue tagliando il ponticello P1 fosse del tipo con scala 010). Si può invece ricorrere ad una messa a
e collegando tra i pin 4 e 5 una Ci si accinge alla taratura dello strumen- punto più semplice e consona, realizza-
tensione di 3 Vcc. Quindi si regola to aprendo prima di tutto il ponticello, e bile nel proprio "laboratorio", e ciò gra-
R6 in modo che l'indice dello collegando fra i pin 4 e 5 una tensione zie alla linearità del nostro contagiri, non
strumento si porti a fondo scala esterna esattamente uguale a 3 V cc (col per niente elettronico.
e si risalda il ponticello. positivo al 4 ); a questo punto si regola il Basta per questo disporre di un generato-

L'INTEGRATO 74121
Si tratta di un multivihratore monostabile con ingresso a compensazione interna ed è virtualmente indipendente da
trigger di Schmitt, che consente pilotaggio esente da flut- Vcc e dalla temperatura.La corrente d'uscita massima è
tuazioni dell'ingresso ed elevata immunità al rumore. I6 mA, con 40 mA di alimentazione.
Una volta che il multivibratore sia scattato, la sua uscita Le figure qui riportate indicano la tabella della verità,
risulta indipendente da ulteriori transizioni di livello nonché lo schema a blocchi del dispositivo con le relative
d'ingresso ed è unicamente funzione dei componenti che uscite ai piedini.
ne stabiliscono la costante di tempo. In particolare, per quanto riguarda Le scriue esplicative
La lunghezza dell'impulso d'uscita può essere variata da esterne, esse per la precisione hanno il seguente signifi-
40 nanosecondi a 28 secondi scegliendo valori appro- cato: C-R est è il punto di collegamento comune alla rete
priati dei suddetti componenti. RC; C est è il punto di collegamento del condensatore; R
L'ampiezza dell'impulso è invece ottenuta attraverso int è la resistenza interna.

C:-R. EST. C.EST.


Ingr. A I Ingr. A2 Ingr. B Uscita Q
@Vcc
e H H 1 Impulso5
14 I

X L 1 Impulso
j L X Nessuna use.
j X L Nessuna use.
l H H Impulso .J7_
L I X Nessuna use.
X I L Nessuna use.
H I H Impulso _rL

Sopra vediamo la tabella della verità


dell'integrato; a sinistra il suo schema
NC A1 A2 B Q GND a blocchi.

-
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 24
Il dispositivo è molto
semplice ed economico
da realizzare; qualche
difficoltà in più può
invece creare la
taratura.

re di segnali (di BF) di un determinato


valore di frequenza, entro certi limiti a
piacere, e regolare poi l'indice, tramite
appunto R4, in modo che l'indicazione
corrisponda esattamente a quanto ricava- I fili provenienti dal
bile dalla formula: circuito si collegano
ai contatti della bobina
n° tempi motore attraverso 2 grosse
n° giri/minuto - ------ x 30 x f resistenze da 1W.
n° cilindri La calza del cavetto
si collega invece
dove f è appunto la frequenza del nostro a massa.
segnale applicato al contagiri.
La cosa diventa ancora più semplice se,
dotati di un piccolo trasformatore, prele-
viamo i 50 Hz della rete dal secondario a
bassa tensione; per esempio, per un clas-
sicc motore a 4 tempi e 4 cilindri, ai
nostri 50 Hz corrispondono 1500 g/m,
come si ricava dalla formula appena
data. Riportato questo valore sulla scala
del nostro strumentino, si può eseguire
la taratura della scala riportando varie
tacche equidistanti.
Con ciò, la taratura del dispositivo con-
tagiri è terminata; a questo punto, è bene
inserire la basetta in un adatto scatolino
di protezione, da installare in posizione
strategica entro il vano motore, (in una
zono non troppo calda e protetta
dall'acqua) a patto di portare lo strumen-
to sul cruscotto, oppure piazzare a cru-
scotto sia lo scatolino che lo strumento.
L,L,LETTI
Oggi è facile cercare
tesori sepolti grazie
ad apparecchi portatili,
leggeri e soprattutto molto
efficienti. I modelli più
evoluti permettono
di distinguere una moneta
d'oro in mezzo ad altri
oggetti metallici privi
di valore.

UN METAL DETECTOR
CHE VALE UN TESOR
li apparecchi in grado di rivelare la metal detector (cercametalli) e con esso Va ricordato che altri tipi di metal detec-
G presenza di oggetti metallici sepolti
hanno origini lontane (quasi settant'anni
quella che ancora oggi è la maggiore
azienda mondiale che li produce, la
tor portatili, che funzionano secondo lo
stesso principio ma hanno dimensioni
fa) e anche un po' curiose. Tutto comin- Fisher. Il suo fondatore ottenne nel 1937 più piccole, sono usati dalle forze
ciò infatti alla fine degli anni '20, quan- il brevetto per questa invenzione che dell'ordine per verificare, in certe situa-
do Gerhard Fisher scoprì che i malfun- allora sembrò miracolosa e che durante zioni, che le persone non portino con sè
zionamenti di un apparecchio radio per il la seconda guerra mondiale si dimostrò armi (ad esempio ali' ingresso di stadi,
controllo della rotta di aerei, da lui rea- fondamentale nelle operazioni di ricerca aeroporti, tribunali e a certe manifesta-
lizzato e brevettato, erano causati dalle di mine sepolte. zioni pubbliche).
caratteristiche di certi tipi di terreno. I modelli di cui parliamo nel seguito Il funzionamento del cercametalli si basa
Dopo approfondite indagini su questo sono quelli soprattutto usati nel campo su uno dei principi fisici fondamentali
fenomeno, Fisher pensò di sfruttarlo per dell'archeologia: molte delle più recenti sfruttati in campo elettronico che è quel-
realizzare un dispositivo per l'esplora- scoperte di veri e propri tesori sepolti lo dell'esistenza, in natura, di sostanze
zione del sottosuolo e la ricerca di sono state fatte grazie ai moderni appa- conduttrici o meno dell'elettricità.
metalli. Nacque così, nel 1931, il primo rati, sempre più efficienti e maneggevoli. Ottimo conduttore è l'oro, buonissimi
-

ELETTRONICA PRATICA -Novembre 1994-Pag. 26


Bud Guthrie ha saputo far buon uso
del suo cercametalli Fisher: nel
Montana (USA) dove vive ha trovato
finora quasi 4000 pepite d'oro.

Sempre grazie ad un cercametalli


Fisher è stata ritrovata in Messico
una scatola sotterrata secoli fa
da marinai spagnoli contenente
gioielli e monete d'oro e d'argento;
un vero e proprio tesoro.

sono il rame, lo stagno, l'alluminio e pito di riflettere le onde radio per diri-
certe leghe speciali. Altri metalli, come gerle verso località ben determinate.
il ferro, sono meno conduttori. Sono quasi sempre protetti da involucri
plastici, quindi isolati, per evitare al
metallo i danni delle intemperie.
LA RIFLESSIONE DELLE ONDE È evidente che la presenza della prote-
zione isolante non influisce sul cammino
Quando un'onda elettromagnetica passa dell'onda, la quale è invece riflessa dallo
da una prima sostanza attraverso la quale strato metallico sottostante.
Nel caso dei metal detector avviene una AVO
si è propagata, come ad esempio l'aria,
ad un'altra, si verifica questo fenomeno: cosa simile: il terreno è isolante e quindi DI.COLLEGAMENTO
parte dell'energia dell'onda passa attra- si lascia attraversare dalle onde elettro-
verso la sostanza, mentre una percentua- magnetiche, mentre un pezzo di metallo
1 e viene respinta all'indietro, dando sepolto al suo interno la respinge.
luogo alla cosiddetta onda riflessa.
Più il materiale è conduttore, maggiore è SISTEMA
l'energia dell'onda riflessa. Viceversa, I COMPONENTI FONDAMENTALI DI CONTROLLO
se la sostanza è isolante, quasi tutta
l'energia si trasmette attraverso di essa, In ogni apparecchio cercametalli vi è
come nel caso dell'aria. un'antenna a bobina che trasmette onde
Dato quindi un segnale trasmesso attra- radio che si propagano ali' interno del
verso onde elettromagnetiche con una terreno. Una seconda antenna riceve il
certa ampiezza iniziale, parte di esso può segnale portato dall'onda riflessa che
essere riflesso e la sua ampiezza varia a viene elaborato dai circuiti interni.
seconda della sostanza incontrata nel Il cuore dell'apparecchio è il microproces-
cammino. sore, programmato per misurare la potenza
I cosiddetti ripetitori passivi, detti anche del segnale, confrontarlo con certi valori
specchi, usati nelle telecomunicazioni, memorizzati e quindi fornire le indicazioni
sono una diretta applicazione di questo sul materiale eventualmente esistente sotto
principio fisico. Si tratta di grossi tabel- terra. Anche in questo caso l'estrema
loni metallici, situati per lo più sulle miniaturizzazione della componentistica
cime delle montagne, che hanno il com- »»
COMANDI
IMPUGNA TURA
DUE REGOLATORI SEPARATI PER
IL LIVELLO DI "DISCRIMINAZIONE"

APPOGGIO
PER IL BRACCIO

ALTOPARLANTE

ATTACCO
REGOLAZIONE g- PER LA CUFFIA
VOLUME
SEGNALE
ACUSTICO
CONTROLLO REGOLATORE
CARICABATTERIA DI SENSIBILITÀ

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag 27


METALDETECTOR CHE A
elettronica ha permesso di realizzare degli
apparecchi che si impugnano e si traspor-
tano con grande facilità.
Durante la seconda guerra mondiale i
Una vera caccia primi apparecchi "portatili" pesavano
al tesoro: qualche decina di chili e la scatola di
potrebbe essere controllo conteneva numerose valvole .
un modo Poi dalle valvole si è passati ai transistor
divertente per ed oggi si usano i microprocessori.
passare una Contemporaneamente anche altri com-
giornata all'aria ponenti non elettronici sono di ventati
aperta con più leggeri e il risultato è che il peso
proprio figlio. totale di certi moderni cercametalli è
inferiore a due chili.
Le antenne sono alloggiate ali' interno di
un contenitore di forma circolare che nei
moderni apparecchi è costruito in fibra
di vetro, materiale molto leggero.
Il cuore di un metal detector è il sistema di controllo in cui sono contenuti
Esso è fissato all'estremità di un'asta per
tutti i circuiti necessari per elaborare i segnali di ritorno dall'antenna.
mezzo di un giunto snodabile, che per-
Oggi grazie alla miniaturizzazione dei componenti elettronici il tutto
mette la regolazione nella posizione otti-
assume dimensioni e peso contenutissimi.
male per la ricerca. Il sistema delle
antenne è collegato, mediante cavo, alla
scatola contenente tutti i circuiti di con-
trollo, dotata di un pannello per tutte le
regolazioni.
In prossimità della scatola vi è l'impu-
gnatura del dispositivo, mentre all'estre-
mità opposta a quella contenente
l'antenna vi è un appoggio per il braccio
avente lo scopo di rendere più conforte-
vole l'impugnatura del dispositivo.
I vari modelli oggi in commercio sono
tutti alimentati a batterie. Possono essere
semplici pile a secco oppure batterie
ricaricabili.
Dato il basso consumo dei disposi ti vi
elettronici, si ha in ogni caso una lunga
durata della carica, anche fino a 60 ore.

