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srea ente re aure.

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DI ELETTRONICA - RADIO - rEEvIsoNE
PRATICA
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PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3°/70
ANNO XII- N. 1 - GENNAIO 1983 L. 2.000

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mod. AM/FM/30
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RANGES 100+ 400Kc 400± 1200Kc 1,1 + 3,8Mc 3,5 + 12Mc

GAMME E F G
RANGES 12+40Mc 40+130Mc 80+ 260Mc
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,, /, 'itd+
f r.a,,. \'\,.\_:__
tz A tutti i nostri affezionati lettori porgiamo, quest'anno,
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y TESTER ANALIZZATORE - mod. ALFA gli auguri di un più fortunato proseguimento nel corso
(sensibilità 20.000 ohm/volt)
dei prossimi dodici mesi; in un clima di vita migliore,
più disteso, meno difficile e faticoso a sopportarsi, più
gene.roso verso Je fatiche di chi si impegna, giorno dopo
NOVITA'
ASSOLUTA!
giorno, con passione e senso del dovere; in un periodo
Questo generatore, data la sua larga banda di frequen- storico nuovo, alla cui conquista nessuno ha il diritto di
Questo tester
za consente con molta facilità l'allineamento di tutte sottrarsi; ma senza perdere di vista la realtà attuale, che
le apparecchiature operanti in onde medie, onde lun- analizzatore è
ghe, onde corte, ed in tutta la gamma di VHF. Il qua- interamente protetto
si sta esprimendo attraverso un certo disordine gene-
drante delle frequenze è di grandi dimensioni che con-
da qualsiasi rale, una permanente carenza di servizi, uno stato di
sente una facile lettura.
Dimensioni: 250x170x90 mm errore di manovra inquietudini sociali. I quali, se non si sta bene in guardia,
o di misura, finiscono per riflettersi negativamente anche nel nostro
che non provoca
piccolo mondo di cultori dilettanti dell'elettronica, con
alcun danno al
CARATTERISTICHE TECNICHE
circuito interno
i risultati che ben conosciamo e che si identificano, con
Tensioni continue 100 mV - 2 V - 5 V - 50 V - 200 V - 1.000 V interferenze non proprio felici, sulla qualità del perio-
Tensioni alternate
Correnti continue
1 O V - 25 V - 250 V - 1.000 V
50 A - 0,5 mA - 1 O mA - 50 mA - 1 A
L. 39.500 dico, sulla tempestività dell'uscita mensile nelle edicole,
Correnti alternate 1 ,5 mA - 30 mA - 150 mA - 3 A
sulla regolarità dei sistemi di funzionamento delle poste,
Ohm 2x1-2x100 - 2x1.000 Ottimo ed originale strumento di misure appositamente stu- nel reperimento di questo o quel materiale costruttivo,
Volt output 1 O Vca - 25 Vca - 250 Vca - 1.000 Vca
diato e realizzato per i principianti. necessario per la composiz.ione di un kit. Ma che si ri-
Decibel 22 dB - 30 dB - 50 dB - 62 dB La protezione totale dalle errate inserzioni è ottenuta me- trovano ancora, nel lettore, in una manifestazione di sta-
Capacità da O a 50 µF - da O a 500 F diante uno scaricatore a gas e due fusibili.
ti d'ansia ingiustificati, quando, ad esempio, il rapporto
CARATTERISTICHE GENERALI con la casa editrice o l'azienda fornitrice delle scatole di
Assoluta protezione dalle errate manovre dell'operatore. - Scala a specchio, sviluppo scala mm. 95.- Garanzia di fun-
zionamento elettrico anche in condizioni ambientali non favorevoli. - Galvanometro a nucleo magnetico schermato con-
montaggio non si risolve repentinamente, provocando
tro i campi magnetici esterni. - Sospensioni antiurto. - Robustezza e insensibilità del galvanometro agli urti e al tra- una spaventosa moltiplicazione dei problemi e un inutile
sporto. - Misura balistica con alimentazione a mezzo batteria interna. dispendio di energie. Mentre invece la riflessione sarebbe
d'obbligo, con una giusta disposizione alla moderazione
SIGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali) e alla tolleranza, per attenuare quel naturale conflitto
Costruito nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto per localizzare velocemente i guasti nei ra- che nasce fra queste e l'attività hobbystica. Con gli auguri
dioricevitori, amplificatori, fonovaligie, autoradio, televisori.
di buon anno, dunque, vogliamo soprattutto auspicare
un pronto ritorno della vita alla normalità.

CARATTERISTICHE TECNICHE,
MOD. RADIO L. 12.500 CARATTERISTICHE TECNICHE,
MOD. TELEVISIONE
L 12.90
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Frequenza 1 Kc Frequenza 250 Kc
Armoniche fino a 50 Mc Armoniche fino a 500 Mc
Uscita 10,5 V ef. Uscita 5 V eff
30 V pp. 15 V eff.
Dimensioni 12x160 mm Dimensioni 12x160 mm
Peso 40 grs. Peso 40 grs.
Tensione massima Tensione massima
applicabile al puntale 500 V applicabile al puntale 500 V
Corrente della batteria 2 mA Corrente della batteria 50 mA
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IN COPERTINA • Riportiamo il montaggio dello
stimolatore muscolare, ossia di quell'apparato,
descritto nelle prime pagine del presente fasci-
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cuitale, una di quelle macchine elettromedicali
e perché all'uscita di ogni numero cui, nei luoghi di cura, si sottopongono molti
pazienti per ricavarne sollievo e benessere.
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stitulscono. 49

3
Usatelo con saggezza!

Efficace nella stimolazione

elettrica antalgica.

STI OLATORE Il dolore, dopo una sola applicazione, cessa per alcune ore.

USCOLARE E' un conforto igienico da conservare in casa.

Alcuni dicono che questo apparecchio a quat- scomparire, anche per breve tempo, ogni stato
tro transistor compia dei veri miracoli sui mu- di sofferenza. Noi non vogliamo tuttavia esse-
scoli indolenziti, irrigiditi o privi di allenamen- re fraintesi, perché l'apparato da noi conce-
to, riportandoli alle loro abituali funzioni in pito non ha alcuna pretesa terapeutica vera-
stato di assoluta normalità. Altri affermano in- mente scientifica. Esso si ispira, sì, agli analo- pia semplificata, che non vuole in alcun modo sono sempre coperti da brevetto. Naturalmen-
vece che, in presenza di dolori reumatici o di ghi complessi strumenti con cui vengono trat- interferire nell'ambito esclusivamente riservato te si è dovuto rinunciare a molti preziosismi
altra natura, bastano poche applicazioni elet- tati migliaia di pazienti nelle cliniche o negli alla medicina e alla scienza e che di scientifi- tecnici, ma i risultati sono apparsi subito sod-
trostimolatrici con il nostro dispositivo per far ospedali, ma si tratta pur sempre di una co- co possiede soltanto il circuito elettronico con disfacenti.
i suoi effetti stimolanti. Dunque, questo sti- Le caratteristiche principali delle apparecchia-
molatore va preso per quello che è: un sem- ture professionali, adottate quali elettrostimo-
plice conforto igienico da conservare in casa latori antalgici, consistono nella possibilità di
e da usare con saggezza, possibilmente dopo regolazione dell'ampiezza, durata, frequenza e
aver consultato un medico. forma dell'impulso, in modo da offrire all'ope-
ratore di volta in volta, un perfetto adatta-
Ogni cura effettuata con questo dispositivo, molto economico mento della macchina ad ogni singolo paziente
se confrontato con gli apparati elettromedicali professionali, RIPRODUZIONE ECONOMICA e al suo particolare muscolo trattato.
avviene soltanto sul sintomo, quindi sul dolore, e non sulla
L'originalità dell'apparecchio presentato in que-
causa che lo provoca. Ma I risultati raggiunti sono straordinari, sto articolo consiste nell'aver realizzato, tra- TESSUTO MUSCOLARE
soprattutto nei periodi di maggior acutezza del male, confe- mite un circuito elettronico elementare, una ri-
rendo sollievo e benessere immediati al paziente. produzione in piccolo di uno di quei famosi Per capire in una certa misura in qual modo
apparati terapeutici, che troneggiano nelle ca- un impulso elettrico possa esercitare la sua
se di cura, che costano fior di quattrini e che efficacia nella cura della sintomatologia dolo-
4
5
Fig. 2 - Le prime operazioni relative al
montaggio dell'elettrostimolatore su
telaio metallico consistono nel cablag-
gio del circuito, così come indicato nel
presente disegno. Il contenitore funge
da conduttore della linea di massa, che
è pure quella della tensione negativa
di alimentazione.

Fig. 1- Il progetto dell'elettrostim olatore è com posto da un transistor oscill a-


USCITA

r
tore (TR1) e da tre transistor am plificatori degli im pulsi generati, i quali sono
disponibili sull'avvolgim ento a 220 V del trasfo rmatore T1. Questi im pulsi ven-
gono quindi prelevati dalle due boccole, tram ite opportuni elettrodi, ed appll-
cati ai m uscoli del corpo um ano da sottoporre alle cure anta lgiche.

-----COMPONENTI-----

Condensatori
C1 = 500.000 pF± 1 F
R7
R8
33.000 ohm
= 68.000 ohm
'I
C2 = 680.000 pF R9 = 1.500 ohm
C3 = 680.000 pF
C4 = 1F (non elettrolitico) Varie Fig. 3 - L'applicazione al circuito dei
TR1 = 2N2646 componenti elettronici rappresenta la
Resistenze TR2 = BC237 seconda fase del montaggio del dispo-
TR3 = 2N1711 sitivo descritto nel testo. Il potenzio•
R1 = 4.700 ohm metro R2 regola la frequenza degli im-
R2 = 1 megaohm (potenz. a var. lin.) TR4 = 2N3055 pulsi generati dall'oscillatore a rilas-
R3 = 47ohm T1 = trasf. (12 V- 220V-5:10w) samento; il potenziometro R6 consente
R4 = 680 ohm DL1 = diodo led (quals. tipo) di regolare il livello del segnale uscen-
R5 = 1.500 ohm S1 = interrutt. te, in pratica l'entità della scossa elet-
R6 = 1.000 ohm (potenz. a variaz. log.) PILE = 3 X 4,5 V (coll. in serie) trica applicata ai muscoli.

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zione dei muscoli consente ad un campo elet-
trico di perturbare la distribuzione ionica, sti-
molando la cellula muscolare. Quindi, se gli
impulsi elettrici utilizzati assumono determi-
nati valori, per esempio di intensità di corren-
te e della sua frequenza, non provocano alcun
effetto dannoso sulla cellula muscolare, ma la
stimolano meccanicamente.
Da tempo la stimolazione elettrica viene im-
piegata quale sistema antidolorifico, con ri-
sultati talvolta superiori a quelli ottenuti con
i farmaci che, spesso, sollevano inconvenienti
Fig. 4 • Sul pannello frontale del collaterali. Fig. 6- Facendo riferimento a questo disegno, il let-
contenitore metalli co sono pre- E' ovvio che l'elettrostimolazione, così co- tore potrà facilmente individuare l'esatta posizione
senti: l'interruttore S1, le due
degli elettrodi del transistor unigiunzione TR1.
me avviene con i farmaci antidolorifici, non eli-
manop ole innestate sui pern i dei
potenziom etri R2 ed R6 ed il
mina la causa del dolore, ma rimuove soltanto
diodo led DL1, che tiene info r- la sensazione dolorifica, cioè gli effetti del ma-
mato l'utente quando l'apparec- lanno, offrendo al paziente un certo sollievo.
chio è acceso o spento. Ma il dolore può ripresentarsi alcune ore dopo
il trattamento.
figura 1, questo semiconduttore è indicato con
la sigla TR 1 .
CARATTERISTICHE DELL'IMPULSO Come si sa, il transistor unigiunzione è cono-
sciuto pure con la dicitura UJT. Esso può esse-
rosa, sono necessarie alcune considerazioni di triche positive e negative, non è omogenea. In- Per risultare veramente efficace, nel suo im- re utilizzato da solo oppure in abbinamento
carattere fisico-biologico. fatti, allo stato di riposo, le cariche elettriche piego di stimolatore muscolare, l'impulso elet- con altri semiconduttori: transistor bipolari,
Il tessuto muscolare, per sua natura, è for- positive si concentrano sulla superficie esterna trico deve manifestarsi attraverso una corrente diodi controllati, triac. Ed occupa a torto un
mato da cellule la cui distribuzione ionica, del muscolo, quelle negative sono raggruppa- di qualche milliampere, ma non superare mai posto di secondo piano nello studio e nelle
vale a dire la distribuzione delle cariche elet- te al centro. E questa natura della polarizza- il valore di 15 mA. Facciamo quindi notare applicazioni dilettanti-stiche. E' realizzato tra-
che il vero fattore importante nel processo di mite una barretta di materiale semicondutto-
elettrostimolazione muscolare è rappresentato re (silicio) di tipo N, alla cui estremità vengo-
proprio dalla corrente elettrica, mentre la ten- no composti dei contatti ohmmici con i termi-
sione costituisce soltanto una diretta conse- nali B 1 (base 1) e B2 (base 2). Una punta di
guenza, che dipende dalla natura fisiologica del alluminio vien fatta penetrare in una zona in-
paziente e dal posizionamento degli elettrodi di termedia della barretta di silicio, in modo da
stimolo. La resistenza elettrica superficiale del- formare una giunzione P-N. Questa punta fa
la pelle, infatti, varia da individuo a indivi- capo ad un terzo elettrodo denominato emitto-
duo e rimane generalmente compresa fra qual- re (E). Il simbolo del transistor unigiunzione,
che centinaio di ohm ed alcune decine di mi- come si vede nello schema di figura 1, somi-
I gliaia di ohm.
Ma l'impulso elettrico è caratterizzato da un
glia un po' a quello del FET, con l'unica dif-
ferenza che la linea contenente la freccia è si-
altro importante fattore: la sua durata nel tem- stemata in posizione obliqua rispetto alla bar-
po, che deve essere dell'ordine del millisecon- retta centrale più grossa.
do (valori tipici). Negli apparati professiona-
li essa è regolabile tra 0,- millisecondo e 100
millisecondi. La frequenza di ripetizione, inve- OSCILLATORE A RILASSAMENTO
ce, deve essere comunque regolabile tra 0,5 Hz
Fig. 5 • Sulla parte posteriore e 50 Hz, nella stimolazione muscolare, e tra 0,5
del contenitore metallico sono Dopo questa breve interpretazione fisica del
presenti: le due boccole d'usci-
Hz e 300 Hz, in quella nervosa. transistor unigiunzione, vediamo di analizzare
ta dei segnali impulsivi ed il ora il comportamento del circuito elettrico del-
transistor TR4 di potenza. Sulle l'oscillatore a rilassamento. E per far ciò ser-
due boccole verranno innestati ANALISI DEL PROGETTO
due spinotti collegati, tramite viamoci di un ideale circuito equivalente al
cavi elettrici, con i due elettro- transistor TRl, paragonando l'emittore E ad un
di da applicare ai muscoli che si Il circuito generatore di impulsi è un classico diodo e le due basi B1-B2 a due resistenze; in
debbono sottoporre a terapia. oscillatore a rilassamento, che utilizza quale particolare, supponiamo che la base 1 (B 1)
elemento di controllo un transistor unigiunzio- equivalga ad una resistenza variabile, per esem-
ne. Facendo riferimento allo schema teorico di pio ad un trimmer. Il quale sta a significare

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8
altri trasformatori con valori leggermente di-
versi da quelli citati potranno essere utilmen-
te montati nel nostro circuito dell'elettrostimo-
+150 V latore.
Dall'avvolgimento primario del trasformatore
T1, quello a 220 V, si prelevano gli impulsi
utili per le terapie elettrostimolanti, le cui am-
piezze sono regolabili tramite il potenziome-
• CONDUTTORE

IMPUGNATURA

Fig. 7 • Questi sono gli impulsi tro R6. Il valore massimo di tali ampiezze può
uscenti dallo stimolatore mu- raggiungere i 300 V picco-picco, con una
scolare visti all'oscilloscopio. Tra forma d'onda tipica uguale a quella riportata
un picco di tensione e l'altro
vi è una differenza di poten-
in figura 7. In ogni caso, la tensione d'uscita
ziale di 300 V, più che sufficiente dipende soprattutto dal tipo di trasformatore
per gli scopi terapeutici vantati adottato. STAGNATURA
dall'apparecchio. I valori citati 1 picchi di 300 V ( + 150 V -150 V) si in-
sono ovviamente quelli massi-
-150 V mi. tendono validi sotto carico, cioè con una par-
te del corpo umano collegata agli elettrodi del-
l'apparecchio che ora descriveremo. In pratica,
tuttavia, utilizzando un tester da 4.000 ohm/
volt, commutato nelle misure di tensioni alter- DISCO
nate, si rileveranno valori massimi di 40+ 50 V. METALLICO
Ciò perché l'ago del tester, in presenza di segna-
li impulsivi, risente della proprio inerzia e poi Fig. 8 • Esempio costruttivo di elettrodo, costituito
che il valore della resistenza emittore-base (E- ripetiamo, nei corrispondenti apparecchi elettro- da un'impugnatura di materiale isolante lungo la
perché entra in gioco il fattore « tensione effi- quale scorre il filo elettrico fissato tramite nastro
B1) non è una costante del circuito, ma varia medicali gli impulsi hanno una durata che si ag- cace ». Ma, osservato sull'oscilloscopio, il se- adesivo. Il disco metallico rappresenta l'elemento da
in funzione della corrente che scorre attraver- gira intorno a 0,1± 100 mS. gnale è quello riportato in figura 7, con un'am- porre in intimo contatto con l'epidermide. Quest'ul-
so il circuito, diminuendo coll'aumentare della piezza di 300 V fra un picco di tensione e l'al- timo per favorire la conduzione elettrica, potrà es-
corrente. Ricorrendo ora al circuito equivalen- sere inumidito con acqua salata.
tro.
te del transistor TR 1 sopra descritto, è facile STADI AMPLIFICATORI Mentre il potenziometro R6 regola il livello del-
comprendere il funzionamento di un classico la tensione d'uscita, il potenziometro R2 con-
circuito oscillatore a rilassamento. Il circuito dell'oscillatore a rilassamento è se- trolla la frequenza del segnale.
Quando il circuito viene alimentato nel punto guito da tre stadi amplificatori, accoppiati in ca-
di « contatto » interno all'UJT, si stabilisce scata e in alternata, ciascuno pilotato da un tran- applicato alle parti in cura con le due mani.
una certa tensione di soglia a causa del parti- sistor di tipo NPN di· potenza sempre più cre- GLI ELETTRODI Per la terapia degli arti superiori, invece, i due
tore resistivo composto dalle resistenze di ba- scente, che provvedono ad amplificare gli im- elettrodi potranno venir costruiti nel modo in-
se interne e da quelle esterne al transistor pulsi generati dal transistor TR1 L'uscita dell'elettrostimolatore è rappresentata dicato in figura 9. La cinghietta elastica favo-
R3-R4. Grazie all'azione del diodo (ideale) Facciamo notare che il transistor TR3 non è po- da due normali boccole. Su di esse verranno risce il fissaggio dell'elettrodo sui muscoli del
di emittore, il circuito di carica del condensa- larizzato, perché lo stesso impulso, applicato al- innestati due spinotti, collegati con due fili con· braccio. In figura 1 O si interpreta l'uso cor-
tore C 1 non viene perturbato finché la tensio- la sua base, provvede a polarizzarlo e a metter- duttori (qualsiasi tipo di cavetto per collega retto degli elettrodi nel caso di terapia musco-
ne di carica risulta inferiore a quella di so- lo quindi nelle condizioni di condurre corren- menti può andar bene). Sull'altra estremità dei lare del braccio. . Anche il dischetto metallico
glia. Quando tale valore viene oltrepassato, il te. Altrimenti, il transistor TR3 rimarrebbe co- due fili conduttori si applicheranno gli elet- dell'elettrodo illustrato in figura 9 potrà essere
diodo apparente diviene conduttore ed il con- stantemente all'interdizione. E qualora l'impul- trodi, ossia gli elementi da applicare alle va- rivestito con un tessuto leggero da inumidirsi,
densatore C 1 si scarica sulle resistenze di ba- so non fosse sufficiente a provocare la condu- rie parti del corpo da sottoporre a terapia. Gli al momento dell'uso dell'elettrostimolatore, con
se 1 (B1), generando dei picchi molto rapidi e zione di TR3, allora bisognerà provvedere al- elettrodi potranno essere costruiti in molte ma- acqua e sale comune da cucina, in modo da
potenti. Quindi la rapidità dell'impulso dipen- l'inserimento, tra la sua base e la linea della niere. Noi ne proponiamo due nelle figure 8 e favorire il contatto elettrico con la pelle.
de dal valore attribuito al condensatore C 1. Se tensione di alimentazione positiva, di una re- 9. Nella prima (figura 8) si fa uso di un'impu-
questo è di 50.000 pF, allora l'impulso si aggi- sistenza di polarizzazione da 4 7.000 ohm. gnatura di materiale isolante, sulla quale il ca-
ra intorno ai 1 O+ 20 µS (microsecondi). Se il Il processo di amplificazione finale degli impul- vetto elettrico risulta fissato trami te nastro ade- MONTAGGIO
valore capacitivo di C 1 e di 1 uF, il tempo del- si è affidato al transistor TR4, per il quale è sivo; l'elettrodo vero e proprio è rappresenta-
l'impulso è di 1 mS (millisecondo). stato prescritto il modello 2N3055, in virtù della to da un dischetto metallico che, durante l'uso, Il circuito dell'elettrostimolatore si presta a
E' ovvio che, volendo ottenere impulsi estrema- sua robustezza e della facile reperibilità com- potrà essere inumidito con acqua salata, allo qualsiasi soluzione realizzativa. Noi abbiamo
mente corti, per esempio dell'ordine delle poche merciale. Questo transistor pilota, attraverso scopo di favorire la conduttività elettrica. Na- voluto presentare quella ottenuta attraverso il
decine di microsecondi, oltre che attribuire al il suo collettore, l'avvolgimento secondario di turalmente si dovranno costruire due di que- prototipo, la cui fotografia è riportata in aper-
condensatore C 1 il valore capacitivo di 50.000 un trasformatore elevatore di tensione, da 12 sti elementi, ciascuno collegato con uno dei due tura del presente articolo.
pF, si dovranno variare pure i valori di R1-R2- V a 220 V. La potenza di questo trasformatore fili uscenti dal dispositivo. Questo tipo di elet- Coloro che volessero seguire questo esempio di
R3-R4, cioè R1 = 10.000 ohm, R2 = 5 mega- si aggira intorno ai 5:-10 W, ma tutti i valo- trodo può andar bene per stimolare i muscoli montaggio dovranno procurarsi, oltre che tut-
ohm, R3 = 330 ohm, R4 = 330 ohm. Ma lo ri citati non sono critici e ciò significa che degli arti inferiori (gambe), perché esso viene ti i componenti necessari, anche una lamiera

10 11
Fig. 9 • Altro esempio di elettro-
do da utilizzare in particolare
modo nella terapia della musco-
latura degli arti superiori. Gli
elementi che lo compongono so-
no: A = cinghietta di cuoio od
elastica, B = disco di rame del
diametro di 30 : 40 mm, C = Fig. 10 - Modo corretto di ap-
forcelle di filo di rame del dia- plicazione dei due elettrodi su
metro di 1 mm, D = cavetto di due punti di uno stesso braccio.
collegamento, E = spinotto. Co-
me si può osservare, le due for-
celle sono saldate a stagno sul
disco di rame.

Per esempio collegando in parallelo due con- per evitare che la corrente interessi il cer-
densatori da 500.000 pF, oppure quattro con- vello.
densatori da 250.000 pF, eccetera.
ripiegata con funzioni di contenitore, che po- nente, il quale deve risultare perfettamente Per ultimo ricordiamo che il diodo led, che 4. Iniziare sempre le applicazioni con i due
trà essere poi richiusa tramite opportuno coper- isolato dal metallo del conduttore. Quindi, pri- serve ad informare l'operatore se il dispositi- potenziometri al minimo ed aumentarli poi
chio. In tal caso si comincerà con l'esecuzio- ma di tutto, si dovrà forare la lamiera in corri- vo è acceso o spento, è dotato di catodo e di progressivamente, per diminuirli poi imme-
ne del cablaggio, come indicato in figura 2 e spondenza delle due viti di fissaggio del tran- anodo e deve quindi essere inserito corretta- diatamente nel caso in cui il paziente avver-
in un secondo tempo con l'inserimento dei vari sistor, che rappresenteranno i conduttori di mente nel circuito. L'elettrodo di catodo, che va tisse una sensazione anche lieve ma insop-
componenti elettronici secondo quanto illu- collettore, poi si praticheranno i fori in corri- collegato con la linea di massa, cioè con la linea portabile di scossa.
strato nello schema di figura 3. Abbiamo sud- spondenza degli elettrodi di base e di emittore. di alimentazione negativa del circuito, è facil-
diviso in due schemi il montaggio del dispo- Fra il componente e la lamiera del contenito- mente individuabile tramite la presenza di una La terapia tipica muscolare consiglia applica-
sitivo per semplicità di disegno e, ovviamen- re si inseriranno due foglietti di mica isolante. piccola tacca di riferimento riportata sull'in- zioni della durata di 10:15 minuti primi, ri-
te, per motivi di chiarezza. Si può quindi dire Poi, sulle due viti di fissaggio si inseriranno volucro del componente. petute più volte nel corso della giornata qua-
che la figura 2 interpreta il cablaggio, mentre due dischetti di materiale isolante e, soltanto lora insorgessero nuovamente i dolori. I risul-
la figura 3 mostra il montaggio dei componen- dopo essersi accertati che l'isolamento è per- tati più efficaci si verificano comunque sulle
ti discreti. fetto, si potranno applicare e stringere i due CAUTELE D'USO braccia doloranti, sulle gambe colpite da cram-
L'individuazione dei terminali del transistor dadi. Ai principianti raccomandiamo di far be- pi, sulle dita anchilosate e, talvolta, nei reuma-
TR 1, ossia del transistor unigiunzione UJT, ne attenzione che fra i foglietti di mica e la la- L'uso dell 'elettrostimolatore deve essere fatto tismi. Ma questo apparecchio potrà rivelarsi
risulta facilitata dall'esposizione dello schema miera del contenitore non rimanga inserito qual- seguendo alcune regole fondamentali. Esse utile pure nel culturismo.
di figura 6, dove si nota che l'elettrodo di ba- che granulo di ferro rimasto in sede dopo la sono:
se 2 (B2) si trova in prossimità della piccola foratura della lamiera, perché questo, all'atto
tacca metallica ricavata sul corpo esterno del dello stringimento dei dadi, potrebbe mettere 1. Non alimentare mai il circuito con alimen-
semiconduttore. Per gli altri transistor invece in contatto il collettore del transistor con il tatori da rete-luce, ma servirsi esclusiva-
non sussistono problemi di questo tipo, per-
ché la disposizione degli elettrodi risulta ben
evidenziata nello schema costruttivo di figu-
contenitore, provocando un cortocircuito.
Sui due elettrodi di base e di emittore consi-
mente di pile (tre pile da 4,5 V ciascuna,
collegate in serie). abbonatevi a:
gliamo di inserire due piccoli spezzoni di tu-
ra 3.
Qualche osservazione a parte merita invece il
betto isolante.
Per quanto riguarda il condensatore Cl, per il 2. Non applicare mai gli elettrodi ne11a zona ELETTRONICA
transistor di potenza TR4. Il quale deve esse- quale è indicato il valore capacitivo di 1 µF toracica e neppure tra un braccio e l'altro,
re applicato esternamente al contenitore nel
modo indicato dalla figura 5. Ma, attenzione,
nell'elenco componenti, ricordiamo che se que-
sto valore non fosse reperibile in commercio,
in modo da evitare il passaggio di corrente
attraverso il cuore.
PRATICA
perché il corpo metallico esterno del transistor esso potrà essere sempre raggiunto mediante il
rappresenta l'elettrodo di collettore del compo- collegamento in parallelo di più condensatori. 3. Non applicare mai gli elettrodi sulla testa,

12 13
Rubrica del principiante
elettronico
,

)8)!1 6.
. .J
Fig. 1- Cosi si presenta, nella sua
parte anteriore, l'oscillatore modu- ?/ .e ...
lato mod. AM - FM 30 cui si fa ri-
ferimento nel testo per una inter-
1 gE39.»
pretazione reale del comportamento
e dell'uso di questo importante stru-
mento. I numeri riportati in corri-
3O%;/
RIMI spondenza dei vari elementi di co-
mando sono più volte citati nel
corso dell'articolo.
OSCILLATORE AM-HM- 30 -

quale diremo le caratteristiche tecniche e il pada-spia, che tiene informato l'operatore quan-
metodo di impiego, con particolare riguardo do l'apparecchio è acceso o spento. In figura
per la taratura dei ricevitori radio a conversio- 1 sono chiaramente indicati tutti gli elementi
ne di frequenza. presenti sul pannello frontale dello strumen-
to. Ma ricordiamo che il numero 1, posto in

OSCILLATORE
corrispondenza del cambiotensione, trova pre-
COME E' FATTO ciso riferimento soltanto con i modelli di vec-
chio tipo, perché in quelli di fabbricazione
Lo strumento che forma l'oggetto di questo ar- recente questo elemento, ritenuto superfluo, è
ticolo è interamente racchiuso in un elegante stato eliminato e in quella stessa posizione ora
contenitore dotato di frontale in alluminio ano- esce dal contenitore il cavo di alimentazione.

MODULATO dizzato, sul quale sono posti i vari bottoni di Il corredo esterno è rappresentato da un cavet-
comando, tre boccole per raccogliere i segnali to schermato, dotato da una parte, di una pre-
uscenti, il quadrante con le varie scale e la lam- sa con anello a vite di fissaggio, che serve per

L'oscillatore modulato costituisce lo strumento gola l'indice dello strumento in corrisponden-


che ogni tecnico elettronico, dilettante o pro- za delle frequenze desiderate. Ma per illustra-
fessionista, acquista subito dopo il tester, agli re il funzionamento e l'impiego dell'oscillatore L'oscillatore modulato è uno strumento assolutamente indi-
inizi dell'attività. modulato è assolutamente necessario orientar- spensablle per la messa a punto e taratura di tutti i radiorice-
In commercio, oggi, ne esistono di tutti i tipi, si verso un preciso prodotto commerciale e a vitori. La sua funzione consiste nel generate una vasta gamma
più o meno costosi e più o meno complessi, tale scopo abbiamo scelto l'oscillatore modu- di frequenze, cioè di se.gnall radio ad alta e bassa frequenza,
ma il principio di funzionamento è uguale per lato in un certo senso più vicino a noi e ai let- corrispondenti a tutte le lunghezze d'onda riscontrabili in
tutti e ciò vale anche per il loro impiego pra- tori: quello pubblicizzato nella seconda pagi-
tico. Quel che cambia, esteriormente, è il tipo na di copertina di ogni fascicolo del periodico. pratica.
di mobile, la disposizione e il numero dei co- Ci riferiremo pertanto, nel corso delle nostre
mandi manuali e il tipo di scala su cui si re- spiegazioni, a questo modello di strumento, del
15
che va da 150 KHz a 130 MHz in fondamen-
tale, mentre in seconda armonica si raggiunge
+ ALIM. la frequenza di 260 MHz.
Per mezzo di un altro triodo della valvola V1
si ottengono delle oscillazioni di bassa frequen- A 150 ± 400 KHz
za di circa 1.000 Hz per la modulazione in- B 400 + 1200 KHz
terna e per il segnale in uscita di 4 V, presen- 1,1 + 3,8 MH
te sulla boccola 6 (figura 1). D 3,5 + 12 MHz
Sulla boccola d'uscita 8 (x1) e con il potenzio- E
OSCILL. OSCILL. ALIM. 12+: 40 MHz
metro attenuatore R8 tutto ruotato verso de-
B.F. RF•BF R.F. e.e. stra, il segnale in uscita è massimo. Mentre F 40+ 130 MHz
RETE per ottenere un'attenuazione di -20 dB è ne- G 80 + 260 MHz
RE SELETI 'M4OD0o'
cessario collegarsi con l'altra boccola d'usci- (2 armonica della gamma F)
BF
ta (8), quella contrassegnata con la dicitura
ATTENUATORE «:100 ».
In tutti e due i casi con il potenziometro at-
tenuatore R8 si potrà diminuire l'intensità del

! ~
r
use.

Fig. 2 - Schema a blocchi del circuito dell'oscillatore modulato descritto nel


segnale in uscita ruotando la manopola 7 gra-
dualmente verso sinistra.

PRESTAZIONI
fra queste consiste nell'inserire la spina, colle-
gata con il cordone di alimentazione uscente
dalla parte sinistra dell'apparecchio, in una pre-
testo. In esso si notano gli elementi fondamentali che concorrono alla compo- L'oscillatore modulato serve principalmente per sa di corrente. Supponendo poi, per esempio,
sizione dello strumento e che svolgono le principali funzioni elettriche. l'allineamento dei ricevitori radio di tipo a con- di voler disporre di una oscillazione a 1.000
versione di frequenza, ossia per la taratura dei KHz, si interverrà sul comando selettore di
trasformatori di media frequenza e per l'alli- gamme (9) e lo si posizionerà in B; quindi si
neamento della scala parlante o numerata. Ma ruoterà la manopola· di comando di frequenza
può servire pure per la misura dell'induttanza 4 fino a disporre l'indice della scala sul va-
di una bobina, per la misura di una capacità lore di 1.000 KHz. Soltanto operando in que-
incognita mediante un condensatore campione, sto modo è possibile disporre in uscita (8) del-
per la misura della capacità distribuita sulle la frequenza voluta. Per altri valori di frequen-
il prelievo dei segnali generati dall'oscillatore. L'oscillatore di alta frequenza è di tipo Col-
bobine e, infine, per la misura del fattore di ze si ripeteranno le stesse manovre disponendo
Sull'altro terminale del cavetto si dovranno ap- pitts, ed assicura oscillazioni stabili su tutta la
merito O. l'indice sui valori voluti.
plicare due prese a bocca di coccodrillo, oppu- gamma di 150 KHz : 260 MHz. I segnali ge- In ogni caso, tutte le frequenze generate sono L'attenuazione della tensione d'uscita nel mo-
re una bobinetta con un condensatore collegato nerati sono prelevabili attraverso due boccole: chiaramente indicate su sette scale numerate dello di oscillatore in oggetto si raggiunge sia
in serie nel modo che verrà interpretato ed il- una per segnali con tensione elevata, l'altra distribuite in due semicerchi, sopra i quali scor-
lustrato più avanti. per segnali con tensione minore. mediante una regolazione fine continua (7), sia
re un indice pilotato dalla manopola 4. spostando il cavo schermato sulle due boccole
L'alimentatore trasforma la tensione di rete in Sul semicerchio in alto sono distribuite le sca-
due tensioni diverse: quella alternata per l'ali- d'uscita 8. Sulla boccola x 1 è disponibile una
le A-B-C, su quello in basso sono riportate le elevata tensione, su 1 terminale : 100 una tensio-
LO SCHEMA A BLOCCHI mentazione del filamento della valvola doppio- scale D-E-F-G. La loro corrispondenza con i
triodo e quella continua per le necessarie ten- ne minore. La regolazione fine è ottenuta in
valori di frequenza è quella indicata nella entrambi i casi per mezzo della manopola 7
Lo schema a blocchi, riportato in figura 2, in- sioni anodiche. tabella.
L'attenuatore, regolabile per mezzo della ma- come abbiamo già spiegato.
terpreta a grandi linee il circuito interno del-
nopola 7, consente di controllare a piacere il La manopola 3 consente di accendere e spe-
l'oscillatore modello AM FM 30, quello, tanto La precisione con cui lavora lo strumento è da
livello del segnale uscente. gnere l'apparecchio e di commutarlo poi su
per intenderci, messo in vendita dalla nostra ritenersi intorno a ± 1 % . La tensione d'usci- due diverse posizioni. Esse corrispondono al-
organizzazione commerciale. ta assume il valore di 0,1 V, fatta eccezione l'uscita AF con modulazione esterna, oppure
Gli elementi principali che lo compongono per la banda G. La tensione d'uscita per le all'uscita AF modulata e uscita BF.
sono: l'oscillatore di bassa frequenza, l'oscil- CIRCUITO ELETTRICO frequenze modulate è di 4 V circa. Le dimen- Per la modulazione esterna la manopola 3 de-
latore a radio frequenza, l'alimentatore e l'atte- sioni dello strumento sono: 250 x 170 x 90 mm. ve essere posizionata in U. AF MOD EXT. In-
nuatore. Riportiamo in figura 3 lo schema elettrico del- Il suo peso è di 2,5 Kg. troducendo ora una frequenza sulla boccola 6
L'oscillatore di bassa frequenza eroga una ten- 1 'oscillatore mod. AM/FM/30, nel quale, co-
si avrà in uscita una AF modulata su tale fre-
sione di circa 4 V a 1.000 Hz ed è accessibile me si vede, è presente un doppio triodo di
quenza. Per la modulazione interna occorre
all'esterno tramite la boccola 6 (figura 1). Que- tipo 12BH7, da cui si ottengono delle oscilla- MODALITA' D'IMPIEGO
sta tensione serve per facilitare il collaudo di posizionare la manopola 3 in U. AF MOD U.
zioni con modulazione di placca.
amplificatori di bassa frequenza, in genere, di Le oscillazioni sono ottenute con un circui- BF. Con tale manovra si ottiene una uscita AF
Per poter usare correttamente l'oscillatore si modulata al 30% con 1.000 Hz. Non inseren-
tutti i circuiti funzionanti in BF. to Colpitts, con il quale si copre una gamma
debbono effettuare alcune manovre. La prima do alcun segnale nella boccola 6 e commutan-
16
17
I
< COMPONENTI I

I Condensatori R2 = 10.000 ohm


I c1
c2
= variabile
= variabile
R3
R4
=
·-
30.000 ohm
1.000 ohm
I C3 = 5.000 pF R5 = 500.000 ohm
R6 = 200.000 ohm
I C4
es
=
=
50pF
100 pF R7 = 100.Q00 ohm
I es = 1.000 pF R8 = 1.000 ohm (variabile)
c7 = 1.000 pF R9 = 500 ohm
I es = 10.000 pF R10 = 5 ohm
I c9 = 10F (elettrolitico)
I + 3 Varie
Resistenze = 12BH7
I R1
V1
"' = 1.500 ohm D1 = diodo al silicio (1N4007)
g
- - - ---- -J .l, --

"r

lL:
0

~
o
7
lJ.J
IJ)
Fig. 4 - Diagrammi visti all'oscilloscopio e
relativi ad un segnale di bassa frequenza,
di una certa ampiezza (in alto), e a quello
più debole (in basso) ancora di bassa fre-
quenza.

--7

Li.:
ci
Fig. 5 - Il diagramma riportato più in alto
~ si riferisce ad un segnale. modulante di
o
R
lJ.J
bassa frequenza. Quello riportato più in
basso è il risultato ottenuto dalla me-
IJ)
scolanza di un segnale di alta. frequenza e
di uno di bassa frequenza, esso prende
il nome di segnale a radiofrequenza mo-
dulata.

18
19
do nella prima posizione la manopola , in usci- Per tarare i compensatori presenti sul conden-
ta è presente la sola portante AF. satore variabile del ricevitore radio, si dovran-
In figura 4 abbiamo riportato le curve carat- no eliminare dal cavo schermato le due pinze
teristiche di due segnali di bassa frequenza a bocca di coccodrillo e realizzare un circuito
visti all'oscilloscopio: uno di una certa am- come quello riportato in alto di figura 7, ossia
SEGNALE RF piezza (in alto) e uno più debole (in basso). collegare, fra il terminale « caldo » e la calza
In figura 5 invece si notano quelli che potreb- metallica, una bobinetta e un condensatore da
bero essere i segnali uscenti dall'oscillatore, vi- 5.000 pF. Naturalmente con questo accorgi-
sti sullo schermo di un oscilloscopio: in alto mento si tarano il circuito d'aereo e quello
quello modulante di bassa frequenza e in bas-
so quello a radiofrequenza modulato.
( l é d'oscillatore dell'apparecchio radio.
La bobinetta si realizza avvolgendo, attorno al-
Graficamente i concetti di segnale di alta fre- I la ferrite (antenna), due spire di filo flessibile,
00 SEGNALE BF
quenza, di bassa frequenza e di alta frequenza
modulata sono pure interpretati negli schemi I di quello comunemente usato per i collega-
menti interni ai ricevitori radio. Nel caso in

UUU di figura 6. PREAMPL. PLOIA

utilizzato per l'individuazione di


FINALI

Fig. 8 • L'oscillatore modulato può anche essere


guasti od ano-
cui non si potesse materialmente realizzare l'av-
volgimento attorno alla ferrite, la bobina po-
trà essere composta da poche spire di filo di
TARATURA DI UN RICEVITORE malie nei circuiti degli amplificatori di bassa fre-
rame ed avvicinata al massimo alla ferrite.
quenza. Il segnale generato dallo strumento deve La frequenza da iniettare per l'allineamento in
La taratura di un ricevitore radio si esegue in essere iniettato nei vari punti contrassegnati con let- scala delle onde medie deve essere quella corri-
due tempi: dapprima si tarano i trasformato- tere alfabetiche maiuscole. spondente ad almeno due emittenti citate sulla
SEGNALE ri di media frequenza, meglio noti come « Me- scala stessa del ricevitore, tenendo conto che la
MODULATO die Frequenze », poi si provvederà alla tara- gamma delle onde si estende fra i 540 KHz e i
RF+BF tura dei circuiti di oscillatore e d'aereo del ri- 1650 KHz.
cevitore. applicheranno due prese a bocca di coccodril- Una volta ultimate le operazioni di allineamen-
Fig. 6 - Con questi tre diagrammi si interpreta il Per eseguire la taratura delle medie frequenze lo onde facilitare il fissaggio del cavo nei pun- to, si provvederà a ripetere la taratura delle me-
fondamentale concetto della modulazione di ampiez- occorre liberare un tratto del terminale del ca- ti di taratura. In particolare, la calza metalli- die frequenze per la loro messa a punto defini-
za dei segnali radio, che si riduce in pratica nella vetto schermato, che correda l'oscillatore mo- ca va collegata, una volta per tutte, con la linea tiva.
composizione di due segnali distinti: quello di alta dulato, dalla guaina di protezione ed eviden-
frequenza (diagramma in alto) con quello di bassa di massa del ricevitore radio. Il conduttore
frequenza (diagramma al centro). Il segnale risul- ziare il filo di rame al cavo e la calza metalli- « caldo » invece, seguendo lo schema teorico
tante è quello riprodotto in basso. ca. Su ciascuno di questi due elementi poi si di figura 7, verrà collegato successivamente sul- AMPLIFICATORI BF
le basi dei tre transistor che, sullo stesso sche-
ma, abbiamo contrassegnato con i numeri 1-2-3. L'oscillatore modulato può servire anche per
Poiché le medie frequenze dei ricevitori radio individuare un guasto nel circuito di un am-
1%MF sono tarate sul valore di 455 KHz, la manopo- plificatore di bassa frequenza, ossia lo stru-
la 9 dell'oscillatore verrà commutata in posi- mento può essere adoperato come iniettore di
zione B e l'indice verrà ruotato sul valore ora segnali. Ciò è illustrato nello schema teorico
citato. La manopola 3 verrà commutata sulla di figura 8.
posizione di segnale AF modulato interno. Do- Iniziando ad intervenire sul punto A, si pro-
po queste operazioni si ascolterà il suono emes- cede a ritroso attraverso i punti B-C-D-E. In
+ so dall'altoparlante e si farà in modo che esso ognuno di questi punti, si applica un segnale
risulti il più forte possibile agendo sul nucleo di bassa frequenza derivato dall'oscillatore. Il
della 3° MF. Quindi, mediante l'attenuatore, suono emesso dall'altoparlante deve aumenta-
si provvederà a diminuire l'intensità del suono re di intensità a mano a mano che ci si allonta-
CO4r
A1
emesso dall'oscillatore fino ad un valore mi- na dal punto A, dove il segnale sarà appena
nimo udibile e si agirà nuovamente sul nucleo percettibile. Se si individuano due punti in cui
di ferrite della 3 MF per aumentare il livello il segnale presenta la stessa intensità sonora,
sonoro in altoparlante nella massima misura allora si dovrà dedurre che fra quei due punti
possibile. è presente un guasto o quantomeno un'anoma-
Queste stesse operazioni vanno ripetute nel- lìa. Se il segnale è invece del tutto assente,
l'identica maniera sulle altre medie frequenze allora il guasto si trova certamente in quel
(2 MF- 1° MF), dopo aver ovviamente sposta- punto.
Fig. 7 • Questo circuito teorico, che sintetizza gli stadi di alta frequenza e
quelli di media frequenza di un ricevitore radio a conversione di frequenza, in-
to la pinzetta a bocca di coccodrillo del termi- Naturalmente, per questo tipo di intervento
terpreta l'ordine di intervento dell'oscillatore modulato nella taratura e nella nale « caldo » del cavetto schermato, collegato sugli amplificatori di bassa frequenza, il se-
messa a punto del radioricevitore. con una delle due prese d'uscita 8 dell'oscilla- gnale derivato dall'oscillatore modulato dovrà
tore, sui punti 2 e l corrispondenti alle basi essere prelevato dalla boccola 6, dopo aver
dei primi due transistor. posizionato la manopola 3 sulla terza posizione.
20
21
MODULO MA 1026
APPLICAZIONI VARI E
SVEGLIA RITARDO

PISOLO CONTROLLO LUMINOSITA'

RADIO-SVEGLIA AMPLIFICAZIONE BF

Seconda puntata del modulo MA 1026, già pubblicato nella pre-


cedente puntata, nel quale sono riportati i nu-
meri corrispondenti ai vari piedini del dispo-
sitivo. pulsanti, mentre i display ritorneranno a se-
Per quanto riguarda invece l'applicazione di quando è venuta a mancare la tensione di rete,
Il mese scorso abbiamo presentato e interpreta- gnare l'ora esatta. che provoca una perdita della memorizzazione
cui ci stiamo occupando, si deve far riferi-
to le due principali funzioni del modulo MA- mento allo schema di figura 2, comprensivo pu- dell'ora di sveglia e lo spostamento della me-
1026 della National Semiconductor, quella re di altre funzioni del modulo descritto più moria su un'ora del tutto casuale. Ciò significa
dell'orologio digitale e quella del termometro. MEMORIZZAZIONE PERMANENTE che è sempre conveniente premere, di tanto in
avanti. I controlli indispensabili per realizza-
Ora ci occuperemo delle applicazioni, che po- re il circuito di sveglia sono i pulsanti PAV e tanto, il solo pulsante PS per controllare se i
tremo definire minori, del modulo, ma che ri- Una volta programmata la sveglia, non occor- display segnalano l'ora di sveglia stabilita. In
PAL, il pulsante PS e l'interruttore S2.
vestono pari importanza di quelle della misu- re più intervenire sui comandi del circuito, nep- caso contrario, ossia quando è venuta a man-
I due pulsanti PA V (pulsante di avanzamento
ra del tempo e della temperatura. Esse sono: pure nei giorni seguenti, perché l'ora di sve- care la tensione di rete, si dovranno ripetere
veloce) e PAL (pulsante di avanzamento len-
la sveglia, il pisolo (vedremo più avanti il si- glia rimane memorizzata permanentemente. A le operazioni già descritte per la messa a punto
to) sono gli stessi che abbiamo già descritto in
gnificato di questa parola), la radio-sveglia, lo meno che non si decida di spostare la sveglia della sveglia, nonché quelle della messa in
sede di analisi del circuito di misura del tem-
spegnimento ritardato della radio, il controllo su un'ora diversa nei giorni successivi, oppure passo dell'ora esatta.
po del modulo lo scorso mese. li pulsante PS
di luminosità dei display e l'amplificazione del invece (pulsante di sveglia) è un elemento nuo-
segnale di sveglia. Entriamo quindi nel vivo vo. Esso, quando viene premuto, fa apparire
dell'argomento e cominciamo con l'analisi del sui display l'ora alla quale è programmata la
circuito di sveglia, che consiste nell'inserimen- sveglia. Ma premendo contemporaneamente il
to, nel progetto originale, di un pulsante, in pulsante di sveglia PS ed uno dei due pulsanti
aggiunta a quelli preesistenti di avanzamento PAV o PAL, a seconda che si voglia operare
veloce e lento delle ore e dei minuti dell'orolo- velocemente o lentamente, si ottiene la messa
gio, di un interruttore e, ovviamente, di un Concludiamo, con l'interpretazione di alcune pratiche applica-
a punto dell'ora di sveglia, quindi con lo stes-
piccolo altoparlante. so sistema con cui si agisce sull'orologio, ma
zioni, l'argomento iniziato il mese scorso, relativo alla presen-
questa volta tenendo premuto anche il pul- tazione delle due funzioni primarie del modulo, quella dell'oro-
sante PS. logio e quella del termometro. Per la realizzazione dei vari
LA SVEGLIA Quando si abbandona il pulsante PS, l'ora pre- circuiti di utilizzazione sono necessari pochissimi elementi,
disposta viene memorizzata perfettamente al- collegati con i vari piedini dell'unità digitale.
Per comodità descrittiva, ancora una volta l'interno del modulo e rimarrà tale fino ad un
facciamo riferimento allo schema di figura 1 nuovo intervento sul circuito, ossia sui suoi

22 23
MODULO OROL,/TERM.
e
- g e- -
PUNTO 4 PUNTO 2
I- -
n
1271- - -l28>- - - - - - - - -

mnr
o' ".' '' '
INTERR.
ELETTRONICO

I
RADIO RICEVITORE

(TE3L!L
I. PUNTO I
Fig. 3 - Schema di utilizza-
zione dell'interruttore elet-
tronico a transistor, conte-
nuto internamente al modu-
PILA ALIM.
@
AI CIRC.
, RA4/o

PUNTO 3 lo, nel caso di programma-


zione dell'ora di accensione
e di spegnimento automati-
co dì un apparecchio radio INTERROMPERE
a transistor. QUI

Fig. 1 Questo disegno, già :pubblicato nella precedente puntata, è da tenere


sott'occhio prima di realizzare ogni collegamento relativo ad una particolare
applicazione del modulo, che qui vediamo nella sua espressione anteriore, con
la numerazione relativa ai trentadue piedini presenti lungo il lato inferiore del
rettangolo.

SUONO DI SVEGLIA la memorizzazione del modulo. Si tratta del


piedino 22, sul quale occorre inserire un pul-
All'ora prefissata, con cronometrica precisione, sante, nel modo indicato nello schema di figu-
un suono alla frequenza di 800 Hz circa, mo- ra 2. Il pulsante, denominato PP (pulsante pi-
L'INTERRUTTORE S2 Quando l'interruttore S2 è chiuso, il PUNTO
dulato con una intermittenza di 2 Hz, viene solino), quando viene premuto per un istante,
1 (figura 1) si spegne, tenendo informato l'u-
emesso da un piccolo altoparlante collegato sui zittisce la sveglia per il tempo che abbiamo
Senza alterare l'informazione memorizzata, os- tente se la sveglia risulta inserita o disinserita, ora dichiarato. In seguito, trascorso questo
senza dover manovrare l'interruttore stesso per piedini 29-30 del modulo.
sia l'ora di sveglia, è possibile inserire o disin- tempo, la sveglia torna a farsi sentire implaca-
controllare l'esatta posizione di funzionamen- L'altoparlante più adatto per far funzionare
serire la funzione di sveglia tramite l'interrut- bilmente, senza concedere più alcuna dilazione.
to del circuito. il modulo nel circuito di sveglia deve essere di
tore S2, collegato sul piedino 21 del modulo.
piccola potenza, con impedenza della bobina
mobile di valore compreso fra gli 8 e i 16 ohm.
Se non si interviene in alcun modo sul disposi- IL TRASDUTTORE ACUSTICO
tivo, la nota di sveglia continua a fatsi sentire
per ben 59 minuti primi, ossia quasi per un'o- Abbiamo già detto che il trasduttore acustico,
[ }}[- /l» ra, e soltanto dopo questo tempo si arresta au- da utilizzare per il funzionamento del modulo
tomaticamente. Ma è sempre possibile disabi- come sveglia, deve essere un altoparlante di
litare la sveglia intervenendo, anche per un piccole dimensioni di 8+ 16 ohm, od anche su-
attimo soltanto, sull'interruttore S2. Dopo que- periore. Ma ciò non significa che l'altoparlante
AL TOP. sta manovra la sveglia rimane predisposta sul- sia strettamente necessario, perché esso può
SVEGLIA la stessa ora per il giorno successivo. essere sostituito con un trasduttore di tipo pie-
zoelettrico, per esempio con una capsula mi-
crofonica, che consentirà l'emissione di un
PISOLO suono più debole, ma pur sempre udibile. Ta-
le sostituzione, ossia la sostituzione dell'alto-
Capita a tutti, al mattino, quando suona la parlante con la capsula microfonica, diviene
sveglia, di sentire il bisogno di protrarre per vantaggiosa quando si debbano risolvere pro-
Fig. 2- Per alcuni tipi di pratiche applicazioni del modulo, si dovranno aggiun-
gere, ai già interpretati pulsanti PAV e PAL, i pulsanti "PS (sveglia) e PP (piso- alcuni minuti ancora il sonno. Ma la sveglia blemi di spazio ridotto.
lino), nonché ll'interruttore S2, che inserisce e 'disinserisce la funzione di sveglia. non lo permetterebbe di certo, se non la si di- Qualora l'intensità del suono della sveglia fos-
Quando S2 è posizionato in OFF (interruttore chiuso), la sveglia viene zittita sattivasse. Ebbene, sul modulo esiste un piedino se ritenuta eccessiva da qualcuno, questa può
e il puntino in basso a destra si spegne. che consente di effettuare un pisolino della du- sempre essere ridotta nella misura desiderata;
rata di 8--;- 9 minuti primi senza interrompere basterà infatti inserire, in serie con l'altopar-

25
24
SPEGNIMENTO RITARDATO

Nel funzionamento della radio-sveglia è possibi-


le introdurre un tempo di ritardo dello spe-
gnimento dell'apparecchio radio, regolabile fi-
no a 59 minuti primi. Ciò potrà consentire al-
l'utente, ad esempio, di addormentarsi con la
musica, con la certezza che, trascorso il tem-
po prestabilito, il ricevitore radio si spegnerà
automaticamente, senza disturbare ulterior-
mente il sonno o consumare inutilmente ener-
gia elettrica.
AMPL.BF Fig. 4 • Per elevare il livello
sonoro del segnale di sveglia, Vediamo ora come sia possibile mettere in fun-
basta collegare, nel modo in- zione il ritardo dello spegnimento di un appa-
dicato in questo schema, un recchio radio a transistor o a circuiti integrati
amplificatore di bassa fre-
quenza e sfruttarne tutta la tramite il nostro modulo. Fig. 6 • Sulla parte
potenza d'uscita. Per realizzare questa condizione, occorre inseri- posteriore del mo.
re un pulsante fra i piedini 8-9 della linea di dulo sono presenti
alcuni componenti elettronici, tra I quali si evidenzia
massa del modulo e il piedino 19. In pratica un trimmer, che serve soltanto per la messa a punto
si dovrà completare lo schema di figura 2 con del termometro.
l'aggiunta di un ulteriore pulsante, che po-
tremmo chiamare pulsante PR (pulsante di ri-
tardo).
!ante, una resistenza di caduta o un poten- La realizzazione pratica consiste nel collegare Premendo il pulsante di ritardo di spegnimen-
ziometro e regolare quest'ultimo nel modo più sui piedini 27-28 del modulo il circuito di ali- to del ricevitore radio PR, sul display apparirà to di controllo di luminosità a due livelli, uno
gradito all'utente. mentazione di una radio. Più precisamente, la visualizzazione del tempo di ritardo e, con- massimo e uno minimo (figura 5).
l'interruttore elettronico, corrispondente ai pie- temporaneamente, la chiusura dell'interruttore Facendo ancora riferimento allo schema ele-
dini 27 e 28 del modulo, deve essere inserito elettronico, che rimarrà chiuso per tutto il tem- trico di figura 2, per ottenere anche questa
RADIO-SVEGLIA in serie alla linea di alimentazione positiva del- po di ritardo stabilito, anche dopo aver abban- funzione, si dovrà aggiungere un secondo in-
la radio come indicato nello schema teorico di donato il pulsante PR, ossia dopo aver tolto terruttore, che chiameremo S3, collegandolo fra
Il modulo MA 1026 consente pure la realizza- figura 3. Ma è importante che la radio sia di ti- da esso il dito che lo premeva. i piedini 8-9 e il piedino 4 (non indicato nello
zione di una radio-sveglia, analoga ai modelli po a transistor o a circuiti integrati, perché Per regolare il ritardo sarà sufficiente premere schema di figura 2), individuabile sullo schema
di tipo commerciale presenti nei negozi di ri- non si possono collegare con il modulo le vec- il pulsante di visualizzazione ed agire contem- di figura 1.
vendita di elettrodomestici. chie radio a valvole e neppure quelle, di più poraneamente sui comandi di avanzamento L'interruttore, che abbiamo chiamato S3, po-
recente fabbricazione con circuito misto a val- lento (PAL) o yeloce (PAV) delle indicazioni trà essere sostituito con un potenziometro, più
vole e a transistor. orarie. precisamente con un trimmer da 10.000 ohm,
II funzionamento della radio-sveglia è facil- Vogliamo far presente al lettore che, in que- in modo da poter disporre di tutti i valori di
mente interpretabile. L'accensione o, meglio, sto caso, il tempo di ritardo di spegnimento del luminosità intermedi, compresi tra il 25% e il
l'ora di accensione dell'apparscchio radio, vie- ricevitore radio non viene memorizzato dal mo- 100%.
, Mouo ne programmata sul modulo con lo stesso si- dulo. Quindi, una volta trascorso questo tem-
É stema della sveglia. Dunque, all'ora prefissata po, quello di ritardo ritorna ad essere compu-
sul modulo, l'apparecchio radio si accende auto- tato nella misura di 59 minuti. AMPLIFICAZIONE
maticamente. E se questa è una delle prime ore
del mattino, allora la radio si trasforma in ra- Nel caso di particolari necessità pratiche, per
dio-sveglia. CONTROLLO DI LUMINO SITA' esempio qualora ci fosse bisogno di realizzare
INT. L'interruttore elettronico, corrispondente ai ter- un segnalatore di fine-lavoro, è possibile otte-
minali 27-28, è ovviamente interno al modulo Un'altra caratteristica del modulo consiste nel- nere dal circuito di sveglia un suono di una
MA 1026 ed è di tipo a transistor. la possibilità di controllo della luminosità dei certa potenza, udibile all'aperto anche a distan-
Concludiamo l'analisi di questa funzione del display. ze notevoli. Tutto dipende dal tipo di ampli-
modulo ripetendo ancora una volta che è as- Tale funzione è associata al valore della ten- ficatore di bassa frequenza che si vuol collega-
Fig. 5 • Per diminuire l'intensità luminosa dei display
solutamente indispensabile, all'atto del collega- sione presente sul piedino 4 del modulo. In re secondo lo schema di figura 4. L'accoppia-
nella misura di un quarto, occorre collegare fra I pie- mento dell'interruttore elettronico con la linea pratica, quando questo piedino non è collega- mento è di tipo capacitivo, tramite un conden-
dini del modulo Indicati nel disegno un semplice In- di alimentazione positiva dell'apparecchio radio, to con alcun elemento circuitale, la luminosi- satore ceramico da 100.000 pF ed il collega-
terruttore. Ciò può essere vantaggioso durante le rispettare scrupolosamente le polarità, perché tà dei display è massima. Viceversa, collegan- mento va fatto tra i terminali di massa Vss (8-
ore notturne, quando la luce può arrecare disturbo.
un errore in tal senso potrebbe danneggiare l'in- do a massa (Vss) il terminale 4, la luminosità 8) ed il piedino 25 del modulo. Ovviamente,
terruttore elettronico (piedini 27-28 del modu- si riduce nella misura del 25 % . Un semplice dell'amplificatore di bassa frequenza si potrà
lo) o, peggio, l'intero modulo. interruttore potrà quindi servire come elemen- usufruire di tutta la potenza disponibile.

26 27
questo ulteriore inconveniente presenta all'os-

MILLIVOLTMETRO Trasformazione di un tester in un


millivoltmetro per basse tensioni
servatore un andamento dell'amplificazione, cor-
rispondentemente alla frequenza, diverso da
quello reale.

AC
VALIDITA' DELLE MISURE
alternate.
A queste brevi note introduttive dobbiamo an-
cora aggiungere che le tensioni in gioco, nel
Interessa gli appassionati dell'alta settore della bassa frequenza, variano tra fra-
zioni di millivolt, per esempio nella misura
fedeltà e di apparecchiature audio del rumore, e qualche decina di volt sulle usci-
interessate da segnali a basso li- te considerate di potenza. Mentre con il te-
vello. ster sono possibili misure di tensioni alternate
%%%#92$#j 9,s %#Mg#E2M9aM9Ma2ME#Ma%g
ve#es
soltanto se l'ampiezza dei segnali appare supe-
riore a qualche centinaio di millivolt. E ciò in
considerazione del fatto che la rettificazione
delle tensioni alternate, nel circuito del tester,
viene effettuata con dei diodi al germanio o al
silicio, che impongono una soglia di conduzio-
ne al di sotto della quale si comportano co-
munque da isolanti. Con un tester tradizionale,
fondito si rivelano del tutto inattendibili. E quindi, non si potrà mai valutare un segnale al
quando la misura che si deve effettuare im- di sotto della soglia di conduzione dei diodi.
plica una certa difficoltà di intervento tecni- Concludendo, dobbiamo dire che, per le misu-
Per i tester co, imponendo pure dei precisi adattamenti re di basse tensioni alternate in bassa frequen-
di impedenza, non solo risultano impossibili za, il tester deve essere accoppiato con un
con fondo-scala di le misure precise, ma si rischia di alterare circuito che elevi le tensioni d'ingresso dello
1 Vca o poco più. notevolmente ogni altro tipo di misura. In strumento.
questo senso possiamo citare ad esempio la Con la realizzazione del nostro amplificatore
misura dell'amplificazione di un sistema fo- a larga banda anche il problema della misura
nografico, composto da testina magnetica e delle basse tensioni risulta facilmente risolto,
amplificatore di bassa frequenza. Perché la a tutto beneficio di quei lettori che, nel loro
Quando, nel settore dilettantistico, c'è la ne- applicarle poi al tester per lit loro misura. E misura della tensione d'uscita della testina laboratorio, svolgono principalmente un'attivi-
cessità di effettuare qualche misura elettrica tale è la funzione svolta dall'apparato descrit- magnetica con uno strumento a bassa impe- tà elettronica riguardante la bassa frequenza.
un po' diversa da quelle più comuni, al prin- to in queste pagine, il cui uso si realizza in ac- denza non solo risulta imprecisa a causa del- Dato che con questo dispositivo è possibile au-
cipiante non conviene assolutamente ricorrere a coppiamento con un tester commutato nella le cadute di tensione che esso provoca addi- mentare il segnale di bassa frequenza in uscita
quegli strumenti, di prezzo decisamente elevato, misura delle tensioni alternate, sulla scala più zionalmente, ma carica il trasduttore con una dai generatori BF, la sensibilità dei voltmetri,
la cui presenza trova giustificazione soltanto bassa dello strumento, in modo da comporre impedenza di valore da quello tipico, varian- quella dei misuratori di segnali e di tante altre
nei laboratori professionali. E' il caso, ad esem- un sensibilissimo strumento elettronico, adatto done il responso in frequenza. E l'insorgere di apparecchiature consimili.
pio del millivoltmetro per tensioni alternate, alla misura di piccoli valori di tensioni nel
il cui uso può divenire più frequente per chi campo delle frequenze audio.
si occupa di amplifioazione ad alta fedeltà o,
più in generale, di apparecchiature audio inte-
ressate da deboli segnali di bassa frequenza, INSUFFICIENZA DEL TESTER
per i quali il normale tester non serve più, op-
pure serve parzialmente nel modo che illustrere- I normali tester, quelli adottati dai princi-
mo in questo articolo. pianti, dispongono di portate voltmetriche che
Le principali caratteristiche elettriche di questo apparato am-
Perché quasi tutte le misure che è necessa- ben raramente scendono al di sotto di 1 V plificatore, riscontrabili nella larga banda passante, nel gua-
rio rilevare in campo audio sono riconduci- in alternata, senza offrire la possibilità di misu- dagno sufficiente, nei valori in discesa delle impedenze, da
bili a misure di tensioni alternate, con frequen- re precise nel settore dei decimi di volt. An- alta a bassa, dall'entrata all'uscita, indicano la sua primaria
ze comprese fra i pochi hertz e i ventimila che l'impedenza dello strumento, su queste destinazione di circuito d'accoppiamento con i normali tester,
hertz circa. Ma queste tensioni sono talmente portate, è troppo bassa per poter definire il
basse da non poter essere rilevate dal tester tester uno strumento di misura universale. Il
per la trasformazione di questi in strumenti di misure di ten-
per uso dilettantistico. Ecco dunque la neces- più delle volte, dunque, le misure effettuate sioni alternate molto basse.
sità di amplificare prima queste tensioni ed sulle portate molto basse, ad un esame appro-

28 29
-------------- --- ------ ----7
I

Cl

I
12+13,5V

ENTR

AL
TESTER

I I
L------- ------ - J

Fig. 1 - Circuito elettrico dell'amplificatore di tensioni elettriche alternate molto


basse. L'entrata consente di commutare il dispositivo su tre portate diverse:
1 mV • 10 mV • 100 mV, mentre l'uscita rimane costantemente sul valore di
1 Vca. Il potenziometro R16 consente di tarare l'apparato tramite segnali-campio-
ne. Le linee tratteggiate racchiudono tutta la parte elettronica montata sul cir-
cuito stampato.
Fig. 2 • Piano costruttivo dell'amplificatore di piccole tensioni alternate. Il con•
tenitore metallico funge da conduttore unico della linea di massa e di quella
della tensione negativa di alimentazione. Il potenziometro di taratura (regola-
-----COMPONENTI----- tore del livello del segnale uscente) deve essere saldato a stagno, con i suoi
tre terminali, direttamente sulle corrispondenti piste del circuito stampato.

Condensatori
C1 = 330.000 pF R9 = 220 ohm
C2 = 100.000 pF R10 = 3.300 ohm
C3 = 5pF-16 VI (elettrolitico) R11 = 4.700 ohm
C4 = 100 µF -16 VI (elettrolitico) R12 = 33.000 ohm
es = 330 pF R13 = 1.000 ohm USO DEL TESTER il tester, deve considerarsi come un vero e pro-
C6 = 10F- 16 VI(elettrolitico) R14 = 10.000 ohm prio preamplificatore di bassa frequenza. Il
C7 = 100F- 16 VI(elettrolitico) R15 = 1.000 ohm L'amplificatore a larga banda, per poter tra- quale rimane caratterizzato da una impeden-
ca = 500 µF -16 VI (elettrolitico) R16 = 100 ohm (potenz. a varlaz. lln.) sformare il tester in un preciso strumento di za d'ingresso tipica di 1 megaohm, quindi mol-
C9 = 10pF-16 VI (elettrolltico) R17 = 47ohm misura, deve essere collegato a monte dell'ap- to elevata, che minimizza l'errore di misura
R18 = 150 ohm parecchio, proprio per garantire una elevata dovuto alla resistenza interna dello strumento.
Resistenze impedenza d'ingresso ed una amplificazione Perché, come si sa, quanto più uno strumento
R1 = 1 megaohm Varie del segnale sino a livelli compatibili con la voltmetrico dispone di una elevata resistenza
R2 = 100.000 ohm TR1 = BC108 sensibilità dello stesso tester, consentendo a interna, tanto più bassa diviene la perturbazio-
R3 E- 1.100 ohm TR2 = BC108 quest'ultimo la possibilità di misure su un'am- ne del circuito di misura, per cui in definitiva,
R4 = 2,2megaohm TR3 = BC108 più precisa risulta anche la valutazione. Ciò
pio spettro di frequenze.
R5 = 15.000 ohm TR4 = BC108 soprattutto, nelle misure su circuiti ad alta im-
R6 = 39.000ohm s1 = comm. (1 via - 3 poslz.)
R7
pedenza.
= 27.000 ohm s2 = interrutt.
R8 = 100.000 ohm CARATTERISTICHE CIRCUITALI Il circuito del preamplificatore, proposto in fi-
DZ1 = diodo zener (9 v-1W)
gura 1, dispone di tre portate, selezionabili a
L'amplificatore a larga banda, anche se così mezzo di un commutatore multiplo ad una via
da noi definito nel sistema di abbinamento con e tre posizioni. Ma per ciascuna delle tre por-

0 31
Si noti che anche lo stadio d'uscita, pilotato vio infatti che buona parte della precisione
dal transistor TR4, è di tipo « emitter follo- delle letture delle basse tensioni alternate di-
wer », ossia con uscita di emittore. Con tale penda dalla precisione dei valori ohmmici del-
r7 7 Fig. 3 • Disegno in grandezza reale del circuito stam-
pato sul quale deve essere realizzata la maggior
stadio si riesce ad ottenere una resistenza d'u-
scita molto piccola e tale da consentire quindi
le tre resistenze citate.

Il parte del circuito elettronico dell'amplificatore di .


tensione. il pilotaggio di tester anche a bassa sensibilità,
Ai principianti raccomandiamo di inserire nel
circuito stampato i componenti polarizzati se-
per esempio inferiore ai 4.000 ohm/volt in al- condo il loro verso esatto ( condensatori elet-
ternata, senza introdurre considerevoli errori trolitici e diodo zener).
di misura.
Per quanto riguarda i transistor, che sono tutti
L'uscita dell'amplificatore risulta protetta con- e quattro dello stesso tipo e modello, riteniamo
tro i cortocircuiti dalla resistenza R17. L'ali- sufficienti le indicazioni riportate nello schema
mentazione del circuito è stabilizzata sul Va- costruttivo di figura 2, dove sono ben eviden-
è ben risaputo, consente il passaggio delle cor- lore di 9 V tramite il diodo zener DZl. ziate le piccole tacche metalliche ricavate sul
renti alternate, mentre blocca le componenti
corpo esterno di ogni transistor in corrispon-
continue.
denza dell'elettrodo di emittore.
In corrispondenza con le tre posizioni del com-
mutatore multiplo S l sono state riportate le MONTAGGIO Per ultimo ricordiamo che le linee tratteggiate
tre lettere maiuscole A-B-C, che assumono il riportate sul circuito elettrico di figura 1 rac-
seguente significato: • chiudono tutta quella parte circuitale che va
Per comporre il circuito dell'amplificatore di montata sulla basetta del circuito stampato.
basse tensioni alternate, occorrono numerosi Gli altri elementi, disegnati al di fuori di que-
A = 1 mV fondo-scala componenti elettronici, attivi e passivi. E' dun- ste linee, sono montati in pratica tramite col-
B = 10 m V fondo-scala que necessario far uso di un circuito stampa- legamenti volanti, con fili conduttori rigidi. In
C = 100 m V fondo-scala to, che il lettore provvederà a comporre, ov- particolare, il potenziometro R 16 deve essere
viamente prima di iniziare il lavoro di mon- montato direttamente sul circuito stampato,
Ma, lo ripetiamo, qualunque sia la posizione taggio del dispositivo, riportando su una baset- cioè i suoi terminali debbono essere saldati a
di S 1, in uscita è sempre presente un segnale ta di materiale isolante e di forma rettango- stagno sulle rispettive piste di rame del cir-
alternato convertito sul valore di 1 Vca. lare, il disegno proposto in figura 3. cuito stampato.
Il primo stadio amplificatore è rappresentato da Sulla basetta del circuito stampato si effettua
un circuito in cui il transistor TRl è montato il montaggio del circuito elettronico vero e
con l'uscita di emittore (emitter follower). Esso proprio. Poi si completa il lavoro costruttivo TARATURA
è dotato di una elevatissima impedenza d'ingres- inserendo la basetta e gli altri elementi neces-
so, che consente di utilizzare un partitore resi- sari dentro un contenitore metallico, al quale
stivo d'entrata avente una resistenza superiore vengono affidate le funzioni di conduttore uni- La taratura del circuito dell'amplificatore di
ad 1 megaohm. tensioni alternate è molto semplice e va esegui-
co della linea di massa, che coincide pure con
Sulla posizione A del commutatore S 1 si ha la ta dopo aver controllato l'esattezza di tutti i
quella negativa dell'alimentatore.
massima sensibilità di l mV fondo-scala, sul- collegamenti e, soprattutto, la precisione con
Sul pannello frontale dell'apparato sono pre- cui sono stati inseriti sul circuito stampato i
tate, su cui viene commutato il circuito d'en- le altre due la sensibilità diminuisce a 10 mV senti gli elementi di comando del circuito del-
e a 100 mV. vari componenti attivi e passivi.
trata del preamplificatore, il livello della ten- l'amplificatore di tensioni. Essi sono: la boc-
sione d'uscita rimane sempre lo stesso, quello Dal primo stadio, il segnale viene applicato ca- Soltanto dopo questo accurato controllo gene-
cola d'entrata dei segnali alternati a bassa ten-
di l V. E ciò significa che il nostro circuito pacitivamente, tramite il condensatore elettro- rale si provvederà a collegare, con l'uscita del
sione, la manopola inserita sul perno del com-
deve essere accoppiato con un tester commu- litico C, ai successivi tre stadi amplificatori, circuito, il tester commutato nella misura di
mutatore multiplo S l che consente di posizio-
tato sulla portata di 1 V fondo-scala, nella mi- presieduti dai transistor TR2-TR3-TR4. I qua- tensioni alternate e sulla portata di 1 Vca fon-
nare a piacere il circuito su una delle tre porta- do-scala o, in mancanza di questa, su 2,5 Vca,
sura delle tensioni alternate. Non servono quin- li compongono un amplificatore controreazio- te consentite, la manopola inserita sul perno
di i tester con portata minima di 10 Vca, men- nato, allo scopo di garantire la necessaria sta- fondo-scala o su altro valore basso. Quindi si
del potenziometro regolatore di livello, la boc- applicherà all'entrata dell'amplificatore di ten-
tre possono essere adottati tutti quelli con bilità di guadagno anche in presenza di note- cola d'uscita delle tensioni elevate al valore di
portata minima di l Vca ed anche di 2,5 Vca. voli variazioni di temperatura di funziona- sione un segnale alternato sicuramente del va-
1 Vca e l'interruttore S2. lore di 1 m Vca. Poi si interverrà sul poten-
mento.
L'alimentatore, come si vede, è composto da ziometro R16 e lo si regolerà in modo che l'in-
tre pile piatte da 4,5 V ciascuna, collegate in dice del tester si fermi esattamente sul fondo-
ESAME DEL CIRCUITO serie tra di loro in modo da erogare la tensio- scala in corrispondenza di I Vca. Per maggior
IL GUADAGNO ne di 13,5 Vcc. sicurezza converrà controllare il circuito an-
Vediamo ora di esaminare il progetto del pre- Per quanto riguarda i componenti raccoman- che nelle altre due portate, commutando op-
amplificatore riportato in figura 1, la cui en- Il guadagno complessivo dei tre stadi finali del diamo di far uso, per i condensatori non di ti- portunamente S 1 ed applicando tensioni di va-
trata è rappresentata dal commutatore di por- circuito è regolato dal potenziometro a varia- po elettrolitico, di elementi esclusivamente ce- lori noti di 10 mVca e 100 mVca, naturalmen-
tata S 1. Al quale i segnali, ossia le basse ten- zione lineare R16, che esplica le funzioni di ramici, mentre per le resistente Rl-R2-R3 con- te senza toccare più il tester, che deve rima-
sioni alternate, vengono applicate tramite il elemento di controllo della taratura del dispo- sigliamo di utilizzare componenti di precisio- nere commutato sulla portata di 1 Vca fondo-
condensatore di accoppiamento C 1 che, come sitivo. ne, con tolleranza non superiore al 3%. E' ov- scala.
32
33
STRUMENTI PER Interventi precisi sui vari anelli di una catena d'amplificazione
ad alta fedeltà.

HI-FI Due semplici dispositivi di sicuro affidamento per chi vuol


risparmiare e meglio attrezzare il proprio laboratorio.

PROVA AD ORECCHIO oe ciò è un guaio, vista la grande utilità di


questo moderno strumento. Ma la passione e
Uno dei principali problemi che insorgono al la pazienza possono sopperire alla mancanza
termine della realizzazione di qualsiasi appa- di mezzi tecnici e finanziari, consentendo ugual-
rato di riproduzione audio consiste nel verifi- mente di raggiungere risultati soddisfacenti.
Per venire in aiuto a tutti coloro che debbo-
care l'efficienza del circuito, ossia le qualità
no o vogliono condurre delle prove sui loro
elettriche e musicali dell'apparato di amplifi-
apparati amplificatori di bassa frequenza, sen-
cazione.
za spendere troppi quattrini, abbiamo deciso
Certamente la prova d'ascolto del dispositivo di presentare in queste pagine due sempli-
autocostruito può già di per sè fornire utilissi- cissimi dispositivi, che si possono certamente.
me e preziose indicazioni sull'andamento del- considerare come dei veri e propri strumenti
Uno dei segreti per realizzare con successo la da coloro che non posseggono una particolare l'intero funzionamento, soprattutto quando il
maggior parte dei riproduttori audio ad alta fe- di controllo. Essi sono: un carico fittizio di no-
esperienza. costruttore, oltre che essere un buon tecnico, è te vole potenza e un equalizzatore inverso del-
deltà, è quello -di poter -disporre, nel proprio Sarebbe assurdo tuttavia pretendere da questi dotato di ottimo orecchio musicale. Ma que-
laboratorio, di una strumentazione adeguata. la caratteristica RIAA.
strumenti le prestazioni che caratterizzano gli sta prova, che può evidentemente mettere in
Mentre, il più delle volte, i dilettanti sono co- analoghi modelli commerciali, di cui nei labo- rilievo talune palesi anomalie, non può consi-
stretti a rinunciare, sia pure malvolentieri, al derarsi un test di sicuro affidamento, quale sol-
possesso dei più utili strumenti, a causa del- ratori professionali non si può fare a meno. GLI ANELLI DELLA CATENA
Ma per il principiante lo strumento autoco- tanto la prova strumentale è in grado di for-
l'elevato prezzo d'acquisto di questi. n1re.
Ma anche la complessità circuitale di certi stru- struito può assolvere più che egregiamente alle Prima di entrare nel vivo dell'argomento, rite-
menti sconsiglia il ricorso all'autocostruzione, sue funzioni nell'ambito dell'attività dilettan- niamo utile la pubblicazione di un breve elen-
soprattutto al principiante, mentre esistono mol- tistica. In particolare in quella dell'alta fedel- co di quelli che sono considerati gli elementi
VARIETA' STRUMENTALE fondamentali di cui è composta ogni catena di
ti apparati che possono essere realizzati pure tà di cui ci occuperemo nel presente articolo. riproduzione del suono ad alta fedeltà.
Nei laboratori specializzati, dove si conduco- Il primo fra questi può essere rappresentato da
no le prove tecniche sugli apparati riprodutto- un giradischi, da un sintonizzatore o da un
ri ad alta fedeltà e di tipo professionale, sono microfono. li secondo è quello del preamplifi-
sempre presenti delle sofisticate e costosissime catore, cioè dell'apparato destinato a trasfor-
apparecchiature strumentali, sovente pilotate mare i segnali elettrici, provenienti dal primo
da elaboratori elettronici, che rivelano tutti i anello della catena, in segnali a livello unico,
parametri di un sistema riproduttore audio. Ma medio e prefissato, il quale pretende dalla suc-
Presentiamo in queste pagine due veri e propri strumenti di tali apparecchiature sono purtroppo proibite ai cessiva amplificazione un guadagno costante
controllo per il laboratorio dell'appassionato della riproduzio- dilettanti ed agli hobbysti in genere, per i mo- con la frequenza.
ne audio hi-fi: il carico fittizio e l'equalizzatore inverso della tivi che abbiamo già ricordato, mentre costoro Il terzo anello della catena è l'amplificatore
debbono sempre accontentarsi di un genera- di potenza, cioè l'apparato che amplifica il se-
caratteristica RIAA. tore sinusoidale autocostruito, de] solito te- gnale proveniente dal preamplificatore in mi-
ster o analogo strumento misuratore; assai ra- sura tale da renderlo idoneo al pilotaggio dei
ramente, invece, dispongono dell'oscilloscopi- diffusori acustici.

34 35
BANANE CON
SERRAFILO

RI R2 R5 R6 R7 R8

o 9 O 9 e
2 3 ,; 5

Fig. 1 - Circuito elettrico del carico fittizio. I diversi valori di carico vengono FILO RAME NUDO
prelevati dai cinque morsetti, direttamente oppure attraverso semplici combi-
nazioni resistive.
SCATOLA METALLICA
Fig. 2 - Tutte e otto le resistenze sono in corpo ceramico. Esse vanno adagiate

-----COMPONENTI----- sulla lamiera del contenitore dopo aver infrapposto del grasso al silicone, che
favorisce il processo del flusso termico.

R1 = 33 ohm - 10 W R5 = 33 ohm - 10 W
R2 = 33 ohm - 10 W R6 33 ohm- 10 W
R3 = 33 ohm - 10 W R7 = 33 ohm - 10 W
R4 = 33 ohm - 10 W R8 == 33 ohm - 10 W uno di tipo stereofonico, quando è sufficiente la presentazione di due dispositivi di assoluta
inserire nel sistema di riproduzione sonora un necessità per il cultore dell'hi-fi.
decodificatore stereofonico, a valle dello sta-
dio rivelatore. Anche perché, così facendo, si
possono talvolta raggiungere risultati superiori IL CARICO FITTIZIO
a quelli ottenibili con il ricorso a nuovi sinto-
nizzatori stereofonici. Il primo apparato, presentato in questo arti-
Il quarto ed ultimo anello è costituito dai si- Non tutti i nostri lettori peraltro sono stati in La sostituzione di un solo elemento, in un im- colo, è abbastanza noto. Esso serve a simulare
stema di diffusione sonora. Esso comprende grado di seguire puntualmente l'evolversi dei pianto di riproduzione ad alta fedeltà, è tal- in pratica il carico elettrico costituito dagli al-
gli altoparlanti, il filtro cross-over e le casse vari processi della tecnica inerenti la riprodu- volta imposta anche dall'evoluzione tecnica, toparlanti, che costituiscono gli elementi sui
acustiche in cui vengono racchiusi gli altopar- zione ad alta fedeltà. Molti fra questi sono in che non è avanzata nella stessa misura e su quali si scarica tutta la potenza generata dal-
lanti. possesso di una catena di riproduzione sonora uno stesso fronte in tutti i settori dell'elettro- l'amplificatore di bassa frequenza. Con questo
nella quale non tutti gli elementi possono con- nica. Perché soltanto nel campo degli amplifi- dispositivo, il dilettante potrà condurre tutta
siderarsi come dei dispositivi di avanguardia. catori e in quello dei preamplificatori si può quella serie di prove, sull'uscita dell'amplifica-
EVOLUZIONI TECNICHE D'altra parte non si può ammettere la sostituzio- dire di essere giunti al punto d'arrivo. Dunque, tore, che debbono essere eseguite a diversi li-
ne del riproduttore ad alta fedeltà con uno di soltanto nella concezione circuitale di questi velli di potenza, senza che la riproduzione acu-
L'evoluzione tecnologica ha più volte rivolu- concezione modernissima, quando la sostitu- apparati si sono raggiunte quelle mete che non stica possa assordare l'operatore durante il suo
zionato gli anelli di questa catena e, conse- zione di un solo elemento, anche di piccola consentono alcun difetto distinguibile dall'o- lavoro di taratura, riparazione, sostituzione di
guentemente, le prestazioni dei vari elementi entità commerciale può bastare per una riva- recchio umano. Ma ciò non significa che quan- parti o messa a punto del circuito.
che, col passare del tempo, sono via via mi- lutazione aggiornata del riproduttore stesso. to può sfuggire al giudizio dell'orecchio non Possiamo dire che, ogni amplificatore di bas-
gliorate. Allo stato attuale della tecnica ci si Per esempio, è quasi sempre inutile sostitui- debba essere rivelato tramite opportuna stru- sa frequenza, quando funziona bene, deve es-
è avvicinati molto alla condizione ideale, quel- re un vecchio amplificatore con uno nuovo, mentazione. Il laboratorio dell'appassionato sere in grado di riprodurre fedelmente i suoni
la in cui il sistema di riproduzione artificiale quando la qualità della riproduzione sonora è della riproduzione sonora ad alta fedeltà, quin- a qualsiasi livello, basso o alto che sia, men-
diviene quasi inavvertibile e, quindi, indistin- condizionata soltanto dal giradischi. E non è di, deve essere ben attrezzato e, soprattutto, tre in realtà soprattutto negli amplificatori
guibile all'orecchio dell'appassionato del suono neppure necessario sostituire un vecchio sin- modernamente concepito. E queste brevi note autocostruiti, la forma d'onda dei segnali acu-
dal vivo. tonizzatore monofonico di ottima qualità con tecniche sono più che sufficienti per giustificare stici rimane alterata sui livelli alti, ossia quan-

36 37
TESTER I 2 3 4 5
IN V/o o o o

2 J 4 5 Fig. 4 • Con questo tipo di col- ALL 'AMPL.


legamento, il carico fittizio assu-
o o me i valori di 16 ohm - 20 W.

Fig. 3 - Commutando il tester


nella sua funzione di strumento
di misura delle tensioni alterna- I 2 3 4 5

ALL'AMPLIE
te ed applicando i puntali sul
morsetto del carico fittizio, è
possibile, tramite le formule del-
o o
la legge di Ohm, risalire ai va-
lori delle potenze erogate dagli
amplificatori di bassa frequenza.

Fig. 5 - Tramite un ponticello


collegato fra i morsetti 2 - 3, il ALL'AMPL.
valore del carico fittizio risultan-
te è di 8 ohm - 40 W.

do l'amplificatore vien fatto funzionate alla In base alla legge di Ohm, ciascun gruppo equi-
massima potenza. Ecco dunque la necessità di vale ad un'unica resistenza del valore di 16,5 I
effettuare un primo tipo di indagine sul ripro- ohm - 20 W (facciamo presente che nei colle-
duttore, per la quale ci si deve servire di un gamenti in parallelo di resistenze di ugual va-
generatore di segnali di 'bassa frequenza ad on- lore le potenze elettriche si sommano, men-
de sinusoidali, oppure ad onde quadre, se si tre i valori resistivi si dimezzano).
possiede l'oscilloscopio, e di un carico fittizio Collegando in maniera appropriata i morsetti
in sostituzione degli altoparlanti, 1-2-3-4-5 si possono ottenere svariati carichi Fig. 6 - li collegamento in serie
Ovviamente non descriveremo in questa sede fittizi, con valori resistivi diversi, equivalenti, dei quattro terminali 2-3-4-5 ALL'AMPL.
il circuito del generatore di segnali sinusoidali con buone approssimazioni, a quelli standard consente di disporre di un ca-
rico fittizio di 4 ohm - 80 W.
o quadri, per il quale rinviamo il lettore alla di 4 ohm - 8 ohm - 16 ohm degli altoparlanti.
consultazione di fascicoli arretrati, in cui ci è Nel caso specifico dello schema di figura 1, i
capitato più volte di presentare questo comu- valori raggiunti risultano teoricamente di 4,1
ne strumento, ma ci limiteremo all'analisi del ohm - 8,2 ohm - 16,5 ohm. Ma i valori reali
semplice circuito del carico fittizio, composto potranno variare in funzione della tolleranza I 2 3
tutto da resistenze, montate in coppia ed uti- tipica delle resistenze impiegate.
lizzate singolarmente o a gruppi composti.
POTENZA GLOBALE
"
GRUPPI DI RESISTENZE
La potenza globale del carico, a seconda dei Fig. 7 - L'abbinamento dei mor-
collegamenti effettuati sui morsetti del circuito setti 2 - 3 e 4 - 5 permette di ALL'AMPL.
Osservando il circuito di figura 1, ci accorgia- derivare dal circuito un carico
di figura 1, può variare da un minimo di 20
mo che esso è composto da quattro gruppi di fittizio di 16 ohm - 80 W.
W ad un massimo di 80 W, che costituisce un
coppie di resistenze, che sono tutte resistenze valore di tutto rispetto.
dello stesso valore, ossia da 33 ohm e di poten- Le figure 4-5-6-7 interpretano i vari sistemi di
za elevata ( 10 W). connessione sui morsetti del circuito del carico

39
SCATOLA METALLICA
Cl

R2

RI Fig. 9 • Esempio di realizzazione pra-


tica del filtro passivo in contenitore
ENTR. c2 use. metallico con funzioni di schermo e-
lettromagnetico e conduttore della li-
nea di massa.

Fig. 8- Questo circuito di filtro


R3 passivo risolve brillantemente il
problema del test RIAA, a patto
che si faccia uso di componen-
ti elettronici della massima pre-
cisione. za, ossia il rapporto, tra il segnale d'uscita e
di tipo in corpo ceramico. Ciò significa che
esse potranno essere strette sul contenitore tra- quello d'ingresso, misurato prima del filtro,
mite una fascetta metallica (non disegnata sul- deve rimanere costante entro l'intero campo
COMPONENTI lo schema di figura 2), senza timore di crea-
re cortocircuiti. Ma il filo di rame nudo, che
delle frequenze audio.
Sebbene un simile filtro risolva brillantemen-
funge da collegamento unico per uno dei ter- te il problema del test-RIAA, non ci si deve
Condensatori Resistenze minali delle otto resistenze, deve rimanere iso- lasciare impressionare troppo dalle sue possi-
lato dalla lamiera del contenitore tramite due bilità quasi miracolose. Non si tratta infatti di
C1 == 750 pF- 1% R1 = 150.000 ohm- 1% un circuito destinato agli studi di registrazio-
C2 = 2100pF- 1%/ R2 = 1megaohm - 1%/ basette isolanti.
ne, ma di un semplicissimo filtro passivo, che
R3 = 220 ohm - 1% I vari carichi fittizi vengono prelevati attra-
risulta comunque estremamente preciso, a pat-
verso cinque banane con serrafilo.
to di utilizzare componenti di grande precisio-
ne, con tolleranza dell' 1 % .
EQUALIZZATORE RIAA Il circuito elettrico del filtro passivo è quello
riportato in figura 8; esso risulta composto da
Uno dei controlli più difficili, in una catena tre sole resistenze e da due condensatori.
fittizio per il raggiungimento delle varie resi- legge di Ohm, si risale ai valori ricercati. Per Il segnale da applicare,all'ingresso dovrà essere
stenze di carico e delle potenze. esempio, il valore della potenza d'uscita effi- amplificatrice hi-fi, è certamente quello sul
preamplificatore equalizzatore RIAA. Questo regolato in modo da assumere il valore costan-
cace si ottiene applicando la seguente formula: te di 1 Veff.
Fig. 4 = 16 ohm-20 W apparato, infatti, oltre che amplificare il debo1e
segnale proveniente dalla testina magnetica, La tensione d'uscita varia in funzione della
Fig. 5 = 8 ohm-40 W frequenza, secondo la caratteristica RIAA e sa-
Fig. 6 = 4 ohm-80 W che è di pochi millivolt, con il minor rumore
possibile, deve anche compensare la caratte- rà di 2 mV alla frequenza di 1.000 Hz.
Fig. 7 = 16 ohm-80 W in cui V è il valore letto sulla scala del tester
ed R quello del carico fittizio applicato. ristica non lineare di registrazione dei dischi,
Sarà bene, in sede di applicazione pratica, la- introdotta appositamente al fine di migliorare
considerevolmente il rapporto segnale/ rumore COSTRUZIONE DEL FILTRO
vorare con potenze di valore efficace, non di
picco o musicale, che sono più alte. COSTRUZIONE dei dischi che, altrimenti, conterrebbero una
dose eccessiva di fruscio. Tale caratteristica è La semplice realizzazione pratica del filtro pas-
però difficilmente controllabile. sivo si ottiene secondo quanto illustrato nello
La costruzione del circuito di figura 1 si effet- schema di figura 9. I pochi componenti elet-
MISURE COL TESTER Per essere certi che un equalizzatore svolga
tua secondo quanto illustrato in figura 2. Le tronici sono inseriti dentro un contenitore me-
correttamente il suo compito, è conveniente
otto resistenze di potenza sono tutte appoggia- tallico, che funge da schermo elettromagnetico
Vediamo come si effettuano le misure e pren- introdurre, tra il generatore di segnali utiliz-
te su Ila faccia interna di un contenitore me- e da conduttore unico della linea di massa.
diamo ad esempio la rilevazione dell'amplifi- zato per la prova e l'ingresso del preamplifica-
tallico, che funge da elemento dispersore di Tutte e tre le resistenze e i due condensatori
cazione o della potenza massima. tore stesso, un filtro ANTIRIAA, che simuli
calore. Per facilitare il processo dello scambio ceramici, lo ripetiamo, debbono essere com-
A tale scopo si fa uso di un normale tester, esattamente, con notevole precisione, la carat-
termico, si dovrà interporre, fra ciascuna resi- ponenti di massima precisione.
commutato nella misura delle tensioni alter- teristica di incisione dei dischi.
stenza e la lamiera del contenitore abbondante I connettori di ingresso e d'uscita dovranno
nate come indicato nello schema di figura 3. Se il preamplificatore-equalizzatore risulta ben
grasso al silicone. essere di tipo RCA od equivalenti, adatti per
Quindi, mediante 1e formule ben note della progettato, all'uscita di esso deve essere di-
Le otto resistenze da 33 ohm ciascuna sono cavetti schermati coassiali.
sponibile una caratteristica lineare in frequen-
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un solo lettore.
I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello) LO ZENER CAPOVOLTO messo durante il montaggio del dispositivo, te-
nuto conto che le mie conoscenze, in qualità
Ho ricevuto il kit della barra luminosa da voi di elettrauto, sono molto modeste.
pubblicizzato sul fascicolo di novembre dello MURRU ATTILIO
scorso anno e con esso ho già realizzato alcu- Cagliari
ne interessanti, pratiche applicazioni. Per la
precisione, debbo dire di avervi a suo tempo L'errore, è doveroso ammetterlo, è tutto no-
richiesto e di essere già in possesso di entram- stro, in particolare del disegnatore che ha com-
bi i moduli indicatori, quello monocolore, ros- posto il semplice schema apparso a pagina 652
so e quello bicolore, più costoso, rosso e verde del fascicolo da lei citato. Esso consiste nel-
e di averne apprezzato il preciso funziona- l'aver disegnato il simbolo del diodo zener DZ
mento e la semplicità d'uso. Ma ciò che mi ha in maniera capovolta. Basta quindi invertire
soprattutto meravigliato è la novità di questo l'ordine di inserimento del componente, scam-
elemento indicatore a led, che ho potuto cono- biando l'anodo con il catodo, per raggiungere
scere soltanto attraverso la vostra rivista e che il perfetto funzionamento del dispositivo. Per
mi ha permesso di modernizzare taluni aspetti la verità, il circuito così come è stato disegnato,
del mio semplice laboratorio dilettantistico. L'u- dovrebbe funzionare ugualmente, anche se in
nico inconveniente, da me riscontrato, risiede modo anomalo. Perché uno zener invertito, si
nel mancato funzionamento della barra come comporta come un normale diodo, che oppone
Inserite il tagliando in una busta e spedite a: elemento di visualizzazione in circuito di con- al passaggio della corrente, la ben nota barrie-
trollo della tensione della batteria a bordo del- ra di potenziale di 0,6 V, se di tipo al silicio e
ELETTRONICA PRATICA l'automobile. Perché in questo particolare tipo
di applicazione, tutti i dieci diodi led riman-
di 0,2 V se al germanio. Mentre nel caso di
controllo della tensione della batteria di bordo
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute ,. gono costantemente accesi e non c'è modo di dell'auto occorrono i 10 V della tensione di
Via Zuretti, 52 - MILANO. ottenere alcuna variazione utile. Ma forse si zener, che sussistono soltanto se il componen-
tratta di qualche errore circuitale da me com- te viene polarizzato inversamente.

48 49
SDOPPIATORE DI TRACCIA l'ingresso di segnale, riguarda la rampa di scan- UN LED SEGNALATENSIONI
sione. Il potenziometro R 1 regola il punto di
E' possibile aumentare le prestazioni del mio separazione sullo schermo delle due tracce. In che modo è possibile utilizzare un diodo led RI

oscilloscopio economico, di provenienza surplus, per segnalare otticamente la presenza di una


nel senso di visualizzare con metà traccia un COMPONENTI tensione, il cui valore varia, a seconda di certe
segnale e con l'altra metà un secondo segnale, condizioni esterne, fra i 5 V e i 20 V? In caso
Resistenze di risposta affermativa, si può in qualche mo-
ma senza un intervento radicale sui circuiti ori-
R1 = 1megaohm (potenz. a variaz. lin.) do mantenere costante la luminosità del compo-
ginali dello strumento? R2 = 47.000 ohm nente?
URBANO 0LAUCO R3 = 47.000 ohm
R4 =10 megaohm VERCESI FERRUCCIO
Roma Alessandria
Varie
IC1 µA741 Le consigliamo di realizzare il circuito che pub-
Provi a realizzare il progetto qui riportato, che
IC2 4053 blichiamo in questa stessa sede. Sì tratta di un
non è quello di un duplicatore di traccia, ma ALIM. 9+9Vcc generatore di corrente costante, che alimenta il
che le consentirà di osservare sullo schermo due S1a interrutt. led in modo indipendente dalla tensione di ali-
distinti segnali. L'unico collegamento. oltre al- S1b interrutt. mentazione, che può variare da 5 V a 30 ...;- 40 V.
Applicando la seguente formula approssimata


COMPONENTI
I=0,6V:R2 R1 = 10.000 ohm
R2 = 47 ohm
si stabilisce il valore della resistenza R2 che de- TR1 = BC107
termina quello della corrente che attraversa il TR2 = BC177
2 2 9 diodo led. DL = diodo led

SBARRAMENTO FOTOELETTRICO PI
..r.
AMPLIFICATORE - ABF 81 Debbo realizzare un piccolo dispositivo elet-
tronico, sensibile all'interruzione di un raggio sia
in scatola di montaggio di luce emesso da una lampadina ad incande- x7o
22z

scenza e concentrato con sistema ottico su op- ~


iRL
portuno sensore a qualche metro di distanza. 12v

L. 18.500 Ma il circuito, una volta attivato, dovrebbe


é

memorizzare l'allarme sino al ripristino ma-


nuale da parte dell'operatore.
R1

SARTORI LEOPOLDO
CARATTERISTICHE: DA UTILIZZARE: Padova
POTENZA DI PICCO: 12 W In auto con batteria a 12 V
POTENZA MUSICALE: 49 W In versione stereo
Il progetto che pubblichiamo realizza la fun-
ALIMENTAZIONE: 9Vcc- 13 Vcc- 16 Vcc Con regolazione di toni alti e bassi
zione richiesta tramite un fototransistor, quale
Con due ingressi elemento sensibile alla luce e un piccolo SCR COMPONENTI
quale elemento di controllo e memorizzazione.
Interrompendo il fascio luminoso, TR1 non R1 = 1.000 ohm
conduce corrente, consentendo l'innesco del- R2 22.000 ohm
TR1 - fototransistor (quals. tipo)
l'SCR che, a sua volta, mantiene eccitato il
' SCR = quals. tipo (piccola potenza)
relé RL. Per riportare il circuito nelle condizio- D1 = 1N4004
ni di riposo, è sufficiente interrompere l'alimen- RL = relé (12 V- 500 ohm)
'
tazione con il pulsante PI. P1 = pulsante (normai. chiuso)
50
51
DUPLICATORE DI RETE continua in gioco, le raccomandiamo massima SIRENA-GIOCATTOLO
prudenza durante l'uso del dispositivo.
È in qualche modo possibile disporre di una
tensione continua di 400 "7" 500 V derivandola COMPONENTI
All'interno di un giocattolo di mio figlio, vor-
rei inserire un piccola sirena a pila. Ma essen-
KIT PER CIRCUITI
da quella alternata di rete e senza ricorrere al-
l'uso di costosi ed ingombranti trasformatori?
Condensatori
C1 = 100F- 500 VI (elettrolitico)
do lo spazio molto ridotto dovrebbe essere di
tipo miniatura.
SAPIENZA MARIO
STAMPATI L. 16.000
BONESCHI RAFFAELE C2 = 100F- 500 VI (elettrolitico) Dotato di tutti gli elementi necessari per
Bologna C3 = 100F- 500 VI (elettrolitico) Pavia la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
Resistenze Il semplice circuito che le proponiamo di realiz- soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
Sì. È sufficiente raddrizzare e duplicare la ten- R1 = 47.000 ohm - 5 W zare monta un solo transistor quale oscillatore. sto kit contiene pure la speciale penna
sione di rete, con due diodi e tre condensato- R2 = 47.000 ohm - 5 W Il trasformatore T1 è un piccolo componente ac- riempita di Inchiostro resistente al perclo-
ri, per raggiungere lo scopo tramite il circuito cettabile per il montaggio richiestoci; infatti, si ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
Varie spensatore d'inchiostro della penna è pre-
qui pubblicato. La tensione d'uscita varia in tratta di un trasformatore per uscita in push-pull
D1 BY127 sente una valvola che garantisce una lunga
funzione della corrente prelevata ed è di circa D2 BY127
di transistor che, assieme ad R1 ed R2 funge da durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
600 V a vuoto e 400 V con un assorbimento di FUS. 0,5 A elemento di accordo. R1 potra anche essere con razione del liquido.
100 mA. Data la pericolosità della tensione S1 interrutt. globata con R2, per motivi di spazio, ma in tal
caso non si potrà variare la tonalità dei suono.

R2

RETE

- Consente un controllo visivo conti-


nuo del processo di asporto.
- Evita ogni contatto delle mani con
RIE<tn il prodotto finito.

BARRA LUMINOSA - E' sempre pronto per l'uso, anche


dopo conservazione illimitata nel
IN SCATOLA DI MONTAGGIO tempo.
Il contenuto è sufficiente per tratta-

J
re più di un migliaio di centimetri
L. 16.600 (con modulo monocolore) quadrati di superfici ramate.
L. 19.800 (con modulo bicolore)

L'applicazione alla barra di un qualsiasi segnale provoca l'accensione di uno


o più trattini di color rosso o rosso-verde. Serve per realizzare un gran nume-
ro di dispositivi di utilità immediata e continua, in casa, nel laboratorio e in
automobile. Di questi, una buona parte è illustrata e interpretata nel fascico-
COMPONENTI
lo di novembre '82 del periodico, che viene allegato gratuitamente al kit.
R1 - 50.000 ohm (trimmer)
R2 = 100 ohm
TR1 = 2N1711
AP = altoparlante (1 W)
S1 = interrutt.
T1 = trasf. 1W (primario: 500 ohm)

52 53
REGOLATORE DI VELOCIT A' Condensatori
C1 = 47.000 pF
Per i miei vecchi ferromodelli, mi servirebbe C2 = 470 F - 24 VI (elettrolitico)
un regolatore elettronico di velocità con eroga-
Resistenze
zione di tensione massima di 12 V e corrente
superiore ad 1 A. R1 1.000 ohm
R2 4.700 ohm SCR
PALAZZO GIANNINO R3 100.000 ohm (log.) ,dm. 05
N8 $2a
Genova R4 100 ohm
R5 100ohm R2
11

Molti progetti di questo tipo sono stati in pas- R6 0,22 0hm-5 W


sato presentati sulla rivista. Ad ogni modo,
per non ripeterci, ne pubblichiamo uno di nuo-
Varie
RI -1 2

Il
TP1 = 2N2646 +
vo. L'unigiunzione T R 1 oscilla e regola il diodo TR2 = BC108 220V
c2 Il Ii @
USCITA
controllato SCR. Il tutto è protetto da sovrac- SCR = di quals. tipo (media potenza)
@
Il
carichi e cortocircuiti tramite il transistor li- DL1 = di quals. tipo Il I

g[ L}
Il Il Il

mitatore TR2. Il commutatore S2 consente di D1-D2-D3-D4 = ponte di diodi (80 V- 3 A)


invertire le polarità per l'inversione di marcia. o'
T1 = trasf. (220 V - 17V-3 A) R5
R6
S1 = interrutt. i u
S2
F1
D5
= doppio deviatore
- fus. (300 mA)
-- 1N5400
W

LJ S2b

TR2

KIT PER LAMPEGGII PSICHEDELICI SALDATORE


L. 18.200 ISTANTANEO
Un nuovo sistema di funzionamento che
A PISTOLA
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.
L. 13.500
Non occorrono fili di collegamento, per-
ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una CARATTERISTICHE:
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220V
CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.
Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A Potenza: E dotato di punta di ricambio e di
80 W
istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Potenza teorica max per ogni canale: 880W
)» Potenza reale max per ogni canale: 100 : 400 W
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.
Alimentazione: 220 V rete-luce

54
FILTRO ANTIRUMBLE
O Vmassa
Dopo aver sostituito la testina piezoelettrica r r T @
12124V
con una magnetica ed aver aggiunto un circui-
Cl c3
to preamplificatore-equalizzatore, ho potuto no-
tare un netto miglioramento nella riproduzio-
ne sonora nel mio amplificatore hi-fi; ma ades-
so percepisco nettamente il « rumble » del gi-
radischi. Come posso fare per eliminarli?

'
+
2
FARINA MAURO
Treviso
ENTR.I •C6 C7
6
RI R2 c
Lei necessita di un filtro attivo, che potrà rea-
lizzare con un doppio preamplifìcatore come
quello qui presentato ed appositamente pro-
gettato per impieghi audio hi-fi. La sua collo-
cazione deve avvenire tra l'uscita del preampli-
fìcatore RIAA e l'amplificatore BF. »V ali
m.

c8 CIO

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
ENTR.2
r
6

Il volumetto è di facile e rapida consultazione


per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
-----COMPONENTI-----
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità Condensatori Resistenze
L. 5.000 di misura- I condensatori- I resistori - I diodi
- I translstor - Pratica di laboratorio.
Cl
C2
=
=
3.300 pF
3.300 pF
R1
R2
= 470.000 ohm
= 240.000 ohm
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento C3 = 3.300 pF R3 = 2,2 megaohm
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet- C4 = 10.000 pF R4 = 470.000 ohm
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere il successo es = 100.000 pF R5 = 240.000 ohm
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali. C6 == 100F -36 VI (elettrolitico) R6 = 2,2 megaohm
a due colori. C7 = 100.000 pF
C8 = 3.300 pF Varie
C9 =
3.300 pF IC1 LM387
C10 = 3.300 pF ALIM. 12+:24Vcc
C11 = 10.000 pF
C12 = 100.000 pF

56
57
TRE FORME D'ONDA grossolana con R2 e fine con R l; ed è molto
stabile. Gli impulsi, prodotti da, T R1, pilotano
Vorrei realizzare un dispositivo in grado di la commutazione di un flip-flop, alla cui uscita
fornire segnali a frequenza regolabile fra po-

1
è disponibile un'onda quadra (C) con frequen- R3
chi hertz e qualche migliaio di hertz e con tre za pari alla metà di quella dell'oscillatore. Il
. forme d'onda selezionabili: impulsiva, a den-
te di sega e quadra. Più che la stabilità del-
l'ampiezza e della frequenza dei segnali mi in-
teresserebbe la semplicità circuitale.
segnale a dente di segna ( A) è prelevabile sul-
l'emittore di TR 1. Ma faccia bene attenzione
che questo segnale è ad alta impedenza e deve
essere raccolto tramite amplificatori con eleva
+ 1.
LUZZATI DARIO
ta impedenza d'ingresso. II segnale impulsivo

,
Milano
(B) è presente sui terminali di R5 ed è a bas-
Le proponiamo un circuito che utilizza un sa impedenza. Le frequenze variano tra 5 Hz
transistor unigiunzione quale elemento oscil- e 5.000 Hz circa. Variando il valore di Cl .. l I #.a [/
latore. La frequenza è regolabile in misura questi valori cambiano. r. ,;4, e

e,
à /%t +Li
( ) use

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE a,3 ~ 2so RIO

L. 9.500
Per agevolare il compito di chi inizia
COMPONENTI
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti- Condensatori
lissimo kit, nel quale sono contenuti, C1 = 150.000 pF
oltre ad un moderno saldatore, legge- C2 = 1.000 pF
ro e maneggevole, adatto a tutte le e- C3 = 1.000 pF
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
I

................. @ 1/1/1/1/1/1 C4 = 5F- 16VI (elettrolitico)


riati componenti e materiali, non sem- Resistenze
pre reperibili in commercio, ad un f $

prezzo assolutamente eccezionale.


R1 = 5.000 ohm (lin.)
R2 = 500.000 ohm (lin.)
R3 = 1.800 ohm
R4 = 390 ohm
=
e
R5 120 ohm
Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V - 25 W) N" 1 spiralina di filo-stagno - R6 = 10.000 ohm
N° 1 scatolina di pasta saldante - N 1 poggia-saldatore_ N 2 boccole isolate R7 = 1.500 ohm
- N" 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo _ N" 1 ancoraggio - N" { basetta per R8 = 9.400 ohm
montaggi sperimentali _ N" 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.
R9
R10
R11
=
- 9.400 ohm
10.000 ohm
= 1.500 ohm

LJ
Varie
TR1 = 2N2646

© I TR2
TR3
S1
=
=
=
BC108
BC108
interrutt.

58 59
GENERATORE D'ONDE QUADRE solitamente un'uscita simmetrica. Ma con due DISSOLVENZE LUMINOSE
transistor esterni (TR 1-TR2) tale limitazione
Mi servirebbe un generatore d'onde quadre
simmetrico, con uscita di 10 V picco-picco, re-
golabile in frequenza.
viene superata. Il condensatore C determina
la costante di temporizzazione. In sostituizio-
ne di tale componente, potrà inserire un com-
Con due proiettori per diapositive, vorrei ef-
fettuare delle proiezioni con dissolvenze in-
crociate, cioè proiettare contemporaneamente,
PACCO
CASTELLI CURZIO
Pavia
Un oscillatore con integrato 555 non presenta
mutatore con vari condensatori selezionabili,
per esempio 1.000 pF - 10.000 pF . 100.000
pF - 1 F, che le consentiranno di ottenere
sullo stesso schermo, le immagini dei due
proiettori, con accensione e spegnimento alter-
nati delle lampadine, in modo che mentre una
DELL'HOBBYSTA
una vasta gamma di frequenze. rimane accesa, l'altra risulti spenta, e vice- Per tutti coloro che si sono resi conto
versa. Durante il cambio si verificherebbe una dell'inesauribile fonte di progetti con-
sovrapposizione ottica a media luminosità, di tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
suggestivo effetto scenico. Mi serve quindi un nica Pratica, abbiamo preparato que-
regolatore elettronico di luminosità per lampa- sta interessante raccolta di pubblica-
de da 24 Vca-150 W. zioni.
8
2 DEL POZZO ITALO
ICT T j •• r·""o
te Il COMPONENTI Brescia Le nove copie della rivista sono state
6 scelte fra quelle, ancora disponibili,
ai .

e = 1.000 pF+1 µF Per ottenere la dissolvenza incrociata, dovrà ma in rapido esaurimento, in cui sono
è C1 = 10.000 pF realizzare in due esemplari il progettino qui apparsi gli argomenti di maggior suc-
f2v R1 = 150.000 ohm riportato (uno per ciascuna lampada). Utile cesso della nostra produzione edito-
cr t l Il Il ìr @ R2
o
= 10.000ohm per R4 un doppio potenziometro, collegato in riale.
R3 = 68.000 ohm
R4 = 300 ohm modo che, mentre uno aumenta la resistenza,
R5
R6
= 300 ohm
= 100.000 ohm {variab.)
l'altro la diminuisce. Con R2 si regola il valo-
re minimo di luminosità, il bilanciamento e la E
IETTI9RIA METTE9MA/ METTII
I
R Il IC1 = 555 linearità delle variazioni luminose. ca:::~ ce_~:~ ce:::....
TR1 = BC1O7 m} neR -' ...r

TR2 = BC177
... - CO N~ --

ma FET • '

!"es
._

{R1
R3
C.. i

"
]DICA T ORE DI
-,. .
WUOYÉ
=..a

j i
:
CBz.

o-
i
5<

e
BILANCIAMENT O S TEREDO LUCI PSICHEDELICHE LUNCECIOLA ELETTRONICA

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE R4


a
ii; [ =
: :. . ~-·, 1-·-._
• · T l'IIIIBI

IN SCATOLA DI MONTAGGIO R2
RIVELATORE DO GAS UNA RAMPA LUMINOS A TRASMETTITORE PER O

A L. 19.500 DIAC L. 7.500


CARATTERISTICHE Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
Circuito a tre canall ciale della nostra Editrice, a tutti i
Controllo toni altl nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
Controllo toni medi teresse del dilettante, che fa rispar-
Controllo toni bassi COMPONENTI
miare denaro e conduce alla realizza- .
Carico medio per canale: 600 W
zione di apparecchiature elettroniche
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazlone: 220 V· (rete-luce)
C1 = 100.000 pF di notevole originalità ed uso corrente.
Isolamento a trasformatore R1 = 10.000 ohm
R2 = 100.000 ohm {variabile)
. R3
R4
= 470 ohm
= 50.000 + 50.000 (doppio potenz.)
LP = lampada (24 V)
Diac - Triac = quals. tipo

60 61
SONDA LOGICA minati compresi tra 0,8 V e 2 V con l'accensio- VARIABILITA' DEL GUADAGNO catare costituisce un problema relativamente
ne di entrambi i led. semplice quando nel circuito viene inserita una
Potete pubblicare lo schema di una sonda lo- Dovendo condurre alcune misure laboratoriali, rete di controreazione, come nel progetto qui
gica, in grado di determinare sia i livelli usua- vorrei normalizzare il più possibile il livello dei riportato, che dispone di un ingresso a FET,
li di «O» e «1», sia il cosiddetto « tree- COMPONENTI ossia ad impedenza elevatissima e che consen-
segnali di bassa frequenza inserendo, tra la
state », il terzo stato corrispondente ad un ter- te di selezionare il guadagno in sei valori: 0-
sorgente ad alta impedenza e lo strumento di
minale o agli ingressi TTL che non risultano R1 -= 100.000 ohm controllo, un preamplificatore con guadagno 10-20-30-40-50 dB. La banda passante si man-
polarizzati? R2 = 33.000 ohm
R3 = 1.000 ohm selezionabile. tiene al di sopra dei 200 KHz con 50 dB di
MORANDOTTI GUIDO CAFIERI ANTONIO guadagno, per superare gli 800 KHz con gua-
R4 = 47.000 ohm
Bologna R5 = 120 ohm Napoli dagni pari o inferiori ai 20 dB. L'interruttore
R6 = 120 ohm S 1 consente un ulteriore aumento dell'impe-
Accogliamo la sua richiesta e presentiamo il R7 = 3.300 ohm La regolazione del guadagno di un preamplifi- denza d'ingresso in caso di particolari misure.
progetto di una semplice sonda logica, alimen- R8 = 3.300 o hm
tabile a 5 V attraverso l'apparato da esamina- D1-D2-D3 = 3 Xx1N914
re, e tale da rilevare sia i livelli «O», com- DL1- DL2 = diodi led
presi tra O V e 0,8 V (accensione del led DL2), TR1 = BC177
TR2 = BC107
sia i livelli « 1 » compresi tra 2 V e 5 V (accen- TR3 = BC107
sione del led DLI), nonché i livelli indeter- IC1 = 7400

RJ

,sl
ii s
s
TR2,.
I
.'
:. IR3
-es

C4
I e*
L:+Ti; Id"L
SONDO do

R2
4
TR2

In scatola
di montaggio
Caratteristiche COMPONENTI R5 4.300 ohm
Tensione regolabile R6 1.200 ohm
5 ± 13 V
Corr, max. ass. R7 = 390 ohm
0,7A Condensatori 110 ohm
R8
Corr. picco 1A C1 = 10.000 pF R9 39.000 ohm
Rlpple 1mV con 0,1A d'usc. C2 = 2µF -16 VI (elettrolitico) R10 47.000 ohm
5mV con 0,6A d'usc. C3 = 200 pF - 16 VI (elettrolitico) R11 47.000 ohm
Stabilizz. a 5V d'use. 100mV C4 = 10F- 16Vl (elettrolitico) R12 10.000 ohm
C5 = 220.000 pF
C6 = 6,4F- 16 VI (elettrolitico) Varie
Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so- TR1 2N3819
vrariscaldamenti, Resistenze TR2 BC177
L. 15.800 R1 = 10 megaohm TR3 BC108
R2 = 2,2megaohm S1 = interrutt.
R3 = 6.800 ohm S2 comm. doppio (1 via - 6 posizioni)
R4 = 18.000 ohm S3 comm. (1 via - 2 posizioni)

62
63
Nuova offerta speciale!
LIMENTATORE IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
ROFESSIONALE L. 38.400
IL PACCO DEL PRINCIPIANTE e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


Una collezione di dodici fascicoli arretrati accuratamente selezionati fra quelli che hanno boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
riscosso il maggior successo nel tempo passato. dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.
ELETTRONICA
......,.
7172-. PITICA
gL"
go
CARATTERISTICHE
CBEEE
l'lt'lllllUa ■~
- LEI TRONI
PR\fl(,\
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto}: regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2 A}: regolabile fra
@ I,

5,7 e 14,5 Vcc


SPIA +_ Stabilizzazione: - 100 mV
ALIMfNTATORf STABILIZZATO rm1d 141 ·s
i ' v' Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata:
BLffllOll 1 2,2 A (entro - 100 mV)
:3ET-. PRA' Corrente di cortocircuito: 150 mA

i= .4ii
8: il kit dell'alimentatore professionale
.
L'TEATO
0TE caos -··.
,
contiene:
- n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
n, 3 Condensatori elettrolitici I I I I

--
- n. 3 Condensatori normali I I 'D --- o0o2
- n. 3 Transistor - t
- n. 1 Diodo zener +
-· n. 1 Raddrizzatore " I tt •••

y •# E
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abbonarsi, o a rinnovare l'abbonamento già scaduto, ven-
ga ascoltato da coloro che intendono difendere, spenden-
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po aver bene aperto le orecchie a quegli squilli d'allarme,
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zione della lira, regresso del reddito nazionale e che noi
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Un ascolto ecologico, ricreativo e sano.

Il ronzìo di un'ape fa pensare al passaggio di un aereo.

Il mormorio di un ruscello si trasforma nel rigurgito di un fiume


traboccante.

Ogni suono lontano viene avvicinato in misura sorprendente.

L'ascolto delle voci della natura, quali il can- scolto di una conversazione a distanza. Affidia-
to degli uccelli, il ronzìo delle api, lo stormire mo quindi al buon senso del lettore l'uso di
delle foglie o il mormorio dei ruscelli, è oggi questo microfono direzionale, anche se esso
più che giustificato, sol che si pensi in quan- può rappresentare un apparato in grado di
te parti del mondo e con quale frequenza si violare l'intimità privata e ricordiamo che le
bandiscono delle vere e proprie crociate eco- finalità, con cui viene proposto agli appassio-
logiche in difesa di tutto ciò che appartiene nati di elettronica, sono quelle già menziona-
al creato. E per esercitarlo occorre un parti- te, ossia l'ascolto di quei suoni meravigliosi
colare strumento che, all'occasione, può servi- con cui la natura ha voluto allietare la nostra
re anche per scopi professionali. Uno strumen- esistenza.
to che è composto da un microfono selettivo e
da un amplificatore e che ci è stato più volte
richiesto dai nostri lettori, per scopi dilette- CARATTERISTICHE
voli, tecnici, scientifici o pratici. Abbiamo dun-
que accolto i desideri del pubblico, con la cer- Il progetto qui presentato non è certamente
tezza che tutti sapranno fare di questo dispositi- quello di un dispositivo a carattere professio-
vo un uso corretto e legittimo, evitando l'intro- nale, che risulterebbe ben più complesso e co-
missione indiscreta in un dialogo privato o la- stoso. Anche perché esso viene realizzato con

Dalla semplicità circuitale di questo progetto non si possono


pretendere prestazioni professionali, soprattutto perché la ri-
produzione acustica non può essere esente da rumore elettri-
co. Ma la buona direzionalità del microfono e l'alta amplifi-
cazione, realizzata con integrati operazionali, possono selezio-
nare, fra molte, una sola sorgente sonora ed avvicinarla no-
tevolmente al posto di ascolto.

68
pochi componenti, sicuramente alla portata di Meccanicamente si cerca di stabilire una guida
tutti. Pertanto il lettore potrà ravvisare in sonora, che convogli il suono proveniente da
questo circuito alcuni punti deboli, primo fra una certa sorgente e da una precisa direzione e
tutti quello di un leggero soffio provocato lo concentri, tramite sistemi solitamente para-
dalla forte amplificazione dei segnali captati. bolici, su un elemento sensibile, come ad esem-
Il quale sarebbe stato eliminato soltanto con pio un microfono.
l'uso di circuiti integrati assai costosi e diff- Elettricamente si trasformano i segnali acusti-
cilmente reperibili pure nei grossi centri di ci in elettrici e li si amplifica fino a livelli ele-
vendita di componenti elettronici. Tuttavia, vatissimi.
qualora l'argomento dovesse risultare di gran-
de interesse per molti, ci ripromettiamo fin
d'ora di rievocarlo, in un prossimo futuro, SPECCHIO PARABOLICO
con un progetto maggiormente sviluppato e di
prestazioni assai superiori.
E' ovvio che, quando si vogliono ottenere ri-
sultati altamente validi nel settore della capta-
zione direzionale dei suoni, si deve ricorrere al-
SEPARAZIONE DEI SUONI
I 'uso di microfoni appositamente costruiti, do-
L'ascolto di deboli segnali acustici, pure pro- tati di elementi paraboloidi, in grado di con-
venienti da notevole distanza, è attualmente centrare i «raggi » acustici in un fuoco vir-
reso possibile dal progresso della tecnica elet- tuale nel quale viene sistemato il microfono.
tronica. Ma il maggior problema che insorge E a questo scopo l'industria ha provveduto
in tale campo è quello della separazione del alla realizzazione di tunnel acustici e di altri
suono utile da quelli, spesso più intensi, che lo elementi che non è il caso di elencare in questa
circondano. Occorre dunque realizzare un pro- sede. Perché le pretese di un dilettante riman-
cesso selettivo dei suoni con due tecniche di gono sempre contenute nei limiti della sem-
primaria importanza: una meccanica, l'altra plicità e dell'immediatezza costruttiva.
elettrica. La realizzazione di un microfono direzionale,

69
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R c7 R6
R2

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Fig. 1 - Il circuito del dispositivo rivelatore di voci e suoni lontani è dotato


di due stadi, quello separatore ICI e quello amplificatore ad alto livello 1C2.
Il microfono è di tipo piezoelettrico. Il volume sonoro in cuffia viene regolato
tramite il potenziometro R6.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R2 = 2,2 megaohm
C1 = 500.000 pF R3 = 220 ohm
C2 = 100F- 16 VI (elettrolitico) R4 = 10.000 ohm
=
C3
C4
es
C6
= 100.000 pF
=
=
100 F - 16 VI
10F-16VI
= 500.000 pF
(elettrolitico)
(elettrolitico)
R5
R6

Varie
- 10.000
2
ohm
megaohm (pot. a varlaz. log.)

C7 = 1.000 pF IC1 = A741


es = 10F- 16 VI (elettrolitico) IC2 = A741
DZ1 = diodo zener (9 V -1wW)
Resistenze S1 = interrutt.
R1 = 2,2 megaohm MICRO = piezoelettrico

di tipo dilettantistico, si ottiene cercando di ni anche alla distanza di parecchi metri, ovvia-
addomesticare, nel modo migliore possibile, mente tenendo conto della intensità della sor-
un normale microfono, così da conferirgli le gente sonora.
necessarie doti di direzionalità. E ciò è quanto Dunque, l'elemento meccanico primario è co-
proponiamo in questo articolo, invitando poi stituito da uno specchio parabolico, che può
il lettore ad accoppiare il microfono direzio- concentrare un fascio di radiazioni parallele
nale con un apparato amplificatore ad alto nel fuoco nella parabola, secondo un principio
guadagno, in grado di trasformare il microfo- abbondantemente sfruttato nelle telecomunica-
no direzionale in un apparecchio ricettivo mol- zioni, nella radioastronomia e, più semplice-
to sensibile, con la possibilità di captare suo- mente, nei fari delle autovetture.

70
ALIM.
@

CUFFIA

Fig. 2 • Plano costruttivo della sezione elettronica dell'apparato selezionatore


ed amplificatore di suoni. Il potenziometro R6 deve assolutamente essere mon-
tato direttamente sulle apposite piste del circuito stampato. I diversi numeri
riportati presso i terminali delle piste di rame del circuito trovano precisà
corrispondenza con quelli indicati nello schema teorico del dispositivo.

IL RUMORE ELETTRICO qui presentato è stato concepito per consentire


un primo approccio del principiante con la
Nel processo di amplificazione elettronica in- tecnica della rivelazione dei suoni deboli, sele-
sorge il problema del rumore intrinseco dei zionati fra altri, in ambienti naturali o artifi-
componenti che, alle alte amplificazioni, ot- ciali.
tenute con i circuiti integrati, diviene notevo-
le. E per ridurlo si debbono utilizzare compo-
nenti particolarmente selezionati e non sem- MICROFONO DIREZIONALE
pre reperibili. Ma con l'impiego di filtri sele-
zionatori di frequenza è possibile isolare con- I comuni microfoni, quelli usati nei registra-
siderevolmente il suono che si vuol ascoltare tori o negli impianti di sonorizzazione, posso-
rispetto ad altri comunque presenti. Tutto ciò no essere suddivisi in più categorie e con crite-
avviene negli apparati professionali ad alto ri diversi. La suddivisione può essere fatta te-
costo. Tuttavia, se si rinuncia a questa e ad nendo conto del principio di funzionamento
altre prestazioni professionali, è possibile rea- del componente, della sua sensibilità, della re-
lizzare un utile apparato captatore di suoni sistenza d'uscita e della sua direzionalità. Fa-
con componenti comunissimi e al prezzo di po- cendo riferimento al principio di funziona-
che migliaia di lire. Diciamo che il progetto mento del microfono, si possono ricordare i

71
+

Fig. 3 • Disegno in grandezza reale del cir-


cuito stampato necessario per la composi-
zione della sezione elettronica del disposi-
tivo.
}

seguenti tipi: microfoni piezoelettrici, magne- La direzionalità dei microfoni è tuttavia pur
todinamici, a condensatore, a nastro, eccetera. essa una caratteristica assai importante, soprat-
Quello da noi adottato nel circuito del disposi- tutto se si pensa all'utilità di questa nel ri-
tivo è di tipo piezoelettrico. durre le reazioni elettroacustiche, che si veri-
La suddivisione del microfono effettuata in ficano quando un microfono capta le onde
base alla loro sensibilità, invece, tiene conto sonore prodotte dall'altoparlante cui esso è
della tensione d'uscita generata in funzione collegato tramite l'amplificatore e noto sotto
della pressione sonora esercitata sulla parte il nome di effetto Larsen.
sensibile. Per quanto riguarda poi la resistenza I normali microfoni non sono dotati di una
d'uscita, questa può essere bassa, media, alta, buona direzionalità, perché essi captano suoni
altissima. da tutte le direzioni, anche se la maggior par-

SUONI IN ARRIVO

Fig. 4 - La parabola concentra le onde so-


nore, provenienti dalla sorgente verso cui
essa è stata orientata, nel fuoco fisico, che
costituisce il punto in cui si deve fissare
il microfono. Sullo stesso fuoco si concen-
4so« trano i suoni riflessi e quelli di provenien-
za diretta.

72
te dei suoni risultano attenuati rispetto a quel-
li provenienti dalla direzione principale. Ma i
comuni microfoni, possono essere facilmente
trasformati in microfoni direzionali e ciò è
quanto insegneremo a fare in questo articolo.
Per ora, tuttavia, occupiamoci del progetto
dell'amplificatore.

ANALISI DEL PROGETTO PARABOLA

Il circuito teorico dell'amplificatore microfoni-


co è quello riportato in figura 1. Il suo stadio
d'entrata è costituito da una capsula piezoe-
lettrica di tipo comunissimo, la quale rappre-
senta l'elemento sensore del dispositivo. Ma
questo componente, pur essendo molto sensi-
bile, presenta lo svantaggio di disporre di una
uscita ad elevata impedenza. E ciò impone
l'uso di uno stadio separatore ad alta impeden-
za, realizzato tramite l'inserimento dell'inte-
grato IC1. Lo stadio separatore è caratterizza-
to da un guadagno di tensione unitario e da
un elevato guadagno in corrente, che si tra-
duce in un elevato rapporto tra impedenza
d'ingresso e impedenza d'uscita.
Il terminale d'ingresso dell'integrato ICI, che
è di tipo A 741, cioè il piedino contrassegna-
to con il numero , rimane polarizzato a metà
della tensione di alimentazione attraverso le
resistenze R1-R2, che presentano lo stesso va- /
lore ohmmico, quello di 2,2 megaohm ciascuna.
La maggior parte dello schema elettrico del-
l'amplificatore di figura 1 appare contornata da Fig. 5 - L'asta di ottone, che sorregge il microfono,
linee tratteggiate. Ebbene, queste linee stanno deve potersi spostare con lievi movimenti, in avan-
a significare che la parte circuitale in esse com- ti e all'indietro, all'atto della messa a punto del
microfono, che deve rimanere rivolto, con la sua
presa è quella che viene interamente montata parte sensibile, verso lo specchio della parabola.
su circuito stampato.

IL SECONDO STADIO

L'uscita del primo stadio dell'amplificatore,


ossia il piedino 6 dell'integrato ICI, viene col-
legata capacitivamente, tramite il condensa- gliare le alte frequenze che superano il limite
tore C6, al secondo stadio amplificatore. Il del campo sonoro, cioè quelle frequenze, non
quale, come il primo, è rappresentato da un acustiche, che non si possono in alcun modo
integrato operazionale dello stesso tipo (IC2), udire. Il condensatore C7, inoltre, provvede
ossia un (A741. ad aumentare la stabilità dell'amplificatore.
li secondo stadio rimane collegato con una Poiché l'amplificazione del secondo stadio IC2
classica configurazione invertente, nella quale è molto elevata, è assolutamente necessario che
il potenziometro R6 funge da elemento di con- il potenziometro R6 venga applicato, in fase
troreazione e controlla il guadagno del circuito di montaggio, in prossimità dell'integrato e di-
dell'amplificatore, in pratica il livello sonoro rettamente sul circuito stampato.
in cuffia. L'uscita dell'amplificatore è adatta a pilotare
Al condensatore C7, collegato in parallelo al direttamente una cuffia a media impedenza,
potenziometro R6, è affidato il compito di ta- con valore compreso fra i 300 e i 600 ohm.

73
Fig. 6 - Un operatore sta rivolgendo la par.
te concava della parabola verso una zona
del terreno in cui si annidano degli insetti,
per ascoltarn e l'em issione sonora.

ALIMENTAZIONE In ogni caso il consumo di corrente con una


pila da 9 V è di 4:5 mA. Questo valore au-
La tensione continua di alimentazione del menta con valori di tensioni superiori giacché
circuito di figura 1 può assumere tutti i valori come abbiamo detto, viene interessato il dio-
compresi fra i 9 V e i 15 V. do zener DZ1, ma un consumo superiore ai
Per disaccoppiare l'alimentazione tra i due sta- 5 mA è da considerarsi trascurabile con le pi-
di del circuito, in pratica tra ICI e IC2, è le più grosse o con le pile collegate in paral-
stata inserita la cella composta dalla resisten- lelo.
za R3 e dai condensatori C2 e C3, la quale E' ovvio che, essendo una delle principali ca-
evita ogni eventuale insorgere di osci11azioni ed ratteristiche di questo dispositivo quella della
inneschi. trasportabilità, le pile non possono essere so-
Il diodo zener DZt assicura la stabilizzazione stituite con un normale alimentatore, a meno
de1la tensione di alimentazione dello stadio che non lo si faccia funzionare in casa, in pros-
d'ingresso, quando il valore prescelto è supe- simità di una presa di corrente.
riore ai 9 V, che rappresenta il valore.minimo
con il quale il circuito può funzionare. Questo
diodo zener quindi non lavora, se la tensione REALIZZAZIONE
di alimentazione è quel1a erogata da una co-
mune pila a 9 V, mentre entra in attività con La realizzazione pratica del progetto di figura
valori di tensioni di alimentazione superiori. 1 si esegue in due tempi. Dapprima si com-

74
pn

47 K
POT.
PRESA
CUFFIA PRESA
REGISTR.

__ ...J

Fig. 7 - Coloro che volessero servirsi dell'amplificatore per realizzare delle re-
gistrazioni magnetiche, dovranno completare il circuito originale di figura 1
inserendo, in parallelo con la presa d'uscita per cuffia, un potenziometro a
variazione logaritmica del valore di 47.000 ohm, sul cui cursore si applicherà
la presa per registratore.

pone il circuito elettronico, poi si realizza la il diodo zener DZ 1 e i condensatori elettroli-


parte meccanica, che consiste nell'appronta- tici. Di questi ultimi, sullo schema pratico di
mento della parabola. figura 2, è stata riportata una crocetta in cor-
La sezione elettronica si esegue secondo il pia- rispondenza del terminale positivo.
no costruttivo riportato in figura 2, dopo aver Il piedino 1 di ciascun integrato si trova in
composto il circuito stampato, il cui disegno corrispondenza di una piccola tacca riportata
in grandezza reale è riportato in figura • Sul sul corpo del componente, ben visibile sullo
circuito stampato trovano posto tutti i com- schema di figura 2.
ponenti elettronici, mentre rimangono all'e- La capsula microfonica dovrà essere' collegata
sterno la cuffia, l'alimentatore, l'interruttore S1 con i terminali 1 e 2 del circuito stampato per
e la capsula microfonica piezoelettrica. Sulla mezzo di cavetto schermato; più precisamen-
parte superiore della basetta rettangolare, quel- te il conduttore centrale dovrà essere connes-
la in cui si applicano i componenti, cioè sulla so con il terminale 1, mentre la calza metalli-
parte opposta a quella in cui sono presenti le ca, che costituisce il secondo conduttore verrà
piste di rame, si dovranno realizzare due pon- collegata con il terminale 2, cioè con la linea
ticelli, tramite filo di rame rigido. Questi due di massa del circuito. •
ponticelli si diramano dai due terminali estre- Il collegamento con la cuffia, invece, non ne-
mi del potenziometro R6 e raggiungono, ri- cessita di cavo schermato e va effettuato me-
spettivamente, il piedino 2 dell'integrato IC2 diante due fili conduttori flessibili con i termi-
e la pista di rame che raggiunge il piedino 6 nali 3 e 4 del circuito stampato. Il cavetto
dello stesso componente. schermato diviene obbligatorio soltanto se si
Ai principianti raccomandiamo di inserire esat- esegue una interconnessione con un amplifi-
tamente nel circuito i due integrati ICI e IC2, catore ausiliario oppure con un registratore.

75
surplus, che si possono facilmente reperire ne-
gli appositi mercati a prezzi irrisori.

LA PARABOLA

Per il nostro prototipo abbiamo utilizzato, co-


me specchio parabolico, il coperchio di una
ruota d'auto. Ma il lettore potrà risolvere
questo problema costruttivo nel modo più con-
geniale, servendosi di qualsiasi specchio para-
bolico di lamiera o di plastica, del diametro di
20 cm: 100 cm.
La capsula microfonica dovrà essere montata
sul fuoco della parabola, cioè in quel punto,
indicato dal disegno di figura 4, nel quale si
concentrano tutte le radiazioni acustiche rifles-
se dalla parabola.
Il montaggio si esegue secondo lo schema di
figura 5, applicando un'asta di ottone sul bor-
bo della parabola e, sull'estremità libera di
questa, il microfono.
L'asta di ottone deve essere leggermente fles-
sibile in modo da piegarsi docilmente in fase
di ricerca del fuoco fisico della parabola, ossia
durante la messa a punto del dispositivo. Sul-
la parte esterna si applica un'impugnatura di
legno, che serve per tenere in mano il disposi-
tivo quando si avanza in un bosco, in un pra-
to, lungo un sentiero, a caccia di suoni natu-
rali.
In figura 6 rappresentiamo un operatore mentre
sta sistemando la parabola sul terreno per
ascoltare il verso di alcuni insetti.
Una volta costruita la parabola nel modo ora
La pila o le pile di alimentazione dovranno descritto, si dovrà provvedere al posiziona-
essere collegate con i terminali e 5. Sul ter- mento esatto del microfono sul fuoco. Noi ab-
minale si collega il morsetto negativo della biamo risolto facilmente questo problema
pila, sul terminale 5 quello positivo. Per quan- aprendo un rubinetto dell'acqua e facendo in
to riguarda la cuffia, lo abbiamo già detto, modo che da esso uscissero in continuazione
questa dovrà avere un valore di impedenza delle gocce che, cadendo in un recipiente, pro-
compreso tra i 600 e i 300 ohm. Vanno quindi vocavano un preciso e ben definito « tac-tac-
bene le cuffie di tipo militare, di provenienza tac ». Poi, dopo esserci accertati che nell'am-
biente non v'erano altri rumori, abbiamo ri-
volto la parabola verso il rubinetto e con lievi
spostamenti, in avanti e all'indietro, del mi-
crofono, cioè dell'asta di ottone, abbiamo in-
dividuato quel punto in cui l'ascolto appariva
abbonatevi a: più forte. E abbiamo concluso che quello era
il fuoco fisico della parabola. Su quel punto
abbiamo bloccato la posizione dell'asta di ot-
ELETTRONICA tone di sostegno del microfono. Il quale è sta-
to applicato all'asta per mezzo di collante di
ottima qualità, ovviamente con la parte sensibile
PRATICA rivolta verso la parabola.
Ricordiamo che, qualora non fosse possibile re-
perire un paraboloide di recupero, questo po-

76
Fig. 8 - Per il com pletam ento del dispo sitivo, che consente l'ascolto dei suoni
deboli o lontani, m ancano, in questa riprodu zione fo tografica, l'interru tt ore S1
e la pi la di alim entazione. M a se si usa una pila da 9 V, si può fa re a
m eno dell' interru ttore, dato che lo spegnim ento del circuito si ott iene disin-
seren do la pila stessa dalla presa po larizzata .

trà essere acquistato direttamente presso i riven- cui cursore fa capo ad apposita presa per re-
ditori di materiali per radioamatori, dove tali gistratore. Il potenziometro regola il livello d'in-
elementi sono presenti nella misura di 80 cm gresso dei segnali nel registratore.
di diametro.

REGISTRAZIONI

Il dispositivo da noi descritto, oltre che ascolta-


abbonatevi a:
re i suoni della natura, potrà servire pure per ef-
fettuare delle registrazioni magnetiche. In tal
caso occorre applicare una variante al circuito
ELETTRONICA
elettrico di figura 1, quella riportata in figura
7, ché consiste nel collegamento in parallelo,
con là presa in cuffia, di un potenziometro da
PRATICA
47.000 ohm, di tipo a variazione logaritmica, il

77
Rubrica del principiante
elettronico

LA RADIO
DALL'ANTENNA ALLA CUFFIA
La radio, di qualunque tipo essa sia, svolge po' simile a quello dell'aria, perché, come
un'unica e ben precisa funzione: trasforma le l'aria, esse circondano ogni elemento, naturale
onde elettromagnetiche, presenti nello spazio, od artificiale, attraversando la maggior parte
in voci e suoni. E ciò avviene attraverso un di questi: le nostre persone, i muri degli edi-
insieme di elementi compresi tra l'antenna e fici, le pareti di legno o di vetro, l'acqua e il
il cosiddetto trasduttore acustico, che può suolo terrestre. Tuttavia, anche questo magico
essere la cuffia o l'altoparlante. Dunque, se
potere delle onde radio è circoscritto entro ta-
vengono a mancare le onde radio, che si pos-
sono pure denominare segnali radio, il ricevi- luni limiti, al di là dei quali esse nulla posso-
tore, cioè l'apparecchio radioricevente, non ser- no fare. E questi limiti sono, in misura più o
ve a nulla. Ma le onde radio sono presenti in meno grande, i sistemi montani, le strutture
ogni dove, nelle nostre case, per la strada, di metalliche, i giacimenti metalliferi e, in gene-
giorno e di notte e il loro comportamento è un re, tutti i corpi buoni conduttori di elettricità.

78
Riassumiamo brevemente, in queste pagine, tutto quel proces-
so radioelettrico che si svolge, in ogni circuito di apparato rice-
vente, fra lo stadio d'entrata e quello di uscita, con particolare
riferimento al tipo più semplice di ricevitore radio a diodo di
germanio, di cui proponiamo pure la costruzione a tutti i lettori
principianti.

DUE CATEGORIE DI ONDE fin dall'origine dell'universo; le onde radio


artificiali sono state prodotte dall'uomo appena
Le onde radio possono suddividersi in molte il secolo scorso. Un tipo di onde radio naturali,
classi, tenendo conto delle loro caratteristiche molto comuni e a tutti note, sono quelle prodot-
fisiche e delle possibilità di propagazione. Ma te dai fulmini e che noi avvertiamo attraverso
una prima grande differenza può essere fatta i nostri apparecchi radio sotto forma di fasti-
raggruppando tutte le onde radio in due cate- diosi rumori, volgarmente chiamati «scariche».
gorie: Le onde radio artificiali più note a tutti sono
quelle che ci permettono l'ascolto radiofonico at-
Onde radio naturali traverso l'apparecchio radio ricevente, nonché
Onde radio artificiali quelle che ci fanno vedere le immagini sullo
schermo del televisore. Ma sono pure onde ra-
Le onde radio naturali sono sempre esistite, dio artificiali quelle emesse dagli apparati radio-

VOLTMETRO

Fig. 1 - Con un millivoltmetro estremamen-


te sensibile, inserito fra l'antenna e la ter-
ra, è possibile valutare l'entità dell'energia
captata e trasformata da onde radio in ten-
sioni elettriche.

