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asseuasr e.sua.

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DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISION.E
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Anno Il - N. 1 - GENNAIO 1973 - Sped. in Abb. Post. Gr. lii Lire 400

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ridotto e robusto un quadrante di grandi di-
mensioni e di facile lettura; il galvanometro.
a bobina mobile, è protetto contro i sovrac-
carichi di breve durata e garantisce la preci-
sione delle letture e la vita eccezionale dello
strumento. Le diverse misure che si possono
eseguire e la precisione delle indicazioni ren-
dono questo strumento Indispensabile nel la-
boratori di riparazione e controllo. Il tester
viene fornito con il corredo di cordoni, libret-
to di istruzione e custodia in plastica.

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Livelli
Precisione: ± 1,5%/, del valore max
Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1,5 V
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Tensioni continue Correnti alternate
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Precisione: ± 1,5%/ del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5/, del valore max
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Le richieste debbono essere effettuate Inviando l'importo


di lire 13.500 a mezzo vaglia postale o c.c.p. n ° 3/26482,
intestato a: Elettronica Pratica - 20125 Milano - Via Zu-
retti, 52.
Via Zuretti, 52 - Milano - Tel. 67194 5

ANNO 2- N. 1 - GENNAIO 1973

LA COPERTINA- La regolazione della lumino-


sità di un lampadario, di una lampada da tavolo
o da notte, è divenuta una necessità dell'ar-
redamento moderno ed un preciso conforto fi-
siologico. Ma con il nostro progetto il controllo
della potenza elettrica' si estende in molti altri
settori dell'elettrotecnica e dell'elettronica.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
DIAC E TRIAC PER IL CONTROLLO
stampa
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MILANO.
Tutti i diritti di proprietà let- RELE' SURPLUS E LORO ADATTAMENTO 62
teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per
tutti i Paesi. I manoscritti, i VENDITE ACQUISTI PERMUTE 74
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re- UN CONSULENTE TUTTO PER VOI 76
stituiscono.
DIAGo
TRIAG

PER IL
0NTROLLO
DILLI POTB■ZB
BLBTTBICBE
S i può certamente affermare che l'impiego
dei diodi controllati sia divenuto, in questi
ultimi tempi, una moda in tutto il settore
del controllo e della regolazione delle potenze
elettriche. •
della lampada da tavolo, nella forma di coman-
do «a muro» o «passante », per il controllo del-
la potenza di 100 W o di quella, più elevata, di
alcune migliaia di watt.
La regolazione della luminosità ambientale delle
In quasi tutti i negozi di materiali elettrici ed nostre case, poi, sembra essere divenuta una esi-
elettronici, infatti, vengono reclamizzati e ven- genza d'obbligo per tutti, al passo con l'arreda-
duti, oggi, diversi tipi di regolatori di corrente mento più moderno.
per uso domestico, di vario tipo e prezzo, nei Architetti e industriali dell'arredamento si avval-
quali sono montati i DIAC e i TRIAC. E fra que- gono, già da tempo, di questi mezzi elettronici,
sti è possibile trovare il regolatore che sostitui- per conferire alla casa nuove sensazioni di calore
sce il più classico interruttore del lampadario o domestico e luminosità più razionali che, nel

4
REALIZZANDO QUESTO
tempo passato, potevano venire soffocate dagli
SEMPLICE
arredamenti fin troppo aggressivi. REGOLATORE DI POTENZE
E questi nuovi sistemi di regolazione della lumi- ELETTRICHE,
nosità, pur imponendo una modesta spesa ini- POTRETE CONTROLLARE:
ziale, apportano, indubbiamente, il beneficio di
una successiva ed effettiva economia dell'energia
elettrica e quella, pure importante, delle lampa- 1° La luminosità delle vo-
de di illuminazione. Perché in una sola stanza stre lampade, abbas-
potrà bastare un'unica lampadina per i più di-
sparati servizi' di illuminazione, dato che questa sando o aumentando, a
potrà essere regolata fra tutti i valori di lumi- piacere, la luce artifi-
nosità minima e massima.
Un ulteriore beneficio deriva ancora dall'uso dei
ciale.
TRIAC: L'assoluta mancanza di spreco di ener- 2° La velocità di plccoll
gia elettrica; cioè con i TRIAC si verifica il fe-
nomeno contrario a quello che si è sempre do- motori elettrici.
vuto sopportare con l'uso di resistenze di caduta
o reostati. Con il TRIAC si consuma soltanto la 3° La temperatura di un
quantità di energia elettrica necessaria per pro- saldatore.
vocare la luce artificiale.
4 ° La quantità di calore e-
MOLTE POSSIBILITA' DI CONTROLLO DI E- rogata da un forno o
NERGIA ELETTRICA
Le applicazioni dei TRIAC per le regolazioni del- da un fornello elettrico.
le potenze elettriche vanno ben oltre il semplice
controllo della luminosità delle lampadine ad
incandescenza. Questi componenti, infatti, essen-
do molto robusti e in grado di sopportare anche
le correnti di notevole intensità, trovano parti-
colari applicazioni nel controllo di fornelli, for-

5
T2

DIAC

C1
S1

Fig. 1 - Questo circuito teorico del regolatore di tensione elettrica permette di assi-
milare, assai chiaramente, le funzioni attribuite ai due semiconduttori: il DIAC e il
TRIAC. II potenziometro R2 stabilisce il tempo di innesco del DIAC e, conseguente-
mente, l'intensità di corrente che attraversa Il carico.

..e

ni e stufe elettriche, permettendo una regolazio- zione della potenza elettrica. Con il TRIA, in-
ne continua della temperatura degli elementi ri- fatti, si sono potuti mettere a punto i forni di
scaldanti, contrariamente a quanto avviene con alta precisione, necessari per il trattamento del
le regolazioni a scatti fino ad ora adottate. E i silicio, ottenendo una maggiore purezza di que-
vantaggi che ne scaturiscono sono molteplici: sto semiconduttore, che è poi la garanzia delle
primo fra tutti quello di utilizzare, per ogni tem- migliori prestazioni del prodotto finale.
peratura, tutto l'elemento riscaldante, e non una Un altro esempio di impiego di TRIA, forse più
sola parte di esso, assicurando una maggior du- vicino ai nostri lettori e a tutti gli appassionati
rata della resistenza ed una più uniforme distri- di elettronica, è quello della realizzazione di ali-
buzione del calore generato. Un altro vantaggio mentatori stabilizzati ad alto rendimento, mon-
è quello di poter controllare elettronicamente, tati soprattutto nei moderni televisori, con l
in misura proporzionale, la temperatura di un scopo di ottenere, tramite un solo diodo control-
forno, ottenendo una stabilizzazione termica di lato, la stabilizzazione delle molte tensioni ne.
gran lunga superiore a quella raggiunta con i cessarie per il funzionamento dell'apparato tele-
tradizionali termostati meccanici. visivo. In questo modo si evita di dover stabiliz-
Se oggi è possibile disporre di transistor al sili- zare una ad una le varie tensioni, ma soprattut-
cio e cli circuiti integrati di ottima qualità ed a to si riesce a ridurre praticamente a zero le per-
basso prezzo. ciò è dovuto, almeno in parte, al- dite, contrariamente a quanto avviene nelle re-
l'avvento del TRIAC quale elemento di regola- golazioni con transistor collegati in serie, dimi-

6
rito in un piccolo contenitore, che troverà posto
accanto a qualsiasi elemento, decorativo o meno,
dei moderni arredamenti domestici. Costruendo-
ne un certo quantitativo, il lettore potrà realiz-
zare utili guadagni vendendoli ad amici e pa-
renti, perché il compito costruttivo risulta faci-
litato dalla presentazione, in grandezza naturale,

b del circuito stampato.

ALCUNI RICHIAMI TEORICI


La teoria che sta alla base del funzionamento dei
diodi controllati è già stata abbondantemente

# trattata in precedenti fascicoli della nostra Ri-


vista. Non è questa dunque la sede più oppor-
tuna per ripetere dettagliatamente la struttura
fisica di un DIAC o di un TRIAC. Vogliamo solo

t
ricordare brevemente che il TRIAC può essere
considerato come un elemento risultante dal col-
legamento di due diodi SCR in antiparallelo (l'a-
nodo dell'uno è collegato con il catodo dell'altro,
viceversa), con un solo elettrodo di porta (ga-
te). Quando la tensione tra gate e catodo, nel
nostro caso fra G e Tl (Fig. 1), supera un certo
valore di soglia che, generalmente, si aggira in-
torno allo 0,7 V, il diodo si innesca mettendo
praticamente in cortocircuito anodo e catodo
Fig. 2 - La regolazione del potenziometro R2 (Tl-T2); in questo modo si ha un passaggio di
permette di regolare il tempo di carica del con- corrente nel diodo, come se questo fosse un in-
densatore CA (figura 1). Quanto più ritardato è terruttore chiuso.
il tempo di innesco del DIAC, tanto minore è Quando la tensione applicata fra anodo e catodo
la potenza utilizzata. Regolando il potenziometro (Tl-T2), per una qualsiasi ragione, si annulla, an-
R2 nel suo valore massimo, la potenza elettrica
che percorre il circuito è minima. Con il cursore
che per un tempo brevissimo (questo fenomeno
di R2 regolato a metà corsa, la potenza elettri- avviene automaticamente ad ogni semiperiodo,
ca assume un valore medio. Con il potenziome- alimentando il diodo in corrente alternata), il
tro R2 al valore minimo, la massima potenza diodo si disinnesca, divenendo un interruttore
elettrica percorre il circuito del regolatore di aperto. E' chiaro che in tali condizioni non si ha
potenza. alcun passaggio di corrente attraverso l'elemento
di carico.
Volendo regolare la corrente nel carico, che ri-
sulta collegata in serie al diodo controllato, è
sufficiente far innescare il diodo in un ben de-
terminato punto della sinusoide, così. come si
può dedurre dall'analisi di figura 2. In questo
disegno viene proposto l'esempio di un carico
nuendo il consumo effettivo del televisore e ridu- rappresentato da una lampadina, in modo che
cendo ]e dimensioni costruttive del trasformatore la maggiore o minore luminosità di questa in-
di alimentazione, con un notevole abbassamento dichi l'intensità di corrente che attraversa il cir-
di costo del ricevitore TV. cuito.
Analizziamo ora più dettagliatamente i diagram-
CONTROLLO DI INTENSITA' LUMINOSA DEL- mi riportati in figura 2.
LE LAMPADE Questi tre diagrammi trovano preciso riferimen-
Il progetto che stiamo per presentarvi non è to con tre diverse posizioni del cursore del po-
certo un raffinato sistema di termocontrollo, che tenziometro disegnato accanto; e questo poten-
potrebbe interessare soltanto pochi nostri letto- ziometro si riferisce al potenziometro R2 ripor-
ri. Esso è, molto più semplicemente, un circuito tato nello schema indicativo di figura 1, cioè lo
regolatore di potenza adatto per la regolazione schema che permette di analizzare il funziona-
dell'intensità luminosa di lampade e lampadari, mento generale del regolatore di potenza elet-
anche di una certa potenza, e di qualsiasi altro trica.
tipo di apparecchiatura elettrica. IL primo diagramma è ottenuto quando tutta la
Il nostro circuito, proprio per le sue particolari resistenza R2 è inserita nel circuito; in questo
caratteristiche costruttive, elimina i disturbi di caso la lampadina, disegnata sulla destra, rima-
alta frequenza che, normalmente, vengono pro- ne spenta. Con il cursore ruotato verso Cl si ve-
dotti da simili apparati. Esso potrà essere inse- rifica quindi un ritardo dell'innesco e questo ri-

7
T2
C1

c2

J1

COMPONENTI
Condensatori
C1 47.000 pF - 630 VI
C2 = 47.000 pF - 630 VI
C3 = 47.000 pF - 630 VI
Resistenze
R1 = 6.900 ohm
R2 = 1 megaohm (potenziometro)
Fig. 3 - Questo è lo schema elettrico del cir-
R3 = 470 ohm cuito regolatore di potenza che il lettore potrà
realizzare in pratica. Esso differisce dal circuito
Varie
elettrico di figura 1 per l'inserimento di un cir-
DIAC = qualsiasi tipo cuito antidisturbo, composto dai condensatori
TRIAC = 40669 (RCA) C1-C2-J1, che Impedisce di immettere nella rete-
J1 = impedenza (vedi figura 7) luce segnali-disturbo che Interferirebbero nega-
S1 = interruttore tivamente sulle normali radiotrasmissioni.

tardo fa sì che il diodo rimanga conduttore sol- le fenomeno è dovuto al fatto che occorre sem-
tanto per un breve periodo di tempo. E' ovvio pre un certo tempo, sia pure brevissimo, per po-
che, essendo la luminosità della lampada pro- ter innescare il diodo; di conseguenza la sinu-
porzionale al tempo di innesco (parti tratteggia- soide non può risultare perfetta, ma essa sarà
te delle curve), questa risulterà spenta. priva di una piccolissima porzione subito dopo
Nel secondo caso, con il cursore di R2 sistemato il passaggio attraverso lo zero.
in posizione centrale, si ottiene una luminosità
media della lampada; l'innesco, in questo caso, IL DIAC
è meno ritardato e il diodo rimane conduttore Un altro elemento di particolare interesse, inse-
per un maggior periodo di tempo. rito nel circuito di controllo del TRIAC, è rap-
Nel terzo caso, con il cursore ruotato completa- presentato dal diodo DIAC.
mente verso Rl, cioè con l'esclusione dal circui- II compito principale di questo componente, che
to della resistenza R2, si ottiene la massima lu- è pur esso allo stato solido, cioè al silicio, con-
minosità della lampadina. Ma è doveroso infor- siste nell'elevare, a valori di alcune decine di
mare i lettori che, in quest'ultimo caso, la lu- volt, la tensione di soglia caratteristica del TRIAC
minosità massima 11011 è completamente identi- (0,7 V circa), in modo da ottenere un pilotaggio,
ca a quella che si otterrebbe senza l'inserimento anche diretto, del componente, con la tensione
del circuito regolatore. Infatti, si verifica una leg- di rete, senza dover ricorrere a valori molto ele-
gera diminuzione della luminosità stessa, assai va ti della capacità del condensatore Cl.
difficilmente percepibile dall'occhio umano. E ta- Ma vediamo di comprendere ancor meglio il

8
RETE

meccanismo d'innesco del TRIAC. Non appena Fig. 4- Cablaggio Indicativo del regolatore di potenza.
l'onda di corrente passa pér lo zero, il TRIA si Gli elementi montati nella basetta del circuito stampa-
disinnesca facendo in modo che, a causa del to sono chiaramente specificati nello schema di figu-
cessato cortocircuito, la tensione di rete venga ra 5. li contenitore e rappresentato da una piccola sca-
applicata fra Rl-R2-Cl, che rappresentano i veri tola di plastica chiusa per mezzo di un coperchio me-
tallico, sul quale viene fissato il potenziometro R2 che
e propri elementi di regolazione dell'apparecchio. rappresenta l'elemento regolatore manuale della po-
La più immediata conseguenza di tutto ciò consi- tenza elettrica che si vuole assorbire dalla rete-luce
ste nell'inizio della carica del condensatore Cl ed Inviare ad un carico di valore prestabilito.
che, dopo un certo tempo, risulterà carico ed
assumerà il valore della tensione di soglia ne-
cessaria per l'innesco del TRIAC.
Se si collegasse direttamente il condensatore CI
all'elettrodo G (gate) del triodo controllato, poi- del circuito e sulle dimensioni dell'intero com-
ché il valore di soglia è di 0,7 V, per ottenere il plesso.
tempo di ritardo desiderato, si sarebbe costretti Ma riprendiamo il discorso, già iniziato, relati-
ad usare per Cl un condensatore di capacità mol- vamente al secondo elemento, in ordine di im-
to elevata. Interponendo invece un DIAC, che ele- portanza, del circuito regolatore di potenza elet-
va la tensione di soglia, il tempo di ritardo può trica: il DIAC.
essere ottenuto con valori capacitivi molto più Il DIAC può essere considerato la versione, allo
bassi, con un evidente vantaggio sull'economia stato solido, della lampadina al neon, ovviamen-

9
Fig. 5 - Il circuito
stampato, visibile in
questo piano di ca-
blaggio dei compo-
nenti del regolatore
di potenza, è visto
«in trasparenza »,
cioè dalla parte op-
posta a quella in
cui sono riportate le
piste di rame. La
DIAC 1 realizzazione del no-
stro progetto deve
essere fatta tenen-
do sott'occhio lo
schema elettrico di
figura 3, quello pra-
tico di figura 4 e
quello di cablaggio
qui rappresentato.

TRIC
te facendo riferimento al funzionamento di que-
sta e non certo alfa sua luminosità. Come avvie-
ne nella lampadina al neon, anche il DIAC di-
viene un elemento conduttore non appena la ten-
sione applicata sui suoi terminali supera un cer-
to valore; al di sotto di questo valore il DIAC
si comporta praticamente come un elemento iso-
lante. Ma il DIAC può anche essere considerato,
nei confronti della corrente alternata, come un
diodo zener, dato che essa presenta le caratteri-
stiche di questo diodo qualunque siano, tuttavia,
le polarità della tensione applicata sui suoi ter-
minali.
In figura 9 abbiamo rappresentato, per i lettori
più esigenti, lo schema equivalente del diodo
DIAC; da questo schema risulta molto chiaro il
principio di funzionamento del DIAC e la sua
perfetta analogia con il diodo zener.

CIRCUITO DELL'APPARATO REGOLATORE DI


POTENZA
Il circuito del regolatore di potenza elettrica è
stato presentato in due versioni. In figura 1 è
raffigurato il circuito fin qui analizzato. In fgu-
ra 3 è raffigurato il circuito del regolatore di po-
tenza vero e proprio, quello che il lettore potrà
praticamente realizzare. Questo secondo circuito
differisce da quello di figura 1 per l'inserimento
Fig. 6 - Per agevolare il compito di un sistema di filtraggio che impedisce di in-
di lutti quei lettori che vorranno viare lungo la rete-luce quei disturbi di alta fre-
realizzare il nostro progetto del re- quenza che interferirebbero negativamente nel
golatore di potenza elettrica, pre- sistema delle radiocomunicazioni.
sentiamo in questo disegno il cir-
cuito stampato in grandezza natu-
II filtro è rappresentato dai condensatori Cl-C2
rale, cioè in scala 1/1. e dall'impedenza Jl. Ma per aumentare l'efficien-
za del filtro, senza tuttavia dover ricorrere al-
l'impiego di componenti elettronici molto ingom-
branti, abbiamo voluto consigliare il lettore a

10
costruire da sé l'impedenza Jl, servendosi di un
nucleo di ferrite di tipo ad OLLA, che potrà es-
sere acquistato a poco prezzo o, ancor meglio,
recuperato dalle basette dei calcolatori elettro-
nici che, oggi, abbondano sui mercati surplus e
verso i quali ci si potrà orientare per raggiungere
un sensibile risparmio di danaro. Questa impe-
denza non costituisce comunque un elemento cri-
tico del circuito, ed essa potrà essere costruita FORO
facendo riferimento al disegno riportato in figu- FISSAGGIO
ra 7. Ricordiamo tuttavia che la sua efficienza ri-
sulterà tanto maggiore quanto più grande sarà MEZZO
il numero delle spire di filo di rame smaltato /NUCLEO
avvolto sul rocchetto. E poiché il diametro del
filo deve essere proporzionato alla corrente mas-
sima del carico, il lettore potrà usare nuclei di
diverse dimensioni, avvolgendo su di essi il nu-
mero di spire sufficienti alla eliminazione dei di-
sturbi. In pratica, per correnti dell'intensità di
I A si dovrà utilizzare filo di rame smaltato del AVVOLGIM.
diametro di 0,7 mm circa. Per correnti maggiori
o minori il diametro del fil.o dovrà essere dimen-
sionato in proporzione.
occorro .ç/
Per le basse correnti, cioè per le correnti dell'or- k-n-
dine di I A, sarà sufficiente un nucleo del dia- -
metro di 15 mm circa. Per correnti di intensità
maggiore si potranno utilizzare nuclei del dia-
metro di 25 mm e più. Si tenga presente, comun-
que, che il numero delle spire non è assoluta-

• -
mente critico, perché basta riempire completa- .
mente di filo il rocchetto interno per essere cer- .
ti di ottenere lo scopo desiderato. e

Una volta riempito di filo il rocchetto, occorre


rivestire l'impedenza J1 di collante cellulosico
(cementatutto). Soltanto in questo modo la co-
struzione dell'impedenza J1 risulterà molto com-
patta e non sarà soggetta a vibrazioni, dovute ai
campi elettromagnetici sviluppati dal passaggio
della corrente elettrica, quando essa si trova
sotto carico.

COSTRUZIONE DEL REGOLATORE DI PO-


TENZA
Per mettere il lettore nelle condizioni di poter
facilmente realizzare il nostro regolatore di po-
tenza elettrica, abbiamo ritenuto necessario pre-
sentare in figura 6 il circuito stampato in scala
I : l. Il montaggio dunque può essere realizzato
in dimensioni molto ridotte e può trovare como- Fig. 7- L'impedenza J1 deve essere co-
damente posto in un piccolo contenitore di pia- struita avvolgendo il filo di rame smalta-
s va. to, nella quantità e con il diametro citati
L'interruttore S1 è incorporato nel potenziome- nel testo, sul rocchetto interno di un nu-
cleo ad OLLA. Una volta realizzata l'im-
tro R2, ma nulla vieta, ovviamente, di far uso di pedenza J1, questa dovrà essere rivesti-
un interruttore separato. E ciò vale per coloro ta di collante in modo da impedire le vi-
che sono già in possesso di un potenziometro da brazioni meccaniche conseguenti alla for-
1 megaohm, sprovvisto di interruttore. mazione dei campi elettromagnetici gene-
Per quanto riguarda il DIAC, vogliamo ricordare rati dal passaggio della corrente elettri-
che qualsiasi tipo può essere utilmente montato ca attraverso l'avvolgimento.
nel circuito. A tale scopo abbiamo rappresenta-
to in figura 8 i modelli più correnti di DIAC,
fra i quali il lettore potrà scegliere quello di suo
piacimento. E vogliamo anche ricordare che il
DIAC non è un componente polarizzato, così co-

11
me lo è invece il diodo zener o il diodo al ger-
manio; esso potrà quindi essere inserito nel cir-
cuito in qualsiasi modo, così come si fa per le
resistenze elettriche.
Anche il TRIAC può essere scelto entro un'am-
-ai pia gamma di componenti, purché dotali di una
tensione di 400 V o superiore a questa ed una
corrente proporzionata alla corrente del carico,
tenendo in debito conto anche un buon margine
di sicurezza. Per esempio, per una corrente di
4 A, il componente dovrà essere in grado di sop-
portare la corrente di 6 A e in questo caso si
dovrà provvedere all'applicazione di una aletta
di raffreddamento, in modo da smaltire il calore
TIPI DI DIAC prodotto durante il suo funzionamento. Il tipo
da noi usato è il 40669 della RCA, che si presen-
Fig. 8 - II DIAC, necessario per la realizzazione ta sotto l'aspetto di un involucro plastico-metal-
del nostro progetto di regolatore di potenza elet- lico, che potrà essere usato per correnti fino a
trica, potrà essere scelto, a piacere, fra questi
tipi molto comuni di DIAC. Dunque, un qualsiasi
2 A senza dover ricorrere ad alcun sistema di
tipo di DIAC potrà essere utilmente montato nel raffreddamento.
circuito, ricordando che, trattandosi di un com- L'identificazione dei terminali del TRIAC viene
ponente non polarizzato, esso verrà saldato al- fatta seguendo il piano di cablaggio di figura 5,
lo stesso modo con cui si saldano i terminali di nel quale è rappresentata anche la disposizione,
una resistenza. sul circuito stampato, di tutti gl,i altri compo-
nenti. Ricordiamo che l'elettrodo T2 è collegato
elettricamente con la piastrina metallica affo-
gata nell'involucro plastico che, tra l'altro, ser-
ve al fissaggio di una eventuale aletta di raffred-
Fig. 9 - Per i lettori più esigenti presentiamo, damento. Ecco perché conviene sempre evitare
in questo disegno, lo schema equivalente di un che questa piastrina del TRIAC venga a contatto
DIAC. Risulta cosi chiaramente interpretato il con elementi meccanici esterni, perché essendo
principio di funzionamento di questo componen- essa sotto tensione, potrebbe rappresentare un
te elettronico e la sua perfetta analogia con il serio pericolo per la propria e l'altrui incolumità.
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• La portata, senza antenna, supera il migliaio di metri.
• Le dimensioni sono talmente ridotte che il circuito, completo di pila e'
microfono, occupa poco più della metà di un pacchetto di sigarette.
• L'elevato rendimento del circuito consente un'autonomia di 200 ore I
circa.

Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'importo di L. 5.600 a mezzo va-
glia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti ,52.
I IPBI IPASSI

Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

na delle parti più importanti di ogni rice- o meno di un elemento di supporto, l'esistenza

U vitore radio è la « bobina d'induttanza». Es-


sa viene anche chiamata, più semplicemen-
te, «induttore », oppure soltanto « bobina » o
di un nucleo magnetico aperto o chiuso, la sezio-
ne del conduttore, ecc.
Quando le bobine hanno il compito di creare un
« induttanza ». campo magnetico, esse interessano maggiormen-
Ma la bobina non è soltanto un componente ca- te il settore dell'elettromeccanica. E a questo
ratteristico del ricevitore radio, perché essa è punto possiamo ricordare, come esempio più
presente anche nei trasmettitori, negli oscillato- elementare, le bobine inserite nei relé, alle quali
ri e in molte apparecchiature elettroniche. è affidato il compito di creare un campo elettro-
Più in generale, si definisce come « bobina » un magnetico così intenso da attirare, verso di sé,
filo conduttore di una certa lunghezza, avvolto una sbarretta metallica.
con lo scopo di concentrare in uno spazio limi- Le bobine di induttanza, invece, cioè le bobine
tato un campo magnetico di un certo valore, ov- montate nei circuiti elettronici hanno il compi-
viamente facendo scorrere in esso una certa cor- to, come abbiamo già detto, di concentrare in un
rente. Si dice anche che la bobina serve per piccolo spazio un elevato coefficiente di autoin-
concentrare in poco spazio un alto coefficiente duzione. Esse possono suddividersi, secondo una
di autoinduzione. Ma di ciò parleremo più avanti. prima grossolana classificazione, in bobine a ra-
I tipi di bobina sono svariatissimi e si differen- diofrequenza e bobine ad alta frequenza. Anche
ziano per la lunghezza del conduttore, il numero dal lato costruttivo, la differenza fra le due clas-
delle spire, le dimensioni e la forma, la presenza si è evidente, dato che le prime non sono prov-

14
L Fig. 1 - Simbolo elettrico di una bobina. La lettera «L» vuol indicare
che la grandezza elettrica caratteristica di questo componente è l'indut-
tanza, che viene misurala in • henry '"· •

Fig. 2- Le bobine possono essere diversamente costruite. Come si vede in questa


foto, pur rimanendo fermo il concetto dell'avvolgimento del filo conduttore, le bobine
assumono aspetti esteriori diversi, per la forma e per la grandezza.

viste di nucleo magnetico, o per lo meno questo tori, Ira avvolgimento primario e avvolgimento
si riduce ad un impasto di ferro polverizzato, secondario.
trattato in modo particolare, in modo che ogni
granello della polvere risulti in sospensione nel- INDUZIONE E AUTOJNDUZIONE
la pasta isolante che funge da supporto. Le se- Il campo magnetico, che circonda l'avvolgimen-
conde sono invece avvolte attorno ad un nucleo to primario della bobina, investe l'avvolgimento
magnetico. secondario della bobina stessa. Ma quando un
Ma soffermiamoci un momentino sui concetti avvolgimento elettrico è investito da un campo
fondamentali di induzione e autoinduzione. Quan- elettromagnetico, in esso si sviluppa una corren-
do si interpreta il funzionamento di un ricevitor te elettrica che prende il nome di corrente in-
radio e si sta analizzando, in particolare, il cir- dotta. Nel caso della radio la corrente indotta
cuito di entrata, si suol dire che il segnale radio conserva le stesse caratteristiche di quella che
captato dall'antenna percorre l'avvolgimento pri- percorre l'avvolgimento primario della bobina,
mario della bobina d'aereo e si trasferisce per cioè le stesse caratteristiche del segnale radio.
induzione sull'avvolgimento secondario. Abbiamo così interpretato, molto brevemente e
Ma come avviene, in realtà, questo fenomeno del in forma assai semplice, il concetto del feno-
passaggio, attraverso l'aria, di un segnale radio meno dell'induzione elettromagnetica.
fra due avvolgimenti elettricamente isolati fra Vediamo ora di interpretare l'altro fenomeno,
di loro? Il segnale radio, che percorre l'avvolgi- prima citato, quello dell'autoinduzione elettro-
mento primario della bobina, provoca in questa magnetica.
una corrente di debole intensità. Questa corren- Quando una bobina o, più in generale, un con-
te, così come avviene per tutte le correnti che duttore elettrico, è attraversato da una corrente
percorrono un conduttore elettrico, genera u elettrica, questa, come abbiamo già detto, gene-
campo elettromagnetico nello spazio in cui si ra, attorno al conduttore stesso, un campo elet-
trova il conduttore, cioè la bobina. Questo stes- tromagnetico. Questo campo elettromagnetico e-
so fenomeno si manifesta anche nei trasforma- sercita il suo potere induttivo sullo stesso filo

15
1° AVOLGIM:

2° VV0LGIM.
I FASCICOLI
ARRETRATI
DI
Fig. 3 - Simbolo teorico di una bobina compo-
sta di due avvolgimenti elettricamente isolati tra
di loro, ma accoppiate induttivamente. Questo
tipo di bobina è presente nei circuiti di entrata
dei ricevitori radio. Il segnale presente nel pri-
mo avvolgimento si trasferisce, in virtù del fe-
nomeno dell'induzione elettromagnetica, nel se-
condo avvolgimento.

sono le « perle » di una prezio-


J sa. collana tecnico-pratica, che
porta in casa vostra il piacere
e il fascino di una disciplina mo-
derna, proiettata nel futuro, che
interessa tutti: lavoratori e stu-
denti, professionisti e studiosi,
Fig. 4 - Quando la bobina è costruita apposita- giovani e meno giovani.
mente per sfruttare il fenomeno dell'autoindu-
zione, essa prende il nome di impedenza e vie-
ne indicata, nei circuiti elettrici, con la lettera
«J». Il simbolo elettrico dell'Impedenza non si
differenzia di molto da quello della comune bo-
bina. Normalmente esso viene disegnato in mi-
I sure più piccole, con spire più ravvicinate. RICHIEDETECELI
conduttore attraversato dalla corrente che lo ha
generato. Quindi il fenomeno dell'induzione elet-
tromagnetica non si manifesta soltanto sulle bo-
bine o sui conduttori elettrici posti in vicinanza
SUBITO
PRIMA CHE
di una bobina o di un conduttore elettrico per-
corsi da corrente, ma anche sullo stesso condut-
tore che genera il campo elettromagnetico. Que-
sto è il fenomeno dell'autoinduzione, cioè del-
SI ESAURISCANO
l'induzione elettromagnetica sullo stesso condut-
tore che genera il campo elettromagnetico. Ma
se i fenomeni dell'induzione e dell'autoinduzione
conservano molte caratteristiche in comune, i inviando, per ogni fascicolo,
risultati da essi prodotti sono ben diversi. Nella l'importo di L. 500, a mezzo va-
bobina d'aereo di un ricevitore radio, ad esem-
pio, il fenomeno dell'induzione serve per trasfe- glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
rire il segnale da un avvolgimento all'altro. Il fe- zando le vostre richieste a:
nomeno dell'autoinduzione, invece, limita il pas- ELETTRONICA PRATICA
saggio della corrente attraverso una bobina. In-
fatti, per una ben nota legge fisica, il campo elet- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
tromagnetico generato da una bobina o da un
conduttore, provoca sulla bobina o sul condut-

16
Fig. 5 - Alcuni tipi di impedenze di alta frequenza normalmente usate nei ricevitori
radio e in molte apparecchiature elettroniche.

fig. 6 - Le bobine possono essere avvolte « in aria , oppure su supporti di materiale


isolante, muniti o meno di nucleo di ferrite. Quelli rappresentali in questa foto sono
i supporti più comunemente adottati nell'elettronica moderna per la costruzione di
bobine di tipo commerciale.

Fig. 7- La bobina che il principiante di


elettronica realizza più comunemente è
senza dubbio quella cilindrica. In que-
sto disegno si interpreta il sistema mi-
gliore, anche se più rudimentale, neces-
sario per una buona realizzazione di
una bobina cilindrica. Le spire risulte-
ranno compatte ed uniformi soltanto se
si provvede a mantenere in tensione il
filo di rame, servendosi, all'occasione,
anche della maniglia di una porta o di
una finestra.

17
due spire
in cortocirc.
Fig. 8- Per impedire che l'av-
volgimento del filo di rame
possa in qualche modo allen-,
tarsi o sfilarsi, si debbono
praticare due fo ri, sul suppor-
to, in corrispondenza delle
due spire estreme della bobi-
na. Il filo conduttore entra at-
traverso un foro, passa lungo
- una piccola porzione della su-
perficie interna del supporto
ed esce attraverso il secondo
foro.
2 fori Fig. 1 - Quando si realizza una bobina, è molto im-
portante che la spaziatura fra spira e spira sia sempre
la stessa. Due spire eccessivamente ravvicinate fra
loro, cioè in cortocircuito, producono l'effetto che si
lungh.

F - otterrebbe con una bobina realizzata con un minor


numero di spire rispetto a quello effettivo.

tore una tensione elettrica di verso contrario a


Fig. 9 - L'induttanza di una bobina dipende dal
quello della tensione primaria che provoca il
numero di spire avvolte, dalla sezione del filo, passaggio cli corrente. La tensione autoindotta,
dal diametro della bobina stessa e dalla lunghez- a sua volta, provoca una corrente di verso con-
za della superficie del supporto sulla quale le trario, che si somma algebricamente alla corren-
spire sono distribuite. te primaria, diminuendone l'intensità. Per con-
cludere si può dire che il fenomeno dell'autoin-
duzione ostacola, in una certa misura, il passag-
gio delle correnti elettriche nelle bobine. E quan-
Fig. 10 - La tre-
quenza di risonanza do questo fenomeno viene sfruttato per impe-
di un circuito accor- dire il passaggio in un circuito di correnti va-
dato dipende dalle riabili, la bobina prende il nome di « bobina di
caratteristiche radio- impedenza » o, semplicemente, di « impedenza »,
elettriche della bo- rispettivamente a radiofrequenza o ad alta fre-
bina e da quelle ca- quenza.
pacitive del conden-
satore eventualmen-
te accoppiato ad es- ALCUNI TIPI DI BOBINE
sa. In ogni caso, la Le bobine presenti nei circuiti radioelettrici ed
spaziatura, tra spira elettronici possono avere forme diverse e pos-
e spira, assume una sono essere di diversa grandezza. Le più sempli-
notevole importan- ci e le più facili da costruire sono le bobine ci-
za. Infatti, aumen-
tando la spaziatu-
lindriche, composte da un avvolgimento cli filo
ra, cioè aumentando conduttore attorno ad un supporto che, general-
l'estensione della mente, è rappresentato da un tubetto di mate-
bobina, la frequen- riale isolante, come la bachelite o il cartone ba-
za aumenta, men- chelizzato. Queste bobine presentano l'inconve-
tre l'accorciamento, niente di essere ingombranti per cui, nei ricevi-
cioè la diminuzione tori radio, vengono usale soltanto quando le spi-
di spaziatura, pro- re di filo avvolte sono poche, come avviene per
voca una diminuzio-
ne della frequenza. spaziatura i circuiti delle onde corte e cortissime. In ogni
Questo concetto va- caso le bobine cilindriche sono quelle che ven-
le sia per le bobine gono sempre adoperate dai principianti per i
di ricezioni radio, montaggi più semplici.
sia per quelle di Un altro tipo di bobina molto comune, ed assai
radiotrasmissioni. diffusa nei montaggi per i radioricevitori, è la
bobina cosiddetta a «nido d'api ». Le bobine a

18
NUCLEO
TUTTO FUORI

Il
I
LATO UTILIZZ. 808IN I 1
BOBINA
CALDO 50 SP I I -
50 SPIRE
] I I
I I

BOB.

,NUCLEO
; DENTRO
Aro
FRE[ bl=

BOBIN]
50 SPIRE
I
I I
I I
= BOBINA
75 SPIRE
I I

Fig. 12 - In gergo elettronico si sente spesso parla-


re di • lato caldo • di una bobina. Con tale espres-
sione ci si riferisce al terminale opposto a quello
che va a collegarsi con l circuiti di massa o dì ali-
mentazione, cosi come indicato in questi due sem-
plici schemi elettrici. Ovviamente per « lato freddo » NUCLEO
si intende nominare Il terminale opposto, quello che TUTTO DENTRO

...ai-
risulta collegato a massa, (circuito in alto) oppure al
circuito di alimentazione (schema in basso).

BOBINA
50SPI~ 100 SPIRE

LATO
CALDO

Fig.13 - I nuclei di ferrite, inseriti nelle bobine, ser-


vono per aumentare o diminuire l'induttanza delle bo-
bine stesse. Il nucleo può essere più o meno inse-
rito dentro il supporto della bobina. Quando esso è
completamente· estratto, l'induttanza della bobina è
pari a quella di una bobina· sprovvista di nucleo;
quando il nucleo è inserito a metà corsa, l'induttan-
za della bobina aumenta ed il risultato è quello che
si otterrebbe sostituendo il componente con un altro
dotato di un numero di spire aumentato di 1/3. Quan-
do il nucleo è completamente inserito nel supporto,
l'induttanza della bobina è raddoppiata ed è come
CONO. FUGA sì fosse sostituita la bobina originale con un'altra
costruita con un numero doppio di spire. Questi con-
cetti non sono rigidamente precisi, ma si avvicinano
@ molto alla realtà. I tre esempi, riportati in questo di-
ALIMENT segno, dimostrano chiaramente l'equivalenza esisten-
te fra la posizione del nucleo e il numero di spire di
una bobina senza nucleo.

19
P R IM O S E CONO nido d'api vengono costruite per mezzo di spe-
C IR C U ITO CIRCUITO ciali macchine avvolgitrici, chiamate bobinatrici.
La bobina a nido d'api, dopo essere stata compo-
sta dalla macchina, viene infilata in un supporto
di materiale isolante. Si conoscono ancora altri
tipi di bobine: le bobine con avvolgimento a ban-
co, le bobine con avvolgimento incrociato, le bo-
bine a rocchetto.

2 SPIRE 2 SPIRE
MISURE DELL'INDUTTANZA
Come avviene per le resistenze e per i condensa-
Fig. 14 - L'accoppiamento tra due bobine, in parti- tori, anche per le bobine esiste una unità di mi-
colar modo nei circuiti degli apparati trasmettitori, sura. Si tratta della misura dell'induttanza.
deve essere « stretto » cioè deve essere tale da evita- L'unità di misura deU'indultanza è l'ENRY (ab-
re dispersioni di energia ad alta frequenza. In tal caso
si ricorre all'accoppiamento a LINK. Si tratta di un ac-
breviato H.)
coppiamento fra due circuiti per mezzo di una linea I sottomultipli dell'henry più usati sono:
aperiodica a bassa impedenza. Una o due spire sono microhenry = milionesimo di henry (simbolo H)
accoppiate strettamente al circuito primario, dalla par- millihenry = millesimo di henry (simbolo mH)
te verso la quale questo risulta direttamente o indi- Negli apparecchi radio si possono trovare bo-
rettamente collegato a massa. Il segnale viene trasfe- bine d'induttanza avvolte su nucleo di ferro, di
rito, attraverso una linea costituita da due fili di rame, valore elevato, ad esempio di I0 henry; se ne
ben isolati e intrecciati, ad un sistema identico, sul
trovano altre di piccolo valore d'induttanza e so-
circuito secondario. La linea può anche essere relati-
vamente lunga senza che le perdite raggiungano un no quelle usate nei circuiti di alta frequenza: il
livello preoccupante. valore d'induttanza dì queste bobine può essere
di un centinaio di microhenry, quando si tratta
di bobine per onde medie, e di 1 o 2microhenry
quando si tratta di bobine per onde corte.
Le bobine per le onde cortissime hanno una pic-
colissima induttanza, appena un decimo circa di
microhenry.
Ma l'induttanza di una bobina dipende da molti
elementi. Ad esempio essa aumenta con l'aumen-
tare del diametro dell'avvolgimento, del numero
Fig. 15 - Esempio pratico di un accoppiamento tra delle spire complessive e del numero di spire
due bobine di alla frequenza per mezzo di un LINK. per centimetro di avvolgimento.

L1 L2

2 spi re 2 spire
20
TICO-TICO
RICEVITORE SUPERETERODINA
A 8 TRANSISTOR+ 1 DIODO

=Cli D'
(senza auricolare -

TUTTI LO POSSONO COSTRUI-


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LE ESERCIZIO DI RADIOTECNI-
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TITORE, MUOVERETE I PRIMI PAS-
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AMA TORI. I SEGNALI EMESSI DA
QUESTO APPARATO POTRANNO
ESSERE ASCOLTATI CON IL RICE-
VITORE SWOPS POSTO IN VEN-
DITA DALLA NOSTRA ORGANIZ-
ZAZIONE.

22
n passa giorno in cui, presso la nostra Re- Diciamo subito che siamo completamente d'ac-
dazione, non arrivino richieste di lettori che, cordo con tutti sul grande fascino che esercita
pur dichiarandosi « elettronici alle prime la costruzione di un ricetrasmettitore. Ma ab-
armi », sono ben intenzionati a costruire appa- biamo il dovere di avvertire i lettori che molto
rati trasmettitori, o ricetrasmettitori, adatti per spesso l'entusiasmo iniziale si spegne di colpo
la banda dei CB o per quella dei 2 metri· ( 144 quando, in sede di collaudo dell'apparecchio, que-
MHz). E a noi vengono richiesti gli schemi di sto rimane muto, oppure il transistor finale si
queste apparecchiature. surriscalda al punto di danneggiarsi irrimedia-
Ci sono lettori che ci chiedono schemi semplici, bilmenLe. L'esperienza ci .insegna, infatti, che io
altri invece ci chiedono progetti nei quali si pos- questo particolare settore dell'elettronica gli in-
sano utilizzare alcuni transistor in. loro posses- successi sono... garantiti al 98° e ciò accade quan-
so che, il più delle volte, sono transistor recu- do il principiante vuol fare il... passo più lungo
perati da vecchie radio di fabbricazione giappo- della gamba.
nese che, da noi, non hanno il tipo corrispon- Per quanto riguarda poi le apparecchiature rice-
dente. Per completare .poi questo insieme di ri- venti, cioè i ricevitori supereterodina a semplice
chieste, dobbiamo ricordare quei lettori che pre- e a doppia conversione di frequenza, dobbiamo
tendono il progetto di un trasmettitore con po- informare i nostri lettori che, contrariamente a
tenza media intorno ai 5-10 W, anche se, ecce- quanto si potrebbe credere, queste realizzazioni
zionalmente, ci vengono richiesti progetti di ap- pratiche sono molto più difficoltose di quelle dei
parati trasmittenti da 60-100 W. E' dunque giun- trasmettitori. A riprova di ciò sta il fatto ch
to il momento, per noi, di fare alcune precisa- la maggior parte dei radioamatori, eccezion fatta
zioni in proposito. per i veterani forniti di lunga esperienza, pur

23
••11
R1 R2 R4
e
9V
c8

e
T~
R1 82 '-

S1
0 4,J9%
~

C3
R3

Fig. 1 - Il transistor TR1, di tipo unigiunzione, pilota il


circuito dell'oscillatore di bassa frequenza. Lo stadio
di alta frequenza e invece pilotato dal transistor TR2,
che genera un segnale la cui frequenza dipende dalla
bobina L1, dal condensatore C6 e dal condensatore C7;
questi tre elementi compongono il circuito oscillante.

utilizzando apparati trasmittenti autocostruiti,


per la parte ricevente fanno ricorso a modelli di
COMPONENTI
tipo commerciale, oppure a quei « telaietti » pre- Condensatori
montati e già tarati. Cl = 47.000 pF
tutti questi ammonimenti non debbono essere C2 = 47.000 pF
dimenticati soprattutto dai principianti, quando C3 = 4.700 pF
non si voglia sprecare inutilmente danaro o per- C4 = 4 pF
dere la fiducia nelle proprie capacità realizzative es = 500 pF
o, più in generale. nell'elettronica. C6 = 5. pF (variabile)
Ma questo non significa che i principianti e i di- C7 = 10 pF
lettanti debbano essere condannati ad una lun- C8 = 5-80 pF (compensatore)
ga attesa, rimanendo a guardare affacciati alla...
finestra dei radioamatori. Resistenze
Per essi infatti si prospettano due soluzioni: la Rt = 68.000 ohm
prima è quella di procurarsi un ricevitore com- R2 = 680 ohm
merciale, anche di tipo surplus, a valvole, il cui R3 = 68 ohm
costo si aggira intorno alle 10.000 - 30.000 lire, R4 = 2.200 ohm
a seconda del modello e dello stato di questo; R5 = 2.600 ohm
la seconda • soluzione consiste nel ricorrere alla R6 = 680 ohm
costruzione di un ricevitore a superreazione, co- Varie
me quello presentato su questo stesso fascicolo TR1 = 2N2646
della Rivista il quale, pur non eguagliando le TR2 BF 198 (BF183)
prestazioni dei ricevitori di tipo commerciale, S1 = interruttore
potrà ugualmente servire per la realizzazione, L1 vedi testo
con successo, dei primi collegamenti attraverso
lo spazio. PILA = 9V
J1 imp. AF (2 H)

24
b
z
<r

~
0

Fig. 2 • In sede di realizzazione del trasmettitore, si deve far bene attenzione a rea-
lizzare collegamenti molto corti nello stadio di alta frequenza; è anche importante che
l'apparato venga racchiuso in un contenitore metallico.

DIFFICOLTA' REALIZZATIVE DEI TX titore, adatto per lavorare sulla gamma dei 144
Se è vero che la realizzazione di un ricevitore, MHz, che stiamo per presentarvi.
in base ai concetti prima esposti, è alquanto dif-
ficile, occorre dire che la costruzione dei tra- LA FREQUENZA DEI 144 MHZ
smettitori si. rivela molto spesso irta di diffi- Il trasmettitore che stiamo per presentarvi la-
coltà. Non è sufficiente, infatti, possedere lo sche- vora sulla frequenza dei 144 MHz, cioè sulla lun-
ma teorico cli un trasmettitore per poterlo age- ghezza d'onda dei 2 metri. Questo valore non è
volmente realizzare con la certezza di raggiun- tato scelto a caso. Infatti, con questa frequen-
gere il successo; occorrono anche i piani di ca- za e in condizioni favorevoli è possibile ottenere,
blaggio con Ja disposizione dei vari schermi e- anche con deboli potenze, collegamenti radio sul-
ventualmente necessari e la precisa disposizione la portata di alcuni chilometri. E' ovvio che il
di tutti i componenti elettronici. E chi vuol fare processo di ricetrasmissione deve avvenire in
tutto da sé, assai difficilmente può trovare in luogo privo di ostacoli naturali o artificiali, dato
commercio un kit contenente tutti gli elementi che le onde radio di questa frequenza si propa-
necessari. Ecco perché, prima di richiedere il gano quasi in linea ottica, seguendo la rotondità
progetto di un trasmettitore, sarebbe assai con- terrestre. Esse dunque verrebbero inevitabilmen-
veniente che il lettore valutasse esattamente la te fermate da qualunque ostacolo di dimensioni
propria preparazione e la propria esperienza, te- superiori alla lunghezza d'onda dei 2 metri. Le
nendo conto che per questo tipo di lavori oc- distanze notevoli possono quindi essere raggiun-
corre anche una adeguata strumentazione, di cui te in pianura, al mare o in montagna, mentre in
il principiante assai raramente è in possesso. Oc- città, a causa del « labirinto » di cemento arma-
corre dunque non essere impazienti e comincia- to, la portata di qualsiasi trasmettitore, sulla
re a muovere i primi passi, nel settore delle ra- banda dei 2 metri, viene drasticamente ridotta,
diotrasmissioni, un po' alla volta, cominciando in casi favorevoli, a qualche centinaio di metri.
con la realizzazione di apparecchiature semplici Occorre ricordare poi che le frequenze superiori
e di sicuro funzionamento, come lo è il trasmet- ai 144 MHz sono proprio quelle destinate ai ra-

25
IMPULSI EL' UNIG.

o o o
ALTA FREQ.
MODULATA

I IHil
AF GENERATA DA TR2
Fig. 3 - Questi tre diagrammi riproducono, analitica-
mente, i segnali presenti nei vari punti del circuito del
trasmettitore. In alto, a sinistra, sono riprodotti gli im-
pulsi emessi dal transistor unigiunzione TRt; in basso
a sinistra, sono rappresentati i segnali di alta fre-
quenza generati dal transistor TR2. II mescolamento di
questi due segnali determina un segnale risultante di
alta frequenza, modulato, rappresentato sulla destra.

dioamatori che, in virtù di alcune recenti dispo- Il transistor TRl, che è di tipo unigiunzione, co-
sizioni ministeriali, hanno potuto ottenere la li- stituisce l'oscillatore di bassa frequenza, il qua-
cenza « facilitata », cioè la licenza di radioama- le genera impulsi del tipo di quelli rappresen-
tore senza sostenere l'esame di radiotelegrafia. tati in figura 3. Il funzionamento di questo oscil-
Il nostro trasmettitore rappresenta quindi una latore è assai semplice. Esso si basa sulla pro-
base di lancio per familiarizzare con le trasmis- prietà del transistor di poter caricare e scari-
sioni in VHF e costituisce un primo passo verso care opportunamente il condensatore Cl, gene-
la sospirata licenza di trasmissione. Ricordiamo rando un segnale di bassa frequenza sui termi-
ancora che i segnali emessi dal nostro semplice nali della resistenza R3.
tràsmettitore potranno essere ascoltati tramite Lo stadio di alta frequenza è invece pilotato dal
un ricevitore radio in superreazione autocostrui- transistor TR2, che genera il segnale la cui fre-
to, oppure tramite il nostro ricevitore SWOPS, quenza è determinata dalla bobina L1 e dai due
mensilmente pubblicizzato in seconda di coper- condensatori C6-C7, collegati in parallelo, che
tina della Rivista che, in virtù della sua notevole compongono il circuito oscillante.
sensibilità, permetterà di valorizzare ancor più II circuito risonante non è montato direttamen-
l'efficienza del trasmettitore, garantendo in tal te sul circuito di collettore di TR2, come gene-
modo il successo costruttivo ai nostri lettori. ralmente accade in questi tipi di oscillatori, ma
viene accoppiato al transistor TR2 tramite il con-
CIRCUITO ELETTRICO densatore C5. Tale espediente permette di colle-
Osservando lo schema teorico di figura 1, il let- gare a massa direttamente la carcassa del con-
ore sì accorgerà subito che il trasmettitore è densatore variabile C6, esaltando notevolmente
privo di microfono. Infatti, abbiamo voluto pre- la stabilità della frequenza generata. Ma per rag-
sentare questo progetto non tanto per la tra- giungere tale risultato è stato necessario inse-
smissione della voce che, data la piccola poten- ire, sul collettore di TR2, una impedenza di
za, risulterebbe poco comprensibile a breve di- blocco dell'alta frequenza, in modo che tutta la
stanza, quanto per la trasmissione di un segna- potenza generata venisse trasmessa al circuito
le di identificazione in bassa frequenza generato di accordo e, quindi, al circuito di uscita.
da un circuito oscillatore a rilassamento, che po- Il condensatore C4 ha lo scopo di mantenere il
trà far individuare il segnale anche quando transistor in oscillazione, inserendo nel circuito
questo risulta molto debole. Tuttavia, coloro che un certo quantitativo di reazione positiva, io mo-
lo desiderassero, potranno sostituire lo stadio do che nel caso in cui il circuito faticasse ad
oscillatore di bassa frequenza con uno a transi- oscillare, sia sempre possibile un ritocco del va-
sistor al quale vengano attribuite le funzioni di lore di questo condensatore. E se tale espedien-
amplificatore-modulatore; questo nuovo stadio, te non dovesse portare a risultati positivi, allo-
opportunamente collegato ad un microfono pie- ra si deve diminuire di poco il valore della resi-
zoelettrico, trasformerà il trasmettitore di se- stenza R4; ciò sta a significare che il transistor
gnali in un vero e proprio trasmettitore in fonia. presenta un basso guadagno.

26
Il condensatore Cl serve per mescolare il se- z
gnale di bassa frequenza con quello di alta fre- D
quenza, in modo da ottenere un segnale a 144
MHz modulato in ampiezza, che potrà essere
captato e rivelato dal ricevitore. 500 mm (100o mm )

LA BOBINA L1 Fig. 4 - II irasmettitore, per poter diffondere nel-


La bobina Ll rappresenta l'unico elemento del lo spazio i segnali di alta frequenza da esso
generati, deve essere corredato di un'antenna
circuito che il lettore dovrà costruire da sé. Per a stilo, della lunghezza di 500 mm o 1000 mm,
la frequenza dei 144 MHz si dovranno avvolgere a seconda che si preferisca il tipo ad un quarto
tre spire di filo di rame nudo del diametro di d'onda, oppure quello a mezza lunghezza d'onda.
1 mm; questa bobina è avvolta « in aria » con
un diametro interno di 8 mm; è ovvio che per
la realizzazione di questa bobina ci si dovrà ser-
vire di un supporto provvisorio del diametro di
8 mm, che verrà poi tolto, dopo aver esteso l'av- C 1:.. B B2
volgimento su una lunghezza complessiva di

€€9
15 mm.
Volendo far funzionare il trasmettitore sulla '
gamma della modulazione di frequenza, cioè sul- .
la gamma compresa fra gli 88 e i 108 MHz, si
dovrà realizzare una bobina quasi uguale, ma
con quattro spire anziché tre.
La bobina L1 deve essere dotata di una presa
intermedia, rjcavata fra metà avvolgimento e la
prima spira; la posizione ottima dovrà essere BF198 2N2646
tuttavia individuata in fase di • taratura. Ed è
proprio per la realizzazione della presa inter- Fig. 5 - Disposizione degli elettrodi sui transistor 1
media che abbiamo consigliato di realizzare la TR1 e TR2. I disegni sono riprodotti in pianta.
bobina L1 con filo di rame nudo anziché smal-
tato, perché solo così il lettore potrà facilmen-
te variare il punto di saldatura della presa in-
posita boccola di antenna presente nel trasmet-
termedia.
titore.
Il compensatore es permette di regolare l'impe-
La lunghezza dello stilo deve essere in funzione
denza d'uscita del trasmettitore, in modo da
della frequenza; essa sarà esattamente, per i
adattare il meglio possibile l'impedenza d'uscita
144 MHz, di 500 mm per il tipo ad un quarto
del circuito a quella dell'antenna, così da tra-
d'onda, oppure di 1000 mm per il tipo a mezza
sferire nello spazio .la massima potenza dispo- lunghezza d'onda. Il lettore potrà scegliere una
nibile.
di queste due misure.
REALIZZAZIONE PRATICA
La realizzazione pratica del tramettitore è rap- COLLAUDO E MESSA A PUNTO
presentata in figura 2. Essa è ottenuta su telaio Prima di mettere in funzione il ricevitore oc-
metallico. Questo telaio dovrà essere poi rac- corre estrarre completamente l'antenna, se que-
chiuso in un contenitoré metallico. sta è di tipo telescopico, quindi si sistema il ri-
E' assai importante che il lettore segua scrupo- cevitore ad una certa distanza dal trasmettitore,
losamente il piano di cablaggio di figura 2, rea- per esempio ad una ventina di metri, oppure nel-
lizzando collegamenti molto corti, soprattutto la stanza accanto. Poi si accende il circuito tra-
nello stadio di alta frequenza; soltanto così si mite l'interruttore Sl e si ruota lentamente il
potrà essere certi di raggiungere un risultato fi- perno del condensatore variabile C6 fino ad otte-
nale positivo. nere, nell'altoparlante del ricevitore, il segnale
Dovranno risultare corte il più possibile le con- generato dal trasmettitore. A questo punto si
nessioni della bobina L1 e quelle relative ai ter- passa alla regolazione del compensatore C8, in
minali dei due compensatori C6-C8. modo da ottenere il massimo segnale possibile.
Le due mosettiere permettono di facilitare il la- Se non si riuscisse ad ottenere una posizione di
voro di cablaggio e di conferire rigidità e com- massimo, occorrerà variare leggermente la posi-
pattezza al montaggio stesso. zione della presa intermedia della bobina Ll, ri-
toccando nuovamente il compensatore C8.
ANTENNA Nel caso in cui la nota di bassa frequenza non
L'antenna trasmittente deve essere realizzata nel risultasse gradita, occorrerà intervenire sul va-
modo indicato in figura 4, servendosi di uno sti- lore del condensatore Cl, variandolo, in modo
lo facente capo, ad una estremità, con uno spi- da ottenere la tonalità desiderata.
notto, che dovrà essere saldato a stagno allo sti- Il consumo totale del trasmettitore, con la ten-
lo stesso. Lo spinotto verrà poi infilato nella ap- sione di alimentazione'di 9 V, è di 8 mA.

27
Con questo semplice ricevitore po- le trasmissioni della Polizia,
scoltare
trete ascoltare buona parte delle e- degli aeroporti, degli aerei in volo,
missioni VHF, comprese quelle della dei radioamàt~ dei servizi di pro
modulazione di frequenza e dei ca- to soccorso, dei ponti radio privati e
nali audio della TV. Potrete inoltre a- dei radiotaxi.

28
e

RICEVITORE
SUPER REATTIVO
con FET
mponente, pur presentando dimensioni
identiche a uelleq dei normali transistor, essen-
do anch'esso composto con materiale semicon-
duttore (silicio), è dotato di notevoli analogie elet-
triche con i tubi termoionici e, più precisamen-
te, con il pentodo. Esso inràttJ.....è in. grado di so-
stituire le valvole elettroniche inutti t quei cir-
cuiti di alta frequenzg_ che, fino apoco tempo
fa, rappresentavano l'incontrastato dom inio del-
la valvola stessa.

LE ONDE PROIBITE
Con il nostro ricevitore si può ascoltare buona
parte delle emissioni VHF, con il semplice cam-
biamento della bobina di sintonia, in modo da
raggiungere, con una buona selettività, la fre-
quenza dei 200 MHz circa. Il lettore dunque, rea
Iizzando questo ricevitore, potrà captare tu
trasmissioni «segrete» che avvengono ir
banda di frequenze.
Un elenco completo di tutteJeTrasmissioni che
si possono ascoltare conl ricevitore
i superreat-
tivo non possiamoproprio presentarlo, perché
e ricezioni dipendono in gran parte dal luogo di
ascolto e ~.Vorario. Noi possiamo dire che, va-
riandole spire della bobina d'accordo, si po-

a
'ranno ascoltare le trasmissioni della Polizia,
i sono varie maniere per ascoltare le degli aeroporti, degli aerei in volo, delle emitten-
sioni radio sulle onde corte e cortissime. ti radiofoniche a modulazione di frequenza, dei
Ma l'appassionato di elettronica, scartando canali audio della televisione, dei radioamatori,
di
a priori la soluzione dell'acquisto un ricevi- dei servizi di pronto soccorso, dei ponti radio
tore di tipo commerciale e quella non troppo privati, dei radiotaxi.
semplice della realizzazionedi un ricevitore a Come il lettore avrà ben compreso, su questa
conversione di frequenza, semplice o doppia, che banda di frequenze avviene la maggior parte del-
impegna notevolm ente l'operatore e richiede e- le emissioni di particolare interesse per il di-
sperienza edattrezzature, ricorre inevitabilmen- lettante. Ed è questo il principale motivo per cui
te alla realizzazione del ricevitore a superrea- riteniamo utile ed interessante la realizzazione di.
zione.cco E perché abbiamo voluto ancora una questo ricevitore.
Ita appagare le aspirazioni di molti principian-
ti presentando il progetto di un ricevitore molto LA SUPERREAZIONE
semplice, che non richiede l'uso di alcuno stru- Prima di iniziare la descrizione del circuito elet-
mento di taratura, ma che si rivela ugualmente trico del nostro ricevitore, vogliamo spiegare bre-
un apparato dotato di ottima sensibilità. E per vemente ai lettori meno preparati teoricamente
raggiungere quest'ultimo scopo ci siamo serviti che cos'è la superreazione.
di uno dei più recenti ritrovati dell'elettronica Tutti sanno che per poter selezionare il segnale
moderna: il transistor ad effetto di campo cono- radio che si desidera ricevere, è necessario di-
sciuto anche con il nome di FET. sporre, all'entrata del ricevitore, di un circuito

29
R8

., 51
R7

ò
f]J
n l2'14V

Ll!C= i iiiiiiiiiiiii \....I Il iiiiiiiiiiii ::!!-. n ~g ,•

iii lle
CUFFIA

Resistenze
R1 = 2.700 ohm

COMPONENTI R2 = 50.000 ohm (potenziometro)


R3 = 10.000 ohm
Condensatori R4 = 10.000 ohm
R5 = 2,2 megaohm
c1 = 22.000 pF
R6 2.200 ohm
=
C2 = 50.000 pF
R7 = 220.000 ohm
Cc3 = 50.000 pF
R8 470 ohm
C4 10 pF (variabile) =
es == 10 pF Varie
C6 = 10.000 pF TRI = 2N3819
C7 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) TR2 = BC109
ca = 5.000 pF TR3 = 2N1711 (BC107)
C9 = 4.700 pF J1 = imp. AF Geloso 555 (O, 1 mH)
C10 = 5 F - 16 VI (elettrolitico) LI = vedi testo
C11 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) CUFFIA = 16-100 ohm (vedi testo)

Fig. 1 - Il transistor FET, che pilota lo stadio di alta frequenza, permette di raggiungere
un elevato grado di sensibilità ed una buona selettività. L'ascolto può essere ottenuto
anche in altoparlante, purché si applichi, In uscita, un amplificatore di alta frequenza,
cosi come chiaramente spiegato nel testo.

oscillante, accordato sulla frequenza del segnale segnale amplificato dall'uscita all'entrata dello
che si riceve. Sui terminali di questo circuito, stadio. In ciò consiste il principio della reazione.
in virtù del fenomeno della risonanza elettroma- Questo procedimento, tuttavia, come si può ben
gnetica, si forma una certa tensione che, teorica- capire, è molto critico, dato che ben difficilmen-
mente, potrebbe raggiungere valori anche note- te si riesce a compensare esattamente le perdite,
voli, ma che in pratica viene limitata da vari così da ottenere la massima sensibilità. Ecco il
fattori quali, ad esempio, le perdite nel dielet- motivo per cui si ricorre alla tecnica della su-
trico del condensatore, la resistenza della bobi- perreazione, che consiste nell'inviare, all'entrata,
na di sintonia o la resistenza parassita del cir- un segnale prelevato all'uscita, in misura supe-
cuito di ingresso del ricevitore radio. riore alle perdite, interrompendo automaticamen-
Per ottenere una buona rivelazione dei segnali te la reazione ad un valore di frequenza non udi-
radio, senza incorrere agli stadi amplificatori di bile. In questo modo, dopo ogni interruzione del-
alta frequenza, occorre compensare le « perdi- la reazione, si ottiene un aumento progressivo
te» del circuito di sintonia, rinviando parte del del segnale che viene portato all'ingresso fino a

30
che, ad un certo istante, si raggiunge un'esatta circuiti di amplificazione. Gli elementi J1-C6-R3-
compensazione delle perdite e, quindi, una esal- R4 determinano la frequenza di spegnimento del-
tazione della sensibilità del ricevitore. Così il se- le oscillazioni. E nel caso in cui queste diventas-
gnale di reazione aumenta ulteriormente provo- sero udibili, si dovranno rivedere i valori dei
cando un innesco che viene tuttavia immediata- componenti ora citati, aumentandoli o diminuen-
mente bloccato per ricominciare un nuovo ciclo. doli, così da ritornare nelle condizioni ideali di
Sebbene il passaggio del ricevitore per lo stato ascolto.
critico avviene soltanto per un breve tempo, in Il potenziometro R2 permette di controllare l'in-
virtù della elevata frequenza di spegnimento del- tero fenomeno della superreazione; questo com-
l'innesco e dell'alta frequenza delle onde radio ponente dovrà essere regolato in modo da ascol-
ricevute, l'ascoltatore non si accorge in alcun tare, in assenza di segnali radio, cioè in assenza
modo delle interruzioni ma, al contrario, riscon- di emittenti, il caratteristico soffio della super-
tra una elevatissima sensibilità che, certamente, reazione.
non è ottenibile con altri tipi di circuiti aventi
lo stesso numero di componenti. AMPLIFICAZIONE BF
Un'ultima particolarità comune a questi tipi di Dopo essere stato sottoposto al processo di ri-
ricevitori è la presenza di un forte soffio in as- velazione, il segnale attraversa il primo transi-
senza di segnale ricevuto. Ciò è dovuto essenzial- stor amplificatore di bassa frequenza, cioè il tran-
mente alla super-amplificazione dei segnali paras- sistor TR2 che è collegato in un circuito con
siti sempre presenti nell'atmosfera e del fruscìo ernittore a massa, in modo da ottenere dallo sta-
interno prodotto dai transistor, causato dal mo- dio il maggior guadagno possibile. A questo pri-
vimento degli elettroni attraverso il cristallo mo stadio amplificatore di bassa frequenza fa
semiconduttore. seguito uno stadio separatore, pilotato dal tran-
Dopo questa esposizione teorica, relativa ai con- sistor TR3, che ha il compito di permettere l'a-
cetti di reazione e di superreazione, possiamo scolto in cuffia; quest'ultimo elemento è collega-
iniziare ora l'esame del circuito teorico del rice- to con il circuito di emittore di TR3.
vitore che è composto, oltre che dallo stadio di Nel caso in cui si dovesse inserire, nel circuito
alta frequenza, anche da due stadi di bassa fre- di uscita, una cuffia a bassa impedenza, cioè una
quenza che permettono di ottenere un ottimo cuffia da 16-20 ohm, occorrerà utilizzare per TR3
ascolto in cuffia. un transistor di media potenza al silicio, come
ad esempio i tipi 2N1711 - 2N1613, mentre con
cuffie di impedenza dell'ordine delle centinaia
CIRCUITO DI ENTRATA
di ohm sarà sufficiente un transistor di tipo
Lo stadio di alta frequenza è quello più impor-
BC107, che generalmente presenta il vantaggio
tante del ricevitore. In esso viene utilizzato un
di possedere un maggior guadagno rispetto ai
transistor FET a canale N. L'impiego di questo
tipi precedentemente ricordati.
transistor permette di raggiungere una notevole
Chi volesse ottenere un ascolto in altoparlante,
sensibilità e una elevata stabilità, che non sono
dovrà disporre di un amplificatore di bassa fre-
certo paragonabili a quelle raggiungibili con i
quenza e a tale proposito ricordiamo che risul-
normali transistor. Questo transistor, inoltre,
tano utilissimi gli amplificatori con integrati pre-
presenta un rumore di fondo molto basso, che
sentati nel fascicolo di ottobre. Per ottenere que-
permette di migliorare il rapporto segnale/ru-
sta variante il lettore dovrà eliminare lo stadio
more.
separatore (R7-C9-Cl0-TR3-R8-Cl l ), collegando la
Come si vede nel circuito di figura 1, il segnale
entrata dell'amplificatore con il collettore del
proveniente dall'antenna, tramite il condensato-
transistor TR2 tramite un condensatore elettro-
re di accoppiamento Cl, va ad interessare il cir-
litico da 10 F - 25 VI (il terminale positivo del
cuito di sintonia composto dalla bobina LI e dal
condensatore dovrà essere sistemato verso il col-
condensatore variabile C4. Questo circuito viene
lettore); le masse dell'amplificatore e del ricevi-
collegato con i terminali D (drain) e G (gate)
tore dovranno essere collegate assieme.
.del transistor TRl, cioè del FET. In questo modo
sul terminale S (source) si ottiene un segnale BOBINE AF
amplificato che, tramite il condensatore di rea- Come abbiamo già detto, con questo ricevitore
zione C5, viene riportato al circuito di ingresso, superreattivo è possibile coprire buona parte
in modo da funzionare come abbiamo preceden- delle VHF. Ma per ottenere questo risultato si
temente spiegato. debbono costruire alcune bobine, con diverso nu-
mero di spire, con differente spaziatura fra le
RIVELAZIONE stesse e con diametro diverso. Noi ci proponia-
Il segnale radio subisce un processo di rivela- mo di fornire i dati costruttivi delle bobine adat-
zione quando attraversa la sezione diodica co- te per coprire la gamma di frequenze che si e-
stituita dalla giunzione G-S (Gate - Source) di stende fra i 70 e i 150 MHz. Il lettore dovrà tut-
TR1. L'alta frequenza viene bloccata dall'impe- tavia ricordare che le sole capacità parassite del
denza J1, in modo che sui terminali della resi- montaggio, oppure l'accorciamento o l'allunga-
stenza R4 sia possibile disporre di un segnale mento dei terminali delle bobine, potranno in-
cli bassa frequenza pronto per esere inviato ai fluire notevolmente sulla frequenza ricevuta.

31
o

..--
»]
N
..----

u
o:::
.....

o
..----
u
32
Dunque, il miglior consiglio è quello di speri-
mentare la bobina più adatta ogni volta che si
vuol ascoltare una determinata banda di frequen-
ze, stringendo o spaziando le spire, diminuendole
di numero o aumentandole, fino a centrare la
banda desiderata.
1N- •
-r
Per ascoltare le trasmissioni radio a modulazio-
ne di frequenza si dovranno avvolgere 4 spire
di filo di rame smaltato del diametro di 0,8 -
1 mm, in modo da ottenere una bobina con dia-
metro interno di 13 mm, estesa su una lunghez- e
za di 10 mm (fg. 3 B); volendo aumentare di po-
co la frequenza ricevuta, si dovranno avvicinare I
tra loro le spire, così come indicato in fig. 3A,
mentre allontanandole si otterrà una diminuzio-
ne della frequenza stessa (fg. 3 C).
Realizzando una bobina con sole 3 spire, si po-
trà riuscire ad ascoltare i segnali radio alla fre-
quenza di 150 MHz; con sole 4 spire si dovreb-
Al- -
bero raggiungere i 70 MHz e così via. Fig. 3- Le bobine devono essere costruite con
filo di rame smaltato del diametro di 0,8 mm.
Con sole 4 spire, avvolte in aria su un diametro
MONTAGGIO interno di 13 mm e su un'estensione di 10 mm
La realizzazione pratica del ricevitore superreat- circa, si potranno ascoltare le emissioni radio a
tivo è rappresentata in fig. 2. modulazione di frequenza. In questi tre disegni
delle spire, che permette di variare la frequenza
I componenti dello stadio di alta frequenza deb- sì vuol dimostrare Il concetto della spaziatura
bono essere di ottima qualità e, in particolar di ricezione. Questa diminuisce a mano a mano
modo, lo debbono essere il condensatore varia- che la spaziatura fra una spira e l'altra aumen-
bile C4, che ha il valore di 10 pF, e il transistor ta. Con la bobina rappresentata in A si rice-
FET, che è di tip0 2N3819; l'equivalente di que- vono le frequenze più alte; con quelle rappre-
sto transistor può essere il BFW61. sentate in B • C si ricevono frequenze legger-
Trattandosi di un ricevitore in superreazione, è mente più basse.
assolutamente necessario che il lettore realizzi Diminuendo il numero delle spire, la frequenza
di ricezione aumenta; viceversa, aumentando il
gli stadi di alta frequenza con collegamenti mol-
numero delle spire, la frequenza diminuisce.
to corti, in modo da evitare ogni eventuale inne-
sco. L'unico componente del quale non si dovran-
no accorciare troppo i terminali è il condensa- collega a massa l'antenna del ricevitore, annul-
tore C2, il cui scopo, oltre quello di disaccop- landone la sua precisa funzione. Ciò tuttavia non
piare l'alimentazione, è quello di adattare l'im- avviene, perché il condensatore C2, presentando
pedenza di entrata del ricevitore a quella del- una minima reattanza all'alta frequenza e pro-
l'antenna. prio in virtù della lunghezza dei terminali, che
A proposito dell'antenna consigliamo di utilizza- abbiamo consigliato di conservare, è dotato di
re un elemento di tipo a stilo, a mezza lunghez- una induttanza che permette ad un'antenna a
za d'onda. La lunghezza approssimativa dell'an- bassa impedenza di funzionare ottimamente.
tenna può essere dedotta dalla seguente formula:

L = 150 : F

nella quale L rappresenta la lunghezza dello sti-


lo espressa in metri, mentre F rappresenta il va-
lore della frequenza espressa in MHz. Facciamo
un esempio: per ascoltare la frequenza di 100 ..o
MHz, si dovrà applicare al ricevitore un'antenna
della lunghezza di 1,5 metri (L = 150 : 100 = 1,5).
L'antenna potrà essere rappresentata, più sem-
plicemente, anche da uno spezzone di filo, la cui
lunghezza deve essere quella dedotta dall'appli-
cazione della formula. Fig. 4 - Per mettere il lettore nelle condizioni
Il cablaggio del ricevitore deve essere realizzato di non commettere errori di cablaggio, durante
su un pannello metallico, al quale si attribuisco- la saldatura degli elettrodi del transistor TR3
(2N1711), presentiamo in questo disegno la di-
no le funzioni di schermo elettromagnetico e sposizione esatta dei terminali del componente,
conduttore unico della linea di massa. facendo riferimento alla tacca.
Può darsi che il lettore principiante intraveda
nel condensatore C2 un eventuale elemento che

33
2 rRAN
RE0RDg2Zen SISTOR _$
a. ts rsiG
#
.._AHW sòRj
BASTANO POCHI COMPONENTI E-
LETTRONICI PER REALIZZARE UN
ECONOMICO APPARATO, FACIL- e dovessimo dire che la musica e l'elettro-
MENTE COLLEGABILE AD UN nica compongono un binomio inscindibile,
QUALSIASI AMPLIFICATORE DI . incorreremmo certamente in un luogo co-
POTENZA, PER ARRICCHIRE I SUO- mune, perché tutti ormai sanno che le orche-
stre di musica leggera e quelle più classiche che
NI DI UNO STRUMENTO CON EF- rifiutano tutto ciò che è tradizionale sono com-
FETTI ORIGINALI E ATTUALMENTE poste, oltre che dagli strumenti più classici, an-
CCETTATI DA TUTTI I MUSICISTI che da un numero elevato di strumenti elettro-
nici. E non parliamo poi dell'organo, sul quale
E DAGLI ESECUTORI DI MUSICA l'elettronica ha preso dovunque il sopravvento,
LEGGERA. erché proprio in questo strumento ogni nota,

34
ogni timbro, vengono generati da circuiti elet- dosi all'onda sinusoidale principale, altera il con-
trici e, successivamente, filtrati, modulati, vibra- torno e, conseguentemente, il timbro. Tale feno
ti o distorti, mentre nei modernissimi organi « di- meno delle armoniche viene sfruttato nei sinte-
gitali », muniti di sinterizzatore di frequenza, i tizzatori, che abbiamo prima citato, i quali gene-
suoni vengono elaborati allo stesso modo con rano un suono per mezzo della semplice sovrap-
cui vengono elaborate le informazioni affidate ad posizione di un numero molto elevato di armo-
un computer. niche ad una semplice sinusoide; le armoniche
Noi non possiamo avere la pretesa di proporre sono sinusoidi con frequenza multipla di quella
ai nostri lettori la realizzazione di simili appa- dell'onda fondamentale. Dunque, potendo mesco-
recchiature che, oltre ad avere un prezzo proi- lare le armoniche a piacere, si intuisce facilmen-
bitivo, richiedono, per la loro messa a punto, un te quanto sia possibile generare in pratica una
insieme di apparecchiature per veri professioni- infinità di suoni che si avvicinano, in maniera
sti e una notevole dose di competenza tecnica. quasi perfetta, a quelli prodotti dagli strumenti
ur tuttavia, noi stessi abbiamo sempre cercato più classici. Con questo sistema, inoltre, vi è an-
di progettare e approntare degli apparecchi adat- che la possibilità dt creare nuovi suoni che stan-
ti per essere utilizzabili da tutti i cultori della no poi alla base della nuova e moderna musica
musica elettronica, in modo che anche costoro elettronica.
potessero beneficiare, spendendo poco, di stru-
menti accessibili soltanto ai professionisti. Un SUONI PARTICOLARI
esempio, in tal senso, è rappresentato dall'am- Esiste un altro sistema per generare suoni parti-
plificatore per chitarra elettrica da 50 W, che è colari, E' infatti sufficiente che la nota prove-
stato presentato sul fascicolo di ottobre dello niente, ad esempio, da una chitarra, attraversi
scorso anno e che ha incontrato i favori del no- un circuito distorsore per alterarne il contenuto
stro più grande pubblico. armonico e per ottenere, all'uscita di questo cir-
Ora è la volta della presentazione di un distor- cuito, un segnale dal timbro completamente di-
sore molto efficace e, nello stesso tempo, di sem- verso da quello originale.
plice concezione e di prezzo molto moderato (il La distorsione rappresenta appunto la percen-
tutto si riduce all'acquisto di due transistor e tuale delle armoniche aggiunte al segnale (sinu-
di pochi altri componenti) che, accoppiato al- soidale) e sta ad indicare il cambiamento di for-
l'amplificatore per chitarra, ora citato, oppure a ma dell'onda stessa.
qualsiasi altro amplificatore per chitarra a val- el progetto da noi concepito la distorsione rag-
vole o a transistor, indifferentemente, sarà in giunge 1'80%, e ciò significa che una sinusoide,
grado di esaltare talune caratteristiche sonore, applicata all'entrata del circuito, all'uscita di que-
introducendo nella musica una notevole dose di sto apparirà completamente irriconoscibile.
modernità e di originalità che, oggi, sono tante
ricercate dai musicisti. ANALISI DEL DISTORSORE
Il circuito del distorsore, rappresentato in figu-
CHE COS'E' LA DISTORSIONE? ra l, viene predisposto al funzionamento per
Ogni segnale periodico può essere completamen- mezzo del commutatore multiplo SI (2 vie - 3
te descritto per mezzo di alcuni parametri; fra posizioni). Quando il commutatore si trova nella
questi, i due più importanti sono: la frequenza posizione S, cioè quando il circuito è spento, la
e la forma. batteria a 9 V non alimenta il circuito e non si
Il nostro lettore possiede già le nozioni sufficien- ha alcun consumo di corrente.
ti per assimilare il concetto di frequenza; que- Quando il commutatore multiplo si trova nella
sta sta ad indicare quante volte, in un minuto posizione N, si ha il funzionamento normale; il
secondo, si ripete l'andamento del segnale. A segnale presente all'entrata viene trasferito al-
questo parametro è legata l'acutezza o meno del l'uscita senza un'apprezzabile distorsione, otte-
segnale. Facciamo un esempio: le varie note di nendo un guadagno di 1,5, che permette un mi-
uno stesso strumento, pur assomigliandosi nella glior pilotaggio dell'amplificatore di potenza.
forma, hanno un valore di frequenza diverso, in Soffermiamoci brevemente sul funzionamento del
modo che un DO appaia più grave di un MI, un circuito quando il commutatore multiplo si tro-
FA più acuto di un RE, e così via. Ma la fre- va nella posizione
quenza non è sufficiente per contraddistinguere
un segnale; infatti, un DO di trombone è ben COMMUTATORE IN POSIZIONE N
diverso da un DO di chitarra, pur avendo le due Il segnale applicato al circuito di entrata rag-
note la stessa frequenza. Le note sono identiche, giunge, tramite il condensatore Cl e la resisten-
ma vengono generate con due sistemi fisici di- za RI, la base del primo transistor TRl il quale,
versi, in modo da presentare un diverso timbro. per effetto delle resistenze, si trova in una zona
Se immaginiamo di visualizzare questo fenomeno di funzionamento lineare, e amplifica il segnale
sullo schermo di un oscilloscopio, ci accorgere- senza alterarne la forma.
mo che le due note, pur avendo un identico pe- Il transistor TR2, che risulta accoppiato in cor-
riodo, differiscono notevolmente nella forma. Ta- rente continua, cioè senza l'interposizione di con-
le fenomeno è da attribuirsi al diverso contenu- densatori, con il collettore .di TR1, si trova in-
to armonico dei due segnali che, sovrapponen- vece· in una zona di saturazione, per effetto del-

35
s
N
=- ••
D
rvw ff
R7

R2 R3

TRl TR2
1 C3

e
R1

G
@
b
)' I R8

e
R4
s
AA
Ne ~
S1b

ENTR.
~ R5r
1 I
IC2
R9
R6 Il
USCITA

Fig. 1 • Quando il commutatore multiplo SI si


COMPONENTI trova In posizione S, il circuito non viene ali-
mentato. Quando il commutatore è In posizione
N, I segnali applicati all'entrata si ritrovano, in
Condensatori uscita, leggermente rafforzati, ma privi di qual-
C1 = 50.000 pF siasi variazione rispetto alla loro forma origina-
C2 =470.000 pF le. Quando il commutatore è in posizione D,
C3 = t 0.000 pF il circuito funziona da distorsore.

Resistenze
Rt = 33.000 ohm
R2 = 22.000 ohm
R3 = 6.800 ohm la resistenza R7, che ha un elevato valore e che
R4 = 3,3 megaohm risulta commutata, tramite il commutatore mul-
R5 = 4.700 ohm (potenz. a variaz. lin.) tiplo S1, sul circuito di collettore di TR2.
R6 = 470 ohm Trovandosi in questa situazione, il transistor TR2
R7 = · 470.000 ohm si comporta praticamente come un elemento in
R8 = 47.000 ohm cortocircuito o, più precisamente, come un dio-
R9 = 8.600 ohm do in conduzione, che lascia passare iJ segnale
proveniente dal collettore di TR1 senza variarne
Varie la forma e l'ampiezza.
TR1 = 2N1711 Il segnale presente sul collettore di TR2 viene
TR2 = 2N1711 prelevato, tramite il condensatore C3, per esse-
S1 = commutatore multiplo (3 posiz. - 2 vie) re inviato al partitore di uscita composto dalle
due resistenze R8-R9.

36
TR1
o

o
TR2
Fig. 2 - Il cablaggio del distorsore può essere comunque realizzato. Quel che importa
è che esso venga racchiuso in un contenitore metallico, in grado di isolarlo rispetto
ad eventuali segnali esterni. Volendolo, il lettore potrà inserire, in parallelo alle pile
di alimentazione, un condensatore elettrolitico da 500 F - 12 VI.

COMMUTATORE IN POSIZIONE D mentre la resistenza R4 riporta il segnale distor-


Quando il commutatore multiplo S si trova in to sulla base del transistor TRI. Agendo quindi
posizione D, il circuito funziona da distorsore. sul cursore del potenziometro R5, si fa variare
La resistenza R7, "che nel caso precedente era il valore del segnale di uscita che si vuol ripor-
collegata in serie al collettore del transistor TR2, tare all'entrata, in modo da regolare il guadagno
si trova ora collegata in serie con il collettore e, conseguentemente, la distorsione.
del transistor TRI, facendo in modo che questo Per facilitare il compito del lettore, in sede di
transistor lavori in una regione di saturazione realizzazione del distorsore, pubblichiamo qui di
quasi completa. Avviene così che anche il de- seguito una tabella, nella quale sono elencali i
bole segnale applicato all'entrata risulta suffi- valori delle tensioni misurate sui terminali dei
ciente a portare lo stadio di entrata in satura- transistor, sia nella condizione normale (N), sia
zione, costringendo il transistor a lavorare in nella condizione di distorsione (D). Questi valori,
per coloro che conoscono molto bene i transistor,
una zona fortemente non lineare. Il segnale pre-
potranno sembrare strani, perché possono far
sente sul collettore di TRI, dunque, risulterà già
pensare che non si siano rispettate le cadute dio-
distorto sufficientemente. Ma ciò non basta. In-
diche delle varie giunzioni PN-NP. In pratica,
fatti, per poter aumentare e regolare a piacere
sapendo che la maggior parte dei nostri lettori
il grado di distorsione del segnale, si è provve- è in possesso di un tester con sensibilità massi-
duto ad inserire un circuito di retroazione posi- ma di 20.000 ohm/volt e che pochi posseggono
tiva che, aumentando il guadagno dell'amplifica- il voltmetro elettronico, abbiamo preferito for-
tore, esalta il fenomeno di distorsione. nire le tensioni rilevate con un tester dell sen-
L'elemento di reazione positiva è rappresentato sibilità ora citata, anche se questi valori, a cau-
essenzialmente dal condensatore C2, che prele- sa di alcune resistenze, inserite nel circuito, di
va il segnale di uscita; il potenziometro R5 per- valore molto elevato, non sono quelli effettivi di
mette di regolare l'ampiezza del segnale distorto, funzionamento.
TABELLA DELLE TENSIONI
Transistor Posiz. SI Base Collett. Emitt.
TRl N 0,8 V sv 0,2 V

U U U
TRI D 0,4 V 1,8 V 0,4 V
TR2 5 V 4V 3,4 V
TR2 D 1,8 V 9V 1 V

REALIZZAZIONE PRATICA
La realizzazione pratica di questo distorsore non
è difficile e potrà essere effettuata da tutti se-
guendo lo schema elettrico di figura 1 e quello
pratico di figura 2. E' molto importante rac-
chiudere il circuito, cioè tutti i componenti, in
un contenitore metallico, aIJo scopo di evitar
l'interferenza di campi elettromagnetici estranei
che danneggerebbero notevolmente l 1. riprodu-
zione sonora.
L'apparecchio può essere realizzato su uno spa-
zio esiguo, e ciò permette di effettuare il mon-
taggio anche dentro il mobile nel quale è siste-
mato l'amplificatore di potenza. In questo caso,
Fig. 3 • Diagrammi relativi ai segnali presenti
tuttavia, si dovranno apportare due modifiche al
all'uscita del distorsore. In alto è rappresentato circuito. Prima di tutto occorrerà derivare l'ali-
il diagramma di un segnale di bassa frequenza mentazione da quella dell'amplificatore di po-
privo di distorsioni, ottenuto cloé con il com- tenza, ovviamente dopo una opportuna riduzione
mutatore S1 posizionato in N. Gli altri due dia- della tensione per mezzo di un diodo zener sta-
grammi si riferiscono ad altrettanti segnali di bilizzatore da 1 W-9 V. In secondo luogo si po-
bassa frequenza distorti, ottenuti con il commu- trà inserire il potenziometro RS e il commuta-
tatore multiplo S1 posizionato in D. tore SL in posizione frontale, assieme ai coman-
di dell'amplificatore di potenza. Questi collega-
menti dovranno essere realizzati servendosi di
cavi schermati con calza metallica collegata a
massa.
el nostro progetto si è fatto uso, per TRI e TR2,
IMPORTANTE di uno stesso transistor di tipo 2Nl 711. Ouest
transistor potrà essere utilmente sostituito con
PER GLI ABBONATI altri tipi di transistor al silicio, purché essi sia-
no degli NPN. Si potrà ricorrere al montaggio
dei seguenti transistor: BC149 - BC269 - BC209 -
Signori Abbonati che BC238 - BC239; questi transistor costano poco
e presentano un basso rumore di fondo.
ci comunicano il loro Il consumo del nostro distorsore è molto bas-
so; esso può quindi essere alimentato con una
sola pila da 9 V. Per ottenere comunque una

Cambiamento lunghissima autonomia di funzionamento, ricer-


cala ad esempio dai suonatori professionisti, che
non vogliono correre il rischio di rimanere con
la pila scarica a metà esibizione, sarà opportuno

d'indirizzo sostituire la pila da 9 V con due pile piatte da


4,5 V ciascuna, collegate in serie tra di loro. Ov-
viamente, per evitare che il circuito presenti il
fenomeno della distorsione anche quando il corn-
mutatore SI è posizionato in N, occorre sosti-
tuire le pile appena queste cominciano ad esau-
sono pregati di segnalarci, as- rirsi. Si può consigliare anche di inserire, in pa-
sieme al preciso nuovo indiriz- allelo alle pile stesse, un condensatore elettro-
zo anche quello vecchio con cui litico da 500 F - 12 VI, ovviamente rispettan-
done le polarità.
hanno finora ricevuto la Rivi-
sta, scrivendo, pos-sibilmente,
in stampatello.

38
I I \-, .ef e

;••·. -'- ' ,-.:~ <.

QUESTO STRUMENTO, INDISPENSABILE PER TUT


LORO CHE STUDIANO LA MUSICA O LA O
SCANDISCE IL TEMPO TRAMITE I BATTITI sa
MESSI DA UN ALTOPARLANTE E PER MEZZ
PEGGII DI UNA LAMPADA SFERICA MICR

a hiunque abbia bisogno, oggi, di uno stru-


mento per scandire il tempo, non si rivolge
più ai metronomi meccanici tradizionali, ma
verso quelli elettronici, più moderni, assai più
pratici, di minor costo e meno ingombranti.
Come molti sapranno, il metronomo classico, di
era quello di provvedere periodicamente alla ri-
carica della molla, con l'evidente rischio che que-
sta rimanesse scarica nel momento in cui il me-
tronomo diveniva più necessario. Il secondo svan-
taggio era rappresentato dalla scomoda regolazio-
ne del periodo del battito, per il quale era ne-
tipo meccanico, era costituito da un pendolo a- cessario cambiare la posizione della massa del
zionato da una molla. Questo apparecchio emet- pendolo lungo l'asse di sostegno.
teva un battito ben accentuato ad ogni periodo Bastano dunque questi due primi svantaggi del
e serviva a valutare acusticamente il tempo du- metronomo classico per indirizzare tutti i nuovi
rante lo studio di qualsiasi strumento musicale. studenti di musica verso il metronomo elettro-
Esso presentava due grossi svantaggi; il primo nico, che permette di ottenere le stesse presta-

39
zioni ad un costo decisamente inferiore e senza in questo caso è rappresentato dalla lampadina
gli inconvenienti ora ricordati. e dall'altoparlante.
I metronomi elettronici risultano inoltre molto 'inserimento nel circuito del condensatore clet-
più maneggevoli e possono funzionare in qualun- trolitico CI permette la formazione di una rea-
que posizione, contrariamente a quanto avviene zione positiva in grado di far oscillare il sistema
per i metronomi meccanici che sono sensibili al- circuitale.
le vibrazioni c agli urti. Il metronomo elettronico E vediamo ora come ciò può accadere. Suppo-
poi può essere costruito in un contenitore di pic- niamo che il transistor TRI si trovi all'interdi-
cole dimensioni, così da poter essere conservato zione a causa dell'effetto del condensatore Cl.
anche in tasca, senza ingombrare l'ordine distri- In questo caso anche il transistor TR2 risulta
butivo degli elementi necessari per lo studio del- quasi interdetto, perché attraverso il suo collet-
la musica. tore fluisce la sola corrente di dispersione. In
L'uso del metronomo è, apparentemente, riserva- tali condizioni la lampada LI rimane spenta.
to a chi si interessa di musica o di danza, ma in Ma il condensatore elettrolitico Cl, col passare
pratica il suo impiego si estende ben oltre que- del tempo, si carica attraverso le resistenze RI-
sti confini. Una tipica utilizzazione del metrono- R2, collegate con il morsetto positivo della pila.
mo, ad esempio, viene fatta nei laboratori foto- on appena esso raggiunge il valore di tensione
grafici, per stabilire il tempo di esposizione del- pari a quello di soglia di conduzione del transi-
la carta sensibile, ma esso può servire anche per stor TRI (0,20,7 V circa). il transistor entra in
controllare alcuni processi chimici, quando non conduzione, portando in conduzione anche il
sia possibile avere sott'occhio un orologio, per transistor TR2 e provocando l'accensione della
non perdere di vista la reazione chimica e, più lampadina L1. Si tenga presente che questo pas-
in generale, per poter avere costantemente la no- saggio da uno stato di non conduttività a quello
zione del tempo. Ecco perché vogliamo ritenere di conduzione, non avviene gradualmente, come
che la presentazione di questo progetto possa in- potrebbe sembrare, ma si manifesta molto bru-
teressare una grande quantità di lettori, ai qua- scamente per effetto dello stesso condensatore
li, prima o poi, può capi tare di dover effettuare Cl, il quale applica le variazioni di tensione sul
un conteggio del tempo. collettore di TR2 e sulla base di TRI, generando
Il circuito che vi proponiamo di realizzare è una specie di reazione a catena.
molto semplice, né, d'altra parte, sarebbe oppor- Quando i due transistor TR1-TR2 sono entrati
tuno ricorrere a circuiti complicati e costosi, in saturazione, il condensatore elettrolitico Cl
con lo scopo di ottenere una stabilità ecceziona- si scarica rapidamente sul circuito base-emittor
le che, all'atto pratico, non serve. E il nostro cir- del transistor TRI, fino a riportare, sempre per
cuito è privo di difficoltà realizzative, per cui que- effetto del circuito di reazione, l'intero circuito
sto montaggio si rivela anche adatto a tutti quei del metronomo allo stato di interdizione. Suc-
lettori che sono alle prime armi con l'elettronica cessivamente il ciclo si ripete allo stesso modo,
e che desiderano veder funzionare subito, ad indefinitamente.
ogni costo, il loro montaggio. Il tempo durante il quale la lampada Ll rimane
spenta o, il che è lo stesso, il tempo in cui l'alto-
parlante rimane muto, è regolabile tramite il po-
CIRCUITO DEL METRONOMO tenziometro R2, collegato in serie alla resistenza
Lo schema del metronomo elettronico è rappre- RI, che permette di controllare la costante di
sentato in figura l. Come si può subito notare, in tempo di carica del condensatore elettrolitico CL
parallelo all'altoparlante, è stata inserita una lam- Al contrario, la durata del tempo durante il qua-
padina che, illuminandosi in coincidenza con ogni le la lampada resta accesa rimane costante, a
battito, permetterà di offrire all'osservatore una causa della dipendenza, quasi totale, dalle resi-
nozione ottica del tempo, utile soprattutto quan- stenze interne del transistor TR1. E poiché que-
do il suono, prodotto dall'altoparlante, può es- ste resistenze sono generalmente abbastanza bas-
sere mascherato dal rumore di fondo dell'ambien- se, ne consegue che il condensatore si scarica
ce o dalla stessa musica che si sta eseguendo. velocemente, provocando il caratteristico battito
Ecco perché abbiamo voluto chiamare il nostro del metronomo.
apparato « audiovisivo». I valori da noi attribuiti ai componenti elettro-
I due transistor TR1-TR2, montati nel circuito nici sono tali da permettere un numero di colpi
del metronomo, sono di tipo complementare; in- al minuto che può variare tra i 40 e i 200. Questi
fatti, il TRl è un NPN, mentre il TR2 è un PNP. numeri di battiti bene si adattano per gli usi mu-
Ciò allo scopo di ottenere il risultato prefisso sicali che, se non andiamo errati, presentano
con il minor numero di componenti possibile. questa distribuzione nei vari passi musicali.
E vediamo subito quale funzione è stata attri-
buita al condensatore elettrolitico Cl. Largo 44- 72 battute al minuto
Se questo condensatore non ci fossc, il circuito Larghetto 72- 100 battute al minuto
diverrebbe quello di un normale amplificatore Adagio 100- 126 battute al minuto
di bassa frequenza a due stadi accoppiati in cor- Andante 126 - 154 battute al minuto
rente continua, in cui TR1 pilota lo stadio pream- Allegro 154- 184 battute al minuto
plificatore e TR2 quello finale. Il carico anche Presto 184 - 208 battute al minuto

40
C1
e

TR1
b
-
é%·
I
~
IIIAP
b /aA\ V
y
rR2 l' ~ t
1 5 11 e

COMPONENTI
C1 = 2,5 F - 12 VI(elettrolitico) TR2 AC128 (vedi testo)
R1 = 250.000 ohm LI = 6V-50 mA - 0,3 W
R2 = 5 megaohm (potenz. a variaz. lin.) AP = 8 - 16 ohm
TR1 == AC127 (vedi testo) s1 = interrutt. incorpor. con R2

Fig. 1 - Tutti gli elementi necessari per la realizzazione del progetto di questo metro-
nomo audiovisivo sono di facile reperibilità commerciale. Fa eccezione la lampada
sferica micro-mignon da 50 mA - 6,3 V (L1), che potrà essere sostituita con una lam-
pada a 6,3 V- 150 mA.

In riferimento a questa distribuzione della fre- zare due condensatori da 1,5 F, collegati in pa-
quenza dei battiti, il lettore potrà suddividere rallelo, in modo da ottenere il valore capacitivo
la zona di rotazione del potenziometro R2 in complessivo di 3 F, che si rivela adattissimo a
6 spazi, corrispondenti ai vari tempi musicali so- tarare il battito su l secondo. Coloro che non
pra elencati. desiderassero una regolazione della velocità del-
Nulla vieta comunque di variare il valore del le battute, potranno sostituire il potenziometro
condensatore Cl con lo scopo di ottenere tempi R2 con una resistenza semifissa, di ugual valore
diversi. Ricordiamo quindi che, aumentando il resistivo, in grado di permettere una taratura
valore capacitivo di Cl, i battiti divengono più meno soggetta a variazioni accidentali.
lenti, mentre diminuendo la capacità di Cl i
battiti aumentano. I TRANSISTOR
Coloro che volessero raggiungere una maggiore Per quanto riguarda l'uso dei transistor, il let-
precisione, come ad esempio i fotografi, potran- tore potrà effettuare la sua scelta entro una
no sostituire il condensatore Cl, di tipo elettro- gamma molto vasta di esemplari. Infatti si adat-
litico, con un condensatore normale di capacità tano bene sia i tipi al silicio sia quelli al ger-
quasi identica, con isolamento in poliestere, a manio. Il transistor TRl deve essere di tipo NPN,
carta o ad olio, adatto per tensioni di lavoro di di piccola potenza e dotato di buon guadagno,
50 e più volt. Eventualmente si potranno utiliz- così come lo possono essere i transistor al ger-

41
o o

TR1 TR2
manio ACI27-ACI4I-ACI87, oppure quelli al sili-
Fig. 2 - Poiché il montaggio del metronomo au- cio BCI07-BC147-BC267; si potranno utilizzare an-
diovisivo non presenta alcuna difficoltà, il let- che i seguenti tipi di transistor al silicio che,
tore potrà realizzare il circuito a suo piacimen- tuttavia, sono assai più costosi: AC128-AC142K-
to, anche in modo diverso da quello da noi in-
dicato. Coloro che utilizzeranno per TR2 un tran- AC188K-BC460-BC461.
sistor al silicio, dovranno provvedere al mon- Durante il funzionamento del metronomo elet-
taggio dì una adeguata aletta di raffreddamento, tronico, potrà capitare che il transistor TR2, a
in modo da disperdere il calore superfluo. causa del carico relativamente forte, tenda a sur-

Il nostro indirizzo è

ELETTRONICA
PRATI€
Via Zuretti 52 - 20125 Milano - Tel. 671945
42
9V

Fig. 3 - L'alimentazione del


metronomo audiovisivo de-
ve essere ottenuta con la
tensione continua di 9 V.
Questa può essere assorbi-
ta da un alimentatore muni-
to di trasfo rmatore-riduttore
e raddrizzatore. Utilizz ando
il sistem a di alim enta zione a
pila, si dovranno collegare,
in serie tra di loro, due pile
da 4,5 V ciascuna, cosi co-
me indicato in questo dise-
gno, in modo da conferire
all'apparato una buona auto-
nomia di funzionamento.

2 pile da 4,5V
riscaldarsi; in tal caso sarà dunque necessario mia di funzionamento. La piccola pila da 9 V,
provvedere ad un adeguato sistema di raffredda- del tipo di quelle usate nei ricevitori a transi-
mento del componente, in modo da disperdere stor, è sconsigliabile, dato che la presenza della
rapidamente e razionalmente il calore superfluo. lampadina L1 potrebbe provocarne la scarica in
Questo elemento radiante non sarà invece neces- brevissimo tempo. Ma la pila a 9 V potrà essere
sario quando ci si accontenti della sola emissio- utilmente inserita nel circuito, con un notevole
ne sonora, tralasciando l'inserimento della lam- risparmio di spazio, qualora ciò fosse importan-
pada LI. te, eliminando la base ottica dell'apparato.
A proposito della lampada L1 vogliamo far no-
tare che questa rappresenta l'unico componente REALIZZAZIONE PRATICA
di una certa difficile reperibilità commerciale. In- Dato l'esiguo numero di componenti elettronici,
fatti si tratta di una lampadina sferica, di tipo la realizzazione pratica del metronomo audiovi-
micro-mignon, da 50 mA - 6,3 V, che potrà es- sivo si presenta estremamente semplice. Infatti,
sere sostituita, nel caso in cui non si riesca a re- non è necessario ricorrere all'uso di una basetta
perirla, con una lampada da 6,3 V- 150 mA, per supporto, dato che pochi ancoraggi saranno più
la quale occorre servirsi, per TR2, di un transi- che sufficienti per la composizione di un circuito
stor di tipo AC142K o dei corrispondenti tipi al compatto e razionale. Nulla vieta, comunque, di
silicio, che dovranno essere tutti conveniente- optare per un cablaggio realizzato in modo di-
mente raffreddati. verso.
Coloro che vorranno montare transistor al ger-
ALTOPARLANTE E ALIMENTATORE manio, del tipo da noi consigliato, dovranno ri-
L'altoparlante non costituisce un componente cordarsi che il collettore può essere identificato
critico del progetto. Per esso si potranno utiliz- facendo riferimento al puntino colorato riportato
zare tutti quegli altoparlanti con impedenza di sull'involucro esterno in corrispondenza di que-
valore compreso fra gli 8 e i 16 ohm (impedenza sto elettrodo. Per i transistor al silicio l'identi-
della bobina mobile); le dimensioni dell'altopar- ficazione degli elettrodi è facilitata dalla presen-
lante potranno essere assunte a piacere. za di una piccola tacca, ricavata sull'involucro
Per quanto riguarda l'alimentazione del circuito, con tenitore, in corrispondenza dell'elettrodo di
questa è ottenuta con la tensione continua di emittore.
9 V, che può essere erogata da una piccola pila, essuna operazione di messa a punto o taratu-
oppure quella derivata da un piccolo alimenta- ra si rende necessaria per questo montaggio.
tore munito di trasformatore riduttore e rad- Per la sua messa in funzione sono sufficienti due
drizzatore. Ricorrendo all'alimentazione a pila, sole operazioni: l'accensione del circuito e la re-
conviene sempre l'uso di due pile piatte da 4,5 V golazione del potenziometro R2 in corrisponden-
ciascuna, collegate in serie tra di loro, in modo za del numero di battiti, o di lampeggii, che si
da garantire al circuito una sufficiente autono- vogliono ottenere.

43
Questo semplice apparecchio radio,
pur ricalcando le orme dello storico
ricevitore a galena, esce un po p»dal
tradizionale ed offre al lettore....lél"f
sibilità di una realizzazione che
ta una buona dose di originalità.
f
v
. J

I l principiante, qualunque sia la çiì's.i.:iplina in


cui si mette alla prova, rapprese"tt"- sempre
una figura giovanile, indipendentémnentedal-
la professione esercitata, dal. grado,. ociale I'c;!g-
giunto e dall'età. Una figura giovani e che, nella
storia della tecnica è sempre esisti .~e semprè'
ci sarà. La tecnica cambia, si rinnova, subisce
continue evoluzioni, ma lo spirito del principian-
te permane, cosi come esisteva un tempo e co-
me lo possiamo conoscere oggi.
I nostri padri, quando si avvicinavano j:tè~ \
prima volta al mondo della radio, realizzavano .
l'ormai storico ricevitore a galena. Quello stesso
ricevitore viene costruito attualmente con la
stessa tecnica di un tempo, ma per mezzo di
componenti elettronici moderni. Il vecchio cri-
stallo di galena è stato sostituito dal diodo al
germanio; il grosso condensatore variabile ad
aria è stato sostituito dal condensatore varia- biamo affidato il compito di rivelare i segnali
bile miniaturizzato, con le lamine isolate ad aria radio e, nei limiti del possibile, cli amplificarli.
o a mica. Ma il principio cli funzionamento di L'ascolto delle emittenti radiofoniche è ottenuto,
quel ricevitore rimane sempre lo stesso, e lo ve- ovviamente, in cuffia, perché non sarebbe stato
dremo fra poco. davvero possibile concepire un ascolto in alto-
Tuttavia, per uscire un po' dal tradizionale, cioè parlante con pochi elementi elettronici, messi
per offrire al lettore un progetto che avesse una assieme, senza una opportuna alimentazione elet-
buona dose di originalità, senza venir meno alla trica.
funzionalità del circuito, abbiamo voluto proget-
tare un piccolo ricevitore radio, adatto a coloro CIRCUITO DI ENTRATA
che muovono i primi passi nel mondo dell'elet- Il nostro semplice ricevitore, così come avviene
tronica, sprovvisto di pila di alimentazione, cioè per i ricevitori radio più complessi, è dotato di
alimentato con quella poca energia elettromagne- un circuito di entrata, di uno stadio sintonizza-
tica che sta sempre nell'aria e ci circonda do- tore, di uno stadio rivelatore e amplificatore e
vunque. Ma per accentuare ancor più l'origina- di uno stadio di uscita. Dunque, pur trattandosi
lità del circuito, abbiamo voluto eliminare an- di un progetto elementare, in esso sono compre-
che il diodo rivelatore al germanio, sostituen- se tutte le funzioni fondamentali del processo
dolo con un transistor di tipo NPN. al quale ab- di ricezione radiofonica, che si estende dal cir-

44
cuito di antenna, cioè dal circuito captatore del- RIVELAZIONE E AMPLIFICAZIONE
le onde radio, a quello di trasformazione in suo- Il transistor TRI, che è di tipo ACI27, provvede
no, attraverso la cuffia, dei segnali radio. a rivelare i segnali radio, cioè a trasformarli da
Il circuito di antenna è collegato direttamente segnali radio di alta frequenza in segnali di bas-
al circuito di sintonia. Il primo serve ad inviare sa frequenza.
nel ricevitore i segnali radio presenti nello spa- In virtù del fenomeno di rivelazione, cioè in vir-
zio, il secondo serve a selezionare questi segnali, tù delle piccole tensioni applicate alla base del
inviandone uno soltanto alle parti successive del transistor TR1, sul collettore di ,questo vengono
circuito. a formarsi delle tensioni, che permettono di ali-
Il compensatore Cl, il cui valore deve aggirarsi mentare il transistor stesso. Si può dire dunque
intorno agli 80 pF (valore capacitivo massimo), che il transistor, con la sola applicazione dei se-
permette di accordare le caratteristiche elettri- gnali radio captati dall'antenna si « autoalimen-
che dell'antenna adottata, a quelle del circuito di ta ». Esso quindi provvede ad amplificare, sia pu-
sintonia, cioè del circuito composto dal conden- re in misura molto modesta, i segnali radio.
satore variabile C2 e dalla bobina LI. Sostituendo il transistor TRI con un diodo al
In pratica, quando si è realizzato il cablaggio del germanio, cioè trasformando il circuito del rice-
ricevitore, occorre intervenire sul compensatore vitore a transistor in quello più elementare e più
Cl, facendone ruotare la vite di comando assai classico di ricevitore a diodo, i segnali ascoltati
lentamente, fino ad individuare quella posizione in cuffia risulterebbero molto più deboli. II let-
in cui i segnali radio ricevuti in cuffia sono più tore stesso potrà fare questa prova e si accorgerà
forti. che, valutando l'intensità dei segnali ascoltati ad
orecchio, con il transistor essi sembreranno rad-
CIRCUITO DI SINTONIA doppiati di intensità.
Abbiamo già detto che il circuito di sintonia è Sul collettore del transistor TRI sono presenti
composto dal condensatore variabile C2 e dalla i segnali di bassa frequenza, che si manifestano
bobina L1. Il condensatore C2 può essere anche attraverso una debole corrente, che è in grado
un compensatore ad aria, oppure un condensa- di eccitare la cuffia che, a sua volta, trasforma
tore variabile per ricevitori a transistor. In ogni la corrente in suono.
caso il valore capacitivo di Cl deve aggirarsi fra
i 350 e i 500 pF. COSTRUZIONE DELLA BOBINA
Coloro che vorrano utilizzare un condensatore Prima di iniziare la costruzione del ricevitore, il
variabile per ricevitori a transistor, come quel- lettore dovrà procurarsi tutti gli elementi neces-
lo indicato nel piano di cablaggio di figura 2, do- sari per il montaggio. La bobina L1 dovrà essere
vranno ricordarsi che questi condensatori ven- costruita, perché essa non è reperibile in com-
gono costruiti con due sezioni separate: la se- mercio. La sua costruzione si esegue seguendo
zione d'aereo e la sezione oscillatrice. Per il no- il piano costruttivo riportato in figura 4.
stro ricevitore si dovranno collegare assieme le Su un tubetto di cartone, della lunghezza di 40
due sezioni, così come indicato nel disegno di mm, e del diametro di 8 - 9 mm, si inserisce
figura 3. Questo accorgimento risulta evidente an- uno spezzone di ferrite cilindrica del diametro
che nel piano di cablaggio di figura 2, dato che di 8 mm. Il supporto può essere di cartone o di
i due terminali estremi del condensatore C2 so- altro materiale isolante; quel che importa è che
no collegati.assieme per mezzo di un conduttore il diametro interno non sia inferiore agli 8 mm,
(ponticello). perché in tal caso risulterebbe impossibile l'in-
La bobina LI è composta di un avvolgimento pri- troduzione del nucleo di ferrite.
mario, realizzato con un centinaio di spire, e un L'avvolgimento primario è composto da 100 spi-
avvolgimento secondario composto da 6 sole re compatte di filo di rame smaltato di diametro
spire. compreso fra 0,3 e 0,2 mm. L'avvolgimento se-
I segnali radio si trasferiscono dall'avvolgimen- condario è composto da 6 spire di filo flessibile
to primario LI a quello secondario L2 in virtù ricoperto in plastica (trecciola), di sezione molto
del fenomeno dell'induzione elettromagnetica. Il piccola. Un pezzetto di tubo sterling permette
nucleo di ferrite, inserito nel supporto della bo- di mantenere fenni i terminali e l'avvolgimento
bina, permette di aumentare il cosiddetto coeffi- stesso di L2. Si tenga presente che l'avvolgimen-
ciente di accordo del circuito di sintonia. In al- to L2 deve essere effettuato da quella parte della
tre parole, la ferrite permette di far entrare in bobina Ll in cui si effettua il collegamento con
gamma il ricevitore, cioè di metterlo in condi- il circuito di terra; ciò del resto è ben indicato
zioni di ricevere, attraverso la rotazione com- nel piano di cablaggio di figura 2.
pleta del perno del condensatore variabile C2,
tutte le emittenti locali. MONTAGGIO
In sede di collaudo del ricevitore, dunque, potrà La realizzazione pratica del ricevitore deve es-
essere necessario un leggero spostamento del nu- sere fatta nel modo indicato in figura 2. La bo-
cleo di ferrite lungo l'asse della bobina, in modo bina di sintonia può essere sistemata in posizio-
da poter ricevere il maggior numero di emitten- ne verticale od orizzontale sul contenitore. Quel
ti possibile. che importa è che essa non stabilisca alcun con-

45
c1 TR1 CUFFIA

L1 L2

O) TERRA
CO PONENTI
Fig 1 - Gli elementi fondamentali che compon-
CI = 5-80 pF (compensatore)
gono il progetto del ricevitore sono: il circuito C2 = 350-500 pF (condensatore variabile)
antenna-terra, il circuito di sintonia (C2-L1-L2), TRI = AC127
il circuito rivelatore-amplificatore (TR1) e quel CUFFIA = 1000 - 500 ohm
lo del trasduttore acustico (cuffia). L1-L2 = bobina sintonia (vedi testo)

tatto elettrico con il contenitore, se questo è di agli elettrodi di collettore (c), base (b), emittore
tipo metallico; la bobina dunque deve rimanere (e). L'individuazione di questi tre elettrodi è as
ben isolata dal metallo. Noi tuttavia consigliamo sai semplice, perché essi si succedono nell'ordi-
ai principianti di servirsi di un contenitore di ne ora elencato, a partire dal collettore, che è
plastica, oppure di un contenitore di legno o di quel conduttore che si trova da quella parte in
cartone rigido, perché questi contenitori permet- cui è riportato un punto colorato sull'involucro
tono alle onde radio di entrare nel circuito di esterno del componente.
antenna, sia attraverso il cavo dell'antenna stes- Gli ancoraggi sui quali si saldano i terminali del
sa, sia direttamente, attraverso il contenitore. transistor TRI, il conduttore di terra e i condut-
Il compensatore CI ha un valore capacitivo mi- tori che fanno capo alle due boccole rappresen-
nimo di 5 pF e massimo di 80 pF. Questo com- tanti la presa di cuffia, non sono d'obbligo, ma
ponente viene venduto anche dalla nostra orga- il loro impiego permette di razionalizzare il ca-
nizzazione al prezzo di L. 600. blaggio e di renderlo più compatto.
Per i principianti ricordiamo che il transistor Questo ricevitore dovrà funzionare immediata-
TRI è dotato di tre terminali, corrispondenti mente, subito dopo essere stato costruito, pur-

46
ché esso risulti collegato ad una buona antenna
(esterna) e ad una buona terra.
L'antenna potrà essere di tipo Marconi, realizza-
ta per mezzo di un filo (trecciola di rame nudo)
della lunghezza di 10-20 metri, sistemata nella
parte più alta della casa in cui si effettua l'ascol-
to. La linea di terra è rappresentata da un con-
duttore di filo di rame rigido, del diametro di
1 mm circa; questo filo dovrà essere collegato
elettricamente con una tubazione dell'acqua, del
gas o del termosifone, E' assai importante che
il contatto elettrico, in questo caso, risulti per-
fetto; dunque, prima di avvolgere il filo su una
tubatura, occorrerà provvedere ad una energica
pulizia della tuba-tura e del filo di rame, raschian-
doli accuratamente con la lama di un temperino.
Dopo ciò il filo potrà essere avvolto molto stret-
to, in modo da costituire un preciso contatto
elettrico.

PRESA
CUFFIA NUCLEO

8mm

Fig. 2 - La realizzazione pratica del ricevitore


può essere fatta, indifferentemente, In un conte-
nitore metallico o di materiale isolante. Al prin-
cipiante, tuttavia, consigliamo di utilzzare un
contenitore di materiale isolante, allo scopo di
evitare eventuali falsi contatti e In modo da
permettere alle onde radio di entrare, oltre che
attraverso l'antenna, anche in forma diretta sul TUBETTO 01
circuito di ingresso del ricevitore.
CARTONCINO

AVVOLG.
L1

TUBETTO
STERLING
sEz.
/
SE2
0SCILL. ANTENNA

Fig. 3 - Coloro che vorranno servirsi di un con-


densatore variabile a due sezioni, del tipo di
quelli montati nei ricevitori radio tascabili, do-
vranno provvedere al collegamento delle due AVVOLG. L2
sezioni, quella oscillatrice e quella di antenna,
per mezzo di uno spezzone di filo di rame. Il 6 SPIRE
disegno qui riportato sta a simboleggiare il si-
stema di collegamento ora citato. Fig. 4 - Piano costruttivo della bobina di sinto-
nia. In questo disegno sono rappresentate le tre
fasi costruttive e successive del componente.

47
UN'INVOLONT A'
E, DURANTE L
PUO' DANNEGqI
BILMENTE LO ST,
FACILE IMMUNI
NCHE DA ERRORI DI MISURA
INESPERIENZA, PURCHE' SI ADOT-
TINO GLI ACCORGIMENTI CHIARA-
ENTE ILLUSTRATI E DESCRTTI IN
QUESTE PAGINE.

oltanto i testet" di Tecente custruzione e di piante quello che più facilmente può andar fuori
S buona qualità sono dotati di alcuni accor-
gimenti tecnici che permettono di preser-
varli dai sovraccarichi c, in genere, da errori di
uso, cioè quello che, più degli altri, necessita di
taluni elementi di protezione.

manovra. Gli strumenti di misura adottati dai FRAGILITA' DELLA BOBINA MOBILE
principianti, invece, assai raramente sono prov- Lo strumento di misura può essere diversamen-
visti di questi elementi di protezione. Dunque, te costruito, ma nella maggioranza dei casi, là
in questo particolare settore del dilettantismo dove sia richiesta una buona sensibilità ed una
elettronico, le cose vanno proprio nel modo con- precisa linearità della scala, esso è del tipo a
trario a quello in cui dovrebbero andare. Perché bobina mobile. Cioè il « cuore » dello strumento
molto difficilmente il professionista, cioè colui è rappresentato da una piccola bobina di filo di
che usa strumenti di qualità, commette errori rame sottile, avvolto su un telaietto di alluminio
di misura. mentre al principiante capita spesso o di altro materiale leggero. La bobina mobile
di inserire erroneamente il tester nei circuiti sot- ruota su due perni fra le espansioni polari di un
to controllo, sia per inesperienza, sia per disat- magnete permanente. Quando essa è attraversata
tenzione. Quindi è proprio il tester del princi- dalla corrente, si crea un campo elettromagneti-

48
co la cui intensità dipende da quella della cor- diodo
rente che attraversa l'avvolgimento. Questo cam-
po elettromagnetico contrasta con quello del ma-
gnete permanente e costringe la bobina mobile
a ruotare su se stessa di un certo angolo. Sulla
bobina mobile è applicata una piccola asta di
materiale leggero, che scorre lungo le scale del-
lo strumento segnalando il valore della misura
elettrica eseguita dall'operatore.
Affinché lo strumento di misura sia dotato di
una buona sensibilità, è necessario che la bobina +
mobile sia costruita con un gran numero di spi-
re. E poiché lo spazio occupato da questo ele-
mento non deve essere eccessivo, occorre neces-
sariamente che il diametro del filo risulti estre-
mamente piccolo; generalmente il diametro del Fig. 1 - Il collegamento di un diodo in parallelo allo
filo di rame si aggira intorno ai 0,025 mm. Ma strumento di misura permette di raggiungere un'effi-
cace protezione contro i sovraccarichi.
con un filo così sottile è facile comprendere che,
un errore di misura, cioè un flusso di corrente
eccessivo, può provocare l'interruzione imme- diodi opposti
diata dell'avvolgimento. La bobina mobile, dun-
que, non può sopportare qualunque valore di
corrente, perché questa è concepita in modo da
essere attraversata da correnti la cui intensità
deve necessariamente rimanere entro limiti pre-
cisi. Il limite massimo generalmente sopportabile
dalla bobina mobile, prima della sua distruzio-
ne, è di 200 volte quello della corrente di fondo-
scala; tuttavia, per ovvie ragioni di sicurezza,
conviene sempre non superare mai il valore del-
la corrente di fondo-scala nella misura di 20 +
volte.
La bobina mobile, negli strumenti in cui essa è
presente, non costituisce l'unica parte fragile del-
lo strumento, perché anche l'indice può subire le Fig. 2 - Per proteggere lo strumento di misura da er-
nefaste conseguenze di un errato inserimento rori di polarità, si deve ricorrere alla realizzazione di
dello strumento. Infatti, essendo l'indice rappre- questo circuito, collegando, in parallelo allo strumen-
sentato da un sottile ago di alluminio, esso non to, due diodi con polarità opposte.
sopporta bene gli urti a fondo-scala e facilmente
si contorce o si aggroviglia.
Giunti a questo punto del nostro discorso, qual-
che lettore ci potrà obiettare: « perché non co-
struire l'indice in acciaio? ». diodi
No, non è proprio possibile. Perché se l'acciaio
risolve il problema degli urti a fondo-scala, es-
so appesantisce notevolmente l'equipaggio mo-
bi.le, rendendo quasi impossibile la lettura dei
valori segnati sulla scala. Perché? Perché pesante
oscilla attorno al punto di lettura. Ed è vero
ancora una volta che ogni medaglia ha il suo
rovescio: aumentando la robustezza dell'indice,
diminuisce lo smorzamento ed aumenta la dif-
ficoltà di lettura.

DUE SISTEMI DI PROTEZIONE


Molti aspetti negativi degli strumenti di misura
sono stati fin qui evidenziati, ma il nostro di-
scorso non deve discreditare questo settore del-
la tecnica che è necessario e utile in ogni mo-
mento, durante l'esercizio pratico. Come è pos-
sibile, infatti, evitare qualche errore durante
Fig. 3 - In questo disegno il lettore può osservare co-
l'uso del tester, almeno nei primi tempi dello me deve essere fatto il collegamento di due diodi sui
studio dell'elettronica? L'errore è un fatto uma- ' morsetti dello strumento, senza manomettere In alcun
no, che può capitare a tutti. Quel che importa modo il tester.

49
una differenza di potenziale di 100 mV. Proteg-
gendo il tester con un diodo al germanio, che
limita La tensione a 200 mV, la massima cor-
rente che scorrerà nello strumento, in caso di
sovraccarico, sarà di 100 A, cioè assumerà un
valore appena doppio di quello di fondo-scala.
Con i diodi al silicio (600 mV) la massima cor-
rente salirà a 300 A, cioè 6 volte il valore
di fondo scala. Queste correnti possono essere
sopportate dal tester senza danno alcuno per la
bobina mobile e per l'indice dello strumento.
Anche se i diodi al silicio offrono una protezione
meno efficiente, questi sono più consigliabili che
quelli al germanio, perché i diodi al germanio,
a causa delle correnti di perdita, seppur deboli,
Fig. 4 - In un nostro strumento abbiamo collegato i due possono influenzare negativamente le indicazioni
diodi di protezione del circuito interno, con lo scopo
di scongiurare errori di polarità durante le operazioni
del microamperometro.
di misura. Nella scelta dei diodi occorre dare la pre-
ferenza a quelli al silicio. ERRORI DI POLARITA'
Il sistema di protezione rappresentato in figura
non permette di proteggere lo strumento di mi-
è che lo strumento non venga distrutto. Ma per sura da errori di polarità, perché in questo caso
garantirsi da eventuali errori grossolani convie- il diodo rimarrebbe sempre interdetto. Per supe-
ne ricorrere all'ausilio dei semiconduttori, con rare questo inconveniente, basta ricorrere al cir-
i quali si possono realizzare efficienti ed econo- cuito di figura 2. In questo circuito, in cui la
miche protezioni per micromparometri, milliam- protezione è quella solitamente adottata in tutti
perometri, voltmetri, tester, ecc. E tali accorgi- i moderni tester di produzione commerciale, si
menti possono essere apportati negli strumenti fa impiego di due diodi, collegati in parallelo al
di misura senza ricorrere alla composizione di microamperometro, ma con polarità opposte
circuiti complicati. l'uno rispetto all'altro, così da limitare la cor-
Per proteggere uno strumeoto dagli errori di mi- rente non in una sola direzione, ma anche nell'al-
sura, si possono seguire due sistemi diversi di tra e nella stessa misura.
protezione. Il primo sistema, che può essere de-
finito come sistema di protezione in parallelo o
a shunt, limita praticamente la tensione sui ter-
minali dello strumento e, di conseguenza, anche
la corrente che lo attraversa. Il secondo sistema
di protezione è quello del tipo in serie, che limita
direttamente l'intensità della corrente che at- libero
traversa lo strumento.

SISTEMA DI PROTEZIONE IN PARALLELO


Per mezzo del semplice collegamento di un diodo,
è possibile ottenere una efficace protezione con-
tro i sovraccarichi. Ciò è rappresentato in f-
gura 1.
Con questo sistema si sfrutta la proprietà del
diodo il quale, polarizzato direttamente, non è
sempre conduttore, ma lo diviene soltanto quan-
do la tensione presente sui suoi terminali supera
un certo valore di soglia; per i diodi al germanio
questo valore si aggira intorno allo 0,2 V, per i
diodi al silicio il valore di soglia oscilla intorno
a 0,6 ± 0,7 V.
La caratteristica del diodo ora citata permette
quindi di limitare la tensione massima, sui ter-
minali dello strumento, ad un valore di 0,2 o +
0,6 V; di conseguenza si limiterà anche l'inten-
sità di corrente.
Facciamo un esempio. Supponiamo di voler pro-
teggere un tester da 20.000 ohm/volt contro even-
Fig. 5- Questi tre semplici schemi elettrici si riferi-
tuali eccessi di corrente. scono ad altrettante possibilità di protezione degli stru-
Quando il tester è attraversato dalla corrente di menti di misura per mezzo di transistor di tipo PNP e
fondo-scala di 50 A, sui suoi terminali esiste NPN. Utilizzando una sola giunzione del componente,

50
tensioni di soglia meglio marcate, così da sepa-
TR libero
rare nettamente la zona in cui la protezione agi-
sce da quella in cui rimane inattiva. Alcuni esem-
pi di circuiti con protezione a transistor, colle-
gati a diodo, sono rappresentati nella figura 5.
Anche in questi circuiti, così come si è fatto per
i diodi, conviene dare la preferenza ai transistor
al silicio.
La protezione di uno strumento da eventuali so-
vraccarichi o errate manovre può essere otte-
nuta anche con un solo elemento, sfruttando la
particolare caratteristica dei diodi zener. Questo
tipo di diodo, infatti, preserva lo strumento dagli
errori di polarità, dato che esso viene polariz-
zato direttamente e, come un normale diodo,
conserva la tensione, sui terminali dello stru-
mento, nel valore di 0,6 V. Lo strumento inoltre
risulta protetto dai sovraccarichi, dato che la
tensione zener limita la tensione sul milliampe-
+ rometro. Questo sistema di protezione, poiché
la tensione minima di zener disponibile in com-
mercio si aggira intorno a 2,7 - 3 V, è adatta so-
prattutto per gli strumenti meno sensibili, da
5000 o 1000 ohm/volt, mentre per gli strumenti
TR libero
più sensibili conviene sfruttare la caratteristica
della giunzione emittore-base di alcuni partico-
e lari transistor al germanio come, ad esempio, il
transistor AFII7, la cui caratteristica è del tutto
simile a quella di un diodo zener, ma presenta
una tensione di breakdown, che è l'equivalent
della tensione di zener, fra 1 e 1,5 V. Anche in
questo caso lo strumento risulta protetto da er-
rori di polarità, dato che la tensione della giun-
zione emittore-base, polarizzata direttamente, as-
sume il valore di 0,2 V.

SISTEMA DI PROTEZIONE IN SERIE


Il secondo sistema di protezione degli strumenti
di misura consiste nel collegare, in serie all'ap-
parecchio stesso, qualcosa che limiti la corrente
ad un valore accettabile, senza che il microam-
perometro subisca danni. E questo « qualcosa »
può essere ancora un diodo, cosi come rappre-
+ sentato in figura 7. Ma questa volta, strano a
dirsi, il diodo deve essere di tipo al germanio
e di ... pessima qualità. Il diodo infatti deve ave-
questo funziona come un diodo, con il vantaggio di re delle correnti cli perdita sufficientemente ele-
ottenere tensioni di soglia meglio marcate, così da 1
vate, dell'ordine di 2 o 3 volte superiori a quella
separare nettamente la zona in cui la protezione agisce
da quella in cui rimane inattiva. di fondo-scala dello strumento, così da fungere
da elemento Limitatore della corrente.
' noto che la corrente di perdita di un diodo è
praticamente costante, qualunque sia la tensione
ANCHE I TRANSISTOR PROTEGGONO GLI inversa ad esso applicata; tale affermazione è
STRUMENTI valida, ovviamente, entro i limiti di massima
Una analoga protezione degli strumenti, cioè una sopportabilità di un diodo. Ne consegue quindi
protezione simile a quella ottenuta con i diodi, che, applicando allo strumento una tensione no-
può essere raggiunta inserendo il transistor al tevolmente superiore a quella di fondo-scala, que-
posto del diodo. In tal caso si fa uso di una sola sta verrà quasi interamente « assorbita » dal dio-
giunzione del componente (P-N), in modo da far- do, il quale lascerà passare soltanto una corren-
lo funzionare come un diodo. Questo sistema di te di poco superiore a quella di fondo-scala, evi-
protezione presenta il vantaggio, rispetto a quel- tando in tal modo ogni eventuale danno irrepa-
lo che fa ricorso al classico diodo, di ottenere rabile.

51
diodo zener UN ALTRO SISTEMA DI PROTEZIONE
Un altro sistema di protezione degli strumenti
di misura, sostanzialmente equivalente a quello
ora descritto, consiste nell'utilizzare la corrente
che scorre fra il collettore e l'emittore di un
transistor con la base collegata. Poiché questa
corrente di perdita è generalmente molto bassa
(nei normali transistor al germanio si aggira in-
torno ai pochi microampere), occorre utilizzare
transistor al germanio di potenza e ad alto gua-
dagno, nei quali questa corrente raggiunge I'in-
+ tensità di alcune centinaia di microampere, che
sono più che sufficienti per il nostro scopo.
Anche con il transistor FET, ad effetto di cam-
po, si ottengono ottime protezioni degli strumen-
Fig. 6 - La protezione di uno strumento da eventuali ti di misura. Questi transistor, in virtù delle loro
sovraccarichi da errate manovre può essere ottenuta particolari caratteristiche, si prestano ottima-
sfruttando la particolare caratteristica dei diodi zener. mente nell'impiego di ideali generatori di cor-
rente, cioè di dispositivi adatti a mantenere la
corrente al di sotto o al massimo uguale ad un
diodo determinato valore.
I circuiti rappresentati nelle figure 10-11 utiliz-
zano questo tipo di componenti. Più precisamen-
te, il circuito di figura IO utilizza un FET a ca-
nale N, mentre il circuito di figura 11 utilizza un
+ FET a canale P. In questa configurazione, nella
quale il gate (G) è direttamente collegato con il
source (S), la corrente massima che può scorrere
nel circuito viene limitata entro i limiti di 430
Fig. 7 - Esiste anche un sistema di protezione degli mA, a seconda del tipo di transistor. Questa pro-
strumenti ottenuto con Il collegamento di un diodo al ezione è dunque consigliabile con strumenti da
germanio in serie. Questo diodo deve essere di ... pes-
sima qualità, cioé deve presentare correnti di perdita 1-10 mA.
sufficientemente elevate, così da fungere da elemento Nelle protezioni in serie fin qui descritte, non ab-
limitatore di corrente. biamo trattato quella che preserva lo strumento
dalle inversioni di polarità. Per usufruire anche

TR di questo tipo di e-annessione sarà sufficiente col-


legare, in serie al primo elemento {diodo-transi-
stor-FET), un altro identico elemento collegato
o< con le polarità invertite, per esempio un FET a
canale N dovrà permettere una successione S-G,
D, D, SG.
I transistor FET possono servire anche per la
protezione di microamperometri, utilizzando il
circuito rappresentato in figura 12. In questo cir-
cuito è presente, tra source e gate, la resistenza
variabile Rl, con la quale è possibile variare entro
ampi limiti il valore della massima corrente am-
missibile, cosi da poter usare questa protezione
sia con strumenti poco sensibili (1-10 mA), sia
con quelli più sensibili (50 A).
Una analoga soluzione può anche essere ottenuta
per mezzo di un transistor, una resistenza (R2)
ed una piccola pila da 1,5 V; ma questa soluzione,
+ a causa dell. presenza della pila esterna, può ri-
sultare meno comoda e più ingombrante (figu-
ra 14).
Tutti i circuiti fin qui esaminati sono molto ver-
Fig. 8 - Un altro sistema di protezione degli strumenti satili, perché possono proteggere, indifferente-
di misura consiste nell'utilizzare la corrente che scorre
frz 'l collettore, collegato con la base, e l'emittore di mente, milliamperometri, voltmetri, ohmmetri,
un transistor. capacimetri, :cc.
lo
d
52
Fig. 9 - Realizzazione pratica del siste-
ma di protezione dello strumento ripor-
tato in figura 8.

FET

Fig. 10 - Anche con il transistor FET, ad ef-


o s fetto di campo, si ottengono ottime protezioni
degli strumenti di misura. In questo circuito il
transistor utilizzato è un FET a canale N.
+

FET
Fig. 11 - Anche il transistor FET a ca-
nale P può essere utilizzato per la pro-
tezione degli strumenti di misura. Il col-
s legamento del gate con la source limi-
ta la corrente fra i 4 e i 30 mA. Questo
+ tipo di protezione è consigliabile per
gli strumenti da 1-10 mA.

FET
G
Fig. 12 - I transistor FET possono servire an-
che per la protezione di microamperometri,
realizzando il circuito qui rappresentato. La
resistenza variabile R1 permette di controlla-
re entro ampi limiti il valore della massima
corrente ammissibile ..
s D
53
FET CIRCUITI DI PROTEZIONE PER APPLICAZIONI
PARTICOLARI
Ai circuiti fin qui presentati possiamo aggiun-
gere ora alcuni semplici progetti che si prestano
a particolari applicazioni.
Il primo di questi fa uso di un diodo zener, in-
serito tra un morsetto dello strumento e la re-
sisten a Rl (figura 15 ); questa resistenza rap-
presenta una parte della resistenza già inserita
in serie al voltmetro, per cui, indicando con R
il valore della resistenza in serie al voltmetro,
quando si va a misurare una tensione V a fon-
do-scala, si potrà calcolare il valore della resi-
stenza Rl applicando la formula seguente:
basetta RI = R x Vzener : 3 V
isolante nella quale Vzener rappresenta la tensione del
diodo zener. Eventualmente si potrà sostituire la
Fig. 13 - Realizzazione pratica del circuito di protezione resistenza R con un trimmer, regolandolo fino
di un microamperometro con transistor FET e trimmer,
ad ottenere una protezione sufficientemente effi-
potenziometrico. Questo sistema protettivo può esse-
re adottato per gli strumenti poco sensibili (1-10 mA) cace. Il vantaggio di questo sistema, rispetto a
e per quelli piu sensibili (50 {A). quello rappresentato in figura 6, consiste nel fat-
to che non è più necessario ora scegliere un dio-
do da 2,7 0 3,3 V, dato che anche le tensioni su-
periori potranno andar bene; con questo circuito,
TR inoltre, si ottiene una buona protezione anche
negli strumenti molto sensibili. Un altro circuito
, R2 di protezione, particolarmente adatto per i volt-
metri, è quello rappresentato in figura 16 (in f-
gura 17) è rappresentato lo schema pratico). In
questo semplice progetto si fa uso di un transi-
+ stor al silicio e ad alto guadagno, in veste di
elemento protettore.
Finché la tensione fra base ed emittore non su-
b

Fig. 14 - La protezione di un microamperometro può


essere ottenuta, oltre che con il transistor FET, come
indicato nel circuito di figura 12, anche per mezzo di
un transistor, una resistenza ed una piccola pila da
1,5 V.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
PREZZO È ALLA
TATA DI TUTTI!
L 1.400 ■
do dell'elettronica pratica, non
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
ta_ntistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. Ls sua potenze. è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti '52 - 20125 Milano

54
diodo zener

Fig. 15 - Questo sistema di protezione


di uno strumento di misura vale per al-
cune applicazioni particolari. La resisten-
za R1 rappresenta una parte della resi-
stenza inserita in serie al voltmetro; es-
sa deve essere calcolata applicando la
formula riportata nel testo.

TR

R1 R2 Fig. 16 - Questo sistema di


protezione degli strumenti
è particolarmente adatto
+ per i voltmetri. Il transi-
stor è di tipo al silicio e
ad elevato guadagno.

pera il valore di 0,6 V, il transistor rimane in-


terdetto. Appena il valore di questa tensione su-
pera quello di soglia, a causa di un sovraccarico,
il transistor entra rapidamente in conduzione,
controcircuitando lo strumento e proteggendolo
dalla corrente troppo intensa che a causa del
sovraccarico, circolerebbe dentro il microampe-
rometro.
La realizzazione pratica di tutti questi semplici
al circuito ma utilissimi progetti potrà essere affrontata da
di utilizz. tutti senza il timore di rovinare gli strumenti
di misura, dato che, nella maggior parte dei ca-
si, tutto si riduce all'inserimento, in parallelo ai
morsetti dello strumento, di qualche componen-
te. Non si interviene, dunque, sui circuiti interni
del microamperometro.

Fig. 17 - Questa è la realizzazione pratica del siste-


ma di protezione di un voltmetro il cui schema elettri-
basetta co è riportato in figura 16.
isolante
55
AMPLIFICATORE
STEREO PER CUFFIE
HI-FI
L'ASCOLTO IN CUFFIA DELLA STE-
REOFONIA PERMETTE DI OTTENE-
RE UN MIGLIOR EFFETTO DI DIRE-
ino a qualche tempo fa la cuffia era consi- ZIONALITA' LA' DOVE LO SPAZIO
F derata come un semplice diffusore acustico
di second'ordine, riservato ai dilettanti di
radiotecnica e {imitato all'ascolto delle radiotra-
AMBIENTALE NON E' SUFFICIEN-
TE PER UNA SISTEMAZIONE E UN
smissioni radiantistiche. Il motivo di ciò è presto ORIENTAMENTO RAZIONALI DEL-
detto. La riproduzione sonora attraverso la cuffia
non poteva certo considerarsi una riproduzione LE CASSE ACUSTICHE. MA L'USO
ad alta fedeltà, dato che la cuffia stessa, oltre DI UN AMPLIFICATORE HI-FI DI PO-
ad introdurre una apprezzabile distorsione, « ta- TENZA COSTITUISCE UNO SPRE-
gliava » inevitabilmente tutte le note basse, che
sono poi quelle che contribuiscono a rendere il CO PER l'ASCOLTO IN CUFFIA.
suono armonioso e pastoso. Con la cuffia, inoltre, MEGLIO DUNQUE REALIZZARE
il suono appariva metallico, a causa della mem- QUESTO SEMPLICE CIRCUITO
brana vibrante di materiale magnetico. Infine,
non si può certo affermare che l'ascolto in cuffia TRANSISTORIZZATO CHE OGNU-
fosse comodo e rilassante, perché la costruzione NO DI VOI POTRA' COSTRUIRE OT-
di queste, con materiale rigido e poco elastico, TENENDO UN PERFETTO APPARA-
infastidiva ben presto anche i più volenterosi.
A dire il vero, nel passato esisteva qualche esem- TO AMPLIFICATORE DI PICCOLE
plare di cuffia in grado di provocare una certa DIMENSIONI.

56
concorrenza con gli altoparlanti ad alta fedeltà, grossa potenza è generalmente elevato, per cui
ma il costo di trasduttori acustici era tale da l'uso della cuffia diverrebbe uno spreco dell'am-
rendere assai più economica la realizzazione di plificatore, se questa venisse usata in continuità.
un intero impianto Hi-Fi, di potenza, con gli La soluzione ideale per l'ascolto della stereofonia
appositi altoparlanti anziché con la sola cuffia in cuffia è quella di realizzare un amplificatore
stereofonica. adatto, utilizzando un esiguo numero di compo-
L'introduzione nell'industria dei materiali sinte- nenti, con un costo di realizzazione molto basso.
tici, ed il continuo progresso della tecnica, hanno
permesso in breve tempo la realizzazione di CIRCUITO DELL'AMPLIFICATORE BICANALE
cuffie per alta fedeltà, di caratteristiche pari, se Il circuito dell'amplificatore bicanale, rappresen-
non addirittura superiori, a quelle dei più grossi tato in figura 1, è pilotato con soli tre transistor
sistemi di altoparlanti e ad un prezzo decisa- per canale e riesce ad amplificare adeguatamente
mente inferiore a questi. Si può dire dunque che, il segnale proveniente dal pick-up e ad adattare
in questi ultimi anni, ci sia stata una vera e le varie impedenze di ingresso e di uscita. In
propria esplosione commerciale della cuffia ste- pratica uno solo dei tre transistor serve per
reofonica che, in virtù dell'adozione di particolari amplificare il segnale, il transistor TR2 (TR5),
padiglioni di grandi dimensioni, rivestiti di mor- mentre i due rimanenti transistor funzionano da
bido materiale fonoassorbente, hanno reso questo elementi adattatori.
componente molto adatto all'ascolto individuale Per l'analisi del circuito di figura 1 faremo ov-
della musica Hi-Fi, anche per lunghi periodi di viamente riferimento ad un solo canale, data
tempo, isolando l'ascoltatore dai rumori del mon- la perfetta simmetria di questo con l'altro canale.
do esterno e concedendogli un vero e proprio Il nostro circuito è stato concepito per essere
relax psichico e spirituale. adottato in abbinamento con testine di tipo pie.
Non vogliamo proprio noi, tuttavia, asserire in zoelettrico, dato che queste sono le più diffuse
questa sede che la cuffia stereofonica possa ed equipaggiano giradischi anche di ottima
sostituire l'altoparlante, soprattutto perché la qualità.
cuffia è inadatta per un ascolto collettivo, ma Come è noto, per poter far lavorare corretta-
vogliamo solo ritenere che essa risulti talvolta mente un pick-up piezoelettrico, è indispensabile
molto più utile all'ascoltatore, soprattutto quan- non « caricarlo » eccessivamente; ecco il motivo
do, per motivi di doveroso rispetto del nostro per cui abbiamo previsto uno stadio di entrata,
prossimo, siamo costretti ad abbassare al minimo a collettore comune, che, se da una parte non
il livello dell'amplificatore di potenza, eliminando comporta alcun guadagno di tensione, dall'altra
quasi totalmente l'espressività della musica ri- presenta un'impedenza di entrata molto elevata,
prodotta. dell'ordine di 1 megaohm, come è necessario nel
Un altro vantaggio offerto dalle cuffie stereofo- nostro caso.
niche rispetto agli altoparlanti è quello di con- L'uscita del primo stadio è rappresentata dall'e-
ferire alla musica un miglior effetto di direzio- mittore di TRl ed è a bassa impedenza. Per tale
nalità, che è essenziale nella riproduzione stereo- motivo si può agevolmente pilotare la rete di
fonica, ma che è difficile ottenere con gli alto- controllo di tonalità e di volume, nonché lo
parlanti quando non si dispone di un ambiente stadio successivo pilotato da TR2.
sufficientemente ampio, in grado di poter realiz-
zare una distanza appropriata fra le due casse TONALITA' E VOLUME
acustiche. • Il controllo di tonalità dell'amplificatore è di
tipo passivo, cioè attenua leggermente il segnale;
IMPEDENZA E POTENZA DELLE CUFFIE STE- ma questo non è un problema grave, dato che
REO l'amplificazione ottenuta tramite il transistor TR2
Le moderne cuffie per alta fedeltà hanno una è sufficiente per compensare queste piccole
impedenza che varia, da modello a modello, tra perdite.
i 4 e i 16 ohm; esse quindi si adattano alle La rete di controllo di tonalità si rivela molto
prese di uscita per altoparlanti di un amplifi- efficiente ed è dotata di comandi per i toni alti
catore di potenza, anche se sussistono vari e e bassi separati, in modo da consentire all'ope-
validi motivi per sconsigliare un simile impiego. ratore di regolare a piacere, così come avviene
Prima di tutto, utilizzando le cuffie nel modo nelle apparecchiature di alta classe, il tono del
ora citato, poiché queste sopportano una potenza segnale esaltando bassi o acuti, oppure entrambi,
massima di 0,5 W, si è costretti a regolare il a seconda delle preferenze.
volume dell'amplificatore quasi al valore minimo, Il potenziometro R4 regola le note gravi, mentre
perdendo così buona parte delle note basse, a il potenziometro R7 regola le note acute. Dal
meno che l'amplificatore non sia provvisto di cursore del potenziometro R7 il segnale raggiun-
controllo fisiologico di volume. Inoltre, con l'uso ge il circuito di controllo di volume e di bilan-
della cuffia, a causa dei numerosi stadi necessari ciamento, che sono regolati rispettivamente da
per ottenere forti potenze, si ha un sensibi- R9 ed R14; questi ultimi due comandi di controllo
le rumore di fondo. Ed occorre anche con- permettono di regolare la messa a punto dei
siderare che il consumo di un amplificatore di due canali.

57
a+
"< =! I .l Il Il
R8 z

i
A. I
Il =!s I =k
I
r
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El
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TRS X
R6

i
·:'«.J 1
i1
"!
·4
+ a.ali! Il

Rn7?2 I - -,- z Il
R22 -MM-1 I ÌCl7

Resistenze
1 megaohm
I R1
R2
R3
=
= 10.000
= 5.600
ohm
ohm
Condensatori a varìaz. lin. -
5 uF 12 VI (elettrolitico) R4 = 50.000 ohm (potenz.
C1 toni bassi)
c2 5 F 12 VI (elettrolitico)
R5 1.000 ohm
C3 10.000 pf =
R6 = 3.900 ohm
C4 100.000 pf a varlaz. lln. -
es 2.200 pF
R7 = 50.000 ohm (potenz.
toni alti)
C6 10.000 pf
AB 6.800 ohm
C7 5 F 12 VI (elettrolitico)
R9 50.000 ohm (potenz. a variaz. log. -
C8 100 F 12 VI (elettrolitico) volume)
C9 1.000 F - 6 VI (elettrolitico) R10 330.000 ohm
R11 1.200 ohm
R12 100 ohm
R13 = 100 ohm
R14 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin. -
Fig. 1- Il circuito dell'amplificatore stereofonico è com- bilanciamento)
posto da due canali perfettamente identici. Il transi-
stor amplificatore vero e proprio è rappresentato da
Transistor
TR2 (TR5); gli altri due transistor TR1-TR3 (TRA-TR6) TR1 = BC109
fungono da elementi adattatori di impedenza di entrata TR2 = BC109
e di uscita. TR3 = BC109

58
Fig. 2 - Questa è la disposizione dei com ponenti elettronici sulla basetta del circuito
stampato. La numerazione, riporta ta in vari punti del circuito, trova un preciso ri-
scontro con l'analoga numera zione riporta ta nei ci rcuiti di fig. 3 e fig. 4.

STADIO AMPLIFICATORE zione termica, con un aumento della banda pas-


Il transistor TR2 pilota lo stadio amplificator sante, una diminuzione della distorsione e un
vero e proprio. aumento dell'impedenza di ingresso. Tutto ciò
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, conferisce un enorme vantaggio all'amplificatore
non è assolutamente necessaria una notevole am- per una buona regolazione delle tonalità, ren-
plificazione di tensione, dato che, in virtù della dendo altresì costante il guadagno che, a sua
tensione già elevata, di circa 1 V, erogata dalle volta, non dipende quasi più dal guadagno del
testine piezoelettriche, è sufficiente una amplifi- transistor montato nel circuito. E il vantaggio è
cazione di 10 volte per ottenere in cuffia un risentito anche nella realizzazione di due canali
segnale abbastanza potente. Un simile guadagno perfettamente identici anche nel guadagno, per-
è facilmente ottenibile per mezzo di transistor mettendo di ottenere una vera amplificazione
al silicio, montati come TR2 in un circuito con stereofonica senza l'uso di coppie cli transistor
emittore a massa. Il collegamento a massa non selezionati non sempre facilmente reperibili e
è diretto, ma avviene attraverso la resistenza certamente di costo notevolmente superiore ri-
R12, che permette di migliorare notevolmente le spetto ai transistor normali.
caratteristiche dell'amplificatore, perché essa sta-
bilizza notevolmente il circuito che, in tal modo, ADATTATORE DI IMPEDENZA
non risente più praticamente di alcuna varia- Il terzo ed ultimo stadio dell'amplificatore ste-

59
ENT R. USCITA

Fig. 3 - Questo è il cablaggio completo


dell'amplificatore stereofonico realizza-
to su telaio metallico. Preferendo l'ali-
mentazione a pila, non occorre far uso
di cavetti schermati per i collegamenti
fra I potenziometri e i diversi punti del-
la basetta del circuito stampato.

reofonico è pur esso un adattatore di impedenza; se si interviene sul controllo di bilanciamento


ciò è necessario per poter pilotare le cuffie stereo o si utilizzano due transistor dello stesso gua-
a bassa impedenza, senza dover ricorrere a tran- dagno, purché questo sia molto elevato.
sistor di potenza o a circuiti più complessi come
quelli realizzati negli amplificatori di potenza di ALIMENTAZIONE
tipo commerciale. L'alimentazione dell'amplificatore stereofonico è
L'impedenza d'uscita dipende ovviamente dal ottenuta con una o due pile piatte da 4,5 V,
guadagno dei transistor finali. Utilizzando cuffie collegate in serie, ma il lettore potrà anche
da 8 ohm non sussistono problemi, mentre con utilizzare un qualsiasi alimentatore stabilizzato
cuffie da 4 ohm o meno si potrà avere un certo con tensione di uscita compresa fra i 4,5 e i
sbilanciamento del circuito se i transistor TR3 - 9 V circa.
TR6 non presentano lo stesso guadagno. Tale Coloro che volessero ricorrere a quest'ultima
inconveniente è tuttavia facilmente eliminabile soluzione dovranno ricordare che, nel caso in
cui i transistor finali TR3-TR6 tendessero a sur-
Fig. 4 - Per facilitare il compito costruttivo del lettore, riscaldarsi, sarà necessario ricorrere alle comu-
presentiamo in questo disegno il circuito stampato del- ni alette di raffreddamento, in modo da disper-
l'amplificatore stereofonico in grandezza naturale, cioé dere agevolmente la quantità eccessiva di calore
in scala 1/1. erogata dai transistor stessi.

MONTAGGIO
Per facilitare il compito di realizzazione di questo
interessante progetto, abbiamo ritenuto neces-
sario presentare il disegno in grandezza naturale
del circuito stampato (Fig. 4).
Date le dimensioni notevolmente ridotte, il mon-
taggio dell'amplificatore risulterà assai compatto
e potrà essere inserito in un contenitore metal-
lico di piccole dimensioni, così come è dato a
vedere in figura 5, dove presentiamo il prototipo
montato nei nostri laboratori.
Si tenga presente che sul piano di cablaggio di
fig. 3 e sul circuito stampato di fig. 2 sono stati
riportati, in vari punti, dei numeri; questi nu-
meri trovano un preciso riscontro fra i due
schemi ora citati e quello di fig. 4. Sarà cosl
impossibile, anche per il principiante, incorrere
in errori di cablaggio.
Alimentando gli amplificatori con le pile, e non

60
Fig. 5 - Prototipo dell'amplificatore stereofonico realizzato e collaudato nei nostri la-
boratori dì progettazione.

tramite un alimentatore, sé il lettore si servirà Il nostro amplificatore stereofonico, una volta


di un contenitore metallico, non dovrebbe insor- realizzato, non richiede alcuna operazione di
gere alcun problema di ronzio, anche se per messa a punto. Se non si sono commessi errori
il collegamento con i potenziometri si vorrà di cablaggio, e ciò potrà difficilmente accadere
evitare l'uso di cavetti schermati. Nel disegno realizzando il circuito stampato di fig. 4 e tenen-
di fig. 3, infatti, questi collegamenti appaiono do conto della corrispondenza numerica tra
realizzati per mezzo di conduttori comuni. Tut- questo e gli schemi di fig. 2 e fg. 3, l'apparato
tavia, se si dovesse riscontrare qualche ronzio. dovrà funzionare perfettamente appena verrà
occorrerà provvedere all'uso di cavetti scher- chiuso l'interruttore SI.
mati, collegando a massa la calza metallica di
questi. In ogni caso tutte le carcasse metalliche I componenti qui elencati si riferiscono ad un
dei potenziometri dovranno essere collegate a solo canale amplificatore, quello rappresentato
massa, cioè con il contenitore metallico dell'am- in alto nel circuito di fg. 1. I componenti neces-
plifcatore. I vari punti indicati con «m» si sari per la realizzazione del secondo canale sono
riferiscono ai collegamenti con il telaio metallico. perfettamente identici a quelli del primo. Il
Facciamo ancora presente che nel nostro pro- lettore dovrà quindi fornirsi di un .numero di
totipo si è fatto uso di transistor di tipo BC109, componenti doppio rispetto a quelli elencati,
ma ciò non vieta di ricorrere all'uso di altri tipi fatta eccezione per il potenziometro regolatore
di transistor, purché questi siano al silicio, a di bilanciamento RI4, che è unico per entrambi
basso rumore e ad elevato guadagno. i canali.

61
RELE'
SURPLUS
e loro
ADATTAMENTO

il relé viene adottato e accettato sempre meno


dagli appassionati di elettronica. Da molti in-
fatti esso è ritenuto un... pezzo di antiquariato
e, pur offrendo la possibilità di usufruire di va-
ri contatti simultaneamente, esso tende ad es-
sere soppiantato, là dove ciò sia possibile, dai
più moderni ed efficienti diodi SCR, conosciuti
anche sotto il nome di TRIAC. I TRIAC presen-
tano, rispetto ai vecchi relé, il grande vantaggio
di essere privi di parti meccaniche in movimen-
to, che spesso provocano gravi inconvenienti, sia
per motivi di inceppamenti meccanici, sia per la
rottura delle piccole molle di richiamo o per
Quando non sia possibile ricorrere ai l'ossidazione ed usura dei contatti. I TRIAC,
moderni ed efficienti diodi SCR, si inoltre, che possono essere definiti dei veri e
propri « relé allo stato solido », sono di dimen-
può far uso dei relé surplus, adattan- sioni di gran lunga inferiori a quelle dei classici
doli alle tensioni di alimentazione più relé elettromagnetici, a parità di potenza com-
comuni. mutata. I TRIAC non dissipano potenze elettri-
che durante tutto il periodo di eccitazione e so-
no dovunque reperibili ad un prezzo relativa-
men te basso.

1 1 relé è un dispositivo elettromagnetico in


grado di controllare, attraverso un segnale
debole, una quantità di energia elettrica an-
che grande.
I tubi a vuoto spinto, i transistor ed altri com-
Ma il classico e vecchio relé elettromagnetico ri-
mane tuttora insostituibile in molti settori; per
esempio quando è necessario isolare elettrica-
mente il circuito di comando dal circuito « co-
mandato » e quando il relé deve essere facilmen-
ponenti elettronici moderni possono considerar- te diseccitabile. Tali condizioni potrebbero es-
si, in certo qual modo, dei relé che, in molti sere ugualmente ottenute con gli SCR, ma le ap-
casi, sostituiscono vantaggiosamente il vecchio plicazioni pratiche risulterebbero molto com-
relé elettromagnetico. Questo è il motivo per cui plesse e costose.

62
IL RELE' COSTA TROPPO T
Tutti quei lettori che hanno avuto occasione di
realizzare un circuito di pilotaggio per mezzo di
un relé elettromagnetico, sanno che questo com-
ponente risulta molto costoso e il più delle volte
il suo prezzo è pari, se non proprio superiore, a
quello del circuito elettronico in cui il relé è
inserito.
Il prezzo del relé elettromagnetico aumenta man
mano che le sue dimensioni diminuiscono. I relé
di piccole dimensioni, molto sensibili, costano Fig. 1 - Questo semplice progetto interpreta il siste-
eccessivamente e non possono essere sempre ac- ma di adattamento di un relé surplus, con tensioni di
quistati dai principianti. Questa condizione, del eccitazione comprese fra 6 e 12 V, alla tensione di
resto, scaturisce da una logica elementare. Infatti, 6,3 V prelevata dall'avvolgimento secondario di un
per ridurre le dimensioni ed aumentare la sensi- trasformatore di alimentazione. Il valore della resisten-
bilità di un relé, occorre prima di tutto una pre- za R1 deve essere dedotto applicando la formula ri-
cisa ed accurata costruzione meccanica di tutte portata nel testo. Il diodo DI è un qualsiasi diodo rad-
le parti e, soprattutto, delle parti mobili, che drizzatore, mentre il condensatore elettrolitico C1 ha
un valore compreso fra i 50 e i 100 (F, con tensione
debbono garantire sufficiente robustezza, pur ri- di lavoro di 12-25 V.
sultando, allo stesso tempo, leggere e facilmen-
te pilotabili, in modo da non richiedere alla
bobina un eccessivo « sforzo magnetico ».
Anche la bobina del relé di piccole dimensioni e
molto sensibile è un elemento critico, perché es-
sa deve essere composta con un gran numero di
spire, in modo da aumentare al massimo, a pa- 5-6,3v
rità di corrente, l'intensità del campo magnetico
prodotto. Ma per raggiungere questa condizione 8
z
<1
si deve ricorrere all'uso di un filo di rame molto :
sottile, che può facilmente rompersi durante le o
u
operazioni di avvolgimento.
Per concludere possiamo dire che il relé di pic-
cole dimensioni richiede una lavorazione precisa, Fig. 2 - Cablaggio del circuito di adattamento di un
un certo tempo di costruzione e materiale di si- relé surplus a 6 - 12 V. La tensione di alimentazione è
curo affidamento. Tutto ciò incide ovviamente prelevata dall'avvolgimento secondario a 6,3 V di un
sul prezzo di costo del componente. trasformatore di alimentazione.
T at titam
RELE' DI BASSO COSTO
Senza ricorrere al mercato normale, è possibile
procurarsi degli ottimi relé, piccoli e sensibili,
ad un prezzo bassissimo, quello del « mercato
surplus ».
on tutti i nostri lettori sanno che cos'è il sur-
plus. Tradotta alla lettera, questa parola signi-
fica « sovrappiù » e definisce il mercato delle ri-
manenze o dei recuperi industriali. Questa defi-
nizione non deve trarre in inganno il lettore, nel
senso che essa potrebbe far pensare a materiali
già usati e inservibili. Può capitare alle volte di TRASE. ALIMENT
trovare qualche componente difettoso ma, pre-
Fig. 3 - La tensione di 5-6,3 V, presente sull'avvolgi-
stando un po' di attenzione, all'atto dell'acquisto, mento secondario di un trasformatore di alimentazione,
ciò non accade. Si può quindi dire che nella qua- può essere utilizzata per alimentare un relé surplus
si totalità degli acquisti l'efficienza del compo- con tensione di eccitazione compresa fra i 12e i24V.
nente è assicurata al cento per cento, con il no- Per realizzare tale adattamento si deve comporre il
tevole vantaggio di un risparmio della metà sul circuito duplicatore di tensione qui raffigurato.
prezzo reale del componente nuovo.
abbandonando l'usato. Ma lo scopo preciso di
LE BUON OCCASIONI questo articolo è quello cli mettere il lettore nel-
Sul mercato surplus non è sempre possibile tro- le condizioni di « arrangiarsi » con le tensioni a
vare il relé con il valore di tensione desiderato. disposizione, senza dover ricorrere all'uso di ul-
Capita così che, per timore di lasciar inutilizzato teriori trasformatori per poter pilotare quei relé
il componente, si perde la buona occasione di che richiedono tensioni apparentemente strane e
acquisto e ci si rassegna al prezzo del «nuovo», non sempre a disposizione di tutti.

63
Nella maggior parte delle apparecchiature elet- portare la corrente che scorre attraverso la bo-
troniche, soprattutto in quelle in cui sono mon- bina di eccitazione del relé che, nella maggior
tate le valvole termoioniche, sono presenti i tra- parte dei casi, è di pochi milliampere nei relé
sformatori di alimentazione che, oltre ad essere di tipo sensibile.
dotati di un avvolgimento ad alta tensione, pos- Occorre ancora servirsi di un condensatore elet-
seggono anche degli avvolgimenti a bassa ten- trolitico da 50-100 F, al quale è affidato il com-
sione, per esempio quello a 6,3 V per l'accen- pito di livellare la tensione alternata. Eventual-
sione del filamento delle valvole. Di questi av- mente può servire anche una resistenza. Ciò è
volgimenti ci si può servire ottimamente per rappresentato dallo schema elettrico di fig. 1.
alimentare quei relé che richiedono tensioni di Se non si inserisse la resistenza Rl, la tensione
6-9-12 V. ottenuta sui terminali del diodo risulterebbe di
Per raggiungere tale scopo è sufficiente utilizzare 9 V circa. Quindi, dovendo utilizzare tensioni di
un diodo al silicio, o al germanio, adatto a sop- valore più basso, è necessario inserire, in serie

AMPLIFICATORE BF
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IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L 19.500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilità entrata Et 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 t V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico BO VA Questa scatola di montaggio, veramente pre-
Consumo in assenza di segnale 2 W stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
Happorto segnale/disturbo 55 dB a 10 W prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli-
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile
li kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz- a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da
razione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli rendere l'apparato utilissimo per gli usi più
altoparlanti e il contenitore. svariati.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 19.500. Per richiederla occorre inviare


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di spedizione).

64
relè

in fg. 1 può servire, almeno teoricamente, per


relé fino a 9 V; ma le tolleranze dei relé sono
abbastanza favorevoli per il loro adattamento a
tensioni anche diverse da quelle nominali; quin-
6,3V di occorre ricordare che i relé possono essere
"' ugualmente eccitati anche con tensioni legger-
mente superiori, ad esempio fino a 12 V, così
come indicato nello schema elettrico di fig. 1.
Il piano di cablaggio di questo circuito è rap-
presentato in fig. 2.
Fig. 4- Il cablaggio del circuito duplicatore di tensione
può essere realizzato In qualsiasi maniera, anche di-
versa da quella qui rappresentata. Alla sua composi-
TENSIONE DOPPIA
zione partecipa un solo componente critico: la resi- Nel caso in cui la tensione ottenuta con il cir-
stenza R1 che deve essere opportunamente ancorata. cuito di fig. 1 non fosse sufficiente ad eccitare
il relé, si deve far ricorso al circuito rappresen-
al diodo Dl, una resistenza di caduta il cui va- tato in fg. 3, con il quale è possibile ottenere
lore può essere facilmente ricavato applicando una tensione di valore quasi doppio rispetto a
la seguente formula: quello ottenuto nel caso precedente.
9 V Questa volta il progetto (fig. 3) è quello tipico
Rl = R x--- di un duplicatore di tensione che, caricando ora
V l'uno ora l'altro condensatore, con le due semi-
nella quale R rappresenta il valore della resi- onde rettificate dai due diodi DI-D2, riesce a for-
stenza del relé, mentre V rappresenta il valore nire una tensione doppia rispetto a quella otte-
della tensione nominale del relé. nuta con un singolo diodo.
Coloro che volessero evitare l'uso della formula, Anche in questo caso, dato che si dispone di
potranno ricavare il valore della resistenza Rl una tensione raddrizzata di 18 V circa, utilizzan-
sperimentalmente, attraverso una serie di prove do componenti che richiedono tensioni inferiori,
con resistenze di diverso valore e con il tester. si potrà inserire la solita resistenza Rl, il cui
Il circuito di adattamento del relé rappresentato valore, analogamente a quanto detto in prece-

Migliaia di nostri lettori hanno già costruito ed apprezzato le notevoli qualità


radioelettriche della microtrasmittente venduta da Elettronica Pratica in una
completa scatola di montaggio. E se molti non l'hanno ancora costruita, ciò è
dovuto soltanto alla mancanza di un ottimo ricevitore a modulazione di frequen-
za, con cui ascoltare, con chiarezza e potenza, suoni, voci e rumori trasmessi
a distanza da quel miracoloso e piccolo trasmettitore.
Ma ora tutti possono soddisfare il loro programma tecnico-costruttivo acqui-
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denza, potrà essere dedotto dalla seguente for-
mula:
18- V
R1 Rl ---xR
V

+ 250V 1 valore dei condensatori elettrolitici Cl-C2 non


è critico. Per essi si potranno utilizzare conden-
RL atori da 50-100 F . 15 VI. In fig. 4 è rappresen-
tato il cablaggio del circuito duplicatore di ten-
sione.

UN'ALTRA SORGENTE DI CORRENTE


Un'altra possibile fonte di corrente per l'alimen-
tazione dei relé, soprattutto nel caso in cui que-
sti richiedano tensioni molto elevate per il loro
Fig. 5 - Una sorgente di alimentazione molto comune è funzionamento, è rappresentata dal circuito ano-
quella di 250 V presente nei circuiti anodici dei ricevi- dico presente negli apparati elettronici a valvole.
tori a valvole. Anche questa tensione può servire per Negli apparecchi radio a valvole questo valore
alimentare un relé surplus, purché si calcoli accurata- i aggira intorno ai 250 V. Ma tale valore non é
mente il valore della resistenza R1 cui è affidato il com- vincolante per l'adattamento del, relé, dato che
pito di provocare la necessaria caduta di tensione. assai spesso capita di disporre di tensioni ano-
diche di 350 V o di 200 V.

+,so
R1
o L Un circuito di adattamento del relé, che fa uso
dell'alta tensione, è rappresentato in fig. 5. Il suo
funzionamento è intuitivo. Alla chiusura del co-
mando il relé riceve la necessaria alimentazione,

± all ovviamente ridotta dalla resistenza Rl, e fa cir-


colare la corrente di eccitazione attraverso l'av-
volgimento della bobina, provocando l'attrazione
delle ancorette meccaniche.
Anche in questo caso il valore della resistenza
comando Rl potrà essere dedotto sperimentalmente, ser-
vendosi di alcune resistenze e del tester; ma es-
so può essere dedotto, nel suo valore esatto, ap-
plicando la seguente formula:
Fig. 6 - Applicando un condensatore elettrolitico in pa- 250- V
rallelo all'avvolgimento del relé, è possibile ottenere R] Rxy
una corrente supplementare, che provoca una rapida V
e sicura chiusura dei contatti del componente. E' ovvio che, avendo a disposizione valori di al-
le tensioni diverse da quella di 250 V, occorrerà
DT sostituire il valore di 250 V con quello della ten-
sione a disposizione, per una applicazione esatta
della formula.
Poiché sui terminali della resistenza Rl si veri-
fica una notevole caduta di tensione, è necessa-
rio utilizzare per RI una resistenza con dissipa-

R1
$
8 4
TRASF.
USCITA
zione di alcuni watt; inoltre converrà sempre
utilizzare dei relé di tipo sensibile che non as-
sorbano troppa corrente, la quale potrebbe so-
vraccaricare l'alimentatore.

RAPIDA CHIUSURA DEI CONTATTI


TI circuito rappresentato in fig. 6 è molto simile

Fig. 7 - Questo circuito, che non può trovare riscontro


in alcun tipo di pratiche applicazioni, può essere preso
in considerazione dal lettore per sperimentare il fun-
zionamento di un relé surplus alimentato con la ten-
sione anodica di una valvola amplificatrice finale di
un ricevitore radio.
a quello rappresentato in fig. 5. La realizzazione pratica di tutti i semplici pro-
Infatti in questo appare soltanto un componente getti fin qui descritti è semplicissima; essa può
in più, il condensatore elettrolitico Cl. Ques essere ottenuta in qualsiasi maniera, anche no-
condensatore, quando il relé è disinserito, cioè tevolrtente diversa da quella da noi raffigurata.
quando l'interruttore di comando è aperto, si Occorre ricordare invece che la resistenza addi-
carica alla tensione di 250 V, se questo è il va- zionale RI rappresenta un elemento critico, che
lore dell'alta tensione disponibile. Tale fatto per- dovrà essere opportunamente calcolato o indivi-
mette di fornire, all'atto di chiusura del relé, una duato sperimentalmente.
corrente supplementare, che provoca una rapida Con i sistemi da noi proposti i lettori potranno
e sicura chiusura dei contatti. Per ogni altro ele- tranquillamente utilizzare tutti i tipi di relé sur-
mento valgono tutte le considerazioni sin qui plus, che avranno occasione di acquistare su que-
esposte nel caso di adattamento di altri tipi di sto tipo di mercato, risparmiando danaro ed ag-
relé. Anche il valore della resistenza Rl viene giungendo, con la realizzazione dei nostri pro-
determinato per mezzo dell'applicazione della getti, una certa dose di esperienza a quella già
ormai nota formula. posseduta.

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Circuito d'innesco.
Facilità di avviamento nella stagione invernale
e quando la batteria non è più giovane.
Disponibilità di una tensione, sulle candele, co-
stante e molto elevata, di circa 30.000 V reali
nelle condizioni di uso della vettura.
Possibilità di eliminare gli effetti dell'imbratta-
Questo dispositivo è stato favorevolmente apprez- mento delle candele, che infastidiscono quasi
zato da moltissimi automobilisti, perché esso è tutti gli utenti nelle marce in colonna o nel traf-
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su autovetture di serie. Le sue elevate prestazio- Riduzione della corrente nel ruttore, con il van-
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rie permetteranno a tutti di godere di quei van- Abbassamento del consumo ai bassi regimi.
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Maggiore elasticità del motore nel caso in cui
si viaggi a bassa velocità con marce alte Inne-
state.
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aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel plano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto. con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
il primo ricevitore radio. re da sé.

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usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza,distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Amplificatore per chitarra elettrica Il guadagno del primo tipo di antenna da lei
citata è di 7 dB e la polarizzazione è circolare.
Faccio riferimento all'amplificatore per chitarra
Per quanto riguarda il secondo tipo di antenna,
elettrica, da 50 W, da voi presentato sul fasci-
questa presenta un guadagno di 8,8 dB e la
colo di ottobre dello scorso anno, per potere
polarizzazione è orizzontale o verticale, a seconda
avere alcune delucidazioni tecniche. Vorrei sapere
che gli elementi siano disposti orizzontalmente o
se è possibile alimentare in corrente alternata
verticalmente. Il guadagno è riferito a quello del
quel circuito con una tensione di alimentazione
dipolo. Non conosciamo antenne con guadagno
di 12 V. E a tale proposito vorrei sapere se, così
effettivo superiore ai 12 dB e funzionanti sulle
facendo, la potenza diminuisce.
FUMAGALLI VITTORIO gamme decametriche.
Gerenzano

Alimentando l'amplificatore per chitarra con la ••••


tensione di 12 V, oltre che una forte diminuzione Un'operazione impossibile
di potenza, lei creerebbe una distorsione assolu-
tamente inaccettabile. La cosa non è quindi Desidererei avere alcune informazioni sulla pos-
possibile. sibilità o meno di realizzare un ricevitore per
la gamma dei 144 - 270 MHz, sfruttando il cir-
cuito di un televisore. Nel caso in cui ciò sia
@@
possibile vi prego di offrirmi un preventivo, sia
pure approssimato, della spesa che dovrei sop-
Il guadagno delle antenne portare.
Vorrei conoscere il guadagno effettivo e la pola- FERRARI CLAUDIO
rizzazione delle seguenti antenne direttive per i Lodi
27 MHz:
ant. quadr. Hy-GAIN (2 elementi) La ricezione di trasmissioni diverse da quelle te-
ant. tipo YAGI (4 elementi) levisive non può essere effettuata con il televi-
Vorrei inoltre sapere quali altre antenne presen- sore, per il semplice fatto che i ricevitori TV
tano un guadagno superiore ai 12 dB. usano, per la seconda conversione, quella dal va-
BRUNO SUBRIZI lore di MF-video a quello dei 5,5 MH di MF-
Roma audio, il sistema intercarrier. In pratica tale va-

76
lore si ottiene sovrapponendo le due portanti nozione tecnica sulla vostra rubrica « CON-
audio e video e rettificando poi il segnale così SULENTE TUTTO PER VOI».
composto. Poiché la differenza fra le due por- BRANCA V CENZO
tanti è sempre di 5,5 MHz per tutti i canali, in Capua
tutti i ricevitori TV la seconda media frequenza
possiede tale valore. In altre parole si può dire Nella presentazione della rubrica «I PRIMI
che la portante audio necessita, per la sua ripro- PASSI» del fascicolo di Settembre '72 abbiamo
duzione, di una corrispondente portante con fre- effettivamente citato due soli colori relativi alla
quenza spostata di 5,5 MHz in più o in meno. tolleranza della resistenza: l'oro e l'argento, te-
E c'è da tener conto anche che i televisori, com- nendo conto che la maggior parte delle resistenze
prendendo fra questi anche gli apparati più sen- in commercio vengono così realizzate. Esistono
sibili, richiedono segnali di 400 V almeno, a tuttavia resistenze di più elevata qualità e mag-
differenza dei 5-10 µV necessari per ottenere un gior precisione; con tolleranza del ± 2%. Questo
ascolto abbastanza normale in un buon ricevitore particolare valore della tolleranza viene indicato
a modulazione di frequenza. Si tratta quindi di con un anello (quarto anello del resistore) di
una sensibilità quasi trascurabile, se si pensa che color rosso. E questo è il caso delle due resi-
nella banda di frequenze di suo interesse le emit- stenze in suo possesso, che sono resistenze di
tenti assai raramente usano potenze superiori alla elevata precisione, ma che assai raramente pos-
decina di watt . sono capitare tra le mani dei principianti. A que-
sto punto lei potrà chiederci, proprio a causa

•••• della presenza di due anelli dello stesso colore,


situati sulle estremità opposte del componente, da
quale parte deve iniziare la lettura del valore
Il quarto anello delle resistenze resistivo tramite il codice.
Ho ricevuto il vostro kit dell'amplificatore Hi-Fi A tale proposito possiamo dirle che il quarto
(20 4 20 W) approntato e venduto dalla vostra
anello, quello relativo alla tolleranza risulta di-
Organizzazione. Prima di iniziare il montaggio
staccato dagli altri tre; la lettura del valore deve
dell'apparato ho voluto eseguire un attento con-
essere eseguita a partire dall'estremità opposta.
trollo di tutti i componenti contenuti nella sca-
Ma può capitare anche, in pratica, che la distan-
za tra gli anelli sia pressocché la stessa, a causa
tola di montaggio, tenendo sott'occhio l'elenco
di una non perfetta costruzione del componente.
dei componenti da voi pubblicato sul fascicolo
Abbene, in questi casi si deve far ricorso alla
di Maggio dello scorso anno. Sono ben Lieto di
logica. Prendendo ad esempio le resistenze in
comunicarvi che ho potuto riscontrare una per-
suo possesso, si può facilmente arguire che il
fetta corrispondenza tra il materiale ricevuto
terzo anello, valido per la lettura del valore
e quello da voi elencato. Mi è sorto tuttavia un resistivo, deve essere quello colorato in marrone,
dubbio che, evidentemente, deve attribuirsi alla non quello colorato in viola, che starebbe ad
mia modesta esperienza nel settore dell'elettro- indicare ben sette zeri, attribuendo alla resisten-
nica. Si tratta della lettura in codice delle resi- za un valore resistivo enorme e, in ogni caso, non
stenze R23 - R24. Faccio presente di aver se- indicato nel nostro elenco dei componenti. Rias-
guito con molta attenzione la vostra Rubrica sumendo possiamo dirle che la successione esatta
dell'aspirante elettronico, quella relativa alle re- dei colori delle resistenze in suo possesso è il
sistenze presentate sul fascicolo di settembre '72, seguente: rosso - viola - marrone. Il quarto anel-
nella quale si informa il lettore che il quarto lo, di color rosso e più distanziato, sta ad indicare
anello, riportato sui resistori, può essere di due la tolleranza del ±- 2%.
colori diversi: oro o argento. Nel primo caso
la tolleranza è del ± 5%6, nel secondo caso la
tolleranza è del ± 10%. Nelle due resistenze
da me citate e da voi incluse nel kit dell'ampli-
ficatore il quarto anello è di color rosso. Come
••••
si legge, dunque, il valore esatto di una tale Adattamento dell'amplificatore per
resistenza? Per la precisione, i colori degli anelli
chitarra
riportati sulle due resistenze sono i seguenti:
rosso- viola - marrone - rosso. Ritenendo che Sono interessato alla costruzione dell'amplificatore
questo argomento possa interessare molti altri da 50 W da voi presentato sul fascicolo di luglio
lettori che, come me, sono alle prime armi con dello scorso anno. Questo amplificatore dovrebbe
l'elettronica, desidererei veder pubblicata questa ssere da me installato in un laboratorio, con lo

77
scopo di amplificare soltanto la voce. Se ciò è lizzarlo per la riproduzione della voce umana,
possibile, potreste indicarmi il progetto di un purché lei effettui la modifica per i toni alti, da
miscelatore, da voi eventualmente presentato in noi descritta nel testo, con lo scopo di evitare
qualche fascicolo della rivista, con tre entrate l'effetto Larsen. Per quanto riguarda il miscela-
almeno? tore lei potrà realizzare il progetto presentato a
LEO BE ABEI pagina 45 del fascicolo di aprile dello scorso anno,
La Spezia eliminando gli stadi finali pilotati dai transistor
TR5 e TR6 e prelevando l'uscita tra massa
L'amplificatore da lei citato è stato appositamente il negativo del condensatore elettrolitico C 11
concepito per la riproduzione dei suoni emessi (invertendo tuttavia le polarità di questo con-
dalla chitarra elettrica, ma è anche possibile uti- densatore rispetto a quelle riportate nel progetto).

Un problema di zoccolatura carmi I simboli teorici di questi due elementi?


FRANCI FRANCO
Sto smontando un apparato amplificatore a val- Firenz
vole fuori uso, con lo scopo di recuperare un certo
quantitativo di materiale elettronico che mi potrà Le valvole da lei citate sono molto note e la
essere utile in avvenire per la realizzazione di uno zoccolatura di queste è riportata in tutti i prin-
cipali schemari di valvole élettroniche. E' evi-
dei tanti apparati da voi mensilmente presentati
dente che la sua domanda ci fa pensare che lei
sulla rivista. In questo apparato ho trovato un non possegga uno schemario di valvole. Presen-
certo numero di valvole, ma di queste non cono- tiamo quindi volentieri i due simboli elettrici,
sco la zoccolatura, cioè la corrispondenza nume- ricordandole che, quello a sinistra, si riferisce
rica successiva dei piedini dello zoccolo, delle alla valvola ELL80, mentre quello raffigurato a
seguenti valvole : ELL80 - EZA0. Potreste, indi- destra si riferisce alla raddrizzatrice doppia EZ40.

2 6

1 g
2 6

4 1

Frequenzimetro digitale presto un apparato di precJSJone, che pennettes-


Ho trovato nella vostra rivista quello che non se di stabilire con la massima esattezza su quale
ero riuscito finora a trovare in nessun'altra rivista frequenza ricevo i segnali radio e su quale fre-
di elettronica: progetti che funzionano subito, in- quenza io sesso li trasmetto. Questo appara-
teressanti ed utili per i principianti. Ora vorrei to dovrebbe permettermi la costruzione di rice-
chiedervi un favore, che non interessa soltanto vitori VHF e il controllo esatto della copertura
me ma anche molti altri appassionati della rice- di tutte le gamme comprese fra i 26 e i 200 MH.
trasmissione. Desidererei veder pubblicato al più Un tale apparecchio non dovrebbe costare molto

78
e dovrebbe essere di facile realizzazione.
CALABRESE ANTONINO
Messina

Lei ci chiede una cosa assolutamente impossibile,


in/ atti, per analizzare con precisione la frequenza
di trasmissione di ima emittente, occorrerebbe Non sappiamo esattamente di quale materiale
un frequenzimetro di tipo digitale, il cui costo radioelettrico lei possa disporre, perché la sua
supera abbondantemente le 200.000 lire. Un citazione è alquanto generica. I ogni caso, rite-
prezzo che evidentemente è ben lontano da quel- nendo che lei desideri costruire un oscillatore di
lo da lei previsto. semplice concezione circuitale, ma moderno, pre-

Lo studio del codice Morse


•••• sentiamo il progetto di un circuito nel quale si
utilizza l'integralo CA 3028 della RCA. Dì questo
oscillatore presentiamo lo schema elettrico e lo
schema elettrico interno del circuito integrato,
Sono un grande appassionato di elettronica e così che lei possa facilmente comprendere le
mi esercito giornalmente in questa disciplina varie funzioni degli elementi che compongono
scientifica soltanto per semplice divertimento. In il circuito.
tali condizioni è ovvio che il mio laboratorio sia
ben fornito di materiali radioelettrici (condensa- Cl = 470.000 pF
tori - resistenze - transistor - valvole ecc.). Ser- Rl - 2.000 ohm
vendomi del materiale già in mio possesso vorrei R2 = 1.000 ohm
realizzare il progetto di un semplice oscillatore, R3 = 1.000 ohm
la cui costruzione sia poco impegnativa, con lo R4 = 1.000 ohm
scopo di potermi esercitare nello studio delle tra- re = CA 3028 (RCA)
smissioni in codice Morse. Cuffia = di qualsiasi tipo
STRAMBELLI MAURO SI = interrutt.
Cremona limentaz. = 9 V cc

R2
,"
@6v

R4 ,,,.....__
z [ ·4 I I
8 6

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R1 Il I ,__;;,.rr- l - -
r r rIn

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7
I
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IBBO SCEGLIENDO
- ' I
I 1

A IL REGALO

TEVI CHE
PREFERITE

- - - - . - l.-' - - - - -
3

79
L'amplificatore per fonovaligia CONDENSATORI
Sono in possesso di una vecchia fonovaligia, la C1 = 150 pF
cui parte meccanica risulta ancora perfettamente C2 50 F- 10 VI. (elettrolitico)
funzionante, mentre non funziona più l'ampli- C3 = 250 F - 25 VI. (elettrolitico)
ficatore a due valvole in essa contenuto. Dal C4 = 500 F - 16 VI. (elettrolitico)
telaio sono già stati tolti molti componenti e, in C5 = 500 F - 20 VI. (elettrolitico)
pratica, posso dire che nulla è più utilizzabile. C6 = 2.000 F - 36 VI. (elettrolitico)
Volendo rimettere a nuovo questo apparato, ho
pensato di inserire nel mobile un amplificatore RESISTENZE
di bassa frequenza transistorizzato. Potreste voi Rl = 5.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
fornirmi il progetto dell'amplificatore, tenendo R2 = 1.000 ohm
presente che l'altoparlante, inserito nella fono- R3 = 27.000 ohm
valigia è adatto per la potenza di uscita mas- R4 = 100 ohm
sima di 6 W? R5 = 10.000 ohm
ERCOLE SANTI R6 = 100 ohm
Pavia R7 100 ohm
R8 = 1.000 ohm
Il progetto che pubblichiamo è quello di un am-
plificatore di bassa frequenza, con potenza di VARIE
uscita di 6 W, adatto per essere inserito in una RI = BCI09
fonovaligia. L'alimentazione è derivata dalla re- TR2 = 2N1711
te-luce con un trasformatore dotalo di un avvol- TR3 = BD135
gimento primario a 220 V e avvolgimento secon- TRA == BD136
dario a 24 V, con potenza di 10 W. La rettifi- DI = 10D4
cazione della corrente alternata è ottenuta per D2 = 10D4
mezzo di un ponte di diodi al silicio di tipo 10D4, D3 = 10D4
che possono essere sostituiti con gli equivalenti D4 = 10D4
della PHilips BY126 - BY127. TI = trasf. d'alimentaz. (IO W)

••••
sante servendosi del solo interruttore SI. La sire-
na entrerà in azione ogni volta che lei provve-
derà a chiudere l'interruttore. La presenza del
pulsante completa, tuttavia, in una forma più
razionale il progetto della sirena. L'altoparlante
deve avere un'impedenza di 4-8 ohm.

Cl 50 F- 12 VI (elettrolitico)
C2 15.000 p
Rl 27.000 ohm
R2 68.000 ohm
Sirena elettronica R3 56.000 ohm
R4 470 ohm
Vorrei costruirmi una piccola sirena elettronica, TRI A127
alimentandola con l'accensione continua di 9 V. R2 BD140
La realizzazione dovrebbe essere molto semplice,
priva di difficoltà e funzionante senza alcun in-
tervento strumentale, dato che sono un princi- s1
R4
piante e non posseggo, all'infuori del tester, al-
cun altro strumento.
GALLUZZf GIAMPAOLO ]'e
Ancona
le 9v
Tenga presente che il semplice progetto, qui pub- C

blicato, funziona ogni volta che si preme il pul- TRl


sante P1. Lei tuttavia può eliminare questo pul-

80
WALKIE TALKT
COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO

ENTI e DIVERTENTI e DIDATT

CARATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
transistorizzato
(4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz

ALIMENTA-
ZIONE:
9 volt

ANTENNA:
telescopica
8 elementi

DIMENSIONI: I

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Il valore della media frequenza è di 470 K Hz.
L'alimentazione è derivata dalla rete-luce. Il
consumo complessivo di energia elettrica si
aggira intorno ai 35 W. Il circuito di accen-
sione delle cinque valvole è di tipo misto:
in serie e in parallelo. La gamma delle onde
medie si estende tra i 190 e i 580 metri, men-

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I I portalettere, che giornalmente entra nei nostri uffici, riversa
sui tavoli e le scrivanie della redazione, centinaia di

LETTERE
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E' la corrispondenza del lettore. E' la sua voce che ci giunge da
ogni luogo, dal nostro Paese e dall'estero, per sollecitare la col-
laborazione, esporre idee e suggerimenti, per sensibilizzarci sem-
pre più alla divulgazione dell'elettronica, al di là dei livelli nor-
malmente proposti da naloghe organizzazioni.
Di tutto ciò siamo immensamente grati al lettore che, scriven-
doci, ci attesta la sua stima, l'apprezzamento del nostro lavoro,
l'invito a continuare così. E ad ogni lettore vorremmo rispon-
dere sempre, con chiarezza, precisione, tempestività e in misura
esauriente. Eppure, se facessimo questo, dovremmo necessaria-
mente trascurare l'attività editoriale, organizzando gli uffici in
un centro di informazioni e consulenze generali al servizio del
pubblico. Perché la maggior parte delle domande rivolteci esu-
lano dagli argomenti trattati sulla rivista. Perché a noi si chiede
ogni giorno di esaminare un progetto concepito da altri, di pub-
blicare una foto personale, di riparare un televisore, di comu-
nicare il prezzo all'ingrosso della polvere da sparo, di acqui-
stare, per poi rivendere al lettore, una certa quantità di com-
ponenti elettronici, di progettare, per solo uso personale, un
particolare apparato.
Non ce ne vogliano, dunque, quei lettori che, scrivendoci, riman-
gono senza risposta. Non è una negligenza, ma soltanto il per-
seguimento di uno scopo; non sconfinare in settori marginali
che non appartengono al mondo di Elettronica Pratica.
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ANNO 2 - N. 2 - FEBBRAIO 1973

LA COPERTINA - Eleganza, sobrietà e colore


caratterizzano l'aspetto del nostro apparecchio
radio a due valvole, adatto per l'ascolto, in alto-
parlante, delle onde medie. Tutti i principianti lo
possono costruire acquistando il nostro kit in una
delle due versioni in cui esso è stato approntato.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario·
disegno tecnico RICEVITORE PER ONDE MEDIE
CORRADO EUGENIO A DUE VALVOLE -
IN SCATOLA DI MONTAGGIO 84
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Tutti i diritti di proprietà let- CON INTEGRATO TAA 611 C 140
teraria ed artistica sono riser-
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tutti i Paesi. I manoscritti, i VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 146
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re- UN CONSULENTE TUTTO PER VOI 153
stituiscono.

83
on si può pretendere di montare un ricevi- Ecco, dunque, la necessità di ricorrere alla scato-

I tore a circuito supereterodina, quando si è


appena agli inizi con l'elettronica. Perché
l'apparecchio radio a conversione di frequenza
ta di montaggio, che è la sola guida sicura per
comporre un apparato, senza il fastidio di dover
risolvere problemi di reperibilità di materiali o
segna un punto di arrivo, un traguardo nello stu- di arrangiamenti talvolta impossibili. Ancora una
dio della radiotecnica, e non -una prima prova volta, quindi, vogliamo offrire al principiante, ol-
delle attitudini tecniche o un esperimento appas- tre che la nostra lunga esperienza, anche il con-
sionante per chi non ha mai preso in mano il forto di una nuova scatola di montaggio, che per-
saldatore. metta a tutti di iniziare le prime esperienze nel
Quando si comincia occorre più che mai rendersi settore dell'elettronica.
conto di quanto si sta facendo; si debbono assi-
milare, attraverso le operazioni di montaggio, tut- DUE PREZZI PER DUE VERSIONI DEL KIT
ti i concetti essenziali su cui si basano i principi La nostra scatola di montaggio può essere ac-
della radioricezione. Ma tutto deve essere sempli- quistata dal lettore al prezzo di L. 5.800, nella ver-
ce e immediato. Perché il principiante non deve sione senza altoparlante. Il prezzo sale invece a
incappare nell'insuccesso se vuol riscuotere il L. 6.500 nella versione con altoparlante. Dunque,
premio del suo entusiasmo, che scaturisce, in de- la sola differenza che intercorre fra i due kit con-
finitiva, dal buon funzionamento del ricevitore siste nell'inserimento o meno dell'altoparlante.
radio costruito interamente con le proprie mani. Per il resto i due kit sono perfettamente identici.

84
RICEVITORE
PER ONDE
MEDIE A
DUE VALVOLE
UNA NUOVA SCATOLA DI MONTAGGIO SI AGGIUNGE
OGGI ALLA GIA' NUTRITA COLLANA DI KIT APPRON-
TATI DA ELETTRONICA PRATICA. QUESTA VOLTA SI
TRATTA DI UN RICEVITORE RADIO A DUE VALVOLE,
ADATTO PER L'ASCOLTO DELLE ONDE MEDIE IN ALTO-
PARLANTE E NECESSARIO, AD OGNI PRINCIPIANTE,
PER MUOVERE I PRIMI PASSI NELlO STUDIO DELLA
RADIOTECNICA ELEMENTARE.

LE PRIME ESPERIENZE DEL DILETTANTE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
LIRE 5.800 SENZA ALTOPARLANTE
LIRE 6.500 CON ALTOPARLANTE

Essi contengono nove condensatori (il condensa- medie a due valvole inizia con l'analisi del cir-
tore elettrolitico C8 - C9 è un unico condensatore cuito teorico di fig. 1. Successivamente elenchere-
doppio), sette resistenze più un potenziometro mo le varie fasi del montaggio e tutti quegli ac-
(R3), due valvole, la bobina di alta frequenza, il corgimenti necessari per il buon funzionamento
diodo raddrizzatore, i due trasformatori di uscita dell'apparato.
e di alimentazione, l'interruttore doppio a slitta, Per poter ben comprendere il funzionamento del
la presa d'antenna e di fono, i due zoccoli porta- ricevitore, conviene suddividere, idealmente, il
valvola e il contenitore di plastica delle seguenti circuito teorico di fig. 1, in cinque stadi diversi.
dimensioni 15,5x 10,5x5 cm. Nel kit sono conte- Essi sono:
nute anche le viti di fissaggio, la morsettiera e il 1 - Circuito di sintonia;
cordone di alimentazione. . 2- Circuito di rivelazione;
Per il montaggio del ricevitore sono necessari i 3 - Circuito preamplificatore BF;
seguenti attrezzi: il trapano per praticare i fori 4- Circuito amplificatore di potenza;
nel contenitore di plastica, il saldatore, le pinze 5 - Circuito alimentatore.
e il cacciavite. Se dovessimo essere più precisi, dovremmo sud-
dividere il circuito di sintonia in due sottostarli:
ANALIZZIAMO IL FUNZIONAMENTO DEL RICE- quello di aereo (antenna) o di entrata e quello di
VITORE sintonia vero e proprio.
La presentazione di questo ricevitore per onde Ma questa può essere una sottigliezza che può

85
c1
V1 l7

C4 I M1
L1 L2
--

I __ - --- -
j
M,
Il .é R5

FONO
interessare il lettore maggiormente interessato poi un altro filo che dovrà entrare nella park in-
alla precisione tecnica. Noi invece congloberemo terna del contenitore per essere collegalo con la
questi due sottostadi in quello unico citato per linea di massa del ricevitore. Il co!legame11to di
primo nell'elenco sopra riportato. massa su questi due terminali non è assoluta-
mente necessario, perché la massa può essere ri-
CIRCUITO DI SINTONIA cavata anche inserendo uno o più ancoraggi sulle
Nel circuito di sintonia si verifica il fenomeno di viti di fissaggio del condensatore, nella parte in-
selezione di tutti i segnali radio captati dall'an- terna del contenitore. Queste viti, infatti, risulta-
tenna. Questa selezione viene ottenuta, manual- no fissate alla carcassa metallica del componente,
mente, facendo ruotare il perno del condensatore cioè alla massa del condensatore.
variabile doppio C2. Il condensatore C2 è dotato La bobina di alta frequenza L1 - L2 presenta quat-
di due sezioni separate, che il lettore dovrà col- tro terminali; essa è pure dotata di nucleo di fer-
legare in parallelo in modo da permettere al rice- rite.
vitore la copertura di una banda di frequenza che Gli avvolgimenti della bobina, come è dato a ve-
sia la più larga possibile. dere nel disegno di fig. 5, sono due: avvolgimento
Con tale accorgimento si può anche dire che l'ap- primario e avvolgimento secondario. : .'avvolgi-
parecchio radio può ricevere un maggior numero mento primario è quello situato nella parte più
di emittenti, Il sistema di collegamento in pa- bassa del supporto. Esso serve per comporre il
rallelo delle due sezioni è chiaramente indicato circuito di entrata del ricevitore, cioè il circuito
nel disegno di fig. 8, in cui si vede uno spezzone antenna-terra. I due terminali di ciascun avvolgi-
di filo saldato sui due terminali utili del conden- mento della bobina di alta frequenza possono
satore. essere scambiati tra loro. Non si debbono invece
Il condensatore variabile C2 è anche dotato, da scambiare i terminali della bobina Ll con quelli
una parte, di due terminali di massa, che potran- della bobina L2. Uno dei due terminali della bo-
no essere collegati assieme per mezzo di uno bina Ll deve essere collegato al condensatore Cl
spezzone di filo di rame, sul quale verrà saldato che, a sua volta, verrà collegato con la presa di

86
220V blu
V2 5

T2

giallo·
2 160V

R6 z ... +

C7
c=::J

I C8

l
+

L;
eme,
l
tì,::S V

f.
I
marrone
r

II>

l
Il S1

it. V1 fll. V2 OV nero

COMPONENTI Condensatori
Cl = 5.00C pF
C2 = 500 + 500 pF (condens. variabile)
C3 = 250 pF
C4 = 250 pF
es = 5.ooo pF
C6 = 5.000 pF
C7 = 50 µF - 25 VI. (elettrolitico)
Fig. 1- Lo schema elettrico del rfcevitore deve essere C8 = 32 F- 250 VI. (elettrolitico)
sempre tenuto sott'occhio quando si effettua il mon- C9 = 32 µF - 250 VI. (elettrolitico)
tagglo dell'apparato. Soltanto cosi il lettore potrà
rendersi esattamente conto delle varie funzioni dei
CIO = 5.000 pF
Resistenze
componenti elettronici e della precisa corrispondenza
fra teoria e pratica. Il condensatore Elettrolitico dop- R1 = 100.000 ohm
pio C8-C9, che ha il valore di 32 + 32 {F, può R2 = 500.000 ohm
essere sostituito con uno da 40 + 40 F senza che R3 = 100.000 ohm (potenziometro)
le caratteristiche dell'alimentatore subiscano alcuna R4 = 10 megaohm
alterazione. R5 = 500.000 ohm
R6 = 270 ohm - 1 watt
R7 = 2.200 ohm- 1 watt
R8 = 330 ohm - 1 watt
Varie
antenna, rappresentata da una piccola boccola
colorata.
V1 = 6AT6
V2 6AQ5
L'altro terminale della bobina LI deve essere at- L1-L2 = bobina AF
torcigliato con uno dei due terminali della bobi-
na L2, in modo da comporre un unico conduttore
RS = diodo raddrizz. (BY127)
T1 trasi. d'uscita
che verrà collegato con la linea di massa nella
parte interna del contenitore.
T2 = autotrast d'alimentaz.
S1 = doppie interruttore a slitta

87
ANT.

I
e per coloro che non accontentandosi delle tra-
smissioni nazionali, vogliono ricevere anche e-
mittenti estere.
cond. Sulla costruzione dell'antenna e sulla realizzazio-
antenna ne del circuito di terra ci intratterremo più avan-
ti, ma possiamo sin d'ora invitare il lettore alla
lettura della rubrica «I PRIMI PASSI» che, ap-
questo stesso fascicolo della rivista, tratta ap-
L1 L2 punto l'argomento « antenne ».
I segnali di alta frequenza, « intrappolati » dal cir-

I cuito di sintonia, vengono applicati, tramite il con-


densatore C4, ad una delle due placchette della
valvola V1, quella corrispondente al terminale
6 dello zoccolo. E' questa la placchetta rivelatrice
della valvola. Essa, assieme al catodo (piedino 2)
e alle resistenze Rl - R2, compone il circuito di
rivelazione. Questo processo radioelettrico, in pra-
tica, consiste nell'eliminare tutte le semionde di
uno stesso nome (positive o negative) dei segnali
radio. La tensione rivelata è presente sui termi-
nali della resistenza Rl, che prende il nome di re-
sistenza di rivelazione.
cond. carta
50 000 pF CIRCUITO PREAMPLIFICATORE BF

1 1000 VL

PRESA
TERRA
Fig. 2 - Poiché il nostro ricevitore non dispone di
La tensione rivelata viene prelevata tramite il
condensatore C5, che applica il segnale alla gri-
glia controllo della sezione triadica della valvola
Vl (piedino 1).
Nel triodo si sviluppa il primo processo di am-
• plificazione dei segnali radio già trasformati in
uno stadio amplificatore di alta frequenza, si rende segnali di bassa frequenza. Dunque, sulla placca
necessario l'uso di una buona antenna, della lun- di questa valvola (piedino 7) sono presenti se-
ghezza di 5 metri almeno. L'antenna è tanto più gnali radio di bassa frequenza amplificati. Essi
necessaria quanto più lontano dalle emittenti si trova vengono prelevati dal cursore del potenziometro
il ricevitore, Per incrementare la resa del ricevitore R3 ed inviati, tramite il condensatore di accop-
è necessario aggiungere anche un buon collegamento piamento C6, alla griglia controllo della valvola
di terra. Poiché la linea di massa del ricevitore può amplificatrice finale di potenza. La presenza del
trovarsi sotto tensione, è assolutamente necessario condensatore C6 necessaria per impedire che l'al-
collegare, fra essa e la presa di terra dell'acqua o
del termosifone, un condensatore a carta da 50.000 ta tensione di alimentazione della placca della
pF - 1.000 VI. valvola VI possa raggiungere la griglia controllo
della valvola V2.
La resistenza R3, cioè l'intera resistenza del po-
I segnali radio presenti, sull'avvolgimento prima- tenziometro, rappresenta il carico anodico della
rio si trasferiscono, per induzione elettromagneti- valvola V1. '
ca, sull'avvolgimento secondario, il quale per- La griglia controllo della valvola VI è collegata a
mette il flusso di una piccola corrente elettrica massa tramite la resistenza R4. Questa resisten-
rappresentativa di un solo segnale radio, quello za, che ha un valore molto elevato (10 megaohm)
la cui frequenza corrisponde alla frequenza di impedisce una fuga a massa del segnale applicato
accordo del circuito di sintonia (L2- C2). alla griglia, ma favorisce l'eliminazione degli elet-
troni che, durante il funzionamento della valvola,
CIRCUITO DI RIVELAZIONE - si condenserebbero sulla griglia controllo, costrin-
Il nostro ricevitore non prevede alcuna amplifi- gendo la valvola stessa all'interdizione.
cazione dei segnali di alta frequenza.
Essi infatti vengono inviati direttamente dal cir- CIRCUITO AMPLIFICATORE DI POTTNZA
cuito di sintonia a quello di rivelazione, che Il circuito amplificatore di potenza è pilotato dal-
provvede a trasformare i segnali di alta frequenza la valvola V2, che è di tipo 6AQ5.
in segnali di bassa frequenza. Il segnale arriva alla griglia di questa valvola
L'assenza di uno stadio amplificatore di alta fre- tramite il condensatore C3. Esso viene amplificato
quenza impone l'uso di un'antenna efficace, della dal pentodo e viene successivamente prelevato
lunghezza di 5 metri almeno. Ma per rendere an- dall'anodo (piedino 5).
cor più sensibile il ricevitore, conviene anche Su questo elettrodo della valvola è collegato l'av-
realizzare ed applicare un buon circuito di terra. volgimento primario del trasformatore d'uscita
Questi ultimi accorgimenti sono indispensabili TI che rappresenta il carico anodico della valvola
per chi abita lontano dalle emittenti radiofoniche stessa. La corrente, che attraversa il primario di

88
presa fono
aro
--

invertire
la spina

Fig. 3 - Per evitare che alcune parti metalliche del La resistenza R8 funge da elemento di protezione
ricevitore risultino sotto pressione, basta effettuare dell'autotrasformatore nel caso in cui si dovesse
questo semplice esperimento. Fra la presa di massa verificare un cortocircuito nell'alimentazione ano-
e il rubinetto dell'acqua si inserisce una lampadina. dica. La corrente alternata alla tensione di 160 V
Questa si accenderà o rimarrà spenta a seconda della viene raddrizzata dal diodo al silicio RS. Questa
posizione della splha nella presa luce. Una volta
individuata la posizione della spina nella quale la
corrente viene successivamente livellata dalla cel-
lampada rimane spenta, converrà contrassegnare, con lula di filtro composta dalla resistenza R7 e dal
un po' di vernice colorata, la presa e la spina, in condensatore elettrolitico doppio C8 - C9. A valle
modo da evitare errori di inserimento. di questa cellula, dunque, è presente la tensione
continua necessaria per alimentare la griglia
schermo della valvola V2 e la placca della val-
vola VI. La placca della valvola V2, invece, viene
alimentata con la tensione pulsante prelevata a
monte della cellula di filtro. Infatti, per l'alimen-
Tl è relativamente bassa; mentre la tensione è tazione anodica della valvola di potenza non è
elevata. necessaria una tensione perfettamente continua.
Sull'avvolgimento secondario di Tl la tensione è
bassa ma la corrente è elevata. Questa corrente PRIMA FASE DI MONTAGGIO
crea i campi elettromagnetici necessari per pro- Per semplificare il lavoro costruttivo del princi-
vocare il movimento della bobina mobile dell'al- piante, abbiamo ritenuto necessario presentare il
toparlante. cablaggio del ricevitore su due schemi diversi:
La valvola è polarizzata, sul catodo, tramite . la quelli delle figg. 6-7.
resistenza R6 e il condensatore elettrolitico C7. La . Nella figura 6 è rappresentato il cablaggio del cir-
tensione di griglia schermo è prelevata a valle cuito alimentatore. Dunque, nella prima fase di
della cellula di' filtro dell'alimentatore. lavoro il lettore dovrà praticare tutti i· fori ne-
cessari sul contenitore applicandovi i seguenti
CIRCUITO ALIMENTATORE elementi: il potenziometro R3, la boccola di an-
L'autotrasformatore T2 è adatto per la tensione tenna, la presa fono, il doppio interruttore a slit-
di rete di 220 V. L'unico avvolgimento dell'auto- ta S1, i due zoccoli portavalvola, la morsettiera, il
trasformatore è dotato di due prese intermedie: trasformatore di alimentazione T2 e una o più
quella a 160V per l'alimentazione anodica del ri- prese di massa, rappresentate da ancoraggi sui
cevitore radio e quella a 6,3V per l'accensione, quali viene composto l'unico circuito di massa
in parallelo, dei filamenti delle due volvole. del ricevitore. Durante questa prima fase di mon-
. '

89
taggio si realizza anche il circuito di accensione
dei filamenti, che sono collegati in parallelo.
Ultimata questa prima fase di montaggio, il let-
V1 7 tore potrà inserire la spina del cordone di ali-
mentazione in una presa-luce di casa, in modo
da controllare l'efficienza del trasformatore T2,
osservando se i filamenti delle due valvole si ac-
cendono regolarmente.
-I Questa osservazione deve essere fatta nella pe-
nombra perché i filamenti delle valvole sviluppa-
no una tenue luce rossastra.
IL ricevitore, pur non essendo montato su un te-
impedenza laio metallico, che impedisce di prendere even-
AF tuali scosse elettriche, presenta alcune parti di-
rettamente collegate con uno dei due conduttori
della rete luce. Toccando uno di questi due con-
duttori, è possibile prendere la scossa elettrica
che, in talune condizioni elettriche favorevoli, può
essere anche pericolosa. Per scongiurare tali in-
convenienti si ricorre ad uno strattagemma, quel-
lo chiaramente illustrato in fig. ·3.
Tra la boccola di massa della presa fono (O V) e
un rubinetto dell'acqua o una tubatura del termo-
sifone, si collega una lampadina a 220 V. Quindi
si innietta la spina del ricevitore nella presa luce
e si «accende» l'apparecchio radio tramite l'in-
terruttore S1. Se la lampada si accende, ciò sta
a significare che sulla massa del ricevitore è col-
legata la fase attiva della tensione di rete, quella
Fig. 4 - Coloro che volessero aumentare le presta- che può far prendere la scossa.
zioni del ricevitore, potranno sostituire la resistenza Occorre quindi invertire la spina sulla presa-luce
R1 con una impedenza di alta frequenza di tipo per mettere le cose a posto. Questa precauzione,
Geloso 557. destinata ai principianti, è necessaria per poter
garantire l'uso agevole del ricevitore. In caso con-
trario, infatti si potrebbe prendere la scossa ogni
volta che si tocca il condensatore variabile C2, la
cui carcassa deve essere collegata con la massa
del ricevitore. Una volta realizzata questa pro-
va, si potrà contrassegnare, con un po' di vernice
colorata, la polarità O della presa e della spina,
in modo che il ricevitore non risulti mai sotto
tensione nelle sue parti metalliche.

SECONDA FASE DI MONTAGGIO


In fig. 7 presentiamo la seconda fase di montag-
gio del ricevitore.
Prima di iniziare le saldature dei vari compo-
nenti, occorre applicare, sulla parte superiore del
telaio di plastica, il trasformatore d'uscita T1, il
condensatore variabile doppio C2 e la bobina L1-
/
alla
L2. Poi si iniziano le operazioni di saldatura dei
vari elementi, cominciando con quelle della bo-
antenna bina di alta frequenza, seguendo il disegno di
fig. 5.
Al lettore principante raccomandiamo di applica-
re il condensatore elettrolitico C7 secondo le sue
esatte polarità. Il terminale positivo deve essere
Fig. 5 - I collegamenti del due avvolgimenti relativi collegato direttamente con il piedino 2 dello zoc-
alle bobine L1-L2 non debbono essere scambiati tra colo, mentre il terminale negativo deve essere
loro. Si possono invece scambiare tra loro i termi- collegato con la linea di massa. Anche il diodo
nali di ciascun avvolgimento, senza compromettere il
raddrizzatore RS, come il condensatore elettroli-
buon funzionamento del ricevitore. Il nucleo di ferrite
verrà regolato In sede di collaudo del ricevitore, in tico è un componente polarizzato. Esso deve es-
modo da ottenere una ricezione chiara e potente il sere inserito secondo quanto è dato a vedere in
più possibile. fg. 7, tenendo conto delle sue polarità.

90
ANT. PRESA FONO

Fig. 6 - Prima parte del montaggio del ricevitore.


In questa fase viene realizzato il circuito di alimen-
tazione dei filamenti delle valvole e si applica, sul Fig. 7 - Nella seconda fase di montaggio del ricevitore
telaio di plastica, buona parte di elementi che richie- si applicano tutti i componenti elettronici e si realizza
dono un lavoro di ordine meccanico. il cablaggio completo del ricevitore.

PRES
ANT. FONO 91
NT. FONO

Flg. 8 - In questo disegno si vede la- disposizione di tutti gli elementi montati nella
parte superiore del telaio; si veodno anche i collegamenti fra la bobina di alta
frequenza e il condensatore variabile. L'altoparlante viene applicato sui due conduttori
di rame smaltato uscenti dal trasformatore d'uscita.

Vi ricordiamo che l'applicazione della morset. comando di volume R3 al massimo è individuare


tiera deve essere effettuata durante la seconda una emittente facendo ruotare il perno del con-
fase di montaggio, dopo aver applicato i com- densatore variabile C2. Successivamente si regola
ponenti sopra citati. il nucleo di ferrite della bobina Ll - L2, avvitan-
Tutte le resistenze e i condensatori, fatta ecce dolo o svitandolo in modo da raggiungere una ri-
zione per C7 - C8 - C9, potranno essere comunque cezione chiara e potente. E' ovvio che il funziona-
collegati al circuito, con un terminale da una mento del ricevitore, come abbiamo detto rima-
parte o dall'altra, perché questi non sono com- ne condizionato dal tipo di antenna e dal collega-
ponenti dotati di polarità. mento di terra, nonché dalla distanza delle emit-
L'altoparlante dovrà essere collegato sui due fili tenti dal luogo di ascolto.
di rame smaltato uscenti dal trasformatore di Coloro che volessero servirsi di questo apparato
uscita Tl. Questi conduttori sono già isolati, ma per la riproduzione sonora di un giradischi, do-
è sempre conveniente inserire in essi un tubetto vranno sincronizzare il ricevitore in un punto in
sterlingato, in modo da ottenere una maggiore cui non sono presenti trasmissioni radio. I due
protezione dei conduttori. . conduttori provenienti dal giradischi dovranno es-
Una volta montato, il ricevitore dovrà funziona- sere inseriti nella presa fono, collegando il con-
re subito. Basterà infatti « accendere » l'apparec- duttore di massa in quel foro della presa che è
chio per mezzo dell'interruttore S1, sistemare il collegato con la massa del ricevitore.

92
93
IPRIMI PASSI

Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

LE ANTENNE mente bene. Il merito di tutto ciò va attribuito al


e onde radio, che sono onde elettromagne- progresso della tecnica che è riuscita a ridurre
tiche, per poter essere captate necessitano le dimensioni e la forma delle grandi antenne, di
di un elemento che tutti noi conosciamo e una quarantina di anni fa, al punto di... occultare
che viene denominato « antenna ». l'antenna ricevente dentro lo stesso contenitore
Si tratta di un elemento meccanico che ... fiorisce dell'apparecchio radio. Dunque, anche se l'an-
sui tetti delle nostre case e che permette a tutti tenna non è visibile, essa esiste sempre e può
noi di ascoltare e di vedere ciò che si dice e ciò essere rappresentata da un corto spezzone di f-
che avviene in ogni parte del mondo. lo, da un elementare avvolgimento o da un com-
L'antenna quindi può definirsi una stazione di ponente di recente costruzione, che prende il no-
arrivo per le onde radio, prima di trasformar- me di ferrite. •
le in voci, suoni, comandi o segnalazioni perce-
pibili dai nostri sensi. FREQUENZA E LUNGHEZZA D'ONDA
Ma questa stazione di arrivo non sempre ci ap- Le onde radio, come ogni altra grandezza fisica,
pare sotto l'aspetto di un filo teso fra due sup- sono suscettibili di misura, anche se esse non si
porti installati sul tetto o in forma di asta metal- vedono. Ma anche il tempo non si vede, eppure
lica affusolata ad una estremità o recante un cer- lo si misura, e la sua unità di misura è il minuto
to numro di sbarrette metalliche in posizione secondo. Dunque, come per le lunghezze l'uni-
orizzontale; l'antenna può anche non vedersi ed tà di misura è il centimetro, per i pesi il grammo
il nostro apparecchio radio funzionare ugual- e per il tempo il secondo, anche per le onde ra-

94
ANTENNA

DISCESA

PRESA
DI TERRA

Fig. 1 - Questa è da considerarsi l'installazione ideale di un'antenna di tipo Marconi.


Il filo conduttore, rappresentato da una trecciola di fili di rame, deve rimanere teso
nella posizione più alta possibile; in ogni caso è sempre da preferirsi una disposi-
zione verticale. Gli isolatori debbono essere di ottima qualità per evitare dispersioni
di energia elettromagnetica verso terra. La lunghezza complessiva dell'antenna deve
essere pari ad 1/4 d'onda. Se la discesa è realizzata con cavo schermato, si evitano
gli impulsi spuri, mentre la discesa non deve essere computata nel calcolo della
lunghezza dell'antenna. Se la discesa è ottenuta con filo nudo, questa dovrà essere
considerata come parte integrante dell'antenna e conteggiata nella lunghezza com-
plessiva. La presa di terra si ottiene sfruttando le condutture dell'acqua.

dio è stata stabilita l'unità di misura anzi ne so- ai 300.000 Km/sec. Più precisamente, la lunghezza
no state stabilite due: il metro e l'hertz. E fra d'onda, viene determinata applicando la seguen-
queste due unità di misura vi è una stretta rela- te formula:
zione, la cui interpretazione scaturisce dall'analisi F
fisica delle onde radio. ).=
In ogni caso si può anticipare fin d'ora che il 3
metro misura la lunghezza dell'onda radio, men- in cui rappresenta la lunghezza d'onda misu-
tre hertz ne misura la frequenza, cioè il numero rata in metri, mentre F rappresenta il valore del-
di onde nell'unità di tempo. la frequenza valutata in MHz.
Per semplificare le cose, l'onda radio può essere
considerata come una sinusoide viaggiante nello ANTENNE HERTZIANE E MARCONIANE
spazio, la cui lunghezza d'onda, cioè lo spazio Le antenne, siano esse riceventi o trasmittenti,
necessario per due sernionde (positiva e negati- possono dividersi in due grandi categorie: quelle
va), dipende dalla frequenza dell'onda radio, ol- Hertziane e quelle Marconiane.
tre che dalla velocità di propagazione delle onde Le prime di cui l'esempio più classico è rappresen-
elettromagnetiche dell'aria, che si aggira intorno tato dal dipolo, sono composte da due fili con-

95
SUPPORTO PALLINA DI
STAGNO

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ISOL. I

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Fig. 2 - Pur allontanandosi di molto dalle con-


dizioni ideali, anche una semplice trecciola di
fili di rame, ancorata al balcone del piano su-
periore, può rappresentare un'antenna in gra- Fig. 4 - Particolare del sistema di fissaggio dell'an-
do di fornire risultati soddisfacenti. tenna rappresentata in figura 3. Sulla parte superiore
del conduttore è presente una pallina di stagno, che
impedisce lo sfilamento del cavetto lungo il supporto
in vetro-resina. •

d
z
z
!
~
z
d
SUPPORTI Fig. 5 - Questo tipo
di antenna offre ge-
neralmente buoni
risultati, dato che la
sua installazione è
la più elevata pos-
«t sibile. L'ancoraggio
z
z deve essere tale· da
LII
.... impedire ogni con-
z tatto del conduttore
Fig. 3 ·- Un . sistema originale, ma pratico, per
costruire un'antenna, cava, nella cui. base inter-
"' con la grondaia; so-
prattutto in presenza
na vien fatto· passare un (ilo di rame flessibile, di vento. L'isola-
in grado di seguire, senza rompersi, le even- mento è realizzato
tuali oscillazioni dell'antenna in presenza di nella parte superio-
raffict, <! di vento. La lunghezza ideale per que- re, ma esso può es-
sto ti; ,o di antenna deve essere compresa fra sere effettuato an-
i due e i tre metri. che nella parte in-
feriore.

96
i I

ISOLAT.

ANT.

TERRA

Fig. 7 - Capita molto spesso, specialmente in città,


Fig. 6 - Tra i sistemi di installazione esterna dell'an- di trovarsi nell'impossibilità di installare • un'antenna
tenna, questo è il meno consigliabile nei centri cit- esterna. In questi casi si può ricorrere all'installazione
tadini, perché raccoglie facilmente tutti i disturbi ra- di un filo teso fra quattro isolatori, lungo gli angoli
dioelettrici provocati da tram, auto, officine ecc., che superiori delle pareti. Ovviamente i risultati saranno
si riflettono negativamente sulle audizioni radio. In inferiori a quelli ottenuti con un'antenna di pari dimen-
luoghi isolati, invece, questo tipo di antenna è da sioni, montata all'esterno, in posizione elevata. La
consigliarsi per la sua • semplicità- e la facile instal- presa di terra può essere ottenuta ricorrendo alle tu-
lazione. bature del termosifone.

duttori uguali, tesi orizzontalmente o vertical- che notevolmente, la lunghezza dell'antenna Mar-
mente, la cui lunghezza complessiva, per ottenere coniana, senza incorrere in gravi inconvenienti co-
i migliori risultati, deve essere pari a ì,.,/2 ( un mez- me, invece, succederebbe nel settore della trasmis-
zo d'onda). Le seconde, che costituiscono l'argo- sione. La riduzione della lunghezza dell'antenna
mento principalmente trattato in queste pagine, Marconiana, tuttavia, pur essendo possibile si ot-
sono composte da un conduttore orizzontale o tiene a danno della sensibilità.
verticale, oppure ripiegato ad L, per una lunghez-
za d'onda complessiva di /4 (un quarto d'onda). EFFETTO PELLE
L'antenna Marconiana, a differenza dell'antenna Per una particolare legge fisica la corrente ad alta
Hertziana deve essere abbinata ad una presa di frequenza, che è la corrente che percorre le an-
terra. tenne e che è provocata dalle onde radio che inve-
E' evidente che l'antenna Marconiana, per quan- stono le antenne stesse, tende a scorrere alla « pe-
to sopra detto, risulta di lunghezza dimezzata ri- riferia del conduttore. Questo fenomeno prende
spetto all'antenna Hertziana. Ma questa lunghez- il nome di effetto pelle. E in virtù di questo feno-
za risulterebbe eccessiva nel caso della ricezione meno l'elemento ideale per la costruzione delle
delle onde medie o peggio ancora, delle onde lun- antenne sarebbe il tubo. Ma il tubo non può es-
ghe. . sere adottato in pratica per la costruzione di an-
Facciamo un esempio: per ascoltare una emit- tenne molto lunghe. Ecco perché, nella realiz-
tente della frequenza di 1.200 KHz, che lavora zazione delle antenne Marconiane si ricorre sem-
sulle onde medie, occorrerebbe un conduttore pre alla trecciola di rame che, essendo composta
della lunghezza di 100 metri. Fortunatamente nel da un gran numero di fili e presentando, per
settore della ricezione, è possibile diminuire, an- tale motivo una notevole estensione superficiale,

97
IM TE L A u ra
on1

PALETTO PER
AL RICEVITORE
REGGERE Il
FILO DI TERRA

AMT.
"-...

Fig. 8 - Per non turbare l'equilibrio estetico


dell'arredamento della casa, si può ricorrere ad
una versione « occultata » dell'antenna, serven-
dosi degli stipiti di una porta. li collegamento TERRENO
di terra può essere fatto tramite il « tappo luce • UMIDO
PRE SA RETE
MASSA
METALLICA

Fig. 11 - Esempio di realizzazione di • terra • per


mezzo di una rete metallica affondala nel terreno.
La rete deve essere interrata ad • una profondità di
1-3 metri, in luogo umido e, quindi, buon conduttore.
Il collegamento con la massa metallica è ottenuto
COND. 2000 PF per mezzo di un conduttore di rame di notevole se-
1500 VOLT zione. Il paletto, affondato nel terreno, funge da
supporto del conduttore che va a collegarsi con il
ricevitore radio.

AL RICEV.

Fig. 9 - Il tappo luce consiste nell'inserimento


di uno spinotto in quella boccola della presa
luce in cui è collegato il ~ neutro • della linea
di alimentazione. In serie con il conduttore si AL RICEV.
deve collegare un condensatore di 2.000 pF
almeno, con isolamento a 1.500 V. Il conden-
satore potrà essere indifferentemente isolato a
carta, mica, poliestere, ecc., è importante che
il condensatore non sia un elettrolitico.

PALETTO
METALLICO

TERRENO
UMIDO
Fig. 10 - Per realizzare la presa di terra, sfrut-
tando le condutture dell'acqua o le tubature
del termosifone, occorre sempre servirsi di una
fascetta di acciaio stringitubo, che permette
di ottenere un ottimo contatto elettrico. Prima
di fissare la fascetta occorre pulire energica-
Fig. 12 - Questo è il tipo di presa di terra più gene-
mente il tubo, servendosi di tela smerigliata
ralmente usato negli impianti elettrici, sia per la faci-
o carta vetrata, in modo da far apparire la lità di realizzazione, sia per i buoni risultati ottenuti.
lucentezza metallica della tubatura.
Esso consiste in un paletto metallico affondato nel
terreno umido. Sulla parte superiore è collegato il
filo di rame che raggiunge l'apparecchio radio.

98
può validamente sostituire un conduttore di gros- te, in ogni casa. Il conduttore caratteristico della
so diametro quale è appunto il tubo. terra è noto sotto il nome di « neutro ».
In pratica conviene sempre prima dell'installa- II tappo luce si ottiene ponendo in serie al con-
zione dell'antenna, verniciare la trecciola di rame duttore elettrico un condensatore della capacità
con vernici protettive allo scopo di evitare la cor- di 10.000 - 50.000 pF; l'isolamento di questo con-
rosione da parte degli agenti atmosferici. Questo densatore deve essere sempre superiore agli
accorgimento deve essere adottato, ovviamente, 800 V.
quando l'installazione dell'antenna avviene all'e- Questo sistema di presa di terra, è tuttavia, sol-
sterno. Esso non è più necessario quando l'anten- tanto un sistema fittizio, dato che la presenza del
na viene installata negli ambienti interni, lungo condensatore permette di servirsi della terra sol-
le pareti di un locale o in prossimità del soffitto. tanto in presenza di segnali di alta frequenza.
Per ottenere ottimi collegamenti di terra si può
LA TERRA invece ricorrere alle tubature dell'acqua, accertan-
Per poter disporre di un efficiente sistema di an- dosi che queste non siano realizzate con raccordi
tenna ricevente, che costituisce in definitiva il di plastica che interromperebbero la continuità
miglior amplificatore di segnali di alta frequenza, elettrica.
è necessario ,quando si installano le antenne di Un altro sistema per realizzare una buona presa
tipo Marconiano, disporre di una buona presa di di terra consiste nel sotterrare, in un terreno ab-
terra. Come è noto, infatti, la terra è da ritenersi bastanza umido, una rete o lastra metallica, di al-
un elemento buon conduttore di elettricità, non meno 250 cm' di estensione, provvedendo poi ad
tanto per le caratteristiche elettriche di un pezzo innaffiare con acqua salata il terreno stesso, così
di terreno limitato, che potrebbe risultare scarsa- da aumentare la conduttività.
mente conduttore, quanto per la grandezza che La realizzazione di una presa di terra può essere
permette di paragonarla ad un gigantesco filo con- ottenuta anche conficcando nel terreno dei pa-
duttore. letti metallici della lunghezza di un metro, di-
Per agganciarsi elettricamente a questo condut- stribuendone sul terreno due o tre, alla distanza
tore o come si dice più propriamente per realizza- di 34 metri l'uno dall'altro e collegandoli poi in-
re una buona presa di terra, si possono adottare sieme per mezzo di un grosso filo di rame.
vari sistemi. Il più semplice di questi è rappresen- Tutti questi tipi di prese di terra possono essere
tato dal « tappo-luce». Esso consiste nel ricorrere utilizzati per il collegamento a massa delle car-
alla presa di terra già realizzata nelle centrali casse delle apparecchiature elettriche per uso do-
elettriche e che, attraverso i fili elettrici di distri- mestico (frigoriferi, lavatrici ecc.), in conformità
buzione dell'energia, viene portata, indirettamen- con le vigenti norme antiinfortunistiche.

Fig. 13 - A parità di tipo di antenna e di terra, la ricezione varia notevolmente in


che dall'edificio A si -passa all'edificio I. La miglior ricezione è ottenuta dall'instal-
lazione della ricevente in B. Essa peggiora nel passare in A - F (buoni risultati),
D- E (discreti), C - H (scarsi), G - I (risultati negativi). La treccia riportata nel disegno
indica la direzione di propagazione delle onde radio. Si tenga presente che il
« rumore » elettrico, prodotto da elementi di disturbo (auvetture, tram, filovie, ecc.),

viene ricevuto maggiormente nelle parti basse (C-G-I), mentre è poco risentito
in B. Ciò conferma ancora una volta l'utilità di un'antenna installata nella posizione
più elevata possibile.

99
IL RUMORE
ROSA

L a nevrosi è di moda », si dice in una nota


canzone che noi tutti ascoltiamo alla radio.
Ed è proprio così, perché la vita della mag-
gior parte di noi scorre oggi attraverso una suc-
cessione continua di stati di-agitazione, non di-
sistema per addormentarsi adottato dai nonni
che, una volta a letto, contavano fino a cento o
si dilungavano oltremodo nel recitare le pre-
ghiere.
Per sollecitare il sonno, noi consigliamo di ricor-
sgiunta da un livello di rumorosità, sempre più rere ancora una volta all'elettronica, tramite un
crescente, che influenza negativamente il nostro dispositivo che abbiamo voluto chiamare « gene-
equilibrio psico-fisiologico. Tanto che, in molti ratore di rumore rosa ».
ambienti scientifici di ogni parte del mondo, si
parla addirittura di « cancro del suono ». Ma le L'ESAME DEL GENERATORE
conseguenze più immediate dei rumori sono note Il nostro apparato, il cui schema di principio è
a tutti. Esse interessano la medicina ed esulano, rappresentato in figura I, è un generatore in gra-
quindi, dal nostro settore. Eppure, senza voler do di produrre un rumore. di fondo simile ad un
entrare nel merito di una scienza che ci è estra- soffio decrescente, che permette al soggetto di •
nea, anche noi, forse, siamo in grado di fare qual- deconcentrarsi e di abbandonare ogni pensiero
cosa contro l'insonnia. o preoccupazione,
Il nostro non è un farmaco ma non è neppure il Il circuito, come. si può notare, è molto semplice

100
.
R6

b R4
TR1
R3
b
TR3
$1
e
Il

4
Cc1

Il
e
, P <a
9V
\@
R1 Il -Il

3I < R5
#
e la sua costruzione è da considerarsi alla portata
COMPONENTI
di tutti i principianti di. elettronica. Condensatori
Il «rumore rosa » è un rumore che decresce con C1 100.000 pF
la frequenza di 6 dB per ottava. C2 = 100.000 pF
Il transistor TRI, che è di tipo BC109, è un tran- C3 = 50 F - 6 VI. (elettrolitico)
sistor al silicio, con tensione di funzionamento C4 = 50 F - 6 VI. (elettrolitico)
emittore-base molto bassa.
Osservando lo schema di figura 1, il lettore no- Resistenze
R1 1 megaohm
terà che il collettore di TRl non risulta colle-·
R2 22.000 ohm (regolatore di tono)
gato con alcun elemento. Non- si fratta di un er-
rore di progettazione o di disegno, perché il tran-
R3
R4
== 1
47.000
megaohm
ohm
sistor viene utilizzato soltanto nella sua giunzio-
R5 = 100 ohm
ne emittore-base, mentre viene lasciato inutiliz-
R6 = 680 ohm
zato il collettore.
La giunzione emittore-base allo scopo di produr- Varie
re l'effetto desiderato, è polarizzata inversamente TRI BC1O9
tramite la tensione di 9 V e la resistenza RI, col- TR2 = BC1O9
legata in serie, che ha il valore di 1 megaohm e TR3 = AC128
che serve per limitare la corrente attraverso la, AP = altoparlante (20- 40 ohm)
giunzione, impedendone la distruzione. S1 = interruttore
La resistenza Rl funge anche da elemento di ca- PILA = 9 volt
rico.
La giunzione del transistor TRI lavora nelle con-
dizioni ora citate, in « effetto valanga ».
Le variazioni di tensione, prodotte dall'effetto va- Fig. 1 - II transistor TR1, di cui si fa uso della sola
langa, danno luogo al « rumore rosa »; esse ven- giunzione emittore-base, funziona ad « effetto valan-
gono poi applicate a uno stadio pilotato da un ga •. Gli altri due transistor pilotano altrettanti stadi
• transistor (TR2) montato in circuito con emitto- amplificatori del segnale.

101
Fig. 2 - Cablaggio del generatore di soffio realizzato su piastrina di bachelite di
forma rettangolare, munita di ancoraggio lungo i lati maggiori del rettangolo.

re comune e destinato ad amplificare i fenomeni. ALTOPARLANTE O AURICOLARI


La resistenza R5, collegata fra l'emittore di TR2 Coloro che non disponessero di un altoparlante
e la linea negativa di alimentazione, permette di con impedenza di valore compreso tra i 20 e i
stabilizzare il transistor rispetto alle variazioni di 40 ohm, potranno ricorrere ad un comune alto-
temperatura. Il valore di questa resistenza è di parlante, con impedenza di 8 ohm circa, inter-
100 ohm. La polarizzazione del transistor, invece, ponendo, fra l'altoparlante ed il circuito di col-
è ottenuta tramite la resistenza R3, collegata fra lettore di TR3, un trasformatore di uscita.
collettore e base di TR2. E' possibile anche sostituire l'altoparlante con
La resistenza di carico R4, collegata nel circuito due auricolari, da 8 ohm, o con due padiglioni
di collettore di TR2, permette di raccogliere le di cuffia stereo, collegati in serie in modo da ot-
tensioni amplificate; queste tensioni vengono poi tenere un valore di impedenza di 16 ohm com-
inserite nella base del transistor TR3, che pilota plessivi. Si tenga presente, tuttavia, che con l'a-
il secondo stadio amplificatore delle tensioni pro- scolta in cuffia, il livello sonoro di uscita potreb-
dotte da TRI. be risultare troppo elevato. In tal caso conviene
L'accoppiamento fra i due stadi amplificatori è inserire nel circuito un potenziometro da 100
« diretto », senza alcuna interposizione di elemen- ohm, con funzioni di elemento di controllo di vo-
ti di accoppiamento. , lume. L'ascolto in cuffia rispetto all'ascolto in
Anche il transistor amplificatore TR3 è protetto altoparlante preesnta il vantaggio di isolare l'o-
dalle variazioni di temperatura dalla resistenza recchio dai rumori esterni, ma esso presenta an-
R6, che provvede alla stabilità del componente. che lo svantaggio di risultare un po' fastidioso
Sul collettore di TR3 è direttamente collegato un col passare del tempo.
altoparlante con impedenza di valore compreso
fra i 20 e i 40 ohm, che funge contemporanea- MONTAGGIO
mente da elemento di carico e da trasduttore In figura 2 è rappresentato il piano di cablaggio
acustico. del prototipo del generatore di rumore rosa rea-
L'alimentazione del circuito è ottenuta tramite lizzato nei nostri laboratori.
una pila da 9 V. Il consumo di corrente del cir- Come si può notare, si è fatto uso, in funzione di
cuito si aggira intorno ai 10 mA circa. supporto, di una piastrina di bachelite di forma

102
AP
4-8n0

TRASE.
USCITA
LIRE 2.500
Fig. 3 - Il nostro progetto del generatore di rumore CASSETTIERA « MINOR »
rosa può funzionare con un· altoparlante caratterizzato
da un'impedenza di 20-40 ohm. Coloro che non fos- Contenitore a 12 cassetti, componi-
sero in grado di reperire un altoparlante di questo bile ad incastro; dimensioni di un cas-
tipo, potranno ricorrere ai comuni altoparlanti con setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
impedenza di valore compreso fra i 4 e gli 8 ohm, provvisto di divisori interni.
purché si provveda ad inserire, nel circuito di collet-
tore di TR3, un trasformatore d'uscita del tipo di
quelli montati nei piccoli ricevitori radio a transistor,
con uscita in push-pull. Il terminale centrale dello
avvolgimento primario deve essere lasciato libero.

Fig. 4 - Volendo ottenere, dal generatore di rumore


rosa, un'emissione sonora attraverso una cuffia stereo
o due auricolari, collegati in serie, è necessario inse-
rire, nel circuito di collettore di TR3, un potenziometro
da 100 ohm, con funzioni di elemento di controllo di
volume. La cuffia stereo deve essere formata da 2
padiglioni da 8 ohm ciascuno, collegati In serie, in
modo da raggiungere il valore di impedenza comples-
sivo di 16 ohm. Questo stesso accorgimento deve
essere adottato nel caso di inserimento di due auri-
colari.

CUFFIA STEREO LIRE 2.800


( IN SERIE ) CASSETTIERA « MAJOR .,
Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
8n. 8n to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.


Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
co, il vostro angolo di lavoro in un
vero e proprio laboratorio!

2 AURICOLARI 100.n.
( IN SERIE )5& a
103
'

"il
{

Fig. 5 - Abbiamo voluto osservare sullo schermo dell'oscilloscopio il diagramma relativo


al segnale prodotto dal generatore di rumore rosa. Lo abbiamo fotografato e qui
riprodotto.

rettangolare, munita di ancoraggi lungo i lati trasduttori acustici, fosse troppo elevata, con-
maggiori del rettangolo. verrà aggiungere; in parallelo alla resistenza R3,
La resistenza semifissa R2 permette di regolare un'altra resistena da 470.000 ohm.
la tonalità del rumore rosa; essa va regolata una I due transistor TRl e TR2 sodo dello stesso tipo
volta per tutte in ordine alle preferenze e ai gu- (BC109) ma, come si sa, i transistor, pur essendo
sti del lettore. dello stesso tipo, cioè pur riportando la stessa
Abbiamo già detto che la realizzazione di questo sigla di denominazione, non sono elettricamente
generatore di soffio è molto semplice. Infatti, se identici. E' quindi possibile che la resa di un
non si commettono errori di cablaggio cioè se i transistor sia migliore di quella di un altro. Dun-
condensatori elettrolitici vengono collegati con le que, nel caso in cui il risultato ottenuto da que-
loro esatte polarità dovrà funzionare immedia- sto apparecchio non fosse soddisfacente, il let-
tamente. tore potrà sostituire i due primi transistor del
Trattandosi di un apparecchio destinato a rima- circuito, scambiandoli fra loro.
nere sul comodino da notte, l'intero cablaggio di L'impiego pratico di questo apparato è molto
figura 2 potrà essere inserito in un contenitore di semplice. Esso va sistemato sul comodino da
materiale isolante, nel quale si applicheranno notte, con l'altoparlante rivolto verso il letto. Il
l'altoparlante e l'interruttore S1. E' ovvio che il rumore percepito dall'orecchio libererà la men-
contenitore dovrà risultare di tipo facilmente ac- te da ogni pensiero estraneo, introducendo il
cessibile all'interno in modo da agevolare le ope- soggetto nell'ascolto del rumore rosa, che la fan-
razioni di cambio della pila. tasia umana sarà indotta a paragonare a quel-
Nel caso in cui la tensione di uscita, applicata ai lo di una cascata o a quello del mare.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
rezzo e ALLL.
RTATA DI TUTTI! ■ ■
1.400 -
do dell'elettronica pratica, non
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. II saldatore delprincipiante, dunque, deve essete economico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è . quella normale di rete-luce di 220 V.

104
NA SCATOLA
DI MONTAGGIO
MIRACOLOSA!
OSTA SOLO L. 5.600!
Tutti la possono costruire, anche colo-
ro che sono privi di nozioni tecniche.
Funziona immediatamente, perché non
richiede alcuna operazione di messa a
punto. Se occultata in un cassetto, sot-
to un mobile o dentro un lampadario, capterà... indiscretamente suo-
ni, rumori e voci, trasmettendoli a distanza e rendendoli udibili attra-
verso un ricevitore radio a modulazione di frequenza, anche di tipo
portatile.
• L'emissione è in modulazione di frequenza, sulla gamma degli 80-
110 MHz.
• La portata, senza antenna, supera il migliaio di metri.
Le dimensioni sono talmente ridotte che il circuito, completo di pila e
microfono, occupa poco più della metà di. un pacchetto di sigarette.
• L'elevato rendimento del circuito consente un'autonomia di 200 ore
circa.
ORGANINO
ELETTRONICO

"

' sxs
%68%l é

B itorniamo ancura una ,·olta nel mondo deJla


musica elettronica, presentando, in versione
ridotta, quello che può definirsi lo strumen-
to elettronico per eccellenza, ossia l'organo.
E ancora una volta ci rivolgiamo al mondo dei
principianti, perché la costruzione di un organo
vero e proprio, simile a quelli di tipo commer-
ciale, non può essere realizzato da chi si eser-
cita in questa disciplina per divertimento e pas-
sione. Infatti, alla costruzione di un organo elet-
tronico vero si oppongono ragioni di ordine eco-
nomico e pratico.
Per poter generare separatamente tutte le note
musicali, si dovrebbero realizzare 12 oscillatori
e ciò creerebbe notevoli problemi di taratura,
oltre che un sensibile aumento sul costo dell'ap-
parato. Eppure questo problema potrebbe esse-
re superato; purché si sia in possesso di un ap-
posito strumento e di un buon orecchio musicale.
Per poter poi usufruire di un certo numero di
ottave, e non di una soltanto, avremmo dovuto
inserire a valle di ogni generatore, un divisore
di frequenza, di tipo binario, in grado di otte-
nere le varie tonalità di una stessa nota. Ma an-
che questo problema, sia pure con qualche diffi-
colta, poteva essere superato abbastanza agevol-
mente per mezzo dei circuiti integrati, come ad
esempio il tipo SAJ 210 della SGS, appositamen-

106
te costruiti per questi usi, perché essendo com- tratta di un valore di tensione di soglia, che di-
posti da sette divisori binari (flip-flop) ciascuno, pende dalle caratteristiche intrinseche del tran-
avrebbero permesso di coprire ben sette ottave. sistor e dalla tensione applicata alla base 2 (B2);
Anche il problema degli effetti speciali, bene o questa tensione di soglia può essere regolata per
male, poteva essere superato, ma l'ostacolo in- mezzo di un semplice potenziometro che, in de-
sormontabile sorge non appena si pensa alla rea- finitiva, permette di controllare e regolare a pia-
lizzazione pratica di un tale progetto. L'organo cere il funzionamento del circuito pilotato da
elettronico richiede una precisa struttura mec- TRl.
canica; oltre ai normali tasti e registri, sono in- Nel nostro progetto la produzione delle oscilla-
fatti necessarie delle « barre » che uniscano i va- zioni è dovuta al processo di carica e. scarica di
ri circuiti. un condensatore che, a sua volta, è condotta da
Ecco il motivo per cui abbiamo scartato la pre- TR1.
sentazione di un circuito complesso, mentre ab- Supponiamo che il condensatore Cl sia scarico,
biamo ripiegato sulla progettazione di un appa- mentre viene premuto il pulsante P13. In tali
rato di facile realizzazione per tutti e, soprattut- condizioni il condensatore Cl, inizialmente scari-
to, di sicuro funzionamento. co, si carica attraverso il potenziometro R13 e
la resistenza Rl4. La carica del condensatore av-
UNA SOLA OTTAVA viene secondo un andamento esponenziale, ma
Pur non potendo essere adoperato per una vera essa può essere considerata lineare, senza com-
esecuzione musicale, il nostro organino potrà u- mettere gravi errori (figura 3). Quando l'emitto-
gualmente servire per l'accompagnamento di al- re, per effetto della carica del condensatore Cl,
legre ballate, canti di montagna e per l'esecuzio- supera la tensione di soglia, la giunzione base
ne di facili motivetti di musica leggera. Per dirla 1 - emittore diviene bruscamente conduttrice,
in termini musicali, il nostro organino serve per scaricando rapidamente il condensatore e provo-
la riproduzione della sola melodia, cioè del « can- cando così l'avvio di un nuovo ciclo di carica-
to». scarica.
Ovviamente, disponendo di un solo oscillatore, Il risultato di queste alterne fasi di carica e sca-
si è costretti a suonare una nota per volta. Gli rica del condensatore Cl è rappresentato nel dia-
accordi dunque sono proibiti, perché si tradur- gramma di figura 3, che è quello caratteristico
rebbero in una inevitabile stonatura. del segnale a denti di sega. Dopo la breve ana-
Il nostro progetto monta, in qualità di oscilla- lisi, fin qui esposta, del circuito oscillatore, si
tore, un transistor unigiunzione che, per le sue può facilmente intuire che, premendo il pulsan-
doti di alta stabilità, una volta tarato, rende su- te P12, anziché il pulsante P13, la carica avviene
perfluo ogni eventuale ritocco dei potenziometri attraverso le resistenze RI4-R13-R12, cioè attra-
di regolazione. verso una catena resistiva di valore ohmmico su-
Di questo progetto non abbiamo ritenuto neces- periore, che determina una carica più lenta del
sario presentare anche la parte amplificatrice di condensatore Cl. Conseguentemente, il suono ge-
bassa frequenza, dato che di questa sono stati nerato assumerà una tonalità più grave. Queste
già presentati molti progetti di amplificatori a affermazioni si estendono a tutte le altre resi-
circuiti integrati, a transistor, a valvole, in vari stenze del circuito di figura 1, sino alla resisten-
fascicoli arretrati della rivista. Questi progetti za Rl che corrisponde all'ultima nota musicale
di amplificatori potranno essere utilizzati per prevista dal progetto di figura 1.
rendere udibile, in altoparlante, il suono genera- Nella seguente tabella riportiamo, accanto alle
to dal nostro piccolo organo. Coloro che voles- note musicali, il valore della relativa frequenza,
sero evitare la costruzione dell'amplificatore BF, espressa in Hz, e quello delle resistenze com-
potranno servirsi della presa-fono di un qualsia- prese tra R1 ed R12:
si ricevitore radio. NOTE FREQ. RESISTENZE
Hz
IL CIRCUITO DELL'ORGANO ELETTRONICO PI DO 261,6 Rl 3.000 ohm
Passiamo ora all'esame del semplice circuito P2 DO diesis 277 R2 2.470 ohm
elettrico dello strumento rappresentato in f- P3 RE 293,7 (2.000 4 470)
gura 1. P4 RE diesis 310,5 R3 2.470 ohm
L'elemento base dell'intero circuito è rappresen- P5 Ml 329,6 (2.000 + 470)
tato dal transistor unigiunzione TRl, che pilota R4 2.247 ohm
lo stadio generatore di frequenza, cioè i segnali. (2.200+47)
La nota, prodotta da questo circuito, dipende dal P6 = FA 349,2 R5 2.200 ohm
valore delle resistenze inserite e dal condensa- P7 = FA diesis 370 R6 2.200 ohm
tore Cl. P8 = SOL 392 R7 2.000 ohm
Il transistor unigiunzione presenta una tensione P9 = SOL diesis 414,9 R8 1.800 ohm
caratteristica, tra base 1 (B1) ed emittore, al di Pl0 = LA 440 R9 1.800 ohm
sotto della quale non si verifica passaggio di cor- Pll = LA diesis 465 RIO 1.650 ohm
rente, mentre un valore superiore, anche di poco, ( 1.500 + 150)
provoca la polarizzazione diretta della giunzione P12 = SI 493,9 Rll 1.500 ohm
che, in queste condizioni, diviene conduttrice. Si Pl3 = DO 523,3 R12 1.500 ohm

107
R1 R2 R3 RA

COMPONENTI
Fig. 1 - L'elemento base del- Resistenze
l'intero circuito dell'organo e- R1 = 3.000 ohm
lettronico è rappresentato dal R2 = 2.470 ohm
transistor unigiunzione TR1,
R3 = 2.470 ohm
che pilota lo stadio generato-
re di frequenza. La nota pro- R4 = 2.247 ohm
dotta da questo circuito di- R5 = 2.200 ohm
pende dal valore delle resi- R6 = 2.200 ohm
stenze inserite per mezzo dei R7 = 2.200 ohm
13 pulsanti e dal condensa- R8 = 1.800 ohm
tore Cl. L'alimentazione può
essere fatta con la tensione
R9 = 1.800 ohm
R1O = 1.650 ohm
continua di valore compreso R11
tra i 9 e i 12 V. = 1.500 ohm
R12 = 1.500 ohm
R13 = 5.000 ohm (semifissa)
R14 = 22.000 ohm
R15 = 25.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R16 = 1 megaohm
Varie
TR1 = 2N2646
CI = 100.000 pF
c2 100 (F - 30 VI.
S1 interruttore
PILA = 9V

VALORI DELLE RESISTENZE lore resistivo di 2.470 ohm, occorre collegare in


Nella tabella sopra riportata sono elencati alcu- serie una resistenza da 2.000 ohm con una da
ni valori resistivi che nulla hanno a che vedere 470 ohm, oppure ricorrere all'uso di un poten-
con quelli standard di facile reperibilità com- ziometro semifisso, di tipo miniatura, a varia-
merciale. Si tratta di valori inusitati che diff- zione lineare; del valore di 3.000 ohm, regolan-
cilmente i lettori potranno trovare presso il loro dolo sul valore di 2.470 ohm, per mezzo di un
rivenditore di fiducia. Ebbene, quei valori resi- ohmmetro o, meglio, di uno strumento di mag-
stivi possono essere ugualmente ottenuti ricor- gior precisione, come può esserlo il ponte.
rendo ad uno dei tanti accorgimenti cui spesso
ACCORDATURA
si richiamano i principianti. Comunque, ricor- Anche per il nostro organo elettronico, così co-
diamo che tutte le resistenze, che permettono me avviene per tutti gli strumenti musicali, è
di ottenere le note musicali del nostro organino, necessario un procedimento di accordatura che,
dovranno essere di elevata precisione, al 2% o, in pratica, si traduce in una operazione di tara-
meglio, all'l %. Per ottenere, ad esempio, il va- tura dei circuiti elettrici.