LA RICERCA È INTELLIGENTE

Se le onde emesse dal dispositivo incon-


trano nel loro cammino un oggetto
metallico occorre innanzitutto che chi
sta usando il cercametalli ne venga
informato. Fin qui tutto è facile, perché
l'apparecchio emette un suono, più o
meno intenso a seconda della profondità
o delle dimensioni dell'oggetto.
Più complicato è invece risolvere il pro-
blema fondamentale della ricerca di
metalli nel sottosuolo, quello della
distinzione fra oggetto d'interesse e
oggetto di "disturbo". Chi sta cercando
monete d'oro sepolte cinquecento anni
fa non è certo interessato a raccogliere
anche la lattina di birra sotterrata da chi
ha fatto picnic in quella zona qualche

ELETTRONICA PRATICA -Novembre 1994- Pag. 28


E UN ESORO
settimana prima. Inoltre sarebbe un anello d'oro situato nelle vicinanze di
enorme spreco di tempo e di denaro sca- alcuni chiodi. In questo settore sono
vare il terreno ad ogni segnalazione di ali' avanguardia gli apparecchi prodotti
presenza di metallo. dalla Fisher, dotati di microprocessori
A questo fattore va aggiunto anche che programmati per distinguere il tipo di
lo stesso terreno può essere composto di metallo sepolto dal segnale riflesso.
sostanze contenenti metalli, che quindi È possibile impostare sull'apparecchio,
possono dar luogo a segnalazioni del agendo su una manopola del pannello di
tutto inutili ai fini della ricerca. comando, il livello di discriminazione
Nei moderni apparecchi questo proble- desiderato per la ricerca dei metalli.
ma viene risolto col cosiddetto bilancia- Si tratta di una soglia che, se al valore
mento a terra: il microprocessore è pro- minimo, permette di rivelare la presenza di
grammato per riconoscere inizialmente il oggetti fatti di qualunque materiale metal-
tipo di segnale proveniente dal terreno e lico. Alzando il valore della soglia, l'appa-
quindi utilizzarlo per filtrare tutti i recchio rileva solo i segnali di una certa
segnali successivamente ricevuti, in intensità, provenienti quindi da metalli con
modo da evitare falsi allarmi. alta conducibilità. In pratica ciò significa
Ma il vero aiuto al ricercatore di tesori scartare oggetti ferrosi e invece segnalare
sepolti è dato dai sistemi di discrimina- la presenza di metalli più pregiati. Quando Il sistema di controllo si può
zione, che rendono un cercametalli una la soglia è posta al massimo viene segnala- staccare dall'apparecchio e legare
vera e propria macchina intelligente, in to solo l'argento e l'alluminio. in vita con una cinghia, rendendo
grado di determinare la presenza di un »» così più leggero il metal detector.

FISHER: UN APPARECCHIO PER 1UTT1


1 : il modello 1212X sta alla base della gamma 3: il 1266X è un modello semiprofessionale dotato
ma è molto completo e semplice da usare. dei sistemi più sofisticati per la ricerca
Costa lire 570.000 (IVA inclusa). di tutti i metalli. Costa lire 1.390.000 (IVA inclusa).
2: il 1235X è un apparecchio medio della gamma 4: il 1225X sta un gradino sotto il 1235X, al quale
caratterizzato da ottime prestazioni e tanti è molto simile, per la mancanza di alcuni
accessori. Costa lire 980.000 (IVA inclusa). accessori. Costa lire 880.000 (IVA inclusa).

I metal detector Fisher sono distribuiti in lalia dalla detector Fisher possiamo scrivere o telefonare dalle I
ditta Meraldet che fornisce anche un completo supporto alle 20 a: Metaldet (20159 Milano - P.le Maciachini 1I
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riviste e videocassette. e istruzioni d'uso sono tutte in La ditta ci spedisce direttamente a casa l apparecchio
italiano. che possiamo pagare anticipatamente tramite assegno
Per ordinare uno dei modelli illustrati o per rwhedere bancario o in contrassegno al ricevimento del pacco.
maggiori informazioni questi e sui tanti altri metal Sono anche previste soluzioni di pagamento rateale

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 29


UN METAL DETECTOR
CHE VALE UN TESORO TUTTIIMESI
Certi modelli sono dotati di due moda- I Un'opera completa e
lità di funzionamento, che rendono anco- assolutamente gratuita che
ra più precisa la localizzazione guida, con testi chiari ed
dell'oggetto interrato. La prima consiste esaurienti, con grandi
in un'ispezione del suolo effettuata spo-
stando l'apparecchio piuttosto lentamen- il'lustrazioni tutte a colori,
te. Una volta udito un segnale sonoro nell'affascinante mondo
piuttosto uniforme, anche se di volume dell'elettronica.
basso a causa della profondità, si può
passare alla seconda modalità. In genera-
le per questa è previsto l'uso dell'appa- Le ricche dispense mensili
recchio cercametalli da fermo, e il risul- di 4 pagine sono dedicate
tato che si ottiene è una migliore localiz- soprattutto a chi comincia ma
zazione dell'oggetto e, in taluni casi, una contengono tanti approfondimenti
buona stima della profondità a cui è
situato. interessanti anche per i-più
esperti.
MODELLI PER TUTTE LE ESIGENZE Raccogliendo e conservando
Tutti i modelli moderni di metal detector gli inserti si colleziona, fascicolo
sono molto maneggevoli, robusti e facili dopo fascicolo, un completo ed
da usare. inedito manuale sull'elettronica
Occorre solamente fare all'inizio un po' di base.
di pratica con la regolazione delle soglie
ed abituarsi ad interpretare correttamente
Ma bisogna non perderne
i segnali acustici trasmessi attraverso neanche un numero
l'altoparlante o le cuffie collegate ali' ap-
parecchio.
Esistono inoltre dei modelli adatti a qua-
lunque tipo di ricerca oppure delle ver- 1
sioni specializzate per compiti specifici. ~
Al primo gruppo appartengono gli appa- ;:·
recchi più evoluti tecnologicamente e
quindi programmati con diverse moda- ....."
,.....
lità di ricerca. Si tratta anche di prodotti
molto robusti, adatti ad operare in diver-
..
,o
,..,.,,
se condizioni climatiche e dotati di un

-,
".,'

piatto terminale, contenente l'antenna, ±ri:.±- ±::.±i


che può essere anche immerso in acqua. z:-.:.-
Se però la ricerca di metalli va effettuata
al di sotto del fondo del mare esiste un Ml" ·..z.25
·-"
~ " ~»
. - ~---,~
5. . ~
:
.,.,~,::::
modello in grado di lavorare sott'acqua
fino a 80 metri di profondità.
r 47
~]

L
/
ry
4, G..i
::
5;;

Piuttosto interessante è un modello spe-


cializzato per la ricerca dell'oro, pro-
grammato per rispondere nel modo più
preciso possibile ai segnali provenienti
dal prezioso metallo (ma segnala anche
gli altri metalli).
La Fisher, il cui nome deriva dal lontano
scopritore di questo dispositivo, pubbli-
ca una rivista in cui sono descritte le
scoperte archeologiche e le ricerche
mineralogiche compiute con i suoi
moderni apparecchi: un mondo dove
geologia, archeologia ed avventura si
fondono e devono essere tutte ricono-
scenti alla moderna elettronica.
I DIODI

RADDRIZZARE
LA CORRENTE a
I l diodo è il cuore dell'alimentatore, l'apparecchio che,
collegato alla rete elettrica in alternata, fornisce in uscita
una tensione di livello più basso e continua. Quando il diodo t tr°
A t

viene impiegato per questa funzione, per la quale viene sfrut-


tata la caratteristica del componente di far scorrere la corren-
te solo in un verso, esso prende il nome di raddrizzatore o
rettificatore.
In qualunque alimentatore la prima elaborazione sulla tensio-
ne alternata viene compiuta dal trasformatore, che ne
abbassa il livello. I motivi sono la sicurezza ed il fatto che i
componenti elettronici in generale, e quelli usati dall'hobbi-
sta in particolare, funzionano con bassi valori di tensione.
Quando si parla di tensione alternata, ad esempio a 220 V
come nel caso della nostra rete domestica, occorre ricordare
cosa significa questo numero. La tensione ha una forma sinu-
soidale, quindi ha semionde positive e negative che si alter-
nano. Ciascun valore di tensione si ripete identico 50 volte al
secondo, cioè la sinusoide ha una frequenza di 50 Hz.
220 V è il valore efficace, perché equivale al valore di ten- LAMPADINA
>>>

In questo circuito la lampadina LP1 si illumina con maggiore


1 intensità rispetto a LP2. Ciò avviene perché il diodo O fa
giungere a quest'ultima solo le semionde positive della tensione.

I diodi usati come raddrizzatori possono avere varie forme:


in alcuni casi ne troviamo 4 uniti a formare un ponte
raddrizzatore integrati in un unico componente (1).
Singoli e nella loro forma caratteristica hanno dimensioni
diverse a seconda del voltaggio che possono sopportare (2).
In tutti i casi è necessario sempre rispettare la polarità di
montaggio identificata da un segno + o-nei ponti integrati
e da una fascetta in corrispondenza del catodo nei tipi normali.
sione continua che produrrebbe gli stessi effetti in un circuito
(ad esempio stessa luminosità di una lampadina). Il valore
massimo della sinusoide (positivo e negativo) si ottiene molti-
plicando il valore efficace per 1,41.
Tornando al trasformatore, se una lampadina di tensione ade-
guata è collegata direttamente al suo secondario essa si illu-
mina con l'intensità che le è caratteristica. Se fra il secondario
del trasformatore e la lampadina è inserito un diodo la lumi-
nosità diminuisce. Il diodo ha infatti fatto passare la corrente
solo in corrispondenza delle semionde positive di tensione. La
lampadina ha ricevuto energia elettrica solo per metà di cia-
scun ciclo della sinusoide, dunque in quantitativo minore
rispetto al caso di assenza di diodo.
Questo semplice circuito sperimentale è il primo passo verso
l'alimentatore. Il secondo passo consiste nell'utilizzare un tra-
sformatore con secondario dotato di presa centrale.
Riferendoci ancora alla lampadina, questa volta il conduttore
uscente da essa è collegato al la presa centrale. In ingresso alla
lampadina sono collegati i catodi di due diodi, ciascuno dei
quali ha l'anodo collegato ai morsetti del secondario del tra-
sformatore. Quando la semionda della tensione alternata è
Con un trasformatore dotato sul secondario di presa
centrale e due diodi disposti nel modo illustrato, alla lampadina
giunge una sinusoide raddrizzata: è il primo passo verso
la tensione continua necessaria ad alimentare
un circuito elettronico.

l'effetto del condensatore


Collegando in uscita al ponte raddrizzatore
ed in parallelo al carico un condensatore, tipi-
camente di elevata capacità (sono gli elettro-
litici i più usati a questo scopo), si "spianano"
le semionde della tensione raddrizzata.
Per comprenderne il perché occorre ricordare
l'effetto RC, cioè il comportamento del con-
densatore quando è collegato ad una resisten-
za (la lampadina dei nostri circuiti didattici
non è infatti altro che una resistenza).
Quando la semionda della tensione raddrizza-
LAMPADINA ta cresce verso il valore massimo il condensa-
tore si carica.
Quando la tensione comincia a diminuire, il
condensatore non si scarica seguendone
l'andamento, perché la resistenza posta in
parallelo rallenta il fenomeno. Mentre il con-
densatore si scarica (più alta è la capacità, più
lenta è la scarica), la tensione in uscita dal
ponte di diodi nel frattempo ha ricominciato a
risalire e la tensione sulla resistenza non ha
CONDENSATORE fatto in tempo a raggiungere il valore zero. Si
ELETTROLITICO ottiene un segnale che non è ancora propria-
men te continuo, perché in realtà presenta
ancora delle oscillazioni, fenomeno spesso
indicato col termine inglese ripple, responsa-
bile dei ronzii di certi alimentatori di bassa
qualità. Per ridurlo ad una quantità minima,
Ponendo un condensatore in parallelo al carico il segnale in uscita dal tollerata nella costruzione degli alimentatori,
ponte di diodi viene spianato per l'effetto "RC". È come se la scarica del si aggiungono altri condensatori, in serie ed
condensatore unisse i vari picchi del segnale. in parallelo al carico.
I
\

Il circuito più usato per il raddrizzamento della tensione è il ponte di diodi. Quando la semionda di tensione è
positiva conducono i diodi 01 e 04; quando è negativa sono 02 e D3 a condurre corrente. Se si pone un
condensatore in parallelo al carico la tensione raddrizzata viene filtrata ed il segnale è quasi continuo.