79
telegrafici senza fili, quelle inviate nello spa-
zio dai radar o quelle che permettono di pilo-
tare automaticamente i satelliti artificiali, ren-
dendoli obbedienti alla volontà dell'uomo men-
tre navigano negli spazi interplanetari.
AN T. Le onde radio artificiali, dopo essere state pro-
dotte da speciali apparecchiature, si diffondono
nello spazio con una velocità immensa, uguale
a quella con cui la luce si diffonde intorno alla
sorgente luminosa, che può essere una lampa-
dina, un faro, un corpo naturale luminoso co-
me il sole o le stelle. E questa velocità è dì
300.000 chilometri al secondo. Una velocità,
dunque, veramente grande, molto più grande
di quella del suono che è di 385 metri al secon-
do appena.
L e V
L'ANTENNA

Per captare le onde radio presenti nello spazio


ed introdurle nell'apparecchio radio, occorre
un particolare elemento, che prende il nome
di antenna e che può considerarsi la vera sta-
zione di arrivo dei segnali radio.
L'antenna può essere rappresentata da un filo
teso fra due supporti installati nella parte più
alta di un edificio, oppure da un'asta metallica
affusolata ad una estremità. Ma se è vero che
queste sono le due antenne più tradizionali, è
anche vero che esistono numerosissimi altri ti-
Flg. 2 - Inserendo, fra l'antenna e la terra, un clr. pi di antenne, comprese quelle che non si ve-
cuito composto da una bobina (L) e da un conden- dono, che sono incorporate nei ricevitori ra-
satore (C), è possibile captare un segnale radio,
quello le cui caratteristiche elettriche coincidono
dio e che prendono il nome di « ferriti ». E il
con le caratteristiche del circuito LC, che prende il merito di tutto ciò va attribuito al progresso
nome di circuito di sintonia. Il millivoltmetro V della tecnica, che è riuscita a ridurre le dimen-
segnala la presenza della tensione elettrica corri- sioni e la forma delle grandi antenne di una
spondente all'energia del segnale radio ricevuto.
quarantina d'anni fa, al punto di occultare l'an-
tenna ricevente dentro lo stesso contenitore
della più piccola radiolina oggi in commercio.
Dunque, anche se l'antenna non si vede, essa
esiste sempre e può essere rappresentata da
un corto spezzone di filo, da un elementare av-
volgimento o da un componente che prende il
nome di ferrite.
L'antenna capta i segnali ma, nello stesso tem-
po, li trasfoma in deboli tensioni elettriche e
per far ciò necessita di un collegamento a ter-
ra, come indicato in figura 1.

I
La presenza delle debolissime tensioni elettri-
che presenti sulle antenne può essere verifi-
Flg. 3 - Simboll elettrici, cata inserendo, come indicato in figura 1, uno
TERRA adottati nella composi-
zione dei progetti elettro- strumento di misura, che non può essere il co-
nici, relatlvl all'antenna e mune tester, ma un millivoltmetro estremamen-
alla terra. te sensibile. Con questo strumento si può valu-
tare l'entità dei segnali radio captati dall'an-
tenna.

80
immediato, più o meno approfondito, a secon-
da delle capacità e dell'esperienza di chi legge.
Per esempio, per indicare l'antenna e la terra,
si usano i simboli riportati in figura 3, per in-
dicare la bobina e il condensatore variabile si
Fig. 4 • Sim boli elett rici adottano i simboli di figura 4. E questi simboli
indicativi della bobina, a sono per ora quelli che ci interessano di più
destra, e del condensato-
re variabile, a sinistra. per interpretare i circuiti pubblicati in queste
pagine. Ma esaminiamo il circuito teorico, fat-
to tutto di simboli, riportato in figura 5.
Sulla presa di antenna, contrassegnata con la
dicitura ANT., si applica il conduttore pro-
i veniente dall'antenna. Quindi, attraverso que-
sta presa entrano i segnali radio, che vengono
« intrappolati » nella bobina L, accanto alla
SELETTIVITA' quale è presente il condensatore variabile CV,
che è costituito da un piccolo sistema mecca-
nico composto da un certo numero di lamelle
Tra le caratteristiche principali di un ricevi-
fisse e di lamelle mobili; un perno di comando
tore radio si possono ricordare la sensibilità e
la selettività. La prima definisce le possibilità
ricettive di una radio, ossia le capacità di ri-
cevere emittenti radiofoniche più o meno lon-
tane, più o meno potenti. La seconda stabi-
lisce fino a qual punto un apparecchio radio è
in grado, durante il funzionamento, di sepa-
rare tra loro, più o meno nettamente, i segnali ANT.
ricevuti. In pratica si dice che una radio è
molto selettiva quando, attraverso il suo alto-
parlante, si ascolta una emittente per volta,
mentre è poco selettiva quella radio in cui si
ascoltano talvolta due o più emittenti allo stes-
so tempo. E per esaltare la sensibilità e la se-
lettività di una radio esistono molti sistemi.
Per quanto riguarda la selettività, ad esempio,
si può intervenire sul circuito d'antenna, nel
modo indicato in figura 2, inserendo, tra l'an- V
tenna e terra, un circuito composto da una
bobina (L) e da un condensatore (C). Lo stru-
mento di misura, che deve essere anche in
questo caso un millivoltmetro molto sensibile,
dimostra che si è ottenuto realmente un au-
mento di energia elettromagnetica captata dal-
l'antenna e trasformata in tensione elettrica.

CIRCUITO DI SINTONIA
TERRA
Tutti i circuiti teorici sono disegnati per mez-
zo di piccoli simboli, i quali compongono un
« alfabeto » elettronico. Pertanto, ogni ricevi-
tore radio, trasmettitore, amplificatore o stru- Fig. 5 • La presenza di un condensatore variabile
mento di misura, anche complesso e volumi- CV nel circuito di sintonia consente di captare un
noso, si traduce, grazie al simbolismo, in un segnale radio per volta, a seconda della posizione
delle lamine mobili rispetto a quelle fisse. Questo
semplice disegno su un foglio di carta, dalla circuito rappresenta la prima parte di ogni ricevi-
cui lettura si deducono le caratteristiche, il tore radio.
funzionamento e la consistenza circuitale. Ov-
viamente, questo tipo di lettura è più o meno

81
A2


DG1

t ,q:
cIJ..
c2 9,/è

rO
,Flg. 6 - Circuito teorico del più
semplice tipo di ricevitore ra-
dio a diodo di germanio (DG1)
con ascolto in cuffia.

permette di far ruotare l'asse nel quale sono in- valore può essere più o meno intenso, a secon-
corporate le lamelle mobili. da della potenza del segnale ricevuto e della
Azionando il perno del condensatore variabi- distanza da cui esso proviene.
le CV, le lamelle mobili possono assumere una
determinata posizione rispetto alle lamelle fisse.
Questa posizione crea una condizione radio-e- UNA CHIAVE DI APERTURA
lettrica del condensatore variabile per la qua-
le non tutti i segnali radio presenti intorno a Da quanto detto, si può ora capire perché, ruo-
noi possono circuitare nel sistema elettrico for- tando la manopola del condensatore variabile
mato dalla bobina L e dal condensatore CV. presente in ogni apparecchio radio, è possibile
Le condizioni elettriche, create dal condensa- scegliere l'ascolto di una particolare emittente
tore variabile, permettono, principalmente, la rad io fonica.
presenza di un solo segnale radio all'ingresso Al perno del condensatore variabile, nei ricevi-
del circuito di figura 5. tori radio di tipo commerciale, è applicata una
L'insieme della bobina L e del condensatore particolare meccanica che trascina, contempo-
CV prende il nome di « circuito di sintonia ». raneamente al movimento di rotazione del perno
Esso costituisce la prima parte dell'intero cir- del condensatore, l'indice di sintonia, che scorre
cuito di ogni ricevitore radio. lungo la scala parlante del ricevitore.
Il voltmetro presente nel circuito di figura 5, Dunque, si può dire che il condensatore variabi-
a differenza di quello inserito nel circuito di le rappresenti la chiave in grado di aprire mol-
figura 2, segnala il valore della tensione rap- te porte e in grado di far entrare nel ricevito-
presentativa di un solo segnale radio, quello re radio il segnale preferito, quello della sta-
intrappolato dal circuito di sintonia. E questo zione trasmittente che si desidera ricevere.

82
IN ANTENNA

Flg. 7 . Questl sono i dla-.


grammi dei tre principali se-
gnall presenti nel vari stadi DOPO DG1
di un rlcevltore radlo: in al-
to, quello presente In anten-
na, nel circuito di sintonia
e prima del diodo di germa-
nio, al centro, quello che si
trova immediatamente dopo
il diodo DG1, in basso, Il
diagramma dl bassa frequen-.
za presente all'Ingresso del-
la cuffia. EFFETTO DI C2

RIVELAZIONE Le onde radio possono paragonarsi ad un auto-


carro in movimento carico di merce; il diodo al
In figura 6 è presentato il circuito teorico del germanio DG1 rappresenta un segnale di stop
più semplice ricevitore radio che si possa con- per l'autocarro, che lascia passare invece la
cepire, che è composto da tre stadi diversi: merce in esso contenuta. L'autocarro viene de-
quello di sintonia, che è stato esaminato e che signato con il termine di « segnali di alta fre-
è rappresentato dalla bobina L e dal conden- quenza » e la merce in esso contenuta con il
satore variabile Cl, quello di rivelazione, che termine di « segnali di bassa frequenza ».
si identifica nel diodo al germanio DG 1 e quel- Tutto ciò è interpretato analiticamente per
lo di bassa frequenza composto dal condensa- mezzo dei diagrammi riportati in figura 7. In
tore C2 e dalla cuffia. Il primo stadio, quello cui, il segnale radio completo, quello captato
di sintonia, è detto pure stadio di alta fre- dall'antenna del ricevitore radio, è disegnato
quenza. in alto; quello presente subito dopo il diodo
Il diodo al germanio DG 1 è un semicondut- al germanio DG 1, ossia il segnale rivelato, è
tore, solitamente dall'apparenza esteriore vi- raffigurato al centro e quello applicato alla
trea, che impedisce il passaggio a quella parte cuffia, per effetto del condensatore C2, rimane
delle onde radio che serve soltanto a traspor- più in basso.
tare i segnali rappresentativi delle voci e dei Si può dire che il diodo al germanio DG 1,
suoni, lasciando passare solo questi ultimi. Sì, che costituisce di per se uno stadio del ricevi-
perché le onde radio sono costituite da una tore radio, cioè lo stadio di rivelazione, separi
mescolanza di segnali: quelli che fungono sol- il circuito in esame in due parti importanti, va-
tanto da elementi trasportatori e quelli che, le a dire in due stadi.
come è stato detto, rappresentano i suoni. Lo stadio che precede il diodo al germanio

83
A1 (O} n
DG!

<
c
lJ.....
::::>
L1 c2 O

T(O 3

Fig. 8 • Circuito completo e perfezionato, rispetto a quello proposto in figura


6, del ricevitore a diodo con ascolto In cuffia. L'antenna deve essere inserita
In una delle tre boccole A1-A2-A3, scegliendo fra queste la presa che offre
li miglior rendimento nell'ascolto.

----COMPONENTI----
C1 = 400+500 pF (condens. variabile) DG1 =diodo al germanio (quals. tipo)
C2 = 5.000 pF (quals. tipo) CUFFIA =
600 + 4.000 ohm
L1 = bobina sintonia (vedi testo)

prende il nome di « stadio di alta frequenza », sduttori acustici e tra i quali i più noti sono
lo stadio che succede al diodo viene designato l'auricolare e l'altoparlante.
col nome di « stadio di bassa frequenza ». Il compito svolto da ogni trasduttore acustico
A valle del diodo DG 1 e prima della cuffia, è è quello di trasformare le correnti elettriche
presente il condensatore C2, che ha il compito di bassa frequenza in suoni. Nella cuffia, in
di mettere in fuga, nel circuito di terra, quelle particolare, le correnti di bassa frequenza, che
parti di segnali di alta frequenza che attraver- percorrono gli avvolgimenti contenuti nella
sano il diodo e sono ancora presenti nel segna- cuffia stessa, creano dei campi elettromagneti-
le rivelato. ci variabili che sollecitano una membrana me-
tallica in una serie di attrazioni· e repulsioni; il
movimento della membrana crea, a sua volta,
LA CUFFIA una serie di successive compressioni e rarefa-
zioni dell'aria che, raggiungendo il timpano
La cuffia appartiene a quella serie di componen- dell'orecchio umano, danno la sensazione del
ti radioelettrici che prendono il nome di tra- suono.

84
A2

L1
A3

\
stagnatura
TERRA di massa

Fig. 9 - Il montaggio del ricevitore a diodo deve essere realizzato in un con-


tenitore di materiale isolante. Sul perno del condensatore variabile, che fuo-
riesce dalla parte superiore del contenitore, si potrà inserire una manopola di
comando di sintonia del ricevitore. Si noti il verso di inserimento nel circuito
del diodo DG1, la cui fascetta di riferimento è rivolta verso la boccola di
presa-cuffia.

SEMPLICE RICEVITORE CIRCUITO D'ENTRATA

All'inizio del nostro secolo, quando ci si avvi- Il circuito d'entrata del ricevitore di figura 8
cinava per la prima volta al mondo della ra- si differenzia da quello di figura 6 soltanto per
dio, si realizzava l'ormai storico ricevitore a una diversa concezione costruttiva della bobi-
cristallo di galena. Quello stesso ricevitore na L1. Infatti, per il ricevitore che consiglia-
viene costruito attualmente con la medesima mo di costruire, la bobina deve essere dotata
tecnica di un tempo, ma per mezzo di compo- di alcune prese intermedie che consentono di
nenti elettronici moderni. Il vecchio cristallo realizzare un perfetto accordo tra il circuito
di galena, infatti, è stato sostituito con il diodo d'entrata del ricevitore e il tipo di antenna
al germanio; il grosso condensatore variabile adottata. La rimanente parte circuitale è iden-
ad aria è stato sostituito con un modello mi- tica in entrambi gli schemi. Ed essa è già stata
niaturizzato, con lamine isolate ad aria o a abbondantemente esaminata in precedenza.
mica. Ma il principio di funzionamento di In fase di collaudo del ricevitore, la discesa
quel ricevitore rimane sempre lo stesso. E il di antenna dovrà essere collegata, per tenta-
circuito è quello prima esaminato e riportato tivi, con una delle tre prese A 1-A2-A3, lascian-
in figura 6. Tuttavia, per rendere lievemente dola poi definitivamente collegata con quella
più sensibile quel circuito, abbiamo voluto so- presa che provoca il massimo volume sonoro
stituire la bobina L con altra dotata di alcune in cuffia. Il terminale estremo della bobina L 1,
prese intermedie, che ora descriveremo analiz- quello contrassegnato con la lettera T, deve
zando il progetto riportato in figura 8, che è essere connesso a terra, ossia con un tubo
dunque quello che consigliamo di realizzare metallico delle condutture dell'acqua, del gas
a chi vuole per la prima volta creare con le o del termosifone. Un tale collegamento può
proprie mani un vero e proprio ricevitore ra- essere fatto con qualsiasi filo conduttore, anche
dio, in grado di ricevere le emittenti locali e con quello usato per la costruzione della bo-
quelle di grande potenza. bina.

85
lindrico si praticheranno dei forellini, come
indicato in figura 9, i quali consentiranno di
irrigidire il filo, impedendo lo scioglimento
dell'avvolgimento.
Il filo di rame smaltato dovrà avere un dia-
metro di valore compreso fra i 0,4 e 0,6 mm.
Le spire compatte saranno complessivamente
100, così suddivise:

T - A3 = 45 spire
A3 - A2 = 35 spire
A2- A1 = 20 spire

Flg. 10 - Prima di effettuare le saldature a stagno Vogliamo ricordare che i terminali del filo di
sul filo di rame smaltato, occorre eliminare lo rame, prima di essere saldati a stagno, dovran-
smalto dal terminali, raschiandoli con una lametta
da barba o con un temperino. no essere raschiati con una lametta da barba
o un temperino, come illustrato in figura 10,
in modo da liberarli completamente dallo
smalto, sul quale non si verificherebbe contat-
to elettrico, per essere questo un isolante, e su
cui non sarebbe possibile realizzare le salda-
MONTAGGIO DEL RICEVITORE ture a stagno.
Il valore capacitivo del condensatore variabile
Prima di iniziare il montaggio del semplice ri- C 1 non è critico e potrà oscillare fra i 400 e
cevitore a diodi, con ascolto in cuffia, il prin- i 500 pF. Esso potrà anche essere recuperato
cipiante dovrà procurarsi tutti gli elementi da un vecchio ricevitore radio fuori uso, op-
necessari alla costruzione. La bobina L1 non pure acquistato presso i mercatini surplus.
è un componente commerciale; essa dovrà Il condensatore C2, del valore di 5.000 pF po-
quindi essere costruita avvolgendo del filo di trà essere indifferentemente di tipo ceramico,
rame smaltato su un supporto cilindrico di a carta, in polistirolo, in poliestere, ecc.
materiale isolante. Il quale avrà un diametro, Il diodo al germanio DG 1 non necessita di una
interno, di 2 cm circa e una lunghezza di 8 sigla particolare; al rivenditore basterà chie-
cm circa. Sulle due estremità del supporto ci- dere un diodo al germanio di qualsiasi tipo.

tre«a
di rame

Fig. 11.L'antenna di tipo più sem-


plice è ottenuta con trecciola di
rame nudo, quattro Isolatori e due
pali di sostegno. La discesa di an-
tenna è realizzata con lo stesso ti-
po di filo usato per l'antenna vera
e propria.

86
si effettua secondo il piano costruttivo ripor-
tato in figura 9, dentro un contenitore di ma-
I teriale isolante (legno - plastica - cartone rigi-
do).
Il perno del condensatore variabile Cl fuorie-
sce dalla parte superiore del contenitore; su
di esso si applicherà una manopola di coman-
do di sintonia per la ricerca delle emittenti ra-
diofoniche.
Sui due lati estremi più piccoli del conteni-
tore vengono applicate le boccole per l'inne-
sto degli spinotti della cuffia, da una parte, e
per quelli di terra e di antenna, dall'altra. Sul-
la boccola di terra vengono saldati a stagno due
conduttori: quello della bobina L1 e quello
Fig. 12 - Tra I sistemi di Installazione esterna del-
che raggiunge la carcassa del condensatore va-
l'antenna, questo è il meno consigliabile nei cen- riabile C 1, che si trova in contatto elettrico
tri cittadini, perché raccoglie facilmente tutti I con le lamine mobili del componente. Le la-
disturbi radioelettrici provocati da tram, auto, of- mine fisse fanno capo di solito ad un capocor-
ficine ecc., che si riflettono negativamente sulle da, sul quale si applica il conduttore che rag-
audizioni radio. In luoghi Isolati, invece, questo
tipo di antenna è da consigliarsi per la sua sem- giunge la boccola A 1 e il terminale del diodo
plicltà e la facile Installazione. al germanio che si trova dalla parte opposta a
quella in cui, sull'involucro esterno del com-
ponente, è riportato un anello di riferimento,
che è ben evidenziato nello schema di figura 9.

La cuffia, qualora non la si possieda già, deve


essere di tipo a medio-alta impedenza, di valo- ANTENNA RICEVENTE
re compreso fra i 600 e i 4.000 ohm.
Il montaggio di tutti i componenti ora citati Questo semplice ricevitore non può assoluta-
mente funzionare se sprovvisto di collegamen-
ti di antenna e di terra.
Per il collegamento di terra, lo abbiamo già
detto, va bene il rubinetto dell'acqua, un tubo
del termosifone o del gas, sui quali, prima di
avvolgere il filodi terra, si dovrà pulire ener-
gicamente la parte, fino ad evidenziare la lu-
ISOLAI.
centezza metallica, che garantisce il perfetto
contatto elettrico. La stessa pulizia, ovviamen-
ANT,
te, va praticata sul filo di terra prima di avvol-

m gerlo sull'elemento prescelto.


Per quanto riguarda l'antenna, ricordiamo che
i migliori risultati si ottengono con antenne
lunghe, montate sulla parte più alta dell'edi-
ficio in cui è installato l'apparecchio radio.
Quindi, il tipo migliore è quello riportato nel
disegno di figura 11. Tuttavia ci si può servire
anche di antenne come quella di figura 12
Fig. 13 Capita molto spesso, specialmente in città oppure di antenne interne, tese lungo le pareti
di trovarsi nell'impossibilità di installare un'anten- di una stanza, come suggerito dalla figura 13.
na esterna. In questi casi si può ricorrere all'in-
stallazione di un filo teso fra quattro isolatori, lun- Un tipo di antenna, che può dare qualche ri-
go gli angoli superiori delle pareti. Ovviamente i sultato positivo per chi non può assolutamen-
risultati saranno inferiori a quelli ottenuti con un'an- te tendere fili all'esterno, può essere rappre-
tenna di pari dimensioni, montata all'esterno, In
posizione elevata. La presa di terra può essere ot-
sentato dalla rete metallica del letto. Non può
tenuta ricorrendo alle tubature del termosifone. essere comunque usata l'antenna della televi-
sione e neppure l'antenna a stilo montata nei
ricevitori commerciali.

87
CONTROLLO
BATTERIE
Il miglior sistema per alimentare qualsiasi appa- è offerta dagli accumulatori al nichel-cadmio,
rato elettrico, radioelettrico, elettronico, è cer- che oggi vanno tanto di moda e che, in prati-
tamente quello della rete-luce. Perché con l'e- ca, sono delle pile ricaricabili di lunga durata.
nergia di rete si spende poco e non occorre sot- Ma la possibilità di poter ricaricare gli accu-
toporsi ad alcuna operazione di controllo o so- mulatori non basta, quando si vogliono salva-
stituzione di sorgenti elettriche. Ma questo si- guardare apparecchiature costose, nelle quali
stema non può essere sempre adottato. Con gli una scarica eccessiva degli accumulatori o delle
apparati elettronici portatili, ad esempio, esso pile, con conseguente fuoriuscita di sostanze
è assolutamente impossibile. chimiche, può danneggiare irreparabilmente ta
Chi deve far uso prolungato di apparati alimen- luni delicati circuiti. Occorre anche un dispo-
tati a pile, deve sottostare alla continua spesa sitivo che possa tenere sotto controllo costante
delle pile di ricambio. Eppure, allo stato attua- la funzionalità dell'alimentatore, denunciandone
le della tecnica esiste una via di mezzo, in gra- un eventuale stato di carica precario. Basta ri
do di risolvere brillantemente il problema del- cordare, infatti, che una eccessiva scarica degl
l'alimentazione dei piccoli apparati portatili per accumulatori pregiudica seriamente la possibi
la durata di alcuni anni. Questa via di mezzo ci lità di ricarica.

88
Monitor continuo per pile ed accumulatori.

Due diodi led informano l'operatore sullo stato di carica del-


l'alimentatore.

Un dispositivo valido per tutti i valori di tensione dei modelli di


batterie più reperibili in commercio.

Dunque, tenuto conto dell'interesse di proteg- del liquido e del suo eventuale ripristino. Un
gere molti apparati elettronici e di mantenere altro difetto è da attribuirsi al fatto che l'accu-
sempre vitali i costosi accumulatori, è certamen- mulatore per auto non è... capovolgibile o, co-
te giustificato il controllo continuo dello stato di munque, inclinabile al di là di una certa gra-
carica di batterie e accumulatori, tramite la dazione. Esso è tuttavia molto economico ed
connessione di un semplice circuito elettronico, è forse questa la caratteristica che fa dell'accu-
di facile realizzazione e costo molto contenuto, mulatore per auto la sorgente di energia elettri-
in grado di indicare tempestivamente l'inizio ca continua più diffusa.
della fase critica di scarica, onde consentire il Quando si hanno problemi di durata, di impos-
recupero del prezioso alimentatore. sibilità di manutenzione, di resistenza a solleci-
tazioni meccaniche, di capovolgimenti, l'accu-
mulatore per auto non serve più ed è necessa-
VANTAGGI DEGLI ACCUMULATORI rio ricorrere ad altri tipi di accumulatori, diver-
samente costruiti, anche a scapito della econo-
Quando si pensa ad un accumulatore ricarica- micità.
bile, immancabilmente viene richiamato alla Gli accumulatori al nichel-cadmio, anche se ca-
memoria il classico accumulatore per auto, cioè ratterizzati da un costo iniziale assai elevato,
quella cassettina pesante, di notevoli dimensioni sono dotati di una durata di funzionamento ele-
che tutti più o meno conoscono. vatissima che, rispettando alcune regole, può
L'accumulatore per auto risolve ottimamente il raggiungere talvolta anche il decennio. Essi pre-
problema dell'alimentazione elettrica di tutti gli sentano una buona capacità di scarica ed una
autoveicoli, perché è caratterizzato dalla possi- notevole robustezza meccanica. Non necessita-
bilità di fornire correnti elettriche anche inten- no di alcun controllo, perché essi sono ermeti-
se. I suoi difetti sono rappresentati dal peso, camente chiusi e nessun liquido può essere in-
dall'ingombro, dal controllo continuo del livello trodotto.

La funzione primaria di questo dispositivo consiste nella segna-


lazione tempestiva della diminuzione della tensione tipica di
una pila o di un accumulatore, inseriti in qualità di alimentatori
nelle più svariate apparecchiature e lettroniche, anche in quelle
1

più delicate e costose.

89
RI
AAA
1-2V

l
SI
z±1 4-9V

R4 Il
DUl

Il
DL2
,,_ i

Il e
52

9V
@
9-12V

R5
e e
BATTERIA
DA 12-16V
CONTROLLARE ' e
6 TRl TR2
DI

Fig. 1 - Schema teorico del dispositivo di controllo di una pila o di un accu-


mulatore. Il commutatore S1 consente di regolare l'entrata del circuito sul va-
lore nominale dell'elemento sotto controllo. Il potenziometro R6 consente la
regolazione fine della tensione di soglia.

COMPONENT
Resistenze Varie
R1 = 33ohm TR1 = BC108
R2 = 100 ohm TR2 = BC108
R3 = 1.000 ohm DL1 = diodo led
R4 = 2.200 ohm DL2 = diodo led
R5 = 3.300 ohm s1 = comm. multiplo (1 via • 5 posiz.)
R6 = 4.700 ohm (potenz. a variaz. lin.) s2 = interrutt.
R7 = 820 ohm D1 = diodo al silicio (1N4002)
R8 = 820 ohm
R9 = 4.700 ohm

Il pregio fondamentale di questi tipi di pile, ottiene sottoponendo la pila ad una sorgente op-
come abbiamo detto, è la possibilità di ricarica. portuna di corrente continua, senza dover ri-
Il loro uso ripetuto è garantito per lungo tempo, pristinare alcun livello di liquido, come inve-
purché la corrente di ricarica sia in ogni caso ce avviene nella manutenzione degli accumula-
mantenuta tra 1 / 10 ed 1 /20 della corrente no- tori per autovetture.
minale. A questo punto potremmo dire che le regole di
L'accumulatore al nichel-cadmio non deve mai uso e di conservazione delle pile al nichel-cad-
essere lasciato scarico. Occorre quindi provve- mio sono del tutto simili a quelle che si adotta-
dere, periodicamente, alla sua ricarica, che si no per gli accumulatori al piombo.

90
BOCCOLE
ENTRATA SI R6
DLI DL2
VERDE ROSSO

I
m

Fig. 2• Piano costruttivo del dispositivo di controllo dello stato di carica delle
batterie. Quando si accende il diodo led DL1, che deve essere di color verde,
la batteria in controllo è da ritenersi carica; quando si· accende il diodo led
DL2, di color rosso, la batteria sotto controllo è scarica o comincia a scaricarsi.

Le pile al nichel-cadmio, tuttavia, presentano e uno al nichel-cadmio, consiste in un valore


il vantaggio di non necessitare del ripristino notevolmente diverso della corrente di carica.
del! 'elettrolita. Si deve infatti tener presente che, mentre le
capacità di carica usuali degli accumulatori al
piombo variano attorno ai 32+34 A/h (am-
CORRENTE DI CARICA pere-ora), le capacità di carica degli accumu-
latori al nichel-cadmio sono solitamente molto
Una sostanziale differenza, tra il sistema di inferiori ai 100+500 mA/h (milliampere/ora).
manutenzione di un accumulatore al piombo Soltanto raramente, in occasione di applicazio-

TABELLA DI CORRISPONDENZA
I

TENS. NOMINALE VALORI DI TENSIONI DI


TIPO DI GENERATORE
PER ELEMENTO REPERIBILIT A' COMMERCIALE

PILE NORMALI 1,5V 3V-4,5V.6V-7,5V-9V-12V


BATT. NICHEL-CADMIO 1,2 V 2,4V-4,8V-9,6V- 12V- 14,4 V
BATT. PIOMBO 2,4 V 4,8V- 9,6V- 12V
BATT. DRYFT 2 V 4 V - 6 v- 12V
I
I

91
ni professionali, le capacità di carica raggiun- do al silicio D 1, la tensione sui due emittori
gono valori di qualche A/h (ampere/ora). dei due transistor TR1-TR2 rimane costante-
mente al valore di 0,6 V circa rispetto a mas-
sa, che è rappresentata dalla linea di alimen-
CONTROLLO DI CARICA tazione negativa a 9 V erogata dalla pila di
alimentazione del dispositivo.
La funzione del dispositivo, presentato e de-
scritto in queste pagine, non è quella di prov-
vedere alla ricarica degli accumulatori al ni- DIODO DL1 ACCESO
chel-cadmio, ma più semplicemente quella di
individuare tempestivamente il momento di Quando il valore della tensione presente sulla
inizio della diminuzione della tensione di ali- base del transistor TR 1 supera quello di so-
mentazione erogata non solo dagli accumula- glia di 1,2 V, il transistor entra in conduzione,
tori di qualsiasi tipo, ma anche dalle normali dato che viene superata la soglia tipica della
pile. giunzione base-emittore, che è di 0,6 V, e quel-
Dunque, esso dovrà rimanere costantemente la prima citata di + 0,6 V del diodo al sili-
collegato con l'apparecchiatura alimentata, in cio DI.
modo da denunciare chiaramente il fenomeno La conduzione del transistor TR1, oltre che
di scarica ed evitare il protrarsi ulteriore di provocare l'accensione del diodo led DLI,
tale processo, indubbiamente dannoso per le conduce all'interdizione il transistor TR2, in
pile, gli accumulatori e gli apparati elettronici quanto la giunzione base-emittore viene prati-
connessi. camente cortocircuitata. In tali condizioni,
Abbiamo accomunato degli accumulatori, nel- quindi, il diodo led DL2 si spegne.
la loro fase iniziale di scarica, e dalla tensione In definitiva, il circuito elettronico di figura
tipica di ciascun elemento, si può notare che, 1 è in grado di identificare, tramite l'accen-
press'a poco, pile ed accumulatori, mantengo- sione e lo spegnimento dei due diodi led D L1-
no quasi costante il valore della tensione, sui DL2, una soglia di ingresso di 1,2 V.
loro terminali, per tutto il tempo di scarica,
che corrisponde allo stato di batteria carica,
per diminuirlo poi rapidamente non appena PARTITORE RESISTIVO
la batteria si scarica. Con questo concetto elet-
trico si vuol ulteriormente ribadire la validità .All'entrata del circuito di figura 1, è presen-
del dispositivo che stiamo per presentare. te un partitore resistivo, che può essere ma-
nualmente pilotato tramite il commutatore
multi pio ad una posizione e cinque vie S 1 .
MONITOR PER BATTERIE Se non ci fosse questo partitore resistivo, le
possibilità del circuito di figura I sarebbero
Il progetto del monitor per batterie è quello limitate all'identificazione della sola soglia d'in-
rappresentato in figura 1. Esso può definirsi gresso di valore compreso fra 1 V e 2 V, men-
come un rivelatore di soglia a due transistor, tre le tensioni nominali delle pile e degli ac-
collegati fra loro in modo da formare un trig- cumulatori più in uso si estendono da 1,5 V
ger di Schmitt semplificato. fino ai 15 V. Ma con il partitore R1-R2-R3-R4-
Il funzionamento del circuito di figura 1 è al- R5 tutte le pile e gli accumulatori menzionati
quanto semplice. Quando la tensione presente nell'apposita tabella possono essere monitoriz-
sulla base del transistor TRI vale 0 V, questo zati.
componente si trova all'interdizione, ossia. non Per ottimizzare il punto di soglia, occorre in-
conduce corrente. Il transistor TR2 invece ri- vece intervenire sul potenziometro a variazio-
ceve corrente, sulla base, attraverso la resi- ne lineare R6, che consente la regolazione fi-
stenza R7, il diodo led DLI e la resistenza R9. ne del circuito, adattandolo al controllo di un
E questa corrente provoca la conduzione di preciso valore di tensione della batteria o del-
TR2 con la conseguente accensione del diodo l'accumulatore, collegati all'entrata del circui-
led DL2. Tale condizione elettrica del circuito to di figura 1 che, come si può vedere, è po-
di figura 1 corrisponde alla segnalazione di larizzata e non tollera quindi una inversione
batteria scarica. di inserimento dei morsetti positivi con quelli
Si noti che, per effetto della presenza del dio- negativi degli elementi sotto controllo.

92
Fig. 3 - Alcuni tipi di accum ulatori al nichel-cadm io
che possono essere ricaricati e che hanno una lun-
ga durata di autonom ia nel tem po.

I base-emittore dei due transistor TR1-TR2 rima-


ne agevolato dalla presenza di una piccola tac-
ca di riferimento ricavata sull'involucro esterno
dei componenti, come chiaramente indicato
nel piano costruttivo di figura 1.

IMPIEGO

MONTAGGIO Come abbiamo detto, in virtù della presenza del


commutatore S1, il dispositivo è in grado di
Trattandosi di un progetto alquanto semplice controllare tutte le batterie e gli accumulatori
e privo di elementi critici degni di nota, non con tensioni di valore compreso tra 1,5 V e 16
abbiamo ritenuto necessario un montaggio su V circa.
circuito stampato. Pertanto la realizzazione A seconda del valore nominale della tensione
pratica può essere effettuata secondo il piano della pila sottoposta a controllo, occorrerà se-
costruttivo di figura 2, servendosi di un con- lezionare una delle cinque diverse posizioni del
tenitore metallico e di una morsettiera, che age- commutatore multiplo S 1. Quindi si dovrà col-
vola le operazioni di cablaggio dei conduttori legare la pila o l'accumulatore da controllare
e dei terminali dei componenti. sugli appositi terminali che, nello schema pra-
Il contenitore metallico funge da condutture del- tico di figura 2, sono rappresentati da due boc-
la linea di massa del circuito, che coincide con cole-serrafilo, e che non debbono essere inver-
quella negativa della tensione erogata dalla pila titi rispetto alle polarità dell'elemento collegato.
di alimentazione a 9 V, la quale risulta fissata Ciò significa che il morsetto positivo deve esse-
al contenitore tramite una fascetta metallica. re collegato conla boccola positiva e quello ne-
Questa pila, ovviamente, essendo priva di un gativo con la boccola negativa.
controllo diretto, deve essere sempre carica e Se si suppongono carichi gli elementi sotto
quindi sostituita con una certa frequenza, se il controllo (pila o accumulatore), si dovrà rego-
dispositivo è destinato a funzionare in conti- lare lentamente il potenziometro a variazione
nuità. lineare R6, iniziando la regolazione con il
I due catodi dei due diodi led DL1-DL2 debbo- cursore tutto spostato verso massa. Questa po-
no risultare collegati con i collettori dei due sizione corrisponde al diodo led DL2 acceso.
transistor TR1-TR2. A tale scopo basterà ri- Non appena il diodo led DL2 si spegne, tramite
cordare che nei diodi led il catodo è identifica- una lenta rotazione del perno del potenziometro
bile attraverso il terminale più corto o più gros- R6, ci si fermerà e si noterà che il diodo led
so, oppure accanto ad una piccola tacca di rife- DL 1 si accende, confermando lo stato di carica
rimento. dell'elemento sotto controllo.
Anche il diodo al sicilio D 1 deve essere cor- Una lieve diminuzione della tensione, rispetto al
rettamente inserito nel circuito, ma tale opera- valore impostato, provoca lo spegnimento del
zione è facilitata dalla presenza di un anello diodo led DLl e l'accensione di DL2, indi-
situato in prossimità dell'elettrodo di catodo. cando, in tal caso, lo stato di « inizio scarica »
Il riconoscimento· degli elettrodi di collettore- della pila o dell'accumulatore controllato.

93
MUSICA
ELETTRONICA sibile per un principiante, è da considerarsi og-
Il dispositivo presentato e descritto in questo
articolo ha una duplice funzione: quella di av- gi alla portata di tutti, grazie al notevole svilup-
vicinare sempre più il lettore alla pratica con po di una tecnica moderna e al gran numero di
le tecniche digitali e quella di generare una se- circuiti logici, immessi dall'industria sul mer-
quenza di quattro note musicali, che fa ricor- cato al dettaglio, che ha provocato un abbatti-
dare il vecchio carillon, ma che può servire per mento dei costi di tali componenti, riducendoli
la composizione di un originale campanello di al livello di quelli dei più comuni transistor,
casa. diodi, diodi controllati, ecc., anche se gli in-
La realizzazione di questo apparato, che sol- tegrati digitali rimangono dei componenti note-
tanto ieri poteva apparire come impresa impos- volmente più complessi e più versatili. Da qual-

Quattro note musicali vengono emesse, in successione e con-


tinuità, finché si alimenta il circuito, chiudendo un interruttore
o premendo un pulsante. Cambiando i valori di taluni compo-
nenti, la melodia cambia a seconda dei gusti dell'operatore, che
con questo dispositivo può comporre un originale campanello
o un carillon elettronico.
!
94
propria melodia musicale, ma soltanto nella
sintesi assai breve di un ritornello melodico,
perché con solo quattro note non è possibile fa-
Si utilizzano gli integrati digitali. re di più. E ciò lo si può dedurre dall'interpreta-
zione del preciso comportamento della tecnica
Premendo un pulsante si ascolta digitale del generatore di musica, che a dire il
la melodia. vero non è cosa semplice, perché appartiene ad
una specializzazione dell'elettronica, che la mag-
gior parte dei nostri lettori non conosce. Tutta-
via non possiamo esimerci dall'esporre una bre-
ve analisi di certi elementi, anche perché tra i
lettori ci sono sempre quelli che vogliono sa-
perne di più. Coloro invece che si accontenteran-
che tempo a questa parte, quindi, si è verifica- no di montare il circuito, seguendo le relative
to un avvicinamento sempre più numeroso de- istruzioni ed il piano di cablaggio, avranno mo-
gli sperimentatori dilettanti alle tecniche digitali, do di veder funzionare egregiamente un appa-
non solo per motivi di curiosità o di interesse rato in cui viene affrontata la modernissima tec-
tecnologico, ma per una pura necessità hobby- nica dell'elettronica digitale.
stica.
L'uso degli integrati digitali non implica neces-
sariamente la realizzazione di complicate appa- ELETTRONICA DIGITALE
recchiature, perché con un numero estremamen-
te limitato di tali circuiti si possono anche co- Il funzionamento di un circuito digitale è basa-
struire semplici dispositivi che, pur non presen- to sul concetto di due stati: lo stato « 1 » e lo
tando alcun aspetto professionale, costituiscono stato « O »; questi due stati vengono anche chia-
un valido sistema di perseguimento didattico, ol- mati « si » e «no » oppure, «vero» e « falso ».
tre che un comune divertimento. Anche le tensioni elettriche, nei circuiti elettro-
nici digitali, seguono la legge ora enunciata e
possono quindi assumere due soli valori, corri-
SINTESI MELODICA spondenti ai livelli «O» e «1».
Per essere più precisi, le tensioni risultano con-
La musica elettronica, generata dal nostro pro- traddistinte da due bande di valori, nelle quali
getto, non può essere trasformata in una vera e si interpreta come « O » un valore al di sotto del-

STAB. 5V

JC1a 1c2 ICIb ALIM.


1/, 7401) (7490) 1' 7413)

+ AP

OSCILLATORE DIVISORE OSCILLATORE AMPLIE ALIME NI


OROLOGIO 4 NOTE PER AP.

Fig. 1- Lo schema a blocchi consente di interpretare con grande facilità il


funzionamento e la concezione circuitale del dispositivo generatore di una
breve melodia. La stabilizzazione della tensione di alimentazione è necessaria
per i due integrati digitali IC1 e 1C2.

95
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96
PONTICELLO

Fig. 3 . Piano costruttivo, composto su circuito stampato, del generatore me-


lodico. Sui terminali 1-3 deve essere collegato l'alimentatore, con 'interrut-
tore o pulsante S1 connesso in serie con il cavetto uscente dal morsetto
positivo. L'altoparlante va collegato invece sui terminal! 2-3.

la soglia minima di « O», mentre si interpreta CIRCUITI LOGICI


come « 1» qualsiasi valore al di sopra della
soglia minima di « 1 ». li primo circuito logico, adottato nel progetto
I circuiti digitali possono essere suddivisi, in del generatore di musica elettronica, è costitui-
base al loro comportamento, in due sottoclassi: to da un doppio NAND. Ciascun NAND possie-
quella dei circuiti combinatori e quella dei de quattro ingressi dotati della caratteristica
circuiti sequenziali. Entrambi questi circuiti ri- di Trigger di Schmitt, che rende l'entrata sensi-
sultano montati nel nostro generatore di me- bile a due livelli di tensione ben precisi, quelli
lodia. precedentemente descritti, che provocano le
Un circuito combinatorio è da considerarsi tale transizioni d'uscita del dispositivo.
quando lo stato d'uscita dipende esclusivamente, li secondo componente utilizzato è un conta-
secondo una certa legge combinatoria, dallo sta- tore decadico con codice BCD. li contatore è
to degli ingressi. costituito da una serie di flip-flop connessi
In un circuito sequenziale, invece, lo stato delle tra loro in cascata e opportunamente controrea-
uscite è subordinato non soltanto dagli even- zionati, onde raggiungere la desiderata sequenza
tuali ingressi, ma anche da un segnale di tem- di conteggio. II flip-flop è un dispositivo logico
porizzazione più comunemente conosciuto sot- che esplica le funzioni di memorizzatore.
to il nome di « clock ». Esistono vari tipi di flip-flop, che si differenzia-

Fig. 2 . Il progetto del generatore melodico può essere idealmente suddiviso


in tre sezioni: quella logica (IC1-tC2}, quella di potenza (IC3} e quella di
alimentazione. Il trimmer R7 regola il volume sonoro in altoparlante. Attri-
buendo a C1 e ad R1 valori diversi da quelli prescritti, cambia il ritmo della
musica. Per cambiare le note invece occorre sostituire i valori di R2-R3-RA-R5
e di C3-C4-C5-C6 con altri, diversi da quelli elencatl.

97
no fra loro per il comportamento in relazione
ai segnali d'ingresso. Ogni flip-flop è comunque

IL PACCO dotato di un segnale di clock, le cui transizioni


dal livello O al livello I, o viceversa a seconda
dei modelli, provocano un aggiornamento della

DEL'HOBBYSTA memorizzazione dell'uscita. Per esempio, nel


flip-flop tipo Trigger, ogni transizione del clock
provoca un cambiamento dello stato d'uscita:
uno O diviene 1 ed un I diviene O.
Per tutti coloro che si sono resi conto Nella decade di conteggio da noi utilizzata sono
dell'inesauribile fonte di progetti con- contenuti quattro flip-flop, opportunamente col-
enuti nel fascicoli arretrati di Elettro- legati, cùi corrispondono altrettante uscite deno-
nica Pratica, abbiamo preparato que- minate A-B-C-D.
ta interessante raccolta di pubblica- Le condizioni assunte dalle uscite, in funzione
zloni. degli impulsi di clock, sono riportate nell'appo-
sita tabella.
Le nove copie della rivista sono state
scelte fra quelle, ancora disponibili,
ma in rapido esaurimento, in cui sono LO SCHEMA A BLOCCHI
apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito- Per aiutare il lettore a chiarire il comportamen-
riale. to del circuito del generatore di musica elettro-
nica abbiamo riportato in figura I lo schema a
blocchi del dispositivo, nel quale si possono in-
dividuare le diverse funzioni dei componenti ora
analizzati.
li primo circuito integrato ICI è stato utilizzato
per realizzare degli oscillatori di bassa frequen-
za. Il secondo integrato IC2 serve per contare
gli impulsi di clock prodotti dalla prima sezione
di IC 1, che nello schema di figura l è indicato
con la sigla ICla. Inoltre, IC2 controlla, tra-
mite le sue quattro uscite, quattro differenti no-
te prodotte dal secondo oscillatore ICI b, realiz-
zato sfruttando le proprietà del Trigger di
Schmitt.
La sezione digitale è seguita dall'amplificatore
di bassa frequenza e di potenza, rappresentato
dall'integrato IC3, che eleva considerevolmente
il livello del segnale generato e Io rende ripro-
ducibile attraverso un altoparlante a bassa im-
L. 7.500 pedenza.
L'ultimo stadio è quello dell'alimentatore, rap-
Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe- presentato da una pila a 9 V che serve ad ali-
ciale della nostra Editrice, a tutti i mentare direttamente l'integrato amplificatore
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in- di bassa frequenza IC3, e indirettamente, dopo
teresse del dilettante, che fa rispar- opportuna riduzione, gli altri due integrati ICI
miare denaro e conduce alla realizza- e IC2.
zione di apparecchiature elettroniche
di notevole originalità ed uso corrente.
ANALISI DEL PROGETTO

Richiedeteci subito IL PACCO DELL'HOBBY- La prima sezione del progetto del generatore
STA inviandoei l'importo anticipato di L 7.500 di musica, riportata sulla sinistra dello sche-
a mezzo vaglia, assegno o c.c.p. N. 916205 ma teorico di figura 2, è quella logica; in essa
e indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA -
20125 MILANO - Va Zurei, 52. risultano inseriti due circuiti integrati: ICI e
1C2. La seconda sezione, riportata sull'estre-

98
Fig. 4 - Diseg no in grandez-
za reale, cioè In scala 1 / 1,
del circuito stampato, che il
lettore dovrà comporre su
una basetta di materiale iso-
lante, di forma rettangola-
re, nelle dimensioni di 10 x 7
cm.

ma destra di figura I, è quella di potenza, che golabile, così come avviene per il ritmo. Le
risulta pilotata dall'integrato IC3. variazioni di frequenza si ottengono variando
La prima sezione del primo circuito integrato di valore il gruppo resistivo-capacitivo asso-
lC!a viene utilizzata come generatore di clock. ciato all'ingresso del Trigger di Schmitt. Per
Essa funge da oscillatore libero, in grado di esprimerci più praticamente, basta cambiare
determinare la cadenza, cioè il ritmo delle no- i valori dei condensatori elettrolitici C3-C4-C5-
te musicali generate; potremmo anche chia- C6 e delle resistenze R2-R3-RA4-R5 per far cam-
marla « oscillatore pilota di ritmo». Gli im- biare la frequenza, cioè le note musicali ripro-
pulsi prodotti da questo oscillatore, disponibili dotte da Il 'altoparlante.
sul terminale 8 di ICI a, vengono inviati al ter-
minale contrassegnato con il numero I della
decade di conteggio IC2. li segnale è del tipo SEZIONE DI POTENZA
ad onda quadra ed incrementa il conteggio
della decade. Il segnale musicale miscelato, generato dalla
sezione logica, ossia dalla parte del circuito
che si trova a sinistra dello schema di figura 1,
QUATTRO USCITE viene prelevato dall'uscita, contrassegnata con

Sull'integrato IC2 si possono individuare quat-


tro uscite, rappresentate dai terminali 8-9-11-
12. Queste uscite rimangono collegate con una Corrispondenze impulsi-uscite
rete resistivo-capacitiva di oscillazione della
seconda sezione dell'oscillatore pilota di ritmo, Uscite
Impulso
indicata con la sigla I Cl b. Esse controllano,
attraverso dei diodi la carica-scarica di quat- D e B A
tro condensatori elettrolitici (C3+ C4 + CS +
C6). In pratica, quando l'uscita si trova allo '
O logico, il relativo condensatore rimane libero o o o o o
e controlla l'oscillazione dell'integrato ICI b. 1 o o o 1
Quando invece l'uscita si trova a 1, anche il 2 o o 1 o I
rispettivo ingresso di Trigger di Schimtt ri- 3 o o 1 1
mane costantemente a I. Quindi, mano a mano 4 o 1 o o
che l'oscillatore pilota di ritmo provvede alla 5 o 1 o 1
commutazione delle uscite della decade di con- 6 o 1 I 1 o
teggio, uno o più miscelatori vengono abilitati 7 o 1 1 1
al funzionamento. E questi ultimi, miscelan- 8 1 o o o
dosi fra loro, forniscono la melodia. 9 1 o I o 1
La frequenza degli oscillatori è ovviamente re- '

99
il numero 6, dell'integrato ICIb. Esso viene in-
viato al potenziometro R7, che permette di re-
KIT PER CIRCUITI golare il volume sonoro in altoparlante.
I I segnale prelevato dal cursore del potenzio-
metro R7, che in pratica è rappresentato da un
STAMPATI L. 16.000 trimmer potenziometrico dotato di perno di re-
golazione, viene inviato, tramite il condensa-
Dotato di tutti gli elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su tore C7, all'amplificatore di potenza, vale a
vetronlte o bachelite, con risultati tall da dire al circuito integrato amplificatore di bas-
soddisfare anche i tecnici più esigenti, que- sa frequenza IC3, che è di tipo LM380.
sto kit contiene pure la speciale penna Questa soluzione è stata scelta per la sem-
riempita di Inchiostro resistente al perclo- plicità e la sicurezza del funzionamento del
ruro e munita di punta di riserva. Sul di- dispositivo. Ad ogni modo, l'integrato IC3, po-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
trà comunque essere sostituito con altro ampli-
sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo- ficatore di bassa frequenza, alimentabile con
razione del liquido. la tensione continua erogata da una pila a 9
V, con la certezza di ottenere analoghi risultati.
L'impedenza dell'altoparlante non deve esse-
re inferiore agli 8 ohm.

ALIMENTAZIONE

Poiché nel generatore di musica vengono uti-


lizzati circuiti integrati della serie TTL, l'ali-
mentazione deve essere di tipo stabilizzato e
ben filtrata con valori compresi tra 4,75 V e
5,25 V. Poiché soltanto in questo modo ven-
gono garantite le massime prestazioni degli in-
tegrati. Ciò non è invece necessario per l'am-
plificatore di potenza, che risulta direttamente
Consente un controllo visivo conti- alimentato con la tensione di 9 V erogata da
nuo del processo di asporto. una comune pila da 9 V o da due pile da 4,5 V
Evita ogni contatto delle mani con ciascuna collegate in serie tra di loro.
il prodotto finito. La riduzione della tensione necessaria per ali-
mentare gli integrati TTL è ottenuta tramite
E' sempre pronto per t'uso, anche
la resistenza R6 e il diodo zener DZ1.
dopo conservazione illimitata net
tempo. L'interruttore S 1 chiude il circuito di alimenta-
zione e provoca quindi l'emissione sonora in
Il contenuto è sufficiente per tratta- altoparlante. Pertanto, questo elemento po-
re più di un migliaio di centimetri trebbe essere sostituito con un pulsante, dato
quadrati di superfici ramate. che la funzione rimane la stessa. In tal caso,
finché viene premuto il pulsante, attraverso
l'altoparlante AP si ascolta musica, ossia la
ripetizione continuata delle quattro diverse
note musicali. Appena si abbandona il pulsan-
te, la musica cessa e per riprodurla occorre ri-
premere il pulsante oppure richiudere l'inter-
ruttore S 1.

COSTRUZIONE

Il dispositivo riproduttore di note musicali si


realizza con pochi componenti passivi e con i
tre circuiti integrati più volte menzionati nel
corso dell'articolo. Ma la prima operazione da

100
eseguire è certamente quella della costruzione Ai lettori principianti raccomandiamo di inse-
del circuito stampato, il cui disegno in gran- rire esattamente nel circuito i condensatori
dezza reale è riportato in figura 4. elettrolitici, che sono componenti polarizzati,
Sul circuito stampato si montano tutti i com- ossia dotati di terminale positivo e terminale
ponenti nel modo indicato nel piano costrutti- negativo. Nello schema pratico di figura 3, in
vo di figura 3. Quindi rimangono fuori da corrispondenza di questi condensatori, è stata
questo schema l'altoparlante, l'interruttore S1 disegnata una crocetta.
e la pila di alimentazione. Più precisamente, La stessa raccomandazione si estende pure al
l'interruttore va montato in serie con il con- diodo zener DZ 1, il cui catodo è contrassegna-
duttore che raggiunge il morsetto positivo del- to da una fascetta di riferimento, riportata sul
la pila, da una parte, e il punto contrassegna- corpo del componente. E ciò vale pure per i
to con il numero 1 nel circuito stampato, dal- quattro diodi al silicio D1-D2-D3-D4, nei qua-
l'altra. Il morsetto negativo della pila va col- li la fascetta sta ad indicare la posizione del
legato con il punto 3 del circuito stampato. catodo, cioè dell'elettrodo collegato con i ter-
L'altoparlante, invece, va collegato fra i punti minali 1-2-4-5 della sezione integrata IClb.
2e 3 dello stampato. Prima di inserire i tre circuiti integrati nei ri-
Per non danneggiare gli integrati, durante il spettivi zoccoli, si dovrà individuare su que-
procedimento di saldature a stagno dei com- sti il terminale 1, che è quello che si trova
ponenti, consigliamo di montare degli oppor- dalla parte in cui è visibile una piccola tacca
tuni zoccoletti, che evitano le saldature dirette di riferimento (dischetto), del resto ben evi-
sui piedini di tali componenti. denziata nello schema di figura 3.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
rlormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti. argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori - I resistori - I diodi
L. 5.000 - I translstor - Pratica di laboratorio.
Vene inoltre esposta un'ampia analisl del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

101
Rivelatore di umidità.

Segnalatore di pioggia.

Indicatore di temperatura.

SONDA
DIFFERENZIALE
Questo dispositivo serve per determinare la con- FUNZIONAMENTO
ducibilità, più o meno attiva, di molti elementi
solidi, liquidi e fluidi. Ma il suo impiego più Il progetto riportato in figura 1 si identifica
naturale si esercita maggiormente in agricoltu- principalmente con quello di un amplificatore
ra e nel giardinaggio, potendosi definire come differenziale, in grado di visualizzare, attra-
un vero e proprio rivelatore di umidità o, il che verso due diodi led, se la resistenza elettrica,
è lo stesso, di siccità. compresa fra due elettrodi-sonda, rimane en-
La misura dell'umidità è rapportata a quella del- tro limiti prefissati, oppure risulta inferiore
la conducibilità di un elemento sotto controllo, o superiore a questi. Tuttavia, dai livelli di re-
come ad esempio una porzione di giardino, un sistenza è facile risalire al rilevamento dei
pezzo di prato o, molto più semplicemente, livelli di tensione per mezzo di semplici modi-
un vaso di fiori. fiche. Basterà infatti realizzare una sonda logi-
Due puntali metallici, affondati nella terra, me- ca, con livello di soglia regolabile, in grado di
glio se in prossimità di una pianta, controllano rilevare anche valori indeterminati, come ad
la resistenza elettrica del terreno che, indi- esempio quelli degli ingressi sconnessi.
pendentemente dal contenuto di sali di que-
sto, varia sempre in proporzione con la quan-
tità d'acqua assorbita od evaporata. ESAME DEL CIRCUITO
Rivelare una zona di terreno secca, dunque
significa stabilire al di sopra di quale valore La denominazione di amplificatore differenzia-
resistivo l'apparato deve essere in grado di for- le, attribuita allo schema di figura 1, deriva
nire un qualsiasi segnale d'allarme, da interpre- dal fatto che il segnale d'uscita risulta propor-
tarsi come una richiesta d'acqua da parte della zionale alla differenza dei segnali applicati ai
flora tenuta sotto controllo. E il progetto pub- due ingressi.
blicato in queste pagine risponde perfettamente Il progetto utilizza due transistor (TR1-TR2)
ai requisiti esposti, ed è inoltre di facile realiz- di tipo NPN, uguali e selezionati, con le stesse
zazione e molto economico, costituendo senza caratteristiche. Questi due elementi sono cir-
dubbio un grande beneficio per il mondo vege- cuitalmente accoppiati tra loro attraverso una
tale, con la possibilità di estensione del suo comune resistenza di emittore (R3), alla quale
impiego in molti altri settori. spetta il merito della reazione. Uno dei due

102
Con questo dispositivo l'elettronica si accoppia felicemente e
principalmente alla botanica, offrendo all'agricoltore, al giardi-
niere, al fioraio e al'l'a massaia la più precisa collaborazione
possibile sullo stato di umidità o siccità del terreno o della terra
contenuta nei vasi in cui si conservano o coltivano piante e fiori.

ingressi, quello relativo al transistor TR2, ri- analitica, diamo per scontato tale asserto, ag-
mane polarizzato ad un valore di riferimento giungendo che, quando la differenza delle due
attraverso un partitore resistivo, in cui il po- tensioni, presenti sui due collettori dei due
tenziometro R6 funge da elemento di con- transistor TR1-TR2, supera il valore di 1,5 V
trollo. circa, corrispondente al valore di soglia di con-
Il secondo ingresso fa capo al segnale d'entrata duzione dei due diodi led, uno di questi si
controllato dal valore resistivo della sonda. La accende. In particolare, se la tensione presente
tensione presente sulla base del transistor TR 1, sulla base del transistor TR 1 supera quella
dunque, segue le variazioni della resistenza d'in- presente sulla base di TR2, si accende il diodo
gresso. led DL2. In caso contrario si accende il diodo
Quando il valore della tensione diviene esat- led DL1.
tamente uguale a quello presente sul cursore
del potenziometro R6, si raggiunge una condi-
zione di equilibrio per la quale anche le ten- TENSIONE DI RIFERIMENTO
sioni presenti sui collettori dei due transistor
divengono uguali, ovviamente supponendo che Regolando il potenziometro R6, è possibile
TR 1 e TR2 siano perfettamente uguali e sele- variare la tensione di riferimento sulla base
zionati. E in queste condizioni nessuno dei due del transistor TR2 e, di conseguenza, il valore
diodi DL1-DL2 viene interessato dal flusso di della resistenza d'ingresso che determina l'ac-
corrente e quindi entrambi rimangono spenti. censione di uno dei due diodi led. In modo
analogo, nel caso di applicazioni diverse da
quella primaria di indicatore di umidità del
ACCENSIONE DEI LED progetto, si potrà pure variare il valore del la
resistenza R 1, per ottenere una diversa sensi-
Quando per effetto di una maggiore resistenza bilità. Per esempio, se si aumenta il valore di
della sonda, la tensione d'ingresso tende ad R1, I 'intero circuito diviene maggiormente sen-
aumentare, il transistor TRI aumenta la pro- sibile ai valori resistivi elevati, mentre se lo
pria conduzione, ossia aumenta la corrente di si diminuisce, il circuito di figura 1 si. .. indu-
collettore-emittore. E questa corrente provoca risce, divenendo sensibile ai valori resistivi
un aumento della tensione sui terminali della bassi. Naturalmente si fa riferimento ai valori
resistenza di emittore R3 che, di conseguenza, resistivi della sostanza interposta fra gli elet-
fa diminuire la tensione di base-emittore nel trodi della sonda, che può essere più o meno
transistor TR2, abbassandone la conduttività. conduttiva, a seconda della natura di essa e
L'effetto prodotto da un transistor, dunque, si delle condizioni fisiche in cui si trova.
riflette in misura opposta sull'altro transistor.
Si potrebbe ora dimostrare che i segnali pre-
senti sui due collettori dei due transistor TR l - MONTAGGIO
TR2 si trovano in opposizione di fase tra loro,
uguali in ampiezza e proporzionali alla diffe- Il montaggio del dispositivo si effettua seguen-
renza tra i due segnali presenti sulle due do il piano costruttivo riportato in figura 2,
basi. Tuttavia, senza entrare in una questione dopo aver ovviamente composto il circuito

103
r---- ----------- -1
I 4

I Il R2< R
I
I

I
I
•Il
Il
lk=
</ Il ~RS
I 51

DL2
i l
R6 I è
9:13V
e eIl Il I @
ENTR r us
... ., ,TR2
SONDA
ìf I $
R3
I
Il L
3
T
I
---------------
Fig. 1 - Circuito elettrico della sonda differenziale. Le linee trattegglate rac-
chiudono quella parte del progetto che deve essere composta totalmente su
circuito stampato. I due diodi led DL1-DL2 sono di colore diverso, uno è ros-
ro, l'altro è verde. Essi possono essere scambiati tra loro, destinando li rosso
ad una situazione di allarme e quello verde ad uno stato di normalità.

COMPONENTI
Resistenze Varie
R1 = 6.800 ohm TR1 = BC107
R2 = 470ohm TR2 = BC107
R3 = 330ohm DL1 = diodo led
R4 = 470ohm DL2 = diodo led
R5 = 2200 ohm S1 = lnterrutt.
R6 = 4.700 ohm (trimmer) ALIM. = 9+ 13 Vcc

stampato, il cui disegno in grandezza reale è Il circuito della sezione elettronica, cioè quel-
riportato in figura 3. lo realizzato sulla basetta rettangolare, potrà
Il circuito stampato si esegue su una basetta essere inserito in un contenitore metallico o di
di materiale isolante, di forma rettangolare, plastica, indifferentemente. Servendosi di un
delle dimensioni di 7,5 cm x 5,5 cm. contenitore metallico, questo fungerà pure da

104
Fig. 2 • Piano costruttivo della sonda differenziale. Il circuito stampato, sul
quale è composta la parte elettronica del dispositivo, rimane inserito in un
contenitore, che può essere indifferentemente di metallo o di materiale Iso-
lante. Sulla boccola d'entrata si Innesta uno spinotto bipolare collegato con
una sonda via cavo.

elemento conduttore unico della linea di massa trata della sonda rimanga in contatto con il
del circuito elettrico, che coincide con quella contenitore metallico e con la linea della ten-
dell'alimentazione negativa. Infatti, osservan- sione di alimentazione negativa, in corrispon-
do lo schema pratico di figura 2, si può notare denza della quale è stata riportata la lettera
come uno dei due terminali della boccola d'en- « m ».

1 o-a
l
_/ 3

1
Flg. 3 • Disegno in grandezza
reale del circuito stampato ne-
cessario per comporre la sezio- 4
ne elettronica della sonda dif-
ferenzlale. o O o n]

105
IMPUGNA TURA
PUNTALI

Fig. 4 • Questo tipo di sonda


può considerarsi la più adatta
CAVO e, al rilevamento dello stato di

E=
SPINA
umidità o di siccità di una zo-
na di terreno. L'impugnatura de-
ve essere di materiale isolante.


tra essere ricavata da due pile da 4,5 V ciascu-
na, collegate in serie tra di loro, in modo da ero-
gare la tensione di valore complessivo di 9 V.
a Tuttavia, si potrà anche ricorrere ad un comu-
a'.
#] Lyyyyyy Jr 3 ne alimentatore da rete-luce, in grado di ero-
gare una tensione continua di valore compre-
so entro i limiti già citati.
"ecuro STAMPATO

DIODI LED
Fig. 5 - Volendo destinare il dispositivo alla fun- I diodi led DL1-DL2, emettitori di luce, sono
zione di rivelatore di pioggia, conviene realizzare
questo tipo di sonda, da esporre all'aperto, in zone componenti optoelettronici, ossia delle piccole
lontane da ostacoli naturali o artificiali. li circuito lampadine allo stato solido, le cui caratteristi-
stampato a pettine garantisce il cambiamento di che sono ben note ai nostri lettori o, almeno,
resistenza elettrica della sonda anche in presenza alla maggioranza di essi. Ai principianti invece
di poche gocce d'acqua.
ricordiamo che la principale proprietà di que-
sti elementi consiste nella loro durata, prati-
camente infinita, che ne permette l'uso in ap-
parati segnalatori con la garanzia della più
assoluta affidabilità. Inoltre, a differenza delle
comuni lampadine a filamento, i diodi led sono

Ai lettori principianti raccomandiamo di fare


bene attenzione al senso esatto di inserimento
dei due transistor TR1-TR2 nel circuito stam-
pato. Ma per non commettere errori, basterà
far riferimento alla piccola tacca metallica
sporgente da quella parte de\1 'involucro ester-
A K
no del componente che si trova in prossimità
dell'elettrodo di emittore.
Le cinque resistenze che concorrono alla com-
posizione del circuito sono tutte a bassa poten-
za, dato che le correnti elettriche che le attra-
versano sono di piccola intensità. In ogni ca-
so non conviene in alcun modo superare il Fig. 6 - Simbolo elettrico del diodo led adottato
nella composizione dei progetti elettronici. Le frec-
quarto di watt. ce stanno ad indicare l'emissione luminosa del com-
L'alimentazione è in continua e, come indica- ponente optoelettronico.
to nello schema elettrico di figura I, deve avere
un valore compreso tra i 9 V e i 13 V. Essa po-

106
LA SONDA

NE SSUN
LUCE
Sulla boccola d'entrata del circuito di figura 2
deve essere innestato uno spinotto bipolare col-
legato al cavo proveniente dalla sonda. Non di-
sponendo di una boccola e di uno spinotto bi-
NON CIRCOLA
CIRCOLA
CORRENTE
CORRENTE polare, si potranno usare due normali boccole
e, ovviamente due spinotti.
La costruzione della sonda, in ogni caso dovrà
effettuarsi in relazione con l'uso che si inten-
de fare del dispositivo. Per esempio, destinan-
dolo alla valutazione del grado di umidità di
Fig. 7 - Soltanto nel caso in cui il diodo led ven- un terreno o del livello di un liquido, baste-
ga polarizzato direttamente, esso funziona emetten- ranno due puntali metallici, fissati ad un ma-
do luce. li morsetto positivo della pila deve essere nico di legno, come indicato in figura 4. In
collegato con l'anodo del componente, quello nega-
tivo con il catodo. L'inversione di polarità della pratica, i due puntali dovranno essere confic-
pila (schema a destra) non permette alcun flusso cati nel terreno o immersi nella sostanza li-
di corrente attraverso il led, il quale rimane spento. quida, la quale, a seconda del livello raggiunto,
I due circuiti qui presentati assumono un valore provocherà l'accensione di uno o dell'altro
esclusivamente teorico, perché in pratica non è
possibile far attraversare il led dalla corrente sen- diodo led. Perché la resistenza fra i due pun-
za una opportuna resistenza di controllo. tali metallici dipende sia dalla natura che dal
livello del liquido, cioè dalla quantità di liqui-
do che coinvolge i puntali. La stessa cosa vale
per la misura dell'umidità del terreno, nel quale
i due puntali debbono essere conficcati e suc-
componenti freddi, per cui è possibile inserirli cessivamente si deve tarare il circuito tramite
in punti delicati, là dove il calore potrebbe il trimmer R6 che, come abbiamo detto, rego-
compromettere il buon funzionamento di una la la sensibilità dello strumento.
apparecchiatura elettronica. Essi consumano Il nostro apparato potrà anche essere destinato
poca energia, rispetto alla luce emessa, sono al rilevamento della presenza di pioggia. A
di piccolissime dimensioni ed infrangibili. A tale scopo converrà realizzare una sonda del
seconda del materiale usato per la loro costru- tipo di quella riportata in figura 5, cioè un
zione, possono emettere luce rossa o verde. circuito stampato a doppio pettine. Le prime
Ma per condurre la corrente elettrica, cioè per gocce di pioggia si debbono inserire fra le piste
potersi accendere e quindi emettere luce visi- del circuito stampato, per diminuire la resisten-
bile, i diodi led debbono essere polarizzati di-
rettamente e quindi inseriti in un modo ben za elettrica e provocare l'accensione di uno dei
preciso nei circuiti di utilizzazione. Perché la due diodi led. Ma anche in questo caso, dopo
bassa tensione inversa, sopportabile da questi aver esposto all'aperto la sonda, si dovrà prov-
tipi di componenti, potrebbe condurre, in caso vedere alla taratura del circuito, per sensibi-
di errato inserimento, alla distruzione del diodo lizzarlo a tale tipo di rilevamento.
stesso. Il dispositivo potrà anche essere destinato al
Ogni diodo led è dotato di anodo e di catodo controllo della temperatura, purché in sosti-
ed il loro simbolo elettrico è quello riportato tuzione della sonda si applichi, all'entrata del
in figura 6. Se la tensione positiva è applicata circuito, un termistore.
all'anodo e quella negativa al catodo, il diodo Un'ulteriore applicazione pratica della sonda
led si accende, come indicato nello schema differenziale può essere quella del controllo di
a sinistra di figura 7; viceversa, se la tensione presenza di un segnale in tensione proveniente
positiva è applicata al catodo e quella negativa da un qualsiasi apparato elettrico od elettronico.
all'anodo, il diodo led rimane spento (schema Per questa destinazione della sonda occorrerà,
a destra di figura 7). eventualmente, eliminare la resistenza R1, op-
Per distinguere in pratica il catodo dall'anodo, pure sostituirla con valori diversi da quello
le varie case costruttrici ricorrono ad alcuni si- prescritto.
stemi. Per esempio, a volte, è presente una La taratura del circuito va fatta, in ogni caso,
tacca di riferimento in prossimità del catodo, tramite il trimmer R6; essa muta per ogni tipo
altre volte il terminale di catodo è quello più di applicazione del dispositivo e a seconda della
corto o più ingrossato rispetto a quello di ano- lunghezza del cavo che congiunge la boccola
do. d'ingresso con la sonda.

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rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po-
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e, ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pubblici-
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111
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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica "Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

--- o
, - -

------ ---- ---- , ___

a -- -·- '---- - - -------

-
-- .

--

Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a:


I
ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti- Permute •
Via Zuretti, 52 - MILANO.

112
LA PUSIA DEL LETTIERE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

TERMORESISTENZA PT100 preoccupiamo sempre di informare i nostri let-


tori, soprattutto per motivi economici, perché
Trovandomi in possesso di tutti i componenti sappiano che la maggior parte dei dilettanti con-
necessari per realizzare l'indicatore di tempera- serva, nei vari cassetti del loro laboratorio, un
tura a led, presentato sul fascicolo di ottobre gran numero di montaggi' in disuso e parti di
dello scorso anno, ho voluto comporre quel- questi che si prestano al riutilizzo. Ma questo
l'interessante circuito, utilizzando una moderna non è il caso della resistenza a coefficiente di
termoresistenza in sostituzione del termistore da temperatura negativo, detta anche termistore.
oi prescritto nell'elenco componenti. Quella da E lo è tanto meno se si ricorre alla termore-
me montata nel dispositivo è una tennoresi- sistenza PT 100, come ha fatto lei, che è un
stenza di tipo PT100, che mi è stata regalata da componente usatlssimo nei settori industriali
o parente, la cui attività professionale si svol- e professionali, ma con caratteristiche diverse
ge nel settore dei controlli termici e che mi ha dalla NTC. Infatti, mentre quest'ultima pre-
assicurato la validità della sostituzione. Pur- senta un valore resistivo di 5.000 ohm, alla
troppo i risultati pratici sono stati assai delu- temperatura di 25 C, la termoresistenza PT100,
enti, perché, alimentando l'apparecchio, si ac- che è di tipo al platino, ha il valore resistivo di
ende soltanto e sempre il diodo indicatore di 100 ohm con un coefficiente di temperatura pari
« caldo », mentre l'altro non si accende neppu- a 0,0036. Ciò significa che la resistenza di 100
introducendo il sensore nel frigorifero. Sa- ohm varia di soli 0,3 ohm, per ogni variazione
te dirmi se esiste incompatibilità fra la ter- di un grado centigrado della temperatura. La va-
resistenza e il termistore? riazione, inoltre, è positiva e non negativa come
CROCI GIANGIACOMO nel termistore. Ne consegue l'incompatibilità as-
Roma soluta tra i due componenti nel circuito in que-
stione. Tra l'altro, la termoresistenza, che è do-
tata di caratteristiche più precise e stabili, richie-
rmalmente, quando vi è possibilità di sosti- de, per il suo impiego, sofisticati ed accurati si-
uire alcuni componenti con altri similari, ci stemi di amplificazione.

113
SIRENA ELETT RONICA C3 = 10F- 16Vl (elettrolitico)
C4 = 10.000 pF
Mi servirebbe una sirena elettronica, alimentabi- C5 = 10.000 pF
le tramite la batteria d'auto, in grado di fornire C6 = 47F-16Vl (elettrolitico)
un segnale modulato e di pilotare direttamente,
cioè senza amplificatore ausiliario, un normale Resistenze
altoparlante con 8 ohm di impedenza. R1 10.000 ohm
R2 10.000 ohm
PARISE CLEMENTE 220.000 ohm
R3
Napoli R4 4.700 ohm
R5 4.700 ohm
La accontentiamo pubblicando questo semplice R6 2.200 ohm
circuito a cinque transistor NPN al silicio, che R7 = 220.000 ohm (trimmer)
è formato da un oscillatore astabile ad onde R8 47.000 ohm
quadre (TR2-TR3), da uno ad onde sinusoida- R9 47.000 ohm
li e da un amplificatore. La frequenza di oscil- R10 2.200 ohm (potenz. a variaz. log.)
lazione dell'astabile è modulata da TR 1. Con R11 = 15.000 ohm
R 10 si regola il volume del segnale modulato,
Varie
che viene amplificato dai due transistor TR4-
TR5 collegati in Darlington e con uscita ad TR1 = BC1O7
TR2 = BC107
emitter follower, tale da consentire il pilotag-
TR3 = BC107
gio diretto di altoparlanti di bassa impedenza. TR4 = 2N1711
TR5 = 8D137
Condensatori S1 = interrutt.
C1 10 F - 16 VI (elettrolitico) BATTERIA = 12V
C2 = 10F - 16 VI (elettrolitico) AP =
altoparlante a bassa imp.

R5

"1

R7
ero3- I I
I T ls I
"l
R6

T. I
12/

»1s/1al 1
TR2 TRJ
1

ALIMENTATORE PER AUTO Le proponiamo la costruzione di un ottimo ap-


parato con integrato operazionale in qualità di
Vorrei realizzare un dispositivo per la riduzio- amplificatore di errore. La tensione stabilizzata
ne con stabilizzazione della tensione della bat- di riferimento è fornita dal diodo zener DZ 1,
teria d'auto a 12V. Questo mi servirebbe per mentre la regolazione di potenza è assicurata
far funzionare in macchina una radiolina e un dai due transistor TR2-TR3. Il transistor TR1
mangianastri. controlla il circuito di alimentazione della cor-
MANFREDINJ ELIO rente ed è tarato intorno ai 2 A. Questo valore
Como consente l'impiego di mangianastri semiprofes-

114
RI

e
BATTERIA AUTO

OZI

sionali, garantendo lo spunto dei motorini di R4 = 4.700 ohm


trascinamento. Occorre dotare TR2 di adeguato R5 = 0,3 ohm -5 W
radiatore. Con il potenziometro R si regola la R6 = 330 ohm
tensione in uscita fra 6 V e 11 V. Dz1 = diodo zener (5,6 V-1 W)
DL1 = diodo led
C1 = 25 F - 50 VI (elettrolitico} TR1 = 2N3704
R1 = 750 ohm TR2 = 2N3704
R2 = 220 ohm TR3 = 2N3055
R3 = 4.700 ohm (potenz. a variaz. lin.) IC1 = µA 741

BARRA LUMINOSA
IN SCATOLA DI MONTAGGIO

L. 16.600 (con modulo monocolore)


L. 19.800 (con modulo bicolore)

L'applicazione alla barra di un qualsiasi segnale provoca l'accensione di uno


o più trattini di color rosso o rosso-verde. Serve per realizzare un gran nume-
ro di dispositivi di utilità immediata e continua, in casa, nel laboratorio e in
automobile. Di questi, una buona parte è illustrata e interpretata nel fascico-
lo di novembre '82 del periodico, che viene allegato gratuitamente al kit.

115
MIXER A QUATTRO CANALI realizzare una regolazione indipendente degli
ingressi con un rapporto 10/1.
Sono alla ricerca di un miscelatore a quattro
entrate in grado di miscelare quattro segnali Condensatori
diversi su un'unica pista. Potreste presentarlo C1 = 100.000 pF
quanto prima sulla vostra pubblicazione? C2 = 100.000 pF
MIGLIARESE LUCIANO C3 = 1F (non elettrolitico)
Pavia C4 = 2.200 F - 16 VI (elettrolitico)
es = 2.200 F - 16 VI (elettrolitico)
Realizzi pure il progetto qui presentato il quale, Resistenze
pur apparendo circuitalmente semplice, offre R1 10.000 ohm
ottime prestazioni. In esso si fa uso di un in- R2 10.000ohm
tegrato operazionale A 741 e di un potenzio- R3 10.000 ohm
metro (R6) che consente il controllo del guada- R4 10.000 ohm
gno globale da 1 a 5 volte. Questo elemento, R5 = 10.000 ohm
per evitare l'insorgere di oscillazioni, dovrà es- R6 47.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
sere montato in prossimità dell'integrato. Vo- Varie
lendo, si potranno sostituire le resistenze R1- IC1 = µA 741
R2-R3-R4 con altrettanti potenziometri da P1 = ponte raddrizz. (80 V- 0,5 A)
10.000 + 20.000 ohm, collegando in serie ad es- T1 = trasf. d'alim. (220 V-9 V + 9 V)
si una resistenza da 1.000 ohm, in modo da S1 = interrutt.

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
RDUNDING LIGHT L. 24.000
LAMPEGG IATORE SEQUENZIALE
L'uso di luci diversamente colorate ed il loro
accorto collegamento, in serie o in parallelo,
che consente l'inserimento di alcune cen-
tinaia di lampadine-pisello, è determinante
per la creazione di un ambiente suggestivo
e fantasmagorico.

Caratteristiche:

Potenza elettrica pilotabile su ciascun ca-


nale: 200± 250 W aumentabile fino a 800 W
con opportuni radiatori.

La frequenza della successione dei lam-


peggii è regolabile a piacere.

Su ciascuno degli otto canali si possono • Per l'albero di Natale


collegare otto lampadine, oppure otto grup-
• Per insegne pubbllcltarie
pi di lampadine in un quantitativo superio-
re ad alcune centinaia. • Per rallegrare le feste

116
w
R5 R6

(@ li l =N

+
Cl

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Il ~ 1 11+

1
C

E3 (=y» n===t+ /Il' Il

• I use (é

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in tela con Incisioni In oro ra - copertina plastificata
sovraccoperta plastificata. Gli argomenti trattati possono
Il volume tratta tutto quanto essere succintamente cosi In-
Tutta la pratica del semicon- riguarda questa basilare realiz- dicati: fisica del semiconduttori
duttori è trattata In questo li- zazione: dal principi di funzio- - teorla ed applicazione del
bro con molta chiarezza e sem- namento alle tecniche di produ- transistor - SCR TRIAC DIAC
plicità, dagli amplificatori al cir- zione, alle applicazioni e ai me- UJT FET e MOS - norme di cal-
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aggiornamenti tecnici del settore. campi della tecnica. che di collaudo.

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RICEVITORE PER RADIOCOMANDO bobina L 1 è composta da quattro spire di filo
di rame argentato da 1 mm. li diametro interno
Recentemente ho acquistato un ricetrasmettito- dell'avvolgimento è di 15 mm. Tra spira e spi-
re che lavora sulla frequenza di 144 MHz e ra occorre lasciare uno spazio di 3 mm. Il col-
che ho installato nella mia autovettura. Con legamento con l'antenna è alla prima spira,
questo apparecchio vorrei lanciare il segnale di quello con il diodo D 1 alla seconda. L'antenna
comando per l'apertura automatica di un can- è un dipolo verticale con due bracci da 48 cm
cello, già predisposto per tale funzione, che ne- ciascuno; la discesa deve essere effettuata con
cessita soltanto di un ricevitore con uscita in cavo RG 58. Il compensatore CI va regolato
relé per avviare il ciclo di apertura e chiusura per la massima sensibilità.
automatica.
D'AVERSA AGOSTINO c1 = 3±15pF (compens. ad aria)
Brindisi c2 = 10.000 pF
L1 bobina
TR1 = AC127
Realizzi questo semplice circuito per radioco- TR2 = BC107
mando, composto da uno stadio accordato, da D1 = diodo al germ. (quals. tipo)
un rivelatore a diodo e da un amplificatore a D2 = 1N4007
due transistor che pilota un relé sensibile. La RL = relé (12 V- 300: 500 ohm)

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


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Si possono far lampeggiare normall lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apperato consente di trasfor-
mare Il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti Ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR- n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

Il kit perluci stroboscopiche, nel quale sono contenuti tutti gli elementi riprodottinella foto, costa
L 12.850. Per richiederlo occorre inviareanticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, asse-
gno bancario o c.c.p. n. 46013207 intestato a: STOCKRADIO - 20124 MILANO - va • castaldi, 20
(Telefono 6891945).•

118
A N TE N N A

E N IR

KIT PER LAMPEGGII PSICHEDEUCI


L. 18.200
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880W

Potenza reale max per ogni canale:
Alimentazione:
100 -;- 400 W
220 V rete-luce

Tutti I componenti necessari per la reallzzazlone del sistema di «LAMPEGGII PSICHEDELICI» so-
no contenuti In una scatola di montaggio posta In vendita al prezzo dl L. 18.200. Le richieste deb-
bono essere fatte Inviando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario,
assegno circolare o c.c.p. n. 46013207 Intestatoa: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Ca-
stai@i, 2o (Tetet. 6891945). " " " "
AMPLIFICATORE MICROFONICO Condensatori
C1 1F (non elettrolitico)
Poiché il mio amplificatore di bassa frequenza C2 = 470 pF
è dotato di ingresso ausiliario per registratori, c3 100 F - 36 VI (elettrolitico)
sintonizzatori, ecc., vorrei completare il siste- C4 2,2 µF - 36 VI (elettrolitico)
ma di riproduzione collegando un microfono C5 47 F - 36 VI (elettrolitico)
magnetodinamico, così da realizzare un impian- C6 470 pF
to-voce. Mi occorrerebbe quindi uno schema C7 = 1 F (non elettrolitico)
C8 470.000 pF
adatto allo scopo, tenendo conto che dispongo C9 50 F - 36 VI (elettrolitico)
di una alimentazione filtrata di ± 30V ed una =
stabilizzata di 24 V. Resistenze
CARPINELLI PIERANGELO R1 = 1 megaohm (trimmer)
Modena R2 1 megaohm
R3 = 82.000 ohm
R4 47.000 ohm
Dato che lei si è dimenticato di precisarci il li- R5 1.500 ohm
vello d'uscita del microfono, le proponiamo un R6 2,2 megaohm
circuito con guadagno selezionabile, tramite il R7 470.000 ohm
commutatore S2, fra 20 e 60 dB, con intervalli R8 3.300 ohm
di 1 0 dB. Lo schema è caratterizzato da un R9 = 3.300 ohm
basso rumore ed è quindi adatto per impieghi R10 = 15.000 ohm
R11 1megaohm
hi-fì. Il solo elemento regolabile, rappresentato R12 330.000 ohm
dal trimmer R 1, serve per ottenere in uscita, R13 = 100.000 ohm
cioè sull'emittore di TR3, una tensione di va- R14 33.000 ohm
lore compreso fra 9 V e 15 V. R15 10.000 ohm

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ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Al i mentazione: 220V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 80W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.

Le richieste del SALDATORE ISTANTANEO A PISTOLA debbono essere fatte a: STOCK - RA-
DIO - 20124 MILANO - Via P. CASTALDI 20 (Tele4. 6891945), Inviando anticipatam ente l'importo dl
L. 13.500 a mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n, 46013207 (spese di spedizione
comprese).

120
RI R/7 R20

R +
C6 C9
c1= R/8{-L H

t
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b,. R?I

R7
T -se.ii
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use

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V

RII

C7

R/5

R16 = 6.800 ohm Varie


R17 = 10.000 ohm TR1 = BC108
R18 = 47.000 ohm TR2 = BC108
R19 = 4.700 ohm TR3 = BC108
R20 = 100 ohm S1 = interrutt.
R21 = 1 megaohm S2 = comm. multipl. (1 via - 5 posizioni)

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CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni alti
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Allmentazlone: 220 V· (rete-luce)
Isolamento- a trasformatore
.
Il ldt per lucl psichedeliche, Hl quale sono contenuti bdU gli elementi riprodotti nella toto,
costa L. 19.500. Per richle derlo occorre lvlare anticipatamente l'Importo _a mezzo veglla_po-
stale, assegno bancarlo o c.cp. n. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. castaldl, 20 - Tel. 6891945.

121
EQUALIZZATORE RIAA

Ho sostituito il mio vecchio giradischi con un Condensatori


nuovo modello dotato di cartuccia magnetica. C1 4,7 µF - 12 VI (elettrolitico)
E poiché l'amplificatore ad esso accoppiato non c2 33 pF
è dotato di un ingresso per pick magnetico, mi C3 15 pF
occorre un idoneo circuito di amplificazione. C4 10F - 36 VI (elettrolitico)
Potreste consigliarmi uno schema di buone pre- C5 10µF - 12 VI (elettrolitico)
stazioni e di facile realizzazione? C6 15.000 pF
C7 4.700 pF
MESSINA FULVIO C8 1F (non elettrolitico)
Palermo
Resistenze
R1 47.000 ohm
Si ricordi che, assieme all'amplificazione del se- R2 300 ohm
gnale, lei deve provvedere pure alla correzione R3 10.000 ohm
della risposta in frequenza secondo la curva R4 680.000 ohm
RIAA, in modo da compensare la caratteristi- R5 62.000 ohm
ca di incisione non lineare. Le consigliamo R6 62.000 ohm
quindi la realizzazione del circuito a tre tran- R7 620.000 ohm
sistor qui pubblicato. Se possibile, colleghi il R8 24.000 ohm
R9 1.200 ohm
preamplifìcatore nei pressi del piatto giradischi, R10 300.000 ohm
per evitare di introdurre ulteriore rumore sul R11 18.000 ohm
debole segnale del pick-up. R12 5.100 ohm

MODERNO RICEVITORE DEL PRINCIPIANTE


CON INTEGRATO
PER ONDE MEDIE
PER MICROFONO
PER PICK UP

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.750 (senza altoparlante)
L. 16.750 (con altoparlante)

CARATTERISTICHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile - Controllo volume: a potenziometro - 1 Entrata BF:
500 +50.000 ohm - 2 Entrata BF; 100.000:-1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W clrca.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con Interruttore- in-
corporato - 1 contenitore pile- 1 raccordatore collegamenti pile- 1 circuito stampato- 1 bobina
sintonia- 1 circuito integrato - 1 zoccolo porta inte-grato - 1 diodo al germanio- 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile - 10 pagliuzze capicorda- 3 condensatori elettrolitici- 3 resistenze
- 2 viti fissaggio varlablle.

Tutti i componenti necessari per la realizzazionedel modernoricevitoredel principiante sono con-


tenuti in une scatola di montaggio approntata in due diverse versioni: a L. 14.750 senza altoparlan-
te, aL. 16.750 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte Inviando anticipatamentegli im-
porti a mezzo vaglia postale, assegno bancario, assegno circolare o c.c.p. n. 46013207 intestato a:
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122
Varie
TR1 = BC108
TR2 BC108
TR3 BC108

R/2

ENIR
p#-Up C7
MAGA.

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W
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utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

La scato la di montagglo dell'INVERTER costa L. 34.200. Per richied erla occorr e Invlare anticl-
patame nte l'importo a mezzo vaglla postale, assegno bancarlo o c.c.p. n. 4601 3207 intestato a:
STOCK RADIO - 20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891 945).

123
RIVELATORE AUDIO

1 Da qualche tempo a questa parte sto consultan-


do i fascicoli arretrati del vostro periodico con
lo scopo di trovare un progetto di rivelatore
audio, ossia di un dispositivo abbastanza sensi-
bile, in grado di chiudere un interruttore in
presenza di un segnale audio in entrata. Ma,
non avendo ancora trovato nulla che mi possa
interessare, mi sono deciso a scrivervi per chie-
dervi la pubblicazione di tale circuito. Ricorda-
tevi che a valle del rivelatore dovrei collegare
In scatola di montaggio un apparato digitale con alimentazione tipica
di 5 Vcc.
TADINI STEFANO
L. 56.000 Ancona

Quello che presentiamo è sicuramente un pro-


getto che può soddisfare le sue esigenze. Esso
è composto da uno stadio amplificatore d'in-
gresso, seguito da un rivelatore a diodi e, suc-
cessivamente, da un altro rivelatore di soglia a
due transistor. Un ulteriore amplificatore-buffer
pilota un sensibile relé di tipo reed, utilizzato
per la sua compatibilità con l'alimentazione a
5 Vcc ed il basso assorbimento.

SERVE PER COSTRUIRE: Condensatori


c1 1 F (non elettrolitico)
un moderno orologio numerico a di- C2 = 1 F (non elettrolitico)
splay C3 = 4,7 F - 16 VI {elettrolitico)
C4 100 F - 16 VI (elettrolitico)
un termometro di precisione
Resistenze
una radiosveglia R1 = 47.000 ohm {controllo livello)
un interruttore elettrico temporizzato R2 220.000ohm
R3 = 4.700 ohm
R4 = 47ohm
R5 = 10.000 ohm
Ma offre la possibilità di realizzare R6 1.000 ohm
innumerevoli e sofisticate ulterlori R7 = 10.000 ohm
applicazioni tecniche. R8 10.000ohm
R9 = 100 ohm
R10 = 47 ohm

Varie
TR1 = BC1O9
TR2 = BC109
TR3 = BC1O9
TR4 = BC107
D1 = diodo al germanio {quals. tipo)
D2 = diodo al germanio (quals. tipo)
D3 = 1 N4148
RL = relé reed
S1 = interrutt.

124
3 R6
D1

RL

R2

:g
M IR.
6
CJ

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 9.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- ...... - .
riati componenti e materiali, non sem-
pre reperibili in commercio, ad un $ °
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V - 25 W) -N" 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N" 1 poggia-saldatore N" 2 boccole isolate
- N° 2 spinotti -N 2 morsetti-coccodrillo _ N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.
AMPLIFICATORE BF - 50 W

Fin dagli inizi della mia attività di appassionato


di elettronica ho accumulato un gran numero
C2
C3
C4
C5
---- 470 pF
47 F- 50 VI (elettrolitico)
250 F - 50 VI (elettrolitico)
120 pF
di transistor per impieghi circuitali di bassa C6 = 220.000 pF
frequenza. Ora, con questi ed altri componen- C7 = 2.200 F - 40 VI (elettrolitico)
ti, vorrei costruire un amplificatore da 50 W, Resistenze
da accoppiare con strumenti musicali, tenendo R1 = 1.500 ohm
conto che dispongo già di idonei preamplifica- R2 = 100.000 ohm
tori-correttori di tonalità e che mi serve la sola R3 = 120.000 ohm
sezione amplificatrice di potenza. R4 = 1.000 ohm
BERTACCO LORENZO R5 = 5.600 ohm
Udine
R6 = 390 ohm
R7 = 39.000ohm
R8 = 270 ohm
Il circuito che la invitiamo a realizzare presen- R9 = 820 ohm
ta una configurazione a simmetria quasi com- R10 = 1.000 ohm (trimmer)
plementare. Tutti i transistor, di tipo molto co-
mune, dovranno essere ben raffreddati con adat-
ti radiatori. Il progetto è di tipo autocentran-
te per quanto riguarda la tensione d'uscita e
R11
R12
R13
R14
=
=
=
- 390ohm
390 ohm
390 ohm
100 ohm
R15 = 100 ohm

-
non vi sono quindi regolazioni in tal senso.
L'unico controllo è rappresentato dal trimmer
R16 = 0,2 ohm
R17 0,2 ohm
R 1 O, che consente la regolazione della cor-
rente di riposo dai transistor finali, la quale
R18 = 6,8 ohm

dovrà essere fissata in modo da stabilire un Varie


assorbimento a vuoto, con ingresso cortocircui- TR1 = BC177
tato, di 20+40 mA, così da minimizzare la TR2 = 2N1711
distorsione di crossover tipica di questa confi- TR3 ==2N1711
gurazione circuitale. TR4 = BD137
TR5 = 2N3055
TR6 ==BD138
Condensatori TR7 = 2N3055
C1 = 1F (non elettrolitico) AP = altoparlante (4 ohm - 50 W)

R7

R8

c3

R2

ALI «0+ 0 V

+
TRI Cc6

R5

AP

c? RJ

126
CONTROLLO TENSIONE BATT ERIA

Mentre tutte le pratiche applicazioni della bar- A tale domanda avevamo già risposto, in que-
ra luminosa, da voi suggerite nel fascicolo di sta stessa rubrica, il mese scorso, limitandoci
novembre dello scorso anno, hanno avuto esito peraltro a rilevare l'errore commesso nel dise-
positivo, così non è stato per il controllo lumi- gno, in cui il simbolo rappresentativo del dio-
noso della tensione della batteria dell'auto. Per- do zener appariva invertito. Ora, poiché l'ap-
ché? punto ci è stato mosso da più parti, ripubbli-
PULINA GIAN BRUNO chiamo quello schema con l'indicazione esatta
Sassari dell'inserimento del semiconduttore.

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Caratteristiche
Tensione regolabile 5 + 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
RIpple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabillzz. a 5V d'usc. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


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dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e


14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra

-
t'
5,7 e 14,5 Vcc
SPIA + Stabilizzazione: - 100 mV
,LE NvTATORE STABILIZZATO md1$1°
i3_ zv' Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata:
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
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I I I I
- n. 3 Condensatori elettrolitici
ç3 ooo9
- n. 3 Condensatori normali
- n. 3 Transistor tor g
- n. 1 Diodo zener 4 ttt @a

n. 1 Raddrizzatore
-
- n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle sG
e 1 paglietta)
- n. Circuito stampato
- n. Bustina grasso di silicone
- n. Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
- n. Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)


- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
- n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
- n. 1 Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au- ,
tofilettanti)
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ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli che
sono privi di nozioni tecniche, a
a- costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-

- sionali o sociali, per scopi protet-


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RANGES 100+400Kc 400+ 1200Kc 1,1+3,8Mc 3,5+12Mc
GAMME E F G
RANGES 12-;-40Mc 40-;-130Mc 80+260Mc

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(sensibilità 20.000 ohm/volt)
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zsn massima Tensione massima
±cz z3/e al puntale 500 V applicabile al puntale 500 V
_=e tela batteria 2 mA Corrente della batteria 50 mA
I PROTAGONISTI
La volta scorsa, su questa stessa pagina, rivolgemmo un
preciso invito ai lettori: abbonarsi, il più presto possibile,
al periodico, per evitare le spiacevoli sorprese di natura
economica, che vengono definite, secondo la terminologia
corrente, stangate. Le quali, nel caso specifico, significhe-
rebbero un aumento di prezzo per copia e, quindi, di ab-
bonamento annuale. Ebbene, a distanza di un mese, pos-
iamo dire che molti lettori hanno già accolto il nostro
appello, mentre sappiamo che altri lo stanno facendo ora,
a conferma anche di un buon livello di gradimento dei
programmi sin qui proposti, delle iniziative assunte,
della diligenza e tempestività con cui si sono svolti i vari
servizi, pur collocati in tempi in cui una crisi generale,
di vaste proporzioni, colpisce e sottopone a dura prova
le energie e l'operato di molti. Ringraziamo, dunque, tutti
coloro che ci hanno dato ascolto e che, anche quest'anno,
hanno premiato, con un numero rilevante di sottoscri-
zioni, la campagna abbonamenti indetta dalla rivista, fa-
cendoci riascoltare una corale testimonianza di vera e
grande passione per l'elettronica; più precisamente per
quella promossa, divulgata ed amata dai tecnici di reda-
zione e dai dirigenti della casa editrice. Ed ora che, in
misura sufficiente, siamo stati incoraggiati, sostenuti e
sensibilizzati, accettiamo il gradito compito di program-
mare nuovi piani editoriali, censire e meglio valutare la
personalità dei lettori, che sono i veri protagonisti di
Elettronica Pratica.
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nelle prime pagine del presente fasclcolo. Equi-
paggiando opportunamente con microfono e alto-
parlante, il dispositivo conferisce alla voce di
chi parla la tonalità gutturale dei robots ed allrl
effetti sonori da fantasclenza.

editrice
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direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
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stitulscono.
LA VOCE DEI ROBOTS
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Trasforma la nostra parolz in quella di un extraterrestre.

La potenza d'uscita è notevole per ogni pratica applicazione.

La fantascienza, in questi ultimi tempi, ha provo- un particolare tipo di amplificatore, equipaggiato


cato un'invasione di robots e di extraterrestri, con microfono ed altoparlante, che provvede a
sul nostro pianeta, attraverso il cinema, pubbli- convertire la nostra stessa voce in quella, ben
cazioni e giochi per ragazzi, prodotti commer- nota, dei robots, purché davanti al captatore acu-
ciali ed avvisi pubblicitari. Si tratta di esseri stico si parli con lo stesso ritmo di quegli uo.
che non hanno precise sembianze umane, ma mini-macchine.
che, come l'uomo, sono dotati di corpo, braccia,
gambe e come l'uomo vedono, sentono e parla-
no. Ma la loro voce non è squillante e l'espres- LO SCHEMA A BLOCCHI
sione non è sciolta come la nostra. I suoni vocali
sono articolati su una bassa tonalità, l'eloquio Vediamo subito, attraverso lo schema a blocchi
è meccanico e la cadenza programmata. Eppure. riportato in figura 1, come è stato concepito
questi figli del cosmo stanno interessando e di- questo speciale amplificatore in grado di conferire
vertendo un vasto pubblico, di giovani e non alla nostra voce un suono quasi gutturale.
più giovani, in misura tale da non lasciare nep- Il progetto del'amplificatore può essere ideai-
pure noi insensibili a certi entusiasmi, ma da mente suddiviso in varie sezioni. La prima di
invitarci a prendere qualche iniziativa in me- queste è costituita da un microfono di tipo ma-
rito e così abbiamo pensato di progettare un gnetico da 600 ohm, di quelli usati nei comuni
dispositivo che avesse lo scopo di riprodurre i registratori. Questo converte la voce umana in
suoni caratteristici emessi dai robots e dagli segnali elettrici, che vengono applicati ad un
extraterrestri; ma attraverso una trasformazione circuito preamplificatore di bassa frequenza, che
della nostra parola. Abbiamo quindi realizzato costituisce la seconda sezione della catena audio.

La cadenza meccanizzata della parola, il suono gutturale ben


noto dei robots, l'assenza di inflessioni foniche, sono gli ele-
menti che caratterizzano questo particolare amplificatore di bas-
sa frequenza, che trasforma la nostra voce in quella di ipotetici
esseri provenienti dal cosmo.

132
La terza sezione è rappresentata da un amplifìca- L'interruttore elettronico è controllato, a sua
tore di bassa frequenza, pilotato da un integrato, volta, da un oscillatore, denominato « generatore
che consente di raggiungere i 2 W di potenza. li di ritmo» nello schema di fìgura 1. L'interrut-
segnale viene quindi sottoposto al controllo di tore elettronico e l'oscillatore costituiscono la
un interruttore elettronico al quale è collegato quarta e la quinta sezione del circuito dell'ampli-
un altoparlante, possibilmente di buona qualità. ficatore.

PREAMPL INTERR GENERAI


4MPL. BF DI
BF ELETTR
R/IMO
MICRO

Flg. 1 - Questo semplice schema a blocchi Interpreta esattamente e chiaramente


la precisa composizione circuitale del dispositivo descritto nel testo. In esso sono
presenti le principali sezioni elettroniche che concorrono al processo di defor-
mazione della voce umana.

133
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134
PONTICELLI

Flg. 3 - Piano costruttivo della sezione-· elettronica dell'amplificatore. Le piste


di rame del circulto stampato debbono Intendersi viste in trasparenza, perché
In realtà esse si trovano nella parte opposta a quella evidenziata nel disegno,
nella quale sono inseriti i vari componenti. Si noti l'estensione dell'area ramata in
corrispondenza dell'integrato IC1, che deve fungere da elemento conduttore di
elettricità e calore.

< COMPONENTI I

Condensatori R6 = 220 ohm


= 100.000 pF R7 = 2,2 ohm
C1
10 F - 16 VI (elettrolitico) R8 = 4.700 ohm
C2 = R9 = 2.200 ohm
c3 = 47 uF - 16 VI (elettrolitico)
= 470.000 pF R10 = 470.000 ohm (trimmer a variaz. lin.)
C4 R11 = 4.700 ohm
es = 100.000 pF
Cc6 = 220 F - 16 VI (elettrolitico)
100 µF - 16 VI {elettrolitico) Varie
c7 =
C8 = 100.000 pF IC1 = LM380
IC2 = NESSS
Resistenze TR1 = BC237
R1 = 4.700 ohm TR2 - 2N1711
R2 = 47.000 ohm
4.700 ohm
D1
S1
=
=
diodo al silicio (1 N4002)
interrutt.
= 220 ohm AP = altoparlante (8 ohm)
47.000 ohm (potenz. a variaz. log.) MICRO = microfono magnetico (600 ohm)

135
Vediamo ora di condurre un esame più appro- dal ben noto circuito integrato LM380, che è un
fondito dell'intero progetto, analizzando una per componente versatile, facile da usare e dotato di
una le varie sezioni ora elencate e definendo chia- caratteristiche più che soddisfacenti. Si pensi in-
ramente la loro precisa funzione. E questo esame fatti che, da solo, esso è in grado di fornire una
ovviamente lo effettueremo sullo schema teorico potenza d'uscita superiore ai 2 W, che è più che
dell'amplificatore riportato in figura 1. sufficiente per sonorizzare un'intera stanza di
appartamento. Inoltre, l'integrato LM380, per
questa sua semplice applicazione, necessita sol-
IL PRIMO TRASDUTTORE tanto del potenziometro di regolazione di volume
e del condensatore di accoppiamento con l'alto-
Abbiamo già detto che nel circuito dell'amplifi- parlante, che è rappresentato dal componente C6,
catore si fa uso di due trasduttori acustici: un un elettrolitico da 220 F.
microfono e un altoparlante. Davanti al primo Perché lo stadio d'uscita è di tipo a simmetria
si parla, davanti al secondo si ascolta. quasi complementare e ciò consente un pilotag-
Il microfono è di tipo magnetico, con impedenza gio diretto dell'altoparlante senza l'uso di alcun
di 600 ohm. Esso costituisce, per l'amplificatore, trasformatore per l'adattamento di impedenza e,
la sorgente dei segnali elettrici da amplificare. [ soprattutto, con una bassa distorsione.
quali vengono applicati capacitivamente, tramite Oltre a tali caratteristiche, che definiscono già
il condensatore C 1, alla base del transistor LM380 come un amplificatore integrato di tutto
preamplificatore TR1. rispetto, va ricordato che il dispositivo è protetto
I terminali contrassegnati con i numeri 1-2 sono contro i cortocircuiti d'uscita dalla presenza di
quelli sui quali si debbono collegare i conduttori certi limitatori di corrente; ma il componente è
provenienti dal mim-ofono, che costituisce un anche protetto termicamente in modo automati-
elemento esterno al circuito di figura I. Le linee co; infatti, non appena l'integrato raggiunge un
tratteggiate, infatti, racchiudono quella parte del certo valore di temperatura, considerata perico-
circuito elettronico dell'amplificatore che verrà losa (l 50°C alla giunzione), il sistema automa-
tico entra in azione bloccando il funzionamento
composta interamente su circuito stampato. Al di
dell'amplificatore.
fuori di questo rimarranno: il microfono, l'alto-
parlante, l'alimentatore e l'eventuale interruttore
Sl.
INTERRUTTORE ELETTRONICO

PREAMPLIFICATORE II piedino 8 dell'integrato ICI costituisce l'ele-


mento d'uscita del componente, quello da cui
La sezione preamplificatrice è pilotata dal transi- esce il segnale abbondantemente amplificato. Su
stor di tipo NPN siglato con TR1 nello schema di esso, tramite il condensatore elettrolitico C6,
elettrico di figura I. Questo transistor. che è un è collegato uno dei due terminali della bobina
modello BC237, risulta montato in circuito con mobile dell'altoparlante. L'altro terminale. e in
emittore comune. Esso riceve il segnale da ampli- ciò consiste la novità, anziché essere collegato a
ficare sulla stia base e fornisce, sul collettore. massa, come avviene nella normalità dei casi,
una discreta amplificazione del segnale stesso, cioè nella maggioranza degli amplificatori di bas-
che può essere inviato al circuito amplificatore sa frequenza, risulta collegato al collettore di
di potenza attraverso un condensatore di accop- un transistor (TR2) di tipo NPN, modello
piamento (Cl) e dopo opportuno dosaggio otte- 2N1711, che funge da interruttore elettronico.
nuto tramite il potenziometro a variazione loga- Quando l'interruttore elettronico rimane chiuso,
ritmica RS. Il quale funge da elemento di con- cioè quando il transistor TR2 si trova in condu-
trollo di volume sonoro in altoparlante. zione, la riproduzione sonora si verifica normal-
La polarizzazione di base del transistor TRI è mente. Quando invece l'interruttore elettronico
ottenuta per mezzo delle due resistenze RI ed si apre, ossia quando il transistor TR2 va all'in-
R2. terdizione e quindi non conduce, il circuito del-
l'altoparlante si interrompe e cessa la riprodu-
zione sonora.
AMPLIFICATORE FINALE In parallelo con il circuito di emittore-collettore
di TR2, tramite linee tratteggiate, nello schema
L'amplificatore finale, ossia l'amplificatore di di figura 2 risulta indicata la presenza di un dio-
potenza, è rappresentato molto semplicemente do al silicio, che può essere di tipo 1N4002.

136
+

0il
1

+
FIg. 4 - Su una piastra di forma rettangolare e delle stesse dimensioni rilevate
da questo disegno il lettore dovrà comporre, secondo il metodo più congeniale,
Il circuito stampato necessario per la realizzazione dell'ampllficatore.

Ebbene, le linee tratteggiate stanno a significare AMPLIFICAZIONE NORMALE


che l'inserimento di questo componente nel cir.
cuito non è d'obbligo, ma può essere inserito o I 1 progetto riportato in figura 2 può anche servire
disinserito a piacere a seconda dei gusti perso- per funzionare da normale amplificatore di bassa
nali, perché con la sua presenza esso modifica frequenza con potenza d'uscita superiore ai 2 W.
il timbro della voce del robot. Volendolo. si A tale scopo basterà aggiungere un interruttore,
potrà collegare, in serie con questo diodo, un pie collegandolo tra il punto 4, che corrisponde al
colo interruttore, in grado di consentire l'inseri- collettore del transistor TR2, e il punto 5, che
mento o l'eliminazione manuale del componente corrisponde alla linea di massa del circuito.
durante l'uso del dispositivo, in modo da confe- Chiudendo questo interruttore, cioè convoglian-
rirgli un'ul terio re proprietà. do a massa permanentemente uno dei due ter-
minali dell'altoparlante, si verifica una riprodu-
zione sonora continua, priva di interruzioni. A-
L'OSCILLATORE prendo nuovamente tale interruttore, il circuito
riassume la sua fisionomia iniziale, quella per
L'ultima sezione del circuito dell'amplificatore è cui è stato appositamente concepito.
quella dell'oscillatore, cioè del generatore di
ritmo, presieduto dall'integrato IC2.
L'oscillatore, che è di tipo ad onda quadra, co- CIRCUITO STAMPATO
manda la chiusura e l'apertura del transistor
TR2, cioè la conduttività e l'interdizione. La realizzazione di questo speciale dispositivo
Il circuito integrato IC1 è rappresentato dall'or- non può assolutamente prescindere dal! 'impiego
mai famoso 555, montato in configurazione asta- del circuito stampato, soprattutto per l'uso dei
semiconduttori e per raggiungere una buona
bile. Il trimmer R 1 O, tramite la sua regolazione.
compattezza circuitale.
consente di regolare a piacere la frequenza di
In figura 4 è riportato, in scala unitaria, cioè
interruzione e chiusura dell'interruttore elettro-
in grandezza reale, il disegno del circuito stam-
nico, conferendo alla voce stranissimi effetti so- pato che il lettore dovrà comporre su una pia-
nori. strina di materiale isolante e di forma rettango-
Il trimmer R1 O ha il valore di 4 70.000 ohm ed lare, nelle dimensioni di 4,3 x 9,5 cm. Su di esso
è di tipo a variazione lineare. La sua regolazione verranno inseriti tutti i componenti che, nello
ettua di quando in quando per mezzo di un schema teorico di figura 2, rimangono racchiusi
piccolo cacciavite. fra linee tratteggiate.

137
DISTANZ IALE

FIg. 5 - A lavoro ultlmato, ossia dopo aver composto la sezione elettronlca, Il


lettore dovrà inserire Il circuito In un contenitore metallico, facendo bene atten-
zione a non creare cortocircuiti e provvedendo ad opportuna aerazione a favore
dell'Integrato IC1.

Particolare attenzione va fatta durante 1 'opera- sui piedini del componente, per ICI l'uso dello
zione di inserimento nel circuito dei quattro zoccoletto è vietato e spieghiamo subito il perché.
condensatori elettrolitici, dei due integrati, dei I terminali 3-4-5e 10-11- 12,oltre che fun-
due transistor e dell'eventuale diodo al silicio. gere da elementi di collegamento di massa, sono
Perché tutti questi componenti vanno collocati utilizzati quali veicoli di calore tra il corpo
al posto giusto nel verso esatto. Ma tutte le indi- dell'integrato, che deve venir assolutamente raf-
cazioni necessarie a tale scopo sono chiaramente freddato, e l'area ramata estesa del sottostante
riportate nello schema pratico di figura 3. Per circuito stampato, che serve in questo caso da
esempio, per i due integrati ICI - IC2, il termi- radiatore dell'energia termica prodotta dal com-
nale 1 è quello che si trova in corrispondenza
ponente. Pertanto, il circuito stampato andrà
di un dischetto o di una tacca di riferimento pre-
realizzato tenendo presente di non ridurre a pia-
sente sulla faccia superiore esterna del compo-
nente. cere l'areadi massa che viene a trovarsi sotto
l'integrato, perché ad essa è affidata, oltre che la
mansione di elemento conduttore, pure quella
PARTICOLARITA' PER IC1 di radiatore.
Al contrario, l'integrato IC2 potrà essere dotato
Mentre per l'integrato IC2 è consigliabile far uso di adatto zoccoletto, sia pure per facilitare even-
di un adatto zoccoletto, che consente di evitare tuali operazioni di sostituzione in caso di neces-
le operazioni di saldatura a stagno direttamente sità.

138
I- I . · -

ENTR.
AMPLIFICATORE
DI
POTENZA

TRASE PILOTA
PER PUSH. PULL

Fig. 6 - E' facilmente possibile ottenere un potenziamento acustico del sistema


di amplificazione originale, accoppiando all'altoparlante un qualsiasi amplificatore
di potenza, Interponendo un trasformatore di accoppiamento.

ALIMENTAZIONE gato con il punto 5 dello stampato: esso corri-


sponde pure alla linea di massa dell'amplifi-
Per poter ottenere dall'amplificatore gli spettaco- catore.
lari suoni spaziali preannunciati, occorre ora col- Naturalmente si è parlato di un alimentatore in
legare, al circuito reale di figura 3, l'alimentatore, continua di tipo a pile o ad accumulatore e
il microfono e l'altoparlante. L'alimentazione del non di un alimentatore qualsiasi. Infatti, volen-
circuito può essere effettuata con un alimentatore do servirsi di un alimentatore da rete-luce, è
in continua con valori di tensione compresi fra assolutamente necessario che questo risulti per-
i 9 V e i 20 V. Il nostro consiglio, tuttavia, è fettamente stabilizzato, e quindi totalmente
quello di servirsi di un alimentatore con valori di esente da ripple, cioè dall'ondulazione residua
tensione compresi fra i 12 V e i 14 V, perché sulla tensione continua, che darebbe luogo, in
con questi valori abbiamo progettato e realiz- altoparlante, a fastidiosi ronzìi.
zato il nostro prototipo, con risultati che non
hanno deluso le aspettative, ma che sono andati
al di là di ogni più rosea previsione. IL CONTENITORE
L'alimentatore dovrà essere correttamente colle-
al circuito. Il conduttore della tensione che A lavoro ultimato, ossia dopo aver completato il
capo al morsetto positivo va collegato con il montaggio elettronico dell'amplificatore, consi-
6 del circuito stampato, l'altro conduttore, gliamo di racchiudere il dispositivo in un conte-
che fa capo al morsetto negativo, va colle- nitore metallico, come parzialmente indicato nel-

139
lo schema di figura 5. Così facendo, i conduttori lare « modulazione », che trasforma la voce nor-
al microfono, provenienti dai terminali 1 - 2, do- male di chi parla davanti al microfono in quella
vranno essere collegati con una presa coassiale, meccanica e cavernosa del robot e che, come
oppure con una presa DIN, a seconda del tipo di abbiamo visto, viene introdotta dal transistor
spina montata sul microfono. TR2. Occorrerà invece interporre un trasforma-
Nello schema di figura 5, in serie con l'alimenta- tore di accoppiamento, che non è critico e che, di
tore, è presente un interruttore, che nello sche- conseguenza, risulta di facile reperibilità. Esso,
ma teorico di figura 2 è stato indicato con S 1. infatti, potrà essere un normale trasformatore
Questo interruttore consente di accendere e spe- pilota, oppure un trasformatore d'uscita per
gnere agevolmente l'apparecchio, senza interve- amplificatori transistorizzati.
nire sulle pile o sull'alimentatore. Il collegamento dell'amplificatore di potenza va
Per quanto riguarda il collegamento con l'alto- fatto nel modo indicato nello schema di figura 6.
parlante, che in ogni caso deve avvenire sui ter- Il trasformatore viene collegato, da una parte,
minali 3- 4 del circuito stampato, questo potrà con l'altoparlante, in parallelo ad esso, dall'altra,
essere effettuato con due cavetti uscenti dal con- tramite cavo schermato, all'ingresso dell'amplifi-
tenitore metallico attraverso un gommino-pas- catore di potenza. I comandi di controllo di vo-
sante, oppure servendosi di due boccole isolate, lume dell'amplificatore di potenza provvederan-
sulle quali verranno innestati due spinotti, colle- no a regolare il segnale prelevato dal nostro
gati con i conduttori saldati, alle estremità op- dispositivo nella misura desiderata.
poste, con i due terminali della bobina mobile Ai poco esperti ricordiamo che l'altoparlante del
dell'altoparlante. dispositivo dovrà essere orientato in modo da
non influenzare il microfono, altrimenti si po-
trebbe verificare il ben noto effetto Larsen, che
POTENZIAMENTO ACUSTICO
si manifesta sotto forma di un fischio più o me-
no acuto. In pratica quindi basterà sistemare, di
Come abbiamo già avuto occasione di dire, la
potenza acustica erogabile da questo amplifica- volta in volta, quando si utilizza l'apparecchio,
tore, grazie alla presenza dell'integrato LM380, il microfono e l'altoparlante in modo che questo
è più che sufficiente per un locale di medie di- effetto non si manifesti, perché esso può insorgere
mensioni. Tuttavia, coloro che avessero necessità sia che il dispositivo venga usato singolarmente
di aumentare ancor più il volume sonoro, potran- oppure in accoppiamento con l'amplificatore di
no potenziare a piacere l'apparato, collegando, potenza.
a valle dell'amplificatore, un secondo amplifica- Durante l'uso del dispositivo in accoppiamento
tore di bassa frequenza e di potenza. con un amplificatore di potenza, si potrà facil-
Il collegamento, in tal caso, non potrà essere mente eliminare l'altoparlante originale, sosti-
effettuato direttamente fra l'uscita dell'integrato tuendolo con una resistenza da 10 ohm - 35 W.
ICI e l'entrata dell'amplificatore di potenza, per- Su questa resistenza si scarica parte della poten-
ché, così facendo, si perderebbe quella partico- za acustica uscente dall'integrato.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA r

140
Rubrica del principiante
elettronico

RIMI

LA RADIO
SEZIONE AUDIO
Le onde radio, cioè i segnali radio captati da Amplificatori di alta frequenza
ogni ricevitore radio sono molto deboli e per Amplificatori di media frequenza
poterli trasformare in voci e suoni debbono es- Amplificatori di bassa frequenza
sere sottoposti ad un processo di rinforzo, che
prende il nome di « amplificazione ». Più succintamente si suol dire: amplificatori AF,
_All'amplificazione dei segnali radio provvedono amplificatori MF e amplificatori BF.
ttualmente i transistor e gli integrati, mentre L'amplificatore AF provvede ad amplificare le
a volta tutti i processi di amplificazione erano onde radio, ossia i segnali radio di alta frequen-
dati alle valvole elettroniche (figura 1 ). In za che entrano nel ricevitore radio attraverso
i caso questi elementi pilotano tre grandi l'antenna. L'amplificatore MF provvede ad am-
tegorie di amplificatori: plificare i segnali di media frequenza, mentre

141
L'amplificazione dei segnali di bassa frequenza è un processo
radioelettrico che si svolge nella sezione audio di ogni appa-
rato ricevente, di qualunque tipo esso sia. In questa sede, quin-
di, conduciamo una rapida rassegna dei più importanti circuiti
a maggior contenuto didattico, del passato più recente e del-
l'attuale momento tecnologico.

l'amplificatore BF amplifica i segnali di bassa in tutti gli apparecchi di tipo normale, in quelli
frequenza. In pratica, tuttavia, si amplifica sem- dei dilettanti, nonché negli amplificatori ad alta
pre lo stesso segnale in un determinato percorso fedeltà, in quelli stereofonici, nei registratori e
del circuito del ricevitore radio. Quindi, a causa in moltissime altre applicazioni della radiotecni-
dei vari processi di amplificazione, l'ampiezza ca e dell'elettronica.
del segnale varia in misura crescente a partire
dall'ingresso (antenna) fino all'uscita (altopar- DISTORSIONE
lante).
In generale, gli amplificatori per alta frequenza, Le caratteristiche principali di un amplificatore
che vengono anche chiamati amplificatori per ra- debbono essere le seguenti: grande fedeltà del
diofrequenze, vengono montati nei ricevitori ra- segnale amplificato e notevole potenza data al
dio subito dopo il circuito d'entrata. Gli ampli- segnale.
ficatori di media frequenza vengono montati nei Per fedeltà s'intende la qualità posseduta di un
ricevitori radio a circuito supereterodina, cioè amplificatore nel fornire potenza ad un segnale
in tutti gli apparecchi di tipo commerciale; gli di ingresso nella base del transistor amplificatore
amplificatori di bassa frequenza sono presenti e di dare in uscita un segnale che è copia fedele

@ @

M 3%
Flg. 1- Un tempo, Il processo di amplificazione del segnall elettricl veniva affidato
alle valvole elettroniche; oggi questo stesso processo viene svolto dal transistor
e dai circuiti Integrati. I componenti riportati nel disegno si riferiscono, nell'or-
dine, alla valvola termoionica ampliflcatrlce di vecchio tipo (1), alla moderna
valvola elettronlca (2), ad uno del più vecchi tipi di transistor, Il CK722 (3), agli
attuali transistor al germanio e al slllclo (4) e al circuito Integrato (5).

142
CU FF IA

e S1

i'Rge-.
1
:5
lJ_j
>
PRESA
CUFFIA
+

Cl
-

Rl

' FIg. 2 - Circuito teorico di un semplice amplificatore di bassa frequenza per


ascolto In cuffia. Il lettore potrà realizzare questo ampllflcatore audio e colle-
garlo al rivelatore a diodo di germanio presentato Il mese scorso In questa stessa
rubrica, In modo da comporre un elementare ricevitore radio. L'alimentazione
può variare fra I 4,5 V e I 9 V. E ciò consente l'uso di una sola pila piatta o di
due pile piatte collegate In serie.

COMPONENTI
C1 == 5.000pF TR1 = 2N1711
c2 = 500.000 pF S1 = interrutt.
R1 4.700 ohm CUFFIA = 600+2.000 ohm
R2 = 470.000 ohm

TRASE TRASF
PILOTA USCITA

eALIM.
e
TR TR
PILOTA FINALE

VOLUME

Flg. 3 - Schema puramente Indicativo di un vecchio tipo di amplificatore di bassa


frequenza oggi del tutto abbandonato a causa dell'alto tasso di distorsione lntro•
dotto e dell'eccessivo assorbimento di corrente, non più tollerabile nelle appa-
recchlature portatlll.

143
IN T.

TR A S E
P ILO TA

I ALTOP
8n0
ALIM.


VOLUME

Flg. 4 - Clrculto teorico di amplificatore audio con stadio finale In push-pull.


Pur essendo dotato di una buona fedeltà di riproduzione e caratterizzato da un
basso consumo dl corrente, questo tipo di amplificatore è stato da tempo abban-
donato a causa dell'eccessivo costo del due trasformatori.

di quello d'ingresso, ossia con le stesse variazioni fanno parte del circuito amplificatore, non siano
e la stessa proporzione tra le varie ampiezze essi stessi causa di distorsione per errato dimen-
istantanee. sionamento o tipo di collegamento.
Se il segnale in uscita presenta delle variazioni
rispetto a quello entrante, si dice che esso
è affetto da distorsioni, oppure che esso è distor- AMPLIFICATORE PER CUFFIA
to. Vale a dire che la forma d'onda del segnale
uscente non è più simile a quella del segnale In figura 2 presentiamo un singolo stadio ampli-
entrante nell'amplificatore, ma presenta imperfe- ficatore audio, estremamente semplice, in grado
zioni. Dunque, occorre che l'amplificatore di un di pilotare direttamente una cuffia a media impe-
apparecchio radio sia il più fedele possibile, al- denza, del valore compreso fra i 600 e i 2.000
trimenti nell'altoparlante entrano delle onde che ohm. Il segnale da applicare all'entrata deve
non hanno la forma fedele del segnale captato essere prelevato dalla presa per cuffia del ricevi-
dall'antenna, per cui viene riprodotta un'onda tore a diodo, privo di sistemi di amplificazione,
sonora distorta e cioè non uguale all'onda sonora presentato il mese scorso in questa stessa rubri-
di trasmissione; in molti casi la ricezione è addi- ca. Comunque, per il buon funzionamento di
rittura impossibile perché incomprensibile. questo amplificatore, il segnale può essere prele-
vato da qualsiasi sensore, in modo diretto, oppu-
re da un preamplificatore. Il condensatore CI
PRECAUZIONI provvede a convogliare a massa eventuali segnali
alternati di alta frequenza ancora presenti dopo
Per evitare i fenomeni di distorsione, occorre il processo di rivelazione del ricevitore a diodo.
agire su due fattori principali. Prima di tutto Perché se questi segnali venissero applicati alla
bisogna che il transistor amplificatore lavori nelle base del transistor, essi verrebbero amplificati
condizioni radioelettriche previste· dal fabbrican- ed ascoltati in cuffia sotto forma di fischi. Il
te, perché quelle sono già state sperimentate e compito affidato al condensatore C2 invece è
consigliate come le più fedeli. In secondo luogo quello di applicare alla base del semiconduttore
occorre che i componenti radioelettrici, che i segnali variabili di bassa frequenza provenienti

144
dall'entrata del circuito, provvedendo allo stesso lizza ti due trasformatori, quello pilota e quello
tempo a bloccare ogni eventuale componente d'uscita.
continua. Ciò significa che eventuali tensioni Al trasformatore pilota veniva pure attribuito il
continue, presenti sul circuito d'uscita della sor- nome di trasformatore d'accoppiamento inter-
gente sonora, non possono entrare nel circuito stadio. Il suo compito era quello di disaccop-
dell'amplificatore audio a causa della presenza piare elettricamente lo stadio pilota da quello di
di C2. Le due resistenze R1-R2 polarizzano la potenza e di accoppiarli invece per quel che
base del transistor TR 1 facendolo funzionare riguarda il segnale da amplificare. Il trasfor-
al giusto punto di lavoro. matore d'uscita aveva il compito di adattare l'im-
L'alimentazione del circuito di figura 2 può es- pedenza d'uscita del transistor amplificatore fina-
sere ottenuta con una pila piatta da 4,5 V, oppu- le con quella, molto bassa, degli altoparlanti.
re con una pila da 9 V collegata con il morsetto Il segnale uscente dallo stadio rivelatore veniva
negativo verso il circuito di emittore, cioè verso applicato al potenziometro di volume e dal cur-
il circuito di massa, perché il transistor TR 1 è di sore di questo inviato, tramite un condensatore,
tipo NPN. alla base del transistor pilota.
Questo semplice circuito di amplificatore audio Il circuito di figura 3 fu tecnicamente e commer-
assume un elevato contenuto didattico, perché si cialmente abbandonato quasi subito, a causa del-
presta alla sperimentazione di vari tipi di tran- l'alto tasso di distorsione che esso introduceva
sistor e diversi valori di resistenza di polarizza- nel segnale amplificato ed anche per 1 'eccessivo
zione in grado di influenzare il guadagno dello assorbimento di corrente, non tollerabile nei ri-
stadio e il valore dell'impedenza d'ingresso. cevitori e negli amplificatori portatili alimentati
a pile.

UN VECCHIO AMPLIFICATORE
AMPLIFICATORE IN PUSH-PULL
Quello riportato in figura 3 è un vecchio tipo di
amplificatore di bassa frequenza transistorizzato, L'amplificatore di bassa frequenza con uscita in
oggi del tutto abbandonato. In esso vengono uti- push-pull, riportato in figura 4, costituisce uno

TRASF
PILOTA

TR JV
FINALI
e

VOLUME ALTOP
80 J
S1
JV

Flg. 5 - Questo clrculto di amplificatore audlo è anche denominato «single ended».


Venne utlllzzato fino ad una decina di anni fa e prevedeva l'uso di una batterla
di allmentazlone con presa centrale.

145
dei circuiti più classici nel settore dell'amplifi- quei casi in cui non è prevista l'amplificazione
cazione BF. In esso, come nel circuito preceden- con circuiti integrati. Esso utilizza componenti
temente esaminato, sono sempre presenti il tra- discreti e viene a costare poco.
sformatore pilota e quello d'uscita, ma i transi- Il transistor TRl è montato in un circuito con
stor amplificatori finali sono due e sono collegati emittore a massa, in modo da offrire un guada-
in controfase, ossia in push-pull. In pratica, lo gno relativamente elevato.
stadio finale è rappresentato da due elementi am- Lo stadio finale è pilotato dai due transistor
plificatori, collegati in parallelo tra loro, con il TR2-TR3, che sono montati in un circuito a
circuito di emittore in comune, in modo che i simmetria complementare, che consente un age-
due emittori raggiungano entrambi lo stesso va- vole accoppiamento tra l'uscita del circuito e il
lore di tensione. li segnale da amplificare è ap- trasduttore acustico, senza l'uso di trasformatori
plicato, tramite il transistor pilota, all'avvolgi- d'uscita.
mento primario del trasformatore pilota, il quale Questo circuito offre ottime prestazioni ed è
è dotato di una presa centrale sull'avvolgimento considerato da molti cultori dell'alta fedeltà co-
secondario. Questo segnale, che è di tipo alter- me il miglior sistema di concezione degli stadi
nato, determina sui terminali dell'avvolgimento amplificatori finali a transistor. Con questo tipo
secondario due tensioni, uguali nella forma ma di circuito, infatti, è possibile compensare, pra-
invertite nella fase. Le quali vengono applicate ticamente in modo perfetto, le non linearità dei
alle due basi dei due transistor finali. Con questo transistor, raggiungendo una riproduzione sonora
sistema si formano, in uscita, due onde sonore, indistorta, cioè una vera riproduzione ad alta
generate dalle tensioni che giungono ai due fedeltà.
transistor, che lavorano a turno, facendo meno Ogni circuito a simmetria complementare è com-
fatica e fornendo un suono migliore. Infatti si posto da due transistor, uno di tipo NPN, l'altro
verifica che la potenza che i transistor possono di tipo PNP, che presentano le stesse caratteri-
fornire è doppia rispetto a quella che potrebbe stiche, cioè lo stesso guadagno.
erogare un solo transistor. Quando uno stesso segnale viene applicato con-
Il circuito di amplificazione finale in controfase. temporaneamente e in ugual misura sulle due
con ingresso a trasformatore, come quello ripor- basi dei transistor, uno di questi tende ad au-
tato in figura 4, presenta alcuni piccoli incon- mentare la conduzione, mentre l'altro tende a
venienti. L'uso dei trasformatori, infatti, implica diminuirla; i compiti dei due transistor si scam-
un costo maggiore nella costruzione dell'amplifi- biano simmetricamente quando si inverte la po-
catore rendendo poco concorrenziale tale solu- larità del segnale d'ingresso. In questo modo è
zione circuitale. Anche se la resa, per quel che possibile far funzionare i due transistor anche in
riguarda la fedeltà, è da considerarsi buona ed zone fortemente non lineari, in quanto essendo
il consumo di corrente accettabile. identiche le non linearità per i due transistor,
queste vengono automaticamente compensate. Si
può così maggiormente sfruttare il circuito otte-
CIRCUITO SINGLE ENDED nendo, a parità di potenza d'uscita, una minor
potenza dissipata dai transistor e, quindi, un
Il circuito riportato in figura 5, che assume va- più elevato rendimento rispetto ad altri tipi di
lore puramente indicativo, si riferisce ad un am- amplificatori.
plificatore di bassa frequenza denominato, con Il trimmer potenziometrico, inserito fra base e
espressione anglosassone, « single ended ». Si collettore del transistor TR2. consente di rego-
tratta di un amplificatore commercialmente usa- lare, sul terminale positivo del condensatore
to fino ad una decina di anni fa. Ora nessuno elettrolitico C2, il valore della tensione di ali-
lo costruisce più. La sua caratteristica princi- mentazione esattamente sul valore metà di quel-
pale era quella di utilizzare un solo trasforma- lo della tensione di alimentazione. Se non si
tore di accoppiamento, dotato di un avvolgimen- effettuasse questa regolazione, il suono riprodot-
to primario e di due avvolgimenti secondari. Pre- to da Il 'altoparlante risulterebbe distorto.
vedeva l'impiego di un alimentatore duale, ossia
di una batteria con presa centrale.
AMPLIFICATORE CON INTEGRATO

SIMMETRIA COMPLEMENTARE L'attuale indirizzo della tecnica, più che ai tran-


sistor, volge verso i circuiti integrati, sia nella
L'amplificatore a simmetria complementare, ri- costruzione degli amplificatori che in quella di
portato in figura 6. è attualmente adottato in tutti moltissime altre aparecchiature elettroniche. E

146
R3

+
c3'

u
8
H, AP
<t
Rl
~
& T Cl
d
<t

Fig. 6 - Progetto, facilmente realizzabile, di amplificatore audio a simmetria


complementare attualmente adottato nel casi In cui non è prevista l'amplificazione
ad Integrati. La freccia (1) indica il punto In cui, agendo sul trimmer R4, la
tensione deve assumere esattamente il valore metà di quello dell'alimentatore,

-----COMPONENTI
Condensatori R4 = 1.000 ohm (trimmer)
c1 = 10F - 16 VI (elettrolitico) R5 = 47.000 ohm
C2 = 470 µF -16 VI (elettrolitico)
C3 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) Varie
TR1 BC107
Resistenze
TR2 == 2N1711
R1 = 4.700 ohm (potenz. a variaz. lin.) TR3 = 2N2905
R2 = 10.000 ohm AP = altoparlante (8 ohm)
R3 = 220 ohm S1 = lnterrutt.

ciò si spiega facilmente se si pensa ai molti van- all'uso di una tecnologia piuttosto che di un'altra.
taggi che l'industria, il commercio e la tecnica Nella quale si possono ravvisare diverse dimen-
possono trarre dall'uso di questi moderni com- sioni del circuito stampato, dell'alimentatore e di
ponenti. altri elementi.
Vogliamo qui ricordarne qualcuno, oltre a quello Ma esiste ancora un altro importante punto a
ben noto della miniaturizzazione. Ebbene quello favore degli integrati: l'affidabilità. Che deriva
che, per primo, emerge fra tutti è il prezzo del dalle stesse probabilità di quanto riscontrabile
componente, che appare di gran lunga al di sotto nella natura di un solo transistor e per cui essa
del prezzo di un analogo circuito costruito con appare tanto maggiore quanto più elevato è il
componenti discreti e al quale debbono sempre numero dei componenti « integrati ». La maggior
aggiungersi i costi degli elementi accessori. legati affidabilità dipende anche dal minor numero di

147
r------------------------,
I I
I
pserrrrrrrrrd 5,p

SII
+

o
9-15V
e
+
Cl R1 St
l c2 AP
VOLUME
c3

I
L JI

Fig. 7 - L'amplificazione ad Integrati è certamente la più attuale fra tutte. Il


circuito qui riportato utilizza un LM380 e non Implica alcuna operazione dl rego-
lazione o di messa a punto. Coloro che volessero realizzarlo, potranno comporre
un buon ricevitore radio, accoppiandolo al rivelatore a diodo presentato Il mese
scorso In questa rubrica. Le linee tratteggiate racchiudono la parte circuitale
che va montata sul circuito stampato.

COMPONENTI
Condensatori Resistenze
C1 = 5.000 pF R1 = 4.700 ohm (potenz. a varlaz. log.)
C2 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) R2 = 2,2 ohm
C3
C4
-
== 100.000 pF
470 F - 16 VI (elettrolitlco) Varie
IC1
AP
= Integrato LM380
= altoparlante (8 ohm)
S1 = Interruttore

componenti utilizzati e, quindi, da una più ridot- Ma il settore tecnologico in cui la sostituzione
ta quantità di saldature e collegamenti che, in ora auspicata è maggiormente possibile, con
ogni caso, possono costituire fonti di guasti. grande profitto, è quello dell'amplificazione di
Tenendo conto delle considerazioni fin qui espo- bassa frequenza.
ste, risulta chiaro che ogni qualvolta ciò sia possi- L'attuale produzione di circuiti integrati, in
bile, la sostituzione di un circuito transistorizzato grado di svolgere le funzioni di interi blocchi
con uno equivalente, integrato, è sempre da pre- di una catena di riproduzione audio come, ad
ferirsi. esempio, i preamplificatori. gli stadi pilota. i fil-

148
Flg. 8 - Plano costruttivo dell'am pllflcatore au-
dio con Integrato. I vari num eri riportati nel
circuito stam pato trovano precisa corrispon-
denza con la num erazione del circuito teorico
dl figura 7. Con Il potenziom etro R1 sl regola
I} volume sonoro In altoparlante.

tri attivi, gli stadi d'uscita, ecc., è veramente no- strina di silicio in grado di svolgere completa-
tevole. E a questa si deve poi aggiungere tutta mente le funzioni di preamplificazione ed am-
una gamma di amplificatori completi e concepi- plificazione finale, con l'aiuto di un ridottissimo
ti sotto forma di un singolo integrato, con po- numero di componenti esterni.
tenze d'uscita che si estendono lungo un arco Lo stadio d'uscita è di tipo a simmetria quasi
di valori che vanno dai pochi milliwatt alla de- complementare e ciò consente un pilotaggio di-
cina di watt. Ognuno di questi circuiti integrati retto dell'altoparlante senza l'uso di alcun tra-
è dotato di particolari caratteristiche elettriche sformatore per l'adattamento di impedenza e,
che, per una determinata applicazione pratica, soprattutto, con una bassa distorsione.
lo fanno preferire ad altri. La particolare progettazione dello stadio d 'in-
In questa gamma di componenti, peraltro assai gresso, il cui potenziale è riferito a massa, per-
vasta, abbiamo scelto il modello LM 380, che è mette di utilizzare i trasduttori con riferimento
un amplificatore molto versatile, di uso sempli- diretto a massa, senza l'inserimento di alcun con-
cissimo e in grado di fornire una potenza d'usci- densatore di accoppiamento e minimizzando ul-
ta di qualche watt, più che sufficiente per la teriormente l'esigenza di componenti esterni.
maggior parte delle applicazioni pratiche di bas-
sa frequenza.
CIRCUITO APPLICATIVO

L'INTEGRATO LM380 Con l'integrato LM380 abbiamo concepito il pro-


getto dell'amplificatore di bassa frequenza ripor-
L'integrato LM380 è un amplificatore audio di tato in figura 7, che il lettore potrà realizzare per
tipo monolitico, ricavato cioè da un'unica pia- comporre un semplice ricevitore radio, natural-

149
mente collegandolo al circuito del ricevitore a
diodo presentato il mese scorso in questa stessa
rubrica.
IL PACCO Nel circuito di figura 7, l'integrato è simboleg-
giato dal triangolo recante la scritta IC 1. In esso

DELL'HOEBYSTA si utilizza la polarizzazione e la compensazione


di frequenza interna allo stesso integrato. L'unico
componente elettronico strettamente necessario,
Per tutti coloro che si sono resi conto oltre che l'altoparlante. è il condensatore elettro-
dell'inesauribile fonte di progetti con- litico di accoppiamento C4, collegato fra il pie-
tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro- dino 8 dell'integrato ed uno dei due terminali
nica Pratica, abbiamo preparato que- della bobina mobile dell'altoparlante.
sta interessante raccolta di pubblica- Il gruppo R2-C3 assume il compito di garantire
zioni. la totale assenza di oscillazioni spurie, anche
quando si faccia uso di altoparlanti a bassa im-
Le nove copie della rivista sono state pedenza e di elevata potenza d'uscita. Il poten-
scelte fra quelle, ancora disponibili,
ziometro di tipo a variazione logaritmica R 1
ma in rapido esaurimento, in cui sono
apparsi gli argomenti di maggior suc- serve per regolare il volume sonoro in altopar-
cesso della nostra produzione edito- lantei
riale.
MONTAGGIO

A scopo sperimentale ed anche per utilità pra-


tica, il circuito dell'amplificatore di bassa fre-
quenza con integrato LM38O può essere pratica-
mente realizzato seguendo il facile piano co
struttivo riportato in figura 8.
La composizione dell'amplificatore si effettua ov-
viamente su circuito stampato, il cui disegno in
grandezza reale è riportato in figura 9.
LUCCIOLA ELETTRONICA Nello schema pratico di figura 8, il circuito in-
tegrato appare saldato direttamente sulle corri-
spondenti piste del circuito stampalo, che in
questo schema debbono intendersi viste in tra-
sparenza, ossia dalla parte opposta a quella in
cui sono presenti i componenti elettronici. Ma
è più corretto evitare le saldature a stagno sui
L. 7.500 piedini dell'integrato, servendosi di un corrispon-
dente zoccoletto ed innestando su questo l'inte-
Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe- grato stesso, ovviamente dopo aver saldato sul
ciale della nostra Editrice, a tutti i circuito stampato i piedini dello zoccoletto.
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in- Vogliamo appena ricordare che, per non incor-
teresse del dilettante, che fa rispar- rere nell'insuccesso, i due condensatori elettro-
miare denaro e conduce alla realizza- litici C2-C4 dovranno essere inseriti nel circuito
zione di apparecchiature elettroniche tenendo conto delle loro esatte polarità (nello
di notevole originalità ed uso corrente. schema pratico di figura 8 il terminale positivo
è contrassegnato con una crocetta). Anche l'inte-
grato IC1 deve essere esattamente innestato sul
suo zoccolo, ricordando che il piedino 1 è quello
che si trova in corrispondenza con un dischetto
presente sulla parte superiore del corpo del
componente.

150
KIT PER CIRCUITI
STAMPATI L. 16.000
Dotato di tutti gli elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
sto kit contiene pure la speciale penna
riempita di Inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed impedisce l'evapo-
razione del liquido.
Fig. 9 - Disegno In grandezza reale del circuito stam-
pato su cui deve essere realizzato l'ampllflcatore au-
dio con Integrato.

UNA RAPIDA CARRELLATA

Quella fin qui tracciata, altro non è stata che


una veloce carrellata sui principali circuiti di
amplificatori di bassa frequenza. Peraltro suffi-
ciente ad introdurre il lettore in questo partico-
lare ed interessante settore dell'elettronica. So- Consente un controllo visivo conti-
prattutto perché i circuiti fin qui esaminati si tro- nuo del processo di asporto.
vano nei moderni e nei vecchi ricevitori radio, Evita ogni contatto delle mani con
che rappresentano gli apparati con i quali i prin- il prodotto finito.
cipianti stabiliscono i loro primi contatti elet- E' sempre pronto per l'uso, anche
tronici. dopo conservazione illimitata nel
Ad ogni modo, se volessimo riassumere i concet- tempo.
ti fondamentali con cui vengono concepiti i cir-
cuiti degli amplificatori BF, dovremmo ricordare Il contenuto è sufficiente per tratta-
che, per prima cosa, ogni amplificatore deve es- re più di un migliaio di centimetri
sere in grado di amplificare i segnali, ad esso ap- quadrati di superfici ramate.
plicati, con la minima distorsione.
Attualmente, infatti, si può raggiungere 1'1 %,
mentre appena una decina di anni fa ci si do-
veva accontentare del 10%. Ma nei piccoli am-
plificatori e, in particolar modo, in quelli realizza-
ti a scopo didattico dai principianti, la qualità
della riproduzione sonora viene in parte com-
promessa dalle minuscole dimensioni dell'alto-
parlante e del contenitore. E ciò può essere pra-
ticamente constatato, collegando nell'apposita
presa, che può essere anche quella dell'auricola-
re, un altoparlante di grandi dimensioni, mon-
tato in una buona cassa acustica: si noterà infat-
ti, con questa semplice prova, un notevolissimo
miglioramento qualitativo dell'amplificatore.

151
GIOCO DI
RIFLESSI

La gara si svolge
fra due concorrenti per volta.

La vittoria arride a chi per primo segnala il proprio messaggio.

Nessuna possibilità di errore o di affidamento al caso.