108
R15

}
P11
H R
t fe
TR1 z Il O
E Il+
~ C2

c1 Il Il r s1

USCITA BF

Come abbiamo già fatto notare, nel circuito del- conda parte consiste in una vera e propria ac-
l'organino elettronico sono presenti due elemen- cordatura generale, che si raggiunge intervenen-
ti di regolazione: il potenziometro semifisso Rl3 do sul potenziometro RIS. Anche questa opera-
e il potenziometro R15. Questi due elementi re- zione può essere ottenuta in vari modi. Dispo-
sistivi variabili, pur determinando entrambi il nendo di un frequenzimetro, si potrà regolare,
valore della frequenza dell'oscillatore, agiscono ad esempio, il potenziometro R13, in modo che
nel circuito in maniera leggermente diversa. la nota emessa premendo il tasto PIO abbia una
La regolazione di questi elementi, in ogni caso, frequenza pari a 440 Hz, cioè sia esattamente
deve essere effettuata dopo aver completato il un LA. Un secondo sistema di accordatura con-
montaggio del circuito e dopo aver constatato siste nell'adottare il metodo di confronto tra la
che, premendo uno qualsiasi dei 13 tasti, lo stru- nota emessa da uno strumento musicale accor-
mento emette una nota, collegandolo ovviamen- dato e la nota equivalente dell'organo. Un siste-
te all'entrata di un amplificatore di bassa fre- ma ancora più semplice di taratura può essere
quenza. quello dell'uso di uno dei tanti fischietti venduti
La resistenza semifissa R13 deve essere regolata nei negozi di musica, che vanno sotto il nome di
in modo che, premendo alternativamente i pul- «corista».
santi PI e P13, si ottenga la stessa nota, anche
se di tonalità distanziata di un'ottava; si dovrà MONTAGGIO
cioè sentire due volte la stessa nota, una più Il nostro prototipo è stato montato in un con-
acuta e l'altra più grave. tenitore di plastica, sul cui pannello frontale ri-
Coloro che non fossero dotati di un orecchio mu- sultano applicati i 13 pulsanti, corrispondenti al-
sicale sufficientemente sensibile, potranno ricor- le 13 note musicali che possono essere emesse
rere ad una accordatura elettronica, accertan- dall'organo. Sempre sul pannello frontale è pre-
dosi tramite un oscilloscopio o un frequenzime- sente il comando di accordatura dello strumen-
tro digitale che, premendo il pulsante P13, ven- to (RlS). Sulla parte superiore del mobiletto so-
ga emessa una nota la cui frequenza risulti di no presenti l'interruttore e la presa jack di usci-
valore doppio rispetto alla nota emessa premen- ta.
do il pulsante P1. - La realizzazione di questo progetto, fatta ecce-
Si conclude così la prima parte inerente le ope- zione per il montaggio della tastiera, non presen-
razioni di accordatura dello strumento. La se- ta eccessive difficoltà. L'esiguo numero di com-

109
TR1
Fig. 2 • Il montaggio dell'organino elettronico è ottenuto, principalmente, sul pan-
nello frontale di un contenitore di plastica.

110
Fig. 5 - Questa è la
disposizione dei ter-
SCARICA minali, in riferimen-
to ai tre elettrodi,
del transistor uni-
giunzione.

2N2646
CARICA DENTE DI
SEGA
ponenti, che concorrono alla formazione del cir-
cuito dell'oscillatore, snellisce il lavoro di ca-
Fig. 3 - La carica del condensatore C1 avviene se- blaggio, rendendolo semplice e adatto a tutti.
condo un andamento esponenziale, che è quello ca-
ratteristico del segnale a denti di sega.
Il transistor unigiunzione TRI è di tipo 2N2646;
esso potrà essere sostituito con altri tipi di tran-
sistor unigiunzione con identici risultati.
2470 n Raccomandiamo al lettore di far bene attenzione
durante il processo di saldatura dei terminali di

• s • questo componente, la cui disposizione è rappre-


sentata in figura 5; infatti, questo transistor si
rivela molto sensibile al calore; conviene quindi
non accorciare eccessivamente i terminali, dato
che questi non rappresentano alcun pericolo di
inneschi o di altri inconvenienti.
La tensione di alimentazione del nostro circuito
2000 470 .n. può essere compresa tra i 9 e i 12 V; tuttavia,
anche le tensioni di valore leggermente superio-
re, potranno essere applicate al circuito. Il con-
sumo di corrente del circuito è estremamente
basso; non conviene quindi utilizzare grosse pile,
perché è sufficiente una piccola pila da 9 V per
garantire una lunga autonomia di funzionamento
al nostro organo elettronico.

3000 n0
• •
4BBO
n
regolare a 2470
Fig. 4 - I valori delle resistenze comprese fra R1
NA SCEGLIENDO
IL REGALO

TEVI
ed R12 devono essere assolutamente precisi. Alcuni
di questi valori non sono · di tipo standard e il lettore
CHE
dovrà ottenerli collegando in serie due resistenze, cosi
come indicato in questo esempio (2470 ohm = 2000 PREFERITE
ohm + 470 ohm). Il valore resistivo esatto può anche
essere ottenuto con una resistenza semifissa, a varia-
zione lineare, regolata sul valore preciso da noi .
prescritto.

111
TR1
Fig. 2 - II montaggio dell'organino elettronico è ottenuto, principalmente, sul pan-
nello frontale di un contenitore di plastica.

110
Fig. 5 - Questa è la
disposizione dei ter-
SCARICA minali, in riferimen-
to ai tre elettrodi,
del transistor uni-
giunzione.

2N2646
CARICA DENTE DI
SEGA
ponenti, che concorrono alla formazione del cir-
cuito dell'oscillatore, snellisce il lavoro di ca-
Fig. 3 - La carica del condensatore Cl avviene se- blaggio, rendendolo semplice e adatto a tutti.
condo un andamento esponenziale, che è quello ca-
ratteristico del segnale a denti di sega. Il transistor unigiunzione TRI è di tipo 2N2646;
esso potrà essere sostituito con altri tipi di tran-
sistor unigiunzione con identici risultati.
Raccomandiamo al lettore di far bene attenzione
2470 durante il processo di saldatura dei terminali di

• y • questo componente, la cui disposizione è rappre-


sentata in figura 5; infatti, questo transistor si
rivela molto sensibile al calore; conviene quindi
non accorciare eccessivamente i terminali, dato
che questi non rappresentano alcun pericolo di
inneschi o di altri inconvenienti.
La tensione di alimentazione del nostro circuito
2000 n 470 n può essere compresa tra i 9 e i 12 V; tuttavia,
anche le tensioni di valore leggermente superio-
re, potranno essere applicate al circuito. Il con-
sumo di corrente del circuito è estremamente
basso; non conviene quindi utilizzare grosse pile,
perché è sufficiente una piccola pila da 9 V per
garantire una lunga autonomia di funzionamento
al nostro organo elettronico.

3000
• •
ABBO
regolare a 2470
Fig. 4 - I valori delle resistenze comprese fra R1
NA SCEGLIENDO
IL REGALO

TEVI
ed Al 2 devono essere assolutamente precisi. Alcuni
di questi valori non sono di tipo standard e il lettore CHE
dovrà ottenerli collegando in serie due resistenze, cos
come indicato in questo esempio {2470 ohm = 2000 PREFERITE
ohm 4 470 ohm). Il valore resistivo esatto può anche
essere ottenuto con una resistenza semifissa, a varia-
zione lineare, regolata sul valore preciso da noi
prescritto.

111
CONTROLLO
AUTOMATICO
DI LUCI CON SCR
1 1 progetto che vi presentiamo pennette di ot-
tenere un controllo automatico della lumino-
sità ambiente o, più in generale, di una qua-
lunque sorgente di luce artificiale.
Realizzando questo semplice circuito
potrete far accendere, automatica-
mente, le lampade di un giardino, al
In pratica, quando l'intensità di luce naturale
scende al di sotto di un valore prestabilito, op- calar della sera. Ma potrete ancora
pure supera questo valore di soglia, le lampa- controllare automaticamente le inse-
dine per l'illuminazione artificiale si accendono gne luminose di un negozio, il buon
o si spengono, automaticamente.
Per esempio, quando cala la sera, le lampadine
funzionamento di un bruciatore, quel-
si accendono da sole, senza dover manovrare al- lo di un motore elettrico e potrete
cun interruttore; quando sorge il sole, le lampa- anche costruire un ottimo apparato
dine si spengono. contapersone o contapezzi.
112
R1

01
R2
ENTR.
O O ALLA
220V LAMP.
O O

,+
c1
--
, FR

SCR

COMPONENTI
CI 10 F - 60 VI. (elettrolitico)
Al = 22.000 ohm
Fig. 1 - L'elemento sensibile di questo sem- R2 100.000 ohm (semifissa)
plice progetto è rappresentalo dalla fotoresi-
stenza FR, che permette di regolare l'innesco
FA fotoresistenza
o il disinnesco del diodo SCA. La sensibilità (di qualsiasi tipo, ad esempio P8 Philips)
del circuito si rgola per mezzo della resisten- SCR = diodo controllato (BT 1O0A - 500 R Philips)
za semifissa R2. DI = diodo raddriz. (BY 127)

Le applicazioni di questo apparato non sono tut- potenza per essere eccitati, permettendo l'impie-
tavia limitate all'esempio ora citato, perché con go, per il circuito d'innesco, di componenti a
esso è anche possibile comandare un allarme, bassa dissipazione, di dimensioni e costo molto
un motore elettrico o qualsiasi altro dispositivo ridotti.
elettrico od elettronico ad esso collegato, fino
ad una potenza di 300 W circa, con la tensione GLI USI DEL DISPOSITIVO
di rete di 220 V. Gli usi che si possono fare di questo progetto
Pur essendo notevole la potenza che il circuito sono davvero numerosi. Esso infatti può essere
è in grado di controllare, le dimensioni dell'ap- utilizzato come circuito contapersone o conta-
parato sono veramente irrisorie, soprattutto per- pezzi, oppure per controllare il buon funziona-
ché, per questo tipo di realizzazione, si è fatto mento di un bruciatore o, ancora, per controlla-
ricorso ai modernissimi componenti a semicon- re automaticamente le insegne luminose di un
duttore SCR, i quali richiedono una piccolissima negozio, l'illuminazione di un giardino e, per con-

113
eludere, nella risoluzione di molti problemi in-
dividuali.
Ma il nostro progetto verrà soprattutto favore-
volmente accolto da quei lettori che, posseden-
do una casetta o una baita normalmente disabi-
resist. tata, si sentiranno maggiormente al riparo da
variabile
incursioni ladresche, sapendo che ogni sera, au-
tomaticamente, una piccola lampada applicata
SCR
non conduce all'ingresso si accenderà per indicare ... inganne-
volmente la presenza di persone.

L'ELEMENTO FOTOSENSIBILE
L'elemento sensibile del circuito di figura 1 è
rappresentato dalla fotoresistenza FR. Come mol-
0,3V
ti sapranno, esistono attualmente in commercio
vari componenti elettronici fotosensibili, le cui
K caratteristiche intrinseche variano al variare del-
l'intensità di luce su di essi incidente. Noi tutta-
via abbiamo accordato le nostre preferenze al ti-
po più classico di fotoresistenza, e vi diremo poi
il perché. Ma cominciamo con una breve carel-
lata sui vari elementi fotosensibili attualmente
prodotti dall'industria elettronica.
Il primo elemento fotosensibile, apparso sul mer-
Fig. 2 - In questo semplice circuito teorico è cato, in ordine cronologico, è rappresentato dal-
possibile assimilare il concetto di non condut- la fotocellula, composta da due elettrodi racchiu-
tività del diodo controllato SCR quando la foto- si in un'ampolla di vetro, allo stesso modo con
resistenza FR risulta colpita dalla luce. La bassa cui sono concepite le valvole elettroniche. Questi
tensione di 0,2 V, misurabile fra il gate (G)
e il catodo (K), è puramente indicativa, perché
due elettrodi vengono tenuti ad una certa diffe-
essa dipende dalla luce ambiente e dalla resi- renza di potenziale elettrico. La luce, che colpi-
stenza variabile. sce il catodo, riesce a mettere in libertà degli e-
lettroni, che vengono raccolti dall'anodo sotto
forma di corrente elettrica. Questa corrente è
proporzionale all'illuminazione deJla fotocellula
e permette di far uso del componente in qualità
di elemento di regolazione. Ma gli inconvenienti
provocati dalla fotocellula non sono pochi. Prima
resist. di tutto occorre tener presente la fragilità, do-
variabile
vuta all'involucro di vetro; poi vi è la necessità
di una alimentazione esterna a tensione relati-
SCR vamente alta, di un centinaio di volt circa; per
conduce
ultimo si deve ricordare la con-ente molto bassa
G
generata dalla fotocellula.
Con la nuova tecnologia dello stato solido sono
apparse, successivamente, le fotoresistenze, che
al sono costruite con una serpentina di speciale
materiale fotoconduttore, al solfuro o all'arse-
0,7V niuro di gallio, che ha la proprietà di variare
la propria resistenza elettrica col variare dell'il-
luminazione esterna. Questo componente, di di-
K mensioni ridotte, essendo- normalmente incapsu-
lato entro resine plastiche trasparenti, è dotato
di notevole robustezza meccanica, insensibile
agli urti e alle vibrazioni ed è di costo mol-
to contenuto. L'unico difetto delle fotoresi-
stenze è costituito dalla loro « lentezza elettri-
Fig. 3 -Quando la fotoresistenza FR si trova ca ». Esse infatti non possono essere usate per
al buio, la tensione misurabile fra il gate (G) seguire variazioni molto rapide della intensità
e il catodo (K) aumenta. Il valore di 0,7 V luminosa. Quindi, per questi tipi di applicazioni,
è soltanto indicativo. In queste condizioni cir-
cuitali e ambientali il diodo SCR diviene con-
la fotoresistenza deve cedere il passo ai più mo-
duttore. derni fotodiodi e fototransistor. Questi ultimi so-
no dei comuni diodi e transistor opportunamen-
te «drogati» con particolari impurità, così da
divenire elementi fotosensibili. Essi presentano

114
il notevole vantaggio di apparire estremamente
piccoli e molto veloci nella risposta, ma il loro
prezzo è generalmente molto superiore a quello
delle fotoresistenze. Ecco perché, per l'uso che
ne dobbiamo fare, non necessitano le proprietà
intrinseche dei fotodiodi e dei fototransistor,
mentre conviene ricorrere alle fotoresistenze, le
quali presentano ugualmente una buona sensi-
bilità.
E non è necessario ricorrere ad un tipo partico-
lare di fotoresistenza, perché qualsiasi elemento
di questo tipo permette' di far funzionare egre-
giamente il nostro progetto.

IL DIODO CONTROLLATO
Nel progetto del controllo automatico di lumi-
nosità abbiamo preferito utilizzare, in sostitu-
zione di un relé e in veste di elemento di com-
mutazione, il moderno diodo controllato al sili-
cio (SCR), il quale, oltre ai vantaggi già larga-
mente citati in altre occasioni, permette, ad esem-
0
pio, l'utilizzazione del circuito anche in ambienti
cosiddetti « esplosivi », dato che, mancando la
« scintilla », sempre presente fra i contatti del Fig. 4 - La corrente di entrata nel circuito di
figura 1 è una corrente alternata; in seguito
relé, vengono a mancare i pericoli di incendi o all'azione del diodo D1 essa diviene una cor-
esplosioni. Per questo motivo il nostro circuito rente pulsante (diagramma inferiore). Avviene
può essere utilizzato nel controllo di fiamma di cosi che, una lampada normalmente accesa
un bruciatore. Infatti, qualora la fiamma venisse con la tensione di 220 V, risulti accesa soltanto
a mancare, il nostro circuito entrerebbe imme- per un terzo. Per ottenere la stessa intensità
diatamente in funzione, offrendo la possibilità di luce occorre dunque sostituire la lampada
di far scattare una segnalazione senza pericolo originale con altra della stessa potenza ma
alcuno. adatta per la tensione di 110-130 V. Si può
anche sostituire una lampada da 50 W con una
da 70-75 W, in modo da ottenere la stessa
FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO quantità di luce. Una lampada da 100 W potrà
E passiamo ora all'analisi del funzionamento del essere sostituita con una da 100-150 W.
circuito elettrico di figura 1.
Tale funzionamento si basa, in parte, sulla pro-
prietà della fotoresistenza di passare da un va-
lore di poche centinaia di ohm, in condizioni di
illuminazione, a quello di parecchie decine di fotoresistenza e dalla sensibilità prefissata tra-
migliaia di ohm ed oltre, quando il componente mite la resistenza variabile collegata in serie al-
si trova nell'oscurità. Ma il funzionamento del la sorgente di tensione.
circuito, in parte, si basa anche sulla caratteri- Mano a mano che la luce diminuisce, la fotore-
stica del diodo. controllato SCR di possedere una sistenza aumenta progressivamente il proprio va-
tensione di soglia, di 0,7 V circa, oltre la quale lore resistivo, mentre la tensione, misurata fra
il diodo passa bruscamente dallo stato di inter- il gate e il catodo, sale fino a raggiungere, per
dizione a quello di completa conduzione. un ben determinato valore dell'intensità di luce,
Negli schemi delle figure 2-3 viene illustrato il il valore di soglia che, a titolo indicativo, sullo
modo con cui vengono sfruttate queste proprietà schema di fg. 3 è stato fissato nel valore di
per un funzionamento automatico del nostro di- 0,7 V. In tali condizioni si verifica l'innesco del
spositivo. diodo controllato SCR, il quale diviene condut-
Supponiamo di poter disporre di una sorgente tore.
di energia a corrente continua, che nello schema Riassumendo, possiamo dire che con la fotoresi-
di fig. 2 è indicata con il simbolo +. stenza illuminata il diodo SCR non conduce
Quando la fotoresistenza FR risulta colpita dal- (fig. 2), mentre con la fotoresistenza al buio il
la luce, dato che il suo valore positivo diviene diodo SCR diviene conduttore.
molto basso, la tensione fra il gate (G) e il ca- Il passaggio dagli schemi elettrici delle figg. 2-3
todo (K) del diodo controllato SCR diviene infe- a quello reale di fig. 1 diviene ora semplicissimo.
riore al valore di soglia; a titolo indicativo, sul- Infatti, la sola differenza esistente fra lo schema
lo schema elettrico di fg. 2, abbiamo indicato di fig. 1 e quelli puramente teorici delle figg. 2-3
questa tensione con il valore di 0,3 V; questo da- consiste nel circuito di alimentazione.
to non è quello rilevabile nel circuito reale, ma Non potendo disporre di una sorgente di ten-
è soltanto indicativo, poiché esso dipende essen- sione continua, occorre raddrizzare la tensione
zialmente dalla quantità di luce che colpisce la di rete tramite il diodo al silicio Dl ed occorre

115
FORO REGOLAz.O
ENTR. R2 ALLA
220 V LA MP

Fig. 5 - Il montaggio~ del nostro fotorelé è semplicissimo. Un contenitore di plastica,


munito di coperchio trasparente, è più che sufficiente per ottenere la realizzazione
dell'apparato. La fotoresistenza FR dovrà risultare ben esposta alla luce ambiente.
In corrispondenza della resistenza semifissa R2 occorrerà praticare, sul contenitore,
un foro per la regolazione del componente, cioè della sensibilità del circuito.

116
anche abbassare la tensione per mezzo della re-
sistenza cli caduta Rl. Questa tensione viene li-
vellata per mezzo del condensatore elettrolitico
Cl ed applicata al partitore di controllo compo-
sto dalla resistenza semifissa R2 e dalla fotore-
sistenza FR, così come è stato indicato anche A (anodo)
negli schemi teorici delle figg. 2-3.
Poiché la tensione cli alimentazione del diodo
controllato SCR è una tensione alternata, ad o-
I -----.
gni semiperiodo si ottiene un disinnesco automa-
tico dello stesso diodo; in questo modo, non ap-
pena la luce colpisce nuovamente la fotoresisten-
o
za, il diodo controllato SCR si trova all'interdi-
zione e blocca il passaggio della corrente. Ciò
non si verificherebbe, invece, se si alimentasse
il diodo controllato con una tensione continua,
perché in questo caso, una volta innescato, il
diodo controllato rimarrebbe conduttore anche
quando dovesse cessare la « causa » dell'innesco.
Il diodo controllato SCR raddrizza la corrente
secondo il diagramma rappresentato in fig. 4.
Quindi, nell'elemento controllato dal circuito
(lampada - motore - allarme - bruciatore - ecc.)
fluisce soltanto una « semicorrente ». Avviene co-
sì che una lampada normale darà l'impressione
di accendersi soltanto per un terzo. Per ottenere
K G
invece la quantità di luce cui si è abituati, occor-
rerà sostituire la lampada originale con una della
(catodo) ( gate)
stessa potenza ma adatta per la tensione di 110-
130 V anziché 220 V.

REALIZZAZIONE DEL CIRCUITO


La realizzazione pratica di questo progetto non
presenta alcuna difficoltà, soprattutto se si fa ri- Fig. 6 - Cosi si presenta, nella realtà, il diodo
corso ad un cablaggio su circuito stampato. Tut- controllato SCR di tipo BT100A - SOOR della
tavia, anche il montaggio a filo su una basetta. Philips. L'anodo risulta connesso con la piastri-
isolante, munita di appositi ancoraggi, sarà in na di fissaggio del componente.
grado di offrire analoghi risultati. Quel che im-
porta è che, a montaggio ultimato, la fotoresi-
stenza venga esposta alla luce, perché essa rap-
presenta l'elemento «sensibile» del circuito.
Il lettore, per ottenere tale importante condi-
zione, potrà servirsi cli un contenitore munito cli Il diodo controllato SCR potrà essere scelto fra
coperchio trasparente, oppure potrà praticare quelli adatti a sopportare la tensione di 400 V
un foro di appropriate dimensioni in corrispon- e la corrente di 3-10 A, a seconda dell'uso che
denza con l'elemento fotosensibile. se ne intende fare, a seconda cioè della potenza
Un secondo foro, di dimensioni abbastanza pic- del carico che il diodo controllato è destinato
cole, dovrà essere praticato sulla parte poste- a controllare.
riore del contenitore, in prossimità della resi- Ricordiamo che il diodo controllato SCR potrà
stenza semifissa R2, in modo da poter regolare riscaldarsi nel caso in cui dovesse lavorare con
agevolmente dall'esterno la sensibilità di inne- correnti elevate; in tali condizioni è buona nor-
sco anche dopo la messa in servizio del fotorelé. ma montare il componente su una piccola pia-
Per tutti quei casi in cui fosse necessaria una va- stra di alluminio, in funzione di aletta di raf-
riazione di sensibilità continuata, consigliamo di freddamento, in modo da poter facilmente di-
sostituire il trimmer R2 con un potenziometro sperdere il calore generato.
dello stesso valore resistivo, che potrà essere ap- Anche la fotoresistenza è un componente norma-
plicato nel punto in cui la manovra risulterà più le; essa, tuttavia, non dovrà essere scelta fra i
agevole. tipi superminiatura, perché essa deve essere in
I componenti necessari per la realizzazione di grado di dissipare una potenza di 0,3 W. Voglia-
questo circuito non sono critici. mo soltanto consigliare l'uso di una fotoresisten-
Per quanto riguarda il diodo raddrizzatore Dl, za particolarmente sensibile ai raggi infrarossi,
il lettore potrà utilizzare un qualsiasi diodo adat- cioè schermata rispetto alla luce ambiente, nel
to a sopportare la tensione cli 400 V con una caso in cui il nostro apparato venga adibito al
corrente massima di 0,5 A. controllo di fiamma di un bruciatore.

117
0SCILLATOIEE
BF

Questo semplice progetto, di immediata e facile realizza-


zione, potrà servire per lo studio del codice morse, per
la costruzione di un piccolo allarme sonoro, per determi-
nare lo sfasamento introdotto da una rete elettrica o la
distorsione di uno stadio amplificatore.

118
n transistor, un minuscolo trasformatore, E' scientificamente provato che l'onda sinusoi-

U un altoparlante e pochi- altri componenti,


rappresentano gli « ingredienti » necessari
per realizzare questo piccolo oscillatore sinusoi-
dale di bassa frequenza che è in grado di risol-
dale affatica l'udito umano molto meno di qual-
siasi altro tipo di onda sonora. Ecco perché il
nostro apparato trova il suo principale impiego
nello studio collettivo o individuale dell'alfabeto
vere molti problemi degli appassionati di elet- morse, il quale, pur non costituendo più materia
tronica. d'esame per il conseguimento della patente di ra-
E possiamo senza dubbio affermare che la costru- dioamatore in base a recenti disposizioni mini-
zione di questo strumentino è del tutto gratuita, steriali, non mancherà tuttavia di affascinare an-
perché i componenti necessari si trovano sen- cora un gran numero di lettori.
z'altro sul banco di lavoro del principiante oppure Ma il nostro oscillatore di bassa frequenza, in
possono essere facilmente recuperati da vecchi ra- virtù delle proprietà dell'onda sinusoidale, potrà
dioapparati a transistor fuori usci. servire per determinare, con l'aiuto di un oscil-
Come i nostri lettori già sapranno, ogni oscilla- loscopio, lo sfasamento introdotto da una certa
tore di bassa frequenza si distingue principal- rete elettrica, oppure da distorsione di uno stadio
mente per la forma d'onda del segnale generato. amplificatore. Come ogni altro oscillatore, poi,
Per esempio, i multivibratori astabili producono anche il nostro circuito potrà essere adibito al-
onde quadre, i transistor unigiunzione generano l'installazione di un piccolo e semplice allarme
impulsi o onde triangolari a dente di sega. Con sonoro e a tanti altri simili impieghi di cui pos-
il nostro generatore di bassa frequenza, invece, si siamo ancora ricordare il prova-circuiti. In que-
ottiene un'onda « pura» cioè un'onda sinusoidale. st'ultimo caso sarà sufficiente inserire, in sosti-
Ed anche questo tipo di generatore serve per un tuzione del tasto telegrafico, due puntali, del
ben preciso impiego, così come avviene per tutti tipo di quelli che corredano i tester, in modo da
gli altri tipi di generatori di segnali di bassa fre- poter controllare la continuità dei circuiti. Se
quenza. questi risulteranno interrotti, non si avrà alcuna
Il generatore di onde quadre, ad esempio, serve emissione sonora. Man mano che la resistenza
ottimamente come iniettore di segnali, mentre tra i due puntali diminuirà, si avrà una varia-
l'oscillatore a denti di sega è indispensabile nel zione di frequenza che permetterà di informare
settore musicale. l'operatore, oltre che sulla continuità circuitale,
anche sul valore approssimativo della resistenza
LE ARMONICHE inserita fra i puntali.
Abbiamo detto che il nostro generatore di bas-
sa frequenza produce un'onda «pura ». Vedia- IL CIRCUITO DELL'OSCILLATORE
mo ora di comprendere l'esatto significato di que- E passiamo ora all'interpretazione del progetto
sto aggettivo. dell'oscillatore di bassa frequenza riportato in
L'onda pura cioè l'onda sinusoidale viene consi- fig. 1.
derata un po' come un'onda campione rispetto a Il circuito è quello di un oscillatore con reazione
tutte le altre forme d'onda. Si può dimostrare, in- positiva ottenuta tramite il trasformatore TI.
fatti, con l'aiuto della matematica che qualsiasi Questo componente, infatti, permette, con uno
altra onda periodica, sia essa quadra, triangolare sfasamento di 180°, effettuato dagli avvolgimenti
o di altra forma, può essere costruita mediante la corrispondenti ai terminali rosso-giallo-giallo-
sovrapposizione di un numero più o meno gran- verde, di riportare sulla base del transistor TR1,
de di armoniche dell'onda sinusoidale, della stes- attraverso il gruppo R2-R3-Cl, un segnale sfasa-
sa frequenza di quella considerata. to di 180 rispetto a quello presente sul collet-
Facciamo un esempio. Supponiamo di disporre di tore e, quindi, in fase con quello di base che lo
un'onda quadra della frequenza di 3000 Hz. Eb- aveva prodotto. In questo modo si ottiene un
bene quest'onda, in base a quanto è stato detto, rinforzo del segnale e, conseguentemente, il man-
risulterà equivalente ad un'onda sinusoidale, del- tenimento delle oscillazioni. Si noti che esiste una
la frequenza di 3.000 Hz, sommata ad una di sola frequenza che, percorrendo il cammino ba-
3.000 : 2 = 1.500 Hz (seconda armonica), più se-collettore-trasformatore, ritorna alla base ef-
una di 3.000 : 3 = l.000 Hz (terza armonica), ecc. fettivamente in fase con il segnale originario, in
Questo semplice esempio permette ora di com- modo che soltanto questa frequenza può essere
prendere il motivo per cui la sinusoide può con- generata; l'onda ottenuta, per quanto preceden-
siderarsi come un'onda pura; anzi, si potrebbe temente detto, è un'onda sinusoidale.
dire che essa è l'unica onda esistente mentre le Gli elementi principali che determinano la fre-
altre sono soltanto il risultato di due o più so- quenza di oscillazione del circuito sono: l'indut-
vrapposizioni di armoniche dell'onda sinusoidale. tanza degli avvolgimenti del trasformatore Tl,
i condensatori C1-C3 e le resistenze R2-R3. Il po-
GLI USI DELL'OSCILLATORE tenziometro R2 ha lo scopo di permettere una
Con il nostro oscillatore di bassa frequenza il variazione, entro certi limiti, della nota emessa.
lettore potrà realizzare un ottimo strumento a- Gli altri elementi, che concorrono alla variazio-
datto per lo studio delle trasmissioni e ricezioni ne della frequenza, sono: la tensione di alimen-
in codice morse, ma le applicazioni che di questo tazione e le caratteristiche intrinseche del tran-
circuito si potranno fare sono molteplici. sistor.

119
rosso

TR1
l
11
e

T
b._

C1

=I verde

R2 R3
·AMA AA
.A A AMA Il T1
O
?
R1 TASTO TEL.
a
,r +
C2

@ @
4,5+9V

COMPONENTI
Condensatori
Cl = 50.000 pF
C2 =5 E - 12 VI. (elettrolitico)
Fig. 1 - In corrispondenza dei terminali del
C3 = 50.000 pF
trasformatore d'uscita T1, sono stati indicati i
C = 5F- 12 VI. (elettrolitico)
colori dei conduttori di un trasformatore che Resistenze
può essere richiesto direttamente a noi invian- Al = 47.000 ohm
do anticipatamente l'importo di L. 900. Tutti R2 = 22.000 ohm (semifissa)
gli altri componenti, necessari per la compo- R3 = 47.000 ohm
sizione del circuito, non vengono venduti da
Elettronica Pratica. Varie
TR1 AC132 (AC128)
AP = altoparlante (8 ohm)
PILA 4,5 - 9 V
TI trast d'uscita (vedi testo)

120
121
Nonostante tutte le buone qualità del nostro oscil-

VARIATORI latore, è doveroso precisare che esso non è da


ritenersi un circuito di assoluta precisione, dato
che un semplice aumento di temperatura del tran-
ELETTRONICI sistor, dovuto alla dissipazione di potenza da
parte di TRl (effetto joule), provoca una va-
DI LUMINOSITA' riazione di frequenza non accettabile in strumenti
campione, i quali sono invece provvisti di speciali
circuiti di compensazione a scapito, ovviamente,
Con questi piccoli apparati elettronici, pi-
della semplicità circuitale e, ancor più, del prez-
lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia- zo dell'apparato.
cere, la luminosità di un lampadario, di
Per concludere l'analisi del circuito dell'oscilla-
una lampada da tavolo o da notte. Favo-
tore di bassa frequenza, dobbiamo dire che il con-
riscono il risparmio, non dissipano corren-
densatore elettrolitico C2 ha lo scopo di stabiliz-
te inutilmente, moltiplicano le prestazioni
zare il circuito anche quando le pile di alimenta-
delle vostre lampade e valorizzano i vostri zione non sono più nuove.
lampadari.
Sull'avvolgimento secondario del trasformatore
d'uscita TI risulta collegato, in parallelo con la
bobina mobile, il condensatore elettrolitico C4. Ciò
rappresenta un controsenso, perché a questo inse-
rimento ogni buon radiotecnico dovrebbe ribel-
larsi, dato che non si inserisce mai un condensa-
tore elettrolitico in un circuito a corrente alter-
nata senza alcuna polarizzazione. Infatti, in so-
stituzione di questo condensatore si sarebbe do-
vuto inserire un normale condensatore del valo-
re di 5 pF; ma un valore capacitivo così elevato
Mod. vel 300//e non è commercialmente reperibile. Ecco perché
Sostituisce gli interruttori su cavo, è completo di abbiamo ritenuto opportuno ricorrere all'uso di
manopola, Interruttore separato'. spina, metri 1,5
più metri 1 di cavo. Regola una sola luce (300 W un elettrolitico, allo scopo di raggiungere un cer-
- 220 V). to bilanciamento tra avvolgimento primario e av-
Prezzo L. 6.400 volgimento secondario, con un notevole aumento
della resa dell'oscillatore.
In sostituzione dell'altoparlante il lettore potrà
collegare uno o più auricolari, oppure una o più
od. vel 300/
cuffie, a bassa impedenza per un valore com-
E' dotato di Inter-
ruttore a scatto su I- plessivo di 8 ohm circa. Coloro che volessero in-
la manopola di re- viare l'onda sinusoidale, generata dal nostro oscil-
g0lazlone. E' com- latore, ad un amplificatore esterno di potenza,
pleto di presa in-
corporata, metri 1,5
oppure volessero effettuare prove di distorsione
di cavo e spina che o sfasamento su reti lineari o amplificatori, po-
permettono l'allac- tranno prelevare il segnale dal collettore di TRL,
ciamento immediato tramite un condensatore, non elettrolitico, da
alle spine di qual-
siasi lampada o lu- 100.000- 500.000 pF - 500 VI.
me (300 W - 220
V). COSTRUZIONE
Prezzo L. 5.900
I componenti necessari per la realizzazione del
nostro oscillatore di bassa frequenza non sono
affatto critici. Potremmo dire, infatti, che qua-
lunque transistor per bassa frequenza, sia esso di
Mod. vel 500/parete tipo PNP o NPN, al germanio o al silicio, può
' particolarmente essere felicemente montato nel circuito. Noi ab-
adatto per lampada-
ri. L'interruttore è
biamo dato le nostre preferenze al transistor
di tipo statico (500 AC132, sostituibile con un transistor AC128. Uti-
W- 220 V). lizzando altri tipi di transistor PNP, al germanio,
Prezzo L. 6.200 occorrerà eventualmente aumentare i valori di
R2-R3, nel caso in cui il transistor tendesse a sur-
riscaldarsi. Servendosi di. transistor NPN, occor-
rerà invertire le polarità della pila e quelle del
condensatore elettrolitico C2. Fra questi ultimi
tipi di transistor possiamo consigliare l'AC127.
Nel caso in cui il transistor non dovesse entrare
in oscillazione, sarà necessario ritoccare il valore
della resistenza Rl.

122
·n trasformatore d'uscita TI è un piccolo trasfor-
matore d'uscita per transistor, del tipo di quelli
montati nei circuiti con uscita in push-pull. La
potenza di questo componente non assume gran-
de importanza; essa potrà infatti assumere un va-
lore compreso tra i 100 mW e 1 W; entro questi
limiti di potenza è compresa la quasi totalità
dei trasformatori d'uscita adibiti a questo uso.
Sullo schema elettrico di fig. 1 sono indicate le
colorazioni dei conduttori uscenti dal trasfor-
matore. Queste indicazioni si riferiscono ad un
tipo di trasformatore d'uscita, venduto dalla no-
stra organizzazione, che può essere richiesto di-
rettamente a noi inviando anticipatamente l'im-
porto di L. 900. In questo trasformatore vi sono
due avvolgimenti primari separati, che dovran-
no essere collegati tra di loro in modo da ot-
tenere un unico avvolgimento primario con presa
centrale.
Abbiamo voluto presentare un nostro trasfor-
matore d'uscita allo scopo di venire in aiuto di
quei principianti che non hanno la possibilità
di acquistare facilmente tale componente ed an-
che per mettere il lettore nelle condizioni di
non realizzare collegamenti errati, scambiando
tra loro i terminali dell'avvolgimento primario
o quelli dell'avvolgimento secondario, oppure
scambiando la presa intermedia con le prese
estreme dell'avvolgimento primario.
Il potenziometro R2 è rappresentato da una re-
sistenza semifissa, che permette di variare la fre- Fig. 3 - Rappresentiamo due tipi di diagrammi
quenza generata, cioè la tonalità del suono emes- relativi a due segnali diversi generati dal no-
stro oscillatore di bassa frequenza. Quello in
so dall'altoparlante. Tuttavia, volendo ottenere alto è ottenuto con il potenziometro R2 com-
suoni notevolmente diversi da quello originale, pletamente aperto; quello in basso è ottenuto
converrà sostituire il condensatore C3 con altro con R2 completamente chiuso.
di diverso valore, tenendo conto che l'aumento
del valore capacitivo di C3 provoca una diminu-
zione di frequenza; la diminuzione del valore
capacitivo di C3 provoca un aumento della fre-
quenza.
L'alimentazione del circuito dell'oscillatore può
essere compresa tra i 4,5 e i 9 V continui; ma po-
trà anche accadere che l'apparecchio oscilli con
tensioni di 1,5V circa.
In questo caso si potrà raggiungere un ulterio-
re risparmio di spazio utilizzando una piccola
pila a torcia.
Non usando l'oscillatore come strumento di stu-

A4BBO
dio dell'alfabeto morse, si dovranno cortocircui-
tare i morsetti previsti per l'inserimento del ta-
sto telegrafico, collegando, eventualmente, un in-
terruttore in serie alla pila di alimentazione. In
ogni caso l'emittore TRI, se questo è di tipo PNP,
dovrà essere collegato con la linea della tensione
positiva di alimentazione.
Per la realizzazione pratica di questo apparato,
NA SCEGLIENDO
IL REGALO
non si è fatto ricorso al circuito stampato; nul-
la vieta comunque una realizzazione in tal senso.
Noi abbiamo preferito disporre i componenti su
una piastrina di bachelite opportunamente fora-
ta, ma il lettore potrà realizzare il montaggio an-
TEVI CHE
PREFERITE

che su una tavoletta di legno o su un supporto di


cartone rigido.

123
.,
-.,/
"/ »

VI

(.;hinon lo avesse ancora fatto, può


stabilire ora i primi contatti teorico-
pratici con le valvole multiple com-
pactron, realizzando questo semplice
ricevitore, per onde medie, con ascol-
to in altoparlante.
124
ono già trascorsi quasi 10 anni da quando dini 1-12 corrispondono al filamento della valvo-

S sul mercato americano apparve la valvola


compactron.
Questa valvola, che si differenzia da ogni altro
tipo di valvola tradizionale, soprattutto per il suo
la che, per la sua accensione, richiede una ten-
sione alternata di 6,3 V. La corrente di filamento
è di 0,9 ampere.
Facciamo presente che la seconda sezione della
zoccolo, che è a 12 piedini (zoccolo duodecal), valvola Vl è rappresentata, sullo schema elet-
trova ora largo impiego nella costruzione di te- trico di figura l, come un tetrodo, anche se in
levisori e apparati amplificatori, là dove il tran- realtà essa è un pentodo, perché la terza griglia
sistor non è stato ancora completamente accet- non viene utilizzata.
tato. La valvola compactron, dunque, appartiene La prima sezione pentodo della valvola Vl la-
a quel mondo ribelle dell'elettronica che non vora in alta frequenza, mentre la seconda sezio-
vuol essere sopraffatto dall'offensiva sferrata in ne lavora in bassa frequenza ed eroga una po-
questi ultimi anni dai transistor. Essa è consi- tenza simile a quella della singola valvola 6AQS.
derata come espressione del mondo rivoluziona-
rio dei tubi elettronici e succede ai nuvistor per SINTONIA E REAZIONE
Il circuito di sintonia del ricevitore è rappresen-
quel che riguarda la progressione cronologica tato dalla bobina Ll e dal condensatore variabi-
della tecnica americana. le C3, che è un condensatore variabile ad aria,
La competizione avviata dai nuvistor poteva con- ad una sola sezione, con valore capacitivo di
siderarsi diretta, quella dei compactron è una
competizione indiretta; perché i nuvistor poteva- 450 pF.
Il compensatore Cl serve per accoppiare corret-
no affiancarsi ai transistor per quel che riguarda tamente l'antenna con l'avvolgimento primario
le loro dimensioni, superandoli certamente per della bobina Ll, in modo da sfruttare la massi-
le caratteristiche tecniche e per i molti impie- ma energia elettromagnetica che investe l'an-
ghi che se ne sono fatti e si continuano a fare.
La valvola compactron, al contrario, riunisce in tenna.
La bobina LI è di tipo commerciale (Corbetta
sé due, tre e più valvole di tipo tradizionale; in- CSl). Con questo tipo di bobina si evita al let-
somma, in un unico involucro, la valvola compac- tore il fastidio di un lavoro di avvolgimento ab-
tron contiene diverse valvole, cioè gli elettrodi bastanza critico. Il nucleo di ferrite, presente nel
che concorrono normalmente alla formazione supporto della bobina stessa, permette di rego-
delle valvole tradizionali. E ciò costituisce un lare il segnale nella sua entità e l'accoppiamento
enorme vantaggio economico nel settore della con l'avvolgimento rappresentativo della bobina
manodopera, considerata nell'ambito delle cate-
di reazione.
ne di montaggio e in quello della riparazione di Comunque il controllo della reazione è ottenuto
molti radioapparati. E se un tempo questa val- per mezzo del potenziometro, a variazione linea-
vola non poteva incontrare il favore del nostro re, RA4, il quale regola anche il volume sonoro
mercato, perché troppo costosa, oggi essa può
del ricevitore.
considerarsi alla portata di tutti i principianti La resistenza R2 costituisce il carico del circuito
che, per motivi di studio, di sperimentazione o di rivelazione; sui suoi terminali è presente la
di divertimento, vogliono provare una nuova e- tensione caratteristica del segnale rivelato, cioè
mozione nel settore dell'elettronica sperimentale. del segnale di bassa frequenza. Infatti, la prima
Che cosa sia la valvola compactron lo abbiamo sezione pentodo della valvola Vl amplifica i se-
già detto; del resto la sua denominazione anglo- gnali di alta frequenza, li rivela e amplifica i se-
sassone è alquanto significativa a tale proposito,
gnali di bassa frequenza.
perché « compac » significa compatto, mentre Sull'avvolgimento rappresentativo della bobina
« electronic » significa elettronico.
di reazione sono presenti i segnali di alta e di
I tipi di valvole compactron sono molti, con ten- bassa frequenza; quelli di bassa frequenza rag-
sioni di accensione diverse e con diverse caratte- giungono, dopo aver attraversato il condensatore
ristiche radioelettriche. In ogni caso, a noi im- di accoppiamento C8, la griglia controllo della
porta far conoscere ai principianti una di que- seconda sezione di Vl. La presenza del conden-
ste valvole, in una sua applicazione più espres- satore C8 è nceessaria per impedire alla tensio-
siva, cioè in un semplice montaggio di ricevitore ne continua, che alimenta l'anodo della prima
radio a reazione con ascolto in altoparlante. sezione pentodo, di raggiungere la griglia con-
trollo del secondo pentodo. La resistenza R7 po-
DUE PENTODI IN UN SOLO BULBO DI VETRO
Il ricevitore a reazione, il cui schema è rappre- larizza la griglia controllo e impedisce che que-
sentato in figura 1, può essere realizzato con due sta giunga all'interdizione a causa degli elettro-
tubi distinti: le classiche valvole elettroniche ni che, durante il passaggio catodo-anodo, si con-
6BA6 e 6AQS, che possono sostituire il compac- densano su di essa.
tron Vl che è di tipo 6ALl1, normalmente usato I segnali di alta frequenza si trasferiscono, per
induzione, dall'avvolgimento di reazione a quello
nei circuiti TV.
Il compactron 6ALI 1 raccoglie in un unico bulbo di sintonia, nel ciclo caratteristico dell'amplifica-
di vetro due pentodi con elettrodi distinti e un zione AF a reazione. Il numero di cicli successivi
solo filamento. Lo zoccolo della valvola è di tipo di amplificazione di segnali AF è limitato tramite
duodecal, cioè uno zoccolo a 12 piedini. I pie- il potenziometro R4.

125
ANI.

5
g 1 -
R1
- 7

ì
L1 I
F
2 4

Fig. 1 - La valvola compactron VI


è di tipo 6AU 1. Essa può essere
sostituita con le valvole 6BA6 e
6AQ5. Utilizzando la valvola 6AQ5
I
il valore della resistenza R6 deve
essere portato da 220 ohm a R4
270 ohm.

3
C2 o
5$,1
·.··O:··:
4 <_, 2

3
L1

Resistenze
R1 = 33.000 ohm
R2 = 2,2 megaohm
R3 = 50.000 ohm
CO.MPONENTI R
R5
= 100.000
= 200.000
ohm
ohm
R6 220 ohm
Condensatori =
R7 0,5 ohm
C1 = 5-80 pF (compensatore ad aria) =
AB 820 ohm - 2 W
C2 = 500 pf R9
=
33 ohm
C3 = 450 pF (condens. variab. ad aria) =
C4 = 86 pf Varie
es = 100.000 pF DI = diodo raddrizz. (BYI 27)
C6 = 2000 pF v = 6AL11
C7 = 50 F - 25 VI. (elettrolitico) T1 = trasf. d'uscita (pot. 5 W - imp. prim.
ca = 10.000 pF 5.000 ohm)
C9 = 32 F - 50 VI. (elettrolitico) T2 = autotrasformatore (30 - 40 W)
C10 =
C11 =
32 F - 50 VI. (elettrolitico)
1.000 pF
LI = bob. sintonia e reaz. (Corbetta CSI)
S1 = interruttore

126
L
R5 "5.. -
la es e Il T1
u 11111
AP

Il
;,,o -t.

• es -- €1D j - . - ..

10 Il n R8
A.l..&.1..1.
D1
pg

±]"
120

T2
Il> Il
L Il+
+ 3 Il C9 1, 11010
.. 32%
c7 I Il Il 6,3V

11

IL condensatore C2 convoglia a ·massa la parte prelevati dall'anodo (piedino 11) ed inviati all'av-
di alta frequenza contenuta nel segnale rivelato, volgimento primario del trasformatore di uscita
così da inviare al secondo pentodo il solo segnale Tl, che funge da elemento di carico anodico del
di bassa frequenza, la cui tensione caratteristica pentodo.
è misurabile sui terminali della resistenza RI. IL trasformatore di uscita TI deve avere una po-
La resistenza R5 funge da carico anodico del pri- tenza di 5 W e un valore di impedenza, sull'av-
mo pentodo, mentre la resistenza R3 rappresen- volgimento primario, di 5.000 ohm. L'impedenza
ta il carico della griglia schermo del primo pen- dell'avvolgimento secondario deve essere pari a
todo. quella bobina mobile dell'altoparlante, in modo
da non creare distorsioni del suono riprodotto.
AMPLIFICAZIONE BF
La seconda sezione pentodo della val vola com- ALIMENTATORE
pactron VI viene utilizzata in qualità di tetrodo Il trasformatore T2, pur essendo dotato di un
amplificatore di bassa frequenza. Il segnale da avvolgimento secondario a 6,3 V, può essere con-
amplificare viene applicato alla griglia controllo, siderato come un autotrasformatore, dato che
che risulta polarizzata tramite la resistenza R6 la tensione anodica viene prelevata dal terminale
ed il condensatore elettrolitico C7. a 160 V dell'avvolgimento primario.
I segnali di bassa frequenza amplificati vengono L'avvolgimento secondario a 63 V serve per ali-

127
a T1 e pP

~
5
.g
...
0
>
"O
t:
o
u
6

Fig. 2 • Cablaggio del ricevitore per onde medie realizzato nella parte di sotto di
un telaio metallico. Sulla parte superiore del telaio sono presenti: l'autotrasforma-
tore T2, il condensatore elettrolitico doppio C9-C10, la valvola compactron e il
condensatore variabile C3.

Fig. 3 - Il trasformatore
di uscita deve essere ap-
plicato in questo modo sul
cestello dell 'altoparlante.
Anche il condensatore C6,
collegato in parallelo allo
avvolgimento primario, dt-
ve essere applicato diret-
TRASF. tamente sui terminali del
trasformatore.
D'USCITA

ai piedini
10-11 di Vl
128
mentare il filamento della valvola compactron.
6405 La tensione alternata di 160 V viene raddrizzata
5 tramite il diodo D1, che è di tipo BY127. A mon-
te del diodo Dl è presente la resistenza R9, che

2e
1
~
ha il valore di soli 33 ohm. Questa resistenza
svolge le funzioni di un fusibile, perché nel ca-
so di un cortocircuito, a valle del diodo DI, cioè
di un assorbimento di corrente notevole, la re-
sistenza R9 brucia salvaguardando l'integrità del-
l'avvolgimento primario del trasformatore di ali-
3I •I I 2 mentazione T2.
A valle del diodo Dl è presente la tensione rad-
drizzata, cioè pulsante; essa viene livellata tra-
mite la cellula di filtro composta dai condensa-
6BA6 tori elettrolitici C9-CIO e dalla resistenza R8. A
5 valle di questa cellula è presente la tensione con-
tinua che alimenta i circuiti anodici (placche e
griglie schermo) del ricevitore.
6 TARATURA
Il ricevitore dovrà essere alimentato, chiudendo
l'interruttore S1, soltanto a montaggio ultimato
e dopo aver attentamente controllato l'esattezza
del cablaggio.
Nell'altoparlante si potrà sentire, inizialmente,
un fischio acutissimo; in tal caso si interviene
sul potenziometro R4, facendone ruotare il per-
Fig. 4 - Due valvole distinte possono no, in modo da eliminare il fischio. Successiva-
sostituire le due sezioni della val- mente, agendo sul condensatore variabile C3, si
vola compactron 6AL11. La prima cerca di individuare una emittente radiofonica.
di queste (6BA6) è un pentodo; la
seconda (6AQ5), pur essendo un Poi, intervenendo sul compensatore di antenna
pentodo, viene usata in veste di Cl e sul nucleo della bobina Ll, si cerca di ele-
tetrodo. vare, il più possibile, il volume sonoro. A questo
punto il ricevitore può essere considerato ulti-
mato e pronto per l'uso. Per ricevere le varie
emittenti radiofoniche basterà solo intervenire
sul condensatore variabile ad aria C3, regolando
SEZ. AF SEZ. BF di volta in volta il potenziometro R4 in modo da
ottenere il volume sonoro desiderato.

A4BBO
NA SCEGLIENDO
IL REGALO

filamento in
comune
TEVI CHE
PREFERITE

Fig. 5 - Simbolo elettrico del com-


pactron. Le due sezioni della valvola
sono nettamente separate tra loro,
mentre il filamento è comune alle
due sezioni.

129
CIRCUITI

LOGICI
----- A SCATTO •

PER PRINCIPIANTI
PRESENTIAMO SETTE CIRCUITI, DI FACILE
REALIZZAZIONE PRATICA, CHE POTRANNO
ESSERE COSTRUITI DA TUTTI A SCOPO SPE-
RIMENTALE E DIDATTICO, PER ENTRARE NEL
CLIMA DELLA « LOGICA ».

no dei settori dell'elettronica più ricco di

U
dustriale, perché i circuiti logici trovano oggi
applicazioni e promesse per il futuro è cer- largo impiego anche in moltissime e semplici
tamente quello dei circuiti logici. Quei cir- realizzazioni dilettantistiche: i temporizzatori, i
cuiti, cioè, che fanno subito pensare ai grossi generatori di onde quadre, i giochi di luci, ecc.
calcolatori elettronici e ad altre macchine di que- Il circuito logico appare inoltre nei moderni te-
sto tipo. E' un'associazione di idee immediata al- levisori a colori, nei circuiti di sincronizzazione
la quale non si può sfuggire. Ma ciò non deve dei segnali.
indurre il lettore a considerare questo argomen- Nel corso della nostra esposizione non trattere-
to privo di interesse. Infatti, non abbiamo alcuna mo i circuiti OR e AND, i quali, pur assumen-
intenzione di esibirci in una esposizione teorica do fondamentale importanza nel settore della
sui principi che stanno alla base del funziona- « logica », non possono essere accettati dai prin-
mento dei cervelli elettronici. Ma vogliamo rite- cipianti; tratteremo invece i cosiddetti circuiti
nere molto utile per tutti una pur semplice in- a «scatto », che si prestano ottimamente alla co-
terpretazione del funzionamento dei circuiti logi- struzione di semplici automatismi.
ci, i quali, essendo dei circuiti molto semplici,
sono anche di numero molto limitato. CHE COS'E' L'IMPULSO?
Se dovessimo presentare un paragone, potremmo Nel corso di questo articolo ricorrerà, sovente,
dire che il calcolatore elettronico è un po' come il termine « impulso ». Una parola, questa, che
il grattacielo; il primo, infatti, è composto da non è familiare a tutti i lettori e che noi sentia-
tanti circuiti logici; il secondo è costruito con mo il dovere di interpretare in un modo semplice
moltissimi mattoni di poche specie. e comprensibile a tutti.
Ma esiste un altro motivo per il quale riteniamo L'impulso rappresenta una variazione rapida del-
doverosa, nei confronti dei nostri lettori, la pre- la tensione o della corrente; esso si manifesta
sentazione di questi circuiti. La loro applicazio- durante un tempo brevissimo e la sua forma è
ne, infatti, non è limitata soltanto al settore in- sostanzialmente quella di un picco.

130
Fig. f - Classico esempio di
12v circuito multivibratore astabi-
le, che permette di generare
onde quadre la cui frequenza
dipende essenzialmente dai
valori attribuiti alle resistenze
R1 R2 R3 R4 R2-R3 e ai condensatori C2-
C3.
c2

USCITA

TR2 COMPONENTI
c1 = valore da stabilirsi
c2 = 100 pF
C3 = 100 pF
RI = 22.000 ohm
R2 = 2.700 ohm
R3 = 2.200 ohm
RA = 22.000 ohm
TR1 = BSY19
TR2 BSY1g

L'impulso può essere positivo o negativo. L'im- capito, riproduce il classico multivibratore asta-
pulso positivo inizia la sua corsa partendo dallo bile, che permette di generare onde quadre la
zero; esso raggiunge un valore positivo per ri- cui frequenza dipende essenzialmente dai valori
tornare poi immediatamente allo zero. L'impul- attribuiti alle resistenze R2-R3 e ai condensato-
so negativo prende le mosse dallo zero, raggiun- ri C2-C3.
ge un valore negativo e risale nuovamente a zero. Il funzionamento di questo circuito è assai sem-
Esistono molti circuiti elettronici in grado di plice. Quando il transistor TRl passa dalla con-
produrre impulsi con notevoli garanzie di pre- dizione di interdizione a quella di saturazione,
cisione. Ma per condurre delle semplici prove sul collettore si genera un fronte d'onda nega-
con i nostri circuiti, sarà sufficiente l'uso di un tivo che, attraverso il condensatore C3, porta
pulsante interposto fra i morsetti di una sor- all'interdizione il transistor TR2. Ma quest'ulti-
gente di tensione continua, inserendo in serie un mo, dopo un certo tempo, per effetto della resi-
resistore da 1.000 ohm. L'uscita degli impulsi po- stenza R3, che ricarica il condensatore C3, rag-
sitivi viene prelevata dalla parte del pulsante giunge anch'esso la condizione di saturazione,
collegata con la tensione negativa; l'uscita degli costringendo, per lo stesso motivo, il transistor
impulsi negativi viene prelevata dal terminale TRl a raggiungere l'interdizione. Questo ciclo
del pulsante collegato con la tensione positiva. continua indefinitamente.
Con questo tipo di generatore non è possibile Osservando lo schema di fi.g. 1, si può notare che
ottenere un singolo impulso, a causa degli ine- l'entrata è accoppiata capacitivamente con la ba-
vitabili rimbalzi dei contatti; ma esso può es- se del transistor TRl; essa serve a sincronizzare
sere ugualmente utilizzato in talune applicazioni la frequenza del multivibratore astabile con la
pratiche come, ad- esempio, quelle che ora pre- frequenza di impulsi esterni. Ma per meglio in-
senteremo. terpretare l'utilità di questo comando, facciamo
un esempio. Supponiamo di avere a disposizione
MULTIVIBRATORE ASTABILE degli impulsi con una frequenza di 2000 Hz e di
Presentiamo ora il primo circuito, quello di fig. 1. voler generare, tramite un multivibratore asta-
Questo progetto, come molti lettori avranno già bile, una frequenza di· 500 Hz. Ciò risulterebbe

131
OV= massa 16 V

1
_/\_irR
4 I,. I I RlO! ~03

T !T.± 3il1
e
c2
Y. R
y?

R11

15V 12v
COMPONENTI
C1 = 47 pF R7 = 680 ohm
c2
c3
=
=
150
220.000
pF
pF
R8 = 1.000 ohm
1.80 ohm
R9 =
R1 18.000 ohm
= R10 = 1.000 ohm
R2 = 12.000 ohm A11 = 10 ohm
R3 = 4.700 ohm TA1 = BSY19 Fig. 2 - Anche questo circuito appar-
RA 1.000 ohm TR2 = BSY1 tiene alla categoria dei multivibratori.
= Esso è caratterizzato da una condizione
R5 = 2.200 ohm TR3 = BSY1
stabile, che perdura in assenza di im-
R6 = 20.000 ohm {potenziometro) pulsi esterni.

estremamente difficile se ci si limitasse alla re- bratori. Esso è infatti dotato di una condizione
golazione dei soli valori resistivi e capacitivi, per- stabile, che perdura in assenza di impulsi ester-
ché basterebbe una semplice variazione di tem- ni; quando giunge un impulso, il circuito assu-
peratura per provocare un notevole cambiamen- me una condizione opposta alla precedente, ma
to di frequenza. Inviando invece all'entrata del soltanto per un tempo ben determinato; succes-
circuito un segnale di riferimento, la frequenza sivamente il circuito riassume la condizione di
d'uscita viene « agganciata » o « sincronizzata » equilibrio.
con quella di entrata ed è possibile, in tal modo, Analizzando piì.t accuratamente il circuito di
generare parecchi sottomultipli della frequenza fig. 2, si può notare che i soli transistor TRI e
campione (es.: 1000 - 500 - 250 Hz) con assoluta TR2 compongono il circuito del monostabile ve-
precisione. ro e proprio, mentre il transistor TR3 ha il com-
A titolo sperimentale consigliamo di realizzare pito di fare in modo che l'eventuale circuito di
due versioni identiche del circuito di fig. 1, po- utilizzazione esterno non sovraccarichi il multi-
nendole sottoprova separatamente con un am- vibratore, facendogli in tal modo variare il pe-
plificatore esterno. Si potrà così constatare una riodo T caratteristico.
lieve diversità del suono emesso, mentre colle- In assenza di segnale, il transistor TRl si trova
gando l'uscita di un circuito con l'entrata del- all'interdizione, mentre il transistor TR2 condu-
l'altro, sarà possibile constatare che i due cir- ce; anche il transistor TR3 si trova all'interdi-
cuiti oscillano sulla stessa frequenza; essi risul- zione e sul suo collettore sarà possibile misu-
tano, cioè, sincronizzati. rare una tensione di O V in virtù della presenza
del diodo D3.
IL MONOSTABILE Applicando all'entrata del circuito un impulso
Il secondo circuito, quello rappresentato in fig. 2, negativo, non si avrà alcun cambiamento di sta-
appartiene anch'esso alla categoria dei multivi- to; esso, infatti, oltre ad essere quasi totalmente

132
è pur esso un rnultivibratore, più semplicemente
ENTRATA denominato «bistabile». Questo circuito può ri-
manere indefinitamente in uno qualsiasi dei due
stati: TRl interdetto e TR2 saturo o viceversa.
Queste condizioni perdurano fino a quando un
opportuno impulso, applicato ad un'entrata, non
T alteri le condizioni elettriche del circuito del bi-
USCITA stabile.
Il funzionamento è molto simile a quello dei due
circuiti presentati in precedenza, perché si tratta
di un circuito perfettamente simmetrico. Suppo-
niamo, ad esempio, che il transistor TR2 si trovi
all'interdizione, mentre il transistor TRl è sa-
turo. Inviando sulla base di quest'ultimo un im-
pulso negativo, tramite il diodo D1, il transistor
raggiunge l'interdizione, provocando, in virtù del-
l'accoppiamento Cl-R3, la saturazione del transi-
stor TR2. Ma anche l'accoppiamento tra il col-
lettore di TR2 e la base di TRl è di tipo resi-
stivo; ne consegue che il transistor TRl risulterà
a sua volta costretto all'interdizione dal parti-
tore di tensione Rl-R6, fino a quando un nuovo
impulso negativo, applicato attraverso il diodo
D2, non capovolga la situazione.
Il progetto di fig. 4 rappresenta uno dei più im-

fl.
portanti circuiti logici. E' facile infatti intuire
che esso rappresenta una vera e propria « me-
moria », essendo in grado di immagazzinare l'in-
formazione ricevuta attraverso l'impulso, fino a
che questa non viene cancellata da un altro im-
pulso.

TRIGGER DI SCHMITT
Fig. 3 - Diagrammi relativi alle tensioni di en-
trata e di uscita dei circuiti multivibratori. Gli schemi rappresentati nelle figure 5-6 ripro-
ducono entrambi un circuito che è noto sotto il
nome di trigger di Schmitt.
bloccato dai diodi D1 e D2, provoca una mag- Quello di figura 5 rappresenta una versione del
giore interdizione del transistor TRl, senza che circuito adatto per corrente alternata, mentre
nulla cambi nelle condizioni elettriche del cir- quello di figura 6 è adatto anche per la corrente
cuito. L'impulso positivo, invece, provoca la con- continua.
duttività del transistor TRl, mentre il transistor Il trigger ha la proprietà di « scattare » quando
TR2 raggiunge l'interdizione a causa dell'accop- l'ingresso supera una ben determinata tensione
piamento effettuato tramite il condensatore C2. di soglia, che dipende dal valore dei compo-
Per tale motivo anche il transistor TR3 conduce nenti.
e la sua tensione scende a12 V circa, così Facciamo ora riferimento al circuito di figura 5
come è dato a vedere nel diagramma in alto di e supponiamo di applicare all'entrata di questo
fig. 3. una tensione sinusoidale, come quella raffigurata
Dopo un certo tempo, che dipende dal valore in basso di figura 3. Fino a che la tensione si
capacitivo del condensatore C2 e da quello resi- mantiene al di sotto del valore di soglia, il tran-
stivo di R5 ed R6, il condensatore ritorna auto- sistor TRI rimarrà all'interdizione, mentre il
maticamente nelle condizioni iniziali, riportando transistor TR2 risulterà saturo, in modo tale che
in conduzione il transistor TR2 e costringendo la tensione di uscita sarà nulla.
all'interdizione i transistor TR1 e TR3. Quando la sinusoide raggiunge la soglia, indicata
Le applicazioni di questo circuito sono innume- con le linee tratteggiate in basso di figura 3, il
revoli. Esse si estendono dal contasecondi agli trigger scatta e la tensione di uscita raggiunge
antifurti a tempo e a tutte quelle applicazioni bruscamente un livello elevato rimanendovi fino
pratiche che richiedono un impulso, anche di a che la tensione di entrata supera il valore del-
brevissima durata, da convertire in un segnale, la tensione di soglia.
di periodo prestabilito, che può essere inoltre Come si può facilmente arguire, questo circuito
facilmente rilevato. si rivela molto adatto alla realizzazione di un
gran numero di automatismi come, ad esempio,
IL BISTABILE le fotocellule, gli indicatori di carica per batte-
Il terzo tipo di circuito, rappresentato in fig. 4, rie, i termostati, ecc.

133
O» (9)

° "$
ci
U1 U 1 El
0 e, c2 O 6
--

D1
.__r=i r==T ..... I t Il

R3 R6
b ~ b

~
e TR1
I TR2
Il 02

R1

è. R5

15sv@ .4 COMPONENTI
C1
c2
= 47 pF

C3
=
=
47
100.000
pF
pF
Al = 10.000 ohm
R2 470-1000 ohm
Fig. 4 - Questo circuito di multivibratore è denomi- R3 = 6.800 ohm
nato « bistabile •. Esso può rimanere indefinitamente Re = 10 ohm
in una delle due condizioni elettriche: TAi all'inter- R5
= 10.000 ohm
dizione e TR2 saturo, o viceversa. Queste condizioni R6 = 6.800 ohm
perdurano fino a quando un impulso, applicato ad R7 470-1000 ohm
una delle entrate, non alteri le condizioni elettriche TRI = BSY19
del bistabile. TR2 = BSY19

Il potenziometro Rl permette di regolare il va- resistenza R5, giunge alla sua base, permettendo
lore di soglia. Questa operazione verrà eseguita il passaggio di qualunque segnale fra la seconda
regolando, in un primo tempo, la tensione sul entrata del circuito e la seconda uscita.
collettore, facendola salire fino a 12 V circa; poi
si ruota in senso inverso il perno del potenzio- Quando sulla prima entrata viene applicato un
metro fino ad ottenere un brusco abbassamento segnale in grado di far scattare il trigger, la ten-
della tensione. sione sul collettore del transistor TRl raggiunge
un livello molto basso, inferiore a quello della
CIRCUITO DI PORTA tensione presente sull'emittore di TR3; questo
In figura 7 è rappresentato un circuito che trova transistor, quindi, raggiunge l'interdizione e in-
principalmente pratiche applicazioni nei circuiti terrompe la continuità circuitale fra la seconda
televisivi a colori. Esso, tuttavia, può anche adat- entrata e la seconda uscita.
tarsi ad altri usi particolari di tipo dilettantisti- Se si collega . la resistenza RS sul collettore di
co. Quello di figura 7 è un circuito di «porta», TR2, anziché sul collettore di TRl, il transistor
comandato da un trigger di Schmitt. I transistor TR3 non conduce, mentre conduce soltanto al-
TRI e TR2 compongono il trigger, mentre il l'arrivo del segnale di trigger, stabilendo la con-
transistor TR3 funziona da «porta», cioè per- tinuità circuitale tra la seconda entrata e la se-
mette o blocca il passaggio di un determinato conda uscita.
segnale corrispondentemente allo stato elettrico
in cui si trova il trigger. In assenza di segnale, CIRCUITO DI PORTA PILOTATO DA UN MO-
all'ingresso del trigger (ENTR. 1) il transistor NOSTABILE
TRl rimane all'interdizione; il transistor TR3 vie- Il circuito rappresentato in figura 8 è molto si-
ne saturato dalla corrente che, provenendo dalla mile a quello analizzato precedentemente. Ma

134
3)2v

R8

coi

r
ENTR
Cl

4 ]d', 6
COMPONENTI
C1
e
= 100.000 pF
C2 100 pF
ò - R62 z R7 c3
R1
=
100.000 pF
= 5.000 ohm (potenziometro)
R2 = 1.800 ohm
R3 = 12.000 ohm
RA = 560 ohm
R5 = 1.800 ohm
R6 = 47 ohm
R7 = 2.200 ohm
R8 = 560 ohm
Fig. 5 - Questo circuito, noto sotto il nome di trigger TR1 BSY1
di Schmitt, è adatto per correnti alternate. TR2 BSY19

Migliaia di nostri lettori hanno già costruito ed apprezzato le notevoli qualità


radioelettriche della microtrasmittente venduta da Elettronica Pratica ln una
completa scatola di montaggio. E se molti non l'hanno ancora costruita, ciò è
dovuto soltanto alla mancanza di un ottimo ricevitore a modulazione di frequen-
za, con cui ascoltare, con chiarezza e potenza, suoni, voci e rumori trasmessi
a distanza da quel mlracoloso e piccolo trasmettitore.
Ma ora tutti possono soddisfare il loro programma tecnico-costruttivo acqui-
stando questo meraviglioso

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135
r @ 12v

R6

c1
I FASCICOLI
1TR2
USCITA ARRETRATI
DI
R7 R8

COMPONENTI
ELETTRONICA
c1
Al
R2
=
=
=
100 pF
valore da stabilirsi
12.000 ohm
PRATICA
R3 = 2.200 ohm
RA = 470 ohm sono le « perle » di una prezio-
R5 = 82 ohm sa collana tecnicd-pratica, che
R6 = 1.800 ohm porta in casa vostra il piacere
R7 = 47 ohm
R8 = 2.200 ohm e il fascino di una disciplina mo-
R9 = 560 ohm derna, proiettata nel futuro, che
TR1 = BSY19 interessa tutti: lavoratori e stu-
TR2 BSY19
denti, professionisti e studiosi,
Fig. 6 - Trigger di Schmitt adatto anche per la cor- giovani e meno giovani.
rente continua. Questo circuito ha la proprietà di
• scattare » quando la tensione di entrata supera un
determinato valore di soglia.

questa volta il circuito è pilotato da un mono-


stabile.
RICHIEDETECELI

SUBITO
All'arrivo di un impulso positivo sulla seconda
entrata, il monostabile fornisce un impulso ne-
gativo che blocca per un certo tempo T il tran-
sistor TR3. In questo modo il segnale presente
sulla prima entrata può essere trasferito nella
base del transistor TR2, che lo amplifica. Alla
fine dell'impulso, generato dal monostabile, il
PRIMA CHE
transistor TR3 entra in conduzione e blocca il
segnale all'entrata.
I valori capacitivi assegnati ai condensatori, che
SI ESAURISCANO
partecipano alla composizione di questi circuiti,
sono quelli normalmente usati nei circuiti tele-
visivi. Volendo quindi ottenere ritardi sensibili, inviando, per ogni fascicolo,
occorrerà sostituire i condensatori prescritti con
altri di capacità molto più elevata, ricorrendo l'importo di L. 500, a mezzo va-
eventualmente all'uso di condensatori elettroli- glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
tici.
zando le vostre richieste a:
SISTEMI DI ALIMENTAZIONE ELETTRONICA PRATICA
Quei lettori che volessero servirsi di questi pro- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
getti logici per ottenere delle realizzazioni spe-
rimentali, dovranno ricorrere ad uno dei due
sistemi di alimentazione rappresentati in fig. 9.

136
Fig. 7 - Questo circ uito di « porta », comandato da un trigger di Schmitt, trova le
sue principali applicazioni pratiche nei circuiti televisivi a colori.

R1

COMPONENTI a-]
Cl = 1 F (elettrolitico)
C2 = 470 pF c3
C3 == 100 µF (elettrolitico) ll '{ll i
C4 = 220.000 pF
RI = 2.700 ohm
R2 = 2.700 ohm
RJ = 220.000 ohm
RA = 15.000 ohm
RS = 1.000 ohm
R6 = 180.000 ohm
R7 = 680 ohm 5-R3

R8 = 4.700 ohm
R9 = 15.000 ohm
C4
RIO = 10.000 ohm 2 18V
ENT~
R11 = 2.200 ohm
TR1 = BC116
TR2 = BC108
TR3 = BC108 R5
TR4 = BC108
TR5 = BC108

Fig. 8 - Circuito di • porta • pilotato da un monostabile.

137
+ 18/ Q

+•sv~
.2
I R 220 n

,,,v~

-- ±
.#
r
- 15VO
35440V

L'alimentatore rappresentato a sinistra di figura


9 fa uso di una batteria di pile collegate in se-
rie, in modo da offrire valori di tensione vari,
compresi fra + 18 e -15 V, L'alimentatore rap-
presentato sulla destra di figura 9 fa uso di al- il
- )5\}gli
cuni diodi zener della potenza di 1 W. La ten-
sione di 35- 40 V, continua, deve essere prelevata
da un apposito alimentatore.
Coloro che vorranno realizzare uno soltanto dei Fig. 9 - Coloro che volessero realizzare e sperimen-
tare tutti i circuiti rappresentati in queste pagine, do-
molti progetti fin qui presentati, potranno orien- vranno costruire uno dei due alimentatori qui raffi-
tarsi verso una soluzione più economica di quel- gurati. Nell'alimentatore rappresentato a destra i diodi
le ora proposte. zener devono essere adatti per la potenza di 1 W.

lìll ESPERIMENTI
DEL PRINCIPIANTE NUCLEO

IL MIO PRIMO
RICEVITORE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
Costruendolo, sarete certi di raggiun-
gere il successo e potrete vantarvi! di • La scatola di montaggio, che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
• il primo ricevitore radio. re da sé.

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Antenna interna in ferrite
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Alimentazione 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
Presa esterna per ascolto In auricolare
Media frequenza 465 KHz
Banda di risposta 80 Hz - 12.000 Hz
Dimensioni 15,5 x 7,5x3,5 cm
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moltissimi usi, di facile costruzione
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coppiamento con un ricevitore radio,
un giradischi, un magnetofono e con
microfoni piezoelettrici e magnetici
ad alta impedenza.

L
amplificazione di bassa frequenza rappre- bito agli usi più disparati. Intendiamo così
senta un settore dell'elettronica particolar- accontentare, questa volta, con un solo proget-
mente gradito ai nostri lettori. Lo confer- to, le più svariate esigenze di coloro che con
mano le molte richieste che, giorno per giorno, tanta passione ci seguono mese per mese.
pervengono alla nostra redazione. Questo amplificatore di bassa frequenza fa uso
E' dunque evidente che i molti progetti, presen- di un circuito integrato al silicio e di un tran-
tati precedentemente sulla rivista, non sono nu- sistor al silicio in funzione di elemento pream-
mericamente sufficienti per soddisfare tutte le plificatore.
esigenze del nostro pubblico. E ciò si spiega fa-
cilmente, se si tiene conto della semplicità rea- IL CIRCUITO INTEGRATO
lizzativa di un amplificatore di bassa frequenza, Siamo certi che molti lettori, soprattutto coloro
del suo costo limitato e del successo che quasi che sono ai primi passi con l'elettronica, potran-
sempre viene raggiunto dal principiante. no arricciare un po' il naso quando sentono par-
L'amplificatore qui presentato e descritto può lare di circuiti integrati. Taluni infatti conside-
essere realizzato da tutti e successivamente adi- rano questi nuovi prodotti dell'elettronica come

140
CARATTERISTICHE: POTENZA:
1,8 W a 9 V su 4 ohm
SENSIBILITA': 2,1 W a 12 V su 8 ohm
9,6 mV per 50 mW d'uscita 3,3 W a 15 V su 8 ohm
25 mV oltre i 3W d'uscita DISTORSIONE:
0,5% a 2 W
FREQUENZA: 0,8% a 2,5 W
100 Hz : 15.000 Hz 10% a 3,3 W

dei componenti assai delicati, costosi e di diffi- grati. Perché per essi si utilizzano gli appositi
cile impiego. Ma in realtà le cose non stanno zoccoletti in resina oggi assai facilmente reperi-
così. Se ci si riferisce alla complessità circuitale bili, a basso costo, sul nostro mercato. E lo zoc-
del circuito integrato, i lettori possono anche coletto garantisce pure una facile intercambia-
aver ragione. Ma il lettore può liberamente di- bilità del componente.
menticare il « contenuto » dell'integrato, accon- Il costo dell'integrato TAA 611C, montato nel
tentandosi tutt'al più di una conoscenza su- nostro amplificatore di bassa frequenza, si aggi-
perficiale delle principali funzioni amplificatrici ra normalmente intorno alle 1.100 lire.
del componente, senza preoccuparsi del numero Unitamente a pochi altri elementi passivi, di bas-
di transistor o di altri componenti in esso rac- so costo, il circuito integrato è in grado di for-
chiusi. Il lettore può collegare ad occhi chiusi nire, con una tensione di alimentazione di 15 V,
l'integrato, considerandolo come un semplice una potenza di uscita massima di 3,3 W, con una
transistor dotato di un maggior numero di ter- distorsione massima, a piena potenza, del 10%,
minali. Quale principiante, infatti, si interessa che scende allo 0,8% a 2.5 W.
dei fenomeni fisici che si sviluppano internamen- ·f 14
te ad un transistor? Perché, dunque, non com-
portarsi allo stesso modo quando si è alle prese
con un circuito integrato?

Ma alcuni lettori potranno anche sollevare un'al-


tra obiezione, asserendo che l'impiego dei circui-
ti integrati non procura alcuna soddisfazione,
dato che una gran parte dei fenomeni radioelet-
trici si manifestano internamente al componen- "
te senza poterne prendere... visione.
Noi non siamo di questo avviso, perché ritenia-
mo che l'uso.dei circuiti integrati sia, in tutto e
per tutto, simile a quello dei transistor e delle
valvole.
Ovviamente, per avvicinarci al mondo degli in- Fig. 1 - Questo è lo schema elettrico del circuito
tegrati, occorre dapprima far uso di un solo integrato TAA 611C montato nell'amplificatore di bassa
componente, per passare poi alla realizzazione frequenza. Esso comprende ben 16 transistor ed un
di apparecchiature più complesse con due o più certo numero di resistenze. Non tutti i 16 transistor
circuiti integrati. svolgono funzioni amplificatrici, perché alcuni di essi
servono per compensare gli effetti termici e per
Per quanto poi riguarda la difficoltà realizzati-
stabilizzare il circuito.
va, non vi sono dubbi che questa risulta di gran
lunga inferiore a quella incontrata con l'impie- Per concludere possiamo affermare che, a conti
go di componenti « sciolti ». La difficoltà di rea- fatti, il costo di un circuito transistorizzato, con
lizzazione, infatti, è sempre strettamente legata caratteristiche analoghe, verrebbe a risultare
al numero di componenti che concorrono alla perlomeno il doppio, senza tener conto del no-
formazione del circuito. tevole vantaggio della riduzione di spazio otte-
Con l'integrato il numero di componenti viene nuta con l'uso del circuito integrato.
drasticamente ridotto, rendendo più agevole, più
spedita e più immediata la costruzione di un'ap- DESCRIZIONE DEL CIRCUITO
parecchiatura. Accingiamoci ora ad analizzare il funzionamento
Anche il problema delle saldature appare molto del circuito amplificatore rappresentato in figu-
più semplificato, quando si usano i circuiti inte- ra 2.

141
R7

R3 pe, 4 t .. ..

+ r ll Il n
C9

Y l %
Ht
cs I Il ....._ I I Il

(-r] R5
VOL. Il
?
",-NF' l
4
C12
"/s1

& ..T
R4
==
Il Il T 1 R6 Il Il c1o cn

Fig. 2 - Il progetto dell'amplificatore di bassa fre-


quenza è composto da due stadi: quello preampli-
ficatore, pilotato da TR1 e quello amplificatore vero e
proprio, pilotato dall'integrato IC. Utilizzando l'am-
plificatore di bassa frequenza in accoppiamento con
un pick-up piezoelettrico, si deve eliminare lo stadio
preampliflcatore pilotato da TR I, compresi lo zener
e la resistenza R7. In questo caso il segnale viene
COMPONENTI applicato direttamente sul terminale positivo del con-
densatore elettrolitico C5.
Condensatori
Cl = 10 F - 25 VI. (elettrolitico)
C = 47.000 pF L'amplificatore è composto da due stadi: quello
C8 = 10 F - 6 VI. (elettrolitico) preamplificatore, pilotato da TRI e quello ampli-
CG = 50 F - 20 VI. (elettrolitico) ficatore vero e proprio, pilotato dall'integrato IC.
C5 = 5 F- 20 VI. (elettrolitico) Se si utilizzasse il solo stadio pilotato dall'inte-
CC =3.300 pF grato, si otterrebbe un calo di sensibilità di 4
C7 =1.200 pF volte circa; quindi, per ottenere una potenza di
CC = 25 F - 6 VI. (elettrolitico) uscita dì 50 mW, occorrerebbe applicare all'en-
Ce =100.000 pF trata un segnale di 40 mV; per una potenza di
C10 = 82 pF 3 W occorrerebbe un segnale di 100 mV. Tutte
Cl I =1.200 pF le altre caratteristiche de!I'amplificatore rimar-
C12 == 500 F - 12 VI. (elettrolitico) rebbero invece praticamente inalterate. Dunque,
C13 = 100 F - 25 VI. (elettrolitico) coloro che non richiedessero una grande sensi-
bilità, e ciò può verificarsi per i collegamenti nor-
Resistenze
mali, potranno realizzare il solo stadio finale, eli-
RI =200.000 ohm (potenz. a variaz, lin.)
minando completamente il primo stadio pilotato
R:? = 1 megaohm
dal transistor TRI.
R3 = 2.700 ohm
Il condensatore Cl applica il segnale di entrata
R! = 470 ohm
ad una semplice rete di controllo di tonalità,
R5 = 250.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
composta dal condensatore C2 e dal potenziome-
R6 = 150 ohm
tro Rl. Successivamente il segnale viene ampli-
R7 = 330 ohm
ficato da TRI, che è un transistor di tipo NPN,
Varie a basso rumore e di esiguo costo.
TR1 BC148A Il segnale preamplificato viene inviato, tramite
IC TAA 611C (SGS) il condensatore C5, al potenziometro di volu-
DZ zener (9, 1 V - 0,5 W) me R5.
AP altoparlante (8 ohm - 5 W) Si noti che, per evitare l'insorgere di inneschi
S1 = interruttore incorporato con R5 ed instabilità del circuito, si è provveduto a

142
ALL'P

Fig. 3 - Il cablaggio dell'amplificatore di bassa frequenza assume un aspetto razionale


e compatto soltanto se realizzato su circuito stampato.

disaccoppiare l'alimentatore dell'amplificatore da


quello del preamplificatore tramite la resistenza
R7. L'alimentazione appare ulteriormente stabi-
lizzata per mezzo del diodo zener DZ e del con-
densatore C4.·Il diodo zener è da 9,1 V- 1/2 W.
Il circuito integrato è contenuto in un involu-
cro in plastica dotato di 14 terminali ed è mu-
nito di raffreddatore incorporato, che permette
di dissipare il calore prodotto durante il funzio-
namento.
Come si può notare in figura 1, il circuito inte
grato comprende ben 16 transistor ed un certo
numero di resistenze. Tuttavia, non tutti i 16
transistor svolgono funzioni amplificatrici perché
alcuni di essi servono per compensare gli effetti
termici e stabilizzare il circuito.
Analizzando il circuito di figura 1 possiamo rapi-
damente dire che l'integrato è composto da uno
stadio differenziale di entrata, rappresentato da
TRl e TR3; TR6 e TR2 rappresentano il genera-
tore di corrente; TR4-TR5-TR7-TR8 fungono da
elementi cli compensazione.
Un interessante circuito appare realizzato con i
Fig. 5 - Questo è il circuito stampato, in grandezza
transistor TR9-TRII-TR13. Questo infatti permet- naturale, che il lettore potrà facilmente riprodurre
te un centraggio automatico della tensione inter- per semplificare il montaggio dell'amplificatore.

143
REALIZZAZIONE
Per facilitare il compito costruttivo del lettore,
abbiamo ritenuto necessario presentare in figu-
ra 5 il disegno del circuito stampato, in gran-
dezza naturale, necessario per il cablaggio del-
l'amplificatore. Con questo sistema costruttivo il
lettore potrà ottenere una notevole compattezzà
meccanica ed un risultato estetico notevole. L'uso
del circuito stampato, poi, non induce ad errori
di cablaggio e permette di raggiungere sicura-
men te il successo se le saldature vengono effet-
tuate correttamente.
Per i principianti consigliamo di servirsi dell'ap-
posito zoccoletto a 14 fori, necessario per una fa-
cile applicazione dell'integrato.

Fig. 4 - Poiché il consumo dell'amplificatore, alla


massima potenza, sl aggira intorno ai 300 mA, con-
riferimento
TAA611 /e
viene alimentare il circuito con l'alimentatore qui
riportato.

12v

2
s1 4 7
6

Fig. 6 - Cosi si presenta il circuito integrato montato


nel nostro amplificatore. La successione numerica dei
terminali viene facilmente riconosciuta facendo rife-
COMPONENTI rimento all'incavo presente in una delle due estremità
del radiatore. Prima di applicare questo componente
Cl = 5.000 F - 25 VI. (elettrolitico) sulla basetta del circuito stampato, il lettore dovrà
R1 10 ohm - 1/2 watt intervenire con una piccola pinza sui vari elettrodi,
RS = raddrizz. a ponte (30V - 1A) allineandoli tutti su due linee parallele.
T1 = trasformatore d'alimentazione
(prim. 220 V; sec. 12 V- 1 A; pot. 15 W)
Poiché la disposizione dei terminali dell'integra-
media, qualunque sia la tensione di alimenta- to è asimmetrica, occorrerà « raddrizzarli », ser-
zione compresa fra 6 e 16 V; ciò permette di vendosi di una piccola pinza, in modo da far
eliminare ogni elemento di regolazione e di otte- combaciare esattamente i terminali con le prese
nere dal circuito sempre la minima distorsione dello zoccolo.
possibile, anche quando le pile si stanno esau- Coloro che vorranno raggiungere la potenza di
rendo. uscita di 3,3 W, dovranno alimentare l'amplifica-
Segue lo stadio pilota TRIS; poi sono presenti tore con la tensione di 15 V, fornendo all'inte-
gli stadi finali e prefinali, di tipo a simmetria grato un'ulteriore aletta di raffreddamento, che
quasi complementare, che permettono di otte- potrà essere rappresentata da una lastrina di ra-
nere buone caratteristiche anche senza l'uso del me o di alluminio, fissata sull'integrato stesso,
trasformatore di uscita. tramite i due fori filettati, appositamente rica-
Ritornando all'esame dello schema di figura 2 vati sul dissipatore dell'integrato.
dobbiamo ricordare che il segnale amplificato,
presente sul piedino 12 dell'integrato, viene di- USI DELL'AMPLIFICATORE
saccoppiato dal condensatore elettrolitico C12 ed Sugli usi di questo amplificatore di bassa fre-
inviato ad un altoparlante di adeguata potenza, quenza abbiamo già avuto occasione di intratte-
il cui valore di impedenza è citato, a seconda del- nerci. Del resto siamo certi che ogni lettore che
la tensione utilizzata, nell'elenco delle caratteri- si accingerà alla costruzione di questo apparato
stiche tecniche del progetto. avrà già ben in mente l'uso cui esso verrà de-
stinato.
144
Vogliamo ricordare che, utilizzando l'amplifica- Poiché il consumo dell'amplificatore alla mas-
tore di bassa frequenza in accoppiamento con sima potenza si aggira intorno ai 300 mA, ab-
un giradischi dotato di puntine piezoelettriche, biamo ritenuto necessario presentare, in figura
si dovrà eliminare lo stadio preamplificatore pi- 4, il progetto dì un semplice alimentatore, in cor-
lotato da TR1, compresi lo zener e la resistenza rente alternata, che riduce, tramite il trasfor-
R7,entrando con il segnale direttamente sul ter- matore T1, la tensione di rete di 220 V al va-
minale positivo del condensatore elettrolitico C5. lore di 12 V.
Ciò vale, oltre che per i pick-up di tipo piezoelet- Quest'ultima tensione viene raddrizzata da un
trico, anche per le sorgenti ad alto livello. • ponte cli diodi al silicio (RS), che potrà essere
di qualsiasi tipo, purché adatto alla. tensione di
ALI MENT AZIONE 30-40 V e alla corrente cli 1 A circa. La tensione
continua viene livellata dal condensatore elettro-
L'alimentazione del circuito può variare entro litico Cl e ridotta al valore di 15 V dalla resi-
ampi limiti, fra i 6 e i 16 V. E' ovvio che, conse- stenza di caduta Rl.
guentemente, varierà anche la potenza di uscita. Volendo alimentare l'amplificatore con le pile,
Per esempio, per ottenere una potenza di 3,3 W, occorrerà servirsi di tre pile piatte, collegate in
è necessaria una tensione di alimentazione di serie, ciel valore di 4,5 V ciascuna. Meglio sareb-
15 V. be far uso di un accumulatore per auto da 12 V.

AMPLIFICATORE B
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
1 L. 19.500
CARATTERISTICHE
Potenza muSicale sow
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata El superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilità entrata El 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHE
Distorsione inf. al 2%/ a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA Questa scatola di montaggio, veramente pre-
Consumo in assenza di segnale 2 W stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a IO W prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli-
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile
Il kit è comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
razione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com- a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli rendere l'apparato utilissimo per gli usi più
altoparlanti e il contenitore. svariati.
I

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146
i questa Rubrica· potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la
D necessità di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati
elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
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nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
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MENTO A ELETTRONICA
PRATICA IN UNA DELLE
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Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA. abbonati o no, possono
usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Interruttore crepuscolare inverso. Non è il piedino 2 che appare non col-


Mi riferisco al progetto dell'interruttore crepu- legato, ma il piedino 6. Il terminale 2, oppure
scolare da voi pubblicato sul fascicolo di giugno gli equivalenti 1 o 3, sono collegati ad un termi-
dello scorso anno. Ho realizzato il cablaggio nel nale, mentre gli elettrodi 4-5-7 risultano colle-
modo da voi indicato, servendomi di compo- gati all'altro terminale.
nenti dello stesso tipo di quelli da voi prescritti,
ma senza successo.
Il relè, da me adottato, porta la sigla GR1 00
della GBC.' Ma ho notato che sull'involucro
••••
esterno della bobina sono riportati i seguenti La bobina della microtrasmittente
dati: RI5 - 10A - 110 V DC - 10500 ohm. Ho realizzato la microtrasmittente da voi ven-
Questi dati corrispondono con quelli da voi de- duta in scatola cli montaggio. Funziona ottima-
scritti? mente e sento il dovere di rivolgervi i miei rin-
Ancora una domanda. Ho notato che il termi- graziamenti e i complimenti per tutto ciò che
nale 2 della fotoresistenza Philips ORP ::lO, al- fate per noi principianti di elettronica. Ora vor-
l'interno del bulbo di vetro, è completamente rei allungare la gamma di emissione fino ai 144
isolato. Si tratta cli una cosa normale o di un MHz. Quali devono essere i dati costruttivi del-
difetto di fabbricazione. la bobina Ll per una tale gamma di frequenza?
CLAUDIO CORNACCHIA E' possibile, modificando la bobina o qualche
Bologna altro componente del circuito, scendere alla fre-
Il relé da lei acquistato bene si adatta alla rea- quenza di 27 MHz?
lizzazione del progetto dell'interruttore crepusco-
ANTONIO VETRANO
lare. Vogliamo invece ritenere che l'insuccesso, Pozzuoli
in cui lei è incorso, sia dovuto ad una errata let-
tura dei terminali della fotoresistenza. Da quan- Al suo primo quesito rispondiamo affermativa-
to lei afferma, infatti, è facile dedurre che la mente, anche se il problema di "entrare in gam-
lettura da lei effettuata è avvenuta in senso ma" potrà risultare abbastanza critico. In ogni

153
caso lei dovrà costruire una bobina con diame- o meno le spire della bobina. Non le consigliamo
tro interno di 7 mm, avvolgendo sei spire di fi- invece alcuna modifica per scendere alla fre-
lo di rame smaltato del diametro di 1,5 mm, ri- quenza di 27 MHz, dato che assai difficilmente
cavando delle prese intermedie alla prima e al- lei potrà reperire un ricevitore commerciale, a
la quinta spira. Nel caso in cui risultasse difficile modulazione di frequenza, adatto per la gamma
l'entrata in gamma, si aiuti pure spaziando più da lei citata.

••••
Accensione elettronica di 2-3 ohm - 5-10 watt. Questa resistenza limita
Avrei in animo di acquistare la scatola di mon- il flusso di corrente nel caso in cui l'operatore
taggio della vostra accensione elettronica, che avesse commesso qualche errore di cablaggio.
un mio amico ha già montato e installato con Anche la regolazione del trimmer RlO deve es-
successo sulla sua autovettura. Faccio presente sere fatta con la resistenza di protezione inserita.
che sono un principiante di elettronica e quin- Questa potrà essere tolta soltanto do po aver ot-
di, prima di trasmettervi l'ordine di acquisto, tenuto il massimo rendimento (potenza di scin-
vorrei conoscere il vostro parere. Un principian- tilla), con l'avvertenza di ritoccare nuovamente
te è in grado di realizzare l'apparecchio, con la la taratura del circuito. Tenga presente che le-
certezza di raggiungere il successo? ventuale riscaldamento della resistenza è da con-
SANDRO NATALI siderarsi normale, mentre la bruciatura di que-
Saronno sta sta ad indicare un sicuro errore di cablaggio.
Se la resistenza rimane fredda, ciò sta a signifi-
Alla sua domanda possiamo rispondere "s" e care che non esiste passaggio di corrente ed an-
no". Infatti, la nostra esperienza in questo set- che in questo caso occorre ricercare l'errore di
tore ci insegna che molti principianti sono riu- cablaggio.
sciti a montare, per la prima volta, un ricevito- In questi ultimi tempi abbiamo avuto l'occasio-
re radio a valvole o a transistor, mentre altri ne di analizzare due accensioni elettroniche non
non sono riusciti a realizzare il più semplice ri- funzionanti, montate da due nostri lettori. Nella
cevitore a cristallo, con ascolto in cuffia. Tutto prima di queste abbiamo notato che fra la mas-
dipende dalle attitudini individuali, dalla pre- sa del transistor TR4, cioè fra il collettore del

transistor

csone con cui si lavora e dall'entusiasmo che si transistor 2N3055 e il telaio, cioè la carcassa
prova per l'elettronica. Da parte nostra, dun- metallica, si era inserito un granulo metallico,
que, non è possibile esprimere alcun parere. Pos- costituente. il prodotto di un lavoro di limatura
siamo invece suggerirle qualche accorgimento o sbavatura. Questo granulo, all'atto di chiu-
utile per il montaggio e gli errori commessi da sura dei bulloni di fissaggio del componente, ave-
qualche lettore che non è riuscito a far funzio- va forato la pellicola di mica, creando il cor-
nare la nostra accensione elettronica. to circuito.
Tenga presente che, quando si procede per la In un altro montaggio abbiamo riscontrato che
prima volta al collaudo dell'apparecchio, è con- il transistor TR4 rimaneva sollevato dalla pia-
sigliabile collegare in serie al conduttore verde, strina di mica. Ciò portava ad un surriscalda-
quello che va a collegarsi con il morsetto positi- mento del componente, perché la dissipazione
vo della batteria, una resistenza a filo del valore termica risultava insufficiente.

154
Alimentatore stabilizzato anche a molti altri lettori. Il circuito che le pro-
Sono un assiduo lettore della vostra bella rv1- poniamo permette di' prelevare, in uscita, una
sta, che ritengo molto adatta per tutti quelli che, tensione regolabile attorno ai 9 V. Volendo otte-
come me, non sono ancora diventati esperti nel nere variazioni più ampie, lei potrà sostituire i
settore dell'elettronica. Ho realizzato una gran valori prescritti per le resistenze R4 ed R5 con i
parte dei progetti da voi presentati, alimentati seguenti altri valori: R4 = 200 ohm; R5 =
con batterie. Ora vorrei il progetto di un buon 470 ohm (variabile).
amplificatore stabilizzato, eventualmente protet- La corrente di uscita è fissata sul limite di 650
to dai sovraccarichi, in grado di sostituire van- mA massimi. Il circuito è provvisto di un effi-
taggiosamente le scomode pile. ciente sistema di protezione il quale, in presen-
ANTONIO PESENTI za di sovraccarico, interviene prontamente, ri-
Ancona ducendo la corrente a soli 10 mA, sopportabili
Pubblichiamo volentieri lo schema dell'alimen- dall'alimentatore anche in caso di cortocircuito
tatore da lei richiesto, certi di far cosa gradita per un tempo indefinito.

COMPONENTI
CONDENSATORI R3 = 6.800 ohm
Cl = 100.000 pF RA = 470 ohm
C2 = 100.000 pF R5 = 200 ohm (potenz. a variaz. lin.)
C3 = 100.000 pF R6 = 180 ohm
C4 = 100.000 pF VARIE
es = 1.000 F- 50 VI. (elettrolitico) DI - D2-D3- D4 = 4XB40 C2200
C6 200 F - VI. (elettrolitico) D5 - D6 - D7 - zener 5,6 V
C7 = 680.000 pF TRl = AC127
C8 - 100 F - VI. (elettrolitico) TR2 = AD138
RESISTENZE TR3 = AC126
Rl = 1,1 ohm D8 = AAZ12
R2 - 3.900 ohm Ti = prim. 220 V - sec. 12 V

2 9V

C6l c7

155
Trigger di Schmitt
Sono un giovane lettore desideroso di entrare il
più velocemente possibile a far parte del mondo
dell'elettronica. Avendo sentito più volte parlare
di un circuito denominato trigger di Schmitt, vor-
rei sapere di cosa si tratta, come è fatto, come R2
funziona e a cosa serve.
MARIO SQUILLACE
Domodossola
Il trigger di Schmitt, il cui circuito è qui ri-
portato, è un dispositivo "a scatto". L'uscita, in-
fatti, può assumere soltanto due valori di ten-
sione: quello di O V circa appure quello, o qua-
si quello della tensione di alimentazione. Il circui-
to passa da una condizione all'altra con estre-
ma rapidità (come un'onda quadra) ogni volta
che la tensione di entrata supera o scende al di
sotto di un certo valore di soglia, determinato
dagli stessi componenti del circuito. Tenga pre-
sente che esistono due valori di soglia: uno in
salita ed uno in discesa; la differenza fra que-
sti due valori di tensione è nota sotto il nome
di "isteresi del circuito di Schmitt". Essa può
variare, in pratica, da pochi mV ad alcuni volt. COMPONENTI
Questo circuito viene utilizzato principalmente R1 = 1.000 ohm
per convertire le onde a variazione lenta in al- R2 12.000
= ohm
tre a variazione brusca; per esempio dalla si-
nusoide all' onda quadra. Ma questo circuito tro-
R3 = 330 ohm
va molti altri impieghi come contatore di im-
R4 = 4.700 ohm
pulsi, come circuito di protezione e in molti
R5 = 330 ohm
TRl = 2N3662
settori della fisica nucleare.
TR2 = 2N3662

• •••
Regolatore di velocità COMPONENTI
Vorrei applicare al mio vecchio mangiadischi RI = 1.000 ohm
un circuito regolatore di velocità del motorino, TRl = 2N1711
dato che le sole variazioni di volume d'ascolto TR.2 = BD138
sono sufficienti a far variare, sia pure di poco,
la velocità di rotazione del disco. Potete aiutar-
mi fornendomi un circuito semplice, economico
e di dimensioni ridotte?
ANGELO PESENTI
Seregno
Il circuito che presentiamo è adatto per risol-
vere il suo problema. Esso fa impiego di due
transistor al silicio di media potenza. Il transi- e
12V
stor TR2 deve essere provvisto di aletta di raf-
freddamento, onde evitare il surriscaldamento 6
del componente. Nel caso in cui non le risultasse
comodo l'inserimento della pila ausiliaria da 3 V.
lei potrà sostituire questo elemento con un dio-
do zener da 3 V - 1 W, polarizzandolo per mez-
zo di una resistenza da 1000 ohm, collegata fra e
il morsetto positivo della pila da 3V (che vie- TR2
ne eliminata) e il morsetto negativo della pila
da 12 V.

156
f--_ e

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al ricev.

nc2 b
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.s .L, L1 R1 R2 Il IR3 J1

C4

t # l l l l 4

l L @
Preamplificatore AF nio adatto per l'amplificazione di segnali di al-
Sono in possesso di un piccolo ricevitore ra- ta frequenza.
dio a transistor, del quale mi servo in macchina
in sostituzione dell'autoradio. Purtroppo la sensi-
bilità di questo ricevitore non è sufficiente e non
sempre mi è possibile seguire .i programmi ra-
diofonici nazionali con un ascolto accettabile.
Ora vorrei realizzare un piccolo amplificatore di
COMPONENTI
entrata da poter collegare al mio ricevitore, CONDENSATORI
senza dover ricorrere all'acquisto di un altro ap- Cl = 1.000 pF
parecchio radio più sensibile e più potente del C2 = 68 pF
m1o. C3 = 410 pF (variabile miniatura)
MASSIMO CONTRERI C4 = 100.000 pF
Livorno C5 = 15 F-15 VI. (elettrolitico)
Le consigliamo di realizzare lo stadio preampli- RESISTENZE
ficatore di alta frequenza di cui riportiamo lo Rl = 680.000 ohm
schema teorico. Esso è composto di un circuito R2 = 100.000 ohm
di sintonia adatto per le onde medie; segue un R3 = 100 ohm
clessico circuito amplificatore, pilotato a transi- VARIE
stor con emittore a massa e con impedenza di L1 bobina ferrite per onde medie
carico di collettore J1. Per il transistor TRI lei TRl AF115
potrà usare qualsiasi buon transistor al germa- Jl imp. AF (Geloso 558)

••••
Preferisco le valvole i tubi elettronici recuperati da vecchi apparecchi
Da qualche tempo cercavo sulle edicole una ri- radio, amplificatori, e televisori. Secondo me,
vista che sostituisse quelle da me finora lette, che poi, la valvola assume un valore didattico no-
tevolissimo nei montaggi sperimentali.
io ritengo troppo difficili per un principiante e
Mi sono proposto ora di realizzare l'amplifica-
perché in esse non sono riuscito a trovare alcun
tore di bassa frequenza a 4 W presentato sul fa-
progetto a valvole. Elettronica Pratica, invece, scicolo n. 6, a pag. 410, dello scorso anno. Non
mi ha interessato subito, proprio per il motivo sono riuscito, tuttavia, a reperire in commercio
che soltanto voi presentate molti progetti a val- il condensatore elettrolitico doppio C6-C7 del
vole. Ciò è molto utile a me e, forse, a molti valore di 36 + 36 F, mentre sono in possesso
altri lettori che come me vogliono impiegare di un elettrolitico doppio da 32 + 32 F. Vor-

157
rei inoltre sapere, prima di iniziare la costru- vogliamo ancora una volta ripeterci ricordan-
zione dell'amplificatore, qual'è la potenza elet- do a tutti che, quando non vengono citati i va-
trica delle resistenze. lori di potenza le resistenze sono sempre da 1/2
DOM ENICO GALLIANO watt.
Genova Quando il wattaggio è di uno o più watt, que-
Il condensatore in suo possesso può sostituire ot- sto dato viene sempre riportato, nell'elenco com-
timamente quello da noi citato nell'elenco com- ponenti, accanto al valore ohmmico della stes-
ponenti. Per quanto riguarda poi le resistenze, sa resistenza.

Circuito integrato
•••• rapporto segnale-rumore: 75 dB.
distorsione massima: 0,6% a 1.000 KHz.
Da qualche tempo mi sto facendo le ossa con i
Il circuito integrato è provvisto di una basetta
circuiti integrati e le loro applicazioni. Ritengo
di rame uscente dall'involucro, la cui unica fun-
infatti che, con l'impiego dei circuiti integrati,
zione è quella di elemento dissipatore termico.
si possano raggiungere maggiori soddisfazioni
e si possa ottenere un maggior risparmio sul co-
sto di quelle realizzazioni che montano soltan-
to transistor. Ora vorrei avere da voi lo schema
di un amplificatore pilotato dall'integrato PA237 COMPONENTI
della Generai Electric che, a quanto ho sentito CONDENSATQRI
dire, presenta caratteristiche di alta fedeltà. Cl = 330.000 pF
ALBERTO FERRI C2 = 2.000 pF
Monza C3 = 500 F- 15 VI. (elettrolitico)
Lei ci trova d'accordo sulle caratteristiche del C4 = 4,7 F-15 VI. (elettrolitico)
PA237, del quale presentiamo lo schema del C5 = 100.000 pF
circuito interno. Con questo circuito integrato RESISTENZE
lei potrà realizzare l'amplificatore qui raffigura- RI = 56.000 ohm
to. Le caratteristiche fondamentali di questo R2 - 680.000 ohm
circuito sono : R3 = 18.000 ohm
potenza: 2W con alimentazione di 24 V su R4 = 6.800 ohm
carico di 16 ohm. R5 = 330.000 ohm
sensibilità di entrata : 8 m V. R6 = 56.000 ohm
alimentazione: 9- 27 V. R7 = 22 ohm
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I
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Un circuito logico si alla estrema sensibilità del circuito. Tenga


presente che conviene sempre alimentare il cir-
Ho realizzato un circuito logico per la fotocel-
cito per mezzo di pile, senza ricorrere ad ali-
lula da voi presentato sul fascicolo di Agosto del-
mentatori con tensione prelevata dalla rete lu-
lo scorso anno. Debbo dire che il circuito fun-
ce. Il circuito deve necessariamente essere inse-
ziona sufficientemente bene. Infatti, quando il
rito in un contenitore metallico. Nel caso poi
circuito è acceso, in ambiente buio, dopo un
che a lei non interessasse raggiungere una grande
certo periodo di tempo il relé si eccita senza che
sensibilità, cioè nel caso in cui la fotocellula fos-
nell'ambiente si verifichi alcuna variazione di lu-
se destinata a funzionare in prossimità della sor-
minosità. Ciò non mi consente di tenere acceso
gente luminosa, le consigliamo di effettuare al-
l'apparato a lungo. Potete dirmi la causa di ta-
cune sostituzioni di valori dei componenti da
le inconveniente?
noi prescritti. Esse sono: RI = 100.000 ohm
ARCADIO BOSCHI (variabile); R2 = 10.000 ohm; R3 = 27.000
Vignola
ohm; R5 = 100.000 ohm; R6 = 4.700 ohm;
L'inconveniente da lei lamentato è da attribuir- C2 = 250 F - 16 VI(elettrolitico).

159
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negativo a massa.
Circuito convertitore.
Circuito di comando.
Circuito d'innesco.
Facilità di avviamento nella stagione invernale
e quando la batteria non è più giovane.
Disponibilità di una tensione, sulle candele, co-
stante e molto elevata, di circa 30.000 V reali
nelle condizioni di uso della vettura.
Possibilità di eliminare gli effetti dell'imbratta-
Questo dispositivo è stato favorevolmente apprez- mento delle candele, che infastidiscono quasi
zato da moltissimi automobilisti, perché esso è tutti gli utenti nelle marce in colonna o nel traf-
stato particolarmente concepito per l'applicazione fico cittadino.
su autovetture di serie. Le sue elevate prestazio- Riduzione della corrente nel ruttore, con il van-
ni, il prezzo d'acquisto, le ridotte dimensioni e la taggio che i contatti non si usurano più e che
facilità di installazione su qualsiasi vettura di se- l'anticipo attuale si mantiene per più lungo tempo.
rie permetteranno a tutti di godere di quei van- Abbassamento del consumo ai bassi regimi.
taggi finora riservati alle sole vetture sportive. quando cioè il generatore carica poco.
Maggiore elasticità del motore nel caso in cui
si viaggi a bassa velocità con marce alte inne-
state.
Maggiore durata della batteria per le minori sca-
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ridotto e robusto un quadrante di grandi di-
mensioni e di facile lettura; il galvanometro,
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carichi di breve durata e garantisce la preci-
sione delle letture e la vita eccezionale dello
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Precisione: ± 1,5% del valore max
Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1,5 V
CARATTERISTICHE TECNICHE sulla portata di 1 mA
Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5 - 3 - 10 - 30 - 1 00 - 300 - 1000 V (5 portate) 1- 10- 100 mA - 1-5 A
Precisione: ± 1,5% del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5%/ del valore max
portata 1000 V
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scala 1,5 V) Resistenze 3 gamme:
x 1 5 ohm:,= 10 Kohm
Tensioni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3- 10 - 30 - 100 - 300- 1000 V x 1000 5 Kohm = 10 Mohm
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na casa editrice non può essere un 1aboratorio di
riparazioni e controlli al servizio del pubblico.
Molti lettori, questo, non l'hanno ancora capito. E
continuano ad inviarci pacchi e pacchetti, contenenti i loro
montaggi, con la preghiera di controllare gli apparati,
metterli in funzione e restituirli, il più presto possibile,
al mittente. A noi, dunque, si chiede di espletare un lavoro
di riparazioni per il quale non siamo assolutamente orga-
nizzati, che non è mai stato pubblicizzato e che, almeno per
ora, non può essere istruito.
Il nostro laboratorio di progettazioni "è già di per sé abbon-
dantemente oberato di lavoro, nel perseguimento di un uni-
co fine: la presentazione sulla rivista di apparati accura-
tamente collaudati e sicuramente funzionanti. E non è pro-
prio concepibile che un solo nostro tecnico sospenda la sua
attività primaria per mettersi alla caccia all'errore com-
messo nel montaggio sperimentale di un ricevitore, ampli-
ficatore o trasmettitore di un principiante.
Dunque, chi ci invia un apparato elettronico non funzionan-
te, sottopone sé stesso e noi ad una inutile perdita di tempo
e alle inevitabili spese di spedizione postale. Perché ci co-
stringe a rispedire il pacco senza alcun intervento tecnico,
da parte nostra, sul montaggio in esso contenuto. E' una
operazione onerosa ma, ancor più, spiacevole per noi; per-
ché vorremmo sempre accontentare i nostri lettori in tutte
le loro necessità, seguirli attentamente nella loro attività,
condurli, quasi per mano, alla conquista del meritato suc-
cesso.
Ma i montaggi dei vari progetti apparsi sulla rivista non
possiamo proprio controllarli e, a malincuore, senza poterci
far nulla, dobbiamo rispedirli al lettore.
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LA COPERTINA - La spia telefonica è un minu-


scolo trasmettitore che occupa una superficie di
dieci centimetri quadrati. Essa trasmette, via ra-
dio, tutte le comunicazioni in partenza e in arrivo.
L'amplificatore ibrido trova molteplici applicazioni,
anche a bordo dell'autovettura.

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stituiscono.

163
Su una superficie di dieci centimetri quadrati, appena,
abbiamo concentrato il circuito di una microtrasmittente
e quello di un interruttore elettronico che fa entrare in fun-
zione l'apparato soltanto quando è in atto una conversa-
zione telefonica.

a spia telefonica è una trasmittente di pic- Sintonizzando un apparecchio radio a modula-


colissime dimensioni che, occultata nell'ap- zione di frequenza sulla lunghezza d'onda di tra-
parecchio telefonico o in prossimità di esso, smissione del .telefono, si possono ascoltare, sen-
trasforma quanto si dice o si ascolta al tele- za alcun collegamento di fili, tutte le conversa-
fono in segnali radio modulati in frequenza. In zioni telefoniche, con la massima chiarezza e
questo modo il telefono, pur conservando tutte con la potenza desiderata.
le sue peculiari caratteristiche, ne assume una Questo sistema di ascolto, dunque, nulla ha a
nuova: quella di stazione radiotrasmittente au- che fare con l'ascolto collettivo più classico, cioè
tomatica. Cioè il telefono diviene un trasmetti- con il sistema della ventosa applicata all'appa-
tore nel momento in cui si alza il cornetto e ces- recchio e collegata, per mezzo di un cavo, ad un
sa di esserlo quando il cornetto viene riaggan- amplificatore di bassa frequenza munito di alto-
ciato, automaticamente, senza alcun intervento parlante.
manuale sul microtrasmettitore. Il sistema di ascolto con il rnicrotrasmettitore

164
vamente sull'aspetto estetico del telefono, per-

una miracolosa ché si rende necessario un collegamento, via filo,


tra il captatore e l'amplificatore. E ciò pregiu-
dica anche l'eventuale trasportabilità dell'appa-

scatola di recchio telefonico. Inoltre, se gli apparecchi tele-


fonici installati in un ufficio o in un appartamen-

montaggio to sono più di uno, è necessario fornire ogni ap-


parecchio di un singolo amplificatore, con evi-
dente danno economico per coloro che vogliono

a sole raggiungere lo scopo prefissato.


La qualità di riproduzione sonora, ottenibile con
i classici captatori telefonici, non è poi tra le
migliori. Infatti, per compensare il basso rendi-
mento delle sonde rivelatrici, si debbono instal-
• lare amplificatori ad alto guadagno, con un con-
seguente aumento di tutti i vari ronzii, fruscii
e rumori di fondo dell'amplificatore. Ma c'è da
ricordare ancora un altro inconveniente: quello
di doversi riunire vicino al telefono per poter
udire collettivamente la conversazione, perché il
cavo di collegamento deve essere abbastanza cor-
to. Con il sistema del microtrasmettitore incor-
porato, invece, tutti questi inconvenienti scom-
paiono e l'ascolto collettivo può avvenire in qua-
lunque punto della casa, o in locali anche lon-
tani dal telefono, rimanendosene comodamente
sdraiati sulla poltrona. Ma questo sistema, lo ri-
petiamo ancora una volta, è assolutamente proi-
bito dalla legge.

IL MICROTRASMETTITORE TELEFONICO
Il progetto da noi realizzato, pur essendo ca-
incorporato nel telefono è assolutamente vieta- ratterizzato da alcune particolarità tecniche ori-
to dalla legge, perché diviene uno spionaggio ve- ginali, non si discosta di molto dagli apparati di
ro e proprio, lesivo della libertà individuale. In- tipo commerciale, attualmente posti in vendita
fatti, chiunque possegga un ricevitore radio FM al pubblico ad un prezzo che si aggira intorno
può, nel raggio di alcune centinaia di metri, a- alle 60.000 - 80.000 lire.
scoltare una comunicazione privata, violando La particolarità più considerevole del rivelatore
l'intimità della casa e delle persone. telefonico da noi ideato è la sua entrata in fun-
Tuttavia, la concezione tecnica di questo siste- zione automatica, nel momento in cui avviene
ma di ascolto ci è stata richiesta da più parti e, una chiamata e senza ricorrere all'ausilio di in-
soprattutto, da coloro che, pur promettendosi di gombranti circuiti a relé o di altri scomodi di-
astenersi daH'installazione della spia telefonica, spositivi 'adatti allo scopo, perché il problema
desiderano sapere in qual modo è concepito que- dell'automatismo è stato risolto per mezzo di
sto minuscolo apparato e come esso funzioni. due piccoli transistor al silicio e di poche resi-
Soltanto per dovere didattico, dunque, abbiamo stenze di polarizzazione.
voluto analizzare e interpretare il funzionamen- Anche l'alimentazione del dispositivo è ottenuta ...
to del microtrasmettitore telefonico, offrendo al- a spese della linea telefonica, anche se è dove-
tresì, al lettore, l'opportunità di sperimentare roso dire che l'esiguo consumo di energia elet-
il circuito con la presentazione di una scatola trica non provoca alcun squilibrio nella linea.
di montaggio completa di tutti gli elementi ne- Un'ulteriore caratteristica tecnica, degna di men-
cessari. zione, del nostro trasmettitore, è rappresentata
dall'estrema miniaturizzazione del circuito, resa
DUE SISTEMI DI ASCOLTO COLLETTIVO possibile per mezzo di un piccolo circuito stam-
Abbiamo già ricordato il sistema più tradizionale pato sul quale trovano posto tutti i componenti
di ascolto collettivo di una telefonata, per il qua- elettronici, montati in posizione verticale.
le si ricorre alla costruzione di un amplificatore L
{ minime dimensioni del circuito sono state
telefonico, dotato di captatore ad induzione da raggiunte anche in virtù delle piccole potenze in
applicarsi nella parte esterna dell'apparecchio gioco, che permettono di utilizzare componenti
telefonico, senza violare alcuna legge o disposi- a bassa dissipazione e, quindi, con elevato grado
zione della società telefonica. Questi dispositivi, di miniaturizzazione, senza ricorrere alle alette
tuttavia, presentano molti difetti tecnici. La lo- di raffreddamento che rappresentano sempre
ro installazione, ad esempio, interferisce negati- elementi di un certo ingombro.

165
I ""o
c1
.,
L1 ~ [ ~
Il li ~

Il Il Il
"e 2R4 5R5

TR~c Il
Il+ Il+

u
g TT +
C2 Il . li Il
$%
C3II 7 R2 IcA .JJ
R3 .. r = e
bianco

Fig. 1 - II circuito della spia telefonica consta di due parti distinte: l'oscillatore
in modulazione di frequenza, pilotato dal transistor TRI e l'interruttore elettronico,
pilotato dai transistor TR2-TR3.

Resistenze
RI = 1.500 ohm
R2 = 1.500 ohm
R3 = 180 ohm
R4 = 18.000 ohm
R5 = 56.000 ohh
PONENTI R6 = 3.900 ohm
Tutte le resistenze sono da 1/4 watt.
Condensatori
C1 = 20 pF (compensatore miniatura) Varie
C2 = 4.700 pF TR1 == BF198
C3 = 10 F - 6 VI. (elettrolitico) TR2 = BSX21
C4 = 2.200 pF TR3 = BSX21
es = 10 pF DZ = diodo zener (3,3 V)
C6 = 5 F- 10 VI. (elettrolitico) L1 = bobina sintonia (vedi testo)

Ispirandoci a tali concetti costruttivi, è stato bene questo concetto tecnico, occorre sapere che
possibile concepire una vera e propria microspia cosa avviene, lungo la linea telefonica, nel mo-
telefonica, che diverrà certamente oggetto di stu- mento in cui è in atto una comunicazione.
dio e di sola sperimentazione didattica per tutti Le linee telefoniche sono composte da due fili
i nostri lettori. conduttori, sui quali è presente una tensione con-
tinua di alimentazione, che fornisce al ricevitore
LA LINEA TELEFONICA telefonico la corrente necessaria al funzionamen-
Alla nostra spia telefonica abbiamo attribuito to. Quando si parla o si ascolta, alla tensione di
l'aggettivo «automatica», perché essa entra in alimentazione si sovrappone un segnale di bassa
funzione soltanto quando funziona uno dei ri- frequenza.
cevitori telefonici di casa. Ma per comprendere Quando il cornetto telefonico è agganciato, un

166
ROSSO

c1

L-1

R2 R1
TR3
BIANCO
e
Fig. 2 - L'intero circuito della spia telefonica viene montato su una basetta di forma
rettangolare, defle dimensioni di 4x2,5 cm. L'alimentazione del circuito avviene a ...
spese della linea telefonica. Ruotando la vite del compensatore C1, è possibile
sintonizzare la frequenza di trasmissione sul punto più adatto della gamma del
ricevitore a modulazione di frequenza.

apposito interruttore interno disinserisce il ca- tore, appositamente concepito per questo scopo,
rico (microfoni a carbone) e la tensione conti- imporrebbe l'impiego di elementi in grado di
nua, presente sulla linea, assume il valore di dissipare una notevole potenza, che sovraccari-
60 V circa. cherebbe la linea con un conseguente cattivo
Quando il cornetto telefonico viene sollevato, il funzionamento di questa. Ecco perché, nel con-
carico risulta inserito e la tensione continua, cepire la nostra spia telefonica, abbiamo proget-
sulla linea, scende ai valori di 56 V. tato un interruttore automatico in grado di di-
Non è possibile concepire un microtrasmettitore sinserire il circuito quando sulla linea è pre-
alimentato con una tensione continua che oscil- sente la tensione di 60 V, inserendolo invece in
la fra i 5 e i 60 V, perché un circuito stabilizza- presenza della tensione di 5-6 V.

167
terdizione, impedendo il passaggio di corrente
fra collettore ed emittore ed impedendo, di
conseguenza, l'alimentazione dello stadio di alta
C3-6 frequenza pilotato dal transistor TRl.
Quando la tensione della linea telefonica scende

if H
inea segno %
dal valore di 60 V a quello di 56 V, il valore
della resistenza RS non è più in grado di co-
stringere alla saturazione il transistor TR3, la
cui base risulta polarizzata con una tensione in-
nera
feriore allo 0,6 V.
Questo valore di polarizzazione interdice TR3 e
la base di TR2 non è più vincolata al potenziale
TR1 TR2- 3 negativo, mentre riceve, attraverso la resistenza
R4, una corrente sufficiente a mettere in condu-
B~
-•- .•. C zione il transistor TR2. E in queste condizioni
03% il transistor TR2 si comporta come un interrut-
~

...> é tore chiuso; la corrente fluisce fra collettore ed


emittore ed alimenta pure lo stadio di alta fre-
quenza, cioè il transistor TR1.

STADIO AF
La rimanente parte del circuito di figura 1 com-
DZ pone lo stadio oscillatore dì alta frequenza, cioè
il microtrasmettitore vero e proprio. Questo cir-
cuito è di .tipo Colpitt e il suo principio di fun-
zionamento è basato sulla reazione positiva che
si attua tramite il condensatore C5, il quale per-
mette di conservare le oscillazioni di frequenza
determinate dal circuito oscillante composto dal-
la bobina Ll e dal compensatore Cl.
Fig. 3 - I condensatori elettrolitici ed li diodo Le resistenze Rl ed R2 provvedono alla polariz-
zener sono componenti polarizzati, che debbono zazione di base del transistor TRl, mentre i ri-
essere inseriti nel circuito stampato tenendo manenti condensatori servono a filtrare il se-
conto delle loro esatte polarità: esse sono chia- gnale di alta frequenza.
ramente indicate nel disegno. Per quanto riguar-
da la disposizione dei terminali dei transistor,
si deve ricordare che, per Il transistor TRI, MODULAZIONE DEL SEGNALE AF
il terminale di emlttore si trova In posizione Il circuito della microtrasmìttente di figura I si
centrale, contrariamente a quanto avviene nella presenta, apparentemente, privo di stadio modu-
maggior parte dei transistor. latore, contrariamente a quanto si verifica in
'tutti i radiomicrofoni.
In realtà è la stessa linea telefonica che, in virtù
del segnale di bassa frequenza sovrapposto alla
tensione di alimentazione, permette di usufruire
di una adeguata modulazione; questa, infatti, può
L'INTERRUTTORE ELETTRONICO risultare addirittura eccessiva per un microfono
Il circuito con il quale abbiamo potuto risolvere a carbone. Ecco perché si è provveduto ad inse-
il problema dell'alimentazione della spia telefo- rire, in parallelo al circuito di alimentazione, il
nica è pilotato dai transistor TR2-TR3 e dalle diodo zener DZ e il condensatore elettrolitico C6,
resistenze R4-R5-R6 (figura 1). i quali provvedono ad un certo livellamento del-
Tenendo conto di quanto già detto, è facile ora la modulazione sovrabbondante, che porterebbe
comprendere il funzionamento dell'interruttore il trasmettitore in facili fenomeni di slittamento
elettronico. di frequenza, tipici dei trasmettitori FM con mo-
Quando fra i due conduttori, rosso e bianco, che dulazioni eccessive.
fanno capo alla linea telefonica vi è la tensione Ma i fenomeni di sovramodulazione possono u-
continua di 60 V circa, il transistor TR3 entra gualmente manifestarsi quando è in corso una
in saturazione, cioè in condizioni di completa comunicazione ad altissimo livello sonoro, men-
conduttività e ciò in virtù del particolare dimen- tre in presenza di comunicazioni a livello sonoro
sionamento del partitore resistivo composto dal- normale la trasmissione è da ritenersi ottima.
le resistenze R5-R6. In pratica ciò significa che, parlando al telefono,
Il collettore di TR3 si trova dunque allo stesso non si deve urlare, se non si vuol sovramodulare
potenziale dell'emittore e a questo stesso valore il trasmettitore.
di potenziale si trova anche la base del transi- E' ovvio che da questo microtrasmettitore non
stor TR2. Ma con una tensione di base tanto ci si debbono aspettare trasmissioni ad alta fe-
elevata, il transistor TR2 viene costretto all'io- deltà, soprattutto per la qualità della capsula

168
microfonica a carbone che molti nostri lettori
conosceranno bene per averla utilizzata in mon-
taggi a carattere sperimentale.
COMP
COLLEGAMENTO ALLA LINEA TELEFONICA
Il collegamento della spia telefonica alla linea
del telefono è molto semplice ed immediata. Ba-
sta infatti svitare la «presa » del telefono ed in-
serire la microtrasmittente in parallelo ai due
conduttori, rosso e bianco, in essa contenuti. ,
Allo scopo di non commettere errori di inseri-
mento del circuito, la microtrasmittente verrà
equipaggiata con due pinzette a bocca di cocco-
drillo, una di color rosso e l'altra di color bian- •
co, in modo da ottenere una perfetta corrispon-
denza fra i conduttori della linea e quelli della
spia telefonica.
-LI- R1
Nel caso in cui i conduttori della linea telefoni-
ca avessero colorazioni diverse dal rosso e dal
bianco, sarà molto facile individuare con il te-
ster la linea della tensione positiva (rosso) e
quella della tensione negativa (bianco). Fig. 4 - L'applicazione della bobina di sintonia
Negli apparecchi telefonici di tipo a muro, non L1, sul circuito stampato, deve essere fatta dopo
esiste, normalmente, alcuna calotta di distribu- aver applicato, sul circuito stesso, uno spezzone
zione. In questo caso conviene agganciarsi in di filo (1), che permette di effettuare un preciso
collegamento sulla metà esatta del solenoide.
parallelo ai fusibili telefonici, sempre presenti
in ogni impianto, seguendo le stesse modalità
sopra citate. eccezione: il terminale di emittore si trova in
posizione centrale (in questa posizione normal-
MONTAGGIO DELLA MICROTRASMITTENTE mente si trova la base). Questa particolare di-
Il montaggio della microspia telefonica non pre- sposizione degli elettrodi del transistor TRI dimi-
senta notevoli difficoltà pratiche, nemmeno per nuisce le capacità parassite interne del compo-
i principianti. Tuttavia, anche se una mezzoretta nente, aumentandone la frequenza di taglio e,
può essere sufficiente per il montaggio del cir- in definitiva, la qualità del transistor stesso.
cuito, il lettore non deve lasciarsi prendere dalla
frenesia di portare a termine il montaggio il più COSTRUZIONE DELLA BOBINA
presto possibile, perché chi lavora in questo mo- La bobina Ll rappresenta l'unico componente
do rischia di commettere errori grossolani che, che il lettore dovrà autocostruirsi.
inevitabilmente, conducono all'insuccesso. Dun- Per essa si dovrà utilizzare filo di rame ricoper-
que, prima di saldare ciascun componente, oc- to di stagno o di argento (filo stagnato o argen-
corre accertarsi di averlo inserito nella sua giu- tato) del diametro di 0,5 - 0,6 mm. Come solu-
sta sede e nel verso esatto. Una volta effettuata zione di ripiego è possibile ricorrere al filo di
la saldatura ci si dovrà accertare che il com- rame smaltato, con l'avvertenza di eliminare lo
ponente risulti effettivamente saldato e non si smalto nei punti di saldatura.
sfili con una semplice trazione della mano. Ciò La bobina dovrà avere un diametro interno di
significa che le saldature assumono enorme im- 6 mm e per realizzarla basterà avvolgere il filo
portanza e debbono essere eseguite alla perfe- sul perno di un potenziometro avente, ovviamen-
zione. te, il diametro di 6 mm. Le spire dovranno es-
I terminali dei componenti debbono essere ri- sere in numero di 7 e dovranno risultare leg-
dotti al minimo, in modo da raggiungere un ap- germente spaziate tra di loro, in modo da otte-
parato di piccolissime dimensioni. La disposizio- nere un solenoide della lunghezza di 9-10 mm.
ne dei componenti, sulla basetta del circuito Per effettuare la necessaria presa centrale si de-
stampato, è di tipo verticale. In ogni caso occor- ve ricorrere ad un piccolo accorgimento: quello
re seguire attentamente il piano di cablaggio ri- illustrato in figura 4. Prima di procedere all'in-
portato in figura 2, nel quale il disegno del cir- serimento della bobina sul circuito stampato, si
cuito stampato è da considerarsi visto in tra- inserisce uno spezzone di filo, della lunghezza di
sparenza. un centimetro circa, nell'apposito foro (1 di figu-
La disposizione dei vari terminali di taluni com- ra 4). Questo spezzone di filo potrà essere rap-
ponenti, ed in particolar modo quella del tran- presentato dal « ritaglio » di una resistenza o di
sistor, è riportata in figura 3. Come si potrà no- un condensatore. Poi si salda la bobina (2 di fi-
tare, la disposizione dei terminali del transi- gura 4) e successivamente si salda lo spezzone
stor TR1, contrariamente a quanto si verifica di filo ( 1) esattamente a metà spire della bo-
nella maggior parte dei transistor, presenta una bina Ll, così come indicato anche nello schemi-

169
no elettrico di figura 5, facendo bene attenzione
che la saldatura non cortocircuiti le spire vicine.

L'ANTENNA
La microtrasmittente è stata progettata in mo-
e do da funzionare senza l'ausilio di alcuna anten-
..,
E
na esterna. E' ovvio che, senza l'antenna, la por-
uo
I, tata del piccolo trasmettitore sarà limitata ad
11 un centinaio di metri circa; ma questa distanza
.r:
O è più che sufficiente per l'uso che di essa si vor-
e:
::, rà fare.
Volendo aumentare notevolmente la portata del
cI microtrasmettitore, occorrerà fornire l'oscillato-
z
z re di una semplice antenna, costituita anche da
Lu]
l uno spezzone di filo della lunghezza di 75 cm,
z
r che dovrà essere saldato sulla prima spira della
bobina L1, dal lato freddo, cioè da quella parte
in cui la bobina Ll è collegata al condensato-
re C2.

MESSA A PUNTO
Terminiamo così la presentazione di questa sim-

L
Fig. 5 - La portata del nostro minuscolo trasmettitore,
che normalmente si aggira intorno al centinaio di metri,
può essere notevolmente aumentata applicando un'an-
patica microtrasmittente, indicandovi brevemen-
te le poche operazioni di messa a punto.
Dopo aver montato il trasmettitore, occorrerà
mettere in funzione un ricevitore radio dotato
della gamma a modulazione di frequenza e, ov-
viamente, commutato su tale gamma.
La microtrasmittente dovrà essere alimentata
tenna della lunghezza di 75 cm, saldata sulla prima con una pila da 4,5 V, rispettando le polarità
spira, dal lato freddo, cioè dalla parte in cui la bobina del circuito.
L1 è collegata al condensatore C2. Il diametro interno Una volta acceso il ricevitore radio, occorrerà
del solenoide è di 6 mm, la sua estensione è di
9-10 mm. Il filo di rame stagnato o argentato ha un
esplorare lentamente la gamma FM fino a senti-
diametro di 0,5-0,6 mm. re nell'altoparlante un forte soffio. Meglio sarà
sintonizzare prima il ricevitore su un punto del-
la gamma in cui non vi siano trasmissioni radio-
foniche, intervenendo poi sul compensatore Cl,
fino a sentire il soffio sull'altoparlante del rice-
vitore posto ad alcuni metri di distanza dalla
microtrasmittente. Nel caso in cui non si udisse
alcun segnale, ritenendo che le emissioni avven-
gano fuori gamma, sarà sufficiente far variare
la spaziatura delle spire della bobina Ll, per
mezzo di un cacciavite, per poter ascoltare il se-
gnale emesso dalla spia telefonica.
Una volta ottenuta questa condizione, basterà
collegare il piccolo apparato alla linea telefoni-
ca, nel modo precedentemente citato, affinché
tutto sia pronto per intercettare ogni telefonata.
Dopo l'inserimento dell'apparecchio sulla linea
telefonica, potrà rendersi necessario un lieve ri-
tocco alla sintonia del ricevitore; cioè, con il
comando di sintonia, si dovrà fare in modo di
riascoltare il soffio attraverso l'altoparlante del
ricevitore.
Fig. 6 - Circuito stampato del-
la spia· telefonica riprodotto in
dimensioni naturali, cioè in·
scala 1/1.

170
1?

--------.ar-------

Fig. 7 - In questa foto sono rJ.prodotti tutti gli elementi contenuti nella scatola di
montaggio e necessari per la ?ealizzazione della spia telefonica.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 8. 700


Per richiederla occorre inviare il relativo importo a mezzo vaglia
o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - 20125 MI-
LANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono comprese anche le spese
di spedizione) .
.

nostro indirizzo è

TBONICA
TIC
Via Zuretti 52 - 20125 Milano - Tel. 6719 45
171
Realizzando questo amplificatore in Tutti gli elementi necessari per la·
due esemplari identici, si potrà otte- realizzazione dell'amplificatore, fatta
nere un ottimo apparato stereofoni- eccezione per l'altoparlante, sono
co, che potrà essere installato a bor- contenuti in una scatola di montag-
do dell'autovettura. 1
I
gio da noi posta in vendita al prezzo

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di L. 9.500.

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172
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Fig. 1 - Schema elettrico del circuito integrato TAA435 della Philips. Questo circuito
è equivalente a quello di cinque transistor NPN, un diodo e sei resistenze; tutti
questi elementi sono concentrati su una piastrina di I mm di lato circa.

aggettivo attribuito a questo amplificatore componenti senza dubbio notevole. Un secondo


vuol significare che esso è il risultato del vantaggio è rappresentato dalla raccolta di quasi
mescolamento di elementi di specie diversa. tutti gli elementi degli stadi preamplificatori in
Un tempo veniva definito ibrido un amplificatore un solo integrato, limitando cosl le possibilità di
pilotato in parte a valvole e in parte a transistor. captare disturbi ed interferenze. Innegabili van-
Oggi questo aggettivo lo troviamo un po' dovun- taggi derivano poi dalla omogeneità dei transi-
que, addirittura nei circuiti integrati. Infatti, per stor impiegati, appartenenti tutti alla stessa pia-
integrato ibrido si intende un circuito composto strina di silicio, che permettono di adottare tec-
da più integrati non appartenenti alla stessa « fet- niche circuitali di gran lunga superiori a quelle
ta» di silicio, collegati fra loro con fili condut- degli stadi preamplificatori di tipo tradizionale.
tori sottilissimi ed incapsulati in un unico con- Ad esempio, si può raggiungere un elevato gua-
tenitore, così da apparire come un unico circui- dagno e si possono ottenere una elevata impe-
to integrato. denza di ingresso ed una considerevole reiezione
Nel caso del nostro amplificatore, si è fatto uso al rumore di alimentazione.
di un circuito integrato e di due transistor al L'accoppiamento in corrente continua dei vari
silicio di media potenza per gli stadi di uscita. stadi e la scomparsa di collegamenti a filo per-
Questa soluzione circuitale ci ha permesso di su- mettono, inoltre, di ottenere, anche da circuiti
perare brillantemente alcuni problemi relativi semplici, un'ampia banda passante, essenziale per
agli amplificatori di bassa frequenza. Infatti, ri- una buona riproduzione sonora.
correndo all'uso di un circuito integrato per gli Sotto il profilo economico, poi, l'uso dell'inte-
stadi preamplificatori e per lo stadio pilota, si grato è evidentemente vantaggioso, perché con
raggiungono notevoli vantaggi; il primo di que- esso diminuiscono le possibilità di errore di col-
sti è rappresentato dalla semplificazione del cir- legamento e di cablaggio.
cuito, perché sono sufficienti pochi componenti
elettronici per sostituire completamente un cir- I TRANSISTOR NEGLI STADI FINALI
cuito che, realizzato con soli transistor, avrebbe Un amplificatore di bassa frequenza non è com-
richiesto uno spazio maggiore ed un numero di posto da soli stadi preamplificatori e pilota, ma

173
Fig. 2- Le dimensioni esterne dell'integrato sono
superiori a quelle della piastrina in esso con-
tenuta, perché occorre lo spazio per il colle-
gamento esterno con gli elettrodi del com-
ponente.

necessita anche di uno stadio di potenza in gra-


do di mettere in risalto le caratteristiche dell'in-
tero apparato.
Allo stato attuale della tecnica, il circuito di usci-
ta che offre le migliori garanzie di potenza, fe-
deltà, minima distorsione, è quello a simmetria
complementare. Ed è proprio a questo tipo di
circuito che noi ci siamo richiamati, impiegan-
do la nota coppia di transistor complementari al
germanio AD161-AD162.

APPLICAZIONI VARIE
Tenuto conto delle eccellenti caratteristiche di
questo amplificatore da 4 W, il lettore potrà ser-
virsi di esso per gli usi più svariati. L'amplifica-
tore ibrido potrà validamente sostituire un vec-
chio ed esaurito amplificatore a valvole per fo-
novaligia.
Realizzando l'amplificatore in due esemplari iden-
tici, si potrà ottenere un'ottima versione stereo-
fonica. Anche in questo caso, facendo riferimen-
to ad un vecchio giradischi, sarà possibile otte-
nere un vero e proprio impianto ad alta fedeltà.
Un'altra applicazione, molto importante, può es-
sere quella dell'amplificazione sonora a bordo E' utilissimo in casa, soprattutto a colo-
dell'autovettura, attribuendo al circuito il com- ro che amano dire: « Faccio tutto io! »,
pito di amplificatore supplementare per radioline perché rappresenta il mezzo più adatto
e mangianastri. per le riparazioni più elementari e per
molti lavori di manutenzione. La poten-
L'INTEGRATO TAA 435 za è di 50 W e la tensione di alimenta-
Lo stadio preamplificatore, come abbiamo già zione è quella più comune di 220 V. Vie-
detto, è pilotato dall'integrato TAA 435 della Phi- ne fornito in un kit comprendente anche
lips. Questo circuito è equivalente a quello di una scatolina di pasta disossidante, una
cinque transistor NPN, un diodo e sei resistenze;
tutti questi elementi sono concentrati su una
porzione di stagno e una formetta per
piastrina di I mm di lato circa. la pulizia della punta del saldatore.
Le dimensioni esterne dell'integrato sono supe-
riori a quelle della piastrina, perché occorre lo
spazio per il collegamento esterno dei vari punti Costa solo
del circuito.
Nello schema elettrico di figura I, rappresenta- Richiedetelo Inviando vaglla o modulo
tivo dell'integrato_ TAA 435 della Philips, è possi- di c.c.p. n 3/26482 a ELETTRONICA
bile notare che lo stadio di entrata, pilotato dai PRATICA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano
transistor TR1-TR2, è di tipo differenziale; ad

174
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Fig. 4 - Cablaggio dell'amplificatore sul circuito stampato. Tutti i componenti sono


qui presentì; fanno eccezione il potenziometro regolatore di volume R1, le prese
di entrata e di uscita e i due transistor finali. Tutti questi ultimi elementi vengono
applicati sul contenitore metallico dell'apparato.

esso fa seguito uno stadio separatore di tipo metro funge da elemento di controllo di volume;
emitter follower, pilotato dal transistor TR3. il collegamento è ottenuto sul piedino 9 dell'in-
Vengono poi l'amplificatore con emittore a mas- tegrato, che rappresenta l'entrata del preampli-
sa, pilotato da TR4 e lo stadio pilota, pilotato da ficatore.
TR5, che permette di inviare allo stadio finale il Il segnale, dopo aver attraversato gli stadi del-
segnale precedentemente amplificato. l'integrato e dopo aver subito una adeguata am-
In figura 2 è possibile vedere Ja composizione in- plificazione, è presente sui terminali 2-3, sui qua-
terna del circuito integrato montato nel nostro li si ha un'identico segnale, sia per quel che ri-
amplificatore. guarda l'ampiezza, sia per quel che riguarda
la fase; ciò che varia, di poco, è la polarizzazio-
CIRCUITO DELL'AMPLIFICATORE ne rispetto a massa, che permette di accoppiare
Il circuito completo dell'amplificatore di bassa direttamente i due segnali alle rispettive basi di
frequenza è rappresentato in figura 3. una coppia di transistor complementari (TR1-
Come si vede, l'integrato è stato fornito degli TR2).
elementi esterni necessari per le varie polariz-
zazioni. TRANSISTOR COMPLEMENTARI
Il segnale, prelevato da un pick-up o da q sin- Vogliamo ritenere che alcuni nostri lettori non
tonizzatore, viene applicato al circuito dell'am- conoscano esattamente il significato dell'espres-
plificatore tramite il potenziometro Rl, che è di sione « transistor complementari ». Riteniamo do-
tipo a variazione logaritmica. Questo potenzio- veroso, interpretare questa espressione.

176
ISOLATORE

Per transistor complementari si intende una cop-


pia di transistor, dei quali uno è di tipo PNP e
l'altro è di tipo NPN, caratterizzati da elementi
tecnici del tutto simili; per esempio: uguale
dissipazione di potenza, uguale corrente massi-
ma, uguale guadagno, ecc.
Inviando uno stesso segnale alle due basi dei
transistor complementari, uno di essi diviene
maggiormente conduttore, mentre l'altro diviene Fig. 5 - Piano di montaggio completo dell'amplificatore
di bassa frequenza. Fra il transistor TR1 e il radiatore
meno conduttore in ugual misura; in virtù del- deve essere Interposto un foglietto di mica, in modo
l'uguaglianza dei due transistor, vengono annul- da Isolare il collettore da massa; l'involucro esterno
late le eventuali imperfezioni dovute alla non li- del transistor TR2, invece, deve risultare in intimo
nearità dei transistor stessi. contatto elettrico con la piastrina di alluminio del
Allo scopo di stabilizzare ulteriormente la cor- radiatore.
rente di riposo dei transistor finali (in una certa
misura già vi provvede il diodo inserito nell'in-
tegrato), è stata collegata, fra le due basi dei
transistor TR1-TR2, una resistenza NTC (R11),
la cui proprietà è quella di diminuire il proprio
valore ohmmico con l'aumentare della tempera-
tura, contrariamente a quanto avviene nelle nor-

177
LIN G U E TT A

TAA35
Fig. 6 - Per non commettere errori di cablaggio,
nell'applicazione del circuito integrato, occorre
l IRE 2
far riferimento alla linguetta ricavata sulla base
del componente. Contenitore a 12 cassetti, componi-
bile ad incastro; dimensioni di un cas-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
PERCENTUALE
- - - .t.O HZ
-- 1 KHZ
provvisto di divisori interni.
01 OISrDRS + 12 KHZ
3

f------+---------,·----t-Hll-
1

. [-- ·- - l ., ,+ [

-±- AFAl
0,1 1 s
I
I POI. USC (WAtr)

ig. 7 - Curve relative alla potenza di uscita e


alla distorsione, espressa in percentuale, dell'am-
plificatore di bassa frequenza.

R
'"
-
Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

AW04
Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
co, il vostro angolo di lavoro in un
vero e proprio laboratorio!

Le richieste delle cassettiere debbono essere


Fig. 8 - Circuito stampato in grandezza natura fatte inviando anticipatamente l'Importo, a mez-
le, cioè in scala 1/1, necessario per la compo zo vaglia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a:
sizione dell'amplificatore di bassa frequenza. ELETTRONICA PRATICA - Via Zurettl, 52 -
20125 MILANO.

178
mali resistenze. In questo modo, quando per un tutto lo spettro sonoro si avvicina a quella di
motivo qualsiasi la temperatura aumenta, la re- molti complessi ad alta fedeltà. Questi dati sono
sistenza Rll, diminuendo il proprio valore, tende chiaramente deducibili dai diagrammi rappre-
a ridurre la conduttività dei transistor finali e a sentati in fig. 7.
limitare la dissipazione di potenza di questi.
Si noti che il guadagno dell'intero amplificatore REALIZZAZIONE PRATICA
è regolato dalla rete di controreazione, compo- Il montaggio di questo amplificatore può essere
sta da R6-R7, Che provvede a stabilizzare un cir- ottenuto da tutti i principianti di elettronica.
cuito e a rendere lineare la curva di risposta. Un L'adozione del circuito stampato, infatti, sem-
ultimo particolare degno di nota consiste nell'in- plifica notevolmente il lavoro di cablaggio.
serimento, in serie al circuito di alimentazione, In ogni caso, per agevolare anche coloro che
del diodo al silicio DI, che impedisce all'ampli- normalmente incontrano difficoltà di reperimen-
ficatore di subire danni in caso cli errato inseri- to di materiali elettronici, abbiamo ritenuto far
mento delle pile di alimentazione. cosa gradita a tutti approntando una scatola di
montaggio completa di tutti gli elementi, ad ec-
CARATTERISTICHE DELL'AMPLIFICATORE cezione dell'altoparlante.
Pur non godendo di caratteristiche elettriche ec- Tutti i componenti trovano posto sul circuito
cezionali, il nostro amplificatore è in grado di stampato; i soli due transistor finali di potenza
fornire prestazioni di tutto rispetto. debbono essere fissati su un elemento raffredda-
La potenza nominale è di 4 watt con altoparlan- tore, allo scopo di evitare fenomeni di surriscal-
te da 4 watt e 5 ohm di impedenza. damento. Lo stesso contenitore metallico, di al-
La sensibilità, alla frequenza di 1000 Hz e alla luminio, fungerà da elemento raffreddante.
potenza di 4 W è di 15 mW. Il responso di fre- Il transistor TRl, che è di tipo AD161, dovrà es-
quenza a 1,5 dB è compreso fra i 30 e 20.000 sere montato tramite l'interposizione di un fo-
Hz. glietto di mica isolante; i terminali del transi-
La distorsione armonica totale alla massima po- stor dovranno essere muniti di elementi passan-
tenza è inferiore all'1%. E' un dato molto inte- ti isolati, in modo che il collettore non risulti in
ressante, perché una distorsione così bassa entro contatto con il metallo (il- lettore deve ricordare

179
che le viti di fissaggio di TRI rappresentano il od altro apparato, esclusivamente con cavetto
collettore del componente). Lo stesso telaio do- schermato, collegando a massa la calza metallica
vrà essere collegato con la linea negativa dell'ali- del cavetto stesso.
mentazione. Il collegamento fra l'amplificatore e l'altoparlan-
Nessuna precauzione è invece necessaria per il te potrà essere ottenuto con cavetto bipolare co-
transistor TR2, che è di tipo AD162; infatti, il mune, dato che, in virtù della bassa impedenza
collettore di TR2 deve risultare in intimo con- in gioco, non sussistono rischi di captare rumori
tatto elettrico con la massa metallica dell'appa- estranei.
rato. L'altoparlante prescritto dovrà avere una poten-
Per il circuito integrato non è necessario alcun za di 4 W e un'impedenza di 5 ohm.
elemento raffreddante; soltanto nel caso in cui E' sempre possibile, tuttavia, utilizzare un alto-
l'amplificatore dovesse essere installato in am- parlante da 8 ohm, anche se si otterrà una di-
biente a temperatura elevata, allora converrà minuzione della potenza di uscita.
munire l'integrato di un dissipatore termico; ciò Coloro che dovranno acquistare i transistor fi-
può essere necessario nel caso in cui l'amplifi- nali TRI - TR2, dovranno accertarsi che questi
catore venga installato sull'automobile che, d'e- compongano una coppia selezionata complemen-
state, può rimanere esposta al sole. tare che, in pratica, viene a costare alcune cen-
Non esistono particolari critici di montaggio e tinaia di lire in più rispetto al prezzo di costo
basterà attenersi scrupolosamente al cablaggio di due transistor separati. Non utilizzando una
di fig. 4 e a quello di fig. 5 per essere certi di rag- coppia selezionata, non si otterranno i risultati
giungere il successo. desiderati.
Coloro che non si serviranno della nostra scatola
di montaggio dovranno tener conto che il mon- ALIMENTATORE
taggio deve essere eseguito in un contenitore me- L'alimentazione ciel circuito dell'amplificatore di
tallico, che ha lo scopo di fungere da schermo bassa frequenza è ottenuta con una tensione con-
elettromagnetico e da dissipatore di calore per tinua di valore compreso fra i 12 e i 14 V. Il va-
i transistor finali. lore esatto dovrebbe essere quello di 13,5 V.
Quando si monta il circuito integrato, occorre Si possono utilizzare tre pile piatte, da 4,5 V
far riferimento alla piccola tacca ricavata sulla ciascuna, collegate in serie in modo da ottenere
base del componente, così come indicato in fig. 6. il valore complessivo di 13,5 V. L'alimentazione,
I terminali dovranno rimanere lunghi, allo scopo per coloro che vorranno installare l'amplificatore
di non riscaldare troppo il componente durante sull'autovettura, potrà essere prelevata diretta-
le operazioni di saldatura. mente dalla batteria della macchina. Un terzo
Per i collegamenti di entrata e cli uscita si do- sistema di alimentazione può essere quello del-
vranno utilizzare prese jack o, comunque, prese l'impiego di un alimentatore stabilizzato in grado
a 5 poli, realizzando i collegamenti fra l'ampli- di fornire la tensione di 13,5 V con la potenza
ficatore e il giradischi, il mangianastri, la radio necessaria.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
do .dell'elettronica pratica, non
1.40
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano

180
RICEVITORE SUPERETERODINA
A 8 TRANSISTOR +1 DIODO

TUTTI LO POSSONO COSTRU


RE ATTRAVERSO UN PIACEVO-
LE ESERCIZIO DI RADIOTECNI-
CA APPLICATA

CARATTERISTICHE
Potenza d'uscita 0,5 W
Ricezione in AM 525 - 1700 KHz (onde medie)
Antenna interna In ferrite
Semiconduttori 8 transistor + 1 diodo
Alimentazione 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
Presa esterna per ascolto in auricolare
Media frequenza : 465 KHz
Banda di risposta: 80 Hz - 12.000 Hz
Dimensioni : 15,5x7,5x3,5 cm
Comandi esterni : sintonia- volume - interruttore

Il TICO-TI

ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente l'im-
porto di L. 5.900 (senza auricolare) o di L. 6.300 (con auricolare) a mezzo vaglia po-
stale o c.c.p. n. 3/26482 (spese di spedizione comprese). l'ordine in contrassegno costa
500 lire in più.
t
I
n. 3]TT!
dell'aspirante
elettronico

g
5gane I TRANSISTOR
Queste pagine sono principalmente dedica&e agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

a parola « transistor » corre oggi sulla boc- per ridurre al minimo, nella propria mente, quel-
ca di tutti, dei profani e di coloro che di l'insieme di misteri che ancor oggi sovrastano
elettronica se ne intendono, il mondo dell'elettronica.
Generalmente si sa che il transistor è un compo-
nente dell'apparecchio radio, del registratore, del- GERMANIO E SILICIO
l'amplificatore, del mangiadischi o di altro appa- Ogni transistor è costituito da un corpo solido,
rato che sostituisce, nell'elettronica moderna la dal quale fuoriescono tre o quattro terminali,
vecchia valvola termoionica e che permette di corrispondenti ad altrettanti elettrodi contenuti
realizzare apparati di dimensioni molto ridotte, nel transistor stesso, così come avviene nelle nor-
I tecnici sanno a che cosa serve il transistor, ne mali valvole elettroniche.
conoscono la tecnica di collegamento nei circuiti,
sanno misurare tensioni e correnti sui terminali. Ma come sono fatti internamente gli elettrodi di
Non tutti, peraltro, conoscono la natura intima un transistor? A quali fenomeni elettrici essi
di un transistor, la sua costituzione interna, i fe- danno luogo? In che modo il transistor riesce
nomeni elettrici che in esso si manifestano. Sono ad amplificare un segnale radio? Lo vedremo ben
concetti, questi, che non destano particolare in- presto; per ora occupiamoci di due particolari
teresse nella pratica applicazione di ogni giorno, cristalli che, oggi, sono alla base dell'elettronica
ma che, tuttavia, chi si occupa di elettronica per moderna: il cristallo di germanio e quello di
diletto o professionalmente deve pur conoscere, silicio.

182
PNP

b b
PNP

NPN
b
NPN e
PILA
e

Fig. 1 - Tutti i transistor possono essere sud- simbolo di base. Nel transistor NPN la freccia
divisi in due grandi categorie: quella degli NPN è rivolta verso l'esterno. Sulla destra del dise-
e quella dei PNP. 1 disegni, rappresentati sulla gno sono rappresentati gli schemi elementari
sinistra, si riferiscono al simbolo elettrico del di alimentazione dei due tipi di transistor. La
transistor. Nel transistor PNP il simbolo di emit- resistenza inserita fra collettore e base serve
tore è munito di una freccia rivolta verso il a polarizzare il transistor.

Quando questi cristalli vengono mescolati con


altri elementi, essi diventano dei « semicondut- fatto che in esso vi è una prevalenza cli cariche
tori », cioè si lasciano attraversare dalla corren- negative. In pratica quando al cristallo puro
te elettrica in un sol verso: in pratica la corren- vengono aggiunte particelle di antimonio o arse-
te elettrica fluisce bene in un verso, mentre in- nico, queste ultime hanno il potere di donare
contra una elevata resistenza nel verso opposto. elettroni agli atomi del cristallo, trasformandoli
Con altre parole si può dire che il germanio e il in cariche negative, che si possono muovere li-
silicio impuri si comportano da conduttori quan- beramente e che conferiscono a! cristallo una
do essi vengono attraversati dalla corrente in un conduttività negativa.
determinato verso, mentre si comportano da iso- Nel cristallo P le particelle di alluminio o indio
lanti quando vengono attraversati dalla corrente esercitano il potere di catturare elettroni, sot-
nel verso opposto. traendoli agli atomi del cristallo, i quali diven-
Ma questo concetto può non riuscir chiaro del gono cariche elettriche positive, il cristallo assu-
tutto a quei lettori che desiderano una spiega- me così una conduttività positiva.
zione più accurata e, nello stesso tempo, molto
semplice. In realtà qui si tratta cli interpretare DIODO
tecnicamente l'espressione «semiconduttore». Quando si uniscono tra loro due pezzetti di cri-
I semiconduttori sono quegli elementi che stan- stallo impuri, uno di tipo P e uno di tipo N, si
no fra i conduttori veri e propri e gli isolanti; ottiene una giunzione PN, che è generalmente
i semiconduttori, cioè, non sono né conduttori conosciuta sotto il nome di DIODO. In pratica,
né isolanti, mentre lo sono un po' degli uni e quando si accostano tra di loro due pezzetti di
un po' degli altri. cristallo di nome diverso, P e N, si manifesta
A questa categoria di elementi appartengono il un particolare fenomeno: si verifica un momenta-
germanio e il silicio impuri, dei quali se ne sono neo passaggio di elettroni dal cristallo N al cri-
ottenute due qualità diverse: germanio N e ger- stallo P, che neutralizza soltanto le cariche che
manio P, silicio N e silicio P. si trovano sulla superficie di contatto dei due
Il germanio e il silicio di tipo N sono il risultato cristalli. In questo modo la superficie di contatto,
dell'aggiunta, al cristallo, di parti di antimonio o privata di cariche elettriche, si comporta come
arsenico; il germanio P e il silicio P risultano un isolante, che impedisce un ulteriore passag-
dall'aggiunta di parti di alluminio o indio al cri- gio di elettroni dal cristallo N a quello P. Il fe.
stallo. nomeno può paragonarsi a quello che si mani-
La denominazione N del cristallo discende dal festa tra le due armature di un condensatore,

183
POLARIZZAZIONE DIRETTA O INDIRETTA
' Supponiamo di inserire un diodo in un circuito
composto da una pila e da una lampadina; in
pratica si possono effettuare due tipi di collega-

9311 \
25
menti diversi: si può connettere il morsetto po-
sitivo della pila al cristallo P e si può connet-
tere il morsetto positivo della pila al cristallo N.
Il risultato pratico di queste connessioni è il se-
guente: in un caso fluisce corrente nel circuito
T018 T01 TOS SOT 32 e la lampadina si accende, nel secondo caso nes-
suna corrente fluisce attraverso il circuito e la
lampadina rimane spenta.
Si usa dire che nel primo c.ircuito vi è « polariz-
zazione diretta », mentre nel secondo vi è «po-
larizzazione indiretta ». Spieghiamoci meglio.
SOT 9 T03 Quando il diodo è polarizzato direttamente (ano-
do collegato con il morsetto positivo della pila),

a4g» le cariche elettriche negative, presenti sul mor-


setto negativo della pila, respingono le cariche
negative Ji.bere del cristallo N (catodo), costrin-
gendole ad oltrepassare la zona neutra del diodo;
le cariche elettriche positive libere, presenti nel
cristallo P, vengono respinte dalle cariche posi-
tive presenti sul morsetto positivo della pila, co-
stringendole ad oltrepassare la barriera isolante
Fig. 2 - I transistor si differenziano tra loro esistente fra i due tipi di cristallo; si sviluppa
anche per il tipo di involucro esterno. Ogni così una corrente elettrica nel! 'intero circuito
involucro è dotato di una particolare denomi- che accende la lampadina.
nazione (indicata nella figura in corrispondenza
dei sette tipi di transistor), che permette al La spiegazione del fenomeno elettrico nel secon-
tecnico di conoscere le dimensioni del compo- do esempio di collegamento del diodo è altret-
nente e la forma con cui esso è costruito. tanto semplice: il morsetto positivo della pila
attrae le cariche elettriche negative libere del
cristallo N, mentre il morsetto negativo della pi-

50° 80"
GE
Fig. 3 - I transistor possono essere costruiti con cristallo di germanio impuro o di
silicio impuro. I transistor al germanio sopportano temperature dell'ordine di 50°C,
mentre i transistor al silicio possono sopportare temperature anche superiori agli 80°C.

nel quale le cariche elettriche non passano da la attrae le cariche elettriche positive libere del
un'armatura all'altra a causa dell'isolante inter- cristallo P. I due cristalli si impoveriscono im-
posto fra esse. mediatamente di carica fino all'accettazione com-
Dunque, il diodo allo stato solido è costituito pleta di qualsiasi movimento di cariche elettri-
da due pezzetti di cristallo di nome diverso: in che: la corrente non fluisce nel circuito e la lam-
uno vi sono cariche elettriche positive libere, padina rimane spenta.
nell'altro vi sono cariche elettriche negative li-
bere; tra le due cariche vi è una barriera iso- IL TRANSISTOR
lante, spontaneamente formatasi all'atto della Il transistor altro non è che una sovrapposizione
giunzione dei due tipi di cristallo. di tre pezzetti di cristallo, due dello stesso tipo
Il diodo è caratterizzato dalla presenza di due ed uno di tipo opposto. Si ha così la possibilità
terminali uscenti: quello connesso con il cristal- di costruire due tipi diversi di transistor: il tran-
lo positivo prende il nome di « anodo », mentre sistor PNP e il transistor NPN.
quello connesso con il cristallo negativo prende Il transistor PNP è ottenuto con uno strato di
il nome di « catodo ». cristallo positivo, uno strato centrale negativo,

184
Fig. 4 - Quando si monta un transistor in un
circuito, conviene sempre isolare i terminali del
componente infilando in essi un tubetto colo-
rato, in modo da impedire eventuali contatti
interelettronici; un anello di plastica mantiene
compatti e rigidi i tre conduttori.

ed un terzo strato positivo. A ciascuno dei tre gi rispetto alla valvola elettronica. Ad esempio,
strati di cristallo è collegato un conduttore, che quando la valvola elettronica cade per terra, mol-
costituisce il terminale al quale va saldato il col- to spesso essa si rompe: il transistor no, perché
legamento secondo lo schema elettrico di impie- il transistor è più compatto, più rigido e presen-
go del transistor. ta una massa complessiva inferiore a quella di
Il transistor NPN è ottenuto mediante uno strato una normale valvola elettronica. Dunque, sotto
di cristallo negativo, uno strato centrale positivo il profilo meccanico, il transistor è molto più
e uno strato negativo. robusto della valvola elettronica e può essere
I tre terminali del transistor (esistono anche sottoposto a sollecitazioni meccaniche alle quali
transistor provvisti di quattro terminali) pren- le valvole elettroniche non resisterebbero.
dono il nome di EMITTORE, BASE, COLLETTO- Ma ciò non significa che il transistor debba con-
RE. L'emittore viene anche chiamato « emitter ». siderarsi come una palla da biliardo, da sotto-
porsi continuamente ad urti e colpi; anche un
VARI TIPI DI TRANSISTOR transistor è un componente che costa quattrini
In commercio è presente una grande varietà di e non v'è alcun motivo che autorizzi il tecnico,
tipi di transistor, aventi forme diverse; ciascuno sia esso dilettante o professionista, a maltrat-
di essi ha le sue particolari caratteristiche ed è tarlo. Ma se gli urti non sono nemici del transi-
costruito con un certo procedimento che fa im- stor, esistono pur altri elementi dai quali il tran-
piego di materiali diversi. sistor deve essere assolutamente protetto: la
I tipi di transistor più noti sono quelli «a giun- temperatura eccessiva, il sovraccarico elettrico,

Fig. 5 - Per non danneggiare il transistor, so- Fig. 6 - Il calore è un nemico del transistor.
prattutto in sede sperimentale, conviene realiz- Per evitare che esso si trasferisca in notevole
zare i collegamenti in quella parte dell'ancorag- quantità all'interno del componente, occorre ser-
gio destinato a rimanere inutilizzato. virsi delle pinze metalliche, la cui massa favo-
risce la dispersione dell'energia termica.

zione », «a contatti puntiformi », «a barriera », l'errato collegamento al circuito, l'errata polarità


« drift », « unigiunzione », ecc. di alimentazione, ecc. •
Occorre, dunque, che il tecnico tenga presente
PRATICA DEL TRANSISTOR in ogni caso un certo numero di regole dalle
Il transistor, come ogni altro componente elet- quali non è possibile derogare; l'applicazione co-
tronico, richiede talune precauzioni, da parte del stante, iniziale, di queste regole, diverrà in se-
tecnico, durante l'uso. Visto sotto il profilo del- guito, con l'esercizio pratico, istintiva e abitua-
la ... fragilità o della ... incolumità, il transistor le, così come avviene per l'uso delle valvole elet-
presenta alcuni vantaggi ed anche certi svantag- troniche o di altri componenti radioelettrici.

185
IL PROBLEMA DELLA TEMPERATURA
La temperatura eccessiva, che può svilupparsi in-
ternamente al transistor, • oppure esternamente
ad esso, può essere causa di malanni; essa può
danneggiare irreparabilmente il transistor, oppu-
re alterarne le caratteristiche elettriche.
L'aumento di temperatura nel corpo del transi-
stor può essere determinato da cause meccani-
che esterne o da cause elettriche.
Tra le cause esterne ricordiamo la saldatura non
eseguita secondo le regole normali e la tempe-
ratura ambiente più alta del normale.
Tra le cause elettriche ricordiamo le errate ten-
sioni applicate agli elettrodi del transistor stesso.
Fig. 7 - Quando sull'involucro del transistor
Quando si applica un transistor in un circuito,
viene applicato il radiatore, questo deve essere bisogna fare in modo che esso rimanga lontano
posizionato in modo tale da favorire la circola- da parti o componenti soggetti a riscaldamento
zione dell'aria. La posizione verticale è quindi eccessivo (valvole elettroniche, resistenze di dis-
da preferirsi sempre a quella orizzontale, nella sipazione, trasformatori, ecc.).
quale la dispersione dell'energia termica dimi- Per non danneggiare con la punta del saldatore
nuisce del 60%/,. i transistor al germanio, occorre che la tempera-
tura del componente non superi i 50; per i tran-
sistor al silicio il limite di guardia raggiunge gli
80°. In ogni caso, per evitare che il calore gene-
rato dal saldatore danneggi il transistor durante
le operazioni di saldatura dei terminali al cir-
cuito, occorre operare il più velocemente possi-
bile, facendo impiego di un saldatore ben caldo,
con punta sottile priva di ossido e ricoperta di
stagno.
I terminali dei transistor, quando essi vengono
direttamente collegati al circuito, cioè quando
non si fa imp.iego di zoccolo portatransistor, deb-
bono essere lasciati con la massima lunghezza
possibile e debbono essere protetti con tubetti
isolanti, allo scopo di evitare contatti interelet-
tronici e con altri componenti. Quando si riscal-
da il terminale di un transistor si deve provve-
dere a disperdere il calore stringendo il tèrmi-
nale stesso fra i becchi di un pinza metallica;
operando in questa maniera il calore non rag-
giunge il transistor, perché viene disperso nella
massa metallica della pinza.
Talvolta il transistor può essere messo fuori uso
dalle perdite elettriche del saldatore, nella cui
punta è presente la tensione di rete.
Una massima importante, da tener sempre pre-
sente da coloro che progettano circuiti transi-
storizzati, è quella di evitare di far funzionare il
transistor nelle condizioni di massima dissipa-
zione, quando la temperatura ambiente è piut-
Fig. 8 - Un cortocircuito accidentale fra collet- tosto elevata. Ad esempio, se il transistor è de-
tore ed emittore non danneggia il transistor;
anche il cortocircuito casuale tra base ed emit-
stinato a funzionare con una temperatura am-
tore non danneggia li transistor. Il componente, biente di oltre 25°, la potenza dissipata deve es-
invece, si danneggia quando il cortocircuito av- sere adeguatamente ridotta, e non deve assoluta-
viene fra base e collettore, a condizione che mente superare il valore indicato nei dati tecnici
la resistenza di collettore sia di basso valore. elencati dalla casa costruttrice.
Il transistor può danneggiarsi anche quando es-
so viene montato con polarità invertite. Anche
in questo caso, tuttavia, il danno potrebbe es- PROBLEMA DEL RAFFREDDAMENTO
sere lieve o grave, a seconda dei valori delle Il problema del raffreddamento dei transistor è
tensioni, delle resistenze di carico e del tepo risentito particolarmente in quei circuiti in cui
in cui sussiste il collegamento errato. si fa impiego di transistor di potenza, che dissi-
pano potenze dell'ordine dei watt, anziché dei

186
LE NOSTRE
CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
fedeltà e per un nuovo ed emozionante
o
o
o
o o
o
o
incontro con il mondo della musica ste-
reofonica.
o
eleganti "i dalla
un
datt 1

CUFFIA STEREO
MOD. LC25
I

CARATTERISTICHE:
Impedenza: 8 ohm
Gamma di freq.: 18 -
15.000 Hz
Peso: 320 grammi

emett.

Fig. 9 - Realizzando l'operazione elettrica qui raffi-


gurata, è possibile controllare l'efficienza di un tran-
sistor di tipo PNP. Il tester deve essere commutato . 16.,)0
nella posizione ohm x1 O. Collegando il puntale po-
sitivo sull'emittore e quello negativo sul collettore, si CARATTERISTICHE:
dovrà ottenere una piccola deviazione dell'indice dello Impedenza: 8 ohm
strumento (minore per i transistor al silicio, maggiore Sensibilità: 11 O dB
per quelli al germanio); la deviazione dell'indice, co- a 1.000 Hz
munque, non dovrà mai essere totale. Chiudendo l'in- Gamma di freq.:
terruttore S1, la base si polarizza e la resistenza 20 - 20.000 Hz
interna del transistor deve diminuire notevolmente. Peso: 450 grammi
Tenepdo conto della bassa tensione della pila, incor- La cuffia è provvista
porata nel tester, non sussiste alcun pericolo di dan- di regolatore di
neggiare i transistor anche quando vengano scambiati livello a manopola
tra loro, inavvertitamente, i puntali dello strumento. del tweeter.

Adattatore ""
milliwatt, come avviene per gli altri tipi di tran-
sistor. Il calore, che si sviluppa internamente per cuffie stereo
ai transistor, può raggiungere valori considere- Mod. JB-11D
voli, ma i transistor di potenza sono normalmen- L. 3.500
te progettati per disperdere la maggior quantità
cli calore possibile. Questo piccolo ap-
parecchio consente
Per ottenere il processo di dispersione del ca- il collegamento di
lore, si usano due sistemi diversi. Il primo con- una o due cuffie ste-
siste nella realizzazione di transistor muniti di reo con tutti i com-
un involucro esterno particolarmente adatto alla plessi stereofonici.
dispersione del calore (alette di raffreddamen- La commutazione al-
to). Il secondo sistema consiste nel montare il to parlante - cuffia è
transistor in modo che il suo involucro esterno immediata, senza al-
cun intervento sui
risultati in intimo contatto con il telaio metallico collegamenti.
su cui si realizza il circuito; in tal modo il telaio

187
0HM x 10 funge da flangia di dispersione del calore.
Nei montaggi di tipo economico, cioè nei mon-
taggi realizzati dai principianti, si provvede ad
avvolgere i transistor con una fascetta metallica,
munita di una o due alette di dispersione radia-
le del calore.
Negli apparati elettronici di una certa comples-
sità, in cui sono montati molti transistor di po-
o
o
o
o o
O
o tenza, si usa ricorrere al sistema di raffredda-
mento per convezione, provocando una circola-
o zione forzata dell'aria mediante un ventilatore
sistemato in prossimità dell'apparato.

PRECAUZIONI TECNICHE
I transistor sono componenti elettronici robusti
e di lunga durata, che resistono a talune solle-
citazioni meccaniche ed invecchiano molto lenta-
mente. Ma ]a pratica del transistor impone tutta
una serie di precauzioni tecniche indispensabili
se si vuole evitare di abbreviarne la vita.
- Devono essere evitati assolutamente i corto-
circuiti fra i terminali del transistor, durante
il suo funzionamento, specialmente quelli fra
base e collettore; l'impiego delle pinze a boc-
ca di coccodrillo, assai frequente e spesso uti-
le per il riparatore, può provocare un tale
cortocircuito.
2 Non si faccia mai impiego di un saldatore di
eccessiva potenza oppure caratterizzato da
Fig. 10 - Questo schema ripropone il controllo di una disordinata dissipazione di energia ter-
efficienza dei transistor di tipo NPN, già interpretato mica; con il calore si rischia cli modificare
nel caso di figura 9. L'unica differenza tra i due le caratteristiche elettriche del transistor.
tipi di controllo del transistor consiste nell'inversione
dei puntali del tester. Con i transistor di tipo NPN il 3- Non si utilizzi mai il saldatore la cui punta
puntale positivo deve essere applicato al collettore, risulti sotto tensione cli rete; è sempre consi-
quello negativo all'emettitore. gliabile far impiego di saldatore a bassa ten-
sione ed alimentato per mezzo cli un trasfor-
matore che lo isoli dalla tensione di rete.
presa
puntali
tester

Fig. 11 - Realizzazione pra-


tica del semplice circuito
di controllo dell'efficienza
dei transistor di tipo PNP
ed NPN. Su una basetta di
legno, o di altro materiale
isolante, vengono montati
tre serrafili, ai quali viene
collegato il transistor in
prova. Sulle due boccole
si applicano i puntali del
tester. La resistenza R1,
che serve a polarizzare il
transistor in prova, ha il
valore di 10.000 ohm.

188
4- Non si faccia mai impiego di un saldatore zioni degli avvolgimenti dei trasformatori in-
di tipo miniatura da alimentarsi con la stessa tertransistoriali; nel momento dell'interruzio-
batteria che alimenta l'apparato in riparazio- ne dell'avvolgimento, si produce una tensione
ne; molto spesso la punta di questi saldatori istantanea molto elevata (sovratensione) che
è collegata con l'avvolgimento di riscaldamen- può portare il transistor alla sua completa
to. Quando si opera su un ricevitore cli tipo distruzione.
autoradio, per esempio, può capitare cli es-
7- Le misure di tensione vanno effettuate con
sere tentati di collegare il saldatore sull'accu- strumento a bassa impedenza, preferendo i
mulatore che alimenta il ricevitore stesso;
tester a 20.000 ohm/volt e, se possibile, quel-
si rischia, in tal caso, di dover sostituire
li a 40.000 ohm/volt.
completamente i condensatori elettrolitici e
i transistor del ricevitore! 8 - Si faccia attenzione alle tensioni troppo ele-
5- Si faccia sempre attenzione a non scambiare vate nel caso di alimentazione da rete-luce.
tra loro le polarità della pila. 9- Non si sbagli mai-il montaggio di un transi-
6- Si faccia attenzione alle eventuali interru- stor, scambiando tra loro i terminali.

è di tipo con im-


pugnatura a re-
volver; è dotato
di trasformatore
di alimentatore in-
corporato che, ol-
tre ad isolare l'u-
tensile dalla rete-
luce, permette di
alimentarlo con
tutte le tensioni
di rete più comu-
ni tramite commu-
tazione del cam-
biotensione. Sulla
parte anteriore è
applicata una pic-
cola lampada-ri-
flettore, che pro-
ietta un fascio di
Viene fornito con certificato di garanzia luce sul punto in

tresco a l. 4.7 cui si lavora. La


sua potenza è di
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189
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DI UN AMPLIFICATORE GIA' MON- COSTA , 3
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NIZZAZIONE.
190
interfono può essere considerato come il te- sibilità, in modo da poter captare anche il solo
lefono privato, anche se, nei confronti del respiro del bambino che dorme; nelle comunica-
vero telefono, presenta alcuni vantaggi che zioni di lavoro, tra un ufficio e l'altro, l'alta sen-
lo rendono un apparato elettronico insostituibile. sibilità non solo provocherebbe un senso di fa-
E fra questi vantaggi possiamo ricordare la fa. stidio, ma sarebbe la causa di inevitabili distor-
cilità con cui si può ricevere una comunicazione, sioni, risultanti dalla saturazione degli stadi am-
anche ad una certa distanza dall'apparecchio, plificatori. E' quindi necessario, per ogni singola
senza dover interrompere le proprie attività. applicazione dell'interfono, regolare nella miglior
Proprio per tale caratteristica l'interfono trova misura il volume dell'amplificatore, anche per
le sue maggiori applicazioni negli uffici, nelle fab- evitare eventuali inneschi dovuti all'effetto Lar-
briche, nei palazzi e dovunque vi sia la neces- sen, soprattutto quando i posti di comunicazio-
sità di comunicare con una persona fuori dal... ne non risultino acusticamente schermati tra
tiro di voce, con la massima semplicità e rapi- loro.
dità. Poiché nell'interfono l'altoparlante funge da ele-
Negli appartamenti privati l'interfono è molto mento reversibile, cioè da microfono e riprodut-
utile, perché esso permette di comunicare fra tore acustico, non è necessario che l'amplificatore
un locale e l'altro o fra piani diversi, tenendo sia dotato di una elevata impedenza di ingresso,
sotto costante controllo una persona ammalata, così come avviene nel caso di pick-up piezoelet-
i bambini e tutti coloro che necessitano di sor- trici; in certi casi, anzi, si ricorre all'uso di un
veglianza ed aiuto. trasformatore d'uscita collegato con rapporto in
salita, allo scopo di adattare meglio le impeden-
REQUISITI DI UN INTERFONO ze dell'altoparlante e dell'amplificatore, così da
L'interfono non può certamente definirsi un ap- ottenere la massima sensibilità. Ma questo ac-
parato di recente invenzione, perché esso è nato corgimento non è necessario nel progetto del no-
praticamente con l'elettronica, fin dal tempo de- stro interfono, dato che la sola amplificazione ot-
gli amplificatori a valvole ad alto guadagno. Og- tenuta direttamente è sufficiente per raggiungere
gi, tuttavia, si può constatare un rilancio di que- una sensibilità che può essere addirittura consi-
sto apparato, soprattutto grazie alla venuta dei derata sovrabbondante.
semiconduttori a basso prezzo e dei microcircuiti
integrati. E questa rivalutazione dell'interfono si UNITA' PREMONTATA
spiega facilmente. L'amplificatore di bassa frequenza costituisce la
Uno dei principali vantaggi dell'interfono, rispet- parte essenziale dell'interfono. E questo ampli-
to al telefono, è costituito dalla maggiore faci- ficatore non necessita di caratteristiche partico-
lità di collegamento, mentre tale vantaggio era lari. In pratica, qualsiasi amplificatore per gira-
poco risentito con gli amplificatori a valvole che, dischi, mangianastri, ricevitori radio, se dotato
per entrare in funzione, richiedevano un certo di buona sensibilità, può essere vantaggiosamen-
tempo cli preriscaldamento dei filamenti. te utilizzato per la costruzione dell'interfono.
Con i semiconduttori il tempo di attesa è stato Ma per poter rendere utile a tutti il nostro pro-
eliminato ed anche il costo dell'interfono è sceso getto, cioè per evitare ai principianti di incorre-
a prezzi accessibili a tutti. re in errori di cablaggio, abbiamo ritenuto ne-
L'amplificatore di bassa frequenza, che rappre- cessario il ricorso ad un amplificatore di bassa
senta praticamente il « cuore » dell'interfono, non frequenza già montato e perfettamente funzio-
deve essere dotato di particolari requisiti in or- nante. In questo modo tutti potranno realizzare
dine alla riproduzione sonora; infatti, essendo es- l'interfono, anche in più esemplari, da offrire o
so destinato alla semplice riproduzione della vo- vendere ad amici e parenti, con l'assoluta cer-
ce umana, non necessita di una banda passante tezza di non imbattersi in difficoltà insormon-
particolarmente ampia; anzi, se questa è limitata tabili.
alla gamma di 5.000 - 8.000 Hz, si evitano fruscii L'amplificatore di bassa frequenza offerto al no-
e rumori estranei, con un notevole vantaggio per stro pubblico è dotato di 5 transistor e di un
la comprensione della parola. Per quanto riguar- gruppo cli regolazione per il motorino del gira-
da poi la potenza dell'amplificatore, questa è in dischi, nel quale sono montati altri due transi-
relazione con l'uso che si desidera fare dell'in- stor, di cui uno è di tipo AC180K di media
terfono. potenza. Si tratta quindi di piastre originaria-
Ad esempio, installandolo in una officina molto mente destinate alla costruzione di fonovaligie
rumorosa, saranno necessari 3-5 W di potenza e mangianastri.
per poter udire le comunicazioni senza fatica,
mentre in ambienti tranquilli una potenza di 100 CIRCUITO DELL'AMPLIFICATORE
mW sarà più che sufficiente per raggiungere l'in- Il circuito dell'amplificatore di bassa frequenza
telleggibilità della parola. è rappresentato in fi.g. 1. Esso è pilotato da cin-
La stessa sensibilità dell'amplificatore viene re- que transistor al germanio di tipo PNP.
golata in conformità con l'impiego che si fa del- Il primo stadio dell'amplificatore, pilotato da TR1,
l'interfono. Utilizzandolo, ad esempio, per sorve- amplifica il segnale proveniente da uno degli al-
gliare i bambini, sarà necessaria una buona sen- toparlanti dell'interfono che; come abbiamo del-

191
4700 t\.

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Fig. 1 - II circuito dell'amplificatore di bassa frequenza è pilotato da cinque transistor


al germanio di tipo PNP. La resistenza semifissa da 4.700 ohm risulta già tarata
all'atto della fabbricazione del circuito. Il potenziometro da 5.000 ohm permette di
regolare il volume sonoro dell'interfono.

to, funge contemporaneamente da altoparlante magnetica, sui due avvolgimenti secondari, che
e microfono. sono collegati con le basi dei due transistor fi-
Il segnale amplificato da TRl viene inviato, tra- nali TRA-TR5, in modo che i due segnali risul-
mite il condensatore elettrolitico da 10 F, al tino in opposizione di base tra loro.
potenziometro di volume da 5.000 ohm. Lo stadio amplificatore finale è un push-pull in
Lo stadio preamplificatore è di tipo classico, con classe B. Esso permette di ottenere una buona
emittore comune, provvisto di una resistenza da resa d'uscita con Una· distorsione molto bassa. •
15 ohm per la stabilizzazione termica. Il segnale, amplificato dallo stadio finale, viene
Un secondo condensatore elettrolitico da 10 F inviato, tramite un condensatore elettrolitico di
applica il segnale prelevato dal potenziometro elevata capacità (1.000 F), ad un altoparlante
alla base del transistor TR2. Dal collettore di con impedenza di 8 ohm.
questo transistor il segnale viene applicato alla Per migliorare le caratteristiche elettriche dello
base di TR3. Anche questi due stadi sono mon- stadio finale, anche in questo caso è stata intro-
tati in circuito con emittore comune, in modo da dotta una rete di controreazione, composta dal-
ottenere il più alto guadagno possibile. In que- la resistenza da 120.000 ohm e dal condensatore,
sto doppio stadio è inserita la resistenza da collegato in parallelo, da 390 pF. Questa rete dì
180.000 ohm la quale, fornendo una certa tensio- controreazione riporta parte del segnale di uscita
ne di controreazione, migliora notevolmente le sulla base del transistor TR3 e garantisce la sta-
doti di stabilità e di qualità di riproduzione del- bilità di funzionamento del circuito. ,
l'amplificatore. Nel progetto di fìg. 1 è presente anche una resi-
Tramite il trasformatore di accoppiamento T1, stenza semifissa da 4.700 ohm. Questa resistenza
il segnale viene trasferito, per induzione elettro- permette di regolare il punto di lavoro, cioè la

192
01 D2

Fig. 2 - Circuito del regolatore


di velocità del motorino del
giradischi, montato sulla ba-
setta dell'amplificatore di bas-
36n sa frequenza. Questo circuito
potrà rimanere inutilizzato e
il lettore potrà servirsi dei
componenti per la realizzazio-
ne di altri esperimenti di elet-
tronica.
47

470n
470n

Fig. 3 • Circuito completo del-


PI l'interfono. I due altoparlanti,
a seconda della posizione del
commutatore S1, fungono da
microfoni e da riproduttori a-
custici.
voL#

6-9V

corrente e la tensione dei transistor piloti TR2- Come si può notare, lo schema elettrico di fig. 3
TR3; essa risulta già accuratamente tarata al e quello pratico di fig. 4 evidenziano la sempli-
momento della costruzione dell'amplificatore. Il cità dell'impianto. Con il doppio deviatore Sl
circuito dunque non richiede alcuna ulteriore commutato nel modo indicato in fig. 3, l'altopar-
taratura e deve considerarsi pronto per fun- lante AP2 funge da microfono, mentre l'altopar-
zionare. lante APl funziona da riproduttore acustico.
Commutando Si nell'altra posizione, si ottiene
REALIZZAZIONE DELL'INTERFONO la seconda condizione di funzionamento dell'in-
Poiché l'interfono è realizzato per mezzo di un terfono. L'altoparlante APl funge da microfono
solo amplificatore, così come avviene in quasi mentre AP2 funge da riproduttore acustico.
tutti gli apparati di produzione commerciale, la La reversibilità di funzionamento dei due alto-
comunicazione è di tipo unilaterale, cioè non è parlanti non impedisce l'esistenza di un posto di
possibile parlare e ascoltare contemporaneamen- comando, che non permette di ricevere comuni-
te in entrambi i posti di ascolto; questi verranno cazioni dal posto secondario, a meno che il com-
invece alternativamente abilitati alle condizioni mutatore SI non si trovi in posizione di ascolto
di parlo e ascolto. e il circuito rimanga costantemente acceso.
Lo schema dell'interfono è rappresentato in fig. 3. Coloro che fossero interessati ad una diversa so-
Esso è composto da un punto principale, formato luzione, cioè coloro che volessero ottenere la
da un amplificatore, un altoparlante e un doppio possibilità di chiamata dal posto secondario, sen-
deviatore per la commutazione parlo-ascolto. Il za peraltro incorrere in un inutile consumo delle
posto secondario è provvisto di un semplice al- pile di alimentazione, potranno far riferimento
toparlante. al progetto presentato sul. fascicolo di ottobre

193
-
a::::
i,...;
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L.
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2
et
Fig. 4 - Cablaggio dell'inter-
fono. In esso sono chiaramen-
te indicate le connessioni con
gli altoparlanti, con il commu-
tatore S1 e con l'alimentatore.
L'indicazione dei colori dei
conduttori si riferisce all'unità
premontata venduta dalla no-
stra organìzzazione.

z cx:
01--
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2 D
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N t-
W ::::>
C/)

194
s2 LP
1° Fig. 5 - Coloro che volessero
evitare di servirsi delle pile,
potranno realizzare questo a-
limentatore in corrente alter-
nata. li trasformatore T1 ha
una potenza di 4-5 W (prim.
220 V- sec. 6,3 V - 0,5 A).
6,3V Le caratteristiche del ponte
raddrizzatore sono: 30 V - 0,5
A. La tensione di uscita è di
7-8 V circa.
T1

dello scorso anno, a pag. 532, dove è presentata ottenere la tensione risultante di 9 V. In questo
anche la completa spiegazione di funzionamento modo si raggiungerà una notevole autonomia di
del sistema di intercomunicazione. funzionamento (anche più di un anno con fun-
zionamento saltuario dell'interfono).
CONNESSIONI DELL'INTERFONO La tensione di alimentazione potrà scendere al
Le connessioni fra gli altoparlanti, il commuta- valore di 6 V, senza che si manifestino fenomeni
tore S1, l'amplificatore e l'alimentatore sono di .distorsione. Dunque, il nostro interfono può
chiaramente illustrate nel piano di cablaggio di funzionare con tensioni continue di valore com-
fig. 4. prese fra i 6 e i9 V.
Per coloro che volessero evitare l'uso delle pile,
Come abbiamo già precisato, una parte del cir-
presentiamo in fig. 5 il progetto di un semplice
cuito dell'amplificatore, più precisamente quella
alimentatore in corrente alternata, che fa im-
racchiusa nel cerchio tratteggiato cli fig. 4, ri-
piego di un piccolo trasformatore, di un ponte
mane inutilizzata. Essa rappresenta un circuito
di diodi al silicio e di un condensatore di filtro.
di stabilizzazione di velocità per motorini di gi-
Il condensatore di filtro ha il valore di 5.000 F,
radischi. I componenti di questo circuito potran-
ma un tale valore difficilmente è reperibile in
no essere recuperati e potranno servire per altri
commercio; è sempre possibile tuttavia, raggiun-
esperimenti di elettronica. Ma il circuito potrà
gere il valore capacitivo prescritto collegando in
anche essere utilizzato nel caso in cui si volesse
rimettere a nuovo una vecchia fonovaligia. parallelo fra loro due condensatori del valore di
2.000 F e 2.500 F. II trasformatore TI è dotato
La basetta dell'amplificatore di bassa frequenza
di un avvolgimento primario adatto per la ten-
è munita di alcuni terminali, che permettono l'an-
sione di rete cli 220 V; l'avvolgimento secondario
coraggio dei conduttori dell'alimentatore, degli
è a 6,3 V; la potenza di questo trasformatore de-
altoparlanti e del commutatore multiplo Sl. La
ve aggirarsi intorno ai 4.5 V. La tensione di uscita
loro individuazione viene fatta osservando atten-
dell'alimentatore è di 7-8 V.
tamente il piano di cablaggio di fig. 4.
Volendo far funzionare il circuito stabilizzatore LO STABILIZZATORE
di velocità per motorini, si dovranno collegare
Completiamo l'argomento interfono presentando
i due terminali del motorino sui due ancoraggi
al lettore lo schema del circuito regolatore di
situati in prossimità dello stabilizzatore, collegan-
velocità del motorino del giradischi montato sul-
do, attraverso l'interruttore meccanico di fine-
la basetta dell'amplificatore.
disco, montato sulla piastra del giradischi, il mor-
Il circuito è rappresentato in fig. 6. Esso utilizza
setto P, quello che fa capo ad S1, con il morset-
due transistor, di cui uno è cli tipo NPN (AC185),
lo vicino, cioè con il morsetto centrale.
l'altro è di tipo PNP (ACI80K).
11 circuito basa il suo funzionamento sulla condi-
ALIMENTAZIONE zione per cui un motorino, sotto sforzo, richiede
Per l'alimentazione dell'interfono consigliamo di maggior assorbimento di corrente.
servirsi di due pile da 4,5 V ciascuna, di tipo Supponendo di collegare il terminale P4 al ter-
piatto, collegate in serie fra di loro in modo da minale negativo dell'alimentatore, ed il motorino

195
Fig. 6 - Questa foto illustra l'unità premontata dell'amplificatore di bassa frequenza
necessario per la costruzione dell'interfono, per la quale sono richiesti due alto-
parlanti da 8 ohm. L'unità premontata può essere richiesta alla nostra organizzazione
inviando anticipatamente l'importo di L. 3.200. Le ordinazioni devono essere fatte
inviando vaglia o modulo di c.c.p. n. 3/26482 a: ELETTRONICA PRATICA - 20125
MILANO - Via Zuretti n, 52.

sul terminale P3 e il terminale negativo dell'ali- 52 ohm con quella da 36 ohm. Tale fenomeno
mentatore, si otterrà un aumento di assorbimen- conduce ad un aumento di tensione sui termi-
to nel caso di una diminuzione di giri del mo- nali del motorino che, in tal modo, potrà « vin-
tore; il. morsetto P3 diverrà più negativo a causa cere» il carico che tendeva a far diminuire la
di una maggiore caduta di tensione sulla resi- velocità.
stenza da 52 ohm. Nei diodi Dl-D2 e nella resi- La stabilizzazione di questo circuito va conside-
stenza da 390 ohm si avrà una minore corrente rata nell'ambito delle piccole potenze in gioco;
e il transistor TR6 diverrà, conseguentemente, una pressione della mano, ad esempio, riesce fa-
più conduttore. cilmente a fermare l'albero del motorino, mentre
Per la maggiore corrente di collettore di TR6, questo non risente i leggeri sbalzi di tensione e
anche il transistor TR.7 diverrà più conduttore, le variazioni dei carichi dovute ai dischi di pic-
cortocircuitando parzialmente la resistenza da cola, media o notevole grandezza.

196
RICEVI
TORBE
PEI ONDE CO
13 IIBz 30 IIBz
uesto semplice ricevitore per onde corte e
con ascolto in cuffia, adatto per tutti i prin-
cipianti, permette l'ascolto delle principali
emittenti radiofoniche, che lavorano su questa
banda e quelle dei radioamatori e dei CB.
Il circuito è pilotato da un transistor FET e da
S E N Z A RICORRERE Al due transistor amplificatori di bassa frequenza
COSTOSI A P P A R A T I di tipo NPN. Una bobina e pochi altri componen-
COMMERCIALI, CON TRE ti elettronici sono sufficienti per la realizzazione
SOLI TRANSISTOR E PO- di questo apparato.
Coloro che volessero ottenere un ascolto in al-
CHI ALTRI COMPONENTI toparlante, potranno collegare all'uscita del rice-
ELETTRONICI SI POSSO- vitore un semplice amplificatore di bassa fre-
NO ASCOLTARE I RADIO- quenza in grado di pilotare un piccolo altopar-
lante, tenendo conto che l'uscita del ricevitore è a
AMATORI, I CB E TALUNE bassa impedenza. Per l'alimentazione è possibile
EMITTENTI IN CW. ricorrere, indifferentemente, alle pile o ad un ali-

197
ANT

~
L1
Il A,
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7
E

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G
A 9v

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B

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+
B

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--
L2
e
Il col oaf 7 .è "e16v o» CUFFI
0

OMPONENTI R3
R4
= 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
1.200 ohm
=
Condensatori R5 = 86 ohm
C1 = 50 pF (variabile ad aria) R6 = 680.000 ohm
C2 = -10.000 pF R7 = 220 ohm
C3 = 10.000 pF
Varie
C4 = , 10.000 pF TR1 = 2N3819 (FET)
es = 100.000 pF TR2 = AC127 (NPN)
C6 = 10 F - 10 VI. (elettrolitico)
TR3 = BC301 (NPN)
C7 = 100 µF - 16 VI. (elettrolitico)
S1 = interrutt. incorpor. con R3
Resistenze CUFFIA = bassa impedenza
R1 = 1.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) ALIMENTAZ. = 9 - 13,5 V
R2 = 4.700 ohm L1- L2 = bobine sintonia e reaz. (vedi testo)

Fig. 1 - Nei punti principali del progetto del ricevitore per onde corte abbiamo
riportato i valori più indicativi delle tensioni. Il nucleo di ferrite serve per la messa
in gamma del ricevitore; il potenziometro R1 regola la reazione mentre R3 controlla
il volume sonoro. Qualsiasi cuffia a bassa impedenza è adatta per l'ascolto del
ricevitore.

mentatore in corrente alternata, ricordando che tate come le più interessanti per tutti i nostri
la tensione continua di alimentazione deve aggi- lettori anche se, come abbiamo detto, con que-
rarsi fra i 9 e i 13,5 V. sto ricevitore per onde corte si potranno ascolta-
Prima di entrare nel merito di una pur semplice re moltissime emittenti radiofoniche commerciali
analisi tecnica del ricevitore, vogliamo ricordare e private, nonché talune emittenti radiotelegra-
ai nostri .lettori su quali frequenze e su quali lun- fiche.
ghezze d'onda si potranno ascoltare le particola-
ri trasmissioni radiantistiche. CIRCUITO DEL RICEVITORE
28-29 MHz = 10 metri: banda dei radioamatori Analizziamo brevemente il funzionamento del ri-
27 MHz = 11 metri: banda dei CB cevitore ad onde corte il cui schema teorico è
14 MHz = 20 metri: banda dei radioamatori rappresentato in figura 1.
Vogliamo ritenere le bande di frequenza ora ci- I due avvolgimenti L1-L2 evidenziano il funzio-

198
IO o
TR1

9V
Fig. 2 - Tutti i componenti elettronici, necessari per in pratica la continuità di questo ciclo viene limi-
il cablaggio del ricevitore, vengono montati in un'uni- tata dal potenziometro Rl, che rappresenta il con-
ca piastra metallica che funge da conduttore di massa trollo manuale della reazione e fa capo ad una
e da pannello di chiusura di un contenitore di plastica. manopola applicata sul pannello frontale del ri-
cevitore. Durante la successione dei cicli ora men-
zionati, il segnale radio di alta frequenza, oltre,
che venir sottoposto al processo di rivelazione,
namento in reazione del ricevitore. E, come si sa,
subisce anche un fenomeno di amplificazione di
con il sistema della reazione è possibile raggiun-
alta frequenza. Per tale motivo il segnale rivela-
gere un elevatissimo grado di sensibilità, peraltro
to, applicato agli stadi di amplificazione succes-
necessario in un ricevitore ad onde corte.
sivi, è già di per sé notevolmente amplificato.
La bobina L2, unitamente al condensatore varia-
bile Cl, compone il circuito di sintonia del rice- Il grado di reazione è determinato, oltre che dal
vitore. A questo circuito deve essere collegata l'an- potenziometro Rl, anche dall'accoppiamento fra
tenna, per la quale può essere sufficiente un con- le bobine Ll ed L2. Può darsi, infatti, che nel mo-
duttore della lunghezza di 2 metri, tenendo conto mento del collaudo del ricevitore la reazione ri-
che la maggiore sensibilità si ottiene con un'an- sulti scarsa. In tal caso basterà aumentare di una
tenna della lunghezza di 10-20 metri e con un spira l'avvolgimento Ll per ottenere una buona
buon collegamento di terra. reazione. Se la reazione fosse nulla, allora basterà
Per quanto riguarda la costruzione dell'antenna invertire i collegamenti D-E della bobina Ll per
rinviamo i lettori alla rubrica «I primi passi », mettere in funzione il ricevitore.
presentata sul fascicolo di febbraio di quest'an- Al condensatore C2 è affidato il compito di con-
no. vogliare a massa la parte di alta frequenza con-
Il transistor TRl è un transistor FET di tipo tenuta nel segnale rivelato.
2N3819. Esso funge da elemento rivelatore in rea- Dalla source (S) viene prelevato il segnale di bas-
zione dei segnali radio di alta frequenza. sa frequenza, la cui tensione rappresentativa può
Il segnale intrappolato nel circuito di sintonia essere misurata sui .terminali del potenziometro
viene applicato al gate (G) di TRl, mentre il se- R3, che funge da controllo manuale di volume
gnale rivelato viene prelevato dal drain (D) e ap- del ricevitore.
plicato, tramite il potenziometro R1, che ha il va- Tramite il condensatore di accoppiamento C5, il
lore di 1.000 ohm ed è di tipo a variazione lineare, segnale di bassa frequenza viene applicato alla
alla bobina di reazione Ll. base di TR2, che è un transistor NPN di tipo
Dalla bobina L1 i segnali ritornano, per indu- AC127. Il collegamento fra il collettore di TR2
zione elettromagnetica, sulla bobina L2. E il ciclo e la base di TR3 è diretto, senza alcuna interpo-
si ripete così indefinitivamente, almeno in teoria; sizione di elementi di accoppiamento. Ciò è reso
"'
199
M MINO
L2
o 8

E A 22
cl
I
9'
6mm

Fig. 4 - La bobina di sintonia L2 e quella di


reazione L 1 risultano avvolte in un unico sup-
porto isolante munito di nucleo di ferrite. La
f
massa
bobina L2 è composta da 28 spire compatte
di filo di rame smaltato del diametro di 0,4 mm.
I
la presa intermedia è ottenuta alla sesta spira.
La bobina di reazione L1 è composta di tre
spire, eventualmente aumentabili a quattro, di
filo flessibile ricoperto di plastica.

Fig. 3 - In questo disegno illustriamo il parti-


colare sistema di collegamento dei conduttori
di antenna e di terra su un'unica presa appli-
cata nel pannello frontale del ricevitore.

possibile dal fatto che l'impedenza di uscita di


TR2 è press'a poco uguale a quella di entrata del
transistor TR3.
Sull'emittore del transistor TR3 è presente il se-
gnale di bassa frequenza amplificato e in grado di
pilotare la cuffia la cui impedenza può essere com-
presa tra gli 8 e i 100 ohm.
In sede di collaudo, noi abbiamo collegato con
l'uscita una cuffia stereofonica, nella quale erano
stati collegati in serie i due padiglioni, così da
ottenere un valore complessivo di impedenza di Fig. 5- Tre soli semiconduttori risultano mon-
16 ohm. tati nel circuito del ricevitore per onde corte.
Essi sono il transistor FET 2N3819 e i due tran-
ALIMENTAZIONE sistor amplificatori finali NPN di tipo AC 127
L'alimentazione del circuito del ricevitore è in e BC3O1. Da questo disegno il lettore potrà I
corrente continua. La tensione può avere un valo- ricavare le indicazioni utili per il cablaggio dei
re compreso fra i9ei13,5V. E' possibile quindi tre componenti.
utilizzare una pila da 9 V, oppure 3 pile da 4,5 V,

200
collegate in serie tra di loro, con una tensione
complessiva risultante di 13,5 V. E' questa la ten-
sione massima con cui si possa alimentare il cir-

I FASCICOLI cuito del ricevitore.


Se la tensione di alimentazione ha il valore di
9 V, l'assorbimento totale di corrente del circuito

ARRETRATI è di 30 mA. Con la tensione di alimentazione mas-


sima di 13,5 V, l'assorbimento di corrente è di
60 mA.

DI Coloro che vorranno evitare l'uso delle pile, po-


tranno servirsi di un alimentatore con uscita a
9V.

COSTRUZIONE DELLA BOBINA


La bobina di entrata del ricevitore è realizzata su
un supporto di metallo isolante del diametro
(esterno) di 6 mm. Il supporto deve essere munito
di nucleo di ferrite, che dovrà essere regolato in
sede di messa a punto del ricevitore allo scopo
di ottenere una precisa entrata in gamma.
L'avvolgimento della bobina di sintonia L2 è ot-
tenuto con 28 spire di filo di rame smaltato del
diametro di 0,4 mm. Occorrerà ricavare una pre-
sono le « perle » di una prezio- sa intermedia alla sesta spira, partendo dal lato
massa.
sa collana tecnico-pratica, che La bobina di reazione L1 è composta di 3 spire
porta in casa vostra il piacere di filo flessibile, del tipo di quelli per i collega-
e il fascino di una disciplina mo- menti elettrici. Il numero delle spire potrà es-
sere elevato a 4 nel caso in cui non ci fosse rea-
derna, proiettata nel futuro, che zione.
interessa tutti: lavoratori e stu- In figura 4 è rappresentata la bobina di entrata
denti, professionisti e studiosi, del ricevitore. Il lettore dovrà costruirla tenendo
sott'occhio questo disegno.
giovani e meno giovani. Le bobine L1-L2, rappresentando due componen-
ti di alta frequenza, dovranno essere realizzate
accuratamente, con spire compatte e terminali
molto corti in sede di cablaggio.

RICHIEDETECE MONTAGGIO DEL RICEVITORE


Tutti gli elementi che compongono il circuito del
ricevitore, fatta eccezione per la pila di alimen-

PRIMA
I CHE
tazione, risultano montati su una piastrina me-
tallica, che funge anche da coperchio di chiusura
di un contenitore di plastica, così come indicato
in figura 2. La lastra metallica, dunque, serve an-
che per la realizzazione del circuito di massa del-
l'apparecchio radio.
Sulla parte frontale del ricevitore sono presenti:
SI ESAURISCANO il comando di sintonia (posizione centrale), i co-
mandi di reazione e di volume e le due prese di
cuffia e di antenna-terra (posizioni laterali).
Per quanto riguarda la presa di antenna-terra, si
è fatto ricorso ad un innesto a jack, in modo da
conglobare in un unico spinotto i due condutto-
inviando, per ogni fascicolo, ri di antenna e terra; questo particolare costrut-
tivo è chiaramente illustrato in figura 3.
l'importo di L. 500, a mezzo va- Il cablaggio del ricevitore, specialmente per quel
glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz- che riguarda lo stadio di alta frequenza, deve
zando le vostre richieste a: essere ottenuto con collegamenti molto corti, al-
lo scopo di evitare dispersioni di segnali. Tale
ELETTRONICA PRATICA osservazione si estende ovviamente al cablaggio
20125 MILANO - Via Zuretti, 52. delle bobine Ll-L2, del transistor TRl e degli al-
tri componenti lo stadio amplificatore e rivelatore
di alta frequenza che fanno capo a TR1.

201
ORIGI ALE
s ENA ELETTR NICA
i presentiamo una sirena elettronica che, no-
nostante le piccole dimensioni, è in grado di
emettere una nota modulata con una discreta
potenza e, quindi, perfettamente udibile anche a
distanza o in ambienti rumorosi.
La realizzazione di questo piccolo apparato si LA REGOLAZIONE
ottiene con soli cinque transistor e pochi altri
componenti elettronici. Si tratta dunque di un DI TRE RESISTEN-
montaggio molto economico e di piccole dimen- ZE SEMIFISSE PER-
sioni. METTE DI OTTENE-
Le applicazioni sono molteplici, perché la nostra
sirena potrà essere inserita in un'automobile-gio- RE LE VARIAZIONI
cattolo, ma potrà essere anche utilizzata in so- DI SUONO PIU' O-
stituzione del normale avvisatore acustico su bi- RIGINALI E PIU' IM-
ciclette o ciclomotori, conferendo un tocco di ori-
ginalità al più tradizionale mezzo di trasporto. PENSATE.
Ma il settore in cui la sirena elettronica trova L'APPARATO DI
la sua più naturale applicazione è senza dubbio PICCOLE DIMEN-
quello degli antifurti. Perché essa potrà essere
installata nell'autovettura, nel negozio, nell'appar- SIONI PUO' ESSE-
tamento, nel garage o nella villa di campagna. RE APPLICATO DO-
Un'ulteriore applicazione, alquanto originale, del- VUNQUE, ALLO
la sirena può essere quella della sua installazione
in una valigia destinata al trasporto di valori, SCOPO DI OTTE-
danaro o gioielli. Sarà infatti sufficiente applica- NERE UN EFFICA-
e un interruttore costituito da presa e spina CE ANTIFURTO O
jack, in modo che, la sirena, estraendo la spina,
e ciò avviene automaticamente quando la valigia UN AVVISATORE
viene aperta oppure strappata dalla mano del ACUSTICO FUORI
portatore, si metta in azione. Si può infatti legare DAL COMUNE.
al polso una funicella collegata con la spina in
modo che, al minimo tentativo di scippo, la vali-
gia si trasformi in una sirena d'allarme.

202
Concludendo, possiamo dire che la nostra sirena tenziometro semitisso R4 non fosse collegato con
elettronica si presta bene alla realizzazione di ri- l'emittore di TRl, dal primo stadio si otterrebbe
chiami pubblicitari, a quella dell'antifurto e a una forma d'onda, in uscita, ancora di tipo a den-
quella di scherzi più o meno divertenti. te di sega, anche se con una frequenza di molto
superiore a quella precedente (fig. 4).
L'EFFETTO SIRENA Tuttavia, in virtù del collegamento tra i due oscil-
Capita spesso di acquistare un dispositivo pub- latori, avviene che l'oscillazione di TRI moduli la
blicizzato sotto il nome di « sirena elettronica» e nota prodotta da TR2, producendo un segnale ri-
rendersi conto poi, che l'apparato è un semplice sultante il cui diagramma è rappresentato in bas-
oscillatore che emette un suono di un'unica to- so di fig. 4. Si noti che, per ragioni facilmente
nalità e che, essendo privo di originalità, manca intuibili, non è stato possibile rispettare la pro-
della caratteristica fondamentale di una sirena porzione fra le frequenze delle due onde, per-
vera e propria: quella del richiamo collettivo ché ciò avrebbe comportato un grafico di 1.000
della gente. • picchi a 1.000 Hz per ogni picco ad 1 Hz.
Per non cadere in questo luogo comune, abbiamo La nostra sirena, dunque, si comporta allo stesso
fatto uso di due oscillatori distinti; la funzione di modo di un trasmettitore radio in modulazione
uno di essi è quella di generare la nota udibile, il di ampiezza, nel quale il transistor TR2 genera la
compito dell'altro oscillatore è quello di modulare portante, mentre il transistor TRl modula in am-
l'ampiezza del primo, con una frequenza molto piezza la portante stessa. L'effetto acustico che in
bassa, di 1 Hz circa, in modo da far variare perio- questo modo si ottiene è molto interessante ed
dicamente la potenza della nota udibile. originale.
Dei semplici potenziometri semi:fi.ssi permettono
CIRCUITO DELLA SIRENA di ottenere le regolazioni delle frequenze, di quella
Il circuito della sirena elettronica è rappresen- audio e di quella sub-audio e della profondità di
tato in fig. 1. Il piano costruttivo è riportato in modulazione.
fig. 2. In fig. 3 è riportato lo schema della sirena Questi potenziometri potranno essere sostituiti
vera e propria, senza l'amplificatore di bassa fre- con semplici resistenze fisse, dopo aver scelto le
quenza. Quest'ultimo circuito è pilotato dai tran- caratteristiche sonore della sirena.
sistor TR1 e TR2, che sono due transistor uni- Il potenziometro R3 regola la frequenza di ripe-
giunzione e, quindi, particolarmente adatti a pi- tizione (sub-audio), il potenziometro R4 regola la
lotare due circuiti oscillatori a rilassamento. profondità di modulazione e, nello stesso tempo,
Come è noto, il nome «unigiunzione» attribuito a
questi transistor, deriva proprio dal fatto che in
essi vi è una sola giunzione NP, ricavata in corri-
spondenza dell'emittore da una sbarretta di semi-
conduttore le cui estremità sono collegate con IMPORTANTE
due elettrodi denominati base 1 (Bl) e base 2 (B2).
Il transistor TRI pilota l'oscillatore a frequenza
PER GLI ABBONATI
subsonica (1 Hz circa), composto, oltre che da
TRl, anche da R1-R2R3C2 (fig. 1).
Le oscillazioni vengono prelevate dal terminale di I Signori Abbonati che
emittore; esse assumono la forma di una tensio- ci comunicano il loro
ne a denti di sega (fig. 4). Le oscillazioni vengono
generate dalla carica e scarica del condensatore
C2, attuata automaticamente dal transistor TRl.
Il condensatore elettrolitico C2; infatti, si scari-
ca attraverso le resistenze R2-R3 e, parziaJmente,
attraverso la resistenza RA4, partendo da zero e
raggiungendo un valore sempre più positivo, con
a o
un andamento pressocché lineare.
Quando questo valore supera un certo limite, che
si viene a determinare in base al tipo di transi-
o
stor adottato, al valore della resistenza Rl e a
quello della tensione di alimentazione, la giunzio-
ne base 1 - emittore diviene rapidamente condut- sono pregati di segnalarci, as-
trice e, caricando rapidamente il condensatore
C2, provoca un nuovo ciclo di carica. sieme al preciso nuovo indiriz-
L'oscillatore a frequenza udibile, per esempio al- zo anche quello vecchio con cui
la frequenza di 1.000 Hz, è pilotato dal transistor hanno finora ricevuto la Rivi-
TR2, dal condensatore C3, dalle resistenze R5-R6
e, in parte, dalla resistenza R4. Questi valori de- sta, scrivendo, possibilmente,
terminano la frequenza di oscillazione. in stampatello.
Se non vi fosse alcun collegamento tra il primo e
i1 secondo oscillatore, cioè se il terminale del po-

203
R2

SI il ~~
Rl
TR1
4 B? E
[ov
c,11 s,D
e
13,5V
e +
c2 C3

TR5

NENTI R7
R8
=
=
470 ohm
12.000 ohm
Condensatori R9 = 220.000 ohm
Ct = 100 F - 18 VI. (elettrolitico) R10 = 2.200 ohm
C2 = 10 F - 12 VI. (elettrolitico) R11 12.000 ohm
=
C3 = 10.000 pF R12 = 270 ohm
C4 = 100.000 pF R13 = 12.000 ohm
C5 ~ 10 F - 12 VI. (elettrolitico) R14 0,68 ohm
300 F - 12 VI. (elettrolitico) =
C6 = R15 = 0,68 ohm
Resistenze Varie
R1 = 470 ohm TR1 = 2N2646
R2 = 10.000 ohm TR2 2N2646
R3 = 470.000 ohm (semifissa) TA3 == AC127
R4 = 470.000
10.000
ohm (semifissa)
ohm
TR4 = AC128
R5 TR5 = AC127
R6 _ 470.000 ohm (semifissa) AP = 3 W-8 ohm

Fig. 1 - Circuito completo della sirena elettronica. La resistenza semifissa R3 regola


la frequenza di ripetizione; la. resistenza R4 controlla la profondità di modulazione
e la frequenza udibile; la resistenza R6 regola esclusivamente la nota emessa.

204
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205
Il transistor TR3 assume la funzione di stadio
pilota ed è montato in circuito con emittore a
massa, così da ottenere la massima amplificazione
possibile.
Il segnale prelevato dal collettore di TR3 viene
applicato alle basi di TR4 e TR5, attraverso il
condensatore elettrolitico C5 e la resistenza Rl2.
+

:1 USCITA r
I transistor finali sono di media potenza, al ger-
manio e in grado di fornire una potenza di 3 W
circa, che risulta più che sufficiente per ottenere,
in altoparlante, un suono udibile anche in condi-
zioni sfavorevoli.
Nel dimensionamento degli stadi amplificatori
non si è attribuita molta importanza alla linearità
e alla fedeltà di riproduzione. I lettori più esperti
infatti, noteranno la mancanza di una qualsiasi re-
te cli controreazione e quella dei diodi necessari
per una adeguata polarizzazione dei transistor fi-
nali, con lo scopo di evitare distorsioni di cross-
Fig. 3 - Questo schema ripropone il circuito over. Ma tali accorgimenti non solo si rivelereb-
dei due oscillatori, senza l'amplificatore di bassa bero superflui, ma peggiorerebbero le caratteri-
frequenza. stiche dell'amplificatore limitandone la potenza
di uscita.

MONTAGGIO
In sede di progettazione della sirena elettronica
abbiamo voluto tener conto di talune difficoltà
di reperimento di materiali, molto spesso incon-
trate dai nostri lettori. Ecco perché abbiamo re-
so il progetto in condizioni di poter essere co-
struito con componenti di facile sostituzione con
corrispondenti.
Ad esempio, per i transistor TRI e TR2 si potran-
no utilizzare tutti i tipi di transistor unigiunzio-
ne attualmente in commercio. Tra questi, i più
SEGNALE RISULTANTE economici sono ovviamente i tipi 2N2646, che
potranno tuttavia essere sostituiti con i seguenti
transistor: 2N2647 - 2N1671 - 2N4870 - 2N4871, ecc.
Fig. 4 - Diagrammi delle frequenze generale dai Il transistor TR3 rappresenta il componente me-
due stadi oscillatori. Il diagramma in basso si
riferisce al segnale risultante.
no critico dell'intero circuito; qualsiasi transistor
cli bassa frequenza al germanio o al silicio, quindi,
potrà essere usato indifferentemente. L'unica pre-
cauzione da prendere sarà quella di variare il
la frequenza udibile, mentre il potenziometro R6 valore di R9, in modo da ottenere sul collettore
regola esclusivamente la nota emessa. una tensione cli 5 V circa (il valore esatto non
11 progetto risulta completato da un circuito am- assume eccessiva importanza).
plificatore di potenza che possiede i requisiti adat- In ogni caso il controllo del valore della tensione
ti per un simile accoppiamento, con una soluzione sul collettore di TR3 dovrà essere effettuato an-
tecnica che, per noi si è rivelata la più semplice che utilizzando un transistor di tipo AC127, co-
e la più economica. me quello da noi montato sul prototipo; infatti,
~ un diverso valore di guadagno del transistor po-
IL PROGETTO COMPLETO trebbe pregiudicare il funzionamento del circuito.
Il progetto completo della sirena (oscillatore + Gli altri tipi di transistor utilizzabili per TR3
amplificatore) è rappresentato in fig. 1. I primi sono i seguenti: ACI41B - BCI47 - BC148 - BCI07
due stadi oscillatori, quelli pilotati da TRl e - BC267 - BC268, ecc.
TR2, ripropongono il progetto di fig. 3. Essi sono Per quanto riguarda i transistor finali TRA -
stati abbondantemente analizzati e nulla dobbia- TR5, che sono di tipo AC187K e AC188K, pur non
mo aggiungere a questa parte della sirena. essendo richiesta all'amplificatore una buona fe-
Analizziamo invece lo stadio amplificatore di po- deltà e una bassa distorsione, dovranno costituire
tenza, che fa uso di soli tre transistor (TR3-TR4- una coppia già selezionata, a garanzia di una per-
TR5), dei quali gli ultimi due compongono uno fetta simmetria del circuito finale.
stadio a simmetria complementare, che permette Le resistenze R14-R15 hanno nominalmente il va-
di ottenere un'ottima resa d'uscita con un minimo lore di 0,68 ohm. Poiché un tale valore può essere
numero di componenti elettronici. difficilmente reperibile in commercio, si potran-

206
r
Fig. 5 - Disegno del
circuito stampato in
scala 1/1.

no utilizzare resistenze con valore approssimato ta con la tensione continua compresa fra i 9 e i
(0,47 - 0,82 - 1 ohm). 18 V circa. E' ovvio che la potenza di uscita varie-
Utilizzando una coppia finale di transistor perfet- rà proporzionalmente al valore della tensione di
tamente complementari, si potrà addirittura fare alimentazione. Per gli usi portatili della sirena si
a meno di queste resistenze, a danno, ovviamen- utilizzeranno due o tre pile piatte da 4,5 V, col-
te, della fedeltà che, in questo caso, non assume lega te in serie. Per l'installazione della sirena sul-
alcun interesse. l'autovettura si potrà utilizzare la batteria. Me-
Coloro che non volessero ottenere dall'amplifica- glio sarà interporre, fra la batteria e la sirena un
tore una notevole potenza d'uscita, potranno so- alimentatore elevatore di tensione.
stituire la coppia finale AC17K - ACl88K con i Il montaggio della sirena deve essere effettuato
transistor AC127 (TR4) e AC128 (TR5). tenendo sott'occhio il piano di cablaggio di fig. 2,
L'altoparlante dovrà avere una potenza di 3W dopo aver ovviamente realizzato il circuito stam-
circa, con una impedenza compresa fra gli 8 e i
pato rappresentato, in dimensioni naturali (scala
28 ohm. Installando la sirena elettronica in una
1/1) in fig. 5.
valigia antiscippo, consigliamo gli altoparlanti
piatti in polistirolo espanso, che potranno essere Per evitare possibili errori di cablaggio dei semi-
facilmente montati senza creare eccessivo in- conduttori, abbiamo riportato in fig. 6 le connes-
gombro. sioni dei transistor. La freccia, che appare sul di-
segno, indica la posizione di riferimento del tran-
ALIMENTAZIONE sistor: tacca metallica, puntino coloralo o altro
L'alimentazione della sirena elettronica è ottenu- contrassegno.

B
SCEGLIENDO
2N2647 AC127 AC187
AC188 IL REGALO
CHE
Fig. 6 - Disposizione degli elettrodi dei semi-
PREFERITE
conduttori montati nel circuito della sirena elet-
tronica.

207
QUATTRO
USI
DIVERSI
DELL'AMPLI"
FICATORE
DA
W
Con questa prestigiosa scatola
di montaggio è possibile ottenere:
e UN AMPLIFICATORE LA SCATOLA DI MONTAGGIO,
PER CHITARRA GIA' PRESENTATA SUL FASCI-
e UN RICEVITORE RADIO COLO DI OTTOBRE DELLO
SCORSO ANNO, VIENE EQUI-
• UN AMPLIFICATORE PAGGIATA, ORA, CON DUE
PER GIRADISCHI
OMAGGI, A SCELTA, SEMPRE
e UN SISTEMA DI ALLO STESSO PREZZO DI
AMPLIFICAZIONE DELLA VOCE l. 19.500.
• UNA INSTALLAZIONE SONORA
SULL'AUTOVETTURA
208
Fig. 1 - I giradischi con rivelatore
dl tipo piezoelettrico dovranno es-
sere collegati con l'entrata E2
dell'amplificatore di potenza. Con
questa stessa entrata si raccol-
gono i segnali provenienti da un
giradischi stereofonico, • purché i
due conduttori « caldi » vengano
saldati fra loro così come indi-
cato in questo disegno. 11 con-
±s f? duttore uscente da un giradischi
con rivelatore di tipo magnetico
deve essere collegato con l'en-
trata Et dell'amplificatore di po-
tenza.

SCATOLINA

Fig. 2 - L'amplificatore di potenza


da 50 W può essere sfruttato per
parlare e per cantare. In tal caso
occorre costruire un microfono,
servendosi della capsula micro-
fonica compresa nel kit dello
stesso amplificatore. La costru-
zione del microfono è ottenuta
COPERCHIO
GOMMA
\
FORO
secondo il piano costruttivo qui PIUMA
riportato. La capsula microfonica
viene- inserita fra due dischi di
gommapiuma molto porosa e il
tutto viene racchiuso in una sca- CALZA
tolina di plastica il cui coperchio METALLICA
deve essere necessariamente fo-
rato.
CAVETTO SCHERM. aE2
·--s. a massa

'amplificatore da 50 watt per chitarra elet- fatto cenno ad alcune delle molte applicazioni
trica rappresenta una delle scatole di mon- possibili, senza tuttavia addentrarci nei partico-
taggio di maggior prestigio approntate dalla lari tecnici. Ma a questo punto è per noi doveroso
nostra Organizzazione. soddisfare ogni esigenza tecnica del lettore che,
L'intero progetto, unitamente alla descrizione giustamente, non vuol limitare l'uso dell'amplifica-
dell'apparato, alle istruzioni per il montaggio e al- tore da 50 W per il solo collegamento con uno
l'elenco completo delle caratteristiche elettriche, strumento musicale che, pur avendo assunto in
è stato presentato sul fascicolo di ottobre dello questi ultimi tempi un carattere di notevole di-
scorso anno. vulgazione, non costituisce un elemento di inte-
Molti lettori hanno già acquistato il nostro kit, resse generale.
per realizzare un complesso di sonorizzazione per Anche se gli usi che si possono fare dell'ampli-
chitarra elettrica. Buona parte di questi lettori ed ficatore possono essere molteplici, vogliamo sof-
altri, in procinto di acquistare la nostra scatola fermarci, in queste pagine, su quattro applicazio-
di montaggio, ci hanno scritto e ci scrivono ogni ni fondamentali della nostra scatola di montag-
giorno per conoscere quali altre diverse appli- gio.
cazioni, oltre a quella più congeniale dell'ampli- La prima di queste, che ovviamente è la più na-
ficazione per chitarra, possa avere il nostro ap- turale, è quella dell'abbinamento del circuito con
parato. la chitarra elettrica. Ma di questo uso dell'am-
Durante la presentazione del progetto avevamo plificatore abbiamo già parlato ampiamente sul

209
R4

II

+ Il
-
°l
1
Il
TR1

u
. r-
Fig. 3 - Lo schema elettrico qui riportato è
ricavato dallo schema teorico completo dell'am- R5
plificatore per chitarra presentato a pagina 471
del fascicolo di ottobre dello scorso anno. Nel
disegno è illustrato il sistema di collegamento massa
fra un microfono piezoelettrico e l'entrata E2
dell'amplificatore. Il collegamento con l'entrata
E1 deve essere realizzato in caso di microfoni
magnetici.

O ANT.

DG
L1

I R2

Fig. 4 - Circuito elettrico del sintonizzatore, che


dovrà essere collegato con l'entrata El dell'am-
plificatore di bassa frequenza. La bobina L 1
e il condensatore variabile doppio C1-C2 ven-
gono inseriti, su richiesta, nel kit dell'ampli-
ficatore.

fascicolo di ottobre dello scorso anno. Parleremo loro che, da. questo momento in poi, ci invieranno
quindi, ora, degli altri tre usi più importanti che l'ordine di un kit, una capsula microfonica op-
si possono fare con il nostro apparecchio: l'abbi- pure, a scelta, un condensatore variabile ad aria,
namento con il giradischi, l'accoppiamento con il doppio, e una bobina di alta frequenza. Con la
microfono e il collegamento con un sintonizzatore. capsula microfonica il lettore potrà servirsi del-
All'esposizione tecnica, che ora stiamo per in- l'amplificatore di bassa frequenza per parlare e
traprendere, abbiamo voluto aggiungere almeno cantare; con il condensatore variabile e la bobi-
due espressioni concrete di gratitudine nei con- na AF, il lettore potrà realizzare un sintonizzatore
fronti di tutti coloro che seguono con particola- da accoppiare all'amplificatore in modo da ot-
re attenzione e passione l'approntamento dei no- tenere un ricevitore radio con una riproduzione
stri kit: abbiamo voluto offrire in omaggio a co- sonora a larga banda.

210
COLLEGAMENTO CON I GIRADISCHI comune, potrà collegare questo componente sul-
Il nostro amplificatore di bassa frequenza può la presa E2. E' ovvio che il terminale di massa di
essere accoppiato con un qualsiasi giradischi, di entrambi i tipi di microfoni, che è quello che si
tipo normale o stereofonico, con rivelatore ma- trova in contatto elettrico con l'involucro ester-
gnetico o piezoelettrico. no del microfono stesso, dovrà essere collegato
Con questo abbinamento si potrà ottenere un'ot- con il circuito di massa dell'amplificatore di bas-
tima resa sonora, con una potenza massima di sa frequenza.
sow. Coloro che fanno richiesta della nostra scatola
Il collegamento tra i due apparati si ottiene nel di montaggio, potranno richiederci, in omaggio,
modo seguente: il cavo schermato, proveniente una capsula piezoelettrica, con la quale potranno
dal giradischi, deve essere collegato con l'entrata costruire un microfono rudimentale, seguendo il
E2 dell'amplificatore, se il rivelatore del giradi- piano costruttivo riportato in figura 2.
schi è di tipo piezoelettrico. Per questa realizzazione occorre procurarsi una
E' ovvio che la calza metallica del cavetto rap- scatolina di plastica, le cui dimensioni dovranno
presenta uno dei due conduttori dei segnali uscen- essere leggermente superiori a quelle della ca-
ti dal giradischi; questa dovrà essere collegata psula microfonica. Sul coperchio di questa scato-
con il circuito di massa dell'amplificatore, mentre lina si praticheranno alcuni fori; poi il microfo-
il conduttore « caldo », contenuto internamente no verrà chiuso interponendo, fra le due parti
alla calza metallica ,dovrà essere collegato, come della scatolina di plastica e le due facce della
abbiamo già detto, con l'entrata E2 dell'amplifica- capsula microfonica, due dischi di gommapiuma
tore. molto porosa. Prima della chiusura della scatoli-
Nel caso in cui il rivelatore del giradischi fosse na, occorrerà saldare sui terminali dell acapsula
di tipo magnetico, come accade nei giradischi di un cavetto schermato, facendo bene attenzione
vecchia data, il collegamento del conduttore « cal- che il conduttore « caldo » venga saldato sul ter-
do» deve essere fatto con l'entrata El; la calza minale isolato, mentre la calza metallica verrà
metallica del cavo, anche in questo caso, verrà saldata sull'altro terminale della capsula, quello
collegata con il circuito di massa dell'amplifica- che risulta in contatto con l'involucro della ca-
tore. psula stessa. Così facendo, si otterranno risultati
Coloro che vorranno accoppiare il giradischi ste- perfetti. Il collegamento fra il microfono, così
reofonico con il nostro amplificatore di potenza ottenuto, e l'amplificazione, sarà fatto utilizzando
dovranno tener conto che da questo tipo di gira- l'entrata E2, per il terminale « caldo », e il circui-
dischi escono tre conduttori: due conduttori « cal- to di massa dell'amplificatore per la calza me-
di» e un terzo conduttore rappresentato dalla tallica del cavetto. Tutto ciò è chiaramente indi-
calza metallica del cavo. In questo caso i due cato nel piano costruttivo di figura 2.
conduttori « caldi» dovranno essere collegati
tra loro, così come indicato in figura 1, mentre ACCOPPIAMENTO CON IL SINTONIZZATORE
la calza metallica dovrà essere collegata con la Ed eccoci giunti all'ultima applicazione del no-
massa dell'amplificatore. Poiché i rivelatori dei stro amplificatore di potenza: quella del collega-
giradischi stereofonici sono di tipo piezoelettrico, mento con un sintonizzatore, che permette di ot-
è ovvio che il collegamento verrà fatto con l'en- tenere un ricevitore radio per onde medie.
trata E2 dell'amplificatore. Il semplice progetto del sintonizzatore è rap-
presentato in figura 4. La bobina Ll e il conden-
COLLEGAMENTO CON IL MICROFONO satore variabile doppio C1-C2 compongono il cir-
Il nostro amplificatore serve per amplificare i se- cuito di sintonia. Questi due elementi vengono in-
gnali della chitarra elettrica e quelli provenienti seriti in omaggio, purché espressamente richiesti,
dal giradischi, ma esso può essere utilizzato anche nel kit dell'amplificatore per chitarra.
per parlare ad una collettività o per amplificare Il diodo al germanio DG provvede al processo di
il canto di un dilettante di musica. Ecco altri due rivelazione; dunque, all'uscita di questo circuito
impieghi del nostro apparato, che si renderà uti- è presente il segnale di bassa frequenza, perché
le ai rivenditori ambulanti, ai comizianti politici i condensatori C3-C4 convogliano a massa la par-
e a tutti coloro che hanno la passione del canto te di segnale di alta frequenza compresa nelle se-
e vogliono esibirsi, in casa o in piccoli ambienti mionde, di uno stesso nome, presenti a valle del
di spettacolo, dinnanzi ad un gruppo di spetta- diodo rivelatore.
tori. Con questo sintonizzatore si potranno ascoltare i
I microfoni, come si sa, possono essere di tipo a programmi radiofonici nazionali sulla gamma del-
carbone, magnetico o piezoelettrico. Tralasciamo le onde medie, con una fedeltà superiore a quella
i microfoni a carbone, che servono soltanto ai di qualsiasi ricevitore radio, anche di quelli a mo-
principianti per l'attuazione di semplici esperi- dulazione di frequenza. E non è questa una af-
menti elettronici, ed occupiamoci invece dei mi- fermazione azzardata. Infatti, come è noto, tutti
crofoni magnetici e di quelli piezoelettrici. i ricevitori radio normali, di tipo commerciale,
Chi è in possesso di un microfilm magnetico, po- sono molto selettivi e per tale motivo i segnali
trà collegare questo elemento con l'entrata El di bassa frequenza, che riescono a raggiungere lo
dell'amplificatore, mentre chi è in possesso di un stadio amplificatore BF del ricevitore radio, so-
microfono piezoeltrico, che è quello di tipo più no compresi in una gamma assai ristretta, della

211
CAVETTO
a El SCHERMATO
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UJ
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UJ a massa
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i:i,
ii:
quale si perdono le frequenze laterali estreme. Al MONTAGGIO DEL SINTONIZZATORE
contrario, in un rivelatore a diodo, la selettività In figura 5 abbiamo rappresentato il cablaggio del
è piuttosto scarsa ed è proprio per tale motivo sintonizzatore. La bobina d'alta frequenza Ll è
che tutta la banda della bassa frequenza riesce a una bobina d'aereo per ricevitore supereterodina
passare attraverso gli stadi iniziali del ricevitore a valvole. Coloro che non ne sono in possesso po-
e a raggiungere l'amplificatore finale. tranno prelevarla da un vecchio ricevitore a con-
E' ovvio che, per raggiungere tale condizione, è versione di frequenza fuori uso, oppure da un
aecessario che all'entrata del sintonizzatore sia gruppo di alta frequenza di vecchia costruzione.
presente un segnale di alta frequenza di intensità Il condensatore variabile doppio C1-C2 ha un va-
notevole. Ecco il motivo per cui il nostro sinto- lore capacitivo di 500 + 500 pF. II condensatore
nizzatore può funzionare soltanto se collegato da noi inserito, in omaggio, nel kit dell'amplifi-
con una buona antenna e un ottimo circuito di catore di bassa frequenza, è dotato di quattro se-
terra. zioni. In esso vi sono due sezioni maggiori e due
La selettività del sintonizzatore, pur essendo scar- minori. Le sezioni a minor numero di lamine deb-
sa, sarà sufficiente a separare le emittenti radio- bono essere lasciate inutilizzate; esse servono sol-
foniche nazionali, a meno che queste non lavo- tanto per la realizzazione di un ricevitore radio
rino su frequenze vicinissime tra loro. a valvole e a modulazione di frequenza. Il lettore,

AMPLIFICATORE BF
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
l. 19.500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50 W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilità entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione lnf. al 2% a 4o W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA Questa scatola di montaggio, veramente pre-
Consumo In assenza di segnale 2 W stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli-
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile
Il kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
razione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com rendere l'apparato utilissimo per gli usi più
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlanti e il contenitore. svariati.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 19.500. Per richiederla occorre inviare


il relativo importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRA-
TICA - 20125 MILANO - Via Zuretti 52 (nel prezzo sono comprese- anche le spese
di spedizione).
dunque, dovrà collegare tra loro, mediante un mentatore già presentato sul fascicolo di otto-
ponticello, i due terminali corrispondenti alle due bre dello scorso anno.
sezioni maggiori, così come indicate nello sche-
ma di figura 5. L'AMPLIFICATORE IN AUTOMOBILE
L'intero circuito del sintonizzatore dovrà essere Come abbiamo già detto, l'amplificatore di po-
racchiuso in un contenitore di plastica, in modo tenza può essere installato anche sull'autovettura,
da favorire, nella maggior misura, l'ingresso dei allo scopo di aumentare la potenza sonora di pic-
segnali radio di alta frequenza; questi, infatti, rag- coli ricevitori radio o per l'abbinamento con un
giungono il circuito di sintonia attraverso l'an- giradischi od altro apparato radioelettrico.
tenna ma investono questo stesso circuito anche
direttamente. Per alimentare in auto il nostro amplificatore da
E' assai importante ricordarsi che la carcassa 50 W, si dovrà ricorrere al collegamento in serie
metallica del condensatore variabile deve essere di due batterie da 12 V, in modo da ottenere Ja
collegata al circuito di massa del sintonizzatore, tensione continua risultante di 24 V, dato che la
perché, in caso contrario, l'apparato non funzio- potenza di assorbimento normale dell'amplifica-
nerebbe. tore si aggira intorno ai 20W. Con tale potenza
L'uscita del sintonizzatore deve essere collegata e con l'uso di un buon altoparlante a tromba, si
con l'entrata El dell'amplificatore di potenza. ottiene nell'autovettura una riproduzione sonora
Nel caso in cui la riproduzione sonora fosse ac- di notevole intensità.
compagnata da un notevole ronzio, sarà necessa- E' ovvio che, ricorrendo all'alimentazione con due
rio collegare, in serie con la linea di alimentazione batterie in serie, si dovranno eliminare i con-
dell'avvolgimento primario del trasformatore del- duttori provenienti dall'avvolgimento secondario
l'alimentatore, due impedenze di alta frequenza di del trasformatore di alimentazione Tl, sostituen-
tipo VK200; in parallelo ai diodi raddrizzatori doli con quelli provenienti dalle batterie e senza
D2-D4 dell'amplificatore di potenza si dovranno tener conto della polarità di questi nuovi condut-
collegare due condensatori a carta da 10.000 pF tori. Ci penserà il ponte raddrizzatore ad inviare
- 250 VI., così come indicato nello schema elettri- al circuito dell'amplificatore la tensione secondo
co di figura 6. Questo schema è quello dell'ali- le polarità necessarie.

220

+
C14

\ 10

imp. F

S\
9 imp. F

MP NENT Fig. 6 - L'accoppiamento del sintonizza-


tore con l'amplificatore di potenza im-
C1-C2 5004500 pF (cond. variab. ad aria) pone, nel caso di riproduzione sonora
C3
C4
= 330 pF
330 pF
I
accompagnata da ronzio, l'inserimento
di due impedenze di alta frequenza, col-
legate in serie ai conduttori di rete e
R1 = 4.700 ohm di due condensatori da 10.000 pF cia-
R2 = 47.000 ohm scuno, collegati in parallelo ai diodi
L1 = bobina aereo per supereterodina a valvole raddrizzatori D2-D4.

214
LE PRESE DI CORRENTE PER LA RIPARAZIONE E IL COLLAUDO DI
APPARATI ELETTRONICI SONO INDISPENSABILI NEL PICCOLO LA-
BORATORIO DI OGNI PRINCIPIAN-
oche il principiante di elettronica possiede
TE. MA PER SNELLIRE E RAZIONA-
un suo angolino nella casa adibito a laborato- LIZZARE IL LAVORO OCCORRE
rio. Normalmente esso si compone di un COSTRUIRE UN PICCOLO QUA-
barco di lavoro, di alcune cassettiere e di una DRO DI COMANDO DELLA RETE DI
tavola porta-attrezzi. Manca invece, il più delle
volte, un pannello con tutte le prese necessarie DISTRIBUZIONE DELL'ENERGIA E-
per l'inserimento delle spine del saldatore, dello LETTRICA.
strumento di misura e dell'apparato in riparazio-
ne o in fase di collaudo.
La soluzione di un conduttore unico, munito di lettore il sistema tecnico-costruttivo di un qua-
una triplice presa volante non è certo tra le più dro per laboratorio munito di tre prese di ten-
comode e sicure; perché le sollecitazioni meccani- sione per i vari apparati radioelettrici e di una
che cui è sottoposto il conduttore finiscono per in- quarta presa per il saldatore.
terrompere la conduttività elettrica, creando scin- Le tre prese di tensione sono perfettamente iden-
tille che si ripercuotono, sottoforma di disturbi, tiche tra loro. Esse sono protette da un fusibile
sugli apparati radioelettrici. La soluzione di un e da due impedenze di alta frequenza che proteg-
pannello frontale, applicato sul muro di fronte al gono i radioapparati dai disturbi di rete. Una
banco di lavoro è certamente la più idonea, la lampada-spia tiene costantemente informato l'o-
più razionale e la più comoda fra tutte. Ci siamo peratore sulla presenza della tensione di alimen-
dunque proposti, in questa sede, di insegnare al tazione.

215
La quarta presa, quella necessaria per alimentare Vedremo poi in qual modo sia possibile indivi-
il saldatore, è pilotata da un commutatore a tre duare agevolmente la fase attiva della tensione,
posizioni. Nella posizione 1 la tensione di alimen- distinguendola dal neutro (O V).
tazione risulta diminuita rispetto al suo valore La linea di fase, dunque, raggiunge il fusibile Fl,
originale, perché il "diodo Dl elimina un «treno» il cui valore deve essere scelto a seconda dei
di semionde. casi. Per esempio, per un assorbimento totale di
Nella posizione O il saldatore rimane spento. Nel- 220 W, nel caso in cui la tensione di rete abbia il
la posizione 2 l'intera tensione di rete è applicata valore di 220 V, il fusibile dovrà essere da 1 A.
al saldatore. Le due impedenze di alta frequenza J1-J2 impe-
discono l'ingresso nel circuito dei più comuni di-
SCHEMA ELETTRICO sturbi di rete. Queste due impedenze sono compo-
Vediamo ora di interpretare lo schema elettrico ste da un notevole numero di spire di filo di ra-
del circuito del pannello per laboratorio rap- me smaltato avvolte su due nuclei di ferrite. Le
presentato in figura 1. spire dovranno essere avvolte in un solo strato e
La spina di allacciamento, rappresentata sulla debbono risultare nel maggior numero possibile.
estrema sinistra del disegno e, ovviamente, la Se la corrente totale assorbita raggiunge il valo-
presa di tensione, debbono essere provviste del re di 1 A, la sezione del filo dovrà essere di 0,8 mm.
terminale di terra, così come imposto dalle vi- Per correnti di intensità maggiore la sezione del
genti norme di legge. Nel caso in cui l'impianto filo dovrà essere aumentata. I terminali delle due
elettrico di casa fosse di vecchio tipo, cioè sprov- impedenze di alta frequenza verranno fissati per
visto del conduttore di terra, si dovrà provvede- mezzo di nastro adesivo.
re alla realizzazione di questo collegamento ser- A valle delle due impedenze troviamo la lampa-
vendosi di un filo di rame, di notevole sezione, da LPI, che ha la funzione di lampada-spia ed
saldamente collegato ad una tubatura dell'acqua. indica la presenza di tensione su tutte le prese.
La spina del nostro circuito deve essere polariz- Le tre prese di tensione dovranno essere compo-
zata. Ciò significa che lo spinotto contrassegnato ste con tre boccole di un colore e tre di un altro;
con il valore di 220 V deve entrare nella presa di per esempio, si potranno applicare tre boccole
corrente in cui si misura la fase attiva della ten- rosse e tre boccole nere, facendo in modo che le
sione. Possiamo anche dire che lo spinotto con- boccole nere risultino tutte collegate con la li-
trassegnato con il valore di 220 V è quello che si nea a O V, mentre le tre boccole rosse dovranno
trova dalla parte in cui è inserito il fusibile Fl. risultare collegate con la fase attiva della tensio-

Fig. 1- Tre prese di corrente e una per il saldatore, unitamente a due morsetti per
i collegamenti di massa, sono sufficienti per il lavoro sperimentale dell'elettronico
principiante. Il commutatore multiplo S2 permette di alimentare il saldatore con
due tensioni diverse, costantemente segnalate dalle due lampade LP2-LP3.

---_.5? --
I
l
I
! n
0

LP1
>
o PRESA STAGNAl.
220v ] ru
} TERRA
] @ O ò
ul
V>
al
LP2 LP3
0V n a Cl
a.

J2

1I
PRESE DI TERRA

216
o o
PRESE DI LP1
RETE LP3

S2

RETE
o
PRESA STAGNATORE
Fig. 2 - Cablaggio del pannello per laboratorio dilettantistico. Le due prese di terra,
cioè i due morsetti serrafili permettono di fissare sul pannello l'ancoraggio su cui
è saldata l'impedenuza di alta frequenza J2.

ne a 220 V. Nel caso in cui all'operatore dovesse- lavora con un diodo in serie (DI) il quale, la-
ro servire più prese, nulla osta all'applicazione sciando passare soltanto le semionde di uno stes-
di ulteriori boccole colorate. so nome, permette al saldatore di riscaldarsi po-
co, senza provocare una eccessiva ossidazione del-
PRESA PER IL SALDATORE la punta. Questa posizione del commutatore è
Anche le boccole che compongono la presa per il molto utile soprattuto per la saldatura dei ter-
saldatore debbono essere colorate. Si potrà usa- minali dei diodi e dei transistor, che non soppor-
re, ad esempio, una boccola rossa per la fase atti- tano l'eccessiva quantità di calore. Quando il com-
va della tensione a 220 V, una boccola nera per la mutatore multiplo si trova in posizione centrale,
tensione di O V e una boccola gialla per la presa cioè in posizione O, esso si comporta come un in-
di terra. terruttore apero e stacca il saldatore dal circuito
Quest'ultima è assolutamente necessaria quando di alimentazione. In posizione 2 il saldatore è
si lavora con i semiconduttori, perché, in caso direttamente inserito nella rete-luce e può svilup-
contrario, le tensioni indotte, provocate dalla pun- pare tutta l'energia termica per la quale esso è
ta del saldatore, possono danneggiare diodi e stato costruito.
transistor.
Il saldatore è controllato da un commutatore a ELIMINAZIONE DELLE INTERFERENZE
2 vie- 3 posizioni. Nella posizione 1 il saldatore In una delle boccole del saldatore risulta col-

217
legato il condensatore a carta Cl, che ha il va- MONTAGGIO
lore di 10.000 pF - 1.500 VI. Questo condensatore Il montaggio del pannello deve essere effettuato
impedisce di disturbare gli apparati elettronici nel modo indicato in figura 2.
posti nelle vicinanze del pannello quando risul- Osservando questo disegno si può notare che,
ta inserito il diodo D1. Abbiamo notato, infatti, oltre agli elementi fin qui citati, risultano fissati
che senza il condensatore Cl, mentre il diodo D1 anche due morsetti serrafilo, necessari per le
risultava inserito, si irradiavano, nello spazio cir- prese di terra, che potrebbero servire per il col-
costante, notevoli disturbi di alta frequenza; que- legamento a massa dei vari apparati elettronici.
sta, attraversando anche in piccola quantità le Questi due morsetti serrafilo servono anche a fis-
impedenze J1-J2, potrebbe essere modulata dal sare, con i loro dadi, la basetta isolante che so-
diodo D1. stiene l'impedenza di alta frequenza J2.
Le tre lampade-spia LP1-LP2-LP3 sono lampade al
neon, con tensione pari a quella di rete. E' as-
LE LAMPADE-SPIA
solutamente necessario che le tre lampade al
Sulla lampada-spia LPl ci siamo già intrattenuti. neon siano del tipo con la resistenza interna già
Essa rappresenta la lampada-spia generale del inserita per la limitazione del flusso di corrente.
pannello. Le altre due, LP2-LP3, vengono inserite Nel caso in cui le tre lampadine non fossero del
dalla seconda sezione del commutatore multiplo tipo ora citato, si dovrà collegare, in serie a cia-
S2, la quale ruota in corrispondenza con la prima scuna di esse, una resistenza da 220.000 ohm -
sezione. 1/2 watt.
Montando per LP2 una lampadina bianca e per L'interruttore S1 è un semplice interruttore a le-
LP3 una lampadina verde, l'operatore verrà co- va, mentre il deviatore S2 è un doppio deviatore
stantemente informato sul tipo di alimentazione con O centrale. Il condensatore Cl, come abbia-
del saldatore. Nella posizione O, nessuna lampada mo detto, è del tipo a carta, del valore di 10.000 pF
si accende e ciò sta ad indicare che il saldatore - 1.500 VI. Per quanto riguarda il. diodo D1, questo
è spento. La lampada LPl, per differenziarsi dalle è un qualsiasi diodo raddrizzatore eia 220 V -
altre due, potrà essere di color rosso. 0,5 A; si potrà usare il tipo BY127.

218

Migliaia di nostri lettori hanno già costruito ed apprezzato le notevoli qualità


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completa scatola di montaggio. E se molti non l'hanno ancora costruita, ciò è
dovuto soltanto alla mancanza di un ottimo ricevitore a modulazione di frequen-
za, con cui ascoltare, con chiarezza e potenza, suoni, voci e rumori trasmessi
a distanza da quel miracoloso e piccolo trasmettitore.
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IcAZ I

ontinuiamo la nostra carrellata sui dispo- Il LASCR è un componente che ap-


sitivi elettronici, prendendo in esame, que-
sta volta, un componente che appartiene partiene alla nuova generazione dei
alla nuovissima generazione e di cui non abbiamo prodotti elettronici. Cominciate a sta-
ancora avuto modo di parlare: il fotothyristor. bilire con esso i primi contatti, analiz-
Lo stesso nome del componente fa comprendere
che si tratta di un elemento sensibile alla luce. zandolo teoricamente e sperimentan-
Esso dunque appartiene alla categoria degli ele- dolo sucircuiti di facile realizzazione
menti a giunzione fotosensibile, come i fotodiodi pratica.
e i fototransistor. Eppure il fotothyristor si dif-
ferenzia da questi ultimi per la sua composizio-
ne fisica, che lo rende del tutto simile ad un
diodo SCR. Una delle denominazioni più frequen-
ti con cui esso viene indicato, infatti, è «LASCR »; l'altro, comprometterebbe la sensibilità fotoelet-
la terminologia è anglosassone: « Light Activated trica.
Siliciium Controlled Rectifer » cioè « Rettificato- Nel caso in cui si avesse a che fare con forti cor-
re Controllato al Silicio Attivato dalla Luce ». renti o tensioni notevoli, è sempre possibile pi-
Il funzionamento del LASCR è del tutto simile a lotare un SCR di potenza per mezzo cli un pic-
quello dell'SCR, con l'unica differenza che l'in- colo LASCR.
nesco dell'SCR avviene esclusivamente tramite In fig. 2 abbiamo riportato lo spaccato cli un
un impulso positivo applicato tra catodo e gate, LASCR. In questo disegno è chiaramente eviden-
mentre con il fotothyristor è possibile ottenere ziato il dispositivo a semiconduttore inserito in-
l'innesco anche per mezzo di un impulso lumi- ternamente al componente.
noso che arriva sul materiale semiconduttore at- Sulla parte superiore la piccola finestra risulta
traverso una piccola finestra, praticata sull'in- chiusa eia una semplice lastrina di vetro, oppure
volucro del componente e chiusa con vetro o con da una lente convessa che, concentrando i raggi
una lente. luminosi, provenienti dall'esterno, sul fuoco, in
Anche nel LASCR è presente l'elettrodo gate, che corrispondenza del quale è sistemato il materiale
permette di controllare la possibilità di innesco fotosensibile, permette cli aumentare notevol-
del diodo in modo eia adattarlo alle esigenze del mente la sensibilità del LASCR.
caso, oltre che funzionare come un normale SCR.
In fig. I è rappresentato l'aspetto esterno di due COME FUNZIONA IL LASCR
LASCR molto comuni. Come si può notare, essi Il simbolo elettrico del LASCR e la disposizione,
sono contenuti in involucri simili a quelli dei in pianta, degli elettrodi dei' componente, sono
diodi controllati di piccola e media potenza. In- riportati in fig. 3.
fatti, considerato il loro impiego, sarebbe inutile Il fotothyristor, così come il diodo controllato,
costruire dispositivi di grande potenza che, tra è composto di quattro strati di silicio, di tipo

219
P ed N, alternativamente, così da formare una
struttura di tipo P-N-P-N (vedi fig. 4). Con que-
sta struttura vengono a formarsi le tre giunzioni
Il-12-13, un catodo N, un gate P ed un- anodo P.
Per meglio comprendere il meccanismo di inne-
sco del diodo LASCR o, analogamente, di un
diodo SCR, occorre sdoppiare, con l'immagina-
zione, la struttura di tale diodo.
Soltanto in questo modo si può notare la com-
pleta rassomiglianza con il circuito di fig. 5, il
cui schema elettrico è composto dai due transi-
stor TR1-TR2, di cui il primo è di tipo NPN,
mentre il secondo è di tipo PNP. A questo cir-
cuito faremo riferimento, in modo da compren-
dere, senza la presentazione di formule difficili
o calcoli complicati, il vero funzionamento del
LASCR.
In condizioni normali, cioè quando nessun im-
pulso è applicato dal gate e nessuna luce colpi-
sce l'elemento fotosensibile, pur essendo appli-
cata tra anodo e catodo una certa tensione, il
Fig. 1 - Cosi si presentano, nella loro configu- LASCR si comporta quasi come un elemento iso-
razione esterna, i LA SCR di tipo più comune. lante, dato che la giunzione 12 (fig. 4), contraria-
L'involucro è sim ile a quello dei diodi control- mente alle altre, risulta polarizzata inversamente.
lati di piccola e media potenza. Sarebbe inutile,
infatti, costruire dei LASCR di grande potenza
Non appena la tensione di gate supera un certo
che, tra l'altro, comprometterebbe la sensibilità valore positivo o, analogamente, non appena l'e-
fotoelettrica del componente. nergia luminosa oltrepassa, per intensità, un
certo valore di soglia, il transistor TRI (fig. 5)
comincia a diventare un conduttore, assorbendo,
luce -vetro conseguentemente, una certa corrente di collet-
tore che, sullo schema di fg. 5, è indicata con
Icl. Questa corrente è, tuttavia, anche la corren-
te di base di TR2, che diviene quindi anch'esso
conduttore, cedendo ulteriormente alla base di
TRl la sua corrente di collettore. In questo mo-
do il transistor TRl diviene ulteriormente con-
duttore e il meccanismo si ripete fino a che, in
isolatore un tempo estremamente breve, i due transistor
si trovano in completa conduzione.
Si noti che l'impulso di gate ha la sola funzione
di iniziare il meccanismo di innesco, il quale
avviene poi automaticamente anche disinseren-
do il gate.