SPINA22OV
}
+
o ·- O

positiva uno solo dei due diodi è in conduzione, mentre il


secondo è praticamente un circuito aperto. Quando la tensione
cambia segno è l'altro diodo a condurre. t-------+
Grazie a questo tipo di collegamento si ottiene la sinusoide
raddrizzata, cioè alla lampadina giunge una serie di semion-
de positive consecutive. Ma siamo ancora lontani dall'alimen-
tatore. Innanzitutto perché questo circuito ha scarsa utilità
pratica, richiedendo un trasformatore dotato di presa centrale
ed una tensione al secondario sempre doppia di quella neces-
saria alla nostra lampadina. Inoltre la tensione ottenuta, ben-
ché di segno sempre positivo, non è ancora quella continua
necessaria ad alimentare un apparato elettronico.
Il primo problema si risolve con i ponti raddrizzatori. Con-
sistono in due coppie di diodi collegati in modo tale che, in
corrispondenza di una semionda della tensione alternata di un
dato segno, sia una sola coppia a condurre. Al circuito di cari- CONDENSATORE ELETTROLITICO LAMPADINA
co giunge una serie di semionde sempre positive come nel cir-
cuito precedente, ma sul secondario del trasformatore è suffi- +
ciente una tensione uguale a quel la del carico. Inoltre, essen- o
do i quattro diodi collegati tutti fra loro, questa soluzione si è
prestata a realizzazioni industriali con i diodi montati su un
unico supporto, spesso miniaturizzato.
Il passo fondamentale per ottenere dalla tensione raddrizzata
Fra gli antenati dei moderni ponti integrati ci sono
una continua è quello di introdurre, in parallelo a carico, un
condensatore di capacità piuttosto elevata. Esso agisce da fil- i diodi a "baffo di gatto", che sono stati fra i primi
tro eliminando le oscillazioni delle semionde e rendendo la dispositivi utilizzati per il raddrizzamento.
tensione in uscita quasi continua". Per eliminare il "quasi"
vanno collegati, in serie ed in parallelo al carico, altri conden-
satori.
Si dice anche che i condensatori, usati a questo scopo, costi-
tuiscono un filtro passa-basso, perchè fanno passare sul carico
solo le componenti del segnale a bassa frequenza. Va notato
che questo circuito aiuta a comprendere come siano legati fra
loro due importanti concetti: l'effetto di un condensatore
posto in parallelo ad un resistore ed il suo comportamento al
variare della frequenza.
Diversi tipi di
moderni diodi:
i più diffusi sono
ormai quelli al silicio,
i diodi rivelatori
Con un diodo, un condensatore ed una cuffia si può costruire
anche se in certe un circuito demodulatore elementare e comprendere il prin-
realizzazioni cipio della rivelazione dei segnali radio. L'anodo del diodo è
hobbistiche si collegato all'antenna attraverso un circuito LC di sintonia, il
suggerisce l'uso di
catodo è collegato ad un condensatore di capacità elevata
quelli al germanio.
posto in parallelo alla cuffia. Con questo circuito vengono
captati i programmi radio trasmessi con la tecnica della
modulazione di ampiezza ed il principio di funzionamento è
lo stesso del circuito raddrizzatore. La modulazione di
ampiezza consiste nel far variare l'ampiezza di una sinusoide
di frequenza molto elevata (radiofrequenza), detta portan-
te, secondo l'andamento del segnale radio da trasmettere.
Questo tipo di onda arriva all'antenna e quindi al diodo che,
per la sua fondamentale proprietà di condurre solo in un
verso, fa passare solo le semionde positive. Non occorre in
questo caso usare un ponte di diodi perché, per come avviene
la modulazione di ampiezza, le semionde positive e negative
sono "speculari", cioè trasmettono lo stesso segnale col
segno cambiato.
Se non ci fosse il condensatore, alla cuffia arriverebbe un
segnale ad altissima frequenza non udibile. Il condensatore
invece, come nel caso degli alimentatori, spiana questa fitta
successione di onde positive. È la presenza della resistenza
della cuffia in parallelo al condensatore a far si che a
quest'ultima non possano mai giungere le forti variazioni del
segnale in uscita dal diodo, ma solo le oscillazioni legate alla
carica e scarica del condensatore.
Il segnale di scarica del condensatore è come se unisse fra di
loro i picchi di tensione del segnale. Questi sono così ravvici-
nati che viene praticamente ricostruito il segnale radio origi-
nario che quindi giunge alla cuffia per l'ascolto. Questo inte-
ressante esperimento dimostra anche quanto si è già detto
sulla reattanza capacitiva, che assorbe i segnali ad alta fre-
quenza facendo giungere al carico posto in parallelo i segnali
a bassa frequenza.

Circuito rivelatore per segnali


radio modulati in ampiezza.
Il principio è lo stesso
del raddrizzamento;
il condensatore spiana il segnale
a radiofrequenza raddrizzato
e fa giungere alla cuffia
il segnale udibile (la cui
frequenza cade fra 400
e 3400 Hz circa).

Con pochi componenti si può


realizzare un'elementare radio
ricevente per segnali in
modulazione di ampiezza:
un circuito LC accordato,
un diodo, un condensatore
di capacità elevata ed una
ANTENNA cuffia.li livello captato è basso
perchè nel circuito manca
un amplificatore.
[

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Un semplice circuito per comunicare tra ambienti


diversi della casa o per tenere sotto controllo
audio determinati locali, in particolare stanze
in cui ci sono bambini o disabili.
Funziona con una pila da 9 V.

Il nostro dispositivo si
compone di un posto primario
che comprende circuito, pila
e altoparlante e di uno
secondario costituito
da una normale piccola cassa.
I componenti sono disposti 'Sulla
basetta (pur di piccole dimensioni)
abbastanza distanti tra loro
in modo da rendere semplice
il montaggio.

L 'interfono (detto anche interfonico)


è un dispositivo elettronico che per-
mette di realizzare comunicazioni a viva
per consentire il massimo affidamento
operativo e la massima semplicità circui-
tale dell'interfono stesso.
ce anche per quanto riguarda le funzioni
operative: infatti esso è costituito da un
posto principale che può chiamare ed
voce tramite linee la cui lunghezza può A conferma di questo aspetto basta ascoltare un posto secondario, il quale
arrivare a qualche centinaio di metri al ricordare che, mentre un interfonico ad invece non può chiamare il posto princi-
massimo, nell'ambito di uno stesso onde convogliate comporta la realizza- pale: tale soluzione consente di semplifi-
sistema od impianto, sfruttando uno stes- zione di due veri e propri ricetrasmettito- care notevolmente cablaggio e commu-
so trasduttore elettroacustico (in genere, ri, sia pure a bassa potenza, con il classi- tazioni.
un piccolo altoparlante) sia come co interfonico a filo audio basta un sem- Non resta quindi che passare ali' esame
microfono che come altoparlante. plice amplificatore BF. del sistema nei suoi vari aspetti, quello
All'interno di questa definizione ne esi- Oltretutto la versione di questo ultimo circuitale e quello pratico realizzativo.
stono commercializzati di diversi tipi, sistema da noi realizzata è la più sempli- >>>>
alcuni dei quali per esempio funzionano
su "frequenze vettrici" utilizzando il Questo schema di principio illustra il funzionamento dell'interfono
sistema delle onde convogliate su una nelle due posizioni operative.
gamma di frequenze generalmente com-
prese fra I 00 e 200 KHz e opportuna-
mente modulate. AMPLIFICATORE
Questi tipi risultano molto comodi da b-
(./)
installare in quanto utilizzano le linee
elettriche preesistenti come collegamen- Ul ± 4

o
t.
to che trasporta il segnale modulato fra i 5
vari posti; esiste però l'inconveniente
be essi sono soggetti ad essere interferi-
ii da disturbi industriali o dalla captazio-
ne di forti emittenti di radiodiffusione
:be operan o a frequenze piuttosto basse.
Invece la costruzione di un impianto
interfonico funzionante direttamente a
~ ~J
AMPLIFICATORE

E u
l f'
frequenza audio impone l'installazione
di un cavetto schermato da far passare r,[ il3
·erso le pareti, magari
canalette che ospitano
elettrico : il sistema o è sco-
antiestetico ma è necessario
l s

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 37


1I 1 2

4 I 15
ELETTRONICA PRATICA- Novembre 1994 - Pag. 38
1 : sulla basetta trovano posto due
ponticelli abbastanza lunghi che
difficilmente possiamo recuperare
da componenti: conviene usare un
qualsiasi conduttore di diametro
adatto.

2:nel circuito ci sono ben 7


condensatori elettrolitici che vanno
montati avendo cura di individuare
l'esatta polarità d'inserimento
indicata sull'involucro esterno. Far passare il cavetto bipolare di
collegamento tra le due postazioni nelle
canalette già occupate dall'impianto
elettrico può non essere un'operazione
3: l'integrato va montato sul suo semplicissima ma garantisce la massima
zoccolo facendo attenzione a che pulizia del lavoro.
nessuno dei piedini si ripieghi
su se stesso anziché inserirsi
nell'apposito morsetto.

4: circuito va inserito in una


scatola di adatte dimensioni
contenente anche l'altoparlante
e la pila di alimentazione (da 9V).

: per il collegamento con l'altra


postazione (una semplice cassa)
possiamo prevedere un attacco
pentapolare DIN (anche se poi
vengono usati solo due poli).

6: una volta inserito il circuito nella


scatola occorre collegarlo
all'altoparlante, alla pila
d'alimentazione ed alla presa DIN
(o di altro tipo) nonché far fuoriuscire
la regolazione del volume,
il commutatore parla-ascolta
e l'interruttore d'accensione.

6
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag 39
INTERFONO MULTIUSO PARLA-ASCO
Per il collegamento tra le due L'aspetto più rilevante di questo tipo di
postazioni conviene prevedere impianto si basa, come già accennato,
una presa esterna staccabile. sulla reversibilià elettroacustica dei nor-
mali altoparlanti (come del resto avviene
I componenti necessari alla per altri marchingegni).
realizzazione non sono molti Sappiamo infatti che se si "alimenta" un
anche se parecchi sono altoparlante con un congruo segnale
polarizzati. elettrico, esso emette un corrispondente
suono o rumore; ma succede anche il
contrario: se un suono colpisce un auto-
parlante, esso lo trasforma in segnale
elettrico (anche se molto debole).

d
ALTOPARLANTE REVERSIBILE

Allora l'impostazione dell'impianto


interfonico di telecomunicazione a viva
voce è presto intuita, e schematizzata
nelle illustrazioni qui riportate: se si
parla davanti all'altoparlante P (princi-
pale) applicando il segnale elettrico rica-
vato ali' entrata E di un normale amplifi-
catore, con l'uscita U collegata via cavo
(anche lungo) ad un altoparlante S
(secondario), questo riproduce pari pari
detto segnale, permettendone l'ascolto.
Agendo su apposito commutatore di

L'INTEGRATO LM 386
L'integrato LM 386 è un amplificatore di potenza Anche se si tratta di un dispositivo di
destinato all'uso in applicazioni di largo consumo impiego estremamente diffuso a livello
a bassa potenza. Gli ingressi sono ambedue riferiti hobbistico, è opportuno conoscerne ( ap-
a massa, mentre l'uscita è automaticamente punto vista la sua frequente utilizzazio-
polarizzata a metà della tensione di alimentazione. ne) le caratteristiche di massima in mo-
do un po' più approfondito. L'integrato
v, LM 386 e un amplificatore di potenza
destinato per l'uso in applicazioni di
15k
largo consumo a bassa tensione. Il suo
guadagno è internamente predisposto
ad un valore di 20, in modo da tener
basso il numero di componenti esterni;
15k GAIN GAIN ma l'aggiunta di un resistore e conden-
8 satori esterni fra i piedini 1 e 8 è in gra-
do di aumentare il guadagno ad un
qualsiasi valore fino a 200. Gli ingressi
150 1.35k sono ambedue riferiti a massa, mentre
l'uscita è automaticamente polarizzata
a metà della tensione di alimentazione.
Il consumo di potenza a riposo si limita
a 24 mW con alimentazione a 6V, ren-
dendo il dispositivo ideale per funziona-
mento a batteria. Le principali presta-
zioni e caratteristiche sono: minimo di
componenti esterni; ampia gamma di
tensioni di ufimenlllzione di 4+12 V o