Qualche progetto, analogo a questo, è già stato un apposito pulsante, che provoca l'immediata
presentato in altri fascicoli del nostro periodico, accensione di un corrispondente diodo led.
con le più svariate denominazioni di « gara ai
pulsanti », « testa o croce », « rosso o verde »,
ecc. Mai, tuttavia, il circuito aveva utilizzato dei IL TERZO DIODO LED
moderni integrati digitali, in tecnologia CMOS,
con lo scopo di affinare, attraverso un montaggio II circuito è dotato di tre diodi led. Due di que-
con finalità ricreative, le conoscenze del lettore sti, uno di color rosso e uno di color verde,
nel settore dell'elettronica logica, che impera or- corrispondono ai due gareggianti. Il terzo, di
mai dovunque, in televisione, nella riproduzione color giallo, è quello che, quando si spegne, dà
audio, nelle telecomunicazioni, fra gli elettro- il segnale di avviamento dell'apparecchio. Ossia
domestici, e, ovviamente, in tutti i campi profes- quel segnale, subito dopo il quale è possibile
sionali. Con questi componenti, dunque, abbia- premere un pulsante, che consente il funziona-
mo concepito un dispositivo che consente di effet- mento del dispositivo. Praticamente ciò vuol dire
tuare un vero gioco ai pulsanti, di televisiva che nessuno può... barare al gioco, premendo
memoria, nel quale non v'è possibilità alcuna di anzitempo il proprio pulsante. Perché soltanto
errore ed in cui l'unico giudice, imparziale, si quando la gara viene abilitata, i pulsanti sono
identifica con la sola prontezza dei riflessi dei in grado di far accedere i due diodi led rosso e
due partecipanti alla gara. La vittoria, quindi, verde.
arride a colui che è più svelto a segnalare il Premendo prima i pulsanti, si perde del tempo
proprio messaggio, ossia a chi per primo preme inutilmente. perché il funzionamento del circuito

152
Abbiamo riprodotto, con questo modernissimo circuito ad inte-
grati digitali, il popolare gioco ai pulsanti che, attraverso la
televisione, ha interessato noi tutti per lungo tempo e continua
tuttora a richiamare l'attenzione degli spettatori. L'accensione
del diodo led del concorrente vincitore impedisce all'altro led
di accendersi, inesorabilmente e senza errore di giudizio.

non dipende dalla condizione dei pulsanti, pre- L'uscita 10 del monostabile, andando a livello
muti o non premuti, ma dal loro cambiamento logico « 0», disabilita i due flip-flop contenuti
di stato. Per dirla con parole più semplici, ciò nell'integrato IC2, che è di tipo 4013. Contem-
significa che, se all'atto dell'avviamento del gio- poraneamente si sblocca la precedente condi-
co, prima ancora che il diodo led giallo si sia zione, che rimaneva memorizzata nei due flip-
spento, uno dei due concorrenti ha già premuto flop, e si spengono pure i due diodi DLt e DL3,
il proprio pulsante, dovrà eliminare la pressione cioè il diodo rosso e quello verde.
e ripremere poi nuovamente il pulsante per pro- Trascorsi sei o sette secondi, il segnale uscente
vocare l'accensione del proprio diodo led, per- dal monostabile si riporta al livello logico « 1»,
dendo naturalmente, con questa doppia opera- ed abilita i due flip-flop, a questo punto, sono
zione, del tempo prezioso, che può costargli l'eli- liberi di portarsi al livello logico « 1» non ap-
minazione dal gioco. pena il corrispondente ingresso di clock, che può
essere rappresentato dal piedino 3 o dal piedino
11 dell'integrato IC2, subisce una transizione lo-
DUE FUNZIONI DIGITALI gica da « 0» a « 1». E ciò in pratica corrispon-
de alla pressione esercitata su uno dei due pul-
Il funzionamento del progetto del dispositivo ri- santi PG1 - PG2 (pulsante giocatore 1- pulsante
portato in figura 1 si basa su due classiche fun- giocatore 2).
zioni digitali: quella del « monostabile » e quella
del flip-flop di tipo « D ».
li monostabile è un dispositivo di temporizza- PULSANTI APERTI
zione in grado di generare, su comando esterno,
un impulso di durata prefissata. Nel circuito in I due pulsanti PG1 e PG2 debbono essere di
esame il monostabile è realizzato tramite un inte- tipo normalmente aperto e non normalmente
grato 4011, che è un quadruplo NANO a due in- chiuso. Anche se il circuito può funzionare con
gressi, opportunamente collegati fra loro in modo entrambi i tipi di pulsanti. Infatti, tutti i pul-
da raggiungere la funzione desiderata. santi, di qualunque tipo essi siano, determinano
Ma dei quattro NANO soltanto tre vengono uti- numerosi rimbalzi, per cui in pratica il loro azio-
lizzati nel progetto di figura 1; il quarto, infatti, namento è origine di una miriade di transizioni
viene lasciato inutilizzato. da « 0» a «1».

ATTIVAZIONE DEL CIRCUITO RIPRESA DEL CICLO

Il monostabile viene attivato premendo per un Da quanto finora detto si arguisce facilmente
attimo il pulsante PCP (pulsante comando di che, il giocatore che per primo preme il proprio
partenza). E questa operazione viene subito se- pulsante, determina il passaggio ad « 1» del-
gnalata dallo spegnimento del diodo led giallo l'uscita corrispondente del flip-flop che, attraver-
DL2, pilotato dal transistor TR2 che, a sua vol- so il transistor ad essa collegato, fa accendere
ta, rimane controllato dall'uscita 10 del mono- uno dei due diodi led di segnalazione DLl - DL3,
stabile IC1. rosso o verde. Ma nello stesso istante, all'ingresso

153
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154
PGI PG2

DLI
osso

L2
ALLO
PCP
L3
ERDE

Fig. 2 - Realizzazione su circuito stampato della sezione elettronlca del disposi-


tivo descritto nel testo. SI tenga presente che le piste di rame del circuito deb-
bono intendersi viste In trasparenza, perché In realtà esse rimangono sulla faccia
opposta a quella in cui sono vislblll I componenti.

di RESET del flip-flop dell'avversario, viene ap- ELEMENTI BASILARI


plicato un segnale al livello « 1 », che impedisce
qualsiasi transizione, escludendolo dalla gara. Gli elementi basilari con cui viene montato il
Una simile configurazione viene memorizzata per- circuito di figura 1 sono certamente i due inte-
manentemente e non può essere modificata da grati IC1 - 1C2 che, come abbiamo detto, appar-
successive manovre sui pulsanti. tengono alla categoria degli integrati digitali
Per riprendere il gioco è necessario premere nuo- ossia a quel gruppo di componenti elettronici
vamente il pulsante di partenza PCP e dare l'av- che, sempre più, da qualche anno in qua, sono
vio ad un nuovo ciclo. entrati a far parte di tutti i settori del'elettroni-

Fig. 1 - Circuito teorico del dispositivo che consente di effettuare Il gioco della
gara ai pulsanti (PG1 - PG2). Il pulsante PCP consente di attivare Il circulto, deter-
minando lo spegnimento del diodo led DL2 (giallo). GII altrl due diodi led DL1 -
DL3 (rosso - verde) stabiliscono, con la loro accensione, quale dei due parteci-
panti al gioco è Il vincitore.

155
COLONNINA
SUPPORTO

CIRC.
STAM P

2PILE DA 4,5 Y

Flg. 3 - La basetta del circuito stampato, una volta montati tutti I componenti
elettronici deve essere Inserita In un contenitore metallico nel modo Indicato In
questo disegno, distanziandola tramite quattro colonnine, affinché nessun contatto
possa verificarsi accidentalmente con le superfici interne del contenitore.

ca, dall'informatica alle telecomunicazioni, dalla munemente impiegati da tutte le industrie elet-
radio alla televisione. Con un andamento rapido troniche, ha provocato, nel giro di pochi anni,
e deciso che potrebbe trovare innumerevoli spie- un abbassamento del costo di tali componenti
gazioni, ma che fra tutte ve n'è una, a nostro allo stesso livello di quelli più comuni come, ad
avviso, assai importante: il diverso modo di esempio, i transistor, i diodi, i FET, gli SCR,
progettare consentito dai componenti digitali ri- ecc., pur essendo gli integrati digitali componenti
spetto a quelli analogici. Infatti, mentre con que- notevolmente più complessi e più versatili.
sti ultimi la progettazione è un esercizio scienti- Si è quindi verificato un avvicinamento sempre
fico proprio dei soli tecnici altamente specializ- più numeroso degli sperimentatori dilettanti al-
zati, che hanno seguito corsi di studio assai lun- le tecniche digitali, non per solo motivo di cu-
ghi e complessi, con i componenti digitali la riosità o di interesse tecnologico, ma per una
progettazione si riduce ad una interconnessione pura necessità hobbystica. Tuttavia, per l'uso
« logica » di elementi reperibili in commercio, corretto di questi elementi, si debbono assumere
oseremo dire ... a catalogo. Quindi, con gli inte- alcune precauzioni tecniche. Per esempio, gli
grati digitali, pur essendo importante e neces- integrati digitali CMOS debbono essere montati
saria una certa preparazione tecnica, quel che nei circuiti di utilizzazione tramite appositi zoc-
più conta sono l'intelligenza e la fantasia del- coletti, che evitano l'uso del saldatore sui pie-
l'operatore che, come prime qualità individuali, dini del componente e sui quali l'integrato deve
consentono la realizzazione di innumerevoli ap- essere inserito secondo la tacca di riferimento
parecchiature con un certo numero di compo- riportata dai vari costruttori in corrispondenza
nenti standard, dal più semplice lampeggiatore del piedino I. Effettuando direttamente le salda-
all'incredibile e sofisticato calcolatore elettronico. ture dei piedini sul circuito stampato. si corre il
pericolo di mettere fuori uso i delicatissimi
CMOS.
PRECAUZIONI TECNICHE Ecco perché l'uso dello zoccoletto portaintegrato
è d'obbligo. Tuttavia, coloro che volessero igno-
Il notevole sviluppo delle tecniche digitali e la rare questa regola, potranno agire a modo loro,
grande quantità di circuiti logici integrati. co- servendosi di un saldatore perfettamente isolato

156
dalla rete-luce, con la punta saldante di rame dilettanti, per non provocare contatti errati fra
collegata a terra, onde evitare il passaggio, sul- le piste di rame, soprattutto fra quelle, molto
l'integrato CMOS, di cariche elettriche, anche sottili, in prossimità degli integrati.
di origine statica, che potrebbero mettere fuori E' ovvio tuttavia, che la perfezione costruttiva
esercizio gli integrati stessi. del circuito stampato potrà essere facilmente
raggiunta da chi possiede una completa attrezza-
tura per la fotoincisione, riducendo praticamente
IL CIRCUITO STAMPATO a zero ogni possibilità di insuccesso.

Tenendo conto della presenza dei due integrati


CMOS, si può dire che, per la realizzazione di MONTAGGIO
questo dispositivo, l'uso del circuito stampato
sia d'obbligo. Su] circuito stampato, tutti i componenti elettro-
Facendo riferimento al disegno riportato in figu- nici vanno inseriti secondo quanto indicato dal
ra 4, il lettore potrà agevolmente comporre tale piano costruttivo di figura 2. Per ultimi verran-
circuito, dato che il disegno stesso appare in no innestati, sui due zoccoletti, i due integrati
scala unitaria, ossia in grandezza reale. Per rea- ICI - 1C2 che, come abbiamo detto, sono com-
lizzarlo, occorre perizia e molta attenzione, se ponenti assai delicati. Pertanto, essi dovranno
lo si esegue con i metodi tradizionali adottati dai essere conservati, sino al momento dell'uso, nei

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa dlsclpllna e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
II simbolismo elettrico - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori- I resistori - I diodi
L. 5.000 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prln-
cipall componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltlsslml suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasl sperimentali.
a due colorl.

157
+ +

1
EG

+ Flg. 4 - Dlsegno In grandezza reale del circuito stampato necessario per la com-
+
poslzione della sezlone elettronlca del disposltlvo descritto nel testo.

loro contenitori antistatici o metallici, oppure nente polarizzato, cioè dotato di terminale posi-
sulle apposite spugnette conduttive. tivo e terminale negativo. Esso non può quindi
Ai lettori principianti raccomandiamo di monta- essere comunque inserito nel circuito stampato.
re i tre diodi led DLI - DL2 - DL3 rispettando In pratica, il terminale positivo si trova a de-
esattamente le loro polarità, ossia ricordando che stra del componente, osservando frontalmente il
l'elettrodo di catodo, che va collegato con le condensatore dalla parte in cui è riportato un
resistenze R8 - R9 - RIO, è facilmente individua- punto colorato. Le varie strisce colorate, ripor-
bile dalla presenza di una piccola tacca di rife- tate sul corpo del componente, determinano, tra-
rimento riportata sull'involucro del componente. mite l'apposito codice a colori, il valore capaci-
Un altro elemento di riconoscimento del catodo tivo, tenendo conto che la prima striscia è quella
nei diodi led è costituito dal terminale più corto che appare sulla parte più alta del condensatore.
o più grosso.
Per quanto riguarda i tre transistor TR1 - TR2 -
TR3, che sono tutti di tipo NPN al silicio, dicia- ALIMENTAZIONE
mo che questi elementi non consentono errori di
inserimento nel circuito stampato, giacché l'ap- Il circuito del dispositivo è alimentato con una
posita smussatura, praticata su ogni componente, tensione continua di valore non critico, ma com-
indica chiaramente il senso di montaggio, ossia
preso fra i 4,5V e i 12 V, indifferentemente.
l'esatta distribuzione degli elettrodi di base-emit-
tore-collettore, come illustrato nello schema di Naturalmente, volendo scegliere a piacere il
figura 2. valore della tensione dì alimentazione, si do-
Il condensatore Cl non è un comune condensà- vranno variare alcuni componenti. Più precisa-
tore elettrolitico, ma un condensàtore al tantalio. mente, con i valori citati nell'elenco componenti,
Cioè un condensatore che sostituisce quello elet- la tensione di alimentazione può oscillare sol-
trolitico e che, come quest'ultimo, è un compo- tanto fra i 9 e i 10 V. Per valori di tensioni

158
diverse si dovrà intervenire sui valori delle resi- un contenitore metallico nel modo indicato in
stenze R5- R6- R7 - R8- R9 - RI0. figura 3, distanziandolo dal contenitore stesso
Noi consigliamo il valore di 9 V, raggiunto tra- tramite quattro colonnine-supporto fissate me-
mite il collegamento in serie di due pile piatte diante otto viti.
da 4,5 V ciascuna, che non implica alcuna va- Ovviamente dentro il contenitore trovano posto
riazione dei valori dei componenti citati nell'ap- pure le due pile piatte da 4,5 V ciascuna, col-
posito elenco posto in corrispondenza dello sche- legate in serie in modo da erogare la tensione di
ma teorico di figura 1. valore complessivo di 9 V.
I tre diodi led, il pulsante di avviamento e l'in-
terruttore acceso-spento vengono applicati sulla
IL CONTENITORE parte superiore del contenitore.
I due pulsanti, da affidare ai due partecipanti alla
Una volta composto il circuito elettronico sulla gara, risultano collegati a due conduttori di filo
basetta dello stampato, secondo lo schema pra- flessibile, che fuoriescono dalla parte superiore
tico di figura 2. questo dovrà essere inserito in del contenitore attraverso un gommino-passante.

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 11.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- .....................
riati componenti e materiali, non sem- » P9 f$,s
pre reperibili in commercio, ad un
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N° 1 saldatore (220 V- 25 W)_N" 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante- N" 1 poggia-saldatore _ N 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo N 1 ancoraggio - N 1 basetta per
montaggi sperimentali_ N" 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V-N 1 cacciavite miniatura - N" 1 spezzone filo multiplo multicolore.

159
Completamente allo stato solido.

Robusto, preciso, facile


da realizzare.

Il responso avviene
attraverso tre diodi led
diversamente colorati.

MONITOR
PER BATTERIE
Tenendo costantemente sott'occhio la tensione dizioni di intervenire in tempo, con opportune
della batteria della propria auto, non solo si ricariche o rabbocchi dell'elettrolita, per ripristi-
prolunga la vita di questa, ma si è sempre sicuri nare le proprietà intrinseche della batteria, le sue
di avviare regolarmente il motore, con qualunque applicazioni vanno molto al di là di quella più
tempo e in ogni stagione. E non è nemmeno ne- congeniale del montaggio sul cruscotto dell'auto-
cessario controllare l'esatto valore della tensione vettura. Gli accumulatori, infatti, servono per
espresso da un voltmetro, come avveniva qualche alimentare moltissimi sistemi di antifurto, taluni
decina d'anni fa sulle vetture sportive, e neppu- servocomandi, i piccoli elettrodomestici da cam-
re quello della corrente assorbita tramite un si- peggio e tutti quei dispositivi elettrici o elettro-
stema amperometrico, ma basta un'indicazione nici che debbono funzionare là dove non esiste
luminosa, come quella offerta da un diodo led, una presa di rete-luce.
montato sul cruscotto, accanto a tutti gli altri li nostro monitor, dunque, può risultare utile a
strumenti di bordo. Tuttavia, l'indicazione non quasi tutti i lettori, anche a coloro che non sono
può essere quella di emergenza, presente in automobilisti, ma si trovano spesso impegnati nel
ogni autovettura, che interviene quando ormai controllo dell'efficienza di apparecchiature elet-
è troppo tardi per recuperare la batteria e con- troniche alimentate con batterie.
sente, nella migliore delle ipotesi, ancora qualche
avviamento stentato del motore. Occorre invece
un sistema di controllo più preciso, che eviti PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
peraltro l'impiego di strumenti ad indice, poco
economici e troppo sensibili alle vibrazioni mec- Prima di introdurre il lettore nella interpreta-
caniche, ma che offra la maggior sicurezza nelle zione teorica del funzionamento del monitor,
indicazioni come quello che stiamo per descri- vogliamo ricordare, brevemente e a grandi linee,
vere. il comportamento elettrico del dispositivo, in
modo che tutti coloro che si riterranno interessati
alla realizzazione di questo progetto possano su-
SVARIATE APPLICAZIONI bito formarsi delle idee molto chiare sul meccani-
smo dell'apparato.
Mentre lo scopo di questo monitor è sempre lo Cominciamo intanto col dire che, per conoscere
stesso, cioè quello di mettere l'utente nelle con- lo stato dell'impianto elettrico dell'autovettura,

180
Senza manomettere il circuito elettrico dell'autovettura, è pos-
sibile controllare, in ogni momento, lo stato elettrico della bat-
teria, inserendo nella presa dell'accendisigari un'apposita spina
collegata con Il dispositivo descritto In queste pagine.

non si rende necessaria una misura di grande, zionamento è basato il circuito del monitor pre-
precisione. Ma basta un controllo dei limiti di sentato in queste pagine.
tensione tollerabili per giudicare le reali condi-
zioni dell'accumulatore. Per esempio appare più
che legittimo ritenere il valore di 12,6 V, misu- TRE STATI ELETTRICI
rato sui morsetti della batteria, come sintomo
di buona salute di tutto l'impianto elettrico. I tre diversi stati elettrici, di cui abbiamo finora
Menfre per valori di tensione inferiore agli parlato, sono evidenziati dall'accensione di tre
11,6V con l'accumulatore sotto carica da parte diodi led diversamente colorati: verde, giallo e
del generatore, si deve giudicare anomalo il fun- rosso.
zionamento dell'impianto in qualche suo organo Se la batteria è carica, si accende soltanto il
o parte conduttrice. - diodo verde, se la batteria si trova in precarie
Quando invece i valori delle tensioni sono com- condizioni di carica, si accende il diodo giallo,
presi nell'intervallo fra quelli sopra citati, cioè se invece la batteria è scarica, si accende il diodo
fra 12,6V e 11,6 V, essi devono rappresentare rosso. Queste tre condizioni elettriche della bat-
un campanello d'allarme di eventuali insorgenti teria trovano precisa corrispondenza con altret-
anomalie, oppure, assai più semplicemente, una tanti valori delle tensioni misurate sui morsetti
testimonianza di sovraccarico dell'impianto elet- o in altra parte del circuito elettrico dell'auto.
trico, dovuto, ad esempio, all'accensione contem-
poranea di più apparati (tergicristallo, autoradio,
fari, accendisigari, sbrinatore, ecc.). DUE RIVELATORI DI SOGLIA
Dunque, per controllare la batteria, è più che
sufficiente un sistema che evidenzi tre condi- Il principio di funzionamento del circuito di
zioni elettriche generali. Le seguenti: figura 1 si basa sull'impiego di due rivelatori di
soglia, realizzati tramite transistor e diodi zener,
1- Batteria carica i quali, con un sistema di diodi, pilotano tre
2- Batteria parziaJmente carica ' visualizzatori a led indicanti le varie condizioni
3- Batteria scarica elettriche del segnale di ingresso.
La tensione da analizzare, cioè la tensione pre-
E queste tre condizioni risultano certamente indi- sente sui terminali della batteria, viene prelevata
viduabili, in modo assai semplice, con un siste- da un qualsiasi punto dell'impianto elettrico del-
ma a diodi led, che sostituiscono vantaggiosa- l'autovettura in cui essa è presente. Ma per non
mente il tradizionale strumentino ad indice, da manomettere l'impianto elettrico della macchina,
cui è difficile trarre una precisa indicazione con possiamo consigliare il lettore di utilizzare la
uno sfuggevole colpo d'occhio. presa dell'accendino ed inserire in questa una
Un dispositivo che faccia accendere dei diodi spina adatta, alla quale verranno poi collegati
led, di vario colore, in corrispondenza con le tre i cavetti provenienti dal circuito di figura 1.
condizioni di carica già elencate, risulta invece Ricordiamo che queste particolari spine si ven-
facilmente consultabile, anche senza un attento dono nei negozi di rivendita di ricambi d'auto.
esame da parte del pilota. E si rivela insensibile Esse sono sempre collegate con i piccoli elettro-
a quelle vibrazioni meccaniche che, al contrario, domestici utilizzabili in tutte le autovetture. Ma
possono falsare, o rendere precaria, la lettura di sono anche facilmente realizzabili, data la loro
uno strumento ad indice durante la normale mar- semplicità costruttiva. Sulla destra di figura 1 è
cia dell'autovettura. Su tale principio di fun- indicato un esempio di queste spine, dotate di

161
CONTATTO
RI / z I )o? 02 IV )oo '/ o22 Il CENTRALE)
+ --,
D1+ Il Il Il Il i
e
~ '5
CONTATTO
ROSSO Il llc Il Il ESTERNO

TR1 TR2_,,
e

FIg. 1 - Circuito teorico del monitor per batterle. L'allmentazlone si ottiene con la
stessa tensione della batterla In esame, all'atto del collegamento con questa.
L'accensione di uno del tre diodi led, diversamente coloratl, corrisponde ad un
preciso stato della batterla. SI noti, sulla destra dello schema, la presenza di una
speclale spina, acqulstablle presso I rivenditori di ricambi d'auto, che si Inserisce,
quando si vuol fare un controllo, nella presa dell'accendlalgarl.

-----COMPONENTI-----
Resistori Semiconduttori
=
==
R1 390ohm TR1 BC237 DZ2 = zener (12 V-1 W)
R2 1.000 ohm TR2 = BC237 DL1 = diodo led (rosso)
R3 = 390ohm D1 = 1N914 DL2 = diodo led (giallo)
R4 == 390ohm D2 = 1N914 DL3 = diodo led (verde)
R5 1.000 ohm DZ1 = zener (11 V - 1 W)

contatto centrale, sul quale va collegato il con- per alimentare il nostro monitor, vale a dire il
duttore della linea della tensione di alimentazione circuito di figura 1.
positiva del circuito, e di contatti laterali esterni,
con i quali si collega il conduttore della tensione
negativa di alimentazione del circuito di figura 1. BATTERIA EFFICIENTE
E' ovvio che la tensione prelevata dalla presa
dell'accendisigari, oltre che rappresentare la ten- Quando la batteria è in perfetto stato elettrico,
sione da tenere sotto osservazione, perché è quel- la sua tensione è certamente di valore superiore
la erogata dalla batteria. viene pure utilizzata o pari a 12,6 V e nel nostro dispositivo si accen-

162
CONTATTO
ESTERNO
@
CONTATTO
CENTRALE
@

Flg. 2 - Reallzzazlone pratlca del monitor per batterle. Senza ricorrere al mon-
tagglo del dispositivo sul cruscotto dell'autovettura, questo può essere tenuto In
mano, come un normale strumento di misura, ogni volta che si vuol effettuare un
controllo della batteria, inserendo la speciale spina nella presa dell'accendlslgarl.
Altrimenti, questa spina non serve e I conduttori possono essere permanentemente
collegati In qualsiasi punto del circuito elettrico della macchina, con la llnea
positiva e con quella di massa.

de il diodo led DL3 verde. Ma vediamo per quale nello stato di conduzione. Ma ciò significa pure
motivo tecnico si manifesta tale comportamento che le tensioni sui due collettori di entrambi i
del circuito di figura 1. transistor assumono un valore pressoché pari allo
Supponiamo che il circuito elettrico dèll 'autovet- zero. E di conseguenza il diodo led DL3 verde
tura sia perfettamente efficiente, cioè che la ten- risulta percorso da corrente e quindi acceso. Al
sione misurata sia di 12,6 V o qualcosa di più. contrario, il diodo DL2 giallo rimane spento,
Ebbene, in queste condizioni entrambi i diodi perché il diodo al silicio D2 lo cortocircuita a
zener DZl, da 11 V - 1 W e DZ2, da 12 V - 1 W, massa. E rimane spento anche il diodo DLl ros-
consentono il passaggio di corrente sulle basi so, perché cortocircuitato allo stesso modo dal
dei due transistor TR1 . TR2, i quali si trovano diodo D1

TABELLA. · CORRISPONDENZE
''
BATTERIA TENSIONE LED ACCESI

CARICA superiore o pari a 12,6 V VERDE


POCO CARICA 12,6V± 11,6V GIALLO
SCARICA inferiore o pari a 11,6 V ROSSO

163
Flg. 3 - Poiché l'uso del monitor si effettua In macchi-
na, Il clrculto stampato è d'obbligo nella costruzione
del circuito del dispositivo. Il lettore potrà realizzarlo
riproducendo nella stessa grandezza Il disegno qui
riportato.

BATTERIA POCO CARICA verde e giallo, non possono accendersi, mentre


il diodo led DLI rosso, libero da forzatura a
Esaminiamo ora il comportamento del circuito massa, tramite il diodo al silicio D1, viene per-
di figura 1 quando la tensione nel circuito elet- corso da corrente e si illumina.
trico dell'autovettura rimane compresa fra i va- Dunque, quando si accende il solo diodo led
lori di 12,6 V e 11,6 V. rosso, la tensione della batteria ha un valore sicu-
Questa volta il diodo zener DZ2, da 12 V - 1 W, ramente inferiore agli 11,6 V.
non può più condurre corrente, perché la barrie- A conclusione di questa breve analisi del cir-
ra di zener non può più essere vinta. Conseguen- cuito di figura 1, facciamo notare che le soglie
temente il transistor TR2 rimane privo di pola- di tensione, nell'intero circuito di figura 1, non
rizzazione sulla sua base e va all'interdizione, sono rigorosamente nette e in pratica si verifica
cioè non conduce corrente e il diodo DL3 verde un passaggio graduale tra l'accensione dei diodi
rimane spento. Ma il diodo zener DZl, da 11 V - led, consentendo ancor meglio di valutare lo sta-
1W, rimane ancora conduttore e continua a to della batteria sotto esame.
polarizzare la base del transistor TR1, mante-
nendolo nelle condizioni di condurre corrente e
provocando l'accensione del diodo led DL2 gial- COSTRUZIONE
lo. Il led DLl rosso invece continua a rimanere
spento a causa dell'azione del diodo al silicio D1. Tenuto conto che il monitor per batterie è desti-
Dunque, quando la batteria è logora o poco ca- nato all'uso per autovetture, ci si dovrà orientare
verso una composizione compatta e robusta del
rica, si accende il solo diodo led DL2 giallo.
circuito, ricorrendo all'impiego di un circuito
stampato, che il lettore potrà realizzare ripro-
ducendo nella realtà il disegno in grandezza
BATTERIA SCARICA naturale di figura 3.
Sulla basetta del circuito stampato verranno ap-
Rimane ora da analizzare l'ultima condizione del plicati tutti i componenti elettronici, così come
circuito di figura 1, quella corrispondente alla chiaramente indicato nel piano costruttivo di fi.
segnalazione di batteria scarica o fuori uso. gura 2. Facciamo presente che tutti i terminali
Certamente, quando il nostro dispositivo offre debbono rimanere molto corti, allo scopo di evi-
quest'ultima segnalazione, la tensione del circui- tare eventuali vibrazioni meccaniche che, a lun-
to elettrico dell'autovettura è inferiore agli go andare, potrebbero anche provocare l'inter-
11,6 V. E questo valore di tensione non è sufi- ruzione di qualche saldatura.
ciente per avviare la conduzione di corrente nei Ai principianti ricordiamo che i due diodi zener
due diodi zener DZl - DZ2. Quindi, entrambe DZ1 - DZ2, i due diodi al silicio D1 - D2 e i tre
le basi dei due transistor TRl - TR2 non risul- diodi led DLI - DL2 - DL3 sono tutti componenti
tano polarizzate e quei componenti rimangono polarizzati, che debbono essere inseriti nel cir-
tutti e due allo stato di interdizione. In pratica cuito in un senso preciso. Per esempio, i catodi
ciò significa pure che i due diodi led DL3 - DL2, dei due diodi zener sono facilmente individuabili

164
per il fatto che, in corrispondenza di questi elet- na più larga, oppure perché nel compcnente, pro-
trodi, è impressa una fascetta (anello) sul corpo prio vicino a questo reoforo, è riportata una
esterno dell'elemento. L'elettrodo che si trova tacca di riferimento.
dall'altra parte, quindi, è quello dell'anodo, che
va collegato con le basi dei due transistor. Questa
stessa osservazione si estende ai due diodi al sili- APPLICAZIONI VARIE
cio D 1 - D2, i cui catodi vanno collegati con i
collettori dei transistor (terminali in corrispon- All'inizio di questo articolo avevamo detto che
denza con l'anello di riferimento). il monitor poteva essere impiegato anche per usi
Per quanto riguarda poi l'individuazione dei ter- diversi da quello dell'automobile. Ovviamente si
minali dei transistor, questa rimane facilitata dal- faceva riferimento sia alle batterie a 12V, sia
la smussatura presente sul corpo cilindrico ester- agli accumulatori con valori di tensioni diverse.
no del componente, come chiaramente indicato Per queste ultime applicazioni occorrerà provve-
nello schema pratico di figura 2. dere alla sostituzione dei due diodi zener DZ1 -
Rimane ancora da spendere qualche parola sui DZ2, inserendo due zener con tensioni appro-
diodi led che, come i normali diodi, sono pur priate. Si tenga presente che la soglia inferiore è
essi dotati di catodi ed anodo. E i terminali di 0,6 V superiore al valore dello zener DZl,
rappresentativi di questi due elettrodi si differen- mentre la soglia superiore è di 0,6 V al di sopra
ziano visivamente tra loro per il fatto che l'elet- di quella del diodo zener DZ2. Tutti gli altri
trodo di catodo (K) è rappresentato da una lami- elementi rimangono chiaramente invariati.

ROUNDING LIGHT IN SCATOLA DI MONTAGGIO

L. 24.000
LAMPEGGIATORE SEQUENZIALE
L'uso di luci diversamente colorate ed il loro
accorto collegamento, in serie o in parallelo,
che consente l'inserimento di alcune cen-
tinaia di lampadine-pisello, è determinante
per la creazione di un ambiente suggestivo
e fantasmagorico.

Caratteristiche:

Potenza elettrica pilotabile su ciascun ca-


nale: 200+ 250 W aumentabile fino a 800 W
con opportuni radiatori.

La frequenza della successione dei lam-


peggii è regolabile a piacere.

Su ciascuno degli otto canali si possono • Per l'albero di Natale


collegare otto lampadine, oppure otto grup-
pi di lampadine in un quantitativo superio- • Per Insegne pubblicitarie
re ad alcune centinaia. • Per rallegrare le feste

165
Quando sono in gioco
le piccole potenze elettriche.

ALIMENTATORI
SENZA
TRASFORMATORI
Non è raro il caso in cui si debba alimentare un Per raggiungere un simile traguardo, occorre ri-
apparato elettrico od elettronico con la tensione chiamare alla memoria alcune nozioni teoriche
derivata dalla rete-luce, ma ridotta e trasformata di elettrologia, dalle quali è facile dedurre che,
in tensione continua, senza dover inserire nel- per ridurre il valore della tensione di 220 V ad
l'alimentatore un adeguato trasformatore ridut- uno più basso, senza far ricorso al ben noto tra-
tore. Ciò può essere imposto da motivi di natura sformatore, si possono utilizzare delle resistenze
economica, oppure da spazi talmente ridotti da di caduta o dei condensatori. Perché entrambi
non poter sopportare la presenza di un trasfor- questi componenti si lasciano attraversare dalle
matore, neppure di piccole dimensioni. Esempi correnti alternate, provocando una caduta di
tipici di pratiche applicazioni di questo tipo tensione sui loro terminali.
sono gli interruttori crepuscolari, i temporizzatori
per l'illuminazione delle scale, degli scantinati o
degli abbaini, i termostati elettronici semplici, e RIDUZIONE RESISTIVA
molti altri dispositivi che, una volta montati nel
luogo di esercizio permanente, non richiedono Il sistema resistivo di riduzione della tensione
più alcuna manipolazione circuitale. alternata è molto semplice, sia nell'aspetto teo-
rico che in quello pratico. Basta infatti collegare,
in serie con il dispositivo che si deve alimentare
UN SEMPLICE PROBLEMA e che costituisce il carico, una resistenza, per
raggiungere lo scopo.
Il problema che ci proponiamo di risolvere in Il valore di questa resistenza deve essere tale da
questa sede, dunque, è quello di concepire un provocare una caduta di tensione di valore pari
circuito alimentatore da rete-luce privo di tra- alla differenza tra quelli della tensione di alimen-
sformatore riduttore di tensione. tazione a 220 Vca e quelli richiesti dal carico.

166
Ma per alimentare correttamente il dispositivo
citato ad esempio, non basta conoscere il valore
della resistenza da collegare in serie ad uno dei
due conduttori della tensione di rete a 220V.
Quando gli spazi sono limitati. Occorre altresì conoscere il wattaggio, ossia la
potenza di dissipazione della resistenza da col-
legare in serie al dispositivo. Perché la resisten-
Quando si debbono contenere i costi.
za, nel suo lavoro di far cadere la tensione, con-
suma energia elettrica, trasformandola in calore.
E se la potenza di dissipazione dell'energia ter-
mica non è opportunamente calcolata, la stessa
resistenza può riscaldarsi oltre misura, fino a
bruciarsi completamente.
Per calcolare il valore della potenza di dissipa-
zione della resistenza, occorre applicare un'altra
Per determinare questo valore resistivo, è suffi- formula, anch'essa derivata dalla legge di Ohm,
ciente servirsi della legge di Ohm, purché sia ov- quella che riportiamo qui di seguito:
viamente noto il valore della corrente assorbita
dal carico. La formula da applicare in tal caso W =RXI
è la seguente:
Con i dati citati nell'esempio precedente, si ot-
Valim. - Vcarico tiene:
R = ---------
1 1960 ohm X 0,01 A = 19,6 W
nella quale I indica appunto il valore della cor- Concludendo, possiamo dire che per alimentare
rente che attraversa il carico, cioè il valore della correttamente il dispositivo portato ad esempio,
corrente che viene assorbita dal dispositivo che occorre una resistenza da 1960 ohm - 20 W (ar-
si vuol alimentare con la tensione alternata rotondati).
derivata dalla rete-luce.
Facciamo un esempio che ci consenta di applica-
re praticamente la formula ora citata, che è una RIDUZIONE CAPACITIVA
delle formule più note delia famosa legge di
Ohm. Da quanto si è detto, si è potuto capire che
Supponiamo di dover alimentare un apparato l'alimentazione degli apparati, con la tensione di
che richiede un valore di tensione alternata di rete a 220 V ridotta a valori più bassi con il si-
24 V e che assorbe una corrente, pure alternata, stema resistivo, comporta lo svantaggio di dissi-
di 0,1 A, pari a 100 mA. Ebbene, il valore della pare una notevole quantità di potenza elettrica
resistenza, da collegare in serie con uno dei due supplementare che, oltretutto, si manifesta attra-
conduttori di rete è il seguente: verso un'erogazione di calore, talvolta difficil-
mente eliminabile.
220 V 24V Ma esiste un sistema di riduzione della tensione
R= = 1960 ohm di rete-luce che non provoca dissipazione di ener-
0,1 A gia elettrica e che quindi non produce calore ed

La tensione di rete-luce può essere convenientemente ridotta,


senza ricorrere all'uso dei trasformatori, inserendo, in serie
con la linea di alimentazione, resistenze o condensatori di valo-
re opportunamente calcolato con i semplici metodi esposti in
questo articolo.

167
mentazione di una pila esso risulta conduttore
soltanto per il brevissimo tempo in cui le arma-

1l
ture del componente assumono una differenza di
potenziale, cioè una tensione pari a quella misu-

I rabile sui morsetti della pila. Tale fenomeno, del


resto, è facilmente intuibile, perché discende

6
immediatamente dalle affermazioni or ora espo-
ste. Nel momento in cui si inserisce un conden-
220V""°cr" LP satore nel circuito di alimentazione esterno di
una pila, la tensione sulle armature è di O V;

L
questo valore di tensione aumenta progressiva-
mente fino a raggiungere quello reale della pila;
J ma durante questo processo, che è un processo
di carica del condensatore, la corrente varia dal
valore iniziale, che è un valore nullo, fino al
valore massimo consentito dalle caratteristiche
Flg. 1 - Questo semplice circuito teorico vuol dimo-
strare, attraverso la realizzazione pratica, riportata In elettriche del circuito. Si tratta quindi di una
figura 2, che la corrente alternata attraversa Il con- corrente variabile e, come abbiamo detto, il
densatore e che, a seconda del valore capacitivo di condensatore è un componente conduttore delle
questo, la lampada LP si Illumina più o meno. correnti variabili (il tipo più noto di corrente
variabile è quello della corrente alternata).
Ai concetti fin qui esposti di conducibilità dei
condensatori ci si arriva gradatamente, attraver-
so la conoscenza di tutte quelle nozioni elettriche
è quello di tipo capacitivo, ossia quello che, in- che regolano il comportamento stesso dei con-
vece della resistenza, si serve dei condensatori. densatori. Ma al lettore interessa prima di tutto
I quali, come si sa, si lasciano attraversare dalle sapere che il condensatore è un componente con-
correnti alternate ma non da quelle continue. duttore delle correnti variabili, anche se la sua
Infatti, inserendo un condensatore lungo un filo maggiore o minore conducibilità è condizionata
conduttore di corrente alternata, esso, pur pre- da talune grandezze elettriche tra le quali, prima
sentando una sua propria e caratteristica resi- fra tutte, la speciale resistenza che il condensa-
stenza, è un buon conduttore di elettricità. Inse- tore oppone al passaggio delle correnti variabili
rendo invece un condensatore nel circuito di ali- e che prende il nome di reattanza.

Flg. 2 - Questo disegno Interpreta la realizzazlone

7
pratica del circuito teorico riportato In figura 1.
La lampada LP ha Il valore di 1 W ed è adatta
per funzionare con tensioni alternate di 220 V.
Il condensatore C1 è da 0,5 F, Inserendo la spl-
na nella presa-luce, la lampada sl accende; cor-
RETE toclrcultando il condensatore C1 la lampada si
lHumlna maggiormente.

168
UN ESPERIMENTO DIDATTICO

Per verificare il concetto di scorrimento della VOLTMETRO


corrente alternata attraverso un condensatore, il AC
lettore può far riferimento allo schema elettrico
di figura I e a quello pratico di figura 2.
Il circuito di figura I è composto da un normale
condensatore ceramico e da una lampadina, adat-
ta per un'alimentazione da rete-luce a 220 V con
potenza compresa fra 1 W e i 2 W. Il condensa-
tore ha il valore capacitivo di 0,5 {F (500.000
pF). Quando si inserisce la spina nella presa-
luce, la lampadina si accende e ciò sta a dimo-
strare chiaramente che la corrente elettrica al- 220V0- Rl
ternata attraversa il condensatore Cl. Cortocir-
cuitando il condensatore C 1 con uno spezzone
di filo conduttore, la luminosità della lampada
aumenta e ciò dimostra che il condensatore in-
troduce nel circuito quella particolare resistenza
che abbiamo denominato reattanza. Fig. 3 - Misurando con un voltmetro Il valore della
Sostituendo il condensatore da 0,5 F con altro tensione alternata, presente sul terminali della resl-
stenza R1, si potrà leggere, sulla scala dello stru-
di più basso valore capacitivo, la luminosità mento, un determinato valore. Sostituendo ll conden-
della lampada diminuisce perché aumenta la satore C1 con altri, di valori capacitivi diversi, variano
reattanza. I valori delle tensioni rilevate dallo strumento.

CALCOLO DELLA REATTANZA

Il valore della reattanza di un condensatore è


dato dalla seguente formula:
Vcaduta = Xc X I
jg
che è una diretta conseguenza della legge di
2fC Ohm, ma che in sostituzione del valore di resi-
stenza R introduce quello della reattanza Xc.
nella quale con Xc si indica il valore della reat-
tanza, con f quello della frequenza di rete che.
come si sa, è di 50 Hz e con C quello capacitivo MISURE APPROSSIMATIVE
del condensatore espresso in Farad. Questa stes-
sa formula, attribuendo ad f il valore della fre- Misurando il valore della tensione sui terminali
quenza di rete, può essere così espressa: di un carico, simboleggiato dalla resistenza R l
nello schema di figura 3, sostituendo più volte il
3184 condensatore Cl con altri di valori diversi, si
Xc potrà notare come variano le indicazioni fornite
e dal voltmetro. Ma queste indicazioni non seguo-
no le più semplici regole matematiche, a causa
nella quale, questa volta, il valore di C non è delle relazioni vettoriali; tensioni e correnti,
più espresso in Farad, ma in microfarad (µF). In infatti, non sono sempre in fase tra loro. Non
base a questa seconda formula, si può osservare vale quindi la somma matematica delle tensioni.
che, ad esempio, un condensatore da 1 F pre- Per esempio, se nello schema elettrico di figura 3
senta una reattanza di 3184 ohm, uno da 2 F il condensatore Cl ha il valore di 1 F e la reat-
quella di 1592 ohm, cioè la metà, e così via in tanza Xc vale 3184 ohm, con R 1 =
3184 ohm,
proporzione. non è vero che la tensione sui terminali di Cl
Da quanto finora detto si può dedurre che, quan- sia di 110 V e quella misurata sui reofori di RI
do un condensatore viene collegato in serie ad sia pure di 1 lO V. Perché in realtà, in questo
un carico, esso provoca una caduta di tensione esempio, i valori delle tensioni, sfasate tra loro
che è stabilita dalla seguente relazione: di 90°, ammonteranno a 155 V.

169
Cl

Flg. 4 - Esempio di circuito riduttore di tensione, raddrizzatore e stabilizzatore,


privo di trasformatore riduttore di tensione. La lampada al neon LN avverte
l'utente dello stato di acceso-spento del dispositivo. I valori del vari componenti
debbono essere opportunamente calcolati in relazlone all'uso particolare cui è
destinato II circulto.

CALCOLO DEL CONDENSATORE La tensione sui terminali de] condensatore può


essere ricavata con la seguente relazione:
Facciamo ora un esempio di calcolo del valore
capacitivo del condensatore C 1 nello schema di Vcond. = VValim.° Vcarico?
figura 1.
Supponiamo di voler sottoalimentare una lampa- V220°- 100°'- 196 V (circa)
dina da 220 V-5 W con la tensione di 100 V.
Il problema da risolvere è, in questo caso, quello Applicando la legge di Ohm, si ha:
di calcolare il valore capacitivo del condensatore
C 1. E per far ciò è necessario determinare la cor- Xc = V c : I - 196V: 0,05 A = 3920 ohm
rente che deve attraversare il filamento della
lampadina. Quindi, tenuto conto che il valore e, finalmente:
della potenza della lampada è dato dalla seguente
formula: C = 3184 : Xc = 0,81 F
W =V X I Concludendo, con un condensatore da 810.000
pF, la lampadina LP da 5 W di figura 1, viene
ne consegue che: alimentata con la tensione di 100 V, pur essendo
il circuito collegato con la tensione di rete di
I= W:V 220 V. Naturalmente, la luminosità della lampa-
dina è inferiore a quella di normale esercizio. Il
e quindi: calcolo sembra un po' troppo elaborato, ma oggi,
grazie all'enorme diffusione raggiunta dalle cal-
5 W : 100 V = 0,05 A colatrici tascabili, nessuna delle operazioni ora
elencate implica una particolare difficoltà ed
questo dovrà essere dunque il valore della cor- ogni lettore può calcolarsi esattamente il valore
rente necessaria per risolvere il problema ora capacitivo del condensatore secondo le proprie
impostato. esigenze.

170
BASETTA
ISOLANTE

Fig. 5 - Plano costruttivo dell'alimentatore, stabilizzatore di tensione, proposto


teoricamente nello schema di figura 4. Trattandosi di un circuito In cu! è presente
la tensione alternata di rete-luce, è opportuno Isolare accuratamente tutti gli
elementi.

TENSIONI CONTINUE l'uscita del circuito, dovrà risultare di valore pari


a quello della tensione che si vuol stabilizzare.
Molto spesso, e in particolar modo negli appa- La resistenza R1 rappresenta l'elemento di limi-
rati elettronici, occorre disporre di una tensio- tazione della corrente. Per essa va normalmente
ne continua, talvolta stabilizzata. Sorge quindi bene un valore compreso fra i 100 e i 500 ohm,
un secondo problema, che può essere affrontato scelto in funzione della corrente di carico e del
in modo analogo al primo, interponendo, a mon- calcolo del condensatore di « caduta » C 1.
te del carico, un ponte raddrizzatore. Questo Il condensatore elettrolitico C2 costituisce il pri-
ponte deve consentire il passaggio di entrambe mo stadio di livellamento; esso dovrà essere sele-
le alternanze della corrente alternata, favorendo zionato in modo che la tensione di lavoro sia
il corretto funzionamento del condensatore di di 3: 4 volte superiore a quella del diodo zener,
« caduta » ed erogando, a valle, la tensione rad- con valore capacitivo di 100 -;- 1.000 µF.
drizzata, adatta per gli usi di alimentazione. Eventuali altri condensatori di livellamento do-
Un condensatore di livellamento ed un semplice vranno essere inseriti sul circuito di alimentazio-
stabilizzatore, a resistenza e diodo zener, il più ne del carico e quindi in parallelo con il diodo
delle volte sono sufficienti per i normali impieghi. zener.
Uno schema tipico di riduttore della tensione di A coloro che volessero servirsi di questi tipi di
rete, senza trasformatore, ma con rettificazione alimentatori, ricordiamo che tali circuiti sono
e stabilizzazione è riportato in figura 4. adatti soltanto per applicazioni in cui siano in
Di questo stesso progetto presentiamo in figura gioco piccole potenze, ossia per applicazioni
5 il piano costruttivo, ritenendo che molti let- interessate da correnti di poche decine di mil-
tori vorranno realizzarlo, ovviamente dopo esser- liampere. Non è quindi assolutamente pensabile
si calcolati i diversi valori da attribuire ai com- la realizzazione di alimentatori stabilizzati con
ponenti per ogni particolare uso dell'alimenta- erogazione di correnti di varie centinaia di mil-
tore. liampere o addirittura da alcuni ampere, ser-
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AMPLIFICATORE - ABF 81
In scatola di montaggio
L 18.500

CARATTERISTICHE: DA UTILIZZARE:
POTENZA DI PICCO: 12 W In auto con batteria a 12V
POTENZA MUSICALE: 49 W In versione stereo
ALIMENTAZIONE: 9 Vcc- 13Vcc- 16 Vcc Con regolazione di toni alti e bassi
Con due ingressi

176
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te ed in ottime condizioni, corredato da schema elet- chissimo, perfetta, L. 30.000 non trattabili.
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plificato + alimentatore + rosmetro + 25 m cavo
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CERCO schema elettrico ed elenco componenti del bilizzato entr. 220 V uscita 12 V circa 10 W applica-
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IN SCATOLA DI MONTAGGIO

L. 16.600 (con modulo monocolore)


L. 19.800 (con modulo bicolore)

L'applicazione alla barra di un qualsiasi segnale provoca l'accensione di uno


o più trattini di color rosso o rosso-verde. Serve per realizzare un gran nume-
ro di dispositivi di utilità immediata e continua, in casa, nel laboratorio e in
automobile. Di questi, una buona parte è illustrata e interpretata nel fascico-
lo di novembre '82 del periodico, che viene allegato gratuitamente al kit.

177
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usi generali - monotraccia al completo con sonda tore per suddetto lineare, Il tutto a L. 90.000; inoltre
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FAENZA VILLA (Chieti) - Tel. (085) 810270

a._<<
~ ---·

PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatelllo)

----- ---· --

o ---- --

------- -- --- - --
-------- --- --

--- ee -•-

--
I
Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a: I
i

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute •
Via Zuretti, 52 - MILANO.

178
LA PISTA DEl LETTIERE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

STIMOLATORE MUSCOLARE e soltanto dopo precisa autorizzazione far uso


del nostro conforto igienico. Perché il nostro
Ho voluto costruire quel dispositivo, molto eco- apparato è soltanto una copia semplificata di quei
nomico se confrontato con gli analoghi apparati complessi strumenti con cui vengono trattati i
elettromedicali, che avete denominato « stimola- pazienti nelle cliniche e negli ospedali, che di
tore muscolare » e che è stato presentato sul pri- scientifico conserva soltanto il circuito elettroni-
mo fascicolo di quest'anno, quello di gennaio. co con i suoi effetti stimolanti. Fatta questa pre-
L'apparecchio mi sarebbe servito per sottoporre messa, dobbiamo dirle che, purtroppo, nell'elen-
un mio familiare ad alcune applicazioni elettro- co componenti, pubblicato nella stessa pagina in
stimolatrici ad un braccio o, più, precisamente, cui è apparso il progetto dell'elettrostimolatore,
all'avambraccio destro, in una zona in cui, so- un errore si evidenzia in corrispondenza della
prattutto nei periodi di grande umidità, quando resistenza R4, la quale deve avere il valore di
piove e fa freddo, insorgono dei fastidiosi dolo- 330 ohm anziché quello di 680 ohm. Se vuole.
ri, accompagnati da irrigidimento muscolare. potrà anche sostituire la resistenza RI da 4.700
Purtroppo, pur manovrando sui due potenziome- ohm con una da 10.000 ohm. Perché con il va-
tri, non sono riuscito ad avvertire alcuna scossa. lore da noi indicato, quando il potenziometro R2
Ho fatto controllare il cablaggio da un mio ami- è tutto chiuso, vengono impedite le oscillazioni
co, di me più esperto in elettronica, il quale non del transistor TR1, ma ciò può essere considerato
ha rilevato alcun errore. Mi sono dunque deciso un motivo di sicurezza nell'uso dell'apparecchio.
a scrivervi per chiedervi se vi è stato qualche Ci meravigliamo invece del fatto che lei non
errore di stampa nell'elenco componenti. abbia rilevato una macroscopica incompatibilità
PALOMBINJ LODOVICO fra il disegno che raffigura il condensatore C4,
Parma nello schema pratico, e l'indicazione « non elet-
trolitico » citata nell'elenco componenti. Ma le
possiamo dire che l'errore grafico non assume
Innanzitutto le consigliamo di esporre al suo me- importanza pratica e che si può usare anche un
dico di famiglia la sintomatologia a noi descritta elettrolitico da 220 F - 16 VI

179
CONTROLLO LIVELLO L'elemento di controllo, nello schema qui pub-
blicato, è costituito da un integrato RCA. Le son-
Devo controllare il livello dell'acqua potabile de debbono rimanere isolate dal metallo del ser-
contenuta in un serbatoio di acciaio inossidabile. batoio, il quale presumiamo sia collegato a terra
Ma vorrei farlo con un dispositivo elettronico come una linea dell'alimentatore. Il relé scatta
molto preciso, che mi informasse tempestiva- non appena il livello dell'acqua. scendendo, in-
mente quando il livello del liquido scende al di terrompe il contatto elettrico tra le due sonde.
sotto di una misura prefissata.
ONGARO PIETRO R1 = 22.000 ohm
Bologna R2 = 100.000 ohm
1C1 = CA 3018
RL = relé (12 V- 300±-600 ohm)

RI

R2

RECIPIENTE

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
AL. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni alti
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazione: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

180
RICEVITORE AD ONDE MEDIE Anche se apparentemente complesso, a causa del-
l'elevato numero di transistor, il circuito qui pre-
Ho già realizzato diversi progetti presentati sul- sentato è alquanto semplice. La bobina L 1, che
la vostra interessante rivista. Ora vorrei costruir- funge da antenna è di tipo commerciale; al ri-
mi un ricevitore radio ad onde medie con ascol- venditore dovrà chiedere una bobina per onde
to in auricolare, ma non riesco a trovare uno medie, avvolta su ferrite, per ricevitori a tran-
schema idoneo. Potete darmi un sicuro indirizzo sistor. Non importa di quale tipo. L'alimentazio-
in tal senso? ne si effettua con una pila da 1,5 V, ma vanno
FASAN ANGELO bene anche le pile da 3 V e da 4,5 V.
Padova

51

4 4i I
/,/%,
I
LI
he %n, w%
-- ~

%.
-

R13

r
.± I - -
~~ -

O9 uxcOLARE
RI5 l +Il R6 I I MAN

Condensatori R8 = 1.500 ohm


C1 = 100+350 pF (variabile miniatura) R9 = 330 ohm
C2 = 2.200 pF R10 = 22.000 ohm
C3 = 10.000 pF R11 = 470 ohm
C4 = 820 pF R12 = 1.500 ohm
C5 = 1.000 pF R13 = 12.000 ohm
C6 = 1.000 pF R14 = 10.000 ohm
C7 = 4.700 pF R15 = 4.700 ohm
C8 = 1.200 pF R16 = 2.200 ohm
C9 = 22.000 pF R17 = 3.300ohm
C10 = 100 F -3 VI (al tantalio) R18 = 1.500 ohm
C11 = 2.200 pF R19 = 150ohm
Varie
Resistenze TR1 = AC126
R1 = 470ohm TR2 = AC126
R2 = 1.000 ohm TR3 = AC126
R3 = 330ohm TR4 = AC126
R4 = 22.000ohm TR5 = AC126
R5 = 1.500 ohm TR6 = AC126
R6 = 86ohm L1 = bobina - antenna
R7 = 22.000 ohm S1 = interrutt.

181
INTEGRATO LM 309 K

Volendo realizzare un alimentatore per integrati


TTL, in grado di fornire la tensione di 5 V con
fa corrente di 1+: 1,5 A di picco, ho pensato
di utilizzare un integrato regolatore LM309K
seguendo uno schema in mio possesso. Purtrop- uscita massa
po, dopo l'acquisto del componente, mi sono ac-
corto di non saper identificare i terminali. Po-
treste darmi una mano nel risolvere quello che
per me è un vero enigma?
SPARVOLI FLORIANO
Ancona entrata
Gliela diamo volentieri, anche perché sappiamo LM309 K
quale interesse il componente suscita fra i letto-
ri. Le ricordiamo quindi che l'integrato LM309K,
simile al 7805K, è un regolatore di tensione del
tipo a tre terminali, in grado di fornire la cor-
rente di 1,5 V alla tensione di 5 V, ma soltanto
se convenientemente raffreddato.

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca- 50 W DI MONTAGGIO
COSTA

L. 34.200

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

182
FREQUENZIMETRO

L'impiego del tester diviene talvolta problema-


tico quando mi capita di effettuare misure di
frequenze nel settore 50 Hz + 5.000 Hz. La
compressione della scala infatti mi impedisce la
lettura esatta dei valori. Inoltre debbo spesso
ricorrere all'uso di amplificatori e trasformatoci
per innalzare la tensione a valori compatibili con
l'analizzatore universale. Per tale motivo vi chie-
do lo schema di un frequenzimetro, semplice da
realizzare e che possa soddisfare la maggior par-
te delle mie esigenze pratiche.
SULPASSO ANDREA
Foggia
Il più delle /volte il tester appare inadeguato per
questo tipo di misure, che sono limitate al con-
trollo della frequenza di rete e a pochi altri casi.
Il circuito che pubblichiamo invece si presta ad
un vasto settore di misure di frequenze su tre
gamme: 100 Hz, 1.000 Hz e 10.000 Hz fondo-
scala. Grazie all'uso di uno stadio amplificatore
si possono analizzare segnali anche al di sotto
I
f4.

del volt. cosa questa impossibile con il solo tester.

Condensatori
C1 = 10F - 10 VI (elettrolitico) I &
c2 = 100.000 pF
C3 = 200.000 pF
C4 = 20.000 pF
C5 = 2.000 pF
C6 = 47 F - 25 VI (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 100.000 ohm
R2 = 62.000 ohm
R3 = 22.000 ohm
R4 = 3.300 ohm
R5 = 4.700 ohm
R6 = 100 ohm
R7 = 10.000 ohm
R8 = 3.300 ohm
R9 = 360 ohm
R10 = 2.200 ohm (trimmer per taratura)
Varie
TR1 = BC177
TR2 = BC177
TR3 = BC177
DZ1 = diodo zener (9,1 V- 1 W)
D1 = 1N4002
D2 = 1N4002
D3 - D4:- D5 - D6 = 4x1N4002
A = microamperom. (100 (A fondo-scala)
Ti = trasf. d'alim. (220 V - 9V-5 W)
S1 = comm. (1 via - 3 posizioni)
S2 = interrutt.

183
R2
SOPPRESSORE DI TUMP ate_
g i1,
li mio impianto di riproduzione audio ad alta
fedeltà, pur funzionando perfettamente, presenta
il difetto di generare, all'atto dell'accensione, un
forte disturbo (tump) in entrambe le casse acu-
stiche. Mi potete insegnare il modo per eliminare

&
_ Cal&o
9?
'slS{
i
±ae
tale inconveniente? t
FUSI FERRUCCIO
Sondrio
Cl

La soluzione al suo problema è abbastanza sem-


plice. Occorre infatti ritardare il collegamento
delle casse acustiche rispetto all'accensione del- ALIM.
l'amplificatore, per far sì che tutte le alimenta-
zioni abbiamo il tempo di raggiungere il loro C1 470 F - 36 VI (elettrolitico)
esatto valore. Realizzi quindi questo circuito di R1 = da computare
relé ritardato da un gruppo RC. E ricordi che il R2 8 ohm -5 W
valore della resistenza R I va determinato in f un- R3 8 ohm -5 W
zione della sensibilità del relé. RL1 relé

AMPLIFICATORE PER CUFFIA cazione e cli equalizzazione del segnale, colleghi.


a valle degli stadi di preampli[ìcazione, l'ampli-
Dispongo di un registratore a cassette, alimentato ficatore di cui abbiamo qui riportato lo schema,
con due pile da 4,5 V, collegate in serie e con che funziona con alimentazione duale ed il cui
presa centrale per la massa. Poiché l'apparecchio controllo di volume R I dovrà essere inserito sol-
è privo di amplificazione di potenza, vorrei tra- tanto se esso risulta assente negli stadi precedenti.
sformarlo in un registratore portatile con ascolto
in cuffia. E' possibile ciò? C1 = 200.000 pF
GEMETTI SIRIO R1 - 47.000 ohm (potenz. a varìaz. log.)
Catanzaro R2 = 10.000 ohm
R3 = 100.000 ohm
CUFFIA = 300+ 2.000 ohm
Se l'apparecchio è dotato di idonea preamplifi- IC1 = A741

ENIR.

184
TEMPORIZZ ATORE PER GARAGE Condensatori
C1 = 3.300 pF
Nel circuito di illuminazione del mio garage vor- C2 = 47 F - 25 VI (elettrolitico)
rei inserire un temporizzatore completamente C3 = 1.000F - 25 VI (elettrolitico)
allo stato solido. Disponete di un semplice pro- Resistenze
getto con queste caratteristiche?
R1 = 15.000 ohm
CAPECE DOMENICO R2 = 160 ohm
Salerno R3 = 10megaohm (trimmer)
R4 = 160 ohm
Quello che pubblichiamo è un circuito di tem.
porizzatore so/id-state con possibilità di regola- Varie
zione tramite R3 del tempo di intervento / ra po- TRIAC $C141GE
chi secondi e più di un'ora. 1 1N4004
IC1 = 555
P1 pulsante
S1 interrutt.
T+ trasf. (220 V-6V-0,3 A)

a10
RI

01

TRIA Lo

#
2ci

RE'E

In scatola
ALIMENTATORE STABILIZZATO di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5± 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Rlpple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabillzz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrarlsceldamentl.
L. 15.800
MIXER MICROFONICO

Dovrei costruirmi un miscelatore a due canali

OROLOGIO per microfoni, dotato di controlli di volume e


bilanciamento. So che un tale progetto sarà stato
da voi più volte pubblicato, ma essendo io un

TERMOMETRO vostro nuovo lettore, non sono in possesso di


alcun fascicolo arretrato e non saprei quindi dove
trovare il circuito più adatto per un principiante.
MATTEI RAFFAELE
Roma
In scatola di montaggio Il circuito che pubblichiamo è quello di un pre-
amplificatore-miscelatore microfonico con due
L. 56.000 integrati a basso rumore. I controlli di volume
R 1- R 14 sono indipendenti per le due entrate
E 1- E2. Il controllo R 7 regola il volume sul-
l'uscita miscelata U3, mentre R8 controlla il bi-
lanciamento tra le uscite U1 - U2 indipendenti.
Il guadagno tipico è di 1,5 volte.

Condensatori
C1 = 100F- 16VI (elettrolitico)
C2 == 470.000 pF
C3 = 10F-16VI (elettrolitico)
CA4 = 4,7F-16VI (elettrolitico)
SERVE PER COSTRUIRE: C5 = 470.000 pF
C6 =470.000 pF
C7 4,7 µF - 16 VI (elettrolitico)
un moderno orologio numerico a di- C8 = 10F- 16VI (elettrolitico)
splay C9 = 470.000 pF
un termometro di precisione Resistenze
R1 47.000 ohm (potenz. a variaz. Iog.)
una radiosveglia
R2 100.000 ohm
un interruttore elettrico temporizzato R3 = 5.600 ohm
R4 = 5.600 ohm
R5 150.000 ohm
R6 47.000 ohm
Ma offre la possibilità di realizzare R7 47.000 ohm (potenz. a variaz. Iog.)
innumerevoli e sofisticate ulteriori R8 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
applicazioni tecniche. R9 47.000 ohm
R10 150.000 ohm
R11 = 5.600 ohm
R12 1 5.600 ohm
R13 100.000 ohm
R14 = 47.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
Varie
1c1 TLO71CP
1C2 TL071CP
S1 interrutt.
ALIM. 9±13V

186
_so m= n ll
wiwwwiw
R6 C5 Re C6 R9

I] 3R

• rT
R2 R5 RIJ

T
+ +

T
6

1I
+
c3
n■

I ......
c8
■n+

TRASMITTITORE DIDATTICO PER ONDE MEDIE


in scatola di montaggio a L 14.800
CARATTERISTICHE

Banda di frequenza 1,1 + 1,5 MHz


Tipo di modulazione in ampiezza(AM)
Alimentazione 9 + 16 Vcc
Corrente assorbita 80 + 150 mA
Potenza d'uscita 350 mW con 13,5 Vcc
Profondità di mod. 40%/ circa
Impedenza d'ingresso superiore ai 200.000 ohm
Sensibilità d'ingresso regolabile
Portata 100 m. + 1 Km.
Stabilità ottima PER I
Entrata micro plezo, dinamico COLLEGAMENTI
e pick-up SPERIMENTALI VIA RADIO
IN FONIA, DEL PRINCIPIANTE
AVVISATORE PER DISTRATTI

Devo francamente ammettere di essere un gran suono attraverso un altoparlante quando si com
distratto. Perché molto spesso mi capita di la- mette la dimenticanza, appena il guidatore ab-
sciare accese le luci dell'auto e di scaricare la bandona l'auto, dopo aver aperto la portiera. li
batteria. Stanco di ciò, mi rivolgo a voi per chie- collegamento è facile. L'interruttore SI è quello
dervi se esiste qualche sistema di allarme che della portiera sul lato del guidatore. li punto B
possa richiamarmi ad una maggiore attenzione. va collegato al + 12V dell'alimentatore, dopo
ZANOLI FABIO l'interruttore di accensione, per esempio su!
Ravenna morsetto positivo della bobina. I punto A verrà
cornesso al lato « caldo » delle luci da tenere
sotto controllo. E' possibile utilizzare più diod
Un semplice circuito, del costo di poche centi DI, collegando i catodi tra loro e gli anodi ai
naia di lire, può risolvere il suo problema. Come vari dispositivi che si vogliono controllare, rea-
vede, si tratta di un dispositivo che emette un lizzando una funzione logica OR a diodi.

SERVIZIO BIBLIOTECA
IMPIEGO RAZIONALE I CIRCUITI INTEGRATI I SEMICONDUTTORI NEI
DEI TRANSISTORI Tecnologia e applicazioni CIRCUITI ELETTRONICI
L. 12.000 L. 9.000 L. 13.000

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176 pagine - 195 illustrazioni 488 pagine - 367 Illustrazioni
222 pagine- 262 Illustrazioni formato cm 15x21 - stampa formato cm 14,8 x 21 - copertina
formato cm. 21 x 29,7 - legatura a 2 colori - legatura In brossu- plastificata a due colori
in tela con Incisioni In oro ra - copertina plastificata
sovraccoperta plastificata. Gli argomenti trattati possono
Il volume tratta tutto quanto essere succintamente cosi in-
Tutta la pratica dei semlcon- riguarda questa basilare realiz- dicati: fisica del semiconduttori
duttori è trattata in questo li- zazione: dai principi di funzio- - teoria ed applicazione dei
bro con molta chiarezza e sem· namento alle tecniche di produ- transistor - SCR TRIAC DIAC
pllcità, dagli amplificatori ai cir- zione, alle applicazioni e al me- UJT FET e MOS - norme di cal-
cuiti logici. con i più recenti todi di Impiego nel più svariati colo e di funzionamento - tecni-
aggiornamenti tecnici del settore. campi della tecnica. che di collaudo.

188
Condensatori
C1
C2
-
--
47.000 pF
47.000 pF
DI

Resistenze
Il <3 sRs <&5 I Il_lAP
R1 = 680 ohm

----
R2 820 ohm
R3 2.700 ohm '/\. OZI
R4 - 180.000 ohm
R5 = 180.000 ohm
Varie Il TRl
TR1 = BC107 02

TR2 = BC107
D1 = 1N4002
02 = 1N4002

;
SI

DZ1 = diodo zener (9,1 V- 1W)


AP = 8 ohm
S1 = interrutt. portiera

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L 12.850
Si possono faf' lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressÒre di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

189
STABILIZZATORE CON SCR alimentatori molto complessi, realizzabili soltan-
to industrialmente. Riportiamo comunque lo
Mi sembra di ricordare d'aver letto, in una pub- schema di un alimentatore con SCR, che forni-
blicazione scientifica, che si possono realizzare sce tensioni d'uscita regolabili fra i 5 V e i 30 V
alimentatori stabilizzati con diodi SCR anziché con assorbimento massimo di 1 A.
con transistor di potenza, raggiungendo sostan-
ziali vantaggi energetici. Qual è il vostro parere
in proposito? Condensatori
VILLA GIANNANTONIO C1 10F - 50 VI (elettrolitico)
Varese C2 = 330.000 pF
C3 2.200 tF - 50 VI (elettrolitico)
Le notizie da lei riferite sono parzialmente esat-
te. Con I'SCR si ottiene un risparmio di energia, Resistenze
ma aumentano il ripple e i disturbi di commuta- R1 = 2.200 ohm
zione. La stessa stabilizzazione non è certo delle R2 - 6.800 ohm (trimmer)
migliori. E' vero che la tecnica attuale è indiriz- R3 - 6.200 ohm
R4 6.200 ohm
zata verso il sistema della commutazione. ma è R5 47ohm
anche vero che con essa vengono utilizzati tran- R6 = 10.000 ohm
sistor ad alta tensione o MOS di potenza, deri- R7 10.000 ohm
vando l'alimentazione direttamente dalla rete R8- 1.500 ohm
senza trasformatore. Si tratta in ogni caso di R9 = 4700 ohm

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LA COPERTINA • Riproduce Il dispositivo pre-
sentato ed analizzato nelle prime pagine del
presente fascicolo. Si tratta di un misuratore
dlgitale di tempo, sul quale si legge direttamente
la distanza in chilometri che separa in linea
d'aria, un fulmine da un osservatore.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

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etitulscono.
L'uso di questo
dispositivo
consente di prevedere
l'arrivo
di un temporale.

MISURIAMO

LA DISTANZA
DEI FULMINI
Come si sa, il fulmine, inteso quale fenomeno VELOCITA' DEL SUONO
rilevabile dai nostri sensi, precede il tuono, per-
ché la velocità della luce è di gran lunga supe- Il suono è una sensazione auditiva che percepi-
riore a quella del suono. E questo intervallo di scono tutti gli esseri viventi provvisti dell'orga-
tempo, più o meno grande a seconda della lon- no dell'udito: l'orecchio. E la sensazione auditiva
tananza del temporale, costituisce l'elemento che è dovuta alle onde sonore. Ciascuna onda so-
verrà ora preso in considerazione, dato che, pro- nora consiste in una compressione seguita dalla
prio dalla sua precisa valutazione, è possibile corrispondente rarefazione dell'aria, ossia dalla
conoscere, tramite le moderne tecnologie digi- semionda positiva seguita dalla semionda nega-
tali, la distanza, in linea d'aria, che ci separa tiva, uguale e contraria, come avviene per le
dalla scarica elettrica atmosferica fra due nubi, onde che si propagano sull'acqua. Le onde so-
o fra una nube e la terra. Dunque, l'apparecchio nore, poi, si diffondono sfericamente tutte all'in-
che ci apprestiamo a descrivere altro non è che torno della sorgente sonora, a velocità costante,
un misuratore digitale di tempo. Il cui impiego compresa fra i 333 e i 334 metri al secondo.
principale, come abbiamo detto, è quello di sta- Con il termine «suono», dunque, _si intende
bilire la distanza di un osservatore da un fulmine. soltanto la sensazione auditiva, così come con il

196
Può servire anche da contasecondi, fino a 99".

l: facilmente trasformabile In un glocattolo per scommettitori.

Si alimenta con una sola pila piatta da 4,5 V.

termine « luce » si intende solo la sensazione al di fuori di essi. Nello spazio che li circonda
visiva. E ciò per il fatto che il suono e la luce esistono onde sonore e onde luminose.
esistono soltanto come percezioni del cervello, E dopo queste brevi precisazioni di natura fisica,
ossia esistono soltanto nell'interno degli esseri concludiamo dicendo che, in questa sede, ver-
viventi provvisti di orecchi ed occhi, e non già ranno valutate le velocità di propagazione delle

Valutando il tempo che Intercorre tra l'avvento del fulmine e Il


conseguente tuono da questo provocato, si computa, con no-
tevole precisione, la distanza che separa il fenomeno atmosfe-
rico da un osservatore. La lettura diretta delle misure, espresse
In metri o chilometri, si effettua su due display, dopo aver pre-
muto un apposito pulsante.

197
onde sonore e di quelle luminose. Tuttavia, verso lo schema a blocchi riportato in figura 1.
poiché la velocità delle onde luminose è enorme Come si può notare, Io schema di figura 1 è com-
rispetto a quella delle onde sonore, essendo la posto da cinque circuiti integrati (ICl - IC2 -
prima di 300.000 km al secondo, possiamo rite- IC3 - IC4 - I1C5) e da due display, sui quali
nere la velocità della luce del fulmine come istan- si leggono direttamente le distanze chilometriche
tanea, sviluppandosi essa su distanze relativa- dei fulmini.
mente corte. Misurando quindi il tempo che I cinque circuiti integrati esplicano tre diverse
intercorre tra lampo e tuono e moltiplicando per funzioni. Il primo di essi, IC1, che è rappresen-
0,33, si ottiene la distanza in chilometri alla tato dall'ormai famoso 555, svolge le funzioni
quale si è prodotto il fulmine. di oscillatore astabile e genera un segnale ad
Facciamo qualche esempio pratico. Supponiamo onda quadra, segnalato nello schema di figura
di osservare un fulmine e di contare il tempo fra lCl e IC2, che serve da base dei tempi per
che intercorre fra questo e il tuono. Ebbene, i circuiti che seguono.
con il cronometro misuriamo 3 secondi, appli-
chiamo ora la formula ed otteniamo:

0,33 X 3 = 1 Km (circa) CONTATORE DECADICO

Se il tempo intercorso fosse stato di 4 secondi, L'integrato IC2 è un contatore decadico, in gra-
allora la distanza alla quale si è manifestato do di contare gli impulsi di clock provenienti
il fulmine sarebbe stata di dall'integrato ICl e di fornire, sulle sue quattro
uscite A-B-C-D, la codifica decimale corri-
0,33 X4= 1,32 Km = 1320 metri spondente al numero di impulsi contati.
Ricordiamo che per « codifica » si intende una
Per quanto ora detto, sarebbe sufficiente l'uso combinazione dei livelli logici delle uscite che,
di un cronometro, di una penna e un pezzo di nel nostro caso, viene posta in corrispondenza
carta per conteggiare la distanza del fulmine con i numeri decimali. Tale corrispondenza ri-
dall'osservatore. Ma il cronometro e l'applica- mane evidenziata dalla « tabella della verità »
zione della formula sottraggono tempo all'ope- tipica dell'integrato IC2 che è un 74C90. Il
ratore, il quale, all'avvicinarsi del temporale passaggio tra i vari « stati » delle quattro uscite
deve valutare la distanza di molti fulmini in avviene ogni volta che il segnale di ingresso,
brevissimo tempo e senza commettere errori di ossia il segnale di clock, subisce una transizione
calcolo. Serve:dunque meglio il dispositivo pro- dal livello logico« 1» (uscita alta) a quello« 0»
posto in queste pagine al lettore, il quale con- (uscita bassa) .
sente una lettura diretta ed immediata, su di-
Si noti che dopo il nono impulso le codifiche si
splay, della lontananza di una grande serie di
ripetono ripartendo da zero. In questo caso, al
lampi.
decimo impulso l'uscita D passa da 1 a O e può
venir utilizzata come segnale di clock per una
successiva decade di conteggio in grado di con-
AL TRE APPLICAZIONI tare le decine di impulsi, così come avviene
nel nostro circuito con l'integrato IC4.
L'uso dell'apparato in discussione non è limitato
Questa tecnica può venir iterata, per espansioni,
alla sola valutazione della distanza dei fulmini
a piacere, al fine di contare le centinaia, le
perché, come abbiamo detto, esso è un vero
e proprio misuratore digitale di tempo. Dunque, migliaia, ecc., semplicemente collegando l'uscita
esso potrà trovare pratica applicazione in tutti D all'ingresso della successiva decade.
quei casi in cui è richiesto un conteggio del
tempo con relativa indicazione visiva, oppure,
dopo alcune semplici elaborazioni, là dove ne- VISUALIZZAZIONE DIRETTA
cessita un conteggio in generale di impulsi elet-
trici provenienti dai più svariati dispositivi, Giunti a questo punto, siamo riusciti a contare
quali, ad esempio, gli switch, le fotocellule, ecc. gli impulsi di ICI che, nel caso specifico, rap-
presentano dei segnali di tempo. Ma la loro
interpretazione, secondo la codifica binaria-deci-
LO SCHEMA A BLOCCHI male, non è comunque agevole. Perché, pur am-
mettendo di collegare dei diodi led su ciascuna
Analizziamo ora il principio di funzionamento delle uscite, per visualizzare immediatamente lo
del dispositivo, interpretandolo dapprima attra- stato, occorrerebbe una buona dose di prepara-

198
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Flg. 1 - Lo schema a blocchi del circuito del misuratore digitale di tempo con•
sente di effettuare un'analisi Immediata e semplificata del principio di funzio-
namento del progetto.

zione ed allenamento per « leggere » con una reggiata del progetto del dispositivo riportato in
certa velocità la codifica formata. figura 2.
Ecco dunque venirci in aiuto un altro tipo di Rispetto allo schema a blocchi di figura 1, il
circuito integrato, in grado di trasformare la progetto del misuratore di tempo di figura 2 non
codifica decimale delle uscite A - B - C - D in presenta grosse innovazioni. A parte le necessa-
una seconda, più complessa, ma pratica codifica, rie resistenze di limitazione di corrente, colle-
atta a pilotare dei display numerici a sette gate in serie ai led dei display, ed alla rete di
segmenti. temporizzazione dell'integrato I Cl, le sole diffe-
Questa codifica è in grado di visualizzare, sul renze sostanziali consistono nell'aggiunta di due
display, mediante l'accensione di parte o tutti pulsanti di controllo, quello di partenza-stop
i segmenti, il numero decimale corrispondente (P1) e quello di reset (P2). Ma per capire bene
al codice d'ingresso. il funzionamento del circuito di figura 2, con-
Possiamo ora dire che, con l'unione di tre ele- viene prendere le mosse proprio da quest'ultimo
menti, una decade di conteggio, una decodifica elemento, cioè dal pulsante di reset P2.
ed un display a sette segmenti, è possibile visua- All'atto dell'accensione del circuito, tramite l'in-
lizzare direttamente, secondo le nostre conven- terruttore S1 o, comunque, dopo aver effettuato
zioni decimali, il numero di impulsi contati. un conteggio, la combinazione delle uscite A -
L'accoppiamento dei vari blocchi consente poi B - C - D delle decadi è del tutto casuale. Pertan-
il conteggio di unità, decine, centinaia, ecc. to, i due display possono indicare qualsiasi cifra.
Ma ciò comporta la necessità di azzerarli, cioè di
portarli nella condizione di conteggio iniziale di
ESAME DEL PROGETTO zero-zero. E questo risultato lo si ottiene pre-
mendo il pulsante di reset P2, che agisce sui
Dopo aver assimilate le nozioni fin qui esposte, piedini 2 e 3 delle decadi IC2 e IC4, portanto
possiamo ora addentrarci nell'analisi particola- tutte le uscite nella condizione logica « O ».

199
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Il pulsante di partenza-stop P1 assume il compito
..........
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di consentire il trasferimento degli impulsi di
t:: 'C
a, a,
conteggio dalla base dei tempi all'ingresso di
D.C. conteggio della decade IC2. Dunque, il circuito
IQ IQ
conterà gli impulsi soltanto durante il tempo in
iii iii cui il pulsante Pl rimarrà premuto. Regolando
......
E E
00
opportunamente la frequenza di oscillazione del-
cc
.._..._. l'integrato IC1, per mezzo del trimmer Rl, si
può far in modo di visualizzare, direttamente sui
E
E: display, la distanza, valutata in centinaia di
a, ...
-
._ a,
N go metri, del fulmine, purché si prema il pulsante
Z3 #a P1 nel preciso istante in cui si vede il fulmine
a,a,• cc e lo si abbandoni nel momento in cui si ode il
--:::: c.,ZZ
tuono.
i ... i ... g g >5uu
ng2-2- 2, II II
a2z2 ...=t- l

-...
,_ Il Il Il Il Il
IQ
0 a,
·;:
"33
:!: Cl) Cl)
"""1:1.1:1.
REGOLAZIONE DELLA FREQUENZA

La regolazione della frequenza di oscillazione


2 +-yosn
- -----
} - ]rl
c ouuoo > a.a.Cl)c(CC
i ii»
dell'integrato ICl costituisce l'unica operazione
di taratura del circuito. Essa si rende necessaria
per poter leggere, direttamente sul display 1,
le centinaia di metri di distanza alla quale si
manifesta il fulmine, sul display 2, le migliaia
di metri, ossia i chilometri. In pratica, quando
sul display di destra appare ad esempio il nu-
mero 3, ciò starà a significare che il fulmine si
EEEEEEEEEEEE
.e .e .e .e .e .e .e .e .e .e .e .e
è manifestato alla distanza di 300 metri dall'os-
000000000000 servatore. Quando 'invece sul display di sinistra
888888888888
'I"'",....,....,....,....,....,....,....
'I"'",.... 'I"'",....
appare ad esempio il numero 2 e su quello di
destra il numero 4, allora si dedurrà che il
fulmine è scoccato a 2.400 metri di distanza.
Il Il Il Il Il Il Il Il Il Il Il Il In conclusione, qualsiasi numero appaia sui
display, questo deve essere ogni volta mental-
CO or- tu 0 M 3 0
o,,....,....,....,....,....,....,....,....,....,....
mente moltiplicato per cento, ossia ad esso
rrrrrrrcrrcrrr debbono essere ogni volta aggiunti due zeri, per
conoscere l'esatta distanza, espressa in metri,
che intercorre tra l'operatore e il fulmine. Ma
per raggiungere il vantaggio della lettura diretta
sui display, occorre regolare la frequenza del-
.....o l'oscillatore ICl sul valore di 3,3 Hz. E per otte-
c.,
;:; nere tale condizione, si possono seguire due
5... metodi: quello della taratura con strumentazione
::::a, e quello manuale, senza strumenti, ma con il solo
z aiuto di un orologio in grado di conteggiare
5 i secondi.
...
CO
I E EEEEEE
Per il secondo metodo, quello senza l'ausilio di
strumenti, si regola pazientemente il trimmer
LLLLLL .e .e .e .e .e .e .e
o. ;30 0000000 Rl in modo che, nell'intervallo di tempo preciso
o,-..o
8°8d 8888888
oo Il) ,.., ,.., ... ...
di 10 secondi, i due display indichino entrambi
,_
... d
,.., o ii-ii il numero 3, cioè, complessivamente, il numero
gs r
a,
I:!
...Il ""Il Il
oM

Il Il Il Il
33, come se si rilevasse una distanza del fulmine
pari a 3.300 metri. Ma questa operazione va se-
~ Il Il Il
a, .!lii guita più volte, sempre azzerando tramite il
"CJ
c 'iii pulsante di reset P2, i due display, premendo il
a, .- <'I ..r CO ,-..
8 583 C')
a:: a: a: a: a: a: a: a:
Il)
pulsante di partenza-stop Pl proprio nel momen-

201
Fig. 3 • Plano costruttivo, composto su circuito stampato, del dispositivo di
misura digitale del tempo. Consigliamo di evitare l'applicazione diretta degli
integrati sul clrculto, ma di servirsl degli appositi zoccoletti. L'alimentazione
è ottenuta con una sola pila piatta da 4,5 V.

202
+
to in cui la lancetta dei secondi dell'orologio
inizia il conteggio ed abbandonando la pressio-
ne su P 1 esattamente allo scadere dei dieci
secondi. E' ovvio che una maggiore precisione
di taratuura si ottiene con tempi lunghi, per
esempio in 30 secondi, visualizzando il numero
99.

IL CIRCUITO STAMPATO

La sola difficoltà realizzativa del progetto del


misuratore di tempo consiste nell'approntamen-
to del circuito stampato, il cui disegno in gran-
dezza reale è riportato in figura 4.
Purtroppo, dovendosi inserire ben cinque inte-
grati, il circuito stampato deve essere composto
con la massima attenzione. Coloro che sono in
possesso del nostro « Kit per circuiti stampati »,
mensilmente pubblicizzato su questa stessa rivi-
sta e venduto al prezzo di L. 16.000, sono certa-
mente in grado di affrontare a cuor sereno l'im-
presa. E se l'operatore non fosse proprio dotato
di una certa disposizione al disegno, allora è
sempre possibile risolvere ugualmente il pro-
blema componendo il disegno tramite l'impiego
di quei « trasferibili » che oggi si vendono pres-
so tutte le cartolerie, ovviamente dopo aver accu-
ratamente pulita e sgrassata la superficie ramata
della piastrina su cui si compone la traccia dello Fig. 4 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-
strumento. pato necessario per la composizione del dispositivo
di misura digltale del tempo.
E' inutile dire che, al di là di tutte queste tecni-
che dilettantistiche, i migliori risultati si otten-
gono sempre con i sistemi fotografici.

REALIZZAZIONE PRATICA

Sul piano costruttivo del misuratore di tempo,


riportato in figura 3, i cinque circuiti integrati
appaiono saldati, tramite i loro piedini, diretta-
mente sul circuito stampato. Ma questa tecnica i due 4511 (IC3 - ICS), questi possono essere
non è adatta ai principianti, ai quali consigliamo sostituiti con i modelli 7447 o 74LS47. Nessuna
invece di far uso di cinque zoccoli porta-integrati, sostituzione è invece suggerita per l'integrato
555 (IC1) che è troppo popolare per rivelarsi
per evitare di porre in contatto con la punta del
irreperibile in commercio. Si faccia bene atten-
saldatore i piedini dei componenti, Pertanto
zione tuttavia che, eseguendo anche una sola
l'ordine di inserimento degli elementi sullo stam- delle sostituzioni ora suggerite, si rende neces-
pato è il seguente: zoccoli, display, condensatori, saria un'alimentazione a 5 Vcc stabilizzata, men-
resistenze interruttore e conduttori dei due pul- tre questa non è più necessaria quando gli inte-
santi. grati adottati sono realizzati in tecnologia
Nel caso in cui non si riuscisse a reperire in CMOS, come quelli da noi prescritti nell'appo-
commercio gli integrati da noi prescritti nel- sito elenco.
l'apposito elenco, possiamo suggerire la sostitu- I due display consigliati sono i modelli FNDS00
zione dei due 74C90 (IC2 - IC4) con i modelli della Fairchild e ciò in virtù del loro basso costo
7490 e 74LS90, Per quanto riguarda invece e della notevole diffusione commerciale.

203
I due pulsanti di partenza-stop (P1) e di reset TABELLA DELLA VERIT A' DI IC2
(P2) non possono essere sostituiti con altrettan-
ti interruttori, i quali provocano dei rimbalzi N impulso
e, per il pulsane P1, dei conteggi spuri. Per eli- codificato D e B A
minarli bisognerebbe agire direttamente su IC1,
anziché in serie al segnale, mantenendo bloc-
cato l'integrato 555. Ad ogni modo, quando si o o • o o o
preme il pulsante P 1, per evitare ogni even- 1 o o o
tuale rimbalzo e quindi ogni possibile conteg-
gio errato, bisogna essere decisi, non indugiare 2 o o 1 O
nell'operazione e tener ben premuto il pulsante o
per tutto il tempo che intercorre tra l'apparizione
3 o 1
del fulmine e l'ascolto del tuono. 4 o o o
5 o 1 O 1
DESTINAZIONI DIVERSE ] 6
- o
Il progetto presentato ed analizzato in questa 7 o 1 1
sede. può essere destinato ad usi diversi da 8 1 o o o
quello di misuratore digitale del tempo per il
controllo della distanza dei temporali. Lo ave- 9 1 o O 1
vamo già detto all'inizio del presente articolo.
Ma ora possiamo aggiungere che qualora si voles-
se comporre un dispositivo contasecondi, basterà
aggiungere, in serie alla resistenza R2 da 470.000 re far oscillare l'integrato 555 (ICl) ad una
ohm, una resistenza da 1 megaohm, in modo da frequenza elevatissima, tale che l'occhio non
ottenere un valore resistivo complessivo di 1,470 riesca a seguire il conteggio. E questa oscilla-
megaohm. Ovviamente si dovrà poi intervenire zione viene raggiunta sostituendo la resistenza
sul trimmer R1, tarandolo in modo che, dopo R2 da 470.000 ohm con altra da 10.000 ohm,
un minuto primo, sul display si legga il numero ovviamente regolando poi il trimmer R1. Il
60. numero memorizzato sul display viene cancel-
Ma con questo circuito si potrà pure giocare. lato premendo il pulsante P1.
Due scommettitori, o giocatori, premeranno, uno Con questo stesso circuito è pure possibile stu-
per volta, il pulsante Pl per un tempo prefis- diare il conteggio dei circuiti integrati, ma que-
sato. Poi si eleggerà vincitore colui che avrà otte- sta applicazione non si adatta ai nostri lettori
nuto il numero più alto. Per ottenere ciò occor- principianti di elettronica.

Un'idea vantaggiosa:
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ELETTRONICA PRATICA
204
Rubrica del principiante
---.
elettronico

LA RADIO
CIRCUITI CLASSICI
Il miglior modo per introdursi nel mondo della modifiche e migliorie al circuito originale. Ma
radio è quello di realizzare un ricevitore di ciò è insito nello spirito dello sperimentatore,
semplice concezione circuitale, ma in grado di che rimane sempre proteso alla ricerca del me-
far ascoltare le principali emittenti radiofoni- glio, verso realizzazioni più complesse, o, addirit-
che commerciali ad onde medie. Anche se è tura, con prestazioni pari o superiori a quelle
vero che, a lavoro compiuto, dopo i primi mo- degli apparati commerciali.
menti di entusiasmo o, talvolta, di delusione, Capita sempre che il principiante, dopo aver
non pago delle prestazioni raggiunte dall'appa- costruito un ricevitore radio, si accorga di non
recchio, il dilettante inizia sistematicamente un'o- ricevere talune emitienti estere o di notare una
pera di smantellamento, allo scopo di apportare fastidiosa interferenza durante l'ascolto. E capita

205
Attraverso la presentazione di quattro diversi circuiti di rice-
vitori, che rappresentano altrettante tappe di grande rlllevo
nella storia della radio, cl proponiamo di avvicinare il princi-
piante a quell'Importante appuntamento con la didattica che
è costituito dal ricevitore più attuale e noto fra tutti: Il ricevitore
a circuito supereterodina.

O) ANI
CUFFIA

51

Ll
TRl

c3 9V
e
C1

c2 R1

Flg. 1 • Questo classico circuito di ricevitore radio, un tempo pilotato da una


valvola elettronica, veniva denominato ricevitore a rivelazione di griglia. Oggi
la valvola viene sostituita da un moderno transistor .di tipo ad effetto di campo.
La resa di questo ricevitore è di poco superiore a quella del più classico
ricevitore a diodo di germanio.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 = 300±500 pF (varlablle) R1 = 3.300 ohm
C2 = 500.000 pF TR1 = 2N3819 (Texas)
C3 == 4.000 pF L1 = bobina (vedi testo)
CUFFIA = 600 + 2.000 ohm
S1 = lnterrutt.
ALIM. == 9Vcc

206
pure di accorgersi che la selettività dell'apparec- direttamente applicato al gate del transistor TR1,
chio radio non è sufficiente. E allora a questi in- che è un transistor ad effetto di campo, che prov-
convenienti si cerca di ovviare con modifiche del vede a rivelare i segnali di alta frequenza senza
circuito e aggiunte di nuovi elementi, soppressori amplificarli. Infatti, gli elettrodi di drain (D) e
di disturbi, stadi amplificatori, ecc., con il risul- di source (S) sono collegati a massa attraverso
tato finale di trovarsi in possesso di un appa- i due condensatori C3 e C2. Dunque, sulla cuffia
rato del tutto diverso da quello originariamente pervengono soltanto i segnali di bassa frequenza,
concepito. cioè i segnali rivelati dal FET che subiscono
Questa dunque è la pratica comune ad ogni prin- attraverso la cuffia, la trasformazione in voci e
cipiante che vuole addentrarsi nel mondo della suoni. L'alimentazione è ottenuta con una sem-
radio, senza troppe fatiche, senza tanti studi op- plice pila a 9 V.
primenti, ma attraverso il puro divertimento. E Di questo ricevitore non abbiamo presentato il
questa pratica sarà da noi seguita in questa stessa piano costruttivo per due semplici motivi: prima
sede, attraverso la descrizione di quattro circuiti di tutto perché la resa di questo ricevitore è di
di ricevitori radio, che appartengono alla storia poco superiore a quella del più classico ricevitore
della radio, ma anche alla didattica, e che sono a diodo e la sua presentazione assume quindi un
quelli che ogni principiante deve conoscere prima aspetto didattico anziché pratico, in secondo luo-
di affrontare il più classico dei circuiti, il più go perché la sua realizzazione è talmente sempli-
attuale fra tutti, il circuito della supereterodina. ce da non richiedere necessariamente una guida
di pratico cablaggio.
Ad ogni modo per coloro che volessero realiz-
RIVELAZIONE DI GATE zare il progetto di figura 1, ricordiamo che la
bobina L1 non è un componente commerciale e
In figura 1 proponiamo al lettore il primo tipo deve essere composta dal dilettante avvolgendo,
di ricevitore radio, denominato « ricevitore a su un supporto cilindrico, di materiale isolante,
rivelazione di gate ». Esso rispecchia, in chiave del diametro (interno) di 2 cm e della lunghezza
moderna, il classico ricevitore a rivelazione di di 4 + 5 cm, 80 spire di filo di rame smaltato del
griglia, in uso fra i principianti al tempo in cui diametro di 0,3 mm e ricavando una presa inter-
dominavano le valvole elettroniche. media alla ventesima spira, contata a partire
Con questo circuito, se confortato dal collega- dalla parte del collegamento di massa. Quindi,
mento con una buona antenna, si potranno ascol- il tratto compreso fra il collegamento con il
tare in cuffia le principali emittenti locali ad condensatore variabile e la presa intermedia è di
onda media, e, alla sera, talune emittenti estere. 60 spire, l'altro tratto è di 20 spire.
sempre in onda media. /
Il progetto utilizza pochi elementi: una bobina
di sintonia, un condensatore variabile, un 'transi- RICEVITORE A REAZIONE
stor FET, una cuffia, una pila a 9 V e pochi altri
elementi. Ma vediamone brevemente il preciso Il secondo tipo di ricevitore che ci accingiamo
funzionamento. a descrivere è quello che assume la massima
I segnali di alta frequenza, captati dall'antenna, importanza storica fra tutti gli apparati ormai
giungono alla bobina L 1, che si comporta da relegati al mondo della didattica. Si tratta del
autotrasformatore ed amplifica i segnali prove- ricevitore radio a reazione, in uso anche durante
nienti dallo spazio prima che questi entrino, at- la seconda guerra mondiale. Il suo circuito è
traverso l'elettrodo di gate ( G) , nel transistor quello presentato in figura 2.
FET (TR1). Se si volesse fare un rapido confronto fra il pro-
La bobina L1 e il condensatore variabile Cl getto di figura 1 e quello di figura 2, si potrebbe
compongono il circuito di sintonia del ricevitore, notare una grande similitudine fra i due schemi.
ossia quel circuito in cui, a seconda della posi- Ma ad un esame più attento ci si accorgerebbe
zione assunta dalle lamine mobili, rispetto a che il circuito di drain è collegato, tramite un
quelle fisse, del condensatore variabile C 1, può condensatore, ad una bobina situata nelle vici-
essere presente un solo segnale, quello le cui nanze del circuito di sintonia. E proprio in que-
caratteristiche si identificano con le caratteristi- sta variante consiste la grande differenza fra i
che dello Stesso circuito di sintonia. In pratica, due circuiti. Ma andiamo con ordine e comin-
dunque, quando si ruota il perno del condensa- ciamo l'esame del circuito di figura 2 partendo
tore variabile, si riesce ad intrappolare una sola dall'entrata, ossia dall'antenna.
emittente, quella che si desidera ricevere. La prima parte del circuito di figura 2 è identica
Dal circuito di sintonia il segnale radio viene a quella di figura 1. 11 circuito di sintonia, in-

207
A

' E,
ANT.
C3 J/
------ R3
11
Il Il Il Il 9V

Ll Il
"g
e- 1
C4
Il
iiiiiiiiii
l'I C5
I
[I]
u
Q)

a'
x
::t
Cl Il Il Il :::l
"'{

0
oh- ±. Il Il

Fig. 2 - li circuito di ricevitore, che maggiormente ha inciso nella storia della


radio, è certamente quello a reazione, di cui lo schema qui riportato costituisce
un preciso esempio. Con questo dispositivo, in uso anche durante il secondo
conflitto mondiale, si esalta In grandissima misura la sensibilità del ricevitore,
perché l'amplificazione dei segnali è elevatissima.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze
C1 = 300+500 pF (variabile) R1 = 1.000 ohm (potenz. a varlaz. Iln.)
C2 = 500.000 pF R2 = 3.300 ohm
C3 = 470pF R3 = 3.300ohm
C4 = 4.700 pF
es = 10F-16 VI (elettrolltlco) Varie
L 1 - L2 = bobine (vedi testo)
TR1 = 2N3819 (Texas)
J1 = lmp. AF (10 mH)

fatti, composto dalla bobina L 1 e dal conden- ta è collegato, tramite il condensatore C3, all'av-
satore variabile C1, è lo stesso. E per incontrare volgimento L2, chiamato anche bobina di rea-
la prima differenza bisogna arrivare all'elettro- zione. Pertanto, il transistor TR 1 amplifica i
do di drain (D) del transistor TRl che, pure segnali di alta frequenza presenti nel circuito
in questo caso, è un FET, cioè un transistor di sintonia e li invia alla bobina L2; da questa,
ad effetto di campo. una parte dei segnali amplificati si trasferisce,
Il drain di TR1, che nel primo progetto risultava per induzione, nella bobina L 1, per ripetere il
collegato direttamente con la cuffia, questa voi- ciclo e per sottoporsi così ad un secondo processo

208
BASETTA ISOL.

Flg. 3 • Plano costruttivo, realizzato su contenitore metallico, del ricevitore radio


a reazione. Tramite li condensatore variabile ad arla C1 sl selezionano le emit-
tenti radiofoniche ad onde medie; con il potenziometro R1 si regola la reazione
del circuito e quindi la senslbllltà dell'apparecchio radio.

di amplificazione. E questa successione di cicli segnali di alta frequenza, mentre lascia via libera
continua, tecnicamente all'infinito, praticamente a quelli di bassa frequenza. Al commerciante,
in un numero di volte limitato dal potenziometro all'atto dell'acquisto, si dovrà chiedere un'impe-
R1. denza AF da 10 millihenry.
Si può capire ora quanto grande possa essere Per l'ascolto delle emittenti ad onda media, il
l'amplificazione dei segnali di alta frequenza circuito di figura 2 deve essere collegato, nei pun-
ottenuta in un circuito a reazione. ti 1-2, con un qualsiasi amplificatore di bassa
Il thnsistor TR 1, oltre che da elemento amplifi- frequenza.
catore, si comporta pure, come nel pro-getto di
figura 1, da elemento rivelatore dei segnali radio.
Dunque, sul suo drain sono presenti contempo- REALIZZAZIONE PRATICA
raneamente due tipi di segnali; quello amplifi-
cato di alta frequenza e quello rivelato di bassa Del circuito del ricevitore radio a reazione di
frequenza. Il primo prende la via del condensa- figura 2 presentiamo, in figura 3, il piano co-
tore C3 e raggiunge la bobina di reazione L2, il struttivo. Il contenitore è di tipo metallico e
secondo attraversa l'impedenza di alta frequenza funge da conduttore della linea di alimentazione
J 1 e si avvia verso i sistemi di amplificazione negativa. La maggior parte dei componenti trova
di bassa frequenza. posto su una basetta o, meglio, su una morset-
L'impedenza di alta frequenza J 1, che è una tiera a nove terminali, che irrigidisce il cablaggio.
bobinetta di tipo commerciale di facile reperibi- Il transistor TR1, che è un FET di tipo 2N3819,
lità, costituisce un impedimento al passaggio dei può essere diversamente costruito, a seconda

209
della casa produttrice. Quindi è bene, all'atto zione degli elettrodi. In figura 6 abbiamo prov-
dell'acquisto del semiconduttore, farsi indicare veduto ad illustrare tre tipi diversi di piedinatu-
chiaramente dal rivenditore la precisa disposi- re del• componente. Dunque, prima di saldare

L2
Il
R4
==Ww
+

c5 >e:;?
c,L[i]
ANT.
5) Il ~
li.
C7 ca
I !:!;
a!
~
<t

cr 5
Ll
l.±± 2.w .f 2 R2
ma
::j
. <t

C2 RI
I

Fig. 4- Esemplo di circuito di ricevitore didattico reflex. Il transistor TR1 è chia-


mato a svolgere due lavori diversi: quello di amplificazione dei segnali di alta
frequenza e quello di amplificazione dei segnali di bassa frequenza. I due circuiti
di sintonia, controllati tramite i due condensatori variabili C3 e C4, conferiscono
al ricevitore un elevato grado di selettività.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze
C1 = SOpF R1 = 33.000 ohm
C2 = 10.000 pF R2 = 3.300 ohm
C3 = 300+500 pF (variabile) R3 = 33.000 ohm
C4 = 300+500 pF (variabile) R4 = 3.300 ohm
C5 = 10.000 pF Varie
C6 = 500.000 pF
C7 = 150 pF TR1 = 2N3819
ca = 10F- 16 VI (elettrolitlco) L 1 - L2 = bobine (vedi testo)
DG = diodo al germanio (quals. tipo)

210
«
r=9 9+12V y

TR1

, l. C7

c3
RI
F
1 t- 0

C5
r -

Il G TR2

L2
c8

CIO
R5

Fig. 5 . Circuito di ricevitore radio sincrodina, assai poco noto e di difficile


realizzazione pratica. Viene attualmente utilizzato da qualche appassionato
per la ricezione delle emissioni In CW, SSB, RTTY. E' dotato di un oscillatore
locale (TR2) e di un mixer (TR1).

COMPONENTI
Condensatori Resistenze
C1 = 50pF R1 = 220.000 ohm
C2 = 100pF R2 = 100.000 ohm
C3 = 100 pF (varlablle ad aria) R3 = 390ohm
C4 = 100 pF (variabile ad aria) R4 = 100.000 ohm
C5 = 100pF R5 = 3.300 ohm
C6 = 10±100pF (compens. a mica) R6 = 3.300 ohm
C7 = 100.000pF R7 = 100 ohm
C8 = 4.700pF
C9 = 4.700 pF Varie
C10 = 100.000 pF TR1 = 40673 (MOSFET)
C11 = 4.700pF TR2 = 4700 (FET)
c12 = 10F • 16 VI(elettrolltlco) L1- L2 = bobine (vedi testo)
J1 = lmp. AF (1 O mH)
DZ1 = diodo zener (6,1V- 1W)

211
i terminali del transistor, si dovrà essere ben
sicuri di non commettere errori. La stessa atten-
zione va posta all'atto delle saldature dei termi-
nali del condensatore elettrolitico C5, distinguen-
do l'elettrodo positivo da quello negativo. s
f@
La bobina L 1-L2 deve essere costruita, perché
non esiste già pronta in commercio. Il supporto
cilindrico, di materiale isolante, del diametro di
·O»
2 cm dovrà essere un po' più lungo di quello
adottato per la costruzione della bobina del rice-
vitore presentato in figura 1. Comunque potran-
no essere sufficienti 6:7 cm. Per quanto riguar-
da l'avvolgimento L1, questo deve essere com-
posto allo stesso modo con cui è stata composta
la bobina L1 del progetto di figura 1 e quindi Fig. 6 - li transistor FET (transistor ad effetto di
non riteniamo necessario ripetere ancora una campo) di tipo 2N3819 può assumere tre diverse
volta gli stessi dati costruttivi. Per l'avvolgi- disposizioni degli elettrodi di source - drain - gate,
a seconda della casa produttrice. In questo disegno
mento L2, invece, si dovranno avvolgere 10 spi- sono riportate le configurazioni esterne possibili del
re dello stesso tipo di filo di rame smaltato, alla componente e le varie disposizioni degli elettrodi.
distanza di pochi millimetri dall'avvolgimento
Ll.
Il tipo di antenna più adatta per questo ricevi-
tore è senz'altro l'antenna Marconi, cioè l'an-
tenna composta da una trecciola di filo di rame,
teso fra due pali di sostegno, nella maggior trasmettitore e disturba le apparecchiature radio-
lunghezza possibile e sistemata nella parte più riceventi poste nelle vicinanze. In pratica il fi-
alta della casa. schio sta a significare che l'amplificazione dei
segnali radio ad alta frequenza, realizzata dal
transistor TR 1, eccessiva e quindi compren-
TARATURA DEL RICEVITORE sibile soltanto sotto forma di fischio. Ecco per-
ché la reazione va dosata al punto giusto.
La taratura del ricevitore, dopo che questo è
stato realizzato, consiste nel regolare opportuna-
mente il potenziometro R1, che ha il valore di RICEVITORE REFLEX
1.000 ohm ed è di tipo a variazione lineare. E
questa regolazione deve essere fatta di volta in Il terzo tipo di ricevitore didattico che ora pre-
volta, quando si passa dall'ascolto di un'emit- senteremo è il classico ricevitore reflex, assai
tente all'altra. noto negli Stati Uniti d'America negli anni 1953-
In pratica si dice che il potenziometro R 1 è il 1958. Il suo schema è riportato in figura 4.
comando di reazione e che con esso si regola Il circuito reflex si trova a metà strada fra quel-
la reazione del circuito. Dunque, con Cl si lo a reazione e il circuito supereterodina. Esso
sintonizza la emittente, con R1 si regola la rea- merita quindi una particolare attenzione da parte
zione. Dapprima si ruota il perno di R1 al mas- • di coloro che desiderano specializzarsi nella
simo, cioè nella posizione in cui, attraverso l'al- tecnica delle riparazioni e delle costruzioni di
toparlante e la cuffia, si ode un fischio molto ricevitori radio. Tuttavia, questo circuito, così
acuto, poi lo si ruota lentamente in senso con- come avviene per i circuiti a reazione, chiamati
trario finché il fischio scompare e la ricezione pure circuiti rigenerativi, non appartiene alla
diviene nitida. gamma dei ricevitori commerciali, ma soltanto
Nel caso in cui non si udisse il fischio caratteri- a quella dello studio dell'elettronica, in genera-
stico della reazione, si dovrà arguire che il cir- le, e della radiotecnica, in particolare. Oggi,
cuito reattivo non innesca. E ciò starà ad indicare infatti, come abbiamo già detto, il solo circuito
un errato senso di avvolgimento della bobina appartenente all'industria e al commercio è quel-
L2. Ma a ciò si pone subito rimedio invertendo lo supereterodina, cioè il circuito del ricevitore
tra loro i terminali A e B della bobina stessa. radio a conversione di frequenza. Ma che cosa
Si tenga presente che la manovra su R 1 deve s'intende per circuito reflex? E' presto detto. I
essere eseguita rapidamente, perché quando il segnali uscenti da uno stadio vengono riportati,
ricevitore emette il fischio, esso si comporta da o riflessi, su questo stesso stadio, sottoponendolo

212
a due lavori diversi. Nel nostro caso, questo che già l'avevano interessato una prima volta.
stadio è pilotato dal transistor TR 1, amplifica- Sul drain (D) di TRl sono dunque presenti due
tore di alta e bassa freq uenza, che amplifica tipi di segnali, quelli di alta e quelli di bassa
contemporaneamente queste due frequenze, sta- frequenza, entrambi amplificati. I secondi pren-
bilendo una differenza netta fra le due categorie, dono la via della bobina L2 e raggiungono
in modo da evitare ogni possibilità di inneschi od l'uscita tramite il condensatore elettrolitico C8.
oscillazioni parassite. L'alimentazione del circuito può avvenire con
E' ovvio che il circuito di figura 4 potrà essere tutti i valori di tensioni continue compresi fra
realizzato da tutti i principianti, anche se di esso i9Vei12V.
non è stato proposto il piano costruttivo, perché I dati costruttivi delle due bobine sono gli stessi
i componenti necessari sono relativamente pochi citati per la bobina L1 dei progetti delle figure
e la loro repe ribilità commerciale, fatta eccezio- 1 e 2, con la sola differenza che nella bobina L2
ne per le due bobine L1 - L2, che dovranno esse- non deve essere ricavata alcuna presa intermedia.
re costruite dal principiante, può ritenersi im-
mediata.
RICEVITORE SINCRODINA

ANALISI DEL PROGETTO Il circuito del ricevitore sincrodina, presentato


in figura 5, è assai poco usato, ed è di non facile
Vediamo ora come funziona il ricevitore radio realizzazione. Soltanto qualche appassionato, in
a circuito reflex. E cominciamo con il circuito vena di montaggi, dotato di una certa abilità e
di sintonia, che è poi il circuito d'entrata del di una preparazione specifica, può essere in grado
ricevitore e che si identifica, ancora una volta, di costruirlo.
con quelli già analizzati nei precedenti circuiti Il ricevitore ebbe un periodo di notorietà intor-
di ricevitori radio. no al 1920, ma ancor oggi può dare grandi sod-
L'antenna capta i segnali radio vaganti nello disfazioni a persone relativamente esperte. Con
spazio e li applica, tramite il condensatore di esso si possono rivelare i segnali telegrafici, cioè
accoppiamento C1, alla presa intermedia della i segnali CW, SSB ed RTTY, ma la demodula-
bobina L1, la quale, assieme al condensatore va- zione dei segnali ad ampiezza modulata è pessi-
riabile ad aria C3, compone il primo circuito ma, in quanto il circuito crea un battimento, in
di sintonia del ricevitore. Dunque, manovrando pratica un fischio, che disturba questo tipo di
il perno di C3, si sceglie l'emittente che si vuol ricezioni. Il ricevitore, che può considerarsi
ascoltare e si applica il corrispondente segnale l'anticamera della supereterodina, è dotato di un
al gaie (G) del transistor FET. Questo transi- oscillatore locale (TR2) e di un mixer (TR1).
stor provvede così all'amplificazione dei segnali Il transistor TR 1, che è un MOSFET, è dotato
di alta frequenza, che vengono sottoposti ad un di due ingressi (G1 - G2). Attraverso l'ingresso
ulteriore processo di selettività attraverso un G 1 entra il segnale proveniente dall'antenna,
secondo circuito di sintonia, composto dal con- mentre attraverso l'ingresso G2 entra il segnale
densatore variabile ad aria C4, perfettamente a radiofrequenza proveniente dall'oscillatore
identico a C3, e dalla bobina L2, anch'essa locale.
uguale alla bobina L1 ma priva di presa inter- Con il condensatore C3 si sintonizzano i segnali,
media. con C4 si regola la frequenza dell'oscillatore
Attraverso il condensatore C7, i segnali di alta locale, con il compensatore C6 si dosa la quan-
frequenza, selezionati una prima volta, amplifi- tità di segnale a radiofrequenza prelevato dal-
cati e ulteriormente selezionati, vengono appli- 1 'oscillatore locale in modo da ottenere i migliori
cati al diodo al germanio DG, che provvede a risultati sui segnali ad intensità più bassa.
rivelarli e ad inviarli ancora al primo circuito Le due bobine L1-L2 sono perfettamente uguali
di sintonia che, a sua volta, li applica al gate fra loro. Ognuna di esse si realizza avvolgendo
(G) del transistor TR1, che ora è chiamato a su un supporto cilindrico, del diametro di 10
svolgere la funzione di amplificatore di segnali mm, 40 spire di filo di rame smaltato del dia-
di bassa frequenza. Dunque, tutto avviene come metro di 0,5 mm, ricavando poi una presa inter-
se ci fossero due transistor, uno amplificatore media alla decima spira contata a partire dal
di segnali di alta frequenza e l'altro amplifica. lato freddo.
tore di segnali di bassa frequenza. In ciò consi- I due condensatori variabili, pur essendo uguali
ste il principio di funzionamento del ricevitore nei valori capacitivi, si differenziano per il fatto
reflex, che fa lavorare uno stesso transistor in che quello dell'osci11atore (C4) deve risultare
due modi diversi e sul quale si riflettono segnali demoltiplicato.

213
GENERATORE
D'OZONO
L'ozono è ossigeno monoatomico che si forma Alla prima domanda invece rispondiamo attra-
nell'aria, per effetto delle scariche elettriche na- verso alcune considerazioni fisiche ed elettriche
turali, durante i temporali, oppure in prossimità assai elementari.
di macchine elettriche in funzione, quando sono La terra, sulla quale viviamo, rimane costante-
in gioco tensioni assai elevate. E' quindi un gas, mente avvolta da uno strato gassoso, che è l'aria,
di colorazione bluastra ed odore pungente, dota- elettricamente carico, che prende il nome di iono-
to di forte potere ossidante, che viene usato co- sfera. Questo strato costituisce il risultato del-
me disinfettante, deodorante, battericida, steri- l'azione dei raggi solari sulle molecole del gas,
lizzante delle acque e come ossidante in nume- che si comporta come un conduttore elettrico.
rose sintesi organiche. L'ozono dunque è un Tale fenomeno viene costantemente verificato
elemento utile e talvolta prezioso, la cui disponi- da tutti gli appassionati di radio, i quali cono-
bilità nelle nostre case, siamo certi, potrà inte- scono bene il processo di riflessione delle onde
ressare molti lettori. elettromagnetiche nella ionosfera. Praticamente
tutto avviene come se la terra e la ionosfera rap-
presentassero le due armature di un condensa-
tore di cui il dielettrico è l'aria. E questo con-
ARIA PULITA
densatore risulta costantemente caricato con una
tensione il cui valore è prossimo al mezzo mi-
Molto difficilmente l'atmosfera delle nostre case, lione di volt. A coloro che hanno una certa pre-
cioè l'aria che normalmente respiriamo negli am- parazione fisico-mate1natica possiamo dire che,
bienti chiusi, è uguale a quella che si trova sulla superficie terrestre, è presente un gradiente
all'aperto. Perché? Quali fenomeni fisici si veri- di campo che varia tra i cento e i duecento V /m.
ficano all'esterno per rendere l'aria diversa da Ma è ovvio che tale valore assume validità sol-
quella che noi tutti respiriamo quando porte e tanto all'aria ibera, mentre diviene di gran lun-
finestre sono chiuse? Perché sentiamo spesso il ga inferiore nelle nostre case, sopraitutto in quel-
bisogno di prendere una boccata d'aria? le costruite in cemento armato.
Alla seconda domanda rispondiamo nel modo Possiamo dunque concludere dicendo che l'uo-
più semplice possibile: perché l'uomo è stato mo non vive più oggi nelle condizioni biologiche
creato per vivere all'aria libera per la maggior naturali alle quali si era adattato agli inizi della
parte del giorno. creazione dell'universo.

214
Purifica l'aria che respiriamo.

E' dotato
di proprietà
terapeutiche.

Si realizza facilmente con modica spesa.

IONI POSITIVI E NEGATIVI impura, cioè per rendere quest'aria abbastanza


simile all'aria libera ha escogitato alcuni metodi
Quando da un atomo o da un gruppo di atomi, di intervento.
cioè dalla molecola, viene portato via un elet-
trone, o più elettroni, questo diventa uno « io-
ne ». Più precisamente, trattandosi di una carica ALCUNI METODI
positiva, esso diviene un « catione ».
Quando ad un atomo o ad un gruppo di atomi, Uno dei metodi di purificazione dell'aria, prefe-
viene aggiunto un elettrone, o più elettroni, lo rito dai popoli anglosassoni, consiste nell'instal-
ione diventa una carica negativa e prende il no- lazione, dentro i locali in cui si vive, di un'an-
me di «anione». tenna sistemata ad una ventina di centimetri dal
La ionosfera costituisce uno strato dell'atmosfe- soffitto. A questa antenna viene applicata una
ra terrestre assai ricco di ioni che, essendo delle tensione elettrica positiva, rispetto a terra, di al-
cariche elettriche, attirano microparticelle, mi- cune migliaia di volt. E sembra che questo siste-
croorganismi e, in particolare, pulviscolo e virus, ma di trattamento dell'aria abbia il pregio di
i quali precipitano poi al suolo con il risultato produrre effetti benigni su tutte quelle persone
che l'aria rimane purificata. Ecco perché l'aria, che accusano particolari sofferenze durante i
all'aperto, è molto più pulita di quella che respi- cambiamenti di stagione o delle condizioni me-
riamo in casa. teorologiche.
Per concludere, diciamo che negli ambienti chiu- Un altro metodo, che trova pratica applicazione
si manca quel campo elettrico generato dai raggi soprattutto in America, consiste nella produzio-
del sole e in grado di produrre ioni, che vanno ne di ioni negativi, ossia di anioni. I quali assu-
considerati come dei benefici... spazzini dello mono il compito di neutralizzare gli ioni positivi,
spazio. Eppure a tale inconveniente l'uomo ha cioè i cationi, generati dal pulviscolo atmosfe-
potuto rimediare con l'ausilio dell'elettricità e rico e sempre presenti nei locali chiusi. Ma oc-
dell'elettronica. Infatti, per difendersi dall'aria corre ricordare che il primo metodo da noi cita-

215
]-
1
RI

A2

T1

DIAC C2

RETE

_______ J

Flg. 1 - Schema elettrico generale del dispositivo generatore di ozono. Le linee


tratteggiate racchiudono la parte circuitale che deve essere montata su circuito
stampato. Il trasformatore T1 altro non è che una bobina per Impianto elettrico
d'auto.

COMPONENTI
C1 = 500.000 pF - 630 VI (a carta) TRIAC = SC141D o simlll per 220 Vca - 3 A
C2 = 150.000pF - 630 VI (a carta) DIAC = quals. tipo
R1 = 100.000 ohm (potenz. a varlaz. Un.) T+ = bobina per auto

to, quello dell'antenna positiva, possiede un fico su alcune malattie delle vie respiratorie
effetto equivalente, dato che esso provoca una (tossi, asme, ecc.), così come sulla guarigione
repulsione di ioni positivi verso le pareti e il di ustioni e piaghe. Tuttavia, anche se gli appa-
suolo del locale in cui questi ioni possono sca- rati per purificare l'aria con i sistemi citati si tro-
ricarsi. vano da tempo in commercio, alla portata di
Da più parti si sente dire che il metodo della tutte le borse, non sembra ancora possibile effet-
ionificazione negativa possiede un effetto bene- tuare un bilancio relativo all'efficacia dei metodi

216
Fig. 2 - Realizzazlone della sezione elettronica del dispositivo produttore d'ozono
ottenuta su circuito stampato. I due condensatori sono di tipo a carta, adatti
a sopportare le alte tensioni. li potenziometro R1 regola la velocità di carica
del condensatore. C2 e quindi la fase d'Innesco del TRIAC.

ricordati. Dato che, fino a questo momento, pare grande diffusione e facile reperibilità: la bobina
che le reazioni fisiologiche varino da un organi- di accensione dell'impianto elettrico dell'auto-
smo all'altro. Lasciamo in ogni caso ai biofisici vettura. Che si può sempre acquistare presso
il responso più preciso, mentre ai medici spetta ogni elettrauto e, molto più convenientemente,
la prescrizione di questo o quel metodo. Tutti presso qualche demolitore di automobili.
comunque sono d'accordo nel ritenere che la La bobina del circuito elettrico dell'auto, come
purificazione dell'aria costituisca un beneficio è noto, è costituita da un trasformatore elevatore
per l'uomo, perché in nessun caso la produzione di tensione. In essa sono presenti due avvolgi-
di ioni negativi, cioè <li anioni, è risultata nociva menti, uno per la bassa tensione e l'altro per
per l'organismo. l'alta tensione. Esternamente la bobina si pre-
senta sotto forma di un involucro cilindrico, che
può essere di materiale isolante o di metallo. Al
di sopra si trova il coperchio, inamovibile, dal
LA BOBINA DELL'AUTO quale sporgono tre terminali elettrici: i due late-
rali sono per la bassa tensione; quello contras-
Per creare un intenso campo elettrico, che è poi segnato con una crocetta va collegato verso la
la causa della produzione di ozono, ottenuto con batteria, attraverso il quadretto di distribuzio-
il dispositivo qui descritto, si doveva far ricorso ne, l'altro invece va a massa attraverso il ruttore
ad un trasformatore elevatore di tensione di tipo e il condensatore. L'elettrodo dell'alta tensione si
particolare ed assolutamente irreperibile in com- trova al centro, entro un alloggiamento isolante
mercio. Ma per non complicare il nostro progetto, del coperchio, nel quale va infilato il cavo che
abbiamo pensato di utilizzare un componente di porta al distributore,

217
PENNACCHIO GRIGLIA STAGNARE

L
\
A TERRA

flg. 3 - Montaggio completo del-


CIRCUITO I
1,.:
_ l'apparato generatore d'ozono.
1 I
\
ELE T TRONICO La tavoletta di legno funge da
i ,! ,1
supporto per la bobina d'auto e
per Il circuito elettronico. Il tut•
to deve essere racchiuso In una
TAVOLETTA
gabbia grigliata di ferro o di
DI LEGNO ALLA ottone, opportunamente collega-
SPINA ta a massa,

Come si sa, ogni trasformatore può funzionare chiaramente distinguere due distinti blocchi
soltanto in presenza di tensioni variabili e cosi funzionali: quello del generatore di alta tensione,
avviene nell'automobile, dove la tensione varia- composto dalla sola bobina d'auto e quello del
bile, applicata all'avvolgimento primario a bassa regolatore elettronico.
tensione, proviene dal ruttore. Il quale è un Il regolatore elettronico è stato realizzato utiliz-
dispositivo meccanico, che nel nostro dispositivo zando un TRIAC pilotato mediante una rete
non poteva essere adottato. Ecco perché abbiamo di sfasamento, composta dalla resistenza R1, che
provveduto ad alimentare l'avvolgimento prima- è in pratica un potenziometro a variazione linea-
rio della bobina dell'auto tramite un variatore re, dal condensatore C2 e dal diodo DIAC neces-
di tensione elettronico funzionante con la tensio- sario per l'innesco. L'inserimento del DIAC ed
ne di rete a 220 V. Le alternanze a 50 Hz, infatti, il suo comportamento sono essenziali ai fini del
equivalgono alla chiusura-apertura del ruttore funzionamento del TRIAC. Infatti, il compito
dell'auto nella misura di 50 volte al secondo. del DIAC è quello di consentire la carica del
La tensione di rete non è comunque accoppiata condensatore C2 sino ad un certo valore di
direttamente all'avvolgimento primario della bo- soglia e di scaricarlo poi rapidamente sul gate
bina, ma attraverso un condensatore, facendo del TRIAC in modo da ottenere l'innesco di
somigliare il tutto ad un sistema di accensione quest'ultimo. Esso non è quindi sostituibile con
elettronica di tipo a scarica capacitiva. una normale resistenza, come taluni tentano spes-
so di fare. E' invece possibile sostituire il DIAC
con una lampada-spia al neon, la cui caratteristi-
LO SCHEMA ELETTRICO ca si avvicina abbastanza a quella del DIAC.
Regolando il potenziometro R 1, si regola la ve-
Lo schema elettrico generale del dispositivo è locità di carica del condensatore C2 e quindi la
quello riportato in figura 1. In esso si possono fase di innesco del TRIAC rispetto al passaggio

218
IL PACCO
DELL'HOBBYSTA
Per tutti coloro che si sono resi conto
dell'inesauribile fonte di progetti con-
tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
nica Pratica, abbiamo preparato que-
sta interessante raccolta di pubblica-
zioni.
Le nove copie della rivista sono state
scelte fra quelle, ancora disponibili,
ma in rapido esaurimento, in cui sono
apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito-
riale.
Fig. 4 - Disegno in grandezza reale del circuito
stampato necessario per la realizzazione della
sezione elettronica del dispositivo generatore
d'ozono.

della tensione di rete attraverso lo zero. E il


risultato è quello di ottenere una regolazione
abbastanza uniforme della tensione d'uscita da
O V circa sino al valore massimo della tensione
di rete.
In sostanza si realizza un sistema a sfasamento,
che consiste nell'innescare la conduzione del
TRIAC costantemente con un certo ritardo, da
0° a 180°, rispetto al passaggio attraverso lo zero. L. 7.500
In tal modo si limita la porzione di semionda
effettivamente utilizzata dal carico, cioè dalla Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
bobina, che può usufruire di tutta la semionda ciale della nostra Editrice, a tutti i
quando l'innesco avviene subito dopo il passag- nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
gio attraverso lo zero della sinusoide, ma que- teresse del dilettante, che fa rispar-
sto è un caso limite. miare denaro e conduce alla realizza-
zione di apparecchiature elettroniche
di notevole originalità ed uso corrente.
MONTAGGIO

Il montaggio del dispositivo si effettua in due


tempi. Dapprima si realizza il circuito elettro-
nico riportato in figura 2, poi si compone il
dispositivo secondo quanto illustrato in figura

219
O @ @ O
Fig. 5 - In questa breve sequenza di disegni viene interpretato il lavoro di
preparazione del cavetto da inserire sulla boccola ad alta tensione della bobina
d'auto. Lo spezzone di cavetto ha una lunghezza di 5 cm. e un diametro di 5 mm.
(part. 1. Da esso si elimina buona parte della guaina (part. 2), poi si lega
con filo di rame una sua estremità (part. 3), quindi la si salda a stagno, si
elimina la rimanente parte di guaina e si apre a ventagllo Il cavetto (part. 4).

3, dopo aver ovviamente preparato la bobina fig. 5). Si scioglie poi la matassina e la si inse-
generatrice di alta tensione. risce nel morsetto di alta tensione della bobina
La prima fase, quella relativa al montaggio dalla parte stagnata.
del circuito elettronico richiede la preparazione A questo punto è possibile comporre il disposi-
di un circuito stampato, il cui disegno in gran- tivo secondo il piano costruttivo riportato in
dezza reale è presentato in figura 4. figura 3. La bobina e la basetta del circuito elet-
Sulla basetta dello stampato l'applicazione dei tronico vengono applicate su una tavoletta di
vari componenti si esegue· secondo quanto indi- legno, che funge da supporto. Poi il tutto deve
cato dal piano costruttivo di figura 2. II TRIAC, essere ingabbiato in un contenitore costruito con
ovviamente, dovrà essere inserito in modo esatto, griglia metallica.
senza scambiare tra loro i terminali A 1 - A2- G. Occorrerà far in modo che la distanza della ma-
La preparazione della bobina consiste nell'appli- tassina di fili, che fuoriescono dal morsetto ad
cazione, sul morsetto dell'alta tensione, di uno alta tensione della bobina, e la superficie supe-
spezzone di cavetto; che richiede prima il tratta- riore della griglia metallica, si aggiri intorno ai
mento illustrato in figura 5.
1 O+ 15 mm, a seconda del tipo di bobina adot-
Il cavetto elettrico, necessario a generare il
tato.
pennacchio bluastro dell'alta tensione, si ricava
da un conduttore multifilare della lunghezza di Il contenitore grigliato, di ferro oppure di otto-
5 cm e della sezione di 5 mm secondo il seguente ne, dovrà essere perfettamente collegato a terra,
procedimento: dallo spezzone di cavetto si eli- con cavo robusto e di grosso spessore. Ciò è
mina una parte di guaina isolante, non tutta, assolutamente· necessario, non tanto per l'alta
altrimenti i fili si separano (partic. 2 di fig. 5), tensione generata, che è da considerarsi innocuo
poi si lega la parte inferiore con del filo di rame per la sicurezza dell'operatore, quanto per la ten-
sottile in modo da irrigidire il cavetto (partic. sione di rete a 220 V la quale, trovando uria via
3 di fig. 5), quindi si elimina la parte rimanente di comodo percorso, può fluire intensa attra-
di guaina e si salda, ricoprendolo interamente verso il corpo umano con danni talvolta irre-
di stagno, il filo di rame avvolto (partic. 4 di versibili.

220
I più prudenti faranno bene ad interporre, fra rente e non dalla tensione; la tensione, infatti,
la spina di rete e i terminali 3-4 del circuito costituisce la causa della corrente, ed attraverso
stampato, un trasform atore con rapporto unita- l'organismo umano fluisce soltanto corrente elet-
rio, che ha il compito di isolare completamente trica, i cui effetti fisiologici dipendono diretta-
la tensione di rete. Questo trasformatore, dotato mente dalla sua intensità. Se l'apparato genera-
di avvolgimento primario e secondario perfetta- tore di alta tensione non è in grado di lasciar
mente uguali, a 220 V, dovrà avere una potenza scorrere una corrente elettrica di una certa inten-
di 100+- 200 W. sità, l'alta tensione, presente alla sua uscita, non
può causare danni all'organismo umano, qualun-
que sia il suo valore.
PERICOLI ELETTRICI Nel nostro caso, se si dovesse toccare con le ma-
ni il morsetto dell'alta tensione della bobina, si
Concludiamo questo argomento ricordando ai riceverebbe certamente una forte scossa elettrica,
nostri lettori che la tensione generata dalla bo- con una conseguente sgradevolissima sensazione,
bina non è pericolosa e ciò è molto importante ma senza subire un qualsiasi danno, anche lieve,
per gli utenti del dispositivo. L'alta tensione, di carattere permanente. Ma non altrettanto si
infatti, è priva di potenza, dato che essa non è può dire per la tensione di rete, di più basso
in grado di erogare una corrente mortale. E valore che, in occasione di una buona condutti-
come si sa, la causa principale degli effetti letali vità elettrica, può dar vita a correnti di forte
dell'energia elettrica è rappresentata dalla cor- intensità e quindi molto pericolose.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men·
zlonare:
il simbolismo elettrlco - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente • La potenza- Le unità
L. 5.000 di misura- I condensatori • I resistori • I diodi
- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
cipali componentl elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

221
CAMPANELLO
ELETTRONICO
Regolabile nell'intensità e nella frequenza del suono.

Sostituisce vantaggiosamente il tradizionale campanello elet-


tromeccanico.

I: alimentabile con tensioni alternate o continue ridotte.

Questo semplice campanello elettronico, rispet- continuato, come può essere quello del campa-
to a quello elettrico, di tipo più tradizionale, nello elettrico.
presenta il grande vantaggio di poter essere Ma l'utilità della regolazione del volume sonoro
regolato a piacere sull'intensità sonora e sulla è. risentita pure nelle condizioni completamente
frequenza del suono emesso dall'altc;parlante. Il opposte a quelle ora citate. Ossia, quando si
trillo, quindi, può essere più o meno acuto, più abita in grandi appartamenti e si soggiorna in
o meno forte. E ciò è di grande utilità per locali lontani dall'ingresso di casa e c'è quindi
coloro che vivono in piccoli appartamenti, as- bisogno di un campanello che squilli molto
sieme a bambini o adulti dal sonno leggero, forte, per essere sentito dovunque.
che non possono svegliarsi di soprassalto a causa La regolazione della frequenza del suono, inve-
di un improvviso e violento rumore, talvolta ce, serve ad appagare i gusti degli utenti, fra

Il trillo, emesso da un altoparlante, è intermittente e perdura


finché si preme Il pulsante applicato in prossimità della porta
d'Ingresso. Le due posslblll regolazioni manuali, della frequen-
za di osclllazlone audio, consentono di comporre il suono
maggiormente gradito, che può essere composto da lentl e
gravi rintocchi, oppure da acuti slblll con llvelli controllabili a
piacere tramite un terzo elemento di comando.

222
i quali ci sono coloro che preferiscono i toni cato un avvicinamento sempre più numeroso
bassi e lenti e coloro che amano l'intermittenza degli sperimentatori dilettanti alle tecniche digi-
acuta, quella che si avvicina di più al fischio tali, non solo per motivi di curiosità o di inte-
che non al trillo del campanello. resse tecnologico, ma per pura necessità hobby-
stica. L'uso degli integrati digitali, poi, non im-
plica necessariamente la realizzazione di com-
DUE INTEGRATI plicate macchine o sofisticati strumenti di misura,
perché con un numero estremamente limitato
Per la realizzazione di questo dispositivo ci sia- di tali componenti si possono realizzare anche
mo serviti di un integrato digitale e di un inte- semplici apparecchiature che, pur non presen-
grato amplificatore di bassa frequenza che prov- tando alcun aspetto professionale, costituiscono
vede a pilotare un altoparlante da 2 W. II let- un valido sistema di perseguimento didattico,
tore principiante, tuttavia, non deve preoccu- oltre che un comune divertimento.
parsi dell'espressione « digitale », perché questa
tecnica, anche se non conosciuta nella sua inti-
ma natura, non preclude in alcun modo la via PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
del montaggio del campanello a nessuno, nep-
pure ai meno esperti. Noi l'abbiamo doverosa- La progettazione di una suoneria elettronica può
mente citata perché, grazie al suo sviluppo, si essere affrontata in modi diversi. E ciascuno di
è verificato un abbattimento dei prezzi degli questi si distingue, ovviamente, per le presta-
integrati allo stesso livello dei più comuni semi- zioni del dispositivo, per il costo e la difficoltà
conduttori, pur essendo gli integrati dei compo- di realizzazione. In certi casi, ad esempio, può
nenti notevolmente più complessi e più versatili. essere sufficiente l'uso di un semplice oscillatore
E poi perché, in questi ultimi anni. si è verif- ed un solo transistor, mentre in altri, quando si

223
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224
Flg. 2 • -Plano costruttivo del campanello elettronico realizzato su circuito stam-
pato. SI badi bene che le tracce relative alle piste di rame, qui riportate In
colore, debbono Intenderai viste In trasparenza, dato che esse si trovano nella
parte opposta a quella qui disegnata. Sul terminall 1 -2 sl collega l'altoparlante,
sul terminali 3.4 si connette l'alimentazione.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R2 = 10.000ohm
C1 = 1F- 35 VI (al tantallo) R3 = 220.000 ohm (trlmmer)
C2 = 100.000 pF R4 = 220.000 ohm
C3 = 10.000 pF R5 = 10.000ohm
C4 = 10.000 pF R6 = 470.000 ohm (trlmmer)
es = 5 µF -16 VI (elettrolitico) R7 = 10.000 ohm (trlmmer)
c6 = 100.000 pF R8 = 2,2 ohm
C7 = 470 F - 24 VI (elettrolitico)
C8 = 100.000 pF Varie
C9 = 220 F - 16 VI(elettrolltlco) IC1 = CD4011
c2 = LM380
Resistenze D1 - D2 - D3 - D4 = 4x 1N4004
R1 = 220.000 ohm AP = altoparlante (8 ohm - 2 W)

225
+

Fig. 3 - Questo disegno del circulto stampato, necessario per la composizione


del dispositivo descritto nel testo, dovrà essere integralmente riportato su una
basetta rettangolare di materlale Isolante delle dimensioni dl 9,5x7 cm, tenendo
conto che esso è stato qul riprodotto In grandezza reale.

vogliono produrre deliziose melodie musicali, intermittente, il cui livello di riproduzione viene
sono necessari parecchi circuiti integrati digitali, agevolmente controllato tramite un potenziome-
sapientemente interconnessi tra loro. Ma a que- tro o un trimmer potenziometrico dotato di perno
sti risultati siamo già pervenuti in passato, pre- di regolazione.
sentando più volte ai nostri lettori dei modernis- La riproduzione sonora si effettua attraverso un
simi generatori melodici, in grado di produrre altoparlante con impedenza di 8 ohm e potenza
brevi, ma precisi ritornelli musicali. Per questo di picco di oltre 2 W. E ciò significa che questo
progetto, invece, abbiamo scelto una via inter- dispositivo è in grado di fornire un segnale
media tra le due soluzioni ora ricordate, ed udibile anche in locali di grandi proporzioni.
abbiamo concepito un progetto circuitalmente Il circuito elettrico del campanello elettronico è
abbastanza semplice, realizzabile anche da parte quello riportato in figura 1. E come si vede, gli
di coloro che hanno poca esperienza con i mon- elementi fondamentali che lo compongono sono
taggi elettronici, ma che nello stesso tempo fosse l'integrato digitale ICl, l'integrato amplificatore
in grado di conferire un tocco di originalità alla di bassa frequenza IC2, il ponte raddrizzatore
suoneria di casa. a quattro diodi al silicio e l'altoparlante. Pochi
altri elementi passivi completano il circuito di
figura 1.
CARATTERISTICHE CIRCUITALI In ogni caso gli elementi basilari del circuito
sono i due integrati IC1 e IC2 di cui, il primo,
La suoneria elettronica, che ora descriveremo è di tipo CMOS, l'altro è di tipo lineare.
attraverso il suo esame circuitale, gode della All'integrato ICl è affidato il compito di gene-
principale caratteristica di generare un suono rare i segnali, ad IC2 quello di amplificarli.

226
ESAME DEL CIRCUITO di un altoparlante (AP) da 8 ohm di impedenza
e da 2 W di potenza.
L'integrato ICl, come abbiamo detto, è un
CMOS modello 4011. Si tratta di un quadruplo
NAND a due ingressi, che nel circuito di figura 1 ALIMENTATORE
viene utilizzato per la generazione di due di-
stinti segnali ad onda quadra, tramite due oscil- L'intero circuito del campanello elettronico può
latori astabili. essere alimentato con tutti i valori di tensione
11 primo dei due oscillatori astabili, quello rap- compresi fra gli 8 e i 12 V. E la tensione può
presentato da IC1a- IC1b, costituisce l'oscilla- essere indifferentemente alternata o continua,
tore a bassissima frequenza che, entro certi giacché all'entrata del circuito alimentatore, co-
limiti, è regolabile per mezzo del trimmer R3, me si può notare osservando lo schema di figura
che può anche essere un potenziometro a varia- 1, è presente un raddrizzatore di tipo a ponte,
zione lineare. a valle del quale è inserito un condensatore elet-
L'onda quadra, generata dal primo oscillatore, trolitico che provvede al livellamento delle ten-
abilita e disabilita periodicamente il secondo sioni raddrizzate.
oscillatore, che produce una frequenza udibile, I quattro diodi al silicio D1 - D2-D3- D4 sono
anch'essa regolabile attraverso il trimmer R6, tutti dello stesso tipo e sono collegati in modo
che può essere, pure in questo caso, un poten- da realizzare una rettificazione a doppia se-
ziometro a variazione lineare. Il secondo oscil- mionda.
latore è ovviamente rappresentato dalle sezioni Il circuito di figura 1 è privo di interruttore;
IClc - IC1d dell'integrato ICl. perché l'apparato entra in funzione all'atto del-
Quando il piedino 8 della sezione IClc del pri- l'alimentazione, ossia nel momento in cui si
mo integrato si trova a livello basso, l'oscillatore, preme il pulsante del campanello installato in
rappresentato dalle due sezioni IClc e IC1d, prossimità della porta di ingresso. Ma di ciò
rimane bloccato, mentre quando questo stesso parleremo più avanti, in sede di interpretazione
ingresso si porta a livello logico « 1 », corrispon- dell'impiego pratico dell'apparato.
dente al valore della tensione positiva dell'ali-
mentatore, l'oscillatore è libero di produrre la
nota di bassa frequenza. CIRCUITO STAMPATO
L'uscita dell'oscillatore è accoppiata capacitiva-
mente, tramite il condensatore C4, con l'entrata Dovendo montare due circuiti integrati, la rea-
di un amplificatore di bassa frequenza integrato, lizzazione del campanello elettronico verrà ese-
dopo opportuno controllo di volume effettuato guita su circuito stampato. E questo dovrà essere
per mezzo del potenziometro R 7, che deve es- costruito riproducendo fedelmente il disegno
sere ovviamente rappresentato da un compo- riportato in figura 3 in scala unitaria, cioè in
nente di tipo· a variazione logaritmica ma che, grandezza reale.
per risparmiare sul costo complessivo del dispo- Naturalmente il circuito stampato verrà compo-
sitivo e per rendere meno voluminoso l'apparato, sto su una basetta di materiale isolante, nelle
può essere sostituito con un trimmer dotato dimensioni di 9,5x7 cm.
di perno di comando, così come abbiamo fatto Coloro che hanno acquistato il kit per circuiti
noi nel realizzare il nostro prototipo. stampati, mensilmente pubblicizzato su questa
rivista, saranno ovviamente agevolati in questo
tipo di lavoro.
L'AMPLIFICATORE BF Facciamo infine presente che la numerazione,
riportata sullo schema di figura , è la stessa che
L'amplificatore di bassa frequenza, come abbia- appare nello schema teorico di figura 1 e in
mo già detto, è rappresentato da un circuito quello pratico di figura 2.
integrato di tipo lineare. E per esso è stato scelto
l'ormai classico modello LM38O, che i lettori
conoscono molto bene per essere stato adottato COSTRUZIONE DEL DISPOSITIVO
in molti altri precedenti progetti. Abbiamo fatto
ricadere la scelta su questo modello proprio per Subito dopo aver realizzato il circuito stampato
la sua semplicità di impiego, ma soprattutto per e dopo essersi procurati tutti i componenti ne-
la sicurezza di un corretto funzionamento. cessari, si potrà iniziare il montaggio dell'ap-
L'integrato LM38O consente il diretto pilotaggio parato.

227
A

PULS. CAMP
Fig. 4 - Schema di impiego pratico
del campanello elettronico. Dai pun-
ti A- B si toglie il vecchio campa-
nello elettromeccanico e, in sua
ALLA RETE
sostituzione, si inserisce il circuito
elettronico, collegandolo sul punti
3- 4, purché la tensione sia quella
T ridotta da 220 V a 12V. In caso con-
trario, fra i conduttori di rete e i
AGLI ALTRI punti citati, si dovrà interporre un
SERVIZI trasformatore riduttore da 5 W circa.

I primi elementi, che consigliamo di inserire componenti elettronici, debbono intendersi viste
sulla basetta dello stampato, sono i due zocco- in trasparenza.
letti portaintegrati, che noi non abbiamo utiliz- Ai principianti raccomandiamo di fare bene at-
zato nel nostro prototipo, come si può notare tenzione all'esatto verso di inserimento dei con-
osservando la foto di apertura del presente arti- densatori elettrolitici, i quali, essendo componenti
colo, ma che il principiante meno esperto deve polarizzati, sono dotati di terminale positivo e
assolutamente montare, almeno per l'integrato terminale negativo. Sullo schema pratico di figu-
digitale CMOS, per non creare danni. ra 2, fa posizione esatta del terminale positivo
Infatti, effettuando direttamente le saldature dei è indicata per mezzo di una crocetta.
piedini di ICl sul circuito stampato, si corre il Per quanto riguarda il condensatore C1, ricor-
pericolo di mettere fuori uso il delicatissimo inte- diamo che questo è di tipo al tantalio. Cioè un
grato. Ecco perché l'uso dello zoccoletto porta- condensatore polarizzato come l'elettrolitico. In
integrato è d'obbligo. Tuttavia, coloro che voles- questo componente il terminale positivo si trova
sero ignorare questa regola, potranno agire a sulla destra di un osservatore che guarda fron-
modo loro, servendosi di un saldatore perfetta- talmente il condensatore dalla parte in cui è
mente isolato dalla rete-luce, con la punta sal- riportato un punto colorato. In esso le varie
dante di rame collegata a terra, onde evitare il strisce colorate determinano, tramite il codice,
passaggio, sull'integrato CMOS, di cariche elet- il valore capacitivo, tenendo conto che la prima
triche, anche di origine statica, che potrebbero striscia è quella riportata sulla parte più alta
mettere fuori esercizio l'integrato stesso. Tale del condensatore.
Anche i quattro diodi al silicio, che compon-
precauzione non è invece necessaria per l'inte-
gono il ponte raddrizzatore, sono elementi pola-
grato amplificatore di bassa frequenza IC2 che rizzati, nei quali il catodo è facilmente individua-
può essere saldato direttamente sulle corrispon- bile dalla presenza di un anello impresso, in
denti piste del circuito stampato senza alcun corrispondenza dell'elettrodo, sul corpo del com-
pericolo di danneggiamento. ponente.
Il lavoro di montaggio del campanello elettro- Per quanto riguarda poi i due integrati ICl - IC2,
nico deve procedere poi tenendo sott'occhio il ricordiamo che questi presentano una piccola
piano costruttivo riportato in figura 2, nella tacca di riferimento in corrispondenza del pie-
quale le tracce colorate evidenziano le piste dino 1 (nello schema pratico di figura 2 l'ele-
di rame del circuito che, trovandosi nella parte mento di riferimento è rappresentato da un di-
opposta a quella in cui sono applicati i vari schetto).