ECCITAZIONE DEL DIODO


Abbiamo così interpretato, sinteticamente, il
o semiconduttore meccanismo fisico con cui avviene l'innesco del
LI o LASCR. Ma vediamo ora come sia possibile ec-
O
kg
D
O
O
o
z
z
)
citare, in pratica, il diodo.
Abbiamo già detto che il gate, in questo com-
e::( ponente, viene utilizzato per variare la sensibi-
lità fotoelettrica del dispositivo. Per ottenere
tale scopo è sufficiente collegare, fra catodo e
Fig. 2 - Spaccato di un moderno LASCR. In gate, una resistenza di valore compreso fra i
questo disegno risulta chiaramente evidenziato 50.000 e i 100.000 ohm, variando, tramite una
il dispositivo a semiconduttore e il collegamento pila ed un potenziometro, la tensione VG e la
di questo con i tre elettrodi. corrente IG (fig. 6).
Aumentando sempre più questi parametri, ci sì
avvicina al valore di, soglia elettrico, quello otte-
nuto senza che alcuna luce incida sul dispositivo
fotosensibile; e con questo aumento la sensibi-
lità fotoelettrica aumenterà di conseguenza, ma
risulterà maggiore anche l'installazione del diodo,

220
che potrebbe autoinnescarsi anche per un solo
g aumento della temperatura o della tensione tra
anodo e catodo. Per evitare questi fenomeni di

Q
instabilità, si rinuncia alla polarizzazione del
gate e si collega semplicemente questo elettrodo
k a al catodo, attraverso una resistenza RI (fg. 7),
il cui valore determina da solo la sensibilità. Per
convincersene basta realizzare il circuito speri-
mentale di fig. 7.
riferimento Si noterà che, attribuendo ad Rl valori elevali,
il diodo si innescherà anche quando la lampa-
simbolo vista lato dina LP sarà sistemata in lontananza, mentre di-
teorico reofori minuendo progressivamente il valore resistivo
di Rl, diminuirà anche la sensibilità, tanto che
Fig. 3 - Simbolo elettrico (a sinistra) e dispo-
sizione, in pianta, dei Ire elettrodi del LASCA
con un valore di un centinaio di ohm sarà pra-
{disegno a destra). ' ticamente impossibile far «scattare» il LASCR.

,
i...
LUCE CIRCUITO DI COMANDO IN CONTINUA
Il circuito di fig. 7 è un semplice esempio di co-
mando di un dispositivo di una certa potenza
(per esempio un motorino), con relé a stato
solido.
Il vantaggio del LASCR rispetto a! semplice SCR
è, in questo caso, rappresentato dall'isolamento
elettrico tra l'entrata, che si identifica nella lam-
N - catodo pada LP e l'uscita costituita dal LASCR. Con
I1 tale concezione circuitale si possono accoppiare
P- gate i circuiti di comando e quelli di utilizzazione
12 anche quando tra questi sussiste una notevole
differenza di potenziale. Si tenga presente inol-
I3
I p
tre che, proprio per l'alimentazione in corrente
continua, una volta innescato il diodo, questo
rimarrà innescato a meno che non si interrom-

rr •nodo
pa l'alimentazione anche per un breve istante.

CIRCUITO DI COMANDO IN ALTERNATA


Un circuito analogo a quello di fig. 7, ma ali-
mentato con corrente alternata, è riportato in
Fig. 4- II fotothyristor, cosi come il diodo con-
trollato, è composto da quattro strati di silicio,
figura 8.
di tipo P ed N, alternativamente, così da for- Questa volta, a causa del passaggio automatico,
mare una struttura di tipo P-N-P-N. Con questa attraverso lo zero, della tensione alternata, non
struttura vengono a formarsi le tre giungioni appena l'intensità della luce scende al di sotto
11-12-13, un cafodo N, un gate P e un anodo P. del valore critico, il LASCR si disinnesca auto-
maticamente.
Il Diodo Dl deve essere inserito quando il ca-
rico è di tipo induttivo (motore, solenoide, ecc.).
Questo componente protegge il diodo controlla-
to da sovratensioni inverse e «recupera » l'ener-
gia immagazzinata nel solenoide durante il se-
miciclo positivo, evitando in questo modo, nel
caso di relé elettromeccanici, le fastidiose vibra-
zioni dei contatti.

RADDRIZZATORE A DOPPIA SEMIONDA


Per sfruttare completamente le caratteristiche
del circuito utilizzatore, sia in corrente continua
che in corrente alternata, conviene realizzare il
Fig. 5 - Per meglio comprendere il meccanismo progetto di fig. 9.
di innesco del diodo LASCA, occorre sdoppiare, Osservando questo schema si può notare l'inse-
con l'immaginazione, la struttura del compo- rimento di un ponte di diodi, che costituisce un
nente. Soltanto in questo modo si può notare circuito raddrizzatore a doppia semionda. Con
la completa rassomiglianza con il circuito qui
riportato. questo circuito non si perde la semionda nega-
tiva che, essendo anch'essa raddrizzata, viene re-

221
R2


W CARICO
LASCR Il A
......

I G c1 G en p -(.)-ses o
6V
t Il e
T
±.
°
innesco
gate VG Il 2- R1

Fig. 6 - Per eccitare praticamente un LASCR, è suffi- Fig. 7 - Per evitare fenomeni di instabilità, si rinuncia
ciente collegare fra catodo e gate una resistenza di alla polarizzazione del gate e si collega questo elet-
valore compreso fra i 50.000 e i 100.000 ohm, variando, trodo con il catodo, attraverso la resistenza R1, il
tramite una pila ed un potenziometro, la tensione VG cui valore determina la sensibilità.
e la corrente IG. I valori delle resistenze sono: R1 =
56.000 ohm; R2 = 100 ohm.

I LASCA DI POTENZA
I LASCR sono componenti elettronici general-
mente costruiti per controllare piccole potenze
elettriche. Per comandare forti carichi si può
ricorrere ad un circuito come quello rappresen-
D1 tato in fig. 10. In questo caso l'intero circuito
si comporta come un unico LASCR di grande
potenza ed è in grado, praticamente, di control-
lare qualsiasi tipo di carico. Ma in serie al diodo
D1, allo scopo di evitare una corrente di porta
eccessiva, occorre inserire una resistenza limita-
trice di corrente.
Il funzionamento di questo circuito è molto sem-
plice. Quando la luce colpisce il LASCR, questo
diviene conduttore e mantiene a zero la tensione
di gate dell'SCR.
R1 Quando la luce viene a mancare, il LASCR, che
deve essere alimentato in corrente alternata, si
disinnesca. In questo modo nel secondo gate
fluisce, attraverso Rl e il diodo DI, una corren-
te sufficiente a mettere in conduzione I'SCR.
Il circuito di fig. 10, in virtù del suo comporta-
Fig. 8 - Esempio di circuito di comando alimen- mento, potrà essere utilizzato come dispositivo
tato in corrente alternata. II LASCR si disinne- di allarme, per le interruzioni di un raggio lu-
sca automaticamente non appena l'intensità della minoso, oppure di un raggio infrarosso, purché
luce scende al di sotto del valore critico, a il LASCR venga fornito di opportuni filtri.
causa del passaggio della tensione alternata
attraverso lo zero.
UN CIRCUITO LOGICO
Per le loro, ottime caratteristiche di velocità i
diodi LASCR possono essere impiegati nella com-
golata dal LASCR nella stessa misura della se- posizione di circuiti logici comandati da impulsi
mionda positiva. luminosi anziché impulsi elettrici. Un esempio
In questo stesso circuito si fa vedere come deb- di circuito di questo tipo è rappresentato in
bano essere inseriti i vari tipi di carichi. Questi fig. H1. E questa volta si tratta di un circuito
risultano collegati in serie al diodo controllato bistabile (flip-flop), il cui funzionamento. è di
quando debbono essere alimentati con corrente facile intuizione.
continua, mentre risultano collegati in serie al- Supponiamo che il LASCR 1 risulti innescato,
l'alimentazione nel caso di carichi per correnti mentre il LASCR 2 è disinnescato.
alternate. Inviando un impulso luminoso sul LASCR 2,

222
questo ·componente raggiunge rapidamente lo Questo problema può essere risolto adottando
stato di conduzione. Inviamo contemporanea- il progetto rappresentato in fig. 12, in cui l'uni-
mente sull'anodo del LASCR 1, attraverso il con- giunzione .funziona da oscillatore a rilassamento
densatore Cl, un impulso negativo, che disin- ed invia sul gate del LASCR degli impulsi in
nesca il LASCR 1. In questo modo si ottiene grado di regolare, a piacere, tramite il poten-
una situazione opposta a quella iniziale, così ziometro R3, la corrente di riposo della lam-
come avviene nei circuiti logici tradizionali. pada. Non appena verrà inviato sul diodo con-
Un analogo discorso può esser fatto ora se si trollato un raggio luminoso, questo si innescherà,
invia un impulso sul LASCR 2, che riporta il accendendo nel più breve tempo possibile la
circuito nelle condizioni iniziali. lampada ad incandescenza.
Per poter avere un buon funzionamento del cir- Si tenga presente che il potenziometro semifisso
cuito è necessario che la costante di tempo Rl determina la sensibilità luminosa del disposi-
R3 x Cl sia di 100 microsecondi (R3 = R4), cioè tivo; esso deve essere regolato in modo da non
si deve ottenere R3 x C1 = 100, nella quale R rendere il diodo insensibile agli impulsi dell'uni-
risulta espressa in ohm, mentre Cl risulta e- giunzione.
spresso in microfarad.
UN OSCILLATORE DA UN LASCA
CIRCUITO DI PRECONTROLLO Quando si inserisce una resistenza fra il gate e
Può capitare qualche volta di dover controllare il catodo cli un SCR o di un LASCR, diminuisce
il carico che, per ragioni particolari, non può la sensibilità di innesco; anzi, quando nel diodo
essere completamente privo di alimentazione, ne- passa una corrente di valore prossimo a quello
cessitando di una certa corrente di prefunzio- della corrente di automantenimento, di quella
namento. corrente cioè al di sotto della quale il thyristor
Facciamo un esempio. Se si desidera accendere si disinnesca, collegando fra i due elettrodi una
rapidamente una lampadina ad incandescenza, resistenza di basso valore, di pochi ohm, si ot-
occorre che questa risulti preriscaldata da una tiene automaticamente il disinnesco del diodo;
corrente che sia insufficiente a renderla lumi- infatti, poiché la resistenza si comporta come
nosa. uno shunt, essa fa circolare nella giunzione di

Gli ESPERIMENTI
DEL PRINCIPIANTE NUCLEO

Costruendolo, sarete certi di raggiun-


gere il successo e potrete vantarvi di La scatola di montaggio, che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
il primo ricevitore radio. re da sé.

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223
CARICO CC
Fig. 9 - Per sfruttare comple-
tamente le caratteristiche del
circuito utilizzatore, sia in cor-
02 rente continua che in corrente
alternata, occorre inserire nel
circuito un ponte di diodi, cioè
un raddrizzatore a doppia se-

Rl
.
p

--
CARICO CA
mionda. Cosi facendo, non si
perde la semionda negativa,
che viene regolata dal LASCA
allo stesso modo della semi-
onda positiva.

SCR

LASCR
2

R1 R1 R2

Fig. 10 - Per pilotare forti carichi, si può ricor-


rere al circuito qui rappresentato, il quale si
comporta come un unico LASCA di grande po- Fig. 11 • Esempio di applicazione del LASCA
tenza, in grado di controllare qualsiasi tipo di in un circuito logico, cioè in un circuito bista-
carico. bile (flip-flop).

224
R4

y· n
é-
01
N Il
TR1

RETE 120V
3e
t/
Asc} luce dì comando

% L
,, Il
-
A
03

± R2

Fig. 12- Questo circuito risolve il problema di controllo di un carico che, per ragioni
particolari, non può essere completamente privo di alimentazione. I valori delle
resistenze sono: R1 = 100.000 ohm; R2 = 47.000 ohm; R3 = 100.000 ohm;
R4 = 33.000 ohm. Il transistor TR1 è di tipo 2N2648, mentre il LASCR è un L9B.

catodo del LASCR una corrente inferiore a quel- vata ad un impulso veloce.
la di automantenimento, con conseguente aper- Man mano che il tempo passa, l'induttanza tende
tura del diodo controllato. a cedere la sua energia al condensatore Cl, il cui
Un interessante esperimento consiste nell'inse- valore capacitivo è il risultato della somma delle
rire, in sostituzione di una resistenza, una indut- capacità parassite e di quella di un eventuale
tanza cli valore elevato, ma di bassa resistenza condensatore esterno. Il condensatore Cl, assie-
elettrica. me alla induttanza Ll, compone un circuito oscil-
Come è noto l'induttanza presenta una impeden- lante.
za elevatissima alle variazioni brusche, mentre Sui terminali dell'induttanza L1 si forma un'on-
questa diviene praticamente nulla in presenza di da di tipo sinusoidale. Quando la tensione oscil-
corrente continua. Per tale motivo il LASCR di- lante si avvicina allo zero, la giunzione gate-
viene sensibile soltanto agli impulsi luminosi catodo si comporta come se fosse in cortocir-
(lampi di luce), mentre rimane praticamente in- cuito; in tali condizioni il diodo si disinnesca;
sensibile alle variazioni di luce come, ad esem- quando la tensione sui terminali del circuito
pio, la luce del giorno. oscillante diviene nuovamente positiva, esso si
Un altro fenomeno interessante si manifesta innesca ancora e il ciclo continua a ripetersi.
quando la corrente è prossima al limite di di- La frequenza è determinata dall'induttanza L1
sinnesco. e dal condensatore Cl, secondo la legge:
Supponiamo di realizzare il circuito presentato 1
in fig. 13, senza inserire, per il momento il diodo f = -----
Dl e la resistenza Rl. Quando sul LASCR arriva 2r VL
un lampo di luce, esso diviene conduttore, per- Inserendo il diodo Dl e la resistenza di smorza-
ché l'induttanza L1 presenta una impedenza ele- mento Rl, durante l'alternanza negativa del cir-

225
cuito oscillante, il diodo diviene conduttore e
scarica sulla resistenza RI l'energia del circuito
oscillante che, in tal modo, non è più in grado
R2 di eccitare nuovamente il diodo controllato. Con
questo sistema, partendo da un impulso lumino-
so di forma e durata estremamente variabili, si
riesce ad ottenere un solo impulso elettrico di
ampiezza e durata ben determinate e costanti.

01 IL LASCA COME FOTOTRANSISTOR


Per la sua particolare struttura fisica, il diodo
LASCR può anche essere utilizzato come foto-
transistor PNP per alte tensioni e basse corren-
ti. Esso presenta inoltre la particolarità di essere
simmetrico; si possono cioè scambiare tra loro
il collettore con l'emittore, cosa che ben difficil-
mente avviene per gli altri tipi di fototransistor.
Per poter utilizzare il LASCR come fototransi-
stor, occorre lasciar inutilizzato il catodo, men-
tre l'anodo e il gate fungeranno, rispettivamen-
te, da collettore ed emittore, o viceversa; la base
non è generalmente accessibile. Le caratteristi-
che elettriche di questo elemento sono rappre-
sentate in fg. 14; esse rappresentano l'andamen-
Fig. 13 - Con il LASCR è anche possibile com- to della corrente in funzione della tensione ap-
porre un circuito oscillatore. Il circuito qui raffi-
gurato permette di ottenere un solo impulso
elettrico di ampiezza e durata costanti, partendo
da un impulso luminoso di forma e durata
variabili.

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sono pregati di segnalarci, as-
Fig. 14- Il diagramma qui riportato presenta le sieme al preciso nuovo indiriz-
caratteristiche elettriche del LASCR. Le curve
riproducono l'andamento della corrente in fun- zo anche quello vecchio con cui
zione della tensione applicata e dell'energia lu- hanno finora ricevuto la Rivi-
minosa incidente sul componente (W/cm).
sta, scrivendo, possibilmente,
in stampatello.

226
plicata e dell'energia luminosa incidente sul di- lissimo per tutti, ma vuol offrire una base di
spositivo espressa in watt per centimetro qua- partenza per la sperimentazione di nuove appli-
drato. cazioni di questo interessante dispositivo elettro-
Per concludere vogliamo ricordare al lettore che nico che, essendo tuttora in fase di sviluppo, po-
la nostra carellata di semplici progetti non vuol trà senza dubbio fornire, in un prossimo futuro,
soltanto proporre un lavoro sperimentale ed uti- prestazioni anche superiori a quelle attuali.

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i questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la
necessità di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati
elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
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nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
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VERE CHIARAM ENTE E DI
PRECISARE NELL'APPO-
SITO SPAZIO LA CAUSA-
LE DEL VERSAM ENTO.
Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA. abbonati o no, possono
usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Brucia il potenziometro ziometro da 1 megaohm e una resistenza da


Ho realizzato il progetto del Gradadelic, presen- 100.000 ohm.
tato a pag. 587 del fascicolo di novembre dello
scorso anno. La regolazione di un motore di Fruscio nel registratore
lucidatrice a 220 V - 500 W è risultata perfetta Essendo costretto a letto per un incidente auto-
per un certo periodo di tempo. Poi, con l'au- mobilistico, trascorro buona parte delle mie gior-
mentare della velocità del motore il potenziome- nate ascoltando musica con il registratore. L'ap-
tro a grafite da 500.000 ohm, di tipo a varia- parecchio è nuovo, ma produce un fastidioso
zione lineare, si è bruciato. Avendo io usato un fruscìo durante le esecuzioni dei «pianissimo».
triac da 400 V /8 A, ritengo che il circuito avreb- Tale inconveniente si manifesta soprattutto tra
be dovuto sopportare benissimo il carico. Ora una canzone e l'altra, quando ascolto delle cas-
vorrei sapere se la colpa è del potenziometro ed
sette già registrate dal costruttore. Potete indi-
eventualmente quale tipo, a filo o a grafite e di
carmi quali accorgimenti si debbano adottare
quale potenza, debba essere montato nel circuito
da voi presentato a pag. 588. per eliminare il fruscìo? Conviene adottare il
filtro Dinamic Noise Limiter della Philips?
LUIGI FERRANTE
GIANCARLO ALBANI
Caserta
Como
Il potenziometro deve essere quello da noi pre-
scritto nell'elenco componenti, di tipo a varia- La presenza di fruscio nelle riproduzioni da na-
zione lineare, a grafite, da 500.000 ohm - 1/2 stro è purtroppo ancora un problema non com-
watt. L'inconveniente da lei citato è abbastanza pletamente risolto. I filtri non servono a nulla.
raro ed è dovuto, forse al carico fortemente in- Pare, tuttavia, che qualche risultato sia stato
duttivo da lei applicato al circuito. Comunque, ottenuto dalla Philips, inserendo un filtro che
per evitare una nuova e futura bruciatura del agisce soltanto quando il livello diviene partico-
potenziometro, le consigliamo di collegare, in larmente basso. Ma l'installazione di questo fil-
serie a questo, una resistenza da 50.000 ohm - tro, del quale non conosciamo il progetto, è dif-
1 /2 watt. Ma per ridurre ulteriormente la dis- ficilmente realizzabile, dato che occorrerebbe
sipazione, lei può anche utilizzare per C1 un intervenire sugli stadi amplificatori e non soltanto
condensatore da 33.000 pF, inserendo un poten- all'uscita.

235
Amplificatore a valvole amplificatore a valvole, che fa impiego di com-
Ho notato con molto piacere che Elettronica ponenti di recupero. Come può vedere, vengono
Pratica, a differenza• di altre riviste consorelle, utilizzate, nel progetto, tre valvole; ad una di
pubblica anche progetti a valvole. Ciò mi è questa viene affidato il processo di rettificazione
molto utile e penso che così sarà per molti altri della tensione alternata; alle rimanenti due val-
lettori che, come me, posseggono una discreta vole è affidato il compito di amplificare il segnale
scorta di questi componenti, recuperati da vec- proveniente da un pick-up proveniente di tipo
chi apparecchi radio, amplificatori o televisori piezoelettrico. Il circuito è dotato di controllo di
resi inservibili dal tempo e dall'usura. Dopo
volume (Rl) e di controllo di tonalità (R3). Della
questa doverosa premessa vi chiedo di pubbli-
care lo schema di un amplificatore di bassa valvola VI viene sfruttata la .wzione triodica,
frequenza, a valvole, adatto per usi di piccola con funzione preamplificatrice, mentre la valvola
potenza come, ad esempio, per fonovaligie. V2 rappresenta l'amplificatore finale di potenza.
ROBERTO FORMOSO Il trasformatore di uscita T2 deve essere dotato
Udine di una presa intermedia e adatto per una potenza
di 2-3 W; l'impedenza dell'avvolgimento prima-
Il progetto qui presentato è quello di un classico rio è di 3.000 ohm.

R3 C1

I V3
V1 Il cae V2 Il
6 I ~ 5 Tl

!
'.e)
R
I
i
I
tG
' ,,,,,,;,,,J1 Il
i
Il
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Il I Il t--, I
~
Il
87
3 4
JI
R2$ I Il Ro ol col Il !
6V

R5 Il I Il L I±
•es l. l I

NENT
Condensatori 330 ohm
C1 5.000 pF 470.000 ohm
C2 10.000 pF
= 150 ohm
3 = 10 F 25 VI. (elettrolitico) 220.000 ohm
C4 = 40 F 200 VI. (elettrolitico) 1.500 ohm
C5 = 40 F - 200 VI. (elettrolitico) Varie
VI 64V6
Resistenze V2 = 35QL6
R1 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. log.) V3 = 35X4
R2 = 1.500 ohm Tl trasf. d'alimentaz. (sec. 6 V- 70 V)
R3 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) T2 trasf. d'uscita 3.000 ohm - 2-3 W
R4 = 22 ohm LP = lampada-spia (6 V)

236
Dispositivo sequenziale se si possono costruire questi dispositivi di con-
Sono uno studente e il mio campo di applica- trollo basati sul principio di funzionamento del
zione attuale riguarda il settore elettronico indu- vostro lampeggiatore sequenziale.
striale (controlli automatismi). Sul fascicolo di MA URI ZIO TOCCA
dicembre dello scorso anno avete presentato il Roma
progetto di un lampeggiatore elettronico sequen-
ziale. Vi chiedo se su quello stesso principio si Il dispositivo sequenziale da noi presentato non
possono costruire i dispositivi adottati nelle cen- può essere usato per la sincronizzazione degli al-
trali di generazione di energia elettrica,. ove i ternatori. La messa in parallelo delle linee avvie-
gruppi turbina-alternatore o i gruppi turboalter- ne oggi elettronicamente, anche se nelle scuole
natori vengono interconnessi sulla rete di trasmis- si continua a parlare soltanto delle famose « lam-
sione in parallelo, con un necessario controllo padine che ruotano »; da ciò scaturisce ovvia-
della sincronia, della sequenza delle fasi sull'al- mente il suo equivoco. Comunque, i principi su
ternatore. Tale dispositivo, come certo saprete, cui si basano i sincronizzatori elettronici sono ben
è denominato « sequénzioscopio » e fa parte del diversi e più complessi del nostro lampeggiatore
gruppo di sincronizzazione. Vi chiedo dunque sequenziale.

Oscillatore a sfasamento RC getto è quello di un oscillatore a sfasamento RC,


Sono un giovane lettore della vostra rivista, alle il cui funzionamento si basa sul principio della
prese con un piccolo problema. Tempo fa ho reazione positiva. Il circuito oscilla infatti su una
costruito un piccolo apparato trasmittente, il frequenza tale che il segnale, presente sul collet-
cui progetto mi è stato proposto eia; un amico. tore di TR1, venga riportato, sfasato di 180°
Oggi desidererei far emettere dalla trasmittente sulla base di TRl attraverso le reti di sfasamen-
una nota di bassa frequenza in modo continua- to costituite da C2-C3-C4 ed R2-R3-RA. I va-
tivo. E' possibile applicare un generatore di lore di questi componenti determina quindi la
segnali alla trasmittente? In caso affermativo po- frequenza generata dal circuito. Il segnale otte-
nibile è di tipo sinusoidale. Facendo variare il
treste fornirmi uno schema semplice adatto alle
valore di R5, si può eventualmente migliorare
mie possibilità di principiante?
la forma d'onda generata, qualora ciò fosse ne-
MARCELLO BIANCACCI cessario. Il circuito, oltre all'applicazione di que-
Terni sta, può essere adibito a tutti gli usi ottenibili
da un generatore eh segnali sinusoidali. Questo
La modifica è possibile. Per attuarla basta sosti- è il motivo per cui abbiamo aderito alla sua
tuire lo stadio modulatore con uno stadio oscil- richiesta, ritenendo il progetto di interesse ge-
latore, come quello qui presentato. Il nostro pro nerale.

COMPONENTI
TRl = BC107 (BC108-BC109)
Il ±. Il R6

p ""
Cl 10.000 pF
c2 = 10.000 pF
C3 = 10.000 pF
? e

• ET -
12V
CA = 10.000 pF
e
Rl = 5.600 ohm
R2 = 680 ohm
R3 = 680 ohm Q 2 R3 RA
RA = 680 ohm
R5 = 680.000 ohm
R6 = 2.200 ohm

237
Il ricevitore a cristallo cuito del ricevitore non risulta inserita alcuna
Sono un principiante di elettronica e ho già pila di alimentazione. Ad alimentarlo provvede
costruito un ricevitore a diodo con ascolto in l'energia captata dall'antenna.
cuffia. Ora vorrei costruire un altro ricevitore, La bobina Ll dovrà essere costruita per mezzo
sempre dello stesso tipo ma, possibilmente, con di filo di rame smaltato del diametro di 0,2 mm,
qualche componente elettronico in più. servendosi di un supporto di bachelite cilindrico
del diametro di 25 mm. Il numero delle spire
MAURO MARTELLI è riportato sullo stesso schema del ricevitore. I
Genova condensatori variabili Cl-C2 rappresentano le
due sezioni in parallelo di uno stesso condensa-
Il ricevitore che presentiamo funziona con due tore variabile da 360 + 360 pF. I condensatore
diodi al germanio e un transistor di tipo PNP. variabile C3 deve essere regolato una volta per
Il diodo D 1 provvede alla rivelazione dei segnali tutte, fissandolo nel punto di regolazione in cui
radio. Il diodo D2 provvede a rettificare una si ottiene la massima intensità sonora. Per mezzo
parte di'segnale di alta frequenza che, filtrata di C1-C2 si effettua la ricerca delle emittenti
per mezzo del condensatore C5, eroga una ten- radiofoniche. E' ovvio che, trattandosi di un rice-
sione sufficiente ad alimentare il transistor TR] vitore senza alimentazione, il suo funzionamento
e, a sua volta, svolge una funzione di amplifi- dipende dalla qualità dell'antenna e dal circuito
cazione di bassa frequenza. Ecco perché nel cir- di terra.

ANT.

_I
80
==O
-

TR1
60 e

,
L_1 )=o 01
20 C4 b

C3
o u
02
A 9 eces

C1 C2

CUFFIA
O) TERRA
COMPONENTI
Cl - C2 = 360 pF + 360 pF (cond. var. doppio)
C3 = 350 pl (variabile ad aria)
C4 = 500.000 pF .
C5 = 10.000 pF
TRl = AC125
D1-D2 = diodi al germanio (di qualsiasi tipo)
CUFFIA = 4.000 ohm

238
'
L'amplificatore da 50 W scito a trovare il transistor equivalente. Vi prego
Sono un vostro appassionato lettore e ho costrui- dunque di comunicarmi con quale transistor
to, con successo, molti progetti presentati su Elet- posso sostituire l'unigiunzione da voi prescritto.
tronica Pratica. Soltanto dall'amplificatore per GIORGIO MAININI
chitarra, presentato sul fascicolo di ottobre dello Vanzaghello
scorso anno, non sono riuscito ad ottenere un
funzionamento perfettò. Sul collettore del tran- Qualsiasi tipo di unigiunzione può utilmente so-
sistor TR8 non è presente la tensione di 24 V stituire il transistor da noi prescritto. Comunque,
da voi citata sullo schema elettrico. Agendo sul nel caso in cui lei dovesse incontrare ulteriori
trimmer Rl3, non si verifica alcuna variazione difficoltà di ordine commerciale, le elenchiamo
di tensione sul terminale positivo del condensa- cinque tipi di transistor equivalenti al 2N2426.
tore elettrolitico C12. Nessuna variazione di as- Essi sono: 2N2646 - 2N2647 - 2N1671 - 2N4870
sorbimento di corrente si nota, inoltre, interve- - 2N4871.
nendo sul trimmer Rl 7. Ho provato a sostituire
i due transistor finali, che rimangono sempre
freddi, ma non ho notato alcun miglioramento.
Voglio ritenere che si sia bruciato il transistor
TR8. In altoparlante la voce risulta molto di-
storta. Fra gli altri sintomi negativi, dopo aver
spento l'apparato, l'altoparlante continua a gra-
cidare per un minuto circa. Come è possibile
ovviare a tali difetti? Vorrei ancora sapere se
a questo amplificatore è possibile collegare il cir-
cuito del tremolo elettronico presentato sul fasci-
colo di settembre della rivista.
FERI LEONELLO
Chianciano Terme

Il difetto da lei lamentato è da attribuirsi, senza


dubbio, alla mancanza di tensione (24 V) nel
punto di simmetria in cui si congiungono le resi- 1
stenze R24 ed R26. Provi a regolare il trimmer
R13, controllando se sul collettore di TR3 si veri-
fica una variazione di tensione. In caso contrario
questo transistor è da ritenersi difettoso ed oc-
corre necessariamente sostituirlo. Altrimenti, il
guasto deve essere ricercato nei transistor degli
PER GARANTIRVI
stadi piloti. Tenga presente che i transistor TR5-
TR6 e TR7-TR8 debbono rappresentare due da ogni sorpresa
coppie di transistor selezionati, cioè coppie di
transistor con ugual guadagno. su eventuali
Per inserire il tremolo, le consigliamo di eff et-
tuare le seguenti variazioni: R9 = 3900 ohm ed aumenti di
Rll = 47.000 ohm, collegando la fotoresistenza
in parallelo ad Rl1 e senza apportare ulteriori
modifiche al circuito .
prezzo di copertina
e per avere subito il
•••• DONO PREFERITO
Avvisatore acustico
Mi sono impegnato nella costruzione dell'avvisa-
tore acustico da voi presentato sul fascicolo di
dicembre dello scorso anno e mi sono imbattuto
in un grosso problema : non riesco a trovare in
commercio il transistor unigiunzione 2N2426. Sui
vari prontuari da me consultati non sono riu-

239
Valvole subminiatura quella necessaria per l'accensione del filamento.
Ho fatto amicizia, in questi ultimi tempi, con Con la valvola in suo possesso e con un transi-
un rivenditore di materiali surplus. Fra i molti stor di tipo BC108 abbiamo progettato il circuito
componenti ho notato la presenza di certe val- del ricevitore OM qui presentato. La valvola
vole subminiatura che, a quanto mi risulta, ve- 2E31 lavora in circuito a reazione. La bobina
nivano montate nei primissimi apparati ampli- LI è una CS1 Corbetta, cioè una bobina di
ficatori per deboli d'udito. Il mio amico mi ha tipo commerciale fornita di nucleo di ferrite
regalato una di queste valvole e, precisamente, regolabile. Questo' nucleo dovrà essere regolato
la valvola 2E31 con la quale vorrei costruire un una volta per tutte in fase di messa a punto.
ricevitore per onde medie. Potreste fornirmi lo Tenga presente che il ricevitore può far ascoltare
schema? una o due emittenti radiofoniche locali. Il tran-
COSTANTE COSTANZI sistor TRl, che è di tipo BC108, funge da ele-
Viterbo mento amplificatore di bassa frequenza. L'ascolto
è ottenuto in auricolare da 1.000 -2.000 ohm.
La valvola in suo possesso è effettivamente di tipo Il valore della resistenza R5 dipende dall'impe-
sub miniatura, dato che le sue dimensioni sono denza dell'auricolare. Sarà quindi bene che. lei
appena il doppio di quelle di un transistor. Il provi in un primo tempo una resistenza da 2,2
consumo e le tensioni di funzionamento di questa megaohm, sostituendola poi con una resistenza
valvola è pari a quelli di un transistor, anche se da 1 megaohm o 1,5 megaohm, in modo da rag-
I""· pe, la vafovla ""'"' n,hi,,ta una pUa in più ' giungere il, miglior risultato.

C1

I, ,
i I
+n17
I I

'U •.
11 C4 R5

L1
V1
& 5 [
R2

c5
TR1

COMPONENTI
Condensatori
±
lo6so
1,5V 22v

Resistenze
Rl =
R2
2,2 megaohm
100.000 ohm
Cl = 100 pF R3 86.000 ohm
c2 = 250 pF (sezione antenna di variabile R4 = 8.600 ohm
subminiatura) R5 = 2,2 megaohm
C3 = 250 pF Varie
C4 100 pF VI = 2E31
C5 20.000 pF TRl = BC108 (BC107)
C6 = 5 F - 30 VI. (elettrolitico) L1 = CS1 Corbetta
C7 = 10 F - 30 VI. (elettrolitico) AURICOLARE = 1.000 -2.000 ohm

240
Abbiamo
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con senplicità e precisione misure di tensioni,
correnti e resistenze, soddisfacendo altresi le
esigenze degli elettricisti, dei riparatori radio-
TV, ecc.
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ridotto e robusto un quadrante di grandi di-
mensioni e di facile lettura; il galvanometro,
a bobina mobile, è protetto contro i sovrac-
carichi di breve durata e garantisce la preci-
sione delle letture e la vita eccezionale dello
strumento. Le diverse misure che si possono
eseguire e la precisione delle indicazioni ren-
dono questo strumento indispensabile nei la-
boratori di riparazione e controllo. Il tester
viene fornito con il corredo di cordoni, libret-
to di istruzione e custodia in plastica.

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Tensioni e correnti alternate Correnti continue
Resistenze (6 portate) 100 {A- 1- 10- 100 mA - 1 -5 A
Livelli
Precisione: ±- 1,5% del valore max
Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1,5 V
CARATTERISTICHE TECNICHE sulla portata di 1 mA
Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5- 3- 10-30- 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1- 10- 100 mA- 1- 5 A
Precisione: ± 1,5%/ del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5% del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
Resistenza interna: 20.000 ohm/V (1000 ohm/V sulla Resistenze 3 gamme:
scala 1,5 V) x 1 5 ohm 10 Kohm
Tensioni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3- 10- 30- 100 - 300- 1000 V x 1000: 5 Kohm : 10 Mohm
Precisione: ± 2,5% del valore massimo, ± 4% sulla Dimensioni in mm
portata 1000 V larghezza 110, altezza 150, profondità 45
Resistenza interna: 20.000 ohm/V Peso netto - 530 g.

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Alimentazione a rete 220- a batterie 6 V (4 pile mezza torcia 1,5 V)
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20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
un anno di distanza dalL nascita di Elettronica Pratica molte-
A cose sono cambiate nella nostra Organizzazione Vendite. Sono
cambiate con il graduale passaggio dell'elettronica verso for-
me più progredite. Sono cambiate con il mutare delle esigenze dei
lettori.
Si è resa necessaria, dunque, una più funzionale distribuzione nel-
l'ambito della collettività editoriale, tenendo conto dei limiti com-
merciali dell'ufficio vendite, delle difficoltà di approvvigionamento,
degli indirizzi attuali del grosso pubblico.
Già nello scorso anno avevamo spento l'attività de « Il nostro ma-
gazzino al vostro servizio ». Oggi dobbiamo eliminare alcune

VECCHIE SCATOLE DI MONTAGGIO


come, ad esempio, il glorioso Calypso, cioè il ricevitore a cinque
valvole, a conversiore di frequenza, che in grande misura ha con-
tribuito alla formazione didattica e professionale di molti. Perché
l'industria si è rivelata sempre più restia a produrre parti ed acces-
sori per ricevitori radio a valvole. Dobbiamo eliminare l'accensione
elettronica, perché la maggior parte dei principianti non è riuscita
a realizzare quel pur superbo progetto, sottoponendoci ad un lavo-
ro di revisione degli apparati per noi assolutamente inaccettabile.
E non possiamo più proporre al lettore il nostro kit di maggior pre-
stigio, quello dell'amplificatore stereo, perché alcuni elementi, di
produzione americana, sono divenuti introvabili sul nostro mercato.
Non sono segni di stanchezza, questi, e nemmeno battute d'arresto.
Perché la scomparsa di taluni nostri prodotti, oggi, apre la via ad
una serie di

NUOVE SCATOLE DI MONTAGGIO


altrettanto valide nell'aspetto tecnico e in quello, più importante,
dell'insegnamento di una materia in continua ascesa nel mondo di
coloro che, sempre più, amano aprirsi all'elettronica e al suo con-
tinuo sviluppo.
Queste nuove scatole di montaggio vengono presentate e illustrate
sulle pagine della rivista e, mensilmente, riproposte nei fascicoli
successivi, unitamente, ben s'intende, ad alcuni kit di vecchia data
che, ancora, continuano a riscuotere un grande successo. Soltanto
a queste i lettori possono far riferimento, chiedendocene la spedi-
zione a domicilio, perché molte di quelle pubblicizzate in passato
oggi non si vendono più.
vi dà la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che è, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualità e sicuro
funzionamento.

''[
I I '
significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

CONSULTATE
nell'interno, le pagine in cui vi proponiamo le varie forme e mo-
dalità di abbonamento, scegliendovi il REGALO preferito al
quale l'abbonamento vi dà diritto.
ELETTRONICA
PRATICA
Via Zuretti, 52 - Milano - Tel. 671945

ANNO 2 - N. 4 - APRILE 1973

LA COPERTINA - II « Bigamma » è un sintoniz-


zatore in scatola di montaggio, che permette
l'ascolto della gamma onde medie e di quella
dei CB. L'amplificatore di bassa frequenza eroga
la potenza di 6W e monta l'integrato SN76013.
Questo apparato non è stato approntato in sca-
tola di montaggio.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico BIGAMMA - RICEVITORE OM-CB
CORRADO EUGENIO IN SCATOLA DI MONTAGGIO 244
stampa I PRIMI PASSI
SELENGRAF - CREMONA
CHE COS'E' IL DISPLAY? 252
Distributore esclusivo per l'I-
talia: PREAMPLIFICATORE AF PER I 144 MHz 260
A. & G. Marco - Via Fortez-
za n° 27 - 20126 Milano TEMPORIZZATORE ELETTRONICO
tel. 2526 autorizzazione
Tribunale Civile di Milano - A LUNGA DURATA 266
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli-
cità inferiore al 25%. CAPACIMETRO RAPIDO 274
UNA COPIA L. 400
ARRETRATO L. 500 AMPLIFICATORE BF: 6 W
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numeri) PER L'ITALIA L. 4.200.
ABBONAMENTO ANNUO (12 UN TESTER PER SCR E TRIAC
numeri) PER L'ESTERO L.
286
7.000.
DIREZIONE - AMMINISTRA- REGOLATORE DI TENSIONE CONTINUA 294
ZIONE PUBBLICITA'
VIA ZURETTI 52 - 20125 GLI OSCILLA TORI SINUSOIDALI
MILANO.
Tutti i diritti di proprietà let-
REALIZZAZIONI PRATICHE 299
teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per
tutti i Paesi. I manoscritti, i
VENDITE ACQUISTI PERMUTE 306
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicali, non si re- UN CONSULENTE TUTTO PER VOI 315
stituiscono.

243
BIGA IIMA
RICEVITORE
OMI-GB

Con questo ricevitore, da noi


approntato in scatola di mon-

inscatola taggio, potrete ascoltare la


normale gamma delle onde
medie e quella compresa fra
di montaggio i 23 e i 31 MHz, dove lavora-
no i CB e i radioamatori.

244
LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 5.700

L~ ascolto dei CB, cioè· di quei radioamatori


che « lavorano » sulla banda cittadina, è di-
venuto oggi un'aspirazione di molti e, in
il circuito del sintonizzatore OM, non richiede
alcuna tensione di alimentazione.

particolare, di molti nostri lettori. Eppure l'ac- RICEZIONE DELLE ONDE MEDIE
quisto di speciali apparecchiature, adatte al- Il settore, che permette l'ascolto della gamma
l'ascolto delle gamme radiantistiche, non può delle onde medie, è quello disegnato nella parte
essere fatto da tutti; perché i ricevitori radio, dello schema elettrico completo di
di tipo speciale, costano molto e non sono repe-
ribili presso tutti i rivenditori di elettrodome- Ll, munita di nucleo di ferrite, è
stici. Abbiamo così ritenuto necessario appron- da due avvolgimenti: l'avvolgimento
tare una nuova scatola di montaggio da noi hiamato anche avvolgimento d'anten-
venduta al PLJ.W2~ 7Ù , n la quale ogni lgimento secondario chiamato anche
lettore pu' 4Jfi&.fii.Lgr3:do di re • are un rice- bobina ditintonia. Sul terminale 2 dell'avvolgi-
vitore r •. iif :~attò:=ij:ier· l'.àscolt del a normale mento pri ario di L3 è collegata l'antenna, che
gamma/'±id;ofide;édieé ·quella, e " estende invia con emporaneamente i segnali radio alla
fra i #3i@;f?3E;MHz;ijioè;:la;g@t 1ma in cui tra- r onde medie e, tramite il condensa-
smettono±;CB;è?i:;radi@ariatòi.: Dunque, con coppiamento Cl, anche alla sezione
quest f@:9-~~~~#(tifi~ff#/ii~W~ '~.':.·.-- chi mato BI- ali radio si trasferiscono, per indu-
GAMI A;ii;;possoj;ascoltaré e diverse lun-
ghezii@t6iii@;#sé@à
La
r;" iente. a 'avvolgimento primario a quello se-
i L3. L'avvolgimento secondario, as-
-~ti:ai!ifoatofa:,a jll_f • no~ermette di sieme all~ sezioni Cll-C12 del condensatore va-
- -~i{!W/Afj###~¾
reali

plificat è;di:;bàs,
sta la partéjriricij
e comp e~o,
pone .:i!?-~fi/C?!!;'tf!P..:. ~ostl"1:1210ne
la. par ti9~W,ilP:f.!~~ cbw rad10 che
requenza. Del
t~
di ogni app:re. =
~ hé i com-
utta quel-
d~ l'a
èqfe/'n
riabile un co a quattro sezioni, compone il cir-
cuito di ntonia, quello in cui avviene il feno-

ç
3
lezione dei segnali radio. Questi, poi,
a via del diodo al germanio DI, nel
ettua il processo di rivelazione, cioè
dio, quellzf ché/il lettore vuol cost rJnazione di segnali radio di alta fre-
all'uscita lel nostro progetto ba$ts " segnali radio di bassa frequenza. Il
un quals asi mplificatore di ba: a convoglia a massa gli even-
per trasf rmare invoi esuoni tti 4al @siduidi T alta;frequenza presenti nel se-
radio c dall'anten,n'!~~~~oles /al?Plato. Sui;e#ih}i della resistenza R5
men ell'amp re .i::" ITTÙ la te ·sifiiw:;:!~atteristica del segna-
a colto collegando a·, ci ·:: etc he, t ,mmre::Slb viene applicato al-
cuffia a bassa impedenza. •• circui ··:::Sm::iilesta uscita si dovrà
Poiché le gamme di ascolto so ntrat. i:iirnalhaJ1alsiasi amplificatore
nostro progetto è concepito in • _
0
quen •:tU:t.P.tn!t una cuffia a bassa
legate soltanto dall'antenna, ma cir
separate tra loro. Un sem
che funge anche da interruttore
ne, permette di ascoltare l'una
pti
"#ed.E#estate@.-..
%lit###kit#ik5si@i»fS»iilift#k#i##%ci«iisso a nascone
due gamme. 'A44:463ié: jiètféishié;permette l'ascolto del-
Le due sezioni del ricevitore sono ci' concepi- ·::liimiiti:ru::frs:iiitlftim~~'WJ>resa fra i 23 e i 31
te: la prima è rappresentata da un , intoni7.za- ... 1
.!'?·::aie:ì!:~gmlli:~U
•.•••.• t·:.:;:.:.·······1 ;.. parte più alta dello
tore in superreazione pilotato da u solo tran- se ma:ah::t.':!Sura:: :::::::::>:::
sistor di tipo NPN, la seconda è ra presentata n iii:iifuisiiiéiiii:id±llantenna raggiunge il
da un elementare circuito sintonizzatore a diodo condeiisiitfiliH:m::i:!::rn.!<mHtimento primario L2.
di germanio. Il commutatore permette di ap- Per diùiiòiié;:i:è±li:si trasferiscono sultav-
plicare le boccole di uscita all'uno o all'altro dei volgiméritEf:;j6ii'si'trasferiscono invece nella
due circuiti. bobina L3, a canusa dell'alta impedenza di que-
L'alimentazione è ottenuta con la tensione con- sta. Dunque il segnale preferisce attraversare il
tinua di 9 V, per la quale si potranno adottare condensatore Cl e raggiungere la bobina L2; per
due pile da 4,5V ciascuna, collegate in serie tra l'ascolto delle onde medie si verifica il fenome-
di loro, oppure un apposito alimentatore a 9 V. no inverso, perché, a causa dell'alta reattanza di
Coloro che applicheranno all'uscita del nostro Cl, i segnali relativi alle onde medie preferisco-
progetto un amplificatore di bassa frequenza, no prendere la via di L3.
alimentato con la tensione continua di 9 V, po- Il potenziometro R3 regola la superreazione, che
tranno servirsi dello stesso alimentatore del- avviene in virtù della presenza del condensatore
l'amplificatore per alimentare anche il ricevito- CS collegato tra emittore e collettore di TRl. Il
re in superreazione. segnale di bassa frequenza rivelato raggiunge
li ricevitore per onde medie, più precisamente l'uscita BF attraverso l'impedenza di alta fre-

245
•±
N T.

?
±= ..
L1

E; I l:
e
3 n
L;
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L Sla

R7
e Il


L2

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-- C7

+ n■C8
-
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I
I
I
I
l
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e
I
I
- -I

01
31U
I
--
' - N

kg
= ±i .L.
·- ! R5
Il USCITA BF

COMPONENTI
Condensatori
Resistenze
R1 = 1.500 ohm
C1 = 50 pF R2 = 820 ohm
C2 = 2.200 pf R3 = 4.700 ohm (potenz. a variaz. \in.)
C3 = sezione minore del variabile R4 = 4.700 ohm
C4 = 18 pF RS = 22.000 ohm
es = 18 pf R6 = 4.700 ohm
C6 = 4.700 pF R7 = 2.200 ohm (semifissa)
C7 = 4.700 pF Varie
ca = 5 F - 16 VI. (elettrolitico) TR1 = BF180
C9 = 4.700 pF 01 = diodo al germanio
C10 100 F - 16 VI. Jelettrolitico) S1 = doppio deviatore
C11 =
=
sezione maggiore del variabile L1 = vedi testo
c12 sezione maggiore del variabile L2 = vedi testo
C13 = 330 pF L3 = vedi testo
C14 = 330 pF J1 = impedenza AF (555 Geloso)

quenza J1 e il condensatore elettrolitico C8. MONTAGGIO


L'impedenza J1 blocca l'alta frequenza e lascia Il montaggio del ricevitore deve essere eseguito
passare i soli segnali di bassa frequenza. Il po- nel modo indicato in figura 2, servendosi della
tenziometro semifisso R7 regola la tensione di apposita basetta forata, contenuta nella scatola
base del transistor rivelatore e amplificatore AF; di montaggio.
questo potenziometro viene regolato una volta Il primo elemento, che si dovrà applicare alla ba-
per tutte in sede di taratura del circuito. setta, è rappresentato dal condensatore varia-
246
Fig. 1 - La sezione riportata nella parte più alta del disegno è quella che permet-
te l'ascolto dei CB e dei radioamatori. Il disegno in basso propone la sezione ad on-
de medie del ricevitore. Commutando S1, si alimenta la sezione ad onde corte, op-
pure si elimina li circuito di alimentazione collegando all'uscita il ricevitore ad onde
medie. L'ascolto può essere ottenuto con una cuffia a bassa impedenza, ma il pro-
getto è stato concepito per funzionare in accoppiamento con un amplificatore di bas-
sa frequenza da 1-5W.

bile a quattro sezioni C3-Cll-Cl2. Il fissaggio av- MESSA A PUNTO E TARATURA


viene per mezzo di quattro viti. Una volta ultimato il cablaggio, si provvederà
Il condensatore variabile, come abbiamo detto, alla taratura del ricevitore, procedendo nel mo-
è dotato di quattro sezioni; due di queste hanno do seguente:
il valore di 450 pF, mentre le altre due hanno 1) Intervenendo sulla manopola di sintonia si
il valore di 10 pF circa. Di queste quattro sezio- provvede a chiudere completamente il condensa-
ni ne vengono usate soltanto tre. Più precisa- tore variabile (lamine mobili affogate fra le lami-
mente, per la ricezione delle onde medie, vengo- ne fisse).
no usate le due sezioni maggiori (2 x 450 pF), 2) Si regoli il potenziometro da 4.700 ohm (R3),
che vengono collegate in parallelo fra di loro di tipo a variazione lineare, a metà corsa circa.
tramite uno spezzone di filo, così come indicato 3) Intervenendo sul commutatore Sl, lo si regola
in figura 2 (Cll collegato con C12). Una soltanto in modo da alimentare il circuito della sezione
delle due sezioni più piccole viene utilizzata per CB.
l'ascolto dei CB. La quarta sezione, da 10 pF,
4) Si regoli la resistenza semifissa R7, partendo
rimane libera.
dalla posizione massa, fino a sentire un forte
Poi occorre realizzare la bobina L2, che rappre-
soffio caratteristico della superreazione.
senta l'unico componente che il lettore dovrà
5) Si sintonizzi una qualsiasi emittente e si re-
autocostruirsi. Tutti gli altri componenti do-
goli il potenziometro R3 in modo da raggiungere
vranno essere applicati seguendo attentamente
la miglior resa acustica.
il cablaggio di figura 2. Il commutatore S1 ri-
mane un elemento volante e verrà applicato ad 6) Nel caso in cui, ruotando il perno del conden-
un eventuale pannello del ricevitore. L'uscita satore variabile, il soffio caratteristico della su-
dei segnali deve essere collegata con l'entrata perreazione dovesse sparire in alcuni punti, si
dell'amplificatore di bassa frequenza tramite un regoli nuovamente il potenziometro R3 o la
cavetto schermato. resistenza semifissa R7. Soltanto quando si sarà
La bobina L1 è composta di 13 spire di filo di raggiunta una perfetta regolazione di questi due
rame smaltato del diametro di 0,6 mm. elementi, il soffio risulterà uniforme su tutta la
L'avvolgimento è realizzato su un supporto del gamma.
diametro di 7 mm, munito di nucleo di ferrite. 7) Si regoli il nucleo della bobina L1 in modo
Una volta ultimato l'avvolgimento, converrà ri- da mettere in passo la sintonia, cioè in modo
coprirlo con smalto in modo da irrigidire le spi- che la rotazione completa del condensatore va-
re. L'avvolgimento L3 viene effettuato per mez- riabile esplori l'intera gamma di frequenza com-
zo di filo sottile ricoperto in vipla; questo av- presa fra i 23 e i 31 MHz.
volgimento deve essere effettuato dalla parte del 8) Sulla gamma CB si ascolteranno anche le
lato massa, come indicato in figura 2. scariche del circuito di accensione delle auto-
Nello schema pratico di figura 2 i collegamenti vetture. Si tratta di un fenomeno assolutamente
tra i vari componenti elettronici sono ottenuti normale, che sta ad indicare il perfetto funziona-
tramite spezzoni di filo di rame, ma i più bravi, mento del ricevitore.
cioè esperti, potranno realizzare un circuito Per poter funzionare egregiamente, il ricevitore
stampato, conservando sempre la disposizione necessita di una antenna, la cui misura ottima
circuitale di figura 2. è di 5,3 metri. Questa lunghezza deve essere mi-
Il transistor TRl è di tipo BF180. Esso è munito surata a partire dal punto di saldatura sulla bo-
di quattro terminali; uno di questi terminali è bina L3. L'antenna dovrà essere tesa e non, come
l'elettrodo di massa, che potrà essere eliminato avviene comunemente, abbandonata a se stessa.
oppure collegato con la massa del circuito nel Anche il collegamento di terra è necessario e per
caso in cui questo ulteriore collegamento doves- questo si farà uso del rubinetto dell'acqua.
se offrire un miglior funzionamento del ricevi- Nel caso in cui, dopo aver eseguito tutte le ope-
tore. In figura 3 è riportato lo schema della di- razioni fin qui elencate la superreazione non
sposizione degli elettrodi uscenti dalla base del dovesse innescare, occorrerà raddoppiare o di-
componente. Facendo riferimento alla linguetta mezzare i valori capacitivi dei seguenti conden-
metallica, risulterà agevole individuare la suc- satori: C2-C4-CS-C6-C7-C9. Ma questa condizione
cessione dei terminali di emittore-base-collettore. è da considerarsi estremamente rara. Si tenga

247
R

<(
z
z
I
....z TR1
<(

<(
r
r
w
....
REAZ,

- use. BF

O)sv

Fig. 2 - Il cablaggio del ricevitore è realizzato su una basetta isolante completa-


mente forata. I collegamenti, fra i terminali dei componenti, vengono realizzati tra-·
mite spezzoni di filo di rame sottile. I più esperti potranno comporre un circuito
stampato, conservando la disposizione circuitale riportata net disegno. Il deviatore S1
potrà essere applicato sul pannello frontale di un eventuale contenitore del ricevi-
tore. Il collegamento fra l'uscita del ricevitore e l'entrata dell'amplificatore BF deve
essere realizzato per mezzo di cavo schermato.

248
ben presente che l'eventualità della mancanza
di innesco non è da attribuirsi ad imperfezioni
e costruttive, ma soltanto al transistor TRl, per-
ché, come è noto, i transistor, pur avendo la
stessa sigla, possono avere caratteristiche diver-
se e richiedere quindi elementi circuitali di va-
SCHERMO lore diverso.

LA SEZIONE LIBERA DEL CV


Abbiamo già avuto modo di analizzare la com-
posizione e il funzionamento del condensatore
variabile a quattro sezioni ed abbiamo detto che
la quarta sezione, del valore di 10 pF, rimane
libera. Eppure anche questa sezione può essere
LINGUETTA utilizzata da coloro- che volessero ulteriormente
E esaltare le prestazioni del ricevitore sulla gamma
CB. •
Servendosi di un FET, di tipo 2N3819, o simile,
è possibile realizzare un preamplificatore di alta

Fig. 3 - Disposizione degli elettrodi uscenti dal


transistor BF180. L'elettrodo relativo allo scher-
mo potrà essere eliminato, oppure collegato
con il circuito di massa se i risultati ottenuti
appariranno migliori.

LL' ANTENNA
I C4

L4
li. l @
Il
USCITA AF
TR1 Il G 1

COMPONENTI
C3

3
Il

l -+9V
Condensatori
C1 4.700 pF
C2 = sezione minore del variabile
C3 = 4.700 pF
CA = 50 pF
Resistenze
R1 = 270 ohm
R2 = 270 ohm
Varie Fig. 4- Con un FET e pochi altri componenti elettro-
nici, il lettore potrà realizzare questo circuito pream-
TR1 2N3819 plificatore di alta frequenza, collegandone l'uscita al-
J1 = impedenza AF (555 Geloso) l'entrata della sezione ricevente CB del progetto di
L4 = vedi testo figura 1. Il variabile C2 rappresenta la quarta sezione
L5 = vedi testo piccola del variabile rimasta libera.

249
NT.

VOLT M

RICEV. AL_IM.
use.
RETE

L ] AMPL. BE
] )

VOLUME

Fig. 5 - Schema a blocchi di un eventuale impiego del ricevitore per onde medie
e CB. Il potern:ziometro semifisso e il voltmetro verranno inseriti nel circuito soltanto
se l'alimentatore fornisce una tensione superiore ai 9 V.

Fig. 6- La bobina L3, a sinistra nella foto, è


un componente già costruito e contenuto nella

I scatola di montaggio. La bobina L1-L2, rappre-


sentata a destra, invece, dovrà essere costruita
seguendo i dati esposti nel testo.

250
frequenza seguendo il semplice progetto rappre- inutile.
sentato in figura 4. L'amplificatore di bassa frequenza potrà avere
L'uscita di questo circuito, caratterizzata dalla una potenza di uscita di 1-5 W. L'entrata di que-
presenza di segnai idi alta frequenza, deve esse- sto deve essere collegata con l'uscita del rice-
re collegata con i terminali della bobina L2. Il vitore. '
collegamento tra l'uscita del preamplificatore e Nel caso di impiego di alimentatore a 9 V, si
l'entrata del ricevitore di figura 1 deve essere dovrà inserire, in serie con la linea di alimen-
ottenuta per mezzo di un cavetto schermato, al- tazione positiva, un potenziometro semifisso da
lo scopo di evitare una perdita di energia AF. 10.000 ohm, collegando anche un voltmetro in
Ritornando allo schema di figura 4, si può no- parallelo alla linea di alimentazione.
tare la presenza di un circuito di sintonia, com- Prima di alimentare l'intero complesso si prov-
posto dalla bobina LS e dal condensatore varia- vederà a far ruotare il cursore del potenziome-
bile C2. Questo condensatore è rappresentato tro semifisso in modo che tutta la sua resi-
dalla quarta sezione, rimasta libera, del con- stenza risulta inserita nel circuito. Poi si regolerà
densatore variabile. La bobina L5 è identica alla questo potenziometro, finché l'ago del voltmetro
bobina LI, e deve essere costruita secondo i dati si fermerà sul valore di 9 V. Nel caso in cui l'ali-
già riportati per la costruzione della bobina LI. mentatore sia in grado di erogare la tensione fis-
L'avvolgimento L4 è invece identico all'avvolgi- sa di 9 V, il voltmetro e il potenziometro semi-
mento L2 dello schema di figura 1. fisso non serviranno più.
Si tenga presente che, commutando il ricevitore
ALIMENTAZIONE E AMPLIFICAZIONE BF sulla gamma CB, si dovrà misurare un assorbi-
In figura 5 è rappresentato lo schema a blocchi mento di corrente di 2-3 mA circa. Nel caso in
di un eventuale impiego del nostro sintonizzatore. cui l'assorbimento risultasse notevolmente su-
Sull'estrema destra del disegno è rappresentato periore o inferiore ai valori ora citati, si dovrà
l'alimentatore e il sistema di collegamento fra concludere che è stato commesso un errore di
questo, l'amplificatore di bassa frequenza e il cablaggio.
ricevitore. Questo alimentatore, tuttavia, può L'ascolto delle onde medie dovrà risultare chia-
essere già compreso nell'amplificatore di bassa rissimo e forte, con una fedeltà di produzione
frequenza; in tal caso la sua presenza diviene veramente eccezionale.

!
o
Fig. 7 - Tutti gli elementi illustrati in questa foto compongono il kit del sintonizzatore
OM-CB che il lettore potrà richiedere alla nostra Organizzazione.
IL DISPLAY
Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

L
a parola « display » è di origine anglosas- in casa propria, così come si fa per la radio, per
sone e già da tempo è entrata nel comune il trasmettitore o per l'amplificatore.
linguaggio tecnico mondiale. Con essa si In queste pagine non è possibile presentare al-
definisce qualsiasi elemento in grado di « visua- cuno dei progetti degli apparati ora menzionati.
lizzare » una grandezza fisica, di ordine elettrico, E sconsigliamo ogni principiante a voler intra-
matematico, meccanico, ecc. Ad esempio, l'oscil- prendere la costruzione di queste apparecchia-
loscopio, il televisore e il tester sono dei display. ture, che sono interamente composte da un nu-
Ma noi non ci occuperemo di questi apparati, mero rilevante di circuiti integrati ed è quindi
mentre facciamo conto di avvicinare il lettore necessario un cablaggio con circuiti stampati a
principiante alla conoscenza dei display nume- doppia faccia, realizzati secondo le tecniche pro-
rici. - fessionali più avanzate e non adatti, quindi, al
A tutti voi sarà capitato di osservare in una principiante che è abituato a realizzare i più
mostra di elettronica o in qualche industria del elementari circuiti stampati con il metodo ar-
settore quegli elaboratissimi apparati muniti di tigianale del pennellino e della vernicetta. An-
numerosissime « lampade numeriche » in grado che la taratura di questi apparati è difficilissima
di indicare, con assoluta precisione, valori di e richiede l'uso di strumenti di elevatissima pre-
frequenze compresi fra i pochi hertz e le centi- cisione che costringono il principiante nell'asso-
naia di megahertz. In altri apparati, invece, luta impossibilità di realizzare qualcosa di utile
qualcuno di voi avrà potuto notare indicazioni e funzionante.
di tensioni o di altre grandezze elettriche, chie- Anche per comprendere, almeno parzialmente, il
dendosi subito in che modo vengono realizzati funzionamento di questi affascinanti apparati,
simili apparecchi, come funzionano, quanto co- occorrono precise nozioni sul funzionamento dei
stano, avendo in mente di poterne costruire uno circuiti integrati e dei dispositivi di visualizza-

252
zione. Noi, dunque, ci limiteremo alla descrizio-
ne dei principi costruttivi e di funzionamento
dei principali tipi di display numerici oggi esi-
stenti, con la speranza che ciò possa essere di
grande aiuto al lettore per la comprensione, in
futuro, di componenti certamente più compli-
cati.
Come tutti i componenti elettronici, anche i di-
splay vantano una loro storia, che prende le
mosse dai modelli elettromeccanici pilotati a
relé; questa storia è continuata sino ai giorni
nostri, fermandosi, per il momento, nella re-
cente produzione dei « cristalli liquidi ». Ma noi
non ci occuperemo, in modo particolare di al-
cuno di questi due tipi, perché i primi hanno per-
duto ogni interesse nel settore della strumen-
tazione, mentre gli ultimi... nati sono ancora in
fase di studio e di sviluppo e, quindi, non repe-
ribili sul normale mercato. Ci occuperemo inve-
ce dei modelli attualmente in commercio che,
per chiarezza di descrizione, suddividiamo in
tre principali categorie:
1) Tubi sotto vuoto.
2) Display allo stato solido.
3) Display a filamento.

IL TUBO NIXIE
Il più ... popolare fra i visualizzatori numerici è
certamente il tubo nixie.
Il funzionamento di questo tubo è analogo a
quello delle comuni lampadine al neon. Quan-
do sui due elettrodi, contenuti in un bulbo cli
vetro riempito di gas neon si applica una dif-
ferenza di potenziale di alcune decine di volt, in
Fig. 1 - La valvola nixie può considerarsi come corrispondenza dell'elettrodo negativo si osserva
un... derivato della più semplice lampadina al una luminescenza rossastra dovuta alla ionizza-
neon. In essa sono presenti l'anodo e 1 O ca- zione degli atomi di neon.
todi; ciascuno di questi è costruito a foggia di
un numero compreso fra 0 e 9. La luminescen-
Nelle comuni lampadine al neon, la forma degli
za rossastra, dovuta alla ionizzazione degli ato- elettrodi non assume particolare importanza, ma
mi di neon, permette di leggere il numero.

PULSI CA
.JM1ARE ·[
I/PUL1 pesy
0M0O
FLIP FLOP OECCDIFIATCFE » COMMUTATORE

T080 NXIE

l
lNT

v
Fig. 2 - Tipico schema a blocchi riproducente una catena di visualizzazione. L'in-
terruttore fornisce un impulso all'unità di conteggio (flip-flop); le uscite di questo
vengono inviate al decodificatore, che fornisce tensione ad una sola tra le sue dieci
uscite, più precisamente a quella equivalente al numero di impulsi contati sino a
quel momento. Le dieci uscite vengono inviate ad uno stadio pilota di potenza (com-
mutatore) che risulta direttamente allaccciato con la valvola nixie.

253
I ELETTRODI
\
se si pensa di sagomare opportunamente il catodo,
cioè l'elettrodo negativo, nella forma di un
numero o di un altro simbolo, la tipica lumine-
scenza rossastra del neon mostra una cifra lu-
minosa chiaramente distinguibile anche da lon-
tano (il numero 7 in figura 3).
Nella valvola nixie, anziché un solo catodo, so-
no presenti ben dieci catodi, ciascuno dei quali
assume la foggia di un numero compreso fra
O e 9. Ogni catodo è collegato, proprio come av-
viene in una normale valvola elettronica, ad un
piedino esterno; in questo modo è possibile ac-
cendere a piacere uno qualsiasi dei dieci nu-
meri, soltanto applicando la tensione di alimen-
tazione fra l'anodo e il catodo interessato. Que-
sta operazione potrebbe essere svolta meccani-
camente da un commutatore, ma è ovvio che,
negli strumenti essa deve essere automatizzata;
per tale motivo si ricorre all'uso di speciali cir-
cuiti di conteggio e decodifica, in grado di pilo-
ELETTRODO tare da soli i tubi nixie.
NEGATIVO

» UNA CATENA DI VISUALIZZAZIONE


Per meglio comprendere kimpiego dei display,
presenteremo ora un semplice esempio di unità
di conteggio. Supponiamo ad esempio di voler
contare quante persone entrano in un certo lo-
cale, servendoci delle moderne tecniche dei cir-
cuiti digitali. •
Un tipico schema a blocchi, riproducente tale
realizzazione, è rappresentato in figura 2.
L'interruttore, che normalmente è un interrut-
tore elettronico a fotocellula collegato all'en-
trata della catena, fornisce un impulso per ogni
persona che passa e lo invia ad una unità cli
conteggio (FLIP-FLOP).
Come è noto, in elettronica, per contare ci si
serve dell'algebra binaria, fatta soltanto di O e l;
dunque, per contare da O a 9 sono necessari
ELETTRODO A quattro flip-flop che, in base al valore della lo-
FORMA DOI NUMERO ro uscita, forniscono una rappresentazione bi-
-~ naria del numero decimale.
Ricapitoliamo: nel contatore entrano degli im-
,"''; e
pulsi e ad ognuno di questi impulsi uno o più
flip-flop cambiano il valore della propria uscita,
. fornendo sempre diverse rappresentazioni bina-
.11 rie ad ogni nuovo impulso.

I Le uscite di questi flipflop vengono inviate ad


un circuito di decodifica, provvisto di quattro
terminali di entrata e dieci terminali di uscita.
In virtù del suo particolare circuito, il codifica-
tore è in grado, per ogni rappresentazione bina-
ria all'entrata, di fornire tensione ad una sola
fra le dieci uscite, più precisamente a quella
equivalente al numero di impulsi contati sino a
quel momento. Queste dieci uscite vengono quin-
Fig. 3 - Analizzando la lampadina al neon, è di inviate ad uno stadio pilotato di potenza che,
facile comprendere il funzionamento di un tubo nello schema di figura 2 è denominato « commu-
nixie. Quando sugli elettrodi viene applicata la tatore »; lo stadio di potenza permette di ef-
tensione di alimentazione, l'elettrodo negativo fettuare l'allacciamento diretto con la valvola
si avvolge dì . una luminescenza rossastra. Se nixie.
questo elettrodo è costruito con la forma di
un numero (nel caso del disegno il numero 7), Tutto questo processo di conteggio viene effet-
attraverso il bulbo di vetro è possibile ottene- tuato da due soli circuiti integrati; il primo di
re una lettura numerica. questi viene chiamato « decade », proprio per la

254
CATODI A
F ORMA DI
• NUMERI A

N 0DO

Fig. 4 - Nel bulbo di vetro, ripieno di gas neon,


sono presenti dieci catodi, costruiti con la for-
ma dei numeri compresi tra O e 9. Ad ognuno dei
dieci catodi corrisponde un piedino della valvo-
la. Nell'esempio qui riportato vengono alimenta-
ti, l'anodo, costruito a forma di reticolo, e il
170V
catodo corrispondente al numero 8.

verso modelli allo stato solido, dotati di carat-


teristiche più efficienti.
I tubi nixie per funzionare necessitano di ten-
sioni relativamente elevate, intorno ai 150 V ed
il loro funzionamento è quindi vincolato alla
rete-luce, a meno che non si ricorra a costosi ed
ingombranti convertitori; la costituzione stessa
del tubo nixie, che è rappresentato da un tubo
di vetro riempito di gas neon o argon, lo rende
molto fragile, con un consumo di energia
elettrica abbastanza elevato rispetto ai nuovi
modelli.
Un tipo di dipley, che oggi va sempre più dif-
fondendosi, è quello che utilizza, in funzione di
sorgente luminosa, i diodi fotoemettitori, con
notevoli vantaggi sul consumo di energia, sulla
robustezza meccanica e sulla durata del display
che risulta praticamente illimitata. Questi tipi
di display, inoltre, funzionano con tensioni mol-
to basse, che si aggirano intorno ai 5 V, per cui
Fig. 5 • Al display non è affidato soltanto il è possibile realizzare, con essi, strumenti di
compito di riprodurre cifre numeriche, ma esso grande compattezza e asolutamente portatili.
viene anche ostruito per « visualizzare sim- Ricordiamo che l'elemento base di questi di-
boli elettrici, matematici e lettere alfabetiche.
splay è rappresentato dal diodo fotoemettitore,
che è realizzato con arseniuro di gallio. Quando
questo diodo viene polarizzato direttamente e,
sua possibilità di contare per 10 prima di ripe- quindi, percorso da corrente, esso emette una
terne le medesime configurazioni di uscita; esso luce rossa che, utilizzando parecchi diodi, può
contiene i quattro flip-flop opportunamente col- dar luogo a raffigurazioni numeriche.
legati; l'altro circuito integrato, denominato « de- Coloro che volessero usare questi componenti
codifica » contiene, oltre al circuito decodifica- dovranno far bene attenzione a non invertire le
tore vero e proprio, anche lo stadio pilota. polarità di alimentazione, perché un tale erro-
Facciamo notare che in pratica è possibile col- re risulterebbe fatale per il diodo fotoemettito-
legare in serie più circuiti di conteggio elemen- re a causa della bassissima tensione inversa
tari, ottenendo così, oltre alla rappresentazio- sopportabile.
ne delle unità, anche quella delle decine, delle Un sistema di rappresentazione numerica, molto
centinaia, delle migliaia, ecc. usato con i diodi fotoemettitori, è quello cosid-
detto a 7 segmenti. Con 7 segmenti, disposti nel
DISPLAY A STATO SOLIDO modo indicato in figura 13, è possibile rappre-
Anche se il tubo nixie è ancor oggi largamente sentare abbastanza bene tuti i numeri compresi
usato, in virtù del suo basso costo e della sua fra O e 9, mediante l'opportuna accensione, per
elevata luminosità, esso presenta non pochi in- ogni numero, di una parte di essi.
convenienti per cui si cerca oggi di orientarsi Facciamo notare che, utilizzando display del ti-

255
' Fig. 7 - Valvola nixie col-
legata ai circuiti flip-flop
e decodifica.

Fig. 6 - Alcuni tipi di valvole nixie normalmente pre-


senti in commercio.

po a 7 segmenti, come unità di conteggio, la de-


codifica dovrà essere cambiata, mentre la deca-
de integrata rimane sostanzialmente la stessa; Fig. 10 - Un insieme di dio-
ciò è dovuto al fatto che questo circuito non de- di fotoemettitori compon-
ve più fornire tensione ad una sola delle dieci gono, irP questa figura di
uscite, in corrispondenza ad ogni numero deci- esempio, il numero 3.
male, ma dovrà invece fornire tensione ad alcu-
ne delle sette uscite in conformità del numero
interessato. Ad esempio, per formare il numero
1, è necessario un solo segmento; la decodifica,
quindi, dovrà fornire tensione ad una sola usci-
ta. Al contrario, per il numero 3, occorrono cin-
que segmenti ed altrettante dovranno essere le
uscite utili della decodifica. Anche in questo ca-
so, ovviamente, tutte le operazioni avvengono
automaticamente in un unico circuito integrato,
per cui, in linea di principio, lo schema di un'uni-
tà di conteggio rimane sostanzialmente la stessa.

DISPLAY A FILAMENTO
Un altro recente modello di display nwnerico è
realizzato con il principio costruttivo delle co-
muni lampadine a filamento. Per ottenere la vi-
sualizzazione dei numeri decimali, si ricorre al
sistema a sette segmenti in cui ciascun segmen-
to è rappresentato da un sottilissimo filo di
tungsteno, teso linearmente tra due elettrodi di

I
supporto.
I primi modelli di questi display risultavano
molto costosi e fragili, dato che per evitare la
evaporazione rapida del filamento il visualiz-
zatore veniva racchiuso, così come i tubi nixie,
in un bulbo di vetro riempito di gas inerte. At-
tualmente sono apparsi sul mercato nuovi mo-
delli realizzati in resina e, quindi, di grande ro-
bustezza e di prezzo così basso da far concor-
renza agli stessi nixie. Questi nuovi modelli di
display vengono costruiti in varie dimensioni:
elevate per la visualizzazione a distanza e mi-
nime per la realizzazione di certi calcolatori da
tavolo e strumenti portatili. - Sequenza numerica ot-
con l'accensione di diodi.
I display a filamento, così come avviene per i
diodi fotoemettitori, sono alimentati con bassa
tensione, anche se rispetto a questi ultimi con-

256
Fig. 8 - Valvola nixie mul-
tipla. Quattro cifre posso- Fig. 9 - Diodi fo toemetti-
no apparire contempora- tori con lente di ingrandi-
neamente sulla testa del mento applicata sulla testa
bulbo di vetro. del componente.

fig. 14 - Strumenti di misura e orologi possono


Fig. 12 - In questo display i diodi proiettano essere costru iti sfruttando il sistema di rappre-
l'immagine numerica su uno schermo, mgran- sentazione numerica, con diodi fo toemettitori;
dendola e rendendola visibile anche da lontano. a sette segmenti.

sumano una maggiore quantità di energia..Anche


la durata del componente è decisamente infe.
riore a quella dei display a stato solido, pur rag-
giungendo, in virtù di nuove tecniche costruttive,
la durata di 50.000 ore di funzionamento.

CRISTALLI LIQUIDI
Prima di concludere questo ir,teressante argo-
mento, vogliamo ancora offrire al lettore alcune
notizie sui nuovissimi dispositivi a cristallo lu-
cido, nei quali vengono sfruttate le proprietà ot-
tiche di diffusione caratteristiche di alcune par-
ticolari sostanze sottoposte a campi elettrici.
Questi particolari tipi di display non generano
luce, come i tipi precedentemente descritti, ma
trasmettono o rifletono semplicemente la luce
ambiente, con il notevolissimo vantaggio di ap-
Fig. 13 - Un sistema di rappresentazione nume- parire tanto più luminosi quanto maggiore è la
rica, molto usato con i diodi fotoemettitori, è
quello denominato «a sette segmenti». Con i luminosità ambiente.
segmenti, disposti nel modo Indicato in figura, è Per la semplicità di realizzazione, il costo di
possibile rappresentare abbastanza bene tutti i questi display è relativamente basso. Essi pre-
numeri compresi fra O e 9, tramite l'accensione sentano tuttavia una breve durata di vita, un
di un certo numero di segmenti. elevato tempo di spegnimento ed altri incon-
venienti marginali. Si pensa tuttavia che in fu-
turo essi potranno essere largamente usati.
Concludiamo cosi l'argomento display, che ha

257
soltanto un sapore informativo e che non poteva
essere trattato a fondo per un principiante di
elettronica. Comunque è stata posta una base
di partenza, che completa la preparazione del
lettore arricchendone il bagaglio di conoscenze
teoriche.

Fig. 15 - Un recente modello di display nume-


rico è realizzato con il principio costruttivo del-
le comuni lampadine a filamento. La visualizza-
zione dei numeri è ottenuta con il sistema a set-
te segmenti, ognuno dei quali è rappresentato da
udn sottilissimo filo di tungsteno teso tra due
elettrodi di supporto.

E' utilissimo in casa, soprattutto a colo-


ro che amano dire: « Faccio tutto io! »,
perché rappresenta il mezzo più adatto
per le riparazioni più elementari e per
molti lavori di manutenzione. La poten-
za è di 50 W e la tensione di alimenta-
zione è quella più comune di 220 V. Vie-
ne fornito in un kit comprendente anche
una scatolina di pasta disossidante, una
porzione di stagno e una formetta per
Fig. 16 - La visualizzazione numerica è ormai
entrata a far parte del settore elettronico stru- la pulizia della punta del saldatore.
mentale e di misura. La costruzione di tutti que-
sti apparati fa uso di un elevato numero di cir-
cuiti integrati il cui funzionamento è compren-
sibile soltanto a coloro che posseggono precise
Costa solo L 2.90
nozioni sull'integrato e sui dispositivi di visua-
lizzazioine.

258
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Antenna interna in ferrite
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Alimentazione 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
Presa esterna per ascolto in auricolare
Media frequenza : 465 KHz
Banda di risposta: 80 Hz - 12.000 Hz
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Comandi esterni : sintonia- volume - interruttore

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mente funzionante, allo stesso prezzo della scatola di
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porto di L. 5.900 (senza auricolare) o di L. 6.300 (con auricolare) a mezzo vaglia po-
stale o c.c.p. n. 3/26482 (spese di spedizione comprese). L'ordine in contrassegno costa
500 lire in più.
PREAMPLIFICATORE
AF
PER I 144 -MHz
260
Accoppiando questo preamplificatore a radiofrequenza
con un qualsiasi ricevitore radio, potrete ascoltare le emit-
tenti radiantistiche, con una minima spesa e con un lavo-
ro accessibile anche ai principianti.

D
opo aver preso conoscenza delle recenti di- A tutti quei lettori che ci chiedono di progetta-
sposizioni ministeriali, che permettono di re interamente un ottimo ricevitore di basso
ottenere una licenza per radioamatore, per costo, rispondiamo che, pur essendo oggi realiz-
le gamme UHF e VHT, di tipo facilitato, cioè zabile un tale progetto con l'aiuto dei più mo-
senza l'esame di telegrafia, che per molto tempo derni componenti elettronici, quali i FET, i
è stato lo scoglio più difficile verso una sospi- MOS-FET, gli integrati, i filtri a cristallo, ecc.,
rata patente, molti lettori ci scrivono chieden- la costruzione dell'apparato non è certo alla
doci notizie in proposito e progetti relativi ai portata di tutti i principianti. Ecco perché noi
necessari apparati di ricezione e trasmissione. stessi siamo un po' restii ad accettare le pro-
A tutti ricordiamo che la licenza per le gamme poste dei nostri lettori. Il nostro consiglio è in-
UHF e VHF viene rilasciata dopo aver supe- vece diverso. Proponiamo cioè di servirsi di un
rato un esame che prevede una prova scritta qualsiasi apparecchio radio, anche di caratteri-
ed una, facoltativa, di telegrafia. stiche elettriche modeste, applicando ad esso
Gli argomenti di esame vertono, ovviamente, un preamplificatore di alta frequenza, così da
sulla regolamentazione delle radiotrasmissioni comporre una catena ricevente adatta a tutti i
e sulla teoria elettronica relativa alle varie parti principianti e in grado di far ascoltare le emit-
del ricevitore e del trasmettitore (circuiti oscil- tenti radiantistiche.
lanti, tipi di amplificatori AF e BF, ecc.). Su
questi argomenti, tuttavia, non si pretende una I VANTAGGI DEL PREAMPLIFICATORE
conoscenza profonda ed una formulazione ma- Analizziamo ora i vantaggi che possono deri-
tematica dei concetti, ma, più semplicemente, vare ad un apparecchio radio con l'inserimento
un piccolo bagaglio di cognizioni generiche. di uno stadio preamplificatore di alta frequenza,
Su questa materia I'ARI e i vari Circoli di Co- appositamente concepito per fornire un elevato
struzioni Telegrafiche e Telefoniche del Mini- guadagno con un basso rumore intrinseco.
stero delle Poste e Telecomunicazioni, presenti Il primo di questi è rappresentato, senza dubbio,
nelle principali città, si rivelano prodighi di con- dalla maggiore sensibilità ottenuta dall'insieme.
sigli e insegnamenti. Comunque, l'età minima Ma la sensibilità non deve essere tale da intro-
richiesta per la partecipazione all'esame è di durre un eccessivo rumore; per questo motivo
1€ anni. occorre far uso dei moderni FET che, pur pre-
sentando le eccellenti caratteristiche delle val-
L'APPARATO RICEVENTE vole elettroniche a 5 elettrodi, cioè dei pentodi,
In ogni caso, prima di iniziare la pratica della hanno il vantaggio di essere freddi. E questa
trasmissione, è buona norma effettuare un pe- condizione è molto importante in uno stadio
riodo di apprendimento, in cui, col solo aiuto preamplificatore, perché il rumore globale, in-
di un apparato ricevente, si ascoltano le comu- trodotto dagli stessi componenti, dipende in
nicazioni tra i radioamatori, già dotati di una gran· parte dal rumore introdotto dagli elemen-
certa esperienza, allo scopo di conoscere le tec- ti del primo stadio. Il rumore intrinseco aumen-
niche dei OSO e di introdursi, gradualmente, nel ta notevolmente con l'aumentare della tempera-
mondo della trasmissione. tura; è quindi evidente l'utilità di impiego di
E' ovvio, quindi, che il primo elemento di una componenti privi di filamento, cioè di elementi
futura stazione radiantistica deve essere il ri- freddi.
cevitore. Anche i transistor. tuttavia, sono componenti

261
-
00 L3

TR1

l3.,
L2

ls
L1 ••
C3 - R1
C4

•• E ru

ENTR.
11 + C6

12V

freddi e si potrebbe pensare all'uso di comuni ne adottare lo stadio di ingresso a FET che, am-
transistor bipolari per la soluzione di questo plificando ulteriormente il segnale, senza intro-
problema. Ma le caratteristiche dei transistor durre rumore, aumenta il livello del segnale
bipolari e, in particolare, la loro bassa impe- lasciando inalterato, o quasi, il rumore di fondo.
denza d'ingresso, li rendono poco adatti a que- La ricezione raggiunta diverrà così più chiara
sto tipo di applicazioni. e non sarà nemmeno necessario regolare al mas-
La soluzione ideale, dunque, rimane quella di simo volume il ricevitore per ascoltare quelle
utilizzare un transistor FET, cioè un transistor emittenti che senza lo stadio di ingresso a FET,
ad effetto di campo, che, assieme al bassissimo risultano molto deboli.
rumore di fondo, presenta una elevatissima im. Con il volume regolato al massimo, poi, si po-
pedenza d'ingresso, paragonabile a quella delle tranno captare tutte quelle emittenti che, in
valvole elettroniche. Il transistor FET, inoltre, condizioni normali, risultano coperte dal fru-
in virtù delle sue piccoìe dimensioni, permette scio di fondo.
di realizzare circuiti miniaturizzati o quasi.
CIRCUITO DEL PREAMPLIFICATORE
AUMENTO DI LIVELLO DEL SEGNALE Il circuito elettrico del preamplificatore, rap-
Abbiamo detto che il principale vantaggio otte- presentato in figura l, non costituisce certo una
nuto con l'accoppiamento di uno stadio pream- novità assoluta per i nostri lettori. Perché il cir-
plificatore con il circuito di entrata del ricevi- cuito è di tipo classico e i cultori della valvola
tore radio è rappresentato dalla maggiore sen- avranno già riconosciuto in esso un tipico sta-
sibilità. Ma non è questo il solo vantaggio che dio amplificatore a radiofrequenza. Esso si di-
si ottiene con tale accoppiamento. stingue dall'analogo circuito a valvola per la
Anche la selettività del ricevitore, infatti, ri- presenza del transistor FET (TRl) e, ovviamen-
sulta aumentata, se nel circuito del preamplifi- te; per la bassa tensione di alimentazione, che
catore sono presenti i circuiti accordati. è quella di 12V anziché di 200-300 V necessaria
L'uso del preamplificatore determina anche un per l'alimentazione anodica delle valvole.
aumento del rapporto segnale-disturbo per cui, Il segnale, proveniente dall'antenna, viene invia-
in definitiva, anche disponendo di un ricevitore to al circuito accordato d'entrata composto dal-
sufficientemente sensibile, ma rumoroso, convie- la bobina L1 e dal compensatore C2.

262
COMPONENTI
Condensatori
C1 = 300 pF
C2 = 3-20 pF (compensatore)
C3 = 1.000 pF Fig. 1 - 11 circuito del preamplifi-
C4 = 3-20 pF (compensatore) catore per i 144 MHz è di tipo
C5 == 1.500 pF classico. Esso si distingue dal-
C6 = 20.000 pF l'analogo circuito a tavola per
la presenza del transistor FET
Resistenze e per la bassa tensione di ali-
R1 = 1.000 ohm (potenziometro) mentazione. Il condensatore C6
R2 = 220 ohm protegge il circuito da eventuali
Varie infiltrazioni di alta frequenza nel
TR1 = 2N3819 (transistor FET) circuito di alimentazione.
L1-L2-L3 = vedi testo
ALIMENTAZ.= 12 V

La bobina Ll è provvista di una presa interme- deve essere sempre positivo rispetto alla gri-
dia ricavata alla prima spira sul lato massa. La glia. Per polarizzare il transistor, dunque, si
presa intermedia permette di adattare meglio ricorre allo stesso circuito realizzato con le val-
la bassa impedenza dell'antenna e de[ cavo di vole elettroniche, collegando in serie con la
discesa (50-75 ohm) a quella molto elevata del source la resistenza Rl e disaccoppiandola, cioè
transistor FET. collegandola virtualmente a massa rispetto al
Il circuito accordato ha il compito di seleziona- segnale di alta frequenza, con il condensatore
re le varie frequenze in modo che sui suoi ter- C3.
minali si presenti soltanto quella per cui esso è Osservando bene il circuito elettrico di figura 1,
stato regolato. ci si accorge che, nel caso in cui i due circuiti
Una volta selezionata la frequenza desiderata, accordati siano proprio perfettamente accordati,
questa o, meglio, la corrispondente tensione, può capitare che, a seconda della disposizione
viene inviata al gate (G) del FET per essere sot- fisica dei circuiti, la bobina L2 si comporti da
toposta ad un processo di amplificazione. trasmettitore ed Ll da ricevitore, creando così
Per aumentare ulteriormente la selettività del una notevole oscillazione che renderebbe im-
preamplificatore, si è fatto uso di un secondo possibile qualsiasi ascolto.
circuito accordato, composto dalla bobina L2 e Per evitare questo inconveniente, oltre che se-
dal compensatore C4; questo circuito costitui- guire norme costruttive, occorre inserire il cir-
sce il carico di drain (D) del transistor. cuito di neutralizzazione, composto da L3-C1,
Il segnale viene prelevato, per induzione elettro- che provvede a scongiurare ogni possibile in-
magnetica per mezzo di un Link, cioè di un av- nesco.
volgimento di poche spire composto sul lato
freddo di L2; il segnale viene poi inviato, trami- COSTRUZIONE DELLE BOBINE
te cavo coassiale, alla presa d'antenna del rice- Come avviene per la maggior parte dei ricevito-
vitore. ri radio per UHF e VHF, il reperimento com-
Il transistor FET, per lavorare correttamente, merciale delle bobine è praticamente impossi-
deve avere l'elettrodo di source (S) ad un va- bile. Occorre dunque munirsi del materiale ne-
lore di tensione positiva rispetto al gate, così cessario e autocostruirsele. Ma questa opera-
come accade per i triodi, nei quali il catodo zione non è difficile, purché. la realizzazione pra-

263
SENS.

SCHERMO

Fig. 2 - Il montaggio del preamplificatore deve essére realizzato su contenitore me-


tallico. Se il contenitore è di alluminio, i collegamenti a massa e lo schermo che sud-
divide i due scomparti dovranno essere fissati con il sistema delle viti e dei dadi.
Ma per questo tipo di apparato conviene servirsi di un contenitore di lamiera o di ot-
tone, realizzando saldature a stagno, contrariamente a quanto appare nel disegno,
evitando cioè il sistema delle viti e dei dadi.

tica dei componenti venga effettuata in osser- con il gate di TRl.


vanza dei dati esposti. Per quanto riguarda la bobina L2, valgono pres-
La bobina Ll deve essere realizzata su un sup- s'a poco le stesse considerazioni; anche questa
porto di materiale isolante, del diametro ester- bobina deve essere realizzata su un supporto di
no di 6 mm, provvisto di nucleo ferromagnetico. materiale isolante del diametro, esterno, di 6
L'avvolgimento LI è composto da quattro spire mm; il filo è sempre dello stesso tipo ed anche
di filo di rame argentato e smaltato, del diame- il numero di spire è sempre lo stesso; non oc-
tro di 0,4 mm, tenendo conto che qualche de- corre invece ricavare alcuna presa intermedia,
cimo in più non crea alcun danno; le spire do- mentre si debbono avvolgere due spire di filo
vranno risultare leggermente spaziate fra loro, flessibile, isolato in plastica, a partire dal lato
così come indicato nello schema costruttivo di freddo, cioè dal lato massa; anche la bobina
figura 3; alla prima spira, dal lato massa, deve L2 deve essere munita di nucleo di ferrite. Il
essere ricavata una presa intermedia per il col- terminale di inizio dell'avvolgimento di L2 deve
legamento con l'antenna. Per i principianti ri- essere collegato con il compensatore C4, I'im-
cordiamo che, allo scopo di poter effettuare una pedenza L3 e il drain di TRI; il terminale fina-
perfetta saldatura sulla prima spira, occorre ra- le dell'avvolgimento deve essere collegato con
schiare bene il filo conduttore per eliminare com- CS ed R2. I due terminali del Link devono es-
pletamente lo smalto che lo avvolge. sere attorcigliati, così come indicato in figura 3
Il terminale di inizio dell'avvolgimento verrà e collegati l'uno a massa e l'altro all'uscita.
collegato a massa; la prima spira verrà collegata La bobina di neutralizzazione L3 è composta da
con la presa di entrata e la quarta, cioè l'ultima 10 spire di filo di rame smaltato del diametro

264
to in porcellana, che contribuirà alla maggiore
compattezza del circuito.
Un altro particolare di notevole importanza è
costituito dalla disposizione dei componenti elet-
tronici nel contenitore. Le due bobine L2-L3,
ad esempio, debbono essere montate in posi-
zione perpendicolare tra loro.
Il potenziometro Rl dovrà avere la carcassa
L3
ben collegata a massa, tenendo conto che, in
sostituzione di questo componente, ci si potrà
servire di un piccolo trimmer, risparmiando sul-
la spesa e sullo spazio.
Per quanto riguarda le prese di entrata e di
uscita, consigliamo di utilizzare gli appositi con-
2 SPIRE
nettori BNC o UHF, anche se il costo di questi
elementi può risultare relativamente elevato. An-
che le prese adottate nelle autoradio possono
servire per il nostro preamplificatore.
~ I due compensatori C2-C4 sono di tipo a vite;
e y essi permettono una più agevole regolazione dei
circuiti accordati.
2N3819 Il transistor FET è di tipo 2N3819; si tratta di
un transistor molto economico la cui disposi-
zione dei terminali è rappresentata in figura 3.

TARATURA
Il risultato finale, ottenuto dal preamplificato-
Fig. 3 - Dati costruttivi e disposizione degli av-
volgimenti sulle bobine dei circuiti accordati e
re, dipende in gran parte dalla corretta messa a
di neutralizzazione. In basso rappresentiamo la punto dell'apparato. Consigliamo quindi i let-
disposizione degli elettrodi sul transistor FET. tori di seguire alla lettera le varie operazioni
qui sotto elencate, evitando di descrivere la ta-
ratura con il metodo del generatore a radio
di 0,3 mm; le spire debbono essere compatte e frequenza modulato e regolato sui 144-146 MHz,
l'avvolgimento deve essere effettuato su un sup- perché riteniamo che pochi nostri lettori siano
porto di materiale isolante, munito di nucleo di in possesso di questo strumento.
ferrite, del diametro esterno di 4 mm. Le operazioni di messa a punto e taratura, da
Per quanto riguarda i nuclei di ferrite, ricordia- seguire, sono dunque le seguenti:
mo che occorre servirsi di nuclei adatti per le 1) Acceso il ricevitore radio e commutato que-
VHF, dato che, in commercio, esistono anche sto sulla gamma dei 144 MHz, si cercherà di
tipi di ferriti adatte soltanto a frequenze più individuare una emittente, senza inserire il
basse, che provocherebbero una diminuzione del- preamplificatore.
le prestazioni del preamplificatore. 2) Si inserisca il preamplificatore, senza alimen-
tarlo, e si regolino i compensatori C2-C4 in mo-
REALIZZAZIONE • PRATICA do da riascoltare l'emittente precedentemente
Allo scopo di ottenere risultati positivi, il cir- localizzata.
cuito del preamplificatore deve essere realizza- 3) Si colleghi l'alimentatore al preamplificatore
to tenendo conto delle norme che regolano i e si regoli il trimmer o il potenziometro Rl in
montaggi dei circuiti a radiofrequenza. modo da ottenere un assorbimento di corrente
Il contenitore deve essere assolutamente metal- di 5 mA circa. Fatto ciò, si ritocchino i circuiti
lico, preferibilmente di lamiera stampata o di accordati, agendo sui compensatori e sui nuclei
ottone, così da poter effettuare le connessioni delle bobine, sino ad ottenere un notevole raf-
di massa tramite saldatura a stagno e non con forzamento del segnale captato. Può capitare
il sistema del capocorda, stretto fra vite e da- che durante questa operazione, il preamplifica-
do, come indicato nello schema pratico di figu- tore tenda ad innescare; in questo caso si do-
ra 2. Il contenitore, inoltre, dovrà essere suddi- vrà intervenire nuovamente sul nucleo della bo-
viso in due scomparti, necessari per contenere bina L3, in modo da ottenere il massimo gua-
lo stadio di ingresso e quello di uscita separa- dagno senza alcuna oscillazione.
tamente. La separazione potrà essere ottenuta 4) Una volta individuati i punti di regolazione
inserendo nel contenitore un lamierino di rame ottima di L1-L2-L3, per i quali si ottiene il
o di ottone, saldato direttamente a massa O, CO- massimo segnale, si regolerà nuovamente il po-
me indicato in figura 2, fissato per mezzo di viti tenziometro Rl, ritoccando poi eventualmente
e dadi ben stretti. CZ, cosl da ottenere la massima riduzione del ru-
Il collegamento fra le due sezioni dovrà esse- more di fondo e, conseguentemente, il miglior
re ottenuto mediante un anello passante isola- rapporto segnale/disturbo.

265
TBIIPOBIZZATOBB
ELETTRONICO
A LUNGA DURATA
Con il transistor FET, cioè con il tran-
sistor unipolare, non servono più i
condensatori elettrolitici di enorme
capacità, ed è possibile risolvere il
problema delle lunghe temporizzazio-
ni molto economicamente e con gran-
de precisione.

I
l temporizzatore elettronico è un dispositivo
che tiene informato il tecnico sul passare del
tempo durante un esperimento, oppure il fo-
tografo nella sua attività in camera oscura o, an-
cora, la massaia nell'espletamento degli esercizi
culinari.

266
@
a sua volta, può essere paragonato alla corrente
elettrica; il liquido prima di raggiungere la va-
sca, attraverso un rubinetto, così come la cor-
RESIST. rente attraversa una resistenza; rubinetto e re-
VARIAB. sistenza constituiscono ancora una analogia pro-
bante.
E' chiaro che la vasca non può riempirsi istanta-
o neamente, ma occorrerà lasciar passare un certo
tempo che dipende dalle dimensioni della vasca,
dalla quantità di liquido versato in un minuto
secondo, cioè dalla condizione del rubinetto che
può essere più o meno aperto.
Allo stesso modo il condensatore, al quale viene
propinata una certa corrente, raggiungerà un da-
CONO. FET to livello di tensione in un tempo proporzionale
alla corrente e alla sua capacità.
Poiché la corrente viene normalmente fornita al
condensatore attraverso una resistenza, il tempo
di carica di un condensatore, dato che la corren-
te dipende dal valore della resistenza, viene ad
essere a sua volta proporzionale al prodotto
Fig. 1 - Schema di principio del temporizzatore. (R x C), che viene chiamato « costante di tempo»,
L'analisi di questo circuito permette di com- che è espresso in minuti secondi.
prendere immediatamente il comportamento del
transistor unipolare nel pilotaggio di un timer.
VANTAGGI DEL TRANSISTOR FET
La maggior parte dei circuiti elettronici dei
temporizzatori, realizzati fino a qualche tempo
fa, facevano uso dei normali transistor bipolari,
che presentavano un grosso inconveniente: quel-
In pratica il temporizzatore potrebbe essere pa- lo di una bassa impedenza di ingresso. Per tale
ragonato ad una sveglia elettronica, anche se ri- motivo, volendo ottenere costanti di tempo suf-
spetto a questa è molto più preciso nel computo ficientemente lunghe, si era costretti all'uso di
dei tempi, soprattutto neila misura dei decimi di condensatori elettrolitici di capacità enorme e,
secondo e dei minuti secondi. quindi, di costo molto elevato e scarsa preci-
Un tempo questo apparato era di tipo meccani- sione.
co, ma oggi quel temporizzatore è stato comple- Il problema delle lunghe temporizzazioni è sta-
tamente superato dal temporizzatore elettroni- to completamente risolto grazie all'adozione dei
co, con il quale si ha la possibilità di disporre transistor unipolari FET e MOS-FET. Questi tran-
di un contatto elettrico chiuso od aperto soltanto sistor hanno il vantaggio di presentare una ele-
per il tempo prestabilito. Dunque, il temporiz- vatissima impedenza di entrata, che permette di
zatore elettronico non solo è in grado di se- ottenere tempi ragguardevoli anche con mode-
gnalare il trascorrere del tempo, ma provvede sti valori capacitivi. Il costo di questi transistor
anche ad inserire o disinserire un qualsiasi ap- è sceso oggi al livello degli altri tipi di transistor
parato elettrico, "automaticamente. Molto spesso e ciò giustifica il loro impiego nei temporizzatori
il temporizzatore elettronico viene abbinato con elettronici.
gli antifurti o, più generalmente con i segnala-
tori ottici ed acustici. E' inutile, infatti, tenere SCHEMA SEMPLIFICATO
inserita la sirena di allarme di un antifurto per Uno schema semplificato, ma molto utile per
lungo tempo ed è oltremodo scomodo, dopo la comprendere il funzionamento del nostro tem-
segnalazione di allarme, dovere intervenire ma- porizzatore, è riportato in figura 1.
terialmente sul circuito per rimetterlo in stato di Il circuito vero e proprio è costituito dalla resi-
quiete. stenza variabile, di valore molto elevato, e dal
condensatore di carica.
PRINCIPIO DELLA TEMPORIZZAZIONE La resistenza regola la corrente che carica il
In questi ultimi tempi, nel settore dei temporizza- condensatore e permette altresì di variare la co-
tori elettronici, si fa ampio uso della tecnica in- stante di tempo del circuito. Dunque, regolando
tegrata, con circuiti logici digitali, contando le il potenziometro, si ottengono le costanti di tem-
oscillazioni prodotte da un circuito oscillatore ad po desiderate.
alta stabilità, pilotato a quarzo. Ma fino ad ora Per poter azionare un relé, la soluzione più spon-
ci si è ispirati al principio di carica o scarica di tanea cui si è portati a pensare, consiste nel col-
un condensatore. E per interpretare questo con- legare direttamente i terminali del relé in paral-
cetto conviene ricorrere al paragone idraulico. lelo al condensatore, in modo che, quando il con-
Il condensatore può essere considerato come una densatore raggiunge un certo livello di tensione,
vasca nella quale viene versato del liquido che, sia possibile ottenere automaticamente l'innesco

267
s2

LN

T1
D2
+
R5
c3

Fig. 2 - Circuito comple-


to del temporizzatore. Il"
condensatore di temporiz-
C2 zazione • è costituito dal-
l'elettrolitico C1. II disin-
nesco del diodo SCR si
ottiene agendo sull'inter-
ruttore S3, cioè interrom-
pendo, anche per un solo
istante, l'alimentazione.
COMPONENTI
Condensatori
C1 = 250 uF - 15 - VI. (elettrolitico)
R6
R7
-= 100
2.200
ohm
ohm
- 1/2 watt
- 1 /2 watt
C2 = 10.000 pF R8 = 15.000 ohm - 1/2 watt
C3 = 1.000 F - 50 VI. (elettrolitico) R9 = 3.000 ohm (potenziometro a filo)
Resistenze R1O = 10.000 ohm - 1/2 watt
R1 5 megaohm- 1/2 watt R11 = 220 ohm - 1 watt
= Varie
R2 = 5 megaohm (potenz. a variaz. lin.)
R3 1 megaohm (potenz. a variaz. lin.) D1 = diodo zener (10 v- 1/2 W)
= D2 = diodo zener (15 V - 1,5 W)
R4 = 47.000 ohm - 1/2 watt
R5 100 ohm - 1/2 watt D3 = diodo raddrizz. (BY126)
= D4 = diodo raddrizz. (BY126)
TR1 = transistor FET (2N3819)
SCR = BT1O0A 300R
T = trasf. d'alimentaz. (vedi testo)

del relé. Ma le cose non sono così semplici come tre un transistor FET riesce praticamente a se-
si può credere. Infatti, la bassa impedenza del parare, in modo netto, il circuito del temporizza-
relé, comportandosi nel modo ora descritto, cor- tore da quello di uscita.
tocircuiterebbe praticamente il condensatore, im- Il tipo di circuito da preferirsi è, in questo caso,
pedendogli addirittura di caricarsi. E' necessario quello illustrato in figura 1, che è da conside-
quindi « isolare » il circuito di carica da quello di rarsi come uno stadio pilotato a transistor mon-
comando, facendo appello ad un circuito che tato in un circuito ad emittore comune.
non assorba praticamente corrente all'entrata, in
La tensione utile al circuito di comando può es-
modo da non perturbare la carica, ma così da
fornire, in uscita, una buona quantità di corrente, sere prelevata sui terminali della resistenza col-
sufficiente a pilotare un relé o un circuito di co- legata con la source (S). Poiché l'uscita di sour-
mando simile a questo. ce è a bassa impedenza, è possibile prelevare
Abbiamo detto che i comuni transistor bipolari una corrente sufficiente al pilotaggio, senza so-
malamente adempiono a questa funzione, men- vraccaricare il circuito di temporizzazione.

268
03 04 R11

SCR
Fig. 3 - La realizzazione del temporizzatore può essere ottenuta nel modo ritenuto
più Idoneo, realizzando li cablaggio su circuito stampato, su basetta forata o, più
semplicemente, su ancoraggi isolati, così come indicato in questo disegno.

CIRCUITO DEL TEMPORIZZATORE La resistenza R6 fissa il tempo minimo realizza-


Il circuito completo del nostro temporizzatore è bile con il temporizzatore, mentre la resistenza
rappresentato in figura 2. Ma esso, nonostante RS permette di scaricare, tramite l'interruttore SI,
l'aggiunta di un erto numero di componenti, ri- il condensatore elettrolitico Cl alla fine di ogni
mane simile, nella sostanza, allo schema di prin- ciclo.
cipio riportato in figura 1.- Il circuito di comando non è pilotato a transi-
Il condensatore di temporizzazione è rappresen- stor e neppure si è fatto ricorso ad un relé mi-
tato da Cl; esso è di tipo elettrolitico, perché niaturizzato. A questi elementi, infatti, abbiamo
solo con questo tipo di condensatori si possono preferito l'impiego dei più moderni diodi SCR,
ottenere tempi relativamente lunghi. che sono di dimensioni ridotte, di costo conte-
La resistenza variabile, presente nel circuito di nuto e, senza dubbio, più resistenti. Inoltre, il cir-
figura 1, è stata sostituita con tre resistenze col- cuito di comando è stato ridotto ad un sempli-
legate in serie (R1-R2-R3). Si noti che la resi- ce collegamento del gate del diodo SCR con il
stenza Rl può essere cortocircuitata per mezzo partitore resistivo, composto da R6R8-R9; que-
dell'interruttore S2. Questo accorgimento permet- ste resistenze permettono di raggiungere un pre-
te di utilizzare il temporizzatore sia per tempi ciso adattamento del valore di soglia del diodo
brevi sia per tempi lunghi (S2 aperto). SCR (0,7 V) con il valore di « limite carica», del
Il potenziometro R2 permette una regolazione fi- condensatore elettrolitico Cl, molto più elevato.
ne del tempo, mentre con il potenziometro R3 Il potenziometro R9 controlla la soglia di inne-
si ottiene una regolazione grossolana. sco e permette praticamente di variare ulterior-
Per ottenere dal circuito del temporizzatore una mente la gamma di temporizzazione dell'appa-
buona precisione, si è reso indispensabile stabi- rato.
lizzare separatamente il circuito di temporizza- Coloro che con gli stessi valori di R1-R2-R3 e
zione per mezzo del diodo zener D1, da 10 V circa. di Cl volessero raggiungere .tempi notevolmente

269
più lunghi, dovranno ridurre il valore della resi- si, il diodo D2 e la resistenza Rll potranno es-
stenza R6 fino ad un minimo di 5.000 - 6.000 ohm. sere eliminati, aumentando eventualmente il va-
Per le applicazioni nelle quali è indispensabile lore della resistenza R7 fino a 5.000 ohm circa.
una assoluta costanza del tempo prefissato, ed
eventualmente una stabilizzazione di tensione sul CIRCUITO UTILIZZATORE
carico che, in questo caso, dovrà necessariamen- Il circuito di carico, applicabile al temporizza-
te assorbire una minore quantità di corrente, ab- tore, potrà essere di vario tipo: una semplice
biamo ritenuto opportuno inserire un secondo lampadina, una suoneria od anche un relé di po-
diodo zener (D2), di stabilizzazione, a 15 V cir- tenza per pilotare circuiti in corrente alternata,
ca. Nei casi in cui questa stabilizzazione non ri- a tensione di rete o a forte consumo.
sulti necessaria, cioè nella maggioranza dei ca- Se il carico è rappresentato da un relé, dotato di

Le prime esperienze del dilettante


RICEVITORE PER ONDE MEDIE A 2 VALVOLE
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L. 5.800 senza altoparlante
L. 6.500 con altoparlante

E' un • kit necessario ad ogni principiante per Le richieste debbono essere fatte inviando an-
muovere i primi passi nello studio della radio- ticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
tecnica elementare. E' la sola guida sicura per ln. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA
comporre un radioapparato, senza il fastidio di - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52.
dover risolvere problemi di reperibilità di ma-
teriali o di arrangiamenti talvolta impossibili.

270
RETE
ALLE BOCCOLE
D'USCITA

RELE' 12V
CARICO

Fig. 5 - Esempio di circuito utilizzatore. Il ca- cendere una lampadina dopo un certo tempo
rico è rappresentato da un relé dotato di con- {linea intera) e sarà possibile mantenere accesa
tatto aperto e chiuso. Con esso è possibile ac- la lampada per un determinato periodo di tem-
po (linea tratteggiata).

contatti aperti e chiusi, sarà possibile accendere


una lampadina dopo un certo tempo (figura 5) e
sarà possibile anche mantenere accesa la lam-
pada per un determinato periodo di tempo, dopo
di che essa si spegnerà automaticamente (linea
2N3819 BT100A tratteggiata in figura 5).
300R
MONTAGGIO
Il montaggio del temporizzatore non comporta
alcuna difficoltà di ordine pratico. Ognuno po-
trà scegliere la soluzione più idonea, realizzando
s il cablaggio su circuito stampato, su basetta fo-
rata o, più semplicemente, su ancoraggi isolati,
così come indicato in figura 3.
Il potenziometro R9 potrà essere eventualmente
sostituito con una resistenza semifissa e ciò va-

Fig. 4 - Prima di effettuare il cablaggio dei


semiconduttori, il lettore dovrà accer-
tarsi accuratamente sulla dislocazione degli

3P.
elettrodi nel transistor FET e nel diodo
controllato.

A IL REGALO

TE.%.e
271
le anche per R2 ed R3 nel caso in cui non inte- Volendo adattare carichi di 24 V, si dovrà uti-
ressi variare facilmente il periodo di temporiz- lizare un trasformatore da 18 + 18 V.
zazione. Per carichi di 12 V circa, il trasformatore TI do-
Il transistor FET da noi utilizzato è di tipo vrà avere una tensione di 9 + 9 V e la resistenza
2N3819 della TEXAS, che è un transistor parti- R7 dovrà avere il valore di 1000 ohm.
colarmente economico; esso può essere sostituito
con ogni altro transistor FET a canale N. IMPIEGO DEL TEMPORIZZATORE
Il diodo SCR, di tipo BT100A 300R, non è affat- Completiamo questo argomento riepilogando il
to critico ed anche altri tipi di diodi potranno modo di impiego del temporizzatore.
essere utilizzati, purché si tengano in considera- Prima di tutto, dopo aver acceso l'apparecchio
zione le caratteristiche del carico. Il trasforma- tramite S3 e dopo aver inserito il carico sulle
tore Tl dovrà essere acquistato tenendo conto boccole d'uscita, si dovranno regolare i poten-
delle caratteristiche elettriche di impiego. Ad ziometri R2-R3, in modo da prefissare il tempo
desiderato. Si provvederà poi all'azzeramento
esempio, con un carico che assorba la corrente
tramite l'interruttore SI e il condensatore elet-
di 1 A, si dovrà utilizzare un diodo SCR con un
trolitico Cl, cosl da scaricare quest'ultimo com-
minimo di 3 A, eliminando lo zener D2 e la resi-
pletamente attraverso la resistenza RS. Il tem-
stenza Rll ed utilizzando un trasformatore di porizzatore è ora pronto per funzionare. , Sarà
15 + 15 V - 1,5A; i diodi D3-D4 dovranno es- infatti sufficiente riaprire l'interruttore SI e da
sere adatti a sopportare una corrente di 2 A. questo preciso istante trascorrerà il tempo pre-
Ricordiamo che eliminando la stabilizzazione fissato prima che si inneschi il diodo SCR.
con D2, all'uscita del raddrizzatore a doppia se- Per disinnescare il diodo SCR, occorre interrom-
mionda, composto dai diodi D3-D4 e dal filtro pere il circuito di carico, con un interruttore,
cli livellamento C3, si avrà una tensione di 18-19 V oppure spegnere, anche per un istante, il circui-
circa. to ciel temporizzatore tramite l'interruttore S3.

IBRIDO
CARATTERISTI CHE
ELETTRICHE
Potenza nominale:
5 W con altoparlante
da 4 W-5 ohm.
Sensibilità:
15 mW a 1.000 Hz.
Responso:
30-20.000 Hz a - 1,5 dB.
Distorsione alla massima
potenza: inferiore al'1.
Alimentazione:
13,5 Vcc.

AMPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONTAGGIO L. 9.500
Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potrà ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potrà essere installato
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen-
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica-
tore, fatta eccezione per l'altoparlante, sono
contenuti nella lnostra scatola di montaggio.

272
Migliaia di nostri lettori hanno già costruito ed apprezzato le notevoli qualità
radioelettriche della microtrasmittente venduta da Elettronica Pratica in una
completa scatola di montaggio. E se molti non l'hanno ancora costruita, ciò è
dovuto soltanto alla mancanza di un ottimo ricevitore a modulazione di frequen-
za, con cui ascoltare, con chiarezza e potenza, suoni, voci e rumori trasmessi
a distanza da quel miracoloso e piccolo trasmettitore.
Ma ora tutti possono soddisfare il loro programma tecnico-costruttivo acqui-
stando questo meraviglioso

RICEVITORE AM - FM
costruito dalla Philips e da noi venduto al

PREZZO SPECIALE, RISERVATO AI LETTORI DI


ELETTRONICA PRATICA, DI L. 14.500
CARATTERISTICHE
Ricezione in AM : 530 - 1625 KHz
Ricezione in FM : 88 - 108 MHz
Potenza d'uscita : 800 mW
Semiconduttori : 11 transistor 4 6 diodi
Alimentazione : 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
Dimensioni : 6,9 x9,8 x4,7 cm
Contenitore : mobile in materiale antiurto e borsa
In similpelle nera con cinturino
Corredo : auricolare + 4 pile da 1,5 V.

Le richieste debbono essere fatte inviando anti-


cipatamente l'importo di Lire 14.500, a mezzo va-
glia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a: ELETTRONI-
CA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zareti, 52.

COMUNICATO IMPORTANTE
PER I SIGNORI LETTORI
La· notevole produzione di kit, di una mamma parte dei progetti
presentati sulla rivista, ha creato una certa involontaria confusione
nella mente di alcuni· lettori, disposti a credere che tutti i nostri pro-
getti vengano da noi approntati in scatola di montaggio. Ciò non
è assolutamente vero e in questa occasione preghiamo vivamente
i lettori a non formularci richieste di scatole di montaggio inesisten-
ti o, peggio, di componenti elettronici di esse, evitando inutili per-
dite di tempo e spese superflue di corrispondenza. Ancora una vol-
ta, dunque, ricordiamo che, quando un progetto viene da noi pre-
sentato in scatola di montaggio, di. ciò vengono date, ogni volta,
ampie e dettagliate notizie nel corso della presentazione dell'appa-
rato.
Ci sono alcuni lettori, inoltre, che ci richiedono il catalogo dei no-
stri prodotti. Anche questo non esiste! Perché sarebbe assoluta-
mente assurdo pubblicare un catalogo la cui validità verrebbe a
scadere ogni mese per il continuo rinnovarsi dei nostri· kit e degli'
articoli posti in vendita da Elettronica Pratica.

273
questo strumento di misura,
molto economico, si possono ese-
guire misure capacitive nella gamma
1-100.000 pF, distribuita su quattro
diverse portate.

CAPACIMETRO
RAPIDO
274
R1

R2

TR1 ha /i f..
h«e

DI lirhsil »e I '
s2

fl Il R 1O

1
R16

TR2
Il Il

2

3
T I Il Il
Il
R 12

R13
13,SV

• R14


R 15

Varie
TR1 =
AC127
COMPONENTI TR2
D1
=
2N2646
=
diodo al germanio (di qualsiasi tipo)
Condensatori DZ =
BZY88C (9, 1 V)
Ct = 1.000 pF S1 T1 = pulsante
=
C2 = 20.000 pF s2 = commutatore multiplo
C3 = 100.000 pF (2 vie - 4 posizioni)
C4 = 1 F (vedi testo) A = microamperometro (50 A- fondo-scala)
Resistenze PILA = 13,5 V
R1 = 1.500 ohm
R2 = 20.000 ohm (trimmer)
R3 = 12.000 ohm Fig. 1 - Schema elettrico completo del capacimetro.
R4 = 20.000 ohm (trimmer) Sulla portata I si misurano i valori capacitivi compre-
R5 = 12.000 ohm si fra 1 e 100 pF; sulla portata 2 si misurano i valori
R6 = 20.000 ohm (trimmer) compresi fra 100 e 1.000 pF; sulla portata 3 la gamma
R7 = 12.000 ohm sì estende fra i t.000 e i 10.000 pF; sulla portata 4 si
AB = 20.000 ohm (trimmer) misurano le capacità comprese fra i 10.000 e i 100.000
pF.
R9 = 18.000 ohm
R1O = 470 ohm
el piccolo laboratorio dilettantistico, che ogni

l'
R11 = 27.000 ohm
R12 = 18.000 ohm lettore ha in casa sua, c'è sempre un muc-
R13 = 10.000 ohm chietto di condensatori i cui valori capaci-
R14 = 8.200 ohm tivi non sono più leggibili, essendo stati cancel-
R15 = 3.300 ohm lati dal tempo e dall'usura. Ed è veramente sco-
R16 = 20.000 ohm (trimmer) modo, alle volte, dover abbandonare un lavoro
di montaggio per recarsi dal fornitore, soprattutto
quando il condensatore è a portata di mano.

275
Ecco, dunque, la necessità e, in questo caso, variabile e misurando poi la corrente che attra-
l'occasione di arricchire il proprio laboratori» versa il circuito.
di uno strumento molto utile e molto economi-
co, perché realizzato Con le proprie mani e con CIRCUITO DEL CAPACIMETRO
pochi componenti elettronici. Il progetto, che In figura 1 presentiamo lo schema elettrico com-
vi presentiamo, è quello di un capacimetro tran- pleto del nostro capacimetro. Esso si compone
sistorizzato, adatto alla misura di condensatori. di due parti principali: il generatore di tensio-
di piccolo valore capacitivo. ne alternata ed il circuito di misura vero e pro-
Nella maggior parte dei moderni tester vi è la prio. Il nostro capacimetro, infatti, è alimentato
possibilità di effettuare misure capacitive, ma con la tensione continua erogata da una bat-
queste misure non sono precise e al tester si teria di pile, la quale viene poi trasformata nel-
ricorre soltanto per avere indicazioni orientative. la corrente variabile necessaria per attraversare
Con il tester assai raramente si riescono a mi- il condensatore in prova CX.
surare valori capacitivi inferiori ai 1.000 pF. La parte principale del capacimetro, quindi, è
Un altro inconveniente del tester è quello di do- costituita dal generatore di corrente variabile.
ver alimentare lo strumento con la tensione Per realizzare questo generatore si è fatto uso
di rete-luce, mentre può capitare di dover uti- di due transistor, di cui uno è di tipo unigiun-
lizzare il capacimetro anche in punti in cui non zione e funge da oscillatore, l'altro è di tipo
è presente una presa di rete-luce. NPN e svolge compiti di amplificatore.
Per poter risolvere il problema di una misura L'oscillatore è di tipo a rilassamento; in esso
sufficientemente precisa dei condensatori, anche si sfruttano le fasi continue di carica e scarica
di valori inferiori ai 1.000 pF, abbiamo realiz- dei condensatori C1-C2-C3-C4 attraverso le rela-
zato questo semplice strumento, che risulterà tive resistenze, pilotate automaticamente dal
molto utile nel laboratorio di ogni principiante. transistor unigiunzione TR2. Quest'ultimo si
E' ovvio che, trattandosi di un progetto concepito comporta cioè come un interruttore che risul-
all'insegna della semplicità, il nostro capacimetro ta aperto durante la fase di carica del condensa-
non può essere paragonato ai più raffinati stru- tore, che si chiude quando la carica raggiunge
menti di misura commerciali, nei quali è pos- un ben determinato valore di tensione; quando
sibile valutare anche l'angolo di perdita ai di- questo interruttore si chiude, esso scarica rapi-
versi valori di frequenza, ma per il lavoro di- damente il condensatore e si riapre nuovamente
lettantistico il nostro capacimetro si rivela più quando il condensatore si è completamente sca-
che sufficiente. ricato, dando inizio ad un nuovo ciclo di carica
e scarica.
LA REATTANZA CAPACITIVA Poiché il processo di carica avviene gradata-
Prima di addentrarci nell'analisi del circuito, è mente, mentre quello di scarica si verifica più
necessario ricordare al lettore il principio gene- bruscamente, sui terminali del condensatore si
rale di funzionamento di un capacimetro. ottiene una tensione variabile la cui forma si av-
Come è noto, inserendo un condensatore in un vicina molto a quella della tensione a denti di
circuito percorso da corrente continua, questo si sega.
comporta come un interruttore aperto, cioè non Nel nostro schema non esiste un solo circuito
si lascia attraversare dalla corrente continua, di oscillazione fisso, ma ne esistono quattro. Que-
mentre si lascia facilmente attraversare dalla sti quattro oscillatori possono essere messi in
corrente variabile (alternata, pulsante, ecc.). funzione, a piacere, tramite il commutatore mul-
Il passaggio della corrente alternata, attraverso tiplo S2, in modo da far oscillare il circuito su
un condensatore, è stato più considerevole quan- quattro diversi valori di frequenza. Con tale ac-
to più elevata è la frequenza della corrente. Il corgimento è possibile effettuare misure capa-
condensatore, dunque, in presenza della corren- citive entro una vasta gamma di valori, con la
te alternata, si comporta come una resistenza semplicissima operazione di selezione della por-
variabile al variare della frequenza. Questa par- tata dello strumento.
ticolare resistenza prende il nome di reattanza Per poter meglio adattare lo stadio oscillatore
capacitiva e viene indicata con il simbolo Xc. al circuito amplificatore del segnale, si è prov-
Il valore della reattanza capacitiva è legato a veduto ad uno « sdoppiamento » delle resistenze
quelli della frequenza e della capacità del con- di carica. Infatti, il condensatore Cl si carica,
densatore dalla seguente formula: oltre che attraverso la resistenza R11 anche at-
traverso la resistenza semifissa R8 e la resistenza
1 fissa R9, contrariamente a quanto avviene nei
Kg -
circuiti oscillatori con UJT, nei quali molti let-
2rIc
tori sono abituati a veder « concentrata » tutta
Per mezzo di questa formula, conoscendo la fre- la resistenza di carica nella resistenza Rll. L'e-
quenza e misurando la reattanza capacitiva, si sempio ora citato per il condensatore Cl si esten-
può risalire al valore della capacità C. de ovviamente anche ai condensatori C2-C3-C4.
Dunque, da quanto finora detto, è facile arguire Allo stadio pilotato dal transistor TRI è affida-
che la misura capacitiva si effettua inserendo il to il compito di aumentare la potenza del se-
condensatore in serie al generatore di corrente gnale, in modo che Io stesso transistor possa pi-

276
cx

R2
BASETTA
ISOLANTE 13,5 V
Fig. 2 - Piano di cablaggio del capacimetro realizzato su una lastra metallica, che
funge da conduttore della linea di massa e, nella parte posteriore, da pannello fron-
tale dello strumento.

latore il circuito di misura senza subire apprez- Per ottenere una sufficiente precisione del capa-
zabili variazioni di tensione di uscita al variare cimetro, anche con l'andare del tempo, si è prov-
della capacità del condensatore sotto misura. veduto a stabilizzare la tensione di alimentazio-
Poiché il transistor TRl è dotato di un notevo- ne tramite un diodo zener (DZ) da 9,1V circa, in
le guadagno, lo stadio amplificatore viene presto modo che eventuali variazioni dovute al pro-
saturato dal segnale, in modo che, all'uscita, cesso di scarica non si ripercuotessero negativa-
cioè sul collettore di TRl, la forma d'onda, più mente sul funzionamento dello strumento. Ab-
che una forma triangolare, assumerà quella del- biamo inoltre preferito inserire, in sostituzione
l'onda quadra. , del più comune interruttore collegato in serie al
circuito di alimentazione, jJ pulsante Pl, che de-
CIRCUITO DI MISURA - ve essere premuto soltanto all'atto della misura
Una volta ottenuta l'onda alternata, la misura del- del condensatore, evitando così il pericolo eco-
la capacità di un condensatore diviene molto nomico di lasciare a lungo sotto tensione l'in-
semplice. E' infatti sufficiente collegare, in serie tero circuito del capacimetro.
con il condensatore in prova, uno strumento in
grado di rilevare il valore dell'intensità di cor- MONTAGGIO DEL CAPACIMETRO
rente che scorre attraverso il circuito; poiché Sebbene si tratti di uno strumento di misura, la
questa corrente è proporzionale al valore capa- realizzazione pratica del capacimetro non com-
citivo del condensatore sotto esame, sul qua- porta grosse difficoltà. A parte le poche opera-
drante dello strumento, opportunamente com- zioni di taratura e messa a punto, che elenchere-
posto, sarà possibile leggere direttamente il va- mo più avanti, il montaggio risulta assolutamen-
lore capacitivo espresso in pF, anziché quello te privo di punti critici.
della corrente espresso in tA. Per il transistor TRl abbiamo montato un AC127
Poiché il circuito di prova è percorso da corren- ma anche altri transistor, di tipo NPN, potran-
te alternata, e ogni strumento a bobina mobile no essere montati nel circuito, anche se questi
misura esclusivamente il valore dell'intensità del- .sono transistor al silicio come, ad esempio, i
la corrente continua, è stato necessario inserire, BC107 - BC108 - BC109, ecc.
in parallelo allo strumento, il diodo D1, in modo Il transistor TR2, che è di tipo unigiunzione, po-
da eliminare le semionde che non interessano trà essere un 2N2646, che è il tipo di transistor
lo strumento. da preferirsi per il suo basso prezzo; tuttavia

277
qualsiasi altro tipo di transistor unigiunzione
potrà essere montato nel circuito; ad esempio:
2N1671- 2N2647 - 2N4870 - 2N4871, ecc.
Il lettore dovrà ricordarsi che anche il transi-
stor unigiunzione, così come avviene per i nor-
mali transistor, è dotato di tre terminali (base
I- base 2 - emittore).
C2 La disposizione di questi terminali verrà chiara-
mente individuata seguendo lo schema pratico
di fig. 2 e quello del disegno in pianta riportato
in fig. 3.
2N2646 Il diodo zener DZ, che permette di stabilizzare la
tensione di alimentazione, dovrà essere da 9,1 V
• 1 W; con diodi a tensioni leggermente diverse,
di qualche decimo di volt, si otterranno pratica-
mente gli stessi risultati. Si potrà dunque util-
mente montare anche il seguente diodo: ZD9,1
della ITT.
Per quanto riguarda il diodo D1, ricordiamo che
qualsiasi diodo al germanio potrà essere mon-
Fig. 3 - Sulla sinistra è rappresentato il dise- ta to nel circuito: 0A85 - 0A90 - 0A91 - 0A96, ecc.
gno, in pianta, del transistor TR1, dal quale si Il microamperometro rappresenta l'unico ele-
può rilevare l'esatta successione dei tre elettro- mento un po' costoso. Esso dovrà essere da
di, facendo riferimento alla piccola cassa me- 50 mA fondo scala, con una scala suddivisa in
tallica. Sulla destra è rappresentato il cablag- parti uguali da 0 a 100, così come indicato nel
gio dei quattro condensatori che, per motivi di
chiarezza di disegno, non è stato riportato nel- disegno di fg. 6. La scala dovrà essere preparata
lo schema di figura 2. a parte su un cartoncino, con le suddivisioni ri-
portate in china; questo cartoncino dovrà esse-
re poi incollato sopra la scala originale. In. ogni
caso il metodo più semplice e più consigliabile
per comporre la suddivisione in pF consiste nel
sovrapporre alla scala naturale dei piccoli ca-
ratteri facilmente reperibili in ogni cartoleria,
sopra o sotto la curvatura, con una nuova gra-
duazione da O a 100, conservando anche la nu-
merazione originale.
Chi volesse risparmiare ulteriormente sul prezzo
di costo complessivo del capacimetro, potrà for-
nire lo strumento di due boccole, nelle quali
verranno inseriti i puntali di un tester commu-
tato nella portata più sensibile di misura delle
correnti continue. Si potrà ottenere così il van-
taggio di non dover numerare la scala dello stru-
mento, dato che nei normali tester è già prevista
una graduazione da O a 100 o, l'equivalente, da
O a 10. Il valore capacitivo del condensatore C4
è di 1 F. Per questo condensatore, allo scopo di
ottenere la maggiore miniaturizzazione del cir-
cuito, si potrà utilizzare un condensatore elet-
trolitico con tensione di lavoro di 15 V. E' con-
sigliabile in questo caso servirsi di un condensa-
12,5V tore al tantalio che, rispetto ai comuni conden-
satori elettrolitici offre maggiori garanzie di ba-
se perdite senza interferire sulla stabilità del-
Fig. 4 - La tensione di alimentazione del capa- l'oscillatore e, • di conseguenza, sulla precisione
cimetro si ottiene collegando in serie fra di lo- dello strumento.
ro tre pile da 4,5 V ciascuna, ottenendo cosi
la tensione risultante di 13,5 V. TARATURA
Per ottenere dal capacimetro indicazioni esatte,
è necessario procedere ad una semplice taratura
dello strumento, che non richiede l'uso di alcun
strumento, fatta eccezione del... capacimetro
stesso.
La prima operazione da fare consiste nel procu-

278
rarsi quattro condensatori di valore assoluta-
mente preciso da 100 - 1.000 - 10.000 - 100.000 pF.
E' ammissibile una tolleranza dell 1% o del 2%.
I valori ora citati corrispondono alla misura di


fondo-scala del1e quattro portate dello strumen-
to. Queste portate possono essere agevolmente
commutate tramite S2.
cx La taratura inizia con l'inserimento del conden-
e satore con CX nello schema di figura 1. Quindi
si predispone il commutatore S2 nella. posizione
1 (cioè pF x 1). Fatto ciò si regola il trimmer
R8 a circa metà corsa e tenendo premuto il pul-
sante di alimentazione Pl, si regola il trimmer
di sensibilità R16, fino a costringere l'ago dello
strumento a raggiungere il fondo-scala. La pri-
ma portata dello strumento risulta così tarata.
Si provvederà poi ad inserire nelle boccole CX
01 il condensatore da 1.000 pF, commutando il se-
lettore S2 nella posizione 2 (pF x 10); quindi sen-
za più toccare R16, si regola R6 per il fondo-sca-
la. Analoghe operazioni dovranno essere ese-
gui te con i due rimanenti condensatori, da 10.000
R16 e 100.000 pF tarando così anche le portate pFx
X 100 e pF X 1.000.
Nel caso in cui, regolando entro gli estremi un
trimmer di taratura non si dovesse raggiungere
il fondo-scala, occorrerà rifare la taratura rego-
Fig. 5 • Coloro che volessero risparmiare da- lando R8 per un valore diverso e ritoccando
naro nella realizzazione del capacimetro, po- nuovamente il potenziometro di sensibilità.
tranno eliminare il microamperometro, sosti- Dopo queste operazioni lo strumento è pronto
tuendolo con due boccole; su queste verranno per funzionare.
inseriti i puntali di un tester, commutato nella
gamma di misura di correnti continue.

@cx@

Fig. 6 - Questo dise-


gno propone al lettore
la composizione del
pannello frontale del
capacimetro. La scala
PUSH del microamperometro
risulta graduata da 0
a 100.

279
BF

6W
CON L'INTEGRATO
SN76013 DELLA
TEXAS
a li amplificatori audio, ce lo insegna l'e-
sperienza, sono gli apparati più graditi ai
nostri lettori, soprattutto quando assumo-
no carattere di attualità o originalità. E ciò si
spiega facilmente, se si pensa che il montaggio
dell'amplificatore di bassa frequenza, pur co-
stituendo un lavoro impegnativo, può essere
affrontato e condotto a termine, con pieno
successo, anche dai principianti. E si potrebbe
anche dire che la costruzione di un amplifica- Attualità e originalità caratterizzano
tore può rappresentare una sorta di esame di questo semplice amplificatore di bas-
abilitazione per comprovare la propria prepa- sa frequenza, che il lettore potrà ac-
razione e le proprie attitudini tecniche prima
di rivolgersi a progetti più complessi. coppiare al ricevitore OM-CB presen-
La realizzazione di un amplificatore risulta mol- tato nelle prime pagine di questo fa-
to utile anche perché questo apparato può tro- scicolo.

280
I valori elencati sono quelli massimi sopportabili
dal circuito. Superando questi valori si corre il
rischio di danneggiare irreparabilmente il circui-
to integrato. Noi, comunque, consigliamo di uti-
lizzare la tensione di alimentazione di soli 20 V,
che diminuisce la distorsione e mette al riparo da
spiacevoli rotture. In questo caso le caratteristi-
che dell'integrato risultano le seguenti:
Tensione di alimentazione: 20 V
Potenza continua d'uscita: 6W
Impedenza d'uscita: 8 ohm
Impedenza di entrata: 200.000 ohm
Distorsione a 4 W: 1%
Guadagno: 4648 dB
Banda passante (-3 dB): 20 Hz - 200.000 Hz
Corrente di riposo:" 6,5 mA
Massimo assorbimento: 350-400 mA
vare moltissime applicazioni nella vita di ogni Ricordiamo che la potenza di 6 W non è una
giorno, con un notevole risparmio di danaro potenza fittizia, bensì una potenza reale, perché
rispetto ai costi degli analoghi apparati com- ottenibile entro una vasta gamma di temperature
merciali. di esercizio (0-70 C), anche in funzionamento con-
tinuato. Questo « miracolo » è stato ottenuto dai
L'ELEMENTO BASE tecnici della Texas tramite. l'impiego cli un raf-
Anche questa volta, come già in precedenza, ab- freddatore a raggiera, applicato sopra il normale
biamo scelto un amplificatore cli bassa frequen- contenitore di plastica e in grado di assicurare
za che ha, come elemento base del suo fun- un efficace raffreddamento dell'integrato in ogni
zionamento, un circuito integrato. I circuiti inte- condizione di impiego (fig. 2).
grati, come si sa, presentano, in uno spazio ri- Un'altra importante caratteristica tecnica del cir-
dotto, caratteristiche radioelettriche che sono cuito integrato è il suo efficace circuito audio fi-
ottenibili, con i normali transistor, soltanto a nale che, tramite un opportuno dimensionamen-
costo di soluzioni circuitali abbastanza comples- to dei potenti transistor d'uscita, fornisce un ele-
se, senza nulla concedere all'economia. Ma il vato grado di protezione in condizioni di sovrac-
vantaggio maggiore, che si ottiene montando un carico, con un alto grado di affidabilità. La casa
circuito integrato, consiste nella sicurezza di costruttrice, infatti, ha effettuato delle prove di
funzionamento dell'apparato, con una enorme durata che stabiliscono in dieci anni il limite oltre
riduzione della possibilità cli errore di cablaggio, il quale, in condizioni di uso normale, possono
contrariamente a quanto avviene con l'uso dei verificarsi dei guasti. Altre prove sono state con-
normali transistor. Con il circuito integrato, poi, dotte sul controllo della robustezza meccanica del
non sono richieste operazioni di taratura per la dispositivo, con l'accertamento che questo è in
corrente di riposo ed il centraggio della tensione grado di subire, senza alcuna conseguenza, urti
d'uscita, dato che queste operazioni vengono e vibrazioni superiori a quelli normalmente tol-
automaticamente svolte da appositi circuiti elet- lerati per componenti di autoradio.
tronici contenuti all'interno dello stesso circuito
integrato. • IL CIRCUITO DELL'INTEGRATO
Lo schema elettrico dell'amplificatore cli bassa
L'INTEGRATO SN76013 frequenza è tratto in gran parte dalle note di ap-
L'integrato da noi prescelto per la realizzazione plicazione fornite dalla Texas; la garanzia di fun-
dell'amplificatore di bassa frequenza, con po- zionamento, dunque, non solo si basa sul proto-
tenza di uscita di 6 W, è il tipo SN76013 della tipo da noi realizzato ed ampiamente collaudato,
Texas, che è un componente in grado di for- ma anche sulle esperienze della Texas stessa e,
nire prestazioni di tutto riguardo e bene si adat- indirettamente, di quella di tutte le persone che
ta per la realizzazione di ottimi impianti di dif- sino ad ora hanno utilizzato con successo l'inte-
fusione sonora come, ad esempio, i mangiana- grato.
stri, le fonovaligie, gli amplificatori monofo- Sono 22 i transistor, di tipo PNP ed NPN, rac-
nici e stereofonici. chiusi nell'integrato SN76013; il circuito è comple-
Lo schema elettrico del circuito integrato SN tato da 9 resistenze.
76013 è rappresentato in fig. 1. Le caratteristiche Un esame approfondito del circuito integrato
fornite dalla casa costruttrice, relative ai valori non è possibile in questa sede, perché sarebbero
massimi, sono riportate nella seguente tabella: necessarie precise cognizioni tecniche e un'analisi
Tensione massima di alimentazione: 28 V non gradita a tutti i lettori. Ci limiteremo quin-
Potenza massima continua d'uscita 8W di a descrivere a grandi linee il circuito di fg. 1,
Minima impedenza di carico: 8 ohm in modo da far capire almeno in qual modo si
Guadagno: 46-48 dB comporta il circuito.
Distorsione alla massima potenza: 10% Lo stadio di entrata è costituito da un amplifica-

281
tore differenziale, che fa capo ai terminali l e 16.
Questo particolare circuito offre, oltre che un ec-
cellente guadagno, una elevata impedenza di en-
trata ed una elevatissima reiezione di modo co-
mune.
Quest'ultima particolarità rende il circuito quasi
inservibile ad eventuali infiltrazioni dei 50 Hz
della rete; ciò non si verificherebbe invece nei
normali stadi ad emittore comune, impieganti
singoli transistor.
Poiché il ronzio totale dell'amplificatore dipende
in gran parte da quello introdotto dallo stadio di
entrata, è possibile, nel nostro caso, in virtù
dell'elevata insensibilità, utilizzare, per l'alimen-
tazione, un circuito non eccessivamente sofisti-
cato, con filtri elettronici e grossi condensatori.
Sempre in riferimento allo schema di fig. 1, no-
tiamo che il segnale viene prelevato dall'uscita
del differenziale (collettore) e subito amplificato
Fig. 1 - Circuito elettrico dell'integra to SN76013 da uno stadio con emittore quasi a massa; da
della Texas. Esso comprende 22 transistor di questo stadio il segnale viene inviato agli stadi
tipo PNP-NPN e 9 resistenze. Lo stadio di en- prefinali e finali, che formano un circuito a sim-
trata, che è un amplificatore differenziale, fa
capo ai terminali 1-16. Il segnale, prelevato dal metria quasi complementare, in classe B.
differenziale viene amplificato da uno stadio Facciamo notare inoltre che, allo scopo di otte-
con emittore quasi a massa, dal quale viene nere dai vari stadi il massimo guadagno, si fa
inviato agli stadi prefinali e finali, che forma- spesso ricorso allo schema a connessioni di tipo
ho il circuito a simmetria quasi complementare, Darlington, che consiste nell'accoppiare colletto-
in classe B. re e base di un transistor con collettore ed emit-
tore di un altro, così da ottenere virtualmente un
singolo transistor ad elevatissimo guadagno.
Non tutti i transistor di fig. 1 hanno funzioni am-
plificatrici. Nelle tecniche integrate, infatti, è
spesso più conveniente usare transistor, eventual-
mente connessi a diodi, con accoppiamento col-
lettore-base, per ottenere le necessarie polarizza-
zioni dei vari stadi e fornire, simultaneamente,
una buona compensazione termica.

CIRCUITO DELL'AMPLIFICATORE
Come tutti i circuiti amplificatori ad integrati,
anche l'SN76013 abbisogna, per un suo corretto
funzionamento, di alcuni componenti esterni, che
devono essere collegati all'integrato secondo lo
schema di fig. 3.
La maggior parte dei componenti del circuito di
fig. 3 è costituita da condensatori. L'integrazione
dei condensatori è infatti, allo stato attuale della
tecnica, uno dei problemi non ancora risolti. Per
16
ottenere dei condensatori di una certa capacità,
sarebbe infatti necessario impiegare vaste regioni
di semiconduttore, oppure ridurre le distanze tra
le due armature del condensatore a valori estre-
Fig. 2 - La potenza di uscita di 6 W dell'ampli-
mamente piccoli; così facendo si corre il rischio
ficatore non è fittizia; essa è una potenza reale, di perforare molto facilmente, anche con tensioni
perché ottenibile entro una vasta gamma di tem- di pochi volt; il dielettrico del condensatore, met-
perature di esercizio (0" - 70 'C), anche in tendo così fuori uso . tutto il circuito integrato.
funzionamento continuato. Questo « miracolo » Questo è il motivo per cui si preferiscono adotta-
è stato ottenuto dai tecnici della Texas tramite re condensatori esterni che, pur aumentando le
l'impiego di un raffreddatore a raggiera, appli- dimensioni della realizzazione, mettono al riparo
cato sopra il normale contenitore di plastica e l'integrato da facili rotture. Con i componenti
In grado di assicurare un efficace raffreddamen-
esterni, poi, si ha il vantaggio di poter agire a
to dell'integrato in ogni condizione di impiego.
proprio piacimento, ovviamente entro certi limiti,
sulle caratteristiche dell'amplificatore, modifican-
done, ad esempio, il guadagno, la banda passante

282
G
V0 +8I
t- f wwe +
r Tr

e) ot

+
10
rr3
€3
s
At € et at

Fig. 3 - Schema elettrico dell'amplificatore di bassa


frequenza. Come si nota, la maggior parte dei com-
COMPONENTI ponenti è rappresentata da condensatori, perché que-
sti elementi non possono essere contenuti nel circui-
to integrato. Il potenziometro R3 rappresenta il con-
Condensatori trollo manuale di volume.
Cl = 2.200 pF
C2 = 470.000 pF
C3 100.000 pF
C4 = 50 F - 16 VI. (elettrolitico)
C5 100.000 pF sto stadio da quello dell'integrato per mezzo della
C6 = • 100 F - 16 VI. (elettrolitico) resistenza R4 e del condensatore elettrolitico C4.
C7 = 1.000 pF Il transistor dello stadio separatore è di tipo
es = 220 pF NPN, per esso è stato fatto uso di un comunis-
simo BC109.
C9 = 500 F - 30 VI. (elettrolitico)
C10 = 4.700 pF
C11 = 100 F - 30 VI. (elettrolitico) REALIZZAZIONE PRATICA
Per semplificare la realizzazione dell'amplificato-
Resistenze re di bassa frequenza, presentiamo in fig. 5 lo
R1 4,7 megaohm schema, in grandezza naturale, del circuito stam-
R2 22.000 ohm pato.
R3 4.700 ohm (potenz. a variaz. log.) La tecnica del circuito stampato è assolutamente
R4 2.200 ohm necessaria perché un altro tipo di cablaggio, a
R5 = 270.000 ohm causa della vicinanza dei conduttori e dei compo-
R6 = 120.000 ohm nenti con il. circuito integrato, potrebbe creare il
R7 1.000 ohm rischio di cortocircuitare i terminali dello stesso
R8 = 10 ohm integrato.
Il montaggio dell'amplificatore non presenta al-
cuna difficoltà di ordine pratico, perché basterà
ed anche l'impedenza di entrata. seguire il piano costruttivo di fig. 4 per non com-
Al circuito amplificatore ad integrato di fig. 3 è mettere errori.
stato aggiunto, con funzioni di separatore, uno Nello schema elettrico di fig. 3 e in quello prati-
stadio a transistor. Il guadagno di questo stadio co di fig. 4, in corrispondenza dei terminali del-
è approssimativamente uguale ad 1 e la sua ca- l'integrato, sono stati apposti i numeri corrispon-
ratteristica è quella di possedere una elevata im- denti agli elettrodi, in modo da non creare confu-
pedenza di ingresso ed una bassa impedenza di sioni durante il montaggio dell'integrato. Ai prin-
uscita. Questo stadio comprende inoltre il po- cipianti consigliamo di non saldare l'integrato di-
tenziometro R3, che agisce come controllo di vo- rettamente sul circuito stampato, ma di interpor-
lume. re fra questi due elementi uno zoccoletto, così da
Per evitare l'insorgere di fischi od inneschi, si è evitare eventuali scottature dell'integrato quando
provveduto a disaccoppiare l'alimentatore di que- si usa il saldatore.

283

I
I
ENTR.

18:20 V

o o

o o

ali' AP
Fig. 4 - Piano costruttivo dell'amplificatore di bassa frequenza da 6 W. La tecnica del
circuito stampato è assolutamente necessaria, perché un altro tipo di cablaggio, a
causa della vicinanza dei conduttori e dei componenti con il circuito integrato, po-
trebbe creare dannosi cortocircuiti fra i terminali dello stesso integrato.

Fig. 5 - Disegno costruttivo del circuito


@ stampato in grandezza naturale.
e
ALIMENTAZIONE
La tensione di alimentazione più adatta per il raggiungere l'esatto valore della tensione di ali-
circuito dell'amplificatore di bassa frequenza de- mentazione, per esempio collegando in serie 4
ve essere compresa fra i valori di 18 e 20V. In pile da 4,5V, mentre riteniamo consigliabile un
ogni caso consigliamo di non superare mai il li- alimentatore che prelevi energia dalla rete/luce.
mite di 24 V, al di là del quale l'integrato mani-
festa un eccessivo riscaldamento. ALIMENTAZIONE DA RETE-LUCE
Ovviamente, non è possibile alimentare l'amplifi- Come abbiamo già detto, il circuito dell'amplifi-
catore per mezzo di pile collegate in serie fino a catore di bassa frequenza risulta particolarmente

284
Fig. 6 - Il circuito dell'amplificatore di bas-

I
sa frequenza risulta particolarmente insen-
sibile ai disturbi della lensione di alimen-
@
tazione. E' quindi possibile alimentare l'am-
plificatore con questo semplice alimenta- r
tore formato da un trasformatore, da un
ponte di raddrizzamento e da un conden-
satore di livellamento. C1

S1

insensibile ai disturbi della tensione di alimenta- COMPONENTI


zione. E' quindi possibile alimentare l'amplificato-
re con un semplice alimentatore, di cui in figura 6 C1 = 3.000 F - 30 VI. (elettrolitico)
rappresentiamo lo schema elettrico. T1 = trasf. d'alimenta2. (220 - 15 V)
D1-D2-D3-D4 = diodi al silicio (BY126)
Il trasformatore Tl, che ha una potenza aggiran-
tesi intorno ai 10-15W, deve essere dotato di un S1 = interruttore
avvolgimento primario adatto al valore della ten- TR1 = BC109
sione di rete. La tensione trasformata e presente CI = SN76013
AP = ALTOPARLANTE (8-16 ohm)
sui terminali dell'avvolgimento secondario deve
aggirarsi intorno ai 13-15 V.
Il raddrizzatore della tensione alternata è ottenu-
to per mezzo di un ponte di quattro diodi, che
possono essere di qualunque tipo, purché diodi al
silicio da 50 V - 1 ampere circa. Per essi noi consi- Il livellamento della tensione raddrizzata è atte-.
gliamo i tipi BY126, ma questi diodi possono esse- nuto per mezzo del condensatore elettrolitico Cl,
re sostituiti con qualsiasi ponte al silicio da 30- che ha il valore di 3.000 F - 30 VI. In sede di ca-
50V- 1 A circa come, ad esempio ,il ponte blaggio questo condensatore deve essere collegato
330C1000. il più possibile vicino ai diodi rettificatori.

Chi comincia soltanto ora a rezzo e AuA L 1,400


muovere i primi passi nel mon- RTATA DI TUTTI! » 1t
do dell'elettronica pratica, non
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. II saldatore del principiante, dunque, deve essere economico. robusto e versatile, così come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

285
UN ESTER PER
SCR e TRIAC

Se l'ohmmetro può essere sufficiente


per il controllo di molti semicondutto-
ri, per gli SCR e i TRIAC occorre un
particolare tipo di tester, di facile rea-
lizzazione e molto economico, in gra-
do di visualizzare il corretto funziona-
mento di questi componenti.

opo i diodi e i transistor, anche gli SCR e i adottati nel settore indusriale. Infatti, prima del-
D TRIAC sono entrati a far parte del mondo
consumistico, soprattutto negli impianti di
luci psichedeliche o stroboscopiche e nelle vesti
l'avvento di questi componenti elettronici, per
poter variare la velocità di un motore elettrico
asincrono, si era costretti, dopo aver eventual-
di elementi regolatori di luminosità. Ma il lo- mente rettificato la tensione di rete, a coman-
ro impiego maggiore è tuttora legato al mondo dare un motore in corrente continua, la cui ve-
industriale e di laboratorio, perché con essi si locità poteva essere variata in modi diversi, non
possono regolare notevoli potenze elettriche, senza un notevole spreco di potenza; questo mo-
senza l'uso di dispositivi ingombranti. Basti ri- tore veniva accoppiato meccanicamente ad un
cordare la costruzione degli efficientissimi con- alternatore che, in tal modo, produceva una ten-
vertitori di frequenza, di notevole potenza, oggi sione la cui frequenza dipendeva dal numero di

286
tori, perché si comportano come elementi di
protezione dai cortocircuiti.
Il cortocircuito è spesso fatale per il transistor
di regolazione di potenza e non solo per questo
O transistor. Il cortocircuito, poi, è un fenomeno
D abbastanza frequente in ogni laboratorio, so-
O
z prattutto in quello di tipo sperimentale o a ca-
< rattere dilettantistico.
Ma con gli SCR questo inconveniente può essere
facilmente eliminato e la loro applicazione ri-
sulta spesso realizzabile con molta semplicità
anche su stabilizzatori non appositamente pro-
gettati.
SILICIO Anche i diodi controllati, tuttavia, possono dar
NPNP luogo a taluni inconvenienti; infatti, pur trat-
tandosi di componenti robusti, se essi vengono
malamente adoperati, possono rompersi. Tal-
volta anche l'innesco può risultare difficile o
troppo facile, cioè spontaneo, a causa di distur-
bi non controllati.
Per mettersi al riparo da questi inconvenienti
è quindi necessario realizzare un apposito te-
ster, molto semplice ed economico, in grado di
permettere una rapida analisi degli SCR.

CARATTERISTICHE DEGLI SCR


Abbiamo avuto più volte l'occasione di far no-
VITE tare al lettore che l'SCR ed il corrispondente
FISS. TRIAC sono costituiti da quattro strati di silicio,
sovrapposti alternativamente, di tipo P ed N,
così da formare una struttura NPNP, dotata di
tre giunzioni a semiconduttore. Da questi strati
di semiconduttore vengono ricavati tre elettrodi,
che costituiscono i terminali del componente.
Essi sono: il catodo, l'anodo ed il gate o porta.
Quest'ultimo deve essere considerato come l'e-
lemento di controllo, che permette, mediante op-
portuni impulsi, di far innescare il diodo con-
fig. 1 - Spaccato di un tipico diodo controllato di me- trollato, cioè di cortocircuitare praticamente ano-
dia potenza. Il catodo del componente è collegato con
l'involucro metallico a vite, che permette il miglior do e catodo.
adattamento del componente su un radiatore esterno. In fig. 1 è rappresentato lo spaccato di un tipico
diodo controllato di media potenza. Il catodo di
questo componente è collegato con l'involucro
metallico a vite che, fungendo da elemento raf-
giri del motore. La tensione generata veniva freddatore, permette il miglior adattamento del
quindi trasmessa al motore asincrono, che po- componente su un radiatore esterno, quando
teva essere regolato in velocità variando la fre- le condizioni di lavoro, particolarmente gravose,
quenza e, quindi, il numero di giri del motore in lo richiedono.
corrente continua. Ma questo sistema, oltre ad Normalmente questi componenti non dissipano
essere assolutamente antieconomico, risultava una quantità eccessiva di calore e ciò è dovuto
poco pratico ed estremamente ingombrante, tro- al fatto che il loro funzionamento è paragona-
vando pratica applicazione soltanto in casi di bile a quello di un interruttore. Quando il
assoluta necessità. componente si trova nelle condizioni di interrut-
Gli SCR permettono oggi di ottenere risultati tore aperto, la corrente che percorre il diodo
notevolmente superiori, con il vantaggio della è nulla ed è nulla anche la potenza dissipata.
staticità e quello delle bassissime perdite di po- Nelle condizioni di interruttore chiuso, pur ve-
tenza. rificandosi il passaggio di una corrente di valore
Ma gli SCR vengono ancora applicati nel control- anche elevato, non vi è alcuna caduta di ten-
lo del livello dei liquidi in serbatoi, nella realiz- sione e per questo motivo non si verifica il fe-
zazione di sensibili e precisi interruttori auto- nomeno della dissipazione di potenza elettrica.
matici e nel controllo della temperatura di for- Tuttavia questo è un caso puramente teorico,
ni o bagni chimici. Negli alimentatori stabiliz- perché in pratica il diodo presenta sempre una
zati, poi, gli SCR trovano una particolare appli- piccola resistenza che, al passaggio della cor-
cazione che interessa il mondo degli sperimenta- rente, provoca una piccola dissipazione di po-

287
6,3V

SCR
IN PROVA
220V S1

Fig. 2 - Schema di principio del circuito di prova degli SCR che, funzionando in cor-
rente continua, richiedono il raddrizzamento della tensione alternata per l'alimenta-
zione del gate.

tenza elettrica, cioè una trasformazione di ener- circuito di prova degli SCR, faremo ricorso ai
gia elettrica in calore. Per questo motivo è ne- diagrammi riportati in fig. 3, che illustrano l'an-
cessario provvedere al raffreddamento del com- damento delle tensioni nei punti più significativi
ponente, che altrimenti, potrebbe danneggiarsi del crcuito.
per surriscaldamento .. Allo scopo di evitare qualsiasi tipo di perico-
losità dello strumento, dovendo questo essere
CIRCUITO DI PROVA maneggiato senza troppe cautele, abbiamo pre-
Lo schema di base, che permette la realizzazione ferito, per la prova dei componenti, una ten-
del tester per SCR e TRIAC, è rappresentato in sione di alimentazione molto bassa, dell'ordine
fig. 2. Il componente in prova viene inserito in dei 6 V; ma questo valore di tensione non è as-
un circuito di regolazione che permette di vedere solutamente vincolante, perché anche le ten-
se l'SCR adempie in modo corretto al ... pro- sioni di 12 o 24 V potranno andare ugualmente
prio dovere. bene per la prova degli SCR, sempre che, nella
Il semplice progetto di fig. 2 fa uso di un nu- scelta dei componenti, si tenga conto del cam-
mero estremamente limitato di componenti, di biamento della tensione di alimentazione.
costo accessibile a chiunque e di facile reperi- Allo scopo di ridurre la tensione, si è fatto uso
bilità commerciale. di un piccolo trasformatore di alimentazione, in
Per meglio comprendere il funzionamento del discesa, che riduce la tensione di rete cli 220 V

288
tens. di gate

- - - - - - - _ 1 _ - - - ~ - -/.\- - - - - - - - - A- - -
, /L
I
É L
I

I
I

CARICO f 1
1
I
I
J
I !

ANODO
Fig. 3 - Questi tre diagrammi in-
dicano le varie tensioni prodotte
in corrispondenza delle tre prin-
cipali posizioni del cursore del
potenziometro R2 (tutto a mas-
sa -centrale- spostato verso Ln).
@ 2
a quella di 6,3 V. Se I'SCR in prova fosse difettoso, si potrebbero
La rete di controllo vera e proprio è rappresen- presentare alcuni casi. Il diodo potrebbe non
tata dal diodo Dl, dalla resistenza Rl e dal innescarsi per qualunque posizione conferita al
potenziometro R2, collegati in serie tra di loro. potenziometro R2; ciò starebbe ad indicare
La lampada LP indica, con la propria lumino- la rottura di una giunzione. Un altro potrebbe
sità, il passaggio di corrente, la cui intensità è essere quello del diodo permanentemente ecci-
proporzionale all'intensità luminosa della lam- tato; ciò starebbe ad indicare un cortocircuito
padina. In ogni caso il funzionamento del cir- interno. E può capitare ancora che il diodo inizi
cuito risulta ampiamente illustrato nei diagram- ad innescarsi soltanto quando il potenziometro
mi di fig. 3. Le tre serie dì. disegni corrispon- R2 viene ruotato completamente verso Rl. In
dono ad altrettante posizioni del potenziometro quest'ultimo caso il diodo SCR in prova è da con-
R2. siderarsi un componente «difficile», che deve
Quando il potenziometro R2 risulta completa- essere trattato come tale, fornendogli una mag-
mente ruotato verso massa, cioè verso il catodo giore quantità di corrente di innesco rispetto ai
dell'SCR in prova, la tensione di gate potrà es- normali componenti.
sere nulla o molto piccola; non superando il
valore di soglia, la tensione di gate non permet- IL PROGETTO COMPLETO DEL TESTER
te l'innesco del diodo; conseguentemente non si Il progetto rappresentato in fig. 2 ci è servito
avrà alcuna tensione sul carico, mentre questa soltanto per comprendere il funzionamento del-
verrà interamente localizzata sui terminali del lo strumento di controllo degli SCR. Ma il pro-
diodo. getto completo del nostro originale tester è
Quando il potenziometro risulta posizionato a quello rappresentato in fig. 4.
metà corsa, la tensione di gate supera il valore Come si può notare, tra i due progetti, quello
di soglia tipico degli SCR per un breve istante, di fig. 2 e quello di fig. 4, non Vi è una sostan-
provocando l'innesco del diodo a partire da quel- ziale differenza. Nel progetto di fig. 4 è stata
l'istante, fino al passaggio della tensione attra- aggiunta, per comodità, una seconda lampada-
verso lo zero, permettendo così un certo pas- spia, che informa l'operatore sulle condizioni
saggio di corrente nel carico; questo fenomeno è di funzionamento dell'apparato. Ma l'unico par-
illustrato nel diagramma 2 di fig. 3; il valore ticolare di rilievo è rappresentato dall'inseri-
di soglia tipico degli SCR si aggira intorno allo mento dell'interruttore S2, che permette, quan-
0,7 V. do esso viene chiuso, di controllare anche i
Il diagramma 3 di fg. 3 si riferisce al caso in TRIAC. Con S2 aperto, invece, si controllano
cui il potenziometro R2 risulta completamente gli SCR. Per i TRIAC, infatti, la corrente con-
ruotato verso la resistenza Rl. In questo caso tinua non serve, perché essi funzionano con la
il diodo si innesca quasi spontaneamente e si corrente alternata e non è quindi necessario per
ottiene la massima luminosità della lampadina essi raddrizzare la tensione di gate. Per la ri-
LP. manente parte il progetto. di fig. 4 funziona al-

289
S2

%3 LP1
%3 LP2
CARICO DI
POTENZA

s1

OK OA
T1

SCR IN
PROVA

COMPONENTI
Fig. 4 - Progetto completo del tester per SCR e
R1 = 100 ohm
R2 1.000 ohm
TRIAC. Quando si controllano gli SCR, l'interruttore
S2 deve rimanere aperto, perché sul gate del com- LPI = lampada spia (6,3 V - 150 mA)
ponente deve essere applicata una tensione continua. LP2 lampada spia (6,3 V - 0, 15 A)
Quando si controllano i TRIAC, l'interruttore S2 deve D1 BY126
rimanere chiuso. T1 trasf. d'alimentaz. (220 V - 6,3 V- 20 W)

lo stesso modo del progetto di fig. 2. trasformatore in grado di fornire la necessaria


Si noti che, in parallelo alla lampada LP2, sono corrente senza eccessivo sforzo.
state inserite due boccole; su queste si potrà
eventualmente collegare un carico di potenza REALIZZAZIONE PRATICA
per la prova di un corretto funzionamento del In fig. 5 rappresentiamo il cablaggio del tester
diodo anche in condizioni di forte carico fa- per SCR e TRIAC realizzato su una lastra
cendo attenzione, tuttavia, a non superare i va- metallica, che ha funzioni di pannello frontale
lori massimi previsti. Per quest'ultimo tipo di dello strumento.
prova, poi, occorrerà utilizzare ovviamente un Il montaggio di questo originale tester non pre-

290
PRESA PER PRESA PER
CARICO SCR
DI POTENZA IN PROVA

S2

Fig. 5 - Il cablaggio dello strumento di misura è realizzato su una lastra metallica;


I~ faccia posteriore di questa lastra rappresenta il pannello frontale dello strumento.

Il nostro indirizzo è

ELETTRONICA
PRATICA
Via Zuretti 52 - 20125 Milano - Tel. 671945
291
k

k g

LIRE 2.500
CASSETTIERA « MINOR >
Contenitore a 12 cassetti, componi-
bile ad Incastro; dimensioni di un cas-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

g
Fig. 6 - Disposizione degli elettrodi in quattro
tipi molto comuni di SCR.

senta alcuna difficoltà e potrà essere condot-


to a termine anche da chi maneggia il saldatore
per la prima volta. LIRE 2.800
Si tenga presente che la disposizione dei com- CASSETTIERA « MAIOR »
ponenti e il sistema di collegamenti riportati
in fìg. 5 non sono tassativi, dato che qualsiasi Contenitore a 6 cassetti, componibile
altra disposizione non pregiudica il funziona- ad incastro; dimensioni di un casset-
mento dell'apparato. L'unico componente elet- to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
tronico, che richiede una particolare attenzione provvisto di divisori interni.
in sede di cablaggio, è rappresentato dal diodo


Dl, che potrà essere un qualsiasi tipo di diodo al
silicio in grado di sopportare la tensione di SO V
e la corrente di 100 mA. Le nostre preferenze
sono state conferite al diodo BY126, le cui carat-
teristiche sono superiori a quelle degli altri
diodi. In ogni caso, trattandosi-di un semicon-
duttore, questo dovrà essere inserito nel circuito
Organizzate il vostro lavoro! Conser-
tenendo conto delle sue esatte polarità. vate sempre in ordine i componenti
Per aiutare il lettore nel lavoro di identificazio- elettronici! Trasformate, a poco a po-
ne dei terminali dei più comuni tipi di SCR, pre- co, il vostro angolo di lavoro in un
sentiamo in fig. 6 la disposizione degli elet- vero e proprio laboratorio!
trodi nei più comuni SCR, con la certezza che
questo disegno possa risultare di notevole aiuto
per tutti. Facciamo notare che il secondo com-
ponente, a partire da sinistra, è spesso munito
di tre terminali a filo, di cui quello centrale
rappresenta l'anodo; questo elettrodo molto spes-
so è collegato con la sbarretta metallica « anne-
gata » nell'involucro del componente stesso.

292
LE NOSTRE
I FASCICOU CUFFIE STEREO
ARRETRATI per l'ascolto personale dei suoni ad alta
fedeltà e per un nuovo ed emozionante
DI incontro con il mondo della musica ste-
reofonica.
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalità elevata con un
perfetto adattamento anatomico.

CUFFIA STEREO
MOD. LC25
L. 4.500
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sa collana tecnico-pratica, che Impedenza: 8 ohm
porta in casa vostra il piacere Gamma di freq.: 18 -
15.000 Hz
e il fascino di una disciplina mo- Peso: 320 grammi
derna, proiettata nel futuro, che
interessa tutti: lavoratori e stu-
denti, professionisti e studiosi,
giovani e meno giovani.

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RICHIEDETECELI Impedenza: 8 ohm


Sensibilità: 110 dB
a ,1.000 Hz
Gamma di freq.:

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20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi
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livello a manopola
del tweeter.

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inviando, per ogni fascicolo, parecchio consente
il collegamento di
l'importo di L. 500, a mezzo va- una o due cuffie ste-
glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz- reo con tutti i com-
plessi stereofonici.
zando le vostre richieste a: la commutazione al-
ELETTRONICA PRATICA toparlante - cuffia è
immediata, senza al-
20125 MILANO - Via Zuretti, 52. cun intervento sui
collegamenti.
REGISTRATO
DI TENSIONE
CONTINUA PER
PRINCIPIANTI

na sola sorgente di tensione continua non ba-

U sta per alimentare i vari progetti che lo spe-


rimentatore principiante realizza, mese per
mese, seguendo la nostra rivista.
Il ricorso alle normali pile di alimentazione, di
diverso voltaggio e variamente collegate fra loro,
non rappresenta certo una soluzione del proble- Pur non presentando le qualità di un
ma. Perché esse incidono notevolmente sul costo
di esercizio, costringendo l'operatore ad un con- alimentatore stabilizzato, questo ap-
tinuo ricambio dei vari elementi generatori di parato, di facile e immediata realizza-
tensione. Ma le pile, oltre che essere costose, si zione, potrà rendere utili servigi nel
scaricano facilmente, perdendo il valore nomina-
le della tensione e sottoalimentando gli apparati laboratorio del principiante.
in prova o in riparazione, inducendo il principian-
te alla ricerca di un ipotetico guasto, quando i fe-
nomeni di distorsione, innesco, gracidio debbono
imputarsi soltanto ad un difetto del solo circuito
di alimentazione.
E' chiaro, dunque, che l'uso di un alimentatore va-

294
riabile, che assorbe energia dalla rete-luce e in volgimento secondario a bassa tensione e seguito
grado di fornire costantemente la quantità di da un ponte di diodi raddrizzatori e da un buon
corrente elettrica richiesta da un circuito, è da condensatore di livellamento. Agendo sul poten-
considerarsi un'ottima soluzione al problema del- ziometro R2, si regola la corrente di base del « su-
le pile. E il progetto che vi presentiamo racchiu- pertransistor » e di conseguenza si regola anche
de in sé questi requisiti. la corrente di collettore che fluisce nel carico col-
Pur non trattandosi di un alimentatore stabilizza- legato ai morsetti d'uscia.
to, il nostro semplice apparecchio è in grado di Con questo sistema di regolazione, la tensione
fornire tensione continua e controllabile a pia- d'uscita dipende dalle caratteristiche elettriche
cere ai piccoli apparecchi radio, ai mangianastri, del carico. Quando all'uscita del circuito non è
e ai piccoli elettrodomestici, senza notevoli ca- collegato alcun elemento di carico, le eventuali
dute di tensione, proprio in virtù della potenza misure della tensione di uscita sono da ritenersi
che esso può erogare. falsate.
Occorre dunque regolare sempre il potenziome-
CARATTERISTICHE DELL'ALIMENTATORE tro R2 verso la posizione di minimo, cioè spo-
Questo regolatore di tensione è in grado di con- stando il cursore- verso il trimmer R3; successi-
trollare tensioni continue comprese fra i 6 e i vamente, dopo aver collegato in uscita l'elemen-
48 V circa, fornendo, a seconda dei casi, una cor- to di carico, si provvede ad aumentare la tensio-
rente la cui intensità può variare fra Io 0,5 e i ne fino al valore richiesto. Il potenziometro R3,
5 A. di tipo semifisso, assume il compito di regolare la
Ma l'uso di questo regolatore di tensione si rivela minima tensione erogabile dal circuito. Il diodo
utile non soltanto in sostituzione delle pile, bensì D1 e i condensatori C1-C2 assumono il compito di
nella regolazione della velocità di piccoli modelli preservare i due transistor da eventuali extraten-
nel settore ferromodellistico e in quello dei gio- sioni di origine induttiva, originati principalmen-
cattoli muniti di piccolo motore in corrente con- te dallo scintillio delle spazzole sul collettore dei
tinua e a bassa tensione come, ad esempio, il ven- motorini a corrente continua.
tilatore per auto. Anche le lampadine a filamento,
di una certa potenza, ad esempio quelle da 24 V - IL TRANSISTOR 2N3055
1 A, potranno essere agevolmente controllate con Abbiamo fatto uso, in veste di transistor regola-
il nostro regolatore di tensione. tore di potenza, del noto 2N3055, che è un transi-
stor caratterizzato da notevoli doti di robustezza,
CONFIGURAZIONE DARLINGTON di grande potenza e d costo relativamente basso.
Facendo riferimento allo schema elettrico di fig. 1,
si può notare che il circuito del nostro alimenta-
tore è pilotato da due transistor di tipo NPN,
al silicio, che costituiscono gli elementi regolatori IMPORTANTE
di potenza. Pochi altri elementi passivi comple-
tano il progetto di fig. 1. PER GLI ABBONATI
I due transistor TRl e TR2 sono accoppiati se-
condo la tipica configurazione denominata Dar-
lington, che permette di ottenere dai due semi- I Signori Abbonati che
conduttori un unico virtuale transistor, la cui ba-
se è quella di TRl, l'emittore è quello di TR2 ed ci comunicano il loro
il collettore i'! quello comune ai due transistor.
II vantaggio di questo supertransistor (la configu-
razione Darlington viene chiamata anche super-
alfa) è quello di possedere un guadagno molto
elevato, approssimativamente pari al prodotto dei
guadagni dei due singoli transistor, pur conser-
Cambiamento
vando le caratteristiche di transistor di potenza
offerte da TR2. La configurazione Darlington per-
mette quindi di ottenere transistor di potenza di
elevato guadagno.
d'indirizzo
Vogliamo ricordare al lettore che, in commercio,
si possono trovare transistor di potenza nel cui
involucro è già realizzato un accoppiamento Dar-
sono pregati di segnalarci, as-
lington. Ma il loro costo è ancora abbastanza ele sieme al preciso nuovo indiriz-
vato e l'accoppiamento dei due transistor distin- zo anche quello vecchio con cui
ti è sempre da preferirsi.
hanno finora ricevuto la Rivi-
CIRCUITO DELL'ALIMENTATORE sta, scrivendo, possibilmente,
All'entrata del circuito di fig. 1 si può applicare in stampatello.
una tensione continua prelevata da un qualsiasi
alimentatore munito di trasformatore con av-

295
USCITA
1 c1 REGOLATA
R1 - r O

@ R2 b.TR1
TENS. CC
@
e
b /Al da\ c2

TR2

COMPONENTI
C1 = 100.000 pF - 150 VI
C2 = 50.000 pF - 150 VI
R1 = 4.700 ohm
R2 = 1.000 ohm - 1 W (potenz. a variaz. lin.) Fig. 1 - Il potenziometro R2 regola la potenza
di uscita del circuito; con il trimmer R3, invece,
R3 = 1.000 ohm (semifisso) si controlla il valore minimo di tensione eroga-
TR1 = 2N1711 bile dal circuito. Il diodo Di e i condensatori
TR2 == 2N3055 C1 - C2 preservano i due transistor da even-
D1 = BY127 tuali extra-tensioni di origine induttiva.

Poiché le caratteristiche elettriche del nostro cir- di tensione massima sono validi per deboli valo-
cuito dipendono in gran parte proprio da questo ri di corrente e, viceversa, per la massima cor-
transistor ,riteniamo opportuno ricordare: rente.
Tensione massima Vce: 100 V Generalmente ogni transistor è dotato di una po-
Corrente massima le: 15 A tenza massima dissipabile stabilita dalla seguen-
Potenza: 115 W te formula:
Avviene spesso che, erroneamente, alcuni lettori P = Vce Ic
siano portati a credere che la potenza massima Questo valore di potenza non deve mai, in alcu-
del transistor si ottenga moltiplicando la mas- na condizione di lavoro, essere superata. Ma an-
sima tensione per la massima corrente. E con ta- che questo valore deve essere preso un po' con
le errato concetto, per il transistor 2N3055, si do- le... pinze. Infatti i costruttori indicano soltanto
vrebbe ottenere la potenza di: la potenza dissipabile a condizione di mantenere
P = VI = 100 x15= 1.500 W l'involucro alla temperatura di 25 C. E' chiaro
Questo dato è puramente ... chimerico, perché nul- così che la massima potenza dissipabile del tran-
la ha a che vedere con la realtà. Infatti, i valori sistor 2N3055, in condizioni normali di lavoro,

296
TENS. CC

REGOLAZ. TENS.
MINIMA
erep

D1
RADIATORE
TR1
O USCITA
REGOLATA
O
..__,
+

Fig. 2 - La realizzazione pratica del regolatore di ten-


sione continua può essere ottenuta, Indifferentemente,
su circuito stampato o su una basetta opportunamente
forata, ottenendo i collegamenti con spezzoni di filo
di rame.

verrà ridimensionata, scegliendo un valore di superare mai la potenza dissipabile sul transi-
20 W circa e montando il transistor su un piccolo stor TR2.
raffreddatore; si potrà scegliere la potenza di Se si alimentasse, ad esempio, l'entrata del cir-
30-40 W se il dissipatore è di dimensioni maggiori. cuito con una tensione di 50 V ,all'uscita di que-
sto si potrà ottenere una forte corrente con ten-
PRESTAZIONI DEL REGOLATORE sioni più elevate; man mano che la tensione
In base a quanto finora detto occorre far bene scende, tuttavia, anche la corrente diminuisce e
attenzione, durante l'uso del regolatore, a non ciò perché, diminuendo la tensione in uscita, au-

297
menta la tensione applicata tra collettore ed di tensione in un contenitore, dovranno fissare il
emittore del transistor di potenza. E' quindi ne- transistor TR2, con il relativo raffreddamento,
cessario diminuire la corrente per rientrare nei esternamente al contenitore stesso, in modo da
limiti della normale· dissipazione. non ostacolare il raffreddamento del componen-
Elenchiamo ora alcuni valori di corrente massi- te. In ogni caso il contenitore dovrà essere for-
ma prelevabile dall'uscita del nostro regolatore nito di fori per l'aerazione, munendo il transi-
in corrispondenza di alcuni valori diversi delle stor TR2, a pari prestazioni, di un dissipatore di
tensioni cli entrata e di uscita: dimensioni maggiori.

Tensione di Tensione cli Corrente massima A Corrente massima A


entrata (volt) uscita (volt) (dissipatore piccolo) (dissipatore grande)

50 45 3-3,5 4-5
50 30 0,8-1 1-1,5
50 10 0,3-0,5 0,5-1
30 25 3-3,5 4-5
30 15 1-1,5 1,5-2
30 IO 0,8-1 1-1,5
15 12 4-5 5-6
15 8 2-2,5 2,5-3,5
15 6 1,5-2 2:3

I valori qui elencati rappresentano soltanto cleg1i


esempi, perché ognuno potrà comunque stabilire
altre condizioni di funzionamento, anche sempli-
cemente in base al riscaldamento ciel transistor.
Ricordiamo che i transistor al silicio possono E
funzionare, senza danno, anche alla temperatura
2
di 90 "C del contenitore; consigliamo comunque
di ridurre la dissipazione del transistor quando
questo comincia a ... scottare.
<s
e
REALIZZAZIONE PRATICA
La realizzazione di questo semplice progetto è al- TR1
la portata di tutti e non presenta alcuna difficol-
tà cli ordine pratico. E B
Il montaggio potrà essere ottenuto servendosi del
circuito stampato, seguendo il disegno di fig. 2, Fig. 3 - Disposizione degli elettrodi nei due tran-
oppure montando il tutto su una comune basetta sistor 2N1711 (TRI) e 2N3055 (TR2).
di bachelite, opportunamente forata ed effettuan-
do collegamenti a filo in sostituzione delle piste di
rame.
Il diodo D1, che è di tipo BY127, è un componen-
te polarizzato; esso deve quindi essere inserito
nel circuito tenendo conto delle sue esatte pola-
rità; seguendo lo schema di fig. 2 non sussistono
possibilità di errore.
La lettura dei terminali dei due transistor TRl
4BEO SCEGLIENDO
e TR2 si effettua osservando il disegno di fig. 3.
Come abbiamo già eletto, il transistor TR2 deve
essere munito di elemento raffreddatore, mentr
per il transistor TRl è sufficiente il raffreddamen-
RA IL REGALO
CHE
to naturale; in caso di riscaldamento eccessivo del
transistor TR1, causato dalle particolari condi-
zioni di lavoro, si può munire anche questo com-
ponente di un raffreddatore a raggiera di facile
reperibilità commerciale.
TEVI PREFERITE

Coloro che volessero inserire il nostro regolatore

298
GLI OSCILLATORI
SINUSOIDALI

REALIZZAZIONI
PRATICHE e
Questi circuiti trovano le loro mag- tanze di valore talmente elevato da risultare
poco economiche e assolutamente ingombranti.
giori applicazioni negli apparecchi ra- Ma esiste anche un altro motivo, molto impor-
dio, nei televisori, nei magnetofoni, tante, che limita notevolmente l'impiego dei cir-
negli strumenti di misura e nei tra- cuiti LC in bassa frequenza: l'impossibilità di
variare entro limiti sufficientemente estesi la
smettitori, dove rappresentano la par- frequenza generata. E' infatti estremamente dif-
te essenziale dell'apparato. ficile variare l'induttanza quando questa è mol-
to elevata; non è possibile, ad esempio, aumen-

a li oscillatori sinusoidali possono conside-


rarsi i circuiti più importanti di tutta l'e-
lettronica, perché il loro campo di impie-
go è talmente vasto da interessare praticamente
tutti i settori elettrici.
In radiotecnica, ad esempio i circuiti sinusoida-
tare o diminuire a piacere il numero di spire
di un avvolgimento su nucleo ferromagnetico.
Per la verità, un sistema per variare la frequen-
za ci potrebbe essere e sarebbe quello di varia-
re la capacità del condensatore così come si fa
nei circuiti di alta frequenza con l'adozione dei
condensatori variabili. Tuttavia, in alta frequen-
li stanno alla base degli apparati riceventi e tra- za ciò è possibile in virtù delle capacità molto
smittenti. Nessun apparecchio radio superetero- ridotte, mentre in bassa frequenza occorrerebbe-
dina, infatti, è privo di oscillatore sinusoidale. ro condensatori da 10.000 o 100.000 pF, cioè con-
Essi sono presenti nell'alta frequenza e nella bas- densatori di grossa mole.
sa frequenza. In taluni casi, quando sia proprio necessario
In bassa frequenza compongono gli oscillatori l'impiego di circuiti LC in bassa frequenza, si
audio e vengono usati per il controllo degli am- fa variare la frequenza del circuito ricorrendo al-
plificatori e degli oscillatori a frequenza super- le induttanze avvolte su nuclei con traferro re-
sonica. Gli oscillatori sinusoidali vengono anche golabile; ma queste sono realizzazioni che esu-
impiegati per la cancellazione del nastro nei re- lano dal nostro settore e non interessano certo
gistratori magnetici e sono presenti negli stru- i lettori.
menti di misura di bassa e di alta frequenza.
In considerazione delle molteplicità di impiego CIRCUITI RC
degli oscillatori sinusoidali, ci è sembrato dove- Dopo aver considerato ed elencato le grandi dif.
roso dedicare ad essi alcune pagine della nostra ficoltà che si verrebbero ad incontrare con i cir-
rivista, con particolare attenzione ad alcuni cir- cuiti LC in bassa frequenza, ricordiamo che è
cuiti di oscillatori che, anche il lettore princi- sempre possibile ricorrere ad altre tecniche cir-
piante sia in grado di realizzare. cuitali, impiegando, in veste di elementi che de-
terminano l'oscillazione sinusoidale, condensatori
OSCILLATORI LC e resistenze, oltre che ovviamente i normali ele-
Il più elementare circuito oscillante, in grado menti attivi.
cioè di generare un'onda sinusoidale, è costitui- Poiché il controllo delle resistenze è semplifi-
to semplicemente da un condensatore (C) e da cato dall'uso dei potenziometri, è facilmente
una induttanza (L), collegati tra loro in paral- comprensibile come l'uso di questi componenti
lelo. Questo circuito chiamato anche circuito permetta una agevole variazione della frequen-
LC, assume soltanto un valore teorico, perché le za generata, pur contenendo il circuito in di-
oscillazioni ottenute tendono più o meno rapi- mensioni ragionevoli. Il principio su cui si ba-
damente, a smorzarsi. E ciò è dovuto agli ele- sano questi tipi di oscillatori è certamente di-
menti parassiti rappresentati da un eventuale verso da quello che regola il funzionamento dei
carico o dal circuito stesso. Per rimediare a ta- circuiti LC.
li perdite, dunque, occorre « rifornire » il cir- Nei circuiti induttivo-capacitivi il problema con-
cuito, ad ogni ciclo, di una certa quantità di po- siste nel « rinforzare » le oscillazioni spontanee
tenza. In pratica tale condizione si verifica auto- create dallo scambio continuo di energia tra
maticamente con l'aiuto di componenti « attivi » il condensatore e l'induttanza. Nei circuiti resi-
come, ad esempio, le valvole, i transistor nor- stivo-capacitivi occorre invece ottenere un am-
mali, i transistor FET, ecc. plificatore la cui « reazione » divenga positiva
L'inserimento di componenti «attivi » nei cir- ad una certa frequenza in modo che il circuito
cuiti LC permettono di ottenere dei circuiti si metta ad oscillare su quel valore di frequenza.
oscillanti che, nei vari casi, assumono i nomi
di circuito Colpitt, Clapp, Amstrong, Hartley, UN CIRCUITO PRATICO
ecc. Per rendere la teoria meno noiosa e, cosa assai
I circuiti oscillanti di tipo induttivo- capacitivo importante, verificabile in pratica, proponiamo
trovano le loro principali applicazioni nel setto- ora al lettore la realizzazione di un oscillatore
re dell'alta frequenza. Infatti, poiché la frequen- sinusoidale cioè di un circuito LC in grado di
za generata dal circuito è inversamente propor- oscillare nella gamma delle basse frequenze,
zionale ai valori dell'induttanza e della capacità, cosl che, per rendersi conto del buon funziona-
per ottenere delle frequenze basse, ad esempio mento del circuito non sia necessario l'uso dello
le frequenze audio, sarebbero necessari indut- oscilloscopio, ma sia possibile ascoltare diretta-

300
X X
TR1
I • I TR1
+
._rtè
C1 Il

fn\ I
,G c1

l c2 Il Il • p1 c2

PILA PILA PILA PILA

Fig. 1 - Esempio di circuito oscillatore sinusoidale, di tipo Induttivo-capacitivo, in


grado di oscillare nella gamma delle basse frequenze. Qualsiasi transistor di bassa
frequenza di tipo PNP (circuito a sinistra) o NPN (circuito a destra) è adatto per la
realizzazione dell'oscillatore. Componenti: C1 = 10.000 pF; C2 = 250.000 pF; R1
= 4.700 ohm; CUFFIA = 2.000 ohm; ALIMENTAZIONE = 2 pile da 1,5V.

mente, tramite una cuffia, la nota di bassa fre- risultante dal collegamento C1 - C2 compongo-
quenza generata dal circuito. no il circuito oscillante che genera la frequenza
Si noti che il circuito di figura 1 è proposto in il cui valore è determinato dagli elementi ora
due versioni identiche: una è pilotata con tran- citati.
sistor PNP, l'altra con transistor NPN. I tipi di I valori di frequenza si determinano applicando
transistor prescelti per la realizzazione del cir- la seguente formula:
cuito condizionano i valori dei componenti. 1
Lo schema teorico di tale circuito è rappre- f=---
sentato in figura 1. In questo schema, come si 2V1€
può notare, manca il simbolo elettrico dell'in- I valori dell'induttanza e della capacità vengono
duttanza. Questa, infatti, è rappresentata dal- determinati applicando le seguenti due formule:
l'avvolgimento della cuffia magnetica. Ecco per- 1
ché. il circuito di figura 1 non può funzionare L=----
con cuffie piezoelettriche le quali essendo di na- 4re C
tura non induttiva, non sarebbero in grado di 1
far oscillare il circuito. C=----
L'induttanza della cuffia, dunque, e la capacità

301
X
-
TR1 I

43 I
Il


C4
e

si"G Il 1 -
e Il Il d 3

R1 R2 C1 R3 C3 L1 L2 L3 L4

Fig. 2 - Questo circuito oscillante, più completo di quello rappresentato in figura 1,


si presta alla realizzazione di molteplici esperimenti. Le quattro induttanze L1-L2-L3-
L4 possono essere rappresentate da altrettanti avvolgimenti di piccoli trasformatori,
relé o grosse induttanze. Componenti: C = 10 F (elettrolitico); C2 = 10.000 pF;
C3 = 250.000 pF; C4 = 500.000 pF; R1-R2 = valori dipendenti dal tipo di transi-
stor adottato; R3 = 4.700 ohm; ALIMENTAZIONE == 3V. Nel punto contrassegnato
con la lettera X si può inserire una resistenza da 1.500 ohm, in modo da ridurre
le armoniche del segnale, cioè in modo da conferire a questo la forma sinusoidale
migliore.

E' facile, ad esempio calcolare il valore dell'in- prietà amplificatrici del transistor TR1, l'oscil-
duttanza di un circuito oscillante, purché si lazione ritorna sul collettore di TRl con la stes-
conoscano il valore della capacità C e quello sa fase di prima, ma rafforzata; in questo modo
della frequenza generata, che può essere. misura- al circuito oscillante viene fornita l'energia ne-
·ta tramite un frequenzimetro. cessaria per mantenere le oscillazioni.
Il circuito di figura 1 Fappresen ta un classico Il circuito di figura 1 risulta semplificato nelle
oscillatore di tipo Colpiit. Il funzionamento di polarizzazioni del transistor TRl tramite due
questo circuito si basa sull'accoppiamento di- pile e due interruttori.
retto fra collettore ed emittore del transistor Utilizzando per TRI un transistor di tipo AC128,
TRl, tramite il condensatore Cl; talvolta, per le gli altri componenti del circuito assumono i se-
alte frequenze, il condensatore Cl' non è ne- genti valori: Cl = · 10.000 pF, C2 = 250.000 pF,
cessario, dato che sono sufficienti le capacità Rl = 4.700 ohm. Le due pile sono da 1,5V e
interne del transistor per garantire un suffi- l'impedenza della cuffia magnetica è di 2.000 ohm.
ciente accoppiamento.
Quando un'oscillazione, prodotta dal circuito UN'UNICA SORGENTE DI ALIMENTAZIONE
oscillante, è presente sul collettore di TRl, essa Le due pile inserite nel circuito di figura 1 non
viene riportata, con la stessa fase, sull'emittore, rappresentano una soluzione comoda ed econo-
tramite il condensatore CI. In virtù delle pro- mica della realizzazione del circuito oscillante.

302
Meglio allora ricorrere al circuito di figura 2, o una cuffia ad alta impedenza, (anche di tipo
in cui si fa uso di una sola sorgente di alimenta- piezoelettrico), collegata all'uscita.
zione. Questo circuito, inoltre, risulta più com- Nella realizzazione del circuito di figura 2 nulla
pleto di quello di figura 1 e si presta a moltepli- vieta di utilizzare bassi valori d'induttanza e
ci esperimenti. capacità; in questo caso, utilizzando ovviamen-
Come si può notare, nel circuito oscillante di te un transistor per alta frequenza, il circuito
figura 2, risultano inserite quattro diverse in- può servire da oscillatore a radiofrequenza; ad
duttanze (L1-L2-L3-L4). Ciò permette di render- esempio per la taratura delle medie frequenze
si conto come il valore di queste determini la di un ricevitore radio.
frequenza di oscillazione del circuito. II circuito di figura 2 è sostanzialmente uguale
Per la realizzazione del circuito, ai principianti a quello di figura 1. L'unica variante è costituita
possiamo consigliare di servirsi di avvolgimen- dalla presenza delle resistenze R1- R2, che com-
ti di piccoli trasformatori, di relé o di grosse in- pongono la rete cli polarizzazione di TRl; il con-
duttanze, in modo da poter rivelare la frequen- densatore CI mantiene a massa, rispetto ai se-
za generata per mezzo di un amplificatore audio gnali variabili, la -base del transistor TRI. Nel

IL SALDATOR
DW.'ELETTRONICO MODERNO è di tipo con im-
pugnatura a re-
volver; è dotato
di trasformatore
di alimentatore in-
corporato che, ol-
tre ad isolare l'u-
tensile dalla rete-
luce, permette di
alimentarlo con
tutte le tensioni
di rete più comu-
ni tramite commu-
tazione del cam-
biotensione. Sulla
parte anteriore è
applicata una pic-
cola 1am pada-ri-
flettore, che pro-
ietta un fascio di
Viene fornito con certificato di garanzia luce sul punto in

al prezzo di . 4.700 cui si lavora. La


sua potenza è di
90 w.

303
C1 TR1
e
c3 C2 B

+ qr+ n "i'l
e9y
e

R1 R2 R3

R4

PILA • S1
L l l } @ @} »

Fig. 4 - Circuito oscillatore a sfasamento RC. Componenti: C1-C2-C3 = 2.000 pF;


C4 = 100.000 pF; R1-R2-R3 = 10.000 ohm; R4 = 820.000 ohm; R5 = 10.000 ohm
(potenz. a variaz. 'lln.); PILA= 22,5 V.

punto del circ.uito contrassegnato con la letta


X si potrà eventualmente inserire una resist 1za
da 1.500 ohm circa, che permetterà di diminuire
la distorsione armonica del circuito.
Cl c5
CIRCUITO AF

% b
L1 Il circuito rappresentato in figura 3, pur essen-
do simile, almeno per quel che concerne il prin-
cipio di funzionamento. ai due circuiti prece-
dentemente analizzati, è da ritenersi maggior-
mente adatto al settore dell'alta frequenza. Esso
risulta fornito, infatti, del condensatore variabi-
le CA, che permette di regolare entro vari limiti
la frequenza di oscillazione. Questo circuito è
anche dotato di controllo di innesco delle oscil-
lazioni. In pratica può capitare, con le alte fre-
quenze, che la resistenza di emittore diventi
critica, così da rendere necessaria la sua sosti-
tuzione con un potenziometro semifisso, in mo-
do da portare sicuramente il circuito in oscilla-
zione. Altri particolari degni di nota in questo
circuito, non ve ne sono, dato che nella rima-
nente parte esso rispecchia fedelmente la conce-
Fig. 3 - Con questo oscillatore, di tipo Colpitt, si pos- zione circuitale dei precedenti circuiti.
sono ottenere segnali di alta frequenza fino a 50 MHz.
Componenti: CI = 10 pF; C2 =
100.000 pF; C3 =
50.000 pF; C4 = 100 pF (variabile); C5 = 10 pF; OSCILLATORE A SFASAMENTO RC
Esaminando ora un tipo di oscillatore sinusoi-
A1 = 220 ohm; R2 = 3.000 ohm (potenziometro);
A3 = 3.900 ohm; A4 = 39.000 ohm; PILA =9 V. dale diverso da quelli fin qui presentati: l'oscil-

304
latore a sfasamento RC. cuito una oscillazione allo stesso valore di fre-
L'impiego del circuito rappresentato in figura 4 quenza.
avviene essenzialmente in bassa frequenza. Esso Sebbene nel circuito cli figura 4 venga fatto uso
fornisce, se ben regolato, un'onda sinusoidale cli resistenze, in qualità di elementi di regola-
con una distorsione dello 0,25% circa, molto adat- zione cli frequenza, il circuito stesso non si pre-
ta, ad esempio, a modulare gli oscillatori di alta sta ad una rapida regolazione della frequenza,
frequenza. perché sarebbe necessario adottare un potenzio-
Il circuito di figura 4 è composto essenzialmente metro triplo, difficilmente reperibile sul mer-
da uno stadio amplificatore a transistor; pilota- cato.
to dal transistor TRI, che è collegato in un cir- Il potenziometro RS rappresenta il carico del
cuito con emittore a massa; il circuito è altresì circuito oscillatore e permette di regolare l'am-
dotato di una rete di controreazione, composta piezza della sinusoide in uscita.
da R1-R2-R3 e da C1-C2-C3. Volendo utilizzare un transistor di tipo PNP, in
La rete cli controreazione è praticamente costi- sostituzione del transistor NPN, o viceversa, sarà
tuita da tre filtri passa-alto, collegati in cascata. sufficiente invertire le polarità del circuito di
E' noto che i fltri ora citati provvedono allo alimentazione, invertendo altresì i terminali dei
sfasamento dell'onda sinusoidale, presente al- condensa tori elettro li tic i.
l'entrata, in modo dipendente dalla frequenza Tutti i circuiti fin qui descritti non presentano
dell'onda stessa. Esiste così una sola frequenza aspetti critici e potranno essere facilmente com-
che, passando attraverso un filtro passa-alto ver- posti e sperimentati dai lettori. Servendosi di
rà sfasata di 60°,' mentre passando attraverso i transistor di tipi diversi e di diversi valori dei
tre filtri si otterrà uno sfasamento totale di componenti passivi, ognuno potrà rendersi conto
180". Per questa stessa frequenza, e soltanto per dell'importanza di ciascun elemento e delle va-
questa, la rete di controreazione diventerà una riazioni da questo introdotte nel funzionamento
rete di reazione positiva, producendo nel cir- del circuito.

Gli ESPERIMENTI
DEL PRINCIPIANTE NUCLEO

IL MIO PRIMO
RICEVITORE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
Costruendolo, sarete certi di raggiun-
gere il successo e potrete vantarvi di • La scatola di montaggio, che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
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306
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D necessità di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati


elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o·veridicità
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
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nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
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307
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Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo In assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
Questa scatola di montaggio, veramente pre-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli-
ficatore di potenza, appositamente concepito
la di montaggio, già presentata
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile scorso anno, viene ora equipag-
a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
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li kit è comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto, Per il suo com- nica o un condensatore variabi-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlanti e il contenitore. le doppio ad aria.
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trare in possesso, con la mas-
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usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

La nostra microtrasmittente fono. Per quanto riguarda il suo ricevitore radio,


Ho montato il kit della vostra microtrasmittente, dotato della gamma 27-50 MHz, se esso lavora
che ha funzionato subito molto bene. Ho no- in modulazione di frequenza, potrà servirsene
tato, tuttavia, che dalla radio ricevente vengono per i collegamenti con la nostra microtrasmitten-
emessi tutti i rumori che si producono in pros- te, in questo caso dovrà realizzare la bobina Ll
simità del piccolo trasmettitore. Da cosa può in modo diverso, avvolgendo 10 spire di filo di
dipendere ciò? Assieme al segnale principale si rame smaltato del diametro di 1 mm su un
ascolta anche una gran confusione di voci, che nucleo di ferrite del diametro di 7 mm. In que-
non permettono di sentire chiaramente quanto sto caso però la portata della microtrasmittente
viene trasmesso. Vorrei. inoltre sapere se con subisce una notevolissima riduzione. Se il suo
un ricevitore, dotato della gamma 27-50 MHz ricevitore radio è di tipo a modulazione di am-
è possibile ascoltare ancora le emissioni della_ piezza non è possibile alcuna modifica del tra-
microtrasmittente, dopo essere intervenuti in qual- smettitore.
che modo sul circuito finale di questa.
MAIORANO VITTORIO
Caserta • •••
Quello che lei potrebbe definire un difetto è La TV svizzera italiana
invece il principale pregio del nostro microtra-
smettitore, cioè la sua estrema sensibilità. Ecco Desidererei conoscere le caratteristiche dell'anten-
perché l'apparato raccoglie tutti i rumori che lo na TV adatta per ricevere i programmi tra-
circondano trasformandoli in onde radio. Tenga smessi dalla televisione di Lugano. Che cosa
presente che il nostro circuito è dotato di un occorre per potenziare l'antenna in modo da
regolatore di sensibilità, il trimmer R2. Rego- ricevere segnali da grandi distanze?
lando questa resistenza semifissa è possibile ri- NAVARIZIO CARLO
durre al minimo la sensibilità dell'apparecchio, Venezia
mettendolo nelle condizioni di trasmettere sol- Le emissioni televisive della radio svizzera ita-
tanto i suoni o le voci prodotti davanti al micro- liana di Lugano avvengono sul canale H =

315
E10 (209- 216 MHz). Per riceverle occorre una Un IC per l'ascolto delle OM
antenna di 11 elementi, munita di preamplifi-
catori ad alto guadagno. Ma in ogni caso sarà Ho quasi terminato il montaggio del ricevitore
molto difficile ottenere risultati positivi nella zo- per onde medie, con circuito integrato, presen-
na di Venezia . tato a pagina 513 del fascicolo di ottobre dello-
scorso anno. Ora, tuttavia, mi è sorto un pic-
colo dubbio; non so collegare la cuffia con la
•••• uscita del ricevitore. Voi infatti avete rappre-
sentato in figura 2 un solo collegamento con
l'auricolare, cioè un solo filo uscente dal ter-
Il mio primo ricevitore minale centrale ciel potenziometro R5, mentre
Ho ricevuto e costruito il kit de « il mio primo la cuffia è munita di due terminali. Come si
ricevitore » di cui sono rimasto molto soddi- effettua il collegamento?
sfatto. Il volume sonoro, tuttavia, non è molto GRIFONIENZO
elevato e vorrei in qualche modo potenziarlo.
Palermo
E' possibile raggiungere questo scopo?
CIANNAMEA EZIO Il nostro disegno può effettivamente trarre in
Roma inganno il lettore, ma anche l'auricolare, così
come la cuffia, è dotato di due conduttori; uno
Per potenziare l'ascolto di quel semplice rice- di questi è rappresentato dalla calza metallica
vitore da lei costruito, basta collegare ad esso che avvolge il cavetto conduttore. In pratica,
un piccolo amplificatore di bassa frequenza. Con- dunque, ciò fa pensare che il conduttore sia uno
sulti il fascicolo di ottobre dello scorso anno, solo. Colleghi dunque il terminale « caldo » della
perché in esso vedrà pubblicati degli amplifica- cuffia con il cursore del potenziometro R5 e
tori di bassa frequenza con circuito integrato, colleghi a massa (linea negativa dell'alimenta-
molto adatti per risolvere il suo problema. zione) la calza metallica.

•••• ••••
Amplificatore per udito debole La valvola EL84
Ho letto su un fascicolo arretrato di Elettro-
nica Pratica, e precisamente nella rubrica « Un Sono un assiduo lettore della vostra rivista, alle
consulente tutto per voi », che è già stato pub- prime armi con l'elettronica, con predilezione
blicato uno schema adatto per la realizzazione delle valvole elettroniche. Qualche tempo fa ho
di un piccolo amplificatore per deboli di udito. realizzato un piccolo trasmettitore@a modulazio-
Potete dirmi in quale fascicolo arretrato della ne di frequenza che ora funziona abbastanza
rivista posso trovare questo progetto? bene e che monta due valvole in parallelo: una
oscillatrice e una modulatrice. Ultimamente mi
COLASUONNO FRANCO è stata regalata una valvola di tipo EL84 e un
Milano condensatore variabile da 3-30 pF. Con questi
Il progetto di un amplificatore per deboli di elementi ho realizzato uno stadio amplificatore
udito, vero e proprio, non è stato mai pubbli- finale in classe A, con lo scopo di amplificare
cato sulla nostra rivista. Ma la sua realizzazione le frequenze già modulate del piccolo trasmet-
è molto semplice, purché lei faccia riferimento titore, senza venirne a capo di nulla. Potreste
al progetto presentato nell'articolo di pagina 492 affidarmi uno schema di collegamento di questa
del fascicolo di ottobre. Basta infatti miniaturiz- valvola in funzione di amplificatrice finale del
zare quel progetto per risolvere il problema. In trasmettitore?
particolare occorre sostituire i condensatori elet- GIORGIO CINGOLANI
trolitici con condensatori al tantalio, dello stesso Macerata
valore capacitivo, le cui dimensioni sono mi-
nime. Lei può anche utilizzare l'amplificatore Il motivo dell'insuccesso, in cui lei è incorso, con-
di bassa frequenza del ricevitore radio il cui siste proprio nell'uso della valvola EL84, che non
schema è presentato a pagina 514 dello stesso è assolutamente adatta a funzionare in un cir-
fascicolo di ottobre dello scorso anno. cuito di alta frequenza. Le consigliamo di con-
servare il montaggio da lei realizzato sostituendo
la valvola EL84 con altra più adatta, anche di
tipo surplus, ma in grado di funzionare sulle
onde metriche.

316
Trasmettitore Surplus BC459 Allarme a fotoresistenza
Sono un giovane SWL che, dopo aver soltanto Essendo un appassionato di elettronica e desi-
ascoltato, per parecchio tempo, le trasmissioni derando realizzare un allarme a fotocellula, vi
radiantistiche, desidererebbe entrare a far parte chiedo se è possibile veder pubblicato in questa
del mondo dei radioamatori. Non essendo prov- rubrica lo schema di un semplice circuito per
visto di alcun trasmettitore, desidererei che mi il quale si faccia impiego di transistor e com-
consigliaste un modello economico e robusto con ponenti cli facile reperibilità commerciale, acqui-
il quale poter iniziare questa appassionante at- stabili anche presso i mercati surplus dai quali
tività. « attingo » la maggior quantità di componenti
SERGIO RAMBOLDI necessari per i miei esperimenti.
Viterbo EROS MANTEGAZZA
Le consigliamo di acquistare sul mercato sur- Verona
plus un trasmettitore BC459, qui raffigurato, che Il circuito qui riportato utilizza due transistor
è un ottimo trasmettitore, leggero, già in uso PNP al germanio, di tipo AC125-AC132 che,
sugli autoveicoli durante l'ultima guerra mon- certamente, saranno già in suo possesso, ma che
diale. Esso lavora sulla gamma dei 40 metri ed potranno essere sostituiti eventualmente con mol-
è molto utile a coloro che vogliono farsi le... ti altri tipi di transistor PNP. L'elemento foto-
ossa nel settore radiantistico.
sensibile FR è rappresentato da una fotoresisten-
CARATTERISTICHE za collegata fra la base e l'emittore di TRl. Il
VFO : ultrastabile transistor TR? è accoppiato in cc al primo sta-
Pot. d'uscita: 30 watt dio; esso pilota, attraverso il collettore, il relé
Gamma: 7 MHz - 9,1 MH RL da 300 ohm - 9 V circa. Per il funziona-
Accordo d'antenna: con variometro mento si sfrutta la corrente di perdita del transi-
Dimensioni: 13x18x30 cm. stor TRI che, in condizioni di stabilità, costringe
il transistor TR2 a condurre debolmente. Nel
caso in cui il relé tendesse ad eccitarsi, in assen-
za di illuminazione di FR, occorrerà collegare
un trimmer da 5 megaohm tra la base e il col-
lettore eh TRl. Ciò succede quando il guadagno
di TRl è eccessivamente elevato. Illuminando la
fotoresistenza FR, il transistor TRl va all'inter-
dizione, mentre il transistor TR2 diviene condut-
tore eccitando il relé. Il valore della resistenza
RI è di 4.700 ohm.

TR2 RL

ABBO
Rl

NA
SCEGLIENDO
IL REGALO
CHE
!
9V
o
TEVI PREFERITE FR

317
Adattatore d'antenna
Ho letto in varie parti che per la ricezione e
la trasmissione di segnali di alta frequenza assu-
ABBONATEVI
me grande importanza l'accoppiamento di im-
pedenza tra le antenne e la linea di trasmissione PER GARANTIRVI
in cavo, e tra questo e il ricevitore o il tra-
smettitore. Poiché l'argomento mi sta partico- da ogni sorpresa
larmente a cuore, desiderei sapere in che modo
sia possibile accoppiare, ad esempio, un'antenna su eventuali
dipolo da 300 ohm con una normale linea di
discesa in cavo coassiale da 75 ohm. aumenti di
VALERIO VILLANI
Domodossola prezzo di copertina
Come lei giustamente asserisce, l'adattamento di
impedenza è uno degli elementi più importanti e per avere subito il
da tener presente nella realizzazione e messa a
punto di un radioapparato, e non solo negli ap-
parati trasmettitori nei quali un cattivo adatta-
DONO PREFERITO
mento potrebbe provocare seri danni allappa-
rato, ma anche nei ricevitori radio, con lo scopo
di ottenere dal sistema di ricezione il massimo DIPOLO 300 fi
rendimento possibile. Premesso ciò, presentiamo
tre utili esempi di adattatori 75-300 ohm, di cui
potrà sperimentare l'efficienza. Con la lettera L
indichiamo la lunghezza del tratto di cavo (75
ohm - Fig. A), che dovrà essere pari a 1/2 un-
ghezza d'onda. In figura B la lunghezza del tratto
verticale dovrà essere pari ad 1/4 d'onda, mentre
quello ricurvo dovrà essere di 3/4 di lunghezza
®
A
et
0
w
L

d'onda. Facendo riferimento alla figura C, la O


(/)
lunghezza L dovrà essere di 1/4 d'onda e i ter- 5
minali esterni debbono essere cortocircuitati (la-
to obliquo).

AL TV

DIPOLO 300 Il DIPOLO 300 O.

<I

@
© D
w
)
V)

o
<I
u
w
)
0

ll
AL TV AL TV

318
Sonda per alta frequenza riabili dei circuiti accordati, con lo scopo di ot-
Da qualche tempo mi dedico appassionatamente tenere la massima deviazione dell'indice dello
al settore dell'alta frequenza, costruendo rice- strumento. Per quanto riguarda poi i trasmetti-
vitori radio e piccoli trasmettitori. Molto spesso tori, il problema dell'oscillatore modulato non
mi imbatto nel problema della taratura dei cir- sussiste, ma anche in questo caso la sonda, il cui
cuiti accordati, essendo io sprovvisto di strumen- circuito elettrico è rappresentato nel disegno, si
tazioni adeguate. Potreste voi aiutarmi a risol- rivelerà ugualmente utile per ottenere dai vari
vere in modo semplice questo problema, per stadi il massimo rendimento. Il valore della resi-
me difficile, senza ricorrere alla costruzione di stenza RI dipende dall'uso che lei vorrà fare
apparecchiature complesse? della sonda. Il valore di Rl determina l'impe-
FABRIZIO DEL MONTE denza di ingresso del circuito e la sua sensibi-
Rovigo lità. Non si tratta comunque di un valore critico
Il più semplice strumento, che potrà aiutarla a e, in linea di massima, si potrà assumere il va-
risolvere il suo problema, è rappresentato da lore di 10.000 ohm circa. Il diodo DI è un
una sonda, con la quale si può misurare la qualsiasi diodo rivelatore al germanio. L'impe-
quantità di energia a radiofrequenza presente denza J dovrà essere costruita avvolgendo una
in un certo punto. La lettura delle indicazioni cinquantina di spire di filo di rame smaltato
si effettua su uno strumentino misuratore di cor- (il diametro non è vincolante) sopra una resi-
renti. stenza da 100.000 ohm, oppure su un supporto
Tenga presente che, per effettuare una buona di ferrite del diametro di 3 mm. Il microampe-
taratura dei ricevitori radio, sarebbe assai più rometro µA potrà essere rappresentato da un
utile ricorrere ad un oscillatore modulato, ma qualsiasi tester commutato sulla portata più sen-
lei potrà ugualmente « aggirare » l'ostacolo sin- sibile. In sostituzione del tester si potrà usare
tonizzandosi su una emittente radio. Sarà così uno strumento da 50-100-150 4. I condensa-
sufficiente regolare i nuclei o i compensatori va- tore CG 1 ha il valore di 4. 700 pF.

R1

J1
ENTR.
A F 01 Cl µA

••••
Riduttore di tensione stabilizzato alla banale resistenza di caduta, che non offre
Un mio amico mi ha regalato una vecchia auto- mai buoni risultati, vorrei costruire e montare
radio a valvole non funzionante. Poiché sono riu- un riduttore stabilizzato a transistor. Potreste
scito, con la sola sostituzione di una valvola, a pubblicarne lo schema?
rimettere in funzione il ricevitore, vorrei ora PIERO GRIFONI
provvedere alla sua installazione sull'autovettura. Livorno
A questo punto sorge per me un grosso proble- La presentazione di un simile apparato è già
ma. Si tratta dell'alimentazione che, per il rice- stata fatta sul fascicolo di settembre dello scorso
vitore radio, deve essere a 6 V, mentre la bat- anno della nostra rivista, a pagina 388. Comun-
teria dell'auto è a 12 V. Non volendo ricorrere que, tenendo conto che questo argomento può

319
risultare di interesse generale, pubblichiamo nuo- un numero minimo di componenti e potrà quasi
vamente uno schema di stabilizzatore leggermen- sicuramente essere inserito nel contenitore me-
te diverso da quello citato. Esso si compone rii tallico dello stesso ricevitore radio. Il transistor
TRl deve essere munito di aletta di raffredda-
.+ ENTRATA 12 V
mento. Si potrebbe, ad esempio, fissarlo sul te-
laio metallico del ricevitore, interponendo dei
f oglictti di mica e guadagnando così sullo spazio
occupato. Il diodo zener D l potrà essere di qual-
D siasi tipo, purché da 6,2 V - 1 W. Il condensa-
tore elettrolitico C 1 potrà eventualmente essere
eliminato, nel caso la radio f asse dotata, nel
circuito alimentatore, di un condensatore di li-
vellamento a grande capacità.

COMPONENTI
CI 1.000 µF - 12 VI. (elettrolitico)
O R1 560 ohm
+ R2 = 2.000 ohm (trimmer)
Dl 6,2 V- 1 W ( diodo •zener)
TRl AD149
USCITA 6V
0a
Multivibratore astabile un generatore a frequenza variabile, sostituendo
Sono un vostro affezionato lettore e desidererei ad esempio R2 ed R3 con un doppio potenzio-
veder pubblicato lo schema di un generatore di metro, questo non potrà avere un valore qual-
onde quadre, anche a frequenza fissa, per gli' siasi, ma dovrà essere da 5.000 ohm circa, col-
usi più svariati. Io vorrei utilizzarlo come iniet- legando, in serie a ciascun potenziometro, una
tore di segnali, per la ricerca di guasti nei ra- resistenza da 1.000 ohm circa.
dioapparati, ma vorrei che il multivibratore fosse
dotato di una buona potenza di uscita, cioè in
grado di poter pilotare anche carichi relativa-
mente elevati come, ad esempio, gli altoparlanti.
MARIO MINELLI
Bari
Lo schema che presentiamo, che accontenterà E3
certamente lei e molti altri lettori, è quello di
un classico multivibratore astabile, in grado di
fornire un'onda quadra a 7.000 Hz che, con le
sue armoniche raggiunge facilmente le frequen-
ze radio. Esso è quindi molto adatto per lo scopo
che lei si prefigge. Abbiamo inoltre dimensionato
il circuito in modo da ottenere un'impedenza di
uscita relativamente bassa, così da pilotare di-
rettamente un altoparlante di piccole dimen-
sioni e di media impedenza (16 - 50 ohm). Ov-
viamente in questo caso si avrà una attenuazione
della tensione dell'onda in uscita, ma la potenza
risulterà.senz'altro sufficiente per la prova di al-
to parlanti o la costruzione di piccole suonerie Rl = 60 ohm
elettroniche. La frequenza generata dipende dal COMPONENW = 1.000 ohm
valore dei condensatori Cl-C2 e delle resistenze R3 = 1.000 ohm
R2-R3. Aumentando il loro valore la frequenza Cl = 100.000 pF R4 = 60 ohm
diminuisce proporzionalmente. Occorre comun- 2 = 100.000 pF TRl = 2N1711
que ricordare che, pur essendo possibile ottenere C3 = 100.000 pF TR2 2N1711 =
320
Abbiamo
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con semplicità e precisione misure di tensioni,
correnti e resistenze. soddisfacendo altresì le
esigenze degli elettricisti, dei riparatori radio-
TV, ecc.
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ridotto e robusto un quadrante di grandi di-
mensioni e di facile lettura; il galvanometro,
a bobina mobile, è protetto contro i sovrac-
carichi di breve durata e garantisce la preci-
sione delle letture e la vita eccezionale dello
strumento. Le diverse misure che si possono
eseguire e la precisione delle indicazioni ren-
dono questo strumento indispensabile nel la-
boratori di riparazione e controllo. Il tester
viene fornito con il corredo di cordoni, libret-
to di istruzione e custodia in plastica.

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Resistenze (6 portate) 100 A- 1 - 1 0- 100 mA - 1 -5 A
Livelli
Precisione: ± 1,5%/, del valore max
J
Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1,5 V
CARAITERI STICH E TECNICHE sulla portata di 1 mA
Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5 - 3 - 1 O - 30- 100- 300- 1000 V (5 portate) 1- 10- 100 mA - 1-5 A
Precisione: ± 1,5%/, del valore massimo, ± 3%/, sulla Precisione: ± 2,5%/ del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
Resistenza interna: 20.000 ohm/V (1000 ohm/V sulla Resistenze 3 gamme:
scala 1,5 V) x 1 5 ohm 10 Kohm
Tensioni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3 - 10- 30- 100 - 300 - 1000 V x 1000: 5 Kohm + 10 Mohm
Precisione: ± 2,5%/, del valore massimo, ± 4%/, sulla Dimensioni in mm
portata 1 000 V larghezza 11 O, altezza 150, profondità 45
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I 1 nostro appello, cordiale ed amichevole, lanciato negli ultimi


mesi dello scorso anno, è stato favorevolmente accolto. Molte
migliaia di lettori hanno spontaneamente sottoscritto l'abbona-
mento ad Elettronica Pratica.
E' stato un atto di assoluta fedeltà ed amicizia, con cui si è voluto
significare la precisa volontà a sostenerci, nel presente e nel futuro,
incrementando le nostre energie nel fai- sempre meglio e di più.
A tutti questi Amici la Direzione porge il suo più vivo ringraziamento.
Se è consuetudine, tuttavia, programmare i propri interessi cultura-
li, didattici, dilettantistici, nei primi mesi dell'anno, o negli ultimi
di quello precedente, è anche vero che le sottoscrizioni all'abbona-
mento rimangono sempre aperte e continuano a rimanere sempre
valide le offerte di oggetti-dono illustrate in ogni numero della
Rivista.
Non è soltanto quello di gennaio, come molti credono, il mese in
cui ci si può abbonare, perché il canone di abbonamento può
essere versato in qualsiasi momento, con il diritto di ricevere dodici
fascicoli a partire da qualsiasi numero della Rivista, da quello in
corso, da quelli dei mesi precedenti o successivi al versamento, pur-
ché le intenzioni del lettore siano esplicitamente espresse di volta
in volta.

ABBONARSI
-è cosa semplice, dunque. E lo diciamo a tutti quelli che continuano
a scriverci su tale argomento e a coloro che, pur non scrivendoci,
nutrono dubbi in proposito e non riescono a prendere la decisione.

NON E' UN PROBLEMA


compilare il modulo di conto corrente, sempre presente nelle ultime
pagine della Rivista, e non è un problema scrivere a tergo dello stes-
so la data di decorrenza preferita per ricevere i dodici numeri di
Elettronica Pratica.
E questo nuovo appello non vuol essere un'appendice ai molti inviti
già rivolti ai Signori Lettori, ma soltanto un ulteriore chiarimento a
quanto già detto e una conferma all'apertura sempre attuale della
nostra Organizzazione.

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vi dà la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che è, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
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ANNO 2 - N. 5 - MAGGIO 1973

La COPERTINA • L'alimentatore stabilizzato, con


protezione elettronica, rappresenta il nuovo kit
approntato da Elettronica Pratica per tutti i suoi
lettori. L'apparato, di facilissima costruzione, è in
grado di erogare, in modo continuo, tutte le ten-
sioni comprese fra 0,7 e 22V, con una corrente'
massima di 1,1 A.

editrice

Sommario
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS

disegno tecnico
JOLLY - ALIMENTATORE STABILIZZATO
CORRADO EUGENIO
CON PROTEZIONE ELETTRONICA 324
stampa
SELENGRAF - CREMONA I PRIMI PASSI
ELEMENTI DI PRATICA CON TESTER 332
Distributore esclusivo per l'I-
talia:
CONTATTI REED PER ANTIFURTI 344
A. & G. Marco - Via Fortez-
za n 27 - 20126 Milano
tel. 2526 - autorizzazione CALEIDOSCOPIO ELETTRONICO 352
Tribunale Civile di Milano -
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli-
cità inferiore al 25%. TERMOMETRO ELETTRONICO 358
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7.000.
PER LA RIPRODUZIONE Hi-Fi 372
DIREZIONE - AMMINISTRA-
ZIONE - PUBBLICITA' -
.VIA ZURETTI 52 - 20125 IL CONTRABBASSO ELETTRONICO
MILANO.
SEMPLICE STRUMENTO MUSICALE 378
Tutti i diritti di proprietà let-
teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per VENDITE ACQUISTI PERMUTE 384
tutti i Paesi. I manoscritti, i
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re- UN CONSULENTE TUTTO PER VOI 393
stituiscono.

323
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 15.500

ALIMENTATORE STABILIZZATO
CON PROTEZIONE ELETTRONICA

L
'alimentatore stabilizzato è un apparato as-
solutamente necessario per il dilettante elet-
Un nuovo kit è stato approntato da tronico sperimentatore. E la sua assenza
Elettronica Pratica per tutti i suoi let- dalla nostra collana di scatole di montaggio è
tori: l'alimentatore stabilizzato, di fa- stata avvertita da molti lettori.
cilissima costruzione, in grado di ero- Possiamo anche dire che le richieste, frequente-
mente succedutesi in questi tempi, ci sono ap-
gare, in modo continuo, tutte le ten- parse assai discordi, perché alcuni pretendevano
sioni comprese fra 0,7 e 22 V, con tensioni e correnti stabilizzate di valore ecces-
una corrente massima di lavoro di sivo, mentre ad altri interessavano i valori estre-
mamente bassi. I nostri tecnici, pur tenendo in
1,1A e con un ronzio residuo di 1 mV dovuto conto le esigenze e necessità di coloro
per volt d'uscita con l'assorbimento che ci scrivono e, soprattutto, considerando il
di 1 A. L'apparato è assolutamente normale lavoro svolto da un dilettante, hanno
creduto di... colpire nel segno, progettando il
necessario a tutti gli sperimentatori circuito di un alimentatore con caratteristiche
elettronici dilettanti e professionisti. elettriche soddisfacenti per tutti. Esse sono:

324
Tensione variabile in modo continuo: miamoci, per qualche istante, su un esempio
0,7 V- 22 V pratico. Prendiamo il caso di un amplificatore
Corrente massima alla minima tensione: Hi-Fi.
1,1 A Quando un apparato di questo tipo funziona con
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: un normale circuito alimentatore e, soprattutto,
1 mV per 1 V d'uscita quando l'amplificatore Hi-Fi risulti sottodimen-
sionato, la tensione di alimentazione nominale,
Presenza di limitatore elettronico di
a basso volume, può ritenersi sufficiente; ma
corrente
durante i picchi di assorbimento, provocati dagli
Protezione dell'alimentatore dalle correnti improvvisi «forti» e « fortissimi », si verifica
inverse un brusco abbassamento della tensione, il quale
- stabilizzazione termica compromette le caratteristiche dell'amplificatore
protezione contro le correnti inverse. stesso. Per poter produrre con la massima fe-
deltà e con la maggior potenza i suoni deboli
La corrente massima di 1,1 A, alla tensione mi- e quelli assordanti, l'amplificatore Hi-Fi deve fun-
nima, è da attribuirsi ad un lavoro continuativo, zionare con un alimentatore stabilizzato.
senza alcun danno per l'alimentatore. L'assor-
bimento di 1 A determina un ronzio residuo CIRCUITO DELL'ALIMENTATORE
dell'1% della tensione d'uscita. La concezione, seguita dai nostri tecnici in sede
La sola presentazione delle caratteristiche elet- di progettazione dell'alimentatore, ha tenuto prin-
triche dell'alimentatore è sufficiente per eviden- cipalmente conto dell'uso cui questo è destinato:
ziare le grandi qualità tecniche dell'apparato, che quello dilettantistico. E proprio per questo mo-
si presta ottimamente sia ai lavori... pesanti, tivo il circuito è caratterizzato da tutte quelle
essendo in grado di fornire in modo continuo possibili particolarità atte a conferire all'appa-
una corrente di notevole intensità, sia a tutte rato doti di ottima robustezza e funzionalità.
quelle applicazioni nelle quali è necessaria una Durante le prove di laboratorio, abbiamo man-
ampia gamma di tensioni facilmente regolabili tenuto costantemente in cortocircuito l'alimen-
a piacere, con un basso ripple, cioè con un tatore, almeno per cinque ore, senza che ciò
basso ronzio residuo. provocasse alcun danno al circuito. Abbiamo
anche sottoposto l'apparecchio alle più dure sol-
UTILITA' DELL'ALIMENTATORE STABILIZZATO lecitazioni elettriche e meccaniche, senza che al-
L'aggettivo « stabilizzato » potrà risultare incom- cun componente ne risentisse in modo parti-
prensibile a molti principianti. E' doveroso quin- colare.
di, da parte nostra, analizzare il significato di E passiamo ora all'analisi del circuito di figura
questa parola, sia per scopi informativi, sia per 1, che può. essere idealmente suddiviso in due
mettere il lettore nelle condizioni di meglio ap- sezioni distinte: l'alimentatore, a sinistra, e lo
prezzare le caratteristiche dell'alimentatore. stabilizzatore vero e proprio a destra. Comin-
Per alimentatore stabilizzato si intende un ap- ciamo quindi con l'analisi della prima parte del
parato generatore di tensioni, in grado di for- circuito di figura 1.
nire, all'uscita, tensioni che non debbono variare
in alcun modo quando varia il tipo di carico ap- SEZIONE ALIMENTATRICE
plicato all'alimentatore, oppure quando varia la Il trasformatore di alimentazione TI, che è un
tensione di rete-luce. trasformatore riduttore di tensione, cioè un tra-
In un normale alimentatore, ogni variazione del sformatore in discesa, provvede a trasformare
carico, cioè ogni variazione della corrente assor- la tensione alternata di 220 volt (tensione di rete-
bita dall'alimentatore, provoca, in accordo con luce) al valore di 24 V circa.
la legge di Ohm, talune cadute di tensione inter- La lampada-spia LP, collegata in parallelo all'av-
ne nel trasformatore di alimentazione, le quali volgimento primario di TI, è una lampadina al
fanno variare la tensione prodotta. Tale incon- neon, provvista di resistenza interna, adatta per
veniente non è assolutamente risentito in tutti funzionare con la tensione alternata di 220 V.
quei casi in cui l'assorbimento di corrente rimane Identico risultato può essere ottenuto servendosi
sempre costante; esso è invece deleterio quando di una lampadina a filamento, adatta per la ten-
si debbono alimentare ricevitori radio, amplifi- sione alternata di 24 V, collegata in parallelo
catori, generatori audio, strumenti di misura, ecc, all'avvolgimento secondario di TI.
nei quali l'assorbimento di corrente varia note- Allo scopo di ridurre il ronzio e gli eventuali
volmente con il variare del segnale, oppure in disturbi di alta frequenza, provenienti dalla rete-
tutti i casi in cui è richiesta una perfetta sta- luce, si è provveduto alla realizzazione di un fil-
bilità della tensione di alimentazione, allo scopo tro, composto dai condensatori C1-C2, il quale,
di non pregiudicare la precisione di funziona- pur essendo molto semplice, è in grado di offrire
mento di taluni strumenti. In tutti questi casi ottimi risultati. -
è assolutamente necessario far uso di circuiti La tensione alternata è sottoposta a raddrizza-
stabilizzatori di tensione. mento da un ponte di diodi (D1-D2-D3-D4). Il
Ma, per meglio chiarire questi concetti, soffer- raddrizzamento è di tipo a doppia semio nda.

325
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326
Fig. 2 - Disposizione dei compo-
nenti elettronici sulla basetta del
circuito stampato. La numerazio-
ne, con cui sono contrassegnati
....<r i conduttori uscenti, trova preciso
m z
I> riscontro con la numerazione ri-
o
- n
c -alC'di TR3 portata sul piano costruttivo ge-
3
Go
(Il o
CD nerale dell'alimentatore riportato
in figura 3. Si tenga presente che,
I> z in questo disegno, il circuito
O
or- stampato deve essere considera-
5P
to visto in trasparenza, cioè dal-
"""' © } 24V C.A. la parte opposta a quella in cui
sono composte le piste di rame.
@

In sostituzione dei quattro diodi si potrebbe re in uscita, viene fatta cadere totalmente sul
utilizzare un unico ponte raddrizzatore di ten- transistor TR3, collegato in serie con la linea po-
sione il cui prezzo è pressoché uguale a quello sitiva dell'alimentatore.
dei quattro diodi. E che si presenta più com- Regolando il valore di polarizzazione del transi-
patto e con un migliore aspetto meccanico. stor TR3, si ottiene una maggiore o una minore
La tensione pulsante, uscente dal ponte raddriz- conduzione dello stesso e, quindi, una tensione
zatore, viene sottoposta a- JiveJlamento dal con- di uscita regolabile a piacere.
densatore elettrolitico C3, di elevata capacità. Per poter regolare la conduzione del transistor
Sui terminali di questo condensatore la tensione TR3 ci si serve dei transistor TR1-TR2 e del po-
assume il valore di 31-33 V circa. Dal condensa- tenziometro R9. Agendo su quest'ultimo, infatti,
tore C3 la corrente raggiunge la seconda parte si controlla la corrente di base del transistor TR4
della cellula di filtro, cioè il condensatore elet- e, conseguentemente, quella di TR2, in virtù del
trolitiço C4. E soltanto a questo punto essa è collegamento sul collettore del transistor TR4.
pronta per alimentare lo stabilizzatore. Il transistor TR2 è collegato con il transistor TR3
secondo la classica configurazione Darlington, sul
SEZIONE STABILIZZATORE cui funzionamento ci siamo più volte intrattenu-
In questa seconda sezione dell'alimentatore è ti. Anche il transistor TR3 risente di queste va-
presente un circuito elettronico pilotato da 4 riazioni e varia le sue condizioni di conduttività.
transistor al silicio di tipo NPN. Tre di questi
transistor svolgono la funzione di stabilizzare là LA STABILIZZAZIONE
tensione, mentre il quarto provvede alla prote- Abbiamo ora dimostrato che, agendo sul poten-
zione del circuito contro le sovracorrenti. ziometro R9, si può regolare la tensione di uscita
La regolazione è del tipo « serie », cioè la tensio- in virtù delle variazioni di conduzione del transi-
ne non necessaria, rappresentata dalla differenza stor regolatore TR3. Tuttavia, a molti lettori non
tra la tensione fornita dalla prima sezione del- sembrerà chiaro il motivo per cui la tensione, co-
l'alimentatore e la tensione che si vuole ottene- sì prodotta, possa risulfare stabilizzata.

327
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328
Fig. 4 - Per coloro che volessero rea-
lizzare l'alimentatore stabilizzato, senza
ricorrere all'acquisto della nostra scato-
la di montaggio, presentiamo, in gran-
dezz a naturale, il disegno del circuito
stampato.

Occorre innanzitutto ricordare che, per ottenere In presenza di un cortocircuito, l'alimentatore,


una tensione stabilizzata, si deve poter disporre, e protetto con il primo sistema, continuerà ad ero-
ciò vale per tutti i tipi di alimentatori stabiliz- gare una corrente, anche se questa risulterà li-
zati, di una tensione fissa cli riferimento. A tale mitata; quando cesserà il cortocircuito, l'alimen-
scopo si potrebbe usare un diodo zener, ma noi tatore riprenderà a funzionare automaticamente.
abbiamo preferito utilizzare un semplice diodo po- Con il secondo sistema di protezione, ogni so-
larizzato direttamente (D5), in grado di fornire vraccarico o cortocircuito faranno scattare un
una tensione cli riferimento costante di 0,7 V cir- relé, o un diodo controllato SCR, che interrompe-
ca. In questo modo si è potuto ottenere dall'ali- ranno l'alimentazione in presenza di sovraccarico
mentatore una vasta gamma di tensioni, che rag- così che, dopo la cessazione di questo, occorrerà
giungono lo 0,7 V (limite irraggiungibile con i ripristinare manualmente il funzionamento del-
diodi zener). l'alimentatore. ,
Supponiamo ora di regolare il potenziometro R9 Entrambi questi due sistemi di protezione pre-
in modo da ottenere, senza carico, una tensione sentano pregi e difetti, ma allo stato attuale del-
di uscita di 10 V. Collegando all'uscita dell'ali- la tecnica non è ancora possibile affermare quale
mentatore un carico, in modo da assorbire una dei due sia da ritenersi più vantaggioso dell'altro.
corrente di 0,5 A, si avrebbe una notevole caduta Noi abbiamo preferito il primo sistema, perché
di tensione, a causa delle cadute interne dell'ali- questo si addice meglio alle applicazioni in cui
mentatore, se questo non fosse di tipo stabilizza- si fa uso di amplificatori audio, motorini elettrici
to. La tensione iniziale cli 10 V potrebbe scen- per giradischi, ecc., cioè quando sono necessari
dere, ad esempio, a soli 5 V. Ma questa diminu- brevi « spunti » di corrente, senza che questi fac-
zione di tensiont di uscita provocherebbe anche ciano scattare le protezioni.
una diminuzione della tensione di base del tran- Il circuito che realizza la limitazione di corren-
sistor TR4, diminuendo la conduttività di questo te è assai semplice. Esso è costituito dalla sola
ultimo. resistenza R3 e dal transistor TRl.
La diminuita conduzione del transistor TR4 per- Quando la corrente diviene troppo elevata, sui
metterebbe quindi un aumento della corrente di terminali della resistenza R3 si verifica una caduta
base del transistor TR2, attraverso le resistenze di tensione superiore allo 0,6 V. Questa caduta
Rl-R2, provocando una maggiore conduzione del di tensione costringe il transistor TRl, che nor-
transistor TR2 e, quindi, del transistor TR3, il malmente si trova all'interdizione, a divenire ele-
quale compenserebbe la maggior richiesta di cor- mento conduttore, con una conseguente diminu-
rente del carico, riportando la tensione al valore zione di conduttività dei transistor TR2-TR3, che
iniziale di 10 V. limitano la corrente fornita al carico.

CIRCUITO DI PROTEZIONE ALTRE PARTICOLARITA' DEL CIRCUITO


Esistono praticamente due modi possibili per ef- Oltre a quelle già citate, esistono altre due parti-
fettuare una protezione di un circuito alimentato- colarità del circuito alimentatore degne di nota:
re. Il primo consiste nel limitare la massima cor- stabilizzazione termica
rente erogabile dall'alimentatore, senza interrom- protezione contro le correnti inverse.
pere l'alimentazione; l'altro consiste nel bloccare La stabilizzazione termica è ottenuta per mezzo
l'alimentatore ogni volta che si verifica un so- dell'impiego della resistenza R5, che è di tipo
vraccarico. NTC e che compensa le variazioni delle tensioni

329
Fig. 5 - In questa fo to si nota l'applicazione al telaio
del transistor TR3. Fra il corpo del componente elet-
tronico e la lamiera del telaio deve essere interposta
una lamina di mica che isola il collettore (involucro del
transistor) dal telaio.

mentre è da evitare il cablaggio distribuito sul


contenitore, il quale troppo facilmente può dar
luogo a pericolosi cortocircuiti fra i componenti
di giunzione del diodo D5 e del transistor TR4 e a facili dissaldature causate dai frequenti spo-
al variare della temperatura. Se tale accorgimen- stamenti dell'apparato.
to non fosse stato inserito nel circuito, il funzio- Il montaggio dell'alimentatore è da considerarsi
namento dell'alimentatore sarebbe ugualmente alla portata di tutti ed esso risulterà assoluta-
assicurato, ma durante il funzionamento si po- mente semplice ed elementare per coloro che fa-
trebbero avere variazioni di tensione dovute, so- ranno acquisto della scatola di montaggio.
prattutto, all'aumento di temperatura provocato In figura 2 è chiaramente illustrato il cablaggio
dal transistor TR3, a causa dell'elevata dissipa- del circuito sulla basetta-supporto. La numera-
zione di potenza. zione, riportata in corrispondenza dei terminali
La protezione contro eventuali correnti inverse, uscenti dal circuito stampato, trova preciso ri-
invece, è ottenuta con i due diodi D6-D7, che im- scontrò con quella riportata nello schema raffi-
pediscono alla corrente di fluire nel verso opposto gurante il montaggio complessivo dell'alimentato-
a quello normale dell'alimentatore. Infatti, se il re di figura 3.
carico fosse costituito da un condensatore elet- Per il transistor TR2, anche se ciò non è indi-
trolitico, spegnendo ad esempio l'alimentatore, si cato nel cablaggio di figura 2, occorre una aletta
otterrebbe in esso una corrente inversa, provoca- di raffreddamento, di tipo a raggiera, mentre que-
ta dalla scarica del condensatore stesso attraver- sta precauzione non è necessaria per i transistor
so l'alimentatore. Le conseguenze provocate da TRl e TR4.
una simile corrente inversa verrebbero risentite Il transistor TR3, invece, dovrà essere fissato sul-
dai semiconduttori; esse sono facilmente intuibili la fiancata posteriore del pannello metallico, co-
ed è questo il motivo per cui ci è sembrato op- sì come indicato in figura 5. Fra il corpo del tran-
portuno, anche in considerazione del piccolo au- sistor e il telaio occorrerà interporre un foglietto
mento di costo complessivo dell'apparato, inseri- di mica, perché il corpo metallico del componen-
re i due diodi D6-D7, che bloccano ogni corrente te rappresenta il collettore del transistor. Le stes-
inversa, proteggendo efficacemente l'alimentatore. se viti di fissaggio dovranno risultare isolate dal
telaio per mezzo di due rondelle passanti e iso-
REALIZZAZIONE PRATICA lanti.
L'alimentatore stabilizzato è da noi venduto in La resistenza R3 determina il valore massimo di
scatola di montaggio, al prezzo di Lire 15.500. Il corrente dell'alimentatore. Essa può essere calco-
suo montaggio fa ricorso alla tecnica delcircuito lata approssimativamente applicando la legge di
stampato, che consigliamo anche a quei lettori Ohm:
che vorranno costruire l'alimentatore con compo- v 0,7
nenti di loro proprietà. Tutti costoro dovranno R
realizzare, per prima cosa, il circuito stampato I I max
riportato in figura 4, che viene da noi riprodotto
in grandezza naturale. L'applicazione di questa formula è risentita nei
Tuttavia, la soluzione di ripiego della basetta fo- casi in cui si vogliano ottenere soglie di inter-
rata, di bachelite, può essere sempre adottata, vento diverse dal valore di corrente di 1,1 A.

330
Si possono utilizzare anche varie resistenze, di
valore diverso, inseribili nel circuito per mezzo LA SCATOLA DI
di un commutatore multiplo, cosi. da ottenere
varie « portate » amperometriche.
MONTAGGIO
Una volta realizzato il montaggio dei componenti
elettronici sulla basetta del circuito stampate, Tutti i componenti necessari per la
occorrerà provvedere al collegamento dei vari realizzazione di questo apparato so-
terminali di quest'ultimo con i pochi elementi e- no contenuti in una scatola di mon-
sterni fissati sul telaio, così come indicato in fi-
gura 3. taggio venduta dalla nostra Orga-
Il contenitore deve essere di tipo metallico, allo nizzazione al prezzo di L. 15.500.
scopo di schermare il circuito dai disturbi di alta Le richieste debbono essere fatte
frequenza, che si infiltrerebbero inevitabilmente
nelle apparecchiature alimentate, creando incon- inviando anticipatamente l'importo a
venienti di difficile identificazione. mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 in-

Fig. 6 - Ecco
il nostro prototipo
realizzato nei laboratori
di Elettronica Pratica.
La numerazione relativa alle
varie tensioni erogate e il
simbolismo elettrico vengono ottenuti
per mezzo delle ben note nomenclature
a ricalco acquistabili presso tutte le cartolerie.

331
I PRIMI PASSI
Rubrica
dell'aspirante
elettronico -
ELEMENTI
DI PRATICA
CON
IL TESTER
Queste pagine sono principalmente dedicae agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

tester. Perché con il tester si possono effettuare

S
.e si dovesse porre ad un qualsiasi tecnico,
radioriparatore o appassionato di elettro- misure di intensità di corrente, di tensioni, di
nica la seguente domanda: « Se il suo labo- resistenze, di capacità, perché il tester è, insieme,
ratorio, per un motivo accidentale, dovesse an- amperometro, voltmetro, ohmmetro, ecc.
dare distrutto, quale strumento si augurerebbe Pur tuttavia, nell'esercizio della sua attività, il
che rimanesse· integro, per poter continuare la tecnico elettronico trascura una parte delle mi-
sua attività? », si può essere certi che la risposta sure elettriche che si possono effettuare con il
sarà sempre e soltanto una sola: « Il tester». tester e limita l'impiego dello strumento a due
Se è vero, infatti, che i molti strumenti che cor- fondamentali tipi di misure: quelle delle ten-
redano l'attrezzatura di ogni laboratorio, di tipo sioni e quelle delle resistenze. E si può ben
professionale o dilettantistico, sono tutti utili dire che, con questi due tipi fondamentali di
per la ricerca dei guasti e dei difetti, per la misure elettriche, i tecnici riescono a produrre
messa a punto degli apparati radioelettrici, è una diagnosi esatta di un apparato elettronico
altrettanto vero che uno solo tra essi può essere guasto o difettoso nella maggior parte dei casi
considerato necessario e assolutamente indispen- che, in pratica, si possono presentare; per tutti
sabile. E questo non può essere altro che il gli altri casi le riparazioni si effettuano per mez-

332
nate, tramite un solo strumento indicatore, ca-
ratterizzato da diverse portate commutabili e
inserito, sempre tramite commutazione, in di-
versi circuiti di misura.
Il tester, quindi, è uno strumento di misura
caratterizzato principalmente dalla presenza di
uno strumento indicatore, che costituisce il « cuo-
re » del tester e, in secondo luogo, da una serie
di circuiti in cui risultano inseriti alcuni com-
ponenti (resistenze, commutatori, raddrizzatori
di corrente, pila, ecc.).
Lo strumento indicatore, inserito nel circuito del
tester, è un galvanometro. In pratica, il galva-
nometro è conosciuto di più sotto il nome di
milliamperometro è così viene comunemente chia-
mato anche se la dizione non è esatta da un
punto di vista strettamente tecnico.
Il galvanometro è essenzialmente uno strumento
caratterizzato da elevatissima sensibilità, in gra-
do di rivelare correnti o differenze di potenziale
estremamente esigue. Impiegato in opportuni cir-
cuiti, esso diviene amperometro, voltmetro, ohm-
metro. Ma la caratteristica fondamentale di un
galvanometro è la sua sensibilità.

SENSIBILITA' STRUMENTALE
Per sensibilità di un galvanometro, e questo
concetto si estende a tutti gli strumenti di mi-
sura, si intende il valore della corrente che,
attraversando lo strumento, fa deviare il suo
indice a fondo-scala.
Così, per esempio, quando si dice che un galva-
nometro passa una corrente di 50 microampere,
ciò significa che quando attraverso quel galva-
nometro passa una corrente di SO microampere
Fig. 1 - Cosi si presenta il pannello frontale del tester allora il suo indice si sposta sino a fondei-scala.
analizzato e descritto nell'articolo. Gli elementi indi- Dal concetto di sensibilità scaturisce immediato
cali in figura sono: un secondo concetto fondamentale per gli stru-
1) scale di lettura; menti di misura: quello della portata. Nell'esem-
2) specchio che permette di evitare gli errori di pa- pio precedente si è preso in considerazione un
rallasse; galvanometro di sensibilità di 50 microampere.
3) vite di azzeramento; E si è detto che per quel galvanometro occorre-
4) bottone di comando del commutatore; vano 50 microampere per far spostare il suo
5) boccola di innesto dello spinotto nero, utile per indice a fondo-scala, ma si sarebbe anche po-
tutte le misure ad eccezione di quelle resistive; .
6) manopola potenziometro di azzeramento della scala tuto dire che la portata di quel galvanometro è
ohmmetrica; di 50 microampere; con quel galvanometro, cioè,
7) boccola per l'inserimento dello spinotto comune si potevano misurare correnti comprese tra O
nella misura dei valori resistivi. Da questa boccola e 50 microampere e non superiori a questo
esce la tensione positiva della pila. Nelle opera- valore.
zioni di controllo del diodi e dei transistor conviene Tuttavia uno stesso strumento è sempre tra-
inserire in questa boccola lo spinotto rosso.
sformabile in un altro a diverse portate e ciò
è appunto quanto avviene negli amperometri e
voltmetri in particolare e nei tester in generale.
Il tester, chiamato anche « strumento univer-
sale di misure» o «analizzatore universale»,
trova la sua maggiore applicazione nel settore
dell'elettronica e, in particolare, in quello della
zo di strumenti meno comuni del tester. radio tecnica.
La parola « tester » proviene dall'inglese (to test Allo stato attuale della tecnica, capita spesso
= provare) e con essa si suole indicare uno di aver a che fare con correnti e tensioni debo-
strumento di misura destinato a consentire mi- lissime; è quindi necessario che il tester risponda
sure di intensità di corrente, di tensione, di alla qualità primaria di essere molto sensibile,
resistenza e d'altro, su correnti continue e alter- cioè di possedere una elevata sensibilità.

333
specchio

0C AC
0MM9
AC OR.
3V AC

ago

vite
azzer.

Fig. 2- Le scale che compongono il quadrante del tester preso in esame sono sei;
le prime due, di color nero servono per la lettura dei valori delle tensioni continue e
alternate e delle correnti continue. La scala verde serve per la lettura del valori re-
sistivi, quella rossa per la lettura delle correnti alternate e, la prima in basso, cioè
la più piccola, per la lettura dei decibel. La vite di azzeramento permette di far assu-
mere all'ago la posizione precisa di inizio-scala.

Si è già parlato genericamente della sensibilità Nella tecnica, per indicare la sensibilità di un
di un galvanometro. Nel tester essa rappresenta tester, si fa uso di una espressione particolare.
l'attitudine a rilevare piccole misure. Anche in Il lettore, infatti, avrà sentito parlare di sensi-
questo caso, però, vale sempre lo stesso con- bilità di un tester espressa in ohm/volt. Avrà
cetto, quello per cui la sensibilità di un tester sentito dire più volte: « questo tester è a 20.000
si identifica con la corrente necessaria a far ohm/volt », oppure « quest'altro è a 10.000 ohm/
deviare l'indice dello strumento indicatore a fon- volt ». Ma che cosa vuol significare una tale
do-scala. La sensibilità di un tester, quindi, si espressione? Semplicissimo. Essa vuole esprimere
identifica sempre, o quasi sempre, con quella il valore in ohm della resistenza che è necessario
dello strumento indicatore inserito nei suoi cir- porre in serie allo strumento affinché l'indice
cuiti. Quando si vuol progettare un tester, si a fondo-scala corrisponda con il valore di ten-
deve prima stabilire quale debba essere la sua sione di 1 volt.
sensibilità e poi, tenendo conto di questa, effet- Conoscendo quindi questo rapporto, si conosce
tuare la scelta ciel galvanometro. A tale propo- anche la sensibilità dello strumento, quella che
sito risulta utile una classifica delle diverse prima è stata definita come la corrente neces-
sensibilità che caratterizzano un tester, in rela- saria a far spostare l'indice dello strumento a
zione alla sensibilità del galvanometro di cui fondo-scala.
esso è provvisto. Facciamo un esempio. Consideriamo un tester
da 20.000 ohm/volt. Dalla legge di Ohm si ha
Sensibilità Sensibilità che:
galvanometro tester V
fino a 10 microampere elevatissima I =
fino a 100 microampere elevata R
fino a 1 milliampere media per cui:
fino a 10 milliampere bassa 1: 20.000 0,00005 ampere 0,05 mA

334
La sensibilità di quel tester, pertanto, è di 20.000
ohm/volt. Per inciso diciamo che una tale sen-
sibilità deve considerarsi elevata.

PORTATA
Dal concetto di sensibilità scaturisce immedia-
tamente un altro importante concetto, quello
della poetata dello strumento.
Nell'esempio precedente abbiamo considerato un
tester con sensibilità di 0,05 mA. Ora, se quello
strumento avesse una sola portata, esso per-
metterebbe di rilevare misure di correnti com-
prese tra O mA e 0,05 mA e non correnti di
valore superiore a quest'ultimo valore. Ecco quin-

Fig. 4 - Rappresentiamo nel disegno un elementare


esempio di misura di- corrente continua: quella eroga-
ta da una pila da 4,5V. Questa volta il commutatore è
posizionato sul simbolo mA. Lo spinotto rosso è in-
serito nella boccola contrassegnata con 1 A, mentre
quella nera è inserita nella boccola contrassegnata con
il simbolo. La lettura si effettua sulla prima scala,
moltiplicando il valore per 100. Per questo tipo di mi-
sure il tester deve essere sempre collegato in serie con
il circuito attraversato da corrente.

PILA 4,5v

Fig. 3 - In questo esempio il tester è predisposto per


la misura della tensione continua erogata da una pila
da 4,5 V. Il commutatore deve trovarsi posizionato in
corrispondenza del simbolo V. Uno dei due spinotti,
più precisamente lo spinotto nero deve essere inserito
nella boccola contrassegnata con il simbolo -, che
si trova in basso, sulla sinistra del pannello. Lo spinot-
to rosso deve essere inserito sulla boccola di destra
contrassegnata con il numero 10 V. La lettura si effet-
tua sulla prima scala in alto del quadrante.
lamp.4,5v
300mA
Pertanto quel tester avrà una sensibilità di 0,05 \ I
l- / .-
mA fondo-scala.
Facciamo ora l'esempio inversò. Il galvanometro )}
di cui è dotato il tester ha una sensibilità di \.. . _____
0,05 mA. Qual'è la sensibilità del tester espressa
in ohm/volt?
Allora dalla legge di Ohm si ha:
V @
R = PILA 45v
I
per cui:
1: 0,00005 = 20.000 ohm

335
varie grandezze elettriche, occorrerà far rife-
rimento ad un preciso tipo di tester, che possa
fungere da guida nelia nostra descrizione.
A questo scopo abbiamo scelto il tester analiz-
zatore 3201 ITT, costruito da una delle più grosse
industrie mondiali: la FACE STANDARD, che
ha una sensibilità di 20.000 ohm/volt. Questo
tester, che noi riteniamo il più adatto per il
principiante, viene venduto dalla nostra orga-
nizzazione al prezzo di L. 13.500.
Ma passiamo senz'altro alla conoscenza somma-
ria di questo strumento per analizzare poi l'e-
secuzione delle varie misure delle grandezze
elettriche.