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 40


JA
direzione della conversazione, possiamo
invece collegare S all'entrata E e P
all'uscita U; ora è Sa parlare con P.
Vista, in linea di massima, la semplice
filosofia di comportamento del sistema,
passiamo ad esaminare ora lo schema
elettrico complessivo.
ApP è l'altoparlante principale, quello
cioè del "posto di comando"; se il dop- SMD 5000
pio deviatore SI è posizionato su "ascol-
ta" (come appunto indicato a schema), SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
l'altoparlante ApS, cioè quello del posto
secondario, raccoglie suoni e rumori del Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
locale in cui è posto, e li invia all'ingres- saldatore ad aria calda ELTO.
so dell'amplificatore. La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda, cc
L'uscita dell'amplificatore, sempre via controllo elettronico della temperatura e della portata d'aria. E' destinata prevalentemen
alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD. Può inoltre essere utilizzata per test ,
S 1, tramite CIO raggiunge ApP, il quale resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e p,
riproduce quanto avviene dalle parti di dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per componenti SMD (consente di asporta:
ApS. componenti guasti dal circuito stampato).
Qualora S l venga commutato nell'altra Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
- Temperatura regolabile: da 50'C a 400°C
posizione, cioè su "parla", è ApP che - Portata max aria regolabile: 9 I/min.
funge da microfono e suoni e rumori • Alimentazione: 220 Volt
vengono ascoltati dalla parte di ApS,
essendo così garantita la dualità del fun- ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
zionamento.
L'amplificatore vero e proprio presenta La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e maneggevole.l ca
subito all'ingresso un transistor collega- del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale della
)» punta calda. E' disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura
saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gradi
della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta (nterrutore
posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva ottenuta sulla punta (nte
posizione READ). Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura
+/-1 %. Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta
5±18V (quest'ultimo è per il tipo N- Caratteristiche: - Potenza max : 50 Watt
4 ); bassa corrente a riposo ( 4 mA); -Temperatura regolabile : da 500 a 400%
guadagno compreso fra 20 e 200; - Alimentazione : 220 Volt

I
bassa distorsione; resistenza d'in- La stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione '
chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.
gresso di 50 k2; potenza d'uscita
(su 82 con 10% di distorsione) di
0,3 W a 6 V; di 0,7 W a 9 V; di I W
a12 V. L'illustrazione qui riportata
mostra quello che è il circuito inter-
no del pur piccolo dispositivo; tanto
per familiarizzare con certe parole
inglesi di uso comunissimo in elet-
tronica, diamo un piccolo elenco
dei termini qui usati, con relativa
traduzione.- INPUT: ingresso in-
vertente; + INPUT: ingresso diret-
to; BYPASS: punto di applicazione
di un condensatore di fuga; GAIN:
possibilità di intervenire dall'ester-
no sul valore del guadagno; Vs:
tensione di alimentazione; Vout:
tensione d'uscita, da applicarsi al

e2%7
carico, ovvero altoparlante; GND:
(sta per "ground") massa o comu-
ne: Sp: sta ad indicare un dispositi-
vo stabilizzatore di polarizzazione.
Lavora svelto chi usa ELTC
ELTO S.p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45.52 Fax 011-936.45.
R6

+ +

R4 C4 C5 C6

TR1 C3
Il

8
C1
.t?
R7 T ~
2
I o. à

----- 5

··+
R2 di
C2 li
Il
Il
Il
Il
Il
Il
Il
Il
.Il.
11

C8 ...
J. TC10

2
ASCOLTA

PARLA P a

APP I._, , , , ,_,_, ,

COMPONENTI
R1 = 472
R2 = 10 KO
R3 = 47 Kn
R4 = 4700 2
RS 10 Kn (potenziometro)
R6 = 3302
R7 = 102
C1 = C2 = C3 = 10F
C4 = 220 F
C5 = 0,1 F
c6 = 220 F
C7 = 10 F
c8 = 0,1 F
C9 = 0,1 F
c1o= 220 F
Piano di montaggio dell'interfono con tutti APS TR1 = BC108B
i componenti necessari al funzionamento IC1 = LM 386
(escluso pila ed altoparlanti). S1 = doppio deviatore a levetta
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 42
INTERFONO MULTIUSO
PARLA-ASCOLTA
Il circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.

Schema elettrico
completo dell'impianto
interfonico multiuso;
la linea tratteggiata
comprende tutta la
parte di circuito
montata sulla basetta,
indicando che anche il
deviatore parla-ascolta
ed il relativo cablaggio
sono a circuito
stampato.

per il funzionamento complessivo. Il cavo che collega l'amplificatore ad


Il circuito funziona ottimamente anche ApS, essendo presumibilmente di note-
con una normale piletta a 9 V (oppure vole lunghezza, è meglio sia di tipo
con un alimentatore alla stessa tensione coassiale, e preferibilmente del tipo
ed in grado di erogare 0,5-1 A); se è RG58: è sottile, flessibile, ben isolato ed
desiderata maggior potenza d'uscita, si a bassa resistenza; lo schermo va colle-
può alimentare il tutto a 12+13 Vcc. gato al comune, cioè al terminale M
(massa), evitando così la captazione del
I CAVO
FACILE MONTAGGIO
fastidiosissimo ronzio.

=~@]1=========4
Come già accennato, tutto il circuito COLLAUDO FINALE
AS (escludendo altoparlanti ed alimentazio-
ne) è piazzato su una basetta a circuito Il collaudo finale possiamo farlo anche
stampato, in questo caso particolarmente prima di aver installato l'impianto.
.,_.J raccomandabile per un montaggio facile
ed affidabile.
ponendo ApS sufficientemente lontano
(diciamo, in un'altra stanza) da ApP.
Si inizia col posizionare i resistori, lo Tuttavia, se i due altoparlanti si vedono
zoccolo per ICI ed i due ponticelli (fatti ( o si ascoltano) fra di loro, si genera il
con filo nudo avanzato dal taglio dei ter- noto fischio che nasce per "effetto Lar-
to come "base a massa", cioè ha l'entrata minali); si montano poi i condensatori, sen"; ciò è perfettamente normale. e
segnale sull'emettitore: ciò garantisce per la maggioranza dei quali, essendo quindi indica che tutto il circuito è OK
un'ancor buona amplificazione con elettrolitici, occorre accuratamente ( oltretutto, l'effetto Larsen si elimina
impedenza d'ingresso bassa, che si adat- rispettare la polarità indicata anch'essa anche abbassando il volume).
ta bene agli 8 2 dei normali altoparlanti. sul rivestimento in plastica. Gli altoparlanti è bene siano da I W e di
II segnale che esce amplificato da TRI, TRl va inserito sfruttando come chiave diametro 80±120 mm, ed è opportuno
opportunamente dosato dal controllo di il dentino che sporge dal corpo metalli- siano contenuti entro piccoli box. in pla-
volume R5, raggiunge il terminale co; potenziometro e deviatore (del tipo a stica; in particolare, il box del posto
d'ingresso di ICI, un piccolo ma prezio- montaggio coricato e coi reofori prefor- principale può ospitare, opportunamente
so LM386, che amplifica al massimo ma ti per l'opportuno inserimento) collocato, anche la piccola basetta
delle sue possibilità, corredato dei pochi hanno, come unico elemento da rispetta- dell'amplificatore.
componenti che la ditta costruttrice con- re, perno e levetta sporgenti verso li circuito, restando posizionato in
siglia. l'esterno della basetta. ascolto, può funzionare da antifurto.
Sulla basetta trova posto, oltre che il Inserito nello zoccolo l'integrato, in consentendo il monitoraggio audio di
potenziometro del volume, anche il dop- modo che il leggero incavo circolare locali da mantenere sotto sorveglianza.
pio deviatore S1; la realizzazione è stata (che indica il piedino 1) risulti dalla Analogamente, esso si presta molto
appositamente studiata in questo modo parte prevista, non resta che montare bene al controllo di persone ammalate o
in quanto il cablaggio con fili incrociati alcuni terminali ad occhiello per anco- di bimbi piccoli; specialmente in
che vanno e vengono dallo stampato non rarvi i fili di cablaggio, dopodiché è quest'ultimo caso, è bene usare alimen-
è del tutto semplice e, più che altro, si opportuno eseguire un collaudo prelimi- tazione a pila o comunque ben isolata
presta ad errori banali ma determinanti nare sul funzionamento della basetta. dalla rete.

3
.__,___ COMPONIENTI
_ IN PRATICA

LE SIGLE
DEI CONDENSATORI
Spesso questi componenti riportano codici
piuttosto incomprensibili: vediamo come
riconoscere il valore di capacità e come decifrare
altre eventuali informazioni contenute nella
sequenza di lettere e numeri.

ome tutti (o quasi) i componenti ché quelli di provenienza del surplus specie se non si è allenati ad un impiego
C elettrici, anche i condensatori porta-
no, indicato sul contenitore, il valore
militare, in quanto non più di uso comu-
ne, e cerchiamo invece di inquadrare il
quotidiano di questi codici.
Quando sul condensatore è presente (a
specifico della loro capacità, e spesso problema della marcatura e i condensa- volte capita) solamente il codice che for-
anche qualche dato in più. tori nei vari tipi di uso comune. nisce il valore della capacità, evidente-
A differenza però dei resistori, compo- È però norma prudenziale, ali' atto mente siamo nel caso più semplice;
nenti ancor più comuni ed onnipresenti, dell'acquisto, verificare se il codice molto spesso però è anche riportato il
il cui valore è indicato mediante un codi- usato per la marcatura del valore di valore della tensione massima cui quel
ce a colori adottato da tutti i costruttori, capacità è di lettura immediata ed univo- tipo di componente può lavorare.
per i condensatori regna un certo caos, ca; in caso contrario, quando cioé la Ma non basta ancora: possono essere
che mette spesso in difficoltà non solo il siglatura è complessa e comprende indi- presenti altre lettere o numeri, che certa-
principiante, ma a volte anche il tecnico cazioni multiple, è consigliabile prende- mente corrispondono a dei dati interes-
preparato. re immediatamente nota del valore effet- santi per la miglior scelta e per l'utilizzo
Tralasciamo di prendere in considerazio- tivo, perché in molti casi non si può ottimale, ma che contribuiscono a
ne i condensatori di tipo antiquato, non- avere la certezza della giusta lettura, confondere ulteriormente le idee
dell'utente non troppo smaliziato.
Si può arrivare ad esempio, a marcature
tipo 11-88 33K, il che significa che il
I condensatori nostro condensatore, costruito l'undice-
miniatura sima settima del 1988, è da 33 pF (atten-
(al tantalio zione: quando si tratta di condensatori
o ceramici ceramici, il K indica la tolleranza sul
a disco)
valore di capacità, in questo caso il
riportano
I 0% ); oppure un' altro esempio può
spesso dei
essere 110 AB8O-. 1/100, ove 110AB80
non è altro che il numero di catalogo di
codici poco
quel tipo di condensatore, la cui capacità
comprensibili:
è di O, I µF (lo O non viene riportato ed il
ad esempio la K
punto sta al posto della nostra virgola) e
dopo il valore
la cui tensione massima di lavoro è
(terzo
lOOV.
condensatore
Un elemento di marcatura spesso pre-
da sinistra)
sente sui condensatori di tipo ceramico,
indica che
oltre naturalmente al valore di capacità
la tolleranza (ed eventualmente tensione), è il coeffi-
sul valore cente di temperatura che sostanzialmente
dichiarato corrisponde a quante parti per milione
è del 10%. (in capacità) per grado (di deriva termi-
ca) il valore della capacità varia, nel
senso dell'aumento (se c'è la lettera P) o Per "m" invece 68/100 sono 68 pF, per
della diminuzione (se c'è la lettera N); 100 V massimi di tensione di lavoro.
per esempio possiamo trovare N750, Nel caso di "n" (.33J100): la capacità è
P150, NP0, ecc. di 0,33 F, con tolleranza costruttiva del
In taluni casi (condensatori a film plasti- 5% e la tensione di lavoro è IO0V.
co di capacità piuttosto elevata) la ten- In "o" abbiamo I 00 n 60; n (stavolta si
sione di lavoro indicata è espressa come tratta di un sottomultiplo) sta per nanofa-
tensione alternata, dato l'uso specifico di rad, perciò il valore è 100 nF (ovvero
questi componenti; in genere si tratta di I 00.000 pF, oppure O, 1 µF) a 60 VI.
220 v- 50 Hz, e la dicitura riportata può In "p" 1/200 significa ancora O, I nF e
essere indifferentemente: 250 V e.a. o 200 è la tensione di lavoro.
250 V a.e. oppure 250 V. Attenzione: se il µ sta prima del numero,
Si tratta in genere di componenti di praticamente sostituisce la virgola, men-
buona qualità, e comunque questo valore tre se sta dopo, la dicitura ridiventa nor-
di tensione alternata corrisponde ad una malmente interpretabile (cioé lµF = un
tensione continua pari a 600 V o più. microfarad). Analogamente "q" (1/100)
Ora che sono state date alcune indicazio- vale I µF con I 00 VI.
ni di carattere generale, nonché alcuni
esempi significativi, passiamo ad esami- I condensatori da "a" ad "m" Alcuni condensatori ceramici
nare la serie di tipi riportati nell'illustra- sono di tipo ceramico mentre ed in poliestere di media
zione allegata a corredo di questo artico- quelli da "n" a "q" sono grandezza: spesso oltre
lo, certi che in questo modo (cioé con del tipo a film plastico al valore di capacità è riportata
esempi diretti) si potrà ben meglio rece- (mylar, policarbonato o simili). anche la tolleranza sul valore
pire la casistica più comune e diffusa. La spiegazione delle sigle è nel testo. dichiarato (in percentuale).
Da tenere presente che quelli rappresen-
tati nel disegno di pagina 45 sono, da
"a" ad "m", condensatori di tipo cerami-
co, mentre da "n" a "q" sono del tipo a VALIA NT
film plastico (mylar, policarbonato e 50'000,F
simili). 1'000 V
Nel caso "a", con la semplice stampi-
gliatura di un 2, si tratta di un condensa-
tore (ceramico) da 2 pF.
In "b" 6p8 sta ad indicare che il conden-
satore è da 6,8 pF.
Su "e" è riportato IO pJ: si tratta di un
condensatore il cui valore di capacità è
10 pF, e di cui è pure fornita la tolleran-
za sul valore di capacità, cioé J= 5%.
2 ? f;
A