228
Facciamo notare, per ultimo, che il circuito stam- agli effetti del funzionamento, dopo aver ovvia-
pato, in corrispondenza dei terminali 3-4-5 - mente collegato, sui punti 1 - 2 della basetta
7- 10- 11- 12 dell'integrato IC2 assume una del circuito stampato, l'altoparlante da 8 ohm -
configurazione molto vasta, attraverso un'unica 2W. Il quale potrà essere racchiuso in una cas-
pista di rame assai larga. Ciò è stato fatto di setta di protezione di materiale isolante, aperta
proposito, per favorire la radiazione di calore anteriormente in corrispondenza del cono.
erogata dall'integrato stesso durante il suo fun- Nello schema di impiego di figura 4, sulla sini-
zionamento. stra, è riportato il trasformatore per campanelli,
che riduce la tensione di rete di 220 V al valore
più comune di 12 V alternati. Tuttavia, lo ricor-
IMPIEGO DEL DISPOSITIVO diamo ancora una volta, possono andar bene
tutti i valori delle tensioni alternate o continue
L'installazione del campanello elettronico è cosa compresi fra gli 8 e i 12 V. Ciò significa pure
semplicissima. Basta infatti disinserire dal cir- che, nel caso in cui il campanello originale sia
cuito elettrico di casa il solo campanello elet- di tipo a 220 V, occorrerà interporre, fra i con-
tromeccanico ed inserire, in sostituzione di que- duttori di rete e i terminali 3-4 della basetta
sto, nei punti A - B dello schema di figura 4, del circuito, un trasformatore riduttore di ten-
il nostro circuito, collegandolo sui punti 3-4, sione da 220 V a 12 V, con potenza di 5 W
senza badare alle polarità, che sono indifferenti circa.

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229
RILEVATORE
DI TENSIONI
Per il semplice controllo della presenza della tensione in ogni
punto di un circuito elettronico.

Il cacciavite cercafase, che tutti noi conosciamo, fase, che è dotato di una lama metallica in con-
è un utensile assolutamente indispensabile al- tatto elettrico con una piccola lampadina al
l'elettricista, ma non serve o serve assai poco neon, ma neppure si è fatto ricorso ad un pro-
al dilettante elettronico. Con esso, infatti, si getto complicato e costoso, assolutamente inadat-
capisce immediatamente se in una presa di cor- to al principiante.
rente c'è o non c'è tensione, se un conduttore
dell'impianto luce è il neutro oppure la fase at-
tiva della tensione, se nel circuito di un elettro- SEMPLICITA' STRUMENTALE
domestico vi è interruzione della conduttività
elettrica. La validità dell'uso del cacciavite cer- L'utilità di questo strumento è risentita in tutti
cafase, dunque, rimane sempre condizionata "quei casi in cui non sono necessarie misure pre-
dalla presenza della tensione alternata di rete. cise di tensioni continue o alternate, ma quan-
Mentre per i circuiti elettronici, dove sono pre- do serve il semplice controllo della presenza o
senti deboli e debolissime tensioni continue, que- meno della tensione in un qualsiasi punto di un
sto famoso cacciavite risulta privo di ogni capa- circuito elettronico, di ogni natura, purché i
cità di indagine tecnica. Ecco perché abbiamo valori di questa siano compresi fra i 3V e i
pensato di ideare uno strumento, analogo al 30 V circa. Dunque, lo strumento che ci propo-
cacciavite cercafase, ma adatto al piccolo labo- niamo di descrivere, oltre che essere caratteriz-
ratorio di chi ha l'hobby dell'elettronica. Natu- zato da una grande praticità d'uso, è pure di
ralmente, non si poteva creare un dispositivo facile realizzazione e assai robusto, grazie alla
altrettanto semplice quanto il cacciavite cerca- totale assenza di parti in movimento, quali po-

Comodità, praticità e facilità d'impiego, sono gll elementi che


caratterizzano questo economico strumento, che consente di
rilevare la presenza delle tensioni continue e alternate, lungo
i conduttori e In ogni punto dei circuiti elettrici ed elettronici.
Le sue Indicazioni ottiche ne consigliano l'uso anche In punti
di controllo o ambienti scarsamente Illuminati.

230
Lavora entro i limiti
di 3 e 30 V,
in continua o alternata,
indifferentemente.

'

Serve al principiante, agli elettricisti,
ai tecnici come tester logico e agli elettrauto.

trebbero essere gli equipaggi mobili degli stru- Con lo «0» si suole generalmente indicare il
menti di misura ad indice. Inoltre, l'indicazio- livello a tensione più bassa, mentre con l'« 1 »
ne luminosa della presenza della tensione, rive- si suole indicare la tensione più alta. E questa
lata attraverso una lampadina a 6 V, rende molto convenzione matematica viene anche chiamata
comodo l'impiego di questo dispositivo in tutti « logica positiva». Ma esiste anche una seconda
quei casi in cui vi è scarsa luminosità ambien- convenzione matematica, quella della « logica
tale, facendolo divenire indispensabile agli elet- negativa », per la quale lo « O» indica il livello
trauto o agli impiantisti addetti alla realizzazione superiore, mentre l'« 1» indica il livello infe-
di quadri elettrici a relé. riore.

INDICATORE DI STATO LA TENSIONE ELETTRICA

Al di là di tutti gli usi dello strumento ora sug- Prima di procedere con la presentazione del no-
geriti, questo dispositivo può anche servire come stro strumento di controllo, riteniamo opportuno,
indicatore di stato « 0» o « 1» nella verifica di almeno per i lettori principianti di elettronica,
circuiti logici. Infatti, poiché un circuito digitale menzionare quei concetti basilari di elettrotecni-
è caratterizzato da due stati soltanto, il nostro ca e fisica elettronica che consentono di assimi-
apparato può essere considerato un vero e pro- lare bene il concetto di tensione elettrica. Ovvia-
prio tester logico, più che sufficiente per il con- mente, i più esperti potranno omettere la lettu-
trollo degli integrati di tipo TTL e DTL. E ra di questo breve paragrafo.
possiamo pure aggiungere che la principale qua- La tensione elettrica rappresenta una grandezza
lità di questo tester consiste nella sua notevole fisica fondamentale nello studio di tutta l'elet-
capacità di risposta, raggiunta attraverso l'imme- tronica, la quale, per essere completamente as-
diata accensione di una lampadina. similata, ci invita a rifarci alfa struttura del-
Ai lettori principianti ricordiamo che l'identifi- l'atomo e ai principi dell'elettrostatica.
cazione dello «O» o dell'« 1 » è ovviamente Quando nella struttura atomica vengono a man-
una pura convenzione matematica. care uno o più elettroni, si crea una situazione

231
LP

V eNrR. TR1
@l

Flg. 1 • Circuito teorico dello strumento adatto a rilevare la presenza di ten-


sioni elettriche. La lampada ad Incandescenza LP si accende soltanto quando,
all'entrata del circuito, ·viene applicata una tensione, di qualunque natura, ma
di valore compreso fra 3 V e 30 V circa. Il ponte raddrizzatore a diodi consente
Il funzionamento del dispositivo in presenza di tensioni continue o variabili,
Indifferentemente.

-----COMPONENTI-----
C1 == 100.000 pF --~
D1-D2-D3- D4 = 4 x 1N4007
R1 = 18.000 ohm - / W LP =
lampadina (6 V - 50 mA}
TR1 = BC237 S1 =
Interrutt.
TR2 = 2N1711 ALIM. = 6Vcc

di instabilità elettrica. L'atomo, impoverito di trica. Le cariche elettriche dello stesso nome si
elettroni, si arricchisce di una forza di attrazio- respingono tra di loro, mentre le cariche elettri-
ne nei confronti degli elettroni sfuggiti, per una che di nome diverso si attraggono. Si suole pure
qualsiasi causa naturale o artificiale, alle sue or- dire che le cariche omonime si respingono, men-
bite. Questa forza è la prima che traduce in tre le cariche eteronime si attraggono. In nome
pratica il concetto di tensione elettrica, perché di queste forze di attrazione e repulsione elet-
tra l'atomo e gli elettroni si crea una vera e pro- trica prende avvìo il fenomeno della corrente
pria forza di tensione, che si annulla soltanto elettrica.
quando gli elettroni vengono captati e ricondotti La tensione elettrica, cioè la forza di attrazione
nelle orbite atomiche. o repulsione che si esercita tra le cariche elet-
L'atomo impoverito di uno o più elettroni divie- triche, prende anche i nomi di « forza elettro-
ne una carica elettrica positiva; quando invece motrice» e «differenza di potenziale ».
nella struttura atomica vengono introdotti altri Gli elettricisti la chiamano più semplicemente
elettroni, l'atomo diventa una carica negativa. E la « forza ». Quando essi individuano un con-
proprio in virtù delle forze di attrazione prima duttore in cui è presente la tensione elettrica,
citate, anche fra le cariche elettriche, di qualun- oppure quando nell'esaminare una presa di
que entità esse siano, si crea una tensione elet- corrente si accertano che fra le boccole sussiste

232
Fig. 2 • Piano costruttivo dello strumento In grado di rilevare la presenza delle
tensioni elettriche. Il contenitore metallico funge da conduttore della linea di
alimentazione negativa. La tensione di 6 V, necessaria per far funzionare Il
circuito, viene erogata da una batterla di quattro pile da 1,5 V ciascuna, collegate
In serie tra di loro. La morsettiera consente la composizione di un circuito
cablato razionale e compatto.

una differenza di potenziale, essi dicono che in la sgradevole sensazione che noi tutti conoscia-
quel conduttore o in quella presa vi è la «forza». mo sotto il nome di « scossa ».
In pratica, dunque, la tensione elettrica è quella
forza che, appena può, mette in movimento gli
elettroni, cioè genera la corrente elettrica. In TRE TIPI DI TENSIONI
tutti i fenomeni elettrici, quindi, la tensione
rappresenta la causa, mentre la corrente ne costi- Con il nostro strumento si possono controllare
tuisce l'effetto. tre tipi di tensioni, ossia:
Quando con due dita si toccano i conduttori di
rete, si offre l'opportunità alla tensione elettri- Tensioni continue
ca di mettere in movimento gli elettroni, cioè
di dar luogo al fenomeno della corrente elettrica Tensioni pulsanti
che, attraversando le dita della mano, provoca Tensioni alternate

233
---
+
/ ET.
4
u, Fig. 3 • Le frecce, riportate in
corrispondenza dei condutto-
ri del circuito d'entrata dello
strumento rilevatore di ten-
sioni, indicano il percorso
della corrente nel caso in cui
sul morsetto disegnato più in
alto venga applicata la ten-
sione positiva e in quello più
In basso la tensione negativa.

A questi tre tipi di tensioni corrispondono al- La corrente pulsante è determinata da un mo-
trettanti tipi di correnti: correnti continue, cor- vimento ordinato di elettroni sempre nello stesso
renti pulsanti, correnti alternate. E a questi tre verso, ma con velocità variabili nel tempo da un
tipi di correnti corrispondono tre diversi sistemi certo valore al valore zero. In pratica ciò signi-
di movimento degli elettroni in seno ai condut- fica che gli elettroni iniziano la loro marcia
tori elettrici. fino a raggiungere una certa velocità, poi rallen-
La corrente continua è quella determinata da tano il loro moto e si fermano, quindi si rimet-
un movimento ordinato e continuo di elettroni tono in cammino nella stessa maniera di prima.
che si muovono sempre nello stesso verso e con La corrente alternata è quella determinata da
la medesima velocità lungo un conduttore. Sono un movim ento di elettroni in entrambi i sensi
esempi di corrente continua quelli provocati dalle e con velocità variabili lungo i conduttori. In
tensioni continue generate dalle pile e dagli altre parole si dice che la corrente alternata
accumulatori. è quella in cui gli elettroni iniziano il loro mo-

r
t
V eNr. Fig. 4 • Se la tensione posi-
tiva, di cui si vuol controllare
l'esistenza con lo strumento
+ rilevatore di tensioni, viene
applicata sul morsetto d'en-
trata disegnato più in basso,
allora il percorso della cor-
rente, prima di raggiungere
la base del primo transistor,
è quello indicato dalle frecce
riportate lungo i conduttori.

234
Fig. 5 - Quando la tensione,
di cui si vu ol controllare l'e.
sistenza con lo strum ento ri-
levatore, è di tipo altern ato,
il ponte raddrizzatore a diodi
al silicio rettifica entrambe
le semionde della tensione
nel modo indicato In questo
schema.

vimento fino a raggiungere una certa velocità, stenza Rl, mentre quella negativa è presente
quindi rallentano fino a velocità nulla, poi ri- sulla linea di massa.
prendono la marcia in senso inverso e così via La tensione rilevabile sui terminali del conden-
di seguito; si tratta quindi di un movimento ordi- satore C 1 consente il passaggio di corrente attra-
nato di elettroni nei due sensi e con velocità verso la resistenza R 1 e, quindi, attraverso le
variabili lungo i conduttori. Gli impianti elettrici giunzioni base-emittore dei due transistor TRl •
delle nostre case sono realizzati con conduttori TR2, collegati tra loro nella classica configura-
metallici percorsi da corrente alternata. In ogni zione Darlington.
punto di essi vi sono elettroni che si muovono, La connessione Darlington, come si sa, è rap-
ordinatamente, avanti e indietro, con velocità presentata da un collegamento diretto di due o
variabili. più transistor. In essa i collettori sono uniti
La causa prima della corrente alternata è ovvia- assieme e la corrente di emittore del primo tran-
mente la tensione alternata, che è quella gene- sistor comanda la base del secondo, consentendo
rata dagli alternatori, sui morsetti dei quali si di ottenere virtualmente un solo transistor, con
alternano valori positivi e valori negativi. Il ge- un guadagno pressoché uguale al prodotto del
neratore di tensione alternata più comune e più guadagno dei singoli transistor. Infatti, suppo-
conosciuto da tutti noi, perché con esso abbiamo nendo che il guadagno del transistor TR 1 sia di
a che fare ogni giorno, è la presa-luce di casa. 100, mentre quello di TR2 è di 50, il guadagno
Sulle cui boccole si alternano di continuo i risultante dalla configurazione Darlington sarà
valori positivi e quelli negativi della tensione. di:
100 X 50 = 5.000

ANALISI DEL CIRCUITO Con un simile guadagno è possibile pilotare


anche carichi che prevedono un certo assorbi-
Il circuito teorico del rilevatore di tensioni è mento di corrente, senza richiedere un'eccessiva
quello • riportato in figura 1. Esaminiamone il corrente d'ingresso. Rammentiamo infatti che il
funzionamento. guadagno va considerato come il rapporto tra
La tensione, continua o alternata che sia, purché la corrente di collettore e quella di base, se-
di valore compreso nella gamma di 3 V; 30 V, condo la seguente formula:
di cui si vuol controllare l'esistenza, viene ap-
plicata ad un ponte raddrizzatore a diodo al G = Ic:Ib
silicio (D1- D2- D3 - D4). Pertanto, se si vuole pilotare una lampada che
Sui terminali del condensatore C1, qualunque assorbe una corrente di 100 mA è sufficiente,
sia il tipo di tensione applicata all'ingresso del sulla base del transistor, una corrente di:
circuito, è presente una tensione continua, la cui
polarità positiva si trova dalla parte della resi- 100: 5.000 = 20 uA
235
TR1
Fig. 6 - Per particolari usi dello
. 4
i à strumento, quando non serve una

~.%
indicazione luminosa molto in-
tensa, la lampada a filamento
può essere sostituita con un
diodo led, purché in serie ad
esso si colleghi una resistenza
da 330 ohm, se la tensione di
alimentazione del circuito è di
6V.

SOGLIA DI CONDUZIONE essere· rilevata attraverso l'accensione della lam-


pada LP, deve almeno risultare superiore ai 3V
La formula ora citata sta a dimostrare che il circa. E il perché di questo valore è presto
circuito è molto sensibile, e ciò potrebbe far detto. Basta infatti tener conto che una giun-
pensare alla possibilità di rilevare pure segnali zione a semiconduttore possiede una soglia di
a basso livello. Ma in realtà così non è, in quan- conduzione di 0,6:0,7 V e che al di sotto di
to la tensione che si vuol controllare, per poter tale valore la giunzione si comporta in ogni

220 SEC. Fig. 7 - Supponendo che la tensione


ridotta sull'avvolgimento secondario di
un trasformatore non sia superiore ai
30 V, che rappresentano il limite mas-
simo fino al quale può operare il rile-
vatore di tensioni, questo è il metodo
d'impiego dello strumento.

236
verso da elemento isolante.
Qualunque sia la polarità della tensione appli-
cata, la corrente deve sempre superare quattro
giunzioni, collegate in serie, oltre che la resi-
stenza R 1. Infatti, alle due giunzioni base-emit-
tore di TRl e TR2, si aggiungono sempre almeno
abbonatevi a:
due giunzioni dei quattro diodi del ponte rad-
drizzatore. E con queste barriere deve fare i
conti la corrente nel suo percorso.
ELETTRONICA
Il percorso delle correnti attraverso i due diodi,
nelle due possibili condizioni di polarità della PRATICA
tensione applicata all'entrata, sono chiaramente
illustrati nelle figure 3 e 4,
Concludendo, possiamo ora dire che le quattro
giunzioni connesse in serie creano una barriera MONTAGGIO
di 24+2,8V. E se si tiene conto che sulla
resistenza Rl, con la corrente tipica di accensio- La realizzazione pratica dello strumento rileva-
ne di 20 A, si verifica una caduta di tensione tore di presenza di tensioni può essere fatta nel
di 360 mV, se ne deduce che il circuito non è modo indicato dal piano costruttivo riportato in
in grado di provocare l'accensione della lampada figura 2.
LP se la tensione d'ingresso non supera il valore Tutto il circuito viene racchiuso in una scato-
di 3 V circa. lina metallica, dentro la quale un ancoraggio
Ciò non costituisce un difetto per lo strumento isolato funge da portacomponenti.
ma, a nostro avviso, considerate le applicazioni Il contenitore metallico si comporta da elemento
cui esso si rivolge, un vero pregio, giacché evita conduttore della linea negativa di alimentazione.
di segnalare anche le semplici dispersioni, sem- I due transistor TR1 - TR2 non sono elementi
pre possibili nei circuiti complessi. critici; infatti, oltre a quelli prescritti nell'elenco
Un analogo valore di soglia vale anche per le componenti, si potranno utilizzare, per TR1, tutti
tensioni alternate, il cui percorso è illustrato in i transistor adatti per piccoli segnali, purché di
figura 5.
tipo NPN al silicio. Per TR2, invece, occorrerà
un componente in grado di sopportare una cor-
rente di picco di 0,8:1 A circa, qualora si opti
VARIANTE ECONOMICA per la versione con lampadina ad incandescenza,
mentre basterà un transistor di bassa potenza,
Nella versione standard dello strumento, il cui sempre di tipo NPN al silicio, qualora si adotti
circuito teorico è quello di figura 1, abbiamo la soluzione economica dello strumento con
ritenuto opportuno inserire la lampada ad in- diodo led.
candescenza LP in veste di elemento visualiz- Ricordiamo infine che, aumentando il valore
zatore di presenza di tensione. E questo perché ohmmico della resistenza R 1, le possibilità di con-
tale tipo di lampada fornisce una indicazione trollo dello strumento si estendono, nei limiti
ottica rilevabile chiaramente in ogni condizione superiori, al di là dei 30 V, raggiungendo, ad
di illuminazione. esempio, i 48 V, ma in questo caso si supere-
Naturalmente, il consumo di corrente con la rebbe il limite di sicurezza del circuito originale.
lampada LP diviene abbastanza rilevante ed
impone l'uso di pile di una certa capacità. Ma
se all'operatore non è necessaria una grande
quantità di luce, è sempre possibile risparmiare
sul costo di esercizio dello strumento, sostituen-
do la normale lampadina con un diodo led, pur abbonatevi a:
conservando le stesse dimensioni costruttive del-
l'apparato.
Il diodo led va collegato, come indicato nello ELETTRONICA
schema di figura 6, con una resistenza di limita-
zione di corrente connessa in serie, il cui valore
potrà essere di 330 ohm se si usano pile da
PRATICA
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I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica "Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

·-- -- -- -
- ------ ---- ·- - --

-· ----- e

-------- -
--- --~ -- t

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Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a:


I
ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica • Vendite - Acquisti - Permute •
Via Zuretti, 52 - MILANO

244
LA POSTA DEL LETTORE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

GENERATORE DI MELODIA dei circuiti integrati TTL è di 5V±5%. Quindi


può oscillare fra i valori di 4,75V e 5,25 V.
Volendo realizzare il progetto del generatore di Tuttavia, superando il limite massimo di 5,25 V,
melodia, presentato sul fascicolo di febbraio di si corre il rischio di danneggiare i circuiti inte-
quest'anno, mi sono procurato tutti i compo- grati montati in un determinato apparato, men-
nenti necessari alla composizione di quel circui- tre con valori di tensione inferiori al limite di
to e da voi prescritti nell'apposito elenco ripor- 4,75 V il funzionamento diviene precario o nul-
tato in corrispondenza dello schema teorico. lo. Ma in questo secondo caso non si danneg-
Tuttavia, prima di iniziare il lavoro costruttivo, giano affatto gli integrati, per cui, dovendo sce-
ho deciso di consultarvi per avere un preciso gliere fra i due valori citati, monti pure lo zener
chiarimento a proposito del diodo zener che da 4,7 V. Meglio sarebbe disporre di alcuni di
provvede a formare lo stabilizzatore della ten- questi componenti, onde poter selezionare quello
sione di alimentazione degli integrati. Il nego- che fornisce il valore di tensione più elevato.
ziante, cui mi sono rivolto per l'acquisto di tale Ma vogliamo pure ricordarle che nulla vieta, nel
componente, non disponendo di uno zener con suo caso, di ricorrere ad un sistema di stabiliz-
l'esatto valore da voi indicato di 5,1 V, mi ha azione diverso. Per esempio facendo uso di uno
venduto due diodi zener con due valori legger- zener da 5,6 V ed un transistor, oppure di un
mente diversi, uno di poco inferiore e l'altro di regolatore di tensione a tre terminali, come il
poco superiore a 5,1 V. Più precisamente, uno modello LM7805 od equivalente, da noi consi-
zener è da 4,7 V, l'altro è da 5,6 V. Quale dei gliato in molti tipi di progetti già pubblicati in
due diodi è più adatto per il progetto citato? In precedenti fascicoli della rivista. In ogni caso.
quali rischi di danneggiamenti o di mancato qualora le volesse approfondire le sue conoscen-
funzionamento del generatore di melodia posso ze sui diodi zener, sul loro impiego e sugli even-
incorrere? tuali accorgimenti da assumere in occasione di
SACCHI LUCA indisponibilità di un preciso modello, la invitia-
Bergamo mo a consultare un articolo su questo tema.,
pubblicato nel fascicolo di gennaio 1980, a
L'esatto valore della tensione di alimentazione pagina 30 intitolato « Diodi Zener ».

245
TIMER FOTOGRAFICO

Pur essendo un fedele lettore di Elettronica Pra-


tica, mi dedico anche con grande passione al-
l'hobby della fotografia. E vi scrivo per chieder-
vi il progetto di un timer, da utilizzare durante
la stampa delle fotografie, che possa spegnere
automaticamente la lampada dell'ingranditore al-
lo scadere del tempo prefissato.
PAPPALARDO SILVIO
Catania
In scatola di montaggio Il principio di funzionamento del circuito qui
presentato sfrutta il processo di scarica del con-
densatore C 1 su una delle dodici resistenze sele-
L. 56.000 zionate dal commutatore S1. Il pulsante S2 co-
manda l'avvio del ciclo che fa eccitare il relé RL
ed alimentare il carico. Allo scadere del tempo
il relé si diseccita, aprendo il circuito di alimen-
tazione del carico.

Condensatori
C1 = 2.500 F - 30 VI (elettrolitico)
C2 = 470 µF -16 VI (elettrolitico)

Resistenze
R1 1.000 ohm
R2 1.500 ohm
R3 2.000 ohm
SERVE PER COSTRUIRE: R4 3.000 ohm
R5 5.000 ohm
R6 7.500 ohm
un moderno orologio numerico a di- R7 10.000 ohm
splay R8 15.000 ohm
R9 20.000 ohm
un termometro di precisione R10 30.000 ohm
R11 40.000 ohm
una radiosveglia 60.000 ohm
R12
un interruttore elettrico temporizzato R13 10.000 ohm (potenz. a variaz. Iin.)
R14 220 ohm
R15 4.700 ohm
R16 10.000 ohm
Ma offre la possibilità di realizzare R17 10.000 ohm
innumerevoli e sofisticate ulteriori R18 = 47 ohm
applicazioni tecniche.
Varie
TR1 = BC177
TR2 = BC177
D1 = 1N4004 (diodo al silicio)

_...
D2 = 1N4004 (diodo al silicio)
D3 = 1N4004 (diodo al silicio)
Il kit dell'OROLOGIO-TERMOMETRO costa
..990g gJehetsrlo ocore
............... vere s
-, ......... .,....
DZ1
RL
=
=
diodo zener (12 V- 1W)
relé (12 V - 200 + 600 ohm)
@ %? ±@SS ." dEE.g..."2E. . T1 = trasf. (220 V-12V+ 12V-0,5 A)
n. 4613207 Intestato a: STOCK RADIO • S1 = comm. (1 via - 12 posiz.)
--·
20124 MILANO
-
- Ve P.
••
Castaldi,

• •
2o (rel.
• •
S2 = interruttore a pulsante

246
,------------- --------- - ------ - - --- - ---- --------,- - - ---- -- - - - - - ~
'' '' ''
R

Rb

, AVA

I/
R15

SI
I
Rl7
k lo
+
cr'

RI Rl2
I l
R2
-1+ MV I I I '
TI

RErE

UNA SONDA LOGICA altro, molto semplice, nell'intento di fornire ad


altri lettori un'ulteriore alternativa alla realiz-
Potreste pubblicare lo schema di una sonda logica zazione di questi preziosi ed utilissimi strumenti.
per circuiti integrati TTL, in grado di segnala-
re, tramite due diodi led di colore diverso, gli R1 = 4.700 ohm
stati logici « 1» e « O »? R2 = 2.200 ohm
R3 = 470 ohm
MOSCONI ALDO 470 ohm
R4 =
Milano TR1 = BC107
TR2 = BC107
In passato abbiamo più volte presentato pro- DL1 = diodo led
getti di questo tipo. Ne riproponiamo ora un DL2 = diodo led

e
il
TR2
/
e
lii
l
SONDA

Il ?:¾ ov

247
SENSIBILE FOTODISPOSITIVO piamento in alternata del rivelatore agli stadi
di amplificazione, come avviene nel circuito qui
Con una fotoresistenza vorrei costruire un di- presentato.
spositivo molto sensibile, che rilevi il passaggio
C1 - 5F- 16 VI (elettrolitico)
anche di sole ombre, adeguandosi automatica-
mente alle diverse condizioni di luminosità senza
R1 = 2.700 ohm
R2 = 470.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
sottoporre l'operatore a continue tarature del- R3 = 2,7 megaohm
l'apparato in corrispondenza con la luce d'am- R4 = 56.000 ohm
biente. R5 = 22.000 ohm
TURCHETTI MAURIZIO R6 = 2.700 ohm
Ancona TR1 = BC237
TR2 - BC237
TR3 - BC237
L'unica soluzione semplice, che consenta un TR4 = 2N1711
adeguamento automatico del circuito alle varia- LP = lampada (6 V-0,1 A)
zioni lente di luminosità, consiste in un accop- FR = fotoresistenza (quals. tipo)

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 11.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- e

riati componenti e materiali, non sem-


• %
pre reperibili in commercio, ad un
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V-25 W) N 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N" 1 poggia-saldatore_ N" 2 boccole isolate
- N 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo _ N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N" 1 spezzone filo multiplo multicolore.

248
?:::
~lf) FR zR3 zR SR5 SR6

+
r1 [ Lsk
R1z
Il , ge e
4,5°6V

L(8$
~

~
TR2' TR4
< 11

ri re

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L 12.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro- n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.
CONTROLLO DI LUMINOSITA' Condensatori
C1 = 22.000 pF
Debbo costruire un dispositivo di controllo di C2 = 220 pF
luminosità per lampade ad incandescenza, con C3 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)
una potenza complessiva di 2.000 W circa. La
regolazione dovrebbe essere completa entro la Resistenze
gamma buio-luce ed in grado di pilotare TRIAC R1 = 22.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
di potenza, da 25 A. Disponete di un simile R2 = 2,2 megaohm
progetto? R3 = 22.000 ohm
LANDONI WALTER R4 = 560.000 ohm
Bari R5 = 220 ohm

Varie
Le proponiamo la realizzazione di questo cir-
cuito, che si realizza con un integrato apposita- IC1 TCA 780
TRIAC quals. tipo per 220 V
mente concepito per il controllo di TRIAC. Con
questo stesso progetto è possibile effettuare un
D1 =
1N4148
D2 1N4148
controllo automatico di luminosità con fotore- D3 = 1N4148
sistenze o, più in generale, con un segnale con- D4 1N4148
tinuo applicato al terminale 11 dell'integrato JC 1. s1 interrutt.

ROUNDING LIGHT IN SCATOLA DI MONTAGGIO

L. 24.000
LAMPEGGIATORE SEQUENZIALE
L'uso di luci diversamente colorate ed il loro
accorto collegamento, in serie o in parallelo,
che consente l'inserimento di alcune cen-
tinaia di lampadine-pisello, è determinante
per la creazione di un ambiente suggestivo
e fantasmagorico.

Ca ratte ristlche:

Potenza elettrica pilotabile su ciascun ca-


nale: 200+ 250 W aumentabile fino a 800 W
con opportuni radiatori.

La frequenza della successione dei lam-


peggii è regolabile a piacere.

Su ciascuno degli otto canali si possono • Per l'albero di Natale


collegare otto lampadine, oppure otto grup-
pi di lampadine in un quantitativo superio- • Per Insegne pubblicitarie
re ad alcune centinaia. • Per rallegrare le feste

250
R2

R3

S II

Al «k 4
12V

°
-
Iul Il Il Il
!Cl

C2

RI ~4=================11

220V

BARRA LUMINOSA
IN SCATOLA DI MONTAGGIO

L. 16.600 (con modulo monocolore}


L. 19.800 (con modulo bicolore}

L'applicazione alla barra di un qualsiasi segnale provoca l'accensione di uno


o più trattini di color rosso o rosso-verde. Serve per realizzare un gran nume-
ro di dispositivi di utilità immediata e continua, in casa, nel laboratorio e in
automobile. Di questi, una buona parte è illustrata e interpretata nel fascico-
lo di novembre '82 del periodico, che viene allegato gratuitamente al kit.

Il kit per la realizzazione della « Barra luminosa » deve essere richiesto Inviando anticipet
te 1_itspettivo importo a mezzo_ vaglla postale, _
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO • va P.
·e9o
Castaldl,
bncrio_o cp. n. 46o132o7 imestnt
- Telef. 6891945.
BREVE LEZIONE SUL NANO •Vcc

Essendo un appassionato dell'elettronica digita-


le, cerco di realizzare tutti i vostri progetti che
impiegano circuiti logici. Ma qualche volta mi
sfugge la precisa comprensione del funzionamen-
to circuitale. Ora, per esempio, vorrei conosce-
re bene il funzionamento dell'integrato 7400
ricorrente in molti schemi.
ROSSI MAURIZIO
Roma

Il 7400 è un NAND quadruplo a due ingressi.


Quadruplo significa che nell'integrato sono con-
tenuti quattro distinti dispositivi dello stesso
tipo. La funzione NAND è il risultato di una
funzione AND seguita da una funzione NOT
(funzione di negazione). L'uscita di un di-
spositivo AN D è « vera » soltanto se tutte le INGR. A INGR. B USCITA
uscite sono contemporaneamente « vere ». In
definitiva, tenuto conto dell'inversione del se- o o 1
gnale d'uscita attuato dalla funzione NOT, la 1 o 1
tabella della verità di un N AN D a due ingressi o 1 1
risulta essere la seguente: 1 1 o

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 80 W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.

252
•V cc
--- - -- --1

I
I
i
I
I
I
I
I
I
Per completare queste brevi notizie, riportiamo I
lo schema elettrico equivalente di uno dei quat- ENTRI eeei! I
tro circuiti NAND del 7400 e la piedinatura del- I
I
lo stesso integrato. I
wrR2 } ] }òusc

I _
----------~- I
-- - __ I

-Vcc

TRASMETTITORE DIDATTICO PER ONDE MEDIE


in scatola di montaggio a L. 14.800

CARATTERISTICHE

Banda di frequenza 1,1+ 1,5 MHz


Tipo di modulazione in ampiezza (AM)
Alimentazione 9 ± 16 Vcc
Corrente assorbita 80 +- 150 mA
Potenza d'uscita 350 'mW con 13,5 Vcc
Profondità di mod. 40%/ circa
Impedenza d'ingresso superiore ai 200.000 ohm
Sensibilità d'ingresso regolabile
Portata 100 m. -é- 1 Km.
Stabilità ottima PER I
COLLEGAMENTI
Entrata micro piezo, dinamico
SPERIMENTALI VIA RADIO
e pick-up
IN FONIA, DEL PRINCIPIANTE

. -.-- - ~

253
AMPLIFICATORE CON 'OPERAZIONALE elevate. Il guadagno del circuito è determinato
esclusivamente dal rapporto R3 /R2, per esempio
Ho acquistato a poco prezzo un certo quantita- 100.000 ohm/ 10.000 ohm = 10.
tivo di integrati operazionali A741 con i quali
vorrei costruirmi un amplificatore di bassa po- Condensatori
tenza di una certa potenza. E' possibile ciò? C1 = 10.000 pF
FELICIANI ALBERTO C2 = 100F - 16 VI (elettrolitico)
Torino C3 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)

Il µA741, come avviene per la maggior parte Resistenze


degli amplificatori operazionali, non è adatto R1 = 47.000 ohm (potenz. a variaz. Iog.)
alla realizzazione di amplificatori BF di potenza, R2 = 10.000 ohm
perché esso eroga una bassa potenza. Occorre R3 = 100.000 ohm
pertanto aggiungere ad esso uno stadio d'uscita R4 = 8.200 ohm
(booster) che consenta di raggiungere i livelli
R5 = 8.200 ohm
di potenza desiderati. Realizzi quindi il circuito Varie
qui pubblicato e ricordi che la coppia di transi-
stor complementari TR1 TR2 dovrà essere
TR1 =BC1O7
scelta in funzione della potenza. Per esempio, i
TR2 = BC177
IC1 = µA741
BC107, BC177 vanno bene per le basse potenze; D1- D2 = 2x1N914
i 2N1711, 2N2905 vanno bene per le medie po- S1 = doppio interrutt.
tenze; i BD137, BD138 servono per le potenze AP =
altoparlante (8 ohm)

KIT PER LAMPEGGI PSICHEDELICI


L. 18.200
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880 W
)» Potenza reale max per ogni canale: 100 + 400 W
Alimentazione: 220 V rete-luce

:
se :±:
e«ere tette tonde ·eeeemente rm eore
%: %
y_ego yz,%%%,
:%
??2ç 9,mete.
assegno clrcolareo cc.p. n. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO - 20124 MI Va P Ca-
L D-

stai6, 2o (Telet. 691945)."" -

254
S lb

R3

R2

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W
DI MONTAGGIO
COSTA

L. 34.200

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

La scatola d montagglo dell'INVERTER costa L 34.200. Per richlederla occorre Invlare antlcl-
patamente l'importo a mezzo vaglla _postale, assegno bancarlo o c.c.p. n. 46013207 Intestato a:
STOCK RADIO - 20124 MILAN O - Va P. castaldi, 20 (Telet. 689194s).
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NUOVO PACCO DEL PRINCIPIANTE


Una collezione di dodici fascicoli arretrati accuratamente selezionati fra quelli che hanno
riscosso il maggior successo nel tempo passato.

ELETTRONICA
ET;TE PRATIA
E=
TIH9'0NI tellllUT ITillf ~

'""""""'
~ ALTERNATE DO Al M ""

IL 8lllHD0LOIE
ELETTRONICA
PRATICA
:22: 2 7::
," ««o « •

"""""""
DEGLI
A&. TOl'ARt.AHTl

RELE RIVELARUMORI

L. 9.500
Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a co-
stare L. 2.500 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 30.000, si possono avere
per sole L. 9.500.
IN SCATOLA
ALIMENTATORE DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 38.400
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORÒ: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e


14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra

-
t'
5,7 e 14,5 Vcc
SPIA + Stabilizzazione: - 100 mV
,LE NvTATORE STABILIZZATO md1$1°
i3_ zv' Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata:
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
- n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
I I I I
- n. 3 Condensatori elettrolitici
ç3 ooo9
- n. 3 Condensatori normali
- n. 3 Transistor tor g
- n. 1 Diodo zener 4 ttt @a

n. 1 Raddrizzatore
-
- n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle sG
e 1 paglietta)
- n. Circuito stampato
- n. Bustina grasso di silicone
- n. Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
- n. Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)


- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
- n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
- n. 1 Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au- ,
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
n. 2 Spezzoni tubetto sterling

La scatola di mc "? 'TATORE PROFESSIONALE com L 38.400. Per richie-

derla occorre i..ia .. l'importo a mezzo vaglia postale , oassegno bancario

cc.p. numero 46013. mente l'indicazione • Kit Professio-


rsié- ca intesa! 1,,'
dell'Alimentatore

o - 2124 MILANO - va P. cast. 2o ret. se9ros».


Nelprezzo sonoe'
ur

P P di spedizione.
MICROTRASMETTITORE
FM CON CIRCUITO
INTERRATO
CARATTERISTICHE

Tipo di emissione in modulazione di frequenza


Gamma di lavoro 88 + 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9 V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

Funzionamento garantito anche per i principianti - Assoluta semplicità di montaggio -


Portata superiore al migliaio di metri con uso di antenna.

in scatola di montaggio
L 9.700
Gli elementi fondamentali, che ca-
ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli che
sono privi di nozioni tecniche, a
a- costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-

- sionali o sociali, per scopi protet-


tivi e preventivi, per divertimento.
erra.ae±r m.sgeessn.su
DI ELETTRONICA - RADIO - TELEvisioNE
PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3°170
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STOCK RADIO tivo importo a mezzo vagita postale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207. Nel
'zione

OSCILLATORE MODULATO CARATTERISTICHE TECNICHE


mod. AM/FM/30
GAMME A B e D
RANGES 100+400Kc 400+ 1200Kc 1,1+3,8Mc 3,5+12Mc
GAMME E F G
RANGES 12-;-40Mc 40-;-130Mc 80+260Mc

$
t TESTER ANALIZZATORE - mod. ALFA
(sensibilità 20.000 ohm/volt)
" .... ,.,
Se, e]

e..._' g NOVITA'
ASSOLUTA!
Questo generatore, data la sua larga banda di frequen-
Questo tester
za consente con molta facilità l'allineamento di tutte.
le apparecchiature operanti in onde medie, onde lun- analizzatore è
ghe, onde corte, ed in tutta la gamma di VHF. Il qua- interamente protetto
drante delle frequenze è di grandi dimensioni che con- da qualsiasi
sente una facile lettura.
errore di manovra
Dimensioni: 250x170x90 mm
o di misura,
che non provoca
alcun danno al
CARATTERISTICHE TECNICHE
circuito interno
Tensioni continue 100 mV - 2 V - 5 V - 50 V - 200 V - 1.000 V
Tensioni alternate 1 O V - 25 V - 250 V - 1 .000 V L. 39.500
Correnti continue 50 A - 0,5 mA - 1 O mA - 50 mA - 1 A
Correnti alternate 1 ,5 mA - 30 mA - 150 mA - 3 A
hm 2x 1 - x100 - 2x1.000 Ottimo ed originale strumento di misure appositamente stu-
diato e realizzato per i principianti.
oit output 1 O Vca - 25 Vca - 250 Vca - 1.000 Vca
Dee: bel 22 dB- 30dB - 50dB - 62 dB La protezione totale dalle errate inserzioni è ottenuta me-
diante uno scaricatore a gas e due fusibili.
da O a 50 F - da O a 500 F
CARATTERISTICHE GENERALI
.:.s.soluta protezione dalle errate manovre dell'operatore. - Scala a specchio, sviluppo scala mm. 95. - Garanzia di fun-
amento elettrico anche In condizioni ambientali non favorevoli. - Galvanometro a nucleo magnetico schermato con-
campi magnetici esterni. - Sospensioni antiurto. - Robustezza e insensibilità del galvanometro agli urti e al tra-
szz70.- Misura balistica con alimentazione a mezzo batteria interna.

SlGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali)


:::-3s:·<1 io nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto per localizzare velocemente i guasti nei ra-
zstori, amplificatori, fonovaligie, autoradio, televisori.

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MOD. TELEVISIONE
L 12 900
• •
equeza 1 Kc Frequenza 250 Kc
·moniche fino a 50 Mc Armoniche fino a 500 Mc
scta 10,5 V eff. Uscita 5 V eff.
30 V pp. 15 V eff.
esioni 12 x 160 mm Dimensioni 12 X 160 mm
es 40 grs. Peso 40 grs.
zsn massima Tensione massima
±cz z3/e al puntale 500 V applicabile al puntale 500 V
_=e tela batteria 2 mA Corrente della batteria 50 mA
NO I ll
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ANNO 12 - N. 5 - MAGGIO 1983
IN COPERTINA - Appaiono i due più importanti
apparati descritti nel presente fascicolo: l'anti-
furto per auto e il lampeggiatz r triplo. Il pri-
mo, inesistente in commercio, stato appron-
tato in scatola di montaggio. I secondo, appli-
cabile sui giocattoli o sul co odino da notte,
costituisce un oggetto luminoso divertente.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

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teraria ed artistica sono ri-
servati a termine di Legge per VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 302
tutti i Paesi. I manoscritti, I
disegni, le fotografie, anche
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stltulscono.
ANTIFURTO
PER AUTO
Niente più sirene
o squilli di trombe,
ma solo
un comportamento
anomalo dell'auto.

In tempi come questi, in cui i furfanti aumen- VERSATILITA' DEL CIRCUITO


tano sempre più di numero e le vacanze sono
prossime, è buona regola installare nella pro- L'antifurto elettronico, da noi approntato in
pria autovettura un dispositivo per antifurto, scatola di montaggio, rappresenta soltanto una
che possa garantirci il ritrovamento della mac- delle molte applicazioni cui si presta il circuito.
china, ogni mattina, là dove l'abbiamo parcheg- Perché, come avremo modo di dire, esso si adat-
giata la sera antecedente. Ma gli antifurti di ta pure alla realizzazione di diversi tipi di lam-
tipo tradizionale, quelli disponibili presso i ri- peggiatori, temporizzatori ad intermittenza ed
venditori di parti d'auto, sono ben noti ai lesto- altri apparati la cui costruzione viene affidata
fanti, che conoscono il modo per eluderli ed alla fantasia e alle necessità pratiche del let-
impadronirsi quindi illegittimamente di un mez- tore. Per esempio, si potrà comporre un modulo
zo di locomozione altrui. Eppure, se l'antifur- elettronico, la cui presenza è d'obbligo in quei
to non è commercialmente alla portata di tut- settori dell'elettronica professionale nei quali.
ti, come quello qui presentato e riservato ai soli mancando una produzione di grande serie, si
lettori della rivista, è ben difficile che un ladro è costretti a progettare di volta in volta un'ap-
riesca a portare a termine il suo criminale di- parecchiatura, con funzioni ricorrenti, che per-
segno. Anche perché, come vedremo più avan- mettono di considerare già realizzata una buo-
ti, egli avrà l'impressione di aver rivolto le sue na parte del dispositivo che si vuol costruire.
mire disoneste verso un'automobile malamente La realizzazione del modulo elettronico garan-
funzionante o, come dicono taluni utenti della tisce poi il doppio vantaggio del sicuro funzio-
strada, verso un catorcio che non vale proprio namento e della sua immediata disponibilità
la pena di rubare nel magazzino dello sperimentatore dilettante.

Ilfunzionamento dell'antifurto si identifica con una interruzio-


ne ciclica del circuito di alimentazione della bobina di accen-
sione che, pur consentendo l'avviamento del motore, fa pro-
cedere lentamente e a strappi l'autovettura.

260
In scatola di montaggio a
L. 11.800

Non è commercialmente noto e i malintenzionati non lo conoscono.

Serve pure per la realizzazione di molti altri dispositivi.

Naturalmente, la sua utilità si esprime soltan- L'INTEGRATO 555


to in quei settori in cui necessita un tempo-
rizzatore ad intermittenza che, in uscita, pilota Alla base del progetto presentato in questo ar-
un relé che consente di inserire, a piacere, ca- ticolo c'è il ben noto integrato 555, che è un
richi elettrici di una certa potenza. dispositivo che incorpora due tipi di circuiti:
uno di tipo lineare e uno di tipo digitale. Ma
in pratica si tratta di un timer di precisione,
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO regolabile per temporizzazioni che si estendono
dal microsecondo fino ad un'ora. Il limite mas-
li funzionamento del nostro progetto, nelle ap- simo può essere facilmente superato con par-
plicazioni come antifurto per auto, si basa sul- ticolari accorgimenti. Il timer è alimenta bile
la ciclica interruzione della tensione di alimen- con tensioni comprese fra i 5 e i 15 Vcc ed è
tazione della bobina dell'impianto elettrico del- in grado di fornire, direttamente all'uscita, una
l'autovettura. La quale è certamente in grado corrente di ben 200 mA.
di trarre in inganno il ladro, che non può per- La parte lineare dell'integrato 555 si compone
der tempo nel mettersi alla ricerca di eventuali di due elementi amplificatori differenziali, uti-
guasti. Infatti, dopo aver acceso regolarmente lizzati in veste di comparatori di tensione, nei
il motore, la macchina comincia a « perdere quali uno degli ingressi risulta collegato con
colpi », senza consentire una marcia regolare. una rete resistiva, interna all'integrato, che de-
E in simili condizioni, difficilmente il mariolo termina la tensione di comparazione tipica del-
insisterà nel suo tentativo di furto, rivolgendo l'amplificatore. 11 tempo del timer viene deter-
le sue preferenze ad altre vetture ritenute me- minato da una rete resistivo-capacitiva, esterna
glio funzionanti. ali 'integrato, collegata con 1 'altro ingresso del

261
,---- ---- - - - --- - -- - - --- -- - ---- --- -7
I

01
8

ICI

1J] I
I ==L==========-
C~ n

L----------------- --------------- --- -- -

Fig. 1 - Circuito teorico del modulo con il quale è possibile comporre un otti-
mo dispositivo di antifurto per auto e molti altri apparati. Le linee tratteggiate
racchiudono tutta la parte circuitale montata su circuito stampato. l'alimen-
tazione deve essere in continua e di valore compreso fra 1 12 e i 15 V. La
durata dei cicli di apertura e chiusura del relé può essere variata a piacere
cambiando il valore capacitivo del condensatore elettrolitico C1, secondo quan-
to indicato nell'apposita tabella.

c1 = 5 µF (elettrolitico) D1 - diodo al slliclo (1N4002)


R1 = 100.000 ohm RL = relé ad uno scambio
R2 = 470.000 ohm IC1 = integrato 555

comparatore. Con tale sistema di collegamenti, OSCILLATORE DI POTENZA


si ottiene lo scatto del comparatore quando la
tensione di carica del condensatore raggiunge Nel nostro progetto, l'integrato 555 viene im-
quella di riferimento ottenuta con le resistenze piegato in qualità di oscillatore di potenza a
interne. bassissima frequenza, certamente inferiore al-
Si tenga presente che, sia la rete di temporiz- l'hertz, in grado di controllare direttamente un
zazione, sia quella di riferimento, sono colle- relé di media potenza.
gate alla stessa alimentazione. Per tale motivo Quando viene alimentato, l'integrato 555 con-
il tempo risulta indipendente dal valore della tinua ad eccitare e diseccitare periodicamente il
tensione con cui viene alimentato il circuito. relé RL (vedi figura 1). con un tempo di ciclo

262
o

~
\,,I)

Fig. 2 . Piano costruttivo del modulo elettronico realizzato su circuito stam-


pato. L'alimentatore va collegato sui terminali 4-5. Sul terminale 4 la linea
negativa, sul terminale 5 la linea positiva. Nel caso di applicazione per anti-
furto, la tensione di alimentazione viene derivata direttamente dalla batteria
dell'auto. Negli altri casi può essere prelevata da tre pile piatte da 4,5V, col-
legate in serie tra di loro. L'uso di uno zoccolo portaintegrato è sconsigliabile
se il modulo è destinato al montaggio su autovettura, dove le sollecitazioni
meccaniche potrebbero allontanare l'integrato dalla sua sede.

che dipende dalle resistenze R1-R2 e dal con- dosi a zero o quasi e provocando di conseguen-
densatore C 1. za l'eccitazione del relé. Contemporaneamente
Ci siamo già intrattenuti sulla natura e sul com- anche il terminale 7 di IC 1 (scarica) si porta
portamento dell'integrato IC 1; ora possiamo a livello « basso », facendo scaricare il conden-
affermare che il suo funzionamento si basa sul satore Cl attraverso la sola resistenza R2.
processo di carica e scarica del condensatore La scarica prosegue poi sin quando, ad 1/3
elettrolitico C 1 attraverso la rete resistiva che, della tensione di alimentazione, il secondo
durante la carica, è rappresentata da R1+R2, comparatore non fa nuovamente commutare a
mentre durante la scarica si identifica con la livello « alto » l'uscita ed il terminale 7 di ICI,
sola resistenza R2. dando l'avvio ad un nuovo ciclo.
Internamente ad ICI sono presenti due com-
paratori di tensione, che avvertono il valore
della tensione presente sui terminali del con-
VARIAZIONE DI FREQUENZA
densatore elettrolitico C1, e pilotano conse-
guentemente l'uscita.
Con la configurazione da noi scelta, l'uscita ri- Osservando il grafico riportato in figura 4, si
sulta « alta », quasi pari al valore della tensio- può notare come il primo ciclo di temporizza-
ne di alimentazione, finché la tensione sui ter- zione dopo l'alimentazione risulti più lungo de-
minali del condensatore elettrolitico C 1 non gli altri. Ciò perché la tensione sul condensa-
raggiunge i 2/3 del valore della tensione di tore elettrolitico C 1 assume inizialmente il va-
alimentazione. lore di O V. Nei cicli successivi, invece, le va-
A questo punto i'uscita commuta stato, portan- riazioni sono limitate tra 1/3 e 2/3 del valore

263
o +

Fig. 3 . Disegno in grandezza reale del


circuito stampato sul quale si deve ese-
guire il montaggio del modulo elettronico.

della tensione di alimentazione. Per esempio: condensatore CI), corrispondente alla condizio-
5 V e IO V, alimentando il tutto a 15 V. ne di eccitazione del relé RL viene determina-
l tempo esatto durante il quale l'uscita rimane to tramite la seguente formula:
« alta » (carica del condensatore C1), vale:
Ton = 0,693 X R2 X C1
Toff = 0,693 x (R1 + R2) X C1
Il lettore potrà immediatamente dedurre i tem-
In questa formula i valori delle resistenze R 1- pi di ciclo Ton-Toff, in funzione dei diversi va-
R2 debbono essere espressi in megaohm, quel- lori capacitivi attribuiti al condensatore elet-
lo di CI in microfarad, conseguentemente il trolitico C 1, dall'apposita tabella presentata a
valore di T risulterà dato in secondi. parte, senza doversi sottoporre al calcolo tra-
Il tempo in cui l'uscita è a zero (scarica del mite le formule ora presentate.

TENS

1' tempo 2'1 3't 4't 5t 6t

RLdiseccitato [RLecc. ]RLdis. [RL ecc /RLdis ]RLecc.

IOY

Fig. 4 • L'andamento dia-


grammato delle temporizza-
zioni, qui riportato, dimo-
stra come il primo ciclo,
5V quello che si verifica subi-
to dopo aver alimentato il
modulo elettronico, sia il
più lungo fra tutti, perché
la tensione sul condensato-
re C1 è inizialmente pari a
O V O V.

264
CHIAVE
/vfES5AIN
Moro
ff
n
{}
r "a €G
BATTERIA

SI

INCL.

Fig. 5 . Schema del circuito di


antifurto per auto. Il ponticel- PONT
lo, collegato fra i terminali 1 MASSA
e 5 del modulo, consente di AUTO
alimentare il modulo stesso
con la tensione della batteria.
Il deviatore S1, che deve es-
sere di tipo professionale e ro-
busto, permette di inserire e
disinserire agevolmente il si•
sterna di antifurto.

Fig. 6 -. Pratica applicazione UNICA


dell'antifurto sul circuito elet- MODIFICA/-
trico dell'autovettura. L'unica ALTA
modifica da apportare al circul-
to di accensione della vettura
consiste nell'interrompere il
o
<..)

z
o
........
Q:
è,
,,
\\
A
I
''
TENS.

conduttore che collega l'Inter-


ruttore presente sul cruscotto Lu ('#j ARurroE
-.J
con il morsetto positivo della Lu
bobina. Su questa Interruzione
si inserisce il deviatore S1. La ....o
numerazione riportata sulla sl-
nistra del disegno corrisponde
con quella del vari termlnall
del modulo elettronico.
~m=J
<..) 2 ?
265
51 Fl
}@
LAMP 12V FUS. 5A BATT.
1-30W

PONT. 7 /v!ASSA
AUTOM.

Fig. 7 • Esempio di applicazione


circuitale del modulo elettro-
nico per la realizzazione di un
lampeg giatore di emergenza
da conservare In auto.

PROTEZIONE DALLE SOVRATENSIONI vratensione inversa (il valore di 0,6 V è quello


della tensione di conduzione del diodo). L'ener-
In parallelo con la bobina di eccitazione del gia elettromagnetica, quindi si scarica nel solo
relé RL risulta inserito il diodo al silicio D1. circuito composto dal diodo e dalla bobina del
Questo diodo, in condizioni normali, non con- relé.
duce corrente ed il suo impiego potrebbe sem-
brare del tutto superfluo. Ma occorre ricordare
che, all'atto della diseccitazione del relé, cioè REALIZZAZIONE PRATICA
nel momento in cui la corrente che percorre la
bobina viene interrotta, l'energia elettromagne- Poiché la destinazione del progetto di figura 1
tica, accumulatasi nella bobina stessa, viene re- è principalmente quella dell'autovettura, dove
stituita al circuito elettrico sotto forma di una è in grado di pilotare un sistema di antifurto,
tensione di direzione inversa a quella della cor- la realizzazione pratica deve essere compatta e
rente di eccitazione del relé e di notevole am- robusta. Il circuito stampato, quindi, è d'obbli-
piezza. Questa tensione, provocata da un ben go ed è necessario un contenitore metallico nel
noto fenomeno elettromagnetico, prende il no- quale poter inserire il cablaggio di figura 2
me di extracorrente di apertura. (nessun contenitore è compreso nel nostro kit).
Ma l'integrato IC1 non può sopportare l'extra- Il quale deve rimanere ben isolato dal metallo
corrente di apertura, perché esso verrebbe ali- del contenitore.
mentato in senso opposto a quello normale, su- Diciamo che, trattandosi di una scatola di mon-
bendo anche danni irreparabili. taggio, non è possibile commettere errori di
Per scongiurare il pericolo ora citato, basta in- • cablaggio, purché si segua attentamente la di-
serire, in parallelo alla bobina di eccitazione, sposizione dei componenti riportati nel piano
il diodo al silicio D 1, così come indicato nel- costruttivo di figura 2.
lo schema di figura 1. L'inserimento del diodo, Si tenga presente che il condensatore C 1 e il
infatti, riduce a soli 0,6 V il valore della so- diodo D1 sono elementi polarizzati, che deb-

266
LAMP 12V
1+30W S1 FI
,s6}=€G)
FUS5A BAII
AUTO

7 fvfASSA
AUT0M.

4
Fig. 8 • Lampeggiatore di emer-
genza a due lampade, alimen-
tate con la tensione della bat-
teria dell'autovettura. Questo
dispositivo potrà anche essere
adottato da quegli automobili-
sti la cul macchina è sprovvi-
sta dei lampegglatori di stop.

bono essere inseriti nel circuito tenendo conto antifurto, l'accensione dell'autovettura funziona
delle loro polarità; ma nel disegno di figura 2 normalmente. Al contrario, quando S1 include
ciò è chiaramente indicato, con una crocetta, il sistema di antifurto, il modulo di figura 2
per l'elettrolitico Cl e con un anellino per il viene alimentato e provoca l'eccitazione del re-
catodo del diodo D1. 1é, il quale interrompe periodicamente l'alimen-
I terminali contrassegnati con i numeri 1-2-3-4-5, tazione della bobina, provocando un funziona-
nello schema teorico di figura 1, trovano pre- mento del motore dell'auto che è facile imma-
cisa corrispondenza con quelli indicati con la ginare e che potremmo definire « a singhioz-
stessa numerazione in figura 2. Nella quale le z0 ».
piste del circuito stampato, riprodotte in colore,
debbono intendersi viste in trasparenza, ossia
dalla parte opposta a quella in cui vengono ap- REALIZZAZIONE DELL'ANTIFURTO
plicati i componenti.
La realizzazione dell'antifurto per auto si ese-
gue in due tempi: dapprima si costruisce il
ANTIFURTO PER AUTO modulo nel modo indicato dal piano costrutti-
vo di figura 2 e poi si esegue l'applicazione sul-
Fra le varie e possibili applicazioni pratiche l'autovettura secondo il piano di montaggio ri-
del circuito di figura 2, la più importante è portato in figura 6.
certamente quella dell'antifurto per auto. In pratica la seconda fase costruttiva dell'anti-
Lo schema teorico di collegamento del mon- furto consiste nell'effettuare una semplice mo-
taggio di figura 2 è quello riportato in figura difica nel circuito di accensione dell'autovettu-
5. In questo schema è presente il deviatore S1, ra. Si tratta infatti di interrompere il filo con-
che provvede ad includere o ad escludere, nel duttore che raggiunge il morsetto positivo del-
circuito di accensione dell'autovettura, l'anti- la bobina (conduttore tratteggiato in figura 6).
furto. Nel. tratto in cui si è effettuata l'interruzione
Quando il deviatore S 1 esclude il sistema di del filo deve essere inserito il deviatore S1, che

267
LAMP 220/
1+200W
LPI LP2

=
RETE

ALIM. 12V

@ RETE

Flg. 9 . Il carico del modulo elettronico può es-


sere rappresentato anche da un circuito alimen-
tato con la tensione di rete, come nel caso di
questo lampeggiatore con lampade a 220 V. Il re-
lé del modulo, infatti, separa elettricamente il
circuito elettronico da quello utilizzatore. Ma l'ali-
mentazlone del modulo deve sempre avvenire in
continua, per esempio derivandola da opportuno
alimentatore come quello Indicato nel disegno.

deve essere di tipo professionale, anche di pic- Per far lampeggiare una sola lampada. si po-
cole dimensioni, ma in grado di commutare una trà realizzare il circuito riportato in figura 7.
corrente di almeno 5 ampere. Per far lampeggiare due lampade, si dovrà rea-
Gli altri conduttori disegnati nello schema pra- lizzare il circuito riportato in figura 8. In que-
tico di figura 6 sono facilmente identificabili; sto secondo caso, le due lampade LP1-LP2 si
quelli contrassegnati con numeri si identificano accendono e si spengono alternativamente. Ri-
con i terminali del modulo di figura 5 indicati cordiamo che, sia nel caso di lampade, sia in
con gli stessi numeri. quello di qualsiasi tipo di carico elettrico che
'È chiaro che il deviatore SI dovrà essere mon-
tato in un punto dell'autovettura di non facile
accesso e fuori dalla visuale di qualsiasi osser-
TABELLA DEI TEMPI DI CICLO
vatore. Il modulo, invece, potrà essere inseri-
to in un contenitore e fissato saldamente in
qualsiasi punto dell'auto, possibilmente in pros- Valori capacitivi Tempi di ciclo
simità del deviatore S 1, allo scopo di non im- C1 (@F) (secondi)
porre all'installatore un impianto con fili con-
duttori molto lunghi.
2 1,4
5 3,6
LAMPEGGIATORE D'EMERGENZA 10 7,2
Un'altra applicazione importante del nostro mo- 22 15,8
dulo è senza dubbio quella del lampeggiatore 47 33,8
di emergenza che, sistemato ad alcuni metri di
distanza dell'auto in sosta forzata, è in grado
di scongiurare il pericolo, sempre presente, di NB. Nel kit si fornisce un condensatore Cl
collisioni o tamponamenti, soprattutto in pre- elettrolitico da 5F, al quale corrisponde il.
senza di nebbia e foschie. tempo di ciclo di 3,6 secondi.

268
si intende commutare, non è assolutamente ne- due lampade LPI-LP2, che si accendono e
cessario che l'alimentazione debba avvenire con spengono alternativamente.
la tensione continua di 12 V. Infatti, il relé Trattandosi di una alimentazione con la ten-
provvede a separare elettricamente il circuito sione di rete-luce, le lampade potranno essere
del modulo da quello utilizzatore che, in pra- da 220 V. Ma qualunque sia il carico, è sem-
tica, potrebbe essere benissimo un circuito ali- pre necessario un alimentatore o una batteria,
mentato con la tensione alternata di rete, così con tensione continua di valore compreso fra i
come indicato in figura 9. Anche in quest'ulti- 10e i 15 V, in grado di fornire al circuito elet-
mo caso il lampeggiatore è rappresentato dalle tronico di comando la necessaria alimentazione.

IL KIT DELL'ANTIFURTO
Costa L. 11.800

CONTENUTO:

N. 1 circuito stampato

N. 1 relé

N. 1 integrato

N. 1 condensatore
o
MI7
D~

elettrolitico

N. 1 diodo al silicio
o
N. 2 resistori

N. 5 capicorda (pagliuzze) _____.,,.,.... _

Il kit dell'antifurto,
e


nel quale sono contenuti tutti gli elementi riprodotti nella foto, costa L. 11.800
(nel prezzo sono comprese le spese di spedizione). Per richiederlo occorre inviare anticipata-
mente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario, circolare o c.c.p. N. 46013207 in-
testato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 - Telef. 6891945.

269
Un oggetto luminoso divertente.

'-=--"' Applicabile sui giocattoli.

Si può tenere sul comodino da notte.

LAMPEGGIATORE
TRIPLO
Per essere veramente efficaci, gli effetti lumino- guarsi alla loro funzione di carpire l'interesse
si debbono seguire un po' la moda, ossia ap- del pubblico, debbono ricorrere a circuiti com-
parire sempre più originali e sofisticati. Perché plessi, talvolta degni di un piccolo computer.
è finito il tempo in cui poche lampadine colo- così come avviene, ad esempio, per le luci di
rate rappresentavano un motivo di attrazione una scenografia. Ma chi ha in mente di realiz-
collettiva. Oggi, infatti, siamo abituati ai gio- zare un gioco di luci, per rendere più appari-
chi di luci più elaborati e multicolori; le inse- scente un giocattolo o richiamare l'attenzione
gne pubblicitarie luminose, allo scopo di ade- degli astanti, non deve scoraggiarsi. Perché non

Effetti luminosi e suggestivi si possono facilmente ottenere ri-


correndo al diodi led diversamente colorati e servendosi di un
classico circuito di multlvibratore astabile. Con esso molti let-
tori potranno finalmente risolvere, economicamente e rapida-
mente, un loro problema pratico.
I

270
è necessario ricorrere ad un computer o ad un Più volte in passato avevamo fatto questa scel-
circuito estremamente costoso e complicato per ta, presentando progetti in grado di controllare
ottenere certi effetti di luci e colori. un qualsiasi numero di lampadine a bassa ten-
sione, ma servendoci di integrati, transistor, se-
miconduttori vari ed un buon numero di con-
PUNTO DI PARTENZA densatori e resistenze. Per coloro che preferi-
scono invece le cose semplici ed immediate,
L'effetto base, per un gioco di lampadine, è abbiamo ideato questo elementare lampeggiato-
senz'altro rappresentato da una serie di lam- re, che abbiamo definito triplo perché fa lam-
peggii, più o meno colorati, emessi secondo un peggiare tre coppie di diodi led diversamente
ordine prestabilito, oppure casualmente. E que- colorati. E siamo certi che con esso molti let-
sto effetto viene raggiunto con il progetto del tori, alla ricerca di un particolare effetto lumi-
lampeggiatore triplo presentato e descritto in noso, potranno risolvere un loro problema pra-
questo articolo. tico.
In sede di progettazione, ci eravamo prefissati
lo scopo di poter accendere una serie di lam-
padine, con il sistema più semplice ed econo- MULTIVIBRATORE ASTABILE
mico, che avesse la possibilità di funzionare
ininterrottamente, anche per un periodo di tem- Circuitalmente, il triplo lampeggiatore, di cui
po molto lungo. E questo programma ha fatto in figura 1 è riportato lo schema elettrico, al-
abbandonare immediatamente tutti i sistemi co- tro non è che una derivazione del classico cir-
stosi e di non facile realizzazione. Lasciando cuito multivibratore astabile a due transistor.
spazio alla concezione di un piccolo circuito Supponendo che il circuito di figura 1 non sia
elettronico a diodi led. inizialmente alimentato, o almeno non sia stato

271
ROSSI

SI

RI RJ R5

+
Cl

TR1 TR2 TRJ

Fig. 1 • Circuito teorico del triplo lampeggiatore, nel ·quale sono presenti tre:
coppie di diodi led diversamente colorati. L'alimentazione può essere fatta
indifferentemente, tramite una pila piatta da 4,5 V oppure con un alimentatore
dotato di questo valore di tensione.

COMPONENTI
Condensatori R4 = 68 ohm
C1 = 47F-12VI (elettr. o tantalio) R5 = 22.000 ohm
Cc2 = 47F- 12V (elettr. o tantalio) R6 = 68 ohm
C3 = 47 F- 12 VI (elettr. o tantalio) Varie
Resistenze TR1 C237
R1 = 22.000 ohm TR2 = BC237
R2 = 68 ohm TR3 = BC237
R3 = 22.000 ohm DL1 - DL2 ... DL6 = diodi led
S1 = lnterrutt.

272
4,5 /

Fig. 2 . Piano costruttivo su circuito stampato del triplo lampeggiatore. I tre


condensatori elettrolitici possono essere sostituiti con altrettanti condensatori
al tantalio, che sono di dimensioni plù piccole e perclò plù adatti per questo
tipo di montaggio.

alimentato di recente, si può affermare che i Perché i componenti elettronici, che partecipa-
tre condensatori elettrolitici o al tantalio C1- no alla composizione del circuito di figura 1,
C2-C3 risultino completamente scarichi, cioè anche quando sono dello stesso valore e di
sui loro terminali non è presente alcuna ten- ugual tipo, presentano sempre delle tolleranze.
sione. Ma quando si chiude l'interruttore S 1 e talvolta minime, che li differenziano tra loro.
si alimenta il circuito con una tensione con- Ed è proprio a causa di queste tolleranze che i
tinua di 4,5 V, che può essere quella erogata
tre transistor TR1-TR2-TR3 non possono en-
da una pila piatta, in virtù della presenza del-
le tre resistenze di polarizzazione R1-R3-R5, trare in conduzione tutti allo stesso tempo, os-
collegate fra le basi dei tre transistor TR1-TR2- sia con la stessa velocità. Ciò crea una insta-
TR3 e la linea di alimentazione positiva del bilità nel circuito elettronico, che innesca la
circuito, i transistor stessi divengono conduttori reazione la quale lo fa oscillare. Quindi i tre
o, come si suol dire, raggiungono la saturazio- gruppi di diodi led si accendono e si spengo-
ne. Pertanto, le tre coppie di diodi led DL1- no senza un ordine prestabilito, alternativa·
DL2, DL3-DLA, DL5-DL6 si accendono. Ma mente, con un effetto ottico veramente sugge·
non si accendono tutte contemporaneamente. stivo.

273
Flg. 3 • Disegno in grandezza naturale, ossia
In scala unitaria, del circuito stampato sul
quale si effettua il montaggio del triplo lam-
peggiatore.

TEMPI DI LAMPEGGIO senti sui tre carichi dei tre transistor. La prima
coppia di diodi, infatti, è di color rosso, la se-
Il periodo di oscillazione del circuito è stret- conda di color giallo, la terza di color verde.
tamente legato al valore dei tre condensatori Ma tale scelta non segue una precisa necessità
elettro li tic i C 1-C2-C3 e delle tre resistenze R 1- tecnica ed è quindi del tutto arbitraria. Le cop-
R3-R5, che sono le tre resistenze di polarizza- pie di diodi pertanto potranno essere di uguale
zione delle basi dei transistor. Ma è ovvio che o diverso colore, a piacere del lettore. Tutta-
il valore ohmmico delle tre resistenze di pola- via occorre tener presente un particolare im-
rizzazione non può essere cambiato se non en- portante. Che è quello per cui a seconda del
tro certi limiti. Altrimenti si correrebbe il ri- colore del diodo led, che dipende dalla natura
schio di impedire ai transistor di raggiungere delle sostanze coloranti utilizzate, sui terminali
la loro completa conduzione o, al contrario, di del semiconduttore si verifica una diversa ca-
far scorrere una eccessiva e pericolosa corren- duta di tensione. E questa caduta di tensione
te di base. E questi limiti sono dunque abba- assume il valore di 1,5V per i diodi led rossi,
stanza ristretti. Pertanto, volendo raggiungere
dei tempi di lampeggìo molto diversi da quelli
ottenibili con i valori da noi attribuiti ai com-
ponenti nell'apposito elenco, si dovrà necessa-
riamente intervenire sul valore capacitivo dei
tre condensatori di temporizzazione C 1-C2-C3.
In tal caso la gamma di scelta delle capacità si
estende fra i I OF e i I 00 F.

CIRCUITO DI CARICO

Il circuito dì carico di ciascun transistor è rap-


presentato da due diodi led e da una resistenza l
4
di limitazione della corrente. Per esempio, per
il transistor TR 1, il carico è costituito dai due
diodi led DL1-DL2 e dalla resistenza di limi- Fig. 4 • Esemplificazione grafica di un diodo led
tazione R2. visto nella sua composizione Interna.
Osservando lo schema teorico di figura 1, si
potrà notare come sia stata fatta una precisa
scelta dei colori dei diodi led accoppiati e pre-

274
PUNTO
DI COLORE

Fig. 5 • Il punto colorato, Impresso sul corpo


del condensatore al tantalio, in una sola delle
sue facce, consente di individuare, senza in-
correre in errore, il terminale positlvo del
componente. I, Il

di 2,2 V per i diodi led verdi e di 2,4 V per drata e di 4,2 cm. di lato.
quelli di color giallo. Conseguentemente, se le Il piano costruttivo del lampeggiatore è quello
resistenze di limitazione della corrente sono riportato in figura 2 e il circuito, come si vede,
tutte uguali (R2-R4-R6) come da noi indicato assume una forma alquanto originale per un
nell'elenco componenti, e i diodi led sono ac- dispositivo elettronico: quella circolare. A co-
coppiati tra loro con uguali colori, come sug- loro che si accingono a realizzare, per la prima
gerito nello schema elettrico di figura 1, può volta, uno dei nostri progetti, ricordiamo che
facilmente verificarsi il fatto che le tre diver- nel piano costruttivo di figura 2 il circuito stam-
se correnti, che attraversano le coppie di led, pato, riprodotto in colore, deve intendersi vi-
diano luogo a un diverso rendimento lumino- sto in trasparenza, ossia dalla parte opposta a
so. Ecco quindi che, per compensare le diver- quella in cui sono montati i componenti elet-
se caratteristiche elettriche dei diodi led, il tronici.
lettore potrà variare il valore delle resistenze
R2-RA-R6 di limitazione, riducendolo sino ad
un minimo di 22 ohm. I DIODI LED
In pratica, dopo aver eseguito il montaggio,
Per coloro che ancora non lo sapessero, ricor-
se la luminosità di alcuni diodi led non risul-
diamo che led significa « light emitting dio-
terà soddisfacente, si potrà effettuare la sosti-
de », cioè diodo emettitore di luce; un com-
tuzione ora consigliata.
ponente, cioè, che appartiene al mondo del-
l'optoelettronica, che è quella speciale branca
REALIZZAZIONE PRATICA dell'elettronica comprendente tutti i componen-
ti il cui funzionamento è strettamente legato
Diciamo subito che la realizzazione pratica del all'energia luminosa e all'energia elettrica.
triplo lampeggiatore è abbastanza semplice e Il diodo led è costruito a guisa di un diodo
si addice quindi pure ai lettori principianti. normale, al quale è del tutto simile, essendo
Naturalmente, allo scopo di non commettere er- composto anch'esso da una giunzione PN di
rori di cablaggio e di ottenere un montaggio materiale semiconduttore. Ma questo materia-
compatto e di ridotte dimensioni, assolutamen- le non è il germanio o il silicio, ma è invece
te necessarie quando il lampeggiatore debba es- un composto del gallio. E il composto del gal-
sere montato su un giocattolo, occorre costrui- lio dipende dalle caratteristiche di emissione
re il circuito stampato, riportando al vero il che si intendono conseguire. Per esempio, per
disegno di figura 3. ottenere una luce appartenente allo spettro del-
La basetta, su cui si realizza il circuito stam- l'infrarosso, si utilizza l'arseniuro di gallio.
pato, dovrà essere di materiale isolante, di ba- Affinché il diodo led possa emettere luce, oc-
chelite o vetronite, di forma perfettamente qua- corre far attraversare il componente dalla cor-

275
rente elettrica. E ciò si ottiene polarizzandolo CONDENSATORI
nel senso della conduzione, come indicato nel-
lo schema teorico di figura I. E questo vuol Anche i condensatori elettrolitici di temporiz-
anche significare che il diodo led non può es- zazione C1-C2-C3 sono componenti polarizzati,
sere comunque inserito sulla basetta del cir- che devono essere inseriti nel circuito tenendo
cuito stampato, ma soltanto rispettando le sue conto delle loro polarità. Sul piano costruttivo
esatte polarità, ossia tenendo conto della pre- di figura 2, il terminale positivo di questi ele-
cisa posizione dell'anodo e di quella del ca- menti è indicato con una crocetta.
todo. In figura 4 è riportato il disegno rappre- Nell'elenco componenti, in corrispondenza dei
sentativo di un led visto nella sua composi- condensatori di temporizzazione, abbiamo sug-
zione interna. gerito l'uso alternativo dei condensatori al tan-
Normalmente il catodo di un diodo led è fa- talio, che sono meno voluminosi degli elettro-
cilmente riconoscibile per la presenza, sul suo litici.
contenitore, di una piccola tacca od altro con- Nei condensatori al tantalio è talvolta riportata
trassegno di riferimento posto in corrisponden- una crocetta, sul corpo del componente, in cor-
za di questo elettrodo. rispondenza dell'elettrodo positivo. Altre volte,
Il terminale di catodo corrisponde pure a quel invece, è presente un puntino colorato al cen-
conduttore che appare maggiormente ingrossa- tro del condensatore. In tal caso l'elettrodo po-
to. sitivo è individuabile sulla destra del compo-

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratorl di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dllettantl e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico- L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori - I resistori - I dlodi
L. 5.000 - I translstor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampla anallsl dei prln-
cipall componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
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nlca Pratica - 20125 Milano - Vie Zurettl, 52.

276
nente per chi l'osserva dalla parte in cui è im-
presso il punto in colore; spesso, più che di un

PACCO
punto, si tratta di una macchiolina.
Anche il valore capacitivo dei condensatori al
tantalio può essere diversamente espresso; que-

DELL'HOBBYSTA
sto infatti può essere direttamente stampato sul
corpo del componente, oppure deducibile tra-
mite il codice a colori, in base alle varie stri-
sce di vernice che ricoprono il condensatore,
ricordando che la prima striscia è quella ripor-
tata sulla parte più alta.

TRANSISTOR

I tre transistor TR1-TR2-TR3, adottati per la


realizzazione del progetto del triplo lampeggia- Le nove copie della rivista sono state
tore di figura 1, sono tutti dello stesso tipo, scelte fra quelle, ancora disponibili,
NPN modello BC237. Essi sono dei transistor ma in rapido esaurimento, in cui sono
al silicio di bassa potenza e buon guadagno. apparsi gli argomenti di maggior suc-
Ma quelli da noi citati nell'elenco componen- cesso della nostra produzione edito-
ti possono essere sostituiti con componenti riale.
aventi analoghe caratteristiche e il circuito di
figura 1 funzionerà ugualmente. Quel che im- EET9RISA
I·.·---·-- TTM9RIA EETTRIMA
• EE I • --- --- •
porta è che si tratti sempre di transistor al si-
licio di tipo NPN di bassa potenza che, siamo
ca:::~ Cl::.:.· ~ Cl:-
'' ge @ --

.. -
certi, non mancano mai nel cassetto del prin-
cipiante elettronico. ·····---- Fa~ • -
MUTTM9R IMA .." 'TTA9TIA
ME
€BEE.. EE=
ALIMENTAZIONE
---- -

.
\-.,.A.~~- I

r""

,
~
»
Nello schema teorico di figura 1 abbiamo indi- ranno a" i-=

aj .5
cato la presenza dell'interruttore S1. Ma que- BLANCLAMONTO STEREO LUI PSICHEDOELIRE LUCCIOU ELETTRONNCA
sto non appare nel piano costruttivo di figura
2. E ciò significa che tale componente non è
, obbligatorio, oppure può far parte dell'alimen-
tatore. Il quale può essere rappresentato da una
z
±i: -
/ u = gg
y
RIVELA TORE DI GAS i lllA .. . .._ , TRAaTl'llla1'111 !Il
pila piatta da 4,5 V, oppure da un alimenta-
tore in continua che dispone di questo valore
di tensione.
Ovviamente, per applicazioni su giocattoli o L 7.500
comunque su elementi portatili, è da preferir-
si la pila. Per montaggi permanenti su uno stes- Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
so luogo è invece consigliabile l'alimentatore. ciale della nostra Editrice, a tutti i
In ogni caso, facendo riferimento al piano di nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
montaggio di figura 2, il morsetto positivo del- teresse del dilettante, che fa rispar-
l'alimentatore deve essere collegato con la pi- miare denaro e conduce alla realizza-
sta di rame circolare esterna del circuito stam- zione di apparecchiature elettroniche
pato, mentre quello negativo deve essere con- di notevole originalità ed uso corrente.
nesso con il punto centrale del cerchio. E ai
principianti ricordiamo che un'inversione erra-
ta dei conduttori di alimentazione, cioè uno Richledeteci subito IL PACCO DELL'HOBBY·
scambio tra il morsetto positivo e quello nega- STA inviandoci l'importo anticipato di L 7.500
tivo della pila o dell'alimentatore può essere a mezzo vaglia, assegno o c.cp. N. 916205
• Indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA -
causa di fatale danneggiamento alle parti del 20125 MILANO • Va Zuretti, 52.
circuito.

277
Rubrica del principiante
elettronico

LA RADIO
SUPERETERODINA
Il ricevitore radio a circuito supereterodina è doci sulla prima parte dell'apparecchio radio.
il più completo e il più attuale fra tutti quelli quel la relativa ai segnali di alta e di media fre-
prima d'ora trattati in questa rubrica. Esso me- quenza. Ma vediamo subito che cosa si inten-
rita quindi un certo spazio, che non può certa- de per supereterodina. Ebbene, con tale espres-
mente inserirsi in un'unica puntata, ma che avrà sione si suole designare ogni circuito radio a
la sua appendice il prossimo mese. In questa conversione di frequenza. Per dirla in altre pa-
sede, tuttavia, esporremo i concetti fondamen- role, ciò vuol significare che, nei ricevitori ra-
tali che sono alla base del circuito. sofferman- dio a circuito supereterodina. le frequenze dei

278
La conoscenza del circuito supereterodina completa lo studio
della radiotecnica relativa al settore degli apparati riceventi.
Ovviamente trattandosi di una lezione abbastanza estesa, que-
sta non può essere esposta in un solo numero del periodico,
perché assorbirebbe una eccessiva quantità di pagine. L'argo-
mento prende quindi l'avvio con i concetti basilari della con-
versione di frequenza.

segnali in arrivo, qualunque valore esse abbia- quenza, verificatosi nel circuito mescolare, por-
no, vengono sempre trasformate in un'altra fre- ta con sé l'informazione a bassa frequenza di
quenza, che è sempre la stessa per ogni tipo di uno dei due generatori.
ricevitore. E se questa frequenza ha per esem- Supponiamo ora che il GENERATORE 1 sia
pio il valore di 0,8 MHz, si suol dire che la rappresentato da un'antenna che capta un se-
media frequenza del ricevitore radio a conver- gnale radio, emesso ad esempio dalla RAI, alla
sione di frequenza è di 0,8 MHz. frequenza di 1 MHz. Orbene, per quanto fino-
Analizziamo ora un po' più da vicino tale pro- ra detto, si arguisce che quel segnale, a valle
cesso e facciamo riferimento allo schema pub- del circuito mescolare, è presente sotto forma
blicato in figura 1. In esso, sulla sinistra, sono di due segnali: quello di 1,2 MHz e quello di
disegnati due distinti generatori di segnali con 0,8 MHz. Concludendo, possiamo ora afferma-
valori di frequenze diversi: quello più in alto re di aver convertito il segnale emesso dalla
di 1 MHz e quello più in basso di 0,2 MH. Di RAI in due segnali. Più avanti chiariremo i
questi due valori abbiamo riportato pure le cor- motivi per cui l'operazione di conversione di
rispondenti frequenze espresse in hertz. frequenza è necessaria.
Ora se immaginiamo di inviare questi due se-
gnali in uno stesso circuito mescolatore ed ana-
lizziamo i segnali uscenti da esso, ci trovere- LA MEDIA FREQUENZA
mo in presenza di ben quattro segnali con quat-
tro valori diversi di frequenza. Essi sono: Nell'esempio precedentemente proposto, il se-
gnale uscente dal circuito mescolatore poteva
1° segnale= 1,2 MHz assumere quattro valori diversi di frequenza.
Ma se a valle di questo circuito si inserisce un
2° segnale = 1 MHz
circuito oscillante regolato sulla frequenza di
3° segnale = 0,8 MHz 0,8 MHz, come indicato in figura 2, allora il
4° segnale == 0,2 MHz segnale disponibile rimane uno soltanto, quello
a 0,8 MHz, che trova via libera attraverso il
Il secondo e il quarto segnale, ad 1 MHz e a circuito oscillante e viene pure da questo esal-
0,2 MHz, sono quelli generati dai due generato- tato.
ri disegnati sulla sinistra di figura 1. Gli altri Al segnale con valore di frequenza di 0,8 MHz
due, il primo e il terzo, a 1,2 MHz e a 0,8 MHz, viene attribuito il nome di segnale di media fre-
rappresentano la somma e la differenza degli quenza. Si tratta in genere di un segnale a fre-
stessi due segnali. quenza ben definita, fissa e costante, che carat-
Se il GENERATORE 1 emettesse segnali mo- terizza appunto i ricevitori radio a circuito su-
dulati in bassa frequenza, cioè se Io stesso se- pereterodina.
gnale generato recasse un'informazione, anche
i tre segnali uscenti dal circuito mescolatore ad
1 MHz, 0,8 MHz, 1,2 MHz, risulterebbero mo- CONVERSIONE DEI SEGNALI
dulati, mentre quello a 0,2 MHz si presentereb-
be come un segnale a radiofrequenza pura. Ciò L'esempio citato interpretava la conversione di
significa che il processo di conversione di fre- frequenza di un segnale radio emesso da un ge-

279
GE N E R A TO R E 1

rooo·ooo
HZ
(1MHZ)

1,2 MHZ
CIRCUITO
l 1 MHZ

____,.
MESCOLATORE

(CONVERSIONE)
.
~
0,8 MHZ

0,2MHZ

GENERATORE 2

200000 HZ
(0,2MH2)

Flg. 1 • Esempio didattico del concetto di miscelazione, tramite circuito me-


scolatore, del segnali provenienti da due generatori diversi di segnali di alta
frequenza. Il risultato è quello di ottenere quattro segnali con quattro valori.
di frequenze diverse: le due originall, la frequenza somma e la frequenza dlf-
ferenza delle due frequenze del generatori.

neratore o dalla RAI. Ma nel ricevitore radio ro separazione, per rendere comprensibili i mes-
a circuito supereterodina tutti i segnali captati saggi in altoparlante. Ma amplificare l'alta fre-
dall'antenna vengono convertiti in uno stesso quenza è difficile, perché questa sfugge da tut-
segnale di media frequenza. E per raggiungere te le parti, provocando fischi e disturbi. E rag-
tale risultato basta far in modo che i due se- giungere poi l'alto grado di selettività dei mo-
gnali, da applicare al circuito mescolatore (fi- derni apparecchi radio sarebbe stata cosa im-
gura 1), possano variare nella stessa misura. possibile, dato il grande numero di emittenti
Questo concetto viene interpretato dalla tabella che oggi inviano i loro segnali nello spazio.
presentata in figura 3, nella quale si può osser- Un tempo, per ottenere un certo filtraggio dei
vare che, alle variazioni di frequenza dei se- segnali radio, ossia la separazione tra un emit-
gnali captati dall'antenna del ricevitore radio, tente e l'altra, che vuol dire selettività, si mon-
corrispondono analoghe variazioni dell'oscilla- tava una lunga sequenza di circuiti accordati
tore locale che, tanto per intenderci, sarebbe il con condensatori variabili multisezione assai
GENERATORE 2 delle figure 1-2. Vedremo ingombranti.
più avanti come sono concepiti questi due cir- Con il sistema della conversione di frequenza si
cuiti che, per motivi di esemplificazione didat- ha pure la possibilità di controllare la banda
tica, abbiamo chiamato GENERATORE 1 e passante di tutto il ricevitore, che è di 10 KHz
GENERATORE 2. per la banda AM (ampiezza modulata) e di 200
KHz per la banda FM (frequenza modulata).
Normalmente, nei ricevitori radio a modulazio-
NECESSITA' DELLA CONVERSIONE ne d'ampiezza, il valore della media frequenza
è di 450 KHz, mentre in quelli a modulazione
Se non si fosse provveduto alla conversione di di frequenza è di 10,7 MHz.
frequenza dei segnali radio, che è sempre ele- In genere la frequenza dell'oscillatore locale è
vata, in quella chiamata media frequenza, si sempre più alta di quella del segnale radio ri-
sarebbe prima di tutto dovuto provvedere al- cevuto e la mescolazione si effettua tramite la
1 'amplificazione dei segnali radio e poi alla lo- sottrazione dei valori. Per esempio, quando con

280
GENERAT.
I

CIRCUITO
OSCILLANTE
CIRCUITO (REGOL. A 0,0MHZ I
MESCOLATORE

( CONVERSIONE J
I use.
SOLO DI
0,8 MHZ

GENERATORE 2

200000 HZ
(0,2 MHZ )

Flg. 2- Se all'uscita del circuito mescolatore viene inserito un circuito oscillante,


regolato su un preciso valore di frequenza, a valle di questo è presente uno
soltanto dei quattro possibili segnali presenti in fase di conversione dei segnali.

il nostro ricevitore radio sintonizziamo una versione di frequenza, ossia di tipo superetero-
emittente che trasmette con la frequenza di t dina.
MHz, se la media frequenza di questo ricevi-
tore è tarata sul valore di 450 KHz, l'oscillato-
re locale lavora sul valore di 1,450 MHz. CIRCUITI D'ENTRATA

1,450 450 = 1 MHz Un circuito d'entrata, di concezione didattica,


di ricevitore radio supereterodina, può essere
Vediamo ora un po' più da vicino i circuiti quello riportato in figura 4. In esso si notano
d'entrata di un ricevitore radio di tipo a con- i tre elementi fondamentali finora trattati: il

SEGN. IN ANT. OSC. LOCALE SEGN. IN use.


Flg. 3 . Variando nella stessa mi-
sura I valori di frequenza dei se- I
gnali captati da un'antenna e
MHZ 0,2 MHZ
quelli prodotti da un oscillatore
locale, In uscita è presente sem- I, 1 MHZ O, 3 MHZ SEMPRE
pre un segnale con uno stesso va-
lore di frequenza. E' questo il con- 1,2MHZ 0,8MHZ
cetto fondamentale su cui si ba-
0,6MHZ
sa Il principio della conversione di
frequenza del ricevitori radio a cir- 1,3MHZ 0, 5MHZ
cuito supereterodina.

281
BOB, ANI.

CONDO.
I ACCOPP?
I
1

AL1M
Fig. 4 - Circuito di valore esclusivamente
didattico degli stadi d'entrata di un rice-
vitore radio a conversione di frequenza.
TR2 Le linee tratteggiate, riportate sulla si-

I OSCILL. nistra del disegno, stanno a significare


che le due sezioni CV1-CV2 dello stesso
condensatore variabile si muovono con-
temporaneamente, pilotate da uno stesso
perno di comando. Le frecce inserite
808. lungo i conduttori rispecchiano il verso
OSC/LL.
di movimento del segnali di alta fre.
quenza.

MIXER, pilotato dal transistor TR1, I'OSCIL- munì di condensatori variabili a doppia sezio-
LATORE LOCALE, pilotato dal transistor TR2 ne per ricevitori supereterodina.
e il trasformatore di media frequenza, più co- Delle due sezioni, una (CV 1) viene inserita nel
munemente e semplicemente denominato ME- circuito di sintonia, l'altra (CV2) viene colle-
DIA FREQUENZA. li mixer, ossia il circuito gata nel circuito oscillatore. l1 comando a per-
mescolatore, comprende il circuito di sintonia, no è unico per le due sezioni, perché ad ogni
quello di miscelazione dei segnali e quello di variazione della prima sezione corrisponde
amplificazione di alta frequenza. un'identica variazione capacitiva della seconda,
Il circuito di sintonia è composto dall'antenna in modo tale che la differenza dei due valori
di ferrite e dalla sezione del condensatore va- di frequenza, quello del segnale captato e quel-
riabile doppio ad aria CV1. In questo circuito lo dell'oscillazione locale, sia sempre la stessa,
è presente teoricamente un solo segnale radio, quella che corrisponde al valore della media
quello la cui frequenza è uguale alla frequenza frequenza.
di risonanza determinata da CVl e dagli avvol- L'antenna di ferrite può assumere diverse e-
gimenti della bobina. Ovviamente, per riceve- spressioni strutturali; gli avvolgimenti delle bo-
re gli altri segnali radio occorre far ruotare il bine, infatti, possono essere realizzati su ferriti
perno del condensatore variabile, in modo da piatte o cilindriche, come indicato in figura 6.
far variare la frequenza del circuito. L'avvolgimento secondario della bobina di sin-
Il condensatore variabile CV1-CV2 può assu- tonia è direttamente collegato con la base del
mere forme e dimensioni diverse, a seconda transistor TR 1 (la freccia indica il percorso
del tipo di ricevitore radio su cui è montato. dei segnali radio). In questo transistor i segna-
In figura 5 sono riportati alcuni tipi molto co- li vengono amplificati e mescolati con quelli

282
provenienti dal transistor oscillatore TR2, at-
traverso il condensatore di accoppiamento.

BOBINA OSCILLATRICE

Esteriormente la bobina oscillatrice si può con-


fondere con un qualsiasi trasformatore di me-
dia frequenza, perché dì questo conserva lo
stesso aspetto. Ma internamente essa è compo-
sta. in modo diverso, come indicato in figura 7.
L'avvolgimento della bobina oscillatrice è dì
tipo a nido d'api ed è realizzato su un suppor-
to di forma cilindrica innestato su un basa-
mento di materiale isolante e di forma quadra-
ta, dotato di cinque terminali. li tutto è rac-
chiuso in un contenitore metallico, che deve
essere collegato a massa, perché altrimenti, trat- Fig. 5 - I condensatori variabili a due sezioni, mon-
tandosi di un generatore di alta frequenza, in- tati nei ricevitori radio supereterodina, possono as-
sumere forme e dimensioni diverse, a seconda del-
vierebbe segnali di alta frequenza nello spazio
la loro precisa destinazione.
circostante, disturbando il funzionamento dello
stesso ricevitore su cui è montato e di even-
tuali ricevitori posti nelle vicinanze. Lo scher-
mo elettromagnetico è dunque assolutamente
necessario.

ACCOPPIAMENTO MF

L'accoppiamento dei segnali uscenti dal collet-


tore del transistor TRt (figura 4) con i succes-
sivi stati di media frequenza avviene, come ab-
biamo già detto, tramite un trasformatore di
accoppiamento di media frequenza, detto più
semplicemente « media frequenza ».
Fig. 6 - L'antenna di ferrite, montata nei moderni
I due avvolgimenti della media frequenza, che ricevitori a conversione di frequenza, è composta
rappresentano il primario e il secondario del da uno o più avvolgimenti realizzati su ferriti piatte
trasformatore, sono racchiusi, assieme a uno o cilindriche.
o due piccoli condensatori, in una custodia me-
tallica, dalla cui parte inferiore fuoriescono i
terminali.
In pratica la media frequenza è simile, esterior-
mente, alla bobina oscillatrice, perché anche
essa è racchiusa in un identico contenitore me-
tallico, che funge da schermo elettromagnetico.
Si suole dire che la media frequenza, più pre-
cisamente la prima media frequenza, accoppia
induttivamente gli stadi d'entrata del ricevitore
supereterodina con quelli successivi amplifica-
tori di media frequenza. Fig. 7 • La bobina oscillatrice è avvolta su un ci-
lindretto di materiale isolante, innestato su un ba.
samento ceramico. Il tutto viene racchiuso in un
contenitore metallico con funzioni di schermo elet-
NUCLEI DI FERRITE tromagnetico, che deve essere collegato con il clr-
cuito di massa del ricevitore.
Mentre la bobina d'antenna è avvolta su un
nucleo di ferrite di forma rettangolare o cilin-

283
:E iE;
M EDIA FREO.

E. I
i
ANT.
,,1 '6 i
L
j

SCHERNO :

a
NI

LI l sa.T
r± 7

CVI + i,l N2
1

L3
,,
CP2 /IICV2
I
I I
I _0_1

1
SCHERNO

ALIM

1_ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Fig. 8 • Circuito teorico dello stadio d'entrata di ricevitore radio a conversione


di frequenza. I nuclei N1-N2-N3 rappresentano le ferriti dell'antenna, dell'oscil-
latore e della media frequenza. Soltanto N2 ed N3 debbono essere regolati In
sede di taratura del ricevitore. I due compensatori CP1-CP2 servono per rag-
giungere l'allineamento in scala fra l'indice e i valori numerici delle frequenze.
delle varie emittenti radiofoniche.

drica, quella d'oscillatore e così pure gli avvol- del circuito d'entrata del ricevitore radio a con-
gimenti primario e secondario delle medie fre- versione di frequenza.
quenze vengono avvolti su cilindretti di mate- Il condensat0re variabile doppio ad aria CV1-
riale isolante, dentro i quali risultano inseriti CV2 serve a sintonizzare, con la prima sezio-
dei piccoli nuclei di ferrite, la cui posizione è ne, le emittenti radiofoniche, con la seconda
regolabile tramite un cacciavite ben isolato ed sezione serve a regolare la frequenza di oscil-
immune da campi elettrici ed elettromagnetici lazione dell'oscillatore locale. La linea tratteg-
esterni. giata, che unisce i due simboli, sta a significa-
In fase di taratura del ricevitore radio, il nu- re che le due sezioni sono pilotate da un unico
cleo di ferrite dell'oscillatore e quelli delle me- perno, sul quale viene applicata quella mano-
die frequenze debbono essere opportunamente pola che prende il nome di comando di sin-
regolati. tonia.
L'avvolgimento L1 costituisce la bobina d'an-
tenna, mentre l'avvolgimento L2 adatta l'im-
FUNZIONE DEI COMPONENTI pedenza dei segnali radio in arrivo a quella
d'ingresso del transistor TR1.
Lo schema riportato in figura 8 consente di Il transistor TRl provvede ad amplificare i
analizzare meglio la funzione dei componenti segnali radio in arrivo ma, soprattutto, oscilla
elettronici che partecipano alla composizione per favorire la generazione delle oscillazioni lo-

284
cali, inoltre esso mescola i segnali radio captati di taratura del ricevitore, il circuito dell'oscil-
dall'antenna con quelli dell'oscillatore locale. latore. Avvitando o svitando invece il nucleo
Le oscillazioni si manifestano tra la bobina L3, N3, si tara la media frequenza in modo che
che è collegata con il circuito di collettore di essa si lasci attraversare soltanto dal segnale a
TR1, e la bobina L4 collegata con l'emittore 450 KHz. Normalmente, quando non si pos-
tramite il condensatore C2. siedono strumenti per la taratura dei ricevitori
I segnali di media frequenza raggiungono il radio supereterodina, i nuclei delle medie fre-
Le oscillazioni si manifestano tra la bobina L3, quenze, si regolano in modo che in altoparlan-
e C3, della media frequenza, dalla quale poi te il suono assuma la sua massima potenza.
fuoriescono attraverso l'avvolgimento seconda- I compensatori CPl e CP2 servono per raggiun-
rio L6. Sempre in figura 8, in corrispondenza gere l'allineamento perfetto sulla scala parlan-
dei nuclei di ferrite, sono state poste le indica- te del ricevitore. Ciò significa che, quando si
zioni Nl-N2-N3, che hanno il seguente riferi- ascolta una emittente radiofonica di cui si co-
mento: nosce la frequenza esatta di lavoro, l'indice
scorrevole sulla scala deve coincidere proprio
Nl = ferrite d'antenna con quel punto della scala in cui è riportato il
N2= nucleo d'oscillatore noine della emittente o il valore della sua fre-
quenza di lavoro. Per esempio, posizionando
N3 = nucleo media frequenza
l'indice in corrispondenza dell'emittente Mila-
no 1, si deve effettivamente ascoltare quell'emit-
Regolando il nucleo N2, si sintonizza, in fase tente e non un'altra.

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285
CONTROLLO
VELOCITÀ
MOTORINI
IN CC
'
I piccoli trapani, che taluni chiamano minitra- sentano tutte le caratteristiche, come l'alta cop-
pani e che oggi vengono largamente impiegati pia allo spunto, l'elevata velocità e la possibi-
nel settore elettronico e in quello dilettantisti- lità di regolare la velocità mediante il con-
co, sono utensili caratterizzati da una ridotta trollo della tensione di alimentazione.
potenza, ingombro limitato e peso irrisorio. Pur
tuttavia, essi sono dotati di una elevata velo-
cità di rotazione, particolarmente utile, assie- REGOLAZIONE DI VELOCITA'
me alla grande maneggevolezza, per la foratura
e la lavorazione di taluni materiali duri, come La possibilità di un controllo della velocità dei
ad esempio la vetronite, molto usata attualmen- minitrapani è una caratteristica essenziale per
te per la realizzazione dei circuiti stampati. l'aumento della versatilità d'uso dello strumen-
Questi minitrapani sono equipaggiati con mo- to elettromeccanico, per esempio per consenti-
torini elettrici, che debbono essere alimentati re l'uso, oltre che della punta perforante, di
con tensioni continue di valore generalmente piccole frese ed altri utensili, con molti tipi di
compreso fra i 6 e i 12 V e correnti tra i 2 e materiali.
i 3 A. E dei motorini elettrici in continua pre- Purtroppo, se si regola bruscamente soltanto la

Questo modernissimo sistema elettronico, di controllo della ve-


locità dei piccoli motori, in corrente continua, è consigliabile
a tutti quei lettori che utilizzano i minitrapani per l'appronta-
mento dei circuiti stampati o per altri lavori In miniatura.

286
Per tensioni di 6 + 12 Vcc
e correnti di 2+3 A

Adotta il sistema di P.W.M.


Pulse - Wildth - Modulation

Particolarmente consigliabile per minitrapani.

tensione di alimentazione, si raggiunge una VECCHI SISTEMI


certa regolazione della velocità. di rotazione,
ma a scapito di una forte variazione della cop- Da quanto ora detto si può apprezzare la bon-
pia utile. Mentre in pratica è necessario, so- tà di questo metodo moderno di regolazione
prattutto ai bassi regimi di giri, mantenere ele- della velocità dei motorini elettrici, che nulla
vata la coppia per non far bloccare il motore. ha a che vedere con i vecchi sistemi che i no-
Per evitare tale inconveniente, suggeriamo al tri lettori hanno sempre fin qui adottati, ma
lettore l'uso di una tecnica elettronica, nota ;:he ancor oggi per certe applicazioni possono
sotto la sigla P.W.M. (PULSE - WIDTH - MO- mndar bene. Per esempio, in taluni tipi di ali-
DULATION), che vuol dire « modulazione mnentatori per motori elettrici di piccola poten-
con ampiezza di impulsi » e che consiste nel- za, la regolazione della velocità viene fatta ap-
l'alimentare il motore elettrico, anziché con una licando all'avvolgimento secondario del tra-
tensione continua di valore regolabile, con un -;formatore di alimentazione un certo numero
segnale ad onda quadra, di ampiezza e fre- di prese intermedie, la cui scelta più idonea si
quenza costanti, ma nel quale viene variato il t:ffettua tramite un commutatore. Comunque,
rapporto ON/OFF della tensione stessa. questo, è un sistema superato che crea diversi
In tal modo varia il valore medio della ten- inco:wenienti. E il primo fra tutti consiste nel
sione applicata al motore e varia pure l'ener- non poter disporre di un regolatore di velocità
gia da questo dissipata, giacché la tensione as- progresva, con la necessità di dover ricorrere
sume istantaneamente o il valore nullo oppure ad un sistema di variazione a scatti che, a vol-
quello massimo. Ne consegue un elevato assor- te, può erogare una tensione di alimentazione
bimento ed una notevole coppia del motore, eccessiva o insufficiente.
paragonabile a quella ottenibile in regime nor- Ma il regolaore a scatti presenta ancora altri
male. inconvenienti. d esempio, esso produce sem-

287
ALIM. 12VCC.

------ ----------- ----- -- - - - - -- - --- - - - - -- - ---7


I
I
I
I
I
I
I
R6
I
I
I
R5 I
R3 I

R2 DI

s ICI 6 !C2

CJ
I
I ?

I
I
I +
I c7 LP
Cl
I c2
I
I
I
I
I I
I------------------------------ --------------- _J

Flg. 1 - Progetto del circuito regolatore di velocità di piccoli motorJ elettrici


in corrente continua. li potenziometro R4 controlla la durata degli Impulsi a
quindi la forma del segnale uscente. L'alimentatore può essere quello stabillz-
zato presente In ogni laboratorlo, oppure una batteria per auto o un Insieme
di plle.

----COMPONENTI
Condensatori R3 = 10.000 ohm
c1 = 500.000 pF R4 = 100.000 ohm (potenz. a varlaz. lln.)
C2 = 50.000 pF R5 = 10.000 ohm
C3 = 1.000 pF R6 = 1.000 ohm
C4 = 500.000pF R7 = 1.000 ohm
es = 50.000pF Varie
C8 = 50.000pF IC1 = 555
C7 = 10F- 16 VI (al tantalio)
IC2 = 555
Resistenze TR1 = 2N1711
TR2 TIP3055 (2N3055)
R1 = 47.000 ohm
D1 = diodo al silicio (1 N4004)
R2 = 1.000 ohm
LP = lampada (12 V- 100 mA)

288
/
Fig. 2 - Piano costruttivoai circuito stampato (visto In trasparenza in questo
disegno) del regolatore di /velocità di piccoli motori elettrici. Il condensatore
C7 al tantallo può essere sostituito con un elettrolitico accopplato ad un con-
densatore ceramlco, come detto
\
nel testo.

\ \

pre effetti spiacevoli durante le manovre di av- to della bolletta della luce. Oltretutto i reosta-
viamento, di arresto o di inversione di velo- ti sono frequentemente soggetti a bruciature,
cità. Perché, a causa delle correnti in gioco e soprattutto quando si vuol far girare il moto-
dell'induttanza presentata inevitabilmente dal ca- rino quasi alla massima velocità e sotto sforzo.
rico, si verifica sempre un logorìo dei contatti In queste condizioni elettriche, come si sa, la
che, a lungo andare, si manifesta attraverso gua- corrente continua assorbita dal circuito rag-
sti talvolta irreparabili. giunge i valori massimi e ben difficilmente il
piccolo tratto di reostato interessato al flusso
di tale corrente riesce a sopportare a lungo la
SISTEMA A REOSTATO forte dissipazione di potenza richiestagli. Av-
viene così che, in prossimità di una delle estre-
Un altro sistema, da tempo adottato nel con- mità del potenziometro a filo, si manifestano
trollo di velocità dei piccoli motori elettrici, è sovente i maggiori inconvenienti, quale l'inter-
quello del reostato di potenza, cioè del poten- ruzione del filo resistivo, la bruciatura del ma-
ziometro a filo. Eppure anche questo sistema, teriale isolante, l'ossidazione del cursore, ecc.
pur essendo considerato troppo elementare, è Ecco perché un tale sistema di regolazione non
stato superato dal progresso dell'elettronica. I può essere ritenuto affidabile, specialmente
reostati producono eccessivo calore, cioè tra- quando si vuol effettuare una regolazione pre-
sformano buona parte dell'energia elettrica in cisa anche dopo un notevole tempo di funzio-
energia termica, con una spesa assolutamente namento del sistema di alimentazione e di ca-
inutile che si traduce in pratica, in un aumen- rico.

289
Fig. 3 - Disegno in grandezza
reale del circuito stam pato che
si dovrà realizzare prim a di
iniziare il lavoro di com posizio-
ne del progetto del regolatore
di velocità.

ESAME DEL CIRCUITO per il controllo della velocità di rotazione di


piccoli motori elettrici con alimentazioni com-
Ricorrendo all'ausilio dell'elettronica moderna prese fra i 6 e i 12V e potenze non superiori
e in particolare al sistema P.W.M., tutti gli in- ai 20 W.
convenienti ora menzionati scompaiono e il ri- Lo schema elettrico generale è quello riporta-
sultato può considerarsi perfetto. Ma vediamo to in figura I. In esso vengono impiegati due
subito come è strutturato un circuito P.W.M. circjuiti integrati, di tipo 555, che sono ormai

@
B

ZERO

@ Fig. 4- Queste sono le forme


d'onda degli impulsi che agisco-
no sul motore in corrisponden-
za con tre posizioni diverse del
ZERO potenziometro R4.

290
ben noti ai nostri lettori. In questo stesso cir- medi, gli impulsi sono più lunghi e danno ori-
cuito si fa ancora uso di due transistor di tipo gine ad un segnale d'uscita come quello ripor-
NPN al silicio. tato in B di figura 4.
Compito dei due integrati è quello di gestire Se il potenziometro R4 è regolato sul suo va-
il controllo degli impulsi modulati in durata, lore massimo, anche la durata degli impulsi è
mentre ai transistor è demandata la funzione massima ed il segnale originato è quello ripro-
di amplificare e controllare la potenza. dotto in C di figura 4.

IMPULSI BREVI USCITA ALTA E BASSA

L'integrato ICI che, come abbiamo detto, è di II segnale uscente dal terminale 3 dell'integrato
tipo 555, viene utilizzato come oscillatore asta- IC2 va a pilotare, attraverso la resistenza R7,
bile a frequenza fissa, la quale, con i valori at- i due transistor TR1-TR2, collegati nella clas
tribuiti ai componenti, nell'apposito elenco, si sica configurazione Darlington, in modo tale
aggira intorno ai 60 Hz. per cui, quando l'uscita è «alta », viene ap-
Poiché il valore della resistenza R2 è di molto plicata tensione al carico connesso alla presa
inferiore a quello di R I, infatti il primo è di d'uscita. Pertanto, quando il segnale d'uscita è
47.000 ohm, mentre il secondo è di soli 1.000 come quello raffigurato in A di figura 4, il ca-
ohm, il segnale uscente dal terminale 3 di ICI rico viene alimentato soltanto per breve tem
si presenta sotto forma di impulsi molto brevi. po, facendo girare il motore a basso numero di
Questi impulsi vengono applicati capacitiva- giri. Al contrario, quando si verificano le con-
mente, attraverso il condensatore C3, al termi- dizioni B e C della figura 4, si ottiene un pro-
nale 2 dell'integrato IC2, che rappresenta l'in- gressivo aumento della velocità di rotazione del
gresso di trigger del componente, anch'esso di motore, sino a raggiungere il valore massimo
tipo 555 come il primo integrato. Ma questo con l'aumento del tempo di conduzione dei
secondo integrato, a differenza deliimo, è col- transistor.
legato nella configurazione di m ltivibratore Fra i collettori dei due transistor TR1-TR2 e
monostabile. l'emittore del transistor TR2, è stato inserito il
Con tale configurazione, il circuito ad ogni im- diodo al silicio DI, che provvede a proteggere
pulso d'ingresso applicato al tri ger (piedino i due transistor dalle extratensioni inverse pro-
2), fornisce all'uscita un impulso I i durata ben dotte dal carico induttivo del motore.
precisa, determinata esclusivamen e dal valore
della rete di temporizzazione, co posta dalle
resistenze RA-R5 e dal condensatore C4, e non ALIMENTAZIONE
dalle caratteristiche o dalla forma de 'impulso
di trigger. Per poter funzionare, il circuito di figura I de-
ve essere alimentato con una tensione continua
di 14 V circa, erogata da un alimentatore in
IL POTENZIOMETRO grado di fornire una corrente di 2 A circa. Per
quanto sia consigliabile l'uso di un alimenta-
Poiché nel nostro caso la resistenza R4 è va- tore stabilizzato, l'impiego di questo non è as-
riabile, ossia è rappresentata da un potenzio- solutamente indispensabile e la necessaria ten-
metro di 100.000 ohm di tipo a variazione sione di alimentazione potrà essere derivata da
lineare, la durata dell'impulso varia in funzio- un comune e semplice trasformatore di tensio-
ne di tale regolazione. E poiché ad ogni 1/60 ne di rete, seguito da un raddrizzatore a ponte
di secondo l'oscillatore provvede a far ripartire e da un condensatore elettrolitico di filtraggio
ciclicamente la temporizzazione dell'integrato di elevato valore capacitivo, per esempio di
IC2, l'uscita di questo di presenta sotto l'aspet- valore compreso tra i 2.000 F e i 4.000 F.
to di un'onda quadra, il cui rapporto ON/OFF
varia in funzione della regolazione del poten-
ziometro R4. UNA VARIANTE
In particolare, se il potenziometro R4 è rego-
lato sul valore minimo, la durata degli impulsi Talvolta potrebbe risultare utile e comodo per
risulta ridotta ed il segnale d'uscita si presen- l'operatore poter disporre di un interruttore a
ta nella forma riprodotta in A di figura 4. Con pedale, in grado di abilitare o interrompere a
il potenziometro R4 regolato su valori inter- piacere l'alimentazione del circuito di figura I:

291
tale variante al circuito originale potrà certa-
mente interessare coloro che fanno uso dei mi-
nitrapani. Ebbene, questo controllo, anziché
agire direttamente sull'alimentatore a 12 Vcc,
come si potrebbe pensare troppo semplicistica-
mente, interviene sul funzionamento dell'inte-
grato IC2. La variante circuitale al progetto di
ca} figura 1 è quella riportata in figura 6. E come
VITE IN si vede, essa consiste nel bloccare, attraverso
NYLON l'ingresso di RE SET, proprio il funzionamento
dell'integrato IC2.
+,+ Tale soluzione, se paragonata a quella tradi-
- : • : · . ·.: I RADIAT. zionale di interrompere l'alimentazione princi-
pale, presenta il grosso vantaggio di non richie-
dere l'uso di interruttori di potenza, dato che
la bassa corrente da controllare si aggira intor-
MICA no ai 10+ 15 mA.

REALIZZAZIONE PRATICA

Per realizzare praticamente il progetto ripor-


Fig. 5- La piastrina di mica e la vite di nylon iso- tato in figura 1, consigliamo di comporre, in
lano il telaio dalla tensione di collettore del tran-4n primo tempo, il circuito stampato, il cui di-
sistor TR2 di potenza, che deve essere raffreddato '. ' .,' .
durante il funzionamento. Segno in grandezza naturale, cioè in scala uni-
taria (1/1), è riprodotto in figura 3. Le dimen-
sioni del:·a basetta di materiale isolante su cui
si effettu. il montaggio del circuito sono le se-
guenti: cmx 5,5 cm.
L'inserimento dei componenti elettronici deve
R6
essere fatto secondo quanto indicato nel piano
costruttivo riportato in figura 2, nel quale le
piste di rame del circuito stampato, in colore,
debbono intendersi viste in trasparenza, ossia
dalla parte opposta a quella in cui compaiono
i componenti elettronici.
CAVETTO
Ai principianti raccomandiamo di non com-
mettere errori durante la fase di inserimento
dei due circuiti integrati, del diodo al silicio D 1,
IC2 dei due transistor TR1-TR2 e del condensato-
SI re al tantalio C7.
Le polarità del diodo al silicio D1 sono facil-
mente individuabili dalla presenza di un anel-
lo impresso sul corpo del componente in pros-
simità dell'elettrodo di catodo.
Per i due circuiti integrati IC1-IC2 si tenga
presente che il piedino 1, come indicato chia-

-- OV

Fig. 6 - Variante al circuito originale di figura 1,


con la quale è consentito interrompere o abilitare
ramente sullo schema di figura 2, si trova in
prossimità

lettore
di un contrassegno riportato sulla
superficie superiore del componente (dischetto).
Nel transistor TR 1 è altrettanto facile indivi-
duare i tre elettrodi di base
perché tra l'emittore e
emittore
il collettore
col-
è
l'alimentazione del circuito di controllo di velocità presente, sul corpo esterno del transistor, una
tramite interruttore a pedale (S1). piccola tacca metallica di riferimento.
A coloro che non avessero mai prima d'ora
fatto uso del condensatore al tantalio ricordia-

292
mo che questo è un componente polarizzato, za, dovrà essere adeguatamente raffreddato, fis-
allo stesso modo del condensatore elettrolitico. sandolo al contenitore metallico dell'apparato
In esso, il terminale positivo si trova a destra o ad un radiatore di calore.
del componente osservando frontalmente il con- Nel primo caso si dovrà comporre il montaggio
densatore dalla parte in cui è riportato un pun- riportato in figura 5, interponendo, fra il tran-
to colorato. Le varie strisce colorate determi- sistor e il metallo del contenitore in cui verrà
nano, tramite il codice, il valore capacitivo, te- inserito il montaggio, una piastrina di mica ed
nendo conto che la prima striscia è quella di- utilizzando una vite di nylon (acquistabile pres-
segnata sulla parte più alta del condensatore. so i punti di vendita GBC). Si può anche uti-
In molti tipi di condensatori al tantalio, man-
lizzare un adatto passante isolato, in modo che
cano le fascette colorate e il valore capacitivo
il contenitore non rimanga sotto tensione. Na-
è numericamente riportato sul componente as-
sieme al valore della tensione di lavoro. Il ter- turalmente tutto ciò vale per il modello
minale positivo si trova dalla parte in cui è TIP3055, che è la versione plastica del tran-
impressa una crocetta, come avviene per i con- sistor 2N3055 e che offre la possibilità di po-
densatori elettrolitici. ter essere montato con una sola vite.
Il condensatore al tantalio C7 può essere sosti-
tuito con un normale condensatore elettrolitico
RAFFREDDAMENTO DI TR2 da 10 µF - 16 VI, purché in parallelo ad esso si
colleghi un condensatore ceramico da 100.000
Il transistor TR 1, che è un transistor di poten- pF.

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293
MONITOR BF

E' un indicatore di livello a led.

Può essere montato


anche negli apparecchi radio.

Rappresenta un simpatico accessorio nell'aJ


r
pllficatore autocostruito.

Tra i molti quesiti, che i lettori ci pongono tori monofonici e stereofonici e quello di stru-
mensilmente, capita spesso di ascoltare la vo- mento per il bilanciamento stereo.
ce di coloro che vogliono arricchire il proprio
impianto di riproduzione audio con qualche ele-
mento di conforto complementare. Per esem- INDICATORE DI LIVELLO
pio c'è chi, avendo costruito da sé l'amplifi-
catore di bassa frequenza, vuol sapere se, du- Lo schema elettrico del] 'indicatore di livello è
rante il funzionamento dell'apparato, prevalgo- quello riportato in figura t. Come si può no-
no le note basse oppure quelle alte. Altri in- tare, si tratta di uno schema concettualmente
vece ci scrivono per chiederci il semplice pro- molto semplice, composto da due soli transi-
getto di un indicatore di livello ottico. Ed altri stor di tipo PNP al silicio e dello stesso mo-
ancora si rivolgono a noi per la realizzazione dello (BC177), da un diodo led doppio, cioè
di un facile strumento che possa garantire bicolore, che funge da elemento indicatore ot-
l'immediato bilanciamento dell'impianto stereo- tico, da due trimmer, due condensatori elettro-
fonico. Ebbene, per accontentare un po' tutte litici e quattro resistenze.
queste richieste, abbiamo concepito un sempli- 11 circuito, per funzionare, richiede una ten-
ce progetto, alla portata di ogni dilettante, mol- sione continua di valore compreso fra i 9 V e
to economico, di facile ed immediata realizza- i 15 V, che può essere prelevata dall'alimenta-
zione che, con qualche lieve modifica al valo- tore dello stesso amplificatore di bassa frequen-
re dei componenti, può soddisfare i servizi più za cui questo dispositivo verrà applicato.
importanti del settore della bassa frequenza: Il progetto è dotato di due ingressi, contrasse-
quello di indicatore di livello negli amplifica- gnati con E l-E2, che dovranno essere collega-

294
ti con gli altoparlanti per i toni acuti e con
quelli per i toni gravi:

E 1 = altoparlante acuti
E2 = altoparlante gravi

t ovvio che i due ingressi andranno collegati


con uno o più altoparlanti, a seconda che su
uno stesso canale d'uscita vi siano uno o più
altoparlanti. Quindi diciamo più semplicemen-
te che l'ingresso E1 va collegato con il canale
degli acuti ed E2 con quello dei gravi.

FUNZIONAMENTO

Analizziamo ora il funzionamento del circuito


dell'indicatore di livello di figura 1, seguendo
il percorso del segnale alternato prelevato dal-
l'altoparlante.
Il primo elemento, interposto sulla via del se- sto componente potrà risultare una novità. Ma
gnale di bassa frequenza proveniente dall'am- in pratica si tratta di un diodo led doppio, det-
plificatore, è rappresentato dal trimmer R2, per to pure diodo bicolore, che è da preferirsi al-
l'entrata El e dal trimmer R3 per l'entrata E2. l'impiego di due diodi separati di colore di-
I due trimmer R2.R5 consentono di dosare verso, sia per l'effetto suggestivo generato dalla
l'ampiezza dei segnali e di accoppiarli poi ca- miscelazione dei due colori, sia per il minor
pacitivamente con le basi dei relativi transistor. spazio circuitale occupato.
I due transistor TR1-TR2, oltre che fungere Elettricamente non c'è alcuna differenza tra
da elementi amplificatori, si comportano come .l'uso di un diodo led bicolore e due distinti
elementi raddrizzatori. Infatti, i due transistor diodi led. Infatti, coloro che non riusciranno
non amplificano le semionde positiv , e quali a reperire in commercio il led bicolore, dovran-
polarizzano inversamente la giun;ione base- no far uso di due diodi led, uno di color ros-
emittore. so e uno di color verde come indicato nel cir-
/ cuito teorico riportato in figura 4.

Il DOPPIO DIODO
[ VALORI CAPACITIVI
Le correnti che circolano attraverso i diodi led
e le corrispondenti resistenze di limitazione Entrambi i transistor TRITR2 si comportano
R3-R4, risultano pertanto proporzionali all'am- allo stesso modo o quasi. L'unica differenza
piezza dei segnali applicati alle entrate E1-E2. circuitale consiste infatti nei diversi valori dei
Sullo schema di figura I appaiono due diodi condensatori elettrolitici di accoppiamento C1-
led racchiusi in un unico contenitore e contras- C2. Perché uno di essi deve essere in grado di
segnati con la sigla DL. Per molti lettori que- favorire il passaggio delle frequenze più bas-

Questo semplice indicatore luminoso di livello serve principal-


mente per valutare quali, fra le note alte e basse, prevalgono
in una riproduzione audio. Ma può anche essere montato in
un amplificatore stereofonico per il controllo continuo del bi-
lanciamento.
5
'--

< +
R1
e l= 6
12 V

bm TRl TP2[-, # 4

e e

cv=
+
±±
DL

R2

) R5

Hl]
E1
[<]
CE2 -['F ±

Fig. 1 - Schema teorico dell'indicatore di livello di bassa frequenza da appli-


carsi ad un riproduttore audio monofonico o stereofonico. Le due entrate
E1-E2 debbono essere collegate con gli altoparlanti dei gravi e degli acuti. I
valori delle resistenze di limitazione R3-R4 variano col variare d4la tensione
di alimentazione del circuito: quelli indicati nell'elenco componenti si rlferi•
scono alla tensione di 12 V. Anche il valore del condensatore elettrolitico C2
deve essere ridotto ad 1F se Il circuito viene montato negll amplificatori•
stereo.

COMPONENTI
Condensatori R4 = 330 ohm (vedi testo)
C1 = 1 F - 16 VI (elettrolltlco) R5 = 4.700 ohm (trlmmer)
c2 = 10F - 16 VI (elettrolltlco) R6 = 47.000ohm
Resistenze Varie
R1 = 47.000ohm TR1 = BC1T7
R2 = 4.700 ohm (trlmmer) TR2 = BC1T7
R3 = 330 ohm (vedi testo) DL = diodo led bicolore

296
12V
+

Fig. 2 - Piano costruttivo dell'indicatore di livello realizzato su circuito stam-


pato. La tensione di alimentazione di 12 V può variare fra i 9 V e i 15 V. I ter•
minali contrassegnati con le lettere E1-E2 si riferiscono alle due entrate del
circuito. Quello indicato con C si riferisce al conduttore comune dei due alto-+
parlanti riproduttori delle note alte e di quelle basse. Nel disegno le piste
del circuito stampato si intendono viste in trasparenza.

se, l'altro quello delle frequenze più alte. In tranno essere sostituiti con modelli diversi, pur-
pratica, il condensatore elettrolitico C 1, che ché sempre di tipo PNP al silicio.
deve consentire il passaggio di segnali a fre- Aiprincipianti raccomandiamo, come di solito
quenza più alta (toni acuti), assume il valore siamo abituati, di non commettere errori in se-
di 1 F, mentre il condensatore C2, attraver- de di montaggio dei due transistor, distinguen-
so il quale fluiscono i segnali a frequenza più do bene fra loro i terminali di base, emittore
bassa (toni gravi), deve avere il valore di
10 F. e collettore. Per i due condensatori elettrolitici

REAIJZZAZIONE

In figura 2 abbiamo presentato il piano costrut-


tivo dell'indicatore di livello che, a seconda
della sua destinazione e quindi del suo impie-
go pratico, può fungere da indicatore di tona-
lità per amplificatori monofonici o
stereofoni-
ci, oppure da strumento di controllo del bilan-
ciamento negli amplificatori stereofonici.
Per conferi re al montaggio una certa raziona-
lità circuitale e una necessaria compattezza, si
è fatto uso del circuito stampato, il cui dise-
gno in grandezza reale è riportato in figura 3.
Coloro che vorranno evitare la realizzazione Fig. 3 • Disegno al vero del circuito stampato che
del circuito stampato, potranno comporre un il lettore dovrà comporre prima di eseguire il mon-
taggio dell'indicatore di livello BF.
dispositivo cablato, ricordando che il circuito
non presenta alcun aspetto critico.
Anche i due transistor da noi prescritti po-

297
- R3 R4

Flg. 4 - Nel caso in cui il let-


tore non riuscisse a reperire in
commercio il diodo led doppio,
detto anche diodo bicolore,
questo componente dovrà esse-
re sostituito con due diodi led
di colore diverso, rosso e ver-
de, nel modo indicato nel pre-
sente schema.

C1-C2, poi, si faccia attenzione nel distingue-


ALIMENTAZIONE
re esattamente il terminale positivo da quello
negativo. Uguale diligenza va posta durante la L'alimentazione del circuito di figura I, comt
saldatura dei reofori del doppio diodo led o abbiamo detto, può essere effettuata in due mo-
dei due diodi led nel caso si scegliesse questa di: prelevando la tensione dai circuiti dell'am-
seconda soluzione. E a tal proposito facciamo plificatore di bassa frequenza cui il dispositivo
presente che in fìgura 5 abbiamo provveduto a viene accoppiato, oppure tramite alimentazione
schematizzare entrambi i tipi di diodi led, per autonoma, con pile o con alimentatore in con-
consentire al lettore di poter distinguere l'elet- tinua. Tuttavia, a seconda del valore della ten-
trodo di anodo da quello di catodo. sione di alimentazione adottata, le resistenze
R3-R4 di protezione del doppio diodo led DL
del circuito teorico di figura I, debbono assu-
PRIMA APPLICAZIONE mere un diverso valore. Per i tre tipi fonda-
mentali delle tensioni di 9 V, 12V, 15V i cor-
In figura 6 presentiamo la prima applicazione rispondenti valori delle due resistenze R3-R4,
dell'indicatore di livello: quella che consente che debbono essere uguali, sono:
di effettuare un controllo di tonalità sui due
canali d'uscita per note alte e basse di un am-
Tensione alore R3 R4
plificatore monofonico. ln tal caso, il nostro
indicatore di livello permette di rilevare quale
delle due uscite prevale sull'altra, ossia quali 9V 220 ohm
frequenze predominano durante la riproduzione
audio. 12 V 330 ohm
Il collegamento del montaggio di figura 2, in 15V 390 ohm
questo tipo di applicazione, deve essere effet-
tuato a valle del filtro di crossower che, nor-
malmente, risulta inserito dentro le casse aCu- Ritornando allo schema relativo alla prima ap-
stiche. Più semplicemente dobbiamo dire che plicazione del circuito indicatore di livello.
il collegamento va fatto là dove esiste già una quello riportato in figura 6, avvertiamo che la
separazione tra i segnali bassi e quelli alti. connessione al terminale 2, relativo alla linea

298
comune d'uscita dell'amplificatore ,monofoni-
co, può essere tralasciata qualora, come avvie-
ne nello schema di figura 6, l'alimentazione del
circuito risulti derivata direttamente da quella
dell'amplificatore. In caso contrario ci si dovrà
accertare che la linea comune ai due altopar-
lanti corrisponda a quella comune dell'ampli-
ficatore. Infatti, una connessione errata al ter-
minale 2 condurrebbe inevitabilmente ad un
cortocircuito sull'uscita dell'amplificatore, con
possibili danneggiamenti. AI A2 AIl IIK

SECONDA APPLICAZIONE K

La figura 7 interpreta il collegamento del cir- Fig. 5 - Sulla sinistra di questo disegno viene ri-
cuito indicatore di livello sull'uscita di un am- prodotto il diodo led bicolore, sulla destra quello
plificatore stereofonico, per realizzare un dispo- normale. Si noti, nel primo, la disposizione dei due
sitivo di controllo del bilanciamento stereo. anodi e del catodo comune.
In questo tipo di applicazione, valgono tutte le
osservazioni ricordate nel caso della prima ap-
plicazione. Ossia quelle relative al collegamen-
to sulla linea comune e sul terminale 2, nonché
quelle che si riferiscono alla tensione di alimen- NECESSITA' DEL BILANCIAMENTO
tazione, per la quale, a seconda del valore pre-
scelto, occorre intervenire sui valori ohmmici Chi è privo di esperienza in materia stereofo-
delle due resistenze R3-R4 nella misura prece- nica, potrebbe supporre che la regolazione del
dentemente ricordata. Tuttavia, nel caso di que- bilanciamento divenga una necessità d'obbligo
sta seconda applicazione, si rende nece saria in fase di taratura dell'amplificatore di bassa
un'ulteriore correzione sull'elenco componenti, frequenza e che l'amplificatore stesso, una vol-
pubblicato in corrispondenza del circuito teo- ta messo a punto, non necessiti più di alcuna
rico di figura 1. E questa si riferi :e al con- operazione di bilanciamento. Ma in pratica le
.densatore elettrolitico C2 il qua come indi- cose non vanno così. Infatti, non essendo pos-
cato per il condensatore elettr itico C 1, deve sibile realizzare due amplificatori perfettamen-
assumere lo stesso valore capacitivo di 1 F- te identici tra loro, a causa delle tolleranze
16 VI. [ variabili dei componenti, può accadere che un
I due trimmer R2-R5 fungono, per tutte le amplificatore perfettamente bilanciato ad un
pratiche applicazioni, da elementi di controllo basso livello d'ascolto non lo sia più quando
di sensibilità. \ aumenta il volume di riproduzione; perché, ad
esempio, il potenziometro doppio di volume
non presenta quella perfetta simmetria che in
IL BILANCIAMENTO pratica sarebbe richiesta.
Ma le cause del mancato bilanciamento posso-
Concludiamo questo argomento ricordando al no essere molte altre. Alle volte può capitare
lettore principiante in che cosa consiste il bi- che le caratteristiche elettriche dei componenti
lanciamento di un amplificatore stereofonico. subiscano lievi varianti a causa dell'invecchia-
Una delle operazioni fondamentali, che l'ope- mento e ciò significa che, pur riproducendo la
ratore deve effettuare per il raggiungimento di musica sempre con lo stesso volume, occorre di
una perfetta riproduzione stereofonica, è. quel- tanto in tanto ritoccare il controllo di bilan-
la del bilanciamento dei due canali di riprodu- ciamento. È chiaro tuttavia che, utilizzando
zione. componenti elettronici selezionati ed altamente
Bilanciare l'amplificatore di bassa frequenza si- professionali, la necessità di bilanciare frequen-
gnifica fare in modo che, quando all'entrata temente l'amplificatore risulta assai ridotta; ma
dei due canali viene applicato uno stesso suo- il costo di un amplificatore di bassa frequenza
no, cioè un segnale monofonico, all'uscita dei così concepito non giustifica in alcun modo
due canali si deve ottenere una ugual potenza, l'opportunità di regolare ogni tanto un normale
cioè una uguale riproduzione musicale. potenziometro.

299
.-------, BASSI

AMPLIF. BF
MONO
FILTRO
ALTI

: Fig. 6 • Schema applicativo


..J
( dell'indicatore di livello nella
funzione di monitor di tonalità
In un amplificatore monofoni-
CIRCUITO LED
co. L'Inserimento del disposi-
tivo si effettua a valle del fil-
tro contenuto nelle casse acu-
stiche. L'alimentazione può es-
sere derivata direttamente dal
circuiti dell'amplificatore di
bassa frequenza.

DESTRO

AMPIE F [coc $
srEREo T 1
SINISTRO

CIRCUITO LED
Fig. 7 • Circuito di applicazione
dell'indicatore di livello BF sul-
l'uscita di un amplificatore ste-
reofonico. Il dispositivo, in que-
sto esempio di impiego, funge
da indicatore di bilanciamento.

300
BILANC IAMENTO AD ORECCHIO Anche coloro che sono dotati di un udito per-
fettamente simmetrico, non possono distingue-
Con questo nostro indicatore di livello BF, il re fra loro due suoni di potenza leggermente
bilanciamento dell'amplificatore stereo si effet- diversa. La nostra sensibilità uditiva ha infatti
tua in parte ad orecchio e in parte osservando un andamento logaritmico. E tale condizione fi-
l'accensione del doppio diodo led. Conviene siologica può essere così interpretata: quando
quindi ricordare, per sommi capi, il metodo di un amplificatore di bassa frequenza, con po-
procedimento ad orecchio, che costituisce il si- tenza d'uscita di 10 W, è in funzione a tutto
stema tradizionale e più conosciuto. Esso con- volume, noi abbiamo l'impressione di ascoltare
siste nell'assumere una posizione esattamente una potenza sonora soltanto doppia di quella
equidistante dai due altoparlanti o dai gruppi di un amplificatore di bassa frequenza con po-
di altoparlanti e di regolare il potenziometro tenza d'uscita di 1W, mentre occorrono ben
di bilanciamento. Ciò deve essere fatto mentre
100 W, perché questa potenza ci possa sem-
si sta suonando un disco monofonico, oppure
brare triplicata.
dopo aver commutato l'amplificatore stereo nel-
la posizione monofonica. La regolazione deve Si arguisce quindi come il nostro orecchio con-
essere fatta fino ad ottenere l'esatta impressio- sideri perfettamente identiche, ad esempio, una
ne che il suono abbia origine nella posizione potenza di 10 W e un'altra di 11 W. Ma a que-
centrale fra gli altoparlanti. E questo un siste- sto inconveniente, senza ricorrere all'uso di stru-
ma alquanto soggettivo, soprattutto per il fatto menti più o meno sofisticati, si può ovviare in
che il nostro udito ben difficilmente è dotato parte servendosi del nostro indicatore di livel-
di percezioni simmetriche; ciò significa che un lo che, applicato sul pannello frontale dell'am-
orecchio possiede maggiore sensibilità dell'altro, plificatore, rappresenterà pure un simpatico ge-
compromettendo il risultato tecnico del bilan- neratore di colori luminosi e che, volendolo,
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c.cp. 46013207 intestato a: STOCK RADIO • 20124 MILANO - Vie P. Castaldl, 20 (telet. 6891945).

305
Piccolo mercato del lettore e Piccolo mercato del lettore

CERCO Elettronica Pratica di Ottobre '76 su cui è CERCO coppia di piatti per studi radio + mixer
apparso Il ricevitore CB, pago L. 1.500 + spese di semiprofessionale a 6 entrate + 1 piastra In buono
spedizione. Vendo TV Game b/n 6 giochi con fucile- stato. Il tutto a prezzo concordabile che non superi
pistola L. 20.000. e le L. 200.000.
DEL GRANDE FLORENZO • Via Canonica, 6 • MI- PINCA ALBERTO - Via G. Pascoli, 12 - 74020 LIZ-
LANO - Tel. (02) 314981 dalle 18,30 alle 20 ZANO (Taranto) . Tel. (099) 652357

I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

- --- - -- -----

Inserite l tagliando in una busta e spedite a:

- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute •


Via Zuretti, 52 - MILANO

306
LA PUSIA DEI LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

GIOCO DI RIFLESSI spressione « le lampade si accendono male »


da lei usata. Ma vogliamo comunque ritenere
Ho realizzato il progetto, apparso sul fascicolo che in quel modo volesse denunciare uno scor-
di marzo di quest'anno, che consente di con- retto comportamento del circuito. Che noi vo-
durre una gara fra due concorrenti che voglio- gliamo attribuire allo scarso guadagno dei tre
no mettere alla prova la loro prontezza di ri- transistor adottati. Infatti, il guadagno tipico
flessi. Ed ascoltando i vostri suggerimenti, re- dei transistor 2N3055 si aggira intorno alle 70
lativi alla variabilità della tensione di alimen- volte. E poiché la corrente di base che attra-
tazione, ho voluto sostituire i tre diodi led, per versa TR 1-TR2-TR3 è limitata dalle resisten-
la verità non troppo luminosi in un ambiente ze R5-R6-R7, questa assume il valore di 1,7
illuminato a giorno con tre lampadine da 12 V- mA circa. Da ciò deriva che, con un guadagno
S W ciascuna. Naturalmente, alla variazione di 70, la massima corrente che può attraver-
della tensione di alimentazione hanno fatto se- sare i tre transistor si aggira intorno ai 120 mA
guito alcune variazioni circuitali al progetto circa. Un valore, quindi, certamente insufficien-
originale, dopo aver messo in pratica i vostri te per una corretta accensione delle lampade
preziosi consigli. In pratica ho sostituito i tre adottate, le quali assorbono, in regime norma-
transistor TR1-TR2-TR3, di tipo BC237, con le, la corrente di 417 mA circa. Nello stesso
altri tre transistor di potenza di tipo 2N5055. tempo, sui tre transistor si verifica una caduta
Ed ho pure eliminato le tre resistenze R8-R9- di tensione di 8 V circa, che si trasforma in
R 1 O, inserite sui circuiti di collettore, in serie_ una notevole dissipazione di energia elettrica
in energia termica nei transistor stessi, i quali,
con i tre diodi led. Ma ora devo ammettere che
ovviamente, come lei dice, « scaldano troppo».
il risultato è stato alquanto deludente, perché
Ma si può facilmente ovviare a tali inconve-
le lampade si accendono male ed i transistor nienti, sostituendo i modelli 2N3055 con tre
scaldano troppo. Dove posso aver sbagliato? transistor darlington, per esempio con tre
RIDOLFI PAOLO TIP 121 o similari ohe, pur essendo transistor
Ravenna di potenza nettamente inferiore, consentono,
grazie al loro elevato guadagno la saturazione
Non abbiamo ben capito il significato dell'e- e quindi la completa accensione delle lampade.

307
GENERATORE DI IMPULSI tre tramite R5 si regola l'onda quadra per pe-
riodi da 2 a 100 mS circa.
Per i miei esperimenti di elettronica digitale,
mi servirebbe un circuito in grado di produrre Condensatori
impulsi, o treni di impulsi, eventualmente su C1 1F (non elettrolitico)
comando a pulsante. Non cerco uno strumento c2 = 100.000 pF
complicato, ma un semplice generatore dilet-
Resistenze
tantistico.
R1 = 56.000 ohm
COLLODO LORENZO R2 = 120.000 ohm
Torino R3 = 1megaohm (trimmer)
R4 = 56.000 ohm
Il circuito che le consigliamo di realizzare sot- R5 = 560.000 ohm (trimmer)
to forma di sonda, qui pubblicato, è composto Varie
da un solo integrato CMOS, che fornisce im- IC1 = 4011 CMOS
pulsi. Variando R3, si potranno ottenere, Su cO- p1 = pulsante
mando di Pl, impulsi da 1 a 50 mS circa, men- S1 interrutt.

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 11.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
riati componenti e materiali, non sem-
.................
8
pre reperibili in commercio, ad un f '
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" t saldatore (220 V- 25 W)-N 1 spiralina di filo-stagno -


N° scatolina di pasta saldante - N" 1 poggia-saldatore - N° 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N° 2 morsetti-coccodrillo . N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.

Le richieste del CORREDO DEL PRINCIPIANTE debbono essere fatte a: STOCK RADIO - 20124
MILANO - a P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945), inviando anticipatamente l'importo di L. 11.500 a
mezzo vaglia postale, assegno circolare, assegno bancario o cc.p. N. 46013207 (le spese di spe-
dizione sono comprese nel prezzo).

308
e
ALIM.


5V

l 5, "° I Il
use
!fvfPULSO
NEGATIVO
='
6
/ Il > ll=l /

i
TRIGGER
1 PI

use
Il
• • ~ ~
IMPULSO
POSITIVO

1/vfPULS!
gw
OSCILL. SI !Clc !Cld
121 _,,,,,,,. R4
R5

C2

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
AL. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni alti
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazione: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

Il kit per luci psichedeliche, nel quale sono contenuU elemenU tutti gli riprodotti• nella foto,

costa L 19.500. richiederlo occorre Inviare anticipatamente


Per a flmporto mezzo vaglia po-

stale, assegno bancarlo o c.c.p. n, 46013207 Intestato a: STOCK RADIO - 20124 IIILANO -

Via P. Castaldl, 20Tel. 6891945.


-
TREMOLO PER CHITARRA

Ho acquistato un amplificatore d'occasione per


chitarra elettrica, che non dispone dell'effetto
tremolo. Come posso modificare il circuito del-
1 'amplificatore per ottenere questo effetto?
DE BARTOLOMEIS VALERIO
Ascoli
,i I Il••

Inserisca, tra l'uscita degli stadi preamplificatori


e l'entrata dell'amplificatore di potenza, il cir-
cuito qui pubblicato. Nel quale si utilizza un in-
tegrato operazionale per la generazione di un a
segnale sinusoidale, con frequenza regolabile tra
5 e 10 Hz, circa, tramite R4. La « profondità »
è invece regolata da R7, che dosa il segnale mo-
dulante inviato al circuito di modulazione d
diodi.
Condensatori
C1 = 330.000 pF "'o
C2 = 330.000 pF ll
C3 = 330.000 pF
C4 = 500.000 pF
C5 = 100.000 pF
C6 = 10F- 16VI (elettrolitico)
C7 = 100.000 pF
Resistenze
R1 10.000 ohm
R2 = 10.000 ohm
R3 51.000 ohm
R4 25.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R5 51.000 ohm
R6 100.000 ohm
R7 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R8 10.000 ohm
R9 220.000 ohm
R10 = 1.000 ohm
R11 1.000 ohm Vò =
Varie
IC1 = A741
D1 = 1N914
D2 = 1N914
S1 = comm. (1 via - 2 posiz.)

abbonatevi a: &

ELETTRONICA G

PRATICA l -«o@-
o
l4

310
BEAT FREQUENCY OSCILLA TOR tare MF. Il condensatore C5 dovrà essere po-
sto molto vicino a questo transistor.
Mi hanno detto che, collegando al mio ricevi-
tore per onde corte un BFO, si migliora la sen- Condensatori
sibilità dell'apparecchio e si ricevono pure le C1 =
100.000 pF
trasmissioni in CW. Qual è il vostro parere in C2 = 100.000 pF
merito? C3 = condens. già contenuto in MF1
C4, = 10pF (variabile)
MAL TESE CURZIO C5 = 5 pF
Palermo
Resistenze
R1 = 390 ohm
E vero! Ed il circuito del BFO che le consiglia- R2 = 390.000 ohm
mo di realizzare è quello che pubblichiamo qui Varie
accanto. Esso richiede soltanto due collega- TR1 8C107
menti: uno con la massa del ricevitore (B) l'al- DZ1 6,8 V-1 W (zener)
tro (A) con il collettore dell'ultimo amplifica- MF1 = media freq. per trans. con C3 incorp.

MF1
R2
Rl

: .11 _ - - - - _:
O21 ICI

TP1 M 1
C2
1# AU'RX

ALIMENTATORE STABILIZZATO In scatola


di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5 ± 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
RIpple 1mV con 0,1A d'use.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabilizz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrariscaldamenti.