PANNELLO FRONTALE
I tester sono costruiti press'a poco tutti allo
stesso modo. Il loro aspetto esteriore è quello
di un cofanetto, di forma parallelepipeda, recan-

Fig. 6 - Con i tester si possono anche effettuare con-


trolli sommari sull'efficienza dei diodi. Il tester, in
questo caso, viene predisposto allo stesso modo con
cui si effettuano le misure resistive, tenendo conto,
tuttavia, dei colori dei puntali, perché occorre sapere
quale dei due puntali corrisponde alla tensione posi-
tiva e quale alla tensione negativa. La prova si effet-
tua nel modo seguente: si applica il puntale positivo
sull'anodo e quello negativo sul catodo; Il valore re-
sistivo letto sul quadrante deve risultare basso. Inver-
tendo i puntali il valore resistivo deve risultare alto.
Ciò sta a significare che il diodo è efficiente.

Fig. 5 - Le resistenze si misurano nel modo indicato in


questo disegno, ponendo i due puntali in contatto elet-
trico con i terminali del componente. In questo esem -
pio si misura una resistenza da 470 ohm e la lettura
si effettua sulla scala verde, quella che si trova imm e-
diatamente sotto l'arco dello specchio. Per questo
tipo di misure gli spinotti possono essere inseriti nella
boccola contrassegnata con il simbolo n.
e in quella
contrassegnata con n .x I senza tener conto dei colori
dei puntali (rosso o nero).

di la necessità di dotare i tester di più scale


di misura e cioè di più portate, onde permettere
misure di valori bassi e di valori alti delle varie
grandezze elettriche. Il numero delle portate di
un tester, quindi, assume grande importanza,
tanta quanta ne ha la sua sensibilità e queste
due caratteristiche, assieme, bastano a definire
la qualità e la bontà di un tester.
Passiamo ora a descrivere l'impiego pratico del
tester, che rappresenta l'argomento di maggior
interesse per i principianti e attraverso il quale
risulterà meglio assimilabile il concetto di po-
tenza.
E' ovvio che, per effettuare una descrizione det-
tagliata delle varie operazioni pratiche che si
debbono fare con il tester per il rilievo delle

336
te frontalmente un pannello. Sul pannello vi
è un quadrante, protetto da un vetro, sul quale
sono segnate diverse scale graduate. Un indice
molto sottile scorre su questo quadrante quando
si fa uso dello strumento e permette la lettura
esatta delle varie grandezze elettriche in esame.
Immediatamente sotto il quadrante (3 di fi.g. 1)
vi è una vite regolabile. Questa vite serve per
l'azzeramento dello strumento e ciò significa
che se per qualche ragione l'indice dello stru-
mento, allo stato di riposo, non dovesse coinci-
dere esattamente con lo zero delle varie scale
del quadrante, imprimendo a questa vite, me-
diante un cacciavite, una piccolissima rotazione,
è possibile riportare l'indice dello strumento e- LIRE 2.500
sattamente sul valore zero delle varie scale. CASSETTIERA « MINOR »
Questa operazione, tuttavia, viene eseguita assai
raramente, perché è difficile che l'indice si sposti Contenitore a 12 cassetti, componi-
dalla sua esatta posizione cli riposo. bile ad incastro; dimensioni di un cas-
Nell'altra parte del pannello frontale del tester setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
vi è tutta una serie di piccole prese, contrasse- provvisto di divisori interni.
gnate con numeri e simboli che interpreteremo
più avanti. Nella parte centrale del pannello vi
è ancora una manopolina regolabile. Questa ma-
nopolina fa capo, internamente allo strumento,
ad un piccolo commutatore multiplo (4 di fig. 1),
che permette di commutare, cioè predisporre lo
strumento per una delle varie misure che con
esso si possono eseguire.
Nella parte più bassa del pannello frontale è
presente un'altra manopolina, che fa capo, in-
ternamente allo strumento, ad un piccolo poten-
ziometro che, con la sua resistenza, regola la
corrente erogata dalle pile inserite nello stru-
mento. Questo comando ciel tester (6 di fig. 1)
va regolato assai spesso, quando si effettuano
misure di resistenze.
LIRE 2.800
MISURE DI TENSIONI CONTINUE CASSETTIERA « MAJOR »
Il tester, per essere costantemente protetto dalla
Contenitore a 6 cassetti, componibile
polvere e dagli altri elementi nocivi, deve essere
conservato nella• sua custodia in vinilpelle. Ed ad incastro; dimensioni di un casset-
anche le misure. possono essere effettuate con il to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
tester inserito nella custodia stessa. Da essa provvisto di divisori interni.
invece si debbono prelevare i due puntali, che
sono composti da due puntali sonda, due con-
duttori e due spinotti, di due colori diversi,
il rosso e il nero.
Prima di iniziare la lettura di una tensione
continua, e così pure, prima di ogni altro tipo
di misura, occorre sempre accertarsi dell'azze- Organizzate il vostro lavoro! Conser-
ramento dello strumento; occorre osservare, cioè, vate sempre in ordine i componenti
se l'indice dello strumento si trova in coinci-
elettronici! Trasformate, a poco a po-
denza esatta con l'inizio delle vari escale all'e-
strema sinistra del quadrante. Se ciò non fosse, co, il vostro angolo di lavoro in un
si dovrà intervenire mediante il cacciavite, sulla vero e proprio laboratorio!
vite posta immediatamente sotto il quadrante.
Supponiamo ora di dover misurare la tensione
esatta erogata da una pila da 4,5 V. Questa mi- s l
sura rientra nella portata dello strumento com- O

presa fra i 3 e i 1.000 V. Dunque, la freccia del


commutatore deve trovarsi sulla posizione V =.
Quindi si inserisce la spina a banana nera nella O

337
MISURE DI CORRENTI CONTINUE
Supponiamo ora di dover misurare la corrente
continua che attraversa una lampadina da 4,5 V -
300 mA, alimentata da una pila a 4,5 V (fig. 4).
Si tenga presente che, per questo tipo di mi-
sure, lo strumento deve essere sempre colle-
gato in serie con il circuito attraversato da
corrente, mentre non si deve mai collegare lo
strumento con la sorgente di tensione quando
esso è commutato sulla posizione mA =. Dun-
que, dopo aver fatto assumere al commutatore

Fig. 8 - Anche per la prova dell'efficienza del transi-


stor MPN, il tester deve essere predisposto per la mi-
sura delle resistenze. Le stesse operazioni valide per
il controllo del transistor PNP vengono in questo caso
ripetute ma, ovviamente, con i puntali invertiti. Si ten-
ga presente che misurando una resistenza elevatissima,
il transistor deve considerarsi distrutto, mentre un va-
lore di resistenza estremamente basso sta a significare
che il transistor si trova in cortocircuito. Queste due
ultime considerazioni valgono anche per la prova del
transistor PNP.

Fig. 7 - Anche i transistor, di tipo PNP e NPN posso-


no essere sommariamente controllati con il tester. Nel-
l'esempio rappresentato in questa figura viene control-
lato un transistor di tipo PNP. Lo strumento è predi-
sposto per la misura delle resistenze. Con il puntale
positivo si toccano prima il collettore e poi l'emittore,
mentre con il puntale negativo, si tocca la base del
componente. La resistenza misurata deve essere bas-
sa. Viceversa, toccando con il puntale positivo la base
e con quello negativo il collettore e l'emittore, la re-
sistenza deve risultare elevatissima. Soltanto in questo
caso il transistor è da considerarsi efficiente.

boccola contrassegnata con il simbolo, che


si trova io basso sulla sinistra del pannello.
Lo spinotto rosso deve essere inserito nella boc- punt
cola di destra contrassegnata con il numero 10 V posit.
(fig. 3 ). Quindi si effettua la misura, leggendo il
valore su una delle due scale nere superiori;
in questo caso, trattandosi di un piccolo valore
conviene effettuare la lettura sulla prima scala.
Per tutti gli altri tipi di misure di tensioni con-
tinue rimandiamo il lettore alla lettura del li-
bretto di istruzioni di cui è corredato lo stru-
mento.

338
questa posizione, si inserisce lo spinotto nero
nella boccola contrassegnata con il segno,
mentre lo spinotto rosso deve essere inserito
nella boccola della colonna di 'sinistra contrasse-
gnata con 1 A. Si tenga ben presente che, quando
non si conosce approssimativamente il valore
della corrente che si vuol misurare, occorre
sempre iniziare la misura con la portata più
alta' (5 A), allo scopo di non danneggiare lo
strumento. Nell'esempio ora citato il valore della
corrente è pressoché noto ed è compreso fra
100 mA e l A. La lettura viene eseguita sulla
scala nera superiore 0- 10.

MISURE DI RESISTENZE
Per eseguire misure di resistenze, il commutatore
deve essere posizionato sul simbolo .O.. Lo spi-
notto nero deve essere inserito sulla boccola in
basso, a destra, contrassegnata con il simbolo
!l; l'altro spinotto, cioè lo spinotto rosso, verrà
inserito nella boccola corrispondente alla portata
desiderata. Nel nostro esempio, poiché si tratta
di misurare una resistenza del valore di 470 ohm,
lo spinotto verrà inserito nella boccola contras-
segnata con 2 x I. (fig. 5).
Prima di effettuare la misura della resistenza,
si dovranno cortocircuitare i due puntali, met-
tendoli in intimo contatto fra loro, allo scopo
di controllare che l'ago del tester raggiunga
esattamente il fondo-scala; in caso contrario si
dovrà agire sulla manopola di azzeramento pre-
sente nella parte più bassa del pannello fron-
tale. Quindi si collegano i puntali con i termi-
nali della resistenza e si effettua la lettura sulla
scala verde, moltiplicando la lettura per il coef-
ficiente indicato a destra della boccola utilizzata; cond elettrol.
nell'esempio ora citato, poiché il fattore di molti-
plicazione è 1, non occorre eseguire alcun pro-
dotto. Fia. 9- Anche le condizioni elettriche di un condensa-
L'ohmmetro viene alimentato per mezzo di una tore possono essere in un certo modo, controllate con
pila da 1,5 V ed una da 15 V, accessibili sull'ana- il tester. La predisposizione dello strumento è la stes-
lizzatore dopo aver svitato le viti che fissano il sa di quella valevole per il controllo dei diodi e dei
fondo allo struriento. transistor. Un condensatore elettrolitico efficiente deve
Quando non è possibile tarare lo zero, ciò signi- determinare un rapido spostamento dell'ago verso il
fica che le pile si sono scaricate ed occorre prov- fondo scala; ciò caratterizza il fenomeno di carica del
componente; successivamente l'indice dello strumento
vedere subito al loro ricambio. dovrà scendere lentamente verso l'inizio scala. Nel ca-
so in cui l'indice dovesse stabilizzarsi su un valore
CONTROLLO DEI DIODI E DEI TRANSISTOR abbastanza elevato dì resistenza, ciò starà a significare
Con il tester si possono anche effettuare con- che il dielettrico del condensatore presenta delle per-
dite.
trolli sullo stato di... salute dei diodi e dei
transistor.
Per controllare l'efficienza dei diodi, l'operazione
deve essere fatta secondo lo schema di fig. 6. tatto con il catodo, si dovrà effettuare una
Chiamiamo puntale positivo (rosso o nero) quello lettura di bassa resistenza. Viceversa, invertendo
il cui spinotto è inserito nella boccola contras- i puntali, si dovrà effettuare una lettura di resi-
segnata con il simbolo .O., che si trova sulla stenza elevata. Quésto semplice e rapido controllo
destra, in basso, del pannello frontale dello stru- permette di stabilire che il diodo si trova in
mento. Chiamiamo invece puntale negativo (ros- ottime condizioni.
so o nero) quello il cui spinotto è inserito nella Se la resistenza risulta invece elevata su entrambi
boccola contrassegnata con il simbolo n x 100, i terminali, ciò sta a significare che il diodo è
che si trova sulla sinistra, in basso del pannello. inutilizzabile, perché il suo circuito interno ri-
Con il puntale positivo in contatto con l'anodo sulta « aperto ».
del componente' e col puntale negativo in, con- Nel caso in cui la resistenza del diodo, misurata

339
R19

pA

S1
o
o
+o\
.,
• RlS

R18

R20
R16

S1d

R5 R13

R21

n e 5A4 lOOmA 10mA 1mA-1,5V 100 A 3v 30V 100V 300V 1000V


COMUNE fx1 nx 1K f100

Fig. 10 - Questo è lo schema elettrico completo del


tester 3201ITT della FACE STANDARD, cui si è fatto
COMPONENTI riferimento nel testo per la descrizione dei vari esem-
pi dì prove e letture.
R1 0,25 ohm
R2
R3
= 11,25
1 ohm
ohm
=
R4 = 112,5 ohm
R5 = 1.125 ohm
R6 = 140.000 ohm su entrambi i lati, risulta bassa, ciò sta a signi-
R7 = 400.000 ohm ficare che anche in questo caso il diodo è inuti-
R8 = 1,4 megaohm lizzabile, perché esso risulta in cortocircuito.
R9 = 4 megaohm E passiamo ora al controllo di un transistor di
R10 14,08 ohm tipo PNP (fig. 7). Anche in questo caso valgono
R11 = 6.750 ohm le stesse considerazioni precedentemente fatte
R12 11.250 ohm per il controllo dei diodi, cioè la determinazione
R13 36.200 ohm del puntale positivo e di quello negativo.
R14 22.000 ohm Collegando il puntale negativo con la base del
R15 = 9.380 ohm transistor PNP e collegando poi il puntale posi-
R16 = 100.000 ohm tivo, prima con il collettore e poi con l'emittore,
R17 22.000 ohm si. dovrà leggere un basso valore di resistenza.
R18 = 14.180 ohm Viceversa, colJegando il puntale positivo con la
R19 = 2.200 ohm base e quello negativo, prima con il collettore
R20 = 120.000 ohm e poi con l'emittore, si dovrà leggere una resi-

340
Fig. 11 - Questa foto ripro-
duce Il cablaggio originale del
tester 3201I1T della FACE
STANDARD; in alto sono pre-
senti le due pile, che risulta-
no strette fra due molle, in
modo da permettere la facile
sostituzione di esse.

stenza elevatissima. Soltanto in questo caso il con il quale si effettuano i controlli dei diodi
transistor è da considerarsi efficiente. Se invece e dei transistor.
la resistenza risulta elevatissima, ciò sta a signi- Un condensatore di tipo a carta o a mica di
ficare che il transistor è fuori uso; un valore piccolo valore capacitivo, fino a 50.000 pF, non
bassissimo cli resistenza sta a significare che può offrire alcuna indicazione. Nel caso in cui
il transistor si trova in cortocircuito. la lettura della resistenza risultasse assoluta-
Per il transistor di tipo NPN si ripetono le stesse mente costante, ciò starà a significare che sus-
operazioni valide per il transistor PNP, ovvia- siste una perdita nel dielettrico.
mente invertendo i puntali (fig. 8). Per i condensatori di valore capacitivo superiore
ai 50.000 pF si può notare un rapido guizzo
dell'ago, che poi lentamente scenderà ad un
CONTROLLO DEI CONDENSATORI certo valore costante. Questo fenomeno è dovuto
Anche lo stato di un condensatore può essere al processo di carica del condensatore, che viene
in qualche modo controllato con il tester. Lo alimentato dalle pile del tester. Questo compor-
strumento deve essere usato allo stesso modo tamento sta ad indicare che il condensatore è

341
efficiente, purché non sussista un valore resistivo
elevato.
Per i condensatori elettrolitici di capacità ele-
vata, il controllo si effettua nel modo seguente.
Si collega il puntale positivo con il terminale
positivo del condensatore e il puntale negativo
con il terminale negativo dell'elettrolitico. Nel
momento del contatto con i puntali, l'indice del-
lo strumento dovrà avviarsi rapidamente verso
il fondo-scala, per poi ritornare lentamente in-
dietro. Invertendo l'ordine di inserimento dei
puntali sui terminali del 'condensatore, l'indice
dovrà raggiungere il fondo-scala per ritornare
poi indietro dopo un certo tempo. Questo feno-
meno è dovuto al consumo della carica prece-
dentemen te assorbita dalla pila del tester. In
ogni caso, prima di sottoporre alla prova un
condensatore elettrolitico, occorre accertarsi che
esso sia assolutamente scarico, cortocircuitando
più volte i suoi termin ali.
Per concludere ricordiamo che, con il tester, si
possono eseguire moltissimi altri tipi di misure,
ma queste, almeno in parte, sono elencate e de-
scritte nel libretto di istruzioni che accompagna
lo strumento all'atto dell'acquisto.

Fig. 12 - Il tester è provvisto di custodia in


vinilpelle, di due puntali (rosso e nero) e di
un completo libretto di Istruzioni nel quale so-
no descritte tutte le operazioni di misura pos-
sibili.

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342
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Media frequenza 465 KHz
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500 lire in più.
CONTATTI REED
PER ANTIFURTI

Questo antifurto, assolutamente ori- poi, la lunga attesa della soluzione della verten-
za, il ricorso ad altri mezzi di trasporto, rappre-
ginale nella sua concezione tecnica, sentano tutti delle vere e proprie seccature, che
è stato appositamente progettato per è sempre bene scongiurare. E' sempre meglio,
l'installazione sull'autovettura, anche dunque, pur provvedendo all'assicurazione, ricor-
rere anche ai ben noti sistemi di antifurto.
se esso può essere adattato alla pro- Ma questi debbono essere di sicura efficienza e,
tezione di appartamenti, negozi e ma- soprattutto, molto difficili a neutralizzarsi.
gazzini.
NEUTRALIZZAZIONE DEGLI ANTIFURTI
11... tallone di Achille di tutti gli antifurti sta
proprio nella possibilità di essere sempre neu-
tralizzati. Eppure questo inconveniente è asso-
assai recente la notizia relativa all'aumen- lutamente necessario onde permettere al legitti-
to delle tariffe assicurative sui furti. E non mo proprietario di poter utilizzare liberamente
tutti sono disposti ad accettarle, anche per- la propria autovettura o rientrare nell'apparta-
ché adeguandosi ai nuovi costi assicurativi, non mento senza far accorrere ... la Volante.
si risolve completamente il problema del furto Alcuni antifurti sono ad innesto ritardato, in mo-
Chi si assicura contro i furti è certo di ottenere do da permettere al proprietario di entrare in
un risarcimento, anche se questo non ripaga mai macchina o in casa e di avere tutto il tempo di
completamente il danno subito. Perché esso vie- disinserire l'antifurto prima che il dispositivo di
ne sempre a pesare, in qualche modo, sul bilan- allarme scatti. Ma in questo stesso modo anche
cio familiare, soprattutto quando si tratta del un qualsiasi ladro può introdursi nell'autovettu-
furto dell'autovettura. Le pratiche burocratiche ra, facendo appello alla propria esperienza ed in-

344
dividuando in breve tempo il dispositivo di di- 11 circuito dell'antifurto fa impiego anche di un
sinnesto. temporizzatore pilotato da due transistor, il qua-
In altri tipi di antifurto, il cui principio di fun- le permette di ritardare l'entrata in funzione del
zionamento è basato sull'impossibilità di entrare dispositivo, permettendo all'utente di uscire dal-
in casa o nell'autovettura, il dispositivo di neu- l'abitazione o dall'auto. Spieghiamoci meglio.
tralizzazione deve essere necessariamente ester- Supponiamo che, una volta parcheggiata l'auto-
no, ma anche questo sistema rende l'antifurto vettura e fatti scendere gli eventuali passeggeri,
particolarmente vulnerabile. si voglia mettere in funzione l'antifurto. A tale
Nel nostro antifurto esiste una particolarità che scopo sarà sufficiente inserire l'interruttore dop-
lo differenzia completamente da ogni altro tipo. pio S1A - S1B, in modo da alimentare l'apparato
Esso infatti, non permettendo di introdursi nelle con la tensione continua compresa fra i 10e i 14
zone proibite senza far scattare l'allarme, con- V. In tali condizioni, poiché il condensatore Cl
serva il dispositivo di neutralizzazione all'interno risulta temporaneamente scarico, con tensione
dell'appartamento o dell'autovettura. E non esi- quasi nulla tra base ed emittore di TRI, il tran-
stono, in pratica, interruttori, fili conduttori, chia- sistor TRl si troverà all'interdizione, mentre il
vette od altri elementi facilmente individuabili transistor TR2, ricevendo una forte corrente di
dai ladri più esperti. base attraverso la resistenza R3, risulterà saturo,
Giunti a questo punto, i nostri lettori si chiede- cioè con tensione quasi nulla tra collettore ed
ranno in qual modo il proprietario possa varcare emittore. In queste condizioni circuitali il diodo
la soglia dell'appartamento o della macchina im- controllato SCRI non potrà innescarsi e all'u-
punemente. tente sarà permesso di uscire dall'autovettura
Per neutralizzare l'antifurto si sfrutta un elemen- senza far scattare l'allarme. Tuttavia, dopo 30
to assolutamente invisibile ed immateriale: la secondi circa, per effetto della carica del conden-
forza magnetica che, essendo in grado di attra- satore elettrolitico Cl, attraverso la resistenza
versare i cristalli dell'autovettura o la porta di R2 e la lampadina LPI, si verificherà una inver-
casa, fa scattare dei piccoli ed efficientissimi con- sione nelle condizioni di conduttività dei due
tatti magnetici noti sotto il nome di RELE' transistor: TRl risulterà saturo mentre TR2 rag-
REED. giungerà l'interdizione, permettendo l'innesco del
diodo controllato SCRl.
I RELE' REED Tale innesco, tuttavia, non si verifica finché i con-
Poiché il relé reed rappresenta, nel nostro caso, tatti dei reed CM1-CM2, applicati sulle portiere
cuore dell'antifurto, riteniamo doveroso intrat- dell'autovettura, rimangono chiusi, cortocircui-
te ci brevemente su di esso, interpretandone tando a massa il gate del diodo controllato SCRl.
i pr •• i costruttivi e cli funzionamento. Anche se uno solo di questi contatti si apre, ve-
Il relé d è composto da due sottili lamine ma- nendo a mancare il cortocircuito, il diodo con-
gnetiche :chiuse in un tubetto di vetro, nel trollato SCRl si innesca attraverso la resistenza
quale sono tenuti gas inerti che impediscono R4 e rimane in tali condizioni anche chiudendo
l'ossidazione le lamine e conferiscono al dispo- velocemente la portiera facendo scattare inevi-
sitivo una dur di funzionamento pressoché il- tabilmente l'allarme, che noi abbiamo indicato,
limitata. nello schema elettrico di figura 1, con un campa-
Le due lamine' magnetiche, così come si può nello elettrico ed una lampada-spia (LPI), ma
vedere in figura- CM3), sono inserite in modo che i lettori potranno sostituire anche con . lo
che distino l'una Il'altra di alcuni decimi di stesso clacson dell'autovettura.
millimetro; quando se vengono immerse in un Volendo rientrare in macchina, il proprietario
campo magnetico gen {o da magneti permanen-
dovrà avvicinare al relé reed CM3, sistemato die-
ti o elettrocalamite, an se il valore di inten- tro un qualsiasi cristallo dell'autovettura, una
sità del campo è molto e, le lamine si at- piccola calamita la quale, chiudendo il contatto
traggono, stabilendo un cont elettrico fra i magnetico del reed, farà scattare il diodo con-
terminali del reed. II dispositivo olto piccolo trollato SCR2 che, oltre a circuitare a massa la
e, per tale motivo, molto sensibile, o che è base del transistor TR1, attraverso Rl e DI, im-
possibile eccitarlo con una normale pi pedendo il conseguente innesco del diodo SCRI,
lamita anche attraverso un corpo solido, fa accendere la lampada-spia LP2, che fornisce
non di materiale ferromagnetico. il segnale di via libera. Una volta entrato in mac-
L'eccitazione, ad esempio, attraverso il a l'utente può, con comodo, disinserire l'an-
za dell'autovettura è immediata. tifar#oche risulterà così pronto per essere nuo-
in funzione quando ve ne sia la
CIRCUITO DELL'ANTIFURTO
Lo schema elettrico dell'antifurto, riportato in
figura 1, fa impiego esclusivamente di componen-
ti allo stato solido (diodi, transistor, SCR), es-
sendo completamente eliminato l'uso di ingom-
branti relé elettromagnetici che, tra l'altro, sono
più costosi e offrono un minor affidamento.

345
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AL CAMP

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13,5V A LPI

Fig. 2 - Il cablaggio del


circuito elettronico deve
essere realizzato su cir-
cuito stampato che, assie-
me alla morsetterla, all'in-
terruttore doppio S1A-S1B
e all'eventuale campanello
elettrico per corrente con-
tinua, verrà applicato sul-
la parte posteriore del
pannello frontale di un
contenitore di plastica.

PARTICOLARITA' REALIZZATIVE
Il montaggio di questo antifurto si presta a sva-
riate soluzioni e ad eventuali modifiche, per po-
ter essere meglio adattato ad ogni caso partico-
lare.
Montando l'antifurto in un appartamento, con-
viene incassare i relé magnetici CM1-CM2 nello .
stipite della porta o della finestra che si vuol
proteggere, mentre la calamita verrà sistemata
dentro la porta Stessa. In questo modo l'apparato
risulterà perfettamente invisibile senza la presen-
za di alcun filo che provocherebbe i sospetti di
ogni lestofante.
Il numero dei contatti magnetici, ovviamente, po-
trà essere aumentato a piacere, purché essi risul-
tino tutti collegati in serie. In tal caso l'alimenta-
zione può essere ottenuta con un semplice ali-
mentatore in 'corrente alternata, ovviamente do-
tato di circuito raddrizzatore, ma sarà sempre
utile disporre anche di una batteria da collegare
in parallelo allo scopo di poter fornire energia
al circuito nel caso di una interruzione, acciden-
tale o provocata, della corrente di rete-luce.
Gli avvisatori acustici più adatti potranno essere Fig. 3 - Circuito stampato, in grandezza natu-
le sirene, le trombe per auto o i normali campa- rale, necessario per la realizzazione del cablag-
nelli per corrente continua, provvedendo al colle- gio elettronico dell'antifurto.
gamento, in parallelo, di una piccola lampada-
spia (LPl), che permetta di mantenere il diodo
controllato SCRl costantemente innestato.
L'elemento segreto dell'antifurto, cioè il box ri-
portato in figura 5, potrà essere installato nella

347
stessa cavità in cui è allogato il pulsante per il
campanello. In particolare, occorrerà che il relé
CM3 sia incollato sul vetro del parabrezza del-
PORTIERA PORTIERA
DI SINISTRA
l'autovettura, oppure nella parte posteriore del
DI DESTRA
campanello, in modo da risultare sufficientemen-

CM
MAGN.
CM2

MAGN.
te sensibile all'attrazione della calamita.

INSTALLAZIONE SULL'AUTOVETTURA
Per coloro che vorranno installare il nostro
antifurto sull'autovettura consigliamo di utiliz-
zare un dispositivo di allarme sonoro diverso
dalle normali trombe o dal classico clacson che,
salvo rare eccezioni, sono facilmente neutraliz-
zabili eliminando un fusibile con uno strappo ai
cavi elettrici. Occorrerà dunque proteggere l'av-
visatore con un fusibile separato ed installare il
Fig. 4 - L'originalità dell'antifurto consiste nell'uso dei tutto in posizione difficilmente accessibile. Desi-
relé reed (CM1-CM2), i cui contatti vengono chiusi ed derando utilizzare il dispositivo acustico instal-
aperti con il semplice avvicinamento al componente di lato nell'autovettura, sarà sufficiente collegare
una piccola calamita. Questo disegno fa riferimento al-
l'anodo (A) del diodo controllato SCRI con
l'applicazione dell'antifurto sull'autovettura; le indica-
zioni relative ai colori del conduttori e la numerazione l'interruttore presente sul volante, oppure con
riportata nel disegno trovano preciso riscontro nello il morsetto dell'avvisatore collegato con la linea
schema elettrico di figura 1. negativa della tensione. L'inconveniente di que-

Fig. 5 - In questo piccolo box, che può avere le dimensioni di 2x3x2, risultano inseriti
il relé reed CM3 e la lampada-spia LP2. Il box è riempito di ceralacca. Esso deve es-
sere applicato sulla parte lntema del' parabrezza, ad una certa distanza dai deflettori.
Quando si vuol « armare » o « disarmare » l'antifurto, basterà avvicinare, per un at-
timo, una piccola calamita al relé reed. La numerazione e le indicazioni dei colori ri-
portate in corrispondenza dei tre fili conduttori trovano preciso riscontro nello schema
di figura 1.

348
Fig. 6 - Piano costru ttivo del prototipo dell'antifurto realizzato nei nostri laboratori.
L'alimentazione del circuito è ottenuta con la tensione di 13,5 V, erogata da una o più
pile. Non si utilizza invece l'energia elettrica della batteria dell'auto, perché è molto
facile per i lestofanti consumare il furto dopo aver interrotto il circuito di alimenta-
zione della batterla.

sto sistema, a prescindere dalla facile neutraliz-


zazione già citata, è il seguente: premendo il contatti aperti
pulsante del clacson, il diodo controllato SCRl
si disinnesca e l'allarme cessa di agire. Tale in-
conveniente può essere considerato alle volte
un pregio, soprattutto dagli automobilisti distrat-
ti. Lasciamo dunque al lettore la decisione più
congeniale. atmosfera inerte
In figura 5 proponiamo ai lettori un esempio
costruttivo del· box adatto per l'installazione
sull'autovettura. Come si vede, la lampada-spia
e l'interruttore magnetico risultano fissati su un contatti chiusi
contenitore di plastica di piccole dimensioni e
riempito di ceralacca. Questo tipo di realjzzazio-
ne non è tuttavia d'obbligo ed in pratica potrà
andar bene ogni soluzione, purché il relé CM3

rimanga il più possibile vicino ad un cristallo
della vettura, possibilmente in una posizione lon-
tana dal deflettore, in modo che eventuali malin-
tenzionati non possano strappare i fili conduttori.
I contatti CM1-CM2 dovranno essere fissati in
prossimità delle portiere, in modo che alcuni
piccoli magneti, fissati sulle portiere stesse, li Fig. 7 - Il « relé magnetico » è composto da due con-
mantengano costantemente chiusi. tatti, normalmente aperti, contenuti in un'ampolla di
vetro ermeticamente chiusa e riempita di gas inerte.
UNA SEMPLICE MODIFICA Quando un piccolo magnete vien fatto avvicinare al
« relé magnetico », le due lamine si chiudono e il com-
Per rendere ancor più ... inespugnabile il nostro
ponente diviene un conduttore elettrico.
antifurto, si può sostituire l'interruttore S1A-
S1B con un semplice pulsante, normalmente
chiuso collegato in serie con l'anodo (A) del

349
diodo controllato SCR2 e collegando permanen-
temente il dispositivo con il circuito alimenta-
tore. Apportando • questa modifica al circuito,
quando si entra nell'autovettura occorrerà pre-
mere il pulsante, allo scopo di riportare l'anti-
E NOSTRE
furto nello stato di riposo ed evitando la pos-
sibilità che un qualsiasi lestofante, una volta
individuato l'interruttore S1, possa introdursi
CUFFIE STE
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
velocemente nell'auto anche se gli avvisatori acu- fedeltà e per un nuovo ed emozionante
stici sono entrati in funzione, disinnestando l'an- incontro con il mondo della musica ste-
tifurto tramite S1 e facendo pensare agli even- reofonica.
tuali osservatori di non essere un ladro ma sol-
tanto un automobilista nervoso. Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalità elevata con un
REALIZZAZIONE PRATICA perfetto adattamento anatomico._
Il cablaggio del circuito elettronico dell'antifur-
to, soprattutto nel caso in cui esso debba essere
installato sull'autovettura, verrà effettuato su cir-
cuito stampato. A tale scopo riportiamo in .figura
3 il circuito stampato che il lettore dovrà com- CUFFIA STEREO
porre con le stesse dimensioni del disegno. MOD. LC25
Il circuito stampato conferisce all'apparato una L. 4.500
buona rigidità meccanica, indispensabile per re-
sistere alle sollecitazioni meccaniche degli auto- CARATTERISTI CHE:
mezzi e per risolvere il problema dell'ubicazione Impedenza: 8 ohm
nel poco spazio disponibile nell'abitacolo del- Gamma di freq.: 18 -
l'autovettura. 15.000 Hz
I componenti necessari per questo tipo di rea- Peso: 320 grammi
lizzazione sono di facile reperibilità commer-
ciale. I transistor TR1-TR2 sono due comunis-
simi semiconduttori NPN, di tipo BC109 e BC107.
I diodi controllati SCR1-SCR2 dovranno essere
adatti alla tensione di 50 V - 1 A (valore limite
minimo). In particolare, il diodo controllato SCRl CUFFIA STEREO
dovrà adattarsi alle caratteristiche elettriche del MOD. DHOB
circuito. Se infatti l'assorbimento fosse di 3 A, L. 16.500
il diodo controllato SCRI dovrà essere adatto CARATTERISTICHE:
per la tensione di 50 V - 5 A. E' evidente che Impedenza: 8 ohm
i componenti con caratteristiche superiori po- Sensibilità: 110 dB
tranno sempre essere utilmente montati nel cir- a 1.000 Hz
cuito, mentre servendosi di' componenti con pre- Gamma· di freq.:
stazioni inferiori si può correre il rischio di 20 - 20.000 Hz
mettere fuori uso il circuito. Peso: 450 grammi
La cuffia è provvista
di regolatore di
livello a manopola
del tweeter.

Adattatore
per cuffie stereo
Mod. 1B-11D
L. 3.500
SCEGLIENDO Questo piccolo ap-
parecchio consente
il collegamento di
IL REGALO una o due cuffie ste-
reo con tutti i com-
CHE plessi stereofonici.
La commutazione al-
PREFERITE toparlante - cuffia è
immediata, senza al-
cun intervento sui
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Potenza musicale 50W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a I megaohm
Sensibilità entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
D lstorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio Il kit è comprensivo di tutti gli
+ 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione
Consumo a pieno carico
220 V
60 VA
zazione dell'amplificatore ripro-
Consumo in assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W
pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
Questa scatola di montaggio, veramente pre- toparlanti e il contenitore. Ricor-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli-
ficatore di potenza, appositamente concepito
la di montaggio, già presentata
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre . dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile
a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
scorso anno, viene ora equipag-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati.
sempre allo stesso prezzo di
II kit é comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz- L. 19.500: una capsula microfo-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per Il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore.
le doppio ad aria.
ALEIDOSCO
LETTRO

Un utile esperimento di ivertenti. Anche questi, infatti, possono rappre-


didattica in grado di divertire tutti, sentare un valido banco di prova -- --- ' - •
attitudini.
rallegrando le feste da ballo, attirando Ispirandoci a tali concetti, vogliam
i passanti verso le vetrine, costituen- lettore, in queste pagine, un se:
do un oggetto di curiosità nelle fiere ·cli apparato che avremmo potut
luci pazze», Esso infatti perme
paesane. con una comune lampadina ad incandesCenZa, el-
fetti luminosi suggestivi, producendo impr
lampi di luce, spegnendosi, accendendosi a
più o meno intensamente e così via, attr:
una successione, senza fine e sempre div
variazicmi luminose.
Dunque, non è proprio il caso di p
n1' on è detto bhe per addentrarsi sempre più l'it~ o impieghi pratici d_i qmesto .a_
i#f@$ nello studio dell'elettronica si debbano ne- ché esso ha lo scopo di un esercir
~ \\ cessarii:unente. costruire., di continuo,-. appa- per il montatore elettromco e di dive
recchi radio,, strumenti per laboratorio ed altri coloro che vorranno usarlo.
apparati similari. Molto spesso, il, piacere del- Eppure qualche applicazione di questo apparalo
l'elettronica, viene riscontrato nella realizzazione può essere realizzata. Ad esempio, l'apparecchio
di oggetti semplici e, allo stesso tempo, utili e potrebbe costituire UJ;l èompletamento" in alcuni

352
tipi di impianti di luci psichedeliche per piccoli zener DZ i cui terminali possono considerarsi le
complessi musicali o nelle moderne sale da bal- vere e proprie uscite dell'alimentatore.
lo. L'apparato potrebbe essere adottato anche
per creare una certa attrazione del pubblico nel- L'OSCILLATORE
le vetrine dei negozi. Il compito dell'oscillatore è quello di generare
La concezione circuitale del caleidoscopio elet- gli impulsi adatti all'innesco del diodo control-
tronico fa di questo apparato uno strumento di lato SCR, che regola la luminosità delle lampade.
divertimento da usare in casa; lo compongono Tra i vari tipi di oscillatori, quello che meglio di
quindi elementi di piccola potenza, anche se, con ogni altro si presta a questo genere di applica-
l'apporto di piccole e semplicissime modifiche zioni è certamente l'oscillatore a rilassamento,
tecniche, è possibile adattarlo per l'accensione di pilotato da un transistor unigiunzione. Il vantag-
lampade di potenza ad elevato voltaggio, neces- gio di questo circuito sta nella sua semplicità e
sarie in talune circostanze. nella possibilità di ottenere impulsi molto veloci
con una bassa impedenza di uscita, che risentono
LO SCHEMA ELETTRICO in misura minima la presenza del carico appli-
Esaminando lo schema elettrico del caleidosco- cato.
pio, rappresentato in figura 1, si vede che questo Il funzionamento del transistor unigiunzione cor-
può essere idealmente suddiviso in tre sezioni: risponde a quello di un interruttore automatico,
alimentatore che si chiude quando la tensione ha raggiunto un
circuito d'innesco ben preciso valore di soglia.
regolatore di luminosità Supponendo che il condensatore CI risulti inse-
Cominciamo quindi con l'analisi dell'alimentatore, rito nel circuito, così come avviene nell'esempio
il quale, oltre a fornire la tensione continua per di figura I, questo componente, inizialmente sca-
il funzionamento dell'oscillatore, serve a gene- rico, tende a caricarsi attraverso le resistenze
rare la tensione alternata, cli opportuno voltaggio, R1-R2. Appena esso raggiunge la tensione di SO·
necessaria per l'accensione della lampada o del glia, il transistor TRl, che inizialmente si presen-
gruppo di lampade che compongono il carico. tava come un interruttore aperto, si chiude im-
La tensione presente sull'avvolgimento seconda- mediatamente, provocando la scarica del conden-
rio del trasfonnatore Tl e la potenza di questo, satore Cl attraverso la resistenza R4. Il processo
risultano subordinate al tipo di lampade che si di scarica avviene in un tempo abbastanza breve,
vuol utilizzare. dato il basso valore della resistenza R4. E la sca-
Per piccoli impieghi è sufficiente disporre cli una rica dà luogo ad un picco di tensione.
potenza di 25 W circa, ottenibili ad esempio con A questo punto il condensatore CI risulta nuo-
una lampada da 24 V - I A. Ecco il motivo per vamente scarico e il ciclo ora descritto si ripete
cui l'avvolgimento secondario del trasformatore automaticamente.
TI è stato adattato a tale tensione. Nulla tuttavia
limita l'impiego di altre lampade e, quindi, di REGOLATORE DI LUMINOSITA'
altre tensioni, rispettando ovviamente le potenze L'elemento che permette di controllare la lumi-
in gioco. nosità della lampada di carico è rappresentato
Per l'impiego di lampade a 220 V, con potenza dal diodo controllato SCR. Questo diodo è ormai
compresa entro i limiti della sopportabilità del ben noto ai nostri lettori, perché esso è divenuto
diodo controllato SCR, occorrerà innanzitutto molto comune in ogni settore della regolazione
collegare il terminale cli massa dell'avvolgimento della potenza, così che esso ha praticamente sop-
secondario del trasformatore TI con uno qual- piantato, salvo rare eccezioni, tutti i sistemi pre-
siasi dei due terminali dell'avvolgimento prima- cedentemente adottati.
rio a 220 V, mentre il carico, cioè la lampada Per ottenere una regolazione della corrente di ca-
anziché essere collegata all'avvolgimento secon- rico, cioè della luminosità, è indispensabile che
dario dovrà essere connessa con l'altro termina- il diodo controllato SCR venga alimentalo in cor-
le dell'avvolgimento primario del trasformatore. rente alternata, in modo da disinnescarsi automa-
In questo caso al trasformatore Tl è affidato il ticamente in presenza cli ogni semionda negativa.
solo compito di alimentare il circuito dell'oscilla- Più precisamente, essendo sufficiente un passag-
tore e per esso ci si potrà servire di un trasfor- gio della tensione attraverso lo zero, per provo-
matore anche di piccola potenza (5 W) da 220/ care lo spegnimento della lampada, si sarebbe
12 V. potuto utilizzare un sistema a ponte per alimen-
La tensione continua, necessaria per alimentare tare il diodo, in modo da ottenere una maggiore
l'oscillatore, è fornita dal diodo raddrizzatore DI luminosità della lampada, ma ciò è risultato
e dal condensatore di livellamento C5, mentre le un'inutile complicazione, soprattutto in conside-
resistenze R5 - R6 - R7 provvedono ad attenuare razione dell'uso cui è destinato il nostro caleido-
la tensione che, altrimenti, risulterebbe eccessiva. scopio elettronico. Non è necessaria dunque alcu-
Per la resistenza R6 consigliamo di adottare il na modifica del circuito in tal senso.
valore di 220 ohm se l'avvolgimento secondario
di Tl è a 24 V. GIRANDOLA DI LUCI
La tensione continua viene stabilizzata dal diodo Vediamo ora di esaminare il modo con cui ven-

353
R6

-±°
,
±Li +
DZ _ .
-- " T1

l
K
Il 11

4!
R5

• T. T, R4
+
T 24 V
1,2

- II. Il S2

Fig. 1- Il circuito teorico del caleidoscopio elettronico può essere idealmente suddi-
viso in tre parti: il circuito di innesco, quello regolatore di luminosità e l'alimentatore,
L'uscita è rappresentata dall'anodo del diodo controllato SCR, sul quale viene colle-
gato il carico rappresentato da una o più lampadine.

COMPONENTI
Condensatori R4 = 47 ohm
C1 = 100.000 pF R5 = 2.400 ohm - 3 W
C2 = 470.000 pF R6 = 220 ohm
C3 = 2 F - 25 VI. (elettrolitico) R7 = 100 ohm
C4 = 5 F - 16 VI. (elettrolitico)
C5 = 100 F - 40 VI. (elettrolitico) Varie
TR1 = 2N2646
Resistenze SCR = C106
R1 = 4.700 ohm DZ = BZX61 - C12 (zener 12 V- 1 W)
R2 = 4. 700 ohm (variabile) D1 = BY126 (diodo ·a1 silicio)
R3 = 470 ohm T1 = 220 - 24 V- 1,2 A - 30 W circa

gono prodotti tutti gli effetti luminosi già men- plicati, già sapranno che per regolare la lumino-
zionati. - . sità di una lampada con un diodo controllato
Coloro che hanno sempre seguito la nostra rivi- SCR o, equivalentemente, con un TRIAC, occorre
sta ed· hanno letto gli articoli mensilmente pub- innescare il diodo in un punto ben determinato

354
massa
o

RETE

Fig. 2 • Il cablaggio del caleidoscopio elettrico deve Un esempio figurativo di quanto può succedere
essere preferibilmente realizzato su un supporto me- nel nostro apparato è riportato in figura 2. Que-
tallico, al quale si attribuisce la funzione di conduttore sto grafico fornisce un'idea sufficientemente chia-
della linea di massa. ra di un tipico andamento del processo di ac-
censione delle lampade; la larghezza più o meno
ampia dei successivi rettangolini corrisponde ad
un periodo più o meno breve dell'accensione del-
la lampada o di un gruppo di lampade.
della sinusoide, cioè del diagramma rappresenta- Commutando uno dei tre condensatori C1-C2-C3,
tivo della corrente alternata. Soltanto in questo si otterranno varie cadenze di accensione, con
modo si ottiene il passaggio di una corrente in la possibilità di un maggior numero di effetti
grado di produrre una illuminazione costante. luminosi.
Al contrario, con il nostro dispositivo, gli impul-
si di innesco prodotti dall'oscillatore ed inviati MONTAGGIO DEL CIRCUITO
al gate del diodo SCR, non presentano alcuna La fase di realizzazione del progetto non presen-
relazione di fase con l'onda sinusoidale presente ta grosse difficoltà. Comunque, la prima opera-
sull'anodo del diodo. In tal modo l'innesco può zione da fare è quella di procurarsi tutti i com-
verificarsi indifferentemente, a seconda del caso, ponenti elettronici necessari. Per quanto riguar-
in un punto o nell'altro della sinusoide, facendo da la scelta del trasformatore di alimentazione
brillare più o meno la lampadina secondo una Tl abbiamo avuto già occasione di parlare ed ab-
legge del tutto casuale. biamo anche proposto la scelta del tipo più adat-

lampade spente

{ F

lampade accese

Fig. 3 - Questo diagramma fornisce un'idea sufficientemente chiara della • girandola


di luci , cioè degli effetti luminosi ottenuti dal caleidoscopio elettronico. La distanza
variabile fra un rettangolino e l'altro corrisponde alla variabilità dei tempi di accensione
delle lampade; la larghezza di ciascun rettangolo corrisponde invece al tempo di du-
rata di accensione delle lampade.

355
blaggio accurato, seguendo attentamente il piano
costruttivo di figura 2.
Una delle condizioni principali per ottenere il
perfetto funzionamento dell'apparato consiste
nell'esecuzione precisa dei collegamenti di mas-
sa che, nello schema pratico di figura 2, sono
indicati con la lettera « m ». Coloro che volessero
effettuare il montaggio su un pannello di mate-
riale isolante, dovranno preoccuparsi di collegare
fra loro tutti questi punti.
Ai meno esperti ricordiamo che una lampada da
24 V-1 A può essere sostituita con due lampade
da 12 V - 1 A, collegate in serie, oppure da due
lampade da 24 V-0,5 A, collegate in parallelo
K G A 82 B1 o, ancora, da un gruppo di 12 lampade da 6 V
A - 0,33 A, collegate nel modo illustrato in figura 5
E che, diversamente colorate, forniranno un effetto
luminoso veramente suggestivo.

Fig. 4- Per agevolare il compito del lettore, in sede di


cablaggio dell'apparato, riproduciamo in questo dise-
gno la disposizione degli elettrodi nel diodo control-
lato SCR (a sinistra) nel diodo raddrizzatore al silicio
D1 (al centro) e nel transistor unigiunzione TR1 (a
destra). ALA USCITA

to di diodo SCR, le cui caratteristiche debbono


essere condizionate a quelle del carico. Per esem-
pio, con una o più lampadine per complessivi
24 V- 1 A, il diodo SCR dovrà essere adattato
ad una tensione di 50 V e alla corrente di 2-3 A.
Aumentando il valore della tensione, oppure quel-
lo della con-ente assorbita dalle lampade, anche
il diodo controllato SCR dovrà risultare dimen- 12 LAMPADE 6V 0,3A
sionato proporzionalmente. Per lampade da 220
V- 150 W occorrerà un diodo da 300- 400 V e Fig. 5- II carico di uscita del circuito può essere rap-
2-3 A. presentato da una o più lampade, diversamente colora-
In figura 4 è riportata la disposizione dei tenni- te. In questo esempio riproduciamo il sistema di col-
nali del diodo SCR di tipo C606 (primo disegno legamento di 12 lampade da 6 V - 0,33 A.
a sinistra), del diodo al silicio Dl e del transistor
unigiunzione TR1 (primo disegno a destra).
Vogliamo ricordare che, nel nostro prototipo, è
stato utilizzato il transistor unigiunzione 2N2646,
perché questo risulta particolarmente economico

OSCEGLIENDO
e facilmente reperibile, tuttavia molti' altri tipi
di transistor unigiunzione possono essere utiliz-
zati.

LA TARATURA
Allo scopo di permettere una compensazione fra IL REGALO
i diversi tipi di transistor adottabili, abbiamo
inserito, in serie con Rl, la resistenza semifissa
R2. La regolazione di questa resistenza permet-
CHE
te di far oscillare qualunque tipo di transistor
unigiunzione in tutte e tre le posizioni del com- PREFERITE
mutatore S1. Ma per raggiungere la condizione
di oscillazione di TRl, occorre realizzare un ca-

356
Gli ESPERIMENTI
DEL PRINCIPIANTE
6è»
.i
,,
4 = I/
NUCLEO

.,

t
• Costruendolo, sarete certi di raggiun-
gere il successo e potrete vantarvi: di La scatola di montaggi6, che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di, legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
il primo ricevitore radio. re da sé.

La scatola di montaggio del ricevitore, completa di altoparlante costa L. 3.500.


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LDATO
INCI
Chi comincia soltanto ora a
muovere i primi passi nel mon-
PREZZO È ALLA
RTATA DI TUTTI! ■ ■
L. 1.400
do dell'elettronica pratica, non
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se queste deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. II saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza, è di 50 W e l'alimentazione è quella normale dì rete-luce di 220 V.
(

I
;,. I
1 / ' .I\ 1 A
\

ERMOMETRO
ELETTRONICO
La resistenza NTC, sensibile alle variazioni di temperatura,
permette di modernizzare il vecchio termometro fisico a
mercurio o ad alcool.

A
nche la misura della temperatura costituisce
una necessità tecnica del principiante elet-

I tronico. Capita spesso, infatti, di dover mi-


surare la temperatura massima raggiunta da un
transistor, da un trasformatore o da altro com-
ponente elettronico a pieno regime di funziona-
mento.
Ma non è assolutamente concepibile che il tec-
nico, durante il lavoro di controllo o collaudo di
un apparato, prenda in mano il classico tenno-
metro a colonnina di mercurio o di alcool, assai
lento nella misura e poco agevole. Occorre dun-
que, ancora una volta, rivolgersi all'elettronica,
che permette di realizzare termometri a pronta
lettura e di facile impiego anche nei punti più
impensati di un radioapparato, là dove il grovi-
glio di fili è notevole e in quelle zone in cui nes-
sun termometro a mercurio potrebbe entrare.
Con il termometro elettronico si gode inoltre del
vantaggio di una vasta gamma di temperature,
anche se i dati ottenuti non godono di quella
precisione che va riconosciuta ai termometri a
colonnina di mercurio.
o Ma il termometro elettronico non interessa sol-
tanto il lavoro del principiante, perché esso si
rivela utilissimo in molti altri settori. Per esem-
pio in quello dei bagni fotografici o delle elet-
trodeposizioni, per non parlare poi dei motori
a scoppio delle autovetture il cui conducente de-
ve rimanere costantemente informato sulla tem-
peratura di taluni organi.

358
L'ELEMENTO SENSIBILE Come avviene per tutti i componenti elettro-
Come è noto, per misurare la temperatura, oc- nici, anche nel settore delle resistenze NTC
corre un elemento sensibile alle sue variazioni. esiste tutta una varietà di modelli, che si dif-
Nel tipo più comune di termometro, cioè quello ferenziano tra loro per il valore nominale della
a mercurio, l'elemento sensibile è rappresen- resistenza (generalmente riferito alla tempera-
tato dal metallo liquido, la cui dilatazione ter- tura di 25C), per la diversa potenza massima
mica viene sfruttata appunto per la misura del- dissipabile, per la diversa sensibilità, cioè per
le temperature. In altri tipi di termometri si il diverso coefficiente di temperatura e per la
sfruttano, ad esempio, le lamine bimetalliche, forma diversa, che può essere a vite metallica,
mentre in altri' l'elemento sensibile è rappre- a tubetto, a pasticca, ecc.
sentato da una termocoppia.
Nei modelli più recenti, di tipo elettronico, si COMPORTAMENTO DELLE RESISTENZE NTC
sfruttano le proprietà di una particolare resi- A molti lettori potrà sembrare strano il com-
stenza, denominata NTC (negative temperature portamento di questi tipi di resistenze, il cui
coefficiente). Questa resistenza, a coefficiente ne- valore resistivo varia col variare della tempe-
gativo, al contrario di quanto avviene nelle nor- ratura, contrariamente a quanto avviene nei
mali resistenze il cui valore aumenta, sia pure resistori di tipo più comune. E' noto, infatti,
in misura molto bassa, con l'aumentare della che la resistenza di una comune lampadina a
temperatura, tende invece a dimin uirlo in una filamento aumenta notevolmente il suo valore·
misura assai più accentuata. La resistenza NTC, quando essa viene percorsa dalla corrente elet-
dunque, presenta un valore resistivo diverso ad trica e costretta all'incandescenza. Un semplice
ogni valore diverso di temperatura; ecco per- esperimento, in tal senso, è suggerito dalla fi-
ché questo tipo di resistenza bene si adatta per gura 1.
la costruzione di un termometro elettronico. Si prenda una lampadina da 6 V - SO mA e si
Per dovere di informazione dobbiamo ricordare misuri la resistenza di questa con un ohmmetro.
che le resistenze NTC sono composte, general- Lo strumento, quando la lampadina è spenta
mente, con ossidi metallici di vario tipo, mi- segnala un certo valore, che può essere, ad
scelati fra loro, con proprietà simili a quelle esempio, quello di 80 ohm. Chiudendo l'inter-
dei semiconduttori; questi ossidi vengono pres- ruttore, nell'esperimento proposto in figura 1,
sati e ricoperti con opportune sostanze pro- nel circuito dovrebbe fluire una corrente pari a:
tettive. I = V:R

359
LAMPADA LAMPADA
SPENTA ACCESA

80
"V/ 120
0HM - OHM

INT.

e @ e @
fig. 1 - Per poter sperimentare pratica-
PILA mente il fenomeno della variazione della
PILA
resistenza col variare della temperatura,
il lettore potrà realizzare questo sempli-
ce circuito, verificando che la resistenza
fredda della lampadina assume un valo-
re basso; il valore resistivo de! filamen-
LAMPADA 6 V 50 m A lo, invece, aumenta quando la resisten-
za diviene incandescente.

cioè una corrente il cui valore è stabilito dalla agli atomi della materia, aumentando così il
legge di Ohm citata nella formula, nella quale flusso di corrente. Si ha cioè una maggiore fa.
la tensione V è quella della pila e la resistenza cilità al passaggio della corrente e, quindi, una
R è quella del filamento della lampadina. Ma minore resistenza.
in pratica ciò non si verifica, perché il valore
della corrente, dedotto tramite l'applicazione CIRCUITO DEL TERMOMETRO ELETTRONICO
della formula, è inferiore a quello previsto. Ciò Lasciando ora da parte ulteriori considerazioni
sta ad indicare che la resistenza del filamento tecniche, veniamo all'analisi del circuito teorico
della lampadina è aumentata a causa dell'au- del termometro elettronico rappresentato in fi-
mento della temperatura. Nell'esempio di figu- gura 2.
ra 1 si suppone che il valore della resistenza del Molti lettori e fra questi, in particolar modo,
filamento sia aumentato da 80 a 120 ohm. gli studenti cli scuola media o superiore, avran-
Per poter giustificare in modo rigoroso il mo- no già riconosciuto nello schema il classico pon-
tivo per cui nei normali conduttori, cioè nel te di Wheatstone, che rappresenta uno dei più
rame, alluminio, argento, tungsteno, ecc., si ve- precisi ed eflicaci sistemi per la determinazione
rifica un aumento cli resistenza con l'aumentare delle resistenze. Esso è composto da quattro
della temperatura, mentre nei semiconduttori e rami di resistenze, dei quali uno è rappresenta-
in altri componenti elettronici, come ad esem- lo dalla resistenza NTC (R3).
pio le resistenze NTC, si verifica il fenomeno Quando la temperatura aumenta, mentre le re-
contrario, occorrerebbero precise conoscenze del- sistenze R1-R2-RA-R5 non variano praticamente
la struttura atomica dei materiali. Ma si può il loro valore (nella realtà si verifica una va-
dire, in forma più semplice, che questo feno- riazione minima), la resistenza R3 diminuisce
meno deriva dai diversi principi che governano notevolmente il proprio valore, mettendo fuori
il flusso di corrente nei metalli e nei semicon- equilibrio il ponte e facendo scorrere, conse-
duttori. Nei primi, l'aumento di temperatura guentemente, una certa corrente nel microam-
crea un vero e proprio caos fra gli atomi, cosi perometro (µA). Questa corrente risulterà ov-
che la corrente fa più fatica a circolare; in- viamente proporzionale alla variazione resistiva
contra cioè una maggiore resistenza. Nei secon- della NTC; si potrà quindi graduare diretta-
di, cioè nei seminconduttori, il maggior caos men le il quadrante dello strumento in gradi
prodotto dalla temperatura, anziché ostacolare centigradi anziché in microampere. La funzione
il passaggio di corrente strappa nuovi elettroni della resistenza variabile, come è facile intuire,

360
S1

O
/
4,5 V
e
Fig. 2- Circuito teori-
co del termometro elet-
tronico. Esso è carat-
terizzato dalla presenza
di un classico ponte di
Wheatstone, che rap-
presenta uno dei più
precisi ed efficaci si-
stemi per la determina-
zione delle resistenze.
Il trimmer poteoziome-
trico R 1 permette la re-
go!aziooe dello stru-
mento indicatore all'ini-
R6 zio-scala; il trimmer RS
permette di regolare lo
strumento a fondo-sca-
la.
µA

stenza NTC adottata. A tale proposito abbiamo


COMPONENTI già detto che di queste resistenze esiste una
grande varietà di tipi.
Se dal termometro elettronico si pretende una
R1 = 2.200 ohm (trimmer potenziometrico) elevata sensibilità, cioè una notevole capacità
R2 = ,3 .300 ohm di rilevare piccole differenze di temperatura,
R3 = NTC (4.700 ohm a 25°C - Philis) occorrerà orientarsi verso modelli idonei, del
R4 = 4.700 ohm tipo cli quelli usati per sonde termometriche
R5 = 4.700 ohm di laboratorio, il cui costo è comunque abba-
R6 = 10.000 ohm (trimmer potenziometrico) stanza elevato, perché si aggira intorno alle
.A = microamperometro da 500 A 2.000-3.000 li re.
fondo-scala Per i controlli delle temperature sui motori a
PILA = 4,5 V scoppio, invece, ci si dovrà orientare verso i
modelli a vite, che sono molto robusti e facil-
mente applicabili nei vari punti che si debbono
tenere sotto controllo. Il costo cli queste resi-
stenze è più modesto e si aggira intorno alle
poche centinaia di lire; è chiaro, tuttavia, che
è quella di regolare la sensibilità dello strumen- la precisione e la sensibilità non potranno es-
to e, quindi, il valore di fondo-scala della tem- sere eccessive, ma tali caratteristiche non ven-
peratura. gono mai richieste nel controllo delle tempera-
ture nelle varie parti ciel motore a scoppio.
PREGI E LIMITI DELLO STRUMENTO Nel caso più comune di misura delle temperatu-
Le prestazioni che si possono ottenere dal no- re, con intervallo abbastanza ampio, conviene
stro termometro elettronico variano notevol- utilizzare una resistenza NTC di tipo a pastic-
mente con il variare di taluni fattori. Primo ca, di piccola potenza, che per le sue piccole
fra tutti è quello rappresentato dal tipo di resi- dimensioni permette una rapida misura della

361
R5 PRESA
/JACI<

PILA 4,5V
avetto schermatg

R3 TUBETTO
NTC STERLING
Fig. 3 - Cablaggio del termometro elettronico. Si notino i particolari costruttivi della
sonda, i cui terminali debbono risultare isolati elettricamente e da eventuali infiltrazioni
di liquidi conduttori. La sensibilità del termometro aumenta con l'aumentare del valore
della tensione di alimentazione, oppure con quello della sensibilità del microampero-
metro che, in ogni caso, deve essere di ottima qualità.

temperatura. La precisione di lettura anche in Nel caso di variazioni di temperature elevate,


questo caso dipenderà comunque dalla migliore non sempre la scala dello strumento risulta li-
qualità del componente e da taluni fattori che neare, mentre in presenza di piccole variazioni,
ora citeremo. in particolar modo quando si utilizzano resi-
stenze NTC da laboratorio, la linearità è abba-
PRECISIONE DEL TERMOMETRO stanza marcata. In ogni caso la perfetta suddi-
La precisione del termometro elettronico, oltre visione del quadrante dello strumento è sempre
ad essere in gran parte legata alle caratteristi- ottenibile con le tabelle di taratura, che ven-
che della resistenza NTC, dipende anche da una gono fornite normalmente assieme alle resisten-
buona stabilizzazione della- tensione di alimen- ze NTC di qualità.
tazione. Pertanto, quando al termometro elettro-
nico è richiesta tale condizione, conviene mon- SENSIBILIT A' DEL TERMOMETRO
tare nel circuito un diodo zener stabilizzatore Abbiamo parlato della precisione del nostro ter-
e una resistenza per la limitazione della cor- mometro elettronico, ma prima di passare alla
rente. descrizione del piano di montaggio, conviene di-
Ma la precisione del termometro elettronico, re ancora qualcosa relativamente alla sensibilità
contrariamente a quanto si potrebbe pensare, dello strumento.
non dipende soltanto da quella delle resistenze Questa deve essere ovviamente condizionata agli
montate nel circuito, ma soprattutto dai fattori usi specifici che si intende fare del termometro
prima citati e da un buon procedimento di tara- elettronico. Una sensibilità elevata, infatti, non
tura. Anche lo strumento indicatore deve essere serve per il controllo delle temperature dei
di buona qualità e ad ampia scala, in modo da vari organi di un motore a scoppio, dato che
facilitare le letture. per questi tipi di rilevamenti occorre verificare

362
che la temperatura non sorpassi certi limiti di
guardia. Una certa sensibilità, invece, è neces-
ROSSO (00) saria per valutare la temperatura dei semicon-
duttori. Dunque il lettore potrà comportarsi a
modo suo nel realizzare questo apparato, tenen-
~ do· conto che la sensibilità aumenta con l'au-
mentare del valore della tensione di alimenta-
VI0L (7)
zione del circuito, oppure con quello della sen-
sibilità dello strumento indicatore (A).

REALIZZAZIONE PRATICA
GIALLO ( 4) Fig. 4 - Cosi si presenta este-
riormente la resistenza NTC da Il piano di cablaggio del termometro elettroni-
noi prescritta per la realizzazione co è riportato in fig. 3. Esso non presenta ele-
del termometro elettronico. Il va- menti critici degni di nota e potrà essere com-
VALORE • lore resistivo risulta espresso posto anche in modo diverso da quello indicato
4700 OHM con il sistema del codice a colo- dal disegno.
ri; la lettura si effettua dal basso I vari componenti, necessari per la composizio-
verso l'alto. ne del termometro elettronico, sono di facile
reperibilità commerciale. Il lettore comunque
dovrà preoccuparsi di acquistare, prima di tut-
to, la resistenza NTC. Con questa resistenza
occorrerà comporre una sonda, perché proprio
la resistenza NTC costituisce l'elemento sensi-
bile del termometro elettronico.
Le resistenze da laboratorio non presentano
alcun problema pratico, perché normalmente
esse vengono già fornite sottoforma di comode
sonde, dalle quali escono due fili conduttori
isolati e a tenuta stagna con la rimanente parte
del componente. Queste sonde, in pratica, sono
già pronte per essere immerse anche in liquidi
buoni conduttori di elettricità, senza alterare
in alcun modo i valori di temperatura rilevati.
Con la resistenza NTC, da noi consigliata, oc-
Fig. 5 • Il processo di ta- corre costruire la sonda, nel modo indicato nel-
ratura del termometro elet- la parte più bassa del disegno di fig. 3. Il tu-
tronico è molto semplice. betto sterling o, meglio, il tubetto di vetro son1o
Inizialmente occorre for- i più indicati per racchiudere i terminali della
mare un pozzetto in un cu- resistenza e la parte di cavetto schermato ad
betto di ghiaccio, serven- essa collegato. Il tubetto dovrà essere riempito
dosi della punta del salda- di olio o glicerina e il tutto verrà sigillato con
tore. In questo pozzetto
deve essere immersa la
ceralacca o altre resine plastiche. La resistenza
resistenza NTC per indivi- NTC, da noi prescritta, ha il valore di 4.700 ohm
GHIACCIO duare, provvisoriamente, la alla temperatura di 25 C; essa è di forma a
temperatura di 0° C. pasticca, cosi come indicato in fig. 4, ed è pro.
dotta dalla Philips.
Il valore ora citato non è comunque vincolante.
Se la sua reperibilità commerciale dovesse ri-
sultare difficile, è sempre possibile ricorrere ad
altri valori delle resistenze che compongono il
ponte, le quali debbono avere lo stesso valore
nominale di R3.

Fig. 6 - In fase di taratura


TARATURA
iniziale del termometro La parola taratura, nel caso del termometro
elettronico, il valore di elettronico, non deve assolutamente intimorire
temperatura di 0° C, prov- il lettore, perché questa operazione, pur neces-
visorio, viene individuato saria, è di facilissima attuazione. In pratica si
nella parte iniziale della tratta di regolare il potenziometro Rl del pon-
scala del microamperome- te e il potenziometro R6; entrambi questi due
tro.
potenziometri sono rappresentati da altrettante
resistenze semifisse (trimmer potenziometrici).
La regolazione di questi due componenti deve

363
essere fatta in modo tale da far coincidere lo fissa R6 sino a far coincidere l'indice dello stru-
inizio della scala e. la fine di questa con i valori mento con il fondo-scala. Il procedimento di
che si desiderano ottenere. Facciamo un esem- taratura termina qui.
pio; supponiamo di voler tarare lo strumento Per ottenere una taratura veramente completa,
indicatore nella scala di temperature comprese sarebbe bene procedere anche alla verifica delle
fra 0°C e 50° C. In questo caso lo strumento temperature intermedie, dato che le resistenze
campione è rappresentato da un cubetto cli NTC, come è stato precedentemente detto, non
ghiaccio; la temperatura del ghiaccio fondente, presentano una variazione resistiva lineare; ciò
come si sà, è di 0°C esatti; per la taratura di implica una diversa suddivisione della scala del-
strumenti da laboratorio, di grande precisione, lo strumento, in accordo con le posizioni inter-
si dovrebbe utilizzare ghiaccio formatosi dal raf- medie rilevate. E' ovvio che la taratura può
freddamento dell'acqua distillata. La resisten- essere effettuata con altri valori campione; la
za NTC deve essere immersa nell'acqua forma- unica difficoltà, in tal senso, consiste nel pro-
ta dal ghiaccio fondente (fig. 5), facendo bene curarsi le temperature campione, soprattutto se
attenzione a non immergere anche i terminali si pretendono valori molto bassi o molto ele-
di filo nudo nel caso in cui non sia stata ancora vati.
realizzata la sonda nel modo prima descritto. Per concludere, ricordiamo ancora che la resi-
Quindi si. regola la resistenza semifissa RI in stenza semifissa Rl regola sempre il valore di
modo che l'ago del microamperometro si porti inizio-scala, mentre il trimmer R6 regola il va-
stabilmente in un punto iniziale della scala. lore di fondo-scala.
Avrete così individuato provvisoriamente lo 0°
C (fig. 6). Occorre ora fissare la resistenza NTC
ad un termometro, servendosi di nastro adesivo,
così come indicato in fig. 7. Con l'aiuto di un
saldatore si fa in modo che la resistenza NTC
faccia salire la colonnina di mercurio fino ai
50° C. Durante questa operazione occorre allon-
tanare o avvicinare il saldatore alla resistenza
NTC, cioè al gruppo NTC-termometro. A questo
punto è sufficiente regolare la resistenza semi-
NTC

IMPORTANTE NASTRO
PER GLI ABBONATI ADESIVO

I Signori Abbonati che


ci comunicano il loro

Cambiamento
d'indirizzo Fig. 7 - Nel caso in cui si voglia far corrispondere il
fondo-scala del microamperometro con la temperatura
di 50° C, occorre eseguire questo semplice accorgi-
mento; la resistenza NTC è fissata, per mezzo di na-
stro adesivo, su un termometro fisico; la punta del
sono pregati di segnalarci, as- saldatore viene accostata o allontanata dal termome-
sieme al preciso nuovo indiriz- tro fino a che la colonnina di mercurio si stabilizza sul
valore di 50" C; contemporaneamente si regola il
zo anche quello vecchio con cui trimmer R6, in modo dà far coincidere l'indice dello
hanno finora ricevuto la Rivi- strumento con il fondo-scala.

sta, scrivendo, possibilmente,


in stampatello.
a'
364
IBRIDO
CARATTERISTI CHE
ELETTRICHE
Potenza nominale:
5 W con altoparlante
da 4 W- 5 ohm.
Sensibilità:
15 mW a 1.000 Hz.
Responso:
30-20.000 Hz a -'1,5 d.
Distorsione alla massima
potenza: inferiore all'1%,.
Alimentazione:
13,5 Vcc.

AMPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONTAGGIO L. 9.500
Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potrà ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potrà essere installato
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen-
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica-
tore, fatta eccezione per l'altoparlante, sono
contenuti nella !nostra scatola di montaggio.

BIGAMMAcuro POM-CB
IN SCATOLA DI MONTAGGIO AL. 5.700
Con questo ricevitore, da noi ap-
prontato in scatola di montaggio, po-
trete ascoltare la normale gamma
delle onde medie e quella compresa
fra i 23 e i 31 MHz, dove lavorano i
CB e i radioamatori.

La scatola di montaggio costa L.


5.700. Le richieste debbono essere
fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n.
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Zuretti, 52 (nel prezzo sono compre-
se anche le spese di spedizione).

365
RICEVITORE
PER
PRINCIPIANTI
CON
INTEGRATO

IL CIRCUITO E' DI TIPO A REAZIO-


NE E L'ASCOLTO E' OTTENUTO IN
CUFFIA STEREOFONICA A BASSA
IMPEDENZA.

. alti nostri lettori hanno già acquistato L'alimentazione è, ovviamente, a pile, con la
presso la nostra Organizzazione almeno tensione continua di 13,5 V.
una delle due cuffie stereofoniche adatte Poiché il progetto utilizza pochi componenti elet-
per l'ascolto della musica Hi-Fi. Queste cuffie tronici, il lettore potrà realizzare questo appa-
sono dotate di un'impedenza molto bassa, com- recchio radio in un contenitore di piccole di-
presa fra gli 8 e i 12 ohm e non sono quindi mensioni, portatile e dovunque funzionante.
adatte per l'ascolto dei ricevitori per princi- Il circuito integrato, che nello schema elettri-
pianti pilotati da uno o due transistor ed ali- co di figura 1 è indicato con la sigla CI, è il
mentati a pila. risultato della composizione di un transistor
Per poter dunque estendere il campo di appli- MOS-FET, di un transistor di tipo NPN e di una
cazioni di queste speciali cuffie, i nostri tecnici resistenza. In questo circuito integrato i segnali
hanno voluto progettare il circuito di un sem- radio, cioè i .segnali di alta frequenza vengono
plice ricevitore con uscita in cuffia di impeden- amplificati e rivelati, per essere applicati poi
za compresa fra gli 8 e i 100 ohm (valore mas- allo stadio amplificatore di bassa frequenza pi-
simo). Ma per presentare al lettore un circuito lotato dal transistor TRl.
leggermente diverso da quelli che normalmente Per coloro che non fossero in possesso della
vengono proposti ai principianti e, soprattutto, cuffia stereofonica, possiamo dire che questo ri-
con lo scopo di avvicinare il lettore ai compo- cevitore potrà ugualmente essere costruito, pur-
nenti elettronici di maggiore attualità, questo ché l'uscita venga collegata con uno dei tanti
semplice ricevitore radio, adatto per l'ascolto amplificatori di bassa frequenza presentati sui
delle onde medie e funzionante in reazione, vie- precedenti fascicoli della rivista. Dunque, pos-
ne pilotato da un circuito integrato e da un siamo dire che questo progetto è adatto a tutti
moderno transistor di tipo NPN. i principianti, soprattutto a coloro che voglio-

366
no spendere poco per provare l'emozione cli ve- legamento sull'avvolgimento di reazione; cm si-
der realizzato un ricevitore radio con le proprie gnifica che il lettore non deve considerare un
mani e la propria capacità. E vediamo ora co- errore di stampa l'ordine di collegamento 1-5
me funziona questo originale circuito. riportato nello schema elettrico e in quello pra-
tico, perché soltanto con questo tipo di colle-
ESAME DEL CIRCUITO gamento la reazione può innescare. La causa di
Trattandosi di un ricevitore di semplice con- questa volontaria inversione di collegamento, è
cezione tecnica, il suo funzionamento, come av- da attribuirsi al circuito integrato che, inver-
viene in questi casi, è condizionato dalla qualità tendo le fasi del segnale, non lo presenta in
dei circuiti di antenna e di terra, anche se lo forma adatta sull'avvolgimento secondario della
apparecchio radio può funzionare con un'an- bobina di sintonia contrassegnata con i nume-
tenna di lunghezza ridotta. Tuttavia, per poter ri 3-4.
ascoltare, oltre che le emittenti nazionali, an- Il circuito di sintonia è composto dalla bobina,
che quelle estere, è necessaria un'antenna della cioè dall'avvolgimento ora citato, e dal conden-
lunghezza di 5 metri almeno. satore variabile miniaturizzato C3, che ha il va-
Il circuito di entrata è rappresentato dal con- lore di 350 pF. In questo circuito vengono sele-
densatore di accoppiamento Cl e dall'avvolgi- zionati i segnali radio prima id essere collegati
mento contrassegnato con i numeri 2-3 della al terminale G del circuito integrato, il cui sche-
bobina LI. Questa bobina è di tipo commerciale ma elettrico è rappresentato in figura 3.
e, più precisamente, il tipo CSl della Corbetta.
Questa bobina è dotata di tre avvolgimenti di CIRCUITO DI REAZIONE
versamente colorati, avvolti su un supporto di Il circuito integrato Cl, che contiene due ele-
materiale isolante munito di vite per il fissag- menti attivi e un elemento passivo, provvede
gio della bobina stessa sulla basetta in cui si ad amplificare e rivelare i segnali radio. Esso
effettua il cablaggio. La bobina è fornita di nu- presenta una notevole impedenza di ingresso, con-
cleo di ferrite regolabile, necessario in sede di ferendo al ricevitore un alto grado di selet-
taratura del ricevitore. tività. L'elevata amplificazione apportata dall'in-
La bobina CSI viene fornita con un foglietto il- tegrato permette di esaltare notevolmente la
lustrativo, che interpreta i vari collegamenti sui sensibilità del ricevitore e, quindi, la resa gene-
cinque terminali ai quali fanno capo i fili con- rale dell'apparato.
duttori. Ma per ottenere il fenomeno della rea- I segnali amplificati di alta frequenza vengono
zione, abbiamo dovuto invertire l'ordine di col- prelevati dal terminale S ed applicati all'avvol-

367
(.;;

'6) !A

f
Cl

e R3

S1

H h .. 4&
TR1
r; '
C5

;;
J. R2
o
a» Il
C4

Fig. 1 - I circuito integrato, che pilota gli stadi amplificatori dì alta frequenza, rivelatore
e preamplificatore di bassa frequenza è indicato nello schema con il simbolo Cl; esso
è di tipo TAA 320. La reazione è regolata tramite il condensatore variabile C4 e il po-
tenziometro R1.

COMPONENTI
Condensatori R3 = 120.000 ohm
C1 = 1.000 pF R4 = 820 ohm
C2 = 2.200 pF
Varie
C3 = 350 pF (variabile miniatura)
C4 = 350 pF (variabile miniatura) Cl = circuito integrato (TAA 320)
C5 = 500.000 pF TR1 = transistor NPN (2N1711)
C6 = 1.000 pF J1 = impedenza AF (558 Geloso)
C7 = 5 F - 6 VI. (elettrolitico) L1 = bobina Corbetta CS 1
Resistenze S1 = interruttore
R1 = 20.000 ohm· (resistenza semiflssa) PILA = 13,5 V
R2 = 1.000 ohm CUFFIA = 8- 100 ohm
gimento di reazione della bobina L1. Da questo
avvolgimento essi si trasferiscono, per induzione,
nell'avvolgimento di sintonia, per essere sotto-
posti ad un ulteriore ciclo di amplificazione.
MO0S ET TRANS
Questo ciclo di successive amplificazioni si ripete
S NP
in un gran numero di volte ed è controllato dal
potenziometro Rl, che permette di far innescare
la reazione al punto giusto.
Poiché sul terminale S dell'integrato • i segnali
di alta frequenza amplificati potrebbero raggiun-
gere il collettore del transistor amplificatore
G di bassa frequenza TRI, si è provveduto al col-
legamento di un'impedenza di alta frequenza
(J1), la quale, pur fungendo da elemento di
carico dell'integrato, impedisce ai segnali di alta
o frequenza di prendere una via diversa da quella
dell'avvolgimento di reazione.
Con il potenziometro Rl, oltre che controllare la
reazione, si regola il volume sonoro del ricevi-
tore. La regolazione vera e propria della reazione
si ottiene per mezzo del condensatore variabile
C I miniaturizzato C4.

AMPLIFICAZIONE BF
Il segnale di bassa frequenza, uscente dal ter-
minale D del circuito integrato, viene applicato,
Fig. 3 - Circuito elettrico dell'integrato tramite il condensatore C5, alla base del transi-
TAA320. Si possono notare due elemen- stor TRl, che è un transistor amplificatore di
ti attivi e un elemento passivo. Gli ele- bassa frequenza NPN di tipo 2N1711. Questo
menti attivi sono rappresentati da un transistor è montato. nella classica configurazione
transistor MOS-FET e da un transistor con emittore comune. La resistenza R3, unita-
di tipo NPN; l'elemento passivo è rap- mente alla resistenza R4, provvede alla polariz-
presentato da una resistenza.
zazione di base del componente.
L'uscita del ricevitore è prelevata dall'emittore
del transistor, anziché dal collettore. Si ottiene
così una uscita a bassa impedenza, necessaria
per un perfetto collegamento con la cuffia ste-
reofonica.
L'alimentazione del circuito è ottenuta con la
tensione continua di 13,5 V, raggiungibile con il
collegamento in serie di tre pile piatte da 4,5 V
ciascuna. L'assorbimento totale di corrente del
circuito, quando chi ascolta una emittente con
una certa intensità sonora, è di 12 mA circa.
Tuttavia, la batteria di pile da 4,5 V permette di
conferire al ricevitore una lunga autonomia di
funzionamento.
Come abbiamo già detto, è sempre possibile col-
legare· all'uscita del circuito, un amplificatore di
bassa frequenza, in sostituzione della cuffia ste-
reofonica, purché dotato di una bassa impedenza
di ingresso.
Fig. 2 - II cablaggio del ricev L'interruttore SI permette di controllare il cir-
lizzato su una piastrina metalli cuito di alimentazione del ricevitore, inserendo
a per la chi o disinserendo le pile dal circuito di alimenta-
nel quale verranno all zione.
4,5 V ciascuna, destin
erogare la tensione di alimentazione com
siva di 13,5 volt. La piastrina metallica, MONTAGGIO
che rappresentare il supporto del ricev Il piano di cablaggio del ricevitore è riportato
funge anche da elemento conduttore del in figura 2. Tutti i componenti risultano montati
•nea negativa della tensione di alimentaz su un'unica piastrina metallica, destinata a com-
porre il pannello di chiusura di un contenitore
metallico. Ovviamente, servendosi di un conte-

369
La batteria di pile verrà sistemata in qualche
modo nella parte interna del contenitore metal-
lico, così da poter essere facilmente accessibili
e sostituibili quando l'erogazione di corrente co-
mincia a diminuire.

TARATURA
La prima operazione di taratura del ricevitore
consiste nel sintonizzare l'apparecchio radio su
una stazione a bassa frequenza, cioè su una
emittente ricevuta con il condensatore di sinto-
nia C3 ruotato verso la chiusura, cioè con le
2N 1711 TAA320 lamine mobili quasi affacciate con le lamine
Fig. 4 - Disposizione degli elettrodi dei due semicon- fisse. Successivamente si provvederà a chiudere
duttori montati nel ricevitore: il transistor NPN (a si- completamente il condensatore variabile di rea-
nistra) e l'integrato Cl (a destra). zione C4, regolando contemporaneamente il po-
tenziometro Rl fino a provocare l'innesco della
reazione. Questi due elementi verranno ritoccati
poi ancora in modo da individuare il punto più
nitore metallico, occorrerà tener conto che que- adatto per la miglior resa del ricevitore. Giunti
sto si comporta come uno schermo elettroma- a questo punto si dovrà mettere in gamma la
gnetico, impedendo alle onde radio di investire sintonia, regolando il nucleo di ferrite della
direttamente il circuito di sintonia del ricevitore. bobina L1. L'avvitamento o lo svitamento di que-
Ciò significa che, per un buon funzionamento di sto nucleo provocherà uno spostamento delle
questo apparato, è assolutamente necessario ser- emittenti sulla eventuale gamma di sintonia che
virsi di una buona antenna che, come abbiamo il lettore potrà comporre in corrispondenza del-
detto, dovrà avere una lunghezza di 5 metri la manopola di comando. Ci si accorgerà che,
almeno. spostando una emittente più a destra o più a
Come è dato a vedere in figura 2, la piastrina di sinistra, rispetto al punto iniziale di ricezione,
supporto del cablaggio assume anche le funzioni l'intensità sonora di questa aumenterà o dimi-
di conduttore della linea della tensione di ali- nuirà.
mentazione negativa, cioè della linea di massa del E' ovvio che tutte le operazioni di taratura do-
ricevitore radio. vranno essere ripetute più volte, in modo da
Una morsettiera, sistemata nella parte centrale raggiungere la miglior resa del ricevitore e, so-
del pannello, permette di semplificare il cablag- prattutto, con lo scopo di captare anche molte
gio, conferendo ad esso razionalità e compattezza. emittenti estere. Ricordiamo che le operazioni
Il circuito integrato Cl presenta l'aspetto este- di taratura debbono essere eseguite preferibilmen-
riore uguale a quello di un comune transistor. te di sera, quando la propagazione delle onde
Ma il lettore non dovrà farsi trarre in inganno elettromagnetiche è più favorevole.
dalla configurazione esterna del componente, per-
ché esso è veramente un moderno circuito inte-
grato e non un semplice transistor. Coloro che
per la prima volta monteranno questo circuito
integrato, avranno l'impressione di aver a che
fare con un transistor il cui contenitore sembra
quello caratteristico denominato T018. Comunque
la disposizione dei terminali D-G-S è chiaramen-
te riportata in figura 4. In questa stessa figura
è rappresentata anche la disposizione dei termi-
nali di emittore-base-collettore del transistor TRl
di tipo 2N1711.
Per essere certi di raggiungere il successo, i
lettori dovranno comporre il circuito tenendo
sott'occhio il piano di cablaggio di figura 2, ricor-
dando che il condensatore elettrolitico C7 è un
componente polarizzato, che deve essere inserito
con il terminale positivo sull'emittore del tran-
sistor TRl e con quello negativo su una delle
due boccole di uscita del segnale. Particolare
attenzione dovrà essere rivolta anche al colle-
gamento dei terminali dell'integrato e del tran- Fig. 5 - Questa è la bobina di tipo commerciale, CS1
della Corbetta, appositamente costruita per i ricevi-
sistor TRl, tenendo sempre presente che questi tori a reazione per principianti. Essa è stata adattata
componenti non debbono mai essere eccessiva- al ricevitore descritto in queste pagine con l'inversione
men te riscaldati con la punta del saldatore. dei terminali dell'avvolgimento di reazione.

370
IL SALDATORE
TUTTOFAIE
LIRE 2.500
CASSETTIERA « MINOR »
Contenitore a 12 cassetti, componi-
bile ad incastro; dimensioni di un cas-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

LIRE 2.800
CASSETTIERA • MAIOR •
Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
to: 114 x 1f4 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.
E' utilissimo in casa, soprattutto a colo-
ro che amano dire: « Faccio tutto io! »,


perché rappresenta il mezzo più adatto
per le riparazioni più elementari e per
molti lavori di manutenzione. La poten-
za è di 50 W e la tensione di alimenta-
Organizzate il vostro lavoro! Conser- zione è quella più comune di 220 V. Vie-
vate sempre in ordine i componenti ne fornito in un kit comprendente anche
elettronici! Trasformate, a poco a po- una scatolina di pasta disossidante, una
co, il vostro angolo di lavoro in un porzione di stagno e una formetta per
vero e proprio laboratorio! la pulizia della punta del saldatore.

Costa solo L 2000


o
a

o
utti sanno che l'uso dei transistor negli della tensione erogabile, anche dalla propria im-

'I amplificatori di bassa frequenza ha notevol-


mente esaltato le caratteristiche radioelet-
he di tali apparati. Ciò si è verificato nel mo-
mento in cui i costruttori hanno abbandonato
le valvole elettroniche. Infatti, il « boom elettro-
pedenza interna.
Una legge dell'elettronica afferma che, per otte-
nere il massimo trasferimento di potenza da una
sorgente ad un carico, è necessario che questi
due elementi posseggano un'impedenza, o una
nico » di radioline, registratori, amplificatori, resistenza, dello stesso valore.
mangiadischi e di molti altri apparati, si è ve- Per ottenere un buon rendimento del trasdut-
rificato con la diminuzione delle dimensioni, il tore acustico, quindi, è indispensabile non cari-
basso costo, l'alto guadagno e l'alimentazione a carlo troppo con impedenze di valore più basso
bassa tensione, facilmente ottenibile con le pile di quelle dell'impedenza interna. E' invece pos-
di piccola grandezza. . sibile aumentare l'impedenza di entrata dell'am-
Ma il vecchio adagio dice: tutte le medaglie han- plificatore senza inconvenienti, non sfruttando
no il loro rovescio. E questo proverbio è valido completamente la potenza della sorgente. Cari-
anche per i transistor. cando troppo una sorgente, si diminuisce note-
Possiamo dire infatti che il ... neo dei transistor volmente la tensione da questa erogata (condi-
sia rappresentato dalla loro bassa impedenza zione paragonabile al cortocircuito), mentre ca-
d'ingresso. Questo difetto, di poca importanza ricandola poco la sorgente lavora più libera-
negli impianti di riproduzione sonora, nei quali mente, fornendo una tensione assai più elevata.
non è richiesta una particolare fedeltà, si av- Negli impianti ad alta fedeltà; che utilizzano
verte maggiormente quando si desidera una pick-up di tipo magnetico, con impedenza di va-
certa purezza di riproduzione. lore intorno ai 50.000 ohm, non esistono partico-
E' pur vero che ricorrendo a particolari circuiti, lari problemi, perché tali valori sono facilmente
per esempio agli stadi differenziali, si può ov- ottenibili anche con transistor; in questi im-
viare, almeno in parte, a tale inconveniente. Ma pianti, inoltre, proprio in virtù del loro costo
è altrettanto vero che questi circuiti complicano elevato, è ammessa anche una maggiore com-
notevolmente il progetto e non vengono quindi plessità circuitale per il raggiungimento di carat-
facilmente accettati dai costruttori, che intenda- teristiche radioelettriche notevoli.
no raggiungere buoni risultati con il minor nu- Negli altri tipi di impianti di sonorizzazione,
mero di componenti elettronici, cioè con un co- che utilizzano testine di tipo piezoelettrico e
sto di produzione che sia il più basso possibile. che rappresentano la maggior parte nel settore
Assai difficilmente dunque, chi possiede una fo- della sonorizzazione, si manifesta pienamente il
novaligia a transistor o un amplificatore di bas- problema dell'alta impedenza. I pick-up di tipo
sa frequenza, che non siano apparati di classe, piezoelettrico sono molto robusti, forniscono ten-
può disporre di circuiti con entrata ad elevato sioni di uscita molto elevate, rispetto ai pick-up
valore di impedenza. magnetici, e vengono a costare molto poco, ma

PREAMPLIFICATORE
MISCELATORE BF

IMPEDENZA CARATTERISTICA
Per quale motivo può risultare utile un ampli-
ficatore di bassa frequenza con elevata impe- Vi presentiamo un progetto che, pur
denza di entrata? apparendo in una veste di estrema
Come tutti sanno, esistono vari tipi di trasdut- semplicità, vanta caratteristiche ra-
tori acustici: microfoni, pick-up, testine magne-
tiche per registratori, ecc. Ognuno di questi ele- dioelettriche degne della miglior ri-
menti è caratterizzato, oltre che dal valore tipico produzione Hi-Fi.

373
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Fig. 1 - La notevole Impedenza di entrata, in questo progetto di preamplificatore di


bassa frequenza, è assicurata dalla presenza del transistor TR1, che è un transistor
FET, a canale N, di tipo 2N3819. I tre ingressi del circuito sono facilmente selezionabili
tramite gli interruttori S1-S2-S3.

essi sono dotati di una elevatissima impedenza


di ingresso, superiore ad 1 megaohm.

COMPONENTI UN ADATTATORE AUSILIARIO


Per poter essere sfruttati completamente, cioè
Condensatori per poter riprodurre fedelmente tutto lo spettro
C1 = 220.000 pF delle frequenze udibili, i pick-up piezoelettrici
C2 = 50.000 pF debbono essere caricati il meno possibile; occor-
C3 = 1 F (non elettrolitico) re cioè raggiungere la condizione di disporre di
C4 = 1 uF (non elettrolitico) un'impedenza di ingresso dell'amplificatore di
C5 = 100 F - 20 VI. (elettrolitico) 1-2o più megaohm.
Proponiamo quindi al lettore l'uso di un adat-
Resistenze tatore ausiliario, in grado di elevare ai valori
R1 = 2,2 megaohm ottimali l'impedenza d'ingresso dell'amplificato-
R2 = 680.000 ohm re, qualunque sia l'impedenza di quest'ultimo.
R3 = 220.000 ohm Il nostro progetto, essendo dotato di una buona
·R4 = 1 megaohm
amplificazione, può fungere anche dà circuito
R5 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) preamplificatore e può essere utilizzato ogni vol-
R6 = 2.200 ohm
ta che il segnale a disposizione non sia in grado
R7
R8
=47.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
4.700 ohm
di pilotare direttamente l'amplificatore di po-
= tenza.
R9 = vedi testo Un'altra importante caratteristica dell'apparato,
Semiconduttori che stiamo' per presentare, è la possibfl.ità di
TR1 2N3819 (transistor FET a canale N) una sua utilizzazione in veste di miscelatore
TR2 BC177 (transistor PNP al silicio per BF) audio, dotato di ottime caratteristiche di fedeltà.

374
STADIO DI ENTRATA A FET E passiamo ora all'analisi del circuito elettrico
Il progetto dell'adattatore ausiliario da noi con- del nostro preamplificatore di bassa frequenza
cepito e sperimentato, è visibile in fig. l. La riportato in figura l.
prima particolarità consiste nell'impiego di un Le entrate previste dal circuito sono tre, ma es-
transistor FET (TRl) in funzione di elemento se possono essere aumentate o diminuite a pia-
pilota del primo stadio amplificatore. cere.
Abbiamo avuto modo in altre occasioni di ricor- Le entrate El-E2-E3 debbono essere collegate con
dare che le caratteristiche di un amplificatore di- tre diverse sorgenti sonore; per esempio con un
pendono in gran parte dalla qualità dello stadio pick-up e due microfoni piezoelettrici.
di entrata. L'uso di un transistor FET può at- Ogni ingresso è selezionabile tramite un oppor-
tualmente considerarsi la miglior soluzione pos- tuno interruttore collegato in serie: S1-2-$3.
sibile, perché questo particolare tipo di transi- Con questo sistema è possibile preordinare, a
stor, oltre che possedere una elevatissima impe- piacere, il tipo di riproduzione desiderata: con
denza di entrata, è caratterizzato da un bassis- una sola sorgente, con due o tre sorgenti misce-
simo rumore proprio, inferiore di molto a quello late.
dei normali transistor ed anche delle valvole Tramite il condensatore di accoppiamento Cl,
elettroniche; il transistor FET, cioè, non produce i segnali vengono inviati al gate del transistor
quel fastidioso fruscio, ben noto ai possessori FET accoppiato con il transistor TR2, con un
di amplificatori a transistor, che si manifesta sistema simile a quello Darlington. Infatti, il
chiaramente quando l'amplificatore si trova in transistor TR2 è collegato in un circuito con
assenza di segnale. Possiamo dunque concludere emittore a massa; il lettore non deve farsi trar-
dicendo che l'uso del transistor FET migliora re in inganno dal collegamento con la linea po-
il rapporto segnale/disturbo dell'intero amplif- sitiva della alimentazione, perché rispetto ai se-
catore di bassa frequenza, esaltando notevol- gnali alternati entrambi i terminali dell'alimen-
mente le caratteristiche del complesso. tatore sono da ritenersi collegati a massa.
Le resistenze R6-R8 rappresentano gli elementi
IMPEDENZA D'INGRESSO DEL FET di carico di collettore di TR2.
Il concetto di impedenza di ingresso in un tran- Il segnale presente sul gate di TRl fa variare
sistor FET e in un transistor normale è stato la resistenza fra drain e source del transistor
più volte da noi ricordato, ma non è mai stata FET e, conseguentemente, la corrente, di base
presentata una spiegazione semplice del feno- del transistor TR2 il quale, una volta amplifi-
meno. cate queste variazioni, le rende disponibili sul
Senza ricorrere alla fisica e alla matematica, proprio collettore. .
l'interpretazione dell'impedenza di entrata di un Il segnale di uscita viene prelevato tramite il
transistor è assai semplice. condensatore C3 ed inviato al potenziometro R7
Supponiamo di considerare il caso di un nor- che funge da elemento di controllo di volume.
male transistor collegato in un circuito con emit- Successivamente il segnale, tramite il conden-
tore a massa. In tal caso il segnale entrante in- satore CA, viene inviato all'amplificatore di po-
contra la giunzione base-emittore del compo- tenza.
nente, che risulta polarizzata direttamente. Que- Il controllo di volume potrà essere eventual-
sta giunzione, cioè risulta conduttrice e presenta mente eliminato, soprattutto nel caso in cui
una resistenza di basso valore. Sì può anche dire esso sia già presente nel circuito di entrata
che il segnale di ingresso « vede », tra base e dell'amplificatore. Eliminando R7, sarà suffi-
massa (emittore), una piccola resistenza, che ciente collegare il terminale del condensatore
rappresenta la resistenza di entrata. C3 direttamente con la boccola di uscita. Ana-
Al contrario, in un transistor FET, a causa del loga considerazione si estende alla rete di rego-
diverso sistema di polarizzazione, la giunzione lazione di tonalità, composta dal condensatore
dì gate risulta polarizzata inversamente; essa C2 e dal potenziometro R5, la quale potrà essere
quindi non conduce corrente e presenta una re- eventualmente eliminata senza provocare alcun
sistenza di parecchi megaohm. Un segnale ap- inconveniente.
plicato al gate, dunque, « vede » una giunzione
polarizzata inversamente e, di conseguenza, una
resistenza di entrata notevole. ALIMENTAZIONE
L'alimentazione del circuito preamplificatore può
Con queste interpretazioni abbiamo esauriente- variare fra i 9 e i 18 V, semplicemente interve-
mente accontentato tutti quei lettori che, nel nendo sul valore della resistenza R9, la' quale
realizzare i nostri progetti, pretendono giusta- potrà assumere i seguenti valori, in corrispon-
mente di comprendere la funzione e il compor- denza dei valori di tensione:
tamento dei vari componenti elettronici. A que-
sti va il nostro plauso, perché soltanto con que-
sto spirito è possibile procedere nello studio Tensione di alimentazione Valore di R9
dell'elettronica, arricchendo il proprio bagaglio 9 V 250 ohm
di cognizioni ed esperienze che, domani, potran- 12 V 500 ohm
no risultare utilissime nell'opera di ricerca di 15 V 750 ohm
eventuali errori o guasti. 18 V 1.000 ohm

375
Fig. 2 - II cablaggio del preamplificatore di bassa frequenza deve essere realizzato se-
guendo le regole che normalmente valgono per i montaggi degli amplificatori di bassa
frequenza. Tutti i componenti debbono essere montati in un unico contenitore metalli-
co, con funzione di schermo elettromagnetico, collegato direttamente con la linea ne-
gativa dell'alimentatore.

In virtù del ridottissimo consumo di corrente LE TRE ENTRATE


che, per una tensione di, alimentazione di 13,5 V, Come abbiamo già detto, l'impedenza di ingres-
si aggira intorno ai 2 mA, è possibile collegare so del nostro preamplificatore è alquanto elevata.
il circuito di alimentazione del preamplificatore Si può ritenere che, per ogni entrata, essa sia
con quello dell'amplificatore di potenza. Nel ca- data dal valore della resistenza, collegata in se-
so in cui la tensione di alimentazione di que- rie con l'ingresso, più quello della resistenza R4,
st'ultimo risultasse superiore ai 18 V, è sempre che ha il valore di 1 megaohm. Le resistenze
possibile aumentare il valore della resistenza Rl-R2-R3 permettono quindi di regolare l'impe-
R9 in modo da ottenere sui terminali del con- denza di entrata di ogni stadio ed anche dosare,
densatore elettrolitico C5 una tensione di 6-8 V in una certa misura, il valore del segnale. I va-
circa. lori da noi attribuiti a quste resistenze, citati
nell'elenco componenti sono assolutamente nor-
PRESTAZIONI mali e corrispondono a valori di impedenza mol-
Nonostante la semplicità del progetto, le sue ca- to alta, alta e medio-alta, ma nulla proibisce di
ratteristiche sono da ritenersi degne della mi- regolarsi a piacere.
glior riproduzione ad alta fedeltà. La banda pas-
sante, infatti, si estende da 3 Hz a 500.000 Hz; REALIZZAZIONE PRATICA
il guadagno si aggira intorno ai 10 dB ed il Il montaggio del nostro progetto, pur non pre-
rapporto segnale/disturbo ammonta a 88 dB sentando difficoltà degne di nota, deve essere
( con entrata in cortocircuito). La tensione di eseguito seguendo le regole che normalmente
uscita è di 1,5 volt per una tensione di entrata valgono per i montaggi dei circuiti amplificatori
di 100 mV, con. una distorsione dello 0,1%. di bassa frequenza. Sarà quindi indispensabile

376
collocare l'insieme in un unico contenitore metal- che dovrà essere condotta senza surriscaldare
lico, con funzione di schermo elettromagnetico, il componente.
che dovrà essere messo in contatto con la linea Per quanto riguarda il transistor TRl, abbiamo
negativa del circuito di alimentazione. fatto uso di un FET a canale N di tipo 2N3819,
I collegamenti con le tre entrate E1-E2-E3 do- di basso costo e facile reperibilità commerciale.
vranno essere molto corti, onde evitare che, Tuttavia, altri tipi di FET a canale N potranno
data l'alta impendenza in gioco, si possano cap- essere usati in sostituzione di. quello da noi pre-
tare ronzii estranei. Sempre per scongiurare l'in- scritto." Anche per quanto riguarda il transistor
sorgere di ronzii ci si dovrà assicurare che le TR2 non è assolutamente necessariÒ montare
carcasse metalliche dei due potenziometri R5- un BCI77, perché altri tipi di transistor PNP al
R7 risultino in intimo contatto elettrico, con il silicio, per bassa frequenza e a basso rumore,
telaio. potranno essere utilmente montati nel circuito.
Per i due semiconduttori, ed in special modo In tal caso la scelta potrà cadere tra i seguenti
per il transistor FET, valgono le solite racco- tipi di transistor: BC179, BC159, BC153, BC204,
mandazioni relative alla saldatura dei terminali, BC205, BC206.

IL SALDATORE
DELL'ELETTRONICO MODERNO è di tipo con im-
pugnatura a re-
volver; è dotato
di trasformatore
di alimentatore in-
corporato che, ol-
tre ad isolare l'u-
tensìle dalla rete-
luce, permette di
alimentarlo con
tutte le tensioni
di rete più comu-
ni tramite commu-
tazione del cam-
biotensi one. Sulla
parte anteriore è
I applicata una pic-
cola lampada-ri-
flettore, che pro-
ietta un fascio di
Viene fornito con certificato di garanzia luce sul punto in

al prezzo di L 4.700 cui si lavora. La


sua potenza è di
90 W.

377
li' l • b ' ~ d .:,:
contra asso e uno strumento a. arco lI so- Con questo semplice strumento mu-
\ norità più grave e profonda del violoncello;
nella musica jazz viene suonato esclusivamen- sicale potrete, dopo pochi giorni di
te a pizzico, cioè in un modo più semplice di pratica esibirvi nell'esecuzione di
quello classico per il quale occorrono alcuni anni semplici melodie o nella musica jazz.
di studio musicale.
Eppure anche il sistema a pizzico non è semplice,
anche se molti credono che il contrabbasso sia
uno strumentò semplice da suonare. Ma in pra-
tica non è così, anche se è vero che per divenire
suonatori di contrabbasso non occorrono dieci
anni di studio come, ad esempio, nel caso del
violino o del pianoforte.

378
Chi avesse dunque· questa ambizione, potrà co- rato elettronico del contrabbasso. Esso è pilo-
minciare ad esibirsi con il nostro contrabbasso tato dal transistor TRl e dalla rete resistivo-ca-
elettronico che, essendo dotato di una sola cor- pacitiva che compone l'oscillatore, che è di tipo
da, invece di quattro, e di un numero di note più a doppia « T».I due condensatori C1-C2 e le due
limitato, è uno strumento che si impara a suona- resistenze Rl-R2 compongono le braccia supe-
re in pochi giorni. riori delle due « T ».
Nel contrabbasso normale, la gamma musicale si Il circuito che determina la frequenza di oscil-
estende, attraverso due ottave e mezza, da un lazione è composto dai condensatori C1-C2-C3
«mi» ad un «si »; in quello elettronico, da noi e daUe resistenze R1-R2; il circuito di accordo è
concepito, la gamma musicale è più ridotta e si composto dalla resistenza R20 e dalle resistenze
estende, attraverso una sola ottava, da un « do » semifisse comprese fra R13 ed R25. A seconda
al « do » successivo. del numero di queste resistenze si ottiene un de-
Tuttavia, coloro che vorranno disporre di una terminato valore di frequenza, cioè una nota mu-
maggiore estensione musicale, potranno facil- sicale. In pratica si tratta di cortocircuitare una
mente aumentare il numero delle note aggiun- o più resistenze della linea R13-R25, collegandole
gendo al circuito elettronico alcuni componenti a massa, cioè creando un contatto elettrico fra
addizionali. esse e la corda della chitarra, tramite lo spinot-
to a banana.
DUE COSTRUZIONI DIVERSE Il transistor TR2 è montato in circuito a collet-
tore comune. La resistenza R6 funge contempora-
Per realizzare il nostro contrabbasso elettronico,
neamente da elemento di carico del collettore di
il lettore dovrà realizzare due diverse costruzioni:
TRl e, assieme alla resistenza R4, da elemento di
quella del circuito elettronico e quella dello stru-
polarizzazione di base del transistor TR2. Le o-
mento musicale vero e proprio. La prima è rap-
scillazioni, generate da TRl raggiungono, tramite
presentata da un piccolo circuito stampato nel
R4, la base del transistor TR2; i segnali vengono
quale sono applicati i vari componenti elettro- prelevati dal suo emittore ed applicati, tramite
nici; la seconda è rappresentata da una tavoletta
RIO ed SI, all'uscita del circuito.
di legno, a forma di cravatta, sulla quale risul- Le oscillazioni generate dal transistor TRl rag-
tano applicati 12 fili conduttori, in posizione tra-
giungono anche la base del transistor TR3, che
sversale e diversamente distanziati fra loro, e funge da elemento amplificatore delle oscillazioni.
una corda per chitarra, tesa perpendicolarmente
Le oscillazioni emesse dal transistor TR2 posso-
rispetto ai 12 fili conduttori e in posizione longi- no essere rappresentate da una sinusoide quasi
tudinale rispetto alla « cravatta ». perfetta ed il suono emesso è un suono grave.
Nel circuito elettronico esiste un potenziometro
Il transistor TR3, invece, in virtù delle armoni-
(Rll) che permette di regolare il volume sonoro che elevate, emette un suono che ricorda molto
del contrabbasso; esistono inoltre due interrutto- da vicino quello emesso da una lamina vibrante
ri (S1-S2), che possono essere chiusi, oppure a-
d'acciaio.
perti (uno dei due deve rimanere sempre chiuso), I due transistor TR2 e TR3 possono essere
in modo da conferire alle note musicali un di- inseriti contemporaneamente nel circuito di usci-
verso « colore ». ta. Comunque una dei due transistor deve sem-
Il contrabbasso si suona nel modo seguente. Do- pre essere inserito perché, altrimenti, in uscita,
po aver chiuso l'interruttore di alimentazione S3 non sarebbero presenti le oscillazioni che carat-
e dopo aver sta bilito se si preferiscono suoni mu- terizzano le note musicali. In pratica, dunque,
sicali con S1-S2 entrambi chiusi, oppure con uno inserendo i due transistor TR2-TR3, oppure in-
di questi due interruttori aperto, si regola il vo- serendone uno soltanto, si conferisce alla nota un
lume sonoro di uscita per mezzo del potenziome- timbro musicale diverso, ma la frequenza irimane
tro Rl 1. Poi con uno spinotto, di tipo a banana, sempre la stessa, quella generata dal transistor
senza premere la corda per chitarra, si toccano oscillatore TRl.
simultaneamente quest'ultima e uno dei 12 fili Il potenziometro RI1, che ha valore di 20.000
conduttori trasversali, in modo da formare un ohm ed è di tipo a variazione lineare, permette
contatto elettrico. Toccando successivamente tut- di controllare il volume sonoro del circuito in
ti e 12 i fili, si otterranno altrettante note musi- uscita.
cali. E' ovvio che per far funzionare il contrabbasso
La nota più grave può essere quella più in basso elettronico, l'uscita di questo deve essere colle-
della « cravatta », ma può essere anche quella gata con l'entrata di un amplificatore di bassa
più in alto; tutto dipende dal modo con cui si frequenza.
effettueranno i collegamenti tra i 12 fili trasversa- L'alimentazione del circuito è ottenuta con la ten-
li e le 12 resistenze semifisse montate sul circuito sione continua di 9 V, erogata da una pila a 9 V
stampato. oppure da 6 pile, di tipo a torcia, a 1,5 V cia-
Questa scelta verrà fatta a seconda delle prefe- scuna. Il circuito di alimentazione è controllato
renze dell'esecutore di musica. dall'interruttore S3. Il condensatore elettrolitico
C7 stabilizza l'alimentazione del circuito, impeden-
IL CIRCUITO ELETTRONICO do variazioni di tensione durante il funzionamen-
Un solo circuito oscillatore è presente nell'appa- to del circuito.

379
R6
Il 2z
R8
s3
s2
Il
RA4

TR2
R7

TR3 Il # E.,. o
9V

" e
T
.7t
I

C4

Il
- f

cOR

Fig. 1 - II circuito oscillatore vero e proprio del contrabbasso elettronico è pilotato dal
transistor TR1. L'inserimento di uno solo o di entrambi i transistor TR2-TR3 tramite
gli interruttori S1-S2, permette di conferire un diverso timbro alle note emesse dallo
strumento.'

COMPONENTI
Condensatori R13 = 1.000 ohm (variabile lin.)
c1 = 50.000 pF R14 = 1.000 ohm (variabile lin.)
C2 = 50.000 pF R15 = 1.000 ohm (variabile lin.)
Cc3 = 100.000 pF R16 = 1.000 ohm (variabile lin.)
CA = 50.000 pF R17 = 1.000 ohm (variabile fin.}
C5 = 100.000 pF R18 = 1.000 ohm (variabile lin.)
C6 = 2 F - 200 VI. (non elettrolitico) Rf9 = 1.000 ohm (variablle lin.)
C7 = 100 F - 25 , VI. (elettrolitico) R20 = 1.000 ohm • (variabile lin.)
R21 = 1.000 ohm (varlabile lin.)
Resistenze R22 5.000 ohm (variabile lin.)
R1 = 100.000 ohm
=
R23 = 5.000 ohm (variabile lin.)
R2 = 100.000 ohm R24 =· 5.000 ohm (variabile lin.)
R3 = 47.000 ohm R25 5.000 ohm (variabile lin.)
R4 5.600 ohm
=
= 6.800
R5
R6
= 6.800
ohm
ohm
Varie
TR1 =
= BC1O7
R7 = 100.000 ohm TR2 = BC107
R8 = 6.800 ohm TR3 = BC107
R9 = 150.000 ohm S1 = interruttore
R10 = 330.000 ohm S2 interruttore
R11 = 20.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) S3 = interruttore incorporato con R11
R12 = 910 ohm PILA = 9 V

380
R19 R18 RI7 RI6 R15 R1

Fig. 2 - Cablaggio su circuito stampato del contrabbasso elettronico. Il cavo uscente


è collegato, da una parte, alle 13 resistenze semifisse e al circuito di massa (spinotto),
dall'altra alle 12 corde trasversali e allo spinotto che permette di stabilire i contatti
elettrici tra queste e la corda longitudinale.

MONTAGGIO DEL CIRCUITO ELETTRONICO Rll dovrà uscire dal pannello frontale per l'ap-
Il montaggio dei componenti elettronici sulla ba- plicazione di una manopola. La pila verrà invece
setta del circuito stampato è chiaramente indi- alloggiata in un qualsiasi punto del contenitore,
cato in figura 2. Questo montaggio verrà inserito in modo tale da rendere agevoli le operazioni di
in un contenitore metallico, allo scopo di impedi- ricambio.
re che eventuali segnali esterni possano interfe- La configurazione fin qui descritta può essere
rire sulle frequenze generate dall'oscillatore ed considerata come la soluzione più comune e più
anche per impedire che queste ultime investano razionale nella realizzazione del contrabbasso e-
eventuali radioapparati posti nelle vicinanze. lettronico. Ma esiste anche una seconda soluzio-
Gli interruttori S1-S2 verranno applicati sul pan- ne, quella dell'applicazione del circuito elettroni-
nello frontale del contenitore ed anche il perno co nella parte inferiore .della «cravatta», che
del potenziometro per il controllo del volume rappresenta la parte strumentale vera e propria

381
Fig. 3 - Circuito stam pato in
grandezza naturale necessa-
rio per la composizione del
cablaggio del contrabbasso
elettronico.

del contrabbasso. Ovviamente, optando per que- da trasversale con una chiav~i · he permetta di
sta seconda soluzione, la «cravatta» dovrà avere regolare la tensione della corda stessa, così come
dimensioni maggiori di quelle previste. avviene nei normali strumenti • usicali a corda.
La lunghezza del cavo di uscita, . terminante con La «cravatta» è di legno comune o legno com-
lo spinotto con il quale si suona lo strumento, pensato. Le sue dimensioni nonsono critiche e
rimane condizionata dalla soluzione costruttiva potranno essere stabilite a piacere dal lettore. Co-
prescelta. Il cavo dovrà essere abbastanza lungo munque conviene sempre far riferimento al piano
nel caso in cui il circuito elettronico venga inse- costruttivo rappresentato in figura 4.
rito in un contenitore metallico separato, mentre
sarà meno lungo nel caso in cui l'oscillatore ven- TARATURA
ga applicato direttamente sulla « cravatta ». Prima di procedere alla taratura dello strumento,
si dovranno saldare, al circuito, elettronico, i 13
UNA SEMPLICE COSTRUZIONE IN LEGNO fili conduttori contenuti nel cavo.
Come abbiamo detto, la realizzazione del con- All'atto pratico, se i fili non risultano distinti
trabbasso elettronico comporta due distinte co- fra loro da 13 colori diversi, il,!}ettore potrà far
struzioni: quella del circuito elettronico e quella confusione nelle operazioni di taratura. In tal
dello strumento musicale. La prima è già stata caso, per evitare errori, occorre servirsi di ohm-
descritta; passiamo ora alla seconda. metro per stabilire il terminale di inizio e quello
In figura 4 è rappresentato il disegno della « cra- finale di ciascun cavo.
vatta » nella sua parte anteriore e della poste- La taratura dello strumento può essere effettuata
riore. seguendo due sistemi diversi: con il metodo di
I 12 fili trasversali sono fissati al legno per mez- confronto e con l'ausilio dell'oscillatore. Nel pri-
zo di viti di ottone, che permettono di ottenere mo caso occorre poter disporre, di uno strumen-
la saldatura a stagno dei terminali dei condut- to musicale ben accordato. Nel secondo caso oc-
tori contenuti nel cavo. I 12 fili debbono essere corre essere in possesso del classico oscillatore
contenuti con spezzoni di filo di rame nudo, op- modulato. {
pure stagnato o argentato. Il diametro_ del filo sa- Qualunque sia il metodo di accordo adottato, si
rà di 2 mm, mentre la lunghezza di ciascun filo dovrà accordare lo strumento cominciando con
si aggirerà intorno ai S cm. circa. La corda tra- la resistenza semifissa R25; successivamente si
sversale verrà fissata a due viti per mezzo di interverrà in tutte le altre resistenze semifìsse
saldatura a stagno. Questa corda, che sarà quella (R24-R23-R22 ecc.), tenendo conto che ad ogni
di una comune chitarra, dovrà rimanere ad una resistenza semi.fissa corrisponde una nota mu-
distanza di qualche millimetro dai fili trasversa- sicale.
li, in modo da evitare contatti elettrici acciden- Nella seguente tabella riportiamo i valori delle
tali. Non sarebbe male, tuttavia, montare la cor- frequenze corrispondenti a ciascuna nota:

382
Nota Resistenza Frequenza (Hz)
DO R25 65,4
DO diesis R24 69,3
RE R23 73,4
RE diesis R22 77,8
MI R21 82,4
FA R20 87,3
FA diesis R19 92,5
SOL R18 98
SOL diesis Rl7 103,8
LA R16 110
LA diesis R15 116,5
SI R14 123,5
DO R13 130,8
Ovviamente il primo DO, cioè la nota più grave
ottenuta con il contrabbasso elettronico viene
emessa toccando soltanto la corda longitudinale,
senza stabilire alcun contatto elettrico con i fili
trasversali. La nota successiva, invece, cioè il DO
diesis, si ottiene stabilendo il contatto fra la cor-
da longitudinale e il primo filo trasversale, che
può essere quello sistemato nell'estremità più
alta oppure quello nell'estremità più bassa, a se-
conda delle esigenze musicali dell'esecutore.
Ricordiamo per ultimo che, modificando il volu- Fig. 4 - Piano costruttivo dello strumento musicale. Le
dimensioni della « cravatta » di legno potranno essere
me sonoro e la regolazione delle note basse del-
scelte a piacere dal lettore. 1 12 fil trasversali, di-
l'amplificatore di bassa frequenza collegato con stanziati fra loro con il sistema di una variazione lo-
il contrabbasso elettronico, si ottiene un miglio- garitmica, sono di rame nudo, stagnato o argentato. II
ramento. dei suoni senza alcun pericolo di satu- filo longitudinale può essere una comune corda per
rare l'amplificatore stesso. chitarra.

Fig. 5 - Ecco il prototipo del contrabbasso elettronico realizzato nei nostri laboratori.
Sulla basetta isolante si nota l'insieme delle 13 resistenze semifisse che· determinano
le note musicali.

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del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
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Provacircuiti telefonico nica da noi presentato sul fascicolo di gennaio


Vorrei costruire un piccolo provacircuiti elettro- 1973, a pagina 80 nella rubrica « Un consulente
nico, ma sono indeciso nella scelta tra l'oscilla- tecnico tutto per Voi». Tenga presente che nello
tore di bassa frequenza, presentato sul fascicolo schema teorico è stato commesso un errore di
di febbraio di quest'anno, e la sirena elettronica simbolismo : il transistor TR2 è effettivamente
pubblicata sullo stesso fascicolo della rivista. La di tipo PNP, ma in esso sono state scambiate
mia indecisione è dovuta a ciò: durante leser- le lettere «c» ed «e»; ma questo è un errore
cizio della mia professione nel settore della tele- così evidente che tutti se ne saranno accorti.
fonia, mi capita spesso cli dover controllare la Il terminale collegato con il morsetto positivo
continuità e la esattezza -dei collegamenti di della pila deve essere connesso con l' emittore
'cavi a 200 coppie o a terne; per questo tipo di TR2.
di controllo, eseguito in coppia con un mio col- Se lei volesse controllare il volume di questo ap-
lega faccio uso di una suoneria, che diviene parato, potrà inserire, in serie con l'altoparlante,
inservibile quanto i cavi sono molto lunghi. un potenziometro da 100-200 ohm, oppure so-
Mi serve quindi un provacircuiti che sistemato stituire la resistenza R4 con un potenziometro
a metà strada, permetta a tutte e due di sentire dello stesso valore, collegando la base di TR2
il suono. Ovviamente questo apparato dovrebbe con il cursore del potenziometro stesso.
essere in grado di emettere una nota di inten-
sità sufficiente per le mie necessità professionali;
inoltre l'apparato dovrebbe risultare di minimo
••••
Taratura del Tico-Tico
ingombro e alimentato con batterie. Quale con- Sono un appassionato di radiotecnica ed è pro-
siglio potete darmi? prio per questo motivo che ho montato il vostro
RUTIGLIANO GIOVANNI TICO-TICO. Posso dire che ho avuto la mas-
Lecce sima soddisfazione perché, una volta completa-
to il cablaggio, il ricevitore ha subito funzionato.
Il progetto di maggior potenza, tra i due da Tuttavia, pur avendo seguito attentamente tutte
lei citati, è senz'altro quello della sirena elettro- le vostre istruzioni relative alla taratura ad orec-

393
chio del ricevitore, sono riuscito a ricevere sol- Mi interesserebbe ora un buon ricevitore par-
tanto due emittenti .estere, mentre non mi è ticolarmente adatto per l'ascolto delle emittenti
riuscito di captare alcuna emittente italiana. Mi radiantistiche e delle onde corte. Tuttavia, non
rivolgo quindi a voi per avere una spiegazione essendo in grado di costruire un vero ricevitore
tecnica che mi possa far uscire da questo in- professionale, vorrei orientarmi verso un model-
toppo. lo commerciale, possibilmente di provenienza sur-
TOMASSUCCI CIGNO plus. Potete consigliarmi in merito?
Terni FRANCO AGAPITO
Amalfi
Se con il suo ricevitore lei è riuscito a captare
delle emittenti estere, ciò sta ad indicare che il Fra i tanti ricevitori che abbondano sul mercato
suo montaggio è stato eseguito senza alcun errore surplus le consigliamo il modello R209 MK2,
e che il ricevitore funziona benissimo. Il difetto che possiede ottime caratteristiche radioelettriche
da lei lamentato consiste senza alcun dubbio in e meccaniche. Questo ricevitore è di costruzione
un procedimento di taratura inesatto. Le consi- relativamente recente ed è ancora· in dotazione
gliamo quindi di ripetere, più volte, tutte le all'esercito italiano. La sintonia è continua, da 1
operazioni di taratura da noi elencate serven- a 20 MHz, suddivisa in quattro gamme. Questo
dosi, possibilmente, degli strumenti necessari. ricevitore permette di captare le emissioni in
AM-FM-CW ed è- dotato di una selettività di

Il grandadelic ••••
Ho realizzato il circuito per luci psichedeliche
4.000 Hz, con una sensibilità di 2 V. Lappa-
rato monta 12 valvole di tipo miniatura, con
filamento a 1,5 • La bassa tensione di fila-
presentato sul fascicolo di novembre dello scorso mento permette di arguire che il ricevitore è
• anno e da voi denominato Grandadelic. L'usci- stato originariamente concepito per funzionare
ta del circuito è stata da me collegata con due come stazione ricevente mobile. Anche l'alimen-
lampade da 100 W ciascuna che, per i primi tazione a 12 V conferma ciò. L'alta tensione,
minuti, hanno funzionato ottimamente con luce necessaria per l'alimentazione dei circuiti ano-
ben modulata. Ma col passare del tempo le lam- dici, è prodotta tramite un vibratore incorporato.
pade hanno aumentato la loro intensità lumi- L'ascolto può avvenire in altoparlante o in cuf-
nosa, gradatamente, senza toccare il potenzio- fia, indifferentemente. Abbiamo buoni motivi per
metro di volume del giradischi, finché ad un ritenere che il valore di un esemplare in ottimo
certo momento sono rimaste costantemente ac- stato possa aggirarsi intorno alle 100.000 lire.
cese, costringendomi ad intervenire sul poten-
ziometro. Come si spiega tale fenomeno?
Faccio presente che ho usato un normale triac
da 400 V-6 A e un normale trasformatore di
uscita per ricevitori a valvole.
VILLA CARLO
Monza

Con tutta probabilità il difetto da lei lamentato


risiede nel riscaldamento del triac che, proprio
a causa del calore, subisce una variazione nelle
sue caratteristiche intrinseche. Può essere quindi
necessario munire il triac diun piccolo raffred- Amplificatore stereo 20 + 20 W
datore, sistmandolo in un contenitore ben aera- Sono un assiduo lettore di questa rivista fin dal
to. In caso di insuccesso, esegua la seguente pro- primo numero ed ho effettuato vari montaggi.
va: colleghi il terminale dell'avvolgimento se- L'ultimo e più impegnativo di questi è stato
condario del trasformatore T1 con il terminale l'amplificatore stereo Hi-Fi 20 4 20 W, pre-
T1 del trac, anziché con l terminale T2 come sentato sui fascicoli 2-4 dello scorso anno. Per
indicato nello schema di pagina 589. la verità mi sono imbattuto in taluni ostacoli
che vorrei mi aiutaste a superare. Evidentemente
••••
Ricevitore Surplus R209 - MK2
non sono ancora un esperto di elettronica, per-
ché non sono riuscito a rendermi conto dei se-
Da un po' di tempo seguo con particolare inte- guenti inconvenienti.
resse il settore degli apparati rice-trasmittenti. L'alimentatore non fornisce i 4 22- 22 V

394
richiesti dagli amplificatori di potenza. Facendo tensione rilevati all'uscita dell'alimentatore. Que-
uso di un tester da 20.000 ohm/volt, ho misu- sti infatti scenderanno certamente di alcuni volt
rato i seguenti valori: + 26,5 26,5 V, sia quando gli amplificatori risulteranno in funzione
a vuoto sia con gli amplificatori inseriti. a regime sostenuto. Potrà capitare di rilevare una
Nell'elenco componenti del preamplificatore i va- potenza superiore di alcuni watt, che il circuito
lori delle resistenze R9-R35 sono di 47 .000 ohm, può ottimamente sopportare. Il valore esatto del-
mentre su altri fascicoli della rivista è stato le resistenze R9-R35, come è stato più volte pub-
indicato il valore di 47 ohm. Qual'è il valore blicato è di 47 ohm. Con questi valori molto
esatto? Mi è inoltre sembrato di notare che probabilmente i controlli di tonalità diverranno
per un ascolto normale delle note basse il rela- normali.Ma vogliamo ricordarle che la tonalità
tivo potenziometro di controllo deve essere ruo- rappresenta un fattore molto soggettivo per cui,
tato quasi tutto nella posizione di attenuazione, soprattutto per chi non ha mai ascoltato musi-
mentre per le note acute il potenziometro deve ca Hi-Fi, le note basse potranno sembrare ec-
essere ruotato quasi tutto in posizione di esal- cessivamente esaltate, mentre tale fenomeno è
tazione. da considerarsi abbastanza normale. Comunque,
SGRECCIA CLAUDIO per soddisfare i suoi gusti musicali, lei potrà
Roma variare il valore dei condensatori relativi ai cir-
cuiti di tonalità, senza provocare alcun incon-
Non si preoccupi per la diversità dei valori di veniente al circuito .

••••
Preamplificatore microfonico a valvola gira intorno ad l megaohm, particolarmente indi-
Seguendo la rubrica « Un consulente tutto per cata per l'uso con microfoni piezoelettrici, si ot-
voi», ho potuto entrare in possesso di alcuni tiene anche un notevole guadagno, che permette
utili progetti di amplificatori a valvole, che ho di riprodurre la voce ad un livello accettabile.
già realizzato con successo. Desidererei ora ag-
giungere a questa mia collezione un circuito
preamplificatore in modo da utilizzare l'amplifi-
catore in abbinamento con un microfono pie-
zoelettrico, così da comporre un piccolo « im-
R5
pianto voce ». Gradirei inoltre che il preampli-
ficatore fosse pilotato da una valvola elettronica,
in modo da sfruttare le alimentazioni dell'ampli- [tL"hMIF

ficatore e senza ricorrere ad altri particolari ac-


corgimenti.
SANDRO MATTIOLI o
Cremona 1 I e
I
I
I
Sappiamo, per esperienza, che molti nostri let- MACRO
PIE7O
tori simpatizzano ancora per la classica valvola
elettronica. Per tale motivo abbiamo deciso di
accontentarla. Il progetto è assolutamente nor-
male. Esso fa impiego di un pentodo a bassa
microfonicità, di tipo EF86, collegato in un cir-
cuito a catodo comune. In questo modo, oltre
ad una elevata impedenza di ingresso, che si ag-

RESISTENZE
R1 = 1 megaohm
COMPONENTI R2 = 2.200 ohm
R3 = 220.000 ohm
CONDENSATORI R4 1 megaohm
Cl = 10.000 pF
=

R5 = 22.000 ohm
C2 = 16F - 350 VI.
C3 = 10.000 pF VARIE
CA = 100.000 pF VI = EF86
CS = 25 F - 12 VI. (elettrolitico) MIGRO = di tipo piezoelettrico

395
Un preamplificatore polivalente I componenti non sono critici, dato che per
Seguo con molto interesse la vostra rivista sin il transistor TRl potranno essere utilizzati molti
dai primissimi numeri ed apprezzo, in partico- tipi di transistor NPN al silicio come, ad esem-
lar modo, tutti i progetti relativi al settore della pio, i comunissimi BC109 e BC108B o, ancora i
bassa frequenza, che risultano per me più con- BC209 - BC149 - BC269. Il circuito, essendo del
geniali, data la mia scarsa preparazione e la tipo ad emittore comune, è dotato di un buon
poca esperienza nelle apparecchiature radiori- guadagno; l'impedenza di entrata, invece, non
ceventi. Sfogliando i vari fascicoli arretrati in è molto elevata per cui è sconsigliabile F'impiego
mio possesso, non sono riuscito a. trovare uno di trasduttori acustici di tipo piezoelettrico, i
schema di preamplificatore dì semplice conce- quali tuttavia difficilmente necessitano di ulte-
zione, in grado di aumentare ulteriormente il riori amplificazioni, riuscendo essi a fornire un
segnale audio degli amplificatori quando questo segnale ad alto livello.
risulti particolarmente basso.
MARIO BORRONI
Ferrara
••••
Un accoppiamento possibile
Ho conosciuto soltanto recentemente la vostra
Poiché lei non precisa l'uso che intende fare del rivista, che trovo molto valida e utile. Vi scrivo
preamplificatore, non dicendoci se questo deve subito per avere alcune spiegazioni relative al-
essere accoppiato con unità magnetiche od altri l'amplificatore per chitarra da voi venduto in
elementi, le presentiamo il circuito di un pream- scatola di montaggio. Vorrei sapere se è possibile
plificatore di grande semplicità, che potrà es- accoppiare, con buoni risultati, l'amplificatore
sere adattato alle più diverse utilizzazioni; ad con un comune giradischi, prelevando il segnale
esempio, potrà essere usato come preamplifi- dall'uscita presente nel mio giradischi e che ho
catore microfonico per microfoni a basso livello, sempre usato per registrare tramite cavetto. Il
oppure per aumentare il volume degli apparecchi giradischi è di tipo comune, munito di puntina
radio. piezoelettrica convenzionale.
ROBERTO CUSELLO
Roma
R4
L'accoppiamento è possibile e ciò è stato ampia-
R3 I + mente interpretato a pag. 208 del fascicolo di
e marzo di quest'anno. L'amplificatore non è do-
tato di una caratteristica lineare, ma si può ov-
viare a tale inconveniente diminuendo il valore
del condensatore C3 ed aumentando invece quel-

l.
lo di C2. Per l'accoppiamento si deve utilizzare
USTA
l'entrata E2, mentre per un pick-up di tipo ma-
6 gnetico ci si deve servire dell'entrata E 1.
Sl
R2
C2 Il mio 1 ° ricevitore
Ho realizzato il kit de « IL MIO I° RICEVI-
TORE », da voi inviatomi. Il ricevitore funziona,
ma la potenza sonora è scarsa. Faccio presente
di aver collegato l'entrata del circuito con lan-
COMPONENTr tenna TV, ma le emittenti captate sono soltan-
to due. Che cosa si può fare per esaltare ulte-
CI = 10 F - 10 VI. (elettrolitico) riormente la sensibilità?
C2 = 100 F - 10 VI. (elettrolitico) FERRUCCIO SILVESTRI
C3 = 10 F - 10 VI. (elettrolitico) La Spezia
Rl = 10.000 ohm
R2 = 330 ohm Come abbiamo più volte ripetuto, la 'sensibilità
R3 = 100.000 ohm del ricevitore da lei costruito rimane sempre con-
RA = 10.000 ohm dizionata alla qualità del circuito antenna-terra.
TRl = BC108B L'antenna TV non è adatta per l'ascolto delle
PILA = 9 V onde medie; conviene servirsi di un filo: della lun-
S1 = interruttore ghezza di 10 metri, almeno; naturalmente oc-

396
corre anche il collegamento di terra, utilizzando sostituire le pile in tutte le loro applicazioni.
la tubatura dell'acqua, del gas o del termosi- Ovviamente lei non potrà pretendere da questo
fone. Per la realizzazione di un'antenna parti- circuito quelle prestazioni che si possono avere
colarmente adatta le consigliamo di leggere at- dagli alimentatori stabilizzati e dotati di filtri
tentamente la rubrica « I PRIMI PASSI» pre- in grado di eliminare il ronzio residuo della cor-
sentata sul fascicolo di febbraio di quest'anno e rente alternata. Pur tuttavia l'efficienza dell'ap-
completamente dedicata alle antenne per prin- parato è analoga a quella di molti alimentatori
cipianti. . commerciali, posti in vendita ad un prezzo deci-

• ••• samente superiore a quello del costo di questa


realizzazione. Per il trasformatore Tl utilizzi pu-
re un componente di 3 W di potenza, mentre
Alimentatore a 9 V per il ponte-rettificatore, a doppia semionda, po-
Non è la prima volta che mi rivolgo al vostro
trà ricorrere all'impiego di quattro diodi sepa-
servizio di consulenza tecnica; tuttavia, essendo
rati, per esempio quattro diodi di tipo 1N400,
un principiante, non riesco da solo a risolvere
oppure ad un ponte al silicio da 30 V - 200 mA,
molti problemi, e credetemi, sono tanti. Questa costruito in un unico involucro. La resistenza Rl
volta vorrei pregarvi di pubblicare il circuito assume la doppia funzione di resistenza di filtro
di un piccolo alimentatore, funzionante con la e resistenza di caduta. Il suo valore sarà pertanto
tensione di rete, che possa convenientemente rim- suscettibile di variazioni, relativamente alla po-
piazzare le normali pile di alimentazione. Vorrei tenza richiesta dal carico. Per esempio, per l'as-
comunque che la realizzazione risultasse partico- sorbimento di I W la resistenza RI assume il
larmente semplice ed economica, perché altri- valore di 136 ohm., mentre i condensatori C1-C2
menti verrebbe meno lo scopo della mia do- hanno i seguenti valori: C1 = 4.700 +F - 25 VI
manda. il transistor TRl potranno essere utilizzati molti
FABRIZIO FEI (elettrolitico); C2 = 1.000 F - 12 VI. ( elettro-
Muggiò litico). Il trasformatore Tl è un trasformatore
in discesa: avvolgimento primario a 220 V e
Eccole il progetto dell'alimentatore in grado di avvolgimento secondario a 7 V.

+ +

t 1.1 F '

Rivelatore di pioggia e umidità trollo del livello di liquidi, estendendone note-


Dopo essermi rivolto, sempre con esito negativo, volmente il campo di applicazioni. Come si può
a parecchi miei amici esperti di elettronica, ri- notare, il circuito del rivelatore fa uso di un
corro a voi nella speranza di veder esaudita la diodo SCR, in funzione di relé allo stato solido,
mia richiesta di un progetto che mi sta parti- con il vantaggio di un minore ingombro dell'ap-
colarmente a cuore. Vorrei costruire un avvisa- parato e di una maggior sicurezza di funziona-
tore di pioggia o di umidità, facilmente realiz- mento. La concezione circuitale del progetto è
zabile, di basso costo ma efficiente. molto semplice. Essendo l'acqua un discreto ele-
ADEODATO GIANCARLO mento conduttore di elettricità, quando essa vie-
Udine ne ad avvolgere le due sonde metalliche, molto
vicine tra loro, si verifica il passaggio di una
Il progetto che presentiamo potrà risultare utile certa corrente che, pur risultando di debole in-
a molti altri lettori. Esso adempie alle funzioni tensità, è sufficiente a mettere in conduzione i
da lei richieste e può essere impiegato per il con- due transistor TRl e TR2 collegati nella clas-

397
sica configurazione Darlington. Si ottiene così
una caduta di tensione sui terminali della resi-
stenza R3, che permette di innescare il diodo
COMPONENTI
SCR che, a sua volta, comanda il dispositivo di
allarme collegato sull'anodo; l'allarme può esse- C1 = 47.000 pF
re rappresentato da un avvisatore acustico, ottico R1= 3.300 ohm
o meccanico (sirena, lampadina, ecc.). Il diodo R2 = 220 ohm
Dl serve a preservare il diodo SCR dalle sovra- R3 = 1.000 ohm
tensioni inverse nel caso in cui l'allarme sia di R4 = 1 megaohm (potenz. a var1az. lin.)
tipo induttivo come, ad esempio, il campanello TRl = BC107
elettrico; il diodo Dl è invece assolutamente inu- TR2 = BC1O7
tile se si utilizzano lampadine. La sonda per DI BY126
il controllo dell'umidità potrà essere rappresen- SCR = C106
tata da due rettangolini di rete metallica, a ma-
glie molto strette, sovrapposti ma isolati da uno
o più fogli di carta assorbente; per il controllo 1
della pioggia, invece, le sonde rivelatrici potran-
no essere rappresentate da due fili conduttori
metallici, non isolati e posti a distanza ravvici- SONDE
# c1

nata (un millimetro o meno). Meglio sarebbe


RI
costruire una doppia serpentina, servendosi di
circuiti stampati. Il potenziometro R4 serve a
regolare la sensibilità di innesco e si rivela parti-
colarmente utile per le misure di livello dei li-
quidi o dell'umidità.

Zoccolatura valvola vece la sezione pentodo le tensioni anodiche sono


Ho notato che è vostra consuetudine pubblicare, le seguenti: anodo = 200 V; griglia schermo
quasi mensilmente, la zoccolatura di una o più = 150 V; le correnti sono; anodo 9,5 mA;
valvole elettroniche. Penso che ciò possa essere griglia schermo = 2,B mA. La resistenza di ca-
veramente di aiuto a coloro che, come me, todo è di 180 ohm e la pendenza è di 6,2 mA/V.
essendo privi di prontuari, debbono rinunciare
alla utilizzazione di molte valvole di recupero,
con le quali si potrebbero invece costruire inte-
ressanti progetti. Voglio sperare che questa sia
la volta in cui venga esaudita la mia richiesta.
Desiderei infatti conoscere la disposizione degli
elettrodi e le caratteristiche radioelettriche della
valvola 6AN8.
CARLO BRESSON
Vittorio Veneto

Pubblichiamo volentieri il simbolo elettrico della


valvola in suo possesso e le elenchiamo le carat-
teristiche radioelettriche. L'alimentazione del fila-
mento, comune alle sezioni triodo-pentodo, è otte-
nuta con la tensione di 6,3 V e un assorbimento
di 0,45 4. Per quanto riguarda la sezione triodica,
la tensione continua sull'anodo deve essere di
200 V, quella di griglia controllo di 6 V, mentre
la corrente anodica totale è di 13 md; la pen-
denza di 3,3 mA/V. Per quanto riguarda in-

398
Circuiti rovesciati tore e presentato a pagina 320. Anche se questi
Ho notato che sul fascicolo dello scorso mese, schemi possono essere in qualche modo inter-
cioè nel fascicolo 4 - 73 della rivista, appaiono pretati nel verso giusto, pur con un certo sforzo
due progetti pubblicati alla rovescia. Si tratta mentale, desidererei che fossero ripubblicati in
dello schema elettrico dell'amplificatore di bassa questa rubrica nel modo esatto.
frequenza di pagina 283 e dello schema del mul- CARLO FRANZINI
tivibratore astabile, richiesto da un vostro let- Voghera

.4 R4

10 .9
6 +

+
CI
Cli

·' '-
16 15

La pubblicazione di schemi in modo non corret-


to è per noi un motivo di vero disappunto, R4

perché lo stampatore, con questo sistema di la- c3

! ·1
voro, non corona certamente gli sforzi con cui si
prodigano mensilmente i nostri progettisti per
rendere sempre più interessante la rivista. Ci
scusiamo con lei e con tutti gli altri lettori, an-
che se la colpa è da attribuirsi esclusivamente
-~4
u? 12V USCITA

all'ultimo anello della lunga catena di lavora- TRl TR2


zione della nostra pubblicazione, cioè soltanto
allo stampatore. E' doveroso quindi da parte
nostra riprodurre quegli schemi nel verso giusto.

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399
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Precisione: ± 1 ,S¾ del valore massimo, ± 3% sulla Precisione: ± 2,5%, del valore max
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da tempo, la continua lievitazione dei prezzi.
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ad oggi, mantenendo fede alle promesse, anche se tut-
ti, indistintamente tutti i nostri fornitori hanno prete-
so da noi, fin dallo scorso anno, un notevole e crescente
sforzo economico. Ma la nostra buona volontà non
può sconfinare nella pervicacia o, peggio, nell'auto-
distruzione. Perché, così continuando, saremmo in-
dotti a sospendere un servizio che tutti hanno sempre
auspicato ed apprezzato: quello dell'approntamento
dei kit di alcuni progetti di maggior successo presenta-
ti sulla Rivista.
Ora, di fronte ad un altro sensibile aumento, non pos-
siamo più esimerci da

UN RITOCCO DEI PREZZI


delle nostre scatole di montaggio. Ciò è doveroso per
noi e per voi, amici lettori, per poter continuare lo
svolgimento sereno del programma tecnico-editoriale
impostoci, per offrirvi sempre la possibilità di realiz-
zare ciò che la teoria suggerisce, rapidamente e con
la certezza di raggiungere il successo, soprattutto in
quei luoghi in cui non esistono precisi punti di vendita,
. oppure quando le difficoltà di reperimento di materiali
elettronici divengono veramente insuperabili.
Abbiamo dovuto farlo

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anche se le nostre reazioni permangono sfavorevoli e
l'operazione ci trova dissenzienti e perplessi. Ma sul
piano della logica e della giustificazione abbiamo do-
vuto accettare l'ingrato compito.

401
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ANNO 2 - N. 6 - GIUGNO 1973


LA COPERTINA - La foto a colori rappresenta il
prototipo dello strumento descritto nel primo arti-
colo di questo numero. L'apparato è stato comple-
tamente progettato, montato e collaudato nei no-
stri laboratori. l signal tracer è un amplificatore di
bassa frequenza con uscita in altoparlante; l'iniet-
tore di segnali è un generatore di onde quadre a
frequenza acustica.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico SIGNAL TRACER
CORRADO EUGENIO
INIETTORE DI SEGNALI 404
stampa
SELENGRAF - CREMONA I PRIMI PASSI
I CIRCUITI STAMPATI 412
Distributore esclusivo per l'I-
talia: GIULLARE
A. & G. Marco • Via Fortez-
za n ° 27 • 20126 Milano RICEVITORE AD ONDE MEDIE PER
tel. 2526 autorizzazione PRINCIPIANTI 420
Tribunale Civile di Milano -
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli-
cltà inferiore al 25%. TELECOMANDO MONOCANALE 426
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DIREZIONE AMMINISTRA- PREAMPLIFICATORE D'ANTENNA
ZIONE - PUBBLICITA' - PER AUTORADIO 452
VIA ZURETTI 52 - 20125
MILANO.
Tutti i diritti di proprietà let- MULTIVIBRATORI ASTABILI - Prima Puntata 458
teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per
tutti i Paesi. I manoscritti, i VENDITE ACQUISTI PERMUTE 466
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati. non si re- UN CONSULENTE TUTTO PER VOI 473
stituiscono.

403
SIGNAL TRACER
Con un circuito integrato della serie Per il metodo dinamico, invece, è necessario po-
ter disporre di un apparato elettronico, chia-
TTL abbiamo progettato per voi un uti- mato signal tracer, cui spetta il compito di se-
le strumento per la riparazione di rice- guire, punto per punto, un segnale immesso nel-
vitori radio, televisori, amplificatori di l'apparato in riparazione, sia esso di alta fre-
quenza oppure di bassa frequenza.
bassa frequenza, preamplificatori di Il signal tracer è uno strumento così importan-
molti altri apparati elettronici. te che si è automaticamente inserito al terzo po-
sto della graduatoria stabilita dai radioripara-
tori: tester, oscillatore modulato, signal tracer,
iniettore di segnali.
Al quarto posto della graduatoria, ora elencala,
risulta l'iniettore di segnali. La differenza so-

D
ue sono i metodi fondamentali per ripara-
re un radioricevitore o un amplificatore di stanziale che intercorre. tra il signal tracer e
bassa frequenza: il cosiddetto « metodo l'iniettore di segnali è questa: il signal tracer,
statico », che consiste nel misurare le diverse preleva il segnale radio in un punto dell'appara-
tensioni e correnti, verificando se queste sono to in riparazione e lo fa ascoltare attraverso un
normali, e il cosiddetto « metodo dinamico », che trasduttore acustico (cuffia o altoparlante),
consiste nell'applicare un segnale all'entrata del- l'iniettore di segnali è un generatore di oscilla-
l'apparato. in riparazione, seguendone, lungo il zioni in grado di introdurre, in un qualsiasi pun-
percorso, le diverse trasformazioni, attraverso to di un apparato che si stia riparando, un se-
gli stadi successivi, dall'entrata fino all'uscita gnale, che viene ascoltato attraverso il trasdut-
cioè, nel caso di un ricevitore radio, dall'antenna tore acustico dell'apparecchio radio o dell'am-
all'altoparlante. . plificatore avariato.
Un voltmetro, preferibilmente a grande resisten- In sostanza, il signal tracer preleva dai vari punti
za interna (voltmetro elettronico) è più che suf- in esame di un radioapparato il segnale, che può
ficiente per l'applicazione del primo metodo, il essere quello di una emittente o quello di un
metodo statico. oscillatore modulato. Lo rileva, lo amplifica e

404
lo rende più udibile. L'iniettore di segnali, invece, alle 250-350 lire, cioè un costo corrispondente a
immette un segnale nei vari punti presi in esame quello di un singolo transistor.
di un radioapparato o di un amplificatore e que- In effetti ciò è stato reso possibile soltanto in
sto segnale diventa udibile nello stesso trasdut- virtù del notevole interesse rivolto dalla mo-
tore acustico di cui è dotato l'apparato. derna industria verso questi dispositivi i quali,
Il nostro progetto è composto da un amplifica- essendo prodotti in grandissimi quantitativi, ven-
tore di bassa frequenza con uscita in altopar- gono a costare molto poco.
lante (signal tracer) e di un generatore di onde
quadre a frequenza acustica (iniettore di se- L'INTEGRATO DI TIPO 7402
gnali). II tutto viene realizzato per mezzo di un L'integrato da noi utilizzato è del tipo 7402. Que-
altoparlante, un transistor al silicio di tipo co- sto integrato, secondo la corretta definizione lo-
munissimo, alcune resistenze e un circuito inte- gica, è costituito da quattro NOR a due ingressi
grato, che conferisce al nostro progetto una no- ciascuno. La sigla di questo circuito integrato
ta di assoluta originalità e attualità. può variare leggermente a seconda della casa
La realizzazione di un amplificatore di bassa costruttrice, per esempio: T7402 - N7402 - SN7402
frequenza, a circuito integrato, non è più oggi - 7402N. La Philips adotta Ja siglia FJH221, ma
un problema, data la grande varietà di integrati in ogni caso l'integrato è sempre lo stesso.
appositamente concepiti che l'industria elettro-
nica pone a disposizione di tutti. Ma la carat- Il circuito dell'integrato è incapsulato in un con-
teristica principale del nostro progetto consiste tenitore di plastica di tipo dual in line, a 14 piedi-
nell'impiego di un circuito integrato di tipo lo- ni, così come indicato in figura 1.
gico, di quelli normalmente usati nei calcolatori La tacca di riferimento, ricavata nel contenitore
digitali che, oltre al costo decisamente più con- stesso, permette una facile identificazione dei
tenuto dei corrispondenti modelli, permette, se terminali.
opportunamente utilizzato, un più vasto im- L'integrato 7402 appartiene alla cosiddetta serie
piego. TTL, cioè: transistor - transistor-logic; questa
A molti lettori potrà sembrare strano che un cir- serie di integrati è ormai generalmente adottata
! cuito integrato, come quello da noi utilizzato, in quasi tutte le macchine digitali, per i notevoli
contenente ben 24 transistor, 4 diodi e varie re- vantaggi, anche economici, che essi presentano
sistenze, abbia un costo che si aggira intorno rispetto alle precedenti serie (RTL- DTL, ecc.).

E INIETTORE DI SEGNALI

405
viene più ascoltato attraverso l'altoparlante del
signal tracer, si potrà ritenere di aver individua-
to, proprio in quello stadio, il guasto o il difetto
del ricevitore sotto esame.
L'utilità del signal tracer, tuttavia, non si esau-
risce nelle sole operazioni di individuazione dei
guasti nei ricevitori radio o negli amplificatori.
Esso serve ancora per provare l'efficienza dei mi-
crofoni, dei preamplificatori e in molte altre oc-
casioni. Si tratta dunque di un apparato molto
versatile o, meglio, di uno strumento assoluta-
mente indispensabile nel laboratorio elettronico.

L'INIETTORE DI SEGNALI
Il lavoro di ricerca dei guasti nei ricevitori ra-
dio o in altri apparati elettronici può essere con-
dotto anche per mezzo dell'iniettore di segnali.
Questo strumento, come è stato già detto, agisce
in maniera opposta a quella del signal tracer.
Esso infatti inietta i segnali e l'operazione di ri-
cerca deve essere cominciata, anziché dagli stadi
di entrata, da quelli di uscita. Si comincia in-
fatti con l'iniettare il segnale nella bobina mo-
bile dell'altoparlante, allo scopo di controllare
la continuità elettrica dell'avvolgimento; poi si
passa allo stadio amplificatore finale, risalendo
via via, attraverso tutti gli stadi intermedi, fino al
circuito di entrata. Anche con questo sistema di
indagine dei guasti, quando nel passare da uno
stadio all'altro il segnale emesso dall'iniettore
UTILIT A' DEL SIGNAL TRACER di segnali non viene più ascoltalo attraverso l'al-
All'inizio di questo articolo abbiamo avuto già toparlante dell'apparato in esame, proprio in
modo di ricordare l'indubbia utilità di questo quello stadio si deve ritenere che sussista un'in-
strumento nel laboratorio professionale o dilet- terruzione o un guasto. Il segnale verrà ascolta-
tantistico. Servendosi del signal tracer, infatti, to attraverso l'altoparlante dell'apparato in esa-
è possibile seguire, con l'apposita sonda cli bassa me con intensità via via crescente man mano
o di alta frequenza, il segnale radio nei vari sta- che dallo stadio finale ci si trasferisce a quelli
di di un radioricevitore, individuandone così mol- precedenti.
to rapidamente il settore in cui è presente un'a-
varia. IL NOR
In pratica occorre sintonizzare il ricevitore ra- In figura 3 è rappresentato uno dei quattro cir-
dio su una emittente a lunghezza d'onda corri- cuiti NOR presenti nel nostro progetto. Ogni
spondente alle emissioni del primo o del secon- NOR è caratterizzato da due entrate e un'uscita.
do programma radiofonico; successivamente, ini- La sigla NOR è un'abbreviazione di NOT OR, che
ziando dal primo stadio di entrata del ricevitore, sta a significare « o invertito » I'OR è infatti una
si preleva il segnale con la sonda di alta frequen- funzione logica che realizza la proposizione «o »
za; per gli stadi successivi il segnale deve essere (oppure).
prelevato con la sonda di bassa frequenza. Nel Servendosi dei numeri 1 - 0 per indicare la pre-
momento in cui il segnale scompare, cioè non senza o l'assenza di tensione, un OR fa corri-
spondere alle entrate G1 - G2 l'uscita 01 secon-
do questa « tabella della verità »:

G1 G2 Q1

o o o
o I 1
1 o 1
1 I I

Per il NOR vale l'inverso, cioè in uscita si ha:


1-0-0-0.
Fig. 2- Sulla destra è raffigurato l'integrato SN7402, Ma la teoria del NOR non interessa in questa se-
montato nel circuito del signal tracer e iniettore di se-
gnali; sulla sinistra è visibile lo zoccolo del componen- de, perché il compito che ci siamo proposto con-
te, che permette di agevolare il lavoro di cablaggio siste nello sfruttare questo elemento come am-
dello strumento. pi ifìcatore.

406
mente polarizzato dalla resistenza semifissa R2.
All'uscita di GI (piedino 4) è presente il segnale
amplificato che, tramite il condensatore C2, vie-
ne inviato alla seconda sezione dell'integrato (G2).
Si noti che la polarizzazione del terminale di en-
trata di G2 (piedino 2) è attuata tramite la re-
sistenza R3; questa polarizzazione si verifica at-
traverso il contatto ausiliario C- E del jack re-
11
lativo al segnale di uscita; con questo sistema,
.,o-9 inserendo l'apposita sonda nella presa di una se-
zione, l'altra viene automaticamente esclusa; in-
IR1
TR2
fatti, se la sonda fosse inserita nella boccola
« uscita segnale », il terminale C del jeack non
risulterebbe più collegato a massa e sul NOR
G2 verrebbe a mancare la corretta polarizzazione
necessaria per il funzionamento dell'amplificato-
ptgI
re.
Per rendere lineare, nei limiti del possibile, il
processo di amplificazione del circuito, è stata
inserita, fra i termnali 1 - 2 di G2, una rete di
controreazione, composta da C3 ed R4.
Il segnale infine viene inviato, tramite il con-
densatore elettrolitico C4, alla base del transistor
TRl, che è un transistor di media potenza, il
quale provvede a rafforzare ulteriormente il se-
gnale e a pilotare direttamente l'altoparlante.
Fig. 3 - L'integrato SN7402, da noi adottato, è com-
posto da quattro sezioni identiche a quella riportata
in questo schema; ogni sezione è composta da sei IL GENERATORE DI SEGNALI
transistor,cinque resistenze e un diodo. Questo sche- Il circuito dell'iniettore di segnali, rappresentato
ma viene anche denominato con la sigla NOR. in basso di figura 4, è composto dalle sezioni C5 -
C4 dell'integrato. Esse sono collegate in modo da
formare un circuito multivibratore monostabile
basato sul principio della reazione positiva.
Per ottenere tale risultato, tenendo conto che Sulla teoria di questo tipo di oscillatore abbiamo
il circuito è stato progettato in modo da lavora- avuto modo di intrattenerci in molte altre occa-
re esclusivamente con i soli due livelli di tensio- sioni; non vale quindi la pena di ripeterci sul
ne O e l, occorre aggiungere, esternamente all'in- circuito del multivibratore.
tegrato, alcune resistenze, in modo da variare le Anche nel circuito del generatore di segnali una
polarizzazioni e far lavorare il circuito in zona delle due entrate del NOR viene collegata a mas-
quasi lineare. Ma a noi interessa un solo ingresso sa; più precisamente risulta collegata con il cir-
dell'amplificatore e per tale motivo è sufficiente cuito di massa, tramite la resistenza R7 il
collegare a massa l'altro terminale, in modo che contatto B- E del jack cli entrata e il terminale
esso non crei interferenze durante il processo di 11 di G3. In questo modo, quando il signal tra-
amplificazione del segnale. Nel circuito di figura cer è in funzione, l'iniettore di segnali viene auto-
3, quindi, vengono utilizzati, per il processo di maticamente escluso.
amplificazione, i soli transistor TRI - TR2 - TR5 -
TR6, con il risultato di ottenere una amplificazio- LE SONDE
ne lineare. IL collegamento fra lo strumento e i vari apparati
in esame, deve essere effettuato tramite apposite
CIRCUITO DEL SIGNAL TRACER sonde.
Le poche notizie teoriche precedentemente elen- Utilizzando lo strumento in funzione di amplifica-
cate permettono di rendere maggiormente com- tore di segnali di bassa frequenza o di iniettore cli
prensibile il circuito elettrico completo del no- segnali, la sonda sarà rappresentata da un sem-
stro strumento rappresentato in figura 4. plice cavetto schermato, munito cli una spina
Due circuiti NOR (G3 - G4) compongono il gene- jack, da una parte, e da un puntale dall'altra.
ratore di segnali, mentre gli altri due (Gl - GZ), La calza metallica del cavo schermato verrà col-
unitamente al transistor TR1, compongono il cir- legata con la massa dell'apparecchio in esame tra-
cuito di amplificazione. mite uno spezzone di filo munito di pinza a bocca
Cominciamo con l'analisi de] circuito del signal di coccodrillo.
tracer, che è quello rappresentato in alto di fi- Quando si fa uso del signal tracer con i segnali di
gura 4. alta frequenza, ci si dovrà servire di una sonda
II segnale di entrata viene applicato, tramite il un po' più elaborata, composta secondo lo sche-
condensatore Cl, al potenziometro di volume R1; ma elettrico riportato in figura 8.
successivamente esso raggiunge il. terminale 5 Questo circuito dovrà essere realizzato interna-
dell'integrato. Questo terminale risulta corretta- mente ad un puntale metallico collegato con il

407
R5

TR1
E'.NTR. BF

e R1

R2
R6

R3

I ---
1 d- p!ect.7-1 I 't
1 t
R7 RB
1 "
L - _ pìecl.14
Lune+i
INTEGR/1lgNE CIRC.
l
C7

9r
C9
Il
Il
I "f
~ 9V ~'

Fig. 4 - Progetto del sìgnal (circuito disegnato in al-


to) e dell'iniettore di segnali (circuito riportato in bas-
so del disegno}. Il potenziometro R1 permette di re-
golare il volume sonoro. Le resistenze semifisse R2-
R3 servono per la messa a punto del circuito. L'alimen-
tazione è ottenuta con una pila da 9 V.

408
COMPONENTI
Condensatori R3 = 4.700 ohm (semifissa)
C1 = 2,2 F (non elettrolitico) R4 = 4.700 ohm
c2 500.000 pF R5 = 560.000 ohm
C3 = 50.000 pF R6 = 150 ohm
C4 = 20 F- 12 VI. (elettrolitico) R7 = 1.200 ohm
C5 = 100 F - 6 VI. (elettrolitico) R8 = 120 ohm
C6 = 50 F - 12 VI. (elettrolitico) R9 = 1.200 ohm
Cc7 = 200.000 pF
= 200.000 pF Varie
C8
C9 = 200.000 pF IC = integrato tipo SN7402,
C10 = 100 F - 16 VI. (elettrolitico) oppure FIH221 (Philips)
TR1 = 2N1711
Resistenze S1 - interrutt. incorpor. con R1
R1 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. log.) AP = altoparlante da 20 ohm o più
R2 = 4.700 ohm (semifissa) PILA = 9 V

PUNT -«. } _l_ R1O

, Moss, , e-- "' e,, ·J , : usc,rn "

SON F COMPONENTI
C11 100 pF
C12 330 pF
C13 330 pF
R10 12.000 ohm
Fig. 4 bis - La sonda, necessaria per prelevare i se- D1 diodo al germanio (di qualsiasi tipo)
gnali di alta frequenza deve essere realizzata, secon-
do lo schema qui riportato, in un tubetto di alluminio, D2 diodo al germanio (di qualsiasi tipo)
facendo bene. attenzione a mantenere isolati i compo-
nenti dall'involucro metallico. •

filo di massa del cavo schermato, in modo che Le saldature sullo zoccolo dell'integrato dovran-
la sonda risulti schermata il più possibile. Il no essere effettuate a regola d'arte, evitando che
puntale dovrà risultare isolato dal contenitore tra un terminale e l'altro si infrappongano ele-
e a tale scopo ci si servirà di un cavetto, munito menti estranei.
di pinza a bocca di coccodrillo, in grado di col- Una volta realizzato il circuito stampato, il mon-
legare l'involucro metallico con la massa del- taggio dell'apparato risulterà oltremodo sempli-
l'apparato in esame. ce, purché si segua il piano di cablaggio di fi-
gura 5.
REALIZZAZIONE PRATICA E' molto importante, ai fini del corretto funziona-
La presenza del circuito integrato impone l'uso mento dello strumento, ottenere una corretta
di un circuito stampato, così come indicato in tensione di alimentazione del circuito integrato;
figura 5. Esso dovrà essere realizzato riproducen- questa deve essere composta tra i 4,7 e i 5,3 V.
do il disegno di figura 6. Per evitare saldature Per raggiungere questo risultato, e allo scopo di
dirette sui terminali dell'integrato, è auspicabile conservare la maggiore economia di costruzione,
l'uso di un apposito zoccoletto, in grado di sop- abbiamo fatto uso della resistenza di caduta R8,
portare qualsiasi sollecitazione senza pregiudi- che riduce la tensione di alimentazione di 9 V,
care il funzionamento del circuito. ottenuta con le pile, nei limiti prima citati.

409
USCITA SEGNALE

9V
ALL' A P
Fìg. 5- Cablaggio completo del signal tracer-tracing.
la realizzazione è ottenuta su circuito stampato; il cir-
cuito integrato IC è montato su un appasito zoccolo.
I due circuiti, signal tracer e tracing, funzionano sepa-
ratamente, in virtù delle due prese jack di entrata e
di uscita; quando una delle due sezioni è in funzione,
l'altra viene esclusa automaticamente.

to, in grandez-
ia 1/1, che il
. per la realiz-
zazione del cablaggio del doppio stru-
mento signal tracer-tracing.

410
Fig. 7 - Pannello frontale dello strumen-
to. La sonda viene utilizzata soltanto
quando lo strumento funziona in ve-
ste di amplificatore di segnali di alta
frequenza, perché la sonda trasforma
questi segnali in altri di bassa frequenza,
che possono essere amplificati dal
circuito del signal tracer.

MASSA

Coloro che volessero sottoporsi ad una ulteriore diminuzione della frequenza e viceversa.
e piccola spesa, potranno utilizzare un diodo ze-
ner da 4,7 - 5,1V- 1W, collegato in parallelo al MESSA A PUNTO
condensatore elettrolitico C6, in modo che la L'operazione più delicata, in sede di messa a pun-
fascetta di riferimento dello zener sia collegata to dello strumento, è certamente la regolazione
con il terminale positivo del condensatore elet- delle resistenze semifisse R2 - R3, che permettono
trolitico C6; contemporaneamente occorrerà ri- di variare Je polarizzazioni dei circuiti di entra-
durre il valore della resistenza R8 a 82 ohm. ta dei NOR. Per questa operazione occorre appli-
Qualunque sia la soluzione adottata dal lettore, care , dapprima, un segnale di bassa frequenza
occorrerà sempre accertarsi, prima di mettere all'entrata BF dello strumento, regolando a metà
in funzione l'apparato, che fra i terminali 7 e corsa, circa, le due resistenze semifisse R2 - R3.
14 dell'integrato sia presente il valore di tensione Successivamente si dovranno ritoccare paziente-
prima citato. mente le due resistenze semifisse R2- R3, in mo-
La frequenza della nota di bassa frequenza, emes- do da individuare la posizione che permette
sa dall'iniettore di segnali, dipende dal valore di ottenere la migliore amplificazione, il meno
dei condensatori C7 - C8. Se questa non fosse possibile affetta da distorsione. Il risultato non
gradita al lettore, è sempre possibile variare la sarà certamente degno di essere classificato nel
tonalità del segnale semplicemente cambiando settore dell'alta fedeltà, ma permetterà di ren-
il valore di questi componenti, tenendo conto che, dersi conto del buono o cattivo funzionamento di
aumentando il valore di C7 - C8, si ottiene una molti appara ti.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questc deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere sconomco. robusto e versatile. cosi come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

411
I PRIMI PASSI

< 1Q-
-/$
., .' J 'I
. lo

I CIRCUITI STAMPATI
Queste pagine sono principalmente dedica(e agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

' espressione « circuiti stampati » indica quei In questo secondo tipo di circuiti stampati, per
circuiti in cui i collegamenti, anziché essere ottenere resistenze di valore molto elevato, tra-
ottenuti con fili conduttori, sono realizzati mite la pennellatura, si ·usa una vernice a base
mediante riporto di metallo su parti isolanti. di grafite colloidale con proprietà affini a quelle
Diciamo subito, tuttavia, che i. circuiti stampati che caratterizzano i potenziometri a resistenze in
possono essere di due tipi: uno è quello in cui i grafite. .
'
soli fili conduttori sono sostituiti da riporto di Allo stato attuale della tecnica il circuito stam-
metallo su basette isolanti; l'altro è quello in pato è presente in tutti i montaggi elettronici, di
cui anche. i componenti (resistenze, condensatori, piccole o grandi dimensioni. Essi vengono addi-
induttanze, ecc.) sono «dipinti» mediante spe- rittura realizzati internamente alle valvole elettro-
ciali vernici colloidali, a base di rame o di argen- niche, trasformando questi componenti in circui-
to, che permettono di creare, con un tratto di ti amplificatori completi d.i tutti gli elementi;
pennello o con la stampa tramite speciale tim- talvolta, nell'interno di una sola valvola sono pre-
bro, un conduttore o anche una resistenza; me- senti ben due stadi amplificatori.
diante vernici conduttive, opportunamente di- Ma lasciamo da parte quei circuiti stampati in
sposte, è possibile inoltre ottenere condensatori cui anche le resistenze, i condensatori, le indut-
e bobine. tanze, ecc, sono riportati mediante pennellatura

412
Fig. 1 - Prima di iniziare Il lavoro di approntamento vero e proprio del circuito stampa-
to, occorre disegnare, su un foglio di caria trasparente, che i disegnatori chiamano
carta da lucido, lo schema pratico del cablaggio, tenendo sott'occhio lo schema
elettrico del progetto e le dimensioni reali dei componenti. Normalmente si compo-
ne il disegno dalla parte opposta a quella in cui verranno applicati i componenti
elettronici. Coloro che preferissero comporre il disegno dalla parte dei componenti,
dovranno poi rovesciare il disegno stesso.

413
di vernici colloidali ed occupiamoci soltanto di
quei circuiti stampati, che sono i più comuni, nei
quali sono riportati soltanto i collegamenti.

CIRCUITI CON RIPORTO DI COLLEGAMENTO


I circuiti stampati, con riporto dei soli collega-
menti, sono così costituiti: una basetta di mate-
riale isolante, normalmente di bachelite, funge
da supporto di tutti i componenti elettronici; da
una parte la basetta appare come una comune
lastra di bachelite, recante dei fori; dall'altra
parte è riportato un disegno costituito da tante
striscioline di un sottile velo di rame. Il disegno
costituisce l'insieme dei collegamenti dei vari
terminali dei componenti, che vengono tutti si-
stemati dalla parte della basetta la cui super-
ficie è completamente isolante. E' questo il si-
stema attualmente più adottato di circuiti stam-
pati, che consente un considerevole guadagno di
Fig. 2- La composizione del disegno dello schema pra- spazio, una diminuzione delle capacità di perdi-
tico permette di stabilire, a priori, le esatte dimensio- ta, oltre che notevoli doti di stabilità, di sicurez-
ni della basetta, che dovrà essere ricavata da una za e celerità di montaggio.
lastra per circuiti stampati servendosi di un seghetto
per traforo. Queste lastre presentano una superficie
completamente ricoperta di un sottile strato di rame e PREPARAZIONE DEI CIRCUITI STAMPATI
vengono vendute presso i negozi di materiali radioelet- I circuiti stampati vengono fabbricati, attual-
trici. mente, dalla maggior parte delle industrie elet-
troniche, ma possono anche essere preparati nel
più semplice dei laboratori. Alcune ditte, infatti,
hanno allestito e messo in vendita appositi kit
contenenti tutti gli elementi necessari per com-
porre un circuito stampato nelle dimensioni e
nella forma desiderate. Gli stessi elementi vengo-
no anche venduti separatamente, nel quantita-
tivo voluto, presso i migliori negozi di vendita di
componenti radioelettronici.
Il circuito stampato si costruisce preparando dap-
prima la basetta di bachelite nelle dimensioni ne-
cessarie, ritagliandola dal laminato con un seghet-
to da traforo (per laminato intendiamo una la-
stra di bachelite con una superficie nuda e l'al-
tra completamente ricoperta la un sottile strato
di rame).
La prima operazione da farsi è quella di pulire
accuratamente la superficie della basetta sulla
quale è presente il sottile strato di rame. Per
questa operazione ci si può servire di un batuf-
folo di cotone imbevuto di alcool, oppure di un
apposito liquido che viene normalmente chiama-
to «pulitore ». Questa operazione è necessaria
per eliminare eventuali impurità o tracce di gras-
so depositate sulla superficie di rame, le quali
impedirebbero all'acido, di cui è detto più avan-
ti, di agire sul rame.
Poi si riporta il disegno dello schema desiderato
sulla superficie di rame della basetta. Questa ope-
razione deve essere eseguita per mezzo di un in-
chiostro appositamente venduto nei negozi di.
componenti elettronici, ma ci si può servire an-
LATO RAME che di un comune pennarello, che permette una
facile concellatura in caso cli errore. Successi-
vamente, servendosi di un pennello e di verni-
Fig. 3 - Una volta ritagliata la basetta, sulla quale ver-
ce all'acetone si ripercorrono le tracce lasciate
rà composto il circuito stampato, la superficie ramata dal pennarello. In sostituzione della vernice all'a-
dovrà essere accuratamente pulita servendosi di un cetone si può usare il comune smalto per unghie,
batuffolo di cotone imbevuto di alcool. che è molto economico e offre gli stessi risultati.

414
Il pennello deve essere dotato di punta molto sot-
tile; sono da preferirsi quindi i pennelli di mi-
sura più piccola adatti per gli acquarelli.
11 circuito stampato vero- e proprio è quello che NASTRO
viene ricoperto dalla vernice o dallo smalto, ADESIVO
mentre la parte di. rame non occupata dal dise-
gno, verrà corrosa e quindi asportata dall'acido
nel modo spiegato più avanti. In considerazione
di ciò occorre tener conto che, nell'eseguire il
disegno, lo smalto deve essere distribuito in modo
uniforme, altrimenti il circuito stampato risul-
terà imperfetto.

PREPARAZIONE DELL'ACIDO
L'acido, necessario per asportare le parti di ra-
me che non interessano il circuito, sì compera
già pronto presso i rivenditori di materiali elet-
tronici o nelle drogherie; ma l'acido può anche es-
sere composto sciogliendo un «sale», apposita-
mente venduto, in acqua comune. PIASTRINA DISEGNO
Questo sale è generalmente dì color giallognolo.
La soluzione va fatta preparando due parti ugua-
li in peso di acqua e di sale. Normalmente 50 Fig. 4 - Sulla superficie di rame della basetta accurata-
grammi di acqua e 50 grammi di sale sono sufli- mente pulita si applica il foglio di carta trasparente
cienti per preparare una quantità di acido neces- su cui è disegnato il cablaggio. Questo foglio di carta
saria per lavorare su una basetta delle dimensio- deve essere ritagliato lungo i bordi e fissato alla ba-
ni di 1 metro quadrato. setta tramite nastro adesivo. Se il disegno è stato com-
posto dal lato componenti, esso dovrà essere rovescia-
La soluzione deve essere preparata in una baci- to. Con un punteruolo si contrassegnano i punti di
nella di plastica o dì vetro e mai in recipienti foratura per l'inserimento dei terminali dei componenti
metallici che verrebbero inevitabilmente corrosi. elettronici.
Per circuiti di piccole dimensioni ci si potrà servi-
re di un comune piatto. In esso si introdurrà il
sale ridotto in polvere e si verserà l'acqua nel
quantitativo stabilito. Per facilitare lo sciogli-
mento del sale occorrerà agitare leggermente la
soluzione con una bacchetta di legno o di pla-
stica. Durante questa operazione si deve agire
con una certa cautela, in modo da evitare spruz-
zi di acido sul vestito o sulle maai che, eventual-
mente, vanno subito lavati con acqua e sapone.

CORROSIONE DEL RAME


Una volta ottenuta la soluzione, si immergerà in
essa la basetta .recante il disegno con vernice al-
l'acetone o smalto.
Ovviamente, prima di immergere la basetta nel-
la soluzione, occorre accertarsi che la vernice o
lo smalto siano ben asciutti. Normalmente sono
sufficienti 15 minuti circa perché lo smalto si
asciughi completamente. Si tenga presente che
la basetta deve essere immersa nella soluzione,
cioè nell'acido, con la parte recante lo strato di
rame rivolta all'insù, per facilitare l'azione cor-
rosiva.
L'acido attacca il rame scoperto e Jo scioglie;
non attacca invece quello ricoperto dall'inchio- LATO RAME
stro. Per questa operazione occorre un tempo va-
riabile fra i 30 e i 60 minuti circa. La soluzione
deve essere ogni tanto rimossa mediante la so-
lita bacchetta di legno o di plastica, in modo da Fig. 5 - Una volta contrassegnati i punti di foratura, si
accelerare il processo di scioglimento del rame. toglie il disegno dalla basetta e si ripetono su di essa
i collegamenti del disegno servendosi di un pennarello
Il tempo di corrosione varia col variare della con- (penna con punta di feltro).
centrazione dell'acido. Un acido fortemente con-o- Quest'ultima operazione permette una rapida cancel-
sivo impiega pochi minuti ad eliminare il rame latura, anche con il solo sfregamento di un dito, di
superfluo; l'acido molto diluito richiede un'ora una traccia errata.

415
Fig. 6 - Comincia ora l'operazione più delicata. Serven-
dosi di vernice all'acetone o, più semplicemente. di
smalto per unghie colorato, si ripercorrono, con un
pennello sottile adatto per acquarelli, le tracce già ot-
tenute con il pennarello. Nei punti in cui verranno ef-
fettuate le saldature a stagno si dovranno realizzare
dei piccoli cerchi, senza creare sbavature e facendo
ben attenzione all'isolamento fra una traccia e l'altra
LATO RAME (due tracce vicine non debbono assolutamente toccarsi).
Si lascia poi asciugare la vernice per mezz'ora circa.

ACIDO

Fig. 7 - Quando la vernice è completamente asciutta,


la basetta deve essere immersa nell'acido contenuto
in una bacinella di vetro o di plastica. La superficie ra-
mata deve rimanere rivolta verso l'alto.
I tempi di incisione variano col variare della concen-
trazione dell'acido. Questi tempi oscillano fra la mez-
z'ora e le due ore. Per accelerare il processo di in-
cisione si potrà agitare, di quando in quando, l'acido
con un bastoncino di legno, vetro o plastica.
In ogni caso la piastrina verrà tolta dal bagno soltan-
to quando l'incisione apparirà nitida e perfetta, senza
macchie fra una traccia e l'altra. In pratica avviene che
l'acido asporta tutto il rame non ricoperto dalla vernice
o dallo smalto per unghie. RAME 'IN ALTO'
BACINELLA
NON METALLICA

di tempo per eliminare il rame. In ogni caso sito «solvente », servendosi di un batuffolo di
la basetta deve essere tolta definitivamente dal cotone; si strofina con esso la superficie della
bagno soltanto quando ci si accorge che le parti basetta in cui è stato composto il disegno e l'in-
in rame non ricoperte dall'inchiostro, sono total- chiostro verrà così eliminato mettendo a nudo il
mente scomparse. circuito di rame.
Anche il « solvente » è un liquido che si può ac-
OPERAZIONI FINALI quistare presso i rivenditori di materiali elettro-
Dopo aver tolto la basetta dal bagno, questa do- nici. Il lettore, tuttavia, potrà servirsi ciel comu-
vrà essere lavata con acqua corrente e asciugata. ne acetone, che risulta molto adatto per l'elimina-
Il bagno in acqua corrente serve a togliere to- zione dello smalto per unghie.
talmente ogni traccia residua cli acido.
Giunti a questo punto ci si trova in possesso di COME SI PRATICANO I FORI
una basetta in cui il disegno del circuito è rico- Ottenuto finalmente il circuito stampato, baste-
perto dall.'inchiostro e dallo smalto. E' quindi rà ora praticare, mediante un piccolo trapano a
necessario eliminare questi elementi per mettere mano, i vari fori nei quali verranno introdotti i
in luce il rame. A tale scopo si opera con l'appo- terminali dei componenti. Il trapano deve essere

416
munito di punta molto sottile. Il diametro dei
fori, che vanno praticati nei punti stabiliti in
precedenza, deve risultare maggiore del diametro
dei terminali dei componenti; ciò è necessario
per rendere più veloce il lavoro di montaggio.
Ovviamente, nei punti in cui si praticano i fori,
il disegno del circuito stampato assume dimen-
sioni superiori a quelle delle normali piste di ra-
me, che hanno l'esclusivo compito di fungere da
conduttori. Questo accorgimento è inolto utile
per non indebolire il sottile strato di rame riel
punto in cui è stato praticato il foro.

RIEPILOGO
Riassumiamo ora rapidamente quanto fin qui
esposto nell'intero procedimento necessario per
ottenere un circuito stampato e cominciamo con
l'elencazione del materiale occorrente:
1 - Un pennarello - una bottiglietta di smalto
Fig. 8 - La piastrina deve essere tolta dal bagno serven-
per unghie.
dosi di comuni pinze per stendere la biancheria. Subi- 2- Una bottiglietta di acetone.
to dopo deve essere posta sotto l'acqua corrente in 3- Una bottiglietta di acido o un pacco di sale
modo che ogni rimanente traccia di acido scompaia. per la preparazione dell'acido.
Occorre comunque evitare sempre di toccare la pia- 4 - Una lastra di materiale isolante con una su-
strina con le mani e fare in modo che l'acido non ven- perficie ramata.
ga mai a contatto con la pelle o gli indumenti. Se ciò 5- Cotone idrofilo - alcool - trapano a mano -
dovesse accadere bisogna subito lavare accuratamente
le parti intaccate dall'acido con acqua e sapone. L'aci-
bacinella di plastica o di vetro.
do contenuto nella bacinella verrà riposto in una bot- Ripetiamo ora rapidamente le varie operazioni
tiglia, perché esso servirà per la composizione di- necessarie per ottenere il circuito stampato, che
altri circuiti stampati. risultano abbondantemente illustrate nei vari
disegni riportati . in queste pagine:
1 - Preparare il laminato nelle dimensioni desi-
derate.
2- Sgrassare la superficie di rame del laminato
con un batuffolo di cotone impregnato di « puli-
tore » o alcool. •
3- Eseguire il disegno dello schema con un pen-
narello o con l'apposito inchiostro e con pennino

Fig. 9 - Dopo aver bene lavato la piastrina e dopo aver-


la ben asciugata con uno straccetto, occorre eliminare
la vernice all'acetone o smalto per unghie, strofinando
la superficie con un batuffolo di cotone imbevuto di
acetone. Si tenga presente che se le piste di rame per normografo n. 5. Qualora l'inchiostro fosse
risultano leggermente ossidate, lo stagno della salda- troppo denso, occorre diluirlo con l'apposito
tura non attacca. Meglio dunque, prima di iniziare il solvente.
montaggio del circuito, pulire con pomice, paglietta 4 - Percorrere tutte le piste, tracciate in prece-
d'acciaio o carta vetrata molto sottile le piste di rame.
denza con il pennarello, con un pennello molto
Soltanto ora, servendosi di un trapano a mano con
punta sottile, si possono praticare i fori in cui verran-
sottile, stendendo sulle piste stesse uno strato di
no inseriti i terminali dei componenti. smalto per unghie colorato.

417
5- Non possedendo l'acido già pronto, sciogliere
il sale in acqua comune nella stessa percentuale
del peso del sale. Versare nella quantità necessa-
ria l'acido in una bacinella di plastica ed im-
mergere in essa il laminato, con il disegno ri-
volto all'insù, lasciandolo immerso fino a che
I FASCICOLI
il rame non venga asportato completamente.
6 - Togliere la piastrina dall'acido ponendola im-
mediatamente sotto l'acqua corrente e lasciarla
ARRETRATI
poi asciugare
7. Eliminare lo smalto con l'acetone, mettendo in
luce le piste di rame.
8- Forare la piastrina con una punta da trapano
DI
sottile nei punti voluti.

STAGNATURA STAGNATURA
BUONA " CATTA"

sono le «perle » di una prezio-


sa collana tecnico-pratica, che
porta in casa vostra il piacere
e il fascino di una disciplina mo-
derna, proiettata nel futuro, che
interessa tutti: lavoratori e stu-
denti, professionisti e studiosi,
giovani e meno giovani.
Fig. 10 - Vediamo in questo disegno le due possibili
saldature a stagno di un componente elettronico sul
circuito stampato. La saldatura a sinistra è da consi-
derarsi ottima: lo stagno risulta perfettamente colato
sulla pista di rame e permette un preciso contatto elet-
trico fra il rame e il terminale del componente. La salda-
tura riportata sulla destra del disegno è errata: lo
RICHIEDETECELI
stagno non è colato sulla pista di rame e non permette

SU
alcun contatto, anche se apparentemente il terminale
sembra fissato sul rame; è questo un errore frequente
commesso da alcuni principianti.
La quantità di stagno, necessaria per ottenere la salda-
tura, deve essere tale da non comporre alcun contat-
to elettrico con le piste di rame vicine. Il processo
di saldatura non deve essere eccessivamente prolun-
gato nel tempo, perché cosi facendo è possibile provo-
RIMA CHE
care il distacco della pista di rame dalla piastrina di
bachelite.
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damentali funzioni dell'apparato ricevente, dalla
captazione dei segnali in antenna all'ascolto in
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a progettazione di un semplice ricevitore
per principianti sottopone sempre il tecni- Il TRANSISTOR FET
co ad un lavoro di sfrondatura di quella L'elemento di maggior interesse del ricevitore
pianta così lussureggiante che è l'apparecchio « Giullare » è senza dubbio rappresentato dal
radio a circuito supereterodina. transistor FET indicato con la siglia TRl. Que-
L'operazione è di natura elettronica e didattica sto componente, dotato di ottime caratteristiche
insieme. E non è un'impresa semplice! Perché radioelettriche, presenta una notevole impeden-
sottopone l'autore ad un processo di ... taglio che za di ingresso, che permette di non caricare il
deve essere quello di un vero ... maestro d'ascia. circuito al quale viene collegato. E' questa una
E perché il programma di progettazione deve dote di particolare valore, soprattutto nei circuiti
sempre conservare questi due punti fermi, che di alta frequenza, quando si debbano rivelare o
sono due finalità, entrambe importanti ed en- amplificare i segnali radio con un minimo di cir-
trambe attese dal lettore. La realizzazione di un cuiti accordati, senza nulla perdere in materia
apparato perfettamente funzionante e l'occasione di selettività.
di seguire, divertendosi una lezione di elettroni-
ca semplificata. Il FATTORE Q E LA SELETTIVITA'
Il ricevitore « Giullare » persegue e raggiunge Molti nostri lettori già conoscono il significato
questi due fini, presentandosi al lettore sotto dei termini « selettività » e « sensibilità ».

420
Si vuol dire che un ricevitore è molto selettivo progetto di figura I, potrebbe risultare più che
quando, attraverso il trasduttore acustico, si sufficiente per conferire al circuito del ricevitore
possono ascoltare due emittenti che lavorano su una elevata selettività. Ma in pratica si verifi-
due lunghezze d'onda molto vicine fra loro. Dun- cano sempre delle perdite, dovute alle resistenze
que, un ricevitore radio risulterà tanto più se- della bobina di sintonia e dal dielettrico del con-
lettivo quanto più piccola sarà la differenza tra densatore variabile. Queste perdite interferiscono
le lunghezze d'onda, o frequenza di lavoro, di negativamente sulla selettività del circuito ac-
due o più emittenti. cordato.
Se in un punto della scala di un ricevitore radio La qualità di un circuito accordato si esprime
si ascoltano più emittenti sovrapposte, quel rice- attraverso il fattore di merito «Q ». Quanto più
vitore è da ritenersi poco selettivo. Il ricevitore, elevato è questo fattore, tanto minori sono le
invece, che riesce a separare nettamente le stes- perdite e migliore risulta la selettività.
se emittenti, è da ritenersi più selettivo. Se il circuito accordato risulta inserito in un ri-
La sensibilità rappresenta un'altra caratteristica cevitore radio nel quale sono montati dei normali
dei ricevitori radio: quella di ricevere emittenti transistor al germanio o al silicio, la bassa re-
deboli o lontane. E questo fattore rimane sem- sistenza di questi semiconduttori carica enorme-
pre condizionato ai circuiti di amplificazione de- mente il circuito accordato LC, riducendo note-
gli stadi di entrata. volmente il fattore Q e peggiorando la selettivi-
Ma lasciamo da parte il concetto di sensibilità, tà del ricevitore. In tal caso, per ottenere risul-
anche perché questa non risulta particolarmente tati soddisfacenti, si deve ricorrere all'impiego
accentuata nel nostro ricevitore, occupiamoci di parecchi circuiti accordati, che complicano
invece della selettività. In teoria, un solo circuito la configurazione circuitale del ricevitore radio
accordato LC, così come quello composto dalla e creano problemi di difficile taratura e messa
bobina L2 e dal condensatore variabile C2, nel a punto.

421
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L'uso di un transistor FET migliora notevolmen- Fig. 1 - I consumo di corrente di questo ricevitore si
t_e • Ja situazione, perché questo semiconduttore aggira intorno ai 100 mA. Se questo valore non viene
non perturba in misura apprezzabile il circuito rispettato, si dovrà intervenire direttamente sul valore
accordato, mentre il fattore di merito rimane della resistenza H4. La bobina di sintonia L 1-l2, di
sempre quello caratteristico del circuito stesso, tipo commerciale, può essere richiesta direttamente
alla nostra Organizzazione, così come è detto nel
- più che sufficiente, nella maggior parte dei casi, corso dell'articolo.
per ottenere una selettività soddisfacente anche
con uri. solo circuito accordato LC.

CIRCUITO DEL RICEVITORE


Il ricevitore presentato in queste pagine è desti-
nato, soprattutto ai lettori principianti, in virtù induzione elettromagnetica, sull'avvolgimento L2
della sua semplicità e facilità realizzativa. che, unitamente al condensatore variabile C2,
L'uso del transistor FET semplifica enormemen- compone il circuito di sintonia del ricevitore,
te il circuito di sintonia ed offre al lettore l'op- ossia quel circuito che permette di selezionare
portunità di montare un componente elettronico le varie emittenti con la sola operazione di rota-
assolutamente moderno. zione del perno del variabile.
Il ricevitore « Giullare » è stato progettato per Dal circuito di sintonia il segnale si trasferisce
l'ascolto delle sole emittenti ad onda media, per- al circuito di rivelazione, rappresentato dal tran-
ché queste presentano una notevole potenza e sistor FET (TRl). Questo transistor si comporta
agevolano le pur elementari operazioni di messa in maniera pressoché identica a quella di un trio-
a punto dell'apparato. do nel quale la griglia corrisponde al gate (G),
Abbiamo già detto che la sensibilità di questo ap- il catodo alla source (S) e l'anodo al drain (D).
parecchio radio non è da considerarsi eccessiva, Sulla source di TRI si ritrova il segnale rivelato,
perché si tratta di un circuito a rivelazione di- cioè il segnale di bassa frequenza, dato che la
retta che, per un discreto liveIJo di riproduzione componente di alta frequenza viene inviata a
sonora, impone l'uso di un'antenna di sufficiente massa tramite il condensatore C4. E' noto infatti
lunghezza e di un ottimo circuito di terra. che i condensatori offrono una resistenza tanto
E passiamo ora all'analisi del circuito di figura 1. minore quanto maggiore è la frequenza del se-
Il segnale di alta frequenza, captato dall'antenna, gnale. Dimensionando quindi in modo esatto que-.
giunge, attraverso il condensatore Cl, all'avvolgi- sto condensatore, è possibile eliminare la compo-
mento primario della bobina di sintonia (L1). nente di alta frequenza bloccando invece quella
Dall'avvolgimento LI il segnale si trasferisce, per di bassa frequenza.

422
COMPONENTI
Condensatori
CI = 680 pF
C2 = 350 pF (condensatore variabile}
C3 = 470 pF
C4 = 680 pF
C5 = 500.000 pF - 100 VI.
C6 = 100.000 pF
Resistenze
R1 = 220.000 ohm
R2 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.
con S1)
R3 = 4.700 ohm
R4 = 2,2 megaohm
R5 = 330 ohm
Varie
TR1 = 2N3819 (FET)
TR2 = AC127
TR3 = BC177 R5
TRA4 = BD137
S1 interruttore incorpor. con R2
L1-L2 = bobina sintonia (vedi testo)
PILA 9V
AP altoparlante (superiore ad 8 ohm)

Fig. 2 • Il cablaggio del ricevitore Giullare, realizzato


su circuito stampato, permette di ottenere una compo-
sizione e una distribuzione dei componenti elettronici
AMPLIFICAZIONE DI BASSA FREQUENZA compatta e razionale, in grado di garantire una elevata
selettività e un buon ascolto delle emittenti radiofoniche.
A valle del transistor TRl prende inizio il pro-
cesso di amplificazione dei segnali di bassa fre-
quenza. Il potenziometro R2, sui cui terminali è
presente la tensione caratteristica del segnale
rivelato, funge da elemento di controllo di volu-
me sonoro. Dal cursore del potenziometro R2 il
segnale raggiunge la base del primo transistor Poiché l'altoparlante risulta direttamente inseri-
amplificatore di bassa frequenza TR2. Questo to nel circuito di collettore del transistor TR4,
transistor, che è di tipo NPN, è collegato in un esso dovrà avere un'impedenza superiore o, al
circuito con emittore a massa; ciò è stato fatto massimo, pari a 8 ohm ed una potenza di alcuni
per ottenere un elevato guadagno; la resistenza watt, così da poter sopportare, senza rischio
R5 ha lo scopo di elevare l'amplificazione di TR2. alcuno, la corrente di riposo del transistor am-
Attraverso il condensatore CS, il segnale pream- plificatore finale TR4.
plificato raggiunge la base del transistor TR3
che, a sua volta, controlla direttamente la base REALIZZAZIONE PRATICA
del transistor amplificatore :finale TR4. E' assolutamente consigliabile realizzare il rice-
L'amplificazione ottenuta con questo sistema, uti- vitore « Giullare » su circuito stampato, riprodu-
lizzando un transistor di tipo PNP e uno dì tipo cendo il disegno di figura 3 nelle stesse dimen-
NPN, è notevole e consente di ridurre al mini- sioni in cui esso è presentato.
mo necessario gli stadi di amplificazione del ri- Il cablaggio deve rispecchiare fedelmente la di-
cevitore radio. sposizione dei componenti elettronici illustrata
La resistenza R4 regola Ja polarizzazione di base in figura 2.
del transistor TR3 e, conseguentemente, la cor- Il circuito stampato svolge, tra l'altro, il compi-
rente assorbita dal circuito del ricevitore. to di favorire la dissipazione dell'energia termi-
Il valore della corrente dovrà aggirarsi intorno ca erogata dal transistor amplificatore finale
ai 100 mA e ciò significa che, qualora il lettore TRA. Infatti questo transistor, la cui configura-
dovesse riscontrare valori di corrente notevol- zione è chiaramente illustrata in figura 4, deve
mente diversi, dovrà intervenire direttamente essere montato dalla parte della basetta in cui
sulla resistenza R4. sono riportate le piste di rame. Per indicare que-

423
Fig. 3 - Disegno del circuito sta m-
pato in grandezz a natu rale.
L'ampio settore di ra me, visibi-
le sull'estrema destra, fu nge da
elemento raffreddan te del tra nsi-
stor amplificatore finale TR4.

Fig. 4 - Disposizione degli elettro di sui quattro semiconduttori montati nel circuito del
ricevitore . A sinistra so no indicati i collegamenti della bobina di sintonia di tipo
commerc iale L1-L2.
sto sistema di applicazione al circuito di TRA, nel sentata nel fascicolo di febbraio di quest'anno,
piano di cablaggio di figura 2 i collegamenti sono dove risultano anche descritte alcune realizza-
stati indicati con linee tratteggiate, che stanno zioni di ottime prese di terra.
appunto a significare il collegamento, nella parte
opposta della basetta, del transistor TR4. TARATURA
Ecco perché nel circuito stampato, più precisa- Il termine « taratura » è da considerarsi eccessi-
mente nella zona in cui viene fissato il transistor vo in questa sede, perché le operazioni di messa
TR4, conviene lasciare, durante l'approntamento a punto del ricevitore sono assolutamente sem-
del circuito, una elevata quantità di rame. plici e si interpretano con poche parole.
Coloro che volessero realizzare il ricevitore con Dopo essersi accertati di non aver commesso er-
un circuito meno elegante, dovranno applicare rori di cablaggio, cioè dopo aver ripercorso men-
al transistor TR4 una piastrina di raffreddamen- talmente la correttezza del circuito, sarà suffi-
to e mantenere molto corti i collegamenti nello ciente accendere il ricevitore tramite l'interrut-
stadio di alta frequenza. tore S1 incorporato nel potenziometro di volu-
La bobina di sintonia L1 . L2 è di tipo commer- me R2. Il condensatore variabile C2 verrà posi-
ciale, provvista di nucleo di ferrite, necessario per zionato a metà corsa circa; quindi, servendosi di
la corretta messa a punto del ricevitore. Essa un cacciayite, s1 regola la posizione del nucleo
potrà essere acquistata presso un rivenditore di di ferrite inserito nel supporto della bobina di
materiali radioelettrici .Coloro che dovessero in- sintonia, in modo da ricevere l'emittente locale
contrare difficoltà commerciali, potranno richie- con la massima chiarezza e la massima potenza.
derci questo componente, e soltanto questo, in- E a questo punto il... gioco è fatto e non ci resta
viando anticipatamente, tramite vaglia o c.c.p., che augurarvi un buon ascolto e un buon diver-
l'importo di Lire 750, con l'indicazione a tergo: timento con il nostro « Giullare ».
« per bobina sintonia del ricevitore 'Giullare'».
I collegamenti della bobina L1 - L2 verranno ef-
fettuati tenendo conto della numerazione con cui
sono stati contrassegnati i terminali nello sche-
ma elettrico di figura 1, in quello pratico di figu-
ra 2 e nel disegno di figura 4. In quest'ultimo
disegno sono stati anche chiaramente indicati
gli elettrodi dei quattro semiconduttori che par-
tecipano alla composizione del circuito.
Una volta ultimato il lavoro di cablaggio, il rice-
vitore potrà essere racchiuso in un contenitore
li plastica, in modo da favorire, nella maggior
nisura, l'ingresso delle onde radio, sia attraver-
so l'antenna, sia attraverso la stessa bobina di IMPORTANTE
ereo.
PER GLI ABBONATI
I Signori Abbonati che
ci comunicano il loro

Cambiamento
d'indirizzo
sono pregati di segnalarci, as-
sieme al preciso nuovo indiriz-
zo anche quello vecchio con cui
L'antenna necessaria per il buon funzionamento hanno finora ricevuto la Rivi-
di .questoricevitore dovrà essere sistemata nella sta, scrivendo, possibilmente,
parte più alta dell'edificio in cui si effettua l'a- in stampatello.
scolto. Lasua composizione verrà fatta prenden-
l grw» « dq]a pslrkr ootws o,s+o -

425
ELECOMIA± e

Lasciamo alla libera immaginazione In pratica, ogni apparecchiatura, che possa essere
pilotata da un interruttore, può essere comanda-
dei nostri lettori la scelta della miglior ta da un telecomando simile a quello che stiamo
applicazione di questi semplici mon- per presentare. Con il nostro apparato, infatti, è
taggi per telecomando, via radio, di possibile commutare, a distanza, il programma
televisivo; si possono accendere luci ed insegne
qualsiasi installazione sulla banda dei luminose e si possono mettere in funzione avvi-
144 MHz. satori ottici od acustici.
Ma il nostro progetto, oltre che un aspetto pura-
mente pratico, presenta anche un notevole con-
tenuto didattico, perché in esso si interpreta la
realizzazione di un trasmettitore e di un ricevi-
tore, che rappresentano gli apparati di maggior
importanza nel settore dell'elettronica e in quel-
lo della radiotecnica.

Q uando si parla cli telecomando vien quasi


spontaneo abbinare questo termine con il
modellino aereo, navale o automobilistico.
Ovviamente non si tratta cli apparecchi molto
elaborali, dato che essi servono per funzionare
su piccole distanze e sono dotati quindi di una
E' vero che queste sono le più naturali applica- potenza ridotta. Ma in questi apparati sono com-
zioni del telecomando, ma è altrettanto vero che presi tutti gli elementi basilari necessari per la
non sono le sole e certamente non le più impor- costruzione di grossi apparati e rappresentano
tanti. una tappa d'obbligo per lutti quei dilettanti che
Attualmente, ad esempio, molti sistemi di tele- intendono avvicinarsi al mondo delle ricetrasmis-
comando vengono impiegati per l'apertura auto- sioni con una certa dose di serietà e di prepa-
matica di cancelli o portoni di autorimesse. razione tecnica.

426
MIONOCANALE
9
z

LA FREQUENZA
Uno dei fattori più. importanti, che si debbono
prendere in considerazione prima di iniziare il
montaggio di un radiocomando, è il valore di
frequenza con il quale deve lavorare l'apparato.
Questo valore deve essere scelto tenendo conto
di vari elementi, talvolta contrastanti. fra loro,
così da raggiungere la realizzazione di un appa-
rato dotato di caratteristiche adatte per una pre-
cisa applicazione.
L'apparato che ci proponiamo di far costruire
al lettore deve essere di minime dimensioni, de-
ve coe essere costruito con pochi componenti
di tipo miniaturizzato; tale considerazione si
estende all'apparato trasmettitore e a quello ri- Le dimensioni dell'antenna dehbono essere ac-
cevitore; sarebbe infatti un controsenso montare cettabili; per la frequenza di valore pari a mezza
nei circuiti componenti a bassa dissipazione e lunghezza d'onda la lunghezza dell'antenna i: di
servirsi poi d1 una bobina di sintonia di note- un metro, mentre è di mezzo metro per una lun-
voli dimensioni, oppure di un grosso condensa- ghezza pari ad un quarto d'onda; ricorrendo a
tore ad aria del tipo di quelli che venivano mon- frequenze di valore più basso la lunghezza della
tati nei vecchi ricevitori radio a valvole. antenna sarebbe risultata inaccettabile per un
Un altro fattore, particolarmente importante per radiocomando.
il trasmettitore, è rappresentato dall'antenna. E'
ovvio, infatti, che per irradiare con rendimento FUNZIONI DEL TRASMETTITORE
soddisfacente tutta l'energia elettromagnetica Lo scopo del trasmettitore è quello di inviare
generata dalla trasmittente, l'antenna deve ave- nello spazio un segnale, modulato in ampiezza
re una lunghezza pari a mezza lunghezza d'onda con una nota sinusoidale di 800 Hz cit·ca, con
del segnale o, al massimo, ad un quarto di lun- una potenza tale da poter essere ricevuto alla di-
ghezza d'onda del segnale, quando vi sia un pia- stanza di alcune decine di metri da un semplicis-
no di massa che funga da specchio elettroma- simo ricevitore appositamente sintonizzato sulla
gnetico. frequenza di 144 MHz. La distanza coperta può
Tutte que. .e considerazioni impongono la scel- raggiungere anche alcune centinaia di metri se
ta di frequenze elevate, perché solo con le fre- la messa a punto degli apparati è perfetta.
quenze elevate si possono raggiungere collega- Lo schema elettrico del. trasmettitore è rappre-
menti su distanze considerevoli, anche con po- sentato in figura 1. Il circuito si compone di due
tenze di emissione minime e, quindi, con pochi parti: il modulatore ed il generatore di alta
componenti elettronici. Per il nostro sistema di frequenza; ciascuno dei due stadi è pilotato da
collegamento via aria abbiamo scelto il valore
di 144 MHz.
un solo transistor e l'accoppiamento è ottenuto
per mezzo del trasformatore di modulazione T1.
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e per avere subito il DONO PREFERITO
429
7

o
•1 Fig. 3 - Questo è il disegno
del circuito stampato, in
grandezza naturale, che il

O
O -
] lettore dovrà comporre per
il montaggio dell'apparato
trasmettitore.

Il transistor TRI rappresenta l'elemento attivo Nel circuito di alta frequenza sono presenti l'im-
del generatore di bassa frequenza. Esso pilota, pedenza di alta frequenza J1 e il condensatore
infatti, un circuito oscil1atore sinusoidale a sfa- C3; questi componenti sono necessari per im-
samento RC, nel quale la frequenza generata è pedire che l'alta frequenza, generata dall'oscilla-
determinata dal valore dei componenti Rl-R2-Cl- tore pilotato dal transistor TR2, raggiunga l'ali-
C2, inseriti in una rete di reazione tra collettore mentazione, apportando notevoli inconvenienti
e base del transistor TRl. nel circuito di bassa frequenza (inneschi, man-
Il carico è rappresentato dalla resistenza R5 e cato funzionamento, oscillazioni parassite, ecc.).
dal trasformatore Tl, che ha lo scopo di trasfe-
rire il segnale sinusoidale nello stadio di alta FUNZIONI DEL RICEVITORE
frequenza, in modo da ottenere un segnale modu- Il ricevitore di un radiocomando deve possedere
lato in ampiezza. due principali caratteristiche: deve consumare
poco e deve essere di sicuro funzionamento. E'
LO STADIO DI ALT A FREQUENZA ovvio che a queste caratteristiche se ne dovreb-
Una delle caratteristiche principali di un tra- bero aggiungere altre come ad esempio, la sen-
smettitore per radiocomando è la stabilità di sibilità; tuttavia, assai spesso, si rinuncia ad al-
frequenza. Sarebbe infatti assai dannoso che, tre caratteristiche al solo scopo di non compli-
per una leggera variazione della tensione di ali- care il circuito.
mentazione o per un cambiamento di temperatu- Il basso consumo di energia, auspicabile in un
ra, la frequenza in essa si spostasse dal valore ricevitore, può rappresentare una necessità, so-
desiderato ad un altro valore, rendendo impossi- prattutto quando l'apparato deve rimanere pe-
bile la ricezione, da parte del ricevitore, del se- rennemente in funzione. L'eventualità di guasti,
gnale di comando. Ecco i! motivo per cui occorre poi, deve essere ridotta al minimo e ciò si ot-
realizzare un oscillatore pilotato a cristallo di tiene escludendo l'impiego di componenti critici
quarzo (XTAL) la cui frequenza cli 72 MHz vie- o numerosi.
ne raddoppiata sintonizzando opportunamente sui
In sede di progettazione dell'apparato ricevente
144 MHz il circuito accordato composto dalla
ci siamo orientati verso un tipo di ricevitore mol-
bobina Ll e dal compensatore C5.
to semplice, composto da un circuito di rivelazio-
I segnali di alta frequenza, che si debbono invia-
ne a diodo e da un semplice, ma sensibile, ampli-
re all'antenna, vengono prelevati induttivamente
ficatore a due transistor.
dalla bobina L2. Per ottenere il massimo rendi-
mento, senza dover ricorrere all'uso di antenne
appositamente calcolate, abbiamo provveduto ad CIRCUITO DEL RICEVITORE
inserire il piccolo compensatore d'antenna C6, I segnali captati dall'antenna si trasferiscono,
che permette di regolare il circuito cli uscita in per induzione elettromagnetica, dall'avvolgimento
modo da ottenere il massimo irraggiamento della L1 che, unitamente al compensatore Cl, rappre-
potenza disponibile. senta il circuito di sintonia del ricevitore. Ma il
Il circuito del modulatore è del tipo in serie al- circuito di sintonia è calcolato e regolato in mo-
l'alimentazione ed è attuato con un avvolgimen- do tale da ricevere soltanto il segnale emesso dal-
to del trasformatore Tl. la trasmittente.

430
O) ANT

USCITA
8
n
e
D1

TR1 Il Il.lll / S1

L.2 l
I L1 e

c2
e
o9V
e
R1 Il e

COMPONENTI
C1 =3/30 pF (compensatore) Fig. 4 - Il circuito del ricevitore è molto semplice. Esso
C2 = 330 pF si compone di un rivelatore a diodo e di un semplice
R1 = 2.200 ohm ma sensibile amplificatore a due transistor. Nel circui-
to d'uscita si applica l'apparato utilizzatore; l'inseri-
TR1 = AC127 mento di un altoparlante permette di effettuare como-
TR2 = AC127 damente le operazioni di taratura e messa a punto del
D1 = 0A85 trasmettitore e del ricevitore. L'altoparlante può rap-
L1-L2 = vedi testo presentare anche una applicazione pratica del tele-
ALIMENTAZ. = 9 V. comando, in funzione di avvisatore acustico.

Il diodo al germanio D1 provvede al processo di re per far funzionare quest'ultimo in qualità di


rivelazione unitamente al condensatore C2 che avvisatore acustico. Sistemando il ricevitore in
funge da éremento di filtro, verso massa dei se- casa, ad esempio, tutti potranno essere infor-
gnali di alta frequenza ancora presenti nel se- mati dell'immediato arrivo del. capofamiglia. Co-
gnale rivelato, cioè nel segnale a valle del dio- munque la funzione principale del ricevitore ri-
do D1. mane sempre quella caratteristica del radioco-
Sulla base del transistor TRl viene applicato un mando che richiede in uscita un circuito di scat-
segnale della frequenza di 800 Hz, che è il segna- to, come ad esempio quello rappresentato in fi-
le prodotto dal modulatore del trasmettitore. gura 7. Il relé deve essere di tipo sensibile e, se
Questo segnale viene amplificato, oltre che da il carico che si deve comandare è notevole, cioè
TRl, anche dal transistor TR2, perché questi non sopportabile direttamente dai contatti del
due transistor sono collegati tra loro in un cir- relé sensibile, si dovrà ricorrere ad un secondo
cuito simile alla classica configurazione Darlin- relé di potenza pilotato, per l'eccitazione, dai
gton, che pennette di ottenere un elevato guada- contatti del primo relé.
gno. II segnale di bassa frequenza amplificato, E' assai importante che l'inserimento del circui-
presente sul collettore di TR2, potrà essere ri- to di comando di figura 7 venga realizzato nel
prodotto da un piccolo altoparlante d'impedenza giusto modo, cioè collegando il terminale posi-
compresa fra i 16 e i 50 ohm, collegato all'uscita. tivo del condensatore elettrolitico Cl alla linea
L'uso dell'altoparlante potrà servire per control- positiva dell'alimentatore del ricevitore, mentre
lare il buon funzionamento del ricevitore, oppu- l'altro terminale dovrà essere collegato con il

431
collettore del transistor TR2. Un errato inseri-
mento del circuito di figura 7 non solo impedi-
rebbe il corretto funzionamento del ricevitore,
ma potrebbe provocare la distruzione di uno o
di entrambi i transistor.

COSTRUZIONE DELLE BOBINE


RAME La bobina del trasmettitore e quella del ricevi-

a 2mm tore debbono essere costruite direttamente dal


lettore, realizzando gli avvolgimenti su un sup-
porto cilindrico, munito di nucleo di ferrite con
diametro esterno di 8 mm.
Le due bobine sono perfettamente identiche. Per
l'avvolgimento Ll occorrono quattro spire di filo
le di rame smaltato, nudo o argentato, del diame-
E tro di O 8 mm; le spin: dovranno risultare leg-
germenté spaziate fra loro.
L'avvolgimento L2 è composto da due sole spire
i di filo isolato in plastica, di quello normalmente
z usato per i collegamenti elettrici; l'avvolgimento
<f L2 deve essere effettuato sul Jato freddo di LI,
secondo quanto indicato negli schemi pratici
delle figure 1-5. Dunque, per la .realizzazione dei
due apparati, il lettore dovrà costruire due bo-
bine perfettamente identiche fra loro, servendosi
dei dati costruttivi ora citati.

COSTRUZIONE DEL TRASMETTITORE


L2 Il montaggio dell'apparato trasmettitore non è
per nulla impegnativo e si addice anche ai prin-
TR2 cipianti, pur essendo impostato su circuiti di
L1 alta frequenza. Comunque, realizzando il circui-
to stampato presentato in figura 3 e seguendo at-
tentamente il piano di cablaggio di figura 2, si
può essere certi di raggiungere il successo.
Per quanto riguarda il trasformatore Tl occorre
c1 utilizzare un trasformatore di tipo intertransi-
TR1 storiale pilota, per push-pull, di piccola potenza.
Diciamo pure, con altre parole, che Tl deve esse-
re uno di quei piccoli trasformatori che nelle
radioline transistorizzate tascabili sono inseriti
fra il transistor pilota e i due transistor finali
collegati fra loro in push-pull. Non si dovranno
quindi utilizzare i trasformatori di uscita per
push-pull, le cui caratteristiche sono notevolmen-
9V te diverse. In funzione di avvolgimento primario
si dovrà utilizzare quello provvisto di tre termi-
nali, lasciando inutilizzato il terminale centrale.
II quarzo «XTAL» dovrà essere di tipo miniatu-
ra, adatto cioè per funzionare con circuiti tran-
sistorizzati. Non conviene quindi servirsi di quar-
zi surplus, adatti per apparati a valvole, con i
quali si potrebbero correre rischi di mancato
funzionamento del trasmettitore. La frequenza
del cristallo di quarzo deve aggirarsi intorno ai
72 MHz; tuttavia, potendo acquistare dei cristalli
di quarzo di occasione, a basso costo, anche con
frequenze leggermente diverse, questi potranno
essere utilmente montati nel circuito, ricorren-
do eventualmente ad una diversa spaziatura, in
più o in meno, delle spire che compongono la
Fig. 5- Anche il cablaggio del ricevitore deve essere
bobina Ll.
realizzato su circuito stampato. I due transistor ampli- Poiché il funzionamento del trasmettitore è nor-
ficatori di bassa frequenza debbono essere muniti di malmente di breve durata (pochi secondi al mas-
alette di raffreddamento. simo), non è assolutamente necessario munire il

432
transistor TR2 di un elemento di raffreddamento.
Il lettore potrà comunque applicare a TR2 un
piccolo radiatore, che potrà anche servire come
elemento di protezione del. componente da even-
tuali sovraccarichi dovuti a un funzionamento
prolungato.

MONTAGGIO DEL RICEVITORE


Il montaggio del ricevitore è assai più semplice
di quello del trasmettitore. Esso dovrà essere
eseguito seguendo il piano di cablaggio di figura
5, dopo aver realizzato il circuito stampato ri-
portato in figura 6.
I due transistor TRl e TR2 sono perfettamente
identici e sono di tipo AC127, cioè due transistor
NPN. Questi due semiconduttori, anche se ciò
non è indicato in figura 5, dovranno essere muni-
ti entrambi di elementi di raffreddamento.

L'ANTENNA
Per l'apparato trasmettitore sarebbe auspicabile
l'uso di una vera e propria antenna adatta alla Fig. 6 - Disegno del circuito stampato, in grandezza
frequenza di 144 MHz, che tuttavia inciderebbe naturale, dell'apparato ricevente.
non poco sul costo complessivo del telecomando
e creerebbe problemi di connessione, rendendo
gli apparati assai poco portatili.
Una soluzione più economica e più pratica è
quella di utilizzare una piccola antenna a stilo,
della lunghezza di un metro o di cinquanta cen-
timetri. In quest'ultimo caso è necessario che il
contenitore del trasmettitore sia di tipo metalli-
co e il contenitore stesso dovrà risultare collega-
to con la linea negativa della tensione di alimen-
tazione. Un'altra soluzione molto economica,
adatta per le installazioni semi fisse consiste nel-
lo utilizzare semplicemente uno spezzone di filo in cui la completa regolazione del compensatore
di rame del diametro di 2 millimetri o, meglio, CS non provocasse la diminuzione dell'assorbi-
uno spezzone cli acciaio armonico avente la lun- mento cli corrente, occorrerà regolare in una di-
ghezza precedentemente citata per l'antenna cli versa posizione il nucleo della bobina L1-L2, ri-
tipo a stilo. petendo poi l'operazione precedente. Terminata
Ovviamente le due antenne, quella del ricevito- questa operazione, si può essere sicuri che l'o-
re e quella del trasmettitore, dovranno essere scillatore funziona a dovere. Ma per poterlo sfrut-
perfettamente uguali. tare al massimo è necessario misurare con la
sonda AF la tensione di alta frequenza presente
TARATURA DEL TRASMETTITORE sul collettore di TR2, regolando leggermente il
La taratura del trasmettitore, così come quella nucleo della bobina Ll-L2 fino ad ottenere il
del ricevitore, rappresenta un'operazione neces- massimo valore della tensione di collettore.
saria per il buon funzionamento del telecomando. Si tenga presente che, durante le operazioni di
Per effettuare con precisione la taratura del tra- taratura, l'antenna deve essere inserita, per non
smettitore occorrerebbe poter disporre di una sottrarre il naturale elemento di carico al tra-
sonda per alta frequenza, ad esempio quella smettitore. Durante l'operazione di taratura il
descritta nell'articolo « signal tracer e iniettore transistor TR2 è sottoposto ad un lavoro pro-
di segnali » presentato in questo stesso fascicolo, lungato; esso necessita quindi di un raffredda-
utilizzando contemporaneamente un normale te- tore.
ster commutato sulla misura voltmetrica e nella
portata volt x 10. TARATURA DEL RICEVITORE
Una taratura senza pretese potrà tuttavia esse- La taratura del ricevitore consiste nel regolare
re ottenuta anche con il solo tester. Per prima co- il compensatore Cl, con il trasmettitore acceso,
sa bisognerà accertarsi che l'oscillatore di alta sino a che non si ottenga il corretto funzionamen-
frequenza oscilli veramente. E a questo scopo to del telecomando, cioè la eccitazione dell'even-
si inserirà il tester, commutato sulle portate am- tuale relé collegato in uscita oppure l'emissione
perometriche, in serie al trasmettitore, misuran- della nota alla frequenza di 800 Hz attraverso
done l'assorbimento. Poi si fa ruotare pian pia- l'altoparlante.
no il compensatore CS, fino a far diminuire bru- Successivamente si provvede ad allontanare il
scamente l'assorbimento di corrente. Nel caso trasmettitore dal ricevitore, regolando il nucleo

433
della bobina del ricevitore sino a ottenere la
massima sensibilità.
Quando il ricevitore è in funzione, converrà ri-
toccare la regolazione del condensatore d'anten-
na C6 del trasmettitore, in modo che questo ap-
parato possa irradiare la massima potenza capta-
IL SALDATORE
bile dal ricevitore.
La taratura risulta così terminata e il telecoman-
do è ora pronto per essere usato nel modo che
ciascun lettore riterrà più opportuno.
TUTTOFARE

Fig. 7 - Esempio di circuito di scatto applicabile all'u-


scita dell'apparato ricevente. Il relè deve essere di
tipo sensibile e, se il carico è notevole, cioè non sop-
portabile dai contatti del relé, si deve ricorrere ad un
secondo relé di potenza pilotato, per l'eccitazione, dai
contatti del primo relè. L'elettrodo positivo del conden-
satore elettrolitico C1 deve essere collegato con la
linea della tensione positiva di alimentazione del rice-
vitore. Il relè può avere le seguenti caratteristiche:
6 V- 300 ohm circa.
Il condensatore elettrolitico Cl ha il valore di 10 µF -
25 VI; il diodo raddrizzatore D1 può essere un qualsiasi
tipo di diodo al silicio (BY127).

E' utilissimo in casa, soprattutto a colo-


ro che amano dire: « Faccio tutto io! »,
perché rappresenta il mezzo più adatto
per le riparazioni più elementari e per
molti lavori di manutenzione. La poten-
za è di 50 W e la tensione di alimenta-

4BBO zione è quella più comune di 220 V. Vie-


ne fornito in un kit comprendente anche
una scatolina di pasta disossidante, una

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la pulizia della punta del saldatore.

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434
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CARATTERI-
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CIRCUITO:
transi sto rizzato
(4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz

ALIMENTA-
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9 volt

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telescopica
8 elementi

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vole increme#
ione, si otter
potenza 4 rudi

Realizzando questo strumento di mi- PROBLEMI DI MISURE


Molti lettori non si accontentano di realizzare i
sura, semplice ed economico, molti nostri progetti adibendoti subito all'uso cui essi
lettori risolveranno l'annoso proble- sono destinati. Infatti, quando un apparato deve
ma della misura delle induttanze delle funzionare in condizioni e ambienti diversi da
quelli stabiliti dal progettista, si deve ricorrere
bobine necessarie per la costruzione a talune varianti tecniche del circuto, che im-
di apparati riceventi e trasmittenti. E pongono spesso prove sperimentali e misure elet-
con questo stesso strumento si po- triche più o meno difficili.
Facciamo un esempio. In alcuni punti degli sta-
tranno anche misurare gli esatti va- di di alta frequenza dei ricevitori radio, conver-
lori capacitivi dei piccoli condensa- titori o trasmettitori, è d'uopo inserire, a volte,
tori. uno o più condensatori variabili, oppure una o
più bobine ad induttanza variabile che, pro-
prio in virtù della loro variabilità, permettono
di ottenere nell'apparato le migliori prestazioni.

e ome si misura l'induttanza di una bobina


o la capacità di un piccolo condensatore?
Ecco una domanda che, molto spesso, 1 no-
stri lettoti ci rivolgono e alla quale non possia-
mo esimerci dal rispondere, anche se alla secon-
Questi componenti rimangono inseriti nel circui-
to soltanto durante la fase sperimentale dell'ap-
parecchio, perché una volta ottenuto il punto
ottimo cli taratura, i condensatori e le induttanze
variabili debbono necessariamente essere sostitui-
da parte di essa abbiamo già risposto, presentan- ti con componenti a valore fisso.
do, nei precedenti fascicoli della Rivista, alcuni Per eseguire tale sostituzione, il dilettante deve
progetti di capacimetri, più o meno semplici e conoscere gli esatti valori capacitivi dei conden-
più o meno costosi. satori variabili e quelli induttivi delle bobine
Ma il quesito non ha mai avuto risposta alla sua munite di nuclei cli ferrite. Ed è chiaro che que-
prima parte. E la misura dell'induttanza delle ste misure debbono risultare precise il più pos-
bobine è rimasta finora soltanto un grosso pro- sibile. Con i normali tester, di recente produzio-
blema insoluto per molti appassionati cli elettro- ne commerciale, è possibile misurare il valore
nica. capacitivo di un condensatore, ma la precisione
E' giunto così il momento di porgere la nostra della misura è discutibile e in ogni caso risulta
mano amica a tutti coloro che sentono questa impossibile stabilire il valore capacitivo di un
necessità e desiderano sviluppare l'organizza- piccolo condensatore (20- 50 - 100 pF). Con il
zione del proprio laboratorio, inserendo in esso tester poi non si possono assolutamente esegui-
un altro strumento di grande utilità e interesse. re misure induttive.

436
Evitate
l'acquisto di
apparati
commerciali
costosi e complessi

Per risolvere i problemi fin qui citati, i nostri Sulle armature del condensatore, quando que-
lettori debbono possedere uno strumento che, ste vengono collegate ad una sorgente di ener-
pur non permettendo una lettura rapida ed age- gia elettrica, si accumulano le cariche elettriche
vole, sia in grado di fornire una precisa indica- e fra le armature stesse insorge un campo di.
zione dei valori capacitivi ed induttivi. forze elettriche, cioè fra le, due armature è pre-
Lo strumento a ponte, presentato in questo arti- sente una differenza di potenziale che, misurata
colo, permette di risolvere completamente ogni con il tester, stabilisce un preciso valore di ten-
problema di misura, perché la sua precisione è sione termica.
superabile soltanto da taluni strumenti digitali, Questo è il comportamento teorico del conden-
oppure da quei circuiti a ponte, di elevatissima satore, ma in pratica le cose vanno un po' diver-
precisione, di tipo industriale, che non debbono samente.
essere certamente considerati alla portata del Quando un condensatore è posto in condizioni
dilettante elettronico. di lavoro, cioè quando esso è collegato ad una
sorgente di energia elettrica, oppure quando sui
CAPACITA' E INDUTTANZE suoi terminali viene applicata una tensione elet-
Vogliamo far precedere la presentazione dell'ap- trica, non tutte le cariche erogate dalla sorgente
parecchio adatto ad effettuare misure induttive si condensano sulle armature del componente.
e capacitive di grande precisione, da alcune no- In pratica si verifica sempre una perdita di ener-
zioni teoriche relative ai condensatori e alle bo- gia, causata dal tipo di dielettrico di cui è for-
bine. Queste nozioni sono assolutamente necessa- nito il condensatore e da altri elementi di se-
rie per i principianti per poter comprendere l'esat- condaria importanza. Tutto avviene come se, in
to funzionamento del nostro strumento di mi- serie o in parallelo al condensatore, fosse col-
sura. legata una resistenza, che provoca dissipazione
Cominciamo con il condensatore. E ricordiamo di energia elettrica e caduta di tensione. Così
di questo componente la sua espressione teorica infatti abbiamo raffigurato il condensatore idea-
e quella reale. Faremo successivamente la stes- le e quello reale ( figura 1 ).
sa cosa per l'induttanza. Il nostro strumento di misura che, come abbia-
Quando si parla del condensatore in termini teo- mo detto, trova il suo principio di funziona-
rici, questo componente viene presentato come mento in quello di un circuito a ponte, permette
l'insieme di due armature metalliche, più o me- di valutare, oltre che il valore capacitivo del
ne affacciate tra loro e più o meno distanziate; valore in esame, anche quello della resistenza
fra le due armature è sempre presente il dielet- fittizia, cioè della resistenza di perdita del com-
trico, che può essere rappresentato dall'aria, ponente. Questa valutazione offre una informa-
dalla mica, dall'olio o da altro elemento più o zione importante sulla qualità del condensatore
meno isolante. in esame. In particolare, in condensatore sarà

437
CONDENSATORE
TEORICO REALE
e
Il M •
±1
I I I

e RS

RP

Fig. 1 - Il condensatore, così come avviene per tutti i componenti elettronici, si pre-
senta sotto un aspetto teorico e sotto un aspetto reale. Teoricamente il condensatore
è composto, nella sua forma più semplice, da due armature metalliche, affacciate fra
di loro; fra le due armature è interposto il dielettrico, cioè l'elemento isolante, che
può essere di natura gassosa (aria), liquida (olio) o solida (mica). Nella sua espres-
sione reale il condensatore è un componente che oppone una certa resistenza al
passaggio della corrente alternata. Questa resistenza può essere schermatizzata come
indicato nel disegno; RS simboleggia la resistenza del condensatore collegata in
serie; RP è la resistenza collegata in parallelo. La qualità del condensatore è ele-
vata quando RS è piccola, oppure quando RP è grande.

INDUTTANZA
TEORICA REALE
L

.- L
401010000.
RP

Fig. 2 - Anche l'induttanza, come il condensatore e come ogni altro componente elet-
tronico, può essere considerata sotto un aspetto teorico o sotto quello reale. In pra-
tica l'induttanza presenta una certa resistenza al passaggio della corrente, che pos-
siamo considerare collegata in serie (RS) oppure in parallelo (RP).

tanto- più buono quanto più piccola risulterà Ja la corrente, una certa resistenza, che possiamo
resistenza Rs (resistenza fittizia collegata in se- considerare in serie o in parallelo al componente.
rie), oppure quanto più grande sarà la resisten- Questa resistenza assume talvolta valori molto
za Rp (resistenza fittizia collegata in parallelo). elevati, per esempio nei trasformatori di pic-
Tutte queste considerazioni si estendono anche cola potenza, nei quali la resistenza assume un
alle induttanze, perché questi componenti sono valore di parecchie decine di ohm. L'induttanza
realizzati per mezzo di un avvolgimento di filo dovrà considerarsi ottima quanto più piccola è
metallico che, generalmente è il rame. Anche la resistenza Rs collegata in serie, oppure quan-
l'induttanza, dunque, presenta, al passaggio del- to più grande è la resistenza Rp collegata in pa-

438
L'impiego di energia di rete-luce non è consi-
gliabile per alimentare il ponte, perché la fre-
quenza di 50 Hz presenta un valore troppo bas-
so, che non permetterebbe di ottenere una suf-
ficiente precisione nella misura delle piccole
capacità. L'uso di un dispositivo generatore au-
tonomo, del resto, conferisce allo strumento il
vantaggio della facile trasportabilità, senza che
esso rimanga vincolato alla presenza di una sor-
gente di energia cli rete-luce. .
Analizzeremo in un primo tempo il. circuito del
ponte di De Santy Wien nel caso di misure
capacitive. Successivamente tratteremo l'altro ca-
so, quello delle misure delle induttanze.

MISURE CAPACITIVE
Per poter assimilare esattamente il concetto di
misure capacitive, occorre analizzare il circuito
a ponte rappresentato in figura 3.
Anche in questo caso, così come si è fatto per la
rappresentazione del condensatore reale di fi-
gura 1, abbiamo usato i simboli CX - RX per in-
dicare il condensatore di cui si vuol conoscere
il valore capacitivo, cioè il condensatore inco-
gnito.

Fig. 4 - Circuito a ponte adatto per la misura delle


Fig. 3 - Questo circuito a ponte permette di valutare induttanze delle bobine e delle resistenze che esse
le piccole grandezze capacitive dei condensatori. Il presentano al passaggio della corrente alternata (RX).
condensatore CC rappresenta il condensatore campio- Il simbolo LC indica l'induttanza campione di cui si
ne, cioè il condensatore di cui si conosce esattamente conosce l'esatto valore; il simbolo LX sta ad indicare
il valore capacitivo. CX rappresenta il condensatore il valore dell'induttanza che si vuol conoscere con l'uso
incognito, cioè il condensatore di cui si vuol conoscere di questo circuito a ponte.
il valore capacitivo. La resistenza RX rappresenta il
valore resistivo presentato dal condensatore al pas-
saggio della corrente alternata; anche questo dato può
essere conosciuto con l'uso del circuito a ponte qui
raffigurato.

rallelo. Anche per l'induttanza quindi è assai im-


portante saper esattamente distinguere il valore
ideale da quello reale (figura 2).

IL PONTE DI DE SANTY - WIEN


Il ponte di De Santy Wien costituisce un cir-
cuito molto adatto al tipo di misure ora citate.
Esso è composto da quattro rami di impedenze, µA
dei quali tre sono noti ed il quarto è scono-
sciuto (figura 3 ).
Il circuito rappresentato in figura 3 è valido per
la misura dei valori capacitivi dei condensatori.
Successivamente presenteremo il ponte adatto
per la misura delle induttanze.
La misura di un condensatore si effettua ali-
mentando il ponte con la corrente alternata, per-
ché soltanto la corrente alternata può fluire at-
traverso un condensatore.
L'alimentazione in alternata del circuito di figura
3 implica l'uso di un dispositivo generatore di
corrente.

439
S1a
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ALIMENTAZIONE

Fig, .5 - Ecco ·lo schema teorico completo del proget- ne deve essere ridotta ad un valore non inferiore ai
to presentato in queste pagine e adatto a rilevare gli 9 V. La tensione di alimentazione può essere anche di
esatti valori capacitivi di piccoli condensatori e quelli pochi volt con le correnti alternate a frequenza eleva-
induttivi delle bobine, nonché le resistenze opposte ta. Il commutatore S1 predispone lo strumento nelle
da entrambi i componenti al passaggio della corrente. due possibili misure: le misure capacitive e quelle
I componenti sotto esame sono indicatì con i simbo- induttive. Il commutatore S2 permette di stabilire la
li LX - CX - RX. L'alimentazione del circuito è in cor- portata dello strumento. L'azzeramento del ponte si
rente alternata a frequenza elevata, servendosi della ottiene intervenendo sui potenziometri RS ed R2.
corrente di rete-luce, cioè della corrente alla frequen- All'uscita è possibile applicare un microamperometro,
za di 50 Hz, le misure rilevate debbono considerarsi un amplificatore di bassa frequenza od altro elemento
approssimative; in questo caso, comunque, la tensio- indicatore.

440
R1 1.000 ohm - 2% siderarsi ultimata. I valori della capacità e della
R2 10.000 ohm (potenz a variaz. lin.) resistenza opposta dal condensatore al passaggio
R3 = 100.000 ohm - 2% della corrente sono deducibili mediante l'appli-
R4 10.000 ohm - 2% cazione delle seguenti formule:
R5
R6
= 1.000 ohm - 2%
100 ohm - 2% CC x R2 RlxRC
·R7 = 10 ohm - 2% CX = RX
R8 1.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) Rl Rl
cc = 1.000 pF - 2/ (condensatore campione)
L'applicazione di queste formule potrà accon-
LC 1 mH (induttanza campione)
= commutatore (3 vie - 2 posizioni) tentare gli appassionati della teoria, non certo
S1
= commutatore (1 via - 5 posizioni)
quelli che, per principio o per incompetenza, ri-
S2
fiutano le formule matematiche. A questi ulti-
mi diciamo che, con il nostro strumento di mi-
sura, non occorre applicare alcuna formula, pur-
ché esso venga costruito e tarato nel modo da
Nel circuito a ponte di figura 3 vi sono due resi- noi descritto più avanti. Qualche notizia in pro-
stenze variabili, che abbiamo denominato R2 ed posito, tuttavia, possiamo anticiparla fin d'ora,
RC; queste due resistenze servono per raggiun- sia per quel che riguarda la misura dei conden-
gere l'equilibrio del ponte; il sistema di regola- satori, sia per la misura delle induttanze. In pra-
zione di queste due resistenze variabili verrà tica si tratta di costruire un pannello dello stru-
descritto più avanti. mento nel quale ai perni dei potenziometri R2-
La resistenza R1 determina la portata dello stru- RC vengono collegati due indici scorrevoli lungo
mento e il suo valore deve essere scelto propor- due scale graduate opportunamente. Anche su
zionatamente a quello del condensatore sotto questo argomento il lettore troverà, più avanti,
prova. Il condensatore CC funge da elemento tutti i chiarimenti necessari. Per ora occorre
campione; in pratica esso è un condensatore di accontentarsi di quanto abbiamo detto e di quel-
valore noto e preciso. lo che aggiungeremo ancora.
Il circuito del ponte deve essere alimentato sui Supponiamo di attribuire alla .resistenza Rl il
nodi A-C, tramite un generatore di tensione al- valore di 1.000 ohm e poniamo R2 = 10.000 ohm
ternata. (potenziometro) e CC = 1.000 pF.
Sui nodi B-D si applica il circuito di uscita, cioè Suddividendo la scala, posta in corrispondenza
il circuito rivelatore; questo può essere rap- del perno del potenziometro R2, in 10 parti, se
presentato da un microamperometro di ottima nelle condizioni di equilibrio l'indice si trova in
sensibilità per con-ente alternata oppure, più corrispondenza del numero 8, potremo conoscere
semplicemente, da un amplificatore audio o, an- immediatamente il valore capacitivo incognito:
cora, da una cuffia ad alta impedenza. CX = 8.000 pF.
Il circuito di uscita ha lo scopo di ottenere l'e- Infatti, se l'equilibrio viene ottenuto con l'indice
quilibrio del ponte e questo equilibrio si ottiene in corrispondenza del numero 8, avremo:
regolando le resistenze R2-RC in modo che lo
strumento indicatore non segnali sappaggio di CCxR2 1.000 x 8.000
corrente, oppure in modo che nell'amplificatore cx = 8.000 pF
audio o nella cuffia non si senta alcun segnale, Rl 1.000
o quasi.
In ogni caso le due resistenze variabili debbono Come abbiamo detto, la resistenza Rl stabilisce
essere regolate nel modo seguente. In un primo la portata dello strumento. Se alla portata Rl =
tempo si regola RC con il cursore spostato verso 1.000 ohm attribuiamo il valore x 1.000 e se sulla
CC, in modo che la resistenza sul ramo C-D sia scala si legge ancora il numero 8, si ottiene:
quasi nulla. Successivamente si agisce su R2,
regolandola in modo che lo strumento indicatore CX = 8 X 1.000 = 8.000
segnali la minima corrente possibile, oppure che
attraverso l'altoparlante dell'amplificatore o i Se nel ramo AB, anziché la sola resistenza R1,
padiglioni della cuffia il suono risulti quasi ine- inseriamo un certo numero di resistenze di valo-
sistente. ' re diverso, fermo restando il valore di 1.000 pF
Nel caso in cui, dopo aver regolato le due resi- attribuito al condensatore campione CC, otter-
stenze, non si riuscisse a raggiungere una posi- remo:
zione di minimo, occorrerà intervenire sul valore
della resistenza Rl, sostituendolo con un valore valore di RI portata
diverso. 10 ohm pF x 100000
Fermi restando i valori di R2 ed RI, si regola 100 ohm pF X 10000
nuovamente la resistenza RC, in modo da far 1000 ohm pFx 1000
diminuire ulteriormente l'indicazione di mini- 10000 ohm pFx 100
mo. 100000 ohm pFx 10
A questo punto la misura della capacità inco-
gnita e della perdita del condensatore può con- Elevando il valore capaeilivo del condensatore

441
o o

USCITA

o o
JACK cx @
ISOLATO LX

ENTRATA
ALIMENT,
»-
Fig. 6 - Cablaggio del circuito a ponte. Nel contenitore potrà essere inserito anche
un generatore sinusoidale con le relative pile di alimentazione. Questo generatore,
il cui schema elettrico è rappresentato in figura 8, serve ad alimentare il circuito del
ponte con gli esatti valori di tensione e di frequenza.

campione CC da 1.000 pF a 10.000 pF, tutte le campione, questa volta si ricorre all'uso di una
portate risulteranno moltiplicate per 10; ridu- induttanza campione.
cendo il valore capacitivo del condensatore cam- Anche questo circuito deve essere alimentato in
pione CC a 100 pF, le portate risulteranno ridot- corrente alternata e per tale motivo si potrà
te del fattore 10. ricorrere alla realizzazione del progetto del ge-
neratore sinusoidale presentato nelle pagine se-
MISURE INDUTTIVE guenti.
Il circuito del ponte adatto per la misura delle Le formule che permettono di rilevare i valori in-
induttanze è sostanzialmente uguale a quello cogniti di LX ed RX sono le seguenti:
adatto per la misura dei valori capacitivi ed an-
che il metodo di misure è press'a poco lo stesso. LCx R2 RCx R2
C'è un particolare, tuttavia, che deve essere sot- LX = RX
tolineato, la posizione della resistenza Rl e del R1 Rl
potenziometro R2, nello schema di figura 4, ri-
sulta invertita rispetto a quello dello schema di Anche in questo caso la lettura del valore del-
figura 3. L'inversione è necessaria per la misura l'induttanza è dirett,a, così come nel caso delle
delle induttanze. misure capacitive.
Ovviamente, in sostituzione del condensatore Utilizzando, ad esempio, un'induttanza campione

442
da 1 mH e ponendo Rl = 1.000 ohm ed R2 = della capacità e dell'induttanza incognite. Per
10.000 ohm, se l'equilibrio si ottiene ponendo R2 questo tipo di misura occorre suddividere la sca-
in corrispondenza del numero 6, quando il ponte la relativa al potenziometro RC, che nello sche-
è azzerato, avremo: ma definitivo di figura 5 è indicato con R8, che
ha il valore di 1.000 ohm, in dieci parti, in modo
LCx R2 1 mHl x 6.000 che ad ogni graduazione corrisponda il valore di
LX = 6mH 100 ohm. Quindi, tenuto conto dei valori di Rl
Rl 1.000 (portata) e di R2 (azzeramento), occorre appli-
care la seguente formula:
Senza ricorrere alle formule, si ottiene subito:
LX = 6 x 1 = 6 mH. RCx R2
Anche per questo tipo di ponte, attribuendo ad RX
R1 gli stessi valori attribuiti nel caso del ponte Rl
di misure capacitive, avremo le seguenti portate:
Come si può facilmente arguire, questo tipo di
valore di Rl portata misura richiede un certo tempo. Tuttavia, colo-
10 ohm 1000 X 100 ro che si volessero accontentare di ottenere in-
100 ohm 1000 X 10 dicazioni soltanto approssimative, potranno rego-
1000 ohm 1000x 1 lare il potenziometro RC a zero ed effettuare il
10000 ohm .H x 100 bilanciamento del ponte agendo esclusivamente
100000 ohm H x 10 su R2. E' ovvio che in questo caso non sarà pos-
sibile raggiungere un annullamento del segnale
Utilizzando un'induttanza campione LC = 10 mH, o l'azzeramento dello strumento, ma ci si dovrà
tutte Je portate risulteranno automaticamente accontentare della minima indicazione possibile.
moltiplicate per 10 ed avremo in questo modo
la possibilità di misurare induttanze di valore IL CIRCUITO DEFINITIVO
elevatissimo (10 H massimi). Il progetto definitivo, rappresentato in figura 5,
permette di ottenere entrambe le misure: quella
SEMPLIFICAZIONI STRUMENTALI cli un condensatore di cui si vuol conoscere l'e-
Il potenziometro RC, presente negli schemi di satto valore capacitivo e quella di una bobina di
figura 3 e figura 4, permette, come abbiamo det- cui si vuol conoscere l'esatto valore di indut-
to, di calcolare con esattezza la resistenza di per- tanza.
dita dei condensatori e delle induttanze (figura La commutazione del circuito da un tipo di mi-
1 - figura 2). II calcolo di questa resistenza, tut- sura all'altro si effettua semplicemente commu-
tavia, non è tanto immediato come lo è quello tando S1.

Fig. 7 - Questo è il pannello frontale dello strumento che il lettore dovrà comporre.
Sui morsetti serrafilo si applicano i componenti da esaminare (induttanze e condensa-
tori). Sulla boccola di uscita si applica uno spinotto collegato, tramite cavo scherma-
to, ad un amplificatore di bassa frequenza che, con l'intensità del suono emesso,
permette di azzerare lo
strumento intervenendo
sui potenziometri R8-R2.
Il commutatore S1 pre-
dispone lo strumento
per la misura delle in-
duttanze (L) o delle
capacità (C); il com-
mutatore S2 stabilisce
la portata dello stru-
mento. La lettura del
valore incognito si ef-
fettua leggendo il nu-
mero sul quale viene
regolato l'indice del
potenziometro R2. Esso
è dato dalla seguente
formula: X {valore in-
cognito) = R (valore
segnalato da R2) x por-
tata.

443
Fig. 8 - Questo è il circuito del generatore sinusoidale,
in grado di erogare una tensione alternata con fre-
quenza compresa fra i 2.000 e i 3.000 Hz, necessaria
per alimentare lo strumento di misura delle induttanze
e delle capacità. L'alimentazione di questo circuito è
ottenuta tramite pile di tensione compresa fra i 9 e i
12 V. COMPONENTI
In serie al potenziometro di azzeramento R2, Condensatori
che ha il valore il 10.000 ohm, risulta inserita C1 = 3.300 pF
la resistenza fissa RI, che ha il valore di l.000 C2 = 3.300 pF
ohm. Questa resistenza permette di scongiurare C3 = 3.300 pF
eventuali cortocircuiti quando il potenziometro C4 = 50 F - 25 VI (elettrolitico)
R2 assume il valore zero. Resistenze
Anche nello schema definitivo cli figura 5 la R1 = 4.700 ohm
scala relativa al. potenziometro R2 è suddivisa R2 = 4.700 ohm
in 10 parti, ma la suddivisione deve essere fatta
da 1 a 11, anziché da O a lO come è stato fatto
R3 = 2 megaohm (semifissa)
per i circuiti cli figura 3 e figura 4.
R4 = 1 megaohm
Rispetto agli schemi di figura 3 e figura 4, nello
R5 = 10 ohm
schema definitivo di figura 5 è stato anche in-
R6 = 3.300 ohm
serito il commutatore di portata S2, che per-
R7 = 220 ohm
mette di ottenere un'ampia gamma di misure. Varie
Con il circuito di figura 5 la misura della capa- TR1 = BC 108
cità di un condensatore o dell'induttanza di una TR2 = 2N 1711
bobina è immediata. Basta infatti provvedere S1 = interrutt.
all'azzeramento del ponte nel modo ampia- ALIMENTAZ. = 9-12 V.
mente descritto in precedenza per risalire ai va-
lori incogniti tramite l'applicazione della sem-
plicissima formula:

X == Rx PORTATA

In questa formula il simbolo R sta ad indicare la


posizione del potenziometro R2, cioè uno dei
numeri compresi fra l e 11. La portata, a secon-

444
da delle posizioni dei commutatori S1 ed S2, è
rilevabile dalle seguenti tabelle:

Misure capacitive (S1 spostato su C)


LE NOSTRE
Posizione di S2
1
2
Portata
pFx
pFx
10
100
CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
3 pFx 1.000 fedeltà e per un nuovo ed emozionante
4 pFx 10.000 incontro con il mondo della musica ste-
5 pFx 100.000 reofonica.
Misure induttive (S1 spostato su L) Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
Posizione di. S2 Portata fusione di una musicalità elevata con un
1 Hx 10 perfetto adattamento anatomico.
2 Hx 100
3 mHx 1
4 mHx 10
5 mHx 100 CUFFIA STEREO
MOD. LC25
Per ottenere misure di ottima precisione, si do-
vranno ovviamente utilizzare precisi componenti L. 5.500
elettronici. Le resistenze RI - R3 - R4 - R5- R6 -
CARATTERISTICHE:
R7, ad esempio, dovranno essere al 2% o, me-
glio, all'l %. Anche il condensatore campione CC Impedenza: 8 ohm
e l'induttanza campione LC dovranno essere as- Gamma di freq.: 18 -
solutamente precise. Il valore dell'induttanza 15.000 Hz
campione LC è di 1 mH; questo tipo di indut- Peso: 320 grammi
tanza risulta più volte citato nel catalogo gene-
rale della GBC.
La realizzazione pratica del ponte di misure, rap-
presentato in figura 6, è molto semplice ed an-
che un cablaggio disordinato offre gli stessi ri- CUFFIA STEREO
sultati di un cablaggio accuratamente eseguito.
In funzione di strumento indicatore consigliamo MOD. DH08
di far uso di un piccolo amplificatore di bassa L. 18.500
frequenza, che viene a costare assai meno di un CARATTERISTICHE:
microamperometro per correnti alternate. L'en- Impedenza: 8 ohm
trata dell'amplificatore dovrà essere collegata, Sensibilità: 110 dB
tramite un cavetto schermato, con i nodi B - D a 1.000 Hz
del ponte (figura 5). Gamma di freq.:
Abbiamo già. detto che, per ottenere misure pre- 20 - 20.000 Hz
cise, non conviene ricorrere all'alimentazione de- Peso: 450 grammi
rivata dalla rete luce, perché in questo caso la La cuffia è provvista
frequenza di 50 Hz risulterebbe insufficiente per di regolatore di
l'alimentazione del ponte. Conviene dunque rea- livello a manopola
del tweeter.
lizzare il generatore sinusoidale rappresentato in
figura 8, che potrà essere inserito internamente
al contenitore del ponte, assieme alle pile di ali-
mentazione da 9 - 12 V. L'alimentatore di fig. Adattatore
8 genera una frequenza compresa fra i 2.000 e i per cuffie stereo
3.000 Hz. Mod. JB-11 D
L'alimentatore potrà rappresentare anche una L. 3.500
unità separata dal ponte, che potrà essere col- Questo piccolo ap-
legato ad esso solo nel caso in cui sia necessa- parecchio consente
rio effettuare una misura capacitiva o una mi- il collegamento di
sura induttiva. In questo caso il collegamento una o due cuffie ste-
dovrà essere effettuato tramite cavo schermato reo con tutti i com-
e il pannello frontale di figura 7 dovrà essere plessi stereofonici.
fornito di una seconda presa jack. Alimentando La commutazione al-
in questo modo il ponte, occorrerà tener conto toparlante - cuffia è
l immediata, senza al-
che, montando le prese sul pannello metallico,
cun intervento su i
queste dovranno risultare opportunamente iso- collegamenti.
late, dato che la massa del generatore e quella
dell'amplificatore non sono comuni.