h #
La scala dei valori di precisione entro
cui è garantito il valore dei condensatori
è la seguente (limitandoci ai valori più b
comuni): J=5%; K=10%; M=20%.
Su "d" troviamo 33K: trattandosi di con-
densatore ceramico, il K sta appunto ad
indicare la tolleranza, e quindi siamo in
presenza di 33 pF col I 0% di precisione.
Sul condensatore "e" è seri tto 221 : si
tratta del più comune codice di siglatura
di questi condensatori (corrisponde
sostanzialmente al codice a colori delle
? /r(
resistenze, salvo che qui vengono usati
direttamente i numeri). Le prime due
cifre restano tali, mentre la terza è il
numero di zeri presente; quindi il valore
#%
è 22 seguito da I zero, cioé 220 pF.
In "P' 472 è lo stesso codice, quindi 47
seguito da 2 zeri corrisponde a 4700 pF.
In "g" è riportato 103 (I O con 3 zeri vale °
# 3
10.000 pF); in "h" 334 (33 con 4 zeri
vale 330.000 pF). Nel caso "i" (0,05) il
codice è diverso, anzi, sostanzialmente
non esiste; si tratta di 0,05 F, cioé
50.000 pF; in "I" (1) idem come sopra,
cioé O, 1 F, e quindi I 00.000 pF.
ELETTRONICA PRATICA - Novembre1994- Pag 45
LABORATORIO ··- -·-··-··- - - - --'

RITOCCHIAMO
LA FREQUENZA DEI QUARZI
Se ci si limita ad operare sui vecchi tipi surplus,
l'operazione dà buoni risultati, a patto che I l cristallo, o quarzo (come più fre-
quentemente indicato specialmente in
Italia) è quel componente abbastanza
si abbia a disposizione un circuito per verificare comune nella circuiteria elettronica che,
via via il funzionamento dei quarzi: l'ideale opportunamente inserito in adatti circuiti
oscillatori, permette di ottenere la gene-
è il provaquarzi di cui presentiamo razione di segnali elettrici di frequenza
la realizzazione. stabilissima.
Per questo motivo, i cristalli hanno tro-
vato largo impiego un po' in tutti i tipi di
ricevitori e trasmettitori, specialmente
poi se canalizzati.
Oggi, per motivi tecnologici ed econo-
mici, si tende ad utilizzare circuiti pilota-
ti da una sorta di computerino elementare.
Ad ogni modo, il radiodilettante che inten-
da realizzare un qualsiasi dispositivo per
il quale sia necessario uno di questi
quarzi (un trasmettitore "QRP", un oscil-
latore stabile, un clock, ecc.) si trova
senz'altro di fronte ad un primo, grosso
problema: quello del suo approvvigiona-
mento.

CRISTALLI SU MISURA

Certamente esistono alcuni tipi (o serie)


di quarzi di facile reperibilità (nonché di
basso costo: poche migliaia di lire): ci
riferiamo a quelli per i canali CB, per i
clock dei computers, per TV, e simili.
Ma quando si ha proprio bisogno di un
quarzo ad un particolare valore di fre-
quenza (cosa che succede molto spesso)
bisogna farlo "tagliare" appositamente: e
quando (come sempre) si ha bisogno di
un singolo pezzo, far fare questo quarzo
diventa un'impresa quasi disperata.
Solo in alcune città (fra cui Milano e
Bologna) si possono trovare ditte che
costruiscono quarzi, quindi anche alle
frequenze che non si trovano in commer-
cio; ma quando si tratta di un pezzo solo,
il costo si aggira sulle diverse decine di
migliaia di lire.
Le poche fabbriche specializzate tengo-
no infatti a magazzino piastrine di cri-
stallo su valori piuttosto standard, tipica-
Il circuito può essere lasciato nudo
o inserito in una scatola dalla quale
devono però fu oriuscire led,
pulsante e alette di contatto.

La foto ed il disegno mostrano


mente I 000, 1500, 2000, ecc. kHz; la costituzione interna di un
quando, per esempio, arriva la richiesta cristallo di quarzo per
di un quarzo da 1360 kHz, il costruttore oscillatori del vecchio tipo FT
prende a mano una piastrina standard da 243. II contenitore si apre
I 000 kHz e con le apposite macchine svitando 3 viti.
per la lavorazione di questi cristalli la
assottiglia sino a farla risuonare ai 1360
kHz citati.
La frequenza di oscillazione di un quar-
zo dipende soprattutto dal suo spessore, ONTENITORE
nel senso che maggiore è lo spessore
minore è la frequenza di oscillazione. PIASTRINE
Il quarzo cristallino è una sostanza
vetrosa e fragile; una piastrina di quarzo UARZO
può essere lavorata (oltre che con le /
apposite macchine), qualora sia da assot- GOMMA
tigliare, sfregandola su carta smeriglio
estremamente fine, o addirittura con
pasta abrasiva, appoggiandola su una
lastra di vetro; il sistema più barbaro è
quello di raschiarla con una lametta
nuova (di quelle grosse); non c'è invece /
possibilità di effettuare lavorazioni vere PIEDINI
proprie per aumentarne lo spessore. CONTATTI MOLLA
Va comunque precisato che la modifica
lla frequenza di oscillazione dei cri-
stalli. fatta in casa e con buone probabi-
di risultati positivi, è possibile (o, se
iamo, raccomandabile) solo per i
+uri di vecchia costruzione e di dimen- COPERCHIO
>))»

ELETTRONICA PRATICA - Novembre1994- Pag 47


+
I C 1
C5 C6
C2

2
'O=

] Cf r I\DG2
- Il

c4
3o
Il Il
R1 Il $# Il ae
Il

FREQUENZIMETRO
Schema elettrico del dispositivo che serve per far oscillare il quarzo
in modo da consentire la misura della sua frequenza di risonanza
(mediante l'applicazione estema di opportuno lettore) nonché la verifica
del un stato di funzionamento !mediante il LED incorporato).

sioni piuttosto ampie del contenitore; parallelepido isolante (in bachelite), con (la più fine); il sistema consente un
quelli invece più recenti (in pratica, rea- due terminali piuttosto grossi per realiz- assottigliamento abbastanza rapido, ma
lizzati in contenitorimetallici lucidi) zare il contatto con il relativo "zoccolo". di scarsa precisione.
hanno gli elettrodi realizzati tramite Le dimensioni sono evidentemente mag- Un altro sistema che richiede più tempo
metallizzazione e possono essere smon- giori dei normali cristalli moderni, e la e pazienza, ma è sicuramente più preci-
tati solo con cure notevoli e molta espe- possibilità di aprirli facilmente agendo so, è quello di "consumare" il quarzo
rienza, risultando delicatissimi da mani- sulle 3 viti frontali permette di accedere strisciandolo su una piastra di vetro su
polare. direttamente alla piastrina vera e propria cui sia stato deposto un poco di pasta
I sistemi di variazione di frequenza cui del cristallo di quarzo. abrasiva, pomice, sidol, o simili.
accennato erano ben conosciuti dai Naturalmente, il problema base resta
radioamatori qualche decina di anni fa, sempre quello di sapere esattamente
quando era necessario ritoccarsi da soli ALZARE LA FREQUENZA quando fermarsi nell'operazione di
le frequenze di oscillazione di questi assottigliamento; l'unica soluzione, sem-
quarzi, che era possibile reperire, anche Una volta verificatasi la necessità, e pre legata a tanta pazienza, consiste
abbondantemente, dopo la seconda guer- presa la decisione, di intervenire sul nell'interrompere frequentemente l'ope-
ra mondiale, grazie al surplus militare di quarzo per alzarne la frequenza si proce- razione, pulire la piastrina del quarzo
provenienza anglo-americana. de come segue. con alcool ed uno straccetto, rimontare
Ultimamente, nelle varie mostre-mercato Aperto con attenzione lo scatolino, e tutto il dispositivo e far oscillare, in
che si tengono un po' in tutta Italia, è riposti via via nell'ordine i vari "pezzi" opportuno circuito, il quarzo misurando-
possibile trovare grandi quantità di que- ivi contenuti, ci si dedica alla piastrina ne la frequenza.
sti quarzi, oltretutto a prezzi irrisori; si vetrosa, dall'aspetto smerigliato, natural- Alla base di tutta l'operazione'va
tratta del tipo cosiddetto (e spesso stam- mente maneggiandola con molta cura e comunque tenuto conto che, se questo
pigliato) FT 243, montati su apparec- con mani pulite. controllo non si fa frequentemente, si
chiature ormai abbandonate da tempo, Per aumentarne la frequenza di oscilla- corre il rischio di "passare di là" cioé di
come pure lo è la loro tecnologia. zione, la si sfrega con una certa delica- assottigliare troppo la piastrina di quar-
Essi sono realizzati entro un contenitore tezza su un pezzetto di carta smerigliata zo, talché non è più possibile tornare ad
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994 - Pag. 48
RITOCCHIAMO LA FREQUENZA
DEI QUARZI
Il circuito stampato è qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni reali.