La scatola dl montaggio dell'alimentatore stabilizzato costa L. 15.800 (nel prezzo sono com-
prese le spese di spedi zione). Per richiederla occorre inviare anticipatamente I'importo a
mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO -
20124 MILANO - Via P. Castaldi 20 -. Telet. 6891945.
BATTERIA TAMPONE MICROFONO PSICHEDELICO

Debbo alimentare un circuito elettronico anche Vorrei realizzare un dispositivo per luci psiche-
durante i periodi in cui viene a mancare la deliche portatile, da collegare ad un microfo-
tensione di rete, con tolleranze di interruzioni no anziché agli altoparlanti. Lo scopo è di va-
di alcune decine di millisecondi. L'assorbimen- riare rapidamente la sorgente di segnali con il
to del carico si aggira intorno ai 200: 300 mA, semplice spostamento del microfono.
con alimentazione di 9+ 12 V. Potreste pub- FUMAGALLI AURELIO
blicare un progettino che faccia inserire auto- Mantova
maticamente una batteria a 9 V, quando si ve-
rifica un'interruzione sulla linea di rete? La accontentiamo pubblicando questo circuito
ROCCO VINCENZO realizzato con un integrato e due transistor. li
Cremona primo funge da squadratore di segnali, mentre
i secondi amplificano ulteriormente i segnali
li circuito che qui pubblichiamo fa uso di un stessi, per inviarli ad un trasformatore per im-
operazionale in veste di comparatore tra una pulsi, eventualmente sostituibile con un com-
tensione fissa di riferimento (stabilizzata a ze- ponente per accoppiamento intertransistoriale
ner) e quella proveniente dall'alimentatore di re- con un rapporto unitario, che provvede a se-
te. Appena l'alimentazione primaria scende al parare il microfono dal TRIAC, che si trova
di sotto di un valore prefissato con R I, i/ relé sotto tensione di rete. I trimmer R4-R9 servo-
RLI si diseccita, collegando una batteria tam- no per regolare il punto di lavoro.
pone con il carico da tenere alimentato. Duran-
te i periodi di normale alimentazione la batte-
ria viene ricaricata tramite un semplice circuito
generatore di corrente pilotato da TR I. // trim-
mer R4 consente la regolazione della corrente
di carica.
r----------------------i
I
I

R2
DZ2

TRI

"" ±s±',
r I ' ~r-·j
I
t+t)4±
Ilr c2 vor usc
@
ù
Il
k
OZI

#l

Cordensatori Varie
C1 = 47 F - 25 VI (elettrolitico) IC1 = µA 741
C2 47 F - 25 VI (elettrolitico) TR1 = BC107
TR2 2N2905
Resistenze DZ1 6,8 V- 1 W (zener)
R1 = 10.000 ohm (trimmer) D22 12 V- 1 W (zener)
R2 = 1.200 ohm D1 1N4004
R3 = 2,2megaohm D2 1N4004
R4 = 10.000 ohm (trimmer) RL1 relé (12 V- 320 ohm)
R5 = 1.200 ohm
R6 = 470 ohm

312
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313
ALLARME PER SERRA

Dispongo di una piccola serra la cui tempera- Condensatori


tura interna non deve scendere al di sotto di un C1 = 100.000 pF
prefissato valore. Esiste qualche semplice siste- C2 = 500.000 pF
ma d'allarme, possibilmente acustico, che se-
gnali questo limite? Resistenze
PONTORIERO NICOLA
Cosenza R1 = 33.000 ohm
R2 = 5.000 ohm (trlmmer)
Le proponiamo la realizzazione di questo cir-
R3 = 47.000 ohm
R4 = 2.700 ohm
cuito che utilizza un sensore di temperatura in- R5 = 10.000 ohm
tegrato tipo LM391 1 e che, in unione a due R6 = 2,7 megaohm
transistor, collegati in Darlington, pilota diret-
tamente un campanello per corrente continua a Varie
12V. Il trimmer R2 regola il punto di inter- IC1 = LM3911
vento dell'allarme tra 0%C e 30%C. Variando TR1 == 2N1711
i valori di R 1 ed R3 si pussono cambiare i li- TR2 = 2N3055
miti d'allarme. S1 = interrutt.

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


12.8
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

·e s
Contenuto del kit:
H] t+

In
I i1 n. 3 condensatori - n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro- n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
"I
et- n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

Il kit per luci stroboscopiche, nel quale sono contenuti tutti gli elementi riprodotti nella foto, costa
L. 12.850. Per richiederlo occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, asse-
gno bancario o c.c.p. n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20
(Telefono 6891945).

314
SI
R

o
12V
e

C2

KIT PER LAMPEGGI PSICHEDELICI


L. 18.200
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza in-interrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880W
Potenza reale max per ogni canale: 100 + 400 W
Alimentazione: 220 V rete-luce

Tutti I componenti necessari per la realizzazione del sistema dl «LAMPEGGII PSICHEDELICI» so-
no contenuti In una scatola di montaggio posta In vendita al prezzo di L. 18.200. Le richleste deb-
bono essere fatte Inviando anticipatamente l'Importo a mazzo vaglia poetale, assegno bancario,
assegno circolare o c.c.p. n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Ca-
staldl, 2O (Telet. 6891945).
SPEECH PROCESSOR

KIT PER CIRCUITI Per migliorare la qualità delle trasmissioni, vor-


rei inserire nel mio ricetrasmettitore CB uno
speech processor, possibilmente adatto anche
STAMPATI L. 16.000 alle registrazioni magnetiche.
PETRICH LUCIANO
Dotalo di tutti gli elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su Trieste
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche I tecnici più esigenti, que- Lo speech processor è un elaboratore di parola,
sto kit contiene pure la speciale penna che migliora l'intellegibilità delle trasmissioni.
riempita di Inchiostro resistente al perclo- Il circuito che pubblichiamo è adatto sia in ra-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
diotrasmissione, sia in registrazione e riprodu-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
sente una valvola che garantisce una lunga
zione su nastro magnetico. I trimmer RS-R 18
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo- regolano il guadagno degli stadi amplificatori
razione del liquido. d'ingresso e d'uscita. L'entrata de/l'apparato
andrà collegata con un microfono, l'uscita con
la presa microfonica del trasmettitore o del re-
gistratore.

Condensatori
C1 = 470.000 pF
C2 = 10uF- 16Vl (elettrolitico)
C3 = 470.000 pF
C4 = 10F-16Vl (elettrolitico)
C5 = 22 F - 25 VI (elettrolitico)
C6 = 10.000 pF
Consente un controllo visivo conti- C7 = 10.000 pF
nuo del processo di asporto. C8 = 2,2F - 35 VI (elettrolitico)
Evita ogni contatto delle mani con C9 = 10uF- 16VI (elettrolitico)
il prodotto finito. C10 = 10F- 16VI (elettrolitico)
C11 = 100F - 16 VI (elettrolitico)
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel Resistenze
tempo. R1 = 4.700 ohm
R2 = 4.700 ohm
Il contenuto è sufficiente per tratta-
R3 = 10.000 ohm
re più di un migliaio di centimetri R4 = 10.000 ohm
quadrati di superfici ramate. R5 = 1megaohm (trimmer)
R6 = 4.700 ohm
R7 = 4.700 ohm
MODAUTA' DI RICHIESTE R8 = 47.000 ohm
R9 = 100.000 ohm
II klt per circuiti stampatl è corred ato di R10 = 3.900 ohm
un pieghevole, riccamente illustrato, in cul
R11 = 3.900 ohm
sono elencate e abbondantemente Inter-
R12 = 100.000ohm
pretate tutte le operazioni pratiche attra-
R13 = 100.000 ohm
verso le quali, sl perviene all'approntamen-
R14 = 4.700 ohm
to del circuito. Il suo prezzo, comprensivo
R15 = 4.700 ohm
delle spese di spedizione, è di L. 16.000.
R16 = 220.000ohm
Le richieste debbono essere fatte inviando
R17 = 10.000ohm
l'importo iato a: STOCK RADIO - 20124
R18 = 1megaohm (trimmer)
MILANO - Via P. Castaldl, 20 (Tel. 6891945)
a mezzo vaglia postale, assegno bancario, Varie
assegno circolare o c.c.p. n. 46013207.
IC1 = TL074CN
D1-D2 = 2x914

316
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0 V,

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In scatola di montaggio

L. 56.000

SERVE PER COSTRUIRE:

un moderno orologio numerico a di-


splay
un termometro di precisione
una radiosveglia
un interruttore elettrico temporizzato

Ma offre la possibilità di realizzare


innumerevoli e sofisticate ulteriori
applicazioni tecniche.

n ·» »
Il kit dell'OROLOGIO-TERMOMETIIO costa
L 56.000. Per rlchlederlo occorre inviare an-
tlclpatamente l'Importo • mezzo vaglia po-
stale, auegno bancario, circolare o c.c.p.
n. 48013207 Intestato a: STOCK RADIO •
20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20 (Tt
6891945).
REGISTRAZ IONI A DISTANZ A

Devo effettuare delle registrazioni a distanza, Condensatori


posizionando il microfono ad una trentina di C1 = 10 µF - 16 vl (elettrolitico)
metri dal registratore, possibilmente sfruttando C2 10F - 16VI (elettrolitico)
dei conduttori telefonici, non schermati, già in- C3 1F- (Non elettrolitico)
stallati e non più utilizzati. Come posso fare? C4 = 10F - 16 VI (elettrolitico)
VENTURA PASQUALE Resistenze
Roma R1 = 10.000 ohm
R2 = 470 ohm
Se lei non pretende registrazioni ad alta fedel- R3 = 4.700 ohm
tà, può risolvere il suo problema utilizzando R4 = 1.000 ohm
come microfono un altoparlante seguito da un R5 = 22000 ohm
adattatore elettronico di impedenza. Realizzi Varie
quindi questo circuito e lo collochi in prossi- TR1 BC109
mità del registratore, effettuando il collegamen- AP altoparlante (8 ohm)
to con cavo schermato. Per l'altoparlante-mi- S1 = interruttore
crofono invece si serva pure dei conduttori te-
lefonici e lo sistemi alla distanza desiderata.

TRASMETTITORE DIDATTICO PER ONDE MEDIE


in scatola di montaggio a 14.800
CARATTERISTICHE

Banda di frequenza 1,1 : 1,5 MHz


Tipo di modulazione in ampiezza (AM)
Alimentazione 9 : 16 Vcc
Corrente assorbita 80 -;- 150 mA
Potenza d'uscita 350 mW con 13,5 Vcc
Profondità di mod. 40%/ circa
Impedenza d'ingresso superiore ai 200.000 ohm
Sensibilità d'ingresso regolabile
Portata 100 m. ± 1 Km.
PER I
Stabilità : ottima
COLLEGAMENTI
Entrata micro plezo, dinamico SPERIMENTALI VIA RADIO
e pick-up IN FONIA, DEL PRINCIPIANTE

La scatola di montaggio del TRASMETTITORE DIDATTICO costa L 14.800. Per richiederla occorre
inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207,
citando chiaramente l'indicazione «kit del TRASMETTITORE DIDATTICO» ed intestando a: STOCK
RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945). Nel prezzo sono comprese le spese di
spedizione.

318
51
RI
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..=T e9V
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use
R2 R5
AP

C2

MODERNO RICEVITORE DR PRINCIPIANTE


CON INTEGRATO
PER ONDE MEDIE
PER MICROFONO
PER PICK UP

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.750 (senza altoparlante)
L. 16.750 (con altoparlante)

CARATTERISTICHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile - Controllo volume: a potenziometro - 1" Entrata BF:
500 +50.000 ohm - 2 Entrata BF: 100.000±1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenz.'I d'uscita: 1 W circa.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con lnterruttor& In-
corporato - 1 contenitore pile - 1 raccordatore collegamenti pite - 1 circuito stampato - 1 bobina
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IN COPERTINA . E' raffigurato il montaggio del
trasmettitore in onda media che provvede ad
irradiare, in un raggio d'azione di pochi metri,
il segnale audio proveniente da un televisore,
consentendo al telespettatore un ascolto indi-
sturbato, personale, che non turba il silenzio
notturno.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

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Collegamento
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L'AUDIO TV IN CUFFIA
Sono assai rari i televisori, moderni o di vec- RUMORI MOLESTI
chio tipo, a colori o in bianco e nero, dotati
di questo utilissimo accessorio, che può essere La necessità dell'ascolto individuale, isolato,
diversamente concepito, ma che noi presentiamo dell'audio TV, è maggiormente avvertito du-
sotto l'aspetto di un semplice sistema ricetra- rante il periodo estivo dell'anno, quando si è co-
smittente, a modulazione d'ampiezza e in onda stretti a lasciare le finestre aperte, attraverso le
media, che permette l'ascolto in cuffia dell'audio quali escono tutti i rumori che si producono
TV, ad una certa distanza dal televisore, como- in casa e, allo stesso tempo, entrano quelli che
damente sdraiati in poltrona, senza alcun ca- provengono dalla strada.
vo di collegamento. I primi possono arrecare disturbo ai vicini o a
Quasi tutti i televisori attuali, invece, posseg- quei familiari che, per motivi di lettura, di stu-
gono una presa per l'ascolto del suono in auri- dio o per voler assistere ad uno spettacolo di-
colare o in cuffia, ma impongono l'uso di un verso su un altro televisore, hanno bisogno di
cavo di collegamento tra l'apparecchio rice- silenzio.
vente e il trasduttore acustico, sul quale è fa- I secondi creano indubbiamente disagio in chi
cile inciampare e procurare danni, oltre che segue attentamente la televisione che, per non
alle apparecchiature elettroniche, anche alle perdere una battuta, è costretto ad elevare il vo-
suppellettili. lume sonoro oltre misura.
Dunque, il nostro metodo d'ascolto, anche se Entrambi quindi sono rumori molesti che, non
non consente quello stereofonico, può conside- potendo essere facilmente eliminati, richiedono
rarsi il più razionale fra tutti, perché garanti- all'utente TV un sistema di autodifesa corretto,
sce il silenzio a coloro che lo richiedono e per- preciso ed efficiente come quello che stiamo per
mette ai membri della famiglia di circolare libe- presentare. E non si creda che, per attuarlo
ramente attraverso i vari locali, senza la preoc- sia necessario manomettere il televisore, perché
cupazione di guardare ... dove si mettono i piedi. il collegamento si effettua sulla già esistente

452
Un ascolto personale
indisturbato
che non disturba.

La sua validità
è maggiormente apprezzabile
durante il period o
estivo dell'anno.

presa dell'auricolare, senza alcun timore di com- COLLEGAMENTO IN AM


promettere il buon funzionamento dell'apparec-
chio, sia esso a colori che in bianco e nero; Abbiamo detto che il problema dell'ascolto,
mentre soltanto nel caso in cui questa presa senza fili, dell'audio TV in cuffia, è stato da noi
non fosse presente, l'unica modifica da appor- risolto con il sistema delle ricetrasmissioni in
tare sarà quella di praticare un forellino sul ampiezza modulata (AM) ad onda media. Eb-
pannello di chiusura posteriore e di applicare bene, la preferenza accordata alla gamma delle
in questo una presa jack collegata, tramite due onde medie deriva principalmente dalla possi-
fili, con i due terminali dell'altoparlante. In ogni bilità di trovare oggi, proprio su questa gamma,
caso si tratta di una eventuale modifica molto i maggiori spazi liberi da emittenti; quegli spa-
semplice, che verrà chiaramente descritta più zi che sono ormai pressoché scomparsi sulla
avanti. banda commerciale della modulazione di fre-
Sulla presa jack si potrà collegare, indifferente- quenza, a causa del continuo proliferare delle
mente, una cuffia monofonica o stereofonica, emittenti private.
anche se l'effetto di quest'ultima si riduce a Sappiamo che sulla gamma delle onde medie
quello della prima, perché l'ascolto stereofonico, è assolutamente proibito realizzare collegamenti
con il nostro sistema di riproduzione audio, radio privati, ma la minima potenza, a noi
non è possibile. necessari per il funzionamento del nostro si-

Questo sistema di ascolto, in cuffia monofonica, dell'audio


del televisore, si effettua tramite un piccolo e semplice tra-
smettitore in fonia, facilmente realizzabile, e un qualsiasi rice-
vitore radio, meglio se di tipo tascabile, dotato di presa per
auricolare e della gamma delle onde medie.

453
R3

[ ww 1;r 7
-L
TRASE USC

9V
c5
+
e
'cc

c2
R2

Ll

Fig. 1 - Circuito teorico del trasmettitore alimentabile con tre diversi valori
di tensione (4,5 V.9 V- 13,5 V). La parte a sinistra della linea verticale trat-
teggiata delimita la zona dello schema che deve essere composta sul cir-
cuito stampato. I due condensatori C3 e C4 sono di tipo NPO o a mica, allo
scopo di evitare eventuali slittamenti di frequenza durante le emissioni.

-----COMPONENTI
Condensatori Resistenze
C1 = 30:-150 pF (compens.) R1 = 220.000 ohm - ¼W
C2 = 2.200 pF R2 = 220 ohm - 114 W
C3 = 56 pF (ceramico NPO) R3 = 33 ohm - ¼W
C4 = 56 pF (ceramico NPO) R4 = 22 ohm - 1wW
C5 = 100.000 pF
es = 100F- 16 VI (elettrolitico) Varie
C7 = 2.200pF TR1 == 2N1711
T1 trasf. d'use. per RX
L1 bobina

sterna di ascolto dell'audio TV in cuffia, non SISTEMA DI TRASMISSIONI


può arrecare danno alcuno agli utenti radio vi-
cini, esaurendosi questa nel raggio d'azione di Come ogni sistema di radiocomunicazioni, an-
pochi metri: quanto basta per portare il segnale che questo è composto principalmente da due
audio dal televisore alla poltrona del telespet- apparati:
tatore. Jl trasmettitore Jl ricevitore

454
LEGACCI IN NYLON

/ a l

Fig. 2 . Piano costruttivo del trasmettitore in onda media. L'alimentazione


si applica sul terminali contrassegnati con i numeri 1-4. Il segnale audio,
proveniente dal televisore, viene invece introdotto attraverso i capicorda
contrassegnati con i numeri 2-3. Il componente T1 è un trasformatore d'uscita
in push-pull per ricevitori radio, del quale rimane Inutilizzato il terminale cen-
trale del secondario.

\
Al primo, che deve concettualmente considerarsi IL TRASMETTITORE
Jn trasmett1tore in fonìa, è affidato il compito
ji elaborare', il segnale che si vuol trasmettere, Cominceremo l'analisi dell'intero sistema di col-
)nde renderlsp compatibile con il mezzo di tra- legamenti prendendo le mosse dal trasmettitore,
;missione. E 'Qel nostro caso ciò significa che il che rappresenta il solo apparato che il lettore
trasmettitore riceve in entrata il segnale audio dovrà_costru ire,iacché g il ricevitore sarà costi-
Jroveniente dal te)evisore e lo trasforma in on~ ~ttna qualsiasi radiolina dotata di presa
!lettromagnetica i~grado di propagarsi nello • per auricolare.
spazio circostante. Lo schema elettrico del trasmettitore è quello
Al ricevitore spetta invece ilompitocdi ricevere riportato in figura 1. E come si può notare, si
l segnale dal mezzo di comunicazione, che è tratta di un circuito alquanto semplice, realiz-
·appresentato dallo spazio compreso fra il tele- zato con un solo transistor, che funge contem-
visore e il telespettatore, per ritrasformarlo in poraneamente da elemento oscillatore e misce-
segnale utile agli impieghi prefissati, ossia in latore.
segnale audio. li circuito oscillatore è del tipo «libero», con

455
,
- g° '' 1al
=o•
e e o
/

oo O

- ------- g oo
t .-

",
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato che il lettore dovrà
realizzare prima di iniziare il lavoro costruttivo del trasmettitore.

frequenza di oscillazione stabilita dai valori at- La modulazione d'ampiezza è fornita dal tra-
tribuiti alla bobina L1 e al compensatore C 1. sformatore T1, per il quale ci si serve di un co-
Non abbiamo ritenuto conveniente utilizzare un mune trasformatore d'uscita in push-pull per ri-
oscillatore quarzato per due motivi fondamen- cevitori radio, lasciando inutilizzata la presa
tali. Prima di tutto perché, con l'oscillatore li- centrale dell'avvolgimento primario che, nel no-
bero, non si è vincolati ad un preciso valore di stro caso, diviene l'avvolgimento secondario.
frequenza, ma si ha la possibilità di variarla gia cché il trasformatore Ti viene montato, nel
entro ampi limiti, in modo da cercare, sulla circuito del trasmettitor.e/di figura 1, con rap-
scala del ricevitore, la zona libera da altre emit- porto inverso.-
tenti. In secondo luogo perché, con tale conce- Quindi, quelli che originalmente sono gli avvol-
zione circuitale, si riduce il costo del progetto S gimenti primario e secondario, ora divengono
si aggira l'ostacolo della eventuale irreperibilità li avvolgimenti secondario e primario. Ma per
dei componenti. Inoltre, non e_ neces~ana una essere ancora più chiari diciamo che l'avvolgi-
taratura scrupolosa del trasmettitore, in quanto mento secondario originale del trasformatore
l'oscillazione
, • rimane
d. f sempre garantita entro d' uscita
. Tl , que 11 o c h e norma I men t e va CO Ile -
un ampia gamma I requenze. gato con l' a 1 topar I ante, ora d"1v1ene
• ]' avvo J g1-•
mento primario. Ed è proprio su questo avvol-
L'ANTENNA gimento che si deve applicare il segnale audio
proveniente dal televisore e presente sulla sua
La bobina L1, oltre che fungere da elemento di presa per cuffia o auricolare.
accordo della frequenza, in quanto è partecipe
del circuito oscillatore, viene utilizzata, in virtù
della presenza della ferrite sulla quale è avvolta, MODULAZIONE
come semplice antenna trasmittente.
E' ovvio che i risultati raggiunti non sono para- L'uso del trasformatore Tl garantisce una netta
gonabili a quelli che si possono ottenere con separazione tra il circuito di amplificazione fi-
antenne appositamente concepite e regolarmente nale del televisore e quello del nostro trasmet-
installate, ma per gli scopi prefissati tale solu- titore. li quale non può in alcun modo interfe-
zione appare più che sufficiente. Naturalmente, rire sul buon funzionamento del televisore.
in fase di prova dei collegamenti radio, si cer- Il segnale applicato sull'avvolgimento primario
cherà di orientare la ferrite e quindi il trasmet- di T1 si trasferisce, per induzione elettroma-
titore nel modo più opportuno, quello che con- gnetica, sull'avvolgimento secondario. Esso fa
sente la migliore ricezione possibile. variare la tensione di alimentazione, sul collet-

456
FILO/
Al CIRCUITI
BF DELTV
FIL02

!PRIMA DELLA MODIFICA I

±;re
FIL04

C Il CORPO JACK

FILO3

FILO/
'"==~~======== Al CIRCUITI
.-=================
.-----BE__QQTV
Fio?

/
[oro@WoFiA]
/

(\
Fig. 4 • Soltanto nel cas~cui il televlsore fosse sprovvisto di presa jack
per auricolare o cuffia, occo rerà applicare, sul pannello posteriore dell'appa-
recchio, una opportuna presa\ealizzando la modifica clrcultale riportata In
,,.,. a; """"· \

tore del transistor TR l, in sincronismo con il


---~
volume dell'audio del televisore.
segnale audio e il risultato è quello di una mo- In B <li figura 7 si può osservare il diagramma
dulazione dell'ampiezza del segnale ad alta fre- che propone l'andamento di un segnale ottimale,
quenza generato, che assume l'andamento espres- corrispondente alla massima chiarezza del par-
so in figura 7. lato. Dunque, trattandosi di un segnale ideale,
Ada dell'entità secon del segnale d'ingresso, si possiamo dire che la modulazione, in tal caso,
potranno avere tre distinti segnali, quelli eviden- è del 100%.
zia ti nei diagrammi AB-C di figura 7. Quello riportato in C è invece il diagramma di
Il diagramma riportato in A interpreta l'anda- un segnale sovr mmodulato, che corrisponde ad
mento di un segnale scarsamente modulato. In un eccessi segnale d'ingresso e che obbliga
termini più precisi si potrebbe dire che quello l'ut ad abbassare il volume sonoro del tele-
riportato in A è il diagramma di un segnale isore. In pratica, il segnale sovrammodulato,
modulato al 50%, che richiede un aumento del /con modulazione superiore al 100%, introduce
segnale d'ingresso semplicemente aumentando il una forte distorsione nell'informazione fonica,

457
RADIO RICEVITORE PRESA AURICOLARE

Fig. 5 . Presso i rivenditori di materiali elettronic0i può acquistare un adat•


tatore come quello qui disegnato, che consente un preciso e corretto colle-
gamento fra la presa jack per auricolare del ricevitore radio e la spina della
cuffia monofonica. \
\

creando incomprensibilità dei suoni emessi dal- In corrispondenza dei terminali contrassegnati
l'altoparlante del ricevitoreradio. con i numeri 1-2-3-4 si applicheranno quattro
- capicorda, che consentiranno di agevolare le
saldature dei vari conduttori a lavoro ultimato.
REALIZZAZIONE Poiché le frequenze in gioco sul circuito del
trasmettitore non sono elevate eccessivamente,
La realizzazione pratica del circuito del trasmet- non si rende necessario l'uso di componenti
titore si esegue su circuito stampato e secondo speciali. L'unico consiglio a tal proposito è
il piano costruttivo riportato in figura 2. Nel quello di invitare il lettore ad utilizzare, per i
quale, le piste di rame del circuito stampato, due condensatori C3-C4, due componenti da
riprodotte in colore, debbono intendersi viste 56 pF di tipo NPO (Enne-Pi-Zero) oppure a
in trasparenza, perché esse si trovano nella parte tca, allo scopo di evitare slittamenti di fre-
opposta a quella in cui sono presenti i compo- quenza.
nenti elettronici. Per quanto riguarda il trasformatore T 1, racco-
Sulla basetta rettangolare di bachelite, delle di- mandiamo di non utilizzare componenti troppo
mensioni di 16x 4,5 cm si compone il cir- miniaturizzati, che sono assai delicati e possono
cuito stampato, riportando, su una delle sue condurre all'insuccesso.
Qualora non si disponga già del trasformatore
facce, il disegno di figura 3.
T 1, occorrerà provvedere all'acquisto di tale
All'estrema destra del circuito teorico di figu- componente, richiedendo al rivenditore un tra-
ra 1, è riportata una linea verticale tratteggia- sformatore d'uscita in push-pull per ricevitori
ta. Questa linea sta a significare, che alla sua
radio e con secondario a 8 ohm.
sinistra, si trovano tutti quei componenti elet-
tronici che debbono essere montati nel circuito
stampato, mentre sulla sua destra sono ripor- LA BOBINA
tati gli elementi che rimangono fuori dalla ba-
setta dello stampato e che sono: l'alimentatore a La bobina L 1 può considerarsi l'elemento più
9 V e l'interruttore Sl. critico di tutto il montaggio, soltanto perché

458
Fig. 6 - Il massimo assorbimento di segnale,
da parte del ricevitore radio, si ottiene quan-
do la ferrite del trasmettitore (1) viene po-
sizionata parallelamente a quella del rice-
vitore (3) , mentre è minimo quando ad
e
esempio la ferrite del ricevitore si trova
In posizione perpendicolare (4) rispetto a
quella del trasmettitore (1). E ciò perché
Il campo elettromagnetico (2) non può agire
In senso longltudlnale.

essa non è reperibile in commercio e dovrà quin- negli schemi di figura rttgttr--a----2.__Sul morsetto
di essere costruita direttamente dal lettore. La contrassegnato c il numero 4 si applica la li-
ferrite è di tipo cilindrico, delle dimensioni di nea della ter sione positiva, su quello contras-
140 mm (lunghezza) e 7 mm (diametro). Su segnato c il numero 1 si collega la tensione
di essa, alla distanza di 2 cm circa da una delle negativa.
due estremità, si effettua l'avvolgimento tramite Ricordiamo che il circuito del trasmettitore di
filo di rame smaltato del diametro di 0,3 oppure figura 1 può funzionare, indifferentemente, con
0,4 mm. Durante l'operazione di avvolgimento tre/valori di tensione, quelli di 4,5 V-9 V-
si dovranno ricavare le prese intermedie alla 13,5 V. E' ovvio che con valori di tensioni ele-
I o• e 40• spira. Complessivamente le spire sono vate si ottiene il maggior irradiamento di se-
in numero di ottanta. Ma tutto ciò è chiaramente gnali. Ma bisogna tener sempre presente che,
indicato in figura 2. sulla gamma delle onde medie, è proibito ogni
Prima di applicare la ferrite sulla basetta del cir-
tipè>. di trasmissioni private. Pertanto si potrà,
cuito stampato, si dovranno raschiare i termi-
nali della bobina, compresi quelli delle prese in se di installazione di questo sistema di ri-
intermedie, per liberarli dallo smalto e prepa- produzio e audio TV senza fili, ~ -ndivid re il
rarli ad una precisa saldatura a stagno. valore di t ione di alimentazione iù adatta
l I fissaggio dell'inizio e della fine dell'avvolgi- per realizza~legamento y.--P r non creare
mento della bobina sulla ferrite si effettua tra- disturbi sugli apparecchiadi ro posti nelle vici-
mite legacci in nylon. Anche la ferrite, come nanze.
indicato nel piano costruttivo di figura 2, verrà Servendosi della tensione di alimentazione di 9
fissata sulla basetta di bachelite tramite legacci V, che è la più consigliabile, la corrente assor-
di nylon acquistabili presso i rivenditori di ma- bita è di 7--;- 8 mA. Si potranno quindi utilizza-
teriali elettronici. re due pile piatte da 4,5 V, collegate in serie tra
di loro, per avere una buona autonomia di fun-
zionamento.
ALIMENTAZIONE Una volta montato il circuito elettronico, secon-
do il piano costruttivo di figura 2, questo potrà
L'alimentatore in corrente continua va collegato essere· inserito in un contenitore di plastica, den-
con i morsetti contrassegna ti con i numeri 1-4 tro il quale troveranno posto anche le pile di

459
M90% e Fig. 7 - La regolazione del volume sonoro
del televisore assume grande importanza nel
processo di modulazione dei segnali emessi
dal trasmettitore. I diagrammi, qui riportati, in-
terp \~no le tre maggiori condizioni verifica-
bili. I A si interpreta una modulazione scarsa,
valuta ile nel 50%. In 8 quella ideale al 100%

© e in C uella eccessiva, superiore al 10%, che


provo~~\ distorsione In fase di ascolto dell'au-
dio')

alimentazione e sul quale si potrà montare l'in- tenti deboli e lontane, lasciando pochi spazi li-
terruttore S 1. beri, soprattutto la sera, all'ascolto del nostro
Ai principianti diciamo che non si possono asso- trasmettitore audio-TV.
lutamente utilizzare contenitori metallici, per- E' ovvio che la radiolina dovrà essere provvista
ché questi si comporterebbero da schermi elet- di presa jack per auricolare; in caso contrario
tromagnetici e non consentirebbero la diffusione occorrerà inserirla.
delle onde radio nello spazio circostante. Sulla presa per auricolare si innesterà un appo-
sito adattatore, come indicato in figura 5, acqui-
stabile presso i rivenditori di materiali elettroni-
IL RICEVITORE ci. Su questo adattatore si applicherà poi la
spina della cuffia.
Ci siamo soffermati a lungo sulla descrizione del L'ascolto dell'audio TV potrà essere effettuato
circuito teorico e sul montaggio del trasmettito- anche in auricolare, ma è evidente che in tal
re. Ci occuperemo ora brevemente del ricevitore, caso la qualità dell'audio non potrà certo essere
che non deve essere autocostruito come il tra- delle migliori.
smettitore, ma che viene molto semplicemente Coloro che in commercio non riuscissero a repe-
rappresentato da un ricevitore radio di qualsiasi rire l'adattatore indicato in figura 5, potranno
tipo, di cui il lettore sia già in possesso. In tal facilmente costruirlo mediante uno spinotto
senso, dunque, la più classica delle radioline ta- jack, compatibile con la presa del ricevitore, ed
scabili si presta ottimamente allo scopo, purché una presa volante jack adatta allo spinotto della
abbia il requisito di possedere la gamma di cuffia.
ascolto delle onde medie. Qualora la cuffia di cui si dispone fosse di tipo
La radiolina tascabile è da preferirsi agli appa- stereofonico, i due canali di questa potranno
recchi radio più grandi, perché questi, in ge- indifferentemente essere collegati tra di loro in
nere, sono più sensibili e captano pure le emit- serie o in parallelo, preferendo il collegamento

460
in serie se la cuffia è di tipo a bassa impedenza.
Naturalmente, si perde l'effetto stereo, ma si
fanno funzionare entrambi i padiglioni acustici.
IL PACCO
LA PRESA SUL TV

La maggior parte dei televisori moderni dispone


DELL'HOBBYSTA
già di una presa per cuffia o per auricolare, onde Per tutti coloro che si sono resi conto
permettere l'ascolto personale dell'audio TV. dell'inesauribile fonte di progetti con-
Ebbene proprio su questa presa di dovrà inne- tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
stare uno spinotto jack collegato con i termi- nica Pratica, abbiamo preparato que-
nali 2-3 del nostro trasmettitore. sta Interessante raccolta di pubblica-
All'atto dell'inserimento dello spinotto jack sul- zioni.
l'apposita presa del televisore, si esclude auto-
maticamente il suono in altoparlante e lo si Le nove copie della rivista sono state
invia ali 'avvolgimento primario del trasforma- scelte fra quelle, ancora disponibili,
tore T 1 del trasmettitore. ma in rapido esaurimento, In cui sono
Qualora il televisore risultasse sprovvisto di apparsi gli argomenti di maggior suc-
questa presa, si dovrà provvedere ad installar- cesso della nostra produzione edito-
la, seguendo le indicazioni riportate sugli sche- riale.
mi di figura 4.
In alto di figura 4 si vede il circuito finale audio
del televisore prima della modifica. In basso è T9RIA EIETTA9RIA, METTA9EIA
EP
riportato lo schema del circuito realizzato dopo ca2:-'7
· - -·ca~: ,.-r,g- cai."·-~ -
la modifica, con l'inserimento della presa jack,
che potrà essere fissata sul pannello di chiusura s e
i'es. -
del televisore. ELE'l"l'llOIWA ~ ELETTBOIIGA
r:turca scouc rr =- rurA
g zz ro"/ggze

" - ·-·-1 -- =
s e %%
-e

COLLAUDO

li collaudo delle apparecchiature consiste nel osano@


C wi
'g •
sintonizzare ricevitore e trasmettitore sulla stes- BILANCIAME NTO STEREO LUCI PSICHEDOELUCHE LUCCIOL A ELETTRONIC A

sa frequenza di lavoro e di orientare opportuna-


mente il trasmettitore in modo da raggiungere
una emissione sonora, sul ricevitore, molto in-
.t
2:
i4e
, __
s.=z-l- i a v ,
tellegibile. RIVELATORE DI GAS UNA RAMPA LUMINOSA TRASMETTITORE PER O
In pratica; si accende il ricevitore e lo si sinto-
nizza su una zona della gamma delle onde me-
die sicuramentelibera da emittenti e distur-
bi.uindiQ si sistemail trasmettitore alla distan- L. 7.500
za di un paio di metri dal. ricevitore e lo si ali-
menta. Poi si ruota molto lentamente, con un Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
cacciavite, la vite di regolazione del compen- ciale della nostra Editrice, a tutti i
satore C 1, sino ad avvertire, attraverso l'alto- nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
parlante del ricevitore, il caratteristico soffio teresse del dilettante, che fa rispar-
dell'alta frequenza. A questo punto si collega miare denaro e conduce alla realizza-
l'entrata del trasmettitore con l'uscita del tele- zione di apparecchiature elettroniche
visore, mantenendo il livello sonoro di quest'ul- di notevole originalità ed uso corrente.
timo molto basso. Si dovrebbe ora ascoltare alla
radio l'audio TV.
Se la riproduzione sonora non dovesse risulta-
re buona, occorrerà sintonizzare meglio il rice-
vitore radio ed eventualmente agire sul con-
trollo di volume del televisore sino a raggiun-

--
gere il meglio della riproduzione.
' /

461
ATTENUATORE AUDIO
AUTOMATICO
L'attenuatore elettronico automatico è un di- attualmente la sua massima collocazione presso
spositivo che riduce il livello di un segnale per- le radio private, nelle discoteche e, come abbia-
manente, quando al suo ingresso viene appli- mo detto, nelle grandi aziende commerciali ed
cato, di quando in quando, un secondo segnale industriali. Perché con esso si possono control-
audio. lare i livelli dei segnali audio provenienti da
Per esempio, nei supermercati è divenuta un'abi- ricevitori radio, giradischi, amplificatori, regi-
tudine il far ascoltare in continuazione, ai stratori, ecc.
clienti, della musica leggera, a basso livello so-
noro, per rendere più gradevole il tempo da
trascorrere durante gli acquisti. Ma questa mu- PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
sica, assai spesso, si affievolisce e fa da sotto-
fondo ad un annuncio pubblicitario o ad una Dopo aver interpretato la funzione vera e pro-
comunicazione di servizio. pria dell 'attenuatore elettronico automatico,
Ad affievolire la musica, che rappresenta il se- cerchiamo ora di interpretarne il funzionamento.
gnale permanente, provvede il secondo ed occa- li quale si basa sulle caratteristiche di un tran-
sionale segnale, che è quello proveniente dal sistor FET.
microfono, tramite un circuito che prende il Questo transistor può essere considerato, fra i
nome di attenuatore automatico. suoi elettrodi di drain e source, come una resi-
Questo semplice esempio di utilizzazione dell'at- stenza passiva, il cui valore dipende dalla ten-
tenuatore automatico è sufficiente per far capire sione presente fra l'elettrodo di controllo, cioè
al lettore quali applicazioni pratiche possa tro- il gate e il source.
vare questo interessante progetto, che raggiunge Per la verità, anche in un normale transistor

462
• E' attualmente presente nei sistemi di riproduzione audio
dei supermercati, delle radio private, nelle discoteche.

• Le sue pratiche applicazioni si estendono dalle medie e


grosse organizzazioni commerciali a quelle industriali.

bipolare è possibile far variare il processo di duttore di tipo P o di tipo N, nella quale vie-
conduttività in relazione alla corrente di base, ne ricavata una giunzione tramite una porzione
ma non è possibile assimilare tale componente di materiale di polarità opposta, che forma
ad una resistenza, sia pure a causa della presen- una fascetta la quale circonda la sbarretta del
za delle giunzioni interne. Per esempio, il tran- semiconduttore.
sistor si comporta in maniera estremamente di- Polarizzando inversamente la giunzione, si
versa in relazione alla polarità del segnale. Il crea una strozzatura con il risultato di far di-
FET invece garantisce una buona linearità, che minuire la corrente che viene fatta scorrere
si traduce in una bassa distorsione del segnale attraverso la strozzatura stessa che, più comu-
d'uscita. nemente, viene chiamata « canale ».
Per comprendere il meccanismo intimo del ca-
nale occorrerebbero nozioni precise di fisica dei
GENERALITA' SUL FET cristalli impuri; ma non è questa la sede per
sollecitare il lettore ad uno studio puramente
Poiché il transistor FET gioca un ruolo im- teorico che, alla fine, risulterebbe inutile per
portante nel progetto dell'attenuatore automa- l'interpretazione del principio di funzionamento
tico di livello riportato in figura 1, riteniamo del progetto dell 'attenuatore elettronico di fi-
opportuno soffermarci un po' sulla natura e gura 1. Occorre invece sapere che, polarizzan-
sulla meccanica di funzionamento di questo im- do inversamente la giunzione del FET, si ot-
portante componente. tiene una zona di svuotamento delle cariche
La sigla FET, che trova origine nel linguag- elettriche in grado di trasportare la corrente;
gio anglosassone, vuol significare: Field-Effect- ciò corrisponde sostanzialmente ad un assot-
Transistor, cioè: transistor ad effetto di campo. tigliamento del canale e ad una corrisponden-
Nella sua forma più semplice, il FET è costi- te riduzione del flusso di corrente.
tuito da una sbarretta di materiale semicon- In commercio esistono due tipi di transistor

L'automatismo elettronico di questo originale dispositivo con-


siste nell'abbassare il livello di un segnale audio, normal-
mente riprodotto senza soluzione di continuità, quando su
di esso si vuol far prevalere un secondo, occasionate segnale,
senza alcun intervento manuale da parte dell'operatore.

463
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ct:

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464
use.

Flg. 2 . Piano costruttivo della sezione elettronica dell'attenuatore automatico


realizzata su circuito stampato. Sui due lati minori del rettangolo della basetta
di bachelite si applicano I capicorda, sui quali verranno saldati i terminali
dei conduttori collegati con gli elementi esterni (boccole d'entrata, alimenta•
tore, Interruttore).

COMPONENTI
Condensatori R9 = 22.000 ohm
= 220.000 pF R10 = 470 ohm
c1 R11 100 ohm
C2 = 220.000 pF =
50 1F - 16 VI(elettrolitico) R12 = 15.000 ohm
C3 = 1.000 ohm
C4 = 10 F- 16 VI(elettrolitico) R13 =
10 F -16 VI (elettrolltlco) R14 = 4.700 ohm
c5 = 1.000 ohm
C6 = 2 µF -16 VI (elettrolitico) R15 =
100 F - 16 VI (elettrolltlco) R16 = 10.000 ohm (trimmer)
C7 = 10.000 ohm
CB = 100 F - 16 VI (elettrolitlco) R17 =
5 µF - 16 VI (elettrolitico) R18 = 47.000 ohm
C9 = 10.000 ohm
R19 =

-
c10 = 100 F - 16 VI (elettrolltlco)
1F- (a carta o ceramico) R20 = 4.700 ohm
c11 = 1.000 ohm
100 µF -16 VI (elettrolltlco) R21 = e.
C12 =
Resistenze Varie /
/

R1 = 33.000 ohm TR1 = BC108


R2 = 33.000 ohm TR2 = BC108
R3 = 470 ohm TR3 = BC108
R4 = 470 ohm TR4 = 2N3819
RS = 220 ohm TR5 = BC108
R6 = 100 ohm D1 = 1N914 (diodo al slllcio)
R7 = 33.000 ohm s1 = lnterrutt.
R8 = 10.000 ohm ALIM. = 9Vcc

465
FET: quelli a canale N e quelli a canale P. Entrambi i segnali, presenti sui collettori di TRl
II simbolo elettrico del FET è quello adottato e TR2, vengono inviati, attraverso delle reti
per TR4 nello schema elettrico di figura 1. resistivo-capacitive, ad uno stadio miscelatore
In questo caso, poiché la freccia dell'elettro- pilotato dal transistor TR5.
do di gate (G) è rivolta verso l'interno, si Per offrire un'indicazione riassuntiva al lettore,
tratta di un FET a canale N; nei transistor possiamo dire che il collettore di TR 1 applica
FET a canale P la freccia del gate è rivolta il segnale al condensatore elettrolitico C4, men-
verso l'esterno. / tre il collettore del transistor TR2 applica il se-
Le poche nozioni fin qui esposte si posson.o ora gnale al condensatore elettrolitico C6. Entram-
riassumere dicendo che il meccanismo/ della bi questi condensatori elettrolitici applicano poi
conduzione del transistor ad effetto di/ campo i loro segnali al solo condensatore elettrolitico
risulta legato principalmente alle variazioni C9 che, a sua volta, li applica alla base del tran-
di tensione dell'elettrodo di gate rispetto al sistor miscelatore TR5.
source (S). /
/
/
SOMMA DEI SEGNALI
AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE
Il transistor TR5 esegue la somma algebrica dei
Il progetto deJJ'~ i figura I è com- due segnali provenienti dai collettori di TR! e
posto da varie sezioni, che assolvono le fun- TR2 e poiché questi due segnali si trovano in
zioni loro attribuite. Il tutto viene realizzato opposizione di fase tra loro, nel transistor TR5
con cinque transistor, di cui quattro sono di si dovrebbe verificare il loro annullamento.
tipo NPN ed uno è un FET. I quattro transi- Ma in pratica ciò non avviene, perché il segnale
stor NPN sono tutti al silicio. proveniente dal collettore di TRI, prima di
I primi due transistor TR1-TR2 compongono un raggiungere il condensatore elettrolitico C9 e
amplificatore differenziale che, oltre ad am- quindi la base di TR5, subisce una forte ridu-
plificare il segnale applicato all'entrata E 1, lo zione in ampiezza a causa della presenza del
« sdoppia », generando, sui due collettori, al- partitore resistivo composto dalla resistenza
trettanti segnali tra loro uguali in ampiezza ma RIO e dal transistor FET. Infatti, come si può
in opposizione di fase. notare, il segnale uscente dal collettore di TR 1

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA

466
in parte raggiunge, attraverso la resistenza R 14, scita, quello presente sul collettore del transi-
il condensatore C9 e la base di TR5 e in parte stor TR5. E questo, sempre facendo riferimen-
viene applicato al drain (D) del transistor FET. to all'esempio riportato all'inizio dell'articolo,
Ne consegue che, in condizioni di riposo, ossia è il caso di quando si parla al microfono, ossia
quando all'entrata E2 non viene applicato al- quando la presenza di un secondo segnale, ap-
cun segnale, la somma algebrica dei segnali, ope- plicato all'entrata E2, fa abbassare automatica-
rata dal transistor TR5, non vale più zero, ma mente il volume sonoro della musica per ren-
rimane a favore del segnale proveniente dal col- dere comprensibile la parola.
lettore del transistor TR2, perché il segnale in
controfase, proveniente dal collettore di TR 1,
che dovrebbe annullarlo, è alquanto ridotto in REGOLAZIONE DI SOGLIA
ampiezza e può soltanto interferire con una
lieve riduzione. Sull'elettrodo di source del transistor FET è
Se dobbiamo far riferimento all'esempio ripor- collegato il trimmer potenziometrico R 16 che,
tato all'inizio di questo articolo, quando abbiamo attraverso la resistenza R15, è a sua volta col-
ricordato il caso della musica che accompagna legato con la linea della tensione positiva di ali-
gli acquirenti durante la loro permanenza nei mentazione del circuito. Ebbene, con questo
supermercati, questa è la condizione elettroni- trimmer, come si può facilmente arguire, è pos-
ca dell'attenuatore quando nessun segnale viene sibile regolare a piacere la tensione di riposo
applicato alla seconda entrata E2, ossia quando del source di TR4. E questa regolazione corri-
nessun comunicato commerciale o ordine di ser- sponde in pratica ad un controllo della resisten-
vizio viene trasmesso attraverso il microfono za del FET, cioè ad un controllo sia della soglia
collegato con E2. di intervento di tutto il circuito dell'attenuatore
elettronico automatico, sia del rapporto tra se-
gnale attenuato e segnale non attenuato.
IL SECONDO SEGNALE

Quando all'entrata E2 viene applicato un se- SINTESI TEORICA


gnale audio, per esempio quello proveniente da
un microfono, interviene il transistor amplifica- Allo scopo di far rimanere meglio impresso
tore TR3. Infatti il condensatore C2 applica il nella mente del lettore il principio di intervento
segnale alla base del transistor TR3 e al catodo dell'attenuatore automatico, riassumiamo ora
del diodo raddrizzatore al silicio Dl che prov- brevemente tutta la parte teorica fin qui espo-
vede a rettificarlo. Ma quando il transistor TR3 sta in maniera forse troppo dettagliata.
viene reso conduttore, a causa della presenza Quando all'entrata El è applicato un segnale
del segnale applicato alla sua base, il conden- audio, questo si sdoppia nel differenziale com-
satore elettrolitico es, normalmente caricato posto da TR1-TR2. Sui due collettori sono pre-
positivamente attraverso la resistenza R 17, col- senti due segnali in opposizione di fase, che
legata con la linea di alimentazione positiva del tendono a neutralizzarsi. Ma quello di TRl
circuito, si scarica attraverso TR3 e la resi- viene ridotto dal partitore R 10-TRA4 (FET).
stenza R9, facendo diminuire la tensione fra il Quindi, in assenza di segnali sull'entrata E2,
gate e il source del transistor FET, ossia ren- sull'uscita dell'attenuatore è presente il segnale
dendo il gate negativo rispetto al source e fa- applicato ad E1, quasi interamente.
cendo aumentare, conseguentemente, la resi- Quando invece si applica un segnale su E2,
stenza di drain di TR4. TR3 conduce e es si scarica provocando una
In tali condizioni, il partitore di tensione, com- diminuzione della tensione gate-source ed un
posto dalla resistenza R 10 e dal transistor FET, conseguente aumento della resistenza di drain.
attenua in misura inferiore il segnale prove- Quindi il transistor FET ora attenua di meno
niente dal collettore del transistor TR 1, con- il segnale proveniente da TRl, che può annul-
servandogli buona parte della sua ampiezza lare in grande misura quello proveniente da
originale, che è ora in grado di annullare, con TR2. E ciò significa attenuazione del segnale
la sua opposizione di fase, peraltro solo par- uscente da TR5.
zialmente, il segnale uscente dal collettore di Naturalmente, il segnale uscente dal circuito di
TR2. figura 1, così come una parte di quello prove-
Possiamo ora concludere dicendo che l'immis- niente dal microfono, debbono essere applicati
sione di un segnale sull'entrata E2 provoca una a due entrate distinte di un amplificatore di
immediata attenuazione del segnale globale d'u- bassa frequenza e di potenza, in grado pure di

467
rCN.° l
·»,r
L \ ege o e]
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato sul quale deve
essere realizzata la sezione elettronica dell'attenuatore automatico.

miscelare i due segnali. Perché il nostro proget- Facciamo presente che la numerazione riportata
to, anche se abbiamo attribuito al transistor TR5 sui due lati minori del rettangolo è la stessa che
la denominazione di miscelatore, non è in grado appare sul disegno dello schema elettrico di fi-
di miscelare i due segnali applicati alle due en- gura 1.
trate E 1-E2. Il transistor TR5, infatti, miscela I componenti da inserire sulla basetta del cir-
soltanto i due segnali provenienti dai due col- cuito stampato non sono pochi; pertanto racco-
lettori di TRl e TR2, che compongono il diffe. mandiamo di fare la massima attenzione, duran-
renziale il quale opera uno sdoppiamento del te il lavoro di montaggio del dispositivo, in mo-
segnale proveniente dall'entrata E I. do da non scambiare un elemento con un altro
di valore diverso.
La stessa attenzione va posta durante le opera-
MONTAGGIO zioni di inserimento nel circuito dei condensa-
tori elettrolitici e del diodo raddrizzatore al si-
Il piano costruttivo dell'attenuatore elettronico licio D1, il cui catodo si trova da quella parte
automatico è quello riportato in figura 2. Esso dove è presente un anello di riferimento. Per
riflette, in pratica, la parte del circuito teorico i condensatori elettrolitici abbiamo provveduto
racchiusa fra linee tratteggiate in figura l. Al a riportare, sullo schema di figura 2, tante cro-
di là di tali linee sono rappresentati quegli ele- cette in corrispondenza dei terminali positivi di
menti che verranno montati a parte, sul conteni- questi componenti.
tore del dispositivo. Essi sono: l'alimentatore a Sui terminali contrassegnati con numeri si do-
9 Vcc, l'interruttore S1 e le due boccole d'en- vranno inserire sette capicorda, sui quali si sal-
trata dei segnali E1-E2. deranno i terminali dei conduttori che dovranno
Il circuito elettronico si realizza su circuito raggiungere gli elementi esterni al circuito di
stampato, di cui in figura 3 è riportato il dise- figura 2.
gno in grandezza reale. Esso va composto su una Il tutto potrà essere racchiuso, a lavoro ultima-
basetta di bachelite di forma rettangolare, delle to, in un contenitore metallico, al quale potran-
dimensioni ci i 12 x 6,5 cm. no essere affidate le due funzioni di elemento

468
@

IN
ACC/SP

0
Fig. 4 - Esempio pratico, molto comune, di applicazione dell'attenuatore
automatico. Il segnale proveniente dal microfono viene sdoppiato ed inviato,
in parte all'attenuatore, In parte all'amplificatore di potenza. Gli elementi, che
compongono questo Insieme, sono: riproduttore audio (1), microfono (2), cavi
di conduzione dei segnali all'entrata dell'attenuatore (3), attenuatore audio
automatico (4), cavi schermati di conduzione dei segnali da miscelare all'am-
pllficatore di potenza (5), amplificatore di potenza (6), partitore del segnale
proveniente dal microfono (7).

conduttore della linea di massa (linea di alimen- significa che il segnale uscente dal microfono
tazione negativa) e di schermo elettromagnetico. deve essere sdoppiato ed inviato, in parte, ad
una delle due entrate dell'attenuatore, in parte
ad una delle entrate dell'amplificatore di po-
IMPIEGO DELL'ATTENUATORE tenza.
In figura 4 proponiamo un chiaro e comune
L'uso dell'attenuatore va fatto in accoppiamen- esempio di applicazione pratica dell'attenuatore
to, da un parte, con le due sorgenti di segnale, elettronico automatico.
dall'altra con un amplificatore di bassa frequen- Qualora l'amplificatore di potenza non fosse in
za e di potenza in grado di miscelare due segna- grado di miscelare due segnali diversi, allora
li, di cui uno è quello proveniente dal nostro bisognerà provvedere all'inserimento di un
attenuatore. L'amplificatore, quindi deve essere MIXER nella catena audio, più precisamente
dotato di due entrate. Perché l'altra deve rice- fra l'entrata dell'amplificatore e le due uscite,
vere il segnale proveniente dal microfono. Ciò quella del microfono e quella dell'attenuatore.

469
Uno strumento elettronico
per un gioco di forza.

Si utilizza durante il tempo libero


fra parenti ed amici.

DITA DI FERRO
Tutti conoscono quella gara di forza, condotta PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
da una coppia di concorrenti, che va sotto il
nome di « braccio di ferro ». Ebbene, noi ab- Vediamo ora di che cosa si tratta. li giocatore,
biamo inventato un nuovo tipo di competizione che si propone di esprimere al massimo le forze
che vogliamo denominare « dita di ferro», per- possedute tra le dita di una mano, stringe un
ché in essa si valuta la forza fisica che ognuno elemento sensore, fra il pollice e l'indice, e con-
ha tra il dito pollice e l'indice delle due mani. trolla la lancetta di un microamperometro per
Ancora una volta, dunque, vogliamo invitare i vedere fino a qual punto della scala essa arriva.
lettori al divertimento elettronico o, più preci- Colui che riesce ad ottenere la massima devia-
samente, alla costruzione di un apparato di ca- zione dell'indice dello strumento vince la gara
rattere agonistico da conservare in casa e da e si proclama il più forte.
utilizzare, durante il tempo libero, fra parenti Il sensore, sotto la pressione delle dita della
ed amici, per giocare o per scaricare i nervi do- mano, varia la propria resistenza ohmmica, la-
po una giornata stressante. Lasciamo quindi da sciandosi attraversare da una corrente elettrica
parte l'elettronica seria e professionale, per sof- di intensità variabile a seconda della forza pro-
fermarci su un aspetto faceto di questa disci- fusa nella gara dal concorrente. Un transistor
plina e per realizzare un progetto assolutamente amplifica questa corrente al punto da pilotare un
semplice e nuovo, che ha lo scopo di introdurre microamperometro da 500 A fondo-scala, il
qualche momento di ricreazione e svago nella quale misura inequivocabilmente e indiretta-
vita del lettore. mente le forze dei gareggianti.

470
Talvolta il gusto dell'elettronica lo si scopre nella realizza-
zione di apparati di svago e divertenti, come quello presen-
tato e descritto in questa sede, che è in grado di valutare
inequivocabilmente la forza di pressione che può produrre
la stretta di due dita di una mano.

La sensibilità di reazione del circuito può essere elementi: il sensore, il potenziometro, il transi-
regolata a piacere tramite opportuno potenzio- stor, lo strumento ad indice, l'interruttore e l'ali-
metro. mentatore.
In condizioni di riposo, quando non è sottopo-
sta ad alcuna pressione, la spugnetta del sensore
IL SENSORE presenta, fra le sue facce opposte, un certo va-
lore resistivo, per esempio quello di 200.000
La parte più importante del dispositivo, che mi- ohm. In base alla legge di Ohm, quindi, la cor-
sura la forza delle dita, è certamente costituita rente che scorre attraverso il circuito è stabilita
dal sensore, che appartiene alla categoria dei dalla somma dei valori delle resistenze della
trasduttori di pressione ed è in grado di rilevare spugnetta e del potenziometro R1, nonché da
la forza d'azione su una determinata superficie. quella del ramo amplificatore (TR 1) derivato.
Ovviamente, non si tratta di un sensore profes- Ma questo valore di corrente non è importante
sionale, nel quale vengono sfruttati, ad esem- ai fini della valutazione delle forze delle dita,
pio, fenomeni piezoelettrici, come avviene nei mentre importa che il microamperometro A
modelli industriali, perché nel nostro sensore si segnali una certa indicazione. A tale scopo, dun-
utilizzano quelle « spugnette nere », dentro le que, si interviene sul perno del potenziometro
quali vengono normalmente conservati i circuiti R 1 e lo si regola in modo che l'indice dello stru-
integrati di tipo MOS e CMOS. mento segnali un minimo passaggio di corrente
Come si sa, i circuiti integrati MOS e CMOS attraverso la giunzione collettore-emittore del
debbono essere costantemente protetti da ogni transistor amplificatore di corrente TR 1.
concentrazione di cariche elettriche statiche, le Quando si esercita una pressione sul sensore,
quali potrebbero divenire la causa di un loro tramite le dita di una mano, la sua resistenza,
danneggiamento. A tale scopo, dunque, vengono che inizialmente abbiamo supposto nel valore
prodotte queste spugnette che, essendo impre- di 200.000 ohm, scende al valore di 700 ohm.
gnate di polveri di grafite ed altre sostanze con- Ma tali valori possono essere estremamente va-
duttrici di elettricità, sono dei veri e propri ele- riabili ed è questo il motivo che fa entrare in
menti conduttori. Ma la conduttività delle spu- gioco il potenziometro di sensibilità R 1. In-
gnette non è comunque paragonabile a quella
fatti, qualora sotto pressione il sensore dovesse
dei metalli e si rivela notevolmente variabile in
conformità delle dimensioni delle spugnette e provocare una deviazione verso il fondo-scala
delle pressioni su di esse esercitate. dell'indice del microamperometro, tramite R1
Proprio quest'ultima caratteristica viene sfrut- si provvederà a diminuire la sensibilità del cir-
tata nel nostro sensore, che in pratica, misura la cuito.
resistenza elettrica presente tra le opposte fac- L'aumento del flusso di corrente, provocato
ce di una spugnetta conduttiva. dalla pressione esercitata sulla spugnetta, è do-
vuto alla diminuzione della resistenza ohmmica
di questa, in quanto i microscopici granuli di
ESAME DEL CIRCUITO polvere conduttrice in essa contenuti, deter-
minano, con il loro reciproco avvicinamento, una
Analizziamo ora il comportamento del circuito riduzione della resistività e quindi un aumento
teorico di figura 1, che è composto da soli sei di corrente in base alla legge di Ohm:

471
s1

7
8 µA
G
"el 7,5V

,a
~

,<

Fig. 1 - Il circuito elettrico del dispositivo che consente di effettuare il


gioco delle "dita di ferro» è composto da soli sei elementi: il sensore, il
potenziometro che regola la sensibilità dell'apparato, il transistor ampll-
ficatore, Il microamperometro, l'interruttore e la pila di alimentazione.

-----COMPONENTI-----
R1 50.000 ohm (potenz. a varlaz. lin.) A = mlcroamperom. (500 A fondo-scala)
TR1 = BC107 s1 = lnterrutt.
PILA = 1,5V

I= V: R REALIZZAZIONE DEL SENSORE

nella quale si vede come ad ogni diminuzione di Il primo elemento che il lettore deve costruire,
R (resistenza) corrisponde un aumento di I per poter poi realizzare il gioco delle « dita di
(corrente), ovviamente a parità di valori di ferro », è il sensore a pressione.
tensione V. In figura 3 sono riportati i particolari di questa
Il principio di funzionamento del circuito di fi- singolare composizione.
gura 1 può essere ovviamente sfruttato per la Gli elettrodi veri e propri sono rappresentati da
realizzazione di altre applicazioni, ben diverse due piastrine metalliche (non di alluminio) , di
da quella per cui il progetto è stato presentato. forma quadrata e delle dimensioni di 20 x 20
Per esempio si protranno comporre degli origi- mm circa. Su di esse si saldano a stagno i con-
nali antifurto, dei circuiti d'allarme od altri ap- duttori elettrici che collegano il sensore con il
parati ricreativi. circuito elettronico. Poi si interpongono fra le

472
PRESA
SENSORE

Fig. 2 . Piano costruttivo dell'apparato descritto nel testo e montato su con-


tenitore di plastica. In corrispondenza della manopola di comando di sensibilità
si deve applicare una piccola scala graduata. Il microamperometro può essere
sostituito con un tester commutato su una gamma di misure amperometrlche
da 500 A fondo-scala.

due piastrine metalliche, due pezzetti di gom- La realizzazione del sensore a pressione rappre-
ma-spugna per integrati MOS e CMOS, delle senta un problema alquanto semplice. Non altret-
stesse dimensioni e della stessa forma delle due tanto semplice, invece, potrà rivelarsi l'altro
piastrine metalliche. Quindi si lega il tutto con problema, quello del reperimento delle gom-
del nastro adesivo, come indicato nel disegno a me-spugna per integrati. Perché non tutti abi-
destra di figura 3. tano nelle grandi città, dove esistono grossi
Sarà bene che il nastro adesivo ricopra intera- punti di vendita di materiali elettronici, rifor-
mente le superfici metalliche delle piastrine, in niti anche di queste particolari spugne. A co-
modo da evitare, durante le prove di forza, il storo, quindi, consigliamo di rivolgersi presso
contatto diretto tra il metallo e l'epidermide, un qualsiasi laboratorio di riparazioni radio-TV,
che falserebbe le indicazioni offerte dal micro- dove i tecnici, assai spesso costretti a sostitui-
amperometro. Infatti, come si sa, l'epidermide re gli integrati MOS e CMOS nelle varie appa-
presenta una certa resistenza al passaggio della recchiature elettroniche, dispongono di que-
corrente elettrica e questa resistenza varia da sto materiale che diviene presto per loro inser-
individuo a individuo col variare del sudore, vibile. E poiché la spugna conduttiva viene co-
del grado di salinità e dello stato di salute. struita in diversi tipi, più o meno soffici, potendo
Dunque, se per caso con i polpastrelli delle di- scegliere, raccomandiamo di preferire il tipo
ta di toccassero le piastrine metalliche, ossia gli più soffice, perché è il più elastico e il più adat-
elettrodi del sensore, la conduzione elettrica sa- to a sopportare ripetute prove pressorie. In
rebbe condizionata non solo dalle spugnette, ma ogni caso, per aumentare 1 'elasticità del sensore,
anche dalla resistenza elettrica corporea. E le si potranno sovrapporre anche più di due strati
prove di forza non darebbero più indicazioni di gomma-spugna, il cui spessore si aggira intor-
imparziali. In pratica, alla resistenza delle spu- no ai 6+7 mm. E ciò significa che con due soli
gnette si aggiungerebbe, in parallelo, una nuova strati sovrapposti si raggiunge lo spessore com-
resistenza che faciliterebbe ancor più il flusso plessivo di 12 + 14 mm. Con tre strati lo spesso-
di corrente attraverso il circuito segnalatore. re aumenta a 18±21 mm. Ed aumentando l'ela-

473
GOMMA SPUGNA

SPINOTTO

NASTRO
ADESIVO
ELETTRODI

Fig. 3 • Con questi disegni Interpretiamo la costruzione del sensore a pres-


slone. I due elettrodi sono rappresentati da due lamierini, non di alluminio,
sui quali si saldano a stagno i conduttori che raggiungono, tramite apposito
spinotto, la presa inserita su un fianco del contenitore di plastica del dispo-
sltivo.

sticità, aumenta in corrispondenza anche la imporre un frequente ricambio della pila stessa.
gamma di lavoro. Il microamperometro più adatto per questo tipo
di montaggio è quello da 500 A fondo-scala,
ma coloro che vorranno evitare questa spesa
REALIZZAZIONE DEL CIRCUITO potranno servirsi di un normale tester, commu-
tato su una scala amperometrica di 500 A
Il circuito teorico di figura 1 potrà essere rea- fondo-scala.
lizzato in pratica secondo il piano costruttivo Sulla faccia superiore del contenitore, in corri-
riportato in figura 2. spondenza con la manopola innestata sul perno
Il montaggio si effettua dentro un contenitore del potenziometro di sensibilità R 1, converrà
di plastica, sulla cui faccia superiore compa- comporre una semplice scala graduata, per rico-
iono tre elementi: il perno del potenziometro noscere immediatamente i livelli di sensibilità.
di sensibilità R 1, il frontale del microampero- La regola comunque è la seguente: quanto più
metro A e l'interruttore Sl. Su un fianco il cursore del potenziometro R 1 viene spostato
del contenitore è invece presente la presa per verso la linea di alimentazione negativa, tanto
il sensore. maggiore è la forza che le dita debbono eser-
L'alimentatore del circuito è rappresentato, citare sulle piastrine metalliche del sensore per
molto semplicemente, da una pila da 1,5 V, i raggiungere una stessa deviazione dell'indice
cui morsetti verranno saldati a stagno sui rela- del microamperometro uA.
tivi conduttori, giacché l'autonomia di eserci- Concludiamo invitando i lettori a lasciar trascor-
zio, tenuto conto dell'esiguo consumo di cor- rere qualche minuto tra una prova pressoria e
rente che si verifica soltanto quando si pone l'altra, in modo da consentire alla gomma-spu-
mano al dispositivo per giocare, è tale da non gna di riassumere la sua originale espansione.

474
Rubrica del principiante
elettronico

RIMI

ALIMENTATORI
Per trasformare la tensione alternata in tensione periodi in cui è carente. Ma il problema che
continua, secondo i metodi più classici dell'elet- si prospetta frequentemente al principiante è
trotecnica, si debbono eseguire due distinte ope- quello di stabilire con esattezza i valori capaci-
razioni: dapprima si deve trasformare la ten- tivi dei condensatori di livellamento.
sione alternata in tensione unidirezionale pul- Purtroppo, la risposta a tale domanda non può
sante e poi occorre ridurre quest'ultima ad una essere precisa, perché il valore delle capacità
tensione perfettamente continua. Al primo pro- di livellamento è condizionato da alcuni elemen-
cesso provvedono di solito i diodi raddrizzatori ti, i più importanti dei quali sono:
al silicio, al secondo fanno fronte le cellule di
livellamento, composte da una resistenza e da Io • Valore della corrente assorbita dal carico.
uno o più condensatori di filtro che, quasi sem-
pre, sono dei condensatori elettrolitici. 2° Ondulazione residua accettabile.
I condensatori di filtro immagazzinano energia
elettrica, quando questa sovrabbonda all'uscita L'ondulazione residua che, come si sa, è pure
del circuito raddrizzatore, e la restituiscono nei denominata « ripple », rappresenta la differenza

475
I vari sistemi di flltragglo e stabilizzazione rappresentano gli
argomenti principalmente trattati In questa seconda ed ulti-
ma puntata. Non mancano tuttavia alcuni interessanti accen-
ni alla stablllzzazlone elettronica, mediante i moderni circuiti
integrati.

tra il valore massimo e quello minimo della VALORE CAPACITIVO


tensione presente sui terminali del condensatore
di livellamento quando questo, per effetto della In linea di massima si può optare per un valore
corrente assorbita dal carico, è sottoposto ai con- capacitivo di 2.000 F circa per ogni ampere
tinui cicli di carica e scarica. Ma è difficile dire di corrente assorbita dal carico, quando può es-
quale sia il valore di ripple più accettabile, per- sere tollerato un forte ripple o è presente a valle
ché questo dipende in misura notevole dalla un circuito di stabilizzazione, mentre occorre
pratica applicazione dell'alimentatore. Per esem- orientarsi sui valori attorno ai 10.000 F per
pio, nelle apparecchiature industriali che con- ogni ampere di corrente assorbita dal carico,
trollano relé od altri organi elettromeccanici, quando si vogliano ottenere bassi ripple, senza
un valore di ripple anche elevato non crea alcun l'inserimento di ulteriori sistemi di livellamento
inconveniente. Mentre nei circuiti amplificatori o di stabilizzazione .
audio, molto sensibili, è assolutamente necessa- Pertanto, per i quattro importanti valori di cor-
rio che il ripple sia ridotto al minimo valore renti assorbite dal carico e qui sotto elencati, si
possibile, Tuttavia, se il circuito di filtraggio è potranno attribuire al condensatore di livella-
seguito da un circuito di stabilizzazione, allora mento i valori capacitivi compresi nelle quattro
sono consentiti ripple anche del 10+ 20% circa. gamme citate in corrispondenza.

• Rl
~ A B

+
-,
Cl C2
[+ e
USCITA
~

Fig. 1 • Esempio di circuito di piccolo alimentatore con filtraggio idoneo per


le correnti di bassa Intensità, ossia di 100+300 mA al massimo. Nel testo
si Interpreta il metodo di calcolo della resistenza R in relazione con la
corrente assorbita dal carico.

476
Fig. 2 • Per diminuire Il ripple ed abbassare la tensione a valle del ponte
P1 al valore desiderato in uscita, si inserisce talvolta, nel circuito dell'all-
mentatore, un amplificatore che funge da moltiplicatore di capacità. In pra-
tica, li valore capacitivo di C2, visto dal carico, risulta virtualmente moltipli-
cato per un fattore pari al guadagno del transistor TR.

50mA 100--;- 500 F Utilizzando, ad esempio, il circuito alimentatore


riportato in figura I, che bene si adatta per l'ac-
0,5A 1.000 --;- 5.000 µF coppiamento con piccoli apparati elettronici,
conviene sempre abbondare con il dimensio-
2A 4.000 + 20.000 F namento del condensatore elettrolitico C 1, men-
tre C2 assume un valore capacitivo metà di
5A 10.000 + 50.000 F quello di C 1.

Cl
+
C3
+ e
USCITA CC.
e

Fig. 3 - A volte conviene rendere regolabile la tensione d'uscita dell'alimen-


tatore, mediante un partitore resistivo, nel modo indicato in questo circuito.
Normalmente il potenziometro R2 assume un valore doppio di quello di R1 .

•• .. - - --------------------
477
I
TR
11

i
@%i
e3
ci=
+ 1_ , T
e
USCITA
e
D2 /A 2ce

Fig. 4 . Circuito di alimentatore con tensione d'uscita stabilizzata tramite


diodo zener. Questo schema è analogo a quello riportato in figura 2; la
sola variante consiste nell'Inserimento dell'elemento DZ.

Quando si realizza un circuito alimentatore è Per indicare al lettore il modo con cui si deve
bene ricordare che, soprattutto in presenza di calcolare questa resistenza, conviene proporre
condensatori di capacità elevata, i collegamen- un esempio.
ti, fra il trasformatore e il raddrizzatore e fra Supponiamo di voler alimentare un apparato
questo e il condensatore di livellamento, deb- elettronico che, con la tensione di 9 Vcc, assor-
bono essere molto corti. E ciò perché le forti be una corrente di 100 mA. E supponiamo di
correnti di carica, ben più elevate di quella me- utilizzare un trasformatore riduttore della ten-
diamente richiesta dal carico, provocano cadu- sione di rete che, sui terminali dell'avvolgimen-
te di tensione che si traducono in un ripple to secondario, fornisce una tensione alternata
aggiuntivo. del valore efficace di 9 Veff. Al quale corrispon-
Anche il trasformatore di alimentazione dovrà de un valore di picco di:
essere adeguatamente sovradimensionato, dato
che la resistenza dell'avvolgimento secondario, 9V V2-12,7Vcirca
provocando anch'essa una caduta di tensione,
può far aumentare il ripple. Ma ricordando che sui diodi raddrizzatori si
verifica una caduta di tensione di 1,2 V circa,
ne consegue che su I condensatore elettrolitico
RESISTENZA DI FILTRO C 1 si avranno, senza alcun carico collegato al-
l'uscita dell'alimentatore, ossia a vuoto, picchi
Le cellule di livellamento sono normalmente di tensione di:
composte, come si può notare in figura 1, da
un condensatore di livellamento (C1), da una 12,7- 1,2 = 11,5 V
resistenza di caduta (RI), che prende anche il
nome di resistenza di filtro e da un secondo Ora, supponendo che per effetto di un dato
condensatore di livellamento, il cui valore capa- carico il ripple sia di 200 + 300 m V, il valore
citivo è di circa la metà di quello di C 1. reale della tensione presente sui terminali di C 1
La resistenza R 1, dunque, è inserita nel circui- sarà:
to di livellamento allo scopo di provocare una
caduta di tensione fra il valore della tensione 11,5-0,3 = 11,2V
presente a valle del raddrizzatore (PONTE) e
quella che deve essere presente ali 'uscita del- Quindi, per disporre sui terminali del conden-
l'alimentatore. satore elettrolitico C2, ossia in uscita, della ten-

478
MOLTIPLICATORE DI CAPACITA'

Per diminuire il ripple e, allo stesso tempo, per


diminuire il valore della tensione, presente a
valle del circuito raddrizzatore, al valore richie-
sto in uscita, anziché far uso della tradizionale
cellula di filtro, composta, come nel circuito di
figura 1, dalla resistenza Rl e dai due conden-
9V satori elettrolitici Cl-C2, si può ricorrere ad un
amplificatore, che funge da « moltiplicatore di
capacità », come quello rappresentato in fi.
gura 2.
Con questo sistema, la capacità C2, vista dal
0,7 v carico, risulta virtualmente moltiplicata per un
fattore pari al guadagno del transistor TR.
+1,4V In realtà tuttavia non si moltiplica la capacità,
in quanto l'energia immagazzinata nei conden-
0,7v satori dipende esclusivamente dalla capacità
reale. Il transistor TR compensa però le flut-
tuazioni della tensione di alimentazione sui
terminali del condensatore elettrolitico C 1 per
effetto del ripple, aumentando o diminuendo la
propria conduttività, in modo da annullarle.
La resistenza R 1 provoca, come nel caso del cir-
cuito di figura 1, una caduta di tensione. Essa
Flg. 5 - Uno zener caratterizzato da un preciso valore deve essere calcolata moltiplicando per il fat-
di tensione, qualora questo non sia reperibile in tore beta di amplificazione del transistor TR il
commercio, può essere « costruito w nel modo in-
dicato in figura, collegando in serie uno o più
valore teorico precedentemente individuato nel-
diodi al silicio, per esempio di tipo 1 N4004. l'esempio proposto.

COMUNE
(massa )
sione di 9 V, si dovrà attribuire alla resistenza
R 1 il valore ohmmico di:

9
11,2v- ' _22ohm
lOOmA

La potenza di dissipazione della resistenza R l


deve essere di: ENTR. use.
P = R X 12 = 22 X 0,01 = 0,22 W

Con questo esempio, dunque, abbiamo dimo-


strato come si calcola il valore della resistenza
'
COMUNE
(massa)
Rl del circuito alimentatore di figura 1 con lo
scopo di provocare una precisa caduta di ten- Flg. 6 . Fra la componentistica attuale sono pre-
sione fra i punti A e B. senti alcuni tipi di integrati a tre piedini, che sono
Quando in pratica non si riesce a reperire il dei veri e propri sistemi di stabilizzazione di gran-
valore della potenza calcolata per R 1, questo de praticità. Quello riportato in figura è realizzato
dovrà essere elevato al valore standard più pros- in contenitore plastico TO220.
simo. Per esempio, il valore di 0,22 W dovrà
essere elevato a quello di 0,5 W (mezzo watt).

479
I

I ingr: l Ie I use.

8-
s
±e e
o

Il use.
' i. 6

Fig. 7 • Esempio di circuito alimentatore con stabilizzatore integrato a tre


piedini. I condensatori C2-C3 hanno Il valore di 100.000 pF, sono di tipo cera-
mico ed hanno lo scopo di eliminare le autooscillazione a radiofrequenza che
possono distruggere l'integrato.

UN CALCOLO EMPIRICO sioni continue ed eliminiamo, nel circuito di


figura 2, la resistenza R 1.
Coloro che volessero evitare il calcolo prece- L'indicazione segnalata dal tester sarà di O V,
dentemente suggerito, potranno effettuare un perché mancando la resistenza di polarizzazione
calcolo empirico, cioè estraneo al rigore tecni- il transistor TR non conduce.
co, nel modo seguente. In sostituzione della resistenza R1, ossia della
La tensione rettificata da P 1 viene inviata al resistenza di polarizzazione di base di TR di
collettore di TR, che è generalmente un transi- cui ci siamo proposti di individuare empirica-
stor di potenza, per esempio un 2N3055, il quale mente il valore ohmmico, possiamo inserire al-
diviene conduttore se si polarizza la sua base cune resistenze di valore dieci volte superiore a
tramite la resistenza R 1. Sull'emittore di TR è quello della resistenza di carico di 9 ohm. Per
dunque presente la tensione continua da utiliz- esempio le resistenze di valore standard di 86
zare all'uscita dell'alimentatore. Ora suppo- ohm - 100 ohm - 120 ohm, scegliendo fra que-
niamo di conoscere il valore massimo della cor- ste quella che, in uscita, determina la presenza
rente che si vuol assorbire dal circuito di figura della tensione desiderata di 9 V.
2. E questo valore sia di 1 A. E' ovvio che il transistor di potenza TR si ri-
Colleghiamo all'uscita del circuito dell'alimen- scalderà parecchio durante il funzionamento e
tatore una resistenza in grado di assorbire la per tale motivo esso andrà montato su oppor-
corrente di 1 A alla tensione di 9 V Questa tuno radiatore. Anche la resistenza R 1 dovrà
resistenza, in virtù della legge di Ohm, deve avere una adeguata potenza di dissipazione
avere il valore di: ( I o 2 W).
Il valore del condensatore elettrolitico C2 sarà
9V: 1 A 9ohm pari ad un decimo di quello di C 1, mentre il va-
lore di C3 potrà essere quello di 10+50 µF.
e la potenza di: TI ripple residuo, che attraverso la resistenza R1
raggiunge la base di TR, viene amplificato dal
9V 1A= 9W transistor con segno invertito e quindi annulla-
to o quasi completamente annullato.
Colleghiamo ora, in parallelo a questa resisten- In pratica il transistor TR del circuito di figura
za, un tester commutato nella misura delle ten- 1 si comporta come la resistenza R 1 del circuito

480
di figura 1, ma con maggiore efficacia di questa. carico in uscita e si divide questo valore per il
L'alimentatore riportato in figura 2 richiede guadagno minimo teorico del transistor impie-
una tensione di valore superiore sui terminali gato. Di solito R2 assume un valore doppio di
del ponte raddrizzatore. Per esempio, per poter quello di R 1.
disporre della tensione di 9 V in uscita, il tra- Un altro elemento da tener presente è che la
sformatore dovrà erogare, sull'avvolgimento se- tensione filtrata, presente sui terminali del con-
condario, la tensione di 12 V. densatore elettrolitico C1, sia superiore a quella
La potenza dissipata sul transistor TR è elevata. d'uscita di almeno 3 + 4 V. E tale grandezza ver-
Infatti, con i valori di tensione di 15,4 V sul rà poi tenuta in considerazione durante il cal-
collettore e di 9 sull'emittore, fra questi due colo della potenza dissipata dal transistor TR,
elettrodi si ha una differenza di potenziale di ben per sapere se questo dovrà o no venir oppor-
6,4 V che, con la corrente di 1 A, dissipa una tunamente raffreddato.
potenza di 6,4 W. Infatti si ha:

6,4V X 1A = 6,4W STABILIZZAZIONE A ZENER

Ecco perché il transistor TR deve essere oppor- In tutti i circuiti di alimentatori fin qui trattati
tunamente raffreddato. si è sempre supposto che il carico assorbisse
una corrente di valore preciso e costante. Ma in
pratica ciò accade raramente, perché le varia-
REGOLAZIONE IN USCITA zioni di assorbimento da parte degli apparati
elettronici sono frequenti e variano in funzione
Purtroppo, il coefficiente di amplificazione dei delle più svariate condizioni di lavoro. Per esem-
transistor varia a volte notevolmente anche fra pio, quando si eleva il volume sonoro di un am-
esemplari di ugual tipo, serie e marca e ciò può plificatore audio, l'assorbimento di corrente au-
condurre ad errori nel calcolo della resistenza menta, oppure aumenta in un apparato con usci-
Rl del circuito alimentatore di figura 2. Con- ta a relé, quando questo componente viene ec-
viene quindi rendere regolare l'uscita, mediante citato. Ecco dunque la necessità di stabilizzare
un partitore resistivo, nel modo indicato nel la tensione d'uscita degli alimentatori mediante
progetto di figura 3, Normalmente, per determi- il diodo zener. Il quale è un componente elet-
nare i valori delle due resistenze R1-R2, si sta- tronico, strutturalmente uguale ad un normale
bilisce che queste vengano attraversate da una diodo a giunzione P-N che, se polarizzato in-
corrente pari a 5 + 10 volte quella assorbita dal versamente, mantiene costante la tensione sui

ingr: use.
JC
R2

e
Vcc. ENTR.
Flg. 8 • Agli Integrati a stablllzza-.
c1 C2
zlone fissa si sono recentemente ~
affiancati quelli con tensione d'u-
sclta variabile al variare del carico,
tra I quali ricordiamo Il modello
LM317 di cui riportiamo In figura
un esempio circuitale applicativo.

481
Fig. 9. Schema elettrico del cir-
cuito contenuto internamente ad
un integrato a stabilizzazione fissa
della serie 78 .

.,
lii
.
lii
, .
"',
011

n2

+··+ out
la

Fig. 10 . Schema elettrico del circuito contenuto internamente ad un Inte-


grato stabilizzatore a tensione variabile modello LM317.

482
suoi terminali anche al variare della corrente REGOLATORI DI TENSIONE
che lo attraversa. Ovviamente il campo di la-
voro delle correnti che attraversano il diodo ze-
Modello Tens. minima entr. Tens. uscita
ner è abbastanza ridotto, per cui si ricorre
quasi sempre all'accoppiamento di tale compo-
nente con un amplificatore a transistor nel mo- 7805 10 V I 5V
do indicato in figura 4.
La tensione d'uscita, in questo caso, rimane 7806 11 V 6V
stabilizzata ad un valore pari a: .
7808 14 V 8V
Vusc. = Vzener 0,6 V 7810 17 V 10V
7812 19V 12V
rappresentando 0,6 V il valore della tensione
di giunzione tipica di base-emittore del tran- 7815 23V 15V
sistor TR.
7818 27 V 18V
7824 33 V 24 V
COLLEGAMENTI ZENER

Pur esistendo in commercio una vasta gamma N .B. Il valore massimo della corrente è di O, 7 A
di diodi con diversi valori di tensioni zener, può (1 A picco)
capitare di non trovare lo zener che serve. In
tal caso il problema si risolve costruendo uno
zener su misura nel seguente modo. cati nella tabella, si riferiscono alle prestazioni
In serie al diodo zener si collegano uno o più professionali, mentre per usi dilettantistici pos-
diodi al silicio, tenendo conto che per ogni diodo sono essere inferiori. Per esempio, la tensione
aggiuntivo la tensione di zener aumenta di d'ingresso sul modello 7805 può essere di 7 V.
0,6+0,7 V.
In figura 5 e riportato un esempio di diodo ze-
ner nel quale la tensione originale di 9 V viene REGOLATORI VARIABILI
aumentata di 1,4 V. I diodi al silicio possono
essere di tipo 1N4004. Ai modelli di stabilizzazione di tensione d'usci-
ta fissa si sono recentemente affiancati altri ele-
menti con tensione d'uscita variabile. Tra que-
INTEGRATI STABILIZZATORI sti, uno dei componenti che offre ottime pre-
stazioni è l'LM317, di cui in figura 8 riportia-
Fra la componentistica attuale esistono degli mo un esempio di schema applicativo. Con que-
elementi che sono dei veri e propri sistemi di sto integrato, in grado di fornire una corrente
stabilizzazione. Essi si presentano esteriormente di 1,5 A di picco, è possibile regolare la ten-
come un transistor di potenza, in contenitore sione d'uscita fra 1,2 V e 37 V, tramite un sem-
plastico TO220, come quello riportato in figura plicissimo circuito potenziometrico. Ovviamente
6, oppure in contenitore metallico TO3. Sono non si deve pensare di ottenere il valore di
semplicissimi da usare e forniscono prestazioni 1,2 V in uscita, con 1 A di corrente, alimentan-
di tutto rispetto. Lo schema riportato in figura do l'integrato a 40 V, in quanto si annullerebbe-
7 propone un esempio applicativo di uno di ro immediatamente le possibilità di dissipazione
questi regolatori, detti anche a tre terminali. di potenza dell'integrato.
Di questi componenti esistono modelli con va- Normalmente, la possibilità di variazione della
rie tensioni d'uscita, comprese fra 5 V e 24 V, tensione viene sfruttata soltanto per raggiun-
e con correnti che variano dai 100 mA, per i gere una regolazione precisa della tensione d'u-
modelli plastici simili a transistor di piccola po- scita, alimentando l'integrato con una tensione
tenza, ai 5 o 10 A per i modelli in contenitori di soli pochi volt, per esempio di 4±6 V supe-
metallici. Molto conosciuta è la serie 78 di cui riore a quella d'uscita.
esponiamo, nell'apposita tabella, i valori carat- Altra caratteristica particolarmente importante
teristici. di tutti i regolatori di tensione integrati è quella
Per questa serie il valore massimo della corren- di ridurre il ripple a valori praticamente tra-
te controllata è di 0,7 A, con 1 A di picco. scurabili, senza richiedere l'uso di condensatori
I valori minimi della tensione d'ingresso, elen- di filtraggio di valore elevato.

483
In barca, allo stadio,
sul ciclomotore o in auto.

La potenza è elevata
ed il consumo è minimo.

SIRENA BITONALE
Il settore in cui la sirena elettronica trova la bimento di corrente alquanto ridotto. E questi
sua più naturale applicazione è senza dubbio ultimi requisiti divengono estremamente impor-
quello degli antifurti. Perché essa può essere in- tanti in tutte le applicazioni di antifurti, dove
stallata nell'autovettura, nel negozio, nell'ap- occorre affidarsi esclusivamente all'energia elet-
partamento, nel garage o nella casa di campa- trica erogata da una batteria di piccola capacità.
gna. Ma quello degli antifurti non è il solo In commercio capita spesso di acquistare un di-
campo di utilizzazione della sirena, dato che spositivo pubblicizzato sotto il nome di « sirena
essa può essere montata sulle piccole imbarca- elettronica » e rendersi conto poi che l'apparato
zioni, sulle biciclette, sui ciclomotori ed anche è un comune oscillatore che emette un suono
portata dal tifoso allo stadio, sui campi di gio- di un'unica tonalità e che, essendo privo di ori-
co e dovunque si voglia attrarre l'attenzione del- ginalità, manca della caratteristica fondamen-
la gente. tale di una sirena vera e propria: quella del ri-
chiamo collettivo del pubblico. Per non cadere
in questo luogo comune, ci siamo proposti di
SUONO BITONALE generare un suono bitonale, il quale si compone
di un segnale che, per un certo tempo è carat-
La realizzazione di un dispositivo in grado di terizzato da un valore di frequenza che deno-
generare un suono è, allo stato attuale della miniamo f1, mentre per un altro periodo di
tecnica, molto semplice. Qualsiasi oscillatore, tempo questo valore cambia in un altro che
infatti, accoppiato ad un altoparlante, è in grado denominiamo f2 e che, ovviamente, è diverso
di svolgere tale funzione. Le cose si complicano da f 1. La commutazione tra le due frequenze è
invece quando da un generatore di suono si periodica e regolata secondo una frequenza f3.
pretendono variazioni più o meno originali e più Da quanto detto risulta ora chiaro che, per rea-
o meno impensate. In particolare, facendo rife- lizzare una sirena bitonale è necessario disporre
rimento alla sirena elettronica portatile, oltre di tre differenti segnali, con frequenze di valori
che la mcdulazione del suono, si rende necessa- fl-f2-f3. In particolare, nel nostro caso, mentre
ria una elevata potenza d'uscita con un assor- le frequenze f1-f2 assumono valori che rientrano

484
La realizzazione di questo originale circuito elettronico pre-
senta due interessanti finalità: quella di entrare in possesso
di uno strumento di attrazione e quella di seguire una pratica
lezione sull'uso degli integrati digitali.

nella gamma audio udibile, la frequenza f, che L'«1» logico si ha per tensioni superiori
è quella che determina la commutazione da un a 2V.
tipo di suono ad un altro, è molto bassa, dell'or-
dine dell'hertz o della frazione dell'hertz. Le uscite presentano per uno « O» una tensio-
La figura 6, pur non rispettando le scale dei ne non superiore a 0,4 Vcc, mentre per un « 1 »
tempi, offre un chiaro esempio dell'andamento presentano una tensione non inferiore a 2,4
dei tre segnali necessari per ottenere l'effetto V cc. La corrente assorbita da ciascun ingres-
sonoro bitonale. so è di 40 pA per lo stato « 1 », mentre assu-
I tre segnali vengono generati da altrettanti cir- me il valore di 1,6 mA per lo stato « O »,
cuiti oscillatori, per i quali si è fatto uso di due Ciascuna uscita è in grado di pilotare normal-
circuiti integrati della famosa serie TTL e di mente 10 ingressi (più di 10 nel caso di « buf-
tipo 7400, che vanno sotto il nome di integra- fer »).
ti digitali e che sono utilizzati in larga misura Questo dato viene normalmente indicato con il
in ogni settore. industriale, ma che sono pure termine di « Fanout ».
accessibili ai dilettanti in virtù della loro dif-
fusione capillare sul mercato e del costo abba-
stanza contenuto. DUE SEZIONI CIRCUITALI

Passiamo ora all'esame del circuito della sirena


INTEGRATI DIGITALI TTL bitonale, il cui schema è riportato in figura 1.
E diciamo subito che il circuito può essere sud-
Prima di introdurci nell'esame dettagliato del diviso idealmente in due parti: quella che gene-
progetto della sirena bitonale, vogliamo soffer- ra e controlla i segnali audio e quella che li
marci brevemente sul significato e sulle caratte- amplifica al punto da poter pilotare un alto-
ristiche degli integrati digitali TTL. parlante.
Gli integrati appartenenti alla cosiddetta fami- La prima sezione, che è poi quella più impor-
glia TTL, cioè Transistor-Transistor-Logie, sono tante e, senza dubbio, la principale, è stata rea-
dei circuiti che svolgono funzioni logiche im- lizzata mediante due circuiti integrati digitali
piegando esclusivamente transistor di tipo NPN. della serie TTL e di tipo 7400.
Le principali caratteristiche di questi integrati Il primo dei due circuiti integrati è quello che
sono le seguenti. nello schema elettrico di figura 1 porta la sigla
ICl, il secondo è invece siglato con IC2.
Alimentazione pari a + 5 V cc ± 5% . La seconda sezione, ossia la sezione relativa al-
1 'amplificatore di potenza, è composta da due
transistor di tipo NPN, ma di modelli diversi.
Temperatura ambiente di funzionamento
Il transistor TR 1, infatti, è di tipo 2N1711, il
compresa fra O e 70C, per la versione com-
transistor TR2 invece è un TIP 3055.
merciale e 55+ 4 125°C, per quella
L'alimentazione di tutto il circuito si ottiene
militare.
con la tensione di 5 Vcc, ma ciò significa che la
sirena, quando non si pretende da essa una
Elevata velocità di funzionamento. lunga autonomia di funzionamento, può essere
alimentata con due pile piatte, da 4,5 V ciascuna,
Lo «0» logico in ingresso si ha per tensioni collegate in parallelo, in modo da formare una
inferiori s 0,8 Vc. batteria caratterizzata da una discreta capacità.

485
r ---,

I
I
I
I
L _ __ .JI

486
ALL'ALTOP

Fig. 2 . Piano costruttivo della sezione elettronica della sirena bitonale. La


realizzazione è composta su una basetta di bachelite di forma rettangolare
sulla quale è presente il circuito stampato. Fra l'integrato IC2 e il con-
densatore C2 si noti la presenza di un ponticello (spezzone di filo con-
duttore), che completa la continuità elettrica del circuito.

------ COMPONENTI-----
Condensatori Varie
c1 = 220 µF -16 VI (elettrolltlco) ICI = 7400
c2 = 470.000 pF IC2 = 7400
c3 = 1(F - 16 VI(elettrolitico) TR1 = 2N1711
TR2 = TIP 3055
Resistenze AP = altoparlante (4 ohm - 10 W)
R1 = 1.500 ohm s1 = lnterrutt.

--
R2 = 1.500 ohm AL!M. = 5V
R3 220ohm
R4 1.000 ohm

SEZIONE DIGITALE TABELLA DELLA VERIT A'


L'analisi della prima parte del circuito di figura 1 INGR. 1 INGR. 2 use. NANO
si riduce a quella del comportamento dei due in-
tegrati IC1-IC2. Ciascuno dei quali dispone di o o 1
quattro dispositivi NAND a due ingressi.
Il NANO, lo rammentiamo, è una funzione lo- 1 o 1
gica che rispetta una precisa tabella della verità,
quella riportata a parte, nella quale « 1 » e «O » o 1 1
rappresentano i due possibili stati logici delle 1 1 o
funzioni binarie.

487
Nel nostro progetto i NANO, che talvolta ven-
gono utilizzati come degli INVERTER, colle-
I gando assieme i due ingressi, sono principal-
I mente impiegati per la generazione di tre se-
·I gnali ad onda quadra, quelli riportati in figura
I 6, con le frequenze fl-f2-f3.
100 1W Gli oscillatori sono ottenuti reazionando, me-
diante un condensatore, due stati NANO colle-

1
gati in cascata e, tramite una resistenza, l'intero
oscillatore costituito da tre NANO in cascata.
Facendo riferimento allo schema elettrico di
fìgura 1, si possono evidenziare tre oscillatori:
5,1 V AP 1214V Oscillatore A:IC1a-IC1b- IC1e (frequenza f3)
1W
e
Oscillatore B : IC2a - IC2b - IC2b (frequenza f1)

Oscillatore C : I1d - IC2d - 1C2e (frequenza f2)

Ora, dopo aver individuato i tre oscillatori, si


debbono fare alcune considerazioni.

- I L'oscillatore A, fra i tre, è l'unico che sia to-


talmente indipendente. Quando viene alimenta-
to, esso genera, indisturbato, la sua frequenza
tipica che, come abbiamo già detto in prece-
denza, risulta molto bassa.
Questo oscillatore dispone di due uscite in con-
trofase: l'uscita 6 di I Cl be l'uscita 11 di IC1c,
le quali abilitano, alternativamente, l'oscillatore
Fig. 3-Per aumentare la potenza d'uscita della sire- B, oppure l'oscillatore C. Questi due ultimi
na bitonale, occorre aumentare la tensione di ali-
mentazione, elevandola a 12+14 Vcc. Contempora-
oscillatori dispongono poi di una sezione in
neamente si debbono aggiungere due nuovi compo- comune, quella siglata con IC2c, che funge da
nenti: una resistenza di caduta e un diodo zener. nodo di scambio.

8 o
--+
Fig. 4 • Disegno in grandezza reale del circuito stampato che consente di
raggiungere un montaggio razionale e compatto della sirena bitonale.

488
OROLOGIO
TERMOMETRO
In scatola di montaggio

L. 56.000
Fig. 5 - li transistor di potenza TR2 è un modello
TIP 3055 di cui offriamo al lettore, con questo dise-
gno, la precisa disposizione degli elettrodi. Si tenga
presente che l'aletta di raffreddamento è collegata
elettricamente con l'elettrodo di collettore.

L'uscita di tale NAND sarà quindi caratteriz-


zata da un segnale a frequenza f1 oppure f2, a
seconda di quale dei due oscillatori risulta abi-
litato. SERVE PER COSTRUIRE:
Pertanto, sul piedino 6 di IC2c si viene a deter-
minare un segnale del tipo di quello diagram- un moderno orologio numerico a di-
mato in figura 7, che possiede tutte le caratteri- splay
stiche di un segnale bitonale.
un termometro di precisione
una radiosveglia
AMPLIFICATORE DI POTENZA
un interruttore elettrico temporizzato
Il segnale presente sul piedino 6 di IC2c, che
è un segnale a livello logico, di scarsa potenza,
viene applicato ad una coppia di transistor Ma offre la possibilità di realizzare
(TR 1-TR2), collegati nella nota configurazione innumerevoli e sofisticate ulteriori
Darlington, i quali consentono il pilotaggio di applicazioni tecniche.
altoparlanti anche di una certa potenza e a bas-
sa impedenza, 8 o 4 ohm.
A parità di valori di tensione di alimentazione,
la potenza diminuisce con l'aumentare dell'im-
pendenza dell'altoparlante.
Per esempio, rispetto all'impedenza di 4 ohm,
dell'altoparlante, un'impedenza dello stesso di
8 ohm provoca un dimezzamento della potenza
audio in uscita. Il transistor TR2, che è un
TIP 3055, lavora in onda rettangolare; la dissi-
pazione quindi è limitata. Dunque, salvo casi
di prolungatissima utilizzazione, il TR2 non ri-

489
T· CLOCK

2°CL0CK

3° CL0cK

Fig. 6 - Pur non rispettando le scale dei tempi, questi diagrammi riflettono
chiaramente l'andamento dei tre segnali ad onda quadra presenti nel cir-
cuito elettronico della sirena e necessari per raggiungere l'effetto bi-
tonale.

SEGNALE IN USCITA

Fig. 7 - Questo diagramma interpreta la composizione del segnale audio


uscente dal circuito della sirena bitonale. La forma d'onda è quadra e la
frequenza assume, alternativamente due valori diversi.

chiede alcun radiatore. Comunque, qualora si Rammentiamo infatti che la potenza d'uscita
volesse dotare il transistor di un elemento radia- può essere valutata tramite la seguente formula:
tore, si tenga ben presente che l'aletta, di cui è
fornito il componente, si trova in collegamento P=- V.Z
elettrico con il collettore. E ciò significa che,
usando il radiatore, questo va isolato mediante nella quale V rappresenta il valore della tensio-
un foglietto di mica. ne efficace e Z quello dell'impedenza di carico
(altoparlante).
Ora, tenuto conto che il segnale ad onda quadra
MAGGIOR POTENZA ha un'ampiezza di 10±11 Vpicco-picco, pari
a circa 5 + 5,5 Veff., è facile calcolare la po-
Come è noto, l'alimentazione degli integrati tenza d'uscita in funzione dell'impedenza del-
TTL, deve essere fatta con la tensione stabiliz- l'altoparlante.
zata di 5 Vcc o, meglio, come è stato citato nel- Per poter utilizzare una tensione di alimenta-
l'elenco delle caratteristiche di questi elemen- zione con valore diverso da quello prescritto di
ti, di 5 Vcc ± 5%. Ma per ottenere una 5 Vcc, è necessario realizzare la variante cir-
maggior potenza in uscita dal circuito della si- cuitale proposta in figura 3. La quale consiste
rena bitonale, è indispensabile elevare il valore nell'alimentare direttamente il carico, ossia l'al-
della tensione di alimentazione a quello di 12 toparlante, con la tensione più elevata (nel no-
Vcc circa, che assicura una potenza d'uscita stro caso di 12+ 14 Vcc) e nello stabilizzare
attorno ai 6 W su un carico di 8 ohm. invece, mediante un diodo zener, la tensione

490
del circuito di controllo, quello in cui lavorano toparlante da 4 ohm la potenza è da ritenersi
i due integrati TTL. sufficiente per una gran parte di utilizzazioni
Ovviamente, altri sistemi più sofisticati di sta- della sirena.
bilizzazione potranno essere adottati per questo Ai principianti raccomandiamo di far bene at-
scopo, come ad esempio 1 'uso di un regolatore tenzione a non commettere errori durante l'inse-
integrato a tre terminali. rimento nel circuito dei due condensatori elet-
trolitici, dei due integrati e dei due transistor.
Per i primi, nello schema pratico di figura 2, è
MONTAGGIO stata riportata una crocetta in corrispondenza del
terminale positivo. Per gli integrati, che sono
Il montaggio della sirena bitonale si esegue se- uguali, si deve tener conto che il piedino I si
condo il piano costruttivo riportato in figura 2, trova in prossimità di una tacca di riferimento
utilizzando ovviamente un circuito stampato, il (nello schema pratico di figura 2 è riportato
cui disegno in grandezza reale è quello di f- il numero 1 accanto al piedino 1 di ciascun in-
gura 4. tegrato). Per i due transistor, infine, l'indi-
La basetta di bachelite, sulla quale si deve com- viduazione dei tre terminali di base-collettore-
porre il circuito stampato, è di forma rettango- emittore è facilitata dall'indicazione di questi,
lare, delle dimensioni di 5 x 10 cm. Su di essa sullo schema pratico di figura 2, tramite le let-
si inseriscono tutti i componenti elettronici rac- tere « b-c-e ». In particolare, il transistor TR2
chiusi entro linee tratteggiate nello schema elet- è stato pure riportato, nella sua espressione
trico di figura 1. Pertanto, l'interruttore S 1, l'ali- esteriore, in figura 5.
mentatore e l'altoparlante vengono montati a A coloro che dovessero far uso della sirena elet-
parte su un contenitore, dentro il quale, ovvia- tronica bitonale in auto, sulla bicicletta o sul
mente, viene inserito pure il piccolo circuito ciclomotore e, comunque, là dove le sollecita-
elettronico. zioni meccaniche possono farsi risentire sul
Per quanto riguarda l'alimentatore, ricordiamo montaggio, consigliamo di saldare i piedini dei
che, qualora non si pretenda un funzionamemo due integrati direttamente sulle relative piste
prolungato nel tempo del dispositivo, una sem- del circuito stampato, senza cioè far uso degli
plice pila piatta da 4,5 V può risolvere bene il zoccoli portaintegrati, dai quali potrebbero, a
problema dell'alimentazione, perché con un al- lungo andare, facilmente sfilarsi.

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POTENZA MUSICALE: 49 W In versione stereo
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494
'

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L'applicazione alla barra di un qualsiasi segnale provoca l'accensione di uno


o più trattini di color rosso o rosso-verde. Serve per realizzare un gran nume-
ro di dispositivi di utilità immediata e continua, in casa, nel laboratorio e in
automobile. Di questi, una buona parte è illustrata e interpretata nel fascico-
lo di novembre '82 del periodico, che viene allegato gratuitamente al kit.

495
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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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496
LA PSIA DE LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

MINITRAPANI sostanziali modifiche che tutto sommato, pos-


sono valerne la pena. Non si scoraggi, dunque,
Ho letto con vivo interesse l'articolo apparso anche se, nel proporci la domanda, pensava di
sul fascicolo di maggio di quest'anno, riguar- dover semplicemente aumentare la tensione di
dante l'alimentazione dei motorini i corrente alimentazione e sostituire qualche componente.
continua dei piccoli trapani per usi dilettan- Gli integrati IC1-IC2, ad esempio, non pos-
tistici. E debbo dire che, proprio pe merito sono sopportare il valore di 24 V e ciò implica
vostro, ho potuto conoscere la tecnica .W.M., una riduzione dell'alimentazione a 12 V (15
cioè la modulazione con ampiezza di i pulsi, Vmax) mediante inserimento tra i terminali
che consente di alimentare il motore ele rico, 1-2, di un diodo zener da 1 W. La stessa ali-
anziché con una tensione continua di va mentazione dovrà ancora essere limitata tra-
regolabile, con un segnale ad onda quadra, dimite una resistenza da 470+: 560 ohm- W.
ampiezza e frequenza costanti, ma in cui viene Ma la modifica maggiore riguarda il circuito di
variato il rapporto on/off della tensione stes- potenza. Ossia il transistor TR1 dovrà essere
sa. Ora, sarebbe mia intenzione realizzare quel inserito in una diversa configurazione circuì-
progetto per collegarlo ad un motorino ali- tale, con l'emittore collegato a massa, cioè con
mentabile con la tensione continua di 24 V la linea di alimentazione negativa, e con il col-
anziché con quella di 14 V da voi indicata. lettore collegato con la base di TR2.
Come debbo comportarmi? Una resistenza da 220 ohm- W dovrà essere
VALENTI LEONARDO inserita tra collettore e base di TR2. Infine, il
Brescia collettore di TR2 dovrà ricevere l'alimenta-
zione positiva, anziché dalla tensione stabi-
lizzata che alimenta il controllo, direttamente
Affinché il progetto, cui lei fa riferimento, pos- dal morsetto positivo dell'alimentatore e non
sa funzionare con la tensione di 24 V, occorre a valle della resistenza di caduta prima men-
intervenire sullo schema originale apportandovi zionata.

497
ESERCITAZIONE IN CODICE MORSE

L'OSCILLATORE Avendo deciso di diventare radioamatore, vor-


rei cominciare ad esercitarmi nelle trasmissioni
e ricezioni in codice Morse. Mi servirebbe quin-

MORSE di lo schema di un semplice oscillatore da ac-


coppiare al tasto telegrafico.
ZAMBELLINI CESARE
Necessario a tutti i candidati alla patente di Genova
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse. Le consigliamo di realizzare questo oscillatore
a sfasamento che genera un segnale sinusoidale
di piacevole ascolto. Il trimmer R3 va regolato
in modo da innescare la reazione ed ottenere
la generazione del suono. T 1 è un normale tra-
sformatore d'uscita, che può essere eliminato
se si fa uso di un altoparlante di media im-
pedenza (30: 70 ohm) o di una cuffia che, nel
caso fosse di bassa. impedenza, dovrà essere
collegata in serie con una resistenza da 100
ohm circa.

IN SCATOLA DI MONTAGGIO

Il kit contiene: n. 5
L 14.500
condensatori ceramici -
9
n. 4 resistenze- n. 2 transistor- n. 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante - n. 1 cir- Condensatori
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n. 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas- c1 47 F - 16VI (elettrolitico)
sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma- C2 2:200 pF
C3
--- 2.200 pF
tassina filo-stagno.
C4 2.200 pF

Resistenze
CARATTERISTICHE
R1 = 470.000 ohm
Controllo di tono R2 = 100.000 ohm
Controllo di volume
R3 = 1.000 ohm (trimmer)
R4 = 1.500 ohm
Ascolto in altoparlante R5 == 10.000 ohm
Alimentazione a pila da 9 V R6 = 10.000 ohm
R7 = 10.000 ohm

Varie
TR1 = BC237
TR2 = BC237
TR3 = 2N1711
AP = altoparlante
T+ = trasf. d'use.
S1 = interrutt.
PILA = 9V

498
R5
Rl •
57 5 TR1
il
.R4

A= a
-
9V
e Il ~
R2
Il ;;;;;;;;;;;c1
il°

T
Il
-
I

REGOLATORE DI POTENZA
IN .SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DIMONTAGGIO
controllare:

- La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità' di piccoli motori elet-


trici.

3- La temperatura di un saldatore.

4- La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Protenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)
TERMOSTATO ELETT RONICO rappresentato da cinque diodi al germanio,
che determinano una variazione di tensione ti-
Per mezzo di un termostato elettronico, vorrei
pica di 50 mV/C su un valore, di riposo, di
controllare la ventilazione forzata di un'ap-
1 V circa. Questa tensione viene inviata ad
parecchiatura elettronica. Potreste pubblicare
ICI, che funge da comparatore di tensione e
un progetto di questo tipo?
comanda, attraverso TR2, il relé RL quando si
GNOCCHI DANIELE supera la soglia prefissata con R5. La resistenza
Pavia R8, variabile fra 10.000 ohm e 1 megaohm,
regola la differenza di temperatura tra il punto
Eccolo! In esso il sensore di temperatura è di attacco e quello di stacco del relé.

R9

OZI

SI

e
12 Vcc
e
+
R2
cI

Condensatori Varie
C1 = 22 F - 25 VI (elettrolitico) TR1 = BC177
C2 = 100F - 16 VI (elettrolitico) TR2 • = BC107
IC1 = SN72741 P
Resistenze D1- D2- D3- D4- D5 = diodi al germanio
R1 = 47ohm (quals. tipo)
R2 = 1.000 ohm D6 = diodo al silicio (1N4004)
R3 = 120 ohm DZ1 - DZ2 = diodi zener (3,3 V-1W)
R4 = 100 ohm DZ3 = diodo zener (6,2 V- 1 W)
R5 = 500 ohm (trimmer) RL = relé (12 V)
R6 = 470 ohm S1 = interrutt.
R7 = 10.000 ohm
R8 = 47.000 ohm
R9 = 10ohm

500
INDICATORE DI CONTINUITA' SI

Senza ricorrere all'uso dell'ohmmetro, vorrei po-


ter controllare la continuità circuitale dei più
svariati dispositivi elettronici tramite un segna-
latore acustico. Un tale strumento, tuttavia, non
dovrebbe rappresentare alcun pericolo di dan-
neggiamento dei più moderni componenti, quali
gli integrati, i CMOS, i fiET, ecc. Inoltre non o
4,5V
dovrebbe rimanere influenzato dalla continuità
apparente delle giunzioni a semiconduttore (dio-
e
di, led polarizzati direttamente, transistor, ecc.).
SPRIANO EMILIO
Verona PUNTALI

Le proponiamo la realizzazione di questo inte-


ressante circuito, in grado di rilevare la conti-
nuità ohmmica e discriminare il livello di condu-
zione al di sotto dei 20 ohm circa. La tensione sui
puntali è di 0,5 V circa, tale quindi da non con-
sentire la conduzione dei componenti da lei ci-
tati. L'oscillatore, pilotato da due transistor, co-
manda direttamente un piccolo altoparlante.

Condensatore Varie
C1 = 1.800 pF TR1 = BC109
TR2 8C177
Resistenze TR3 = 2N1711
R1 = 470.000 ohm (trimmer) D1 1N914 (diodo al silicio)
R2 = 470.000 ohm D2 1 N914 (diodo al silicio)
R3 = 470 ohm AP = altoparlante (20 ohm)
R4 = 1megaohm S1 interrutt.
R5 = 1.000 ohm ALIM. = 4,5 V

In scatola
ALIMENTATORE STABILIZZATO di montaggio

Caratteristiche
T
ensione regolabile 5 + 13 V
Corr.max. ass. 0,7A
1A
Corr. pt\
o
Ripple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabilizz. a 5 d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrariscaldamenti,
L. 15.800

501
SUONERIA TELEFONICA C3 = 100.000 pF
C4 = 10F-16Vl (elettrolitico)
In un telefono giocattolo per bambini vorrei in- C5 = 100.000 pF
serire una suoneria elettronica alimentabile a
C6 = 10F- 16VI (elettrolitico)
pile, ma in grado di imitare il trillo dell'ap-
parecchio telefonico. Resistenze
CANNATA GIUSEPPE R1 1.000 ohm
Catania R2 = 220.000 ohm (trimmer)
Questo progetto soddisferà certamente le sue
aspettative. Lo abbiamo realizzato con temporiz-
R3
R4
RS
R6
=
-- 2.200 ohm
2.200 ohm
20.000 ohm (trimmer)
2.200ohm
zatori tipo 555 e 556 ( corrispondente a due
555), di cui !Cl ha il compito di alimentare
e disalimentare ciclicamente IC2, mentre que-
st'ultimo provvede alla generazione del segnale
R7
R8

Varie
-
= 15.000 ohm
15.000 ohm

di BF e al pilotaggio di un piccolo altoparlante.


1C1 555
IC2 556
Condensatori AP altoparlante (16 ohm)
C1 16 F - 16 VI(elettrolitico) S1 interrutt.
C2 47 F- 16Vl (elettrolitico) ALIM. = 9Vcc

KIT - BOOSTER BF
Una fonte di energia complementare in scatola di montaggio

L 12.500
PER ELEVARE
LA POTENZA DELLE
RADIOLINE TASCABILI
DA 40 mW A 10 W!

Con l'approntamento di questa scatola di montaggio si vuol offrire un valido aiu-


to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.

502
SI
R1 I 8 IO
I I 13

7
• I li RJ'
Lf .
14

+wiw }
12

IC2 a , IC2b
e
9V
e Il .14
R2
I I Il
I
Il
.± ~6 5
9

r•
2
6 2 I Il .JJ.!c2 7

+rn ll Il c3
Cl Il
" "

KIT PER LAMPEGGII PSICHEDELICI


L. 18.200
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE a
Circuiti quattro canali separati indipendenti.
Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880W

► Potenza reale max per ogni canale:


Alimentazione:
100 + 400 W
220 V rete-luce
TEMPORIZZATORE PER GARAGE Condensatori
C1 = 3.300 pF
Ho realizzato, purtroppo senza successo, il C2 = 47F- 25 VI (elettrolitico)
progetto del temporizzatore per garage pubbli- C3 = 1.000F - 25 Vl (elettrolitico)
cato a pagina 185, nella rubrica « La posta del
Lettore », del fascicolo di marzo di quest'an- Resistenze
no. Mi potete dire se per caso quel circuito con- R1 = 15.000 ohm
tiene degli errori? R2 = 160 ohm
R3 = 10 megaohm (trimmer)
PATRINI CORRADO
Pisa
R4 = 160 ohm

Varie
Sì, esistono degli errori di disegno sulla parte
sinistra, in basso, dello schema, mentre i valori TRIAC = SC141GE
dei componenti sono esatti. Confronti questo D1 = 1N4004
IC1 = 555
schema corretto con quello errato cui lei fa ri- p1 pulsante
ferimento e si accorgerà delle variazioni appor- S1 = interrutt.
tate. T1 = trasf. (220 V - 6 V - 0,3 A)

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L 12.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti Ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori - n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR- n 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

e mo
1

.
504
CARICO

R3
RI R2
DI

Cl

+ SI
] c2
!Cl
+
CJ

RETE

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100 W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
mente adatto per lavori intermittenti
Illuminazione del punto di saldatura
professionali e dilettantistici.
C4 = 10.000 pF
C5 = 4.700 pF
Ho acquistato un ricetrasmettitore CB privo C6 = 100.000 pF
dell'S-Meter. Come posso fare per inserire
nell'apparato questo prezioso elemento di con- Resistenze
trollo? R1 = 100.000 ohm
V IO LA M AU RO R2 = 2.200 ohm
Foggia R3 = 4.700 ohm
R4 = 220 ohm (trimmer)
Per rispondere ad una domanda come la sua, R5 = 100.000 ohm
R6 = 2.200 ohm
sarebbe necessario conoscere il circuito elet- R7 == 10.000 ohm (trimmer)
trico dell'RX-TX. Tuttavia, possiamo ugual- R8 = 330 ohm
mente aggirare l'ostacolo, consigliandole la rea-
lizzazione del circuito qui riportato, che può es- Varie
sere accoppiato con qualsiasi apparecchio.
TR1 = 2N3819
TR2 = BC108
Condensatori TR3 == BC108
C1 22 pF D1- D2 = diodi al germanio
C2 100.000 pF DZ1 = diodi zener (6 V-1W)
C3 4.700 pF A = microamperom. (100 pA fondo-scala)

MODERNO RICEVITORE DEL PRINCIPIANTE


CON INTEGRATO
PER ONDE MEDIE
PER MICROFONO
PER PICK UP

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.750 (senza altoparlante)
L. 16.750 (con altoparlante)

CARATTERISTICHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile - Controllo volume: a potenziometro - 1 • Entrata BF:
500 ±50.000 ohm - 2 Entrata BF: 100.000 ±1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

ll kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria- 1 potenziometro di volume con interruttor e in-
corporato- 1 contenitore pile - 1 raccordatore collegamenti ptle - 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia- 1 circuito Integrato - 1 zoccolo porta integrato- 1 diodo al germanio- 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile • 10 pagliuzze capicorda - 3 condensatori elettrolitici- 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.

506
r t T T f w
R8
-@
9+12/
c2

Cl

k + { 01
ALL'ULTIMA MF
(term collettore)

A
es

RI
« , ±l 2

c6

MASSA

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W DI MONTAGGIO
COSTA

L. 34.200

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

2
MIXER A TRE INGRESSI Condensatori
Per ottenere effetti sonori speciali, vorrei colle- C1 =680.000 pF
gare al mio impianto di riproduzione audio un
C2 = 22 µF - 16 VI (elettrolitico)
C3 = 10F (al tantalio)
mixer. Potete consigliarmi un progetto semplice, C4 = 10F (al tantalio)
sicuramente funzionante.
RUSIN LORENZO Resistenze
Udine R1 = 47.000 ohm
R2 = 47.000 ohm
Sul funzionamento di questo progetto non ci R3 = 47.000 ohm
sono dubbi. Si tratta infatti di un classico ampli- R4 = 220.000 ohm
ficatore operazionale utilizzato come « somma- R5 = 10.000 ohm
tore ».
Varie
IC1 = (A741 (integrato)
S1a-S1b =
doppio interrutt.
ALIM. = duale (9 V + 9 V)

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 11.500 s

Per agevolare il compito di chi inizia


la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
riati componenti e materiali, non sem-
................
fy
pre reperibili in commercio, ad un
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V- 25 W)N 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante- N" 1 poggia-saldatore N" 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo . N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.

508
+
cv5 9V
6
El E2 E3 use

l ±.5 Slb

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica,. che poco o nulla
sanno di questadisciplina e non vogliono ulte-
riormente !'.!Jl-Vi-afe il piacere di realizzare i proget-
ti descriftì In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-

zIonare:
II simbolismo elettrico - L'energia elettrica· La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori - I resistori - I diodi
L. 5.000 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere lii success·o
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.
SENSORE DI UMIDITA' da innesco di un più potente TRIA, che con-
trolla direttamente il carico, da noi semplice-
Lo scantinato di un mio cascinale di campagna mente indicato tramite la lampada LP. Il
subisce, assai spesso dei piccoli allagamenti. TRIAC dovrà essere un modello adeguato al-
Vorrei quindi far in modo che la pompa idro- l'azionamento della sua pompa e, se necessa-
vora potesse intervenire automaticamente, du- rio, opportunamente raffreddato.
rante le mie assenze, quando ve ne sia la ne-
cessità. Quale circuito di controllo mi consiglia- C1 = 10.000 pF
te di realizzare? R1 = 10.000 ohm
SERVELLO GUIDO R2 = 10.000 ohm
Caserta R3 = 560 ohm
SCR = C109
T1 = trasf. (220 V- 6,3 V-5 W)
Realizzi questo circuito, nel quale l'SCR funge FUS. = 1A

0us

RI R2

CI

RE IE

SENSORI

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
- Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi. L. 11.800

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Voglio regalare a mia sorella, allieva di pia-
noforte, un metronomo elettronico. Mi sapete
dire in quale fascicolo arretrato è stato pub-
KIT PER CIRCUITI
blicato un tale progetto?
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Roma la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
Per abbreviarle i tempi di realizzazione del soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
circuito, preferiamo presentarle questo schema sto kit contiene pure la speciale penna
riempita di Inchiostro resistente al perclo-
a due transistor, di facile costruzione.
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
spensatore d'inchiostro della penna è pre-
sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
razione del liquido.

sl
TR2
c

Consente un controllo visivo conti-


nuo del processo di asporto.

AP
e
9V
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il prodotto finito.
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e dopo conservazione illimitata nel
tempo.
TR1
Il contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri
quadrati di superfici ramate.

C1 = 22 F - 12 V/ (elettrolitico)
R1 = 200.000 ohm (potenz. a variaz. Iin.)
R2 = 22.000ohm
TR1 = BC1O9
TR2 = 2N2905
AP = 8ohm
S1 = interrutt.
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boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2 A): regolabile fra
@ 5,7 e 14,5 Vcc
SPI +h
Stabilizzazione: - 100 mV
Aerone se@zzwro g9e" Corrente di picco: 3 A
u na
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata:
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
n. 3 Condensatori normali
- n. 3 Transistor
- n. 1 Diodo zener tttt
n. 1 Raddrizzatore

••5R.
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta)
n. Circuito stampato are a.arte

y é " i
m
-
n. Bustina grasso di silicone 11
n. Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi) _r
n. Voltmetro (con due resistenze presaldate) alle
de
- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
- n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
- n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au- ,
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling
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FM CON CIRCUITO
INTERRATO
CARATTERISTICHE

Tipo di emissione in modulazione di frequenza


Gamma di lavoro 88 + 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
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ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli che
sono privi di nozioni tecniche, a
a- costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-

- sionali o sociali, per scopi protet-


tivi e preventivi, per divertimento.
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GAMME A B e D
RANGES 100+400Kc 400+ 1200Kc 1,1+3,8Mc 3,5+12Mc
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RANGES 12-;-40Mc 40-;-130Mc 80+260Mc

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t TESTER ANALIZZATORE - mod. ALFA
(sensibilità 20.000 ohm/volt)
" .... ,.,
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e..._' g NOVITA'
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Questo tester
za consente con molta facilità l'allineamento di tutte.
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ghe, onde corte, ed in tutta la gamma di VHF. Il qua- interamente protetto
drante delle frequenze è di grandi dimensioni che con- da qualsiasi
sente una facile lettura.
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circuito interno
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Correnti continue 50 A - 0,5 mA - 1 O mA - 50 mA - 1 A
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diante uno scaricatore a gas e due fusibili.
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ANNO 12 - N. 9 - SETTEMBRE 1983

LA COPERTINA • Con la sua immagine a co-


lori, invita il lettore alla costruzione di un ri-
cevitore radio, con circuito superreattivo, ap-
positamente concepito per l'ascolto dei dia-
loghi fra i piloti degli aerei in volo e con le
torri di controllo degli aeroporti.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

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autorizzazione Tribunale Civile IN MISURA DI TENSIONI
di Milano - N. 74 del 29-2-1972 •
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DIREZIONE AMMINISTRA-
ZIONE- PUBBLICITA -- VIA RUBRICA DEL PRINCIPIANTE
ZURETTI 52 - 20125 MILANO. ANTENNE • 1 PARTE
Tutti i diritti di proprietà lette-
raria ed artistica sono riservati VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 564
a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni.
le fotografie, anche se non pub- LA POSTA DEL LETTORE 567
blicati, non si restituiscono.
RX - VHF

SUPER REATTIVO
DA 115 MHz A 135 MHz
Le possibilità di ascolto, di cui ogni lettore cora del tutto spento e che, in un determinato
potrà disporre realizzando questo sensibilissi- settore delle radiocomunicazioni, superando
mo ricevitore, sono veramente notevoli. Per- ogni interesse didattico e storico, conserva una
ché con esso si capteranno, oltre che i mes- grande vitalità. E il settore è quello delle ra-
saggi inviati a terra dagli aerei in volo, anche dioricezioni sulle gamme VHF, ossia delle al-
i dialoghi fra radioamatori, fra utenti della tissime frequenze.
banda cittadina e, più in generale, tutte le emis- Attualmente, nel sistema di trasmissioni VHF,
sioni sulla gamma a modulazione di frequenza. si incontrano due tipi diversi di modulazione
E il merito di ciò va interamente attribuito al dei segnali radio: la modulazione di frequenza
ricevitore in superreazione, detto pure superri- e la modulazione d'ampiezza. li primo tipo di
generativo. che nella storia della radiotecnica, modulazione è quello adottato da molte emit-
ancor prima dell'apparizione dei ricevitori ra- tenti radiofoniche; per esempio, le emittenti
dio a circuito supereterodina, che per la sele- RAI, che lavorano sulle VHF, comprendono ]a
zione dei segnali ricorrono al processo della banda degli 80-108 MHz, per le emissioni ra-
conversione di frequenza, ha conosciuto un diofoniche, e quella del canale audio dei pro-
periodo di grande successo. Che non si è an- grammi televisivi; la modulazione d'ampiezza.
Ascoltate la banda di frequenze aeronautiche.

Ascoltate i radioamatori, i CB e tutta la gamma FM.

Sostituendo la bobina di sintonia prescritta con altri tipi di bo-


bine, l'ascolto si estende fra i 50 e i 200 MHz.

L'alimentazione si effettua con quattro pile piatte da 4,5 V col-


legate in serie.

Con questo ricevitore, economico e di facile realizzazione, ap-


positamente concepito per l'ascolto della banda di frequenze
aeronautiche, si potrà captare buona parte delle emissioni ad
altissime frequenze, comprese quelle della modulazione di fre-
quenza, dei canali audio della televisione, dei servizi pubblici
e privati, purché si apportino delle piccole variazioni alla bobi-
na di sintonia.

517
rr=====.....:.'=€@) @}
- ii
«
::,o:,

o,
Cl: N
o====ll
e, Cl:
Cl:

====lii i
Condensatori
C1 = 1.000 pF
02 = 10.000 pF

t "
,_,
Cl:
la. I
C3
04
es
C6
=

=
=
100 p:F
= 10.000 p'f
100 pF
5,6 pF
~ C7 = 100.000 pF
ca = 100 pF
C9 = 1.000 p:F
C10 = 100.000 pF
I----
iC11 = 10.000 pF
C12 = 200.000 pF

518
Fig. 2- Piano costruttivo, eseguito su circuito stampato, del ricevitore adatto
per l'ascolto della banda di frequenze aeronautiche. Tutti gli elementi, racchiu-
si fra linee tratteggiate nello schema elettrico di figura 1, sono presenti in
questo disegno. La sintonia è ottenuta a mezzo diodo varlcap pilotato dal po-
tenziometro R4, Uno del due terminali dell'Impedenza di alta frequenza J1 è
collegato con Il punto di mezzo della bobina di sintonia.

-----COMPONENTI-----
C13 = 100 uF - 16 VI (elettrolitico) R12 = 150 ohm
C14 = 100 F - 16 VI (elettrolltlco) R13 = 1.200 ohm
R14' = 680.000 ohm
Resistenze R15 270 ohm
=
R1 = 470 ohm
R2 = 220.000 ohm Varie
R3 = 820 ohm TRA = 2N708
RA = 100.000 ohm (potenz. a varlaz. Iin.) TR2 2N3819 (TEXAS)
R5 = 100.000 ohm TR3 = BC107
R6 = 1 megaohm TRA = BC1O7
R7 = 22.000 ohm J1 = lmp. ,AIF (100 H)
R8 = 100 ohm 01 = diodo varicap (BA 102)
R9 = 2.200 ohm (potenz. a varlaz . lin.) D2 = diodo al siliclo (1N914)
R1O = 3.300 ohm - L1-L2 = bobine (vedi testo)
R11 = 3.300 ohm CUFFIA = 60 --+-- 1.000 ohm

519

1

Fig. 3 • Disegno in grandezza


reale del circuito stampato sul
quale deve essere montata la
sezione elettronica del ricevito-
re superreattivo.

invece, sempre considerata nel settore delle frequenza è abbastanza facile per la presenza
VHF, viene adottata da molti enti pubblici e nello spazio di segnali sempre disponibili e
privati. Ma per l'ascolto di entrambi i tipi di fortissimi, ciò non accade invece per l'ascolto
trasmissioni, in modulazione di frequenza e in degli aerei, perché in questo caso le trasmis-
modulazione d'ampiezza, si sono resi necessa- sioni sono sempre molto brevi e soltanto in
ri taluni circuiti abbastanza complessi, di tipo particolari condizioni di emergenza possono
a conversione di frequenza, che hanno creato protrarsi a lungo. Inoltre, a meno che non si
alcune difficoltà costruttive. H sistema della abiti in prossimità di un aeroporto, ci si ac-
superreazione, invece, permette di realizzare corgerà che diverrà più facile ascoltare gli
un circuito molto semplice, con un numero Ji. aerei che non la torre di controllo, perché i
mitato di componenti elettronici, che consen- segnali degli aerei giungono dall'alto e sono
te di raggiungere prestazioni che possono es- quindi più forti. Con tutto questo vogliamo
sere giustamente paragonate a quelle dei più avvertire il lettore che per l'ascolto della banda
elementari ricevitori a circuito supereterodina. aeronautica occorrerà molta pazienza nell'a-
Ma quel che più conta è che con il ricevitore spettare che un aereo trasmetta i suoi segnali,
in superreazione è sempre possibile ascoltare, ma poi i risultati diverranno soddisfacenti.
indifferentemente, sia le emissioni a modula- La gamma aeronautica rimane compresa fra i
zione di frequenza sia quelle a modulazione 115 e i 135 MHz. Ma cambiando la bobina
d'ampiezza. originale, con altre composte da un maggiore o
un minore numero di spire, si potrà spaziare fra
i 50 e i 200 MHz. In particolare, inserendo una
GAMME DI ASCOLTO ferrite nella bobina da noi prescritta, la gam-
ma di ascolto si estenderà fra gli 80 e i 110
Il ricevitore presentato in questa sede è stato MHz.
appositamente concepito per l'ascolto, con L'esposizione di questi pochi dati serve a far
grande sensibilità, della banda aeronautica. comprendere al lettore che con il ricevitore ra-
Cioè per captare le comunicazioni fra i piloti dio in superreazione l'ascolto è assai vasto. Ed
degli aerei e le torri di controllo e quelle fra è impossibile elencare tutte le trasmissioni che
le torri di controllo e gli aerei in volo. Tutta- si possono udire, perché esse dipendono in
via, se l'ascolto della banda a modulazione di gran parte dal luogo e dall'orario di ascolto.

520
Fig. 4 - Collegando un oscilloscopio sul
punto contrassegnato con la lettera « A »
nello schema teorico di figura 1, si vi-
sualizza questo treno d'onde, che rap-
presenta l'oscillazione di spegnimento.

Quindi possiamo soltanto ripetere che, con que- ma di tutto perché generano delle oscillazioni
sto apparecchio si potranno ascoltare le tra- che possono disturbare quei radioricevitori che
smissioni della polizia, delle emittenti radiofo- sono sintonizzati sulla stessa frequenza, in se-
niche in FM, dei canali audio della TV, dei condo luogo perché richiedono da parte del
radioamatori, dei servizi di pronto soccorso, costruttore una buona dose di pazienza nella
dei ponti radio privati, dei radiotaxi, oltre che fase di messa a punto. Ma se questi possono
degli aeroporti e degli aerei in volo per i quali essere gli svantaggi maggiori, il circuito super-
esso è stato appositamente concepito. Si tratta rigenerativo presenta pure dei vantaggi enormi.
dunque di bande di frequenze di particolare Essi sono: un solo circuito accordato è suffi-
interesse per il dilettante. Ed è questo uno dei ciente per realizzare il ricevitore; la sensibi-
motivi per cui riteniamo utile e invitante la lità è senza dubbio superiore a quella di un
realizzazione di questo ricevitore. normale ricevitore FM; vi è possibilità di de-
modulare segnali FM e segnali AM.
Con il ricevitore qui presentato l'ascolto av-
VANTAGGI E SVANTAGGI viene in cuffia, ma con l'inserimento di un
adatto trasformatore d'uscita l'audio è ottenu-
I ricevitori radio a circuito in superreazione to in altoparlante. Comunque vogliamo ricor-
sono poco usati per due principali motivi. Pri- dare che l'ascolto in cuffia, per certi tipi di se-

MIN. "V' MAX 'V'

POTENZ. POTENZ,
ALTA
BASSA
CAPACITA CAPACITA

Fig. 5 - li potenziometro R4 regola la sintonia del ricevitore facendo variare


la tensione inversa applicata agli elettrodi del diodo varicap, qui raffigurato
come un normale condensatore. In corrispondenza del valore minimo di ten-
sione si raggiunge il massimo valore capacitivo. Viceversa, alla massima ten-
sione corrisponde la minima capacità (schema a destra).

521
gnali, è da preferirsi a quello in altoparlante, dell'elemento attivo è spinta al massimo. E da
perché garantisce una maggior f e deità ed acui- qui deriva la grandissima sensibilità del cir-
sce la sensibilità. cdito del ricevitore in superreazione. Comun-
que, un circuito oscillatore non è in grado di
rivelare segnali di alta frequenza, ma soltanto
AMPLIFICAZIONE AF di produrli. Occorre dunque bloccare, con un
particolare sistema, il punto di innesco del-
l'autooscillazione RF appena questa si manife-
Il circuito teorico del ricevitore superreattivo
sta, in modo che il circuito possa raggiungere
è quello riportato in figura 1. In esso si nota
la sua massima sensibilità senza entrare defini-
la presenza di quattro transistor. li primo è
un amplificatore di alta frequenza, il secondo è tivamente in oscillazione. E questo particolare
un FET rivelatore dei segnali radio, gli ultimi sistema consiste nel far oscillare il circuito an-
due sono amplificatori di bassa frequenza in che su un'altra frequenza, il cui valore può
essere compreso fra i 10 e i 100 KHz. Tale
grado di pilotare una cuffia o un altoparlante.
La prima parte del circuito di figura 1 è quel- oscillazione, nel nostro progetto di figura 1, è
la amplificatrice di alta frequenza ed è pilotata ottenuta tramite l'impedenza J1 e il conden-
dal transistor TR 1, che è un NPN di tipo satore C4.
2N708. Se si potesse collegare un oscilloscopio, sul
Se si tiene conto della grande sensibilità dello punto contrassegnato con la lettera A nello
stadio rivelatore a FET, si potrebbe pensare schema di figura 1, si visualizzerebbe la forma
che l'amplificazione a radiofrequenza dei se- d'onda di questa oscillazione, che è chiamata
gnali, applicati tramite il condensatore C1 alla oscillazione di spegnimento e che è stata da
base del transistor TR 1, risulti superflua. Ma noi riprodotta in figura 4. Essa è talmente ele-
lo stadio amplificatore AF, oltre che fornire al vata da non essere assolutamente udibile, ma
rivelatore segnali più robusti, impedisce l'ir- in ogni caso interviene il condensatore C 11
radiamento delle oscillazioni generate dal ri- ad eliminarla.
velatore superreattivo. Ecco perché abbiamo Sul circuito di source (S) del transistor FET
sentito la necessità di inserire nello schema è inserito il potenziometro a variazione linea-
generale questo circuito di amplificatore AF. re R9, che controlla manualmente la reazione,
ossia il punto migliore d'ascolto del segnale
supersonico.
STADIO RIVELATORE

L'accoppiamento fra lo stadio amplificatore a SINTONIA


radiofrequenza e lo stadio rivelatore è di tipo
induttivo, ed è ottenuto tramite la bobina L2 Abbiamo accennato in precedenza al partico-
accoppiata alla bobina L1. lare sistema di sintonia adottato, per questo
li rivelatore è rappresentato dal transistor TR2, tipo di ricevitore radio, tramite un diodo vari-
che è un FET di tipo 2N3819 della TEXAS. ca p ( D 1) . Vediamo ora come esso è stato con-
Una bobina (L1) collegata tra drain e gate cepito. Il transistor TR 1 amplifica tutti i segnali
e un diodo varicap (D1) costituiscono gli ele- captati dall'antenna ed applicati alla sua base
menti che compongono il circuito di sintonia. tramite il condensatore Cl. Quindi la bobina
li circuito pilotato da TR2 è in pratica un L2 applica questi segnali alla bobina L 1. Ma
oscillatore a radiofrequenza, sintonizzato sulla in questa non tutti i segnali possono trovare
frequenza <li ricezione. Infatti, il segnale che via libera di circolazione, perché le caratteri-
entra attraverso il gate (G), esce amplificato stiche del circuito di sintonia, cui la stessa bo-
dal drain (D), ma ritorna ancora sul gate per bina L 1 appartiene, consentono il flusso di un
essere nuovamente amplificato da TR2. Si trat- segnale radio dotato di un preciso valore di
ta quindi di un percorso chiuso, che amplifi- frequenza, quello imposto dal circuito di sin-
ca sempre di più il segnale, fino al raggiun- tonia, che è stato realizzato tramite la bobina
gimento dell'autooscillazione. E a tale proposi- L1, il condensatore C5 e il diodo varicap D1.
to ricordiamo che in un ricevitore superreat- Il diodo varicap deve essere considerato come
tivo l'amplificazione può raggiungere le otto- un vero e proprio condensatore variabile, il
mila volte e più. cui valore capacitivo varia, anziché con il so-
Quando il transistor FET è in stato di oscilla- lito sistema meccanico della rotazione di un
zione, ciò sta a significare che l'amplificazione perno, elettronicamente, tramite una tensione

522
TRASF.
USCITA

k=

Fig. 6 - L'ascolto, oltre che con una cuffia


di medio-bassa impedenza (600 --;- 1.000 ohm),
può essere effettuato pure attraverso un
altoparlante da 8 ohm . 1 W. In questo ca- gpc AP
so, tuttavia, occorre inserire, fra i terminali
d'uscita 34, un trasformatore d'uscita mi- I
niaturizzato, anche di recupero, con primario I
adatto per push-pull di transistor e lasciando
non collegato (NC) il terminale centrale.

di controllo che, nel caso del nostro progetto, portamento del diodo varlcap è stato interpre-
viene regolata dal potenziometro R4. tato attraverso i due disegni riportati in figura
Si tenga presente che il diodo varicap funzio- 5. Quando la tensione inversa applicata al com-
na da condensatore variabile soltanto se esso ponente assume il suo valore minimo (disegno
viene polarizzato inversamente, cioè in condi- a sinistra), si ottiene la massima capacità, che
zioni di non condurre corrente. corrisponde a quella del condensatore variabi-
Le variazioni di capacità, che si ottengono nel le nel quale le lamine mobili sono affacciate al
diodo D1 mediante il controllo della tensione massimo a quelle fisse. Al contrario, quando
di polarizzazione inversa, sono dovute all'al- la tensione inversa applicata al diodo assume
Jontanamento e all'avvicinamento dei due stra- il suo valore massimo (disegno a destra) , si
ti di cariche elettriche di segno opposto che, raggiunge la minima capacità, che corrisponde
nella zona di giunzione PN del diodo D1, dan- a quella di un condensatore variabile nel quale
no origine alla « zona di svuotamento ». le lamine mobili sono completamente estratte
Con espressioni grafiche molto semplici. il com- ed allontanate il più possibile da quelle fisse.

G] ±
D
Fig. 7 • li transistor rivelatore TR2, che è di tipo FET, è
stato da noi prescritto nel modello 2N3819 della TEXAS, G G O
il quale può essere sostituito soltanto dall'analogo mo-
dello 2N3819 della NATIONAL. Ma anche questi due s 5 O
modelli presentano una lieve differenza nell'ordine di-
stributivo degli elettrodi, che in questo disegno sono
stati chiaramente evidenziati. TEXAS NATIONAL

523
Fig. 8 - Il circuito elettronico del ricevitore a superreazlone deve essere rac-
chiuso in un contenitore metallico, che assume pure le funzioni di schermo
elettromagnetico ed impedisce la dispersione delle oscillazioni RF. Sulla faccia
superiore, in posizione centrale, è applicato il bocchettone d'antenna, sul qua-
le si può inserire uno spezzone di filo conduttore rigido della lunghezza di un
metro. Su una faccia laterale del contenitore è composto il pannello di co-
mando del ricevitore; in esso sono presenti: la manopola graduata dl sintonia,
quella del controllo della reazlone, l'Interruttore e la presa per cuffla o alto-
parlante.

VANTAGGI DEL VARICAP mando manuale sul pannello frontale dell'ap-


parato anche tramite fili conduttori di notevole
I principali vantaggi derivanti dall'uso di un lunghezza.
diodo varicap, rispetto a quello di un conden- L'indeformabilità del componente nel tempo è
satore variabile, debbono ricercarsi nella inde- dovuta alla mancanza di lamelle che, come av-
formabilità del componente nel tempo, nella viene nel condensatore variabile, possono os-
insensibilità alle sollecitazioni meccaniche, nel- sidarsi o piegarsi.
le ridotte dimensioni e, soprattutto, nella possi- Per concludere diciamo che, mentre con il
bilità di controllo in tensione, che consente di tradizionale sistema di sintonia a condensatore
collocare il diodo nella posizione più appro- variabile è necessario, per la ricerca delle emit-
priata di un circuito stampato, derivando il co- tenti, far ruotare il perno del condensatore
stesso, con il diodo varicap, per la ricerca del-
le emittenti, basta manovrare il perno di co-

IL PACCO
mando di un potenziometro.

STADIO BF

Lo stadio di bassa frequenza del ricevitore è


DELL'HOBBYSTA
pilotato da due transistor planari al silicio di Per tutti coloro che si sono resi conto
elevato guadagno, di tipo BC107; essi sono ac- dell'inesaurlblle fonte di progetti con-
coppiati tra cli loro in corrente continua e ciò tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
garantisce un grande rendimento dello stadio nica Pratica, abbiamo preparato que-
ed una sufficiente fedeltà di amplificazione, la sta interessante raccolta di pubblica-
quale si aggira intorno alle 150 volte. zioni.
Il transistor TR4 è montato in circuito a col-
lettore comune, in modo da offrire un buon Le nove copie della rivista sono state
adattamento di impedenza con lo stadio prece- scelte fra quelle, ancora disponibili,
dente e con quello di carico, cioè con l'uscita. ma in rapido esaurimento, In cui sono
Il segnale audio è presente sui terminali della apparsi gli argomenti di maggior suc-
resistenza R15 e viene inviato alla presa di cuf- cesso della nostra produzione edito-
fia tramite ail condensatore elettrolitico C 14, il riale.
quale blocca le componenti continue. In questo
modo è possibile collegare direttamente con
l'uscita una cuffia di sufficiente sensibilità con
valore medio di impedenza ( 600 -;- 1.000 ohm) .

ASCOLTO IN AP

L'ascolto della banda aeronautica può essere


fatto, oltre che in cuffia, anche in altoparlante.
A tale scopo ci si dovrà procurare un trasfor-
matore d'uscita per push-pull con impedenza,
su1l'avvolgimento secondario, di 8 ohm. L'av-
volgimento primario di questo trasformatore è
dotato ovviamente di tre terminali, ma di que-
sti soltanto i due estremi verranno utilizzati
secondo quanto illustrato in figura 6. Il ter-
minale centrale verrà lasciato inutilizzato, cioè
non collegato (NC).
L'altoparlante dovrà avere una bobina mobile
L. 7.500
con impedenza di 8 ohm, cioè pari a quella
dell'avvolgimento secondario de1 trasformatore Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
d'uscita. La potenza di 1 W sarà più che suf- ciale della nostra Editrice, a tutti i
ficiente. nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
teresse del dilettante, che fa rispar-
miare denaro e conduce alla realizza-
zione di apparecchiature elettroniche
COSTRUZIONE DELLE BOBINE di notevole originalità ed uso corrente.

Prima di iniziare il montaggio del ricevitore


superreattivo, il lettore dovrà procurarsi tutti RIchledeteel subito IL PACCO DELL'HOBBY-
gli elementi necessari alla costruzione. Tra que- STA inviandoel l'importo anticipato di L 7.500
sti, tuttavia, le bobine Ll-L2 non sono reperi- a mezzo vaglia, assegno o c.c.p. N. 916205
bili in commercio e dovranno quindi essere • indirla ndo a: ELETTRONICA PRATICA -
20125 MILANO - Va Zureti, 52.
composte nel seguente modo.