445
LA
STEREOFONIA
IN CUFFIA
e onfrontato con l'ascolto normale, attraver-
so gli altoparlanti, quello in cuffia offre ta-
luni vantaggi ormai noti e indiscutibili. E
il primo fra tutti è certamente quello dell'econo-
mia, perché la cuffia stereo costa molto meno
risolve tutti questi problemi, perché il volume
sonoro può essere regolato a piacere senza la
preoccupazione di turbare la quiete altrui. Per
quel che riguarda poi l'isolamento dai rumori
ambientali, questo è pressoché perfetto in virtù
delle tradizionali casse acustiche. C'è poi da tener dell'adozione di padiglioni auricolari imbottiti e
presente che con la cuffia si risolve completamen- appositamente concepiti.
te il problema dell'ingombro e dell'isolamento
acustico che, in città, assume notevole importan- COLLEGAMENTO DELLA CUFFIA
za. Per l'ascolto della musica ad alta fedeltà, oc- L'impiego di una cuffia stereofonica comporta,
corre regolare il volume dell'amplificatore ad un assai spesso, la risoluzione di un piccolo proble-
livello discreto, in modo da riprodurre, nella lo- ma tecnico: in qual punto e in qual. modo si deve
ro pienezza, tutte le note dello spettro sonoro, collegare la cuffia con l'apparato riproduttore?
compensando l'effetto fisiologico che tende a di- Ci è già capitato, in precedenti fascicoli della ri-
minuire la ricezione delle note basse quando il vista, di presentare alcuni progetti di amplifica-
livello d'ascolto è debole. Ma esiste un altro mo- tori di bassa frequenza, appositamente concepiti
tivo per cui è necessario mantenere il livello di per l'abbinamento con cuffie stereofoniche. A que-
riproduzione sonora abbastanza elevato: la ne- sti progetti potranno ispirarsi quei lettori che
cessità di « mascherare » il rumore di fondo am- non sono provvisti di un complesso Hi-Fi. A tutti
bientale (traffico esterno, persone che parlano, gli altri invece, cioè a coloro che posseggono un
rumori in genere). L'uso della cuffia stereofonica amplificatore stereo, possono presentarsi due cir-

446
L'ADATTATORE-REGOLATORE EVITA DI
MANOMETTERE l' AMPLIFICATORE STE-
REOFONICO, FACENDOLO FUNZIONARE
IN TRE DIVERSE POSSIBILI CONDIZIONI:
CON I SOLI ALTOPARLANTI, CON LA SOLA
CUFFIA OPPURE CON GLI ALTOPARLAN-
TI E LA CUFFIA CONTEMPORANEAMENTE.

costanze diverse: l'amplificatore è già predispo- Senza manomettere in alcun modo l'amplificatore
sto per l'innesto della cuffia stereofonica, oppure di potenza, il lettore potrà scegliere tre diverse
non esiste una presa di cuffia. Nel primo caso soluzioni di riproduzione: quella con le sole cas-
il problema non esiste, nel secondo caso occorre se acustiche, quella con la sola cuffia e quella
fornirsi di un apposito adattatore da interporre contemporanea delle casse acustiche e della cuf-
tra l'amplificatore e la cuffia. fia stereofonica. Con il nostro adattatore, inoltre,
In taluni tipi di amplificatori la presa di cuffia è possibile regolare, indipendentemente dal livel-
è una banalissima derivazione della presa di usci- lo di uscita dell'amplificatore, il volume di ripro-
ta. E in questi casi, soprattutto quando l'ampli- duzione sonora in cuffia, la tonalità, il bilancia-
ficatore è caratterizzato da una certa potenza, è mento dei due canali ed eventualmente la loro
necessario mantenere al minimo il volume sono- separazione. Il tutto può essere realizzato con
ro. Tuttavia, i potenziometri sono generalmente componenti di bassissimo costo e di facile repe-
imperfetti in questa zona dell'amplificatore e ciò ribilità commerciale.
provoca crepitii e rumori vari. In questo stesso
inconveniente si incorrerebbe realizzando la de- COMPATIBILITA' DELLE IMPEDENZE
rivazione nella parte esterna dell'amplificatore. Come è noto, ogni amplificatore di potenza, di
Ed è questa una soluzione di ripiego alla quale bassa frequenza, è dotato di una propria impe-
spesso si ricorre per il collegamento della cuffia. denza di uscita caratteristica che, normalmente,
è compresa tra i 4 e i 16 ohm. Al valore
ADATTATORE-REGOLATORE di questa impedenza debbono essere adattate le
Per evitare soluzioni di ripiego abbiamo proget- eventuali casse acustiche, con lo scopo di sfrut-
tato un vero e proprio adattatore, dotato di ca- tare completamente la potenza dell'amplificato-
ratteristiche di gran lunga superiori a q:elle di re. Utilizzando impedenze di valore inferiore, si
molti simili apparati commerciali. corre seriamente il rischiò di danneggiare irre-

447
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Il valore da noi ritenuto più adatto si aggira in-
COMPONENTI torno ai 20 - 25 ohm ed è perfettamente adatta-
bile con la quasi totalità degli amplificatori at-
Condensatori tualmente esistenti in commercio, con impedenze
C1 = 100F - 150 VI. (elettroliUco) di uscita comprese tra i 4 e i 16 ohm.
C2 = 100 F - 150 VI. (elettrolitico)
C3 = 100F 150 VI. (elettrolitico)
CIRCUITO ELETTRICO
C4 = 100 F - 150 VI. (elettrolitico)
Anche se il circuito dell'adattatore, riportato in
Resistenze figura 1, è dotato di numerose possibilità di rego-
R1 = 25 ohm - 10 W lazioni, esso è molto semplice e composto esclu-
R2 = 25 ohm - 10 W sivamente da elementi passivi, resistenze e con-
R3 = 47 ohm densatori, che lo rendono particolarmente indi-
R4 = 15 ohm cato come montaggio per principianti, soprattut-
R5 = 1.000 ohm (potenziometro tonalità) to per quelli che.non hanno ancora acquisito suf-
R6 = 1.000 ohm (potenziometro tonalità) ficiente esperienza con i transistor e con i mon-
R7 = 15 ohm taggi miniaturizzati.
R8 = 47 ohm Cominciamo con l'analizzare il caso in cui il com-
R9 = 47 ohm mutatore multiplo Sl-S2-S3-S4, a 4 vie - 3 posi-
R10 ·- 50 ohm (potenziometro volume) zioni, si trovi nella posizione indicata nello sche-
R11 = 50 ohm (potenziometro volume) ma di figura 1. In tal caso, come si può facilmen-
R12 = 47 ohm te capire seguendo il percorso dei conduttori, al-
R13 = 500 ohm l'uscita dell'amplificatore risultano collegati gli
R14 = 100 ohm (potenziometro bilanc.) altoparlanti API-AP2, che simboleggiano le due
casse acustiche dell'amplificatore. Dunque, con
la posizione del commutatore multiplo indicata
nel disegno, l'amplificatore svolge il suo lavoro
normale con riproduzione in altoparlante.
Fig. 1 - Le numerose possibilità di regolazione, pre- Quando il commutatore multiplo viene spostato
senti in questo progetto, non debbono indurre il lettore nella posizione centrale, risulta inserito il dispo-
a considerarlo particolarmente complicato e difficile, sitivo adattatore-regolatore per cuffia stereofo-
perché esso è stato appositamente concepito per i nica, che è rappresentato da due identiche se-
principianti e, in particolar modo per coloro che non
hanno ancora acquisito sufficiente esperienza con i zioni: una per il canale destro e l'altra per quel-
transistor e con i montaggi miniaturizzati. Il potenzio- lo sinistro.
metro doppio R5-R6 permette di controllare la tonalità Le resistenze R1-R2 rappresentano il carico vero
dei due canali; il potenziometro doppio RlO-Rl 1 con- e proprio dell'amplificatore; il loro valore deve
trolla il volume sonoro delle due sezioni; il potenzio- aggirarsi intorno ai 20-25 ohm e la potenza di dis-
metro R14 serve per regolare il bilanciamento.
sipazione deve essere di 10 W. Soltanto se l'am-
plificatore è un apparato di notevole potenza,
queste resistenze dovranno avere una potenza
di dissipazione di 20 W ciascuna. Per gli ampli-
parabilmente gli stadi finali dell'amplificatore, ficatori di potenza ridotta anche la potenza di
mentre con impedenze di valore più elevato, pur dissipazione delle due resistenze verrà diminuita
non essendovi questo rischio, si diminuisce la po- proporzionalmente.
tenza erogabile dall'amplificatore. Le resistenze R3-R4 servono per attenuare il se-
Questo fattore diviene trascurabile con l'uso del- gnale, mentre R4-RS-Cl-C2, da una parte e R6-R7-
le cuffie stereofoniche, perché la diminuzione di C3-C4 dall'altra, formano le reti di regolazione di
potenza è ampiamente compensata dalla sensi- tonalità. Questa regolazione agisce prevalente-
bilità della cuffia la quale, già con una potenza mente sulle note basse e permette di scegliere
di pochi milliwatt, è in grado di produrre suoni opportunamente il tipo di riproduzione più gra-
di livello elevato. E si deve tener conto anche dita.
dell'eventualità di un aumento di impedenza del Anche le resistenze R9-R12 rappresentano sempli-
carico che, sforzando meno l'amplificatore, fa- cemente due resistenze di caduta, mentre i po-
vorisce una miglior riproduzione aumentando la tenziometri RlO-Rll permettono di regolare il vo-
banda passante, verso le note basse e diminuendo lume d'ascolto, in modo da non intervenire sui
la distorsione totale. comandi dell'amplificatore.
Per questi motivi è inutile, se non addirittura Per poter compensare eventuali dissimmetrie del-
controproducente, caricare l'amplificatore nel ca- l'udito o una non perfetta messa a punto dell'am-
so di ascolto in cuffia con una impedenza uguale plificatore, è stato inserito il potenziometro R14,
a quella caratteristica, mentre risulta più van- che permette il bilanciamento dei due canali. Oue-
taggioso che questa sia di valore maggiore, sen- sto potenziometro, volendolo può essere elimina-
za tuttavia esagerare perché una assenza di ca- to, purché si utilizzino, per RlO-Rll, due poten-
rico potrebbe produrre pericolose sovratensioni ziometri separati anziché uno solo doppio, il qua-
per le giunzioni dei semiconduttori. le, tuttavia, presenta il notevole vantaggio di una

449
C0MM. TONO VOL BILA NC. SEP.

USCITA
E ALTOP
Fig. 2 • Il nostro prototipo è stato realizzato in un contenitore metallico, ma nulla
vieta di comporre il cablaggio in un qualsiasi contenitore di plastica. La realizzazio-
ne pratica dell'adattatore-regolatore non implica particolari difficoltà degne di nota;
seguendo attentamente questo schema ed inserendo i condensatori elettrolitici nel
loro giusto verso, il lettore potrà essere certo di ottenere il pieno successo.

più veloce regolazione del volume. Regolando di Molto spesso le case discografiche, allo scopo di
tanto in tanto il bilanciamento, per controllare raggiungere un effetto stereofonico più marcato,
il volume sarà sufficiente agire su un solo coman- incidono il suono di uno o più strumenti su un
do, mentre con la variante dei due potenziometri unico canale. In pratica, ascoltando l'orchestra,
di volume separati occorrerà, ogni volta che si capita che uno stesso strumento, che si trova
controlla il volume di un canale, agire anche sul- completamente ad una delle due estremità del
l'altro, in modo da tenerli perfettamente bilan- complesso strumentale, viene percepito da en-
ciati; a parole ciò può sembrare semplice, ma in trambi gli orecchi, anche se in modo diverso.
pratica non lo è; infatti, è ben difficile rendersi Con l'ascolto in altoparlante questo fenomeno
conto del bilanciamento mentre si sta riprodu- non viene avvertito, mentre con la cuffia si po-
cendo la musica da un disco stereofonico, perché trebbe avere la sensazione che alcuni strumenti
in un canale può venir facilmente riprodotto il suonino in un locale ed altri in ambiente diverso.
t
suono di un clarino e nell'altro quello della bat-
teria, su due diversi livelli sonori, senza che ciò REALIZZAZIONE PRATICA
provochi uno sbilanciamento. Come abbiamo già detto, la realizzazione pratica
Il bilanciamento, come è noto, dovrebbe essere del nostro adattatore-regolatore non comporta
effettuato esclusivamente con dischi monofonici, alcuna difficoltà di montaggio.
riprodotti su entrambi i canali, in modo che in
ogni canale si abbia la stessa riproduzione sono- Basta infatti provvedere alla saldatura di alcune
ra con la medesima intensità. resistenze e pochi condensatori, seguendo atten-
L'ultima particolarità degna di nota, quella che tamente il cablaggio di figura 2, per essere certi
conferisce al nostro adattatore un aspetto vera- di ottenere il successo.
mente professionale, è la presenza di una regola- Particolare attenzione dovrà essere rivolta ai
zione di « separazione » inseribile a piacere. E condensatori elettrolitici che, essendo componen-
diciamo subito quale utilità possa derivare da ti polarizzati, dovranno essere inseriti nel circui-
tale comando. to nel loro giusto verso, ma anche questo par-

450
ticolare è chiaramente illustrato nello schema di morsetti per il collegamento con gli altoparlanti.
figura 2. Per evitare spiacevoli inconvenienti, si dovrà far
Il contenitore dell'apparato può essere di plasti- bene attenzione nel riconoscere i terminali di
ca, perché non sono necessari particolari accor- massa, che dovranno essere uniti assieme e col-
gimenti di schermatura. Il collegamento con la legati al morsetto 3 dell'adattatore. Per fare
cuffia verrà ottenuto trami.te le apposite spine- ciò è sufficiente disporre di un ohmmetro, com-
jack stereofoniche, mentre per il collegamento mutato sulla portata 1 ohm, e misurare la resi-
con l'amplificatore si potranno utilizzare connet- stenza esistente tra ciascun terminale di uscita
tori multipli. e i] telaio dell'amplificatore. I due terminali, di
Per i meno esperti ricordiamo che ogni amplifi- una presa e dell'altra, che indicheranno resisten-
catore stereofonico di una certa classe è dotato za nulla, dovranno ritenersi i terminali di massa
di due prese di uscita, oppure di due coppie di e verranno collegati nel modo ora descritto.

BIGAMMA RICEVITORE PER OM - CB


IN SCATOLA DI MONTAGGIO A L. 5. 700
Con questo ricevitore, da noi ap-
prontato in scatola di montaggio, po-
trete ascoltare la normale gamma
delle onde medie e quella compresa
fra i 23 e i 31 MHz, dove lavorano
CB e i radioamatori.

La scatola di montaggio costa L.


5.700. Le richieste debbono essere
fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o cc.p. n.
3/26482 intestato a: ELETTRONICA
PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zuretti, 52 (nel prezzo sono compre-
se anche le spese di spedizione).

451
PREAMPLIFICATORE
D'ANTENNA
PER AUTORADIO
I
preamplificatori d'antenna sono apparati elet- Da questo sistema di ricezione, ovviamente, non
tronici che hanno la funzione di rafforzare i si può pretendere molto, anche se esso rappre-
segnali a radiofrequenza captati dall'antenna, senta una soluzione di comodo e garantisce il
prima che questi vengano inviati agli stadi suc- proprietario da eventuali furti.
cessivi di un ricevitore radio.
Con il ricevitore casalingo si è costretti a varia-
L'amplificazione supplementare è necessaria in re l'orientamento dell'apparato dopo ogni curva
tutti quei casi in cui il segnale radio, per vari
o in presenza di ostacoli naturali, per poter
motivi tecnici, non è sufficientemente forte. E
captare ancora con sufficiente chiarezza il pro-
il caso più comune è certamente quello di alcu-
gramma ascoltato. Anche l'adozione di un'an-
ni modelli di autoradio che, non essendo appa-
rati di classe, non dispongono di quel la sensibi- tenna esterna, per chi ha la fortuna di disporre
lità necessaria a garantire, in ogni situazione dell'apposita presa nel ricevitore, non migliora
ambientale, la corretta ricezione di un segnale molto la situazione. E' pur vero che, con l'uso
radio in grado di offrire una buona riproduzione dell'antenna, si elimina l'inconveniente della di-
sonora. rezionalità, ma la scarsa sensibilità del ricevitore
I segnali molto bassi, soprattutto quando questi e la sua modesta selettività permangono. L'uso
si mescolano con il rumore sempre presente sul- di un buon preampli1ìcatore di alta frequenza
le autovetture, non garantiscono un buon ascol- risolve in notevole misura tutti questi inconve-
to e, spesso, disturbano e innervosiscono il con- nienti, compensando il basso rendimento delle
ducente, con grave danno alla sicurezza stradale. antenne installate sulle autovetture e la scarsa
In molti casi l'autoradio è rappresentata dal co- sensibilità dei ricevitori radio.
mune ricevitore casalingo a transistor, di piccole Contrariamente a quanto si possa pensare, la
dimensioni, di scarsa selettività e sensibilità, costruzione di un preamplificatore d'antenna è
senza alcun collegamento con antenna esterna. molto economica e di facile attuazione.

452
PREAMPLIFICATORI PERIODICI E APERIODICI gnale interessato veniva sottoposto al processo
Anche se il circuito del preamplificatore di alta di amplificazione. Tuttavia, si sarebbe incorsi in
frequenza da noi progettato prevede, in entrata, una maggiore difficoltà realizzativa, a causa del-
un circuito risonante, esso appartiene alla cate- l'inserimento di circuiti accordati per i quali si
goria dei cosidetti amplificatori aperiodici, cioè a sarebbe resa necessaria una perfetta taratura; e
quella categoria di amplificatori che lavorano in si sarebbe creato l'inconveniente, assolutamente
una banda di frequenza molto ampia, amplifican- inaccettabile per l'autoradio, cli dover variare la
do indistintamente tutti i segnali in essa presenti. sintonia, tramite un condensatore variabile, ogni
Il circuito accordato, presente all'entrata del volta che si intendesse cambiare programma.
preamplificatore di alta frequenza, non ha la Ma alla scomodità di dover ricercare, ad ogni
funzione di selezionare il segnale che si vuol am- cambiamento di sintonia del ricevitore, il punto
plificare, così come avviene invece negli ampli- di massima sensibilità sul preamplificatore, si
ficatori periodici, ma serve soltanto a sopprime- aggiunge il fatto che, per ottenere i migliori ri-
re eventuali interferenze di cui avremo modo di sultati dal preamplficatore, è necessario che
parlare in seguito. questo venga montato direttamente al di sotto
Alla base della scelta di questo tipo di amplifica- dell'antenna, cioè in una posizione non acces-
tore vi sono delle considerazioni di ordine prati- sibile, che avrebbe fatto dell'amplificatore perio-
co, della cui validità il lettore si renderà imme- dico un'apparato del tutto inutile.
diatamente conto. Scegliendo invece un amplificatore aperiodico ed
Se avessimo adottato un circuito preamplificato- accontentandosi delle prestazioni meno marcate,
re periodico, avremmo ottenuto indubbiamente risulta eliminato L'inconveniente della sintonia,
molti vantaggi; sarebbe risultata migliore la se- in virtù dell'assenza cli componenti regolabili di
lettività e si sarebbe ottenuto un aumento del rap- volta in volta.
porto segnale-disturbo, dato che soltanto il se-
CIRCUITO DEL PREAMPLIFICATORE
II circuito del preamplificatore di alta frequenza,
rappresentato in figura 1, è estremamente sem-
plice. Esso è pilotato da un solo transistor, al
QUESTO SEMPLICE APPARATO, quale è affidato interamente il compito di ampli-
APPOSITAMENTE CONCEPITO PER ficare il. segnale radio in arrivo. Pochi altri ele-
ESALTARE LA SENSIBILITA' DELLE menti passivi completano il circuito.
IL segnale captato dall'antenna viene inviato ad
AUTORADIO, PUO' ESSERE ABBI- un circuito trappola, rappresentato dal circuito
NATO A TUTTI QUEI RICEVITORI, A accordato L1-Cl, Questo circuito trappola è re-
VALVOLE O A TRANSISTOR, NEI golato sul valore di media frequenza del ricevi-
tore radio collegato all'uscita; i valori di media
QUALI I SEGNALI RISULTANO DE- frequenza si aggirano normalmente intorno ai
BOLI O INSUFFICIENTI. 450 KHz.

t
I
I

453
R6
Il
R5

c4
---- z
Il ii Il Il
4
L1 Il Il TR • 9V

c1 Il c2 Il
e Il Il Il e
·@-
R2
u' e

ENTR. u
R3 zz
t
R4
; T I c6 /S1

COMPONENTI Il circuito trappola impedisce che un segnale di


Condensatori valore pari a quello di media frequenza del ri-
C1 = 330 pF cevitore radio, cioè non compreso nelle onde
medie, venga anch'esso amplificato e possa così
C2 = 22.000 pF
raggiungere gli stadi di media frequenza del ri-
C3 = 50.000 pF
cevitore radio, causando fastidiose interferenze
C4 50.000 pF
sulla frequenza dell'eventuale emittente ad onde
es = 50.000 pF
medie che si sta ascoltando.
C6 = 22.000 pF Superato il circuito trappola, il segnale raggiun-
Resistenze ge, attraverso il condensatore C2, la base del
R1 = 47.000 ohm transistor TR1, che è di tipo NPN.
R2 = 1.200 ohm Il transistor TRI è montato in un circuito con
R3 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) emittore a massa, dato che, pur essendo presen-
R4 = 1.500 ohm te la resistenza di emittore R4, il segnale uscen-
R5 = 3.900 ohm te dall'emittore raggiunge direttamente la massa
R6 = 270 ohm attraverso il condensatore C3. Questo sistema di
polarizzazione del transistor, tramite le resisten-
Varie ze Rl-R2-R3-R4, conferisce al circuito una note-
TR1 = BF183 vole stabilità termica; tale caratteristica è sem-
S1 = interruttore pre auspicabile in un circuito destinato all'instal-
PILA = 9 V lazione sull'autovettura, dove si verificano escur-
sioni termiche veramente notevoli, che si esten-
dono dalle gelate invernali ai caldi torridi del-
l'estate.
Il circuito del preamplificatore di alta frequenza
Fig. 1 - II circuito del preamplificatore è pilotato da un è dotato di un elemento di controllo della sensi-
solo transistor, di tipo BF183, al quale è affidato inte- bilità; questo elemento è rappresentato dalla re-
ramente il compito di amplificare il segnale radio in sistenza variabile, cioè dal potenziometro R3.
arrivo. Pochi altri elementi passivi completano il pro- Questo potenziometro agisce sul grado di pola-
getto.II circuito trappola L1-C1, regolato sul valore di rizzazione del transistor.
media frequenza del ricevitore radio collegato all'usci-
ta, impedisce che il segnale di valore pari a quello
La resistenza RS rappresenta l'elemento di cari-
della media frequenza del ricevitore venga amplifi- co di collettore 'del transistor TRl e stabilisce il
calo, provocando fastidiose interferenze durante l'ascol- guadagno dello stadio amplificatore.
to. Il segnale amplificato, prelevato dal collettore di

454
USCITA

@
...
a i

Fig. 2 - La realizzazione del progetto del preamplifi-


catore deve essere ottenuta con collegamenti molto
corti e saldature effettuate a regola d'arte. L'uso del
circuito stampato è d'obbligo, perché con esso si evi-
tano fischi ed inneschi.
o

TRL, viene inviato all'uscita tramite il condensa-


tore C4; l'uscita è rappresentata da un connetto-
re del tipo di quelli adottati per le autoradio.
L'alimentazione del circuito potrà essere otte-
nuta con una sola pila da 9 V, dato che il consu-
mo di corrente è da considerarsi trascurabile;
esso si aggira infatti intorno ad 1 mA circa; una
sola pila da 9 V, dunque, sarà in grado di garan-
tire una notevole autonomia di funzionamento del
circuito preamplificatore.
L'alimentazione risulta filtrata tramite i con-
Fig. 3 - Prima di accingersi al montaggio del progetto
densatori C5 - C6 e la resistenza R6.
del preamplificatore, il lettore dovrà comporre il circui-
Volendo eliminare la pila di alimentazione, il to stampato riprodotto in questo disegno in grandezza
lettore potrà collegare il circuito di alimentazione naturale, cioè in scala 1 : 1.
del preamplificatore direttamente sulla batteria
dell'auto a 12 V.
Nel caso in cui, con l'alimentazione della batte-
ria dell'auto, si verificassero fischi o inneschi
vari, occorrerà inserire, in serie alla resistenza tore, quando in quest'ultimo non sia presente
R6, una impedenza di alta frequenza, con lo sco- una presa d'antenna.
po cli evitare ogni ritorno di segnale di alta fre- Se la presa di antenna esiste, non sussistono pro-
quenza sul circuito cli alimentazione. blemi; sarà infatti sufficiente collegare con un
Giunti a questo punto, molti lettori si chiederan- cavetto schermato, munito degli appositi spinotti,
no in qual modo sia possibile accoppiare il cir- l'uscita del preamplificatore con la presa d'an-
cuito ciel preamplificatore con quello del ricevi- tenna ciel ricevitore.

455
Se la presa di antenna non esiste sull'apparecchio
radio, senza manomettere nulla, è sempre possi-
bile realizzare l'accoppiamento fra i due appara-
ti. Basta infatti avvolgere una decina di spire di
filo di rame smaltato, di piccola sezione, sopra
l'avvolgimento presente sull'antenna di ferrite
del ricevitore radio, interponendo tra il nuovo
avvolgimento e quello già esistente un pezzetto
di carta isolata, in modo da far scorrere il nuovo
avvolgimento lungo la ferrite, allo scopo di in-
dividuare sperimentalmente il punto di maggior 1
rendimento. I terminali del nuovo avvolgimento
andranno collegati a massa e al conduttore « cal-
RIFERIM.
do» del cavetto schermato uscente dal pream-
plificatore. E' consigliabile tuttavia servirsi di
una presa per autoradio. Nel caso in cui la di-
stanza tra questa presa e l'avvolgimento risul-
tasse notevole, converrà attorcigliare i due fili
in modo da formare un link. Fig. 4 - Questa é la disposizione degli elettrodi nel
transistor amplificatore di alta frequenza BF183. Il
terminale, contrassegnato con la lettera S, rappresenta
REALIZZAZIONE PRATICA il conduttore di schermo; esso si trova in contatto
Nel realizzare il progetto seguendo il piano di elettrico con l'involucro metallico esterno del compo-
cablaggio di figura 2, il lettore dovrà tener sem- nente.
pre presente che si tratta di un montaggio ad al-
ta frequenza, che richiede collegamenti molto
corti e saldature effettuate a regola d'arte. Una
saldatura fredda, infatti, potrebbe pregiudicare
completamente il funzionamento del preamplifi-
catore di alta frequenza. L'uso del circuito stam-
pato è d'obbligo, perché con esso si evitano fi-
schi ed inneschi e si evita inoltre di individuare
la migliore disposizione dei componenti.
Il transistor da noi adottato è di tipo BF183; es-
so è munito di quattro terminali; il terminale
indicato con la lettera S è quello di massa; esso
risulta direttamente collegato con l'involucro me-
tallico esterno del componente ed è facilmente
individuabile con il comune tester, oppure se-
guendo la disposizione dei terminali di figura 4. che riscuotono sempre un grande interesse fra gli
E' sempre possibile sostituire il transistor BF183 SWL.
con altri tipi di transistor, purché adatti per l'am- La bobina Ll è rappresentata da una normale
plificazione in alta frequenza e di tipo al silicio; bobina per onde medie, facilmente recuperabile
possono considerarsi sostitutivi i transistor da un vecchio ricevitore a valvole; di questa bo-
2N2222 e il 2N708. In questi tipi di transistor, bina non viene utilizzato l'avvolgimento d'an-
tuttavia, potrà mancare il terminale di schermo, tenna.
ma l'identificazione degli elettrodi è ancora sem- La taratura del circuito trappola si ottiene per
plice, perché la disposizione dei terminali è mezzo di un oscillatore modulato sintonizzato
quella classica. sul valore di media frequenza del ricevitore radio.
Il potenziometro R3, che permette di regolare la L'oscillatore modulato verrà collegato con l'en-
sensibilità del circuito, può essere sostituito con trata del preamplificatore. Poi si regolerà il nu-
un trimmer potenziometrico, cioè con una resi- cleo cli ferrite della bobina Ll sino a ridurre al
stenza semifissa; in questo caso tuttavia si per- minimo il segnale ascoltato attraverso la radio.
deranno i benefici della regolazione veloce della Coloro che non disponessero dell'oscillatore mo-
sensibilità. dulato, potranno pur sempre eliminare il circui-
Il nostro preamplificatore di alta frequenza è in to trappola, collegando l'entrata del preamplifi-
grado di amplificare, indifferentemente, tutte le catore direttamente con il condensatore C2. Aven-
frequenze comprese fra il valore minimo di 100 do la fortuna di possedere un ricevitore radio
KHz circa fino ad un valore massimo che, in sufficientemente selettivo, l'assenza del circuito
larga misura, dipende dal tipo di transistor uti- trappola non procurerà alcun inconveniente. In
lizzato e dalle capacità parassite introdotte nel caso contrario, captando segnali ciel valore della
montaggio; questo valore si aggira normalmente media frequenza, si noterà la presenza di qual-
intorno ai 30 MHz. E' dunque possibile ottenere che disturbo. Il circuito trappola, comunque, ri-
un processo di preamplificazione non solo nella sulta inutile quando nella zona di ascolto non
gamma delle onde medie, ma anche in altre ggaa- vi siano segnali di valore pari a quello della me-
me ccme, ad esempio, quelle dei radionmattonii dii frequemura del ricevitore radio.

456
AMPLFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 21500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50 W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata Et superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a I megaohm
Sensibilità entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 I V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W Il kit è comprensivo di tutti gli
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V zazione dell'amplificatore ripro-
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
Questa scatola di montaggio, ·veramente pre-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- la di montaggio, già presentata
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile scorso anno, viene ora equipag-
a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati. sempre allo stesso prezzo di
Il kit è comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
L. 21.500: una capsula microfo-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli
nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore. le doppio ad aria.
n questo articolo, che assume un carattere
I teorico e pratico alla stesso tempo, analiz-
ziamo il comportamento e le applicazioni di
uno dei più comuni circuiti elettronici: il multi-
vibratore astabile.
Con questa espressione si suole indicare un parti-
colare circuito composto da due transistor e in
grado di fornire, all'uscita, un'onda quadra, la
cui frequenza dipende dal valore di alcuni com-
ponenti.
I tipi di multivibratori più noti sono tre: il BI-
STABILE, più comunemente noto con il termine
di « flip-flop » e abbondantemente usato nei cal-
colatori digitali e in molte altre moderne appli-
cazioni elettroniche, il MONOSTABILE, in grado
di fornire su opportuno comando un singolo im-
pulso quadro, di durata prestabilita e, infine,
!'ASTABILE, di cui ci occupiamo più ampiamen-
te in questa sede. Questo circuito, non essendo
stabile, commuta, alternativamente, dallo stato di
conduzione a quello di interdizione le proprie
caratteristiche, fornendo in continuità un segna-
le ad onda quadra.

LA REAZIONE POSITIVA
Per poter ben comprendere il funzionamento del
multivibratore astabile, occorre aver chiaro il
concetto di reazione.
Quando si dice che un amplificatore è dotato di
reazione, si vuol dire che parte del segnale uscen-
te viene prelevato e ricondotto all'entrata del
circuito.
Ma i sistemi di reazione possono essere due:
quello della reazione negativa o controreazione
e quello della reazione positiva.
La reazione negativa, chiamata anche controrea-
zione, viene sfruttata negli amplificatori audio
per migliorarne alcune caratteristiche come, ad
esempio, la stabilità o la banda passante. La rea-
zione negativa si ottiene con uno sfasamento di
180° del segnale di uscita rispetto a quello di en-
trata.
La reazione positiva viene ampiamente sfruttata
nei circuiti oscillatori .e nei multi vibratori viene
ottenuta quando il segnale di uscita e quello di
entrata sono in fase tra di loro.

Il MULTIVIBRATORE IN FUNZIONE
DI AMPLIFICATORE REAZIONATO
Il circuito rappresentato in figura 1 è quello di
un multivibratore astabile, presentato in una
veste insolita.
Facciamo conto di non considerare, almeno per
il momento, la linea tratteggiata del circuito di-
segnato sull'estrema sinistra. Così facendo, il cir-
cuito di figura 1 appare come il progetto di un
comune amplificatore di bassa frequenza con
accoppiamento capacitivo; infatti, un piccolo se-

458
MULTIVIBRATORI
ASTABILI
I progetti che vi pre-
sentiamo si riferi-
scono all'analisi e al-
le applicazioni pra-
tiche di uno dei più
comuni circuiti elet-
tronici. Quelli pre-
sentati in questa
prima puntata si ad-
dicono meglio ai
più preparati; nella
prossima puntata
presenteremo inve-
ce alcuni progetti,
molto semplici, alla
portata dei princi-
pianti e ricchi di ap-
plicazioni pratiche.
gnale presente all'entrata raggiunge, tramite il tato dal circuito come un nuovo segnale da am-
condensatore Cl, la base del transistor TR1 ed plificare. Inizia così un nuovo ciclo di commuta-
è successivamente presente, dopo aver subito un zione, che inverte le sorti dei due transistor,
processo di amplificazione ed inversione di base, scambiando tra loro bruscamente gli stati. di sa-
sul collettore dello stesso transistor TR1. Attra- turazione e di interdizione. Ma i condensatori
verso il condensatore C2 il segnale prosegue il tendono ancora a scaricarsi, così che dopo un
suo cammino fino a raggiungere la base del tran- tempo prestabilito, che dipende proprio dal tem-
sistor TR2, nel quale subisce una seconda inver- po impiegato dai condensatori per scaricarsi, o
sione di fase; esso può essere prelevato ed utiliz- caricarsi, attraverso le resistenze Rl - R3, prende
zato all'uscita· del circuito. Infatti, il debole se- inizio un nuovo ciclo e il processo si ripete al-
gnale presente all'entrata del circuito è presente l'infinito.
ora in uscita opportunamente amplificato e con
la stessa base di quello di entrata, proprio perché REALIZZAZIONI PRATICHE
durante il percorso del circuito si sono verifi- Il progetto di figura 2 rappresenta un esempio
cate due inversioni di fase. tipico di multivibratore.
Supponiamo ora di collegare direttamente il cir- Questo circuito, almeno apparentemente, sembra
cuito di uscita con quello di entrata, tenendo va- diverso da quello riportato in figura 1, ma,
lido il collegamento indicato con la linea trat- dopo un attento esame, è facile convincersi che
teggiata. Così facendo si crea una reazione. Il la differenza consiste soltanto nel sistema con
segnale già amplificato subisce un'ulteriore am- cui il circuito è disegnato.
plificazione attraversando nuovamente il circuito Il multivibratore astabile non richiede, in prati-
dell'amplificatore. Ma questi cicli successivi di ca, alcun segnale di entrata per dare origine alle
amplificazione finiscono per saturare completa- oscillazioni, perché una inevitabile dissimetria
mente un transistor impedendo un'ulteriore am- del circuito, dovuta alle tolleranze dei componen-
plificazione. Dunque, ad un certo momento la ti all'atto dell'accensione del circuito, è sutli-
reazione si arresta. Ma i condensatori, presenti ciente per fare in modo che un transistor pre-
nel circuito, tendono a scaricarsi, riportando il valga sull'altro, andando così più rapidamente in
circuito stesso in regime di conduzione. Ad un conduzione e provocando, in seguito, il succe-
certo istante, tuttavia, il transistor che si trova- dersi delle oscillazioni. La forma d'onda del se-
va all'interdizione tende ad uscire da questa con- gnale uscente da questo circuito non è perfetta-
dizione elettrica. Il cambiamento viene interpre- mente quadra, ma subisce delle deformazioni sul

459
fronte di salita. Queste deformazioni che, in
realtà sono delle curvature, vengono riprodotte
in misura accentuata nel diagramma di figura 3.
Esse sono dovute agli effetti della resistenza di
entrata dei transistor.
Nell'onda uscente dal circuito si possono distin-
guere tre diversi intervalli di tempo. L'intervallo
Il
Tl si riferisce al tempo durante il quale il tran-
o
4 I" sistor TR2 rimane all'interdizione, cioè non con-
duce. Questo tempo può essere variato regolan-
do il valore della resistenza R3 oppure del con-
densatore C1 (figura 2). Analogamente il tempo
T2 si riferisce all'intervallo durante il quale il
transistor TRI si trova all'interdizione; per far
variare questo intervallo di tempo occorre in-
tervenire sui valori della resistenza R2 e del
condensatore C2 (figura 3 ).
L'intervallo di tempo T3, rappresentativo della
somma dei due intervalli di tempo Tl + T2, for-
Fig. 1 - Circuito di multivibratore astabile in funzione
di amplificatore, a resistenza-capacità, a due stadi, con nisce il periodo di ripetizione dell'intero ciclo
forte reazione positiva. del multivibratore. La frequenza ottenuta dal
circuito può essere ricavata tramite la seguente
formula:
1
F =
T3

I due transistor TRI - TR2 non rappresentano dei


componenti critici; qualsiasi tipo di transistor,
infatti, di tipo PNP, al germanio o al silicio, pur-
ché non rappresenti uno scarto di fabbrica, o
un semiconduttore di potenza elevata, può es-
sere utilmente montato nel circuito.

LAMPEGGIATORE E MULTIVIBRATORE
Se i valori dei componenti elettronici del multi-
vibratore assumono una grandezza tale da otte-
nere tempi di ripetizione sufficientemente lunghi,
allora il circuito del multivibratore può servire
per la realizzazione di un piccolo lampeggiatore.
Il circuito di figura 4 costituisce un esempio di
tale realizzazione. Data la notevole potenza ri-
chiesta per l'accensione della lampadina LP, il
Fig. 2 - Classico circuito di multivibratore astabile. transistor TR2 dovrà essere di tipo adeguato; si
può usare ad esempio il transistor AC153K o si-
mile.
Il carico del transistor TRl è costituito da una
normale resistenza da 150 ohm (R1); sarà quindi
sufficiente un transistor con minore dissipazione,
per esempio il tipo AC151.
COMPONENE Nonostante la diversità dei componenti, il cir-
cuito di figura 4 fornisce lampeggii e pause che
sono quasi della stessa durata, con una frequen-
Condensatori za di ripetizione di 1,5 Hz circa.
C1 = 30 F (non elettrolitico) Di questo stesso circuito presentiamo, in figura
C2 30 F (non elettrolitico) 5, il piano di cablaggio, in modo che anche i meno
Resistenze esperti possano realizzare questo interessante
apparato.
Rt = 2.500 ohm
R2 = 47.000 ohm Si tenga presente che il piccolo radiatore, su
R3 = 47.000 ohm cui è montato il transistor TR2, impedisce il sur-
riscaldamento del semiconduttore durante l'uso
R4 = 2.500 ohm
prolungato del l'apparecchio.
Transistor
TRt AC128 (vedi testo) UN MULTIVIBRATORE VELOCE
TR2 AC128 (vedi testo) Limpiego dei multivibratori non è limitato alle

460
T=TEMPO

VOLT

T T
LIRE 3.500
CASSETTIERA « MINOR »

Contenitore a 12 cassetti, componi-


T3 bile ad incastro; dimensioni di un cas-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.
Fig. 3 - Variazione della tensione sul collettore del
transistor TR2 di figura 2.

R1 R2 R3 -4 LP

fy' --{
Cl c2

S1
TR1 LIRE 3.800
CASSETTIERA " MAJOR .,
Contenitore a 6 cassetti, componibile
Fig. 4 - Circuito lampeggiatore semplice con frequenze ad incastro; dimensioni di un casset-
luminose di 1,5 Hz circa. to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 500 F - 12 VI. (elettrolitico)

Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate semp.re in ordine i componenti
C2 = 50 F - 12 VI. (elettrolitico) elettronici! Trasformate, a poco a po-
co, il vostro angolo di lavoro in un
Resistenze vero e proprio laboratorio!
R1 = 150 ohm
R2 = 9.000 ohm
R3 = 1.000 ohm
Varie
TR1 = AC151
TR2 AC153K
LP 6 V - 0,3 A

461
TR2

TR1

Fig. 5 - Realizzazione pratica del circuito del lampeg-


giatore. Il radiatore, sul quale è montato il transistor
TR2, provvede a dissipare il calore erogato dal compo-
nente durante i lunghi periodi di funzionamento.

frequenze acustiche o a quelle ancora più basse pacità e transistor con elevata frequenza di ta-
come nel caso del lampeggiatore, infatti, utiliz- glio. Risulta particolarmente indicato a questo
zando opportuni transistor, con il multivibra- scopo il transistor BSY26, che è uno dei transi-
tore si possono produrre onde quadre di frequen- stor più ... veloci attualmente esistenti e apposita-
za molto elevata, toccando le decine di megahertz. mente progettato per impieghi di commutazione.
Queste frequenze sono un po' critiche. Ecco il Tuttavia anche altri tipi di transistor per alta
motivo per cui consigliamo il lettore di speri- frequenza, di tipo NPN, possono essere util-
mentare il circuito riportato in figura 7 che, mente impiegati a questo scopo, dato che la fre-
pur arrivando appena ai 325 KHz circa, offre già quenza nel circuito di figura 7 non è estremamen-
un'idea sulle notevoli possibilità di applicazio- te elevata.
ne del circuito stesso, anche in media ed in alta
frequenza. , GENERATORE DI SEGNALI TRAPEZOIDALI
Per raggiungere i valori elevati di frequenza si Una curiosa ed interessante applicazione dei cir-
debbono impiegare condensatori dì piccola ca- cuiti multivibratori astabili è rappresentata in

462
stenze R7 - R8 - R9, che sono calcolate in modo
da saturare il transistor. Il transistor TR3, in-
foro fissaggio vece, si trova in condizioni di debole conduzione,
così che all'uscita è presente una tensione limi-
tata dal diodo zener D5. Più precisamente, se
AC151 il diodo D5 ha una tensione di zener di 8 V cir-

I
ca, la tensione di uscita sarà pari a quella di
alimentazione diminuita della tensione del diodo,
cioè 12 - 8 = 4 volt.
Quando il multivibratore commuta di stato, le

1 condizioni dei transistor TR3 - TRA si invertono;


ma a causa della presenza del condensatore C3,
all'uscita non si ottiene una commutazione rapi-
da, perché questa segue l'andamento di carica
del condensatore C3 tramite la corrente costan-
te fornitagli dal transistor TR3. L'andamento ri-
sultante è quindi quello di una salita lineare
che, giunta al valore di soglia del diodo zener
D6, non può più proseguire e rimane costante-
e e b e mente sul valore di 8 V, sino all'avvento di una
nuova commutazione.

Fig. 6 - Questi sono i due transistor montati nel pro-


getto del lampeggiatore. Per non commettere errori di
cablaggio, il lettore dovrà seguire attentamente la suc-
cessione dei terminali di emittore-base-collettore ri-
portata nel disegno.

Fig. 7 - Multivibratore astabile di tipo veloce con tran-


sistor di tipo BSY26.
figura 8.
Si tratta di un generatore di segnali di forma tra-
pezoidale, il cui diagramma è riportato in figu-
ra 9.
Lo schema è ricco di regolazioni, tanto che è
possibile regolare a piacere, entro certi limiti,
COMPONENTI
sia la durata dei periodi di tempo TI - T2, sia Condensatori
la pendenza delle rampe di salita e discesa, cioé C1 = 100 pF
i tempi T3 - T4. Il circuito si suddivide in due C2 = 100 pF
parti principali. La prima parte è rappresentata
dal multivibratore, che genera onde quadre ed è Resistenze
pilotato dai transistor TRI - TR2; la seconda R1 = 2.200 ohm
parte è rappresentata dal generatore di rampa, R2 = 22.000 ohm
pilotato dai transistor TR3 - TR4. R3 == 22.000 ohm
Osservando lo schema elettrico di figura 8, si R4 = 2.200 ohm
notano, oltre che i normali componenti presenti
negli schemi fin qui analizzati, anche alcuni dio- Varie
di. Di questi, i diodi D1- D2 provvedono a pro- TR1 = BSY26
teggere i transistor TRI - TR2, mentre il diodo TR2 = BSY26
D3 provvede a squadrare perfettamente l'onda ALIMENTAZ. = 12 V.
generata sul collettore di TR2, contrariamente a
quanto avviene nel diagramma di figura 3, dove
l'onda appare arrotondata.
L'inserimento di componenti variabili, quali i
condensatori C1 - C2 e le resistenze R2- R3, ren-
de possibile una rapida regolazione della fre-
quenza generata che, con i valori riportati nel-
l'elenco componenti, si aggira intorno ai 200
KHz.
Il diodo D4 funge da interruttore; infatti, quan-
do, la tensione di collettore di TR2 è elevata, il
diodo D4 risulta polarizzato inversamente e non
conduce. In tali condizioni la polarizzazione del
transistor TR4 è quella determinata dalle resi-

463
3 12v
$ Il
R14

R1

à i R5 r· "3 /\ 5
,.I

·-
C2
K7
li $" a
Cl
Il Il +.
TRl Il Il TR2 li TR4
e e

01 02 % e

R9
l z-

Fig. 8 - Generatore di tensione trapezoidale. La realizzazione di questo progetto non


si addice ai principianti, data la relativa complessità circuitale e il numero elevato di
componenti richiesti.

COMPONENTI R11 = 2.700 ohm


R12 = 270 ohm
Condensatori R13 = 25.000 ohm. (variabile)
C1 = variabile R14 = 25.000 ohm (variabile)
C2 = variabile R15 = 270 ohm
C3 = variabile
Varie
Resistenze TR1 = BSY74
Rt 820 ohm TR2 = BSY17
R2 ·= 10.000 ohm (variabile) TR3 = 2N2894
R3 10.000 ohm (variabile) TR4 = BSY74
R4 = 2.200 ohm D1 = BAY17
R5 2.200 ohm D2 = BAY17
R6 1.000 ohm D3 = 2N4148
R7 1.200 ohm D4 = 2N4148
R8 = 1.200 ohm D5 = zener 8,2 V
R9 1.200 ohm D6 = zener 8,2 V
R10 1.000 ohm ALIMENTAZ. = 12 V.

464
VOLT

Fig. 9 - Forma d'onda della tensione di uscita prodot-


ta dal generatore di tensione trapezoidale.
T2

Anche in questo caso, tuttavia, la commutazione non è molto adatta per i principianti; esso infat-
non può essere rapida, ma risulta ritardata dal- ti è stato da noi presentato per soddisfare le
la scarica del condensatore C3 attraverso le re- esigenze di tutti quei lettori che ci richiedono
sistenze R12 - R13, in modo tale che l'onda d'usci- un progetto abbastanza complesso, con la certez-
ta assume l'aspetto riportato in figura 9. za che esso possa offrire buoni risultati.
La regolazione del tempo di salita T3 può essere
effettuata regolando la resistenza semifissa R14, Nella successiva puntata analizzeremo alcuni pro-
mentre per regolare il tempo di discesa T4 oc- getti più semplici, alla portata di tutti i princi-
corre regolare la resistenza semifissa R13. pianti e, soprattutto, più ricchi di applicazoni
La realizzazione del progetto riportato in figura 8 pratiche. (continua al prossimo numero)

Migliaia di nostri lettori hanno già costruito ed apprezzato le notevoli qualità


radioelettriche della microtrasmittente venduta da Elettronica Pratica in una
completa scatola di montaggio. E se molti non l'hanno ancora costruita, ciò è
dovuto soltanto alfa mancanza di un ottimo ricevitore a modulazione di frequen-
za, con cui ascoltare, con chiarezza e potenza, suoni, voci e rumori trasmessi
a distanza da quel miracoloso e piccolo trasmettitore.
Ma ora tutti possono soddisfare il loro programma tecnico-costruttivo acqui-
stando questo meraviglioso

RICEVITOR AM-FM
costruito dalla Philips e da noi venduto al

PREZZO SPECIALE, RISERVATO Al LETTORI DI


EroNicA PnAncA, L. 14.500
CARATTERISTI CHE
Ricezione in AM
: 530 - 1625 KHz
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Potenza d'uscita : 800 mW
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zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
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VERE CHIARAMENTE E DI
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SITO SPAZIO LA CAUSA-
LE DEL VERSAMENTO.
Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA. abbonati o no, possono
usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Interfono e radio chio mi serve per automatizzare l'accensione del-


Qualche tempo fa ho realizzato il progetto del- le luci di un acquario.
l'interfono, presentato sul fascicolo di marzo di BULLO MARIO
questa rivista. Dopo aver effettuato il collega- Venezia
mento con un conduttore bipolare della lunghez- Faccia riferimento allo schema elettrico presen-
za di 20 metri, mi sono accorto che l'interfono, tato a pagina 113 del fascicolo di febbraio '73.
pur funzionando a meraviglia, riceveva anche le Sostituisca la resistenza semifissa R2 con la foto-
trasmissioni radio. Che cosa devo fare per evi- resistenza FR e sostituisca la fotoresistenza FR
tare questo tipo di interferenze? con la resistenza semifissa R2. In sostanza, per
ZOCCOLI GIUSEPPE ottenere l'effetto da lei desiderato, si debbono
Modena scambiare tra di loro i due componenti R2-FR.
Anche in questo caso la resistenza semifissa R2
Per evitare l'inconveniente da lei lamentato si permette di regolare la sensibilità di controllo au-
debbono collegare, alle estremità del cavo e in. tomatico di luci.
parallelo ad esso, due condensatori di valore
compreso fra i 1000 e i 10000 pF. Filtro cross-over
Sono un appassionato lettore della vostra rivista.
Controllo automatico di luci Leggendo il fascicolo di agosto dello scorso anno,
Faccio riferimento al progetto relativo al con- ho trovato, a pagina 593, lo schema del filtro
trollo automatico di luci con SCR, presentato sul cross-over che vorrei costruire per collegarlo con
fascicolo di febbraio di quest'anno. Essendo inte- una serie di altoparlanti Hi-Fi da 10 W in mio
ressato alla costruzione di questo apparato, mi possesso. Vi prego quindi di inviarmi i valori
necessita una vostra spiegazione. Dovrei far fun- esatti del circuito, tenendo conto che vorrei una
zionare il dispositivo in modo contrario a quello cassa acustica da 10 W e con impedenza di
da voi descritto; dovrei cioè far accendere le 10 ohm.
luci al primo sorgere del sole e spegnerle con il LASRIAZARI ROLANDO
calar della sera. Tengo a precisare che l'apparec- Firenze

473
Il filtro cross-over viene venduto dalla nostra Per quanto riguarda il suo primo problema, quel-
Organizzazione al prezzo di L. 5.000. Questo fil- lo della lettura dei dati elettrici impressi sugli
tro ci viene inviato direttamente dalla casa co- involucri esterni dei componenti elettronici, le
struttrice con l'ordine tassativo di non rendere consigliamo di leggersi attentamente le rubriche
pubblico il progetto e neppure i valori dei com- « I primi passi» presentate sui fascicoli di set-
ponenti. Rimaniamo dunque ligi alle disposi- tembre - ottobre dello scorso anno. Su questa
zioni e invitiamo lei e tutti gli altri eventuali stessa rubrica, presentata nel fascicolo di feb-
lettori interessati a questo apparato a non chie- braio dell'anno in corso, troverà la descrizione
derci il progetto. di vari tipi di antenne e, ta questi, quello che a
lei interessa. Tenga presente, comunque, che per
Difficoltà di un principiante il funzionamento del suo preamplificatore potrà
Sono un principiante di elettronica nel vero sen- servirsi di uno spezzone di filo della lunghezza
so della parola; basti pensare che la prima rivi- di 2-3 metri. Per quanto riguarda la bobina, uti-
sta di elettronica da me acquistata è stata la lizzi soltanto l'avvolgimen/.o composto con un
vostra del mese di febbraio di quest'anno. Mi maggior numero di spire, eliminando l'altro. Il
sono quindi appassionato a questa materia e condensatore variabile C3 potrà avere, indiffe-
mi sono preoccupato di trovare presto un negozio rentemente, i seguenti valori: 400 - 450 pF o,
specializzato nella rivendita di materiali radio- anche, 350 pF, mentre per CS potrà usare con-
elettrici, allo scopo di poter costruire il progetto
densatori elettrolitici da 15 - 20 - 25 F, con
del controllo automatico di luci e quello del
tensioni di lavoro di 9- 12-15-25 V. IL tra-
preamplificatore di alta frequenza, presentati nel-
sistor AF125 è munito di quattro terminali. Ma
lo stesso fascicolo di febbraio di quest'anno. Pur-
il quarto terminale rappresenta il collegamento di
troppo il mio entusiasmo è stato presto frenato
massa; infatti questo elettrodo risulta elettrica-
da alcuni problemi di carattere generale e da
mente collegato con l'involucro esterno del com-
altri più specifici che mi impediscono di attuare
i progetti. ponente; elimini questo terminale e utilizzi gli
Mi sono accorto, ad esempio, di non saper asso- altri tre nello stesso modo con cui utilizzerebbe
lutamente leggere quanto sta scritto sui singoli quelli del transistor AF115.
componenti. Non so come questi funzionino e L'espressione « collegare al ricevitore » significa
non capisco quali siano i terminali positivi. che il collegamento deve essere fatto fra l'uscita
Per quel che riguarda i problemi specifici, fac- del preamplificatore e la presa di antenna del
cio riferimento al progetto del prearnplificatore ricevitore radio. Se questo ultimo è sprovvisto di
di alta frequenza e vi pongo le seguenti domande: presa d'antenna, avvolga una decina di spire di
1) Cosa vuol dire « collegare al ricevitore », cioè filo di rame smaltato sojna l'avvolgimento della
dove debbono essere collegati i due fili? bobina già presente sul nucleo di ferrite dell'ap-
2) La bobina avvolta su nucleo di ferrite, da me parecchio radio e colleghi i due terminali con il
acquistata, è composta da due avvolgimenti preamplificatore, servendosi di cavetto schermato.
e presenta quindi quattro terminali uscenti;
poiché nel vostro progetto sono disegnati sol- Problemi di camionisti
tanto due terminali, quali debbo eliminare? Vorrei installare un registratore nella cabina del
3) Non sono riuscito a reperire il condensatore mio camion. La tensione della batteria è di 24 V,
variabile miniaturizzato da 410 pF e neppure mentre quella del registratore è di soli 12 V.
il condensatore elettrolitico da 15 F- 15 Vl. Non credo che bastino alcune resistenze per risol-
E' possibile sostituire questi componenti con vere il mio problema e quindi vi chiedo il pro-
altri di più facile reperibilità? getto di un apparato che assolva questo com-
4) In sostituzione del transistor AF115, ho ac- pito, senza che vi sia pericolo di danneggiare il
quistato il transistor AF125 che, contraria- registratore.
mente a quello da voi prescritto, è munito di NERI NATALINO
quattro terminali anziché di tre soltanto. Co- Como
me debbono essere collegati questi terminali?
Perdonate la mia profonda ignoranza, ma i! de- Consulti il fascicolo di settembre dello scorso
siderio di realizzare i vostri progetti è molto gran- anno nel quale, a pagina 388, è presentato il
de per cui sono deciso a chiedere ora e in avve- progetto di un riduttore di tensione per batterie
nire il vostro prezioso aiuto. d'auto, molto adatto a risolvere il suo problema.
SALVARESE PAOLO Si ricordi che il diodo zener DZ dovrà essere da
Roma 13 V-1 watt.

474
Gli elettrodi del FET 2N3819 +
Ho realizzato il temporizzatore elettronico a lunga
durata presentato a pagina 266 del fascicolo
di aprile '73. Sono convinto di non aver com-
R1 TR1 R2
messo errori di cablaggio, anche perché ho con-
trollato pi,'t volte il circuito, riscontrandone sem- E
pre l'esattezza costruttiva. Esiste forse qualche
errore negli schemi da voi presentati? In caso
82
contrario, potreste offrirmi qualche suggerimen-
to per mettermi sulla buona strada e, al limite,
potrei inviarvi il mio apparato per sottoporlo C1
ad un esame e all'eventuale riparazione da parte
dei vostri tecnici?
CLAUDIO ROGNONI
Trento
Non è assolutamente possibile, da parte nostra,
distrarre i tecnici di Elettronica Pratica dal loro Oscillatore con UJT
lavoro di progettazione e consulenza. Ancora una Sono un giovane lettore, molto appassionato
volta, dunque, ripetiamo che eventuali apparati di elettronica, ma dotato di poche nozioni teo-
inviati presso la nostra sede per la riparazione riche. Praticamente debbo a voi tutto ciò che
vengono immediatamente restituiti al mittente ho appreso su questa interessante materia. Poi-
senza neppure aprire il pacco postale. Lei comun- ché mi capita spesso cli veder pubblicati schemi
que potrà mettere in funzione il suo apparato di oscillatori, pilotati a transistor unigiunzione,
soltanto se provvederà ad un esatto collegamen- desidererei conoscere la formula, se esiste, per
to del transistor FET 2N3819. Questo semicon- calcolare la frequenza di oscillazione di tale
duttore, infatti, non è stato correttamente dise- circuito.
gnato negli schemi delle figure 3 e 4 dell'articolo FAUSTO CERRAI
cui lei fa riferimento. Ciò è causato dal fatto che, Livorno
sul mercato attuale, di questo stesso componente
esistono varie versioni, con diverse disposizioni La formula per calcolare la frequenza di oscil-
dei terminali. Lei faccia comunque riferimento lazione di un circuito a rilassamento, di cui ri-
al disegno qui riportato, nel quale sono indicali portiamo ancora una volta lo schema, esiste, ma
gli elettrodi di due diversi tipi di FET; ovvia- è molto più semplice scegliere i valori dei com-
mente la disposizione degli elettrodi che lei dovrà ponenti secondo l'esperienza ed eventualmente
seguire è quella riportata sulla destra del disegno. ritoccarli in un secondo tempo, sino a raggiun-
gere i risultati voluti. Possiamo dire comunque
che, prima di tutto, occorre ricavare la cosid-
detta tensione di soglia Vs del transistor uni-
giunzione, secondo il particolare circuito nel quale
esso è inserito. Questo valore dipende sia dalla
tensione di alimentazione V del circuito, sia dal
valore della resistenza R2 e, soprattutto, dal tipo
di transistor adottato. Dunque, per il solo cal-
colo di questa grandezza, occorrerebbero le carat-
d teristiche dettagliate del transistor unigiunzione
e la frequenza di oscillazione può essere ricavata,
con buona approssimazione tramite la seguente
formula:
s g
f R I C 1
Vs = V
Per risolvere questa equazione occorre possedere
una buona preparazione matematica, in partico-
lare si debbono conoscere i logaritmi; questo è
il motivo per cui abbiamo riportato la formula
soltanto verso la fine della nostra risposta.

475
T1 TR1
01

l
% O
7,5V

12+12V Il + f b

"+
J 5a
c1 Il Il
r3
D3
c2

Alimentatore stabilizzato 9±12 V circa, si dovranno sostituire i diodi D1-


Sono in possesso cli un radioregistratore portatile, D2 con un ponte raddrizzatore composto da 4
che necessita di una alimentazione continua di diodi. Il transistor TR1 deve essere scelto in base
7,5 V. La riproduzione è veramente ottima, ma alla corrente massima che si vuol assorbire dal-
l'apparato consuma troppe pile in poche ore cli l'alimentatore. Per l'alimentazione di apparati
ascolto, soprattutto quando si utilizza il regi- di piccola potenza si potrà utilizzare il transistor
stratore. Avevo pensato di acquistare un alimen- AC 187K, munito di aletta di raffreddamento.
tatore di tipo commerciale e di basso costo, ma Il diodo zener D3 dovrà avere una tensione su-
un mio amico mi ha fatto sapere che la stabiliz- periore di 0,2 V rispetto alla tensione di uscita.
zazione elettronica, negli alimentatori commer- Servendosi di transistor al silicio il valore della
ciali, è generalmente rappresentata da una resi- tensione dello zener dovrà essere di 0,6 V supe-
stenza e da un condensatore. Potete fornirmi voi riore a quella di uscita. Per esempio, con l'uscita
un progetto di maggior affidamento, che possa di 7,5 V, si dovranno utilizzare diodi zener con
veramente considerarsi un alimentatore elettro- tensioni comprese fra 7,5 e 8,2 V; per tensioni
nicamente stabilizzato? di uscita di 9 V si dovranno utilizzare diodi zener
ROBERTO PREMOLI con tensioni comprese fra 9,1 e 10 V.
Monza CONDENSATORI
Il progetto qui rappresentato, pur non essendo Cl = 1.000 F - 25 VI. (elettrolitico)
un apparato assolutamente nuovo od originale, 2 = 470 F - 25 Vl. (elettrolitico)
presenta il vantaggio di essere molto efficiente C3 = 1.000F - 25 VI. (elettrolitico)
ed economico. La stabilizzazione è ottenuta, oltre RESISTENZE
che tramite i condensatori elettrolitici, anche at- R1 = 470 ohm
traverso il diodo zener D3. e il transistor TRl. R2 = 1.500 ohm
Il trasformatore di alimentazione TI dovrà es- VARIE
sere dotato di un avvolgimento secondario a TRl = AC187K
12 + 12 V, cioè un avvolgimento con presa in- DI = BY126
termedia. Volendo utilizzare un trasformatore di D2 BY126
più facile reperibilità, cioè un trasformatore con D3 = 0AZ205 (diodo zener per uscita 9 V)
avvolgimento secondario singolo, con uscita di Tl = TRASF. D'ALIMENTAZ. (5 W)

•••• ••••
Un apparato surplus questo apparato?
In un magazzino di materiali surplus mi sono CASIMIRO ALFONSI
accorto della presenza di un apparecchio recante Pisa
la sigla: TRPP4/5. Da informazioni raccolte, L'apparecchio da lei citato non è un trasmetti-
dato che nemmeno il commerciante è risultato tore, bensì un oscillatore VHF, che serve per
eccessivamente edotto in proposito, mi è sem- la taratura e la messa a punto di apparati VHF.
brato trattarsi di un trasmettitore in VHF. Siete Esso venne costruito molti anni fa negli Stati Uni-
voi in grado di offrirmi maggiori notizie su ti d'America e venne poi introdotto in Europa

476
con il materiale al servzo dell'aeronautica. Si
tratta di uno strumento di grande precisione che,
pur appartenendo ad una... vecchia generazione,
può reggere il confronto con i più recenti mo-
delli di oscillatori VHF, senza dubbio molto più
costosi. Abbiamo buone ragioni per ritenere che
il valore di questo apparato si aggiri intorno al-
4BEO
SCEGLIENDO
le 50.000 lire. Le sue caratteristiche tecniche so-
no:
GAMMA OSCILLAZIONI: 100 ±- 156 MHz
VALVOLE: 6AK5 - 6AK5 - 6AK5 - 6AU6
A IL REGALO
CHE
6A05 - 6J6 - 6AL5 - 6X4 - 0A2
ALIMENTAZIONE: 110/220 V - 50/60 H
MODULAZIONE INTERNA: 800 Hz
TEVI PREFERITE
Con questo strumento è possibile misurare la
percentuale di modulazione di un trasmettitore.
Si misura inoltre l'intensità di campo. Esso è
dotato di regolazione di precisione dei circuiti
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477
Un altoparlante per gli acuti La spia telefonica
Seguendo la vostra rivista, ho realizzato molti Ho acquistato la scatola di montaggio della vo-
progetti di apparati elettronici, acquisendo una stra spia telefonica e dopo aver attentamente con-
tale esperienza in materia che mi ha permesso trollato i componenti elettronici in essa. conte-
di rimettere in funzione un mio vecchio ricevitore nuti mi sono accorto che la resistenza R6, anzi-
a valvole. I risultati sono stati abbastanza sod- ché avere il valore da voi citato di 3.900 ohm,
disfacenti. Attraverso l'altoparlante di grosso dia- è da 39.000 ohm, perché il terzo anello è di
metro si ottiene una splendida riproduzione delle color arancio anziché rosso. Qual'è il valore
note basse, ma gli acuti non vengono riprodotti esatto?
con sufficiente chiarezza. Esiste un rimedio a SANDRO MINOLI
tale inconveniente? Ovada
ANGELO SCHIEPPATI
Novate Il valore esatto della resistenza R6 è di 3.900 ohm.
Se nel kit da lei ricevuto è presente una resi-
Il difetto' da lei lamentato è da attribuirsi, in stenza da 39.000 ohm, questo valore è sbagliato.
gran parte, all'altoparlante adottato che, essen- Evidentemente si tratta di un errore commesso
do di notevole diametro, favorisce la riproduzione dal personale addetto alla confezione dei kit, che
delle note gravi a danno di quelle acute. Un ha scambiato il color rosso del terzo anello con il
considerevole incremento alle note alte può essere color arancio. Comunque se lei non fosse in pos-
conferito al ricevitore radio mediante l'applicazio- sesso di una resistenza da 3.900 ohm, oppure non
ne di un alto parlante supplementare di piccolo riuscisse a trovarla presso il suo rivenditore di
diametro, colleegato in parallelo al rasformatore di fiducia, ce lo comunichi in modo che noi si
uscita tramite un condensatore con funzioni di possa immediatamente provvedere alla spedizio-
filtro passa-alto. La capacità di questo conden- ne del componente.
satore deve aggirarsi intorno ai 10 F; questo
condensatore non deve essere di tipo elettrolitico
ed è quindi di difficile reperimento. Le consi-
gliamo quindi di sostituire questo condensatore
••••
con due condensatori elettrolitici da 15-25 F,
collegati in serie, con i terminali positivi saldati Sintonizzatore CB
assieme, in modo da formare un unico conden- Ho portato a termine con successo il montaggio
satore non polarizzato. del sintonizzatore « BIGAMMA », da voi invia-
tomi in scatola di montaggio. Ho realizzato an-
che il progetto del preamplificatore presentato
a pagina 249 del fascicolo di aprile '73, allo
scopo cli aumentare ulteriormente la sensibilità
del sintonizzatore. Non riesco tuttavia a far fun-
zionare bene quest'ultimo circuito, anche se, a-
gendo sul nucleo di ferrite della bobina L4-L5,
P riesco a volte ad amplificare una emittente. Tut-

T1
C1 --- 251ll' 4cv tavia, appena tolgo il cacciavite dal nucleo, la
potenza di emissione diminuisce notevolmente,
come se il circuito del prcamplificatore non esi-
stesse. Come si spiega tale inconveniente?
PATRIZIO CALVI
Caserta

3e7 1e1,
La risposta al suo quesito è abbastanza semplice.
Lei utilizza, per la regolazione dei nuclei di fer-
rite, comuni cacciaviti di acciaio che, per le loro
proprietà ferromagnetiche, falsano enormemente
il procedimento di taratura. Per ottenere risultati
positivi occorre acquistare un apposito cacciavite
di plastica, di sufficiente lunghezza, in modo che
neppure le mani possano influenzare, con il loro
effetto capacitivo, l'accordo del circuito. Rifac-
cia dunque la taratura del preamplificatore e del
sintonizzatore con questo tipo di cacciavite, che

478
può essere acquistato presso qualunque rivendi- è risultata molto bassa, cioè di 0,5 V circa; ho
tore di materiali radioelettrici. Soltanto in questo riscontrato inoltre che la resistenza R10 si ri-
modo lei riuscirà a migliorare notevolmente le scalda più di tutte le altre. Non mi sembra di
caratteristiche dei suoi apparati . aver commesso errori di cablaggio e mi permetto
di pensare che nello schema elettrico, o in quello
pratico da voi presentati, vi sia qualche errore.

•••• GIANI PIETRO


Milano
Capacimetro rapido Purtroppo l'errore esiste ed è lapalissiano. Il man-
Ho tentato di costruire il capacimetro rapido, cato funzionamento del circuito è da attribuirsi,
presentato a pagina 27 5 del fascicolo di aprile di senza alcun dubbio, ad un'inversione del diodo
quest'anno, senza ottenere tuttavia risultati po- zener DZ. Provveda all'inversione di tale com-
sitivi. Ho misurato con il tester la tensione pre- ponente e, se la rimanente parte del montaggio
sente tra collettore ed ernittore di TRl; questa da lei effettuato è esatta, tutto tornerà normale.

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479
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L'aumento del prezzo di copertina, a partire da questo mese,
avrà colto di sorpresa i nostri Lettori. Ci scusiamo quindi con
tutti se non ci è stato possibile formulare, anticipatamente, un
qualsiasi preavviso.
E' bastato l'arco di tempo di un solo mese, con la sua sensibile
ondata di aumento dei costi di produzione nel settore dell'edi-
toria, a costringerci a una repentina e totale revisione ammini-
strativa in tutti i canali produttivi della nostra Editrice.
Vogliamo ritenere d'altra parte che questo piccolo sacrificio,
richiesto al Lettore, debba essere giustificato dal costante im-
pegno da noi profuso nell'opera e nella precisa volontà di con-
servare la qualità raggiunta da Elettronica Pratica.
La rivalutazione attuata è anche intesa a scongiurare il perico-
lo di brutte sorprese, così come è stata quella del mese di mag-
gio, quando una parte delle copie della Rivista è apparsa in
edicola con una veste di insufficiente qualità, perché stampata
su carta di tipo scadente. Una brutta sorpresa, provocata dal-
l'inquieto mondo del lavoro che ci circonda, che poteva co-
stringerci a non « uscire ». Ma in quella circostanza l'Editore
ha dovuto richiamarsi ai mezzi di fortuna, anche a costo di
peggiorare la produzione nella sua veste esteriore, perché so-
lo così era possibile conservare il carattere di mensilità della
• Rivista. Qualche lettore si è premurato a muoverci il rilievo
e noi ci siamo scusati inviando subito una ... bella copia del no-
stro periodico. Ma è ovvio che il numero limitato di... belle
copie non ha potuto accontentare tutti. Altrimenti i nostri
sforzi economici sarebbero divenuti insostenibili. Soprattutto
oggi, quando i costi di produzione sono in continuo aumento
e ci costringono, nostro malgrado, a ritoccare il prezzo di co-
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aumento di prezzo, perché l'ascesa dei costi del lavoro e delle
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ANNO 2- N. 7- LUGLIO 1973


LA COPERTINA - Rappresenta il cablaggio del
trasmettitore ad un solo transistor da noi pra-
gettato per i lettori principianti, cioè per coloro
che intendono avvicinarsi, per la prima volta, al
mondo della trasmissione. La portata è limitata,
soprattutto perché il circuito lavora sulle onde
medie; ma proprio per questo motivo tutti pos-
sono essere certi di non fallire l'obiettivo.

editrice

ELETTRONICA PRATICA

di rettore responsabile
So mar1o
ZEFFERINO DE SANCTIS

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N. 74 del 29-2-1972 - pubbli-
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teraria ed artistica sono riser-
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disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re- CONSULENZA TECNICA 553
stltuiscono.

483
IL PRIMO e hi da poco tempo è entrato a far parte
della grossa schiera degli appassionati di
elettronica, ben presto vien preso dal de-
siderio di costruirsi un apparato trasmittente di
TRASMI TITORF notevole portata, con lo scopo di collegarsi via
radio, con amici anche residenti in località
lontane.
Ma il più delle volte questi desideri rimangono
soltanto dei sogni, sia per la mancanza di pre-
parazione tecnica, sia per l'assoluta inesperienza
del principiante. Ed occorre ricordare che le
trasmissioni radio, entro le bande di frequenze
stabilite, sono consentite soltanto a coloro che
dispongono della necessaria licenza di radioama-
tore ,per il conseguimento della quale occorre
una preparazione teorica e pratica e il supera-
mento di un esame.
Anche il lettore principiante tuttavia, per avvi-
cinarsi al mondo delle trasmissioni, deve pur
cominciare una buona volta a far qualche e-
sperienza. Ecco dunque l'occasione più adatta
per i principianti per costruire un semplicissimo
trasmettitore funzionante sulle onde medie.
Facciamo subito notare, tuttavia, che le trasmis-
sioni su questa particolare gamma d'onda, che
è una gamma d'onda commerciale, non sono
assolutamente permesse. Il nostro trasmettitore
dovrà assumere quindi il solo carattere speri-
mentale, cioè non dovrà essere usato abitual-
mente per la realizzazione di collegamenti radio,
anche se la portata molto ridotta dell'apparato
ben difficilmente creerebbe interferenze sui nor-
mali ricevitori radio. Questa infatti non supera
il. centinaio di metri. Comunque, anche durante
gli esperimenti, bisognerà star bene attenti a
non interferire su alcuna emittente autorizzata,
ma per ottenere questa condizione basterà agire
d. sul circuito di sintonia del trasmettitore; di
ciò avremo modo di parlare in seguito.

IL CONCETTO DELLA TRASMISSIONE


Il primo argomento che un aspirante radioama-
tore deve assimilare è quello del processo di
propagazione delle onde elettromagnetiche nello
spazio.
AD ONDE Se si inviassero nell'etere direttamente le fre-
quenze acustiche, tramite un normale amplifi-
catore di bassa frequenza, queste, pur disponen-

MEDIE DE do di una potenza anche elevata, non farebbero


molta strada.
Disponendo invece di una sorgente di onde
elettromagnetiche, di frequenza elevatissima, si
PRINCIPIANTE possono raggiungere distanze enormi anche con
potenze estremamente basse, Un esempio in tal
senso ci è dato dal Laser che, emettendo onde
elettromagnetiche a frequenza ottica (generalmen-
Questo semplice trasmettitore, di por- te del rosso), riesce a stabilire collegamenti ter-
ra-luna con potenze relativamente basse.
tata limitata, permetterà a tutti i prin- Questi brevi cenni sulla teoria della trasmissione
cipianti di provare l'emozione della permettono già di chiarire un fondamentale con-
radiotrasmissione e, soprattutto, di cetto: quanto più alta è la frequenza, a valore
pari di potenza di trasmissione, tanto maggiore
comprendere il funzionamento di una può essere la distanza percorribile dall'onda e-
trasmittente radio. lettromagnetica.

484
Ecco il motivo per cui, nel sistema delle tra-
smissioni radio, si ricorre alla cosiddetta « alta
frequenza », che permette di ottenere portate
abbastanza elevate.
Esistono ovviamente altri problemi connessi con
il sistema di propagazione delle onde elettroma-
gnetiche e ciò significa che le cose non sono
così semplici come possono sembrare. Inoltre
sussistono spesso difficoltà realizzative che scon-
sigliano, soprattutto ai principianti, l'uso di fre-
quenze troppo elevate. È chiaro tuttavia che
inviando nello spazio soltanto un'onda ad alta
frequenza, quella denominata «portante», si po-
tranno effettuare trasmissioni in telegrafia e non
in fonia. Per poter trasmettere la parola occorre
sovrapporre alla « portante » un'onda di bassa
frequenza, quella della voce, realizzando così
quel processo che viene denominato « modula-
zione »
In figura 1 è rappresentato, in alto, il diagramma
caratteristico della «portante»; in basso della
stessa figura 1 è riportato il diagramma di una
onda modulata in ampiezza da un segnale di
bassa frequenza. Si noti che la frequenza dell'on-
da modulata rimane la stessa della portante,
mentre varia l'ampiezza con il ritmo della bassa
frequenza.
Da tale considerazione scaturisce la ben nota
espressione « modulazione di ampiezza » confe-
rita a questo particolare tipo di radiotrasmissioni.
Nel ricevitore radio si verifica un processo in-
verso, che prende il nome di « rivelazione »; esso
consiste nel separare la portante dal segnale di
bassa frequenza, che potrà essere in tal modo
una normale amplificazione.

LE ONDE MEDIE
Dai concetti fin qui esposti scaturisce immediata
una domanda; il lettore cioè si chiederà il mo-
tivo per cui abbiamo progettato un trasmettitore
per onde medie anziché per frequenze ultra
alte (UHF), dato che con queste ultime si ottiene
una maggior portata.
La ragione è essenzialmente di carattere pratico.
Sia perché è molto più semplice far funzionare
un trasmettitore a frequenza non molto elevata,
sia perché il processo di radiotrasmissioni ri-
chiede l'uso di un ricevitore il cui prezzo aumenta
quando esso è costruito per funzionare con le
frequenze molto elevate.

PROGETTO DEL TRASMETTITORE


Il circuito del trasmettitore ad onde medie, il
cui schema elettrico è rappresentato in figura 2. C2, forma il circuito accordato del trasmettitore.
è composto da un oscillatore di alta frequenza, Se si invertissero fra di loro i terminali 1-2 della
ad accoppiamento induttivo pilotato dal tran- bobina Ll la reazione diverrebbe negativa ed il
sistor al germanio TR1, e dal circuito modulatore, transistor non potrebbe oscillare. Il mancato fun-
costituito dal microfono a carbone MC. zionamento si potrebbe ottenere anche scam-
Le oscillazioni vengono generate da una reazione biando fra loro i terminali 1-3 della bobina,
positiva, che si viene a creare nel circuito; infatti, anche se in questo caso la reazione rimarrebbe
il tratto 1-2 della bobina L1 riporta alla base del ancora positiva; ciò è dovuto al diverso numero
transistor TR1, attraverso il condensatore C3, di spire dei tratti 1-2 e 2-3 della bobina L1 che,
una parte del segnale presente sui terminali del- invertiti, caricherebbero in misura inadeguata il
l'intera bobina L1 che, assieme al condensatore transistor amplificatore TRI.

485
portante non modulata Fig. 1 - II diagramma riportato in alto si riferisce ad un
segnale di alta frequenza, continuo, generato da un
oscillatore AF, II diagramma in basso rappresenta la
portante modulata da un segnale di bassa frequenza.
Il processo di modulazione non fa variare la frequenza
della portante,, mentre ne fa variare l'ampiezza.

portante modulata

COMPONENTI
C1 = 68
100
pF
pF
R1
TRI
= 220.000 ohm
C2 = == AF118
C3 = 150 pF L1 = bobina oscillatore per valvole 6BE6
C4 = 68.000 pF (cioè con presa catodo)
es = 10.000 pF J1 = impedenza AF (Geloso 556)
C6 = 10.000 pF MC = microfono a carbone
S1 = interruttore a leva
PILA = 9 volt
ANT.
e
R1
è
9V

I
TR1
Cl 11

I
I
\

7 I 1 T \
MICRO

Fig. 2 - Circuito teorico del trasmettitore. La bobina


LI è una bobina oscillatrice per ricevitori a valvole
pilotati nello stadio AF da una valvola 6BE6. Nel caso
di mancata oscillazione, occorre invertire tra loro i
terminali 1-3 della bobina LI, oppure i terminali 1-2.

486
IL MODULATORE in modo da inviare a massa soltanto l'alta fre-
La modulazione della portante si ottiene varian- quenza, senza produrre praticamente attenuazio-
do la corrente di emittore del transistor TRl tra- ni del segnale di bassa frequenza generato dal
mite un microfono a carbone. microfono.
Poiché il microfono non deve essere interessato Anche il condensatore C4 svolge un ruolo im-
dall'alta frequenza, si è provveduto ad inserire portante; esso è collegato in parallelo alla pila di
un filtro a «p greca », che blocca l'alta fre- alimentazione a 9 V e riduce notevolmente la
quenza con l'impedenza J1 e manda a massa il resistenza interna della pila stessa rispetto al-
segnale cli alta frequenza tramite i condensatori l'alta frequenza. Se non ci fosse questo conden-
CS-C6. Questi condensatori sono stati calcolati satore, soprattutto quando la pila non è nuova,
il trasmettitore potrebbe non funzionare e pro-
durre crepitii e distorsioni.

IL MICROFONO A CARBONE
Il microfono, che deve essere utilizzato per far
funzionare bene il nostro trasmettitore, è di
tipo a carbone. Un microfono dinamico, infatti,
non fornirebbe una modulazione sufficiente, data
la bassa tensione di uscita ottenibile. Con il
Fig. 3 - II cablaggio del trasmettitore è realizzato su microfono dinamico inoltre si correrebbe il ri-
un piccolo telaio metallico, che funge da conduttore schio di bruciare l'avvolgimento interno del com-
della linea di massa, cioè della linea di alimentazione
positiva. E' importante mantenere i collegamenti molto ponente, a causa della corrente che lo attraver-
corti ed effettuare ottime saldature. serebbe. Un microfono piezoelettrico poi, essen-
do praticamente un circuito aperto, non solo
non permetterebbe alcuna modulazione, ma con
esso non si otterrebbe l'emissione della portante,
perché interromperebbe il circuito di emittore
del transistor TRl.
Un microfono in grado di fornire una modula-
presa ANT. zione sufficientemente profonda, di condurre cor-
rente e di non rovinarsi è certamente quello a
carbone.
Lo schema costruttivo di questo componente è
rappresentato in figura 4. Esso è costituito prin-
cipalmente da granuli di carbone, contenuti in
9V una capsula isolante. Su una delle due estremità
di questa capsula è presente una sottile mem-
brana metallica, che deve risultare elastica al
punto da risentire delle vibrazioni sonore. Sul-
l'altra estremità della capsula è presente una vite
metallica che funge da secondo elettrodo.
Il funzionamento di questo microfono è assai
semplice. Quando si parla davanti alla mem-
brana, questa subisce delle deformazioni mecca-
niche, premendo più o meno sui granuli di car-
bone che, a loro volta fanno variare la resistenza
elettrica esistente fra la membrana e la vite.
Realizzando il semplice circuito riportato in figura
5, le variazioni di resistenza del microfono fanno
variare la corrente nel circuito e, conseguente-
mente, la tensione presente sui terminali del mi-
crofono e su quelli di una eventuale resistenza
di carico.
Il microfono a carbone, a differenza dei vari
tipi di microfoni prima citati, richiede, per il
suo funzionamento, un flusso di corrente di al-
cuni milliampere; ecco il motivo per cui questo
componente può essere inserito, nel circuito
del trasmettitore, direttamente sull'emittore del
transistor TRI.

L'ANTENNA
L'alta frequenza generata dal trasmettitore, per
poter essere irradiata nello spazio, richiede l'uso

487
VASCHETT A OI
FELT RO POCA AF
IRRADIATA

>"re
ISOLANTE

MEN BRANA

TX CON
ANTENNA CORTA
CONTENITORE
METALLICO

Fig. 4 - Questo disegno mostra, In sezione, la compo-


sizione di un microfono a carbone. I due elettrodi uUII
sono rappresentati dalla vite metallica e dalla mem-
brana situata nella parte anteriore del componente
cioè, In pratica, dal corpo metallico del contenitore.
/' ----

CARBONE
% • • : I !.
I . i
MOLTA AF
IRRADIATA

\
3
\

RESIST, TENS.
'-
CARICO VARIABILE

TX CON
ANTENNA LUNGA
PILA ALIMENT.

Fig. 6 - La qualità di energia Inviata nello spazio dal


Fig. 5 - Questa semplice applicazione pratica permette traametUtore dipende In gran parte dalla lunghezza
di comprendere il funzionamento del microfono a car- dell'antenna, Sa l'antenna è corta, la quanUtà di ener-
bone. Le oscillazioni della membrana vibrante provo- gia elettromagnetica dlffuaa nello apaz.lo è minima ad
cano delle compressioni dei granuli di carbone; queste è minima anche la portata del trasmettitore; viceversa,
compressioni sl traducono In altrettanta variazioni dal con un'antenna lunga la portata del trasmettitore di-
la tensione sulla resistenza di carico. viene notevole.

488
di una antenna la quale, per raggiungere il mas- realizzate. Basta tener presente tuttavia che l'an-
simo rendimento, deve rispondere ad alcuni re- tenna di maggior lunghezza determina una mag-
quisiti tecnici. gior portata del trasmettitore.
L'antenna è un normale conduttore in grado di
trasformare sottoforma di onde elettromagne- REALIZZAZIONE PRATICA
tiche le onde elettriche provenienti dall'oscilla- Anche se il nostro trasmettitore è un apparato
tore. che funziona in alta frequenza, questa non è
La lunghezza ideale di un'antenna è stretta- poi tanto elevata da creare grossi problemi di
mente legata alla frequenza con cui si effettuano montaggio. Occorrerà tuttavia realizzare colle-
le trasmissioni e, in modo particolare, alla lun- gamenti molto corti ed effettuare buone sai:
ghezza d'onda, che rappresenta il rapporto fra dature.
la velocità dell'onda elettromagnetica e la fre- La bobina L1 è una comune bobina per onde
quenza. La lunghezza d'onda può essere facil- medie, che potrà essere facilmente recuperata
mente ottenuta dalla formula: da un vecchio ricevitore a valvole non più fun-
300 zionante, oppure acquistata nuova in un negozio
k = di materiali elettronlci. Basterà richiedere al
F negoziante una bobina d'oscillatore per onde
nella quale F è valutato in megahertz e in medie per ricevitori con valvola convertitrice
metri. 6BE6 ( con presa catodo).
per una frequenza di 1 MHz (onde medie), per Per il transistor TRl abbiamo prescritto il tipo
esempio, la lunghezza d'onda è À = 300 metri. AF118, ma in sostituzione di questo si potranno
Poiché per ragioni teoriche il massimo trasferi- usare i seguenti transistor: AF114 - AF115 - AF116.
mento di energia si ottiene quando la lunghezza Questi transistor sono dotati di quattro termi-
dell'antenna vale 1/2, occorrerebbe nel nostro ca- nali, la cui identificazione è facilmente deduci-
so un'antenna della lunghezza di 150 metri o di 75 bile dallo schema pratico di figura 3. Il terminale
metri utilizzando un'antenna ì../4 (un quarto di schermo S è quello collegato elettricamente
d'onda) con rendimento inferiore. E ovvio che all'involucro metallico del transistor e deve es-
in pratica simili antenne non possono essere sere collegato con la massa del trasmettitore.

CONOUT T ORE
LUNGHISSIMO

[5o 1so mr

I o~DA INTERA lOO mT

Flg. 7 • L'antenna, nella sua forma più semplice, è co-


stituita da un cavo elettrico. Se la lunghezza di que-
sta fosse, per esempio, di un chilometro, l'andamento
dell'alta frequenza, sarebbe quello illustrato nel dise-
gno. Ma per avere un buon Irraggiamento del segnali
di alta frequenza è sufficiente che la misura della lun-
ghezza dell'antenna sla precisa, cioè pari a mezza
lunghezza d'onda o a un quarto d'onda. Anche questi
valori, purtroppo, non possono essere accettati in pra-
tica. In ogni caso, con un'antenna della lunghezza di
un metro il trasmettitore comincia già ad Irradiare i
segnali radio; l'emlsslone aumenta notevolmente con
un'antenna della lunghezza di 20 metri.

489
Rborica
dell'aspirante
elettronico

IL S OLISMI
Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

conda delle capacità e dell'esperienza di chi ...


1 1 simbolismo elettronico è un po' come l'al-
fabeto di una lingua. Con quest'ultimo infatti
si impara a leggere e scrivere, mentre con il
primo si impara a distinguere un progetto dal-
legge.
In ogni paese del mondo, i componenti elettro-
nici vengono disegnati, negli scherni teorici, con
l'altro e, soprattutto, si riconoscono i componen- un particolare simbolo, conosciuto da tutti, in
ti elettronici necessari per tradurre nella realtà modo che il « linguaggio elettronico » risulti un
ano schema puramente teorico. linguaggio comune, così come lo è la musica. E
Il simbolismo, dunque, è necessario per compor- in modo che un progetto, concepito in una qual-
re quel « linguaggio » universale, che permette a siasi parte del mondo, possa essere perfettamen-
tutti coloro che si occupano di elettronica di « co- te interpretato dovunque e dovunque realizzato.
municare » tra loro. Ma la conoscenza dell'immagine simbolica e il
Ogni ricevitore radio, trasmettitore, amplificato- suo immediato riferimento a quella reale non
re o strumento di misura, anche complesso e pe- sono sufficienti per una esatta valutazione di un
sante, si traduce, grazie al simbolismo, ad un determinato progetto. Perché di ogni componente·
semplice disegno su un foglio di carta. Ed in que- occorre almeno conoscere la funzione, la struttu-
sto disegno si «leggono»: il tipo di apparato cui ra fisica, l'unità di misura.
si fa riferimento, il principio di funzionamento, il Per agevolare i nostri lettori principianti nello
volume di ingombro della realizzazione ed anche studio della teoria e della pratica dell'elettronico,
il suo prezzo. presentiamo, nelle pagine seguenti, la maggior
Ovviamente, tutte queste «letture» sono più o parte dei simboli dei componenti elettronici e la
meno immediate, più o meno approfondite, a se- loro riproduzione fotografica.

490
EL EM ENTI TEORICI E PRATICI SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE AL VERO

RESISTORE dg.
Il resistore è un componente che
ha il compito di ridurre l'intensi-
tà di corrente nei circuiti e di
determinare differenze di poten-
ziale. Questi componenti posso-
no essere di vari tipi e dimen-
sioni.
Unità di misura: ohm - kiloohm
(1.000 ohm) - megaohm ( 1.000.000
ohm).

RESISTENZA SEMIFISSA
E' una resistenza variabile, cioè
una resistenza il cui valore ohm-
mico può essere variato, entro
certi limiti, agendo sul compo-
nente per mezzo di un caccia-
vite o di una manopola.
L'unità di misura è la stessa del
resistore.

POTENZIOMETRO
E' un componente nel quale la
resistenza può essere variata a
piacere facendo ruotare manual-
mente la manopola di comando.
Serve principalmente per i co-
mandi di volume sonoro e tona-
lità.
L'unità di misurà è la stessa del
resistore.

CONDENSATORE
Come avviene per il resistore,
il condensatore è uno dei com-
ponenti più comuni in elettronica.
Ve ne sono di diversi tipi e gran-
dezze. Si lasciano attraversare
dalle correnti alternate e non da
quelle continue. Gli elementi che
ti compongono sono principal-
mente tre: arma tu re - dielettrico
- terminali.
Unità di misura: farad - micro-
l
farad (un milionesimo di farad)
- picofarad (un milionesimo di
milionesimo di farad). \
491
ELEM ENTI TEO RIC I E PRATIC I SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE AL VERO

C O ND EN SATO RE ELET TR O LI TI-


CO
Questi tipi di condensatori si
differenziano da lutti gli altri com-
ponenti per le loro caratteristi-
che costruttive. Essi vengono rea-
lizzati sfruttando il classico prin-
cipio degli elettroliti. Sono adatti
per raggiungere valori capacitivi
molto elevati. Appartengono alla
categoria del componenti pola-
'[]Il
rizzati, in quanto presentano un
terminale positivo e uno nega-
tivo.
L'unità di misura è la stessa del
normale condensatore.

COMPENSATORE
Tale denominazione viene attri-
buita normalmente ai piccoli con-
densatori variabili, cioè a quei
condensatori principalmente mon- I
T
tati nei circuiti di alta frequenza.
Il valore capacitivo può essere
variato, azionando una vite o un
perno, entro due limiti precisi
di valore minimo e massimo.
L'unità di misura è la stessa del
condensatore.

CONDENSATORE VARIABILE
Questo condensatore risulta mon-
tato in quasi tutti gll apparati
radioriceventi. E' composto da
due Insiemi di armature fisse e
mobili. Viene montato normal-
mente nel circuiti di alta fre-
quenza. Il valore capacitivo del
componente varia entro certi li-
miti facendo ruotare Il perno di
comando.
L'unità di misura è la stessa del
normale condensatore.

BOBINA D'INDUTTANZA
Prende, più semplicemente, an-
che Il nome di Induttore, bobina
o induttanza. Può avere forme
diverse e può essere di diversa
• grandezza. La più semplice è
quella cilindrica, composta da un
avvolgimento di filo conduttore ._e
intorno ad un supporto, nel qua-
le può essere inserito un nucleo
di ferrite con lo scopo di ren-
dere variabile l'induttanza.
4000.-
Unità di misura: henry - micro-
henry (un milionesimo di henry)
- millihenry (un millesimo di
henry),

492
ELE M ENTI TEO RIC I E PRATIC I SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE AL VERO

TR ASFO RM ATO RE AF
E' composto da due avvolgimen-
ti, cioè da due induttanze, rea-
lizzate su uno stesso supporto t00999r
e
~rooo ·.
isolante. Gli avvolgimenti sono
normalmente di tipo a nido d'ape.
Viene comunemente montato al-
l'entrata dei ricevitori radio.
L'unità di misura è la stessa del-
la bobina d'induttanza.

IMPEDENZA AF
Consiste in un avvolgimento di
filo su supporto isolante. La sua
funzione è quella di formare un
ostacolo al passaggio delle cor-
renti di alta frequenza, conce-
dendo via libera alle correnti di
bassa frequenza. E' chiamata an-
che bobina d'arresto.
L'unità di misura è la stessa del-
la bobina d'induttanza.

IMPEDENZA BF
Viene normalmente impiegata nei
circuiti di alimentazione. Permet-
te di eliminare i residui di alter-
nata nei circuiti di alimentazone
in corrente continua.
L'unità di misura è la stessa di
quella del resistore.

TRASFORMATORE D'ALIMENTA-
ZIONE
Serve per trasformare la tensio-
ne alternata di rete-luce in ten-
sioni alternate di valore più ele-
vato o più basso, ma più adatte
ad alimentare i vari circuiti di un
apparato elettronico.
La grandezza tisica che princi-
palmente li caratterizza è la po-
tenza elettrica. Quelli che inte-
ressano le applicazioni radiotec-
niche non superano generalmen-
te i 300 W di potenza trasfor-
mata.

493
ELEM ENTI TEORICI E PRATI CI SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE AL VERO

TGASFORM ATORE D'USCITA


Serve per accoppiare lo stadio
finale di uscita di un amplifica-
tore di bassa frequenza con l'al-
toparlante. La scelta di un tra-
sformatore di uscita deve tener
conto dell'impedenza di carico e
di quella del secondario, che de-
ve corrispondere all'impedenza
dell'altoparlante. Un altro dato
importante è rappresentato dalla
potenza di uscita espressa in
watt.

ALTOPARLANTE
E' il più comune dei trasduttori
acustici. Trasforma l'energia elet-
trica in energia acustica. Le ca-
ratteristiche principali di questo
componente sono: l'impedenza
della bobina mobile, il diametro
del cono diffusore e le qualità
costruttive.

CAPSULA MICROFONICA
E' il trasduttore acustico conte- Es
bi
nuto nei microfoni. Può essere
di tipo a carbone, magnetico o
piezoelettrico. La sua caratteri-
stica fondamentale è la sensi-
bilità.

TRANSISTOR NPN
E' il semiconduttore a stato so-
lido di tipo più comune. Può es-
sere al germanio o al silicio. E'
paragonabile alla valvola elettro-
nica a tre elettrodi (triodo). In
esso i cristalli si succedono nel
seguente ordine: negativo- po-
sitivo - negativo. Gli elettrodi so-
• no: b = base; c = collettore;
= ts
e = emittore.

494
ELEMENTI TEORICI E PRATICI SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE AL VERO

TRANSISTOR PNP
Vale quanto detto per il transi-
stor NPN, dal quale si differen-
zia per la diversa successione
dei cristalli impuri in esso con-

I
tenuti: positivo - negativo - po-
sitivo. Anche questo semicon-
duttore può essere al germanio
o al silicio. Gli elettrodi sono:
I
b = base; c collettore; e
= emittore.

TRANSISTOR FET A CANALE N


Viene chiamato anche « transi-
stor ad effetto di campo ». E'
caratterizzato da una elevatissi-
ma impedenza di ingresso, pa-
ragonabile a quella delle valvole
elettroniche. Gli elettrodi sono:
G = gate; D = drain; S =
source.

TRANSISTOR FET A CANALE P


E' analogo al transistor prece-
G
dente. Le caratteristiche sono le
stesse ma cambia la polarizza-
=
zione. Anche gli elettrodi sono
gli stessi del transistor a ca-
nale N.

TRANSISTOR UNIGIUNZIONE
Viene chiamato anche transistor
UIT. A differenza dei comuni
transistor, che sono dotati di due
giunzioni del tipo PN, possiede
una sola giunzione, ricavata su
un lato di una sbarretta di silicio
di tipo N, alle cui estremità sono
presenti due elettrodi denomina-
ti BASE 1 (B1) e BASE 2 (B2)
mentre il contatto con la giun-
zione viene denominalo EMITTO-
RE. Il funzionamento di questo
transistor è simile a quello di un
interruttore. Se la tensione, ap-
plicata tra BI ed E non supera
un certo valore, che dipende dal
tipo di transistor usato e dalla
tensione presente tra B1 e B2,
l'interruttore rimane aperto.

495
ELEM ENTI TEORICI E PRATICI SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE Al VERO

DI ODO
Si tratta del semiconduttore di
tipo più semplice. Può essere al
germanio o al silicio e serve per
risolvere il processo della rivela-
zione dei segnali radio, oppure
per raddrizzare le correnti alter-
nate. E' caratterizzato da due
elettrodi: l'anodo (A) e il catodo
(K).

DIODO ZENER
Questo tipo di diodo riveste par-
ticolare importanza in tutti i set-
tori dell'elettronica moderna. Es-
so sfrutta il cosiddetto « effetto
zener ». Quando il diodo è pola-
rizzato in senso diretto, l'inten-
sità di corrente che lo percorre,
aumenta rapidissimamente e ciò
in corrispondenza di valori mollo
deboli della tensione applicata.
K1,
la corrente che attraversa il dio-
do in senso inverso è debolissi-
ma e, pur variando la tensione,
rimane costante.

VARICAP
Diodo a capacità variabile. Quan-
do la giunzione del diodo viene
polarizzata inversamente, il com-
ponente diviene un condensatore
la cui capacità varia al variare
della tensione applicata. Trova
largo impiego nei circuiti a mo-
dulazione di frequenza. E' carat-
terizzato dalla presenza di due
elettrodi: l'anodo (A) e il cato-
do (K).

DIODO SCR
Prende anche il nome di « dio-
do controllato ». E' composto da
quattro strati di silicio, sovrap-
posti alternativamente, di tipo P
ed N, cosi da formare una strut-
tura NPNP, dotata di tre giun-
zioni a semiconduttore. Da que-
sti strati di semiconduttore ven-
gono ricavati tre elettrodi che
costituiscono i terminali del com-
ponente. Essi sono: il catodo,
l'anodo e il gate o porta. Que-
st'ultimo deve essere considera-
to come l'elemento di controllo
che permette, mediante impulsi,
7+-
di far innescare il diodo, cioè
di cortocircuitare anodo e catodo.

496
ELEM ENTI TEORICI E PRATICI SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE AL VERO

DIAC
Può essere considerato la ver-
sione, allo stato solido, della lam-
padina al neon, ovviamente fa-
cendo riferimento al funzionamen-
to di questa e non certo alla sua
luminosità. Esso diviene condut-
tore non appena la tensione ap-
plicata sui suoi terminali supera
un certo valore; al di sotto di
questo, il diac si comporta come
un elemento isolante.

TRIAC
E' costituito dal collegamento in
antiparallelo dì due diodi SCR,
essendo il catodo dell'uno colle-
gato con l'anodo dell'altro e vi-
ceversa. Ha lo scopo precipuo
di controllare potenze elettriche
rilevanti. Infatti, mediante l'azio-
ne di un opportuno comando, il
triac può condurre correnti mol-
to intense, con un tempo di com-
mutazione brevissimo. Una volta A2
che il TRIAC è in conduzione,
l'impulso dì comando può essere
tolto e l'interdizione si ottiene
oliminando la tensione di alimen-
tazione, oppure diminuendo la
corrente al di sotto di un valo-
re critico.

VALVOLA ELETTRONICA DIODO


E' la valvola più semplice, do-
tata di due soli elettrodi (anodo
e catodo). Serve per risolvere
il processo di rivelazione dei se-
gnali radio e quello di rettifica-
zione delle correnti alternate.

VALVOLA ELETTRONICA TRIO-


DO
E' dotata di tre elettrodi: l'ano-
do, il catodo e la griglia control-
lo; facendo variare la tensione
di polarizzazione di griglia, l'am-
plificazione dei segnali applicati
diviene più o meno notevole.

497
ELEM ENTI TEO RIC I E PRATIC I SIMBOLO DEL COMPONENTE COMPONENTE AL VERO

VALVO LA ELETT RO NIC A TE-


TRO D O
Rispetto al triodo possiede un
elettrodo in più: la griglia scher-
mo. Viene usata in funzione di
elemento amplificatore.

VALVOLA ELETTRONICA PEN-


TODO
Oltre all'anodo e al catodo, pos-
siede tre griglie, che prendono
rispettivamente i nomi di: griglia
controllo, griglia schermo e gri-
glia soppressore. Viene usata in
funzione di elemento amplifica-
tore.

QUARZO
Il cristallo di quarzo viene utiliz-
zato nei circuiti di alta frequenza
0]
. degli apparati trasmittenti, allo
scopo di evitare fenomeni di slit-
tamento di frequenza.

LAMPADA A FILAMENTO
le lampade di piccole dimensio-

é%
ni, a filamento, vengono montate
negli apparati elettronici in fun-
zione di elementi informatori.
Prendono anche il nome di lam-
pade-spia. Vengono accese nor-
malmente con una tensione di
valore molto basso.

498
AMPLIFICATORE BF
50 WAT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
1l. 21.5
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata El superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilità entrata E 1 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W Il kit è comprensivo di tutti gli
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V zazione dell'amplificatore ripro-
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
Questa scatola di montaggio, veramente pre-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- la di montaggio, già presentata
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile scorso anno, viene ora equipag-
a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati. sempre allo stesso prezzo di
II kit é comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
L. 21.500: una capsula microfo-
razione dell'amplificatore riprodotto nella foto, Per il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conio, gli
nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore. le doppio ad aria.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTAL. 21.500. Per richiederla occorre inviare


il relativo importo a mezzovaglia o cc.p.n. 3/26482 intestatoa: ELETTRONICAPRA-
TICA - 20125 MILANO - Via Zuretti 52 (nelprezzo sono comprese anchele spese
di spedizione).

499
REGOLATORE
DI
RATURA
CON

SCR

1 problema del' controllo automatico della


1 temperatura è da considerarsi risolto fin dal
momento in cui sono apparsi sul mercato i
moderni diodi controllati al silicio.
Con questo apparato è possibile con-
servare un valore costante, prefissa-
to, della temperatura di un forno, di
Questi componenti elettronici permettono di re- uno strumento professionale e indu-
golare, con opportuno comando di piccola po-
tenza, notevoli carichi elettrici, di alcune cen- striale, nel laboratorio fotografico,
tinaia di watt o anche più, a seconda dei vari chimico e di analisi medica.
componenti utilizzati.
Il controllo automatico della temperatura è ne-
cessario in moltissime apparecchiature profes-
sionali ed industriali, nei forni di cottura per ce-
ramiche, materiali plastici, ossidazione per vari
materiali. In casa può essere -molto utile se ap- Così come è stato progettato, il nostro appa-
plicato ai comuni forni domestici. Ma il controllo recchio è adatto al controllo di temperatura
automatico della temperatura trova la sua più di piccole stufe termostatiche, con potenza mas-
naturale applicazione nei laboratori fotografici, sima di 400 watt; tuttavia, con diodi di maggiore
chimici o di analisi medica, dove è importante potenza, si possono controllare potenze superiori.
conservare per lungo tempo un bagno di svilup-
po, una soluzione chimica o biologica ad una PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
temperatura ben stabilita, entro precisi limiti Per poter effettuare un controllo automatico della
di tolleranza. temperatura non è suflìcit!nte un elemento di
L'apparato che presentiamo risolve brillante- regolazione come può esserlo l'insieme di due
mente ogni problema, con un costo di realizza- diodi SCR, ma occorre un sistema di misura
zione molto contenuto ed una grande semplicità che provveda, per mezzo di opportuni servocir-
del circuito. cuiti, . ad agire sul sistema di controllo degli

500
SCR, sino a quando la temperatura raggiunta controllo elettronico anziché a quello manuale.
nel punto prestabilito uguagli quella prefissata. Esso consiste nell'innescare il diodo per un in-
Questo tipo di controllo è continuo, e non a tero periodo, quando è necessario un riscal-
scatti come avviene con il relé dei normali ter- damento e di non innescarlo affatto quando la
mostati; infatti, appena la temperatura tende temperatura ha raggiunto il limite desiderato.
a spostarsi dal punto di equilibrio, questo viene Anche se sfruttando tale principio non si ha
immediatamente ripristinato, dato che il circui- uniformità di corrente, come nel caso della
to di errore agisce tempestivamente sul comando regolazione con rete di sfasamento, il risultato
degli SCR, i quali controllano direttamente gli finale è analogo, perché il riscaldamento risulta
elementi riscaldanti. proporzionale al numero di periodi in cui il
In questo modo si viene a stabilire una rete di diodo rimane innescato rispetto a quei periodi
controreazione termica tra l'elemento riscaldante in cui esso non è conduttore.
e quello da riscaldare, con una notevole stabi-
lizzazione della temperatura. L'ELEMENTO SENSIBILE
I diodi controllati al silicio, cioè i diodi SCR, Ci siamo occupati, sino ad ora, della parte ri-
agiscono in qualità di elementi di regolazione guardante il controllo della corrente dell'elemen-
della corrente. Appena essi divengono conduttori, to riscaldante; ma non ci siamo ancora inte-
un impulso positivo viene applicato all'elettrodo ressati dell'organo cui è affidato il compito di
gate, mentre rimangono praticamente interdetti, misurare la temperatura.
cioè non conduttori, quando manca questo im- È chiaro che l'unica soluzione accettabile deve
pulso, oppure quando la tensione fra anodo e essere di tipo elettrico, dato che l'elemento
catodo diviene negativa. sensibile deve essere in grado di comandare
direttamente circuiti elettrici di controllo atti
L'INTERRUTTORE ELETTRONICO ad agire sui diodi SCR.
Nei vari circuiti di regolazione, finora presentati Ecco il motivo per cui si è fatto uso di una
sulla rivista e provvisti di diodi SCR, il controllo resistenza NTC, cioè una resistenza a coefficiente
della corrente, che poteva essere quello della di temperatura negativo.
luminosità nelle applicazioni con carichi rappre- Sulla struttura e la costruzione di questo com-
sentati da lampadine, veniva prevalentemente ef- ponente abbiamo avuto già modo di argomentare
fettuato con una rete di sfasamento che, a se- in precedenti occasioni; non ci resta quindi che
conda del ritardo introdotto dai componenti, ricordare che queste· particolari resistenze sono
innescava più o meno rapidamente il diodo, a costituite da ossidi metallici, che la loro resi-
partire dall'inizio di ogni semionda. stenza varia al variare della temperatura in mi-
Nel progetto qui presentato, invece, si sfrutta sura assai considerevole, che la variazione ohm-
un diverso principio, che meglio si presta al mica è opposta a quella delle normali resistenze,

501
Fig. 1 - L'apparecchiatura riscaldante, di cui si vuol controllare la temperatura, viene
collegata sulle boccole di uscita di questo circuito (CARICO). La temperatura che si
vuol controllare viene stabilita regolando il potenziometro R2. La sonda, cioè l'ele-
mento sensibile, è rappresentata da una resistenza NTC.

COMPONENTI
Condensatori R6 1.000 ohm - 5 W
C1 5 F - 50 VI. elettrolitico R7 = 1.000 ohm - 1 W
C2 = 470.000 pF
C3 100.000 pF Varie
CA 1 F (a carta) TR1 =
BC116
C5 100.000 pF TR2 BSY52
D1 BV127
Resistenze D2 = BA100
R1 1.000 ohm D3 = BV127
R2 10.000 ohm (potenziometro a variaz. SCR1= BT100A-500R
lineare) SCR2 = BT 100A-500R
R3 = 47.000 ohm LP = lampada-spia al neon (220 V con resist.
R = 47.000 ohm di limit. incorpor.)
R5 = 12.000 ohm - 10 W NTC 100.000 ohm - 20°C

cioè che la resistenza diminuisce, anziché aumen- dalle resistenze Rl-R2-R3-R4-NTC. Lo squilibrio
tare, ad ogni aumento della temperatura. di questo ponte viene avvertito e amplificato dai
transistor TR1-TR2, che agiscono sul gate del
CIRCUITO ELETTRICO diodo controllato SCR1, regolando in tal modo
Dopo aver trattato la funzione dei principali la corrente del carico.
elementi che compongono il circuito del rego- Supponiamo, per esempio, che la temperatura
latore di temperatura, iniziamo ora l'analisi det- misurata risulti inferiore a quella prefissata me-
tagliata del progetto rappresentato in figura 1. diante il potenziometro R2. La resistenza NTC,
Il circuito d'errore è composto da un ponte di quindi, avrà un valore elevato in grado di pola-
quattro resistenze e da un potenziometro, cioè rizzare inversamente la giunzione base-emittore

502
o O

Fig. 2 - Cablaggio dell'apparato regolatore di temperatura. Sul pannello frontale sono


presenti i seguenti elementi: la presa per la sonda (resistenza NTC, il potenziometro
di regolazione del valore di temperatura prestabilito (R2), l'interruttore generale (S1),
le boccole per l'applicazione del carico e la lampada-spia al neon.

del transistor.TRI e, conseguentemente, il tran- Se la temperatura raggiunge, o supera legger-


sistor TR2 risulterà interdetto. mente, il limite stabilito, il transistor TRl di-
In tali condizioni, all'inizio di un'alternanza posi- viene conduttore e costringe alla saturazione il
tiva, il condensatore C5 inizia a caricarsi attra- transistor TR2, cioè lo induce alla completa
verso la resistenza R5 e anche attraverso il gate conduzione. In questo modo, durante l'alternanza
del diodo SCRl, dato che il transistor TR2 è positiva, il condensatore C2 non si carica più
all'interdizione ed il diodo è polarizzato inver- attraverso il gate del diodo SCRl, bensì attra-
samente; in tali condizioni il diodo risulta ec- verso il collettore e l'emittore di TR2 che,
citato. Conseguentemente, quando il diodo inne- cortocircuitando gate e catodo di SCRl, ne im-
sca, si ha il passaggio cli corrente attraverso il pedisce l'innesco. Nemmeno il condensatore C4
carico, come se questo fosse normalmente ali- potrà caricarsi e conseguentemente non si inne-
mentato. IL condensatore C4 si carica attraverso sca nemmeno il diodo SCR2 durante la semionda
il diodo D3 e la resistenza R6, mentre il diodo negativa. In tali condizioni non si ha alcun pas-
SCRI risulta cortocircuitato. saggio di corrente nel carico, che potrà così raf-
Alla fine dell'alternanza positiva e all'inizio di freddarsi diminuendo leggermente la tempera-
quella negativa, il diodo SCRI si disinnesca men- tura.
tre il diodo D3, essendo paralizzato inversamente, Rimangono ora da giustificare gli inserimenti
non conduce; ma essendo stato preventivamente nel circuito di alcuni componenti elettronici.
caricato, durante la precedente alternanza, il Il diodo D2 serve per caricare il condensatore C2
condensatore C4 può ora fornire corrente al durante le alternanze negative, preservando allo
gate del diodo SCR2, attraverso la resistenza stesso tempo il transistor TR2 da alimentazioni
R7, innescandolo e mantenendo così la continuità inverse. s
della corrente nel carico. Al diodo DI è invece affidato il compito di rad-

503
ANODO

RIFERIMENTO

00 GATE

CIRCUITO
STAMPATO

Fig. 3 - Esempio di applicazione dei diodi controllati


SCR. Il supporto è rappresentato da un circuito
stampato di forma rettangolare (4x8 cm.); su di esso
DISTANZIATORE si debbono realizzare due porzioni di rame elettrica-
mente separate, sulle quali vengono saldate le alet-
te dei diodi SCR, cioè gli anodi di questi componen-
ti; il fissaggio della basetta è ottenuto per mezzo di
viti, dadi e distanziatori; il rame deve• essere elimi-
nato anche nei due punti in cui risultano fissati i da-
di; le due porzioni di rame separate fungono da
elementi di dispersione del calore erogato dai dio-
di SCR.

drizzare la tensione di alimentazione del ponte I due diodi SCR dovranno essere adatti ad una
e del transistor TRl, mentre il condensatore Cl tensione di 400 volt e ad una corrente il cui
ha il compito di livellare la tensione stessa. I valore dipenderà dal carico. Ad esempio, con un
condensatori C3-C5 sono stati inseriti nel cir- carico resistivo di 1.000 W e con la tensione di
cuito allo scopo di diminuire i disturbi di com- rete di 220 V, la corrente si ottiene applicando
mutazione, che sempre accompagnano il fun- la seguente formula:
zionamento dei diodi SCR.
W 1.000
UNA POSSIBILE MODIFICA I = 4,5 A
L'uso dei due diodi controllati SCR, collegati in V 220
antiparallelo, permette, durante la fase di ri-
scaldamento, di sfruttare pienamente la potenza Ogni diodo verrà attraversato, mediamente, da
dell'elemento riscaldante, dato che questo viene una corrente di valore dimezzato, cioé di 2,25 A;
interessato da entrambe le semionde della cor- comunque, per aver limiti di sicurezza, è bene
rente alternata. che la scelta dei diodi cada su componenti atti
a sopportare una corrente di 4-6 A.
Se ci si accontenta di sfruttare a metà la po-
Un calcolo analogo deve essere effettuato con
tenza del riscaldatore, impiegando logicamente
più tempo per il riscaldamento preliminare, si carichi diversi, tenendo conto che nel caso di
carichi induttivi occorre dividere la formula pre-
può omettere tutto il circuito concernente il
cedente per il fattore di potenza « cos ».
diodo controllato SCR2, eliminando cioè, oltre
questo elemento, anche le resistenze R6-R7, il Per ragioni di prudenza consigliamo di provve-
dere al raffreddamento dei diodi controllati rea-
condensatore C4 e il diodo D3. Questa modifica
non pregiudica in alcun modo il buon funzio- lizzando la costruzione di figura 3. I due diodi
namento del circuito, fatta eccezione per il fatto- controllati vengono applicati su una basetta
ramata, in funzione di elemento dissipatore;
re tempo, consentendo contemporaneamente un
sensibile risparmio sul costo di realizzazione. questa basetta risulta elettricamente separata
in due parti. Il fissaggio dei componenti potrà
essere effettuato con dado e bullone, oppure
REALIZZAZIONE PRATICA con saldatura a stagno.
La realizzazione pratica del progetto è rappre- Per quanto riguarda la scelta dei transistor,
sentata in figura 2. diciamo che questi componenti non sono critici.
Come è nostra consuetudine, provvederemo a Il transistor TRl potrà essere un qualsiasi tran-
descrivere le particolarità costruttive di maggior sistor di tipo PNP, al silicio, a bassa dissipa-
rilievo, prendendo le mosse proprio dai com- zione e buon guadagno; per esso si possono usare
ponenti di maggior importanza, cioè i diodi con- i seguenti tipi: BC116-BC153-BC154-BC160-BC161
trollati SCR. BC157-BC177-BC251-BC308, ecc.

504
TRASE I SO LAMENTO

CONTROLLO
TE MP 220V 220V RETE

IL(GUIDO 5 TERRA

NTC

Fig. 4 - Quando il regolatore di temperatura viene utilizzato per il controllo di ele-


menti liquidi, è necessario isolare l'apparato dalla tensione di rete, tramite un tra-
sformatore con rapporto 1/1 e potenza superiore di 5 W rispetto a quella assorbita
dall'apparato riscaldante.

Il transistor TR2 dovrà essere di tipo NPN e cuiti attraverso la sonda NTC immersa nel liquido
potrà essere scelto tra i seguenti tipi: BSY52 stesso.
2N1420-BC300-BF305-BF156-BF157, ecc. A tale scopo ci si può servire di un trasformatore
con rapporto 1/1 (220 V / 220 V), la cui potenza
dovrà essere di 5 W superiore a quella richiesta
ISOLAMENTO DALLA RETE dal carico. Una soluzione molto più economica
Utilizzando il nostro apparato di controllo di tem- consiste nel costruire una sonda ermetica, inse-
peratura con liquidi presenti in contenitori metal- rendo la resistenza NTC in un tubetto di vetro
lici, occorre provvedere ad un isolamento della riempito di paraffina e sigillato sull'apertura con
tensione di rete, allo scopo di evitare cortocir- un qualsiasi sistema a tenuta d'acqua.

Rezzo e
IANTE
Chi comincia soltanto ora a
muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
ALLA
RTATA DI TUTTI! 1.750
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questc deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. II saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano

505
PREAMPLIFIC T

PER MICROFONI A
CRISTALLO
Per poter accoppiare i microfoni pie- mente robusti, molto di più dei microfoni di-
namici e di quelli a nastro, per i quali può essere
zoelettrici con gli amplificatori di bas- addirittura dannoso soffiare troppo forte sulla
sa frequenza pilotati a transistor, oc- faccia. captatrice di onde sonore.
corre interporre, fra i due elementi, un Anche i microfoni piezoelettrici, tuttavia, pre-
sentano un loro limite di rottura, oltre il quale
apposito adattatore di impedenza. talune violente sollecitazioni meccaniche deter-
Quello qui presentato e descritto è minano la distruzione del componente. Ma la
anche un preamplificatore di segnali pressione sonora, di qualunque intensità essa sia,
non danneggia mai il microfono a cristallo.
a basso livello. L'unico difetto, caratteristico dei microfoni pie-
zoelettrici è quello di richiedere una elevata
impedenza di ingresso nell'amplificatore al quale
vengono collegati.
Quando l'amplificatore è di tipo a valvole, non

I microfoni a cristallo, noti anche con Ja de-


nominazione di microfoni piezoelettrici, sono
certamente i più diffusi fra tutti, proprio in
virtù delle loro caratteristiche.
sussistono praticamente problemi; ma quando
questo è di tipo a transistor, le cose generalmente
cambiano aspetto.
È noto che gli stadi amplificatori a transistor
Prima di tutto, questi tipi di componenti elet- presentano un'impedenza di entrata relativamen-
tronici sono molto economici e a questa carat- te bassa, il cui valore medio si aggira intorno ai
teristica debbono in gran parte il loro successo; 10.000 ohm; un eventuale microfono piezoelet-
ma i microfoni a cristallo sono anche notevol- trico, dunque, collegato all'entrata di un am-

506
plificatore a transistor risulterebbe sovraccari- Contrariamente a quanto avviene nei normali
cato e non sarebbe in grado di offrire una ri- stadi amplificatori, il transistor TRl non fornisce
sposta di frequenza lineare, diminuendo sensi- alcuna amplificazione del segnale, almeno nel
bilmente la tensione di uscita, con conseguente senso convenzionale; anzi, il guadagno dello sta-
impossibilità di una sufficiente amplificazione del dio è leggermente inferiore all'unità; ciò signi-
suono anche da parte di un amplificatore dotato fica che all'uscita di questo stadio, più precisa-
di buona sensibilità. men te sull'emittore di TRl, si ottiene una ten-
Ma il microfono piezoelettrico può essere usato sione leggermente inferiore alla tensione appli-
anche con gli amplificatori transistorizzati, pur- cata sulla base del componente.
ché si faccia ricorso ad un apposito circuito
adattatore cli impedenza, eventualmente colle-
gato con un preamplificatore in grado di ele-
vare il segnale ad un livello tale da poter pilo-
tare ottimamente anche il meno sensibile degli
amplificatori.
L'apparato che proponiamo al lettore assolve a
questi compiti. Esso potrà essere utilizzato per
valorizzare il microfono piezoelettrico, unitamen-
te ad un normale amplificatore per fonovaligia,
radio o simile. Il nostro circuito potrà anche
essere sfruttato dagli appassionati della banda
cittadina, cioè dai CB; ma esso potrà servire
anche per altre bande amatoriali, con lo scopo
di migliorare la modulazione dell'apparato ri-
cetrasmettitore.

CARATTERISTICHE DEL PREAMPLIFICATORE


Il progetto di figura 1, da noi semplicemente
chiamato preamplificatore, è in realtà un pream-
plificatore-adattatore di impedenza, che fa uso
di due transistor al silicio, di tipo NPN, a basso
rumore di fondo e quindi particolarmente in-
dicati per essere inseriti nei primissimi stadi
di una catena di amplificazione, dato che proprio
il rumore intrinseco, prodotto da questi stadi,
viene poi amplificalo e rappresenta il ben nolo
fruscio caratteristico degli amplificatori a tran-
sistor.
Gli altri componenti del progetto di figura l
sono: un diodo, un potenziometro, cinque re-
sistenze tre condensatori e una pila. Ed è proprio
per questa semplicità che il circuito risulta par-
ticolarmente economico. Esso può essere rea-
lizzato con componenti miniaturizzali ed inserito
nello stesso amplificatore di bassa frequenza con
il quale dovrà funzionare. Ma il vantaggio offerto dallo stadio adattatore di
impedenza, cioè dallo stadio pilotato dal tran-
ANALISI DEL CIRCUITO sistor TRI consiste nell'adattare l'alta impedenza
Il segnale proveniente dal microfono, applicalo richiesta dal microfono alla bassa impedenza di
all'entrata, raggiunge, tramite il condensatore entrata naturale negli amplificatori a transistor.
Cl, la base del transistor TRl. Per l'utilizzazione di microfoni piezoelettrici, in
La particolare disposizione circuitale del tran- accoppiamento con amplificatori di buona sen-
sistor TRI, denominata emitter follower, per- sibilità, il circuito pilotato dal transistor TRl
mette di ottenere una elevata resistenza cli in- potrebbe considerarsi già completo. Ma per poter
gresso, il cui valore è determinato dal prodotto usufruire di tutti i tipi di amplificatori di bassa
della resistenza collegata sull'emittore (R3) per frequenza, sfruttandone pienamente le caratte-
il guadagno del transistor TRI. Se si fa impiego, ristiche, si è provveduto all'inserimento di uno
dunque, di un transistor ad elevato guadagno, stadio amplificatore pilotato da un transistor
così come avviene per il transistor cli tipo BC109 a basso rumore e ad alto guadagno, che eleva il
da noi utilizzato, si ottengono facilmente valori livello del segnale, presente all'uscita dello stadio
di impedenze superiori al megaohm, cioè valori adattatore di impedenza, dal valore di 1 mV
ottimali per l'impiego dei microfoni piezoelettrici. circa a quello di 300 mV circa, cioè ad un valore
Le resistenze R1-R2 compongono la rete di po- più che sufficiente per pilotare qualsiasi am-
larizzazione del transistor TRl. plificatore di bassa frequenza.

507
R2

01

C3

4di
C1 Il

TR1
u e R4
b

u 0
TR2
l;
... @
9V
e
dn..
--
l ± Il

R3
~ .
-.r USCITA •
Il li Il Il - I
s

Il trimmer potenziometrico R2 permette di raggiungere l'esatta polarizzazione • del tran-


sistor TR1, Il potenziometro R3 serve per controllare il volume sonoro all'uscita del
circuito.

LO STADIO AMPLIFICATORE
Lo stadio amplificatore, come abbiamo detto, è
pilotato dal transistor TR2, che è un transistor
COMPONENTI al silicio NPN di tipo BC109, cioè perfettamente
identico al transistor TRl.
Il condensatore elettrolitico C2 applica il segnale
Condensatori uscente dall'emittore di TRl alla base del tran-
C1 = 100.000 pF sistor TR2; il segnale attraversa anche la resi-
C2 = 5 F- 10 VI. (elettrolitico) stenza RA; il ruolo di questa resistenza è molto
C3 = 5F- 1 O VI. {elettrolitico) importante; essa serve infatti a rendere lineare
CA = 50 F - 10 VI. (elettrolitico) il responso dello stadio amplificatore. Se questa
Resistenze resistenza non ci fosse, si avrebbe un aumento
R1 = 100.000 ohm del guadagno ma, contemporaneamente, l'insor-
R2 = 250.000 ohm genza di forti distorsioni in uscita.
La resistenza R6 rappresenta l'elemento di ca-
R3
Re
= 4.700
3.300
ohm (potenz. a variaz. log.)
ohm rico del transistor TR2 e determina il valore
= dell'impedenza di uscita del preamplificatore.
R5 = 470.000 ohm
R6 2.200 ohm Da quanto finora detto si può dedurre che, con
=
l'inserimento del circuito amplificatore pilotato
Varie da TR2, è possibile collegare, senza alcun peri-
TR1 = BC1O9 colo di sovraccarichi qualsiasi amplificatore a
TR2 = BC1O9 transistor con impedenza di ingresso di 10.000
D1 = diodo al silicio {di qualsiasi tipo) ohm o meno.
S1 = interrutt. incorpor. con R3 Occorre notare, infine, la presenza del diodo DI,
PILA = 9 volt che è collegato in serie con il circuito di ali-

508
9V

~
~ -~
'

~
,_R6
c;
$$'

Fig. 2- L'inserimento del cablaggio dell'adattatore- MESSA A PUNTO


preamplificatore in un contenitore metallico, è d'ob-
bligo. Soltanto così si scongiurano ronzii e rumori
Nel circuito del preamplificatore è necessario
estranei. provvedere ad una semplicissima messa a punto.
Essa riguarda la polarizzazione del transistor
TR1. Questa è regolata dalla resistenza semifissa
R2, nella quale si dovrà raggiungere una posi-
zione del cursore tale da determinare, sull'emit-
tore di TRl, una tensione compresa fra i 3 e i
6 V circa.
La necessità della regolazione della resistenza
semifissa R2 è dovuta alle notevoli differenze
dei guadagni presentati dai transistor, anche se
mentazione, pi precisamente in serie con la questi sono della stessa marca dello stesso tipo.
linea positiva dell'alimentatore. Questo diodo ha Nel caso in cui il transistor TRl presentasse un
lo scopo di prevenire eventuali danni al circuito, elevatissimo guadagno ed agendo sul trimmer
derivanti da un errato inserimento della pila R2 la tensione, misurata sull'emittore, dovesse
nel circuito di alimentazione. rimanere sempre prossima ai 9 volt, occorrerà

509
intervenire sui valori delle resistenze Rl-R2. In figura 2 possono essere eliminati, ma la loro pre-
particolare il valore della resistenza R1 dovrà senza semplifica il cablaggio rendendolo oltre-
essere elevato a 330.000 ohm, mentre quello di modo razionale ed efficiente.
R2 dovrà essere portato ad 1 megaohm. Ricordiamo che il telaio metallico dovrà risultare
Una circostanza analoga a quella ora citata può in intimo contatto elettrico con la massa del
verificarsi per il transistor TR2; cioè la tensione circuito cioè con la linea negativa dell'alimen-
di collettore di TR2 può risultare molto bassa. tazione. A tale scopo si potranno utilizzare le
Una tale condizione per la verità è da conside- apposite pagliuzze metalliche (capicorda), nel
rarsi molto rara, ma se essa si verificasse si caso in cui fosse impossibile realizzare la sal-
dovrà provvedere all'aumento graduale del valore datura diretta sul telaio. Ai principianti, infatti,
della resistenza R5, sino ad ottenere una tensione ricordiamo che sui telai di ferro si possono ef-
di collettore di TR2 può risultare molto bassa. fettuare ottime saldature, mentre su quelli di
V circa. alluminio non si può eseguire alcuna saldatura
a stagno.
La disposizione da noi conferita al condensatore
REALIZZAZIONE elettrolitico C3, cioè al· condensatore collegato in
La realizzazione pratica del nostro progetto non serie con l'uscita dell'adattatore-preamplificatore,
si discosta di molto dalle realizzazioni pratiche consente di abbinare il nostro apparato con que-
degli apparati funzionanti in bassa frequenza. gli amplificatori nei quali la linea di alimenta-
In particolare, dato che i primi stadi apparten- zione negativa è collegata a massa. Se il lettore
gono ad una catena di amplificazione, bisognerà dovrà accoppiare questo apparato con un am-
curare particolarmente il lavoro di schermatura plificatore di bassa frequenza nel quale la mas-
elettromagnetica e quello della realizzazione delle sa è rappresentata dalla linea positiva dell'ali-
masse, in modo da scongiurare il più possibile mentazione, l'inserimento del condensatore elet-
ogni eventuale ronzio o rumore estraneo. È trolitico C3 dovrà essere invertito, cioè il ter-
assai importante, dunque, racchiudere il cablag- minale negativo di C3 dovrà essere collegato con
gio in un contenitore metallico, così come indi- il collettore di TR2, mentre il terminale positivo
cato nello schema pratico di figura 2. verrà collegato con il terminale « caldo » di u-
Gli ancoraggi presenti nel circuito illustrato in scita del circuito.

Gli ESPERIMENTI
DEL PRINCIPIANTE NUCLEO

MIO PRIMO
RICEVITORE
IN SCATOL
DI MONTAGGIO
• Costruendolo, sarete certi di raggiun- ~-
gere il successo e potrete vantarvi ; La scatola di montaggio, che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
i! primo ricevitore radio. re da sé.

La scatola di montaggio del ricevitore, completa di altoparlante costa L. 4.500.


La scatola di montaggio senza l'altoparlante, costa soltanto L. 3.900.
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510
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Alimentazione 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
Presa esterna per ascolto in auricolare
Media frequenza 465 KHz
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stale o c.c.p. n. 3/26482 (spese di spedizione comprese). L'ordine in contrassegno costa
500 lire in più.

511
1 primo e più importante problema da affron- È ovvio che ben difficilmente il principiante può
tare nella realizzazione di un trasmettitore di realizzare apparati di questo tipo che, tra l'altro,
piccola o alta potenza è certamente quello presentano spesso dimensioni ingombranti quan-
della stabilità della frequenza. do la tecnica suggerisce al costruttore la realiz-
Tale necessità è risentita non solo per non con- zazione di apparati di dimensioni tascabili.
travvenire alle norme che regolano il traffico
radiantistico, ma anche, e soprattutto, per avere I QUARZI
la certezza di essere ben ascoltati da altri ap- Il problema della stabilità della frequenza di
passionati radianti. emissione di un trasmettitore può essere quasi
Quando si fa uso di componenti normali, come completamente risolto con l'uso dei cristalli di
ad esempio le induttanze e i condensatori, la quarzo.
stabilità della frequenza di _emissione di un ap- I nostri lettori avranno già sentito parlare del-
parato trasmettitore diviene un grosso problema. l'uso dei quarzi nei trasmettitori, soprattutto in
Negli apparati professionali, nei quali viene in- questi uJtimi tempi in cui sono di moda gli
serito il ben noto VFO, si realizzano montaggi apparati ricetrasmittenti per CB, che impiegano
meccanici particolarmente solidi, che permettono un gran numero di questi preziosi componenti.
di evitare ogni deformazione dei componenti e, Non tutti sanno, tuttavia, come è costituito un
conseguentemente, ogni eventuale variazione delle pezzo di quarzo e per quale motivo si possano
caratteristiche elettriche del circuito e in parti- sfruttare, in elettronica, le sue proprietà, allo
colare, della frequenza generata. Negli apparati scopo di generare frequenze di elevata stabilità.
professionali si provvede inoltre alla realizzazione Il quarzo è un cristallo che si trova in natura,
di una efficiente stabilizzazione della tensione di ma che oggi viene anche prodotto artificialmente,
alimentazione e, in alcuni casi, ad un vero e perché le caratteristiche elettriche del quarzo
proprio termocontrollo dei componenti dello sta- artificiale sono superiori a quelle del quarzo
dio oscillatore. naturale.

512
Il controllo
dell'efficienza
dei quarzi
e il confronto fra
modelli
apparentemente
simili sono
operazioni
elettriche
necessarie
per ogni
appassionato
delle
ricetrasmissioni.
Le indicazioni
offerte da questo
strumento
vengono
interpretate
attraverso
la luminosità, più
o meno intensa,
di una
lampada-spia.

li cristallo naturale appartiene alla classe tra- e dar luogo alla formazione di una scintilla. Tale
pezoedrica-trigonale. Questo è un termine che fenomeno viene oggi sfruttato in molti settori
appartiene alla mineralogia ma che, con parole dell'elettronica. Per fare qualche esempio banale
più semplici, sta a significare che il quarzo si possiamo ricordare taluni tipi di accendigas o
presenta con l'aspetto di un prisma alle cui basi accendisigari, nei quali l'azione meccanica dell'o-
appoggiano delle piramidi peratore esercitata indirettamente sul cristallo
Il cristallo di quarzo presenta alcune proprietà di quarzo provoca una deformazione del cristallo
ottiche, molto interessanti, che non è il caso di stesso e la conseguente formazione di una scintil-
ricordare in questa sede; mentre ci importa ri la.
cordare il fenomeno della piezoelettricità del Qualche tempo più tardi fu scoperto anche l'ef-
quarzo. fetto piezoelettrico inverso, chiamato « Effetto
Per la verità il cristallo di quarzo non è l'unico Lippmann ». In virtù di questo effetto, polariz-
minerale in cui si riscontra il fenomeno della zando una lastrina di quarzo, questa si contrae
piezoelettricità, ma esso è senza dubbio il più o si espande in una data direzione, provocando
costante e di più facile lavorabilità. oscillazioni meccaniche di frequenza pari a quel-
la della tensione applicala al quarzo.
LA PIEZOELETTRICITA' Queste sono le proprietà che vengono normal-
Il fenomeno della piezoelettricità del quarzo fu mente sfruttate nei cristalli di quarzo montati
scoperto intorno al 1880 da P. Curie. Egli osservò negli apparati ricetrasmettitori.
che, tagliando secondo certi criteri una lastrina Ma il lettore potrebbe domandarsi a questo pun-
di quarzo e sottoponendola ad uno sforzo mec- to per quale motivo il quarzo riesce ad oscil-
canico, ai suoi estremi compariva una diffe- lare su una sola frequenza, mentre abbiamo ora
renza di potenziale proporzionale alla forza ap- detto che il quarzo oscilla con la stessa frequen-
plicata. La differenza cli potenziale poteva rag- za della tensione alternata applicatagli, qualunque
giungere valori tali da perforare i1 dielettrico valore essa abbia. •

513
R1
Il
LP
e
e

R
9V
e
TR2 =cs
e
O Il Il C3 02

XTAL ll ba

I.
IN PROVA .Ili,.
6
Cl R2 D1 L+
e
H
fa

Fig. 1 - Il cristallo, di cui si vuol controllare l'efficienza, deve essere inserito su un


apposito zoccoletto ceramico applicato all'entrala del circuito. L'intensità luminosa
della lampada-spia LP informa l'operatore sulle condizioni del quarzo in esame.

Questa proprietà deriva dal fatto che ogni corpo


ha una sua frequenza di risonanza. Per esempio,
pizzicando una corda della chitarra, questa vibra
COMPONENTI sempre con la stessa frequenza, cioè emette sem-
pre l'identica nota. Anche il cristallo di quarzo
possiede, a seconda delle sue dimensioni una
propria frequenza di risonanza, che può variare
Condensatori da un centinaio di KHz sino a parecchie decine
C1 = 100 pF di MHz.
C2 = 1.000 pF Inserendo il quarzo in un circuito elettrico, esso
C3 =1.000 pF favorisce la frequenza con la quale si trova sem-
C4 = 470 pF pre in fase, comportandosi come un circuito
es 10.000 pF oscillante, di tipo induttivo-capacitivo, altamente
selettivo. Infatti, così come una altalena riesce ad
Resistenze osci Ilare bene soltanto quando viene spinta al mo-
R1 = 33.000 ohm mento opportuno, sempre con lo stesso ritmo, così
R2 = 1.000 ohm anche il quarzo oscillerà se la frequenza della
R3 = 40 ohm tensione, applicata ai suoi terminal i, è uguale
Varie alla frequenza di risonanza del quarzo stesso.
TR1 = 2N708 Anche i cristalli di quarzo, come tutti i com-
TR2 BC107 ponenti elettronici, sono purtroppo sensibili a
D1 = OA95 taluni fenomeni naturali. I nemici dei quarzi
D2 = OA95 sono principalmente il calore e l'umidità, che non
LP lampada-spia (6 V - 50 mA) determinano la rottura del componente, ma ne
PILA = 9 volt fanno variare le caratteristiche nel tempo.

514
TR2 BASETTA
ISOLANTE

XTAL

Fig. 2- La semplicità del circuito del provaquarzi per- abbinamento con un frequenziometro digitale, di
mette di evitare la composizione di un circuito stam-
misurare con esattezza la frequenza del quarzo
pato. Il solo stadio, al quale debbono essere rivolte
particolari attenzioni costruttive, è quello dell'oscilla-
inserito nel « tester ».
tore.
ESAME DEL CIRCUITO
Il circuito dello strumento, che permette di ef-
fettuare il controllo dei quarzi, è riportato in
figura 1. Esso è composto da un oscillatore di
alta frequenza di tipo Colpitts pilotato dal
transistor TRl, che genera un'onda sinusoidale
Anche le eccessive sollecitazioni meccaniche pos- di frequenza perfettamente uguale a quella di
sono risultare dannose per il quarzo. II cristallo risonanza del quarzo.
infatti può rompersi a causa di forti urti, oppure Ricordiamo che i quarzi di frequenza elevata non
perché mal utilizzato. La sua distruzione può sfruttano per l'oscillazione la frequenza di ri-
essere causata da un cattivo impiego in circuiti sonanza fondamentale, ma un'armonica di questa
troppo potenti o da un difetto di costruzione o, che, generalmente, è la terza armonica. Non è raro
ancora, dall'usura. quindi il caso che un quarzo da 90 MHz oscilli,
Anche per i cristalli cli quarzo, dunque, così in fondamentale, a soli 30 MHz.
come avviene per la maggior parte dei compo- Lo strumento qui presentato frutta sempre l'oscil-
nenti elettronici, si deve procedere ad un con- lazione fondamentale e ciò significa che occorre
trollo di efficienza del componente. In tal caso tener sempre presente tale fenomeno, quando
si rileva molto utile un piccolo strumento, in il quarzo apparentemente non risulta in gamma.
grado di far oscillare qualsiasi tipo di quarzo Sull'emittore del transistor TR1 viene ricava-
con frequenza compresa tra 1 MHz e 100 MHz, ta la tensione di alta frequenza ed inviata, tra-
cioè tutta Ja gamma di frequenze che si possono mite il condensatore C3, ai diodi D1-D2 e al
normalmente utilizzare. Questo strumento deve successivo condensatore di livellamento C4. Sui
essere anche in grado di effettuare un confronto terminali di quest'ultimo componente viene a
fra l'efficienza di due quarzi apparentemente simi- formarsi quindi una tensione continua proporzio-
li. Tali sono le caratteristiche del circuito che nale all'ampiezza dell'oscillazione.
proponiamo al lettore il quale, oltre al normale E' evidente che, nel caso in cui due quarzi della
uso di prova-quarzi, potrà essere utilizzato in stessa frequenza, o di frequenze leggermente
funzione di calibratore, permettendo altresì, in diverse forniscano una tensione di uscita diversa,

515
Fig. 3 - Ecco come si presenta, internamente, un quar-
zo quando il componente. viene privato della calotta
metallica di copertura.

E' utilissimo in casa, soprattutto a colo-


ro che amano dire: « Faccio tutto io!»,
perché rappresenta il mezzo più adatto
per le riparazioni più elementari e per
molti lavori di manutenzione. La poten-
za è di 50 W e la tensione di alimenta-
zione è quella più comune di 220 V. Vie-
ne fornito in un kit comprendente anche
una scatolina di pasta disossidante, una
porzione di stagno e una formetta per
la pulizia della punta del saldatore.

Fig. 4 - Le possibili
oscillazioni di
cristallo di quarzo
sottoposto a
un

ten-
Costa solo . 2.900
sioni alternate, so- Richiedetelo inviando vaglia o modulo
no rappresentate in di c.c.p. n° 3/26482 a ELETTRONICA
questo disegno con PRATICA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano
le linee più sottili.

516
si dovrà ritenere più efficiente il quarzo che Per quanto riguarda i diodi D1-D2 si potranno
riesce a generare una tensione ad alta frequenza utilizzare i comunissimi 0A95-0A81, oppure qual-
più elevata. siasi altro tipo dì diodo al germanio adatto per
Il provaquarzi potrebbe considerarsi ultimato con il processo di rivelazione.
il condensatore C4, perché un normale tester, Per quanto riguarda il transistor TR2 abbiamo
applicato sui terminali di questo condensatore, prescritto il tipo BCI07, ma molti altri tipi
sarebbe in grado di rilevare la tensione che inte- di transistor amplificatori di bassa frequenza po-
ressa l'operatore. Tuttavia, per rendere Jo stru- tranno essere utilmente montati nel circuito
mento del tutto autonomo e per evitare il ri- (BC1O8-BC147-BC148-BC132-BC138).
corso ad un ulteriore strumento, che inciderebbe Il cristallo di quarzo, indicato con la sigla XTAL,
notevolmente sul prezzo della realizzazione del dovrà essere inserito nell'apposito zoccoletto ce-
progetto, abbiamo ritenuto necessario inserire, ramico, che verrà montato nella parte anteriore
nel progetto di figura 1, un semplicissimo indi- del contenitore metallico. Sempre nella parte
catore a lampadina, che permette di risalire alla anteriore del contenitore risultano applicati: il
bontà e all'efficienza del quarzo attraverso la
luminosità della lampadina stessa.
pulsante, sulla sinistra, e
la lampada-spia LP,
sulla destra, che con la sua intensità luminosa
Dato che la tensione presente sui terminali del permette di ottenere un'analisi sufficiente dei
condensatore C4 risulterebbe insufficiente a pilota- cristalli di quarzo.
re direttamente la lampada LP, abbiamo ritenuto
necessario interporre uno stadio amplificatore,
pilotato dal transistor TR2 che, amplificando no-
tevolmente il segnale, rende possibile una vi-
sualizzazione dello stesso attraverso l'intensità
luminosa della lampada.

REALIZZAZIONE
La realizzazione pratica del provaquarzi è assai
semplice. Non occorre infatti neppure il circui-
to stampato. Alcuni ancoraggi o, volendolo, una
semplice basetta forata, permetterà di ottenere
risultati accettabili con minor fatica e più ra-
pidamente, anche se adottando questo sistema
costruttivo non si ottiene un cablaggio troppo
elegante.

Trattandosi di tensioni ad alta frequenza, si


dovranno realizzare collegamenti molto corti,
specialmente nel settore della parte oscillatrice
del progetto, mentre nessuna precauzione dovrà
essere presa per la sezione amplifi.catrice dì bas-
sa frequenza.
Il transistor TRI deve essere di tipo NPN al
silicio, adatto per l'alta frequenza.
Noi abbiamo utilizzato il noto transistor 2N708,
ma identici risultati potranno essere ottenuti con Fig. 5 - I piani di oscillazione di un cristallo di quar-
zo, riportati sul piano cartesiano, risultano perpendi-
la maggior parte dei transistor al silicio NPN colari fra loro; le direzioni di oscillazione sono indi-
per alta frequenza. cate. nel disegno dalle lettere X-Y-Z.

517
2uva=

Molti lettori non conoscono ancora la FUNZIONAMENTO DELLE VAL VOLE


Le valvole impiegate in radiotecnica si presen-
valvola elettronica. E' questa, dunque, tano, per lo più, in forma di cilindretti di vetro,
l'occasione buona per impratichirsi chiusi, simili in sostanza al bulbo della lampadi-
na, entro i quali è stato fatto il vuoto, cioè sono
nel cablaggio di questo importante stati svuotati dall'aria che li riempiva; interna-
componente, ancora dominante in mente essi contengono dei pezzi sagomati di ma-
molti settori dell'elettronica e della teriale conduttore, collegati elettricamente con
i terminali, posti alla base del cilindretto di ve-
radiotecnica. tro, che prendono il nome di « piedini »
I pezzi di ferro sagomato, contenuti nel bulbo di
vetro, sono chiamati genericamente « elettrodi »;
in particolare prendono il nome di «catodi»,
« anodi », griglie ».
La valvola è un componente che si differenzia
dagli altri (resistenze, condensatori, bobine, ecc.)
non solo per la sua forma ma soprattutto perché
olti principianti, pur avendo realizzato qual- il suo comportamento, in presenza di correnti e
che montaggio con i semiconduttori, non di tensioni elettriche, non segue la legge di Ohm.
• conoscono ancora la valvola elettronica. Ep- Essa non è un elemento passivo, che diminuisce
pure questo componente non è stato ancora com- cioè la tensione o il valore della corrente appli-
pletamente superato dal progresso tecnologico e cata, ma è definita come un « elemento attivo ».
rappresenta, soprattutto nello studio dell'elettro- Infatti, il suo aspetto principale è quello di ele-
nica, una tappa di fondamentale importanza, per- mento amplificatore, cioè di un elemento che
ché proprio con la valvola sono iniziate le comu- conferisce potenza ai segnali elettrici applicati;
nicazioni radiotelegrafiche e con essa è nata la un altro aspetto fondamentale della valvola è
radiotecnica. Non possiamo quindi esimerci dal quello di « oscillare » elettronicamente, ossia di
presentare una breve lezione sulle valvole elet- generare tensioni e correnti alternate a frequenze
troniche, presentando una loro semplice appli- basse o elevate; la valvola permette ancora di
cazione pratica: quella di un amplificatore di « raddrizzare » le correnti alternate, erogando, in
bassa frequenza adatto per l'accoppiamento con uscita, una corrente continua o pulsante, ma sem-
un giradischi munito di unità piezoelettrica. pre dello stesso segno.

518
Ogni corpo riscaldato, come ad esempio un fer- Gli elettroni sono cariche negative. Pertanto, se
ro arroventato, si avvolge spontaneamente di una internamente alla valvola vi è un elettrodo al
« nube » di elettroni. Si tratta di un fenomeno fi- quale sia applicata una tensione positiva, gli elet-
sico ben noto, che prende il nome di « fenome- troni emessi dal catodo, risentendo dell'attrazio-
no termoelettrico ». Gli elettroni escono dalla su- ne positiva, affluiscono verso tale elettrodo. Nel-
perficie del corpo riscaldato, vagano ad una certa le valvole elettroniche l'elettrodo al quale viene
distanza da esso e in esso ricadono per liberarsi applicata la tensione positiva, necessaria per at-
poi nuovamente. La nube di elettroni, quindi, tirare gli elettroni, prende il nome di « placca ».
non è statica, ma è formata da un continuo mo- La placca è rappresentata da un cilindro metal-
vimento di elettroni che entrano ed escono dal lico, di diametro maggiore di quello del catodo,
corpo riscaldato. in modo da circondare il catodo stesso.
Applicando alla placca, cioè al secondo cilindro
CATODO E ANODO contenuto internamente alla valvola, una tensio-
Iniziamo l'analisi delle valvole partendo da due ne continua positiva, e collegando il cilindretto
elettrodi che sono sempre presenti in tutte le rappresentativo del catodo al terminale negativo
valvole di ogni tipo. Il più importante dei due della sorgente della tensione continua, si veri-
è il «catodo »: questo elettrodo è formato da un fica un fenomeno simile a quello della corrente
tubetto di acciaio molto piccolo, sulla cui super- elettrica nei conduttori, ossia gli elettroni emes-
ficie esterna vengono depositati dei materiali par- si dal catodo vengono attratti dal potenziale po-
ticolari (ossidi termoemissivi) i quali, quando sitivo dell'anodo e quindi si affrettano a raggiun-
sono sottoposti a un forte riscaldamento che Ii gerlo, formando così una vera e propria corren-
porta ad un'alta temperatura « al color rosso », te elettrica continua tra catodo e anodo: questa
presentano la particolarità di emettere, cioè di corrente continua finché l'anodo è collegato alla
lanciare nello spazio circostante, degli elettroni. tensione positiva. Il lettore avrà già inteso che
Il catodo, appunto, ha il compito di emettere un nel gergo radiotecnico si usano indifferentemen-
grande numero di elettroni. te le due espressioni « placca » e «anodo » per
Per assolvere questo compito la valvola necessi- definire sempre lo stesso elettrodo della valvola
ta di una sorgente di calore, che in questo caso elettronica.
è fornita dalla corrente elettrica che circola nel Le valvole elettroniche, a seconda del numero di
« filamento », analogo a quello delle lampadine elettrodi in esse contenuti e a seconda della
ad incandescenza. Il filamento è posto all'interno loro funzione, prendono nomi diversi. Il diodo,
del tubetto catodico e collegato a due piedini ad esempio, rappresenta la valvola elettronica
della valvola ( da notare che il filamento è isola- di tipo più semplice, perché composta da due
to elettricamente rispetto al catodo): quando a soli elettrodi. Il catodo e l'anodo. Nel montaggio
questi piedini viene collegato un generatore di proposto al lettore di queste pagine si fa uso di
energia elettrica di opportune caratteristiche, il un diodo in funzione di elemento raddrizzatore
filamento si scalda divenendo incandescente, e della corrente alternata.
riscaldando così il catodo che lo circonda. Il triodo è invece una valvola con tre elettrodi
SEM IQNOA
POSITI VA

OIODQ
RESIST.
1 1
)I I I NN/1 I" Al FILAMENTI
\ I
\
,~ I
SEMIONOA LA SEMIONDA
Nt'.GATIVA NE;GATIVA
NON PASSA

Flg. 1 • Il diodo raddrluatore, collegato in serie all'ali•


mentazlone di rete luce, elimina le semionde negative,
riducendo a metà lo stesso valore delh1 tensione di
retei la resistenza, collegata a valle del diodo, riduce
ulteriormente la tensione raddri:ciata, gatantendo l'lr1•
columltà dei filamenti delle valvole ln caso di ac:clden,
tali aumer1tl di tensione.

-
TEMPI QURANH: I 105 V
QUALI I rlUH,11::NT I
NON SQNO AUMENTATI

V1 V2

f'lg. 2 • Il v.ilore dell!l tentlone neceH11rlt1 per ali•


montare in serie i filamenti delle due valvole V1-V2
è di 105 V, Qu1:111to vilore viene rttgglunto medkmte
l'lnHfimento, In aer1e all11 Une!l di @Umentulone, di un
diodo raddrizzatore e di una resistenza.

to un terzo elettrodo chiamato « griglia control- todo possiede un e.lettf'od.o ùt più rispetto al te.
lo», «griglia di comando» o «griglia pilota ». trodo; questo elettrodo è costituito da una terza
Questo terzo elettrodo è un poco simile alla sa- griglia chiamata « griglia soppressore i1, Neu+am.-
:rndne.sea del rubinetto deJt•acqua potabile: quan- plldeatoro dl bassa frequenza, presentato in que-
• do lo permette, fluisce nel triodo un grande flusso st-e pagine, si fa uso dl du.e valvQlo: un dlodo
di corrente dal catodo all'anodo, in altre condi- ln 1\uw.one. dl rndd.rlwltoro di corrente e una
zioni non permette assolutamente il passaggio valvola doppia, ci.oè un trlodo-pwtodo. Questa
degli elettroni (tubo mtcmtetto Q valVQJa all'in,
terdùione). seconda valvola, dunque, è comprensiva di due
nella quale, ai duo elettrodi già citati, è aggiun- valvole distinto eootonut@ nello stesso bulbo dl
Il tetrodo è una valvola domta dl quattro elet- vetro, Al triodo spetta Il camplto di preamplifi-
trodi: catodo, griglia controllo, griglia schermo e ca:ro i segnali prodotti dal fliradtschl, :m.e.ntN U
placca. Il quarto elettrodo, dunque, pnmdo U :pentodo amplillea ultmorme.nte i segnali in mo-
nom@ di «griglia sch@rmo !l, La valvola p<m• do che questi possano pUotare l'alto-wu:lante..

520
+ #4 T1 • AP

+ i~'
V1 V2

9 I

Rl

S1

Flg. 3 - L'originalità di questo progetto di amplifica•


tore di bassa frequenza consiste nell'alimentazione del

COMPONENTI circuito di accensione delle due volvolo; non al fo ueo,


Infatti, di alcun trasformatore d'alimentazione, mentre
al provvede a rldun-e la tensione di rete tralnlto il
diodo raddriuatoro Dt o la realaten111, collegata ln
Condensatori aarie, R7; i due filamenti sono collegati in serie tra
C1 = 20.000 •pF (ceramicq) di toro.
C2 "" 20;000 •pF (CilramJço)
Cc3 = 10000 pF (ceramico)
C4 ;;;; 32 F- 350 VI (olettroUtlco)
es ... 32 1,1,F- 150 VI (olettrolltlc::o)
C6 = 2.000 pF • 1.000 VI (1 carta)
C7 :;;; 2,000 pF - 1.000 VI (c:oramlco)
Resistenze
R1 ;:;i 1
• megaohm (potenz. a variar, log,) CIRCUITO DELL'AMPLIFICATORE
R2 = 1.000 ohm- W Coloro che hanno già acquisito una certa pratica
A3 ;;;; 330 ohm • t W nel montaggio di apparati amplificatori di bas-
R4 S00,000 ohm (potenz. a varioz. lln,) sa frequenta, potnmno :riseontmre nel nostro
RS = 100,000 ohm-1/3 W progetto un ststema di accensione dei fflam.e.nti
RfS ... 10.000 ohm - 1 W delle vl\lvolei assai origmale o, per lo meno, mol-
Rl .;a 100 ohm • 2 W to diverso dal sistema ctassieo umvw:salmentc
Vario adottato, Siamo ricorsi a questo insolito sistema
V1 .... UCL82 dl clmùto di aec:ension.e al solo scopo dl :ren-
V2 .;a UY82 dere oltremodo economico il montaggio dell'ap-
Dt m1 BV127 paxato, Siamo rluscitl quindi ad eliminare il tra-
T1 ""' trasf d'uscita (4 W - 5,000 ohm) sformatore di alimentazione, utilizzando diretta-
LP = lampada-spia (6 V - 150 mA) mente la tensone di rote-luce
St - lntemittore doppio lnoorpor. con R4 La vtùvola. VI, che è di tipo PCL82, rlclùede·.una

521
RETE

ENTR.
PICK-UP

VOLUME TONO

tensione di accensione del filamento di SO V.


La valvola V2, che è di tipo UY82, richiede una
tensione di accensione del filamento di 55 V. Ali-
mentando tramite un collegamento in serie
i due flamenti delle valvole, occorre dun-
que una tensione alternata di 105 V, cioè una
tensione di poco inferiore alla metà di quella di
rete che, normalmente, è di 220 V. Per risolvere
questo problema abbiamo inserito, in serie al
circuito di accensione, due elementi il diodo
raddrizzatore Dl e la resistenza R7.
II diodo Dl, che è di tipo BY127, blocca le se-
mionde negative della corrente alternata, così
come indicato in figura 1. In pratica la tensione Fig. 4 - II montaggio dell'amplificatore di bassa fre-
alternata viene ridotta ad un valore pari alla quenza deve essere realizzato su telaio metallico, del-
metà circa di quella nominale, cioè scende da le dimensioni di 3 x 6x1 O cm, li quale funge da sup-
220 V a 110 V circa. porto dell'apparato e da conduttore unico della linea
Ma questo valore di tensione non è ancora esat- di massa.

522
tamente quello richiesto per l'accensione in se- per il fatto che esso è composto da poche spire
rie dei due filamenti (105 V). Per raggiungere que- di filo di rame smaltato di notevole sezione,
sto valore, anzi per stare un pochino al di sotto mentre l'avvolgimento primario è composto da
di questo valore, cioè per conferire un margine un elevato numero di spire di filo di rame di
di sicurezza al funzionamento delle valvole, ab- piccola sezione.
biamo inserito in serie al diodo D1 una resisten-
za da 100 ohm - 2 W (R7). RETTIFICAZIONE
In figura 2 abbiamo rappresentato, graficamente, La valvola V2, che è un diodo, assolve il compito
questo fenomeno, mettendo in evidenza gli in- di raddrizzare la tensione alternata;. in pratica
tervalli di tempo che intercorrono tra una se- essa raddrizza una semionda, cioè trasforma la
mionda positiva e l'altra. corrente alternata di rete-luce in corrente pul-
Il circuito elettrico dell'amplificatore è rappre- sante. Ma la corrente pulsante non è una corren-
sentato in figura 3. L'entrata deve essere collegata te continua e non è quindi adatta ad alimentare
con il cavetto uscente da un giradischi munito la sezione triodica della valvola VI, mentre può
di pick-up piezoelettrico; la calza metallica del alimentare la sezione pentodo. Se la corrente
cavetto deve essere collegata con la massa del- pulsante non venisse trasformata in corrente
l'amplificatore, mentre il conduttore « caldo » ap- continua, attraverso l'altoparlante i suoni risul-
plica i segnali provenienti dalla testina piezoelet- terebbero accompagnati da un fastidioso ronzio.
trica al condensatore Cl. Questi segnali sono rap- Al processo di livellamento della corrente rad-
presentati da un certo valore di tensione misura- drizzata provvede la cellula di filtro composta
bile sui terminali estremi del potenziometro Rl; dalla resistenza R6 e dai condensatori elettroli-
questo potenziometro serve per controllare il tici CA - C5. Riepilogando, possiamo dire che sul
volume sonoro dell'amplificatore. Mediante il cur- catodo della valvola V2 è presente una tensione
sore si preleva il segnale nella quantità voluta unidirezionale pulsante, mentre a valle della cel-
e lo si invia alla griglia controllo della sezione lula di filtro, cioè sul terminale positivo del con-
triodo della valvola Vl, cioè alla sezione pream- densatore elettrolitico C4 è presente la tensione
plificatrice di bassa frequenza. continua che, attraverso la resistenza R5, alimen-
La resistenza R2, collegata in serie al catodo, per- ta la sezione triodo della valvola Vl.
mette di polarizzare la valvola. La lampadina LP, collegata in serie ai conduttori
Il segnale preamplifi.catore viene prelevato dalla di rete, è una lampada-spia da 6V - 150 mA.
placca (piedino 9 dello zoccolo); questo segnale
viene inviato, tramite il condensatore di accop- MONTAGGIO
piamento C2, alla griglia controllo della sezione Il circuito dell'amplificatore deve essere mon-
pentodo, per essere sottoposto al processo di tato su un piccolo telaio metallico delle dimen-
amplificazione finale. La resistenza R5 rappresen- sioni di 3 x 6 x 10 cm, così come indicato in fi-
ta l'elemehto di carico anodico del triodo; attra- gura 4. Nella parte superiore del telaio risulta-
verso questa resistenza fluisce la corrente di ali- no applicati tre componenti: le due valvole e
mentazione della prima sezione della valvola. An- il condensatore elettrolitico doppio C4C5. Nel-
che il pentodo viene polarizzato tramite una re- la parte posteriore si applica il trasformatore
sistenza, più precisamente la resistenza R3 colle- d'uscita Tl. Tutti gli altri componenti, fatta ec-
gata in serie al catodo. cezione per la lampada-spia LP, vengono appli-
Sul circuito di griglia controllo del pentodo è col- cati nella parte interna del telaio.
legato il potenziometro RA, che permette di re- Le prime operazioni da eseguire sono quelle di
golare la tonalità della voce. ordine meccanico, cioè quelle che richiedono
I segnali di bassa frequenza uscenti dalla plac- l'uso del cacciavite e delle pinze. Successiva-
ca del pentodo (piedino 6 dello zoccolo) vengono mente si eseguono le saldature a stagno dei ter-
inviati all'avvolgimento primario del trasforma- minali dei componenti e dei conduttori. E as-
tore di uscita T1, che fungono anche da elemen- sai importante che la lampada-spia LP, colle-
to di carico anodico del pentodo; attraverso que- gata in serie al circuito di alimentazione, sia
sto avvolgimento fluisce la corrente di alimenta- adatta per la tensione di 6 V e per una corrente
zione del pentodo, prelevata direttamente dal di 150 mA. Si faccia bene attenzione a collegare
catodo della valvola V2 e fluiscono anche i se- il diodo raddrizzatore D1 nel giusto verso, cosl
gnali rappresentativi del suono. come indicato nel piano di cablaggio di figura
Dall'avvolgimento primario a quello seconda- 4. L'entrata dei segnali provenienti dal giradi-
rio di TI i segnali si trasferiscono per induzione schi è ottenuta per mezzo di un cavetto scher-
elettromagnetica. mato, la cui calza metallica deve essere saldata
Nell'acquistare questo componente, il lettore do- sul circuito di massa dell'amplificatore, cioè sul.
vrà richiedere un trasformatore di uscita da telaio stesso che rappresenta appunto il condut-
4 W, adatto per valvola UCL82, cioè un trasforma- tore unico della linea di massa.
tore con impedenza primaria di 5.000 ohm; l'im- Una volta ultimato il montaggio, l'amplificatore
pedenza dell'avvolgimento secondario dovrà es- dovrà funzionare subito, senza alcuna opera-
sere pari a quella della bobina mobile dell'alto- zione di messa a punto o taratura. Mediante il
parlante. A coloro che non avessero mai monta- potenziometro Rl si regola il volume sonoro
to un trasformatore d'uscita ricordiamo che l'av- dell'altoparlante, mentre con il potenziometro
volgimento secondario è facilmente riconoscibile R4 si regola la tonalità dei suoni.

523
silio di particolari strumenti. E questo stesso
problema sorge quando si deve rimettere in fun-
zione un amplificatore ad alta fedeltà che ha
smesso di funzionare bene.
Questo apparato, di facile ed econo- Gli strumenti necessari per la verifica e la mes-
sa a punto perfetta. degli amplificatori HI-FI so-
mica realizzazione, diviene utilissimo no due; l'oscilloscopio e il generatore di segnali
durante il lavoro di riparazione e mes- sinusoidali o quadri,
sa a punto degli amplificatori di bas- E a seconda del tipo di generatore utilizzato, i
metodi di procedimento sono due.
sa frequenza ad alta fedeltà. Con i segnali sinusoidali occorre verificare il re-
sponso di frequenza e di fase ad ogni frequenza
nello spettro interessato. Un lavoro lungo e la-
'amplificatore ad alta fedeltà, pur essendo borioso, questo, per il quale occorre disporre dì
diminuito di prezzo in questi ultimi anni, un oscilloscopio a doppia traccia onde poter ri-
non mò ancora considerarsi un apparato levare distorsioni e sfasamenti.
alla portata di tutti. Questo è il motivo per cui
coloro che amano l'elettronica preferiscono au- TECNICA DELL'ONDA QUADRA
tocostruirselo, Ma le insidie che si nascondono Con la tecnica dell'onda quadra non è più ne-
in questo tipo di realizzazione, pur prescinden- cessario l'uso di un oscilloscopio a doppia traccia,
da dal banali errori di cablaggio, sono molte; perché tutte le informazioni sul comportamento
occorre infatti prendere in considerazione le tol- dell'amplificatore, cioè sulll'amplificazione, lo sfa-
leranze dei componenti elettronici, che spesso por- samento, le distorsioni, le oscillazioni, ecc., ven-
tano ad inconvenienti che si manifestano sotto gono rilevate esclusivamente sull'onda d'uscita.
forma di una poco limpida riproduzione sonora. Anche questo metodo, tuttavia, presenta un la-
Ecco perché, una volta costruito un amplificato- to negativo; esso consiste nella maggiore diff-
re HI-FI, occorre provvedere al collaudo con l'au- coltà di interpretazione dei risultati.

524
M a se ci si limita ad una analisi qualitativa e CIRCUITO ELETTRONICO
non quantitativa, cioè alla misura dei tassi di di- Prima di argomentare sull'interpretazione dei
storsione, di sfasamento, ecc., l'estrema velocità. possibili segnali rilevati all'uscita di un amplifi-
di questo sistema è senza dubbio da preferirsi a catore, analizzeremo ora lo schema del circuito
quello della tecnica precedentemente ricordata. che proponiamo al lettore.
Il progetto di figura 1 non è quello di un gene-
CARATTERISTICHE DELL'ONDA QUADRA ratore vero e proprio, ma soltanto quello di
L'onda quadra, ciò è dimostrabile matematica- un apparato che produce onde quadre, da ab-
mente, può essere considerata come la sovrappo- binare ad un generatore di onde sinusoidali an-
sizione di un numero infinito di onde sinusoidali che di tipo semplice e con alte distorsioni. Qual-
con frequenza uguale o multipla della frequenza siasi oscillatore sinusoidale, presentato in prece-
della stessa onda quadra. L'ampiezza di queste denti fascicoli della rivista, potrebbe, ad esempio,
onde sinusoidali diminuisce man mano che au- essere utilmente impiegato a tale scopo.
menta l'ordine dell'armonica. Praticamente, dopo Il progetto di figura 1 è caratterizzato dalla par-
la trentesima armonica, non vi è più alcun con- ticolarità di poter risparmiare l'alimentazione.
tributo apprezzabile' alla formazione dell'onda Accontentandosi cioè di un segnale di minore
quadra. Un'onda quadra della frequenza di 1000 potenza, più che sufficiente per la maggior parte
Hz, ad esempio, è il risultato della sovrapposi-
delle applicazioni, si possono eliminare le pi-
zione di tante onde sinusoidali di 1000-2000-3000...
le di alimentazione, dato che è lo stesso segnale
Hz, sino ad un valore massimo di 30.000 Hz. Da
ciò appare evidente che, con un solo segnale ad che attraversa un apposito circuito a fornire l'a-
onda quadra, è possibile sostituire un elevato limentazione al convertitore onde sinusoidali -
numero di prove effettuate con onde sinusoidali. onde quadre.
Quando in un amplificatore, che non abbia un Supponiamo di non far uso delle pile di alimen-
responso lineare, si inietta un segnale quadro, tazione. In queste condizioni, quando un segnale
questo si presenta all'uscita con una forma di- sinusoidale, con ampiezza di 2 V circa viene
versa da quella con cui si presenta all'entrata; applicato all'ingresso, questo viene raddrizzato
questo perché non tutte le armoniche vengono dai diodi D1-D2 e successivamente filtrato dai
amplificate e sfasate in ugual misura. condensatori C1-C3. Lo stesso segnale, dunque,
A seconda del tipo di deformazione subito dal provvede a fornire l'alimentazione al circuito.
segnale, si possono dedurre le anomalie dell'am- Tutta la parte seguente del circuito è di tipa
plificatore. si può constatare cioè, se l'amplifi- assolutamente classico. Si tratta infatti di un am-
catore amplifica eccessivamente le note gravi, plificatore a tre stadi, cli cui il primo risulta
quelle acute, oppure se introduce distorsioni nel accoppiato in alternata, mentre i rimanenti due
segnale. sono accoppiati in continua.

525
D4 c6

Fig. 1 - Questo progetto non può considerarsi un ge-

COMPONENTI nerator vero e proprio, ma soltanto un apparato che


produce onde quadre e che deve essere abbinato ad
un generatore di onde sinusoidali anche di tipo sem-
plice €e con notevoli distorsioni.
Condensatori
C1 = 100 uF - 15 VI (elettrolitico)
C2 = 30 F - 15 VI (elettrolitico)
Cc3 = 500 F - 15 VI (elettrolitico)
C = 50 F - 15 VI (elettrolitico)
C5 = 1.000 pF
C6 = 10.000 pF Tutti e tre gli stadi sono di tipo ad emittore
C7 = 100 pF comune, anche se apparentemente l'emittore del
transistor TRl è collegato alla linea negativa
Resistenze del circuito di alimentazione tramite la resisten-
R1 = 10.000 ohm za R3. In pratica la presenza del condensatore
R2 = 4.700 ohm elettrolitico C2 collega a massa, rispetto al se-
R3 = 4.700 ohm gnale, l'emittore del "transistor .
R = 1.000 ohm Fatta eccezione per i diodi Dl-D2, sulla cui
RE = 10.000 ohm
funzione abbiamo già avuto modo di intratte-
R€ = 10.000 ohm
nerci, tutti i rimanenti elementi hanno la fun-
R7 = 10.000 ohm zione di proteggere i transistor dai segnali trop-
R8 = 3.300 ohm
po forti; si tratta di una eventualità abbastanza
Varie probabile in virtù dell'elevato livello del segnale
TR1 = 2N3570 del generatore sinusoidale e della notevole am-
TR2 = 2N3570 plificazione di tutti gli stadi del nostro apparato
TR3 = 2N3570 fonnatore d'onda.
D1 - D2 - D3 - D4 - D5 = BAY38 Con la configurazione di tutti e tre gli stadi
ad emittore comune, si ottiene dall'amplificatore
un elevatissimo guadagno, che permette al cir-
cuito di trasformare un segnale sinusoidale in

526
o o
TR3

o o

brusco cambiamento dell'uscita con conseguente


produzione di onde quadre.
Dagli esperimenti effettuati nei nostri laboratori
13,5V abbiamo potuto rilevare che la forma d'onda
Fig. 2 - Esempio di cablaggio del generatore d'onde.
prodotta con questo circuito si presenta con un
Il terminale di schermo dei transistor potrà essere eccellente disegno tra i 10 Hz e i 500 KH.
tranciato oppure collegato con la linea di massa del- Soltanto al di là di quest'ultimo valore si co-
l'apparato. mincia a notare un arrotondamento degli spigoli
dell'onda quadra.
Nel caso in cui il segnale prodotto dal generatore
sinusoidale non fosse sufficientemente ampio,
così da poter fornire anche l'alimentazione al
un segnale quadro. Infatti, appena il valore circuito, occorrerà utilizzare una alimentazione
della tensione d'ingresso supera un certo valore ausiliaria, con tensione compresa fra i 9 e i 24 V.
di soglia, il circuito entra immediatamente in In questo modo si otterrà anche una maggiore
conduzione; aumentando ancora di pochi milli- amplificazione e, conseguentemente, una migliore
volt la tensione di entrata, si ottiene una com- forma d'onda all'uscita.
pleta saturazione dell'amplificatore. Ovviamente, utilizzando una alimentazione pro-
All'uscita di questo si otterrà il seguente risul- pria, non saranno più necessari i diodi Dl-D2
tato: per una piccolissima variazione del se- ed occorrerà collegare la massa del circuito
gnale d'ingresso, si ottiene una notevole varia- (conduttore comune all'entrata e all'uscita) al
zione di tensione, che si estende dall'interdizione negativo dell'alimentazione, eliminando eventual-
alla saturazione. Al limite si può anche pensare mente i condensatori C3-C6 che risultano in tal
che questo brusco cambiamento di conduzione modo cortocircuitati .
avvenga in un punto preciso della sinusoide, Sempre in questa circostanza, occorrerà accertarsi
dato che pochi millivolt, rispetto ai 3 volt di che l'uscita del generatore sinusoidale risulti
cresta della sinusoide, sono davvero quasi un disaccoppiata con un condensatore. In caso con-
punto. trario occorrerà inserire, in serie all'entrata del
Avviene così che ogni volta che la. sinusoide trasformatore d'onda, un condensatore elettro-
raggiunge quel punto di tensione, si ha un litico da 100 F - 15 V.

527
Fig. 3 - Esempi di fo rme d'onda, r-
levate sull'oscilloscopio, all'uscita di
un amplificatore di bassa frequenza
ad alta fedeltà.

IMPIEGO E INTERPRETAZIONE DELL'ONDA amplificatore passa-alto e passa--basso, rispetti-


QUADRA vamente. Queste forme d'onda possono essere
Abbiamo già detto che, inviando all'entrata di rilevate ai limiti estremi della banda passante
un amplificatore un'onda quadra, dall'esame o- dell'amplificatore, denunciando la fine del re-
scilloscopico della forma d'onda, è possibile de- sponso lineare..
durre, analizzando la forma dell'onda di uscita, In figura 3h è rappresentato l'oscillogramma di
il comportamento dell'amplificatore sottoposto un'onda quadra uscente da un amplificatore
ad esame. instabile, che ha cioè la tendenza ad autooscil-
Occorrerà innanzitutto che la forma d'onda, lare ed innescare; le piccole oscillazioni, in corri-
applicata all'entrata dell'amplificatore, sia effet- spondenza dei fronti di salita e discesa, sono
tivamente un'onda quadra, perché eventuali a- infatti chiaramente indicative di queste anomalie.
nomalie nello stadio di entrata dell'amplificatore
potrebbero sovraccaricare il formatore d'onde REALIZZAZIONE PRATICA
quadre, alternando la forma ciel segnale. In figura 2 è riportato l'esempio della realizza-
Se il responso dell'amplificatore è del tipo dì zione pratica del formatore d'onda.
quello illustrato in figura 3 a, ciò significa che In questo circuito sono inseriti tutti gli elementi
l'amplificatore risponde perfettamente entro un necessari per la realizzazione dell'apparato nelle
limite che va dalla frequenza del segnale quadro due diverse versioni, sia con alimentazione gra-
a quella di 30 volte circa lo stesso segnale. In tuita, sia con alimentazione a pile. Al lettore
tal modo, volendo controllare il responso di un
spetterà il compito di eliminare eventualmente
amplificatore lineare fra i 20 e i 20.000 Hz
quei componenti che, come è stato detto nel corso
(valori molto comuni per l'alta fedeltà), occor-
dell'articolo, divengono inutili nell'uno e nell'altro
rerà accertarsi che vengano riprodotte, all'uscita,
tipo di realizzazione.
onde perfettamente quadre con frequenza com-
presa fra i 20 e i 700 Hz circa. I transistor utilizzali sono degli NPN al silicio,
In particolare non sarà nemmeno necessario cli tipo 2N3570; essi possono essere comunque
un gran numero di misure, dato che- basterà rimpiazzati con altri tipi di transistor, purché
provare con 20 Hz - 350 Hz - 700 Hz circa per questi presentino un buon guadagno e siano a-
essere sicuri del buon funzionamento entro la datti a funzionare nelle VHF in veste di am-
intera gamma. Naturalmente non si è sempre plificatori od oscillatori.
così fortunati da ottenere risultati perfetti. L'eventuale quarto elettrodo dei transistor, ben
L'amplificatore, ad esempio, potrà avere 1.111 re- visibile nello schema pratico di figura 2, rappre-
sponso particolarmente elevato sulle note gravi; senta il terminale di schermo; esso è collegato
in questo caso la frequenza fondamentale e le con l'involucro esterno del componente e potrà
prime armoniche verranno ugualmente amplifi- essere tranciato oppure collegato con la linea
cate, mentre le armoniche superiori verranno di massa dell'apparato.
riprodotte in misura minore, dando luogo ad Per quanto riguarda i diodi ricordiamo che, per
una distorsione dell'onda quadra simile agli essi, si possono usare tutti quei diodi al silicio
oscillogrammi delle figure 3b - 3c. Al contrario, adatti per le basse correnti come, ad esempio, i
quando si ha un elevato responso alle note tipi seguenti: BA Y38- BAI28 - BA130 - BAY7I -
acute, vengono amplificate con preferenza le ar- BAY72, ecc.
moniche superiori, mentre vengono poco ampli- Non vi sono altri particolari costruttivi degni
ficate la fondamentale e le prime armoniche. di nota per la realizzazione di questo formatore
In tal caso l'onda quadra muta completamente d'onde. Vogliamo dunque ritenere che, serven-
di forma e si presenta come quelle riportate dosi dello schema pratico di figura 2, anche i
nelle figure 3d - 3e. lettori principianti potranno condurre felicemente
Gli oscillogrammi riportati nelle figure 3f - 3g a termine, in breve tempo la realizzazione di
rappresentano le tipiche forme d'onda di. un questo progetto.

528
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530
'utilità e l'importanza del comune voltmetro L'uso di questo strumento non deve essere con-
L è ben nota a tutti, a coloro che si occupano
di elettronica per divertimento e a coloro che
esercitano la professione del costruttore o del ri-
siderato un privilegio di pochi tecnici, anche se
il suo prezzo non è sempre accessibile a tutti i
dilettanti, perché esiste la possibilità dell'autoco-
paratore di apparati elettronici. Perché soltanto struzione, anche del solo circuito elettronico, per-
con il controllo delle tensioni nei vari punti di ché lo stesso tester, già in possesso del princi-
un circuito si è in grado di stabilire se il fun- piante, può servire ottimamente come strumento
zionamento di un apparato è corretto oppure vi indicatore.
sono delle anomalie. Il voltmetro è l'unico stru- Ricordiamo ancora che l'uso del voltmetro elet-
mento che permette di effettuare tale controllo. tronico diviene indispensabile quando si debbano
rilevare tensioni sui circuti di griglia delle valvole
CARATTERISTICHE DEI VOLTMETRI o, equivalentemente, sul gate dei FET o, ancora,
La principale caratteristica che contraddistingue in tutti quei circuiti in cui risultano montate re-
tra loro i voltmetri è la sensibilità. Essa indica sistenze ad alto valore come, ad esempio, nei
l'attitudine del voltme.tro alla misura di deboli temporizzatori, nei quali una diminuzione delle
correnti; ma essa non viene espressa in microam- resistenze, dovuta al carico introdotto dal volt-
pere, ma in « ohm per volt ». Con questa espres- metro, potrebbe condurre l'operatore a conclusio-
sione si indica la resistenza interna complessiva ni errate o, addirittura potrebbe far sembrare
del voltmetro commutato sulla portata normaliz- inefficiente un circuito che, invece, risulta per-
zata di 1 volt. Questa resistenza, sulle portate fettamente funzionante.
superiori, aumenta proporzionalmente; così, ad
esempio, un comune tester da 20.000 ohm per CIRCUITI ALLO STATO SOLIDO
volt presenta una resistenza interna di 20.000 ohm Poiché non è possibile costruire strumenti volt-
se commutato sulla portata di 1 volt; il valore metrici con elevatissime sensibilità, conservando
della resistenza sale a 40.000 ohm, se il tester è in pari tempo buone doti di praticità e robustezza,
commutato sulla portata di 2 volt. occorre anteporre allo strumento stesso un circui-
I tester più comunemente usati in elettronica to elettronico in grado di svolgere la funzione ri-
hanno una sensibilità che si aggira fra i 4.000 e chiesta.
i 40.000 ohm per volt. I modelli più diffusi sono Sino a non molto tempo fa il voltmetro elettroni-
quelli con sensibilità di 20.000 ohm per volt, per- co era principalmente costituito da due triodi,
ché questi modelli presentano, oltre che una montati in un circuito differenziale che, in virtù
buona sensibilità, anche una eccellente robustez- dell'alta impedenza di ingresso, offerta dalle val-
za meccanica. vole stesse, permetteva di ottenere la sensibilità
Molto spesso, tuttavia, questa sensibilità si rive- desiderata. Tale strumento, ovviamente, risulta-
la del tutto insufficiente, inducendo l'operatore va alquanto ingombrante a causa dell'inserimen-
in grossolani errori di misura. to del trasformatore di alimentazione e a causa
Supponiamo, ad esempio, di voler effettuare una della necessità di un sistema di aerazione del
misura di precisione su un partitore composto voltmetro. Inoltre, a causa del riscaldamento del
da due resistenze da 1 megaohm alimentate con filamento delle valvole, nel vecchio tipo di volt-
una tensione di 2 volt, così come indicato in fi- metro elettronico si verificavano facilmente delle
gura 1. Utilizzando per la misura un tester da oscillazioni dell'indice dello strumento, che non
20.000 per volt, commutato sulla portata 2 volt, contribuivano certo ad una buona lettura.
cioè un tester con resistenza interna da 40.000 Attualmente i transistor FET hanno creato una
ohm, la resistenza R2, per effetto della resistenza vera e propria rivoluzione nel settore degli stru-
interna dello strumento relativamente bassa, ri- menti di misura. Perché essi posseggono tutti i
sulterebbe praticamente cortocircuitata, alteran- vantaggi dei comuni tubi a vuoto e, non dispo-
do notevolmente le caratteristiche del partitore. nendo di alcun filamento, risultano assai più sta-
Avviene così che, in sostituzione del valore teori- bili; le loro ridottissime dimensioni, poi, permet-
co esatto di 1 volt, si ottiene quello di 0,08 volt, tono di realizzare ottimi strumenti di misura le
che è ben lontano dalla realtà. cui dimensioni non si discostano di molto da quel-
le dei normali e classici tester.
UTILITA' DEL VOLTMETRO ELETTRONICO
Utilizzando un voltmetro elettronico, come quel- CIRCUITO DEL VOLTMETRO
lo che ora descriveremo, la resistenza R2 non ri- Il circuito elettrico presentato in figura 2 è mol-
sulta praticamente caricata ed il valore ottenuto to semplice, mentre le prestazioni ottenibili sono
dalla lettura sarebbe quello di 0,99999... volt, cioè veramente notevoli.
in pratica si rileva il valore esatto di 1 volt. Ciò Chi ha già avuto occasione di vedere lo schema
perché il voltmetro elettronico presenta un'impe- elettrico di un voltmetro a valvole, si sarà ac-
denza estremamente elevata, del valore di 30 me- corto della grande somiglianza con questo cir-
gaohm su tutte le portate. cuito. Anche in questo caso, infatti, si fa uso di
Dopo questo semplice esempio appare evidente un circuito differenziale, utilizzante due transi-
l'utilità di poter disporre di uno strumento con stor FET a canale N, i quali offrono impedenze
impedenza di ingresso molto elevata, così come lo di entrata superiori addirittura a quelle delle val-
è praticamente il voltmetro elettronico. vole elettroniche. L'amplificazione di questi tran-

531
gli o si addice alla misura delle basse tensioni le
quali assai raramente scendono al di sotto dei
valori di 0,5-1 V. Comunque, cortocircuitando la
resistenza R1, si potrà ottenere un valore di fon-
do-scala di 1 volt, però con una resistenza di en-
trata di soli 15 megaohm.
E' possibile invece, anzi è consigliabile, aumenta-
re il valore massimo di fondo-scala, ad esempio
con le portate di 100 e 200 volt. A tale scopo sarà
TESTER sufficiente sostituire la resistenza R4 con tre re-
20oo n/v sistenze collegate in serie, rispettivamente del va-
lore di 1,2 megaohm - 150.000 ohm - 150.000 ohm,
ricavando così anche le portate sopra citate.
Volendo, è anche possibile cambiare i valori di
fondo-scala, purché si vari il valore delle resisten-
ze del partitore di ingresso.
All'uscita del commutatore S1, prima di essere
applicata al gate di TRl, la tensione che si vuol
misurare viene filtrata dal condensatore Cl, che
invia a massa tutti i disturbi delle correnti alter-
nate eventualmente sovrapposti alla tensione sot-
R1=1MO. I~ ,
toposta a misura.
VOLT ME TRO
2v
r fsR2-1MD
ELETTRONICO La resistenza R5 fornisce un'ulteriore proteziono

1
al gate di TRL
Il voltmetro elettronico vero e proprio è compo-
sto dai due transistor ad effetto cli campo TRl e
TR2, montati secondo uno schema ad amplifica-
tore differenziale.
Il funzionamento di questo tipo di circuito è fa-
cilmente intuibile. Quando non viene applicata al-
cuna tensione al circuito di entrata, il potenzio-
metro R7 viene regolato in modo da non segna-
lare sullo strumento alcuna indicazione. Al con-
trario, quando viene applicata una tensione al
circuito di entrata, il transistor TRl diviene mag-
Fig. 1 - Misurando la tensione su questo partitore, giormente conduttore e provoca uno squilibrio
prima con un tester da 20.000 ohm per volt e poi con dell'amplificatore differenziale; conseguentemente
il voltmetro elettronico, si rileveranno due valori com-
pletamente diversi; nel primo caso quello di 0,08 V,
si verifica un passaggio di corrente attraverso lo
nel secondo caso quello esatto di 1 V. strumento, che risulta proporzionale alla tensione
applicata all'entrata del circuito.
La resistenza R8 ha il compito di regolare il va-
lore di fondo-scala dello strumento.
Come si. può notare, l'alimentazione dello stru-
sistor, poi, è paragonabile a quella dei pentodi. mento è cli tipo doppio (6 V + 6 V); ciò permette
Analizzando il circuito di figura 2, si nota, all'en- una giusta polarizzazione dei transistor FET che,
trata, la presenza di un partitore di tensione, di come avviene per le valvole elettroniche, debbo-
tipo resistivo, composto dalle resistenze R1-R2-R3- no essere polarizzati in modo che il gate risulti
R4. Lo scopo di questo partitore è di permettere negativo rispetto alla source.
la commutazione, tramite S1, delle varie portate
voltmetriche. REALIZZAZIONE PRATICA
L'impedenza di ingresso dello strumento è di Abbiamo già detto che la realizzazione di questo
30 megaohm; questo valore è costante su tutte e voltmetro elettronico è molto semplice e alla por-
tre le portate. tata di tutti. Tuttavia, per· ottenere i risultati
I valori di fondo-scala, corrispondenti alle tre auspicati, si debbono seguire talune norme di
posizioni del commutatore S1, sono 2 V- 10V- montaggio e si debbono prendere certe precauzio-
20 V. ni che ora elencheremo.
La portata di 2 V potrà sembrare, a taluni let- Prima di tutto occorre disporre di due transistor
tori, troppo alta, dato che assai spesso, ma erro- FET il più possibile identici fra loro; i due tran-
neamente, si valuta la bontà di un voltmetro elet- sistor FET, cioè, debbono essere, come si suol
tronico in base alla minima tensione misurabile., dire « selezionati ». In caso contrario potrebbe
E' pur vero che ciò, anche se raramente, può es- risultare difficoltosa l'operazione di azzeramento,
sere importante; ma nella maggior parte dei casi, oppure si potrebbero avere delle forti derive ter-
impiegando normali circuiti a transistor, si può miche, oppure degli spostamenti dell'indice pro-
rilevare che la portata di 2 volt è quella che me- vocati da variazioni della temperatura ambiente.

532
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533
ENTRATA
VOLT CC.

PILA
6V

TR1

Fig. 3 - Cablaggio del voltmetro elettronico realizzato su contenitore metallico. Ai


principianti consigliamo di montare i due transistor FET TR1-TR2 servendosi di due
appositi zoccoletti.

Vogliamo ritenere che per alcuni lettori potrà taggio, non è critica ai fini del buon funzionamen-
risultare difficile stabilire le caratteristiche dei to del circuito. Ai principianti, tuttavia consiglia-
FET in loro possesso; a costoro ricordiamo che mo di non saldare direttamente i FET sul cir-
la selezione rudimentale potrà essere ottenuta cuito, ma di interporre gli appositi zoccoletti;
misurando la resistenza drain-source e utilizzan- con questo sistema si avrà anche la possibilità
do due FET che, su questa misura, offrono ri- di sostituire uno dei due FET nel caso in cui,
sultati simili. - per la mancanza di somiglianza delle caratteri-
Nel nostro prototipo abbiamo utilizzato due tran- stiche dei due componenti, non si riuscisse ad az-
sistor FET di tipo 2N3819, che sono particolar- zerare lo strumento.
mente economici e facilmente reperibili in com- E' assai importante racchiudere, almeno il cir-
mercio; ma il circuito del voltmetro elettronico cuito elettronico, in un contenitore metallico, che
funzionerà ugualmente bene anche con altri tipi dovrà essere elettricamente collegato con il cir-
di transistor FET, purché le carattteristiche di cuito di massa del voltmetro. Con questo sistema
questi siano il più possibile uguali tra loro ed si evita cli captare eventuali residui di corrente
entrambi siano a canale N. alternata che falserebbero inevitabilmente le mi-
Lo strumento indicatore (quA) dovrà essere da sure.
50 pA fondo-scala o, equivalentemente, un comu- Alle volte può essere difficile procurarsi resisteo-
ne tester da 20.000 per volt, che permetterà di ze di valore superiore ai 10 megaohm; ma una
risparmiare notevolmente sul costo complessivo resistenza da 12 megaohm può essere facilmente
della realizzazione. composta collegando in serie due resistenze del
La disposizione dei componenti, sul piano di mon- valore di 10 megaohm e 2 megaohm con due re-

534
2N3819
ù- -- uI
\ 10 Mn 7{ t
r
I
V .i
12Ma ~
G /
Fig. 4 - Non essendo facile reperire in commercio va-
lori resistivi troppo elevati, per realizzare il cablag-
gio del nosìro voltmetro elettronico, si può ricorrere
ai vari sistemi di collegamento serie-parallelo delle
resistenze. L'esempio qui riportato mostra come sia
possibile raggiungere il valore di 12 megaohm per
mezzo del collegamento in serie di due resistenze del
valore di 10 megaohm e 2 megaohm rispettivamente. s o
G
Fig. 5 - Disposizione degli elettrodi sul transistor
sistenze da 10 megaohm collegate in parallelo, 2N3819, che è di tipo FET a canale N.
che compongono il valore di 5 megaohrn.
sa del circuito. Conviene dunque utilizzare una
LA SONDA presa di tipo jack, che faciliterà il collegamento
Per evitare di captare residui di correnti alter- del cavetto schermato. Meglio ancora sarebbe
nate, sarà necessario utilizzare, in funzione di ca- inserire la resistenza Rl, che ha il valore di 15
vetto di collegamento positivo un filo schermato megaohm, in una sonda metallica, collegata con
la cui calza metallica verrà collegata con la mas- il terminale del cavo schermato.

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535
SECONDA PUNTATA

resentiamo, in questa seconda puntata ri-


P guardante i multivibratori astabili, alcuni
progetti più semplici e, soprattutto, di più
comune applicazione.
Non ripeteremo, ovviamente, la teoria che re-
gola il funzionamento dei multivibratori astabili,
perché essa è da considerarsi già ampiamente
trattata nella precedente puntata, alla quale ri-
mandiamo i lettori per ogni eventuale chiari-
mento teorico.

TEMPORIZZATORE PER TERGICRISTALLO


Il primo interessante progetto, che fa uso di
un circuito multivibratore astabile, è quello di un
temporizzatore per tergicristallo, molto utile nelle
giornate piovigginose, quando il continuo fun-
zionamento di questo apparato finisce per peg-
giorare la visibilità e rovinare vetro e gomma.
Il circuito elettrico di tale progetto è rappresen-
tato in figura 1. Esso è realizzato per mezzo di
3 transistor, di cui TR2-TR3 compongono il vero
e proprio multivibratore astabile, mentre il tran-
sistor TRl funge da elemento cli regolazione per
temporizzare le pause tra una... spazzolata e l'al-
tra.
II lettore avrà già notato che il multivibratore
utilizzato in questo circuito si avvale di un
transistor tipo PNP e di uno tipo NPN; inoltre
si fa uso di un solo condensatore (C2), anziché di
due condensatori come accade negli schemi pre-
sentati nella precedente puntata.
In pratica questo multivibratore si discosta un
poco dai tipi similari già descritti, perché esso
non appartiene alla categoria dei multivibratori
« simmetrici ».
IL principio di funzionamento è tuttavia lo stesso,
dato che in questo circuito si sfrutta la reazione
positiva tra uscita e entrata. La base del tran-
sistor TR3, infatti, può essere considerata come
l'ingresso cli un amplificatore con accoppiamento
in continua, la cui uscita è rappresentata dal
collettore di TR2. In tal modo il condensatore C2
e la resistenza R4, a cui vengono affidati i compiti
cli regolare la durata di eccitazione del circuito,
costituiscono la rete di reazione positiva, che
riporta il segnale dall'uscita all'entrata con la
stessa fase.

COMPORTAMENTO DEL CIRCUITO


Analizziamo ora il modo con cui agisce prati-
camente il circuito.
All'atto dell'accensione, cioè quando si comanda
il funzionamento del tergicristallo, il condensa-
tore C2, che risulta inizialmente scarico, tende
a caricarsi bruscamente, rendendo conduttore il
transistor TR3 in virtù della corrente di carica
che fluisce attraverso la base, Conseguentemente

536
MULTIVIBRATORI
ASTABILI
ESPOSTA LA TEORIA CHE REGOLA IL FUN-
ZIONAMENTO DEI MULTIVIBRATORI, PRESENTIA-
. MO, IN QUESTA SECONDA PUNTATA, ALCUNI
PROGETTI DI COMUNE APPLICAZIONE: IL TEM-
PORIZZATORE PER TERGICRISTALLO, L'INDICA-
TORE DI DIREZIONE PER MOTO E CICLOMOTORI
E IL CONVERTITORE PER TENSIONI CONTINUE.

anche il transistor TR2 diviene conduttore, ec- lizzato un relé a 12 V, purché venga eliminata la
citando il relé RL. Il transistor TRl, in virtù resistenza R8.
della debole tensione presente sul collettore di
TR2, rimane all'interdizione, cioè non conduce. INDICATORE DI DIREZIONE PER MOTO E CI-
Man mano che il condensatore C2 si carica at- CLOMOTORI
traverso la resistenza RA, la corrente diminuisce Questo progetto può rappresentare un utile ac-
fino al punto da non riuscire più a conservare cessorio per la moto o il ciclomotore.
in conduzione il transistor TR3, in tal modo anche Il circuito fa uso di un multivibratore, simile
il transistor TR2 non conduce più e il relé si a quello montato nei progetti precedentemente
diseccita. descritti. Esso è pilotato dai transistor TR1-TR3-
Quando il transistor TR2 è all'interdizione, la TR4. Il transistor di potenza TR2 controlla l'in-
sua tensione di collettore risulta elevata, tale termittenza delle lampadine; il transistor ausi-
cioè da costringere il transistor TRl alla satura- liario TR5 alimenta la lampada-spia LPS. Un
zione, attraverso la resistenza R5; si permette commutatore a tre posizioni - una via (S1), do-
così al condensatore C2 di scaricarsi attraverso ato di posizione intermedia, permette la scelta
le resistenze R3-R2, ed il transistor TRl diviene dell'indicazione di direzione « destra-centro-sini-
praticamente un interruttore chiuso. Dopo un stra ».
certo tempo, che dipende dai valori delle resisten- Il funzionamento di questo progetto è del tutto
ze R3 ed R2, il transistor TR3 diviene nuovamen- simile a • quello del temporizzatore per tergicri-
te conduttore prende inizio un nuovo ciclo. stallo. Infatti, commutando S1 nella posizione
In definitiva il valore della resistenza R4 stabi- disegnata in figura 4, si verifica che, caricandosi
lisce la durata di inserimento del relé e per il condensatore C2, i transistor TRI-TRA divengo-
tale motivo conviene utilizzare un potenziometro no conduttori; conseguentemente anche il transi-
semifisso nel caso in cui si volessero regolare stor TR2 diviene conduttore, perché la tensione
le spazzolate ad ogni ciclo di funzionamento; la presente sulla sua base diviene sufficientemente
resistenza semifissa R2 regola invece la pausa del negativa.
circuito. Durante questo stesso periodo le lampade LPI -
Per la realizzazione pratica di questo interessante LP2 risultano accese ed il transistor TR3 si trova
progetto potranno essere utilizzati, per TRl, all'interdizione.
molti tipi cli transistor NPN al silicio, di bassa Quando la corrente di carica del condensatore C2
potenza (BC107-BC108-BC147-BC148-BC134-BC135 non è più sufficiente a mantenere in conduzione
ecc.). il transistor TRI, si ha un'inversione delle condu-
Per i transistor TR2 si possono utilizzare i co- zioni; i transistor TRl-TR2-TR4 risultano all'inter-
muni 2NI711-BC300-BC301-BC302, mentre per TR3 dizione, mentre il transistor TR3 conduce, sca-
andrà bene ogni transistor PNP di piccola ricando, attraverso la resistenza Rl ed il transi-
potenza, per bassa frequenza, al silicio (BC157- stor stesso, il condensatore Cl. La resistenza R2,
BCI58-BC116-BCI37 ecc.). quindi, determina il periodo di accerisione delle
Per il relé potrà essere utilizzato un. componente lampade, mentre la resistenza Rl determina il
da 6 V, con resistenza di valore attorno ai 200 periodo di spegnimento .
ohm. Per quelle autovetture che vengono ali- Il transistor TRS risulta collegato con la resi-
mentate con batterie a 12 V potrà essere uti- stenza di emittore del transistor TR2; esso divie-

537
+ 12V
+ 6V
e
r g@
(fr
e)L +3 o l @ in parallelo
all'interruttore

o I :0 del tergicristallo
l
R6 Il 111 "e
RL

e
TR1 TR2

COMPONENTI
Ct == 250 F - 250 VI (elettrolitico)
C2 = 100 F - 25 VI (elettrolitico)
R1 = 220 ohm
R2 = 1 megaohm (variabile)
R3 == 56.000 ohm
RA = 2.700 ohm
R5
R6
== 27.000
2.200 ohm
ohm
R7 = 18 ohm
R8 = 220 ohm
Fig. 1 - Questo progetto di tergicristallo può essere
TR1 = BCY58 realizzato per autovetture con batterie a 12 o a 6 V,
TR2 = BCY58 nelle quali il dispositivo di comando per tergicristallo
TR2? = BCY78 è del tipo di quello rappresentato in figura 2. La nu-
merazione riportata sui terminali del relé trova preciso
D1 = BAY44 riscontro con quella riportata in figura 3,

ne quindi conduttore ogni volta che questa resi- è possibile rendersi immediatamente conto del-
stenza è attraversata da una corrente suficien- l'anomalia.
temente elevata. In tal caso la lampada-spia ri- Il valore della resistenza R8 può variare con il
marrà accesa, lampeggiando con lo stesso ritmo variare delle caratteristiche del transistor TRS o
delle lampadine di segnalazione. della potenza delle lampaclioe; questo valore,
Nel caso in cui, per un guasto di una o entram- dunque, dovrà essere individuato sperimental-
be le lampadine, la corrente che attraversa la re- mente.
sistenza R8 dovesse diminuire, il transistor TRS Per evitare di inserire un alteriore interruttore,
non riuscirebbe ad entrare in conduzione e così che escluda il circuito, si è provveduto all'inserì-

538
mento del diodo D2 il quale, quando il commuta-
tore SI si trova in posizione centrale, impedisce
al transistor: TR3 di entrare in conduzione. Con-
seguentemente i transistor TR1-TR2-TR4-TRS ri-
sulteranno all'interdizione ed il consumo sarà
praticamente ridotto a zero o a pochi microam-
INTE RR. pere, con un consumo di corrente inferiore di
TERGICRISTALLO un milione di volte a quello di una piccola lam-
pada-spia.

REALIZZAZIONE DEL LAMPEGGIATORE


Per la realizzazione del circuito del multivibra-
tore, pilotato dai transistor TR1-TR3-TR4, valgo-
no i suggerimenti precedentemente ricordati per
INT, FINE la realizzazione del temporizzatore per tergicri-
CORSA stallo.
La lampada-spia LPS è di piccola potenza, di un
watt circa; per TRS quindi si potranno utilizza-
re i seguenti transistor: BC303 - BC304 - BFY64 -
BC287 - BCY78. Il transistor TR2 deve essere in-
vece un transistor di tipo PNP di notevole poten-
za; si può ricorrere al tipo 2N441, sempre reperi-
bile sul mercato surplus; comunque, facendo ac-
quisto di un nuovo componente, si potrà ricor-
rere, allo scopo di risparmiare, ai seguenti
tipi di transistor: AUY29- AUY35 - AUY36 -
AUY37 - AUY38.
L'alimentazione, prevista per la tensione di 12V,
Fig. 2 - In molti tipi di autovetture il problema dell'ar- può essere ridotta al valore di 6V perché questo
resto delle spazzole del tergicristallo, in posizione è il valore di tensione della maggior parte dei
orizzontale di fine corsa, è ottenuto per mezzo di un motocicli.
interruttore supplementare azionato da una camma che Nel caso in cui, per uno scarso guadagno del tran-
gira assieme al motorino dello stesso tergicristallo. sistor TR2, le lampade non dovessero accendersi
sufficientemente, occorrerà diminuire il valore
della resistenza R6, aumentando contemporanea-
mente quello della resistenza R7, quasi in ugual
misura.
Consigliamo di utilizzare lampadine da 5W per
l'illuminazione anteriore e da 15 W per quella po-
steriore. E ovvio che la soluzione di un solo fa.
nalino posteriore, con lampade eia 20 W, potrà
andare ugualmente bene.
Fig. 3 - In riolti tipi di autovetture e in modo parti- Per ultimo ricordiamo che il transistor TR2 dovrà
colare tra i· modelli Fiat, sono montati motorini per essere opportunamente raffreddato, ma ciò non
tergicristallo dotati di quattro morsetti, che impiegano costituisce un difficile problema in una moto che,
un commutatore di comando con una disposizione cir- per sua natura, è già esposta ad una buona e
cuitale del tipo di quella qui schematizzata. Questo
disegno si riferisce agli impianti elettrici dei modelli continua ventilazione.
di autovetture Fiat 500 - 600 - 750.

AZZ.
NERO AZZURRO BIANCO

AZZURRO

NERO

AZZURRO NERO E
I~

I o
O
INT.

31
e
I M

539
R9
R7

TR1

e
12V

+ e
e,

02 Fig. 4 - Il progetto del lam-


peggiatore è composto princi-
palmente da un multivibratore
da una lampada-spia (LPS),
alimentata dal transistor TR5
e da un commutatore multi-
plo a 3 posizioni - 1 via (S1),
dotato di posizione interme-
dia.

CONVERTITORE 6 V- 12 V CONTINUI
Concludiamo questo argomento presentando an-
cora un accessorio automobilistico. Si tratta dì
un convertitore assolutamente statico, privo cioè
di organi in movimento, in grado di elevare la
tensione delle batterie da 6 V sino al valore mas-
COMPONENTI simo di 12 V, permettendo così di alimentare di-
rettamente, tramite la batteria stessa, registra-
tori, mangianastri, autoradio ecc., con tensioni
comprese fra 6 e 12 V che, altrimenti necessite-
C1 = 1 uF - 50 VI (elettrolitico)
rebbero, per il loro funzionamento, di una alimen-
Cc2 = 2,2 uF - 50 VI (elettrolitico)
tazione autonoma assolutamente antieconomica.
R1 = 270.000 ohm Questo apparato, che ha il pregio rispetto ad al-
R2 = 56.000 ohm tri tipi di convertitori di non fare uso dei tra-
R3 = 4.700 ohm sforma tori, è in grado di fornire una discreta po-
RA = 27.000 ohm tenza elettrica; alla tensione di 9V si possono as-
R5 = 220.000 ohm sorbire 450 mA e a quella di 12 V stabilizzati si
R6 = 100 ohm può assorbire la corrente di 300 mA.
R7 = 56 ohm
ANALISI DEL CIRCUITO
R8 = 0,25 ohm
Il circuito del convertitore è rappresentato in fi-
R9 = 56 ohm
gura 5. Esso può essere suddiviso in tre parti
TR1 = BCY78 distinte. La prima è composta da un multivibra-
TR2 = AUY29 tore astabile. e eia due transistor di potenza, che
TR3 = BCY58 generano un'onda quadra; segue un secondo sta-
TRA == ECY5 dio composto da diodi e condensatori, i quali tri-
TR5 == BCY78 plicano, almeno teoricamente, la tensione della
S1 = commutatore (1 via - 3 posizioni) batteria; il terzo stadio è quello di un circuito
D1 BAY44 stabilizzatore regolabile in tensione al valore de-
D2 BAY4 siderato.
LP1 = 18 watt
LP2 = 18 watt IL MULTIVIBRATORE
LP3 = 18 watt Il primo stadio del progetto di figura 5 è composto
LP~ = 18 watt dai transistor TR1-TR2, collegati nello schema
LPE = 1 watt classico « ad incrocio». La frequenza generata eia

540
questo multivibratore astabile dipende dal valo- tare. In questa condizione tutti i diodi sono con-
re dei condensatori C1-C2 e da quello delJe resi- duttori e i condensatori si caricano tutti alla ten-
stenze R3-R4-R5-R6. sione di 6 V.
A questo multivibratore sono collegati due tran- Quando diviene conduttore il transistor TR3, i
sistor di potenza, che funzionano da interruttori condensatori C4-C6 elevano il loro potenziale; in-
complementari. Infatti, quando un transistor è fatti la polarità negativa si trova collegata con 'la
in saturazione, cioè quando esso rappresenta un linea positiva della tensione a 6 V e questo valore
interruttore chiuso, l'altro, per essere collegato diviene conseguentemente + 12 V. A causa di
ad un diverso transistor del multivibratore, si queste tensioni il diodo Dl raggiunge l'interdizio-
trova all'interdizione, cioè rappresenta un inter- ne, impedendo la scarica verso il convertitore; il
ruttore aperto. In tal modo sul collettore del condensatore C4 si scarica sul condensatore C5,
transistor TR4 si viene a formare un'onda quadra aumentando la tensione di quest'ultimo ed ana-
la cui ampiezza è quasi uguale alla tensione del- logamente C6 si scarica su C7. A questo punto i
la batteria; il transistor è quindi in grado di ero- condensatori C5 C7 risultano carichi alla ten-
gare una notevole corrente. sione di 9 V, mentre i condensatori C4-C6 risul-
tano quasi scarichi.
LO STADIO TRIPLICATORE Quando il transistor TRA diviene nuovamente
Una volta ottenuta l'onda quadra, occorre prov- conduttore, il condensatore C4 si scarica nuova-
vedere alla realizzazione di una tensione di va- mente al valore di 6 V, mentre il condensatore
lore superiore a quello della batteria. Ciò è otte- C6 si carica ad un valore di tensione maggiore,
nuto per mezzo dei diodi Dl-D2-D3-D4 e dei con- proprio perché il condensatore CS si scarica su
densatori C4-C5-C6-C7. di esso; avviene così che, quando il transistor
Supponiamo che il transistor TR4 risulti condut- TR3 raggiunge la conduzione, la meccanica delle

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ram
g%[1°
TI
6+8V

TR1 TR2 ~
TR6
e

Il Il Il 11 11 R12

b TR3

R.
Il ~ Il Il Il Il i Il 1 f
"'fl'
C2
j2=l

l 05
Il
-II
± ± T I RlO
Il CB

~
R14 R 18
lr
~

Varie
TR1 = BCY78
TR2 BCY78=
COMPONENTI TR2
TR.f:
BD14e
BO146
=
=
Condensatori TR5 BD14B=
C1 = 470.000 pF TR = BC177
C2 = 470.000 pF TR7 = BC107
C3 = 470 F - 25 VI (elettrolitico) D1-D2-D3-D4 = diodi raddrizzatori al silicio
C& = 220 F - 50 VI (elettrolitico) D5 = BA127
C5 = 220 F - 50 VI (elettrolitico) DZ = BZX55 (C6-V2)
ce = 470 F - 50 VI (elettrolitico)
C7 = 470 F - 50 VI (elettrolitico)
ce = 470 F - 50 VI (elettrolitico)
Resistenze Fig. 5 - Progetto del convertitore statico in grado di
R1 = 3 ohm elevare la tensione delle batterie a 6 V sino al va-
R2 = 100 ohm lore massimo di 12 V. Il circuito è privo di trasforma-
R3 = 10.000 ohm tpre ed è in grado di fornire una discreta potenza
elettrica; alla tensione di_ 9 V, ad esempio, si possono
RA = 4.700 ohm
assorbire 450 mA.
R5 = 1.500 ohm
R€ = 1.500 ohm
R7 = 12 ohm
R8 = 10 ohm
R9 = 100 ohm
R10 = 1.000 ohm
R11 = 560 ohm
Rt2 = 2.700 ohm scariche dei condensatori si ripete con tensioni
R13 = 10.000 ohm di C6-C7 più elevate; dopo alcuni cicli il conden-
R1 = 1.200 ohm satore C7 si carica ad un valore quasi triplo ri-
R15 = 100 ohm spetto a quello della tensione della batteria. In
R16 = 1.000 ohm pratica questo valore risulta leggermente infe-
R17 = 500 ohm riore, a causa delle varie cadute di tensione at-
R18 = 1.000 ohm traverso i diodi e i transistor TR3-TR4.

542
L'ALI M ENTATO RE STABILI ZZATO a seconda delle preferenze del lettore.
Allo stadio triplicatore di tensione fa seguito I transistor impiegati nello schema sono di tipo
quello stabilizzatore di . tensione che, volendolo, Siemens, ma non è da escludersi l'adozione di
potrà essere di tipo diverso da quello rappresen- altri tipi di transistor più facilmente reperibili
tato in figura 5; ciò allo scopo di semplificare la
sul nostro mercato.
realizzazione del progetto, soprattutto quando si
vuol usufruire di una sola tensione di valore fisso. Per esempio, per i transistor TR1-TR2-TR6 si
L'alimentatore da noi presentato è protetto con- potrano usare i comui BC303 - BC304 - BFY64 -
tro i cortocircuiti e la regolazione della massima BC287, mentre per TR3-TR4-TR5 si potranno uti-
corrente potrà essere ottenuta per mezzo della lizzare transistor di potenza, di buon guadagno,
regolazione del potenziometro semifisso R13. La con una corrente massima sopportabile di alcuni
tensione verrà invece regolata dal potenziome- ampere, come ad esempio i seguenti tipi: BD130
tro R17, che potrà anche essere di tipo semifisso - 2N3055 - BD162 - BD163.

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del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
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usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Gli elettrodi del transistor BC107B esposti, sulla base del semiconduttore, nel modo
Da alcuni mesi acquisto la vostra interessante ri- da voi rappresentato negli schemi elettrico e pra-
vista, dalla quale ho tratto molti spunti per la tico. Vi sarei grato se vorrete chiarire anche que-
realizzazione di alcuni progetti da me intrapresi sto mio ulteriore dubbio.
da tempo e non ancora ultimati. In questi giorni GUALTIERO BRACCO
Biella
ho realizzato il lampeggiatore elettronico se-
quenziale presentato sul fascicolo di dicembre 1l valore della corrente massima, continuativa,
dello scorso anno, ma non sono riuscito a farlo dei transistor BC107B è realmente di 100 mA,
funzionare. Sul diodo D1, di tipo BY127, più ma ciò non contrasta affatto con i dati da noi
precisamente a valle del filtro di livellamento, esposti in riferimento al lampeggiatore sequen-
composto dai condensatori elettrolitici C9-Cl0 e ziale. Tenga presente, infatti, che le lampade
dalla resistenza R15, ho rilevato la tensione con- emettono soltanto lampi di luce e, nonostante la
tinua di 38 V. E' esatto questo valore di tensione? tensione di 38 V di alimentazione, la corrente
Per quanto riguarda poi i sette transistor BC107B, non fa in tempo a raggiungere valori distruttivi.
dopo aver consultato alcuni prontuari di transi- A nostro avviso il mancato funzionamento del
stor in mio possesso, e dopo aver appurato che suo apparato è dovuto ad una errata interpreta-
la corrente massima tollerata da questi compo- zione della disposizione degli elettrodi dei tran-
nenti è di 100 mA, mi sono accorto che gli elet- sistor. Quella da noi indicata negli schemi pre-
trodi di collettore e di emittore non risultano sentati alle pagine 631-632, sono esatti.

553
Alimentatore Jolly sto momento, incorrere nell'insuccesso. Ora rite-
Ho realizzato l'alimentatore stabilizzato, da voi niamo di aver chiarito tutto e di esserci resi utili
denominato Jolly, presentato sul fascicolo di a lei e ad altri lettori.
marzo di quest'anno. Purtroppo l'alimentatore
non funziona e, non avendo comperato la vo-
stra scatola di montaggio, temo di aver montato
••••
Multivibratore astabile
componenti di valore errato. Avete qualche con- Prima di cimentarmi nella realizzazione del mul-
siglio da darmi in proposito? tivibratore astabile veloce, presentato a pagina
FRANCO BAINI 463 del fascicolo di giugno di quest'anno, vorrei
Casalpusterlengo chiedervi se la sigla da voi indicata BSY26, ri-
ferita ai due transistor TRl - TR2, è esatta, dato
Purtroppo ancora una volta dobbiamo denunciare che questo transistor non risulta elencato nel
due errori, di ordine tipografico, relativi all'elen- prontuario in mio possesso.
co componenti dell'alimentatore Jolly. Infatti l'e- CORRADO ENRICO
satto valore del condensatore elettrolitico C4 è Foggia
di 100 F e non 1.000 F come erroneamente
stampato a pagina 326. Il valore esatto della re- I suoi dubbi sono più che legittimi. Infatti, per
sistenza RB è di 330 ohm e non di 3.330 ohm. un errore di stampa, la lettera X è stata sostituita
Chi acquista la nostra scatola di montaggio viene con la lettera Y. I due transistor che lei deve
regolarmente informato su questi due errori tipo- montare sono entrambi di tipo BSX26, i cui equi-
grafici, ma chi fa da sé, servendosi di compo- valenti possono essere i seguenti: BSY63 - BSY19
nenti in proprio possesso, può, almeno fino a que- - 2N708.

••••
Apparati Surplus KHz, comprendendo in tal modo anche la gam-
Ho molto apprezzato la presentazione mensile, ma dei radiofari. Il ricevitore monta 4 valvole
nella vostra rubrica di consulenza tecnica, di ap- e l'alimentatore è incorporato nell'apparecchio.
parati tipo surplus. Vi prego quindi di continuare Questo ricevitore è destinato principalmente al-
con questa rassegna, nella quale per me e per l'uso di stazione fissa, anche in considerazione
altri sarà sempre possibile, in futuro, cogliere del peso che si aggira intorno ai 24 Kg. Le di-
preziose occasioni. mensioni non sono invece eccessive: 470 210x
FORTUNATO OLIVA 250 mm.
Salerno

Siamo lieti di apprendere che alcuni lettori non


considerano gli apparati surplus come pezzi da
museo, ma come ottime occasioni per l'attività
radiantistica. Pubblichiamo dunque questa volta
ben due diversi apparati. Il primo di questi
è il trasmettitore/ricevitore SCR288-474-US-HS-
RCA, in grado di coprire la gamma 2300-6500
KHz. Il circuito di questo apparato fa impiego
di 7 valvole octal; esso è racchiuso in una ele-
gante custodia a valigia. L'apparato dispone di
due strumenti di misura (amperometro e mil-
liamperometro), di prese per microfono, cuffia
e molti altri comandi. Esistono anche due de-
moltipliche 1/1000, che permettono una precisa
sintonizzazione. Le dimensioni d'ingombro sono:
470 x 200 x 240 mm; il peso è di 12 Kg.
Il secondo apparato surplus, che vogliamo se-
gnalare ai nostri lettori, è il ricevitore BC314
RCA US HS. Esso è in grado di coprire, su
4 gamme, le frequenze comprese fra i 150 e i 1500

554
Interferenze televisive d'antenna TV, un filtro passa-alto (30 MHz),
Sono un appassionato dì elettronica e qualche costruito in pieno rispetto dello schema da noi
tempo fa ho acquistato un ricetrasmettitore per presentato. Il filtro dovrà essere racchiuso in un
la banda CB. Tutto funziona perfettamente, an- contenitore metallico di rame, di ottone o la-
che in virtù dell'antenna Ground Plane installata miera zincata, allo scopo di poter effettuare le
sul tetto della mia abitazione (una villetta abba- saldature di massa direttamente sul contenitore.
stanza isolata). Purtroppo, quando trasmetto, du- Le raccomandiamo inoltre di osservare l'ortogo-
rante le ore in cui il mio televisore è in funzione, nalità tra le bobine LI-L2 ed L2-LA. Il passag-
immancabilmente creo delle interferenze su que- gio tra la prima e la seconda parte dello schema
deve essere realizzata tramite un isolatore pas-
sto. Ho già provveduto ad inserire dei filtri sul
sante ceramico di ottima qualità. Il filtro verrà
trasmettitore, eliminando in tal modo il fenome- regolato agendo sui compensatori C1-C3 sino ad
no delle interferenze sui televisori dei vicini, men- eliminare i disturbi da lei citati.
tre sul mio televisore 'le interferenze rimangono. Le bobine L1-L2 sono perfettamente identiche.
Esiste un modo per ovviare a tale inconveniente? Esse vengono realizzate avvolgendo 4 spire di
BALDO FRANCESCO filo di rame smaltato, del diametro di 1,6 mm,
Grosseto avvolte in aria, con un diametro interno di 12
mm. Lo scarto fra una spira e l'altra deve essere
Le consigliamo, prima di tutto, di far revisionare pari al diametro del filo. La costruzione delle
da un buon tecnico l'allineamento del suo tele- bobine L3-L4 è identica a quella delle bobine
visore, perché la causa delle interferenze (TVI) L1-L2; in questo caso tuttavia le spire debbono
potrebbe essere provocata non tanto da un ec- essere 7. I condensatori variabili C1-C2 (com-
cesso di armoniche generate dal suo trasmettitore, pensatori) hanno il valore di 150 pF; il conden-
quanto da una perdita di taratura degli stadi di satore fisso C3 ha il valore di 22 pF. Sulla presa
entrata del suo televisore. Tuttavia, se i disturbi di entrata si applica l'antenna TV; su quella di
dovessero persistere anche dopo la revisione del uscita si effettua il collegamento con il televisore,
televisore, le consigliamo di inserire, sulla linea tenendo conto che l'impedenza di 75 ohm.

r------- -t- -- .
1
L1 1
L-
ENTR.~

I
6
-I
I C2
USCITA
75

I
I !
I
I
L3 I L4
I I
I I
I I
I
L -l J

Impiego di un tubo RC simo. Ma sino ad ora non sono riuscito a mettere


Tempo fa ho acquistato, presso un grosso magaz- in funzione il mio tubo, soprattutto per la man-
zino di materiali elettronici, un tubo a raggi ca- cata conoscenza delle caratteristiche radioelettri-
todici nuovo, d'occasione, a prezzo convenientis- che del componente e della sua zoccolatura. Con

555
questo tubo, che è di tipo DG 13-14, vorrei co- tipo di circuito esterno utilizzato. Le ricordiamo
struire un oscilloscopio, sia pure di modeste pre- infine che le tensioni citate nella precedente ta-
stazioni. Potreste aiutanni in questa mia impre- bella si intendono riferite al catodo (K = O V).
sa, offrendomi eventualmente qualche consiglio? • In realtà, per motivi di isolamento, si preferisce
ANDREA BONACOSSA porre Al = O V, in modo che tutte le tensioni
Vicenza di catodo e griglia risultino negative, mentre per
Il tubo a raggi catodici in suo possesso è di tipo A2 (anodo di accelerazione) occorrerà una ten-
a deflessione elettrostatica e, quindi, molto adatto sione di soli 2000 V positivi .
alla realizzazione di un oscilloscopio. Di esso pre-
sentiamo lo schema elettrico e la corrispondente
zoccolatura, nonché le principali caratteristiche
radioelettriche. Esse sono:
Lunghezza = 370 mm
Diametro = 133 mm
Accensione fil. = 6,3 V- 0,3 ampere
VFH = max ± 125 V n
VA2 = 4000 V ( 6000 V max)
VA1 (G2-4) = 2000 V (3000 V max)
VG3 = 360 - 620 V
VGl = da 42 V a48 /
Sensibilità Dl-D2 = da 20 a 25 V/cm
:1 a
l
m
Sensibilità D3-D4 = da 23 a 30 V/cm
Piedini = 14
Le ricordiamo ancora le funzioni dei vari elet-
trodi del tubo. La griglia GI serve per control-
lare la luminosità ed eventualmente lo spegni-
mento della traccia di ritorno. La griglia G3
consente la messa a fuoco della traccia. Gli elet-
trodi D1-D2 vengono normalmente utilizzati in
funzione di placche di deflessione verticale, men-
tre D3-D4 vengono utilizzati in funzione di plac-
che di deflessione orizzontale. E' sempre comun-
que possibile invertire quest'ordine a seconda del

Sintonizzatore FM che, da soli, possono sostituire gli stadi di media


Da molto tempo seguo la vostra interessante ri- frequenza e di rivelazione del segnale FM. Uno
vista è, in particolare, quei progetti nei quali si di questi, particolarmente interessante, è il
fa impiego di circuiti integrati che, secondo il TBA660 della Mistral, appositamente progettato
mio punto di vista, sono _destinati a divenire i per funzionare da amplificatore-limitatore e de-
normali componenti elettronici del prossimo fu- modulatore F M per le sezioni audio dei normali
turo. televisori o per sintonizzatori FM. Nello schema
Mi interesserebbe sapere se esiste qualche cir- che presentiamo è possibile notare l'eliminazione
cuito integrato con il quale poter costruire un di tutti i trasformatori di accoppiamento fra i
sintonizzatore FM, o almeno una parte di questo, vari stadi, che costituirebbero senza dubbio uno
senza dover ricorrere a quel grande numero di dei punti più critici della messa a punto finale
componenti elettronici normalmente utilizzati per del progetto. Con questa eliminazione, la tara-
questi tipi di progetti. tura del circuito è limitata alla regolazione del
ANTONIO CANGRANDE circuito accordato L1-C6, che deve essere rego-
Verona lato sul valore della media frequenza. In pratica
sarà sufficiente una regolazione per la quale si
La risposta alla sua domanda è senz'altro affer- ottiene la minor distorsione del suono in uscita.
mativa. Esistono infatti molti tipi di integrati Un altro particolare interessante del circuito con-

556
siste nel collegamento con il potenziometro di
volume R3, per il quale non è necessario utiliz-
zare cavetto schermato; in questo modo si può
ottenere il controllo di volume a distanza.

COMPONENTI
CI
o-4l+ 4 CONDENSATORI
ENTR
Cl = 100.000 pF
C2 = 6.800 pF
C3 = 100.000 pF
C4 = 100.000 pF
es = 15 pF
C6 = 250 pF
c3l ca C7 = 100.000 pF
C8 = 100.000 pF
9 .= 10.000 pF
CIO = 50 F 50 VI (elettrolitico)
Cll = 2 uF - 50 VI (elettrolitico)
RESISTENZE
R1 = 50 ohm
R2 = 20.000 ohm
Le caratteristiche del circuito sono : tensione di R3 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
limitazione 50 V a 5,5 MHz; reiezione AM VARIE
± 15.000 Hz- 40 dB; tensione audio d'uscita IC - TBA660
= 1 V; regolazione DC del livello audio 70 dB. Ll = MF audio

Amplificatore lineare per i 27 MHz particolare attività; presentiamo dunque lo sche-


Sono uno sttdente di elettronica molto appas- ma di un amplificatore lineare, in grado di for-
sionato alle radiotrasmissioni. Ho già costruito nire un'uscita di 20 W con un'entrata di 3 W
un trasmettitore per la banda cittadina con po- modulati. Il circuito utilizza due transistor del-
tenza di 4 W. Ora vorrei potenziare la mia sta- la Motorola che, ovviamente, dovranno essere
zione aggiungendo un amplificatore lineare in convenientemente raffreddati. Gli stessi raffred-
grado di elevare la potenza almeno di una decina datori, se opportunamente montati nel circuito,
di watt. L'amplificatore dovrebbe essere allo stato potranno fungere da schermi elettromagnetici tra
solido, così da poter utilizzare un mobile e un i vari stadi accordati; ciò a vantaggio della sta-
alimentatore a 12 V. Pur non essendo un esperto bilità del circuito. Il potenziometro Rl e il po-
di elettronica, mi sono già impratichito con i cir- tenziometro R4 permettono di regolare la pola-
cuiti di alta frequenza e penso di essere in grado rizzazione dei due transistor e, conseguentemente,
di realizzare un progetto di una certa efficienza l'amplificazione dell'apparato. Si tratta di due
anche se leggermente complesso. potenziometri perfettamente uguali, di tipo a filo,
FAUSTO MATTIOLI a variazione lineare, del valore di 220 V. J vari
Roma circuiti accordati dovranno essere tarati per mez-
zo di un grid-dip oppure di una sonda a radio-
Le sue richieste ci appaiono molto restrittive ma, frequenza abbinata ad un tester. L'accordo do-
trattandosi di un problema che investe il settore vrà essere fatto in modo da ottenere il massimo
dei CB, vogliamo ritenere necessario acconten- rendimento. Il filtro a «p greca », collegato
tare tutti quei lettori che si interessano a questa in uscita, permette di adattare perfettamente l'im-

557
TRl
--,
I I
ANT,
525750

c2 c3 es C6

L1 I

R5

R1

pedenza di uscita a quella caratteristica dell'an-


tenna e del cavo di discesa, in modo da ottenere
il minimo R.O.S. Le bobine Ll-L2-L3-L4-L5-L6
dovranno essere costruite tutte con filo di rame
smaltato o nudo del diametro di 1,2 mm; la spa-
ziatura tra spira e spira dovrà essere pari al dia- COMPONENTI
metro del filo; gli avvolgimenti verranno realiz-
zati su nuclei di materiale isolante, muniti di CONDENSATORI
nucleo di ferrite; il diametro del supporto è di Cl = 15 pF
14 mm. C2 = 10.000 pF
Il numero di spire per ciascuna bobina è il se- C3 = 10.000 pF
guente: C4 = 15 pF
Ll = 3 spire avvolte su L2 dal lato freddo es = 22.000 pF
L2 = 12 spire con presa alla 3 - 4 spira (da C6 = 10.000 pF
ricercarsi sperimentalmente) C7 = 220 pF
L3 = uguale L2 C8 = 50 pF (variabile)
L4 = 3 spire sul lato freddo di L3 C9 = 250 pF (variabile)
LS = 20 spire ClO = 50 µF - 12 VI (elettrolitico)
L6 = 10 spire Cll = 100.000 pF
Presentiamo inoltre lo schema di un semplice ali- RESISTENZE
mentatore in alternata che potrà risultare molto Rl 220 ohm (potenz. a filo a variaz. lin.)
utile nel caso di impiego dell'amplificatore come
R2 = 220 ohm - 1 watt
postazione fissa. R3 = 220 ohm - _l watt
R4 = 220 ohm (potenz. a filo a variaz. lin.)
R5 = 330 ohm - 2 watt
VARIE
TRI = 2N5643
TR2 = MM1552
DZ = BZY96 (C5V1)

Cl = 4.700 F - 25 VI (elettrolitico)
C2 = 4.700 F - 25 VI (elettrolitico)
DI = BYX42/30Q
D2 = BYX42/300
Fus = 6 A
TI = prim. 220 V - sec 12 + 12 V-6 ampere
558
L'integrato A 703
Presso alcuni amici appassionati di elettronica ho
sentito parlare dell'integrato A 703, che pre-
senta interessanti caratteristiche soprattutto per
quanto riguarda i suoi impieghi in circuiti di alta
frequenza. Volendo costruire un ricevitore radio
professionale, dotato dei dispositivi più attuali, vi
pregherei di fornirmi alcuni ragguagli su tale
circuito.
ETTORE BOLISANI
Macerata

L'integrato pA703 è un componente prodotto LIRE 3.500


dalla Fairchild; l'equivalente Ll03 è prodotto CASSETTIERA MINOR
dalla SGS. Si tratta di un integrato destinato ad
Contenitore a 12 cassetti, componi-
impieghi di alta e di media frequenza. Esso può
bile ad incastro; dimensioni di un cas-
essere utilizzato in funzione di amplificatore li-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
neare in stadi riceventi a modulazione di am-
piezza, oppure come amplificatore limitatore per provvisto di divisori interni.
la FM. Inoltre può essere utilizzato come ottimo
miscelatore armonico, oppure come oscillatore
molto stabile per impieghi sino ad una frequenza
massima di 150 MHz.
A nostro parere il circuito offre ottimi risultati
negli stadi di media frequenza dove, grazie alle
reti di polarizzazione incluse nello stesso integrato,
è possibile ottenere prestazioni professionali in
poco spazio e con l'assenza totale di componenti
esterni, fatta eccezione per i filtri ceramici o i
trasformatori di media frequenza. Le caratteri-
stiche sono :
Tensione alimentaz. max = 20 V
Tensione alimentaz. tipica = 12 V
Dissipazione in terna max = 200 mW
Dissipazione interna tipica = 110 mW LIRE 3.800
Figura di rumore = 6,5 dB a 30 MHz; 8 dB CASSETTIERA • MAJOR »

R1
a 100 MHz Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
R2 provvisto di divisori interni.
USCITA
Q su


3

ENTR.

Organizzate il vostro lavoro! Conser-


vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
co, il vostro angolo di lavoro in un
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TR2
lrlerre)
massa

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Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5-3- 10-30- 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1 - 10- 100 mA - 1-5 A
Precisione: ±- 1,5%/ del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5% del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
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PUBBLICHIAMO L'INDICE
DELL'ANNATA '72
A grande richiesta, pubblichiamo, nelle ultime pagine di questo
stesso fascicolo, l'indice generale dell'annata 1972.
Lo avete voluto voi, amici lettori, per ordinare la vostra biblio-
teca tecnica, per snellire il lavoro di ricerca di questo o quel
progetto, per acquisire un'ampia panoramica sulla nostra pro-
duzione editoriale dello scorso anno. Consultandolo, potrete indi-
viduare subito l'argomento che più vi interessa e che cercavate
già da tempo. E potrete richiederci il fascicolo arretrato in cui
abbiamo descritto il ricevitore radio, il trasmettitore, l'amplifi-
catore, il sintonizzatore o, più in generale, l'apparecchiatura elet-
tronica che volete costruire. L'utilità dell'indice, quindi, è fuori
discussione. Così che ci si potrebbe accusare di aver atteso troppo
tempo, prima di prendere l'attuale decisione.
Anche se l'Editrice non ha mai posto una precisa remora, avendo
programmato la simultanea pubblicazione, nel futuro fascicolo di
dicembre, di entrambi gli indici delle due annate '72- '73. Perché
l'indice generale dello scorso anno prende l'avvio dal mese di
aprile (Elettronica Pratica è nata in quel mese), con riferimento
a soli nove fascicoli. E di ciò debbono prendere atto quei lettori
ché ci richiedono i fascicoli arretrati relativi all'annata '72, tenen-
do conto che i fascicoli stessi sono nove e non dodici. Per quanto
riguarda il prezzo, poi, ci è possibile, fin d'ora, assicurare tutti,
indistintamente, che esso rimarrà immutato, nella misura di 500
lire per numero, cioè lo stesso di copertina del numero in corso.
Perché nessun motivo di ordine commerciale è emerso per giu-
stificare una eventuale rivalutazione. Consultate, dunque, molto
attentamente l'indice generale, e richiedeteci subito i fascicoli
arretrati che vi interessano, tenendo conto che, per ora, soltanto
il numero di aprile '72 sta per esaurirsi.

561
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di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
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apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualità e sicuro
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ANNO 2-N.8-AGOSTO 1973


LA COPERTINA - Illustra il prototipo dell'appa-
rato di controllo di umidità via radio, realizzato
nei nostri laboratori. Un semplicissimo trasmetti-
tore a modulazione di frequenza genera la nota
di allarme, che può essere captata da un qualsiasi
ricevitore radio FM che, sintonizzato sulla frequen-
za di lavoro del trasmettitore, emette la nota in-
formatrice.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

di rettore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO • BABY • CONTROLLO DI UMIDITA'
VIA RADIO 564
stampa
OFFICINE GRAFICHE
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talia:
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za n° 27 - 20126 MIiano FET CONTROLLI RAPIDI
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Tribunale Civile dl Milano -
PROVE EMPIRICHE 586
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli-
eltà Inferidre al 25%. MIXER A 3 VIE 596
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ARRETRATO L. 500 APPLICAZIONI PRATICHE DEI FET 602
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ZIONE - PUBBLICITA' - PROVE EMPIRICHE 618
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MILANO.
Tutti I diritti di proprietà let- VENDITE ACQUISTI PERMUTE 620
teraria ed artistica sono riser-
vati a termini di Legge per UN CONSULENTE TUTTO PER VOI 629
tutti I Paesi. I manoscritti, I
disegni, le fotografie, anche
ee non pubblicati, non si re- INDICE DELL'ANNATA 1972 639
atltulecono.

563
«BABY»
CONTROLLO DI UMIDITA'
VIA RADIO

ur essendo un rivelatore di umidità, questo LA POSSIBILIT A' DI POTER TRA-


P apparato, estremamente versatile, è in gra-
do di risolvere molti problemi pratici.
I circuito d'entrata mette in funzione un sem-
SMETTERE VIA RADIO UN SEGNA-
LE DI ALLARME RENDE QUESTO DI-
plicissimo trasmettitore a modulazione di fre- SPOSITIVO ESTREMAMENTE VER-
quenza che, a sua volta, genera una nota d'al-
larme. Questa viene captata da un qualsiasi SA TI LE, EVITANDO IL PROBLEMA
ricevitore radio FM che, sintonizzato sulla fre- DI COLLEGAMENTO A FILO CHE, IL
quenza di lavoro del trasmettitore, emette la PIU' DELLE VOLTE, RISULTA DIFFI-
nota informatrice. N'on esistono quindi problemi
di collegamento a filo o di estetica ambientale, CILMENTE ATTUABILE E ANTIESTE-
perché tutto viene affidato a quel veicolo invi- TICO.
sibile che sono le onde radio.

564
La prima applicazione pratica di questo con- semplici.
gegno, quella per cui esso è stato inizialmente Abbiamo anche tenuto conto dell'enorme svi-
concepito, consiste nel tenere sotto controllo i luppo assunto in questi ultimi anni dal sistema
bambini quando dormono o riposano nella loro di trasmissione in modulazione di frequenza,
culla. E il controllo consiste nel tenere costan- ritenendo che quasi tutti i nostri lettori risultino
temente informati i genitori su una condizione in possesso di un ricevitore FM dotato della
importante del loro piccolo, cioè se esso con- gamma che si estende fra gli 88 e i 108 MHz.
tinua a rimanere asciutto oppure si bagna im- Coloro che non posseggono questo tipo di ri-
ponendo l'immediato ricambio della biancheria. cevitore, potranno ugualmente realizzare il col-
Con questo apparato si potranno poi tenere sotto legamento via radio servendosi di un ricevitore
controllo i livelli dei liquidi contenuti in serba- autocostruito, dilettantistico, di tipo a super-
toi, oppure si potrà ottenere una rivelazione reazione. Molti progetti di qqesti particolari
automatica della pioggia. Abbinato ai normali ricevitori radio sono già stati presentati nei fasci-
antifurto per auto, si potrà essere certi, quando coli arretrati della.rivista.
suona la sirena nel cuore della notte, se si tratta
di un tentativo di furto della propria auto o di LO SCHEMA A BLOCCHI
altra autovettura parcheggiata nelle vicinanze. In figura 1 è rappresentato lo schema a blocchi
È possibile ancora, con questo apparato, con- del congegno d'allarme. Esso è composto dalla
trollare a distanza l'illuminazione. Infatti, sosti- sonda sensibile all'umidità, da un transistor
tuendo la sonda sensibile all'umidità con una amplificatore in corrente continua il quale, a-
fotoresistenza, il dispositivo di allarme entrerà gendo su un interruttore elettronico, permette
in funzione appena l'elemento sensibile verrà di alimentare la restante parte del circuito.
colpito dalla luce. Quest'ultima applicazione po- Entra così in funzione un generatore di ·bassa
trà anche trasformare il congegno in un allarme frequenza, che produce la nota d'allarme e che
antincendio o in un avvisatore in grado di in- modula, tramite un transistor amplificatore, la
formare se le luci sono rimaste negligentemente frequenza generata da un oscillatore AF. L'u-
accese in qualche locale. scita della catena è rappresentata da un'antenna,
anche di piccola lunghezza, in grado di trasmet-
LA MODULAZIONE DI FREQUENZA tere l'alta frequenza nel raggio di alcune decine
Abbiamo già detto che il sistema di trasmissione di metri, oppure di qualche centinaio di metri
del segnale d'allarme avviene tramite onde radio, se la lunghezza dell'antenna è appositamente
con il sistema della modulazione di frequenza. calcolata. Non usando l'antenna calcolata, la lun-
È noto che una qualsiasi informazione (voce, ghezza di questa non dovrà mai superare i
musica, canto, ecc.) non può essere trasmessa 30 cm, allo scopo di non ridurre l'efficienza del
direttamente sottoforma di onde elettromagne- congegno d'allarme.
tiche, a causa del suo basso valore di frequenza. L'entrata, nel caso in cui si voglia utilizzare
Per poter realizzare una trasmissione via radio l'apparato in funzione di rivelatore di umidità,
è necessario ricorrere ad un segnale sinusoidale, sarà rappresentata da una semplicissima sonda,
ad alta frequenza, denominato « portante »; e composta da due striscioline di rame o di ottone
tale denominazione deriva dal fatto che questo adagiate su una piastrina di materiale isolante,
particolare segnale è in grado di trasportare, distanti fra loro 1-3 mm.
attraverso lo spazio, l'informazione. Le lamine sensibili possono anche essere rap-
Alla « portante » che funge da elemento di loco- presentate da due Jamelle ricavate da due pile
mozione, deve essere aggiunto il segnale che si a 4,5 V (lamelle più lunghe). Il collegamento dei
vuole trasmettere. Ma questa aggiunta di se- fili conduttori può essere fatto, indifferentemente,
gnale può essere ottenuta principalmente in tramite viti o saldature a stagno. Per il colle-
due modi diversi. gamento si potrà usare una trecciola di filo
Il primo modo consiste nel ricorrere al ben noto flessibile, del tipo di quello usato nei cablaggi
sistema di modulazione di ampiezza, utilizzato dei ricevi tori radio (filo ricoperto in plastica).
nei comuni ricevitori ad onde medie. Esso pro- Se le Jamelle vengono fissate sulla piastrina di
voca una variazione di ampiezza della portante, bachelite alla minima distanza di un millimetro
in sincronismo con il segnale trasmesso. fra loro, occorrerà fare attenzione che esse non
Il secondo modo è quello della modulazione di si tocchino e che nessun corpo conduttore (granu-
frequenza, che mantiene costante l'ampiezza del- li di ferro) venga a interporsi fra le lamine stesse.
l'onda portante, mentre fa variare leggermente
la frequenza della portante proporzionalmente al ESAME DEL CIRCUITO ELETTRICO
segnale audio. Abbiamo riportato in figura 2 lo schema elet-
Poiché il nostro dispositivo, per motivi di eco- trico del congegno d'allarme. Analizziamolo ora
nomia e semplicità circuitale, non deve presentare dettagliatamente.
difficoltà costruttive, abbiamo optato per il se- Quando la sonda si bagna o si impregna di
condo tipo di trasmissione che, in virtù dell'e- umidità, essa diviene leggermente conduttrice,
levata frequenza della portante, consente di stabilendo così un contatto elettrico fra la base
superare distanze notevoli anche con minime del transistor TRI e la linea positiva dell'ali-
potenze elettriche e, quindi, con circuiti molto mentazione, attraverso la resistenza Rl.

565
TR1 TR2 TR3 TR4 TR5
INIE RUI1RE E NERA1ORE MODULATORE 6SCILLA IRE
EE'IRONIEC BF

Fig. 1 - Schema a blocchi del congegno di allarme. I


cinque transistor (il TA3 è di tipo unigiunzione) pilotano
altrettanti stadi dell'apparato. L'entrata è rappresen-
tata da una sonda rivelatrice, l'uscita da un'antenna
trasmittente.

La conduttività della sonda determina la con- lore capacitivo di alcune decine di picofarad;
duzione del transistor TRl e, conseguentemente, ciò in virtù dell'estrema vicinanza delle cariche e-
quella del transistor TR2 che si porta in satura- lettriche condensate sui cristalli.
zione. Poiché il transistor TR2, risulta inserito in Quando il diodo varicap risulta polarizzato in-
serie alla linea di alimentazione, esso agisce da versamente, le cariche del condensatore si al-
interruttore elettronico, permettendo o arrestan- lontanano più o meno tra loro, a seconda del
do il flusso della corrente.Quando il transistor valore della tensione applicata, determinando
TR2 si comporta da interruttore chiuso, cioè una variazione di capacità del condensatore
quando esso conduce la corrente, tutta la rima- stesso.
nente parte del circuito d'allarme risulta ali- Nel condensatore normale, per esempio nel con-
mentata e può esplicare le sue normali funzioni. densatore variabile, le cariche elettriche si al-
Il transistor unigiunzione TR3, ad esempio, può lontanano tra loro e allontanano meccanicamente
iniziare ad oscillare su una frequenza che è le lamine del componente. Nel diodo varicap,
determinata dai vari valori del condensatore invece, le cariche elettriche si allontanano tra
Cl e della resistenza R2. loro per ragioni fisiche che non è il caso di
Il segnale di bassa frequenza, generato dal tran- ricordare in questa sede. Quel che importa è
sistor TR3, viene inviato, tramite il condensatore che il lettore afferri il concetto della variazione
C2, alla base del transistor TR4. Questo transistor di capacità dovuta all'allontanamento delle ca-
amplifica il segnale e, contemporaneamente, e- riche elettriche sui cristalli.
splica le funzioni di elemento modulatore. Per la verità questo fenomeno si verifica nor-
Lo stadio generatore di segnali di alta frequenza malmente in tutti i diodi a giunzione; eppure,
è pilotato dal transistor TR5. La resistenza mentre in questi ultimi le variazioni capacitive
R7 stabilizza termicamente questo stadio, mentre sono estremamente piccole, cioè insignificanti agli
il condensatore C4 assicura la persistenza delle effetti circuitali in cui vengono montati, nei diodi
oscillazioni, attuando una reazione tra collettore varicap, appositamente « drogati », le variazioni
ed emittore. capacitive sono molto rilevanti (10-20 pF o anche
Il circuito oscillante che regola la frequenza più). Tali variazioni consentono l'impiego pratico
dell'onda emessa è costituito dalla bobina L1, dei diodi varicap in funzione dì condensatori
dal condensatore C3 e dal diodo Dl. A questo variabili a comando di tensione.
ultimo è affidato il compito di regolare la fre- Questi tipi di diodi vengono largamente utilizzati
quenza di emissione, permettendo la trasmis- nei circuiti dei moderni televisori, nei conver-
sione in modulazione di frequenza. Il diodo titori nei quali si ottiene la sintonizzazione delle
_Dl non è un componente normale, perché si emittenti tramite normali potenziometri, perché
tratta di un « varicap », che può essere parago- con i varicap si viene a spendere meno e non
nato ad un condensatore variabile. Ma vediamo sussistono problemi di ingombro o schermatura.
un po' più da vicino questo speciale tipo di Il flusso di corrente, che attraversa il transistor
diodo. TR4, varia in funzione della nota emessa dal
circuito oscillante; la variazione di corrente pro-
DIODO VARICAP voca, a sua volta, una variazione di tensione
Come avviene per tutti i diodi, anche il diodo sui terminali del diodo varicap D1 e questa
varicap è composto da una giunzione P-N. Que- variazione di tensione provoca, a sua volta,
sta giunzione si comporta come un vero e una variazione di capacità del diodo stesso.
proprio compensatore, le cui armature sono Queste variazioni si manifestano, in pratica,
rappresentate dal cristallo di tipo N e da. quello sotto forma di variazione di frequenza, con
di tipo P. Il comportamento a condensatore tutte le caratteristiche proprie della FM.
è condizionato, ovviamente dalla polarizzazione
del componente. COSTRUZIONE DELLA BOBINA
Le dimensioni del cristallo sono estremamente Per realizzare questo congegno di allarme, ci si
piccole, ma il condensatore può assumere va- deve servire di una bobina di sintonia non re-

566
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567
ANT.
ALLA
SONDA

PILA 9V
S1

Fig. 3 - Cablaggio del dispositivo d'allarme realizza-


to su circuito stampato.
LA SONDA
La sonda, che rappresenta l'elemento sensibile
dell'apparato, dovrà essere costruita servendosi
di una basetta di materiale isolante, sulla quale
verranno incollate due striscioline di metallo. In
figura 7 è rappresentato uno dei sistemi più sem-
peribile in commercio (L1). plici per la realizzazione della sonda. Su una ba-
Occorre dunque provvedere alla realizzazione setta di piccole dimensioni, di quelle utilizzate per
di questo componente che, tuttavia, risulta al- la realizzazione dei circuiti stampati, si elimina
quanto semplice. , con l'acido la parte esuberante di rame, lasciando
Su un supporto di materiale isolante, del dia- soltanto le tracce di due striscioline di rame pa-
metro esterno di 6 mm. provvisto di nucleo rallele, distanziate tra loro di 1 millimetro (mi-
di ferrite adatto al funzionamento sulle VHF, sura minima) o 3 mm. (misura massima).
si debbono avvolgere sei spire di filo di rame Questo tipo di sonda serve soltanto nel caso in
nudo o smaltato, meglio se argentato, della cui il congegno di allarme venga utilizzato in fun-
sezione di 0,8-1 mm. (questo valore non è cri- zione di rivelatore di umidità.
tico). Nel caso di controllo di livello dei liquidi, la sonda
Le sei spire dovranno risultare leggermente spa- potrà essere rappresentata più semplicemente da
ziate fra loro, in modo che l'avvolgimento si due conduttori immersi nel liquido stesso, a di-
estenda su una lunghezza complessiva di 25 mm. stanza ravvicinata.
Dalla bobina verranno ricavate due prese inter- Se il congegno deve servire come rivelatore di
medie, alla seconda e alla quarta spira, così pioggia, conviene ricorrere ancora al circuito
come chiaramente illustrato in figura 5. Se _il stampato, realizzando una sonda a doppio pettine,
filo non è nudo, occorrerà raschiarlo accurata- cioè con sottili striscie di rame molto ravvicinate
men te nei punti in cui verranno ricavate le prese e unite fra di loro alternativamente, in modo da
intermedie, in modo da consentire la saldatura formare i due elettrodi separati della sonda rive-
perfetta a stagno dei conduttori. latrice.

568
Fig. 4 - Circuito stampato, in
grandezza naturale, necessario
per la realizzazione dell'avvisato-
re di umidità.

Coloro che volessero servirsi di questo apparato


per il controllo della luce dovranno sostituire la
normale sonda con una sensibile alla luce, cioè
con una normalissima fotoresistenza, anche di
bassa dissipazione, sostituendo eventualmente la
resistenza fissa Rl con un potenziometro da
250.000 ohm circa, in modo da disporre di un ele-
mento di controllo del punto di funzionamento
dell'apparato.
Nel caso di avvisatore d'umidità, il potenziometro
dovrà avere un valore resistivo leggermente in-
feriore, quello di 100.000 ohm o 50.000 ohm.

REALIZZAZIONE PRATICA
In figura 4 è rappresentato, in grandezza naturale,
il circuito stampato che il lettore dovrà realizza-
re allo scopo di poter agevolmente costruire il
congegno d'allarme. Basterà infatti seguire atten-
tamente il cablaggio di figura 3 per essere certi
di non commettere errori di collegamento. o
Nel piano di cablaggio di figura 3 vengono indicati I
chiaramente gli elettrodi dei semiconduttori (col-
lettore-base-emittore) con l'ausilio della tacca di
riferimento o del puntino colorato impresso sul-
l'involucro del componente.
Per quanto riguarda il diodo varicap DI, che è di
tipo BA102, ricordiamo che questo componente
presenta sull'involucro esterno un puntino colo
rato, che non vuol indicare il terminale positivo,
ma soltanto il tipo di diodo. Per l'esatto collega-
mento del diodo D1 occorrerà riferirsi alla solita
fascetta, bianca o grigia, che nel nostro caso do- Fig. 5 - La bobina L1, necessaria per la realizzazione
del circuito oscillante, non è di tipo commerciale. Il
vrà rimanere dalla parte della linea di alimenta- lettore dovrà costruirla seguendo i dati riportati nel
zione positiva del circuito. testo e in questo disegno.
La pila a9 V potrà essere applicata in modo da
consenti.re un facile ricambio del componente. Ri-
cordiamo per ultimo che il condensatore C6 è un
condensatore elettrolitico, cioè un condensatore
polarizzato il cui terminale positivo dovrà risul-
tare collegato con la linea positiva dell'alimenta-
zione.

569
!NUCLEO

PARTE
ALTA"

Fig. 6 - Durante la fase di taratura del


circuito oscillante, il lettore dovrà tener
conto che, estraendo il nucleo di ferrite
dal supporto della bobina, l'emissione
!NUCLEO viene ricevuta nella parte delle frequen-
ze più alte della scala parlante del ri-
cevitore. Con il nucleo inserito nel sup-
porto, l'ascolto avviene sintonizzando il
ricevitore sulla parte delle frequenze
più basse.
CJ
PARTE
BASSA'

L'ANTENNA TARATURA
Per poter irradiare nello spazio i segnali di alta Una volta ultimato il montaggio dell'apparato e
frequenza generati dal nostro apparato, occorre dopo aver inserita l'antenna nel oircuito, occor-
fornire il circuito oscillatore di una semplice rerà provvedere alla taratura del circuito oscil-
antenna. Questa potrà essere rappresentata, molto lante.
semplicemente, eia uno spezzone di filo di rame La prima operazione da farsi è quella di corto-
della lunghezza di alcune decine di centimetri. circuitare gli elettrodi. della sonda rivelatrice, in
Ma per ottenere una maggiore portata del tra- modo da far entrare in funzione l'intero apparato
smettitore, consigliamo di utilizzare un'antenna e, in particolar modo, l'oscillatore. Ci si dovrà
a stilo, della lunghezza cli 70 cm. circa, che dovrà quindi munire di un piccolo cacciavite antiindut-
essere accorciata più o meno sino a raggiungere tivo e regolare con questo il nucleo della bobina
il massimo rendimento durante la trasmissione. L1 sino ad udire il ·segnale emesso dall'oscillatore
In ogni caso basteranno poche prove per indivi- in un ricevitore a modulazione di frequenza.
duare la lunghezza ottima dell'antenna per il rag- Ricordiamo che, con il nucleo di poco inserito
giungimento della maggior distanza di collega- nel supporto, la frequenza di emissione dovrà
mento. coincidere con la parte alta della scala del rice-
vitore radio, mentre quando il nucleo risulta no-
tevolmente inserito nel supporto, la sintonizzazio-
ne si ottiene sulle frequenze più basse.

Fig. 7 . Volendo utilizzare il congegno d'allarme in qualità di rivelatore di umidità,


la sonda dovrà essere così costruita, servendosi di una basetta di piccole dimen-
sioni, del tipo di quelle usate per la realizzazione dei circuiti stampati. Mediante
l'acido corrosivo si asporterà la
maggior parte della pellicola di
STAGNATURA rame, conservando soltanto due
striscioline parallele sulle quali
si effettueranno le saldature a
stagno dei conduttori destinati
a raggiungere il circuito di en-
trata dell'apparato.