72
e
vcc t
e

P1

COMPONE
R1 = 1800 2 C2= 10.000 pF
R2 = 1800 2 (ceramico)
- _ _J R3 = 1800 2 C3 = O, 1 F (ceramico)
R4 = 1800 2 C4 = O, 1 F (ceramico)
R5 = 1000 2 es = o, 1 11F (ceramico)
R6 = 330 2 C6 = 100 F - 16 V
R7 = 1800 2 (elettrolitico)
R8 = 220 2 IC1 = 7404
C1 = 330 pF (ceramico) DG1 = DG2= diodi al germanio

uno spessore superiore. Piano di montaggio della basetta a circuito stampato del nostro
Si può solo aggiungere che un piccolo provaquarzi; i quarzi vengono semplicemente appoggiati coi terminali
passo indietro (cioé un modesto abbassa- a contatto delle due striscette di rame od ottone divaricate a V.
mento di frequenza) lo si ottiene "spor- Se il circuito viene inserito in una scatola le due striscette, il led ed il
cando" la superficie del quarzo con un pulsante vanno fatti fuoriuscire.
poco di grafite, e ciò si ottiene ricorren-
do ad una matita molto tenera.
o + - fpf OL o
Naturalmente, un po' di esperienza
anche rompendo inizialmente qualche
quarzo si deve fare, ma la cosa non è
molto grave dato il costo modestissimo
di questi componenti surplus.
cowwm , i. cs
ci2c4
I R8
ff

• +
Resta infine un problema da risolvere:
dovendo eseguire ripetute misure sulla
frequenza di oscillazione che si va via ali "ill hl47"- e[evcc
via ritoccando e occorre avere a portata
di mano un circuito che permetta di farlo [@
oscillare, questo quarzo, per poi potervi
applicare un frequenzimetro o un ricevi-
tore e controllarne il valore esatto di fre-
ng
R4
4 a -
quenza; inoltre, lo stesso circuito è . ~ DGI 002
ponticello-
opportuno che possa verificare il regola- 'iii.-== ~ PI
re funzionamento del quarzo che (spe-
cialmente nelle prime prove) potrebbe o ~-.....____ RS / © ~ R6 ____J . Q
rompersi o deteriorarsi.
»» FREQUENZIMETRO
--
ELETTRONICA PRATICA - Novembre1994 - Pag. 49
RITOCCHIAMO LA FREQUENZA DEI QUARZI
Ecco allora che arriviamo (finalmente
dirà qualcuno) alla parte realizzati va del
nostro articolo, cioé alla presentazione di
un circuito piuttosto semplice che con-
senta di effettuare le varie verifiche
necessarie sull'andamento dei lavori, e
."; anche prima: infatti il dispositivo che
•: •• andiamo a costruire consente anche di
controllare se il quarzo (all'atto
dell'acquisto o dopo esser prelevato da
1 un nostro cassetto ove era riposto da
tempo) è in buono stato o meno.
1: sistema per alzare la frequenza di risonanza e quindi abbassare
Tutto il circuito da noi progettato si basa
lo spessore della lastrina di un cristallo: questa va sfregata su un pezzo
su un unico integrato; infatti ICI è un
di carta vetrata a grana finissima o addirittura su una lastra di vetro
sestuplo inverter della serie TTL, per
cosparsa con un po' di pasta abrasiva.
l'esattezza un 7404, che proprio per
2: sistema adottabile per abbassare, ma solo lievemente, la stessa
l'abbondanza di sezioni entrocontenute
frequenza, depositandovi una leggera macchia di grafite con una
si presta ad uno sfruttamento circuitale
matita molto tenera.
particolannente ampio.

SEMPLICE SCHEMA
L'INTEGRATO 7404 Le prime due sezioni, la "a" e la "b',
È un integrato di tipo 1TL che contiene ben 6 funzioni JNVERTJNG; nel- son quelle che costituiscono il vero e
la illustrazione qui riportata, in alto a sinistra è appunto indicato il sim- proprio oscillatore, nel quale il quarzo è
bolo tecnico della funzione, ove il pallino della parte dell'uscita sta ap- collegato come accoppiamento fra le due
punto ad indicare la funzione in verter: in pratica, il comportamento elet- sezioni stesse.
trico è tale che, se all'ingresso del dispositivo (E) è applicato un segnale La sezione "c" "amplifica" il segnale
a stato logico "I", l'uscita (U) è a stato logico O (e viceversa). generato, che viene portato fuori attra-
Il circuito elettrico di ognuna delle 6 sezioni è quello dello schema qui verso il partitore-separatore R5-R6 per
riportato (in forma semplificata); le 6 sezioni hanno in comune l'alimen- essere applicato ad un frequenzimetro (o
tazione, sia come positivo che come negativo. perché no, ad un ricevitore) che ne legga
La tensione di alimentazione nominale è di 5 V essendo caratteristica di la frequenza; fin qui è la parte che
tutti i dispositivi di tipo TTL; c'è però possibilità di funzionare regolar- riguarda la generazione del segnale ed il
mente fra 4,5 e 5,5 V. pilotaggio del dispositivo di lettura della
La corrente massima disponibile in uscita determinata soprattutto dalla frequenza.
resistenza ivi presente, può arrivare sino a 50 mA; la corrente che inve- Però si è voluto rendere il circuito anche
ce può entrare negli ingressi va da -30 a + 5 mA. idoneo a verificare se il quarzo oscilla
La massima frequenza di lavoro di questi dispositivi si aggira sui I0+15 regolannente o no all'atto dell'acquisto,
MHz. tenendo conto che non si può andare al
mercato con strumentazione ingombran-
14 te; interviene per questo la seconda parte
13
del nostro circuito.
Il segnale generato passa direttamente
12 dalla sezione "c" alla sezione "d", che di
11 nuovo lo amplifica, e quindi, via C3,
raggiunge DG I e DG2; viene così rettifi-
10 cato ad onda intera, in modo tale da otte-
9 nere una tensione positiva, naturalmente
8
solo a patto che il quarzo oscilli regolar-
mente.
Infatti, presa a sé, la sezione "e" ha
l'entrata (pin 11) collegata al comune
via R7, pertanto la sua uscita (pin 10), è
a livello "l"; a11o stesso è l'entrata (13)
della sezione "f', la cui uscita (12) rima-
ne quindi a zero: da tutto ciò ne segue
che il led risulta acceso, in condizioni di
riposo, indicando che il circuito è sotto
-------
ELETTRONICA PRATICA - Novembre
1994 - Pag. 50
...
tensione (naturalmente quando PI è premuto) e pronto
all'uso. Viceversa, una volta inserito il quarzo (buono, e
che quindi oscilli), la tensione e.e. in uscita dai due diodi
(come già citato) fa invertire tutto lo stato elettrico di "e" e
di "f'; pertanto ora l'uscita 12 è "I" ed il led risulta spento:
ciò costituisce appunto indicazione che il quarzo è OK.
L'alimentazione di questo circuito è prevista, per sempli-

-
cità, da una pila a 4,5 V.

MONTARE IL PROVAQUARZI

Dopo le chiacchiere i fatti: per testare i nostri quarzi ritoc-


cati a mano, occorre disporre del circuito di prova qui
descritto e quindi bisogna costruirlo per benino.
Il montaggio è come al solito eseguito su una basetta a cir-
cuito stampato, particolarmente consigliabile data l'alta
densità circuitale concentrata nell'integrato e nelle imme-
diate vicinanze.
Si comincia col montare le resistenze, lo zoccolo per ICI ed
i condensatori, tutti i componenti non contrassegnati da
alcun riferimento d'inserimento, ad eccezione di C6, elet-
trolitico, di cui va rispettata la polarità riportata sulla prote-
zione in plastica.
Poi si possono montare i due diodi, il cui riferimento è la
striscia in colore in corrispondenza del terminale di catodo;
il led è del tipo gigante, il cui contrassegno di catodo è lo
smusso presente sul bordo sporgente, mentre il pulsante non
presenta alcun problema di posizionamento.
Per quanto riguarda il sistema di contatto rapido per i quar-
zi, si è risolto con due bandelle sagomate con una certa cur-
vatura per assicurare che il contatto possa attenersi con
quarzi di dimensioni anche sensibilmente diverse. I soliti
terminali ad occhiello consentono un sicuro ancoraggio per
il cablaggio esterno.
Non resta ora che inserire ICl nello zoccolo, in modo che Vuoi ricevere an-
l'incavo superiore presente su uno dei lati corti vada a capi- che tu quest'ac-
tare dal la parte prevista, ed il nostro semplice provaquarzi è coppiata vincente
bell'e pronto per funzionare (a patto naturalmente che tutto libro più tester)?
il montaggio sia stato eseguito a regola d'arte), e comunque Compila il cou-
per essere verificato con qualche quarzo che sicuramente pon, ritaglialo,
oscilli a dovere. incollalo su carto-
Il circuito è in grado di funzionare con quasi tutti i tipi di lina postale e spe-
quarzo, salvo per qualche esecuzione particolare dove, pur disci a
essendo di buona qualità, i cristalli sono in grado di oscilla- EDIFAI
re solamente con circuiti un po' speciali. 15066 GAVI (AL)
Comunque, occorre tener presente che il quarzo, con un cir- 1
cuito del genere, oscilla solo sulla frequenza fondamentale;
~---..;; a

so4 o 46.,000 hre 7


pertanto, nel classico caso di un quarzo CB (ma anche Desidero ricevere il
molto spesso per i vecchi FT243), un quarzo marcato 27 «. iv%s
MHz e rotti darà una lettura di 9 MHz e rotti. I il libro "fai da te l'elettri•
Come già accennato, al posto del classico frequenzimetro è cis~"- Pagherò al posti•
possibile usare anche un radioricevitore con opportuna TESTER ELETTRONICO I no lire 46.000 (comprese
Leggero, di dimensioni contenute, spese di spedizione).
copertura di frequenza; ma la lettura va fatta con le precau-
zioni del caso, cercando il segnale giusto: infatti armoniche,
con ampio display digitale a 4
caratteri ben leggibili, comoda
I
intermodulazioni e simili possono indurre in errori di misu- manopola per selezionare le nome
ra. Il nostro circuito può a scelta essere lasciato nudo, con 4
piedini agli angoli, come indicato per la nostra versione-
funzioni, dotato di provatransistor.
I cognome

prototi po, oppure essere almeno parzialmente inserito in


adatto contenitore di protezione.
2±...2e221-
di illustra:z:ioni, tutte le operazionil CAP
passo - passo, testi scritti da ---------
esperti per sapere in pratica come città
lavorare sull'impianto elettrico. I firma
Accumula energia elettrica
di giorno, si accende
quando fa buio, si spegne
quando ritorna la luce
solare. Si può appendere
ad un muro oppure
installare su di un palo.

La lampada è LAMPADA
IN
composta da due
elementi distinti uniti
G razie alla tecnologia dei dispositivi
fotoelettronici, quelli cioè che gene-
rano corrente se investiti da raggi lumi-
tramite viti. In mezzo
nosi, è stata costruita una praticissima
troviamo la batteria
lampada per terrazzi e giardini che non
ricaricabile facile
ha bisogno di cavi e soprattutto fa rispar-
da sostituire.
miare energia elettrica.
La parte superiore della lampada contie-
ne infatti un piccolo pannello di celle
fotovoltaiche che, illuminate dal sole,
generano una corrente elettrica che cari-
ca un accumulatore.
Quando si fa buio, entra in azione un
interruttore detto "crepuscolare", il cui
elemento fondamentale è di nuovo un
dispositivo fotoelettronico.
Mancando l'illuminazione vi è una forte
variazione di corrente che agisce su un
circuito basato su di un transistor con
funzione di interruttore. Il circuito stabi-
La lampada, montata sul paletto lisce il collegamento fra accumulatore e
in dotazione, si conficca nel lampada, che si accende.
terreno ed è pronta per Quando ritorna l'illuminazione solare, il
funzionare senza bisogno di circuito si interrompe sempre grazie
alcun collegamento elettrico. ali' effetto fotoelettrico, la lampada si
spegne e la batteria ricomincia a ricari-
carsi. La durata del!' illuminazione
durante la notte dipende ovviamente
dall'energia immagazzinata dall' accu-
mulatore, quindi è maggiore nei mesi
estivi in cui le giornate sono più lunghe
e l'intensità della luce solare è più eleva-
ta. È comunque possibile conservare
l'energia accumulata per utilizzarla
quando realmente occorre grazie ad un
commutatore a due posizioni e ad un
regolatore di intensità.