525
Per ricevere 'la banda aeronautica, ossia per altre dimensioni rimangono le stesse della ban-
captare i segnali con frequenza di valore com- da aeronautica.
preso fra i 115 e i 135 MHz, la bobina L 1 sa- Per la gamma di frequenze di 135 : 150 MHz
rà composta da sette spire di filo di rame ar- la bobina LI verrà composta con sole 5 spire;
gentato del diametro di 0,8 : 1 mm. Comun- anche in questo caso le altre dimensioni ri-
que, non meno di 0,8 mm e non più di l mm. mangono sempre le stesse.
La bobina L1, cosi come la bobina L2, è av- La bobina L2 è composta da una sola spira e
volta « in aria», ossia senza supporto. li dia- non va mai cambiata, qualunque sia la gamma
metro interno dell'avvolgimento deve essere di di frequenze di ascolto.
7,5 mm. Per ottenere questa dimensione, basta Come regola generale, si tenga presente che,
effettuare l'avvolgimento su una punta di tra- per abbassare fa frequenza di ricezione, si deb-
pano del diametro di 7 mm e poi sfilarlo da bono aumentare le spire della bobina L1; per
questa. La bobina L2 è composta da una sola aumentare la frequenza di ricezione, il nume-
spira dello stesso tipo di filo avvolto in aria ro di spire della bobina LI deve,essere dimi-
allo stesso modo, nelle medesime dimensioni nuito.
di LI.
Le spire deJ.la bobina Ll rimarranno spaziate
tra di loro di 1 mm. La bobina L2 rimane di- MONTAGGIO
stanziata dalla bobina L 1 di 2 mm.
E veniamo ora alla costruzione di eventuali al- La realizzazione del ricevitore si effettua in
tre bobine, necessarie a coloro che vorranno parte su circuito stampato e in parte su con-
mettersi all'ascolto di altre bande di frequen- tenitore metallico.
ze. TI circuito stampato va composto su una baset-
Per ricevere la gamma degli 80 : 100 MHz, ta di vetronite, di forma rettangolare e delle
come abbiamo detto all'inizio di questo arti- dimensioni di 9,5 x 6 cm, ricopiando fedelmen-
colo, basta introdurre, nelle due bobine, un te il disegno riportato in grandezza reale in fi-
nucleo di ferrite di diametro ovviamente infe- gura 3.
riore a quello interno delle bobine stesse. Per Sulla basetta rettangolare, nella parte opposta
irrigidire il sistema, si può avvolgere la ferri- a quella in cui sono presenti le piste di rame,
te con poco cotone idrofilo. si inseriscono tutti i componenti elettronici se-
Per ricevere la gamma degli 80 -;- 60 MHz, oc- condo il piano costruttivo di figura 2.
corre costruire una bobina L 1 con 11 spire; le Gli stessi potenziometri R4 ed R9, che rego-

526
lano, rispettivamente, la sintonia e la reazione, tori, dai CB o dai ricevitori radio per P'ascolto
debbono essere applicati direttamente sulle cor- della gamma a modulazione di frequenza.
rispondenti piste dello stampato. Il tutto ver-
rà poi introdotto in un contenitore metallico,
al quale sono affidate le funzioni di schermo COLLAUDO
elettromagnetico, in modo da impedire, il più
possibile, la fuoriuscita di segnali di alta fre- Il collaudo del ricevitore si effettua dopo aver
quenza prodotti dall'oscillatore. controllato l'esattezza del lavoro eseguito e,
Nello schema costruttivo di figura 2 sono chia- soprattutto, dopo aver constatato che tutti i
ramente indicate le polarità dei condensatori componenti siano stati montati con i terminali
elettrolitici e quelle dei diodi; le prime trami- ridotti alla lunghezza minima indispensabile.
te una crocetta in corrispondenza dell'elettro- Ricordiamo, infatti, che in tutti i montaggi di
do positivo, le seconde mediante una fascet- circuiti in cui sono presenti segnali di alta fre-
ta (anello) in corrispondenza dell'elettrodo di quenza i collegamenti debbono sempre essere
catodo. tenuti molto corti.
Per quanto riguarda il transistor TR2, ricor- Dopo aver agito sull'interruttore S 1, in modo
diamo che il modello da noi prescritto (2N3819 da chiudere il circuito di alimentazione, com-
della TEXAS) potrà essere sostituito soltanto posto con tre pile piatte da 4,5 V, collegate in
con il modello 2N3819 della NATIONAL. ri- serie in modo da erogare la tensione di 13,5 V,
cordando che in quest'ultimo la disposizione i! ricevitore dovrà funzionare subito e si do-
dei terminali è leggermente diversa da quella vrà ascoltare, in cuffia o in altoparlante, un
del corrispondente modello della TEXAS. In forte soffio. Se così non fosse, si dovranno con-
ogni caso, in figura 7, abbiamo ritenuto oppor- trollare le tensioni riportate in ben quattro
tuno riportare entrambe le piedinature. punti nello schema teorico di figura I. Si do-
L'antenna verrà innestata sul bocchettone po- vrà pure controllare l'assorbimento di corrente
sto sopra il contenitore, come illustrato in fi- delle pile, che dovrà essere di 40 mA (evitare
gura 8. Per essa potrà bastare uno spezzone di ]'uso di alimentatori da rete). Se i valori con-
filo conduttore rigido della lunghezza di un trollati sono esatti, allora si dovranno smon-
metro. La faccia superiore del contenitore me- tare i due potenziometri R4 ed R9 e rimontar-
tallico fungerà da piano di terra. li in senso antiorario. A questo punto, se il ri-
Coloro che volessero aumentare la resa del cevitore non dovesse funzionare ancora, si do-
ricevitore potranno utilizzare antenne di tipo vrà concludere che è stato certamente commes-
ground-plane, di quelle adottate dai radioama- so un errore nel montaggio.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
527
MEMORIA
VOLTMETRICA
Il tester è uno strumento di cui tutti fanno uso, se è vero che, almeno in parte. tali inconve-
principianti, dilettanti e professionisti. Perché nienti sono stati eliminati con l'immissione sul
esso è indispensabile in ogni settore dell'elet- mercato di tester, come quello mensilmente
tronica e dell'elettrotecnica e costituisce il fer- pubblicizzato sulla seconda pagina di copertina
ro del mestiere più importante di ogni labora- di questo periodico, che è denominato modello
torio, il più usato di tutti, quello che consente ALFA e che è stato appositamente studiato e
di vedere, con immediatezza e precisione, tut- concepito per i principianti, dato che risulta
te le grandezze elettriche che sfuggono ai no- totalmente protetto da errati inserimenti me-
stri sensi, ma che debbono essere assolutamen- diante uno scaricatore a gas e due fusibili.
te conosciute e valutate ogni volta che si ha a Tuttavia, se il tester modello ALFA è intera-
che fare con un dispositivo elettrico. Ma il te- mente protetto da qualsiasi errore di manovra
ster è anche uno strumento che va adoperato o di misura in grado di portare danno al suo
con molto buon senso, perché, altrimenti, esso circuito interno, esso, come tutti gli altri te-
può divenire causa di inconvenienti anche gra- ster, è pur sempre dotato di puntali che, se non
vi. Per esempio, una delle principali nemiche vengono introdotti nei circuiti con la massima
di tutti gli strumenti di misura in genere è cer- cautela, possono divenire la causa di grossi in-
tamente la fretta, che può con-durre ad errori convenienti. Guai, infatti, a quell'operatore che
di valutazione, a danneggiamenti degli strumen- durante la misura, si lasciasse sfuggire di mano
ti, a guasti nei circuiti sotto controllo. Anche un puntale fra le piste ravvicinate di un cir-

528
Per non combinare guai
nel circuiti sotto misura.

E' un dispositivo
consigliato a chi usa
il tester con troppa fretta.

Memorizza per un certo tempo


i valori delle tensioni continue
e alternate.

cuito stampato o fra i piedini di un integrato! strumento e tenendo sempre le mani ben fer-
Ne scaturirebbe un immediato cortocircuito con me.
evidenti danni materiali. A volte, tuttavia, queste precauzioni non ba-
stano, perché sono molti i fattori occasionali
che possono essere all'origine di un movimen-
ATTENZIONE AI PUNTALI to brusco del corpo o delle mani. E lo possono
essere a maggior ragione nelle persone anziane,
Dunque, quando si adopera il tester, occorre in chi soffre di disturbi nervosi, in coloro che
prestare la massima attenzione alla maniera non godono più di una vista perfetta. Ebbene,
con cui si posizionano i puntali, senza distrarsi in seguito a tutte queste considerazioni, abbia-
durante la lettura dei valori sulle scale dello mo pensato di agevolare il compito delle mi-

Con questo semplice circuito elevatore di impedenza, realiz-


zato tramite un amplificatore operazionale, si attribuisce ad un
condensatore, caricato al valore della tensione sotto misura,
una costante di scarica prolungata nel tempo, che consente
agevoli letture sulla scala del voltmetro, anche dopo aver tolto
i puntali dai punti analizzati.

529
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Fig. 2 - Piano costruttivo del dispositivo che consente di leggere i valori delle
tensioni, sulla scala del tester, anche dopo la rimozione dei puntali dal punto
di misura. li contenitore può essere di materiale isolante o metallico. In esso
sono contenuti: la sezione elettronica, realizzata su circuito stampato, le boc-
cole, l'interruttore e l'alimentatore.

sure con il tester, almeno di quelle delle ten- i suol sguardi alfa scala di lettura, con tutta
sioni, evitando all'operatore la contemporanei- calma, dopo aver tolto i puntali dal punto di
tà del posizionamento dei puntali e della let- misura.
tura dei valori sulla scala dello strumento.

PRESTAZIONI
UN METODO SICURO
Nel presentare questo utilissimo dispositivo, ab-
II metodo, che offre maggiori garanzie contro biamo detto che esso serve soltanto per la mi-
i problemi sollevati dai puntali, consiste nel- sura di tensioni. Pertanto, abbinandolo al te-
l'interporre, fra il punto di misura ed il tester, ster, quest'ultimo dovrà essere commutato nel-
un dispositivo memorizzatore di tensione. la misura di tensioni continue o alternate, sul-
In pratica, dunque, i puntali si usano ancora, la scala ritenuta più adatta ai valori in esame.
ma tutta l'attenzione dell'operatore va posta
tenendo conto che il dispositivo è in grado di
solo ed esclusivamente su questi, dimentican-
valutare tensioni comprese fra O V e 12+ 15V.
do momentaneamente la scala dello strumento,
che verrà controllata soltanto in un secondo E non si creda che tale limitazione costituisca
tempo, perché il nostro dispositivo. ovviamen- un grave inconveniente per il laboratorio dilet-
te attraverso i puntali, ha raccolto il valore di tantistico, perché i valori delle alimentazioni
tensione che si vuol misurare e lo ha memoriz- degli apparati elettronici, nella stragrande mag-
zato, conservandolo per qualche tempo a dispo- gioranza dei casi, sono compresi entro i limiti
sizione dell'operatore. Il quale potrà rivolgere ora citati.

531
nalmente elevata, dell'ordine di parecchie de-
cine di megaohm, che determ ina una costante
di scarica molto prolungata nel tempo.

MEMORIZZAZIONE

La memorizzazione del dispositivo, che non è


una vera e propria memorizzazione elettronica,
consiste praticamente nella scarica, molto len-
ta, del condensatore C1, il quale consente che
l'indice del tester rimanga pressoché immobile,
o I per un certo tempo, sul punto della scala cor-
rispondente al valore della tensione prelevata
dai puntali, offrendo all'operatore tutto il tem-
Fig. 3 - Disegno del circuito stampato riprodotto In
po possibile per una comoda lettura dei valori,
scala unitaria, ossia in grandezza reale. dopo aver tolto i puntali ausiliari dai punti di
misura. In pratica, dunque, il condensatore Cl
è l'elemento che memorizza o, meglio, conserva
l'informazione.
Se il tester fosse stato connesso direttamente
sui terminali del condensatore C1, anziché sul-
l'uscita dell'operazionale I c1, il condensatore
C1, a causa della bassa impedenza d'entrata
del tester, si sarebbe scaricato immediatamente,
FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO rendendo impossibile la lettura dei valori di
tensione dopo aver tolto i puntali. Lo strumen-
Vediamo ora di interpretare il comportamento to non fa invece sentire la propria influenza,
del progetto della memoria voltmetrica il cui con la bassa impedenza d'entrata, in virtù del-
circuito elettrico è quello riportato in figura 1. la presenza dell'integrato operazionale.
Ma prima di entrare nei particolari dello sche-
ma, diciamo che il dispositivo altro non è che
un trasformatore di impedenza e, più precisa- MISURE IN ALTERNATA
mente, un elevatore di impedenza realizzato
con un amplificatore operazionale (lC 1) rap- Il progetto di figura 1, oltre che essere in grado
presentato dall'ormai ben noto integrato A741. di valutare tensioni continue fino a 12 + 15 V,
L'amplificatore operazionale è montato in una può misurare anche tensioni alternate o impul-
configurazione « voltage follower » che precede si di tensione dello stesso valore. Ma per poter
il normale tester e che misura la tensione di effettuare questo tipo di misure, è indispensa-
un condensatore caricato, durante l'effettiva mi- bile che il puntale ausiliario, che nel caso di
• sura, attraverso una coppia di puntali ausiliari. misure di tensioni continue era quello positivo,
In pratica, durante la misura della tensione, il venga ora inserito nel punto contrassegnato con
condensatore C 1, che non deve essere un con- la sigla C.A. nel circuito di figura 1. In que-
densatore elettrolitico, anche se il suo valore sto modo il condensatore Cl viene caricato at-
capacitivo è elevato, viene caricato, attraverso traverso il diodo raddrizzatore al silicio D 1.
i puntali ausiliari, quasi istantaneamente, data Anche un singolo impulso può caricare il con-
la bassa resistenza verso il circuito in misura. densatore C 1 che, in virtù della presenza del
Quando i puntali ausiliari vengono tolti dai diodo D 1, rimane isolato dal circuito, consen-
punti di misura, il condensatore Cl tende a tendo la reale misura del valore di picco. L'uni-
scaricarsi verso l'ingresso dell'amplificatore ape. ca limitazione, in questi casi, può essere pro-
razionale I C 1. Ma la particolare configurazione vocata dalla presenza del condensatore C 1, che
« voltage follower », in cui è montato l'opera- potrebbe influenzare negativamente il circuito
zionale I Cl, ossia la configurazione con com- sotto misura. Infatti, il condensatore Cl po-
pleta reazione dell'uscita verso l'ingresso, cioè trebbe rappresentare un elemento di filtro, in
del piedino 6 sul piedino 2 dell'integrato, che grado di bloccare il funzionamento del circui-
rappresenta l'ingresso invertente, conferisce al- to in esame o, quanto meno, di alterarne le ca-
l'amplificatore un'impedenza d'ingresso eccezio- ratteristiche.

532
REALIZZAZIONE Non è necessario far uso di uno zoccolo per
l'integrato IC 1, perché le saldature dei suoi pie-
La realizzazione del dispositivo di memorizza- dini potranno essere eseguite direttamente sulle
zione voltmetrica è alquanto semplice e può relative piste dello stampato. Tuttavia, coloro
essere affrontata da qualsiasi principiante. che disponessero di uno zoccolo ad otto piedi-
Per comodità di montaggio della parte elettro- ni, potranno servirsi di questo elemento per
nica dell'apparato, consigliamo di servirsi di conferire al montaggio eleganza e razionalità.
un circuito stampato, di immediata composizio- In ogni caso occorrerà ricordarsi che il piedi-
ne. no 1 dell'integrato si trova in prossimità di un
Il disegno dello stampato, in grandezza reale, dischetto di riferimento, impresso sulla parte
è quello riportato in figura 3. Esso deve essere superiore del componente. Sullo schema di fi-
composto su una basetta di bachelite, di for- gura 1, in prossimità di questo elemento indi-
ma rettangolare, delle dimensioni di 4x5,5 cm. cativo, è stato riportato il numero 1 e questo
La realizzazione della sezione elettronica con- stesso numero è riportato pure nel disegno del
siste nell'applicare sulla basetta, dalla parte circuito stampato di figura 3.
opposta a quella in cui è presente il circuito L'integrato operazionale A741 potrà essere so-
stampato, tre condensatori, un integrato, un pon- stituito con degli operazionali con ingresso a
ticello (spezzone di filo conduttore) e sei ca- FET, come ad esempio l'LF13741 oppure il
picorda. TLO8I, con i quali si possono raggiungere tem-

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
rlormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza • Le unità
di misura- I condensatori - I resistori- I diodi
L. 5.000 - I translstor - Pratica di laboratorio.
Vlene inoltre esposta un'ampla analisl del prin-
cipall componentl elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
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533
ZERO
+ 18/ Volt

-18V

Fig. 4 . L'alimentatore è com-


posto da quattro pile da 9 V
collegate in serie tra di loro.
La presa centrale corrisponde al
valore di tensione di zero volt.
I conduttori di color bianco so-
4 PILE no quelli che nelle prese po-
larizzate appaiono normalmente
DA 9V di color rosso.

pi di mantenimento veramente sorprendenti. Ma I modelli attualmente in commercio portano


questi integrati costano di più del comune impressi questi dati sul loro involucro esterno,
µA741 e non sono sempre di facile riperibilità compresa la crocetta che individua il terminale
commerciale. positivo, dato che il condensatore al tantalio, a
differenza del condensatore C 1, è un elemento
polarizzato. Ma in alcuni modelli di vecchio
I CONDENSATORI tipo, i dati che caratterizzano il condensatore
sono espressi in codice. J n essi il terminale po-
Tre sono i condensatori montati nel progetto sitivo si trova sulla destra di chi osserva fron-
del memorizzatore voltmetrico. Il primo, quel- talmente il condensatore dalla parte in cui è
lo denominato Cl, pur avendo il valore elevato impresso un puntino colorato. Le varie strisce
di 1F, non è un condensatore elettrolitico, ben- poi determinano, tramite il codice a colori, il
sì un componente a dielettrico solido, per esem- valore capacitivo, tenendo conto che la prima
pio un condensatore a carta, a mica, in polie- striscia è quella riportata sulla parte più alta
stere, ecc. del condensatore.
Gli altri due condensatori, siglati con C2 e C3
nello schema elettrico di figura I e in quello
pratico di figura 2, sono di tipo al tantalio. IL CONTENITORE
I due condensatori al tantalio C2-C3 hanno lo
stesso valore capacitivo e la medesima tensione Il montaggio complessivo del memorizzatore
di lavoro. voltmetrico si effettua in un contenitore, che può

534
essere di metallo o di materiale isolante, indif- spondono ai conduttori normalmente neri o
ferentemente. Nel primo caso, tuttavia, ci si blu delle prese polarizzate.
dovrà servire di boccole isolate, sia per l'entra-
ta che per l'uscita, quindi, in totale, cinque
boccole isolate. USO DEL DISPOSITIVO
L'unico elemento esterno di comando del cir-
cuito è rappresentato dal doppio interruttore Da quanto finora detto, l'uso del dispositivo
S1a-S1b, che consente di inserire e disinserire non dovrebbe richiedere spiegazione alcuna. Il
l'alimentatore a 18 + 18 Vcc. tester, durante le misure delle tensioni continue
E ovvio che i puntali del tester debbono essere e alternate, deve rimanere collegato con le due
inseriti nelle rispettive boccole rispettando le boccole riportate sulla destra del montaggio di
polarità di queste. figura 2. Ovviamente questo collegamento vie-
li circuito elettronico non deve necessariamen- ne fatto con i puntali originali dello strumen-
te essere fissato al contenitore, perché utiliz- to. Con altri due puntali, invece, si toccano i
zando fili conduttori rigidi per i collegamenti punti del circuito di cui si vogliono controllare
con le boccole e l'interruttore, questi manter- i valori delle tensioni. Le estremità libere dei
ranno in posizione fissa il circuito, impeden- conduttori di questi puntali vanno collegate
dogli di venire a contatto con il contenitore, se con due delle tre boccole d'entrata del dispo-
questo sarà di metallo. sitivo, a seconda che si tratti di tensioni con-
tinue o alternate o impulsi di tensione. In ogni
caso uno dei conduttori, che in occasione di
misure di tensioni continue conduce la tensio-
ALIMENTAZIONE ne negativa, rimane sempre inserito nella boc-
cola comune. L'altro va spostato fra la bocco-
Per ottenere una sufficiente dinamica di misu- la contrassegnata con la crocetta e quella con-
ra, è necessario alimentare l'integrato ICI con trassegnata con il simbolo della tensione alter-
una tensione simmetrica di ± 18 Vcc, deriva- nata, a seconda del tipo di misura che si deve
ta da quattro pile da 9 V ciascuna, collegate effettuare.
in serie tra di loro nel modo indicato in figu- Ricordiamo per ultimo che, prima di effettuare
ra 4 e ricavando una presa centrale a zero una nuova misura, è sempre necessario scarica-
volt. I conduttori in bianco di figura 4 corri- re completamente il condensatore C1, cortocir-
spondono a quelli rossi delle normali prese po- cuitando fra loro i puntali « comune » e, « po-
larizzate per pile a 9 V. Quelli in nero corri- sitivo ».

In scatola
ANTIFURTO PER AUTO di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi. L. 11.800
u kit dell'antifurto costa L. 11.800_(nel prezzo sono comprese le spese d spedi#io°!",
richiederlo occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglla postale, assegno
rlo, circolare o cc.p. N. 4601320 Intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO • Via P. Castaldi,
2o . Telef. 6891945.

535
BICICLETTA
CON BATTERIA
In molti luoghi la bicicletta rappresenta anco- to del sistema nervoso. La bicicletta poi non
ra un comodo e sano mezzo di spostamento. inquina l'aria, non consuma carburante e gio-
Anzi, si può dire che, per i tratti brevi, ven- va alla salute più di quanto non affatichi. Tut-
ga preferita all'automobile, che a volte richie- tavia, anche per questo popolare veicolo esisto-
de difficili manovre di parcheggio, lunghi in- no problemi di sicurezza lungo le strade. So-
colonnamenti, dispendio di energia e logoramen- prattutto di sera e di notte, quando è necessa-

Per trasformare il circuito elettrico di accensione del fanali


della bicicletta in quello analogo degli autoveicoli, allo scopo
di poter disporre della luce anche quando si rallenta la marcia
o ci si ferma, bastano pochi elementi: un diodo raddrizzatore,
una pila ricaricabile e un interruttore.

536
realizzare, sulla propria bicicletta, un semplice
impianto elettrico, simile in pratica a quello
installato sulle autovetture, anche se ovviamen-
te proporzionato alle limitate esigenze di un
Un impianto elettrico simile a velocipede. La semplicità del circuito, tutta-
quello dell'auto. via, non condiziona in alcun modo il risultato.
Perché, mentre si pedala, l'illuminazione è as-
sicurata dall'alternatore, quando ci si ferma,
l'energia elettrica, necessaria a tenere accese
le lampade, viene erogata da una piccola bat-
Per una illuminazione stradale
teria, che nulla ha a che vedere con quella pe-
costante. sante e di grandi dimensioni dell'automobile.

IL NORMALE IMPIANTO
Per scongiurare i pericoli della
viabilità notturna. Prima di interpretare la realizzazione della no-
stra proposta tecnica, cerchiamo di ricordare
la conosciutissima disposizione delle parti elet-
triche su una bicicletta. E a tale scopo osser-
viamo la figura 1.
Sulla forcella è fissata quella piccola macchina
generatrice di energia elettrica che i profani
ria quella illuminazione del manto stradale che, chiamano spesso dinamo, ma che in realtà è
negli autoveicoli, è ottima, ma che nelle bici- un vero e proprio alternatore.
clette lascia un po' a desiderare. In particolar L'alternatore è una macchina elettrica che pro-
modo quando si frena o ci si ferma, ossia quan- duce corrente alternata, cioè la corrente più
do viene a mancare l'energia elettrica che fa diffusa, quella che serve per l'illuminazione
accendere il fanale anteriore e il fanalino po- elettrica, l'alimentazione di tutti gli elettrodo-
steriore. mestici, il .funzionamento della maggior parte
delle macchine elettriche.
La dinamo invece è una macchina che produ-
PRESCRIZIONI DI LEGGE ce corrente unidirezionale pulsante, cioè una
corrente che, uscendo da un morsetto, rientra
La legge prescrive che tutte le biciclette siano dall'altro. Dunque vi è una grande diversità
dotate di un fanale anteriore, di un fanalino nei due tipi di correnti generate dall'alterna-
posteriore rosso che, in assenza di energia elet- tore e dalla dinamo. Nelle correnti continue, o
trica, deve fungere da catarifrangente e di pe- pulsanti, gli elettroni, che sono i componenti
dali anch'essi equipaggiati con catarifrangenti, delle correnti elettriche, si muovono sempre
in modo che al buio il ciclista possa segnalare nello stesso verso; nelle correnti alternate gli
la sua presenza agli automezzi che sopraggiun- elettroni si muovono alternativamente nei due
gono. versi, in avanti e all'indietro. In pratica, quin-
Tutto ciò, anche se imposto dall'attuale codice di, mentre l'elettrone che fa parte di una cor-
della strada, a nostro avviso non è sufficiente rente come quella generata dalla dinamo può
a garantire un elevato grado di incolumità di considerarsi come un viaggiatore a lungo per-
coloro che si servono della bicicletta come corso, nelle correnti alternate l'elettrone deve
mezzo usuale di locomozione. Perché le luci considerarsi come un viaggiatore che compie
dovrebbero rimanere accese anche quando si brevissimi tratti di percorso, munito di bigliet-
frena o ci si ferma, con la medesima intensità to di andata e ritorno. Concludiamo, quindi.
raggiunta durante la velocità di crociera, pro- raccomandando al lettore di tenere sempre a
prio come avviene su tutti gli automezzi. mente che, quello montato sulla forcella della
bicicletta, è un alternatore e non uha dinamo.
Ma proseguiamo con la descrizione dell'impian-
UNA PROPOSTA TECNICA to elettrico di figura 1. Sull'alternatore è pre-
sente un solo morsetto, sul quale si fissa il ca-
Senza nulla inventare di nuovo, con questo ar- vetto che raggiunge il fanale anteriore; il se-
ticolo abbiamo voluto proporre ai lettori di condo morsetto è rappresentato da tutto l'invo-

537
Fig. 1 • L'impianto di illuminazione
elettrica di una bicicletta è formato
da un alternatore, un fanale anteriore
e un fanalino posteriore. Un solo con-
duttore collega l'unico morsetto del-
l'alternatore con le due lampadine,
quella anteriore e quella posteriore;
l'altro conduttore è rappresentato dal
telaio della bicicletta.

lucro metallico dell'alternatore che, essendo in tempo in cui il generatore rimane attivo, per
contatto con la forcella, si identifica con tutte restituirla poi, quando la tensione del genera-
le parti metalliche della bicicletta. Ecco per- tore diviene insufficiente a mantenere una illu-
ché alle due lampadine, quella del fanale ante- minazione ottima delle lampadine della bici-
riore e quella del fanalino rosso posteriore, cletta.
giunge un solo filo conduttore. L'altro filo con- li diodo D1, che è di tipo al silicio, modello
duttore, infatti, è rappresentato dalla massa 1N4004, assolve due compiti: quello fondamen-
della bicicletta. tale di rettificare la tensione alternata prodot-
Quello che in figura 1 può rappresentare lo ta dall'alternatore, trasformandola in tensione
schema pratico dell'impianto elettrico della bi- unidirezionale, e quello di impedire, durante
cicletta, in figura 2 viene riportato in forma la fase passiva, quando la tensione del gene-
teorica. Su di esso apporteremo la variante pro- ratore risulta inferiore a quella della batteria,
posta all'inizio di questo articolo per raggiun- che la corrente di questa si scarichi sull'alter-
gere il risultato prefissato. natore.
L'interruttore S1 serve ad interrompere il cir-
cuito di alimentazione delle lampadine. Quan-
MODIFICAZIONE DEL CIRCUITO do St è chiuso, le lampadine si accendono an-
che se il generatore non produce tensione, cioè
Per garantire l'alimentazione alle lampade an- anche quando la bicicletta rimane ferma Ciò
che quando l'alternatore non produce corren- vuol pure significare che, parcheggiando la bi-
te, è necessario che questa venga erogata da un cicletta, ci si dovrà sempre ricordare di apri-
accumulatore, così come avviene ad esempio re S 1 onde evitare di scaricare la batteria.
nelle autovetture. Pertanto, la prima operazio-
ne da fare consiste nel trasformare la corrente
alternata, fornita dall'alternatore, in corrente I COMPONENTI
continua, poi occorre aggiungere, al circuito
originale di figura 2, una batteria e un interrut- Per effettuare la modificazione ora descritta,
tore. Dunque, lo schema di figura 2 si trasfor- occorrono tre elementi: il diodo D1, l'interrut-
ma in quello di figura 3, nel quale, come è fa- tore S 1 e la batteria.
cile notare, sono stati aggiunti tre nuovi ele- Per quanto riguarda il diodo noi consigliamo
menti: il diodo raddrizzatore D1, la batteria e il modello al silicio tipo 1N4004, ma si posso-
l'interruttore S 1. no utilizzare pure altri tipi di diodi al silicio,
La funzione della batteria è ovviamente quella purché in grado di sopportare una corrente di
di accumulare energia durante i periodi di 1+ 2 A.

538
LAMP FAN.
ALTE RN.
FANALE
POST.

TELAIO
BICI

Fig. 2 . Schema teorico del normale impianto di illuminazione elettrica di una


bicicletta. L'alternatore alimenta le due lampadine, quella inserita nel fanale
anteriore e quella inserita nel fanalino rosso posteriore. Tutto ciò avviene du-
rante la regolare marcia del mezzo; ma quando si frena e ci si ferma, l'alter-
natore non è più in grado di generare l'energia necessaria a mantenere cor-
rettamente accese le lampadine.

D1 57

GEN. FAN.
AwI
é3 _J
FAN.
POST.

Fig. 3 . Modificazione al circuito elettrico originale della bicicletta. Gli elemen-


ti aggiunti sono: il diodo D1, la batteria e l'interruttore S1. Il diodo raddrizza la
tensione generata dall'alternatore ed impedisce che la corrente della batteria
si riversi sullo stesso alternatore quando la tensione di questo è inferiore a
quella della batteria.

539
Fig. 5 - Esempio di montaggio del ca-
ricabatteria descritto nel testo. Nel
caso in cui il contenitore dovesse es-
sere di tipo metallico, si dovranno ac-
curatamente isolare tutte le connes-
sioni, in particolar modo quelle rela-
tive ai conduttori della tensione di
rete.

Flg. 4 - Circuito teorico di caricabat-


teria adatto per ricaricare le pile adot-
tate nell'impianto di illuminazione
della bicicletta. Il conduttore contras-
segnato con la lettera « A » deve es-.
sere collegato con il punto contrasse-
gnato con la stessa lettera nello
schema di figura 3. II milliamperome-
tro può essere sostituito con un te-
ster. Il potenziometro a filo R1 serve
per regolare il flusso della corrente
di ricarica.

CO PONENTI
T1 = trasf. d'alim. (220 V- 9 V. 300 mA)
D1 = diodo al silicio (1N4004 )
R1 reostato a filo (100 ohm - 10 W)

540
mA

e
I
n> TELAIO
BICI
GOMMINI

Per S 1 si dovrà acquistare un interruttore per verso le batterie al nichel-cadmio, collegandone


ciclomotori, che appare il più adatto per questo cinque in serie tra di loro (modelli piccoli da
tipo di applicazione. . 1,2V-0,7A o 1 A). In ogni caso l'accumula-
E veniamo ora al terzo elemento, ossia alla bat- tore di tipo a gelatina è da preferirsi per la sua
teria, che deve essere di piccole dimensioni, in compattezza, mentre le batterie al nichel-cad-
modo da poterla sistemare sotto il sellino, as- mio sono consigliabili soltanto come soluzione
sieme al diodo D1, mentre l'interruttore verrà di ripiego, a causa della loro criticità di carica.
applicato dove meglio si crederà, anche sul Questi elementi, infatti, sono concepiti in mo-
manubrio, dove la manovra di intervento riesce do da non sopportare sovraccarichi, perché di-
più agevole. mensionati in misura tale da fornire una cor-
rente che non può superare un certo valore no-
minale dichiarato dalla casa costruttrice. E que-
LA BATTERIA sto valore deve quasi sempre essere rispettato,
mentre sono possibili sporadiche eccezioni di
La batteria necessaria per realizzare il circui- assorbimenti di corrente superiori al valore no-
to di figura 3 deve avere i seguenti requisiti: minale, purché di breve durata.
dimensioni ridotte, tensione erogabile di 6 V, Con le batterie al nichel-cadmio, poi, occorre
corrente assorbibile 1,1 A circa, possibilità di far molta attenzione a non cortocircuitare i poli
ricarica. del-l'elemento, perché il calore generato all'in-
In commercio esistono vari tipi di batteria ri- terno, a causa del passaggio della forte corrente
caricabili ed accumulatori di piccole dimensio- elettrica, deteriorerebbe irrimediabilmente le
ni con caratteristiche analoghe a quelle ora sostanze chimiche contenute nella pila. L'accu-
enunciate. Per esempio ci si può orientare ver- mulatore al nichel-cadmio, inoltre, non deve
so le batterie a blocco intero ( 6 V - 1, 1 A mai essere lasciato scarico, mentre occorre
DRYFT reperibile presso la GBC), oppure provvedere periodicamente alla sua ricarica,

541
Fig. 6- La tensione caratteristica di 6 Vcc può essere
derivata da una batteria di pile, da 1,5 V ciascuna, col-
legate in serie fra di loro. Naturalmente le pile deb-
bono essere di tipo ricaricablle.

che si ottiene sottoponendolo ad una sorgente capitare, durante il tempo in cui la bicicletta
opportuna di corrente continua, senza dover rimane ferma in garage, che si renda neces-
ripristinare alcun livello di liquido, come av- sario un incremento della carica della batteria.
viene nella manutenzione degli accumulatori Per far ciò necessita ovviamente un caricabat-
per autovetture. teria, di semplice espressione circuitale, econo-
mico e di facile realizzazione. Ebbene, a com-
pletamento di questo articolo, presenteremo ora
CARICABATTERIA il progetto di un tale dispositivo che, ovviamen-
te, servirà soltanto per completare la carica
Il circuito di figura è stato concepito in mo- della piccola batteria montata sulla bicicletta.
do da rivelarsi autosufficiente. Tuttavia. può Il circuito del caricabatteria è quello riportato

Fig. 7 • Alcuni esempi di piccoli accumulatori ricaricabili in grado di erogare


la tensione continua di 6 V necessaria per alimentare il circuito elettrico di
illuminazione della bicicletta. Sulla destra sono raffigurati tre tipi di elementi
consigliati nel corso dell'articolo (6 V. 4,1 A- DRYVFT).

542
Fig. 8 - Anche i piccoli accumulatori a 12 V
possono essere utilizzati per l'impianto di il-
luminazione della bicicletta, purché si prov-
veda a ridurre opportunamente la tensione
In modo da contenere l'assorbimento di
corrente entro i limiti prestabiliti.

in figura 4. Esso preleva energia, tramite il tra- MONTAGGIO


sformatore T1, direttamente dalla rete-luce, os-
sia dalla tensione di 220 Vca. In figura 5 proponiamo un esempio di mon-
11 trasformatore T 1 riduce la tensione alternata taggio del caricabatteria. Il tutto, come si ve-
di 220 V a quella di 9 V e deve essere dimen- de, rimane inserito in un contenitore metalli-
sionato per una corrente di 0,3 A. co, al quale sarebbe da preferirsi un conteni-
La tensione a 9Vca, presente sull'avvolgimento tore di materiale isolante, dato che in esso
secondario di T1, viene raddrizzata dal diodo entra la tensione di rete di 220 Vca.
al silicio Dl, che è di tipo 1 N4004. A valle del Su uno dei lati maggiori della scatola, che fun-
diodo è inserito un milliamperometro da 500 ge da contenitore, sono presenti: la scala del
mA fondo-scala, che consente di leggere il va- milliamperometro e - il perno di comando del
lore della corrente assorbita dalla batteria sot- potenziometro a filo R 1, che consente di rego-
to carica. Questo strumento potrà essere sosti- lare il flusso di corrente entro i limiti richiesti
tuito con un normale tester commutato nella dal particolare tipo di batteria sotto carica.
misura di correnti continue e sulla portata di Tutte le connessioni dovranno risultare ben
500 mA fondo-scala. isolate, altrimenti, qualora si dovesse verifica-
La resistenza R 1, che in pratica è un reostato a re un cortocircuito, i conduttori brucerebbero
filo da 100 ohm - 10 W, consente di limitare e la batteria verrebbe danneggiata.
la corrente di ricarica ad un valore sopporta- Per distinguere tra loro i due conduttori uscen-
bile dal tipo di accumulatore o batteria adot- ti dal caricabatteria, cosa assolutamente neces-
tati; generalmente questo valore si aggira in- saria per non creare danni irreparabili, si do-
torno ai 100 + 300 mA max. vranno usare fili diversamente colorati e le
Due fili conduttori costituiscono l'uscita dal ca-
stesse pinzette a bocca di coccodrillo verranno
ricabatteria di figura 4. Uno di questi condut-
inguainate con elementi isolanti dello stesso
tori va collegato con il telaio della bicicletta,
l'altro con il punto contrassegnato con lettera colore dei conduttori.
« A » nello schema teorico di figura 3.
Raccomandiamo infine di far bene attenzione
Si faccia bene attenzione, quando si collega il ad inserire il diodo raddrizzatore D 1 nel suo
conduttore al telaio della bicicletta, che tale verso esatto, dato che esso è un componente
operazione avvenga in un punto di vernice, polarizzato, ossia dotato di catodo e di anodo.
nel quale il contatto elettrico sia perfetto. In ogni caso la fascetta riportata su una estre-
A coloro che avessero acquistato il kit dell'ali- mità del componente indica il reoforo che va
mentatore stabilizzato a 5: 13 Vcc, mensil- collegato al morsetto positivo del milliampero-
mente pubblicizzato su questa rivista e posto metro.
in vendita dalla nostra organizzazione, ricor- Quando si lascia la batteria sotto carica, sarà
diamo che quel dispositivo può essere adotta- bene controllare di quando in quando il pro-
to, in sostituzione del caricabatteria ora de- cesso di carica, leggendo il valore della corren-
scritto, purché la tensione in uscita venga re- te assorbita. Perché se il valore prestabilito non
golata in modo da produrre una corrente di fosse più raggiungibile, ciò starà a significare
valore non superiore ai 300 mA. che la batteria deve considerarsi carica.

543
Da utilizzarsi nello studio professionale
e in quello dilettantistico.

SERVO FLASH
Le fotografie scattate con un solo flash presen- sto apparato il lampo si verifica soltanto quan-
tano talvolta delle ombre indesiderate. Ma se do si sviluppa il lampo principale pilotato
il fotografo, dilettante o professionista, utiliz- da:Jl'apparecchio fotografico. Pertanto, si tratta
za, un secondo flash, che potremmo chiamare di far funzionare, contemporaneamente al flash
ausiliario, allora i risultati sono certamente mi- originale, un secondo flash ausiliario, in grado
gliori, perché le fotografie appaiono molto più di migliorare i risultati fotografici, cioè di eli-
contrastate. Le due sorgenti di lampi luminosi, minare dalle fotografie quella piattezza carat-
quella principale, direttamente collegata con teristica ad esse conferita dagli ambienti chiusi
l'apparecchio fotografico, e quella secondaria, e non eccessivamente illuminati.
ripetitrice, funzionante automaticamente, sono
dunque necessarie per addolcire le ombre ed
evitare le opportune correzioni al colore delle ELIMINAZIONE DEI FILI
fotografie. Presenteremo quindi, in questo ar-
ticolo, un flash elettronico ausiliario, che ab- I fotografi professionisti, quando ricorrono al-
biamo denominato « servoflash », perché in que- l'uso di un secondo od un terzo flash, collega-

Due sorgenti di lampi luminosi, quella principale, direttamente


collegata con l'apparecchio fotografico, e quella secondaria,
ripetitrice, funzionante automaticamente per mezzo di un foto-
transistor pilota, sono sempre indispensabili, in ogni gabinetto
di ripresa, per il raggiungimento di risultati pratici soddisfacenti.

544
tica molto agevole, soprattutto quando si de-
vono riprendere scene movimentate, dove le
persone non rimangono ferme e la distribuzio-
Il flash secondario è pilotato ne dei fili sul pavimento determina intralci e
da un circuito fotoelettrico. pericolosità. Ecco perché il nostro servoflash
è stato ideato in modo da evitare qualsiasi col-
legamento con fili elettrici, facendo ricorso al
comando ottico, via aria, senza alcun interven-
to manuale. E il comando ottico è quello pro-
veniente dal lampo di luce emesso dal flash
Un ripetitore automatico originale.
del flash principale.
DUE NOVITÀ

Il fatto che il nostro flash ausiliario venga pi-


lotato otticamente dal flash principale montato
sulla macchina fotografica, senza alcun collega-
no questi apparati con l'apparecchio fotogra- mento tramite fili elettrici, non costituisce una
fico per mezzo di fili conduttori, in modo da novità per i nostri lettori, i quali avranno cer-
sincronizzare l'accensione delle luci e sfruttare tamente conosciuto altri progetti, da noi pre-
completamente la luminosità totale. Ma i fili sentati nel passato, così concepiti. Eppure, que-
conduttori non costituiscono una soluzione pra- sta volta, vi sono due motivi tecnici, di grande

a)6
ALIM, 220 V
o
INVERTER 12V INNESCO

Fig. 1 - Circuito semplificato di un comune flash elettronico. Sulla sinistra si


nota l'alimentatore, che può essere quello derivato dalla rete-luce oppure
rappresentato da un inverter che trasforma in tensione alternata quella con-
tinua erogata da pile o accumulatori. Al centro è riportato il circuito il cui
funzionamento si verifica all'atto di un cortocircuito della presa. Sulla destra
è riportata la lampada flash. Di questo schema non sono stati riportati i va-
lori dei componentl, perché esso assume il solo significato di Interpretazione
teorica.

545
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546
PASSACAVO

SCATOLA METALLICA

SCR CAVO SCHERM.


k

BASETTA

Flg. 3 - Esempio di plano costruttivo del dispositivo descritto nel testo. Gli
elementi che rimangono all'esterno del contenltore sono il potenziometro re-
golatore della senslbilità circuitale e Il fototranslstor.

interesse, che differenziano il progetto da ogni per garantire il perfetto funzionamento del ser-
altro presentato in precedenza. Essi sono: l'as- voflash e impedire il verificarsi di falsi lampi
senza di una alimentazione indipendente e di luce.
l'adattamento automatico alle varie condizioni
di luminosità ambientale senza alcun interven-
to manuale da parte dell'operatore. IL NORMALE FLASH
La prima caratteristica, che consente di alimen-
tare il servoflash direttamente con l'alimenta- Stabilito ora che il progetto susciterà certamen-
tore incorporato nel flash ausiliario, permette te interesse fra i nostri lettori appassionati di
di realizzare un circuito miniaturizzato poco fotografia, possiamo addentrarci in un esame
ingombrante e di scongiurare il pericolo che le più dettagliato del servoflash. Ma per farlo, os-
eventuali pile si rivelino scariche nei momen- sia per capire chiaramente in che modo agisce
ti meno opportuni. il nostro automatismo, occorre prima analiz-
La seconda caratteristica è quella che ci con- zare brevemente il funzionamento di un nor-
sente di attribuire al progetto la definizione male flash elettronico, il cui circuito fondamen-
di « professionale ». Proprio perché non sareb- tale è stato da noi schematizzato in figura 1.
be pensabile per un fotografo il dover regola- Ogni flash elettronico si compone di tre parti
re continuamente la sensibilità del circuito, nel principali: quella alimentatrice, quella elettro-
passare da un locale buio ad uno illuminato, nica e quella lampeggiatrice.

547
La prima può essere rappresentata da un ali-
mentatore da rete-luce a 220 V, oppure da un
KIT PER CIRCUITI inverter, alimentato tramite pile ricaricabili o
piccoli accumulatori, il quale eleva generalmen-

STAMPATI L. 16.000
Dotato di tutti gli elementi necessari per
te i bassi valori delle tensioni continue a quel-
li alternati di 300 V circa, che possono far
funzionare il trasformatore T 1 il quale, assie-
la composizione di circuiti stampati su me ad altri pochi componenti, costituisce la
vetronlte o bachelite, con risultati tali da seconda parte del circuito di figura 1, che è
soddisfare anche i tecnici più esigenti, que- quella di un interruttore elettronico. Infatti,
sto kit contiene pure la speciale penna per far funzionare il circuito del flash di figu-
riempita di Inchiostro resistente al perclo- ra 1, occorre cortocircuitare la presa.
ruro e munita di punta di riserva. Sul di- La terza parte, infine, si identifica con la lam-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre- pada flash vera e propria.
sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
razione del liquido.
INNESCO DELLA LAMPADA

Facendo ancora riferimento al circuito schema-


tizzato di figura 1, di cui sono stati presentati
ovviamente i valori dei componenti, perché
non si tratta di uno schema con possibilità di
realizzazione pratica, ma soltanto di un ele-
mento di significato didattico, si nota che la
tensione proveniente dall'alimentatore, di qua-
lunque natura esso sia, va a caricare, molto
lentamente, in pratica per alcuni secondi, il
condensatore C1, cui spetta il compito di im-
magazzinare l'energia necessaria per innescare
la lampada flash, che in genere è un tubo allo
xenon o similare.
Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
li condensatore C2 svolge la medesima funzio-
ne, ma immagazzina energia in quantità molto
Evita ogni contatto delle mani con più elevata di Cl.
il prodotto finito. Il condensatore C2, che è un serbatoio di ener-
E' sempre pronto per l'uso, anche gia elettrica, garantisce il flusso di corrente
dopo conservazione illimitata nel principale attraverso la lampada, per un certo
tempo. tempo, provocando i'! flash dopo che la lam-
Il contenuto è sufficiente per tratta- pada è stata innescata.
re più di un migliaio di centimetri Per ottenere l'innesco della lampada è neces-
quadrati di superfici ramate. sario ionizzare il gas contenuto in essa. E ciò
avviene in pratica cortocircuitando la presa del
flash, che provoca la scarica istantanea del con-
MODALITA' DI RICHIESTE
densatore Cl sull'avvolgimento primario del
trasformatore elevatore di tensione T1. Sull'av-
II kit per circuitl stampatl è corredato di volgimento secondario del trasformatore T1, in
un pieghevole, riccamente lllustrato, in cul
sono elencate e abbondantemente Inter- virtù dell'elevato rapporto di trasformazione,
pretate tutte le operazioni pratiche attra- si verifica un picco di tensione dell'ordine di
verso le quali, sl perviene all'approntamen- alcune migliaia di volt, sufficiente a ionizzare il
to del circuito. II suo prezzo, comprensivo gas e a far innescare la scarica nella lampada.
delle spese di spedizione, è di L. 16.000.
Le richieste debbono essere fatte Inviando
l'importo lato a: STOCK RADIO - 20124
MILANO - Va P. Castaldl, 20 (Tel. 6891945) FUNZIONE DELL'AUTOMATISMO
a mezzo vaglia postale, assegno bancario,
assegno clrcolare o c.c.p. n, 46013207. Si è capito ora che la funzione dell'automati-
smo è quella di chiudere il circuito di un in-

548
terruttore elettronico sottoposto normalmente
ad una tensione di qualche centinaio di volt. E
questo interruttore elettronico è rappresentato
dalla sezione elettronica di ogni normale flash.
La sua chiusura viene poi comandata da un di-
spositivo fotoelettrico, che costituisce il pro-
getto presentato in questo articolo e che ver-
rà più avanti analizzato nei suoi dettagli. Per
ora possiamo anticipare la notizia che l'alimen-
tatore di tale progetto è costituito dalla stessa
presa del flash ausiliario, dalla quale viene as-
sorbita una corrente bassissima, per non inter-
ferire sulle funzioni del condensatore C 1 il In scatola di montaggio
quale, in caso contrario, non riuscirebbe a ca-
ricarsi completamente con la conseguenza di
mancati inneschi. L. 62.000
ESAME DEL CIRCUITO

Sulla sinistra dello schema di figura 2 è ripor-


tato il progetto dell'interruttore elettronico che
fa scattare il secondo flash, quello ausiliario,
che abbiamo denominato servoflash. Sulla de-
stra è raffigurato un normale flash, il cui sche-
ma elettrico, in forma sommaria, è stato pro-
posto in figura 1.
11 principio di funzionamento di tutto l'insie-
me può essere così sintetizzato. Quando si fa
scattare il flash principale, quello montato ad
esempio sopra la macchina fotografica, la sua
luce colpisce il fototransistor TR1, il quale SERVE PER COSTRUIRE:
provoca il cortocircuito della presa del flash
secondario, attraverso la quale riceve pure la un moderno orologio numerico a di-
tensione di alimentazione per poter funziona-
splay
re. Il secondo flash elettronico, quindi, scatta
automaticamente e simultaneamente al primo un termometro di precisione
senza alcun intervento da parte dell'operatore.
una radiosveglia
un interruttore elettrico temporizzato
IL FOTOTRANSISTOR

li fototransistor TR 1 rappresenta la parte più Ma offre la possibilità di realizzare


importante di tutto il circuito di figura 2. In innumerevoli e sofisticate ulteriori
pratica si tratta di un fototransistor Darlington,
applicazioni tecniche.
connesso in circuito « emitter follower », ossia
con uscita in emittore.
II fototransistor è un particolare tipo di tran-
sistor la cui conduzione elettrica, oltre che dal-
la corrente di base, risulta controllata anche
dalla luce incidente sul contenitore esterno del II kIt dell'OROLOGIO TERMOMETRO costa
componente stesso. L. 82.000. Per richiederlo occorre inviare anticl-
Ma per poter capire come si possa verificare patamente l'importo a mezzo vaglla postale,
un simile fenomeno, si debbono citare alcune assegno bancario, circolare o c.c.p. n.
nozioni di struttura della materia che stanno 46013207 Intestato a: STOCK RADIO • 20124
MILANO - Va P. Castaldl, 20 (Tel. 6891945).
alla base della conduzione elettrica nei mate-
riali semiconduttori.

549
LUCE

TRl
E Flg. 4. Il fototransistor TR1 presenta la sua parte sen-
B siblle alla luce nelle feccia convessa, che deve quin-
e di rimanere esposta verso il flash principale.

Nella struttura cristallina dei materiali semi- riescono ad uscire dalla struttura cristallina
conduttori esistono degli elettroni che possono per formare, se sottoposti ad un campo elet-
venir rimossi dall'orbita dell'atomo cui appar- trico, una corrente elettrica.
tengono tramite l'applicazione di una quantità Anche se il fenomeno della fotoconduzione
di energia esterna abbastanza piccola. può essere esteso a tutti i semiconduttori, è ne-
D'altra parte occorre ricordare che la luce, se- cessario che, per la sua manifestazione macro-
condo la meccanica quantistica, è composta scopica, il semiconduttore risulti « drogato »
da particelle denominate « fotoni », ciascuna con particolari impurità e che siano adottate
delle quali è dotata di una quantità di energia anche opportune tecniche costruttive.
stabilita esclusivamente dal valore della fre- li componente da noi utilizzato è un fototran-
quenza luminosa, cioè dal colore della luce. sistor di tipo Darlington. Esso è composto da
Quando si colpisce con raggi luminosi un ma- un fototransistor e da un transistor di maggior
teriale semiconduttore, si provocano degli urti potenza, non sensibile alla luce, che amplifica
di fotoni contro gli elettroni degli atomi del notevolmente le variazioni di conduzione del
materiale che, assorbendo l'energia dei fotoni. fototransistor.

REOFORI

Fig. 5 • La faccia piana del fototranslstor


può essere Incollata su un lato del conteni-
tore metallico nel modo indicato in questo
roo ± SCATOLA
• disegno.

550
In condizioni norm ali il fototransistor non con- gura 3 è di metallo e funge da conduttore del-
duce corrente, ma quando un lampo di luce la linea di massa.
colpisce la sua superficie sensibile, TR 1 divie- Il regolatore di sensibilità del circuito, rappre-
ne conduttore facendo aumentare la tensione sentato dal potenziometro R4, deve essere re-
sui term inali della resistenza R3. Per tale mo- so accessibile dall'esterno. Lo stesso fototran-
tivo aumenta pure la tensione applicata al ga- sistor TR1 deve rimanere all'esterno del con-
te del diodo controllato SCR, che si innesca. tenitore, onde poter essere colpito dalla luce
Il diodo SCR, innescandosi, cortocircuita la emessa dal flash principale.
presa del secondo flash elettronico, quello ri- In figura 4 abbiamo riportato il disegno del
portato sulla destra di figura 2, nel quale il fototransistor, in cui si vede che la parte sen-
condensatore, che nello schema di figura 1 ave- sibile alla luce è quella convessa. La parte
vamo denominato C1, si scarica, provocando piana, invece, può essere incollata su un fian-
il disinnesco dell'SCR che diviene così pronto co del contenitore nel modo indicato nel dise-
per una nuova operazione di scatto del flash. gno presentato in figura 5.
Durante la realizzazione del servoflash si do-
vrà tener ben presente che le elevate tensioni
e le basse impedenze possono dar luogo a di-
FUNZIONE DI TR2
spersioni di corrente in grado di compromet-
tere il buon funzionamento del circuito. Ciò
Per evitare la rottura del fototransistor, che sa- significa, ad esempio, che coloro che vorranno
rebbe inevitabile se ad esso venisse applicata servirsi di un circuito stampato, dovranno com-
la tensione di alcune centinaia di volt presen- porre quest'ultimo su una basetta di vetronite
te sulla presa del flash ausiliario, occorre di- e non di comune bachelite, mantenendo le pi-
minuire il valore di questa tensione a 25 V ste di rame uniformemente distanziate fra di
circa. E per ottenere questo risultato abbiamo loro. In particolare, dopo aver eseguite le sal-
fatto ricorso ad un riduttore-stabilizzatore di dature a stagno, si dovrà pulire alla perfezione
tensione rappresentato dal diodo zener DZt da la vetronite da ogni residuo di grasso o di aci-
24 V - 1 W. do che, necessariamente, viene a formarsi du-
La funzione del transistor TR2 è invece quel- rante le operazioni di saldatura.
la di variare automaticamente il guadagno del Per quanto riguarda i componenti, avvertiamo
fototransistor TR 1, cortocircuitandone la base che i migliori risultati si ottengono selezionan-
verso massa. Ciò in pratica impedisce il foto- do per TR2, fra vari modelli BC109, quello
transistor di far variare la tensione sulla resi- che presenta un maggior guadagno, mentre per
stenza R3, in quanto ogni piccola variazione l'SCR occorre un diodo controllato di elevata
di tensione, dovuta ad un cambiamento di lu- sensibilità, come quello da noi prescritto nel-
minosità ambientale, fa variare pure la condu- l'elenco componenti; ciò vuol dire che non
zione del transistor TR2, che contrasta forte- tutti i diodi controllati potranno essere adot-
mente tale variazione. Quando però il sensore tati per la realizzazione del progetto del servo-
rileva un lampo di luce, quale è quello del flash.
flash principale, il transistor TR2 non fa in
tempo ad intervenire, data la presenza del con-
densatore Cl di ritardo, consentendo l'aumen-
to della tensione su R3 e l'innesco del diodo
controllato SCR.
Il potenziometro R4 verrà regolato in modo
che il circuito non si inneschi erroneamente,
nemmeno in caso di bruschi cambiamenti di
luminosità ambientale, pur rimanenJo in con-
dizioni di innescarsi sicuramente nell'attimo
del lampeggìo del flash principale.
abbonatevi a:
ELETTRONICA
COSTRUZIONE

La realizzazione del servoflash va iniziata con


PRATICA
la scelta del contenitore in cui si dovrà inse-
rire il circuito. Quello da noi riportato in fi-

551
Rubrica del principiante
elettronico

RIMI

ANTENNE PRIMA
PARTE

L'antenna è quell'elemento che tutti conoscono il merito di ciò va attribuito al progresso della
e che serve a captare o ad inviare nello spazio tecnica, che è riuscita a ridurre le dimensioni
le onde radio, che sono onde di natura elettro- e la forma delle grandi antenne di un tempo a
magnetica. quelle della ben nota antenna di ferrite, inse-
In pratica si tratta di un componente meccani- rita dentro lo stesso contenitore dell'apparec-
co, installato sopra i tetti delle nostre case, che chio radio. Pertanto, anche se l'antenna non è
consente a tutti noi di ascoltare e di vedere ciò visibile, essa esiste sempre e può essere rap-
che si dice e ciò che avviene in ogni parte del presentata da un breve spezzone di filo con-
mondo. duttore, da un elementare avvolgimento o da
Nessuna differenza esiste tra le antenne riceven- quel componente, appena citato, che va sotto
ti e quelle trasmittenti; le seconde, infatti si dif- il nome di ferrite.
ferenziano dalle prime soltanto per essere più
robuste e in grado di sopportare potenze elet-
triche anche notevoli; vengono quindi realiz- CHE COS'È L'ANTENNA
zate con cavi di maggior sezione, con isolatori
di migliore qualità e misure più accurate. L'antenna può essere considerata come un cir-
Le antenne riceventi non sempre si vedono e cuito oscillante, composto da capacità e indut-

552
L'antenna è uno dei componenti di rilevante importanza per
ogni apparato ricevente e trasmittente. Su di essa si è svolta
una lunga letteratura tecnica, con espressioni pratiche multi-
formi, che non consente, in questa sede, una esauriente tratta-
zione, ma che ci obbliga a toccare tutti gli elementi di maggior
rilievo e di massimo interesse per un principiante.

tanza (figura 1). Infatti, come avviene per ogni attraverso lo spazio. Viceversa, per l'antenna
filo conduttore, anche il conduttore d'antenna ricevente, la caratteristica fondamentale è quel-
possiede una induttanza propria, mentre la ca- la di captare le onde elettromagnetiche e di
pacità è quella di un condensatore di cui un'ar- trasformarle in oscillazioni elettromagnetiche.
matura è rappresentata dall'antenna vera e pro-
pria e l'altra armatura dal piano terra (figura
2) . Ma la caratteristica più importante di ogni LUNGHEZZA D'ONDA
antenna trasmittente sta nel fatto che essa è
in grado di trasformare l'energia fornitale sot- Le onde radio, come ogni altra grandezza fisi-
to forma di oscillazioni elettromagnetiche in ca, sono suscettibili di misura anche se esse
onde elettromagnetiche che possono viaggiare non si vedono. Ma neppure il tempo si vede,

HERTZIANE
E
MARCONIANE

553
di misura, anzi ne sono state stabilite due: il
metro e l'hertz. E fra queste due unità di mi-
sura vi è una stretta relazione, la cui interpre-
tazione scaturisce dall'analisi fisica delle onde
radio. In ogni caso possiamo dire che il metro
misura la lunghezza dell'onda radio, mentre
e l'hertz ne misura la frequenza, cioè il numero
di onde nell'unità di tempo.
In figura 3 abbiamo riportato il nomogramma
che stabilisce l'esatta corrispondenza tra i va-
lori delle frequenze, espressi in MHz e in KHz,
e quelli delle lunghezze d'onda espressi in me-

r ea
tri, riferiti alle onde cortissime, corte, medie,
lunghe e lunghissime.
Anche fra la lunghezza di un'antenna e la fre-
quenza delle onde radio esiste una diretta cor-
Fig. 1 - Ogni antenna può essere assimilata, teori- rispondenza. In pratica, infatti, è necessario
camente, ad un circuito oscillante, composto da che la lunghezza dell'antenna risulti un multi-
capacità (C) e da induttanze (L). plo di un quarto d'onda del segnale elettroma-
gnetico che costituisce l'onda radio (figura 4).
La lunghezza d'onda del segnale radio è diret-
tamente collegata alla frequenza del segnale
stesso tramite la seguente relazione:

eppure lo si misura e la sua unità di misura ).= '


è il secondo. Dunque, come accade per le lun-
ghezze, in cui l'unità di misura è il centimetro,
per i pesi il grammo e per il tempo il secondo,
nella quale « v» rappresenta la velocità di pro-
anche per le onde radio è stata stabilita l'unità
pagazione del segnale radio nel mezzo conside-
rato, che può essere l'aria, il rame, ecc., men-
tre « f» misura la frequenza del segnale. Sup-
ponendo che la velocità dell'onda elettromagne-
tica sia pari a 300.000 Km/sec., la lunghezza
L d'onda potrà essere espressa tramite la formula:

300.000
À.=- ---
f

nella quale la lunghezza d'onda À. è valutata


in metri e la frequenza f in kilohertz.

ANTENNE HERTZIANE E MARCONIANE


TERRA
Le antenne, siano esse riceventi o trasmittenti,
possono dividersi in due grandi categorie: quel-
le hertziane e quelle marconiane.
Fig. 2 - L'induttanza dell'antenna CL) si identifica
Le prime, di cui l'esempio più classico è rap-
con quella dell'elemento conduttore, mentre la ca- presentato dal dipolo, sono composte da due
pacità (C) è quella di un condensatore di cui un'ar- conduttori uguali, tesi orizzontalmente o verti-
matura è distribuita lungo la stessa antenna, l'al. calmente, la cui lunghezza complessiva è pari
tra armatura è rappresentata dalla terra. a quella di mezza lunghezza d'onda. Le secon-
de sono composte da un conduttore orizzontale
o verticale, oppure ripiegato ad «L», per una

554
lunghezza complessiva pari a quella di un quar-
to d'onda.
L'antenna marconiana, a differenza di quella
hertziana, deve essere abbinata ad una presa di
terra.
e evidente che l'antenna marconiana, per quan-
to ora detto, assume una lunghezza dimezzata
rispetto a quella hertziana. E questa lunghezza
diviene eccessiva nel caso di ricezione delle
onde medie o, peggio ancora, delle onde lun-
ghe. Facciamo un esempio: per ascoltare una
emittente della frequenza di 1.200 KHz, che la-
vora sulle onde medie, occorrerebbe un condut-
tore della lunghezza di 100 metri. Fortunata-
mente, nel settore della ricezione, è possibile
diminuire, anche notevolmente, la lunghezza
dell'antenna marconiana, senza incorrere in gra-
vi inconvenienti come, invece, succederebbe nel
settore della trasmissione. La riduzione della
lunghezza dell'antenna marconiana, tuttavia,
pur essendo possibile, si ottiene a danno della
sensibilità.

IL DIPOLO

L'antenna radio più comune, più nota e più


diffusa è senza dubbio il dipolo. Non tanto per
le sue prestazioni, ormai superate da altri tipi
di antenne ad alto guadagno, quanto per la
sua semplicità costruttiva ed il perfetto adat-
tamento elettrico.
Il dipolo è composto da due bracci orizzontali
o verticali di 1,/4 d'onda ciascuno, alimentati
al centro per mezzo di una linea bilanciata, o
cavo schermato (in questo secondo caso, come
avremo occasione di dire più avanti, debbono
essere prese pa.·ticolari precauzioni).
Il dipolo, disegnato all'estrema sinistra di f6i-

Fig. 4 • L'antenna ideale deve avere una lun-


ghezza pari ad un multiplo intero di mezza lun- lung. d'onda
ghezza d'onda. Per motivi di semplicità co-
struttiva, tuttavia, si preferiscono le antenne
a mezza lunghezza d'onda, anche in conside-
razione del fatto che le qualità dell'antenna
non aumentano sensibilmente con multipli di
mezza lunghezza d'onda superiori all'unità. In
questo disegno si interpretano i concetti di
lunghezza d'onda intera, ' lunghezza d'onda e 1 I
¼ di lunghezza d'onda. CONDUTTORE TENSIONE
GROUND PLANE

l
------- - - - --
Fig. 5 - Il dipolo è composto da due bracci
orizzontali o verticali di ¼ d'onda ciascuno.
La disposizione dei bracci può variare a se-
conda delle caratteristiche che si vogliono at-
tribuire all'antenna. Quando i due bracci si
trovano in posizione perpendicolare, l'antenna
prende il nome di « ground-plane ».

gura 5, presenta una bassa impedenza, di 75 tipo artificiale che, fungendo da specchio per
ohm circa, perfettamente adattabile all'uscita le radiazioni elettromagnetiche, simula le pro-
dei trasmettitori senza dover ricorrere a parti- prietà intrinseche del dipolo.
colari accorgimenti. Da questo concetto scaturiscono le ben note
Talvolta, anziché utilizzare i due bracci, si fa antenne ground-plane, che vengono utilizzate
uso di un solo braccio sistemato in posizione con ottimi risultati dagli utenti della banda cit-
verticale, in modo da ottenere un'antenna ad tadina, anche in considerazione del loro basso
1/4 d'onda verticale. Questa antenna non ha costo.
lo stesso rendimento del dipolo, a meno che
La lunghezza dell'antenna può essere ulterior-
non venga realizzato un « piano di terra », di
mente ridotta inserendo, in serie ad essa, una
bobina in grado di introdurre nel circuito una
induttanza concentrata. Con tale sistema le di-
mensioni costruttive dell'antenna possono es-
sere ridotte a 1/8 d'onda o anche meno (figu-
ra 6).
Le prestazioni di questo particolare tipo di an-
tenna, denominata « antenna caricata», non
risultano paragonabili a quelle delle antenne a
1/2 lunghezza d'onda, e per tale motivo, esse
vengono utilizzate sol tanto là dove la lunghez-
za assume un'importanza fondamentale come,
L AGGIUNTA ad esempio. in automobile.

+ e:::::> AL RICEV. REALIZZAZIONE DEl DIPOLO

Il dipolo, nella sua forma più comune, è com-


posto da due conduttori metallici, preferibil-
mente trecciole di rame opportunamente trat-
tato, per mezzo di processi chimici, allo scopo
Fig. 6 - La lunghezza dell'antenna può essere ri. di evitare la corrosione. I due conduttori sono
dotta collegando, in serie ad essa una bobina in tesi, mediante isolatori, in senso orizzontale o
grado di introdurre nel circuito una induttanza con-
centrata. Con tale sistema le dimensioni costrut- verticale, a seconda delle particolari caratteri-
tive dell'antenna possono essere ridotte a 1 /8 d'on- stiche che si debbono esigere dalJ'antenna.
da o anche meno. II dipolo verticale irradia uniformemente ener-
gia elettromagnetica in tutte le direzioni; esso
costituisce quindi un'antenna omnidirezionale

556
ISOL. L'OSCILLATORE
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse.

CAVO COASSIALE

9e
a
o
CL
CL
:> 3 mt
VI

R--TX

ISOL.

IN SCATOLA DI MONTAGGIO

Flg. 7 - Il dipolo verticale irradia uniformemente


L. 14.500
energia elettromagnetica in tutte le direzioni. Il
cavo schermato, almeno nell'ultimo tratto, deve ri- Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici
manere in posizione perpendicolare rispetto allo n. 4 resistenze- n. 2 transistor - n. 2 trimmer
stesso dipolo. potenziometrici - n. 1 altoparlante- n. 1 cir-
cuito stampato - n. 1 presa polarizzata • n. 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

CARATTERISTICHE
CAVO
COASSIALE
Controllo di tono
QUALSIASI
Controllo di volume
LUNGHEZZA
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V

La scatola dl montaggio dell'OSCILLATORE


MORIE deve essere richlesta a: STOCK RA-
Fig. 8 . Il dipolo orizzontale gode di spiccate ca- DIO - 20124 MILANO - Vla P. Castaldl, 2o
ratteristiche direzionati. Esso è più adatto per i (Telet. 6891945) inviando anticipatamente l'Im-
collegamenti radio a lunga distanza. porto dl L. 14.500 a mezzo vaglia postale, as-
segno bancario o c.c.p. n. 46013207. Nel prez
zo sono comprese le spese di spedizione.

557
SAL.
SAL.

ttz-
8OCCHETT.

Fig. 9 • Dimensioni costruttive del dipolo


orizzontale, o verticale, espresse in centime-
tri. Gli ancoraggi dell'antenna potranno esse-
re le tegole, i camini, i pali o qualsiasi altro
elemento reperibile nella parte più alta del-
l'edificio in cui trovasi la stazione ricetrasmit-
tente.

Fig. 10 • Il dipolo orizzontale può essere reso


ancor più direttivo se esso viene montato nel
modo indicato in questo disegno, cioè a «V».
In questo modo si ottiene una propagazione
delle onde radio nel senso di apertura della
« V», mentre si avrà attenuazione dei segnali
dietro l'antenna e lateralmente.

558
SUPP.
ISOLANTE

.,......,_____ _
'-...r--- ---··
DIREZIONE

Fig. 11 • Anche il dipolo vertlcale, cosi come


indicato in questo disegno, può essere rea- R-TX
llzzato a «V». Questo tipo di antenna si ad-
PALO I
dice In modo particolare ai collegamenti a LEGNO
media distanza.

SALDARE FILO DI
MASSA
22mm

1mt

Flg. 12 - Presentiamo In questo disegno due diversi sistemi di ottime prese


di terra. Il picchetto a sinistra, e la lastra di rame, a destra, sono elementi
di facile reperibilità commerciale.

Flg. 13 - Il disegno a sinistra raffigura un'ideale lnstallazlone di antenna mar-


conlana. Il conduttore è una trecclola di fili di rame verniciata con sostanze
protettive che ne evitano la corrosione.

559
Gli ancoraggi dell'antenna potranno essere rap-
presentati dai camini, da pali, dalle tegole del
tetto o da qualsiasi altro elemento reperibile
nella parte più alta dell'edificio in cui trovasi
la stazione ricetrasmittente.
Nel caso di installazione di dipolo verticale,
sarà necessario che il cavo d'antenna non ri-
sulti molto vicino al supporto; esso deve ri-
manere distanziato almeno di qualche centi-
metro.

ALIMENTAZIONE D'ANTENNA

L'alimentazione del dipolo, dovrebbe avvenire,


almeno teoricamente, con linea bilanciata; un
esempio di linea bilanciata è rappresentato
dalla piattina per discesa TV con impedenza
di 300 ohm.
Fig. 14- Gli Isolatori sono elementi che assumono
In pratica, tuttavia, quasi tutti i ricetrasmetti-
grande Importanza nell'installazione delle antenne, tori dispongono di una uscita sbilanciata, even-
perché contribuiscono ad elevarne l'efficienza. tualmente regolabile fra 50 e 75 ohm, adatta
Quelli in figura sono di ottima qualità. per un diretto collegamento con cavo scher-
mato. Ecco perché si suole alimentare il dipo-
lo con il cavo schermato, con l'accorgimento
di mantenere in posizione perpendicolare, ri-
spetto allo stesso dipolo, l'ultimo tratto del
cavo, almeno per 1/4 d'onda, cioè per tre me-
tri circa nel caso della banda cittadina (figura
7) . Con tale precauzione si riesce a neutraliz-
ed è preferibile al dipolo orizzontale per colle- zare Io sbilanciamento con un adattamento di
gamenti radio locali (figura 7). impedenza tra ricetrasmettitore, cavo e anten-
Il dipolo orizzontale assume invece spiccate na che può essere ritenuto complessivamente
caratteristiche direzionali, perché esso cOnvo- buono.
glia gran parte dell'energia in direzione per-
pendicolare rispetto ai bracci del dipolo. Que-
sto tipo di antenna è quindi più adatta per i VARIANTI AL DIPOLO
collegamenti radio a lunga distanza (figura 8).
Le dimensioni costruttive del dipolo sono le II dipolo orizzontale può essere reso ancor più
stesse sia per quello di tipo orizzontale, sia direttivo se Io si monta a «V». In questo mo-
per quello di tipo verticale. Ciò è dato a vedere do è possibile ottenere una propagazione delle
in figura 9. onde elettromagnetiche preferenziale nel sen-

Fig. 15 • Esempio di isolatore


centrale per dipoli con presa
di tipo PL259.

560
so di apertura della « V», mentre si avrà una
attenuazione dei segnali dietro 1 'antenna e la-
L teralmente ad essa.

- I benefici apportati da questo tipo di dipolo


non sono soltanto quelli della direzionalità,
perché quest'antenna presenta una notevole in-
sensibilità alle interferenze laterali ed una
diminuzione di QRM in ricezione. L'antenna
a «V», dunque, si addice in particolar modo
ai « DX », cioè ai collegamenti a lunga distan-
za (figura 1 O) .
Anche il dipolo verticale può essere realizzato
nella versione a «V», permettendo di raggiun-
gere risultati di direzionalità simili a quelli che
si ottengono con i dipoli orizzontali a «V».
Questo tipo di antenna si addice, in modo par-
ticolare, ai collegamenti a media distanza (f-
gura 11).
TERRA

PRESA DI TERRA
Fig. 16- Con questo disegno si vuole simboleggia-
re l'antenna montata nell'autovettura. Con L si In-
dica la lunghezza dello stilo e con C la capacità
L'utilità di una buona presa di terra è ormai
presente fra tutti i punti dell'antenna e la carroz- universalmente nota. Con essa, infatti, si pos-
zeria che funge da terra. sono scongiurare quasi tutti i pericoli derivanti

il ANT,
4

I
I
±4 IANT.
"MAGIE Flg. 17 , L'antenna marconiana, so-
prattutto quella ricevente, può es-
sere ad un quarto d'onda perché

I essa crea, nella terra, un'antenna


immagine della stessa lunghezza.

561
AN7. 1
,4
A

llllll/ll/l/7,... 77/7///lll/77777!777/ll1
: PIANO CONDUTTORE
Fig. 18 - Nell'antenna di tipo ground-
plane il segnale di alta frequenza viene
prelevato tra la stessa antenna e la
AL RICEV terra.

dalle correnti elettriche. Per esempio, la mag- te e completamente il sistema di impianto.


gior parte dei nostri elettrodomestici è dotata Possiamo soltanto aggiungere che, all'atto del-
del collegamento di terra, in rispetto di quelle la posa dell'impianto, converrà inumidire il
particolari norme che regolano questi tipi di terreno con acqua salata, allo scopo di aumen-
impianti. Ma questo stesso accorgimento deve tarne la conduttività. Il picchetto e la lastra di
essere esteso anche agli apparati ricetrasmit- rame sono elementi di facile reperibilità com-
tenti che sono alimentati con la tensione di merciale. Essi sono trattati per mezzo di pro-
rete. cedimenti elettrochimici allo scopo di evitare
E buona norma di sicurezza, quindi, collegare le corrosioni che, con il passare del tempo. si
a terra il telaio metallico del ricetrasmettitore potrebbero verificare.
che, oltre all'incolumità dell'operatore, garan- ',
tisce una perfetta schermatura elettromagnetica
delle parti elettroniche. ANTENNE MARCONIANE
In figura 12 vengono illustrate due buone prese
di terra, E i disegni interpretano perfettamen- L'installazione ideale di un 'antenna marconia-
na è quella riportata sulla sinistra di figura 13.
.Il filo conduttore, rappresentato da una trec-
ciola di fili di rame (vedremo più avanti il mo-
tivo per cui si deve utilizzare questo tipo di
conduttore), deve essere teso nella posizione
più alta possibile. Gli isolatori debbono essere

abbonatevi a: di ottima qualità, come quelli riportati in figu-


ra 14, allo scopo di evitare dispersioni di ener-
gia elettromagnetica verso terra. La lunghezza
ELETTRONICA complessiva dell'antenna deve essere pari ad
un quarto d'onda. Se la discesa è realizzata con
cavo schermato, si evitano gli impulsi spuri.
PRATICA La discesa d'antenna non deve essere compu-
tata nel calcolo della lunghezza d'antenna. Se
la discesa è realizzata con filo nudo, questa
dovrà essere considerata come parte integrante

562
dell'antenna e conteggiata nella lunghezza com- ghe. Ecco perché, nella realizzazione delle an-
plessiva. La presa di terra si ottiene normal- tenne marconiane si ricorre sempre alla trec-
mente sfruttando le condutture dell'acqua. ciola di rame che, essendo composta da un
gran numero di fili e presentando, per tale
motivo, una notevole estensione superficiale,
EFFETTO PELLE può validamente sostituire un conduttore di
grosso diametro quale è appunto il tubo.
Per una particolare legge fisica, la corrente ad In pratica conviene sempre, prima dell'instal-
alta frequenza, che è la corrente che percorre lazione dell'antenna, verniciare la trecciola di
le antenne e che è provocata dalle onde radio rame con sostanze protettive allo scopo di evi-
che investono le antenne stesse, tende a Scor- tare la corrosione da parte degli agenti atmo-
rere alla « periferia » del conduttore. Questo sferici. Questo accorgimento deve essere ador-
fenomeno prende il nome di effetto pelle. E tato, ovviamente, quando l'installazione del-
in virtù di questo fenomeno l'elemento ideale l'antenna avviene all'esterno. Esso non è più
per la costruzione delle antenne sarebbe il tu- necessario quando l'antenna viene installata ne-
bo. Ma il tubo non può essere adottato in pra- gli ambienti interni, lungo le pareti di un lo-
tica per la costruzione di antenne molto lun- cale o in prossimità del soffitto,

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


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Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
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Il kit contiene: N° 1 saldatore (220 V- 25 W) N" 1 spiralina di filo-stagno -


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- N 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N" 1 spezzone filo multiplo multicolore.

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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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566
LA PUSIA DE LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
e pc.
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
3= <
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
s e
e=e
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

SOFFIO NEGLI AMPLIFICATORI razionale di impiego generale, che i nostri pro-


gettisti inseriscono in molti progetti, per il prez-
Su precisa domanda di un lettore, avete pubbli- zo molto basso e per l'assoluta facilità di re-
cato, a pagina 116 del fascicolo di febbraio di perimento in commercio. Tuttavia, questo po-
quest'anno, nella rubrica « La posta del letto- polare integrato non è stato concepito per im-
re», il progetto di un semplice miscelatore a pieghi audio a bassissimo rumore. Ed è questo
quattro canali dotato di controllo manuale del il motivo per cui il miscelatore in questione do-
guadagno e con possibilità di regolazione indi- vrebbe essere utilizzato con segnali audio già
pendente dai quattro ingressi. Avendo io biso- amplificati a monte, prima del loro ingresso
gno di un dispositivo di quel tipo, ho realizzato nel circuito mixer, onde non peggiorare il rap-
il circuito del mixer che, è doveroso dirlo, fun- porto segnale rumore. Per lei, dunque, che de-
ziona egregiamente. Pur tuttavia, ho dovuto ve lavorare con segnali a basso livello, il pro-
constatare che l'apparato introduce, nel siste- blema diviene abbastanza complicato. Infatti,
ma di riproduzione audio, un rilevante fruscio, non può assolutamente utilizzare l'integrato da
che si riduce notevolmente quando collego i noi prescritto, ma deve sostituire questo com-
microfoni direttamente con l'amplificatore di ponente con altri modelli, per esempio con
potenza. Pertanto, non potendo attribuire alcu- l'LM38 l A della National. Ma questa non è una
na colpa a questi ultimi, debbo pensare di aver soluzione del tutto corretta del suo problema.
commesso qualche errore nel montaggio. Qua- Perché, quando si debbono miscelare segnali di
1e? bassa frequenza e a basso livello. si preferi-
MARTJNI EMANUELE sce sempre amplificare separatamente, median-
Rimini te amplificatori a basso rumore, ogni singolo
canale. Poi, questi segnali amplificati, possono
essere immessi nel miscelatore. Ma il loro li-
L'integrato A741, montato nel circuito misce- vello deve almeno raggiungere il valore di
latore da lei realizzato. è un amplificatore ape- 1: 2vef.

567
LUCI LAMPEGGIANTI c2 22 F- 16 Vl (elettrolitico)
C3 22 F- 16 V (elettrolitico)
Nella vetrina del mio negozio vorrei installare C4 22F - 16 Vl (elettrolitico)
dei faretti a 220 Vca lampeggianti, con fre- es 22 F - 16 VI (elettrolitico)
quenza di lampeggìo regolabile almeno attra-
verso due canali. Resistenze
METE LEONE R1 10.000 ohm
Catanzaro R2 22.000 ohm
R3 4.700 ohm
Con questo circuito, a due multivibratori asta- RA 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
bili, lei potrà realizzare il suo programma. I R5 10.000 ohm
due triac controllano lampade o gruppi di lam- R6 1.000 ohm
R7 10.000 ohm
pade a 220 Vca sino ad una potenza massima
R8 22.000 ohm
di 1.000 W per canale. R9 4.700 ohm
=
R10 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
Condensatori R11 10.000 ohm
C1 = 220 F- 24 V (elettrolitico) R12 = 1.000 ohm

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L 14.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le iampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti Ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

II kit per luci stroboscopiche, nel quale sono contenuti tutti gli elementi riprodotti nella toto, costa
L. 14.850. Por richiederlo occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno
bancario o c.c.p. n, 46013207 Intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 (Telefo-
no 6891945)

568
+ ICI

Varie
TR1- TR2 .TR3 TRA4 = BC107 D1-D2-D3- D4 = 1 N4004
TRIAC 1 . TRIAC 2 = 220 V - 3 + 4A S1 = interrutt.
Ti = trasf. (220 Vca - 12 Vca - 0,2 A) LP1 - LP2 =lampade (220 Vca - 4 A)

ROUNDING LIGHT IN SCATOLA DI MONTAGGIO

28.000
LAMPE661ATORE SEQUENZIALE
L'uso di luci diversamente colorate ed il loro
accorto collegamento, in serie o in parallelo,
che consente l'inserimento di alcune cen-
tinaia di lampadine-pisello, è determinante
per la creazione di un ambiente suggestivo
e fantasmagorico.

Caratteristiche:

Potenza elettrica pilotabile su ciascun ca-


nale: 200 + 250 W aumentabile fino a 800 W
con opportuni radiatori.

La frequenza della successione dei lam-


peggii è regolabile a piacere.

Su ciascuno degli otto canali si possono • Per l'albero di Natale


collegare otto lampadine, oppure otto grup-
pi di lampadine in un quantitativo superio- • Per insegne pubblicitarie
re ad alcune centinaia. • Per rallegrare le feste

La scatola di montaggio del Lampeggiatore sequenziale costa L. 28.000 (nel prezzo sono comprese
le spese di spedizione). Per richiederla occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia po-
stale, assegno bancarlo o c.c.p. N. 46013207 intestato a: STOCK RADIO • 20124 MILANO - Vl P. Ca.
staldl, 20 - Tele1. 6891945.

569
AMPLIFICATORE STEREO C13 = 1.500 pF
C14 = 100.000 pF
Mi hanno regalato due integrati SN76023N C15 = 10.000 pF
con i quali vorrei costruire un amplificatore
stereo completo di regolazione attiva dei toni. Resistenze
alti e bassi separati. R1 = 250.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R2 - 330.000 ohm
ROSA LUIGI R3 = 220.000 ohm
Roma R4 = 47 ohm
R5 = 1 .000 ohm
Pubblichiamo soltanto uno dei due canali, l'al- R6 = 10.000 ohm
tro essendo perfettamente identico. L'alimenta- R7 -- 50.000 ohm [potenz. a variaz. lin.)
tore è comune ai due circuiti. R8 = 27 .000 ohm
R9 = 1 .000 ohm
Condensatori R10 = 10 ohm
R11 = 22.000 ohm
C1 = 4.700 pF
R 12 = 50.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
C2 == 500 F . 36 VI (elettrolitico) R13 = 22.000 ohm
C3 - 100.000 pF R14 - 4.700 ohm
C4 = 4,7F - 16 VI (elettrolitico)
R15 = 220.000 ohm
C5 = 220pF
C6 = 4,7F - 16 VI (elettrolitico)
C7 = 1.000 pF Varie
C8 = 330pF IC1 = SN76023N
C9 = 4.700/pF P1 = radddrizz. (1 A)
C10 = 500 F - 16 VI i(elettrolitico) T1 = trasf. (220 Vca - 20 Voa - 1 A)
C11 = 4,7F. 16 VI (elettrolitico) Ap == altoparlante (8 ohm)
12 = 1.500 pF S1 = interrut.

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1- La luminosità delle lampade e dei


. 13.50
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3- La temperatura di un saldatore.

4- La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

La scatola di montaggio del REGOLATORE DI POTENZA costa L. 13.500. Per rlchlederta occorre
Inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglla postale, assegno bancario o c.c.p. n, 46013207
citando chiaramente Il tipo dl kit desiderato e Intestando a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. Castaldi, 20 (Teleft. 6891945). Nel prezzo sono comprese le spese di spedlzlone.

570
tNTR .

T1

C/5

BARRA LUMINOSA
IN SCATOLA DI MONTAGGIO

L. 16.600 (con modulo monocolore)


L. 19.800 (con modulo bicolore)

L'applicazione alla barra di un qualsiasi segnale provoca l'accensione di uno


o più trattini di color rosso o rosso-verde. Serve per realizzare un gran nume-
ro di dispositivi di utilità immediata e continua, in casa, nel laboratorio e in
automobile. Di questi, una buona parte è illustrata e interpretata nel fascico-
lo di novembre '82 del periodico, che viene allegato gratuitamente al kit.

Il kit per la realizzazione della « Barra luminosa » deve essere richiesto inviando anticipatamen-
"%!,,2%!ygmoro mezze_ vaste rosale, ·yyeso bsnerte_g_.cp. n. 46or3zointentato
a: {RADIO- 20124 MILANO - Va P. Castaldi, 2o - Telef. 6891945.
AMPLIFICATORE AUDIO Condensatori
C1 == 100.000 pF
Disponendo dell'integrato TBA790KSD e non C2 = 47 F - 16VI (elettrolitico)
avendo mai trovato sulla vostra pubblicazione C3 = 100 pF
uno schema applicativo con tale componente, C4 = 100.000 pF
vi scrivo per chiedervi il progetto di un ampli- es = 1.000 pF
ficatore audio finale con alimentazione a 12 V. C6 = 470F - 25 VI (elettrolitico)
MORT ARI MICHELE C7 = 220 F - 16 VI (elettrolitico)
Mantova
Resistenze
Premesso che oggi esistono integrati amplifica- R1 = 2,2 megaohm
tori di maggior potenza, la accontentiamo pub- R2 = 100 ohm
blicando questo circuito nel quale il valore di R3 = 2,2 ohm
R2 potrà essere variato in funzione dell'am-
piezza del segnale disponibile. Varie
IC1 = TBA79O
AP = 8 ohm
S1 = interrutt.

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc-220 Vca-50 W DI MONTAGGIO
COSTA

L. 34.200

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

scatola di montagglo dell'INVERTER costa L. 34.200. Per richlederla occorre Inviare anticl-
patamente l'importo a mezzo vaglla _postale, assegno bancarlo o c.cp. n. 46013207 Intestato a:
L
a

STOCK RADIO- 20124 MILANO - Và P. castaldi, 20 (Telet, 6891945).

79
RJ
SI

Cl
+ e
12V
C7
e
es

ENTR
BF RI

C2

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
AL. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni altl
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazlone: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

Il kit per lucl psichedellche, nel quale sono contenuti tuttl gll elementi riprodotti nella foto,
costa L. 19.500. Per richlederlo occorre lrvlare antlclpatamente l'Importo a mezzo vaglla po-
stale, assegno bancarlo o cc.p. n. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO - 20124 MiLANO -
Va P. Castaldl, 20 - Tel. 6891945.
DIREZIONE DEL VENTO Condensatori
C1 = 1.500 pF
Ho letto con interesse l'articolo apparso sul fa. C2 = 1.000 pF
scicolo di giugno relativo all'apparato indicato- C3 = 10F.12 VI(elettrolitico)
re della direzione del vento. Ma non mi è pos- CA = 100F- 12 VI (elettrolitico)
sibile realizzare quel progetto per l'irreperibi- Resistenze
lità dei componenti. La stessa dinamica è per R1 1.000 ohm
me troppo complessa. R2 27.000 ohm
D'ARGENZIO CARLO R3 = 27.000 ohm
Chieti R·4 3.000 ohm
R5 10.000 ohm
R6 2.200 ohm
Le proponiamo la realizzazione di un circuito 100 ohm
totalmente diverso e assai più semplice. Si ba-
R7 = 10.000 ohm
R8
sa sulla variazione di capacità di un condensa- R9 2.200 ohm
tore variabile collegato meccanicamente alla R10 220 ohm
banderuola. Tale variazione produce degli im-
pulsi che variano in durata e che vengono mi- Vari-e
surati da un integrato R-C e visualizzati tra- TR1 = BC237
mite un microamperometro. Per C2 può utiliz- TR2 = BC237
TR3 - BC237
zare un variabile doppio ad aria (500 + 500 TR4 = BC237
pF) e collegare in parallelo le due sezioni. È D1 = diodo al germanio
molto importante allentare i cuscinetti del va- DZ1 = diodo zener (6 V.1 W)
riabile, sgrassarli e lubrificarli. allo scopo di ri A = microamperometro (100- 0- 100 A)
durre /'attrito. S1 = Interrutt.

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SPIA + Stabilizzazione: - 100 mV
,LE NvTATORE STABILIZZATO md1$1°
i3_ zv' Corrente di picco: 3 A
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se, il montaggio elettronico descritto nelle prime
pagine del presente fascicolo. Si tratta di un
semplice e moderno interfono, che ha lo scopo
di offrire al lettore il piacere della realizzazione,
in casa propria, dl uno strumento di comuni-
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INTERFONO
L'interfono è quel dispositivo che tutti conside- privati, poi, l'interfono è molto utile, perché
rano come un telefono privato che, sul vero te- con esso si può comunicare fra un locale e l'al-
lefono, presenta alcuni vantaggi che lo rendono tro o fra piani diversi, tenendo sotto costante
un apparato veramente insostituibile. E fra que- controllo un infermo, un bambino o chiunque
sti vantaggi possiamo ricordare la facilità con necessiti di sorveglianza continua e di aiuto.
cui si può ricevere una comunicazione, anche
ad una certa distanza dall'apparecchio, senza
dover interrompere le proprie attività. Anzi, pro-
CARATTERISTICHE
prio per quest'ultima caratteristica, l'interfono
trova le sue maggiori applicazioni negli uffici,
nelle fabbriche, nelle aziende, nei negozi e do- L'interfono di tipo tradizionale, fatta eccezione
vunque vi sia la necessità di comunicare con per quelli ad onde convogliate, è costituito es-
una persona fuori dal tiro di voce, con la mas- senzialmente da un amplificatore di bassa fre-
sima semplicità e rapidità. Negli appartamenti quenza opportunamente collegato con due alto-

La realizzazione di un impianto interfonico offre Il piacere del


godimento di un telefono privato nella propria casa, nel nego-
zio, In ufficio, con tutta una serie di vantaggi che lo rendono
un apparato elettronico veramente insostituibile.

580
parlanti che, alternativamente, fungono da mi- NOTA DI CHIAMATA
crofono e da riproduttore acustico.
L'amplificatore di bassa frequenza, dunque, Il nostro interfono, oltre che svolgere le natu-
rappresenta il cuore dell'interfono e nel nostro rali funzioni di amplificatore di bassa frequen-
progetto esso è principalmente concentrato in za, consente pure di trasformare il circuito in
un unico circuito integrato, di tipo molto popo- un oscillatore, tramite l'azionamento di un pul-
lare e quindi reperibilissimo in ogni dove, per- sante. E questa funzione diviene particolarmente
ché si tratta del modello LM380. utile, in quanto la nota emessa dall'altoparlante
Naturalmente, quando si parla di amplificatori del posto secondario funge da inequivocabile
di bassa frequenza, ci si riferisce quasi sempre segnale di chiamata, allo stesso modo del trillo
ad apparati con ampia banda passante, bassa della suoneria del telefono, anche se in questo
caso si tratta di un fischio
distorsione ed elevata potenza. Ossia, si fa rife-
rimento ad amplificatori ad alta fedeltà. Ma
questi non servono per la realizzazione di un
POSTAZIONE PRINCIPALE
interfono, che non deve essere caratterizzato da
requisiti particolari di riproduzione sonora. In-
Le linee tratteggiate, che racchiudono una parte
fatti, per la semplice riproduzione della voce
dello schema di figura I, delimitano la sezione
umana, non necessita una banda passante parti- elettronica vera e propria dell'interfono. Al di
larmente ampia; anzi, se questa è limitata alla fuori delle linee tratteggiate figurano tutti quei
gamma di 300 - 3.000 Hz (gamma del parlato) componenti accessori che completano l'impianto
come avviene nel nostro amplificatore, si evitano citofonico.
fruscìi e rumori estranei, con grande vantaggio La configurazione circuitale da noi adottata con-
per la comprensione della parola. sente di realizzare un interfono unidirezionale.
Neppure la distorsione costituisce un fattore im- E ciò significa che, in qualsiasi istante, è pos-
portante nella progettazione di un interfono, sibile trasmettere il segnale in una sola direzio-
dato che valori sino al 10% possono ritenersi ne: dal posto di trasmissione a quello di rice-
del tutto accettabili, non compromettendo af- zione. L'altoparlante, di cui è dotata ciascuna
fatto la comprensibilità della parola. postazione. viene commutato, tramite S1a- S1b,

581
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582
TR1

Fig. 2 • La sezione elettronica dell'interfono deve essere montata su circuito


stampato nel modo indicato dal presente piano costruttivo. SI noti, In corri-
spondenza dei terminal! positivi del condensatori elettrolitici, la presenza di
una crocetta dì riferimento. La numerazione riportata lungo I lati minori del
rettangolo corrisponde esattamente a quella del circuito teorico di figura 1.

per fungere ora da microfono, ora da riprodut- fatti comprende il solo altoparlante che, nello
tore acustico, a seconda che alla postazione, sia schema elettrico di figura 1, è stato indicato con
essa la principale o la secondaria, si voglia at- AP 1. L'altoparlante AP2 del posto principale
tribuire la funzione di trasmittente o ricevente. rimane inserito nello stesso contenitore che co-
Il doppio deviatore S 1, che è un commutatore a stituisce la postazione principale.
due vie e due posizioni, deve essere montato Il collegamento fra altoparlante APl del posto
nel contenitore rappresentativo della postazione secondario ed il contenitore della postazione
principale. principale si effettua, preferibilmente, con cavo
schermato, soprattutto se si tratta di collegamen-
to lungo, perché il cavo schermato evita di cap-
POSTAZIONE SECONDARIA tare segnali disturbatori lungo la linea. In caso
di collegamenti brevi si potrà utilizzare del co-
La postazione secondaria è priva di qualsiasi mune cavetto bifilare, con sensibile risparmio
elemento di comando o di regolazione. Essa in- sul costo di impianto.

Fig. 1 • Circuito teorico dell'interfono. Le linee tratteggiate racchiudono la parte


elettronica del dispositivo. Premendo il pulsante P1, montato sulla postazione
principale, si ode un forte fischio di chiamata attraverso l'altoparlante AP1 della
postazione secondaria. Con il trimmer R3 si regola il volume sonoro degli
altoparlanti. Con S1 sl effettua la commutazjone parlo-ascolto.

583
3

-f
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale, cioè in scala unitaria, del circuito stam-
pato sul quale deve essere composta la sezione elettronica dell'interfono.

-
/Cl

Fig. 4 - Esempio costruttivo di postazione principale dell'interfono interamente


realizzata in un contenitore metallico, che assume funzioni di schermo e di
conduttore unico della linea di massa, che è pure quella dell'alimentazione ne-
gativa. li circuito elettronico, per semplicità di disegno, è stato appena ac-
cennato.

584
ESAME DEL CIRCUITO AMPLIFICATORE BF

Cominciamo ora con l'analisi del progetto di Dal cursore del trimmer potenziometrico R3 il
figura 1, prendendo le mosse dalla prima se- segnale, amplificato dal transistor TR 1, viene
zione a sinistra dello schema, che è quella di applicato, tramite il condensatore C3, all'ingres-
un circuito preamplificatore di bassa frequenza. so non invertente dell'amplificatore di bassa
La necessità di questo preamplificatore, pilotato frequenza ICl, che è il ben noto circuito inte-
dal transistor TR 1, è stata imposta da due pre- grato LM380.
cisi motivi tecnici. Il primo fra questi è l'adat- L'integrato LM380 è un amplificatore molto
tamento di impendenza fra l'altoparlante e l'in- versatile, di uso semplicissimo e in grado di for-
gresso dell'integrato ICl, il secondo è l'ampli- nire una potenza d'uscita di qualche watt, che
ficazione del debole segnale emesso dall'altopar- è più che sufficiente per la maggior parte delle
lante in funzione di microfono. applicazioni pratiche di bassa frequenza.
Per l'adattamento di impendenza si sarebbe po- Si suole definire l'integrato ICI come un am-
tuto utilizzare un trasformatore di ingresso, ma plificatore audio di tipo monolitico, ricavato
questo non sarebbe stato in grado di elevare cioè da un'unica piastrina di silicio in grado di
il segnale ed il preamplificatore si sarebbe reso svolgere completamente le funzioni di preampli-
ancora necessario. Quindi, con un solo elemento, ficazione ed amplificazione finale con l'aiuto di
cioè con il solo transistor TR 1, si sono risolti un ridottissimo numero di componenti esterni.
entrambi i problemi. Lo stadio d'uscita è di tipo a simmetria quasi
Nelle condizioni in cui appare lo schema elet- complementare e ciò consente un pilotaggio di-
trico di figura 1, l'altoparlante AP 1 che è stato retto dell'altoparlante, senza l'uso di alcun tra-
assegnato alla postazione secondaria, funge da sformatore adattatore di impendenza. Le ca-
microfono. Il suo debole segnale viene appli- ratteristiche di maggior rilievo dell'integrato
cato, tramite il condensatore elettrolitico C1, LM380 sono riportate nell'apposita tabella.
alla base del transistor TR1, che lo amplifica e Oltre a tali caratteristiche, che definiscono già
lo invia, tramite R3 e C3 all'ingresso non in- l'LM380 come un amplificatore integrato di
vertente 2 dell'integrato I Cl. tutto rispetto, va ricordato che il dispositivo è
Il trimmer R3, che deve essere regolato una protetto contro i cortocircuiti d'uscita dalla pre-
volta per tutte in sede di messa a punto dell'in- senza di elementi limitatori di corrente; il di-
terfono, si comporta come regolatore manuale spositivo è anche protetto termicamente in mo-
del volume sonoro degli altoparlanti. Esso rap- do automatico; non appena l'integrato raggiunge
presenta pure il carico di collettore di TR l. un certo valore di temperatura considerata peri-

------------------------------ - J
,,r,,r O

I 'I
I 8'
1

Fig. 5 - II circuito interno dell'inte-


grato LM380 è principalmente com-
posto da dodici transistor di en-
trambi i tipi (PNP - NPN), di cui
alcuni esplicano funzioni amplifi-
catrici, altri quelle ausiliarie di ge-
I _ 2 34510/112
---------l'i---'
1 neratori di corrente e di tensione
per le polarizzazioni interne.

585
TABELLA CARATTERISTICHE LM 380 L'uscita del circuito integrato, che si identifica
nel piedino 8, risulta automaticamente centrata
Tensione di alimentaz.: 8 : 14 Vcc ad un valore metà di quello dell'alimentazione,
Guadagno tipico: 50 volte (34 dB) senza necessità alcuna. di regolazioni esterne.
Potenza d'uscita Ciò si verifica, come abbiamo detto, automati-
con alimentaz. 12 V: 2,5 W camente, proprio in virtù della presenza della
rete di controreazione interna.
Distorsione con carico 8 ohm: 3%
Distorsione tipica
con 1 W d'uscita: 0,2%
CONTENITORE DELL'INTEGRATO
Banda passante: 100 KHz
lmpendenza d'ingresso: 150.000 ohm Il circuito integrato LM80 risulta incapsulato
lmpendenza d'uscita: 4 : 16 ohm in un contenitore di tipo « dual in line », così
Consumo tipico a riposo: 7 mA come indicato nel disegno di figura 7.
Corrente di cortocircuito: 1,5 A I sei piedini centrali sono connessi elettrica-
mente a massa e termicamente alla piastrina di
silicio. Ciò consente di sfruttare tali terminali
allo scopo di aumentare la dissipazione termica
colosa ( 150 C alla giunzione), il sistema auto- dell'integrato, dato che saldandoli ad una zona
matico entra in azione bloccando il funziona- ramata, dell'ampiezza di 15 centimetri quadrati
mento dell'amplificatore. circa, si aumenta la dissipazione, la quale, ri-
ferita ad esempio alla temperatura di 50 °C am-
bientali, passa da 1 W a 3 W. Si può così sfrut-
tare interamente l'integrato sino ad un limite di
CIRCUITO DELL'INTEGRATO
20 V di alimentazione.
Lo schema elettrico equivalente del circuito in-
terno dell'integrato è riportato in figura 5. Esso
è composto essenzialmente da 12 transistor, di RETE DI SFASAMENTO
tipo PNP e di tipo NPN, dei quali alcuni espli-
cano le funzioni di amplificatori, altri quelle Conclusa la serie di doverose notizie tecniche
di generatori di corrente e di tensione per le sull'integrato LM80, riprendiamo e concludia-
polarizzazioni interne (funzioni ausiliarie). mo l'analisi del circuito elettrico dell'interfono
Alcuni punti del circuito sono accessibili dal- di figura 1.
1 'esterno attraverso i piedini (« pin ») de li 'in- Fra i piedini 6 e 8 dell'integrato IC 1 si nota la
tegrato. Il piedino 14 corrisponde all'ingresso presenza di una rete resistivo-capacitiva, com-
dell'alimentazione positiva; i piedini 7.3-4-5 - posta dai condensatori C7 - C8 - C9 - C 10 e dalle
I 0- 11- 12 corrispondono ai collegamenti di resistenze R6 - R7- R8 - R9. Ebbene, questa
massa. Oltre a questi vengono resi disponibili rete di sfasamento RC, quando viene premuto
due terminali, uno invertente (piedino 6), l'al- il pulsante P1, di tipo normalmente aperto, de-
tro non invertente (piedino 2). Essi corrispon- termina una reazione positiva che trasforma
dono ad altrettanti ingressi dell'integrato che l'amplificatore in un oscillatore sinusoidale di
fanno capo alle basi dei due transistor di tipo potenza, per consentire la funzione di chiamata.
PNP collegati nella configurazione Darlington
e in quella di amplificatore differenziale (TR3 -
TR4). La corrente di emittore dello stadio di ALIMENTAZIONE
ingresso differenziale può essere disaccoppiata
dall'alimentazione posi ti va collegando, sul pie- Nello schema elettrico di figura 1, la tensione
dino 1, un condensatore elettrolitico da 5 uF. continua di alimentazione rimane fissata entro i
Ciò garantisce una ulteriore reiezione al ronzio limiti di 9 Vcc e 14 Vcc, che corrispondono a
di 58 dB tipici. Il diagramma riportato in fi- quelli di impiego dell'integrato LM380, come
gura 6 interpreta le variazioni della reiezione riportato nell'apposita tabella delle caratteristi-
in funzione della capacità utilizzata. Lo stadio che. Il lettore, tuttavia, potrà servirsi di due pile
differenziale pilota la coppia di transistor com- piatte da 4,5 V ciascuna, collegate in serie tra
plementari TRl l - TR12, che compongono lo di loro, in modo da disporre della tensione com-
stadio pilota; questi transistor controllano a loro plessiva di 9 Vcc con una autonomia di eser-
volta i transistor finali TR7. TR8 TR9. cizio dell'interfono veramente notevole.

586
La sezione elettronica, il cui piano costruttivo
è riportato in figura 2, deve essere composta su
dB circuito stampato, il cui disegno in grandezza
"[) reale è quello di figura 3.
All'infuori delle più comuni raccomandazioni
relative all'esatto inserimento dei componenti
polarizzati, del transistor e dell'integrato, non
30 esistono particolari degni di nota per quel che
riguarda la costruzione del circuito elettronico
20 di figura 2. Possiamo soltanto ricordare che il
piedino 1 dell'integrato I Cl, citato numerica-
10 mente nello schema di figura 2, si trova in pros-
SENZA COND. simità di una piccola tacca di riferimento (cer-
o chietto) impressa sulla faccia superiore del com-
ponente.
10 100 1000 10000 A proposito della numerazione presente sullo
schema di figura 2, avvertiamo che questa cor-
HZ risponde esattamente a quella dello schema elet-
trico di figura 1.
Fig. 6 - Il processo della reiezione, nel circuito in- Sui fori dei terminali delle piste del circuito
tegrato LM380, varia in funzione dei valori capacitivi stampato si dovranno inserire dei capicorda (pa-
dei diagrammi riportati in questo disegno.
gliuzze), onde facilitare le operazioni di sal-
datura dei conduttori degli elementi accessori
(alimentatore - commutatore - interruttore - pul-
sante - altoparlante - boccola) .
Allo scopo di favorire la dispersione del calore
prodotto dall'integrato LM380 durante il suo
COSTRUZIONE
funzionamento, consigliamo di saldarne i pie-
dini direttamente sulle corrispondenti piste di
Sono due le fasi costruttive dell'interfono. In
rame del circuito stampato. Soltanto se si do-
un primo tempo infatti si realizza il circuito
vesse fare un uso molto saltuario dell'interfono,
eiettronico e in un secondo tempo l'apparec-
allora converrà utilizzare un apposito zoccoletto
chio così come esso è rappresentato in figura 4.
per ICI, allo scopo di evitare il rischio delle
saldature dirette sui piedini che, per un prin-
cipiante, possono essere causa di inconvenienti.

IL CONTENITORE
VISTO DA
SOPRA
Quello disegnato in figura 4 è un contenitore
DISACC. 1 14 +ALIM. di tipo metallico. Esso funge quindi da condut-

:
ENTR.B 2 13 NC
tore della linea di massa, che coincide con quella
di alimentazione negativa erogata dalla batteria

"'"{
ENTR.O 6
11

10

9 NC
MASSA
di pile. Ovviamente, per garantire la continuità
del circuito di massa, si dovrà provvedere all'uso
di terminali di massa.
MASSA 7 8 USCITA
Nel contenitore viene racchiuso il modulo elet-
LM 380 tronico e vengono pure inseriti tutti gli ele-
menti accessori dell'interfono, fatta eccezione
Flg. 7 - L'integrato LM380 viene industrialmente in-
per l'altoparlante API. che dovrà essere inse-
capsulato in un contenitore di tipo « dual in llne ». rito in un 'apposita cassetta destinata a rappre-
In questo disegno sono riportati tutti gli elementi sentare il posto secondario dell'impianto. Il
In corrispondenza con I quattordici piedini del com- collegamento, fra l'apparecchio riportato in fi-
ponente.
gura 4 e l'altoparlante API, si effettua con cavo
schermato, nel caso di lunghe distanze, con ca-
vetto bifilare nel caso di collegamenti brevi.

587
Strumento di misura
fondamentale
per la valutazione
degli stati logici.

Consente di evidenziare
lo stato logico
degli integrati TTL e CMOS.

SONDA LOGICA
E opinione di molti operatori scientifici, com- strumenti. E sono questi i motivi che ci hanno
merciali ed economici, ai quali pure noi dob- sollecitato ancora una volta, dato che in pas-
biamo associarci, che il futuro dell'elettronica, sato abbiamo già avuto occasione di farlo, a
molto presumibilmente, si identifica quanto pri- presentare al lettore una semplicissima sonda
ma con il mondo dei circuiti integrati digitali. logica, rivelatrice di stati, che sarà bene accolta
1 quali, contrariamente a quanto da alcuni ri- da quei principianti che per la prima volta in-
tenuto, possono essere facilmente adottati da tendono avvicinarsi all'elettronica digitale.
tutti, indistintamente, dunque anche dai prin-
cipianti. E ciò perché la loro applicazione non
comporta alcun calcolo di progettazione di reti SEGNALI DIVERSI
di polarizzazione o di controreazione, cioè nes-
suna cultura teorica e tecnologica più o meno Un segnale viene definito « analogico » quando
profonda. Ma, con l'evolversi delle tecniche, può assumere i valori compresi fra due limiti
cambiano pure le modalità di controllo dei nuo- estremi di massimo e di minimo. Si definisce
vi circuiti ed il vecchio e glorioso tester deve invece « digitale » quel segnale che può assu-
cedere il passo ai più pratici analizzatori di mere soltanto due valori: lo zero logico e l'uno
stati, ai rivelatori di impulsi e a molti altri logico («O» e «1»).

Tramite l'accensione o lo spegnimento di due diodi led, diver-


samente colorati, con questo semplicissimo strumento è possi-
bile conoscere, con immediatezza e facilità di manovra, gli
stati logici dei circuiti integrati.

588
In realtà Io « O » e l'«1 » non corrispondono
a valori ben definiti bensì ad un'intera banda
di valori che accentua ancor più l'indipendenza
degli stati logici dal valore della grandezza elet-
trica.
Prendiamo ad esempio in esame i due più
diffusi tipi di integrati digitali, quelli della
famiglia TTL e quelli della famiglia CMOS. Eb-
bene, i primi, che vengono alimentati esclusiva-
mente con la tensione continua di 5 V, danno
luogo ai due stati logici « O » ed « 1», rispet-
tivamente per valori inferiori a + 0,4 V e su-
periori a + 2,4 V, come indicato a sinistra del-
lo schema di figura 4. Tutti i valori di tensione
compresi tra + 2,4 V e + 0,4 V sono da con-
siderarsi anomali, ossia al di fuori dei nor-
mali limiti di funzionamento.
Negli integrati OMOS non è possibile definire
dei valori fissi delle zone logiche, dato che
l'alimentazione può variare fra 3 V e 15 + 18
V. Si possono tuttavia definire dei livelli rela-
tivi alla tensione di alimentazione pari al 30%
e al 70 %o, come indicato sulla destra del di-
segno riportato in figura 4.
Anche negli integrati OMOS la zona inter-
media è da considerarsi proibita, dando luogo
a stati logici imprecisati.

UNA PRECISAZIONE

Da quanto finora detto, si impone da parte


nostra una doverosa precisazione sui livelli lo-
gici. I valori di soglia di + 0,4 V e di + 2,4 V,
riportati sullo schema di figura 4, si riferiscono
alle uscite degli integrati TTL. Ciò significa, ad
esempio, che uno « O » logico in uscita sarà
sempre inferiore a + 0,4 V, mentre un « I »
logico sarà superiore a + 2,4 V.
Pertanto, se ci si riferisce alle entrate, i va-
lori citati cambiano nei seguenti: + 0,8 V
(«O» logico) e + 2 V («1» logico). colo, in grado di indicare, con la massima
E questo vuol dire che un integrato TTL, è in immediatezza, il livello logico « O » o « 1 »
grado di riconoscere come « O » logico un li- del punto in esame
vello inferiore a + 0,8 V, mentre riconosce un Un altro requisito, che caratterizza il nostro
« 1 » logico nei valori superiori a + 2 V, Que- analizzatore di stati logici, è quello di poter
sti due ultimi valori sono sicuramente più si- seguire le variazioni rapide di stato che, con
gnificativi di quelli riferiti all'uscita. uno strumento ad indice, passerebbero sicu-
ramente inosservate.
Il progetto della sonda logica, riportato in fi-
CIRCUITO SONDA gura 1, appare estremamente semplice per il
limitatissimo numero di componenti che con-
Per stabilire lo stato logico, pur essendo pos- corrono alla formazione del circuito, destinan-
sibile l'uso di un normale tester, conviene, per dolo alla categoria degli strumenti miniaturiz-
semplicità di manovre, servirsi di una sonda zati. Comunque, l'interesse maggiore, che su-
logica, come quella presentata in questo arti- scita questo analizzatore, sta nella possibilità

589
a@
R2

SONDA
E 2E s}
2
IC1 3

Fig. 1 - Circuito teorico della sonda logica descritta nel testo. I due diodi led,
accendendosi o spegnendosi, individuano lo stato logico di un integrato. I tre
diodi al silicio, collegati all'entrata e sul circuito di alimentazione, costitui-
scono altrettanti elementi di immunità al rumore e alle errate inversioni di
polarità dell'alimentazlone.

-----COMPONENTI----
Condensatore Varie
C1 = 100.000 pF (ceramico) D1 = 1N914 (diodo al silicio)
D2 = 1N914 (diodo al silicio)
Resistenze D3 = 1N914 (diodo al sillclo)
R1 = 100.000 ohm 1c1 = 555 (integrato)
R2 = 390ohm DL1 = diodo led (rosso)
R3 = 390ohm DL2 = diodo led (verde)

di fornire indicazioni utili sia con gli integrati Prima di procedere con l'esame del circuito
TTL, sia con i CMOS, potendo essere alimen- della sonda logica di figura 1, riteniamo utile,
tato, indifferentemente, con tensioni di valore per i lettori principianti, l'esposizione di alcune
compreso fra i 3 V e i 15 V. citazioni fondamentali che risulteranno gradite
a chi non si è mai occupato di optoelettronica.
I diodi led, cioè i diodi emettitori di luce, sono
INDICAZIONI A LED i componenti optoelettronici che, più di ogni
altro, hanno suscitato l'interesse dei tecnici e
Le indicazioni degli stati logici dei vari punti degli studiosi.
sotto esame vengono fornite da due diodi led Le caratteristiche di queste « lampadine » allo
diversamente colorati che, come diremo più stato solido sono senz'altro degne di nota. La
avanti, possono accendersi uno alla volta o prima fra queste è senza dubbio la durata pra-
tutti e due assieme. ticamente infinita del componente, che ne per-

590
Fig. 2 - Esempio di montaggio della sezione elettronica della sonda logica. Si
notino le presenze degli elementi di riferimento per l'Individuazione del verso
di inserimento nel circuito dei tre diodi al silicio, del due diodi led e dell'integrato.

mette l'uso in apparati segnalatori con la ga- In pratica, viene sfruttato il comparatore inter-
ranzia della più assoluta affidabilità. no all'integrato quale preciso rivelatore di so-
Inoltre, a differenza delle comuni lampadine glia, mentre l'uscita di potenza consente il pi-
a filamento, i diodi led sono componenti « fred- lotaggio diretto dei due diodi led DL1 - DL2,
di», per cui è possibile inserirli in punti de- senza necessità di inserimento nel circuito di
licati, riducendo eventualmente le dimensioni alcun transistor amplificatore.
di eventuali proiettori, proprio perché non ri-
chiedono alcun procedimento di raffreddamen-
to. Questi diodi consumano poca energia rispet- DIODI PROTETTIVI
to alla luce emessa; sono di piccolissime dimen-
sioni ed infrangibili. L'ingresso del circuito della sonda è protetto
I diodi led, a seconda del materiale usato per da tre diodi al silicio di tipo 1N914. In parti-
la loro costruzione, possono emettere luce visi- colare, i due diodi D2 - D3, collegati in anti-
bile e luce invisibile (infrarossa), con bande parallelo, garantiscono l'immunità al rumore.
di emissione molto strette, che permettono l'eli- Il diodo D1, invece, collegato in serie all'ali-
minazione dei poco convenienti filtri ottici. mentazione positiva, previene le eventuali ed
Essendo privi di inerzia, i diodi led possono accidentali inversioni delle polarità di alimen-
essere impiegati per modulare la luce a fre- tazione, il cui prelievo viene effettuato diretta-
quenze assai elevate (3 MHz circa), permet- mente dal circuito in esame. In pratica, dun-
tendo la realizzazione di ottimi sistemi di tele- que, se durante l'uso della sonda si dovesse
comunicazione luminosa. commettere un errore di inserimento, nessun
danno viene subito dal circuito di figura I.

L'INTEGRATO 555
MONTAGGIO
Chiusa la parentesi dedicata ai diodi led, pro-
cediamo con l'analisi del circuito di figura 1. E La realizzazione pratica del progetto della sonda
diciamo che l'elemento fondamentale è rappre- logica si effettua secondo il piano costruttivo
sentato dall'integrato IC 1, per il quale si è di figura 2, dopo aver approntato il circuito
fatto uso del ben noto 555 che, invece di es- stampato, il cui disegno in grandezza reale ap-
sere utilizzato come temporizzatore, è fatto pare in figura 3.
funzionare, nel nostro caso, come trigger di Poiché il progetto non presenta particolari dif-
Schmitt. ficoltà realizzative, esso può essere affrontato

591
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito
stampato sul quale deve essere composta la
sezione elettronica del circuito della sonda.

anche dai principianti. Ai quali raccomandiamo modo da agevolare l'uso dello strumento. Il
di prestare bene attenzione al verso di inseri- puntale metallico (SONDA) deve essere colle-
mento dell'integrato ICI sulle relative piste di gato con il punto contrassegnato con il numero
rame del circuito stampato, tenendo conto che il 2 sul circuito stampato
terminale 1 si trova da quella parte del com- Per poter osservare comodamente le accensioni
ponente in cui è presente un dischetto di rife- dei due diodi led, il contenitore deve essere di
rimento. Stessa raccomandazione va fatta per materiale trasparente. Nel caso di contenitori
i tre diodi al silicio e per i due diodi led. Nei non trasparenti, si dovranno praticare due fori
primi, il terminale di catodo è facilmente in- in corrispondenza dei led, allungandone even-
dividuabile per la presenza di un anello ripor- tualmente i terminali, per renderli perfettamente
tato sul corpo del componente in corrisponden- visibili all'esterno.
za di questo elettrodo. Nei secondi, l'identifica-
zione del catodo è resa possibile dalla presen-
za di una smussatura o di una tacca presenti in USO DELLA SONDA
prossimità di tale elettrodo.
Per quanto riguarda il contenitore, questo deve Abbiamo detto che la sonda logica, qui presen-
avere preferibilmente l'aspetto di una penna. in tata e descritta, consente di evidenziare lo stato

TTL
STATOI (ALTO)

70 /, V ALIM.
ZONA DI
NON LAVORO

30/. V ALIM.
STATO % (BASSO)
ZERO ZERO ALIM.

Fig. 4 - Con questo disegno si indicano i livelll relativi alle tensioni di ali-
mentazione degli integrati CMOS (a destra) e le zone relative ai due diversi
stati logici degli integrati TTL (a sinistra).

592
logico in un punto qualsiasi di un circuito in ingresso, si accenderebbe il diodo led DLI, men-
cui siano montati integrati di tipo TTL o CMOS. tre rimarrebbe spento il diodo DL2,
Inizialmente, quindi, occorre collegare le due Nel caso in cui, durante una prova, si dovesse
pinzette a bocca di coccodrillo, positiva e ne- verificare l'accensione contemporanea di en-
gativa (chiaramente indicate nello schema teo- trambi i diodi led, si dovrà dedurre che in quel
rico di figura 1), al circuito di alimentazione punto è presente un segnale variabile, con con-
dell'apparato posto sotto controllo. Il valore tinue commutazioni dello stato logico « O» a
della tensione di alimentazione deve essere quello di «1» e, viceversa, dallo stato logico
in ogni caso compreso fra i 3 V e i 15 V. Poi, «1» a quello di «O», con una frequenza su-
con il puntale metallico, che rappresenta l'ele- periore a quella valutabile dall'occhio umano.
mento d'ingresso del circuito della sonda, si In fase di montaggio della sonda logica con-
tocca il punto prescelto.
sigliamo di utilizzare due diodi led di colore di-
Se il livello logico dovesse risultare uno « O»,
la tensione d'uscita dell'integrato I C1, valutata verso, per esempio uno rosso per DLl ed uno
sul piedino 3, apparirebbe alta e provochereb- verde per DL2 e di associare poi mentalmente
be l'accensione del diodo led DL2, mentre ri- durante l'uso dello strumento, il color rosso
marrebbe spento il diodo led DLl. In caso con- allo stato logico « 1» e il color verde allo stato
trario, ossia in presenza di un « I» logico in logico « O ».

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti. dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
II simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza - Le unità
di misura- I condensatori- I resistori - I diodi
L. 5.000 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene Inoltre esposta un'ampia anallsl del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

• à

593
ACCENSIONE
MICROMOTORI
PER AEROMODELLI
I micromotori a scoppio, a due tempi, montati pressione. E una volta verificatasi la prima esplo-
sugli aeromodelli ed alimentati con miscela di sione, a questa succedono tutte le altre, auto-
olio e benzina, non utilizzano la normale can- maticamente, anche dopo aver disinserito il col-
dela di accensione che noi tutti conosciamo, legamento con l'alimentatore che, per motivi di
quella dotata di due elettrodi, fra i quali scocca ingombro e di peso, non può certo essere al-
la scintilla che provoca l'esplosione del gas con- loggiato a bordo del velivolo. Infatti, dopo la
tenuto dentro il cilindro. Ma fanno uso di una prima esplosione della miscela, il filamento del-
speciale microcandela, dotata di una spiralina la speciale candela rimane caldo, conservando
di filo conduttore platinato che, percorso da una temperatura sufficientemente elevata per pro-
corrente, si arrossa al punto da provocare la vocare le successive esplosioni che, a loro volta,
combustione della miscela esplosiva contenuta mantengono sempre calda la spiralina platinata
nel piccolo cilindro durante la fase di com- della microcandela.

594
non potendo concedere ai partecipanti un tempo
eccessivo di prove e riprove nel far ruotare I 'e-
lica con la speranza, a volte remota, che il mi-
cromotore si avvii.
Avviamento immediato Ma il problema sarebbe certamente risolto, se si
del micromotore a scoppio. facesse ricorso alle capaci batterie per auto, per-
ché la corrente che queste sono in grado di
erogare è molto intensa, mentre la tensione di
12 V o di 6 V non è assolutamente adatta.

Segnalazioni ottiche ed acustiche


dell'integrità della microcandela. IL NOSTRO ALIMENTATORE

Per far cosa gradita a molti nostri lettori aero-


modellisti, abbiamo pensato di progettare un
semplice alimentatore in corrente continua, in
grado di produrre tensione e corrente di valore
adatti alle microcandele dei motori a scoppio
ALIMENTAZIONE NORMALE degli aeromodelli, ma prendendo le mosse da
una normale batteria per auto. Il problema,
La normale accensione dei micromotori a scop- dunque, è quello di interporre, tra l'accumu-
pio degli aeromodelli si effettua con pile, batte- latore e la microcandela, un circuito riduttore
rie di pile, piccoli accumulatori ricaricabili o di tensione che possa garantire l'integrità della
con accumulatori per moto ed auto. Ma in ogni fragile spiralina platinata, alimentandola al
caso la tensione uscente dall'alimentatore deve punto giusto e con sufficiente flusso di corrente.
essere compresa tra 1,5 e 2 V, mentre la cor- Quindi la tensione della batteria d'auto deve
rente deve aggirarsi fra i valori di 1 A e 5 A, essere ridotta ad un valore compreso fra 1 V e
che sono valori alti, ma necessari per consen- 2 V e la corrente prelevabile deve oscillare fra
tire l'arrossamento della spiralina della micro- 1 A e 5 A.
candela. Ora, non sempre gli aeromodellisti di-
spongono di un siffatto alimentatore in cor-
rente continua, mentre debbono quasi sempre IL CIRCUITO
affidarsi alle comuni pile, realizzando con que-
ste dei robusti collegamenti in parallelo onde Analizziamo ora il circuito riportato in figura
garantire il notevole flusso di corrente necessa- 1 che, come si può subito notare, è quello di
rio per l'avviamento del micromotore a scoppio un alimentatore stabilizzato a bassa tensione,
il quale, soprattutto a freddo, si dimostra spes- nel quale, la tensione di riferimento, anziché
so riluttante ai comandi del modellista. Ed è essere prelevata da un diodo zener, è ottenuta
questo uno dei motivi per cui. durante certe tramite alcuni diodi al silicio, collegati in serie
competizioni, si è messi facilmente fuori gara. tra di loro.

Presentiamo, in queste pagine, un dispositivo elettronico di


grande utilità per quegli aeromodellisti che montano, nel loro
velivoli, I plccoll motori a scoppio a due tempi, alimentati
con miscela di olio e benzina. Il circuito è quello di un ridut-
tore della tensione della batterla d'auto al valori richiesti dalla
microcandela.

595
TR2

• f @ r {
b
TR1
RONZAT

B ATI
v[@ e
USCITA
e

Fig. 1 • Circuito teorico dell'alimentatore riduttore e stabilizzatore della ten-


sione erogata da una comune batteria d'auto. L'uscita deve essere collegata,
tramite cavi di grossa sezione, alla microcandela del motore a scoppio del-
l'aeromodello. Premendo il pulsante P1 si attiva il circuito, mentre aprendo l'in-
terruttore S1 si aggiunge maggior potenza alla. tensione in uscita, ma questa
operazione è necessaria soltanto nei casi di avviamento più difficili. Se la lam-
pada LP si accende e il ronzatore emette il suo suono caratteristico, ciò sta a
significare che il filamento della microcandela è interrotto ed ogni tentativo
di avviamento del motore a scoppio diviene lnutile.

COMPONENTI
D1- D2 - D3 - D4 - D5 = 5 x 1N4004 (dlodl al LP = lampada-spla (12 V- 100 mA)
silicio) R1 =
330 ohm -1 W
TR1 = 2N3055 S1 = lnterrutl
TR2 == 2N1711 RONZAT. = vedJ testo
pt = pulsante (normai. aperto)

Come si sa, il diodo al silicio, quando viene po- zener, con una tensione di stabilizzazione di
larizzato direttamente, nel senso della condu- soli 0,6 V 0,7 V.
zione, provoca sui suoi terminali una caduta di Ovviamente, se si collegano in serie tra di loro
tensione di 0,6 : 0,7 V circa. Tale caduta di più diodi al silicio, è possibile disporre di una
tensione non varia sensibilmente al variare del- tensione che assume un valore multiplo di 0,6 V
la corrente che attraversa il diodo. Ecco dunque o di 0,7 V.
che un diodo al silicio, polarizzato direttamen- Nel circuito di figura 1 appaiono collegati in
te, assomiglia in tutto e per tutto ad un diodo serie ben cinque diodi al silicio, uno dei quali

596
\
TR1 I
-
03 BASETTA
ISOLANTE 1/
r

PI LP RONZAT.

Fig. 2 - Montaggio su contenitore metallico, di alluminio, del circuito dell'ali-


mentatore per l'accensione dei piccoli motori a scoppio di aeromodelli. I cavi
di entrata e così pure quelli d'uscita debbono essere di grossa sezione, onde
sopportare il passaggio delle elevate correnti e non provocare alcuna caduta
di tensione. li transistor TR1, anche se ciò non è stato illustrato per motivi
di semplicità di disegno, deve essere equipaggiato con un dissipatore di calore
di tipo a raggiera.

LINGUETTA
COLLETTORE

i@.so
RADIATORE èf%.g.
@8 si6i4»
_,2@i
/ /
# #

Fig. 3 - Vista particolareggiata del preciso


sistema di montaggio del transistor di po-
tenza TR2. Si tenga presente che l'involucro
metallico esterno del componente si identi-
fica con l'elettrodo di collettore. Questo è il
motivo per cui si rendono necessari gli lso-
lamenti, a mica e tramite tubetti isolanti,
MICA CON LE DUE FACCE delle varie parti, illustrati nel disegno. Il
RICOP DI GRASSO AL SILICONE grasso al silicone favorisce l'lsolamento elet-
trico e la dispersione di energia termica.

597
senza del pulsante P1, di tipo normalmente aper-
to, blocca qualunque corrente di base attraverso
il transistor TR 1. E ciò vale ovviamente finché
Pl non viene premuto. Viceversa, quando si
preme il pulsante P1, si chiude il circuito di
base del transistor TR1, che riceve corrente
proprio attraverso il pulsante e la resistenza R1.
Alimentando la base del transistor TR 1, si abi-
lita l'uscita del circuito di figura 1. Pertanto,
se in uscita è collegato un carico, che nel
nostro caso è rappresentato dal filamento della
microcandela del motore a scoppio dell'aero-
modello, la lampada-spia LP si accende e con-
temporaneamente il ronzatore emette il suo
suono caratteristico. Se invece il filamento della
microcandela è interrotto, l'emittore del transi-
stor TR2, a causa della presenza della resistenza
della lampada-spia LP e di quella del ronzatore,
si porta allo stesso potenziale del collettore,
impedendo l'accensione della stessa lampada
LP e l'emissione di suono da parte del ronza-
tore. Dunque, la lampada-spia LP e il ronzatore,
quando vengono attivati, costituiscono due ele-
menti segnalatori dello stato di fuori uso della
microcandela.
Fig. 4 - Per il collegam ento ai morsetti della batte-
ria consigliam o di serv irsi delle grosse pinze, diver-
sam ente colorate (rosse e nere), in vendita presso
gli elettrauto. UN DIODO ADDIZIONALE

Vogliamo appena ricordare che, a causa dell'in-


tensità elevata di corrente che alimenta il fila-
mento della microcandela, il collegamento, fra
l'uscita del circuito di figura 1 e la stessa mi-
può essere escluso attraverso l'interruttore S1.
Il quale consente di disporre di due diversi
valori di tensioni di riferimento:
0,6 X 4 = 2,4 V (0,7 X 4 = 2,8 V)
0,6 x5== 3 V (0,7 x5= 3,5V)
Tuttavia, i valori di 2,4 V e di 3 V non rap-
presentano le tensioni reali stabilizzate o dispo-
nibili in uscita del circuito di figura 1. Infatti,
occorre tener conto di una caduta di 0,6 V per
ciascuna giunzione base-emittore dei due tran-
sistor TRl e TR2. Dunque, le tensioni reali
stabilizzate e disponibili all'uscita sono le se-
guenti:

2,4 1,2 1,2 V oppure 2,8 1,4 1,4 V


3- 1,2 1,8 V oppure 3,5 1,4 2,1 V

AZIONE PULSANTE
Facciamo notare che l'uscita del circuito di fi.
gura 1 non è sempre abilitata, in quanto la pre-

598
crocandela, deve essere realizzato con fili con-
duttori di grossa sezione, onde evitare cadute
di tensione, anche consistenti, che divengono
sempre più rilevanti, percentualmente, quanto
più bassa è la tensione d'uscita.
Tenendo conto di tale fatto, si è provveduto
ad inserire il diodo al silicio addizionale D1 che,
con l'interruttore S 1 aperto e quindi con il
suo inserimento nella serie degli altri quattro
diodi, provoca un aumento della tensione d'u-
scita, consentendo una compensazione della
caduta di tensione lungo i cavi di collegamento.
Concludendo, possiamo dire che l'aeromodelli-
sta, in fase di avviamento del motore a scoppio
del suo velivolo, è chiamato a compiere due ultimi entrano in funzione soltanto se il fila-
operazioni: la prima di queste, assolutamente mento della microcandela è interrotto o, più in
necessaria, consiste nel premere il pulsante P1, generale, quando in uscita non è collegato al-
la seconda, che è quella di apertura dell'inter- cun carico.
ruttore S1, serve soltanto per aggiungere una Il pulsante P 1 potrà essere di tipo economico,
frazione di tensione positiva ( + 0,7 V) a per basse correnti, dato che esso agisce sol-
quella già presente in uscita; tale operazione tanto sulle correnti di polarizzazione e non su
va effettuata soltanto nei casi di avviamento quelle elevate di alimentazione presenti in usci-
più difficili. ta. Il ronzatore si presenta esteriormente come
una scatolina, dentro la quale è contenuto un
oscillatore elettromeccanico o piezoelettrico. Sul
MONTAGGIO mercato attuale costa qualche migliaio di lire.
Di esso, tuttavia, si potrà anche fare a meno,
La realizzazione del circuito del riduttore-sta- dato che non si tratta di un elemento essenziale
bilizzatore di tensione di figura 1 non presenta ai fini del funzionamento del circuito, poten-
alcuna difficoltà di sorta. E per esso non è ne- dosi ritenere sufficienti le eventuali segnalazioni
cessario il circuito stampato, dato che il nume- offerte dalla lampada LP.
ro relativamente ridotto dei componenti invita
immediatamente ad una costruzione cablata co-
me quella riportata in figura 2.
Il transistor di potenza TR2 deve essere fissato
direttamente sul contenitore metallico, seguendo
la tecnica particolareggiata riportata in figura 3.
Il contenitore metallico, per meglio dissipare
il calore erogato dai transistor, deve essere di
alluminio.
Sarebbe bene, anche se ciò non è stato illu-
strato in figura 2, per evidenti motivi di sem-
plicità di disegno, montare, sul corpo metallico
del transistor TR 1, un dissipatore di calore a
raggiera.
Dentro il contenitore, come si può vedere in
figura 2, è montata una morsettiera a sette ter-
minali, che agevola il compito delle saldature a
stagno degli elettrodi del transistor TR 1, di
quello di base del transistor TR2 e di quelli dei
diodi D2- D3- D4 - D5.
Sulla parte frontale del contenitore metallico
sono presenti: il pulsante P 1, che serve ad av-
viare il circuito, l'interruttore S1, che serve ad
inserire il diodo D 1 nei casi di avviamenti dif-
ficili, la lampada-spia LP e il ronzatore; questi

599
Rubrica del principiante
elettronico

RIMI

SECONDA
ANTENNE PARTE

L'antenna e il suo buon uso stanno alla base tori dei collegamenti radio, si spiega facilmen-
del corretto funzionamento di ogni stazione ri- tè se si tiene conto che un disadattamento del-
cetrasmittente. Infatti, è inutile munirsi di un l'antenna in trasmissione conduce quasi sempre
ottimo ricetrasmettitore e poi operare con una al surriscaldamento dei transistor finali e, tal-
antenna non bene adattata o di qualità scadente. volta, alla loro distruzione.
Perché ciò equivarrebbe all'ascolto di un buon In ricezione, invece, dove l'unico inconveniente
disco con un riproduttore ad alta fedeltà equi- che si può lamentare può essere quello di una
paggiato con un altoparlante per radioline por- minore sensibilità dell'apparecchio radio, il pro-
tatili. blema del disadattamento dell'antenna passa in
E vero che molti appassionati della banda citta- secondo ordine. Capita così di vedere assai
dina e radioamatori alle prime armi si sono
spesso apparati di trasmissione collegati all'an-
sensibilizzati sempre più al problema dell'an-
tenna per quel che riguarda il processo di tra- tenna con tutti i dovuti accorgimenti, mentre i
smissione, ma non si può altrettanto dire per il ricevitori sono collegati alla stessa antenna
settore della radioricezione. E questa differenza senza che si sia effettuato il minimo controllo
di interesse per l'antenna, nei due diversi set- di adattamento.

600
L'antenna è un componente che si comporta allo stesso modo
di un circuito accordato. La sua frequenza di risonanza, quindi,
determina la gamma di segnali sintonizzabili. Ma le caratte-
ristiche elettriche delle antenne possono essere facilmente
rese variabili, onde poter ricevere, nel miglior modo, il maggior
numero di frequenze.

ADATTAMENTO prattutto quando si spazia entro ampie gamme


di frequenza, conviene impiegare un dispositivo
Come si sa, l'antenna è un componente che può in grado di far variare, a piacere dell'operatore,
essere considerato come l'equivalente di un cir- la frequenza di risonanza dell'antenna.
cuito accordato, in grado di selezionare una ri- E risaputo che la frequenza di risonanza di ogni
stretta gamma di frequenze. antenna dipende dalla sua forma e dalle sue di-
Quando si ricevono emittenti radiofoniche la mensioni fisiche. E queste non possono essere
cui frequenza cade al di fuori della gamma di cambiate a volontà durante i collegamenti ra-
accordo dell'antenna, si verifica sempre ed ine- diofonici. Ma è sempre possibile intervenire sul-
vitabilmente un'attenuazione del segnale. E poi- la frequenza di risonanza, introducendo degli
ché la sintonia dell'antenna rimane fissa, anche elementi induttivo-capacitivi, concentrati, che
quando il ricevitore è sintonizzato su emittenti allungano e accorciano artificialmente l'antenna.
che cadono fuori della banda preferenziale del- Apriamo ora una breve parentesi per ricordare
l'antenna, è ovvio che la captazione agevolata ai principianti che gli elementi ausiliari, che
delle emittenti deboli entro la propria gamma possono far variare le caratteristiche dell'anten-
di risonanza provochi fenomeni di intermodu- na, non intervengono mai sul guadagno di que-
\azione talvolta intollerabili. sta, perché il guadagno di ogni antenna dipende
soltanto dalle sue dimensioni reali e dall'angolo
RISONANZA di radiazione.
Il maggior guadagno che si riscontra con l'uso
Da quanto ora detto risulta evidente che, so- di un elemento accordatore d'antenna è solo

...
3

M.
z
<t
RISON.
J.. 20mt

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·
...
E

i-:
z [J.. 15mt
...
%[o
i-:
z
~-<(

J.. J0mt Flg. 1 • Esempi di valore puramente


teorico di virtuali accorciamenti ed
allungamenti di un'antenna ground-pla-
ne della lunghezza di 5 metri e riso-
nante sulla frequenza di 14 MHz circa

e· L
(lunghezza d'onda pari a 20 metri). Con
Il collegamento di un condensatore in

7777777779y777777777
T
7777777779y77777777,
serie, la frequenza di risonanza aumen-
ta; diminuisce, invece, collegando in
serie una induttanza.

601
decametriche, di ben cinque antenne, rispetti-
vamente per gli 80- 40- 20- 15- 10 metri. Ma
un principiante non può certo essere fornito di
un gran numero di antenne; infatti, coloro che
volessero ricevere, ovviamente nel migliore dei
modi, tutte le frequenze comprese fra le onde
lunghe e le onde corte, dovrebbero possedere
un'impressionante quantità di antenne. Tutta-
via, si può rimediare all'inconveniente ricorren-
do ad alcuni accorgimenti. Per esempio, si può
allungare o accorciare la lunghezza elettrica del-
l'antenna variandone le caratteristiche, mentre
le dimensioni fisiche rimangono le stesse. Per-
tanto, se si dispone di un'antenna ground-plane,
Fig. 2 - Collegando in serie con la discesa d'antenna della lunghezza di 5 metri, con risonanza sulla
una bobina di induttanza variabile, è possibile far di- lunghezza d'onda dei 20 metri, pari a 14 MHz
minuire la frequenza di risonanza, aumentando virtual-
mente la lunghezza dell'antenna.
circa (disegno a sinistra di figura 1), è possi-
bile collegare in serie un condensatore «dise-
gno al centro di figura 1) per far aumentare la
risonanza sulla lunghezza d'onda dei 15 metri,
vale a dire sui 21 MHz circa. Viceversa, colle-
gando in serie all'antenna un'induttanza L, la
frequenza di risonanza scende verso i 10 MHz
apparente, dato che esso è il risultato di una più circa.
accurata centratura dell'antenna rispetto all'e- Ovviamente i dati esposti assumono soltanto
mittente radiofonica ricevuta. valore indicativo, dato che non sono stati espres-
si quelli di C e di L, ma essi servono per inter-
pretare il concetto. In realtà, sia la bobina L che
ACCORGIMENTI VARI il condensatore C, debbono assumere un ben
preciso valore.
I radioamatori, dispongono, per le sole bande

GRANDEZZE VARIABILI

Si è detto che per ... truccare un'antenna si pos-


sono adottare le induttanze e i condensatori. Eb-
bene, consideriamo lo schema di figura 2. In
esso, come si può notare, è stata collegata, in
serie con la linea di discesa, una bobina di in-
duttanza variabile, con la quale è possibile far
diminuire la frequenza di risonanza dell'anten-
CAPACITA na, aumentandone virtualmente la lunghezza.
IN SERIE
In figura 3 riportiamo il secondo sistema di in-
tervento sulle caratteristiche dell'antenna, quel-
lo del collegamento, in serie con la linea di
discesa, di un condensatore variabile, che è in
grado di aumentare la frequenza di risonanza,
RX dato che esso diminuisce virtualmente la lun-
ghezza dell'antenna stessa, cioè, in pratica, il
valore capacitivo complessivo dell'impianto.
Fig. 3 - Se si collega In serie con la dlscesa d'an-
tenna un condensatore variabile, è possibile far au-
mentare la frequenza di risonanza dell'antenna, di- CIRCUITI ACCORDATORI
minuendo virtualmente la lunghezza.
Per raggiungere il miglior adattamento dell'an-
tenna con l'apparecchio radioricevente, si pos-

602
e L
51

ANT.

Fig. 4 - Questo schema interpreta


uno dei due possibili sistemi che
permettono di adattare l'antenna TERRA
all'entrata del radioricevitore. Il
collegamento del condensatore va-
riabile C, in serie, accorcia virtual-
mente l'antenna, permettendone la
sintonizzazione su frequenze più
elevate di quelle di accordo origi-
nale.

sono accoppiare elementi capacitivi con elemen- na e, quindi, di sintonizzarla su frequenze più
ti induttivi, ottenendo dei veri e propri cir- elevate di quella di accordo naturale.
cuiti accordatori d'antenna. Il dispositivo riportato in figura 5 propone un
In figura 4 è riportata una delle possibili solu- secondo sistema di accordatore di antenna; in
zioni, quella del collegamento di un condensa- esso il condensatore variabile C risulta collegato
tore in serie, che permette di accorciare l'anten- in parallelo con l'induttanza L e consente di

s1

ANT.

Fig. 5 - Con questo tipo di circuito


proponiamo al lettore il secondo
e
sistema di accordo di antenna con TERRA
l'entrata dell'apparato radiorice-
vente. Il condensatore variabile C,
collegato in parallelo, permette di
allungare virtualmente l'antenna,
sintonizzando le emittenti radlofo.
niche a più basso valore di fre-
quenza.

603
I
I
S2
c1 s'I

l=
TFRRDy

Fig. 6 • Progetto di adattatore d'antenna ottenuto dalla composizione del due


circuiti proposti nelle figure 4- 5. Il doppio deviatore S1 consente il passaggio
immediato dalla condizione « serie » a quella « parallelo », mentre il commu-
tatore S2 concede all'operatore la facoltà di scegliere l'entità di induttanza
della bobina L1 più idonea per l'adattamento dell'antenna con l'entrata del ri-
cevitore radio.

-----COMPONENTI-----
c1 = 365 pF (varlablle ad aria) S2 = commutatore multiplo (1 vla - 4 poslz.)
s1 = commutatore multiplo (2 vle-2 poslz.) L1 = bobina (vedi testo)

use.

TERRA

Fig. 7 • Piano costruttivo dell'adattatore d'antenna montato su contenitore di


materiale isolante o metallico. Sul pannello frontale del dispositivo sono pre-
senti i comandi del commutatori S1 - S2, il perno del condensatore variabile C1,
la presa d'antenna, quella di terra e il bocchettone d'uscita per li collegamento
con l'entrata del radioricevitore.