CAVO
BIFILARE

PIASTRINA CIRC. STAMP


570
TICO-TICO
RICEVITORE SUPERETERODINA
'

A 8 TRANSISTOR + 1 DIODO·

con_auricolare}

TUTTI LO POSSON~RUI-
RE ATTRAVER UN CEVO-
é scii#t!oro rcnit-
CA APPL~ C f"-';J-
,
CARATTERIST
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500 lire in più.
I PRIMI PASSI
ubrica
ell'aspirante

CON
LE PILE
Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

e pile costituiscono una fonte di energia


L
Alessandro Volta che, tramite un famoso esperi-
insostituibile in moltissimi settori dell'elet- mento, per sempre affidato alla storia dell'elet-
tronica. A conferma di tale asserto vi sono tricità, riusci a produrre una forza elettromotri-
le numerose applicazioni della pila in tutte le ap- ce, cioè una tensione elettrica, servendosi di ele-
parecchiature portatili di vario genere che sem- menti chimici.
pre più si vanno diffondendo. Ma la notevole dif- Il Volta notò che, ponendo a contatto due metalli
fusione della pila è aumentata ancor più in que- di natura diversa come, per esempio, il rame e
sti ultimi anni, da quando i circuiti allo stato so- lo zinco, si veniva a creare una differenza di po-
lido hanno sostituito le valvole elettroniche. tenziale elettrico, la quale aumentava notevolmen;
Con l'avvento dei transistor e dei circuiti integra- te interponendo Ira i due metalli, che rappresen-
ti le pile sono state inserite anche negli strumenti tavano i due elettrodi della pila, una soluzione
di laboratorio, nei televisori e negli oscilloscopi. salina o acidula. Il Volta pervenne così alla rea-
Le pile si distinguono per le caratteristiche co- lizzazione dell'elemento illustrato in figura 1, che
struttive e per le caratteristiche elettriche: ten- ogni lettore potrà sperimentare interponendo Ira
sione, durata della carica e dimensioni. una piastrina di rame ed una di zinco un pezzo
di carta assorbente o un panno bagnato in una so-
STORIA DELLA PILA luzione di acqua fortemente salata con normale
La pila appartiene alla categoria dei generatori sale da cucina. Applicando il voltmetro sui due
di elettricità. La prima fu realizzata dal fisico terminali delle piastrine metalliche, si potrà mi-

572
piastrina
di zinco

voltmetro Fig. 1 - Questo è lo storico


1/ fondo scala esperimento, interpretato in
chiave moderna effettuato dal
grande comasco Alessandro
piastrina Volta, lo scopritore della pi-
di rame la. Due piastrine metalliche,
una di zinco e l'altra di rame,
vengono sovrapposte con la
interposizione di uno strato
di carta assorbente imbevuta di una soluzione di acqua fortemente salata con.normale sale da cucina. Il voltme-
tro, commutato nella portata di I V fondoscala, segnala la debole tensione continua generata dalla rudimen-
tale pila. Si tratta di un esperimento molto elementare, che ogni lettore può facilmente realizzare per rendersi
conto, dal vero, della generazione di energia elettrica della pila.

Fig. 2 - Ecco i tipi più


comuni e più noti di
pile a secco. Essi so-
no, da sinistra a de-
stra, la pila piatta a
4,5 V, la pila a torcia
da 1,5 V, la pila giap-
ponese a 9 V e la pi-
la a stilo da 1,5 V. La
pila piatta da 4,5 V è il
risultato di 3 elementi
di pila da 1,5 V cia-
scuno collegati in serie
- fra di loro.

573
surare una debole tensione continua (il voltme-

..
tro dovrà essere commutato nella portata di 1
volt).
Nell'eseguire questo esperimento vogliamo ricor-
dare ancora al lettore che le due piastre me-
talliche debbono assolutamente essere di materia-
le diverso, perché se queste fossero dello stesso
tipo di materiale nessuna differenza di potenziale
potrebbe essere misurata tra i due elettrodi. L'in-
r
terposizione del panno bagnato sensibilizza il
fenomeno della creazione di tensione elettrica,
ma non ne costituisce certamente la causa.
L'insieme di due piastrine metalliche di natura Fig. 3 - Esempi di pile al mercurio di tipo molto
comune. In virtù delle loro piccole dimensioni, queste
diversa costituisce un elemento di pila; ma per pile vengono montate nelle apparecchiature minia-
ottenere tensioni elettriche superiori, occorre turizzate, dove i problemi di spazio e di peso assu-
collegare in serie più elementi di pila. Così fece mono notevole importanza. Una loro applicazione ti-
Alessandro Volta, sovrapponendo una serie di pica è nelle protesi auditive e, attualmente, anche
dischi metallici di rame, panno bagnato, zinco, negli orologi da polso. Queste pile presentano un
rame, panno bagnato, zinco e così via, costruen- elevatissimo rapporto energia/volume. La scarica av-
do una piccola colonna che prese appunto il no- viene ad una tensione molto stabile per quasi tutto
me di pila. il periodo di utilizzazione.
Il liquido con cui veniva imbevuto il panno prese
il nome di « elettrolita », mentre i due metalli as-
sunsero il nome di « elettrodi ». Quella pila ebbe
fin d'allora un grandissimo valore scientifico e
storico e venne per sempre relegata alla storia
dell'elettricità senza, tuttavia, rivestire un carat-
tere pratico.

PILE A SECCO
Le pile a secco rappresentano attualmente i tipi
più diffusi e sono fondamentalmente costituite
dai seguenti elementi. Un elettrodo positivo cen-
trale, normalmente composto da carbone com-
presso, un elettrodo negativo in zinco, un elettro-
lita che reagisce chimicamente con il metallo
rappresentativo del polo negativo, asportando da
questo ioni positivi che vengono attratti dall'al- Fig. 4 - Pila al manganese in grado di erogare la
tro elettrodo, provocando, internamente alla pila tensione continua di 1,5 V; la capacità elettronica è
di 5 amperora. Queste pile vengono costruite per la
stessa, una corrente che fluisce dal polo negativo alimenlazione di circuiti che richiedono correnti di
a quello positivo. Normalmente l'elettrolita è rap- una certa intensità con erogazione continua. Il de-
presentato da cloruro d'ammonio. Il quarto ele- polarizzante è rappresentato dal biossido di manga-
mento è il depolarizzante, che impedisce agli io- nese, mentre l'elettrolita è costituito da una solu-
ni positivi di neutralizzarsi con altri elementi; zione alcalina.
solitamente il depolarizzante è costituito da bios-
sido di manganese.
Il funzionamento della pila a secco è basato su
una serie di reazioni chimiche, che hanno la par-
ticolarità di liberare elettroni; questi, come ab-
biamo detto, fluiscono, internamente alla pila, dal
polo positivo a quello negativo, dove si unisce
con idrogeno allo stato ionico (H positivo) e dan- Ad evitare tali danni si introduce, attorno all'elet-
do luogo a sviluppo di gas. trodo negativo, una sostanza che assorbe l'idro-
Nelle pile a secco l'elettrolita, invece di essere geno senza provocare inconvenienti; tale sostanza,
una normale soluzione acidula o salina, è costi- già menzionata precedentemente, è il biossido di
tuito da una pasta gelatinosa, normalmente il manganese.
cloruro d'ammonio, che può essere facilmente Le pile a secco si possono considerare di impiego
imbrigliata a tutto vantaggio della trasportabi- universale; le maggiori case costruttrici differen-
lità dell'elemento. ziano i vari tipi a seconda che l'impiego sia per
Il gas che si produce internamente alla pila po- apparecchiature a transistor, foto-cine, flash, luce,
trebbe arrestare il funzionamento della pila stes- ecc. Esistono confezioni particolari blindate in
sa, attraverso il ben noto fenomeno della pola- acciaio per evitare che la fuoriuscita dell'acido
rizzazione. Esso potrebbe anche far scoppiare la dalle pile scariche danneggi i contenitori e gli
pila qualora questa venisse chiusa ermeticamente. apparati utilizzatori.

574
PILE AL MERCURIO
Le pile al mercurio, grazie alle loro minori dimen-
sioni, sono utilizzate in tutte le apparecchiature
miniaturizzate, dove i problemi di spazio e di _('"\'!~-
peso hanno importanza rilevante. Una loro appli-
cazione tipica è nelle protesi auditive e, attual-
»
mente, anche negli orologi da polso.
Le pile al mercurio hanno, come elettrodo negati-
vo, lo zinco, mentre l'elettrodo positivo è rappre- Fig. 5 - Pile al nichel-cadmio. Servono in tutti quei
sentato da una porzione di mercurio; il depola- casi in cui sono richieste correnti di scarica molto
rizzante è costituito da ossido di mercurio. Que- elevate, con periodi di erogazione continua alternati
ste pile presentano un elevatissimo rapporto e- a periodi utilizzati per la ricarica.
nergia/volume. La scarica avviene ad una ten-
sione assai stabile per quasi tutto il periodo di
utilizzazione.

PILE AL MANGANESE
Le pile al manganese vengono costruite per im-
pieghi che interessano correnti di una certa in-
tensità con erogazione continua.
Le pile al manganese hanno per depolarizzante il
biossido di manganese, mentre l'elettrolita è rap-
presentato da una soluzione alcalina. Queste pile
offrono una elevata sicurezza di funzionamento
ed una durata più lunga dei tipi normali.

PILE AL NICHEL-CADMIO
Le pile al nichel-cadmio servono in tutti quei
casi in cui sono richieste correnti cli scarica mol-
to elevate, con periodi di erogazione continua al-
ternati a periodi disponibili per la ricarica. Il
loro vantaggio rispetto ai tradizionali accumula-
tori è costituito essenzialmente dal minor peso.
Risultano quindi indicate per l'alimentazione di Fig. 6 - Batteria ricaricabile a secco particolarmente
apparecchiature portatili professionali o semi- adatta per alimentazione di televisori. La tensione di
professionali. Il pregio fondamentale di queste uscita è di 12 V; il tempo di ricarica è di 12 ore.
pile, dunque, è la possibilità di ricarica. Il loro
uso ripetuto è garantito per lungo tempo, purché
la corrente di ricarica sia in ogni caso mantenuta
fra i 1/10 ed 1/20 della corrente nominale.

TENSIONI DELLE PILE


La pila, come tutti gli altri componenti elettro- NEGATIVO
nici, viene rappresentata, negli schemi teorici,
mediante un simbolo costituito da due sbarrette
parallele, una più grossa e una più sottile. Nor-
/
malmente la sbarretta più grossa si riferisce al
morsetto negativo della pila, mentre quella più
sottile si riferisce al morsetto positivo.
Questa convenzione, universalmente adottata,
qualche volta subisce delle varianti, perché non POSITIVO
è raro il caso di veder indicato in un progetto
il morsetto negativo della pila con la sbarretta
più lunga, cioè con un simbolo che sta ad in-
dicare il contrario di quanto normalmente si
vuol indicare. Il lettore quindi deve far bene
attenzione a questo simbolo per non farsi trarre Fig. 7 - Simbolo elettrico della pila adottato nei pro-
in inganno e per non commettere errori di getti elettronici. Il terminale negativo è indicato con
una linea grossa e corta, mentre il terminale positivo
alimentazione. Uno degli elementi chiarificatori
è indicato da una linea lunga e sottile. Questo sim-
in tal senso può essere il transistor, perché se bolo, universalmente adottato, subisce talvolta una va-
questo è cli tipo PNP, la linea di alimentazione riante; taluni progettisti, infatti usano invertire le due
positiva deve coincidere con la linea di massa linee, invertendo ovviamente il terminale negativo con
dell'apparato elettronico. Con i transistor di tipo quello positivo.

575
interpretare il significato del nuovo termine: la

I
capacità.
Quando si parla di capacità di una pila, non
bisogna confondere questa grandezza elettrica con
quella che definisce una delle fondamentali ca-
PILA ratteristiche elettriche dei condensatori. La ca-
[ 1,5V pacità di una pila, infatti, sta ad indicare la
possibilità di erogare una certa corrente continua
per un certo numero di ore.
Quando si dice, ad esempio, che la capacità di
l€9) una pila è di 1 amperora, si intende dire che
quella pila è in grado di erogare una corrente
continua, dell'intensità di 1 ampere, per la du-
Fig. 8 - Talvolta il simbolo elettrico della pila (a sini- rata di 1 ora, prima di esaurirsi completamente.
stra) viene sostituito, nella composizione dei proget- È ovvio che questo dato assume soltanto un
ti elettronici, con due dischetti nei quali vengono con- valore virtuale, perché in pratica le cose possono
trassegnate le polarità della pila stessa (a destra). andare diversamente.
E' d'uso comune, invece, riportare sullo schema il
valore numerico della tensione della pila.

NPN, invece, il morsetto negativo della pila deve


coincidere con la linea di massa.
Il simbolo elettrico della pila sta ad indicare il
tipo di alimentazione di UD circuito, che avviene
PI LA 1 f °
ovviamente in corrente continua. Ma il simbolo
elettrico non fa alcun riferimento alla tensione
erogata dalla pila. In taluni schemi elettrici il
simbolo, formato eia due sbarrette, viene ripe- PILA 2 1 3V

E
tuto più volte, in modo da indicare che il circuito
deve essere alimentato con una batteria di pile,
cioè con più pile collegate in parallelo, nel caso
in cui si voglia raddoppiare, triplicare, quadru-
s
plicare, ecc., la tensione di alimentazione. Fig. 9 - Schema simbolico di un collegamento in serie
Ogni elemento di pila a secco fornisce una ten- di due elementi di pila da 1,5 V. La tensione com-
sione di 1,5 V circa. Le pile a secco con tensione plessiva, erogata sui morsetti della batteria è di 3 V.
cli valore superiore altro non sono che l'insieme
di più pile collegate in serie tra di loro. Per
esempio, una pila da 3 V costituisce il risultato
ciel collegamento in serie di due pile da 1,5 V
ciascuna (2 elementi di pila). Analogamente, la
comune pila piatta a secco da 4,5 V, costituisce
il risultato del collegamento in serie di tre e-
lementi di pila da 1,5 V ciascuna.
PILA 1 l
Molto spesso negli schemi teorici degli appa-
rati elettronici, in sostituzione del simbolo della
pila, vengono riportati due dischetti, contras-
segnati con i segni + e; in corrispondenza
PILA2 T
di questo simbolo viene riportato il valore nu-
merico della tensione continua di alimentazione.
Con questo sistema simbolico il lettore è in
grado di dedurre automaticamente il numero PILA3 T
necessario di pile e il tipo di collegamento, in
serie o in parallelo, con cui le pile stesse debbono
essere collegate.

CAPACITA' DELLE PILE Fig. 10 -


iL @
Collegamento in serie di tre elementi di pila
Gli elementi fondamentali che caratterizzano una (schema tecnico). Poichè ciascun elemento eroga la
pila sono: la tensione e la capacità. tensione di 1,5 V, la tensione complessiva risultante
Della tensione abbiamo già detto, occorre ora è di 4,5 V.

576
Normalmente la capacità costituisce un dato che
vien riferito a scariche della durata di 10 ore.
Con una batteria da 1 amperora, ad esempio,
si potrà ottenere un flusso· di corrente continua
dell'intensità di 0,1 ampere, in funzionamento
continuativo.
La capacità di una pila, a parità di modello, ACCENDE
pila a secco, al. mercurio, al nichel-cadmio, al PILA LA LAMPADA
manganese, ecc., è funzione delle dimensioni del- GRANDE PER 3 0RE
l'elemento. Una pila di grosse dimensioni, quindi,
avrà una capacità notevolmente superiore a quel-
la di una pila di piccole dimensioni, pur ero-
gando entrambe una tensione continua dello
stesso valore. Con la pila di maggiori dimensioni,
ad esempio, una lampadina rimarrà accesa per
una durata di tempo più lunga; con una pila di
piccole dimensioni, la lampadina rimarrà accesa
per un tempo più breve.

COLLEGAMENTI DI PILE
Quando si collegano più pile in serie o in pa-
rallelo tra loro, si ottiene una batteria di pile.
Questi collegamenti, come abbiamo già detto,
vengono realizzati per ottenere due risultati di-
versi. Il collegamento in parallelo serve per au-
mentare la capacità; il collegamento in serie ACCENDE
per aumentare il valore della tensione. PILA LA LAMPADA
Per esempio, collegando in serie tra di loro, due P\CCOLA PER 1 ORA
pile piatte da 4,5 V ciascuna, si ottiene un valore
di tensione complessivo di 9 V. Ma è possibile,
in pratica, collegare in serie fra loro due o più
pile con valori di tensione diverse. Si può col-
legare, ad esempio, una pila da 9 V con una
pila da 4,5 V (collegamento in serie), in modo da
ottenere il valore di tensione complessivo di
13,5 V (9+4,5 = 13,5 V). In pratica, tuttavia,
questo tipo di collegamento in serie non è sempre
consigliabile, a causa della diversa capacità delle
pile che partecipano al collegamento; la pila
a 9 V, infatti, a causa della sua bassa capacità, Fig. 11 - La capacità di una pila sta ad indicare la
tenderà a scaricarsi rapidamente, non permet- possibilità di erogare una certa corrente continua
tendo quindi l'utilizzo della pila risultante del per un certo numero di ore. In pratica una pila di
valore di 13,5 • V, mentre la pila da 4,5 V, in notevole capacità (pila grande) mantiene accesa una
virtù della sua elevata capacità, conserverà quasi lampadina per un tempo più lungo rispetto ad una
completamente la carica. pila di piccola capacità (pila piccola).
Anche per i collegamenti in parallelo di due o
più pile occorre far bene attenzione. Come ab-
biamo già detto, con questo tipo di collegamento
è possibile ottenere una tensione risultante dalla
somma delle tensioni delle singole pile che par-
tecipano al collegamento. Ma questo risultato è
valido soltanto se le pile sono dello stesso tipo
e 'posseggono la stessa carica. Potrebbe accadere
che, collegando fra loro in parallelo una pila
completamente carica ed una parzialmente ca-
rica, cioè con tensione leggermente inferiore zione di equilibrio, si incorrerebbe nella com-
alla prima, venisse a circolare fra le due pile una pleta distruzione delle due pile. Consigliamo
corrente di notevole intensità, provocata dalla dunque di effettuare sempre collegamenti in serie
diversa tensione delle due pile; in pratica, cioè o in parallelo servendosi di pile dello stesso
si verificherebbe un passaggio di energia elet- tipo, dello stesso valore di tensione e con la
trica dalla pila carica a quella scarica. La pila stessa carica.
carica, in pratica, caricherebbe quella scarica. A conclusione di questo argomento, dopo aver
E poiché le correnti risulterebbero abbastanza analizzato i principali tipi di pile a secco nor-
intense, anziché aggiungere ad una esatta condi- malmente adottate negli apparati elettronici, ri-

577
r 4) €O}=n
9V

Fig. 12 - Due pile piatte da 4,5 V


ciascuna, collegate in serie tra di
loro, erogano la tensione comples-
siva di 9 V. II disegno qui ripor-
tato illustra il preciso sistema del
collegamento in serie nel quale due
morsetti di nome diverso delle due
pile debbono essere collegati assie-
me.

2 PILE A 4,5V
COLLEGATE IN SERIE

s
cardiamo che esistono molti altri tipi di pile Esistono ancora le pile a combustione nelle quali
speciali, che funzionano con principi completa- l'elettrolita viene ripristinato come un vero e
mente diversi da quelli delle pile a secco. Esi- proprio combustibile. Forse con quest'ultimo tipo
stono infatti le pile fotoelettriche, che vengono di pile sarà possibile, in un futuro più o meno
alimentate direttamente dai raggi solari e che prossimo, risolvere il grave problema dell'in-
contribuiscono, in larga parte, a fornire l'energia quinamento dell'atmosfera dovuto ai gas di sca-
elettrica necessaria negli esperimenti spaziali. rico delle nostre autovetture.

Fig. 13 - II collegamento in serie


di due pile di tipo e tensioni diversi
conduce ad un valore complessivo
di tensione pari alla somma aritme-
tica .delle tensioni delle due pile.
In pratica non conviene mai rea-
lizzare questo tipo di collegamento,
perché la pila a 9 volt, a causa del-
la sua bassa capacità, tenderà a sca-
ricarsi rapidamente, non permetten-
do l'utilizzo della pila risultante del
valore di 13,5 V; la pila a 4,5 V, in
virtù della sua elevata capacità con-
serverà quasi completamente la ca-
rica.

578
4,5V

IL SALDATORE
TUTTOFARE

Fig. 14 - Affinchè un collegamento in parallelo di


due pile dello stesso tipo e dello stesso valore
di tensione risulti esatto, occorre che lo stato elet-
trico delle due pile sia lo stesso; ciò significa, in
pratica, che le due pile debbono avere, al momento
del collegamento, la stessa capacità; non deve ac-
cadere, invece, che una pila sia nuova e l'altra con-
sumata, perchè la prima riverserebbe parte dell'ener-
gia erogata sulla seconda.

E' utilissimo in casa, soprattutto a colo-


ro che amano dire: « Faccio tutto io! »,
perché rappresenta il mezzo più adatto
per le riparazioni più elementari e per
molti lavori di manutenzione. La poten-
za è di 50 W e la tensione di alimenta-
zione è quella più comune di 220 V. Vie-
ne fornito in un kit comprendente anche
una scatolina di pasta disossidante, una
porzione di stagno e una formetta per
la pulizia della punta del saldatore.

Fig. 15 • Abbiamo aperto e fotografato una pila piatta


da 4,5 V. Come si può chiaramente vedere, la pila
piatta è il risultato del collegamento in serie di tre
elementi di pila da 1,5 V.

579
DISPOSITIVO
D'ALLARME

Gli usi di questo semplice dispositivo furto fino alla prevenzione di infortuni o danni
derivanti dall'inosservanza di certi limiti di pe-
d'allarme sono innumerevoli. Essi si ricolosità.
estendono dal comune antifurto alla L'allarme elettronico è dunque un apparato ver-
prevenzione di infortuni o danni deri- satile, per il cui funzionamento è sufficiente
installare un contatto elettrico, che rappresenta
vanti dall'inosservanza di taluni limiti l'elemento di comando del circuito d'allarme.
di pericolosità. Il contatto elettrico, che dovrà risultare nor-
malmente chiuso, potrà essere di qualsiasi tipo.
Esso potrà essere rappresentato da un semplice
filo di rame sottile, destinato a rompersi in
caso di anomalia, oppure di un contatto elettrico
fissato fra gli stipiti della porta o della finestra,
on sempre un dispositivo d'allarme viene
allo scopo di rivelare l'intrusione, in un deter-
concepito con la caratteristica principale
minato locale, di persone estranee o, peggio,
di emettere un suono fortissimo, udibile
indesiderate. Il contatto potrà essere rapprese-
anche in lontananza. Perché, a volte, la normale
tato da un relé magnetico di tipo REED o da
emissione sonora di un piccolo altoparlante può
un interruttore a mercurio, nel caso di allarme
essere più che sufficiente per un particolare uso
ad « inclinazione ».
del dispositivo. Per esempio, nel caso in cui
si voglia controllare un locale sottostante l'abi-
tazione, non occorre certamente una sirena per FUNZIONAMENTO
informare il proprietario su una visita ... inop- Il funzionamento del circuito d'allarme è estre-
portuna. mamente semplice.
Il dispositivo d'allarme, al di là della sua più Esso può essere inserito, tramite un interruttore,
comune applicazione quale antifurto, può servire sull'alimentazione; appena il contatto d'allarme
per rilevare situazioni anomale, come quella del viene aperto, entra in funzione il dispositivo
superamento di un limite prefissato di un li- acustico, che genera un segnale di sufficiente
quido contenuto in un recipiente, oppure quella intensità attraverso un comune altoparlante. E
dell'eccessiva inclinazione di una macchina che, il suono continua anche quando il contatto ori-
per il buon funzionamento, deve conservare una ginario viene ristabilito, mentre la sirena può
ben precisa posizione. essere bloccata soltanto agendo su un apposito
Gli usi di un dispositivo d'allarme sono co- pulsante di annullamento o, più semplicemente,
munque innumerevoli e si estendono dall'anti- spegnendo il dispositivo.

580
Non è stato previsto il sistema di funzionamento nel quale i condensatori C2-C3 e le resistenze
ritardato del dispositivo, utile, ad esempio, per R3-R5-R6 determinano il valore della frequenza
poter uscire dal locale sottoposto a controllo, della nota emessa.
senza far scattare l'allarme. Il ritardo è comun- Nel circuito di uscita è stato realizzato un ac-
que facilmente attuabile, anche se di durata coppiamento a trasformatore con l'altoparlante,
molto limitata, ma su tale argomento avremo allo scopo di adattare l'impedenza di uscita
modo di occuparci più avanti. dello stadio a transistor con quella dell'altopar-
lante stesso che, altrimenti, avrebbe caricato
CIRCUITO D'ALLARME eccessivamente il transistor TR4 nel caso in
Il circuito del dispositivo d'allarme è pilotato cui il collegamento fosse stato effettuato sul
da quattro transistor, di tipo NPN, di cui due collettore di TR4.
compongono il circuito di scatto, mentre gli Abbiamo così interpretato il fenomeno per cui,
altri due formano il generatore acustico. appena il contatto si apre, l'allarme entra in
Supponendo che il contatto di allarme sia chiu- funzione. Occorre ora ricordare che il circuito
so, il transistor TR2 viene a trovarsi in condi- rimane in funzione anche quando il contatto
zioni di saturazione, a causa della corrente di viene chiuso. Infatti, all'apertura del contatto,
base, opportunamente calcolata, che ad essa la resistenza Rl non risulta più vincolata a
giunge attraverso la resistenza R2. Conseguente- massa; anzi, prelevando la corrente attraverso
mente la tensione collettore-emittore scende a la resistenza R6, l'avvolgimento primario del
valori dell'ordine del decimo di volt ed il tran- trosformatore di uscita TI riesce a mandare il
sistor TRI, viene a trovarsi in condizioni di transistor TR t in saturazione, cortocircuitando
interdizione, perché esso non è in grado di in tal modo gli elettrodi di base e di emittore
prelevare, attraverso la resistenza R1, una cor- del transistor TR2. Quest'ultimo transistor viene
rente sufficiente a mandarlo in conduzione. quindi costretto all'interdizione, cioè alla con-
Anche il dispositivo acustico non può entrare dizione equivalente di circuito aperto e in tale
in funzione, perché il condensatore C2 viene condizione rimane anche richiudendo immediata-
vincolato a massa, mentre il transistor TRA mente il contatto.
viene mantenuto all'interdizione dalla resistenza Se si vuol ripristinare l'allarme, fermando il
R5 che, praticamente, risulta a massa attraverso segnale, occorrerà premere il pulsante Pl che,
il transistor TR2. mandando il transistor TR1 all'interdizione, ri-
Quando il contatto d'allarme si apre, il circuito porterà il circuito nelle condizioni primitive.
audio si mette ad oscillare e genera un segnale In precedenza abbiamo avuto occasione di citare
di bassa frequenza; tale condizione si manifesta una possibile applicazione di un circuito di ri-
in quanto viene ora a mancare il vincolo di tardo ,così. da far entrare in funzione l'allarme
massa. alcuni. secondi dopo la chiusura di SI. Durante
Il circuito del generatore di bassa frequenza è questi pochi secondi sarà quindi possibile aprire
dello stesso tipo di un multivibratore astabile, il contatto d'allarme, senza far scattare il ge-

581
R4

.he
R1
l'
9v

e TR2

.i
I
{

contatto
s allar me

COMPONENTI
Condensatori Fig. 1- II circuito del dispositivo d'allarme è pilotato
C1 100.000 pF da quattro transistor di tipo NPN. I primi due (TR1-
C2 = 47.000 pF TR2) compongono il circuito di scatto; gli altri due
C3 = 10 F - 12 VI. (elettrolitico) (TR3-TR4) compongono il generatore audio. Il trasfor-
matore d'uscita T1 è un comune trasformatore per
push-pull di transistor, della potenza massima di 1W;
Resistenze il terminale centrale dell'avvolgimento primario rimane
R1 = 150.000 ohm inutilizzato. Il pulsante P1 serve per ripristinare il cir-
R2 = 100.000 ohm cuito di allarme, cioè per tacitare l'altoparlante.
R3 = 22.000 ohm
R4 = 10.000 ohm
R5 = 8.200 ohm
R6 = 4.700 ohm

Varie
TR1 = BC108
TR2 = BC108
TR3 = BC108 neratore acustico. Per ottenere questa presta-
TR4 = 2N1711 zione non è necessario alcun particolare cir-
P1 = pulsante cuito, ma sarà soltanto sufficiente utilizzare per
S1 = interruttore Cl un condensatore di notevole capacità, in
T1 = trasformatore d'uscita per push-puil di modo che, aprendo il contatto, il transistor TRl
transistor (1 W) non raggiunga immediatamente la conduzione,
PILA = 9 volt ma ritarda alcuni secondi prima di divenire un
elemento conduttore; questi pochi secondi sono
necessari e sufficienti per richiudere il contatto
senza far scattare l'allarme. Si tratta quindi
di realizzare un fenomeno di temporizzazione
che, tuttavia, può risultare svantaggioso, dato
che esso permane ad ogni apertura del contatto.

582
G) PIA sv

PRESA
CONTATTO
ALLARME

Fig. 2 - Cablaggio del dispositivo d'allarme. L'impiego della basetta rettangolare di


bachelite, munita di terminali, permette di razionalizzare il circuito.

REALIZZAZIONE PRATICA di forma rettangolare, munita di ancoraggi lungo


La realizzazione di questo dispositivo può essere i lati maggiori del rettangolo.Questa basetta, una
ottenuta da tutti, anche dai principianti, in virtù volta realizzato il cablaggio, verrà in qualche
della semplicità circuitale e dell'assenza totale modo applicata in un contenitore metallico, sulla
di elementi critici. In ogni caso raccomandiamo cui parte superiore occorrerà praticare un foro
ai principianti di non confondere tra loro i in corrispondenza dell'altoparlante. Sempre sulla
terminali dei transistor, la cui disposizione sul parte superiore del contenitore verranno ap-
componente è riportata in figura 3. Raccoman- plicati il pulsante PI e l'interruttore S1. Le
diamo inoltre di rispettare le polarità del con- boccole, che rappresentano la presa di contatto
densatore elettrolitico C3 durante l'applicazione dell'allarme, verranno applicate su uno dei fan-
di questo componente. chi del contenitore. Ricordiamo comunque che il
In figura 2 è rappresentato il piano di cablaggio piano di cablaggio di figura 2 non è vincolante,
del dispositivo d'allarme. Come si può notare, dato che il lettore potrà ottenere il montaggio
la maggior parte dei componenti elettronici è nel modo più congeniale.
applicata su una basetta di materiale isolante, I transistor TRI-TR2-TR3 sono di tipo BC1O8, ma

583
cerniera

contatto
vite a molla

e e
b
Fig. 3 - Disposizione degli elettrodi nel transistor telaio
BC107. La tacca metallica di riferimento permette di
individuare facilmente l'elettrodo di emittore.

essi potranno essere sostituiti con gli equivalenti al circuito


BC208, oppure con i transistor al silicio, cli tipo
NPN, dotati di buon guadagno. elettronico
Per quanto riguarda il transistor TR4 abbiamo
consigliato il comune 2N1711, che è un semi-
conduttore facilmente reperibile dovunque a bas-
so costo; tuttavia anche altri tipi· di transistor Fig. 4 - Esempio di realizzazione di contatto d'allarme
NPN, di media potenza, come ad esempio quelli montato su una finestra. Quando la finestra si apre,
muniti di contenitore T0S, potranno essere util- anche il contatto apre il circuito del dispositivo di al-
mente impiegati. larme.
II trasformatore d'uscita TI è un comune tra-
sformatore d'uscita per piccoli ricevitori radio
a transistor. Questo componente, tuttavia, potrà
anche essere eliminato, collegando l'altoparlante
direttamente sul collettore del transistor TR4. uscita per push-pull di transistor, della potenza
In questo caso, tuttavia, l'altoparlante dovrà es- massima di 1 W; il terzo terminale dell'avvolgi-
sere di tipo ad alta impedenza, certamente non mento primario, cioè il terminale centrale, vie-
inferiore ai 50-60 ohm. ne lasciato inutilizzato.
In figura 4 rappresentiamo un suggerimento pra- L'altoparlante più adatto per questo circuito
tico cli realizzazione di contatto allarme a molla. deve avere un diametro cli 100 mm, ma questa
Sugli stipiti della porta e della finestra vengono non è una restrizione tecnica, perché il lettore
fissati una vite e un contatto a molla; su questi potrà montare altoparlanti di diametro inferiore
due elementi debbono essere saldati a stagno o superiore a quello ora ricordato.
i conduttori destinati a raggiungere il dispositivo Ricordiamo per ultimo che il contatto d'allarme
d'allarme. può essere rappresentato da un filo sottile teso
Nello schema elettrico di figura 1 e in quello lungo una porta o una finestra, da un contatto
pratico di figura 2, il trasformatore di uscita a molla sulla porta, da un microcontatto, da un
Tl presenta, sull'avvolgimento primario; tre ter- contatto REED o da un'ampolla interruttore a
minali. Si tratta infatti di un trasformatore di mercurio, nel caso di allarme ad « inclinazione ».

584
alimentatore stabilizzato
JOLLY con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
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CARATTERISTICHE
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 V - 22 V
Corrente massima alla minima tensione: 1,1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV per
1 V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correnti inverse.

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gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
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gere il successo e potrete vantarvi di L a scatola di montaggio, che può es-


aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
i! primo ricevitore radio. re da sé.

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La scatola di montaggio senza l'altoparlante, costa soltanto L. 3.900.
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FET
CONTROLLI
RAPIDI
E
PROVE EMPIRICHE

Il prova-FET, presentato e descritto in questo ar-


ticolo, costituisce uno strumento utilissimo nel la-
boratorio del dilettante elettronico. Con esso è
possibile stabilire se il componente in prova è ef-
ficiente o inservibile e si possono anche misurare
i parametri che caratterizzano l'amplificazione del
FET.

I I FET, cioè il transistor ad effetto di campo,


costituisce l'argomento di un interessante ar-
ticolo pubblicato su questo stesso fascicolo
della Rivista. Di questo moderno semiconduttore
PARAMETRI CARATTERISTICI DEI FET
Prima di entrare nel vivo della descrizione dei
metodi di prova del transistor FET, occorre
avere idee chiare su quanto si intende misurare,
vengono puntualizzate le caratteristiche e la co- sul significato preciso di taluni simboli e sigle
stituzione tipica, senza analizzare, tuttavia, alcun e sull'importanza di questi nel processo di valu-
metodo pratico per controllare I'integrità del tazione di un FET.
componente e quei parametri che, molto spesso, Non tutti i nostri lettori conoscono il preciso si-
è necessario conoscere. gnificato di queste grandezze che, in parte, de-
Colmiamo dunque questa lacuna, descrivendo un rivano dall'analogia dei FET con i tubi ter-
metodo empirico di prova dei transistor ad moionici e, in parte, dalla loro somiglianza con
effetto di campo e presentando al lettore uno i comuni transistor, essendo anch'essi costituiti
strumento prova-FET, che si rivelerà utilissimo, da materiale semiconduttore.
non solo per stabilire se il componente è inser- Le principali grandezze che ci interessano per
vibile o efficiente, ma anche, e, soprattutto, per analizzare il funzionamento dello strumento di
misurare i parametri che caratterizzano l'am- prova dei FET sono le seguenti:
plificazione del FET, alla stessa maniera con cui - V gs = tensione esistente fra qui elettrodi di
un buon provatransistor convenzionale è in gra- gate e di source.
do di stabilire il coefficiente di amplificazione di Vds = tensione presente fra drain e so uree.
un transistor bipolare. Id = valore della corrente che attraversa il

586
zione del FET. Applicando tale tensione fra
canale 'P canale "N' gate e source, non si verifica alcun flusso di
corrente attraverso il drain del FET, qualun-
DRIN S0URI
que sia il valore della tensione Vds ad esso ap-
plicata, ovviamente entro i limiti di sopporta-
bilità del componente.
G
gm Transconduttanza o conduttanza mu-
GATE tua; questa grandezza rappresenta uno dei
parametri di maggior interesse, paragonabile
al fattore di amplificazione dei transistor o
alla transconduttanza delle valvole. Una volta
SOURCE ORAIN conosciuto questo parametro, esso permette di
calcolare, molto semplicemente, il valore del-
l'amplificazione. di uno stadio convenzionale a
FET, moltiplicando gm per la resistenza col-
legata al drain del transistor ad effetto di cam-
po.
gmO = Valore della traosconduttanza misura-
to per Vgs = O. Questo è il normale valore
Fig. 1 - Simboli elettrici del FET a canale N e a ca-
nale P.

G G
0HM 0HM

che viene misurato, perché, non essendo co-


stante il valore di gm, a causa delle variazioni
del punto di lavoro del FET, la sua conoscenza
Fig. 2 - Per controllare l'esatto funzionamento del assumerebbe scarso significato se non fossero
canale di un FET, è sufficiente valutare con l'ohmmetro
la resistenza fra drain e source, cortocircuitando fra specificate le condizioni di misura. Una volta
loro gli elettrodi di gate e source. Questa misura deve conosciuto il valore di gmO, è abbastanza
essere fatta in entrambi i sensi, cioè invertendo i pun- semplice risalire· alla conoscenza di ogni va-
tali dell'ohmmetro in sede di misura. lore cli gm applicando la seguente formula:

Vgs
gm = gmO x ( l-
Vp
drain. In condizioni di normale impiego del
FET, il valore di questa corrente è uguale a Quelle fin qui elencate rappresentano le prin-
quello della corrente che attraversa la source. cipali grandezze caratteristiche con le quali è
Idss = Corrente di drain ottenuta con gli possibile analizzare il funzionamento del cir-
elettrodi di gate e cli source tra loro uniti, cioè cuito di prova dei FET. Esistono tuttavia varie
con Vgs = O. altre grandezze sulle quali, almeno in questa
- Vp = Tensione di Pinch - off. Questa tensione sede, si può sorvolare. Esse sono: le correnti di
altro non è se non un particolare valore di perdita, le capacità fragli elettrodi del compo-
Vgs, per il quale si ha la completa interdi- nente e le resistenze interne.

587
D s Ogni FET è caratterizzato da un'unica giunzione
4.
P-N e quindi la prova dell'integrità del compo-
E a<
i
DIODO~"'": nen te può essere considerata quella di un diodo.
Prima ancora di provare l'efficienza della giun-
zione, conviene controllare l'esatto funzionamen-
s ~
to del canale. Per ottenere ciò è sufficiente va-
lutare con l'ohmmetro la resistenza fra drain e
source, cortocircuitando fra loro gli elettrodi di
gate e di source (figura 2). La misura della re-
sistenza deve essere effettuata in entrambi i
sensi, cioè invertendo i puntali dell'ohmmetro
in sede di misura.
Il valore della resistenza, misurata con l'ohm-
0HM
0HM metro, varia fra tipo e tipo di FET; in ogni caso
esso non dovrà mai risultare inferiore a qual-
che decina di ohm o superiore a qualche mi-
Fig. 3 - La prova della giunzione di un FET si ottiene gliaio di ohm.
misurando- la resistenza fra gate e drain e fra gate e Successivamente si passa alla prova della giun-
source. Questa prova deve essere ripetuta invertendo zione che, come illustrato in figura 3, per un
le polarità dello strumento. transistor FET a canale N verrà effettuata misu-
rando la resistenza fra gate e drain e fra gate
e source, Questa stessa verrà poi ripetuta inver-
tendo le polarità dello strumento. Se il tran-
sistor FET è efficiente, si dovrà misurare una
bassa resistenza, dell'ordine di alcune decine di
ohm, mentre, invertendo i puntali dello stru-
mento, la resistenza dovrà essere infinita. Se
così non fosse, i1 transistor FET è da conside-
rarsi inutilizzabile.
Con l'ohmmetro, comunque, non è possibile avere
alcuna indicazione relativa all'amplificazione del
FET. E quindi impossibile, con questo stru-
mento, selezionare due esemplari con guadagno
simile, mentre tale operazione è importantis-
sima quando i FET debbono essere montati in
stadi differenziali. È evidente quindi che, per
eseguire un controllo più accurato di questi
componenti, occorre servirsi di uno strumento
in grado di fornire indicazioni più precise.

IL PROVA-FET
Lo strumento che ci accingiamo a descrivere è
o in grado di valutare praticamente tutti i pa-
rametri di maggior interesse di un transistor
FET.
Il nostro prova-FET é essenzialmente costituito
da più circuiti elettrici, che vengono commutati
a seconda delle esigenze dell'operatore, cioè dalla
Fig. 4 - Circuito di misura del parametro ldss relativo misura che si vuol eseguire. Per evitare quindi
ad un transistor FET a canale N. possibili confusioni, nel corso dell'analisi del
progetto, riteniamo più conveniente l'interpreta-
zione separata dei vari circuiti, come se questi
fossero indipendenti fra di loro, lasciando mo-
mentaneamente da parte il circuito completo del
CONTROLLO DEI FET CON L'OHMMETRO prova-FET.
Quando ci si accontenta di sapere se un tran-
sistor FET è efficiente o inservibile, ci si può
servire del classico ohmmetro in funzione di MISURA DELLA CORRENTE ldss
strumento prova-FET, allo stesso modo con cui Abbiamo già detto che la sigla ldss sta ad in-
l'ohmmetro funge da provatransistor. dicare la corrente di drain ottenuta con gli
Come è noto, il FET può essere costruito in elettrodi di gate e di source tra di loro uniti,
due diverse versioni: a canale N e a canale P. cioè con Vgs = o.
I simboli di questi due tipi di FET sono ripor- Il circuito con il quale si attua questa misura
tati in figura 1. rappresenta una immediata conseguenza della

588
definizione testé ricordata. E chiaro quindi che
il circuito rappresentato in figura 4, relativa-
mente all'esame di un FET a canale N e quello
rappresentato in figura 5 per un FET a canale
P, permette la misura del parametro ldss.

G MISURA DI Vp
La misura della tensione di pinch-off comporta
la misura della tensione che, applicata tra gate
e source del FET, riduce a zero la corrente sul
drain.
Lo schema di principio, secondo il quale si può
PILA attuare questa misura, è riportato in figura 6;

e questo schema è valido per il controllo di un


FET a canale P. La tensione di gate, in questo
caso, deve risultare negativa rispetto alla source,
altrimenti il FET potrebbe danneggiarsi irre-
parabilmente. Agendo sul cursore del potenzio-
metro R, si varia lentamente la posizione della
resistenza inserita sul circuito di gate, sino a
che lo strumento non indichi più il passaggio di
alcuna corrente. A questo punto si potrà leggere,
su una scala appositamente approntata in corri-
spondenza del cursore di R, il valore di Vp.
Ovviamente ]a scala dovrà essere. accuratamente
calibrata. Un circuito ancor più adatto alla misura
di Vp, perché provvisto delle necessarie pro-
tezioni, è quello rappresentato in figura 7. La
Fig. 5 - Circuito di misura del parametro ldss di un resistenza R2, infatti, impedisce che il cursore
transistor FET a canale P. raggiunga la linea della tensione negativa di ali-
mentazione, cioè la massa; la resistenza R2,
dunque, impedisce un aumento notevole di cor-
rente sul drain.
II diodo e la resistenza R3 proteggono lo stru-
mento di misura da eventuali sbalzi a fondo-
scala.

MISURA DI gmO
Dallo studio dei transistor FET si apprende che
la transconduttanza gmO può essere espressa ma-
tematicamente da questa formula:

2Idss
I gmO =
Vp
PILA
POLARIZZ.
o
e Applicando questa formula è possibile risalire,
dopo aver misurato i valori di Idss e Vp, al
\è PILA
~
valore della transconduttanza.

~
s È possibile tuttavia seguire un altro metodo,
quello dell'elettronica, con il quale si è in grado
di valutare automaticamente il risultato tramite
A semplici circuiti.
Il concetto secondo il quale è possibile pervenire
alla soluzione del problema è il seguente.
Consideriamo il circuito rappresentato in figura
8 e la formula precedentemente citata:

2
Fig. 6 - Misura della tensione di pinch-off in un transi- gmO = Idss x
stor FET a canale P. Vp

589
Nel circuito di figura 8, essendo Vgs = O, la
corrente di drain è Idss.
Se si riesce a fare in modo che lo strumento
DIODO indichi il valore 2/Vp di Idss, si ottiene auto-
maticamente il valore di gmO.
Ciò in pratica è possibile sostituendo la resi-
stenza Rl con una resistenza di valore pro-
porzionale a Vp. Praticamente si utilizza pro-
o
PILA
prio la porzione di resistenza variabile che era
servita a determinare il valore di Vp.
Ni
f
R1 e La resistenza RL serve per tarare· la portata
dello strumento, in modo da ottenere le indi-
a
et cazioni desiderate.
..J
O o In figura 9 è riportato Io stesso schema di figura
o..
8 con l'aggiunta di alcuni elementi di perfe-
4@
o.. R2 s zionamento.
Il commutatore S2a permette di commutare il
circuito su quattro portate diverse di gmO;
l'aggiunta della resistenza RX, che è una resi-
stenza di protezione, permette di evitare una
eccessiva dissipazione di potenza nel FET.

IL CIRCUITO DEFINITIVO
Mettendo assieme tutti i circuiti fin qui ana-
lizzati, si ottiene il progetto definitivo dello
Fig. 7 - Questo circuito di misura della tensione di strumento prova-FET rappresentato in figura 10.
pinch-off costituisce un perfezionamento de[. circuito E dopo l'analisi fin qui esposta, non resta che
rappresentato in figura 6. chiarire la funzione dei vari commutatori pre-
senti nel circuito.
Il commutatore Sl permette di selezionare i tre
diversi tipi di misura dello strumento.
Essi sono:

Posizione 1 Idss
Posizione 2 Vp
Posizione 3 gmO
Il commutatore S2 serve per ottenere le varie
portate dello strumento per la misura del valore
di ldss e di gmO.
La corrispondenza fra i due valori è determir i
r r <@ dalla seguente tabella
ALIMENT,
posizione Idss gmO
di S2 ( fondo-scala) (fondo-scala)
RL 1 5 mA S mA/V
2 10 mA 10 mA/V
3 SO mA SO mA/V
4 100 mA 100 mA/V
Il commutatore S3 permette il controllo dei
transistor FET a canale N e a canale P.
L'interruttore doppio S4 serve per chiudere il
doppio circuito di alimentazione del progetto.

REALIZZAZIONE PRATICA
La realizzazione pratica del prova-FET ripor-
tata in figura 11.
Non esistono particolari di montaggio degni di
nota, perché l'unica difficoltà consiste nell'esatto
collegamento dei numerosi fili conduttori sui
rispettivi commutatori. Non vi sono dunque
problemi cli disposizione dei componenti o di
Fig. 8 - Circuito di misura del parametro gmO dì un lunghezze di fili conduttori. Non servono nep-
transistor FET a canale P. pure le schermature dei conduttori.

590
RX
LE . NOSTRE
e
PIL A
UFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
e fedeltà e per un nuovo ed emozionante
incontro con il mondo della musica ste-
reofonica.
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalità elevata con un
perfetto adattamento anatomico.

Fig. 9 - Perfezionamento del circuito di figura 8, ne-


cessario per la misura del parametro gmO di un
CUFFIA STEREO
transistor FET a canale P. MOD. LC25
L. 5.500
CARATTERISTI CHE:

Il contenitore dello strumento potrà essere di Impedenza: 8 ohm


materiale isolante (plastica, legno, bachelite). Gamma di freq.: 18 -
15.000 Hz
Lo strumento indicatore dovrà essere da 100 A
Peso: 320 grammi
fondo-scala, in modo da poter ottenere le pre-
stazioni citate. Inoltre, la resistenza interna dello
strumento, sempre per lo stesso motivo, dovrà
risultare di 1.000 ohm. Nel caso in cui questa
resistenza presentasse un valore inferiore ai 1.000
ohm, conviene aggiungere in serie un'altra re- CUFFIA STEREO
sistenza, fino ad ottenere il valore citato. MOD. DHO8
L. 18.500
TARATURA
CARATTERISTICHE:
Per la lettura del valore Vp, dal quale dipende
quello di gmO, è necessario graduare la scala Impedenza: 8 ohm
corrispondente al potenziometro Rl direttamente Sensibilità: 110 dB
a ,1.000 Hz
in valori di tensione. Per la calibrazione sarà Gamma di freq.:
sufficiente collegare un normale voltmetro alle 20 - 20.000 Hz
prese G-S del FET e misurare la tensione che si Peso: 450 grammi
ottiene ruotando il perno del potenziometro R1. La cuffia è provvista
I valori ottenuti verranno trascritti direttamente di regolatore di
in corrispondenza delle relative posizioni del livello a manopola
cursore, allo scopo di non dover misurare di volta del tweeter.
in volta le tensioni ottenute.
Adattatore"
ALIMENTAZIONE per cuffie stereo
L'alimentazione dello strumento prova-FET è Mod. JB-11D
di tipo doppio e a tale scopo si fa uso di un
doppio interruttore (S4). Volendo alimentare il L. 3.500
circuito. con un alimentatore a corrente alter- Questo piccolo ap-
nata, si rende necessario l'uso di un doppio cir- parecchio consente
cuito di stabilizzazione. il collegamento di
In ogni caso, servendosi delle comuni pile, oc- una o due cuffie ste-
correrà effettuare un collegamento di queste del reo con tutti i com-
plessi stereofonici.
tipo in serie, fino ad ottenere i valori di ten- La commutazione al-
sione compresi fra i 10 e i 15 V. toparlante - cuffia è
immediata, senza al-
IMPIEGO DELLO STRUMENTO cun intervento sui
Nel corso dell'analisi dei vari circuiti che com- collegamenti.
pongono il prova-FET sono state elencate anche

591
FET in prova

,, ~
%;

_---~-~----~-N -~--:---\~--11- -~
~\-[
I ±I

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o (/)
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3
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7

(/)
I -i
Gl
l
(d
fTl
::o
COMPONENTI R10
R11 =
27 ohm
13,5 ohm
R12 11 O ohm - 1 watt

Resistenze Varie
R1 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) S1 =commutatore multiplo (5 vie - 3 posiz.)
R2 = 1.000 ohm S2 =commutatore multiplo (2 vie - 4 posiz.)
R3 = 5.600 ohm S3 =commutatore multiplo (4 vie - 2 posiz.)
R4 = 10 ohm S4 =interruttore doppio
R5 = 8 ohm TESTER = 100 µA fondo-scala (rest. int.
R6 = 1 ohm 1.000 ohm)
R7 = 1 ohm D1 = diodo al silicio di bassa potenza
R8 = 270 ohm D2 = diodo al silicio di bassa potenza
R9 = 135 ohm ALIMENTAZ. = 154 15 volt

Le prime esperienze d
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dover risolvere problemi di reperibilità di ma-
teriali o di arrangiamenti talvolta impossibili.

593
FET
in prova
o o

m
2 S1

R6

$2
o o

tenziometro Rl sino ad ottenere una indi-


cazione nulla da parte dello strumento.
5° Per rilevare il valore della transcoduttanza,
15 V 15V si pone il commutatore S1 in posizione 3.
Fig. 11 - Piano di cablaggio dello strumento prova-FET. Senza toccare il potenziometro R1, che
Non essendoci problemi di schermatura, la costru- dovrà rimanere fisso sul valore rilevato
zione può essere ottenuta su un qualsiasi contenitore, nella precedente misura di Vp, si potrà
anche di materiale isolante. automaticamente leggere sullo strumento
il valore della transconduttanza. Anche in
le funzioni dei vari comandi e, conseguentemente, questo caso sono a disposizione dell'opera-
il sistema di impiego dello strumento. In ogni tore varie portate, selezionabili tramite il
caso, per meglio chiarire le idee del lettore, commutatore S2, che permetterà di ren-
ricapitoliamo, qui di seguito, le , varie operazioni dere la misura estremamente chiara e
di impiego diretto dello strumento: precisa.

1 ° - Accensione del circuito del prova-FET tra-


mi te l'interruttore doppio S4.
2° Disposizione dello strumento per la misura
di transistor FET a canale N o a canale
P, a seconda della necessità, tramite il
commutatore S3.
3° Commutazione di SI nella prima posizione,
allo scopo di misurare il valore di Idss,
SCEGLIENDO
che verrà automaticamente indicato dallo
strumento. Se l'indice dello strumento rag-
giunge il fondo-scala, occorrerà aumentare
la portata del prova-FET intervenendo sul
A IL REGALO
CHE

commutatore S2.
Determinazione del valore di Vp. Per que-
sta operazione occorre commutare S1 in
posizione 2 e variare la resistenza del po-
TEVI PREFERITE

594
NOVITA'
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se anche le spese di spedizione).
A
3 VIE
Il miscelatore di segnali è un appara-
to necessario a tutti quegli appassio-
nati della riproduzione o regi·strazione
sonora che sono protesi alla ricerca
di dissolvenze, sovrapposizioni ed ef-
fetti artistici.

ixer è un termine inglese indicante una semplice mixer, senza doversi impegnare tecni-
apparecchiatura in grado di mescolare due camente a fondo e senza sborsare cifre notevoli.
o più segnali elettrici. Il nostro apparato è un miscelatore a tre vie,
Fino a qualche anno fa il mixer era uno stru- in grado di controllare a piacere tre diverse
mento destinato unicamente agli studi disco- sorgenti audio. •
grafici professionali o ai tavoli di regia dei L'apparato viene da noi presentato in versione
tecnici del suono radio-televisivi. monofonica, eppure nulla impedisce di trasfor-
Ma la notevole diffusione dei complessi ad alta marlo in un apparato stereofonico, realizzandolo
fedeltà, come gli apparecchi radio, i registratori, in due identiche versioni ede utilizzando, even-
i giradischi, gli apparati di flodiffusione, svi- tualmente, potenziometri doppi per il controllo
luppatisi in questi ultimi anni, ha fatto del mixer contemporaneo del livello di entrambi i canali.
uno strumento largamente accettato dagli amatori
della registrazione e della riproduzione sonora CIRCUITO DEL MIXER
che, improvvisandosi disk-jockey, vogliono otte- Il circuito del mixer, rappresentato in figura 1,
nere musiche con effetti speciali. comprende tre stadi amplificatori, completamen-
Per i motivi ora elencati, ed anche per altre te transistorizzati, che, volendolo possono anche
ragioni, abbiamo voluto soddisfare il desiderio essere aumentati di numero, in modo da ottenere
di molti lettori di entrare in possesso di un un mixer più complesso, a 5, 6... 10 vie.

596
In ogni caso l'apparato a 3 vie è da ritenersi
più che sufficiente per gli usi amatoriali, dato che
la sovrapposizione di troppi suoni non sempre

I FASCICOLI
risulta gradita a tutti, a meno che l'operatore non
sia in possesso di particolari qualità artistico-crea-
tive. I segnali provenienti dalle tre sorgenti ven-
gono applicati alle rispettive entrate E1-E2-E3;
essi vengono dosati in ampiezza dai corrisponden-
ti potenziometri regolatori di volume R1-R2-R3. ARRETRATI
Dal cursore dei tre potenziometri, tramite i tre
condensatori di accoppiamento Cl-C2-C3, i segna-
li raggiungono le basi dei transistor TR1-TR2-TR3.
Osservando lo schema elettrico di figura 1, il let-
DI
tore si sarà accorto che i tre stadi sono perfet-
tamente identici tra loro; risulta quindi facile
comporre un qualsivoglia numero di stadi ampli-
ficatori da aggiungere a quelli di figura 1.
ELETTRONICA
LO STADIO AMPLIFICATORE
Ogni stadio amplificatore è composto da un
transistor e da pochi altri elementi. Sul ter-
PRATICA
minale di emittore del transistor risulta inserita
una resistenza (R7-Rl2-R17), che permette di ot-
tenere una controreazione, necessaria per miglio- sono le « perle » di una prezio-
rare notevolmente le caratterisiche dello stadio.
Pur essendo il collettore collegato a massa tra- sa collana tecnico-pratica, che
mite una resistenza, il transistor è da conside- porta in casa vostra il piacere
rarsi montato in circuito amplificatore con emit- e il fascino di una disciplina mo-
tore a massa.
La resistenza di emittore permette di ottenere derna, proiettata nel futuro, che
una impedenza di ingresso relativamente elevata interessa tutti: lavoratori e stu-
e ciò va a tutto vantaggio cli una buona ripro-
denti, professionisti e .studiosi,
duzione musicale, anche nel caso in cui si faccia
uso di pick-up piezoelettrici. Ma la resistenza di giovani e meno giovani.
emittore apporta un ulteriore vantaggio al cir-
cuito amplificatore, perché stabilizza notevol-
mente il guadagno. Con questo vantaggio si
possono utilizzare transistor con caratteristiche
abbastanza diverse, ottenendo sempre la stessa
amplificazione. Il vantaggio è risentito anche RICHIEDETECELI
nel caso di notevoli variazioni di temperatura,
le quali alterano le caratteristiche dei semicon-
duttori. •
La controreazione permette inoltre di ottenere
una minima distorsione ed un buon responso
di frequenza su tutto lo spettro delle frequenze
audio. •
ITO
PRIMA CHE
Le resistenze R4-R5 (R9-R10; R14-Rl5), che com-
pongono la rete cli polarizzazione dei transistor,
garantiscono il funzionamento del componente
nella zona di caratteristica lineare, con il risul-
51 ESAURISCANO
tato del raggiungimento del responso di fre-
quenza il più fedele possibile.
I segnali amplificati di 22 dB • circa sono pre-
senti sui collettori dei tre transistor e possono
venire raccolti e miscelati dalle tre reti resistivo- inviando, per ogni fascicolo,
capacitive composte da R8-C4; Rl3-CS; Rl8-C6. l'importo di L. 500, a mezzo va-
Qualcuno potrà chiedersi a questo punto per glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
quale motivo, allo scopo di semplificare note-
volmente il circuito del mixer, non sono state zando le vostre richieste a:
collegate direttamente con l'entrata queste ELETTRONICA PRATICA
reti resistivo-capacitive, eliminando gli stadi a 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
I ransistor. A tale domanda rispondiamo che,
risolvendo il circuito in questo modo, non si

597
I'-
+u

e
a:::
~
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L:
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a::: .. I.. a:::

LI

598
VARIATORI
Condensatori
C1
c2
= 470.000 pF
= 470.000 pF
ELETTRONICI
c3
C4
Cc5
=
=
=
470.000
470.000
470.000
pF
pF
pF
DI LUMINOSITA'
Con questi piccoli apparati elettronici, pi-
C6 = 470.000 pF lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-
C7 = 100 F - 100 VI. (elettrolitico) cere, la luminosità di un lampadario, di
C8 = 470.000 pF una lampada da tavolo o da notte. Favo-
riscono il risparmio, non dissipano corren-
Resistenze te inutilmente, moltiplicano le prestazioni
R1 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.) delle vostre lampade e valorizzano i vostri
R2 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.) lampadari.
R3 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R4 = 330.000 ohm
R5 = 22.000 ohm
R6 = 4.700 ohm
R7 = 180 ohm
R8 = 1.000 ohm
R9 = 330.000 ohm
R10 = 22.000 ohm
R11 = 4.700 ohm
R12 = 180 ohm
R13 = 1.000 ohm
Mod. vel 300/v/e
R14 = 330.000 ohm
Sostituisce gli interruttori su cavo, è completo di
R15 = 22.000 ohm manopola, interruttore separato, spina, metri 1,5
R16 = 4.700 ohm più metri 1 di cavo. Regola una sola luce (300 W
R17 = 180 ohm - 220 V).
R18 = 1.000 ohm Prezzo L. 6.400
e
Transistor
TR1 = AC126
S - : Mod. vel 300/p
TR2 = AC126 E' dotato di inter-
TR3 = AC126 ruttore a scatto sul-
la manopola di re-
golazione. E' com-
sarebbe potuto disaccoppiare sufficientemente le pleto di presa in-
tre sorgenti sonore le quali, non essendo gene- corporata, metri 1,5
di cavo e spina che
ralmente della stessa natura, si troverebbero in permettono l'allac-
cattive condizioni di lavoro e di adattamento ciamento immediato
e fornirebbero certamente risultati scadenti. alle spine di qual-
siasi lampada o lu-
L'uso degli stadi transistorizzati, che si può me (300 W - 220
spesso rivelare molto utile, provvede a separare V).
le tre sorgenti, miscelando soltanto successiva- Prezzo L. 5.900
mente i segnali, quando questi, uscendo da tre
stadi identici, posseggono le stesse caratteristi-
che di impedenza di uscita.
Mod. vel 500/parete
REALIZZAZIONE PRATICA E' particolarmente
adatto per lampada-
La. realizzazione pratica del. mixer non implica ri. L'interruttore è
alcuna operazione difficile perché accessibile an- di tipo statico (500
che ai principianti di elettronica. In pratica si w- 220 V).
tratta di realizzare tre semplici stadi amplifica- Prezzo L. 6.200
tori di bassa frequenza, identici fra loro.
Per realizzare il mixer il lettore potrà ispirarsi
al piano di cablaggio riportato in figura 2, ot-
tenendo il circuito su una piastra. metallica, la
cui faccia anteriore fungerà da pannello fron-
tale dell'apparato.
La realizzazione dovrà comunque essere rac-
chiusa in un contenitore metallico, che dovrà

599
o
E1

E2

E3

Fig. 2 - Il pannello frontale di un contenitore metallico legamenti fra le sorgenti sonore e il miscelatore e
funge da supporto del cablaggio del miscelatore di quello tra il miscelatore e l'amplificatore di bassa fre-
segnali. Sulla parte anteriore risultano applicati i se- quenza debbono essere realizzati con cavi schermati,
genti elementi: le tre prese schermate di entrata, i tre collegando a massa la calza metallica dei cavi.
potenziometri, l'interruttore e la presa di uscita. 1 col-

Fig. 3 - Questo disegno evidenzia la disposizione degli


elettrodi uscenti dal transistor al germanio AC126. II
terminale di collettore si trova da quella parte in cui
è riportato un puntino colorato sul corpo del semi-
conduttore.

8o
essere collegato con la linea della tensione po-
sitiva dell'alimentazione, che rappresenta anche
il circuito di massa del mixer. La schermatura
evita di captare ronzii.
Anche la vicinanza dell'operatore ai mixer po-
trebbe provocare un fastidioso ronzio con la
frequenza di 50 Hz, provocato dalle dispersioni
dell'energia di rete-luce. La schermatura dunque
è più che mai necessaria.
I transistor TR1-TR2-TR3 sono di tipo AC126,
cioè transistor al germanio PNP adatti per
impieghi di preamplificazione. Essi potranno es-
sere sostituiti con i transistor AC125-AC191-AC192-
2N381.
Non è consigliabile l'uso di transistor al silicio,
LIRE 3.500
a meno che non ci si preoccupi di aumentare CASSETTIERA « MINOR »

il valore delle resistenze R5-R10-R15, cioè delle Contenitore a 12 cassetti, componi-


resistenze di polarizzazione di base. bile ad incastro; dimensioni di un cas-
Sempre allo scopo di evitare l'immissione nei setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
circuiti del mixer di frequenze estranee, che
provvisto di divisori interni.
in pratica provocherebbero ronzio, è assoluta-
mente necessario che i collegamenti tra il mi-
scelatore e le sorgenti sonore siano effettuati
con cavetti schermati; tale necessità si estende
anche al collegamento tra miscelatore ed am-
plificatore.

IMPORTANTE
PER GLI ABBONATI LIRE 3.800
CASSETTIERA « MAJOR
I Signori Abbonati che Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
ci comunicano il loro to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

Cambia en
'in irizzo Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
sono pregati di segnalarci, as- co, il vostro angolo di lavoro in un
vero e proprio laboratorio!
sieme al preciso nuovo indiriz-
zo anche quello vecchio con cui
hanno finora ricevuto la Rivi-
sta, scrivendo, possibilmente,
in stampatello.

601
APPLICAZIONI
PRATICH
DEI
FET
I transistor ad effetto di campo, le cui II FET costituito, nella sua forma più semplice,
da una sbarretta di materiale semiconduttore di
caratteristiche trovano una precisa tipo P o di tipo N; il simbolo elettrico del FET,
analogia con quelle delle valvole elet- a canale P e a canale N è riportato in figura 1.
troniche, vengono montati, con suc- Nella sbarretta di materiale semiconduttore viene
ricavata una giunzione tramite una porzione di
cesso, in molte applicazioni pratiche; materiale di polarità opposta, che forma una fa-
alcune di queste vengono esaminate scetta la quale circonda la sbarretta del semicon-
nel corso dell'articolo. Il transistor ad duttore.
Polarizzando inversamente la giunzione, si crea
effetto di campo è un planare al sili- una strozzatura del canale, con il risultato di far
cio di tipo 2N3820. diminuire la corrente che viene fatta scorrere at-
traverso la strozzatura stessa che, più comune-
mente, viene chiamata « canale ».
Per comprendere il meccanismo intimo della
ccanto ai tradizionali transistor si sono og• strozzatura occorrerebbero precise nozioni di fi-

A gi validamente schierati i transistor FET,


cioè i transistor ad effetto di campo. Noi
stessi ci siamo serviti di questi semiconduttori
sica dei cristalli impuri; ma non è questa la sede
per sollecitare il lettore ad uno studio puramente
teorico e faticoso che, alla fine, risulterebbe inu-
per la realizzazione di molti progetti, perché i tile per le semplici applicazioni dilettantistiche
transistor FET sono ormai reperibili ovunque e del semiconduttore. Occorre invece sapere che,
ad un prezzo accessibile a tutti. polarizzando inversamente la giunzione del FET,
Per molti lettori, tuttavia, il transistor FET rima- si ottiene una zona di svuotamento delle cariche
ne ancora un componente alquanto misterioso, elettriche, in grado di trasportare la corrente;
del quale si è sentito abbondantemente parlare ciò corrisponde sostanzialmente ad un assottiglia-
senza conoscerne il funzionamento e le caratteri- mento del canale e ad una corrispondente ridu-
stiche peculari. zione del flusso di corrente.
E' pur vero che ci si può sempre servire di que-
sto componente senza conoscerne la meccanica CURVE CARATTERISTICHE
di funzionamento, ma ciò non accontenta i no- Le curve riportate in figura 2 si riferiscono al
stri lettori, che desiderano saperne di più e VO- transistor FET di tipo 2N3820, cioè a un transi-
gliono rendersi conto, anche teoricamente, di ta- stor FET a canale P.
lune grandezze fisiche e matematiche che interes- Le curve rappresentate in figura 2, pur essendo
sano da vicino il FET. quelle caratteristiche del transistor ora citato, ri-
flettono l'andamento tipico di tutti i transistor
COMPOSIZIONE DEL FET FET, siano essi a canale P o a canale N.
Anche la sigla FET trova origine nel linguaggio Ciascuna curva è stata ottenuta mantenendo co-
anglosassone e vuol significare « Field - Effect - stante la tensione Vgs, cioè la tensione fra gate
Transistor », cioè transistor ad effetto di campo. e source, in modo da polarizzare inversamente

602
la giunzione e facendo variare la tensione Vds, un FET di bassa frequenza; in alcuni componen-
cioè la tensione fra drain e source e misurando ti, appositamente concepiti, si riesce comunque
la corrente che, in queste condizioni, attraversa il a far diminuire questa grandezza che, in ogni
transistor FET, che viene indicata con la sigla Id. caso, se paragonata. a quella dei normali transi-
Osservando i diagrammi di figura 2 è possibile no- stor bipolari, rimane molto elevata.
tare una zona iniziale (area tratteggiata), al di Per quei lettori che desiderassero comprendere
fuori della quale le curve divengono molto piat- meglio il motivo cli questa variazione, riportiamo
te, cioè simili a quelle dei migliori pentodi; il in figura 4 il circuito equivalente di un transistor
transistor FET si comporta quindi come un gene- FET. Sulla parte destra del circuito è possibile
ratore di corrente costante. notare il generatore di corrente costante (gmei),
Prendendo in esame una qualsiasi curva, fra quel- che determina in pratica l'amplificazione dello sta-
le riportate in figura 2, è possibile notare che la dio pilotato con transistor FET.
corrente di drain rimane praticamente costante Ricordiamo che « gm» rappresenta la transcon-
al variare, entro ampi limiti della tensione di duttanza del transistor FET e rappresenta il pa-
alimentazione Vds. • rametro che, assieme alla resistenza esterna, col-
Da quanto finora detto è facile intuire che il fun- legata normalmente sul drain, permette di valu-
zionamento del transistor FET, in qualità di ge- tare l'amplificazione, che è determinata dalla se-
neratore di corrente costante, è valido soltanto guente formula:
al di fuori dell'area tratteggiata. Internamente a A = gm x Rd
questa, invece, il transistor FET si comporta co-
me una normale resistenza, con il vantaggio di nella quale A misura l'amplificazione, gm la tran-
poter controllare il valore resistivo attraverso il sconduttanza del FET ed Rd la resistenza di
controllo della tensione Vgs. Ciò permette di sfrut- drain.
tare ulteriormente le possibilità di questo compo-
nente, anche nel caso di realizzazioni di amplifi- POLARIZZAZIONE DEL FET
catori a controllo automatico di guadagno, op- Per far funzionare correttamente un transistor
pure nella realizzazione di commutatori elettro- FET, occorre provvedere all'esatta polarizzazione
nici e in numerosissime altre applicazioni pra- del componente.
tiche, oltre a quelle del normale amplificatore ad I FET a canale N debbono essere polarizzati ne-
alto guadagno e ad elevata impedenza d'ingresso. gativamente, cioè il gate deve risultare negativo
L'impedenza di entrata dei transistor FET rag- rispetto alla source; nei transistor FET a canale
giunge valori molto elevati, che si aggirano in- P il gate deve risultare positivo rispetto alla sour-
torno alle decine di megaohm, se questa viene mi- ce.
surata in corrente continua. Per ottenere le necessarie tensioni di polarizzazio-
L'impedenza d'ingresso del FET, tuttavia, a cau- ne, cioè le tensioni cli alimentazione dei vari elet-
sa della presenza di capacità parassite, non del trodi, si ricorre a montaggi del tutto simili a quel-
tutto eliminabili, varia al variare della frequenza li utilizzati per le valvole elettroniche. In pratica
applicata all'entrata. si inserisce, in serie alla source, una resistenza
Il diagramma rappresentato in figura 3 mostra un che determina una caduta di tensione e si collega
tipico andamento della resistenza d'ingresso di il gate a massa tramite una resistenza di valore

603
compreso fra 1 e 2 megaohm (vedi figura 5).
Inoltre, per non provocare una diminuzione del
guadagno, dovuto all'inserimento della resistenza
di source, si provvede a collegare, in parallelo a
questa, un condensatore di capacità proporzionale
al valore della frequenza di lavoro; a questo con-
densatore è affidato il compito di collegare vir-
tualmente a massa, rispetto al segnale, la source
del FET.
can "" Nello schema riportato in figura 6 è indicato un
secondo sistema di polarizzazione del transistor
FET. In questo caso si utilizza un partitore di
tensione, allo scopo di polarizzare correttamente
il gate e, come nel caso precedente, si inserisce
una resistenza di caduta (R4) ed un condensatore
by-pass (C1), di valore opportuno, sul circuito di
source.
Ricordiamo ancora che in entrambi i circuiti ora
citati l'amplificazione è ottenibile con la formula
presentata precedentemente.
Fig. 1 - Simboli elettrici del transistor FET a canale P
e a canale N; i tre elettrodi uscenti dal componente CIRCUITO A GUADAGNO UNITARIO
assumono le denominazioni seguenti: gate - drain - In figura 7 è riportato un circuito con altissima
source.
impedenza d'ingresso e a guadagno unitario. Si
tratta, in pratica, di un circuito di tipo « source-
follower », molto simile agli equivalenti circuiti
a transistor « emitter-follower » o a quelli a val-
vole « cathode-follower ».
Il circuito in figura 7 viene maggiormente utiliz-
zato senza l'inserimento della resistenza· Rl. In-
fatti, con tale omissione, la tensione di entrata è
Io (mn) vincolata a massa.
0,6 Negli esempi fin qui citati si è sempre fatto ri-
corso al transistor FET a canale P. E' ovvio che
tutte le osservazioni fin qui esposte si estendono
0,5 ai transistor FET a canale N, semplicemente in-
vertendo le polarità dell'alimentatore.
0,4 APPLICAZIONI PRATICHE IN BASSA FREQUEN-
ZA
In virtù della loro alta impedenza di entrata, del
0,3 bassissimo rumore interno e della buona ampli-
ficazione, i transistor FET risultano particolar-
0,2 mente adatti a svolgere il ruolo di preamplifica-
tori di segnali di bassa frequenza in apparati, an-
che ad alta fedeltà, dove le doti di questi semi-
0,1 conduttori possono essere meglio apprezzate.
L'impiego dei FET è particolarmente utile quan-
do si vuol amplificare un segnale proveniente da
una sorgente di tipo piezoelettrico, che necessita
o -5 -1O - 15 -20 - 25 Vos di un'impedenza di ingresso abbastanza elevata.
In figura 8 è riportato lo schema di un circuito
preamplificatore nel quale è montato un transi-
stor FET e un transistor di tipo NPN al silicio.
Il transistor FET è montato in un circuito am-
plificatore con source comune, mentre il tran-
sistor TR2 è montato in circuito con uscita di
Fig. 2 - I diagrammi qui riportati si riferiscono alle emittore (emitter-follower), allo scopo di diminui-
caratteristiche del transistor FET di tipo 2N3820, cioè re l'impedenza del circuito d'uscita.
di un transistor FET a canale P Queste curve rifletto- II progetto del preamplificatore, riportato in f-
no l'andamento tipico di tutti i transistor FET, siano
essi a canale P o a canale N. Sull'asse delle ascisse
gura 8, è molto semplice. Il segnale di bassa fre-
sono indicati i valori delle tensioni misurate fra drain quenza, applicato all'entrata, raggiunge, attra-
e source; su quelle delle ordinate sono· indicati i va- verso il condensatore C1, il gate TRl; data l'ele-
lori delle correnti di drain espressi in milliampere. vata impedenza d'ingresso, non è assolutamente

604
Rin Ohm figura 8 è di 10 volte, mentre l'impedenza di in-
gresso si aggira intorno ai 3 megaohm; il circuito
è caratterizzato da un basso soffio ed è questo il
motivo per cui esso può essere utilmente colle-
gato con un microfono o un pick-up piezoelet-
trico.

REALIZZAZIONE DEL PREAMPLIFICATORE


7
In figura 9 è. rappresentato il piano di cablaggio
10 del preamplificatore testé descritto.
La realizzazione è quella comune a tutti i pream-
plificatori di bassa frequenza; occorrono buone
saldature ed ottimi collegamenti di massa per
6 ottenere il successo.
10 Le connessioni di entrata e di uscita debbono
essere realizzate con cavetto schermato e il mon-
taggio deve essere racchiuso in un contenitore
metallico, collegato a massa, cioé alla linea posi-
5 tiva dell'alimentatore. Lo schermo è necessario
10 per evitare l'ingresso nel circuito del ronzio a SO
Hz che, in virtù dell'elevata impedenza di entrata
10 10%° 10 del transistor FET, potrebbe manifestarsi assai
facilmente.
La tensione di alimentazione non è critica; essa
freq. Hz potrà essere ottenuta con una normale pila da
9 V che, grazie al ridottissimo consumo, avrà una
Fig. 3 - Questo diagramma interpreta il tipico anda- durata praticamente illimitata. Anche le tensioni
mento della resistenza di entrata di un transistor FET continue di valore superiore, fino a 20 V circa,
per bassa frequenza. potranno essere utilmente adottate per l'alimenta-

o
Fig. 4 - Circuito equivalente a quello di
un transistor FET. Sulla parte destra si
nota il generatore di corrente costante
gmei », che determina in pratica l'ampli-
ficazione dello stadio pilotato con transi-
stor FET.
RGs CGs R os

necessario che il condensatore Cl abbia un va- zione del preamplificatore. Queste tensioni po-
lore capacitivo alto. tranno eventualmente esser prelevate dallo stesso
Internamente al transistor FET TR1 il segnale circuito dell'amplificatore al quale si intende col-
subisce un processo di amplificazione; esso può legare il preamplificatore. Con quest'ultimo si-
essere prelevato sul drain ed accoppiato in cor- stema di alimentazione occorrerà far bene atten-
rente continua con uno stadio separatore a gua- zione a non creare cortocircuiti, dato che la mas-
dagno unitario, in grado di pilotare qualsiasi am- sa del preamplificatore è positiva, mentre è scon-
plificatore collegato all'uscita, con un'impedenza sigliabile un allacciamento diretto con amplifi-
di entrata superiore ai 10.000 ohm circa. catori nei quali il circuito di massa è collegato
Il guadagoo del progetto del preamplificatore di con la linea negativa dell'alimentazione.

605
aliment 8
e
TR1 i. R1 ~ TR1
ENTR.

R1 <
2 ] R3
ENTR.

E= USCITA

R2 5 p3

Fig. 5 - Per ottenere le tensioni di polarizzazione del Fig. 7 - Esempio di circuito di tipo « source-follower ,
transistor FET, si ricorre ad un montaggio del tutto si- con il quale si ottiene una elevatissima impedenza dì
mile a quello valido per le valvole elettroniche. La re- ingresso e un guadagno pari all'unità.
sistenza R3, collegata in serie alla source, determina
una caduta di tensione.

ADATTATORE DI IMPEDENZA
Il circuito rappresentato in figura 10 non è pro-
prio quello di un vero preamplificatore, perché
il guadagno complessivo è pari all'unità; si tratta
aliment. quindi di un circuito adattatore con elevatissima
8 impedenza d'ingresso .(33 megaohm). Questo cir-
cuito può essere usato, oltre che in funzione di
TR1 5 R3 adattatore tra sorgenti ad altissima impedenza
e amplificatori a media impedenza di entrata,

G
anche negli strumenti di misura.
o USCITA
Il transistor TR1, che è un transistor FET, è mon-
tato in circuito con source-follower, mentre il
transistor TR2, che è di tipo NPN al silicio, è
•t@9 montato in circuito con emitter-follower. Ogni
stadio, dunque, presenta un guadagno unitario.
RA4 e, Il condensatore c2· realizza un circuito di rea-
zione; il suo valore può variare tra i 1.000 e i
10.000 pF; la sua funzione è quella di elevare l'im-
pedenza di ingresso a valori veramente notevoli.
La realizzazione pratica del progetto di figura 10
è rappresentata in figura 11. Anche per questo
montaggio valgono sostanzialmente gli stessi con-
Fig. 6 - In questo circuito la polarizzazione del transi- sigli enunciati a proposito del montaggio del cir-
stor FET è ottenuta tramite un partitore di tensione, cuito. del preamplificatore precedentemente de-
che ha lo scopo di polarizzare correttamente il gaie. scritto.
In figura 12 rappresentiamo il transistor FET di
tipo 2N3820, con il quale abbiamo condotto le
prove di laboratorio e il collaudo dei circuiti dei
preamplifica tori.

606
R15

TR1
3 C3
■I
T
E
C1 Il
G

M e g,,
USC!T
e
.se
'
/
ENTR. te Il 'h Il 9
8
.._.,
-- RA< ,
s (9

COMPONENTI
Condensatori Fig. 8 • Schema di circuito preamplificatore nel quale
C1 = 47.000 pF è montato un transistor FET e uno di tipo NPN al si-
C2 = 5 F - 25 VI. (elettrolitico) licio. Il FET è montato con source comune, mentre il
C3 = 47 .000 pF transistor TR2 è montato in circuito con uscita di
emittore.
Resistenze
R1 = 15 megaohm
R2 = 3,3 megaohm
R3 = 100.000 ohm
R4 = 100.000 ohm
R5 = 4.700 ohm
Transistor
TR1 = 2N3820 (FET)
TR2 = BC109

Condensatori
C1
C2
C3
= 47.000
= 1.000
=. 47.000
pF
• 10.000 pF (vedi testo)
pF
o SCEGLIENDO
Resistenze
R1
A2
= 3,3
= 180.000
meagohm
ohm
A IL REGALO
CHE
TEVI
R3 = 120.000 ohm
R4 = 100.000 ohm
RS = 10.000 ohm PREFERITE
Transistor
TR1 = 2N3820 (FET)
TR2 = BC109

607
Fig. 9 - Realizzazione pratica del progetto del preamplificatore presentato in figura
8. Il montaggio deve essere racchiuso in un contenitore metallico e i conduttori di
entrata e di uscita debbono essere realizzati con cavetti schermati.

Fig. 10 - Circuito di adattatore di impedenza. Questo progetto può essere utilizzato


anche negli strumenti di misura.

R5

± TR1 TR2
~

E
C1

s n i; (Q) cr;

z z USCITA ALIMENT.
Il O ~
O Il C2
ENTR.

1 R3

608
Fig. 11 - Realizzazione pratica del progetto dell'adatta-
. tore di impedenza riportato in figura 10.

Fig. 12 - Disposizione degli elettrodi di drain,


source nel transistor FET 2N3820.

609
AMPLIFICATORE
PER
ELETTRONICO E
c
(\ (\
vv
Guadagno sufficiente, larga banda Entrata
tensioni continue e alternate
passante, resistenza di entrata ele- Resistenza di entrata
vata, fattore di rumore debole, buona 100.000 ohm
stabilità termica, sono le caratteristi- Capacità di entrata
36 pF (valore condizionato dal montaggio)
che fondamentali di questo pur sem- Tensione massima di entrata
plice amplificatore destinato a funzio- 10 mV
nare in accoppiamento con un volt- Guadagno totale
100
metro o con un oscilloscopio. Banda passante
da O a 1 MHz a 3 dB in cc;
da 30 Hz a 1 MHz a - 3 dB in ca;
Tensione di alimentazione
9 + 9 V

I l progetto di questo particolare tipo di am-


plificatore trova la sua originale applicazione
nel settore degli strumenti di misura e può
assumere, in modo particolare, le funzioni di sta-
Consumo medio di corrente
4 mA
Risulta evidente, dall'esame delle caratteristiche
dio amplificatore per oscilloscopi e per voltmetri, tecniche,. che le qualità dell'amplificatore sono da
che verranno così trasformati da normali stru- ritenersi ottime, soprattutto se si pensa che il pro-
menti. magoetodinamici in veri e propri strumen- getto utilizza esclusivamente transistor al silicio
ti elettronici. Ma cominciamo subito col presen- di uso comune, cioè i normali tipi di transistor
tare le caratteristiche elettriche dell'amplificatore, di bassa frequenza che, a differenza dei transistor
che permettono di formare, nella mente del let- per alta frequenza, presentano il notevole van-
tore, un'idea molto chiara delle vaste possibilità taggio di essere facilmente reperibili ad un prez-
di questo amplificatore transistorizzato. zo molto basso.

610
IM PIEG HI DELL'AM PLI FICATORE tinua, risulterà molto utile i.n corrente alternata,
L'amplificatore qui. presentato può ovviamente per la misura delle frequenze audio degli stadi
servire anche come un normale amplificatore au- di un preamplifi.catore oppure delle tensioni for-
dio, con caratteristiche di banda passante cer- nite da un pick-up o da un microfono.
tamente non restrittive (0- 1 MHz), anche se Un altro possibile. impiego, che ben si adatta a
riteniamo che per un simile impiego l'amplificato- questo amplificatore, consiste nell'utilizzare l'ap-
re è da considerarsi sprecato. parato in funzione di stadio amplificatore verti-
Un miglior uso dell'apparato consiste nell'accop- cale di un oscilloscopio di piccole dimensioni,
piare il circuito con il voltmetro (tester), che ri- transistorizzato e anche di tipo dilettantistico (au-
sulterebbe così trasformato in un sensibilissimo tocostruito).
strumento elettronico, adatto sia alla misura di Se l'oscilloscopio in possesso del lettore non fos-
tensioni continue sia di quelle alternate, sino alla se dotato di buone caratteristiche elettriche, sa-
frequenza di 1 MHz, coprendo in tal modo anche rà sempre possibile sostituire l'amplificatore in-
i valori di media frequenza dei comuni ricevitori terno con quello qui descritto che, essendo un
radio. amplificatore transistorizzato e di piccole dimen-
Ovviamente, utilizzando l'amplificatore in posi- sioni, risulterà facilmente allogabile all'interno
zione « alternata », occorrerà provvedere a com- dell'oscilloscopio stesso.
mutare anche lo strumento in uscita su tale po- Molto più semplicemente, il nostro amplificatore
sizione; nel caso in cui il microamperometro non potrà anche servire per elevare la sensibilità del-
fosse dotato della scala di misure per correnti
alternate, sarà sempre possibile inserire un diodo l'amplificatore già esistente nell'oscilloscopio,
raddrizzatore ed un condensatore di filtro per qualora questa dovesse risultare scarsa.
raggiungere lo scopo.
Con questo impiego dell'amplificatore si possono ESAME DEL CIRCUITO
rivelare tensioni molto basse, dell'ordine dei mil- Lo schema elettrico dell'amplificatore è rappre-
livolt e tale possibilità, più che in corrente con- sentato in figura 1. Come si può notare, il pro-

611
RS

f
R6

Il Il ,± -8\/

S11

9V PILA 7 4& e

? s2 ww
R4

- 9V ov

7
e

ENTR.
• Il
R3

I TR1

f .
C1 11. ov e

W
R2 +

4-
0,6V

PILA 2
e
R1
• + 1,2V

Il R10
Slb / Il I E L

COMPONENTI
C1 = 470.000 pF - 250 VI
C2 = 22 F - 15 VI (elettrolitico)
C3 = 10.000 pF
Resistenze
R1 = 50.000 ohm (semitissa)
R2 = 100.000 ohm
R3 = 1.000 ohm
R4 = 1 megaohm
R5 = 47.000 ohm
R6 = 820 ohm Fig. 1 - Schema elettrico dell'amplificatore. La posizio-
R7 = 25.000 ohm (semifissa) ne indicata dal disegno del commutatore S2 è quella
R8 = 10.000 ohm che fa funzionare il circuito in corrente continua.
R9 = 220.000 ohm
R10 = 2.200 ohm
Varie
TR1 BC177
TR2 BC177
TR3 BC107
S1 = interruttore doppio (due interruttori di-
stinti)
S2 commutatore (una via - due posiz.)
Pila 9 + 9 V

612
getto fa impiego di tre transistor di cui due sono normali stadi amplificatori simili a quello pilo-
di tipo NPN ed uno è di tipo PNP. tato dal transistor TR2, è stato inserito un ge-
La prima particolarità, più appariscente, è quel- neratore di corrente costante, pilotato dal tran-
la dell'alimentazione di tipo doppio, che offre la sistor TR3. Le resistenze R5-R6-R7-R9 costituisco-
possibilità di disporre di tensioni negative e po- no gli elementi. che regolano la corrente genera-
sitive rispetto a massa. In virtù di tale partico- ta dal transistor TR3. Agendo infatti sulla re-
larità è possibile accoppiare in corrente continua sistenza semifissa R7, si varia la tensione di base
gli stadi amplificatori ed ottenere, all'uscita, una del transistor TR3 e, conseguentemente, quella di
tensione di O V anche quando all'entrata è appli- emittore, dato che la tensione tra base ed emit-
cata una tensione di O V; con un'unica tensione tore sembra fissa (0,6 V). È così possibile far
di alimentazione sarebbe stato impossibile eli- variare la tensione sui terminali della resistenza
minare una certa componente continua all'uscita R6 e, ovviamente, anche la corrente che la at-
che, inevitabilmente, si sarebbe sovrapposto al traversa. Vale anche in questo caso la legge di
segnale utile. Ohm: I = V: R.
Il circuito di entrata del progetto di figura 1 è Poiché è possibile supporre che in un transistor
caratterizzato dalla presenza del commutatore la corrente di emittore e quella di collettore sia-
S2 (una via - 2 posizioni), che permette di sele- no uguali, si è realizzato un generatore di corren-
zionare il processo di funzionamento del circuito. te costante che viene fornita attraverso il col-
Nella posizione indicata nello schema di figura 1 lettore del transistor TR3. Con tale accorgimento
l'amplificatore funziona in corrente continua; in- circuitale si diminuisce sensibilmente ogni feno-
ter ponendo invece il condensatore Cl, cioè com- meno di deriva termica che si sarebbe manifesta-
mutando S2 nella seconda posizione, risulta bloc- to utilizzando una comune resistenza in sostitu-
cata la componente statica, mentre si offre via li- zione del generatore di corrente.
bera al passaggio della sola corrente alternata. Occorre notare, ancora, la presenza della resi-
Qualunque sia il sistema prescelto, il segnale stenza R4 che, riportando all'ingresso parte del
viene applicato, tramite la resistenza R3, alla ba- segnale d'uscita, realizza una rete di controrea-
se del transistor TR1, per essere sottoposto ad zioni che, come è noto, contribuisce notevolmen-
un primo processo di amplificazione. Le resistenze te a migliorare tutte le doti di un amplificatore.
R1- R2 compongono la rete di polarizzazione del
transistor e permettono di regolare il punto di TARATURA
lavoro dell'amplificatore.
Perché l'amplificatore possa risultare perfetta-
Il transistor TRl è montato in un circuito con mente funzionante, occorre provvedere ad una
uscita di emittore, allo scopo di ottenere una semplice messa a punto del circuito.
elevata impedenza di ingresso, indispensabile in Non occorrono particolari attrezzature per que-
un amplificatore destinato all'accoppiamento con sta operazione ed il solo aiuto del tester può
strumenti di misura, allo scopo di caricare il condurre, in pochi minuti, alla completa e perfet-
meno possibile i circuiti in esame. ta messa a punto dell'apparato. Inizialmente si
La resistenza semifissa Rl deve essere regolata regola la resistenza semifissa R7 in modo che
in modo che il potenziale di base del transistor la tensione d'uscita risulti di O V rispetto a
TRI risulti nullo rispetto a massa. massa. Questa prova dovrà essere ripetuta cor-
Ricordiamo che l'amplificazione subita dal segna- tocircuitando l'entrata dell'amplificatore con il
le durante il passaggio dallo stadio pilotato da commutatore S2 posizionato nel funzionamen-
TRl e quelli successivi non è un'amplificazione di to in continua (posizione indicata dal disegno di
tensione, essendo quest'ultima pari all'unità, ma figura 1).
soltanto un'amplificazione di potenza, dato che Quando si elimina il cortocircuito, la tensione di
il segnale è in grado di pilotare, senza subire uscita potrà raggiungere un qualsiasi valore po-
attenuazioni, anche carichi relativamente forti, co- sitivo o negativo. Ma a questo punto si interviene
me quello rappresentato dall'impedenza d'ingres- sulla resistenza semifissa R, regolandola in mo-
so de! transistor TR2 montato in un circuito con do che la tensione di uscita divenga nuovamen-
emittore a massa. te nulla.
Il segnale si trasferisce dal transistor TRl alla Occorre infine ricontrollare nuovamente il circui-
base del transistor TR2, che rappresenta il vero to cortocircuitando l'entrata dell'amplificatore.
e proprio amplificatore di tensione. Sull'emittore Se tutto è in ordine, all'uscita non si dovranno
di tale transistor risulta inserita la resistenza notare variazioni di tensione. In caso contrario
RIO, che permette di linearizzare il responso e occorrerà intervenire ancora sulla resistenza se-
rendere termicamente stabile il circuito. In pa- mifissa R7, mantenendo in cortocircuito l'entra-
rallelo alla resistenza RIO è collegato il conden- ta, allo scopo di ripristinare lo zero; quindi si
satore C3, che ha il valore di 10.000 pF e il cui interverrà su Rl allo stesso modo descritto in
compito è quello di aumentare il guadagno alfe precedenza.
alte frequenze, in modo da compensare le at-
tenuazioni che, altrimenti, verrebbero a crearsi. COSTRUZIONE DELL'AMPLIFICATORE
Occorre rilevare che, in sostituzione della normale II montaggio di questo amplificatore non è affat-
resistenza di carico, inserita sul collettore dei to impegnativo. II numero di componenti elettro-

613
ENTR.
USCITA

Fig. 2 - Senza far uso di circuito stampato, il cablaggio dell'amplificatore può essere
realizzato su una basetta di materiale isolante opportunamente rivettata. Il conteni-
tore metallico è d'obbligo, per poter scongiurare l'influenza di segnali estranei sul
circuito di entrata.

nici necessari è alquanto ridotto e i componenti Con questi tipi di semiconduttori, che risultano
stessi sono di tipo comune; anche le normali tol- tuttavia abbastanza costosi (il BF516 costa circa
leranze, dunque, non possono pregiudicare la 700 lire) si potranno ottenere bande passanti no-
realizzazione dell'apparato. tevolmente più estese, ma il guadagno dell'am-
Per i transistor TRl e TR2 consigliamo i comuni plificatore risulterà più ridotto.
BC177, mentre per il transistor TR3 è possibile Un tipico esempio di montaggio dell'amplificatore
utilizzare il comune BC107. Non è escluso co- è quello da noi realizzato e riportato nel disegno
munque l'uso di altri tipi di transistor, special- di figura 2. Facendo riferimento a questo schema,
mente quelli adatti a funzionare con le alte fre- il lettore potrà facilmente riconoscere la dispo-
quenze come, ad esempio, il transistor BF516 per sizione esatta dei terminali dei transistor.
TR1 e TR2, oppure il 2N708 per il transistor TR3. Come si può notare in figura 2, al circuito stam-

614
AMPLIFICATORE BF
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
A
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50 W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata El superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilità entrata El 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten.- 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
Il kit è comprensivo· di tutti gli
+ 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V zazione dell'amplificatore ripro-
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
Questa scatola di montaggio, veramente pre-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- la di montaggio, già presentata
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile scorso anno, viene ora equipag-
a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati. sempre allo stesso prezzo di
II kit é comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz- L. 21.500: una capsula microfo-
zazlone dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore.
le doppio ad aria.

e inviare
A-
se
pato si è preferito il circuito a fili conduttori,
ottenuto per mezzo di una basetta di materiale
isolante nella quale vengono applicati rivetti di
ottone, che. fungono da punti stagni per le salda-
ture dei terminali. dei componenti (figura 3).
La realizzazione del circuito è ottenuta in un con-
tenitore metallico (alluminio, lamiera di ferro, ra-
me, ottone), che provvederà, con il suo potere
di schermatura elettromagnetica, ad evitare ogni
.influenza di. segnali esterni diversi da quello di
entrata.
Facendo uso dell'amplificatore in accoppiamento
con il tester, consigliamo di inserire, in serie al
circuito d'uscita, un potenziometro semifisso da
10.000 ohm circa, che permetterà di regolare per-
fettamente il valore di fondo-scala dello strumen-
to. Ciò allo scopo di aumentare la sensibilità.

Fig. 3 - Ecco il disegno relativo alla distribuzione dei


rivetti di ottone sulla basetta 'di materiale isolante
necessaria per la realizzazione del cablaggio dell'am-
plificatore.

fig. 4 - I due interruttori S1a - S1b rappresentano


gli unici comandi dell'amplificatore. Essi permettono
di chiudere i circuiti di alimentazione delle due pile
a 9 V. Sulla parte superiore del contenitore è appli-
cata la presa di entrata; nella parte opposta è appli-
cata la presa di uscita.

616
Migliaia di nostri lettori hanno già costruito ed apprezzato le notevoli qualità
radioelettriche della microtrasmittente venduta da Elettronica Pratica in una
completa scatola di montaggio. E se molti non l'hanno ancora costruita, ciò è
dovuto soltanto alla mancanza di un ottimo ricevitore a modulazione di frequen-
za, con cui ascoltare, con chiarezza e potenza, suoni, voci e rumori trasmessi
a distanza da quel miracoloso e piccolo trasmettitore.
Ma ora tutti possono soddisfare il loro programma tecnico-costruttivo acqui-
stando questo meraviglioso

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617
La grande diffusione e il favorevole sviluppo del
diodo SCR si spiegano facilmente se si pensa
TROL alle numerose realizzazioni che con esso si sono
ottenute. Ma esiste un altro elemento che spiega
ulteriormente il perché del successo del diodo
RAPIDI E PROV controllato: le sue dimensioni, che sono pari a
quelle di un transistor o di un diodo di media
potenza e, ancora, la possibilità di realizzare con
il diodo SCR dei comandi di regolazione di no-
EMPIRICHE tevole potenza, che un tempo si potevano costrui-
re soltanto con l'impiego di voluminosissimi tra-
sformatori a rapporto variabile e cli notevole
Senza ricorrere ad una particolare at- costo.
trezzatura, con l'uso di un comune te-
ster è possibile portare a termine un APPLICAZIONI DEI DIODI CONTROLLATI
Con il diodo SCR è possibile regolare, in misura
sufficiente accertamento sullo stato continua, la velocità dei motori elettrici, anche
di... salute dei thyristor. di quelli di una certa potenza. E ancora possibi-
le controllare l'intensità luminosa di una lampada
o di un gruppo di lampade, così come avviene
nelle sale cinematografiche o, comunque, nei
1 1 tempo e l'usura sono i principali fatturi che
conducono al declassamento delle caratteri-
stiche intrinseche dei componenti elettronici.
E tale fenomeno, già risentito nelle valvole, non
grossi locali adibiti al divertimento. Anche le
luci psichedeliche possono essere realizzate con
J'uso del diodo controllato. Si può dire dunque
risparmia neppure i più moderni componenti allo che il diodo SCR è da considerarsi come un relé
stato solido, come i diodi, i transistor e gli SCR. allo stato solido, cioè privo di parti meccaniche
Occorre dunque, di quando in quando, appurare e di contatti mobili; tali caratteristiche offrono
l'integrità elettrica dei componenti. attraverso chiaramente notevoli garanzie di durata e cli buon
prove ed esami, più o meno lunghi, con apparec- funzionamento, anche nel caso di applicazioni
chiature più o meno ingombranti. pratiche di notevole impegno.
Ma queste prove possono essere classificate in Un altro grande vantaggio presentato dal thyri-
due grosse categorie: quella, più scientifica, in
cui si fa uso di particolari strumenti, anche co-
stosi, che permettono di raggiungere una dia-
gnosi completa del componente in esame, e quel- ANODO
la, cosiddetta empirica che, con l'ausilio di sem- Fig. 1 - Simbolo elettrico
plici mezzi di indagine, normalmente con l'impie- di un diodo
go del comunissimo ohmmetro, permette di co- controllato SCR.
noscere, con ragionevole precisione, se il com-
ponente in esame sia da ritenersi buono o difet-
toso, senza pretesa alcuna di indagare a fondo GATE
sulle sue caratteristiche. ( innesco )
Con il sistema della prova empirica è possibile CATODO
controllare il buon funzionamento di un moder-
ANODO
nissimo componente, cioè del diodo SCR che,
ormai, ha raggiunto una notevole diffusione an-
che fra i dilettanti di elettronica. ~/ 100/500 OHM
5+10 MOHM

I DIODI CONTROLLATI
I diodi controllati, chiamati anche, più comune-
mente, diodi SCR o THYRISTOR, non possono
OHM X 100O
considerarsi componenti elettronici di estrema
avanguardia, dato che essi trovano largo impiego, @ O

già da diverso tempo, nell'industria, soprattutto o


per usi professionali. Ma gli SCR possono ugual-
mente considerarsi componenti elettronici cli una
certa attualità, perché soltanto da poco tempo
CATODO
sono disponibili anche nel commercio al detta-
glio e, quindi, possono essere acquistati dal pub-
blico dei dilettanti. Tale fenomeno si è verifi- Fig. 2 - L'impiego di un comune ohmmetro permette
di conoscere, con sufficiente precisione, se un diodo
cato soltanto quando il prezzo degli SCR, prima SCR è da ritenersi buono o inutilizzabile. Le prove
accessibile soltanto ai grossi complessi industria- fondamentali sono due e consistono nella misura
li, ha perduto il suo carattere vertiginoso ed è della resistenza fra catodo e anodo, con lo strumento
sceso a valori normali. commutato nella portata ohm x 1, e nella misura resi-
stiva fra anodo e gate, con l'ohmmetro commutato
618 sulla portata ohm x 1.
stor consiste nella semplicità circuitale degli ap- LA PROVA DEGLI SCR
parati in cui esso viene inserito; esso è dunque L'esame di... salute dei diodi SCR consiste nel mi-
economico e permette di realizzare apparati di surare i valori resistivi esistenti fra i tre elet-
piccole dimensioni. trodi del componente, servendosi di un comune
tester commutato sulle portate ohmmetriche, co-
TECNICA DI BASE DEI T ppresentato in figura 2.
Il diodo SCR è dotato di tr terminali: l'anodo, ma prova del componente consiste nel
il catodo e il gate (o porta). I.: sua rappresenta- re la resistenza fra il catodo e l'anodo del
zione simbolica è riportata in figura 1. "},"""C]{lpg, i- u»tester commutato santa
L'SCR è composto internarne e da tre giunzio- isun oh T '1000 (meglio ancora, se esiste, la
ni P-N, che formano un semi onduttore di tipo ohm x lOi OOO. Se il componente è effi-
P-N-P-N, simile a due diodi e legati in serie il valore rjle to con lo strumento dovrà
Il terminale relativo all'anod fa capo, i ·e fra i 5 e i O megaohm, comunque ven-
mente, al semiconduttore P p ., esterno, i p ali, cioè indipendentemente
il catodo risulta collegato co il semic ura dello strumento.
N situato dalla parte opposta.
di materiale P è collegato l'e do e gate, dopo aver
tativo del gate o porta. a portata ohm x 1.
Applicando sull'anodo una te i potranno avere due
spetto al catodo, non si avrà erse tra loro, a causa
rente in alcun caso, così com tali dello strumento
do e l'SCR è rappresentabile rà rilevare, infatti, un
tore aperto. tra i 100 e i 500 ohm
Invertendo la polarità della tel sione, I'SCR rima- dei puntali del tester;
ne ancora bloccato, contraria ente a quanto av- puntali si potrà rile-
viene in un normale diodo, n quale si avrebbe ompreso tra i 10 e i
conduzione elettrica; ma il bl eco rimane finché
non arriva sul gate un impu o positivo tet- questa seconda prova,
to al catodo, di ampiezza tale a mettere il do ri resistivi molto ele-
controllato in completa cond zione. ioè molto shejauil' a quelli da noi indica-
Particolare importante. La c mutazione fvvi à possibile supporre una interruzzione del
ne in un tempo estremamentj breve, dell'hrdin o gate-catodo, con la conseguente inservi-
di 0,5 microsecondi, cioè in j mezzo milionesi- del componente. Nel caso in cui i valori
mo di secondo. Questo tempi i risultassero più bassi, oppure se le rni-
di quello richiesto dagli anal ttenute con l'inversione dei puntali del te-
nici. isultassero più basse o quasi uguali (valori
Una volta innescato, I'SCR jim hi ohm), ciò starebbe ad indicare certamen-
senza alcun bisogno di tensié presenza di un cortocircuito interno.
gate, e rimane conduttore an zioni di valori resistivi bassi, durante la
vengono applicati nuovi impulsi prova, starebbero ad indicare un sicuro
sitivi o negativi. :ircuito, mentre i valori resistivi superiori
Per diseccitare un diodo SC megaohm risulterebbero di più difficile in-

!'
il diodo SCR alto stato di i tazione. Può infatti accadere che il tester
due sistemi. Si può ridurre a ffra alcuna indicazione, facendo presumere
anodo e catodo, oppure si ri lore resistivo infinito, ma ciò può essere de-
negativo rispetto al catodo. E jn ta inato da una scarsa sensibilità dello stru-
sione alternata si rivela molto til to su portate molto elevate. Si deve quindi
sta passa per lo zero e inverte l t:luc\ere la probabile interruzione dell'SCR.
ad ogni semiperiodo. La commu a per dissipare questo dubbio occorre proce-
in un tempo molto breve, dell'ordine dere ad un'ulteriore prova, che può garantire da
secondi. sola la efficienza del diodo controllato. A tale sco-
Il diodo SCR, dunque, si comporta come un in- po basta collegare un puntale del tester, commu-
terruttore elettronico, il cui comando in chiusura tato sulla portata ohm x 1, con il catodo del com-
è rappresentato da un impulso positivo, mentre ponente e l'altro con l'anodo. Se tutto è in ordine
l'apertura può essere ottenuta riducendo a zero non si dovrà avere alcuna indicazione e, senza
la tensione tra anodo e catodo. togliere il puntale dall'anodo si toccherà con que-
Anche un normale transistor può comportarsi co- sto, per un solo attimo, il gate. Se il componente
me un interruttore; ma nel transistor si possono è buono esso si dovrà immediatamente innesca-
commutare soltanto le piccole potenze, mentre re, indicando un valore resistivo di pochi ohm (5
con il diodo SCR si possono facilmente commu- - 50 ohm), anche nel caso in cui il gate non venga
tare potenze dell'ordine delle migliaia di watt. più toccato. Se la prova da esito negativo, non è
Il transistor inoltre necessita di un comando ap- detto che il componente sia inutilizzabile, perché
plicato in modo continuativo, mentre l'SCR com- occorre ripetere la prova invertendo i puntali
muta per mezzo di impulsi. del tester.

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Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
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dove si può esaurire presto,
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usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati su I la Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L
600) in francobolli.

L'antenna per onde medie ripeterci ancora una volta sul tipo di antenna
Sono un assiduo lettore della vostra rivista, dal- più adatta al suo ricevitore, la invitiamo a leg-
la quale ho tratto molti spunti per la realizzazio- gere le pagine della rubrica «I primi passi »
ne di un gran numero di progetti. Ho realiz- presentata sul fascicolo di febbraio di quest'anno.
zato, tra l'altro, il ricevitore per onde medie, a Soltanto così potrà brillantemente risolvere il
due valvole, del quale ho acquistato la scatola problema di ascolto con il suo ricevitore.
di montaggio. Questo ricevitore è stato da voi
presentato sul fascicolo di febbraio dell'anno in Il fischio della superreazione
corso. Al circuito di entrata ho collegato lanten- Ho realizzato il progetto del sintonizzatore per
na TV, ma con questa riesco soltanto a sintoniz- l'ascolto della FM pubblicato nella rubrica «Un
zarmi sul primo canale radiofonico, mentre gli consulente tutto per voi», a pagina 297 del fa-
altri programmi vengono ricevuti soltanto in... scicolo di agosto dello scorso anno. Purtroppo
sottofondo. Vi sarei molto grato se mi vorreste sono riuscito a realizzare soltanto un oscillatore,
aiutare a risolvere questo problema. anziché un ricevitore radio, perché, a progetto
BAZZINI ANTONIO ultimato, si è sentito soltanto un fischio di no-
Milano tevole intensità, mentre non sono riuscito a ri-
cevere alcun programma radiofonico. Potreste
Non è la prima volta che ci capita di afferma- darmi qualche indicazione pratica per far fun-
re che l'antenna T non è assolutamente adatta zionare il mio apparato?
per l'ascolto dei programmi radiofonici ad onde STURLA GIANLUIGI
medie in modulazione di ampiezza. E per non Sestri Levante

629
Purtroppo lei non ci offre alcun dato preciso di massa, la bobina LI e le impedenze AF J1-J2.
sulla natura del fischio ascoltato con il suo rice- In ogni caso, se il fischio è quello della superrea-
vitore. Infatti se il fischio è quello della super- zione, per poter sintonizzare il ricevitore su qual-
reazione, esso è assolutamente normale, anzi co- che emittente, occorrerà intervenire sulla bobina
stituisce un pregio e attesta il perfetto funzio- LI, accorciando o allungando il solenoide, a me-
namento dell'apparato. Se invece si tratta di no che il compensatore variabile C2 non permetta
fischi di natura diversa, allora occorrerà scherma- l'entrata in gamma del ricevitore stesso.
re tra loro, tramite lamierini collegati al circuito

••••
Impedenza dei cavi coassiali segnale. Essa non può dunque riferirsi alla re-
Sono un appassionato CB e vorrei avere qualche sistenza dei conduttori, come dimostrano le prove
nozione precisa a proposito dell'impedenza dei da lei eseguite. Bisogna ricordare che il cavo coas-
cavi coassiali. Ho sentito dire che esistono cavi siale può esser paragonalo ad un condensatore
per trasmissione a 50 ohm e cavi TV a 75 ohm cilindrico (osservi il disegno qui riportato). Per
di impedenza. Che cosa significano tutti questi ogni metro di cavo, tra il conduttore interno e
dati? Con il tester, commutato • nella misura la calza metallica sussiste un certovalore capa-
ohmmetrica, ho cercato di rilevare il valore re- citivo che indichiamo con la lettera C. Assieme
sistivo di un tratto del conduttore « caldo » del alt' e fletto capacitivo del cavo è presente anche
cavo, ma lo strumento ha segnalato il valore di un effetto induttivo, così come avviene in ogni
O ohm; ho tentato' anche la misura della resi- conduttore percorso da corrente. Facendo rife-
stenza tra il conduttore « caldo » e la calza me- rimento ad un metro di lunghezza del cavo, in-
tallica del cavo, ma questa è risultata di valore dichiamo il valore dell'induttanza con la lettera
infinito. L'impedenza trova qualche riferimento L. L'impedenza caratteristica del cavo viene sta-
con la frequenza dei segnali che percorrono i bilita attraverso la seguente formula:
cav1.·;i
CICCARELLI MAURO
Bologna

Abbiamo buoni motivi per ritenere che sul con-


cetto di impedenza di un cavo coassiale vi sia Da questa formula è facile dedurre che il valore
un po' di confusione tra tutti coloro che non pos- dell'impedenza Z non dipende in alcun modo
seggono precise cognizioni teoriche in materia. dalla frequenza dei primari e nemmeno dalla
Ricordiamo quindi che l'impedenza di un cavo lunghezza del cavo, perché ad ogni aumento di
coassiale è una costante che non varia con la L corrisponde un aumento proporzionale di C e
sua lunghezza e neppure con la frequenza del il rapporto rimane costante.

630
Pilotaggio automatico del registratore guente: il segnale audio viene applicato allen-
Avrei intenzione di costruire un dispositivo e- trata e raddrizzato dai diodi Dl-D2; esso agisce
lettronico, completamente allo stato solido, in- sulla conduttività del transistor T Rl.
grado di avviare automaticamente un registratore Il potenziometro Rl regola il punto in cui il
quando si inizia a parlare arrestandolo quando la segnale manda in conduzione il transistor TRI.
voce scompare. Nonostante le numerose prove Poiché TRJ risulta praticamente cortocircuitato,
da me condotte, non sono ancora riuscito ad ot- il condensatore elettrolitico C2 può caricarsi at-
tenere nulla di positivo. Mi rivolgo dunque a traverso i seguenti elementi: D3-R3-D5. Quando
voi con la speranza che vorrete accontentare un - la tensione di rete inverte l'alternanza, il conden-
vostro assiduo lettore. satore C2, precedentemente caricato, si scarica
sul gate di SCRI provocandone l'immediato in-
BELLOTTI CESARE
nesco ed alimentando contemporaneamente il ca-
Palermo
rico. Il condensatore C3, essendo il carico ali-
mentato, può caricarsi attraverso la resistenza
Le proponiamo il progetto di un relé acustico R5 e il diodo D6; in tal modo si giunge all'in-
facendo impiega di due transistor SCR collegati nesco di SCR2 nella seconda alternanza e il
in antiparallelo. Il circuito è in grado di alimen- fenomeno si ripete finché il transistor TRI ri-
tare un carico della potenza massima· di 1 .000 mane conduttore. Quando nessun segnale risulta
watt circa appena l'intensità sonora raggiunge applicato all'ingresso del circuito, il carico non
un determinato livello, mentre elimina l'alimen- si disinnesca immediatamente, ma soltanto dopo
tazione alcuni secondi dopo che il suono è nuova- un certo tempo, che può essere variato a piacere,
mente sceso al di sotto di questo livello. Il se- a causa del condensatore C4. Questa variazione
gnale proveniente da un microfono dovrà essere di tempo si ottiene variando il valore capacitivo
opportunamente amplificato, perché il circuito del condensatore elettrolitico C4. Questo con-
qui presentato necessita, per il suo corretto fun- densatore è anche utile per impedire che il cir-
zionamento, della tensione di entrata di 1 V cuito si disinneschi durante le pause tra una pa-
circa. Il funzionamento del circuito è il se- rola e l'altra.

05

1
CARICO
o
SCRI +

r
c1

ENTR
6

COMPONENTI
CONDENSATORI VARIE
Cl = 100.000 pF TR1 SK3005 (RCA)
C2 = 10 µF 15 VI (elettrolitico) SCRl KD2100 (RCA)
3 = 10 F 15 VI (elettrolitico) SCR2 KD2100 (RCA)
C4 = 10-100 F 12 Vl (elettrolitico) D1 diodo al silicio 1N34A
RESISTENZE D2 diodo al silicio 1N34A
RI = 5.000 ohm - 2 W (potenz. a var. lin.) D3 raddrizzatore al silicio (SK3030)
R2 = 470 ohm D4 raddrizzatore al silicio (SK3030)
R3 = 4.700 ohm - 2 W D5 raddrizzatore al silicio (SK3030)
R4 = 270 ohm D6 = raddrizzatore al silicio (SK3030)
R5 = 4.700 ohm - 2 W S1 = commutatore (125 V 15 A)

631
Provatransistor datto per il controllo dei transistor PNP. Quando
Sono un appassionato di elettronica e leggo men- sui morsetti C-B-E vengono collegati i terminali
silmente la vostra rivista che ritengo la più inte- di collettore-base-emittore di un transistor in pro-
ressante nel settore, dei prodotti tecnici. Sono in va, se questo è efficiente, la lampada-spia LPl
possesso di un certo numero di transistor recu- si accende. Infatti, regolando il potenziometro
perati da vecchi apparati elettronici, che vorrei R2,si provoca una variazione di conduttività
utilizzare per la realizzazione dei vostri progetti. del transistor in prova il quale, influendo sulla
Tuttavia, prima di iniziare un qualsiasi montag- corrente di base del transistor TRJ, mette in
gio, vorrei conoscere le condizioni elettriche dei conduzione quest'ultimo che, normalmente, si tro-
semiconduttori e a tale scopo mioccorrerebbe va all'interdizione. E questa condizione elettrica
un semplice ed economico progetto di provatran- viene rivelata dall'accensione della lampada-spia
sistor. Potete accontentarmi? LPl. La resistenza semifissa R3 permette di ta-
LEVER VITTORINO rare il circuito regolando la corrente di prova.
Trento In pratica occorre inserire sui morsetti del cir-
cuito un transistor PNP perfettamente funzio-
I due progetti qui presentati, pur non offrendo nante e regolare la corrente di collettore, per
una elevatissima precisione di controllo dei se- mezzo del potenziometro R2; sino al valore di
miconduttori, consentono di apprezzare l'efficien- 5 mA; successivamente si regola la resistenza
za di un transistor in esame. Il progetto rappre- semifissa R2 in. modo da far accendere la lam-
sentato a sinistra serve per la prova dei transistor padina. Dopo questa semplice operazione di ta-
di tipo PNP; quello rappresentato a destra serve ratura la resistenza R2 noi dovrà più essere
per l'esame dei transistor di tipo NPN. La carat- ritoccata. Il potenziometro R2, a seconda della
teristica fondamentale di questi provatransistor rotazione, indicherà il guadagno del transistor in
è di non possedere alcun strumento indicatore, prova, tenendo conto che questo sarà tanto più
perché il controllo dei semiconduttori è basato elevato quanto più grande sarà la porzione di re-
sulla semplice accensione di una lampadina-spia. sistenza del potenziometro R2 inserita nel cir-
Il funzionamento dei due circuiti è assolutamente cuito.
elementare. Cominciamo col far riferimento al L'apprezzamento del guadagno in corrente di un
progetto rappresentato sulla sinistra, quello a- transistor sconosciuto varia entro i limiti di 50
...l:.. P1
-L.
r p
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01

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CO (Q)
• i
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b @


e 3V

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TR1 @
»
..... '
O

COMPONENTI
Rl 10.000 ohm
R2 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.) Rl 22.000 ohm
R3 250 ohm (resistenza semifissa) R2 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R4 220 ohm R3 250 ohm (resistenza semifissa)
TRI = AC126 (AC123 - AC151) TRl BC 108 (BC107)
D1 diodo zener (BZY87) Pl interruttore a pulsante
LPl lampada-spia (1,8 V- 0,1 A) LPl lampada-spia (1,8 V- 0,1 A)
Pl interruttore a pulsante Pila 3 volt
Pila 3 volt

632
e 200. Il diodo D1, che è di tipo zener, fissa il do che, per la realizzazione del progetto, mi sono
potenziale di emittore a 0,85 V circa. Se il tran- servito di una basetta di bachelite, ottenendo i
sistor TRI è di tipo al silicio, il diodo DI e la collegamenti, tra i vari componenti elettronici,
resistenza R4 dovranno essere eliminati. Il cir- con spezzoni di filo di rame, vorrei sapere se il
cuito rappresentato sulla destra è equivalente a soffio e l'ascolto delle emittenti radiofoniche rap-
quello rappresentato sulla sinistra. In questo cir- presentano effetti normali o anormali, causati
cuito non si è fatto uso del diodo zener, per- dalla mia· inesperienza.
ché il transistor TRI è di tipo al silicio. Per LAMBERTI MARIO
proteggere questi due circuiti di provatransistor Parma
da eventuali cortocircuiti tra collettore ed emit-
tore, consigliamo di inserire sul-punto «a», in Una certa dose di soffio è del tutto naturale in
serie alla base, una resistenza di alcune centinaia questo e in altri tipi di amplificatori di bassa
di ohm. frequenza. Anche-l'intromissione di alcuni pro-
grammi radiofonici è da considerarsi del tutto
normale. Comunque, per attenuare questi ultimi ...
• ••• disturbi, le consigliamo di collegare, in parallelo
al condensatore CI, un secondo condensatore di
valore capacitivo compreso fra i 1.000 e i 10.000
pF. Per quanto riguarda il fruscio, guesto può
L'integrato SN74141 essere notevolmente attenuato aumentando il va-
Sono in possesso dell'integrato della Texas SN- lore della resistenza R? sino a 100 e anche 200
74141, che è un circuito a scatto monostabile. ohm. L'aumento di questa resistenza, tuttavia, se
Con questo componente vorrei realizzare un tem- da una parte attenua il fruscio, dall'altra attenua
porizzatore alimentato con la tensione continua notevolmente il potere di amplificazione del cir-
di 12 V e vorrei ottenere un circuito con periodi cuito.
di temporizzazione da O a 5 minuti primi rego-
labili. E' possibile? In caso affermativo vi pre-
gherei di fornirmi lo schema relativo allappa-
rato.
DE RISI ROBERTO
• •••
Napoli
Un italiano in Baviera
L'integrato da lei citato non è un monostabile, Mi trovo in Germania, più precisamente nella
bensì un decodificatore decimale, sostituibile con Baviera e vorrei poter ricevere i programmi te-
il ben noto 7441. Vogliamo quindi ritenere che levisivi della Svizzera Italiana. Il mio televisore
lei abbia commesso un errore di citazione, men- funziona già con un'antenna adatta per la rice-
tre voleva riferirsi all'integrato monostabile SN- zione dei programmi TV della Svizzera Tedesca.
74121. In ogni caso, anche con questo circuito Alcune settimane fa sono stato presso alcuni miei
• integrato non e possibile ottenere periodi di tem- amici, che distano da me circa 60 chilometri.
porizzazione superiori ai 40 secondi. Presso cli loro ho potuto constatare che con la
normale antenna per la Svizzera tedesca riesco-
no a captare anche i programmi del cantone
• ••• italiano. Il tecnico che ha provveduto all'instal-
lazione del mio televisore mi ha assicurato che
nella zona in cui risiedo non è possibile ricevere
L'amplificatore da 1 W la Svizzera italiana. Ciò non mi sembra credibile,
Ho costruito l'amplificatore di bassa frequenza perché la distanza che divide me dai miei a-
da 1 W, presentato sul fascicolo di ottobre dello mici non è eccessiva. Vorrei quindi conoscere
scorso anno e facente impiego del circuito in- il vostro pensiero in proposito ed eventualmente
tegrato TAA300. Il progetto, in linea di mas- un vostro consiglio sul tipo di antenna più adat-
sima, è da considerarsi riuscito con esito ap- to a risolvere questo mio problema.
prezzabile. Tuttavia, quando effettuo il collega- CRISANTI ANTONIO
mento dell'amplificatore con il mangianastri, la Germania
riproduzione sonora è accompagnata da un sof-
fio assai fastidioso. Quando elimino questo col- Il tecnico da lei interpellato le ha dato una
legamento, poi, si sentono il soffio e alcune emit- risposta precisa e assolutamente credibile. Infatti,
tenti radiofoniche mescolate con esso. Consideran- le caratteristiche ambientali giocano un ruolo

633
importante nella propagazione delle onde radio. (TRl) e AC128 (TR2). Volendo utilizzare lo
Le facciamo un· esempio. Nella stessa città di. stesso alto parlante presente nell'interfono, lei do-
Milano esistono zone in cui le emissioni TV vrà apportare al circuito qui pubblicato le se-
della Svizzera italiana vengono perfettamente ri- guenti modifiche. Dovrà scambiare tra loro i due
cevute. In altre zone, a qualche chilometro sol- transistor TRl e TR2, cioè il transistor TRl di-
tanto di distanza, non si riesce a captare alcun viene un PNP mentre il transistor TR2 diviene
segnale, pur servendosi di efficientissimi apparati un NPN; dovrà ancora invertire le polarità del
preamplificatori. Tuttavia, lei può rendersi conto condensatore elettrolitico Cl, inserendo, in serie
di persona sulla veridicità della risposta ottenuta al conduttore che deve essere collegato con l'al-
dal suo tecnico acquistando l'antenna adatta per to parlante, una resistenza da 10 ohm I W.
la TV svizzera e un ottimo apparato preamplifi- Queste modifiéhe sono necessarie perché la nostra
catore, in modo da constatare se la ricezione è unità premontata presenta la linea di massa col-
possibile o no . legata con il morsetto positivo della pila. Per ef-
fettuare la chiamata sarà sufficiente premere il
•••• pulsante PI, tenendo conto che le stesse pile di
alimentazione dell'amplificatore servono anche
Avvisatore acustico per interfono per alimentare l'avvisatore acustico. Vogliamo an-
Ho realizzato con pieno successo l'interfono con cora ricordarle che il progetto qui presentato è
unità premontata pubblicato a pagina 190 del quello di una sirena elettronica. Infatti, quando si
fascicolo di marzo di quest'anno. Ora vorrei mi- preme il pulsante P1, il multivibratore entra in
gliorare l'impianto, inserendo nel circuito un av- oscillazione e l'altoparlante emette un suono la
visatore acustico di chiamata, completamente e- cui intensità dipende essenzialmente dal valore
lettronico. Mi basterebbe disporre del solo schema , dei condensatori C1-C2. Quando si lascia il pul-
elettrico dell'avvisatore, perché mi ritengo in sante, il condensatore Cl si scarica attraverso le
grado di effettuare da solo il collegamento con resistenze R1-R2 e la· tensione sui suoi terminali
l'impianto. diminuisce progressivamente; ciò provoca ugual-
GIOVANNI PREGADIO mente una variazione nello stesso senso della ten-
Salerno sione sulla base del transistor TRl. La frequenza
dell'oscillazione prodotta dal multvibratore di-
Il circuito che le proponiamo di realizzare è di minuisce progressivamente, assieme all'ampiezza;
tipo assolutamente classico, perché si tratta di un ciò si traduce, nell'altoparlante, in un suono si-
multivibratore pilotato da due transistor comple- mile a quello di una sirena. L'altoparlante deve
mentari che possono essere i comunissimi AC127 essere adatto per una potenza di 3-4 W.

o _r .

COMPONENTI
+ ICI
C1 = 40 F- 12 VI (elettrolitico)
C2 100.000 pF
Rl 68.000 ohm
R2 51.000 ohm
R3 22.000 ohm
TRl AC127 (2N4124)
TR2 AC128 (2N4126)

c2

634
IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE

Potenza nominale:
5 W con altoparlante
da 4 W - 5 ohm.
Sensibilità:
15 mW a 1.000 Hz.
Responso:
30-20.000 Hz a - 1,5 d.
Distorsione alla massima
potenza: inferiore all'1%/.
Alimentazione:
13,5 Vcc.

AMPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONTAGGIO L. 11.000
Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potrà ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potrà essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica- n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA -
tore, fatta eccezione per l'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
contenuti nella !nostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione).

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
PREZZO È ALLA
RTATA DI TUTTI! ■
L 1.750 ■
do dell'elettronica pratica. non
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V,
+ ~
R4 Il
R5

'G
C2 Il

g
12V
L
e me, l, q e

TR
H±;-
R2 IIC3

S2
R1
S1
: C4
TR3
R6

111111111111111
Generatore di segnali ad ampiezza variabile. Sull'uscita 4 è disponibile
Ho :fatto acquisto di un oscilloscopio d'occasione, un segnale ad onda quadra, ad ampiezza varia-
con il quale vorrei iniziare l'attività di audio- bile, con un fronte di salita di 0,5 µs. Analiz-
riparatore. E quindi necessario che il mio labo- zando brevemente il circuito, si nota che il ge-
ratorio venga completamente attrezzato per la- neratore vero e proprio è rappresentato dal tran-
nalisi e il controllo delle basse frequenze. Ma sistor unigiunzione TR?2, che funziona da oscil-
per raggiungere questo scopo mi occorrerebbe il latore a rilassamento; la frequenza dell'oscillatore
progetto di un generatore di segnali audio, di viene regolata tramite il potenziometro R3, che
tipo impulsivo, in modo da poter controllare con agisce sulla conduttività del transistor TRl. Al-
l'oscilloscopio il funzionamento degli amplifica- l'uscita 1 sono presenti impulsi di breve durata,
tori di bassa frequenza. con ampiezza di 14 V circa, su un'impedenza
di soli 3,3 ohm, quindi di notevole potenza.
LUCARELLI ARMANDO Dall'emittore del transistor unigiunzione TR2
Pescara vengono prelevati segnali a dente di sega, tra-
mite il transistor TR4 che è un transistor FET;
Quello che le proponiamo è un progetto relativa- questo transistor, in virtù della sua elevata im-
mente economico e di facile costruzione. Si tratta pedenza d'ingresso, non ... disturba l'oscillatore. I
infatti di un generatore in grado di erogare tre segnali vengono prelevati dalle uscite 2-3. Dalla
tipi diversi di forme d'onda, con una frequenza source del transistor TR4 i segnali a dente di
regolabile da 5 Hz a 25.000 Hz, in modo conti- sega vengono inviati ad un trigger di Schmitt,
nuo, suddivisa in due sottogamme. Dall'uscita 1 è pilotato dai transistor TR5 e TR6. Il trigger
possibile prelevare impulsi di breve durata; dalle provvede ad una perfetta squadratura dei se-
uscite 2-3 si possono prelevare impulsi a dente gnale, ché raggiunge poi il transistor separatore
di sega, di cui uno ad ampiezza fissa e l'altro TR7 e l'uscita 4 tramite il potenziometro R20.
R18

R16

l.li·
:u
RlO e

4%
R9 C7

1 i%" e

R14 R15
R-7

/\ //1 COMPONENTI JUJL


CONDENSATORI Rl0 - 270.000 ohm
CI = 200 F - 25 VI (elettrolitico) Rll 200.000 ohm
C2 = 33 µF - 25 VI (elettrolitico) R12 120.000 ohm
C3 = 680.000 pF Rl3 =500.000 ohm (potenz-. a variaz. lin.
C4 = 68:000 pF regolatore di larghezza degli impulsi)
es = 10.000 pF R14- 180 ohm
C6 = 33 pF R15 270.000 ohm
C7 = 150 pF R16 = 2.700 ohm
C8 = 82 pF • R17 220 ohm
RESISTENZE R18- 2.700 ohm
Rl = 220.000 ohm RI9 = 85.000 ohm
R2 = 27 .000 ohm R20 20.000 ohm (potenz. a variaz. lin. -
R3 = 2,5 megaohm (potenz. a variaz lin. regolatore di ampiezza del segnale di
regolatore di frequenza) uscita 4)
R4 = 75 ohm TRANSISTOR
R5 = 1 megaohm TRI =BCY34
R6 = 3,3 ohm TR2 = 2N2646
R7 == 2.400 ohm TR3 = 2N1306
R8 = 500 ohm (potenz. a variaz. lin. - TR4 =2N3819
regolatore di ampiezza del segnale di TR5 =2NI711
uscita 3) TR6 = 2N1711
R9 = 24.000 ohm TR7 = BFY64 (BCY34)
SCEGLIE'

eang%%
"E%i
Il fascicolo arretrato non invecchia niai! Pei--\'1 ~\\\
ché i progetti in esso contenuti, le molt - \ \\\\\i
zioni teorico-pratiche chiarament; {l
le illustrazioni e gli schemig9è$rif@li ii-
mangono sempre attuali. E èhéotr io certa-
mente al perfezionamento dell'attrezzatura
di, base di chi desidera ottenere risultati si-
curi nella pratica dell'elettronica.

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annata '72 (nove fascicoli) viene accordato COSTA L 500
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Le richieste debbono essere effettuate inviando l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n.


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Telefono: 671945.

638
INDICE. DELL'ANNATA 1972

AMPLIFICATORI fascicolo pagina


mese
Amplificatore stereo 20 + 20 W maggio 118
Preamplifìcatore stereo con integrato luglio 283
L'ascolto Hi-Fi in cuffia agosto 279
Amplificatore BF con ECL86 settembre 410
Amplificatore per chitarra- 50 W ottobre 468
Amplificatore con integrato- 1 W ottobre 492
Preamplificatore AF da 3 a 30 MHz novembre 572
Amplificatore BF 4 W efficaci dicembre 666

APPARATI VARI fascicolo pagina


mese
Miscelatorè per microfoni aprile 43
Il campanello segreto aprile 54
Lampeggiatore elettronico a frequenza variabile aprile 60
Fonorelé - ovvero la segreteria telefonica automatica maggio 93
Un circuito logico per antifurto maggio 102
L'organo psichedelico giugno 178
Variazione di velocità nei motorini in CC giugno 186
Interruttore crepuscolare giugno 218
Temporizzatori per tergicristalli luglio 264
Generatore d'urlo agosto 267
Un circuito logico per la fotocellula agosto 272
Un riduttore di tensione per batterie d'auto settembre 388
Tremolo elettronico settembre 402
Temporizzatore per fotografi con lampeggiatore settembre 436
Il contagiri elettronico settembre 442
II trioscillatore oscillatore a 3 toni ·' ottobre 508
Il ·controllo di tono sul microfono ottobre 519
Accensione elettronica a scarica capacitiva novembre 548
Lampeggiatore elettronico sequenziale completamente transistorizzato dicembre 628
Avvisatore acustico per l'automobilista distratto dicembre 656
Fotocomando per TV e ferromodelllsmo dicembre 676

DIDATTICA fascicolo pagina


mese
Elettronica allo stato solido
Prima puntata aprile 67
Elettronica allo stato solido
Seconda puntata maggio 144
Gli zener di potenza ad un prezzo bassissimo? giugno 164
Il miglior metodo per... giugno 211
Elettronica allo stato solido giugno 223
Terza puntata luglio 244
Tubi a vuoto spinto
Ringiovanite gli elettrolitici luglio 275
Elettronica allo stato solido
Quarta puntata luglio 303
Elettronica allo stato solido
Quinta puntata agosto 287
Messa a punto dei ricevitori FM settembre 424
Elettronica allo stato solido
Sesta puntata settembre 449

639
Elettronica allo stato solido
Settima puntata. ottobre 529
Costruiamo assieme una cassa acustica Hi-Fi novembre 593
Elettronica allo stato solido
Ottava puntata novembre 607
Elettronica allo stato solido
Nona puntata dicembre 689

PRIMI PASSI fascicolo pagina


mese
Le resistenze settembre 393
I condensatori ottobre 482
La saldatura novembre 562
I trasformatori dicembre 636

RICEVITORI fascicolo pagina


mese
Le onde corte in casa vostra aprile 4
Tico-Tico ricevitore a 8 transistor aprile 16
Calypso - radioricevitore supereterodina a valvole maggio 128
Una valvola doppia per l'ascolto delle onde medie giugno 169
L'ascolto perfetto delle VHF giugno 194
Gli esperimenti del principiante luglio 257
Due valvole per i due metri agosto 250
Il mio primo ricevitore radio agosto 260
II ricevitore... diagrammato settembre 500
Un IC per l'ascolto delle OM settembre 513

STRUMENTI fascicolo pagina


mese
11 capacimetro del dilettante aprile 10
Il controllore di campo aprile 27
Indicatore di livello BF a due canali con occhio magico EM81 aprile 48
Analizzate i vostri transistor maggio 84
Il generatore di bassa frequenza giugno 204
Controllate l'assorbimento In CA luglio 295
Misuratore di livello BF agosto 244
Monitor - Misuratore di campo settembre 418
Controllate i vostri SCR novembre 580
Il Gradadelic per il controllo delle potenze elettriche novembre 587
Minicalibratore a diodi dicembre 650

TRASMETTITORI fascicolo pagina


mese
Microtrasmittente in FM con circuito integrato aprile 32
Trasmettitore in fonia maggio 108

640
Abbiamo
scelto per voi
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3201ITT
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PER IL PRINCIPIANTE. Quello che riunisce In
un solo strumento le possibilità di effettuare
con semplicità e precisione misure di tensioni,
correnti e resistenze, soddisfacendo altresì le
esigenze degli elettricisti, dei riparatori radio-
TV, ecc. •
Questo analizzatore accoppia ad un formato
ridotto e robusto un quadrante di grandi di-
mensioni e di facile lettura; il galvanometro,
a bobina ·mobile, è protetto contro i sovrac-
carichi di breve durata e garantisce la preci-
sione delle letture e la vita eccezionale dello
strumento. Le diverse misure che si possono
eseguire e la precisione delle indicazioni ren-
dono questo strumento indispensabile nei la-
boratori di riparazione e controllo. Il tester
viene fornito con il corredo di cordoni, libret
to di istruzione e custodia In plastica.

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Resistenze (6 portate) 100 A - 1- 10- 100 mA - 1-5 A
Livelli
Precisione: ± 1,5%/, del valore max
Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1,5 V
CARATTERISTICHE TECNICHE sulla portata di 1 mA
Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5-3- 10-30- 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1 - 10- 100 mA- 1-5 A
Precisione: ± 1,5%/ del valore massimo, ± 3%/, sulla Precisione: ± 2,5% del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
Resistenza interna: 20.000 ohm/V (1000 ohm/V sulla Resistenze 3 gamme:
scala 1,5 V) x 1 5 ohm : 10 Kohm
Tensioni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3- 10-30- 100- 300 - 1000 V x 100O: 5 Kohm 10 Mohm
Precisione: ± 2,5% del valore massimo, ± 4/ sulla Dimensioni in mm
portata 1000 V larghezza 11 O, altezza 150, profondità 45
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della metà di un pacchetto di sigarette.
e l'elevato rendimento del circuito consente un'autonomia di 200 ore circa.
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lU
.Anno Il - N. 9- SETTEMBRE 1973 - Sped. in Abb. Post. Gr lii Lire 500

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mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a: ELETTRONICA PRATICA -
20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
L'Elettronica in ferie
L'elettronica non conosce e non ha mai conosciuto le ferie. So-
prattutto quella «nostra», cioè l'elettronica intesa come hobby
o disciplina collaterale ad altra professione, arte o mestiere. Anzi,
è proprio durante il periodo delle ferie, quando il tempo libero
si allunga, che tutti hanno la possibilità di realizzare i progetti
più complessi, quelli che richiedono più pazienza e riflessione, op-
pure di completarne altri appena iniziati.
E' in questo periodo dell'anno, dunque, che i nostri lettori se-
guono più attentamente la Rivista, nel fascicolo in corso e in quel-
li arretrati, sentendosi più vicini a noi, intensificando l'attività
con maggior fervore individuale e collettivo.
Chi è riuscito ad attrezzarsi nella maniera più completa, preve-
dendo l'inevitabile isolamento tecnico-commerciale, che le ferie
comportano, non ha avuto problemi, sentendosi soddisfatto del
lavoro compiuto. Chi invece si è trovato nelle condizioni di dover
reperire un componente o di ascoltare un consiglio, ha dovuto
inevitabilmente rinviare ogni cosa al mese di settembre, al mese
in corso, in cui tutti i settori della nostra Editrice hanno riaperto
i battenti, a partire da quello di spedizione di materiali elettroni-
èi e scatole di montaggio, fino a quello dell'assistenza e consulen-
za tecnica. •
Non ce ne vogliano quindi quei lettori che hanno dovuto aspettare
il nostro ritorno, per ricevere un pacco, una lettera o una pub-
blicazione.
Era giusto che anche noi abbandonassimo le scrivanie e i banchi
di prova e collaudo per goderci un breve e meritato periodo
di riposo.

- 641
L'ABBONAMENTO A

vi dà la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa


vostra, una Rivista che è, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualità e sicuro
funzionamento.

significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.


Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

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dalità di abbonamento, scegliendovi il REGALO preferito al
quale l'abbonamento vi dà diritto.
Vla Zuretti, 52 - Milano - Tel. 671945

ANNO 2 - N. 9 - SETTEMBRE 1973


LA COPERTINA - Riproduce il cablaggio, su cir-
cuito stampato, di un semplice apparecchio li-
mitatore di corrente e fusibile elettronico, che
può essere assai vantaggiosamente accoppiato a
tutti quegli alimentatori stabilizzati ancor privi di
un preciso dispositivo di protezione.

editrice

ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
m ar1O
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
PROTEGGIAMO L'ALIMENTATORE
stampa
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tel. 2526 - autorizzazione CON CIRCUITI INTEGRATI 662
Tribunale Civile di MIiano -
N. 74 del 29-2-1972 - pubbli-
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stltulscono.

643
PROTEGGIAMO
L'ALIMENTATORE
STABILIZZATO
La maggior parte degli alimentatori
stabilizzati, presenti oggi in commer-
cio, sono provvisti di dispositivi limi-
tatori di corrente e interruttori auto-
alimentatore stabilizza© .è un apparato mol-
L to diffuso nel settore dilettantistico. Come è
noto, esso consiste in un circuito transistoriz-
zato in grado di regolare la tensione d'uscita en-
matici in presenza di cortocircuiti. Ma
esiste ancora un gran numero di ali-
mentatori stabilizzati privi di ogni di-
tro limiti più o meno ampi, in modo da sosti- spositivo di protezione o forniti, tut-
tuire vantaggiosamente qualsiasi tipo di pila o t'al più, di un interruttore automatico
di accumulatore. di cortocircuito. Il nostro apparato
Ma l'alimentatore stabilizzato è un circuito che permette di ovviare a tali inconve-
utilizza un notevole numero di componenti elet-
tronici e proprio per questo motivo il suo costo nienti, accoppiando, in un solo circui-
risulta molto più elevato di quello di un comune to, quello del limitatore di corrente e
alimentatore non stabilizzato. Questo è il princi- quello del fusibile elettronico.

644
pale motivo per cui l'alimentatore stabilizzato pregio della semplicità circuitale. Essi rispondo-
viene da tutti conservato e usato con grande at- no assai bene ai sovraccarichi di breve durata e
tenzione, perché un suo eventuale danneggia- sono quindi da preferire nel processo di alimen-
mento risulterebbe alquanto sgradito. tazione degli amplificatori audio e di tutti quegli
Purtroppo, durante l'attività dello sperimenta- apparati nei quali si debbano tollerare picchi di
tore elettronico, i cortocircuiti negli apparati in corrente (limitati dal circuito stesso) senza che si
prova sono frequenti. E se -l'alimentatore non ri- interrompa l'alimentazione.
sulta convenientemente protetto, a causa delle Ma i limitatori di corrente presentano anche ta-
forti correnti che, durante i cortocircuiti, vengo- luni difetti. Il principale fra questi consiste nella
no ad attraversare i transistor di potenza, inse- pur lieve diminuzione della stabilizzazione della
riti nel circuito dello stabilizzatore, questi si bru- tensione. Un secondo difetto consiste nella no-
ciano, mentre gli eventuali fusibili si rivelano inu- tevole potenza dissipata sul transistor di potenza
tili, a causa del loro ritardo di intervento, che si in caso di cortocircuito.
verifica sempre quando il danno si è compiuto.
Nei moderni alimentatori vengono spesso inseriti
circuiti limitatori di corrente, denominati anche FUSIBILI ELETTRONICI
« fusibili elettronici», che interrompono l'alimen-
tazione quando la corrente supera un determi- I pregi dei fusibili elettronici consistono nel con-
nato valore di soglia. servare la stabilizzazione e nel permettere una
Esistono quindi due diversi sistemi di protezione riduzione, praticamente a zero, della dissipazio-
degli alimentatori stabilizzati : i limitatori di cor- ne. Ma se i fusibili elettronici non pregiudicano
rente e i fusibili elettronici. Entrambi questi si- generalmente la stabilizzazione, essi non tolle-
stemi, tuttavia, presentano pregi e difetti. rano il minimo sovraccarico e «scattano » ap-
La scelta di uno di questi due sistemi di prote- pena si supera il valore di soglia, rendendo im-
zione dipende sempre dall'impiego che si inten- possibile l'alimentazione in quei circuiti in cui
de fare dell'alimentatore. sono compresi condensatori di elevata capacità
nel circuito alimentatore, negli amplificatori au-
dio, nei motorini dei mangianastri, negli appa-
LIMITATORE DI CORRENTE rati mangiadischi, che richiedono allo spunto
una corrente notevolmente superiore a quella di
I limitatori di corrente presentano il notevole esercizio e in molti altri apparati.
LA DOPPIA PROTEZIONE

Per tutti quei lettori che si trovano in possesso


di un alimentatore stabilizzato sprovvisto di li-
mitatore di corrente, allo scopo di poter usufruire
di tutti i. benefici, soprattutto economici, derivan-
ti dalle protezioni elettroniche, presentiamo un
circuito che potrà essere. inserito in ogni tipo di
alimentatore, sia esso autocostruito o di produ- Fig. 1 - Questo circuito, che rappresenta la prima parte
zione industriale. del progetto definitivo dell'apparato di protezione degli
Il nostro circuito gode della proprietà di abbi- alimentatori stabilizzati, permette di analizzare detta-
nare i pregi di entrambi i tipi di dispositivi di gliatamente il funzionamento del circuito limitatore di
corrente., I valori dei componenti elettronici sono quelli
protezione, eliminando così, quasi totalmente, i citati nell'elenco pubblicato in corrispondenza del pro-
difetti dell'uno e dell'altro. getto completo di figura 2.

TR2

48e
R1
"5 ;3
TR1

ENTR. Il
01
R2

#%Ae Ra2 USCITA

D2

t
» l l l @

In pratica il nostro apparato è un limitatore di IL CIRCUITO DEL LIMITATORE


corrente seguito da un fusibile elettronico, ad
effetto ritardato, che interrompe l'alimentazione Prima cli iniziare l'analisi del progetto completo
solo nel caso in cui vengano a perdurare le con- del nostro apparato di protezione degli alimen-
dizioni di sovraccarico. In questo modo saranno tatori stabilizzati, prendiamo in considerazione
ben tollerati dal circuito i momentanei sovrac- il circuito del solo limitatore di corrente rappre-
carichi, mentre, in presenza di cortocircuiti per- sentato in figura 1.
duranti, venendo interrotta l'alimentazione, si Il circuito del limitatore di corrente è pilotato
eviterà ogni eccessiva dissipazione di potenza da due soli transistor. Uno di essi (TRl) è di
elettrica. tipo NPN, l'altro (TR2) è di tipo PNP.

646
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647
E NTR. use.
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Fig. 3 - II montaggio dell'apparato di proiezione può essere ottenuto direttamente


nel contenitore dell'alimentatore stabilizzato. Ma si può anche costruire un apparato
indipendente così come esso risulta qui rappresentato. Il circuito stampato permette
di agevolare il lavoro di montaggio, rendendolo compatto e di minime dimensioni.

Il transistor TRl funziona da elemento genera- che attraverso il collettore scorrerà una corren-
tore 'i corrente costante, mentre il transistor TR2 te costante, qualunque sia la tensione di ali-
funziona da elemento limitatore vero e proprio mentazione.
di corrente. Essendo la corrente di base del transistor TR2
Cerchiamo ora di comprendere il funzionamen- costante, con buona approssimazione, come quel-
to del circuito rappresentato in figura 1. La base la di collettore del transistor TR1, ne segue che
del transistor TRI viene polarizzata con un va- il transistor TR2 permetterà, al massimo, la cir-
lore di tensione costante stabilito dai diodi D1- colazione di una corrente f3 (beta) volte maggiore
D2, collegati in serie fra di loro. Con questo si- di quella di base, raggiungendo così un evidente
stema di polarizzazione di base del transistor effetto di limitazione della corrente.
TR1 si provoca il flusso di una corrente costante In normali condizioni di lavoro, cioè quando la
nel circuito di emittore dello stesso transistor. E corrente assume un valore inferiore a quello di
questo valore di corrente viene regolato dal po- soglia, la caduta di tensione tra collettore ed
tenziometro R5. emittore del transistor TR2 varia, a seconda del
Poiché si può ritenere che le correnti di emittore tipo di transistor, da 30 a 100 mV circa, mentre,
e di collettore siano praticamente le stesse, an- non appena si ha un superamento del valore

648
AMPLIFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 21500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50 W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a I megaohm
Sensibilità entrata EI 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
4 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori transistor al silicio
Il kit è comprensivo di tutti gli
4 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V zazione dell'amplificatore ripro-
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
Questa scatola di montaggio, veramente pre-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- la di montaggio, già presentata
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile scorso anno, viene ora equipag-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati. sempre allo stesso prezzo di
II kit è comprensivo di tutti gli elementi necessari per la reali- L. 21.500: una capsula microfo-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore.
le doppio ad aria.
massimo di corrente, questa tensione aumenta TR2, interrompendo la tensione di alimentazione.
sino a raggiungere, in caso di cortocircuito, quella Per ripristinare le normali condizioni di lavoro
totale di alimentazione. del circuito, occorre premere il pulsante Pl il
quale, scaricando il condensatore C2 attraverso
la resistenza R12 e costringendo all'interdizione
IL CIRCUITO COMPLETO il transistor TR3, permette al transistor TR2 di
ritornare nelle condizioni di condurre corrente.
Come abbiamo detto, il circuito di protezione, Volendo bloccare la tensione d'uscita del circuito,
presentato in questo articolo, comprende, oltre sarà sufficiente chiudere l'interruttore S 1 il qua-
al circuito limitatore ora descritto, anche quello le, costringendo all'interdizione il transistor TRl,
del fusibile elettronico ritardato. provocherà una conseguente interdizione del tran-
Il progetto completo del circuito cli protezione sistor TR2. Questo metodo è da preferirsi a
dell'alimentatore stabilizzato è rappresentato in quello dell'uso di un interruttore direttamente
figura 2. inserito sul circuito di alimentazione, dato che
In esso è facilmente riconoscibile la parte ora esso permette di utilizzare componenti, di basso
descritta, quella rappresentata sulla sinistra del prezzo, anche nel caso in cui si debbano inter-
disegno e comprendente i transistor TR1 e TR2. rompere notevoli potenze elettriche.
A questa parte è stato aggiunto il circuito rap-
presentato sulla destra e pilotato dal transistor
TR3, che permette di attuare l'interruzione ri- REALIZZAZIONE PRATICA
tardata.
Complessivamente, quindi, il circuito di figura 2 Il nostro apparato, dato il piccolo ingombro, può
agisce nel modo seguente. essere destinato all'inserimento diretto nello stesso
Finché il carico applicato all'uscita del circuito contenitore dell'alimentatore stabilizzato, ma può
assorbe una corrente di valore inferiore a quello anche rappresentare un apparato a sé stante.
di soglia, il transistor TR2 rimane saturo e poi- L'ingrèsso del limitatore dovrà, in ogni caso, ri-
ché, conseguentemente, la tensione di collettore sultare collegato con l'uscita dell'alimentatore sta-
emittore risulta inferiore ai 100 mV circa, bilizzato, in modo che all'uscita del nostro cir-
il transistor TR3 rimane all'interdizione. Infatti, cuito di protezione si possa usufruire della stessa
come si può notare, l'emittore del transistor TR3 tensione stabilizzata fornita dall'alimentatore, di-
è collegato con l'emittore del transistor TR2, minuita del valore della caduta interna che, co-
mentre la base è polarizzata, tramite le resistenze me abbiamo detto, si aggira intorno alle poche
R7 -R8- R9- RIO- RI1, ad una tensione che decine cli millivolt.
supera di circa 300 mV quella di emittore, es- Volendo ottenere una stabilizzazione perfetta,
sendo la tensione sui terminali del diodo D4 nonostante l'inserimento della protezione, occor-
distribuita in misura uguale tra le due resistenze rerà « trasportare » il circuito potenziometrico,
uguali R8- R9 ( circa 600 m V). per la comparazione di tensione, sempre presente
La tensione esistente tra base ed emittore del in parallelo all'uscita dell'alimentatore stabiliz-
transistor TR3 risulta, al massimo, di 300 4 zato, in parallelo con l'uscita del limitatore, ri-
100 mV = 400 mV, cioè insufficiente a mettere spettando ovviamente le polarità di connessione.
in conduzione il transistor. In questo modo la caduta di tensione sul rego-
Quando si verifica un qualsiasi fenomeno di so- latore verrà automaticamente compensata da una
vraccarico, la tensione presente fra emittore e minor tensione sul transistor regolatore dell'ali-
collettore del transistor TR2 sale bruscamente, mentatore.
come è stato detto in precedenza; ma il transi- Il montaggio dell'apparato, facilitato dalla com-
stor TR3 non entra immediatamente in condu- posizione del circuito stampato, il cui disegno
zione, perché la presenza del condensatore C2 in grandezza naturale è rappresentato in figura 4,
ritarda l'aumento di tensione sulla base del tran- non presenta difficoltà pratiche.
sistor. Comunque, nel caso in cui il sovraccarico Il transistor TR2 che, a seconda della corrente
dovesse persistere, il transistor TR3 entra in con- massima che si vuol limitare, può essere anche
duzione, mentre il collettore sottrae corrente alla di tipo diverso da quello da noi prescritto, non
base di TR2, che diviene ulteriormente meno necessita di aletta di raffreddamento perché in
conduttore, aumentando così la propria tensione caso di sovraccarico, esso agisce soltanto per un
di collettore-emittore. Conseguentemente anche breve periodo di tempo, dopo di che, in virtù
il transistor TR3 diviene maggiormente condut- dell'entrata in funzione del fusibile elettronico,
tore e si genera così un ciclo di reazione che la corrente viene ridotta quasi al valore zero
porta rapidamente all'interdizione il transistor (0,3 mA residui circa).

650
Ricordiamo che il valore del condensatore C2
determina il tempo di ritardo prima della inter-
ruzione. Il valore capacitativo di questo conden-
satore può essere aumentato o ridotto a seconda
delle necessità.
Tutti i diodi montati nel circuito sono di tipo
a1 silicio, di piccola potenza. Per essi si possono
praticamente utilizzare tutti i tipi di diodi pre-
senti in commercio oltre che, ovviamente, quelli
elencati da noi.
Non abbiamo altro da aggiungere alla descrizione
teorica e pratica di questo utile progetto e non
ci resta quindi eh-e augurare una buona realiz-
zazione dell'apparato e un pronto successo, invi-
tando tutti i lettori a considerare che il costo
iniziale dell'apparato, tuttavia non eccessivo, de-
terminerà in tempi successivi un sicuro risparmio
sulle inevitabili distruzioni dei transistor che, a
lungo andare, vengono ad incidere notevolmente
sul bilancio economico dello sperimentatore di-
lettante, in misura assai maggiore di quella di
Fig. 4 - Disegno in grandezza naturale del circuito
una nutrita scorta di pile sempre ... fresche.
stampato necessario per la realizzazione dell'apparato
di protezione degli alimentatori stabilizzati.

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651
I PRIMI PASSI
Rubrica
l] dell'aspirante
i/elettronico

ELEIIEITI
DI PRATICA
COM n transistor
amplificatore BF
Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

1 1 transistor, nonostante la continua e prepo-


tente avanzata dei circuiti integrati, è da ri-
tenersi, ancor oggi, il componente elettronico
SCHEMATIZZAZIONE DEL TRANSISTOR

Tutti i progettisti, quando intendono schematiz-


zare un transistor, in modo da poter effettuare
di maggior interesse pratico, soprattutto nel set-
tore dilettantistico. calcoli precisi, fanno ricorso a taluni circuiti,
In questo nostro appuntamento mensile con gli chiamati « circuiti equivalenti del transistor»,
aspiranti elettronici non intendiamo dichiarare che rappresentano un insieme di resistenze, con-
ulteriormente i pregi del transistor, perché essi densatori, generatori di correnti e tensioni che,
sono ormai noti a tutti, anche a coloro che non opportunamente collegati, simulano il funziona-
si interessano affatto di elettronica, vogliamo in- mento del transistor stesso. Ma la schematizzazio-
vece illustrare la funzione del transistor in qua- ne di chi progetta non può semplificare per noi
lità di elemento amplificatore, le sue pratiche il dialogo tecnico con il lettore. Esso introdur-
applicazioni nei circuiti e la ragion d'essere dei rebbe notevoli complicazioni, senza offrire un'idea
componenti elettronici direttamente o indiretta- chiara e semplice del preciso funzionamento di
mente collegati ad esso. un transistor amplificatore in bassa frequenza.

652
si otterrà un valore di tensione proporzionale al-
la resistenza del potenziometro immaginario e
dipendente dalla corrente di base.
Ruotando di poco il potenziometro si avrà una
debole corrente di base ed un elevato valore di
resistenza fra collettore ed emittore; la tensione
misurata fra collettore ed emittore del transistor
risulterà assai elevata così come schematizzato nel
potenziom etro
immaginario
circuito di figura 2 A.
e
PILA 9V
Ricordiamo che sulla resistenza RC, realmente
esistente, perché rappresenta il carico del tran-
e sistor, si ottiene una tensione di valore pari a
quello della tensione totale di alimentazione del
circuito, diminuita della tensione di caduta sul
transistor.
TR Gli scherni delle figure 2B - 2C dimostrano inve-
ce che l'aumento della corrente di base pro-
voca una diminuzione progressiva della tensione
sui terminali del transistor.

Fig. 1 - Per semplificare il concetto di transistor am- Fig. 2A - Ruotando di poco il cursore del potenziome-
plificatore, abbiamo sostituito questo elemento con un tro immaginario, si otterrà una debole corrente di base
potenziometro immaginario. La rotazione del perno del ed un elevato valore di resistenza fra collettore ed
potenziometro simboleggia la variazione di flusso di emittore, con una conseguente elevata tensione fra
corrente sulla base del transistor. questi due elettrodi.

Ecco perché abbiamo preferito ricorrere, alme-


no in questa sde, ad una schematizzazione priva
di ogni rigore matematico, ma in grado di for-
nire ai principianti quelle idee necessarie per
muovere i primi passi nel settore della transisto-
nzzaz1one.
Per semplificare il più possibile il linguaggio te-
segnale
cnico, abbiamo voluto simboleggiare il transistor debole
con un potenziometro, il cui funzionamento è 8V
noto a tutti. Infatti, la rotazione del perno del
potenziometro, nel nostro caso, simboleggia il
flusso di corrente sulla base del transistor; tanto TR
maggiore è la rotazione del cursore del potenzio-
metro, tanto più elevata è l'intensità di corrente
assorbita dalla base del transistor; conseguente-
mente risulterà tanto minore la resistenza sugli
estremi del potenziometro, che simboleggiano il
collettore e l'emittore del transistor. @»
Con questo sistema, inserendo il transistor in un
circuito come quello rappresentato in figura 1 e
misurando la tensione fra collettore ed emittore,

653
Vediamo ora di chiarire questi tre concetti fon-
damentali che permettono di comprendere il
funzionamento degli apparati elettronici.
Si dice che un transistor è « interdetto », oppure
si trova « all'interdizione » quando, pur essendo
alimentato, non permette il passaggio di alcuna
corrente di collettore.
Conseguentemente, facendo riferimento allo sche-
ma riportato in figura 3, dato che a causa della
corrente nulla non esiste alcuna caduta di ten-
sione sui terminali della resistenza RL, tutta la
segnale tensione verrà concentrata sui terminali del tran-
me d10
sistor.
Un transistor può essere portato a funzionare in
regione di interdizione attribuendo alla base il
potenziale O V rispetto all'emittore, cioè corto-
circuitando base ed emittore del transistor stesso.
Una situazione simile all'interdizione si può ave-
re nei transistor al silicio, lasciando libera la
base, in quanto la corrente. di « perdita » del
transistor risulta in questo caso talmente piccola

fig. 2B- Ad un aumento della corrente di base corri- Fig. 2C • Annullando la resistenza del potenziometro
sponde una diminuzione progressiva della tensione sui immaginario, la corrente di base assume il suo mas-
terminali di emittore-collettore. simo valore; contemporaneamente la tensione sui ter-
minali di emittore-collettore raggiunge il valore minimo.

INVERSIONE DEL SEGNALE

Dagli esempi fin qui illustrati è facile comprende-


re come il transistor, montato in circuito con
emittore a massa, inverta il segnale proveniente
dalla base. Infatti, ad ogni aumento cli corrente
di base corrisponde una diminuzione della ten-
sione di collettore; quindi, se il segnale applicato
all'entrata fosse cli tipo variabile, composto rispet-
tivamente da un aumento, una diminuzione, un
aumento ed ancora una diminuzione di tensione,
sul collettore. oltre che un aumento dell'am-
piezza del segnale (amplificazione), si otterreb-
be anche una inversione del segnale (sfasamento
di 180), cosi che il segnale risulterebbe compo-
sto da una diminuzione, un aumento, una di-
minuzione ed infine un aumento del segnale
stesso.
TR
TRE ZONE DI FUNZIONAMENTO DEL
TRANSISTOR

Quando un transistor viene montato in un qual-


siasi circuito, esso può funzionare in tre « zone »
diverse; cioè può trovarsi. all'interdizione, in zo-
©
na lineare o in saturazione.

654
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CARATTERISTICHE
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Potenza nominale:
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permettere, a sua volta, il flusso di una certa
corrente attraverso il collettore.
La corrente di polarizzazione può variare, in as-
senza di segnali, di qualche decimo di milliampere
nei transistor a bassissima dissipazione, mentre
può variare di qualche decina di milliampe-
re negli stadi finali audio di potenza. Natu-
ralmente la tensione tra collettore ed emittore
corrente assumerà un valore intermedio rispetto a quello
zero
della tensione di alimentazione, mentre la ten-
sione di base, nei transistor_ al silicio, risulterà di
0,6 V circa, in quasi tutte le condizioni di im-
piego del transistor; nei transistor al germanio
la tensione di base risulterà di 0,2 V.

ZONA DI SATURAZIONE
9V Analizziamo ora la terza zona di funzionamento
del transistor: quella di saturazione, corrispon-
dente ad una resistenza quasi nulla del poten-
ziometro immaginario.
In queste condizioni la tensione sui terminali del
transistor risulta di pochi decimi di volt (ad
esempio 0,2 V), mentre la corrente che attraver-
sa il circuito dipende essenzialmente dal valore
della resistenza di carico RL.
Fig. 3 - In assenza di polarizzazione di base, cioè in Per condurre un transistor alla saturazione, oc-
presenza di corrente nulla di base, non esiste alcuna
caduta di tensione sui terminali della resistenza RL, corre fornire alla sua base una corrente relativa-
mentre tutta la tensione risulta concentrata sui termi- mente intensa, cioè tale da abbassare la tensione
nali di emittore-collettore. fra collettore ed emittore ai valori prima citati.
Si noti che la tensione base-emittore, in questo
caso, non differisce sostanzialmente dal valore
di 0,6 - 0,8 V.

da poter essere ritenuta praticamente nulla. Que- POTENZA DEI TRANSISTOR


sta zona di funzionamento non è assolutamente
utilizzabile per la realizzazione di circuiti ampli- Quando si parla di un transistor, capita spesso
ficatori, perché provoca notevoli distorsioni del di citare il valore della tensione massima tra col-
segnale. Essa viene utilizzata per la realizzazione lettore ed emittore e quello della corrente massi-
dei circuiti a scatto, largamente impiegati nell'e- ma di collettore.
lettronica professionale ed industriale. Si è così portati a considerare la potenza massi-
ma dissipabile dal componente stesso, considerata
come il prodotto di queste due grandezze, secondo
LA ZONA LINEARE la ben nota formula :
La zona lineare di funzionamento di un transi- Pmax Vmax x Imax
stor è quella che maggiormente interessa l'ampli-
ficazione di segnali, perché le buone amplificazio- Ma con questo concetto si commetterebbe un
ni si ottengono con segnali di uscita a bassa di- grosso errore, perché in un transistor, ad esem-
storsione. pio, di tipo 2N1711 si ha: Vcc = 50 V e le
La zona lineare viene ottenuta polarizzando op- . = 1 A, mentre il valore massimo della potenza
portunamente la base del transistor, cioè invian- dissipabile non è quello ottenuto applicando la
do alla sua base una certa corrente che, in figura formula or ora citata, cioè 50 x 1 = 50 W, bensì
4, attraversa la resistenza di polarizzazione RP; quello di soli 3 W. Ciò significa che non si può
questa corrente deve assumere un valore tale da far funzionare un transistor utilizzando i valori

656
zione, avviene che, con il transistor all'interdi-
zione, la tensione sui suoi terminali è di 50 V;
ma essendo nulla la corrente di collettore, il
transistor può tranquillamente sopportare le con-
dizioni di lavoro citate. Quando, al contrario, il
transistor si trova in saturazione, nel carico scor-
re una corrente di 1 A (50 W :50 V = 1 A); e
poiché la tensione fra collettore ed emittore è di
soli 0,2 V, circa, la potenza dissipata dal tran-
corrente sistor risulta di 0,2 Vx1 A = 0,2 W, cioè per-
RP debole fettamente sopportabile dal transistor stesso.
(1Mn ) Occorrerebbe aggiungere ai valori citati quello
della potenza dissipata per effetto della corrente
di base del transistor; ma poiché questa può es-
sere abbondantemente valutata nella misura di
1/10 della potenza precedentemente dissipata
(0,02 W), è ovvio che ciò non introduce sostan-
ziali cambiamenti.
6V

AMPLIFICATORE CON EMITTORE A MAS-


SA

Come è noto, il transistor è un componente elet-


tronico destinato a funzionare essenzialmente in
qualità di elemento amplificatore. Ma per poter
svolgere questa funzione, il transistor deve es-
sere montato, nei vari circuiti, secondo opportuni
Fig. 4 - La zona lineare di funzionamento di un tran- criteri.
sistor interessa maggiormente l'amplificazione di se- In pratica esistono tre sistemi fondamentali con
gnali. Essa viene ottenuta polarizzando opportunamen-
te la base del transistor, cioè inviando alla base una i quali solitamente vengono montati i transistor
certa corrente che attraversa la resistenza di polariz- amplificatori. Essi sono: circuito con emittore a
zarione RP. massa, circuito con collettore a massa, circuito
con base a massa.
Con il termine « massa » non si vuol dire che il
terminale del transistor, emittore-collettore-base,
debba essere praticamente collegato con il cir-
di corrente e _tensione rappresentanti i limiti cuito di massa dell'apparato elettronico, ma si
massimi, ma occorrerà fare in modo che, caso vuol precisare che il punto del circuito, nel qua-
per caso, il prodotto V x I - risulti inferiore ai le viene collegato l'elettrodo del transistor, abbia,
3 W. anche in presenza di segnale, una tensione rigo-
Utilizzando quindi una tensione di 50 V, la rosamente fissa rispetto a uno qualsiasi dei ter-
massima corrente che potrà interessare il tran- minali delle linee di alimentazione. Per esempio,
sistor sarà di 0,06 A (50 V x 0,06 A = 3 W), con il termine « massa » si possono indicare, in-
mentre con una corrente di 1 A non si dovrà su- differentemente, la linea negativa o quella posi-
perare la tensione Vce di 3V(3V1 A = 3 W). tiva del circuito di alimentazione e, più in gene-
Il valore di potenza dissipabile dal transistor non rale, tutti quei punti del circuito elettronico che
deve, tuttavia, essere confuso con quello della risultano collegati con i vari punti di alimenta-
massima potenza dissipata dal carico del tran- zione tramite condensatori di capacità relativa-
sistor. Infatti, facendo riferimento al disegno mente elevata o diodi zener.
di figura 6, dimostreremo ora in qual modo, Dopo aver chiarito questo importante concetto,
con il transistor precedentemente citato, sia pos- possiamo analizzare la prima configurazione cir-
sibile alimentare anche un carico di 50 W. In- cuitale di un transistor amplificatore, quella del
fatti, se la tensione di alimentazione assume il circuito con emittore a massa rappresentata in
valore di 50 V e il transistor vien fatto funziona- figura 7 A.
re come un semplice interruttore elettronico, Il transistor con emittore a massa rappresenta
sfruttando cioè le zone di interdizione e satura- il tipo di collegamento più comune e familiare

657
RP
forte
(33K) corrente

TR
l ·@ ~~!I
e
0,7 V 0,2v

Fig. 5 - Questo schema permette di analizzare la zona Ag. 7A - Circuito con emittore a massa, denominato
di saturazione del transistor, quella corrispondente ad anche circuito con entittore comune.
una resistenza quasi nulla del potenziometro immagi-
nario. La tensione di emittore-collettore è di pochi
decimi di volt; la tensione base-emittore non differisce
sostanzialmente dal valore di 0,6 - 0,8 V.

a tutti i lettori per ottenere uno stadio amplifica-


tore a semiconduttore. •
Questo tipo di circuito permette di ottenere, ri-
spetto agli altri circuiti, la massima amplifica-
zione di potenza, dato che il segnale di entrata
viene amplificato sia in tensione sia in corrente.
Il circuito presenta una impedenza di entrata
RES. 50V
(50 W )
di valore relativamente basso, aumentabile tra-
mite l'inserimento di una resistenza collegata in
serie con l'emittore; l'impedenza d'uscita è pari
o press'a poco pari al valore della resistenza di
carico RL.

AMPLIFICATORE CON COLLETTORE A


e MASSA

Il circuito riportato in figura 7 B propone lo


schema di montaggio di un transistor con collet-
tore a massa. Questa configurazione è anche nota
con terminologie diverse ( collettore Comune -
Fig. 6 - Il valore della potenza dissipabile da un tran- emitter follower - inseguitore d'emittore, ecc.).
sistor non deve essere confuso con quello della mas- Questo circuito amplificatore non amplifica in
sima potenza dissipata dal carico del transistor stesso.
L'analisi di questo circuito permette di Interpretare in pratica il segnale; almeno per quel che riguarda
qual modo sia possibile alimentare un carico di 50 W. la tensione del segnale stesso; esso serve invece

658
R2

Sl
RP

-4
Cl
(g
u k
t& USCITA
9V
e

'
e
TR1 (ò
e
ENTRATA
V
(n';
ENTR.
RL~TA

Fig. 8 - Esempio di circuito di uno stadio preamptifica-


tore pilotato da un transistor NPN con emittore a
massa. La resistenza R1 rappresenta la resistenza di
polarizzazione, mentre la R2 assume le funzioni di re,
sistenza di carico.
@
Fig. 7B - Transistor montato in circuito con collettore
a massa. Questa configurazione è anche nota con le
seguenti tenninologie: collettore comune- emitter fol-
lower - inseguitore d'emittore.

RL

ENTR. USCITA

USCITA

©
Fig. 9 • La realizzazione del preamplificatore di bassa
Fig. 1C • Transistor montato in circuito con base a frequenza, pilotato a transistor con emittore a massa,
massa. Permette di ottenere una notevole amplifica- deve essere racchiusa In un.,còntenitore metallii::o· col-
zione di tensione. legato con la linea di massa.

659
come stadio separatore-adattatore, in quanto do-
tato di un'impedenza di ingresso molto elevata
e di un'impedenza d'uscita assai bassa. Il transi-
stor con collettore a massa permette di non so-
vraccaricare la sorgente del segnale e disporre
all'uscita di un segnale di pari tensione ma assai
I FASCICOLI
più potente.
ARRETRATI
AMPLIFICATORE CON BASE A MASSA

La terza configurazione del transistor amplifica-


DI
tore è quella del suo collegamento con base a
massa, così come rapresentato in figura 7 C.
Con questo tipo di circuito è possibile ottenere
una notevole amplificazione di tensione, mentre
quella di corrente è pari all'unità (circa).
Il circuito con base a massa si presta assai bene
alle funzioni di circuito elevatore di impedenza,
oppure di adattatore di impedenza per microfo-
ni dinamici o altoparlanti utilizzati in veste di
microfoni. sono le « perle » di una prezio-
sa collana tecnico-pratica, che
porta in casa vostra il piacere
ESEMPIO DI PREAMPLIFICATORE BF
e il fascino di una disciplina mo-
Tutte le nozioni teoriche fin qui citate permetto- derna, proiettata nel futuro, che
no al lettore di comprendere l'esatta funzione di interessa tutti: lavoratori e stu-
tutti gli elementi che compongono un semplice denti, professionisti e .studiosi,
circuito preamplificatore di bassa frequenza. giovani e meno giovani.
Il circuito rappresentato in figura 8 è quello di
uno stadio amplificatore pilotato da un transi-
stor NPN con emittore a massa ( emittore comu-
ne); la resistenza Rl rappresenta la resistenza di
polarizzazione, cioè la resistenza che permette di
far funzionare il transistor in zona lineare. La re- RICHIEDETECELI
sistenza R2 assume le funzioni di resistenza di

SUBITO
carico. I condensatori C1 - C2, presenti all'en-
trata e all'uscita del circuito hanno il compito
di isolare la componente .continua del segnale,
permettendo così il collegamento del preamplifi-
catore sia con amplificatori con tensione negativa
a massa, sia con amplificatori con tensione posi- PRIMA CHE
tiva a massa.
In figura 9 è rappresentata la realizzazione spe-
rimentale del circuito del preamplificatore, che
SI ESAURISCANO
deve essere racchitsa in un contenitore metallico
collegato con la linea di massa. I conduttori di
entrata e di uscita debbono essere ottenuti con
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TACHIMETRO
FOTOELETTRONICO
Con l'impiego di due circuiti inte-
grati, di due transistor, di un mi-
croamperometro e di pochi altri
componenti, potrete costruirvi un
ottimo tachimetro portatile, con
alimentazione autonoma, in grado
di rilevare la velocità di rotazione
di un motore elettrico, di un qual-
siasi asse, albero od organo mec-
canico in movimento.
662
a misura della velocità di rotazione di orga- illuminazione dell'albero rotante, facilmente rile-

L ni in movimento è spesso considerata come


un problema difficilmente attuabile, soprat-
tutto da chi non possiede speciali attrezzature
meccaniche.
vabile dalla fotoresistenza.
Nel caso in cui le parti in movimento siano opa-
che o scure, i migliori risultati si ottengono uti-
lizzando la vernice bianca o quella metallizzata
Capita spesso di non riuscire ad accoppiare, al- riflettente; in caso contrario, cioè in presenza di
l'organo in rotazione, alcun contagiri meccanico, parti in movimento perfettamente lucide, si do-
per ovvii motivi di spazio o di pericolosità come, vrà ricorrere alla vernice opaca o scura. La verni-
ad esempio, nel caso della misura di velocità di ciatura può essere anche sostituita con l'apposi-
rotazione delle pale di un ventilatore o di un di- zione di una striscia di nastro adesivo colorato o
spositivo difficilmente accessibile nella sua parte di un pezzo di carta comune; questa soluzione è
rotante. valida, tuttavia, nel caso in cui non si debbano
Il problema tuttavia non rimane senza soluzio- misurare velocità di_rotazione troppo elevate; es-
ne, perché esistono molti metodi che permetto- sa costituisce comunque un'alternativa alla ver-
no di rilevare la misura del numero di giri sen- niciatura.
za necessità di alcun accoppiamento meccanico. Una volta effettuata, a seconda dei casi, una qual-
E tra questi il più importante è certamente il me- siasi di queste operazioni, sarà sufficiente avvici-
todo stroboscopico, che consiste nell'inviare lam- nare la fotocellula all'organo in movimento, in
pi di luce, tramite apposite lampade, verso lor- modo che essa possa captare la luce riflessa. Si
gano in movimento, per ricercare la frequenza generano così degli impulsi che, amplificati da
alla quale si ottiene l'apparente staticità. Ma tale un primo circuito integrato, di tipo logico e quin-
sistema risulta il più delle volte assai costoso, a di a basso costo, verranno inviati successivamen-
causa del prezzo della lampada stroboscopica e te ad un secondo circuito integrato che, gene-
del suo continuo esaurimento; questo sistema, i- rando opportuni impulsi, di ampiezza e durata
noltre, rimane vincolato al valore della tensione costanti, consentirà di convertire il numero di
di rete, a meno che non si provveda alla realiz- impulsi in un valore di tensione direttamente pro-
zazione di particolari convertitori, anch'essi costosi porzionale ad essi. La lettura della tensione po-
ed ingombranti. trà avvenire attraverso un qualsiasi strumento
La soluzione da noi proposta al lettore risulta ad indice, anche attraverso il più comune dei
molto economica e consente di ottenere uno stru- tester, risparmiando così sul costo complessivo del-
mento assolutamente portatile, essendo alimen- la realizzazione del tachimetro fotoelettronico.
tato con normalissime pile, il cui funzionamento La fotocellula dovrà essere racchiusa in un tu-
sfrutta le proprietà di un componente elettronico betto di cartone o metallico, verniciato di nero
molto noto anche fra i principianti: la fotore- nella parte interna allo scopo di schermare il com-
sistenza. ponente dalla luce esterna e dalle riflessioni in-
terne del tubetto stesso, così che essa possa capta-
re la sola luce riflessa dall'organo in movimento.
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO

Il nostro tachimetro appartiene alla categoria IL CIRCUITO ELETTRICO


degli strumenti ottici, ma si differenzia dal nor-
male stroboscopio per il fatto di non generare L'elemento « sonda » dello strumento è rappre-
alcuna luce propria, ma di ricevere, per rifles- sentato dalla fotoresistenza FR (figura 1). Que-
sione, quella già presente nell'ambiente in cui si sto elemento, come è ben risaputo, varia la pro-
opera; al limite è possibile proiettare sull'organo pria resistenza proporzionalmente all'intensità di
in movimento la luce emanata da una semplice luce che lo colpisce; in condizioni di oscurità, ad
lampada ad incandescenza. esempio, la resistenza raggiunge valori elevatis-
Ma per poter sfruttare il nostro tachimetro foto- simi, anche di parecchi megaohm, mentre in pre-
elettronico, occorre attribuire all'organo in movi- senza di elevata luminosità la resistenza diminui-
mento una certa « identificazione », in modo che sce sino al valore di poche decine di ohm.
la fotocellula possa individuare, con la massima Attualmente, in commercio, esistono vari tipi di
precisione, il tempo di durata in cui si compie un fotoresistenze; ma per la realizzazione del nostro
giro. tachimetro fotoelettronico risulteranno adattissi-
L'identificazione di un punto qualsiasi dell'organo me quelle di piccola potenza, incapsulate in pla-
in movimento si ottiene apponendo un po' di ver- stica e, quindi, di costo limitato, che presentano
nice lungo una striscia di qualche millimetro di una bassa resistenza all'illuminazione e una me-
larghezza, in modo che si verifichi una differente dia resistenza al buio (superiore ai 200.000 ohm).

663
R5

C2II Jl R4 ..
14

~ •• ìr r Il
i
]
3 [- 4

IC1

R3 Il Il Il
f.
1 O

1 I 12

I 7

-
Il
Il

COMPONENT
Condensatori R7 = 750 ohm (potenz. a variaz. lin. - rego-
C1 = 5 F - 12 VI. (elettrolitico) lazione gamma velocità)
C2 =50.000 pF R8 = 6.800 ohm
C3 = 2 F - 12 VI. (elettrolitico) Rg = 1.000 ohm (potenz. a variaz. lin. - ta-
C4 = 100 F - 12 VI. (elettrolitico) - ratura)
C5 = 100 F - 12 VI. (elettrolitico) R10 = 2.700 ohm

Resistenze Varie
R1 = 11 .000 ohm TR1 =
BC1O8
R2 = 50.000 ohm (potenz. a variaz. lin. - sen- TR2 = BC108
sibilità) IC1 = integrato 7404 (sestuplo inverter)
R3 = 5.600 ohm IC2 = integrato 7402 (quadruplo NOR con due
R4 1 megaohm entrate)
R5 I= 270 ohm Pila = 6 V
R6 = 100 ohm FR = fotoresistenza (200.000 ohm al buio)

664
3
._/

Il Il
TR2
+ Il Il
~I C3

.ll ,
L' 4
%
-1
R9 e

5
6

4 Il , rdn o(,. Il+

,[)o# f RlO r Il C6

IC2
ol ...___ I8
.» p7
10l l I Il Il ..:;;: R8

12 . -

1 f
11

13 I d-" R6
n' Il
... Il
~r-
S2
7 Il Il Il
b~ TR1
e Il
+

-
"es ò
6v
e"

!=========~============-======1.4)=====:jt======tl======tl
7
Con questi tipi di fotoresistenze si potranno otte-
nere, corrispondentemente alle variazioni di in-
tensità luminosa incidente, causate dalla rifles-
sione della luce sul tratto di vernice, impulsi suf-
ficientemente robusti e tali da permettere un
buon pilotaggio dei successivi circuiti.
L'impulso generato viene prelevato dalla foto-
cellula tramite il condensatore elettrolitico Cl,
che lo invia all'ingresso di uno dei sei invertitori
che costituiscono l'integrato ICl.
Come dice la parola stessa, l'invertitore è un
circuito in grado di invertire il segnale; avviene
Fig. 1 - Circuito elettrico del tachimetro portatile-. La così che, essendo tale circuito destinato all'uso
« sonda » dell'apparato è rappresentata dalla fotore- logico, applicando all'ingresso uno O ( tensione O
sistenza FR. Il potenziometro R2 regola la sensibilità, volt) o un 1 (tensione 3-5 volt), si otterrà all'usci-
mentre il potenziometro R7 pennette di regolare la por-
tata del tachimetro; il potenziometro R9 viene usato ta rispettivamente un I o uno O. ••
soltanto per la taratura del circuito. Quattro di questi invertìtori vengono collegati

665
R6

2 TR1
R2

Fig. 2 - Questo è il cablaggio della maggior parte dei Dopo questi primi quattro stadi invertitori, accop-
componenti elettronici del tachimetro sul circuito stam- piati direttamente, vi sono altri due stadi rifor-
pato. Consigliamo di utilizzare, per l'applicazione dei
due integrati al circuito, due zoccoletti a 14 piedini. matori, accoppiati tra loro in corrente conti-
nua ma collegati ai precedenti stadi tramite una
rete resistivo-capacitiva, composta dalla resisten-
za R4 e dal condensatore C2. Il piedino 2 del
primo circuito integrato (ICl) rappresenta quin-
di l'uscita dello stadio amplificatore-formatore
d'onda; la sua tensione, rispetto a massa, dovrà
m sene e ciò, sebbene non serva a svolgere al- risultare al livello 1 (superiore ai 3 volt), quando
cuna funzione logica, permette di ottenere im- la fotocellula non si trova in condizioni di lavoro.
pulsi ben formati, anche partendo da impulsi Il circuito che segue è un monostabile, in grado
difettosi forniti dalla fotoresistenza. di ricavare eia ogni impulso fornito dalla foto-
Il partitore composto dalle resistenze R2-R3, che cellula, indipendentemente dalla durata e dalla
polarizza l'ingresso del primo invertitore, serve a forma cli quest'ultimo, un impulso perfettamen-
variare la sensibilità dello strumento e deve es- te calibrato, cioè di durata e ampiezza costanti.
sere regolato in modo da ottenere una segnala- Il circuito monostabile utilizza due delle quattro
zione stabile nello strumento indicatore. porte NOR contenute nel secondo circuito inte-

666
grato (IC2); più precisamente quelle che fanno
capo ai terminali 4-5-6 e 12-13-11.
La resistenza R5 e il condensatore C3 stabilisco-
LE NOSTRE
no la durata dell'impulso prodotto dal circuito
monostabile e influiscono quindi sul valore di
fondo-scala espresso in giri/minuto.
Le rimanenti due parti NOR del circuito inte-
CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
grato IG2 vengono collegate tra loro in serie e fedeltà e per un nuovo ed emozionante
con gli ingressi tra loro uniti, in modo da fun- incontro con il mondo della musica ste-
zionare da circuiti invertitori. Anche in questo reofonica.
caso quindi il loro scopo è soltanto quello di Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
mettere in forma l'impulso prodotto dal circuito fusione di una musicalità elevata con un
monostabile, in modo da raggiungere una mi- perfetto adattamento anatomico.
gliore precisione dello strumento.
L'uscita 8 dell'integrato IC2 viene collegata, tra-
mite la resistenza R6, alla base del transistor
TRl; in questo modo il transistor diviene con- CUFFIA STEREO
duttore ogni volta che ad esso perviene un im- MOD. LC25
pulso. E' ovvio quindi che, tanto più ravvicinati L. 5.500
saranno gli impulsi, tanto maggiore sarà, me-
diamente, il tempo in cui il transistor TRl ri- CARATTERISTICHE:
mane conduttore e quello in cui l'indice dello Impedenza: 8 ohm
strumento segnalerà, conseguentemente, un va- Gamma di freq.: 18 -
lore proporzionale al numero degli impulsi, cioè 15.000 Hz
al numero di giri dell'organo rotante. • Peso: 320 grammi
Per evitare che ai bassi regimi l'indice oscilli
continuamente, anziché stabilizzarsi su un valore
preciso, si è provveduto all'inserimento del con-
densatore elettrolitico C4, che funge da elemen-
to di smorzamento.
La resistenza R7 determina il valore di corrente L. 18.500
che ad ogni impulso interessa il transistor·TR1;
questo potenziometro, quindi, viene utilizzato per CARATTERISTICHE:
regolare la portata dello strumento. Impedenza: 8 ohm
Nel caso di variazioni molto elevate, occorre Sensibilità: 110 dB
a ,1.000 Hz
provvedere alla sostituzione del condensatore Gamma di freq.:
elettrolitico G3, tenendo presente che aumentan- 20 - 20.000 Hz
do il valore capacitivo diminuisce quello cli fondo- Peso: 450 grammi
scala dello strumento. La cuffia è provvista
di regolatore di
Per aumentare la precisione dello strumento si è livello a manopola
provveduto ad inserire un circuito regolatore cli del tweeter.
tensione, costituito dal transistor TR2, dalla resi-
stenza R10 e dal potenziometro R9. Ma in sosti- Adattatore"
tuzione ciel potenziometro R9 e della resistenza per cuffie stereo
R10, il lettore potrà inserire un diodo zener, da Mod. JB-11D
5,6 volt, collegandolo tra la base di TR2 e massa
L. 3.500
(positivo verso la base di TR2); occorrerà ancora
inserire una resistenza eia 560 ohm tra la base Questo piccolo ap-
e il collettore ciel transistor TRl. Questa varia- parecchio consente
il collegamento di
zione eliminerebbe qualsiasi operazione di tara- una o due cuffie ste-
tura, assicurando, ad ogni condizione di carica reo con tutti i com-
delle batterie, una giusta tensione stabilizzata ne- plessi stereofonici.
cessaria per l'alimentazione del circuito. La commutazione al-
toparlante - cuffia è
Facciamo notare per ultimo che, nel caso di rea- Immediata, senza al-
lizzazione del circuito originale, è possibile con- cun intervento sui
collegamenti.
trollare la tensione di alimentazione in modo di-
retto, servendosi dello strumento già inserito. In

667
PILA
6 V

PRE SA
FR

Fig. 3 - Piano di cablaggio generale del tachimetro fotoelettronico; sulla parte sinistra
del disegno, in basso, è presente la basetta del circuito stampato, sulla quale sono
montati i due integrati.

questo caso sarà sufficiente commutare il doppio La realizzazione pratica del tachimetro fotoelet-
pulsante S1 nella posizione B, in modo da con- tronico non presenta particolari difficoltà, purché
trollare facilmente eventuali variazioni della ten- il circuito stampato sia stato eseguito attenta-
sione di alimentazione causate dall'invecchia- mente, senza formazione di cortocircuiti determi-
mento delle pile. nati da eccessiva vicinanza tra le piste di rame.
E tale osservazione si estende in modo particolare
ai terminali dei circuiti integrati, che per loro
COSTRUZIONE DEL TACHIMETRO natura sono molto vicini.
In figura 2 è rappresentato il cablaggio sul cir-
Trattandosi di una realizzazione comprendente cuito stampato, mentre in figura 3 è riportato il
due circuiti integrati, è indispensabile l'uso del disegno del piano di cablaggio generale che verrà
circuito stampato, che il lettore potrà realizzare realizzato su una piastra metallica, la cui parte
rifacendosi al disegno di figura 4 e tenendo conto anteriore costituirà il pannello frontale del ta-
che quel disegno è riprodotto in grandezza na- chimetro fotoelettronico.
turale, cioè in scala 1 /1. I collegamenti dei vari componenti elettronici
L'applicazione al circuito stampato dei due inte- risultano facilitati dalla precisa numerazione ri-
grati ICl - IC2 deve essere realizzata tramite portata sullo schema elettrico generale e su quel-
gli appositi zoccoletti e non col sistema diretto, li pratici, per la quale esiste un esatta corrispon-
perché gli integrati sono molto sensibili al calore denza.
e potrebbero risultare danneggiati dall'uso scor- Per ragioni di economia, il lettore potrà servirsi,
retto del saldatore. Con lo zoccoletto a 14 piedini in sostituzione del microamperometro da 500 A
il circuito integrato viene inserito a saldature fondo-scala, di un comunissimo tester commutato
effettuate. nella misura di correnti continue e nella portata

668
\
Fig. 4 - Circuito stampato, in grandezza naturale, cioè
in scala 1/1, necessario per la realizzazione di una par-
te del cablaggio del tachimetro. La realizzazione di que-
sto circuito deve risultare particolarmente precisa nel-
la parte relativa ai fori degli elettrodi degli integrati.

TUBO

-~

\CAVO
BIFILARE

SPINA
2 POLI

FOTORESISTENZA
Fig. 5- La sonda del tachimetro è rappresentata da un
tubetto di qualsiasi tipo di materiale. Su una delle due
estremità verrà applicata la fotoresistenza, sull'altra
un tappo di chiusura a tenuta dì luce; la parte interna
del tubetto dovrà essere verniciata in nero, onde evi-
tare dannose riflessioni di'" luce.

669
FR
T1

c1

10K.

R3

Fig. 6 - Coloro che non posseggono un tachimetro Condensatori


perfettamente funzionante, necessario per la taratura
del tachimetro fotoelettronico, con il metodo di con-
C1 = 5 F - 12 VI. (elettrolitico)
fronto, dovranno realizzare questo circuito, composto Resistenze
da un trasformatore riduttore di tensione e da due
resistenze. Questo circuito è in grado di simulare
R1 = 1.000 ohm
una rotazione di 3.000 giri al minuto, oppure, interve- R2 = 50.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
nendo sul potenziometro R9, di 6.000 giri al minuto. R3 = 5.600 ohm
Varie
di 500 µA fondo-scala. T1 = trasf, riduttore da 220 V a 6,3 V- 1 O W
Per quanto riguarda la « sonda » del nostro ta-
chimetro, questa dovrà essere costruita prenden- produrranno 50 impulsi al secondo, corrispon-
do spunto dal disegno riportato in figura 5. Il denti a 3.000 impulsi al minuto; sarà quindi suf-
tubetto, che potrà essere di qualsiasi materiale, ficiente agire sul potenziometro di taratura R9,
dovrà essere verniciato internamente in colore allo scopo di inviare l'indice dello strumento a
nero, in modo da non creare dannose riflessioni fondo-scala per ottenere una portata di 3.000
di luce. All'estremità opposta a quella in cui è giri al minuto; volendo tarare lo strumento sui
applicata la fotoresistenza, il cilindretto dovrà 6.000 giri al minuto, il potenziometro R9 dovrà
essere chiuso con un tappo a tenuta di luce. essere regolato in modo da far deviare l'indice
a metà scala.

TARATURA DEL TACHIMETRO

Una volta ultimato il montaggio del tachimetro


fotoelettronico, occorrerà provvedere alla tara-
tura dell'apparato. Per chi_è già in possesso di
un contagiri perfettamente funzionante e tarato,
l'operazione è assai semplice, perchè la taratura
si effettua con il metodo di confronto. Chi invece
ABBO SCEGLIENDO
non possiede un contagiri e vogliamo ritenere
che la maggioranza dei nostri lettori si trovi in
queste condizioni, dovrà realizzare il circuito di
figura 6. Questo circuito è in grado di simulare
NA IL REGALO
CHE
una rotazione di 3.000 giri al minuto. E' infatti
sufficiente prelevare, tramite un trasformatore
riduttore, una tensione alternata alla frequenza
di 50 Hz, a basso voltaggio, che verrà inviata in
TEI PREFERITE

parallelo alla r.esistenza Rl. In questo modo si

670
alimentatore stabilizzato
JOLLY con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
L. 15.500
CARATTERISTICHE
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 v- 22 V
Corrente massima alla minima tensione: 1,1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV per
1 V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correnti inverse.

è un apparato assolutamente necessario a tutti


gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
fessionisti.
Il kit è comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realizzazione dell'alimentatore riprodotto nel-
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no comprese anche le spese di spedizione).

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DEL PRINCIPIANTE NUCLEO

1110 PRIMO
RICEVITORE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
Costruendolo, sarete certi di raggiun-
gere il successo e potrete vantarvi di La scatola di, montaggio,
, _
che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- tante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
i! primo ricevitore radio. re da sé.

La scatola di montaggio del ricevitore, completa di altoparlante costa L. 4.500.


La scatola di montaggio senza l'altoparlante, costa soltanto L. 3.900.
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AMPLIFICATORE
EFONICO
MINIATURIZZATO
L'amplificatore telefonico è utile in comunicazione telefonica. L'apparato
casa, negli uffici commerciali e nel- è molto economico e di facile realiz-
l'industria. Esso permette di rendere zazione.
partecipi più persone ad una stessa
672
L a necessità di poter ascoltare le comunica-
zioni telefoniche in gruppo, cioè simultanea-
mente alla persona che si trova allappa-
tazione è autonoma, perché basta una batteria
di pile a 6 V per far funzionare il circuito. E
poiché l'apparecchio è destinato a funzionare sol-
recchio, è risentita non solo negli uffici commer- tanto durante le comunicazioni telefoniche, non
ciali e industriali, ma anche negli ambienti do- è proprio il caso cli pensare ad un alimentatore
mestici. A tutti noi, infatti, almeno una volta, da rete-luce.
è capitato di aggirarci impazientemente nei pres- Elenchiamo ora le caratteristiche fondamentali
si del telefono nel tentativo di captare qualche dell'amplificatore di bassa frequenza.
parola nel corso di una telefonata. E ognuno di Potenza d'uscita: 0,2 watt
noi, più di una volta, ha fatto appello alla fan- Distorsione super. al 4% a 1.000 Hz
tasia nel tentativo di realizzare qualche accorgi- Banda passante: 12 - 12.000 Hz
mento destinato in qualche modo a risolvere il Sensibilità : inferiore a 40 mV
problema. Esiste però un divieto assoluto, impo- Impedenza d'ingresso: 5.000 ohm circa
sto dalle società telefoniche, di manomettere l'ap- Corrente di riposo: 12 mA circa a 6V
parecchio telefonico in qualunque modo. E ciò Corrente massima: 75 mA a 0,2 watt d'uscita
è chiaramente comprensibile, soprattutto da chi Impedenza d'uscita: 8- 12 ohm
possiede una qualche esperienza negli impianti
Leggendo quanto sopra elencato, il lettore avrà
telefonici. Perché le modifiche, le manomissioni,
già compreso che non si tratta certo di un am-
le aggiunte di apparati, lasciate al libero arbitrio,
plificatore dotato di caratteristiche elettriche ec-
creerebbero una notevole quantità cli squilibri cezionali, come avviene invece per gli amplifica-
elettrici e meccanici da rendere impossibile l'uso tori ad alta fedeltà. Ma sarebbe economicamente
del telefono, non solo a colui che ha provocato
sbagliato collegare un buon amplificatore di bas-
la causa del guasto, ma anche a coloro che non
sa frequenza con l'apparecchio telefonico, perché
si sarebbero mai sognati di prendere in mano le
le trasmissioni telefoniche, allo scopo di eliminare
forbici o il cacciavite per adattare l'apparecchio
il più possibile disturbi ed interferenze, vengono
telefonico al proprio particolare uso.
effettuate restringendo la banda passante da 300
Tuttavia, se è vero che viene proibita ogni ma- a 3.000 Hz e ciò è più che sufficiente per con-
nomissione al circuito telefonico, non esiste alcun servare intatta la comprensibilità della parola.
divieto nel prelevare il segnale telefonico con E' quindi evidente che la banda passante di cui
mezzi esterni, non direttamente collegati alla li- è dotato il nostro amplificatore, che si estende
nea. Ma come è possibile prelevare un segnale dai 100 ai 12.000 Hz, è più che sufficiente per
audio senza la necessità di realizzare un colle- riprodurre molto fedelmente ciò che viene tra-
gamento via filo? smesso via telefono.
Diciamo subito che la soluzione di tale problema
è più semplice di quanto possa sembrare. E' in-
fatti possibile sfruttare il flusso disperso dal tra- ANALISI DEL CIRCUITO
sformatore di bassa frequenza, contenuto inter-
namente all'apparecchio telefonico, captandolo Analizziamo il progetto dell'amplificatore telefo-
con una opportuna sonda magnetica e, successi- nico il cui schema è riportato in figura 1.
vamente, amplificandolo con un piccolo appa- L'amplificatore impiega 4 transistor al germanio;
rato amplificatore audio, in grado di riprodurre lo stadio di uscita è quello cli un amplificatore
attraverso l'altoparlante la telefonata in corso. in classe B, a simmetria complementare.
Vi presentiamo dunque un semplice ed econo- Seguendo il percorso del segnale, è possibile ar-
mico amplificatore di bassa frequenza, transisto- guire che questo risulta in un primo tempo ap-
rizzato, impiegante un ristretto numero cli com- plicato al potenziometro Rl, al quale vengono
ponenti elettronici che, nella maggior parte, sono affidate le mansioni cli regolatore di volume.
già in possesso di molti sperimentatori e che, in Attraverso il condensatore elettrolitico C1, il se-
ogni caso, risulteranno di facile reperibilità com- gnale raggiunge la base del transistor amplifica-
merciale. tore TRl, che è polarizzato attraverso le resi-
stenze R2 - R3 - RA.
Il transistor TR1 amplifica il segnale e lo invia
CARATTERISTICHE DELL'AMPLIFICATORE alla base del transistor TR2, perché la tensione
rappresentativa del segnale è presente sui ter-
L'amplificatore di bassa frequenza, montato su minali deJla resistenza cli carico di collettore del
circuito stampato, può divenire un apparato di transistor TRl. Il transistor TRl è di tipo NPN,
piccole dimensioni, purché si faccia impiego cli mentre il transistor TR2 è di tipo PNP. Questo
componenti elettronici miniaturizzati. L'alimen- secondo transistor pilota uno stadio amplificatore

673
R5
TR4 ·
b

R2

c ±
!
Il
T TR2 TR3 I
llcs
e
+
R4 <

COMPONENTI R4 = 10 ohm
R5 = 3.900 ohm
R6 = 470 ohm
R7 = 390 ohm
R8 = 50 ohm (NTC)
Condensatori R9 = 100.000 ohm (semifissa)
R10 = 1,5 ohm
C1 = 5 uF - 12 VI. (elettrolitico) R11 = 1,5 ohm
C2 = 25 F - 12 VI. (elettrolitico) R12 = 270 ohm
C3 = 250 F - 12 VI. (elettrolitico)
C4 = 10.000 pF Varie
es 500 F - 12 VI. (elettrolitico) TR1 = AC127
C6 200 F - 12 VI. (elettrolitico) TR2 = AC125
TR3 = AC127
Resistenze TR4 = AC132
R1 = 5.000 ohm (potenz. a variaz. log.) S1 = interruttore
R2 = 15.000 ohm Pila = 6 V
R3 = 18.000 ohm Altoparlante = 8- 12 ohm - 0,5 watt

674
◄ Fig. 1 - Circuito elettrico dell'amplificatore telefonico
con uscita in altoparlante. Il potenziometro R1 regola il
volume sonoro dell'apparato. I due transistor TR3 -
TR4 rappresentano una coppia complementare sele-
Questo stesso circuito è visibile « in trasparenza »
nel piano di cablaggio di figura 2. Soltanto con
l'uso del circuito stampato sarà possibile evitare
zionata. ogni errore di cablaggio, purché si faccia bene
attenzione all'esatta polarità dei condensatori elet-
trolitici e alla precisa disposizione dei terminali
dei quattro transistor.
in grado di elevare ulteriormente il livello del
Per i principianti vogliamo qui ricordare che
segnale, così da poterlo inviare allo stadio ampli-
tutti i transistor montati nel circuito sono dotati
ficatore finale pilotato dai due transistor TR3- di un puntino colorato impresso nell'involucro
TR4, montati in un circuito a simmetria comple-
del componente in corrispondenza dell'elettrodo
mentare; questi due transistor, infatti, sono di
di collettore; l'elettrodo di base si trova in posi-
tipo PNP e NPN e posseggono caratteristiche
zione centrale mentre quello di emittore è si-
simili.
tuato all'estremità opposta. In ogni caso, per
Come si può notare, sul collettore del transistor evitare errori e dissipare dubbi in proposito, il
TR2 o, analogamente, fra le basi dei transistor lettore dovrà far riferimento al disegno riportato
TR3 e TR4, è inserito il gruppo di regolazione in figura 5 e al piano di cablaggio di figura 2.
della corrente di riposo e di stabilizzazione ter- Mentre per i transistor TR1 e TR2 è sempre
mica. La resistenza semifissa R9, infatti, regola possibile ricorrere agli equivalenti, per i due
la differenza di potenziale fra le due basi e, transistor finali TR3-TRA è necessario far uso
conseguentemente, la corrente che attraversa i di una coppia complementare selezionata (AC
transistor amplificatori finali. 127 - AC132 oppure AC127 - AC128). Nel caso
E' necessario che attraverso i due transistor fi- in cui non si rispettasse questa condizione, si po-
nali scorra una certa corrente anche in assenza trebbero ottenere forti distorsioni, causate da
di segnale; soltanto così è possibile eliminare la un differente guadagno dei due transistor finali.
distorsione di cross-over che verrebbe a crearsi Raccomandiamo dunque di far acquisto, presso
in caso contrario, peggiorando notevolmente il il rivenditore di fiducia, di una coppia di transi-
processo di riproduzione sonora. stor selezionati, ricordando che attualmente la
La resistenza R8, collegata in parallelo alla re- maggior parte dei rivenditori è preparata per
sistenza semifissa R9, è di tipo NTC; in pratica questo tipo di vendita.
si tratta di una di quelle resistenze la cui carat- Una volta ultimato il lavoro di cablaggio, cioè
teristica fondamentale consiste nel diminuire il una volta inseriti e saldati a stagno tutti i com-
valore resistivo con l'aum are della tempera- ponenti elettronici sulla. basetta del circuito stam-
tura; in virtù della presenza della resistenza NTC pato, occorrerà inserire, sui conduttori di uscita,
e nel caso in cui i transistor finali tendessero a un altoparlante con impedenza di 8-12 ohm e
surriscaldarsi, a causa di un'eccessiva potenza dis- potenza di / watt circa. Quindi, dopo aver ac-
sipata, la resistenza R8, essendo vicina ad essi, ceso il circuito tramite l'interruttore generale SI,
diminuirebbe proporzionalmente il proprio va- si dovrà provvedere alla regolazione della cor-
lore resistivo, in modo da limitare la potenza rente di riposo, servendosi di un normale tester,
dissipata, con il risultato di riportare lamplifi- commutato sulla gamma di misura delle correnti
catore di bassa frequenza ad un preciso equili- continue e sulla portata di 50 mA fondo-scala.
brio termico. Con il tester si dovrà controllare l'assorbimento
Allo scopo di migliorare le doti di stabilità del cli corrente dell'amplificatore.
guadagno e della buona riproduzione sonora del- Il circuito potrà considerarsi perfettamente ta-
l'amplificatore, si è provveduto ad inserire un rato quando, regolando il potenziometro semi-
sistema di controreazione, rappresentato dalla fisso R9, si otterrà un assorbimento di corrente
resistenza R12 e dal collegamento degli ele- di 12 mA circa. E vogliamo informare il lettore
menti R6 - C4 con il punto centrale dello stadio che, durante questa operazione di taratura, è as-
d'uscita. solutarnente necessario cortocircuitare l'entrata
dell'amplificatore, oppure ridurre a zero il vo-
lume sonoro tramite il potenziometro. R1
REALIZZAZIONE DELL'AMPLIFICATORE

Allo scopo di agevolare il lavoro cli montaggio L'ELEMENTO CAPTATORE


dell'amplificatore di bassa frequenza, abbiamo ri-
portato in figura 3 il disegno del circuito stam- Come abbiamo già detto, .per riuscire a ripro-
pato in grandezza naturale, cioè in scala 1/1. durre attraverso un altoparlante le comunicazio-

675
TR1 TR2 TR4

Fig. 2 - Soltanto realizzando il cablaggio sul circuito


stampato è possibile ottenere un amplificatore di bassa
frequenza di piccole dimensioni. Mentre il collega-
mento con l'altoparlante può essere ottenuto con un
cavetto bipolare di qualunque tipo, quello con l'ele-
mento captatore deve essere realizzato tramite cavetto
schermato di lunghezza non eccessiva.

Fig. 3 - Per realiz-

Te
zare l'amplificatore
telefonico il lettore
dovrà costruire il
circuito stampato,
servendosi del dise-
gno qui riportato in
grandezza naturale, b
cioè in scala 1/1.
4 -2

676
ni telefoniche, occorre servirsi di uno speciale
elemento captatore, di tipo magnetico e in grado
di rivelare il flusso disperso dal trasformatore
MEMBRANA
PADIGLIONE contenuto nell'apparecchio telefonico, perché at-

I traverso le variazioni del flusso è possibile ri-


salire al segnale di bassa frequenza.
In pratica si tratta di captare il flusso magne-
tico, erogato dal telefono, tramite un avvolgi-
mento su nucleo magnetico; questo avvolgimento
dovrà essere sistemato nel punto più favorevole
dell'apparecchio telefonico.
In commercio esistono sonde di questo tipo, spes-
so dotate di ventose per agevolare il collegamen-
to con il telefono. Ma la costruzione di questa
COFERCHIO sonda può essere ottenuta assai facilmente dal
lettore, ricorrendo ad una cuffia magnetica di
vecchio tipo.
I risultati saranno migliori se si ricorrerà ad una
vecchia cuffia ad alta impedenza, anche se si po-
tranno ottenere discreti risultati servendosi di
cuffie a bassa impedenza.
Fig. 4 - L'elemento captatore può essere acquistato Della cuffia serve un solo padiglione; da questo
direttamente in commercio, oppure realizzato serven- verrà eliminata la lamina vibrante metallica, che
dosi di un padiglione di una cuffia telefonica ad alta altrimenti, fungerebbe da schermo elettroma-
impedenza. Dal padiglione dovrà essere eliminata fa gnetico. L'eliminazione della membrana si ottie-
membrana metallica che, altrimenti, fungerebbe da
schermo elettromagnetico, impedendo al segnale di ne svitando il coperchio del padiglione della
raggiungere l'entrata dell'amplificatore di bassa fre- cuffia.
quenza. Volendolo, il lettore potrà anche eliminare il
padiglione, conservando soltanto gli avvolgimenti
realizzati su nuclei magnetici, ma ciò dipende
esclusivamente dal gusto estetico dell'operatore.
Il cavetto bifilare, uscente dal padiglione della
cuffia, dovrà essere sostituito con un cavetto scher-
mato, che verrà collegato con l'entrata dell'am-
plificatore di bassa frequenza; la calza metallica,
che funge da secondo conduttore, dovrà essere
collegata con il circuito di massa dell'amplifica-
tore stesso, cioè con la linea della tensione positiva
di alimentazione.
punto Il padiglione verrà applicato in un punto ester-
colorato no dell'apparecchio telefonico e fissato per mezzo
di nastro adesivo o coJlante. In ogni caso, prima
di fissare definitivamente il padiglione, occorrerà
procedere per tentativi, applicando con la ma-
no il padiglione in più punti dell'apparecchio
telefonico, in modo da individuare il punto
in cui il segnale riprodotto dall'altoparlante ap-
pare più intenso e più chiaro.
Un ultimo avvertimento: non si esageri con la
lunghezza del cavetto schermato che collega il
padiglione della cuffia, cioè l'elemento captatore
di segnali, con l'entrata dell'amplificatore di bas-
Fig. 5 - Ai lettori principianti ricordiamo che i transi- sa frequenza. Si tenga presente che il livello del
stor montati nell'amplificatore sono dotati di un pun- segnale è basso e non è assolutamente possibile
tino colorato impresso sull'involucro esterno del com-
ponente, in corrispondenza dell'elettrodo mentre quel- provocare perdite di questo con una lunghezza
lo di emittore è situato all'estremità opposta. eccessiva del cavo di collègamento.

677
UN SEMPLICE
LIMITATORE
DI DISTURBI

L'ascolto delle emittenti lontane avviene


spesso in condizioni molto difficoltose, a cau-
sa delle cattive condizioni atmosferiche o
per la presenza di sorgenti di disturbi come,
ad esempio, le scintille prodotte dalle cande-
le dei motori a scoppio, che interferiscono
notevolmente sulle frequenze della banda cit-
tadina. Con questo semplice Noise limiter
potrete attenuare i disturbi e rendere più gra-
devole l'ascolto.

hiunque sia in possesso di un apparecchio di... disturbatori, intenzionato a rendere il più


radio adatto per la icezione delle gamme possibile difficoltosa ogni radioricezione. Ma per
d'onda comprese fra i 20e i 160 MHz, com- nostra fortuna è possibile, con l'aiuto di dispo-
prendenti quindi buona parte delle frequenze sitivi elettronici, che possono essere molto sem-
amatoriali e della tanto discussa banda cittadina plici o complessi, ridurre, senza tuttavia poterli
(CB), si sarà certamente reso conto dei molti completamente eliminare, questi fastidiosi di-
disturbi che interferiscono sulla comprensibilità di sturbi.
ascolto. Gli apparati· limitatori di disturbi, più comune-
Le cause di questi disturbi sono di varia natura. mente conosciuti con il termine « Noise limi-
E possiamo ricordare, fra queste, le scintille pro- ter », utilizzano due transistor e la loro messa a
dotte dalle candele dei motori a scoppio, taluni punto è assai critica. Il nostro limitatore di di-
motorini elettrici non provvisti di particolari di- sturbi, invece, utilizza soltanto due pile, due dio-
spositivi di soppressione dei disturbi a radiofre- di, una resistenza e un interruttore.
quenza, le apparecchiature dentistiche, i bru- Purtroppo, fra i profani, trova larga diffusione
ciatori di caldaie, gli ascensori e i più svariati il concetto che i circuiti molto semplici siano
tipi di elettrodomestici. privi di efficacia. Ma si tratta di una nozione
Si tratta quindi di un vero e proprio... esercito errata, perché il Noise limiter di tipo classico

678
non è sempre il migliore e la semplicità non è valore di soglia dell'attenuazione, perché questo
affatto sinonimo di efficienza ridotta. rappresenta. sempre un'operazione assai delicata
Molti nostri lettori, appassionati all'ascolto di e spesso instabile. Ma c'è di più, Il nostro sem-
emittenti lontane, si sono certamente trovati in plice apparato non deve essere introdotto all'in-
condizioni di ascolto molto difficoltose, in cuffia, terno dell'apparecchio radio, ma deve essere in-
a causa delle cattive condizioni atmosferiche, serito, molto semplicemente, fra la cuffia e il
oppure durante l'approssimarsi di un temporale. circuito di uscita del ricevitore radio.
In questa situazione si tiene generalmente il ri- Con questo nostro Noise limiter gli appassionati
cevitore al massimo di sensibilità, mentre il vo- della banda cittadina potranno ottenere grandi
lume viene regolato su un valore molto basso, benefici, soprattutto eliminando i disturbi pro-
con lo scopo di rendere sopportabili i disturbi dotti dalle- scintille delle candele dei motori a
che, nella cuffia, si rivelano attraverso un li- scoppio che, in città, con l'attuale caotica circo-
vello sonoro sgradevole per i timpani più sen- lazione di autovetture in ogni ora del giorno e
sibili. della notte, sono i più frequenti.
Se l'ascolto avviene poi in prossimità di una
linea ferroviaria elettrica, di motori elettrici, di
pompe elettriche o di altre sorgenti. di disturbi, COME AGISCONO I DISTURBI
le orecchie e i nervi dell'ascoltatore vengono sot-
toposti a dura prova. Prima di passate alla descrizione del progetto
Questi inconvenienti non si verificano nei rice- del nostro Noise limiter, cercheremo di illustrare
vitori di tipo professionale, provvisti di un buon brevemente il modo con cui i disturbi vengono
Noise limiter, ma si manifestano durante l'impie- ricevuti via radio. In questo modo ascoltatore
go di ricevitori per onde corte di tipo normale, verrà agevolato sia nel comprendere il principio
che sono poi la maggior parte dei ricevitori adot- di funzionamento del limitatore di disturbi, sia
tati dai radioascoltatori. Per tutti costoro, dun- nell'apporto di eventuali modifiche o migliorie
que, ci accingiamo a descrivere un circuito limi- del circuito.
tatore di disturbi semplicissimo ma assolutamen- Quando il segnale a radiofrequenza esce dall'an-
te efficace, privo di transistor, condensatori, e tena del trasmettitore, supponendo che questo
potenziometri, che non è necessario tarare sul non risulti già disturbato, assume l'andamento

679
SEGNALE AF MODULATO SEGNALE BF PURO

Fig. 1 - Con questo diagramma si vuole indicare il Fig. 2 - Se il segnale radio non venisse in alcun modo
segnale a radio frequenza uscente dall'antenna del tra- disturbato, esso raggiungerebbe il ricevitore radio e
smettitore. La modulazione in ampiezza è facilmente verrebbe da questo rivelato sotto forma di un segnale
distinguibile dal segnale di alta frequenza dalla curva- di bassa frequenza puro, come quello indicato dal
tura del segnale stesso. disegno.

SEGNALE F MODULATO CON DISTURBI SEGNALE BF DISTURBATO

Fig. 3 - Durante il suo percorso, il segnale di alta Fig. 4 - Quando il segnale di alta frequenza, durante
frequenza raccoglie disturbi di tipo impulsivo, che si il suo percorso, accumula segnali-disturbo, esso viene
presentano sotto forma di rapidi picchi e che conten- rivelato nella forma di un segnale identico a quello ot-
gono un grande numero di frequenze, anche di valo- tenuto nel caso ideale, ma con picchi sovrapposti,
re elevato, che facilmente si sovrappongono al segnale anche di notevole ampiezza, che alterano in misura
originale. notevole la comprensibilità del suono.

tipico di figura I; questo diagramma, infatti, è nisse in alcun modo disturbato, esso raggiunge-
rappresentativo di un segnale di alta frequenza rebbe il ricevitore radio e verrebbe da questo
modulato in ampiezza, nel quale si può facilmen- rivelato sotto forma di un segnale di bassa fre-
te distinguere l'onda radio ad alta frequenza, quenza puro, così come indicato nel diagramma
che presenta rapide variazioni, e il segnale di di figura 2.
bassa frequenza raffigurato dalla curvatura del Ma il diagramma rappresentato in figura 2
segnale AF. è soltanto un diagramma ideale, perché il segnale
Se il segnale radio, durante il suo percorso dal- di alta frequenza, durante il suo percorso, rac-
l'antenna trasmittente a quella ricevente, non ve- coglie disturbi che, essendo generalmente di tipo

680
impulsivo, cioè presentandosi sotto forma di ra-
pidi picchi, contengono un grande numero dì
frequenze, anche di valore elevato, che facilmen-
te si sovrappongono al segnale originale, produ-
cendo un segnale risultante che, analiticamente.
viene rappresentato secondo il disegno di figura 3.
Il segnale rappresentato in figura 3, entrando in
un ricevitore in cui non sono presenti particolari
dispotivi di soppressione dei disturbi; viene rive-
lato sotto forma di un segnale identico a quello
ottenuto nel caso ideale, ma con dei picchi so-
vrapposti, anche di notevole ampiezza, che alte-
rano in misura notevole la comprensibilità del
suono. Il diagramma· di questo segnale è rap-
presentato in figura 4.

RIDUZIONE DEI DISTURBI

Per ridurre i fastidiosi picchi or ora ricordati,


esistono, come abbiamo già detto, vari metodi;
alcuni di questi sono assai semplici, altri lo sono
di meno, dipendentemente dall'efficacia del dispo-
sitivo e soprattutto dalla sua dislocazione nel ri-
cevitore radio.
Attualmente i migliori risultati vengono otte-
nuti con dispositivi noti sotto il nome di Noise
blanker. Questi dispositivi, in pratica, sono dei
cancellatori di rumore, così come dice l'espres-
sione anglosassone, che agiscono direttamente su-
gli stadi di media frequenza dei ricevitori a cir-
c:aito supereterodina, evitando che il disturbo ven-
ga amplificato assieme al segnale radio. Tali di-
spositivi, tuttavia, richiedono procedimenti di
taratura da effettuarsi come particolari strumen-
ti di laboratorio, che pochi posseggono.
Il Noise blanker, inoltre, è un circuito sempre
abbastanza complesso, che varia da un ricevitore
all'altro, per cui avrebbe poco senso presentare
in questa sede un simile progetto. E' utilissimo in casa, soprattutto a colo-
La seconda categoria di limitatori di disturbi, ro che amano dire: « Faccio tutto io! »,
che è quella dei Noise limiter, agisce diretta- perché rappresenta il mezzo più adatto
mente sul segnale di bassa frequenza, cioè sul per le riparazioni più elementari e per
segnale già rivelato. molti lavori di manutenzione. La poten-
L'argomento qui trattato verte appunto su uno za è di 50 W e la tensione di alimenta-
di questi tipi di circuiti. zione è quella più comune di 220 V. Vie-
ne fornito in un kit comprendente anche
una scatolina di pasta disossidante, una
CARATTERISTICHE DEL DISPOSITIVO porzione di stagno e una formetta per
la pulizia della punta del saldatore.
L'ascolto delle emittenti radiantistiche si effet-
tua normalmente nelle ore serali e in quelle not-
turne. Ecco il motivo per cui viene preferito il
Costa solo
sistema cli ascolto in cuffia. Ed è questo il motivo
Richiedetelo invia
per cui abbiamo ritenuto opportuno progettare
un dispositivo adatto a questo tipo di ascolto.
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che non comporta alcuna modifica al ricevitore

681
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lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-
cere, la luminosità di un lampadario, di
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riscono il risparmio, non dissipano corren-
te inutilmente, moltiplicano le prestazioni
iinwiRillAllks delle vostre lampade e valorizzano i vostri
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I

lampadari .
4ULVE/'Y,III"V'III
. - .

II

radio; si tratta quindi di un dispositivo che n,


può in alcun modo scoraggiare i nostri lettoni
nell'intraprenderne il montaggio.
Il dispositivo limitatore di disturbi, rappresen-
tato in figura 5, è di una semplicità estrema. Es-
so è composto da due soli diodi al silicio, due
Mod. vel 300/v/e
pile da 1,5 V ciascuna e una comunissima resi- Sostituisce gli interruttori su cavo, è completo di
stenza. Nonostante la sua semplicità, questo cir- manopola. interruttore separato, spina, metri 1,5
cuito si rivela assai efficace ed è in grado di ri- più metri 1 di cavo. Regola una sola luce (300 W
- 220 V).
durre notevolmente il livello dei disturbi. Prezzo L. 6.400

FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO


E' dotato di inter-
V celiamo. ora in qual modo il circuito riportato ruttore a scatto sul-
la manopola di re-
in figura5 svolge le sue funzioni limitatrici. golazione. E' com-
Occorre innanzitutto ricordare le proprietà dei pleto di presa in-
corporata, metri 1,5
diodi a semiconduttore. Infatti, quando i diodi di cavo e spina che
vengono polarizzati inversamente, essi presenta permettono l'allac-
no una resistenza elevatissima dell'ordine di qual ciamento immediato
alle spine di qual-
che decina di megaohm. Quando invece i diocl 1 siasi lampada o lu-
vengono polarizzati direttamente, la loro resi- me (300 W - 220
V),
stenza diminuisce notevolmente; assumendo valo- Prezzo L. 5.900
ri che, partendo da pochi ohm, raggiungono qual-
che decina di ohm. La conduzione di corrente
non avviene quindi finché la tensione di polariz-
zazione diretta non supera- lo 0,6 V circa, nei Mod. vel 500/parete
tipi al silicio, e lo 0,2 V in quelli al germanio E' particolarmente
adatto per lampada-
Supponendo ora di avere a disposizione un se- ri. L'interruttore è
gnale disturbato, come quello rappresentato in di tipo statico (500
figura 7, cioè caratterizzato dai livelli B, sino a W- 220 V).
Prezzo L. 6.200
2 Ve dai livelli A, per tensioni superiori, si ot-
terrà il seguente risultato: applicando il segnai..
all'ingresso del Noise limiter, se esso è compreso
tra O e 2 V circa, il diodo D2 risulterà polari-
zato inversamente, mentre il diodo D 1, pur es-
sendo in certi casi polarizzato direttamente, non
conduce, in- quanto non si supera la soglia di
conduzione. Infatti, sottraendo ai 2 V del se-

682
01 02

O

1, 5 V 1,5V CUFFIA

AL RICEVITORE
t 7 O

-? J
COMPONENTI
R1 = 8.200 ohm
D1 = diodo al silicio di piccola potenza
D2 = diodo al silicio di piccola potenza
S1 = interruttore doppio Fig. 5 - Circuito teorico del Noise limiter composto
Pile = due elementi da 1,5 V da una resistenza, due diodi, due pile e un interruttore
Cuffia = 1 .000 - 8.000 ohm doppio.

gnale la tensione di 1,5 V della pila, si ottiene la Facciamo presente che per i diodi D1-D2 si po-
tensione di 0,5 V, che risulta inferiore alla ten- tranno utilizzare tutti i tipi al silicio di piccola
sione di 0,6 V necessaria per la conduzione del potenza, oppure quelli al germanio con i quali la
diodo. Tutto avviene come se il limitatore di di. limitatezza risulti a 1,5 V 4 0,2 V = 1,7 V circa.
disturbi non fosse inserito e l'unico risultato con-
sisterà in una lieve attenuazione del segnale pro-
vocata dalla resistenza Rl. COSTRUZIONE DEL LIMITATORE
Al contrario, quando il segnale supera il livello
B, mentre il diodo D2 rimane ancora all'interdi- Il nostro limitatore di disturbi può essere mon-
zione, perché polarizzato inversamente, il diodo tato in qualunque modo, perché il funzionamen-
D1 entra in conduzione, cortocircuitando la cuf- to dell'apparecchio è in ogni caso assicurato sol-
fia che non riceve quindi il disturbo. tanto se i diodi e le pile di polarizzazione ven-
Facciamo notare che la presenza della resistenza gono inseriti nel verso esatto.
R1 è indispensabile al fine di evitare la rottura
dei diodi, provocata da sovraccorrenti troppo in- In figura 6 offriamo al lettore un esempio di
tense, che potrebbero danneggiare non solo i dio- montaggio dell'apparato. Tuttavia volendo ot-
di ma addirittura l'amplificatore. tenere un circuito miniaturizzato, si deve ricor-
La presenza del diodo D2 e della relativa pila rere all'uso di pile al mercurio o al nichel-cadmio.
di polarizzazione è dovuta al fatto che, in realtà, Desiderandolo, il lettore potrà anche eliminare
il segnale di bassa frequenza non è sempre po- l'interruttore Sl, tenendo sempre sotto tensione
sitivo, come si era supposto facendo riferimento il circuì to; si tenga presente che il consumo di
alla figura 7, ma è di tipo alternato, per cui corrente del circuito risulta estremamente ridotto
nelle alternanze negative l'azione limitatrice di e si aggira intorno ad 1 A circa; la durata delle
disturbi viene svolta, similmente a quella del pile, dunque, dipenderà esclusivamente dalla lo-
diodo D1, dal diodo D2. ro scarica naturale.

683
Fig. 6 - Esempio di cablaggio del
Noise limiter. Per otte nere un
apparato miniaturizz ato, si dovrà
ricorrere all'impiego di pile al
merc urio o al nichel-cadmio.

L'entrata del limitatore di disturbi, rappresen- dio, quando si effettua l'ascolto tramite cuffia,
tata da uno spinotto di tipo jack, dovrà essere col- risulta regolato sulla prima metà della sua corsa.
legata con la presa jack per cuffia del ricevitore In ogni caso l'attenuazione del segnale può es-
radio. Se questa presa non fosse presente nel sere compensata anche attribuendo alla resi-
ricevitore, occorrerà far uso di un trasformatore stenza Rl un valore pari a quello dell'impe-
elevatore di impedenza. denza di cuffia. In questo modo si eviterà di
Il nostro circuito introduce una certa attenuazio- sovraccaricare l'amplificatore, cioè l'ultima parte
ne del segnale, ma questo fenomeno può essere del ricevitore radio, durante i picchi del segnale.
facilmente compensato aumentando di poco il L'impedenza della cuffia dovrà essere molto ele-
volume sonoro del ricevitore, tenendo conto che vata, con valore minimo di 1.000 ohm e mas-
il potenziometro di volume dell'apparecchio ra- simo di 8.000 ohm.

Fig. 7 - Analizzando questo diagramma, caratteristico A


di un segnale disturbato, è possibile rendersi conto
delle esatte funzioni del Noise limiter.

684
WALKIE TALKIE
COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO

CARATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
trans i sto rizzato
(4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz

ALIMENTA-
ZIONE:
9 volt

ANTENNA:
telescopica
8 elementi

DIMENSIONI:
6,2 x 3,7 x15

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Con questo semplice ed economico
strumento potrete controllare le fon-
damentali condizioni elettriche della
maggior parte dei condensatori, age-
volando ogni lavoro di riparazione e
controllo degli apparati elettronici.

686
uando un condensatore non è più perfet- quello della perdita del dielettrico, perché esso
tamente efficiente, il circuito in cui esso è si manifesta spesso in misura intermittente, im-
montato ne soffre. E l'indagine visiva, an- pedendo una rapida individuazione del guasto.
che quella condotta dal tecnico più preparato, Ma l'individuazione di qualsiasi tipo di guasto
non può far nulla in questo caso. Le perdite di dei condensatori risulta assai spesso più laborio-
un condensatore, infatti, sfuggono anche alloc- sa del previsto, perché raramente si dispone di
chio più attento, al contrario cli quanto avviene strumenti adatti e l'uso del tester o del capacime-
per molti altri componenti elettronici, per esem- tro non sempre riesce ad ottenere risultati sod-
pio le resistenze che, quando stanno per andare disfacenti.
fuori uso, presentano tracce di bruciacchiature e Ecco perché molti tecnici preferiscono procedere
piccole sorgenti di fumo. Gli stessi trasformatori, per tentativi, sostituendo componenti ritenuti ava-
quando subiscono danni o stanno per invecchia- riati con altri di sicuro affidamento. Ma questo
re definitivamente, presentano sintomi di ... cot- metodo, ovviamente, impone al tecnico la con-
tura, emanano eccessivo calore e, talvolta, fu-
servazione di una buona scorta cli condensatori di
mano.
diverso valore capacitivo, tensione di lavoro e
dimensione, oltre che una notevole perdita di
tempo che ben poco si addice al laboratorio di-
GUASTI E DIFETTI lettantistico.
Ogni condensatore, fatta eccezione per i conden-
satori elettronici, è normalmente composto eia
UNO STRUMENTO IDONEO
due strati sottili di alluminio o stagnola, sepa-
rati tra loro da un fine foglio di carta isolante
Per poter eseguire prove rapide e di sicura affi-
che rappresenta il dielettrico del condensatore
labilità, sui vari tipi di condensatori, è neces-
stesso. Questi tre fogli sottili possono essere av-
sario disporre cli un particolare strumento, in
volti in modo eia formare un cilindretto, più
o meno appiattito a seconda dei casi. L'involu- grado cli individuare interruzioni, perdite e cor-
cro viene poi impregnato con resine sintetiche, tocir-cuiti. Questo strumento deve essere in grado
in modo da raggiungere un elemento compatto di effettuare prove a varie tensioni di lavoro per-
e resistente agli agenti esterni. ché, come abbiamo già eletto, capita spesso che
un condensatore risulti apparentemente in otti-
A lungo andare, il fenomeno di invecchiamento
mo stato, mentre, fatto funzionare con tensioni
del condensatore subisce una accelerazione che
diverse, può dar luogo a scariche elettriche.
è tanto maggiore quanto più elevata è la tensio-
ne di lavoro cui viene sottoposto il componente Lo strumento da noi concepito è mollo semplice
e, in particolare, il dielettrico ciel condensatore. ed economico. Esso è caratterizzato dalla possibi-
E questa accelerazione di invecchiamento provo- lità di regolare la tensione in misura continua,
ca una inevitabile perdita delle proprietà die- da zero a 500 V circa, in corrente continua; lo
lettriche del condensatore, al punto che il com- strumento permette quindi di simulare le condi-
ponente può comportarsi come una vera e pro- zioni di lavoro di quasi tutti i condensatori mon-
pria resistenza di dissipazione elettrica. tati negli apparati elettronici.
Ma il condensatore può raggiungere anche la con- Per rendere lo strumento il più semplice possi-
dizione di cortocircuito. Ed è questo uno dei più bile, cioè alla portata di tutti i principianti, ab-
comuni difetti che si riscontrano nei condensato- biamo scartato, sin dalla fase di progettazione,
ri quando si supera la massima tensione soppor- l'idea di utilizzare uno strumento ad indice, men-
tabile dal dielettrico, il quale subisce una perfo- tre ci siamo orientati verso un elemento indicato-
razione stabilendo un contatto preciso fra le due re assai meno costoso: una comune lampada a
armature e provocando scariche interne. Queste spia al neon. E tale soluzione non pregiudica in
scariche raggiungono una notevole intensità quan- alcun modo le qualità dello strumento, anzi,
do la tensione di funzionamento è superiore a trattandosi <li una lampadina al neon di tipo co-
quella nominale di lavoro. mune, in grado di rivelare correnti elettriche
Il guasto meno comune, ma pur sempre possi- dell'intensità di poche decine di microampere,
bile in un condensatore, è quello dell'interruzio- la sensibilità dello strumento è da ritenersi otti-
ne della condutitvità del componente causata da ma. Inoltre, poiché la lampada al neon è prati-
rotture interne dei terminali collegati con le due camente priva di inerzia, è possibile rendersi con-
armature. to anche di « passaggi rapidi » di corrente, che
In ogni caso l'inconveniente che mette a dura non potrebbero invece essere visualizzati con i
prova l'abilità e la pazienza del tecnico rimane normali strumenti ad indice.

687
L_M P CONO.
NEON IN PROVA
GENERATORE
AT

e
Fig. 1 - Il nostro prova-condensatori è composto da un generatore di alta tensione
e da una lampadina al neon, che costituisce l'elemento analizzatore del condensato-
re in prova.

LO SCHEMA DI PRINCIPIO alta tensione. In particolare, il transistor TRl


pilota uno stadio oscillatore a sfasamento RC,
In figura 1 è illustrato schematicamente il princi- sul cui funzionamento abbiamo avuto occasione
pio di funzionamento dello strumento di prova di intrattenerci più volte sulle pagine della ri-
dei condensatori. vista.
E' assolutamente necessario disporre di un ge- Il circuito oscillatore genera una nota sinusoida-
neratore di tensione continua, in grado di rag- le, alla frequenza di 600 Hz circa, che viene am-
giungere valori anche relativamente elevati. Mol- plificata dal secondo stadio transistorizzato, quel-
ti lettori saranno già in possesso di un tale ge- lo pilotato dal transistor TR2. In questo modo
neratore, ma per coloro che vorranno costruire si ottiene una potenza sufficiente a pilotare un
un unico apparato, abbiamo progettato un ap- trasformatore elevatore di tensione realizzato con
posito circuito generatore AT, impiegante due un comune trasformatore di uscita, del tipo di
transistor. Questo alimentatore può essere ali- quelli montati nei ricevitori radio a valvole, nel
mentato a pile, rendendo trasportabile lo stru- quale risultano invertiti gli avvolgimenti rispetto
mento. all'uso normale cui esso è destinato. Ciò signi-
Un altro vantaggio, derivante da questo genera- fica che l'avvolgimento secondario del trasforma-
tore, è quello di scongiurare tutti i pericoli prove- tore d'uscita diviene, nel nostro caso, l'avvolgi-
nienti da scosse elettriche accidentali che l'opera- mento primario, mentre l'avvolgimento primario
tore potrebbe ricevere durante la prova dei con- ciel trasformatore d'uscita diviene, nel prova-con-
densatori, perché la bassa potenza del circuito, densatori, l'avvolgimento secondario.
limitata dai transistor non pennette un flusso ec- La resistenza R6, unitamente alla resistenza R5,
cessivo di corrente, salvaguardando nel modo più provvede alla polarizzazione del transistor TR2,
assoluto l'incolumità personale. determinando così la corrente di collettore. La
L'altro elemento fondamentale dello strumento resistenza semifissa R6 dovrà essere regolata in
prova-condensatori è rappresentato dalla lam- modo da ottenere sull'avvolgimento secondario
padina al neon che, collegata in serie al conden- (quello ad alta tensione) la maggior tensione pos-
satore in prova, è in grado di stabilire le condi- sibile, compatibilmente con la massima dissipa-
zioni elettriche del componente. zione tollerata dal transistor TR2. Questo tran-
sistor, munito di una buona aletta di raffredda-
mento, non dovrà superare i 70 " circa. Il valo-
ANALISI DEL CIRCUITO re della tensione presente sull'avvolgimento se-
condario di TI può variare a seconda del gua-
Passiamo ora all'analisi del circuito completo del- dagno del transistor utilizzato, delle caratteristiche
l'apparato prova-condensatori rappresentato in del trasformatore e della regolazione della resi-
figura 2. stenza semifissa R6. E' questo il motivo per cui
La parte del circuito, quella pilotata dai due non è possibile indicare il preciso valore della
transistor TR1 - TR2, compone il generatore di tensione presente sul secondario di T1. Nel pro-

688
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689
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IN PROVA
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13,5V

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massa
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Fig. 3 - Il montaggio dell'analizzatore di condensatori è di tipo • ancorato ,., perché


esso non vanta alcuna pretesa di strumento professionale.

totipo da noi realizzato è stata misurata una ten-


sione di 200 V circa la quale, successivamente
raddrizzata da un sistema duplicatore di ten-
sione, ha raggiunto il valore di 500 Vcc circa.
Questo valore di tensione viene applicato ai ter-
minali del potenziometro R9, in modo che sia
possibile prelevare, tramite il cursore, una ten-
sione variabile con continuità dal valore O sino a
quello massimo di 500 Vcc circa.

Fig. 4 - In corrispondenza del perno del potenziometro


R9 il lettore potrà comporre, sul pannello frontale dello
strumento, una scala graduata in volt come quella qui
riportata.

690
La rimanente parte del circuito è costituita dalla ricando il circuito, potrebbero danneggiare irre-
lampada al neon LN che deve essere del tipo parabilmente il transistor TR2.
di quelle prive di resistenza interna e in grado Nella terza posizione del commutatore multi-
di innescarsi con una tensione del valore più bas- plo S1a - S1b si ottiene la scarica del condensa-
so possibile (generalmente di 70 V circa). tore in prova, la quale provoca l'accensione della
La lampada al neon LN rivela il passaggio di, lampada al neon soltanto nel caso in cui il con-
corrente sia durante la fase di carica, sia du- densatore risulti efficiente.
rante la fase di scarica del condensatore in pro-
va; essa rivela inoltre eventuali correnti di fuga
dovute al condensatore in prova difettoso. COSTRUZIONE DELL'APPARATO

La costruzione dell'apparato prova-condensatori


FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO non presenta particolari difficoltà.
Essa potrà essere ottenuta ricorrendo ad un mon-
Vediamo ora di comprendere in qual modo sia taggio di tipo « ancorato », dato che si tratta
possibile dedurre lo stato del condensatore in di un apparato che non vanta prestazioni pro-
prova analizzando il comportamento della lam- fessionali. L'unico elemento critico del circuito
pada LN. è rappresentato dalla regolazione della resistenza
Quando il commutatore multiplo S1a - S1b si semifissa R6, che dovrà essere effettuata nel mo-
trova in posizione centrale, lo strumento non ri- do precedentemente spiegato.
sulta alimentato; quando il commutatore multi- Per quanto riguarda il trasformatore elevatore
plo si trova nella posizione indicata dallo schema di tensione TI, ricordiamo ancora che si dovrà
elettrico di figura 2, il circuito risulta sotto ten- utilizzare un trasformatore d'uscita per ricevi-
sione, cioè alimentato. In tali circostanze si pos- tore a valvole, il cui avvolgimento di bassa ten-
sono verificare quattro diverse condizioni. sione presenti un'impedenza cli 4 ohm circa.
1 - Se il condensatore è perfettamente efficien- L'avvolgimento primario, che nel nostro circuito
te, la lampada al neon LN emette. un lampo diviene avvolgimento secondario, dovrà presen-
di luce per spegnersi poi completamente. tare un valore di impedenza compreso fra gli
2- Se il condensatore è in cortocircuito, la lam- 8.000 e i 10.000 ohm.
pada al neon LN rimane permanentemente Per i lettori principianti ricordiamo che l'avvol-
accesa, emanando una quantità di luce di gimento a bassa tensione, quello che deve essere
notevole intensità. collegato con il collettore del transistor TR2, è
3 - Se il condensatore è interrotto, la lampada facilmente riconoscibile per il tipo cli filo adotta-
al neon LN non si accende, cioè rimane to, che è di grossa sezione, contrariamente a quel-
spenta. lo adottato per l'avvolgimento ad alta tensione
4 - Se il condensatore presenta delle perdite, do- che è di tipo sottile. Nel caso in cui la sezione
po un breve lampo iniziale la lampada ai del filo dei due avvolgimenti non fosse visibile,
neon LN ·rimane leggermente accesa. il lettore potrà servirsi di un ohmmetro per mi-
Tutte le prove fin qui elencate debbono essere surare le resistenze dei due avvolgimenti. Per
condotte sottoponendo il condensatore in prova l'avvolgimento a bassa tensione si misureranno
al valore normale della tensione di esercizio, ri- pochi decimi di ohm, per quello ad alta tensione
cordando che il valore minimo di tensione è im- si misureranno alcune decine o centinaia di ohm.
posto dalla tensione cli innesco della lampada; ciò
significa che, dalle prove or ora elencate, saran-
no generalmente esclusi quei condensatori che
non sono in grado di sopportare tensioni di una
settantina di volt almeno.
Ricordiamo inoltre che la durata e la luminosità
ABBO
del lampo iniziale dipendono essenzialmente dal
valore capacitivo dei condensatori in esame. E per
ottenere responsi attendibili le capacità dei con-
densatori in esame dovranno risultare comprese
MA SCEGLIENDO
IL REGALO
tra i 1000 pF circa (valore minimo) e alcuni mi-
crofarad (valore massimo).
Sarà bene escludere dalle prove i condensatori
elettrolitici, soprattutto quelli di elevato valore
TEVI CHE
PREFERITE

capacitivo, perché questi condensatori, sovracca-

691
VI
OMco 6sL7
La valvola
elettronica è
considerata dai più
un componente
superato dal
progresso
e dallo sviluppo
tecnologico. il miglior
Ma essa rimane « banco di scuola »,
pur sempre dal quale
è possibile trarre
il maggior
profitto
per lo studio
della
radiotecnica
elementare.

692
;f•\~:::~~!~~~~~?.::~~:::~:::~tl
_:: ìp)te "a=-y.ilfol~l~~~· seco_nd~rio, il quale, ui:1it3:me~te
$$%989%$33$%i$$$9j$$$i%%/in-_cuffia,
@eye, @g! condensatore variabile G1, compone il circuito
rj5jr$%i9j@r@@@j%$$i5jj@5$ii@/pratico delli disintonia de ricevitore radio.

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4.ugg 923
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..f..--'# E. ·...,E:.. · · ·• • • • • •• +.
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uppo di alta frequenza per ricevitori
.g;a.I._
f, conto che dal gruppo si dovrà
bina di aereo per onde medie. Ma
bobine si possono ancora trovare
i4ellé;ii@tgé@@e±sii5.28$ 9% o5±%4eriche, di±.ageti,'copi@rag, chiedendo al rivenditore una bo-
&iii&éré; su6ii6'±isda@é@6ééii, /Il ricevitorea sr onde bina
rmedie per ricevitori a valvole, mu-
$l$@l$$i2.3a.7are%r%f%@8$%3$4ili a semieondg t- mele@ di m@df@,di ferite e composta da due av-
1%f$$jjij@%f$%$%$3si%j9s$i$i%$;figlio tatti i_fe- volgimenti separati elettricamente. .
i@iie5gdiot 6 jc5 3'±iàifestano/dall'eme-Il/condensatore variabile C1 è di tipo ad aria,
trata all'uscita del circuito, rajjr@séiird6;'il;;jjdék;lòré;éàpacitivo di 350 pF. Coloro che non
:::~/reperire questo tipo di condensa-
iiio utilizzare un condensatore varia-
f \izioni, cioè adatto per ricevitore a
:;pei·eterodina, collegando in parallelo
i in modo da ottenere un unico
(variabile.
isce sul perno cli Cl, varia la capa-
satore, cioè 'varia una delle gran-
ntali che caratterizzano il circuito
_._,. ueste, infatti, sono l'induttanza e
,~;:::variando una di queste due gran-
tCtentc1ente"tc;·viii'la frequenza cli risonanza del cir-
distanziati tra loro, così da scongiurare ogni pe- cuito. La frequenza di risonanza è quella per cui
ricolo di cortocircuito anche per coloro che si soltanto il segnale radio dello stesso valore di
trovano alle prime armi con la saldatura a sta- frequenza può circolare fra I avvolgimento secon-
gno. dario della bobina L1 e Cl.
Nel descrivere questo rice\'i'•,re radio, suppor- Il circuito di sintonia potrebbe anche definirsi
remo il progetto suddiviso in tanti stadi, quanti come un circuito trappola, perché esso imprigio-
sono i fenomeni radioelettrici fondamentali che na un solo segnale radio, quello la cui frequen-
il lettore deve concretamente assimilare. za corrisponde alla frequenza di risonanza, igno-
Dopo aver introdotto alcune nozioni relative al rando tutti gli altri segnali radio presenti sulla
circuito di sintonia, cercheremo di interpretare bobina Ll.
il primo fondamentale fenomeno radioelettrico
che si manifesta nel nostro apparecchio radio :
il fenomeno della rivelazione di griglia. Ma co- RIVELAZIONE DI GRIGLIA
minciamo subito con l'analisi ciel circuito di en-
trata del ricevitore. La rivelazione dei segnali radio rappresenta uno
dei processi più importanti che si svolgono nel-
l'apparecchio radio. Essa consiste nel trasformare
LA SINTONIA i segnali di alta frequenza, captati dall'antenna
e intrappolati dal circuito di sintonia, in segnali
I segnali radio captati dall'antenna che, nel no- di bassa frequenza.
stro caso, deve essere installata nella parte più Per ottenere la rivelazione dei segnali AF esi-
alta del tetto e deve avere una lunghezza mini- stono diversi sistemi. Il più comune fra tutti è
ma di 20 metri, raggiungono l'avvolgimento pri- quello rappresentato dal diodo rivelatore allo
mario della bobina Ll; sui terminali di questa stato solido. Nel nostro caso, invece, trattandosi
bobina si potrebbe rilevare il valore della ten- di un apparecchio radio a valvola, il fenomeno
sione rappresentativa dei segnali radio. Si tratta della rivelazione è ottenuto tramite una par-
di un valore molto basso, percepibile soltanto con ticolare sezione della valvola, più precisamente
voltmetri elettronici di elevatissima sensibilità. dalla griglia controllo e dal catodo della prima
Dall'avvolgimento primario i segnali radio si tra- sezione triodica della valvola.
sferiscono, per induzione elettromagnetica, sul- Come si sa, internamente· alla valvola, la cor-

693
o
PLACCA
GRUPPO R C

- DIODO
RIVELATORE

0Arco
CONDE NS
VARI BILE

Fig. 1 - Quando la valvola triodo viene utilizzata per compiere il processo di rivela-
zione dei segnali radio, essa si comporta come un diodo rivelatore (simbolo riportato
sulla destra). Sui terminali della resistenza e del condensatore di rivelazione (gruppo
RC) è rilevabile la tensione rappresentativa del segnale di bassa frequenza.

rente elettrica procede in senso unico e ciò si- della valvola si compie un'altra importante ope-
gnifica che la valvola non è adatta per condurre razione : quella di amplificare per la prima volta
le correnti alternate. i segnali radio di bassa frequenza. Questa ope-
I segnali radio di alta frequenza, durante il pas- razione viene svolta dalla placca e dal catodo
saggio dalla griglia controllo al catodo vengono del primo triodo. Dunque sulla placca (piedi-
depauperati di tutte le semionde di uno stesso no 2) sono presenti i segnali di bassa frequenza
nome, positive o negative, che compongono il amplificati.
segnale stesso. Dunque, fra il circuito di sinto- Questi segnali, tuttavia, contengono ancora una
nia, la griglia controllo e il catodo, pur essen- parte di alta frequenza, quella contenuta nelle
do presente un segnale di alta frequenza, circola semionde del segnale transitate fra catodo e plac-
soltanto un segnale di bassa frequenza. La ten- ca. Ma questa parte di alta frequenza viene sca-
sione caratteristica del segnale di bassa frequen- ricata a massa dal condensatore C3.
za è misurabile fra i terminali della resistenza
componente il gruppo RC cli figura l.
In pratica, dunque, la griglia controllo e il ca- AMPLIFICAZIONE FINALE
todo svolgono le stesse funzioni di una valvola
rivelatrice a diodo, cosi come indicato dall'ugua- L'amplificazione finale dei segnali radio è affidata
glianza simbolica riportata in figura 1. alla seconda sezione triodica della valvola VI
(figura 5).
I segnali BF, già preamplificati dal primo triodo,
AMPLIFICAZIONE BF vengono applicati, tramite il condensatore C4
alla griglia controllo (piedino 4). In questa parte
Nella prima sezione triodica della valvola Vl della valvola i segnali vengono elevati ad un
(figura 5) si verifica, come abbiamo detto, il pro- livello tale da poter pilotare una cuffia ad alta
cesso di rivelazione, ma in questa stessa parte impedenza direttamente collegata sul circuito

694
anodico, cioè sulla placca.
Mentre un terminale della cuffia è collegato con
il piedino 5 della valvola, l'altro terminale è col-
legato con l'uscita del circuito alimentatore. Ciò
signifi ca che attraverso la cuffia fluiscono contem-
poraneamente i segnali di bassa frequenza, che
4 vengono trasformati in voci e suoni, e la ten-
sione di alimentazione.
La cuffia è un trasduttore acustico contenente due
avvolgimenti effettuati su magneti permanenti.
Questi avvolgimenti vengono attraversati dalla
corrente di bassa frequenza rappresentativa dei
GRUPPO RC segnali radio e creano dei campi elettromagn e-
DI POLRIZ2
tici variabili i quali mettono in movimento due
membrane metalliche che, a loro volta, provo-
cando compressioni e depressioni dell'aria anti-
stante, trasformano i segnali elettrici in suono.
7

POLARIZZAZIONE IN BASSA FREQUENZA


Fig. 2 - La resistenza e il condensatore catodico per-
mettono di polarizzare esattamente la griglia. controllo
del triodo, ponendolo nelle condizioni di svolgere age- Il secondo triodo della valvola V 1 è polarizzato
volmente e correttamente le sue funzioni amplifica- tramite resistenza e condensatore catodici.
trici dei segnali di bassa frequenza. La resistenza R3, che è attraversata da tutta la
corrente anodica della valvola, determina una
caduta di tensione. E poichè la corrente fluisce
dal catodo al telaio (massa), la polarità della ten-
sione è positiva sul catodo e negativa sul telaio.
La griglia controllo (piedino 4) è collegata a mas-
sa tramite la resistenza RA; con questo sistema
di resistenze, la griglia controllo si trova, rispet-
RETTIE. to al catodo, ad una tensione negativa, oppor-
tunamente calcolata e necessaria per ottenere un
corretto funzionamento della valvola.
Alla resistenza R4 viene affidato un ulteriore
compito: quello di inviare a massa la parte di
elettroni che durante il percorso della corrente
internamente alla valvola, non vengono attratti

+ + dalla placca e si condensano sulla griglia con-


troJio. La resistenza R4, dunque, provvede anche
a questo processo di « pulizia » della griglia con-
trollo, inviando a massa quegli elettroni che, con-
densati in numero eccessivo sulla griglia, porte-
rebbero la valvola stessa all'interdizione, cioè non
la farebbero più funzionare regolarmente.
In parallelo alla resistenza R3 è collegato il con-
densatore elettrolitico C6, che prende il nome
di condensatore catodico. Si tratta di un conden-
satore elettrolitico di alta capacità, la cui neces-
FILTRO RC sità è risentita dal fatto che la tensione negativa
di polarizzazione, ottenuta mediante la resisten-
za catodica, non è continua come potrebbe es-
sere quella ottenuta da una pila, perché l'inten-
Fig. 3- II diodo rettificatore trasforma la corrente· al- sità della corrente di catodo varia con lampiez-
ternata in corrente unidirezionale pulsante. Il filtro RC za del segnale in arrivo applicato alla griglia con-
trasforma la corrente pulsante in corrente continua,
necessaria per l'alimentazione dei circuiti anodici delle trollo. La corrente di catodo varia con la modu-
valvole. lazione del segnale. Ne risulta che anche la ten-

695
COLLEGARE
IN PARALLELO

I
LIRE 3.500
CASSETTIERA • MINOR »

Contenitore a 12 cassetti, componi-


bile ad incastro; dimensioni di un cas-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

SEZ. 0SCILL. SEZ.AEREO

Fig. 4 - Per la realizzazione del circuito di sintonia del


ricevitore radio descritto in queste pagine, è necessa-
rio un condensatore variabile, isolato ad aria, del va-
lore di 350 pF. In sostituzione di questo componente
è possibile utilizzare un condensatore variabile doppio
per ricevitori a circuito supereterodina, collegando in
parallelo le due sezioni. LIRE 3.800
CASSETTIERA MAIOR
Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.
sione negativa di polarizzazione varia con la
stessa modulazione. Il condensatore provvede a
sopprimere queste variazioni (figura 2).
Il condensatore catodico è presente, a volte, an-
che sulle valvole amplificatici di alta frequenza,
ma in questo caso esso non è più un elettroli-
tico, ma un normale condensatore il cui valore
si aggira intorno ai 100.000 pF.

Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
A volte il condensatore catodico non è neppure co, il vostro angolo di lavoro in un
necessario sulla valvola amplificatrice finale di vero e proprio laboratorio!
bassa frequenza, anzi può riuscir utile la sua eli-
minazione. Senza il condensatore catodico, data
la modulazione della tensione di polarizzazione,
si ottiene una particolare forma di reazione, detta Le richieste delle cassettiere debbono essere
fatte inviando anticipatamente l'importo, a mez-
« reazione negativa», con la quale può essere zo vaglia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a:
compensata, in parte, la distorsione introdotta ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti, 52 -
dall'amplificazione. 20125 MILANO.

696
RETTIFICAZIONE applicata all'entrata della cellula cli filtro, com-
posta dalla resistenza R5 e dai due condensatori
La valvola V1, per funzionare correttamente, de- elettrolitici C7-C8.
ve essere alimentata con tensioni continue, che La cellula di filtro, ora citata, provvede al li-
prendono il nome di tensioni anodiche. Fa ecce- vellamento della corrente, cioè trasforma la cor-
zione il filamento, che può essere indifferente- rente pulsante in una corrente perfettamente
mente alimentato con la tensione continua o con continua. Questa corrente viene prelevata a val-
quella alternata. le della cellula cli filtro e inviata alla placca del
La tensione di rete-luce è una tensione alternata primo triodo, tramite la resistenza R2 e alla
del valore di 220 V. Per usufruire di questa ten- placca del secondo triodo tramite la cuffia.
sione, occorre trasformarla in tensione continua.
E a tale processo di trasformazione provvede P'ali-
mentatore del ricevitore radio. IL CONDENSATORE VARIABILE
L'alimentatore può considerarsi suddiviso in due
parti: quella di trasformazione della tensione II condensatore variabile C1 è un condensatore
e quella di rettificazione della tensione stessa. ad aria, del valore di 350 F.
Alla prima parte provvede il trasformatore di Questo condensatore non sempre risulta facil-
alimentazione Tl (figura 5), il quale trasforma la mente reperibile in commercio, mentre è assai
tensione alternata di rete in due o più tensioni al- facile trovare un condensatore variabile doppio,
ternate, di valore superiore o inferiore, neces- cioè dotato cli due sezioni distinte. Questo con-
sarie per alimentare i circuiti del ricevitore radio. densatore può sostituire validamente il conden-
Nel nostro caso il trasformatore cli alimentazione satore da noi prescritto, purché si colleghino in
Tl riduce la tensione di 220 V, prelevata dalla parallelo le due sezioni, così come indicato nello
rete-luce, nel valore di 150 V, necessario per l'ali- schema elettrico di figura 4 e in quello di figura
mentazione anodica, e in quello di 6,3 V, neces- 7. Questi tipi di condensatori vengono costruiti
sario per accendere il filamento della valvola. per essere montati nei ricevitori radio a circuiti
Nel ricevitore radio, qui presentato, il trasforma- supereterodina; una delle due sezioni, infatti, è
tore TI funge da riduttore di tensione, perché destinata a pilotare il circuito oscillatore, mentre
riduce la tensione di 220 V a valori più bassi. l'altra pilota il circuito di sintonia (sezione ae-
La tensione alternata cli 6,3 V non richiede alcun reo).
trattamento elettrico; essa viene applicata diret-
tamente ai terminali del filamento della valvola.
In pratica, per risparmiare sulla quantità dei
MONTAGGIO
conduttori necessari per il cablaggio, uno dei
terminali dell'avvolgimento a 6,3 V viene col- In figura 6 è rappresentato il piano di cablaggio
legato direttamente ad uno dei terminali del fila- del ricevitore visto nella parte di sotto del te-
mento della valvola e ad uno dei terminali della laio metallico. In figura 7 sono disegnati gli
lampada-spia LP. Il secondo terminale dellav- elementi che debbono essere montati nella parte
volgimento a ,3 V viene collegato direttamen- superiore del telaio. Essi sono: il trasformatore
te con il telaio metallico e così pure l'altro termi- di alimentazione T1, la valvola VI, il condensato-
nale del filamento rimasto libero e l'altro termi- re elettrolitico doppio a vitone C7-C8 e il con-
nale della lampadina. Così facendo il telaio ciel densatore variabile. Sulla parte anteriore del te-
ricevitore radio diviene conduttore della ten- laio risultano applicati: l'interruttore generale
sione alternata a 6,3 V. Più oltre vedremo come
S1 e la lampada-spia LP, che permette di infor-
il telaio risulti anche conduttore della tensione
mare l'operatore sulle condizioni elettriche del-
continua negativa a 150 V.
l'apparecchio radio, cioè se esso è acceso o spento.
Il trasformatore di alimentazione Tl è dotato Seguendo attentamente il piano di cablaggio di
di un avvolgimento primario e cli due avvolgi- figura 6, nessun errore pratico potrà essere com-
menti secondari: quello a 6,3 V cli cui abbiamo messo dal lettore, il quale deve far bene atten-
già parlato e quello a 150 V. Questo secondo zione, collegando il diodo Dl e il condensatore
valore di tensione alternata viene applicato al- elettrolitico C6, di tener conto delle esatte po-
l'entrata del circuito rettificatore e di livella- larità di questi componenti che, tra l'altro, risul-
mento. tano ben evidenziate nello schema di figura 6.
Il circuito rettificatore, composto dal solo diodo La bobina LI, munita di nucleo di ferrite regola-
al silicio D1, trasforma la corrente alternata in bile, è una normale bobina cii tipo commerciale
una corrente unidirezionale pulsante. Questo ti- per sezione d'aereo di ricevitori radio a valvole.
po di corrente, presente a valle del diodo, viene Coloro che non riuscissero a reperire in commer-

697
R2
..O
CUFFIA
C5

O
O ANT

■■
C3 Il
I 7"
R1 2 5
V1
1 4

JI Il
C2
' Il

E 5 J;
L1 '1 Il i .T.
·I

Resistenze
A1
R2
=
=
2,2
150.000
megaohm
ohm
i
COMPONENT_ A3 =
R4
3.300
500.000
ohm
ohm

Condensatori
R5 '=
Varie
10.000 ohm - 1 watt

C1 = 350 pF (variabile ad aria)


C2 I= 150 pF V1 6SL7 (6SN7 - ECC83)
C3 = 250 pF D1 = BY127 diodo raddrizz. al silicio
C4 = 10.000 pF T1 = trasf. d'alimentaz. (20 - 30 W; prim.
es = 2.000 pF 220 V - sec. 150 V - 6,3 V)
C6 = 50 F - 50 VI. (elettrolitico) LP = 6 V - 100 mA (lampada-spia)
C7 = 50 F - 250 VI. (elettrolitico) L1 = bobina d'aereo per onde medie
C8 = 50 F - 250 VI. (elettrolitico) Cuffia = 2.000 - 8.000 ohm
C9 = 5.000 pF S1 = interruttore a leva

698
Fig. 5 - Schema teorico completo del ricevitore radio
per ascolto delle onde medie in cuffia pilotato dal dop-
pio triodo 6SL7. L'alimentazione del circuito è derivata
dalla rete-luce, tramite un trasformatore riduttore di
tensione ed una cellula di filtro.

R5 D1
w+Kt+ 4
'!

C9

150V
+ +
C7 es

S1

LP

nostro indirizzo è

Pk.a

Via Zuretti 52 - 20125 Milano - Tel. G71945


RETE

aR1e2

VARIABILE

Fig. 6 - Cablaggio del ricevitore per onde medie nella parte inferiore del telaio
metallico, al quale è affidato il compito di fungere da conduttore della linea di massa,
di uno dei due conduttori dell'avvolgimento secondario a 6,3 V di Ti e del condut-
tore della linea negativa della tensione anodica. Si faccia bene attenzione a colle-
gare, secondo illoro senso esatto, il condensatore catodico C6 e il diodo raddrizza-
tore al silicio D1.

700
PRESA
CUFFIA

Fig. 7 - Cosi si presenta, nella parte superiore, il te- cio questa bobina, potranno far richiesta di que-
laio metallico del ricevitore ad onde medie. Si noti il sto componente, e soltanto questo, inviando an-
collegamento in parallelo delle due sezioni del con-
densatore variabile doppio. Nella parte posteriore del ticipatamente, tramite vaglia o c.c.p., l'importo
telaio è presente la presa di antenna, sulla quale è di L. 750, con l'indicazione a tergo: « per bo-
necessario collegare la discesa di un'antenna bifilare bina sintonia del ricevitore OM CON 6SL7 ».
della lunghezza minima di 2 metri. Quanto più lunga è
l'antenna e quanto migliore è la sua installazione, tan-
to maggiori saranno i risultati ottenuti.
TARATURA

Il termine « taratura » è da considerarsi eccessi-


vo in questa sede, perché le operazioni di messa
a punto del ricevitore sono assolutamente sempli-
ci e si interpretano con poche parole.
Dopo essersi accertati di non aver commesso er-
rori di cablaggio, cioè dopo aver ripercorso men-
talmente la correttezza del circuito, sarà sufi-
ciente accendere il ricevitore tramite l'interrut-
tore S 1. Il condensatore variabile C 1 verrà po-
sizionato a metà corsa circa; quindi, servendosi
di un cacciavite, si regola la posizione del nucleo
di ferrite inserito nel supporto della bobina cli
sintonia, in modo eia ricevere l'emittente locale
con la massima chiarezza e la massima potenza.

701
LA POTENZA
s TX

Presentiamo un semplice ed econo-


mico strumento in grado di misurare
la reale potenza di uscita di un tra-
smettitore.

l valore effettivo della potenza d'uscita di un


I trasmettitore, di qualsiasi tipo esso sia, di-
pende essenzialmente dal rendimento dello
stadio finale. E questo rendimento può variare,
sia pure di poco, da un apparato all'altro, anche Nel caso della nostra microtrasmittente, infatti,
dello stesso modello. sarebbe praticamente impossibile dichiarare ufi-
Ecco perché le case costruttrici evitano, il più cialmente la reale potenza d'uscita se si tiene
delle volte, di dichiarare questo dato che, per conto_ che il guadagno del transistor finale non
ogni amatore, è assai importante. Si dichiara è quasi mai lo stesso per tutti i transistor pur del
sempre, la potenza dissipata dallo stadio finale, medesimo tipo. .
cioè la potenza input, che fornisce soltanto una In pratica può facilmente verificarsi che un tra-
vaga indicazione sulla qualità reale del trasmet- smettitore con potenza input di 5 W eroghi una
titore. potenza reale superiore a quella di un trasmet-
Noi stessi, nel pubblicizzare il kit della microtra- titore con potenza di 8 W input.
smittente ultrasensibile, con circuito integrato, Con lo strumento qui descritto non vi potranno
dichiariamo una potenza input di 50 mW. Ma più essere confusioni e ciascun lettore sarà in
questo valore nulla ha a che vedere con quello grado di valutare direttamentè l'effettiva poten-
della potenza reale d'uscita del trasmettitore. E za di trasmissione del proprio trasmettitore.
non si creda che la mancata presentazione di Il nostro apparato è un watmetro per alta fre-
questo dato rappresenti una precisa volontà di quenza, che si rivelerà assai utile nel processo
chi pone in vendita un trasmettitore o, peggio, di taratura di qualsiasi tipo di trasmettitore, oltre
uno strattagemma di chi vende per illudere o che, come è stato detto, nella valutazione precisa
stornare la buonafede di chi compra. della potenza d'uscita.

702
tenza reale, espressa in watt, si ottiene moltipli-
cando il valore della potenza apparente per un
certo fattore, che va sotto il nome di « cos p»,
determinato dall'angolo di sfasamento formato
dalla tensione e dalla corrente che percorre il
circuito.
L'esempio illustrato in figura l serve a dimostra-
re come in un circuito con un cos p = 0,857.
corrispondente ad uno sfasamento di 31 °, la po-
tenza ottenuta dal prodotto VI risulti assai di-
versa dalla potenza reale.
Ma questa valutazione si complica ancor più in
presenza di correnti ad alta frequenza, in quanto
non esistono strumenti di misura adatti allo sco-
po. Ma la misura della potenza reale viene no-
tevolmente semplificata quando si conosce il
preciso valore della resistenza di carico. Infatti,
conformemente alla legge di ohm si ha che:

P - V.R

In base a questa formula il valore della potenza


può essere facilmente ottenuto conoscendo il va-
lore della tensione V sui terminali del carico e,
ovviamente il valore resistivo di questo.
In tutti gli apparati trasmittenti il carico è rap-
presentato dall'antenna che irradia i segnali di
alta frequenza. Questa, se perfettamente tarata,
è del tutto equivalente, ai fini pratici, ad una
normale resistenza il cui valore, chiamato « im-
pedenza caratteristica d'antenna », può oscillare
generalmente fra i 30 e i 300 ohm. Normalmen-
te si utilizza il valore di 52 ohm, che si adatta
perfettamente ai cavi coassiali di facile reperi-
bilità commerciale. Dunque, conoscendo il va-
lore dell'impedenza caratteristica tipica dell'an-
tenna utilizzata dal trasmettitore, si potrebbe pen-
sare di misurare la tensione d'uscita del trasmet-
MISURE DI POTENZA titore con l'antenna inserita, applicando poi la
formula precedentemente citata in modo da ri-
Per misurare la potenza assorbita da un carico, in salire finalmente al valore della potenza utile.
corrente continua, è sufficiente effettuare il pro- Ma per attuare questo sistema di valutazione del-
dotto della tensione, misurata sui terminali del la potenza si deve ... fare i conti con due princi-
carico, per il valore dell'intensità di corrente che pali inconvenienti. Il primo di questi è di na-
lo attraversa. tura... civile, perché durante l'intero periodo di
Le cose vanno in modo diverso quando si ha a taratura del trasmettitore, cli lettura dei valori
che fare con la corrente alternata, che è quella e delle regolazioni, rimanendo sempre inserita la
che fluisce attraverso il carico dello stadio finale antenna, si invierebbe nello spazio la « portante
di ogni trasmettitore. del trasmettitore », interferendo indiscriminata-
Per questa valutazione, qualunque sia il valore di mente sulle trasmissioni e ricezioni dei radioama-
frequenza della corrente alternata e, quindi, an- tori. Il secondo inconveniente, di natura elettro-
che nel caso dell'alta frequenza, occorre tener nica e assai più importante, è quello della valu-
presente la· natura del carico stesso, che può es- tazione precisa dell'impedenza caratteristica del-
sere induttivo, capacitivo o puramente resistivo. l'antenna, dato che assai raramente si può essere
Il prodotto VI, cioè il prodotto della tensione sicuri a! cento per cento su questo dato, che è
per l'intensità di corrente, indica la potenza ap- soggetto a continue variazioni causate dagli agen-
parente, misurata in volt-ampere, mentre la po- ti atmosferici; l'umidità dell'aria, ad esempio, può

703
La potenza di emissione di un trasmettitore si
\ aggira normalmente intorno a valori di alcuni
watt; non è quindi assolutamente possibile utiliz-
\
zare, per il carico fittizio, resistenze a filo di no-
\ tevole potenza, perché queste sono dotate di una
\ elevata induttanza, determinata dall'avvolgimen-
to del filo stesso; l'elevata induttanza di una
\ resistenza a filo falserebbe totalmente la misura
cos 0,857 \ in alta frequenza. Occorre dunque far uso di un
l collegamento in parallelo di un certo numero di
resistenze non induttive cioè di tipo ad impasto,
POT. REALE 42,85 in modo da ottenere le precise caratteristiche
del carico desiderato.
Fig. 1 - Questo esempio analitico serve per dimo- Per poter ottenere un'impedenza caratteristica
strare come la potenza ottenuta dal prodotto della
tensione per l'intensità di corrente risulti assai diversa di valore Z, si dovranno utilizzare N resistenze
dalla potenza reale. tutte di valore R determinato dalla formula
R = ZxN.
R1 Ovviamente anche la potenza totale del carico
A fittizio verrà valutata moltiplicando per N la

f \ potenza dissipabile da ciascuna resistenza.


Facciamo un esempio. Volendo ottenere un cari-
co fittizio di 52 ohm con potenza di 8-10 W, si
utilizzano 9 resistenze da 470 ohm - 1 W (figura
2). Infatti si ha: 470 : 9 52,2 ohm, che rap-
presenta un valore ottimamente approssimato a
quello di 52 ohm.
Utilizzando resistenze da 1 W, la potenza com-
plessiva massima ottenuta sarà di 9 W (10 W per
funzionamenti brevi). Per lunghi funzionamenti
alla massima potenza, converrà utilizzare resi-
stenze da 2 W di tipo ad impasto.

9 RESISTENZE DA 470 n.= 52,2nL


IL PROGETTO DEL WATTMETRO PER AF
Fig. 2 - Per ottenere un carico fittizio di 52 ohm, con
potenza di 10 W circa, si debbono collegare in paral- Dopo questa lunga introduzione di carattere teo-
lelo fra loro 9 resistenze da 470 ohm - 1-2 W.
rico, che vogliamo augurarci possa chiarire mol-
ti concetti inerenti i principali aspetti della mi-
sura della potenza in alta frequenza, passiamo
ora all'analisi del progetto del wattmetro rappre-
sentato in figura 3.
L'alta frequenza, prelevata tramite il connettore
far variare di qualche ohm, in più o in meno,
dall'apposita presa d'uscita d'antenna del tra-
il valore dell'impedenza caratteristica dell'an-
smettitore, giunge, attraverso il cavo coassiale,
tenna.
alla resistenza Rl che, come abbiamo detto, sim-
boleggia il carico fittizio di figura 2.
IL CARICO FITTIZIO La tensione V, presente sui terminali della resi-
stenza Rl, viene rivelata dal diodo al germa-
Per ovviare ai due inconvenienti or ora ricordati nio DG e successivamente livellata e filtrata dal
e per rendere più pratica ed agevole ogni opera- condensatore C1.
zione di lettura e taratura, conviene disporre, in- Il potenziometro semifisso R2 permette la regola-
ternamente allo stesso watmetro per alta fre- zione a fondo-scala dello strumento.
quenza, di un carico fittizio, che presenti lo stesso Il potenziometro semifisso R3 viene inserito nel
valore dell'impedenza nominale dell'antenna; a circuito dal deviatore S1 e serve per regolare ul-
questo carico fittizio viene anche affidato il com- teriormente lo strumento a fondo-scala nella por-
pito di dissipare la potenza del trasmettitore. tata di 10 W.

704
CO
CO ASSIALE DG .•
S1

Cl

R1 R2

COMPONENTI
Componenti Fig. 3 - Gli elementi fondamentali che compongono il
C1 = 220.000 pF wattmetro AF sono: la resistenza fittizia R1, il diodo
rivelatore DG e lo strumento indicatore sulla cui scala
è possibile leggere direttamente il valore della potenza.
Resistenze
R1 50 ohm- 10 watt (nove resistenze
da 470 ohm - 2 W)
R2 1.000 ohm (resistenza semifissa)
R3 470 ohm (resistenza semifissa)

Varie Nel piano di cablaggio di figura 4 la resistenza


DG = diodo al germanio (1N4148)
Rl, rappresentativa del carico fittizio, è stata rap-
A = microamperometro (0,5- 1 mA max.) presentata come un unico componente. Ma in
S1 =deviatore (10 W) realtà si dovranno utilizzare 9 resistenze da 470
ohm - 1 W, collegate in parallelo fra loro; que-
sti valori, ovviamente, permettono di raggiun-
gere un carico con le caratteristiche da noi prima
denunciate.
Il funzionamento del wattmetro, dunque, è assai E' assai importante che il carico fittizio venga
semplice ed anche la sua struttura è molto ele- collegato direttamente sui terminali del cavo
mentare. Ciò non significa, tuttavia, che il mon- coassiale; sarà bene schermare il carico fittizio con
taggio dell'apparato non debba essere effettuato un lamierino collegato al contenitore.
con una certa attenzione, soprattutto in quei Per quanto riguarda il cavo coassiale, raccoman-
punti in cui si rende necessaria la schermatura. diamo di far uso di cavo per alta frequenza, con
impedenza caratteristica pari a quella dell'an-
tenna, senza esagerare con la lunghezza del col-
REALIZZAZIONE PRATICA legamento (40-50 cm. dovrebbero risultare più che
sufficienti). Dunque, non è assolutamente possi-
Il montaggio del wattmetro deve essere effettua- bile utilizzare cavo schermato per bassa frequen-
to, tenendo presente il piano di cablaggio di fi- za, del tipo di quello adatto per collegamenti
gura 4, in un contenitore metallico, nel quale con giradischi, microfoni od altri elementi fun-
vengono racchiusi sia il carico fittizio sia il cir- zionanti in bassa frequenza.
cuito rivelatore.
Lo strumento indicatore potrà essere uno di quei
microamperometri di tipo giapponese, di facile TARATURA
reperibilità commerciale. In sostituzione di que-
sto si potrà usare il tester, montando sul conte- Una volta realizzato lo strumento, prima della
nitore due boccole in corrispondenza con i ter- sua utilizzazione pratica, occorrerà procedere alla
minali di collegamento dello strumento; in que- sua taratura.
ste due boccole verranno inseriti i puntali del Per tarare il wattmetro ci si dovrà servire del
tester. circuito rappresentato in figura 5, nel quale il

705
Fig. 4- l} wattmetro deve es-
sere montata in un contenito-
re metallico completamente
chiuso; anche la resistenza
fittizia RI deve essere scher-
mata, rispetto alle varie parti
del circuito, con un lamierino
elettricamente collegato con
il contenitore.
massa
cavo
coassiale

wattmetro è rappresentato sull'estrema destra. In tenziometro da 50 ohm e di sufficiente potenza,


questo circuito risulta inserito un voltmetro per sarà possibile utilizzare un trasformatore con pre-
corrente alternata; il sistema potenziometrico se intermedie, oppure collegare sui terminali del-
(Rl) serve per far variare la tensione sui termi- l'avvolgimento secondario del trasformatore una
nali del voltmetro. Il trasformatore riduce la ten- resistenza al nichel-cromo da 50 ohm, del tipo
sione di rete al valore di 24 V, concedendo l'as- di quelle montate nelle stufette elettriche; il cur-
sorbimento massimo di corrente di 1 A. sore di questo rudimentale potenziometro sarà
Sul voltmetro si effettueranno varie letture di rappresentato da un contatto volante, cioè da
tensione, spostando successivamente il cursore di un pezzo di filo che scorrerà lungo la resistenza
R l; in corrispondenza dei vari valori di tensione al nichel-cromo.
si otterranno vari valori di potenze indicati sulla
scala dello strumento incorporato nel wattmetro,
secondo il grafico rappresentato in figura 6. IMPIEGO DEL WATTMETRO
Facciamo un esempio. Quando sul voltmetro si
Abbiamo già detto in precedenza in qual modo
legge la tensione di 7 V, occorrerà segnare, sulla
il wattmetro debba essere collegato con il cir-
scala del microamperometro incorporato nel watt-
cuito d'uscita del trasmettitore.
metro il valore di 1 W. Riepilogando ricordiamo Il suo modo di impiego è estremamente sem-
che la taratura del wattmetro si effettua spo- plice, perché volendo effettuare la lettura della
stando il cursore di Rl e tenendo sott'occhio il potenza di uscita del trasmettitore, basterà leg-
grafico di figura 6, dal quale si rilevano i valori gere questo valore sulla scala graduata. Volendo
in watt (asse orizzontale). In pratica, dunque, invece procedere alla taratura dei vari stadi del
si tratta di comporre la scala del microampero- trasmettitore, si dovranno regolare i nuclei delle
metro contenuto nel wattmetro, cioè di suddi- bobine sino ad ottenere la massima deviazione
videre questa scala in 10 parti (trattino), facendo dell'indice del microamperametro contenuto nel
corrispondere ad ogni trattino il corrispondente wattmetro. Questa operazione dovrà cssere ripe-
valore in watt. tuta più volte, perché la taratura di uno stadio
Per variare la tensione sui terminali del voltme- influenza quasi sempre gli altri stadi del trasmet-
tro, nel caso in cui non si disponesse di un po- titore.

706
TRASF

1@)10
w
0

24V
1

VOLTM. CA

RETE

Fig. 5- Per rendere funzionante il wattmetro (disegna-


lo sulla destra) occorre procedere alla sua taratura,
cioè alla suddivisione della scala del microamperome-
tro in 1 O parti, facendo corrispondere ad ogni trattino
un preciso valore di potenza. La taratura del wattme-
tro si ottiene realizzando il circuito disegnato sulla
sinistra, spostando il cursore del potenziometro R1 in
modo che l'indice del voltmetro indichi i valori di ten-
sione desiderati.

Fig. 6 - La taratura del wattmetro si ottie-


ne tenendo sott'occhio questo diagramma.
Ai diversi valori di tensione, segnalati dal
voltmetro in corrispondenza delle diverse
posizioni del cursore del potenziometro H1,
corrispondono i valori di potenza (asse oriz-
zontale) che verranno riportati sulla scala
del microamperometro incorporato nel watt-
metro.

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tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali' e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Il transistor BF 183 stati commessi errori di disegno e di stampa.


Mi permetto di farvi osservare che a pagina +56 Rassicuriamo dunque lei e tutti gli altri lettori
del fascicolo di giugno di quest'anno, nel corso che il nostro disegno è perfettamente esatto.
della presentazione del progetto del preamplifi- Per quanto riguarda poi l uso del preamplificatore
atore d'antenna per autoradio, avete riportato per i I44 MH:, pur essendo possibile l'adatta-
il discgno. in pianta. del transistor BF 183 con i mento del circuito, non le consigliamo di utiliz-
terminali di erittore e di base invertiti. Ciò può zare il progetto di pag. 454. perché i risultati
provocare uu danno per i numerosi lettori ap- .wrebb,,ro a.i.,·ai scarsi. Tenga presenti; in/ atti che,
passionati di preamplifcazione AF. Ma voglio ri- sulla frequenza dei I44 MHz, le potenze di emis-
tenere che si tratti soltanto di un errore di stam- sion sono assa basse, per cui è meglio ricorrere
pa. dato che i. vari manuali in mio possesso so- ai prr!amplificatori impieganti i transistor MOS-
no concordi nel disporre l'elettrodo di base ac- FET a doppia porta.
canto alla tacca di riferimento del componente.
Volendo realizzare quel preamplificatore, deside-
rerei conoscere da voi le eventuali varianti da
apportare al circuito per un accoppiamento con
un ricevitore transistorizzato dotato della gam-
ma dei 144 MH. Sostituzione di componenti
W AIFRO GHIDDI Sono un giovane lettore della vostra entusia-
Pavullo smante rivista, dalla quale ho appreso le. prime
nozioni di elettronica. Vi scrivo per sapere quale
Siamo spiacenti di doverla pubblicamente con- transistor, di facile reperibilità commerciale può
traddire. Ma nei manuali Philips la disposizione sostituire il BC301 montato nel ricevitore per
degli elettrodi del transistor BF183 è proprio onde corte presentato a pagina 197 del fascicolo
quella da noi rappresentata a pagine 456 del di marzo dell'anno in corso. Vorrei inoltre sa-
fascicolo di giugno. Evidentemente lei ha con- pere con quale tipo di impedenza posso sosti-
sultato dei manuali in cui effettivamente sono tuire quella da voi prescritta per la realizzazione

717
del sintonizzatore BIGA MMA presentato sul fa- elle autovetture con accensione elettronica que-
scicolo di aprile '73. sto filo deve essere collegato con l'apposita pre-
CASTELLI ALDO sa.
Corsico

Il transistor BC30I può essere sostituito con il


comune 2NI711, mentre l'impedenza di alta fre-
• •••
quenza, di tipo Geloso 555, può essere sostituita Amplificatore Hi-Fi. Potenza: 20 W
con qualsiasi altro tipo di impedenza per alta Soltanto da pochi mesi ho conosciuto questa in-
frequenza, purché con valore di 0,1 mH. teressante rivista e ho apprezzato buona parte
dei progetti in essa contenuti. Non ho trovato
ancora un amplificatore ad alta fedeltà, di po-
tenza, che mi permetta di realizzare un com-
plesso stereo da accoppiare a due casse acustiche,
Tachimetro elettronico
con impedenza di 4 ohm, già in mio possesso. Mi
Sfogliando la vostra bella rivista Elettronica Pra- fareste quindi cosa gradita nel pubblicare uno
tica del mese di settembre dello scorso anno, schema con stadio finale pilotato a transistor al
sono rimasto molto interessato al vostro progetto germanio perché, a mio giudizio, ritengo che so-
del contagiri elettronico, pubblicato alla pagina lo con questi transistor si ottenga un suono più
442. Essendo io alle prime armi con l'elettronica, « pastoso », meno metallico. e secco di quello
ed avendo alcune incertezze sui componenti ne- ottenuto con i transistor al silicio.
cessari alla costruzione dell'apparato, vorrei porvi
alcune domande. ROBERTO MARIOTTI
Varese
Di che tipo debbono essere i condensatori Cl-
C2-C3 e quale è- la loro tensione di lavoro?
La sua affermazione risponde alla verità, perché
La mia autovettura è una Fiat 128 Berlina con
motore a 4 cilindri, che arriva ad un regime di da qualche mese a questa parte nessun amplifi-
catore ad alta fedeltà e dì potenza è stato pre-
rotazione di 6.500 giri al minuto. Per un tale nu-
sentato sulla rivista. Lo avevamo fatto invece nel
mero di giri il valore capacitivo del condensa-
passato ma, essendo ormai trascorso molto tem-
tore C3 rimane quello di 0,68 µF, oppure deve
essere diminuito? L'eventuale variazione del va- po, per accontentare e soddisfare le esigenze dei
nuovi lettori, riteniamo doveroso accogliere la
lore capacitivo di C3 comporta qualche modifica
sua richiesta presentando il progetto di un buon
al progetto? Il procedimento di taratura rimane
amplificatore Hi-Fi, con potenza di uscila di 20
quello da voi descritto oppure cambia? Qual'è
, impieganti transistor al germanio di tipo AD
il punto esatto in cui deve essere fatta la con-
nessione del filo che va al ruttore dello spinte-
149 nello stadio finale, che risulta di tipo a sim-
metria quasi complementare.
rogeno?
MAURIZIO PICCININI Le caratteristiche elettriche principali dell'ampli-
S. Lorenzo Isontino ficatore sono le seguenti:
Tensione di alimentazione:
Nell'articolo da noi presentato è chiaramente 31 stabilizzati
detto che, per aumentare il numero massimo di Assorbimento complessivo di corrente:
giri di fondo-scala, è sufficiente diminuire pro- 1A con P, = 20W
porzionalmente il valore__ capacitivo del solo con- Potenza di uscita:·
densatore C3. Per la sua particolare applicazione 20 W con f = 1.000 Hz
vogliamo ritenere che il valore capacitivo di 0,56 Fattore di distorsione :
F sia sufficiente per arrivare alla misura di 0,1 % con P, = < 16
7.000-8.000 giri al minuto. I condensatori pos-
sono essere di qualunque tipo, purché non elet- Tensione di ingresso :
trolitici e con tensioni di lavoro di 50-100 V. 170 mV per P, = 20 W
Le operazioni di taratura, descritte nel testo, Impedenza di ingresso :
rimangono sempre valide in ogni particolare ap- 150.000 ohm
plicazione. Nelle autovetture co accensione di Impedenza di uscita: 4 ohm
tipo tradizionali' il filo « ruttore » va collegato Rapporto tensioni spurie:
con il terminale della bobina non contrassegnato 68,5 dB con P, = 50 mW
da alcun simbolo e collegato con lo spinterogeno. 84,5 dB con P, = 20 W

718
D) 31V

!R18

R1 Il
R6

r, «· f "
%4
~
3 e Il Il TR4

+ .. u?
c+ - R15

Il
+

R7

r □],rn,,,
e
D7

TR2
R12
R13

TR5
fi
l6

TR6
o p 4
r
EfJTRATA
6

COMPONENTI
CONDENSATORI
Cl
C2 =
22
100.000 pF
r- 50 VI. (elettrolitico)
C3 = 470 F - 25 Vl. (elettrolitico)
C4 4 7 uF - 25 VI. (elettrolitico)
C5 6.800 pF R13 500 ohm (NTC)
C6 = 3.300 F - 100 VI. (elettrolitico) R14- 18 ohm
Rl5 - 8,2 ohm
RESISTENZE R16 = 18 ohm
Rl - 22.000 ohm Rl7 - 0,5 ohm
R2 : = 4 7 .000 ohm (potenziometro) RIS = 0,5 ohm
R3 =
150.000 ohm
R4 =
150.000 ohm VARIE
R5 22 ohm TRL BC178
R6 1.500 ohm TR2- BC107
R7 =
1.200 ohm TR3 - AC127P
R8 =
4.700 ohm TRA AD149
R9 100 ohm TR5 = AC132P
RIO - 1.500 ohm TR6 = AD149
Rll =
470 ohm (potenziometm) Dl BAX13
Rl2 = 1.000 ohm AP 4 ohm

719
Rapporto segnale-disturbo : lato in modo da eliminare ogni distorsione di
70 dB con P, = 50 mW cross-over; ciò si ottiene normalmente regolan-
96 dB con P, = 20 W dolo per un assorbimento di 30-40 mA circa in
A nalìzzando brevemente ·il circuito, si nota che assenza di segnale. Lo stadio finale è pilotato dai
il primo stadio ampli/ icatore è pilotato da un transistor complementari TR3-TR5 da quelli
transistor al silicio, di tipo BC 178, polarizzato di potenza TR4-TR6. Queste du.r coppie di tran-
tramiti' la resistenza semifissa R2, che dovrà es- sistor debbono essere selezionate, cioè debbono
sere regolata in modo da ottenere, sul collettore presentare tra loro uguale guadagno. Si tratta
del transistor TR4, un valore di tensione pari di una condizione inderogabile, dalla quale di-
alla mnà esatta di quello della tensione di ah- pendi' la qualità di riJ1roduzio11t' snI1.ora dell'am-
mentazione. Il successivo stadio amplificatore in- plificatore. La massima risposta di frequenza è
corpora un circuito di stabilizzazione termica rea- stata fissata sul valore di 18 KI-lz, tramite la
lizzato um la resistn1za Rl 3 di tipo NTC. Il resistenza R9 ed il condensatore Co, che com pon-
potenziometro semifisso Rl1 dovrà essere rego- gono la reti' di conlroreaziont.

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mensioni e di facile lettura; il galvanometro,
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Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5- 3- 10-30- 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1- 10- 100 mA - 1 -5 A
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PRA&
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Frequenze OM 525 - 1605 KHz
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Altoparlante dinamico (0 75 mm - imp. 8 ohm)
Alimentazione a rete 220 - a batterie 6 V (4 pile mezza torcia 1,5 V)
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Quando nel mese di agosto proponemmo l'offerta dell'annata '72


di Elettronica Pratica, ad un prezzo speciale, potevamo presu-
mere di riscuotere i favori del nostro affezionato pubblico. Ma
non potevamo mai credere nell'esaurimento, a breve termine,
del primo fascicolo della Rivista: quello dell'aprile 1972, il me-
se in cui nacque Elettronica Pratica.
Già allora avemmo modo di annunciarlo: « ... il numero di apri-
le '72 sta per esaurirsi ». Sia pure nella convinzione di poter sod-
disfare, per molto tempo, tutte le richieste dei nostri lettori.
Oggi, invece, non siamo più in grado di spedire, a quanti ancora
lo richiedessero, il fascicolo dell'aprile '72. Perché le nostre con-
vinzioni, le speranze, gli impegni sono stati superati dall'entità
delle adesioni ottenute.
La fine della disponibilità di un fascicolo, tuttavia, non può in-
taccare la validità di un'offerta di grande interesse, non essendo
giustificata, per un solo numero arretrato, la rinuncia alla let-
teratura tecnica di un'annata, all'attualità di molti progetti, di
tante nozioni teorico-pratiche chiaramente esposte con un gran
numero di illustrazioni e schemi.
I nostri fascicoli arretrati, dunque, ad eccezione di uno, riman-
gono sempre tutti a disposizione dei nostri lettori. E rimane
ancora viva ed attuale, sia pure con una doverosa riduzione di
prezzo, l'offerta speciale dell'annata '72, così come è detto nello
annuncio pubblicato all'ultima pagina di questo fascicolo.

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vi dà la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che è, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualità e sicuro
funzionamento.

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significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

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nell'interno, le pagine in cui vi proponiamo le varie for
dalità di abbonamento, scegliendovi il REGALO prefer ito
quale l'abbonamento vi dà diritto.
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ANNO 2 - N. 10- OTTOBRE 1973


LA COPERTINA - Illustra le varie parti che com-
pongono il ricevitore, a circuito supereterodina
denominato CARACOL, da noi appositamente ap-
prontato e venduto, in esclusiva, ai lettori di
Elettronica Pratica. La caratteristica principale è
rappresentata dalla possibilità di ascoltare le emit-
tenti di maggior prestigio che « lavorano • sulle
onde lunghe.

editrice
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
CARACOL - RICEVITORE OM - OL
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teraria ed artistica sono riser-
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723
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onde medie e quelle ad onde lunghe
di maggior prestigio.
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EUROPE 1
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LUXEMBOURG

uesto nuovo modello di ricevitore radio so- La potenza di uscita del ricevitore si aggira in-
stituisce il vecchio TICO-TICO che, da torno a 0,5 W circa; e questa è una potenza più
oltre un anno, si è validamente imposto fra che sufficiente per l'ascolto delle emissioni radio-
i migliori kit approntati da Elettronica Pratica. foniche anche in luoghi rumorosi.
Ma la tecnica si evolve col passare del tempo e il Le due gamme d'onda, di cui è dotato il ricevi-
progresso sollecita sempre tutti al richiamo della tore, hanno la seguente estensione:
novità e del perfezionamento. Ecco perché è na- onde lunghe: 150 - 265 KH
to il « CARACOL », il ricevitore radio ad onde onde medie : 525 - 1700 KHz
medie e onde lunghe, con 8 transistor, presa per La media frequenza, sulla quale deve essere ta-
auricolare esterno e dotato di un elegantissimo rato il ricevitore, è di 465 KHz.
mobiletto e di una scala parlante suddivisa in due II circuito è munito di presa jack per l'ascolto
gamme distinte. dei programmi radiofonici in auricolare.
II CARACOL è un ricevitore radio che fa ascol- Sette transistor sono di tipo PNP; l'ottavo tran-
tare un'emittente in ogni punto della scala, o sistor è di tipo NPN. Tutti i transistor sono al
quasi, nelle ore notturne e in quelle diurne che, germanio e di moderna produzione industriale.
come è ben risaputo sono sempre le più sfavore- La rivelazione dei segnali radio è ottenuta tra-
voli al sistema di comunicazioni via radio. mite un diodo al germanio.
L'alimentazione è in corrente continua, erogata Il cablaggio si realizza su un circuito stampato.
da 4 pile, da 1,5 V ciascuna, collegate in serie L'altoparlante, di forma circolare e di tipo ma-
tra di loro in modo da raggiungere il valore di gnetico, ha un diametro di 7 cm, l'impedenza è
tensione complessivo di 6 volt. di 8 ohm e la potenza massima è di 0,5 W.

724
LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA
L. 7.900 (senza auricolare)
L. 8.400 (con auricolare) Il ricevitore Caracol «
viene fornito anche
montato e perfettamente
funzionante, allo stesso
prezzo della scatola
di montaggio: L. 7.900
(senza auricolare) -
L. 8.400 (con auricolare)

L'accensione del ricevitore si ottiene ruotando la SEMPLICE ANALISI DEL CIRCUITO


manopola di comando del potenziometro di vo-
lume, sino a produrre lo scatto dell'interruttore. L'analisi del funzionamento del circuito del r1-
La manovra inversa serve a spegnere lapparec- cevitore non rappresenta un argomento di grande
chio. La ricerca delle emittenti si effettua ruo- interesse per i lettori principianti, tuttavia è do-
tando la manopola di sintonia e seguendo gli in- veroso da parte nostra interpretare la funzione
dici che scorrono lungo le tre finestre delle due dei vari stadi, che compongono il ricevitore, al-
scale parlanti. La scala relativa alle onde lunghe meno a grandi linee.
reca impresse le denominazioni delle seguenti e- L'antenna di ferrite Ll-L2 capta i segnali radio
mittenti: e, assieme al condensatore variabile CV, li sele-
France 1 ziona. Il commutatore S2 seleziona invece il cir-
Europe 1 cuito di entrata per i segnali ad onda media da
BBC quelli ad onda lunga.
M. Carlo La seconda sezione del condensatore variabile
Luxembourg CV compone, unitamente all'avvolgimento T1,
il circuito dell'oscillatore locale. La frequenza di
La taratura del ricevitore può essere facilmente questo oscillatore determina la cosiddetta media
ottenuta ad orecchio, oppure con l'oscillatore frequenza, che raggiunge il primo trasformatore
modulato, tenendo conto che i trasformatori di di media frequenza T2. Il transistor TRl, dun-
media frequenza debbono essere tarati sul valore que, funge contemporaneamente da miscelatore
di 465 KHz. e amplificatore dei segnali radio di alta frequen-

725
-, 13_--
r - - - - - ■,...-=, I :
T4
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I
I I I
I

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L2 Ll • I I
I
bianco
- -•- J

1A

R6

COMPONENTI
Condensatori R11 = 2.200 ohm (rosso rosso rosso)
cv = condensatore variabile R12 = 220.000 ohm (rosso rosso giallo)
C1 = 20.000 pF (02 F) R13 = 100 ohm (marrone nero marrone)
C2 = 10.000 pF (01 F) R14 = 2.200 ohm (rosso rosso rosso)
C3 = 20.000 pF (O2 F) R15 = 3.900 ohm (arancio bianco rosso)
CA = 20.000 pF (.02 F) R16 = 220 ohm (rosso rosso marrone)
es = 50.000 pF (.05 F) R17 = 39.000 ohm ( arancio bianco arancio)
C6 = 4,7 F - 12VI. (elettrolitico) R18 = 560 ohm (verde blu marrone)
C7 = 20.000 pF (02 1F) Transistor
Cc8 = 20.000 pF (.02 F)
TR1 = SFT317
C9 = 4,7 F - 12 VI. (elettrolitico)
TR2 = SFT319
C10 = 100 F - 12 VI. (elettrolitico) TR3 = SFT319
C11 = 150 F - 12 VI. (elettrolitico) TR4 = SFT353
C12 = 150 F - 12 VI. (elettrolitico) TRS = SFT353
C13 = 180 pF TR6 = PTO (2)
C14 = 56 pF (56 K) TR7 == AC184
C15 = 1.000 pF (1 nF) TR8 = AC185
Resistenze Varie
R1 = 22.000 ohm (rosso rosso arancio) D1 = diodo al germanio
R2 = 4.700 ohm (giallo viola rosso) T1 = oscillatore (rosso)
R3 = 2.200 ohm (rosso rosso rosso) T2 = 1 trasf. di MF (giallo)
R4 = 100.000 ohm (marrone nero giallo) T3 = 2° trasf. di MF (bianco)
R5 = 220 ohm (rosso rosso marrone) T4 3" trasf. di MF (nero)
R6 = 22.000 ohm (rosso rosso arancio) S1 = interrutt. incorpor. con R10
R7 == '4.700 ohm (giallo viola rosso) S2 = commutatore (2 vie - 2 posizioni)
R8 = 390 ohm (arancio bianco marrone) I1 = presa jack per auricolare
R9 = 4.700 ohm (giallo viola rosso) L1 = bobina d'antenna OM
R10 = 5.000 ohm (potenziometro) L2 = bobina d'antenna OL

726
D1
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RIO

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+
c2

R16
T
Fig. 1 - Il progetto del • Caracol » è quello di un ricevitore radio a conversione di
frequenza, cioè di tipo supereterodina. L'alimentazione, in corrente continua a 6 V,
è ottenuta tramite un collegamento di 4 pile a torcia, da 1,5 V ciascuna, inserite
in serie. I valori delle tensioni, riportati nei principali punti del circuito, sono quelli
misurati con un voltmetro da 20.000 ohm/volt. Le due possibili posizioni del com-
mutatore S2, permettono l'ascolto della gamma ad onde medie e di quella ad
onde lunghe.

za, mentre sull'avvolgimento secondario del tra- I due transistor finali TR7-TR8 sono collegati se-
sformatore T2 sono presenti i segnali radio di condo lo schema della simmetria complementare;
media frequenza. Questi raggiungono il transi- in virtù dell'inversione delle polarità, i due tran-
stor TR2, oltrepassando il trasformatore di media sistor amplificano le alternanze positive e quelle
frequenza T3 e raggiungono la base del transi- negative del segnale.
stor TR3. L'altoparlante costituisce il carico dei due tran-
Il trasformatore T4 rappresenta il terzo trasfor- sistor finali. La resistenza R18 restituisce una par-
matore di media frequenza; sull'avvolgimento di te del segnale, presente sull'altoparlante, alla base
questo trasformatore è inserito il circuito di rive- dei transistor finali, stabilendo in tal modo una
lazione cioè del circuito in cui i segnali radio di controreazione in corrente alternata per lo sta-
media frequenza divengono segnali radio di bassa dio finale.
frequenza. Il punto di incontro dei transistor TR7-TR8 è
Il potenziometro RlO dosa il segnale da applicare collegato direttamente con la rete di controrea-
alla base del primo transistor amplificatore di zione R15-R17-C15, che permette di stabilizzare
bassa frequenza TR4. il punto di lavoro dei transistor finali.
La differenza di potenziale fra le basi dei tran- La scelta del tipo di accoppiamento in corrente
sistor finali è stabilita dalla giunzione emittore- continua per gli stadi amplificatori di bassa fre-
base del transistor TR6; questa differenza di po- quenza presenta notevoli vantaggi: buon rendi-
tenziale stabilisce la corrente di riposo per i tran- mento complessivo, buona risposta alle frequenze,
sistor finali ed è tanto maggiore quanto maggiore particolarmente a quelle basse ed eliminazione
è la corrente. La tendenza all'aumento della cor- di molti componenti elettronici a tutto vantaggio
rente di riposo, con l'aumentare della tempera- della compattezza del circuito. E' bene tener pre-
tura delle giunzioni dei transistor finali, viene sente, tuttavia, che un errore di collegamento in
contrastata dalla diminuzione della tensione base- uno degli stadi dell'amplificatore si ripercuote
emittore del transistor TR6, quando questo fun- quasi sempre anche sugli altri stadi; occorre quin-
ziona a temperature più elevate. di far molta attenzione in sede di cablaggio di

727
questa parte del ricevitore radio, nel rispettare minale alla volta, aspettando un po' di tempo,
soprattutto le polarità del transistor e montare i circa trenta secondi, tra la saldatura di un termi-
vari componenti con le solite cautele imposte dal- nale e l'altro. In questo modo si evita di riscal-
l'operazione di saldatura. dare eccessivamente il transistor che, essendo di
Prima di iniziare il montaggio del ricevitore, si tipo al germanio, è particolarmente sensibile al-
dovranno distribuire ordinatamente sul banco di l'eccesso di calore. La tecnica di saldatura più
lavoro tutti i componenti, raggruppando da una precisa consiglia, durante la saldatura di un e-
parte i condensatori e dall'altra le resistenze; lettrodo del transistor, di stringere l'elettrodo stesso
successivamente si procede al controllo di questi con i becchi di una pinza, in modo che il calore
elementi, confrontandone il valore con quello da possa disperdersi attraverso la massa dell'uten-
noi citato nell'elenco componenti. Questa stessa sile.
operazione deve estendersi poi ai transistor e agli Nel collegare il transistor TR6 si deve tener pre-
altri elementi meccanici contenuti nel kit. Subito sente che questo semiconduttore svolge le fun-
dopo si potrà procedere al cablaggio del ricevito- zioni di un diodo ed il suo terminale di collettore
re radio. deve essere tranciato oppure infilato nel foro li-
bero da connessioni. Per ultimi si montano i con-
densatori elettrolitici, quelli a pasticca, il con-
MONTAGGIO DEL RICEVITORE densatore variabile e i trasformatori di media
frequenza compreso l'oscillatore Tl.
Il montaggio del ricevitore deve essere eseguito Rimane ancora da collegare la bobina di sinto-
tenendo bene sott'occhio il disegno relativo al nia L1-L2 e si debbono anche effettuare i colle-
cablaggio e alle varie fotografie che illustrano la gamenti con le pile, con l'altoparlante e con il
parte interna del ricevitore. potenziometro RlO, utilizzando i fili flessibili con-
La prima operazione consiste nel montare la tenuti nel kit.
presa jack (Jl). Questo componente deve essere La bobina Ll adatta per l'ascolto delle onde me-
applicato alla basetta del circuito stampato se- die verrà fissata sull'estremità sinistra del nucleo
condo un esatto orientamento che, del resto, è di ferrite (sinistra per chi osserva il piano di ca-
facilmente intuibile. blaggio). Sull'estrema destra della ferrite si ap-
Il secondo elemento che si dovrà fissare alla ba- plica la bobina L2, necessaria per l'ascolto delle
setta è rappresentato dal potenziometro RlO. onde lunghe. La ferrite viene sostenuta da due
Questo potrà essere saldato al circuito stampato forcelle di plastica, le cui punte di fissaggio ver-
con lo stagno oppure, servendosi di due occhielli ranno « ribattute » con la punta del saldatore,
di ottone, potrà essere applicato con le apposite che provoca un'immediata fusione della plastica.
pmze. A questo punto si può dire che il cablaggio è
ultimato. Per far funzionare bene il ricevitore,
Successivamente si applicano tutte le resistenze, se non si sono commessi errori, occorre procedere
facendo bene attenzione a non confondere tra con la taratura del circuito.
loro i valori chimici, che sono espressi tramite il
classico codice o colori (anelli colorati). E' assai
importante seguire l'ordine di montaggio fin qui
citato, perché le resistenze sono componenti molto
piccoli rispetto agli altri e il loro inserimento,
nel circuito stampato, creerebbe molte difficoltà Fig. 2 - Durante tutte le fasi di montaggio del rice-
se esse venissero inserite, ad esempio, prima delle vitore « Caracol» occorre tenere sempre sott'occhio
medie frequenze, dei transistor o dei condensa- questo disegno, nel quale è indicata la posizione
esatta di fissaggio di ciascun componente. Il circuito
tori elettrolitici. Tutte le resistenze, infatti, do- stampato deve_considerarsi « visto » in trasparenza,
vranno risultare completamente adagiate sulla dato che ogni elemento viene applicato sulla faccia
bachelite, in posizione orizzontale rispetto alla della basetta rettangolare opposta a quella in cui
stessa. sono presenti le piste di rame, nelle quali si effet-
tuano le saldature a stagno dei terminali di tutti i
Le saldature dovranno essere eseguite con atten- componenti elettronici. Tutte le resistenze vengono
zione, usando poco stagno e servendosi di un sal- applicate in posizione orizzontale, cioè adagiate sulla
datore munito di punta sottile. Ciò è molto impor- bachelite. I due terminali estremi del potenziometro
R1O rappresentano i terminali dell'interruttore S1, il
tante perché, con saldatori dotati di punta gros- quale provvede a chiudere il circuito di alimentazione,
sa, si rischia di congiungere elettricamente con lo collegando al circuito di massa la linea della tensione
stagno due tratti di piste di rame attigue. di alimentazione positiva. Questi due terminali pos-
sono essere fissati alla basetta mediante due piccoli
Poi si montano i transistor tenendo conto che, rivetti (contenuti nel kit), oppure tramite due perfette
per queste operazioni, conviene saldare un ter- saldature a stagno.

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MESSA A PUNTO E TARATURA
b La messa a punto del ricevitore può essere ese-
e c guita in due modi diversi: ad orecchio o per
mezzo dell'oscillatore modulato. Il primo è un
metodo empirico, che permette, tuttavia, di far
funzionare ugualmente bene l'apparecchio radio;
' punto il secondo è il metodo classico, perseguito da
colorato
tutti i tecnici, dilettanti e professionisti, che per-
mette di ottenere la messa a punto del ricevitore
e la miglior resa; questo metodo richiede l'uso
dell'oscillatore modulato, cioè di uno strumento
che non tutti i principianti posseggono.
striscia colorata
E' ovvio che dalle operazioni di taratura dipen-
dono, per la maggior parte, le prestazioni del-
l'apparecchio radio. Infatti, un ricevitore non
perfettamente tarato può rimanere quasi muto o
ricevere soltanto poche emittenti. Il ricevitore
perfettamente tarato, invece, consente di ricevere,
con piena potenza, anche le emittenti deboli e
quelle più lontane.
Le operazioni di taratura sono abbastanza sem-
linea~·
rossa plici e richiedono soltanto un po' di pazienza e
una buona dose di precisione; esse comunque sono
terminale
molto più semplici di quelle necessarie per il
'isé
montaggio corretto del ricevitore.
Dunque, trattandosi dell'operazione finale e, for-
se, di quella più importante, vale proprio la pena
di adoperarsi con tutta la buona volontà, soffo-
cando, almeno per un po' di tempo, l'istintivo
bisogno di ascoltare immediatamente la voce di
quella che può essere ritenuta una propria crea-
tura.
E cominciamo subito con il metodo empirico
della messa a punto del ricevitore.

Fig. 3 - Presentiamo in questo disegno alcune indi-


cazioni utili per i principianti. Tutti i transistor sono TARATURA SENZA STRUMENTO
contrassegnati, sull'involucro esterno, da un punto co-
lorato, che si trova in corrispondenza del terminale La prima operazione consiste nel regolare i nu-
di collettore; questo punto permette di individuare l'or- clei di ferrite dei tre trasformatori di media fre-
dine esatto di distribuzione degli elettrodi degli 8
transistor che pilotano il circuito del « Caracol •· Il
quenza, accessibili dalla parte superiore del com-
diodo rivelatore D1 deve essere collegato nel circuito ponente, sistemandoli in una posizione intermedia.
tenendo conto delle sue esatte polarità (catodo K - Questa operazione deve essere effettuata con
anodo A); in corrispondenza del catodo è presente molta delicatezza, arrestando eventualmente l'a-
una striscia colorata di riferimento (vedi piano di ca-
blaggio di figura 2). I condensatori elettrolitici sono zione del cacciavite nel caso si incontrasse una
anch'essi componenti polarizzati, che debbono essere certa resistenza.
applicati al circuito secondo il giusto senso; il ter- Poi si commuta S2 nella posizione onde medie
minale positivo è quello più lungo, quello negativo è
il più corto e si trova in corrispondenza di una linea e si agisce sulla manopola del condensatore va-
rossa nella quale sono riportati i segni indicativi della riabile fino a ricevere una emittente. Questa, nor-
tensione negativa. Il valore ohmmico delle resistenze malmente, verrà ascoltata molto debolmente, pur
viene individuato avvalendosi del codice a colori, te- avendo regolato il potenziometro di volume al
nendo conto della colorazione e della successione
degli anelli riportati esternamente al componente. Il suo valore massimo. Nel caso, piuttosto raro, in
primo anello (1) determina la prima cifra; il terzo cui non si ricevesse alcuna emittente, conviene
anello (3) si riferisce al numero degli zeri che com- ricorrere ad un'antenna esterna, formata da un
pongono Il numero definitivo; Il quarto anello (argen- conduttore di filo di rame isolato di una certa
to) si riferisce alla tolleranza in % del valore del
componente.
lunghezza, accoppiandola induttivamente con

730
l'antenna di ferrite. In pratica si tratta di avvol-
gere una ventina di spire di filo flessibile sull'an-
tenna di ferrite, collegando un terminale alla di-
scesa di antenna e l'altro al circuito di massa del
ricevitore, che è rappresentato dalla linea della
tensione di alimentazione positiva del ricevitore.
Maggiori effetti si ottengono ricorrendo all'uso
di un'antenna di tipo Marconi (per la costruzio-
ne delle antenne Marconi rinviamo il lettore alla
rubrica « I primi passi » presentata sul fascicolo
di febbraio di quest'anno. Volendo evitare l'accop-
piamento induttivo con l'antenna Marconi, si @
possono fare alcuni tentativi, spostando legger-
men te i nuclei dei tre trasformatori di media
frequenza (T2-T3-T4), agendo prima in uno di
questi e, successivamente, negli altri, fino a rice-
vere un qualsiasi segnale. In ogni caso, prima di
iniziare le operazioni di taratura, conviene ac-
certarsi che i valori delle tensioni, nei vari punti @
del circuito, siano quelli riportati nello schema
elettrico del ricevitore. Questi valori non deb-
bono scostarsi dal valore nominale oltre la mi-
sura del 15%. Occorre anche controllare che
lo stadio di bassa frequenza funzioni regolar- ©
mente. Questa prova può essere effettuata toc-
cando con il cacciavite il cursore del potenzio-
metro di volume regolato al massimo. Se gli
stadi di bassa frequenza funzionano, si deve ascol-
tare un debole ronzio; il cacciavite deve essere
toccato con la mano, evitando di toccare la mas-
sa del ricevitore.
Quando si riesce a sintonizzare il ricevitore su una
e
emittente, occorre regolare il nucleo dell'ultima @

Fig. 4 - Alcuni elementi meccanici contenuti nel kit


del « Caracol » e necessari per la costruzione del ri-
cevitore. In A è disegnata una delle due forcelle che
sostengono la ferrite; il fissaggio delle due forcelle
sulla basetta del circuito stampato si ottiene creando,
con la punta del saldatore, una lieve fusione della
plastica nelle due punte sporgenti dalla parte del
circuito in cui sono presenti le piste di rame. In B
è disegnata una delle tre viti di fissaggio della ba-
setta sul mobile del ricevitore; due di queste viti
risultano più lunghe della terza, che corrisponde al segnato uno dei tre rivetti contenuti nel kit; i due più
fissaggio della basetta dalla parte corrispondente alla piccoli servono per il fissaggio dei terminali estremi
manopola di comando di sintonia. In C è rappresen- del potenziometro; quello più grande serve per il
tata una delle tre viti necessarie per il fissaggio del fissaggio della cinghietta-supporto sulla parte esterna
condensatore variabile CV; la vite più lunga serve per (destra) del mobile. In F è rappresentata una delle
il fissaggio della manopola sul perno del componente; tre rondelle di gomma che debbono essere infilate sui
le due più corte fissano il componente sulla basetta. perni di fissaggio dell'altoparlante; sopra le rondelle
In D è disegnata la piccola vite di fissaggio della ma- di gomma viene inserita, a forza, la molletta d'ac•
nopola sul perno del potenziometro RIO. In E è di- ciaio rotonda (G).

731
Fig. 5 - Ai lettori principianti raccomandiamo di non
commettere errori di polarità all'atto dell'inserimento
delle pile nel contenitore, Lungo l'asse centrale del
contenitore sono riportati i segni che caratterizzano
le tensioni positive e quelle negative; in ogni caso
occorre tener presente che il polo negativo della pila
deve formare contatto con la lamella flessibile, mentre
il polo positivo deve formare contatto elettrico con
la lamella rigida.

Fig. 6 - Nel kit del « Caracol sono contenuti anche


i fili flessibili necessari per i collegamenti del circuito
di accensione- e con l'altoparlante. I due conduttori,
che raggiungono l'interruttore S1, incorporato con il
potenziometro R10, appartengono alla linea positiva
della tensione di alimentazione, cioè alla linea di
massa.

732
Fig. 7 - Ai lettori principianti ricordiamo che il buon
funzionamento del ricevitore dipende in gran parte
dalla qualità delle saldature a stagno realizzate nei
vari punti delle piste di rame. Poco stagno e un sal-
datore dotato di punta ben calda sono sufficienti per
realizzare una saldatura perfetta.

media frequenza (T4), in modo da ottenere la satore variabile (chiaramente indicato nel piano
massima potenza di uscita; poi si passa al tra- di cablaggio). Questo compensatore deve essere
sformatore di media frequenza precedeqte (T3) regolato in posizione intermedia, avvitando qua-
e così via fino al primo trasformatore di media si completamente la vite relativa.
frequenza. Queste operazioni debbono essere ese- Poi si regola il nucleo di ferrite dell'oscillatore
guite più volte, allo scopo di ottenere la mas- Tl, in modo che le indicazioni riportate sulla
sima intensità sonora. scala coincidano con le emittenti che si ricevono.
Nel caso in cui il massimo rendimento, cioè il Queste operazioni possono essere condotte, con
massimo volume sonoro, venisse raggiunto con il metodo di confronto, con un ricevitore radio
il nucleo completamente avvitato, o completa- già tarato, facendo in modo che le indicazioni
mente svitato. di uno solo dei tre trasformatori offerte dalla scala del ricevitore campione siano
di media fr ;uenza, occorrerà intervenire sul le stesse del ricevitore che si sta tarando. Ciò
nucleo dell'oscillatore TI, ripetendo nuovamen- significa che se una emittente viene ascoltata su
te tutte le precedenti operazioni e dopo aver spo- un determinato valore di frequenza, citato dalla
stato i nuclei dei tre trasformatori di media fre- scala del ricevitore campione, la stessa cosa deve
quenza nello stesso senso. verificarsi anche sul nostro CARACOL. Chi non
Occorre ora tarare lo stadio di alta frequenza. avesse sottomano una radio campione, potrà
L'oscillatore locale deve essere regolato in mo- ricorrere ad una delle tante pubblicazioni radio-
do da ottenere l'allineamento del ricevitore. E foniche, traendo da esse la corrispondenza tra
per allineamento intendiamo la corrispondenza le. emittenti e i valori espressi in megahertz.
fra la frequenza dell'emittente ricevuta e quella Le operazioni di taratura debbono essere effet-
segnata sulla scala parlante. tuate preferibilmente di sera, perché nelle ore
A tale scopo occorre intervenire sulla vite del serali e in quelle notturne le emittenti radiofo-
compensatore d'oscillatore, montato sul conden- niche si ricevono più facilmente.

733
Rimane ora da tarare lo stadio di entrata del Quindi si tara il nucleo del trasformatore T4, ser-
ricevitore, che prende il nome di stadio d'aereo vendosi, per ogni operazione, di un cacciavite di
o circuito d'antenna. A tale scopo occorre siste- plastica. La regolazione di T4 deve essere fatta in
mare in posizione intermedia l'altro compensa- modo da ottenere la massima uscita del ricevi-
tore applicato sul condensatore variabile (comp. tore. Questa operazione va ripetuta diminuendo
ANT.), avvitando quasi a fondo la relativa vite progressivamente l'intensità dell'oscillatore mo-
e spostando la bobina Ll lungo il nucleo di fer- dulato. Analoga operazione deve essere eseguita
rite, fino a ottenere il massimo segnale in uscita. sul trasformatore T3. Poi, riducendo ancora l'in-
Questa stessa operazione, così come quella del- tensità del generatore, si tarano nuovamente i
l'allineamento, dovrà essere ripetuta con il com- trasformatori T4 e T2.
mutatore S2 in posizione onde lunghe (OL). Ci si porta poi sul trasformatore T2, regolando
Una volta ottenuta la condizione desiderata, si do- il nucleo. Riducendo ancora l'uscita del gene-
vranno fissare sulla ferrite i due avvolgimenti ratore si tarano nuovamente i trasformatori T4-
L1-L2 per mezzo di alcune gocce di cera; quindi T3-T2, seguendo l'ordine con cui questi sono
si ritocca ancora, per la massima uscita, il com- citati.
pensatore d'aereo situato sopra il condensatore Giunti a questo punto occorre regolare l'oscil-
variabile. A questo punto si può dire di avere latore modulato sulla frequenza di 1,6 MHz, si-
effettuato la taratura del ricevitore. I più scru- stemando la bobina in prossimità della bobina
polosi, tuttavia, potranno ancora sintonizzare il d'antenna de'! ricevitore e regolando il conden-
ricevitore su una emittente molto debole ritoc- satore variabile fino a che la posizione dell'indice
cando, nell'ordine, per la massima uscita, i nu- del ricevitore si troverà sulla frequenza di 1,6
clei di T4-T3-T2 e il compensatore d'aereo. MHz. Quindi si regola il nucleo dell'oscillatore
Tl in modo da ottenere la massima uscita.
Successivamente si regola la posizione della bo-
TARA TURA DEL RICEVITORE CON L'O- bina d'antenna delle onde medie sul nucleo di
SCILLATORE MODULATO ferrite, allo scopo di raggiungere la massima
uscita. Poi si commuta la frequenza dell'oscil-
La taratura con l'oscillatore modulato si esegue latore modulato sul valore di 570 KHz e si re-
così. Lo strumento deve essere collegato con una gola il condensatore variabile sino a che lindi-
bobina composta da una decina di spire, avvolte ce della scala coincida con il valore di 570 KHz.
in aria, su un diametro di 1 cm. circa; il filo Quindi si regola il compensatore dell'oscillatore
deve essere di rame smaltato del diametro di 2 in modo da raggiungere la massima uscita; si re-
mm, unipolare, isolato. L'uscita dell'oscillatore gola poi il compensatore d'aereo per la massima
modulato deve essere regolata sulla frequenza uscita. L'operazione di taratura della media fre-
di 465 KHz. Lo strumento deve anche essere re- quenza e dello stadio di alta frequenza deve es-
golato per il massimo segnale di uscita con la sere ripetuta almeno due volte. Per la gamma
modulazione inserita. delle onde lunghe i valori estremi su cui si ef-
Inizialmente si incomincia con l'avvicinare la bo- fettuano le operazioni di taratura sono quelli di
bina al ricevitore radio acceso, sistemandola in po- 150-265 KHz. Occorre ricordare che l'uscita del
sizione verticale sopra il trasformatore di media generatore deve essere sempre tenuta al valore
frequenza T4, facendo in modo che gli assi virtua- minimo indispensabile, allo scopo di evitare fe-
li del trasformatore e della bobina coincidano. nomeni di saturazione.

4BBO TUTTI I COMPONENTI


IL kg ppg capey

NA SCEGLIENDO
IL REGALO
CHE
sono riprodotti nella foto a destra. La loro distribu-
zione è da considerarsi tecnicamente ordinata. Perché
le resistenze, i condensatori a disco, quelli elettro-
litici, i transistor, i trasformatori, le parti meccaniche
e tutti gli altri elementi risultano uniti in singoli gruppi.

EVI PREFERITE
Prima di iniziare il montaggio del ricevitore, conviene
disporre, sul banco di lavoro, tutti gli elementi, così
come essi appaiono nella fotografia, per familiariz-
zare con essi e per controllare la completezza e la
esattezza del kit acquistato. Si tenga presente che
nel kit sono comprese anche le 4 pile di alimentazione.

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735
I PRIMI PASSI
Rubrica
dell'aspirante
elettronico
ELEMENTI
DI PRATICA
Co »
fotoresistenze
Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, c:1elle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

ur non potendosi considerare un compo- produzione dei tubi termoionici si poteva dispor-
nente elettronico nuovo o di fondamentale re di un elemento fotosensibile che può senza
importanza, la fotoresistenza merita una dubbio considerarsi l'antenato della fotoresisten-
certa attenzione sia per le sue possibilità di im- za: la fotocellula.
piego pratico da parte dei principianti, sia per il I principi che regolano il funzionamento della
costo generalmente basso che ne favorisce l'ac- fotocellula furono studiati e analizzati dal celebre
quisto. fisico Einstein.
La fotoresistenza è un elemento sensibile alla luce, Le fotocellule erano allora composte da due
che permette di realizzare tutta una serie di ap- elettrodi metallici, racchiusi in un tubo a vuoto
parati di controllo il cui funzionamento si basa spinto, fra i quali veniva applicata una certa
sulle variazioni di luce naturale o artificiale. differenza di potenziale elettrico. Quando uno
dei due elettrodi, più precisamente il catodo, ve-
niva colpito da una variazione luminosa, si poteva
UN'ANTENATA DELLA FOTORESISTENZA notare un passaggio di corrente nel circuito.
Su questo fenomeno per vario tempo si tentarono
Abbiamo detto che la fotoresistenza non deve con- di formulare delle teorie. Alla fine, proprio il
siderarsi un componente elettronico dell'ultima fisico Einstein interpretò chiaramente il fenomeno,
generazione; infatti, fin dai primi tempi della asserendo che la luce, anzi i fotoni, che sono parti-

736
L'involucro nel quale è inserito il componente
deve essere, ovviamente, di materiale trasparente,
in modo da permettere ai raggi luminosi di col-
pire il dispositivo interno.
Nei modelli di fotoresistenze più recenti si ricorre
all'incapsulamento in plastica che, agli evidenti
e
vantaggi di robustezza unisce una notevole dose
e
e
di economia costruttiva se paragonati ai modelli
contenuti in bulbo di vetro sotto vuoto spinto.
Le dimensioni e le forme delle fotoresistenze sono
tra le più disparate e sono sempre in funzione del
tipo di utilizzazione del componente. Le dimen-
sioni, ad esempio, rimangono sempre legate al
valore massimo della potenza dissipabile dalla
fotoresistenza e ciò significa che, prima di acqui-
stare un componente, occorre avere idee chiare
sulla potenza che esso deve dissipare. Per esem-
pio, se la fotoresistenza è chiamata a pilotare
direttamente un relé, è necessario servirsi di un
Flg. 1 - Anche le fotoresistenze, così come modello di potenza, per esempio il tipo ORP90
avviene per tutti i componenti elettronici,
vengono rappresentate, nella composizione della Philips; nei circuiti di polarizzazione di ba-
dei disegni elettrici, mediante simboli. se dei transistor alimentati a bassa tensione, in-
Quelli rappresentati nel disegno sono i più vece, può andar bene una fotoresistenza a bas-
comuni nel linguaggio elettronico univer- sissima dissipazione.
sale.

celle di energia luminosa, colpendo il catodo me-


tallico mettevano in libertà degli elettroni che,
attratti dall'anodo positivo, generavano una cor-
rente rilevabile con gli strumenti inseriti nel cir-
cuito.

6
LA FOTORESISTENZA

li progresso dell'elettronica, così come ha potuto


soppiantare i tubi elettronici, sostituendoli con i
stransistor, ha portato alla sostituzione delle fo-
tocellule con la realizzazione delle fotoresistenze.
Questi componenti, sotto il profilo elettrico, pos-
sono considerarsi come delle resistenze il cui va-
lore ohmmico varia in rapporto alla luce inci-
dente.
Anche le fotoresistenze, così come avviene per
tutti i componenti elettronici, vengono rappre-
sentate nei circuiti teorici con un loro particolare
simbolo elettrico, che può variare fra quelli pre-
senta ti in figura 1. Le piccole frecce stanno a sim- Fig. 2 - L'aspetto esteriore di una fotoresi-
stenza varia notevolmente fra tipo e tipo. An-
boleggiare i raggi di luce che colpiscono la foto- che le dimensioni sono molto diverse, ma il
resistenza. E come avviene per tutti i componenti principio di funzionamento rimane sempre lo
elettronici, anche le fotoresistenze possono pre- stesso. In questo disegno presentiamo tre
sentarsi sotto un aspetto costruttivo diverso. In tipi di fotoresistenze di uso molto comune.
figura 2, ad esempio, sono presentati tre tipi di-
versi di fotoresistenze tra le più comuni.

737
STRUTTURA DELLE FOTORESISTENZE

Passiamo ora alla descrizione della struttura in- BANDE METALLIZZATE


terna di una normale fotoresistenza.
La costituzione tipica di questo componente è
rappresentata in figura 3. Su un supporto isolante,
SOLFURO
che può essere di ceramica, di mica o altro mate- DI CADMIO
riale, viene inizialmente depositato un sottile
strato di solfuro di cadmio, che costituisce l'ele-
mento sensibile alla luce. Questo elemento, an- SUPPORTO
ziché liberare elettroni esternamente al materiale ISOLANTE
stesso, come avveniva per la fotocellula, li libera
internamente, favorendo la conduzione elettrica,
cioè variando la propria resistenza.
Sopra allo strato di solfuro di cadmio viene ul-
teriormente depositato, generalmente a forma di
doppio pettine, uno strato di materiale altamente
conduttore (generalmente l'argento e talvolta an-
che l'oro per le sue proprietà di inerzia chimica).
Si viene così a generare fra le due bande con-
duttrici, che costituiscono gli elettrodi della foto-
resistenza, una serpentina di materiale fotosen-
sibile. In tal modo nel minimo spazio possibile, Fig. 3 - 11 disegno qui riportato permette di inter-
pretare la struttura interna di una normale fotoresi-
interposto fra i due elettrodi, è presente una lun- stenza. Su un supporto isolante, che può essere di
ga striscia di materiale fotoelettrico che permette ceramica, mica o altro materiale, viene inizialmente
di raggiungere una notevole sensibilità del dispo- depositato un sottile strato di solfuro di cadmio, che
sitivo anche se le dimensioni di questo sono molto costituisce l'elemento sensibile alla luce. Sopra lo
strato di solfuro di cadmio viene poi depositato, ge-
ridotte. neralmente a forma di doppio pettine, uno strato di
Contrariamente a quanto avviene per la cellula materiale altamente conduttivo che, quasi sempre, è
fotoelettrica, la fotoresistenza non è un compo- rappresentato dall'argento e talvolta anche dall'oro per
le sue proprietà di Inerzia chimica. Fra le due bande
nente polarizzato e ciò significa che non è assolu- conduttrici, che rappresentano gli elettrodi della fo-
tamente necessario rispettare alcuna polarità in toresistenza, si forma una serpentina di materiale
sede di applicazione del componente stesso nel fotosensibile.
circuito utilizzatore; ciò del resto è facilmente
intuibile a causa della perfetta simmetria di co-
struzione del componente. meno in modo da renderlo maggiormente assimi-
labile.
Si può concludere quindi dicendo che il campo
CARATTERISTICHE ELETTRICHE di variazione della resistenza è veramente note-
vole e ciò fa della fotoresistenza un componente
Ci siamo fin qui occupati del principio fisico di ricco di grandi possibilità di impiego pratico.
funzionamento e della costituzione delle fotore-
sistenze. E' giunto ora il momento di passare alla
descrizione delle proprietà elettriche di questo UN ESPERIMENTO ESEMPLIFICATORE
componente e delle sue utilizzazioni pratiche.
Ripetiamo ancora una volta che la fotoresistenza Un semplice esperimento permetterà a tutti di
è un componente la cui resistenza interna varia rendersi conto delle proprietà della fotoresistenza
col variare della luce incidente. Al buio essa si e, soprattutto, della sua sensibilità.
comporta quasi come un isolante, assumendo va- Realizzando il circuito di figura SA, alimentato
lori resistivi che superano spesso il milione di ohm, con una pila da 1,5-9 V, è possibile constatare
raggiungendo talvolta anche i 10 megaohm. Man come ogni variazione di intensità luminosa pro-
mano che la luce aumenta, la fotoresistenza di- vochi una variazione dell'indice dello strumento
viene sempre più conduttrice, sino a raggiungere, indicatore. Le diverse indicazioni offerte dallo
sotto una luce intensa, valori di poche centinaia strumento corrispondono alle variazioni resistive
di ohm o, addirittura, di qualche decina di ohm. della fotoresistenza colpita da intensità luminose
In figura 4 abbiamo simboleggiato questo feno- diverse.

738
BUIO - 1 Mn.
Fig. 4 - Vogliamo interpretare, in
questo prospetto analogico,
il concetto di funzionamento di
una fotoresistenza, cioè la varia-

LUCE
SCARSA - 100 Kn
zione del valore ohmmico del com-
ponente al variare della luce in-
cidente. Quando la fotoresistenza
è immersa nel buio, essa si com-
porta quasi come un isolante, as-
sumendo valori resistivi che su-

-
perano spesso il milione di ohm,
raggiungendo talvolta anche i 10
LUCE
ME DI
25K megaohm. Man mano che la lu-
ce incidente aumenta, la fotore-
sistenza diviene sempre più con-
duttrice, sino a raggiungere, sot-
to una luce intensa, valori di po-

-
che centinaia di ohm o, addirit-
tura, di qualche decina di ohm.
LUCE
INTENSA 500 n

Il circuito di figura SA suggerisce immediatamen- Quando la fotoresistenza FR si trova al buio, i


te una pratica utilizzazione della fotoresistenza in due transistor TR1-TR2 risultano all'interdizio-
qualità di elemento di allarme o di controllo. In- ne; ciò a causa dell'elevato valore resistivo della
fatti, inserendo in serie al circuito, in sostituzio- fotoresistenza, che non è in grado di fornire al
ne dello strumento indicatore, una lampada-spia transistor la necessaria corrente di polarizzazione.
od un relé, è possibile ottenere l'accensione della Al contrario, quando la fotoresistenza FR viene
lampada stessa o l'eccitazione del relé appena si sottoposta alla luce, il suo valore ohmmico scende
supera un determinato valore di soglia dell'inten- a valori molto bassi, rendendo conduttori i due
sità luminosa. Il circuito di utilizzazione è quello transistor TR1-TR2.
rappresentato in figura SB. Dobbiamo ricordare E in tali condizioni si ottiene l'accensione della
che con questo tipo di circuito la fotoresistenza lampada LP, collegata nel circuito di collettore
deve essere un comonente ad elevata dissipa- dei due transistor; nel caso che l'elemento utiliz-
zione ed è questo il motivo per cui viene spesso zatore sia il relé, questo viene costretto all'ecci-
sconsigliato l'uso della fotoresistenza per questi tazione.
tipi di circuiti, che risulterebbero oltremodo co- Il potenziometro R 1 permette di regolare il valo-
stosi. re di soglia di entrata in funzione del circuito,
mentre alla resistenza R2 è affidata la sola fun-
zione di proteggere il transistor TRl da correnti
CIRCUITI A TRANSISTOR di base troppo intense, derivanti da una ecces-
siva illuminazione della fotoresistenza.
L'impiego dei transistor, in veste di elementi pi- Il circuito rappresentato in figura 6B è del tutto
lota, delle fotoresistenze permette di estendere simile a quello rappresentato in figura 6A. L'u-
notevolmente le pratiche applicazioni del compo- nica variante consiste nel sistema di accensione
nente. Perché i transistor permettono di amplifi- della lampada LP, che si ottiene, contrariamente
care notevolmente la sensibilità della fotoresisten- a quanto avveniva nel progetto precedentemente
za, rendendo molto evidenti anche le piccole va- descritto, quando la quantità di luce incidente
riazioni di luce incidente. sulla fotoresistenza FR viene a diminuire. Questo
I due circuiti, presentati in figura 6, utilizzano secondo progetto, dunque, è molto adatto per la
entrambi i due transistor di tipo NPN, collegati realizzazione di sistemi antifurto a sbarramento.
nella classica configurazione Darlington, in modo Infatti, sottoponendo la fotoresistenza FR ad un
da ottenere un elevato coefficiente di amplifica- fascio di luce continua, ottenuto focalizzando op-
z1one. portunamente con una lente la luce emessa da
Analizziamo ora il funzionamento del circuito di una lampadina, la fotoresistenza sarà in grado di
figura 6A. rivelare, con sicurezza, ogni interruzione del fa-

739
WALKIE TALKIE
COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO

AmAENTI e DIVERTENTI e DIDAfflCI


CARATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
transistorizzato
(4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz ·t - .
ALIMENTA-
li 1t
ZIONE:
9 volt

ANTENNA:
telescopica
I I

I 1 l- 'I ....
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8 elementi

DIMENSIONI:
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E' dotato di inter-
ruttore a scatto sul-
Fig. 5 - I semplici circuiti, qui rappresentati, la manopola di re-
sono in grado di Interpretare, visivamente, le golazione. E' com-
proprietà intrinseche delle fotoresistenze e, so- pleto di presa in-
prattutto, la loro sensibilità alla luce. Il valore corporata, metri 1,5
della pila di alimentazione può variare fra 1,5 di cavo e spina che
e 9 V. Il circuito In alto permette di consta- permettono l'allac-
tare le variazioni dell'Indice del milliampero- ciamento immediato
alle spine di qual-
metro al variare dell'intensità luminosa cui è siasi lampada o lu-
sottoposta la fotoresistenza FR. Sostituendo lo me (300 W - 220
strumento con una lampada-spia o con un re- V)
lè, è possibile ottenere una pratica utilizza- Prezzo L. 5.900
rione della fotoresistenza in qualità di elemento
di allarme o di controllo (disegno qui in basso).
L'accensione della lampada o l'eccitazione del
relè si ottengono quando la luce Incidente sulla
superficie sensibile della fotoresistenza supera Mod. vel 500/parete
un determinato valore di soglia. E' particolarmente
adatto per lampada-
ri. L'interruttore è
di tipo statico (500
W - 220 V).
Prezzo L. 6.200
scio luminoso, perché le interruzioni di luce pro-
ducono l'accensione immediata della lampada in-
formatrice LP o l'eccitazione di un relé opportu- Le richieste debbono essere fatte invian-
namente collegato ad un sistema di informazione do anticipatamente l'importo, a mezzo va-
acustica. Questo secondo tipo di circuito può glia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a: ELET-
avere una grande quantità di applicazioni pra- TRONICA PRATICA - 20125 MILANO -
tiche, perché esso può servire ad esempio come Via Zureti, 52.
contapezzi o contapersone.

741
-- LP

COMPONENTI
e
6V R1 = 100.000 ohm (resistenza semifissa di re-
R1 R2 ./A\ » rA\ Vé golazione della sensibilità)
R2 = 100.000 ohm
FR = fotoresistenza (di qualsiasi tipo)
e Il TR1 = BC107
TR2 = 2N1711
LP = lampada informatrice (6 V- 50 mA)
PILA = 6 V
l

Fig. 6 - Esempi di circuiti di pratica


applicazione della fotoresistenza. I
due semplici progetti qui riportati
sono del tutto simili. In quello ri-
portato in A, quando la fotoresi-
stenza FR si trova al buio, I due
LP transistor TR1-TR2 sono all'interdi-
zione, perché viene a mancare ad
essi la necessaria corrente di pola-
rizzazione. Quando la fotoresistenza
viene sottoposta alla luce, i due
e
6V transistor divengono conduttori e
e provocano l'accensione della lam-
pada LP. Il potenziometro Rf per-
mette di regolare il valore di so-
glia di entrata in funzione del cir-
cuito. Nel progetto rappresentato in
B l'accensione della lampada LP si
ottiene soltanto quando la luce in-
cidente sulla fotoresistenza FR di-
minuisce. Si tratta dunque, in que-
sto caso, di un comportamento elet-
trico completamente all'opposto di
quello precedentemente descritto.
®

REALIZZAZIONE PRATICA versi da quelli da noi elencati. Coloro che voles-


sero sostituire la lampada informatrice LP con un
Il progetto presentato in figura 6B ci è sembrato relé, dovranno servirsi di un componente con
particolarmente semplice, pratico e ricco di spun- tensione di alimentazione continua a 6 V e con
ti didattici. Ecco perché abbiamo ritenuto ne- resistenza della bobina di eccitazione di 150 ohm
cessario presentare la versione pratica del pro- o più.
getto stesso in figura 7. Anche la fotoresistenza FR può essere di qualsia-
Non conviene comporre un circuito stampato si tipo; consigliamo dunque di orientarsi verso tipi
per la realizzazione pratica di questo progetto. di fotoresistenze molto economiche e a bassa dis-
I due transistor sono di tipo molto comune e sipazione, tenendo conto dell'applicazione non
possono essere sostituiti con transistor di tipo di- professionale, ma didattica, del nostro progetto.

742
6V

TR2

Fig. 7 - Realizzazione pratica del circuito teorico rappresentato in figura 6B. La lam-
pada-spia LP può essere sostituita con un relè a 6 V e resistenza di 150 ohm.
Questo semplice apparato assume un aspetto puramente didattico.

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se anche le spese di spedizione).

743
CONTROLLATE

DEL MOTORE
DELLA VOSTRA

Il termostato elettronico è un apparato indispensabile per


la guida sicura di quelle automobili di vecchia costruzione
o molto economiche nelle quali manca un avvisatore elet-
trico della temperatura dell'acqua, dell'olio o di alcune
parti del motore.

TEMP
I

744
1 progetto che stiamo per presentarvi potreb- rebbe la misura della temperatura con il risul-
be denominarsi « termostato elettronico » per- tato di far entrare in funzione il ventilatore con
ché esso è in grado di segnalare visivamente eccessivo anticipo quando ormai sarebbe troppo
o acusticamente eventuali irregolarità della tem- tardi.
peratura del motore, facendo intervenire auto- La seconda parte del circuito comprende l'ele-
maticamente una ventola ausiliaria per riportare mento sensibile al calore. In questa stessa parte
la temperatura stessa al di sotto dei limiti di peri- del progetto è presente un circuito a ponte il
colosità. cui squilibrio pilota un relé in grado di azionare
Molte autovetture, soprattutto quelle di vecchia gli organi di segnalazione visivi o acustici, met-
costruzione e quelle molto economiche dispongo- tendo in funzione il ventilatore.
no, per il controllo della temperatura del motore,
di una sola lampada-spia, che si accende soltanto
in caso di estremo pericolo per il motore. E in ANALISI DEL CIRCUITO
tali circostanze sussiste un'unica soluzione per il
conducente dell'automobile: quella di fermarsi Passiamo ora all'esame più dettagliato del cir-
per attendere il naturale e lento raffreddamento cuito del termostato elettronico di figura 1 e dei
del motore. suoi componenti.
Tale inconveniente è particolarmente sentito da L'alimentazione a 12 V, prelevata dalla batteria
quegli automobilisti che dispongono di mac- dell'auto, viene stabilizzata dal circuito com-
chine con raffreddamento ad acqua ed il cui posto dal diodo zener D1 (9 V), che agisce sulla
radiatore è privo di una ventola con avviamen- base del transistor TRl.
to automatico in caso di sovratemperatura. In questo modo, dato che, entro ampi limiti di
Disponendo di un apparato come quello da noi corrente, la tensione tra base ed emittore di
concepito, assai simile a quelli montati nelle più un transistor al silicio si aggira sempre intorno
moderne autovetture, l'inconveniente di ... rimane- a 0,6-0, 7 V, sull'emittore del transistor TRl si
re a terra è scongiurato perché al primo allar- ottiene una tensione stabilizzata del valore di:
me di aumento di temperatura, prima ancora
che questa possa raggiungere i livelli più pe- 9 V 0,6 V = 8,4V circa
ricolosi, il termostato provoca l'avviamento di
un ventilatore che riporta ben presto la tempe- Il vantaggio di utilizzare un diodo zener di pic-
ratura entro i limiti di sicurezza. cola potenza ed un transistor di regolazione,
Il termostato elettronico può essere impiegato anziché uno zener di grande potenza, consiste
anche in quelle automobili che già dispongono nella minore dissipazione da parte del circuito
di ventola automatica per il raffreddamento del di stabilizzazione e in un costo tanto più basso
radiatore, sfruttandolo, ad esempio, per il con- quanto maggiore è la potenza da stabilizzare.
trollo della temperatura dell'olio, che rappre- La resistenza R2 funge da elemento di carico
senta un altro elemento di fondamentale impor- mentre il condensatore elettrolitico C2 fil tra ul-
tanza per la sicurezza di chi guida e che, spesso teriormente la tensione.
e a torto, viene un po' trascurato. La tensione stabilizzata di 8,5 V circa (lo zener
Ma lasciamo al lettore la possibilità di trovare può essere indifferentemente da 9-10 volt) è in
l'applicazione più idonea del nostro apparato, grado di alimentare la restante parte del circui-
perché le applicazioni pratiche del termostato to, che è composta da un ponte comprendente la
elettronico sono senza dubbio numerose, anche resistenza NTC, la resistenza R3 e le resistenze
al di fuori del settore automobilistico. R5-R6.
Ad una prima analisi del circuito è possibile de-
durre il seguente funzionamento. Quando il mo-
IL PROGETTO tore è freddo, la resistenza NTC, che è una par-
ticolare resistenza dotata di coefficiente di tem-
Il circuito elettrico del termostato elettronico può peratura negativo, che permette di diminuire il
essere diviso in due parti. La prima di queste, valore ohmmico all'aumentare della temperatura,
quella rappresentata sulla sinistra di figura 1, cioè contrariamente a quanto avviene con le al-
comprende il circuito di stabilizzazione di ten- tre resistenze, assume un valore assai prossimo a
sione e permette di rendere lo strumento insen- quello nominale, normalmente misurato alla tem-
sibile alle variazioni di tensione della batteria, peratura di 25 "C. Conseguentemente la resisten-
determinate dallo stato di conservazione di que- za R3 permette il passaggio di una forte cor-
sta e dal numero di giri del motore che, cari- rente attraverso la base del transistor TR2 con
candola più o meno, tramite la dinamo, false- la conseguente eccitazione del relé RL. In con-

745
N

G Arr. -21°
RL
R1

R6
TR2
,g
TR1

e
u~ e
R3 R4
C1 01

R2 R5

COMPONENTI
Fig. 1 - Il progetto del termostato elettronico è com- Condensatori
posto di due parti principali: il circuito di stabilizza- C1 =10.000 pF
zione di tensione e quello comprendente l'elemento C2 = 250 F - 12 VI (elettrolitico)
sensibile al calore montato in un circuito a ponte Il
cui squilibrio pilota un relé in grado di azionare gli Resistenze
organi di segnalazione visivi o acustici, mettendo In R1 560 ohm
funzione un ventilatore ausiliario.
=
R2 = 680 ohm
R3 = 500 ohm
R4 = 1.000 ohm
R5 = 500 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R6 = 1.000 ohm
Varie
TR1 = 2N1711
TR2 = 2N1711
D1 = 9 V (diodo zener di qualsiasi tipo)
NTC = 1.000 ohm circa
AL = relè (12 V - 200-400 ohm)
746
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
4.21.500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50 W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilità entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2%/ a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio Il kit è comprensivo di tutti gli
+ 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V zazione dell'amplificatore ripro-
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
Questa scatola di montaggio, veramente pre-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- la di montaggio, già presentata
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile scorso anno, viene ora equipag-
a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati. sempre allo stesso prezzo di
L. 21.500: una capsula microfo-
nica o un condensatore variabi-
le doppio ad aria.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 21.500. Per richiederla occorre inviare


il relativo importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRA-
TICA - 20125 MILANO - Via Zuretti 52 (nel prezzo sono comprese anche le spese
di spedizione).

747
dizione di riposo, dunque, risultano chiusi i cioè quando il relé si diseccita, uno dei rami del
contatti 1-3. ponte, più precisamente quello rappresentato dal-
Quando la temperatura sale, il valore della' re- la resistenza R6, che normalmente è collegata in
sistenza NTC diminuisce proporzionalmente sino parallelo alla resistenza interna del relé, si pre-
a che, ad un valore prefissato della temperatura senta come una singola resistenza, che altera le
tra'mite il potenziometro R5, la corrente di base condizioni di equilibrio del ponte permettendo
del transistor TR2 non è più in grado di man- la successiva eccitazione del relé soltanto dopo un
tenere eccitato il relé, a causa della forte deri- notevole raffreddamento della resistenza NTC.
vazione della resistenza NTC. Il relé quindi si Volendo fare delle prove, si potrebbe constata-
diseccita chiudendo i contatti 2-3, che vengono re che quanto più bassa è la resistenza R6, cioè
collegati all'apparato utilizzatore esterno. quanto meno questa resistenza risente dell'in-
L'inserimento del ventilatore provoca un raffred- fluenza del relé, tanto minore risulta l'inerzia del
damento del motore così che il relé si eccita circuito.
nuovamente e il ciclo si ripete.
Occorre ora tenere in considerazione un parti-
colare di una certa importanza. LO STRUMENTO INDICATORE
Se il circuito risultasse estremamente sensibile,
il ventilatore, subito dopo essere entrato in fun- L'inserimento nel circuito dello strumento indi-
zione, facendo diminuire la temperatura anche catore di temperatura richiede la valutazione
di un solo grado, provocherebbe, l'immediata delle tensioni sui terminali della resistenza R3
eccitazione del relé e dopo pochi secondi si ve- a motore freddo e a motore caldo.
rificherebbe nuovamente l'attacco del relé a cau- Ovviamente, prima di procedere alla valutazione
sa dell'aumento di temperatura di un grado. Tale di questi dati, occorre montare completamente
fatto non apporta certamente grandi vantaggi al i] circuito e successivamente rilevare il valore
motore, perché non si riesce a raffreddarlo sotto della tensione sui terminali della resistenza R3
il limite di soglia; si verificherebbe inoltre una a motore frc!do. I valore di questa tensione cor-
rapida usura del relé costretto a commutare con- risponder? a quello del diodo zener D2 di figura
tinuamente ad ogni piccola variazione di tem- ±. Successi amente si misura la tensione sui ter-
peratura. Ecco perché è necessario che il dispo- minali della resistenza R3 a motore caldo, all'atto
sitivo sia dotato di una certa inerzia, cioè di dell'inserimento del ventilatore. Chiamando con
una differenza di parecchi gradi di temperatura V 1 il valore della tensione a motore freddo e con
tra il punto di attacco e quello di stacco. V2 il valore della tensione a motore caldo, si ef-
Facciamo un esempio numerico per meglio com- fettuerà la differenza fra questi due valori; il va-
prendere tale concetto. lore risultante rappresenterà quello della tensione
Se il relé si diseccita alla temperatura di 100 C, di fondo-scala dello strumento.
cioè se viene inserito il ventilatore, occorre man-
Facciamo un esempio. Supponiamo VI - 6 Ve
tenere inserito quest'ultimo sino a che la tem- V2 = 6,8 V; la tensione dello zener sarà in que-
peratura non raggiunge gli 80 °C; il relé deve poi
sto caso di 6 V (D2 = 6 V) e quella di fondo-sca-
nuovamente diseccitarsi quando si raggiungono
ancora i 100 °C, cioè dopo un tempo abbastanza
la dello strumento sarà di 1 V (6,8 V-6 V =
0,8 V).
lungo. Ma il nostro circuito dispone già di una Se lo strumento è rappresentato da un voltmetro
simile caratteristica. Infatti si può notare che, abbastanza sensibile, si dovrà collegare in paralle-
quando si ,raggiungono ad esempio i 100 °C, lo allo strumento una resistenza da 1.000 ohm
- W, in modo che il diodo zener esplichi le sue
funzioni correttamente
In sostituzione del voltmetro ci si potrà servire
anche di uno strumentino da 1 mA fondo-scala,
collegando in serie ad esso una resistenza semi-
fissa da 1.000 ohm, in modo da poter regolare il
SCEGLIENDO valore della temperatura di fondo-scala.
IL REGALO
CHE REALIZZAZIONE E TARATURA DEL CIR-
CUITO
PREFERITE
Abbiamo già detto che il relé in condizioni nor-
mali risulta eccitato. Ciò significa che il motorino

748
ALLA MASS
AUTO

o o

C1

RL

ENTR.
NTC
o o
Fig. 2- Per motivi di chiarezza abbiamo distribuito i fosse difficilmente reperibile in commercio, con-
componenti elettronici del termostato su un'ampia su-
perficie. Ma l'apparato, servendosi di componenti mi-
viene ricorrere ai normali modelli di resistenza
niaturizzati potrà essere realizzato In un contenitore NTC a pasticca, servendosi di un supporto metal-
di piccole dimesioni. lico, così come indicato nel disegno di figura 5.
La resistenza NTC dovrà essere fissata nel suppor-
to metallico per mezzo di resine poliestere o, più
semplicemente, tramite collante insensibile al ca-
del ventilatore, la eventuale lampada-spia o il lore.
sistema di allarme acustico dovranno venir col- In ogni caso occorre far bene attenzione che il
legati fra i morsetti 2-3 del relé, così come indi- terminale corrispondente al terminale « caldo »
cato in figura 3, cioè tra i contatti normalmente (quello interno) del cavetto schermato sia isolato
chiusi a relé diseccitato. dal supporto, perché essendo già la calza metal-
La taratura del termostato elettronico si riduce lica del cavetto collegata al supporto e, quindi,
a poche e semplici operazioni. a massa, la resistenza NTC verrebbe, in caso con-
Prima di tutto ci si dovrà consigliare con il pro- trario, a trovarsi cortocircuitata, impedendo il
prio meccanico per stabilire la temperatura più funzionamento del dispositivo.
adatta per l'entrata in funzione <lei ventilatore. Nel piano di cablaggio di figura 2 i vari compo-
Poi, dopo aver collocata nella sua sede la resi- nenti del circuito sono stati distribuiti su una su-
senza NTG, si dovrà regolare il potenziometro perficie abbastanza ampia, ma ciò soltanto per
se:nifisso R5 sino ad ottenere la diseccitazione motivi di chiarezza; infatti, ricorrendo a compo-
del relé al valore di temperatura prefissato. nenti elettronici miniaturizzati e riducendo al mi-
Per quanto riguarda la resistenza NTC, sarà bene nimo i vari collegamenti a filo, è possibile otte-
servirsi di un tipo di resistenza a vite, cioè facil- nere un apparato di piccole dimensioni, che può
mente flessibile in quella parte del motore di cui facilmente essere allogato sulla plancia dell'au-
si intende tenere sotto controllo la temperatura. tomobile.
Nel caso in cui un tale tipo di resistenza NTC Diciamo subito che, a condizione di non com-

749
+ BTT

2
1
3

1> 4
MOT
VENT . LIRE 3.500

Contenitore a 12 cassetti, componi-


bile ad incastro; dimensioni di un cas-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
Flg. 3 - II motorino del ventilatore, la eventuale lam- provvisto di divisori interni.
pada-spia o il sistema di allarme acustico dovranno
essere collegati fra i morsetti 2-3 del relé, cosi come
indicato nel disegno, cioè fra i contatti normalmente
chiusi a relè diseccitato.

A B

D2
LIRE 3.800

Contenitore a 6 cassetti, componibile


ad incastro; dimensioni di un casset-
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

Fig. 4 - L'inserimento nel circuito dello strumento in-


dicatore di temperatura può essere effettuato dopo una
precisa valutazione delle tensioni sui terminali della
resistenza R3 a motore freddo e a motore caldo, in
modo da determinare la tensione dello zener D2 e

Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
quella di fondo-scala dello strumento stesso.
co, il vostro angolo di lavoro in un
vero e proprio laboratorio!
mettere errori di cablaggio, di inversioni dei ter-
minali dei transistor o del diodo DI, la sempli-
Le richieste delle cassettiere debbono essere
cità costruttiva dell'apparato permetterà a chiun-
fatte inviando anticipatamente l'importo, a mez-
que di ottenere un pronto e sicuro funzionamento. zo vaglia o c.c.p. n. 3/2648 2, intestato a:
Il potenziometro R5, allo scopo di miniaturizzare ELETT RONICA PRATICA - Via Zuretti, 52 -
ancor più il circuito, potrà essere sostituito con 20125 MILANO.

750
supporto metallico

/ Fig. 5 - La normale resistenza


/ / NTC, di tipo a pasticca, deve es-
• / sere applicata, alla parte del mo-

- / tore di cui si vuol controllare la


temperatura, tramite un supporto
metallico nel quale la resistenza
viene fissata per mezzo di resi-
ne o collanti insensibili al ca-
lore.

una piccola resistenza semifìssa. modello a 12 V, con resistenza compresa tra i


Per quanto riguarda poi i due transistor TRI- 180 e i 400 ohm, tenendo presente che i contatti
TR2, possiamo dire che essi non sono per nulla debbono essere in grado di poter sopportare una
critici e per essi si potranno utilizzare quasi tutti corrente massima di almeno 3 ampere nel caso
i transistor di tipo NPN al silicio di media po- si debba pilotare il motorino di un ventiìatore. E'
tenza. sempre possibile tuttavia collegare in parallelo
Le caratteristiche elettriche del relé dovranno più contatti, in modo da aumentare la corrente
risultare subordinate al carico che ad esso si vor- con la possibilità di disporre di un relé a più
rà collegare. Noi consigliamo- di servirsi di un scambi.

NTE
Chi comincia soltanto ora a
muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
PREZZO È ALLA
RTATA DI TUTTI! 1.750
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se queste deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. I saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, così come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano

751
AVVIAMENTO
PROGRESSIVO
DI PICCOLI

MOTORI
ELETTRICI
Con l'uso di soli transistor è possibile
realizzare circuiti semplici ed econo-
mici adatti per il controllo dell'avvia-
mento progressivo e dell'arresto len-
to di motori elettrici, senza produrre
disturbi di alta frequenza. Questi stes-
si circuiti possono servire per l'ac-
censione e lo spegnimento graduale
di lampadine di media potenza.
752
l controllo della velocità dei motori elet- controbilancia quasi totalmente la tensione di
trici è ottenuto, attua!mente, quasi sempre alimentazione del motore elettrico a tutto regime,
per mezzo di diodi SGR. Co questi com- mentre all'avviamento, cioè ad un basso numero
ponenti, infatti, molto semplici e abbastanza eco- di giri del motore, essa assume un piccolo valore
nomici, è possibile ottenere un elevato rendimen- e non riesce a limitare sufficientemente il flusso
to, sottoponendo gli organi di regolazior.e ad una di corrente.
minima dissipazione della potenza elettrica sotto La caratteristica ora citata diviene d'altra parte
controllo. un pregio per i motori elettrici, perché essa si
Eppure esistono degli apparati elettrici per i qua- esprime attraverso un apporto notevole di poten-
li l'uso dei diodi controllati è sconsigliabile, se za che pennette un avvio quasi violento del mo-
non proprio impossibile. " tore. Ma tale qualità, pur apprezzata in talune
Ricordiamo che i diodi SCR, per la loro carat- applicazioni, come ad esempio nel settore del-
teristica di funzionamento, che interrompe pe- l'attrazione elettrica, è mal tollerata in alcuni ti-
riodicamente e molto bruscamente la corrente, pi di apparecchiature, come ad esempio le mac-
provocano disturbi di alta frequenza che non sem- chine avvolgitrici, nelle quali le brusche potenze
pre possono essere tollerati. Questi disturbi in- rischiano di interrompere o rovinare il lavoro.
teressano il sistema di ricezione dei programmi In questi casi, dunque, è necessario ricorrere al-
radio-televisivi e possono falsare il funzionamento l'uso di un dispositivo elettronico, in grado di
di molti dispositivi elettronici che non risultano produrre un avviamento progressivo del motore,
insensibili al rumore elettrico. limitando contemporaneamente l'intensità della
Ma esistono altri motivi per i quahi è sconsiglia corrente di spunto a tutto vantaggio del sistema
bile l'uso dei diodi controllati SCR. di alimentazione.
Per esempio nel processo di regolazione dell'av-
viamento o dell'arresto progressivo di piccoli mo-
tori elettrici, per i quali il circuito di controllo PRIMO TIPO DI CIRCUITO
a transistor si rivela assai più econorico, perché
evita l'impiego del diodo controllato e del rela- Vi presenteremo ora tre diversi circuiti adatti
tivo circuito di innesco. per il controllo dell'avviamento progressivo di

Quando poi si tratta di controllare l'avviamento piccoli motori elettrici alimentati in corrente con-
di motorini elettrici alimentati in corrente con- tinua. Il più semplice di questi tre circuiti è rap-
tinua, eventualmente tramite accumulatori, l'uso presentato in figura 1.
degli SCR è assolutamente impossibile, perché Come si può notare, si tratta di un circuito di
questi diodi richiedono, per il loro funzionamento, tipo « emitter follower » composto, anziché da un
una corrente variabile. solo transistor, da tre transistor montati nella
classica configurazione Darlington. La caratteri-
stica fondamentale di questo circuito è quella di
NECESSITA' DELL'AVVIAMENTO GRADUA- «seguire» nell'emittore di TR3 le variazioni di
LE base del transistor TRl; da ciò deriva la denomi-
nazione « emitter follower », cioè inseguitore di
Una delle caratteristiche fondamentali dei mo- emittore.
tori elettrici, alimentati in corrente continua, è Si noti che, mentre le variazioni di base del tran-
quella di richiedere per lo spunto, cioè all'av- sistor TRl richiedono per il comando una debo-
viamento, una corrente di notevole intensità, mol- lissima corrente, sull'emittore di TR3 le varia-
to superiore a quella di regime normale. Il va- zioni controllano una corrente molto più intensa,
lore di questa corrente è limitato soltanto dalla pari alla corrente di base di TRl moltiplicata
resistenza interna degli avvolgimenti del motore. per il guadagno dei tre transistor.
E tale caratteristica è giustificata dall'assenza di Collegando la base del transistor TRl con il cir-
una forza controelettromotrice indotta (f.c.e.m.), cuito di carica e scarica di un condensatore, an-
che risulta proporzionale al numero di giri del che l'emittore del transistor TR3 è costretto a
motore stesso; questa forza controelettromotrice seguire l'andamento della tensione che si verifica

753
TRl • ~-TR2 ; TR3
.ii
,
ai
b

·r
R2 27
0 Te e.
- Cl

RA4

Fig. 1 - Quundo il commutato..-e S1 si trova in psi-


ztane e, ili motore ekl1ttrlco ln•erito net circuito di
emltlore d&J tr~naletor TR3 rimane ferme. Nellft p(nl~
zine A il condensatore elettrolitico Ci si crlce len-
tamente, secondo legge esponenziale, determinando
l'avviamento progresslvo de! motore. Il tempo di a-
vlamento è regolato dalla reolatanza Slllmìfiua ~1; la
resistenza semiflssa R2 regola il ~empo di arreeto del
motore sbxsso.

COMPONENTI
sui tenninali del conàensatore, producendo con-
seguentemente un avviamento o un arresto gra-
C! a» • 22F - 30 VI ·(elettrolitico) duale del motore.
_ F! s 100.000 ohm (semifissa) La posizione B del commutatore Sl corrisponde
R2 "" \0.000 ohm {aemlflaaa) alla condizione di motore fermo; passando dalla
R3 = 47.000 ohm posizione B alla posizione A, il condensatore e-
R-4 .,. 4.700 ohm lettrolitico Cl tende a caricarsi, secondo la leg-
TRt • BC107 ge esponenziale, al valore dì tensione di ali-
TR2 ··• 2N1711 mentazione attraverso le resistenze Rl-R3; la re-
-TR3 "" -2N3055
D1 BY126 (10D4) sistenza semifissa Rl regola la costante dei tempi
di carica del condensatore e, conseguentemente,
la rapidità di avviamento del motore elettrièo.
Viceversa, commutando SI nelìa posizione B, il
condensatore C 1 si scarica gradualmente attra-
verso le resistenze R2-R4; la resistenza semifusa
R2 comanda il tempo di arresto e permette di
fermare dolcemente il motore elettrico.
Il diodo D1, collegato sul circuito di emittore di
TR3, ha lo scopo di prevenire ogni eventuale
danno nei transistor derivanti dalle sovratensioni
inverse generate dal carico induttivo del motore.
L'alimentazione del circuito rappresentato in fi-
gura 1 può essere variata entro ampi limiti, tra
6 V e 40 V.
Ovviamente, utilizzando i componenti da noi con-

754
g1iati, si dovrà avere l'accortezza di non superare
per i motori elettrici le potenze indicate nel se-
guente prospetto :
Tensione Corrente Potenza
6V SA 30 W
12 V 3 A 32 W per l'ascolto personale dei suoni ad alta
24 V 2A 48 W fedeltà e per uri nuovo ed emozionante
40 V 1 A 40 W incontro con il mondo della musica ste-
$.
Coloro che volessero utilizzare il circuito rappre- reo.omca.+

sentato in figura 1 per l'accensione o lo spegni- ?uovo ed eleganti linee, scaturite dalla
mento graduale di lampade, tenendo conto che fusione di una musicalità elevata con un
le caratteristiche di questo tipo di carico sono pu- perfetto adattamento anatomico.
ramente resistive, dovranno ricordarsi che le po-
tenze prima elencate potranno essere superate
sino ad un valore massimo di 70 W circa. Occor-
re infatti tener presente che il transistor verrà CUFFIA STEREC
interessato al massimo da metà della potenza no- MOD. LC25
minale del carico; poiché il transistor 2N3055 L
può sopportare, in regime transitorio potenze
massime di 110 W circa, è ragionevole pensare CARA TTERIST!Cl1E:
alla dissipazione sino a 35 W, senza l'uso di gi- Impedenza: 8 ohn
ganteschi raffreddatori. Gamma di frea.: ,
15.000 Hz
Peso: 320 grammi

SECONDO TIPO DI CIRCUITO


Rappresentiamo in figura 2 il secondo tipo cii
circuito adatto per l'avviamento progressivo e
Co, A TEREO
l'arresto dolce di un motore in corrente continua.
Il primo tipo di circuito, pur essendo di sicuro
MOD. OH08
funzionamento, presenta un piccolo difetto : quel-
lo di non poter sfruttare completamente la poten- CARATTERISTICHE:
za del motore. Infatti, in regime di funzionamento, Impedenza: 8 ohm
tra collettore ed emittore del transistor TR3 si Senslbiiit: t60 dE
verifica una caduta di tensione di 2-3 V circa, a ,1,000 Hz
Gmma di froq.:
dovuta alle tensioni tipiche delle giunzioni base- 20 - 20.000 Hz
emittore dei tre transistor. Quel circuito, quindi, Peso: 450 grammi
oltre a non permettere una esatta alimentazione (a cuffia è provvista
del motore efettrico, provoca, attraverso il tran- di regolatore di
i[vello a manopola
sistor TR3, una notevole dissipazione di potenza del tweeter.

. ...-,
con un conseguente sviluppo di calore e le neces-
sità dell'impiego di un adeguato raffreddatore.
Il circuito rappresentato in figura 2 pennette di Adattato,
evitare tale inconveniente, ariche se esso è molto per cuffie stereo
simile al circuito rappresentato in figura 1. Lu- Mod. 1B-11D
nica differenza, infatti, consiste nell'inserimento L.. 2.o

del motorino elettrico il quale, anziché essere Questo piccolo ap-


inserito nel circuito di emittore di TR3, è colle- parecchio consente
gato sul circuito di collettore dello stesso transi- il collegamento di
una o due cuffie ete-
stor. In questo caso dunque si rende necessaria reo con tutti i com-
la resistenza R5, collegata fra l'emittore e base dei plessl toreofonlci.
transistor TR2-TR3, la quale permette di limi- La commutazione ai-
tare la corrente di base sul transistor TR3. tcparante - cuffia è
Immediata, sonza al-
Ma vogliamo ricordare che, alimentando il mo- un intervento sul
- tore elettrico con il valore massimo di tensione, collegamenti.
quest'ultimo deve essere collegato all'utilizzatore

755
01

Ai. Sl b ..
.c
TR1 Il TR2
rG. TR3 ~ MOTORE ee e
6;40V
e
.]u
+ e
e

c1
R5

R4

Fig. 2- Questo circuito, a differenza di quello rappre-


sentato in figura 1, permette di sfruttare completa- Ct = 22 uF - 30 VI (elettrolitico)
mente la potenza del motore elettrico. Il funziona- R1 = 100.000 ohm (semifissa)
mento è analogo a quello dello schema precedente, R2 = 10.000 ohm (semifissa)
anche se, questa volta, l'uscita è ottenuta sul collet-
tore del transistor TR3.
R3 = 47.000 ohm
R4 = 4.700 ohm
R5 = 470 ohm
TRt = BC107
TR2 = 2N1711
TR3 = 2N3055
D1 BY126 (10D4)

Fig. 3 - Piano di cablaggio, realizzato su circuito


stampato, del progetto del circuito di avviamento pro-
gressivo di motori elettrici riportato in figura 2. L'esten-
sione del raffreddatore termico dipende dalla potenza
dissipata dal transistor TR3 e, conseguentemente da
quella assorbita dal motore elettrico.

USC. MOT.

756
meccanico, cioè non deve essere fatto funzionare a elencati, purché si rispettino le potenze nell'ordi-
vuoto, perché in tal caso la velocità di rotazione ne di successione crescente: TRl - TR2 - TR3.
continuerebbe ad aumentare, raggiungendo limi- Nulla vieta inoltre di sostituire le resistenze se-
ti pericolosi (velocità di fuga), che provochereb- mifisse R1-R2 con potenziometri a perno, per un
bero l'interruzione degli avvolgimenti del rotore più comodo ed agevole controllo dei tempi di
a causa della eccessiva forza centrifuga. avviamento e di arresto dei motori elettrici.
Coloro che desiderassero ottenere variazioni più
ampie di questi tempi, potranno variare il va-
REALIZZAZIONE PRATICA DEL CIRCUITO lore capacitivo del condensatore elettrolitico Cl,
eventualmente sostituendo Cl con diversi conden-
Del circuito rappresentato in figura 2 presentia- satori selezionabili tramite un commutatore. Si
mo anche, in figura 3, lo schema costruttivo. Il tenga conto che aumentando il valore capacitivo
montaggio risulta eseguito sul circuito stampato di C 1 aumentano i tempi di controllo di avviamen-
e non presenta particolari difficoltà realizzative. to e di arresto.

01

TR1 TR2 TR3


MOTORE CC
A
S1 b

e
e
6;40V
e
R5

+ R6 PILA 6V
c1

COMPONENTI
C1 = 10 F - 30 VI (elettrolitico)
R2 •= 10.000 ohm (semifissa) TR1 = BC107
R4 = 1.000 ohm TR2 = 2N1711
R5 = 470 ohm TR3 = 2N3055
R6 = 47.000 ohm DI = BY126 (10D4)

Fig. 4 - Questo progetto di circuito di controllo dell'avviamento e dell'arresto di


piccoli motori elettrici si differenzia da quelli precedentemente presentati per la
caratteristica lineare di avviamento. E' necessaria in questo caso una sorgente di
polarizzazione a 6 V, realizzabile con una pila o con un alimentatore separato.

Lo stesso circuito, essendo privo di elementi cri- TERZO TIPO DI CIRCUITO


tici, potrà essere realizzato anche in modo diverso
da quello presentato in figura 3, ricorrendo ad I circuiti precedentemente analizzati realizzano
una comune basetta forata con collegamenti di un avviamento ed arresto del motore elettrico di
tipo a filo. tipo esponenziale, cioè del tutto simile alle carat-
I transistor sono di facile reperibilità commercia- teristiche di carica e scarica di un condensatore.
le e di basso costo. Per essi si potranno utilizzare Ma questo sistema potrebbe risultare in certi ca-
anche transistor di tipo diversi da quelli da noi si ancora troppo veloce; ecco perché si prefe-

757
T1

RE TE

C1 = 1.000 F - 12 VI (elettrolitico}
C2 = 200 F - 12 VI (elettrolitico)
R1 == 250 ohm
D1 BY126 (10D4)
D2 = 6 V - 1 W (diodo zener}
Ti = trasf. d'alimentaz. (2 W)

Flg. 5 - La tensione di polarizzazione a 8 V, neces-


saria per il funzionamento del progetto presentato in
figura 4, può essere ottenuta realizzando questo sem-
plice circuito di alimentatore stabilizzato, che il let-
tore potrà anche utilizzare per l'alimentazione di pic-
coli ricevitori radio o apparati elettronici di potenza
ridotta con alimentazione a 6 V.

risce talvolta ricorrere ad un avviamento e ad


un arresto del motore di tipo lineare, attuabile
tramite il progetto presentato in figura 4.
Questo circuito permette di caricare il conden-
satore elettrolitico Cl con una corrente costante,
che determina sui suoi terminali una tensione li-
nearmente crescente, la quale provoca un più
graduale avviamento del motore. Ma per attuare
questo circuito è indispensabile poter disporre di

sr«re.g
con una normale pila o con un alimentatore se-
parato, nel caso in cui il circuito sia destinato
INDICATORE
ad un uso frequente.

.s.es
in figura 5. Esso utilizza un piccolo trasformatore
riduttore di tensione, in grado di fornire, sull'av-
DI DIREZIONE
l
1

volgimento secondario, la tensione alternata di


6,3 V con una corrente di assorbimento massima
di 1 ampere. La tensione a 6,3 V viene raddriz-
PER
zata dal diodo D 1 e successivamente livellata dal
condensatore elettrolitico Cl; il diodo zener D2
stabilizza la tensione sul valore di 6 V e a tale
stabilizzazione concorre anche il condensatore
CICLOMOTORI
elettrolitico C2. L'alimentatore rappresentato in
figura 5 potrà essere utilizzato per l'alimentazio-
ne di piccoli ricevitori radio o apparati elettronici
di piccolissima potenza con tensione di alimenta-
zione di 6 V.

758
uso degli indicatori di direzione, nei ci-
clomotori, si va sempre più estendendo.
Orm ai quasi tutte le moto di una certa
cilindrata montano questo indispensabile acces-
sorio. E anche se il codice della strada prescrive
per le biciclette e i motocicli una segnalazione
molto evidente del cambiamento di direzione,
eseguita con le braccia del conducente, il più
delle volte questa norma non viene rispettata; e
ciò non tanto per la negligenza o la disattenzione
del motociclista, quanto per la difficoltà e la pe-
ricolosità dell'indicazione stessa che, in una certa
misura, impone l'abbandono del manubrio.
Eppure la mancata indicazione di svolta a destra
o a sinistra, nell'intenso traffico attuale, equivale
a subire passivamente la minaccia di un investi-
mento.
Ma una soluzione non pericolosa esiste ed è ap-
punto quella adottata dalle costose e grosse mo-
to, che dispongono di un indicatore di direzione
elettronico del tipo di quelli adottati normalmen~
te sulle autovetture.

REQUISITI DI SICUREZZA

L'idea presentata in questi termini sembrerebbe


di facile attuazione, ma sorge subito il problema
dell'alimentazione.
Nelle motociclette di grossa e media cilindrata è
presente una batteria, generalmente alla tensio-
ne di 6 V, che permette di fornire la potenza
elettrica richiesta per l'accensione delle lampade
direzionali.
Per poter usufruire di una certa luminosità, in-
fatti, si debbono utilizzare lampade di potenza
compresa fra i 5 e i 10 W, inserendole negli ap-
positi proiettori a luce arancione, utilizzando e-
ventualmente allo scopo gli indicatori di dire-
zione delle autovetture, quelli normalmente si-
stemati sulle fiancate anteriori della carrozzeria.
Ma nelle motociclette nelle quali non è presente
alcuna batteria, si deve necessariamente ricorrere
ad altra sorgente di energia elettrica. Si potrebbe
pensare, a tale scopo, di utilizzare le normali pile
a secco. Eppure, poiché i'assorbimento di cor-
rente richiesto è notevole, l'idea di ricorrere alle
pile deve essere scartata, perché una tale solu-
Vi insegnamo ad utilizzare zione risulterebbe oltremodo costosa e renderebbe
il magnete volano quaJt: assai spesso ineffciente I'indicatore di direzione
fonte di energia elettrica di durante la marcia. •
alimentazione dei lampeg- Nelle moto e nei ciclomotori sprovvisti di batteria
giatori di direzione, che so- esiste la dinamo o l'alternatore_; sui ciclomotori
il generatore di tensione è rappresentato dal vo.
no assolutamente neces- !ano magnetico.
sari anche nei motocicli di La tensione fornita dal magnete del ciclomotore,
piccola cilindrata. tuttavia, risulta estremamente instabile, perché

759
LP1

LAM P. SPI

CO M M . PO S IZ

- SIN.
01

..::J Il u S 5Ra R5 R6

- t kl
R3
USCITA VOLANO Il I

S1 I
I
DESTRA

.,. ~I= C3

é i e
SIN

e SP
Il o~
%-
P,
'cet
Il Il i Il i
@ l9 TELAIO
CICLOMOTORE

MP
DE.STRA kl MP
SINISTRA

Condensatori
C1 = 1.200 F - 25 VI. (elettrolitico) COMPONENTI
C2 = 1.800 F - 25 VI. (elettroUtico)
C3 = 10 F - 10 VI. (elettrolitico)
C4 = 10 F - 10 VI. (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 120 ohm - 4 W
R2 = 120 ohm - 4 W
R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
R4 = 22.000 ohm - 1/4 W
R5 = 10.000 ohm - 1/4 W
R6 = 150.000 ohm - 1/4 W
R7 = 8.200 ohm - 1/4 W
Varie
TR1 = BO135 - BD137
TR2 = BC308B
TR3 = BC238B fig. 1- Un semplice commutatore a tre posizioni -
TR4 = BC238B due vie - permette di accendere la lampada indi-
D1 = BY126 (vedi testo) catrice di direzione applicata sulla destra o sulla si-
D2 = 6,8 V- 1 W (diodo zener) nistra del motociclo. La lampada-spia LPt permette
D3 =6,8 V - 1 W (diodo zener) di controllare costantemente il buon funzionamento
LP1-LP2-LP3 = vedi testo del lampeggiatore applicato sul manubrio,

760
ncca di picchi di tensione e, quindi, variabile dicatore di direzione.
continuamente con il variare del numero di giri Ma ritorniamo all'esame del circuito di figura 1.
del motore. Occorre dunque che un dispositivo La tensione presente sul volano magnetico viene
alimentato dal volano magnetico tenga conto raddrizzata e livellata rispettivamente dal diodo
di questo importante fattore ed occorre anche D1 e dal condensatore elettrolitico Cl.
che esso risulti protetto adeguatamente da even- Per il collegamento con il volano, ricordiamo di
tuali cortocircuiti, causati dalla bruciatura delle far bene attenzione a collegarsi con l'avvolgimen-
lampade o da contatti accidentali, che potrebbero to primario, cioè con quell'avvolgimento che nor-
ripercuotersi negativamente sugli organi di av- malmente alimenta tutte le luci del ciclomotore
viamento del motociclo, con il rischio di una bru- e non con l'avvolgimento secondario, ad alta
sca fermata in piena corsa. tensione, utilizzato per innescare la scintilla fra
Il circuito del lampeggiatore, che ora vi presen- gli elettrodi della candela.
teremo, risponde a tutti questi requisiti di sicu- L'operazione di raddrizzamento e livellamento,
rezza, anche se la sua concezione circuitale è effettuata da D1-C1, non è sufficiente per una
assai semplice ed il suo costo molto contenuto. corretta alimentazione delle lampade direzionali;
Con il nostro lampeggiatore direzionale si posso- infatti la tensione è ancora assai instabile e la
no pilotare lampade di alcuni watt, ovviamente presenza delle sovratensioni potrebbe danneggiare
nei limiti della potenza erogabile dal magnete i transistor.
della motocicletta. Se questa potenza è molto Ecco perché, in parallelo al condensatore elettro-
bassa, ci si potrà limitare all'inserimento di una litico Cl, sono stati inseriti, in serie, i due elemen-
sola lampada per ogni direzione; in caso di forte ti R1-D2, il diodo D2 è un diodo zener. Questo
potenza elettrica erogabile dal magnete si potrà tipo di collegamento, assai insolito per un diodo
invece installare sia una lampadina anteriore sia zener, non permette di stabilizzare perfettamente
una posteriore. Riteniamo comunque che la pre- la tensione, ma permette di smorzare i picchi di
ferenza debba accordarsi ad una sola lampada, sovratensione, ottenendo un sufficiente funziona-
utilizzando eventualmente una lampadina di mag- mento della rimanente parte del circuito. Per il
gior potenza, così da poter ottenere maggiori raggiungimento di una maggiore perfezione cir.
garanzie di forte luminosità anche diurna. cuitale, occorrerebbe uno zener di potenza, oppu-
re un circuito di stabilizzazione completo, ma ciò
complicherebbe eccessivamente il progetto del
CIRCUITO DEL LAMPEGGIATORE nostro lampeggiatore.
Al primo circuito di filtraggio fa seguito un cir-
Lo schema elettrico del lampeggiatore, rappre- cuito stabilizzatore vero e proprio, facente im-
sentato in figura 1, si compone essenzialmente di piego del diodo zener D3 e della resistenza di
un circuito multivibratore astabile pilotato dai caduta R2. Si tenga presente che la tensione sta-
transistors TR3 - TR4. bilizzata, così ottenuta, non serve ad alimentare
Il funzionamento di un tale circuito è già stato il transistor di potenza TRl e le relative lampa-
da uoi abbondantemente interpretato nel corso de, perché non è possibile con uno zener di pic-
della presentazione di altri articoli apparsi in pre- cola potenza ( 1 W) ottenere una sufficiente sta-
cedenti fascicoli della rivista. Ed è questo il mo- bilizzazione. Ma la tensione stabilizzata è neces-
tivo per cui abbiamo deciso di non ripeterci nel- saria per evitare che la frequenza del lampeggìo
l'analisi di un argomento che la maggior parte vari sensibilmente al variare del numero di giri
dei nostri lettori conosce perfettamente. del motorino.
Coloro che non conoscessero ancora il funziona-
mento del circuito di un multivibratore astabile,
potranno leggere la prima puntata dell'articolo STADIO PILOTA E STADIO FINALE
« MULTIVIBRA TORI ASTABILI », presenta-
to sul fascicolo di giugno di quest'anno. Passiamo ora all'esame dello stadio pilota e di
Ricordiamo invece, molto semplicemente, che il quello finale di potenza.
multivibratore astabile è un circuito in grado di Il funzionamento è abbastanza semplice. Quando
produrre un'onda quadra, la cui frequenza è de- il transistor TR4 si trova in saturazione, cioè
terminata essenzialmente dal valore dei conden- quando la tensione sul collettore di TR4 è di O
satori C3-C4 e da quello delle resistenze R4-R5. volt circa, il transistor TR2 riceve sulla base,
Si tratta quindi di una realizzazione particolar- attraverso la resistenza R7, una corrente suff-
mente indicata per pilotare, tramite opportuna ciente a portarlo in forte conduzione, mandando
amplificazione, il lampeggìo intermittente di lam- in saturazione, conseguentemente, anche il tran-
padine, così come accade appunto nel nostro in- sistor TRl, il quale pennette l'accensione della

761
INNESTO
LAMP. DESTRA

ALETTA RAFFREDD.

TR2 TRI

S1
g1 +

AL TELAIO
TRAl
3
»
02

'mrr_-
''=>

1
R2

AL VOLANO
CICLOMOTORE R5 MAGNETICO
R6 INNESTO
R LAM P. SINISTRA

lampada-spia LPl e delle lampade direzionali


LP2 o LP3, a seconda della posizione del com-
mutatore Sl. Ovviamente, quando il commutato-
re S1 si trova in posizione centrale (lampade di-
rezionali spente) ili circuito non risulta alimen-
tato e non si ha alcun funzionamento. Viceversa
quando la tensione sul collettore del transistor
TRA risulta elevata, di 6,8 V circa, il transistor
TR2 si trova all'interdizione e così avviene an-
che per il transistor TRl; non si ha quindi alcun
passaggio di corrente attraverso le tre lampade,
le quali rimangono spente.
Poiché la tensione all'uscita del multivibratore
commuta continuamente tra il valore basso e
Fig. 2- E' assolutamente necessario comporre il cir-
quello alto, è evidente che le lampade, quando
cuito elettronico del lampeggiatore su un circuito stam-
pato, in modo da evitare che le continue sollecltazloni vengono alimentate, emetteranno lampeggii in-
meccaniche possano produrre Interruzioni circuitali. termittenti.

762
LE LA MPADE sultasse di difficile attuazione, a causa della irre-
periblità delle lampade, è possibile eliminare la
Ogni volta che si alimenta il dispositivo lampeg- lampada-spia sostituendola con un fusibile da
giatore, due lampade vengono accese: quella cor- 1,5-2 A, a seconda del tipo dx lampada utiliz-
rispondente alla direzione selezionata (destra o si- zata. Ma in questo caso si ha lo svantaggio di
nistra) e la lampada-spia LPI. non poter controllare visivamente il funzionamen-
Come abbiamo detto, le lampade indicatrici deb- to del lampeggiatore, mentre si ha il vantaggio
bono essere scelte in modo da non sovraccaricare di n.::-n ottenere alcuna attenuazione della lumi-
l'alimentazione del motorino. Ad esempio si po- nosità delle lampade indicatrici di direzione.
tranno scegliere, per LP2-LP3, due lampadine da Nell'uno o nell'altro caso, comunque, il circuito
6V-5 W; in tal caso la corrente, che scorre risulta protetto da accidentali cortocircuiti delle
attraverso una lampada, sarà di 5W : 6 V = lampade, perché in tal caso entrerebbero in fun-
0,8 A circa. zione il fusibile di protezione, utilizzato in sostitu-
E' chiaro che la lampada prescelta dovrà essere zione della lampada-spia LPI, o la stessa lampa-
in grado di sopportare questo valore di corrente, da-spia, che si comporterebbe da fusibile; questi
in modo da non correre il rischio di bruciarsi due elementi verrebbero chiamati alla salvaguar-
rapidamente; la sua tensione, inoltre, dovrà es- dia della rimanente parte del circuito.
sere così bassa da non attenuare considerevolmen-
te la luminosità.
La soluzione ideale sarebbe quella di utilizzare REALIZZAZIONE
una lampada da I V-0,8 A. Ma in commercio
non esistono lampadine con questi valori; è pos- Trattandosi di una realizzazione soggetta a con-
abile tuttavia collegare in parallelo due lampadi- tinue sollecitazioni meccaniche (urti, scosse, vi-
ne da 1,3 V- 0,6 A, oppure una lampadina da brazioni, ccc.), è assolutamente necessario effet-
1,3 V - 0,6 A con una resistenza da 2,5 ohm - tuare il montaggio dei componenti elettronici su
2 w. Nel caso in cui anche questa soluzione ri- circuito stampato, del quale presentiamo in f-

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tolleranza della corrente. Ma con questo tipo di
transistor occorrerà utilizzare per D 1 un diodo
di tipo leggermente più robusto, anche se il nor-
male BY127 riesce a sopportare la corrente di 1 A.
Ricordiamo che il transistor TRl deve essere
provvisto di elemento dissipatore di calore, mon-
tato in una posizione sottoposta a continuo re-
frigerio; ma questo non rappresenta un problema
serio, dato che il montaggio del lampeggiatore
avviene sul manubrio di una motocicletta.

Fig. 3 - Disegno del circuito stampato in grandezza


naturale.

gura 3 il disegno in grandezza naturale.


I componenti elettronici sono tutti di facile re- COMANDO
peribilità commerciale. I transistor TR3-TR4,
ad esempio, sono sostituibili con la maggior parte
di transistor, di tipo NPN, al silicio, di picco-
la potenza (BC107-BC108-BC147-BC148-BC267-
I
BC268, ec:.).
In sede di collaudo abbiamo montato il prototipo
del lampeggiatore realizzato nei nostri laboratori
su un piccolo ciclomotore, utilizzando lampade
direzionali da 3 W; abbiamo misurato l'intensi-
tà di corrente nel transistor finale TRl ed ab-
biamo rilevato il valore di 0,5 A. E' stato quindi
sufficiente utilizzare per TRl il transistor RD 135,
del quale viene chiaramente indicata la disposi-
zione degli elettrodi nello schema pratico di f-
gura 2. DESTRA
Per quanto riguarda il transistor TR2 esso può
essere un componente di debole potenza ed è
quindi possibile utilizzare un transistor simile a
TR3 e TRA. Anche il diodo raddrizzatore D1,
essendo soggetto ad una corrente di intensità di
poco superiore a 0,5 A, può essere un componen-
te di piccola potenza, come ad esempio i1 BY126
o
o BY127.
Chi avesse a disposizione, nel proprio ciclomoto-
re, un magnete a 12 V, potrà raddoppiare la po-
tenza delle lampade, senza apportare alcuna va-
riante al circuito, dato che in questo caso la cor-
rente rimane ancora ridotta. Volendo invece
utilizzare lampade da 5 W-6 V, che richiede-
rebbero una corrente di 0,8 A, è necessario uti-
lizzare per TRl uno dei seguenti transistor: BD
162 - BD163 - BC440 - BCA41, oppure il più
comune 2N3055 che, con i suoi 15 ampere di
corrente massima, non crea alcun problema di

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765
DIODI
IN
RADIO

l diodo allo stato srAìdo è un. componente sommariamente, i vari sistemi con cui si trasmet-
appositamente concepito e costruito per rt- te o si riceve una « informazione » che può es-
tifcare la corrente alternata. sere rappresentata dalla voce, dalla musica o da
Se la ccorrente alternata è cuella di rete-luce, segnali codificati.
il diodo è montato nei circuiti di alimentazione In ordine crescente di complessità essi sono:
e può fungere da rztifcatore semplice, a dop- Trasmissione in CW (codice Morse)
pia semionda, duplicatore, triplicatore di tensio- Trasmissione in AM (modulazione di ampiezza)
ne. Ma su questa particolare funzione del dio- Trasmissione in FM (modulazione di frequenza)
do abbiamo avuto modo di occuparci in altre Trasmissione in SSB (in banda laterale unica)
occasioni, mentre non abbiamo mai trattato, pri- Per ognuno di questi sistemi vale la pena di in-
ma d'ora, il diodo ir funzione di rivelatore, limi- trattenersi, almeno brevemente, sulla meccanica
tatore di disturbi e, più in generale, il suo im- e sulla tecnica di collegamento.
piego nei vari sistemi di collegamento radio.

TRASMISSIONE IN CW
CARATTERISTICHE DI TRASMISSIONE
La trasmissione in CW è la più semplice possi-
Per poter rendersi conto dell'importanza dei cir- bile, perché essa consiste nella trasmissione di un
cuiti pilotati a diodo e presentati in questa sede, segnale ad alta frequenza, che viene interrotto
è doveroso, da parte nostra, ricordare, sia pure ed inviato nello spazio in modo da ottenere una

L1

R1
ENTR.~- USCITA BF
O- - Ag. 1 - Circuito di un cianico
rivelatore di segnali radio modu-
lati In ampiezza. Componenti:
C1 » 2000 pF; RI = 47.000
ohm.

766
r PUNTATA

RICEZIONE

equenza di punti e linee che caratterizzano il Con questo sistema l'onda radio è composta da
istema di ricetrasmissione in codice Morse. un'onda di alta frequenza, denominata portante,
'erché il segnale in CW possa essere ricevuto e la cui ampiezza vien fatta variare, cioè viene mo-
eso udibile, è necessario farlo « battere » con duiata, al ritmo della voce o dei suoni che si
n opportuno oscillatore denominato BFO, la trasmettono.
ui frequenza dista di poche centinaia di Hz L'apparecchio radio ricevente deve provvedere
di alcune migliaia di Hz dalla frequenza rice- alla separazione della frequenza portante da
u ta, in modo che, rivelando la frequenza - dif- quella trasportata (bassa frequenza), cioè deve
!renza tra la frequenza ricevuta e la frequenza provvedere al processo di rivelazione al quale,
ell'oscillatore (BFO), si produca una nota udi- ovviamente, è preposto un diodo.
ile. Questo procedimento tecnico è ovviamente
ecessario per il fatto che il segnale in CW è
n segnale ad alta frequenza e quindi non udibile. TRASMISSIONE IN FM

Anche il sistema di ricetrasmissioni in modula-


RA SMISSIONE IN AM zione di frequenza è divenuto, attualmente, un
normale sistema di trasmissioni radio, e ciò in vir-
i sistema di ricetrasmissioni in modulazione di tù delle ottime qualità di ricezione ottenute ne-
mnpiezza è certamente quello più noto e più gli apparati radioriceventi.
9mune fra tutti. L'onda radio, in questo caso, è composta da una

ENTR AF •

c1 02

Fig. 2- Circuito rivelatore di se- R1


gnali radio modulati In ampiezza
che pennette, tramite Il collega- L1 USCITA BF
mento del due dlodl D1-D2, di
disporre di una tensione di usci- c2
ta più elevata e di una limita-
zlone notevole nella distorsione
del segnale. Componenti: C1
1.000 pF; C2 = 1.000 pF; R1
47.000 ohm.

767
parità di potenza, si esalta notevolmente la por-
tata.

ME DIA FREG
CIRCUITI RIVELATORI
, c re
r re 1 'p, =o Dopo queste doverose premesse, è assai più fa-

F
.,.z cile rendersi conto dei principali problemi che
si debbono affrontare nel processo di rivelazione
dei segnali radio, a seconda del loro sistema di
trasmissione.
6GC
Il primo circuito che presentiamo al lettore è
quello di un classico rivelatore di segnali radio
02
modulati in ampiezza. Esso si compone di un
C2l] R2
circuito di sintonia e di un circuito rivelatore a
diodo (D 1) che rettifica il segnale di alta fre-
quenza. La tensione caratteristica del segnale di
bassa frequenza è misurabile sui terminali della
resistenza Rl. Al condensatore Cl è affidato il
compito di convogliare a massa la residua parte
Fig. 3 - Circuito rivelatore di segnali modulati in
di segnali di alta frequenza ancora contenuta a
frequenza.
valle del diodo rivelatore Dl.
Il circuito rappresentato in figura 2 è simile a
quello rappresentato in figura 1. In questo caso,
tuttavia, vien fatto impiego di due diodi rive-
latori, collegati in modo da comporre un circuito
duplicatore di tensione. Con questo sistema è pos-
sibile disporre di una tensione d'uscita più eleva-
portante nella quale viene fatta variare leg- ta e si limita notevolmente la distorsione del se-
germente la frequenza, ottenendo così la modu- gnale.
lazione di frequenza. Per la rivelazione di segnali modulati in frequen-
za, i circuiti di maggior impiego sono quelli rap-
presentati nelle figure 3-4. Il primo è conosciuto
TRASMISSIONE IN SSB sotto la denominazione di « discriminatore Fo-
ster - Seeley ». Il secondo è conosciuto sotto la
La sigla SSB assume il seguente significato: Sin- denominazione di « rivelatore a prodotto per
gle Side Band, cioè banda laterale unica. FM».
Una trattazione approfondita di questo sistema Questi due circuiti funzionano con principi di-
di ricetrasmissioni sarebbe fuori luogo e risul- versi; infatti, anche la concezione circuitale è
terebbe certamente di difficile comprensione per notevolmente diversa. In pratica viene accordata
la maggior parte dei nostri lettori. Vogliamo tut- una maggior preferenza al rivelatore a prodotto
tavia ricordare brevemente che nel sistema di il quale, se ben regola"l:o, permette un'ottima sop-
ricetrasmissioni in modulazione di ampiezza. !'on- pressione del segnale modulato in ampiezza, cioè
da radio risulta composta da quella caratteristi- una reiezione del corrispondente segnale AM.
ca contenente l'informazione e da altre due onde, Questo circuito permette inoltre di ottenere un
di frequenza quasi uguale a quella della portante, basso rumore neutralizzato dalla simmetria del
di minore ampiezza e leggermente spostate in fre- circuito.
quenza; queste due onde radio compongonc la Nel sistema di rivelazione dei segnali radio mo-
banda laterale superiore e la banda laterale mn- dulati in frequenza, la tecnica attuale si sta orien-
feriore. L'intera informazione è contenuta in tando, in modo particolare nei ricevitori radio
una sola di queste due bande e la portante funge di classe, verso soluzioni circuitali in cui si fa
solo da mezzo di trasporto dell'informazione. impiego di circuiti integrati in funzione di cir-
Nel sistema di trasmissione in SSB si trasmette cuiti rivelatori a coincidenza, di cui risulta so-
soltanto una delle due bande laterali, sopprimen- prattutto molto semplice la messa a punto.
do sia la portante sia l'altra banda laterale. In I circuiti integrati vengono anche utilizzati nei
questo modo si ottiene un notevole risparo di rivelatori a prodotto nel processo di rivelazione
potenza e si migliora la trasmissione, perché que- delle ricezioni in SSB o in CW.
sta risulta meno sensibile ai disturbi mentre, a Un esempio di circuito rivelatore a prodotto, as-

768
,- - - - - - -MF- - - - - - - ---,
I 01
I

I g -

-
I I

1d
I
i
C1

=-
I 5R3

' r,
cff1
I

Tc4
2 R4

R2
02

c,e•
R5L t

Fig. 4 - Questo circuito di rivelatore di segnali mo-


dulati in frequenza è noto sotto la denominazione di
« rivelatore a prodotto per FM •. ComponenU: C1 =
330 pF; C2 = 330 pF; C3 = 20.000 pF; CA = 4
F; Rt = 1.500 ohm; R2 = 1.500 ohm; R3 = 47.000
ohm; R4 = 47.000 ohm; R5 = 500.000 ohm (potenz.
a variaz. log.).

-
BFO

MF

Fig. 5 - Esempio di circuito ri-


velatore a prodotto per SSB.
Componenti: C1 = 470 pF; C
= 470 pF; C3 = 10.000 pF;
I R1 = 47.000 ohm.
I ----------

sai semplice, per SSB, impiegante diodi di tipo cora adatto per la rivelazic.nc della SSB, non è
comune, è rappresentato in figura 5. Come si invece prevista alcuna limitazione. I valori ri-
può notare, per il funzionamento del circuito è portati in quest'ultimo circuito sono riferiti ad
necessario inviare un segnale di battimento pro- un valore di media frequenza di 9 MHz, che è
veniente da un BFO, sia in CW sia in SSB per un valore assai comune nei ricevitori SSB.
la ricostruzione del segnale di bassa frequenza. Per un valore di media frequenza di 455 KHz
Dunque, l'unico inconveniente presentato da ta- circa si dovranno utilizzare, in sostituzione dei
le circuito, che si contrappone alla semplicità, condensatori da 1.000 pF. condensatori da 5.000
consiste nella necessità di disporre di un segnale pF circa, mentre l'impedenza J 1 dovrà avere il
di BFO almeno 10-20 volte superiore al segnale valore di 2,5 mH; infine i condensatori C1-C2
che si vuol convertire. Nel secondo circuito, an- dovranno avere il valore di 470 pF.

769
R1

R3 BF
C3 C4

I R2
I_ - - - - - - - - J

Fig. 6 Rivelatore a prodotto per SSB con valore di 0,6 V (se polarizzati direttamente), si riesce a li-
media frequenza di 9 MHz. Componenti: CI == 220 mitare l'ampiezza massima del segnale e, quindi,
pF; C2 = 220 pF; C3 = 1.000 pF; CA = 1.000 pF;
anche dei disturbi, semplicemente collegando due
C5 = 10.000 pF; R1 = 560 ohm; R2 = 560 ohm;
R3 = 4. 700 ohm. diodi così come indicato in figura 7. Ricordiamo
che il valore di soglia di 0,6 V è quello carat-
teristico dei diodi al silicio, mentre per i diodi al
germanio questo valore è di 0,2 V.
Questo sistema, tuttavia, non risulta molto como-
do per l'operatore, dato che l'effetto di limita-
TRASF.
zione dei disturbi si ottiene soltanto mantenen-
USCITA
do l'apparecchio radio a volume costante.
Un circuito migliore e più efficace è quello rap-
presentato in figura 8; questo circuito deve es-
AP sere inserito fra l'uscita del sintonizzatore e l'en-
trata dell'amplificatore di bassa frequenza. Il dio-
do D1 non fa parte del circuito del limitatore,
ma rappresenta l'elemento rivelatore nei circuiti
rivelatori per segnali ad ampiezza modulata, uni-
tamente alla resistenza Rl e al condensatore C 1.
Un circuito limitatore a semplice alternanza, in
Fig. 7 - Circuito limitatore di disturbi, di tipo assai cui è possibile variare a piacere la soglia di in-
semplice, realizzato sull'avvolgimento secondario del tervento del limitatore stesso, è rappresentato in
trasformatore d'uscita.
figura 9.
Il valore di soglia può essere variato applicando
al terminale della resistenza R3, quello contras-
segnato con la dicitura « POLARIZZ. », una
LIMITATORI DI DISTURBI tensione negativa variabile, ottenuta eventual-
mente tramite un potenziometro.
Passiamo ora alla presentazione di semplici cir- Il circuito rappresentato in figura 10 è del tutto
cuiti nei quali i diodi vengono montati con lo simile a quello precedente. L'unica variante con-
scopo di limitare taluni disturbi. siste nell'adozione di un circuito a doppia se-
Come è noto, i disturbi più comuni, segnalati dai mionda. Con questo sistema, oltre che disporre
ricevitori radio, sono quelli provocati dagli im- di un valore di soglia di intervento regolabile,
pianti elettrici delle autovetture. Questi disturbi si riesce a diminuire la distorsione introdotta dal
si presentano sotto forma di impulsi di breve du- circuito.
rata e di notevole ampiezza. Vogliamo ricordare che, oltre ai circuiti fin qui
Sfruttando le possibilità di conduzione dei diodi, presentati, che debbono tutti essere inseriti pri-
che cominciano a divenire conduttori quando la ma dello stadio amplificatore, ve ne sono altri
tensione, presente sui loro terminali, supera lo più complessi, che si adattano in particolar mo-

770
Cl 01 02 C2
AF

ENTR R2 R3 R4
1 use BF

! '°''""'
Fig. 10 - Circuito limitatore di disturbi a doppia se-
mionda. Il valore di soglia di intervento è regolabile
e la distorsione introdotta dal circuito risulta alquanto
ridotta. Componenti: C1 =
47.000 pF; C2 47.000 =
pF; RI = 100.000 ohm; R2 = 1 megaohm; R3 = 1
Fig. 8 - Circuito limitatore di disturbi di tipo a se- megaohm; R4 = 1 megaohm.
mionda. Il diodo D1 costituisce l'elemento rivelatore.
Componenti: Cl = 4.700 pF; C2 = 100.000 pF;
R1 = 1 megaohm.

MF
1- - - - - - - - - - ~ - -1

Ila I

I
a
SEGUE:I

ars o i]
C1 R' D1 C2
ose ò
AMPLIE. MF
RI
ww
+ Al
R2 R3
Fig. 11 - Circuito rivelatore in SSB. Componenti: C1
= 150 pF; RI = 15 megaohm.

- POLARIZZ

ALO STA
SEGUENTE
Fig. 9 - In questo circuito limitatore a semplice alter-
nanza è possibile variare la soglia di intervento. Com-
ponenti: C1 = 47.000 pF; C2 = 47.000 pF; R1 = I

t.-
100.000 ohm; R2 = 1 megaohm; R3 = 1 megaohm.
AMPLIF. MF

do a speciali ricevitori radio e che, proprio per r) lll


la loro complessità circuitale, evitiamo di pro-
posito di presentare in questa sede. Fig. 12 - Questo circuito di rivelatore in SSB è assai
Ricordiamo per ultimi due circuiti adatti alla più efficiente di quello presentato in figura 11. Com-
limitazione di disturbi in SSB. Il primo di questi, ponenti: CI = 1.000 pF; C2 = 100.000 pF; C3 =
100.000 pF; R1 = 470.000 ohm.
rappresentato in figura 11, utilizza un diodo (D 1)
inserito negli stadi di media frequenza del ricevi-
tore radio; questo diodo cortocircuita gli impulsi
parassiti, impedendo che questi possano essere am- quella di figura 11. In quest'ultimo circuito ven-
plificati sia dall'amplificatore di bassa frequenza gono impiegati due diodi, anziché uno soltanto,
sia dagli stadi amplificatori di media frequenza. come nel caso precedente. I due diodi D1-D2
Il circuito rappresentato in figura 12 costituisce permettono di ridurre l'ampiezza degli impulsi
una versione più efficiente ma più complessa di positivi e negativi simultaneamente.

771
Preparatevi in tempo ad affrontare i
danni che i rigori dell'inverno posso-
no produrre sulla batteria della vo-
stra auto.

CARICABATTERIE
\
1\

772
l mancato avviamento del motore a scoppio In generale ogni caricabatterie è composto prin-
rappresenta uno dei malanni più frequenti, cipalmente da un trasformatore, in grado di ero-
per l'automobile, durante la stagione inver- gare una corrente di 2 A, che abbassa la tensione
nale. E' necessario quindi che all'approssimarsi di rete ai valori richiesti dal carico. La tensione
dei primi freddi anche i nostri lettori automobi- di rete, dopo essere stata ridotta di valore, vie-
listi si premuniscano da spiacevoli sorprese cau- ne rettificata da un ponte di diodi al silicio, che
sate da una non perfetta carica della batteria. trasformano la corrente alternata in corrente
L'olio freddo, la diminuzione delle proprietà in- continua; uno o più condensatori elettrolitici
trinseche dell'accumulatore, la sua non perfet- provvedono poi al livellamento della tensione
ta carica, non possono dar luogo ad un av- raddrizzata.
viamento imm ediato del motore; al contrario,
questi elementi provocano una ulteriore scarica
della batteria, aumentando ulteriormente la dif- ANALISI DEL CIRCUITO
ficoltà di avviamento.
Anche il nostro caricabatterie è stato concepito
secondo lo schema più classico ora ricordato. Il
CAPACITA' DEGLI ACCUMULATORI circuito è quello rappresentato in figura 1.
Come si può notare, oltre ai componenti più
Per stabilire con esattezza le condizioni di cari- strettamente necessari, sono stati aggiunti i due
ca di un accumulatore (i due termini accumulato- condensatori C1-C2, che permettono di limita-
ri e batteria si equivalgono), occorre conoscere re il ronzio nel caso in cui si intenda utilizzare
prima di tutto un dato molto importante: il va- il caricabatterie come un normale alimentatore
lore della capacità elettrica della batteria stessa. per amplificatori o radioricevitori; i due conden-
La capacità, che si misura in ampere-ora (Ah), satori C1-C2 inoltre scongiurano eventuali for-
definisce la possibilità di alimentare un carico che mazioni di inneschi di alta frequenza.
assorbe una determinata corrente per un certo Nel caso in cui il ronzio residuo, denominato an-
numero di ore. Spieghiamoci meglio: se la capaci- che ripple, dovesse risultare particolarmente fa-
tà di un accumulatore è di 32 Ah, esso può for- stidioso, consigliamo di far precedere l'apparato
nire una corrente continua dell'intensità di 32 che si vuol alimentare dalla parte elettronica ve-
A nel corso di un'ora, oppure quella di 3,2 A ra e propria di un alimentatore stabilizzato, esclu-
nel corso di 10 ore o, ancora, 320 mA per 100 dendo cioè il trasformatore, il raddrizzatore e il
ore. condensatore di livellamento, dato che questi
Quando si desidera ricaricare un accumulatore, elementi sono già presenti nel circuito del cari-
si potrebbe pensare di ricorrere alla corrente di cabatterie.
32 A per la durata di un'ora, in modo da ottene- Nel progetto di figura 1 si nota anche la presen-
re cosi la ricarica totale della batteria. Ma in real- za, nel circuito di uscita, di un fusibile; a questo
tà, se ci si servisse di correnti continue di così elemento è affidato il compito di proteggere l'a-
forte intensità, la batteria si rovinerebbe irrepa- limentatore da accidentali cortocircuiti e la bat-
rabilmente. E' necessario quindi ricorrere a cor- teria da correnti di carica troppo intense.
renti di carica più deboli, protraendole lungo un La lampada-spia LPl, che deve essere adatta per
più vasto arco di tempo. una tensione di alimentazione di 24 volt, serve
Generalmente le case costruttrici consigliano di ad indicare lo stato elettrico del caricabatterie. Si
effettuare la ricarica della batteria nel tempo di è fatto ricorso alla tensione di 24 V per il fatto
10 ore, utilizzando una corrente di carica di 3,2 che, a vuoto, cioè senza la batteria inserita nel
A (facciamo riferimento all'esempio precedente- circuito di uscita, la tensione dell'alimentatore
mente citato di una batteria con capacità di 32 raggiunge i valori di 15 - 16 volt, che mettereb-
Ah; infatti si ha: 32 Ah: 10 h = 3,2 A. Questo bero rapidamente fuori uso una normale lam-
valore rappresenta l'intensità di corrente massima padina da 12 V. La lampadina da 24 V eroga
di carica della batteria; ed è evidente che cor- una minor quantità di luce, ma rimane integra
renti di maggiore intensità danneggerebbero l'ac- in ogni caso.
cumulatore, mentre correnti di minore intensità
caricherebbero l'accumulatore in misura più gra-
duale ed uniforme, senza alcun rischio di dan- Il RADDRIZZATORE A PONTE
neggiamento.
Passiamo ora all'esame del circuito di un appara- Vogliamo ora spiegare in modo esauriente ai let-
to caricabatterie, di facile realizzazione e molto tori principianti come avviene il processo di rad-
econom1co. drizzamento e quello di livellamento della cor-

773
c1

>
O
>
u
e
u

#
u

C2

8,
T'I
S1

LP1

T1 )} l e
FUS

Fig. 1 - Questo semplice circuito per caricabatterie


MPONENTI
può fungere anche da alimentatore per molti tipi di
apparati elettronici. Il trasformatore Tt deve essere C1 = 4.700 pF
in grado di erogare una corrente di 2 A. La tensione C2 = 4.700 pF
di uscita, a vuoto, è di 15/16 V; con la batterla sotto C3 = 2.000 F - 15/18 VI. (elettrolitico)
carica la tensione è di 12,6 V. Ai condensatori C1-C2
è affidato il compito di scaricare a massa eventuali
D1 - D2- D3- D4 =ponte di diodi al silicio da
3 A- 200 V
componenti di alta frequenza nel caso in cui il clr-
cuito di alimentazione venga utilizzato in abbinamento FUS. = fusibile da 3 A
con un amplificatore di bassa frequenza o un ricevi- LP1 = lampada-spia - 24 V
tore radio. T1 = trasf. d'alimentaz. (30 W - 12 V - 2 A)

rente alternata. E a tale scopo ci serviamo dello diodi raddrizzatori citati precedentemente. La
schema di un circuito raddrizzatore a ponte del corrente scorre invece attraverso il diodo D4, il
tipo di quello utilizzato nel progetto di figura 1. carico e il diodo D 1, per rientrare poi nel trasfor-
I due circuiti rappresentati in figura 4 si riferi- matore attraverso il terminale negativo.
scono alle due possibili condizioni elettriche del Da questa semplice analisi del comportamento
trasformatore di alimentazione, cioè quando sul- della corrente si può dedurre che, attraverso
l'avvolgimento secondario è presente la semial- l'elemento di carico, la corrente stessa fluisce sem-
temanza positiva o quella negativa della tensione pre nella stessa direzione : in ciò consiste il pro-
a 12 V. cesso di raddrizzamento a doppia semionda della
In presenza della semialternanza positiva (schema corrente alternata.
in alto di figura 4), l'avvolgimento secondario del Nel disegno riportato in figura 5 vogliamo chia-
trasformatore si comporta come un generatore rire ulteriormente le forme d'onda della corrente
di corrente variabile unidirezionale, con le pola- a monte e a valle del ponte raddrizzatore.
rità indicate nel disegno. In tali condizioni la Come si può notare, entrambe le alternanze della
corrente fluisce dal terminale positivo del trasfor- tensione a 50 Hz vengono ridotte ad un treno
matore al diodo raddrizzatore D2, che è polariz- di alternanze positive, cioè ad una tensione pul-
zato in senso diretto, cioè risulta conduttore; la sante unidirezionale con frequenza di 100 Hz.
corrente attraversa questo diodo e, successiva- Ma la tensione non è ancora paragonabile a
mente, il carico, per rientrare poi, attraverso il quella continua, anche se essa è dotata di una
diodo raddrizzatore D3, sul terminale negativo del polarità ben precisa.
trasformatore. Per trasformare la corrente pulsante in corrente
Durante la semialternanza negativa della tensio- continua, occorre inserire nel circuito un con-
ne ( disegno più in basso di figura 4) le polarità densatore elettrolitico di livellamento, che prende
dei terminali dell'avvolgimento secondario del il nome di condensatore di filtro e che funziona
trasformatore risultano invertite; per tale motivo come un vero e proprio accumulatore di cariche,
la corrente non può scorrere attraverso i due caricandosi durante i picchi positivi della ten-

774
LP1
(SPIA)
I

CIRCUITO
STAMPATO

RETE
Fig. 2 - Il cablaggio del caricabatterie deve essere
effettuato in un contenitore metallico. Il solo ponte
di diodi raddrizzatori, il condensatore elettrolitico C3
e i due condensatori ceramici C1-C2 vengono mon-
tati su un piccolo circuito stampato.

775
Con un trasformatore da 2 A, invece, la stessa
resistenza degli avvolgimenti è tale do. limitare
la corrente di carica ai giusti valori.
Coloro che disponessero già di un trasformatore
di alimentazione con correnti di uscita di 3-4 A
o poco più, potranno inserire in serie alla bat-
teria una resistenza di limitazione il cui valore
ottimale dovrà essere ricercato sperimentalmente
sino ad ottenere un valore di corrente di carica
desiderato. Normalmente con i trasformatori do-
tati di avvolgimento secondario a 12 V vanno
bene le resistenze di valore compreso tra i 2 ohm
Fig. 3 - Disegno in gran- e 0,5 ohm, con potenze di dissipazione di 15-20 W.
dezza naturale del circuito Ai lettori principianti ricordiamo che l'identifi-
stampato necessario per cazione dell'avvolgimento secondario del trasfor-
l'applicazione di una par-
te di componenti elettro- matore di alimentazione è molto semplice, per-
@ nici del caricabatterie. ché esso è rappresentato da un avvolgimento di
filo di rame smaltato di grossa sezione; i termi-
nali di questo avvolgimento, prima di essere sot-
toposti alla saldatura dovranno essere accurata-
mente raschiati, cioè liberati dallo smalto iso-
lante.
sione e scaricandosi quando si approssima allo Per quanto riguarda il ponte di diodi, questo
zero. potrà essere realizzato con quattro componenti
Se la capacità del condensatore di filtro è mol- separati, cioè con quattro diodi raddrizza tori al
to elevata, la scarica del condensatore risulta e- silicio in grado di sopportare correnti di 3 A
stremamente ridotta, così che la tensione, misura- almeno.
ta sui suoi terminali, risulta priva di qualsiasi La realizzazione del ponte raddrizzatore dovrà
ondulazione e può considerarsi una tensione con- essere effettuata nel modo indicato dallo schema
tinua. pratico di figura 2, servendosi di un piccolo cir-
In pratica, anche se il valore capacitivo del con- cuito stampato il cui disegno, in grandezza natu-
densatore di filtro è molto basso, esiste sempre rale, è riportato in figura 3.
una certa ondulazione della corrente continua Il ponte raddrizzatore potrà essere realizzato an-
e tale ondulazione è nota con il termine anglo- che da un unico componente adatto per correnti
sassone di « ripple », essa varia nel valore e di 3 A come, per esempio, il tipo B40-C3200.
nella frequenza a seconda del circuito adottato
e provoca quel caratteristico ronzio che, molto
spesso, accompagna le ricezioni radiofoniche di COLLEGAMENTO ALLA BATTERIA
ricevitori radio alimentati con la tensione di re-
te-luce. Il collegamento fra il caricabatterie e l'accumu-
latore si effettua senza togliere la batteria dal-
l'automezzo. In tal modo è possibile ricaricare la
MONTAGGIO DEL CARICABATTERIE batteria stessa durante la notte senza sottoporsi
a difficoltose e pesanti operazioni meccaniche e
Il montaggio del caricabatterie è assai semplice con la certezza di ottenere un pronto avviamento
e alla portata di tutti, anche dei lettori prin- dell'auto, il mattino successivo, anche in climi...
cipianti di elettronica. polari.
Il trasformatore di alimentazione deve essere Il collegamento è estremamente semplice; occor-
dotato di avvolgimento primario adatto per la re tuttavia star bene attenti a non invertire i fi.li
tensione di 220 V e di avvolgimento secondario di collegamento, perché un tale errore provoche-
a 12 V, in grado di erogare una tensione di 2 A. rebbe la bruciatura del fusibile e il conseguente
Non si debbono invece utilizzare trasformatori di spegnimento della lampada-spia LPL E' neces-
alimentazione con correnti di valori superiori o sario utilizzare cavi mo! to flessibili, della sezione
inferiori ai 2 A. Infatti quelli con correnti su- di 3 mm almeno (trecciole) ricoperti con plastica
periori potrebbero danneggiare gli elementi del- coiorata (rosso = positivo; nero = negativo),
l'accumulatore, mentre quelli con correnti di va- facilmente reperibili presso i rivenditori di ac-
lore inferiore verrebbero caricati eccessivamente. cessori per auto

776
+

Fig. 4- Questi due semplici sche-


mi elettrici permettono di interpre-
tare e assimilare convenientemen-
te il concetto di trasformazione di
corrente alternata In corrente uni-
direzionale pulsante. SI noti in-
fatti che, la corrente che attra-
versa il carico, simboleggiato con
una resistenza, conserva sem-
pre lo stesso verso.

7
CARICO
+

TENSIONI ALTERNATE EFFETTO DEL


50 HZ CONDENS.

RIPPLE

U U + ( RONZIO 100 HZ )
TENS. PULSANTE ( WO HZ l

( ·,.-; ', \ /_
\
----- I I ►

l [?
• \,I \1
ies corii
\/
I \
\

PONTE
DIODI rCONO.
p 4 FILTRO

U U
Fig. 5 - Per meglio chiarire il concetto di trasformazione di corrente alternata in cor-
rente continua, presentiamo in questo disegno i vari processi elettrici cui vengono
sottoposte le onde rappresentativo della tensione. Il condensatore di filtro trasforma
la tensione pulsante in tensione continua, !I suo valore capacitivo determina l'on-
dulazione denominata ripple, che si manifesta sotto forma di ronzio alla frequenza
di 100 Hz.

777
CARICA BATT ER IA
PRESA
RETE

TR O
PNP
RILLO

• //
I~
tutti i nostri lettori e, in particolar modo,
ai principianti capita spesso di smontare
qualche radiolina a transistor giapponese
o altro apparato elettronico fuori uso di produ-
zione europea o extra continentale allo scopo di
ricavare la maggior quantità di componenti eiet-
tronici destinati ad ingrossare le scorte del pro-
prio laboratorio. E' ovvio che questo processo
di ... demolizione viene effettuato su apparati fuori
Fig. 6 - Quando si procede alla ricarica della batteria uso o, comunque, assolutamente non riparabili.
dell'auto, questa deve essere lasciata nel suo origi- E la caccia è rivolta soprattutto ai transistor.
nale alloggiamento. Il collegamento si effettua tramite
cavi flessibili diversamente colorati, in modo da non
Ma capita spesso di rimanere alquanto perplessi
confondere il conduttore della linea positiva con quello sulla natura del semiconduttore recuperato, per-
della linea negativa, muniti, alle estremità, di pinze ché la sigla, pur essendo leggibile, ben diffcil-
a bocca di coccodrillo. mente permette di risalire agli equivalenti di pro-
duzione europea. Non è possibile quindi cono-
scere le caratteristiche del transistor e neppure
è possibile sapere se si tratta di un transistor di
tipo PNP o NPN.
Per facilitare l'aggancio con le batterie, sarà be- Tale inconveniente non si manifesta solo con i
ne servirsi di grosse pinze a bocca di coccodrillo, transistor di produzione giapponese o di altro
che assicurano un eccellente contatto elettrico. paese lontano, ma esso compare anche nei tran-
L'uso dell'amperometro non è necessario, ma con- sistor recuperati da apparati di produzione euro-
verrà sempre controllare con il tester che il va- pea e nazionale, perché a questi vengono attri-
lore della corrente, all'inizio della carica, non buite sigle di tipo particolare, cioè sigle di co-
sia troppo elevato. • modo per la casa costruttrice, che non trovano
Man mano che l'accumulatore si carica, la cor- alcun riscontro nel mondo dei transistor.
rente diminuisce progressivamente, sino a rag- Per tutti quei lettori, dunque, che attingono le
giungere, a carica quasi ultimata, valori molto loro forniture elettroniche da apparati fuori uso,
bassi. è assolutamente necessario disporre di un sempli-
Non è assolutamente necessario effettuare alcun ce strumentino in grado di indicare rapidamente
controllo di fine carica dell'accumulatore, dato la polarità PNP o NPN dei vari transistor, otte-
che il valore massimo della tensione fornita dal nendo anche un'idea generica sulla loro efficien-
nostro caricabatterie è di 16 V circa, cioè un va- za, cioè sul guadagno «beta», che rappresenta
lore corrispondente a quello di fine carica dei l'elemento caratteristico delle possibilità di am-
normali accumulatori; ciò vuol significare che è plificazione dei transistor.
assolutamente impossibile danneggiare la batte- Il semplice strumento che stiamo per presentare
ria anche quando ci si dimentichi di disinserire ai nostri lettori principianti assolve ad entrambi
il caricabatterie a fine carica dell'accumulatore. questi compiti. Ed esso può essere considerato
In ogni caso la carica potrà considerarsi ultimata come un vero e proprio provatransistor, anche se
quando, anche con il caricabatterie inserito, la la sua espressione circuitale è molto semplice.
tensione sui terminali dell'accumulatore raggiun- Ma, per dovere di precisione, diciamo subito che
ge i 15 V. il nostro semplice apparato non è in grado di

778
o

NPN
Un metodo semplice per stabilire il
tipo di transistor, il coefficiente di
amplificazione e l'integrità del com-
ponente stesso.


misurare con esattezza il guadagno « beta » del osservando lo schema elettrico di figura 1. Il co-
transistor, e neppure può offrire indicazioni sulla sto complessivo del piccolo apparato, dunque, è
corrente di perdita del componente. Tuttavia veramente limitato. Anche lo strumento indica-
esso si rivelerà molto utile per un'analisi appros- tore, di tipo a zero centrale, come quelli normal-
simativa del transistor che, nella maggior parte mente utilizzati per il bilanciamento degli am-
dei casi, è più che sufficiente, almeno per gli ap- plificatori stereofonici, viene a costare assai poco.
parati a carattere didattico e sperimentale. L'alimentazione del circuito è ottenuta con una
semplice pila di tipo a torcia a 3 V.

CIRCUITO DELLO STRUMENTO


FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO
I componenti che partecipano alla composizione
del circuito dello strumento provatransistor sono Supponiamo di inserire i tre elettrodi di un tran-
in numero molto esiguo. Lo si può constatare sistor di tipo NPN sulle tre boccole contrasse-
R1
e B E

2 l sii
li['l
-
'
PNP

e
3V I SI
e I
I
0E
NPN
PILA 3V

Fig. 2- Semplice cablaggio dell'apparato che permette


di conoscere rapidamente .le polarità di un transistor

M NENTI di tipo sconosciuto.

R1 = 10.000 ohm (semifissa)


gnate con C-B-E. E supponiamo che il commuta-
R2 4.700 ohm
R3 1 megahom tore S1 si trovi nella posizione NPN. In tal caso
=
A = microamperometro a zero centrale il transistor viene polarizzato correttamente e nel
(0 - 500 A oppure O - mA) circuito di collettore scorre una corrente il cui
PILA = 3V "alore è proporzionale a quello del guadagno « be-
S1 = commutatore (2 vie - 2 posizioni) ta» del transistor. II valore di questa corrente
può essere letto sulla scala dello strumentino in-
Fig. 1 • Circuito del provatransistor. Il microampero- dicatore. II valore di fondo-scala dello strumento
metro deve essere di tipo a zero centrale. viene regolato per mezzo della resistenza semifissa

779
Rl, alla quale è affidata la funzione di shunt. terminale dello strumento che si trova dalla parte
Facciamo notare che con il collegamento della del commutatore Sl.
resistenza R3, così come da noi suggerito sullo Nel caso in cui il transistor in esame sia di tipo
schema di figura l, le piccole variazioni dd gua- NPN, mentre il nostro circuito è commutato
dagno dei vari transistor non risultano molto sen- nella posizione PNP, si ottiene una errata polariz-
sibi\i. Infatti l'inserimento della resistenza R3 zazione del semiconduttore. In tal caso la cor-
provoca una controreazione, in corrente continua, rente di collettore è molto bassa, cioè insufficiente
che tende a stabilizzare la corrente di collettore, a far deviare l'indice dello strumento. Questa
qualunque sia, ovviamente entro certi iimiti, il bassa corrente è rappresentativa delle perdite del
guadagno del transistor. Ma con l'inserimento transistor.
della resistenza R3 si ha il vantaggio di scongiu- Se il transistor in esame è di tipo PNP, le poche
rare il pericolo dì deviazioni troppo brusche àel- e semplici considerazioni fin qui esposte assumono
l'indice dello strumento che, a lungo andare, po- un carattere decisamente opposto. Così, con il
trebbero danneggiarlo irreparabilmente. commutatore Sl in posizione PNP si otterrà una
Coloro che volessero sensibilizzare maggiormente certa indicazione nello strumento, mentre questa
le differenze di lettura fra i vari coefficienti di risulterà nulla, o quasi, con il commutatore Sl
amplificazione « beta » dei transistor, dovranno in posizione NPN.
collegare la resistenza R3 fra la boccola B e ii Facciamo ora il caso che un transistor di polarità
sconosciuta non fornisca alcuna indicazione per
entrambe le posizioni del commutatore S1. Si

@f) dovrà concludere, in questo caso, che il transi-


stor è interrotto, cioè assolutamente inservibile.
Passiamo ora ad un'ulteriore eventualità e sup-
NPN PNP poniamo che l'indicazione dello strumento risulti
evidente per entrambe le posizioni del commuta-
v (@ ve tore S1 Questo risultato di indagine starà ad in-
dicare la presenza di un cortocircuito fra gli e-
lettrodi internamente al transistor.
Ricordiamo per ultimo che è assolutamente ne-
cessario ricorrere all'inserimento di uno strumen-
tino indicatore a zero centrale, allo scopo di evi-
tare una ulteriore commutazione anche per i ter-
Fig. 3 - Sul pannello frontale dello strumento sono minali dello strumento stesso. Infatti, a seconda
presenti pochi elementi: le boccole per l'inserimento del tipo di transistor in esame, PNP o NPN, il
dei transistor, il commutatore e lo strumentino indi- passaggio di corrente avviene in un senso oppure
catore. nell'altro; uno strumento di tipo diverso, dunque,
renderebbe necessaria una commutazione per fa-
vorire il passaggio della corrente nell'uno o nel-
l'altro senso. Ecco perché debbono essere scartati
gli strumentini a zero laterale.
t
Fig. 4- Esempio di
strumentir10· Indica-
' tore a zero centrale.
11
REALIZZAZIONE DEL PROVATRANSISTOR
La graduazione de!-
la scala nor é asso- Il montaggio del nostro provatransistor è assolu-
hu?amente necessaria tamente semplice; lo abbiamo rappresentato nel-
per gli scopi cui è
destinato il nostro
le figure 2 e 3.
provatransistor. In figura 2 è riportato il cablaggio sulla parte
posteriore di un lamierino destinato a fungere
da pannello frontale nel piccolo contenitore del-
l'apparecchio. In figura 3 si notano le tre boc-
cole per l'inserimento degli elettrodi dei transi-
stor, il commutatore S1 e lo strumento a zero
centrale. Il lettore dovrà comporre questo pan-
nello apponendo, in corrispondenza dei vari ele-
Fig. 5 - Alcuni tipi di strumenti indicatori a zero cen- menti, le sigle da noi riportate nel disegno di
trale di attuale reperibilità commercizale. figura 3.
2

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i questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la
necessità di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati
elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
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del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
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nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
patello).

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cilio, che non tradisce mai so vi offre la possibilità di en-
nessuno, perché in caso di trare in possesso, con la mas-
smarrimento o disguido posta- sima certezza, di 12 fascicoli
le, la nostra Organizzazione si della Rivista, senza il timore
ritiene impegnata a rispedire, di non trovarla più in edicola,
completamente gratis, una se- dove si può esaurire presto,
conda copia della Rivista. nei primi giorni di vendita.

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SERE UTILIZZATO PER
FFETTUARE L'ABBONA
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TRE FORME PROPOSTE
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r.i:i
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> GIO PUBBLICIZZATI SUL-
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usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Preamplificatore d'antenna di frequenza che, con tutta probabilità, non è


Sono in possesso di un ricevitore radio portatile a stato progettato per il funzionamento del ricevi-
modulazione di frequenza dotato di presa supple- tore radio sull'autovettura. Lei comunque potrà
mentare d'antenna che utilizzo per il collegamento ottenere notevoli miglioramenti servendosi di un
di un'antenna esterna allo scopo di far funzio- preamplificatore d'antenna, come ad esempio
nare il ricevitore nella mia autovettura. Il fun- quello da lei citato, il quale, essendo di tipo
zionamento è da considerarsi buono quando il aperiodico, offre il vantaggio di non richiedere
segnale è intenso, ma quando mi allontano dalla alcuna sintonizzazione supplementare. Le ricor-
zona della emittente locale, il segnale diviene diamo inoltre che il circuito trappola dovrà es-
debole e, peggio ancora, cambia di frequenza, sere sostituito da un altro circuito sintonizzato
costringendomi ad un continuo ritocco della sin- sulla frequenza di 10,7 MHz, perché questo è il
tonia per poter entrare in ricezione. Per elimi- valore su cui è generalmente tarata la media
nare tale inconveniente potrei servirmi del cir- frequenza dei ricevitori a modulazione di fre-
cuito del preamplificatore d'antenna per autora- quenza.
dio da voi presentato sul fascicolo di giugno di
quest'anno? Questo progetto è adatto soltanto
per le ricezioni in modulazione di ampiezza op-
pure per quelle a modulazione di frequenza?
CORRADO ANGELONI Diodi e condensatori
Udine Sono un vostro abbonato entusiasta di Elettro-
nica Pratica. E mi rivolgo a voi per risolvere al-
L'inconveniente da lei lamentato è certamente cuni problemi in cui mi sono imbattuto nel cor-
dovuto ad un inefficiente controllo automatico so della realizzazione di progetti prestati sulla

791
rivista. Vorrei sapere, per prima cosa, se il diodo la portata del trasmettitore, vogliamo supporre
D5 BAY16, montato sull'alimentatore stabi- che lei si sia sintonizzato su una frequenza armo-
lizzato Jolly, presentato sul fascicolo di maggio nica e non su quella fondamentale. Ruoti pure
di quest'anno, costituisce un componente critico, la vite del compensatore C5, in modo da ren-
oppure se esso può essere vantaggiosamente sosti- dersi conto che le emissioni della microtrasmit-
tuito con altri tipi di diodi di più facile reperi- tente si possono ricevere contemporaneamente
bilità commerciale. Un'altra domanda. Essa ri- in più punti della gamma FM. Uno solo di que-
guarda il generatore di tensione trapezoidale, sti punti corrisponde alla frequenza f ondamen-
presentato sul fascicolo di giugno di quest'anno. tale, quella che permette di realizzare collega-
A proposito di questo progetto vorrei conoscere i menti anche superiori ai 1000 metri, senza osta-
valori dei condensatori variabili C1-C2-C3. coli interposti .
LUIGI DEGL'INNOCENTI
Firenze

Il diodo D5 non è affatto un componente cri-


•••
tico. Esso può essere sostituito con qualsiasi al-
tro diodo al silicio di bassa potenza, per esem- Il contrabbasso elettronico
pio con i comuni BAY71 e BAY73. Per quan- Ho costruito, con risultato abbastanza soddisfa-
to riguarda poi il generatore di tensione trapezoi- cente, il contrabbasso elettronico descritto nella
dale, la informiamo che i valori capacitivi dei rivista di maggio del corrente anno. Ora vorrei
tre condensatori C1-C2-C3- dipendono dal va- migliorare le prestazioni dello strumento per ot-
lore della frequenza che si vuol ottenere. A ti- tenere un ampliamento dell'estensione e un au-
tolo indicativo possiamo consigliare valori capa- mento di potenza del segnale. Vi prego dunque
citivi compresi fra i 200 e i 500 pF. di farmi conoscere quali modifiche debbano es-
sere apportate al circuito e quali componenti
elettronici si debbano aggiungere.
•••• GIUSEPPE FIERRO
Firenze
Portata della microtrasmittente
Ritengo di aver montato in modo perfetto la mi- Teoricamente non vi sono limiti all'estensione
crotrasmittente da 50 mW, con circuito inte- delle ottave dello strumento, anche se il nostro
grato, da voi speditami in scatola di montaggio. progetto è stato concepito con una sola ottava;
Ma debbo comunicarvi che, durante il funzio- per raggiungere il suo scopo, lei dovrà inserire
namento, sul ricevitore si sente un disturbo con- nuove resistenze variabili in serie a quelle già
tinuo, che potrei segnalarvi in questo modo: cri ... presenti. Volendo raggiungere una estensione ec-
cri... cri... La portata massima non supera i 100 cessivamente ampia, tuttavia, si può incorrere
metri senza ostacoli interposti. Vi sarei grato se nel bloccaggio dell'oscillatore. Non esistono limiti
poteste comunicarmi il sistema per aumentare invece relativamente alla potenza di emissione;
. la portata del trasmettitore e per ottenere una in/ atti basta collegare all'uscita del circuito del
ricezione senza disturbi, anche apportando delle contrabbasso un qualsiasi amplificatore di bassa
modifiche al circuito. frequenza, della potenza desiderata, per ottenere
SALVATORE CONSOLO un volume sonoro di qualsiasi entità.
Niscemi

Novantanove microtrasmittenti su cento funzio-


nano alla perfezione, fin dai primi momenti di
collaudo; una su cento presenta degli inconve-
nienti. Il disturbo da lei lamentato può essere L'amplificatore per chitarra
attribuito a varie cause che, senza dati precisi, Sono particolarmente interessato al vostro am-
non è possibile elencare. Con tutta probabilità plificatore per chitarra con potenza di 50 W.
il disturbo da lei lamentato è da imputarsi alla Tuttavia, prima di far acquisto della scatola di
pila di alimentazione. Le consigliamo quindi di montaggio, vorrei rivolgervi alcune domande.
collegare, in parallelo alla pila stessa, un con- L'amplificatore può pilotare anche altri strumen-
densatore elettrolitico da 100 F - 12 Vl ed uno ti musicali come, ad esempio, la batteria, il con-
a pasticca da 100.000 pF. Per quanto riguarda trabbasso e, più in generale, gli strumenti con

792
sonorità molto profonda? C'è pericolo di surri- forse qualche errore nei componenti da voi elen-
scaldamento dei transistor finali e prefinali nel cati o nel progetto dell'apparato?
caso di funzionamento dell'apparato per un lungo LIBERO FRANCESCON
periodo di tempo e a pieno volume? Venezia
ROGGIA ERNESTO
Bressanone Effettivamente il progetto, così come è stato da
noi presentato nei due schemi elettrico e pratico
non può funzionare, a causa di un errore di in-
Il nostro amplificatore è più adatto per la ri-
terpretazione dei piedini della valvola raddriz-
produzione delle note alte, anziché di quelle
zatrice V2 che è di tipo UY82. Infatti, il piedino
basse. Tuttavia, variando il valore dei conden-
6 di questa valvola, contrariamente a quanto da
satori C2-C3-C8-C9, si può variare il responso
noi indicato, non è un piedino libero, cioè non può
di frequenza favorendo le note basse. Per quan-
essere sfruttato come terminale di ancoraggio
to riguarda il surriscaldamento dei transistor, non
per il diodo D 1 e la resistenza R 7. Dai prontuari
c'è da preoccuparsi, perché l'amplificatore è stato
delle valvole pubblicati dalla Philips il piedino 6
progettato per fornire una potenza continua di
della valvola V2 è corredato della sigla « ic»,
45 W, senza pericoli di surriscaldamento .
che significa « internamente collegato ». Questo
semplice errore compromette evidentemente l'in-

••• tero funzionamento dell'amplificatore.

L'alimentatore jolly
Ho realizzato con successo il progetto dell'alimen-
••
tatore jolly da voi presentato sul fascicolo di Polarità del microfono
maggio di quest'anno, servendomi, ovviamente, Ho acquistato la scatola di montaggio della vo-
della vostra scatola di montaggio. Ora sarebbe stra microtrasmittente, ma prima di accingermi
mio desiderio collegare, in parallelo all'uscita del- al montaggio dell'apparecchio desidero porvi un
l'alimentatore, un voltmetro in grado di indicare quesito. Vorrei esattamente sapere se i terminali
la tensione erogata in ogni momento. Gradirei del microfono possono essere comunque collegati
quindi lo schema di tale collegamento e un even- al circuito, oppure se questo componente debba
tuale suggerimento sul tipo di strumento da uti- considerarsi come un qualsiasi altro elemento
lizzare. dotato di polarità.
CELESTINI CLAUDIO AGOSTINO SEMPRINI
Brindisi Milano
Nel foglio illustrativo, che correda il kit della
Il collegamento di un voltmetro sul circuito di nostra microtrasmittente, è chiaramente indicato
uscita dell'alimentatore Jolly non presenta alcuna il sistema di collegamento del microfono, il quale
difficoltà. E' in/atti sufficiente collegare lo stru- presenta un terminale positivo ed uno negativo,
mento in parallelo con i due morsetti di uscita più precisamente un terminale « caldo » e un
dell'apparecchio. Lo strumento dovrà avere un terminale di massa. Quest'ultimo è facilmente
valore di fondo-scala di 25-30 V. Lei potrà individuabile per il fatto di risultare in intimo
orientarsi verso qualunque modello di voltmetro, contatto elettrico con l'involucro metallico del
perché la scelta verrà condizionata soltanto dal microfono stesso; il terminale « caldo » invece
costo dello strumento. risulta isolato dalla capsula microfonica tramite
un anello di bachelite. Il terminale caldo deve
essere collegato con uno dei due terminali del
condensatore C 1; il terminale di massa deve es-
sere collegato con il terminale 10 del circuito in-
Piedino internamente collegato tegrato.
Ho realizzato l'amplificatore di bassa frequenza
a due valvole presentato a pagina 518 del fa- @@
scicolo di luglio di quest'anno senza riuscire ad
ottenere alcun funzionamento dell'apparato. Ho
controllato più volte il cablaggio da me eseguito Utilità della microtrasmittente
confrontandolo attentamente con gli schemi elet- Vi scrivo per esporvi un problema che ritengo
trico e pratico da voi presentati alle pagine 521- possa interessare anche tanti altri lettori, come
522, ma tutto mi è sembrato in ordine. Esiste me principianti di elettronica. Tra poco costruirò

793
la vostra microtrasmittente, da voi offerta in sca- un ricevitore radio di tipo adatto. Non sono que-
tola di montaggio. La mia domanda è la seguen- ste, tuttavia, le funzioni del nostro apparato e
te: è possibile trasformare la microtrasmittente ciò è stato da noi più volte segnalato in questa
in un vero e proprio radiotelefono, accoppian- sede, Non vale proprio la pena, per ottenere un
dola a un ricevitore radio? radiotelefono, abbinare il trasmettitore ad un
POSOCCO G. ANTONIO ricevitore. Ma la cosa è fattibile e se lei vuole
Treviso proprio raggiungere questo scopo le consigliamo
di servirsi del semplice ricevitore superreattivo con
La nostra microtrasmittente può anche assume- FET presentato a pagina 29 del fascicolo di gen-
re le funzioni di radiotelefono, accoppiandola ad naio di quest'anno.

••
Avanzamento automatico del proiettore
Dispongo di un proiettore per diapositive di tipo
3
semiautomatico, nel quale sono presenti, nella
parte posteriore, alcune prese dì uscita per l'au-
tomatizzazione. Desidererei quindi veder pub-
blicato nella rubrica « Un consulente tutto per
voi» il progetto di un dispositivo di temporizza-
zione, in grado di permettere l'avanzamento au-
I ca1+

tomatico delle diapositive, intervallato da un


tempo prefissabile a piacere. Faccio notare che
il proiettore in mio possesso dispone di una lam-
pada a 12V per cui mi è possibile prelevare
detta tensione senza ricorrere ad alcuna alimen-
tazione esterna.
ZENO ZANCANARO
Trento

Il progetto che presentiamo permette l'avanza- T


mento automatico delle diapositive con un tem-
po di intervallo regolabile a piacere tramite il CONDENSATORI
potenziometro R3. Il tempo di attesa può essere Cl = 500 F -25 VI. (elettrolitico)
com preso tra i 4 e i 30 secondi circa. In pratica C2 =
50 F - 15 VI. ( elettrolitico)
si tratta di un progetto molto semplice, che fa
impiego di un circuito multivibratore astabile.
C3 =
100 F - 15 VI. (elettrolitico)
Il relé RL dovrà essere di tipo a 12V, con re-
C4 - 50 F - 15 Vl. (elettrolitico)
sistenza di 300-600 ohm. Il carico è rappresenta- RESISTENZE
to dall'elettromagnete che pilota l'avanzamento Rl 4.700 ohm
delle diapositive nel proiettore. R2 = 1.000 ohm
R3 = 4 70.000 ohm
R4 = 47.000 ohm

ABBO VARIE
TR!
TR2
RL
BC108
BC108
relé (12 V- 300 - 600 ohm)

NA SCEGLIENDO
IL REGALO
CHE
D1
Sl =
BY 126
interruttore

TEVI PREFERITE

794
Convertitore da 24 Vcc. a 48 Vcc. Ricorrendo poi a dei circuiti oscillutori, pilotati
Dovrei alimentare un apparato funzionante con a transistor di potenza, le cose si semplificano
la tensione continua di 48 V e con un assorbi- molto. Si procede infatti ad una trasformazione
mento massimo di 200 mA, servendomi di un della corrente oscillante, erogata dai transistor,
alimentatore a corrente continua. da 24 V. Dopo tramite un trasformatore e successivamente si
aver consultato alcuni miei amici appassionati provvede al raddrizzamento e al livellamento
di elettronica, 1i è stato detto da tutti. che è della tensione alternata, in modo da ottenere una
assolutamente impossibile elevare il valore della tensione continua di diverso valore da quello
• tensione cor1tinua. Ciò co.rrisponde alla verità? originale. II progetto di un tale apparato pren-

I
CONDENSATORI
Cl =
500 F - 150 VI. (elettrolitico)
RESISTENZE

r ~o__:
J;c
+ Rl =
==
10 ohm

l
R1 4IIY R2 10 ohm
R3 1.200 ohm
_ R4 =- 10 ohm

r
,- VARIE
D1 == BY126
Rt
D2 = BY126
T1 = vedi testo
+ - TRl = AS215
EMTR. 24V
TR2 = AS215

In caso contrario potreste suggerirmi uno sche- de il nome di convertitore ed è quello qui rap-
ma di apparato in grado di effettuare tale tra- presentato. L'elemento critico del circuito (cop-
sformazione? pia di filtri avvolti parallelamente) su di un
VINCENZO LOCULLO nucleo ad olla in ferrite, del diametro di 30 mm
Trapani circa. Gli aggolgimenti P2-P3 sono costituiti da
26 spire ciascuno, ottenute con filo di rame smal-
I suoi amici non hanno né torto né ragione. In- tato del diametro di 1-1,2 mm. Gli avvolgimenti
Iatti, la corrente continua non può essere tra- P1-P4 sono invece composti da 4 spire ciascuno
sformata con un semplice trasformatore, perché con filo di rame da 0,3 mm circa. L'avvolgi-
funziona esclusivamente con le correnti variabili. mento secondario è ottenuto con 102 spire di
E' possibile comunque trasformare la corrente filo di rame. smaltato da 0,5 mm; la presa in-
continua in corrente alternata e trasformare poi termedia è ricavata esattamente al centro dello
quest'ultima nuovamente in corrente continua. avvolgimento (51 + 51 spire).

Più sensibilità nel ricevitore radio. nora, ma in alcune zone la ricezione diviene de-
Sono un vostro affézionato lettore, alle prime bole, tanto debole, a volte, da costringermi a 8pe-
armi con l'elettronica, ma ho realizzato con suc- gnere l'apparecchio, che riproduce soltanto fa-
cesso vari progetti tratti dalla vostra rivista. stidiosi rumori, mentre le emittenti si ascoltano
Ora mi si pone un problema elettronico-automo- soltanto in sottofondo. Potreste aiutarmi a ri-
bilistico che, spero, possiate aiutarmi a risolvere. solvere questo problema? Esiste un circuito ve-
Ho acquistato tempo fa un'autoradio, di tipo ramente semplice in grado di aumentare, anche
estraibile che, soltanto saltuariamente, monto· di poco, la sensibilità del ricevitore radio?
nella mia autovettura in previsione cli lunghi viag- MALAGUTI ADOLFO
gi. Il ricevitore è dotato di notevole potenza so- Roma

795
EN TR R1 R2
R4

use.
COMPONENTI
Condensatori
Cl = 10.000 pF
12V C2 = 100.000 pF
@
• 4
Rl = 3.300 ohm
R2 = 110.000 ohm
R3 = 100 ohm
R4 = 2.200 ohm
TRl = AF1O6 - AF116
ALIMENTAZ. = 12 V

Pur essendo lei un assiduo lettore della nostra catare ad emittore comune, nel quale si fa im-
rivista, sentiamo il dovere di ricordarle che, sui piego di un transistor PNP al germanio, adatto
fascicoli arretrati, abbiamo presentato più volte per l'amplificazione di alta frequenza. Questo
progetti di preamplificatori di alta frequenza, in semplice apparato dovrà essere racchiuso in un
grado di rafforzare il segnale radio captato dal- contenitore metallico e sistemato il più vicino
l'antenna prima che questo raggiunga l'entrata possibile alt' antenna. L'entrata dell'amplifica-
del ricevitore. Pubblichiamo comunque un sem- tore, infatti, verrà collegata con l'antenna, men-
plice ed economico progetto, nel quale non esi- tre l'uscita verrà collegata con l'apposita presa
stono circuiti di accordo, bobine o altri elementi d'antenna presente nel ricevitore radio. Entram-
che richiedano particolari operazioni di tara- bi questi collegamenti debbono essere realizzati
tura. Il circuito è quello di un classico amplifi- con cavetto schermato assai corto.

Diodi Varicap Il diagramma qui riportato illustra l'andamento


Ho sentito più volte parlare di apparecchi radio del valore capacitivo di un diodo varicap per
e televisori in cui, in sostituzione dei tradizionali VHF-UHF, di tipo BA141 o BA142, al variare
condensatori variabili, vengono montati diodi va- della tensione. E' quindi possibile utilizzare que-
ricap, in funzione di elementi di controllo della sto componente, in sostituzione del classico con-
sintonia. Desiderando rimanere sempre aggior- densatore variabile, nei ricevitori radio e nei
nato con i progressi dell'elettronica, vorrei avere televisori, con notevoli vantaggi di economia, du-
alcune nozioni teoriche e pratiche su questi nuovi rata, spazio e affidabilità. Il primo schema illu-
componenti. stra il sistema con cui un diodo varicap deve
MAURIZIO VERGA essere inserito nel circuito di sintonia. La resi-
Messina stenza RP assume il compito di impedire all'al-
ta frequenza, presente sui terminali del diodo,
Il diodo varicap rappresenta veramente un com- di scaricarsi verso la tensione di polarizzazione.
ponente elettronico degno di nota. Lo si potreb- Per questo motivo la resistenza RP ha general-
be definire come un « condensatore variabile a mente un valore assai elevato. Malto spesso que-
cristallo», in quanto, se polarizzato inversamente, sta resistenza è sostituita, con migliori risultati,
il diodo varicap si comporta allo stesso modo di da un'impedenza di alta frequenza. La tensione
un normale condensatore di piccola capacità, contrassegnata con il simbolo + V rappresenta la
pur essendo costituito in modo simile agli altri tensione di polarizzazione necessaria per otte-
diodi, cioè da un cristallo di silicio. Esso pre- nere la sintonia; essa dovrà quindi essere prele-
senta la proprietà di variare, in misura conside- vata dal cursore di un potenziometro, in modo
revole, la propria capacità, al variare della ten- da risultare variabile e permettere la sintonizza-
sione di polarizzazione inversa. zione di varie emittenti. Soltanto a titolo infor-

796
20
18
16
1 1-

1 12
u
<(
o.
<(
u
10
8
I FASCICOLI
6
4
ARRETRATI
2
0
I
DI
1 3 10 30
TENSIONE
/ELETTRONI
1 ---"- O 2
PRATICA
sono le « perle » di una prezio-
01
sa collana tecnico-pratica, che
L.2
RP2 porta in casa vostra il piacere
01 e il fascino di una disciplina mo-
: Il derna, proiettata nel futuro, che
interessa tutti: lavoratori e stu-
--4=-,:J' '" denti, ·professionisti e .studiosi,
L1
giovani e meno giovani.

RP

+
RICHIEDETECELI
+v

mativo ricordiamo nel terzo schema un esempio


p
BITO
di utilizzazione di tipo « televisivo ». Si tratta
di un selettore di banda VHF, adatto per la
A CHE
ricezione delle bande televisive l, e 3,. In questo
circuito si utilizza una bobina doppia, dotata di RISCANO
presa intermedia che, per semplicità di interpre-
tazione, abbiamo scisso, nello schema, in due sin-
gole bobine: Ll-L2. Quando il diodo Dl, di
tipo normale, viene polarizzato positivamente, tra-
inviando, per ogni fascicolo,
mite il selettore, esso risulta interdetto e il circui-
to di sintonia è rappresentato da Ll-L2-D2-C2. l'importo di L. 500, a mezzo va-
Quando, viceversa, il diodo normale Dl risulta glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
polarizzato ad una tensione negativa, esso passa zando le vostre richieste a:
in conduzione, cortocircuitando la bobina L2, in ELETTRONICA PRATICA
modo che il circuito di sintonia risulti composto
da L1-D2-C2, permettendo così la sintonizzazio-
20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
ne sull'altra banda di frequenza.

797
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1 ,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W - 5 ohm. potenza: inferiore al'1%.
Sensibilità: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc.
»/
E I
7
Realizzando questo amplificatore in due esem-
L. 11.000
plari identici, si potrà ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potrà essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
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·~

g

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cono alla composizione del circuito


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Registr atore Philips 2205 anche perché riteniamo che questo alimentatore
stabilizzato a 9 V possa interessare molti altri
Sono in possesso di un registratore a cassette di
lettori per molte altre applicazioni. Infatti, l'ali-
ripo Philips mod. 2205, di cui faccio molto uso
mentatore può servire per la maggior parte dei
durante il tempo libero. Di questo apparato si è
registratori a cassette, dato che la tensione di
ultimamente guastato l'alimentatore e, pur po-
alimentazione è regolabile entro certi limiti, men-
tendo funzionare anche con le pile, vorrei ripri-
tre per variazioni assai più ampie occorre va-
stinare l'uso dell'alimentatore per far funzionare
riare il valore delle resistenze del partitore R3-
il registratore con la corrente alternata. Ovvia-
mente, prima di mettere le mani nell'apparato
R4-R5 (R3 = R5 = 100 ohm; R4 = 500 ohm).
Con i valori originali, riportati nell'elenco com-
vorrei controllare il circuito elettrico. Potete pub-
ponenti, la tensione è regolabile attorno ai 9 V.
blicarlo sulla vostra rubrica di consulenza tec-
La stabilizzazione è ottenuta tramite il diodo
nica? zener D1 (6,4 V circa) e i due transistor TRl e
GIOACCHINO CHIARION TR2. I transistor non sono comunque critici e,
Treviso a patto di rispettare le potenze, potranno essere
sostituiti con altri tipi di transistor al germanio
Pubblichiamo ben volentieri lo schema elettrico o al silicio, tenendo conto che TRl è un tran-
dell'alimentatore stabilizzato, che funziona in a- sistor di potenza di tipo AD162, mentre TR2 è
coppiamento con il registratore in suo possesso, un transistor pilota di tipo AC 127.

I
+
D2
R3

+
o u
F US.
T1
I 'f6o R5

CONDENSATORI R5 330 ohm


COMPONENTI Cl = 68 F (elettrolitico) R6 56 ohm
VARIE
RESISTENZE
TRl AD162
Rl = 1.200 ohm TR2 AC127
R2 = 330 ohm RSl SR30 B500 250
R3 = 330 ohm Dl 6,4 V (diodo zener)
R4 = 100 ohm D2 BY126

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Livelli
Precisione: ±; 1,5%/ del valore max
Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1,5V
CARATTERISTICHE TECNICHE sulla portata di 1 mA
Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5- 3 - 1 O - 30 - 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1 - 1 O - 100 mA - 1 - 5 A
Precisione: ± 1,5%/ del valore massimo, ±- 3%/ sulla Precisione: ± 2,5%/ del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
Resistenza interna: 20.000 ohm/V (1000 ohm/V sulla Resistenze 3 gamme:
scala 1,5V) x 1 5 ohm 10 Kohm
Tensioni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3 - 1 O - 30 - 100 - 300 - 1000 V x 1000 5 Kohm --:-- 10 Mohm
Precisione: ± 2,5%/ del valore massimo, ± 4%/ sulla Dimensioni in mm
portata 1000 V larghezza 11 O, altezza 150, profondità 45
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rizzate da una evoluzione rapida nei tempi e ragguardevole nel-
la dimensione, tanto che in pochi anni si è assistito a iniziative,
in particolare nel settore della produzione elettronucleare, di im-
ponenza veramente rilevante. Il rapporto fra ricerca scientifica
e industria è significativo a questo riguardo. E il massiccio svi-
luppo dell'elettronica, accompagnato da un potenziamento di
tutte le infrastrutture collaterali necessarie, sia per quanto ri-
guarda la realizzazione dei componenti di impianto, sia per
quanto riguarda i mezzi necessari per realizzare il ciclo produt-
tivo, non può che rallegrare no.i tutti.
Ma non vorremmo mai che l'elettronica fosse al servizio di chi
vuole annientare ed uccidere. Non vorremmo mai sentir parlare
di sistemi di puntamento automatico dei cannoni, di missili che
inseguono e colpiscono un bersaglio perché guidati dall'elettroni-
ca, di duelli aerei in cui la vittoria arride a chi possiede apparati
di migliore qualità e maggiore precisione. Vorremmo invece che
l'elettronica perseguisse la via del progresso sociale di tutti i po-
poli, per conferire benessere e ricchezza all'umanità intera.
Mera illusione! Perché ancora una volta l'elettronica si è unita
alla guerra, creando i più micidiali ordigni che mai l'uomo abbia
inventato. Perché ancora una volta dobbiamo sentir parlare di
conflitti in cui la forza preponderante scaturisce proprio dal-
l'elettronica.
Tutto ciò ci riempie di profonda tristezza. Come se qualcuno ci
avesse tradito.
L'ABBONAMENTO A

vi dà la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa


vostra, una Rivista che è, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualità e sicuro
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significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel. tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

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nell'interno, le pagine in cui vi proponiamo le varie forme e mo-
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quale l'abbonamento vi dà diritto.
ELETTRONICA
PRATICA
Via Zuretti, 52 - Milano - Tel. 671945

ANNO 2 - N. 11 - NOVEMBRE '73


LA COPERTINA - Abbiamo approntato anche la
scatola di montaggio di un caricabatterie, con la
certezza che questa riscuoterà i consensi della
maggior parte dei lettori, soprattutto in questi
mesi in cui l'avviamento del motore dell'auto è
maggiormente condizionato dallo stato di carica
della batteria.

editrice

Sommario
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTJS

disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
CARICABATTERIE
stampa
OFFICINE GRAFICHE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO 804
AURORA
SORESINA (CR)
I PRIMI PASSI
Distributore esclusivo per l'I- ELEMENTI DI PRATICA CON
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I DIODI LED 814
za n° 27 - 20126 Milano
tel. 2526 - autorizzazlone AVVIAMENTO ALLA CONOSCENZA
Tribunale Civile dl Milano -
N, 74 del 29-2-1972 - pubbli- E ALL'USO DEI FET 822
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UNA COPIA L. 500 PER I PRINCIPIANTI
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numeri) PER L'ITALIA L. 5.500. RELE' TEMPORIZZATO 840
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tutti i Paesi. I manoscrittl, i
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etitulcono.

803
CARICA BATTERIE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.500
ENTRATA: 220 V - 50 Hz
USCITA: 6 - 12 Vcc - 4 A

Acquistando il kit del


caricabatterie, appo-
sitamente approntato
per i lettori di Elettro-
nica Pratica, si può es-
ser certi di realizzare il
montaggio veramente
completo di un appa-
rato perfettamente fun-
zionante e indispensa-
bile per tutti gli auto-
mobilisti.

804
olti automobilisti credono, erroneamente, CIRCUITO DEL CARICABATTERIE
che il caricabatterie sia utile soltanto una
o due volte all'anno, quando, salendo in Il progetto di un buon caricabatterie non deve
'
macchina, capita di non riuscire ad avviare il necessariamente essere complicato, anche se è
motore. E invece, proprio in questi casi, la rica- vero che, con l'uso di taluni componenti elettro-
rica della batteria è un ... farmaco assai poco effi- nici, quali gli SCR e i transistor, è possibile ot-
cace che, tutt'al più può prolungare di poco la tenere risultati professionali come, ad esempio,
vita dell'accumulatore. E' come se si volesse ri- la costanza della corrente di carica o lo stacco
portare in vita un moribondo con poche boccate automatico del caricabatteria a fine carica. Ma il
di ossigeno. prezzo di tali accorgimenti è, attualmente, di gran
Per una corretta conservazione della batteria, lunga superiore ai reali benefici ottenuti.
perché essa sia sempre efficiente, per allungarne La ricarica perfetta della batteria può essere ot-
la durata nel tempo, ogni buon automobilista sa tenuta comodamente senza automatismi, purché
che la ricarica deve essere effettuata di quando l'operatore ponga un minimo di attenzione.
• in quando, ogni volta che ci si accorge di una
Il progetto del caricabatterie, approntato in sca-
lieve diminuzione della capacità elettrica. Soprat-
tola di montaggio, è riportato in figura 1.
tutto nella stagione invernale, quando occorre
accendere le luci, i fendinebbia o avviare molti Il trasformatore di alimentazione Tl è dotato di
altri comodi accessori elettrici, con una... presa un avvolgimento secondario in grado di fornire
d'assalto, in misura notevole, della batteria stessa. una tensione alternata di 12-13 V circa, con un
Non è la prima volta che sulle pagine della Ri- assorbimento massimo di 4 A. L'avvolgimento se-
vista viene presentato e descritto il progetto cli un condario è provvisto anche di una presa centrale,
caricabatterie; ma questo, anche se completo ed che permette una eventuale utilizzazione del ca-
efficiente, non sempre soddisfa la maggior parte ricabatterie con un accumulatore da 6V. Questa
dei nostri lettori. Perché non tutti riescono a possibilità è ottenuta tramite un ponticello cam-
reperire facilmente i componenti necessari e, in biotensione, che viene inserito, sulle apposite boc-
particolar modo, il trasformatore di alimentazio- cole presenti sul pannello frontale dell'apparato.
ne, che deve obbedire, con la massima precisio- L'avvolgimento primario del trasformatorè Tl è
ne, ai dati prescritti dal progetto. adatto per la tensione di rete a 220 V - 50 Hz.
Con la scatola di montaggio, invece, non si cor- La lampada-spia LP è di tipo cilindrico, a 6 V
rono rischi di incompletezza o di errore, perché - 0,1 A; essa provvede ad indicare all'operatore
tutti i componenti; dal trasformatore ai diodi lo stato di accensione del caricabatterie.
raddrizzatori, dall'interruttore cli protezione allo La tensione alternata, selezionata a 6 o a 12 V,
strumento indicatore, risultano appositamente pro- viene applicata ad un ponte di diodi al silicio
gettati, senza riservare alcuna spiacevole sorpresa. (D1), che provvede alla rettificazione a doppia
Ma c'è chi pensa che sia sempre conveniente semionda della corrente alternata.
ricorrere all'elettrauto, senza tener conto della spe- La tensione raddrizzata viene applicata ai mor-
sa cui si può incorrere e del tempo perduto quan- setti uscenti dal pannello frontale del caricabat-
do la macchina è assolutamente necessaria per terie.
ragioni di lavoro o per raggiungere rapidamente In serie con il conduttore della tensione nega-
una località. tiva è collegato un amperometro, che è in gra-
do di fornire una precisa indicazione sul valore
della corrente di carica. In serie con lo strumento
indicatore risulta inserito l'interruttore termico
IT, che preserva la batteria e il caricabatterie da
eventuali sovraccarichi.
L'amperometro e l'interruttore termico funziona-
no sul principio delle lamine bimetalliche.

PRINCIPIO DELLA LAMINA BIMETALLICA

La lamina bimetallica è il risultato dell'unione


di due sottili lamine di metallo, di natura diversa,
avente un diverso coefficiente di dilatazione.
Facendo scorrere una corrente di una certa in-
tensità attraverso la lamina bimetallica, questa si

805
T1 ,
PONTICELLO

o
12v
LP

6V

6v

AMPEROME TRO

Fig. 1 - Il progetto di un buon caricabatterie non deve


essere necessariamente complicato, anche se è vero
che, con l'uso di taluni componenti elettronici, quali
COMPONENTI gli SCR e i transistor, si possono ottenere risultati
professionali. Ma il prezzo di taluni accorgimenti tec-
nici è di gran lunga superiore ai reali benefici otte-
T1 = trasf. d'alimentaz. (prim. 220 V - sec. nuti. Ecco perché le nostre preferenze sono state ac-
cordate ad un circuito semplice, ugualmente in grado
6-12 V) di effettuare una perfetta ricarica della batteria. La
LP = lampada-spia (6 V) presa centrale dello avvolgimento secondario del tra-
D1 = ponte raddrizzatore sformatore di alimentazione T1 permette di ricaricare
rr =
interruttore termico anche gli accumulatori a 6 V. L'interruttore termico
AMPEROMETRO =
di tipo tennico, a spirale lT interrompe l'alimentazione in caso di falsi contatti
bilamina. o cortocircuiti.

riscalda a causa della propria resistenza interna. forma di spirale solidale· con un indice. E poiché
Ma la dilatazione, che fa seguito al riscaldamento il riscaldamento della lamina dipende dall'inten-
dei due metalli, avviene in misura diversa, con, il sità della corrente che la attraversa, essendo l'in-
risultato che la lamina bimetallica si curva ver- dicazione fornita dallo strumento proporzionale
so il metallo a minore dilatazione. alla dilatazione termica della lamina, è possibile
Sfruttando opportunamente questa proprietà del- ottenere un semplice strumento di misura dell'in-
le lamine bimetalliche, si possono realizzare vari tensità di corrente.
dispositivi, come ad esempio quelli montati in Il vantaggio, che l'amperometro termico presen-
questo progetto. ta rispetto ai tradizionali amperometri a bobi-
Quando la corrente che attraversa l'interrutto- na mobile, consiste nella estrema robustezza dello
. re termico raggiunge un determinato valore, si strumento, che ben si addice ad un caricabatte-
ottiene una curvatura della lamina che, tramite rie portatile e non certamente utilizzato con trop-
semplici meccanismi a leva, è in grado di far scat- pi riguardi.
tare l'interruttore stesso, interrompendo il passag- L'inserimento dei due dispositivi termici, lungo
gio della corrente. la linea della tensione di carica negativa, oltre
Nell'amperometro si sfrutta l'identico principio. che esplicare le funzioni ordinarie già descritte,
Ma in questo caso, per ottenere maggiore sensi- provvede a costituire la 'resistenza interna della
bilità, la lamina bimetallica viene realizzata a limitazione della corrente.

806
MONTAGGIO DEL CARICABATT ERIE cablaggio di figura 2. Il terminale centrale
del cambiotensione deve essere collegato
La realizzazione pratica del caricabatterie, gra- con uno spezzone di filo bianco (contenu-
zie al conforto della scatola di montaggio, non to nel kit) con il terzo terminale, a partire
presenta difficoltà di sorta e il risultato è da ri- da sinistra, del trasformatore di alimenta-
tenersi paragonabile o superiore ai modelli di ti- zione (lato superiore), così come indicato
po commerciale, soprattutto se si tiene conto della in figura 2.
notevole dose di esteticità conferita al conteni- 7 - Inserire nella sua sede il pulsante a molla
tore del circuito. dell'interruttore termico e, sopra • questo,
Per ottenere un montaggio rapido, evitando di fissare l'interruttore stesso.
dover smontare qualche componente che non 8 - Effettuare i collegamenti relativi all'inter-
permette di effettuare agevolmente un collega- ruttore termico, con il filo proveniente dal-
mento, consigliamo di condurre le operazioni nel l'amperometro e con quello collegato con
modo seguente: il primo terminale a destra, del trasforma-
1 - Fissare l'amperometro sul pannello fron- tore di alimentazione (lato superiore).
tale del contenitore ricordando, prima di 9 - Saldare il ponte di diodi avendo cura di
stringere i due dadi, di inserire le due lin- rispettare le esatte polarità del componente,
guelle capicorda. così come indicato nello schema pratico di
2 - Introdurre attraverso gli appositi fori, pre- figura 2.
senti sul pannello frontale e contrassegnati 1O - Saldare i fili del cavo di alimentazione di
con i segni + e -, i conduttori di color rete-luce sui due terminali del trasformato-
rosso e nero sulle cui estremità opposte sono re di alimentazione (lato inferiore). Prima
fissate le pinze a bocca di coccodrillo per il del collegamento, conviene realizzare un
collegamento con i morsetti della batteria. nodo di fermo nella parte interna del con-
Comporre un nodo di bloccaggio dei con- tenitore, in modo che eventuali trazioni del
duttori rosso e nero nella parte interna del cavo non agiscano direttamente sui termi-
contenitore. nali del trasformatore.
3 - Effettuare la saldatura a stagno del cavetto 11 - Saldare il cavetto rosso di collegamento con
nero su uno dei due capicorda dell'ampe- la batteria al terminale positivo del ponte
rometro, secondo quanto indicato nello sche- di diodi.
ma pratico (non importa su quale dei due
terminali viene effettuato il collegamento, 12 - Inserire la lampada-spia LP nell'apposito
perché l'amperometro non è sensibile alle alloggiamento a molla tramite lieve pres-
polarità della tensione e può essere addirit- sione delle dita della mano.
tura usato con la corrente alternata). 13 - Fissare saldamente sul ponte di diodi il ra-
4 - Collegare l'altro terminale dell'amperome- diatore (alette di raffreddamento), indispen-
tro con uno spezzone di filo (contenuto nel- sabile per ottenere una adeguata stabilità
la scatola "di montaggio) di lunghezza tale termica.
da poter agevolmente effettuare il collega- 14 - Chiudere il contenitore con le tre apposite
mento con l'interruttore termico (filo di co- viti (due sul manico e una sulla parte infe-
lor nero). riore del contenitore).
5 - Completare il pacco lamellare del trasfor-
matore di alimentazione, inserendo, da una
parte e dall'altra, i due lamierini sottili TARATURA
(particolare C di figura 3). Chiudere il pac-
co lamellare del trasformatore utilizzando i Una volta ultimato il lavoro di montaggio del
quattro lamierini rinforzati (particolare D caricabatterie, occorrerà, prima di passare al suo
di figura 3). Le viti debbono essere avvitate impiego pratico, intervenire su di esso per qual-
negli appositi sostegni di plastica che si tro- che semplice messa a punto. Diciamo subito che
vano nella parte interna del contenitore, al la corrente di carica è una funzione della capa-
di sopra dell'amperometro. cità elettrica della batteria. E questa corrente, in
6 - Effettuare le saldature dei conduttori a 12 linea di massima, non deve superare la decima
V e a 6 V, uscenti dalla parte posteriore del parte della capacità. Per esempio, con una batte-
trasformatore (fili di rame smaltato). Que- ria da 32 Ah (ampere - ora), la massima corren-
sti conduttori dovranno essere saldati sui te dovrà mantenersi al di sotto del limite di 3,2 A.
due terminali estremi del commutatore di E' quindi necessario tarare il sistema di protezio-
tensione, così come indicato nel piano di ne a seconda della capacità dell'accumulatore e,

807
VITE RE.GOLAZ.
T ERMICA

IT

808
Fig. 2 - Cablaggio del caricabatterie ottenuto interna- quindi, della massima corrente di carica soppor-
mente al contenitore di plastica. Lo spaccato, dise- tabile.
gnato sul corpo del trasformatore di alimentazione,
lascia vedere i collegamenti con i due morsetti del- Per eseguire la taratura del caricabatterie, occor-
l'amperometro. Per semplicità di disegno, sul ponte re predisporre l'apparato nella posizione 6 V, in-
raddrizzatore D1 non è stata inserita l'aletta di raf- serendo il ponticello nelle apposite boccole pre-
freddamento che, in ogni caso, è assolutamente in-
dispensabile e risulta contenuta nel kit. Durante il col-
senti nel pannello frontale e collegando sui mor-
legamento del ponte raddrizzatore D1 si faccia bene setti • alcune resistenze di valore tale da far cir-
attenzione ai segni relativi alle tensioni continue e al- colare la corrente prescelta (o di valore legger-
ternate riportati sul corpo del componente. mente superiore), in modo da simulare le condi-
zioni di carica. Occorrerà quindi svitare progres-
sivamente la vite di regolazione termica, presente
sull'interruttore termico IT, in modo da far scat-
tare l'interruttore di protezione sul valore di cor-
rente desiderata.
Ricordiamo che la vite di regolazione agisce sul-
la bilamina metallica dell'interruttore termico,
sollevandola o abbassandola, così da ritardare o
accelerare l'effetto dell'interruttore termico.
Si tenga presente che, pur servendosi della ten-
sione più bassa del caricabatterie, cioè quella a
6V, si dovranno utilizzare resistenze di notevole
potenza, di 15 W almeno e di valore compreso fra
2 e 0,5 ohm, a seconda del valore dell'intensità
I di corrente. Una taratura meno precisa, ma pur

j
sempre utile e che permette di eliminare le re-
sistenze, consiste nel cortocircuitare tra loro i
morsetti di collegamento con la batteria (ponti-
OV RETE cello sulla posizione 6 V) e di regolare contem-
poraneamente la vite dell'interruttore termico,
@ tenendo presente che, facendo scattare, ad esem-
pio, l'interruttore, quando l'indice dell'ampero-
metro raggiunge i3 A, la reale corrente di in-
tervento del sistema di protezione si aggira in-
torno ai 4 A. Occorrerà quindi regolarsi relati-
vamente ai valori desiderati. Con questo sistema
12V cli taratura è necessario, tra una prova e l'altra,
attendere il totale raffreddamento delle lamine
bimetalliche: quella dell'interruttore termico e
quella dell'amperometro.

IMPIEGO DEL CARICABATTERIE


SCATOLA MP. Effettuata la taratura, il caricabatterie è pronto
per l'uso, esso dovrà essere collegato nel modo
indicato in figura 4.
A coloro che hanno a disposizione una presa di
corrente a 220 V nel luogo di parcheggio not-
turno dell'autovettura, ricordiamo che non è as-
Fig. 3 - Il trasformatore di alimentazione viene fissato
sul contenitore di plastica tramite quattro viti auto- solutamente necessario togliere la batteria dalla
filettanti (A). Prima di fissare il componente, si do- sua sede. Le norme d'uso del caricabatterie, co-
vranno applicare, sul pacco lamellare, le due lamelle munque, sono le seguenti :
rettangolari, sottili, chechiudono il circuito magnetico
nelle due parti, diametralmente opposte, sopra e sotto 1 - Predisporre il ponticello nella presa corri-
il pacco lamellare (C). Poi si applicano le quattro la- spondente alla tensione della batteria.
melle rinforzate, in posizione verticale, sui quattro lati 2 - Collegare la pinza + (cavo rosso) al morset-
esterni, superiore e inferiore, del pacco lamellare (B).
Le lamelle rinforzate rimangono a contatto con il pac- to positivo della batteria (rosso).
co lamellare lungo la superficie liscia. 3 - Collegare la pinza (avo nero) al morset-

809
Fig. 4 - Schema di impiego del caricabatterie. Il ponticello (1) deve ess ere inserito
sui valori di tensione d'uscita pre scelta . Quando la spina (4) viene inserita nella pre sa-
luce, la lampada-spia (5) si accende. Il conduttore nero, uscente dal pannello frontale
del caricabatterie, deve esse re co llegato con il morsetto negativo della batteria (3).
Il conduttore rosso deve essere collegato con il morsetto positivo (2) della batterla.

Fig. 6 - L'interruttore termico interrompe il passaggio


di corrente nel circuito del caricabatterie quando la
corrente stessa diviene eccessiva. In tal caso la bi-
lamina si riscalda sino a far scattare l'interruttore. II
circuito può essere ripristinato premendo il pulsante
presente sulla parte sinistra, in alto, del pannello fron-
tale del caricabatterie. SI noti la vite di regolazione
Fig. 5 - L'amperometro è di tipo termico. Il passaggio del punto di scatto dell'interruttore. Questa vite deve
della corrente riscalda la spirale bilamina provocando essere regolata in sede di taratura dell'apparato. L'ef-
un fenomeno di dilatazione che costringe l'indice a ficacia dell'interruttore può essere controllata spostan-
spostarsi sui valori corrispondenti di corrente riportati do, con un dito, verso l'esterno, la bilamina (metallo
sul quadrante dello strumento. bianco).

810
Fig. 7 - Montaggio del ca-
ricabatterie nella parte in-
terna del contenitore. Si .
noti la presenza delle alet-
te di raffreddamento inse-
rite sul ponte raddrizza-
tore.

to negativo della batteria (nero). e premere il pulsante dell'interruttore termico


4 - Inserire la spina alla linea a 220 V : la lam- di protezione (situato nella parte alta, a si-
pada-spia LP di carica si deve accendere. nistra del pannello frontale, in modo da ri-
5 - L'inversione del collegamento delle pinze a mettere in funzione l'apparecchio.
coccodrillo, un contatto fra di esse o la bat- Nel caso in cui si verificassero ripetute interru-
teria in cortocircuito, provocano l'apertura zioni, non dovute ad errori di allacciamento, con-
dell'interruttore termico IT di protezione. In sigliamo di far controllare la batteria da un elet-
tal caso occorre attendere qualche secondo trauto.

811
812
Fig. 8 - IL KIT DEL CARICABATTERIE
CONTIENE:
- Un mobile contenitore.
- Un amperometro termico.
- Un trasformatore di alimentazione.
- Un raddrizzatore a ponte.
- Una spina a ponticello.
- Una aletta di raffreddamento.
- Quattro viti autofilettanti lunghe (fis-
saggio trasformatore).
Una lampada-spia (6 V/0,1 A).
Tutti i componenti ne-
- Un interruttore termico.
- Quattro lamelle rinforzate (fissaggio
cessari per la realizza-
trasformatore). zione di questo appara-
- Due lamelle sottili (chiusura circui- to sono contenuti in una
to magnetico).
Un pulsante con molla elicoidale.
scatola di montaggio
- Conduttori (rosso e nero} con pinze venduta dalla nostra Or-
a bocca di coccodrillo per innesto ganizzazione al prezzo
con i morsetti della batteria.
- Un cordone di alimentazione con
di L. 14.500. Le richieste
spina. debbono essere fatte in-
- Due spezzoni di filo bianco per col- viando anticipatamente
legamenti.
- Uno spezzone filo nero, munito di
l'importo a mezzo vaglia
un capocorda, per fissaggio stru- o c.c.p. n. 3/26482 inte-
mento di misura.
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Una linguetta capocorda.
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813
I PASSI
ubrica
ell'aspirante
elettronico

Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

L a sigla LED qualifica un particolare com-


ponente elettronico, allo stato solido, in gra-
do di emettere luce. LED, infatti, significa
pende dalle caratteristiche di emissione che si
intendono conseguire. Per esempio, per ottenere
una luce appartenente allo spettro dell'infraros-
« Light Emitting Diode », cioè diodo emettitore so, si utilizza l'arseniuro di gallio (GaAs).
di luce. In figura 1 presentiamo il simbolo elettrico del
Soltanto in tempi recenti i diodi LED sono di- diodo LED, cioè il simbolo comunemente adot-
venuti reperibili sul normale mercato commer- tato nella composizione .dei circuiti teorici. II sim-
ciale, a prezzi accessibili a tutti, in virtù del no- bolo, come si può notare, mette in risalto una
tevole sviluppo dell'optoelettronica, che è quella precisa equivalenza con i simboli dei diodi più
speciale branca dell'elettronica comprendente noti.
tutti quei componenti il cui funzionamento è
strettamente legato all'energia luminosa e alle-
nergia elettrica. FUNZIONAMENTO DEI LED
Il diodo LED è costruito a guisa di un diodo
normale, al quale è del tutto simile, essendo com- Prima di introdurre la meccanica di funziona-
posto anch'esso da una giunzione PN di mate- mento di un diodo LED, vogliamo ricordare
riale semiconduttore. Ma questo materiale non ai nostri lettori che tutti i diodi, indistintamente,
è il germanio o il silicio, ma è invece un com- sono componenti emettitori di luce. Ma l'entità
posto del gallio. E il composto del gallio di- di luce emessa dai comuni diodi è talmente esi-

814
quindi che, per alcuni tipi di semiconduttori, il
fenomeno sia sufficientemente macroscopico, così
da poter essere osservato ad occhio nudo, men-
L> L> tre per altri tipi di diodi l'energia luminosa
liberata è così microscopica da sfuggire ad ogni
indagine.
Nei diodi LED, per poter sfruttare il fenomeno
della emissione di luce, occorre realizzare una
giunzione molto sottile, così da risultare traspa-
rente e permettere l'uscita dei raggi luminosi.
Anche il contenitore del diodo deve essere traspa-
rente e, a seconda delle necessità, potrà essere do-
tato di lente concentrica o di calotta diffusore.

RAPPORTO TRA LED ED OCCHIO UMANO


Fig. 1 - Anche Il diodo LEO, così come accade per
tutti i componenti elettronici, _viene rappresentato per
mezzo di un simbolo elettrico, necessario per la com- Le normali radiazioni luminose visibili, cioè quel-
posizione dei circuiti teorici. Quelli rappresentati in le percepite dall'occhio umano, occupano sol-
figura sono i due tipi più comuni di simboli di diodi tanto una determinata porzione dello spettro lu-
LED. minoso, che si estende notevolmente dalla zona
dell'ultravioletto a quella dell'infrarosso. In que-
sta porzione dello spettro, poi, il nostro occhio
gua da non poter essere rivelata neppure dagli non percepisce i colori nella stessa entità, ma
strumenti più sensibili. II diodo LED, invece, presenta una sensibilità massima nella zona del
può considerarsi una vera e propria lampadina verde, decrescendo verso il rosso e verso il blu
elettronica. (zona tratteggiata nel diagramma di figura 2).
La meccanica, secondo la quale un diodo LED In questa stessa figura è riportato anche il grafi-
diviene sorgente di energia luminosa, dipende co dello spettro di radiazioni prodotto da una
dalla combinazione delle cariche, maggioritarie lampadina a filamento, la cui energia luminosa
o minoritarie, che si verifica internamente al se- viene in gran parte dispersa nella zona dell'invi-
miconduttore stesso e, in modo particolare, nel- sibile. '
la zona della giunzione PN. Soltanto una certa Contrariamente a quanto avviene nelle lam-
parte dell'energia, scaturita dalla combinazione padine ad incandescenza, nei diodi LED le ra-
delle cariche, si trasforma in luce. Può accadere diazioni luminose vengono concentrate pratica-

815
VERSO IL BLU VERSO IL ROSSO

!II
LUNGHEZZA
j D'ONDA
0,3 0,4 0,5 ! 0,6 0,7 0.8 0,9 1,1 1,2
IN MICRON

LAMPADE NORMALI

.••
.:
I

.• •..

.••• • I

ZONA DI PERCEZIONE DIODO A DIODO


\
OCCHIO UMANO LUCE VISIBILE RAGGI INFRAROSSI
( ROSS ' -=--r ii---

Fig. 2 - Le radiazioni di luce visibile, cioè le radiazioni percepite dall'occhio umano,


occupano soltanto una piccola porzione dello spettro luminoso, quella rappresentata
con il tratteggio nel diagramma qui riportato. La massima sensibilità si manifesta
nella zona del verde; essa decresce verso il blu (a sinistra) e verso il rosso (a destra).
In questo stesso diagramma è riportata anche la curva relativa allo spettro di radia-
zioni prodotto da una comune lampada a filamento, la cui energia luminosa viene in
gran parte dispersa nella zona dell'invisibile (radiazioni infrarosse).

mente su una sola frequenza, così che è possibile sti semiconduttori presentano allo stato attuale
ottenere colori quasi puri. della tecnica. Essi sono :
Il grafico riportato in figura 2 non offre una 1) Dimensioni estremamente ridotte.
precisa interpretazione di questo fenomeno, dato 2) Elevata resistenza alle sollecitazioni mecca-
che per motivi di chiarezza si è provveduto ad niche, grazie allo stato solido con cui è co-
allargare le curve tipiche delle radiazioni lumi- struito il componente e al suo incapsulamen-
nose. to plastico.
Sotto l'aspetto visivo, il LED più efficiente è 3) Consumo ridottissimo con rendimento fino
quello verde, perché proprio sulle frequenze del al 25%.
verde l'occhio umano presenta la sua massima 4) Durata praticamente illimitata.
sensibilità. Purtroppo tali diodi non hanno an- 5) Possibilità di emissione cli brevi lampi di luce,
cora segnato uno sviluppo notevole, mentre per molto potenti ché permettono di raggiungere
le applicazioni pratiche si utilizzano quasi esclu- elevate portate ottiche con basse potenze.
sivamente diodi rossi . 6) Possibilità di modulare la luce emessa in vir-
Nelle applicazioni di luce invisibile, come ad tù della mancanza quasi assoluta di inerzia
esempio negli antifurti, si fa- uso di LED infra- (pochi nanosecondi).
rossi che non richiedono speciali filtri soppresso- 7) Emissione di tipo «freddo», che evita tutti
ri delle radiazioni luminose, contrariamente a gli inconvenienti dovuti alla necessità di ae-
quanto avviene per le comuni lampade ad in- raz1one.
candescenza. 8) Funzionamento a bassa tensione (1-3 V).
9) Emissione monocromatica (di un solo colore)
molto costante, che permette di effettuare
VANTAGGI DEI LED molteplici applicazioni industriali.
I diodi LED presentano il solo inconveniente
Elencheremo ora talune caratteristiche dei LED del costo abbastanza elevato rispetto a quello
che, confrontate con quelle delle lampade ad in- delle normali lampadine. Possiamo tuttavia au-
candescenza, possono definirsi i vantaggi che que- gurarci che la crescente diffusione del LED

816
NESSUNA
LUCE
Fig. 3 - Soltanto nel caso in cui
il diodo LED venga polarizzato
K A direttamente, esso funziona emet-
tendo luce. Il morsetto positivo
della pila deve essere collegato
con l'anodo del componente,
NON CIRCOLA quello negativo con il catodo.
CIRCOLA CORRENTE L'inversione di polarità della pila
e
PILA
CORRENTE
e
PILA
(schema a destra) non permette
alcun flusso dì corrente attraver-
e e so il LED, il quale rimane spen-
to, I due circuiti qui presentati
assumono un valore esclusiva-
mente teorico, perché in pratica
non è possibile far attraversare
il LED dalla corrente senza una
opportuna resistenza di controllo.

cazioni. Illustreremo dunque, nel prosieguo del-


R1 l'articolo, taluni semplici circuiti, che potranno
trovare pratica applicazione con qualsiasi tipo di
diodi LED. Nei nostri laboratori i progetti sono
stati sperimentati con il diodo MV5025 della
3V MONSANTO, che è un tipo di diodo LED a
K radiazione rossa, il cui prezzo si aggira intorno
alle 500 lire.

COME SI OTTIENE L'EMISSIONE

Fig. 4 - Semplice circuito di pratica applicazione di Affinché il diodo LED possa emettere luce, oc-
un diodo LED. L'alimentazione è ottenuta con una pila corre far attraversare il componente dalla cor-
da 3 V, mentre la resistenza H1 permette di regolare rente elettrica. Ciò si ottiene polarizzandolo nel
il flusso di corrente che attraversa il diodo LED, che senso della conduzione, così come indicato in fi-
è di tipo MV5025 della MONSANTO e il cui prezzo
si aggira intorno alle 500 lire. gura 3. Ma il diodo LED non può funzionare
secondo gli schemi della figura ora citata, perché
senza particolari protezioni del componente, la
corrente risulterebbe eccessivamente intensa.
possa ben ·presto abbassarne il prezzo a valo-
ri decisamente concorrenziali con le lampade I valori ora citati si riferiscono ad un regime
ad incandescenza. Queste ultime, ovviamente, ri- di funzionamento continuato del LED. Occorre
mnarranno ancora a lungo elementi sovrani del- tener present.e, tuttavia, che utilizzando il diodo
l'illuminazione ambientale, perché allo stato at- LED in regime impulsivo, i valori cli correnti
tuale della tecnica è assolutamente impensabile ora citati possono raggiungere anche le migliaia
servirsi delle lampadine in qualità di piccole sor- cli milliampere. Il primo tipo di circuito di pra-
genti luminose rosse, verdi, o gialle. tica applicazione è quello rappresentato in figu-
ra 4. In esso la resistenza Rl limita automatica-
mente il flusso cli corrente, proteggendo il LED.
SEMPLICI APPLICAZIONI Di questo stesso circuito riportiamo, in figura 5,
lo schema di pratica applicazione.
Per comprendere ancor più le doti e le caratte- Un circuito pratico assai più perfezionato è quel-
ristiche di un diodo LED, conviene sperimentare lo rappresentato in figura 6. Esso prevede l'uso
questo componente tramite alcune pratiche appli- del potenziometro R2, che permette di control-

817
R1

PILA
3V

LIRE 3.500
CASSETTIERA " MINOR »

Contenitore a 12 cassetti, componi-


Fig. 5 - Cablaggio del circuito teorico presentato In bile ad incastro; dimensioni di un cas-
figura 4. Per questa pratica appllcazlone non occor- setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto è
rono particolari attenzioni costruttive, perché essa può
funzionare anche con un cablaggio volante. A secon- provvisto di divisori interni.
da del tipo di diodo LED utilizzato, la resistenza R1
assume valori compresi fra i 22 ed i 50 ohm, ai quali
corrispondono i valori di corrente di 30-50 mA.

LIRE 3.800
R1 CASSETTIERA « MAIOR
LEO
Contenitore a 6 cassetti, componibile
3 ad incastro; dimensioni di un casset-
K 3V to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

e Organizzate il vostro lavoro! Conser-


vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
ls co, il vostro angolo di lavoro in un
Fig. 6 - Questo_circuito, assai più perfezionato rispet- vero e proprio laboratorio!
to ai precedenti circuiti, prevede l'uso del potenzio-
metro R2, con li quale è possibile controllare la con-
duzione elettrica del transistor TR1 e, conseguente-
mente, Il valore della corrente che attraversa Il diodo
LED. Componenti: R1 1.000 ohm; R2 1.000 ohm Le richieste della cassettiere debbono essere
(potenziometro); R3 = 22-50 ohm; TRI = 2NI711; fatte inviando anticipatamente l'importo, a mez-
zo vaglia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a:
PILA 3 V.
ELETTRONICA PRATICA • Via Zuretli, 52 -
20125 MILANO.
R3

TR1

LED

R2:

PILA 3V

R1

Fig. 7 - Piano di cablaggio del circuito di pratica ap-


plicazione di un LED rappresentato in figura 6. L'iso-
lamento dei terminali del transistor TRt è necessario
soltanto se si realizza un circuito volante come quello
indicato in figura.

LED

R1 Fig. 8 - Questo circuito rappre-


senta un esempio di circuito lo-
gico di tipo OR, realizzato con
TR1 un diodo LED. Quando uno dei
due diodi è sottoposto alla ten-
sione positiva, per esempio a
quella di 3 V, il transistor TRI
entra in conduzione, permetten-
ENTR. do l'accensione del LED che, In
questo caso, funziona come una
R2 lampada-spia. Componenti: R1
1.000 ohm; R2 = 22 ohm; TAi =
2N1711; PILA = 3 V; diodi
di qualsiasi tipo al silicio o al
germanio.
)}l

819
tendo l'accensione del LED e, in questo caso,
funziona come una semplice lampada-spia.
La luce del diodo LED può essere modulata in
R1 ampiezza con un qualsiasi segnale, sino alla. fre-
quenza di 3 MH. E un esempio di modulazione
della luce emessa dal diodo LED ci viene offer-
to dal progetto rappresentato in figura 9, nel qua-
TR1 le la modulazione è ottenuta con un segnale di
e bassa frequenza.
Il segnale audio, opportunamente amplificato,
viene applicato all'entrata del circuito ed agisce
sulla conduttività del transistor, che fa variare
in sincronismo la luce emessa dal LED. Questo
R3 sistema di modulazione audio può servire per i
collegamenti a breve distanza, oppure in tutti
O
......., quei casi in cui si voglia ottenere un perfetto
ENTR. R2 isolamento elettrico tra l'apparato trasmittente
e quello ricevente, per esempio tra un microfo-
O LED no e l'amplificatore.
Per altri tipi di applicazioni, come ad esempio
per gli antifurti, si preferisce modulare la luce
del LED con impulsi molto brevi, permettendo

Fig. 9 - Esempio di circuito di applicazione di un


diodo LED nel quale la luce emessa viene modulata
tramite un segnale di bassa frequenza applicato all'en- R
trata. Componenti: C =470.000 pF; RI = 100.000
ohm; R2 =
100.000 ohm; R3 = 33 ohm; TRI =AC128;
PILA = 4,5 V.

lare la conduzione elettrica del transistor TRl LED


e, conseguentemente, il valore della corrente che
attraversa il diodo LED. K
La resistenza R3, alla quale spetta il compito di
proteggere il diodo dalle sovraccorrenti, dovrà
avere un valore di 22-47 ohm, dipendente dal
tipo di diodo LED adottato e in grado di lavo-
rare a 50 mA o a 30 mA. Ovviamente, con
diodi cli maggiore potenza occorrerà diminuire
proporzionalmente il valore della resistenza R3.
In figura 7 presentiamo il piano di cablaggio del
circuito teorico di figura 6. Come si può notare,
non necessitano particolari cautele costruttive,
perché il circuito può funzionare anche con un
cablaggio volante.

• PRATICHE APPLICAZIONI

Il progetto riportato in figura 8 costituisce un Fig. 10 - Per ottenere portate ottiche elevate, è ne-
esempio cli circuito logico di tipo OR, realiz- cessario modulare la luce del LED con impulsi molto
zato con un diodo LED. In questo circuito, in- brevi, in modo che il diodo possa emettere brevi lam-
fatti, quando uno dei due diodi è sottoposto ad pi di luce molto potenti. Questo risultato è ottenuto
realizzando il circuito qui presentato. Per evitare la
una tensione positiva, per esempio di 3 V, il distruzione del LED, gli impulsi debbono essere di-
transistor TRI entra in conduzione, permet- stanziati tra loro nel tempo.

820
Fig. 11- La produzione industriale di diodi LED è molto varia. Esistono infatti com-
ponenti di grandezze e fogge diverse. Il funzionamento; tuttavia, è sempre lo stesso
ed è anche lo stesso· il fine per cui si costruisce questo componente: l'emissione
di luce visibile.

al componente di emettere brevi lampi di luce te luce. La corrente e, conseguentemente, l'inten-


molto potenti, opportunamente distanziati tra sità luminosa del LED vengono controllate
loro per non compromettere l'integrità del com- dalla resistenza R, che dovrà essere calcolata in
ponente. Con questo sistema di modulazione del modo da consentire il passaggio di correnti del-
LED si possono ottenere elevate portate ottiche. l'intensità di 1-3 A.
Un esempio di circuito, in tal senso, è rappre- I circuiti fin qui presentati vogliono costituire
sentato in figura 10. Si tratta di un circuito pu- soltanto un esempio di pratiche applicazioni dei
ramente teorico. LED, mentre l'attuale progresso dell'elettronica
In assenza di impulsi, il transistor rimane prati- permette di comporre circuiti molto più comples-
camente all'interdizione, mentre nessuna luce si, tra i quali merita una particolare menzione
viene emessa dal diodo LED. Quando arriva Io il dispositivo di visualizzazione numerica realiz-
impulso positivo, della durata di pochi microse- zato con diodi LED, che permettono una note-
condi, il transistor raggiunge la saturazione per vole miniaturizzazione degli apparati non di-
un tempo corrispondente ed il diodo LED emet- sgiunta eia una durata pressocché illimitata.

Chi comincia soltanto ora a


muovere I primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
mao A!AL,
RTATA DI TUTTI! ■ ■
1.750
può sottoporsia spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. La sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

821
VIAMENTO ALLA
CONOSCENZA E ALL'USO DEI

emmeno il dilettante, allo stato attuale della Pur avendo ospitato, in· altre occasioni, questo
tecnica, può considerare il transistor ad ef- importante ed attuale argomento, riteniamo ne-
fetto di campo una semplice curiosità scien- cessario, ancora una volta, intrattenerci sull'ana-
tifica, o un componente destinato ai futuri pro- lisi e sull'uso dei transistor FET, allo stesso mo-
gressi dell'elettronica. do con cui, mese per mese, ci è gradito discutere
E neppure il suo prezzo può ritenersi un ele- sui transistor, sui diodi, sugli SCR e su ogni al-
mento frenante all'espansione del FET in ogni tro componente di attualità tecnica.
settore tecnologico. Questa volta cercheremo di affidare ai nostri let-
Pensate un po'! Il prezzo di un FET di tipo nor- tori e, in particolare, a quelli meno ferrati ma-
male oscilla tra le 400 e le 1.000 lire! Cioè ap- tematicamente, gli elementi necessari per proget-
pena il doppio di uno dei più diffusi transistor tare un semplice stadio amplificatore a FET e
bipolare! per scoprire, nei circuiti già progettati, relativa-
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il mente al valore dei componenti elettronici, ogni
FET è di uso semplicissimo e crea minori pro- eventuale anomalia o guasto, così da poter ap-
blemi di stabilità, oscillazioni parassite degli e- portare ad ogni apparato le possibili migliorie
quivalenti circuiti con transistor comuni. circuitali.
Il transistor ad effetto di campo possiede, soprat- La possibilità di progettare uno stadio a FE T
tutto in alta frequenza, caratteristiche radioelet- non deve appartenere soltanto ad una èlite di
triche difficilmente superabili, perchè è dotato di tecnici, ma a tutti i nostri lettori, perché soltanto
una elevata resistenza di ingresso che permette la perfetta conoscenza. di un circuito permette
di realizzare circuiti riceventi altamente selettivi, di rilevare errori teorici e pratici che, altrimenti,
molto stabili, senza dover ricorrere alle scomode passerebbero inosservati, senza alcuna previsione
e sempre critiche prese intermedie nelle bobine o valutazione dei risultati finali.
'per raggiungere l'accoppiamento di impedenza.
Il FET inoltre genera un rumore interno vera-
mente insignificante, permettendo di migliorare RICHIAMI GENERALI SUI FET
notevolmente il rapporto segnale/rumore degli
apparati in cui esso viene impiegato come pream- Come più volte abbiamo detto, esistono due tipi
plificatore, sia nelle applicazioni in apparecchi di FET: quelli a canale N e quelli a canale
riceventi, sia negli impianti audio ad alta fe- P (figura 1).
deltà. I primi, come i transistor NPN, vengono generai-

822
La prima parte di questo articolo è dedicata
alla presentazione del FET secondo le sue
caratteristiche radioelettriche fondamentali.
Nella seconda parte presentiamo alcuni sem-
plici metodi di progettazione di circuiti con
transistor ad effetto di campo.

mente utilizzati in circuiti con negativo a massa; derevolrnente, cioè si restringe il canale con il ri-
cioè in circuiti in cui il drain viene alimentato sultato che la corrente incontra una notevole re-
con una tensione positiva rispetto alla source. sistenza al suo passaggio. Aumentando ancora il
I secondi, come i transistor PNP, vengono uti- valore della tensione, si raggiunge un punto in
lizzati nei circuiti con positivo a massa; nei FET cui il canale risulta totalmente ostruito e non si
a canale P, dunque, il drain deve essere sem- ha alcun passaggio di corrente. Questa tensione
pre negativo rispetto alla source. è nota sotto il nome di tensione di pinch-off.
Il nome FET deriva dall'espressione anglosasso- Da quanto finora detto àppare chiaro che il mec-
na Field Efect Transistor, che significa transi- canismo della conduzione del transistor ad ef-
stor ad effetto di campo. Tale denominazione de- fetto di campo risulta legato principalmente al-
riva dalla caratteristica di questo transistor che le variazioni di tensione dello elettrodo di gate
consiste in un restringimento del canale, cioè rispetto alla source (Vgs). E' quindi importante
della sbarretta di silicio, che fa capo al drain e conoscere il modo di poter variare a piacere la
alla source, quando il componente viene sotto- tensione Vgs, inserendo certi elementi nel cir-
posto all'azione del campo elettrico generato da cuito, cioè polarizzando opportunamente il tran-
una opportuna tensione applicata tra gate e sistor per portarlo sul punto di lavoro desiderato.
source. Osservando i disegni riportati in figura
2, si può notare che, quando la tensione di gate
è relativamente poco negativa (facciamo riferi- I SISTEMI DI POLARIZZAZIONE
mento ad un FET a canale N), rispetto alla sour-
ce, il campo elettrico, che interessa la giunzio- Esistono vari sistemi per polarizzare un transi-
ne, è debole e nel componente si genera una pic- stor FET. Ma l'operazione più importante è
cola zona di svuotamento, nella quale non sono quella di rendere negativa, rispetto alla source,
presenti cariche in grado di trasportare cor- la tensione di gate, mentre quella di drain deve
rente, così come accade in tutti i diodi a giun- risultare positiva. Questo discorso vale ovvia-
zione. La resistenza, che la corrente incontra nel mente per un FET a canale N, mentre per un.
passaggio fra drain e source, è bassa, in quanto FET a canale P vale il discorso inverso.
esiste un'ampia zona, assimilabile ad un canale, Il più semplice sistema di polarizzazione è rap-
par il normale flusso. presentato in figura 3. Esso consiste nel mante-
Al contrario, se la tensione di gate è molto ne- nere negativa la tensione. di gate per mezzo di
gativa, la zona di svuotamento si restringe consi- una pila esterna ( Vgg).

823
Il circuito di figura , pur essendo concettual-
mente esatto, assai difficilmente viene utilizzato

GATc G
& scuce
DRAIN
in pratica, a causa dell'impossìbilità di disporre
di pile di valore adatto (0,8 V- 1,17 V, ecc.).
Il circuito rappresentato in figura 4 risulta di
pratica applicazione. In esso, pur utilizzando una
pila esterna, è possibile polarizzare il gate attri-
buendo opportuni valori alle resistenze Rgl ed
CANALE 'N' CANALE 'P' Rg2.
Il sistema di polarizzazione più comunemente
adatto è quello riportato in figura 5. Esso con-
siste nell'inserimento, in serie alla source, di un
gruppo RC e viene adottato quando si dispone
di un'unica tensione di alimentazione. Anche se
Fig. 1 - Esistono due tipi di FET: quello a canale N il gate risulta vincolato a massa attraverso la re-
(simbolo a sinistra) e quello a canale P (simbolo a de- sistenza Rg, la corrente circolante fra il drain
stra). I transistor a canale N vengono montati nei cir- e la source, che attraversa la resistenza Rs, ge-
cuiti con negativo a massa. Nei transistor a canale P
il drain deve essere sempre negativo rispetto alla
nera su questa resistenza una caduta di tensione
source. che mantendo la source ad una tensione positi-
va, crea la giusta polarizzazione.
E' infatti perfettamente equivalente polarizzare,
ad esempio, la source a O V e il gate a 2 V,
oppure il gate a O V e la source a + 2 V; in
entrambi i casi si ha Vgs = 2 V.

IL PUNTO DI LAVORO

Ci è capitato in precedenza di citare l'espressio-


ne « punto di lavoro», che a molti risulterà sco-
nosciuta.
-- 1V Diciamo subito che per punto di lavoro si inten-
de una coppia di valori indicanti la tensione Vds
fra drain e source e la corrente Id che attra-
versa il transistor FET. La conoscenza cli questi
valori permette cli individuare con esattezza in
g 0wc DRAIN quali zone delle caratteristiche elettriche il tran-
sistor lavori, prevedendo in tal modo l'amplifi-
cazione e le eventuali distorsioni o anomalie di
funzionamento.
Nel diagramma di figura 6 sono riportate le cur-
BASSA CAMPO
ve tipiche di lavoro di un trànsistor FET. Esse
RESISTENZA DEBOLE
rappresentano, in particolare, l'andamento della
corrente Id al variare della tensione Vds; questi

Fig. 2 - Quando la tensione di gate è relativamente


poco negativa, rispetto alla source, il campo elettrico,
che interessa la giunzione, è debole e nel componente
si crea una piccola zona di svuotamento, nella quale

e @ non sono presenti cariche in grado di trasportare cor-


rente (si fa riferimento ad un transistor FET a canale
N). La resistenza fra drain e source è bassa. Al con-
trario, quando la tensione di gate è molto negativa,
la zona di svuotamento si restringe e la corrente in-
contra una notevole resistenza al suo passaggio. Il
ALTA CAMPO meccanismo della conduzione di un FET risulta legato
RESISTENZA FORTE principalmente alle variazioni di tensione del gate ri-
spetto alla source.