ANCHE AUTOMATICA

Se il commutatore è nello stato power


off, la lampada si carica durante il gior- Il circuito
no senza però illuminarsi ali' imbrunire. elettronico della
Si illumina solo se il commutatore è lampada è
nella posizione auto, segnalata dall'ac- interamente
censione del led rosso. In questo caso si raccolto su una
può regolare l'intensità luminosa, consu- basetta di medie
mando quindi poca o tanta energia, gra- dimensioni.
zie alla levetta di regolazione che può
scorrere fra le due posizioni LO (bassa La batteria
intensità) e Hl (alta intensità). ricaribile è posta
La lampada "Solite" (è questo il suo in una zona
nome) può essere installata in due modi facilmente
diversi: appesa al muro mediante due accessibile e la
tasselli dotati di viti oppure montata su sostituzione
di un palo alto mezzo metro, fornito è molto agevole.
assieme alla lampada, che può essere In ogni caso
anche semplicemente conficcato nel ter- la durata
reno di un giardino. Se viene adottata la dell'accumulatore
seconda soluzione è anche possibile non ne dovrebbe
regolare l'inclinazione della lampada richiedere la
fino a 15 gradi rispetto all'orizzontale in sostituzione se
modo da ottenere l'esposizione ottimale non dopo anni.
ai raggi solari.

La lampada
smontata:
in primo
piano il tubo
al neon con
la parabola
riflettente,
necessaria
vista la
bassa
potenza
luminosa
disponibile.
ELETTRONICA PRATICA- Novembre1994 • Pag. 53
DISPOSITIIVI ORIGINALI
'--------~·

IL BI-TELECOMANDO
Dispositivo che consente di attivare quattro
diversi comandi facendoli viaggiare su un cavo
a due soli conduttori, senza quindi dover
intervenire a modificare un impianto
elettrico preesistente.
Questa basetta,
uguale alla prima
per dimensione,
contiene le funzioni
di azionamento
e commutazione.

Le due basette, pur separate,


compongono uno stesso
circuito: qui quella contenente
@
alimentazione e comandi.

n genere, se si desidera modificare un tori; ebbene proprio per i casi di impian-


I o

--ww l
impianto elettrico già fatto per aggiun- ti già montati e di difficile, se non
gervi un conduttore, è necessario aprire impossibile, accesso, otteniamo le 4
in qualche modo il cablaggio per rifarlo: combinazioni citate con solo 2 cavi.
e senza dubbio la cosa risulta quanto Questa prestazione si può ottenere natu-
meno scomoda. ralmente aggiungendo qualcos'altro (al
S1
Nella normalità dei casi, sappiamo che
con due conduttori, cioè col normale
posto del 3° conduttore): essa cioè ci
costa un circuito in più, che agisce su
@
cavetto o piattina bipolare, si possono due relè i quali fra l'altro ci permettono
attivare, su un qualsiasi carico, due fun- di pilotare qualsiasi carico elettrico a 1
zioni: ON-OFF, cioè aperto-chiuso, qualsiasi tensione.
ovvero acceso-spento. Passiamo allora ad esaminare il circuito 1: sistemi altemativi per
Invece, con lo stratagemma circuitale elettrico da realizzare. selezionare il tipo di comando
che andiamo qui a proporre, siamo in (e quindi il carico da inserire)
grado di realizzare, sempre sui due nor- sfruttando pulsanti (A) o un
mali conduttori d'impianto, quattro com- PER SOSTITUIRE UN FILO commutatore rotativo (B).
binazioni, cioè quattro possibilità di 2: per carichi reattivi o resistivi
comando, che possiamo codificare come Nel riquadro in alto dello schema elettri- molto forti consigliamo di
segue: OFF l - OFF 2; OFF l - ON 2; co abbiamo la parte servizi, quella cioè aggiungere un gruppo RC di
ON l - OFF 2; ON l - ON 2. che ci fornisce le alimentazioni ai relè. spegnimento.
Sembra un po' complicato, ma il giochi- Vi troviamo subito un trasformatore, per
no si ispira ai circuiti logici, e comunque portare la tensione di rete dai soliti 220 2
il ragionamento si può riassumere, come V a 12 V, tensione molto comoda ed
al solito, in un esempio chiarificatore. abituale per i relè; R 1 ha semplicemente
Supponiamo di riferirci a due lampadine, funzione di limitazione per eventuali
LPl ed LP2; possiamo ottenere le com- picchi di corrente, e non ha comunque s
binazioni seguenti: LP l ed LP2 spente importanza circuitale vera e propria.
(OFF); LPI spenta (OFF) - LP2 accesa Se S l ed S2 (i due interruttori che attiva-
(ON); LPI accesa (ON) - LP2 spenta no le combinazioni operative) sono aper-
(OFF); LPl ed LP2 accese (ON). ti come indica lo schema, evidentemente
Normalmente, per ottenere una combi- in uscita non è presente alcuna tensione
nazione del genere occorrono 3 condut- )))» V

ELETTRONICA PRATICA -Novembre 1994- Pag. 55
r-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·- ·-·1
I• Rl
.s
, Df
j
E +MaPD a r +» [C },

r 02
R2

C1

12 V

RETE
Le due linee tratteggiate delimitano
tutto ciò che si trova sulle basette.
Qui vediamo lo schema elettrico del
complesso alimentazione e comandi.
CAVO

Le due basette vanno collegate


con un normale cavo bifilare che può
essere lungo anche oltre 100 m.
Sotto vediamo lo schema elettrico
del complesso azionamento
e commutazione.

+
ENTI
I
I
I' D4
C2
l R1 = 18Q -1 W
R2 = 10002
R3 = 10002
R4 = 10002
C1 = 2,2 F- 63 V (mylar)
C2 = 10 F- 25 V (elettrolitico)
I C3 = 10 F- 25 V (elettrolitico)
D1 = D2 = 1 N 4004
I
I
V3l l
DLV2

l
+ IICJ

l. I
±s I
D3 = D4 = 1N4004
DLV1 = DLV2 = LED verdi
DLR1 = DLR2 = LED rossi
T1 = trasformatore 12V •
3+5 W
RL1 = RL2 = relè 12 V •
L .......... ___i 1 o 2 scambi (FEME MZP)
(sul pin 4), e pertanto i due relè che tro-
viamo nella zona bassa, appunto collega- I circuiti
ti col cavetto bifilare, sono ambedue stampati sono
diseccitati (abbiamo quindi la situazione: qui visti
OFF 1 e OFF 2). da lato rame
Se chiudiamo S 1, DI lascia passare la nelle loro
semionda positiva, che raggiunge i diodi dimensioni
D3 e D4; solo D3, per analogia, la lascia reali. Le due
passare, in quanto polarizzata allo stesso basette hanno
modo di D 1, cosicché stavolta viene dimensioni
eccitato il relè RL 1, consentendo di atti- identiche
vare il carico Ul (abbiamo quindi la e sono
4
al
situazione: ON l e OFF2). semplicissime
Se invece chiudiamo S2, è D2 a lasciar da realizzare.
passare la semionda negativa; lo stesso
fa D4 e quindi ne viene eccitato RL2,
con attivazione del carico U2 (abbiamo
quindi la situazione OFFl e ON2).
Infine, se chiudiamo sia S 1 che S2,
abbiamo il passaggio di ambedue le
semionde e quindi l'eccitazione dei due
o a l
relè contemporaneamente, con conse-
guente attivazione di tutti e due i carichi
(abbiamo quindi la situazione ON 1 e
:3>
ON2).
Le quattro combinazioni sono così effet-
tivamente verificate.

ACCESSORI CIRCUITALI

Per quanto riguarda i pochi accessori cir-


cuitali, cominciamo col vedere che Cl
non ha importanza circuitale diretta, ma
Piano di
montaggio
TJ I I e
0/!!!9= 8
t
/ OLRIQ

serve semplicemente a smorzare even- per le due a


D02 a{
tuali transitori sull'alimentazione; R2 basette
funge da resistenza di limitazione per i a circuito
due led spia: attraverso essa si accende stampato sulle
DLR 1 se la tensione che passa è la posi- quali è
tiva e DLVI se essa è la negativa. realizzato il O 52
La stessa tensione va a telecomandare, complesso
O
oltre ai relè, i led DLR2 (indicando che del nostro
RLI è in funzione) e DL V2 rispettiva- telecomando:
mente indicando che RL2 è in funzione: alimentazione
C2 e C3 servono a livellare la tensione e comandi
di alimentazione per evitare incertezze la prima,
nello scatto o ronzio dei relè. azionamento e
Evidentemente, quando sono chiusi SI commutazione g R3
e) €65Go= o
ed S2 contemporaneamente, cioè viene la seconda.
mandata in circuito la corrente alternata,
i 4 led risultano accesi tutti. @: LR2"
@ o IUI
Basta collegare, alle uscite U 1 ed U2, o
qualsiasi tipo di carico elettrico che
serva azionare, con un cavo bipolare di
collegamento fra le due unità lungo o
anche più di un centinaio di metri.
La combinazione riportata nello schema o IU?
generale ( che poi rappresenta la realizza-
o
zione) si riferisce alla soluzione più
»»

ELETTRONICA PRATICA-Novembre 1994- Pag. 57


Il BI·TELECOMANDO
ovvia e classica dei due deviatori a mando è realizzato su due basette a circui- il catodo). Infine, si monta il trasformato-
levetta che telecomandano le nostre to stampato: una sulla quale è disposto, re, che nel nostro caso è un R.S. 2x6 V
utenze. oltre ali' alimentatore, il vero e proprio (in serie) - 3,3 W. Alcuni terminali ad
È tuttavia possibile, come indica l'appo- azionamento; l'altra su cui sono piazzati i occhiello servono per entrate ed uscite dei
sita figura, utilizzare al loro posto dei relè cui vanno poi collegate le utenze da cavi. Se possibile, ancora più semplice è
pulsanti (A) oppure un vero e proprio commutare; in mezzo, anche decine e la seconda basetta, quella dei relè, ove si
commutatore rotativo (B), nel caso si decine di metri del cavo bipolare che ha segue analoga procedura per resistenze,
intenda manovrare con una sequenza costretto ad inventare questa soluzione. diodi e led; qui i condensatori sono elet-
diretta e ben precisa. trolitici, e quindi se ne deve rispettare la
In ogni caso, se il carico sui relè fosse polarità di inserimento, il cui segno è
induttivo (motori, trasformatori, sirene, UN CIRCUITO SU DUE BASETTE riportato sul rivestimento in plastica.
ecc.) oppure resistivo di potenza molto Infine, i due relè non possono che essere
elevata, è bene aggiungere, in parallelo Le due basette sono di dimensioni uguali, montati in base alla foratura corrispon-
ai contatti degli interruttori (di qualsiasi semplici e spaziose. dente ai tipi prescelti. Anche qui, i cavi
tipo siano) un gruppetto RC di protezio- Sulla basetta-alimentazione, cominciamo vanno ancorati su appositi terminali ad
ne, per eliminare la scintilla che verreb- a montare resistenze, diodi (ricordare per occhiello. Ove capitasse di invertire le
be inevitabilmente a formarsi ali' atto questi ultimi la giusta polarità, indicata polarità dei diodi e dei led, o addirittura i
delle commutazioni. I valori non sono dalla fascetta in colore dalla parte del due conduttori del cavo di interconnessio-
molto critici: R può essere sui 1002, e C catodo) e condensatore; poi si passa agli ne, non succede niente di grave, nel senso
sui 10.000 pF, purché di tipo idoneo interruttori ( o deviatori, in genere meglio che non si guasta niente; però i comandi
(ideale se in ceramica) e con tensione di reperibili) del tipo a circuito stampato con risultano invertiti. Naturalmente le due
600+ 1000 V. montaggio coricato; e quindi ai led , il cui basette, una volta completato il montag-
In perfetta analogia con lo schema elettri- posizionamento è suggerito dal piccolo gio, devono trovare posto entro adatti sca-
co, e come logica vuole, il nostro teleco- smusso sul bordino sporgente dal corpo (è tolini in plastica.