604
Fig. 8 - Piccolo apparato accordatore
d'antenna di tipo com m erciale, adatto
per l'accoppiam ento con antenne fi-.
lari e idoneo alla sola radioricezione.

allungare virtualmente l'antenna, concentrando Il commutatore S2 è di tipo ad una via e quat-


le emittenti radiofoniche nelle bande più basse tro posizioni. Tale componente rimane comun-
di frequenza. que condizionato al numero di prese intermedie
La variabilità della bobina di induttanza L, con cui si costruisce la bobina di induttanza
resa possibile tramite le prese intermedie, per- L 1. Quella di figura 6 è dotata di cinque ter-
mette di adattare la nuova impedenza dell'an- minali, ma il lettore potrà costruire bobine di
tenna a quella di entrata del ricevitore, il cui. induttanza con un numero di prese intermedie
valore tipico è di 52 ohm, onde consentire il superiore.
miglior trasferimento di potenza tra antenna e
ricevitore.
REALIZZAZIONE DELLA BOBINA

ADATTATORE Prima di iniziare la costruzione dell'adattatore


d'antenna di figura 6, il lettore dovrà provvedere
Esaminiamo ora un reale progetto di adattatore alla realizzazione della bobina L 1.
d'antenna, ottenuto mettendo assieme i due cir- Per costruire questo componente, ci si dovrà
cuiti precedentemente descritti, quello di f- munire di un supporto di materiale isolante, di
gura 4 e quello di figura 5. forma cilindrica e del diametro di 30 mm; su
li circuito elettrico dell'adattatore d'antenna è di esso si avvolgeranno 50 spire compatte di
riportato in figura 6. In esso il doppio deviatore filo di rame smaltato del diametro di 0,5 mm,
S1 consente il passaggio immediato dalla con- ricavando delle prese intermedie alla 5° 10 -
dizione « in serie » a quella « in parallelo », 25°- 40 spira.
mentre il commutatore S2 affida all'operatore la Coloro che si troveranno nelle condizioni di di-
facoltà di scelta dell'entità di induttanza della sporre di un selettore (S2) dotato di un mag-
bobina L1 da collegare fra discesa d'antenna ed gior numero di posizioni di quelle prescritte,
entrata del ricevitore radio. Si tratta in questo potranno aumentare il numero delle prese in-
caso di scegliere il numero di spire che meglio termedie, per esempio 5-10 -20- 30-40-45,
adattano l'impedenza d'ingresso del ricevitore. in modo da raggiungere un adattamento d'an-
Il doppio deviatore S 1 permette di inserire il tenna più preciso.
condensatore variabile C 1 in serie con la bobina Ai lettori principianti raccomandiamo di spel-
L1 (posizione indicata in figura 6), oppure in lare accuratamente i terminali del filo di rame
parallelo con la bobina L1. In questo secondo smaltato e quelli delle prese intermedie, in modo
caso il condensatore variabile C 1 è collegato fra da consentire l'effettuazione delle saldature a
antenna e terra. stagno.

605
COSTRUZIONE DELL'ADATTATORE

Dopo aver costruita la bobina Ll e procurati i


pochi componenti necessari, si potrà iniziare il
lavoro di montaggio dell'adattatore d'antenna
seguendo il piano di cablaggio di figura 7. Il
contenitore del circuito potrà essere, a scelta
del lettore e conformemente alle esigenze tecni-
che di ciascuno, di materiale isolante oppure di
materiale conduttore.
Nel primo caso si potrà incorrere nello svan-
taggio di un accordo difettoso a causa della pre-
senza della mano dell'operatore durante la re-
golazione dei vari elementi del circuito.
La mano dell'operatore interferisce capacitiva-
mente sul circuito di alta frequenza senza per-
mettere un preciso accordo d'antenna.
Servendosi invece di un contenitore metallico,
si dovrà far bene attenzione ad isolare perfet-
tamente il condensatore variabile C1 dal conte-
nitore stesso e questa operazione potrà compor-
tare qualche problema di ordine pratico, so-
prattutto per quel che riguarda il perno di co-
mando del componente.

CONNETTORI

Le connessioni con il circuito d'entrata e con


quello d'uscita potranno variare da caso a caso.
Per esempio, utilizzando un'antenna di tipo
Marconi per l'entrata, basteranno due semplici
boccole, di tipo comune ed isolato, una delle
quali verrà collegata con il circuito di terra. Im-
piegando invece altri tipi di antenne, potranno

I essere necessari connettori di tipo BNC, oppure


PL239 o similari, a seconda del tipo di con-
nettore del cavo di discesa.

USO DEL DISPOSITIVO

Il L'uso dell'adattatore d'antenna si effettua dopo


aver inserito il dispositivo fra la discesa d'an-
tenna e l'entrata del ricevitore radio.
Una volta sintonizzata l'emittente radiofonica
che si vuol ascoltare, tramite il ricevitore radio,
si agisce dapprima sul perno del condensatore
variabile C1, cercando quella posizione, delle
lamine fisse rispetto a quelle mobili, che pro-
voca la massima deviazione dell'indice dell'S-
Fig. 9 - Antenna amatoriale per tre diverse bande Meter (per coloro che non conoscono questo
di frequenze (28- 21 - 14 MHz). Si noti la presenza strumento faremo cenno di esso più avanti).
dei circuiti LC (cilindretti) che adattano l'antenna
alle tre bande di frequenza citate.
Successivamente si agisce sul commutatore mul-
tiplo S2, selezionando quella presa intermedia
della bobina L1 che permette di aumentare
l'entità del segnale ricevuto.

606
Le regolazioni ora citate debbono essere suc-
cessivamente ripetute, annotando a parte le po-
sizioni del perno del condensatore variabile Cl
e del commutatore multiplo S2, che potranno
divenire utili per una più rapida regolazione fu-
tura dell'adattatore d'antenna.
t>
CHE COSE' L'S-METER

L'S-Meter è uno strumento comunissimo nel


mondo amatoriale e in quello dei CB. Perché
serve a misurare l'intensità dei segnali radio
ricevuti e a perfezionare le operazioni manuali
di sintonia.
Nei ricevitori professionali e in quelli di un
certo valore tecnico, I'« S-Meter » è un appa- ~
recchio già incorporato. Esso non è invece pre-
sente nei ricevitori radio autocostruiti e in quelli
di tipo economico.
L'« S-Meter » è un misuratore di forza del se-
gnale ricevuto. La lettera «S», infatti, rappre-
senta l'abbreviazione della parola inglese
« strength », che significa «forza». Dunque, S-
Meter significa misuratore di forza. Flg. 10 - Due tipi di antenne verticali multibanda mol-
Esiste addirittura una scala di valori S, nella to economiche,
quale viene fatta una suddivisione in SI, S2, ... S9,
S9 + 10, S9 + 20, S9 +30 ed S9 + 40.
Un segnale di forza S9 può considerarsi un se-
gnale ottimamente ricevibile, mentre segnali di
forza minore peggiorano sempre più la ricezio-
ne, sino al valore SI, che vuol indicare un se-
gnale incomprensibile. chio radio sistemato a pochi metri di distanza
Ogni « punto » S dista da un punto attiguo di dal trasmettitore.
6 dB. Ciò significa che tra un punto e l'altro Poiché tale segnale non potrà mai essere rice-
si ha quasi un raddoppio del segnale ricevuto in vuto normalmente, a meno che non ci si trovi
antenna. Dopo 1'S9 i punti vengono suddivisi in a brevissima distanza dal trasmettitore, in molti
intervalli di 10 dB. tipi di S-Meter il fondo-scala viene stabilito in
Il valore di fondo-scala di S9 + 40 rappresenta S9 + 30, utilizzando così una maggiore spa-
la massima forza di un segnale, che può essere ziatura tra i vari punti, con un notevole van-
paragonata a quella ricevuta da un apparec- taggio per la lettura delle grandezze.

I
Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
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607
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LIVELLA LUMINOSA
La livella è principalmente lo strumento del zione esattamente centrale. Quando invece la
muratore. Ma molti tecnici installatori di mac- bolla d'aria prende una posizione diversa da
chine, artigiani ed operai, si servono di essa quella centrale, ciò sta a significare che il pia-
per verificare l'orizzontalità di un piano o di no,. su cui la livella è stata posta, non è oriz-
una struttura. E la verifica si effettua osservan- zontale. Questo, dunque, in poche parole, è il
do la posizione assunta da una bolla d'aria nel comportamento della livella, che molti nostri
liquido contenuto in un tubo di vetro chiuso. lettori peraltro conosceranno assai bene e di
NeI!e liveI!e più semplici il tubo è uno solo, cui avranno constatato l'utilità.
in quelle più sofisticate ve ne possono essere I vantaggi derivanti dall'uso della livella, tut-
quattro. Ma quando il contenitore dei tubi, tavia, possono venir meno quando si utilizza
normalmente di forma parallelepipeda allunga- lo strumento in luoghi poco illuminati o del
ta, si trova in perfetta posizione orizzontale, tutto bui, che non lasciano vedere l'esatta po-
tutte le bolle d'aria rimangono ferme in posi- sizione della bolla d'aria.

Tutti i lavori in muratura Impongono l'uso della livella. Ma que-


sto tradizionale strumento serve pure a molti altri tecnici, tal-
volta costretti ad operare in condizioni di scarsa visibilità, dove
la bolla d'aria non è più visibile e deve essere sostituita, come
suggerito In questo articolo, con due diodi luminosi.

608
Un perfezionamento utile al muratore, all'installatore, all'hobbysta.

Due interruttori al mercurio e due diodi led per illuminare


la vostra livella.

DUE DIODI LED contatto è rappresentato da una piccola por-


zione di mercurio che, essendo un metallo, è
L'insorgere delle difficoltà or ora citate ci ha un elemento buon conduttore di elettricità. Que-
indotti ad escogitare una livella nella quale le sti tipi di interruttori, ovviamente, possono tro-
bolle d'aria sono state sostituite con due diodi vare pratica applicazione nei paesi a tempe-
led. I quali si accendono contemporaneamente ratura moderata, perché nei paesi molto fred-
soltanto quando la livella si trova in posizione di il mercurio solidifica; la temperatura di so-
orizzontale precisa. Altrimenti si accende sol- lidificazione del mercurio è di 38,9%C.
tanto uno solo dei due diodi led, mentre l'al- Se l'inclinazione dell'ampolla è tale da costrin-
tro rimane spento. gere la goccia di mercurio nella parte opposta
Il circuito elettrico di questo sistema di con- a quella in cui si trovano i contatti, l'interrut-
trollo dell'orizzontalità è riportato in figura 1. tore rimane aperto; viceversa quando i contat-
In esso, in pratica, i due interruttori S 1-S2, ti interni risultano immersi nel mercurio, l'in-
che sono speciali interruttori al mercurio, di terruttore si chiude.
cui vedremo più avanti il meccanismo di fun- In figura 3 è disegnato il più semplice tipo di
zionamento, sostituiscono l'acqua contenuta nei interruttore a mercurio. In figura 5 si inter-
tubi chiusi, mentre i due diodi led DL1-DL2 preta il concetto di interruttore chiuso e inter-
sostituiscono le due bolle d'aria della livella. ruttore aperto. Questo secondo disegno per-
L'alimentazione del circuito di figura 1 si ot- mette di arguire immediatamente che l'inter-
tiene con due grosse pile da 1,5 V ciascuna, ruttore a mercurio è un componente elettrico
collegate in serie tra di loro, in modo da ero- che trova le sue principali applicazioni nelle
gare la tensione di valore complessivo di 3 V. parti meccaniche in movimento.
Con l'interruttore S3 si chiude e si apre il cir-
cuito di alimentazione ogni volta che si adope-
ra la livella luminosa o la si mette a riposo. NOTEVOLI VANTAGGI
Come si vede, il principio di funzionamento
del circuito di figura 1 è alquanto semplice e Gli interruttori a mercurio sono notevolmente
si basa quasi interamente sul comportamento più costosi dei tradizionali interruttori elettri-
dei due interruttori al mercurio S1-S2. ci, ma i vantaggi che ne derivano sono mol-
teplici. Innanzitutto occorre tener presente che
la commutazione, cioè lo spostamento del mer-
INTERRUTTORI AL MERCURIO curio dentro l'ampolla di vetro, avviene attra-
verso un volume di gas inerte, che elimina
Gli interruttori a mercurio sono componenti qualsiasi pericolo di scoppio in tutti quei casi
molto semplici, che vantano notevoli pregi di in cui l'interruttore venga installato in prossi-
durata e di pratiche applicazioni sui tradizio- mità di vapori esplosivi o di combustibili. Un
nali interruttori. Essi sono comunemente com- altro notevolissimo vantaggio di questi partico-
posti da due elettrodi fissi, che fanno capo ai lari dispositivi ci è dato dalla durata pratica-
due conduttori uscenti da una ampolla di ve- mente illimitata nel tempo, dato che non esi-
tro che racchiude l'interruttore. L'elemento di stono processi di ossidazione dei contatti.

609
SI $2

SJ

Flg. 1 - Clrcuito elettrico della livella luminosa. I due interruttori S1 • S2 sono


di tipo al mercurio e si chiudono contemporaneamente provocando l'accensione
del due diodi led DL 1- DL2, quando la livella si trova in posizione perfetta-
mente orizzontale. L'alimentazione a 3 V si ottiene collegando, In serie tra di
loro, due pile grosse da 1,5 V ciascuna.

-----COMPONENTI-----
DL1 = diodo led (quals. tipo) s2 = lnterrutt. al mercurio
DL2 = diodo led (quals. tipo) S3 = interrutt. a leva
s1 = lnterrutt. al mercurio PILA = 3V

Gli interruttori al mercurio, inoltre pur essen- certa importanza, soprattutto in presenza di li-
do dispositivi di dimensioni ridotte, ammetto- quidi facilmente infiammabili.
no il flusso di correnti abbastanza elevate con
una commutazione esente da rimbalzi e in un
tempo brevissimo. COSTRUZIONE
Occorre infine ricordare che la resistenza del
contatto è assolutamente bassa, dell'ordine di La costruzione della livella elettronica è illu-
pochi milliohm; la resistenza inoltre non varia strata in figura 2. Essa, come si vede, più che
con il tempo, come invece accade per i contatti una realizzazione del tutto nuova, costituisce
di tipo a lamina, nei quali le ossidazioni pro- un perfezionamento della normale livella a bol-
gressive alterano, unitamente alle variazioni la d'aria. Perché in posizione centrale, rimane
delle distanze di apertura e chiusura, le fonda- sempre il tubetto contenente l'acqua con la
mentali caratteristiche elettriche. Tutti questi bolla d'aria e soltanto lateralmente a questo
pregi fanno dell'interruttore al mercurio un di- vengono applicati i due diodi led DL1-DL2 con
spositivo di particolare affidabilità, che lo ren- l'interruttore S3. In tal modo la livella viene
dono accettabile, nonostante il suo costo, nel utilizzata ancora con lo stesso principio negli
settore industriale e in talune macchine di una ambienti fortemente illuminati, mentre si agi-

610
VISTA SU P ERIOR E

DL?
o@ @ e=
s3

È ±
=- l- = il I I

PORTA PILA

Fig. 2 • Plano costruttivo della livella elettronica. I due catodi dei due diodi led
(K) sono collegati tra loro e al morsetto negativo della batteria. Gli anodi sono
connessi con gli elettrodi degli interruttori al mercurio, il cui fissaggio defini-
tivo, mediante viti, si effettua in fase di taratura dello strumento.

sce sull'interruttore S3 quando si lavora in am- pere il vetro quando si stringono le viti. E a
bienti poco illuminati, allo scopo di far fun- tale proposito occorre ricordare che il mercu-
zionare la livella elettronica assieme a quella rio è un metallo velenoso che, in caso di rot-
idraulica. tura del vetro del contenitore, dovrà essere rac-
Le fascette di fissaggio dei due interruttori al colto con un pezzo di carta ed introdotto in una
mercurio sono di nylon, in modo da non rom- boccettina di vetro da chiudere bene e gettare

INVOLUCRO
DI VETRO

REOFORI

Fig. 3 • Questo è li tipo di Interruttore al


mercurio più adatto per la realizzazione della
livella luminosa. Esso si chiude elettrlcamen.
te soltanto quando Il contenitore è inclinato
sul lato destro o si trova In poslzlone oriz-
zontale. MERCURIO

611
FASCETTA
DI NYLON Fig. 4 - La fascetta di fissaggio degli interruttori al mer-
curio deve essere di nylon, allo scopo di non infrangere
il vetro del loro contenitore quando si stringe la vite di
montaggio del sistema di apertura e chiusura del circuito
elettrico.

poi in una discarica, in modo da sotterrarla. tal caso la livella sarà completamente elettro-
Non si pensi mai di gettare il mercurio nei corsi m1ca.
d'acqua! All'atto dell'acquisto dei due interruttori al
Il circuito può essere montato anche dentro un mercurio, raccomandiamo di accertarsi che que-
contenitore di legno della lunghezza di 50 cm., sti siano adatti allo scopo, ossia con chiusura del
senza l'ampolla di vetro con la bolla d'aria. In circuito elettrico in posizione orizzontale.

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Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazione: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

612
Flg. 5-Il principio di funzionamento di un inter-
ruttore al mercurio è illustrato in questi dise-
gni. Quando i due contatti sono immersi nel
mercurio, che è un metallo normalmente allo
stato liquido e quindi buon conduttore di elet-
tricità, l'Interruttore risulta chiuso. Quando il
mercurio si trova in altra parte dell'ampolla di CONTATTO CONTATTO
vetro, senza toccare gli elettrodi, l'interruttore CHIUSO APERTO
risulta aperto.

TARATURA mercurio in modo che entrambi i diodi led


DL I-DL2 rimangano accesi, ovviamente dopo
La taratura della livella luminosa consiste nel aver chiuso l'interruttore S3. Raggiunta tale
posizionamento perfetto dei due interruttori al condizione, si potrà finalmente dire di aver
completato il lavoro costruttivo della livella
mercurio.
elettronica.
Per riuscire in ciò, occorre sistemare la livella Il suo uso è intuitivo. Quando si accendono
in posizione assolutamente orizzontale, magari entrambi i diodi led, la livella si trova in po-
aiutandosi con una livella tradizionale a bolla sizione orizzontale. Quando se ne accende uno
d'aria. Fatto questo, si fisseranno le viti delle soltanto, la livella è inclinata verso il lato in
due fascette di supporto degli interruttori al cui rimane acceso il led.

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L'applicazione alla barra di un qualsiasi segnale provoca l'accensione di uno


o più trattini di color rosso o rosso-verde. Serve per realizzare un gran nume-
ro di dispositivi di utilità immediata e continua, in casa, nel laboratorio e in
automobile. Di questi, una buona parte è illustrata e interpretata nel fascico-
lo di novembre '82 del periodico, che viene allegato gratuitamente al kit.

613
Piacevole
i interessante esperimento
di radiotecnica applicata.

RX PER ONDE MEDIE


Il piacere che un principiante prova nel co- Il radioricevitore che ci accingiamo ad analiz-
struire, per la prima volta, un piccolo ricevi- zare si differenzia da altri similari, già pre-
tore radio, per onde inedie e con ascolto in al- sentati in diverse occasioni su questo perodico
toparlante, è certamente grande. Soprattutto se per due principali motivi: l'amplificazione dei
egli fa ogni cosa da se e si serve di componenti segnali di alta frequenza a mezzo transistor col-
elettronici per la maggior parte già in suo pos- legati in circuito Darlington e l'amplificazione
sesso. di bassa frequenza ottenuta tramite un mo-
Al piacere costruttivo e a quello di sentir vivere derno integrato, peraltro già noto ai nostri let-
la propria creatura, poi, si aggiunge inevitabil- tori.
mente l'interesse di partecipare ad una inte- L'uso di un'antenna di ferrite assicura un ren-
ressante prova sperimentale di radiotecnica, che dimento più che soddisfacente, senza dover ri-
sta alla base degli attuali sistemi di radioco- correre agli ingombranti e lunghi fili condutto-
municazioni. ri abbandonati sul pavimento o tesi nel sof-
fitto, che eliminerebbero nel ricevitore la ca-
ratteristica della portatilità. Anche se, come
IL PROGETTO abbiamo già fatto intuire, il ricorso ad un'anten-
na addizionale, accoppiata induttivamente al-
Il progetto del radioricevitore, presentato in
l'antenna di ferrite, è consentito in tutti quei
queste pagine, è semplice e interessante. Realiz-
zandolo, si potranno ascoltare le principali emit- casi in cui si desideri esaltare la sensibilità del
tenti radiofoniche in onda media e in altoparlan- ricevitore radio.
te, con un discreto volume sonoro. L'apparec-
chio, in linea di massima, funziona senza an-
tenna, ma nei grossi centri abitati, nei piani CIRCUITO DI SINTONIA
terreni dei grandi edifici, l'uso di un'antenna,
sia pure di piccole dimensioni, si rende neces- Nell'analizzare il progetto del ricevitore ripor-
sario. tato in figura 1, prendiamo le mosse dal circuito

614
La realizzazione di un ricevitore con amplificazione dei segnali
di alta frequenza costituisce una tappa importante nella didattica
delle radiocomunicazioni, soprattutto quando è possibile, come
in questo caso, condurre delle prove sperimentali ed effettuare
qualche variante circuitale.

di entrata, cioè dal circuito di sintonia, che è RIVELAZIONE


composto dall'antenna di ferrite (L1- L2) e
dal condensatore variabile C 1. II transistor TR2, in collaborazione con il con-
L'antenna di ferrite, realizzata tramite due av- densatore C3, provvede a rivelare il segnale
volgimenti di filo di rame smaltato avvolti su di alta frequenza, trasformandolo in un segnale
un nucleo di ferrite cilindrica, provvede a cap- di bassa frequenza pronto per essere amplificato.
tare i segnali radio, che son sempre presenti Il potenziometro R3 costituisce il carico di
dovunque, anche attorno alla stessa antenna. collettore di TR2; sui suoi terminali è presente la
Il condensatore variabile C 1 provvede a sele- tensione rappresentativa del segnale di bassa
zionare i segnali radio captati dall'antenna, frequenza, il quale viene prelevato dal cursore,
concedendo via libera soltanto ad uno di questi. nella dose voluta, ed inviato, tramite il conden-
La posizione delle lamine mobili, rispetto a satore C5, all'entrata 2 dell'integrato ICI. Dun-
quelle fisse, del condensatore variabile Cl, sta- que, il potenziometro R3 rappresenta il con-
bilisce, assieme alle caratteristiche elettriche del- trollo manuale di volume sonoro in altoparlante
l'antenna, la frequenza di risonanza, che è la del ricevitore.
frequenza caratteristica del circuito, variabile a
piacere tramite rotazione manuale del perno
AMPLIFICAZIONE BF
del componente.
La frequenza di risonanza è quella frequenza il L'integrato IC1, che è di tipo LM38O, è mon-
cui valore è identico a quello del segnale radio tato nel circuito più semplice che si possa con-
che può circolare nel primo stadio del ricevitore. cepire. In esso si utilizza la polarizzazione e la
In pratica, dunque, manovrando il condensa- compensazione di frequenza interna allo stesso
tore variabile C1, si ottiene l'ascolto della emit- integrato.
tente desiderata. Gli unici componenti elettronici strettamente
necessari in questo semplice progetto di ampli-
ficatore di bassa frequenza, oltre che ovviamen-
AMPLIFICAZIONE AF te l'altoparlante AP, sono l'integrato IC1 ed il
condensatore di accoppiamento C8, inserito fra
Il segnale di alta frequenza viene inviato dal il piedino 8 dell'integrato ed uno dei due ter-
circuito di sintonia alla base del transistor minali della bobina mobile dell'altoparlante.
TR 1, che rimane collegato, in circuito Darling- Il gruppo resistivo-capacitivo R6 - C6 assume
ton, con il transistor TR2. E con questo sistema invece il compito di garantire la totale assenza
si raggiunge un elevato grado di amplificazione di oscillazioni spurie, anche quando si fa uso
del segnale a radiofrequenza, nonché un grande di altoparlanti di bassa impedenza e di elevata
valore di impedenza d'ingresso. I benefici pra- potenza d'uscita.
tici che ne derivano si identificano con una
grande selettività del ricevitore, che è la ca-
ratteristica per cui le emittenti radiofoniche ven- LE BOBINE L1- L2
gono nettamente separate tra di loro durante
l'ascolto. Le due bobine di sintonia non sono prodotti

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616
ANT.
FISSAGGIO
L2 IN NYLON

9:12V
AP ~

TERRA

Sl

Flg. 2 - Piano costruttivo, composto su circuito stampato, del ricevitore descritto


nel testo. La sezione d'oscillatore del condensatore variabile C1 rimane inutiliz-
zata (NC). Con il potenziometro R3 si regola il volume sonoro in altoparlante e
si accende e si spegne il ricevitore.

commerciali e dovranno pertanto essere costrui- Per 11 occorreranno 20 spire, mentre per L2
te. Il supporto è uno spezzone di ferrite cilin- occorreranno 70 spire. Entrambi gli avvolgi-
drica del diametro di 8 mm; la lunghezza potrà menti dovranno essere compatti e distanziati tra
essere quella del lato maggiore della basetta del loro di 3 + 4 mm.
circuito stampato. Ai principianti raccomandiamo di spellare i ter-
Facendo riferimento allo schema pratico di fi- minali dei conduttori delle bobine prima di ef-
gura 2, si comporranno i due avvolgimenti fettuare le saldature a stagno, perché lo smalto
L1-L2 utilizzando del filo di rame smaltato del è un isolante che non consente la continuità elet-
diametro di 0,3 mm. trica e neppure la saldatura a stagno.

Fig. 1 - Il circuito del ricevitore radio per onde medie, con ascolto in altopar-
lante, è composto da due prlnclpali sezioni: quella amplificatrice di alta fre-
quenza (TR1 - TR2) e quella amplificatrice di bassa frequenza OC1 ). L'alimenta-
zione si ottiene per mezzo di plle con tensioni comprese tra I 9 e I 12 V.

617
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del cir-
cuito stampato sul quale si compone tutta
i la parte elettronica del ricevitore.

CONDENSATORE VARIABILE Viene chiamato pure terminale di massa, anche


se nel nostro caso non è collegato direttamente
Il condensatore variabile C1 è di tipo minia- con la linea di massa.
tura per ricevitori radio supereterodina tascabili. Ovviamente, delle due sezioni, nel ricevitore
Ed è quindi dotato di due sezioni, quella d'aereo radio descritto in queste pagine, si fa uso sol-
e quella d'oscillatore. Ognuna di queste sezioni tanto di quella d'aereo, mentre verrà lasciata
fa capo ad un terminale, più precisamente ai due inutilizzata quella d'oscillatore (NC). Il valore
terminali laterali del componente, come indi- capacitivo della sezione d'aereo si aggira normal-
cato nello schema costruttivo di figura 2. Il ter- mente intorno ai 180 pF, mentre quello dell'o-
minale centrale rappresenta il collegamento co- scillatore è di 90 + 100 pF. Dunque, la se-
mune delle sezioni mobili del condensatore. zione oscillatrice, con il suo minore valore ca-

ALIM,
CIRC. STAMP. 9:12V

Fig. 4 - Nel caso fosse necessario au-


mentare sensibilmente li volume so-
noro del ricevitore, occorrerà colle-
gare, nei punti indicati in questo sche-
ma, la discesa di un'antenna ed un filo
conduttore di terra (condutture del-
ALLA TERRA l'acqua).

618
pacitivo, non è in grado di coprire tutta la corpo dei componenti, serve da guida per l'in-
gamma delle onde medie. dividualizzazione dei terminali di emittore, ba-
Coloro che volessero rendersi conto direttamen- se, collettore (e-b-c).
te di questo fatto, potranno invertire i collega- L'individuazione del piedino 1 dell'integrato
menti delle due sezioni, oppure collegarli assie- IC 1 è facilitata dalla presenza di un dischetto
me. L'operazione costituirà un'interessante pro- sul corpo superiore del componente; sia il nu-
va pratica di radiotecnica. mero, sia il dischetto, sono chiaramente ripor-
tati sul disegno di figura 2.
Per ultimo facciamo osservare al lettore la pre-
MONTAGGIO senza di un ponticello interposto in evidente
posizione fra l'integrato e la resistenza R2.
Il montaggio del ricevitore si effettua tenendo Questo ponticello assicura la continuità circui-
sott'occhio il piano costruttivo di figura 2, dopo tale ed è realizzato con uno spezzone di filo
aver ovviamente realizzato il circuito stampato conduttore rigido e nudo.
il cui disegno, in grandezza reale, è stato ripor-
tato in figura 3.
Non è consigliabile saldare i piedini dell'inte- L'ANTENNA
grato ICl direttamente sul circuito stampato,
mentre conviene servirsi di un adatto zoccolet- Come abbiamo detto, questo ricevitore, se fatto
to, onde evitare le saldature a stagno sui pie- funzionare in luoghi aperti o comunque vicini
dini del componente. alle emittenti radiofoniche, non necessita di an-
Per quanto riguarda i due condensatori elettroli- tenna, perché è sufficiente l'antenna di ferrite
tici C7 - C8, ricordiamo che questi sono com- montata nell'apparecchio per ottenere un buon
ponenti polarizzati, che debbono essere inseriti ascolto. Tuttavia, se le emissioni dovessero es-
nel circuito stampato in un preciso verso, te- sere deboli, allora si potrà collegare, sul punto
nendo conto della presenza del terminale posi-
contrassegnato con la sigla ANT. di figura 2, una
tivo e di quello negativo. Sullo schema pratico
antenna di tipo Marconi come quella indicata
di figura 2, in prossimità del terminale positivo
di questi componenti, è stata disegnata una cro- nello schema di figura 4. In pratica si tratta di una
cetta. La stessa osservazione si estende al con- trecciola di rame della lunghezza di una decina
densatore al tantalio C4. di metri circa, collegata tramite isolatori, da una
Per i due transistor TRI. TR2, facciamo pre- parte, ad un palo, ad un albero, ad un cornicione
sente che la piccola tacca metallica, ricavata sul o a qualsiasi altro tipo di sostegno.

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scita: 8 ohm - Poten za d'uscita: 1 W circa.

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corporato- 1 contenitore pile- 1 raccordatore collegamenti pile - 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia- 1 circuito integrato - 1 zoccolo porta integrato - 1 diodo al germanio - 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile- 10 pagliuzze capicorda - 3 condensatori elettrolitici- 3 resistenze
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evita di mettere le mani sul riproduttore
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Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

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Il volume tratta tutto quanto essere succintamente cosi In-
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duttori è trattata In questo li- zazione: dal principi dl funzio- - teoria ed applicazione del
bro con molta chiarezza e sem- namento alle tecniche di produ- transistor- SCR TRIAC DIAC
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Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato con-sente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori - n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR- n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
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I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.
I
ge
- - - z
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I

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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mi

Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a.


I
I

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica • Vendite - Acquisti - Permute •
Via Zuretti, 52 - MILANO.
-
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626
LA PSIA DE LETTE
e e.
==-
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici :-- ~
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
a
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce- ENTR.
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

ASCOLTO IN AM-FM [azione d'ampiezza, ma è anche vero che ciò è


riportato nella tabella delle frequenze amato-
Avendo la possibilità di acquistare un ricevi- riali, a piè di pagina 362. Nella quale si legge
tore CB d'occasione, perfettamente funzionante, l'esatta suddivisione della banda dei 144- 146
e volendo con questo crearmi una stazione d'a- MHz e si nota pure che, fra i 144,200 MHz e i
scolto delle trasmissioni amatoriali sui 144 MHz, 145 MHz, si ricevono le trasmissioni in SSB e
mi sono proposto di realizzare il progetto del in AM, cioè in modulazione d'ampiezza. Ad
convertitore da 144 MHz a 28 MHz, da voi pre- ogni modo, tenga presente che, il sistema di
sentato sul fascicolo di giugno di quest'anno, modulazione dei segnali radio, non riveste al-
per un eventuale accoppiamento con il ricevi- cuna importanza ai fini della conversione di fre-
tore. Vi assicuro che un tale programma co- quenza. Infatti è soltanto il ricevitore, a 28 MHz,
struttivo mi sta particolarmente a cuore, perché che stabilisce quali tipi di modulazione sono ri-
una delle mie maggiori e future aspirazioni è cevibili. Per esempio, con un ricevitore CB,
quella di diventare quanto prima radioamatore. senza che ad esso venga accoppiato alcun con-
Tuttavia, mentre sto per iniziare il lavoro co- vertitore, è impossibile ricevere le trasmissioni
struttivo del convertitore, disponendo già di in CW, in FM o quelle dei satelliti. L'unico
tutti i componenti necessari, è sorto in me un elemento, che potrebbe risultare importante ai
dubbio che vorrei mi poteste chiarire. Il con- fini del tipo di modulazione, in ampiezza o in
vertitore in questione consente il solo ascolto frequenza, lo si può individuare nella banda
delle emittenti in FM o anche di quelle in AM? passante, che nel nostro caso è comunque tale
CICCARELLA LUCIO da non creare alcun problema, qualunque sia il
Napoli tipo di emissione. E per concludere vogliamo
ricordarle che, utilizzando un ricevitore CB, lei
È vero che nel corso dell'articolo non è stato dovrà provvedere a variare la frequenza di
chiaramente detto che il nostro convertitore è in oscillazione del quarzo e ad aggiungere un paio
grado di far ascoltare le trasmissioni in modu- di spire alla bobina L3 del convertitore.

627
SONDA AF

Tempo fa ho acquistato il mio primo tester, con Certamente! Ed è la sonda di alta frequenza di
il quale purtroppo non si possono misurare le cui pubblichiamo lo schema elettrico. Essa dovrà
tensioni alternate di alta frequenza. Esiste un aC- essere collegata al tester commutato su una por-
cessorio che estenda le possibilità dello stru- tata voltmetrica in cc, per esempio 2 Vcc fondo-
mento anche in questo campo di misure? scala oppure 10 Vcc fondo-scala, a seconda del
GATTI MARIO segnale che si vuol misurare.
Cuneo

SONDA R2

• C1 = 100 pF
RJ c2 c2 4.700 pF
R1 = 33.000 ohm
R2 100 ohm
D1 = diodo al germanio
PINZA

RICEVITORE PER ONDE CORTE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L 12.700
ESTENSIONE DI GAMMA: 6 MHz . .,. . 18 MHz
RICEZIONE IN MODULAZIONE D'AMPIEZZA
SENSIBILITA': 10 V ± 15 V

IL KIT CONTIENE: N. 7 condensatori ceramici N. 10 resistenze- N. 1 conden-


satore elettrolitico - N. 1 condensatore variabile ad aria - N. 3 transistor- N. 1
circuito stampato - N. 1 potenziometro - N. 1 supporto bobine con due avvolgi-
menti e due nuclei - N. 6 ancoraggi-capicorda - N. 1 spezzone filo flessibile.
Nel kit non sono contenuti: la cuffia necessaria per l'ascolto, gli elementi per la
composizione dei circuiti di antenna e di terra e la pila di alimentazione.

628
AMPLIFICATORE BF

Esiste nel vostro archivio lo schema di un sem-


plice amplificatore BF a transistor, con ali-
mentazione a pila a 4,5 V e ascolto in cuffia?
IL PACCO
In caso affermativo, potreste pubblicarlo il più
presto possibile?
TARRICONE RAIMONDO
DELL'HOBBYSTA
Catanzaro Per tutti coloro che si sono resi conto
dell'inesauribile fonte di progetti con-
Il progetto che pubblichiamo può essere definito tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
molto sensibile, in quanto con un segnale di nlca Pratica, abbiamo preparato que-
soli 5 m V e frequenza di 1.000 Hz siraggiun- sta interessante raccolta di pubblica-
ge la saturazione dello stadio finale. La rispo- zioni.
sta in frequenza si estende da 150 Hz a 8.000
Hz. Le nove copie della rivista sono state
scelte fra quelle, ancora disponibili,
ma in rapido esaurimento, In cui sono
apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito-
riale.

"ETM9RIE TETTA%
MA MUTTMI
A
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RI 51
a.a.
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r''' m:uOlll IJ NUOVE


i· :-- - ....,.
o 8ANCA.MENTO STEREO LUCI PSICHEOELICHE LUCCIOLA ELETTRONICA
CUFFIA
o
R2
ENTR. F
6

L. 7.500
Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
C1 = 10µF-16 VI (elettrolitico) ciale della nostra Editrice, a tutti i
R1 = 62.000 ohm nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
R2 = 100.000 ohm teresse del dilettante, che fa rispar-
R3 = 12.000 ohm miare denaro e conduce alla realizza-
R4 = 4.700 ohm zione di apparecchiature elettroniche
TR1 = BC107 di notevole originalità ed uso corrente.
TR2 = BC107
TR3 =
2N1711
CUFFIA = 500 ohm
S1 = interrutt.

629
PROVAOUARZI c2 100 pF (compensatore)
C3 - 50.000 pF
Mi servirebbe un provaquarzi in grado di con-
trollare cristalli a volte ribelli all'oscillazione. Resistenze
CASOLDI RENATO R1 = 27.000 ohm
Voghera R2 = 1 .000 ohm
R3 = 47.000 ohm
R4 47.000 ohm
Questo circuito dovrebbe soddisfare le sue R5 = 1.000 ohm
esigenze. L'uscita RF va « misurata » con una R6 - 100ohm
normale sonda AF, onde stabilire la bontà del
quarzo in esame. Varie
TR1 = 2N708
Condensatori TR2 2N708
C1 = 50 pF DZ diodo zener (9 V - 1 W)

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 12.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
riati componenti e materiali, non sem-
.................
%l 1e
pre reperibili in commercio, ad un
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V - 25 W) - N° 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N" 1 poggia-saldatore _ N" 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo . N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo _ N° 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N" 1 cacciavite miniatura - N" 1 spezzone filo multiplo multicolore.

630
+
R2
c2 XTAL
±e Il
R6 l2é-l5V

)I I□
Rl RJ P4

e
%r
$
TRI ' ~use RF
G
TR2
e

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W
istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.

631
TERGICRISTALLI INTERMITTENTE lare la frequenza di intervento, adattandola alle
esigenze del momento. Il tempo di eccitazione del
Essendosi guastato il tergicristallo della mia au- relé ( azionamento del tergicristallo) è regola-
tovettura, vorrei montarne uno di mia realizza- to da R4 - C2. Variando questi elementi, varia
zione. E possibile? il numero delle « battute ». Il contatto normal-
BONFIGLI ETTORE
mente aperto del relé dovrà essere direttamente
Gorizia
collegato in parallelo con l'interruttore di co-
Monti questo circuito di oscillatore astabile che mando del tergicristallo già presente nella vet-
oltretutto, presenta il vantaggio di poter rego- tura.

-----COMPONENTI-----
C1
C2
R1 --
= 50 µF - 16 VI ( elettro! itico)
10F- 16 VI (elettrolitico)
680 ohm
R4
TR1
TR2
- 47.000 ohm
- 2N1711
= 2N1711
R2 = 200.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) D1 = 1N4007
R3 = 47.000 ohm RL = relé (12 V- 300+ 1.000 ohm)

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
ROUNDING LIGHT 28.000
LAMPE661ATORE SEQUENZIALE
L'uso di luci diversamente colorate ed il loro
accorto collegamento, in serie o in parallelo,
che consente l'inserimento di alcune cen-
tinaia dl lampadine-pisello, è determinante
per la creazione di un ambiente suggestivo
e fantasmagorico.

Caratteristiche:

Potenza elettrica pilotabile su ciascun ca-


nale: 200-+ 250 W aumentabile fino a 800 W
con opportuni radiatori.

La frequenza della successione dei lam-


peggii è regolabile a piacere.

Su ciascuno degli otto canali si possono • Per l'albero di Natale


collegare otto lampadine, oppure otto grup-
• Per Insegne pubblicitarie
pi di lampadine in un quantitativo superio-
re ad alcune centinaia. • Per rallegrare le feste

632
Si

f<o :,

• o
12Vcc
e

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W
DI MONTAGGIO
COSTA

L. 34.200

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.
FREQUENZIMETRO BF

Mi servirebbe un frequenzimetro in grado di

OROLOGIO effettuare, con buona precisione, misure nel


campo audio. Per me andrebbe bene uno stru-
mento di tipo analogico, molto economico, a

TERMOMETRO lettura diretta.


MARCHESI UGO
Milano

Con il circuito qui presentato potrà effettuare let-


ture, fra i 10 Hz e i 100 KHz, suddivise in quat-
In scatola di montaggio tro gamme (10O Hz • 1OO0 Hz- IO KHz - 100
KHz fondo-scala) mediante un normale stru-

L. 62.000 mento graduato tra O e 10. La lettura è lineare


in funzione della frequenza. Con R7 si tara il
fondo-scala. Le resistenze R9 - R 10-R 11 - R 12
debbono essere all'1%o.

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 1OF- 16 VI (elettrolitico)
C2 10µF -16 VI (elettrolitico)
C3 470 pF
C4 10.000 pF
SERVE PER COSTRUIRE: C5 = 6.800 pF
Resistenze
un moderno orologio numerico a di- R1 = 100.000 ohm
splay R2 = 330.000 ohm
un termometro di precisione
R3 = 47.000 ohm
R4 = 5.600 ohm
una radiosveglia R5 = 12.000 ohm
R6 = 12.000 ohm
un interruttore elettrico temporizzato R7 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R8 = 22.000 ohm
R9 = 1megaohm
R10 = 100.000 ohm
Ma offre la possibilità di realizzare R11 = 10.000 ohm
innumerevoli e sofisticate ulteriori R12 = 1.000 ohm
applicazioni tecniche. R13 = 330 ohm
Varie
TR1 = BC109
TR2 = BC107
IC1 = 555
IC2 = 555
D1- D2- D3 = 1N4148
Z1 = zener (5,6 V-1W)
S1 comm. (1 via - 4 posiz.)
S2 = interrutt.

634
KIT PER CIRCUITI
STAMPATI L. 16.000
Dotato di tutti gli elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
sto kit contiene pure la speciale penna
riempita di inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
razione del liquido.

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nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
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il prodotto finito.
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dopo conservazione illimitata nel

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635
RECINZIONE ELETTRICA

Allo scopo di impedire la dispersione degli ani- Realizzi questo circuito, ricordando che T 1 è
mali, vorrei recintare un appezzamento di ter- una normale bobina d'auto e che la linea ne-
reno con conduttori attraversati da corrente ptiva deve essere collegata a massa mediante
elettrica. Come posso fare, tenendo conto che puntali metallici infilati nel terreno. Il proget-
il pascolo è lontano dalle linee di distribuzione to le dà la possibilità di ascoltare, tramite al-
di energia elettrica? toparlante, un eventuale cortocircuito della li-
MAZZER DANIELE nea e, quindi, la possibile fuga di un animale.
Treviso

Condensatori R4 330 ohm


C1 470µF -16 VI (elettrolitico) R5 = 33 ohm
c2 10.000 pF R6 = 1.000 ohm
C3 = 2.2F.16 VI (elettrolitico) Varie
04 470.000 pF IC1 = integrato (555)
05 33.000 pF D1- D2 = diodi al silicio (1M4148)
DZ1 - DZ2 = diodi zener (33 V- 1 W)
Resistenze TR1 = 2N2905
R1 = 680 .000 ohm TR2 = 2N3055
R2 = 1.500 ohm T{ - bobina d'auto
R3 = 22.000 ohm S1 = interrutt.

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1 - La luminosità delle lampade e dei


lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2 - La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

636
SI

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TRl
8 3

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BATT. 72V 7
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Cl

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Con l'approntamento di questa scatola di montaggio si vuol offrire un valido aiu-


to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.

637
DUPLICATORE DI TENSIONE

Con un trasformatore da rete a 6,3V-0,1 A Condensatori


vorrei costruire un piccolo alimentatore in con- C1 = 100.000 pF
tinua, a 12 Vcc, in grado di erogare pochi mil- C2 = 100.000/pF
liampere. C3 = 2.000 F - 16 VI (elettrolitico)
MOSCATO ANTONIO C4 = 2.000 F - 16 VI (elettrolitico)
Venezia Varie
R1 = 100 ohm - 25 W (potenz. a filo)
Realizzi questo circuito di duplicatore di ten- T1 = trasf. (220 Vca - 6,3 Vca - 0,1 A)
sione, nel quale il potenziometro a flo R1 con- LP = lampada-spia (6,3 V - 100 mA)
sente di regolare la tensione in uscita fino al D1-D2 = diodi al silicio (100 V-3 A)
valore di 14 Vcc. S1 = interrutt.

D02
DI Cl

Cc4 RI

SI 6,JV
o. 12V
c2 e
RETE
+

T7

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

li funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


+gli"-
't' me "__
- Non è commercialmente noto e I malintenzio-
nati non lo conoscono. ±-
- Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi. L. 11.800

638
DUPLICATORE DI FREQUENZA C4 = 100.000pF
C5 = 100.000 pF
Vorrei modificare il timbro della mia chitarra Resistenze
elettrica inserendo qualche dispositivo fra il R1 - 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
pick-up e l'amplificatore. Come posso fare? R2 = 10megaohm
R3 = 47.000 ohm
MAURI DONATO R4 = 47.000 ohm
Trieste R5 = 4.700 ohm
R6 = 4.700 ohm
R7 = 4.700 ohm
Realizzi questo circuito duplicatore di f requen- RB = 4.700 ohm (potenz. a variaz. lin.)
za, che ha una sensibilità di 50 mV circa.
Varie
IC1 = 1A741
Condensatori IC2 = µA741
C1 = 1 F (non elettrolitico) D1-D2 = diodi al germanio
C2 = 10+F .25 VI (elettrolitico) S1 a - S1 b
ALIM. =
= doppio interrutt.
9 V + 9 V
C3 = 10F.25 VI (elettrolitico)

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didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
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stare L. 2.500 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 30.000, si possono avere
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Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
Stabilizzazione: - 100 mV
Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata:
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
- n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
3
- n. 3 Condensatori elettrolitici
a s ·3
- n. 3 Condensatori normali
é
.
- n. 3 Transistor g 4.
- n. 1 Diodo zener - ttt --
- n. 1 Raddrizzatore
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) e ·1g
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n. 1 Circuito stampato
- n. 1 Bustina grasso di silicone
- n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
11
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- n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate) a4j .:::--- e

- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)


- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
- n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
- n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au- ,
tofilettanti)
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- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling

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derla occorre Inviare anticipatamente l'Importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o
c.c.p, numero 46013207, citando chiaramente l'Indicazione • Kit dell'Alimentatore Professio-
nale • ed Intestando a • STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 (Tel. 6891945).
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sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli che
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tenti fra i 26 e i 28 MHz. La sintonia è realizza-
ta secondo la tecnica più avanzata a diodo va-
ricap.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
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gamma 26 + 28 MHz

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IL MONDO CB
Quello dei CB è un mondo che sta diventando ticolari strumenti di taratura e messa a punto.
sempre più vasto, tanto che oggi nessun appas- Ecco perché, ancora una volta, la scelta del
sionato di elettronica può far a meno di aprire progetto è stata fatta cadere sul circuito super-
le orecchie su questo particolare traffico radio- rigenerativo, non essendo possibile proporre
fonico. Ma per mettersi all'ascolto della gam- ad un dilettante il progetto di un ricevitore
ma di frequenze comprese fra i 26 e i 28 radio a circuito supereterodina, che soltanto
MHz, occorre un ricevitore radio particolare, pochi sarebbero in grado di realizzare, mentre
che si può acquistare già pronto in commer-
la maggior parte dei lettori, attratti dal fascino
cio, ma che i nostri lettori preferiscono auto-
costruire. Naturalmente, l'interesse per l'auto- di questa banda radiofonica, si cimenterebbero
costruzione sussiste finché si tratta di una rea- nella costruzione dell'apparato profondendo in
lizzazione semplice, di sicuro funzionamento, esso tempo e denaro, senza approdare ad un
che non obblighi il radioamatore ad usare par- risultato veramente soddisfacente.

644
UN RICEVITORE A TRE STADI fondamentale del nostro ricevitore che, a diffe-
renza di tanti altri, concepiti allo stesso modo,
Sono tre gli stadi principali che compongono non provoca disturbi all'ascolto nei ricevitori
il progetto del ricevitore a superreazione pre- radio del vicinato. Il secondo stadio, presiedu-
sentato in figura 1. Il primo di essi, pilotato dal to dal transistor TR2, provvede alla rivelazione
transistor TR1, amplifica il segnale a radio- dei segnali radio e controlla, tramite il poten-
frequenza ed impedisce, contemporaneamente, ziometro R12, la reazione.
alle oscillazioni tipiche dei circuiti a superrea- Il terzo stadio, quello amplificatore di bassa
zione di raggiungere ed essere irradiate dall'an- frequenza, è composto dall'integrato IC1 e da
tenna ricevente. E questa è una caratteristica pochi altri elementi.

Dopo un breve periodo di pausa estiva, anche fra i nostri lettori


sta crescendo un nuovo grande interesse per la citizen's band,
soprattutto nel settore dell'ascolto, per il quale è sufficiente l'u-
so di un buon ricevitore, economico e di facile costruzione, co-
me quello descritto in queste pagine.

645
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646
SINI. SUPERR. VOL.

Fig. 2- Piano costruttivo del ricevitore CB realizzato su circuito stampato, Tut-


ti i componenti elettronici sono di facile reperibilità commerciale; soltanto la
bobina L 1 deve essere costruita secondo i dati riportati nel testo. Si noti la pre-
senza dei due ponticelli in prossimità delle resistenze R7 ed R11, nonché il filo
di rame che collega tra loro le tre carcasse metalliche dei tre potenziometri e
che si trova a potenziale di massa. La numerazione, riportata in corrispondenza
del terminali di alcune piste di rame, trova preciso riferimento con quella citata
nello schema teorico del ricevitore.

L'ascolto può essere fatto sia in altoparlante le pile possono essere sostituite con un alimen-
da 8 ohm- 2 W, sia in cuffia a bassa impe- tatore da 12 V-300 mA.
denza, con valore compreso fra gli 8 ohm e i Per quanto riguarda l'antenna, si può usare
30 ohm. uno spezzone di filo conduttore di qualsiasi
Il circuito del ricevitore può essere alimenta- tipo, della lunghezza di 2,6 m, oppure un'ap-
to con tre pile piatte da 4,5 V ciascuna, colle- posita antenna per CB.
gate in serie tra di loro in modo da erogare Il ricevitore, con un segnale d'ingresso di 10
complessivamente la tensione di 13,5 V. Ma uV, offre una buona resa in altoparlante; con

Fig. 1 • Circuito elettrico del rlcevitore superrigenerativo CB, Le linee tratteg-


giate delimitano la parte elettronica montata interamente su basetta con circui-
to stampato, I valori delle tensioni, riportati nei vari punti dello schema sono
stati rilevati con un tester da 20.000 ohm x volt. La sintonia è regolata tramite il
potenziometro RS, la superreazlone con R12 ed Il volume sonoro per mezzo di
R14. L'alimentazlone può essere ottenuta tramite plle o alimentatore a 12 Vcc,
Indifferentemente.

647
I
Fig. 3 • Disegno in grandezza reale del circuito stampato che il lettore dovrà
realizzare prima di iniziare il lavoro costruttivo del ricevitore CB.

segnali più deboli è invece consigliabile l'uso zione nello stesso stadio. Su questo principio
di una cuffia. si basa appunto il funzionamento del ricevitore
a reazione, nel quale la massima amplificazione
del segnale viene raggiunta quando la reazio-
REAZIONE E SUPERREAZIONE ne tra uscita ed entrata compensa esattamente
le perdite.
biamo ora elencate le principali caratteristi- Il ricevitore a reazione risulta dunque critico
he di funzionamento del ricevitore per la ban- nella sua messa a punto, dato che, per sfrut-
da cittadina, che riteniamo sufficienti per chi tare interamente l'amplificazione possibile, oc-
ià possiede una preparazione tecnica in ma- corre posizionare il controllo della reazione
teria. Per i principianti, invece, dobbiamo sof- al limite dell'innesco del circuito. L'innesco si
fermarci un po' di più sui principi della rea- verifica quando il guadagno ottenuto dalla
zione e della superreazione e sugli altri parti- reazione supera le perdite.
colari del progetto di figura 1, per interpre- Nel circuito superrigenerativo, allo scopo di eli-
tarli sotto l'aspetto teorico. Questa parte dell'ar- minare la criticità del ricevitore a reazione,
ticolo, dunque, potrà essere ignorata dai letto- si fa variare automaticamente il controllo della
ri più preparati e da quelli maggiormente fret- reazione con frequenza ultrasonica, in modo
olosi, che vogliono iniziare subito la costru- da ottenere dei passaggi consecutivi attraverso
zione del ricevitore. il punto di massima sensibilità e delle succes-
Cominciamo quindi coll'interpretazione del con- sive interruzioni di funzionamento quando il
cetto di reazione. ricevitore entra in oscillazione. E poiché la
I segnali radio, quando ci si trovi lontano frequenza delle interruzioni è ultrasonica, que-
dalla emittente, oppure quando l'emittente è ste non vengono praticamente avvertite, men-
di scarsa potenza, per poter essere trasformati tre l'amplificazione, passando ad ogni ciclo at-
in voci e suoni, debbono essere amplificati per traverso il valore massimo, provvede a far ri-
mezzo di un certo numero di stadi amplifica- sultare il segnale il più potente possibile.
tori, collegati fra loro in cascata, così come Nel nostro progetto, il transistor TR1 amplifica
avviene nei ricevitori a circuiti supereterodina. i segnali radio captati dall'antenna e li invia,
Un altro sistema per amplificare i segnali ra- tramite il condensatore C3, al secondo stadio am-
dio consiste nell'utilizzare più volte uno stes- plificatore di alta frequenza, pilotato dal tran-
so stadio amplificatore, prelevando da esso una sistor TR2. Nel quale avviene la rivelazione
parte del segnale già amplificato e sottoponen- dei segnali AF. In particolare la reazione vie-
dolo ad un successivo processo di amplifica- ne ottenuta attraverso il condensatore C7, il

648
SCATOLA METALLICA

CIRCUITO
RICEVITORE

SINT. SUPERR. VOL.

Flg. 4 - Allo scopo di conferire al ricevitore CB un aspetto esteriore semiprofes-


slonale, e per rendere il montaggio più funzionale, consigliamo di inserire la
basetta rettangolare in un contenitore metallico, nel quale vengono inserite le
pile di alimentazione del circuito e l'altoparlante. Il cavetto schermato di tipo
RG58 serve a collegare il bocchettone d'antenna con I rispettivi terminali d'en-
trata del ricevitore.

quale applica all'emittore di TR2 il segnale abbiamo pure conglobato il funzionamento del
captato dal circuito di sintonia, principalmen- primo stadio amplificatore di alta frequenza
te composto dalla bobina L1, dal diodo varicap del ricevitore, dobbiamo ora analizzare il cir-
DV e dal potenziometro R5, Questo stesso se- cuito di sintonia, che è presieduto da un diodo
gnale, amplificato, è presente sul collettore, varicap in sostituzione del tradizionale ed in-
dal quale il condensatore C7 lo preleva ripor- gombrante condensatore variabile a mica o ad
tandolo sull'emittore e così via. Il controllo aria.
del punto iniziale della reazione viene ottenu- 11 segnale captato dall'antenna ed amplificato
to tramite il potenziometro R12, che regola la da TRl viene inviato, tramite C3, alla bobina
polarizzazione del transistor TR2. Lo spegni- L1 che, assieme al diodo varicap DV, al poten-
mento delle oscillazioni è invece affidato all'im- ziometro R5, alla resistenza R7 e ai condensa-
pedenza di alta frequenza J l e al condensa- tori C4-C5, compone il circuito accordato vero
tore C9. e proprio.

LA SINTONIA DIODO VARICAP

Dopo queste brevi note inerenti il principio Il diodo varicap deve essere considerato come
della reazione e della superreazione, nelle quali un condensatore variabile, il cui valore capa-

649
citivo varia, anziché con il solito sistema della
rotazione di un perno, elettronicamente, tra-
mite una tensione di controllo che, nel caso del
10spire
progetto di figura 1, risulta regolata dal po-
tenziometro R5.
Si tenga presente, che il diodo varicap funziona 8mm
da condensatore variabile soltanto se esso viene
polarizzato inversamente, cioè in condizioni di
non condurre corrente.
Le variazioni di capacità, che si ottengono
nel diodo D 1 mediante il controllo della ten-
raschiare lo smalto
sione di polarizzazione inversa, sono dovute e prestagnare
all'allontanamento o all'avvicinamento dei due
strati di cariche elettriche di segno opposto che,
nella zona di giunzione P-N del diodo DV, Fig. 5 - La costruzione della bobina di sintonia L1 si
effettua nel modo indicato in questo disegno, utillz-
danno origine alla « zona di svuotamento ». zando filo di rame smaltato del diametro dl 0,6 mm.
I principali vantaggi derivanti dall'uso di un
diodo varicap, rispetto a quello di un con-
densatore variabile, debbono ricercarsi nella
indeformabilità del componente nel tempo,
nell'insensibilità alle sollecitazioni meccaniche,
nelle ridotte dimensioni e, soprattutto, nella
possibilità di controllo in tensione, consenten-
do di collocare il diodo nella posizione più condensatore di accoppiamento con l'altopar-
appropriata di un circuito stampato, derivando lante, che è rappresentato dal componente C15,
il comando manuale sul pannello frontale del- un elettrolitico da 220 F.
l'apparato anche tramite fili conduttori di no- Dato che lo stadio d'uscita è di tipo a simme-
tevole lunghezza. tria quasi complementare, è consentito un pilo-
L'indeformabilità del componente nel tempo taggio diretto dell'altoparlante senza l'uso di
• è dovuta alla mancanza di lamelle che, come alcun trasformatore per l'adattamento di im-
avviene nel condensatore variabile, possono pedenza e, soprattutto, con una bassa distor-
ossidarsi o piegarsi. sione.
Per concludere diciamo che, mentre con il tra- Oltre a tali caratteristiche, che definiscono già
dizionale sistema di sintonia a condensatore l'integrato LM380 come un amplificatore inte-
variabile è necessario, per la ricerca delle e- grato di tutto rispetto, va ricordato che il dispo-
mittenti, far ruotare il perno del condensatore sitivo è protetto contro i cortocircuiti d'uscita
stesso, con il diodo a varicap, per la ricerca dalla presenza di certi limitatori di corrente;
delle emittenti, basta manovrare il perno di ma il componente è anche protetto termicamen-
comando di un potenziometro. te in modo automatico; infatti, non appena
l'integrato raggiunge un certo valore di tempe-
ratura, considerata pericolosa ( 150 °C alla giun-
SEZIONE BF zione), il sistema automatico entra in azione
bloccando il funzionamento dell'amplificatore.
L'amplificatore di bassa frequenza, quello che
trasforma i segnali rivelati da TR 1 in segnali
di potenza, in grado di pilotare un altopar- COSTRUZIONE DELLA BOBINA
lante, è rappresentato dal ben noto circuito
integrato LM380, che è un componente versa- Prima di iniziare la costruzione del ricevitore
tile, facile da usare e dotato di caratteristiche CB, di cui in figura 2 è riportato l'intero piano
più che soddisfacenti. Si pensi, infatti, che da costruttivo, il lettore dovrà procurarsi tutti gli
solo è in grado di fornire una potenza d'uscita elementi necessari alla realizzazione, comin-
superiore ai 2 W, che è più che sufficiente per ciando a comporre il circuito stampato, il cui
sonorizzare un'intera stanza di appartamento. disegno in grandezza reale è riportato in figura
Inoltre, l'integrato LM380, per questa sua sem- 3, e la bobina L1 secondo i dati che ora espor-
plice applicazione, necessita soltanto del poten- remo.
ziometro di regolazione di volume R14 e del L'avvolgimento della bobina L1 è del tipo « in

650
MIN. 'y' MAX 'V'

POTENZ. POTENZ.
ALTA
BASS A
CAPACITA
CAPACITA

Fig. 6 - Il potenziometro R5 regola la sintonia del ricevitore facendo variare la


tensione Inversa applicata agli elettrodi del diodo varicap, qui raffigurato come
un normale condensatore. In corrispondenza del valore minimo di tensione si
raggiunge il massimo valore capacitivo. Viceversa, alla massima tensione corri-
sponde la minima capacità (schema a destra).

aria », cioè privo di supporto, come indicato emittore), contrassegnati con le lettere c-b-e
in figura 5. Il filo è di rame smaltato, del dia- nello schema di figura 2. Comunque, per l'in-
metro di 0,6 mm. Le spire sono in numero di dividuazione precisa degli elettrodi dei due tran-
10 e il diametro, interno, dell'avvolgimento è sistor, occorre far riferimento alla smussatura
di 8 mm. presente sulla circonferenza dell'involucro ester-
Naturalmente, come suggerito nel disegno di no dei componenti.
figura 5, prima di introdurre i terminali della Anche il circuito integrato ICI è dotato di una
bobina negli appositi fori del circuito stam- tacca di riferimento, che consente di individuare
pato, questi dovranno essere accuratamente il piedino 1 ed impedisce di commettere erro-
raschiati, in modo da liberarli completamente ri di inserimento del componente nell'apposito
dallo smalto ed evidenziare la lucentezza del zoccolo; questo elemento di riferimento è nor-
rame. Soltanto così le saldature a stagno pos- malmente rappresentato da un dischetto ripor-
sono riuscire perfette. tato sulla parte superiore esterna del compo-
nente.
Non ci si dimentichi di realizzare i ponticelli
REALIZZAZIONE PRATICA accanto alle resistenze R 7 ed R 11 ; questi due
ponticelli sono semplicemente rappresentati da
Facendo riferimento al piano costruttivo di fi. due spezzoni di filo conduttore regolarmente
gura 2, il lettore provvederà ad applicare tutti saldati, alle estremità, sui terminali delle rispet-
i componenti sulla basetta rettangolare del cir- tive piste di rame del circuito.
cuito stampato dalla parte opposta a quella in Le tre carcasse metalliche dei tre potenziometri
cui sono presenti le piste di rame. Infatti, il R5-R12-R14 che, come indicato nello sche-
disegno di figura 2 propone la basetta del cir- ma pratico di figura 2, controllano la sintonia,
cuito stampato vista in trasparenza (parte ri- la superreazione ed il volume del ricevitore,
prodotta in colore). debbono essere tra loro collegate per mezzo di
Si faccia bene attenzione ad applicare il diodo uri filo di rame, il quale va collegato ad una
varicap DV nella sua giusta posizione, cioè estremità con la linea di massa, che coincide
con l'estremità, in cui è presente l'anello di ri- con quella di alimentazione negativa.
ferimento, rivolta verso il condensatore C4.
I condensatori elettrolitici C11-C14-C15 deb-
bono essere montati in modo corretto, tenendo CONTENITORE METALLICO
conto della loro esatta polarità (nello schema
pratico di figura 2 è chiaramente indicata, per Per conferire al ricevitore un aspetto semipro-
mezzo di una crocetta, la posizione del termi- fessionale, converrà inserire il circuito di figura
nale positivo) . 2 in un contenitore metallico, con funzioni di
I due transistor TR l-TR2 sono uguali ed en- schermo elettromagnetico per le eventuali oscil-
trambi dotati di tre terminali (collettore-base- lazioni tipiche della superreazione e di con-

651
Fig. 7 • Con il ricevitore descritto nel testo, il let-
tore potrà mettersi all'ascolto della gamma del 27
I I I I ~

26
I I I I I , I I I I.
27
I I I I , I I I ~ I

28 MHZ
I I I ,
MHz, cioè di tutte le frequenze, comprese nello
spazio di 2 MHz, fra 1 26 MHz (inizlo banda) e i
28 MHz, (fine banda).

duttore di massa, così come indicato in fi- L 1 sino ad intercettare il canale 7 della ban-
gura 4. da cittadina (27,030 MHz) ; si ritoccherà quin-
Nello stesso contenitorè metallico trovano po- di la posizione del potenziometro R 12 allo
sto le tre pile piatte da 4,5 V, l'altoparlante da scopo di raggiungere la massima sensibilità
8 ohm-2 W, l'interruttore S 1 e il bocchettone (massima potenza del segnale chiaramente ri-
d'antenna, che deve essere collegato con i ter- cevuto).
minali 1-2 del circuito tramite cavetto RG58, Dopo aver effettuata la messa in passo del rice-
la cui calza metallica, viene collegata con la vitore nel modo ora descritto, il lettore, azio-
massa del contenitore. nando il potenziometro RS potrà spaziare fra
i due limiti estremi di frequenze contrasse-
gnati, in figura 7, con i valori di 26 MHz (ini-
MESSA IN PASSO zio banda), 27 MHz (centro banda) e 28
MHz (fine banda) .
Una volta costruito il ricevitore, il lettore do- E' ovvio che la ricezione delle emittenti 0B
vrà provvedere alla sua messa in passo, che rimane condizionata alla presenza di queste e
consiste nell'allargare o restringere leggermen- all'ora in cui lavorano. Può capitare infatti
te tra loro le spire della bobina L 1 e ricor- che, in talune zone e in talune ore del giorno
dando che l'allargamento delle spire provoca e della notte, anche se il ricevitore CB funzio-
un aumento della frequenza di ricezione, vice- na alla perfezione, non si riesca a captare al-
versa, un restringimento fa diminuire la fre- cuna emittente.
quenza di lavoro.
In ogni caso, prima di intervenire sulla bobina
L 1, sarà opportuno controllare se tutto fun- L'ANTENNA CB
ziona a dovere. Pertanto, dopo aver azionato
l'interruttore S 1, si regolerà il potenziome- Per un buon ascolto della gamma CB, a meno
tro di superreazione R 12 sino ad udire, attra- che non ci si trovi a pochi metri di distanza
verso l'altoparlante, un forte soffio, tipico di dal trasmettitore, è assolutamente indispensabi-
tutti i ricevitori superreattivi. Se ciò non si le l'uso dell'antenna che deve essere collegata
verificasse, si dovrà pensare sicuramente ad un sull'apposito bocchettone.
errore di montaggio. Occorrerà quindi, dap- L'antenna di tipo più semplice, sufficiente nel-
prima, controllare i valori delle tensioni indi- la maggior parte dei casi per l'ascolto delle
cati sullo schema elettrico di figura 1, che sono emittenti CB locali, può essere realizzata con
stati da noi rilevati tramite un tester da 20.000 uno spezzone di filo di rame rigido, della lun-
ohm x volt e con il potenziometro della su- ghezza di 2,6 m, possibilmente teso vertical-
perreazione R12 tutto ruotato verso sinistra, mente per tutta la sua lunghezza. Il condutto-
ossia verso massa. In un secondo tempo si po- re di massa, che potrà essere collegato con qual-
trà controllare l'esatta sistemazione dei compo- siasi punto del contenitore metallico, oppure
nenti elettronici e la perfezione delle saldature con il terminale, 2 del circuito, sarà rappre-
a stagno. sentato da un filo di rame connesso con una
Riuscendo a far funzionare il ricevitore, si tubazione dell'acqua o del termosifone.
provvederà a posizionare il perno del poten- Per migliorare ulteriormente le prestazioni del
ziometro di sintonia R5 a metà corsa e si re- ricevitore, si potrà ricorrere all'acquisto di
golerà la spaziatura delle spire della bobina un'antenna di tipo commerciale per CB.

652
Rubrica del principiante
elettronico

RIMI

BUZZER
Buzzer, in lingua inglese, significa « ronzatore » TIPI DI BUZZER
ed in elettronica identifica un componente in
grado di emettere un suono. Il buzzer, dunque, Attualmente esistono due principali categorie
altro non è che un elemento che trova precisa di buzzer, che si possono considerare proprie
corrispondenza con la tradizionale piccola si- del settore elettronico. La prima è rappresen-
rena, con il vecchio cicalino e con altri tipi tata dai ronzatori elettromeccanici, la seconda
di suonerie. Il concetto, quindi, non è nuovo, dai modelli piezoelettrici. Ma questa seconda
mentre sono completamente nuovi il principio categoria di buzzer, che va prendendo decisa-
di funzionamento, le dimensioni ridotte e la mente il sopravvento sulla prima, si suddivide
veste esteriore dei buzzer. E per rendersene a sua volta in altre due differenti categorie:
conto, basta pensare per un momento a quei
meravigliosi gioielli della tecnica che sono gli 1 ° Buzzer senza oscillatore
orologi digitali, i quali, oltre che misurare il 2° - Buzzer con oscillatore
tempo con estrema precisione, sono oggi do-
tati di una suoneria, appunto di un minuscolo buzzer senza oscillatore sono quei modelli
buzzer, in grado di convivere, nell'esiguo spa- che per funzionare necessitano, ovviamente,
zio disponibile, assieme alla pila. di essere collegati con un oscillatore esterno.

653
Impariamo a conoscere i più moderni tipi di avvisatori acustici
che sono oggi presenti, a prezzi accessibili a tutte le borse, sul
mercato della componentistica. Essi non rappresentano una no-
vità concettuale, ma destano certamente un grande interesse,
nel mondo del dilettantismo, per la loro semplicità di impie-
go, per la veste esteriore e, soprattutto, per le ridottissime
dimensioni.

I buzzer con oscillatore, invece, sono già pronti Appartengono dunque alla categoria dei buz-
per l'uso e, per funzionare, richiedono soltan- zer con oscillatore.
to il collegamento con un alimentatore. Ma Il funzionamento dei buzzer elettromeccanici
per meglio assimilare i pregi e i difetti di tutti è un po' simile a quello dei campanelli elet-
i vari tipi di buzzer, riteniamo necessaria l'e- trici di tipo tradizionale. Tuttavia, mentre nei
sposizione di una precisa rassegna di questi campanelli l'oscillazione è ottenuta interrom-
nuovi componenti con brevi richiami alle loro pendo il circuito, nei buzzer l'oscillazione è
possibilità di pratica applicazione. prodotta tramite un transistor. E tutto ciò è
interpretato dallo schema riportato in figura 1.
Nel quale si nota che il transistor TR fun-
BUZZER ELETTROMECCANICI ziona da oscillatore bloccato, mentre l'elettro-
calamita si comporta da elemento di controllo
I buzzer di tipo elettromeccanico sfruttano il dell'oscillazione.
principio dell'induzione magnetica. E in pra- Il circuito di figura 1 è contenuto in una sca-
tica sono composti da un'elettrocalamita, una tolina di plastica, la quale si presenta secondo
lamina metallica ed un circuito oscillatore. quanto illustrato in figura 2.

LAMINA
VIBRANTE
o •
-f
i @ e

"'
V ALIM.

L1 TR
e
o
u
l
)
:::i
z
Fig. 1 • L'oscillazione, nel buzzer di tipo elettromec-
canico, è ottenuta tramite un transistor, che funziona
L2 quale oscillatore bloccato. La stessa elettrocalamita
funge da elemento di controllo delle oscillazlonl.

654
L'alimentazione avviene attraverso due fili con-
duttori diversamente colorati (rosso e bianco)
e, a seconda del modello, può essere di 6 V -
12 V - 24 Vcc. Il consumo di corrente si aggi-
ra intorno a qualche decina di milliampere.
Lo schema riportato in figura 3 propone un
esempio di circuito d'impiego di un buzzer di
tipo elettromeccanico. Come si può facilmente
notare, l'applicazione pratica del componente
è assolutamente elementare, perché richiede
soltanto l'inserimento, nel circuito, di una pila
o di altro alimentatore e di un interruttore,
che può essere indifferentemente di tipo mec-
Flg. 2 • Esteriormente Il buzzer di tipo elettromec- canico od elettronico.
canico si presenta sotto forma di una scatolina di La sola precauzione da prendere, in sede di
plastica, dalla quale fuoriescono I conduttori per l'a-
llmentazlone. pratica applicazione del buzzer elettromecca-
nico, consiste nel collegare l'alimentazione se-
condo le esatte polarità.
L'interruttore potrà essere collegato, a pia-
INT. cere, sia sulla linea di alimentazione positiva,
MECCANICO sia su quella negativa.
O ELETTRON.

BUZZER PIEZOELETTRICI

Rosso l] @
e
V ALIM.
li funzionamento dei buzzer piezoelettrici si
basa ovviamente sull'effetto piezoelettrico. In
BUZZER
e virtù del quale, quando si applica un certo po-
tenziale elettrico su determinati punti di una
BIANCO I] lamina di cristallo, questa si deforma me-
canicamente.
Nei ronzatori si utilizzano dei dischetti di ce-
ramica piezoelettrica, ai quali viene applicata
Flg. 3 • Circuito di Impiego di un buzzer di tlpo elet- una tensione variabile con frequenza audio.
tromeccanlco. L'Interruttore può essere inserito In E il valore della frequenza è generalmente
serie con Il conduttore della linea di alimentazione
positiva o negativa, Indifferentemente. scelto in modo che la ceramica oscilli con fre-

MOVIM.
OSCILL.

FORO NEL COPERCHIO


MAI. PIEZOEL.

Fig. 4 - Il buzzer di tipo piezoelettrico è slmlle,


per composizione Interna, ad un microfono del-
FONDELLO lo stesso tipo. La differenza tra I due componenti
consiste nella diversa Intensità di emissione
REOFORI sonora.

655
quenza pari a quella di risonanza meccanica.
In tal modo, con un piccolo segnale elettrico,
si possono ottenere delle notevoli oscillazioni
meccaniche, che corrispondono ad un segnale
acustico di notevole intensità.
La figura 4 interpreta la composizione di un
buzzer di tipo piezoelettrico, mentre la figura
5 ne illustra la conformazione esteriore.
Fig. 5 • Esempio di buzzer plezoelettrlco privo di cir-
cuito oscillatore. L'uscita del suono avviene attra-
verso un foro praticato sulla parte superiore dell'in-
volucro dl plastica del componente.

RESA
ACUSTICA

Flg. 6 • Questo grafico Interpreta Il


concetto di resa acustica di un buzzer
0,1 0,5 2 3 4 5 li 7 8 9 IO di tipo piezoelettrico relativa a due ti·
pi di segnall; uno ad onda sinusoidale
KHz ed uno ad onda quadra.

RI <R2
I
I
Condensatori
c1 = 10.000 pF
c2 = 10.000 pF

Cl
Il b t - BUZZER
C3

R1
R2
R3
= 10.000 pF
Resistenze
= 470.000
=
=
3.300
3.300
ohm
ohm
ohm
Il Il
c2 Il° c3
è R4 = 3.300 ohm

e
6+20VCC Varie
TR1 = BC107
s1 = Interruttore
R3 2 R4

Flg. 7 • Esempio di circuito applicativo di un buzzer plezoelettrlco. Il transistor


TR1 è montato In circuito oscillatore sinusoidale a sfasamento.

656
RESA ACUSTICA

Il grafico riportato in figura 6 analizza il con-


cetto di resa acustica di un buzzer di tipo
piezoelettrico. Esso si riferisce, in particolare,
ad un ronzatore da 3KHz nominali. L'idea della
resa acustica che se ne trae scaturisce dal com-
portamento del componente al variare della fre-
quenza di oscillazione del circuito elettronico
di comando. Come si nota, la curva di sensi-
bilità, riportata in figura 6, ricorda molto da
vicino quella di un circuito accordato o di un
quarzo per oscillatori.
Il grafico di figura 6 interpreta la resa acu-
stica relativa a due tipi di segnali: uno ad onda Fig. 8- La foto riproduce un comune modello di
sinusoidale, l'altro ad onda quadra. buzzer piezoelettrico contenente, all'interno, Il cir-
cuito oscillatore.

CIRCUITI DI IMPIEGO

I circuiti utilizzabili per ottenere l'oscillazione privi di oscillatore, i quali in pratica sono dei
sono veramente innumerevoli. Un esempio pra- microfoni piezoelettrici che, per funzionare,
tico di applicazione del buzzer piezoelettrico richiedono l'uso di un circuito oscillatore
è quello riportato in figura 7. Si tratta di un esterno. Ma esistono anche buzzer piezoelettri-
semplice oscillatore sinusoidale a sfasamento, ci autooscillanti, ossia contenenti il circuito
che ha il vantaggio di utilizzare un solo tran- oscillatore.
sistor.
Il basso consumo e la non criticità del compo-
nente in funzione della forma d'onda, tutta- BUZZER AUTOOSCILLANTI
via, consentono pure l'uso di oscillatori a cir-
cuiti integrati, ad esempio TTL o CMOS. I buzzer piezoelettrici autooscillanti costitui-
Quelli ora descri lii sono i buzzer piezoelettrici scono una versione più completa dei buzzer

ROSSO

INT.
ELEM. MECC. O
PIEZOL, ELETTRON

Flg. 9 • Schema tipico di un


buzzer autooscillante. SI no-
ti la presenza di un terzo e-
lettrodo sulla piastrina pie-
zoelettrica, che consente di
semplificare il circuito di co- e
mando.
BIANCO
gliori attualmente esistenti in commercio, per-
ché con essi si risparmia il circuito oscillatore,
che è già incorporato; ma essi sono pure quelli
che costano di più.
I buzzer piezoelettrici sono caratterizzati da
LED un'ampia gamma di tensioni di lavoro, che
LAMP
si estende da 1,5 V a 20 V circa. Lo stesso con-
e
V ALIM. sumo di corrente è alquanto limitato, per esem-
e pio, con la tensione di alimentazione di 9 V,
è di 9 mA.

CIRCUITO PRATICO

Quello riportato in figura 10 è un circuito


Flg. 10 - Questo circuito è In grado di trasformare
un buzzer a suono continuo In altro a suono Intermit-
in grado di trasformare un buzzer a suono
tente. All'lndlcazlone sonora si aggiunge quella lu- continuo in altro a suono intermittente. Inol-
mlnosa tramite un diodo led temporizzato. tre il circuito di figura 10, all'indicazione so-
nora ne unisce una di tipo luminoso median-
te il diodo led. Ma, attenzione, il diodo led
non è di tipo comune, perché esso incorpora
un integrato temporizzatore. Più precisamen-
te questo diodo prende il nome di « led tem-
dello stesso tipo ma privi di circuito oscilla- porizzato ».
tore. In commercio esistono innumerevoli mo-
delli, a tonalità fissa, a suono intermittente e
bitonale. Quello riportato in figura 8 è un co- LED TEMPORIZZATO
mune modello di buzzer, il cui suono esce da
un foro presente sulla parte superiore del con- Ma che cos'è un led temporizzato? Certa-
tenitore di plastica. Dentro lo stesso contenitore mente un componente di nuova concezione, sul
è presente la piastrina di ceramica con il circui- quale è necessario soffermarsi a chiusura di
to oscillante che la fa vibrare. questo argomento, non prima, tuttavia, di aver
Questi buzzer possono avere due o tre ter- ricordato il fenomeno dell'emissione luminosa
minali. Nel primo caso il funzionamento è del nei comuni diodi led.
tutto simile a quello degli altri tipi di buzzer:
nelle pratiche applicazioni richiede quindi un
interruttore meccanico od elettronico inserito
in serie con la linea di alimentazione positi-
va o negativa. Nel secondo caso, ossia nei mo-
delli a tre terminali, il terzo terminale serve
per il controllo, da abbinarsi generalmente a
circuiti digitali; esso consente di controllare
l'emissione o meno della nota acustica tra-
mite debolissimi segnali. Gli altri due termi-
nali mantengono sempre le stesse funzioni,
cioè servono per il collegamento dell'alimen-
tatore.
Il circuito di figura 9 rappresenta lo schema A B
tipico di un buzzer autooscillante. Come si
può notare, la speciale piastrina piezoelettri-
ca è provvista del terzo elettrodo, cioè dell'e- Flg. 11 - Esempi di piastrine ceramiche plezoelettrl-
lettrodo di reazione, che consente di semplif- che. A sinistra Il tipo non oscillante, a. destra quello
care in grande misura il circuito di comando, oscillante. Facendo riferimento allo schema di figura
9, il terminale contrassegnato con la lettera C rap-
con il vantaggio di evitare l'uso di ingombranti presenta l'elettrodo di reazlone.
condensatori o induttanze.
I buzzer piezoelettrici sono certamente i mi-

658
nella zona della giunzione PN. Soltanto una
certa parte dell'energia, scaturita dalla com-
binazione delle cariche, si trasforma in luce.
Può accadere, quindi che, per alcuni tipi di
semiconduttori, il fenomeno sia sufficientemen-
te macroscopico, così da poter essere osservato
ad occhio nudo, mentre per altri tipi di diodi
l'energia luminosa liberata è tanto microsco-
DLT
pica da sfuggire ad ogni indagine.
Nei diodi led, per poter sfruttare il fenomeno
della emissione di luce, occorre realizzare una
giunzione molto sottile, in modo da risultare
Flg. 12 - Dentro lo stesso Involucro del dlodo led trasparente e consentire l'uscita dei raggi lu-
temporizzato, che esteriormente sl presenta come minosi. Anche il contenitore del diodo deve es-
un normale diodo led, sono contenuti due elementi:
un circuito Integrato (IC), che funge da circuito di
sere trasparente e, a seconda delle necessità,
temporizzazione e pllotagglo e un led normale. può essere equipaggiato con una lente concen-
trica o una calotta diffusore.
Il nuovo diodo led temporizzato non rivolu-
ziona affatto il vecchio mondo dei led, semmai
lo perfeziona. Rivelandosi cotne un elemento
Tutti i diodi indistintamente sono componenti sicuramente individuabile e in grado di atti-
emettitori di luce, ma l'entità di luce emessa rare immediatamente l'attenzione dell'operato-
dai comuni diodi è talmente esigua da non re. Ecco perché esso viene oggi montato nei
poter essere rivelata neppure dagli strumenti sistemi segnalatori d'allarme o di cattivo fun-
più sensibili. Il diodo led, invece può conside- zionamento delle apparecchiature elettroniche,
rarsi una vera e propria lampadina elettronica. nella fabbrica, in laboratorio o in auto, sen-
La meccanica, secondo la quale un diodo led za richiedere null'altro che una semplice con-
diviene sorgente di energia luminosa, dipende nessione all'alimentatore, allo stesso modo con
dalla combinazione delle cariche, maggiorita- cui si opera con il più comune diodo led.
rie o minoritarie, che si verifica internamente
al conduttore stesso e, in modo particolare,
CIRCUITO INTERNO DI UN DLT
La composizione interna di un diodo led tem-
porizzato DLT è quella riportata in figura 12.
Si tratta di un disegno a carattere teorico, com-
posto mediante simboli, ma che riflette fedel-
mente la realtà costituzionale del componente.
In figura 13 è presente il diodo led temporiz-
zato nella sua espressione pratica. Il led vero
e proprio si trova sulla sinistra; l'integrato,
al quale è collegato il led, è situato sulla de-
stra.
Dal componente fuoriescono, come nei normali
diodi, due elettrodi: quello di anodo e quello
di catodo (segnalato dalla freccia 1 in figura
13), che nella parte superiore appare legger-
mentre più largo dell'elettrodo di anodo. E
questo è il solo elemento che distingue tra
Fig. 13 • Con questo disegno illustriamo chlaramen- loro i due terminali. Per la verità, in corri-
te la composizione Interna di un diodo temporizzato. spondenza dell'elettrodo di catodo, sull'invo-
SI notino le posizioni del led e dell'Integrato IC. Le lucro esterno del componente è presente una
tre frecce Indicano I seguenti tre elementl: reoforo piccola smussatura, che concorre, pur essa, al
del catodo (1) - tacca di riconoscimento della poslzlo-
ne del catodo (2) - supporto trapezoldale del led (3). riconoscimento dell'elettrodo di catodo. Ma
questa smussatura è poco appariscente in molti
modelli, mentre lo è di più in altri.

659
LUCE

SOCCORRITRICE
Una luce soccorritrice, di emergenza, pronta gazione dell'energia elettrica? In un modo as-
ad entrare automaticamente in funzione quando sai semplice, costruendo un circuito di pronto
viene a mancare la tensione di rete, può evitare soccorso, in grado di accendere una lampada,
molti imbarazzi e, a volte, certi guai. Soprat- normalmente spenta, automaticamente e subito,
tutto nei piccoli centri abitati, in campagna e in appena si interrompe la corrente di alimenta-
montagna, dove i temporali od altre cause na- zione.
turali e tecniche, frequentemente costringono la Una tale lampada di scorta, di piccola o media
gente a rimanere al buio. potenza, accesa tramite una piccola batteria
Ma come si può risolvere il problema dell'oscu- ricaricabile, può garantire quelle libertà di mo-
rità improvvisa, quando si interrompe l'ero- vimento necessarie a prendere tutti i prov-

Quando la luce artificiale viene a mancare nelle nostre case, in


famiglia nasce il caos. Perché al buio non si trovano i fiammi-
feri, le candele o la torcia elettrica. Ma per evitare ciò, basta
premunirsi in tempo, installando negli ambienti, in cui solita-
mente si vive, una lampadina di soccorso, pronta ad accendersi
senza a 1cun comando esterno, al momento in cui si interrompe
1

l'illuminazione primaria.

660
CONCEZIONE CIRCUITALE

Uno dei maggiori pregi del progetto del circui-


A difesa dell'oscurità improvvisa to di controllo automatico di luce di emergenza
provocata dai blackouts sta nella sua grande semplicità, che corrispon-
de, in pratica, alla sicurezza di funzionamento
e alla possibilità realizzativa anche da parte di
chi sta muovendo i primi passi nel mondo del-
l'elettronica dilettantistica.
Accensione automatica e istantanea Il circuito riportato in figura 1 è principal-
di una lampada di emergenza mente costituito da un diodo controllato SCR
che, quando viene innescato, fa accendere la
luce di emergenza. Ma in ogni caso il progetto
può essere suddiviso in due parti ideali: il cir-
cuito di ricarica e quello di controllo.

vedimenti del caso: accensione di candele, av- CIRCUITO DI RICARICA


viamento di gruppi elettrogeni, inserimento di
luci ausiliarie. Libertà che, soprattutto alle per- Il circuito di ricarica di pile al nichel-cadmio
sone anziane, possono evitare quei disagi che, costituisce forse la maggior caratteristica del
nei momenti di prima emergenza, diverrebbero circuito di figura 1, giacché consente di evitare
pericolosi. qualsiasi manutenzione dell'apparato per tutto
Visto sotto l'aspetto tecnico, il problema che ci l'arco di vita di una normale pila ricaricabile;
siamo proposti di risolvere non presenta par- ed anche perché, con questo sistema, il dispo-
ticolari difficoltà, fermo restando il principio sitivo è sempre pronto a funzionare, senza cor-
per cui il funzionamento della lampada di pron- rere il rischio che la pila, quando è chiamata
to soccorso rimanga del tutto indipendente dal a dare il suo contributo elettrico, si riveli sca-
circuito di rete. In pratica, infatti, si tratta di rica.
rilevare l'assenza della tensione elettrica sull'im- Per analizzare il circuito di ricarica, abbiamo
pianto domestico e, in concomitanza di questo fatto riferimento alle pile al nichel-cadmio,
fenomeno, provocare il cambiamento di stato di perché queste sono le più comuni fra gli utenti
un circuito sulla cui uscita è collegato l'alimen- di apparecchiature elettroniche, le più note e
tatore, a pila o a batteria, di una lampada a quelle maggiormente reperibili in commercio;
filamento, cioè della lampada soccorritrice. ma il circuito di ricarica è ugualmente valido
per tutte le pile ricaricabili e per i piccoli accu-
mulatori. Quel che importa è che la pila adot-
FUNZIONAMENTO tata sia di tipo sigillato ed esente da manuten-
zione, per cui sono consigliabili tutti i tipi ad
L'apparato presentato e descritto in queste pa- elettrolita gelatinoso che non emanano vapori
gine, sul quale abbiamo già anticipato qualche nocivi alla salute.
notizia relativa al funzionamento, deve conside- Per i modelli al nichel-cadmio, possiamo ricor-
rarsi un sistema veramente automatico. Esso, dare che questi servono in tutti quei casi in
infatti, non solo inserisce automaticamente una cui sono richieste correnti di scarica molto ele-
luce di emergenza quando viene a mancare l'e- vate, con periodi di erogazione continua, alter-
nergia di rete e la disinserisce quando l'energia nati a periodi disponibili per la ricarica e quindi
ritorna, ma provvede pure alla ricarica della particolarmente adatti al nostro caso. Il loro
batteria tampone durante i periodi in cui la ten- vantaggio, rispetto ai tradizionali accumulatori,
sione di rete è presente. Con quest'ultimo bene- è costituito principalmente dal minor peso. So-
ficio, derivante dalla particolare concezione cir- no quindi indicati per l'alimentazione di appa-
cuitale del nostro dispositivo, ammesso di uti- recchiature portatili professionali o semi prof es-
lizzare un'idonea batteria sigillata, esente da sionali. Il loro uso ripetuto è garantito per lungo
manutenzione, è possibile installare l'apparato tempo, purché la corrente di ricarica sia in ogni
in un punto di un locale difficilmente accessi- caso mantenuta nei limiti di 1/10:- 1/20 della
bile, lasciando che assolva i suoi compiti e, corrente nominale.
quindi, dimenticandolo, Ma lasciamo da parte le pile al nichel-cadmio e

661
T1

R2

pJ

$ @e SCR BATI.
12V 6A

Cl

Fig. 1 • Circuito teorico del dispositivo di accensione automatica di una lam-


padina dl emergenza (LP2). La lampadina LP1 funge da elemento spia sullo stato
elettrico del circuito. Il pulsante P1, dl tipo normalmente chiuso, serve per con-
trollare, di tanto In tanto, lo stato di efficienza del dispositivo.

Condensatore Varie
C1 = 100F (non elettrolltlco) SCR = C106
D1 = dlodo al slliclo (BY214/400)
Resistenze D2 = diodo al silicio (1 N4004)
R1 = 4,7 ohm- 3W p1 = pulsante (normai. chiuso)
R2 = 1.000 ohm -'/ W Ti = trast. d'alim. (220 V- 12 V-2 A)
= lampada-spla (24 V - 0,5 W)
R3 = 100 ohm- 'h W LP1
LP2 = lampada d'emergenza (12 V - 0,5 A)
BATTERIA = 12 V-6A

torniamo all'esame del circuito di ricarica di matore e la invia, tramite la resistenza di limi-
queste che, per essere meglio capito, abbiamo tazione della corrente stessa, alla batteria. In
estrapolato dal progetto di figura 1 e riportato pratica non sono necessari altri accorgimenti
in figura 3. Più precisamente, il circuito di rica- circuitali, quali il filtraggio della tensione rad-
rica vero e proprio è quello riportato in alto drizzata od altro, dato che si rivelerebbero inu-
di figura 3, nel quale si notano: l'avvolgimento tili nel processo di ricarica. Infatti, la presenza
secondario del trasformatore T 1, il diodo al di eventuali ondulazioni non pregiudica affat-
silicio D 1, la resistenza R 1 e la batteria sotto to la ricarica, e neppure introduce inconve-
carica. nienti di sorta, dato che l'alimentazione non
Il diodo D1 raddrizza la corrente alternata pre- viene utilizzata per alcuna apparecchiatura
sente sull'avvolgimento secondario del trasfor- elettronica.

662
PI LPI

a
o
ro
o

-
ro
;

portalampada
per LP2

Fig. 2 - Piano costruttivo dell'apparato di accensione automatica di una lampa-


dina di soccorso, che rimane costantemente avvitata sul portalampada nella par-
te superiore esterna del contenitore.

CIRCUITO DI CONTROLLO le di massa, ossia quello di O V riferito alla


linea di alimentazione negativa. In tali con-
Il circuito riportato in basso di figura 3, anch'es- dizioni la giunzione gate-catodo risulta pola-
so ricavato dallo schema generale di figu- rizzata direttamente e provoca quindi l'inne-
ra 1, interpreta il sistema di controllo della sco dell'SCR e, conseguentemente, l'accensio-
lampada di emergenza. ne della lampada di emergenza LP2, collegata
Le frecce, riportate parallelamente ai condut- sul circuito anodico del diodo controllato.
tori, indicano il verso della corrente e il per- Quando invece è presente la tensione di rete,
corso di questa quando viene a mancare la tensione applicata al catodo dell'SCR varia
l'erogazione dell'energia elettrica di rete. tra valori positivi e valori negativi, essendo il
Quando sull'avvolgimento secondario del tra- catodo stesso direttamente collegato con l'avvol-
sformatore T1, riportato sulla sinistra dello gimento secondario del trasformatore T1. L'ef-
schema, manca la tensione ridotta a 12 V, il ga- fetto apportato dal diodo D2 e dal condensatore
te del diodo controllato SCR rimane polarizzato Cl è tale per cui il catodo dell'SCR si polariz-
tramite il partitore resistivo composto dalle za negativamente rispetto al gate, impedendo
resistenze R2-R3 e dal diodo al silicio D2, l'innesco del diodo stesso. In questa circostan-
che è quello collegato in serie al gate. Allo za la lampada di emergenza LP2 rimane spen-
stesso tempo, il catodo (K) del diodo control- ta, mentre diviene attivo il circuito di ricarica
lato SOR raggiunge praticamente il potenzia- della batteria.

663
presente nel circuito di figura 1, non deve esse-
re di tipo elettrolitico. Tuttavia, il suo valore
D1- di 100 F è talmente elevato che difficilmente
pea potrà essere trovato in commercio. Pertanto
consigliamo il lettore di servirsi per esso di
un condensatore elettrolitico non polarizzato,
12
2A
CIRCUITO ol di quelli montati nei filtri crossover per alto-
DI CARICA
e parlanti. Comunque il sistema più semplice per
raggiungere il valore capacitivo indicato, sen-
za ricorrere alla polarizzazione, è quello di
collegare in serie tra di loro due condensatori
elettrolitici da 220 µF-16 VI in modo da ot-
tenere una capacità risultante di l 10 F. L'im-
portante è che questo collegamento venga ef-
DIODO
BLOCCATO fettuato unendo tra di loro i due terminali
/ negativi e lasciando liberi i due positivi, che
divengono quelli utili di un solo condensatore
virtuale. I due terminali positivi liberi, quindi,
verranno collegati al gate dell'SCR ed al suo
catodo.
r
BATI. LAMPADA-SPIA

l I La funzione della lampada-spia è quella di


intepretare le condizioni elettriche del circuito.
Essa deve quindi far poca luce e consumare
L -- VCC poca energia, dato che deve rimanere costan-
temente accesa. Ecco perché, pur riducendo
il trasformatore TI al valore di 12 V ca la ten-
sione alternata di rete-luce, abbiamo prescritto,
Fig. 3 • Questi due circuiti, estratti da quello prin-
clpale di figura 1, consentono di analizzare dettaglia- nell'elenco componenti, un modello da 24 V-
tamente il comportamento del due stadi del progetto 0,5 W. Tuttavia questi non sono valori tassa-
orlglnale: quello di ricarica (In alto) e quello di con- tivi e il lettore potrà sostituirli con altri ri-
trollo (in basso).
tenuti di maggior gradimento, purché tenga
sempre ben presente la funzione elettrica del-
la lampadina LPl.

IL PULSANTE P1 IL DIODO SCR

li pulsante P 1, collegato in serie all'avvolgi- Non tutti i nostri lettori conoscono il diodo
mento primario del trasformatore T1, svolge la controllato che, come si può vedere nello sche-
funzione di pulsante di prova. Esso deve es- ma pratico di figura 2, assomiglia molto ad un
sere di tipo normalmente chiuso, perché quan- transistor, essendo anch'esso dotato di tre ter-
do viene premuto interrompe la tensione di minali (catodo-anodo-gate). Il gate, in parti-
alimentazione di rete, ossia la tensione alter- colare, a volte è pure chiamato « porta ». Qual-
nata, simulando una reale interruzione dell'e- che richiamo teorico su questo componente,
rogazione dell'energia elettrica. Pertanto esso dunque, è d'obbligo prima di proseguire con
potrà essere premuto di tanto in tanto per con- la presentazione del circuito pratico del dispo-
trollare la perfetta efficienza del dispositivo. sitivo per lampada di emergenza.
Fra il diodo SCR e il più comune diodo esi-
stono delle affinità, che sono ben giustificate
IL CONDENSATORE CI dal comportamento dei due componenti.
L'SCR è composto internamente da tre giunzio-
Il condensatore C 1, che è l'unico condensatore ni P-N, che formano un semiconduttore di ti-

664
che quando sul « gate » vengono applicati nuo-
vi impulsi di comando, positivi o negativi.
ANODO
Come è possibile diseccitare un diodo SCR?
Per realizzare questa condizione, cioè per ri-
p portare il diodo SCR allo stato di interdizione,
N esistono due sistemi: si può ridurre a zero la
tensione fra anodo e catodo, oppure si può ri-
N durre l'anodo negativo rispetto al catodo. E in
tal caso la tensione alternata si rivela molto
CATODO
utile, perché questa passa per lo zero ed in-
verte la propria polarità ad ogni semiperiodo.
La commutazione avviene in un tempo molto
Fig. 4 • Il diodo SCR (Silicon Controlled Rectifier = breve, dell'ordine dei 12 microsecondi.
diodo controllato al silicio) è un componente a semi- Abbiamo visto quindi che il diodo SCR si
conduttore, realizzato per mezzo di quattro strati di
sll-Iclo, di tipo P ed N, sovrapposti alternativamente.
comporta come un interruttore elettronico, il
La struttura dunque è paragonabile a quella di due cui comando in chiusura è rappresentato da
transistor, uno di tipo PNP e l'altro di tipo NPN, col- un impulso positivo, mentre l'apertura può
legati fra loro in modo da formare un circuito a rea- essere ottenuta riducendo a zero la tensione
zione positiva. Tale reazione trasforma il componen-
te in un dispositivo « a scatto », che si innesca tra- fra anodo e catodo.
mite un breve impulso Inviato all'elettrodo di gate. Anche un normale transistor può comportarsi
come un interruttore; ma nel transistor si pos-
sono commutare soltanto le piccole potenze,
mentre con il diodo SCR si possono facilmen-
te commutare potenze dell'ordine del kilowatt.
Il transistor, inoltre, necessita di un comando
po P-N.P-N, simile a due diodi collegati in applicato in modo continuativo, mentre l'SCR
serie (figura 4) . commuta per mezzo di impulsi.
Il terminale relativo all'anodo fa capo, inter-
namente al semiconduttore P più esterno, men-
tre il catodo risulta collegato con il semi- MONTAGGIO
conduttore N situato dalla parte opposta. Al
secondo settore di materiale P è collegato Con lo schema di figura 2 abbiamo interpre-
l'elettrodo rappresentativo della « porta » o tato il modo più idoneo per un principiante
« gate ». Applicando all'anodo una tensione per realizzare il dispositivo di accensione di
negativa rispetto al catodo, non si avrà con- una lampada di emergenza.
duzione di corrente in nessun caso, così come Diciamo subito che le maggiori attenzioni do-
avviene in un comune diodo; in tal caso vranno essere rivolte ai due diodi D1-D2 che,
l'SCR è rappresentabile come un interruttore essendo elementi polarizzati, vanno inseriti nel
aperto. circuito tenendo conto della presenza dell 'a-
Invertendo la polarità della tensione, l'SCR nello posto in prossimità dell'elettrodo di ca-
rimane ancora bloccato, contrariamente a todo. Pari attenzione dovrà essere rivolta al
quanto avviene in un normale diodo, nel quale diodo controllato SCR, nel quale una smus-
si avrebbe conduzione elettrica; ma il blocco satura laterale funge da elemento di riferi-
rimane finché non arriva sul « gate » un im- mento per l'individuazione dell'elettrodo di
pulso positivo rispetto al catodo e di ampiezza gate, come chiaramente indicato in figura 2.
tale da mettere il diodo controllato in comple- Anche la batteria dovrà essere collegata al cir-
ta conduzione. cuito tenendo conto della posizione dei termi-
Particolare importante: la commutazione av- nali positivo e negativo.
viene in un tempo estremamente breve, del- Per mettere in funzione il dispositivo, basterà
l'ordine di 0,5 microsecondi (cioè in un mezzo collegarlo alla batteria-tampone ed inserire la
milionesimo di secondo). Questo tempo è mol- spina di alimentazione in una qualsiasi pre-
to più breve di quello richiesto dagli analoghi sa della tensione a 220 V di casa. Di tanto in
sistemi meccanici. tanto, come abbiamo già consigliato, conver-
Una volta innescato, l'SCR rimane condut- rà premere per alcuni istanti il pulsante Pl,
tore senza bisogno di alcuna tensione di co- per accertarsi del corretto funzionamento del
mando sul « gate » e rimane conduttore an- sistema di illuminazione di emergenza.

665
RIVELATORE
DI GELO
Il controllo di un particolare valore della tem- COMPORTAMENTO DEL DISPOSITIVO
peratura, ritenuto critico in una determinata
condizione o in un certo momento, può dive- Con il dispositivo presentato in queste pagine
nire necessario per molti, specialmente quan- chiunque può essere in grado di conoscere
do non è assolutamente possibile osservare co- tempestivamente la discesa della temperatura
stantemente la colonnina di mercurio del tra- al di sotto di una soglia prestabilita. Infatti,
dizionale termometro. dopo aver regolato a piacere il valore di tale
Nella stagione autunnale, ad esempio, quando soglia per mezzo di un semplice trimmer, l'ap-
il freddo sta per sopraggiungere, a volte im- parecchio richiama otticamente ed acusticamen-
provviso, le insidie derivanti dai repentini ab- te l'attenzione di una persona addetta al ser-
bassamenti di temperatura sono molteplici. So- vizio di controllo quando la temperatura rag-
prattutto per piante e fiori, ma anche per le giunge i valori ritenuti critici. Ed è questo il
condutture dell'acqua, per gli allevamenti di maggiore vantaggio che il rivelatore di gelo
certi animali, in campagna e in città, nei ma- presenta rispetto al tradizionale termometro,
gazzini e nei depositi. Dunque, la conoscenza i cui movimenti della colonnina di mercurio
in anticipo del comportamento della tempe- potrebbero passare inosservati. Ma un altro
ratura può evitare talvolta gravi disastri eco- grande vantaggio deriva dal fatto che il rive-
nomici. latore di gelo è in grado di richiamare l'atten-

Quando la temperatura scende al di sotto di un valore critico


prestabilito dall'operatore, un diodo led ed un avvisatore acusti-
co sono in grado di richiamare l'attenzione di quanti si preoc-
cupano della vitalità delle piante e dei fiori durante la stagione
più fredda dell'anno.

666
GLI STADI DEL RIVELATORE

Il circuito del rivelatore di gelo, il cui sche-


Utile nelle serre ma teorico è riportato in figura 1, si compo-
ne di tre stadi principali:

I • Il sensore
Confortevole in casa 2° - L'amplificatore
3° - Il segnalatore

Il sensore rappresenta l'elemento che rileva


Funzionale in auto la temperatura. Esso deve essere posizionato
in ambiente chiuso od aperto e, comunque,
nel luogo in cui si vuol conoscere l'andamento
della temperatura.
La sonda trasmette poi l'informazione ad un
amplificatore composto da quattro transistor,
che deve essere racchiuso in un contenitore e
posto in prossimità della persona o delle perso-
zione anche durante la notte, quando si dor- ne che possono rilevare le segnalazioni e prov-
me e non ci si sogna neppure lontanamente vedere in merito.
di andare a guardare il termometro, mentre Il terzo stadio è costituito dagli elementi avvi-
le gelate notturne possono essere le più dan- satori, che sono il diodo led DL e il 1BUZZER,
nose per la flora. cioè un moderno tipo di segnalatore acustico
in grado di emettere un particolare ronzìo.
APPLICAZIONI
IL SENSORE
Le applicazioni pratiche del rivelatore di ge-
lo sono certamente molteplici, perché il di-
spositivo potrà essere installato nelle serre, Per valutare elettronicamente il valore della
nelle cantine, nei solai, nell'automobile e in temperatura, esistono diversi sistemi, che dif-
feriscono fra loro per le prestazioni offerte e,
molti altri luoghi, dovunque il superamento
ovviamente, per il loro costo.
di un certo valore di temperatura può diveni-
Tra i tipi più noti di sensori possiamo ricor-
re pericoloso.
dare i seguenti:
Così concepito, l'apparecchio, più che un ri-
velatore di gelo, può essere considerato co-
me un apparato segnalatore di un particolare
valore critico della temperatura. Se monta-
to nell'autovettura, ad esempio, il rivelatore
di gelo, a seconda del modo in cui esso viene
tarato, può servire per informare il condu-
cente sul valore esterno della temperatura, Le termocoppie e le termoresistenze sono si-
che diviene pericoloso quando scende sotto curamente i sensori più usati in campo indu-
lo zero a causa della possibile formazione di striale. Esse permettono di effettuare misure
ghiaccio sulla strada. Nella stessa autovettura di temperature in campi estremamente ampi e
il rivelatore di ghiaccio può servire, durante con notevoli precisioni. Ma per un principian-
il parcheggio, a scongiurare il pericolo di con- te presentano almeno due svantaggi: il costo
gelamento dell'acqua del motore. talvolta assai elevato e la necessità di circuiti
Forse, l'impiego maggiore di questo rivelatore complessi, necessari per l'amplificazione e la
di gelo verrà fatto negli appartamenti dei linearizzazione del segnale.
nostri lettori i quali vorranno fare un dono I sensori NTC (negative-temperature-coefficient)
gradito alle loro mamme, mogli e sorelle, te- e i PTC (positive-temperature-coefficient) so-
nendole elettronicamente informate al momen- no realizzati con ossidi metallici ed altri mate-
to preciso in cui esse dovranno ritirare da riali polverizzati e compressi. Essi presentano
finestre e balconi, la loro flora casalinga. notevoli variazioni di resistenza in funzione

667
TR2 TR3
4
i
u,
TRA
6V
e

Fig. 1 - Schema teorico del rivelatore di gelo. Sulla sinistra è presente il cir-
cuito della sonda, sulla destra quello di controllo, sulla cui uscita sono presenti
il diodo led e l'avvisatore acustico (BUZZER). Con il trimmer R1 si stabilisce la
soglia di intervento del sistema all'abbassarsi della temperatura al di sotto di
un certo valore critico.

-----COMPONENTI
Condensatore Semiconduttori
C1 = 100F - 16 VI (elettrolitico) TR1 = BC108
TR2 = BC108
Resistenze TR3 = BC108
R1 -= 220.000 ohm (trlmmer) TR4 = BC108
R2 = 1.000 ohm DL = diodo led
R3 = 1.800 ohm D1- D2 ... D6 = n. 6 diodi al germanio
R4 = 820ohm
R5 = 470ohm Varie
BUZZER = 6 V
S1 = interrutt.
ALIM. = 6 Vcc

della temperatura. Costano poco, ma denun- qualche decina di gradi sotto zeno, sino a 120
ciano una scarsa precisione e mal si addicono °C. Purtroppo la loro diffusione non è così
ai vari sistemi di misura della temperatura. capillare come lo è quella degli altri sensori,
I sensori a semiconduttore sono i più adottati per cui nel nostro progetto abbiamo preferito
nel settore dilettantistico. Essi sfruttano il prin- utilizzare dei comunissimi diodi al germanio.
cipio della variazione della tensione di pola-
rizzazione diretta di una giunzione PN a se-
miconduttore. ESAME DEL CIRCUITO
Esistono attualmente dei sensori integrati in
grado di fornire eccellenti prestazioni, a costi La nostra sonda di temperatura, riportata sul-
convenienti, per temperature che vanno, da l'estrema sinistra dello schema di figura 1, è

668
ENTR.
SCATOLA METALLICA

__ //

• TRA

Flg. 2 • Plano costruttivo del rivelatore di gelo interamente realizzato su conte-


nitore metallico, sopra il quale (non visibili nel disegno) sono applicati il segna-
latore acustico ed il contenitore di due pile a torcia da 3 V collegate in serie
tra di loro. La morsettiera a diciassette ancoraggi, sistemata al centro del con-
tenitore, consente di comporre un cablaggio rigido e compatto del circuito.

composta da sei diodi al germanio, di qualsiasi di base-emittore dei due transistor TR1-TR2.
tipo, collegati in serie tra di loro. Quando i due transistor TR1-TR2 conducono
La preferenza data ai diodi al germanio ci è corrente, il transistor TR3 diminuisce la pro-
stata imposta dalla loro maggiore sensibilità pria conduzione mentre, al contrario, il transi-
alle variazioni di temperatura. Inoltre, l'uso stor TRA4 si porta in conduzione, provocando
di sei esemplari uguali, collegati in serie, mol- l'accensione del diodo led DL e la messa in fun-
tiplica il segnale utile, rendendo superfluo il zione del segnalatore acustico (BUZZER).
collegamento della sonda con un amplificatore
ad elevato guadagno.
II potenziometro R 1, che in realtà è un trim- ALIMENTAZIONE
mer potenziometrico, funge da partitore resi-
stivo e realizza in tal modo il controllo ma- Nello schema elettrico di figura 1 è indicato
nuale sulla soglia di intervento del circuito. il valore di 6 V per l'alimentazione dell'intero
Occorre infatti tener presente che, al diminuire circuito. Ma tutto funziona ugualmente bene
della temperatura, la tensione sui terminali dei se il valore della tensione di alimentazione
diodi al germanio, che compongono la sonda, viene aumentato a 12 V.
aumenta proporzionalmente; contemporanea- Con la tensione di 6 V sono sufficienti due
mente il transistor TR1, collegato secondo la pile da 3 V ciascuna, collegate in serie tra di
configurazione Darlington con il transistor TR2, loro, in modo da erogare la tensione di valore
comincia a diventare conduttore non appena complessivo di 6 V.
la tensione presente sulla base supera il valo- Servendosi della tensione di alimentazione di
re di 1,2 V, determinato dalle due giunzioni 12 V, si dovranno apportare alcune varianti

669
ZZER

O
DL

Flg. 3 - Cosi si presenta, a lavoro ultimato, Il dispositivo rivelatore di gelo de-


scritto nel testo, La sistemazione del contenitore delle plle sulla faccla superlo-
re della scatola metalllca consente la più agevole operazione di ricambio delle
plle stesse quando queste sl esauriscono,

al circuito originale di figura 1. In particolare Per realizzare la sonda non è necessario alcun
si tratterà di variare alcuni valori dei compo- circuito stampato; è sufficiente infatti una pia-
nenti. Le resistenze R2-R3-R4-R5 dovranno strina di bachelite od altro materiale isolante,
assumere un valore doppio. Per esempio, la di forma rettangolare, recante dodici fori per
resistenza R2, il cui valore originale è di 1.000 l'inserimento dei dodici terminali dei sei diodi.
ohm, dovrà assumere il nuovo valore di 1.800 Sulla faccia opposta della basetta si effettua-
o 2.200 (si tratta in pratica di scegliere, fra no le saldature tramite filo rigido di rame pre-
i valori commerciali, quello più vicino al va- stagnato. Il collegamento, fra la sonda e il cir-
lore doppio. cuito di controllo, si realizza con cavetto scher-
Anche l'avvisatore acustico dovrà essere scel- mato; ma anche in questo caso occorre rispet-
to fra i modelli adatti alla nuova tensione di tare le polarità della sonda. E' infatti necessario
alimentazione. che il catodo dell'ultimo diodo risulti collegato
con la calza metallica del cavo schermato e che
questa poi, attraverso la spina formi un preciso
COSTRUZIONE DELLA SONDA contatto con la massa del circuito di controllo,
che coincide con la linea di alimentazione ne-
La sonda dovrà essere realizzata seguendo il gativa. Tale precauzione si rende necessaria per
piano costruttivo di figura 4. Il collegamento evitare che il sistema produca delle indicazioni
dei sei diodi al germanio va fatto rispettando errate a causa di estranei disturbi elettrici. Tut-
perfettamente la polarità, che in pratica è in- tavia, se tali indicazioni spurie dovessero veri-
dicata da un anello riportato sul corpo esterno ficarsi ugualmente, sia pure per brevi periodi
dei componenti. L'anello, che può essere bian- di tempo, allora converrà collegare, tra la base
co, nero o di colore vario, indica la posizione e la massa del transistor TR1, un condensatore
dell'elettrodo di catodo. ceramico da t 00.000 pF.

870
PIASTRINA
ISOLANTE

SPINA

Fig. 4 • La realizzazione del circuito della sonda si I-·;


, I
effettua su una basetta rettangolare di bachelite od ·/
altro materiale isolante. I collegamenti, eseguiti r'
a faccia della basetta opposta a quella visibile ' CAVO SCHERM.
disegno, si ottengono tramite filo di rame rigl-
tre, ili collegamento tra 'la sonda e il circuito
ollo deve essere fatto con cavo schermato. RIE ATTINI

REALIZZAZIONE DEL CIRCUITO ricordiru 10 che questo componente è di tipo


polarizzato, ossia dotato di catodo e di anodo;
.: essendo realizzato con ben quattro transi- i suoi due elettrodi, quindi, non possono esse-
circuito di controllo è molto semplice re collegati indifferentemente al circuito; in
e per nulla critico. La sua costruzione, quindi, particolre il catodo va collegato con un ter-
uò essere affrontata da tutti indistintamente. minale della resistenza R5, l'anodo con la linea
E ciò signifca pure che il montaggio del dispo- di alimentazione positiva.
sitivo può essere condotto con il metodo più Sul lato opposto del contenitore deve essere
congeniale al lettore: con il sistema del cir- collegata la presa d'entrata, sulla quale si in-
il..:i s1ampato, con quello più tradizionale de- nesta lo spinotto applicato ad un terminale del
gli ancoraggi, mediante una basetta forata, ecc. cavetto schermato che raggiunge il circuito del-
'are una mano ai meno esperti, abbiamo la sonda.
re-Sènta10 in figura 2 un nostro piano costrut-
I quattro transistor TR1-TR2-TR3-TR4 sono
ncepito con il metodo degli ancoraggi. tutti dello stesso tipo; pertanto, il riconosci-
Infatti, dentro un contenitore metallico, che
mento dei terminali di uno vale per tutti. Si
n7ge pure da schermo elettromagnetico e da
faccia quindi attenzione alla posizione della
u:tre della linea di alimentazione nega-
a. abbiamo inserito una morsettiera dota- picco! a tacca metallica riportata sull'involu-
a di ben diciassette terminali. cro c:sterno del contenitore: essa di trova in
Le pile ed il BUZZER sono applicati sulla corrispondenza dell'elettrodo di emittore; in
faccia superiore del contenitore metallico, co- posizione opposta si trova l'elettrodo di collet-
hiaramente indicato in figura 3. I loro tore e in posizione intermedia quello di base.
tori raggiungono il circuito interno at- Il trimmer R 1 va regolato una volta per tutte
un gommino-passante. in fase di messa a punto del dispositivo, che
Su uno dei due lati maggiori del contenitore cons:iste nello stabilire il valore della tempera-
metallico si applicano il diodo led DL e l'in- tura alla quale il diodo led deve accendersi
terruttore S1. Per quanto riguarda il diodo led, ed il BUZZER emettere il suono di richiamo.

671
Per registrazioni
esenti da disturbi.

CAPTATO RE
MAGNETICO
Non tutti i moderni televisori ed i radiori- chiasso della strada o della piazza, l'improv-
cevitori sono dotati di un'uscita, con apposita viso squillo di un campanello, le vibrazioni
presa, per il collegamento dell'apparecchio con meccaniche del dispositivo in funzione. Eppu-
un registratore. In questi casi, quindi, l'ope- re esiste un metodo, pratico ed efficiente, che
ratore si vede costretto a porre il microfono consente di effettuare delle registrazioni pure,
davanti all'altoparlante, per adottare quel me- senza alcuna manomissione del ricevitore tele-
todo di registrazione che, necessariamente, rac- visivo, radio, dell'amplificatore di bassa fre-
coglie, assieme al messaggio musicale o vocale, quenza, quando questi sono privi di quell'u-
che vuole conservare inciso su nastro, an- scita di cui si è inizialmente parlato. E' il me-
che suoni e indesiderati rumori esterni, quali todo usato da molti utenti del telefono i quali,
il vociare proveniente da un locale visino, il per rendere partecipi all'ascolto delle telefonate

Senza manomettere l'apparecchio generatore o riproduttore di


voci e suoni, vi insegnamo il modo migliore per prelevare un se-
gnale, attraverso i campi elettromagnetici sviluppati dalle cor-
renti variabili. Il dispositivo si rivelerà utilissimo e pratico nel
settore della registrazione e dell'ascolto del telefono in alto-
parlante.

672
Per l'ascolto in gruppo delle comunicazioni telefoniche.

Per l'individuazione dei conduttori elettrici dentro i muri.

i parenti e gli amici, senza peraltro violare alcuna in queste pagine, che è composto da un capta-
norma di legge, applicano all'apparecchio tele- tore magnetico vero e proprio, seguito da un
fonico un elemento captatore collegato con un circuito preamplificatore di bassa frequenza, al
circuito amplificatore. Per risolvere il proble- lavoro di registrazione su nastro. Ma i suoi usi
ma ora sollevato, dunque, basta applicare ester- sono veramente molteplici. Primo fra tutti, ov-
namente al mobile di uno degli apparecchi già viamente, quello dell'amplificazione delle comu-
citati, ovviamente in prossimità dei loro alto- nicazioni telefoniche, cui fa seguito la ricerca
parlanti, lo stesso captatore usato per il tele- dell'esatta ubicazione dei conduttori elettrici in-
fono e che, oggi, è divenuto reperibilissimo in ternati nei muri, l'individuazione di qualsiasi
commercio. campo magnetico ed elettromagnetico di origine
sconosciuta, e così via. Certamente, di tutte
queste svariate applicazioni del nostro captatore
USI DEL CAPTATORE magnetico avremo occasione di parlare più
avanti, mentre per ora intendiamo soffermarci
Nelle righe introduttive del presente articolo, ci brevemente su alcuni concetti elementari di fi-
siamo limitati a destinare il dispositivo descritto sica la cui conoscenza permette di capire bene

Re
%%%

Fig. 1 • Ogni conduttore percorso da corrente elet- Fig. 2 • Fra le polarità di nome diverso di un mo
trlca genera un campo elettromagnetlco, cioè un in- gnete permanente è presente un campo magne!tco,
sieme di linee di forza che possono essere evlden- li quale è compOsto da tante linee di forza invlsiblli
ziate cospargendo della limatura di ferro su un fo- che, uscendo dal polo nord (N), rientrano nel magne-
glletto dl carta. Le linee di forza sono circolarle con- te attraverso Il polo sud (S).
centriche con Il conduttore.

673
perché dentro il telefono esiste un piccolo tra-
sformatore che rappresenta una sorgente di elet-
tromagnetismo.

@
r -1-
»
Naturalmente, affinché i campi elettromagnetici
possano essere captati, occorre che gli elementi
generatori presentino delle notevoli perdite di
flusso magnetico, ma ciò in pratica fortunata-
PILA 9V
mente avviene sia con gli altoparlanti, sia con
gli apparecchi telefonici. Sfruttando un oppor-
tuno trasduttore induttivo, che prende il nome
di captatore, è possibile raccogliere a distanza
le variazioni di flusso disperse che, opportuna-
mente amplificate, tramite un circuito elettroni-
Flg. 3 • Quando si preme il pulsante P1, la pila ero-
co, possono riprodurre in cuffia, in altoparlan-
ga corrente attraverso l'avvolgimento della bobina, te o 'SU nastro magnetico, qualsiasi tipo di mes-
la quale genera un campo elettromagnetico, che è saggio radiofonico, da amplificatore di bassa
più Intenso in prossimità del nucleo (linee a tratti frequenza, di campi elettromagnetici vaganti o
più grossi).
fissi in un determinato luogo.

INDUZIONE ELETTROMAGNETICA

Abbiamo appena citato le espressioni di « tra-


sduttore induttivo », « flusso magnetico» e
il principio di funzionamento ed il comporta- « campo elettromagnetico », senza tener conto
mento del captatore magnetico che ad alcuni lettori questo vocabolario, ap-
Abbiamo appena detto che, con il nostro me- partenente all'elettrologia, potrebbe suonare
todo di registrazione, il captatore deve essere strano. E' doveroso, quindi, da parte nostra,
posto nelle vicinanze dell'altoparlante. Ma ciò sviluppare brevemente tali concetti, che stanno
non deve far pensare che il captatore sostituisca alla base della teoria di funzionamento del pro-
il microfono, perché mentre quest'ultimo capta getto descritto.
il suono, il primo capta il campo magnetico Ogni conduttore percorso da corrente elettrica
che si sviluppa tutt'intorno all'altoparlante, genera un campo elettromagnetico, ossia un in-
quando questo è in funzione. Ed il campo ma- sieme di linee di forza magnetiche che possono
gnetico è lo stesso che i conduttori dell'appa- essere evidenziate, come indicato in figura 1,
recchio telefonico sviluppano e la cui presenza facendo passare il conduttore attraverso una su-
è risentita pure fuori del contenitore. Anche perficie cosparsa di limatura di ferro; le parti-

---
@

Flg. 4- Un magnete permanente, posto nelle vicinanze di una bobina a circuito


chiuso (a), non produce alcun effetto finché rimane fermo, mentre la corrente
indotta nella bobina (b) prende orlglne soltanto quando al magnete permanente
viene Impresso un movimento, Il quale, potendo essere di avvicinamento o di
allontanamento, determina Il verso della corrente (c).

674
celle di ferro si dispongono lungo le linee di
I
forza circolari e concentriche con il conduttore.

r
I
L- Più in generale si può dire che ogni conduttore
percorso da corrente si contorna di un campo
magnetico, che compare appena inizia il flusso
PIA 9V di corrente e scompare appena la corrente si
estingue. Le linee di forza del campo sono sem-
I pre delle linee chiuse attorno alla corrente e
I
la loro forma dipende dalla configurazione geo-

I I
0rsI
VARIABILE
metrica dell'intero circuito che concorre alla
formazione del campo.
Fig. 5 • Il fenomeno dell'Induzione elettromagnetica Il campo elettromagnetico prodotto da una bo-
può essere constatato pure con l'udito, realizzando
questo semplice esperimento, con il quale basta pre-
bina percorsa da corrente assume nello spazio
mere il pulsante P1 per produrre un suono nell'aurl- esterno una conformazione che è del tutto si-
colare, che non è elettricamente collegato con Il clr- mile a quella del campo che si riscontra attorno
culto alimentato dalla pila. Il suono continua avvicl- ad un magnete della stessa forma e delle me-
nando od allontanando la bobina L2 dalla bobina L1.
Lo stesso fenomeno si verificherebbe se la bobina desime dimensioni della bobina. Anche le linee
L 1 fosse alimentata con una corrente varlablle e pur di forza, divergendo dal polo nord, convergono
tenendo ferma la bobina L2. sul polo sud (figure 2-3)

Fig. 6 - Pur non essendo questo l'aspetto este-


riore di un captatore magnetico telefonico di ti-
po commerciale, il disegno Interpreta esatta-
mente la composizione di tale componente, nel
quale sono presenti la ventosa, il contenitore
del circuito magnetico ed il cavetto schermato
con spina per il suo collegamento al clrculto am-
CAVETTO pllflcatore.

\
\ \
\ I
I
I
\ I
I I
I I Flg. 7 - Il nucleo del captatore
I I
I I magnetico non deve essere di
I I tipo a circuito chiuso, come lo è
I I
I quello dei trasformatori, perché
I I I I
I
I I I in tal caso la bobina (avvolgl-
4 t I mento) rimarrebbe schermata
I I I EGNALE ed Il nucleo, anziché concentra-
I I I GENERATO re il campo magnetico variabile
~ , I
nella bobina, lo svierebbe, de-
CAMPO MAGN. terminando una diminuzione del
VARIABILE rendimento del captatore.

675
r-----------
1 R4
r # r M {5F T
I
I RI
R5

I
I Cl
2

EN TR.

• +
c3
R2

R3
3
+u

TI

I
USCITA
.

L-----------
Fig. 8 - Circuito teorico del preamplificatore. All'entrata si applica il cavetto
proveniente dal captatore magnetico, all'uscita si collega un cavetto schermato
che raggiunge l'apparato utilizzatore: cuffia, registratore, apparecchio radiorice-
vente, amplificatore di bassa frequenza. Le linee tratteggiate delimitano la parte
che va realizzata su circuito stampato. L'alimentazione può variare fra i 9 V
e I 20 Vcc.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 10.000 ohm
C1 =
100.000 pF R4 = 220 ohm
C2 = 100F - 16 VI(elettrolltlco) R5 = 220.000 ohm (trlmmer)
C3 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) R6 = 4.700 ohm
C4 = 10 F- 16 VI (elettrolitico)
Varie
Resistenze IC1 = Integrato (µA741)
R1 = 1.800ohm S1 = lnterrutt.
R2 = 8.200 ohm ALIM. = 9 Vcc

Con l'espressione « induzione elettromagnetica » chiamato « campo indotto ». La tensione che si


si definisce la produzione di tensioni elettriche genera in questo circuito rappresenta la « ten-
tramite campi magnetici. E queste tensioni si sione indotta ». Il fenomeno dell'induzione
ottengono facendo variare, in un modo qua- elettromagnetica può essere evidenziato con i
lunque, il numero o l'intensità delle linee di disegni riportati in figura 4, mentre in figura 5
forza magnetica abbracciate da un qualsiasi si propone un esperimento con il quale è pos-
circuito elettrico immerso nel campo magne- sibile ascoltare tale fenomeno; in questo cir-
tico. Il quale viene denominato « campo indut- cuito il magnete permanente è stato sostituito
tore », mentre il circuito che vi è immerso è con un elettromagnete ( L 1); quando si avvi-

676
\ _

PILA 9V

Fig. 9 - Piano costruttivo del dispositivo descritto nel testo realizzato dentro un
contenitore metallico, che assume i compiti di schermo elettromagnetico e di
conduttore della linea di alimentazione negativa. Le piste di rame del circuito
stampato, qui riprodotte in colore, debbono intendersi viste in trasparenza, ossia
dalla parte opposta a quella in cui sono presenti i componenti elettronici.

cina o si allontana la bobina L2, nell'auricolare stico, cioè il captatore, riesca a concatenare il
si ode la presenza della corrente indotta. maggior numero di linee di forza del campo
Questo stesso esperimento avrebbe dato iden- magnetico generato dagli altoparlanti del tele-
tico esito senza sottoporre ad alcun movimento visore, dell'apparecchio radio, dell'amplifica-
la bobina L2, ma facendo scorrere, attraverso tore di bassa frequenza, dei conduttori di cor-
la bobina L1, una corrente alternata anziché renti alternate. Dunque, un captatore ideale
continua, come è il caso del dispositivo pre- dovrebbe essere composto con un avvolgimen-
sentato in questo articolo. to ad elevatissimo numero di spire avvolte su
un nucleo ad alta permeabilità magnetica. La
prima condizione, cioè 1 'elevato numero di spi-
L'ELEMENTO CAPTATORE re, permette di concatenare il maggior numero
di linee di forza magnetiche, consentendo una
Giunti a questo punto, è ora facile interpretare amplificazione virtuale del flusso magnetico.
il comportamento dell'elemento captatore. Il La seconda condizione, cioè l'alta permeabilità
quale trova la sua espressione esteriore ripro- del nucleo, permette al flusso disperso di rac-
dotta nel disegno di figura 6. Esso è composto cogliersi dentro lo stesso nucleo, anziché nello
da una ventosa e da un contenire in cui è inse- spazio circostante, aumentando così il nume-
rito un avvolgimento realizzato su nucleo ma- ro delle linee di forza che interessano l'avvol-
gnetico. gimento del captatore e consentendo quindi
Poiché i valori dei flussi dispersi dagli alto- una maggiore amplificazione del segnale. Si
parlanti e dall'apparecchio telefonico sono mol- noti comunque che la bobina di captazione non
to esigui, è necessario che il trasduttore acu- deve essere completamente racchiusa nel nucleo

677
Flg. 10 - Disegno In grandezza naturale del circuito
stampato su cui verrà montata la sezione elettro-
nica del dispositivo.

o, il che è la stessa cosa, il nucleo non deve co, è applicato capacitivamente, per mezzo del
essere di tipo a circuito chiuso, così come av- condensatore C 1, al piedino 2 di I C 1 e viene
viene in un normale trasformatore, perché in prelevato, amplificato, dal piedino 6. Esso è poi
tal caso la bobina rimarrebbe schermata ed il applicato all'uscita con il condensatore elettro-
nucleo, anziché concentrare il flusso nella bo- litico C4.
bina, lo svierebbe, con una notevole diminuzio- Le resistenze R1-R2-R3, assieme al condensa-
ne del rendimento del captatore (figura 7). tore elettrolitico C3, formano la rete di sta-
bilizzazione del punto di lavoro, mentre il
trimmer R5, inserito nella rete di controreazio-
CIRCUITO AMPLIFICATORE ne, regola il guadagno globale dell'amplificatore.
L'alimentazione del circuito può variare, indif-
Il circuito riportato in figura 8 è quello di un ferentemente, tra i 9 V e i 20 V e più, purché
preamplificatore di bassa frequenza che, qualora con le tensioni più elevate si faccia uso, per
fosse ritenuto insufficiente per taluni usi del di- c2, di un condensatore di appropriata tensio-
spositivo, potrà essere collegato con un ampli- ne di lavoro.
ficatore di bassa frequenza. Ma nella maggio-
ranza dei casi, l'uscita del preamplificatore ver-
rà collegata con l'entrata di un registratore o COSTRUZIONE
con una cuffia di impedenza superiore ai 16
ohm (media impedenza). L'entrata, ovviamente, In figura 9 è riportato il piano costruttivo del
è da collegarsi con il captatore magnetico. dispositivo la cui sezione elettronica, come
L'elemento pilota del circuito di figura 8 è rap- si vede, è realizzabile su circuito stampato, di
presentato dall'integrato ICI, per il quale si è cui in figura 10 è rappresentato il disegno in
fatto uso dell'ormai classico amplificatore ope- grandezza naturale.
razionale µA741. Tale componente svolge le In fase realizzativa del circuito occorrerà far
funzioni di amplificare il debole segnale captato bene attenzione al preciso inserimento sul cir-
dal sensore ad induzione, onde consentire una cuito stampato di tre condensatori elettrolitici
successiva amplificazione da parte di un qual- e dell'integrato ICl che, volendolo, potrà essere
siasi apparato amplificatore di bassa frequenza, montato su apposito zoccoletto in modo da evi-
oppure la sua registrazione su nastro tramite tare le saldature a stagno direttamente sui pie-
registratore magnetico. dini del componente.
Lo schema circuitale adottato è classico e consi- Una volta montata la parte elettronica sulla ba-
ste in un amplificatore controreazionato con setta dello stampato, il preamplificatore verrà
ingresso invertente. racchiuso in un contenitore metallico, con fun-
Il segnale, proveniente dal captatore magneti- zioni di schermo metallico e conduttore della

678
IMPIEGHI DEL DISPOSITIVO

Per gli impieghi del dispositivo in veste di ele-


mento captatore di segnali da registrare, con-
abbonatevi a: viene collegare la cuffia all'uscita del circuito
ed esplorare, con la sonda, la zona vicina all'al-
ELETTRONICA toparlante del televisore, dell'apparecchio ra-
dio o dell'amplificatore, in cui il segnale è ri-
tenuto più forte. In quella zona potrà esse-
PRATICA re applicata la ventosa della sonda in modo
definitivo; quindi si disinnesta la cuffia dalla
presa d'uscita ed al suo posto si applica un ca-
vetto schermato; che provvede a collegare l'u-
scita del nostro dispositivo con l'entrata del
registratore.
linea di massa che, come chiaramente indicato Lo stesso procedimento di esplorazione con la
nello schema teorico di figura 8 e in quello pra- sonda e di ascolto in cuffia va adottato nel
tico di figura 9, coincide con la linea di alimen- caso di utilizzo dell'apparato in qualità di am-
tazione negativa. plificatore delle comunicazioni telefoniche.
Dentro lo stesso contenitore metallico è inserita La ricerca del punto migliore deve essere effet-
pure la pila di alimentazione a 9 V, necessaria tuata all'intorno dell'apparecchio telefonico ed
quando si fa uso del dispositivo come strumento in quel punto si fissa la ventosa del captatore.
Poi si toglie la cuffia ed al suo posto si collega
mobile; altrimenti, l'alimentazione potrà esse-
un amplificatore di bassa frequenza con uscita
re derivata da apposito alimentatore in continua.
in altoparlante.
Su una delle due facce maggiori del contenitore
L'ascolto stabile in cuffia si effettua quando si
metallico debbono essere applicati tre elementi:
fa uso del captatore di segnali elettromagnetici
la presa d'entrata, quella d'uscita e l'interruttore
in veste di strumento ricercatore della posi-
Sl. zione dei conduttori elettrici dentro i muri.
Operazione, questa, assolutamente necessaria
quando si debbano praticare dei fori con il
COLLEGAMENTI ESTERNI trapano su una parete, dentro la quale scor-
rono i fili della luce. Naturalmente, per que-
Il collegamento della sonda captatrice, che de- sto tipo di ricerca, occorre far in modo che at-
ve essere acquistata in commercio sotto la deno- traverso i conduttori elettrici scorra la cor-
minazione di « captatore telefonico », deve es- rente, perché soltanto questa, e non la tensio-
sere effettuato per mezzo di cavetto schermato, ne elettrica, peraltro sempre presente, è in gra-
la cui calza metallica va collegata con la massa do di generare campi elettromagnetici. In pra-
del dispositivo, ossia con il contenitore me- tica, dunque, basterà accendere una luce od
tallico. applicare e far funzionare un elettrodomestico
Anche il collegamento con la presa d'uscita, nel in una presa posta nelle vicinanze.
caso in cui il dispositivo debba essere utilizzato
in accoppiamento con un amplificatore ausi-
liario o con un registratore, dovrà essere effet-
tuato mediante cavetto schermato.
Sulla presa d'uscita, volendo effettuare un a-
scolto diretto, si potrà collegare una cuffia di
media impedenza, da 16 ohm all'insù. Non si abbonatevi a:
può invece collegare un altoparlante, dato che
l'integrato A741, come avviene per la mag-
gior parte degli integrati operazionali, non è ELETTRONICA
adatto alla realizzazione di amplificatori di
potenza. Per l'ascolto in altoparlante, quindi,
occorre interporre, fra l'uscita e lo stesso alto-
PRATICA
parlante, uno stadio d'uscita che consenta di
raggiungere livelli di potenza desiderati.

679
Tra le molte realizzazioni possibili,
citiamo:

1 - Avvisatore sonoro in AP

2 - Clessidra elettronica

3 - Lampeggiatore a led

4 - Allarme con fotoresistenza

INTEGRATO 4093B
TEORIA E PRATICA
Con un solo integrato, un paio di transistor divenuti tutti i digitali, siano essi di tipo TTL
ed una manciata di resistenze e condensatori, che CMOS.
è possibile, a volte, realizzare piccoli disposi- Ecco spiegato il motivo per cui anche nel set-
tivi di rilevante importanza pratica e grande tore dilettantistico si fa largo uso di circuiti
utilità: questi sono i prodigi dell'elettronica integrati, sia pure in apparati in cui sono pre-
attuale! Eppure, se il fattore economico è im- posti allo svolgimento di semplici funzioni
portante per chi fa di questa disciplina il suo elettroniche. Dunque, è assai importante per i
hobby preferito, certamente lo è, almeno in pa- nostri lettori imparare a conoscere il funziona-
ri misura, quello dell'uniformità di funziona- mento e le più comuni applicazioni pratiche
mento degli integrati, che consentono di rea- con i componenti più noti del mondo degli
lizzare qualsiasi quantità di esemplari, tutti integrati, anche per non correre il rischio di im-
con le stesse prestazioni, senza preoccupazione battersi, domani, in un invalicabile divario tra
alcuna di guadagni, punti di lavoro o polariz- la realtà della moderna elettronica industriale e
zazioni, come invece accade quando si lavora le nozioni acquisite, ieri, sui testi scolastici.
con i transistor. Ciò vale, ovviamente, per gli In questo articolo abbiamo voluto prendere in
integrati a larga diffusione, quali sono ormai considerazione un semplice ma interessante

680
Soltanto dopo aver conosciuto le principali caratteristiche ed
uno dei più tipici esempi applicativi di questo diffusissimo inte-
grato, il lettore, pur prendendo lo spunto dai vari circuiti pre-
sentati in queste pagine, potrà sbizzarrirsi attraverso una lunga
serie di montaggi, originali e pratici.

integrato appartenente alla famiglia CMOS. sione, che raramente raggiungono valori di
Si tratta del 40938 che, come tutti gli appar- qualche milliampere.
tenenti alla famiglia « 4000 », è un integrato Un'altra interessante caratteristica degli inte-
digitale. grati CMOS è quella di poter funzionare con
una gamma molto vasta di tensioni di alimen-
tazione. Normalmente i valori si estendono
LA TECNOLOGIA CMOS fra i 3 Vcc e i 18 Vcc. Sono dunque disposi-
tivi ideali per tutte le apparecchiature alimen-
Gli integrati CMOS, la cui sigla è composta tate con pile e che non richiedono un sensibile
con le iniziali delle parole Complementary- assorbimento di corrente, ossia per i circuiti a
Metal-Oxide-Semiconductor, sono realizzati con basso consumo di energia elettrica.
transistor MOS di tipo complementare tra loro.
Ad ogni transistor a canale N è associato un
transistor a canale P, il quale conduce corren- QUADRUPLO NAND
te quando il primo si trova all'interdizione e
viceversa. Pertanto, l'assorbimento di corren- Entriamo ora nel vivo dell'argomento, facendo
te di un integrato CMOS, in regime statico, è riferimento preciso all'integrato in oggetto, di ti-
pressoché ridotto alle sole correnti di disper- po 40938, e diciamo subito che esso rimane

14
+v

Fig. 1 - L'integrato 4093B è un quadruplo


NÀND a due ingressi di tipo Schmitt Trig-
7 ger. E ciò significa che nel componente,
come è dato a vedere in questo schema
Indicativo, sono contenute quattro porte
logiche separate di tipo NANO a due in-
4093 B gressi.

681
,------ --- ---- ---- --- - ----7
I I

.r
'

II
I
I
I

e
12V
{:,2,
2
u e
Rl

I IC-=4093 B
IL JI

Fig. 2 - Servendosi di questo circuito applicativo, In cui l'integrato 4093B è chia-


mato a svolgere le funzioni di oscillatore di bassa frequenza, il lettore potrà
realizzare una lunga serie di interessanti e pratiche applicazioni. Gli elementi che
provocano l'oscillazione sono il condensatore C1 e la resistenza R1, che possono
assumere valori anche diversi da quelli prescritti.

-----COMPONENTI-----
C1 = S0pF R1 = 10megaohm
c2 = 100.000 pF IC = 4093B

classificato con la terminologia di: Quadruplo Il funzionamento di una porta AND rimane
NAND a due ingressi di tipo Schmitt Trigger ». completamente definito attraverso la seguente
Ciò significa che, come indicato nello schema
di figura 1, all'interno del componente sono TABELLA DELLA VERITA'
contenute quattro « porte-logiche » separate di
tipo NAND a due ingressi, i quali godono della Ingr. 1 Ingr. 2 Use.ANO Use. NANO
caratteristica tipo Trigger di Schmitt. Ma ora
interpreteremo anche questi elementi. o o o 1
o 1 o 1
1 o o 1
IL NAND 1 1 1 o
Il NAND costituisce uno degli elementi fon-
damentali dell'elettronica digitale. Esso è costi- nella quale gli «O» e gli « 1 » rappresentano
tuito da una porta AND seguita da una porta delle condizioni logiche, elettricamente equi-
NOT, che effettua un'inversione del segnale in valenti, press'a poco, a O V e 1 V di alimenta-
uscita dall'AND. zione.

682
ci
...... 5
V)
z :::>
u

Fig. 3 - Piano costruttivo del modulo oscillatore col quale si possono realizzare
le pratiche applicazioni descritte nel testo. Le piste colorate del circuito stam-
pato debbono Intendersi viste in trasparenza: In realtà esse sono presenti nella
faccia opposta della basetta rettangolare. E' consigliabile l'applicazione dell'inte.
grato IC tramite apposito zoccoletto a quattordici piedini.

TRIGGER DI SCHMITT Tale caratteristica a doppia soglia consente di


migliorare sensibilmente la reiezione dei di-
Abbiamo detto che ciascuno degli ingressi del sturbi e di ottenere circuiti di temporizzazione,
4093B presenta una caretteristica del tipo di oscillatori, rivelatori di soglia, ecc., con una
quella del Trigger di Schmitt. Ebbene, ciò si- elevata impedenza d'ingresso tipica di ogni
gnifica che il livello « 1 » in ingresso è ricono- integrato CMOS.
sciuto al superamento di un valore di soglia
pari a due terzi circa di quello dell'alimenta-
zione, mentre il livello basso «O» è ricono- OSCILLATORE DI BASE
sciuto quando il segnale scende al di sotto di
una soglia di valore pari ad un terzo circa di Quello riportato in figura 2 è un tipico esem-
quello dell'alimentazione. pio applicativo dell'integrato 4093B, che po-

'y
Fig. 4 - Disegno grandezza reale del circuito
TIR
#
E
in

stampato che consente la realizzazione del modulo


oscillatore di bassa frequenza. La numerazione, ripor-
tata sui terminali estremi delle piste di rame, è la
stessa citata negli schemi elettrico e pratico delle
figure 2-3. Il numero 1, presente in posizione ce.n-
trale, Indica il primo piedino dell'integrato.
[- oo

683
RONZ
PIEZ.

-- _J
@ __ j @ e
Fig. 5 - In questi schemi vengono interpretati tre esempi applicativi di impiego
dell'uscita del modulo di base. Gli elementi segnalatori sono: l'altoparlante da
16 ohm o più (A), il diodo led (B) ed il buzzer (ronzatore piezoelettrico), riporta-
to sull'estrema destra del disegno (C). I suoni emessi dall'altoparlante e dal ron-
zatore possono variare attribuendo vari valori al condensatore C1 del modulo di
figura 2. Anche il diodo led diviene un elemento lampeggiatore intervenendo sul
valore capacitivo dello stesso condensatore.

trà essere utilizzato, come vedremo più avan- Il dispositivo oscillatore di figura 2 è ottenuto,
ti, in molti modi. Per ora diciamo che lo sche- molto semplicemente, retroazionando l'uscita e
ma di figura 2 rappresenta il circuito base, che l'ingresso di una porta NAND.
svolge le funzioni di oscillatore di bassa fre- Tenuto conto dell'elevatissima impedenza de-
quenza. gli ingressi, sono sufficienti i due componenti

12V+

IN91

1N 91

Fig. 6 - Nel caso in cui si volesse destinare il mo-


dulo oscillatore al pilotaggio di carichi di una certa
consistenza, come ad esempio i relé, il circuito di
uscita del modulo dovrà subire le varianti circuitali
qui riportate.

684
a

• SI
( INTER MRCURO)

e e
Flg. 7 - Per atti_vare l'usclta del modulo di base, cioè per realizzare qualsiasi
pratica applicazione dell'oscillatore, occorre collegare all'entrata un apposito
sensore di pilotaggio. Quello riportato in D è il più semplice di tutti: il circuito
oscilla quando il commutatore viene spostato manualmente in «a», In E il sen
sore è rappresentato da un interruttore al mercurio: il circuito del modulo di
base funziona quando il mercurio libera i contatti. In F il pilotaggio del modulo
di base è ottenuto da una fotoresistenza, soltanto quando questa viene colpita
dalla luce.