824
valori vengono misurati su un determinato va-
TRl lore della tensione Vgs.
Come si può notare, nel diagramma di figura 6
è stata riportata una curva per Vgs = + 0,2 V.
g le-luli '
g, rME • Tale curva risulta molto distorta ed è quindi fa.
cile comprendere che essa rappresenta una con-
dizione di lavoro del FET non accettabile. Au-
mentando ulteriormente la tensione si correrebbe
Rg Rd il rischio di danneggiare seriamente il transistor'
e non si potrebbe nemmeno più parlare di ca-
ratteristiche del FET in quanto, variando il
senso di polarizzazione della giunzione, cambie-
- Vgg Vdd rebbe totalmente il funzionamento del transistor.
Riprendendo l'esame delle curve caratteristiche
di figura 6, è possibile notare come i punti di
lavoro, per esempio i punti neri, possano essere
distribuiti entro le più diverse zone di funziona-
mento.
Come si calcola il punto di lavoro? Oppure,
come è possibile, una volta fissato tale punto,
Fig. 3 • Il più semplice sistema di polarizzazione di
un FET consiste nel mantenere negativa la tensione di dimensionare i componenti elettronici?
gate per mezzo di una pila esterna (· Vgg). A questi interrogativi intendiamo ora rispondere
con alcune considerazioni che si appellano alla
matematica.
Chi già conosce il funzionamento delle valvole
elettroniche, potrà accorgersi della perfetta ana-
logia tra le valvole stesse e i transistor FET,
quando si faccia corrispondere il catodo alla sour-
ce, la griglia al gate e l'anodo al drain.

LA RETTA DI CARICO

Supponiamo di conoscere il valore dei compo-


nenti del circuito di figura 7 e di voler calco-
lare il punto di lavoro ( tensione e corrente) del
transistor FET, per sapere se il componente può
funzionare come elemento amplificatore.
Il procedimento è il seguente. Sul grafico delle
TR1 curve caratteristiche del FET si traccia una ret-
ta, chiamata retta di carico, i cui punti rappre-
ie ll sentano tutti i possibili punti di lavoro del tran-
E
s
~ sistor FET al variare della tensione di gate.
Come è noto, per tracciare una retta, si debbo-
Rg1 i ±. z-

Il - Rd
no conoscere almeno due punti. Per comodità
si scelgono i punti di funzionamento a vuoto e
in cortocircuito.
Quando il valore della corrente di drain è Id
- Vgg -+ Vdd = O, nessuna caduta di tensione si ha su Rd e,
conseguentemente, si verifica la seguente condi-
zione: Vds = + 25. II punto Id = 0 mA,
Vds = 25 v rappresenta il primo punto della
retta di carico.
In condizioni cli cortocircuito Vds = O, la cor-
Fig. 4 - Sistema di polarizzazione di un transistor FET
di pratica applicazione. Il gate viene polarizzato attri- rente Id viene limitata esclusivamente dalla re-
buendo opportuni valori alle resistenze Rg1 - Rg2. sistenza Rd secondo la legge di Ohm:

825
Vdd 25
TRl Id - = 2,5 mA
Rd 10.000
G
Il punto Id = 2,5 mA, Vds = O V rappre-
senta quindi il secondo punto utile della retta
accertata.
Rg E' sufficiente ora congiungere con una linea que-
sti due punti, per ottenere l'intera retta di ca-
nco.
Nel caso specifico il punto di lavoro può essere
ottenuto dalla intersezione della curva a Vgs =
+ Vdd - 0,4 con la retta di carico, fornendo i valori
di Id = 1,6 mA circa e Vds = 9 V circa.
Come si vede la zona di lavoro è sufficientemente
lineare, dato che aumentando la tensione di gate
di 0,2 V (Vgs = 0,2 V) la corrente Id sale
da 1,6 a 1,8 mA circa, mentre, diminuendola
Fig. 5 - Questo è Il sistema più comunemente adotta- della stessa entità, Id passa da 1,6 a 1,3 mA
to per ottenere una corretta polarizzazione di un tran- circa. Una migliore simmetria e, conseguente-
sistor FET. In serie alla source è collegato il grup-
po RC.
mente, una maggiore linearità si sarebbe potuto
ottenere polarizzando il gate a 0,6 V, che
rappresenta la regione più lineare delle carat-
teristiche.

3
CALCOLO DEL GUADAGNO

i..-- - .e
-+0,2V
Il guadagno del circuito può essere molto sem-
plicemente ottenuto applicando la seguente for-

\
mula:
V Gs.o A = gm x Rd
in cui gm rappresenta la transconduttanza. Tale
~ --0,2V ,--,,, valore può essere incognito e in questo caso è
«<f / necessario ricorrere ancora alla retta di carico

z
-E
o
1,5
A ..,
-0,V
e alle curve , caratteristiche. Il guadagno di un
amplificatore rappresenta il rapporto tra la va-
riazione di tensione che si può ottenere in usci-
za: I
o \ - 0,6V ta e quella in entrata che la genera.
5 I~ \ ...
Passando sulla retta caratteristica dal punto Vgs

-
ul
z
ul

-o.ev
0,4 V a quello Vgs = - 0,8 V, corri-
spondente ad un segnale di entrata di 0,4 V,
si ottiene, in uscita, una tensione di drain va-
a:
r
o
u
r
\ \
--1/ riabile da 9 a 17 V, cioè superiore di 17 - 9
= 8 V.
0,5 ~ -12V - Dall'amplificatore si ottiene quindi un guada-
r \ - 1,V gno pari a:
r \. --1,6V
\. -1 BV 8V
o 20 volte
A - =
o 5 10 15 20 25 30
-,- 0,4 V
TENSIONE DRAIN SOURCE (ps )

Il segno - sta ad indicare che il segnale pre-


sente sul drain è in opposizione di fase rispetto
Fig. 6- Queste sono le curve tipiche di lavoro di un a quello di entrata.
transistor FET. Esse rappresentano, in particolare, l'an-
damento della corrente Id al variare della tensione E' chiaro che il procedimento ora esposto per
Vds. il calcolo del punto di lavoro può essere inver-

826
tito per il calcolo della resistenza di drain. In-
fatti, una volta fissato il punto di lavoro e la
TR1 tensione di alimentazione, si potrà tracciare la ret-
ta di carico e calcolare il valore di Rd per mezzo
I},4 della legge di Ohm, rifacendosi all'intersezione
della retta di carico con l'asse V =O, oppure,
s più semplicemente, dato che tutti i parametri
sono noti, si può calcolare Rd tramite la se-
Rg Rd guente formula :
Vdd - Vds
Vg
Vdd Id
- 0,4V
+ 25V

POLARIZZAZIONE AUTOMATICA

Per calcolare i componenti del circuito di figura


8 si procede allo stesso modo. L'unica differenza
Fig. 7 - Questo circuito, come detto nel testo, per- consiste nel calcolo supplementare di Rs, che rap-
mette di calcolare il punto di lavoro del transistor TR1,
ponendo Rg == 500.000 ohm ed Rd = 10.000 ohm. presenta la resistenza di polarizzazione.
Supponendo di tenere validi i valori precedenti
(Rd = 10.000 ohm; Vdd = + 25; Vgs 04
V), la resistenza di polarizzazione Rs deve
provocare una caduta di tensione di + 0,4 V.
Poiché in tali condizioni, conoscendo il punto di
lavoro, si ha Id = 1,6 mA, la resistenza Rs può
essere determinata applicando la legge di Ohm :
0,4 V
Rs = 250 ohm
1,6 mA
Si noti che il condensatore, collegato in paralle-
lo alla resistenza Rs, ha il compito di cortocircui-
tare a massa i segnali variabili, eliminando ogni
eventuale controreazione introdotta da Rs, che
diminuirebbe sensibilmente il guadagno del cir-
. TRl cuito.

POLARIZZAZIONE A TENSIONE INTERME-


DIA

Alle volte può capitare di dover polarizzare il


gate ad uria tensione intermedia rispetto a quella
di alimentazione, per esempio a + 1,15 V.
Per ottenere il partitore desiderato occorre in
questo caso dimensionare Rl ed R4, tenendo
sempre presente che il gate non assorbe pratica-
mente alcuna corrente, così come avviene per la
griglia delle valvole elettroniche.
Ponendo, ad esempio, R1 = 10.000 ohm, si ot-
tiene:
10.000 ohm
Fig. 8 - Esempio di circuito per il quale, nel testo, R4 (25 V 1,15 V) x
viene esposto il calcolo del punto di lavoro del tran- '
sistor e della tensione di polarizzazione. Componenti: 1,15 V
Rg = 500.000 ohm; Rs = 250 ohm; Rd = 10.000 ohm. = 220.000 ohm (circa)

827
TR1
C1

A ,'

R5

Fig. 9 - L'utilizzazione del partitore R1-R4 riduce no-


tevolmente la resistenza di entrata del circuito, an-
+25V nullando quasi completamente le· proprietà del FET.
Componenti: R1 = 10.000 ohm; R2 = 1.000 ohm;
R3 = 10.000 ohm; R4 = 220.000 ohm.

--===r=O+ 25V

TR1
R4
~
-
c1

=I l

Fig. 10 - Per ottenere un elevato valore dell'impe-


denza di entrata, conviene realizzare questo circuito,
inserendo una resistenza di valore elevato (R2) fra il
gate e il punto del circuito in cui si misura la tensione
di 1,15 V. Componenti: R1 = 10.000 ohm; R2 =
500.000 ohm; R3 = 220.000 ohm; R4 = 1.000 ohm;
R5 = 10.000 ohm.

Se si desidera ottenere un punto di lavoro ugua- Per ripristinare l'elevato . valore dell'impedenza
le a quello calcolato negli esempi precedenti, di entrata, conviene ricorrere allo schema di fi-
per ottenere Vgs = 04 V, occorrerà misu- gura 10, inserendo semplicemente fra il gate e
rare su R2 una caduta di 1,15 V + 0,4 V = il punto del circuito a 1,15 V, una resistenza di
1,55 V. E poiché Id = 1,6 mA, applicando an- valore elevato, di 500.000 ohm. •
cora una volta la legge di Ohm, si ottiene: A conclusione di questo articolo possiamo dire
di renderci perfettamente conto di talune dif-
1,55 V ficoltà di ordine matematico che il lettore può
R2 = 1.000 ohm (circa) incontrare nel valutare una resistenza di polariz-
1,6 mA zazione o nel calcolare il guadagno di un am-
plificatore pilotato a transistor FET. Pur tutta-
Per l'utilizzazione del partitore R1-R4, il circui- via abbiamo ritenuto necessario presentare una
to di figura 9 presenta una resistenza di entrata guida semplice e sicura, che potrà aiutare i no-
relativamente bassa, di 10.000 ohm circa, che stri lettori a risolvere taluni problemi di ordine
annulla quasi completamente le proprietà del tecnico e pratico senza eccessive perdite di tem-
FET po.

828
AMPLIFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 2150o
CARATTERISTICHE
Potenza musicale 50 W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata El superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilità entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilità entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio Il kit è comprensivo di tutti gli
+ 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V zazione dell'amplificatore ripro-
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W
pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
Questa scatola di montaggio, veramente pre-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli-
ficatore di potenza, appositamente concepito
la di montaggio, già presentata
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile
a molte altre sorgenti di segnali BF, così da
scorso anno, viene ora equipag-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati.
sempre allo stesso prezzo di
lI kit è comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz- L. 21.500: una capsula microfo-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto, Per il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore.
le doppio ad aria.

erla occorre inviare


ELETTRONICA PRA-
rese anche le spese

829
R
IN IPI NTI
e T

Questo ricevitore, adatto per l'ascolto della


gamma delle onde medie, può essere realiz-
zato in più versioni, seguendo i suggerimenti
presentati nel testo. L'ascolto può essere ot-
tenuto in auricolare, in cuffia o in altopar-
lante.
830
a realizzazione di un ricevitore radio, di sem- ad effetto di campo, che provvede ad amplifi-
plice concezione circuitale, appassiona sem- care il segnale di alta frequenza, senza tuttavia
pre il lettore principiante di elettronica. sovraccaricare il circuito accordato (cioè molto
E' vero che, a lavoro compiuto, dopo i primi importante ai fini della selettività e della sensi-
momenti di entusiasmo o, qualche volta di de- bilità).
lusione, non pago delle prestazioni ottenute, il Il transistor TRl è polarizzato automaticamente
dilettante inizia sistematicamente un'opera di dalla resistenza Rl e dal condensatore G3, che
smantellamento, allo scopo di: apportare modi- risultano collegati in serie alla source (S). La re-
fiche e migliorie al circuito originale, ma ciò è sistenza RI è di tipo variabile e dovrà essere re-
insito nello spirito dello sperimentatore, che è golata in modo da ottenere il massimo segnale.
sempre proteso alla ricerca del meglio, verso rea- Conviene tuttavia, a scopo cautelativo, colle-
lizzazioni più complesse e, addirittura, con pre- gare in serie al potenziometro R1, dalla parte
stazioni pari o superiori a quelle degli apparati della source, una resistenza da 220 ohm, in mo-
commerciali. do da evitare il cortocircuito totale. Infatti, pur
Capita quasi sempre che il lettore principiante, cortocircuitando il potenziometro Rl (cursore
dopo aver costruito un ricevitore radio, si accor- spostato completamente verso la source) non si
ga di non ricevere talune emittenti estere o di dovrebbero apportare gravi danni, dato che la
notare una fastidiosa interferenza durante l'ascol- corrente viene sempre limitata dalla resistenza
to. E capita anche di accorgersi che la selettività R2 rappresentativa del carico dell'amplificatore;
dell'apparecchio radio è insufficiente. A questi in- ma il transistor FET si troverebbe certamente in
convenienti si cerca dunque di ovviare con mo- una zona di lavoro non lineare, con scarso gua-
difiche del circuito e aggiunte di filtri, quarzi, dagno e notevole distorsione.
soppressori di disturbi, stadi amplificatori, ecc.
Il risultato, alla fine, è quello di ritrovarsi con un
apparato del tutto diverso da quello originaria- RIVELAZIONE
mente concepito.
Il ricevitore, che stiamo per descrivervi, appar- Dal terminale di drain (D) del transistor TRl,
tiene anch'esso, come già molti altri apparsi sul- il segnale viene applicato, tramite il condensato-
la rivista, alla categoria delle realizzazioni sem- re C4, ai due diodi al germanio DI-D2, che prov-
plici, che offrono a tutti, e in particolare ai prin- vedono a rivelare la componente a bassa fre-
cipianti, l'occasione di costruire un apparato fun- quenza, cioè ad eliminare la portata AF lascian-
zionante, in grado di riflettere nella realtà l'en- do via libera ai soli segnali di bassa frequenza.
tusiasmo e la preparazione teorica del princi- Al condensatore C5 è affidato il compito di con-
piante. vogliare a massa eventuali residui di segnali di
Il ricevitore fa uso di componenti di grande at- alta frequenza contenuti nel segnale a valle del
tualità, come ad esempio il transistor FET, uti- circuito di rivelazione.
lizzato come amplificatore di alta frequenza, che
permette di raggiungere caratteristiche radiori-
ceventi superiori a quelli ottenute con i ricevitori AMPLIFICAZIONE BF
a diodo o ad un solo transistor amplificatore.
Il circuito amplificatore di bassa frequenza è
rappresentato da un singolo stadio amplificatore
CIRCUITO DI ALT A FREQUENZA a transistor (TR2), sul cui collettore viene inse-
rita una cuffia magnetica ad alta-media impeden-
Cominciano con l'analisi della prima parte del za (500-2.000 ohm).
progetto rappresentato in figura 1, quella rela- Nel caso in cui il lettore fosse già in possesso
tiva allo stadio di entrata e di amplificazione dei di una cuffia o di un auricolare a bassa impe-
segnali radio di alta frequenza. denza (4-16 ohm), occorrerà apportare al cir-
I segnali AF captati dall'antenna giungono, at- cuito la variante di figura 3, utilizzando per Tl
traverso il condensatore Cl, alla bobina L2 e da un trasformatore per push-pull d'uscita di tipo
questa vengono trasferiti induttivamente alla bo- a transistor (300 mW). L'avvolgimento dotato di
bina Ll che, unitamente al condensatore varia- tre terminali fungerà da avvolgimento primario,
bile C2, compone il circuito di sintonia del rice- escludendo la presa centrale; l'altro avvolgimento
vitore. verrà collegato direttamente con la cuffia.
Dal circuito di sintonia il segnale radio viene di- Il trasformatore da noi prescritto può essere
rettamente applicato al gate (G) del transistor utilmente sostituito con altri tipi di trasformatori
TRl, che è un transistor FET, cioè un transistor d'uscita, purché dotati di un avvolgimento pri-

831
NT.

TR1
c1 G

L1

L2

COMPONENTI
Fig. 1 - Questa è la versione più semplice del cir-
cuito del ricevitore per l'ascolto in auricolare o in cuf-
Condensatori fia della gamma delle onde medie. L'alimentazione è
ottenuta con una pila a 9 V e l'assorbimento di cor-
C1 == 470 pF rente è di 2-3 mA. Con il potenziometro R1 si regola
C2 = 350 pF - (condens. variabile) la polarizzazione del transistor FET, in modo da otte-
C3 = 10.000 pF nere il massimo segnale in uscita.
CA = 150 pF
es = 3.300 pF
mario con impedenza di 500-2.000 ohm e di
C6 = 200.000 pF
un avvolgimento secondario con impedenza di
Resistenze 8-16 ohm.
R1 = 2.500 ohm (potenz.a variaz log.) Il circuito è alimentato con una pila da 9 V e
R2 = 3.300 ohm
l'assorbimento di corrente, relativo all'ascolto in
R3 = 100.000 ohm
cuffia, si aggira intorno ai 2-3 mA.
R4 = 2,2 megaohm
Varie
TR1 = 2N3819 ASCOLTO DI ALTOPARLANTE
TR2 = BC109
L1-L2 = bobina sintonia (vedi testo)
D1-D2 = diodi al germanio (di qualunque tipo) Aggiung·endo al circuito di figura 1 un secondo
S1 = interrutt. incorpor. con R1 transistor amplificatore di bassa frequenza, così
PILA = 9 V come indicato nello schema di figura 4, è possi-
CUFFIA = 500-2000 ohm bile ottenere un ascoltò in altoparlante, con un

832
R2
\::.:::,1
CUFFIA
O
C4 R} aaaaa l O
~
9V

Il Il - e
D

C6
li
s Il Il .I

Il
e
02 Il
TR2 . S1

I•
I R1 01 C5 R3
I
t

volume cli riproduzione sonora più che acc(,tta- po induttivo-capacitivo, come quello presente nel
bile. progetto di figura 1, serve a selezionare, tra le
In questo caso il trasformatore d'uscita T1 è molte onde radio di diversa frequenza presenti
sempre dello tesso tipo cli quello precedentemente nello spazio, quella per cui il circuito è stato
citato. La resistenza R6 può risultare leggermente regolato. In teoria, se il circuito accordato fosse
critica, perché essa dipende dal guadagno del perfetto, esso sarebbe in grado di selezionare un
transistor TR3. Comunque, se l'ascolto risultasse solo segnale. Ma in realtà esistono sempre inevi-
distorto, occorrerà variare il valore. della resisten- tabili dispersioni di energia dovute alla resisten-
za R6, aumentandolo o diminuendolo, sino ad za della bobina, a quella introdotta dal circuito
ottenere sul collettore del transistor TR3 una ten- amplificatore e ad altri vari fattori, che rifletto-
sione di 6-7 V. Conviene anche, sempre allo no certamente in pratica le caratteristiche teori-
scopo di ottenere un ascolto privo di distorsione, che del circuito selezionatore. L'effetto delle resi-
collegare il collettore di TR3 alla presa centrale stenze parassite e degli altri fattori è quello di
dell'avvolgimento primario del trasformatore ridurre il valore del fattore di merito del circuito,
Tl. che perde proporzionalmente le proprie caratte-
Soltanto dopo queste prove è possibile scegliere ristiche di selettività e sensibilità. Ecco perché
la soluzione migliore. attualmente i transistor FET vengono preferiti
Il transistor TR3 è di tipo AC127 e deve essere ai normali transistor al silicio; perché i transistor
munito· di radiatore. FET sono dotati di una elevatissima resistenza
di entrata, che si aggira intorno a diversi mega-
ohm, che carica assai poco il circuito accordato
LA BOBINA DI SINTONIA conservando un elevato valore di selettività e
sensibilità.
Come tutti sanno, ogni circuito accordato, di ti- Per aumentare queste caratteristiche del circui-

833
L2 L1

9V

Fig. 2 - Esempio di piano costruttivo del ricevitore per onde medie. II lettore potrà
ricorrere ad altre soluzioni circuitali, compresa quella del circuito stampato. L'unico
elemento di una certa Importanza è costituito dal circuito di alta frequenza, I cui col-
legamenti debbono risultare corti il più possibile.

to di sintonia, tuttavia, si potrebbero realizzare modo indicato nella figura 5.


bobine con poche spire di filo di diametro ele- Chi volesse autocostruirsi la bobina di sintonia,
vato, cioè a bassa resistenza, avvolgendole su nu- dovrà utilizzare un supporto di ferrite cilindrica,
clei di ferrite toroidali, con lo scopo di raggiun- delle dimensioni di 8x 140 mm, sul quale ver-
gere una sufficiente induttanza. A tale soluzione ranno avvolte 65 spire compatte di filo di rame
ricorrono abbondantemente i radioamatori ame- smaltato del diametro di 0,2-0,3 mm. L'avvol-
ricani, perché in Italia i nuclei ora citati non gimento verrà iniziato ad un centimetro circa
sono ancora reperibili in commercio, mentre ci dall'estremità del bastoncino di ferrite.
si deve accontentare dei risultati ottenuti con i Per ottenere l'avvolgimento L2 basteranno 5-10
normali bastoncini di ferrite. spire compatte, dello stesso tipo di filo, avvolte
Consigliamo di utilizzare quindi una bobina di sopra la bobina Ll verso il lato massa, così come
tipo commerciale adatta per l'ascolto delle onde indicato nello schema pratico di figura 2. Il nu-
medie, dotata di due avvolgimenti separati, op- mero delle spire dell'avvolgimento L2 potrà es-
pure di un solo avvolgimento con presa inter- sere eventualmente individuato in sede speri-
media. In quest'ultimo caso il collegamento con mentale, in funzione dell'antenna utilizzata, così
la discesa d'antenna dovrà essere effettuato nel da ottenere la massima efficienza.

834
1,
l

CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso: .
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1,5 dB.
6 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W- 5 ohm. potenza: inferiore all'1%/.
Sensibilità: Alimentazione: @
15 mW a 1.00 13,5 Vcc.
v

AMPLIFICATORE
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Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potrà ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potrà essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o cc.p.
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835
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cuffia 4;16 l Sappiamo per esperienza che molti lettori prin-


cipianti, per far funzionare i loro ricevitori spe-
rimentali, fanno uso dell'antenna TV. A costo-
ro diciamo che l'antenna della televisione è as-
solutamente inadatta e non deve essere collegata
8:16 f0 I] con il nostro apparecchio radio. I migliori ri-
sultati, invece, si possono ottenere con un'anten-
na a quadro, anche se nella maggior parte dei
casi ci si può accontentare del solito spezzone di
filo verticale lungo il più possibile. La presa di
T1 terra deve essere collegata al circuito di massa
del ricevitore, cioè alla linea della tensione ne-
gativa di alimentazione.
Ai principianti ricordiamo che la presa di terra
consiste in un filo di rame di notevole sezione
e collegato con una tubatura dell'acqua o del ter-
TR2 mosifone.

Fig. 3 - II progetto rappresentato in figura 1 è adatto


CONSIDERAZIONI PRATICHE
per l'inserimento di una cuffia magnetica ad alta-media
impedenza. Coloro che fossero in possesso di una In figura 2 è rappresentato lo schema pratico
cuffia o di un auricolare a bassa impedenza (4-16 ohm), del ricevitore. Esso vuole essere soltanto un esem-
dovranno apportare al circuito la variante qui sugge-
rita, servendosi per Tt di un trasformatore d'uscita
pio razionale di realizzazione del ricevitore, per-
per push-pull a transistor (300 mW) e lasciando inu- ché il lettore potrà adottare altre soluzioni, come
tilizzato il terminale centrale dell'avvolgimento pri- ad esempio quella del circuito stampato e po-
mario. tranno essere adottate le varianti al circuito pro-
poste nelle figure 2-4-5.
Per il transistor TRl che, come abbiamo detto,
è un transistor FET, si può usare il 2N3819, che
è il FET più diffuso; ma questo transistor potrà
essere utilmente sostituito con qualsiasi altro tipo
di FET a canale N.
9V
La zoccolatura, cioè la disposizione degli elettro-
di del transistor FET non ha un carattere uni-

R5 R6

c7
#,
'i
versale, perché la disposizione dei tre elettrodi
può assumere aspetti diversi, a seconda della ca-
sa costruttrice. E' quindi necessario, all'atto del-
l'acquisto del componente, chiedere al rivendi-
tore l'esatta disposizione cli tre elettrodi: source
- drain - gate.

COMPONENTI
C7 = 5 F- 12 VI. (elettrolitico)
R4 = 2,2 megaohm
R5 = 3.300 ohm
Fig. 4 - L'ascolto del ricevitore per onde medie può R6 = 220.000 ohm
essere ottenuto anche in altoparlante, purché si ag-
giunga al circuito originale un secondo stadio ampli- TR2 = BC109
ficatore di bassa frequenza, realizzando il circuito qui TR3 = AC127
presentato. T1 = trasf. d'uscita (vedi testo)

836
LE NOSTRE ANT.
CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
fedeltà e per un nuovo ed emozionante
incontro con il mondo della musica ste-
reofonica.
c1
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalità elevata con un
perfetto adattamento anatomico.

CUFFIA STEREO
MOD. LC25
L. 5.500 L1
CARAITERI STICHE:
Impedenza: 8 ohm
Gamma di freq.: 18 -
15.000 Hz
Peso: 320 grammi

CUFFIA STEREO
MOD. DH08
L. 18.500
CARATTERISTICHE:
Impedenza: 8 ohm
Sensibilità: 110 dB
a ,1.000 Hz
Gamma di freq.:
20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi
Fig. 5 - La bobina di sintonia può essere costruita
La cuffia è provvista con i dati riportati nel testo. Chi volesse evitare que-
di regolatore di sto tipo di lavoro potrà servirsi di una bobina di tipo
livello a. manopola commerciale adatta per l'ascolto delle onde medie,
del tweeter. dotata di due avvolgimenti separati oppure, come in-
dicato in questo disegno, di un solo avvolgimento con
Adattatore "T presa intermedia. Il collegamento con la discesa d'an-
tenna dovrà essere realizzato nel modo indicato nel
per cuffie stereo disegno.
Mod. JB-11D
L. 3.500
Questo piccolo ap-
parecchio consente
il collegamento di
In figura 6 abbiamo presentato il disegno delle
una o due cuffie ste- tre diverse possibili disposizioni degli elettrodi del
reo con tutti i com- transistor FET di tipo 2N3819.
plessi stereofonici. Per quanto riguarda il transistor amplificatore di
La commutazione al-
topa ria n te - cuffia è
bassa frequenza TR2, ricordiamo che, oltre al
immediata, senza al- BC 109 prescritto nell'elenco componenti, si po-
cun intervento ·sui tranno adottare i seguenti tipi di transistor:
collegamenti. BC107 - BC108 - BC147 - BC148 - BC149 -
BC207-- BC208 - BC209.

837
o ·%

VARIATOR
s
O G

fil ELETTRONICI
DI LUMINOSITN'
s Con questi piccoli apparati elettronici, pi-
lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-
cere, la luminosità di un lampadario, di
una lampada da tavolo o da notte. Favo-
·» riscono il risparmio, non dissipano corren-

n
te inutilmente, moltiplicano le prestazioni
delle vostre lampade e valorizzano i vostri
~ lampadari.
G

«@» "
Mod. vel 300/v/e
Sostituisce gli interruttori su cavo, è completo dì
Fig. 6 - Il transistor FET di tipo 2N3819 può presen- manopola, Interruttore separato, spina, metri 1,5
tare tre diverse disposizioni dagli elettrodi di source - più metri 1 di cavo, Regola una sola luce (300 W
drain - gate. In questo disegno sono riportate le due - 220 V).
configurazioni esterne possibili del componente e le Prezzo L. 6.400
diverse disposizioni degli elettrodi.

od. vel 300/p


E' dotato di inter-
Per quanto riguarda il transistor TR3, in sosti- ruttore a scatto su I-
la manopola di re-
tuzione del transistor al germanio AC127, si po- golazione. E' com-
trà usare un transistor al silicio di tipo 2N1711 pleto di presa in-
- BC301 - BC302, oppure qualsiasi altro tipo di corporata, metri 1,5
di cavo e spina che
transistor di media potenza, tenendo presente permettono l'allac-
che in caso di cattivo funzionamento del rice- ciamento immediato
alle spine di qual-
vitore, occorrerà intervenire sul valore della re- siasi lampada o lu-
sistenza R6, aumentandolo o diminuendolo. me (300 W - 220
V).
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adatto per lampada-
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dover risolvere problemi di reperibilità di ma-
teriali o di arrangiamenti talvolta impossibili.
RELE
TEMPORIZZATO

Ricorrendo ad una valvola elettroni-


ca e a pochi componenti di recupero,
è possibile costruire un utile e per-
fetto relé temporizzato, che potrà
servire, ad esempio, per realizzare
un antifurto.

840
a chiusura di un interruttore presume sem- Tutti sanno che, quando si accende un televi-
pre l'immediata entrata in funzione di un sore o un apparecchio radio a valvole, il fun-
dispositivo elettrico. zionamento di questo non è mai immediato,
Quando si preme il pulsante dell'ascensore, dato che le valvole elettroniche, per raggiun-
questo si mette subito in movimento. Quando gere un perfetto grado di funzionamento, ne-
si preme il tasto della lavatrice, questa entra cessitano di un periodo iniziale di riscaldamen-
subito in funzione. Quando si gira la chiavet- to, attuato tramite un filamento contenuto al-
ta dell'auto, il motorino d'avviamento entra l'interno di ogni_ valvola. Dunque, il funzio-
subito in rotazione. namento delle valvole viene raggiunto in mo-
Eppure talvolta risulterebbe molto utile un av- do graduale.
viamento delle apparecchiature elettriche dif- Analizziamo il circuito del relé temporizzato
ferito nel tempo rispetto all'azione di coman- riportato in figura 1.
do. E' questo, ad esempio, il caso degli an- Come si può notare, nel progetto è inserito un
tifurti, dove è essenziale che il dispositivo per- autotrasformatore (T1) di tipo molto comune,
metta all'operatore di uscire dai locali posti molto spesso montato sui ricevitori a valvole di
sotto controllo prima che l'antifurto sia in gra- un tempo e di cui i nostri lettori saranno cer-
do di assolvere le proprie funzioni. Gli esem- tamente in possesso.
pi potrebbero moltiplicarsi, ma il lettore avrà L'autotrasformatore Tl non è un componente
certamente capito la necessità e l'utilità del cir- critico e potrà essere sostituito con modelli di-
cuito temporizzatore. versi da quello da noi prescritto.
La lampada-spia LP provvede a segnalare la
chiusura del doppio interruttore S1 e lo stato
PREFERENZA ALLE VALVOLE di funzionamento del dispositivo di temporizza-
zione. '
Le concezioni circuitali e i componenti elet- La parte elettronica vera e propria del proget-
tronici che si possono utilizzare per costruire un to di figura 1 è rappresentata dalla valvola V1,
relé temporizzato sono veramente -molteplici. ed esplica le funzioni di diodo raddrizzatore.
E la tecnica attuale si risolverebbe, senza dub-
L'anodo della valvola è collegato con il ter-
bio alcuno, verso soluzioni transistorizzate, o, ad-
minale a 120 V dell'autotrasformatore Tl,
dirittura, verso le più moderne concezioni cir-
mentre il catodo fa capo alla resistenza di ca-
cuitali con gli integrati, ricorrendo all'alimen-
duta R2 e all'avvolgimento del relé RL.
tazione autonoma e poco ingombrante derivata
dalle pile. L'ando di Vl corrisponde al piedino 9 dello zoc-
colo, il catodo corrisponde al piedino 3.
Noi, al contrario, abbiamo voluto ancora una
volta avvicinarci alle valvole elettroniche, cioè Il filamento della valvola, che fa capo ai pie-
a quei componenti, da molti ritenuti supe- dini 4-5, è collegato, tramite un dispositivo po-
rati, che i nostri lettori principianti posseg- tenziometrico di regolazione della corrente alter-
gono in grande quantità, ancora . in perfetta nata, alle prese 160 V e 220 V dell'autotrasfor-
efficienza, per averli recuperati da apparecchia- matore. Dunque, la tensione di alimentazione
ture radioelettriche fuori uso. di filamento è di 60 V (220- 160 = 60 V).
Il nostro progetto, dunque, vuol essere un esem- Quando si chiude l'interruttore Sl, il filamento
pio di come si possa realizzare un apparato di della valvola comincia ad emettere calore, cioè
grande utilità e perfettamente funzionante ser- comincia a riscaldare il catodo.
vendosi esclusivamente di componenti elettro- Finché la temperatura si mantiene bassa, la val-
nici di recupero e, quindi, di coso pressocché vola permette la circolazione di una corrente de-
nullo. bole, che non provoca l'eccitazione del relé. Man
mano che scorre il tempo, il catodo si riscalda
sempre più, emettendo una quantità di elettroni
LO SCHEMA DI PRINCIPIO sempre più numerosa. E questa quantità di elet-
troni riflette l'intensità di corrente che scorre
La maggior parte dei relé ritardati utilizzano, internamente ed esternamente alla valvola. Ad
quale principio per la temporizzazione, la ca- un certo momento il livello è tale da eccitare il
rica o la scarica di un condensatore elettroliti- relé RL.
co di una certa capacità (generalmente note- In parallelo al relé risulta inserito il condensato-
vole per ottenere tempi sufficientemente lun- re elettrolitico C 1, che ha lo scopo di livellare
ghi). Nel nostro dispositivo, invece, si sfrutta- la corrente pulsante uscente dal catodo della
no le proprietà di emissione dei tubi termoio- valvola V.I, ·evitando vibrazioni rneccaniche del
nIc1. componente.

841
0V

LP 9

Tl Il Il C::: ~

B
pr
.v,

.I:
A

R1 Il Il R2 Il el L ,
RETE
220V s1 Il u Il Il gr
#i

COMPONENTI
Ct = 50 F - 150 VI. (elettrolitico)
Rt = 500 ohm - 10 W (vedi testo)
R2 = 120 ohm - 1 W Fig. 1 - Progetto del relé temporizzato. La resistenza
variabile R1 permette di regolare la corrente di accen-
T1 = autotrasformatore (20 W) sione del filamento della valvola VI e, conseguente-
Vt = UY82 mente, il tempo di carica del condensatore elettroli-
LP = lampada-spia (6 V- 150 mA) tlco Cl. ll relé scatta quando la tensione sui terminali
RL = relé ( t 1 O V - alta resistenza) di Cl raggiunge un certo livello.

Per poter regolare a piacere, entro certi limiti, nata che scorre attraverso il filamento della val-
il ritardo di entrata in funzione del relé, è ne- vola V1. Il potenziometro Rl, quindi, regola la
cessario controllare la temperatura del filamento. temperatura del catodo.
E poiché il calore viene prodotto dalla corrente La corrente massima, che pu5 fluire attraverso
che attraversa il filamento, così come avviene il filamento della valvola V1, è di 0,1 A.
nelle lampadine ad incandescenza, è sufficiente Si tratta di una corrente di valore inferiore a
regolare la corrente per controllare l'energia ter- quella che scorre attraverso i filamenti di altre
mica dal catodo, così come avviene in una stufa valvole. Ma. il valore di 0,1 A è pur sempre
a gas dove, l'entità della fiamma e, quindi, del elevato e per controllarlo opportunamente oc-
calore, viene regolata controllando la quantità correrebbe adottare, per R1, un potenziometro
di gas che la alimenta. da 500 ohm - 10 W. Un tale componente, tut-
tavia, non è facilmente reperibile. Lo si potreb-
be trovare soltanto in qualche mercato surplus
UN COMPONENTE CRITICO ma il suo prezzo, comunque, risulterebbe sempre
elevato.
Alla resistenza variabile R1 è affidato il compito Consigliamo quindi di inserire, in sostituzione di
di controllare e di far variare la corrente alter- un solo potenziometro, una catena di 11 resi-

842
V1

A TELAIO
ISOLATO
B
RETE
220V
e

Fig. 2 - Se si fa uso di un autotrasformatore, il telaio deve essere isolato dal con-


tenitore metallico, onde evitare la presenza della tensione dì rete sulle parti esterne
dell'apparato. Se T1 è un trasformatore, l'isolamento non è più necessario.

stenze da 4 7 ohm - l W, collegate in serie ed in- resistenza medio-alta; la valvola VI può ero-
serite a piacere nel circuito tramite un commu- gare una corrente di 180 mA circa, ma la cor-
tatore a 12 posizioni - 1 via. Ma è anche possi- rente che attraversa il relé deve risultare molto
bile risparmiare l'acquisto del commutatore mul- al di sotto di tale limite.
tiplo, servendosi di un commutatore a filo costi- Si potrebbe pure utilizzare un relé a 220 V, col-
tuito da una spina volante e da 12 boccole colle- legando la placca della valvola Vl con la presa
gate con le 11 resistenze, così come indicato in a 6 V anziché con quella a 120 V. Ma si po-
figura 4. trebbe anche utilizzare un relé con tensioni più
basse, per esempio a 50 V circa, effettuando il
collegamento con la presa a 160 V.
IL RELE' Nel caso in cui non si riuscisse ad ottenere un
perfetto accoppiamento tra relé e presa di ten-
Il tipo di relé, che si deve montare nel circuito, sione sull'autotrasformatore, occorrerà utilizzare
deve essere scelto in base a criteri di utilità, re- una tensione sufficientemente elevata per far
lativamente alle condizioni di impiego del tem- scattare il relé, inserendo una resistenza di cadu-
porizzatore. ta aggiuntiva R2 in modo da non distruggere la
Il relé comunque deve essere in grado di soppor- resistenza stessa a causa dell'eccessiva intensità
tare la massima corrente richiesta dal carico e di corrente. Il valore della resistenza aggiuntiva
deve adattarsi alle caratteristiche del circuito di dovrà essere individuato sperimentalmente, te-
eccitazione in cui è inserito. nendo conto delle caratteristiche elettriche del
Con i valori da noi attribuiti ai componenti elet- relé e del valore di tensione a cui è collegata la
tronici, il relé più adatto è quello da 110 V con placca della valvola V1.

843
A

COMMUTATORE
11 RESISTENZE 1VI 12 POSIZ
DA 47 n 1W
COLLEG. IN SERIE B

VALVOLA E TRASFORMATORE Fig. 3 - La resistenza variabile R1, che permette di


controllare il funzionamento del temporizzatore, deve
avere il valore di 500 ohm - 10 W (resistenza a filo).
L'autotrasformatore T1 può essere sostituito con Se tale reostato non fosse reperibile in commercio,
un trasformatore dotato di avvolgimento prima- il lettore potrà collegare 11 resistenze da 47 ohm -
rio e avvolgimento secondario separati tra loro. 1 W, in serie fra di loro, inseribili nel circuito tramite
Il trasformatore viene a costare di più dell'auto- un commutatore ad 1 via- 12 posizioni, così come
indicato nel disegno.
trasformatore, ma esso garantisce un perfetto
isolamento del relé temporizzato dalla tensione
di rete.
La tensione 0-6 non è essenziale. Se questo va-
lore non esiste nell'autotrasformatore o nel tra-
sformatore, si può usufruire di una tensione di- UY42). Potranno essere utilizzati anche triodi
versa, per esempio a 12 V, utilizzando una lam- collegati a diodo, cioè- collegando assieme griglia
pada-spia LP adatta per tale valore. Se anche controllo e anodo, purché le caratteristiche di ac-
questo valore di tensione non fosse presente in censione siano quelle ora citate.
TI, si potrà sempre collegare una lampada-spia
al neon fra i terminali estremi 0-220 V, risol-
vendo ugualmente il problema della presa in- REALIZZAZIONE
termedia.
La valvola Vl è di tipo UY82, ma è sempre Il montaggio del progetto del relé temporizzato
possibile sostituirla con altri tipi di valvole, an- è particolarmente semplice e si addice anche a
che con quelli che richiedono una corrente di coloro che non dispongono ancora di notevole
accensione di 0,1 A e una tensione di accensio- esperienza.
ne di 30-50 V. Potranno andar bene, ad esem- In figura 2 è rappresentato il piano di montag-
pio, i diodi della serie U (UY82-UY86-UY41- gio generale dell'apparato. Sono necessari un te-

844
SENSO
ORARIO

11 RESISTENZE
DA 7 n 1W
COLLEG. IN SERIE
Fig. 6 - Questo è lo zoccolo della valvola UY82. La
B
successione dei piedini riflette li verso delle lancette
dello orologio. I piedini utilizzabili, cioè quelli rela-
tivi agli elettrodi della valvola, sono contrassegnati
con i numeri più grandi.

!aio metallico e un contenitore. Utilizzando lau-


totrasformatore, il telaio deve essere isolato dal
contenitore per evitare che, toccandolo, si pos-
sa prendere la scossa.
Nell'effettuare i collegamenti allo zoccolo del-
la valvola, occorre tener presente la disposizione
dei piedini deducendola dal disegno di figura 6;
l'ordine di successione dei piedini è quello delle
lancette dell'orologio, cioè il senso orario. Lo
zoccolo è dotato di 9 piedini, ma soltanto 4 di
Fig. 4 - Volendo eliminare il commutatore multiplo,
il lettore potrà comporre la catena di resistenze ripor- questi corrispondono agli elettrodi della valvola,
tata in figura, servendosi di 12 boccole e di uno spi- tenendo conto che i piedini inutilizzati non pos-
notto volante. sono servire come ancoraggi del circuito, perché
risultano internamente collegati.
Il condensatore elettrolitico Cl è di tipo a vi-
tone e può essere dotato di due elettrodi o di un
solo elettrodo; in quest'ultimo caso l'unico elet-
trodo rappresenta il terminale positivo, mentre
l'involucro esterno metallico costituisce l'elettro-
POCHI MOLTI do negativo.
ELETTRONI ELETTRONI
I I
Fig. 5 - Con questo disegno vogliamo interpretare il
concetto di conduttività della valvola in relazione alla
temperatura assunta dal catodo. Se la tensione, ap-
plicata al filamento, è bassa, pochi elettroni fuoriesco-
TENSIONE TENSIONE no dal catodo e l'intensità di corrente nella valvola è
BASSA NORMALE minima. Se la tensione di accensione è elevata, il ca-
todo raggiunge la temperatura di massima emissione
di elettroni, determinando una corrente di notevole
intensità.

845
DIODI
IN
RADIO

el precedente fascicolo della rivista abbia- SEMPLICE CIRCUITO DI SQUELCH


mo argomentato sugli. usi più comuni dei
diodi allo stato solido, più precisamente dei In figura 1 è rappresentato il progetto di un
diodi al silicio e al germanio. Ci siamo occupati semplice circuito di squelch. Il principio sul
dei circuiti raddrizzatori e di quelli di alimenta- quale si basa il suo funzionamento è quello di
zone. variare la soglia di conduzione del diodo al ger-
In questa seconda puntata tratteremo una parte manio D1. Il potenziometro R3, infatti, permette
degli impieghi più vari dei diodi; tratteremo in- di variare la polarizzazione inversa· del diodo, in
fatti i circuiti rivelatori audio dei. radioricevitori modo che questo possa entrare in conduzione
e i circuiti limitatori di disturbi, con alcuni cenni e rivelare i segnali, soltanto se questi posseg-
all'uso dei diodi nel settore della trasmissione. gono un'ampiezza tale da superare lo stato di
interdizione del diodo. Al contrario, se il se-
gnale non è sufficientemente intenso, esso non
LO SQUELCH riesce a sbloccare il diodo e il ricevitore radio,
il cui volume è regolato dal potenziometro RI,
E cominciamo con. l'analisi di un dispositivo rimane muto.
molto noto ai radioamatori e praticamente caro Ricordiamo ancora che il circuito di figura 1
ai cultori della banda cittadina : lo squelch. rappresenta uno dei tipi più semplici di squelch.
Questo dispositivo è in grado di bloccare le ra- Con l'uso di transistor è possibile ottenere ana-
dioricezioni quando non sono presenti i segnali loghi risultati, anche se talvolta è da preferirsi
radio, oppure quando questi sono molto deboli. il circuito a diodo, con il grande vantaggio del-
Questo circuito, dunque, evita la riproduzione la semplicità circuitale e dell'economia.
continua, attraverso l'altoparlante, della sola ri-
cezione dei disturbi radioelettrici quando non è
in atto una trasmissione radiofonica. E l'azione PROTEZIONE DEI TRANSISTOR D'ENTRATA
dello squelch è così decisa che il ricevitore sem-
bra spento, mentre in presenza di un segnale Vogliamo ora introdurre un circuito di efficace
sufficientemente intenso esso riprende a funzio- protezione del transistor di entrata di un ricevi-
nare perfettamente, come se nessun dispositivo tore radio, cioè del transistor che lavora in alta
silenziatore fosse inserito nel circuito. frequenza.
Proprio per questa sua virtù, lo squelch, viene Quando il ricevitore a transistor è collegato ad
montato sulle autovetture dei servizi di polizia un'antenna esterna, questa, soprattutto durante
e sui taxi. le giornate di vento o temporalesche, si carica

846
RICEZIONE

di energia elettrica, comunemente chiamata ener- gnali forti, il circuito amplifichi poco, mentre
gia statica, e provoca scariche di ampiezza tale in presenza di segnali deboli l'amplificazione ri-
da danneggiare. irreparabilmente la giunzione sulti massima. In questo modo si riesce- ad otte-
base-emittore del primo transistor amplificatore nere una uniformità di amplificazione dei segnali
montato a valle dell'antenna (figura 2). radio, quando questi aumentano o diminuiscono
Per scongiurare l'inconveniente delle scariche, di intensità, oppure quando si passa da una
occorre inserire, in parallelo al circuito oscil- emittente ad un'altra di diversa potenza, sen-
lante d'entrata, due diodi al silicio collegati in za essere costretti ad agire continuamente sul
antiparallelo, in modo che, in presenza dei nor- comando di volume del ricevitore. Su tale prin-
mali segnali radio, che sono sempre assai deboli, cipio si basa il funzionamento del circuito ripor-
dato che la loro tensione si aggira intorno alle tato in figura 3.
poche unità di microvolt, i diodi stessi non en- La tensione raddrizzata dal diodo D 1 è presente
trino in conduzione ed il circuito si comporti co- sui terminali del condensatore G2; questa ten-
me se questi non esistessero. In presenza di sca- sione agisce sulle resistenze di polarizzazione R1-
riche elettrostatiche pericolose, invece, oppure in R2 del transistor TR, facendo variare il punto
presenza di ritorni di alta frequenza nei ricetra- di lavoro del transistor e, conseguentemente, il
smettitori, quando il livello energetico del segna- suo guadagno: in ciò consiste l'effetto di con-
le supera lo 0,6 V, i diodi entrano in conduzio- trollo automatico del guadagno presente in tutti
ne, cortocircuitando praticamente l'entrata del i ricevitori radio.
ricevitore ed impedendo ogni danno al transi-
stor TR.
DIODO VARICAP

CIRCUITO CAG Nei circuiti a modulazione di frequenza, di tipo


moderno, accanto ai normali diodi per la rivela-
Il CAG, cioè il controllo automatico di guada- zione, viene utilizzato uno speciale diodo, deno-
gno, presente nei ricevitori radio, si serve del minato diodo varicap, del quale viene sfruttata
diodo rivelatore audio. soprattutto la proprietà di comportarsi in manie-
Esaminiamo il funzionamento di questo circuito ra simile a quella di un condensatore variabile.
facendo riferimento alla figura 3. In pratica si E per rimanere in tema di analogia diciamo
tratta di variare la polarizzazione di uno o più che il condensatore variabile è· comandato da un
transistor amplificatori di media frequenza, auto- perno meccanico, mentre. il diodo varicap è co-
maticamente, in modo che, in presenza di se- mandato da una tensione. Questo comportamen-

847
) 5ov
MF

I R2

c1

L _
-' R1 R3

D1

BF

Fig. 1 - Circuito di squelch di tipo molto semplice ma adatto a far tacitare la radio
quando non sono presentì segnali radiofonici. Componenti: C1 = 180 pF; RI = 1
megaohm; R2 = 1 megaohm; R3 = 100.000 ohm; D1 =
diodo al germanio.

to del diodo varicap si manifesta quando esso lelo al circuito capacitivo-induttivo dell'oscilla-
viene polarizzato inversamente, cioè nel senso del- tore locale, in modo da influenzare con la pro-
la non conduzione. pria capacità la frequenza generata.
Con il diodo varicap si possono realizzare cir- Quando una emittente tende a... sfuggire, si
cuiti molto semplici per il controllo automatico genera una variazione della tensione di CAF,
delJa frequenza. Questi circuiti sono necessari, prodotta da una attenuazione del segnale rive-
nei ricevitori radio, per evitare che una emitten- lato. Tale variazione di tensione agisce sul diodo
te, una volta sintonizzata, possa sfuggire, co- D1 che, variando la propria capacità, ripristina
stringendo l'operatore ad un continuo controllo le condizioni di miglior ascolto.
manuale della sintonia. • Con il diodo varicap è anche possibile sostituire
interamente il condensatore variabile di molti
In figura 4 presentiamo un circuito nel quale circuiti accordati. Con questa sostituzione la sin-
è possibile vedere come con l'aiuto di un diodo tonizzazione del circuito avviene tramite un po-
varicap si possa realizzare un circuito CAF (Con- tenziometro, cioè tramite un componente più
trollo automatico di frequenza). economico, di minor ingombro· che non neces-
Anche in questo circuito, così come avviene per sita di alcuna schermatura. Il circuito rappresen-
il CAG, è necessario disporre di una tensione tato in figura 5 propone un esempio di controllo
continua, proporzionale alla intensità del se- di sintonia tramite un potenziometro e un dio-
gnale. Il diodo varicap D 1 è collegato in parai- do varicap.

848
CIRCUITI DI TRASMISSIONE

L'impiego dei diodi si estende al di là della so-


la ricezione radio. E' infatti possibile utilizzarli
anche in alcuni circuiti di trasmissione, con i
compiti più disparati.
Presenteremo ora alcuni esempi indicativi, che
potranno fornire un'idea chiara sulle possibili
TR applicazioni dei diodi nei circuiti di trasmissione.
Il circuito rappresentato in figura 6 vuol dimo-
strare come sia possibile modulare in frequenza
un oscillatore tramite un diodo varicap. Il fun-
zionamento di tale circuito è facilmente intuibile,
perché esso non si scosta di molto da quello già
ricordato per i circuiti di radioricezione.
Il segnale di bassa frequenza viene applicato al
diodo D1 attraverso l'impedenza J, la quale
blocca l'alta frequenza. Il diodo varicap D1 va-
ria la propria capacità in sincronismo con il se-
gnale di bassa frequenza. L'oscillazione prodotta
possiede quindi le caratteristiche della modula-
zione di frequenza, dato che la frequenza varia
Fig. 2 - Questo circuito permette di evitare il dan- in continuazione a causa della variazione di ca-
neggiamento della giunzione base-emittore del primo pacità del diodo varicap Dl.
transistor amplificatore, montato a valle del circuito di
entrata, quando sull'antenna si stabiliscono cariche
elettriche provocate dalle condizioni atmosferiche per-
turbate. CIRCUITO COMPRESSORE

Un altro tipo di circuito, facente impiego di dio-


di e cli utile applicazione pratica soprattutto nei

MF 2
7 b
,- - - - MF3
- -

BF

R2
I
. -
R1
O) vcc

Fig. 3 - Circuito di controllo automatico di guadagno presente nei ricevitori radio.


Componenti: C1 = 47.000 pF; C2 4.700 pF; R1 = 10.000 ohm; R2 = 100.000
ohm; R3 = 10.000 ohm.

849
TENS. DI CAE
I FASCICOLI
ARRETRATI
DI

Fig. 4 - Controllo di frequenza tramite diodo varicap


(D1). Questo diodo si comporta in maniera simile a sono le « perle » di una prezio-
quella di un condensatore variabile pilotato tramite
una tensione. sa collana tecnico-pratica, che
porta in casa vostra il piacere
e il fascino di una disciplina mo-
derna, proiettata nel futuro, che
interessa tutti: lavoratori e stu-
denti, professionisti e .studiosi,
giovani e meno giovani.

ICHIEDETECELI

L
TR

PRI
IA CHE
s ES URISC

inviando, per ogni fascicolo,


l'importo di L. 500, a mezzo va-
glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
Fig. 5 - Circuito di controllo di un oscillatore o di un zando le vostre richieste a:
amplificatore per mezzo di un diodo varicap (D1). In
questo circuito il condensatore variabile è completa- ELETTRONICA PRATICA
mente assente e in sostituzione di esso è presente 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
un potenziometro, che è un componente più economico
e di minor ingombro.

850
Jl Cl

BF o I• I o

R1

3v

Fig. 6 - Circuito modulatore di frequenza di un oscillatore tramite diodo varicap (D1 ).


Il funzionamento di questo circuito non si scosta di molto da quello menzionato per
i circuiti di radioricezione. Componenti: Rt =
1 megaohm; CI = 4,7 pF.

01

ENTR. BF R2

< 3
.a,Il±
L Ly
02

4
2

Fig. 7 - Esempio di circuito di compressore audio di Fig. 8 - Circuito modulatore equilibrato a due diodi.
utile applicazione pratica soprattutto nei trasmettitori Questo circuito è utilizzato per la generazione· di se-
a modulazione di ampiezza. Componenti: Ct = 2 uF; gnali in. SSB. I due diodi D1-D2 debbono essere il più
C2 = 2 F; RI = 15.000 ohm; R2 = 470.000 ohm; possibile uguali fra loro, in modo da evitare la produ-
R3 = 1.200 ohm; R4 = 47.000 ohm. zione di armoniche o segnali indesiderati. Componen-
ti: RI = 1.000 ohm; Ct = 4.700 pF.

851
L1-L2
C4
BF

c1 c2

Fig. 9 - Circuito modulatore equilibrato a 4 diodi dotato di due entrate: una per
l'onda portante ad alta frequenza, l'altra per il segnale di bassa frequenza che, me-
scolandosi con la portante, genera il segnale in SSB. Componenti: C1 = 10.000 pF;
C2 = 10.000 pF; C3 = 3-30 pF (variabile); CA = 10 pF; C5 = 10.000 pF; R1 = 500
ohm; J1 = 2,5 mH. •

trasmettitori a modulazione di ampiezza, è quel- cuiti a diodi utilizzati per la generazione di se-
lo del compressore audio riportato in figura 7. gnali in SSB o per la loro rivelazione.
Questo circuito, che si rivela molto utile nell'e- I due circuiti sono rappresentativi di altrettanti
vitare le sovrammodulazioni del trasmettitore, modulatori bilanciati, impieganti rispettivamente
presenta una tensione di uscita di 5 mV per se- 2 e 4 diodi. Tali diodi, soprattutto quelli del cir-
gnali di ingresso variabili tra 0,2 e 6 V. cuito di figura 9, nel quale non è previsto il po-
Il funzionamento del circuito riportato in figu- tenziometro di bilanciamento, debbono essere
ra 7 è il seguente. Il segnale di entrata viene il più possibile uguali fra loro, in modo da evita-
inviato, tramite il condensatore Cl al diodo D1, re la produzione di armoniche o segnali indesi-
che raddrizza la semionda negativa e carica con- derati.
seguentemente il condensatore C2. La tensione
In entrambi i circuiti sono previste due entrate :
del condensatore C2 viene applicata, attraverso
una per l'onda ad alta frequenza, l'altra per il
la resistenza R4, al diodo D2, che conduce più
segnale di bassa frequenza che, mescolandosi con
o meno a seconda del valore della tensione pre-
la portante, genera il segnale in SSB.
sente sui terminali di C2; la conduzione del dio-
do D2 viene quindi determinata dall'intensità Terminiamo qui questa breve panoramica su-
del segnale. gli impieghi più comuni dei diodi nei circuiti
Quando il segnale diviene particolarmente in- radio ricordando che, con la loro presentazione,
tenso, il diodo D2 entra in conduzione cortocir- ci siamo proposti di porre le basi per una possi-
cuitando l'uscita e impedendo la saturazione del bile sperimentazione sui reali circuiti dei radio-
trasmettitore; al contrario, in presenza di segna- ricevitorie trasmettitori in possesso dei nostri
li deboli, il diodo D2 non agisce ed il segnale lettori. Ovviamente, per ogni tipo di applicazione
raggiunge, attraverso la resistenza R2, gli stadi pratica, occorrerà tener presente le caratteristi-
finali del modulatore. che specifiche dell'apparato, applicando eventua-
li miglioramenti ed evitando che essi vengano
a... conflitto con i circuiti preesistenti. In parti-
CIRCUITI MODULATORI colare occorrerà far bene attenzione alle polarità
dell'alimentazione, invertendo, se necessario, la
I due circuiti rappresentati nelle figure 8-9 as- connessione dei diodi presentati nei vari circui-
sumono un carattere informativo. Si tratta di cir- ti per adattarli al caso specifico.

852
BIGA MA RICEVITORE PER OM - CB
IN SCATOLA DI MONTAGGIO A L. 5. 700
Con questo ricevitore, da noi ap-
prontato in scatola di montaggio, po-
trete ascoltare la normale gamma
delle onde medie e quella compresa
fra i 23 e i 31 MHz, dove lavorano i
CB e i radioamatori.

La scatola di montaggio costa L.


5.700. Le richieste debbono essere
fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n.
3/26482 intestato a: ELETTRONICA
PRATICA - 20125 MILANO - Via
Zuretti, 52 (nel prezzo sono compre-
se anche le spese di spedizione).

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con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
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CARATTERISTICHE
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 V - 22 V
Corrente massima alla minima tensione: 1,1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV per
1 V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correnti inverse.

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gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
fessionisti.
ll kit è comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realizzazione dell'alimentatore riprodotto nel-
la foto. Per richiederlo basta inviare l'importo di L. 15.500 a mezzo vaglia, assegno circolare o e.e.
p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo so-
no comprese anche le spese di spedizione).

853
INDICATORI
DI SINTONIA-
E DI LIVELLO
BF

Vi presentiamo due utili circuiti' di


Il apparati in grado di segnalare l'in-
tensità del segnale ricevuto e la pre-
cisione di sintonia in un ricevitore
radio. Il primo· si adatta agli apparati
a valvole, il secondo a quelli transi-
storizzati.

854
ei ricevitori professionali e in quelli per no realizzati e come funzionano gli indicatori di
radioamatori l'indicazione della sintonia, sintonia, dato che mai prima d'ora era stato da
cioè la segnalazione visiva del segnale ri- noi trattato questo argomento.
cevuto e della sua intensità, viene ottenuta tra-
mite particolari strumenti chiamati « S-Meter ».
Nei comuni ricevitori radio e in quelli amato- COME E' FATTO E COME FUNZIONA
riali, di prezzo contenuto, tale strumento non è L'OCCHIO MAGICO
generalm ente presente e ciò implica una certa
difficoltà nel sintonizzarsi esattamente su una e- L'espressione « occhio magico » ha un sapore
mittente. Senza questo strumento, poi, è assai principalmente pubblicitario, destinato ad im-
difficile rendersi conto dell'intensità del segnale pressionare favorevolmente gli acquirenti di ap-
ricevuto, dato che l'azione del controllo automa- parecchiature radioelettriche. In pratica l'occhio
tico di guadagno tende. a livellare il volume <li magico è una valvola termoionica, nella quale è
ascolto di tutte le emittenti, siano esse di pic- presente un catodo a riscaldamento indiretto,
cola o grande potenza. che viene riscaldato da un filamento separato
dal catodo stesso che rappresenta la sorgente
di elettroni.
DUE TIPI DI STRUMENTI Gli elettroni vengono attratti ed accelerati da
un anodo, cioè da una placca, mantenuta a ten-
Ma la mancanza di uno strumento indicatore di sione positiva e ricoperta di materiale fluore-
sintonia non costituisce un grave inconveniente, scente.
perché è sempre possibile, con modica spesa, rea- Quando gli elettroni colpiscono la placca, ecci-
lizzare, anche separatamente dal ricevitore stes- tano il materiale fluorescente, che manifesta la
so, uno strumento in grado di... tenere il passo propria luminosità. Le variazioni della superficie
con quelli montati di serie nei più costosi rice- illuminata e della sua forma sono ottenute per
vitori. mezzo di un terzo elettrodo, sistemato fra catodo
Vogliamo dunque proporvi due diverse soluzio- e anodo, che può essere paragonato alla griglia
ni. La prima di queste è adatta per i ricevitori di un triodo o, meglio, al sistema di focalizza-
a valvole; la seconda è adatta per i ricevitori zione di un tubo a raggi catodici.
transistorizzati. All'interno della valvola stessa è quasi sempre
I principali componenti, utilizzati in funzione presente un triodo amplificatore, la cui placca è
di indicatori nei nostri progetti, sono l'occhio internamente connessa con l'elettrodo di control-
magico e un comune strumento indicatore di lo dell'indicatore vero e proprio. In questo modo
costruzione giapponese. si riesce ad aumentare notevolmente la sensibi-
lità dell'indicatore, così che è possibile collegarlo
in molti circuiti di misura senza ulteriori ampli-
L'OCCHIO MAGICO ficazioni.
Le forme, che può assumere la luminescenza del-
L'occhio magico, che è una valvola elettronica, è l'occhio magico, variano da modello a modello.
caduto in disuso già da molto tempo. Esso è stato In taluni occhi magici la luminescenza assu-
abbondantemente utilizzato, in passato, sia come me la forma di settori circolari. In altri modelli
elemento indicatore di sintonia, sia come valvo- compaiono dei segmenti lineari e, addirittura,
la indicatrice di livello di registrazione nei ma- dei punti esclamativi. Normalmente, in assenza
gnetofoni. Sappiamo per esperienza che molti di segnale applicato all'occhio magico, nei mo-
nostri appassionati lettori si dedicano allo ... sman- delli a settore circolare e a punto esclamativo,
tellamento di vecchi apparecchi radio fuori uso, la luminescenza è massima, mentre essa si restrin-
dai quali recuperano gran parte dei materiali ge progressivamente con l'aumentare del segnale.
necessari per realizzare una parte degli esperi- Per i tipi a segmenti lineari, invece, si verifica
menti proposti da Elettronica Pratica. Riteniamo il fenomeno inverso.
dunque che molti nostri lettori siano anche in
possesso di una valvola indicatrice di sintonia,
che potrà essere utilmente impiegata per la rea- ESAMINIAMO DUE TIPI DI CIRCUITI
lizzazione di uno dei progetti presentati nel pro-
sieguo di questo articolo. Passiamo ora all'esame dei circuiti elettrici rap-
Prima di passare alla descrizione dei circuiti in- presentati nelle figure 2-3.
dicatori di sintonia e di livello di bassa frequen- Entrambi questi dispositivi' servono per l'indica-
za vogliamo brevemente ricordare come vengo- zione di sintonia nei ricevitori radio e per l'indi-

855
SEZIONE SEZIONE del dispositivo, si potranno eliminare le resisten-
INDICATORE ze R1-R2; con tale omissione la sensibilità ri-
AMPLIF. BF
sulterà quasi il. doppio di quella originale.

PLACCA •
FOSFORESCENTE CIRCUITO CON STRUMENTO

Analoghi risultati possono essere ottenuti con il


circuito di figura 3, nel quale si fa uso di un
semplice strumento (voltmetro), le cui indica-
ELETTRODO zioni risultano proporzionali al segnale di en-
GRIGLIA DI CONTROLLO trata.
5 Lo schema è assai simile a quello di figura 2,
anche se a causa - delle minori impedenze in
gioco, variano i valori dei componenti.
7 Il circuito rappresentato in figura 3 potrà risul-
tare molto utile sia nel settore della bassa fre-
CATODO FILAMENTO. quenza sia in quello dell'alta frequenza. Ma esso
potrà servire anche come indicatore di sinto-
nia o strumento di controllo per la messa a
punto di piccoli trasmettitori, dato che esso è
in grado di fornire una indicazione proporzio-
nale al valore dell'alta frequenza applicata alla
Fig. 1 - L'occhio magico è una valvola termoionica, entrata del circuito.
nella quale la sorgente di elettroni è rappresentata dal
catodo. Questi vengono attratti da una placca mante- Coloro che volessero servirsi di questo circuito
nuta a tensione positiva e ricoperta di materiale fluo- per la composizione di una sonda di alta fre-
rescente. Le variazioni della superficie illuminata e del- quenza, dovranno modificare il valore di Cl e
la sua forma sono ottenute per mezzo di un terzo elet-
trodo, sistemato fra anodo e catodo (elettrodo di con- quello di C2 rispetto ai valori • prescritti; più
trollo). All'interno della valvola è presente anche un precisamente Cl = 100.000 pF, C2 = 220.000
triodo amplificatore (sezione a sinistra), la cui placca pF.
è internamente connessa con l'elettrodo di controllo
dell'indicatore vero e proprio.
Il valore della resistenza R2 dipende dalla sensi-
bilità dello strumento, per cui può essere consi-
gliabile una piccola resistenza semifissa da 10.000
ohm.
cazione di livello di segnali a bassa frequenza,
utili negli amplificatori stereofonici per raggiun-
gere un perfetto bilanciamento. Nei registratori UN ALIMENTATORE PER L'OCCHIO MAGI-
l'utilità di questi circuiti è risentita nel controllo CO
della esatta modulazione, ma essi si adattano a
molte altre applicazioni e misure di laboratorio Il circuito rappresentato in figura 3, cioè quello
nel settore della bassa frequenza. facente uso dello strumento indicatore, non ri-
Il circuito rappresentato in figura 2 monta un • chiede alcuna alimentazione, perchè esso fun-
occhio magico, cioè una valvola termoionica di ziona con un solo segnale applicato all'entrata.
tipo 6ES GT. Il condensatore di accoppiamento Il circuito rappresentato in figura 2, invece, deve
Cl preleva il segnale dall'ingresso e, tramite la essere alimentato così come avviene, per tutti i
resistenza di limitazione R1, lo invia ai due diodi circuiti a valvole. Si rendono necessarie quindi
al germanio D1-D2, che provvedono alla rettifi- due diverse tensioni: una tensione continua, per
cazione del segnale stesso. Sui terminali del con- l'alimentazione anodica, del valore di 150-250 V
densatore C2, quindi, è presente una tensione e una bassa tensione alternata (6,3 V) per lac-
continua proporzionale all'ampiezza del segnale censione del filamento. In linea di massima, se
d'ingresso. Questa tensione viene applicata, tra- il circuito di figura 2 è destinato al collegamen-
mite il partitore resistivo R2-R3, alla griglia della to con un radioricevitore, l'alimentazione può
sezione triodica della valvola Vl. essere derivata da quella dell'alimentatore inter-
Il triodo amplifica il segnale controllando diret- no dello stesso apparecchio radio.
tamente, tramite l'apposito elettrodo, la forma Nel caso in cui le tensioni presenti nel ricevitore
della fluorescenza del tubo. radio non fossero adatte ad alimentare il circui-
Volendo aumentare ulteriormente la sensibilità to di figura 2, oppure, nel caso in cui si desideras-

856
• COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO

A • IVE ENTI e
CARATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
transistorizzato
(4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz

ALIMENTA-
ZIONE:
9 volt

ANTENNA:
telescopica
8 elementi

DIMENSIONI:

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@
150:250V

r
C3

8 7
2
ENTR. 6,3 V
6 02 C2 R3

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 50.000 pF - 500 VI.
C2 = 50.000 pF - 500 VI.
C3 = 200.000 pF - 500 VI.
Resistenze
R1 = 330.000 ohm
R2 = 330.000 ohm
R3 = 1 megaohm
R4 = 1 megaohm
Varie Fig. 2 - Questo circuito, pilotato da una valvola indi-
V = 6E5 GT catrice di sintonia, si rivela assai utile nel caso in cui
D1 diodo rettificatore al germanio necessiti una precisa indicazione di livello di segnali
D2 = diodo rettificatore al germanio a bassa frequenza.

se un'alimentazione indipendente, si può realiz- mento è rappresentata in figura 5. Per questo


zare il circuito dell'alimentatore rappresentato in montaggio si fa uso di un circuito stampato,
figura 4, nel quale si fa impiego di un trasforma- che semplifica il cablaggio, rendendolo compat-
tore da 20-30 W e di un normale sistema di rad- to e razionale.
drizzamento a singola semionda, tramite un diodo In figura 6 è rappresentata la realizzazione pra-
al silicio ed una cella di livellamento (C1-C2- tica del circuito facente impiego di occhio ma-
R2). La resistenza R3 protegge il trasformatore gico di figura 2.
di alimentazione Tl da eventuali eccessivi assor- Il telaio è di tipo metallico e funge, oltre che
bimenti di corrente. da supporto, da conduttore unico della linea in
massa.

REALIZZAZIONI PRATICHE
COLLEGAMENTI DEI DISPOSITIVI
I montaggi pratici dei due dispositivi rappre-
sentati nelle figure 2-3 non sono assolutamente Il collegamento dei dispositivi, rappresentati nel-
critici, sia per i valori dei componenti, sia per le figure 2-3, con i vari punti del ricevitore o
la disposizione di questi nel piano di cablaggio. degli apparati in prova, varia a seconda dell'uso
La realizzazione pratica del progetto con stru- che si intende fare dei dispositivi stessi. Se que-

858
C1

VOLTM.

ENTR. SEGNALE R1
+ Il C2
a massa
+

COMPONENTI
Cl 1 F- 50 VI. (condens. a carta
C2 = 25 F- 6 VI. (elettrolitico)
R1 = 4.700 ohm Fig. 3 - In questo circuito di apparato indicatore di li-
R2 = 10.000 ohm vello di segnali BF, vien fatto uso di uno strumento,
DI = diodo al germanio (di qualunque tipo) le cui indicazioni risultano proporzionali al segnale di
entrata. Questo circuito è adatto per l'applicazione ad
VOLTM. = strumento indicatore di livello BF apparati radioelettrici di tipo transistorizzato.

Gli ESPERIMENTI
DEL PRINCIPIANTE
.272
t"- _ NUCLEO

• Costruendolo, sarete certi. di raggiun-


gere il successo e potrete vantarvi di • La scatola di montaggio, che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
mo ricevitore radio. re da sé.
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859
Dl T1

+ +
220V
R1 C1 C2

massa l l l
," s1'
l
6,3V
FILAM.

COMPONENTI
C1 = 32 F - 350 VI. (elettrolitico)
C2 = 32 F- 350 VI. (elettrolitico)
Rf = 47.000 ohm - 2 W
R2 = 3.300 ohm - 0,5 W
R3 = 100 ohm - 0,5 W Fig. 4 - Progetto di alimentatore adatto per l'accop-
piamento con il circuito indicatore di livello rappresen-
DI = BY127 (diodo al silicio) tato in figura 2. La realizzazione di questo circuito è
Tf = trasf. d'alimentaz. (30-20 W) risentlta in tutti quei casi in cui si voglia rendere in-
dipendente il circuito dell'indicatore di livello.

Fig. 5 - Cablaggio su circuito


massa stampato dell'apparato indicato-
re di livello rappresentato in fi-
gura 3.
e ntr. segnale

C1

860
+AT
ENTR.
6,3V
massa

Fig. 6 - Piano costruttivo su telaio metallico del pro-


getto dell'indicatore di livello, con occhio magico, rap-
presentato In figura 2. II telaio funge da conduttore
unico della linea di massa.

861
Fig. 7 - li telaio· metallico, sul quale viene realizzato
il cablaggio dell'indicatore di livello con occhio magico,
deve essere racchiuso con un coperchio, in modo da
ottenere un apparato di una certa robustezza mecca-
nica, nel quale l'unico componente esterno è rappre-
sentato dall'occhio magico.

sti verranno usati m veste di indicatori di livello che prelevare il segnale a valle del diodo rivela-
di bassa frequenza, sarà sufficiente collegare il tore a modulazione di ampiezza.
segnale che si vuol analizzare ai morsetti di en- Volendosi rendere conto della potenza del se-
trata degli strumenti. Lo stesso tipo di collega- gnale ricevuto, il collegamento dovrà essere ef-
mento vale nel caso in cui si voglia ottenere
fettuato a monte dello stadio rivelatore, ad esem-
una indicazione del valore dell'ampiezza della
pio in parallelo all'avvolgimento secondario del-
alfa frequenza prodotta da un oscillatore o da un
piccolo trasmettitore. l'ultimo trasformatore di media frequenza.
Volendo ottenere una indicazione precisa della Una indicazione ancora più precisa può essere
sintonia nei ricevitori radio, vi sono due possi- ottenuta effettuando il collegamento con la linea
bilità di collegamento. Se si desidera soltanto una del controllo automatico di guadagno, ma ciò
indicazione in grado di « centrare » perfettamen- comporta una serie di variazioni alla struttura
te l'emittente, è sufficiente collegarsi con l'uscita circuitale dei nostri indicatori, in funzione del
a bassa frequenza del ricevitore radio, in paral- sistema di controllo automatico utilizzato nel ri-
lelo al potenziometro di volume. Ma si può an- cevitore radio.

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del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
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ritiene impegnata a rispedire,
di non trovarla più in edicola,
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PRECISARE NELL'APPO-
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Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA abbonati o no, possono
usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Amplificatore telefonico Soltanto con quest'ultimo valore è possibile rego-


Pur essendo dotato di poca esperienza, realizzo lare la corrente di riposo dell'amplificatore.
buona parte dei vostri progetti. Ultimamente ho
voluto montare l'amplificatore telefonico a pa- Un errore nel giullare
gina 672 del fascicolo di settembre. I risultati Ho realizzato il ricevitore « giullare », presentato
non sono pari- a quelli ottenuti dalle precedenti sul fascicolo di giugno '73, ma non sono riuscito
realizzazioni. Infatti, quando accendo l'amplifi- ad ottenere risultati soddisfacenti, dato che la
catore, anche in assenza di segnale, i transistor voce esce notevolmente distorta. Penso che l'ano-
TR3-TR4 tendono a riscaldarsi. La corrente di malia debba imputarsi allo stadio amplificatore
assorbimento varia intorno ai 40-50 mA, senza di bassa frequenza, dato che, collegando il cur-
che si verifichi alcuna variazione quando si agi- sore di R2 con un amplificatore in mio posses-
so, l'ascolto diviene normale. Sapreste fornirmi
sce su R9. Come debbo regolarmi per contenere
qualche indicazione in merito?
l'assorbimento di corrente entro i limiti da voi
GIANLUCA TOMASI
previsti?
Verona
TADDEO CASADEI
Ravenna Purtroppo dobbiamo segnalare un errore di di-
segno nella disposizione dei terminali del transi-
Vogliamo ritenere che lei abbia realizzato esatta- stor TRA (BD137); in figura 4, infatti sono stati
mente l'amplificatore telefonico. L'eccessivo as- erroneamente invertiti i terminali di base ed e-
sorbimento da lei riscontrato, che rappresenta la mittore. Questa è senza dubbio la causa del non
effettiva causa del surriscaldamento dei transistor corretto funzionamento del ricevitore. Fortunata-
finali, è causato da un nostro errore tipografico. mente, data la robustezza del transistor, non si
Infatti, il valore esatto della resistenza variabile è verificata alcuna rottura e lei potrà ripristi-
R9 non è quello di 100.000 ohm, ma di 100 ohm. nare facilmente l'esatto collegamento.

875
Ascolto. in altoparlante i modelli, al silicio o al germanio, di bassa fre-
Sono un giovanissimo lettore appassionato di quenza e piccola potenza (BC107 - BC1O8 -
elettronica. Nel realizzare i vostri montaggi cer- BC109 - BC208 - BC209 - BCI147 - BC148 -
co sempre di dare la preferenza agli apparati BC149). La resistenza RL, che determina il gua-
a valvole, perché sono in possesso di una no- dagno, dovrà avere un valore compreso tra 1.000
tevole quantità di componenti recuperati da e 3.000 ohm, mentre il valore di RP dovrà avere
vecchi apparecchi radio. Ora vorrei realizza- un valore tale per cui la tensione misurata sul
re il ricevitore da voi presentato nel fascicolo collettore risulti di 4-6 V circa. Con i transistor
di settembre, nel quale si fa impiego di una al silicio il valore della resistenza RP è general-
valvola di tipo 6SL7. Poiché non dispongo di mente compreso fra i 560.000 ohm e 1,5 mega-
una cuffia, vorrei realizzare quel ricevitore ot- ohm.
tenendo un ascolto in altoparlante, senza com-
plicare notevolmente il circuito. E' possibile
questa trasformazione?
• •••
LUCIO GALLO
Asti Ricevitore surplus
Seguo attentamente la vostra rivista ed apprezzo
molto la rubrica « un consulente tutto per voi»,
La trasformazione del ricevitore per onde me-
nella quale vengono trattati argomenti vari e di
die con 6SL7 dall'ascolto in cuffia a quello in
notevole interesse, anche se, per evidenti motivi
altoparlante, anche se non è consigliabile per il
di spazio non v'è posto per descrizioni approfon-
livello d'ascolto molto basso, può essere ottenuta
dite. Avendo notato che qualche volta sono sta-
inserendo, in sostituzione della presa di cuffia,
te presentate le caratteristiche salienti di ricevi-
l'avvolgimento" primario di un trasformatore di
tori o trasmettitori surplus, vorrei chiedervi, se
uscita. L'altoparlante dovrà essere collegato sul-
vi è possibile, di pubblicare quelle del ricevitore
l'avvolgimento secondario del trasformatore, cioè
SP600, che vorrei acquistare per iniziare la mia
quello realizzato con filo di diametro più grande.
attività di SWL.
GIOACCHINO CASAGRAGRANDE
•••• Pavia

Altoparlante in funzione di microfono


Vorrei realizzare il progetto di figura 7C pre-
sentato a pagina 659 del fascicolo di settembre
73, utilizzando un piccolo altoparlante da 8 ohm
- 0,1 W in veste di microfono. Potreste indicar-
mi il valore dei componenti non riportati nel
progetto, tenendo presente che il collegamento
deve essere effettuato con un amplificatore ali-
mentato a 9 V con negativo a massa.
FERRI GIULIANO
Piacenza

Il circuito cui lei fa riferimento e del quale ave-


vamo fornito soltanto uno schema indicativo,
può essere realmente costruito, anche senza ap-
portare alcuna variazione al progetto stesso. Lo
altoparlante deve essere collegato all'entrata, sen- II ricevitore da lei preso in considerazione si pre-
za interporre alcun condensatore di disaccoppia- sta ottimamente per la costituzione di un'ottima
mento. L'uscita dovrà essere accoppiata con lo stazione d'ascolto, sia delle gamme radiantistiche
amplificatore interponendo un condensatore elet- sia per le broadcasting. Esso dispone infatti di
trolitico.da 10 uF - 12 Vl con il terminale po- una copertura continua dalla frequenza di 540
sitivo rivolto verso la resistenza RL. KHz (onde medie) alla frequenza di 54 MHz
Nel rispondere alla sua domanda facciamo no- (WHF - gamma 6 metri), realizzata in sei gam-
tare a lei e a tutti gli altri lettori eventualmente me così suddivise :
interessati a questo progetto che il transistor deve 1' gamma: 540 KH: - 1,35 MHz
essere di tipo NPN, anziché PNP come indicato 2 gamma: 1,35 MHz - 3,45 MHz
nel disegno. Per esso si potranno utilizzare tutti 3 gamma: 345 MHz - 7,4 MH±

876
4 gamma: 7,4 MHz- 14,8 MHz realizzati per la ditta costruttrice di quei disposi-
5° gamma: 14,8 MHz - 29,7 MHz tivi. Noi le proponiamo invece un semplice cir-
6 gamma: 29,7 MHz - 54 MHz cuito nel quale si fa uso di un potenziometro a.
Un altro dato di notevole importanza è quello filo da 22-25 ohm - 1 -2 W, che permette di
relativo alla sensibilità, che si estende da 0,3 V raggiungere risultati assai simili a quelli ottenuti
a 0,7 , a seconda delle gamme. con i modelli commerciali. Il funzionamento è
Il circuito è a doppia conversione di frequenza, intuitivo: quando il cursore di Rl viene spostato
con valori di media frequenza di 3.955 KHz e verso APl, questo alto parlante viene· in parte
455 KHz, rispettivamente. Le valvole montate cortocircuitato e diminuisce proporzionalmente
sono in numero di 20, in parte di tipo miniatura il volume di riproduzione, mentre il fenomeno
e parte di tipo Noval. La tensione di alimenta- opposto si verifica per AP2.
zione è selezionabile tra 90 e 270 V.

••• ••••
Due altoparlanti in auto Antifurti ad ultrasuoni
Sono un lettore molto appassionato di elettroni- Desidererei veder pubblicato lo schema di un
ca che, per la scarsa esperienza in materia, de- multivibratore, in grado di generare una nota
ve spesso ricorrere al vostro aiuto. Posseggo una compresa tra 20.000 e 25.000 Hz circa. Con tale
autoradio con potenza di uscita di 5 W e impe- circuito vorrei realizzare un antifurto ad ultra-
denza di 8 ohm; posseggo inoltre due altopar- suoni, amplificandone il segnale in modo da po-
lanti ellitici da 4,5 W - 8 ohm ciascuno, che ter pilotare un tweeter e rilevando, tramite un
desidererei installare nella parte anteriore e in microfono seguito da un secondo amplificatore,
quella posteriore della mia autovettura, così da l'onda riflessa. E' possibile una tale applicazione?
GERMANO BRASCA
Colico

Il motivo per cui pubblichiamo lo schema richie-


stoci non è tanto quello dell'uso che lei intende
P1

I 5
RI $a ~R3 1R4
e

2 => 1

i 'tl] UllLIZZ.
o

9
poter ottenere un suono maggiormente diffuso.
Ho notato che in commercio esistono dispositivi
adatti per bilanciare o regolare a piacere il vo- COMPONENTI
lume dei due altoparlanti. Vi prego quindi di
pubblicare lo schema di tale dispositivo. CONDENSATORI R2 = 2.200 ohm
FRANCESCO BUSI Cl = 1.000 pF R3 = 2.200 ohm
Milano C2 = 1.000 pF R4 = 12.000 ohm
C3 = 2.200 pF TRANSISTOR
Il circuito da lei menzionato utilizza normalmen- RESISTENZE TRl = 2N2218
te doppi o tripli potenziometri, appositamente Rl = 12.000 ohm TR2 = 2N2218

877
fare, quanto quello delle molte applicazioni che Normalmente la sezione pentodo della valvola
da questo circuito si possono ottenere. L'uso del svolge le funzioni di amplificatore di alta fre-
circuito in qualità di generatore di ultrasuoni è quenza nell'ultimo stadio della catena di media
senza dubbio sconsigliabile, sia per la scarsa sta- frequenza, mentre ai due diodi è affidato il com-
bilità della frequenza generata, sia per l'inadat- pito di rivelare il segnale di bassa frequenza.
to sistema di diffusione e rivelazione. Tenga pre-
sente che attualmente quasi tutti gli antifurti
ad ultrasuoni funzionano sul principio dell'effet-
to Doppler, inviando cioè, tramite opportuni tra-
••••
sduttori di materiale ceramico, un segnale ultra- Il transistor 2N3055
sonico nel locale che si desidera proteggere e ri- Ho notato che in una buona parte dei vostri
levando, con un trasduttore del tutto simile, la progetti transistorizzati fate uso del transistor di
differenza di frequenza ottenuta dall'onda rifles- potenza 2N3055. Poiché questo transistor è mol-
sa quando questa viene riflessa da un corJJO in to economico, desidererei conoscerne le caratte-
movimento. ristiche di maggiore interesse, così da poterlo uti-
lizzare in molti altri esperimenti elettronici. De-

• ••• sidererei anche sapere in qual modo sia possi-


bile ottenere dai transistor potenze elevate, da-
to che non mi sembra sufficien' a! P'in-
Valvola 6B7 volucro al transistor per rag • ·r i ri-

Mi rivolgo a voi nella speranza che vogliate pub- sultati.


blicare le caratteristiche e la zoccolatura della RONZI
valvola 6B7, della quale posseggo alcuni esem- Cremona
plari in ottimo stato. Voglio sperare che la mia
richiesta venga da voi esaudita, anche perché Il transistor 2N3055 è un ottimo transistor di po-
elettronica pratica, a mio avviso, è l'unica rivista tenza, molto robusto e, allo stesso tempo, assai
che, tenendo conto delle difficoltà economiche economico. Le caratteristiche di maggior rilievo
di molti principianti, pubblica ancor-a, sia pure sono:
Ic max 15 A
Vce max 70 V
Pot max 115 W
Guadagno 20- 70
Per quanto riguarda la possibilità di realizzare
transistor di potenza, le ricordiamo che ciò è
possibile conferendo particolari forme alla giun-
zione, per esempio a serpentina, come indicato
nel disegno. Ciò equivale a molti transistor col-
legati in parallelo, con il risultato di poter dissi-
pare notevoli potenze.

I
/
6 1 7
saltuariamente, progetti di apparati a valvole
facilmente reperibili e di costo pressocché nullo,
perché recuperate da apparecchi radio o televi-
sori fuori uso.
GIOVANNI BAROZZI
Treviso

La valvola da lei citala è un doppio diodo - pen-


todo, con accensione a 6,3 V- 0,3 4. Le altre
caratteristiche sono: Va = 250 v; vVgl
- 3 V; Vg2 = 125 V; la = 9 mA; Ig2 =
2,3 m4; S 1,125 mAfv.
e
878
Il triac A01062 Alimentatore per radioline
Vorrei realizzare il progetto apparso sul fasci- Sono in possesso di una radiolina con alimenta-
colo di gennaio di quest'anno, relativo al con- zione a pile a 12 V. Per non sottopormi ad ul-
trollo delle potenze elettriche per mezzo di un teriori spese, vorrei ora alimentare il mio rice-
triac. L'unico componente, di questo tipo, che vitore con un piccolo alimentatore. Potreste for-
sono riuscito a reperire, è il modello A01062. nirmi lo schema?
Non vorrei tuttavia distruggere questo triac per GIORGIO BRAGOLIN
una errata interpretazione degli elettrodi. Chiedo Venezia
quindi a voi la precisa disposizione dei terminali
di questo speciale transistor. Quando si fa riferimento ad un alimentatore,
GUSTAVO TUCCI non è sufficiente indicare la sola tensione d'u-
Perugia scita, ma occorre conoscere il valore massimo
della corrente o, almeno, quello della potenza.
Pubblichiamo volentieri i disegni relativi alla Vogliamo comunque ritenere che la corrente di
distribuzione degli elettrodi sul trac A01062, con 300 mA sia quella massima assorbita dal suo ri-
la speranza che questi possano essere di aiuto cevitore. Pubblichiamo quindi il circuito dell'ali-
anche a molti altri lettori. mentatore in grado di erogare la corrente ora
citata, informandola che il circuito si adatta an-
che ad altri valori di tensione, purché si cambi
il valore dello zener.

o
I COMPONENTI
k g
CONDENSATORI
a Cl = 1.000 F- 50 VI. (elettrolitico)
C2 = 500 1F - 50 VI (elettrolitico)
RESISTENZE
RI = 4,7 ohm
R2 = 1.000 ohm
TRANSISTOR
Dl = BY126/10D4
TRl = AC128
D2 = BZY83/15
Tl = 7-10 W

T1

15V

R2

C1
RETE

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SOLIDARIETA'
E
AVOR
Con il mese di dicembre si compie, anche per noi, un anno di
vita nel lavoro e per il lavoro. Un anno denso di vicende storiche
e politiche, di lotte sociali e conquiste scientifiche nelle quali, in
tempi e misure diversi, siamo stati coinvolti. Un anno in cui la
solidarietà e il lavoro ci hanno sorretto in una continua e infa-
ticabile partecipazione al mondo dell'elettronica, ai sovvertimenti
pacifici di situazioni di fatto ritenute inadeguate e sorpassate,
se non addirittura inutili. Un anno in cui la dimostrazione straor-
dinariamente continua e durevole di efficienza è apparsa una
realtà concreta; una realtà che, ancora una volta, ci ha trovato
raccolti in un'unica famiglia che, sempre, si è mossa, e continua
a muoversi, in una azione accorta e spontanea, rispondente a
una sostanziale convergenza e identità di interessi, idee, senti-
menti, che sfociano nella più naturale solidarietà mai imposta o
insegnata.
Una solidarietà che esplode fin dai primi contatti con la nostra
Rivista e si manifesta in molte occasioni e "in modi diversi: ora
con la messa a punto di un apparato da parte di un amico più
esperto, ora con una prestazione di lavoro, ora, più semplice-
mente, con l'invito spontaneo e sincero ad una amichevole assi-
stenza, quando ci si trovi nell'impossibilità di fronteggiare da
soli una particolare situazione tecnica.
Ecco, amici, le ragioni che fanno della « nostra elettronica »
qualcosa di veramente grande, di immensamente utile, di enor-
memente umano.
L'ABBONAMENTO A

vi dà la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa


vostra, una Rivista che è, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti' al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualità e sicuro
funzionamento.

,''[
I I '
significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli_ altri la propria passione per l'elettronica.
I

CONSULTATE
nell'interno le pagine in cui vi proponiamo le due forme di abbo-
namento, scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la più
interessante.

I
t

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comandi d'apertura del garage e dovunque ne-
cessiti un comando a distanza.

editrice
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTJS

disegno tecnico
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teraria ed artistica sono riser-
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883
F TOCOMA DO
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e conteggio di oggetti o persone
' .
·antifurto
IN·SCATOLA - I • • . '

DI . -apertura automatica del garage


MONTAGGio•lampeggiatore'.
L. 9.700 ·tutti i comandi a distanza

Con questa nuova- scatola di montaggio offriamo ai lettori


la possibilità di realizzare rapidamente, senza alcun pro-
blema di reperibilità di materiali, un efficiente fotocomando,
adatto a tutte le applicazioni di comandi a distanza.

884
gni giorno, forse senza accorgersene, o- di fornire, sull'avvolgimento secondario, una ten-
O gnuno di noi utilizza, per gli usi e gli sco-
pi più impensati, i più moderni ritrovati
della scienza elettronica che, uscendo dai labora-
sione alternata di 12 V circa. L'avvolgimento pri-
mario del trasformatore Tl viene alimentato di-
rettamente dalla tensione di rete-luce a 220 V.
tori professionali. dimostra di saper aiutare l'uo- La tensione alternata ridotta al valore di 12 V
mo anche nelle piccole cose, quelle che, quasi viene successivamente raddrizzata con il sistema
sempre, risultano le più gradite. della doppia scmionda. A tale processo elettri-
Tra gli apparati, che il profano definisce « magi- co provvede un ponte di 4 diodi al silicio (D1-
ci », perché suscitano il maggior interesse, un po- D2-D3-D4). Successivamente la tensione raddriz-
sto di preminenza occupano, senza dubbio, i co- zata viene filtrata e livellata dal gruppo RC com-
mandi a distanza, in grado di risolvere elegante- posto dalla resistenza Rl e dal condensatore elet-
mente molti problemi di carattere pratico, sia trolitico C1.
domestici che professionali. Sui terminali del condensatore di livellamento
Il progetto che stiamo per presentarvi e che vi CI si misura la tensione continua di 15 V, in gra-
proponiamo in scatola di montaggio, non rappre- do di alimentare la seconda parte del circuito
senta una novità assoluta nel settore dei coman- del fotocomando. Si tenga presente che il valore
di a distanza. Ma non è assolutamente necessa- di 15 V viene misurato sui terminali di C 1 nella
rio che, per essere utile, un apparato sia anche condizione di relé non eccitato.
originale. Il pregio più importante di un fotoco-
mando deve ricercarsi soprattutto nella Sua mas-
sima efficienza, nella sua affidabilità in rapporto IL CUORE DEL CIRCUITO
al costo contenuto della realizzazione stessa. Abbiamo già detto che il « cuore » del fotocoman-
Approntando questa nuova scatola di montaggio do è rappresentato da una fotoresistenza.
abbiamo voluto aiutare tutti i nostri lettori e, in Su questo argomento abbiamo avuto modo di in-
particolare, quelli che abitano lontano dai grossi trattenere diffusamente nella rubrica « I primi
punti di vendita di materiali elettronici, permet- passi » del mese di ottobre, alla quale indirizzia-
tendo ad essi di realizzare, a piacere, un interrut- mo il lettore per una conoscenza più approfondita
tore crepuscolare, un apparato di conteggio di sulle fotoresistenze.
oggetti o persone, un antifurto, un comando di Vogliamo ora ricordare soltanto che una fotoresi-
apertura. automatica del garage, un lampeggiatore stenza si comporta come una normale resistenza,
e, più in generale, tutte quelle applicazioni rela- il cui valore varia automaticamente col variare
tive ai comandi a. distanza. dell'intensità luminosa su di essa incidente. In
Il «cuore » del fotocomando è costituito dalla particolare la fotoresistenza presenta un basso va-
fotoresistenza, che rappresenta l'elemento base lore ohmmico, di alcune centinaia di ohm, quan-
per la realizzazione di un comando a distanza e do viene fortemente illuminata, mentre in condi-
la cui scelta non può essere fatta a caso. zioni di oscurità il valore della resistenza raggiun-
L'uso della fotoresistenza rende molto più sem- ge ordine dei megaohm.
plice il circjto elettronico da essa pilotato, evi- Nel nostro circuito la fotoresistenza è inserita nel
tando particolarità critiche e difficoltà di messa circuito di polarizzazione del transistor TRl, cioè
a punto che, inevitabilmente, si sarebbero ma- nel circuito di base; in questo modo, col variare
nifestate in un circuito a radiocomando. delle condizioni di luminosità circostanti, varia,
Con il sistema della fotoresistenza, poi, il circui- più o meno, la conduttività del transistor.
to raggiunge la sua massima versatilità, adattan- I due transistor TR1-TR2, entrambi di tipo NPN,
dosi a numerosissime applicazioni pratiche, irrea- compongono un amplificatore accoppiato in cor-
lizzabili con altri sistemi e senza apportare alcuna rente continua e reazionato positivamente. Alla
modifica al circuito originale. reazione spetta il compito di aumentare notevol-
Il progetto del nostro fotocomando comprende mente l'amplificazione; essa viene realizzata tra-
due sezioni distinte : lo stadio alimentatore e il mite l'accoppiamento di emittore dei due transi-
circuito elettronico di controllo vero e proprio. stor; osservando lo schema elettrico di figura I sì
Analizziamole. può notare che i due emittori dei due transistor;
sono direttamente collegati fra loro. In questo
modo, regolando il potenziometro R3 in misura
SEZIONE ALIMENTATRICE tale che il relé si trovi al limite della soglia di scat-
to, anche una piccolissima variazione resistiva del-
La prima parte del progetto del fotocomando è la fotoresistenza FR, dato che la conseguente cor-
assolutamente convenzionale. Essa comprende il rente subisce una notevole amplificazione, è in
trasformatore riduttore di tensione Tl, in grado grado di far scattare decisamente il relé RLl.

885
T1

22Cv

4 TR1 TR2
Ci

R3 R6

COMPONENTI
C1 = 50 F - 30-50 VI. (elettrolitico)
R1 = 150 ohm
R2 = 47.000 ohm
R3 = 47.000 ohm (rsistenza variabile)
R4 = 1.600 ohm
R5 = 22.000 ohm
R6 = 22 ohm
t1 = trasf. d'alimentaz. (220 V /12 V - 3 W)
FR = fotoresistenza (tipo B8)
TR1 =BC167B Fig. 1 - Il circuito del fotocomando è composto da due
TA2 == BC167B stadi: quello alimentatore (a sinistra) e quello fotosen-
AL1 = relé (288 ohm - 12 V) sibile, pilotato da una fotoresistenza, da due transistor
01-02-03-04-05 = diodi al silicio (1N4003) amplificatori e da un relé (a destra).

NEUTRALIZZAZIONE DELLE SOVRATEN- mento e al disinserimento del relé, che dannegge-


SIONI rebbero irrimediabilmente i due transistor TR1-
TR2.
Come si può notare; in parallelo all'avvolgimento Alla resistenza R2, collegata in serie alla fotore-
del relé RLI, è inserito un diodo al silicio (D5). sistenza FR, è affidato il compito di limitare la
L'inserimento di questo diodo è necessario per corrente di base del transistor TRl nel caso di
evitare le sovratensioni inverse dovute all'inseri- forte illuminazione di FR, che corrisponderebbe

886
1
Il+
1::1.
RETE I
I'
1 1 11!
I,

1
"

T1
,'
I
I
'
FR
N
N
I
~
:::,

stNs.

alla condizione di un cortocircuito della stessa fo-


toresistenza. La resistenza R2, tuttavia, riduce la
sensibilità del dispositivo per cui, nel caso che
questo fattore dovesse risultare molto importan-
te, si può ridurre il valore di R2 da 47.000 ohm
a 2000-5000 ohm circa.

COLLEGAMENTO DEL CARICO

Fig. 2 - Tutti gli elementi, che compongono il circuito Il sistema di collegamento del circuito utilizza-
del fotocomando, vengono inseriti in un circuito stam- tore, sui terminali utili del relé, avviene in modo
pato delle dimensioni di 8x6 centimetri circa. Occorre diverso, a seconda del tipo di carico con cui si
far bene attenzione, durante l'inserimento dei compo- vuol far funzionare il fotocomando.
nenti, che questi vengano sistemati nello stesso modo
indicato nel disegno, tenendo conto delle polarità dei Il circuito utilizzatore può essere, ovviamente, un
diodi e del condensatore elettrolitico C1. Prima di in- qualsiasi circuito elettrico : lampada, campanel-
serire nel circuito i due transistor TR1-TR2, è necessa- lo, contapezzi, sirena, motore, ecc.
rio accertarsi della disposizione esatta degli elettrodi,
cosi come indicato in figura 6. Sui terminali 1-2 ver- Per semplicità di interpretazione del sistema di
ranno Inseriti i due fili conduttori del cavo di alimen- collegamento del carico, faremo riferimento ad
tazione di rete-luce; sui terminali 5-6-7 verranno inseriti una comune lampada ad incandescenza.
i fili conduttori dell'apparato utilizzatore. Questo circui-
to dovrà essere racchiuso in un contenitore che, nel In figura 4 sono chiaramente raffigurati i colle-
caso di interruttore crepuscolare, dovrà essere di tipo gamenti nei due casi possibili di funzionamento
metallico, a chiusura stagna, cioè difeso dalla pioggia della fotoresistenza: quando essa non viene illu-
e dall'umidità. Il circuito stampato deve considerarsi minata (A) e quando essa debba funzionare per
visto in trasparenza, perché i componenti vengono in-
seriti dalla parte opposta a quella in cui sono presenti illuminazione (B).
le piste di rame. Vogliamo. ricordare che il carico non deve ne-

887
GLI ATTREZZI
7 DEL
6 PRINCIPIANTE

A
Fig. 3 - Schema simbolico del relè RL1. l ter-
minali contrassegnati con le lettere A-B sono
quelli della bobina mobile, che dovrà essere
inserita nel circuito di collettore del transistor
TR2. I terminali contrassegnati con i numeri
5-6-7 sono quelli da utilizzare per il carico
esterno.
IN UN UNICO KIT
PER SOLE
LIRE 7.500
-A)

RL1
CONTIENE:
1 saldatore istantaneo (220 V- 90 W)
I punta rame di ricambio
1 scatola pasta saldante
90 cm. di stagno preparato in tubetto
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
RETE
1 paio forbici isolate
1 pinzetta a molle in acciaio inossidabile con •
punte internamente zigrinate
RL.I
1 cacciavite isolato alla· tensione di 15000 V
fig. 4 - Questi due semplici schemi interpre- 4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
tano il collegamento del carico sui terminali a croce
del relé nelle due possibili condizioni: quando
la fotoresistenza non viene illuminata (A} e
quando essa debba funzionare per illuminazio-
ne (B). L'esempio riportato in questi schemi
fa riferimento ad una comune lampada ad in- Le richieste del kit degli « ATTREZZI DEL PRIN-
candescenza, ma è ovvio che Il carico può CIPIANTE » debbono essere fatte a: Elettronica
essere rappresentato da un qualsiasi altro Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in-
circuito elettrico: campanello, contapezzi, si- viando anticipatamente l'importo di L. 7 .500 a •
rena, motore, ecc. mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
di spedizione comprese).

888
A.

CO N TATTI DI
M A N T E N IM EN T O

e b
e
Fig. 6 - Disposizione degli elettrodi di anodo e
catodo sul diodo al silicio 1N4003 (a sinistra)
AI CO N TATT I e sul transistor BC167B.
DI RL I

CARICO
NORMALMENTE
CHIUSO

Fig. 7 - Questa foto riproduce il trasformatore


di alimentazione del fotocomando contenuto nel-
la scatola di montaggio. Si tratta di un trasfor-
matore da 3 W, riduttore di tensione da 220
a 12V.

Fig. 5 - Questo particolare circuito di carico serve per


il mantenimento dell'impulso di comando. E' necessario
un secondo relé (RL2). Quando RL1, cioè il relé inse-
rito nel circuito del fotocomando, scatta per la prima
volta, esso eccita il relé RL2, che rimane eccitato ali-
mentandosi attraverso un contatto. L'eccitazione perdura
finché non si interviene sul pulsante PI.

cessariamente essere adatto a funzionare con la


tensione di, rete, così come indicato in figura 4,
perché esso potrà essere alimentato con qualsiasi
tipo e valore di tensione, alternata o continua,
necessaria per un particolare apparato utilizza-
tore. Fig. 8 - Ecco il relé contenuto nella scatola di
montaggio. La resistenza è di 288 ohm, mentre
In taluni tipi di applicazioni può capitare di do- la tensione di lavoro è di 12 V; il componente
ver mantenere il carico costantemente alimentato, è dotato di 5 terminali; due di questi servono
dopo l'innesco del relé, anche quando lo stesso per l'alimentazione della bobina, gli altri tre
relé ritorna· nella posizione di riposo. Questo ti- per i collegamenti con l'apparato utilizzatore.
po di funzionamento potrebbe essere ottenuto
utilizzando per RLl un relé a doppi contatti di

889
Lo schema elettrico che interpreta questo parti-
6
a o colare funzionamento del fotocomando è rappre-
sentato in figura 5. Il coricetto di funzionamento
di questo circuito è talmente semplice da non ri-
chiedere alcuna spiegazione. Vogliamo soltanto
ricordare che il pulsante P1 deve essere di tipo
« normalmente chiuso » ed ha il compito di per-
mettere il disinserimento del relé e, quindi, del
carico, quando lo si ritenga opportuno.

REALIZZAZIONE PRATICA
La presenza del circuito stampato, nel kit del fo-
tocomando, impone un cablaggio d'obbligo del
circuito.
Il trasformatore Tl, la cui foto è riportata in f-
gura 7, è dotato di avvolgimento primario a
220 V e avvolgimento secondario a 12 V; la sua
potenza è di 3 W. •
I 4 diodi, che compongono il ponte raddrizzato-
Fig. 9 - Circuito stampato, contenuto nella scatola di re della corrente alternata, debbono essere inseriti
montaggio, necessario per la realizzazione del fotoco- nel circuito tenendo conto delle loro polarità, cioè
mando. Su questo circuito vengono applicati tutti i facendo riferimento alla fascetta, riportata su un
componenti del progetto.
lato del componente ed osservando lo schema pra-
tico di figura 2.
Il relé, riprodotto in figura 8, ha una resistenza
scambio, ma questa funzione potrebbe applicarsi di 288 ohm. Esso è dotato di 5 terminali; due di
solo nel caso in cui la fotoresistenza non risultasse questi sono collegati con gli estremi della bobina
normalmente illuminata. di eccitazione; gli altri tre servono per il circuito
Poiché tale applicazione si rivela particolarmente utilizzatore.
utile per gli antifurti, nei quali si ha normalmen- In figura 6 vengono interpretati gli elettrodi dei
te un costante illuminamento della fotoresistenza, diodi raddrizzatori (anodo-catodo) e del transistor
sarà necessario utilizzare un secondo relé, prov- BC167B; la disposizione dei terminali del tran-
visto di doppi contatti, utilizzando il primo per sistor non è quella comune e ciò significa che, pri-
il carico e l'altro per l'autoritenuta. Il secondo ma di inserire il componente nel circuito stampa-
relé potrà essere di qualsiasi tipo, purché in gra to, il lettore dovrà attentamente osservare la di-
do di pilotare il carico. sposizione dei terminali riportata in figura 6.

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Contiene: n. 5 resistenze - n. 1 resistenza varia- Essa deve essere richiesta a: ELETTRONICA PRA-
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ALCUNI SUGGERIMENTI Coloro che vorranno servirsi del fotocomando per


realizzare un interruttore crepuscolare, potranno
Prima di completare questo interessante argomen- collegare fra la base d TRI e massa un conden-
to, vogliamo offrire ai lettori alcuni Suggerimenti satore elettrolitico da 10-50 F -6 VI., collegando
relativi all'installazione del fotocomando. ' il morsetto positivo a massa, in modo da evitare
Coloro che vorranno utilizzare il circuito per l'a- che un repentino oscuramento, provocato esclusi-
pertura automatica di un garage, di un cancello vamente da cause accidentali, persone o animali
o per la realizzazione di un antifurto, dovranno di passaggio in prossimità della fotocellula, pos-
provvedere ad «incanalare la luce destinata a col- sano causare una anomala entrata in funzione del
pire la fotoresistenza. Si potrà ottenere ciò ser- carico. Al condensatore elettrolitico, dunque, vie-
vendosi di un tubetto internamente verniciato in ne affidato il compito di ritardare il funzionamen-
nero, onde evitare riflessioni della luce ambientale. to del fotocomando.

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CARACOL
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Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioè


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica . Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni più
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno già acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

capitato altre volte di argomentare su par- sta deficienza di informazione, cercando di in-

Ì ticolari componenti elettronici sensibili alla


luce. Continuamo ora in questa panorami-
ca, presentando un componente di cui certamen-
terpretare il più possibile, e facendo anche ri-
corso ad alcuni esempi cli pratica applicazione, il
principio di funzionamento, la composizione e le
te i nostri lettori avranno più volte sentito par- applicazioni delle cellule solari che, nel settore
lare a proposito delle esplorazioni spaziali, ma delle telecomunicazioni spaziali, assumono un ruo-
che raramente viene utilizzato nelle pratiche ap- lo di notevolissima importanza.
plicazioni dilettantistiche : la cellula solare.
Purtroppo, nel mondo dei dilettanti, regna una
certa confusione in materia di componenti elet- UN COMPONENTE ALLO STATO SOLIDO
tronici sensibili alla luce: molto facilmente ven-
gono confuse tra loro le cellule solari, le fotocel- La cellula solare è un particolare dispositivo, al-
lule e le fotoresistenze. E tale confusione è giu- lo stato solido, in grado di convertire l'energia
stificata dal fatto che questi componenti non ven- luminosa (generalmente la luce solare) in energia
gono mai esaurientemente trattati nella lettera- elettrica, in modo che questa possa essere im-
tura tecnica dilettantistica, soltanto perché rite- piegata per le più svariate applicazioni.
nuti di scarso interesse. Allo stato attuale della tecnica, soltanto il 14%
Cercheremo dunque di ovviare a questa ingiu- dell'energia solare incidente su una cellula viene

892
apparecchiature di bordo di un intero labora-
torio orbitante per vari mesi, senza impiego di
accumulatori.
Famosi esperimenti con le cellule solari sono sta-
SILI CIO
ti condotti anche per alimentare i motori di
piccole automobili elettriche. Ma al di fuori di
queste applicazioni fantascientifiche l'uso delle
cellule solari viene fatto per alimentare piccoli
apparati elettronici come, ad esempio, ricevitori
radio, oscillatori, carica-accumulatori di emer-
IN F RARO SSO I
LUCE VISIBILE genza, ecc.
Su queste semplici applicazioni della cellula solare
ci occuperemo più avanti, mentre riteniamo uti-
le intrattenerci per ora sulla costituzione e sul
, principio di funzionamento del componente.
Fig. 1 - La cellula solare risulta diversamente sensibile
alla luce, a seconda che si tratti di cellula al silicio
o al selenio. Quelle al selenio risultano sensibili, per COSTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL-
la maggior parte, alla sola luce visibile; le cellule al si- LA CELLULA SOLARE
licio estendono la loro sensibilità, in forma assai più
lineare, dalla zona dell'infrarosso a quella dell'ultra- Le cellule solari, attualmente prodotte dall'in-
violetto.
dustria, sono di due tipi: quelle al silicio e quelle
al selenio, che sono sempre le meno costose ma
con una più limitata risposta spettrale.
STRATO Come risulta dal diagramma riportato in figura
FOTOSENSIBILE 1, la cellula solare risulta sensibile alla luce in
modo diverso, a seconda che si tratti di cellula
al silicio o al selenio.
Le cellule al selenio risultano sensibili nella mas-
sima parte alla luce visibile; quelle al silicio esten-
dono la· loro sensibilità dalla zona dell'infrarosso
a quella dell'ultravioletto in maniera assai più
SUPPORTO lineare.
METALLICO La cellula solare è un dispositivo a giunzione
P-N, di ampie dimensioni, anche se molto sottile.
Fig. 2- La cellula solare è composta da un supporto Su un supporto metallico, che funge da elettrodo
metallico, che funge da elettrodo positivo. Su questo positivo, vengono sistemati due strati di mate-
vengono sistemati due strati di materiale semicondut- riale semiconduttore, rispettivamente di tipo P
tore, rispettivamente di tipo P e di tipo N; il materiale
di tipo P è di spessore più grosso P- si trova a diretto
e di tipo N; il materiale di tipo P è di spessore
contatto con il supporto metallico; quello di tipo N, più grosso e si trova a diretto contatto con _il
assai più sottile, è sistemato sopra lo strato P. La supporto metallico; quello di tipo N, molto sot-.
sovrapposizione dei due strati crea una zona di giun- tile, è sistemato sopra lo strato P. Con tale so-
zione simile a quella dei diodi a semiconduttore.
vrapposizione si crea una zona di giunzione pa-
ragonabile a quella di tutti i diodi a semicondut-
tore.
Quando una radiazione luminosa, di opportuna
convertito in energia elettrica. E ciò significa che lunghezza d'onda, cioè con fotoni sufficientemen-
da una singola cellula non si possono ottenere te potenti, colpisce la cellula solare, parte della
potenze elettriche notevoli. Tuttavia, collegando radiazione viene riflessa, causando una perdita di
opportunamente in serie-parallelo alcune migliaia energia, ma un'altra parte riesce a penetrare at-
di cellule solari, si possono realizzare dei « pan- traverso il sottilissimo strato di materiale semicon-
nelli» in grado di erogare una potenza elettri- duttore di tipo N, raggiungendo la zona della
ca di alcune centinaia di watt. giunzione. Qui può verificarsi la collisione con un
Il più noto esempio di utilizzazione di pannelli atomo e, se il fotone è sufficientemente potente,
solari ci è pervenuto recentemente dalla missio- può verificarsi la scissione dell'atomo in un elet-
ne SKYLAB, nella quale le cellule solari hanno trone e in un atomo ionizzato positivamente, chia-
fornito l'energia sufficiente a far funzionare le mato «buca».

893
0,4 V
5 m m

TOTALE
1,2V
O4 V
5m 5m
R1

04 V
5mA E+
L l l
@@
1,5v

Fig. 3 - Le cellule solari possono essere collegate in


serie o in parallelo, oppure in collegamento misto
serie-parallelo. In questo schema si interpreta il colle- Fig. 5 - Esempio di pratica applicazione di una
gamento in serie di tre cellule solari. La tensione risul- cellula solare in funzione di elemento alimenta-
tante è pari alla somma delle singole tensioni generate tore di un circuito misuratore dell'intensità lumi-
da ciascuna cellula, mentre la corrente è quella di una nosa. La pila supplementar e a 1,5 V permette
singola cellula. di incrementare la corrente prodotta dalla cellula
solare. Il Potenziometro R1 regola, al valore de-
siderato, la sensibilità dello strumento.

CUFFIA
TOTALE
0,4 V
15 mA
0,4V 0,4 V
55a° sR TR1

Fig. 4 - Collegando in parallelo le cellule solari, aumen-


ta il valore della corrente, mentre rimane costante il
valore della tensione. In questo esempio la tensione
risultante è pari a quella generata da una singola cel-
lula, mentre la corrente è pari alla somma delle correnti
erogate da ogni cellula.

="'
Tale fenomeno non deve assolutamente confon- Fig. 6 - Progetto di ricevitore radio, per onde
dersi con quello, assai più noto, della « fissione medie e con ascolto in cuffia, alimentato con
nucleare», che consiste nella scissione del nucleo cellule solari. Queste possono essere al massi-
dell'atomo con liberazione di notevole quantità mo in numero di 5. Nel caso si dovesse nota-
re una certa instabilità del valore della tensio-
di energia. ne di alimentazione, si dovrà collegare, tra il
A· causa dell'urto con il fotone, si generano due morsetto positivo e quello negativo, un conden-
cariche: elettrone (negativa) e buca (positiva). satore elettrolitico da 1.000 F - 6 VI, che prov-
Se la cellula solare è collegata con una resisten- vederà a stabilizzare notevolmente il circuito.
za di carico, si verifica il passaggio di una debole
corrente elettrica a spese del... sole.

894
COME AUMENTARE LA POTENZA· ELET- MISURA DELL'INTENSITA' LUMINOSA
TRICA
Una delle più naturali. applicazioni, cui si presta
La potenza elettrica, erogabile da una cellula so- la cellula solare, è il suo impiego in qualità di
lare, è direttamente proporzionale al guadagno strumento per la misura dell'intensità luminosa.
di conversione di cui ci siamo già occupati, ed è A tale scopo è sufficiente collegare sui terminali
anche direttamente proporzionale alla superficie della cellula solare una resistenza di alcune cen-
interessata dalla radiazione luminosa. Ciò signi- tinaia di ohm, misurando, con uno· strumentino,
fica che una cellula solare con superficie di 2 la tensione che si viene a produrre. Su questo
cm2 potrà fornire una potenza doppia rispetto principio vengono costruiti taluni esposimetri in-
ad una cellula con superficie di 1 cm? corporati nelle macchine . fotografiche.
Quando si vuol 'realizzare una batteria solare, Volendo ottenere uno strumento di maggiore sen-
oltre che della potenza, ci si deve preoccupare sibilità, si può ricorrere alla realizzazione di un
anche della tensione, o della corrente, che si de- amplificatore transistorizzato, come quello ripor-
sidera ottenere. tato in figura 5. Questo progetto utilizza una pila
Facciamo un esempio. Supponiamo di utilizzare supplementare a 1,5 V ed un transistor che per-
delle cellule solari al selenio della International mette di incrementare la corrente prodotta dal-
Rectifer tipo S0510E6, che sono caratterizzate la cellula solare. Alla resistenza variabile RI
da una superficie utile di 0,4 cm2 e da una ef- viene affidato il compito di regolare, al valore
ficienza di conversione del 6%, in grado di for- desiderato, la sensibilità dello strumento.
nire una corrente di 5 mA circa con una tensio-
ne di 0,4 V. Volendo ottenere una tensione più
elevata di quella ottenibile. con una singola cellu- IL RICEVITORE PERPETUO
la, si dovranno collegare più componenti in se-
rie sino ad ottenere il valore di tensione deside~ La cellula solare può sostituire le normali pile
rato. Nello schema di figura 3 è dimostrato co- di alimentazione in piccoli apparati elettronici a
me 3 elementi, collegati in serie, siano in grado basso consumo di energia.
di erogare una tensione di valore pari a 0,4 V In figura 6 presentiamo il progetto di un sem-
3 = 1,2 V, con un assorbimento massimo di plice ricevitore radio, a rivelazione a diodo, ali-
corrente di 5 mA. mentato da tre cellule solari collegate in serie.
Per incrementare invece il valore della corrente, E' evidente che il funzionamento di questo ri-
si dovrà realizzare il circuito riportato in figura 4, cevitore radio rimane condizionato a!la presenza
collegando, in parallelo fra loro, più cellule so- della luce.
lari. In questo secondo· esempio di collegamento I progetto rappresentato in figura 6 è adatto per
la tensione di uscita rimane costante (0,4 V). l'ascolto in cuffia delle onde medie. Esso è com-
E' ovvio che, volendo ottenere valori di tensione posto dal circuito di sintonia, dal diodo rivela-
e corrente più elevati, si dovrà provvedere al col- tore, dal transistor amplificatore di bassa fre-
legamento in serie-parallelo di molti elementi, quenza e dal trasduttore acustico rappresentato
così da ottenere le caratteristiche richieste. Si da una cuffia da 500-2.000 ohm.
dovranno cioè comporre dei veri e propri pannelli Il circuito di sintonia è composto dalla bobina
solari. Ll e dal condensatore variabile Cl. Il transistor
TRl è di tipo PNP. Il suo carico può essere rap-
presentato da una cuffia dinamica con impeden-
za non· superiore ai 2.000 ohm circa. Coloro che
avessero a disposizione una cufla piezoelettrica
• COMPONENTI potranno utilizzare questo componente collegan-
do, in parallelo ad esso, una resistenza da 2.000
ohm, tenendo conto che un maggior valore di
CI = 350 pF (variabile) questa resistenza determina un maggior gua-
C2 = 100 pF dagno dello stadio amplificatore di bassa fre-
C3 = 2.000 pF quenza.
TRI = AC126 Nel progetto di figura 6 risultano collegate tre
L1 = bobina sintonia (vedi testo) cellule solari (CS1 - CS2 - C3), ma queste pos-
Cuffia = 500 - 2.000 ohm sono essere anche in numero superiore (5 al mas-
CS1 - CS2 - CS3 =
cellule solari (B3M)
simo). Nel nostro prototipo sono state montate
tre cellule solari di tipo B3M, ma si possono mon-
tare cellule solari di qualsiasi tipo.

895
Fig. 7 - Cablaggio del ricevitore per onde medie ali-
mentato con cellule solari. Volendo far funzionare il
ricevitore in assenza di luce naturale, l'alimentazione
verrà ottenuta con una pila da 1,5 o 3 V. Il buon fun-
zionamento di questo apparato, adatto per l'ascolto
delle sole emittenti locali, rimane condizionato all'effi-
cacia dell'antenna e alla qualità del circuito di terra.

e Fig. 8 - Con le cellule solari si possono ottenere ali-


mentazioni gratuite di apparati di notevole potenza. La
capacità energetica delle cellule viene sfruttata durante
l'uso dell'apparato e durante tutto il periodo solare, im-

i.
piegando un accumulatore ricaricabile collegato alle
cellule stesse. La ricarica avviene in continuazione, con
una debole corrente e l'accumulatore, all'occorrenza,
per brevi periodi, può fornire potenze anche elevate
necessarie, ad esempio, per alimentare un trasmettito-
re. Il diodo al germanio impedisce il flusso inverso del-
"
Il
_.J
5; DIODO la corrente quando manca la luce solare.
Il '

di
Il ~

CORRENTE
DI CARICA
+
GT? BATTERIA

dt
896
I
Fig. 10 - Ecco un pannello di cellule solari al silicio
prodotto dalla lnternational Rectìfìer. Con questo pan-
nello, nel quale sono montate cellule con rendimento
del 10-12, è possibile ottenere una potenza elettrica
complessiva superiore ai 200 watt, in grado, come mo-
stra la foto, di accendere una normale lampada elet-
trica.

Fig. 9 - Esempio di cellula solare al selenio, di attuale


produzione e già montata in contenitore di plastica.
Si tratta del modello B3M. andar bene per lo scopo prefissato; eventualmen-
te si potranno usare anche i vecchi e gloriosi
OC70- OC71, che certamente ogni dilettante
conserverà nel cassetto del proprio rudimentale
laboratorio, in attesa di una possibile... riesuma-
Se si dovesse notare una certa instabilità. del va- zione. Ricordiamo ancora che il montaggio del
lore della tensione di alimentazione, allora con- ricevitore potrà essere comunque realizzato, per-
verrà collegare, tra il morsetto positivo e quel- ché il cablaggio da noi proposto in figura 7 vuol
lo negativo, un condensatore elettrolitico da 1.000 essere soltanto un elemento indicativo.
F - 6 VI, che provvederà a stabilizzare note- Da questo semplice ricevitore il lettore non dovrà
volmente il circuito. aspettarsi dei... miracoli, perché, pur dotando il
circuito di ottimi impianti di antenna e di terra,
le emittenti radiofoniche che si potranno ascoltare
REALIZZAZIONE PRATICA saranno soltanto quelle locali.
Nelle ore serali e in quelle diurne in cui manca
In figura 7 proponiamo ai lettori un tipo di ca- il sole il funzionamento potrà essere ottenuto tra-
blaggio del semplice ricevitore per onde medie mite una pila da 1,5 o3 V.
alimentato con cellule solari.
La bobina Ll dovrà essere realizzata avvolgendo,
su un supporto di ferrite (spezzone di ferrite), di CARICABATTERIA
forma cilindrica e del diametro di 8 mm, 70
spire compatte di filo di rame smaltato da 0,2 A questo punto il lettore potrà chiedersi se, con
mm di diametro. Lo spezzone cli ferrite dovrà qualche artifizio, sia possibile raggiungere una
misurare una lunghezza di I40 mm. Durante la alimentazione gratuita anche per apparati di no-
realizzazione dell'avvolgimento occorrerà ricor- tevole potenza, senza dover necessariamente ri-
darsi di ricavare una presa intermedia alla ven- correre ad enormi pannelli di cellule solari che,
ticinquesima spira, a partire dal lato freddo (mas- in ogni caso, risulterebbero molto costosi.
sa). Riepilogando : l'avvolgimento contrassegnato La soluzione a questo problema esiste ed è quel-
con i numeri 1-2 dovrà essere composto da 45 la normalmente usata in tutte le applicazioni
spire, mentre quello contrassegnato con i nume- di 4na certa importanza. Si tratta infatti di sfrut-
ri 2-3 dovrà essere composto da 25 spire. tare la capacità energetica delle cellule solari non
Il transistor amplificatore di bassa frequenza TRl soltanto durante !'uso dell'apparato, ma duran-
non è un componente critico; qualsiasi transistor te tutto il periodo «solare», impiegando un ac-
al germanio, adatto per l'amplificazione cli bassa cumulatore ricaricabile collegato alle cellule so-
frequenza, come il comunissimo AC126, potrà lari. Così facendo, le cellule ricaricano in conti-

897
Fig. 11 - Le cellule solari trovano attuale applicazione Fig. 12 - L'attuale successo delle cellule solari è do-
nel settore fotografico, in cui vengono normalmente vuto in gran parte alla loro applicazione nel settore
utilizzate in qualità di « occhio elettronico » per il con- delle esplorazioni spaziali. In questa foto è rappresen-
trollo automatico della velocità di esposizione e della tato il satellite metereologico TIROS, che fu il primo
apertura del diaframma. ad essere equipaggiato con ben 9.000 cellule solari al
silicio.

nuazione, con una debole corrente, l'accumula- bassa caduta di tensione. U diodo al germanio
tore che, all'occorrenza, per brevi periodi, può impedisce il flusso inverso della corrente quan-
fornire potenze anche elevate, necessarie, ad esem- do le cellule solari non vengono colpite dalla lu-
pio, per l'alimentazione di un trasmettitore di ce.
emergenza. Ma per vincere la caduta di tensione, provocata
Un esempio in tal senso è rappresentato in figu- dal diodo al germanio, occorre progettare un
ra 8. Come si può notare, oltre all'impiego delle pannello di cellule solari in grado di fornire la
cellule solari, il circuito utilizza anche un diodo, tensione di 0,3 V superiore a quella della batte-
preferibilmente al germanio in virtù della sua na.

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mobilisti.

899
TRASMETTITORE
Il
CW
Potenza.2 W

~ Per poter trasmettere in codice Mor-


se, alla velocità di 20 caratteri al mi-
nuto, occorre affidarsi al- giudizio e
agli insegnamenti di un radioamato-
re, stabilendo con questi veri e pro-
pri collegamenti radio tramite un
semplice trasmettitore in CW.

900
L 1 invio nell'etere di un messaggio e l'ascolto
di una risposta da una località lontana,
centinaia o migliaia di chilometri, può es-
IL CODICE MORSE

Gli esami per conseguire la patente di radio-


sere una emozione inebriante per molti. amatore si tengono di norma due volte l'anno:
Ma per arrivare a tale _emozione, cioè per poter nel mese di maggio e in quello di ottobre. Coloro
effettuare collegamenti via radio, non è suffi- che volessero avere informazioni più precise e
ciente acquistare un potente trasmettitore, ma più dettagliate, potranno rivolgersi all'ARI (As-
è necessario, prima, sostenere e superare un sociazione Radiotecnica Italiana) Via D. Scarlat-
particolare esame, onde ottenere la patente di ti, 31 - 20124 Milano.
radioamatore. Ma per conseguire la patente di radioamatore
Le attuali disposizioni di legge, che regolano il occorre necessariamente conoscere il codice Mor-
sistema nazionale di radiodiffusioni, permettono di se ed occorre quindi una buona preparazione pra-
conseguire una speciale patente in VHF, cioè tica, esercitandosi pér qualche tempo nella tec-
per frequenze al di sopra dei 144 MHz. Questa nica di ricezione e trasmissione.
patente si ottiene superando un esame teorico Attualmente a tutti i candidati viene consigliato
abbastanza semplice. Ma le VHF, per le loro un particolare metodo didattico, chiamato me-
caratteristiche intrinseche, non sono adatte ai todo fonico, che consiste nell'associare ad ogni
collegamenti a lunga distanza, a causa del com- lettera. un suono. Cioè interpretando il punto con
portamento « ottico » di tali frequenze. Per ef- il suono « daa » (la doppia a serve ad allungare
fettuare invece dei propri e veri DX, cioè dei il suono).
collegamenti a lunga distanza, occorre servirsi Con il metodo fonico il normale alfabeto Morse
delle onde corte., viene interpretato così:
Attualmente le bande di frequenza in cui lavo-
rano comunemente i radioamatori, sono le se- A = . - = di daa
guenti: B =-. = daa di di di
3,5+ 3,8 MH e =-.- = daa di daa di
7: 7,1 MHz D - - = daa di di
14 + 14,350 MHz E = = di
21 : 21,450 MHz F = . - = di di daa di
28 ± 29,700 MH G - - - = daa daa di
Ma per ottenere la patente di trasmissione, per H = = di di di di
diventare cioè degli OM, si deve sostenere, oltre I = = di di
all'esame teorico, anche l'esame pratico, con il J = --- = di daa daa daa
quale l'aspirante radioamatore deve dimostrare K • = daa di daa
di saper trasmettere e ricevere, con sufficiente ra- L • = di daa di di
pidità, i segnali radio in codice Morse. M = - - = daa claa
Qualche nostro lettore potrà pensare che possa N = - . = daa di
essere un anacronismo parlare oggi di codice o - --- = daa daa daa
p - . - -
Morse, quando i collegamenti radio avvengono
esclusivamente in fonia. E una tale considerazio-
ne non è del tutto infondata. Ma si deve ricor-
Q
R =
.- -•
.
di daa daa di
= daa daa di daa
= di daa di
dare che la comprensibilità delle trasmissioni in s = = di di di
CW, cioè in codice Morse, risulta quasi dieci vol- T - - = daa
te superiore a quella in fonia, dato che è assai fa- u - - = di di daa
cile rilevare la trasmissione di un punto o di V = . - = di di cli daa
una linea, distinguendolo chiaramente tra loro, W = -- = di daa daa
mentre per la comprensibilità della voce è neces- X • . - = daa di di daa
sario un certo livello sonoro. y = - . -- = daa di daa daa
Occorre tener presente, inoltre, che la realizza- z = -- . = daa daa di di
zione dilettantistica di un trasmettitore in tele-
grafia risulta molto più semplice di quella di un 1 = - - - - = di daa daa daa daa
trasmettitore in fonia, quando la potenza d'usci- 2 = --- = di di daa daa daa
ta, a parità di componenti utilizzati, è senza dub- 3 = -- = di di di daa daa
bio maggiore nel sistema CW, dato che, non esi- 4 = - = di di di di daa
stendo al riguardo rischi di picchi di modula- 5 = = di di di di di
zione, è possibile «spingere» sino al limite mas- 6 =- . = daa di di di di
simo la potenza erogabile dal trasmettitore. 7 - -- daa daa di di di

901
8 daa daa daa di di IL TRASMETTITORE
9 = daa daa daa daa di
o daa daa daa daa daa Molti dilettanti si servono, per lo studio del co-
Durante l'esercizio pratico occorre tener presen- dice Morse, di un comune oscillofono in grado di
te che il suono corrispondente ad una linea de- emettere un suono comandato dal tasto telegra-
ve durare tanto quanto quello relativo a tre pun- fico. Tale sistema, tuttavia, presenta generalmen-
ti; l'intervallo di tempo tra i punti e le linee te lo svantaggio di non poter essere direttamen-
di una stessa lettera deve durare quanto un pun- te controllato dallo stesso operatore, che in que-
to, mentre l'intervallo tra le varie lettere deve sto modo non può, da solo, correggere i propri
superare quello di una linea. errori.
Nell'iniziare lo studio del codice Morse, consi- Il miglior apparato, con il quale è possibile eser-
gliamo di mandare a memoria, in un primo tem- citarsi nello studio del codice Morse, è rappre-
po, le lettere più semplici, in un secondo tem- sentato da un trasmettitore in grado di lavorare
po quelle più complicate e, per ultimi, i numeri. sulla banda dei 20 metri, cioè sulle frequenze di
Durante la prima fase di studio, comunque, si 14-14,350 MH. Con questo apparato è possi-
riusciranno a ricevere 10-15 caratteri al mi- bile collegarsi via radio con qualche amico ra-
nuto. dioamatore, ponendo le basi per una futura at-
Un ottimo esercizio è quello di leggere un libro, tività amatoriale. Si tenga presente, infatti, che
un giornale o una rivista scandendo mentalmen- tutti i problemi connessi con la realizzazione di
te le parole in codice Morse. Ad esempio la pa- un piccolo trasmettitore si ripetono integralmen-
rola ROMA dovrà essere così interpretata: di te anche per gli apparati di maggior potenza,
daa di, daa daa daa, daa daa, di daa. Con questo indipendentemente dalla frequenza di emissione.
sistema si riuscirà in breve tempo ad assimilare ALIMENTAZIONE:
il codice e si potrà ritenersi pronti per passare 12-20 V (0,2-0,4 A di assorbimento)
alla fase successiva dello studio. POTENZA:
Le difficoltà inizieranno verso la barriera delle 0,5-2 W (a seconda dell'alimentazione)
20 lettere al minuto, perché a questa velocità il FREQUENZA:
cervello umano non è più in grado di contare i 14-14,450 MHz
punti e le linee, sconfinando in una tremenda con-
fusione. Ecco il motivo per cui, oggi, si tende ad EMISSIONE:
abbinare ad ogni sequenza di linee e di punti classe Al (CW non modulato)
un determinato suono, perchè è proprio questo IMPEDENZA D'USCITA :
suono che il cervello deve abituarsi a riconoscere 50-75 ohm (regolabile)
e decodificare. Dopo questa sommaria enunciazione di dati, pas-
Ovviamente l'allievo non deve scoraggiarsi alle siamo ad un esame abbastanza approfondito del
prime delusioni, dato che agli inizi le confusioni progetto del trasmettitore, il cui schema elettri-
sono inevitabili. Con il passare del tempo e con co è riportato in figura 1.
l'esercizio continuato ci si accorgerà poi di com-
prendere bene tutto.
Soltanto quando si riusciranno a distinguere i ANALISI DEL CIRCUITO
vari suoni del Morse, si potrà aumentare gra-
dualmente la velocità di ricezione portandola si- Il circuito del trasmettitore si avvale di un oscil-
no a 40-50 caratteri al minuto, perchè questa è latore pilotato a quarzo, il quale conferisce allo
la velocità media richiesta, in ricezione, ai can- apparato una notevole stabilità nella frequenza
didati all'esame di radioamatore. Per la trasmis- generata, semplificando notevolmente il circuito
sione, invece, sono sufficienti 20 caratteri al mi- che, con un solo transistor, raggiunge una po-
nuto. tenza di uscita di 2 W.
A tutti i lettori, interessati all'esame di radio- Per poter interpretare il fenomeno dell'oscillazio-
amatore, ricordiamo che, presso le sedi dell'ARI, ne del circuito, occorre notare che il carico di
esistono nastri registrati e dischi appositamente collettore del transistor TRl è costituito da un
concepiti per lo studio del CW. Ma per lo stu- circuito oscillante, comprendente gli elementi
dio delle trasmissioni in codice Morse, vogliamo L1-C6-C4, sintonizzabile entro certi limiti. Ed
ritenere che il miglior sistema, per analizzare le occorre notare che il quarzo (XTAL) si comporta
proprie capacità, sia quello di trasmettere diret- come un circuito oscillante di tipo rigorosamen-
tamente ad un amico OM che, meglio di ogni te costante.
altro, potrà dare un preciso giudizio, offrendo Quando questi due circuiti vengono regolati sul-
consigli e correggendo eventuali errori. lo stesso valore di frequenza o, meglio, quando

902
ANT.

I'
XTAL
Il
il ~
L1
e
Il Il 3 lf 115
1 @
owft
TR1

Rl ± r± k .I r 11(3.
Il IIC5

C1
1
% [ o PRESA
TASTO

ssi
13:20 V

Fig. 1 Il circuito del trasmettitore si avvale di un oscil-


COMPONENTI latore pilotato a cristallo di quarzo, che conferisce al-
l'apparato una notevole stabilità nella frequenza gene-
rata, semplificando il circuito che, con un solo transistor,
Condensatori raggiunge una potenza dì uscita di 2 W. Il tasto tele-
grafico funge da interruttore nel circuito di alimenta-
C1 = 10.000 pF zione.
C2 = 10.000 pF
Cl = 10.000 pF
CA = 20 pF (variabile regolatore di
sintonia fine)
es 10.000 pF
C6 = .30 pF (compens. regolatore
sintonia grossolana)
C7 = 500 pF (variabile ad aria regolatore il circuito sintonizzabile viene regolato sul valore
sintonia-antenna) di frequenza del cristallo di quarzo, il circuito
Resistenze entra in oscillazione e rimane perfettamente sta-
R1 =3.900 ohm bilizzato sulla frequenza del quarzo, poiché esso
R2 = 4.700 ohm (variabile) è inserito in un circuito di retroazione in cui
R3 = 22 ohm funge da elemento pilota.
Varie
Il potenziometro semifisso R2 regola l'assorbi-
TRI = BD137 mento del transistor TRl ed agisce, in questo
XTAL = cristallo di quarzo (14 - 14,350 MHz) senso, anche sull'ampiezza dell'onda generata.
J1 =lmp. AF (Geloso 555) Occorre però notare che il potenziometro semi-
L1-L2 = vedi testo fisso R2 non deve essere regolato in modo da
Alimentaz. = 13-20 V ottenere la massima ampiezza possibile, perché

903
PRESA
TASTO

uI i mA

01

MASSA

ANT.
Fig. 2 • Il cablaggio del trasmettitore. può essere realizzato su circuito stampato, ma
i collegamenti possono anche essere effettuati con fili di rame rigido, in sostituzione
delle piste di rame riportate nel disegno. E' assai importante che il principiante co-
12:20V struisca l'apparato attenendosi scrupolosamente alla disposizione dei componenti pre-
sentata in questo piano di cablaggio.

così facendo si aumenterebbe eccessivamente la poche spire (L2) e che fa capo ai terminali 4-5.
potenza dissipata dal transistor, peggiorando, in L'avvolgimento L2 deve essere realizzato sopra
definitiva, in modo notevole il rendimento del cir- la bobina Ll, nel lato «freddo», cioè dalla parte
cuito. dell'alimentazione, fra i terminali 2-3.
La regolazione del potenziometro R2, dunque, Un terminale del link è direttamente collegato
dovrà essere fatta con lo scopo di regolare il al connettore centrale del bocchettone d'antenna,
rendimento dell'oscillatore, cioè la massima ten- mentre l'altro è collegato con il condensatore va-
sione di uscita, compatibile con una bassa dis- riabile C7, che permette di regolare l'impedenza
sipazione del transistor TRI. di uscita adattandola con quella dell'antenna.
Il collegamento con l'antenna, necessario allo sco- Questo adattamento di impedenza è necessario
po di poter irradiare nello spazio l'energia elettro- per ottenere il massimo trasferimento possibile di
magnetica delle onde radio, viene effettuato pre- energia elettromagnetica nello spazio.
levando l'oscillazione della bobina LI tramite il Nel nostro circuito non esiste alcun modulatore,
link, che è rappresentato dall'avvolgimento di perché esso non è necessario nelle trasmissioni in

904
CW, dato che, a tasto premuto, l'alta frequenza
viene erogata dall'antenna in modo continuo.
La manipolazione del tasto' telegrafico permette
di produrre dei treni d'onda, intervallati da. op-
portuni spazi nei quali nessuna emissione è pre-
sente.
Nel caso delle trasmissioni in modulazione di
ampiezza, che sono le più note, si avrebbe una
continua emissione dell'onda portante ad alta
frequenza, la cui ampiezza verrebbe fatta varia-
re in sincronismo con l'informazione che si vuol
trasmettere.

REALIZZAZIONE DEL TRASMETTITORE

Consigliamo, soprattutto ai principianti, di effet-


tuare la realizzazione pratica del trasmettitore
attenendosi scrupolosamente alla distribuzione dei
componenti del piano di cablaggio di figura 2.
Questa volta non si tratta di effettuare un circui-
to stampato, perché le piste, visibili in figura 2,
possono essere realizzate con spezzoni di filo di Fig. 3 - La bobina oscillatrice deve essere autocostrui-
ta. Il supporto, di materiale isolante, deve avere un
rame rigido. Ciò è importante se si vogliono evi- diametro esterno di 8 mm e deve essere munito di
tare inneschi, oscillazioni in VHF o altri incon- nucleo di ferrite. L'avvolgimento L1 è composto da
venienti del genere. 30 spire compatte di filo di rame smaltato del diame-
tro di 0,3 mm; la presa intermedia è ricavata alla quin-
dicesima spira. L'avvolgimento L2 ri realizza con lo stes-
so tipo dt filo e con sole 9 spire.

tipo di impedenza composta da 2-3 avvolgimenti


a nido d'ape, con l'avvertenza di inserire questo
componente in posizione perpendicolare rispetto
alla bobina Ll.
,- 1a frequenza del cristallo di quarzo, per rima-
nere nella banda dei 20 metri, dovrà essere com-
presa tra i 14 e i 14,350 MHz. Si potranno tut-
tavia utilizzare altri tipi di cristalli di quarzo, per
esempio da 4,670 - 4,720 MHz, facendoli oscil-
lare sulla terza armonica, in modo da ottenere
ancora frequenze comprese nella gamma dei 20
metri. La sostituzione del cristallo di quarzo non
implica alcuna modifica al circuito, dato che, sin-
tonizzando il circuito di collettore sui 14 MHz,
il quarzo oscillerà automaticamente sulla terza
armon1ca.
Il transistor TRl è di tipo BD137, normalmente Vogliamo ricordare che, per il collegamento del
montato negli stadi di uscita audio. Tuttavia, per circuito di uscita del trasmettitore con la discesa
la sua elevata frequenza di taglio, questo transi- di antenna, si dovranno utilizzare gli appositi con-
stor offre ottimi risultati anche nei circuiti di alta nettori di alta frequenza, come ad esempio gli
frequenza, con un notevole risparmio sul prezzo Amphenol SO239 (presa femmina) e PL259 (pre-
d'acquisto. Il transistor, per dissipare il calore sa maschio), che non sono troppo costosi, anche
generato durante il funzionamento, dovrà essere se appaiono leggermente ingombranti. Si potran-
applicato ad una aletta di raffreddamento, rap- no anche utilizzare i modelli BNC (per linee a
presentata da una piccola lastra di alluminio. 50 ohm) tipo UG290 (presa femmina) e UG88
L'impedenza J l è di tipo Geloso 555; ma non si (presa maschio), che sono i modelli piccoli ma
tratta di un componente critico e ciò significa che più costosi.
essa potrà essere sostituita con qualsiasi altro Sconsigliamo invece l'uso di altri tipi di connet-

905
CORPO DI tato del diametro di 0,3 mm, cioè dello stesso tipo
PLASTICA di quello usato per l'avvolgimento Ll; i terminali
4-5 verranno attorcigliati fra loro, in modo da
conferire una certa stabilità meccanica all'av-
volgimento stesso.

MISURATORE DI AF E CARICO FITTIZIO

Per poter eseguire in modo preciso la taratura


del trasmettitore, è necessario realizzare una sonda
di alta frequenza, che potrà anche essere colle-
gata stabilmente con il circuito d'uscita del tra-
smettitore stesso. La sonda dovrà essere realiz-
zata e collegata al circuito nel modo illustrato
in figura 5. In pratica si tratta di un semplice
PARTE INFERIORE
circuito di rivelazione e filtro, ottenuto con il
RMT diodo D 1 e il condensatore C8 la cui tensione,
proporzionale alla potenza erogata, viene misura-
ta da un piccolo strumento da 0,5 mA fondo-scala,
che può essere rappresentato anche_da un tester.
Sempre allo scopo di ottenere una perfetta tara-
Fig. 4 - Il transistor BD137 deve essere montato sulla tura, utile soprattutto per apprendere il meccani-
basetta del trasmettitore tramite una piccola lastra di smo di messa a punto di futuri altri trasmetti-
alluminio, che funge da elemento radiante del calore tori più potenti, occorrerà realizzare un « carico
generato dal componente. In questo disegno vengono
indicati gli elettrodi corrispondenti ai tre reofori del fittizio», al quale spetta il compito di sostituire
transistor. un'antenna perfetta. Il carico fittizio, infatti altro
non è che una semplice resistenza, o più resi-
tori, di quelli utilizzati, ad esempio, nelle autora- stenze opportunamente collegate fra loro, di valo-
dio, perché questi creano forti perdite di energia re pari a quello caratteristico dell'antenna e del
e disadattamenti di linea, che si ripercuotono ne- cavo.
gativamente sull'efficienza del trasmettitore. Utilizzando quindi per la discesa d'antenna un
cavo da 75 ohm, si potranno utilizzare due resi-
stenze da 150 ohm - 2 W, collegate in parallelo
LA BOBINA fra loro, in modo da simulare la presenza dell'an-
tenna durante la fase di taratura. Queste resi-
La bobina oscillatrice costituisce l'elemento più stenze dovranno essere collegate direttamente con
critico dell'intero circuito. Essa dovrà essere com- il bocchettone d'uscita del trasmettitore. Le resi-
pletamente autocostruita; non si tratta tuttavia stenze debbono essere di tipo ad impasto e non
di un'operazione molto difficile, ma richiede resistenze induttive come, ad esempio, quelle a
inevitabilmente una certa attenzione. filo.
I dati costruttivi della bobina Ll sono i seguenti. Soltanto dopo aver realizzato la sonda di alta
Il supporto, di materiale isolante, deve avere un frequenza e il carico fittizio, si potrà procedere
diametro di 8 mm e deve essere munito di nu- alla taratura del trasmettitore.
cleo di ferrite. Su di esso si dovranno avvolgere
30 spire compatte di filo di rame smaltato del
diametro di 0,3 mm, ricavando una presa cen- TARATURA DEL TRASMETTITORE
trale alla quindicesima spira. Il filo di rame smal-
tato deve essere nuovo in modo da non presentare Prima di procedere alla taratura vera e propria
screpolature che, quasi sempre costituiscono la del trasmettitore, si dovranno effettuare alcune
causa di cortocircuiti tra le spire, determinando operazioni preliminari. Cioè, prima di chiudere
l'impossibilità di sintonizzare il circuito. il circuito di alimentazione, si dovrà regolare il
Per quanto riguarda l'avvolgimento L2, questo trimmer resistivo R2 a metà corsa circa. Poi si
dovrà essere effettuato sopra l'avvolgimento, cioè dovrà inserire a metà il nucleo di ferrite della
dalla parte della tensione. di alimentazione, cioè bobina Ll, chiudendo completamente il conden-
dalla parte dei terminali 2-3. Questo avvolgi- satore variabile C7, in modo che esso presenti il
mento si effettua con 9 spire di filo di rame smal- massimo valore capacitivo. Quest'ultima opera-

906
COMPONENTI
C8 = 4.700 pF
R4 = 4.700 ohm
mA
R5 = 4.700 ohm
D1 = diodo al germanio
mA = milliamperometro (0,5 mA fondo-scala)

Fig. 5 - Per poter eseguire in modo preciso la taratura


del trasmettitore e per poter controllare l'entità del se-
gnale di alta frequenza erogato dal trasmettitore, oc-
corre realizzare questo semplice circuito, collegandolo
in parallelo all'avvolgimento L2. Questo circuito, vo-
c8
lendolo, potrà rimanere sempre Inserito, cosi come in-
dicato nel piano di cablaggio di figura 2. Lo strumento
è un milliamperometro da 0,5 m fondo-scala. In sosti-
tuzione di esso, ci si potrà servire di un normale

1 R4 tester.
L1
I1 ANT
I I
I I

tuata regolando il trimmer resistivo R2, ricordan-


do sempre di non ... affaticare troppo il transistor
TRl.
E vogliamo ricordare ancora che una delle cause
del mancato innesco delle oscillazioni può essere
determinata proprio dal trimmer resistivo R2.
Ciò significa che, prima di scoraggiarsi, si dovrà
intervenire più volte anche su questa resistenza.
Poi si passa all'accordo del circuito di antenna,
ruotando il perno del condensatore variabile C7
in modo da aumentare al massimo la deviazione
dell'indice del milliamperometro. Se· tale condi-
zione di massima deviazione dell'indice dovesse
verificarsi in corrispondenza della posizione del
variabile C7 tutto chiuso, si dovranno aggiunge-
re una-due spire all'avvolgimento L2. Nel caso
in cui l'indice del milliamperometro si spostasse
rione deve estendersi anche al condensatore CC4 verso il fondo-scala con il condensatore varia-
e al trimmer capacitivo C6 (massima capacità). bile C7 tutto aperto, allora si dovrà ugualmente
Poi si inserisce il carico fittizio e si chiude il cir- intervenire sulla bobina L2 riducendo l'avvolgi-
cuito di alimentazione cortocircuitando tempora- mento di una spira ed effettuando poi nuova-
neamente la presa del tasto. Quindi si regola il mente la regolazione del condensatore variabile
trimmer capacitivo C6 sino a che il milliampero- C7.
metro, inserito nel circuito della sonda AF, non Una volta ottenuta la condizione di massima de-
fornisce una certa indicazione. viazione dell'indice del milliamperometro, si do-
Nel caso in cui, pur ruotando completamente vrà ricontrollare la sintonia fine, regolando il
il compensatore C6, non si verificasse alcuna o- condensatore C4 e tenendo conto che ogni rego-
scillazione, occorrerà avvitare o svitare il nucleo lazione si ripercuote su tutto il funzionamento del
di ferrite della bobina Ll, ripetendo poi l'opera- trasmettitore.
zione prima citata. Dopo alcuni « cicli di regolazione » il trasmetti-
Una volta ottenuta l'oscillazione, si potrà agire tore potrà considerarsi perfettamente tarato, cioè
sul condensatore C4 ed eventualmente anche sul pronto per il collegamento con l'antenna, le cui
nucleo di ferrite della bobina Ll sino ad ottenere caratteristiche costruttive vengono trattate in al-
la massima deviazione dell'indice del milliampero- tro articolo presentato su. questo stesso fascicolo
metro. La stessa operazione dovrà poi essere effet- della rivista.

907
UN
.F.O. I

ER LA RICEZIONE
DEL
cw
I ricevitori di tipo commerciale, dotati della
gamma ad onde corte, sono normalmente
sprovvisti del BFO ad oscillatore di nota. Con
questi ricevitori, dunque, non è possibile l'a-
scolto delle trasmissioni in CW. Ecco perché
è necessario realizzare il progetto dell'oscil-
latore qui presentato.
908
a trasmissione in CW, cioè la trasmissio- Per rivelare il CW, supponendo che il valore di
ne in telegrafia, consiste nell'emissione media frequenza sia di 450 KHz, che è il valore
(punti o linee) e nella non emissione (spa- sul quale vengono regolati i trasformatori di me-
zi) della sola onda portante ad alta frequenza. dia frequenza della maggior parte dei ricevitori
Il segnale così composto, arrivando allo stadio radio di tipo commerciale, è possibile far battere
di rivelazione di un normale apparecchio radio tale frequenza con un oscillatore comunemente
a modulazione di ampiezza, non può essere rive-' detto BFO, regolato ad esempio sulla frequenza
lato e trasformato in suono, perché a. va.Ile de! di 445 KHz. In questo modo si producono due
circuito rivelatore è presente una sola componen- nuove frequenze: l'una di 450 + 445 = 895
te continua, di ampiezza proporzionale al segnale, KHz, che risulterà ancora non udibile, in quanto
che non produce alcun suono. di valore troppo elevato, l'altra di 450. 445 =
Coloro che avessero realizzato il semplice tra- 5 KHz, che risulterà perfettamente udibile e che
smettitore in CW, presentato in questo stesso fa- rappresenterà il segnale CW rivelato.
scicolo della rivista, non riuscendo ad effettuare Facciamo notare che la nota del segnale non è
alcun collegamento con un normale ricevitore una caratteristica della emissione, perché essa
ad onde corte, potrebbero essersi scoraggiati rite- può essere regolata a piacere, purché si sposti
nendo di essere caduti nell'insuccesso. Ma le cose leggermente la frequenza di oscillazione del BFO.
non stanno così, perché il progetto del trasmetti- Se si regolasse il BFO sullo stesso valore di fre-
tore è validissimo e i collegamenti possono essere quenza di 449 KHz, si otterrebbe una nota di
stabiliti soltanto con gli apparati riceventi in do- 450 449 -- 1 KHz (vedi figura 1).
tazione ai radioamatori o con quelli, di provenien- Regolando il BFO sullo stesso valore di frequenza
za surplus, in grado di ricevere, senza alcuna mo- della media frequenza del ricevitore, si otterreb-
difica, il CW, oltre a molte forme di emissione be il battimento zero, di scarsa importanza per il
(AM-FM-SSB). CW, ma estremamente importante per effettuare
Ma i segnali in CW possono essere ricevuti con tarature ed allineamenti con il metodo del con-
qualsiasi tipo di ricevitore radio dotato della front0.
gamma delle onde corte, nella quale sia compresa Possiamo ora riassumere quanto detto in prece-
la lunghezza d'onda dei 20 metri. Per ottenere denza supponendo che l'apparato trasmittente
tale condizione non occorre apportare alcuna mo- invii nello spazio la lettera A = • - , che è com-
difica al ricevitore, perché è sufficiente un sempli- posta da un punto, da uno spazio e da una linea,
ce circuito B.F.O. (Beat - Frequency - Oscilla- cioè equivalente ad una emissione corta, una non
tor), cioè è sufficiente ricorrere ad un piccolo ar- emissione e una emissione lunga. Durante l'emis-
tificio, facendo « battere » l'onda ad alta frequen- sione corta si avrà un battimento a 5 KHz (punto),
za del segnale in arrivo con un'onda di frequenza se il ricevitore radio è dotato di una media fre-
molto vicina, generata da un apposito oscillatore quenza a 450 KHz ed il BFO è regolato alla fre-
(B.F.O.) sistemato all'interno o in prossimità del quenza di 445 KHz. Successivamente, mancando
ricevitore. l'onda portante, rimarrà soltanto la frequenza del
BFO che, non potendo dar origine al battimento
ed essendo troppo elevata per poter essere udita,
CHE COS'E' IL BATTIMENTO? provocherà la sensazione dell'assenza totale di se-
gnale (spazio). Il ripristino di una emissione lun-
Per interpretare il concetto di «battimento», oc- ga provocherà nuovamente il battimento, dando
corre ricordare che due segnali di alta frequenza, luogo al segnale caratteristico della linea.
quando vengono mescolati, generano due nuovi
segnali : uno di frequenza pari alla somma delle
frequenze dei due segnali, l'altro pari alla diffe- IL CIRCUITO DEL BFO
renza fra le due frequenze originali.
Su questo stesso principio si basa anche il funzio- Con la speranza di aver suflicientemente chiarito
namento del ricevitore radio a circuito superete- i concetti che stanno alla ba:se del processo di ri-
rodina, nel quale il segnale di alta frequenza, velazione del CW, passiamo ora alla presentazione
captato dall'antenna, dopo opportuna amplifica- del progetto di un semplice BFO con il quale è
zione preliminare, vien fatto « battere » con un possibile ascoltare le emissioni in CW, anche ac-
oscillatore locale, generando una nuova frequen- costando soltanto il circuito al ricevitore radio.
za, chiamata frequenza intermedia o media fre- Il circuito rappresentato in figura 2 è quello di
quenza e il cui valore rimane sempre costante, un oscillatore a frequenza variabile, che copre la
perché variando la sintonia varia anche propor- gamma di 400 - 500 KH-z ed è quindi accoppia-
zionalmente la frequenza dell'oscillatore locale. bile con la quasi totalità dei ricevitori radio.

909
450 KHZ

445 KHZ

5KHZ

450 KHZ

449KHZ

1KHZ

I
450 KHZ' .

ZERO

abbiamo scartato a priori le concezioni circui-


tali a cristallo di quarzo, che si rivelano sempre
Fig. 1 - Questi sempiici diagrammi interpretano il con- molto costose. Ed abbiamo anche scartato i cir-
cetto del fenomeno del battimento, Quello ottenibile
con i valori di frequenza citati nel diagramma centrale cuiti pilotati a transistor FET o MOS-FET, che
permette di udire perfettamente il segnale CW. risultano assai stabili ma che sono molto più de-
licati e critici.
Ci siamo invece orientati verso una soluzione che
ci è parsa la più semplice possibile, utilizzando
componenti elettronici di facile reperibilità com-
merciale, robusti e di basso costo. Anche la bo-
bina LI, che risulta il componente meno .. ap-
Nei ricevitori di tipo professionale, nei quali il prezzato dagli sperimentatori, è di tipo commer-
valore della media frequenza è generalmente di ciale e di facile reperibilità.
9 MHz, il problema della rivelazione dei segnali Il circuito dell'oscillatore, rappresentato in figura
in CW non sussiste, dato che questi ricevitori di- 2, è un classico oscillatore di Hartley, che, per la
spongono di un oscillatore in grado di rivelare reazione di emittore, sfrutta una presa intermedia
il CW. La frequenza di oscillazione del BFO, rap- della bobina di sintonia Ll.
presentato in figura 2, può essere suscettibile di Il circuito oscillante che determina il valore di
modifiche, purché si vari il valore dei condensatori frequenza generata dal BFO, è composto dalla
e dell'induttanza che compongono il circuito o- bobina Ll, dai condensatori C3 - C4 e dal pic-
scillante. Poiché al circuito del BFO non ven- colo condensatore variabile C5, che permette di
gono richieste notevoli doti di stabilità (eventual- raggiungere un controllo fine della frequenza
mente basterà agire sul comando di frequenza), regolando così la nota del battimento.

910
@}
S1 R1 Il R2 C2

e
Il

c1e %»
e
TR1
le 11 C3

2
·-
3
- ~ NE-

COMPONENTI
C1 = 4.700 pF
c2 = 1.000 pF
C3 = 470 pF
C4 = 47.000 pF
C5 = 10 pF (condensatore variabile)
R1
R2
= 1.500 ohm
100.000 ohm
=
Fig. 2 - Circuito elettrico del SFO. Il nucleo di ferrite,
TR1 BCI07 (vedi testo) inserito nella bobina L1, permette di regolare la fre-
L1 = bobina oscillatrice p'er valvola 6BE6 quenza di oscillazione. Regolando il condensatore C5
S1 = interruttore si ottiene la variazione della tonalità della nota udibile.

- REALIZZAZIONE DEL BFO facile reperibilità commerciale. Questa bobina


è munita di nucleo di ferrite, che dovrà essere re-
Il montaggio del BFO non è assolutamente dif- golato in modo da ottenere il battimento con il
ficoltoso. Esso può essere ottenuto, indifferente- segnale di media frequenza. Il piccolo conden-
mente, su circuito stampato o su una basetta op- satore C5 permetterà poi di regolare la tonalità
portunamente forata, effettuando i collegamenti della nota emessa.
con • filo di rame nudo, rigido e del diametro di Il transistor TRl non è un componente critico,
0,5 mm. dato che esso è chiamato a lavorare su un valore
In figura 3 suggeriamo un esempio di realizza- di frequenza non eccessivamente elevato. Esso do-
zione pratica del BFO, nel quale le linee di col- vrà comunque essere un transistor NPN, al si-
legamento non rappresentano le piste di un cir- licio, preferibilmente adatto per lavorare in alta
cuito stampato, ma soltanto fili conduttori di rame frequenza. Nel nostro prototipo abbiamo montato
nudo. un transistor di tipo BC 107, adatto per la bassa
La bobina LI deve éssere una bobina d'oscilla- frequenza; con questo transistor, che non è pro-
tore per valvola elettronica 6BE6, che risulta di prio il tipo più consigliabile, siamo riusciti ugual-

911
R1
ETTE
e >
TR1 2

c5

R2 REG.
C2 Cl NOTA

Fig. 3 - Cablaggio del BFO realizzato su basetta di materiale isolante. Le linee colo-
rate si riferiscono ai vari collegamenti del circuito ottenuti con filo di rame nudo.

mente ad ottenere l'oscillazione. Ma in sostituzio- co di figura 2. Il funzionamento del circuito, co-


ne di questo transistor si potranno utilizzare mol- munque, si verificherà con tensioni continue com-
tissimi altri tipi, tra i quali citeremo ad esempio: prese fra i 6 e i 12 V circa. Questo valore di
BSX26 - 2NI7I1 - BF153 - BF16O - BF233 - BF- tensione potrà anche essere ricavato dallo stesso
234 - BF274 - BC107 - BC1O8 - BC147 - BC148 circuito di alimentazione del ricevitore radio, in
- BF332 - BF333 - BF334 - BF335. accoppiamento· del quale il BFO è destinato a
Nel caso in cui non si dovesse verificare l'oscil- funzionare. Così facendo si otterrà un notevole
lazione, si potrà intervenire sul valore della resi- risparmio in sede di montaggio.
stenza R2, che potrebbe essere di 100.000 ohm. Sul circuito del BFO consigliamo di inserire un
Questo valore deve essere aumentato per un tran- interruttore (SI). Questo interruttore, collegato
sistor ad alto guadagno, mentre deve essere di- in serie con la linea di alimentazione· positiva;
minuito per un transistor a basso guadagno. permette di escludere a piacere il BFO quando si
L'alimentazione del circuito non è critica. Infat- desiderano le emittenti modulate in ampiezza,
ti essa non è stata indicata sullo schema elettri- escludendo le ricezioni in CW.

912
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Con questo ricevitore, da noi ap-
prontato in scatola di montaggio, po-
trete ascoltare la normale gamma
delle onde medie e quella compresa
fra i 23 e i 31 MHz, dove lavorano i
CB e i radioamatori.

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Compensatore concentrico
ad aria tipo a chiocciola 3-30 pF
L'IMPIANTO
D'ANTENNA

Soltanto l'antenna costruita a


regola d'arte, nel rispetto delle
leggi fisiche che regolano il pro-
cesso di ricezione e trasmissio-
ne delle onde radio, permette di
sfruttare appieno le qualità di
un apparato ricetrasmettitore,
senza danneggiare i delicati e
critici stadi d'uscita.

..«

914
i principianti capita spesso di realizzare un Quando il mezzo attraversato dalle onde radio è
trasmettitore senza ottenere da questo le l'aria, allora vale la seguente relazione:
prestazioni sperate. L'apparato può essere
montato a regola d'arte, può funzionare egregia- lunghezza d'oncia = 300 : frequenza in MHz
mente su brevi distanze, ma quando si oltrepas- Se la frequenza, come avviene nel trasmettitore
sano le poche centinaia di metri, il segnale si in CW, ha il valore di 14 MHz circa, allora la
affievolisce e la ricezione diviene incomprensibile. lunghezza d'onda è:
E non bisogna prendersela con chi ha progettato
il trasmettitore e neppure con se stessi, ritenendo lunghezza d'onda = 300 : 14 = 20 metri circa
di aver commesso errori di cablaggio o di aver E poiché la lunghezza ideale di un'antenna deve
utilizzato componenti elettronici danneggiati. Per- essere pari alla metà della lunghezza d'onda, per
ché il più delle volte la causa consiste in un cat- il trasmettitore in (CW occorrerà un'antenna della
tivo impianto <l'antenna. lunghezza di 10 metri complessivi.
Taluni principianti si illudono di possedere una
ottima antenna, cui poter collegare ogni apparato
radio, facendo riferimento al cavo di discesa del-
IMPEDENZA DELL'ANTENNA
l'antenna TV. Ebbene, proprio con l'uso dell'an-
tenna TV i risultati divengono ancor più negati- Un altro fattore molto importante per le antenne
vi, se non proprio catastrofici. e di cui, a torto, ci si occupa poco, è l'impedenza
Nelle precedenti pagine della rivista abbiamo pre- caratteristica.
sentato il progetto di un trasmettitore in TV con Per chiarire tale concetto supponiamo di disporre
potenza di 2 W. Anche quel ricevitore, così come di una antenna della lunghezza di 1 O metri, ali-
quelli presentati in precedenti fascicoli della ri- mentata da una sorgente ad alta frequenza (14
vista, necessita per il suo buon funzionamento, di MH). E supponiamo anche di avere a disposi-
un ottimo impianto d'antenna. Dedicheremo dun- zione particolari strumenti in grado di misurare
que questo articolo ai concetti basilari relativi alle tensioni e correnti nei vari punti dell'antenna, sen-
installazioni delle antenne, al loro ruolo e allef- za occuparci, per ora, del modo con cui l'antenna
ficienza dell'intero sistema antenna-discesa. viene alimentata dalla sorgente AF.
Misurando la corrente ( tratto a linea intera A di
figura 2), si potrebbe rilevare che essa presenta un
LA LUNGHEZZA D'ONDA
valore all'apice della curva, per diventare poi nul-
L'antenna altro non è che un comune conduttore la agli estremi. Effettuando invece la misura della
che, collegato ad una sorgente di onde elettroma- tensione, si otterrebbe dati cli valore completa-
gnetiche ad alta frequenza, le irradia nello spazio mente opposto; il valore, infatti, risulterebbe nul-
circostante, permettendo ad esse di espandersi e lo all'apice della curva, mentre risulterebbe mas-
di viaggiare attraverso l'etere. Ma perché l'anten- simo ai due estremi (tensione positiva e tensione
na possa irradiare nel migliore dei modi l'energia negativa).
che ad essa viene fornita, occorre che l'antenna Ogni punto dell'antenna risulta così caratterizza-
soddisfi a taluni requisiti. to da un valore particolare di impedenza, che può
Lasciando da parte certi tediosi concetti mate- essere valutato, secondo la classica legge di Ohm,
matici, diremo che la lunghezza ideale per un'an- dal rapporto fra tensione e corrente, secondo la.
tenna è la metà della lunghezza dell'onda elet- formula:
tromagnetica cui essa è chiamata a lavorare.
Possiamo immaginare che le onde radio si propa- Zo= V: I
ghino nello spazio come se fossero delle sinusoidi, In particolare, si può notare che al centro del-
nelle quali la distanza tra due punti, aventi la l'antenna l'impedenza risulta molto bassa (50 -
stessa fase, viene appunto denominata « lunghez- 75 ohm), essendo la tensione V quasi nulla, men-
za d'onda »; per esempio la distanza tra due mas- tre la corrente I è massima.
simi consecutivi, quella tra due minimi consecu-
tivi o quella tra due zeri alternati.
In figura 1 la lunghezza d'onda è rappresentata IL DIPOLO
dalla distanza massima che intercorre tra i due
estremi della sinusoide. Uno dei metodi più comuni di alimentazione del-
La lunghezza d'onda è una grandezza fisica stret- l'antenna consiste appunto nel fornire energia al
tamente legata alla frequenza ed alla velocità di punto centrale, realizzando così l'antenna chia-
propagazione delle onde radio che, in pratica, è mata « dipolo », che è composta da due bracci
quella stessa della luce. simmetrici, della lunghezza di un quarto d'onda

915
quella di uscita del trasmettitore, che può essere
facilmente regolata con un carico fittizio.
L'accoppiamento di impedenza fra trasmettitore,
cavo di discesa e antenna è uno dei fattori più im-
portanti per il corretto funzionamento di un tra-
smettitore, al quale si deve rivolgere la massima
attenzione in sede di installazione, onde evitare
quei disadattamenti che, oltre a diminuire l'ener-
gia di alta frequenza effettivamente irradiata dal-
l'antenna, provocano il nocivo fenomeno delle on-
de stazionarie, cioè di quelle onde di alta frequen-
za che, non potendo essere totalmente irradiate
dall'antenna, ritornano al trasmettitore, sovrac-
caricandolo pericolosamente, in particolar modo
nei trasmettitori transistorizzati.
Possiamo fare un esempio pratico per interpre-
tare meglio questo concetto. Possiamo cioè para-
Fig. 1 - La lunghezza d'onda di un segnale radio viene
gonare il sistema trasmettitore, cavo, antenna ad
misurata in metri. Essa rappresenta la distanza tra i un tubo nel quale vengono lanciate a forte velo-
due estremi della sinusoide. Questi possono essere i cità delle palline di gomma, che possono rappre-
due apici successivi della ::urva, oppure i due zeri sentare gli elettroni. Se il tubo è uniformemente
alternati o, più in generale, tutti i punti, equidistanti,
fra i quali è contenuta l'intera oscillazione. La mez-
costruito, il processo di fuoriuscita delle palline
za sinusoide corrisponde alla metà della lunghezza avviene normalmente; ma se nel tubo si verifica
d'onda. un restringimento, parte delle palline di gomma
rimbalzano, ritornando verso il trasmettitore e
portando lo scompiglio tra il flusso ordinato. La
stessa cosa avviene pressa poco nel processo di
trasmissione e tale fenomeno può anche essere
dimostrato teoricamente.

CAVO COASSIALE

Molti nostri lettori avranno certamente sentito


parlare di cavo coassiale a 50o a 75 ohm, senza
tuttavia conoscere il significato esatto di questa
grandezza. Con l'ohmmetro non si misura questo
valore ohmrnico, comunque ,i effettui la misura.
I valori di 50 o 75 ohm, infatti non sono valori
resistivi, ma si riferiscono al valore dell'impeden-
za del cavo.
Fig. 2 - Ogni punto dell'antenna risulta caratterizzato Un cavo coassiale può essere considerato, come
da un valore particolare di impedenza, che può essere
valutato, secondo la legge classica di Ohm, dal rap- indicato in figura 5, un insieme di condensatori
porto fra tensione e corrente. Misurando la corrente (G) e di induttanze (L), tenendo conto che ogni
(tratto a linea intera A) si potrebbe rilevare un valore conduttore provoca un effetto induttivo. L'insie-
massimo all'apice della curva e un valore nullo agli me di induttanze e condensatori, a costanti distri-
estremi di questa. la misura della corrente offre valori
completamente opposti: nullo all'apice della curva e buite, prende il nome cli linea cli trasmissione o
massimo ai due estremi. cavo. Nella linea, come si può notare in figura 5,
non sono presenti elementi resistivi, a prescindere
da alcun! piccole dispersioni, per cui il valore in
ciascuno, tesi orizzontalmente rispetto al piano ohm, attribuito all'impedenza del cavo, può sem-
di terra. brare ancor più inappropriato.
Poiché la zona centrale del dipolo è caratterizza- Se si alimentasse un cavo di lunghezza infinita con
ta da un basso valore di impedenza, di 75 ohm un generatore di alta frequenza, e cioè significa
circa, per ottenere il massimo trasferimento di e- far assorbire e non dissipare potenza dal cavo
nergia occorrerà adattare a tale valore sia l'im- stesso, si potrebbe definire l'impedenza del cavo
pedenza del cavo coassiale di alimentazione, sia attraverso la nota formula:

916
<latta a tutti i. ricevitori e trasmettitori che lavo-
rano sulla. banda dei 20 metri.
Occorrerà. prima di tutto pmcurar·si una matas-
sina di filo, della. lunghezza di poco più di· ] O
metri. Questo filo deve essere rappresentato da
una trecciola di rame, del diametro di 2 mm, ap-
positamente costruita per la realizzazione delle
antenne. Occorrono inoltre 3-5 isolatori di por-
NT 752 cellana, di tipo a noce, necessari per l'ancoraggio
dei cavi. Ed occorrono ancora alcuni metri di ca-
vetto di nylon per il fissaggio dell'antenna ai so-
stegni. Si dovrà acquistare anche del cavo coas-
CC 751 siale, da 75 ohm, necessario per il collegamento
fra il trasmettitore e~ il dipolo.
A questo scopo si potrebbe utilizzare il normale
cavo TV, che presenta appunto un'impedenza di
75 ohm. Desiderando, tuttavia, continuare a pro-
gredire nell'attività radiantistica, consigliamo i
lettori di orientarsi verso gli appositi cavi per
trasmissione, che presentano perdite sensibilmente
inferiori, anche se la. spesa iniziale sarà senz'al-
Fig. 3 - Soltanto quando un impìanto di antenna è
tro superiore.
perfettamente realizzato, tutta l'energia erogata dal tra- Per il cavo a 75 ohm ci si potrà servire del tipo
smettitore viene irradiata nello spazio. Queste condi- RG59, che è abbastanza economico, oppure l'RG
zioni si ottengono quando l'impedenza dell'antenna, 11, che è più costoso ma, senza dubbio, presenta
quella del cavo di discesa e quella di uscita dell'appa-
rato trasmittente, hanno lo stesso valore.
caratteristiche radioelettriche superiori.
Non essendo la frequenza di lavoro eccessivamen-
te elevata, possiamo ritenere che il cavo RG59
Z= V:I sia più che sufficiente per realizzare un ottimo
impianto di antenna.
cwe come un rapporto fra la tensione, misurata
ai capi del cavo, e la corrente che Io percorre.
In pratica la condizione della lunghezza infinita
del cavo può essere sostituita con quella reale di
un cavo di lunghezza determinata, al quale viene
collegata una resistenza· di valore pari all'impe-
denza caratteristica dello stesso cavo. In queste
condizioni il cavo è da considerarsi « adattato » e
non insorgono i dannosi fenomeni, dovuti alle
onde stazionarie, di cui abbiamo già parlato in P E
precedenza. IRlT

E' infine dimostrabile che il valore dell'impedenza ·-·,


caratteristica di un cavo non dipende dalla sua \
lunghezza, ne dalla frequenza del segnale, ma è
i
se
una funzione della geometria costruttiva secondo
la formula:
lilFLESSA i[
Zo L

REALIZZAZIONE PRATICA DI UN IMPIAN-


TO DI ANTENNA Fig. 4- Quando i valori di impedenza dei tre elementi
fondamentali di trasmissione (antenna, cavo di discesa,
Abbandoniamo ora le argomentazioni teoriche re- trasmettitore) non sono identici, poca energia di alta
frequenza viene irradiata nello spazio; una parte di
lative alle antenne e passiamo invece alla pre- essa, infatti, viene riflessa sul circuito di uscita del
sentazione di un piano costruttivo di antenna a- trasmettitore.

917
L L L L

r.t_I - -

.T T CAVO
T T
COASSIALE
1.
Fig. 5 - La linea di discesa dell'antenna, cioè il cavo coassiale, può essere concepito
come un insieme di condensatori e induttanze uniformemente distribuiti.

Per quanto riguarda la realizzazione pratica del-


l'antenna, il lettore farà ricorso alla figura 6, nel-
la quale i dati costruttivi debbono intendersi e-
spressi in centimetri.
Facciamo notare che la lunghezza effettiva del
Fig. 6 - Piano costruttivo di un'antenna adatta per la dipolo è leggermente inferiore a quella che risul-
trasmissione e la ricezione dei segnali radio della lun- terebbe applicando la formula relativa, perché si
ghezza di 20 metri. I dati numerici, relativi alle lun-
ghezze dei bracci del dipolo, debbono intendersi
deve tener conto della «velocità» dell'energia
espressi in centimetri. attraverso il rame e non attraverso l'aria.

918
L'ultimo particolare, sul quale vogliamo richia-
mare l'attenzione del lettore, consiste nell'alimen-
tazione del dipolo, che dovrebbe avvenire in ma-
ANT. niera simmetrica (un esempio di linea simmetri-
ca è rappresentato dalla piattina televisiva da 300
ohm). Questo tipo di alimentazione può essere
PALO ottenuto con particolari dispositivi, chiamati « ba-
lun », che convertono una linea sbilanciata, quale
è quella di un cavo coassiale, in una linea bilan-
ciata. In pratica, a meno che non ci si trovi in
presenza delle VHF, è sempre possibile neutraliz-
zare gli effetti nocivi di _questo tipo di accoppia-
mento mantenendo_il cavo in posizione perpendi-
colare, rispetto al dipolo, almeno per un quarto
d'onda (in pratica 3 metri circa, tenendo conto
della « velocità del cavo »). Ecco il motivo per
cui, anche in figura 7, il primo tratto discendente
del cavo risulta perpendicolare al dipolo.

DISCESA
Fig. 7 - L'antenna deve essere montata nella parte più
alla del tetto e il cavo di discesa, almeno nella prima
parte, deve risultare in posizione perpendicolare ri-
spetto al dipolo.
CONDUTTORE INTERNO

ISOLANTE INTERNO
LOBO
CALZA ME TALLICA

MIN. GUAINA ESTERNA


M

4
MIN.

LOBO
TX

Fig. 8 - II dipolo è un'antenna direzionale, che riceve Fig. 9 - Come è dato a vedere in questo disegno, gli
o trasmette la maggior parte dell'energia elettroma- elementi che compongono il cavo di discesa coassiale
gnetica nella direzione del proprio asse, cioè perpen- di un'antenna sono 4: il primo conduttore, cioè il con-
dicolarmente ai fili conduttori dell'antenna vera e pro- duttore « caldo », l'isolante interno, il secondo condut-
pria. Il concetto di direzionalità è interpretato dai due tore, cioè il conduttore di massa rappresentato dalla
lobi {destro e sinistro) che permettono di individuare calza metallica e, per ultima, la guaina esterna, che
punti di maggior diffusione dell'energia irradiata. protegge il cavo dagli agenti atmosferici.

919
Sempre per questo stesso motivo e allo scopo cli sioni dei segnali radio avvengono in modo mi-
evitare oscillazioni del cavo, provocate dagli agen- gliore in una certa direzione. Ciò è dovuto al
ti atmosferici, consigliamo di realizzare un efhi- fatto che il dipolo è una antenna direzionale, che
ciente ancoraggio dell'antenna sul tetto e lungo riceve o trasmette la maggior parte dell'energia
il tratto di discesa. elettromagnetica nella direzione del proprio asse,
cioè perpendicolarmente al filo rappresentativo
dell'antenna vera e propria.
DIREZIONALITA' li concetto cli direzionalità può essere meglio
analizzato osservando il diagramma riportato in
Una volta realizzata l'antenna, a regola d'arte, figura 8, nel quale i due lobi interpretano il va-
seguendo tutti i dati costruttivi da noi elencati, lore, cio(~ l'entità dell'energia irradiata nelle varie
si potrà constatare che le ricezioni e le trasmis- direzioni.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
può sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere •ilconomico, robusto e versatile, cosi come lo è
quello qui raffigurato. L.a sua potenza è di 50 W e l'alimentazione è quella normale di rete-luce di 220 V.

GU ESPERIMENTI 1/l
\
DEL PRINCIPIANTE %%;,,'![
.
NUCLEO

(t.id
1%....i
@
1/,

- ea
-s

G
Costruendolo, sarete certi di raggiun-
gere il successo e potrete vantarvi di La scatola di montaggio, che può es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gli elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacità, ogni lettore potrà facilmente costrui-
il primo ricevitore radio. re da sé.
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musicale, di ridurre i ru-
mori di fondo, quelli pa-

FILTRI DI rassiti e le distorsioni,


meritano particolare con-
siderazione i filtri, che li-

PAROLA mitano la gamma delle


frequenze registrate o ri-
prodotte al di sopra o al
di sotto di un certo livel-
lo e che agiscono su una
determinata banda di fre-
quenze.
922
ogliamo intrattenerci, in questo articolo, ne, eliminando le cause del disturbo. Ma ciò non
nell'analisi e nella realizzazione di alcuni è sempre agevole, se non addirittura impossibile.
filtri per alta fedeltà che si riveleranno Ecco perché occorre attenuare questo disturbo
molto utili nel settore audio e che incontreranno con dei filtri elettronici, appositamente concepiti,
il favore degli appassionati dell'alta fedeltà, dei in modo da non diminuire sensibilmente la qua-
'
radioamatori e dei CB. Si tratta ovviamente di lità della riproduzione sonora.
un argomento molto vasto la cui trattazione teo- Il rumble possiede generalmente una frequenza
rica può risultare assai impegnativa. Ma noi compresa fra i 10 e i 50 Hz e il sistema più
non vogliamo addentrarci in profondità nella teo- semplice per attenuare il disturbo consiste nel-
ria dei filtri HI-FI, mentre ci limiteremo a for- l'inserimento, all'entrata dell'amplificatore, di un
nire alcune nozioni teoriche e qualche semplice filtro passa-alto, in grado di attenuare le frequen-
applicazione pratica. ze al di sotto dei 50 Hz, lasciando inalterata
la riproduzione delle frequenze superiori.

Il FILTRO DI RUMBLE
IL FILTRO PASSA-ALTO
Il primo tipo di filtro, che intendiamo presen-
tare ai nostri lettori, è quello normalmente de- Nella sua versione più semplice il filtro passa-
nominato « rumble ». alto è costituito da un condensatore e da una
E vediamo subito di chiarire i motivi che ren- resistenza, così come indicato in figura 1.
dono necessario l'uso di questo filtro, elencando Questo tipo di filtro ha una risposta in frequenza
altresì le cause del rumble e i vari sistemi per del tipo di quella rappresentata in figura 2.
attenuarlo o eliminarlo. Il rumble è quel feno- Nell'esempio illustrato nel diagramma di figura
meno, talvolta evidente negli amplificatori ad al- 2 il filtro ha una frequenza di taglio di 50 Hz
ta fedeltà, quando questi vengono collegati con circa; esso presenta, alla frequenza di 50 Hz,
i giradischi, che si manifesta attraverso un ru- una attenuazione di 3 dB rispetto al livello mas-
more di bassa frequenza in sincronismo con la simo 0 dB.
rotazione stessa del disco sul piatto del gira- La progettazione di un tale filtro è cosa sempli-
dischi. cissima, dato che basta ricordare che il valore
La frequenza di questo disturbo è generalmente della frequenza critica e quelli dei componenti
compresa fra i 10 e i 50 Hz; essa non è com- sono legati dalla seguente formula:
pletamente percepibile dal nostro orecchio, sia
per la scarsa sensibilità dell'organo umano ai
toni bassi, sia per il basso rendimento dei ripro-
duttori su queste frequenze. Tuttavia si tratta 2 r RC
sempre di un disturbo da eliminare, perché esso
sottopone gli altoparlanti ad un inutile e dan- in cui f = frequenza critica in Hz; R resi-
noso lavoro elettromeccanico. Gli altoparlanti stenza in ohm; C = capacità in farad (si tenga
poi, in presenza del rumble, non sono in grado
di fornire tutta la potenza che da essi ci si
presente che 1 F =
1.000.000 F).
Il valore dei componenti può essere ricavato tra-
aspetta, perché una buona parte di questa vie- mite le seguenti formule:
ne assorbita dalle oscillazioni parassite a bassa
frequenza.
R
2 r fc
LE CAUSE DEL RUMBLE

Le cause che generano il rumable possono essere C =


molteplici. In taluni giradischi gli elementi ge- 2 r fR
neratori di rumble possono essere gli ingranaggi,
oppure i cuscinetti del motore. Ma un'altra cau- in cui R è espresso in ohm, mentre C è espresso
sa di rumble può essere il disco stesso che, per in farad.
talune imperfezioni interne o per la non per- Il filtro passa-alto, rappresentato in figura 1, è
fetta rotondità dei solchi, può provocare delle dotato di una attenuazione al di sotto della fre-
oscillazioni a bassissima frequenza della puntina. quenza critica di 6 dB/ottava.
Il miglior sistema per eliminare il rumble sa- Desiderando una maggiore pendenza, cioè una
rebbe ovviamente quello di intervenire all'origi- più elevata attenuazione delle frequenze prece-

923
e
VARIATORI
o I ELETTRONICI
DI LUMINOSITA'
Con questi piccoli apparati elettronici, pi-
lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-

ENTR. R use.
cere, la luminosità di un lampadario, di
una lampada da tavolo o da notte. Favo-
riscono il risparmio, non dissipano corren-
te inutilmente, moltiplicano le prestazioni
delle vostre lampade e valorizzano i vostri
lampadari.

Fig. 1 - Un filtro passa-alto, nella sua versione p,u


semplice, è costituito da un condensatore e da una
resistenza collegati come indicato nel disegno.

Mod. vel 300/v/e


Sostituisce gli interruttori su cavo, è completo di
manopola, interruttore separato. spina, metri 1,5
più metri 1 di cavo. Regola una so'a luce (300 W

a,
- 220 V).
Prezzo L. 6.400

lf~;_,.
"z, Mod. vel 300/
E' dotato di inter-
ruttore a scatto sul-
la manopola di re-
golazione. E' com-
pleto di presa in-
cor porata, metri 1,5
di cavo e spina che
permettono l'allac-
ciamento immediato
alle spine di qual-
siasi lampada o lu-
me (300 W - 220
V).
Prezzo L. 5.900

Fig. 2 -Curva di risposta del filtro passa-alto composto


da un condensatore e da una resistenza.
Mod. vel 500/parete
E' particolarmente
denti la frequenza di taglio, si può ricorrere al- adatto per lampada-
ri. L'interruttore è
l'inserimento di due stadi di tipo passa-alto, col- di tipo statico (500
legati in cascata, così come indicato in figura 3 w- 220 V).
Prezzo L. 6.200
In questo modo l'andamento della risposta i
frequenza, in prossimità della frequenza di ta
glio, assume l'andamento riportato nel grafico
<li figura 4.
Si noti che, per non sovraccaricare il primo filtro
passa-alto, composto da Cl-Rl, si attribuisce ad
R2 il valore cli dieci volte Rl, mentre a C2 si
attribuisce il valore di 1 /10 di Cl. Inoltre, alla

924
notare la presenza del normale filtro RC allen-
trata e quella di una rete di controreazione, che
determina l'andamento in frequenza del filtro;
la rete di controreazione può essere di vario tipo,
a T, a doppio T, ecc.
Occorre notare che, mentre gli altri tipi di filtri
introducono una certa attenuazione del segnale,
i filtri attivi, al contrario, presentano spesso un
certo guadagno, ottenibile in virtù della presenza
dell'amplificatore.
La progettazione e il dimensionamento di questi
filtri, tuttavia, sono assai complessi ed esulano
dallo spirito semplice della nostra trattazione.
Ecco perché vogliamo di proposito evitare una
Fig. 3 - Quando si desidera raggiungere una maggiore analisi dettagliata dell'argomento, mentre rite-
pendenza, si può ricorrere all'inserimento di due stadi niamo più opportuno passare subito alla descri-
di tipo passa-alto, collegati in cascata cosi come colle- zione di altri tipi di filtri.
gati nel disegno.

FILTAi SELETTIVI
uscita del filtro, dovrà essere collegato un ampli-
Il filtro che stiamo per presentare, pur non es-
ficatore con alta impedenza d'ingresso; in caso
sendo adottato nel settore dell'alta fedeltà, può
contrario il valore di tale impedenza dovrà es-
essere utilizzato tutte le volte che si desidera eli-
sere tenuto in considerazione in sede di proget-
minare una determinata frequenza. Si tratta in-
tazione del filtro stesso.
fatti di arrestare una sola frequenza o, meglio
una stretta banda di frequenze attorno ad un
determinato valore di frequenza fo; questo valore
FILTRI LC di frequenza può essere determinato, tramite il
valore dei componenti secondo la seguente for-
Un altro sistema per ottenere una riduzione del
mula:
rumble è quello di adottare filtri di tipo L,
come ad esempio quello rappresentato in figu-
ra 5.
fo
In particolare, l'induttanza e la capacità contri-
buiscono a determinare la frequenza di taglio se- 2 1t V R3 x R4 x C2 x C3
condo la formula seguente :
Il circuito del filtro è di tipo a ponte di Wien
equilibrato; quando esso viene eccitato da una
frequenza uguale a quella di risonanza, esso pre-
senta una uscita nulla. Lo si potrebbe para-
2=/1c gonare ad un circuito accordato del tipo di quelli
montati nei ricevitori radio; la differenza con-
mentre la resistenza R contribuisce a determi- siste nel fatto che essendo impossibile, o perlo-
nare la pendenza della curva di risposta· in fre- meno scomodo utilizzare grosse induttanze in
quenza rappresentata in figura 6. bassa frequenza, anche perché queste non pos-
sono essere variate a piacere, viene utilizzato, in
questo caso un transistor montato appunto se-
FILTRO ATTIVO condo la configurazione riportata in figura 9, che
è in grado di offrire risultati notevoli.
Un risultato del tutto simile si può ottenere uti- La pendenza della curva di risposta in frequen-
lizzando un filtro attivo, composto cioè dai nor- za, che si ottiene con questo tipo di filtro, è di
mali componenti passivi, come le resistenze, i 6 dB per ottava circa; per cui desiderando un
condensatori e le induttanze, e facente uso di effetto selettivo più marcato, si dovrà ricorrere
elementi amplificatori, come i transistor, i FET all'uso di filtri un po' pit't complicati come ad
e le valvole. esempio quello riportato in figura 10.
Una tipica schematizzazione di questo tipo di Quest'ultimo tipo di circuito differisce da quello
filtri è rappresentata in figura 8, dove si può precedente, di cui ricalca il principio di funzio-

925
LIVELLO potenziometro R8 da 500 ohm; cm permette
dB l'equilibramento del filtro, in modo da ottenere
una semplice soppressione dei segnali parassiti,
+ 4 garantendo altresì la massima efficienza del di-
o spositivo.
In caso di cattivo equilibrio del ponte, parte del
segnale di disturbo potrebbe raggiungere diret-
tamente l'uscita tramite la resistenza di reazione
8
RlO e il condensatore C5, peggiorando così le
- 12 possibilità di filtraggio del circuito.
La resistenza semifissa R10 regola la pendenza
16 della curva di frequenza, cioè il guadagno delle
frequenze vicine alla frequenza critica che si
- 20
vuol eliminare, senza che l'inserimento del filtro
- 24 attenui notevolmente queste frequenze rispetto al
circuito originale.
Di questo stesso circuito presentiamo in figura 11
10 20 so 100 200 500 FREO. HZ
il piano di cablaggio, informando i lettori che
Fig. 4 - Andamento della curva di risposta in frequen- i valori dei componenti sono stati calcolati per
za, in prossimità della frequenza di taglio, relativo al una frequenza critica di 1.000 Hz circa.
filtro rappresentato in figura 3. Per quanto riguarda i transistor TR1-TR2, av-
vertiamo che si possono utilizzare quasi tutti i
transistor al silicio, di tipo NPN e PNP adatti
per la preamplificazione a basso rumore.

o
R
FILTRO PASSA-BANDA

L'ultimo tipo di filtro, che presentiamo in que-


st'articolo è di tipo passa-banda, cioè un filtro
in grado di permettere il passaggio di frequenze
comprese tra due limiti precisi (frequenza critica
inferiore e frequenza critica superiore).
Questo dispositivo si rivela di grande utilità so-
L prattutto nel settore delle radiocomunicazioni,
quando, peffr migliorare la comprensibilità di ciò
che si trasmette, si vuol limitare la banda pas-
sante, eliminando così ronzii, fruscii ed altri ru-
mori estranei che turbano la trasmissione.
In particolare, nel settore delle trasmissioni dei
radioamatori, cioè nel settore del solo parlato,
la banda passante viene limitata fra i 300 Hz
Fig. 5 - Un sistema assai comune per ottenere una ri- e i 3.000 Hz, dato che queste sono le frequenze
duzione del rumble è quello di adottare filtri di tipo necessarie per trasmettere, con la dovuta chiarez-
LC, come quello qui raffigurato. za e comprensibilità, la voce umana.
Taluni principianti ritengono che un trasmettitore
ad alta fedeltà riesca, a parità di potenza, a tra-
namento, per l'inserimento <li un secondo tran- smettere meglio di uno in cui la banda sia stata
sistor amplificatore e di una rete di controra- drasticamente limitata. Ciò è un grave errore, per-
zionè, così come avviene nei filtri attivi. Infatti, ché parte della potenza del trasmettitore serve
non appena la frequenza di ingresso si sposta per trasmettere dei suoni che nulla hanno a che
leggermente dal valore della frequenza critica, vedere con la parola (I.o caso); nel secondo caso
l'amplificatore aumenta il proprio guadagno, ac- è possibile ottenere una modulazione più profon-
centuando la caratteristica di selettività del filtro. da e quindi una maggiore penetrazione. Ana-
Confrontando quest'ultimo circuito con quello loga osservazione si estende ovviamente ai rie-
precedentemente presentato, si può notare che vitori destinati all'ascolto amatoriale, nei quali
le resistenze R8a-R8b sono state sostituite con il la limitazione di banda dell'amplificatore di bas-

926
LIVELLO
dB

l rrprrrrrrrpppp

o I I I I I J..1,-111 I I I 111111
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
fedeltà e per un nuovo ed emozionante
incontro con il mondo della musica ste-
reofonica.
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalità elevata con un
perfetto adattamento anatomico.

CUFFIA STEREO
10 20 s0 100 200 500 FREO.. HZ
MOD. LC25
L. 5.500 Fig. 6 - L'induttanza e la capacità del filtro LC contri-
buiscono a determinare la frequenza di taglio, mentre
CARATTERISTICHE: la resistenza R determina la pendenza della curva di
risposta in frequenza.
Impedenza: 8 ohm
Gamma di freq.: 18 -
15.000 Hz
Peso, 320 grammi

LIVELLO
d8
+ I
CUFFIA STEREO
MOD. DHOB o ,K I
L. 18.500 , l
CARATTERISTICHE:
- 9
~ I
Impedenza: 8 ohm
Sensibilità: 110 dB
a ,1.000 Hz
- 12 I I
, I
Gamma di freq.:
20 - 20.000 Hz
- 16
I
f
Peso: 450 grammi l
- 20
La .cuffia è provvista
di regolatore di
livello a manopola - 2
I
I
del tweeter.

10 20 so 100 200 500 FREO. HZ


Adattatore
Fig 7 - Facendo variare il valore della resistenza R
per cuffie stereo nel filtro LC è possibile regolare la curvatura del dia-
Mod.JB-11D gramma, in modo da ottenere un effetto di amplificazio-
L. 3.5.00 ne alla frequenza di taglio.

Questo piccolo ap-


parecchio consente
il collegamento di
una o due cuffie ste-
reo con tutti i com- sa frequenza comporta una diminuzione di tutti
plessi stereofonici. i disturbi che giungono al ricevitore, con un
La commutazione al- netto miglioramento della ricezione.
toparlante - cuffia è
immediata, senza al- Un filtro passa-banda può essere considerato co-
cun intervento sui me l'insieme di due filtri: un filtro passa-alto e
collegamenti. un filtro passa-basso. Tale "infatti è l'imposta-
zione adottata nel circuito presentato in figura

927
FILTRO
RC

CONTROREZ
FILTRO T"

Fig. 8 • Il filo attivo e composto da componenti normali


passivi (resistenze, condensatori ed induttanze) e fa
uso anche di elementi amplificatori (transistor - FET • LIRE 3.500
valvole). II disegno qui riportato schematizza uno di
questi filtri. CASSETTIERA « MINOR »

Contenitore a 12 cassetti, componi-


bile ad incastro; dimensioni di un cas-
x
setto: 115 55 x 34. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.

LIRE 3.800
CASSETTIERA « MAJOR »
Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto è
provvisto di divisori interni.


Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
co, il vostro angolo di lavoro in un
vero e proprio laboratorio!

Fig. 9 - Esempio di filtro selettivo, che può essere pa-


ragonato ad un circuito accordato di tipo di quelli mon-
tati nei radioricevitori.

928
R10 C5

1 "i ~
R12

R13
+

C7

C1
O
uscir
g 6
ENTR.
e
Rl +

Fig. 1 O - Desiderando un effetto selettivo notevole, si


COMPONENTI deve ricorrere alla realizzazione di filtri abbastanza
complessi, come quello qui raffigurato.

Condensatori
C1 = • 125 F (elettrolitico)
C2 = 5.000 pF
C3
C4
= 5.000
125
'pF
F (elettrolitico)
=
C5 = 125 F (elettrolitico)
C6 = 125 F (elettrolitico)
C7 = 125 F (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 5.000 ohm (potenz. a variaz. log.) 12, nel quale, oltre al primo transistor, che svol-
R2 = 10.000 ohm ge il compito di elevatore d'impedenza d'ingres-
R3 = 33.000 ohm so, è presente un circuito passa-alto, cli tipo at-
R4 = 3.300 ohm tivo, pilotato dal transistor TR2.
R5 = 680 ohm La regolazione della frequenza critica, cioè della
R6 = 18.000 ohm frequenza di taglio, può essere effettuata tra 100
R7 = 3.300 ohm e 400 Hz circa, semplicemente agendo sul po-
R8 = 500 ohm (potenziometro) tenziometro R6.
R9 == 1.500 ohm
L'interruttore S1 pennette inoltre un eventuale
R10 = 15.000 ohm (potenziometro)
disinserimento ciel filtro passa-alto, permettendo
R11 == 6.800 ohm
R12 = 1.800 ohm una riproduzione lineare del segnale <l'ingresso.
R13 == 330 ohm Al primo filtro segue, come abbiamo detto, un
Transistor secondo filtro dì tipo passa-basso, regolabile tra-
TR1 = BC109 mite il potenziometo R 11,. per frequenze cli ta-
TR2 = BC308 glio comprese fra i 3.000 e i 6.000 Hz approssi-

929
b
z
w
5>
- (J')
_J
r

TR1

Fig. 11 - Piano di cablaggio del filtro ad effetto selettivo notevole rappresentato in fi-
gura 10.

mativamente. Anche in questo caso è possibile il


PERLA disinserimento del filtro tramite il doppio de-
viatore S2.
SICUREZZA DI
L'impedenza d'ingresso di questo filtro passa-
RICEVERE banda si aggira intorno ai 50.000 ohm, mentre
MENSILMENTE quella di uscita è pari a 1.000 ohm circa; ciò
permette un facile collegamento del circuito sen-

E LA VOSTRA
RIVISTA
za apportare alcun inconveniente all'amplifica-
tore di bassa frequenza.
Il consumo del circuito, alla tensione di alimen-
tazione di 12V, è di 6 mA, mentre con la ten-
sione di 6 V si riduce a 3 mA circa.

930
R1
- •
---
52
TR1 Il TR2 Il Il Il Il Il TR3

1~
R12
C3 11 C4 11 7 Il R11
Il ~
12V

l1
RIO
Il
i Il l
%
ENTR,

Il t l+i 1usc1rn
R3 [e
± T
'
7

Condensatori
Ct
C2
= 1 F (elettrolitico)
1 F (elettrolitico)
COMPONENTI
=
C3 = 250.000 pF
CA = 250.000 •pF
es = 50.000 pF
C6 = 2.000 pF
C7 = 1 F (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 47.000 ohm
R2 = 10.000 ohm
R3 = 47.000 ohm
R4 = 2.200 ohm
R5 = 22.000 ohm
R6 = 5.000 ohm
R7 = 2.200 ohm
Ra = 2.200 ohm
R9 150 ohm
R10 = 470 ohm
R11 = 5.000 ohm
R12 = 5.600 ohm
R13 = 2.200 ohm
R14 = 150 ohm
Transistor Fig. 12 - La concezione circuitale di questo progetto
TR 1 = BC 177 (BC308) di filtro passa-banda scaturisce dall'unione di due filtri
TR2 = BC177 (BC308) di tipo diverso; un filtro passa-basso e un filtro passa-
TR3 = BC 177 (BC308) alto.

931
B D
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a- 1,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W-5 ohm. potenza: inferiore all'1%/.
Sensibilità: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc.

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catene ad alta fedeltà, per attenuare i rumori di fondo
derna, proiettata nel futuro, che generati da vecchi dischi che presentano un valore
interessa tutti: lavoratori e stu- storico o artistico di particolare interesse, ma che pro-
ducono rumori di superficie. Serve ancora per. segnali
denti, professionisti e .studiosi, a modulazione di frequenza a basso livello. La curva
giovani e meno giovani. tratteggiata si riferisce al responso di frequenza senza
filtro, quella intera si riferisce al responso di frequenza
con filtro.

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932
MPLIFICATORE
BF
OTENZA 2w

a caratteristica principale dell'amplificatore IL CIRCUITO


L presentato in questo articolo è quella di
utilizzare esclusivamente componenti allo
stato solido, di facile reperibilità e di basso co-
L'alimentazione del circuito si ottiene con una
tensione di 24 V e l'assorbimento di corrente, al-
sto. E i componenti allo stato solido rappresenta- la massima potenza; cioè con la dissipazione to-
no la garanzia per il raggiungimento di una rea- tale di poco più di 4 W, 'si aggira intorno allo
lizzazione compatta, robusta ed efficiente. 0,2 A. Dunque, proprio il valore della tensione
La potenza di uscita è di 2 W e lo stadio pream- di alimentazione, relativamente elevata, può rap-
plificatore è pilotato da un transistor FET che, presentare un aspetto negativo dell'amplificato-
migliorando il rapporto segnale/rumore dell'am- re; ma questa tensione può facilmente essere as-
plificatore, eleva considerevolmente l'impedenza sorbita da un comune alimentatore per corren-
di entrata, permettendo un perfetto adattamen- te continua di piccole dimensioni, e di semplice
to con pick-up di tipo piezoelettrico, che sono realizzazione pratica.
quelli quasi esclusivamente montati nei giradischi Osservando il circuito di figura 1, si nota subito
portatili e anche in molti modelli hi-fi di classe che la concezione del progetto è assai razionale
elevata. e per nulla complicata. Seguendo il percorso del

934
segnale, proveniente dal pick-up del giradischi metro Rl è collegato con il gate del primo tran-
ed applicato all'ingresso dell'amplificatore, si no- sistor preamplificatore che, per i motivi già espo-
ta innanzitutto la presenza del gruppo R14-C7, sti, è stato scelto fra i tipi di transistor ad effet-
racchiuso entro una zona tratteggiata. to di campo.
Tale gruppo, che deve essere utilizzato esclusi- La polarizzazione del transistor TRl è ottenuta
vamente in accoppiamento con pick-up o micro- automaticamente tramite la resistenza R2, che
foni piezoelettrici, ha il duplice scopo di elevare fornisce anche allo stadio preamplificatore una
l'impedenza d'ingresso e di correggere eventual- certa dose di controreazione, linearizzando ul-
mente la curva di risposta in frequenza del pick- teriormente il responso.
up. Coloro che volessero utilizzare l'amplificatore in
Il segnale uscente dal gruppo R-C viene appli- particolari applicazioni, volendo ottenere un gua-
cato, tramite il condensatore CI, al potenziome- dagno più elevato, dovranno collegare un con-
tro Rl, che ha il compito di regolare il volume densatore elettrolitico da 50-100 F - 6 VI tra la
di riproduzione sonora." Il cursore del potenzio- source di TRl e massa, con il terminale positi-

QUESTO AMPLIFICATORE DI BASSA FRE-


QUENZA, ADATTO PER MOLTEPLICI USI,
VIENE ALIMENTATO CON LA TENSIONE
CONTINUA DI 24 V, OTTENUTA TRAMITE
PILE O ALIMENTATORE SEPARATO. IL
CONSUMO MASSIMO DI CORRENTE SI
AGGIRA INTORNO ALLO 0,2 A. LO STADIO
PREAMPLIFICATORE E' PILOTATO DA UN
TRANSISTOR FET, CHE PERMETTE UN PER-
FETTO ADA TI AMENTO CON I PICK-UP DI
TIPO PIEZOELETTRICO.

935
+
R 8

TR4
R9

S1

R10
+

SOLO PER
R3
PICK • UP
/ PIEZOE~a 1 Hl.

r -/ - - - -·1
I I (1
I
C4 (5
TR3 TR5
R14

8n
e
24 V

e
e
ENTR

R2 R7

Fig. 1 • Progetto dell'amplificatore di bassa frequenza


con potenza d'uscita di 2 W. Il gruppo di entrata, rac-
chiuso entro linee tratteggiate, serve soltanto nel caso
di accoppiamento dell'amplificatore con pick-up o mi-
crofoni piezoelettrici; esso eleva l'impedenza di entrata
del circuito e corregge la curva di risposta in frequen-
za del pick-up.

936
un circuito di stabilizzazione termico composto
dal transistor TR2 e dalle sue relative resisten-

COMPONENTI ze di polarizzazione R9-R10.


Il transistor TR2 sostituisce la resistenza NTC,
rispetto alla quale il transistor offre il vantag-
Condensatori gio di una più facile reperibilità commerciale ed
c1 = 100.000 pF una maggiore efficienza.
c2 = 50 uF - 30 VI. (elettrolitico) Tra il collettore e l'emittore del transistor TR2
Cc3 = 20 F - 30 VI. (elettrolitico) vengono prelevati i due segnali, in fase tra loro,
CA = 50 F - 20 VI. (elettrolitico) da inviare ai due transistor amplificatori finali
C5 = 330 pF TRA-TR5, che compongono un circuito amplifi-
C6 = 1.000 F - 20 VI. (elettrolitico) catore a simmetria_ complementare.
C7 = 220 pF
Il principio di funzionamento dello stadio am-
Resistenze plificatore finale è basato sulla complementarietà
R1 == 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.) dei due transistor, l'uno (TRA) di tipo NPN,
R2 = 100 ohm l'altro (TR5) di tipo PNP, così che i due se-
R3 = 2.200 ohm gnali identici in fase e in ampiezza, applicati al-
RA = 560 ohm
le basi dei due transistor, sono tali da costringe-
R5 = 330 ohm
R6 re un transistor verso la zona di saturazione,
= 27.000 ohm (sostituibile con un trim-
cioè di forte conduzione, e l'altro verso l'inter-
mer da 47.000 ohm)
R7 = 1.500 ohm dizione, cioè verso una debole conduzione elet-
R8 = 1.500 ohm trica. Il risultato, che fa pensare al movimento
R9 = 220 ohm di un'altalena, compensa le dissimmetrie interne
R1O = 390 ohm dei due transistor, permettendo di ottenere una
R11 = 10 ohm buona riproduzione sonora, quasi totalmente e-
R12 = 3,9 ohm sente da distorsioni. L'impedenza d'uscita è re-
R13 = 3,9 ohm
lativamente bassa, perché si aggira intorno ai
R14 = 390.000 ohm
4-8 ohm; essa permette un collegamento diretto
Varie con il trasduttore acustico, senza dover ricorrere
TR1 2N3819 (transistor FET) agli ingombranti e costosi trasformatori d'uscita
TR2 == BC1O7 che sono sempre delle sorgenti di distorsione del
TR3 = BC1O7 segnale. Il condensatore elettrolitico C6 è neces-
TRA = 2N1711
sario nel caso in cui non si disponga di alimen-
TR5 = 2N2905/A
tazione bilanciata.
AP = altoparlante da 8 ohm
S1 = interruttore
CIRCUITO DI COMPENSAZIONE TERMICA

Rimane ora da esaminare il funzionamento del


circuito di compensazione termica, realizzato per
mezzo ciel transistor TR2.
vo rivolto verso la source. La compensazione termica è necessaria negli am-
Dopo il processo di preamplificazione, il segnale plifica tori a transistor allo scopo di evitare un
viene direttamente inviato, tramite il condensa- eccessivo riscaldamento dei transistor finali è la
tore di disaccoppiamento C4, al transistor pilo- loro conseguente rottura.
ta TR3. Infatti, durante il funzionamento, i transistor fi-
Anche per il transistor TR3 è prevista una pi- nali si riscaldano sia per effetto della corrente
cola controreazione, ottenuta tramite la resisten- dovuta al segnale sia per effetto della corrente
za Rl 1 collegata in serie con l'cmittore. di riposo necessaria per evitare fenomeni di di-
Le resistenze R6-R7 compongono la rete di po- storsione.
larizzazione del transistor TR3. La resistenza Il riscaldamento dei transistor varia leggermen-
R6, in particolare, assume speciale importanza te con le loro caratteristiche, provocando un no-
per la messa a punto dell'amplificatore, come tevole aumento della corrente di riposo che, a
è detto nel prosieguo dell'articolo. sua volta, tende a riscaldarli ulteriormente, ge-
Sul circuito di collettore del transistor TR3, ol- nerando una catena cli reazione termica senza
tre alla resistenza di carico R8, che determina fine o, meglio, sino alla rottura del componente.
il guadagno dello stadio, risulta inserito anche Per evitare questo grave inconveniente è asso-

937
,== @ Et.

VOLUME
C6
?

ALIME NT.
I
ALL ALTOP.

Fig. 2 - Cablaggio dell'amplificatore dì bassa frequenza su circuito stampato. I due


transistor finali TR4-TR5 debbono essere muniti di alette di raffreddamento. Il transi-
stor TR2 deve essere montato nel circuito senza tranciare i terminali, cosi che la sua
sistemazione risulti molto vicina ai due transistor finali.

lutamente necessario provvedere alla stabilizza- prie caratteristiche elettriche, aumentando la


zione della corrente di riposo; questo risultato conduzione e diminuendo la caduta di tensione
lo si ottiene, nel nostro progetto, per mezzo del fra collettore ed emittore, dove si determina il
transistor TR2. Infatti, collegando questo com- valore della corrente di riposo dei transistor am-
ponente in prossimità dei transistor finali TR4- plificatori finali. Si ottiene in tal modo una dimi-
TR5, esso risulta influenzato dal loro riscalda- nuzione di corrente e quindi una stabilizzazione
mento e, riscaldandosi a sua volta, varia le pro- della temperatura dei transistor.

938
Fig. 3 - Circuito stampato, in gran-
dezza naturale, dell'amplificatore
di bassa frequenza.

COSTRUZIONE DELL'AMPLIFICATORE sistor FET potrà essere di qualsiasi tipo, purché


a canale N. Per i transistor TR2-TR3, i più co-
La tecnica da preferirsi per il montaggio di muni BC107 potranno essere sostituiti con i se-
questo amplificatore è senz'altro quella del cir- guenti transistor: BC108 - BC109 - BC207 -
cuito stampato, che offre garanzie di compattez- BC208 - BC209 - BCI47 - BC148 - BC149.
za e semplifica notevolmente il cablaggio. Per quanto riguarda i transistor finali, ricordia-
Il lettore potrà comporre il circuito nel modo mo che questi dovranno presentare un guadagno
indicato in figura 2, costruendo il circuito stam- il più possibile uguale fra loro. Conviene dun-
pato riportato, in grandezza naturale, in figura que servirsi di coppie di transistor selezionati.
3. Oltre alla coppia 2N1711 - 2N2905/A, si potran-
E' assai importante, prima di procedere alle sal- no utilizzare le seguenti coppie di transistor se-
dature dei terminali dei transistor, far bene at- lezionate: BC300 - BC303; BCA40 - BC460;
tenzione alla precisa distribuzione degli elettrodi, BC286 - BC287.
soprattutto nel caso del transistor FET per il I transistor finali TR4-TR5 dovranno essere in
quale esistono in commercio tipi di componenti ogni caso muniti di alette di raffreddamento, al-
con diversa distribuzione dei terminali. E' con- lo scopo di disperdere meglio il calore generato.
sigliabile quindi, prima di applicare al circuito Conviene inoltre non accorciare i terminali del
il transistor TRJ, informarsi presso il rivendito- transistor TR2, cercando di avvicinare questo
re sulla successione dei tre elettrodi. componente il più possibile ai due transistor fi-
La costruzione di questo amplificatore non dif- nali TRA-TR5.
ferisce di molto dalle tipiche realizzazioni di ap-
para ti di bassa frequenza. Si debbono effettuare
saldature calde ed utilizzare esclusivamente ca- TARATURA
vetto schermato per i collegamenti di entrata,
collegando a massa la calza metallica. Per raggiungere il miglior funzionamento, l'am-
Anche la carcassa del potenziometro Rl deve plificatore di bassa frequenza necessita di una
essere collegata a massa, in modo da evitare la semplice operazione di taratura.
introduzione nel circuito di ronzii, fruscii o altri Alimentando il circuito con la tensione continua
disturbi estranei. di 24 V, allo scopo di raggiungere le esatte con-
Una volta realizzato il circuito, questo verrà in- dizioni di lavoro, si dovrà misurare una tensio-
serito in un contenitore metallico, collegato con ne di 12 V sul terminale positivo del condensa-
la massa dell'amplificatore, cioè con la linea ne- tore elettrolitico C6. Si tratta quindi di un valo-
gativa della tensione di alimentazione. re di tensione che è esattamente la metà delJa
tensione totale di alimentazione. L'assorbimento
di corrente a vuoto dovrà aggirarsi intorno alla
COMPONENTI ELETTRONICI decina di mA.
Nel caso in cui non si dovessero riscontrare i
I componenti elettronici necessari per la realiz- valori di tensione e corrente ora citati (ciò può
zazione dell'amplificatore . sono tutti di facile re- accadere a causa della to!Jeranza dei componen-
peribilità commerciale. Si possono tuttavia ef- ti), si potrà sostituire la resistenza R6 con un po-
fettuare alcune sostituzioni. Per esempio, il tran- tenziometro semifisso da 47 .000 ohm, che per-

939
metterà di regolare la tensione sul terminale po- consigliamo il lettore di realizzare uno dei tanti
sitivo del condensatore elettrolitico C6. Analo- progetti di alirneni-atori n>111pa1·si sui precedenti
gamente si potranno sostituire le resistenze R9 - fascicoli della rivista. Sarà comunque sufficiente
RlO con una resistenza variabile da 500 ohm t·
servirsi di un trasformatore riduttore di ten-
con il cursore di questa collegato con la base
sione, dal valore di 220 V a quello di 17-18 V,
del transistor TR2, in modo da ottenere una
precisa regolazione della corrente di riposo. con possibilitit di assorhi111cul<> di corrente di
La resistenza R6, comunque. deve risultare set- 0,5 A; a valle del trasformatore si dovrà colle-
pre parzialmente inserita, per non rovinare il gare un ponte raddrizzatore al silicio (30 V .
transistor TR3. Per evitare tale eventualità. con- I A) e u condensatore di livellamento da 2.000
viene collegare, in serie con la resistenza semi- - 4.000 F. Con questi clementi è possibile rea-
fissa da 47.000 ohm, una resistenza da 10.000 lizzare un alimentatore più che sufficiente per
ohm con funzioni di protezione. far ottinxamete funzionare il nostro amplifica-
Per quanto rigua1·da l'alimentazione dd circuito, tore di bassa frequenza.

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Sensibilità entrata El 100 mV per 45 W
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Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segqale/disturbo 55 dB a 10 W
pletamento il lettore dovrà pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
Questa scatola di montaggio, veramente pre- toparlanti e il contenitore. Ricor-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli-
ficatore di potenza, appositamente concepito
la di montaggio, già presentata
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
è dotato di due entrate ed è quindi adattabile
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da
scorso anno, viene ora equipag-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi più giata con due omaggi a scelta e
svariati.
sempre allo stesso prezzo di
li kit è comprensivo di tuttu gli elementi necessari per la realiz- L. 21.500: una capsula microfo-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovrà procurarsi, per proprio conto, gli nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore, le doppio ad aria.
DEI
CONDENSATORI
ad esempio il mancato funzionamento del ricevi-
tore o una riproduzione sonora completamente
distorta. Nel primo caso l'inconveniente va ri-
Questo strumento, in grado di fornire cercato nei condensatori catodici, collegati in pa-
precise indicazioni sullo stato elettri- rallelo alla resistenza di polarizzazione catodica
nelle valvole elettroniche, o sull'emittore dei
co dei condensatori, risulterà molto transistor, nel secondo case l'inconveniente è lo-
utile nel laboratorio del radioriparato- calizzato fra i condensatori dello stadio amplifi-
re. catore di bassa frequenza.
E' dunque necessario uno strumento in grado di
1 e mai capitato di rimettere in funzione, fornire precise indicazioni sullo stato elettrico dei
dopo un anno di inattività, un vecchio ri- condensatori elettrolitici, dato che ben difficil-
cevitore a valvole o a transistor? Certa- mente si riesce ad individuare con esattezza e
mente sì! E quasi certamente avrete potuto con- con il solo ragionamento un condensatore di-
statare che le voci e i suoni venivano accom- fettoso.
pagnati da una certa dose di ronzio. Ma quel
difetto non deve essere precipitosamente attri-
buito ad un invecchiamento delle valvole, dei RICERCA DEL CONDENSATORE GUASTO
transistor o ad una insufficiente schermatura.
Perchè la causa prima dell'insorgere di un ron- La ricerca di un condensatore guasto può essere
zio considerevole è· provocata dal deterioramen- effettuata col metodo della sostituzione, rimpiaz-
to dei condensatori elettrolitici che, più di ogni zando cioè ogni condensatore, ritenuto fuori uso,
altro componente, sentono il... peso degli anni e con uno della cui integrità si è assolutamente
la mancanza di inattività. certi. Ma si tratta di un sistema che richiede
Come è noto, infatti, il miglior... farmaco per molto tempo ed una grande dose di pazienza.
mantenere in perfetto stato di salute i conden- Questo metodo inoltre è assai costoso, perchè
satori elettrolitici, è quello di tenerli costante- richiede l'accantonamento di un gran numero
mente, o almeno saltuariamente sotto tensione, di condensatori nuovi.
per impedire che l'elettrolita, contenuto nel con- La miglior soluzione consiste quindi nel realiz-
densatore, si deteriori. zare un semplice strumento, poco costoso, in gra-
Purtroppo, "negli apparati «fermi» da parecchi do di provare l'efficienza dei condensatori elet-
anni, questa condizione non viene rispettata e trolitici e di quelli di tipo normale, purchè di suf-
uno o più condensatori possono presentare il ca- ficiente capacità.
ratteristico fenomeno della perdita. E un con- Lo strumento presentato e descritto in queste pa-
densatore difettoso in un apparecchio radio può gine permette dì analizzare condensatori elettro-
causare diversi inconvenienti, a seconda della sua litici con tensioni di lavoro non superiori ai 60 V.
localizzazione. Non abbiamo infatti ritenuto opportuno supe-
Normalmente i condensatori più esposti ai rischi rare questo valore per due principali motivi : il
di danneggiamento sono quelli di filtraggio del- primo è di ordine economico, perché lo strumen-
l'alta tensione e ciò spiega l'insorgere di ronzio to avrebbe richiesto l'impiego di componenti elet-
dovuto ad un insufficiente livellamento della ten- tronici più costosi e di non facile reperibilità
sione raddrizzata. Ma un condensatore ineffi- commerciale; il secondo motivo è di ordine pra-
ciente può produrre guai ancora più seri, come tico, perchè un condensatore elettrolitico con

942
ns

R6

T1

D2

St

CON
I PR0va

I I

Ls~ - - - - - - - - - - ~. - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -•

COMPONENTI
Condensatori Fig. 1 - Il progetto del provacondensatori è composto
C1 = 200F - 80 VI. (elettrolitico) da uno stadio alimentatore, da uno regolatore di ten-
C2 = 100 F - 80 VI. (elettrolitico) sione e limitatore di corrente e da un terzo stadio che
rappresenta il circuito di misura.
Resistenze
R1 = 15 ohm La tensione di alimentazione, prelevata dalla re-
R2 = 1.000 ohm
te-luce, viene ridotta, tramite il trasformatore Tl,
R3 =47.000 ohm - 1 W (potenz. a variaz. lin.)
al valore di 40-50 V. Questa tensione viene suc-
R4 = 4.700 ohm - 1 W
R5 = 100 ohm cessivamente raddrizzata dal diodo al silicio D 1 •
R6 = 10 ohm e livellata dal condensatore elettrolitico Cl. Alla
R7 = 47 ohm resistenza RI spetta il compito di salvaguardare
il trasformatore di alimentazione da eventuali
Varie
eccessivi assorbimenti di corrente dovuti ad er-
TR1 =
2N3055 (vedi testo)
rori d'uso dello strumento o accidentali corto-
D1 - D2 = BY126 (diodi al silicio)
T1 trasf. d'alimentaz. (vedi testo) circuiti.
LN = lampada-spia al neon Sui terminali del condensatore elettrolitico C 1 la
(220 V con resist. incorpor.) tensione deve aggirarsi intorno ai 70 V.
mA = milliamperometro (1 mA fondo-scala) Dopo lo stadio alimentatore è presente uno sta-
S1a - S1b = deviatore dio transistorizzato, che funge da regolatore di
S2 = deviatore semplice tensione e limitatore di corrente, il cui funzio-
namento è facilmente comprensibile.
La tensione fra base ed emittore, in un transistor
tensione di lavoro di 300 V, manifesta, senza al silicio, si aggira intorno allo 0,6-0,7 V, quasi
ombra di dubbio, eventuali perdite alla sola ten- indipendentemente dalla corrente di collettore.
sione di 50 V. Regolando quindi la tensione di base, per mez-
zo di un sistema potenziometrico, che nel nostro
caso è rappresentato da R2-R3, si ottiene, auto-
CIRCUITO DELL'ANALIZZATORE maticamente, una corrispondente variazione del-
la tensione di emittore, disponendo di una cor-
Lo schema del provacondensatori è rappresenta- rente notevolmente superiore a quella ottenibile
to in figura 1. Come si può notare esso è compo- con il solo sistema potenziometrico a resistenze
sto da pochi componenti. (l'entità della corrente· dipende dal guadagno del

943
CONO. IN
PROVA

R3
Fig. 2 - II cablaggio del
provacondensatori si
realizza su una lastra
metallica, che funge da.
pannello frontale dello
strumento. La linea di
massa è rappresentata
dalla stessa lastra me-
tallica. Il condensatore
in prova viene inserito
sulle due boccole ap-
licate sulla parte su-
periore del contenitore.
R1 01

transistor). E poiché la corrente fornita alla ba- trebbe utilizzare un deviatore del tipo ON--OFF-
se del transistor risulta limitata dal dimensiona- ON. provvisto cioè di posizione centrale.
mento delle resistenze R2-R3, anche in caso di Il diodo D2 è stato inserito per precauzione, allo
cortocircuito accidentale esterno, la corrente, che scopo di prevenire eventuali danneggiamenti allo
attraversa il transistor, può raggiungere un va- strumento ed al transistor TRI : ciò nel caso
lore multiplo della corrente di base per il gua- in cui sui morsetti del provacondensatori venisse
dagno. collegato un condensatore carico. Ma si tratta più
La resistenza R4, che funge da elemento di ca- che altro di una doppia protezione, perché uti-
rico, è necessaria per ottenere le variazioni della lizzando nel modo corretto lo strumento, cioè col-
tensione di uscita; infatti, perchè si verifichi la legando il condensatore sui morsetti di esso quan-
condizione prima citata, cioè che la tensione tra do il circuito è spento, il condensatore, anche se
base ed emittore si aggiri intorno allo 06 V, è carico, si scarica automaticamente attraverso Slb
necessario che attraverso la giunzione scorra una ed R7, scongiurando ogni possibile danno.
corrente di un certo valore.

REALIZZAZIONE PRATICA
CIRCUITO DI MISURA
L'unico componente elettronico, che deve essere
Allo stadio regolatore- limitatore segue il circuito scelto con una certa avvedutezza, è rappresen-
di misura, che si compone di uno strumento tato dal transistor TRl. Questo transistor infatti
(milliamperometro) in grado di indicare il val ore deve essere in grado di sopportare una tensione
della corrente di dispersione dei condensatori. di 70V circa e una corrente cli 100 mA (massima
Tale strumento è stato shuntato con le resistenze portata dello strumento), senza timore di rot-
R5-R6, che permettono, servendosi di uno stru- ture. Si i·cnde necessario quindi un transistor in
mentino da i mA fondo-scala, di ottenere le grado di poter dissipare una potenza massima
portate di 10 e 100 mA fondo-scala. di 7 W. A tale scopo può andar bene il transistor
In sostituzione del normale deviatore S2 si po- 2N3055, che è molto economico e le cui caratte-
trebbe utilizzare un commutatore a tre posizioni, ristiche elettriche sono veramente ottime; que-
lasciando libera una delle tre posizioni, in mo- sto transistor, inoltre, non richiede alcun sistema
do che lo strumento non venga shuntato da al- di raffreddamento supplementare e ciò in virtù
cuna resistenza e permettendo cosi la misura di dell'uso saltuario del provacondensatori.
piccole correnti di perdita. A tale scopo si po- In sostituzione del 'transistor ora citato si potran-

944
no usare i tipi seguenti: BD139 - BD215 - BD216 TARATURA
- 2N3054 - BCA41 - BCX40.
Per quanto riguarda gli altri componenti elettro- Prima di essere pronto per le misure, il prova-
nici del provacondensatori, non vi sono pro- condensatori richiede una operazione di taratu-
blemi di ordine economico o di reperibilità. Per ra della scala relativa al potenziometro R3. E'
il trasformatore di alimentazione Tl occorre uti- infatti utile segnare sul pannello dello strumen-
lizzare un componente con avvolgimento prima- to, in corrispondenza alle varie posizioni del cur-
rio a 220 V e avvolgimento secondario a 40-50 V; sore di R3, le relative tensioni e ciò allo scopo
la potenza del trasformatore deve aggirarsi in- di evitare l'uso di un voltmetro addizionale per
torno ai 5-10 W. la misura della tensione di prova del condensa-
I diodi dovranno essere di tipo al silicio, adatti tore.
per la tensione di 200 V e la corrente di 1 A. La taratura comunque è assai semplice, dato che
A tale scopo vanno molto bene i classici BY126 basterà collegare il tester in parallelo alla resi-
e BY127. • stenza R4, rilevando i valori necessari per gra-
Il potenziometro R3 deve essere di tipo lineare duare la scala corrispondente al potenziometro
e adatto a sopportare la potenza elettrica di 1 W. R3, così come indicato in figura 3. Dopo questa
In sostituzione di esso si potranno utilizzare po- semplice operazione, il provacondensatori può
tenziometri a fìlo. Per quanto riguarda lo stru- ritenersi pronto per l'uso.
mento, consigliamo di servirsi di un modello da
1 mA fondo-scala, pure essendo possibile mon-
tare uno strumento da 0,5 mA fondo-scala. Vo- NORME D'USO
lendo eliminare la spesa dello strumento, ci si Per eseguire una corretta prova dei condensatori,
potrà servire cli un normale tester. occorre attenersi ad alcune semplici norme d'uso
dell'apparato che ne garantiscano la lunga du-
rata nel tempo. Esse possono essere riassunte nei
punti seguenti :
I) Inserire il condensatore in prova nelle ap-
posite boccole, rispettando le polarità di con-
VOLTMETRO nessione. Durante questa operazione l'appa-
rato deve rimanere spento, cioè l'interruttore
S1 deve risultare aperto.
2) Ruotare il potenziometro R3 verso il minimo
R4 valore di tensione.
3) Commutare S2 sulla portata 100 mA fondo-
scala.
4) Accendere lo strumento. In tali condizioni
non si dovrebbe registrare alcun passaggio di
30 corrente; in caso contrario il condensatore è
20 . o da ritenersi in cortocircuito, cioè completa-
.o mente fuori uso.

"° »"
5) Aumentare gradualmente la tensione, tramite
il potenziometro R3, sino a raggiungere il va-
lore desiderato. Anche in questo caso il con-
densatore in prova, superato il periodo di ca-
3°REGOLARE R3
SEGUENDO LE
rica, non dovrebbe far registrare alcuna di-
spersione.
6) Commutare S2 nella posizione 10 mA e, suc-
TENSIONI LETTE cessivamente, sulla posizione 1 mA, se questa
è stata prevista, leggendo la corrente di di-
spersione del condensatore in prova. Quanto
più piccola sarà questa corrente, tanto più
Fig. 3- La taratura del provacondensatori consiste nel efficiente dovrà ritenersi il condensatore.
graduare, in valori di tensione, la scala posta in cor- 7) Spegnere lo strumento, aprendo l'interrutto-
rispondenza della manopola applicata sul perno del re S1, con il condensatore ancora inserito, al-
potenziometro R3. Per questa operazione è sufficiente lo scopo di permettere alla resistenza R7 di
collegare il tester in parallelo alla resistenza R4, rile-
vando i valori di tensione necessari per graduare la scaricare completamente _il condensatore stes-
scala. so.

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tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l"importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Controllo di Tonalità Un transistor irreperibile


Alcuni mesi or sono ho acquistato l'amplificatore Vorrei realizzare il convertitore presentato nella
ibrido da 4 watt da voi approntato in scatola rubrica « UN CONSULENTE TUTTO PER
. di montaggio. Vi posso dire di aver ottenuto un VOI» a pagina 795 del fascicolo di ottobre di
grande successo, perché l'apparato ha funzionato quest'anno. Non sono riuscito tuttavia a repe-
subito perfettamente. Ora vorrei applicare al cir- rire in commercio i due transistor TR1-TR2, per
cuito un potenziometro per la regolazione della i quali voi prescrivete i tipi AS215. Vorrei dunque
tonalità dei suoni. Tuttavia, essendo un prin- conoscere i transistor corrispondenti, di più fa-
cipiante, non so proprio come fare e vorrei da cile reperibilità commerciale. Anche per il diodo
voi le necessarie delucidazioni. BAY16, di cui si parla nel fascicolo di maggio
BIONDO ELIO 73 a pagina 326, vorrei conoscere il corrispon-
Trapani dente.
PIZZICHJNI MASSIMO
Il controllo di tonalità nell'amplificatore ibrido Macerata
può essere facilmente applicato senza apportare
alcuna modifica al circuito. Basta inserire, in so- L'irreperibilità dell'AS215 del tutto giustifi-
stituzione del potenziometro di volume R1, il cata, perché tale transistor non esiste Purtroppo
gruppo tono-volume presentato a pagina 520 del si tratta di un banale errore di stampa, in quanto
fasci colo di ottobre '72. Consulti dunque quel fa- l'ASZ15 è divenuto agli occhi profani del tipo-
scicolo arretrato della rivista, tenendo conto che grafo, un AS215 e cio a causa dell'evidente ana-
l'uscita del gruppo dovrà essere collegata fra la logia grafica. Vogliamo comunque precisare che
massa e il punto A del circuito stampato dell'am- il transistor esatto è l'ASZ15, che è di facile
pificatore. reperibilità commerciale. Per quanto riguarda

953
il diodo BA Y16, le ricordiamo che questo può es- mine felicemente questo progetto che mi sta parti-
sere sostituito con qualsiasi altro tipo di diodo colarmente a cuore?
al silicio di piccola potenza. AMEDEO ANASTASI
Siracusa

•••• Il progetto del voltmetro elettronico; apparso sul


fascicolo di luglio, utilizza transistor ad effetto
Preamplificatore per microfono di campo di tipo 2N3819, cioè transistor FET a
Ho realizzato il preamplificatore per microfono canale N. I transistor da lei utilizzati, invece,
a cristallo presentato a pagina 506 del fascicolo sono a canale P ed è quindi evidente l'impossibi-
di luglio '73. Purtroppo le mie aspettative sono lità di funzionamento del voltmetro. L'errore da
state deluse, perché l'apparecchio da me monta- lei commesso è equivalente a quello che si verifi-
to non ha mai funzionato. Regolando il poten- ca quando si utilizzano transistor PNP invece che
ziometro R2, la tensione sull'emittore del tran- transistor NPN. I transistor FET a canale P pos-
sistor TRl non varia in alcun modo, rimanendo sono essere utilizzati nel nostro progetto del volt-
costantemente sul valore di + 9 V circa. Devo metro elettronico a patto di invertire le polarità
dire che i due transistor da me utilizzati sono delle alimentazioni. In ogni caso, prima di effet-
stati recuperati da un precedente montaggio e- tuare tale inversione, lei dovrà assicurarsi dell'ef-
lettronico, che non ha mai funzionato. Ora spero ficienza dei FET già utilizzati, perché l'inversione
che possiate darmi qualche consiglio, tenendo di alimentazione, da lei stesso provocata, può
conto che sono un principiante. aver danneggiato irreparabilmente la delicata
FRANCESCO AMADEI giunzione dei componenti.
Milano

Evidentemente lei è ancora privo di senso pra-


tico, almeno nel settore dell'elettronica. Quando
••••
Lampeggiatore per ciclomotori
un apparato non funziona, la prima cosa da fare
è quella di controllare l'integrità dei componenti. Ho apprezzato il vostro progetto relativo all'indi-
Non le è venuto in mente che l'apparato da cui catore di direzione per ciclomotori, presentato sul
lei ha recuperato i due transistor non funzionas- fascicolo di ottobre e vi confesso che, già da tem-
se proprio perché questi erano fuori uso? A no- po, attendevo questo progetto. Penso tuttavia che
stro avviso il mancato funzionamento del pream- il progetto sia troppo critico e conduca a troppi
plificatore è dovuto proprio alla rottura del transi- dimensionamenti, forse non raggiungibili da un
stor TRI. Potrebbe tuttavia trattarsi anche di principiante. Desidererei quindi che il progetto
una saldatura fredda su uno dei terminali di TRI, potesse essere alimentato sia con la batteria del
anche se rimaniamo propensi per la prima ipo- motociclo, sia con pile da 4,5 V, inserite in
tesi. Le ricordiamo inoltre che il progetto del apposita scatola comprendente tutto l'apparato
preamplificatore è assolutamente valido, privo di di comando.
errori e che molti lettori hanno realizzato con PERINELLI ENZO
successo. Firenze

• ••• Il doppio sistema di stabilizzazione a diodi zener


risulta, a nostro avviso, abbastanza efficiente con-
tro la limitazione dei picchi di tensione del vo-
Voltmetro elettronico con FET lano. Nulla osta, comunque, al prelievo dell'ener-
Da molto tempo desideravo entrare in possesso gia necessaria alt' accensione delle lampade dire-
di un voltmetro elettronico, ma ne ho sempre rin- zionali da comuni batterie. I tal caso, pur ri-
viato l'acquisto a causa del costo elevato di que- manendo valido il circuito originale, si potranno
sto strumento. Non appena mi sono accorto della eliminare i seguenti componenti: DI - R1 - D2 -
pubblicazione di un progetto di voltmetro elettro- D3, collegando l'uscita-volano al morsetto posi-
nico con FET sul fascicolo di luglio '73 della vo- tivo della batteria. La tensione da utilizzare potrà
stra rivista, ho intrapreso la realizzazione dell'ap- essere compresa fra i6ei 12 v.
parato, servendomi di due FET tipo 2N4342 della Utilizzando comuni pile a secco, consigliamo di
Fairchild. Purtroppo non sono riuscito ad ottene- servirsi di 6 pile piatte, collegandole a gruppi, in
re alcun segno di funzionamento. Potreste for- serie-parallelo, in modo da ottenere una batte-
nirmi qualche elemento utile per portare a ter- ria a 9 V, che sia in grado di garantire una buo-
na autonomia di funzionamento. Ovviamente, comune a molti bambini è quella dell'illumina-
spazio permettendo, si può anche utilizzare una zione, a luce debole, dell'ambiente in cui dor-
piccola batteria per motocicletta, a 6 V, rica- mono, in modo da non sentirsi soli durante la
ricandola periodicamente. Le lampadine dovran- notte. Questa luce, a differenza di quelle facil-
no naturalmente essere scelte con caratteristiche mente reperibili in commercio, presenta il van-
adatte sia alla tensione della batteria sia alla sua taggio di lampeggiare e ciò potrà costituire un
capacità massima . elemento di attrazione per i suoi figli. Riassu-
miamo ora brevemente il principio di funziona-

•••• mento del circuito. Esso si basa sulla caratteri-


stica di ogni lampadina al neon di « innescarsi»,
cioè di condurre corrente e divenire luminosa do-
Lampeggiatore con lampada al neon po che la tensione di alimentazione ha superato
Sono un affezionato lettore della vostra rivista, un certo valore (90-100 V). Realizzando il cir-
non più giovane e già padre di due bambini. cuito qui presentato, la tensione di rete, raddriz-
Per i miei figli vorrei realizzare qualcosa di di- zata dal diodo D 1, carica, attraverso la resisten-
vertente e, nello stesso tempo, semplice, di bas- za RI, il condensatore Cl. Quando si raggiunge
so prezzo e, possibilmente, utile. Non avreste la tensione d'innesco della lampada al neon LN,
qualche idea in proposito che potesse anche es- questa si accende, scaricando parzialmente il con-
sere apprezzata da altri lettori nelle mie stesse densatore C1 e, successivamente, spegnendosi a
condizioni? causa dell'insufficiente valore di tensione di ali-
FRANCHETTI ENZO mentazione. Poi prende inizio un nuovo ciclo,
Rovereto che condurrà ad un altro lampo di luce.

Non sempre i bambini si divertono con gli stessi COMPONENTI


giocattoli che piacciono anche ai grandi. Cre- Cl = 1 F
diamo, tuttavia, di aver rintracciato un sempli-
ce progetto che, oltre ad essere divertente, può Rl = 2,2 megaohm
risultare utile. In pratica si tratta di una « luce D1 = BY127
notturna ». Ed è noto che una delle aspirazioni LN =
lampada al neon (110 V)

1 R1

220V C1 E
r)

955
Zoccolatura della valvola DL96 Il tubo a raggi catodici DG3
@ante una mia periodica revisione del mate- Presso un negozio di materiali surplus ho visto un
riale elettronico conservato nel mio laboratorio, piccolo tubo a raggi catodici, tipo DG3, che vor-
mi sono accorto di possedere, tra le molte valvo- rei acquistare perché il suo prezzo è veramente
le elettroniche, due modelli di cui non conosco d'occasione. Il rivenditore non possiede caratteri-
le caratteristiche e la zoccolatura. Si tratta delle stiche e zoccolatura ciel componente; io stesso
valvole DL96 e DY86. Potreste gentilmente for- non sono riuscito a trovare, nella mia modesta
nirmi questi dati? biblioteca tecnica, questi dati. Siete in grado di
GIANCOLA FRANCESCO aiutarmi? In caso affermativo potreste indicarmi
Bari gli usi cui è particolarmente destinato questo tu-
bo?
Tra le varie richieste di zoccolature di valvole, MACCHINI LUCIANO
rispondiamo alla sua per... sorteggio. Lei può Venezia
quindi ritenersi fortunato, perché in tal modo
riuscirà a completare l'organizzazione del suo
laboratorio. La valvola DL96 è un pentodo di
bassa frequenza, ad emissione diretta, cioè senza
catodo, perché allo stesso filamento viene affidata
la funzione di catodo. L'accensione è a 1,4 V-
50 mA (filamenti collegati in parallelo) o a2,8 V
- 25 mA con filamenti collegati in serie. Le carat-
teristiche più salienti sono : tensione anodica =
85 V; tensione prima griglia = 5,2 V; tensio-
ne seconda griglia = 85 V; corrente anodica =
5 mA; corrente seconda griglia = 0,9 m4; po- [,X3
tenza anodica 0,6 W; potenza d'uscita = 0,2
W; pendenza = 1,4 mA/V.
La DY86 è una valvola raddrizzatrice ad alta
tensione, normalmente montata nei televisori, con
accensione a bassa tensione (1,4 V - 0,55A). E'
evidente che le due valvole da lei menzionate sono
state entrambe recuperate da un televisore por-
tatile. Ricordi che la valvola DY86 è in grado di
raddrizzare una tensione di 18.000 V con una
F+K F
corrente massima di 0,8 mA.

2
I DG3 è un tubo a raggi catodici a deflessione
elettrostatica, adatto per la realizzazione di picco-
li oscilloscopi portatili, interamente transistoriz-
zati, oppure monitor per il controllo della modu-
lazione dei trasmettitori. Non si addice invece al-
l'impiego di strumento per laboratorio, a causa
delle ridotte dimensioni. Il tubo, di cui riportia-
mo la zoccolatura, possiede un diametro utile di
+ 38 mm; l'accensione è a6,3 V 0,65 A. Le ten-
sioni caratteristiche degli elettrodi, necessarie per
ottenere un adeguato funzionamento, sono: VA2
= + 500 V (anodo acceleratore); VAI = + 150
V circa (fuoco); VGW = 0-35 V (luminosità);
VK = O.
Le ricordiamo che esiste anche il modello DG3-2,
che richiede 800 V per A2 e 200 V per A1.

956
Utilità dell'oscilloscopio Alimentatore stabilizzato 24 V - 200 mA
Soltanto da poco tempo ho scoperto il fascino Mi occorrerebbe lo schema cli un alimentatore di
dell'elettronica e questo lo devo, in gran parte, tensione stabilizzato a 24 V, da poter abbinare
alla vostra rivista, cheè molto istruttiva e assai con vari circuiti elettronici. L'assorbimento di
piacevole. Volendo applicarmi con una certa se- corrente dovrebbe oscillare fra i 120 e i 200 mA.
rietà a questo mio nuovo hobby, desidererei ascol- Potreste fornirmi uno schema semplice e adat-
tare il vostro autorevole parere sull'acquisto degli to ad un principiante come me? La realizzazio-
strumenti necessari per il laboratorio. Faccio pre- ne dell'apparato dovrebbe essere molto econo-
sente di essere già in possesso del tester e dello mca.
alimentatore stabilizzato da voi inviatomi in sca- MARIO FILIPPESCHI
tola cli montaggio. Parma
BALDO FRANCESCO
Padova Sulla nostra rivista sono stati pubblicati moltis-
simi progetti di alimentatori stabilizzati. Uno di
Gli strumenti utili per attrezzare un laboratorio questi è stato anche approntato in scatola di mon-
dilettantistico sono davvero molti. Il tipo e la taggio. Evidentemente lei è un nuovo lettore di
qualità di questi dipendono in gran parte dal set- Elettronica Pratica e come tale non vogliamo de-
tore al quale ci si vuol dedicare con maggior at- luderla fin dalla sua prima richiesta. Pubblichia-
tenzone (bassa frequenza, radioricezione, radio- mo dunque lo schema richiestoci, che è quello
trasmissione, stereofonia, ecc.). Riteniamo comun- di un progetto in grado di erogare la tensione
que che lo strumento principe per eccellenza continua, stabilizzata a 24 V, permettendo un
debba considerarsi, in ogni settore del!' elettro- assorbimento massimo di corrente di 220 mA.
nica, l'oscilloscopio. Non vogliamo tuttavia pro- Quei lettori che si ritenessero interessati a questo
porle alcuna marca o modello, perché tutto di- stesso progetto e volessero ottenere diversi valori
pende dalle sue disponibilità economiche. Tenga d'uscita di tensioni, dovranno variare, in propor-
presente che con l'oscilloscopio si possono vsua- zione, il valore della tensione del diodo zener
lizzare le effettive forme d'onda dà segnali elet- DZI e, conseguentemente, il valore della tensio-
trici; con l'oscilloscopio si possono effettuare mi- ne presente sull'avvolgimento secondario del tra-
sre di frequenza, periodi, tensioni, correnti, di- sformatore di alimentazione T1.
storsioni, rilevando anche le curve caratteristiche
dei tubi elettronici e dei transistor; si possono
inoltre rilevare curve di selettività dei ricevitori,
misurare la percentuale di modulazione dei tra-
smettitori, oltre all'uso dello strumento in tutte
quelle particolari applicazioni nelle quali neces-
sita la visualizzazione di fotografie teletrasmesse
da segnali metereologici (APT) o da radioama-
tori ($STV).
T1

COMPONENTI
Cl = 1.000 µF - 50 VI. (elettrolitico)
C2 = 100 F 50 Vl. (elettrolitico)
Rl = 1.800 ohm
TRl = AC127
DZl = Z1N971A
RSl = raddrizz. al silicio (30 V 350 mA)
TI = trasf. d'alime.p.taz. (prim. 110-220 V;
sec. 24 V)

957
Filtro a " T » trova sintonizzato il filtro, è espressa dalla seguen-
Qualche tempo fa mi è capitato di leggere che te relazione :
si possono realizzare circuiti selettivi in bassa fre-
quenza servendosi soltanto di resistenze e conden-
satori, senza cioè dover ricorrere alle ingombranti Fo
e, talvolta, irreperibili induttanze. Ora, volendo 2w\[R R2C1xc2'
realizzare dei filtri audio, per determinare fre-
quenze, desidererei se possibile, che mi forniste L'attenuazione che il filtro introduce alla fre-
lo schema con le necessarie delucidazioni di tali quenza Fo può essere calcolata con la seguente
filtri RC. formula:
SCARPARI FRANCO
Treviso R2 R2 CI
N +
Sebbene lei non sia stato molto esplicito nella R1 RlxC2
sua richiesta, vogliamo ritenere che voglia allu-
dere ai circuiti cosiddetti a «T» per la partico- in cui N misura il numero di decibel. Riportiamo
lare disposizione dei componenti. Lo schema ti- inoltre un tipico esempio di curva di selettività
pico di un tale circuito, che si comporta in ma- di questo filtro, sia nel caso in cui esso venga
niera analoga ad un circuito sintonizzato LC, è utilizzato da solo, sia in caso di abbinamento con
qui riportato. Lc formula, secondo la quale è un amplificatore, del quale costituisce la rete di
J1ossibilr calcolare la frequenza centrale, su cui si controreazione (filtro attivo).

R1
F.
F
tu/ .

o ,l C1 C2
o

R2

- dB
f
-- --

958
suono peggiora come se fosse sovraccaricato dalla
I Indicatore di portante stereo
Durante un mio viaggio in Francia ho avuto lampadina. Esiste un rimedio a tutto ciò?
modo di acquistare un decodificatore stereofoni- FRANZINI MAURO
co, applicabile a qualsiasi ricevitore FM per po- Imperia
ter ricevere i programmi in radiostereofonia. Es-
Con tutta probabilità l'uscita per l'indicatore di
sendo il dispositivo privo di uno schema elettri-
stereofonia non è adatta a pilotare direttamente
co, non riesco ad effettuare i collegamenti. Se- una lampada, perché necessita di una ·preventiva
guendo i consigli del commerciante, sono riuscito amplificazione. A tale scopo presentiamo un sem-
ad ottenere la decodificazione del segnale stereo- plice circuito a tre transistor, facilmente sosti-
fonico, almeno così mi sembra, ma, collegando tuibili, da aggiungere al decodificatore per otte-
all'apposito terminale la lampadina per la vi- nere, sempre che il decodificatore funzioni per-
sualizzazione dell'emittente stereofonica, non si fettamente, l'accensione della lampada indicatri-
ottiene alcuna accensione della stessa; anzi, il ce, senza sovraccaricare il circuito.
I

R2
C2T~R1
LP

o
e

al decod,f;,. b (li i b e
9V
@
e e e

TR1 11 TR3

C1 R3 R4

CONDENSATORI
Cl = 10 F - 15 VI (elettrolitico)
c2 = 100.000 pF
RESISTENZE
Rl = 470 ohm
R2 = 470 ohm
R3 = 1.000 ohm
R4 = 470 ohm
VARIE
TRl BCI09
TR2 BCI77
TR3 BC177
LP 3,5 V- 50 mA COMPONENTI
959
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presentati, rimangono sempre attuali. E concorrono certamente al perfezionamento
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un solo strumento le possibilità di effettuare
con semplicità e precisione misure di tensioni,
correnti e resistenze, soddisfacendo altresi le
esigenze degli elettricisti, dei riparatori radio-
TV, ecc.
Questo analizzatore accoppia ad un formato
ridotto e robusto un quadrante di grandi di-
mensioni e di facile lettura; il galvanometro,
a bobina mobile, è protetto contro i sovrac-
carichi di breve durata e garantisce la preci-
sione delle letture e la vita eccezionale dello
strumento. Le diverse misure che si possono
eseguire e la precisione delle indicazioni ren-
dono questo strumento indispensabile nei la-
boratori di riparazione e controllo. Il tester
viene fornito con il corredo di cordoni, libret-
to di istruzione e custodia in plastica.

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Tensioni e correnti continue Livello O dB = 1 mW su 600 ohm ossia 0,775 V
Tensioni e cor'tenti alternate Correnti continue
Resistenze (6 portate) 100 (A- 1- 10- 100 mA - 1-5 A
Livelli
Precisione: ± 1,5%/ del valore max
Caduta di tensione: 1 ,25 V circa - aggiunta di 1,5 V
CARATTERISTICHE TECNICHE sulla portata di 1 mA
Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5-3- 10- 30- 100- 300 - 1000 V (5 portate) 1 - 1 O - 100 mA - 1 - 5 A
Precisione: ± 1,5%, del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5%/ del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
Resistenza interna: 20.000 ohm/V (1000 ohm/V sulla Resistenze 3 gamme:
scala 1,5V) x 1 5 ohm 10 Kohm
Tensioni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3- 10- 30 - 100 - 300 - 1000 V x 1000: 5 Kohm = 10 Mohm
Precisione: ±- 2,5%/,, del valore massimo, ± 4%, sulla Dimensioni in mm
portata 1000 V larghezza 11 O, altezza 150, profondità 45
Resistenza interna: 20.000 ohm/V Peso netto - 530 g.
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La portata, senza antenna, supera il migliaio di metri.·
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della metà di un pacchetto di sigarette.
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