LA COMMUTAZIONE A DIODI
Ricordiamo brevemente che la caratteristica tipica di funzionamento
del diodo è quella della conduzione unidirezionale: quando, dei due
elettrodi che lo costituiscono, l'anodo è positivo rispetto al catodo,

''= esso presenta resistenza bassissima, quindi si lascia attraversare da


corrente elettrica anche intensa; viceversa, quando l'anodo risulta
@ negativo, il diodo presenta resistenza elevatissima, (in questo caso si
dice che il diodo è in interdizione) talché qualsiasi passaggio di cor-
a k
rente ne viene bloccato.
Quindi, il fatto di lasciarsi attraversare da corrente solamente in
k -+ una direzione ne giustifica l'adozione non solo negli alimentatori ma
D1 anche in circuiti di comando che abbiano la funzione di commutare
l'azionamento di determinati dispositivi.
]]± i t
a Nella figura qui riportata, oltre a vedere illustrati il simbolo grafico
e l'aspetto più comune dei normali diodi al silicio (A), sono appunto

$,
p((POSITIVO
e D2 esemplificati un paio di circuiti che indicano, tanto per fissare le
idee, come avviene la commutazione per accendere una lampada op-
pure un'altra.
In B (data la polarità prevista per l'alimentazione) è il diodo DI che
risulta polarizzato in conduzione, talché è la lampada LI ad illumi-
narsi.
In C ( essendo invertita la polarità di alimentazione) è D2 che ora ri-
epj%D1
sulta in conduzione, cosicché è la lampada L2 che si illumina.
Questi concetti base possono naturalmente essere applicati a circui-
k a L1
terie ben più complesse.
D2
e 3
p'ì
e
NEGATIVO
'
-,
/
,
--
A: simbolo grafico e aspetto dei più comuni diodi al silicio.
B: il diodo D1 risulta polarizzato in conduzione quindi
si Illumina L1.
C: D2 è ora in conduzione quindi è L2 che si illumina.

-
ELETTRONICA PRATICA- Novembre 1994- Pag. 58
SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO
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ed elementare le nozioni basilari
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LA LEGGE DI OH solo
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COSA
CONTIENE
Questo è l'indice degli argomenti lattati.
e COS't L'ELETTRONICA e I CONDUTTORI E GLI ISOLANTI
e LA LEGGE DI OHM e LA RESISTENZA e A RESISTENZA VARIABILE
• IL CONDENSATORE • LA BOBINA • IL CIRCUITO BOBINA cm:
DENSATORE e I SEMICONDUTTORI e Il DIODO e IL TRANSISTOR
e Il CIRCUITO INTEGRATO e ALIMENTARE UN CIRCUITO e SALDA-
RE E DISSALDARE e RICERCARE I GUASTI e LEGGERE GLI SCHEMI
ELETTRICI e MONTARE KIT
+

Oltre ala palle teorica manuale propone dieci facili kit da montare
il

eI VAaAORE DI LUCE e /L SINIONZZATORE e LI?ROGAZIONE AUTO-


MATICA e IL MASSAGGIATORE LO SCACCGAINSETTI AD ULTRASUO-
NI e L'ANTIFURTO PER AUTO e IL COOOETTORE DI TONALITÀ I LA SIRE-
NA UNITONALE e L'AUDIOSPIA e L'ALIMENTATORE DI POTENZA

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o per fax (0143/643462); in questo caso spediremo il manuale aggiungendo
lire 4.000 per spese postali.
AL TELEFONO Quando infuria un temporale, è possibile
che possano verificarsi sovratensioni
sulla nostra linea SIP, danneggiando gli
Il circuito è molto apparecchi che vi sono collegati come il
semplice quindi può modem, il videotel, il telefono, il fax,
essere montato anche ecc. Per evitare che questo si verifichi,
su un qualsiasi supporto ho progettato questo circuito che appare
isolante. La soluzione molto semplice, ma nello stesso tempo
FI F2 a circuito stampato risulta molto efficace.
garantisce ovviamente In ingresso si collega la presa SIP, men-
una maggiore efficienza. tre in uscita si collega il modem, il fax o
il telefono . Per questo progetto ho uti-
lizzato dei componenti di facile reperibi-
lità e nello stesso tempo economici. Per
quanto riguarda lo schema elettrico, i
PO NTI due diodi Zener si comportano come
limitatori di tensione nel senso che
F1 = Fusibile da 315 mA lasciamo passare tensioni fino a 150 V.
LINEA 250 V (5x20 mm) Il varistore, invece, ha il compito di
F2 = Fusibile da 315 mA chiudere il circuito qualora sia presente
250 V (5x20 mm) una tensione superiore ai 250 V; per ten-
VR1 = Varistore da 250 V sioni inferiori, il varistore si comporta
Schema elettrico del DZ1 = Diodo Zener da 150 V come un circuito aperto. Invece se sul
salvatelefono: i due diodi 5W componente arriva una tensione superio-
zener fungono da limitatori DZ2 = Diodo Zener da 150 V re a 250V quest'ultimo diminuisce la sua
ostacolando le tensioni 5W resistenza interna fino a cortocircuitare i
superiori a 150 V. PF1 = Portafusibile xc.s. punti + e- facendo saltare i due fusibili e
PF2 = Portafusibile x c.s. quindi il circuito si apre senza danni
C1 = 1000 pF • 1000 V ali' apparecchiatura montata a valle. Ma i
F1
# ml=A

DZ1
C1
LINEA TELEFONO

DZ2
F2
l {tjb
tb

ELETTRONICA PRATICA -Novembre 1994 - Pag. 60


to il relè, il quale a sua volta attiva il
INTERRUTTORE congegno che si vuole far funzionare.
A SFIORAMENTO Per l'assemblaggio può bastare una pia-
strina millefori; il tutto può essere ali-
mentato con un normale alimentatore
Cosimo Manzella di Napoli ci propone (meglio se stabilizzato) o da una batteria
un circuito facile ed economico che può di pile, per una tensione sui 12 V.
essere assemblato anche da un princi-
piante e che può trovare vari impieghi,
tipicamente come antifurto, come chia- Cosimo Manzella
ve (segreta) di apertura o chiusura, o di Napoli ci
più semplicemente come interruttore propone un
per la luce scale. utile interruttore
Per attivarlo basta sfiorare o toccare 2 a sfioramento.
lastrine metalliche poste ali' ingresso del
circuito; l'impulso di corrente che si dà
alla base è sufficiente per portare in
conduzione TRl. R1 = R2 = 1000 Q
A questo punto, la corrente che attraver- C1 = 10+220 1,1F - 15 V (valore
sa l'emettitore va alla base di TR2, por- a piacere: più alta è la capacità
tandolo in conduzione, e contempora- più dura l'eccitazione del relè)
neamente a caricare il condensatore C1, TR1 = TR2 = BC109 (BC 548 C)
che così mantiene in conduzione TR2 D1 = 1N4004
Claudio Lanz i, di Brindisi, ha per un certo tempo, in funzione del suo RL = relè 12 V
realizz ato questo sem plice valore; per lo stesso tempo resta eccita- S = lastrine - sensori
salvatelefo no con soli
6 com ponenti che gli è valso
lo splendido kit per saldatura
Valex.
u
TR1 Il
i
s R1 1
g
u
e

R2 b
G
vcc
e
u, TR2

Per chi collabora


Il circuito si monta, in una scatola Tutti i lettori sono invitati
di adatte dimensioni, tra presa ad Inviare un loro progetto,
telefonica e apparecchio usando semplice e Inedito, che
una presa ed una spina SIP. non impieghi più di 15
componen ti elettronici.
Le realizzazioni {una
due fusibili saltano comunque se la breve spiegazione,
corrente dovesse superare i 315 mA. qualche disegno,
Questo circuito può essere montato o
direttamente alla presa oppure su di un
circuito stampato come è disegnato di
seguito, e va collegato in serie tra la
linea telefonica e l'apparecchiatura.
j
il le generalità ed una toto
tessera dell'autore} devono
essere inviate a ELETTRONICA PRATICA• UIFAI
15066 GAVI (AL}: a tutti I partecipanti sarà spedito
~ - •• ~ ~ ~

un utile omaggio. Ogni mese il progetto migliore verrà pubblicato


~ .'1
di
e premiato con uno stupendo.kit per saldatura In valigetta che comprende:
saldatore istantaneo da 100 W, saldatore a stilo da 30 W, support o per mini
montaggi, dissaldatore, raschietto, appoggio per saldare e punte di ricambio .
Met

Stefano Patassa di Perugia ci manda un


piccolo alimentatore la cui tensione
Matteo d'uscita sia stabile (6V, 100 mA) anche
Demichelis se si verificano variazioni della rete o
di 16 anni del carico applicato; si realizza con un
ci propone circuito molto comune, ma è anche
un circuito che molto comune averne bisogno; tant'è
fa lampeggiare vero che gli scatolini in plastica da poca
LAMPEGGIATORE le normali corrente con spina rete già incorporata
PER LAMPADINE lampadine ad
incandescenza.
vengono venduti ovunque.
Con un solo transistor ed un diodo
s1 Zener, più la parte raddrizzatore-filtro, e
pochissimi componenti accessori, il cir-
, r Jl +MM n cuito è beli' e fatto.
Rt Il tutto può essere montato su un pezzet-
D1
to di basetta millefori a circuito stampato
e racchiuso in una scatoletta tipo porta-
R2 sapone.
Stefano Patassa
al 9 ha solo 7 anni ma
è stato in grado
RETE di progettare,
per la verità con
+ qualche piccolo
errore corretto
dai nostri tecnici,
un semplice
R1 = 10.000 2- 1/2 W L'unico inconveniente che si può riscon- alimentatore.
R2 = 100 KO (trimmer o pot.) trare in questo circuito è che la regola-
R3 = 220 2 (trimmer o pot.) zione dei trimmer, se eseguita brusca-
Ci1 = 100 F- 50 V (elettrolitico) mente, può fa saltare il diac (più difficil- TR1 = 2N1711
D = diodo DIAC mente il triac ); pertanto è consigliabile DZ = Zener 6,8 V - 0,4 W
D1 = 1N4007 eseguire le variazioni veloci ad interrut- D1 = D2 = 1N4004
T = TRIAC 400V • 6A tore aperto, cioè in assenza di tensione. DL = led
S1 = interruttore ON-OFFE Per comodità, al posto dei due trimrner R1 = 180 2
LP1 = lampada ad si possono anche usare dei potenziome- R2 = 680 2
incandescenza (i migliori risultati tri; usando qualche lampada colorata, si R3 = 470 0
si ottengono con 40+50 W) possono avere effetti stroboscopici. c1 =0,1F
C2 =220 F- 16 V
Matteo Demichelis di Ornavasso (NO) c3 = 220 F- 16 V
ci propone un circuito in grado di far
lampeggiare una normale lampada ad
ALIMENTATORE C4 = 100 F.16V
T{= trasform. prim. 220 V •
incandescenza variandone sia la lumino- STABILIZZATO second 9+9V/2W
sità che la cadenza del lampeggio.
Si tratta di un circuito molto semplice, T1
che quindi può essere costruito anche da D1 TR 1
chi è alle prime armi; vediamone breve-
mente il principio di funzionamento.
Chiudendo l'interruttore S 1, il diodo D
raddrizza la corrente che, attraverso R l-
R2, va a caricare il condensatore (elet-
trolitico) Cl; non appena esso ha rag-
giunto il necessario valore di carica (nel +
tempo definito Rl-R2-Cl) la corrente
attraversa il diac, il quale innesca il triac C4
T attraverso R3, che regola la luminosità
della lampada; R2 serve invece a far
variare il ritmo di carica-scarica di Cl, e
quindi del lampeggio.
ELETTRONICA PRATICA -Novembre 1994 - Pag. 62
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/ IL]IL J

I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I
I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I
I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I I
I Le fotocopie non saranno ritenute valide. I
I Indirizzo completo (in STAMPATELLO) I
NOM~ ,,,,,, ' COGNOME ''' '''''''''''' CAP. ''' I
CITTA . VIA... . TEL .
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ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1994- Pag. 63


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