COMPONENTI

s1 = deviatore R2 = 10megaohm
C3 = 25 F - 16 VI (al tantalio) FR -= 10megaohm

C 1-R 1 per provocare l'oscillazione, ossia una trostaticamente, come lo sono, ad esempio,
resistenza da 10 megahom e un condensatore quelle di materiale plastico. E' consigliabile
da 50 pF. inoltre evitare le saldature a stagno dei pie-
E' ovvio che l'oscillazione potrà essere otte- dini dell'integrato direttamente sulla pista di
nuta anche con valori resistivi e capacitivi di- rame del circuito stampato, perché il saldatore,
versi, per esempio con una resistenza da se non è di tipo professionale, può danneggia-
100.000 ohm e un condensatore da 5.000 pF. re il componente. Meglio dunque servirsi di
apposito zoccoletto a 14 piedini, anche se que-
sto non è stato disegnato nello schema costrutti-
REALIZZAZIONE DELL'OSCILLATORE vo di figura 3.
Il piedino 1 di IC si trova da quella parte del
La realizzazione dell'oscillatore è riportata nel componente in corrispondenza della quale è
disegno di figura 3. Il circuito è composto su· presente una piccola tacca di riferimento (di-
una basetta rettangolare, sulla cui faccia oppo- schetto).
sta a quella visibile in figura 3 sono presenti
le piste di rame dello stampato. Nel disegno
esse sono quelle colorate, che si intendono vi- L'USCITA DEL CIRCUITO
ste in trasparenza.
Il disegno del circuito stampato è riportato in L'uscita dell'oscillatore (piedino 3), che non
grandezza reale in figura 4. deve essere confusa con l'uscita del circuito
Durante la realizzazione del modulo di base di oscillatore di figura 2, che è stata contrasse-
figura 3 occorrerà star bene attenti, nel maneg- gnata con il numero 5 anche nello schema pra-
giare l'integrato CMOS, di evitare di deporlo tico di figura 3, è potenziata dalle altre tre porte
su superfici che possono risultare cariche elet- NAND dell'integrato 4093B, utilizzate come

685
Flg. 8 - Piano costruttivo della « clessidra elettronlca »,
ossla di un « timer sonoro », Quando la goccla di mercu-
rio chiude I contatti dell'Interruttore, Il circuito rimane al-
l'lnterdizlone. Quando S1 viene capovolto e I contatl libe-
rati, Il condensatore al tantallo C3 comincia a caricarsl
lentamente sino ad abllltare Il NAND e a mettere qulndl
ln azlone Il buzzer (ronzatore piezoelettrico).

0 •
c3

inverter. Gli ingressi del NANO sono infatti utilizzata per far oscillare il circuito e per
connessi tra loro e ciò esclude la possibilità realizzare le varie applicazioni pratiche che si
di combinazioni d'ingresso di tipo 0-1 oppure vogliono ottenere con il dispositivo. Ma perché
1-0. il circuito di figura 2 possa oscillare, è neces-
Una caratteristica degli integrati CMOS, non sario che l'ingresso 1 risulti alto. Pertanto tale
riscontrabile invece nella serie TTL, è quella ingresso deve essere collegato ad appositi sen-
di consentire il « parallelo » per aumentare le sori esterni in grado di abilitare l'oscillazione.
possibilità di carico dell'uscita. In tal modo In figura 7 sono riportati tre tipici esempi
è possibile collegare direttamente sul circuito di elementi esterni collegabili all'entrata del
d'uscita dell'oscillatore di figura 2 (terminali modulo di base per provocare l'oscillazione del
4-5), senza l'interposizione di alcun transi- circuito di impiego dell'integrato 4093B.
stor amplificatore, vari segnalatori, che pos-
sono andare dal piccolo altoparlante (figura
5 A), al diodo led (figura 5 B), al ronzatore ABILITAZIONE MANUALE
piezoelettrico (figura 5 C) .
Scegliendo opportunamente il valore da attri- Il primo tipo di « sensore », in grado di abi-
buire al condensatore C 1, si potrà variare la litare l'oscillazione del circuito di figura 2, ri-
frequenza di oscillazione sino ad ottenere, ad portato nello schema di figura 7 O, è il più
esempio, il lampeggìo del diodo led nell'esem- semplice abilitatore manuale che si possa con-
pio applicativo illustrato in figura 5 B. cepire.
Volendo pilotare carichi più consistenti, co- Quando il commutatore S 1 è posizionato in
me ad esempio un relé, si dovrà apportare «a», il circuito è libero di funzionare. Quan-
all'uscita la variante circuitale di figura 6, do invece viene posizionato in « b », l'ingresso
nella quale si fa uso di un transistor amplifica- 1 del primo NANO dell'integrato viene col-
tore. legato con la linea di alimentazione negativa
ed il NANO stesso rimane bloccato.

L'ENTRATA DEL CIRCUITO


CLESSIDRA ELETTRONICA
L'entrata del circuito oscillatore di figura 2,
ossia del modulo di base di figura 3, è stata Con l'esempio di abilitatore riportato in figura
contrassegnata con il numero 2 in entrambi 7 E, è possibile realizzare una clessidra elettro-
gli schemi, quello teorico e quello pratico. nica, di cui in figura 8 è stato riportato il pia-
Questa entrata, che è collegata con l'ingres- no costruttivo.
so 1 del primo NANO dell'integrato, viene In pratica si tratta di un elementare timer so-

686
noro che, grazie alla presenza di un interrut- ABILITAZIONE CON FR
tore al mercurio, entra in funzione quando si
capovolge la scatolina in cui viene inserito il Un ultimo esempio di circuito di ingresso è
tutto. li capovolgimento della clessidra deve quello riportato in figura 7 F. In questo caso
provocare l'apertura dell'interruttore a mer- la fotoresistenza FR fa entrare in azione l'oscil-
curio che, normalmente, cortocircuita il con- latore soltanto quando viene colpita dalla
densatore al tantalio C3. In tal modo il con- luce. Altri circuiti d'ingresso potranno venir
densatore C3 inizia a caricarsi lentamente at- escogitati dal lettore, purché si tenga sempre
traverso la resistenza R2 sino ad abilitare il presente che per abilitare l'oscillazione è neces-
NAND e a consentire quindi l'oscillazione. sario che il valore della tensione continua, che
Il piano costruttivo di figura 8 si realizza ser-
perviene al piedino 1 dell'integrato, corrispon-
vendosi del modulo oscillatore di base, il cui
disegno è riportato in figura , di un conden- dente al terminale contrassegnato con il nume-
satore al tantalio C3 da 25 F, di una resi- ro 2 nel modulo di base, per tutte le applica-
stenza R2 da 10 megahom, di un interruttore zioni pratiche deve superare la soglia alta del
al mercurio, di una pila da 9 V e di un ron- trigger di Schmitt ossia, come abbiamo già
zatore, che deve essere esclusivamente di tipo detto, i due terzi del valore della tensione di
piezoelettrico. alimentazione.

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rubrica, senza accordare prefe-
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mente o di inviare progetti esclu-
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tori con le necessarie varianti circuitali.
Avrei voluto costruire il telecomando a raggi PRANDI RAFFAELE
ultrasonici, il cui progetto è stato presentato Giulianova
sulle prime pagine del fascicolo di luglio di
quest'anno. Anche perché, fatta eccezione per
i due trasduttori, mi trovo nelle condizioni di Il problema non è tanto quello di far variare
possedere tutti gli elementi necessari per la rea- la frequenza di lavoro degli altoparlanti, quan-
lizzazione del trasmettitore e del ricevitore. to quello di ottenere, con due altoparlanti, la
Purtroppo, nella località in cui abitualmente ri- necessaria resa acustica ed il perfetto accoppia-
siedo, non sono riuscito a reperire i due micro- mento fra apparato trasmettitore e apparato
foni ceramici da voi prescritti negli elenchi ricevitore. Infatti lei deve tener presente che
componenti. Avrei quindi pensato di sostituire il principale fenomeno, che consente il f unzio-
quei due elementi con due piccoli altoparlanti, namento della « Pistola Ultrasonica», è legato
in grado di emettere segnali sino a 20.000 alla risonanza meccanica degli elementi cera-
Hz. Tuttavia, non so a quali artifizi si debba mici, che consente di raggiungere, in trasmis-
ricorrere per far lavorare gli altoparlanti con sione, elevate potenze acustiche con un mini-
il valore di frequenza citato, dato che so benis- mo di potenza elettrica e, in ricezione, la rivela-
simo che gli altoparlanti sono componenti ap- zione di segnali acustici anche deboli, simil-
positamente concepiti per trasformare in on- mente a quanto avviene nei ricevitori radio
de acustiche i segnali elettrici con valori di con i circuiti accordati, Un altoparlante non
frequenza compresi nello spettro audio. E poi- può quindi mai sfruttare un tale principio
ché ritengo che questo argomento possa inte- ed il suo impiego sarebbe certamente votato
ressare molti altri lettori che, come me, hanno all'insuccesso. Mentre sarebbe facile variarne
incontrato difficoltà nel reperimento dei due la frequenza, per esempio sostituendo i due
trasduttori ceramici, vi pregherei di dare pub- condensatori C2-C3, nel circuito trasmettitore,
blica risposta a questa mia lettera, eventual- con altri da 680 pF.

693
VOLTMETRO ELETTRONICO Resistenze
R1 = 4,7 megaohm
Trovandomi in possesso di uno strumentino da R2 430.000 ohm
1 mA fondo-scala, vorrei con questo costruire R3 = 91.000 ohm
ohm
== 120.000
un voltmetro elettronico. Potete propormi uno R4 75.000
schema semplice ed economico? R5 ohm
R6 47.000 ohm
VECCHIARUTI STEFANO R7 = 3.900 ohm
Vicenza R8 5.600 ohm
R9 = 2.200 ohm (trimmer)
Realizzi questo circuito di voltmetro dotato di
quattro portate: 1 V- 10V- 25 V-100 V. E Varie
tenga presente che, per raggiungere migliori IC1 LA741
prestazioni, basta sostituire l'integrato A7 41 TR1 BC 109
D1 OA91
con un più preciso LM3O8. L'alimentazione si
ottiene con due pile da 9 V.
mA = milliamperometro (1 mA f.s.)
S1 comm. (1 via . 4 posiz.)
S2a - $2b = doppio interrutt.

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L. 1 o
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze • n. 1 po-
tenziometro • n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

Il kit per lucl stroboscopiche, nel quale sono contenuti tutti gll elementl riprodotti nella foto, costa
L. 14.850. Per richiederlo occorre inviare anticipatamente l'Importo a mezzo vaglia postale, assegno
bancario o c.c.p. n. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO· 20124 MILANO· Via P. Castaldl, 20 (Telefo•
no 6891945).

694
6

SI
DI

+'9),

- (:NTR.

R4 R6
R7

R5 R8
e

L~'
• I

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W
DI MONTAGGIO
COSTA

L. 36.500
Una scorta di energia
utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

La scatola di montagglo dell'INVERTER costa L. 36.500. Per richiederla occorre inviare anticl-
patame nte l'importo a mezz o vaglia postale, assegno bancar io o c.cp. n. 46013207 intestato a:
STOCK RADIO • 20124 MILANO • Va P. Castal dl, 20 (Telef. 6891945).

695
DIP-METER

L'OSCILLATORE Nella mia qualità di aspirante radioamatore,


desidererei realizzare un dip-meter. Potete pub-
blicarne quanto prima il progetto?

MORSE SERINA CLAUDIO


\Bergamo
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
Quello che pubblichiamo è uno strumento ab-
la pratica di trasmissione di segnali radio in bastanza completo, in grado di funzionare sia
codice Morse. come ondametro-misuratore di campo, sia co-
me oscillatore. Tale selezione si ottiene tra-
mite S1. La regolazione della frequenza si ef-
fettua invece attraverso il variabile doppio
C1-C2. Varie bobine, da realizzare con inne-
sto a spina, consentiranno di selezionare diver-
se gamme di lavoro, da 320 KHz circa sino a
. 100 MHz ed oltre. La costruzione si realizza
per tutte su supporto di diametro di 18 mm

e' e il numero di spire, per le gamme di 320


KHz-1 MHz, 1 MHz-3,2 MHz, 3,2 MHz-10
MHz, 10 MHz-32 MHz, 32 MHz-100 MHz, è
rispettivamente di 230 (filo rame smaltato da
0,1 mm), 100 (filo da 0,22 mm), 30 (filo da
0,5 mm), 8 (filo da 0,6 mm), 2,5 (filo da 0,8
IN SCATOLA DI MONTAGGIO mm). La prima bobina dovrà essere munita di
ferrite da 8 mm x 30 mm.

L 15.500
II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici
n. 4 resistenze- n. 2 transistor - n. 2 trimmer
potenziometrici - n. 1 altoparlante- n, 1 cir-
cuito stampato - n. 1 presa polarizzata- n. 1 Condensatori
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas- C1-C2 =variabile (2 x 385 pF)
sina filo flessibile per
tassina filo-stagno.
collegamenti- n. 1 ma-
C3 = 100 pF
C4 = 47 pF
C5 = 10.000 pF
C6 = 4.700 pF
CARATTERISTICHE C7 = 33 pF
ca = 22.000 pF
Controllo di tono
Controllo di volume Resistenze
Ascolto in altoparlante R1 4.700 ohm
Aliment-azione a pila da 9 V
R2 = 4.700
4.700
ohm
ohm
R3
R4 == 680.000 ohm
R5 = 100.000 ohm (trimmer)
R6 = 100.000 ohm (trimmer)
La scatola di montaggio dell'OSCMLATORE
MORSE deve essere richiesta a: STOCK RA- Varie
DIO • 20124 MILANO - Vla P. Castaldl, 20 TR1 = BF194 (2N708)
(Telef. 6891945) Inviando anticipatamente l'im- TR2 =BC108
porto di L. 15.500 a mezzo vaglla postale, as- D1-D2 =diodi al germanio
segno bancario o c.c.p, n. 46013207. Nel prex
zo sono comprese le spese di spedizlone.
A =microamperometro (100 A fondo-
scala)

696
=
Il Il Il Il
CJ
l
Ll. .. L5 I i Il~ Il µA

c2 l :::Z:::: i
2c« I 447
R2 R«

C5 Il
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9V
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rR1 lt2 •
~
c7 $3

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W
istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.

Le rlGhlNle del SALDATORE ISTANTANEO A PISTOLA debbono essere fatte a: 91'0CK - RA-
DIO - 20124 MILANO· Via P. CASTALDI 20 (Telef. 8891945), Inviando anUclpatame~ l'Importo di
L 13.500 a mezzo vaglla postale, auegno bancario o c.c.p. n. 48013207 (speee di -.,.dizione
comprH•).
MICRORICEVITORE

IL PACCO Vorrei iniziare lo studio dell'elettronica con


la costruzione del tipo più semplice di ricevi-
tore radio per onde medie. Dove posso tro-

DELL'HOBBYSTA vare il progetto?


FORMENTI LUCA
Milano
Per tutti coloro che si sono resi conto
dell'inesauribile fonte di progetti con- Anziché invitarla alla consultazione dei fa-
tenuti nel fascicoli arretrati di Elettro- scicoli arretrati, preferiamo pubblicare qui lo
nica Pratica, abbiamo preparato que- schema del ricevitore. La bobina LJ si realizza
sta interessante raccolta di pubblica- avvolgendo, su uno spezzone di tubo di bache-
zioni. lite del diametro di 1,5 cm, 100 spire com-
patte di flo di rame smaltato del diametro di
Le nove copie della rivista sono state 0,3 ...;- 0,5 mm. La presa intermedia è ricavata
scelte fra quelle, ancora disponibili, alla 40 spira contata dal lato massa. Con C1
ma in rapido esaurimento, in cui sono si cercano le emittenti, con R2 si regola la sen-
apparsi gli argomenti di maggior suc- sibilità. La cuffia deve essere di tipo ad alta
cesso della nostra produzione edito- impedenza (piezoelettrica). L'antenna può es-
riale. sere rappresentata da uno spezzone di filo con-
duttore della lunghezza di qualche metro.

R3

ANT

Cl

C2

L. 7.500
Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
ciale della nostra Editrice, a tutti i TERRA
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
teresse del dilettante, che fa rispar-
miare denaro e conduce alla realizza-
zione di apparecchiature elettroniche C1 condens. variab. (350 ± 500 pF)
di notevole originalità ed uso corrente. C2 1.000 pF
C3 470.000 pF
R1 100.000 ohm
R2 1 megaohm (pot. a variaz. log.)
Richiedeteci subito IL PACCO DELL'HOBBY-
STA inviandoci l'importo anticipato di L 7.500 R3 = 1megaohm
a mezzo vaglia, assegno o c.c.p. N. 916205 PILA 1,5V
e indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA -
20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

698
OISPLA V DL 704
I o O11
Da alcune schede elettroniche ho recuperato
dei display di tipo DL 704 di cui vorrei co- A
noscere la piedinatura. 2 o oI !J

1
PRATIZZOLI LUCIO
Panna 3 o 80 I 12
Pin 1= anodo F Fl e
Pin 2 = anodo G 4 o 0111
Pin 6 = anodo E

4 1
Pin 7 = anodo D
Pin 8 = anodo C 5 O I !O
Pin 13 = anodo B
Pin 14 = anodo A
Pin 4 e12= catodo comune 6 019
Gli altri terminali non sono internamente con- D
nessi. 7lo 018

RICEVITORE PER ONDE CORTE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO L. 16.200

COMPLETO DI AURICOLARE A CRlSTALLO


AD ALTA IMPEDENZA

ESTENSIONE DI GAMMA: 6 MHz + 18 MHz


RICEZIONE IN MODULAZIONE D'AMPIEZZA
SENSIBILITA': 10 V + 15 V

La scatola di montaggio del ricevitore per onde corte, contenente gli elementi sopra elencati,
può essere richiesta Inviando anticipatamente l'Importo di L. 16.200 tramite vaglia postale, asse-
gno bancario, circolare o c.c.p. 48013207 a: STOCK RADIO • 20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20
(Telefono 6891945).
L'ISOLAMENTO DEI TRANSISTOR

KIT PER CIRCUITI La mia domanda potrà sembrare banale, ma è


quella di un principiante. Come si fa ad isola-
STAMPATI L. 16.000 re un transistor di potenza dal radiatore, man-
tenendo inalterata la funzione di quest'ultimo?
Dotato di tutti gll elementi necessari per FAGIOLI TIZIANO
la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
Genova
soddisfare anche I tecnici più esigentl, que-
sto kit contiene pure la speciale penna La sua domanda è interessante, perché lei è il
riempita di Inchiostro resistente al perclo- primo lettore che ce la pone. Ebbene, per iso-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di- lare un transistor di potenza, in contenitore
spensatore d'Inchiostro della penna è pre- tipo TO3, occorrono: un foglietto di ' mica sa-
sente una valvola che garantisce una lunga gomata, due rondelle passanti di nylon, del
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
grasso al silicone, viti, dadi, ecc. Questo ma-
razione del liquido.
teriale è generalmente disponibile in kit presso
i rivenditori di componenti elettronici. Il mon-
taggio va fatto secondo quanto illustrato nello
schema qui pubblicato, tenendo conto che il
foglietto di mica dovrà essere ingrassato Su en-
trambe le facce. I fori per il passaggio dei
terminali di base ed emittore debbono essere
tali da impedire ogni accidentale contatto con
il radiatore.

Elenco delle parti


1- viti di nylon
2 - transistor
3 - foglio di mica sagomato
4 - radiatore
Consente un controllo visivo conti- 5 - rondelle passanti ed isolanti
nuo del processo di asporto. 6 - pagliuzza per contatto collettore
7 - rondelle metalliche
Evita ogni contatto delle mani con 8 - dadi
Il prodotto finito.
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- 11 contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri
t i'
t99% •
quadrati di superfici ramate.

MODALITA' DI RICHIESTE
lI kit per circuiti stampati è corredato di
3
un pieghevole, riccamente Illustrato, In cui --4
sono elencate e abbondantemente inter-
pretate tutte le operazioni pratiche sttra-
verso le quali, si pervlene all'approntamen- --5
to del circuito. Il suo prezzo, comprensivo
delle spese di spedizione, è di L. 16.000.
Le richieste debbono essere fatte Inviando
s6
l'importo lato a: STOCK RADIO - 20124
MILANO • Via P. Castaldi, 20 (Tel. 6891945) 7
a mezzo vaglla postale, assegno bancario,
assegno circolare o c.c.p. n. 46013207. @8

700
LIMITATORE DI DISTURBI

Assai spesso, durante l'ascolto della CB in DI


cuffia, le ricezioni sono accompagnate da di-
sturbi di vario genere. Come posso eliminarli,
almeno parzialmente?
BELLAVISTA PAOLO
Livorno
ALLA PRESA
Provi ad inserire, tra la presa d'uscita del ri- CUFFIA
cevitore e la cuffia, questo circuito limitatore
di disturbi. Il potenziometro R 1 consente di
regolare il livello di taglio del segnale. Rl

COMPONENTI

R1 = 5.000 ohm (potenz. Iin.)


D1-D2 = diodi al germanio

ROUNDING LIGHT IN SCATOLA DI MONTAGGIO

28.000
LAMPEGGIATORE SEQUENZIALE
L'uso di luci diversamente colorate ed il loro
accorto collegamento, in serie o in parallelo,
che consente l'inserimento di alcune cen-
tinaia di lampadine-pisello, è determinante
per la creazione di un ambiente suggestivo
e fantasmagorico.

Caratteristiche:

Potenza elettrica pilotabile su ciascun ca-


nale: 200+250 W aumentabile fino a 800 W
con opportuni radiatori.

La frequenza della successione dei lam-


peggii è regolabile a piacere.

Su ciascuno degli otto canali si possono • Per l'albero di Natale


collegare otto lampadine, oppure otto grup-
pi di lampadine in un quantitativo superio- • Per Insegne pubblicitarie
re ad alcune centinaia. • Per rallegrare le feste

La scatola di montagglo del Lampeggiatore sequenziale costa L. 28.000 (nel prezzo sono comprese
le spese di spedizione). Per richiederla occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia po.
stale, assegno bancario o c.c.p. N. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO • 20124 MILANO • Via P. Ca.
staldi, 20 - Tele1. 6891945.

701
INVERTITORE 12/24 VCC I due transistor di potenza, montati nel circuito
qui pubblicato, realizzano un convertitore auto-
Dovrei alimentare, con la batteria dell'auto a oscillante. Gli avvolgimenti di T1 dovranno es-
12 V, un apparato funzionante con la tensione sere così composti. Avv. di reaz. ( coll. alle basi):
di 24 Vcc. La potenza necessaria è di 40 W. 22 + 22 spire di filo di rame smaltato del dia-
Potreste pubblicare un invertitore in grado di metro di 0,4 mm. Avv. prim. ( di tipo bifilare):
soddisfare queste mie esigenze? 18 + 18 spire di filo di rame smaltato del dia-
CANZONI GIOVANNI metro di 2 mm, Avv. sec.: 40 spire di filo di
Brescia rame smaltato del diametro di 1,6 mm.

TI

c1 = 2.000F - 30 VI (elettrolitico)
R1 = 50 ohm - 4 W
R2 = 1ohm-2W
P1 4 x BYX 21/200
TR1 2N174 (2N3055)
TR2 2N174 (2N3055)

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1- La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3- La temperatura di un saldatore.

4- La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

La scatola di montaggio del REGOLATORE DI POTENZA costa L. 13.500. Per rtchlederla occorre
Inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglla postale, asseg no bancario o c.c.p. n, 4601 3207
citando chiaramente il tipo dl kit desiderato e intestando a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945). Nel prezzo sono comprese le spesse di spedizione.

79
PREAMPLIFICATORE RF
s!
Allo scopo di migliorare l'ascolto della gamma
delle onde corte, vorrei accoppiare al mio ri-
cevitore uno stadio preamplificatore.
SILICATO PIER LUIGI
Catania

Le consigliamo di realizzare il circuito qui pub-


blicato, ricordando che questo preamplificatore
può essere sintonizzato su frequenze compre-
se tra i 5 e i 21 MHz regolando il nucleo di
L1 ed agendo su C 1. La bobina si realizza su
supporto del diametro di 10 mm. L'avvolgi-
mento 1-2 è composto da 15 spire di filo di
rame smaltato del diametro di 0,4 mm. L'av-
volgimento 3-4 è composto da 5 spire dello 9
stesso tipo di filo.

COMPONENTI Resistenze
R1 = 4.700 ohm
Condensatori R2 = 4.700 ohm
C1 = 380 pF (variabile) R3 = 4.700 ohm
C2 = 1.000 pF Varie
C3 = 1.000pF TR1 40673 (Fet a doppio gate)
C4 = 1.000 pF TR2 2N2222

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
A L. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni alti
Controllo toni medi
Controllo toni bassl
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Allmentazlone: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

II kit per lucl psichedeliche, nel quale sono contenuti tuttl gli elementi riprodotti nella foto,
costa L. 19.500. Per richiederlo occorre inviare anticipatamente l'Importo a mezzo vaglla po-
stale, assegno bancarlo o c.c.p. n. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO • 20124 MILANO -
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Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a co-
stare L 2.500 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 30.000, si possono avere
per sole L. 9.500.

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IN SCATOLA
ALIMENTATORE DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 34.000
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato é
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
L+r1R0
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e


pr3A 14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
Stabilizzazione: - 100 mV
Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata.
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n, 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali I I 3 ---- o9eg
- n. 3 Transistor t t ttt ••
n. 1 Diodo zener
n. 1 Raddrizzatore - rz
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
8 •••
"t -
e 1 paglietta)
n. 1 Circuito stampato a
--
n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
~ il

n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante]


- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 da
rondelle)
n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (Z viti au-
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori divers,'.
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling

La scatola di montaggio dell'ALIMENTATORE PROFESSIONALE costa L. 34.000. Per richie-


derla occorre Inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o
c.c.p. numero 46013207, citando chiaramente l'indicazione • Kit dell'Alimentatore Professio-
nale • ed Intestando a • STOCK RADIO - 20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20 (Tel. 6891945).
Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
MIRO TRASMETTITORE
FM CON CIRCUITO
INTEGRATO
CARATTERISTICHE

Tipo di emissione in modulazione di frequenza


Gamma di lavoro 88 + 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

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ANNO 12 - N. 12 - DICEMBRE 1983


IN COPERTINA - E' raffigurato l'amplificatore di
bassa frequenza e di potenza, nella versione
stereofonica, presentato e descritto nelle prime
pagine del presente fascicolo. L'apparato, di fa.
cile realizzazione ed economico, grazie alla sua
versatilità, si adatta a moltissimi usi.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico AMPLIFICATORE BF 708
CORRADO EUGENIO
100 W MUSICALI
stampa 25 W EFFICACI
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RUBRICA DEL PRINCIPIANTE
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autorizzazione Tribunale Civile LE PAGINE DEL CB 724
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Tutti i diritti di proprietà lette-
raria ed artistica sono riservati LA POST A 'DEL LETTORE 757
a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni,
le fotografie, anche se non pub- INDICE DELL'ANNATA 1983 766
blicati, non si restituiscono.
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Si può realizzare in entrambe le versioni:

monofonica o stereofonica.

Gli amplificatori audio appartengono alla gam- pria, occupando piacevolmente il tempo libero
ma di apparati maggiormente graditi dai nostri e destinando le rimanenti disponibilità finanzia-
lettori, soprattutto quando assumono carattere rie all'acquisto di casse acustiche di un certo
di attualità e versatilità. E ciò si spiega facilmen- pregio e di unità rivelatrici, cioè di testine, mol-
te se si pensa che il montaggio dell'amplificatore to fedeli. E tali considerazioni, in parte di ca-
di bassa frequenza, pur costituendo un lavoro rattere economico e in parte di natura tecnica,
impegnativo, può essere affrontato e condotto diventano valide nel duplice caso della realizza-
a termine, con pieno successo, anche dai meno zione di un amplificatore di bassa frequenza
esperti. Anzi, si potrebbe dire che la costruzio- monofonico o di un amplificatore stereofonico.
ne di un amplificatore può rappresentare una
sorta di esame di abilitazione per comprovare la
propria preparazione e le proprie attitudini te- DUE TIPI DI POTENZE
cniche prima di rivolgersi a progetti più com-
plessi. Ma i motivi che sollecitano assai spesso Di solito, quando si dichiarano le potenze di
il dilettante ad autocostruirsi, per proprio conto emissione di un amplificatore di bassa frequenza,
o per conto terzi, un amplificatore audio, sono si citano la potenza musicale e la potenza efi-
anche altri. cace, che sono diverse fra loro e fra cui esiste
Primo fra tutti quello di evitare di sottoporsi ad una netta distinzione.
una spesa eccessiva per un apparato che chi se Per coloro che non conoscono ancora l'esatto si-
ne intende può facilmente costruire a casa pro- gnificato di queste espressioni, diciamo che la

Il moderno amplificatore, presentato e descritto in queste pa-


gine, è da considerarsi adatto a moltissimi usi, proprio in virtù
della sua notevole versatilità, che lo fa apparire come un di-
spositivo a carattere universale. La realizzazione è facile e la
spesa relativamente modesta. Può funzionare in accoppiamento
con microfoni piezoelettrici e magnetici ad alta impedenza, con
sintonizzatori radio, giradischi e magnetofoni.

708
100 W musicali
25 W efficaci

potenza efficace, chiamata anche potenza conti- solutamente attendibile quando viene misurato
nua, esprime la massima potenza ottenuta da un in laboratorio, ove il carico dell'altoparlante ri-
segnale sinusoidale, senza che questo appaia de- sulta sostituito con un carico equivalente resisti-
formato, quando lo si analizza all'oscilloscopio. vo, eventualmente compensato con una capa-
Ebbene, nel nostro amplificatore di bassa fre- cità (condensatore). Ma il valore citato non è
quenza, questo tipo di potenza assume il va- più attendibile in condizioni reali di ascolto.
lore di 25 W. Perché occorre tener presente che la potenza di
Per potenza musicale, chiamata pure potenza di uscita dell'amplificatore dipende dal valore del-
picco, si deve intendere la massima potenza che l'impedenza dell'altoparlante secondo la formula:
l'amplificatore può fornire quando, dopo aver
applicato in entrata un segnale, che può essere P -- V•R
indifferentemente un suono musicale o la pa-
rola umana, questo viene riprodotto senza che nella quale V misura la tensione d'uscita ed R
l'ascoltatore possa rilevare un'apprezzabile de- il valore dell'impedenza dell'altoparlante. Pur-
formazione del suono. Questo valore di potenza troppo, mentre il valore della tensione V dipen-
è nel nostro caso di 100 W. de dall'amplificatore, ed è limitata quasi esclu-
sivamente dalla tensione di alimentazione, l'im-
pedenza R dell'altoparlante varia considerevol-
CONDIZIONAMENTO DEL CARICO mente in funzione della frequenza dei segnali
riprodotti. Pertanto può accadere che un alto-
La potenza di 100 W musicali si intende misu- parlante da 4 ohm, alla frequenza di 1.000 Hz
rata su un carico di 4 ohm costituito dalla bobi- presenti un'impendenza variabile sino a 20 ohm
na mobile dell'altoparlante. E tale valore è as- e più nel campo audio di sua competenza. E in

709
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710
radiatore

TR1

Fig. 2- Piano costruttivo di un modulo elettronico necessario per la realizzazione


dell'amplificatore nella versione monofonica. Per la versione stereofonica occor-
rono ovviamente due di questi moduli. Si tenga presente che la numerazione
riportata sul circuito stampato trova precisa corrispondenza con la stessa
numerazione presente nello schema elettrico dell'amplificatore.

COMPONENTI
Condensatori R5 = 100.000 ohm
c1 = 2,2 F - 63 VI (elettrolitico) R6 = 180 ohm
c2 = 2,2 F - 63 VI (elettrolitico) R7 = 15.000 ohm
C3 = 100 F - 25 VI (elettrolitico) R8 = 2.200 ohm
C4 = 10 pF - 25 VI (elettrolitico) R9 = 1.500 ohm
C5 = 50 F - 35 VI (elettrolitico) R10 = 470 ohm
c6 = 22 pF R11 = 1.500 ohm
C7 = 100 uF - 25 VI (elettrolltlco) R12 = 5.600 ohm
C8 = 100.000 pF R13 = 2,2 ohm
c9 = 2.000 F - 16 V (elettrolitico) R14 = 0,15 ohm - 2W
C10 = 470 F - 63 VI (elettrolitico) R15 = 22.000 ohm (potenz. a variaz. lin)
c11 = 100.000 pF R16 = 22.000 ohm (potenz. a varlaz. lin)
C12 = 2.200 F - 50 VI (elettrolitlco)
Varie
c13 = 100.000 pF
C14 = 100.000 pF IC1 = TDA1410V
C15 = 220.000 pF TR1 = 2N3819 (Texas)
TR2 = BC307
Resistenze TR3 = BC237
R1 = 220.000 ohm D1 = diodo al siliclo (1N4148)
R2 = 4.700 ohm DZ1 = diodo zener (24 V - 1 W)
R3
R4
= 680 ohm
= 100.000 ohm
AP
p1
-
= altoparlante (4 ohm)
ponte raddrizz. (80 V - 2 A)

711
+-

a"
J
7
AMPL.
IOOW

Fig. 3 - Disegno del circuito stampato, in grandezza reale, da comporre su


basetta di forma rettangolare di materiale isolante. Su di esso vengono montati
tutti i componenti elettronici che concorrono alla formazione di un modulo.

questo caso la potenza che viene applicata al- UNA POTENZA SUFFICIENTE
l'altoparlante subisce una riduzione proporzio-
nale all'aumento dell'impedenza. Per esempio, Anche il valore minimo di 5 W di potenza
dal valore di 25 W può scendere a quello di 5 W. più che sufficiente per assordare gli asco\tator
Ecco dunque che un amplificatore da I 00 W, di un ampio locale, ammesso che l'altoparlant
come quello presentato in queste pagine, in certe adottato sia caratterizzato da un discreto rendi
condizioni elettriche è in grado di fornire al- mento. Non bisogna infatti dimenticare che, al
l'altoparlante soltanto una potenza di 5 W. l'atto pratico, ciò che l'ascoltatore è messo ir
condizioni di udire non è certo il segnale elet
trico, bensì l'onda di pressione, ossia l'onda so
nora emessa dall'altoparlante. Ma i rendiment
degli altoparlanti sono i più disparati e variane
notevolmente da un modello all'altro. Può cos
accadere che con una potenza di pochi watt, uti
TDA 11O lizzando un certo altoparlante, si riesca a pro
durre un suono assai più intenso di quello emes
2 so da un altro modello di altoparlante, anch
con una potenza di 20-0 50 W. Tuttavia, dop
queste brevi dissertazioni sul concetto di poten
za d'uscita di un amplificatore audio, ai nostr
I, lettori consigliamo, come regola generale, di as
sumere come valore di paragone di potenza
MI? 9Fole quello relativo alla potenza efficace, valutato s
un carico resistivo. Nel nostro amplificatore tal
valore può raggiungere i 25 W efficaci su ur
carico di 4 ohm di impedenza.

UN MODERNO INTEGRATO
Fig. 4 • Schema elettrico equivalente dell'integrato
modello TDA1410V. La modernità dell'amplificatore di bassa fre
quenza descritto in questo articolo consiste nel
l'uso di uno stadio finale integrato che si identi

712
fica con un nuovo componente prodotto dalla
SGS e recante la sigla TDA1410V.
Chi conosce la storia dell'amplificazione audio,
che è sempre stata un po' la conseguenza più
immediata dell'evoluzione dell'elettronica, sa
che la totalità degli amplificatori di bassa fre-
quenza si realizza oggi con stadi d'uscita ad ac-
coppiamento diretto, ossia senza l'interposizio-
ne, fra circuito elettronico ed elementi di ca-
rico, di alcun trasformatore di adattamento. Tut-
to ciò significa, per dirla con parole più sem-
plici, che negli attuali amplificatori è totalmente
scomparso il tradizionale trasformatore d'uscita
montato tra gli stadi di amplificazione finale e il
sistema di altoparlanti. E i lettori più anziani ri- Fig. 5 - Piano costruttivo dell'alimentatore a 24 V
sufficiente anche per la versione stereo dell'amplifi-
corderanno certamente quanto indispensabile sia catore. Manca in questo schema il trasformatore, che
stato, per lunghi anni, il trasformatore d'uscita deve essere applicato direttamente sulla faccia di
nei dispositivi a valvole termoioniche. Ma oggi, base del contenitore di alluminio dell'apparato.
grazie alla particolare configurazione a simme-
tria complementare degli stati d'uscita integrati
o transistorizzati, è possibile disporre di un va-
lore di impendenza uscente molto basso, ossia
in grado di pilotare direttamente l'altoparlante
o il sistema di più altoparlanti.

CONTROLLI DI VOLUME E TONO


PREAMPLIFICATORE
A valle del transistor FET è presente la rete di
Osservando lo schema elettrico di figura 1, si controllo di volume e tonalità. Più precisamente,
può notare come il progetto dell'amplificatore di il potenziometro R15 controlla il volume sonoro
bassa frequenza sia composto dalle seguenti se· in uscita dall'altoparlante, mentre il potenzio-
zioni: metro R 16 controlla la tonalità dei suoni, con-
sentendo di renderli più acuti o più gravi.
Contrariamente a quanto avviene per i normali

Cominciamo quindi con la presentazione dello 0


+
stadio preamplificatore, il quale è pilotato da un
transistor FET. +
E stata data preferenza ad un transistor FET,
sia per l'elevata impedenza d'ingresso, che con-
sente il diretto collegamento dell'amplificatore
con cartucce o microfoni ceramici (piezoelettri-
ci), sia per il basso rumore intrinseco del com-
ponente, che migliora sensibilmente il rapporto
segnale-disturbo dello stesso amplificatore.
Lo stadio preamplificatore risulta stabilizzato
tramite i] diodo zener DZl. Gli stadi successi- Fig. 6 - Disegno in grandezza naturale del circuito
vi invece non necessitano di alcuna stabilizza- stampato sul quale si montano gli elementi che com-
zione in quanto la simmetria del circuito eli- pongono l'alimentatore dell'amplificatore.
mina essa stessa il ronzio residuo sull'alimenta-
tore.

713
220V

Fig. 7 - Il trasformatore di alimentazione, della


potenza di 60 W circa, è un componente di facile
reperibilità commerciale. Il suo avvolgimento pri-
mario riceve la tensione di rete a 220 V, quello
secondario eroga la tensione ridotta a 24 V.

controlli di volume, il potenziometro RlS, an- precede l'altoparlante provvede l'integrato I C1,
ziché essere di tipo a variazione logaritmica, è il cui schema elettrico equivalente è riportato
di tipo a variazione lineare, perché così è ri- in figura 4. In esso, come si può notare, sono
chiesto dallo stadio amplificatore finale, cioè dal conglobati entrambi i transistor finali.
modello di integrato di cui si è fatto uso. Parte del segnale uscente, a monte del conden-
satore elettrolitico C9 e ancor prima di rag-
giungere l'altoparlante AP, viene prelevato tra-
STADI PILOTA mite la resistenza R12 e riportato sugli stadi pi-
lota. Così facendo si introduce una retroazione
L'attenuazione, che inevitabilmente subisce parte che stabilizza il guadagno e gli altri parametri di
del segnale dopo l'attraversamento della rete di funzionamento dell'amplificatore.
controllo di tonalità e volume, viene compen-
sata dal lavoro di amplificazione svolto dal se-
condo transistor TR2, che invia il segnale am- ALIMENTATORE
plificato al terzo transistor TR3, dal cui collet-
tore esce un segnale sufficientemente amplificato L'alimentatore è stato concepito in modo da po-
per poter pilotare lo stadio finale rappresentato ter alimentare contemporaneamente due moduli
dall'integrato IC1. uguali, ossia due circuiti come quello riportato
Sulle basi, sui collettori e sugli emittori dei due in figura 1, in modo da comporre un amplifi-
transistor TR2 - TR3, così come in altri punti catore stereo con un solo alimentatore.
dello schema elettrico di figura 1, sono stati ri- Sui terminali contrassegnati con le lettere A- C
portati i valori delle tensioni da noi rilevati sul si applica la tensione alternata a 24 V prove-
prototipo dell'amplificatore di bassa frequenza niente dall'avvolgimento secondario di un tra-
tramite un tester da 20.000 ohm/volt. Questi va- sformatore con avvolgimento primario a 220 V,
lori dovranno essere controllati in sede di col- alimentato dalla tensione di rete. I dati caratte-
laudo del circuito; piccole differenze dovranno ristici di questo trasformatore sono dunque i se-
considerarsi tollerabili; grosse differenze faran- guenti: 220 V- 24 V-2 A.
no invece pensare a qualche errore costruttivo La tensione a 24 V viene raddrizzata da un ponte
o a presenza di componenti difettosi. da 80 v-2 A e successivamente livellata tra-
mite il condensatore elettrolitico Cl2.
Il circuito dell'alimentatore è quello riportato
STADIO FINALE fra linee tratteggiate sull'estrema destra dello
schema elettrico di figura 1. In esso sono pure
Alla definitiva amplificazione del segnale che inseriti i due condensatori C13 e C14, il cui

714
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Fig. 8 - Schema applicativo dell'amplificatore di bassa frequenza nella più sem-
plice versione stereofonica. Il diodo led, collegato In parallelo con l'uscita
dell'alimentatore, è protetto da una resistenza da 5.600 ohm. Esso va montato
sul pannello frontale dell'apparato e funge da lampada-spia.

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AP SIN

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15

Zj [ A
DESTRO
#1

~m=e•~ -------51

AP DESTRO

Fig. 9 - Disposizione circuitale di tutti gli elementi elettrici ed elettronici che


compongono l'amplificatore di bassa frequenza nella versione stereofonica. Si
nota la presenza dei due moduli amplificatori, destro e sinistro, e quella di un
unico alimentatore. Il tutto dovrà essere inserito, a lavoro ultimato, in un con-
tenitore di alluminio (non di lamiera) cui sono affidati i compiti di conduttore
di massa e di raffreddatore dei due integrati.

715
compito è quello di limitare gli eventuali di- della foto riportata in apertura del presente ar-
sturbi presenti sulla linea di rete-luce. ticolo.

COSTRUZIONE DELL'AMPLIFICATORE ALIMENTATORE

li montaggio dell'amplificatore prende inizio dal- Il circuito dell'alimentatore va composto secon-


la composizione dei circuiti stampati: quello del do il piano costruttivo riportato in figura 5. Co-
circuito elettronico, riportato in figura 3, e quello me abbiamo detto, ne basta uno soltanto anche
dell'alimentatore riportato in figura 6. Entrambi per la versione stereo. Il trasformatore, di fa-
questi disegni sono riprodotti in grandezza reale, cile reperibilità commerciale, deve essere dotato
ossia in scala unitaria. di un avvolgimento primario a 220 V e di un
Coloro che vorranno realizzare la versione ste- avvolgimento secondario a 24 V, come indicato
reo dovranno comporre ovviamente due circuiti in figura 7. In pratica sì tratta di un trasforma-
stampati uguali a quello riportato in figura 3, tore da 60 W circa.
mentre un solo èircuito stampato per alimentatore Il trasformatore di alimentazione, in ogni caso,
è sufficiente sia per la versione monofonica che va montato separatamente dal circuito stampato
per quella stereofonica. dell'alimentatore, direttamente sulla faccia di
Una volta composti i circuiti stampati, si prov- base del contenitore.
vederà alla saldatura su di essi dei vari compo- Sul circuito stampato dell'alimentatore debbono
nenti elettronici, seguendo attentamente i due essere inseriti il condensatore elettrolitico C 12, i
piani costruttivi riportati nelle figure 2 e 5 e due condensatori ceramici C13 e CI4 e il ponte
facendo bene attenzione all'esatto inserimento raddrizzatore P 1 .
degli elementi polarizzati.
L'integrato ICt deve assolutamente essere dotato
di aletta di raffreddamento. E poiché il circuito COLLAUDO
elettronico o i circuiti elettronici, nel caso di
una costruzione stereofonica, verranno inseriti in Dopo aver realizzato completamente l'amplifica-
un contenitore metallico, più precisamente d'al- tore, o nella versione monofonica o in quella
luminio, 1 'aletta metallica dell'integrato verrà stereofonica, si dovrà collaudare il tutto per
strettamente avvitata sulla faccia inferiore del constatare se il funzionamento è normale. A tale
contenitore dopo aver interposto un po' di gras- scopo si provvederà a cortocircuitare tempora-
so al silicone. neamente le entrate e ad inserire sulle uscite,
Raccomandiamo a tutti di tener distanziato il anziché gli altoparlanti da 4 ohm, delle resisten-
circuito elettronico dalla faccia di base del con- ze da 4,7 ohm, con potenza di dissipazione pari
tenitore, onde evitare falsi contatti e cortocir- o superiore, ma non inferiore, a 1 W. Ciò fatto
cuiti. si chiuderà l'interruttore S1, in modo da ali-
I collegamenti fra i vari elementi inseriti sul pan- mentare tutti i circuiti. Quindi con un tester nor-
nello frontale dell'amplificatore e i rispettivi ca- male si misurano le tensioni presenti nei vari
picorda, saldati sui circuiti stampati, vanno fatti punti del circuito, quelle cioè riportate sullo
con filo flessibile ricoperto in plastica. schema di figura 1. I valori rilevati non dovran-
I collegamenti con i bocchettoni di entrata e di no discostarsi di molto da quelli indicati sullo
uscita debbono essere realizzati con cavetto schema di figura 1. In caso contrario si dovrà
schermato, facendo attenzione a collegare la cal- controlJare attentamente l'esattezza del lavoro
za metallica con la linea di massa. eseguito, sostituendo eventualmente quei compo-
Il collegamento fra il contenitore e la linea di nenti che non consentono il rientro dei valori
massa dei circuiti elettronici avviene, oltre che delle tensioni misurate nelle tolleranze accetta-
attraverso le calze metalliche connesse con i bili. Per esempio, possiamo ricordare che alcuni
bocchettoni di entrata e di uscita dei segnali, an- transistor fet di tipo 2N381 9, pur essendo effi-
che con le carcasse metalliche dei potenziometri cienti, denunciano una bassa tensione sul drain;
che, a loro volta, debbono essere connesse tra ciò dipende da una differente resistenza esistente
loro attraverso un conduttore unico di rame. nel tratto drain-source. Questo componente,
Eventuali altri collegamenti a massa potrebbero quindi, deve essere selezionato.
dar luogo a ronzìi anche di forte intensità. Durante le operazioni di collaudo i potenzio-
Per tutti questi e per altri particolari costruttivi metri di volume e tonalità dovranno essere ruo-
rinviamo il lettore ad una attenta osservazione tati al massimo.

716
Rubrica del principiante
elettronico

PROTEZIONE
DALLE SCARICHE
Una protezione adeguata dei circuiti elettronici Ancor di più vulnerabili risultano i modernissi-
contro le scariche, di qualunque natura esse mi dispositivi MOS - CMOS e i loro derivati,
siano, è tanto più necessaria quanto maggiore è quali i VMOS - TMOS - HMOS, oggi largamen-
la quantità dell'apparecchiatura che si vuol tu- te utilizzati nei circuiti integrati. Tuttavia, per
telare. E i semiconduttori mal sopportano di la- proteggere un circuito, occorre sapere esattamen-
vorare al di fuori dei limiti per i quali sono stati te da quali e quante cause di disturbi lo si deve
costruiti. Le loro microscopiche dimensioni, in- immunizzare. Vediamo dunque quali sono que-
fatti, non sono in grado di tollerare sollecitazioni ste cause di disturbi elettrici per poterle com-
di durata relativamente lunga senza subire dan- battere, singolarmente, una per una. E vediamo
ni irreparabili. pure quali sono le loro origini

717
Le scariche elettrostatiche e i disturbi provenienti dalla rete
di alimentazione, costituiscono i peggiori nemici degli utenti
di molti apparati elettronici. Per difendersi da essi vi sono
molti metodi, tra cui, i più attÙali ed importanti sono quelli
analizzati e consigliati in queste pagine.

DISTURBI ELETTROST A ne, gini. Un caso tipico, in tal senso, è quello di un


ricevitore radio, oppure quello di un trasmetti-
I disturbi di natura elettrostatica sono, fra tutti, tore in cui l'antenna, esposta all'azione del vento,
i più pericolosi per i dispositivi ad elevata im- accumula cariche elettriche che si trasferiscono
pedenza, quali i MOS e FET, ad esempio. Essi sul circuito d'entrata dell'apparato radio.
vengono generati da un accumulo di cariche In pratica, l'antenna, il cavo coassiale di disce-
elettrostatiche provenienti daile più svariate ori- sa ed il circuito d'entrata compongono un vero
e proprio condensatore, sul quale, quando viene
a formarsi una carica Q, si crea una tensione
pari a:

V = O:C

in cui C misura la capacità totale del trasfor-


matore virtuale ora ricordato (antenna-cavo-cir-
cuito d'ingresso). Ma essendo il valore della ca-
pacità C molto piccolo, è facile arguire che la
tensione formatasi tra le armature del conden-
satore è molto elevata, tanto elevata da perfo-
rare ad esempio il gate del FET o del MOSFET
u del circuito d'ingresso del radioapparato. L'e-
J
sempio riportato in figura l chiarisce meglio il
56 concetto ora esposto. Supponiamo infatti che,
~--
o l durante un temporale, un fulmine, che si mani-
o
festa ad una distanza relativamente breve dal-
l'antenna, per esempio di 1 : 2 Km, provochi
... stessa. E supponiamo che il cavo di discesa, che
€ assume il valore capacitivo di 110 pF per me-
o
ltl
tro, sia lungo 50 metri. Ebbene, in tal caso, il
valore capacitivo totale sarà di:

50 x 110 = 5.500 pF

cioè un valore capacitivo del condensatore ap-


Fig. 1- Le antenne esterne, di qualunque tipo esse parente abbastanza piccolo, ma sufficiente per
siano, rappresentano un ricettacolo di cariche elet- caricare l'antenna elettrostaticamente fino al pun-
trostatiche che possono divenire pericolose, soprat-
tutto in presenza di temporali, per i circuiti d'ingresso
to di provocare l'innesco di un arco e la conse-
delle apparecchiature radio. guente scarica dell'elettricità accumulata. L'ener-
gia istantanea è enorme e normalmente apporta
danni ingenti alle apparecchiature radiofoniche.

718.
1MP RESIST.
RF

Fig. 2 - Sono diversi i sistemi per impedire che, nel circuito aperto antenna
terra, vengano a formarsi degli archi voltaici: tramite impedenze a radiofrequen-
za, resistenze o trasformatori di Impedenza.

ANT ACCORGIMENTI A DIFESA

I danni citati avvengono pure in autovettura, se


l'antenna è stata realizzata e montata da per-
sona impreparata elettronicamente.
Per evitare l'accumulo di cariche, si suole cor-
tocircuitare a massa l'antenna mediante una im-
pedenza a radiofrequenza, che si comporta co-
me un blocco per il segnale da ricevere, o da
RTX trasmettere, ma come un circuito chiuso per le
cariche statiche. Per dirla in parole più semplici,
Fig. 3 • Spaccato di uno scaricatore di tipo a punte
e a regolazione variabile.
tutte le antenne professionali prevedono un si-
stema che cortocircuita a terra soltanto la cor-
rente continua delle cariche elettrostatiche, ma
non quella alternata dei segnali a radiofrequenza.
Analoghi accorgimenti consistono nell'uso di re-
sistenze o trasformatori di impedenza, come in-
dicato nei due schemi a destra di figura 2.

CONSIGLI PRATICI

Assai spesso il vento, con le vibrazioni mecca-


niche che esso imprime alle antenne, provoca
delle dissaldature in varie parti del sistema ester.
no di ricetrasmissione. È perciò necessario con-
trollare, di quando in quando, per mezzo di un
tester commutato nelle misure ohmmetriche, la
Fig. 4 • Esempi di scaricatori a gas di tipo commer- continuità elettrica tra il conduttore centrale del
ciale e per usi professionali e dilettantistici. cavo coassiale e la massa, aggiungendo even-
tualmente una impedenza a radiofrequenza da
200 H di tipo a filo di diametro 0,5 mm al-

719
commercio esistono dei commutatori coassiali
appositamente concepiti a tale scopo. La messa
a terrà dell'antenna, infatti, impedisce l'accu-
ANI. mularsi delle cariche statiche.

SCARICATORI

Gli scaricatori sono dispositivi molto usati per


la protezione dei circuiti d'antenna. Essi sono
in grado di far innescare un arco quando viene
SCARIC.
superato un certo valore di soglia di tensione
pericolosa.
Il disegno riportato in figura 3 riproduce lo
spaccato di uno scaricatore di tipo a punte, la
cui distanza è regolabile. Esso va montato tra
Fig. 5 - Gli scaricatori, di qualunque tipo essi siano, l'antenna e la terra, come indicato in figura 5.
debbcno essere sempre inseriti in serie al circuito Quelli riportati in figura 4 sono esempi di sca-
antenna-terra, in prossimità dell'ingresso del radioap- ricatori di tipo a gas. Essi differiscono tra loro
parato.
per i valori delle tensioni di scarica e per le cor-
renti che sono in grado di scaricare a massa. An-
che gli scaricatori a gas, come quelli a punte,
vanno inseriti nel modo indicato in figura 5. Ma
si faccia bene attenzione! L'aver inserito uno
meno, oppure una resistenza da 10.000 ohm, con scaricatore nel circuito d'antenna, non significa
potenza di dissipazione di 1 W per i trasmetti- che questa possa funzionare da parafulmine,
tori da 10 W e di 10 W per i trasmettitori fino perché essa è soltanto capace di scaricare a
a 200 W. massa il rapido accumularsi delle cariche elet-
Durante i temporali, oppure quando non si fa trostatiche createsi per l'azione dei venti e in
uso delle apparecchiature radio, conviene sem- virtù del processo di ionizzazione dell'aria in
pre collegare l'antenna a massa o a terra. E in presenza di fulmini.

LA TERRA

SCHERMO Affinché tutti i sistemi di protezione fin qui de-


i scritti possano svolgere con efficienza la loro

-
funzione, è assolutamente necessario che essi

1 00807 vengano confortati con un vero collegamento di


terra, e non semplicemente con il conduttore neu-
tro della rete di alimentazione.
ewr'

L::.J
I
I
I
T.cm +Z- T2
La terra dovrà essere realizzata preferibilmente
secondo le norme più comuni: punte metalliche
conficcate nel terreno, oppure con dispersori o
reti metalliche sotterrate. Soltanto nell'impossi-
bilità di comporre una terra a regola d'arte, è
I consigliabile il collegamento con una tubatura
- TERR~ ~ - - - - o
dell'acqua o del termosifone.
Per evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche
nelle parti interne dei radioapparati o degli
Fig. 6 - Esempio di filtro passa basso adatto per apparati elettronici in genere, è necessario che il
combattere i disturbi provenienti dalla rete di ali-
mentazione. E' racchiuso in una scatolina metallica loro contenitore metallico venga collegato a ter-
ed è dotato di cinque terminali, ra, in modo da costituire una gabbia di Faraday,
che protegge efficacemente i circuiti interni da
qualsiasi perturbazione elettrostatica esterna.

720
IL PACCO
DELL'HOBBYSTA
Per tutti coloro che si sono resi conto
dell'inesauribile fonte di progetti con-
Fig. 7 • Questo modello di filtro di rete, contraria- tenuti nel fascicoli arretrati di Elettro-
m ente agli altri prodotti com m erciali, è m olto eco• nlca Pratica, abbiamo preparato que-
nom ico e generalm ente adottato dai dilettanti.
sta Interessante raccolta di pubblica-
zioni.

Le nove copie della rivista sono state


scelte fra quelle, ancora disponibili,
Dl'STURBI DI RETE ma in rapido esaurimento, In cui sono
apparsi gli argomenti di maggior suc-
Un altro tipo di disturbi, dannosi per gli appa- cesso della nostra produzione edito-
rati elettronici, che possono creare funziona- riale.
menti anomali soprattutto nelle moderne appa-
recchiature digitali, sono quelli provenienti dalla
rete di alimentazione. Tali disturbi sono gene-
IP9
MA E
TA%RIM
A"ETTM9M
M
rati sia dalle variazioni di carico delle utenze, ce==:/~
- CB::.· ~ Cl::....
sia dall'inserimento e dal disinserimento di ca- g-' 1eR ' 1.-

richi induttivi. Questi ultimi, ad esempio, sono


in grado di indurre sulla linea di alimentazione sa.a. #o.±A
a-:.... -
.r:i.= 2".:::=IPUTIC 1 PSfCHH>E1JCHf r;;a:zr -=-:=-

dei picchi di tensione di parecchie migliaia di volt. ,cg=.


I quali, pur avendo durata di tempo estrema- =-~.- _ .__ e .. Ii ~
-
- -
mente limitata, possono produrre rotture di parti (- .:;.\8 ~
~
o errati funzionamenti. " j ? •.•
Per combattere i disturbi provenienti dalla rete lDOtCA TORE DI NUO VE ·"

&•.,., I ±=
~ s.s
-~
BILANCIAME NTO STEREO LUCI PSICHEDELICHE UUCCHOLA ELETTRONICA

V
.%
:. , ca .l'-
o-
l'IUa
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miare denaro e conduce alla realizza-
zione di apparecchiature elettroniche
di notevole originalità ed uso corrente.
Fig. 8- Le sovratensioni, che minacciano il buon
comportamento delle apparecchiature elettroniche,
hanno normalmente una durata di poche decine di Richiedeteci aubllO IL PACCO DELL'HOBBY·
microsecondi ed assumono la forma sinusoidale smor. STA Inviandoci l'importo anticipato di L 7.500
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721
FILTRO APP. ELETTR.
b 4
RETE

TERRA

Fig. 9- Il varistor è un componente che deve essere collegato in parallelo con


la linea di alimentazione di rete, a monte del normale filtro passa basso.

di alimentazione si suole costruire un filtro passa che e distruggere, ad esempio, un circuito sta-
basso, ottenuto con induttanze avvolte su nuclei bilizzatore dell'alimentatore, facendo salire la
toroidali e con condensatori di tipo speciale. Que- tensione dal valore normale di 12 V a quello di
sti filtri (figura 6) vengono collegati in serie con 20 V e danneggiando tutto quello che incontra
il circuito di alimentazione. Ma anche in que- sul suo cammino.
sto caso è fondamentale provvedere ad una
buona connessione a terra.
In commercio esistono molteplici varietà di fil- SISTEMI A VARISTOR
tri di rete, che si differenziano fra loro per la
forma esteriore, la corrente massima sopporta- I sistemi per proteggersi dai disturbi di rete sono
bile, il grado di attenuazione dei disturbi e la due: quello con filtri, che abbiamo ora visto, e
gamma di frequenze che possono attenuare. quello col varistor che ora descriveremo.
Quello riportato in figura 7 è un tipico esempio Il sistema di protezione locale con il varistor
di filtro di rete molto economico. Normalmente consiste nello stabilizzare la tensione alternata
però questi filtri hanno costi molto elevati. di alimentazione all'ingresso dell'apparato elet-
tronico che si vuol proteggere, annullando così
tutti i picchi di tensione di valore superiore a
PICCHI DI TENSIONE quello massimo di sicurezza imposto dai mo-
derni semiconduttori.
Per comprendere quanto utile possa risultare I varistor, denominati pure resistenze V.D.R.
l'inserimento, in serie all'alimentazione, di que- (voltage dependent resistor), sono componenti
sti filtri, vogliamo ricordare in termini nume- elettronici rappresentativi di una vasta gamma
rici quali danni reali possano derivare da essi. di elementi non lineari e realizzati con tecniche
Come si sa, la tensione di rete varia 50 volte al svariate. I loro campi di applicazione si estendo-
secondo tra i due valori di picco di + 308 V e no dalla soppressione dei picchi di sovratensione,
308 V. Ora, quando si chiude un interruttore su linee disturbate, a quella degli archi voltaici
su un carico induttivo, come ad esempio un tra- che vengono spontaneamente a formarsi fra i
sformatore, in presenza di uno di questi picchi contatti dei relé, degli interruttori e, più in ge-
di tensione, si possono generare sulla rete degli nerale, degli apparati con parti soggetti a mo-
impulsi che possono raggiungere i 6.000 V, co- vimento.
me indicato in figura 8. E tale fenomeno può Oggi si incontrano diversi tipi di varistor, ma
essere provocato anche dal vicino di casa, quan- i'più comuni sono soltanto tre: i varistor al car-
do mette in moto un suo elettrodomestico op- buro di silicio, i varistor al selenio e quelli al-
pure quando lo spegne. Dunque, questi impulsi l'ossido di zinco. Ciascuno di questi tre tipi di
possono entrare nelle apparecchiature elettroni- varistor risulta caratterizzato da un indice di

722
non linearità. E quanto più elevato è l'indice di senti, allo stato attuale della tecnica, nei vari-
non linearità, tanto maggiore risulta la variazione stor all'ossido di zinco, il cui indice di non li-
di resistenza intrinseca del componente al va- nearità è superiore a 30 e la loro caratteristica
riare della tensione applicata ai suoi terminali. I si avvicina molto a quella dei diodi zener, tanto
varistor al carburo di silicio attualmente non da poter essere ritenuti quasi degli elementi sta-
sono più utilizzati. Quelli al selenio si ritrovano bilizzatori in alternata.
tuttora in molti circuiti. Essi presentano un in- In pratica, i varistor all'ossido di zinco si com-
dice di non linearità praticamente doppio di portano come isolanti al di sotto di un certo va-
quello dei varistor al carburo di silicio. Ma pre- lore di tensione, mentre divengono rapidamente
sentano lo svantaggio di essere ingombranti e di conduttori al superamento della soglia caratte-
richiedere il collegamento di due elementi con- ristica. In abbinamento ad un filtro di rete, co-
trapposti, se si vuole raggiungere l'effetto bidi- me indicato in figura 9, i varistor rappresentano
rezionale. un valido mezzo per salvaguardare integrità e
Le migliori caratteristiche tecnologiche sono pre- funzionamento degli apparati elettronici.

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se nel prezzo). "

723
LE PAGINE DEL
cE
27

IL VOX
Gli appassionati della banda cittadina, che noi nanza dei fenomeni radioelettrici, magari con
maggiormente apprezziamo, sono quelli che non l'ambizione di divenire, in un futuro prossimo,
si limitano ad acquistare l'apparato ricetrasmit- dei buoni radioamatori. E a questi particolari let-
tente per dialogare su argomenti futili con amici tori offriamo l'opportunità di autocostruirsi un
e conoscenti, bensì coloro che abbinano al piace- vox, ossia un apparato che è in grado di avvertire
re di comunicare via radio un particolare inte- la presenza di un segnale di bassa frequenza,
resse tecnico per i radioapparati, per i loro ac- proveniente da un microfono, un televisore, un
cessori, per i dispositivi di perfezionamento, con apparecchio radio, pilotando poi un relé che,
lo scopo preciso di acquisire una buona padro- a sua volta, può comandare qualsiasi circuito.

Gli elementi che principalmente compongono questo dispositivo


sono tre: il microfono, il circuito elettronico e il relé. Quando
si parla davanti al microfono, oppure quando questo viene siste-
mato in prossimità di un altoparlante dal quale escono voci o
suoni, il relé scatta, offrendo la possibilità all'operatore di av-
viare automaticamente il funzionamento di qualsiasi apparato
elettrico od elettronico.

724
Svolge in modo automatico le funzioni del commutatore PTT.

E' utile per coloro che, registrando, vogliono utilizzare


tutto il nastro magnetico.

Può servire come apparato di allarme.

USI DEL VOX senza imporre alcuna selezione di componenti o


procedimento di messa a punto e taratura. Infatti,
Del vox si possono fare gli usi più svariati. Ma in virtù dell'elevatissimo guadagno del A7 41
quello più congeniale al mondo dei CB è, senza (quello tipico è di 200.000 volte), è consentito
ombra di dubbio, il controllo automatico della l'impiego della tecnica della controreazione, che
commutazione parlo-ascolto. Collegando infatti stabilizza enormemente tutti i parametri del
l'ingresso del vox con l'uscita del microfono con circuito, assicurando prestazioni pressoché indi-
cui si trasmette, si ottiene lo scatto di un relé pendenti dai vari componenti attivi adottati nel-
appena l'operatore si mette a parlare. Collegan- la realizzazione dell'apparato. E ciò significa che
do poi opportunamente i contatti utili del relé, il u.A7 41 permette la costruzione di numerosi di-
si potrà raggiungere la condizione di trasmissio- spositivi, aventi uguali caratteristiche, anche se,
ne della stazione CB senza alcun intervento ma- come sempre accade, le caratteristiche dei com-
nuale da parte di chi sta « lavorando ». ponenti attivi sono tra loro dissimili talvolta in
Normalmente questa operazione viene svolta dal- misura notevole.
l'apposito commutatore P.T.T., ovvero push to
talk (premere per parlare), che di solito si trova
montato sul microfono. ELEVATO GUADAGNO
Se il vox viene collegato con il microfono di un
registratore, è possibile ottenere l'avanzamento Nel circuito riportato in figura I, l'integrato ICI
del nastro soltanto durante i periodi di effettiva viene utilizzato come amplificatore ad elevato
registrazione. guadagno.
L'ingresso è realizzato col sistema capacitivo,
Un altro uso del vox può essere quello dell 'atti-
tramite il condensatore Cl, che viene collegato
vazione di un segnale di richiamo, ottico od
coll'entrata invertente dell'integrato, ossia con il
acustico, tramite la presenza di un segnale di alta
piedino 2 di ICI.
frequenza. La stazione ricetrasmittente CB può
L'ingresso non invertente, rappresentato dal pie-
essere così dotata di un elemento di chiamata,
dino 3, rimane polarizzato, tramite le tre resi-
funzionante quando, su un certo canale, arriva
stenze R1- R2- R3, ad un valore di tensione
il segnale di un interlocutore. pari alla metà di quello di alimentazione. In tal
modo, in assenza di segnale all'ingresso, anche
l'uscita di ICI, costituita dal piedino 6, rimane
CIRCUITO DEL VOX automaticamente stabilizzata ad un valore di ten-
sione che è pari alla metà di quello di alimen-
Alla base del funzionamento del vox, il cui sche- tazione.
ma elettrico è riportato in figura I, sta il ben
noto amplificatore operazionale A74 I.
L'uso dell'operazionale ICI, oltre che rivelarsi SEGNALE USCENTE
economicamente conveniente, semplifica notevol-
mente il circuito del vox e permette di raggiun- Quando un segnale di bassa frequenza, anche
gere un sicuro funzionamento del dispositivo, del valore di pochi millivolt, proveniente ad

725
, - - - - - - - .,- - - - - - . - - - - - - - - - - - - - 7
I
I R3

I
I
I
'
RI

Kg
R2

2
RL
i I
I

m
I

c?

i ---- ---------- -- --- - --- - - - - -- __ !

Fig. 1 - Schema elettrico del vox. La parte racchiusa fra linee tratteggiate è
quella che deve essere composta su circuito stampato. Al di fuori del quale
rimangono: il microfono di tipo magnetico, l'alimentatore e l'interruttore di
alimentazione. I contatti 4 - 5 dei reié si chiudono quando all'entrata è applicato
un segnale di bassa frequenza, anche di piccola entità.

-----COMPONENTI-----
Condensatori RS = 100 ohm
C1 = 500.000 pF R6 = 10.000 ohm
c2 = 500.000 pF R7 = 10.000 ohm
c3 = 50 pF - 16 VI (elettrolitlco)
Varie
C4 = 10 F - 16 VI (elettrolitico)
es = 22 F - 16 VI (elettrolitico) Ic1 = .A741
TR1 = BC177
Resistenze TR2 = BC107
R1 = 10.000 ohm D1 = 1N4004
R2 = 10.000 ohm RL = relé (12 V- 300 + 600 ohm)
R3 = 10.000 ohm s1 = lnterrutt.
R4 = 4,7 megaohm

esempio da un microfono magnetodinamico, vie- condensatore elettrolitico C4, si trasferisce sulla


ne applicato all'entrata del vox, questo subisce base del transistor TR 1.
una notevole amplificazione da parte dell'inte- li transistor TRl, che è di tipo PNP, controlla la
grato operazionale. L'uscita del circuito, dunque, carica del condensatore elettrolitico es. Infatti
proprio per la presenza del segnale elevato, rag- quando il segnale presente sulla base del tran-
giunge livelli di saturazione. In pratica, sul pie- sistor TR 1 diviene negativo rispetto all'emit-
dino 6 dell'integrato ICI si può rilevare, tramite tore, il transistor conduce, facendo caricare po-
un oscilloscopio, un segnale che assomiglia mol- sitivamente il condensatore elettrolitico es. E
to ad uno ad onda quadra il quale. tramite il tale carica avviene in un tempo molto breve, a

726
ci
b.
z
u

Fig. 2 - Schema pratico della parte elettronica del vox interamente montata su
circuito stampato. La scelta del modello del relé è caduta su un tipo molto
comune, il quale ovviamente condiziona li disegno del circuito stampato in
uscita, al quale ogni lettore potrà apportare le dovute correzioni in base al relé
di cui si trova in possesso.

causa della bassa resistenza offerta dal circuito nire sul condensatore es. li valore ohmmico di
emittore-collettore, per cui si può decisamente R7 può essere portato dal valore prescritto di
affermare che, non appena un segnale di bassa 10.000 ohm a quello di 47.000 per raggiungere
frequenza viene applicato all'entrata del vox, il risultato voluto.
il condensatore elettrolitico es si carica. li ritardo alla diseccitazione diviene in pratica
Per effetto della carica di es, il transistor TR2 necessario durante ogni normale processo di tra-
riceve corrente sulla sua base tramite la resistenza smissione o registrazione, allo scopo di evitare
R7, divenendo così conduttore e provocando la false commutazioni del relé durante le naturali
eccitazione del relé RL. pause tra una parola e l'altra.
I contatti normalmente chiusi 5-6 in tal caso si
aprono, mentre si chiudono quelli normalmente
aperti 4-5, che sono quelli che, nella maggior REALIZZAZIONE
parte delle applicazioni, vengono utilizzati.
Il montaggio del vox si realizza nel moclo indi-
cato dal piano costruttivo riportato in figura 2,
TEMPO DI RITARDO

A questo punto dobbiamo far notare al lettore


che il nostro vox dispone di un certo ritardo nel
processo di diseccitazione. Infatti, anche quando
viene a mancare il segnale di bassa frequenza
all'entrata del vox, il condensatore es rimane
carico e per alcuni secondi continua a mante-
nere in conduzione il transistor TR2.
Il tempo di ritardo è stabilito sia dal valore ca-
pacitivo del condensatore elettrolitico es che
da quello ohmmico della resistenza R7. Selezio-
nando, ad esempio, per TR2 un transistor ad Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-
pato da realizzare su basetta di bachelite di forre
elevato guadagno, basterà aumentare il valore rettangolare.
della resistenza R 7 per elevare considerevolmen-
te il tempo di ritardo senza bisogno di interve-

2
MICRO
APPARATO DA

ENTR.
vox use.
METTERE IN
FUNZIONE

Fig. 4 - Con questo schema a blocchi si interpreta il più semplice degli usi det
vox. Il segnale di bassa frequenza uscente dal microfono viene applicato al vox;
quello uscente dal vox viene applicato all'apparato utilizzatore o, più precisa-
mente, all'interruttore di alimentazione di quest'ultimo.

dopo essersi ovviamente procurati tutti i com- converrà dare la preferenza ai modelli di tipo ma-
ponenti necessari alla costruzione del dispositivo. gnetico.
In ogni caso, prima di iniziare il lavoro di rea- Non vi sono elementi critici degni di nota per
lizzazione pratica del vox, occorrerà comporre, questa realizzazione. Tutti i componenti pre-
su una basetta di materiale isolante e di forma scritti nell'apposito elenco sono di facile reperi-
rettangolare, il circuito stampato, il cui disegno bilità commerciale. Per il condensatore di ac-
in grandezza reale è riportato in figura 3. coppiamento d'entrata Cl, poi, la gamma di va-
Il microfono da adottare, qualora non si utilizzi lori su cui può cadere la scelta è ampia, anche
quello della stazione ricetrasmittente CB per se per esso è stato indicato il valore di 500.000
automatizzare il commutatore P.T.T., può es- pF. Jl lettore, infatti, per Cl potrà scegliere un
sere di tipo magnetico e piezoelettrico, anche se qualsiasi valore capacitivo compreso fra

MICRO TRA SM.


vox PTT

Fig. 5 - Rappresentiamo in questo disegno il concetto di applicazione più comune


del vox nel settore degli appassionati della banda cittadina. Il vox provoca la
commutazione automatica della stazione ricetrasmittente nella funzione di tra-
smettitore quando si parla davanti al microfono.

728
100.000 pF e 1 uF, purché di tipo ceramico e, del vox, quello per cui esso è stato praticamente
comunque, non elettrolitico. concepito, è illustrato in figura 5. Dal microfo-
li circuito stampato, il cui disegno è stato pre- no viene derivata una parte del segnale di bassa
sentato in figura 3, non prevede l'uso di qual- frequenza, che a sua volta viene applicata all'en-
siasi tipo di relé. E dunque necessario che il trata del vox. Poi, sulla presa per microfono del
lettore, prima di comporre questo circuito, tenga ricetrasmettitore, si applicano entrambi i se-
conto del particolare modello di relé in suo pos- gnali: quello proveniente direttamente dal micro-
sesso e poi, conformemente alla disposizione dei fono e quello uscente dal vox il quale, quando
piedini di tale componente, adattare in modo op- si parla, fa commutare la stazione ricetrasmit-
portuno le piste di rame del circuito stampato. tente nella funzione di trasmettitore, automati-
Ai principianti raccomandiamo di inserire nel camente, come se si trattasse del comando pro-
modo esatto i condensatori elettrolitici nella ba- veniente dal commutatore P.T.T. che di solito è
setta del circuito stampato, tenendo conto della montato sul microfono del ricetrasmettitore.
posizione del terminale negativo e di quello po- Quando non si parla davanti al microfono, i con-
sitivo che, nello schema costruttivo di figura 2, tatti del relé contrassegnati con i numeri 4-5 ri-
è contrassegnato con una crocetta. Per il diodo mangono aperti, mentre sono chiusi i contatti
D1, che è di tipo al silicio e che rimane collegato
in parallelo con la bobina del relé allo scopo di
evitare le pericolose scintille delle extracorrenti,
il senso dell'orientamento è dato dalla presenza
di un anello riportato sul corpo del componente
in prossimità dell'elettrodo di catodo.
Per quanto riguarda i due transistor TR I - TR2,
che vengono costruiti in contenitore metallico,
facciamo presente che l'individuazione degli e-
abbonatevi a:
lettrodi di base-collettore-emittore è agevolata
dalla presenza di una piccola lingua-guida, si-
tuata fra i terminali di emittore e collettore.
ELETTRONICA
Il rkonoscimento del piedino 1 dell'integrato
I C 1 si effettua in base alla presenza di un di- PRATICA
schetto impresso sulla faccia superiore del com-
ponente, in corrispondenza appunto di tale pie-
dino, come chiaramente indicato nello schema
pratico di figura 2.
L'alimentazione del circuito è ottenuta con la
tensione continua di valore compreso fra i 12 e i
14 V. Questa potrà essere derivata dallo stesso
alimentatore dell'apparato cui si vorrà accoppia- 5-6. Pertanto, a seconda dell'uso che si vorrà fare
re il vox. del vox, si dovranno utilizzare i primi o i se-
condi contatti.
Tutti i collegamenti, tra il vox e il microfono
IMPIEGO DEL VOX e tra il vox e l'apparato utilizzatore, dovranno
essere effettuati con cavo schermato, ricordando
All'inizio di questo articolo abbiamo citato, sia che la calza metallica costituisce il conduttore
pure in forma generica, gli usi di maggior rilievo di massa.
che si possono realizzare con il vox. Quello va- E ovvio che il collegamento del vox con i diversi
lido in ogni caso è stato simboleggiato nello sche- tipi di apparati utilizzatori varia di volta in volta.
ma a blocchi, di valore teorico, riportato in fi. anche a seconda del modello di apparato cui si
gura 4. Il microfono, di tipo magnetico o piezoe- riferisce. Per esempio volendo collegare il vox
lettrico, deve essere collegato con l'entrata del con un registratore, con lo scopo di far avanzare
vox. L'uscita del vox va collegata con l'entrata il nastro di registrazione soltanto quando si parla
dell'apparato utilizzatore, ossia con l'entrata di davanti al microfono, oppure quando da un
quell'apparato che si vuol attivare con il comando toparlante esce un suono (voce o musica), I'
della voce; in pratica, con la presenza di un se- plicazione va fatta sul comando di avanzame
gnale di bassa frequenza. del nastro, il quale varia da un tipo all'al
L'impiego più semplice ed anche il più comune registratore.
Un utensile
di grande utilità
nel laboratorio
del dilettante.

Magnetizza o smagnetizza
istantaneamente
ogni tipo di cacciavite,
orologio,
testina magnetica.

MAGNETIZZARE
E SMAGNETIZZARE
Presentiamo in queste pagine un progetto di elet- gnetizzati e ad un'altra di cacciaviti smagnetiz-
tronica che consente di realizzare un utensile zati, per ovvìi motivi; in particolar modo perché,
alla cui necessità nessun dilettante può rinuncia- mescolandosi, i cacciaviti finiscono tutti per
re. Esso va conservato sul banco di lavoro e te- magnetizzarsi.
nuto sempre sott'occhio, soprattutto quando si Con il nostro utensile un tale problema è piena-
lavora con il cacciavite. mente risolto. Per magnetizzare o per smagne-
Tutti i lettori sanno quanto può essere fastidio- tizzare un cacciavite, basta immergerlo per un
so, a volte, lavorare con il cacciavite magnetiz- attimo in un campo elettromagnetico, dopo aver
zato. Ma sanno pure quanto può rivelarsi utile il
posizionato un deviatore in uno dei due modi
magnetismo sulla lama per prendere al volo le
piccole viti ed inserirle nella loro sede di desti- possibili. Ma a questo punto pensiamo che al
nazione. Dunque, i due fenomeni di magnetiz- nostro lettore interessi conoscere, almeno a gran-
zazione e smagnetizzazione interessano entrambi, di linee, il principio fisico che regola i due inte-
durante le ore di lavoro, perché non sarebbe ressantissimi fenomeni di magnetizzazione e
pratico ricorrere ad una serie di cacciaviti ma- smagnetizzazione.

730
Per magnetizzare o smagnetizzare un oggetto, basta avvicinarlo
per qualche minuto secondo alla zona sensibile del dispositivo,
ovviamente dopo aver innestato la spina in una presa di rete ed
aver predisposto il circuito, per una delle due possibili opera-
zioni, tramite un commutatore di funzione. Con una mano si tiene
l'elemento da sottoporre al trattamento magnetico, con un dito
dell'altra si preme, per qualche istante, un apposito pulsante.

CORPI MAGNETICI non dovranno pensare ud un comportamento


anomalo dell'apparato descritto in queste pagi
Con la parola magnete si intende designare una ne quando si accorgeranno che taluni corpi non
sbarretta d'acciaio che ha la proprietà di attrarre si magnetizzano normalmente o non si magnetiz-
dei piccoli oggetti o frammenti di ferro, acciaio, zano affatto.
ghisa e, in misura minore, cobalto, nichel, cromo
ed altri metalli. Tutti questi corpi, quando sono
sottoposti all'influenza di un magnete, si ma- CAMPO MAGNETICO
gnetizzano a loro volta, e cioè diventano essi
stessi altrettanti magneti. Alcuni di questi, fra Tutti sanno che le azioni magnetiche esercitate
cui l'acciaio temperato, restano magnetizzati sta- da un magnete sono particolarmente sensibili in
bilmente, o almeno per un tempo assai lungo, e corrispondenza delle estremità, che costituiscono
in tale stato costituiscono i magneti permanen- i due poli. E pure noto che un magnete aghi-
ti; altri invece, come il ferro dolce, rimangono forme e liberamente sospeso si orienta sponta-
magnetizzati solo fino a tanto che restano sotto- neamente rivolgendo un'estremità, che è sem-
posti all'influenza di un altro magnete e in tale pre la stessa, verso il nord geografico e l'altra
stato costituiscono dei magneti temporanei. verso il sud. I due poli non sono pertanto equi-
Il minerale di ferro denominato magnetite, che valenti, ma sono nettamente distinguibili: con
risponde alla composizione chimica di un os- riferimento al libero orientamento assunto nello
sido di ferro e di cui si hanno giacimenti natu- spazio, vengono chiamati polo nord e polo sud.
rali, ad esempio all'isola d'Elba, si presenta ma- Il diverso comportamento di questi poli trova
gnetizzato naturalmente; un pezzo di tale mi- anche riscontro nel fatto che le attrazioni ma-
nerale costituisce un magnete naturale perma- gnetiche si verificano sempre fra i poli di nome
nente. contrario, mentre i poli di ugual nome si re-
Vi sono delle sostanze che manifestano fenome- spingono.
ni di magnetismo completamente opposti a quel- Come avviene nei corpi elettricamente carichi,
li che si manifestano nei corpi prima menzio- i quali danno luogo alla formazione di campi
nati. Tra questi citiamo il bismuto, che ha la elettrici, così i magneti determinano un campo
proprietà di essere respinto dai magneti anziché di forze magnetiche che prende il nome di cam-
attratto. Tali corpi sono in numero assai limi- po magnetico.
tato e vengono chiamati diamagnetici, mentre L'esempio più noto di campo magnetico è quello
tutti gli altri vengono denominati paramagnetici. terrestre, che ha il potere, con le sue linee di
In pratica però si designano semplicemente con forza magnetiche, di influenzare l'ago magne-
il nome di corpi magnetici quelli in cui le azioni tico, orientandolo fra i due poli terrestri. Le
magnetiche sono particolarmente intense: fra linee di forza generate da un magnete assumono
questi hanno importanza essenziale i materiali un andamento pressoché ellissoidale. E ad esse
ferromagnetici. si attribuisce convenzionalmente un verso: quel-
I lettori sono così completamente informati; essi- lo che dal polo nord raggiunge il polo sud.

731
R2
-i.°I

DI S1 C2
SMAGN.

MAGN.

ZI
RI
LN Cl

Flg. 1 - Circuito teorico del magnetizzatore-smagnetizzatore. Il commutatore S1


predispone il dispositivo in una delle due possibili funzioni. Il pulsante P1 va
premuto soltanto per un tempo brevissimo e contemporaneamente all'imrger-
sione dell'oggetto da trattare nel campo elettromagnetico generato da 21. La
lampada al neon LN avverte l'operatore sulla presenza della tensione di rete
(spina Innestata nella presa di corrente).

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 = 8:-15 F - 400 VI (non elettrolltlco) LN = lampada-spia al neon (220 V)
C2 = 100.000 pF - 1.000 VI D1 = diodo al sillcio (BY255 - 1N5407)
z1 = elettromagnete
Resistenze P1 = deviatore a pulsante (2 A - 400 V)
R1 = 100 ohm 10 W 51 = commutatore (1 vla - 2 posiz.)
R2 = 22.000 ohm 1 W

CAMPO ELETTROMAGNETICO di corpi metallici, per esempio dei cacciaviti, il


campo elettromagnetico permanente, provocato
Quando il campo magnetico, anziché generato dal passaggio di una corrente continua attraverso
da un magnete permanente, è determinato da un un avvolgimento, è particolarmente adatto. Ba·
avvolgimento percorso da corrente, esso prende sta infatti avvicinare il corpo, che si vuol ma-
il nome di campo elettromagnetico, il quale può gnetizzare, all'avvolgimento percorso da corren-
essere ottenuto sia con la corrente continua che te, e il gioco è fatto.
con quella alternata. Nel primo caso il campo elet- Un po' più complesso risulta invece il processo
tromagnetico è di tipo permanente, come quello di smagnetizzazione, che necessita di un campo
magnetico di una comune calamita, nel secondo elettromagnetico provocato dalla corrente alter-
caso si tratta di un campo elettromagnetico va- nata. Ossia di un campo elettromagnetico che
riabile, il cui andamento è analogo a quello del- inverte le sue polarità con la frequenza della
la corrente alternata. tensione di rete e le cui linee di forza, con la
Per il processo di magnetizzazione permanente stessa frequenza, assumono valori crescenti e de-

732
51

SCATOLA DI PLASTICA

Fig. 2- Pur rivelandosi in tutta la sua semplicità, il montaggio del dispositivo


descritto nel testo impone la massima attenzione nelle operazioni di isola-
mento dei conduttori e delle varie parti, essendo il circuito interessato dalla
tensione di rete. Il pulsante P1 è dotato di due contatti, di cui uno normalmente
chiuso NC ed uno normalmente aperto NA. Il condensatore C1, pur essendo
di grande capacità, non è di tipo elettrolitico.

crescenti, passando per lo zero, proprio come fa L'energia necessaria per alimentare il circuito
la corrente alternata. dell'apparato viene prelevata direttamente dalla
Le caratteristiche ora citate sono di fondamen- rete-luce, senza utilizzare alcun trasformatore di
tale importanza per garantire il corretto pro- tensione. È chiaro quindi che, avendo a che
cesso di smagnetizzazione di un corpo magne- fare con la tensione di 220 V alla frequenza di
tizzato, per esempio di un cacciavite, in quanto 50 Hz, in sede di montaggio del magnetizzatore-
solo l'inversione di polarità del campo eletroma- smagnetizzatore e durante il suo impiego, si
gnetico e la sua progressiva riduzione di inten- dovrà porre la massima attenzione agli isola-
sità possono eliminare la magnetizzazione del- menti, onde evi tare che elementi sotto tensione
l'elemento trattato. vengano a contatto con l'utente anche soltanto
accidentalmente. D'altra parte, se si tiene conto
dell'uso saltuario dell'apparato, bisogna conve-
OSCILLAZIONI SMORZATE nire che il sistema dell'alimentazione diretta,
senza trasformatore, costituisca la miglior solu-
In molti tipi di smagnetizzatori commerciali non zione e indubbiamente la più economica fra
sono rispettate le caratteristiche ora menzionate. tutte.
E si raccomanda all'operatore di diminuire il La tensione alternata di rete viene trasformata
campo magnetico, allontanando progressivamen- in tensione unidirezionale pulsante tramite il
te e lentamente, dall'elettromagnete dello sma- diodo al silicio D 1. Essa va poi a caricare il con-
gnetizzatore, il pezzo da smagnetizzare. Ma nel densatore Cl di elevata capacità.
nostro dispositivo tutto viene effettuato in manie-
ra automatica e nel più semplice dei modi, senza
ricorrere a costosi circuiti di regolazione, bensì MAGNETIZZAZIONE
sfruttando l'elementare principio fisico delle
oscillazioni smorzate. E vediamo subito come Se il deviatore SI si trova in posizione MAGN.,
ciò avviene analizzando lo schema teorico ripor- ossia in posizione diversa da quella in cui è stato
tato in figura I. disegnato in figura I, la carica del condensatore

733
ZONA
SENSIBILE

Fig. 3 - II contenitore del magnetizza-


tore-smagnetizzatore deve essere as-
solutamente di materiale isolante. Sulla
sua parte superiore sono presenti gli
elementi di comando, la lampada-spia e
la zona sensibile, sulla quale si pone
l'oggetto da trattare o, più semplice-
mente, lo si avvicina.

Cl avviene direttamente ed il circuito si com- elettromagnetico, è percorso da corrente conti-


porta come un vero e proprio alimentatore in nua, la cui intensità è limitata soltanto dalla resi-
continua, in grado di garantire una notevole cor- stenza ohmmica dell'avvolgimento stesso. E in
rente e quindi un campo elettromagnetico pro- questa osservazione è implicito l'avvertimento
porzionale quando viene premuto il pulsante P 1. di non tener premuto per troppo tempo il pul-
Il campo elettromagnetico si forma ovviamente sante PI.
attorno all'avvolgimento Zl.
Per ottenere la magnetizzazione di un qualsiasi
oggetto ferromagnetico, è sufficiente un tempo SMAGNETIZZAZIONE
alquanto ridotto. Ma conviene in ogni caso far
uso, per P1, di un pulsante in grado di soppor- Con S 1 in posizione SMAGN. la carica del con-
tare correnti di almeno 2 A con tensioni di densatore C 1 avviene attraverso la resistenza R2,
400 V. che provvede a limitare l'intensità di corrente.
Quando si preme il pulsante Pl, l'avvolgimento Quando sono passati alcuni secondi dal momen-
Z1, cui spetta il compito di generare il campo to ikcui si è allacciato il dispositivo alla presa

Fig. 4- Durante lo scambio ener-


getico tra il condensatore e l'in-
duttanza vengono a formarsi del-
le oscillazioni smorzate che assu-
mono l'andamento riprodotto da
questo diagramma.

734
di rete-luce e si ritiene quindi che il condensa- nella quale L misura l'indutt:.mza cli Zl e C la
tore C1 si sia caricato, si può premere il pul- capacità di CI.
sante P1 mantenendolo sotto pressione per qual- Durante lo scambio energetico, si ha passaggio
che secondo. di corrente nell'avvolgimento Z1, con la conse-
Con quest'ultima operazione il condensatore CI guente formazione di un campo elettromagneti-
viene collegato direttamente con l'avvolgimento co alternato. Ma l'oscillazione che viene ad in-
Z1 e ovviamente disinserito dal circuito di ali- staurarsi non è permanente. bensì smorzata, co-
mentazione di rete. me il diagramma riportato in figura 4. E ciò a
La configurazione che il circuito Cl e l'indut· causa della resistenza interna dell'avvolgimento
tanza L dell'avvolgimento Z1 vengono ad assu- di Z l e di altre perdite di energia.
mere è quella tipica di un circuito oscillante, Le oscillazioni smorzate rappresentano quanto
nel quale il condensatore e l'induttanza si scam- di meglio si potesse trovare per un corretto fun-
biano l'energia accumulata con una frequenza zionamento dello smagnetizzatore, dato che sol-
che può essere calcolata con la seguente formula: tanto esse consentono di realizzare un campo
elettromagnetico alternato con intensità gradual-
mente decrescente.
In pratica il campo elettromagnetico così otte-
nuto si annulla dopo alcune frazioni cli secondo.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico- L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori - I resistori - I diodi
L. 6.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
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735
A

Fig. 5 • L'elettromagnete, necessario per la realizza-


zione del dispositivo descritto nel testo, può essere
ricavato da un normale trasformatore, dopo aver eli-
minato da esso il pacchetto di lamierini A ed utiliz-
zando, quale induttanza Z1, l'avvolgimento del com-
ponente B. Gli altri elementi indicati nel disegno so-
no: espansioni polari (C), nucleo ferromagnetico (D),
reofori dell'avvolgimento (E).

REALIZZAZIONE PRATICA necessari alla costruzione, su alcuni dei quali


dobbiamo soffermarci un poco per motivi pra-
Il circuito del magnetizzatore-smagnetizzatore è tici e di reperibilità commerciale.
estremamente semplice da realizzare. Natural- Il condensatore C 1, che non è di tipo elettroli-
mente dopo essersi procurati tutti gli elementi tico, deve avere un valore elevato, compreso fra
gli 8 e i 15 F, con una tensione di lavoro di
400 V. Ebbene, un tale condensatore difficilmen-
te si può trovare in commercio. Quindi consi-
gliamo di effettuare un collegamento in paral-
t
lelo iù condensatori (in parallelo e non in
serie) di valore elevato, ricordando che il va-
lore capacitivo risultante è dato dalla somma
dei valori capacitivi dei singoli condensatori.
Tutti però debbono essere in grado di soppor-
tare la tensione di 400 V. Un valore facilmente

::ors
± e
Fig. 6 . Per la magnetizzazione o smagnetizzazione di
piccoli oggetti o di parti che non possono essere avvi-
cinati alla zona sensibile del dispositivo, l'elettroma-
gnete più adatto è quello realizzabile con un nucleo
ad olla, nel modo indicato in questo disegno. Il
dischetto di chiusura superiore (Al deve essere eli-
D minato. Il rocchetto con avvolgimento è quello con-
trassegnato con la lettera B. Esso rimane inserito
nel nucleo ad olla (C), dal quale fuoriescono I
reofori (D).

736
reperibile potrà essere quello di 4,7 F; in tal Questa volta il componente è di piccole dimen-
caso si potranno collegare in parallelo tre di sioni e potrà essere derivato dal circuito tra-
questi condensatori. mite due fili conduttori, in modo da utilizzarlo
Il pulsante P 1 deve essere dotato di due con- per la smagnetizzazione di elementi che non
tatti, di cui uno chiuso ed uno aperto; in pra- possono essere avvicinati al dispositivo, quali le
tica si tratta di un deviatore da 2 A - 400 V, testine dei registratori.
La lampada-spia LN è di tipo a gas da 220 V
con resistore incorporato.
Il diodo al silicio deve essere adatto a soppor- IL CONTENITORE
tare correnti di 3 A alla tensione di 1000 V. Per
esso abbiamo consigliato i modelli BY255 op- Il circuito elettrico di figura I deve essere com-
pure 1 N5407. posto in un contenitore di materiale perfetta-
A seconda delle applicazioni cui verrà indiriz- mente isolante, per esempio di plastica, nel
zato il dispositivo, l'induttanza Z1 potrà assu- modo indicato in figura 2.
mere diversi aspetti costruttivi. Nelle figure 5 Sulla parte superiore del contenitore, come chia-
e 6 sono illustrati due esempi di pratiche realiz- ramente indicato in figura 3, compaiono: la lam-
zazioni di induttanze o, più precisamente, di pada-spia al neon LN che avverte l'operatore
elettromagneti. Il primo è ricavato da un tra- quando la spina è innestata sulla presa di rete,
sformatore, cui è stata tolta parte del nucleo, il commutatore S 1 che va manovrato per ma-
in modo da aprire il circuito ferromagnetico e gnetizzare e smagnetizzare e in corrispondenza
far sì che le linee di forza si chiudano attraverso del quale occorrerà apporre le due diciture
l'aria, cioè in quella zona in cui praticar{ente si SMAGN. e MAGN., il pulsante Pl che deve es-
immergeranno gli oggetti da magnetizzare o sma- sere premuto per brevissimo tempo sia per ma-
gnetizzare. L'avvolgimento Z1 si identifica in gnetizzare oggetti che per smagnetizzarli e, in-
questo caso con gli stessi avvolgimenti del tra- fine, la zona sensibile, ossia quella parte del
sformatore, che dovranno essere collegati in se- contenitore internamente alla quale si affaccia
rie tra di loro; per esempio il primario a 220 V l'elettromagnete e dove è quindi presente il cam-
con il secondario a 12 V. po elettromagnetico con la sua maggiore inten-
Quello riportato in figura 6 è un secondo esem- sità. Su questa zona il lettore avvicinerà gli og-
pio di elettromagnete facilmente realizzabile. getti che vorrà magnetizzare o smagnetizzare.

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Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazlone: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

737
FILTRO NOTCH
Siamo certi che non tutti i nostri lettori sanno mitato soltanto al settore amatoriale. Perché la
con esattezza quale sia la funzione di un filtro sua funzione diviene utile e necessaria ogni
notch. Anzi, ad alcuni, questo termine sembrerà volta che. eia un segnale complesso, si desidera
addirittura sconosciuto. Eppure la funzione di escludere un ben preciso valore di frequenza.
tale filtro è semplice e, in molti casi, utilissima,
se non proprio indispensabile.
Letteralmente, notch significa: incisione, inta-
CARATTERISTICHE DEL FILTRO
glio, dentellatura. E con l'espressione « Filtro
Notch » si suole quindi designare un partico-
lare circuito, in grado di ridurre una ben pre- II progetto di filtro qui presentato e descritto,
cisa porzione di frequenze che compongono un risulta particolarmente adatto per la soppressione
determinato segnale elettrico. E poiché la banda di segnali indesiderati in un campo di frequen-
di frequenze è molto stretta normalmente, que- ze che si estende fra i 400 Hz e i 10.000 Hz
sto tipo di filtro bene si adatta alla eliminazione circa.
di segnali spuri a frequenza fissa. Si pensi, ad L'attenuazione, che il filtro notch è in grado di
esempio, ad una ricezione radiantistica distur- garantire, è di 40 dB circa. E un tale valore è
bata da un fischio intenso e continuo dovuto al da considerarsi veramente notevole, dato che
battimento tra due emittenti. E si pensi ai be- esso permette dì cancellare segnali di disturbo
nefici apportati, in tal caso, dall'uso di un filtro anche di una certa ampiezza.
notch, che consentirebbe di eliminare, pressoché La possibilità di regolare la frequenza mediante
totalmente, il disturbo, permettendo una chiara un unico comando, risulta inoltre molto utile e
ricezione del segnale audio. Ma il campo di im- pratica, soprattutto quando si vuole centrare ve-
piego del filtro notch è molto vasto e non li- locemente il segnale indesiderato e assai robusto.

738
Per un ascolto esente da frequenze disturbatrici.

Utile agli OM, ai CB e agli SWL.

Trova la sua più naturale applicazione negli apparati BF.

ANALISt DEL CIRCUITO controfase sulla base del transistor TR3, si può
concludere dicendo che questa subisce il comple-
Lo schema elettrico del circuito del filtro notch to annullamento, mentre tutte le altre frequenze
è quello riportato in figura 1. Come si vede, si vengono invece normalmente amplificate.
tratta di un progetto interamente transistorizza- Ma nella realtà la soppressione non è poi così
to, che fa uso di tre transistor al silicio, di cui netta come dovrebbe essere in teoria. Infatti,
due di tipo NPN ed uno, il terzo, di tipo PNP. seppur ben delimitata, la soppressione interessa
Il primo dei tre transistor (TR I) funge da ele- soltanto una piccola banda di frequenze.
mento separatore. Infatti esso è collegato in cir- L'effetto-filtro può venir agevolmente neutraliz-
cuito con uscita di emittore o, come si suol dire, zato aprendo l'interruttore S1. In tal caso viene
ad emitter follower ed il suo guadagno in ten- attenuato il segnale uscente dal collettore del
sione è unitario. Tuttavia, il transistor TR 1 con- transistor TR2 e, di conseguenza, l'effetto di sop-
ferisce al circuito del filtro una elevata impe- pressione di una certa frequenza.
<lenza d'ingresso, tale da non sovraccaricare mi- Abbiamo parlato di attenuazione del segnale
nimamente lo stadio a monte. Questo stesso tran- uscente dal collettore del transistor TR2 e così
sistor, così montato, presenta una bassa impe- pure di attenuazione dell'effetto di soppressione.
denza d'uscita, che gli consente di pilotare il Perché, aprendo l'interruttore S1, il collettore di
circuito di filtraggio dei segnali vero e proprio. TR2 rimane in qualche modo ancora collegato
La cui parte principale è pilotata dal transistor con la base del transistor TR3 attraverso il con-
TR2, anch'esso di tipo NPN. densatore C3 e la resistenza di elevatissimo va-
Il transistor TR2 genera due segnali tra loro lore R8.
in controfase, uno sull'emittore e uno sul collet- Per ottenere un effetto veramente efficace del
tore. Questi segnali, per mezzo di reti resistivo- filtro notch, è necessario che i due segnali di
capacitive, vengono applicati entrambi alla collettore e di emittore del transistor TR2 siano
base dell'ultimo transistor amplificatore TR3, il bilanciati. A tale scopo, quindi, è stata inserita
quale provvede ad effettuarne la somma. Ma se la resistenza semifissa R4 (trimmer) sul circuito
si tiene conto che, a causa dello sfasamento in- di collettore di TR2. Questa resistenza va rego-
trodotto dalle reti resistivo-capacitive e del fatto lata in modo da ottimizzare la soppressione del
che i segnali si trovano in controfase tra di loro, segnale indesiderato; ma di tale regolazione si
una sola e ben determinata frequenza arriva in parlerà in sede di taratura del filtro notch.

Con questo filtro si riesce ad eliminare o quanto meno a ridurre


le frequenze disturbatrici che si accompagnano a quelle dei se-
gnali in ricezione. li suo campo di impiego è molto vasto ed oltre-
passa i limiti di quello amatoriale.

739
R13

~
R4 - --·--
R8

Il Il c3

C a
l

Il es
TR1
(@ )usc.
)eor

"' !•u
~ ... _ .... TR3 '

Flg. 1 - Circuito elettrico del filtro notch. L'interruttore S1 inserisce e disinseri-


sce a piacere l'azione del filtro nell'apparato utilizzatore. Il trimmer R4 va rego-
lato in sede di taratura del circuito, mentre Il potenziometro doppio R10 • R12
serve per eliminare li segnale di disturbo.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R7 = 1.800 ohm
C1 =
470.000 pF R8 = 10 megaohm
c2 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) R9 = 330 ohm
C3 = 47.000 pF R10 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log)
C4 = 10 F - 16 VI (elettrolltlco) R11 = 330 ohm
es = 47.000 pF R12 = 10.000 ohm (potenz. a varlaz. \og)
C6 = 4.7 F - 16 VI (elettrolitico) R13 = 6.000 ohm

Resistenze Varie
R1 =220.000 ohm TR1 = C239C
R2 =150.000 ohm TR2 = BC239C
R3 = 22.000 ohm TR3 = BC177
R4 = 470 ohm (trimmer) s1 = interrutt.
R5 = 1.800 ohm s2 = interrutt.
R6 = 2.200 ohm ALIM. = 9 Vcc

ALIMENTAZIONE to in cui il filtro notch verrà inseto. Ma in


ogni caso la tensione di alimentazione del cir-
Poiché la destinazione più naturale del filtro cuito deve essere quella continua a 9 V, come
notch è quella di un ricevitore radio, è ovvio chiaramente indicato nello schema elettrico di
che coloro che vorranno montare questo proget- figura 1, mentre in quello pratico di figura 2 è
to vorranno pure alimentarlo con lo stesso ali- rappresentata, in veste di alimentatore del cir-
mentatore dell'apparecchio radio o dell'appara- cuito. una normale pila a 9 V. del tipo di quelle

740
SCATOLA METALLICA BASETTA ISOLANTE

PILA 9 V

Fig. 2-La realizzazione pratica del filtro notch col sistema cablato evita, ai meno
esperti, il lavoro di composizione di un apposito circuito stampato. Come si può
notare, l'interruttore S1, che consente di Inserire o disinserire il filtro, è incor-
porato con il potenziometro doppio, ma nulla vieta di far uso di un interruttore
separato.

montate nei ricevitori radio tascabili. La quale abbiamo ritenuto necessario comporre il dise-
è più che sufficiente per un normale uso del fil- gno, oppure seguendo il vecchio sistema del ca-
tro, se si tiene conto che il consumo di cor- blaggio, che è quello dei collegamenti dei vari
rente è di 2 mA. elementi tramite fili conduttori.
Coloro che vorranno servirsi dell'alimentatore In ogni caso, prima di iniziare il lavoro costrut-
dell'apparato utilizzatore del filtro notch, nel tivo, il lettore dovrà procurarsi tutti gli elementi
quale normalmente sono disponibili le tensioni necessari al montaggio. Primo fra questi è il po-
continue di (2 : 18V, potranno provvedere tenziometro RI0- R12 che, come si può vedere
alla riduzione di tali valori a quello di 9 V rea- in figura 2, è di tipo doppio. Ossia, i due poten-
lizzando il circuito di figura 5, che è una va- ziometri vengono regolati da uno stesso perno,
riante al circuito di alimentazione originale del- in modo che le variazioni potenziometriche risul-
lo schema di figura I. tino le stesse per entrambi i componenti.
Con la realizzazione di questa variante, si disac- I due potenziometri accoppiati meccanicamen-
coppia e si stabilizza l'alimentatore, adattando te, Rl0 - R12, consentono di regolare la frequen-
il circuito del filtro al valore di tensione dispo- za di soppressione del filtro, tra 400 Hz e 10.000
nibile nell'apparato cui il notch verrà accoppiato. Hz circa, secondo la curva tipica di risposta
identificabile nei grafici riportati in figura 3.
Nell'esempio di montaggio di figura 2 si fa uso
COSTRUZIONE di alcuni ancoraggi, con i quali si irrigidisce il
circuito e gli si conferisce un aspetto razionale
Poiché la realizzazione del filtro non costituisce e compatto.
un lavoro particolarmente difficile, ognuno po- L'intero montaggio del filtro notch deve essere
trà regolarsi nel modo ritenuto migliore, ossia racchiuso in un contenitore metallico, che funge
servendosi di un circuito stampato, di cui non da schermo elettrostatico e da conduttore della

741
A TTE N. FREO. FREO.
dB MINIMA MASSIMA

Fig. 3 • Curva tipica di risposta


20 10O 400 1 10 20 caratteristica del filtro notch. La
HZ HZ HZ KHZ KHZ

I~
KHZ frequenza di soppressione, com.
presa fra i 400 Hz e i 10 KHz, è
BANDA LAVORO ., . regolata tramite il potenziometro
doppio.

linea di massa che, nel nostro caso, coincide con levato, preferibilmente, dal potenziometro di
la linea di alimentazione negativa. controllo di volume sonoro del ricevitore radio,
Sulla parte frontale del contenitore metallico so- cioè dal potenziometro che controlla lo stadio di
no raggruppati tutti gli elementi di comando: la bassa frequenza dell'apparato ricevente.
boccola d'entrata, l'interruttore S2, il perno del In pratica, questo tipo di intervento va eseguito
potenziometro doppio e la boccola d'uscita. Il nel modo indicato negli schemi di figura 4. Dap-
trimmer R4 invece si trova internamente al cir- prima si stacca il conduttore originale collegato
cuito e deve essere regolato una volta per tutte con il cursore del potenziometro e che, nello
in sede di taratura del dispositivo. schema a sinistra di figura 4, abbiamo contrasse-
L'interruttore S1, che provvede ad inserire e a gnato con la lettera B. Poi, su questo punto del
disinserire a piacere il circuito del filtro notch circuito dell'apparecchio radio, si collega il con-
nell'apparato in cui esso verrà utilizzato, è in· duttore centrale di un cavetto schermato, la cui
corporato nel potenziometro doppio R 10-R 12. calza metallica va collegata con la massa del ri-
Ma non è necessario che questo interruttore ri- cevitore, da una parte, e con quella del filtro
sulti accoppiato al potenziometro doppio, perché notch, dall'altra. L'altro capo libero del condut-
anche un normale interruttore separato, come tore centrale di questo cavetto va inserito, tra-
quello di alimentazione S2, potrà fornire le stes- mite adatto spinotto, sulla boccola d'entrata del
se prestazioni. filtro.
Sulla boccola d'uscita del filtro notch si innesta
un secondo spinotto collegato ad un altro cavetto
COLLEGAMENTI schermato, la cui calza metallica deve rimanere
in contatto elettrico sia con la massa del circuito
Le connessioni con le due boccole d'entrata e del filtro, sia con quella del ricevitore radio. Il
d'uscita del filtro notch dovranno essere effettua- terminale centrale di questo secondo cavetto deve
te esclusivamente con cavetti schermati, le cui poi essere collegato con il conduttore contrasse-
calze metalliche verranno collegate con il cir- gnato con la lettera B negli schemi di figura 4,
cuito di massa, il quale coincide con la linea di che è il conduttore che era stato disinserito, all'i-
alimentazione negativa. nizio di queste operazioni, dal cursore del po-
E venjamo ad un esempio pratico di collegamen- tenziometro di controllo del volume sonoro.
to, più precisamente al collegamento del filtro Per concludere, possiamo dire molto brevemen-
notch con un ricevitore radio. te che il filtro notch viene collegato in serie con
Il segnale che si vuole filtrare deve essere pre- il cursore del potenziometro di volume del rice-

742
-----
BF

I
I
ENTR.
- -
NOTCH

potenziometro
volume
A

8
agli stadi
ampi. BF
-F

I
I
I jr
I

I
use.

A
I
I
agli stadi
pot ho» 8 I
ampi. BF
I

±
volume
•• !J
' e

~l

Fig. 4 - Esempio di pratica applicazione del filtro notch nel circuito di un ricevi-
tore radio. Il filtro rimane collegato in serie con il cursore del potenziometro
di volume dell'apparato utilizzatore.

vitore radio. Ma, lo ripetiamo, quello del rice- ancora sul trimmer R4. Queste operazioni, dun-
vitore radio è soltanto un esempio applicativo, que, vanno eseguite più volte di seguito, finché
dato che l'inserimento del filtro notch può av- ci si convince di aver raggiunto i migliori ri-
venire, molto utilmente e vantaggiosamente, su sultati.
una larga fascia di apparecchiature di bassa fre-
quenza.

470 n
TARATURA DEL FILTRO

Le operazioni di taratura e messa a punto del


filtro notch consistono nella regolazione del trim- DIODO
ZENER
mer potenziometrico R4, che rimane inserito 9V

dentro il contenitore e che va regolato una volta o


per tutte, e in quella del potenziometro doppio A LI M. RICEY.
RlO - R12. 1218 V

Per effettuare queste regolazioni, si dovrà sinto-


nizzare il ricevitore, cui è applicato il filtro TR3
notch, su una emittente la cui ricezione è accom-
pagnata da un'interferenza, per esempio da un
fischio. Quindi si chiude l'interruttore S1, che
inserisce il filtro nel circuito del ricevitore e si
regola il potenziometro doppio R 1 0- R 12 in
modo da ottenere la maggior soppressione del Fig. 5- Supponendo che, nella maggioranza del casi,
fischio. Potrà accadere che la soppressione sia ie tensioni di alimentazione degli apparati utilizzatori
molto lieve, non essendo ancora stato regolato si aggirano fra i 12 V e i 18 V, questa è la variante
il trimmer potenziometrico R4. Pertanto si co- circuitale da adottare per il filtro notch. qualora si vo-
mincerà ad agire su questo secondo elemento lesse derivare la tensione di alimentazione dallo stes-
so alimentatore del dispositivo In cui verrà Inserito
con lo scopo di ottimizzare l'effetto di filtraggio, il filtro.
intervenendo di nuovo sul potenziometro doppio
con un'altra regolazione e, quindi, ritornando

743
AUTO
FERMA
LUCI
SPENTE
Questo progetto è indirizzato a tutti quei lettori pio, si possono accendere anche senza inserire
automobilisti che, essendo sempre presi dalla la chiavetta. Ecco perché assai spesso si avverte
fretta e non prestando eccessiva attenzione al l'utilità di un sistema di allarme. di semplice
modo con cui abbandonano la vettura nel par- concezione circuitale, in grado di segnalare, al
cheggio o nel garage, si dimenticano di spegnere conducente diisattento, la dimenticanza delle
le luci di posizione. Pertanto, realizzando ed luci accese o dell'inserimento, nel circuito elet-
installando nel proprio automezzo tale dispositi- trico, di un qualsiasi altro apparato funzionante
vo, si protegge la batteria da un inutile spreco con l'energia erogata dalla batteria. Ed il nostro
di corrente, scongiurando, soprattutto durante la è un sistema d'allarme veramente semplice ed
stagione invernale, l'amara sorpresa del mancato anche la sua realizzazione pratica può essere
avviamento del motore. affrontata da chiunque molto agevolmente. Se
In tutte le macchine o, almeno, in quelle a noi può sussistere qualche difficoltà, invece, questa
note, quando si toglie la chiavetta di accensione, riguarda soltanto l'installazione del dispositivo
non si disinserisce l'intero circuito elettrico, os- sulla vettura, a causa della mancanza di spazi
sia non si apre completamente il circuito di disponibili o per l'impossibilità di inserire qual-
alimentazione della batteria. Le luci. ad esem- che filo conduttore in più. Ma su questo punto,

Un suono, più o meno acuto, viene emesso da un piccolo alto-


parlante quando, nell'abbandonare la macchina in parcheggio o
nel garage, ci si dimentica di spegnere tutte le luci, oppure si
lascia inserito un qualsiasi dispositivo elettrico od elettromec-
canico nel circuito di alimentazione collegato con la batteria
dell'autovettura.

744
Per gli automobilisti distratti.

Per non esaurire la batteria.

Per evitare l'immediato


o mancato avviamento del motore.

per ovvìi motivi, non possiamo offrire al lettore latore di bassa frequenza, il quale controlla un
alcun suggerimento specifico, limitandoci a ricor- piccolo altoparlante, mentre l'oscillatore è a sua
dare alcuni avvertimenti pratici. Tuttavia, vo- volta controllato da una semplicissima logica a
gliamo ritenere che, in certi casi di incapacità o diodi al silicio, che assolve le funzioni di moni-
insufficiente preparazione in materia di circuiti toraggio delle luci e di altri elementi alimentati
elettrici dell'auto, ognuno possa sempre ricorrere dalla batteria dell'auto.
al conforto e ali 'aiuto di un esperto elettrauto,
dopo aver illustrato a questi il sistema di colle-
gamento e, almeno a grandi linee, il funziona- ESAME DEL CIRCUITO
mento del nostro circuito d'allarme.
Esaminiamo ora dettagliatamente il circuito teo-
rico del dispositivo d'allarme riportato in figura 1.
FUNZIONAMENTO L'oscillatore, che ha il compito di generare il se-
gnale di bassa frequenza, è rappresentato dal
li funzionamento del progetto presentato in que- ben noto integrato 555, la cui caratteristica è
sto articolo è elementare. Quando si toglie la quella di fornire da solo una discreta potenza
chiave di avviamento del motore o la si ruota d'uscita, senza che vi sia necessità di inserimento
nella posizione di parcheggio, naturalmente aven- di alcun amplificatore a valle. Ecco perché esso
do dimenticato accese le luci poste sotto con- è stato preferito ad ogni altro tipo di oscillatore
trollo dal nostro sistema di allarme, attraverso realizzabile con componenti discreti o integrati.
un piccolo altoparlante esce un segnale acustico Con l'integrato 555, infatti, è stato possibile
di sufficiente intensità, che in pratica assomiglia miniaturizzare al massimo l'intero dispositivo.
ad un fischio, udibile e sicuramente individuabile L'integrato ICI, come si può notare osservando
anche nel frastuono del traffico cittadino. lo schema di figura 1, rimane collegato secondo la
li circuito è costituto essenzialmente da un oscil- classica configurazione di oscillatore astabile. La

745
FARI
ANT.
DI
Dz1

RI
- I
I
I
I
I
LUCI
# 7
I
PARCH.
D2
R2 IC1
k $6

BOBINA
ACCENS.
I_

Fig. 1 - Circuito teorico del dispositivo di controllo delle luci e di altri appa-
rati elettrici funzionanti, sull'autovettura, con la corrente derivata dalla batteria.
Le linee tratteggiate racchiudono l'intera parte circuitale che deve essere mon-
tata su circuito stampato. Le entrate utili sono quelle che fanno capo agli anodi
dei due diodi D1 - D2. Ma queste possono essere aumentate tramite il collega-
mento in parallelo di altri diodi al silicio.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
c1 = 47.000 pF D1 = 1N4004 (diodo al silicio)
c2 = 50 F - 16 V (elettrolitico) D2 = 1N4004 (diodo al silicio)
D3 = 1N4004 (diodo al silicio)
Resistenze DZ1 = 2,7 V- 0,5W (diodo zener)
R1 = 10.000 ohm - 1/4 W ICI = 555 (integrato)
R2 = 10.000 ohm - 1/4 W AP = 8 ohm (altoparlante)
R3 = 68 ohm- 1/4 W

resistenza Rl, unitamente ad R2 e al condensa- pari alla tensione di alimentazione dell'integrato


tore C 1, determina la frequenza di oscillazione ICl.
del circuito. La resistenza R3 assume la funzione di resistenza
Il segnale di bassa frequenza uscente, è preleva- di limitazione e consente l'uso di altoparlanti an-
bile dal piedino 3 dell'integrato. Esso è un se- che di bassa impedenza, di 4 + 8 ohm, senza tut-
gnale ad onda quadra, di ampiezza pressoché tavia sovraccaricare l'oscillatore.

746
4
Fig. 2 - Piano costruttivo, realizzato su circuito stampato, del dispositivo di con-
trollo degli elementi collegati con la batteria di bordo delle autovetture. Trattan-
dosi di un apparato destinato a subire le sollecitazioni della macchina, è neces-
sario comporre un'unità elettronica rigida con saldature a stagno perfette.
l'altoparlante AP potrà essere sostituito con un buzzer piezoelettrico di tipo
passivo, ossia privo di oscillatore interno.

ALIMENTAZIONE A DIODI nell'autovettura o, meglio, nel circuito di accen-


sione del motore. Vi si nota infatti, con chiarezza.
Condizione necessaria affinché l'oscillatore ge- il punto esatto in cui va collegato il diodo D3
neri il segnale di bassa frequenza è che esso ven- (PUNTO DI COLLEG. A D3). Nello stesso
ga alimentato. Ed una semplice logica a diodi al schema di figura 4 si può notare la presenza della
silicio (D1-D2- D3) consente di alimentare il lampada LP da I 2 V. La quale è inserita tra la
circuito soltanto in certe condizioni: in partico- linea di alimentazione positiva dell'accensione e
lare, quando una lampadina sotto controllo rima- massa. Ebbene, la presenza di tale lampadina
ne alimentata pur avendo disinserito la chiave di costituisce un accorgimento necessario a permet-
avviamento del motore del! 'autovettura, oppure tere il normale funzionamento del nostro dispo-
quando la chiave stessa rimane ruotata nella po- sitivo anche quando il ruttore rimane aperto.
sizione di parcheggio. In queste condizioni, infat- Perché con il ruttore aperto il diodo D3 non
ti, l'alimentazione positiva giunge all'integrato risulterebbe collegato a massa e impedirebbe il
attraverso uno dei due diodi al silicio DI o D2, i funzionamento dell'allarme. E quando si spegne
cui anodi sono collegati alle lampadine sotto il motore, il ruttore può fermarsi con il contatto
controllo, e attraverso il diodo zener DZ 1, men- aperto o chiuso.
tre il punto contrassegnato con il numero 3, nel
circuito elettrico di figura 1, trovandosi a poten-
ziale zero, permette il passaggio di corrente nel- ACCENSIONE ELETTRONICA
l'integrato ICI, avviandone il funzionamento.
In molti tipi di autovetture di costruzione mo-
derna, l'accensione del motore avviene con il si-
COLLEGAMENTO DELL'APPARATO stema elettronico, nel quale le vecchie puntine
platinate non esistono più. In queste macchine,
Lo schema teorico di figura 4 interpreta il siste- dunque, il diodo D3 va collegato in un punto im-
ma di collegamento del dispositivo di allarme mediatamente a valle dell'interruttore di accen-

747
ai
1
41
2
Fig. 3 . Disegno in grandezza reale del circuito
stampato che il lettore dovrà comporre Imme-
diatamente prima di iniziare il montaggio del di-
sposltlvo d'allarme.

sione, che va individuato, caso per caso, possibil- come si sa, alle lampade della macchina, di qual-
mente con l'aiuto di un esperto elettrauto. Ovvia- siasi tipo esse siano e qualunque funzione esse
mente la necessità dell'inserimento della lampa- svolgano, arrivano due fili conduttori: quello di
dina LP, indicata nello schema elettrico di figura massa e quello proveniente dal morsetto positivo
4, rimane ancora. della batteria. Pertanto, bisogna far attenzione a
non collegare gli anodi dei diodi con il conduttore
di massa.
La limitazione dell'uso del nostro apparato, im-
COLLEGAMENTO ALTERNATIVO posta dalla presenza dei due sol i diodi D 1 - D2,
può essere evitata inserendo nel circuito altri
Un altro tipo di collegamento è possibile, quan- diodi ed aumentando così gli ingressi utili del
do si desidera che l'allarme entri in funzione circuito originale di figura 1. II catodo dei nuovi
soltanto al momento dell'apertura delle portiere, diodi, che chiameremo D4 - D5 - D6, ecc., dovrà
avendo ovviamente dimenticata una luce accesa. essere collegato con i catodi dei diodi O 1 - D2.
Per realizzare questa funzione, basterà collegare Con questo sistema si potranno tenere sotto con-
il diodo D3, anziché alla bobina BT, come indi- trollo molti altri elementi funzionanti con l'ener-
cato nello schema di figura 4, direttamente sul- gia derivata dalla batteria dell'autovettura. Per
l'interruttore della portiera del conduttore, quel- esempio, i fari di retromarcia, i fari fendinebbia,
l'interruttore che provoca l'accensione e lo spe- lo sbrinatore del lunotto posteriore, la radio, ecc.
gnimento della luce nell'abitacolo. Con questo
tipo di collegamento non è più necessario l'inseri-
mento della lampada LP indicata nello schema
di figura 4. COSTRUZIONE

La realizzazione pratica del progetto, riportata


in figura 1, è alquanto semplice e si addice a
VERSATILITA' DELL'APPARATO chiunque, anche ai principianti di elettronica.
Meno semplice è invece l'applicazione del dispo-
Nel progetto originale di figura 1 sono previsti sitivo della macchina. Ma per questa operazione
due tipi di controllo di luci accese, attraverso i abbiamo già consigliato i meno esperti a ricorrere
due diodi D1 • D2, i quali debbono essere colle- ai consigli, se non proprio all'intervento, di un
gati ai terminali positivi delle lampade che si elettrauto.
vogliono tenere sotto controllo. Quindi, in sede In ogni caso, la realizzazione del progetto va fat-
di montaggio dell'apparato, occorrerà star bene ta su circuito stampato, di cui in figura 3 abbiamo
attenti a collegare gli anodi dei due diodi D 1-D2 riportato il disegno in grandezza naturale. L'uso
con i conduttori positivi della batteria. Perché, del circuito stampato permette la costruzione di

748
o
PUNTO DI
COLLEG. 4 3

/ @A
ALLE
F f uess
CANDELE 1N MOTO

Fig. 4 • Questo semplice schema


elettrico funge da guida pratica
3 v
per l'applicazione dell'apparato de-
scritto nel testo al circuito elettri-
co dell'autovettura. L'anodo del dio- AVVOLG
do D3, cioè il terminale contrasse- AT CONTATTO
gnato con il numero 3 nello schema RUTTORE
pratico di figura 2, deve essere col-
legato con il morsetto dell'avvol-
gimento di bassa tensione della bo-
bina, come indicato in questo sche-
ma. In parallelo all'avvolgimento BT
della bobina si deve Inserire la lam- MASSA
pade LP da 12 V.

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una unità rigida e compatta, assolutamente ne- do. Per l'integrato IC 1, invece, la posizione degli
cessaria nelle applicazioni su autovetture, dove otto piedini è resa individuabile da un dischetto
le sollecitazioni meccaniche potrebbero provoca- riportato sulla parte superiore del componente in
re dissaldature e cortocircuiti. corrispondenza del piedino 1, come del resto
Il piano costruttivo del dispositivo di allarme chiaramente indicato nello schema pratico di fi-
è quello riportato in figura 2. In esso si può gura 2.
notare come pure l'integrato 555 è stato diretta- La funzione del diodo zener DZ1 è quella di im-
mente saldato sul circuito stampato, senza far pedire falsi interventi del circuito in presenza di
uso di zoccolo portaintegrato, dal quale il com- piccole differenze di potenziale sui punti posti
ponente potrebbe sfilarsi. sotto controllo. Pertanto, nella maggior parte dei
Ai lettori principianti raccomandiamo di rispet- casi, il diodo zener potrà essere omesso, oppure
tare scrupolosamente le polarità dei diodi al sili- cortocircuitato, od eventualmente sostituito con
cio e di quello zener, nonché del condensatore un normale diodo, dello stesso tipo di D I - D2-
elettrolitico C2. A tale proposito ricordiamo D3. Ma, attenzione, questo eventuale diodo al
che il catodo dei diodi è facilmente riconoscibile silicio, montato in sostituzione del diodo zener
dalla presenza di un anello impresso sul corpo DZ1, dovrà essere collegato al circuito con le
del componente in corrispondenza di tale elettro- polarità invertite rispetto allo zener originale.

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750
COLLAUDO colo dell'altoparlante ed occupa quindi meno
spazio.
Una volta terminato il montaggio del dispositivo Successivamente si provvederà ad alimentare il
secondo il piano costruttivo di figura 2, prima an- dispositivo con la tensione 'continua di 13,5 V,
cora di accedere ai circuiti elettrici dell'autovet- derivata da una batteria di pile piatte da 4,5 V
tura, occorrerà effettuare un rapido collaudo del- ciascuna, collegate in serie tra di loro. Il mor-
l'apparato. setto positivo della pila va collegato, indifferen-
A tale scopo si provvederà a collegare sui termi- temente, con l'anodo del diodo D1 oppure con
nali, contrassegnati con i numeri 4-5, un alto- quello del diodo D2, cioè con i terminali contras-
parlante da 8 ohm, ricordando che questo valore segnati con i numeri 1-2 nello schema costrut-
può variare fra i 4 e gli 8 ohm, senza compromet- tivo di figura 2.
tere il funzionamento del circuito. L'uscita del- Se tutto è stato fatto senza errori, dal trasduttore
l'integrato ICl, infatti, è di tipo a bassa impe- acustico, altoparlante o buzzer, uscirà un suono,
denza. la cui frequenza è determinata dal condensatore
L'altoparlante potrà essere sostituito con un buz- Cl e dalle due resistenze R1 - R2. I circuito,
zer piezoelettrico di tipo passivo, ossia senza quando entra in funzione, assorbe una corrente
oscillatore interno, che è un componente più pie- di 20 mA circa.

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rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta,
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po-
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e, ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pubblici-
tario. •
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo nei limiti di
40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stampatello).

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I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica "Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

- o ,- ----

----· ---- - --•- , ___

a -- -·-'---- - · -------

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-- .

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Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a:


I
ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute •
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756
LA PISTA DEL LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo - -
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce- ENTR.
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
i\
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

ALIMENTATORE TEORICO rendermi possibile, quindi, quella pratica realiz-


zazione, vi prego di comunicarmi, in qualsiasi
Con vivo interesse, mese dopo mese, bo sempre forma, pubblica o privata, i valori esatti dei due
seguito, fino ad oggi, la rubrica del principiante condensatori e delle due resistenze.
elettronico denominata « Primi Passi », dalla SCOTTI GIORGIO
quale bo appreso i principi elementari di que- Bologna
sta affascinante disciplina, quelli che mi hanno
concesso di realizzare molti progetti, anche di
grande utilità personale e per la mia casa. Ed La trattazione, cui lei fa riferimento, essendo de-
è proprio facendo riferimento a questa stessa stinata ad un pubblico di principianti e rivestendo
rubrica che ho deciso di scrivervi per porvi un il puro carattere didattico, non poteva assumere
mio preciso quesito. Sul fascicolo di agosto di un valore pratico-costruttivo. Anche perché ogni
quest'anno avete trattato la seconda parte di un progetto di alimentatore, veramente completo,
tema assai importante: l'alimentazione, con par- ha sempre costituito, nel nostro periodico, ma-
ticolari accenni ai vari sistemi di filtraggio e sta- teria per la pubblicazione di un intero articolo.
bilizzazione. Ma fra tutti i circuiti presentati, E' comunque possibile realizzare il circuito del-
quello che maggiormente mi ha interessato è l'alimentatore, con tensione d'uscita variabile, per
stato l'alimentatore con tensione d'uscita variabile il quale si è rivolto a noi. I valori da attribuire ai
nel quale si fa uso di un integrato di tipo LM317 componenti sono dunque i seguenti: Cl
e che risulta pubblicato a pagina 481 in figura 8. 100.000 pF- C2 = 100.000 pF - R 1
Purtroppo tale schema, pur essendo da voi de- 5.000 ohm - R2 = 150 ohm. La tensione, da ap-
finito «applicativo», non è confortato dalla pre- plicare all'entrata, dovrà avere un valore di 35 V
senza dell'abituale elenco dei componenti, nè i circa e dovrà essere filtrata tramite un elettroli-
valori di questi possono in alcun modo desu- tico da 2.200 F - 50 Vl. L'integrato dovrà es-
mersi dalla esposizione teorica del testo. Per sere montato su un elemento dissipatore di calore.

757
CONTROLLI DI TONALITA' E VOLUME

Dovrei realizzare un'unità di controllo di to-


nalità e volume che non comporti problemi di
collegamenti con gli altri elementi che compon-
gono la catena di riproduzione audio.
AMBROSI FABIO
Bari

Le proponiamo la costruzione di questo pro-


getto, in cui si fa uso di un integrato, che ri-
solve il problema del controllo a distanza sen-
In scatola di montaggio za introdurre disturbi o ronzi nella riprodu-
zione audio.

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SERVE PER COSTRUIRE:

un moderno orologio numerico a di-


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un termometro di precisione
una radiosveglia
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applicazioni tecniche.

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tu.22
e.2:2
:.
patamente_ r'Importo a m930 vaglia postale,
Condensatori
assegno bancarlo, clrcolare o_c.c.p. n.
C1 = 6.800 pF
;:::% 5.
G:. i a "si
si C2
C3
=
=
10 µF -12 VI (elettrolitico)
330 pF
{"..'ii,'s ri si6i. C4 =100.000 pF
C5 =500.000 pF

758
L'INTEGRATO CA 3046

Desidero avere qualche informazione relativa al-


l'impiego dell'integrato CA 3046.
KIT PER CIRCUITI
MINALDI LUCIANO
Como
STAMPATI L. 16.000
Dotato di tutti gli elementi necessari per
Si tratta di un integrato della RCA, contenente tre la composizione di circuiti stampati su
transistor separati ed una coppia differenziale. I vetronlte o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
transistor lavorano nel campo dei piccoli segnali, sto kit contiene pure la speciale penna
con frequenze che si estendono fino ai 120 MHz. riempita di Inchiostro resistente al perclo-
Il funzionamento è previsto con la tensione di 15 ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
Vmax e la potenza dissipabile da ciascun tran- spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
sistor è di 300 mW (750 W max complessiva). sente una valvola che garantisce una lunga
Il guadagno tipico è di 100 con 1 mA di corrente. durata di esercizio ed impedisce l'evapo-
razione del liquido.

2 3 4 5 6 7

I1 1
Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
1o 12 13
tempo.
Il contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri
C6 3.300 pF quadrati di superfici ramate.
C7 100.000 pF
C8 100 F - 16 Vl (elettrolitico)
Resistenze
R1 10.000 ohm (potenz. lin. note acute)
R2 10.000 ohm
R3 = 10.000 ohm (potenz. log. volume)
R4 = 22.000 ohm
R5 820 ohm
R6 1.000 ohm
R7 10.000 ohm (potenz. lin. note gravi)

Varie
IC1 = TDA 4290 (Siemens)

759
SIRENA C2 = 10 F- 16 VI (elettrolitico)
C3 = 33.000 pF
Sono interessato alla costruzione di piccole si- C4 = 22 µF - 16 VI (al tantalio)
rene, ma di potenza superiore ad 1 W, che.non C5 = 22 F - 16 VI (al tantalio)
risentano molto della tensione di alimentazione.
C6 = 22 F - 16 VI (elettrolitico)
C7 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)
PETITTO ANDREA
Napoli Resistenze
R1 = 620 ohm
Il circuito che le consigliamo di realizzare uti- R2 = 7.500 ohm
lizza un poco costoso CMOS per il controllo del- R3 7.500 ohm
R4 47.000 ohm
le frequenze. Esso genera sia la frequenza por- 2.000 ohm
R5
tante ad 800 Hz che quella modulante. L'ampli- R6 47.000 ohm (trimmer)
ficatore a tre transistor consente di raggiungere R7 270 ohm
la potenza di 1,5 W su 8 ohm. L'alimentazione
potrà variare fra 3 V e 18 V max. Varie
IC1 CD4011B
COMPONENTI TR1 C108
TR2 2N1711
Condensatori TR3 2N2905
C1 = 100 µF - 16 VI (elettrolitico) AP altoparlante (8 ohm)

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500+50.000 ohm • 2 Entrata BF: 100.000±1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con interruttore In-
corporato - 1 contenitore pile- 1 raccordatore collegamenti pile- 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia- 1 circuito integrato - 1 zoccolo porta integrato- 1 diodo al germanlo- 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile- 10 pagliuzze capicorda - 3 condensatori elettrolitici- 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del moderno ricevitore del principiante sono con-
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Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1 - La luminosità delle lampade e dei


lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2 - La velocità' di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

La scatola di montagglo del REGOLATORE DI POTENZA costa L. 13.500. Per rcblederla occorre
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dovrei costruire un alimentatore in grado di
regolare la velocità dei trenini e di pilotare l'in-

MORSE versione di marcia. La tensione erogabile do-


vrebbe essere compresa fra O V e 12 V, con
correnti anche superiori ad 1 A.
Necessario a tutti i candidati alla patente di CECCHINI ENRICO
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in Padova
codice Morse.
In questo circuito, l'inversione di marcia, os-
sia quella della polarità delle rotaie, si ottiene
tramite un doppio deviatore S1 a-S 1 b. L'uso
dell'SCR impedisce di sottoporre il motore a
dei colpi nocivi provocati dalle brusche inver-
sioni di marcia. R1 regola la velocità della
partenza dopo l'inversione. La tensione mas-
sima ottenibile è di 13 V. Il circuito è alimen-
tato con una tensione continua, filtrata di 18
V circa.

IN SCATOLA DI MONTAGGIO

L 5.500 AMPLIFICATORE TUTTOFARE

Vorrei realizzare un amplificatore economico


II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici per collaudo di apparati elettronici in riparazio-
n. 4 resistenze - n. 2 transistor- n. 2 trimmer ne. Se fosse possibile, gradirei un progetto con
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n. 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n. 1 guadagno variabile entro un campo molto ele-
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas- vato.
sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma- VIGLIONE PIERO
tassina filo-stagno. Trieste

Il circuito che pubblichiamo fa uso di due in-


CARATTERISTICHE tegrati: uno in veste di preamplificatore a gua-
dagno variabile, l'altro come amplificatore di po-
Controllo di tono
tenza. Per l'alimentazione occorrono due pile da
Controllo di volume 4,5 V collegate in serie.
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V

COMPONENTI
dl dell'OSCNLATORE
C1 = 10F- 16 VI (elettrolitico)
La_scatola montagglo
MORSE deve essere richiesta a: STOCK RA-
C2 = 10 F - 16 VI (elettrolitico)
D10 • 20124 _MILANO_. va P. Castaldi. _20 C3 = 220 F - 16 VI (elettrolitico)
(Telet. 6891945) Inviando anticipatamente R1 = 1 megaohm (potenz. a var. log.)
mezzo =
l'Im-

porto di L 15.500 a vaglia postale, as- R2 10.000 ohm (potenz. a variaz. Iog.)

z:a:
:::7%± IC1
IC2
Ap
=
(A741
=
LM386
8 ohm

762
RI

Slb e
18V
Cl
e

MOI. 1RENO

DI
C2

COMPONENTI R3 47.000 ohm {potenz. lin.)


R4 6.800 ohm
Condensatori
C1 = 500F- 25 VI {elettrolitico) Varie
C2 = 4.700 pF TR1 = BC107
TR2 = 2N1711
TR3 = 2N3055
Resistenze SCR = C106
R1 = 4.700 ohm {potenz. lin.) DZ1 = diodo zener (15 V-1W)
R2 = 1.500 ohm D1 - D2 = diodi al silicio (1N4148)

SI

e
9V
e
PROVA TR ANSISTOR cuito per il controllo dei due tipi di transi-
stor. Per stabilire il guadagno, selezionabile
Vorrei costruirmi un provatransistor in grado tramite SI, si regolano R5 ed R6 in modo da
di valutare, almeno approssimativamente, il individuare il punto in cui si veri/ ica il pas-
guadagno dei transistor PNP ed NPN. saggio dallo stato « acceso » a quello « spen-
SAVANI ROBERTO to» e viceversa del diodo led DLI. La misu-
Roma ra si effettua tarando opportunamente la scala
dei potenziometri attraverso vari transistor e
misurando con un tester le correnti di base
Realizzi pure questo progetto, ricordando che e di collettore. Infatti, il guadagno è dato dal
con S2 si effettua la commutazione del cir- rapporto Ic: Ib.

COMPONENTI R7 = 1.000 ohm


R8 = 1.500 ohm

-
R9 = 1.000 ohm
Resistenze
R10 3.900 ohm
R1 = 3.300 ohm R11 = 820 ohm
R2 3.300 ohm
R3 330.000 ohm
15.000 ohm Varie
R4
R5 470.000 ohm (potenz. lin.) IC1 = 1A741
R6 = 1megaohm (potenz. Iin.) DL1 = diodo led

KIT PER LAMPEGGII PSICHEDELICI


L. 22.500
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880W

9 Potenza reale max per ogni canale:


Alimentazione:
100 : 400 W
220 V rete-luce

Tutti I componenti necessari per la realizzazlone del sistema dl « LAMPEGGII PSICHEDELICI » _so-
no contenuti In una scatola dl montaggio posta in vendita al prezzo_di L. 22.500. Le richieste deb-
bono essere fatte Inviando anticipatamente l'importo a_mezzo veglla postale, assegno bancario,
??",3g"%, erg!yo_o eey. • 40rio7 1ntsuto i: STOCK RADIO • 214 MILANO· V» P. ce
, 2o (Telet. 689194s).

764
°
LJ
"-5o
NPN-
11
j
- 9V
~

RII

ROUNDING LIGHT IN SCATOLA DI MONTAGGIO

LAMPEGGIATORE SEQUENZIALE 28.000


L'uso di luci diversamente colorate ed il loro
accorto collegamento, in serie o in parallelo,
che consente l'inserimento di alcune cen-
tinaia di lampadine-pisello, è determinante
per la creazione di un ambiente suggestivo
e fantasmagorico.

Caratteristiche:

Potenza elettrica pilotabile su ciascun ca-


nale: 200+250 W aumentabile fino a 800 W
con opportuni radiatori.

La frequenza della successione dei lam-


.
peggii è regolabile a piacere.

Su ciascuno degli otto canali si possono • Per l'albero di Natale


collegare otto lampadine, oppure otto grup-
pi di lampadine in un quantitativo superio- • Per insegne pubblicitarie
re ad alcune centinaia. • Per rallegrare le feste

Le+-ne, %,12,2,"9g"ç,,çe!ggyggeri genie- Egee.z@.aoo«or oeao·e,çç,2%"";'


i#fzS#E:ii
±E
20- Telet. 689194s. ""P"-v' i " " -- VlaP.Ca-
INDICE DELL'ANNATA
AMPLIFICAZIONE mese pagina

Microfono direzionale febbraio 68


la voce del robots marzo 132
Attenuatore audio agosto 462
Sirena bitonale agosto 484
Interfono con integrato ottobre 580
Amplificatore - 100 W dicembre 780

APPARATI VARI mese pagina

Stimolatore muscolare gennaio 4


L'ascolto ecologico febbraio 68
Generatore di melodia febbraio 94
Rivelatore di pioggia febbraio 102
Gioco di riflessi marzo 152
Alimentatori marzo 166
Avvisatore di temporali aprile 196
Generatore d'ozono aorlle 214
Campanello elettronico aprile 222
Antifurto per auto maggio 260
Triplo lampeggiatore maggio 270
Controllo minitrapani maggio 286
Gioco al pulsante giugno 332
Direzione del vento giugno 348
Pistola elettronica luglio 388
Annaffiatura automatica luglio 400
Fotorelé regolabile luglio 418
L'audio TV in cuffia agosto 452
Misuratore di forze agosto 470
Sirena bitonale agosto 484
Bicicletta con batteria settembre 536
Servoflash elettronico settembre 544
Accensione micromotori ottobre 594
llvella luminosa ottobre 608
Luce soccorritrice novembre 660
Rivelatore di gelo novembre 666
Captatore magnetico novembre 678
Magnetizzare-smagnetizzare dicembre 730
Luci accese In auto dicembre 744

DIDATTICA mese pagina

Modulo MA 1026 - applicazioni gennaio 22


Alimentatori. 1 parte luglio 408
I
I
Alimentatori - 2 parte agosto 475
Antenne .t parte settembre 552
Antenne .2 parte ottobre 600
Integrato 40938 - teoria e pratica novembre 680

RADIORICEZIONE mese pagina

Radlocircuitl aprile 205


RX - supereterodina maggio 278
Monitor per radioricevitori maggio 294
Ricevitore con Integrato giugno 324
Convertitore 144 - 28 MHz giugno 358
Ricevitore VHF settembre 516
RX per onde medie ottobre 614
Ricevitore per I 26- 28 MHz novembre 644
Vox per CB dicembre 724

STRUMENTAZIONE mese pagina

Trasformazione del tester gennaio 28


Strumenti per HL.FI gennaio 34
Monitor per pile febbraio 88
Monitor per batterie marzo 160
Rilevatore di tensioni aprile 230
Monitor BF maggio 294
Provaquarzi· capacimetro luglio 426
Memoria voltmetrica settembre 528
Sonda logica ottobre 588
Notch- BF dicembre 738

PRIMI PASSI mese pagina

Oscillatore modulato gennaio 14


Dall'antenna alla cuffia febbraio 78
Sezione BF marzo 141
Circuiti classici aprile 205
Supereterodina maggio 278
Stadi MFRIV.CAV giugno 340
imentatori • teoria luglio 408
Alimentatori . filtraggio agosto 475
Antenne hertziane settembre 552
Antenne - adattamenti ottobre 600
Buzzer novembre 653
Protezioni dicembre 717
offerta speciale!

UOVO PACCO DEL PRINCIPIANTE


Una collezione di dodici fascicoli arretrati accuratamente selezionati fra quelli che hanno
riscosso il maggior successo nel tempo passato.

ILfflllOIICA
ERTE== PRATTA
ELfflROIICI.
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... .,_
- - ELET'l'BOlllCA·
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CB ...,...
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ELETTRO:
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ELBTTBOIIICI
7::. PRATICA
-· ~7.J..t':.'"""--~· ~···

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..._TOftlUIUHTI

CLI ULTRASUONI RELE" Rl'IELARUMOfll

L. 9.500
Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a co-
stare L. 2.500 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 30.000, si possono avere
per sole L. '9.500.
IN SCATOLA
ALIMENTATORE DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 38.400
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORÒ: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
Stabilizzazione: - 100 mV
Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata:
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
- n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
n. 3 Condensatori elettrolitici
n. 3 Condensatori normali
n. 3 Transistor
n. 1 Diodo zener
n. 1 Raddrizzatore
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta)
n. 1 Circuito stampato
n. 1 Bustina grasso di silicone 11
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)


- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au- ,
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling
MICROTRASMETTITORE
FM CON CIRCUITO
INTERRATO
CARATTERISTICHE

Tipo di emissione in modulazione di frequenza


Gamma di lavoro 88 + 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9 V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

Funzionamento garantito anche per i principianti - Assoluta semplicità di montaggio -


Portata superiore al migliaio di metri con uso di antenna.

in scatola di montaggio
L 9.700
Gli elementi fondamentali, che ca-
ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli che
sono privi di nozioni tecniche, a
a- costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-

- sionali o sociali, per scopi protet-


tivi e preventivi, per divertimento.

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